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Dettaglio seduta n.73 del 25/05/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 14.05 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale iniziamo con l'esame delle interrogazioni pervenute.
Ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta.
Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento per le interrogazioni a risposta immediata non sono previste repliche.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 260 presentata da Ruzzola, inerente a "Ritorno alla normalità dei Pronto Soccorso e dei Punti di Primo Intervento" (posticipo della trattazione)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 260.
Chiedo gentilmente all'interrogante, Consigliere Ruzzola, e all'Assessore Icardi, che dovrà rispondere all'interrogazione, di annunciare la propria presenza in video.



RUZZOLA Paolo

Io sono presente, Presidente.



PRESIDENTE

Bene. Grazie, Consigliere Ruzzola.
Invito gentilmente anche l'Assessore Icardi a confermare la presenza, così iniziamo con l'esame dell'interrogazione n. 260. In caso contrario passiamo all'interrogazione successiva.
L'Assessore Icardi non risulta presente, per cui ci ritorneremo successivamente.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 261 presentata da Marello, inerente a "Lavoratori stagionali in agricoltura - COVID 19"


PRESIDENTE

Consigliere Marello, è collegato?



MARELLO Maurizio

Sì, sono presente.



PRESIDENTE

Grazie.
Assessore Chiorino è collegata?



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Sì, Presidente. Buongiorno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Buongiorno a lei.
Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 261 "Lavoratori stagionali in agricoltura - COVID 19".
La parola al Consigliere Marello per l'illustrazione.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente. Saluto altresì l'Assessore.
Molto brevemente, ho presentato questa interrogazione il 7 maggio (successivamente, purtroppo, non sono state più convocate sedute di Consiglio), quindi risulta un po' datata.
L'interrogazione prende spunto da fatti che sono accaduti il giorno prima cioè il 6 maggio, a Saluzzo, quando il Sindaco, Mauro Calderoni, aveva pubblicamente denunciato di un primo caso di accampamento con riferimento all'annosa questione dei lavoratori stagionali. Come ben sapete, l'area del Saluzzese, particolarmente vocata all'agricoltura, da qualche anno a questa parte vive una peculiare emergenza dettata dalla necessità di reperire lavoratori (parliamo di 8.000-10.000 persone) per i campi e per i frutteti.
Siccome con i flussi si coprono circa 1.000-1.200 lavoratori in tutta la provincia di Cuneo, sappiamo che la maggior parte dei lavoratori sono stagionali agricoli stranieri, con tutte le difficoltà del caso relative all'alloggiamento e a problematiche che sia i Sindaci del territorio sia le aziende agricole conoscono molto bene. Questa situazione, per la verità, ha radici lontane, perché la manodopera agricola dal dopoguerra in poi era garantita in quei territori soprattutto dagli emigranti che arrivavano dal Meridione d'Italia; condizione che poi, col tempo, si è spostata verso le persone straniere.
Quest'anno, com'è noto a tutti, l'emergenza COVID determina due ordini di problemi: da un lato, vi è il tema del reperimento di questa manovalanza e di questi lavoratori; dall'altro, vi è il tema della sicurezza sanitaria.
La situazione di quest'anno, infatti, rende ancora più incompatibili le già difficili condizioni in cui vivevano questi lavoratori gli anni scorsi nonostante i grandi sforzi compiuti anche dalle precedenti Amministrazioni (ricordo anche la predisposizione di un'ex caserma proprio per accogliere queste persone).
La mia interrogazione è rivolta alla Giunta, per sapere quali provvedimenti intende assumere, sapendo che in questi venti giorni qualcosa è accaduto: ad esempio, è stato nominato per le questioni sanitarie, se non erro, il Commissario straordinario dottor Guerra, ma di nodi irrisolti ne rimangono ne cito soltanto due: un nodo di natura economica, perché sappiamo che proprio nel provvedimento "Riparti Piemonte" c'è uno stanziamento di 300.000 euro per sostenere le aziende proprio per gli alloggiamenti in questo momento straordinario, non soltanto nel Saluzzese ma in tutto il Piemonte. Noi riteniamo che questa somma sia insufficiente, tant'è che abbiamo proposto un emendamento in tal senso.
L'altra questione verte, invece, sul reperimento della manodopera quest'anno, peraltro, abbiamo proposto di attingere.



PRESIDENTE

Consigliere Marello, la invito a concludere.



MARELLO Maurizio

Ho concluso.
Dicevo, quest'anno abbiamo proposto di attingere un po' dappertutto ricorrendo sia a coloro che sono ancora in cassa integrazione, sia attraverso il riutilizzo di voucher, magari per chi rientra del reddito di cittadinanza, in modo tale da supplire in parte anche a quella che sarà l'inevitabile carenza di lavoratori stagionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marello per l'illustrazione.
La parola all'Assessore Chiorino per la risposta, per cinque minuti.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Una parte della tematica toccata dal Consigliere Marello è di mia competenza; l'altra parte è di competenza dell'Assessore Protopapa, ma risponderò io per entrambe.
Inizierei dalla questione degli alloggiamenti, che ha seguito, appunto l'Assessore Protopapa, evidenziando che è stata perseguita la legge della Regione Piemonte n. 12 del 13 giugno 2016, che ha intrapreso un'azione di supporto proprio all'attività lavorativa stagionale in agricoltura, al fine di prevenire lo sfruttamento e il fenomeno del caporalato, con l'obiettivo di incidere concretamente sul tessuto sociale e culturale piemontese andando a creare condizioni di legalità diffusa sul territorio, al fine di innescare dei processi virtuosi di emersione di lavoro non regolare.
Con i bandi che sono stati approvati si è quindi intervenuto sulla problematica dell'accoglienza dei lavoratori agricoli migranti e i finanziamenti hanno sostenuto gli Enti locali e le associazioni a esse convenzionate, al fine di provvedere alla sistemazione abitativa della manodopera agricola, che, appunto, ha prestato la propria opera all'interno della Regione Piemonte nei vari periodi di raccolta della frutta e delle attività correlate anche alla coltivazione.
Con la delibera di Giunta regionale del 17 dicembre 2019, cui è seguita la determina successiva, è stato approvato il bando per la richiesta di contributi da parte dei Comuni, delle Unioni di Comuni e dei Consorzi dei Comuni del Piemonte, per la realizzazione d'interventi atti proprio alla sistemazione temporanea dei salariati agricoli stagionali.
Sulla base delle varie istruttorie sono state ammesse le richieste d'intervento presentate dal Comune di Monastero Bormida (per 24.540 euro) del Comune di Saluzzo (per 24.100 euro), del Comune di Verzuolo (per 3.761 euro), per un totale di 52.400 euro.
Tenuto conto dell'attuale situazione emergenziale sanitaria che citava il Consigliere Marello e delle ripercussioni anche economiche sul comparto agricolo, nonché preso atto delle varie problematiche evidenziate dalle Amministrazioni comunali interessate ove l'ospitalità e la messa in sicurezza della manodopera agricola stagionale si presenta con maggiore gravità, a causa dell'impossibilità della riapertura dei centri di prima accoglienza stagionali.
Con delibera di Giunta regionale del 2 maggio 2020 si sono approvati, per il bando 2020, i criteri per la concessione dei contributi regionali ai Comuni, alle Unioni di Comuni e ai Consorzi dei Comuni del Piemonte, per la sistemazione temporanea dei salariati agricoli regionali operanti nelle aziende agricole piemontesi.
Proprio in considerazione della specificità del contesto sociale sanitario ed economico di questo periodo, il bando 2020 prevede esclusivamente la concessione, agli enti locali stessi, di un contributo forfettario di 400 euro per ogni modulo abitativo noleggiato, ai fini della sistemazione temporanea della manodopera agricola.
I finanziamenti saranno destinati valutando le esigenze di manodopera stagionale, in relazione alla gravità del problema dell'ospitalità in tempo di COVID, dando priorità agli Enti locali con un numero di abitanti, per consentire una distribuzione capillare delle strutture prefabbricate temporanee di ospitalità abitativa, riducendo, così, anche gli spostamenti della manodopera stagionale, favorendone il distanziamento sociale nell'attuale fase di emergenza.
Al fine, poi, di evitare la concentrazione di numeri elevati di persone in strutture centralizzate ed evitare gli spostamenti tra Comuni della manodopera agricola salariata, è stata, altresì, data la possibilità, alle amministrazioni comunali, di allocare i moduli abitativi, per un periodo non superiore a 180 giorni l'anno, presso le medesime aziende agricole che ne faranno richiesta per ospitare i lavoratori stagionali che prestano servizio presso le aziende agricole stesse.
La copertura finanziaria del bando ha una disponibilità residua, dell'anno 2020 e, in parte, di competenza sul 2021, per un totale di 97.588 euro, cui potrebbero aggiungersi ulteriori risorse, in funzione delle richieste di finanziamento pervenute. Determinazione dirigenziale di avvio del bando 2020, la n. 272 del 12 maggio 2020, con previsione di apertura della presentazione delle domande al 15 maggio 2020, chiusura il 18 giugno 2020.
Parallelamente all'iniziativa rivolta agli Enti locali, la Regione Piemonte, fino al 2015, ha previsto anche sulle operazioni attivate a favore del miglioramento delle aziende agricole sul programma di sviluppo rurale 14-20, che fossero inclusi contributi per investimenti a favore dell'ospitalità dei salariati agricoli, segnatamente sulle varie misure per investimenti atti a migliorare le condizioni di lavoro proprio sotto il profilo igienico, come ad esempio per gli spogliatori e per il personale.
È in programma di ampliare la portata di tali iniziative con un nuovo bando 2020 sull'operazione 4.1.1, prevedendo la possibilità, per le aziende agricole, di ottenere contributi in conto capitale al 40% per la ristrutturazione di edifici rurali a uso accoglienza dei salariati agricoli stagionali, quindi intendiamo dormitorio, refettori e servizi igienici.
Per quanto riguarda il riferimento della manodopera, è stata attivata dalla Regione Piemonte una piattaforma in Agenzia Piemonte e Lavoro, di conseguenza strettamente legata anche ai Centri per l'impiego. Quello che si rileva è che effettivamente gli italiani stanno chiedendo di poter andare a lavorare nei campi.
Quando abbiamo visto i numeri, devo dire che siamo rimasti particolarmente sorpresi dal numero di persone che stavano facendo questa richiesta.
Come da ambizione anche del Consigliere Marello, sono considerati in questa possibilità (e anche a mio avviso devono essere considerati in questo) anche i percettori del reddito di cittadinanza che hanno firmato il patto per il lavoro. Abbiamo delle candidature aperte: il 78% di italiani, anche provenienti da settori del turismo su cui hanno perso il posto di lavoro abbiamo studenti; abbiamo disoccupati e abbiamo occupati, per un totale parlo soltanto degli italiani - di più di mille persone, quindi - ripeto il 78%, rispetto alle aziende che hanno fatto domanda tramite la piattaforma, che danno, a oggi, per un totale dei profili ricercati, di 81 figure.
Di conseguenza, siamo in grado di coprire assolutamente, anzi, in sovra abbondanza in questo momento, le richieste delle aziende agricole piemontesi che ci sono iscritte sul Portale.
È evidente - fatemi fare una considerazione - che non era necessaria alcuna sanatoria per i clandestini, che comunque non risulterà utile al raccolto nei campi, in quanto il Ministro Bellanova non ha evidentemente, oltre a non fare una serie di considerazioni, non ha neppure considerato le tempistiche di questa sanatoria di clandestini, che sarebbe durata settimane e mesi e il raccolto è oggi. La Regione Piemonte è in grado di poter mettere a disposizione la forza lavoro per il raccolto nei campi.
Auspicabile sarebbe stato anche l'inserimento di un voucher agricoltura che consentisse maggiore snellezza; voucher che la sottoscritta ha chiesto al Ministro Bellanova di considerare come inserimento, perché questo avrebbe portato a ulteriori possibilità per le persone e per le famiglie che oggi sono in difficoltà, di poter lavorare nei campi senza dover rinunciare dall'altra parte, alla cassa in deroga, come invece avviene oggi, proprio perché questa tipologia di richiesta non è stata, a oggi, accolta dal Ministro.
Andiamo di conseguenza.
Forza lavoro: le domande da parte dei cittadini sono in continua crescita e sono continuamente elaborate. I percettori del reddito di cittadinanza in Piemonte sono circa 24.000; a tutti coloro che avranno le caratteristiche adeguate sarà offerto un lavoro nei campi a supporto del nostro mondo agricolo, della nostra agricoltura e dei nostri prodotti, perché questo è il made in Italy che continuiamo a difendere, che vogliamo vedere raccolto e non fatto marcire, e se possiamo aiutare le famiglie italiane che in questo momento, insieme al mondo dell'agricoltura, stanno gridando il loro dolore perché non possono lavorare, non sono messi nelle condizioni.



PRESIDENTE

Assessore, la invito a concludere.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Termino: andremo avanti su questa strada, continuando a garantire il massimo incrocio fra domanda e offerta, proprio per arrivare nei termini che ho appena descritto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore per la risposta.
È regola non scritta, ma ultimamente gli interroganti chiedono che siano inviati i documenti via mail.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 260 presentata da Ruzzola, inerente a "Ritorno alla normalità dei Pronto Soccorso e dei Punti di Primo Intervento"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
260.
La parola al Consigliere Ruzzola per l'illustrazione.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione, l'intento era soltanto di capire ovviamente quei territori che, per i motivi che tutti conosciamo, quindi della necessità che c'era di andare a coprire le esigenze dei reparti COVID nei vari ospedali, hanno visto la chiusura dei propri Pronto soccorso e dei punti di primo soccorso. Peraltro, alcune di queste zone hanno visto anche dei locali, magari sezioni dalla Croce Rossa piuttosto che della Croce Verde essere destinati al trasporto esclusivo dei malati COVID.
Per tale motivo, ci sono territori che, oltre alla chiusura del punto di primo soccorso, hanno anche il limite di non avere più la sezione locale di ambulanze, perché magari devono arrivare dai Comuni limitrofi.
In più, avendo avuto la fine della prima fase, del lockdown, quindi della chiusura totale, è evidente a tutti noi che c'è anche un aumento degli incidenti e degli infortuni che richiedono sempre più l'esigenza di avere un punto, possibilmente vicino, ma indirettamente anche utile a non andare ad appesantire, magari in modo sproporzionato, quei Pronto soccorso rimasti aperti.
Noi semplicemente volevamo sapere dall'Assessore in quali tempi pensa si possano riaprire questi punti che sono stati chiusi, quindi sia i Pronto soccorso sia i punti di primo soccorso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ruzzola.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta; massimo cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Devo premettere che i sette punti del Pronto soccorso, i punti di primo intervento chiusi, sono ospedali con un numero molto limitato di posti letto e anche d'interventi. Sono stati selezionati sulla base della minore attività, che però comportava un utilizzo di persone utili, utilissime, per l'apertura di posti di terapia intensiva, per l'utilizzo della strumentazione esistente all'interno dei Pronto soccorso. Pertanto, alcuni sono stati addirittura trasformati in posti di terapia intensiva, così com'è stato fatto per i blocchi operatori. Si tratta di sette Pronto soccorso, alcuni chiusi soltanto per la parte notturna, mentre Borgosesia è stato trasformato da Pronto soccorso in punto di primo intervento.
In questo momento, il piano di ritorno alla normalità ha previsto la sanificazione e la ritrasformazione, per esempio, dei blocchi operatori in attività ordinaria. I reparti straordinari stanno gradatamente tornando a svolgere le attività ordinarie per recuperare il pregresso e il gran numero di visite specialistiche che dovremo ancora sostenere.
Ebbene, questo piano di ritorno alla normalità ha previsto anche il rientro dei Pronto soccorso, con l'unica eccezione del Pronto soccorso di Bra, che non sarà più aperto perché è in corso il trasferimento dell'ospedale di Bra all'ospedale di Verduno. L'ospedale, sostanzialmente, non c'è più: ci sarà la casa della salute, svolgerà altre attività, ma non è più ospedale.
Il ritorno è stato leggermente posticipato, nel senso che il personale è ancora impegnato in attività importanti: abbiamo ancora oltre 1.250 persone ricoverate nei nostri ospedali perché la degenza COVID è piuttosto lunga e alla data di ieri, avevamo 75 persone in terapia intensiva, che è un dato molto confortante (stanno diminuendo).
Ritengo che, nel giro di un paio di settimane, i Pronto soccorso possano rientrare nella loro ordinaria attività, premesso che, nel frattempo (mi auguro che non accada, ma visto quello che sta succedendo all'esterno qualche preoccupazione legittima l'abbiamo tutti), non si torni a una recrudescenza dell'epidemia, a un incremento importante dei casi. In quell'ipotesi, faremo qualche riflessione ulteriore.
Nel piano di ritorno alla normalità è prevista la riapertura e il ripristino - come già indicato quando li abbiamo chiusi - dei Pronto soccorso anche nelle fasi notturne, personale permettendo, ovviamente tutti i sei Pronto soccorso e punti di primo intervento. Occorre solo un attimo di pazienza, perché questo piano è graduale.
Il Pronto soccorso comporta un impegno non indifferente. In alcuni casi, i Pronto soccorso erano già in crisi, perché garantire l'attività di Pronto soccorso a volte significava anche limitare gli interventi in elezione; gli anestesisti e i medici impegnati nel Pronto soccorso non potevano essere presenti in reparto o in sala a operare.
Pertanto, c'è un graduale ritorno alla normalità, anche con le nuove risorse umane che sono state acquisite durante l'emergenza, però c'è sicuramente la volontà e l'intenzione di rispettare, in questo ritorno alla normalità, la sicurezza con tempi adeguati.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 262 presentata da Magliano, inerente a "Aumento delle occupazioni abusive delle case ATC nel corso dell'emergenza epidemiologica da COVID-19"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 262.
Consigliere Magliano, è presente?



MAGLIANO Silvio

Sì, sono presente, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Risponde l'Assessore Caucino. È presente?



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Sono presente, grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Magliano, per tre minuti, per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 262.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione a risposta immediata, ho cercato di capire cosa intende fare quest'Amministrazione regionale in merito a un problema che sta oggettivamente esplodendo negli ultimi mesi. Avevamo già fatto l'anno scorso una discussione, in tal senso, con l'Assessora e i dati di crescita delle occupazioni abusive, soprattutto a Torino, che noi abbiamo iniziano a essere allarmanti.
Ho provato a scrivere all'interno del testo tutto il procedimento che viene seguito per l'assegnazione di una casa popolare, ma, nel "rilevato che", ho anche indicato una serie di punti a mio giudizio molto, molto preoccupanti perché nella nostra città, soprattutto in alcune circoscrizioni, iniziano a esserci occupazioni abusive. Da fonte primaria, da parte degli Assessorati competenti del Comune della Città di Torino, emerge che solo una su tre di queste occupazioni riescono a essere fermate e quindi si riescono a liberare gli alloggi che vengono occupati.
Via Scarsellini, via Poma, corso Salvemini: tanti sono i luoghi e gli spazi in cui accade questo tipo di fenomeno, che però dice rileva il fatto che le case sono occupate se sono libere. Ci sono stati anche alcuni di tentativi di occupazione dove le persone, purtroppo, erano ricoverate a causa del COVID, e questo è gravissimo, soprattutto perché una delle forze che guida questa maggioranza ha sempre fatto una bandiera del tema delle occupazioni e del contrasto alle occupazioni abusive.
Vorrei capire che intenzioni si hanno. Presenterò altri atti sul tema delle case popolari, perché dai dati che abbiamo sono numerosi gli alloggi sfitti e gli alloggi sui quali non si sta facendo alcun intervento di ristrutturazione, ma, in questo caso, poiché la dichiarazione dell'Assessora al TG regionale forniva un numero che rappresenta quasi il raddoppio delle occupazioni abusive, interrogo la Giunta per sapere come intende attivarsi in merito al problema degli alloggi di edilizia convenzionata occupati abusivamente sul territorio regionale piemontese fenomeno in costante aumento nel corso di tale periodo di emergenza epidemiologica da COVID-19.
Spesso, e lo dico in chiusura, queste occupazioni vanno di pari passo con la presenza sul territorio e nelle vie adiacenti alle case ATC di camper con persone senza fissa dimora, che prendono di mira gli alloggi che poi vengono occupati.
Vorrei capire cosa abbiamo in mente di fare, perché forse la prima misura è di liberare questi alloggi, metterli nelle condizioni di maggior agio possibile e assegnarli ai cittadini che ne hanno diritto, perché noi continuiamo a ledere il diritto dei cittadini che hanno necessità di una casa popolare, ne hanno i criteri e il punteggio richiesto. Non le assegniamo, perché le case, purtroppo, sono occupate in modo assolutamente illegittimo e sembra ci sia quasi un'inerzia, da questo punto di vista.
Presidente, solo una riflessione veloce, poiché siamo in questa modalità: chiedo se gentilmente l'Assessora può inviarmi la nota che leggerà.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Sì, l'ho già detto in apertura: l'abbiamo resa una regola, non scritta, ma è come se fosse così.
Grazie, Consigliere Magliano, per la puntuale illustrazione.
La parola all'Assessore Caucino, per cinque minuti, per la risposta.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Grazie, Presidente.
Sono stata informata dal Presidente del Consiglio di Amministrazione di ATC Piemonte centrale della situazione rispetto alle occupazioni abusive. Seguo e ho seguito con molta attenzione l'evolversi di questa situazione e del dato delle occupazioni abusive di alloggi di edilizia sociale che in Piemonte ha dimensioni assolutamente limitate (qui dovrei correggere il Consigliere Magliano), rispetto al patrimonio nel suo complesso.
Nella provincia di Torino (a me piace parlare fornendo dei dati per dare effettivamente il senso alla dimensione dei fenomeni) le occupazioni, ad aprile 2020, risultavano essere 99 su un patrimonio di edilizia sociale di 28.000 alloggi, cioè stiamo parlando di un'incidenza dello 0,35%, quindi davvero un'incidenza piuttosto bassa.
Consideriamo, inoltre, un altro dato, Consigliere, e cioè che a fine 2019 nella città di Torino gli alloggi occupati abusivamente erano 61, quindi c'è stata certamente una crescita, ma non così in modo esponenziale. Questo non significa che non dobbiamo monitorare il fenomeno.
Come lei accennava, il fenomeno è concentrato in alcune aree bene individuate e addirittura in specifici quartieri della città e delle città piemontesi, tanto che alcune province ne risultano addirittura esenti pensiamo alla città di Biella o alla provincia di Torino, con esclusione del capoluogo, che registra solo otto casi.
Ripeto, non dobbiamo sottovalutare il fenomeno e la questione; comunque non sottovalutandone la gravità la situazione è stata esaminata, come lei sicuramente ben saprà, a un tavolo convocato dal Prefetto di Torino il 6 maggio scorso, cui ho personalmente partecipato; erano presenti tutti gli Enti con competenze dirette sul tema, rappresentati quindi ai massimi livelli istituzionali: erano presenti ATC del Piemonte Centrale, la Città di Torino, la Questura, il Comando provinciale dell'Arma dei Carabinieri.
Di conseguenza, sono stati trattati questi temi e sono state trattate in modo approfondito tutte le questioni collegate al ripristino della legalità e alle possibili azioni preventive, perché è importante agire in termini assolutamente preventivi, anche in relazione all'emergenza COVID-19.
Il tema delle risorse necessarie per un adeguato piano di ristrutturazione degli alloggi è il tema centrale che interessa all'Assessorato. Come ben saprà il Consigliere, l'Assessorato e l'Assessore, in particolare, non ha certamente potere di ordine pubblico, ma quel che a noi compete è reperire risorse necessarie per un adeguato piano di ristrutturazione degli alloggi vuoti; ricordo che questi alloggi sono vuoti perché non agibili o necessitanti di adeguate ristrutturazioni. Questo è un tema assolutamente centrale per il nostro Assessorato e per la mia persona.
Stiamo lavorando ormai da qualche mese, perché non è un tema che prendiamo in mano solo oggi. Seppur sinteticamente, si è riferito del reperimento di risorse al fine di ristrutturare gli alloggi vuoti, perché certamente è un argomento centrale e strategico, però è complementare rispetto a quello della gestione del fenomeno delle occupazioni abusive, questo non dobbiamo assolutamente dimenticarcelo. Queste occupazioni restano un atto tout court, a prescindere, assolutamente contrario alla legge: le occupazioni abusive restano atti non giustificabili in alcun modo, nemmeno indirettamente, neanche con la situazione emergenziale che stiamo vivendo.
Sono realtà e situazioni, come abbiamo detto, anche risalenti nel tempo.



