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Dettaglio seduta n.72 del 25/05/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.40 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 216 presentata da Valle, inerente a "Situazione regionale misure rivolte a non autosufficienti"

Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 218 presentata da Valle, inerente a "Spesa e servizi in materia di non autosufficienza"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame delle interrogazioni a risposta indifferibile e urgente n. 216 e n. 218.
Ricordo che per le interrogazioni indifferibili e urgenti è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante di due minuti e, per la risposta dell'Assessore, tre minuti. Non è prevista la replica.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
La prima considerazione, Presidente, è che le interrogazioni n. 216 e n.
218 sono identiche - penso di aver fatto pasticci nel caricarle. È chiaro che, rispondendo all'interrogazione n. 216, si risponde anche a quella successiva.
L'interrogazione n. 216 è volta, in realtà, ad acquisire dati molto specifici su situazioni di disabilità. In particolare, l'interesse di quest'interrogazione è di ottenere dati riguardanti la spesa effettuata dalle Aziende Sanitarie Locali negli ultimi tre anni e suddivisa per azienda, rispetto alle rette di degenza in CAVS e case di cura, la quota a carico del Servizio Sanitario Nazionale delle rette di ricovero in RSA e la quota a carico del Servizio Sanitario Nazionale (ove attivata) per gli interventi socio-sanitari di tutela al domicilio.
L'obiettivo - l'interesse, come abbiamo già avuto modo di discutere altre volte - è dimostrare, e penso che questi dati ci conforteranno, la maggior convenienza per il sistema nel ricorrere alle cure di carattere domiciliare, quindi, in particolare, dal mio punto di vista, sollecitare le norme di attuazione della legge che ancora non abbiamo approvato sulla non autosufficienza. Colpa, che è tempo di superare, condivisa da tutte le ultime consiliature. Ragion per cui penso che proprio l'emergenza che stiamo vivendo ci spinga a provvedere.
Altri dati richiesti sono il numero delle persone valutate dalle UVG come non autosufficienti; i tempi medi di attesa per ottenere una valutazione in UVG; il numero delle persone, suddivise tra anziani e disabili che erano ancora in lista d'attesa per un posto in RSA con quota a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Se è possibile, ovviamente, chiederei di avere anche un promemoria scritto della risposta all'interrogazione proprio per la grande mole di dati richiesti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caucino per la risposta.



CAUCINO Chiara, Assessore al sociale

Ringrazio il Consigliere Valle per l'opportunità di fornire una serie di elementi di risposta alle interrogazioni n. 216 e n. 218, perché sono elementi interessanti che ho avuto modo di approfondire personalmente.
Tuttavia, rivolgendomi al Consigliere Valle, poiché si tratta di elementi di risposta rispetto a nove quesiti e il plico per la risposta è composto di oltre 50 pagine, se ne chiede la semplice acquisizione o se devo leggere tutte le 50 pagine. Questo dipende dal Consigliere Valle. Io sarei per l'acquisizione, magari illustrando le risposte a un paio di quesiti iniziali.
Evidentemente si tratta di una mole di dati, come il Consigliere ben pu immaginare, davvero corposa, tra l'altro composta di grafici e schede che ovviamente, devono essere poi direttamente analizzati dal Consigliere.



VALLE Daniele

Assolutamente sì, Assessora.



CAUCINO Chiara, Assessore al sociale

Grazie, Consigliere.
Abbiamo detto che andremo a porre in essere una serie di elementi di risposta per entrambe le interrogazioni, quindi la n. 2016 e la n. 218.
Il primo quesito che viene posto riguarda la spesa effettuata dalle Aziende Sanitarie Locali piemontesi, suddivisa per azienda, negli anni 2017-2018 2019, e articolata per rette di degenza in CAVS e case di cura. Nello specifico, per le rette di degenza in CAVS con DGR 6-5519 del 14 marzo, che riguardano la programmazione sanitaria regionale "Interventi di revisione della rete ospedaliera piemontese", in applicazione della DGR n. 167-14087 del 3 aprile 2012, sono state stabilite le tariffe giornaliere. Nello specifico: 130 euro per pazienti con alta complessità clinico-assistenziale e 120 euro per pazienti con moderata o lieve complessità clinico assistenziale.
Per quanto riguarda la spesa regionale complessiva per posti letto in CAVS è stata, per l'anno 2017, pari a 30 milioni e 866; per il 2018 pari a 32 milioni; per il 2019 pari a 34 milioni e 876.
Abbiamo tutta una serie di elenchi e di schede che darei per acquisite.
Abbiamo la specifica delle rette di degenza in case di cura riguardanti il primo quesito. Le rette di degenza a totale carico del Sistema Sanitario Regionale per ricoveri in regime di riabilitazione e lungodegenza sono le seguenti: in lungodegenza, si sta parlando di 154 euro, per la lungodegenza psichiatrica di 150 euro, per la riabilitazione psichiatrica di 189 euro e per la riabilitazione di secondo livello di 202 euro.
Abbiamo tutta una serie di dati che riguardano anche i tetti di spesa regionale complessivi per case di cura e per le prestazioni in acuzie che sono stati, per l'anno 2017, pari a 213 milioni. E poi tutta una serie di altri dati.
Il secondo quesito riguarda, invece, la quota a carico del Sistema Sanitario Nazionale delle rette di ricovero in RSA. Anche qui abbiamo numerose tabelle riassuntive. Nello specifico, abbiamo individuato anche la spesa del Sistema Sanitario Regionale, con partecipazione alle rette di ricovero in RSA e poi via dicendo. Abbiamo dato puntuale risposta al terzo quarto, quinto, sesto, ottavo e nono quesito, andando, ovviamente, anche ad acquisire i dati presso l'Assessorato alla sanità.
Sono dati che è veramente necessario considerare nello specifico attraverso le tabelle che ho modo di fare acquisire al Consigliere Valle cui, se è d'accordo, invierei tutto il plico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Passiamo all'interrogazione successiva.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 245 presentata da Valle, inerente a "Stanziamenti regionali Fondazione Teatro Regio di Torino 2019-2020"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 245.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Secondo l'ultima DGR di maggio 2019 su Fondazione Teatro Regione, tra le partecipate del Comune di Torino della Regione Piemonte, la Regione stanziava 2.400.000 euro, di cui 1.032.000 euro come quota in acconto sul bilancio 2019 e 1.368.000 euro come quota a saldo sul bilancio 2020.
Sappiamo da dichiarazioni giornalistiche, ma anche per averne parlato in Commissione, che la Regione avrebbe provveduto, immediatamente dopo l'approvazione del bilancio a marzo, a erogare i saldi relativi al 2019 che, notoriamente, insistono sul bilancio 2020.
È anche un fatto che da fonti sindacali apprendiamo che, adducendo il motivo dei ritardi degli stanziamenti regionali, la Fondazione voglia ricorrere al fondo d'integrazione salariale, cioè all'equivalente della cassa integrazione per parte delle sue maestranze.
Per questo era interessante sapere se gli stanziamenti stabiliti dalla DGR del 16 maggio 2019 siano stati effettivamente erogati alla Fondazione del Teatro Regio per il 2019 e per il 2020. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
Ha ora la parola l'Assessore Poggio per tre minuti per la risposta.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente, e ringrazio anche il Consigliere Valle per l'interrogazione.
La Regione Piemonte, con la deliberazione della Giunta regionale del 16 maggio 2019, ha stabilito l'entità del proprio stanziamento, com'è stato indicato dallo stesso Consigliere, a favore della Fondazione Teatro Regio di Torino nel quadro della l.r. n. 11/2018, che riguarda l'intervento che va a sostenere le attività degli Enti partecipati dalla Regione che operano nel settore dei beni e delle attività culturali.
Secondo quanto stabilito dalla DGR prima indicata, quella del 16 maggio 2019, convengo che sono stati stanziati a favore della Fondazione Teatro Regio di Torino 2.400.000 euro, di cui 1.032.000 euro come quota in acconto sul bilancio 2019 e 1.368.000 euro come quota saldo sul bilancio 2020.
Secondo quanto stabilito dalla deliberazione stessa, si è provveduto, con determinazione dirigenziale n. 356 del 7 maggio 2019, ad approvare lo schema di convenzione a sostegno del Progetto di attività artistica per l'anno 2019, provvedendo a impegnare contestualmente gli importi sopra citati. La convenzione è stata sottoscritta dalle parti e riporta il repertorio n. 412 dell'11 novembre 2019.
Le modalità di liquidazione, tanto per essere chiari, prevedono che la quota in acconto sia liquidata ad avvenuta sottoscrizione della convenzione e che la quota a saldo sia liquidata ad avvenuta presentazione della rendicontazione dell'attività in convenzione e del bilancio consuntivo dell'anno 2019 da parte della Fondazione. Per quanto riguarda quest'ultima quota, la Fondazione Teatro Regio di Torino non ha ancora presentato quanto previsto, non avendo ancora proceduto, in particolare, all'approvazione del bilancio consuntivo 2019 dell'Ente.
Per quanto concerne la quota in acconto, la stessa Fondazione si era avvalsa e si è avvalsa della possibilità di cedere il proprio credito nei confronti della Regione Piemonte a una società di factoring, con la modalità di garanzia pro-soluto, cui hanno fatto ricorso negli ultimi anni numerosi enti culturali partecipati dalla Regione. L'atto di cessione è stato oggetto di rogito notarile in data 26 febbraio 2020. La comunicazione di cessione del credito è pervenuta agli Uffici regionali un giorno dopo cioè in data 27 febbraio 2020. Pertanto, il competente Settore ha provveduto, con determinazione n. 42 del 5 marzo 2020, a prendere atto e accettare la cessione del credito a favore della società di factoring



MBFACTA S.p.A. Tale determinazione è stata trasmessa alla Ragioneria

centrale.
Essendo in corso, da parte della Direzione Risorse Finanziarie Settore Ragioneria, la ricognizione dei residui 2019, ad avvenuta conclusione di tale procedura il Settore competente provvederà a emettere l'atto di liquidazione a favore della Fondazione Teatro Regio di Torino, con beneficiario amministrativo MBFACTA S.p.A.
Per la conclusione del procedimento è necessario, come da prassi, che la Fondazione Teatro Regio di Torino presenti istanza di rilascio della certificazione del credito al Settore Ragioneria, che provvederà a certificare la sussistenza dello stesso e l'assenza d'impedimenti.
Si ricorda che a fine 2018 la Giunta Regionale ha approvato, a favore della Fondazione Teatro Regio di Torino, con DGR del 20 dicembre 2018 l'assegnazione di un contributo straordinario di euro 1.000.000,00 per spese d'investimento, cui ha fatto seguito la determinazione dirigenziale n. 746 del 27 dicembre 2018 e la cui documentazione a rendiconto (lo sottolineo) è pervenuta nella sua forma definitiva solo in data 20 maggio 2020.
Gli Uffici stanno ora procedendo al controllo e provvederanno di conseguenza all'emissione dell'atto di liquidazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per la risposta.



VALLE Daniele

Presidente, posso avere la nota scritta anche di questa?



PRESIDENTE

Sì, ormai è consuetudine che gli Assessori, dopo aver fornito la risposta orale, mandino la risposta scritta all'interrogante.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente. Manderò sicuramente la risposta scritta.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.57 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.05)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
La seduta è aperta.
Come stabilito in sede di Conferenza delle Presidenze dei Gruppi consiliari, la seduta si svolgerà mediante collegamento in videoconferenza.
Per la gestione delle sedute si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 55 del 19 marzo u.s. e sue integrazioni, secondo quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
Ricordo a tutti i presenti alcune note tecniche, per la migliore gestione della seduta. Per confermare la propria presenza occorre tenere la telecamera attiva, utilizzando gli appositi pulsanti rosso (disattivo) e nero (attivo).
Il pulsante del microfono va attivato solo quando si ottiene la parola diversamente, il microfono va tenuto spento.
Per chiedere la parola occorre prenotarsi per mezzo della chat.
La seduta è trasmessa in streaming, pertanto tutto ciò che è inquadrato dalle telecamere personali è visibile online. Prego, inoltre, di silenziare i cellulari.
Comunico che procederò all'appello nominale, sia ai fini della conferma dalla presenza, sia ai fini della votazione, chiamando prima i Gruppi di maggioranza e poi i Gruppi di minoranza. Sia la presenza sia la votazione vanno confermate nella chat. Vi prego di prestare particolare attenzione a quest'adempimento, anche per velocizzarlo.
Procedo, quindi, all'appello nominale per l'identificazione dei partecipanti. Chiamerò anche gli Assessori esterni, all'esclusivo fine di consentire la rilevazione della loro presenza per il verbale. Chiedo di mantenere attiva la telecamera del proprio dispositivo, di rispondere all'appello in modo intellegibile e di confermare la presenza in chat.
Il numero legale è 24.



(Il Presidente Allasia effettua l'appello nominale e constata la presenza del numero legale)


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutti, chiedo di inserire un nuovo ordine del giorno, il n.
277, dal titolo "Opera di compensazione sul territorio novarese per la Pedemontana, tratto Masserano-Ghemme".
Non so se devo dire brevemente di cosa si tratta, Presidente.



PRESIDENTE

Sì, prego.



