Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.65 del 31/03/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che, come stabilito in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, la seduta si svolgerà mediante collegamento in videoconferenza.
Per la gestione della seduta si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 55 del 19 marzo, ad integrazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
Ricordo a tutti i presenti alcune note tecniche per la migliore gestione della seduta.
Come la scorsa settimana, per segnalare la propria presenza occorre tenere la telecamera attiva, utilizzando l'apposito pulsante rosso "telecamera disattiva" e il pulsante nero "telecamera attiva"; il pulsante del microfono va attivato solo quando si ottiene la parola. Diversamente, il microfono va tenuto spento: rosso "microfono spento", nero "microfono acceso". Per chiedere la parola occorre prenotarsi per mezzo della chat.
La seduta è trasmessa in streaming, pertanto tutto ciò che è inquadrato dalle telecamere personali è visibile online. Prego, inoltre, di silenziare i cellulari.
Comunico che procederò all'appello nominale sia ai fini della conferma della presenza sia ai fini della votazione, chiamando prima i Gruppi di maggioranza e poi i Gruppi di minoranza. Sia la presenza sia la votazione vanno confermate nella chat.
Prego di prestare particolare attenzione a quest'adempimento.
Procedo, quindi, all'appello nominale per l'identificazione dei partecipanti. Chiamerò anche gli Assessori esterni, per consentire la rilevazione della loro presenza, al fine del verbale.
Chiedo di mantenere attiva la telecamera del proprio dispositivo e di rispondere all'appello in modo intellegibile e di confermare la presenza in chat.



(Il Presidente effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Il numero legale è 24.
Comunico che alle ore 12 faremo un minuto di silenzio per le vittime di questa terribile epidemia, come richiesto dalle Prefetture. In tutta Italia, chi fa assemblea, oggi, alle ore 12, interromperà i lavori per osservare un minuto di silenzio. Per cui, in qualsiasi condizione noi saremo, interromperemo i lavori alle ore 11.58 e ci prepareremo per il minuto di silenzio, in modo da non spostarlo più in là nel tempo.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Presidente, poiché eravamo d'accordo sulla possibilità di chiedere l'introduzione di ordini del giorno in apertura di seduta, chiedo se è questo il momento.



PRESIDENTE

Sì, sì, va bene. Vedo che ci sono altre richieste; prego.



GIACCONE Mario

Si tratta dell'ordine del giorno n. 233 "Carenza dei dispositivi di protezione individuale per gli operatori socio-sanitari nella Regione Piemonte" presentato da Giaccone, Magliano, Valle. L'ho già caricato questa mattina.



PRESIDENTE

Va bene; prendiamo atto che l'ha caricato. Lo verifichiamo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Buongiorno e grazie.
Chiedo la parola per chiedere d'inserire un ordine del giorno all'o.d.g.
odierno, in nome del mio Gruppo. Si tratta dell'ordine del giorno giorno n.
230 "Azioni straordinarie in campo sanitario connesse all'emergenza COVID 19" presentato da Stecco, Lanzo, Preioni, Fava, Cane, Gavazza, Gagliasso Zambaia, Nicotra, Mosca, Perugini, Marin, Cerutti, Demarchi. È già stato depositato.
Questa la richiesta; grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Stecco.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Presidente, anche in nome del Gruppo, volevo chiedere l'inserimento dell'ordine del giorno n. 232 "Emergenza Covid-19 - Sospensione pagamento pedaggi sulla Tangenziale di Torino", presentato da Sarno, Magliano Ravetti, Grimaldi, Valle, Marello, Salizzoni e, ulteriormente se il Consiglio lo ritiene, affrontarlo una volta finita l'informativa sul COVID 19, essendo strettamente collegato.
Grazie.



PRESIDENTE

Tutti gli ordini del giorno collegati, ma soprattutto gli ordini del giorno aggiunti, la Conferenza dei Capigruppo aveva scelto di trattarli a seguito dell'elenco degli ordini del giorno già collegati al bilancio, per cui saranno tutti trattati dopo la discussione.
Per quanto riguarda le modalità, soprattutto nelle votazioni, penso non ci saranno problemi a discuterli tutti assieme o uno alla volta, in modo diverso rispetto a un elenco; però saranno tutti trattati dopo gli attuali ordini del giorno, uno per Gruppo, in aggiunta all'elenco già depositato nella scorsa seduta, all'approvazione del bilancio. Quelli che verranno a seguire - gli otto o quanti saranno - uno per Gruppo, saranno a seguire nell'elenco. Troveremo sicuramente la modalità più consona per discuterli votarli e approvarli nella seduta odierna.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Vorrei aggiungere, all'o.d.g., l'ordine del giorno n. 234 "Riconvertire gli stabilimenti della ex Embraco per la produzione di materiale sanitario" presentato da Grimaldi, Valle, Magliano, Sarno.



PRESIDENTE

Va bene, grazie. È già stato caricato?



GRIMALDI Marco

No, non è ancora stato caricato. Le volevo anche dire, solo per informazione, che ho mandato alla dottoressa Jannelli un emendamento al documento della scorsa settimana perché, avendo ad oggetto COVID, mi sembrava giusto aggiornare il testo con un solo emendamento, che poi metterò a verbale quando lo riterrà opportuno. Gliel'ho anticipato per dovere d'ufficio.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento dell'ordine del giorno n. 231 "Fondo rotativo di sostegno per le Associazioni e Società sportive dilettantistiche danneggiate dall'emergenza Coronavirus" presentato da Disabato, Martinetti Bertola, Sacco.



PRESIDENTE

Va bene. Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Ricordo la mia richiesta, l'ordine del giorno n. 229 "Mascherina 19: nelle farmacie moduli di denuncia contro le violenze domestiche", già avanzata alla Conferenza dei Capigruppo; chiedo agli Uffici di seguire anzitutto quell'ordine.
Grazie.



PRESIDENTE

Sì, l'ordine .



MARRONE Maurizio Raffaello

L'ordine del giorno sulla violenza domestica.



PRESIDENTE

Sì, grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente. Anche il Gruppo di Forza Italia presenterà un ordine del giorno sull'emergenza COVID-19, il n. 235 "Emergenza COVID-19 garantire l'erogazione dei servizi essenziali ed il sostegno ai comparti economici ed ai lavoratori" presentato da Ruzzola, Riva Vercellotti Biletta, in merito alle osservazioni e agli emendamenti che la Conferenza delle Regioni.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori?



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Sì, certo, per quanto riguarda il decreto legge n. 18, che le Regioni stanno presentando in questi giorni; l'ordine del giorno verrà presentato a minuti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Verificheremo se è stato caricato e, se non arrivasse, lo comunicheremo.
Per il Gruppo Lega è intervenuto il Consigliere Stecco; Consigliere Preioni, sull'ordine dei lavori?



PREIONI Alberto

Presidente, volevo chiederle quando posso parlare in merito alla non presenza, nell'o.d.g., del disegno di legge "Grandi derivazioni". Sono in anticipo, in merito alle comunicazioni del Presidente?



PRESIDENTE

Adesso vediamo: non dico di andare in ordine perché non è mai semplice.



PREIONI Alberto

Sì, sì, infatti è quello che le chiedevo.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, può parlare sulle questioni inerenti al Consiglio fuori dall'ordinario.
Altri Gruppi intendono intervenire?



STECCO Alessandro

Presidente, solo una precisazione sul mio intervento di prima.
Nell'inserimento, chiedo, naturalmente, l'attrazione, insieme ai temi sanitari dell'emergenza, dell'ordine del giorno inerente all'emergenza COVID.
Grazie.



PRESIDENTE

Sì, come già descritto in precedenza, saranno poi tutti messi a seguito nell'elenco degli ordini del giorno già presentati nella scorsa seduta poi, nella trattazione, si potranno sicuramente discutere in modo diverso rispetto ad un elenco ben preciso, anche a seguito delle tante richieste che ci sono state di trattare gli ordini del giorno sull'emergenza COVID.
Non vedo altre richieste di intervento per altri inserimenti. Il Consigliere Magliano?



MAGLIANO Silvio

No, Presidente, io al momento non ne ho.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Va bene, allora proseguiamo nei lavori.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati approvati i processi verbali del 03/03/2020.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Hanno chiesto congedo Caucino, Graglia, Poggio Giovanni Battista e Protopapa.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Vorrei denunciare una grave irresponsabilità che abbiamo vissuto ieri, come maggioranza e come Gruppo Lega, da parte delle minoranze, che non hanno permesso, oggi, di portare in aula il rivoluzionario disegno di legge n. 87 "Procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche". Oggi scadeva, per volontà del loro Governo, il termine di presentazione di questa importante e rivoluzionaria legge, che riguarda, in particolare, le casse malmesse di Regione Piemonte.



BERTOLA Giorgio

Sull'ordine dei lavori è già intervenuto il Consigliere Stecco per la Lega.



PRESIDENTE

C'è un Presidente che dirige. Scusate, ma fino a prova contraria sono ancora il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, perciò non parlate sopra gli altri, perché c'è il Consigliere Preioni che sta intervenendo sull'ordine lavori.
Per il Gruppo Lega è intervenuto il Consigliere Stecco sull'inserimento di un ordine del giorno; adesso il Consigliere Preioni sta parlando - e ci sono altri che hanno fatto richiesta - sull'ordine dei lavori. Lasciatelo proseguire e poi eventualmente farete le vostre considerazioni.
Grazie.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Stavo dicendo: oggi scade l'importante presentazione di questa legge rivoluzionaria riguardo alle grandi derivazioni.
Con grande irresponsabilità, ieri le minoranze hanno deciso di fare un ostruzionismo becero. Pensate, piemontesi: hanno parlato per nove ore del nulla, riferito alle comunicazioni del Presidente in Commissione. Mi piacerebbe avere la diretta streaming per fare vedere ai piemontesi cosa non fanno e cosa non si inventano per bloccare i provvedimenti. Dovevano dare una lezione alla Lega, dovevano dare una lezione a questa maggioranza.
Ma perché? Perché avevano approvato un bilancio nella seduta precedente.
Pensate che sgarbo istituzionale che abbiamo fatto: abbiamo dotato, in un momento di emergenza totale, il Piemonte del suo bilancio! Per questo motivo hanno deciso, oggi, di non farci portare questo rivoluzionario disegno di legge, anche se era stato fatto un lavoro egregio dal nostro Assessore Marnati e dalla dirigente dottoressa Crotta, che ringrazio per il lavoro svolto. Gli Uffici avevano lavorato fino a mezzanotte; gli emendamenti erano stati concordati con le minoranze e il provvedimento era molto generico e si poteva votare. Oggi siamo di fronte al rischio di avere una procedura di infrazione europea, per non aver approvato questa rivoluzionaria legge. Siamo di fronte al rischio che lo Stato possa esautorare le concessioni che sono scadute e farle proprie rispetto alla Regione Piemonte. Un rischio pesantissimo per le nostre casse. Noi lavoreremo per non arrivare a questo; lavoreremo convocando Commissioni e Consigli per approvare questa normativa, ma riteniamo importante denunciare in questa seduta quello che è successo ieri, perché è veramente inspiegabile.
Le minoranze ci hanno detto che c'è in cantiere un emendamento, o un fantomatico emendamento, che dovrebbe essere approvato. Noi abbiamo denunciato come quanto meno insolito il fatto che l'emendamento venga approvato dopo la scadenza. La scadenza è il 31 marzo - così dice la legge e l'emendamento, se arriverà, arriverà forse in aprile (bisognerà poi vedere se verrà approvato dal Parlamento italiano). Ad oggi, la legge attuale è questa.
Ieri abbiamo anche sentito una drammatizzazione del fatto che alcune Commissioni o alcune sedute di Consiglio lavorino un'ora più, un'ora meno o mezz'ora in più, senza tener presente che noi siamo persone - ribadisco il concetto di ieri, perché anche se mi sono preso degli insulti non ho nessuna paura - che fortunatamente svolgono un lavoro che è la loro passione della vita e siamo sicuramente ben pagati rispetto al resto d'Italia. Il dramma non è fare qualche ora in più in Consiglio regionale o in Commissione; il dramma oggi sono gli infermieri e i medici che si trovano in prima linea a combattere questo virus. Il dramma sono le persone che guadagnano 500 o 600 euro al mese e tra qualche settimana non avranno più i soldi per fare la spesa.
Non siamo di certo noi in una situazione drammatica e quel piagnisteo fatto ogni volta per lavorare mezz'ora in più è veramente ridicolo, ridicolo da parte di forze di sinistra che dovrebbero difendere i più deboli, mentre alla fine vogliono difendere i più forti.
Mi auguro che questo stop, che ha portato alla sospensione del disegno di legge idroelettrico, non sia stato fatto per la volontà di andare incontro alle esigenze dei grandi derivatori, dei soggetti privati. Mi auguro ci sia una tutela del bene pubblico e del bene della Regione, perché qualche segnale purtroppo è già arrivato: abbiamo notizie che il Governo vuole stoppare questo importante .



(Audio mancante o non comprensibile)



(Commenti: Presidente, non si sente)



PREIONI Alberto

. si è arrivati oltre la scadenza. Un comportamento inaccettabile, e volevo solo denunciarlo davanti a tutti i cittadini piemontesi e ai tanti che ci stanno seguendo via skype, via etere, via Internet e via streaming, perch è fondamentale sapere quello che succede nel Palazzo.
Purtroppo, le Commissioni non sono pubbliche e ci dispiace che troppe volte questa minoranza utilizzi il metodo dell'ostruzionismo, il metodo del non fare andare avanti le cose, il metodo delle sospensioni continue, perch vorrebbero che questa maggioranza non approvasse mai nulla. Purtroppo per loro, però, noi siamo al governo di questa Regione per governarla, per dare ai piemontesi leggi forti, leggi degne e oggi, come non mai, per dare leggi e risposte ai nostri cittadini e alle casse del nostro Piemonte, affinch si possa aiutare il sistema produttivo piemontese, perché oggi siamo totalmente in emergenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ricordo di evitare di scrivere commenti personali o altro nella chat, anche perché sarà allegata al verbale e non ho la possibilità di cancellarne i commenti o di eliminare la chat. È come se in Aula, durante una discussione, qualcuno si mettesse a parlare sopra gli altri: evitiamolo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente buongiorno; buongiorno alle colleghe e colleghi; buongiorno ai piemontesi collegati e buongiorno a tutti i dipendenti e dirigenti del Consiglio regionale che in queste condizioni difficili sono al suo e al nostro fianco per rendere operativo il Consiglio regionale.
Sarò davvero molto breve. Noi abbiamo una priorità in testa: i piemontesi il coronavirus, le condizioni del sistema sanitario piemontese per affrontare e risolvere questo enorme problema, il più grande che ci siamo trovati di fronte dal dopoguerra ad oggi. Il nostro senso di responsabilità viene prima di qualsiasi intervento, anche prima dell'intervento del Consigliere Preioni, legittimato a farlo, ma è una polemica che respingiamo al mittente con i fatti.
Credo che ai piemontesi non interessi per nulla questa polemica. Lo voglio specificare in questa sede, Presidente, al di là dei toni e dei contenuti dell'intervento politico, banalmente politico, del Consigliere Preioni.
Aggiungo che ieri, in Conferenza dei Capigruppo, avevo formalizzato uno scenario per il disegno di legge "Grandi derivazioni idriche" in Commissione e farlo approdare oggi in Aula. Questa proposta è stata respinta dal Capogruppo della Lega, in nome e per conto della Lega.
Questi sono i fatti; il resto sono polemiche che ai piemontesi non interessano. Spero di ascoltare presto l'informativa dell'Assessore Icardi perché, devo dire la verità, non c'è nulla di più importante in questa giornata.



PRESIDENTE

Grazie. Mi scuso per il ritardo dei tempi, ma gli interventi audio e video arrivano in ritardo di qualche secondo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi, sull'ordine dei lavori.



FREDIANI Francesca

C'ero prima io, Presidente, mi scusi.



GRIMALDI Marco

Sì, prima la Consigliera Frediani.



PRESIDENTE

Mi sto perdendo. È per quello che chiedevo di evitare commenti o altro nella chat.
Consigliera Disabato, ho annotato la sua presenza, grazie.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con il suo permesso, cederei la parola al collega Giorgio Bertola che era presente in V Commissione, mentre io non ero presente; preferisco che parli lui, anche per altri motivi.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene. Sempre in base all'articolo 70, comma 1, sull'ordine dei lavori interviene il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Volevo rispondere, perché è stata data un'interpretazione della realtà totalmente falsa e non corrispondente a quanto accaduto. Io rispetto le opinioni di tutti, però bisogna dire le cose come stanno.
Il Consigliere Preioni dice che le opposizioni fanno una colpa alla Lega di aver approvato un bilancio. Non è una colpa, è un merito ed è un merito delle opposizioni se nella scorsa seduta si è approvato un bilancio e si è accettato di rinunciare a tutto, anche a un dibattito democratico, per approvare un bilancio in tempi brevi. Per cui - ripeto - è merito delle opposizioni.
Rispetto a ieri, mi permetto solo di far rilevare che l'atteggiamento delle opposizioni era volto a discutere, nel migliore dei modi, un'importante proposta di legge e approvare una legge migliore possibile per i piemontesi. Si è chiesto un po' di tempo, una settimana o due in più, per due ragioni.
La prima è che non c'è scritto, nero su bianco da nessuna parte, che ci sono delle sanzioni; la seconda è che anche altri soggetti, non solo i Consiglieri regionali, che rappresentano tutti i cittadini piemontesi (anche quelli di opposizione rappresentano i cittadini piemontesi), ma anche gli Enti locali e i soggetti dell'organizzazione economica hanno chiesto un po' di tempo in più per esaminare il provvedimento.
Aggiungo che eravamo talmente disponibili ad approvare il disegno di legge al punto che ieri, alla Conferenza dei Capigruppo, ne abbiamo proposto la trattazione in sede legislativa. Lo spiego, per i cittadini che ascoltano la seduta in streaming e non sono tenuti a conoscere il Regolamento del Consiglio: l'approvazione di un provvedimento in sede legislativa comporta un solo passaggio, quindi solo in Commissione e non in Aula, proprio per velocizzare i tempi. Ma volevamo esclusivamente approvare una legge migliore per i cittadini piemontesi.
Chiudo qui la polemica, perché oggi abbiamo la discussione degli ordini del giorno collegati al bilancio e le comunicazioni riguardanti questa importante emergenza, rispetto alla quale noi, Consiglieri d'opposizione vorremmo dare un contributo concreto con un vero Tavolo di lavoro e di partecipazione, e non limitarci ad ascoltare piccole relazioni o annunci ai quali non viene dato seguito. Pertanto, le Commissioni e il Consiglio devono essere convocati su tale emergenza: è un nostro dovere.
Ho concluso. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Da Da ormai tre settimane, tutto il Paese vive una condizione drammatica segnata, purtroppo, dalla conta quotidiana dei contagi, delle vittime e delle restrizioni cui siamo sottoposti per cercare di contenere la diffusione dell'epidemia.
Come ho ricordato ieri, noi siamo privilegiati: ricordiamo che ci sono anche dei dipendenti - che ringraziamo - che in questo momento lavorano in aula o in remoto e che devono essere rispettati anche nella programmazione degli orari.
Il Capogruppo della Lega continua a insultarci, anche dopo che la scorsa settimana, per la prima volta nella storia del Consiglio regionale, abbiamo fatto approvare un bilancio in una sola seduta, senza discussione in Commissione e senza - lo ricordo - la presentazione e l'illustrazione dei nostri emendamenti. Invece di fare questi commenti del martedì e insultare gratuitamente le opposizioni, ricordiamo (lo ricordo anche a lei Presidente, sull'ordine dei lavori) che noi, questa settimana, vorremmo essere convocati solo per l'emergenza che abbiamo davanti, che è ancora sanitaria e di cui parleremo fra pochi secondi, e ringrazio il Presidente Cirio e l'Assessore Icardi di essere qua. Proviamo a far finire questa polemica.
Inoltre, ci sono i drammi dei lavoratori e delle lavoratrici: coloro che ancora oggi lavorano e non sono in sicurezza e coloro che, in queste ore stanno rischiando di perdere tutto. Ritengo che questa sia l'emergenza di cui dobbiamo occuparci: evitiamo di utilizzare in modo contundente il Regolamento e anche parole improprie contro l'opposizione, che sta facendo di tutto per sostenere anche questa Giunta, in questa difficile crisi.
La ringrazio e le chiedo per favore, Presidente, di rispettare anche noi per quanto siamo in remoto, e per quanto non possiamo alzare i toni, in parte perché non vogliamo, visto il rispetto che abbiamo verso questo ruolo istituzionale - ed evitare di confondere l'opinione pubblica. Ricordo che la richiesta di una Commissione legislativa, che avrebbe permesso di approvare il provvedimento in poche sedute, l'ho presentata io, ieri pomeriggio.
La Lega, poiché era distratta dall'unico obiettivo (quello del Consigliere Preioni) di approvare questo provvedimento, probabilmente non ha capito che, facendo così, ha fatto un danno anche a se stessa.
La ringrazio, chiedendole di aprire in fretta la discussione con il Presidente Cirio e l'Assessore Icardi.
Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio, ma, anche se non ci credete, devo attenermi al Regolamento.
Se qualche Consigliere ha chiesto la parola sull'ordine lavori, in base all'articolo 70, comma 1, devo dargliela. Poi, sta nella buona gestione di ogni Consigliere e nel buon criterio politico di ogni Consigliere intervenire o meno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Un saluto a lei e a tutti i colleghi e agli ascoltatori. In queste "puntate" in streaming da remoto c'è un grande interesse riguardo ai nostri lavori; pertanto, un abbraccio virtuale va a tutti i piemontesi, con il migliore augurio.
Intervengo sull'ordine dei lavori, allacciandomi all'intervento del Consigliere Preioni e a quelli che, a cascata, sono seguiti.
Sicuramente, dobbiamo velocizzare i tempi e la priorità è quella di ascoltare l'Assessore Icardi e confrontarsi con lui, ma nella Commissione di ieri, perfettamente gestita dal Presidente Leone, abbiamo assistito a uno spettacolo dei professionisti del nulla, che, per dieci ore, sono andati avanti con interventi inutili per arrivare, chiaramente. a bloccare il provvedimento.
La discussione sulle grandi derivazioni, come ho detto ieri, era un'occasione estremamente legata al problema che stiamo vivendo (l'emergenza epidemiologica), perché poteva essere un'occasione per rimodulare il modello organizzativo del Piemonte. La Regione poteva guardare ad un avvenire possibile, che coinvolgesse in modo corale il territorio, pensando a un patto con tutte le componenti del Piemonte che desse vita a una spirale positiva. Dal confronto, avremmo raccolto risorse e approvato il provvedimento. Ricordo che, sette giorni fa, l'accordo era stato quello di approvarlo oggi in Aula, se non fosse subentrato un rinvio e la possibilità di una proroga.
Ricordo che, in Piemonte, lungo la linea di confine che separa la montagna dalla pianura, corre la fascia pedemontana. È un territorio diffuso e, se lo coinvolgiamo in modo opportuno, può diventare una cerniera importantissima per creare un modello di sviluppo per il Piemonte. Questa legge ce ne dava la possibilità e ce la dà. Pertanto, perché non pensare di utilizzare l'occasione delle grandi derivazioni per dar vita a un modello organizzativo che permetta al territorio che produce energia di avere a disposizione una quota economicamente vantaggiosa e addirittura gratuita per promuovere sviluppo e occupazione? Questo, va nella perfetta direzione di quello che dobbiamo fare, perché se prima dobbiamo risolvere l'emergenza epidemiologica, dobbiamo anche pensare, già oggi, a quella economica. Io ho convocato (parte oggi la convocazione) la III e la VI Commissione, congiuntamente, per affrontare i problemi di turismo, cultura e sport. Abbiamo le aziende sull'orlo del collasso, però occorre un'organizzazione che garantisca che quanto viene lasciato vada effettivamente a promuovere gli insediamenti produttivi (promuovendo - come dicevo ieri - il settore secondario) e, nelle valli, si punti sul primario.
Questo provvedimento ce ne dava l'opportunità. Ieri, abbiamo assistito ripeto - a uno show dei professionisti del nulla. Chiudo qua e ringrazio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone, sull'ordine dei lavori.