PRESIDENTE

Assessore, mi scusi, le chiedo di concludere.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Concludendo, l'obiettivo è certamente quello di reperire risorse, al fine di determinare la ristrutturazione di questi immobili.
Le linee d'azione della sottoscritta e del mio Assessorato sono fondamentalmente due, per chiudere: da una parte, massima collaborazione istituzionale con tutti gli Enti di competenza diretta in materia dall'altra, perseguimento di quegli obiettivi di mandato per il mantenimento del patrimonio di edilizia sociale e sovvenzionata attraverso la nuova programmazione regionale improntata alla massima concretezza.
In sostanza e in sintesi, stiamo parlando di riprogrammare le risolte ex Gescal, che sono ancora disponibili e che stiamo assolutamente individuando in modo concreto, proprio per cercare di dare una risposta in questi termini.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Caucino, per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 263 presentata da Salizzoni inerente a "Epidemia da COVID-19. In Piemonte nell'ultima settimana 32% di tamponi senza esito, tempi di analisi e refertazione che si allungano sempre più, solo il 40% dei tamponi eseguiti su nuovi casi, tracciamento in caduta libera. Occorre un chiarimento urgente ed esaustivo da parte dell'Assessore regionale competente"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 263.
La parola al Vicepresidente Salizzoni, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



SALIZZONI Mauro

Grazie, Presidente.
Nella settimana dal 10 al 17 maggio, il Piemonte ha effettuato 39.001 tamponi. Di questi, i risultati effettivi su persone non precedentemente testate positive si stima siano stati 15.649 (solo il 40% del totale) calcolati sottraendo al totale degli esiti (positivi più negativi) i 7.526 utilizzati per certificare guarigioni. La quota dei tamponi sui "non contagiati" dovrebbe essere in crescita, se fosse in corso un tracciamento attivo che, invece, è in caduta libera, di settimana in settimana, dal 62 di un mese fa al 40% dell'ultima settimana; segno che i nuovi casi si presentano sempre meno spontaneamente e vanno ricercati in modo attivo.
Sempre nella settimana dal 10 al 17 maggio, le persone sottoposte a tampone sono state 23.164. Sottraendo a questi i 15.649 "non contagiati", si ricava un numero pari a 7.515 tamponi che mancano all'appello. È un numero molto simile a quello dei tamponi ripetuti (7.526) per certificare le guarigioni ma con uno scarto di 11 unità. Nessuna spiegazione è stata fornita finora sulla ragione di questa differenza, che continua ad aumentare di settimana in settimana e che ha raggiunto ormai una quota del 32% dei tamponi eseguiti.
Sottolineiamo come le suddette differenze potrebbero essere dovute agli eventuali notevoli ritardi nell'analisi di tamponi. Questa è una spiegazione plausibile, ma fonte di rischi e/o di costi per la collettività, dal momento che i positivi non riconosciuti continuano a essere potenzialmente infettivi, mentre i sani in attesa di esito sono sottratti alle loro normali attività e affrontano elevati costi materiali d'isolamento.
Attualmente il Piemonte sembra avere a disposizione poco meno di 40.000 tamponi a settimana, contro una capacità annunciata di 70.000, di cui ormai solo 15.000 sui "non contagiati", che devono servire per il personale medico-sanitario e altre categorie a rischio (sicuramente oltre 50.000 persone da ritestare periodicamente) e per gli ospiti e il personale delle RSA (circa 40.000 persone).
Appare, dunque, piuttosto evidente come le attuali risorse, disponibili in via solo residuale per il tracciamento dei contatti, siano largamente insufficienti per sperare di arrivare alla scala richiesta dalla Fase 2.
Ritenuto che sia necessario, alla luce dei dati e delle problematiche illustrate in premessa, fornire chiarimenti rapidi ed esaustivi con riguardo all'utilizzo dei tamponi nella nostra regione (modalità di utilizzo dei tamponi, numero di tamponi andati persi e motivazioni, tempi di analisi e refertazione, prospettive di ripetizione dei test sulle categorie a rischio), interrogo l'Assessore regionale competente in materia per sapere quanti siano, all'ultima data certa disponibile, i tamponi somministrati ai pazienti, ma ancora in attesa di referto in Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Salizzoni.
La parola all'Assessore Marnati per la risposta.



MARNATI Matteo, Assessore alla ricerca applicata per emergenza COVID-19

Grazie, Presidente.
Risponderò anche per la parte che riguarda l'Assessore Icardi, perché mi occupo del potenziamento dei laboratori e della ricerca, perché penso sia inutile rispondere separatamente.
Attualmente, in Regione Piemonte si riscontra una fase regressiva dell'epidemia. Secondo l'aggiornamento della Protezione civile, al 24 maggio 2020, come potete vedere sul sito web del Ministero della Salute risulta che il Piemonte, con 188.616 casi testati, risulta la terza Regione dopo la Lombardia e il Veneto, quindi terzi nella classifica di tutte le Regioni.
Alla data del 24 maggio, sono stati effettuati dalla rete dei nostri laboratori più di 285.160 tamponi e abbiamo testato quasi 190.000 persone ovvero un po' più del 4% della popolazione totale del Piemonte.
Il rapporto dei casi diagnosticati, sui tamponi eseguiti è pari al 66 quindi solamente il 34% dei tamponi eseguiti sono campioni ripetuti. Se prendessimo come riferimento le Regioni italiane più colpite, quali Emilia Veneto, Lombardia e Liguria, il Piemonte risulta la prima in assoluto.
Questa percentuale è una delle più alte in tutto il territorio nazionale abbondantemente sopra la media.
La fase epidemica della malattia ci porta ogni giorno ad avere, per fortuna, un numero più basso di sospetti e, conseguentemente, un numero di nuovi pazienti positivi sempre minore. Di conseguenza, aumenta la quota di tamponi effettuati per la dichiarazione di "guarigione virologica".
La stessa Fase 2 si deve concentrare sia sul controllo continuo e preciso dei nuovi casi riscontrati al fine di mantenere alta l'attenzione su eventuali recrudescenze del fenomeno epidemico, sia sul progressivo ritorno alla normalità della società piemontese, concludendo l'iter dei cittadini che hanno contratto il virus e hanno avuto una guarigione clinica, che necessita quanto prima di conferma virologica.
Nell'oggetto ci si riferisce a "tempi di analisi e refertazione che si allungano sempre di più". Si può affermare che i tempi di analisi sono compresi tra le 12-24 ore, eccetto alcuni rari casi dovuti a gravi problemi tecnici di alcuni laboratori.
Perlopiù i tempi di analisi sono fittizi, dovuti al tempo che intercorre tra l'inserimento del tampone programmato in piattaforma e l'effettiva esecuzione del prelievo da parte del personale sanitario addetto all'esecuzione e al trasporto del campione diagnostico.
La refertazione avviene, quindi, quasi in contemporanea con l'analisi, per cui eventuali ritardi sono dovuti ai tempi di trasmissione del referto dal richiedente al paziente, tempi tecnici riferibili alla mole di lavoro distribuita tra la rete SISP e quella dei medici di medicina generale.
Invece, riguardo ai 40.000 tamponi rispetto ai 70.000 promessi, ci si riferisce forse ai 10.000 tamponi giornalieri promessi come obiettivo entro la fine di maggio. Qui vi voglio dire che, in anticipo alla fine di maggio con i nostri laboratori oggi potremmo fare almeno 10.000 tamponi. Stiamo lavorando per raggiungere l'obiettivo implementando la dotazione strumentale e di personale della rete dei laboratori. Questa implementazione non può essere immediata, ma ha tempi tecnici ovviamente formativi che possono essere accelerati, ma non ridotti all'osso per garantire la qualità dell'analisi e del dato.
Se avessimo l'esigenza, noi oggi potremmo fare 10.000 mila tamponi, ma l'obiettivo è di arrivare a fine giugno addirittura con 15.000 tamponi.
Di fatto, i laboratori processano senza problemi tutto quello che ricevono e potrebbero processare anche di più se fosse necessario, ma è fondamentale essere pronti e reagire velocemente in modo completo ed esaustivo nel caso di una repentina impennata di richieste diagnostiche.
In questo, il Piemonte è pronto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Invito l'Assessore a inviare i documenti via e-mail all'interrogante.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 264 presentata da Martinetti inerente a "Monitoraggi emergenza COVID-19 dei servizi di trasporto pubblico locale per garantire la sicurezza dei cittadini"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
264.
La parola al Consigliere Martinetti per l'illustrazione.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Il servizio di trasporto pubblico è stato interessato da molteplici limitazioni con una serie di disposizioni nazionali e regionali.
Limitazioni e adeguamenti per garantire la sicurezza dei lavoratori, dei cittadini che utilizzano i servizi di trasporto pubblico ma, in particolare, la chiusura dei servizi educativi e l'obbligo di lavoro agile hanno dato un forte scossone a questo settore.
Dal 18 maggio, se non sbaglio, è ripresa l'attività lavorativa in generale in tutta Italia. Su nostra richiesta, come ricorderà bene l'Assessore e con il suo assenso, oltre a quello dell'Agenzia di Mobilità piemontese e di tutte le forze politiche, in II Commissione è stato avviato un tavolo di lavoro permanente per verificare e lavorare sui protocolli da seguire ed eventuali proposte da avviare per migliorare il servizio di trasporto pubblico.
Continuiamo a ricevere segnalazioni da parte dei cittadini e pendolari che essendo i servizi ancora ridotti, non riescono a usufruire appieno del servizio stesso. Avevamo presentato anche altre interrogazioni, c'era qualche mancanza sugli orari ma, in parte, sono state ripristinate.
In molti casi la difficile fruizione del servizio di trasporto pubblico è dovuta anche al rispetto delle disposizioni adottate, come il distanziamento sociale, per cui i bus risultano di difficile fruizione.
Chiediamo all'Assessore se vi sia un monitoraggio continuo dei carichi del servizio del trasporto pubblico sia su ferro sia su gomma, con conseguente documentazione che possiamo consultare. In buona sostanza, chiediamo quali siano i risultati di tale monitoraggio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Cerco di rispondere un po' formalmente a quanto il Consigliere Martinetti chiedeva nell'interrogazione, se vi sia un monitoraggio puntuale.
Monitoraggio che, in effetti, per quanto riusciamo e svolgiamo, nel senso che abbiamo diverse tipologie di mezzi di trasporto..



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, la sentiamo poco.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Provo ad avvicinarmi.
Il monitoraggio lo svolgiamo in base al tipo di mezzo e alla dotazione tecnologica del mezzo in maniera abbastanza approfondita. Naturalmente in quel caso abbiamo chiesto,direttamente o indirettamente rilevabile, di fornirci il dato. Il dato è diretto e immediato.
Dove invece ci sono lacune, ci sono degli algoritmi che permettono sostanzialmente, di verificare i carichi del servizio con un'accuratezza abbastanza puntuale. Questo processo con alcune aziende è operativo, con altre vede ancora alcuni problemi tecnici. Lo dico per inquadrare il problema.
Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo cercato di approfondirli puntualmente stiamo modificando un po' il protocollo del BIP per eliminare un'altra serie di tipologie che sono in difficoltà nella trascrizione dei dati. In questo momento, su 44 aziende, non tutte hanno fornito i dati, non colpa loro, ma per i motivi che evidentemente si sono anche acuiti dalla mancanza di personale, poiché lo stesso in questo momento è stato messo in cassa integrazione.
Per quanto la domanda del Consigliere Martinetti fosse presentata in modo molto puntuale, vorrei comunque rispondere che, certo, è evidente che anche a noi arrivano in queste settimane richieste di implementare il servizio.
Tuttavia, devo dire che sono in numero molto basso, seppure vadano tenute in considerazione anche fossero solo due.
Con il gestore sia del servizio ferroviario sia del trasporto su gomma abbiamo cercato, come abbiamo fatto in fase di chiusura, di tenere sempre attiva una cabina di regia che monitorasse l'utilizzo dei mezzi, anche in maniera visiva, e ci siamo resi conto, e vedremo adesso in questa settimana in cui riaprirà un altro pezzo di mondo, che è quello della ristorazione. È vero che sono già aperti da sabato, ma tra oggi e domani riprenderà durante i giorni feriali, l'utilizzo dei mezzi anche dagli addetti alla ristorazione.
Fino a oggi, con questo cronoprogramma che ci siamo dati - che avrà un'ulteriore implementazione al 1° giugno e, se tutto andrà bene, una successiva al 13 giugno - torneremo a essere esattamente come eravamo al principio dell'anno scorso, cioè a regime completo.
Abbiamo avuto qualche problema tra il 4 e il 18 maggio, perché alcune linee non erano ancora in servizio e qualche problema lo abbiamo ancora perch tanti treni non ci sono, ma credo che con la settimana prossima, quindi con l'orario del 1° giugno, buona parte di questi problemi finiranno.
Vi riferisco un dato, che era quello di una decina di giorni fa: i treni erano utilizzati con una media di 16 persone a viaggio, quindi pochissimo.
È certamente vero che alcune persone rimangono a piedi e che non hanno più la comodità, ma su un panorama complessivo è anche vero che l'utilizzo è fortunatamente - dico io - in questa fase ancora molto basso. E dico fortunatamente, perché le regole - stavo cercando di addolcire e di ammorbidire come Conferenza delle Regioni - non ci consentirebbero di avere un servizio a pieno regime.
Con la ripresa di tutte le attività, le aziende avranno più facilità a trasmettere le informazioni sia per gli strumenti tecnologici a disposizione sia perché avranno di nuovo il personale che potrà dedicarsi anche a quello. Credo che il gruppo di lavoro che abbiamo deciso e concordato di istituire in seno alla Commissione potrà lavorare bene.
Naturalmente registriamo le sollecitazioni dei cittadini e anche quelle dei Consiglieri, quindi siamo a disposizione per ulteriori implementazioni.
Stiamo monitorando il servizio anche questa settimana e lo facciamo anche.
Ho omesso di dirlo perché lo sapete tutti, ma la nostra sezione di controllo fa capo all'Assessorato ai trasporti e cerchiamo di perfezionare il servizio. Dal 1° giugno sicuramente avremo un ulteriore aumento che credo potrebbe essere aderente alla necessità del nostro territorio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Gabusi per la risposta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 265 presentata da Frediani, inerente a "Destinazione dei rifiuti speciali pericolosi contenenti amianto presenti nel sito industriale di Salbertrand (TO)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
265.
La parola per tre minuti alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi servirà meno tempo, perché è una vicenda ampiamente nota. Parliamo di un sito che si trova a Salbertrand, in Alta Val di Susa, proprio al confine con un meraviglioso parco naturale (il Gran Bosco di Salbertrand). In questo luogo dovrà sorgere il sito nel quale sarà portato lo smarino in uscita dal tunnel di Chiomonte (ammesso che il tunnel si faccia) e poi da qui sarà smistato con il famoso giro di camion che più volte abbiamo denunciato come follia, perché aumenterà incredibilmente l'inquinamento e il traffico sulle strade dell'Alta Valle di Susa.
Al di là di tutto ciò, in questo sito attualmente - o almeno fino a qualche giorno fa - si trovava del materiale depositato, definito da alcuni quotidiani una bomba all'amianto, proprio perché conteneva questo materiale. Parliamo di 10.000 metri cubi di materiali depositati nel corso degli anni, in un arco temporale partito all'incirca dagli inizi del 2000 da aziende collegate a Itinera. Questo materiale, tra l'altro, per lungo tempo è rimasto scoperto, quindi esposto anche al forte vento della Val di Susa. Da qualche tempo, invece, era stato coperto da teli e qualche giorno fa è stato depositato all'interno di sacchi poi trasportati al di fuori di questo sito.
La nostra interrogazione molto semplicemente vorrebbe approfondire quest'aspetto, quindi capire dove sia stato portato il materiale. Solo per chiarire ulteriormente a chi ascolta: non stiamo parlando ovviamente ancora di smarino proveniente dagli scavi del tunnel di Chiomonte, ma stiamo parlando di materiale presente da anni in questo sito, materiale contenente amianto e del quale chiediamo quale sia stata la destinazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessore Marnati per la risposta.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Con l'interrogazione in oggetto, la Consigliera regionale si riferisce a questioni riguardanti la rimozione e la gestione dei rifiuti contenenti amianto depositati nell'area industriale del comune di Salbertrand individuata come area di cantiere della linea ferroviaria Torino-Lione.
L'individuazione del sito è effetto dell'ultima, la n. 235, prescrizione impartita dal CIPE a TELT sul progetto definitivo del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione, parte comune della tratta internazionale (NLTL) che imponeva lo studio di una localizzazione alternativa al cantiere di Susa per motivi di sicurezza. È stato dato l'incarico al Consorzio Interuniversitario per i Trasporti e la Logistica che, sulla base di criteri difficilmente confutabili, ha indicato nuove aree di cantiere in sostituzione della piana di Susa per la prima fase realizzativa dell'infrastruttura. Gli spazi limitati del cantiere di Chiomonte-Giaglione hanno condotto i progettisti a elaborare una variante, oggi approvata, che prevede a Salbertrand la produzione dei conci di rivestimento del nuovo megatunnel ferroviario, il trattamento secondo le normali pratiche industriali dei sottoprodotti e la gestione degli esuberi con allontanamento via ferrovia verso i siti di deposito di Torrazza Piemonte e Caprie.
Nell'area giace, infatti, un cumulo di terre e rocce da scavo con contenuti naturali di amianto e materiale da disalveo per un volume di circa 117.000 metri cubi totali, di cui 8.000 metri cubi di rifiuti speciali pericolosi contenenti amianto soprasoglia, protetti da adeguate coperture, e 27.770 metri cubi di materiale inerte.
Dagli atti risulta che, ai sensi del D.Lgs. 152/06, spetta a Itinera S.p.A.
tutelare la salute dell'uomo e non recare pregiudizio all'ambiente, essendo la stessa detentrice dei materiali presenti in cumulo, quindi provvedere alla rimozione di tutti i rifiuti presenti sull'area e informare qualunque soggetto intenda avvicinarsi all'area sita in Illes Neuves, trattandosi di un'area contenente rifiuti con amianto naturale.
Dalle informazioni fornite per vie brevi da ARPA Piemonte e Centro Amianto risulta che sono iniziate le attività di cantierizzazione in data 6 maggio 2020, mentre le attività di scavo e movimentazione materiale contenente amianto saranno avviate presumibilmente a partire dal 1° giugno 2020.
In data 19 maggio 2020, Itinera S.p.A. ha trasmesso a mezzo PEC comunicazione d'inizio lavori e relazione circa l'inizio delle attività presso il proprio sito in regione Illes Neuves a Salbertrand. Il materiale presente nell'area sarà caratterizzato e i rifiuti contenenti amianto saranno insaccati e inviati direttamente allo smaltimento.
Si precisa che spetta alla ditta l'individuazione della destinazione dei rifiuti in un impianto autorizzato sul territorio - in Regione Piemonte l'unica discarica per rifiuti pericolosi si trova a Collegno (Barricalla S.p.A.) - oppure con un trasporto transfrontaliero in impianti esteri. Non ci sono obblighi di comunicazione preventiva dell'impianto di destinazione prescelto. Trattandosi della movimentazione e smaltimento di rifiuti contenenti amianto, l'iter prevede la presentazione all'ASL di competenza di un "piano di lavoro", nel quale devono essere riportate le informazioni relative alle procedure che saranno attuate per lo smaltimento e la destinazione finale dei rifiuti.
Sulle attività di cantiere e sulla modalità di esecuzione sono stati individuati ARPA Piemonte, ASL TO3 di Rivoli, Procura della Repubblica e Guardia di Finanza quali Enti deputati a esprimersi in materia.
Grazie, Presidente. Provvedo a inviare la nota via e-mail.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per la risposta.