ROSSI Domenico

Molto brevemente, Presidente.
Visto che finalmente è arrivato il via libera anche per la realizzazione di questa importante opera, che dovrebbe collegare il Biellese con l'A26, ed è un'opera che coinvolge tre Province (Biella, Vercelli e Novara), il rischio che si paventa, che alcuni Sindaci e anche la Provincia stessa di Novara hanno messo in evidenza, è che gli effetti sulla viabilità e sul traffico per quanto riguarda la statale che collega il Novarese con la Val Sesia, in particolare lo snodo di Romagnano Sesia, siano effetti molto pericolosi sulla viabilità, sia dal punto di vista dell'ingorgo sia della sicurezza stradale.
Essendo un'unica strada che collega il Novarese con tutta la Val Sesia, un aumento di mezzi lungo la linea, piuttosto che qualsiasi di tipo d'incidente o di problema, bloccherebbe quell'importante collegamento per ore.
La richiesta, con quest'ordine del giorno, è che ci si attivi per delle opere di compensazione che, attraverso piccole modifiche, potrebbero alleggerire quello snodo.
Chiedo che oggi si possa inserire quest'ordine del giorno e che, in coda si possa discutere al resto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Vorrei comunicarle il ritiro degli ordini del giorno n. 266, n. 272 e n.
274, e la ri-presentazione degli stessi - stanno per essere numerati collegandoli al disegno di legge n. 95.
Glielo dico velocemente.
Il primo è "Sostenere le scuole paritarie significa sostenere l'intero sistema scolastico nazionale: la Giunta regionale si faccia sentire con il Governo", e l'ho collegato al disegno di legge 95.
Il secondo: "Azioni necessarie in vista della riapertura delle attività didattiche nelle scuole a seguito dell'emergenza epidemiologica del COVID 19", che ho collegato al DDL 95 e poi l'ultimo, "Linea 2 della Metropolitana torinese: realizzazione della progettazione della tratta Tabacchi-Pescarito", ordine del giorno collegato al disegno di legge n. 95.
Volevo sole dirle che ho ritirato gli ordini del giorno n. 266, n. 272 e n.
274, ma li ho ripresentati collegandoli al disegno di legge 95, affinch possano essere discussi in coda al disegno di legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Magliano.
Essendo collegati, non c'è problema.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno 277, se l'Aula acconsente e non ci sono contrarietà, lo inserirei come nuovo punto all'o.d.g., in coda all'attuale elenco.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Soltanto per chiedere l'inversione di punti all'o.d.g., portando, come primo punto all'o.d.g., il punto n. 5), la proposta di deliberazione n. 75 ovvero la nomina del Comitato scientifico dell'IRES.
Poiché sostanzialmente si tratta più di una presa d'atto che altro, credo sia opportuno spostarlo al primo punto, così mettiamo questo ente nelle condizioni di operare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ruzzola.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Sì, Presidente. Ritiro l'intervento perché si può aggiungere un solo ordine del giorno per Gruppo.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo letto che oggi l'Assessore Caucino presenterà le linee guida per l'apertura dei centri estivi in Piemonte. Ci piacerebbe che potesse presentarli anche nell'Aula del Consiglio e non solo alla platea degli Enti locali.
Vorremmo capire se fosse disponibile a darci qualche chiarimento in più poiché in questi giorni è un tema piuttosto sentito ed è un tema piuttosto urgente. Pertanto, se ci fosse la disponibilità, vorremmo sentire qualcosa in merito esattamente come capiterà ad altri esponenti degli Enti locali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani. Sentiremo la Giunta per inserirlo nel dibattito. Appena avremo notizie, faremo sapere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In parte la richiesta che faccio è collegata al "Riparti Piemonte", ma anche a tante discussioni mancate nei lavori di Commissione e nel gruppo di lavoro. Quella che ha poc'anzi detto la collega Frediani, in realtà, doveva essere una parte centrale anche del "Riparti Piemonte". Abbiamo detto più volte che, difficilmente, in quei lavori si può pensare a una ripartenza senza rivedere, intanto, il fatto che molti lavoratori e lavoratrici, che ancora oggi sono in smart working, non possono fare pienamente il loro lavoro pensando di conciliare il lavoro con la cura dei propri figli e con la possibilità di svolgere al meglio entrambe le funzioni.
Per questo avevamo chiesto di sapere esattamente cosa pensavamo di fare.
Come sapete, per qualche settimana, in teoria, sono state ancora fuori uso le cosiddette "relazioni parentali", perché è vero che si sono potuti rivedere i congiunti, ma l'esercito di nonni che spesso si sostituisce ai lavori degli asili e delle scuole dell'infanzia non può essere l'unica alternativa, così come abbiamo chiesto di avere un'informativa sui bonus riguardanti le cosiddette "tate" o come sarebbe stato utile aprire la discussione sui centri estivi, richiesta dalla Consigliera Frediani.
Devo dire che abbiamo ricevuto pochissime rassicurazioni. Abbiamo continuato a leggere i giornali e abbiamo visto addirittura che, nonostante l'assenza del dibattito in Commissione, oggi ci sono le prime linee guida.
Poiché il 3 giugno è molto vicino ed è stato annunciato che quella data potrebbe essere l'inizio di questa stagione, ma non è coincidente con la fine teorica delle scuole, vorremmo capire di cosa stiamo parlando.
Presidente, mi consenta: forse la Giunta dovrebbe intervenire su tutte le questioni che abbiamo lasciato da parte in quella Commissione per capire quanto anche l'opposizione dovrà emendare il testo. Abbiamo lasciato molti punti sospesi su tante vicende: dai centri diurni per i minori non accompagnati, al tema dei senza dimora, al tema degli affitti, ma anche della cassa integrazione e di chi non è coperto dagli ammortizzatori sociali.
Pertanto, oltre all'informativa che chiedo insieme alla Consigliera Frediani, le domando se non sia il caso che la Giunta prenda la parola sulla cosiddetta Fase 2 e sulla ripartenza, perché se pensiamo di collegarla al "Riparti Piemonte", metà dei grandi temi che abbiamo davanti (la sicurezza, il contact tracing, come stiamo rivedendo le nostre modalità di lavoro, di vita e di socialità), ritengo che manchi un bel pezzo.
Ci faccia capire, anche sull'ordine dei lavori, che cosa pensa di fare la Giunta: se dà un'informativa generale iniziale, se il Presidente Cirio inizierà con una relazione più ampia oltre al "Riparti Piemonte" e se le opposizioni potranno chiedere l'apertura di un dibattito sul tema.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Il Presidente Cirio è in congedo; è presente l'Assessore Marrone.
Prego, Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Sì, Presidente, sto prendendo nota delle richieste dei Consiglieri e dei Capigruppo intervenuti.
Sinceramente, poiché riguardano temi particolari su cui credo giovi un approfondimento con l'Assessore competente, ma anche con i suoi Uffici propongo una Commissione ad hoc; poiché il termine che ricordavano i colleghi è molto ravvicinato, verso la fine di questa settimana ipotizzando magari giovedì o venerdì.
Ritengo che un approfondimento in Commissione dia maggior spazio di confronto e verifica nel dettaglio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marrone.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Su quanto ha appena detto l'Assessore Marrone.
Se non ho capito male, perché è andata via la connessione, lui rimanda a giovedì in Commissione?



PRESIDENTE

Sì, perché la IV Commissione è già convocata.



ROSSI Domenico

Il Presidente Stecco, però, che può confermare o no, ci ha appena avvisato come Ufficio di Presidenza, quindi lo so in qualità di Vicepresidente che l'Assessore Icardi giovedì non è disponibile. Infatti, si è appena prenotato, magari lascio poi la parola.



PRESIDENTE

È competente l'Assessore Caucino, non l'Assessore Icardi.



ROSSI Domenico

La richiesta del collega Grimaldi riguardava.



PRESIDENTE

Era sui centri estivi.



ROSSI Domenico

Ah, sui centri estivi. Chiedo scusa, ho avuto un piccolo disturbo sulla rete, però lascio la parola perché si è prenotato il Presidente della IV Commissione, Stecco.



PRESIDENTE

Sì. Vi chiedo di citare non tanto il Regolamento, ma almeno le motivazioni del vostro intervento, perché lei, Consigliere Rossi, era già intervenuto come ben sa, superando anche la sua collega Consigliera Canalis. Pertanto le chiedo cortesemente di citare almeno su cosa interviene: sull'ordine dei lavori o su altro. Per avere ordine.



ROSSI Domenico

Prima sono intervenuto per chiedere l'inserimento di un nuovo punto all'o.d.g.; adesso, sulle comunicazioni dell'Assessore Marrone, ma d'ora in avanti sarò più preciso, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Stecco.



STECCO Alessandro

Buongiorno a tutti; buongiorno, Presidente.
Mi riferisco a quanto avete detto: una Commissione convocata. Al momento non c'è alcuna Commissione convocata; attendo disponibilità per giovedì cosa che non ho ancora riscontrato. In questo momento, non ho a disposizione la possibilità di riunire una Commissione su quel tema. Se non ho capito male, stiamo parlando dei centri estivi, pertanto non è tanto di competenza sanitaria quanto dell'Assessore Caucino.
Attendo disponibilità in merito per eventuale convocazione, ma attualmente non c'è nessuna Commissione convocata per giovedì mattina. Volevo solo fare questa precisazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Stecco.
Come ha ribadito e precisato, per la convocazione della IV Commissione si sta attendendo le disponibilità degli Assessori. In ogni caso, l'Assessore Marrone ha preso atto e ha segnato le richieste in modo che successivamente, soprattutto alla Conferenza dei Capigruppo, non tanto in Aula, si trovi l'accordo e l'intesa per l'elenco, perché è una misura da Capigruppo, da Presidenze dei Gruppi e non da Consiglio regionale.
Se non ci sono altre richieste, proseguirei con l'o.d.g.
La parola al Consigliere Grimaldi sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Mi sente?



PRESIDENTE

Sì, la sento.



GRIMALDI Marco

Sull'ordine dei lavori, le chiedo l'inserimento dell'ordine del giorno n.
246: "Cibo, casa e beni di prima necessità: nessuno può esserne privato".
In merito alla richiesta della collega Frediani riguardante i centri estivi, sono stati annunciati dall'Assessore Caucino, ma in realtà sono anche competenza dell'Assessore Chiorino, perché immagino ci sia anche una valenza educativa. Vorrei capire se abbiamo confuso le due Commissioni.
Probabilmente l'Assessore Marrone si riferiva alla IV Commissione sanità riguardo alla seconda parte della richiesta che ho fatto, cioè capire se la Giunta ha voglia di dare un'informativa in generale sulla Fase 2, come di solito avviene quando si convocano Consigli dopo due o tre settimane, com'è successo a noi.
In generale, non ho capito se l'assenza del Presidente Cirio riguarda il dibattito del cosiddetto "Riparti Piemonte" o se non si deve discutere il "Riparti Piemonte" oggi e quindi non c'è il Presidente.



PRESIDENTE

Attualmente, il Presidente Cirio, per noi, come Consiglio regionale, è in congedo. Ci sono altri Assessori competenti: l'Assessore Marrone, che ha seguito totalmente il "Riparti Piemonte". Poi, appena avrò notizie in merito alle Commissioni e alla disponibilità degli Assessori competenti potremo ribadire la disponibilità e trovare l'intesa per le convocazioni.
Non penso sia una questione tecnica o politica: c'è l'Assessore Marrone e si può tranquillamente andare avanti.
Non ci sono altri interventi e, soprattutto, non ci sono interventi contrari; tecnicamente è intervenuto il Consigliere Grimaldi e chiedo la disponibilità d'inserire l'ordine del giorno n. 246, a firma Grimaldi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Scusi, Presidente, solo una domanda sull'ordine dei lavori, per chiarezza.
Poiché gli ordini del giorno collegati al disegno di legge n. 95 non sono tra quelli in discussione, vorrei sapere se saranno inseriti in seguito oppure se ci sono dei problemi; non ho capito, anche rispetto ad alcune richieste, poiché alcuni ordini del giorno collegati, di solito, erano presenti nell'o.d.g. tra i documenti in discussione, appunto.



PRESIDENTE

Non sono nell'elenco dell'o.d.g. odierno, ma saranno inseriti man mano che sono caricati sul supporto informatico. In questo caso, parliamo di due ordini del giorno proposti dai Consiglieri Rossi e Grimaldi, che sono aggiuntivi all'o.d.g. attuale, perciò non sono collegati al disegno di legge n. 95.



SARNO Diego

Volevo semplicemente capire, dal momento che ci sono due ordini del giorno collegati e, non vedendoli, volevo sapere se erano inseriti nella discussione generale.



PRESIDENTE

Sì, i due ordini del giorno collegati al disegno di legge saranno inseriti nella discussione; questi sono ulteriori ordini del giorno richiesti che se non ci sono obiezioni, possono essere considerati inseriti.
La parola alla Consigliera Frediani, sull'ordine dei lavori.



FREDIANI Francesca

Mi scuso, perché sono già intervenuta, ma vorrei soltanto un ulteriore chiarimento sulla risposta. Oggi non avremo comunicazioni in Aula rispetto ai centri estivi? Ho capito bene?



PRESIDENTE

Al momento, no.



FREDIANI Francesca

Lo chiedo, perché mi sembra un tema strettamente connesso alla ripartenza e, oltretutto, leggendo l'ANSA di qualche giorno fa dell'Assessora Caucino si evidenzia la necessità di condivisione rispetto alle linee guida. Trovo che un passaggio, almeno dal punto di vista informativo, in Consiglio regionale sia accettabile, perché è impensabile tagliare fuori dalla discussione sulla ripartenza un tema così centrale per le famiglie piemontesi.
Credo che sia un tema che vada assolutamente affrontato in Aula oggi o, al più tardi, domani.



PRESIDENTE

Va bene. Sollecitiamo la Giunta e gli Assessori. L'Assessore Marrone ne ha preso nota.
La parola al Consigliere Grimaldi, sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Dicevo, sulle sue comunicazioni e sui congedi, vorrei, di nuovo, conoscere esattamente l'elenco degli Assessori non presenti; inoltre, relativamente al Presidente Cirio, la mia polemica (perché è una polemica) è legata alle sue dichiarazioni.
Due settimane fa, il Presidente ha dichiarato che sarebbe stato con noi praticamente sempre, giorno e notte e ogni volta che sarebbe stato possibile, nei gruppi di lavoro e in Commissione. Sinceramente, non so voi ma io il Presidente non l'ho praticamente visto. Adesso sarebbe davvero uno sgarbo istituzionale se discutessimo sul documento "Riparti Piemonte" senza la presenza della figura del Presidente.
Sono d'accordo con il Consigliere Ruzzola, se vogliamo invertire l'ordine dei lavori. Con tutto il rispetto per l'Assessore Marrone, che ha svolto appieno la sua attività di relazione con il Consiglio, fino a prova contraria, le parole del Presidente dovrebbero avere una conseguenza. Tutti noi abbiamo accolto l'appello di essere presenti e noi ci siamo stati sempre, in tutte le riunioni e in tutte le Commissioni. Adesso la richiesta che facciamo, rispetto alle sue Comunicazioni, è di capire se il congedo è esteso a tutta la giornata o se sarà possibile avere la presenza del Presidente anche solo per l'inizio della discussione, se ovviamente ripeto, pensiamo di iniziarla oggi; altrimenti, nessun problema.
Inoltre, ripeto, sulle richieste della collega Frediani, non è mia intenzione sollecitare la Giunta, ma vorrei capire questo fatto inedito del quale siamo venuti a conoscenza da qualche secondo, e cioè il fatto che i Centri sono solo di competenza dell'Assessora Caucino e, quindi, se ne occupa la IV Commissione.
Ora, va tutto bene: ho ascoltato più volte l'Assessora Chiorino, che ha parlato sulle linee d'indirizzo (che, tra l'altro, in parte condivido). Ci sono stati tantissimi gruppi di lavoro, immagino, con il Ministero e adesso non facciamo finta che i centri estivi possano essere soltanto badanza o solo relativi alle politiche sociali: immagino ci sia un accordo fra i due Assessorati. Immagino che la Commissione, presieduta da Bongioanni e da Vicepresidenti autorevoli, che conoscono benissimo i temi dell'istruzione sarà informata di questo provvedimento.
Presidente, più che sollecitare la Giunta, può capire per tutti noi che cos'è successo? Non vorrei che l'Assessora Caucino avesse fatto un'uscita e, allora, al massimo, è un'uscita che ha bruciato tutti sulla comunicazione. Se, invece, scopriamo che la deliberazione sui centri estivi è solo di competenza delle politiche sociali e non è in accordo con l'Assessora Chiorino e, quindi, non sarà discussa nelle Commissioni competenti anche per quanto riguarda l'istruzione, sarebbe davvero un fatto inedito.
Se può rettificare a verbale, quando lo scoprirà, e informarci, oltre a capire se magari la Giunta risolverà per tutti noi il tema, dando le comunicazioni, come aveva chiesto Frediani. Allora capiremo meglio, anche aprendo il dibattito.



PRESIDENTE

Grazie.
Nel frattempo, cerchiamo di avere chiarezza e chiedo all'Assessore Marrone di prendere contatto con gli esponenti della Giunta e il Presidente Cirio per l'inizio del dibattito.
Proseguirei sull'o.d.g., se sono state inserite le modifiche e preso atto dell'inserimento dei due ordini del giorno e della richiesta del Presidente del Gruppo di Forza Italia Ruzzola. Sulla richiesta d'inversione del punto 5) con il punto 3), se non ci sono contrari, procederei con la modifica.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Cirio, Graglia, Icardi e Poggio.
b) Processi verbali precedenti sedute Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione Supporto sedute istituzionali/sedute di Aula, i processi verbali relativi alle sedute consiliari del 28 aprile e 5 maggio 2020.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Modifica assegnazione funzioni ai componenti la Giunta regionale


PRESIDENTE

Con decreto n. 55 dell'8 maggio 2020, il Presidente della Giunta regionale Alberto Cirio comunica di attribuire all'Assessore Matteo Marnati le funzioni di "Ricerca applicata per emergenza COVID-19" a integrazione di quelle attribuite con DPGR n. 43 del 14 giugno 2019; dà atto che le funzioni a lui complessivamente attribuite sono: Ambiente, Energia Innovazione, Ricerca e connessi rapporti con Atenei e Centri di Ricerca pubblici e privati, Ricerca applicata per emergenza COVID-19.
d) Non impugnativa



PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri, in data 13 maggio 2020, ha esaminato le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa della legge del 12 marzo 2020, n. 5, inerente a "Modifiche all'articolo 91 bis della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela e uso del suolo)" e della legge 12 marzo 2020, n. 6, inerente a "Modifiche alla legge regionale 3 agosto 2011, n. 15 (Disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali. Modifiche della legge regionale 31 ottobre 2007, n. 20 'Disposizioni in materia di cremazione, conservazione, affidamento e dispersione delle ceneri')'".



PRESIDENTE

e) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno



PRESIDENTE

In data 13 maggio 2020, la I Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità, la deliberazione legislativa inerente a "Modifiche alla legge regionale 8 giugno 1981, n. 20 (Assegnazione di personale ai Gruppi consiliari)".
In data 13 maggio 2020, la I Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha respinto a maggioranza dei Gruppi presenti la proposta di legge n. 91, inerente a "Misure economiche di sostegno a favore del personale operante nel Servizio Sanitario Regionale (SSR) impegnato nella gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19".
In data 14 maggio 2020 la I Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato a maggioranza la deliberazione avente a oggetto "Primi interventi di sostegno finanziario per contrastare l'emergenza COVID 19".


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 7 e del 20 aprile 2020.