MARRONE Maurizio Raffaello

Non voglio far perdere tempo a nessuno. Mi limito a ricordare che l'Assessore Icardi e il Presidente Cirio hanno dato la loro disponibilità pertanto, ritengo che - anche per rispetto al loro lavoro in quest'emergenza - dovremmo dare la priorità alle loro comunicazioni, così da sviluppare il dibattito. Possiamo continuare subito dopo la discussione del ddl, che io ritengo assolutamente doverosa. Possiamo, però, svolgerla dopo, liberando così i membri dell'esecutivo che, invece, hanno altri impegni operativi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ricordo che tutti i Consiglieri, su richiesta, possono intervenire in qualsiasi momento sull'ordine lavori, come è già stato fatto in altre sedute.
La parola al Consigliere Leone.



LEONE Claudio

Grazie, Presidente.
Anch'io mi riallaccio alla giornata di ieri, veramente.



(Audio mancante o non comprensibile)



LEONE Claudio

. in un contesto come questo.
Mi riallaccio anche alle parole del Consigliere Bongioanni: oggi abbiamo un'emergenza (l'emergenza da COVID-19) senza dubbio importantissima, ma dobbiamo guardare avanti. Quello di ieri era un passaggio propedeutico a portare delle risorse nel nostro territorio risorse che saranno fondamentali per il dopo.
In una giornata come ieri, in dieci ore, la minoranza è riuscita unicamente a chiedere di discutere sulle comunicazioni del Presidente Cirio, non permettendo di portare a casa una legge importante come questa.
Oggi sento dire "La legge di Preioni": no quella è la legge del Piemonte la legge che ci aiuterà, anche se in una parte minima, e aiuterà il Piemonte ad uscire da questa crisi. Pertanto - consentitemelo - rimango davvero basito.
Io non voglio perdere tempo, non sono qua per perdere tempo. Ritengo, come diceva prima il collega Marrone, che dobbiamo sentire il Presidente Cirio e l'Assessore Icardi, ma il Piemonte deve sapere che c'è una parte dell'emiciclo che lavora tutti i giorni. Con i colleghi del Gruppo di maggioranza della Lega, siamo stati quasi fino a tarda notte a cercare di capire cosa poter fare; ieri ci siamo trovati in una riunione, per dieci ore, a parlare del nulla, come l'ha definito il Consigliere Bongioanni, a "pettinare le bambole"! Ieri abbiamo mandato in scena la più brutta politica cui la Regione Piemonte possa mai aver assistito: dieci ore a parlare del nulla. Scusate se sono polemico, ma dobbiamo davvero cambiare marcia, dobbiamo tutti insieme cercare di portare il Piemonte fuori da questa crisi. Sarà difficile, sarà difficilissimo; però, forse con l'unione di tutti, ce la possiamo fare. Sicuramente, dobbiamo cambiare atteggiamento e la minoranza non deve assumere quello che ha tenuto ieri.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Presidente, il mio era solo un appunto in chat, perché io sono già intervenuta (anzi, è intervenuto il collega Bertola).
Intervengo solo per ricordare o chiedere chiarimenti, se la sua visione fosse diversa: sull'ordine dei lavori, può intervenire soltanto un Consigliere per Gruppo a inizio seduta per chiedere inserimenti di atti d'indirizzo oppure l'inversione dell'o.d.g. Non mi risulta che si possa intervenire tutti sull'ordine dei lavori. Questa è una regola che francamente, non conosco: se lei mi può indicare in quale punto del Regolamento è definita, imparo qualcosa.



PRESIDENTE

Si è sempre fatto. La minoranza, ricordo benissimo.



FREDIANI Francesca

Sulle comunicazioni, non sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori; andiamo poi a verificare.



FREDIANI Francesca

Se lo può verificare, così me lo segno per le prossime sedute.



PRESIDENTE

Sì, ricordo benissimo quando c'è stato...



FREDIANI Francesca

Sulle comunicazioni, Presidente: è una cosa diversa.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori può intervenire qualsiasi Consigliere.



FREDIANI Francesca

Non è così; ma se mi dice in quale punto del Regolamento è scritto me lo appunto.



PRESIDENTE

Va bene, grazie.
Non essendoci altri interventi, procediamo con il prossimo punto all'o.d.g.
Prima di procedere con le comunicazioni della Giunta regionale, voglio congratularmi con il Consigliere Demarchi Paolo e sua moglie, Enrica: in questo periodo non felice, a causa della pandemia, è arrivata nella loro casa una bambina, che hanno chiamato Vittoria; pertanto faccio loro gli auguri. A volte, anche queste situazioni possono tirare fuori un sorriso a tutti ed è sicuramente un buon auspicio per tutti.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Emergenza epidemiologica"


PRESIDENTE

Al punto 2) all'o.d.g. ci sono le comunicazioni della Giunta regionale sull'emergenza epidemiologica, richieste nella scorsa Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Cirio.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie mille, Presidente.
Scusate se sono solo in modalità audio, ma sono in viaggio e ho difficoltà di connessione. Spero, però, che si senta bene.
Innanzitutto, voglio ringraziare tutto il Consiglio regionale per il lavoro che stiamo facendo insieme (dal Presidente ai Consiglieri, agli Assessori) naturalmente, mi riferisco alla questione che ormai da cinque settimane occupa a tempo pieno il nostro impegno di amministratori pubblici. È un lavoro difficile, complesso, che stiamo gestendo con il massimo dell'impegno e il massimo della lucidità e da cui io credo stiamo anche traendo degli insegnamenti importanti, che aiuteranno chiunque governerà negli anni futuri a compiere le scelte giuste e più opportune sulla sanità a capire cos'è la sanità del territorio; il concetto della medicina del territorio, di cui tante volte si parla, ma che alla fine rischia di non essere mai attualizzato e ci si accorge di quanto sia importante e fondamentale nei momenti di emergenza.
Trarremo, quindi - ritengo - delle lezioni importanti, che riguarderanno in generale anche gli investimenti sulla sanità. Tutti i tagli avvenuti nel passato, da qualunque parte, perché non c'è un responsabile specifico, sono evidentemente risorse che vengono a mancare e di cui ci si rende conto soltanto nel momento dell'emergenza. Ritengo che questo momento, che ripeto - dobbiamo vivere con grande lucidità, impegno e determinazione nonché con il massimo della coesione, dovrà anche fornirci molti insegnamenti per quanto riguarda la gestione futura. Questo, per tutto il Paese, ma non solo: in generale, per tutto il mondo.
Il mio intervento precede quello dell'Assessore Icardi, che sarà quello più interessante, perché è più specifico sotto l'aspetto dell'emergenza sanitaria, visto che l'Assessore Icardi, insieme all'Assessore Gabusi coordina e sovrintende l'attività dell'Unità di Crisi.
Credo, però, sia importante dare un'informativa su due aspetti, che invece, dipendono direttamente dalla gestione della Presidenza, che sono aspetti più istituzionali. Uno, riguarda le misure di contenimento, che sono un tema molto dibattuto in queste ore, perché come Regioni ieri abbiamo iniziato a trasmettere al Governo le nostre istanze e soprattutto le nostre riflessioni in merito alla necessità di prorogare - e fino a quando - le misure di contenimento.
L'altro aspetto è più propriamente economico; è evidente che la crisi è prima di tutto, sanitaria, perché prima di tutto noi dobbiamo curare la vita e la salute delle persone, ma è altrettanto evidente che sta sempre più crescendo l'emergenza economica e sociale. Su questo, non possiamo non dare risposte; anzi, dobbiamo darle, dobbiamo darle subito e dobbiamo darle molto attuali.
Sull'aspetto del contenimento, noi rivendichiamo di avere adottato fin dal primo giorno misure più restrittive rispetto alle altre regioni d'Italia: nell'immediato post carnevale, abbiamo deciso di chiudere le scuole, già chiuse dal mercoledì al martedì grasso, anche quando in Italia erano ancora aperte. Poi, sono state chiuse in tutta Italia fino a oggi. Rivendichiamo quelle scelte, così come la scelta difficile, che ha visto la condivisione del Prefetto e del Comune di Torino, di non lasciare disputare la partita (pensate un po', parliamo solo di quindici-venti giorni fa) Juventus Milan a Torino, con 40 mila persone.
Su questo, abbiamo dovuto fare da soli; l'abbiamo fatto e ritengo che l'abbiamo fatto bene, altrimenti quello sarebbe potuto diventare un potenziale focolaio.
La scelta del rigore ci ha visti concordi dall'inizio alla fine, perché in Piemonte, rispetto alle altre regioni d'Italia, eccezione fatta per la Lombardia, abbiamo voluto fermare tutti i cantieri e chiudere tutti gli studi professionali. Non abbiamo voluto chiudere i mercati, ma regolamentarli in modo ferreo; molti poi hanno chiuso, perché il mercato stava diventando il momento della socialità, la scusa per uscire, più che la necessità di andare a comprare. Questo, però, riguardava solo alcune realtà specifiche, mentre altri mercati (i mercati rionali, i mercati dei paesi più piccoli) fornivano un servizio, quindi era necessario dare una stretta, ma con buonsenso.
L'abbiamo fatto anche attraverso l'introduzione del limite di una persona per famiglia all'interno della grande distribuzione, dei supermercati, per fare la spesa, e devo dirvi che questo viene fatto rispettare abbastanza da numerose catene di distribuzione.
Abbiamo autorizzato, rispetto alle ordinanze del passato, la vendita dei beni di cancelleria, ma l'abbiamo fatto non aumentando né i giorni di vendita né i luoghi: se una persona va a comprare le patate e la pasta, e ha il figlio a casa da un mese che deve svolgere la didattica online, pu comprare i pennarelli e i quaderni. Questo, tra l'altro, è un tema su cui mi è stato riferito - il Governo nazionale dovrebbe dare l'apertura nel prossimo decreto.
Pertanto, sulle misure di contenimento abbiamo adottato sempre grande rigore, ma non l'abbiamo mai fatto in tono polemico, almeno io non l'ho mai fatto. L'ordinanza sullo sport sotto casa non l'abbiamo firmata, pur avendola pronta e condivisa, perché il Ministro Lamorgese mi aveva annunciato che entro la sera sarebbe arrivata quella del Ministro della salute che diceva la stessa cosa; quindi, non è il caso di creare confusione. È il caso di essere molto chiari e l'ultima ordinanza più restrittiva - quella che vi dicevo - riguardante gli studi professionali e i cantieri ha poi trovato copertura normativa nell'ultimo decreto del Presidente del Consiglio, che dà la possibilità a noi, regioni, di stringere le maglie laddove riteniamo che ciò possa essere di utilità per la salute pubblica.
Queste misure scadono. Io ho voluto tenerle tutte ancorate alla data del 3 aprile, perché era giusto farlo nel rispetto dell'omogeneità con le misure nazionali. È evidente che il 3 aprile è tra pochi giorni, quindi è una data che non potrà essere rispettata: immaginare di tornare alla normalità il 3 aprile credo sarebbe una follia e un atto assolutamente da non fare.
Questo lo dico in condivisione con tutte le altre regioni d'Italia e con il Governo stesso. Si tratta soltanto di vedere di quanto prorogare queste misure; per cui, se siete d'accordo, su questo tema, nello specifico, mi impegno a chiedere la convocazione di una riunione dei Capigruppo, che potremmo fare ad esempio nella giornata di giovedì, in cui vi esporrò il resoconto delle posizioni delle varie regioni italiane e la posizione del Governo. Magari, insieme, possiamo valutare se è meglio arrivare, come qualcuno ipotizza, al giorno dopo Pasquetta, quindi al 14 aprile, se non ricordo male, oppure direttamente al lunedì successivo (il 20).
Questi sono i temi di cui si sta parlando, mantenendo questa tipologia di contenimenti, quindi non alleggerendoli per nulla e prorogandoli fino a quella data. Se siete d'accordo, su questo tema, giovedì potrei confrontarmi con voi nella riunione dei Capigruppo e definire in quella sede una linea comune, visto che tra giovedì e venerdì arriverà il nuovo decreto. Questo, per quanto riguarda le misure di contenimento.
Per quanto concerne, invece, le misure economiche, noi abbiamo adottato un meccanismo di dialogo continuo. Come ogni giorno, ieri abbiamo fatto l'ultima riunione, l'ultimo incontro con tutte le categorie produttive sempre alla presenza del Prefetto, perché è un tema che stiamo non solo monitorando, ma affrontando giorno per giorno. Quando parliamo di economia questa va divisa in due aspetti: l'economia produttiva e l'economia sociale e noi dobbiamo essere pronti su entrambe le misure.
Riguardo all'economia produttiva, abbiamo predisposto una task force condivisa con tutte le organizzazioni datoriali del Piemonte, che, nel merito, dovrà prendere il Piano per la competitività, che era fatto (la semplifico, per essere chiari) per sviluppare i suoi effetti su due anni cioè sulla coda della programmazione europea che si sta per concludere e l'inizio di una nuova programmazione europea, e fare in modo che possa sviluppare i suoi effetti in tre-quattro mesi; occorre cioè la possibilità di attualizzare, anticipare tutte le misure che, a questo punto, vengono concretizzate e realizzate per fare questo elettroshock - come dice qualcuno, io preferisco chiamarlo Piano Marshall - cioè una liquidità reale alle imprese.
È evidente che, su questo, attendiamo anche di conoscere il decreto annunciato per l'inizio di aprile sull'economia dal Governo.
Scusate, ma quando mi suona il telefono, la connessione si ferma.
Procedo: sulla cassa integrazione in deroga, le procedure sono andate avanti, sono andate avanti speditamente e devo dire che su questo c'è stata un'ampia capienza da parte delle finanze, cioè delle risorse economiche che sono a disposizione. Su questa misura sarebbe opportuno alleggerire ancora un po' la burocrazia; però - nel merito, nella sostanza - lo strumento è coperto.
Quello che è importante è che, con questo gruppo di lavoro, in modo più corale possibile, ma anche più rapido e concreto possibile, si prenda il Piano e lo si attualizzi rispetto alle esigenze attuali. Inoltre, sta emergendo una necessità: per fare questo, abbiamo bisogno di poteri straordinari, cioè se noi pensiamo di prendere il Piano per la competitività o prendere le risorse regionali e distribuirle al sistema economico produttivo piemontese con i meccanismi delle regole tradizionali tra due anni siamo ancora qui a sperare che qualcuno le abbia.
Noi abbiamo bisogno di avere un'autorizzazione straordinaria, così come si fa quando ci sono i Commissari per il terremoto o come hanno fatto per la ricostruzione del ponte Morandi. Io l'ho chiamato "metodo Morandi" nei confronti del Governo, perché il Sindaco di Genova, che è Commissario straordinario, ha avuto il potere di derogare a tutta una serie di norme che gli permetteranno, fra poche settimane o fra pochi mesi (questa è la previsione), di realizzare un'opera di quel tipo.
Chiedo dunque al Consiglio regionale l'eventuale approvazione di un documento, un ordine del giorno, uno strumento da trasmettere al Governo che ci dia la forza di chiedere poteri straordinari per quanto riguarda il rilancio economico, perché, diversamente, ci troveremo impantanati nella burocrazia. Qualcosa di derogatorio c'è già, ma il derogatorio attuale nella gestione dell'emergenza, è molto, molto, molto labile; molto, molto debole.
Dobbiamo essere chiari su questo, perché se noi non abbiamo poteri straordinari, rischiamo che tutto il lavoro che possiamo realizzare venga ritardato o comunque non attualizzato nei tempi necessari. E i tempi, come mi insegnate voi, sono evidentemente tempi di grande urgenza. Questo, per quanto riguarda l'economia produttiva.
Al suo fianco, c'è il tema dell'economia sociale. Io ho chiesto ai miei Assessori competenti di studiare una misura per poter dare i soldi alla gente. Tutti i giorni, ogni qualvolta parlo con qualcuno (in televisione su un giornale o sui social), chiedo a tutti di stare a casa e la gente deve stare a casa. È evidente: se la gente starà a casa, continueremo ad assistere a questo lento, ma graduale contenimento del contagio, che oggi non ci deve rallegrare, perché i dati sono positivi quando vengono confermati. Abbiamo, però, dei primi segnali che ci fanno capire che il contenimento funziona.
Questo, però, significa che, se la gente sta a casa, ma non ha la fortuna di avere una retribuzione (che sia pubblica, fissa o coperta da cassa in deroga), a questa gente noi dobbiamo dare i soldi per andare a fare la spesa. Presto si arriverà al rischio sociale, per cui se alla gente non avremo dato le risorse economiche per fare la spesa, la situazione sarà realmente difficile da gestire. Abbiamo un dovere e un obbligo di aiutare queste persone.
Questa, io la chiamo economia sociale, perché è uno sforzo che dobbiamo fare, concreto e pratico. Quando noi diciamo che ci sono le misure per il sostegno alle famiglie, dobbiamo ricordare che oggi non possiamo pretendere che una persona esca e vada in Comune a presentare la domanda, perché non può funzionare. Dobbiamo trovare il modo concreto, noi, dal territorio piemontese - e anche su questo ci servono i poteri, altrimenti non lo possiamo fare - di accreditare i soldi alle famiglie. Non vedo altri modi.
Dobbiamo trovare il modo per aiutare le famiglie bisognose, quelle che hanno davvero la necessità reale, perché una persona che è chiusa in casa e che - ripeto - non ha la fortuna dell'accredito dello stipendio il 27 inizia a dare fondo ai soldi che ha, ma se ne ha pochi, quei soldi finiscono e, se noi non gli permettiamo di uscire, se lo teniamo chiuso in casa, perché è giusto che stia in casa, dobbiamo pensarci.
Quindi, al fianco dell'economia produttiva, che ha una priorità assoluta perché se non ripartono le aziende non riparte niente, dall'altra parte, io chiedo di poter avere anche la forza di studiare misure sociali straordinarie. Semplifico, ma purtroppo è così: o noi diamo i soldi alla gente e alle famiglie oppure presto tante famiglie del nostro Piemonte non avranno i soldi per fare la spesa. Questo noi non possiamo permetterlo e dev'essere un impegno assoluto, il primo nella lista dei nostri impegni.
Questi sono i due temi principali.
Come vedete, non ho riferito sulla sanità perché lo farà l'Assessore Icardi, che vi dirà anche le cose - ripeto - positive che il sistema sanitario di questa Regione ha fatto.
Bisogna considerare il fatto che, in rapporto al numero di abitanti, la nostra Regione era penultima tra le regioni d'Italia per posti di terapia intensiva (questi dati è bene che si sappiano, anche se non c'è una responsabilità specifica, ma è una responsabilità storica del nostro Piemonte) e oggi siamo la seconda per incremento dei posti di terapia intensiva: da 287, oggi siamo a oltre 565 (come vedete, è un dato che si modifica quotidianamente).
Il sistema sanitario piemontese, quello che in questo momento è nelle corsie, si sta attivando: oggi dormono i primi pazienti nell'Ospedale di Verduno; ogni sala operatoria che si chiude, con grande sacrificio, perch se ne deve tenere una aperta per le altre emergenze, diventa 2-3-4 posti letto di terapia intensiva. Sulle OGR vi informerà meglio l'Assessore Icardi; ieri sera il commissario Arcuri mi ha telefonato alle 21.30 dicendomi che aveva firmato l'autorizzazione all'intervento che ci permetterà di avere posti di subintensiva e di degenza nelle OGR di Torino.
Attendo che mi venga notificata l'autorizzazione via PEC, e poi anche su questo potremo partire.
Con ciò voglio dire che nella gravità della situazione, il sistema ha risposto, sta rispondendo perché stanno rispondendo le persone: dove ci sono persone di valore, c'è una sanità di valore. Questa è la lettura che io credo valga sempre: sono sempre le persone che fanno la differenza.
Però, questo attiene più alla materia sanitaria e credo che l'Assessore Icardi su questo vi dirà di più; soprattutto, vi informerà anche su un atto importante, che verrà sottoscritto oggi, che è un ulteriore Protocollo operativo per le RSA redatto insieme alle Prefetture, a tutte le Province di concerto con i sindacati, e che verrà firmato proprio nella giornata di oggi. La materia, come vedete, è ampia e la guardiamo sotto diversi aspetti.
Riassumendo: se volete e se ritenete opportuno, giovedì sono disponibile a condividere con voi la definizione della data e della proroga delle misure di contenimento, mentre per quanto riguarda l'aspetto economico è operativa la task force che attua l'aspetto dell'economia produttiva, ma altrettanto operativa è quella dell'economia sociale. Tuttavia, se non chiediamo tutti i poteri straordinari - che a me non interessa avere come Presidente, li diano a un Commissario, li diano a un Sindaco, li diano ai Prefetti, purch che ci permettano di fare in fretta ciò che noi sappiamo fare e che abbiamo le risorse per poter fare - se non allentiamo le regole della burocrazia rischiamo davvero di trovarci impantanati e non poter fare sufficientemente in fretta.
Concludo, ringraziando ancora tutti, i Consiglieri di maggioranza e di opposizione, tutti coloro che ci sono vicini e ci aiutano; io sto registrando un aiuto corale, magari a volte anche critico, però tutti insieme si esce da questa emergenza. E io credo che il Piemonte ci voglia vedere uniti e compatti nel lavorare per la tutela della vita delle persone, che è il bene primario. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Cirio.
La parola all'Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Credo che il Presidente la Giunta Alberto Cirio abbia già dato un quadro piuttosto chiaro della situazione.
Volevo aggiungere qualcosa sulla parte sanitaria e se - Presidente - lei permette, proietto, se riesco, su questo schermo alcune slide prodotte dai nostri epidemiologi, Comincerei con l'andamento dell'epidemia. Prima per vorrei scusarmi, perché sono stato un po' assente in altre attività di comunicazione con i Consiglieri, ma - credetemi - in Unità di Crisi ci sono dei giorni in cui non abbiamo neanche il tempo di mangiare: dal mattino stiamo lì dentro 12-15 ore, perché le problematiche si sovrappongono e ci travolgono; però, le affrontiamo una dopo l'altra e per questo motivo, a volte, non ho il tempo di comunicare. Siamo stati un po' accusati di carenza nella comunicazione; però, credetemi, non è certo stata una volontà da parte mia, ma è una conseguenza della frenetica attività che si sta susseguendo nell'Unità di Crisi.
Provo a condividere lo schermo. Vedete una slide gialla, in questo momento?