Argomento: Antimafia

Interrogazione a risposta immediata n. 266 presentata da Rossi, inerente a "Lavori per il ripristino della villa di San Giusto Canavese, bene confiscato alla 'ndrangheta"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 266, "Lavori per il ripristino della villa di San Giusto Canavese, bene confiscato alla 'ndrangheta".
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione, per un massimo di tre minuti.
Prego, Consigliere.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Come ha già annunciato lei, l'interrogazione riguarda, appunto, la villa di San Giusto Canavese, bene confiscato alla 'ndrangheta.
In particolare, nel 2011 la Magistratura lo ha confiscato a Nicola Assisi noto come uno dei più grandi broker di cocaina della 'ndrangheta.
La villa, però, soltanto sette anni dopo (nel 2018) fu sgomberata definitivamente e un mese più tardi lo sgombero il bene immobile fu oggetto di un attentato incendiario a scopo intimidatorio.
Furono ritrovati all'interno delle stanze della villa due bombole di gas con un filo elettrico che scorreva lungo le scale interne. Fu appiccato un incendio che avrebbe dovuto far esplodere delle bombole, che, per fortuna invece non esplosero, quindi i danni furono inferiori. Atteggiamento questo, usuale da parte delle forze mafiose, perché ritengono che un bene nel momento in cui non può essere utilizzato da loro, non debba essere assolutamente utilizzato da altri, tantomeno dallo Stato.
Nel luglio 2019 (l'anno successivo) Nicola Assisi fu arrestato in Brasile e nell'agosto dello stesso anno l'Agenzia nazionale assegnava il bene alla Città metropolitana, che s'impegnava a renderlo nuovamente agibile grazie anche al supporto finanziario della Regione Piemonte; supporto finanziario più volte ribadito sia dal Presidente Cirio sia dall'Assessore Tronzano che poi trovò concretizzazione all'interno di un protocollo firmato tra Regione, Agenzia nazionale dei beni confiscati, Prefettura di Torino e Città metropolitana.
Tale protocollo fu approvato con la DGR n. 31-1050 del 21 febbraio 2020 e la Regione s'impegnava a finanziare, con un valore di 100.000 euro, il capitolo di spesa 297917/2020 per la rimessa in sicurezza del bene.
Infatti, gli effetti dell'attentato non permettevano un intervento da parte della Città Metropolitana ai fini di far partire l'iter di riassegnazione del bene confiscato.
In pratica, questi soldi della Regione dovrebbero servire a rimettere in piedi l'immobile, in condizioni di sicurezza, di agibilità e di ripristino dopo l'incendio, cosicché la Città metropolitana, che ha ricevuto la gestione del bene, possa così prevedere un bando di riassegnazione; bando che, da quello che mi risulta, come manifestazione d'interesse in realtà è già stato fatto, e ha visto la partecipazione di tre soggetti.
Il problema qual è? Che nonostante tutti questi atti, a due anni dall'attentato incendiario, nonostante l'assegnazione alla Città metropolitana e l'adozione dell'accordo di programma, la villa non è ancora sistemata e nessun progetto di turismo concreto è partito.
Quest'interrogazione è volta a conoscere i tempi previsti per l'applicazione di quest'accordo di programma, inclusi quelli relativi all'erogazione della prima tranche (16.000 euro subito, 14.000 al termine dei lavori).



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, le chiedo scusa, ma la invito a concludere.



ROSSI Domenico

Vorremmo dunque capire a che punto siamo in merito alla realizzazione/applicazione dell'accordo di programma.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi per l'illustrazione.
Risponde l'Assessore Tronzano, per un massimo di cinque minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore al patrimonio

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Rossi.
Rispondo volentieri, così aggiorniamo anche la vicenda della villa di San Giusto confiscata alla mafia.
Come diceva appunto il Consigliere Rossi, con delibera di Giunta regionale del 21 febbraio, la Giunta ha approvato lo schema dell'accordo di programma. Dopodiché, con variazioni di bilancio, abbiamo stanziato 100.000 euro dal fondo per gli accordi di programma e istituito un apposito capitolo (224452) per l'attuazione di questo accordo di programma.
La Città metropolitana ha approvato lo schema dell'accordo in data 27 marzo 2020. Il Comune di San Giusto ha approvato lo schema dell'accordo il 27 aprile 2020.
Alla Prefettura di Torino, invece, in data 22 maggio 2020 - quindi venerdì scorso - è pervenuta la nota con cui si prende atto dello schema di accordo; a questa seguirà la sottoscrizione del decreto finale di approvazione del Presidente della Giunta.
La prima quota, pari a 16.000 euro, verrà liquidata successivamente alla sottoscrizione, secondo quanto stabilito dall'articolo 5 dell'accordo stesso.
Invierò naturalmente la nota al Consigliere Rossi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per la risposta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 267 presentata da Grimaldi, inerente a "FCA, ammontare della quota di IRAP pagata in Piemonte"


PRESIDENTE

Vedo la presenza del Consigliere Grimaldi e dell'Assessore Tronzano che è appena intervenuto, per cui possiamo procedere con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 267 "FCA, ammontare della quota di IRAP pagata in Piemonte".
La parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione, per un massimo di tre minuti.
Prego, Consigliere.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come sapete, la sanità pubblica, che oggi tutti riteniamo essere più importante che mai e che deve continuare a essere gratuita, non è appunto gratis. È gratuita per tutti, ma ricordo non essere gratis. Perché si regge, ovviamente, sulle tasse.
In particolare, come l'Assessore sa, l'IRAP è nata negli anni Novanta precisamente a questo scopo: contribuire sul livello nazionale, ma anche con delle ricadute locali, visto che le Regioni hanno la possibilità di rimodularla. Dicevo, quindi, che nasce con lo scopo di sostenere il sistema sanitario nazionale.
Come l'Assessore sa, fino al 2010 la gran parte delle grandi imprese contribuiva considerevolmente con questa tassazione. Dal 2010, e a seguire nel 2011 e nel 2012, non solo per responsabilità dei cambiamenti (in particolare, sul costo del personale), è cambiata di fatto questa tassa.
Soprattutto, per le grandi multinazionali e per le grandi imprese, grazie al cosiddetto profit shifting, è stato più facile raggirarla ed eluderla ad esempio dichiarando di essere in credito d'imposta, oppure di avere un valore di produzione negativo (anche perché è abbastanza facile, se si hanno tantissimi stabilimenti in giro per il mondo, dire che in particolare il segmento del nostro territorio è quello che crea un valore di produzione negativo).
È chiaro che il caso di FCA è emblematico: nel 2006 si produceva dieci volte il numero di vetture che si producono oggi; dunque, se nel 2006 si parlava di 200.000 vetture, oggi siamo a malapena sopra le 20.000. Ma è un dato che noi, negli anni, abbiamo sempre chiesto alla Regione quanto FCA pagasse effettivamente di tasse, e spesso la cifra è stata pari a zero.
La richiesta che avanzo oggi all'Assessore è la seguente: quanto ha pagato negli ultimi dieci anni di IRAP FCA? Perché sarebbe assai strano che il suo macellaio - mi rivolgo al Presidente Gavazza - o il mio barbiere, che ha appena riaperto, o il giornalaio dell'Assessore Tronzano, paghino più IRAP di FCA.
È normale che questi soggetti non abbiano pagato né la crisi, né, di fatto il sistema sanitario nazionale in questi dieci anni? Guardi, a me basterebbe questo. Abbiamo appena depositato un emendamento al "Riparti Piemonte". Possiamo almeno, visto che non sto parlando di evasione, ma di elusione di tecniche del tutto legali purtroppo (perché se non fosse così le chiederei, ovviamente, di fare un'analisi su quelle dichiarazioni dei redditi) chiedere a FCA di pubblicare il bilancio consolidato, cioè quello che formalmente, dal 2012, dovrebbero pubblicare dove hanno spostato le sedi fiscali e legali? Possiamo sapere come viene fatto questo profit shifting, dove pagano almeno i profitti? A me risulta che stacchino maxi dividendi da dieci anni comunque, per cui la vicenda della garanzia della scorsa settimana nel decreto liquidità è anche legato al fatto che, da una parte, si chiedono le garanzie e, dall'altra, si danno i maxi dividendi.
E poi: dove si danno i maxi dividendi, quante tasse pagano esattamente? Sto parlando dell'Olanda; sto parlando ovviamente di chi ha spostato pian piano, non solo le sedi fiscali del gruppo, ma anche della propria cassaforte di famiglia.
Chiedo all'Assessore se ha questi dati, cioè se sa quanto ha pagato FCA nell'ultimo decennio e se è possibile avviare con lui un'interlocuzione perché credo che una tassa che le grandi aziende non pagano più, rischia di essere una tassa davvero inutile e ingiusta, soprattutto se non riesce più neanche a finanziare la sanità pubblica così com'era nata.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi per la sua illustrazione. Domani, al limite le comunicherò quanto paga di IRAP il macellaio che conosco io.
La risposta all'Assessore Tronzano per la risposta.



TRONZANO Andrea, Assessore alle finanze

La risposta è molto rapida perché molto tecnica.
Naturalmente qui non ci allunghiamo in ragionamenti politici che faremo a tempo debito. Comunque, viste le ultime dichiarazioni IRAP presenti sul portale Punto fisco dell'Agenzia delle Entrate, risulta che dal 2011 a oggi (ultima dichiarazione IRAP anno 2018), il gruppo FCA non ha versato IRAP su tutto il territorio nazionale, in quanto risulta a credito per circa 12 milioni di euro annui.
Questo è il dato tecnico.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.06 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Come stabilito in sede di Conferenza delle Presidenze dei Gruppi consiliari, la seduta si svolgerà mediante collegamento in videoconferenza.
Per la gestione delle sedute si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 55 del 19 marzo u.s. e sue integrazioni, secondo quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
Ricordo a tutti i presenti alcune note tecniche, come già avvenuto nelle ultime settimane, per la migliore gestione della seduta. Per confermare la propria presenza occorre tenere la telecamera attiva, utilizzando gli appositi pulsanti rosso (disattivo) e nero (attivo).
Il pulsante del microfono va attivato solo quando si ottiene la parola diversamente, il microfono va tenuto spento.
Per chiedere la parola occorre prenotarsi per mezzo della chat.
La seduta è trasmessa in streaming, pertanto tutto ciò che è inquadrato dalle telecamere personali è visibile online. Prego, inoltre, di silenziare i cellulari.
Comunico che procederò all'appello nominale, sia ai fini della conferma dalla presenza, sia ai fini della votazione, chiamando prima i Gruppi di maggioranza e poi i Gruppi di minoranza. Sia la presenza sia la votazione vanno confermate nella chat: Vi prego di prestare particolare attenzione a quest'adempimento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Hanno chiesto congedo Caucino, Cirio, Graglia e Poggio.
Il numero legale è 24.
Procedo, quindi, all'appello nominale per l'identificazione dei partecipanti. Chiamerò anche gli Assessori esterni, all'esclusivo fine di consentire la rilevazione della loro presenza per il verbale. Chiedo di mantenere attiva la telecamera del proprio dispositivo, di rispondere all'appello in modo intellegibile e di confermare la presenza in chat.



(Il Presidente Allasia effettua l'appello nominale e constata la presenza del numero legale)


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Esame disegno di legge n. 95, inerente a "Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da COVID-19"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 95, inerente a "Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da COVID-19", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana è iniziato l'esame del provvedimento. I Consiglieri Marin, Bongioanni, Gallo, Grimaldi, Magliano e Martinetti hanno svolto le relazioni.
È iniziata la discussione generale con gli interventi dei Consiglieri Marello, Chiamparino e Sacco.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.
Successivamente, interverrà la Consigliera Frediani.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Mi permetta di fare una premessa, rimanendo nei minuti a mia disposizione a proposito di un passaggio di questa mattina.
Lei, giustamente, mi ha richiamato a una maggiore precisione nella richiesta d'intervento e cercherò di esserlo in futuro, però mi permetto di chiederle di interloquire con la Giunta affinché si rispettino maggiormente i tempi di risposta alle interrogazioni, sia quelle ordinarie sia quelle indifferibili e urgenti. Avevo mandato una mail, perché ce ne sono alcune che aspettano una risposta dal 7 gennaio 2020, ma questo non è proprio in linea con quanto prevede l'articolo 99 del nostro Regolamento. Le chiedo su questo, di farsi parte attiva con la Giunta, affinché ci sia il rispetto del Regolamento sulle questioni riguardanti le interrogazioni.
Per quanto riguarda il disegno di legge di cui stiamo discutendo, correr il rischio di ripetere alcune questioni che sono già state dette, ma voglio fare alcune sottolineature.
Intanto, in premessa, riprendo alcune considerazioni: questo disegno di legge è partito male e purtroppo rischia di chiudersi peggio, nonostante il nostro sforzo nel migliorarlo in maniera costruttiva. Per fortuna, la maggioranza ha accettato la nostra proposta di stralciare la parte relativa al bonus e al riconoscimento verso gli operatori sanitari; almeno quella parte, con tutti i limiti soprattutto per quanto riguarda il "Bonus Piemonte", perché vede discriminazioni nei confronti di alcune categorie (ci sono troppi esclusi), ma anche disuguaglianza, perché non si capisce come mai ad alcune categorie sia data una cifra e ad altre sia dato meno ma di questo abbiamo già avuto modo di parlare.
Tornando al disegno di legge 95, siamo partiti con i soliti annunci che hanno generato tantissima aspettativa: "800 milioni: una grande iniezione di risorse dentro l'economia piemontese!". Tutti ne hanno parlato, tutti hanno detto: "Bene, meno male! Arriveranno risorse nuove". In realtà, ci siamo accorti ben presto che non era così. Qualcuno ha parlato del gioco delle tre carte; a me, Presidente, vengono più in mente i carri armati di Mussolini, che venivano spostati in diverse zone per dimostrare al nemico ma anche agli alleati, che erano tantissimi e, invece, erano sempre gli stessi carri armati.
Abbiamo fatto la stessa cosa con il "Riparti Piemonte": alla fine, la stragrande maggioranza di questi 800 milioni erano soldi già previsti nei Fondi europei o a bilancio, quindi nulla di nuovo sotto il sole. Tra il "Bonus Piemonte" e il "Riparti Piemonte" ci troviamo di fronte a un investimento, pressappoco, di 150 milioni, di cui la maggior parte - come ha ricordato il Presidente Chiamparino - è frutto di un risparmio effettuato nella scorsa legislatura.
Ancora una volta, agli annunci reboanti purtroppo non seguono i fatti e la realtà del provvedimento. Provvedimento che è caratterizzato, anche in questo caso, da grandi esclusioni, sia tematiche sia di categoria.
Pochissimo, se non nulla, per il terzo settore, non si fa cenno al trasporto pubblico locale, non esiste, quando si parla di ripartenza, il tema dell'economia circolare nonostante il Presidente Cirio, di fronte alla presentazione di un mio atto d'indirizzo, avesse detto: "Mi rendo disponibile a venire in Commissione in qualsiasi momento; per me è importante, ci ho lavorato in Europa". Non solo non si è visto nessuno in Commissione, non solo il Presidente non si vede in Consiglio, ma i temi, al di là della discussione del mio atto d'indirizzo, sono proprio spariti dall'agenda della Regione, anche quando si parla di ripartenza e di futuro.
In Commissione avete dimostrato - mi auguro che qui, in Aula, la Giunta cambi idea - mancanza di sensibilità verso la questione della sanità. È all'o.d.g. un tema legato alle borse di studio per gli specializzandi in medicina. Questa richiesta arriva a gran voce da tutti gli Ordini dei medici del Piemonte (la Giunta ha ricevuto ancora l'altro giorno una lettera e anche la stampa ne ha parlato): prima, si chiedevano 100 borse di studio almeno regionali per gli specializzandi in medicina, poi questo numero si è abbassato a 50 grazie al fatto che, con il "Decreto Rilancio" il Governo ha stanziato circa 4.000 borse a livello nazionale e, di queste 4.000, una buona parte per fortuna arriverà anche in Piemonte. Questo farà sì che l'imbuto formativo molto elevato in Italia e in Piemonte si abbatta però il Piemonte non può delegare tutto al Governo anche perché, a fronte delle 15 borse di studio per specializzandi che il Piemonte ha immaginato altre Regioni ne prevedono 100 o 115.
La nostra richiesta è un invito a ripensare a quest'iniziativa, sperando che la Giunta cambi idea, ma ne parleremo meglio quando entreremo nel merito dell'emendamento, più tardi o nei prossimi giorni.
Pertanto, scarsa sensibilità anche su un tema sbandierato come importante ma quello che ci preoccupa, come hanno evidenziato alcuni miei colleghi, è l'allentamento delle maglie soprattutto per quanto riguarda alcuni temi che magari passano sotto la questione della sburocratizzazione, ma che corrono il rischio di aprire le maglie ad altre forze, in particolare criminali che approfittino di una situazione di crisi. Non lo diciamo solo noi, basta leggere le interviste di autorevoli magistrati sui giornali locali e nazionali. Anche le associazioni di categoria sottolineano come, in questo momento di difficoltà di credito e di crisi economica, chi ha disponibilità di denaro e ha bisogno di ripulirlo faccia la parte del leone, si presenti come risolutore di problemi per poi mangiarsi l'azienda e l'attività sana.
Occorre stare molto attenti alla questione dell'allentare le maglie, perch in questa fase diventa ancora più pericoloso.
Anch'io voglio fare un passaggio sul tema dell'urbanistica, che - fatemelo dire - si presenta quasi come un colpo di mano all'interno di questo provvedimento. Si tratta di temi che, per la maggior parte dei casi, non hanno nulla a che vedere con la crisi COVID, che non hanno nulla a che vedere con una ripartenza legata ai settori in crisi per l'emergenza in corso, ma che utilizzano l'emergenza in corso per portare a casa un risultato che avrebbe, da un lato, richiesto più tempo e più discussione ma, dall'altro, come ho già detto in Commissione, meriterebbe correttamente una discussione dedicata.
È legittimo, per la destra, avere posizioni diverse in ambito di tutela del paesaggio, di consumo di suolo e di urbanistica in generale rispetto al centrosinistra; è legittimo. Noi non siamo d'accordo, noi abbiamo un'altra idea di sviluppo del territorio, abbiamo un'idea che mette al centro la convivenza dell'uomo con l'ambiente, il rispetto del paesaggio, che in questi decenni, con la sua bellezza, è diventato anche oggetto di sviluppo economico. Se torniamo a cementificare, ad abbrutire i nostri territori tutte quelle zone che hanno ricevuto riconoscimenti internazionali dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità diventerebbero semplicemente più brutte, meno attrattive. Verremmo magari incontro a piccoli interessi spiccioli di provincia ma, per quanto riguarda il sistema regionale, il sistema Italia, sicuramente avremo un sistema impoverito.
Come dicevo, la destra può avere queste posizioni diverse, ma deve avere anche il coraggio di discuterne con provvedimenti ad hoc e di confrontarsi con gli stakeholder, i portatori d'interesse, e l'opinione pubblica, perch è scorretto inserire, in questo momento, questo tipo di provvedimenti all'interno di un disegno di legge che si chiama "Riparti Piemonte", che dovrebbe occuparsi di misure in risposta alla crisi causata dal COVID. In questo modo, volete nascondere la discussione su questi temi, che ritengo fondamentale per il nostro futuro all'interno di una dinamica che riguarda i bisogni immediati scaturiti dalla crisi, sui quali le persone sono correttamente e legittimamente concentrati.
Questo è davvero un atteggiamento che rigettiamo con forza, perché penso che il provvedimento entra male e rischia di uscirne peggio, perché le risorse saranno molto meno di quelle annunciate e i cambiamenti e le modifiche apportate riguardano, perlopiù, i tempi che non c'entrano nulla con la ripartenza economica legata al COVID, anzi, causeranno un abbruttimento di questo nostro Piemonte. Noi non ci stiamo! Noi, nel merito, abbiamo cercato, ancora una volta, di fare proposte per migliorare questo testo. Ci auguriamo che in Aula, al contrario di quanto è accaduto in Commissione, ci sia maggiore rispetto per il Consiglio maggiore rispetto per le forze di opposizione e una valutazione seria delle proposte, così da arginare i danni di questo vostro provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Molto hanno già detto i miei colleghi questa mattina, sia il Consigliere Martinetti, relatore del provvedimento, sia il Consigliere Sacco. Io mi limito solo a puntualizzare alcuni aspetti, relativi ai temi che più sento vicini.
In particolare, credo che questo provvedimento sia uno schiaffo alle future generazioni, perché manca qualsiasi visione del futuro e qualsiasi sensibilità rispetto alle esigenze dei nostri giovani. In primo luogo manca una visione per la nostra scuola, perché non c'è una sola riga in cui si vada ad affrontare il tema degli spazi, degli edifici scolastici e anche degli spazi che potrebbero essere destinati ai servizi scolastici quando si dovranno riaprire - speriamo, di poter riaprire - le scuole a settembre.
Questa mattina, non a caso, ho chiesto un intervento in Aula dell'Assessora Caucino, per capire come ci si stia muovendo rispetto al tema dei centri estivi, anche perché mi sembra che ci siano delle iniziative sul nostro territorio. Cito, ad esempio, quella di Borgosesia e di altri Comuni, che hanno seguito questo esempio; sono sicuramente iniziative che rispondono a esigenze reali delle famiglie, però sono progetti che stanno partendo in modo caotico e senza regole precise e, quindi, rischiano di ingenerare confusione e di non tutelare appieno la salute dei nostri bambini.
Credo che in un provvedimento come questo si debba innanzitutto pensare a come garantire i diritti fondamentali ai cittadini, partendo proprio dai più giovani, quindi dai soggetti che più hanno patito la chiusura. Più volte, ho detto che i bambini e i ragazzi sono stati quelli che più hanno sofferto della chiusura, perché non hanno mai avuto un motivo per uscire di casa: si poteva uscire per fare la spesa, si poteva uscire successivamente per altre attività considerate urgenti, ma anche solo il fatto di fare una passeggiata era impensabile, almeno nel primo periodo e lo è stato per molto tempo durante questa fase di lockdown. Credo che la scuola avrebbe dovuto essere il punto principale della ripartenza.
Inoltre, manca, sempre riferito alla scuola, il discorso legato al trasporto studenti. Ci siamo concentrati sul trasporto per i cittadini lavoratori affinché riprendessero le loro attività, ma stiamo dimenticando che a settembre tantissimi studenti dovranno tornare a muoversi e a spostarsi e lo faranno anche su mezzi su gomma, che hanno già dimostrato tutti i loro limiti, anche prima della pandemia. Ricordo che il trasporto su gomma, in alcune zone del Piemonte (mi riferisco in particolare alla zona delle province ovest di Torino, di cui ho piena contezza), già in condizioni normali, non è adeguato al trasporto degli studenti, figuriamoci adesso che è necessario mantenere il distanziamento sociale e, soprattutto garantire l'igiene dei mezzi. In questo provvedimento non ci sono fondi quindi spero che ci sarà spazio più avanti, quando sarà avviato quel tavolo da noi richiesto per il confronto sul trasporto pubblico locale, e che si dedichi ampio spazio a questo tema.
Un altro tema trascurato è quello della cultura, perché questo fondo di solidarietà che è stato attivato è ampiamente insufficiente, non prevede risorse aggiuntive, non prevede risorse nuove e si tratta soltanto del solito sostegno temporaneo che viene dato ad alcune attività. Anche qui non c'è stato nessun ragionamento sulla riorganizzazione degli eventi culturali; nessuna esplorazione di eventuali nuove modalità di erogazione di contenuti culturali, anche magari coinvolgendo dei soggetti che possano aprire spazi nuovi. Poteva essere un'occasione per fare dei ragionamenti per cercare di sondare o esplorare nuove opportunità e, invece, anche qui ci si è limitati a questo bonus a sportello, che, per carità, darà un sollievo ad alcuni soggetti, ma rischiamo di ritrovarci daccapo, magari fra qualche mese, quindi non ci sarà nessuna svolta.
Parlo di svolta, perché abbiamo già detto che questa pandemia in tutta la sua tragicità e per il modo in cui ha colpito dolorosamente i cittadini poteva essere un'opportunità per ripensare al nostro rapporto con l'ambiente e con la natura, ma ci siamo trovati davanti a una concezione del rapporto con l'ambiente che, francamente, ci riporta indietro di decenni.
L'ha già detto molto bene questa mattina il mio collega Martinetti: in questi mesi abbiamo visto scorci di natura splendida, con gli animali che si riappropriavano dei loro spazi, con angoli delle nostre città invase nuovamente dalla natura e, anziché essere portati a riflettere su quello che stava succedendo nel momento in cui l'uomo si ritira, quindi essere consapevoli del fatto che stiamo occupando uno spazio superiore a quello che ci spetterebbe e che dovremmo condividere con gli altri esseri che popolano questo pianeta, appena possiamo ripartire, pensiamo non soltanto di riprenderci lo spazio che occupavamo prima, ma di occuparne ancora di più! Io non vedo nessuna logica in questa visione.
Penso che avremmo dovuto applicare esattamente la visione apposta, quindi pensare a come ritirare piano, piano e rendere minore la nostra presenza in questo mondo, dal punto di vista ovviamente dell'impatto sull'ambiente.
Invece, con questo provvedimento non facciamo altro che approfittarne per prenderci ancora di spazio, quindi per cementificare ancora di più.
Il tema del rapporto con gli animali è un tema che è ritornato più volte in questi giorni; abbiamo visto che anche in Cina è stato vietato il commercio di animali selvatici: erano tanti i temi su cui interrogarci. Noi ovviamente, non siamo ai livelli della Cina rispetto alla diffusione di mercati di animali selvatici, però è risaputo che anche nella nostra Regione ci sono degli allevamenti che non consentono di rispettare le minime condizioni di benessere animale. Quando parlo di "benessere" negli allevamenti uso un termine utilizzato per forma, però in realtà non rispetta assolutamente il benessere che spetterebbe a ogni animale sulla Terra, perché già il fatto di vivere in un allevamento nega il "benessere" agli animali. Avremmo potuto, però, intervenire anche qui, avremmo potuto pensare di revisionare la condizione degli animali di allevamento, creando magari un marchio di controllo regionale, verificare se veramente le condizioni di benessere e d'igiene siano rispettate.
Qualche mese fa, ho sottoscritto un esposto insieme al Garante e a un'Associazione per la difesa dei diritti degli animali, proprio rispetto alle condizioni di alcuni maiali allevati in Piemonte; ciò significa che il problema è reale e non possiamo lamentarci se la natura a un certo punto ci chiede un conto per lo sfruttamento che subisce da noi.
Credo che questo provvedimento sia per noi inaccettabile sotto tutti i punti di vista, perché ci riporta indietro e ci fa sprofondare in visioni che mai avremmo voluto vedere riproposte.
Un altro tema che avremmo potuto affrontare è quello della ricerca. Poco fa il Consigliere Rossi citava il tema delle borse di studio, su cui tornerà anche il collega Bertola che ha presentato un emendamento in merito.
Ricordo che nella scorsa legislatura la Regione Piemonte si è dotata di una legge che cercava di portare la ricerca su binari più moderni, escludendo la sperimentazione animale. In questi giorni sentiamo tanto parlare di ricerca, di vaccini, di tempistiche nella produzione di vaccini, sarebbe stata una buona occasione per investire dei soldi in una ricerca più moderna e innovativa, magari evitando la sperimentazione sugli animali che come abbiamo visto in molti casi, non funziona, non ha esisto positivo e tra l'altro, prolunga i tempi di produzione dei medicinali e dei vaccini.
Ripeto, poteva essere un'occasione per cercare di mettere un po' di fondi in questo tipo di ricerca, come previsto peraltro dalla legge regionale aprire a nuove visioni e cercare di guardare avanti in un modo diverso.
Invece siamo qui a discutere di come devastare meglio i nostri borghi, di come modificare le sagome degli edifici in modo da creare aree cementificate che devasteranno il nostro paesaggio e il nostro territorio.
In più, si è cercato anche di sedersi intorno a un tavolo che ho già dichiarato totalmente inutile, perché quando le visioni sono totalmente diverse, quando mancano proprio le basi di condivisione, sedersi intorno a un tavolo diventa un esercizio di forma e di stile, ma non porta a nulla.
Per questo motivo, abbiamo scelto di ritirare tutti i nostri emendamenti in Commissione, di non presentarli al tavolo e ritirarli successivamente in Commissione. Li abbiamo ripresentati in Aula semplicemente perché vogliamo dire a tutti i cittadini piemontesi quali erano, invece, le nostre idee di ripartenza per il Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Consigliere Avetta, farei intervenire prima il Consigliere Salizzoni che lo aveva già chiesto nella seduta antimeridiana, ma poi abbiamo dovuto interrompere.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Salizzoni, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Certamente, Presidente.