Argomento: Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 75, inerente a "Approvazione, ai sensi dell'articolo 27, comma 1, lettera b, della legge regionale 43/1991, della nomina del Comitato scientifico dell'Istituto di Ricerche Economico e Sociale del Piemonte (IRES)"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n.75, di cui al punto 5) all'o.d.g.
In data 8 maggio 2020 è pervenuta nota del Direttore dell'IRES, con la quale comunica che il Consiglio di Amministrazione dell'Istituto, con deliberazione numero 18-2020 del 7 aprile 2020, ha provveduto alla nomina del Comitato scientifico delle seguenti persone: professor Filippo Brun professoressa Anna Cugno, professoressa Irma Dianzani, professoressa Roberta Lombardi, dottor Ludovico Monforte, professoressa Chiara Pronzato professor Pietro Terna.
La I Commissione nella seduta del 15 maggio ha espresso parere favorevole e ha licenziato a maggioranza tale proposta di deliberazione.
È aperta la discussione generale sulla proposta di deliberazione.
Ci sono richieste d'intervento o dichiarazioni di voto? Se non ci sono richieste d'intervento, procedo alla votazione per appello nominale.
Ricordo che durante la votazione è necessario mantenere attiva la telecamera e, dopo l'espressione verbale del voto, occorre confermarla in chat.
Indìco la votazione per appello nominale sulla proposta di deliberazione n.
75, il cui testo sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Esame disegno di legge n. 95, inerente a "Interventi in sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza COVID-19"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 95, inerente a "Interventi in sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza COVID-19", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza sono i Consiglieri Marin e Bongioanni. Relatori di minoranza i Consiglieri Gallo, Grimaldi, Magliano e Martinetti.
Ricordo che la deliberazione è stata licenziata a maggioranza il 22 maggio 2020.
Prima di dare la parola ai relatori ricordo che chi volesse intervenire pu cominciare a prenotarsi sulla chat.
Nel momento in cui si avrà la parola, dovranno essere attivate telecamere e microfono. Ricordo anche, come concordato nella Conferenza dei Capigruppo che emendamenti a una firma potranno essere presentati fino al termine della discussione generale.
La parola al Consigliere Marin, relatore di maggioranza.



MARIN Valter, relatore

Grazie, Presidente.
Su questo disegno di legge io e il collega Bongioanni ci siamo divisi i compiti. Io relazionerò in merito ad alcuni articoli, mentre il collega completerà su tutti gli articoli, fino all'articolo 80.
In Commissione il gruppo di lavoro ha fatto un ottimo lavoro, a mio modo di vedere, con molta critica su alcuni articoli, ma anche con molta discussione che, di fatto, ha consentito di intervenire con modifiche intelligenti.
Partiamo dall'articolo 15 (il precedente articolo 13), in cui effettivamente la scelta effettuata è legata al sostegno, al contributo sul costo di costruzione in riferimento all'articolo 16 del DPR n. 380/2001 quindi il testo madre unico dell'edilizia.
Su quest'articolo, siccome il budget a disposizione è complessivamente di 26 milioni di euro, tale stanziamento consente un contributo di sostegno fino a 50.000 euro in merito al costo di costruzione, che è stato unificato sia per quanto riguarda il soggetto privato sia per quanto riguarda le imprese.
È stata altresì inserita una differenziazione, ovvero che questo importo non può comunque superare il 50% per gli interventi di nuova edificazione mentre può raggiungere anche il 100% per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente.
Passo all'articolo 35 del Titolo III, che riguarda le disposizioni in merito ai lavori pubblici, sul quale si è andata a fare una modifica della l.r. n. 18/84, a gran richiesta di tutti i Comuni piemontesi, soprattutto dei piccoli Comuni. In merito all'appalto di opere la Regione contribuisce per un 40% assegnato ai Comuni in sede di aggiudicazione dell'appalto, per un 50% ad avanzamento lavori corrispondente ad almeno il 50% e per un 10 ad avvenuto collaudo.
L'articolo 36 ha inserito, a nostro modo di vedere, una semplificazione, e credo che la gran parte di questo disegno di legge sia rivolto a semplificare la vita ai cittadini e alle imprese. Significa che il Comune in merito sempre alla l.r. n. 18, può autocertificare per quanto riguarda la rendicontazione.
Vi è poi l'articolo 37, molto discusso dal gruppo di lavoro in Commissione.
Tale articolo, anche in relazione all'attuale emergenza COVID-19, prevede che, per quanto riguarda l'assegnazione dei lavori da parte dei Comuni, si debbano, a seguito d'indagine di mercato, invitare operatori economici aventi sede legale operativa in Piemonte, chiaramente per le categorie d'iscrizione che sono necessarie.
L'articolo 46, che era il precedente articolo 37, cioè quello che era stato depositato, si è ridotto a un unico comma, che prevede sostanzialmente una sospensione fino al 31 gennaio 2021 delle domande per il rilascio di autorizzazioni per nuove aperture, trasferimento di sede, ampliamenti di superficie di vendita, facendo però riferimento, nel testo definitivo che oggi è in Aula, all'articolo 9 del d.lgs. 114 del 31 marzo 1988. Tradotto in parole più semplici, significa la grande distribuzione. Questo è fatto a tutela del cosiddetto "commercio di vicinato" e comunque della media distribuzione.
Si è aggiunto nella parte finale di quest'articolo che sono fatti salvi gli accordi di programmi approvati, perché la Regione ha accordi di programma approvati. Non inserire quest'ulteriore riferimento avrebbe potuto aprire non solo delle contestazioni, ma anche delle cause nei confronti della Regione. Credo che quest'articolo, così come semplificato, sia sicuramente un buon risultato.
Il Titolo IV, quindi dall'articolo 52 in poi, è la parte che riguarda le disposizioni in materia di governo del territorio. Tutta questa parte relativa al Capo I del Titolo IV riguarda una serie di semplificazioni applicate in termini di ambito. All'articolo 53, comma 1, viene definito che tutta questa parte entra in vigore dal momento in cui entra in vigore la legge, ma si limita nel tempo, quindi è temporanea, ovvero fino al 31 gennaio 2022.
Devo dire che probabilmente diventa anche utilissima questa parte di semplificazione, perché lo stesso Assessore all'urbanistica e Vicepresidente Carosso aveva annunciato che dobbiamo vederla come una sperimentazione temporale e sicuramente propedeutica a una volontà della maggioranza, che mi pare abbia raccolto anche la condivisione di tutte le minoranze, di andare a rivedere in modo sostanziale la l.r. n. 56/1977 nella sua completezza e anche con riferimento a un concetto urbanistico un po' più moderno, ma che recepisca anche la direttiva europea imposta a tutti gli Stati membri del consumo di suolo zero entro il 2050.
Su questo vi sono diversi articoli che riguardano sia una semplificazione in termini di elaborati e di presentazione dei piani regolatori per quanto riguarda le varianti strutturali e lo stesso piano, sia una riduzione dei termini della Conferenza di copianificazione (articolo 55). Estende quelle che sono le varianti cosiddette parziali ai piani regolatori, che sono regolamentati dall'articolo 17, comma 5, della lettera f) della legge n.
56, andando ad accelerare i procedimenti urbanistici edilizi. Questo significa che per Comuni fino a 10.000 abitanti, per le aree fino a 5.000 metri quadrati di superficie è fissato un incremento dell'8% e un incremento del 4% per Comuni con popolazione residente compresa tra i dieci e i 20.000 abitanti.
Questi incrementi, che sono riferiti all'articolo 17, comma 6, possono "riguardare anche aree non interne e non contigue a centri e nuclei abitati, purché esso sia contemporaneamente.". E continua con una serie d'indicazioni, tra le quali è previsto, ad esempio, alla lettera c) che non deve eccedere il 50% della superficie originaria e "qualora previsto su istanza del proponente, espressamente revocabile nel caso non sia stato dato l'inizio dei lavori. entro tre anni dall'approvazione", nonché un adeguamento relativo alle opere di urbanizzazione primaria.
L'articolo 57 estende le modifiche che non costituiscono varianti. Prima mi ero confuso con l'articolo 56. Questa norma prevede che, per quanto riguarda le porzioni di territorio fino a un massimo di 5.000 metri quadrati, possa essere sostituito lo strumento urbanistico esecutivo (il cosiddetto Piano esecutivo convenzionato) con il permesso di costruire convenzionato. Questo riduce notevolmente i termini di approvazione da parte del Comune.
All'articolo 58 si prevede: "Gli interventi di ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria sono consentiti anche con una sagoma diversa rispetto all'esistente". Con questo si fa riferimento all'articolo 24 sempre della legge n. 56 relativamente ai centri storici.
All'articolo 59 è inserito il concetto di "fascia di rispetto cimiteriale" che sostanzialmente riprende quello che c'è a livello di Testo Unico delle leggi sanitarie del 1934. Nelle fasce di rispetto - in questo caso parliamo di 100 metri di norma nazionale - sono ammessi anche i cambi di destinazione d'uso degli edifici esistenti.
All'articolo 60 si prevede che, relativamente all'"accoglimento" o al "motivato rigetto", per quanto riguarda gli strumenti urbanistici esecutivi il termine previsto dall'articolo 43 della legge n. 56 viene ridotto a 60 giorni.
Il parere di competenza, che a oggi è previsto, sempre in base alla legge n. 56, alla cosiddetta "Commissione 91 bis", viene attribuito alla Commissione locale per il paesaggio. Questo per accelerare i termini perché molte volte, prima che sia fornito al Comune richiedente il parere necessario dalla Commissione 91 bis, passano diversi mesi per il fatto di dover convocare più soggetti. Considerato il periodo COVID, all'articolo 62 le Commissioni locali per il paesaggio possono essere prorogate fino al 31 dicembre 2020.
L'articolo 63 prevede, invece, una semplificazione per quanto riguarda i provvedimenti normativi sulla pianificazione a carattere regionale.
L'articolo 64 interviene, in parte, con una modifica alla legge regionale n. 16/2018, laddove i termini relativi all'accoglimento o al motivato rigetto dell'intervento sono ridotti a 60 giorni rispetto a quanto prevedeva la legge n. 16/2018.
Viene altresì definita la compatibilità e la complementarità delle destinazioni d'uso (articolo 65).
All'articolo 66 - peraltro, la questione era emersa in modo inequivocabile anche in sede di CAL - si chiarisce come viene fatta la misurazione di distanza tra fili di edificazione tra fabbricati.
All'articolo 67 viene elevato il contributo a 35.000 euro per ogni Comune, per incentivare l'adeguamento dei piani regolatori regionali a quelli che sono tutti i contributi da assegnare per incentivare la revisione dei propri strumenti urbanistici, adeguandoli alla legge n. 56 e a tutte le normative vigenti.
All'articolo 68 viene sostanzialmente inserita la possibilità di intervenire sull'articolo 17 bis, aggiungendo le parole "e per i procedimenti di riqualificazione previsti dall'articolo 30".
All'articolo 69 vengono ulteriormente semplificate le procedure di adeguamento al Piano di assetto idrogeologico.
L'articolo 70 si riferisce alle modifiche all'articolo 30 bis della legge n. 56: per quanto riguarda i procedimenti di rilocalizzazione, ove comportano variazione allo strumento urbanistico, possono essere approvati con procedura semplificata, come previsto all'articolo 17 bis della legge n. 56.
L'articolo 71 stabilisce che i contributi di cui al comma 1 sono ridotti del 50% quando la variante strutturale non si conclude con l'approvazione entro 30 mesi. Sostanzialmente, è un articolo che incentiva i Comuni ad attivarsi in tempi rapidi alle modifiche del proprio strumento urbanistico.
Viene inserito un articolo totalmente ex novo, che riguarda la legge regionale n. 19/1999, dove sono indicate quelle che sono le tolleranze esecutive, che non possono derogare rispetto a quanto previsto dal Testo unico n. 380 del 2001 ("Disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia") e che non possono comunque mai eccedere il 2% dei parametri edilizi.
Viene altresì aggiunto l'articolo 73, relativo alle destinazioni d'uso temporanee, che, proprio in un periodo di emergenza COVID, riteniamo utilissimo. Effettivamente, ci sono dei periodi in cui vi è la necessità di utilizzare i volumi per altri scopi, ma non necessariamente in modo perenne.
L'articolo 74 modifica la legge regionale n. 23/2016 ("Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave"), aggiungendo il comma 6 bis.
All'articolo 75 si modifica in parte la legge regionale n. 16/2018 relativamente al sottotetto recuperabile.
All'articolo 76, invece, alla lettera b) dell'articolo 4 bis della legge regionale 28 dicembre 2005, n. 17 ("Disciplina della diffusione dell'esercizio cinematografico del Piemonte"), relativamente all'ampliamento della capacità edificatoria, sono inserite le parole "ammessa dallo strumento urbanistico vigente". Inoltre, al comma 2, dopo le parole "ai relativi servizi integrativi" sono inserite le parole "fatta salva la capacità edificatoria residua prevista dallo strumento urbanistico vigente".



PRESIDENTE

Consigliere Marin, la invito a concludere, perché ha già sforato di due minuti.



MARIN Valter

Direi che ho concluso, perché gli articoli successivi sono quelli classici finali.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La ringrazio.
La parola al Consigliere Bongioanni, secondo relatore di maggioranza.
Ha 15 minuti per la sua esposizione.