PRESIDENTE

Sì.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Questo è l'aggiornamento, fino a ieri, dei dati sull'andamento epidemico.
Sono dati che i nostri epidemiologi del SeREMI presenti nell'Unità di Crisi aggiornano quotidianamente, per vedere come si muove la curva epidemica e quali sono le possibili proiezioni. Si basano principalmente su tre indicatori fondamentali: il numero dei ricoverati in terapia intensiva, i decessi e i casi gravi (che è la sommatoria dei due dati).
La slide che vedete riguarda il Piemonte con la dislocazione geografica dei casi. Come potete rilevare, le tre aree più critiche, con oltre 200 casi sono Torino, Alessandria e la zona del Novarese. Se volete, queste informazioni ve le posso girare sulla chat e renderle disponibili a tutti.
Questo è l'andamento (questo è un nuovo sistema utilizzato) per ogni giorno, dei positivi: in colore azzurro sono i sintomatici, di cui si ha la certezza della data d'inizio dei sintomi, mentre in grigio sono i casi irregolari, quelli di cui non abbiamo la certezza dell'andamento. Per come vedete, su quelli certi c'è una flessione, una riduzione della curva e questo è un dato importante e significativo.
Abbiamo ripartito i casi per classi di età e la classe di età più colpita risulta essere quella dai 40 ai 70 anni, che sono circa il 50% dei casi totali. Oltre i 70 anni, vi è il 38% dei casi, ma è in questa fascia di età dove si registra il numero maggiore di decessi, anzi quasi esclusivamente.
Una cosa importante che vorrei sottolineare (che non è in questa slide) è che è stato fatto uno studio sui primi 500 decessi in Piemonte ed è emerso che erano tutti pluripatologici, tranne 28; è stato fatto, inoltre, un accertamento sul loro stato di salute, che ha evidenziato che soltanto 9 sono i deceduti che non avevano una pregressa patologia e che erano in un buono stato di salute (il 2% sul totale dei deceduti). È un dato che non trovate nella slide, ma che abbiamo registrato soltanto l'altro giorno.
Come potete vedere dalla slide, il Torinese è quello che ha il maggior numero di casi; però, è nell'area metropolitana di Torino che si concentra il 50% della popolazione del Piemonte. Questo è un dato grezzo, senza il denominatore della popolazione, ma è per dare un'idea di dove sono ubicati i casi positivi.
Qui abbiamo una suddivisione per età e per provincia. Nella fascia 0-18 sono davvero pochi e aumentano progressivamente; la slide riguarda l'Alessandrino, in termini assoluto dal punto di vista della popolazione con un dato molto più pesante rispetto alle altre province.
Questo è l'andamento dei pazienti positivi al test. Vedete che vi è un altalenarsi delle colonne, ma in realtà è un problema tecnico: molto spesso, prima di comunicare il decesso, l'Ospedale o l'Azienda attende l'esito del tampone, per capire se si tratta di un caso di Coronavirus o di una concausa, perché è bene utilizzare i termini giusti. Avendo parlato di decessi di persone pluripatologiche, il fatto che fossero anche positivi al Coronavirus e che questa fosse magari l'ultima causa del decesso fa sì che possa essere considerata una concausa, ma molto spesso non la causa principale della morte. L'altalenarsi dei dati significa che l'Azienda e l'Ospedale aspettano l'esito del tampone e dopo comunicano il decesso. Tra il 21 e il 22 marzo c'è stata un'impennata, ma non sono tutti morti il 22: probabilmente, sono arrivati i reagenti e sono stati effettuati più tamponi, per cui è stato comunicato il maggior numero di casi.
La curva susseguente comincia ad essere una curva interessante: è la serie cumulata dei pazienti positivi. Anche qui, comincia a vedersi la differenza tra la curva esponenziale sul numero dei casi, che nei primi giorni dell'epidemia seguiva quest'andamento nel numero dei casi, per poi passare a una proiezione logistica, una curva logistica che, notoriamente, è una curva che ha un tetto e dopo una discesa. Il dato è positivo: se si comincia ad entrare in questo tipo di curva, i dati cominciano a confermarlo e ciò significa che andiamo verso un picco e poi verso una discesa.
In quest'altra slide, ci sono i dati suddivisi per sesso (maschio e femmine), tasso di letalità, che non è da prendere in termini assoluti perché non è un dato molto significativo, soprattutto relativamente al numero dei casi che abbiamo. I decessi per provincia sono 251 a Torino, 158 ad Alessandria, ma certamente il dato di Alessandria è più importante proprio in relazione alla popolazione presente nell'Alessandrino rispetto a quello del Torinese. È un dato assoluto, ma, in termini relativi, il dato di Alessandria è molto più alto. Abbiamo inoltre qualche dato più dettagliato per età, provincia, tasso di letalità. Relativamente al tasso di letalità c'è un indice, ma sono studi che si stanno facendo, non particolarmente significativi.
Il dato molto importante riguarda invece i ricoveri in terapia intensiva.
Notate la differenza della proiezione esponenziale rispetto a quella logistica. Quella nera che va su è quella esponenziale, mentre quella sotto è la logistica e vedete che i dati degli ultimi 7-8 giorni continuano a confermare questo andamento logistico. Se questa proiezione rimane, nelle prossime settimane speriamo di vedere il soffitto di questa curva, il tetto, per poi - speriamo - registrare una discesa. Questo dipende ovviamente, dai comportamenti che si terranno, come ricordava il Presidente Cirio, nelle nostre strade, nelle nostre città. Gli ospedali e tutto il servizio sanitario rappresentano la seconda linea, ma la prima linea è fuori, quello che si fa in città, quello che si fa per strada, sono i contatti sociali. Se lì ci sono comportamenti irresponsabili, la seconda linea tiene; se, invece, le persone non restano in casa, non si attengono alle indicazioni dell'autorità, allora temo che la seconda linea potrebbe essere travolta.
Questa slide riguarda la proiezione, come dicevo prima, dei decessi e dei ricoveri avvenuti; anche qui, con il dato aggregato, continuiamo a seguire la proiezione logistica. Questo più o meno è il quadro della situazione ad oggi.
Vorrei parlarvi dell'Unità di Crisi, perché forse non è molto chiaro che cos'è l'Unità di Crisi, come funziona e quali sono le strutture che gestiscono questa emergenza al suo interno. Abbiamo preparato questa slide che vi proietto; questa è la struttura che poi è stata implementata e che da tre settimane, gestisce la crisi dal punto di vista sanitario e di protezione civile.
In questa struttura, ovviamente, non ci sono né l'Assessore Icardi e neanche l'Assessore Gabusi, che però sono garanti dell'operatività dell'Unità di Crisi, come previsto dal decreto. In una prima fase, Mario Raviolo era il Commissario straordinario, poi l'Unità di Crisi è stata ampliata di molto ed è stato nominato Vincenzo Croccolo, un uomo di grande esperienza nella gestione delle emergenze. Vi è inoltre un coordinamento legale, nella persona del dottor Antonio Rinaudo, già Sostituto Procuratore della Repubblica a Torino, che sovrintende alla legalità degli atti e dà pareri legali, trasversalmente, su tutta l'organizzazione. C'è poi l'area della maxi-emergenza, del sistema 118, coordinato e gestito dal dottor Mario Raviolo; l'area della comunicazione è coordinata da Osvaldo Bellino insieme ad altri coordinatori.
Le due caselle in giallo che vedete sono relative alla Protezione civile che gestisce la parte logistica, le comunicazioni, la distribuzione; i referenti son il dottor De Giglio, Cristina Ricaldone, Daniela Caffarengo e Riccardo Conte. Ovviamente, dietro c'è tutta la struttura di Protezione civile che era già attiva precedentemente in Regione Piemonte, perché non fanno solo quello, ma si occupano anche di altre emergenze, come alluvioni e altro, anche se in questo momento sono di supporto e sono inseriti nell'Unità di Crisi per una serie di attività.
Inoltre, c'è un coordinatore sanitario, identificato nel dottor Flavio Boraso, che coordina la parte di attività sanitaria più specifica; c'è una prima parte, molto importante, che è l'area ospedaliera e c'è un Ufficio di coordinamento delle terapie intensive e terapie semi-intensive, coordinato dal dottor Sergio Livigni, un primario di anestesia e rianimazione, anche se dietro c'è tutta una serie di persone. Per ognuna di queste aree, voi vedete soltanto il coordinatore, il referente, ma dietro c'è tutta un'organizzazione che funziona H24, con persone che ruotano e che seguono le direttive e il coordinamento delle attività indicate nella slide.
C'è poi un Ufficio di coordinamento dei DEA e dei Pronto soccorso coordinato dal dottor Cibilen, medico di medicina d'urgenza; un ufficio dei percorsi COVID free, che ha come referente il professore Roberto Balagna che è primario alle Molinette. Anche questo ufficio è molto importante perché mentre curiamo l'infezione da COVID, non possiamo dimenticarci però, che abbiamo tutta un'altra serie di situazioni di cura, non dico di emergenza, ma comunque di necessità di cura, che sono, per esempio, tutte le patologie tempo dipendenti, gli ictus, gli infarti, gli aneurismi, gli oncologici non differibili e, quindi, abbiamo dovuto mantenere e soprattutto trovare un equilibrio tra la parte COVID e la parte no COVID.
In questo senso, il dottor Balagna e tutto il gruppo avevano identificato per tutti gli ospedali piemontesi, la riconversione del 40% dei reparti in reparti COVID, tranne alcuni grandi ospedali, gli ospedali Hub e le Molinette, ai quali è stato chiesto solo il 25%, proprio in funzione del mantenimento di questa possibilità di cura e di tutela dei pazienti con patologie no-COVID. Per quanto siano diminuiti gli interventi in elezione e anche tutta una serie di altre patologie, in quanto la gente che rimane a casa, comunque, noi dobbiamo dare la certezza e la garanzia che anche questi pazienti abbiano una tutela e una possibilità di cura.
Abbiamo un ufficio di coordinamento delle degenze, con i dottori Maurizio Turello e Roberto Sacco, entrambi primari, uno in pensione e uno direttore sanitario di Novara, che curano i trasferimenti tra i vari ospedali. Noi abbiamo un quadro generale di tutti gli ospedali; c'è un'applicazione (che se volete vi mostrerò) attraverso cui, in tempo reale, abbiamo la situazione dei vari ospedali: quelli pieni, quelli in crisi e se c'è la necessità di trasferire pazienti dove ci sono posti vuoti; questo ufficio si occupa della logistica all'interno della rete ospedaliera piemontese.
Questo per quanto riguarda l'area ospedaliera.
Abbiamo un'area di comunicazione dei flussi, che si occupa di realizzare le proiezioni, coordinata dalla direttrice del SeREMI, la dottoressa Chiara Pasqualini; un'area amministrativa che gestisce mail, invii, comunicazioni (e vi assicuro che è grande carico di lavoro), coordinata dalla dottoressa Franca Dall'Occo, già dirigente regionale, oggi direttore amministrativo dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Novara.
Inoltre, c'è l'area di coordinamento delle risorse. Molto importante è l'ufficio acquisti di beni e servizi, coordinato dalla dottoressa Ceravolo che è la farmacia dell'ASL TO3, adiacente alla zona di corso Marche, dov'è ubicata l'Unità di Crisi. Quest'area si compone di un'altra dozzina di persone, che si occupano incessantemente della ricerca di mercato e di acquisti, che comprende anche l'ingegneria clinica, che valuta le offerte ad esempio, valuta ogni tipo di DPI che viene offerto, i ventilatori e tutto quello che viene offerto sotto il profilo tecnico e, dopo questa validazione delle schede tecniche, che dura meno di mezz'ora, dicono se va bene oppure no. Anche perché, acquistando a livello mondiale, quasi mai ci sono le certificazioni CE, quindi bisogna fare un esame sulle caratteristiche tecniche dei prodotti per certificarne l'idoneità per il mercato e per gli usi nazionali.
C'è un ufficio di distribuzione dei DPI, delle attrezzature, dei ventilatori e qualsiasi altro acquisto che venga fatto, che è coordinato dal dottor Pierluigi Pavanelli e dalla dottoressa Bona. Questo ufficio si occupa di creare degli algoritmi sulle necessità delle varie Aziende basati soprattutto sul numero dei posti letto, sul numero degli operatori e viene distribuito tutto il materiale che noi riusciamo a reperire, che voglio sottolineare - è in aggiunta a quello che le ASL dovrebbero già ottenere, per conto loro, con i fornitori tradizionali, e non è in esclusiva; lo dico perché, forse, si crea qualche equivoco.
Poi, c'è un ufficio Risorse umane, coordinato dalla dottoressa Renata Molinar, direttore del Servizio personale dell'Azienda Sanitaria coadiuvata da altri direttori del personale e da una serie di personale amministrativo che redigono i bandi, pubblicano, fanno le graduatorie e fino ad oggi, hanno contrattualizzato - sottolineo, contrattualizzato anche se abbiamo avuto proteste dei sindacati, che dicono che non è esattamente così. Non è così, perché non tutti sono stati contrattualizzati direttamente dall'Azienda, ma attraverso agenzie interinali e cooperative.
Come dicevo, sono stati contrattualizzati, soprattutto per i ruoli meno elevati, oltre 1.500 persone dall'inizio della crisi ad oggi e continuiamo ad assumere medici, specializzandi e tutti quelli che possono essere utili per la gestione dell'emergenza.
C'è anche un ufficio per l'allestimento delle strutture, coordinato dal dottor Roberto Vacca, che è il direttore dell'elisoccorso regionale specializzato anche in emergenza-urgenza, che sovrintende anche alla realizzazione di nuove strutture; per esempio, abbiamo la nuova struttura presso le OGR. Il lavoro è congiunto con maxi-emergenza, l'ufficio strutture e un po' tutta l'Unità di Crisi.
Al di là degli acquisti e del coordinamento risorse, c'è un ufficio di medicina territoriale RSA con il dottor Franco Ripa. Come vi dicevo, su questo si sta lavorando e oggi dovremmo arrivare alla definizione di questo protocollo condiviso con le Prefetture. Abbiamo sentito nei giorni precedenti, più volte, la parte datoriale delle RSA, delle strutture per anziani, abbiamo sentito i sindacati, abbiamo sentito tutti, abbiamo visto anche altri provvedimenti e soprattutto l'ultimo del 28 marzo dell'Istituto Superiore di Sanità, relativo alle linee guida aggiornate. che abbiamo parzialmente introdotto all'interno di questo documento. È il Protocollo operativo che verrà siglato oggi e che verrà diffuso, relativo ai comportamenti e a tutte le attività che devono essere svolte nelle RSA.
Vi informo che abbiamo iniziato lo screening sierologico nelle RSA; lo abbiamo già fatto in tre strutture, sia sul personale che sugli ospiti.
Questo è uno screening che serve a identificare gli igM e gli igG, per capire quanti, anche tra il personale, siano venuti a contatto con il virus, quanti abbiano già superato, i cosiddetti asintomatici e quanti possono aver già fatto il decorso della malattia e quanti invece hanno la malattia in corso. Questo screening sierologico ci permette di identificare in modo più preciso una frazione di questa popolazione, che è enorme, di ospiti e personale, da sottoporre al tampone, perché non abbiamo le potenzialità tecniche di farlo a tutti. Abbiamo 13 laboratori attrezzati per fare i tamponi, una potenzialità teorica di circa 4.000 tamponi al giorno, ma per essere espressa abbiamo bisogno di un continuo approvvigionamento di reagenti, che stanno diventando sempre più rari oltre ad una capacità di andare nelle abitazioni a fare i tamponi.
Abbiamo cambiato modalità per effettuare i tamponi, perché era troppo dispendioso andare nelle abitazioni; li organizzeremo negli ambulatori, con un'organizzazione alveolare: chiameremo le persone in modo da evitare lo spostamento degli operatori, perché comporta un grande dispendio di tempo senza riuscire ad avere grandi risultati. Quindi, in ogni area, in ogni zona ci sarà un ambulatorio che si dedicherà a quest'attività e l'utente viene per il tampone, in modo da evitare lo spreco dei dispositivi e ottimizzare i tempi. Questo è solo per fare un'analisi delle RSA. Abbiamo fatto un ordine di 300.000 test sierologici che faremo in tutte le strutture, personale e ospiti - come dicevo - per fare uno screening e selezionare quelli da tamponare.
Andando avanti, c'è l'area di coordinamento dei laboratori, coordinata dal professore Umberto Dianzani, che si occupa delle metodiche di laboratorio e di organizzare l'insieme dei laboratori; ovviamente, anche lui coadiuvato da personale amministrativo e tecnico dell'Unità di Crisi e si occupa di fare un quadro d'insieme dei laboratori.
Infine, c'è l'area informatica di sviluppo e supporto, area CSI; c'è un gruppo di lavoro di programmatori del CSI, coordinato dalla dottoressa Gaveglio, che ha realizzato una piattaforma, che abbiamo presentato ieri ma che funziona già da 20 giorni. E' una piattaforma per la gestione di tutti i dati: in pratica, tutti i soggetti che hanno un percorso di cura (se volete, vi faccio vedere anche le slide della piattaforma).