SALIZZONI Mauro

Grazie, Consigliere Avetta.
Mi sembra che con le misure di semplificazione in materia di urbanistica contenute nel Capo II del disegno di legge n. 95 che abbiamo oggi all'o.d.g. si cerchi, come il solito, di smontare quanto fatto dalla precedente Amministrazione regionale.
Con la scusa dell'emergenza economica si vuole fare il solito regalo ai costruttori. tuttavia, non sarà questo regalo a invogliare le attività edilizie, ma saranno le enormi agevolazioni fiscali, appena adottate dal Governo nazionale, a fronte delle opere di risparmio energetico.
La semplificazione della documentazione progettuale, il declassamento delle varianti urbanistiche, lo stralcio degli elaborati sul rischio idrogeologico e sui rischi rilevanti, la riduzione dei tempi per la risposta da parte degli uffici pubblici, le deroghe sulle sagome degli edifici non sono quello che darà vita a questo settore economico.
La legge regionale n. 18 del 2019 sulla rigenerazione urbana è il campo di conflitto tra due visioni ideologiche opposte sul territorio. Da un lato, i difensori a oltranza del suolo che si stanno chiudendo in una disciplina autonoma, impermeabile e completamente burocratizzata. Dall'altro hanno buon gioco i cementificatori a oltranza, che accusano i difensori del suolo di aver fermato lo sviluppo e che chiedono più libertà d'azione.
A me pare sia necessario, e ci credo, che sia adottata una terza strada che non demonizzi lo sviluppo, ma che lo persegua con responsabilità e intelligenza progettuale. Permettetemi un riepilogo per sommi capi del quadro internazionale, ma prima voglio dire ancora due cose a proposito di quello stavo dicendo. L'attuale legislazione regionale urbanistica è molto travagliata; la sua commissione di tecnici, istituita dall'Assessore all'urbanistica, non mi sembra che stia andando verso una reale semplificazione. Io promuoverei una terza strada che comporti innanzitutto una revisione non degli obiettivi, ma degli strumenti della legislazione vigente.
A proposito del quadro internazionale, ricordo che il contenimento del consumo di suolo rientra in un obiettivo dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta nel 2015 dalle Nazioni Unite. L'obiettivo 11 è rendere la città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili. In Italia il consumo di suolo continua a crescere e le politiche per contenerlo non sono efficaci. Basti pensare che negli anni Cinquanta, quando ero bambino, il consumo di suolo in Italia era inferiore al 3% e faceva impressione. Oggi è quasi l'8% e non ce ne accorgiamo più salvo vedere intere zone industriali costruite e mai occupate, mentre nel settore residenziale i quartieri più vecchi sono lasciati sempre più vuoti anziché essere ristrutturati. Non devono più proliferare nuovi centri commerciali a scapito del commercio nei centri storici e nei quartieri.
Per quanto riguarda il Piemonte, il rapporto del sistema nazionale per la protezione ambientale del 2019, riferito allo stato del consumo del 2018 stima, per la Regione Piemonte, un consumo di suolo complessivo di circa 172.000 ettari, pari quindi al 6,8% della superficie totale regionale (circa due milioni e mezzo di ettari). Il valore percentuale risulta leggermente inferiore al dato nazionale, è tra i più bassi del Nord Italia in particolare rispetto alle Regioni confinanti: Lombardia 13% e Liguria 8,3%.
Insomma, "capannopoli" non è penetrata in Piemonte, nel Piemonte profondo ma si è fermata al fondovalle, che è anche il luogo più fertile per l'agricoltura e per le foreste.
Abbiamo ancora un patrimonio da conservare. Questo è un dato positivo per la nostra regione. La Città metropolitana di Torino spicca tra le province piemontesi per il secondo posto in Italia in termini di consumi assoluti in ettari, dopo quella di Roma. Torino, però, pur rimanendo tra le grandi città quella con il dato di più alta cementificazione (65%), fa registrare nel 2018 un saldo negativo, con un decremento netto di consumo di suolo di sette ettari, derivanti da nuovi consumi per circa quattro ettari controbilanciati da consistenti opere di stombatura del fiume Dora e dal recupero di alcune aree di cantiere a ridosso dell'Allianz Stadium. Fermare il consumo di suolo è dunque possibile e doveroso, anche prima del 2050 evitando di costruire altre zone industriali da lasciare vuote o aggiungere nuove zone residenziali che lasciano vuoti gli abitati storici.
Prima ancora, è necessario mantenere stabile il quadrato normativo evitando di cambiare le regole in continuazione.
Per finire, ritorno al mio argomento. Voglio ricordare che a Torino è in corso un esempio positivo sul consumo zero di suolo. Si tratta del Parco della Salute, che occuperà una zona precedentemente occupata dall'area ex



FIAT Avio.

Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente Com'è stato ricordato in più occasioni durante la mattina, credo che l'emergenza, insieme alla drammaticità per chi ha perso una persona cara per chi è stato ricoverato e per tutte quelle persone che hanno sofferto e che ancora soffrono in questi giorni, portava con sé una grande occasione per questa Regione. È un'occasione che non avremmo dovuto lasciarci sfuggire. Questa considerazione è stata ricorrente negli interventi della mattinata.
In altre parole, avevamo tra le mani l'opportunità per il Piemonte di avere un disegno, una prospettiva e un orizzonte strategico che questa maggioranza non è stata in grado di dare con la legge di bilancio.
Purtroppo siamo riusciti a sprecare quest'occasione. L'abbiamo sprecata prima con un bonus pasticciato - peraltro sollecitato con grandi squilli di tromba - che sta deludendo e deluderà le attese di tanti cittadini e di tante imprese piemontesi, perché questo bonus non arriverà nei tempi impossibili che erano stati promessi e non arriverà a tutti. E, anche a dispetto di quella semplificazione annunciata (la famosa mail con l'IBAN) si tradurrà, di fatto, in una procedura abbastanza normale, consueta e sufficientemente burocratica.
Delude le attese e perde quest'occasione anche la proposta di legge che stiamo discutendo, perché è una legge altrettanto pasticciata, cui manca, a nostro avviso, un indirizzo di fondo, senza criteri chiari e comprensibili che indichino in quale direzione stiamo andando. Avremmo potuto e dovuto farlo. Avremmo potuto elaborare un pensiero, dando segnali chiari su tanti temi: dall'innovazione alla tecnologia, alla sostenibilità ambientale.
Avremmo potuto insistere e focalizzare l'attenzione sugli investimenti in infrastrutture sia materiali sia immateriali.
Questa mattina il Presidente Chiamparino ha suggerito alcune strade possibili che avremmo potuto adottare e che, invece, non abbiamo adottato.
Lo stesso ragionamento vale per il turismo, per la cultura, per l'attenzione ai più deboli. E avremmo potuto elaborare un impianto normativo che integrasse le azioni del Governo anche laddove legittimamente sotto certi punti di vista, potevano essere considerate insufficienti.
Invece no: questa maggioranza approverà una legge che è il frutto di tante singole sollecitazioni, che rispondono più a promesse elettorali che non a delle vere esigenze dei piemontesi. All'interno di questa legge vi sono tante idee che, a volte, addirittura sono in evidente contrasto tra di loro e che sono frutto di una maggioranza che, mai come in queste settimane, si è rivelata fragile, disomogenea ed anche composita. E non è mai un bene quando la maggioranza si rivela composita.
È una legge che non sarà neutra per il Piemonte e per i piemontesi, perch provocherà dei danni e per tanti anni, nonostante la limitazione temporale regolando in modo del tutto disomogeneo e disorganico temi importanti. Va a incidere sugli appalti, sull'urbanistica - il collega Salizzoni ne ha parlato ampiamente - sul commercio, sul turismo e su tutti quei settori che contribuiscono a generare il sistema economico piemontese.
Noi abbiamo cercato di correggere questa legge con un lavoro importante. Il collega Gallo e il nostro Capogruppo hanno portato avanti un lavoro importante, insieme con il collega Marello e tutti noi, per dare un contributo positivo. Alcune proposte sono state accolte, ma sono troppo poche per correggere quello che, a nostro avviso, è un impianto complessivo che non funziona.
Mi concentrerò brevemente su alcune questioni. Com'è stato detto più volte questa mattina, con la norma sull'urbanistica abbiamo privilegiato - mi consenta, Presidente, la semplificazione - le villette a schiera, perché è più facile privilegiare le villette a schiera. Ma privilegiando le villette a schiera - e, ripeto, perdonate questa espressione che non mi piace, ma non ne trovo nessuna di più efficace - rischiamo di dare vita a una deregolamentazione che consentirà il ritorno a un modello che prima la Consigliera Frediani ha definito un modello superato, un modello da anni Settanta, dove ricominceremo a ricostruire capannoni. Lo hanno detto bene anche questa mattina i collega Martinetti e Marello.
Credo che abbia fatto bene il collega Martinetti a sottolineare il fatto che forse ci siamo dimenticati troppo in fretta quello che è successo e le tragedie drammatiche che questo territorio ha vissuto, sia quelle drammatiche degli anni Novanta sia quelle degli anni 2000, cioè le alluvioni, ma soprattutto quelle molto più recenti. Mi riferisco alle piogge di quest'autunno, di cui abbiamo ampiamente discusso anche all'interno di questo Consiglio.
L'abbiamo fatto perché è più facile, anziché ragionare di come far stare insieme un sacrosanto sostegno all'edilizia, che è doveroso e dovuto dal nostro punto di vista, con le prospettive di un Piemonte che, per la condizione che è sotto gli occhi di tutti, è sempre più anziano e che di tutto ha bisogno, ma non certamente di nuove cubature o, addirittura, di sagome diverse dall'esistente, che finiranno per deturpare le straordinarie bellezze che abbiamo in questo territorio. Questo possibile deturpamento - ci auguriamo che non ci sarà ma è possibile, come recita l'articolo 58 del disegno di legge - è totalmente incoerente con la prospettiva di quel turismo di prossimità di cui spesso in questo periodo ci stiamo riempiendo la bocca.
Al contempo, lo facciamo in modo del tutto incoerente, perché con un'altra norma blocchiamo i grandi investimenti commerciali, senza una vera contropartita per il piccolo commercio. L'articolo 45 recupera il tema dei distretti commerciali, che era stata una grande intuizione di qualche anno fa e, purtroppo, abbandonata troppo in fretta, ma lo fa con una delega troppo generica alla Giunta su modalità e criteri di attuazione. Il fatto di delegare alla Giunta è fra virgolette (la dico in questo modo) un "vizio" che questa maggioranza propone spesso nei suoi provvedimenti legislativi e che mette il Consiglio regionale nelle condizioni di essere esautorato da questioni che, invece, sono rilevanti per il suo ruolo di legislatore.
Tutto questo lo fa con questa delega eccessivamente generica, attendendo poi - almeno così si percepisce dalla prima lettura della legge - che siano i Comuni a muoversi facendo delle proposte, addirittura facendo proposte da singoli o associati. Anche in questo caso, perdiamo l'occasione di dare un'impronta non dico nell'imporre - perché non è corretto ed è un ragionamento che abbiamo fatto molte volte anche in I Commissione - ma certamente nel favorire quelle forme associative fra Enti locali, che sono fondamentali se vogliamo ragionare di sviluppo strategico del nostro territorio, cui i Comuni possono contribuire. Non dico imporre, ma certamente favorire.
Invece, lasciando aperta a Comuni singoli o associati la possibilità di proporre, è evidente che si va verso un ulteriore orizzonte di deregolamentazione, o almeno di non indirizzo da parte della Regione che, a nostro avviso, è sbagliato, addirittura caricando sulla proposta dei Comuni oneri importanti. Mi riferisco a oneri tecnici importanti, rispetto a cui molti Comuni, in particolare quelli piccoli, non sono nelle condizioni di poter assolvere.
Inoltre, lo fa con risorse del tutto inadeguate, perché se penso che l'unico distretto commerciale costituito qualche anno fa in provincia di Torino fu finanziato con 500.000 euro, capite bene che, se lo rapportiamo ai fondi disponibili sui distretti commerciali che mette a disposizione questa legge sui capitoli, è evidente che c'è una differenza enorme in negativo.
Che cosa dire sull'articolo 37 sugli appalti? Credo che qualcuno forse stia già facendo dei post sui social o forse li farà, scrivendo che difendete le imprese piemontesi. Però è un tema che abbiamo già affrontato molte volte in Commissione. Questa legge farà un danno alle imprese piemontesi, a quelle imprese che, giustamente, avrebbero diritto di essere difese da questa maggioranza e dalla Regione, perché sapete anche voi, come lo so io quanto siano evidenti i profili d'illegittimità di questa norma.
Ora, se sono evidenti i profili d'illegittimità di questa norma, è chiaro a tutti - lo so io come lo sapete voi - che i ricorsi sono già pronti e che proprio a causa di questa vostra ostinazione per l'annuncio facile, questi appalti saranno bloccati e si bloccheranno i lavori pubblici in Piemonte perché non al secondo, ma al primo ricorso tutta la macchina burocratica e amministrativa s'incepperà, solo perché qualcuno di voi possa pubblicare un post su Facebook. Io credo che questo non vada altrettanto bene.
Lo abbiamo detto e sottolineato ampiamente in Commissione, e credo che sia giusto ribadire anche in quest'occasione questa previsione, che, dal nostro punto di vista, è una previsione nefasta, ma che, evidentemente, non siamo riusciti a correggere all'interno della discussione in Commissione.
Presidente, mi rivolgo a quelli tra voi che hanno a cuore l'interesse del Piemonte: con questa legge noi avremmo potuto dare sostegno all'economia green; avremmo potuto dare una svolta in questo senso; avremmo potuto dare sostegno a quell'economia che mette al centro dell'attenzione il recupero dei fabbricati e non la realizzazione di fabbricati nuovi, di cui non abbiamo bisogno; avremmo potuto difenderci concretamente dal consumo del suolo (lo ha ricordato stamattina il collega Sacco nel suo intervento) avremmo potuto garantire uno sviluppo significativo al digitale e alla tecnologia (il piano VULL è in ritardo di due anni, ma poi siamo qui a riempirci la bocca con la telemedicina, con la scuola a distanza, con lo smart working, quando in buona parte del Piemonte - dobbiamo esserne consapevoli - non si riesce a telefonare o non si riesce a collegarsi con il cellulare) e avremmo potuto farlo all'interno di questo disegno di legge.
Insomma, avremmo potuto e dovuto scrivere un testo che non si limitasse come qualcuno ha detto, a rincorrere promesse elettorali o a mettere insieme, in modo confuso, delle singole istanze che derivano dalle forze politiche di una maggioranza che si è dimostrata - lo ripeto eccessivamente composita, a nostro avviso.
Per questo, vi chiediamo di ripensarci e di ragionare sugli emendamenti che saranno all'attenzione dell'Aula dopo la discussione generale. Perch questa non è una legge "neutra" rispetto al futuro del Piemonte; è una legge che, a nostro avviso, se rimarrà così com'è stata presentata e com'è stata portata alla nostra attenzione, farà dei danni. E, a dispetto delle vostre affermazioni sulla temporalità dei suoi effetti, questa legge li farà per molto tempo, e li farà ai piemontesi, non alla struttura della Regione Piemonte o ai Consiglieri regionali. I danni li farà al Piemonte e ai piemontesi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Avetta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Comincerei il mio intervento con due questioni di metodo, prima di arrivare al merito.
La prima è che questo nuovo "Riparti Piemonte", una volta stralciata la parte relativa al bonus, finisce per contenere davvero pochi elementi di emergenzialità. Per la sua complessità, meritava un maggior approfondimento; un maggiore approfondimento di lavoro che non abbiamo potuto svolgere in primis perché c'era un accordo sui tempi, che le minoranze hanno voluto rispettare (nonostante ci abbia impedito un lavoro sufficientemente approfondito); un maggiore approfondimento di lavoro che non si è voluto analizzare adeguatamente perché - lo dico sinceramente non abbiamo potuto lavorare diversamente da questa modalità online. Io penso che adesso sia arrivato il momento che quest'Aula ritrovi le modalità ordinarie di lavoro; l'istituzione non può permettersi di lasciarci a casa a lavorare in pantofole mentre tutto il mondo sta ripartendo. È un nostro dovere dare un segnale forte di ripartenza al mondo fuori di qua.
La seconda questione di metodo è che sono passati veramente pochi mesi da quando l'allora Assessore Rosso ci diceva che questa maggioranza peraltro, era sostenuto dalla sua maggioranza, quindi non conta che non sia più Assessore; anzi, ricordo degli interventi a sostegno anche del Presidente Cirio - non avrebbe mai più adottato provvedimenti di legge di carattere "omnibus", diciamo così, contenenti modifiche di leggi differenti; addirittura, ogni legge ne avrebbe abrogata almeno una precedente, sostituendola sempre in tutto. Questa era la scelta di carattere tecnico-legislativo che la maggioranza intendeva acquisire, che mirava alla semplificazione e che ne faceva un obiettivo politico forte, un elemento caratterizzante.
Devo ammettere che, alla luce di quella forte critica al ricorso a questo tipo di strumenti nella scorsa consiliatura, mi ero interrogato anche personalmente sull'opportunità di alcune scelte che avevamo fatto. Ora mi accorgo che erano parole al vento e che anche i miei dubbi sono stati superati. Perché, invece, arriviamo ad avere praticamente due omnibus consecutivi, con l'aggravante, almeno per questo (ma in realtà vale anche per il prossimo omnibus), che non si tratta di tante piccole modifiche di aggiustamento o di parziali correzioni delle norme a quelle sopravvenute nazionali ed europee, o di coordinamento con altre norme regionali, come dovrebbero essere questi tipi di provvedimenti. Ma tanto in questo sull'urbanistica, quanto sull'omnibus che vedremo nelle prossime settimane sulla caccia, si utilizza di fatto quello strumento come veicolo per riscrivere intere norme e saltare il percorso della discussione ordinata.
Penso che tutto questo non faccia bene, perché non è una questione di tecnica legislativa, a mio giudizio, ma è una questione di trasparenza, di pubblicità e di partecipazione del procedimento legislativo che noi stiamo sostanzialmente, impedendo.
Vengo, invece, ad alcune questioni di merito. Le prime due riguardano le risorse (non sono gli unici aspetti, ma sono i principali che m'interessava approfondire).
Il primo è relativo alla misura che abbiamo messo in campo per lo zero-sei ossia il pagamento di una mensilità per coloro che attendono l'asilo, la scuola materna e la scuola dell'infanzia. Questo provvedimento in realtà non aggiunge niente, perché noi andiamo a confermare lo stanziamento già vecchio di due mesi (di marzo). Nel frattempo, i servizi sono rimasti chiusi; le famiglie hanno continuato a pagare le rette. Ormai maggio è terminato e ci avviamo a giugno, per una classe di età - quella zero-sei anni - che difficilmente troverà risposte nei centri estivi, perché sono pochissimi i centri estivi che accolgono i bambini dai tre ai sei, e non esistono centri estivi che accolgono bambini da zero a tre anni (o si tratta di strutture cui noi chiediamo di fare un centro estivo ma che, in realtà, stanno facendo una scuola).
Da questo punto di vista, penso che noi, come Regione, proprio andando a forzare quei principi di autonomia che vi stanno particolarmente a cuore potremmo prendere l'iniziativa e offrire qualche risposta alle nostre famiglie. Sicuramente, non stiamo rispondendo né alle famiglie né alle strutture con le risorse che stiamo mettendo a disposizione. Perché una mensilità per le tre già trascorse e per le altre due o tre che andranno ad aggiungersi non serviranno a molto: chi conosce le strutture private sa che giugno, luglio e agosto sono mesi a pagamento esattamente come gli altri, a volte con qualche forma di riduzione per agosto, ma non di più. Peraltro continuando a supporre che a settembre queste strutture possano riaprire come ogni altro settembre, cosa che è ancora tutta da vedere e da dimostrare, anche per le lungaggini che sta dimostrando il dibattito a livello nazionale.
Ecco che allora, secondo noi, su questa misura ci voleva più coraggio. In questo senso, come Partito Democratico abbiamo presentato un emendamento per raddoppiare le risorse a disposizione e provare almeno a dare maggior sollievo sia alle strutture, sia alle famiglie che si trovano ora in una situazione di conflittualità che noi, invece, dobbiamo cercare in tutti i modi di non far esplodere, perché non fa bene ai bambini, non fa bene alle strutture, non fa bene alle famiglie e non fa bene a nessuno.
La stessa considerazione sulle risorse - veniamo al secondo punto - mi tocca farla sulle questioni di carattere culturale. Devo dire che il mio giudizio sulla misura del bonus, così come annunciata nell'emendamento che ha presentato l'Assessore Tronzano nella giornata di mercoledì, se non erro, è sospeso, nel senso che molto dipenderà dai criteri e dalle quantità che individuerà la Giunta, delegata a questo scopo.
L'emendamento - ormai è diventato parte del testo di legge - prevedeva risorse fino a 4.000 euro per richiedente, ma con le risorse a disposizione vorrebbe dire all'incirca (se sono i tre milioni di cui ci parlava l'Assessore) 700 realtà in tutto il Piemonte. Immagino, verosimilmente, che fino a 4.000 euro si tradurrà in una cifra secca, a bonus decisamente inferiore. Ma non funziona il fatto che, per reperire quelle risorse, noi andiamo a fare le unghie o la spunta sia alle convenzioni culturali, sia sicuramente ai bandi ordinari.
Non prendiamoci in giro, perché se i saldi sono pari a zero, da qualche parte quei soldi devono saltar fuori! Né le convenzioni, né i bandi (compresi quelli degli ultimi anni delle Giunte di centrosinistra, tanto per parlare chiaro) avevano ben poco da tagliare, ormai. In realtà, stiamo andando a imporre dei sacrifici alle nostre strutture culturali o ai soggetti che, ordinariamente, rispondono ai nostri bandi.
Pensiamo sia positiva l'introduzione di nuovi criteri per il sistema bandi regionali sulla cultura. L'abbiamo detto in più occasioni e abbiamo anche pubblicamente offerto all'Assessore, prima che arrivasse il disegno di legge "Riparti Piemonte", la disponibilità a portarlo in Commissione legislativa. È chiaro, però, che se a questo sistema sono tolte risorse, o non ne sono aggiunte, siamo di fronte a una risposta insufficiente.
Cambiare i criteri può agevolare i soggetti che normalmente ricevono risorse dalla Regione, a prendere quello che prendono dal sistema Regione tutti gli anni, ma quest'anno, con il venir meno delle risorse che il pubblico e l'apertura al pubblico determinano, vuol dire avere meno risorse, perché ovviamente le attività espositive, le ricreative, musicali di danza e di teatro hanno una seconda gamba di finanziamento, che è data dall'incontro con il pubblico pagante, con gli spettatori che in questi mesi, e soprattutto per i prossimi mesi ancora, è venuto meno.
Noi non possiamo, quindi, far venir meno questo tipo di sostegno.
Abbiamo sostenuto, senza ritornarci, con il bonus alcune attività che hanno ridotto le proprie attività durante il lockdown e le hanno riprese a pieno regime ora che siamo nella cosiddetta Fase 2, ma gli operatori del mondo comparto culturale non hanno ridotto l'attività durante il lockdown l'hanno azzerata e, verosimilmente, ce l'avranno azzerata anche per i prossimi mesi. Era per questo che ci attendevamo più generosità.
Un ultimo passaggio e chiudo, perché è già stato ben approfondito da molti miei colleghi che hanno parlato prima di me, riguarda le questioni di carattere urbanistiche. Ci tengo a sottolinearlo perché, come sanno i colleghi, in II Commissione è depositata da diversi mesi una proposta di legge, la n. 74, intitolata "Norme urbanistiche e ambientali per il contenimento del consumo di suolo". Si tratta di una proposta che va a innovare, su alcuni punti chiave, la legge Astengo, che già nel 1977 si fissava un obiettivo, tanto avveniristico quanto ignorato in questi anni cioè di evitare ogni motivato consumo di suolo. Perché ignorato? Perch molti hanno fatto riferimento agli scempi ambientali degli anni Sessanta e Settanta, ma vi assicuro che anche gli anni Novanta e 2000 non sono da meno: basta andare in giro per le nostre campagne e schiere di quelle villette a schiera che ricordava il collega Avetta prima hanno preso, in questi anni, il posto della campagna, attraverso un meccanismo perverso che incentivava anche i Comuni a trovare, in questo modo, forme di finanziamento.
Penso che questa legge contenga un vero e proprio colpo di spugna in questo senso e che sarebbe stato preferibile, come peraltro vi hanno scritto tutte le associazioni ambientaliste, da Legambiente a Pro Natura e altre prediligere una riformulazione complessa e completa della legge urbanistica, attraverso una discussione organica e non attraverso uno spot che ne anticipa alcuni contenuti e, soprattutto, alcuni pessimi strumenti che invece possono dare proprio la sensazione, anche agli operatori del settore, che questo sia un vero colpo di spugna.
Non dobbiamo deprimere un settore, dobbiamo incoraggiarlo a prendersi cura di quelle norme patrimonio-edilizio di cui la nostra Regione dispone sempre più vuote e sempre più in disuso, perché abbiamo sempre meno abitanti e sempre più vecchi. Pertanto, invece di costruire e consumare nuovo suolo agricolo, per poi ritrovarci a piangere alle prossime alluvioni nel prossimo novembre, sarebbe interessante mettere mano a questo patrimonio e ridargli una nuova vocazione, un nuovo respiro anche di carattere ambientale e una nuova risposta alle esigenze della nostra popolazione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
La parola alla Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Presidente, mi sente?



PRESIDENTE

Sì, Sì, la sento.



CANALIS Monica

Grazie, verifico sempre, perché a volte ho problemi di audio.
Oggi stiamo esaminando in Consiglio regionale un provvedimento che è conosciuto come "Riparti Piemonte". Senza entrare in provocazioni, io purtroppo lo ribattezzerei il "Tampona Piemonte". Purtroppo non stiamo parlando dei tamponi, quei tamponi diagnostici che nella nostra Regione sono stati fatti in misura insufficiente durante la fase emergenziale della pandemia.
Perché lo ribattezzerei "Tampona Piemonte"? Perché sia nel provvedimento all'esame oggi sia nel "Bonus Piemonte" che abbiamo licenziato dieci giorni fa, mi pare che la Giunta regionale abbia messo in campo dei tamponi per dare un sollievo benefico, ma purtroppo soltanto temporaneo, alle varie categorie produttive ed economiche del Piemonte.
In questi due provvedimenti non rilevo una prospettiva, non rilevo un pensiero, una visione di futuro per la nostra Regione. Il provvedimento che stiamo esaminando mi pare anche che sia in sintonia con lo stile e con la cifra distintiva che ha caratterizzato la Giunta Cirio in questo primo anno di mandato; uno stile molto improntato agli annunci, a un'indiscutibile abilità comunicativa che però non sempre - oserei dire raramente - ha trovato un riscontro nella concretezza degli atti amministrativi e politici. Per questo, un'attenzione più all'immagine, più all'impatto mediatico, che non alla sostanza di quello che si fa per la popolazione piemontese.
Che cosa penso servisse in questa congiuntura in cui ci stiamo addentrando in questa Fase 2? Credo che servisse un guizzo e anche una scelta coraggiosa: il riconoscimento che, a fronte di una quantità molto scarsa di risorse a disposizione della Regione, si dovessero canalizzare queste poche risorse sui punti più strategici, quelli più utili, quelli che possono caratterizzare, in modo più efficace, il rilancio del Piemonte. Invece mi pare che si sia innescata, a partire dal "Bonus Piemonte", una sorta di competizione con il Governo nazionale: la Giunta Cirio ha cercato di battere sul tempo i provvedimenti nazionali e di arrivare prima con misure a pioggia per raggiungere le categorie piemontesi, con un risultato abbastanza magro.
Innanzitutto perché, come ho detto, le risorse a disposizione della Regione sono molto esigue e quindi, per forza di cose, molte categorie sono state escluse. Secondo, questo metodo di conflitto istituzionale, che purtroppo la Giunta Cirio ha adottato fin dall'inizio dell'epidemia, è un metodo sicuramente non virtuoso, non lodevole e non è di un buon esempio nel dibattito pubblico, in un momento in cui la popolazione sta soffrendo.
Purtroppo la Giunta Cirio pensava, dando questi aiuti a pioggia, che si trattasse di leggere la realtà come se si tornasse al punto di partenza, a quello da cui si partiva il 21 febbraio. Purtroppo non si tornerà a quel punto di partenza. L'evento che abbiamo vissuto in questi mesi ha cambiato la realtà e, quindi, ci chiede di leggere questa realtà con paradigmi completamente diversi. Pertanto, gli aiuti a pioggia dati più per accontentare ora uno e ora l'altro, piuttosto che per proporre un pensiero per il futuro, sono aiuti che non incidono su questa realtà mutata, questa realtà che ha subìto una ferita profonda.
È stata proposta una narrazione edulcorata, oserei dire anche un po' propagandistica, disancorata dai fatti. Sono stati gonfiati i numeri perché in queste numerose e affascinanti conferenze stampa che Cirio ci ha proposto, i numeri sono clamorosamente gonfianti: noi non abbiamo questi 800 milioni di cui si è parlato a più riprese, abbiamo i 116 milioni del "Bonus Piemonte" e poco più di 50 milioni nuovi del "Riparti Piemonte" perché tutti gli altri milioni che potrebbero arrivare sono fondi europei o rinegoziazione di mutui o revisione di derivati e via dicendo, per cui risorse che non sono ancora disponibili e distribuibili.
Abbiamo perso di vista i grandi obiettivi. In questo provvedimento si guarda all'oggi, tra l'altro in modo parziale e miope. Si distribuiscono sussidi, ripeto, escludendo molti, perché il "Riparti Piemonte" non è il secondo tempo del "Bonus Piemonte", non è che chi non ha trovato soddisfazione nel primo provvedimento, questa volta verrà incluso. No perché c'è una scarsità di risorse e si dimentica il domani. Questa competizione con il livello nazionale, sul lungo periodo, non gioverà né al consenso elettorale della Giunta Cirio né, poi, al benessere dei piemontesi.
Che cosa si sarebbe dovuto fare? Cosa ci saremmo aspettati in questa congiuntura di ripartenza? Quel guizzo che significava mettere in campo misure di attrazione d'investimenti su settori strategici e distintivi del Piemonte. Si trattava di fare delle scelte.
Su cosa dobbiamo puntare? Quali sono le eccellenze, i punti di forza, gli aspetti della produttività piemontese che possono essere valorizzati in un contesto mutato? Si doveva puntare, per esempio, sulla presenza dei nostri Atenei straordinari che sono sicuramente delle eccellenze, sulla ricerca sull'innovazione tecnologica, sull'innovazione sociale, sulle infrastrutture - come diceva anche il collega Avetta - materiali e immateriali, sui collegamenti, che sono un problema per una regione di confine come la nostra. Si doveva porre un'attenzione sulle nuove generazioni e, nel contempo, sulle generazioni più anziane, che entrambe sono quelle più colpite in questa fase di pandemia.
Io mi sarei aspettata, ad esempio, delle proposte d'innovazione dagli Assessori Caucino e Chiorino: pensiamo a una revisione del modello delle RSA, a una proposta di RSA diffuse, di social housing per rimodulare il modello di accoglienza e di cura dei nostri anziani e delle persone non autosufficienti.
Mi aspettavo un investimento sui centri estivi, su cui abbiamo sentito tanti annunci in questi giorni, ma su cui la Giunta regionale non ha stanziato un euro a integrazione dei fondi nazionali. Mi aspettavo un aiuto alle famiglie con figli, un aiuto ai centri di accoglienza e anche d'istruzione per i minori. Mi aspettavo un sostegno a tutte quelle realtà che fanno innovazione tecnologica e su cui, in mezzo a una rivoluzione industriale e digitale come quella in cui siamo immersi, il Piemonte deve sicuramente contare. Mi aspettavo un investimento sulla telemedicina, su tutte quelle realtà che si sono rivelate cruciali nei mesi di epidemia.
Invece, ho visto delle proposte un po' conservatrici, delle proposte assolutamente non innovative, che non solo ci riportano al punto di partenza (il 21 febbraio) come se nulla fosse successo in questi mesi, ma addirittura ci portano indietro di qualche decennio, con riferimento a una visione davvero retrograda dell'urbanistica e dell'edilizia.
In tutto questo, oltretutto, si è spacciata la sburocratizzazione e la semplificazione come un "liberi tutti", cioè come una leggerezza sulle regole e sui controlli. Pensiamo alla norma sul DURC: attenzione, perch dire che non si chiederà il DURC fino alla fine dell'anno non significa fare semplificazione e sburocratizzazione; significa semplicemente avvantaggiare aziende "mordi e fuggi", magari anche aziende piemontesi data la norma sugli appalti che avete adesso, che fanno l'intervento e poi magari chiudono, la testa di legno che avevano come amministratore viene sostituita e non c'è possibilità reale di fare un monitoraggio sull'utilizzo dei soldi e sull'effettuazione degli interventi.
Le norme leggere che sono contenute in questo provvedimento, ad esempio sul DURC, sono in contraddizione con l'esigenza di trasparenza, di legalità e di tracciabilità di cui il Paese ha un sommo bisogno anche in una fase di sofferenza economica come questa. Se noi cediamo su questi principi rischiamo, in nome della semplificazione, di aprire la strada ad aziende che non sono assolutamente sane e che sicuramente non possono portare un valore aggiunto, di crescita, alla nostra regione.
Mi pare, in sintesi, che siamo di fronte a una grande operazione d'illusionismo, quando, invece, ci sarebbe bisogno di una reale ripartenza di un Governo regionale che, a fronte di una scarsità di risorse, sappia scegliere su cosa investire; sacrificando qualcosa, ma investendo su quello che davvero è un punto di forza della nostra regione.
Abbiamo visto tanto illusionismo e poca concretezza, poca operazione verità in tutto questo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo disegno di legge è stato chiamato "Riparti Piemonte" ed è così che era partito come disegno di legge 95. Poi, è stata stralciata la parte relativa ai cosiddetti bonus, con un atteggiamento molto costruttivo e responsabile da parte delle opposizioni, che hanno permesso di far approvare in tempi brevissimi, con un solo passaggio, quindi neanche passando in Aula, un provvedimento importante per tantissime imprese tantissime partite IVA piemontesi.
È stato fatto, nonostante il modo confuso e pasticciato con il quale la Giunta regionale aveva trattato questi bonus all'inizio. Pasticci che poi nonostante i tentativi di migliorare il provvedimento, sono rimasti tali e sono diventati legge.
Ricordo che molte categorie sono state escluse e lo sono tuttora, perché si è fatta anche della propaganda, che è un po' il leitmotiv di questi due disegni di legge, ma (ne parlerò in seguito) anche riguardo ai cosiddetti "premi" a chi è stato in prima linea, agli operatori sanitari. Vediamo - è stato denunciato da diverse associazioni di categoria di chi opera nel campo della sanità, i sindacati che operano nel campo dalla sanità - come si tratti di una mancetta data a tutti senza distinzione, quindi anche a chi legittimamente, più che legittimamente, perché non poteva fare diversamente, ha lavorato a casa, in smart working, perché era ed è un dipendente amministrativo, allo stesso modo di chi è stato in prima linea senza dispositivi di protezione individuale, nei primi tempi, mettendo sacchi d'immondizia addosso, chi si è infettato andando a lavorare nei reparti di medicina o altrove. Si è ridotto a quello: un piccolo piccolissimo riconoscimento a tutti, indistintamente.
Parlavo di propaganda, perché il provvedimento che ora si chiama "Bonus Piemonte" è stato accompagnato da una propaganda reboante, con esponenti di maggioranza che dicono: "Abbiamo fatto scuola a livello nazionale". A me sembra che scuola o, meglio, cattivi esempi a livello nazionale questa Giunta ne abbia dati parecchi in questi mesi.
Oggi, invece, questo provvedimento è stato definito "formidabile". Mi fermo sul "formidabile" e dico che questo provvedimento è formidabile secondo l'accezione più antica del termine, perché arriva dal latino "formidabilis", che in origine voleva dire "spaventevole". Ecco, questo provvedimento fa spavento, fa paura, perché, a fianco di alcune misure magari anche condivisibili o, ancora, ad alcune misure di aiuto a diverse categorie, propone tutta una serie di norme che portano a una deregulation selvaggia oltre che - mi viene da dire - anche abbastanza impossibile, che nulla ha a che vedere con questa situazione di emergenza.
In situazioni difficili come questa, dove - vale per il Governo nazionale e vale per il Governo regionale - nessuno ci si è mai trovato prima, perch non è mai accaduta (o uno ha governato nel '29, quando c'è stata la grande crisi e non era nemmeno così, o uno ha governato quando c'è stata la Seconda guerra mondiale, altrimenti nessuno si è mai trovato di fronte a una situazione del genere), bisognerebbe che l'Amministrazione regionale percepisca che, in questo momento, una visione di un diverso futuro possa permettere d'inserire in un provvedimento di questo tipo misure che possano veramente far ripartire il Piemonte, ma in un altro modo.
Stando al termine "ripartenza", "Riparti Piemonte" per noi sarebbe ripartire con il piede sbagliato per tutta una serie di modifiche a normative regionali, soprattutto, alla legge regionale n. 56 del 1977. Se vogliamo dire che, dopo 43 anni, questa legge necessita di un tagliando possiamo anche parlarne, ma allora le eventuali modifiche vanno viste seguendo un disegno complessivo e con la calma necessaria. Invece, si stanno apportando modifiche che - attenzione - si dichiarano a tempo (nel dettato si afferma che sono temporanee), che però già creano danni e inoltre, da parte di questa Giunta regionale c'è anche la malcelata intenzione di renderle definitive.
Se la legge n. 56 del 1977 ha bisogno di un riesame, parliamone. Se ne parla in Commissione, se ne parla in Aula e si valutano modifiche che le stesse Amministrazioni comunali di tutti i colori, magari, suggeriscono e possono condividere, ripeto, con l'atteggiamento costruttivo da parte delle opposizioni e anche da parte dell'opposizione che ho l'onore di rappresentare, il Movimento 5 Stelle; un atteggiamento basato sul merito in assenza di ostruzionismo, per tentare di migliorare questo provvedimento.
Nonostante il cosiddetto "tavolo di lavoro" (che poi tanto tavolo di lavoro non è stato), questo provvedimento arriva in Aula con almeno cinque articoli palesemente incostituzionali e con un'incostituzionalità parzialmente ammessa da chi ha presentato il provvedimento; un po' nello stile "proviamoci!". Penso che questo sia un atteggiamento veramente da irresponsabili. Possono esserci delle impugnative a livello governativo di provvedimenti di legge che, magari, in un primo momento non sono prevedibili, perché si gioca su un filo sottile dell'equilibrio tra competenze nazionali e competenze regionali ma, in questo caso, alcuni articoli sono palesemente incostituzionali.
I casi sono due: o c'è irresponsabilità totale, oppure, anche qui, si vuole fare propaganda, perché c'è la volontà di dire che noi abbiamo provato a inserire determinate misure e poi, magari, il Governo "cattivo" ce le ha bloccate, quando si sa benissimo che, in questi casi, non si fanno valutazioni a livello politico, ma si fanno in punta di diritto, con la Carta Costituzionale in mano. Di conseguenza, a maggior ragione, questo che viene chiamato "Riparti Piemonte", non solo rischia di far ripartire il Piemonte con il piede sbagliato, ma anche di non farlo ripartire affatto perché norme del genere, entrando in vigore adesso per essere bloccate eventualmente in un secondo momento, genereranno una grandissima confusione e anche parecchi contenziosi. Così, anziché semplificare, andiamo a complicare un quadro già complicato.
Queste erano le ragioni di contrarietà presenti quando è stato portato questo provvedimento all'esame delle Commissioni del Consiglio regionale ma che sono ancora presenti al momento in cui questo disegno di legge approda in Aula. Pertanto, continueremo a insistere su questo punto e renderemo molto ben visibile il nostro stop al cemento voluto da Cirio e dalla Lega.
Dicevo del nostro atteggiamento responsabile anche relativo all'esame in Aula del provvedimento; infatti, ci siamo limitati a presentare emendamenti di merito e io, personalmente, ne ho presentati soltanto due.
Il primo riguarda l'aumento dei contributi al capitolo relativo alle dipendenze, perché abbiamo forti segnali di peggioramento delle dipendenze e di difficoltà sempre maggiori da parte di chi è affetto da dipendenze di vario tipo, con un peggioramento legato al periodo di lockdown.
L'altro emendamento, non meno importante, riguarda le borse per i medici specialisti: nonostante il fortissimo intervento a livello nazionale con il disegno di legge, che porterà a circa 400 borse di studio a livello nazionale, è necessario un intervento anche a livello regionale. È stato detto in tutti i modi e non solo da noi e, quindi, non solo dalla politica ma è di questi giorni una lettera inviata dagli Ordini dei medici al Presidente Cirio e all'Assessore Icardi, che è stata resa pubblica dagli organi di stampa. Pensiamo che la Giunta regionale non possa sottrarsi a quest'impegno e pensiamo sia importante aumentare le risorse per le borse di studio.
I due emendamenti che andrò a presentare all'articolato riguarderanno questi argomenti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire perché, a questo punto della discussione, per andare avanti, credo vada cambiato il nome a questo provvedimento. Infatti, questo non è più un "Riparti Piemonte", ma è un "Riparti cemento". Noi dobbiamo dire stop, stop al cemento e stop a questo provvedimento, che non ci piace e che non va bene; vi chiediamo di ripensarci. Parlo anche a nome dei miei colleghi: dovete fare un passo indietro, perché questo rischia di essere una catastrofe ambientale per il nostro territorio.
Presidente, veramente, la invito a intervenire anche lei.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Forse, aveva chiesto la parola il collega Preioni. Se ha qualcosa da dire nel merito, io intanto guardo con piacere.