BONGIOANNI Paolo, relatore

Grazie, Presidente.
Raccolgo quindi il testimone dal collega Valter Marini, andando a relazionare sulla prima parte dell'articolato, con questa discussione che inizia oggi e che ci porterà all'approvazione del disegno di legge n. 95 "Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da COVID-19".
Una piccola riflessione sullo strumento di legge, che è importante: personalmente, penso che sia il più formidabile che la Regione Piemonte abbia scritto e presentato nei suoi cinquant'anni, insomma nella sua storia di 11 legislature.
Stiamo vivendo un momento unico, senza precedenti nella storia recente pertanto, ci voleva una risposta straordinaria, che credo il nostro Ente abbia interpretato (e interpreti) con una forza unica nel panorama nazionale.
Parte di questo strumento legislativo, com'era stato concepito inizialmente, è già diventato legge con lo stralcio dell'articolo 11 riferito ai "bonus una tantum" a fondo perduto, che hanno interessato un numero importantissimo di categorie produttive e di aziende penalizzate in modo drammatico dalla crisi epidemiologia di questi mesi.
Lo stanziamento è stato importante, sia in termini economici sia in termini di risposta ai limiti della burocrazia: parliamo di 116 milioni di euro, che vengono erogati proprio in questi momenti, mentre stiamo discutendo del disegno di legge n. 95.
Nella bozza originaria del provvedimento è stato stralciato anche l'articolo 20, che ha visto impegnare 37 milioni di euro come trattamento economico premiante il personale dipendente delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale, che più di ogni altro - lo dico senza alcuna retorica - ha combattuto in prima linea per difenderci e guarirci dalla pandemia.
Oggi l'intervento sul quale vado a relazionare quota su ulteriori decine di milioni di euro; fondi che arrivano direttamente dalla Regione Piemonte, quindi dalla nostra finanza, dalla rimodulazione dei fondi europei (FESR e FSE) e da quelli della finanziaria della Regione Piemonte (Finpiemonte).
L'obiettivo del Piano è di intervenire a favore di tutte le categorie produttive che rappresentano la piccola e media impresa, che - ricordiamolo è l'ossatura portante dell'economia del nostro Piemonte; intervenire a favore dell'industria e dell'agricoltura, senza però dimenticare le famiglie, la formazione, la scuola e la cooperazione.
L'anima della legge, se vogliamo, la si può riassumere al Titolo I dove l'articolo 1 sintetizza in una sola riga l'intero strumento legislativo, spiegando che sono adottate misure finanziarie di sburocratizzazione e semplificazione volte a favorire il riavvio delle attività produttive.
Dal punto di vista delle misure finanziarie, mi preme però sottolineare anche che in questo strumento di legge la Giunta viene autorizzata a rinegoziare i prestiti con Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., per una durata complessiva nei limiti di trent'anni, le cui economie recuperate sono destinate alla spesa in conto capitale.
La Giunta viene inoltre autorizzata alla sospensione della quota capitale dei prestiti con istituti di credito con scadenze nell'anno 2020 e i finanziamenti in essere con gli istituti di credito, con relativa modifica del piano di ammortamento e con le economie che da qui derivano che saranno destinate ai capitoli e agli articoli che ha relazionato prima Valter Marin per quanto riguarda gli interventi in edilizia.
La Giunta potrà altresì anticipare il fondo di rotazione, al fine di incrementare la velocità di circolazione e d'immissione di liquidità accedendo alle quote comunitarie e di cofinanziamento nazionale dei programmi a titolarità regionale, a valere sulla sezione finanziaria del fondo di rotazione.
Inoltre, la Giunta è autorizzata a stipulare apposite convenzioni con le principali società di factoring per favorire l'assunzione di responsabilità da parte delle società stesse del rischio di mancato o parziale pagamento dei debiti ceduti.
Viene introdotto un fondo per la riduzione della pressione fiscale, con una dotazione finanziaria importante (sette milioni di euro per l'anno 2020, 15 milioni per il 2021 e 2022).
Andando poi a esaminare nel dettaglio l'articolato, si prevedono interventi diretti di finanziamento oltre a quello che è già stato approvato nel disegno di legge n. 97.
All'articolo 9 viene istituita una misura straordinaria per il sostegno dei servizi educativi, a favore delle famiglie con minori da zero a sei anni, per un importo di 15 milioni di euro collocati su diversi capitoli di spesa.
All'articolo 10 vengono introdotti contributi a fondo perduto a favore delle piccole e medie imprese, a sostegno della capitalizzazione delle stesse, con contributi differenziati in base ai diversi aumenti percentuali del capitale totale.
L'articolo 13 è quello dello sport. Viene introdotto, in formula bonus, un "bonus una tantum" a fondo perduto, a favore delle associazioni sportive e delle società sportive dilettantistiche.
Un piano da 4.350.000 euro che vedrà la luce nei prossimi giorni e che prevederà la stesura di una graduatoria in base a parametri concordati e a criteri studiati con CONI, CIPE e con gli altri Enti di promozione sportiva.
L'articolo 14 del Capo II, e poi i nn. 49, 50 e 51 del Capo III, sono quelli dedicati al settore della cultura, ponendo come priorità assoluta la salvaguardia del sistema e, al suo interno, delle strutture culturali, e quindi dei lavoratori del comparto, attivando un meccanismo che riconosce le spese di struttura e le attività realizzate anche senza esito finale aperto al pubblico, ma, comunque, finalizzate al consolidamento o alla ridefinizione organizzativa delle proprie strutture, spostando, con uno slogan che il Presidente Cirio ha utilizzato più volte, l'attenzione dai progetti ai soggetti, per favorire la salvaguardia delle attività culturali sul territorio piemontese, attraverso - anche qui - il fondo di "Solidarietà cultura" che viene istituito. Vengono stanziati tre milioni di euro per la concessione di un "bonus una tantum" a fondo perduto, che avrà un tetto, per ogni soggetto beneficiario, di 4.000 euro, a favore di quei soggetti che non hanno accesso ai contributi ordinari, ai sensi della legge 11/2018, e anche alle imprese operanti nel settore.
Si prevede che potranno essere utilizzati gli strumenti d'intervento già contemplati nell'articolo 7 della legge 11/2018, in particolare con riferimento a interventi di sostegno alle organizzazioni e agli enti culturali, anche a difesa dei livelli occupazionali, tenendo conto, non solo di aiutare le attività pubbliche, ma anche dell'attività interna.
Si prevede, altresì, il sostegno agli enti pubblici che abbiano già sostenuto costi, per la realizzazione d'iniziative culturali per l'anno 2020, un sostegno che sarà concesso a fronte della presentazione di un programma annuale di attività.
L'articolo 17, invece, parla di emittenti radiotelevisive e testate giornalistiche locali. Qui si tratta di un patrimonio unico, quello piemontese, per diffusione e per qualità, su tutto il panorama nazionale.
Qui sono erogati interventi di sostegno per due milioni di euro.
Arriviamo al turismo.
Per quanto riguarda gli interventi rivolti a favore dell'offerta turistica in un momento in cui non si vede ancora la libera circolazione delle persone e, di conseguenza, non si può individuare un mercato dove si possa andare un domani a sviluppare la promozione, si è data priorità, si è messa davanti l'impresa.
È quanto viene contemplato negli articoli 18, 19, 20 e 21.
Non vengono dimenticati, comunque, il marketing commerciale e il marketing puro, con interventi che erano già stati trovati e previsti nel bilancio.
L'impresa turistica così penalizzata, e senza una concreta prospettiva viene sostenuta con l'introduzione del bonus turismo a fondo perduto, del quale beneficeranno tutte le imprese della recettività, alle quali viene assegnata una contribuzione, a fondo perduto appunto, a favore dell'acquisto di materiali, attrezzature e adeguamento dei locali, imposte dalle nuove necessità, con un criterio che quantifica il bonus attraverso un algoritmo che valuta il peso delle strutture, come numero di camere e posti letto (in alcuni casi parliamo di realtà extralberghiere, in particolare dei campeggi, e si fa riferimento esclusivamente ai posti letto, quindi non alle camere), incrociandolo per il numero di stelle.
L'importo complessivo di questo finanziamento è di 10.734.000 euro, come risulta, fra l'altro, nella tabella allegata al disegno di legge.
Nella tabella allegata al disegno di legge non risultano, fra le tipologie extra alberghiere, i rifugi alpini. Non è che siano stati esclusi; sono finanziati da un intervento di due milioni di euro da parte dell'Assessorato alla montagna.
Viene poi introdotto un modo innovativo, totalmente differente da quello statale e da quello che in passato hanno proposto altre Giunte regionali relativo ai voucher, con un criterio completamente differente: compri oggi consumi quando vuoi e triplichi il valore dell'acquisto.
È un'azione che abbiamo voluto per accendere una scintilla nel sistema; per mettere in contatto la domanda con l'offerta, in un momento in cui, non essendoci il mercato, non c'è domanda.
Un termine di acquisto delle offerte che saranno messe sul mercato che potrà essere sia l'acquisto semplice delle camere sia dei pacchetti, con la chiusura al 30 luglio per ultimare l'acquisto, da parte della clientela, e una temporalità, invece, di fruizione del pacchetto acquisito di due annualità. È questo un segnale di ottimismo, dove il consumatore impaurito (impaurito giustamente), viene però allettato dallo sconto e potrà creare la scintilla di cui il sistema del turismo ha bisogno, con l'immissione immediata di liquidità nelle casse degli esercenti.
L'impegno regionale su quest'asse quota in cinque milioni di euro.
Vengono poi stanziati altri sei milioni di euro in conto capitale per l'annualità 2021, a favore dell'offerta turistica. Come dicevo in apertura non viene dimenticata la promozione pura, con un intervento di ulteriori due milioni di euro a favore delle aziende e degli enti che sono stati riconosciuti dalla Regione Piemonte con la legge n. 11 del 2016.
Vengono sostenute attività sociali svolte nei centri semiresidenziali per disabili con uno stanziamento di due milioni di euro a favore degli enti titolari, al fine di promuovere la riapertura di queste attività.
All'articolo 23 viene costituito, sempre presso la finanziaria Finpiemonte un fondo di sostegno al reddito sotto forma di contributo una tantum per le lavoratrici e i lavoratori che non abbiano avuto accesso ad alcun tipo di ammortizzatore e abbiano subìto una riduzione della retribuzione a causa della sospensione e della cessazione delle prestazioni lavorative durante i mesi di emergenza.
Per quest'intervento, a favore di questi lavoratori, sono stanziati otto milioni di euro.
Viene avviato un sostegno agli oneri di finanziamento dedicato alle micro piccole e medie imprese piemontesi che hanno attivato finanziamenti presso le banche e intermediari per far fronte alla loro carenza di liquidità, con un contributo a fondo perduto erogato alle imprese stesse, allo scopo di ridurre gli oneri connessi ai finanziamenti che hanno ottenuto, per uno stanziamento complessivo di quindici milioni di euro.
Vengono stanziati 600.000 euro per la sistemazione temporanea dei salariati agricoli stagionali e a favore degli imprenditori agricoli, singoli o a settori.
Infine, agli articoli 32 e 33 è prevista una serie d'interventi a sostegno del lavoro agile e dello smart working, attraverso sgravi contributivi o incentivi alle aziende che intendono stipulare contratti collettivi con l'istituzione di un fondo regionale per il lavoro agile, per sostenere la firma di contratti in questa direzione. Per questo, vengono stanziati 500.000 euro.
L'ultimo punto è riferito al commercio.
Per quanto riguarda il commercio, la Regione, oltre ad avere già stanziato tutti i bonus che abbiamo visto approvare con il disegno di legge 97 promuoverà i distretti del commercio come ambiti territoriali comunali e sovracomunali, dove Comuni, pubblici e associazioni principali di categoria saranno in grado di fare, del commercio, un fattore d'innovazione integrazione e di valorizzazione di tutte le risorse del territorio, per accrescere l'attrattività e rigenerare il tessuto urbano.
Per sostenere quest'ultima iniziativa sono stanziati 500.000 euro.
Ringrazio, Presidente, e chiudo qui la mia relazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bongioanni.
Do la parola al relatore di minoranza, Consigliere Gallo.
Ricordo che ha 15 minuti a disposizione.



GALLO Raffaele, relatore

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato le relazioni dei colleghi di maggioranza. Ho seguito passo passo questo lungo lavoro che ha impegnato le Commissioni e i gruppi di lavoro ormai da quasi 20/25 giorni, compreso il Bonus Piemonte.
È stato un lavoro complesso nel quale, come minoranza, abbiamo voluto entrare nel merito di ogni singola parola, di ogni singolo articolo e di ogni singolo comma, per correggere le tante cose che, a nostro avviso, non andavano bene e le tante cose sbagliate inserite in questo disegno di legge. In alcuni casi ci siamo riusciti, in tanti altri - in troppi - non ci siamo riusciti, quindi questo disegno di legge esce dal lavoro delle Commissioni e del gruppo di lavoro, purtroppo, con un parere, per noi assolutamente negativo.
Prima di entrare nel merito delle considerazioni dei singoli articoli o dei maxi argomenti inseriti in questo disegno di legge, che consta di oltre 70 articoli, fatemi fare una premessa. La faccio in termini di natura politica: è un fatto che siamo arrivati a un anno dalle elezioni regionali (mancano poche ore al giro di boa dell'anno) e solo dopo un anno riusciamo a discutere di una misura di natura economica, di una misura di natura industriale. Almeno, così doveva essere.
È un fatto che oggi arriviamo a discutere di questo disegno di legge, così come la settimana scorsa abbiamo fatto sul "Bonus Piemonte", che abbiamo stralciato da questo disegno di legge per dare un percorso più veloce grazie all'azione delle opposizioni che hanno depositato due provvedimenti di natura economico-finanziario-industriale: la proposta di legge 94, che andremo a discutere dopo, e la proposta di legge 91, a prima firma Ravetti in materia di aiuti al personale sanitario impegnato sul fronte del COVID 19.
La stesura e il deposito di questi testi di legge negli ultimi giorni di aprile ha messo in moto un'accelerazione all'interno della maggioranza e finalmente la presentazione del disegno di legge chiamato "Riparti Piemonte", che era stato annunciato fin dal primo giorno d'insediamento della Giunta Cirio come piano della competitività. Nel corso dei mesi è stato annunciato, riannunciato e preparato; sono state pubblicate alcune informazioni sui media, ma non è mai stato presentato alle Commissioni, non è mai stato visto un testo di legge scritto. Prima si parlava di una dotazione di 500 milioni, poi di 600 e, infine, di 800.
Finalmente, grazie anche a quest'azione, siamo riusciti a vedere un testo di legge su cui confrontarci, su cui poter dire se siamo o non siamo d'accordo, su cui capire dove sono le risorse così tanto annunciate a mezzo stampa.
La prima informazione che mi preme dare a tutti coloro che ci stanno seguendo è che noi non abbiamo trovato traccia dei 700 milioni residui dopo il "Bonus Piemonte", nel senso che in questo disegno di legge sono inserite delle risorse nuove, che sono state trovate attraverso le operazioni che citava il Consigliere Bongioanni: la sospensione delle rate dei debiti, ma per una misura che si aggira sui 50 milioni di euro. Questa è la cifra di cui parliamo in questo disegno di legge. Tutte le altre risorse che noi vediamo sono i Fondi europei, che sono giustamente a disposizione della Regione Piemonte, ma sono i Fondi europei gestiti anche dalla precedente Amministrazione. Si tratta di residui che devono essere ancora spesi perché la programmazione scade tra due anni e, legittimamente, la nuova Giunta ha, in alcuni casi, cambiato la destinazione, ha allocato in modo diverso, ma sono risorse già esistenti e non risorse nuove allocate per l'emergenza economica.
Inoltre, alcune misure che vediamo in questo disegno di legge sono misure che, in realtà, sono già state discusse e viste all'interno del bilancio che abbiamo approvato, sempre in videoconferenza, il 24 marzo. Cito il fondo della legge 18 per gli investimenti dei Comuni, che è stato approvato con stanziamento in legge di bilancio. Alcuni fondi sono stati addirittura approvati a marzo, quindi due mesi fa, e sono stati modificati in questo disegno di legge; penso al fondo per la riduzione della pressione fiscale su cui abbiamo discusso tanto. Erano stati allocati 15 milioni e non c'è stata la possibilità di modificarne la destinazione in bilancio, ma poi, in questo disegno di legge sono stati ridotti perché, come avevamo preannunciato noi, non sono stati utilizzati e non saranno utilizzati.
Quindi, c'è stato un ripensamento anche su quella politica a distanza di due mesi. Sono stati citati i fondi sullo sport, che sono presenti in questo disegno di legge, ma si tratta di fondi già presenti nel bilancio della Regione Piemonte, così come quelli sul turismo. Insomma, le risorse vere ed effettive, nuove, che questo disegno di legge allocherà e metterà a disposizione del Piemonte sono circa 50 milioni. Questo è il primo dato che vogliamo evidenziare e porre all'attenzione di tutti.
Seconda questione: in questo disegno di legge composto di 70 articoli non abbiamo riscontrato alcuna visione di politica industriale della Giunta Cirio. All'interno degli articoli di legge vi è una serie di misure di carattere emergenziale per alcuni settori, ma non misure di carattere industriale o di sostegno agli investimenti, neanche nel settore più annunciato dalla Giunta Cirio - quello del turismo - dove troppo poche sono le risorse inserite. Pensate che sulla promozione turistica sono stati inseriti due milioni di euro per tornare a promuovere il nostro Piemonte.
Più in generale, anche in materia di sviluppo industriale del territorio non ci sono misure adeguate. Per correttezza, mi preme dire che ci sono due misure che noi condividiamo (adesso non ricordo l'articolo): quella del contributo in conto interessi a sostegno degli imprenditori che fanno finanziamenti per liquidità, quindi complementare all'intervento dello Stato. Questa, è una misura che avevamo sollecitato e che abbiamo inserito anche noi nella nostra proposta di legge. La seconda è la capitalizzazione delle imprese, quindi la possibilità di sostenere imprese che intervengono con capitale proprio aumentando la propria patrimonializzazione per il rilancio dell'attività. Questa è una misura - e devo darne atto alla Giunta prevista nel provvedimento del Partito Democratico, ed è stata recepita votando un nostro emendamento nella discussione in Commissione.
Al di là di queste due misure, non vediamo in alcun modo una visione industriale e di rilancio del Piemonte. Questo è un peccato, perché è un'occasione che abbiamo perso e che oggi non è più correggibile da parte della Giunta.
La seconda parte del disegno di legge interviene sul tema delle semplificazioni.
Una delle leve previste per il rilancio del Piemonte, a detta della maggioranza, è la semplificazione e il rilancio degli interventi di edilizia. Noi siamo d'accordo, ma il Piemonte non è solo edilizia e soprattutto, non siamo d'accordo nel portare avanti quelle misure inserite nel provvedimento che - lo dico con una battuta - non hanno molto a che fare con la tutela del suolo e la riduzione del consumo di suolo, che sono per noi elementi inderogabili e che difenderemo sempre.
Questo disegno di legge introduce una serie di misure sotto il cappello delle misure emergenziali che, a nostro modo di vedere, non hanno nulla a che vedere con le misure emergenziali da COVID-19. Introduce una serie di misure di deregulation progressiva in campo edilizio che impatteranno non poco sui nostri territori e sul nostro consumo di suolo, allontanando, tra l'altro, il Piemonte dai risultati attesi per il 2050.
Questo lo evidenzieremo molto nella discussione in Aula, così come abbiamo fatto nelle sedute di Commissione. In alcune parti siamo riusciti ad apportare delle modifiche, ma sono troppe le parti in cui si dà una deregulation complessiva a questo settore. Pensiamo, per esempio all'articolo che va a mettere una seria ipoteca sui nostri borghi alpini sui centri storici, che sono uno degli elementi centrali con cui l'Italia è conosciuta nel mondo e sono da valorizzare come patrimonio: nel disegno di legge s'introduce una norma che prevede addirittura l'abbattimento e la ricostruzione con sagoma diversa dei borghi storici e dei borghi caratteristici.
Questo, secondo noi, è un grave danno per il paesaggio e per i beni del nostro territorio.
Vi sono una serie di misure che noi abbiamo rilevato e di nodi critici che abbiamo visto, che le analisi tecniche degli Uffici che ci hanno supportato in questo lavoro hanno evidenziato; sono passibili di impugnativa da parte del Governo e anche d'incostituzionalità. In alcuni casi, sono stati corretti, in altri no.
Ci sono, pertanto, norme che discuteremo in questo Consiglio ma che probabilmente, nelle prossime settimane potrebbero essere impugnate dal Governo. Questo noi non ce lo possiamo permettere e non lo riteniamo corretto nella stesura delle leggi, perché noi dobbiamo attenerci alla suddivisione delle materie di competenza statale, europea e regionale: dobbiamo essere molto attenti in quest'ambito.
In sostanza, un disegno di legge che mette poche risorse, che non introduce politiche di carattere industriale e d'investimento a medio termine, che introduce una serie di misure emergenziali per l'oggi, che azzera completamente le risorse a disposizione della Regione Piemonte anche per i prossimi anni. Pertanto, sarà necessario discutere e, tutti insieme, capire come, nei prossimi anni, sostenere l'economia, gli investimenti e lo sviluppo del nostro territorio.
Insomma, un'occasione persa, che noi proveremo a correggere ulteriormente in Aula e che non ha voluto neanche tenere conto delle nostre sollecitazioni descritte nella proposta di legge n. 94, che contiene venti articoli di natura di politica industriale e che non pone l'accento, in ultimo, su uno dei temi fondamentali, quello della tutela delle nuove povertà, né prevede misure di natura economica, strutturale e di welfare per aiutare le nuove povertà, le famiglie in difficoltà e le nuove fragilità; ahimè, in questi mesi (e anche nei prossimi) dovremmo, invece tutti insieme capire come affrontare queste difficoltà e come aiutare le famiglie. Tutta questa materia non è stata trattata in questo disegno di legge ed è una mancanza importante.
Noi interverremo su questi argomenti con degli emendamenti, con delle proposte, così come abbiamo voluto fare nel gruppo di lavoro e nelle Commissioni che abbiamo svolto, per denunciare le cose che non ci piacciono in questo disegno di legge, per denunciare la deregulation totale all'interno dell'edilizia, per denunciare le poche risorse, a differenza degli annunci sui media, che sono inserite e per proporre, però, anche tanti correttivi, tante idee e tante proposte per il Piemonte, perché tutti insieme dobbiamo cercare di uscire da questa crisi così difficile, prima sanitaria e oggi economica e sociale, che vede in difficoltà le imprese, le famiglie e le persone.
Se non saranno corretti alcuni di questi articoli, se non saranno accolte alcune delle nostre proposte, credo che il Piemonte avrà perso un'occasione molto importante; quindi, da domani, ahimè, non cambierà nulla per i piemontesi, perché qui dentro non ci sono strumenti adeguati per affrontare la grave crisi di questi giorni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Relatore di minoranza è altresì il Consigliere Magliano, che ha facoltà di intervenire.