PRESIDENTE

Assessore Icardi, mi scusi, se la interrompo. Poiché è mezzogiorno, è giunto il momento previsto per il minuto di silenzio per la commemorazione delle vittime.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione delle vittime COVID-19


PRESIDENTE

Quest'oggi sono state messe le bandiere a mezz'asta. Questo atto è un segno di rispetto per chi non c'è più; non deve però rappresentare un segno di resa, ma di speranza affinché questa pandemia venga sconfitta il più velocemente possibile e non mieta più vittime.
Voglio, quindi, ricordare le tante persone scomparse in queste drammatiche settimane, dimostrando partecipazione ai loro cari, ma anche onorare il sacrificio e l'impegno degli operatori sanitari, farmacisti, forze dell'ordine, forze armate, volontari e di tutti coloro che in questi giorni così difficili sono in prima linea e al servizio dell'intera comunità.
Chiedo all'Aula di osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Emergenza epidemiologica" (seguito)


PRESIDENTE

Torniamo alle comunicazioni della Giunta regionale.
La parola all'Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Ieri, insieme al CSI, abbiamo presentato questa nuova piattaforma: siamo i primi, e credo anche gli unici, in Italia che ha organizzato una piattaforma dati così importante. Vi faccio vedere e condivido le slide che ieri abbiamo presentato in conferenza stampa.
Come potete vedere dalle slide, per la conferenza sono stati utilizzati nomi di fantasia: è la presa in carico del paziente da parte delle strutture. Questa piattaforma è visibile a tutte le aziende sanitarie, a tutti i laboratori, quindi c'è un numero enorme di persone che ci lavora sopra. È un piattaforma open source, quindi può essere modificata e implementata, così come abbiamo fatto. Tutti i pazienti vengono inseriti con la parte anagrafica, quindi è un sistema abbastanza semplice, da parte degli operatori, dei SISP, dei laboratori e da parte di chiunque; potrebbe anche essere il medico di base, al quale adesso daremo l'accesso, che regista sulla piattaforma il paziente. Come potete vedere, l'anagrafe viene aggiornata ed è legata ad AURA. AURA è l'anagrafe regionale che ha un livello di sicurezza molto elevato, livello 2 (forse l'unico in Piemonte il CSI, ad avere questo livello). Nell'anagrafe regionale può anche essere inserito, come vi ho detto prima, nella parte bassa, un paziente non residente nella regione. Il soggetto viene identificato e inserito nella procedura.
In questa nuova slide, vedete il laboratorio analisi che esegue il tampone se è positivo o negativo e tutto il percorso che fa, ed è immediatamente visualizzabili da tutti.
Poi c'è una parte che vede anche il percorso ospedaliero: si apre un'area in cui si visualizza se una persona è stata ricoverata in ospedale o se è in isolamento domiciliare. Questo è importante, perché tutte le Prefetture le Procure della Repubblica e le forze dell'ordine - sono ben 90 postazioni delle forze dell'ordine - hanno accesso a questi dati, li possono visualizzare, in modo che, per le loro attività, possono capire chi hanno di fronte. Se fermano sulla strada una persona che doveva stare in quarantena, con un collegamento diretto attraverso la nuova centrale operativa, conoscono tutti i dati relativi quella persona e vengono a conoscenza se, eventualmente, non ha rispettato l'isolamento domiciliare.
Da ieri, abbiamo reso questa piattaforma disponibile anche ai Sindaci; mi risulta che, nella prima giornata, più di cinquecento Sindaci si siano già collegati con delle credenziali e con un sistema di accreditamento sicuro anche con PIN sul telefono. Anche i Sindaci possono vedere, in tempo reale e limitatamente al loro Comune, tutti i dati della piattaforma. Questo ci dà anche la possibilità di provvedere, attraverso la Protezione civile locale, anche ai bisogni come quello di portare la spesa a casa, fare tutta una serie di cose e verificare che le persone siano e rimangono in isolamento. Quindi 1.181 accessi per tutti i Sindaci del Piemonte. Adesso stiamo lavorando per implementarlo, per fornirlo anche ai medici di base e alle USCA, in modo che possano avere l'accesso e inserire i dati. È una condivisione complessiva di tutto il sistema Piemonte della piattaforma dati.
C'è una parte - adesso non ho le slide da potervi farvi vedere, dovrei collegarmi online, ma i nomi qui sarebbero reali e non va bene - di gestione di tutti i posti letto. Abbiamo la distribuzione dei posti letto e il quadro immediato dei posti di ricovero ordinario, ricovero in terapia semi intensiva e ricovero in terapia intensiva di tutto il Piemonte.
Quindi, con un colpo d'occhio, si ha la visione di quello che succede in Piemonte. Ovviamente, l'Unità Operativa, soprattutto la logistica, è quella che regola i trasferimenti tra un ospedale e l'altro e ha, in tempo reale la situazione delle dimissioni e degli ingressi, quindi c'è un controllo molto ferrato.
Credo che il CSI abbia fatto un lavoro straordinario; abbiamo concordato lavorato insieme e hanno lavorato giorno e notte. Questa piattaforma, avere in tempo reale i dati condivisi da tutti - perché, sostanzialmente, li possiamo far vedere a tutte le istituzioni - è una grande ricchezza, che ci permette di lavorare tempestivamente e meglio.
La prossima implementazione, abbiamo già fatto lo screening e la ricognizione, sarà quella sulle RSA, per inserire le strutture. Ricordo che anche le strutture private, le case di cura sono inserite e anche i loro posti sono gestiti dall'Unità di Crisi. Tuttavia, il prossimo passaggio, ed è il problema più grande che abbiamo di fronte, è la situazione delle RSA.
È una situazione particolarmente delicata, perché ci sono tanti soggetti fragili e deboli che, se contagiati, potrebbero davvero pagare con la vita proprio per la loro condizione di fragilità.
Il protocollo che oggi andremo ad attuare, soprattutto anche la gestione di queste strutture, riguarda il test sierologico di cui dicevo prima, che non è un test diagnostico, ma è un test che serve a ridurre la popolazione dei tamponati. Oggi, sul mercato, ci sono una serie di metodiche analitiche in grado di rilevare la presenza su matrice ematica, ma anche su plasma e su siero, di anticorpi IgM e IgG. Con questa suddivisione noi possiamo, come dicevo prima, fare tamponi e ottenere un certo tipo di risultati. Noi li abbiamo comprati e presto li distribuiremo alle strutture. Sono test che abbiamo effettuato alcuni con prelievo di sangue venoso (quindi provetta siringa), altri, come quelli stiamo comprando, si effettuano prelevando una goccia di sangue con una piccola puntura sul dito, sul modello, per capirci, dei test di gravidanza o della diagnosi per la glicemia.
Volevo ancora fare un chiarimento sulle RSA, che credo vada dato a tutti.
È stata approvata una delibera - contestata e fraintesa - in cui pareva cosa non vera, che per dare un percorso di cura noi volessimo trasferire nelle RSA pazienti positivi dimessi dall'ospedale. Non è così, lo ripeto ancora una volta e l'ho ripetuto ai giornalisti. Quella delibera serviva soltanto a creare un quadro normativo, una cornice per utilizzare alcune strutture RSA nuove, mai occupate da ospiti, quindi completamente vuote dove trasferire pazienti dimessi dall'ospedale. Serviva un quadro normativo, quindi i pazienti dimessi dall'ospedale sarebbero finiti in strutture nuove, vuote e non a contatto con altri, certamente non con il rischio di contagiare una RSA dove il virus non era presente. Credo sia giusto fare questo momento di chiarezza, perché è stato interpretato in modo completamente sbagliato e la delibera è stata fraintesa.
Avremmo voluto, e abbiamo già iniziato a farlo nel Novarese, trasferire pazienti in un percorso di COVID positivo, in strutture completamente vuote, senza rischio di contagio alcuno. Nell'attuale Protocollo, che oggi faremo sulle RSA, saranno previsti - visto che non è possibile trasferirli tutti - degli spazi isolati per positivi e per negativi in tutte le strutture dove è possibile farlo, dove magari la divisione per piano, per settori o per padiglioni lo permette. Nelle altre, studieremo soluzioni alternative dove non sia tecnicamente possibile isolare persone che già presentano segni di contagio rispetto a quelle sane. Sottolineo il fatto che presentano un quadro clinico di contagio, senza aver fatto il tampone.
La conoscenza del quadro clinico dei contagiati è un fatto acclarato e accertato tra i medici; anche senza il tampone, ormai sono in grado di rendersi conto, da un'anamnesi, da una visita o da un quadro clinico, se presentano i sintomi del COVID-19 e quindi di trasferirli in aree loro dedicate.
Credo che le RSA, insieme ai posti di terapia intensiva, siano veramente il problema più grande che noi dobbiamo affrontare in queste ore.
Se ho dimenticato qualcosa - probabilmente sì - io vi chiedo di ricordarmelo, di farmi delle domande in modo che possa, per tutto quello che posso e so, soddisfare le vostre richieste di informazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Salizzoni, che interviene in qualità di Consigliere.



SALIZZONI Mauro

Il mio intervento ha lo scopo di rendere partecipi i colleghi del Consiglio di quanto appreso negli ultimi giorni da contatti con esperti di livello internazionale e dalla più recente letteratura scientifica sulla pandemia.
A livello nazionale, si sta procedendo a mettere a punto test anticorpali (professor De Maria e professor Pellicci). Quelli disponibili o in corso di sperimentazione vanno ancora validati circa l'immunità acquisita e la sua durata. Ne parlava prima l'Assessore a proposito delle IgM e delle IgG che per i non esperti, vorranno dire poco, ma hanno un preciso significato su questo punto.
Si sta procedendo a organizzare piattaforme per il contact-tracing con uso di App telefoniche. Sotto la coordinazione del Ministero dell'innovazione si punta a individuare le migliori tecnologie e applicazioni per il tracciamento dei dispositivi mobili, allo scopo di abbattere la possibilità di contagio. Sono previsti interventi anche per la telemedicina.
Nella definizione di strategie post lockdown - post isolamento, in italiano sono definiti diversi tipi di scenari. Scenario coreano, basato su: uso diffuso di mascherine, distanza sociale, gran numero di test per identificare i positivi, tracciamento dei telefoni ed altri metodi per identificare i positivi ed i loro contatti.
Effettuare periodi di quarantena stop and go per un anno e più in attesa di un vaccino. Questa è la tesi del professor Ferguson, il cui studio pare abbia convinto Macron e Johnson della gravità della situazione.
In ogni caso, qualsiasi strategia di post lockdown che deve permettere di ritornare al lavoro il maggior numero di persone possibili richiederà anzitutto l'uso estensivo di test, come sempre. Vale la pena segnalare che i test rapidi utilizzati in Spagna. Occorre, quindi, chiederci chi produce questi reagenti, dove e quali sono le capacità di aumentare la produzione.
La Francia dice di voler arrivare a fare 80 mila test al giorno entro qualche settimana. L'Italia oggi ne fa 30 mila.
La protezione delle fasce più deboli della popolazione over 65 e persone affette da ipertensione, diabete, cardiopatie; identificazione e attività dei più fragili; soprattutto - se n'è parlato tanto e forse non ancora abbastanza - priorità per le RSA.
L'uso di App di tracciamento dei soggetti positivi, utili a controllare il possibile colpo di coda dell'epidemia: i più pessimisti tra gli esperti mondiali lo prevedono per fine estate.
Il mantenimento della chiusura delle scuole: in caso di riapertura, secondo le valutazioni degli esperti, il contagio aumenterebbe del 25%.
Da quando i contagi saranno azzerati, bisognerà continuare con la zona arancione per almeno tre settimane e poi riprendere la quotidianità con molto criterio e molto buonsenso e sempre con l'uso di mascherine, in particolare nei luoghi chiusi e affollati (ad esempio supermercati).
Per quanto riguarda il livello regionale (sarò breve), l'Assessore Icardi ha illustrato bene chi fa oggi i test in Piemonte, quali sono le risorse umane, i laboratori e qual è la capacità del sistema piemontese di effettuare test che, verosimilmente, è ancora insufficiente rispetto al fabbisogno.
Come rimediare? Come reperire un maggior numero di quantità di reagenti? L'Assessore Marnati si è accordato con gli Atenei per creare una filiera per la produzione dei kit: un'ottima idea, ma a che punto siamo? Come ascoltare e supportare i medici di base impegnati in prima linea e ben al corrente di quanto succede giorno dopo giorno sul territorio? Come assicurare assistenza alle fasce più deboli della popolazione relegate in casa per periodi più lunghi? Viste le difficoltà incontrate finora, chi pu organizzare questa rete di assistenza? Come aumentare i posti letto per accogliere i positivi che non possono isolarsi in casa? Tra le altre soluzioni si suggerisce di utilizzare gli alberghi, com'è avvenuto a Roma con l'Hotel Marriott. Come informazione medica, segnalo che, a livello internazionale, sono valutati come sintomi precoci anche l'astenia e l'anosmia; l'anosmia è il non sentire gli odori: elemento estremamente sottovalutato sino ad ora.
Come coordinarsi a livello nazionale per adottare tecniche di tracciamento? È opportuno informarsi quanto prima con i Ministeri competenti. È ormai dimostrato il fondamentale uso delle mascherine, quanto più generalizzato.
Visto che permane la difficoltà nell'approvvigionamento anche di quelle chirurgiche, occorre informare la popolazione sul loro migliore utilizzo e sulla possibilità del loro riutilizzo mediante particolari accorgimenti sulla base di linee guida già disponibili. In questo senso, suggerirei di ricorrere all'aiuto delle reti televisive regionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Salizzoni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Presidente Cirio e l'Assessore Icardi, ma anche il Consigliere Salizzoni per i modi, i toni e per le tante questioni che già sono state poste ad inizio seduta.
Da settimane viviamo in condizioni drammatiche, contrassegnate da una conta, ormai quotidiana, non solo dei contagi e delle vittime, ma anche dalle restrizioni a cui siamo tutti sottoposti.
A questo dramma, lo diceva bene il Presidente, che ha raggiunto dimensioni impressionanti, si aggiunge, giorno dopo giorno, il peso di una prospettiva incerta, come quella che ci disegnava adesso il Consigliere. È molto difficile sul versante dell'economia del reddito e dei salari. Come dicevamo, ci sono intere filiere che hanno conosciuto un azzeramento del fatturato e moltissimi lavoratori che hanno perso il proprio reddito.
Dividerei le due questioni. Per l'emergenza sanitaria credo che dobbiamo iniziare a progettare l'attesa. Speriamo, Assessore Icardi, l'attesa di poco, perché i dati sono in qualche modo un po' più confortanti. Le assicuro che, ogni volta che le facciamo degli appelli, che rivolgiamo delle proposte, lo facciamo con il massimo rispetto del lavoro di tutti, a partire da chi lavora in corso Marche, chi lavora nelle nostre ASL e nei nostri territori. Glielo diciamo anche solo per far sì che non si perdano tracce di una discussione democratica, che ha visto da subito la nostra disponibilità a suggerire, spesso nelle nostre segrete chat e nelle nostre telefonate private che sono esistite in queste settimane, casi da mettere subito a fuoco.
Quello delle RSA, come l'Assessore sa, è stato uno dei primi oggetti delle nostre discussioni. Speriamo che il protocollo che lei, in parte, ci ha descritto, oggi avvenga in tutti i territori, in tutte le ASL e venga applicato in fretta. Come ci dicono gli operatori, ma anche tante famiglie non solo lì muoiono come mosche, come ci hanno detto in tanti, non solo lì c'è una bomba epidemiologica, un possibile elemento ulteriore di contagio e di ulteriori focolai, ma nelle RSA ci sono tantissimi dipendenti e operatori che non possono essere trattati come diversi dal sistema sanitario. Per loro, non solo ci vanno tutte le protezioni e tutte le accortezze ma, soprattutto, ci vogliono quei test. Test importantissimi per far sì che si fermi il contagio e, soprattutto, per far sì che persone pluriproblematiche non riempiano i nostri ospedali e, soprattutto, non muoiano in questa crisi.
Spero, davvero, che l'Assessore ci informerà sullo stato avanzamento di quei test, diversi dai tamponi se capiamo bene. Spero che, in tanti casi si facciano tamponi, anche nelle RSA.
Mi concentrerei, come diceva il Consigliere Salizzoni, su due o tre scenari, anche dal punto di vista sanitario.
Primo. Noi dobbiamo capire esattamente come i posti di terapia intensiva in qualche modo, verranno ancora occupati nelle prossime ore; quando l'ospedale di Verduno verrà impiegato e anche la nuova disponibilità delle OGR o dell'ospedale Maria Adelaide. Purtroppo, leggiamo più la carta stampata che la nostra rendicontazione delle Commissioni che, mi rendo conto, non seguono neanche l'andamento di questa crisi. A noi serve davvero capire se, per esempio, le OGR saranno virtuali, cioè se sarà un luogo che alla fine, non useremo - speriamo, vedendo i dati, di non usare mai - ma se, in realtà, rimarrà nelle nostre disponibilità nei prossimi mesi. Perch dico ciò? Perché quella dello stop and go di cui parlava anche il Consigliere Salizzoni è una delle ipotesi che dobbiamo mettere in campo.
Non è detto che quando la curva epidemiologica si abbasserà talmente tanto speriamo - da non vedere nascere casi di nuovi focolai, l'attenzione non debba rimanere massima. Anche lì, chiedo di capire se c'è una strategia anche futura, sul tema dei tamponi. Non è tempo delle polemiche, anche se Assessore, vorremmo davvero sapere quanti operatori sanitari, alla fine, li hanno davvero fatti.
A noi piacerebbe iniziare a immaginare cosa succederà in futuro. Visto che adesso abbiamo un po' più di conoscenza, capire esattamente come isoleremo i vari casi che emergeranno alla fine delle misure restrittive.
Altro scenario possibile, ce lo dicono in tanti, che non tornerà comunque in tempi brevi, prima delle possibili contro soluzioni dal punto di vista sanitario, è arrivare tutti ad avere una prevenzione generale. Vorremmo capire esattamente quali saranno le misure consigliate.
Credo che sia venuto il momento che la sanità piemontese inizi a dare delle indicazioni maggiori ai piemontesi di cosa abbiamo davanti. Qualche giorno fa, chi ha vissuto epidemie diverse da quella che abbiamo oggi mi raccontava che cosa si diceva ai bambini quando si tornava a casa, cosa si doveva fare sugli indumenti, cosa si doveva fare esattamente per evitare in futuro un possibile contagio. Credo che dobbiamo iniziare a progettare quell'attesa.
Se è importante dal punto di vista sanitario, progettare l'attesa dal punto di vista economico è ancora più importante. Io non so se la soluzione è la delega dicon pieni poteri al Presidente sul tema del lavoro, però dico ancora alcune cose prima di parlare di cosa dobbiamo fare in futuro.
Intanto, il reddito. Ci sono troppe persone che l'hanno perso in assenza di tutele. Ieri abbiamo fatto l'appello per i lavoratori dello spettacolo, che hanno diritto, secondo noi, alla cassa integrazione. Ci sono però ancora troppe persone che continuano a lavorare in settori esposti inutilmente.
Gliene dico uno, Assessore Icardi, e spero che ci stiano ascoltando anche gli altri Assessori: i lavoratori che si occupano di cura, le badanti, chi fa le pulizie in casa. Se non lo fanno per i non autosufficienti, c'è bisogno - e rifaccio appello a lei, perché possa essere una delle misure da chiedere in più al Governo - che non solo vengano lasciate a casa, ma soprattutto che continuino ad essere pagati i loro stipendi.
Per questo credo che ci vorrebbe, anche per loro, una cassa integrazione straordinaria. E parlo delle lavoratrici delle pulizie, delle badanti e di chi non si occupa di non autosufficienti. Dico però che serve anche provare a far lavorare tutte le persone possibili, ma dentro questa emergenza. Non parlo certo dell'appello fatto da alcuni esponenti politici nazionali parlo, invece, dell'appello di alcuni lavoratori e lavoratrici, come quelli dell'ex Embraco, che si stanno mettendo a disposizione per iniziare a convertire parte delle nostre filiere economiche. L'ha fatto la Miroglio per le mascherine e l'hanno fatto tanti altri, addirittura inventandosi con il 3D la modifica in C-PAP delle maschere da sub della Decathlon. Ma ci sono tante altre cose che possiamo fare.
Quindi, le chiedo, Presidente Allasia, di convocare da subito in modo straordinario e permanente una Commissione sul lavoro e sulla sanità che si possa occupare anche di tutto questo, cioè - per rispondere all'appello del Presidente Ciro - come mettere a disposizione il nostro tessuto economico per quella che continuerà ad essere, nei prossimi mesi, una crisi strutturale, dalla quale ne usciremo più forti solo se riusciremo ad immaginare come uscirne in tempi brevi, anche in termini organizzativi.
Per questo, un'ulteriore cosa - poi Presidente mi dica se ho ancora tempo.