PRESIDENTE

Se rinuncia, Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

No, no. Io voglio intervenire. Volevo soltanto chiedere.



PRESIDENTE

C'è un elenco e fintanto che il Presidente sono io, cerco di razionalizzare.
Se il collega Bertola avesse alzato di più il cartello, avrebbe fatto cosa grata, perché si legge solo a metà. Però, oltre la battuta.



MARTINETTI Ivano

L'ho rimesso io, Presidente. Guardi.



(Il Consigliere Martinetti esibisce in videoconferenza un cartello recante la scritta: "Stop al cemento della Lega")



PRESIDENTE

Sì, grazie.



RAVETTI Domenico

Presidente, mi dica se posso intervenire.



PRESIDENTE

Se vuole cedere la parola al Consigliere Preioni.



RAVETTI Domenico

No. Chiedevo soltanto se posso intervenire, solo questo, Presidente.



PRESIDENTE

Sì, lei può intervenire sempre e questo lo sa.
Prego, Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Facendo politica, ho imparato a non mettermi dal lato opposto della discussione, semplicemente perché il mio avversario si trovava su un altro lato, perché, così facendo, a volte, si rischia di porsi nel lato sbagliato, partendo dal presupposto che il competitor in politica può anche dire cose giuste. Quindi, per questo mio stile, provo a sedermi a fianco e non nel lato opposto. E così ho provato a fare, soprattutto, perché ho ritenuto, fin dall'inizio della crisi, che il Piemonte si trova in una situazione straordinaria e che, quindi, chi aveva il compito gravoso di decidere per tutti, aveva bisogno di avere al suo fianco le parti politiche, le rappresentanze sociali e le rappresentanze economiche e non di trovarsele sul lato opposto a criticare, a gettare pietre nell'acqua per generare confusione o soltanto per segnare una presenza.
È stato un mio stile, credo questo sia stato riconosciuto, come lo stile del Gruppo del Partito Democratico. Noi ce l'abbiamo messa tutta per provare a dare una mano ma, posso dire con molta chiarezza, inutilmente. N per quanto riguarda la fase più acuta della crisi nell'ambito delle politiche per la salute, tantomeno in questa fase dove i dati sono confortanti e dimostrano che il virus è sempre in mezzo a noi e bisogna essere sempre molto prudenti, ma il numero dei contagi è diminuito e fortunatamente, i letti di terapia intensiva e semintensiva non sono più occupati come prima (questo grazie al lavoro straordinario dei nostri medici, dei nostri infermieri e degli operatori sanitari e sociosanitari).
Questa era la fase della giusta rilettura della ripartenza e, ancora una volta, noi ci siamo seduti al fianco di chi doveva decidere, cioè il Presidente, la Giunta e la sua maggioranza. Ci siamo seduti inutilmente al vostro fianco perché, tranne qualche lieve correzione, nella sostanza, la prima risposta fondamentale alla crisi ha seguito una strada sbagliata. Voi non ci avete ascoltato come avreste potuto. Tuttavia, non abbiamo fatto perdere del tempo al Piemonte, non abbiamo perso tempo noi e non l'avete perso nemmeno voi, ma abbiamo fatto il nostro dovere, come si fa in questi momenti. Sono contento di aver fatto così perché credo che, innanzitutto la politica debba preservare gli spazi giusti per le istituzioni sia in opposizione sia in maggioranza. Fatta questa premessa, vado oltre sul merito, rivendicando con forza la bontà della nostra azione.
Di fronte a questa situazione così drammatica da un punto di vista economico e sociale mi sia permesso, anche leggendo qua e là, anche da un punto di vista culturale, di affrontare il tema "Riparti Piemonte" e del come si risponde alla crisi. Si risponde forse con la comunicazione? Si risponde con la capacità di avere a disposizione un bazooka comunicativo? Si risponde con l'irrinunciabile distribuzione di viveri? Irrinunciabile perché fondamentale in questa fase con il "Bonus Piemonte", ma dimenticando fuori dalla porta troppe persone? Troppe attività economiche? Troppi soggetti che adesso si sentono esclusi? Noi ve li abbiamo segnalati per tempo.
Si risponde, come state facendo voi, calpestando l'idea che si è diffusa a tutela dell'ambiente, in particolare tra le più giovani e tutte le nuove generazioni, contrapponendo a quell'idea il bisogno corretto di semplificazione e sburocratizzazione? No. Non si fa così come avete fatto voi. Voi avete usato l'arte della comunicazione e della propaganda, vi siete sostituiti al banco alimentare, ma voi non siete il banco alimentare voi siete la ragione per cui esiste il banco alimentare. Voi non avete costruito, sin da subito, come invece hanno fatto altre Regioni, anche con un segno politico pari al vostro, le condizioni migliori per una giusta ripartenza. Questo, devo dire, rappresenta un'occasione sprecata. In questi mesi noi abbiamo utilizzato spazi per capire anche quali sono le ragioni e le radici della crisi sociale ed ecologica che stiamo vivendo. Abbiamo scoperto che c'è una radice umana in questa crisi e che dipende anche da noi e dalle nostre scelte e lo stato in cui viviamo.
Abbiamo capito che non tutto il progresso è compatibile con il mondo in cui viviamo. L'abbiamo capito perché ce l'hanno detto in molti. Io non voglio utilizzare le frasi ridondanti, ma utilissime, di Papa Francesco, che ci ricordava che la politica non deve sottomettersi all'economia. In questo provvedimento avete dimenticato tutto. Tutto quello che abbiamo detto e tutto quello che abbiamo pensato.
Dite la verità, proviamo a dirla insieme, noi con molta umiltà pari alla vostra. Se decidessimo di scrivere insieme il bilancio ambientale preventivo, prima di questo provvedimento, e se decidessimo di scrivere insieme il bilancio ambientale consuntivo, a seguito degli effetti di questo provvedimento, ci accorgeremmo chiaramente del danno provocato.
Basterebbe poco, con molta concretezza.
Perché non la diciamo questa verità? È un segno che va in un senso opposto a tutte le discussioni che abbiamo fatto a tutela del bene prezioso che abbiamo a disposizione, che non è replicabile, che è il luogo in cui viviamo insieme con altri.
Fate una comunicazione sociale con l'intenzione di manipolare il consenso popolare, mi è chiaro. Avete sollecitato gli interessi allo scopo di raccogliere attorno a voi una fiducia popolare. Diciamo la verità, nelle vostre conferenze stampa voi vi siete rivolti all'inconscio e all'irrazionale, non alla ragione dei piemontesi. Quando si sollecita l'inconscio popolare, il popolo si comporta come il mare quando torna calmo dopo una tempesta. Voi avete alimentato una tempesta comunicativa evocando la soluzione a tutti i problemi sociali ed economici.
Tra poco - mi rivolgo ai Capigruppo di maggioranza - la schiuma della tempesta sfumerà e resterà soltanto la trasparenza dell'acqua che permetterà di guardare il fondo e nel fondo ci sarete voi e nulla di quello che avete fatto. Ma "nulla" è ancora un bel termine associato alle vostre politiche, ce n'è un altro che altri colleghi hanno pronunciato nei loro interventi. Colleghi delle opposizioni, perché quelli di maggioranza non li ho ancora ascoltati, se non il relatore, che ha caratterizzato questo provvedimento, e gliene do atto, con molta coerenza, rispetto il suo pensiero. L'altro termine che tendo ad associare al termine "nulla" e che riguarda questo provvedimento e voi sul piano politico è il termine "danno". Questo provvedimento provocherà dei danni. Il vostro "distruggi Piemonte", quello che segnerà il nostro territorio in questo senso, nel senso che vi ho appena raccontato.
A proposito di tempesta, mi sia permesso di dirlo: voi, con questo provvedimento, siete tempesta, ma la tempesta è capace di distruggere i fiori, ma non i semi. Nell'evocare questa frase, a proposito di citazioni vi posso dire che i semi a terra genereranno una politica nuova e diversa dalla vostra, chiaramente diversa dalla vostra. Noi faremo del nostro meglio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Mi scuso, prima non avevo aperto il video. Invito tutti i Consiglieri quando intervengono, di aprirlo affinché ci possa essere nello streaming la visualizzazione di chi interviene.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Intervengo per rispondere ad alcuni interventi che ho sentito oggi, che non rispecchiano la realtà di questo provvedimento. È un provvedimento epocale per la storia della Regione Piemonte, perché sono 808 milioni di euro veri che vengono immessi nel nostro tessuto produttivo. Cento e più milioni di euro in bonus diretti a burocrazia zero; già 7.000 imprese piemontesi hanno ricevuto la mail e stanno per ricevere il bonifico di questo bonus, diretto e veloce, a burocrazia zero. Sono 808 milioni che arrivano da fondi regionali e 400 milioni che arrivano da rimodulazioni di FESR, FSE e PSR.
Poco o nulla dal Governo, ovvero 18 milioni esclusivamente per quanto riguarda il bonus dei medici. Tutto il resto è frutto del lavoro della Regione Piemonte.
Quando sento parlare i colleghi della minoranza, non sento la stessa fermezza nel condannare tutto quello che non ha fatto e non sta facendo il suo Governo, che sta portando avanti delle azioni debolissime. La nostra Regione, invece, pur con un bilancio molto difficile, ha dato una spinta incredibile. Abbiamo il parere favorevole e i complimenti da tante Regioni italiane, anche dalla Lombardia, che hanno bilanci certamente più interessanti e più belli del nostro.
Quando sento dire che le nostre politiche sull'urbanistica sono delle politiche dei pazzi e dei cementificatori, ricordo che il mandato politico dei nostri elettori è rivolto verso una forte azione di semplificazione e di sburocratizzazione, perché noi siamo lo Stato e la Regione più complicata del mondo, per fare qualsiasi cosa. Non l'avete ancora capito ma i cittadini stanno con noi, i cittadini vogliono semplificazione, perch per fare qualsiasi pratica noi siamo il Paese e la Regione più complicati del mondo. E oggi dobbiamo sfruttare l'emergenza per cambiare e scardinare un sistema. Per fare un'opera pubblica in Italia ci vogliono vent'anni e noi questo sistema lo vogliamo scardinare e lo scardineremo.
Faccio un'ammenda agli amici del Movimento 5 Stelle: il cemento serve a far lavorare i muratori, i falegnami, gli elettricisti, i piastrellisti. Perch noi, a differenza vostra che pensate al reddito di cittadinanza, vogliamo che l'economia parta, che i cittadini abbiano autorizzazioni snelle e che la gente viva del proprio lavoro e non sia assistita dallo Stato. Noi non abbiamo una mentalità assistenzialista, noi diamo la canna da pesca per imparare a pescare, non come voi che avete una visione esclusivamente assistenzialista che non serve a nulla. L'italiano e il piemontese è il miglior popolo, è il popolo più operoso. Basta dargli le condizioni e abbassargli le tasse e i vincoli.



(I Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle esibiscono in videoconferenza cartelli recanti la scritta: "Stop al cemento della Lega")



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Preioni.
Se tirate giù i cartelli mi fate piacere, altrimenti devo chiudere lo streaming e continuare il Consiglio senza streaming. Se mi fate il piacere di togliere dallo streaming e tornare a com'era in precedenza.
Vorrei capire chi ha deciso di prendere arbitrariamente la decisione di mettere una stringa sotto lo streaming, ne sarei contento come Presidente del Consiglio.
Prego, collega Preioni, prosegua.



PREIONI Alberto

Stavo dicendo che i piemontesi e gli italiani non hanno bisogno.



PRESIDENTE

Valuteremo il da farsi nell'Ufficio di Presidenza e nella riunione dei Capigruppo.
Prego, collega Preioni.



PREIONI Alberto

I piemontesi e gli italiani non hanno bisogno di ulteriori regole. Gli italiani e i piemontesi sono in grado di fare impresa e ci chiedono minori regole e l'abbassamento delle tasse. Noi andiamo in quella direzione e non abbiamo paura di andare in quella direzione.
Ho sentito tante stupidaggini sulle villette a schiera e sull'UNESCO. Sono cose che nessuno di noi vuole fare e nessuno farà, perché le Commissioni del paesaggio locali sono perfettamente in grado di decidere e di bocciare delle strutture. Oltretutto, nelle nostre modifiche normative contenute nel provvedimento del Consigliere Marin e nell'opera del nostro Assessore Carosso c'è una grande potenzialità per il riuso dei centri storici e dei centri urbani. Nessuno vuole fare speculazioni e le schifezze che si sono viste in questo Paese negli anni Cinquanta e Sessanta. Vogliamo però dare delle opportunità alle imprese serie e alle persone che vogliono ancora fare qualcosa, perché, se non l'avete capito, arriverà uno tsunami economico spaventoso e quei pochi che avranno ancora due soldi da investire dobbiamo lasciarli investire. Gli investimenti di pochi sono il lavoro di tanti.
Noi siamo per il lavoro e non siamo per l'assistenzialismo. Questa è la nostra linea e non abbiamo paura di quello che comporta e nemmeno di avere voi come strenui oppositori, perché ho sentito tante chiacchiere filosofiche, tanti mondi aulici rappresentati oggi, green economy, per tante volte purtroppo non si concretizzano. Noi siamo persone concrete che cerchiamo di dare una risposta alle persone concrete! Ribadisco che è un piano da 808 milioni di euro importantissimo, 400 milioni dalla Regione e 400 milioni da modulazioni. Vi sono 110 milioni di bonus diretti che saranno implementati e questa sera lo vedrete. È un aiuto importante che è stato portato avanti, anche perché il vostro Governo non sta facendo quello che dovrebbe fare e ha fatto poco o niente. Quelli che devono veramente vergognarsi sono i vostri partiti e i rappresentanti di questo Governo, che è totalmente inadatto per gestire una crisi economica e sanitaria del genere.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.
Chiedo scusa, l'Assessore Marrone vuole intervenire?