MAGLIANO Silvio, relatore

Grazie, Presidente.
Sono passate, ormai, settimane dall'annuncio del Presidente Alberto Cirio rispetto all'ipotesi di utilizzare tutte le risorse a disposizione della Regione Piemonte, per sostenere il rilancio del Piemonte e in queste settimane, attraverso Commissioni e gruppi di lavoro, abbiamo compreso fino in fondo qual è la natura di queste risorse, dove erano state trovate e con quali technicality si erano proposte alcune iniziative.
Risulta chiaro a tutti che la partita dei bonus e del sostegno al personale sanitario abbia visto la luce più velocemente grazie alle opposizioni.
Tuttavia, sapevamo bene che se avessimo scelto di andare subito in Aula con questo testo (l'intero DDL n. 95), ci saremmo trovati di fronte a quello che abbiamo visto accadere nei gruppi di lavoro e in I Commissione, perch era un testo con un'impostazione molto giornalistica, che, di fatto, è stato stravolto e riscritto praticamente nella sua interezza, proprio perché alcune norme e parte di queste norme, alla fine, presentavano grossi problemi dal punto di vista giuridico e dal punto di vista della tenuta all'interno dell'ordinamento regionale.
Di conseguenza, le opposizioni sono intervenute velocemente per dare un sostegno, attraverso il bonus e attraverso le misure per il personale sanitario, ma sappiamo bene che è stata una misura che ha avuto un respiro più politico che economico, perché è evidente che, purtroppo, utilizzando alcuni criteri preferiti da questa Giunta, si è scelto di riconoscere imprenditori, artigiani e possessori di partita IVA di serie A e alcuni di serie B. Sappiamo bene che i criteri utilizzati sono tutto, tranne che oggettivi, soprattutto nella terza fase di questi bonus, oltre al fatto che (ma questa è stata una scelta politica e ognuno decide di concedere l'onore delle armi ai propri contendenti politici) la misura sul sostegno dal punto di vista dello stipendio per il personale sanitario aveva un altro tipo di primazia politica, ma tant'è questa è stata la scelta.
Arrivando a questo testo, come Gruppo dei Moderati, abbiamo ascoltato attentamente il gruppo di lavoro e ci è parso chiaro, fin da subito, che quello che poteva essere accettato da parte di questa maggioranza erano emendamenti sull'ordine di errori di battitura o di aggiustamenti normativi e che difficilmente sarebbero state accolte altre visioni, altre tipologie di progettualità che, a nostro giudizio, invece, sono necessarie per questa Regione.
Si è persa, di fatto, un'occasione. Un'occasione dettata da un'emergenza sanitaria, che, di fatto, poteva permettere alla Regione di ingranare un'altra marcia, quindi di utilizzare, come dice il Presidente, un'altra velocità. Questo lo diciamo, perché c'è una visione chiara - almeno su questo non possiamo che non concordare - quella di utilizzare quest'emergenza per scardinare alcuni principi, inserirne altri e provare a fare una politica di assistenza, però mediamente la storia del nostro Paese dice che non ha mai portato i frutti di sviluppo e di volano, e questo è un dato abbastanza evidente.
È chiaro che andiamo a intervenire e cerchiamo di sostenere soggetti e territori che hanno visto un'enorme difficoltà portata da questo virus dal punto di vista economico, dal punto di vista della tenuta delle proprie attività, ma appare chiara la visione del moltiplicatore, ed è questo che preoccupa particolarmente, perché è una misura tampone. Sono risorse che mettiamo tutte nello stesso tempo e per la stessa tipologia d'intervento e come diceva giustamente il collega Gallo, alla fine di tutto questo grande frastuono mediatico, sono circa 50 milioni le risorse in più che la Regione è riuscita a trovare; tutto il resto sono fondi che già avevamo e cui si è cambiato il nome. Questa è una modalità con cui spesso si presentano le novità: si cambia con il correttore il nome della misura e si dice che è una misura innovativa.
Ci preoccupa molto, però, un aspetto che in questa legge non troviamo affatto, che è l'attenzione ad alcune categorie che, a nostro giudizio spesso sono considerate come categorie fragili alle quali non dare molta attenzione, perché, alla fine della fiera, il lavoro e l'impresa sono le categorie sulle quali intervenire, ma noi pensiamo siano strettamente collegate, che è rappresentato dal mondo delle famiglie.
In questa legge, noi non vediamo affatto l'impostazione e quell'attenzione che, politicamente, si è data in campagna elettorale: le famiglie dovevano essere sostenute a partire proprio dalle loro esigenze. Le famiglie in questo momento necessitano di risorse, di servizi e di risorse per accedere ai servizi, per cui serve un'attenzione massima a tutto quello che ruota attorno alla famiglia. Non penso solo alle misure del Governo, ma anche a quelle di questa Regione. Dal momento che la Giunta Cirio e alcuni suoi componenti avevano affermato che la famiglia era uno dei punti centrali, mi sarei aspettato che alcuni milioni di questi 800 e fischia andassero proprio in questa direzione. E noi proveremo, durante il dibattito, a dimostrarvi che era possibile: pensiamo a sostegni per la partecipazione ai centri estivi, ulteriori sostegni rispetto a quelli previsti dal Governo sostegni per l'acquisto di attrezzature informatiche Sappiamo bene che famiglie con due o tre figli si sono trovate in grandissima difficoltà nel permettere ai propri ragazzi di seguire le lezioni, perché non tutti possono permettersi un PC per nucleo familiare ma, nello stesso tempo, una delle cose che abbiamo visto sono i 15 milioni legati al comparto zero-sei anni per l'istruzione e il sistema educativo ma sono risorse già previste nel bilancio precedente che si è voluto inserire per dare più forza al "Riparti Piemonte", ma nulla è stato messo in campo e viene messo in campo su tutto il resto del mondo scolastico.
Pensiamo a tutta la parte legata alle scuole paritarie elementari, medie e superiori, come erano definite una volta, scuole che rischieranno di non trovare la possibilità di un'apertura, per cui il 30% dei gestori di queste scuole dichiara un'enorme difficoltà.
Questo dice un po' dell'atteggiamento di questa maggioranza su una legge di questo tipo. Una legge che ha molto a che fare con l'urbanistica. Alcune misure sono assolutamente contestabili, altre potrebbero avere una loro validità, soprattutto per quel che riguarda la sburocratizzazione. La burocrazia - su questo concordo con alcuni esponenti della maggioranza - è uno degli altri virus che noi dovremmo combattere con forza, ed ecco perch è necessario accelerare. Tuttavia, questo non vuol dire non tener conto degli ordinamenti del nostro Paese e della nostra Regione.
Mi preoccupa l'idea di non aver messo la famiglia al centro, non aver messo il sistema educativo e dell'istruzione al centro, perché la famiglia e l'istruzione sono gli unici investimenti che permettono di avere una qualità del capitale umano e delle competenze dei nostri giovani. E poi ci sono questi milioni messi sul mondo della disabilità, come se fosse una novità da gridare ai quattro venti, quando stiamo parlando di risorse. Se andiamo a fare un calcolo rispetto ai soggetti destinatari di quelle risorse, riceveranno circa 10-11.000 euro a centro. Non sono risorse che cambieranno completamente l'assetto di quei centri e la sostenibilità dei centri diurni, dei centri dove le persone con disabilità passano parte importante del loro tempo.
Poi c'è un grande capitolo legato alle fragilità, quelle più importanti: il tema degli affitti, delle nuove povertà e del sostegno a chi una casa non ce l'ha. Ci sono elementi che avrei inserito proprio per la straordinarietà di questa misura. Forse con questa misura si sarebbe potuto affrontare fino in fondo il tema dell'ATC e dell'edilizia popolare, si sarebbe potuto provare a cambiare logiche che, per decenni, hanno contraddistinto l'utilizzo e la gestione del sistema dell'edilizia popolare. Questo non è stato fatto. Sono state prese delle misure che, da questo punto di vista provano a mettere subito risorse nelle disponibilità degli imprenditori ma nello stesso tempo, non emerge con chiarezza la volontà di sviluppo, cioè dove la maggioranza e la Giunta vogliono portare il Piemonte a sbarcare tra quattro anni. Questo non è chiaro.
Durante la discussione proveremo, anche con il Gruppo dei Moderati, a darvi alcune indicazioni su dove, a nostro giudizio, le risorse dovevano e potevano essere messe. Siamo convinti che il sistema Paese e il sistema Regione debbano tenersi nella loro totalità, per cui non si pu privilegiare un aspetto piuttosto che un altro. Una visione di questo tipo fa fare qualche passo avanti ad alcune punte di eccellenza del Piemonte, ma lascia indietro molte realtà sociali, associative e comunitarie e crea uno iato. Questo iato, di fatto, rappresenta un boomerang, perché o si cresce tutti e si cresce tutti insieme, oppure il divario sociale aumenta e le difficoltà da affrontare saranno decisamente maggiori rispetto a quelle che già questa crisi ha portato nelle nostre case, nelle nostre imprese e nel sistema di coloro che creano attività produttive, che sviluppano attività che permettono la creazione di posti di lavoro.
Inizieremo questa discussione, cercando ancora di spiegare, con toni di ragionevolezza, a questa maggioranza perché, a nostro giudizio, c'erano alcuni aspetti che dovevano essere maggiormente presi in considerazione. A nostro giudizio, tutti gli ordini del giorno che abbiamo voluto collegare hanno proprio la finalità di sottolineare alcuni aspetti che devono essere inseriti con più forza e con più decisione nell'agenda di questa Regione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano, per essere rimasto nei tempi.
La parola al Consigliere Martinetti, relatore di minoranza.