PRESIDENTE

Sono 10 minuti adesso.



GRIMALDI Marco

Provo ad andare alla fine, Presidente, anche se non è facile essere sintetici in questo tipo di discussione così ampia.
Dicevo che è importantissima la discussione che dovremmo fare sul cosiddetto "reddito di quarantena" o "reddito di emergenza", o quello che diceva il Presidente Cirio, cioè di far sì che non solo tutti siano dentro al decreto "Cura Italia" - quindi gli autonomi, le partite IVA, i lavoratori intermittenti e tutte le categorie, anche quelle dei lavoratori a chiamata - ma banalmente anche chi è fuori da queste categorie e ha bisogno, in fretta, di reddito e salario; paradossalmente, anche professionisti che non hanno mai temuto di vedere le condizioni così in basso(penso a chi gestisce gli spettacoli dal vivo, ai ristoratori, a tantissimi negozianti).
Come facciamo in questo momento di emergenza - lo chiedo all'Assessore Tronzano e all'Assessore Chiorino - a dargli un reddito che arrivi velocemente nelle disponibilità di tutte quelle persone? La platea inizia ad essere grande, perché sto parlando anche di quelli che oggi sono tirocinanti, di chi purtroppo viveva dell'economia della promessa, cioè i "lavoretti" purtroppo malpagati e sottopagati, che oggi non hanno alternativa. Credo che non si possa dire loro: "Fate le stesse pratiche del reddito di cittadinanza"; non oggi e non ora. Anche questo è un secondo appello: proviamo a vederci in settimana per questioni così urgenti, anche per presentare al Governo una proposta dirimente.
Concludo, Presidente, ringraziandola e dicendo: proviamo a fare un ultimo appello alla sanità e parlo di quella nazionale, di quella europea e di quella internazionale. Ci sono dei luoghi (anche in Piemonte) in cui si fanno turni massacranti, in cui le persone non reggono più anche dal punto di vista psicologico. È vero, gli operatori sono fortissimi, quelli che in qualche modo oggi si sentono la responsabilità stanno dando il massimo però se riusciamo, Assessore Icardi, facciamo appello ancora a tutti quei lavoratori privati e medici che oggi potrebbero ancora di più rendersi disponibili, ma anche nel resto d'Europa e del mondo, cioè far sì che questa vicenda sia chiara.
Ringraziamo ovviamente la comunità cinese, quella cubana, quella albanese anche la Germania che ha preso alcuni nostri malati per portarli nelle loro strutture. La solidarietà deve essere al centro di questa stagione politica. Ricordiamocelo anche per tutti noi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Poiché l'Assessore Marnati chiede di intervenire, gli darei la parola visto che il nostro Regolamento stabilisce che la Giunta può intervenire quando vuole. Mi sembra anche interessante poter avere una valutazione da parte della Giunta, essendo attualmente ancora nella fase delle comunicazioni della Giunta e dei primi interventi. Perciò, se l'Assessore Marnati vuole aggiungere qualcosa sulla produzione dei reagenti, come richiedeva, gli do la parola.
Prego.



MARNATI Matteo, Assessore alla ricerca e innovazione

Scusate, ma ero al telefono proprio con l'Università di Torino e ho avuto bisogno di un momento in più per chiudere la chiamata. Se volete vi aggiorno, visto che è stata fatta la domanda su quello che sta accadendo.
Come ha detto giustamente l'Assessore Icardi, per aumentare la produzione di questi reagenti c'è bisogno ovviamente del materiale. In questo mese sono stati fatti dei miracoli, perché essendo una richiesta ormai a livello mondiale, le grosse aziende che producono questo reagente, probabilmente hanno adottato la politica di dare poco a tutti, per tenere buoni ovviamente tutti i Paesi.
Probabilmente, non sono tantissime le aziende che lo producono. Io non le conosco tutte; ho imparato a conoscere anch'io in questi giorni e non sapevo neanche della loro esistenza. Il professor Dianzani, che è il responsabile dei laboratori della nostra Unità di Crisi, ogni giorno ci racconta quello che sta avvenendo, in modo tale da essere pronti anche per i prossimi giorni e per le prossime settimane o, come è stato detto eventualmente per i prossimi mesi, perché potrebbe essere necessario continuare con questa attività di monitoraggio per tantissimo tempo.
L'idea ci era venuta ormai quasi una settimana fa o dieci giorni fa. Ho richiamato tutti gli Atenei e noi li stiamo utilizzando, perché in questo momento loro hanno le conoscenze, le competenze, i materiali e le attrezzature per fare questo tipo di ricerca. Per fortuna, il Piemonte ha tre Atenei importantissimi, costituiti da tantissime persone che sono in grado di rispondere anche in tempi brevi. Quindi, li ringrazio ufficialmente a nome di tutti, di tutta la Regione Piemonte, perché in questo momento ci stanno dando una grande mano.
Hanno già comprato alcuni ingredienti per fare il kit che all'inizio dell'epidemia è stato utilizzato anche dalle Molinette, che aveva fatto un kit home made, fatto in casa. Le Università di Torino, su 60 studenti che si sono resi disponibili, ne ha selezionati 5 che ritengono siano i più bravi in questo momento per fare questo tipo di attività. Già da domani avremo una validazione dei test su piccola scala, paragonandoli a quelli dei più grandi produttori mondiali, quindi il test sarà sicuramente molto valido. Se, come si presume, domani mattina avremo risposta positiva, a quel punto già da lunedì potremo avere una produzione di massa. Non c'è un limite, perché potremo produrne per 100 mila kit o per un milione di kit anche a prezzi decisamente molto più bassi rispetto a quelli a cui ce li stanno vendendo, perché l'Università fa pagare solamente il costo vivo e non c'è un ricarico economico.
Oggi non ci sono tantissime conoscenze su questo virus, però in questi giorni stanno studiando e, nel caso in cui il virus dovesse mutare, c'è anche uno studio di un informatico all'interno della nostra Università di Torino che riesce a sensibilizzare il test. Quindi, c'è tutto uno studio dietro per garantire che, se il virus dovesse modificarsi in parte o totalmente (questo non lo sappiamo), il test che andremo a produrre sarà sempre ottimale e perfetto.
Una volta che avremo la produzione di questi reagenti, dovremo darli ai nostri laboratori. Inoltre, l'Università ha anche dato la disponibilità a lasciare dei macchinari e di trasferirli alle Molinette, perché una volta che si ha il reagente, va fatta l'estrazione. Non sono un medico e quindi anch'io in questi giorni ho imparato a conoscere la funzionalità per estrarre il cervello di questo virus, per capire se si è positivi o negativi. Con questa estrazione, noi riusciremo a dare i nostri reagenti a quasi tutti i laboratori che lo richiederanno, quelli che saranno a corto dei reagenti che provengono dalle aziende europee. E quindi riusciremo continuamente a fare questo tipo di attività in autonomia, a costi molto più bassi, e senza andare a singhiozzo, come rischiamo di fare oggi. Perch se aspettiamo che ci arrivino da queste aziende, probabilmente rischiamo di bloccare - come in alcuni casi è accaduto - la produzione di questi test.
Quindi, diciamo che su questo pezzo siamo molto avanti e aspettiamo domani il test preliminare; da lunedì, se il test preliminare è positivo, possiamo partire con la produzione senza limiti. Grazie.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Presidente, posso intervenire per dare qualche risposta?



PRESIDENTE

Solitamente, le considerazioni globali si fanno dopo che sono stati svolti tutti gli interventi. Se è per un'aggiunta all'intervento precedente, lo può fare. La Giunta può intervenire in qualsiasi momento.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

È per non perdere dei pezzi di domande, che sono tantissime.



PRESIDENTE

Prego, ha la parola.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Salizzoni e condivido quasi tutto quello che ha detto sulle procedure, su quello che si dovrà fare dopo che avremo visto il picco e che avremo iniziato la discesa, che, mi auguro, sia presto. Il ritorno alla normalità sarà però un momento difficile, perché dovremo farlo con grande cautela e bisognerà farlo per gradi; dovremo predisporre un piano molto dettagliato, perché il rischio di far ripartire la pandemia è molto concreto.
Non credo che il nostro Paese abbia la possibilità - o almeno non ce l'ha più - di fare quello che è stato fatto in Corea, con le app e tutto il sistema digitale di tracciamento che loro hanno fatto e che a noi il Garante della privacy non avrebbe mai permesso. Ma hanno anche impiegato una forza straordinaria di 9 mila epidemiologi per seguire tutti i tracciamenti. Quindi, è stato uno sforzo iniziale immane, che il nostro Paese non ha fatto, ovviamente con i risultati che vediamo oggi.
Per quanto riguarda il Protocollo di cura che lei giustamente ha citato oggi c'è una riunione anche con i medici di base, perché è già stato predisposto a livello di Comitato scientifico un protocollo, che vogliamo condividere oggi, grazie anche all'impegno del prof. Stecco, con i medici di base, per inserirlo nel Protocollo di cura, soprattutto all'insorgenza dei primi sintomi. Ora io non voglio parlare di questioni mediche che non mi sono proprie, però su questo si è già lavorato molto e c'è una cura di farmaci combinati che presto - anzi, credo oggi, al massimo domani - verrà condivisa e poi applicata sul territorio.
Per quanto riguarda le mascherine, ricordo al Consigliere Grimaldi che noi siamo stati i primi. Sono andato personalmente alla Miroglio per poter produrre una mascherina, che adesso sta arrivando in quantitativi. Ce ne consegnano partite di 30 mila alla volta e, tra l'altro, una delle prime partite di 30 mila mascherine che abbiamo avuto l'abbiamo consegnata subito alle RSA, alle case di riposo, proprio per dare loro uno strumento di cui erano carenti, nonostante non fosse la Regione a doverli fornire. Per glieli abbiamo dati ugualmente, proprio nell'ottica di salvaguardare ospiti e personale.
Per quanto riguarda il riutilizzo, sulle mascherine che distribuiamo c'è un'etichetta che spiega bene le modalità di utilizzo e di lavaggio. Per quanto riguarda le mascherine chirurgiche, in questo momento abbiamo carenza di tanti DPI, ma non di mascherine chirurgiche, che stanno arrivando e si sta incrementando la produzione di altre mascherine.
Per quanto riguarda, invece, il piano degli hotel, è già pronto e condiviso con la Prefettura il piano di utilizzo degli hotel per la degenza dei soggetti ormai dichiarati guariti che, per qualche motivo, non possono tornare a casa. Non solo: abbiamo anche previsto la requisizione - ma non sarà necessario perché a chiunque l'abbiamo chiesto hanno sempre dato la disponibilità, comprese le OGR e comprese tutte le strutture che abbiamo interpellato - per avere degli hotel il più possibile vicini alle RSA e alle RA, in modo che il personale possa essere ospitato in quelle strutture e non debba tornare a casa con il rischio di contagio e con un rischio biologico più forte. Ovviamente, questo a spese nostre.
Sul personale delle RSA, che oggi è drammaticamente carente, la Giunta regionale ha già fatto una delibera, estendendo al massimo le possibilità di assunzione, tant'è vero che, se non si trovano le OO.SS, possono essere assunte persone che hanno semplicemente l'iscrizione al corso o sono frequentanti del corso.
Torno al tema che il Consigliere Grimaldi citava: tutte le persone che sono iscritte nell'elenco delle badanti possono essere assunte nelle strutture per anziani. Quindi, non solo per le attività di supporto alla non autosufficienza, ma da oggi, in questo periodo di emergenza, possono sostituire le OO.SS.



GRIMALDI Marco

Ma io parlavo di mettere in cassa integrazione chi va ancora a fare le pulizie in famiglia e ai non autosufficienti, rischiando impropriamente la loro vita. Era un'altra questione.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Io invece preferirei che andassero a lavorare nelle RSA, così ci danno una mano, perché ci sono delle condizioni drammatiche a causa del personale ammalato e di quello che si è messo in mutua, eccetera, per cui rischiamo di non avere il personale per l'assistenza in queste strutture. Certo, è una questione di responsabilità ed è un problema del datore di lavoro, ma noi, se possiamo, ce ne facciamo carico.
Sui posti letto di terapia intensiva, ieri, in tarda serata, eravamo a 570 e continuiamo a crearne progressivamente, chiudendo qua e là dove il gruppo ospedaliero, dopo attenta analisi, identifica qualche sede di Pronto Soccorso, anche notturna, o qualche reparto, per poter reperire il personale. Questo è il vero tema: il personale del Servizio sanitario regionale. La questione non è l'ospedale Maria Adelaide o di Castellamonte o di Ciriè o altre parti. Noi, purtroppo, abbiamo tante strutture abbandonate da qualche anno e riattivarle sotto il profilo tecnico non è così semplice. Per esempio, occorre pensare all'impianto per i gas medicali, le perdite, la garanzia che l'impianto elettrico funzioni e funzioni correttamente, che sia certificato. Pensate se avessimo della gente in terapia intensiva o semintensiva e mancasse la luce, quale disastro potrebbe crearsi.
Quindi, abbiamo scelto un ospedale, che è quello di Verduno, che era nuovo e perfettamente collaudato e funzionante per le attività non dico di post acuzie, ma superata la fase critica i malati possono essere portati a Verduno, sgravando gli altri ospedali piemontesi. Lì abbiamo una capacità potenziale molto alta; abbiamo una terapia intensiva e semintensiva di sorveglianza, che, se per caso ci fossero delle ricadute, possono immediatamente intervenire in sede. Il problema vero non è tanto quello dell'attrezzatura; è anche dell'attrezzatura, ma soprattutto è quello del personale, perché ci vogliono i rianimatori, gli anestesisti, ci vogliono medici e ci vuole anche esperienza nel settore, per poter aprire dei reparti in sicurezza.
L'ospedale di Verduno è uno e le OGR sarà un altro. Perché le OGR? Perch si è scelta una struttura non ospedaliera rispetto a strutture ospedaliere già presenti? Perché la logistica è diversa. In questa emergenza, si mettono tutti in un open space e quindi con una minore presenza di personale c'è la possibilità di accudire più persone. È stato messo un impianto per l'ossigeno; é stata fatta una serie di operazioni e a breve saranno approntate anche le OGR. La scelta è dovuta semplicemente al fatto che rimettere in sesto un ospedale, oltre ad avere una logistica che richiede molto più personale, necessiterebbe anche una revisione degli impianti che sono vecchi e che probabilmente non è possibile fare in queste condizioni di urgenza.
Per quanto riguarda i medici stranieri, noi abbiamo fatto una richiesta che ho condiviso con il Ministro Speranza, già inviata a Cuba, per avere medici cubani. L'abbiamo chiesto un po' da tutte le parti; abbiamo attivato la CROSS, quella che il Consigliere Grimaldi definiva solidarietà, e abbiamo un protocollo già scritto e già collaudato della CROSS. Nel momento in cui non si riesce a far fronte con il Sistema Sanitario Regionale, si passa immediatamente alla richiesta ad altre Regioni che abbiano meno occupazione di posti in terapia intensiva e sub-intensiva. Successivamente alla CROSS internazionale, abbiamo chiesto anche gruppi di 25 persone che possono essere trasferiti in altri Paesi. La Germania è la prima che ha risposto alla CROSS europea, prendendo i primi 25.
Ci stiamo attivando a 360 gradi e ho anche fatto un appello per il reperimento di anestesisti e rianimatori, che oggi sono il vero problema la vera carenza odierna per aprire più posti di terapia intensiva. Troviamo le attrezzature con grande fatica -anche se da Roma ne abbiamo avute poche ne abbiamo avute di più da altre linee - però il punto fondamentale è che ci manca il personale per poterle correttamente utilizzare.
Credo di aver risposto sommariamente a tutte le domande; possiamo proseguire.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazi, per le precisazioni.
Ora darei la parola al Consigliere Gallo e, dopo il suo intervento chiederei una sospensione tecnica. C'è un problema tecnico di file audio del complesso della seduta - quello della scorsa settimana era troppo pesante da gestire - per cui c'è la necessità di spezzare la registrazione.
Quindi, interrompiamo per dieci minuti per motivi tecnici e riprendiamo.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente e grazie all'Assessore Icardi e al Presidente Cirio per l'illustrazione e le relazioni.
Colgo l'occasione per chiedere all'Assessore Icardi di continuare la buona pratica delle sedute della IV Commissione che abbiamo tenuto in queste settimane così difficili, perché ci permettono di avere un confronto costruttivo ed una condivisione delle informazioni, anche al di là del Consiglio regionale che svolgiamo oggi e che, nelle settimane scorse sembra sia funzionato molto bene.
Ho ascoltato con attenzione entrambe le relazioni e l'intervento del collega Salizzoni, che ha fatto un quadro di proposte molto completo che riguarda il futuro, e ringrazio anche lui. Il dato che possiamo trarre da questi interventi e da queste relazioni è che ormai dobbiamo consolidare in noi l'idea che il ritorno alla normalità non avverrà il 3 aprile e probabilmente neanche qualche settimana dopo, ma sarà una questione graduale e da organizzare. Riusciremo ad arrivare gradualmente alla normalità, compatibilmente con il raggiungimento di quel tetto della curva che ci ha fatto vedere l'Assessore Icardi, che speriamo avvenga nei prossimi giorni in modo da poter cominciare a vedere una curva discendente.
Sono convinto che riusciremo a tornare a questa normalità quanto prima riusciremo ad organizzare il dopo, minimizzando per tutti coloro che torneranno alle proprie attività i rischi per se stessi e per la collettività. Perché dico questo? Perché in queste settimane, giustamente noi stiamo affrontando una battaglia - come si è detto molto spesso, una guerra, ed è così - negli ospedali, in prima linea, con le iniziative prese per raddoppiare i posti di terapia intensiva, per far fronte all'emergenza sanitaria. Parallelamente a questo, nel momento in cui l'emergenza sembra raggiungere il suo picco - e quindi sembra si possa incominciare a ragionare, nelle prossime settimane, su una previsione di ritorno all'apertura di alcune attività - credo sia giunto il momento di incominciare, tutti insiem,e ad organizzare il dopo, quindi anche la società che avremo dopo.
Colgo l'occasione di questo intervento per fare un appello alla maggioranza e al Presidente per incominciare a lavorare tutti insieme sull'organizzazione del dopo. Occupiamo queste settimane per ragionare tutti insieme non solo su chi aprirà prima e chi aprirà dopo, ma anche per ragionare su come insegnare ai piccoli imprenditori - penso ai negozi, ai bar e ai ristoranti che apriranno - come riaprire, perché probabilmente non potranno farlo come era a febbraio o nelle settimane precedenti. Quindi cogliamo l'occasione per lavorare tutti assieme per mettere in campo un piano che ci permetta quanto prima di tornare alla normalità.
Questo il Presidente Cirio l'ha detto nel suo intervento, ma io provo a lanciare qualche proposta nel concreto, per dare un contributo da parte delle opposizioni in quello che vorremmo fosse un tavolo per lavorare tutti insieme sull'emergenza legata all'economia dell'impresa, all'economia sociale. Oggi abbiamo circa 6 mila negozi chiusi, abbiamo circa 100 mila attività artigianali .