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Sì, Presidente, ma è meglio che io intervenga alla fine. Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Molto è stato detto, soprattutto nell'ultimo intervento del Consigliere Preioni che, come sempre, ci dà ulteriori stimoli per intervenire e per dibattere.
Parto da due considerazioni riguardanti il metodo. Il primo è quello che avete dimostrato, cara maggioranza e cara Giunta, di preferire, come qualcuno ha già detto, gli elementi di conferenza stampa e di comunicazione invece che la condivisione reale nelle Commissioni. Condivisione reale che passa attraverso i contenuti e non attraverso la formalità. Ma anche la formalità è venuta meno oggi: la prova che preferite le conferenze stampa alle condivisioni è l'assenza totale del Presidente Cirio, che dimostra che questa Giunta e questa maggioranza, purtroppo anche consiliare, vedono nella discussione consiliare una perdita di tempo, un fastidio, un orpello formale.
Come avete anche dimostrato in questo dibattito, il dibattito che c'è in un Consiglio regionale dev'essere fatto, secondo me e secondo noi, da tutti gli elementi. Gli interventi che sono arrivati dalle opposizioni dovrebbero avere più repliche da parte della maggioranza, ma la maggioranza non crede che sia reale condivisione e sostanza.
Il Consiglio per voi è un orpello formale cui bisogna adempiere e quindi il passaggio che ci deve essere è formale, ma la sostanza si svolge da altre parti.
Questo è evidente, però spero che il Presidente Cirio - che credo e spero che culturalmente sia diverso dalla cultura salviniana dei pieni poteri abbia la capacità di ritornare a percorrere le strade del confronto, come lui ha sempre detto. Forse non è così, ma questo è il primo elemento di metodo, di sostanziale metodo che sottolineiamo in termini d'inopportunità anche politica, perché abbiamo preso dei voti anche noi e rappresentiamo un pezzo di questo Piemonte: non la maggioranza, almeno per ora, ma ne rappresentiamo un pezzo. Perciò negare il confronto sostanziale con le minoranze e con le opposizioni vuol dire negare il confronto con un pezzo di Piemonte. È un pezzo di Piemonte che voi avete incontrato per entrare inizialmente un minimo nel contenuto; avete incontrato un pezzo di Piemonte relativo al "Bonus Piemonte". Avete indetto una bella conferenza stampa con tutte le realtà e le associazioni di categoria che vi hanno dato concreta fiducia (perché con voi hanno indetto quella conferenza stampa). E, forse inizialmente, hanno fatto anche bene a darvi fiducia.
Ma se leggete i loro canali comunicativi ufficiali, oggi vi chiedono invece di cambiare rotta: cioè gli stessi cui vi siete appoggiati per il "Bonus Piemonte" vi stanno dicendo di ritornare sui vostri passi e di fare scelte diverse. Tutte le associazioni commerciali di categoria vi stanno dicendo di cambiare strategia, di cambiare scelta, ad esempio sul "Bonus Piemonte".
Guardate, sono nati anche diversi canali sui social (Telegram, Facebook e altri), perché molti non hanno rappresentanze; è nato anche un gruppo denominato "gli ATECO di serie B", se si può dire in maniera simpatica.
Collega Preioni, lei dice che le nostre parole non rispecchiano la realtà: ma dal "Bonus Piemonte" non sono forse esclusi i fotografi, gli organizzatori di eventi tutti e tutta la categoria delle attività legate in parte, al mondo animale? In merito agli articoli sportivi, avete fatto una scelta di premiare giustamente.
Guardate che noi non stiamo proponendo un'alternativa; semmai, vi abbiamo chiesto di allargare tale platea con degli emendamenti.Avete dato un contributo a tutti nel mondo dell'abbigliamento; ma rispetto ai codici ATECO scelti, ad esempio, in merito ai negozi di fotografia avete detto: "I fotografi no". Avete dato un contributo ai negozi di abbigliamento, ma non a quelli sportivi.
Qual è, dunque, la critica? La critica è che anche sul "bonus Piemonte" non avete scelto una linea; non c'è una visione; non c'è una riflessione culturale generale. Avete preso dei pezzi e li avete messi insieme. E lo avete fatto un po' a casaccio.
Questa è la realtà, caro Consigliere Preioni. È la realtà, perché nel "Riparti Piemonte" non esiste traccia di sociale, di casa, d'istruzione, di vero rilancio economico del mondo culturale - se non qualcosa che state recuperando - in particolare tutto il mondo dello spettacolo dal vivo e tutto il mondo a sostegno del mondo culturale.
Sulla sanità molti di voi - mi rivolgo sempre al Capogruppo Preioni - ci avevano dettato una linea da seguire, quella del privato e della Lombardia.
Ebbene, la Lombardia e il Piemonte sono state definite (non da noi, ma dagli organi di stampa e anche da alcuni sondaggi che sono stati condotti) le due Regioni peggiori nella gestione dell'emergenza sanitaria.
Dunque, nel "Riparti Piemonte" non avrete ripreso questi temi, ma, come hanno detto tutti i miei colleghi di opposizione, avete inserito tutto il tema dell'urbanistica (non cito di nuovo le considerazioni già fatte sulla mancanza totale di visione in tema di consumo di suolo rispetto agli obiettivi europei). Voi avete sempre denigrato l'Europa; l'avrete sempre vista come un orpello, come un fastidio. Invece l'Europa, con quelle politiche sull'ambiente e sul nuovo consumo di suolo, dovrebbe fornirvi una linea da seguire; una linea capace di migliorare il nostro Piemonte.
Si parla di 116 milioni, ma è già stato detto che di reali nuove risorse ce ne sono a malapena 50, e non avranno efficacia! Non avranno efficacia, per quello che abbiamo detto in questo dibattito e per quello che ho ribadito in quest'intervento, dove ho cercato di farvi capire quanto queste nostre parole rispecchino la realtà.
E non avranno efficacia neanche nei prossimi mesi. E noi saremo lì a ribadire con forza quanto questi soldi siano stati mal investiti e mal impegnati in un bilancio regionale.
Il momento storico straordinario che stiamo vivendo aveva bisogno di azioni storiche straordinarie. Invece, avente usato un'azione normale e scontata.
Guardate che il riposizionamento dei fondi è un'azione scontata che tutti gli Enti locali stanno facendo. Ma in molti Comuni, quando non si faranno nei prossimi mesi degli eventi, sarà normale e naturale che quei fondi siano rimessi sulle emergenze. Sarà normale, naturale e scontato.
Voi, con questo "Riparti Piemonte" e con il "Bonus Piemonte" avete semplicemente fatto cose normali e scontate. La vostra Giunta e la vostra maggioranza sarà ricordata così, come una Giunta e una maggioranza con scelte scontate e normali, che non hanno risposto a emergenze straordinarie con politiche straordinarie.
Capogruppo Preioni, l'intervento non è assolutamente epocale, in nessuna caratteristica! State cercando di recuperare qualcosa nel "Riparti Piemonte", al punto che avete presentato 68 o 69 emendamenti come maggioranza, perché avete capito che questo "Riparti Piemonte" non funzionava. Anche nelle modifiche continua a non funzionare, tant'è che nel "Bonus Piemonte", grazie a tutte le opposizioni, avete rimesso mano al bonus rimettendo dei codici ATECO. Certo, anche questi di secondo livello come qualcuno ha detto, non dando 2.500 ma solo più 1.000 o 1.500 euro perché le opposizioni vi hanno fatto capire che eravate fuori gioco da questo punto di vista. Quindi la terza fase del "bonus Piemonte" è merito delle opposizioni. E alcuni articoli che forse non usciranno dal "Riparti Piemonte" - meno male! - sono stati cancellati (o forse no) grazie all'azione delle minoranze.
Come ha detto qualcuno, tutta la parte sull'urbanistica doveva avere la dignità di una proposta di legge unica, con un confronto, senza essere condizionati dall'emergenza del momento.
Per concludere, mi spiace sentire l'Assessore Marrone dire sui media: "Sinistra e Movimento 5 Stelle vogliono tenere il Piemonte nel pantano".
Questa è la risposta della maggioranza e della Giunta alla totale disponibilità (forse, a questo punto, fin troppa!) che abbiamo avuto nei vostri confronti.
Presidente, chiedo all'Assessore Marrone, visto che interverrà successivamente, poiché parla di pantano, di spiegarci come mai abbiamo permesso che il "Bonus Piemonte" venisse approvato in fretta. Questo vuol dire "pantano"? Che si potesse arrivare all'approvazione del "Riparti Piemonte" in questi giorni, compiendo un gesto importante, cioè togliendo gli emendamenti dalla Commissione - certo, permettendoci di portare la nostra visione con gli emendamenti in Aula - per portare questo provvedimento in Aula oggi? Questo è mettere nel pantano? Presentando non emendamenti di ostruzionismo, ma di merito? Scusate, questo è un modo di portare pantano? Credo proprio che si debba cambiare atteggiamento, perché a forza di darvi possibilità.
Noi abbiamo pensato di poter usare quel gruppo di lavoro sul "Riparti Piemonte" in maniera puntuale e di confronto preciso, perché per noi la discussione in Consiglio regionale e in Commissione non è un orpello formale. Vi abbiamo creduto, perché pensavamo che anche voi foste interessati a una condivisione per migliorare una fase di emergenza per i piemontesi e per dare risposte vere. Ecco, dovete avere pazienza e portare un cambiamento nella nostra linea politica, perché in un anno noi festeggiamo, se possiamo dire così, il primo anno di legislatura. In quest'anno di legislatura avete dimostrato di non avere una linea politica di non avere una visione per il Piemonte per i prossimi anni e di dare risposte molto parziali - molto parziali - e magari anche negative.
Ecco perché il "Riparti Piemonte", com'è stato detto questa mattina, è un'occasione persa dalla Giunta e da parte di questo Consiglio, cioè dalla maggioranza di questo Consiglio regionale. Auspichiamo che i prossimi mesi e i prossimi anni siano diversi nel rapporto e nella condivisione, perch così non state facendo un favore e non state dando un aiuto ai piemontesi ma state cercando, come ha detto il mio capogruppo, di essere molto efficaci comunicativamente, ma poi inefficaci nella realtà.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere breve, anche perché non so se riuscite a sentirlo, ma sotto casa mia, ironia della sorte, c'è proprio un cantiere, quindi direi che siamo proprio in tema perfetto. Mi scuso già in anticipo per non poter fornire il paesaggio bucolico e naturale che di solito ci fornisce il Consigliere Marello, ma ognuno abita in posti diversi, quindi questo è quello che posso offrirvi io, con il sottofondo di oggi.
Tra l'altro, questo è un rumore che si riverserà su tutto il Piemonte, con il provvedimento che stiamo per avallare proprio oggi che, come diceva bene il mio collega, dovrebbe cambiare nome, dovrebbe chiamarsi in "Riparti cemento" e non "Riparti Piemonte", però ci arriverò dopo, perché vorrei fare un passo indietro rispetto al provvedimento.
Inizialmente, eravamo partiti con un'idea differente.
L'idea differente era di presentare un pacchetto unico di misure a sostegno di tutte le attività di tutti i comparti economici colpiti dall'emergenza COVID. Inizialmente, il provvedimento conteneva anche la misura, così tanto pubblicizzata, del "Bonus Piemonte", che poi abbiamo dato la possibilità di scorporare e, quindi, di discutere in separata sede per cercare di accelerare l'iter di approvazione.
Pensavamo che questa disponibilità si potesse tramutare anche in un accoglimento delle varie istanze da noi presentate, perché da subito abbiamo fatto notare che le categorie prese in considerazione non erano tutte. Molti codici ATECO sono stati, come hanno detto tutti i colleghi che mi hanno preceduto, ignorati e molti esclusi anche senza criteri. Non siamo neanche riusciti a capire il perché, quale sia stato il criterio alla base di questo provvedimento. Molte categorie sono già state citate, come diceva prima il collega Sarno, ma ci sono gli agenti di commercio, le varie partite IVA, le attività legate allo sport, quindi non si parla soltanto di comparto commerciale, di artigianato o di turismo. C'è un po' di tutto.
Per citare un'altra delle tante discriminazioni, quando abbiamo parlato di "Bonus Piemonte" si era parlato anche di conferire un bonus alle guide alpine e non si era ben capito che questa figura rientrasse tra le attività sportive. A quel punto, avremmo dovuto fornire il bonus anche alle altre attività sportive, ai professionisti individuali e ai collaboratori; invece proprio lì si è deciso di fare una selezione di questo tipo. Anche su tutti i negozi di vendita al dettaglio avevamo citato tantissime categorie escluse. Non abbiamo capito perché ci fu quel tipo di selezione. Non so se non ve ne eravate accorti, ma quello che sta succedendo in questi giorni sotto tutti i vostri post (perché apro anche le pagine della Regione Piemonte e leggo i commenti dei cittadini) è una vera e propria rivoluzione nei confronti di questo "Bonus Piemonte": tutte le categorie escluse che non hanno ricevuto risposte e che ancora adesso non le ricevono. Si legge di tutto in quei commenti e voi non avete fornito una spiegazione reale.
Avevate promesso un iter burocratizzato, veloce, senza intoppi, ecc. ecc.
come per dire: "Noi non ci mettiamo in competizione con il Governo nazionale". Anche lì ci saranno stati problemi con le varie piattaforme con l'INPS e l'avevate sottolineato: "Ecco, il Governo non è in grado di gestire le piattaforme". Ma poi che cosa è successo? Ironia della sorte proprio come il cantiere sotto casa, vi si è bloccata la piattaforma aperta per presentare le domande del "Bonus Piemonte".
Guardi, non voglio "gufare" su queste questioni, però chi la dice o chi la fa, la aspetti. È brutto, perché non dovrebbero succedere queste cose. Sono successe anche con l'erogazione dei contributi nazionali; ci può stare perché ci sono molte persone e molte attività in difficoltà, per cui molti stanno facendo questo tipo di richieste. Forse non sarebbe stato il caso in passato, di schernire il Governo o l'INPS per non essere riusciti per tempo a mettere a punto la piattaforma per ricevere tutte le domande perché questo è successo anche a voi, come sta succedendo per i vari rallentamenti della cassa integrazione in deroga.
Ognuno ha i suoi problemi, ognuno si deve assumere la propria responsabilità e chiediamo pazienza, la chiediamo tutti, ma forse dovevate essere solo un po' più umili e ammettere che potevano esserci problemi o che, comunque, l'iter non sarebbe stato così sburocratizzato perché, come poi abbiamo saputo, non bastava rispondere semplicemente all'e-mail per richiedere il "Bonus Piemonte", ma ci voleva l'identità digitale. Molti non sono in grado di farlo da soli, hanno dovuto chiedere aiuto ai commercialisti, quindi era più complicato di come l'avete raccontata.
Non voglio più ritornare su quel bonus, lo mettiamo da parte, anche se ritengo che non debba essere messa da parte tutta la questione riguardante le categorie escluse, perché c'è ancora qualcuno di voi che oggi dice: "Cercheremo le risorse, le troveremo, ci saranno altre tranche". Non diamo false speranze - è quello che vi consiglio - se questo non si potrà realizzare.
Come vi abbiamo fatto vedere la volta scorsa, l'elenco degli esclusi è enorme. Forse il ragionamento si doveva fare prima facendo una ripartizione più equa delle risorse, anche in minor misura per ogni attività, però dire "questo è quello che vi possiamo dare, non è tanto, però accontentiamo tutti", piuttosto che dare ad alcuni sì e ad altri no, cosa che invece il Governo non ha fatto, perché ha previsto dei contributi per i tre mesi di chiusura dell'emergenza e dove si poteva fare è stato fatto.
Arriviamo all'oggi, perché ci state proponendo un provvedimento che con l'emergenza ormai ha a che poco a vedere, a parte qualche articolo riguardante alcuni comparti che effettivamente stanno vivendo l'emergenza su cui anche noi abbiamo presentato emendamenti per fare delle proposte anche al tavolo di lavoro.
Definirlo tavolo di lavoro è sorprendente: io ho presentato parecchi emendamenti e ne ho discussi veramente pochi. Sulla questione del turismo per esempio, non ho avuto riscontro, salvo poi presentare l'emendamento e vederlo ripresentato dalla Giunta successivamente agli 80-90 emendamenti dopo, quasi tale e quale. L'Assessore Marrone l'ha detto e fatto: "Noi alcuni emendamenti ovviamente li recepiamo e li facciamo nostri come Giunta". L'ha detto la volta scorsa, ma il tavolo di lavoro l'avete impostato così, ne prendiamo atto.
Per il resto, siamo arrivati al provvedimento che, come dicevamo, non ha molto a che vedere con l'emergenza, salvo che per alcuni comparti. Ho presentato un emendamento sulla questione dei dehor ed è presente ancora adesso un articolo nel "Riparti Piemonte". Ho chiesto di abrogarlo.
Chiunque potrebbe dire: come mai si chiede di abrogare un articolo di questo tipo, quando invece dà la possibilità ai Comuni e alle Province di ampliare i propri spazi? Dobbiamo spiegarlo bene: la Regione in merito non ha fatto niente, perché è intervenuto il Governo nazionale stanziando 127 milioni di euro, dando questa possibilità ai Comuni e alle Province i quali, per conto loro, stanno praticamente facendo tutti gli adempimenti del caso, sapendo che poi saranno ristorati delle perdite e delle mancate entrate dovute alla TOSAP e alla COSAP.
Qui, invece, voglio inserire un articolo assolutamente privo di copertura economica, che non cambierebbe assolutamente nulla all'interno della visione complessiva di questa misura e, quindi, risulta completamente inutile.
Ho dato anche uno sguardo, ma se n'è occupato ampliamente il mio collega Martinetti, che questa mattina ha dato una visione completa di tutto il provvedimento sulle misure sull'urbanistica che avrebbero, forse, dovute essere trattate in un provvedimento a parte, completamente dedicato, e non visto sotto il profilo dell'emergenza, perché emergenza non è.
Ci tengo a dire le cose come stanno perché, Presidente, non ho peli sulla lingua. Precedentemente, ero Consigliera comunale e ho presentato anche una mozione nel Consiglio comunale di cui facevo parte, chiedendo di fermare il consumo di suolo in Piemonte, perché purtroppo emerge dalle relazioni dei vari istituti, di ARPA.
Il consumo di suolo è sempre stato in aumento negli ultimi anni e, in termini non troppo tecnici, anche i campi da calcio vengono "consumati" (tra virgolette) ogni anno nella nostra regione e continuano tutt'oggi a essere consumati. Pertanto, non c'è alcuna rottura nei confronti del passato e anche in passato sicuramente non sono stati fatti tanti passi in avanti.
Ritengo che un'attenzione maggiore l'abbiano voluta dare, con il segnale che ci hanno mandato in queste settimane, i cittadini e le cittadine piemontesi: la volontà di tornare nelle zone naturali della nostra regione di sfruttare tutto quello che è verde, tutto quello che è natura e tutto quello che è paesaggio; il ritorno nei nostri parchi naturali.
Noi dovremmo fare una riflessione seria e costruttiva sul tema del turismo sostenibile, dell'ecoturismo, della fruizione degli spazi comuni naturali del fruire della bellezza e della biodiversità del Piemonte, che è unica.
Avremmo dovuto parlare di quello e sicuramente non di come potenziare o aumentare il consumo di suolo vergine o, comunque, dare una visione diversa da quella che viene data in questo momento.
I cittadini ci hanno mandato il messaggio di voler "trascorrere" (tra virgolette) i momenti di relax, i momenti di sport, a contatto con la natura, e noi cosa facciamo con questo provvedimento? Diciamo che attenzione, noi invece andiamo nella direzione opposta, perché vogliamo consentire alle ditte di ripartire, ma non in quell'ottica, bensì con il cemento, togliendo per esempio i pareri vincolanti della Commissione tecnico-urbanistica, che richiedeva iter più lunghi. Noi vogliamo accorciarli, come per dire: "Facciamo in fretta e furia, perché vogliamo costruire nuovamente".
Non può accadere in questo momento; davvero l'emergenza non ci ha insegnato nulla, davvero non ci fa cogliere i messaggi che i cittadini ci stanno mandando.
Ritengo che la nostra missione sia di capire come gestire, per esempio, i mesi che verranno, che sono quelli del turismo, del rilancio di tutto il comparto turistico piemontese; rivederlo nell'ottica di fruibilità dei nostri spazi naturali e verdi (lo diceva anche la Consigliera Frediani, nel suo intervento). Sicuramente, questa è la direzione sbagliata; non sono l'unica a dirvelo, a quanto pare tutta la minoranza si è mossa. Nonostante tutto, voi andate dritti per la vostra strada.
Inizialmente non volevo nemmeno intervenire; in verità, devo dire di essere stata stimolata solamente dall'intervento del Consigliere Preioni, quando sosteneva che il Governo ha messo in atto misure insufficienti e non ha dato abbastanza fondi. Io, a questo punto, direi "Specchio riflesso", e la chiudo qua.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco per una replica, ma non esiste una replica a un intervento. La Giunta replica agli interventi: o è per fatto personale o sull'ordine dei lavori. Il Regolamento è preciso.
Interviene sul fatto personale: le chiedo di citarmi precisamente il fatto personale, grazie.
La parola al Consigliere Sacco per fatto personale, a suo titolo.



SACCO Sean

Grazie, Presidente, per avermi dato la possibilità di replicare a tutta una serie di accuse che posso solamente definire vergognose.
Il Consigliere Preioni ha detto che noi siamo contro il lavoro e siamo per l'assistenzialismo, parlando chiaramente di una misura importante come il reddito di cittadinanza, che ha dato dignità a milioni d'italiani che sono stati dimenticati anche dai Governi del centrodestra, con la Lega al comando.
Voglio ricordare al Consigliere Preioni che, quando si dice "assistenzialismo", con questo termine in senso dispregiativo.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Sacco, ma l'articolo 68 del Regolamento prescrive che, sulla sussistenza del fatto personale, se è citato un Consigliere regionale è un conto; se è un fatto politico, non c'è fatto personale. È il Regolamento, non l'ho scritto io.
Non è un fatto personale.



SACCO Sean

Allora intervengo più avanti.



PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono altri interventi in discussione generale. Mi sembrava che ci fosse la volontà dell'Assessore Marrone di replicare.
Chiudo la discussione generale e do la parola all'Assessore Marrone per la replica.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Sì, confermo. Grazie, Presidente.
Ho ascoltato, insieme agli altri colleghi, con grande attenzione tutti gli interventi dei Consiglieri che si sono succeduti, sia di maggioranza sia di opposizione.
Abbiamo preso nota di tutte le osservazioni, da quelle più pragmatiche e fondate a quelle più strumentali, polemiche e anche un po' pittoresche. Ce ne sono state di un tipo e anche dell'altro.
Devo dire che tutte le considerazioni, anche quelle che - per carità abbiamo assunto con attenzione, non scalfiscono neanche di un millimetro il legittimo orgoglio di questa Giunta e questa maggioranza - e ringrazio per questo i Capigruppo e i colleghi che sono intervenuti come relatori e anche come partecipanti al dibattito - di aver costruito questo disegno di legge.
Costruito faticosamente, perché l'unica critica, che io invece vedo come un vanto, che mi sento di recepire dall'opposizione, è che sia davvero un testo articolato, che tocca diversi temi, diverse competenze d'intervento legislativo, anche diversi comparti economici coinvolti dalla portata delle misure che andiamo ad approvare.
Ritengo che questo sia un orgoglio, proprio perché denota la consapevolezza con cui noi abbiamo affrontato quest'emergenza; la consapevolezza che ci troviamo di fronte a un numero infinito d'imprese, di aziende, di comuni cittadini che si ritrovano assolutamente abbandonati in quest'emergenza e che hanno trovato nella Regione Piemonte e nei testi di legge, che in parte abbiamo già approvato e che andremo ad approvare presto, un punto di riferimento.
Questo è un orgoglio forte. Quando sento ironizzare sul fatto se sia un bazooka o piuttosto una pistola ad acqua, voglio ricordare che, in questo periodo di grande disorientamento e di rischio di disperazione, decine di migliaia d'imprese piemontesi hanno avuto la rassicurazione di ricevere, in tempi brevi e senza una trafila infinita di carte bollate, ma con un semplice link dopo aver ricevuto una posta elettronica certificata, un contributo a fondo perduto vero, reale, immediato, per fronteggiare le difficoltà del blocco da COVID.
Questa è un'avanguardia di cui, come Regione Piemonte, dobbiamo essere tutti orgogliosi, sia chi ci ha creduto di più sia chi, pur credendovi di meno e non lesinando critiche, ha dato il proprio contributo di partecipazione.
Poiché tanti hanno trattato il tema del "Bonus Piemonte", che pure abbiamo già legiferato in Commissione legislativa, mi sento di ricordare che è una misura che sta dando respiro secondo un criterio ben definito, che ha visto sì - allargare la platea dei beneficiari rispetto agli sforzi dell'Assessore al bilancio e di tutta la Giunta nel reperimento graduale e progressivo di risorse necessarie, ma che ha seguito e continua a seguire il criterio di aiutare le imprese, in particolare quelle che hanno avuto la serranda chiusa a causa del blocco, quindi in seguito a ordinanze statali e non per libera scelta, a tutela della salute di tutti, di poter rimettersi nelle condizioni di riaprire, di far ripartire l'economia.
Quando noi diciamo "Riparti Piemonte", non è propaganda o semplice comunicazione: sono misure concrete per evitare che l'economia piemontese in tutte le sue sfaccettature, rimanga - sì, lo ribadisco - nel pantano perché è un rischio davvero reale, ed è un rischio che noi stiamo andando a scongiurare. Di questo, siamo assolutamente fieri.
In merito al "Bonus Piemonte", confermo, come Assessore che ha partecipato senza mai saltarne una, a tutte le riunioni di Commissione e del gruppo di lavoro di queste settimane, che la Giunta è ancora in cerca di nuove risorse per riuscire ad ampliare il novero dei destinatari, però mantenendo sempre il principio che chi ha sostenuto spese fisse e chi non era nelle condizioni di portare avanti la propria attività, avrà la possibilità di avere un sostegno concreto, reale e immediato per ricominciare la loro attività e creare quella dinamica virtuosa che è l'unica che, davvero, pu far ripartire l'economia, al di là di tutti i ragionamenti, assolutamente apprezzabili, ma - consentitemi - un po' astratti che sentiamo. È la liquidità reale e non il fatto di essere messi davanti alla porta di un istituto di credito a farsi il segno della croce ed entrare per sentire quel che gli viene detto che segna la differenza da un piglio assolutamente pragmatico, ma consapevole della gravità di questo momento.
Sicuramente, il bonus non esaurisce la portata di tutto il piano economico di ripartenza; ricordo che il bonus, fino ad oggi, ha cubato 116 milioni di euro. Il piano complessivo invece ne vale più di 800 milioni e alcune misure di questo disegno di legge, che avete potuto vedere, approfondire e anche criticare, vanno a intervenire, anche qui, con dei contributi una tantum e quindi assolutamente apprezzati dalle categorie coinvolte in altri settori strategici che non erano direttamente beneficiari del bonus, che però abbiamo ritenuto, con misure ad hoc, di sostenere: parliamo del mondo dello sport, parliamo del mondo del turismo, parliamo del mondo della cultura con il suo indotto, parliamo del mondo dei servizi per l'infanzia.
Tutte realtà - lo voglio dire senza polemica - che in piazza Castello le abbiamo viste manifestare in questi giorni, però posso testimoniare che non erano mai contestazioni contro, ma erano richieste d'aiuto, era il manifestare l'esigenza di essere messi nelle condizioni di lavorare sostanzialmente, era il protendere una mano verso un'Istituzione alla quale si chiede una risposta.
Posso dire, con orgoglio, che in questi giorni la Giunta ha accolto tutte le categorie che sono venute a manifestare la loro legittima preoccupazione, fornendo risposte concrete confrontandosi, condividendo le soluzioni. Mi permetto di dire che non ho mai sentito un tono di contestazione diretta, che ho sentito più volte, invece, indirizzare dall'altro lato di piazza Castello nei confronti della Prefettura ovviamente, non nei confronti del Prefetto, ma nei confronti del Governo che la Prefettura rappresenta a livello territoriale. Quando sento dire che il nostro disegno di legge non è un bazooka, ma una pistola ad acqua, mi sento di dire che nella panoramica generale dei sostegni economici di tutte le Istituzioni che la singola partita IVA può aver ricevuto, il nostro apporto è la bomba H, e non un bazooka se paragonato, invece, ai reboanti decreti di rilancio che, se confrontate alle nostre strategie regionali non hanno apportato assolutamente nessuna novità.
In questo momento, se fossimo il C.d.A. di una banca o il board di un istituto di credito allora, forse, potremmo stappare una bottiglia di Dom Pérignon. Invece, ci troviamo a governare una Regione (chi dalla Giunta e chi dal Consiglio, nelle varie posizioni di maggioranza e opposizione) e possiamo dire che dal Governo nazionale non abbiamo potuto riscontrato risorse per mettere in campo nuove strategie di sostegno all'economia reale con delle leve di finanziamento statali. Questa è una delle ragioni per cui, da un punto di vista delle risorse - lo dico anche al Presidente Chiamparino, che ha mosso osservazioni acute, però mi sento di ribattere ricordo che le risorse si reperiscono con nuove entrate, aumentando le tasse e non è la nostra linea, le si reperiscono con entrate che arrivano da altri enti, come lo Stato, e non è questo il caso, oppure, infine, si stampa moneta, e non è neanche questo il caso delle Regioni e della Regione Piemonte. Pertanto, si può soltanto rimodulare quello che ci troviamo a disposizione e questa Giunta e questa maggioranza questo lo hanno fatto e l'hanno fatto come azione politica, con un confronto che è reale.
Sinceramente, sono dispiaciuto e amareggiato per le critiche delle minoranze, che hanno liquidato queste settimane di confronto serrato come una sorta di operazione di facciata, portata avanti dalla Giunta o dalla maggioranza, perché non è così. Come avete ricordato, talvolta come critica, il testo del disegno di legge che approda in Aula è profondamente trasformato rispetto a quello licenziato dalla Giunta, che ha recepito tante osservazioni provenienti sia dalle minoranze sia dalla maggioranza che ha tenuto conto di tante osservazioni provenienti dal CAL, dalle Autonomie Locali, dai Comuni e dalle associazioni che li raggruppano, dalle varie categorie rappresentative del mondo imprenditoriale e anche dal mondo del lavoro. Si tratta di una risposta che vive di confronto con la realtà quotidiana e con i soggetti protagonisti che la vivono; sicuramente, non una torre d'avorio alla quale sono state abituate in passato le categorie produttive.
Ed è questo il motivo per cui andiamo orgogliosi anche di tutte le misure e lo dico per una completezza d'informazione, che non sono contenute nel disegno di legge, perché non abbisognano di una rimodulazione, ma che rimangono parte viva delle leve d'investimento strategico sulla ripartenza economica. Mi riferisco, per esempio, com'è stato confermato nel confronto con Confindustria, alle strategie di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese, attraverso i progetti integrati di filiera, all'alta formazione professionalizzante, alle politiche attive del lavoro, alle Agende digitali: tutte misure che cubano centinaia di milioni di euro, che rimangono assolutamente in campo e che sono, anzi, di prossima attivazione.
Mi sento di fare un passaggio ancora importante sul tema delle misure di semplificazione su cui abbiamo ascoltato pareri assolutamente ingenerosi.
Mi spiace che alcuni esponenti delle minoranze si siano offesi per dei giudizi politici che non riguardavano assolutamente le dinamiche d'Aula (sulle quali non ho problemi a confermare e a ribadire il ringraziamento per il senso di responsabilità con cui si è garantito un iter comunque veloce, non ostruzionistico all'approfondimento e, parlando del disegno di legge n. 97, anche all'approvazione dei testi), però mi riferisco al merito politico delle proposte. Questa è una critica politica che, sinceramente continuo a fare mia, perché bisogna approfittare di un momento emergenziale come questo per osare riguardo alla sburocratizzazione e, quindi, non limitarsi, com'è stato fatto in momenti non emergenziali, a delegificare norme obsolete, bensì colpire quelle che sono le attese assolutamente ancora in vigore che la parte viva e dinamica della nostra economia soffrono come zavorra, perché la penalizza pesantemente rispetto ad altri contesti territoriali, regionali italiane o anche competitor europei e internazionali. Pertanto, come dicevo, se non ne approfittiamo in questo momento, se non dimostriamo coesione e coraggio in questo momento su queste politiche, temo che ci ritroveremo a rispondere a quel mondo produttivo che le risposte le aspetta, che il coraggio è mancato e che sarebbe troppo tardi trovare questo coraggio necessario.
Ditemi voi qual è il vulnus rispetto alle legittime, giuste e condivisibili istanze di legalità nell'andare a ridurre i termini di attesa rispetto al recepimento di pareri, nell'andare a tagliare passaggi superflui da una Commissione all'altra per ottenere i responsi sulle richieste in ambito urbanistico, nel creare maggiore elasticità sul tema delle varianti e delle destinazioni d'uso, insomma - in una parola, anzi in tre - a "bloccare i cantieri", perché questa è la finalità di tutte le norme che noi inseriamo in questo disegno di legge, proprio per dare risposte anche all'emergenza economica che stiamo vivendo. È un'esigenza che tutti i comparti economici assolutamente condividono, perché si sa bene che l'edilizia è la locomotiva del treno della ripartenza economica e non si può pensare di continuare nell'opporre attese di settimane e di mesi rispetto a progetti di sviluppo che, fino a oggi, hanno avuto la triste sorte di languire nell'attività burocratica e che, al momento, potrebbero costituire, invece, il volano di una ripresa economica.
È con senso di responsabilità, ma lo voglio dire ancora una volta, con grande orgoglio che rivendichiamo tutte le norme che inseriamo. Mi sento di aggiungere anche che paradossalmente alcune di queste, mentre noi le approfondivamo nelle Commissioni e nei gruppi di lavoro, alcune anche aspramente criticate, sono state poi riprese proprio da quel Governo che è espressione delle forze politiche di centrosinistra e del Movimento 5 Stelle che sono opposizione in Consiglio regionale.
Devo citare la norma sui dehor, dapprima criticata dal Comune di Torino e dalla Città metropolitana e che, poi, abbiamo visto inserita quasi testualmente in una delibera della Giunta comunale di Torino. È questo il motivo per cui andrà a essere alleggerita con un emendamento di maggioranza, nel disegno di legge. Sostanzialmente è già stata adottata tout-court dal Governo nazionale, con DPCM appreso da voi come da noi, come spesso capita, in contemporanea dalle dirette social del premier quando le annuncia.
Così come vorrei citare un'altra norma ampiamente criticata, quella del DURC che, sostanzialmente, in termini di proroga di validità dei documenti già adottati e già precedentemente validi, s'inserisce su una norma nazionale, contenuta in un decreto che inizialmente la prorogava fino a giugno. Vorrei ricordare a tutti i Consiglieri che in questo momento, prima dell'approvazione della norma regionale, già opera questa misura rispetto a un'indicazione dello Stato centrale e del Governo Conte. È stata poi spinta, addirittura, fino a ottobre, con la proroga dei 90 giorni, poi c'è stato un passo indietro, ritornando a giugno e creando un caos di applicazione su cui lo stessa INPS è assolutamente messo in difficoltà.
Sinceramente, mi sento di poter pronosticare che potremmo avere sorprese anche nel percorso parlamentare di conversione in legge dell'ultimo decreto e, magari, vederla prorogata fino a ottobre o chissà in quale altro momento.
Perdonatemi, sinceramente respingo le critiche, in particolare quelle che sono state più polemiche, contro l'azione di semplificazione che abbiamo adottato in questo testo, proprio perché le riteniamo fondamentali e vediamo che lo stesso Governo centrale, in certi casi, le ha fatte sue. Non capiamo questo doppio binario di critica territoriale e di adozione nazionale da parte delle stesse forze politiche.
Così come anche cito la semplificazione sulle attese delle tempistiche di rilascio della documentazione antimafia, su cui l'attenzione della nostra Giunta era massima e su cui stava partendo - l'avevo annunciato in Commissione legalità - anche un emendamento rafforzativo in senso di difesa e vigilanza rispetto al rischio d'infiltrazione mafiosa. In seguito, è stato sostanzialmente superato e quindi, inevitabilmente, abrogato per il recepimento di una norma nazionale che adotta le stesse misure di semplificazione e rilascio con clausola risolutiva, così com'era nel testo originario del disegno di legge.
Francamente, invito gli amici dell'opposizione a non esagerare con la polemica -ovviamente, è un invito assolutamente personale e politico ciascuno può fare quello che preferisce - rispetto alle altre misure di semplificazione. Non vorrei che i singoli Consiglieri o i Presidenti di Gruppi le ritrovassero nuovamente riprese magari nel futuro decreto di semplificazione annunciato dal premier Conte.
Concludo anche con un passaggio cui tengo rispetto all'attenzione, anche al sociale, dimostrata da questo disegno di legge che, nella rubrica rivendica la priorità sulla ripartenza economica.
Noi abbiamo una mentalità non assistenzialistica, ma produttivistica.
Tuttavia, non sono stati dimenticati neanche tutti quei cittadini che rischiano di aver visto cessare il proprio reddito per una cessazione della prestazione lavorativa, quindi per aver perso il lavoro o per aver visto ridotta la propria prestazione, senza aver avuto accesso ad alcun tipo di ammortizzatore sociale. Il sostegno c'è, sono otto milioni, non è una cifra bassa ma, verosimilmente, verrà innalzata fino a dieci con emendamenti nel corso dell'approfondimento di questo testo normativo in Aula. Riteniamo che ci sia l'attenzione anche al sociale, che ci sia la massima consapevolezza della grande difficoltà che è nel nostro territorio e che le risposte siano all'altezza dei problemi.
Questo lo è anche grazie - concludo ribadendolo con orgoglio - al confronto che c'è stato, ne siate soddisfatti o no, con tutte le forze consiliari ma anche, e soprattutto, con tutte quelle associazioni rappresentative del mondo del commercio, dell'industria e dell'artigianato che hanno portato le loro istanze e che sono state spesso e volentieri ascoltate e soddisfatte.
Credo che questa sia una mentalità comunitaria della gestione politica di questo territorio che si può riconoscere e apprezzare nel testo del disegno di legge che andremo a votare.
Credo che, pur comprendendo la polemica legittima delle forze di minoranza rispetto e comprendo il loro ruolo - l'invito personale che rivolgo è che dovrebbe prevalere l'orgoglio per aver condiviso e per poter condividere una misura che, invece, dà tante risposte e che ambisce a non esaurirle. Lo vede come un percorso che è iniziato con il disegno di legge n. 97, che continua con le misure di ripartenza e che non vogliamo assolutamente vedere esaurite in questo dibattito d'Aula, ma condividere invece tutti insieme, perché so che tutti insieme abbiamo a cuore il presente e il futuro del nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marrone.
Chiederei cinque minuti di sospensione per riepilogare gli emendamenti fin qui presentati, in modo tale da iniziare in modo corretto e fluido la discussione sull'articolato con gli emendamenti stessi. La tabella degli emendamenti vi è stata mandata via e-mail.
La seduta riprenderà alle ore 18.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.53, riprende alle ore 18.09)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Vi ricordo che la tabella riepilogativa è online.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).



NICCO Davide

Presidente, ho scritto in chat che sono favorevole, perché ho votato, ma lei non ha sentito.



PRESIDENTE

Sì, va bene, c'erano problemi di connessione.
ARTICOLO 2 Sull'articolo 2 non vi sono né emendamenti né richieste d'intervento.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 3 Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Solo per segnalare che un collega della Lega ha la mascherina con il simbolo del partito in evidenza.
Chiediamo a lei, Presidente, se questo rientra nelle possibilità del Regolamento, perché se è sì, ci comportiamo di conseguenza anche noi.
Diversamente, chiederei se possiamo indossare mascherine che non richiamino in maniera diretta i simboli di partito, visto che siamo in Aula e in streaming.
Grazie.



PRESIDENTE

Non ho visto quale sia il Consigliere. Se è il Consigliere Fava, è una mascherina con il simbolo del Piemonte. Consigliere Fava, se accende il video, la posso vedere.
Consigliere Rossi, quello è il drappo del Piemonte, è la bandiera della nostra Regione.



ROSSI Domenico

Io non ho fatto riferimento a un Consigliere in particolare, Presidente quindi se è così, va benissimo.



PRESIDENTE

In realtà, non l'ho visto. Altre volte ci sono stati Consiglieri con vari simboli. Non dico che sia concesso, ma questa da remoto è una situazione particolare e non possiamo tenere a rigore la disposizione di non avere simboli di partito, tenendo conto che alcuni Consiglieri nel bavero della propria giacca utilizzano il simbolo del proprio partito. Però invito tutti nelle modalità in streaming e da remoto di evitare di esporre simboli di partito, come si dovrebbe evitare anche di esporre cartelloni, e di astenersi dallo scrivere in chat cose che non sono inerenti all'attività del buon funzionamento del Consiglio. Cerchiamo di venirci in aiuto a vicenda e cerchiamo anche di capire la situazione odierna, che spero prima o poi finisca.
Posso assicurarvi che tenere dieci ore la mascherina non è una cosa semplice e non so come abbia fatto il professor Salizzoni a tenerla per lavoro tutti questi anni. O una persona è tagliata per farlo oppure si deve abituare. Io non ero abituato e posso assicurarvi che non sono ipocondriaco, non ho paura di tante cose, però sicuramente non è facile tenere la mascherina e tenere le distanze quando si sta cercando di lavorare con altre persone vicino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Semplicemente chiedo di valutare la sospensione della seduta di oggi in questo momento e riprendere domani mattina con l'esame dei prossimi articoli, sui quali vi sono degli emendamenti.



PRESIDENTE

Se i Presidenti dei Gruppi mi danno un cenno in riferimento alla richiesta del Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Potremmo anche pensare di arrivare fino alle ore 19. Questa è una proposta di mediazione, a meno che ci siano delle altre questioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Per quanto ci riguarda, siamo favorevoli ad accogliere la proposta del Consigliere Grimaldi di sospendere adesso e riprendere domani mattina con l'esame degli articoli che contengono emendamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Presidente, anche per me, se vuole accogliere la proposta del collega Grimaldi va bene, in modo da iniziare domani con tutti gli emendamenti.



PRESIDENTE

Non credo che si debba arrivare al voto dell'Aula, però vorrei capire se s'intende arrivare almeno fino alle ore 19 - peraltro, abbiamo ancora mezz'ora davanti - o se si preferisce sospendere ora la discussione sul disegno di legge n. 95, per riprenderla domani mattina.
Attendo un vostro cenno. In caso contrario, proseguiamo i nostri lavori.
Prego, Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Presidente, mi sembra che tutti i Presidenti che si sono espressi in chat e a voce, salvo il collega Preioni, siano orientati a interrompere adesso i lavori, se non erro.



PRESIDENTE

Sì, però vorrei capire un attimo le modalità.
Presidente Preioni, Presidente Ruzzola e Presidente Bongioanni, desiderate esprimervi come Capigruppo? Perché le richieste di sospensione o si votano o si concordano.



PREIONI Alberto

Propongo di sospendere la seduta per cinque minuti, per confrontarci un attimo come maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, così ne approfittiamo per mettere ulteriormente a posto gli articoli e gli emendamenti. Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.24, riprende alle ore 18.34)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Scusate il ritardo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Noi ci siamo confrontati e anche per i Gruppi di maggioranza va bene la sospensione anticipata dei lavori.



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire? In caso contrario possiamo sospendere la seduta.
La seduta è dunque conclusa. Domani riprenderà alle ore 10. Auguro a tutti una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.36)



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