MARTINETTI Ivano, relatore

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti.
Il sottoscritto, insieme con altri colleghi, sin da subito ha criticato anche aspramente l'impianto complessivo di questo documento. Siamo consapevoli che in questo momento di fronte a noi ci sono delle grandi incompiute, ma c'è anche, secondo noi, l'opportunità di disegnare il futuro in maniera diversa, come se avessimo a disposizione, o aveste voi a disposizione, una tela bianca su cui ridisegnare la ripartenza e il futuro del nostro Piemonte.
In tutti i principali Paesi europei si sta discutendo in questo momento di un piano di rilancio basato sulla green economy. A Torino mi sembra di essere tornato indietro agli anni Cinquanta: voi guardate al passato con la speranza che tutto ritorni come prima ma, allo stato attuale delle cose secondo noi è una pia illusione.
Quando è cominciata quest'emergenza abbiamo sentito di tutto, ma uno dei ragionamenti più ricorrenti, sia da parte della maggioranza sia da parte della minoranza, era che questa crisi avrebbe dovuto insegnarci qualcosa, a vedere le cose in maniera diversa e ad agire in modo diverso per il futuro.
Un futuro che sappiamo avrà sicuramente degli aspetti sconosciuti e probabilmente, molti di questi aspetti saranno negativi, ma ci offre, come ho già detto prima, la possibilità di cogliere e di coltivare e crescere quelli positivi. Questo, secondo noi, dovrebbe essere il senso del cambiamento. Questa dovrebbe essere la logica che dovrebbe guidare chi deve affrontare questi cambiamenti e metterli in atto. Era questo l'auspicio che facevo a me stesso e a tutti noi.
In poche settimane, in molte parti del Piemonte, abbiamo assistito a eventi particolari: fiumi più puliti, aria più respirabile. Certo, tutto legato al lockdown, ma questo doveva guidarci verso una strada diversa e a pochi giorni dalla riapertura tutto questo sta svanendo.
L'impostazione che avete dato a questo dispositivo, signor Presidente presenta delle discrasie, delle criticità evidenti in molte parti, a cominciare da quel famoso bonus tanto sbandierato e che secondo noi l'abbiamo anche detto - ha lasciato indietro troppe categorie, troppe attività forse considerate marginalmente colpite, forse dimenticate. Il dato di fatto ultimo è che troppe famiglie legate a quelle attività e che da quelle attività traevano le loro risorse economiche, il loro sostentamento e la loro dignità sono rimaste sole e si sentono tuttora sole.
Pensavamo di affrontare una discussione su come far ripartire il nostro tessuto economico, il tessuto economico del Piemonte, ma ci siamo trovati di fronte a un trattato di urbanistica vero e proprio che poco ha a che vedere con l'emergenza di questi tempi.
Le misure di sovvenzione delle attività produttive - qualcuno forse l'ha già detto prima nel dibattito - riguardano soprattutto il settore del commercio, che sicuramente è stato uno dei più colpiti, ma nei vari articoli che poi andiamo a leggere è palese che ignora tantissimi altri settori altrettanto importanti per il nostro tessuto economico come l'agricoltura, la manifattura, il settore industriale e la coltura, solo per citarne alcuni.
Faccio altri esempi. Secondo noi, sarebbe fondamentale, per il rilancio del settore turistico, garantire la tutela della qualità dei territori. Invece qui, in ordine sparso, abbiamo visto una pletora di provvedimenti deregolanti che compromettono gli spazi liberi e l'armonia delle nostre città e dei nostri piccoli borghi, nonché dei nostri territori UNESCO di cui ci vantiamo e che andiamo a promuovere come dei veri e propri gioielli.
Così facendo, invece, si permetterà di demolire e di ricostruire, senza il rispetto delle volumetrie e delle sagome preesistenti.
Altrettanto grave è il capitolo che riguarda le cave, per mettere delle varianti per poi legittimarle, introdurre delle modifiche per favorire interventi edilizi in area di rispetto dei laghi. Ma non abbiamo già avuto troppi problemi negli ultimi decenni? Riuscire a bloccare finalmente il consumo di suolo e valorizzare i territori con dei piani paesaggistici di nuova concezione, secondo noi rappresenterebbe un percorso nuovo. È la vera sfida del futuro. Il rilancio innovativo che tutti auspicano e di cui tutti si riempiono la bocca è proprio solo nelle parole, ma non nei fatti, perch quando si arriva ai fatti, si agisce in maniera diversa.
Questa Giunta vuole favorire nuove costruzioni dove, a oggi, non è possibile, sottraendole al controllo e incrementando gli indici di edificabilità per le localizzazioni di attività produttive, terziarie e commerciali. Noi siamo giunti a una conclusione: il Presidente Cirio e la Lega, appellandosi all'emergenza del Coronavirus, danno il via libera al consumo indiscriminato di suolo, con il serio rischio di favorire gli interessi degli speculatori e dimenticando quelli dei cittadini, anche utilizzando modifiche normative incostituzionali che creeranno solo confusione e nuovi adempimenti per gli Enti locali.
Più cemento nella nostra Regione significa, secondo noi, almeno tre cose: maggior rischio idrogeologico, meno sicurezza per i cittadini e nuove spese di ricostruzione dopo alluvioni ed esondazioni. Ma noi ce lo possiamo permettere tutto questo? Ci siamo già dimenticati di quanto è avvenuto nella nostra Regione non più tardi di qualche mese fa? Non parlo neanche del 1994, parlo di qualche mese fa, cioè novembre: strade distrutte attività in ginocchio, paesi e frazioni isolati. Non abbiamo fatto neanche in tempo a portare avanti le celebrazioni per ricordare gli eventi funesti avvenuti durante l'alluvione del 1994. Questo significa, secondo noi, più cemento.
Siamo pieni di capannoni vuoti e sottoutilizzati, di aree industriali ormai dismesse da anni. Sarebbe stato logico - e l'abbiamo detto - indirizzare gli incentivi al settore edile per la loro riconversione, come da sempre chiediamo, incentivando il recupero dell'esistente e la riqualificazione sfruttando anche la grande opportunità che ci offre l'attuale Governo col bonus del 110%. Sarebbe altresì urgente realizzare un'edilizia sociale e impegnare la manodopera per riconvertire gli edifici pubblici, perch abbiamo ancora troppo amianto.
Andava fatta, secondo noi, una politica seria che guardasse alle migliaia di alloggi invenduti o sfitti che riempiono i nostri Comuni. Credo che più o meno tutti i Comuni abbiano fatto un censimento di quanti appartamenti sfitti o invenduti vi sono nelle loro possibilità; sono delle vere e proprie piccole città dentro le città.
Quella che ci avete proposto è certamente un terapia choc, ma non ci piace perché è una cura che va nella direzione della massima semplificazione tramite la riduzione di oneri e adempimenti in materia di urbanistica e di edilizia, nascondendosi dietro delle norme temporanee e d'emergenza. Questa è la cosa ancora più grave. Ma quale sarà alla fine il rapporto costi benefici? Quali saranno i vantaggi tangibili per la collettività, per i cittadini e per le generazioni future, in questo modo e con queste regole? Secondo noi, nessuno.
Sono evidenti, tra l'altro, le ulteriori compromissioni del nostro territorio a fronte delle deroghe ai piani regolatori, che lasceranno campo libero alle edificazioni tramite varianti parziali, che rischiano di aprire la strada all'abusivismo edilizio o mettono la congruenza alla pianificazione sovraordinata e, in primis, al Piano paesaggistico, per gli insediamenti d'interesse storico e artistico.
Passano delle competenze dalle Commissioni regionali alle Commissioni locali del paesaggio, dismettendo poi nel merito anche il ruolo della Commissione tecnica urbanistica. Che senso ha? Torno all'articolo 13, che adesso è diventato l'articolo 15. La Regione è partita con 50 milioni, poi diventati 45 e adesso 26. Prima era una copertura totale o parziale degli oneri, adesso è diventato un contributo solo più ai costi di costruzione.
Avete fatto un pasticcio. Non ci avete voluto dare retta. Ve l'abbiamo detto in tutte le maniere: questi stessi incentivi potevano essere indirizzati alla ristrutturazione, al recupero dell'esistente, alla messa in sicurezza del nostro territorio, oppure rivolti agli interventi di recupero e di restauro che fossero rispettosi del nostro paesaggio e della tradizione dei nostri territori.
L'attuale pandemia ci avrebbe dovuto insegnare qualcos'altro, cioè arrivare in questo momento storico a proteggere e gestire al meglio i nostri luoghi le aree agricole, i parchi, i boschi e le acque, che sono imprescindibili per le nostre vite, per quello che è il nostro stile di vita. Anche se il provvedimento ha validità fino a inizio 2022, è chiaro che questo sistema contiene tutti i presupposti per una devastazione scriteriata del territorio e dell'ambiente che va ben oltre quella data.
Questo documento dovrebbe essere scritto con una visione completamente diversa, signor Presidente, con una prospettiva di economia verde e circolare. Alla voce "turismo e commercio", invece di ampliamento dei dehor, di cui già si occupa il Governo con dei fondi e non come volevate fare voi senza, avremmo voluto leggere degli incentivi al turismo e al consumo consapevole e sostenibile. Questo turismo slow tanto sbandierato e tanto promosso nelle convention e negli incontri è quasi mai applicato quando arriva il momento per farlo. È un turismo che, in questo momento particolare e mai come adesso, dovrebbe coniugare arte, architettura territorio e natura e non pensare - lasciatemelo dire - a come fare rientrare le discoteche nei luoghi dove si fa cultura. Questa cosa veramente non l'ho proprio capita.
Alla voce "edilizia", invece della riduzione di oneri di urbanizzazione e permessi facili su fantasiosi cambi di destinazione d'uso, avremmo gradito vedere azioni concrete di sostegno alla bioedilizia, all'edilizia attiva ed energie rinnovabili, per arrivare ad avere quelle città smart di cui tutti parliamo, dove il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile modifichino in meglio il nostro tessuto urbano.
La semplificazione non consiste, come pensa questa Giunta, nel taglio indiscriminato di regole, a tutela di tutti gli attori economici e sociali.
Dovrebbe, invece, secondo noi, consistere anche nella modifica del rapporto tra il cittadino utente e le Amministrazioni, in uno snellimento dei cavilli burocratici inutili e nella digitalizzazione delle strutture e degli uffici, per diminuire i tempi di lavorazione e migliorare i servizi offerti. Questa sarebbe una semplificazione. In questo testo non c'è il minimo accenno a tutto ciò, secondo noi. È un fatto grave, anche in considerazione degli spazi che questa crisi aprirà. Mi riferisco all'usura alle infiltrazioni della malavita organizzata e non, infiltrazioni che andranno a inquinare il nostro sano tessuto produttivo piemontese. Sono eventi già successi e che sono già stati evidenziati nel recente passato perché la nostra Regione non è immune.
Mi avvio alla conclusione. Con il provvedimento in discussione stiamo chiaramente perdendo una grande opportunità di incamminare la nostra economia su strade nuove, che potrebbero aprire enormi spazi di crescita e di cambiamento e, torno a dire come ho detto all'inizio, con la vana illusione che le vecchie vie conosciute ci possano portare da qualche parte. A nostro giudizio, si tratta di un errore madornale dal punto di vista politico ma, peggio ancora, dal punto di vista economico, perché lo pagheranno i cittadini piemontesi.
Quello che più mi rammarica di tutto questo è che non siamo stati minimamente ascoltati, nonostante siamo entrati nel merito di ogni singolo articolo, non solo con delle critiche, ma anche con delle proposte serie che non avete voluto sentire.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
Ha ora la parola il secondo relatore di minoranza, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Credo che le opposizioni siano state davvero leali e rispettose di quanto ci siamo detti più volte durante le Conferenze dei Capigruppo e nelle sedute scorse. Così, purtroppo, non ha fatto né la Giunta regionale né la maggioranza: parlo di merito e parlo di metodo.
Partirei dal metodo. Il Presidente che aveva annunciato il "bazooka" da 800 milioni di euro oggi è assente. È assente perché, probabilmente, si rende conto della figuraccia che ha fatto. E, se non l'ha capito fino in fondo, lo capirà probabilmente nelle prossime ore, quando tutte le categorie - sottolineo "tutte" - sveleranno il bluff del suo comunicato stampa, perché è poco più di questo il "Riparti Piemonte".
Lo dico perché ha ragione il relatore Gallo a chiedere: "Dove sono gli altri 700 milioni di euro che erano stati messi a fianco dei cosiddetti bonus?".
Ebbene, dove sono le politiche per attrarre gli investimenti, per aumentare la competitività, per portare il Piemonte nell'Europa del futuro? Dove sono, davvero, le politiche industriali, le politiche che ripenseranno agli errori che, dentro questa crisi, si sono resi sempre più chiari? Insomma, Presidente, ma quale "Riparti Piemonte"! Siamo di fronte al solito tentativo di utilizzare la crisi per altri fini (lo dicevano bene i miei colleghi).
Io la definisco "shock economy" quella che le opposizioni stanno tentando di correggere con numerosi emendamenti, che, di fatto, sfugge completamente al concetto di urgenza; voi utilizzate strumentalmente l'urgenza. Invece che vedere misure vere di ripensamento dei nostri luoghi di lavoro e di ripensamento di come sarà la ripartenza, ci sono semplicemente misure di deregolamentazione tanto sull'urbanistica quanto sul consumo di suolo, con la sospensione, appunto, di provvedimenti che rischiano di mettere a repentaglio l'economia "legale" del Piemonte, che già sta male e che assiste all'avanzata sempre più pesante delle economie "illegali". Questa Giunta, in tema di economia illegale, d'infiltrazione e radicamento della criminalità organizzata, dovrebbe ricordarsi qualcosa.
Ebbene, davanti agli appelli pubblici dei magistrati e della DIA, che insistono di prestare attenzione, perché in questo momento si ravvisa un'istanza predatoria da parte di quelle organizzazioni criminali che prenderanno ancor di più a bersaglio tutta l'economia legale, che in questo momento rischia di essere vampirizzata; davanti a tutto questo, voi riuscite solo a mettere in campo quella deregolamentazione che metterà ancora più a rischio l'economia legale. Davanti a tutto questo, siete ancora riusciti a compiere il miracolo di fare delle promesse, inizialmente con i bonus ad alcune categorie straziate e stremate da questi mesi di crisi, che non vedono ancora la luce. Siete addirittura riusciti a fare degli annunci, promettendo delle cose per poi rimuoverle sia dai bonus sia da qualsiasi principio di progressività o di distribuzione, ad esempio per giorni di chiusura, per difficoltà a ripartire, eccetera.
Per questo siamo ritornati su quel bonus che voi avete gestito malissimo: l'avete gestito in tre fasi, per cui speriamo che la seconda e terza fase del Piemonte siano migliori della prima, seconda e terza fase che siete riusciti a mettere in una sola legge, che vi abbiamo, tra l'altro, fatto approvare in Commissione legislativa, proprio per non concedere altri alibi a questa maggioranza.
Voi siete riusciti a promettere ad alcune categorie - è una cosa incredibile! - i bonus per poi non darglieli. Allora noi, attraverso i nostri emendamenti, ve li rimettiamo tutti in fila, dai fotografi, che non siete riusciti neanche a comprendere chi sono, perché avete scambiato i fotografi con chi gestisce le ottiche e con chi fa le stampe digitali! Siamo reintervenuti su alcune attività che, inspiegabilmente, sempre come esercenti, sono state escluse dai vostri bonus. Non si capisce perché un esercente che vende tappeti o che vende chincaglieria o oggetti che, a vostro avviso, sono meno importanti (perché magari hanno anche meno reti di rappresentanza) sia stato completamente precluso. Ma ne cito altri, come gli intermediari del commercio, il commercio al dettaglio e molte attività rientranti nella classificazione ATECO.
Siete riusciti a compiere il miracolo di dire che le discoteche giustamente, dovevano avere un bonus, perché difficilmente potranno riaprire. Tuttavia, avete svantaggiato i luoghi dello spettacolo dal vivo e non siete neanche riusciti a capire che lì dentro ci sono istanze che non c'entrano niente con i fondi messi nella cultura: parlo di chi organizza eventi, parlo dei service musicali, dei service video; parlo paradossalmente di tutti quelli che si muovono attorno.
Guardate che se si finanzia da progetto a soggetto, quindi se voi finanzierete giustamente anche parte dei festival (sarà tutto da vedere) non è che loro daranno i soldi a dei service che non si sono presentati oppure per video che non hanno fatto, o a fotografi che non interverranno! In più, riuscite nel miracolo di non parlare di quelle stupidaggini scritte nella ripartenza, per cui magari si vede un luogo dello spettacolo dal vivo che dovrà riaprire, ma non fare contemporaneamente somministrazione. Queste sono solo alcune delle contraddizioni che abbiamo rilevato, ma vorrei citarvi quelle più gravi.
I miei colleghi hanno battuto tantissimo sull'urbanistica, sul tema del DURC di cui parleremo per tutte queste giornate (perché non vi vogliamo far approvare quella parte del provvedimento!). Io vi parlerei per un secondo di quello che è completamente assente in questa discussione.
È assente il ripensamento dei luoghi di lavoro: c'è qualche accenno allo smart working, di cui parleremo nelle prossime ore, ma non ci sono dei veri incentivi su come ripensare quel modulo. Non c'è nessun pensiero su che cosa è successo in questa crisi e su come sarà difficile ripartire senza la scuola pubblica.
Siete riusciti nel miracolo di capire che quest'assenza andava in fretta recuperata con una delibera, che però vede solo la firma dell'Assessora Caucino! Se io fossi nell'Assessora Chiorino, o se fossi nei Gruppi di maggioranza, chiederei l'interruzione urgente di questo Consiglio, perché è inaccettabile - inaccettabile! - che la vicenda dei centri estivi non venga collegata neanche con la fine della scuola e con delle linee guida che, come minimo, devono interloquire col mondo educativo. Ma non solo.
Siete riusciti a fare più errori, tutti in uno. A me dispiace, perch ho avuto il sentore che questo documento fosse un bluff ben prima che ce lo presentaste. E io ero fra i pochi che, in Conferenza dei Capigruppo, diceva al Presidente Allasia: "Andiamo subito in Aula, perché questo testo è vuoto, non sta in piedi da solo". E non ci sono neanche le misure che avete annunciato in conferenza stampa, ma che, di fatto, qui dentro sono assenti.
Parliamo di una categoria su tutte: gli indigenti.
Dove sono le misure per il sostegno al reddito? Dove sono le misure per il sostegno alla prima casa? Dove sono le misure che avevate annunciato per il sostegno alla morosità? Soprattutto, quando noi diciamo delle cose, lo facciamo lealmente. Proviamo a lasciar perdere le nostre istanze politiche le nostre bandiere e i nostri partiti, per mettere al centro solo l'obiettivo: io sono orgoglioso di aver chiamato il Presidente Cirio proprio un mese e mezzo fa, dicendo: "Guarda che sugli indigenti il terzo settore ha fatto tantissimo, dalle Caritas ai centri di quartiere, alle case di quartiere, ai circoli Arci e non solo; non solo la Pastorale, non solo il Banco alimentare, ma tutti si sono messi nei cosiddetti snodi".
Pensiamo davvero di utilizzare le risorse che ci hanno donato i piemontesi solo per le mascherine, che, tra l'altro, ricordo che non sono neanche arrivate a tutti? Riusciamo davvero a non pensare a nessun'altra misura per garantire almeno tre pasti a tutte quelle famiglie che nel lockdown hanno perso il lavoro? Già, perché per legge si può dire di bloccare l'economia legale e si può decidere di fermare i licenziamenti, ma c'è chi viveva, purtroppo, di espedienti e in quella crisi ha perso tutto.
Tutto. E allora possiamo dirci, almeno, che sulle case popolari, sui beni di prima necessità, su tutto quello che c'entra con un lavoro difficilissimo di questo momento, di quella rete che non vede più troppe risorse dei privati arrivare nelle loro casse, qualcosina come Regione dovremmo fare? Pensate che bastino i 250 mila euro che abbiamo dato alla Città di Torino qualche settimana fa? Ma non avevamo promesso di raddoppiare o triplicare almeno quel contributo, che comunque sarebbe stato insufficiente? A fianco a tutto questo, io mi dico: davvero non si è pensato a niente di più dentro questa crisi? Questo documento omnibus poteva essere straordinariamente utile per dare anche sollievo a quelle categorie non sostenute adeguatamente dal "Cura Italia" e, di fatto, dalle misure del Governo. Perché non siete stati neanche così "lungimiranti" da capire che dentro questa vicenda c'era anche una sfida politica, perché ci poteva stare che il Governo dimenticasse qualcuno.
Ora, a voi sembra normale che abbiamo chiesto a centinaia d'immigrati di continuare a fare i fattorini senza occuparci minimamente delle loro condizioni di salute, senza pensare che avrebbero avuto bisogno di dispostivi di sicurezza, senza cambiare la norma, senza controlli e senza neanche fare quello che, per esempio, proponevamo noi nell'emendamento cioè dare quel minimo di contributo, una tantum, a ognuno di quei "rider" per far sì che viaggiassero in sicurezza nelle nostre strade? Invece di avere misure di solidarietà verso quei ragazzi che hanno perso le borse di studio, che si sono laureati contro tutto e tutti in questa crisi, come EDISU cosa facciamo? Gli diciamo: "Prego, ritornatevene nel vostro Paese non possiamo più darvi la residenza".
Primo, nel loro Paese non possono tornare perché gli aerei sono bloccati, i treni sono bloccati e che cosa si pensa? Ah, se dovete rimanere, pagate pagate una residenza a costo pieno. Costava tanto fare una misura per almeno quei laureati che sono nelle nostre residenze, almeno per garantirgli un po' di solidarietà, per dirgli che sono ospiti di questo Paese che, in trincea contro il COVID, farà di tutto per non escludere nessuno, come ci hanno dimostrato i medici cubani che non avevano nessuna affinità politica con questa Regione, nessun interesse materiale nel venire qua, se non l'interesse di un'umanità che si occupa di chi ha bisogno, di chi in quel momento ha bisogno di tutta la solidarietà internazionale? Invece di applaudire i medici cubani senza imparare niente provate, prima che se ne vadano, a capire cosa c'è dietro quel simbolo, dietro quel gesto.
C'è una comunità che capisce che non si è mai stranieri in questo mondo.
Voi invece riuscite, ancora nella crisi, a far sentire straniero chi in questo momento è ospite nel nostro territorio ed è bloccato qui dentro.
Spero davvero che avremo la possibilità di discutere in questi tre giorni di tutto quello che non avete pensato e di tutto quello che, tra l'altro abbiamo lealmente presentato, emendamento dopo emendamento, provandovi a far riflettere.
L'aspetto più grave - e ritorno al metodo - è che voi ci avete detto: "Facciamo gruppi di lavoro, vi ascolteremo". Quando vi abbiamo detto che i bonus non avevano senso perché avevate promesso tanto ai primi, poi vi siete dimenticati e allora avete rincorso le opposizioni dicendo: "No, no ma glieli abbiamo già dati, già promessi, la metà". Chi arriva secondo avrà la metà, ma chi arriva per terzo le briciole, com'è avvenuto nella discussione. E c'è chi proprio non avete neanche visto: "Ah peccato, sono finite le risorse".
Ma è questo il "Riparti Piemonte"? Ma davvero? È davvero la discussione che abbiamo fatto con l'Assessora Caucino, quando ci ha detto: "Scusate, ma sui centri diurni abbiamo iniziato a mettere qualche risorsa". E va bene, per tutto il mondo dei disabili abbiamo iniziato ad avere qualche briciolo di pensiero, qualche ragionamento, qualche risorsa, ma quando chiediamo che cosa si era pensato per i minori non accompagnati, perché quelli lì, sì hanno problemi, primo, perché non potevamo chiedergli solo di stare a casa loro, perché le case loro sono diverse dalle case nostre (e lo sapete benissimo); due, cosa succede per i senza dimora? Per quelli che non hanno nemmeno una casa, cosa si è pensato in questa crisi e in questo dopo crisi? La verità è che questo "Riparti Piemonte" non ha nessun radicamento nel sociale; nessun radicamento nelle ferite aperte di questo Piemonte; non ha nessun pensiero nemmeno sulla sanità pubblica, quella che fino a qualche giorno fa dicevate con noi di voler difendere a tutti i costi. Non ha nessun pensiero su come si riformerà la società, tant'è vero che sulla nostra proposta di riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, non solo non l'avete letta - pazienza, l'hanno proposta dei soggetti che si rifanno addirittura, pensate, alle tradizioni marxiste e pensano che le politiche keynesiane possono ancora essere utili nei momenti di crisi, ma pazienza, potevate non leggerla - ma il punto, come vi facevano notare i nostri colleghi, è com'è possibile che questa crisi ci ha fatto vedere quanto la dimensione della nostra impronta in questo mondo è fondamentale per capire i problemi del futuro.
Com'è che non c'è un pensiero sulla riconversione ecologica dell'economia? Non c'è un pensiero sul trasporto pubblico; nessun incentivo a ripensare a quali potrebbero essere gli strumenti per andare nei nostri posti di lavoro e ritornare a casa in sicurezza, magari con la mobilità alternativa? Insomma, questa crisi, purtroppo, non è servita a niente a voi, né nel ripensare alle vostre politiche né nel ripensare agli errori del passato tantomeno agli errori della Fase 1.
Siamo di nuovo tutti lì a prendercela con l'untore di turno, che prima era il runner, oggi è il giovane che, pensate, dopo tre mesi di lockdown riaprono i locali e lui pensa anche di uscire, quel giovane. Dopo che non gli è stata data nessuna alternativa, neanche di fare una corsa in questi mesi, pensate, succede che a un certo punto si riversi in strada.
Purtroppo la verità è che vi fa comodo, vi fa comodo anche prendersela con chi sbaglia, perché certamente lì fuori c'è chi sbaglia e non ha capito la gravità di questo momento, ma, guardate, che più di loro dovreste pensare a voi, a voi che non avete fatto abbastanza nella Fase 1, a voi che non avete difeso chi doveva essere difeso, a partire da chi lavorava per tutti noi e a partire dai più fragili.
Guardate, non ve la scamperete: oggi farete la Fase 2 e la inaugurerete con un tetto che, come minimo, è zoppicante, un bazooka che è diventato una pistola d'acqua anche scarica.
Dico che non ve la scamperete da che cosa? Dalla richiesta di tutte le opposizioni di ritornare a tutti gli errori che avete fatto; che sia una Commissione d'inchiesta o no, noi sappiamo benissimo che questa maggioranza, in un anno, ha prodotto niente - niente - ed è riuscita, ed è l'unica vera verità, attraverso questa crisi a cogliere un'opportunità straordinaria: tutte le leggi che non avete fatto, tutte le idee che non avete avuto, tutti i copia e incolla che volevate fare li avete iniziati a mettere qua, qua e nell'altro documento omnibus che stiamo per discutere nelle Commissioni.
Spero che alle opposizioni sia chiaro - e faccio un appello anche a loro che tipo di avversari abbiamo davanti. Abbiamo un Presidente che spesso fa il galantuomo, così si definisce, che dice che rispetta i patti, che rispetta tutti, che vuole sentire tutti e poi nel momento del bisogno non c'è, perché c'è la sua maggioranza, quella maggioranza che sa benissimo qual è il punto.
Loro vogliono continuare come prima, vogliono tornare alla normalità.
Peccato che la normalità di questo Piemonte era una maggioranza che non aveva tante idee e quelle poche le erano suggerite da altri, spesso dei vicini lombardi, da cui bisognerebbe iniziare a non copiare e incollare proprio tutto. E poi, quello che vediamo in questo documento: tante misure copiate e incollate dai vostri progetti elettorali che rischiano solo di mettere ancora di più a repentaglio l'economia legale, che vuole semplicemente ripartire, ma non tornare alla normalità, perché la normalità che abbiamo visto era piena d'ingiustizie.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Grimaldi.
È aperta la discussione generale. Hanno già iniziato a iscriversi i Consiglieri; ricordo a tutti di rimanere nei dieci minuti per ogni intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente. Spero si senta, altrimenti tolgo la modalità video.
Buongiorno a tutti i colleghi.
Intervengo in questa discussione generale partendo dalle considerazioni che ha già svolto bene il collega Gallo, che è il nostro relatore di minoranza.
Si tratta di un provvedimento che dovrebbe essere - ed è - di particolare importanza per la nostra Regione, che si è trovata a vivere tre mesi durissimi, tre mesi straordinari, come del resto ha fatto il nostro Paese e il mondo intero. Il Piemonte ha dovuto affrontare problematiche inedite, di gravissima difficoltà, che hanno coinvolto innanzitutto le persone, le decine di migliaia di malati, le migliaia, purtroppo anche da noi, di deceduti a causa del COVID, che oggi affrontiamo non più da un punto di vista prettamente sanitario, ma in quelle che sono delle conseguenze economiche che gli economisti hanno definito e definiscono giustamente disastrose, lunghe, faticose, in cui ci troveremo a vivere non solo per i prossimi mesi, ma per i prossimi anni.
In questi tre mesi, abbiamo cercato, come opposizione - è già stato detto di fare la nostra parte, di dare il nostro contributo, consapevoli che il Piemonte aveva e ha bisogno di tutto: delle migliori risorse, sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista economico, produttivo, culturale le migliori risorse umane possibili dal punto di vista sanitario. Non abbiamo trovato questo nostro desiderio corrisposto nella prima fase quella sanitaria - con, purtroppo, i risultati che abbiamo visto, le cose che abbiamo ripetuto, che i cittadini hanno vissuto sulla propria pelle: la mancanza dei tamponi, la vicenda delle RSA, le e-mail che sparivano eccetera.
Oggi, anche in questa fase, il desiderio di fare la nostra parte, di farla seriamente, non lo vediamo corrisposto. In questi giorni, ci troviamo a esaminare e votare un provvedimento che avrebbe dovuto cercare di dare una forte spinta a questo momento di grande difficoltà economica del Piemonte e che, invece, per molte delle ragioni che sono già state dette, è un provvedimento debole, ben lontano dall'essere quel "bazooka" promesso dal Presidente Cirio. Un provvedimento raffazzonato, che, in talune parti soprattutto in quelle relative alla disciplina del governo del territorio dell'urbanistica e dell'edilizia, rischia di essere un provvedimento molto molto pericoloso.
Pertanto, la Fase 2 è partita con il piede sbagliato, così come è partita la Fase 1, in Piemonte. Credo che tutto questo abbia un motivo che sta nella responsabilità della Giunta, della maggioranza, che non ha scelto in maniera principale di fare politica, di fare programmazione, di mettere in pista, sia pure in una situazione difficile, dal punto di vista economico per la Regione, le misure migliori, quelle più utili, ma ha scelto di continuare a fare quello che aveva fatto nei mesi precedenti al COVID: fare propaganda, comunicazione, essere una grande agenzia comunicativa che spesso racconta ai piemontesi cose che non esistono, diverse dalla realtà.
Ma, quando la realtà si fa così - oserei dire - cruenta, così forte, tocca in maniera così profonda le vite delle persone, ritengo sia difficile raccontarla come forse facevate, con molta abilità e anche con qualche risultato, in passato.
I piemontesi se ne stanno accorgendo, purtroppo sulla propria pelle: un'agenzia comunicativa e, in questo "Riparti Piemonte" - consentitemi di dire - anche un'agenzia distributiva, un centro di distribuzione a pioggia di un po' di risorse (non a tutti, com'è stato detto), per la verità non molte, con le quali si vuole far credere che il Piemonte potrà ripartire.
Il Piemonte non ripartirà evidentemente con 110 milioni di contributi a pioggia che distribuirete nelle prossime settimane, che sono indubbiamente un aiuto ben accetto da chi li riceverà, direi una sorta d'indennità per non aver potuto lavorare per uno, due, tre mesi, ma sappiamo bene che il rilancio è un'altra cosa, perché l'economia deve riprendersi, i lavori devono riprendersi. Ci sono settori estremamente colpiti: citiamo sempre quello del turismo, ma c'è anche quello dall'auto, della manifattura insomma tanti, tanti settori che sono in difficoltà.
Pertanto, il rilancio e la ripartenza non possono limitarsi sicuramente a quei contributi sia pure preziosi che purtroppo, però, non tutti riceveranno e, chi li riceverà, li riceverà anche in misura diversa: chi ha un negozio di abbigliamento riceverà 1.500 euro, chi ha un bar riceverà 2.500 euro. Tutti, all'interno delle categorie, riceveranno, anche se sono in condizioni diverse, anche se sono un grande hotel, un grande ristorante oppure un piccolo albergo o una piccola piola di Langa. Anche su questo forse, quando si spendono soldi pubblici occorrerebbe fare qualche riflessione.
Dicevo, una distribuzione a pioggia che ha sostanzialmente esaurito le poche risorse che il Piemonte aveva, alla quale, nel provvedimento "Riparti Piemonte", non seguono quelle risorse che erano state annunciate: 700 milioni, di cui in realtà sono nuove risorse - come ha detto bene il collega Gallo - 50 milioni, mentre i restanti sono una rimodulazione di residui di Fondi europei che c'erano già, che sarebbero comunque stati spesi.
Accanto a questo mancato slancio, questa mancata programmazione, mancati interventi capaci di dare un po' di respiro, per i prossimi mesi e per i prossimi anni, alla liquidità, al credito delle aziende, anche alla giusta promozione. Penso al campo turistico, dove non si può esaurire questo con due milioni .