(Audio mancante o non comprensibile)



GALLO Raffaele

. mila imprese turistiche chiuse, che registrano un azzeramento di fatturato e di reddito. Molte di queste sono imprese familiari, che vivono del reddito dell'impresa e che, pertanto, essendo chiuse per più mesi hanno una difficoltà enorme e apriranno più in là nel tempo, gradualmente e con determinate modalità.
Oggi è presente il decreto "Cura Italia", rispetto al quale, secondo me già oggi - lo dico al Presidente Cirio - dovremmo incominciare a lavorare per mettere in campo delle misure complementari. Lei diceva: "Aspettiamo il decreto di aprile e lavoriamo insieme per fare delle misure complementari".
Credo che questo sia condivisibile, ma credo sia opportuno anche lavorare già sulle misure messe in campo a marzo, che sono parziali e devono essere rafforzate nel decreto successivo, e focalizzare l'attenzione sul concetto principale, che è quello della liquidità.
La sfida della liquidità alle imprese e alle famiglie, alle persone che giustamente citava anche il Presidente Cirio, è una sfida che impatta principalmente sull'Europa, sul Governo, ma anche sulla Regione, con i propri strumenti e con le proprie possibilità. Noi oggi abbiamo degli strumenti a disposizione, che credo debbano essere tutti riorganizzati immediatamente per dare contributi e credito per la liquidità di queste famiglie e di queste imprese. Incominciamo, però, a strutturare queste misure; che poi vengano attuate da un Commissario straordinario, dalla Giunta o dal Consiglio - quale persona e quale strumento utilizzeremo lo deciderà la Giunta regionale insieme al Governo per l'emergenza incominciamo però a studiarle.
Credo sia giunto il momento, nei prossimi giorni, di rendere operativo uno strumento per la liquidità che affianchi lo strumento che ha già messo in campo il decreto "Cura Italia". Organizziamo e proviamo a consolidare alcune pratiche che in queste settimane si sono sviluppate a causa dell'emergenza, per provare a rafforzare dei settori che si stanno sviluppando e che saranno importanti anche per la ripresa e per la riapertura graduale. Penso a tutto il tema della spesa online, ad esempio il cui servizio in queste settimane ha subìto, necessariamente, un forte incremento, e che dovrà essere supportato e potenziato. Perché con la riapertura graduale non possiamo certo pensare di andare tutti insieme al supermercato a fare la spesa! Sarà quindi una filiera che andrà consolidata anche nei prossimi mesi, man mano che l'emergenza verrà superata.
In quell'ambito si potrebbero anche coinvolgere tutti i ristoratori e i gestori dei bar - potrà essere un ruolo di regia della Regione - affinch sostengano e potenzino questa filiera.
Così come il tema dello smart working: molti dipendenti oggi lavorano in questa modalità (peraltro, ne abbiamo registrato un'impennata proprio in occasione dell'emergenza sanitaria). Ma è una pratica che dobbiamo continuare a sostenere, che dobbiamo far crescere e - perché no? - che possiamo utilizzare come misura strutturale anche in futuro, ad esempio per l'emergenza smog. Perché da alcune di queste situazioni si possono trarre degli insegnamenti, come ricordava giustamente il Presidente nel suo intervento. Dunque, anche il tema dello smart working va sostenuto con strumenti adeguati. Mi avvio alla conclusione.
Un'altra proposta può essere quella di coinvolgere, su base volontaria, per chi ritenesse, tanti dipendenti pubblici di altri settori, che non sono quelli della sanità, a far fronte comune su questa emergenza, magari con iniziative e attività volte a supportare le famiglie, ad esempio per organizzare meglio la distribuzione dei medicinali alle persone più anziane, per supportare quei settori che oggi sono sotto stress magari anche solo con un'attività di call center telefonica, per una sorta di vicinanza alla popolazione, in modo da vincere questa battaglia e cercare tutti insieme, di dare un contributo per superare questa fase così difficile.
È chiaro che rimane un grande tema di fondo, che non è certo regionale, ma senza il quale non riusciremo a tornare gradualmente alla normalità, almeno in una prima fase: mi riferisco al grande tema della riorganizzazione dei tempi di lavoro, proprio per evitare in una prima fase gli assembramenti per provare a riaprire aziende e attività, come dicevo all'inizio minimizzando appunto i rischi per le persone che ci lavorano.
Insomma, colgo questa occasione per lanciare questo appello al Presidente Cirio e a tutta la maggioranza, perché si possa tutti insieme, con un tavolo di lavoro, provare ad organizzare la risposta migliore della Regione Piemonte all'emergenza economica e sociale (non entro nel merito della questione sanitaria, lo ha già fatto meglio di me il collega Salizzoni) perché su questa parte dell'emergenza è il momento di agire; è il momento di incominciare a ragionare e trovare delle iniziative concrete da mettere in campo.
Noi ci siamo. Siamo a disposizione. Spetterà alla maggioranza cogliere la bontà di alcune nostre iniziative e la volontà di contribuire con le nostre idee in questa fase così difficile.
Grazie mille.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani. Vi ricordo che, dopo il suo intervento, la seduta verrà sospesa per dieci minuti.
Prego, Consigliera Frediani; ha facoltà di intervenire.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ringrazio, altresì, l'Assessore e il Presidente Cirio per la relazione e invito entrambi, comunque, a voler mantenere alto il confronto. Mi rendo conto dei tempi, che in questo periodo di emergenza non saranno grandissimi, però cerchiamo sempre di mantenere un contatto costante, anche perché dalle nostre interlocuzioni magari possono nascere nuovi spunti; del resto, noi riceviamo spesso degli input dai territori, che poi possiamo riportarvi.
Distinguerei il mio intervento su due fronti: il primo è legato all'emergenza, il secondo è sul post-emergenza.
Per quanto riguarda l'emergenza, abbiamo sentito principalmente dall'Assessore Icardi quella che è la gestione degli aspetti relativi alla sanità, Certamente, in questo momento sono importantissimi i comportamenti dei cittadini, per cui invitiamo tutti a continuare ad osservare le regole anche quando sembra che le curve che vengono mostrate dai mezzi di informazione sembrino migliorare. Abbiamo capito in questi giorni, grazie anche alle esperienze di altri Paesi, che non bisogna assolutamente abbassare la guardia.
Determinanti, allo stesso modo, sono anche le politiche che si sceglie di adottare: mi riferisco, in particolare, a quello che diceva l'Assessore Icardi relativamente all'assistenza a domicilio, e quindi alla possibilità di iniziare a curare i pazienti già al domicilio, per evitare che le situazioni si aggravino e, quindi, si vada ulteriormente a caricare le strutture sanitarie.
Non ho sentito citare dall'Assessore le cosiddette "USCA", le Unità Speciali di Continuità Assistenziale: sappiamo che dovranno essere implementate e che rappresenteranno una parte importante nella gestione dell'emergenza sanitaria sul territorio. Vorrei quindi capire, rispetto a questo, come si stia muovendo la Regione, perché mi sembra che nel VCO si stia avviando (o si sia già avviata), attraverso un protocollo, l'attività di queste strutture, però non ho sentito come si dovrebbero collocare in questo ambito. Anche perché mi è parso di capire che invece si prevede di fare una parte di test negli ambulatori. Vorrei dunque comprendere come si possano conciliare questi due tipi di intervento.
Credo che sia importantissima, in questo momento, la comunicazione fra tutti i soggetti che sono attivi nell'emergenza, a vari livelli, perch talvolta si genera un po' di confusione, quindi è importantissima la chiarezza da parte di tutti.
A questo proposito, anche l'introduzione della piattaforma che consente ad alcuni soggetti di avere dei dati precisi è sicuramente positiva. Ho detto "alcuni soggetti" perché, anche in questo caso, mi sembra di non aver sentito citare, tra i vari soggetti che hanno accesso alla piattaforma, i medici di base. Non so se sia una dimenticanza o se, per qualche motivo siano esclusi all'accesso, cosa che mi sembrerebbe un po' strana: perch dare l'accesso ai Sindaci e non darlo, invece, ai medici, che sono quelli più vicini ai cittadini sul fronte sanitario? Vorrei evidenziare un problema che forse finora non è stato ancora posto che è relativo alla situazione in carcere. Abbiamo letto una lettera del Garante dei detenuti (è arrivata a tutti, anche agli Assessori e al Presidente Cirio) dove si denuncia la situazione delle strutture carcerarie nella nostra Regione. Ho visto anche un comunicato dei sindacati che denunciavano come si fossero portanti dei pazienti positivi al proprio domicilio, e quindi si sia convertita, almeno temporaneamente, la pena ai domiciliari, e che per questo trasporto si sia utilizzato un mezzo della polizia.
Vorrei capire, rispetto a questa informazione, se l'Assessore dispone di qualche dato in più e se ci sia un protocollo nel caso in cui si riscontrino delle positività all'interno delle carceri. Anche perché molto spesso le persone che si trovano in carcere quando arrivano al loro domicilio trovano delle situazioni familiari magari complicate, con degli spazi che non consentono un corretto isolamento e quindi si rischia di diffondere ancora di più il contagio.
Il tema delle RSA ovviamente è molto sentito, perché sappiamo che gli anziani sono purtroppo i soggetti più vulnerabili al virus; è la categoria nella quale riscontriamo purtroppo la maggior parte delle vittime. Quindi pure sul tema delle RSA - se n'è già parlato, anche i miei colleghi ne hanno parlato nei loro interventi - non ho ben compreso, rispetto al personale, come ci si stia muovendo: vorremmo capire, qualora si dovessero sostituire dei medici e degli operatori sanitari, come si possa intervenire. Anche gli ospiti delle RSA, nel caso in cui dovessero risultare positivi, vengono trasferiti in un presidio sanitario (in una struttura ospedaliera) o vengono seguiti all'interno delle RSA? O dipende dalle condizioni in cui si trovano? C'è poi tutto il tema della post-emergenza, quindi che cosa faremo quando l'emergenza sarà finita e come cercheremo di ritornare alla normalità. Ho già detto, nel mio intervento della scorsa seduta, che è impensabile pensare di ritornare alla "normalità" che conoscevamo prima della diffusione di questo virus. Dovremmo quindi cercare di ragionare, sin da subito, su come poter cambiare la nostra società e su come la politica potrà vedere in modo diverso la società.
Il Presidente Cirio prima parlava delle terapie intensive e ha detto una frase che mi ha colpito: "Non ci sono responsabilità rispetto al fatto che ci siano pochi posti in terapia intensiva". Non è così, nel senso che le responsabilità ci sono: la politica ha pesanti responsabilità su quello che è successo nella sanità negli ultimi anni. Siamo tutti d'accordo sul fatto che non sia questo il momento per parlarne, ma prima o poi bisognerà comunque affrontare questo tema. E non bisognerà affrontarlo nel senso di puntarsi il dito addosso l'uno con l'altro, ma si dovrà ragionare sul modo in cui vorremmo intervenire con risorse pubbliche proprio in ambito sanitario, su quella politica che è stata definita "di razionalizzazione" ma che in realtà ha prodotto dei tagli pesantissimi di cui ancora oggi patiamo gli effetti: anche questo dovrà essere sicuramente oggetto di rivalutazione.
Così come, come anticipava il Consigliere Grimaldi, potremmo pensare alla conversione di alcune nostre aziende. Ci siamo ritrovati senza dispositivi di protezione anche perché molte aziende hanno delocalizzato o hanno abbandonato la produzione. Quindi ben venga, ad esempio, la proposta dei lavoratori Embraco, che hanno chiesto di poter iniziare a produrre materiali e apparecchiature sanitarie. Ci sono tantissime aziende che adesso vivono momenti di sofferenza perché hanno delle produzioni che non sono più "interessanti" per l'economia, diciamo così, ma che potrebbero essere sicuramente riconvertite. Questo potrebbe anche aprire a nuove prospettive.
Bisognerà poi dotarsi di centri di ricerca, che già esistono nel nostro Paese, ma sui quali bisognerà investire maggiormente. Sappiamo, purtroppo che la ricerca è uno dei settori in cui si investe meno, quindi ben venga la ricerca moderna. Abbiamo delle professionalità altissime nel nostro Paese che molto spesso fuggono all'estero perché da noi non trovano gli spazi adeguati. Quindi credo che anche la Regione Piemonte, da questo punto di vista, possa fare la sua parte, in collaborazione con l'università, come abbiamo visto che si sta facendo per i reagenti: questo modello dovrebbe essere sicuramente portato avanti, coltivato e ampliato anche nel post emergenza.
Si parlava poi della scuola. In realtà, quando si parla di scuola si fa spesso riferimento al rientro a scuola, che, sotto un certo punto di vista sicuramente è un momento che attendiamo con ansia: vediamo che i nostri figli stanno perdendo delle giornate di studio e temiamo che restino indietro con il programma. Però, effettivamente, come diceva il collega che mi ha preceduto, il fatto di tornare a scuola potrebbe provocare purtroppo, un aumento dei contagi. Perché la scuola è un luogo non protetto dal punto di vista dei contatti: i ragazzi e i bambini non hanno, spesso la stessa attenzione degli adulti dal punto di vista dell'igiene. Molto spesso non ci sono adeguati controlli e non ci sono adeguate attrezzature per garantire l'igiene in una convivenza di così tanti soggetti. Anche sulla scuola, quindi, dovremo fare dei ragionamenti, perché oltre a questi aspetti più pratici - garantire l'igiene dei nostri ragazzi e assicurare che gli operatori possano lavorare con strumenti adeguati per garantire la disinfezione dei locali - abbiamo visto in questi giorni quanto sia importante la capacità di attivare da subito strumenti di formazione a distanza e abbiamo appurato quanto nel nostro Paese e anche nella nostra Regione siamo ancora indietro su questo fronte. Quindi anche da questo punto di vista serviranno sicuramente dei ragionamenti e degli investimenti.
Vado a concludere con un ulteriore aspetto che si collega un po' a questo discorso della formazione a distanza, perché parliamo sempre di innovazione tecnologica e di strumenti tecnologici digitali: mi riferisco allo smart working, che è uno strumento che sicuramente va mantenuto e conservato.
Abbiamo visto che anche il Governo ha definito lo smart working come uno strumento che le aziende - e direi anche gli enti pubblici - devono iniziare ad utilizzare in forma più stabile. Quindi cerchiamo di apprendere, anche da questa esperienza, ciò che può offrirci delle indicazioni su come far evolvere la nostra società.
A questo proposito, in chiusura, faccio notare che il tema del reddito di cittadinanza, che è sempre stato visto come uno strumento di sussidio o comunque, come uno strumento che non porta a sviluppo economico, in questo momento ci impone un ragionamento relativamente agli strumenti di sostegno alle fasce deboli. È un tema che assolutamente andrà affrontato, perché non sarà possibile ritrovarsi in una fase di emergenza senza avere la possibilità di sostenere quelle fasce di popolazione che, purtroppo, sono considerate deboli, emarginati e che non riconosciamo a raggiungere.
Bisogna organizzarsi meglio, non solo in fase di emergenza, ma rendere queste misure più estese e più strutturali possibili. Perché non possiamo utilizzarle soltanto quando ci sono delle situazioni emergenziali come questa, ma dobbiamo essere sempre presenti al fianco di tutte le fasce deboli.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Presidente, posso dare una breve risposta?



PRESIDENTE

Assessore, la Giunta può sempre intervenire. Prego.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Innanzitutto volevo ringraziare per la disponibilità la minoranza: questa è una guerra che combattiamo tutti insieme e credo che le divisioni e le battaglie politiche potremo rinviarle ad altre sedi e ad altri tempi.
Adesso c'è bisogno della collaborazione di tutti e sono ben lieto di leggere le note e i suggerimenti pervenuti da parte della minoranza, e che ho immediatamente condiviso con l'Unità di Crisi.
Per rispondere alla Presidente Frediani, per quanto riguarda le USCA, ne ho già parlato e sono praticamente tutte attivate: bisogna potenziarle, così come i Servizi di Igiene Pubblica, che in questo momento sono allo stremo.
So che tutti i dipartimenti di prevenzione hanno convogliato le risorse sull'igiene pubblica per indagini epidemiologiche, per l'effettuazione dei tamponi e per altre attività, ma in questo momento stiamo ripassando tutto l'elenco di coloro che si sono resi disponibili per lavorare negli ospedali (o coloro che, per qualche motivo, non avevano specialità idonee o altro) e li stiamo vagliando tutti, compresi gli specializzandi di altre specialità, per potenziare proprio le USCA e i SISP per il territorio.
Gli ospedali sono attrezzati e stanno davvero facendo il massimo, per cui devo ringraziare tutti i sanitari che stanno dando prove incredibili di dedizione al lavoro e di solidarietà. C'è gente che da tre settimane non va a casa, che dorme lì in reparto; c'è gente che fa delle cose eccezionali quindi a loro va il nostro plauso.
Però oggi abbiamo una criticità sul territorio; territorio che - lo diceva bene anche il Presidente - sebbene non ci sia una responsabilità né nostra né della precedente Giunta, nel tempo è stato smantellato. Il grosso problema che abbiamo, oltre al forte sottodimensionamento della rete ospedaliera, è il territorio. Sul territorio, negli anni, si è perso tutto: c'è solo più il medico di base e la guardia medica, che però non riescono a dare tutte le risposte. È un tema già affrontato, che causa poi l'intasamento degli ospedali. Perché l'opposizione alla dimissione e tutte le problematiche che sappiamo derivano anche dalla mancata risposta sul territorio. Quindi, in questo momento, potenziare le USCA e i SISP è una delle priorità che ci siamo dati.
In questo progetto c'è anche l'idea di non andare più a fare i test a domicilio, ma cominciare a farli in ambulatorio, con una pratica alveolare sempre da parte di questi soggetti, per evitare, come ho già detto prima non vorrei essere noioso - oltre al consumo di Dpi, anche un consumo esagerato di tempo e di logistica; un'ottimizzazione in tal senso ci permetterebbe di fare molto di più.
Tornerei sul tema delle terapie intensive. Siamo partiti da un livello basso - 287, lo diceva il Presidente - e abbiamo fatto uno sforzo ciclopico, raddoppiandole, sostanzialmente. Ma non sono comunque tante. Il DM n. 70 stabilisce 3,7 posti letto ospedalieri ogni 1.000 abitanti comprensivi di tutto, anche delle lungodegenze e della riabilitazione, che è pochissimo. Altri Stati che hanno fatto come noi sono in crisi. Altri Stati, come la Germania, ad esempio, registrano 6 posti letto ogni 1.000 abitanti, quasi il doppio! Certamente, Presidente Frediani, andrà ripensato tutto lo schema del sistema sanitario nazionale. Andrà ripensato il rapporto col territorio in primis, la rete ospedaliera, il dimensionamento degli ospedali. Inoltre invece di allestire delle tende, sarebbe opportuno dotare già gli ospedali di un percorso di decontaminazione, che, all'occorrenza, si può utilizzare.
Sono stati commessi tanti errori. Si è sempre pensato di disporre di un apparato minimale per ridurre i costi, ma quando c'è stata una vera emergenza, abbiamo verificato che questo apparato dev'essere profondamente e radicalmente modificato. La riorganizzazione complessiva del servizio sanitario sarà un grande tema per i prossimi mesi e i prossimi anni, e su questo credo che ci sia già una base di accordo comune.
In merito ai tribunali, lei faceva riferimento alle carceri. Noi abbiamo fatto un lavoro con le Procure mettendo a disposizione le tende dei triage ospedalieri e alcuni uffici all'interno del Palazzo di Giustizia per il controllo di tutti i detenuti che entrano per direttissima o che entrano per la convalida dell'arresto. Su queste persone, quindi, viene già fatto uno screening e un controllo affinché non contaminano i palazzi di giustizia, attività condivise ovviamente con le Procure e con i Presidenti dei tribunali.
Per quanto riguarda l'attività sanitaria nelle carceri, faccio presente che si tratta di una competenza specifica del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, con cui abbiamo condiviso delle linee. Ma certamente non siamo noi a dover disciplinare la sanità all'intervento del carcere.
Abbiamo condiviso informazioni e ci siamo confrontati, ma i provvedimenti sono poi presi da altri.
Sulla piattaforma istituzionale di cui lei parlava, abbiamo introdotto i Sindaci solo in ultima istanza (prima c'erano tutti gli altri), perché il Sindaco, limitatamente al territorio di competenza, è autorità sanitaria quindi dal punto di vista anche della privacy e dell'accesso ai dati non sussistono problemi. Un po' diversa è l'autorizzazione ai medici di base la stanno analizzando i consulenti giuridici - perché sarebbe molto difficile autorizzarli solo ad un'area territoriale, per cui si dovrebbe dare l'accesso totale. Dunque, è un'operazione che va valutata e disciplinata proprio per la questione della privacy e del trattamento dei dati. Mi rendo conto che parlare oggi di privacy e di trattamento dei dati sembra un'assurdità, in un momento del genere, ma il quadro normativo attuale non ci dà la possibilità di bypassare questo tipo di normativa quindi dobbiamo adeguarci e rispondere in modo aderente alla norma.
Sulle RSA, l'ultimo punto che citava la collega, in termini di personale, come ho detto, c'è una delibera di Giunta che dà la possibilità a tutta una serie di soggetti di essere assunti dalla parte datoriale, in sostituzione del personale impiegato. In pratica, con quella delibera il responsabile della struttura può assumere un'altra serie di figure che sono equiparate alle OSS e al personale presente soprattutto in RSA.
Sugli ospiti, come dicevo, faremo questi test, sulla cui affidabilità c'è stato un profondo studio da parte del professor Dianzani, che si è confrontato con tutti gli altri laboratori, e sulla parte che verrà evidenziata da questi test faremo i tamponi di controllo, che sono lo strumento principe per capire la positività.
Credo e spero di aver risposto a tutto, vi aggiornerò sicuramente in futuro in Commissione. Vi chiedo ancora scusa, ma ci sono delle esigenze particolari che richiedono la mia presenza in Unità di Crisi, per cui chiederei di essere congedato.
Grazie ancora a tutti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Come preannunciato, dovremo sospendere la seduta per motivi tecnici (altrimenti il file audio risulterebbe troppo pesante).
Si era parlato di una sospensione di dieci minuti, ma qualche Capogruppo mi chiedeva qualche minuto in più. Ditemi voi se ritenete possibile concedere qualche minuto di sospensione in più, tipo quindici o venti, oppure se dieci sono sufficienti.
Vanno bene venti minuti: lo considero un assenso.
I tecnici mi informano che, se non uscite dalla "stanza" del programma è meglio: disattivate solo l'audio e la telecamera.
Ci aggiorniamo alle ore 13.47.
Grazie a tutti, a tra poco.