(Audio mancante o non comprensibile)



MARELLO Maurizio

. che andremo ad approvare, accanto a questo avete messo in pista una serie di misure in nome della semplificazione e della sburocratizzazione, che tra l'altro è un fatto importante, sappiamo che .



(Audio mancante o non comprensibile)



MARELLO Maurizio

. ma che in realtà sono misure (prendo a mutuo la frase detta dal collega Marin, che mi pare sia quella più veritiera) che con l'emergenza COVID hanno poco a che fare (le misure dell'urbanistica, e via dicendo). Lui stesso ha detto: "È una sperimentazione" - ha usato questa parola - "di un'eventuale modifica o riscrittura della legge urbanistica piemontese" la n. 56 del '77, la gloriosa legge Astengo - "che noi vogliamo riscrivere a partire dal 2022. Fino al 2022 procediamo con queste norme e vediamo se funzionano".
Questa frase ammette e confessa il fatto che queste norme, con qualche leggera eccezione (penso agli incentivi sugli oneri di urbanizzazione e poco altro) non hanno nulla a che vedere con il COVID; potevano essere contenute in una nuova legge urbanistica, in un omnibus, invece sono state messe qui. Sono state messe qui approfittando dell'emergenza per incidere purtroppo pericolosamente e pesantemente su una serie di meccanismi che riguardano la giusta programmazione dello sviluppo edilizio e dello sviluppo urbanistico.
Questo comporta un danno per l'ambiente, perché il consumo di suolo impedisce quello sviluppo ordinato dei nostri paesi e delle nostre città che avevamo iniziato a conoscere da qualche lustro a questa parte. Dico che avevamo iniziato, perché in passato con le politiche ante piani regolatori e con il boom economico degli anni Sessanta e Settanta, avevamo assistito allo scempio del nostro paesaggio nelle città, nei quartieri e nelle periferie nate e costruite male. Ecco, ora si torna alla deregulation, come diceva il collega Gallo, e a una logica di questo tipo, che non ha nessuna ragione economica per incentivare l'edilizia, un comparto già pesantemente massacrato dalla crisi del 2008, quasi fermo ormai da molti anni: basti vedere i pochi oneri di urbanizzazione che incassano i nostri Comuni.
Può andare bene l'ecobonus, può andare bene l'incentivo per fare il cappotto alla casa e per la ristrutturazione, eccetera, ma le misure procedurali, il fatto che per una variante ci si metta un anno anziché un anno e mezzo, cosa che va bene, o il fatto che possa avere anche l'opportunità, attraverso l'uso delle varianti parziali, ampliare le proprie attività, eccetera, non sono un incentivo all'edilizia, perch presuppongono che l'edilizia si muova già, che sia un'attività un'iniziativa sotto questo profilo e allora la si asseconda con delle procedure che siano meno farraginose di quelle attuali, ma non è il contrario.
In conclusione, valutiamo molto pericolose tutta una serie di norme che sono state citate, dall'incremento delle volumetrie alla possibilità dell'abbattimento nei centri storici e della ricostruzione anche con il cambiamento di sagoma. Lo stesso articolo n. 69, che, consentitemi di dire è stato citato poco, consente deroghe ulteriori alle fasce di rispetto su laghi, torrenti e rii, proprio sui bordi, al confine con i torrenti e con i fiumi. Cito queste misure, ma potrei citarne altre, per dire che con il COVID non hanno nulla a che fare, ma che vengono inserite in questo contesto. Da un lato, non saranno di aiuto a nessuno e, dall'altro sicuramente comporteranno forti sprechi. C'è grande rammarico, ma ci sarà pure un motivo, su questo tipo di provvedimento.
Credo che la ratio non sia quella del "Riparti Piemonte". "Riparti Piemonte" è il nome, è il grande annuncio, è la comunicazione, ma credo che la ratio sia quella di una ricerca e di un'attenzione al consenso all'elettorato fatta con metodi tradizionali e, peraltro, neanche troppo nobili, quali le contribuzioni a pioggia e quali, magari, consentitemi il termine, piccoli favori che nascono da casi particolari relativi all'edilizia e all'urbanistica che, chi ha fatto il Sindaco sa bene di cosa parlo: richieste che arrivano ai nostri uffici tecnici, ma che una Regione ha, invece, il dovere di governare in maniera un po' diversa.
Affrontando con un'operazione di consenso, in questo momento, la crisi del COVID, si rischia che fra qualche mese dovremo dire ai piemontesi che saranno ancora in difficoltà, che forse c'eravamo, anzi voi vi eravate sbagliati, come vi eravate sbagliati tre mesi fa, nell'affrontare la crisi.
Questo noi lo diciamo con forza, con senso di responsabilità e con il desiderio, come abbiamo fatto in queste settimane di duro lavoro, di fare sempre delle proposte concrete e positive e il rammarico spesso di non vederle accolte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
La parola al Consigliere Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio

Grazie, Presidente.
Capisco benissimo le tante vicissitudini che possano portare il Presidente Cirio a non essere presente in aula. Io stesso ho fatto questa esperienza anche se ho sempre cercato di essere il più possibile presente in Consiglio, in particolare, in momenti come questo che considero un momento topico per la nostra Regione. Mi auguro che possa essere presente in sede di replica, perché sia le relazioni di minoranza, sia sommessamente io stesso in questo breve intervento, si pongono alcune questioni su cui sarebbe importante avere un livello di autorevolezza più alto delle considerazioni o delle risposte.
La prima questione che pongo è sulla quantità delle risorse. Nel mio ragionamento, considero congiuntamente entrambe le misure, sia il disegno di legge 95, sia il "Bonus Piemonte", che abbiamo approvato in sede legislativa.
Se si fanno i conti, come diceva il Consigliere Gallo, di risorse fresche cioè che non esistessero già, da qualche altra parte nel bilancio regionale, complessivamente, per due anni, ci sono circa 160 milioni quindi, in due anni, fra il "Bonus Piemonte" e il "Riparti Piemonte", come risorse fresche sono stanziati 160 milioni. Sottolineo che, di questi 160 milioni circa, poco più di 100 derivano da un fondo accantonato nel 2018 quindi dalla nostra Amministrazione, per far fronte all'acquisto dei derivati, che opportunamente è stato utilizzato, ma solo per dire che era una riserva che era già stata predisposta in passato.
Nel "Bonus Piemonte", soprattutto, ma anche in questa misura, sono state escluse intere categorie e interi fabbisogni sociali, com'è stato detto in alcune relazioni di minoranza, ma la domanda che vorrei porre a questo riguardo è la , ed è una domanda vera: considerando che avevamo proposto di liquidare una parte del capitale di Finpiemonte, che in questo momento riteniamo sia eccedente i fabbisogni dell'Ente per le nuove finalità che dovrà perseguire, ci chiediamo perché non sia stata presa in considerazione la modalità che prevedeva di recuperare delle risorse che avevamo stimato che si potessero avvicinare al centinaio di milioni, che avrebbero consentito, quantomeno, anzitutto di non escludere nessuna delle tante categorie che, invece, purtroppo, sono state escluse o che accedono al "Bonus Piemonte" con cifre minori rispetto ad altre, e poi di far fronte a dei fabbisogni sociali, in cui, tra l'altro, le risorse utilizzate in buona parte derivano dagli effetti del decreto nazionale e che, comunque, sono di gran lunga maggiori rispetto alle risorse che vengono messe in campo, in tutti i settori, a cominciare dalle fasce sociali che ne hanno bisogno.
Questa è la prima questione: la dimensione delle risorse e il perché non si è voluto, anche parzialmente, accedere a una fonte di finanziamento che non avrebbe pregiudicato nulla e che avrebbe potuto estendere la platea d'imprese e di categorie sociali beneficiarie.
La seconda questione è sulla qualità delle risorse. La scorsa settimana, su un giornale, veniva riportata un'interessante analisi di Confindustria Piemonte, secondo la quale una serie di progetti strategici che erano stati finanziati (aerospazio, automotive, investimenti legati ai due progetti di Città della Salute) erano stati definanziati proprio per far fronte alle esigenze del "Bonus Piemonte" e del "Riparti Piemonte". Il giorno dopo stessa fonte, con soddisfazione del Presidente di Confindustria Piemonte Ravanelli (che, a dir la verità, mi aspettavo), il Presidente Cirio risponde dicendo che non è vero che sono.
Quei 400 milioni, se non ricordo male la cifra, non vengono sottratti dagli 800 del "Riparti Piemonte", ma sono aggiuntivi. Delle due l'una: se sono aggiuntivi, vuol dire una cosa sola, cioè che saranno recuperati sulla programmazione del FESR e del FSE 2021-2027, altrimenti le due cose non stanno insieme.
Se è così, come penso sia, ma è una questione che vorrei capire - il Presidente Cirio ha detto che non sono sottratti dagli 800 del "Riparti Piemonte", ma sono aggiuntivi - vorrei fosse chiaro che andare sulla programmazione 2021-2027 vuol dire spostare nel medio periodo progetti strategici per alcuni comparti industriali e strategici per l'area torinese e piemontese, non vuol dire spostarli di un anno, ma vuol dire spostarli nel medio periodo. Stiamo parlando di una programmazione che non sappiamo ancora quante risorse complessive potrà disporre. Questa è la seconda questione che volevo porre alla vostra attenzione.
La terza e ultima ha a che vedere con la questione snellimento procedure.
Ne ha già parlato per ultimo il Consigliere Marello, e io l'avevo già sollevato anche in Commissione: il tema del paesaggio. Ci tengo a dire una cosa. Mi rivolgo alla Giunta, al Presidente e agli Assessori presenti: anche se sono politicamente coevo della legge n. 56 - poi ci sono state tutte le modifiche successive - sono consapevole che sia necessario nella nostra regione, con ogni probabilità, una rivisitazione complessiva delle regole e delle procedure che regolano l'ambiente territoriale e urbanistico.
Avevamo anche provato a muoverci in quella direzione e suggerirei una strada: invece di questi provvedimenti in cui si spaccia un cambiamento delle procedure della legge n. 56 sotto forma di emergenza, suggerirei una strada, quella che noi avevamo percorso nei cinque anni trascorsi per l'agricoltura e la coltura. Proviamo a fare un atto unico che effettivamente, riduca la legislazione accumulata; proviamo a semplificarla e, soprattutto, attraverso studi approfonditi con il coinvolgimento di professionisti, la si finalizzi alle nuove esigenze delle politiche territoriali e urbanistiche, che non sono più quelle degli anni Settanta neanche quelle degli anni Ottanta, neanche degli anni Novanta e neanche dell'inizio di questo secolo. Sono io il primo a dirlo, pur essendo quello che dovrebbe essere più vicino a quei tempi.
Si fa così, non si fa con delle norme che hanno più il sapore - mi rivolgo al Consigliere, collega e amico Marin - che, non me ne voglia, hanno più il sapore, per come sono presentate, di una sorta d'invito "al tana libera tutti" su un campo d'intervento di tipo residenziale diffuso che, se non fosse stato per alcuni interventi in Commissione e che hanno fatto fare dei passi indietro alle proposte che venivano dalla maggioranza, sarebbe stato davvero preoccupante. È ancora preoccupante, quindi suggerisco al Presidente Cirio di riflettere su questo tema, se non sia il caso di stopparlo e lasciare solo quelle norme che, obiettivamente, possono essere utili in una fase di emergenza per rendere un po' più celeri alcune operazioni e affrontare, insieme, l'impegno di rivedere complessivamente questa normativa in materia.
Ultimissima cosa sempre in questo campo, ed è strano che non se ne parli.
Sembrerebbe che si sia finalmente sbloccata la cosiddetta pedemontanina Ghemme-Masserano, Ghemme-Biella, che costituiva una parte significativa, ma ci sono circa 400 milioni, senza esagerare, di fondi di coesione sociale che sono impegnati soprattutto sull'assetto idrogeologico e sulle opere di viabilità, alcune di esse strategiche. Mi chiedo: anziché evocare, sempre comunicativamente, commissari di qui e commissari di là come se l'eccezionalità dovesse diventare la normalità neanche fossimo in uno degli scritti fantastici di Jorge Borges, perché non si prova a vedere quali di queste opere - ripeto, stiamo parlando di centinaia di milioni - sono ferme, perché sono ferme, e a chiedere - questo sì, lo chiederei anch'io al Governo eventualmente di sbloccare, e se è il caso anche di nominare una sorta di commissari che intervengono su quelle specifiche procedure? Finisco richiamando l'esempio che faccio sempre. Come lei sa, Presidente noi abbiamo gestito l'evento olimpico - al di là dei giudizi che si possono dare sugli esiti che lasciamo stare, non è questa la sede, l'abbiamo gestito tutti, maggioranza di centrosinistra in Comune, inizialmente di centrodestra in Regione e poi diventata di centrosinistra - trasversalmente ma senza nessuna procedura straordinaria, salvo una. Sapete qual era? La pulizia dei portici a Torino. I portici a Torino in parte sono pubblici e in parte attengono ai privati, quindi non si poteva intervenire a casa dei privati, se non c'era l'assenso. In alcuni casi non c'era, quindi non si poteva fare la pulizia dei portici ad arlecchino. Abbiamo chiesto al Governo Berlusconi e ci è stata data la deroga a quell'intervento nominando il Sindaco commissario ad acta per quello scopo.
Faccio questo esempio per dire che, se ci sono interventi che possono sbloccare risorse utili sulla viabilità, sull'assetto idrogeologico e sul sistema dei trasporti, lo si faccia. Su questo, per quello che mi riguarda c'è il mio sostegno. Si eviti di evocare, da una parte, modifiche di procedure che sappiamo già prima che rischiano di essere impugnate e respinte dal Governo perché incostituzionali, dall'altra evocando progetti di modifica urbanistica che, nel segno dell'emergenza, danno solo il segnale che il territorio e il paesaggio, anziché essere delle risorse come dovrebbero essere, rischiano di tornare a essere solo oggetto di speculazione.
Questo, secondo me, non è solo contro l'interesse.
Anzi, diciamolo, è una cosa sulla quale inviterei tutti ad agire trasversalmente, perché se c'è una nuova frontiera della politica territoriale del Piemonte, è proprio quella del paesaggio come risorsa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiamparino.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Tanti punti sono già stati toccati dai colleghi che mi hanno preceduto. Già in Commissione avevo sottolineato la forte perplessità che avevo nei confronti di questo DDL, che più che un "Riparti Piemonte", per certi aspetti è un "distruggi Piemonte" per quello che riguarda la parte legata agli incentivi sul consumo di suolo.
Tuttavia, vorrei fare un passo indietro, prima di entrare nel merito della parte urbanistica, della parte legata a quello che noi definiamo un attacco alla nostra regione, un incentivo al consumo di suolo. Volevo tornare un attimo indietro sulla parte economica. Come diceva giustamente qualche collega che mi ha preceduto, prima si parlava con toni trionfalistici di centinaia di milioni di euro per far ripartire il Piemonte, ma io mi sono sempre chiesto dove li aveste trovati tutti quei soldi. Speravo nella vostra capacità di moltiplicare pani e pesci; invece, a malapena, siete stati buoni a fare il gioco delle tre carte, perché la maggior parte dei fondi erano già a bilancio, avete semplicemente cambiato nome.
Per quanto riguarda la parte su Finpiemonte, sulla proposta dell'utilizzo da parte anche del centrosinistra di fondi per il rilancio del Piemonte vorrei ricordare che i fondi che, a oggi, sono depositati all'interno del capitale sociale di Finpiemonte sono sicuramente sovrastimati, ma sono un nostro patrimonio.
Io non venderei un pezzo di casa per pagare le bollette; al massimo possiamo utilizzare quei fondi per degli investimenti che possano avere delle buone ricadute sul tessuto economico e sociale piemontese. Una delle proposte che avanzerò sarà quella di investirne una parte nel patrimonio edilizio delle ATC, che ha tanto bisogno di fondi. Sono investimenti che tanto piacciono alla maggioranza, ma questa volta non su nuovi edificati ma sulla riqualificazione dell'esistente. In tal modo, avremmo un buon coefficiente di moltiplicazione dell'investimento e, dall'altra parte, la possibilità di rispondere ai bisogni abitativi non di chi vorrebbe una nuova villetta a schiera in un terreno non ancora edificato, ma di chi ha difficoltà ad accedere a una casa.
Torniamo da dove sono partito, cioè dal consumo di suolo. Vorrei ricordarvi un dato del Paese in cui viviamo: in Italia ci sono 31 milioni di abitazioni e un quinto di esse (circa sette milioni) sono vuote o abbandonate. Il tutto mentre continuiamo a costruire a ritmi vertiginosi.
La cementificazione in Italia avanza al ritmo di due metri quadrati al secondo, 14 ettari al giorno nel 2018, che è quasi il doppio rispetto alla media europea. E qui arriviamo a una piccola buona notizia, perché nel 2017 c'è stato l'ultimo rapporto completo sul consumo di suolo, dal quale vediamo che il 6,9% della superficie della nostra Regione è cementificata pari a circa due milioni e 540 mila ettari. È un valore fortunatamente inferiore rispetto ai nostri vicini lombardi, i quali, dal punto di vista del paesaggio, non possono vantare meraviglie come le nostre, oppure rispetto ai liguri, che hanno avuto un forte sfruttamento nella parte principalmente costiera.
Comunque ricordiamoci che questa non è una notizia che dovrebbe confortarci: In Piemonte, dal 2012 al 2017 sono stati consumati 1.410 ettari di suolo, che equivalgono a circa 1.600 campi da calcio. Pertanto abbiamo preso l'impegno nei confronti dell'Unione Europea di arrivare nel 2050 a un consumo di suolo zero, ma se andiamo avanti così, rischiamo di non avere più suolo da consumare nel 2050, per cui non ci arriveremo per merito, ma per obbligo, perché sarà rimasto ben poco.
Solitamente siamo abituati a pensare al consumo di suolo a come un'espansione delle grosse città. Infatti, la maggior parte del consumo di suolo si concentra proprio nelle aree limitrofe, in aree agricole vicine alle grandi città che vengono a mano a mano edificate, con tutti i problemi legati alla sottrazione di terreni agricoli, che dovrebbero essere maggiormente tutelati ed essere un orgoglio per la nostra Regione e per il nostro tessuto economico. Abbiamo grandi potenzialità, dal punto di vista agricolo, che dovrebbero essere maggiormente sfruttate e non, come succede di anno in anno, riducendo gli appezzamenti dedicati all'agricoltura.
Ricordo ai colleghi Consiglieri che durante la campagna elettorale c'era una grossa fila di sottoscrittori alle serate organizzate dalla Coldiretti durante le quali ci siamo impegnati a smettere di consumare il suolo per lasciare spazio alle coltivazioni agricole e ridurre gli impatti delle calamità naturali, soprattutto degli eventi alluvionali che ci colpiscono ormai quasi ogni anno.
Non andiamo solamente a intaccare le aree limitrofe alle città, ma in Piemonte ci sono degli sfruttamenti diffusi anche nelle aree collinari come le meravigliose Langhe e il bellissimo Monferrato. In questo momento stiamo parlando di dare la possibilità di aumentare le volumetrie e le aree edificate, dando anche un contributo, cioè non solo diamo la possibilità di un maggiore incremento del consumo di suolo, ma paghiamo anche la metà degli oneri di urbanizzazione per portare avanti questo scempio.
Devo dire che non ci speravo troppo di riuscire a farvi cambiare idea.
Abbiamo voluto scendere a una discussione più informale all'interno del gruppo di lavoro, come ha già sottolineato il collega Martinetti, con delle proposte precise e puntuali, andando a spiegare le nostre perplessità che comunque, non solo non sono state smentite, ma sono state semplicemente ignorate.
Una legge del genere non è solo un colpo basso, ma un modo di fare politica non di alto livello - per non utilizzare altri termini - perché un tale intervento dal punto di vista urbanistico non è legato a quello che potrebbe un nobile utilizzo delle risorse regionali, oppure legato al riuso e all'efficientamento dell'esistente per ridare valore al nostro attuale patrimonio edilizio e ridurne l'impatto ambientale. Anzi, avete usato il COVID e quest'emergenza per far passare dei piccoli pezzi di vostra campagna elettorale legati alla deregolamentazione e all'incentivazione indiscriminata del cemento e del mattone, senza il minimo scrupolo.
Certo, qualcosa è stato anche rifiutato dalla Giunta rispetto a delle proposte della maggioranza, ma diciamo che non mi sento di festeggiare.
Sarebbe stato ancora più vergognoso accettare un ulteriore ampliamento di queste concessioni.
Sono alla fine del mio intervento e vi ricordo che, mentre si susseguivano gli interventi in discussione generale di questa mattina, nell'arco di solo tre ore (dalle 10 ad adesso) nel nostro meraviglioso Piemonte abbiamo dovuto dire addio a 1.000 metri quadrati di verde.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Ci sono altri iscritti a parlare, ma l'intesa era di interrompere la seduta mattutina alle ore 13. Riprenderemo alle ore 14.30 il Consiglio col prosieguo del "Riparti Piemonte", mentre alle ore 14 ci saranno le interrogazioni del question time.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.00)



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