(La seduta, sospesa alle ore 13.27, riprende alle ore 13.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prima dell'interruzione tecnica, eravamo fermi agli interventi dei Consiglieri sulle comunicazioni della Giunta regionale in merito all'emergenza epidemiologica, di cui al punto 2) all'o.d.g. dell'odierna seduta.
Attualmente, risultano iscritti ad intervenire 11 Consiglieri: seguendo le regole dell'alternanza, hanno chiesto la parola i Consiglieri Preioni Valle, Magliano, Lanzo, Sacco, Marrone, Rossi, Cane, Avetta, Fava e Marin.
Vi ricordo che sono previsti dieci minuti (vorrei dire anche meno, viste le intese raggiunte) per intervenire sulle comunicazioni della Giunta regionale.
Prego Consigliere Preioni, ha facoltà di intervenire.



PREIONI Alberto

Vorrei inizialmente ringraziare i medici e gli infermieri, che sono in prima linea, tutti i lavoratori che stanno operando in questo momento difficile per il nostro Paese e per il nostro Piemonte, tutti i volontari tutti gli imprenditori che si sono messi a disposizione e tutta la macchina della solidarietà che abbiamo visto in molti territori piemontesi darsi da fare e dare delle risposte concrete.
Grazie per il lavoro instancabile dal nostro Assessore Icardi, della Giunta regionale, dell'Unità di Crisi e del Presidente Cirio.
Il Piemonte ha svolto il suo lavoro: sono state più che raddoppiate le camere di terapia intensiva ed è stato aperto il nuovo ospedale di Verduno: se ne parlava da vent'anni e ci sono voluti vent'anni per realizzarlo finalmente è aperto ed è aperto esclusivamente per pazienti COVID.
La nostra è una Regione virtuosa, però, fatemelo dire, è una Regione lasciata sola, per le mancanze di un Governo inadeguato. Sono stati ordinati cinquemila ventilatori e ne sono arrivati solo cinquanta in Piemonte, con l'emergenza che abbiamo e con i numeri dell'epidemia che abbiamo. Su cinquemila, cinquanta sono arrivati al Piemonte, per non parlare delle mascherine: in molti casi, quelle che arrivano sembrano di panno o per pulire la polvere, per cui totalmente inadeguate per superare questa crisi.
Il Piemonte ce la sta facendo, ma ce la sta facendo da solo.
Un grazie alla Russia, un grazie agli Stati Uniti che ci stanno aiutando ma la Regione è lasciata sola da questo Governo che è un Governo debole e inadeguato. Oggi probabilmente ci servirebbero figure forti; ci servirebbe una guida autorevole; bisognerebbe fare una battaglia forte sull'Europa perché se l'Europa pensa di dare l'opportunità a Germania, Francia e Spagna di investire centinaia e centinaia di miliardi di euro sul mercato economico e all'Italia lasci .



(Audio mancante o non comprensibile)



PREIONI Alberto

. giusta direzione, bisogna rivedere il MES e il metodo di stabilità altrimenti saremo di fronte a misure totalmente inadeguate. Non riusciremo a salvare la nostra economia con venticinque euro di buona spesa per le nostre famiglie o con 500/600 euro per le partite IVA.
Ribadisco che oggi l'Europa deve essere più forte che mai e, ad oggi, non sta dando le giuste risposte.
L'Italia deve investire. Leggo i commenti in chat e mi fermo, perché ormai sono abituato: ieri in Commissione sono stato insultato. Prima leggevo commenti poco corretti in chat e adesso ne leggo ancora altri, ma di certo il Gruppo della Lega e io non ci zittiamo rispetto a questo; anzi, andiamo avanti, perché non stiamo facendo polemica sterile, stiamo dicendo e rispecchiando null'altro che la verità e la realtà di quello che sta succedendo. Solo con l'innesto nella nostra economia di centinaia di miliardi possiamo farcela; centinaia di miliardi che devono andare alle nostre piccole e medie imprese.
Lo diciamo noi della Lega che siamo sempre stati vicini a questo mondo produttivo e ci siamo sempre battuti contro la burocrazia, contro le tasse contro le tasse astronomiche che ci sono in questo Paese. Probabilmente oggi la misura della flat tax, che è sempre stato il nostro cavallo di battaglia, sarebbe realmente efficace.
Oggi devono essere aiutati, in primis, le imprese e le famiglie probabilmente le famiglie nelle aree più periferiche delle città, dove veramente c'è gente che non sarà in grado di gestire questa crisi e non sarà in grado di dare da mangiare ai propri figli. Questa è veramente un'emergenza epocale. Occorrerà studiare misure economiche anche a garanzia delle persone che non riusciranno a farcela, per cui guardiamo con interesse e con protagonismo al piano di competitività, i famosi 600 milioni di euro che devono essere spesi in un anno, in sei mesi e, come dice il Presidente (mi riallaccio al suo ragionamento), devono essere spesi con la modalità dell'emergenza.
L'abbiamo visto su tante cose in Italia: se seguiamo la via tradizionale non riusciremo a dare nei tempi adeguati le risposte ai nostri cittadini e alle nostre imprese. È solo con l'emergenza e con il commissariamento che si possono dare risposte celeri, in deroga e veloci, altrimenti sarà devastante. Guardate cosa sta succedendo in questi giorni per iscriversi al sito dell'INPS: ormai è impossibile, perché è intasato per le richieste dei 600 euro. Per qualsiasi pratica bisogna fare passaggi e sovrapassaggi.
Occorre rivedere il sistema burocratico e bisogna far sì che i nostri cittadini e le nostre imprese non debbano fare decine e decine di passaggi così come non possono farlo le nostre imprese. L'abbiamo visto con il ponte Morandi: con il Codice degli appalti normali, si hanno 24 passaggi; in emergenza, in un anno, il ponte Morandi sta per essere rifatto.
Noi, come Lega, la nostra parte la facciamo. Mi auguro che la collaborazione dell'opposizione non sia come quella avuta ieri, perché se collaborazione è ostruzionismo puro e rimandare tutto parlando per dieci ore del nulla, non vedo un grande lavoro di collaborazione.
La normativa di ieri sul disegno di legge idroelettrico sarebbe anche servita - e servirà - in questo momento di grave crisi economica perch continuo a ribadirlo - con quel disegno di legge entrano nelle casse della Regione Piemonte, nei prossimi anni, centinaia di milioni di euro. Noi eravamo pronti ad approvarlo oggi; purtroppo, per l'irresponsabilità di questa minoranza, non si è potuto approvarlo. Noi non ci fermeremo e faremo Commissioni e Consigli regionali per far sì che venga comunque approvato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Una velocissima replica all'intervento che mi ha preceduto, prima di entrare nel merito della relazione del Presidente e dell'Assessore Icardi.
Non penso che questa maggioranza otterrà una collaborazione migliore, se continuerà a insultarci e a prenderci a schiaffi come ha fatto ancora adesso, nel suo ultimo intervento, il Capogruppo della Lega. L'unica moneta con cui possiamo ripagare è lo stesso tipo di collaborazione che vi abbiamo offerto ieri.
Ascoltando l'intervento del Presidente Cirio, che chiedeva poteri straordinari: io non mi trovo pregiudizialmente contrario. Quello del ponte Morandi è un buon esempio e altre sono situazioni, nel nostro Paese, che si sono affrontate positivamente con misure straordinarie, anche se devo dire che personalmente preferirei che si risolvessero i problemi burocratici che rendono sempre necessarie le soluzioni straordinarie nel nostro Paese però, mi rendo conto che questo forse è un auspicio che condividiamo tutti ma è di là da venire.
Il vero problema è che nell'intervento del Presidente Cirio non ho sentito nessuna proposta. I poteri straordinari sono un ottimo slogan, un ottimo titolo di giornale (e in questo il Presidente Cirio si conferma un abile comunicatore), ma, dal punto di vista dei contenuti, a che cosa servono questi poteri straordinari? Per fare che cosa li stiamo chiedendo? Io non ho sentito nessuna proposta e quindi, più che di poteri straordinari, mi sembra che si parli di deleghe in bianco, e a noi non interessa concederle.
Noi siamo interessati a fare tutto quello che è meglio per il Piemonte, ma per farlo bisogna venire in Consiglio e confrontarsi su proposte concrete.
Mi pare che un'occasione l'abbiamo già perduta. L'abbiamo perduta la settimana scorsa, perché c'erano delle risorse e c'era un bilancio, che abbiamo acconsentito di approvare in una sola giornata, che conteneva risorse che potevano essere utilmente impiegate in questa crisi, ma purtroppo la maggioranza ha ritenuto diversamente.
Guardato con le lenti di oggi mi chiedo: cosa ci può interessare uno strumento per incentivare il cambio dell'auto euro 0, con i problemi di oggi legati al COVID? Abbiamo approvato un bilancio legato ad una discussione di mesi fa, non capendo che la storia di questo periodo storico si dividerà in tutto quello che è capitato prima dell'emergenza COVID e in tutto quello che è capitato dopo. Purtroppo, la settimana scorsa questo non è stato colto.
Mi pare che anche il Presidente abbia capito che non è il piano della competitività lo strumento che ci consentirà di affrontare la crisi, perch la maggior parte delle risorse contenute in quello strumento diventeranno operative l'anno prossimo, se non addirittura fra due anni. Per quanto ci possiamo sforzare di anticiparlo, è evidente che il piano della continuità non riuscirà, da solo, a rispondere a tutte le richieste dei cittadini piemontesi. Se da un lato siamo tutti d'accordo nel dire di mettere dei soldi in tasca ai nostri concittadini, dall'altro bisogna anche dire come e dove prenderli.
Probabilmente, l'unico altro strumento che abbiamo in mano, e che sarà necessario anticipare quanto più possibile (probabilmente subito dopo l'estate), sarà l'assestamento di bilancio, perché lì, di nuovo, torneremo ad occuparci di risorse fresche e potremo fare il punto su che cosa è stato o meno utilizzato di questo bilancio, sperando che sia ancora possibile effettuare operazioni che rendano veramente disponibili delle risorse.
Dopodiché, venendo alla relazione dell'Assessore Icardi e alle questioni più propriamente mediche - devo dire che ho ascoltato, al di là di alcune informazioni che ci fa piacere avere oggi, per esempio com'è organizzata l'Unità di Crisi - trovo gravissimo che le otteniamo soltanto oggi, a più di un mese dall'apertura dalla crisi. È evidente che è mancato e continua a mancare un canale di comunicazione efficace tra l'Unità di Crisi, l'azione della Giunta e i Consiglieri.
Le Commissioni non sono sufficienti, perché ne abbiamo fatte soltanto due e la chat della IV Commissione, che il Presidente Stecco cerca di rendere operativa, purtroppo non si è rivelato un canale sufficiente. Noi continuiamo a ricevere le ordinanze tramite la chat "dell'amico dell'amico dell'amico" e le informazioni le leggiamo prima sui giornali che dai canali istituzionali. A volte viene anche il sospetto che questa sia una strategia da parte della Giunta e di chi sta gestendo questa emergenza. Penso che tutti quanti possiamo condividere l'esigenza, in Unità di Crisi, di un ufficiale di collegamento che si occupi, precipuamente, di tenere i rapporti con il Consiglio, proprio perché sappiamo che l'Assessore è troppo oberato per farsi carico anche di questo.
Noi non pretendiamo che siano l'Assessore o il Presidente a incontrare la Commissione o a ragguagliarla puntualmente giorno per giorno, ma pretendiamo che ci sia una persona a questo dedicata.
Se mi fermo all'oggi e non guardo al domani e a quello che sta per avvenire. Adesso tutti ci stiamo concentrando sulla parte positiva, su questa diversa andatura della curva dei contagi e, quindi, sulla possibilità di cominciare a programmare il dopo - è vero - però abbiamo ancora un presente che è tutt'altro che fuori dall'emergenza. Abbiamo ancora una situazione dei tamponi che è decisamente indietro. Come IV Commissione abbiamo ricevuto il piano per i tamponi al personale sanitario soltanto l'altro ieri, ed è datato tre giorni fa, dopo due settimane che era stato annunciato sui giornali. Oggi ci viene annunciato un piano straordinario dei tamponi nelle RSA, ma non sappiamo quando comincerà (ed è questa la domanda che vorrei fare all'Assessore, se è ancora con noi, ma spero di sì).
Tuttavia, al di là del fatto che vengano adottate o meno queste linee guida, noi vorremmo sapere quando saranno operative. In queste linee guida e dai tamponi mi sposto al secondo ordine del problema, ossia le RSA abbiamo bisogno anche di altro, perché mancano le prescrizioni, i piani terapeutici per l'ossigeno; mancano le prescrizioni, i piani terapeutici per il dolore e la morfina.
L'altro giorno mi confrontavo con un operatore di RSA, che non aveva bisogno di niente in particolare, se non di essere sicuro che il decisore politico e noi Consiglieri fossimo veramente consapevoli del dramma che stanno vivendo. Del personale se n'è già parlato, ma addirittura mancano le campane per coprire i morti. Questo operatore, sconsolato, mi diceva di ritrovarsi a non fare più il suo lavoro, ma di essere soltanto deputato ad accompagnare alla morte i suoi pazienti e di non riuscire neanche a farlo in maniera dignitosa. Ecco che noi questo non possiamo permetterlo.
Il terzo punto riguarda le strutture straordinarie. Ho sentito, mi pare una certa distonia tra il Presidente e l'Assessore, quindi vorrei capire.
Le OGR sono la prima opzione, però sui giornali di oggi si legge che finalmente anche il Maria Adelaide verrà preso in considerazione, mentre dalle parole dell'Assessore mi pare di no. Vorrei dunque un chiarimento su questo punto: quali sono i tempi per l'OGR a Torino; quanti sono i posti che si pensa di occupare e, soprattutto, se non si pensa che il Maria Adelaide possa essere un'opzione. In particolare, io insisto sul Maria Adelaide, perché è quella che ha le migliori caratteristiche in questo senso, ma ritorno anche sull'ospedale di Biella, che è già un ospedale e che, per le dimensioni che ha, è ampiamente sotto utilizzato, mentre invece potrebbe essere una camera di compensazione, un polmone interessante per il quadrante nord.
Idem dicasi per il quarto punto critico della gestione di questa crisi, che adesso comincia finalmente a ottenere una sua soddisfazione e operatività ma che è ancora, dai nostri rendiconti sul territorio, in una situazione critica, cioè quello dei presidi e della loro distribuzione. Questa prima distribuzione ai Comuni, per quanto utile, è stata ampiamente insufficiente circa i quantitativi, quindi le necessità sono ancora moltissime e necessitano di ulteriori materiali; così come anche nelle RSA, al di là delle mascherine chirurgiche, ci sono un sacco di altri presidi necessari a cominciare dalle mascherine FP2 e FP3, che ancora non sono disponibili.
L'ultimo punto su cui avevo intenzione di sollecitare l'Assessore, che so essere meno appassionante di altri, è quello dei servizi di carattere mortuario, che stanno vivendo una fase di esposizione fortissima, perch ovviamente sono aumentati molto i servizi funerari e la necessità di operare in regime di protezione particolarmente forte. Su alcuni punti, con l'Assessore, peraltro si sono già anche sentiti, anche se senza successo.
So che le associazioni di categoria hanno scritto, proprio l'altro giorno all'Assessore, innanzitutto per consentire l'utilizzo di bare che abbiano lo zinco interno e non soltanto nel rivestimento esterno e di cercare di mandare ai Comuni linee guida che consentano, da una parte, di limitare la manipolazione dei cadaveri e, dall'altra, di aumentare gli orari dei Camposanti, per distribuire meglio l'afflusso della gente e per permettere il passaggio rapido delle salme dagli ospedali.
Anche queste sono risposte importanti ai fini della gestione della crisi e su cui mi permetto di sollecitare l'Assessore. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
Prima ho sbagliato nella trascrizione degli interventi; quindi adesso interverrà il Consigliere Lanzo e poi successivamente il Consigliere Magliano. Mi scuso con il Consigliere Magliano: ho fatto un errore nella trascrizione.
Prego, Consigliere Lanzo.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Colleghi, siamo tutti d'accordo sul fatto che niente sarà più come prima.
Questa emergenza crea uno spaccato nel quale tutte le Regioni coinvolte dovranno dare risposte certe e chiare. Lo deve fare la politica; lo devono fare tutti quanti uniti con l'unico obiettivo, innanzitutto, di ridurre e limitare il contagio e, conseguentemente, tutta la crisi sanitaria che il Paese sta affrontando. Allo stesso tempo, si dovranno determinare nuove misure eccezionali di cui la nostra economia ha necessità.
Il Piemonte era già pronto a misure eccezionali, in termini di misure e risorse. Stavamo imminentemente adottando il Piano della competitività, che però dovrà essere necessariamente riformulato a quelle che sono le impellenti necessità di imprese, famiglie e di tutte le categorie coinvolte.
Sono dunque perfettamente d'accordo con il Consigliere Preioni quando dice che le stesse risorse programmate per il piano della competitività su base pluriennale dovranno essere pronte e disponibili da utilizzare entro quest'anno. D'altra parte, se si chiede ai piemontesi il sacrificio di sospendere le proprie attività, sono necessari interventi shock che dovranno fornire risorse e liquidità ai nostri imprenditori, purtroppo coinvolti in questa crisi che è globale.
Ottima la proposta di costituire una task force, un'Unità di Crisi economica. Lo stesso vale per nominare un Commissario straordinario che indirizzi le finalità e le azioni di una task force, che però deve seguire le indicazioni politiche, programmatiche e con nuove misure finalizzate a garantire iniezioni di liquidità per le imprese. Questo è quello che serve a imprenditori e famiglie; serve liquidità per ripartire e per poter sopravvivere. E quando sento dire che il reddito di cittadinanza va rimodulato, anche alla luce della crisi, dico che non va rimodulato, va totalmente riformato se non eliminato, perché quello che è stato il trattamento, ad esempio del "Cura Italia", per quanto riguarda i liberi professionisti, i commercianti e artigiani, è elemosina di Stato. È paradossalmente e totalmente iniquo rispetto a coloro che ottengono tutti i mesi un reddito di cittadinanza pari a 600 euro e ancora attendono le nomine dei navigator per poter lavorare o, quanto meno, per trovare un lavoro.
Questo è il vero corto circuito che oggi viviamo: da una parte, diamo elemosina a liberi professionisti e artigiani con una misera mancia di 600 euro; dall'altra, permettiamo che altri, in questo momento .



(Audio mancante o non comprensibile)



LANZO Riccardo

. le misure del reddito di cittadinanza sono totalmente fallimentari.
Qua ci deve essere una risposta politica! E quando sentiamo i colleghi della minoranza darci dei consigli, dico: "Colleghi, grazie per i consigli ma dateli ai vostri esponenti del Governo e del Parlamento. Alzate il telefono e chiamate i vostri parlamentari di riferimento". Perché il "Cura Italia" in questo momento è soltanto un flebile palliativo - e questo lo sappiamo - perché non contiene misure straordinarie, ma solo misure che nell'ordinario potrebbero andare, paradossalmente, neanche così tanto bene figuratevi in una situazione di questo genere, dove dovevano essere programmati almeno cento miliardi di intervento al mese. Questa è la perdita che noi subiremo tutti i giorni e tutti i mesi, finché questa crisi non sarà rientrata.
Le nostre misure, quindi, da una parte devono essere premiali e dall'altra, devono essere di sostegno a imprenditori e famiglie; devono avere, come principale obiettivo, l'iniezione di liquidità. Chiaramente dobbiamo attuare misure eccezionali per gli operatori del commercio e per tutte quelle categorie che prima, con le misure regionali ed europee, per i vari vincoli che avevamo, non erano coinvolte e non potevano accedere: penso alle piccole e medie imprese, ai professionisti e agli artigiani.
Alcune di queste categorie non sono mai state ricomprese in quelle che sono le misure di sostegno; è per questo che noi, quando il Presidente Cirio ha chiesto di svincolare da quelle che sono le dinamiche e i vincoli europei ad esempio per quanto riguarda l'erogazione dei contributi o l'utilizzo di quelle risorse, ci trova totalmente d'accordo.
Dobbiamo stravolgere completamente le .



(Audio mancante o non comprensibile)



LANZO Riccardo

. visto che il Coronavirus, in questo senso, le ha stravolte. Per cui chiediamo e dobbiamo adottare delle misure che abbiano tempistiche rapidissime di risposta alle richieste di erogazione di contributi. Le procedure devono essere iper semplificate, non quelle che in questo momento sta attuando l'INPS per quell'elemosina di Stato di 600 euro, perché con quelle che sono le nuove procedure, e con le nuove circolari di chiarimento, si escludono addirittura altre categorie. Per cui, questi 600 euro non potranno neanche essere attribuiti a quelli che chiederanno il reddito di ultima istanza.
Quindi, ancora una volta, il corto circuito nazionale, e rimandiamo al mittente ogni tipo di critica, se non quelle costruttive, che in questo momento devono veramente aiutarci a creare un'idea di Piemonte nuova alternativa e, allo stesso tempo, immediata. Benissimo l'Unità di Crisi economica che deve essere ovviamente costituita da associazioni di categoria datoriali, sindacali e dall'Università. Il coinvolgimento dell'Università è fondamentale: pensiamo, ad esempio, a un'elaborazione del piano nel quale le misure vengono spiegate direttamente dai professionisti subito formati dalla Regione, che possono dare subito risposte, ad esempio con la creazione di un call center ad hoc, dove l'imprenditore alza il telefono, chiama questa struttura e sa esattamente come partecipare, in maniera semplice e immediata, all'ottenimento di tutte le risorse.
In questo senso, dobbiamo lavorare, creando un immediato collegamento diretto, senza quelle sovrastrutture, purtroppo sempre esistite, e vincoli burocratici, che in questo momento ci bloccano e impediscono la nostra ripresa.
Idem, per quanto riguarda il sostegno alle famiglie. Non possiamo pensare di creare quello che invece lo Stato sta creando, ossia la rincorsa a suonare il campanello ai Sindaci di ogni paese e di ogni città italiana. È impensabile la mossa dello Stato, prettamente propagandistica, di anticipare solo di un mese l'erogazione del fondo di solidarietà, vendendo questi quattro miliardi come se fossero risorse in più (cosa totalmente inveritiera). In questo mondo, si è soltanto spostata la palla e si è rimbalzato ai Sindaci l'obbligo di dare delle risposte, risposte che in questo momento sono di proprietà del Governo nazionale e che nessun altro può dare.
Quando pensiamo alle risorse da garantire ai nostri cittadini, ciò deve essere fatto in modo che questo tipo di risorse siano immediatamente fruibili su un conto corrente. Se vogliamo adottare misure regionali importanti, lo faremo dando direttamente le somme alle famiglie. Questa è la nostra formula, che deve essere la linea di discontinuità con quello che poteva essere il mondo prima del Coronavirus.
Termino ringraziando davvero di cuore il lavoro che stanno facendo l'Assessore Luigi Icardi e tutta la Giunta regionale; penso al grande lavoro che sta facendo l'Assessore Marnati per quanto riguarda l'innovazione. Quello del reagente è uno di quei temi per i quali bisogna muoversi immediatamente; la politica deve dare una risposta rapida alle richieste che in questa emergenza ci troviamo a dover fronteggiare.
Da parte nostra, da parte della Lega, non ci sarà altro che una spinta propositiva e diretta a garantire che il nostro Piemonte non abbia quelle ripercussioni che dovremo necessariamente vivere, ma che allo stesso tempo ci permetteranno di ripartire in maniera più forte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lanzo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; successivamente, sono prenotati i Consiglieri Marrone e Sacco.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Volevo solo sapere se l'Assessore Icardi è ancora collegato.



PRESIDENTE

L'Assessore Icardi aveva preannunciato che doveva andare in Unità di Crisi perché richiamato; però ci sono altri membri della Giunta collegati.
Precedentemente, è intervenuto l'Assessore Marnati, ma vedo l'Assessore Poggio e l'Assessore Chiorino; è collegato anche l'Assessore Carosso quindi diciamo che gli Assessori non mancano.
Manca l'Assessore Icardi, ma se gli Assessori presenti prendono nota di cosa viene detto, magari il Vicepresidente o l'Assessore Marnati fanno una sintesi per poi dare delle risposte alla chiusura del dibattito.
Prego, Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Proprio perché avevo alcune domande da porre, volevo cercare di capire insieme all'Assessore regionale, quale tipologia di risposta pensava di dare.
Innanzitutto, ringrazio anch'io tutti coloro, soprattutto gli uffici del Consiglio regionale, che ci permettono di esercitare il nostro ruolo democratico e tutti coloro - medici, infermieri e volontari - che in questa fase permettono al nostro Piemonte di far fronte a questa emergenza.
Tuttavia, avevo una serie di questioni da porre sull'oggi e mi piacerebbe su queste, provare ad avere una risposta da chi, in Giunta, oggi pu fornirmi delucidazioni.
Anzitutto, se il piano delle RSA, il piano di intervento delle RSA, verrà comunque esteso ad altre comunità (comunità dei minori o comunità per persone con disabilità); se pensiamo cioè di intervenire anche su tutto ci che è ancora aperto all'interno del settore welfare e delle fragilità: come, con che velocità e con quale potenza di azione. L'ultima volta, in Commissione, abbiamo avuto un dato drammatico rispetto al numero di dispositivi di sicurezza richiesti dalle RSA e a quanto gli è stato concesso.
Questa è la prima domanda, perché forse noi, come altre Regioni che hanno scelto un certo tipo di modello sanitario, abbiamo sviluppato una potenza dal punto di vista della risposta sull'acuzia, ma sulla rete territoriale siamo in grossa difficoltà; rete territoriale che non è solo le RSA, ma anche il sistema dei medici di base e i medici di famiglia. Per questo motivo, volevo capire se su queste altre tipologie di strutture, quindi comunità per minori o comunità con persone con disabilità, si interverrà e in che modo.
Secondo. Ho due questioni da porre legate proprio ai nostri ospedali. In che termini e in quanto tempo diamo la risposta sui tamponi? Ho notizie di prima mano, di infermieri a cui è stato fatto il tampone dodici giorni fa che hanno ricevuto questa mattina l'esito del tampone, fortunatamente negativo. Vorrei sapere le tempistiche con le quali noi rispondiamo e diamo l'esito dei tamponi ai nostri operatori sanitari. Primo dato.
Il secondo dato: chiedo a che punto siamo con l'approvvigionamento dei dispositivi di sicurezza per chi, invece, lavora nelle radiologie, nelle terapie intensive. Sembra una cosa banale, ma poiché queste persone (medici e infermieri) dispongono di un solo dispositivo al giorno, nella routine delle 12-13 ore di turno che svolgono costantemente addirittura non bevono acqua per non dover andare ai servizi, rischiare di contaminare i loro dispositivi e quindi non poter tornare in servizio.
Pertanto, occorre capire a che punto siamo in questo ambito: se prevediamo uno o più cambi (almeno uno) per chi trascorre ore, ore e ore all'interno delle strutture e delle zone che non devono essere contaminate. Sembra una sciocchezza, mi rendo conto, ma ho parlato con persone che fanno questo dalla mattina alla sera e che non possono adempiere a nessun bisogno primario, poiché non hanno altro materiale per potersi cambiare. Questo è preoccupante. Se qualcuno può rispondermi a tale riguardo, gliene sarei grato.
Metto sul tavolo, Presidente, anche alcune questioni riguardanti il livello nazionale. Checché ne dica il Capogruppo della Lega, che mi spiace usi quel tono (il Presidente della Regione ha cercato di non fare polemiche e anch'io ritengo che oggi non servano), l'Europa dovrà giocare un ruolo diverso da quello che gioca oggi e forse preoccuparsi meno della tripla A che hanno i soggetti di investimento europeo, che non vogliono perdere facendo diventare il debito di alcuni Stati debito di tutti; ma avremo modo di approfondire anche questo.
Io vorrei capire se, a livello nazionale, si possono chiedere alcune misure, ad esempio sulla questione legata alla generosità (lo dico a chi tiene i rapporti con il Governo). Perché uso questa parola? Perché noi siamo riusciti, all'interno del decreto, a far sì che chi oggi dona, e dona qualcosa, abbia una deducibilità, una detraibilità del 30%. È assurdo che in un momento come questo, chi vuole donare non venga incentivato ulteriormente, come capita in moltissimi Paesi del mondo. Pertanto, fare in modo che ogni euro donato possa essere totalmente, o in una percentuale molto più alta, deducibile incentiverebbe ancora di più il nostro Paese a farlo, essendo uno dei Paesi con il più alto tasso di donazioni.
Chiedo a chi fa da riferimento nei rapporti con il Governo di porre questa problematica sul tavolo. Il Codice del Terzo settore aveva previsto una serie di aliquote di deducibilità e detraibilità a seguito di donazione di beni, servizi o risorse economiche. Su questo, cerchiamo di farci valere: diamo la possibilità alle persone di donare ancora di più, avendone un vantaggio fiscale, perché questa sarebbe una leva enorme, soprattutto su strumenti che sono molto più agili di quelli che in questo momento si stanno pensando.
Io ho la preoccupazione che le risorse che arrivano da fondi come quelli sul terremoto o tante altre emergenze impieghino una vita a essere utilizzabili - e questo sta già capitando - perché le burocrazie o i burocrati non vogliono assumersi la responsabilità di andare avanti e accelerare i procedimenti. Questo è tipico di un Paese che lascia le scelte alla burocrazia e la politica rischia di non poter agire come vorrebbe perché altri settori del nostro Paese hanno assunto la golden share.
Questo è un tema che porrei, così come porrei il grande tema dell'abbassamento dell'IVA per le mascherine (mi risulta che le mascherine abbiano ancora l'IVA al 22%) al 4%, come avviene su tanti altri beni (penso a tutto quello che riguarda il mondo della disabilità).
Come ho detto, non ho alcuna intenzione di fare polemica, ma quando qualche Consigliere regionale dà consigli, delle indicazioni o presenta delle questioni, sarebbe opportuno che la Giunta (chi ne ha la delega e la responsabilità) intervenisse. Io ho posto un tema rispetto alla contingenza di oggi: le poche cose che si possono realizzare in questa fase avvengono in remoto e attraverso videoconferenza.
È la seconda volta che pongo la questione della formazione sui temi della sicurezza e della sicurezza aziendale. Poiché altre Regioni hanno permesso che si potessero tenere i corsi online, mai come oggi - se non si pu lavorare - è possibile e opportuno, a seguito di contratti già chiusi o di interventi già finanziati, dare la possibilità ai dipendenti di fare formazione. Lo dico qui per la terza volta e mi auguro che, come altre Regioni hanno fatto, si possa intervenire.
Ho, poi, una questione legata alla scelta delle OGR, perché ritengo che rispetto a quanto affermava l'Assessore Icardi, mettere nelle condizioni una struttura già nostra che dopo l'emergenza potrà rimanere nostra, invece che usare a spot le OGR, è una questione su cui avevo qualche dubbio dal punto di vista politico e della programmazione. L'Assessore ha fornito alcune risposte in parte convincenti; sappiamo che è un'operazione one shot, quindi mi auguro che, dopo, le OGR tornino a essere quello per cui sono state pensate, cioè un polo culturale e di convegnistica della nostra città.
Mi auguro, come diceva il Presidente Cirio, che la scelta di permettere di acquistare all'interno dalla grande distribuzione i prodotti di cartoleria cioè quei beni che servono ai bimbi e alle bimbe, ai ragazzi e alle ragazze di svolgere l'attività scolastica a casa, dia l'opportunità anche alle cartolerie di vicinato di riaprire. Diversamente, nel tener conto delle esigenze di chi è a casa e ha i figli che devono svolgere la propria attività scolastica, si esclude una parte di commercio che, invece dovrebbe rientrare in tutte quelle categorie di sostegno e aiuto previste.
Vi è un ultimo aspetto che ritengo valga la pena considerare, rispetto al futuro. Al futuro ci si arriva o per frattura o per scelta. Noi, purtroppo ci arriveremo per frattura, perché questo virus ci mette a nudo su alcune questioni, quali l'arretratezza delle nostre reti tecnologiche o il fatto che facciamo una fatica immane ad avere delle connessioni nelle nostre case e nelle nostre scuole; però ci dà la possibilità di ripensare a quello che sarà e quindi di ripensare da zero.
Riguardo a tutta la questione sanitaria, alcune proposte - una l'ho anche sottoscritta - di riconvertire alcune aziende sono utili, ma mi auguro che questa emergenza non duri troppo tempo per cui, come è successo in tutte le economie di guerra, le fabbriche si sono poi dovute riconvertire a un'economia di pace. Da questo punto di vista, occorre dunque ripensare il nostro futuro: il tema della telemedicina, della domiciliarità, della consegna a domicilio; rispetto a quest'ultimo tema, occorre fare in modo che chi oggi esiste possa usare quello strumento e non permettere che grandi multinazionali, che sono già in grado di fare consegna a domicilio distruggano il nostro tessuto produttivo.
Inoltre, se in questa prima fase è giusto, corretto - questa volta sì mettere nelle tasche di imprese e cittadini (i cittadini soprattutto) del denaro da spendere, è evidente che questa fase dovrà avere un tempo ben deciso, perché in seguito le risorse dovranno essere date a chi, invece, il lavoro lo produce, e non creare un Paese in cui l'aliquota di assistiti diventa ancora più alta.
Oggi, dobbiamo dare la possibilità ai padri, alle madri, alle famiglie di comprare il cibo e non solo. Come Moderati, abbiamo lanciato l'idea della spesa sospesa, perché se oggi il cibo e i farmaci, in qualche modo riescono ad arrivare ai bisognosi grazie alle associazioni di volontariato molto attive, nelle case iniziano a scarseggiare i prodotti di prima necessità, per la cura della persona e per l'igiene della casa. Pertanto l'idea è di comprare di più quando si va a fare la spesa e lasciare lì i beni che magari possono essere scelti e indicati dalle istituzioni per poi farli distribuire attraverso la Protezione civile e il volontariato a chi ne ha bisogno.
Occorre iniziare a pensare, però, che in una seconda fase l'obiettivo di imputazione delle nostre risorse dovrà andare nella direzione di abbassare il costo del lavoro, incentivare la produzione di lavoro e la ripresa delle nostre aziende, e non finire in un pantano per cui avremo gente che continuerà a chiedere assistenza, rischiando di non cogliere le opportunità lavorative che ci saranno in futuro.
Questo è un po' quello che mi sentivo di condividere con i colleghi, con lei, Presidente, e con chi della Giunta è presente, sapendo, però, che ci aspettiamo delle risposte.
In altre Regioni si è lavorato, ormai da settimane, a un intervento sulla mobilità del volontariato, sul permettere o meno a persone con disturbi psichiatrici di uscire da casa, anche se per poco, perché questo ha una valenza terapeutica. Ci sono alcune situazioni sulle quali forse sarebbe decisamente doverosa un'accelerata: su alcuni temi, quando si fa un po' difficoltà, magari si può guardare a quello che fanno altre Regioni, che peraltro, in alcuni casi, sono anche governate dallo stesso vostro colore politico, e che sono più avanti dal punto di vista di una certa sensibilità.
Detto questo, Presidente, mi auguro di non aver rubato troppo tempo, ma di aver usato il tempo che avevo a disposizione. Da parte dei Moderati, c'è tutta la disponibilità a collaborare. Ci auguriamo che tale collaborazione permetta a tutti di rappresentare porzioni di società e di corpi intermedi che ci hanno voluto in Consiglio regionale e, su questo, svolgere un lavoro comune.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Dei dieci minuti che aveva a disposizione, ne ha usati quasi 14; pertanto lascerei la parola.



MAGLIANO Silvio

Le chiedo scusa; me li scali dal prossimo intervento.



PRESIDENTE

Va bene, non mancheremo. Si figuri! La parola al Consigliere Marrone (successivamente, al Consigliere Sacco).



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Ci tengo anch'io, a nome del Gruppo Fratelli d'Italia, a ringraziare l'Assessore Icardi, oltre al Presidente Cirio, che hanno avuto l'attenzione di trovare il tempo, all'interno dell'emergenza che li vede schierati in prima linea a livello operativo, di confrontarsi con il Consiglio regionale. Sono sicuro che i colleghi della Giunta raccoglieranno tutte le suggestioni che emergeranno anche negli interventi successivi, per riportarli loro.
Voglio iniziare complimentandomi con il Presidente e con l'Assessore rispetto all'operazione di raddoppio dei posti di terapia intensiva e semi intensiva, perché effettivamente è stata un'impresa improba, che partiva fronteggiando difficoltà che sembravano insuperabili. L'efficienza di reperire sul mercato le strumentazioni necessarie per allestire nuovi posti letto veniva vanificata, a livello nazionale, nell'indirizzarli in chissà quale scaffale e non, invece, in trincea, dove se ne avverte un bisogno che possiamo davvero definire vitale, al di fuori da ogni retorica.
Chiaramente, ci sono anche le criticità e su questo non ci nascondiamo.
Noi, come Fratelli d'Italia, abbiamo sempre rivendicato la scelta strategica di seguire il modello coreano nell'effettuare tamponi il più possibile estesi su fette di popolazione sempre più ampie. Ciò perch quell'esempio ci ha dimostrato che, se attivato per tempo, forse sarebbe stato possibile limitare la diffusione dell'epidemia senza ricorrere a un lockdown complessivo, con tutte le pesantissime ricadute economiche che ora ci troviamo a dover affrontare.
Come hanno correttamente ricordato in più occasioni il Presidente Cirio e l'Assessore Icardi, la Giunta regionale si è attenuta alle indicazioni provenienti dal Ministero della Sanità e dall'Istituto Superiore di Sanità quindi da istituzioni gerarchicamente sovraordinate. E' stata dunque sicuramente scrupolosa e più che comprensibile la scelta di seguire quell'esempio.
I dati, però, ci confermano che quello è un esempio che si sta rivelando fallace, perché le realtà che se ne sono discostate (parliamo della Regione Veneto, ma non è l'unica) hanno dimostrato con un numero più ridotto di contagi e anche di decessi che tracciare tutti i positivi anche al di fuori della cerchia di coloro che sono sintomatici avrebbe aiutato maggiormente l'azione di contrasto e contenimento.
Purtroppo, è tardi per recriminare e questo non è il momento della polemica, nemmeno nei confronti delle altre istituzioni come il Governo centrale, però ritengo sia dovere di questa nostra Amministrazione regionale cercare di limitare il più possibile il danno, andando, da adesso, ad aumentare tutta la possibilità di testare qualsiasi cittadino a rischio. È stato saggio partire dagli operatori sanitari e socio sanitari e dalle RSA, perché sono chiaramente le prime linee di questo conflitto epidemiologico, però purtroppo continuano ad arrivarci tante segnalazioni da parecchie RSA, strutture di diverse ASL, che non solo non hanno ancora visto effettuare i tamponi, ma non sono state nemmeno contattate dalle ASL di territorio anche solo per programmarli o ricevere una comunicazione sulla loro effettuazione. Noi riteniamo che ogni giorno di ritardo sia un rischio che non si può sostenere, sia per l'incolumità e la salvaguardia dei nostri anziani sia per il contenimento del contagio.
Rilevo, a questo proposito, che occorre ringraziare chi, in queste strutture, ha avuto una lungimiranza: laddove i singoli direttori hanno deciso di limitare anzitempo le visite parentali, il contagio è stato prevenuto o quantomeno limitato; questo è un qualcosa a cui purtroppo sono dovuti arrivare dei singoli privati, senza la presenza di un'ordinanza o di un atto autoritativo che indicasse o imponesse tale scelta.
Dall'altra parte, riteniamo che ogni sforzo, anche al di là di ciò che arriva dall'alto, debba essere sostenuto. Mi riferisco, per esempio, a quei soggetti convenzionati con il servizio del 118 che avevano offerto e continuano ad offrire la possibilità di eseguire, a pochi euro l'uno, i test rapidi, ma che, purtroppo, non hanno ancora ricevuto risposta dall'Unità di Crisi.
Ci sono anche dei Sindaci che, grazie a donazioni private, quindi senza alcun aggravio per l'erario pubblico, sono riusciti a reperire migliaia e migliaia di test rapidi da effettuare sulla loro cittadinanza, partendo chiaramente dai soggetti più a rischio, ma, poi, non sanno come gestire gli eventuali risultati positivi, perché viene detto loro che quella iniziativa non è coerente con il sistema e che, quindi, non sono in grado non solo di poter esperire un tampone più approfondito di conferma o di smentita su ipotetici positivi, ma neanche, addirittura, di emettere quelle ordinanze sindacali di quarantena che, cautelativamente, potrebbero cercare di ridurre il danno.
Questo, nonostante si tratti di poteri che normalmente rientrano nelle facoltà dei Sindaci e che adesso, invece, con i nuovi decreti, sono avocati alle ASL, che dovrebbero garantire, anche con il nuovo Protocollo ANCI maggiore collaborazione possibile con i primi cittadini, che sono in trincea come e forse anche più di noi, dato il ruolo istituzionale che ricoprono.
Sulla parte economica - cerco di rimanere nei tempi, visto che sono a metà dei dieci minuti previsti - mi sento di condividere il massimo sostegno alla proposta del Presidente Cirio di rivendicare dei poteri straordinari in capo alla Regione. Questo, è pienamente conforme con la nostra visione di sussidiarietà territoriale, che abbiamo già espresso quando siamo andati a dibattere sull'autonomia, che è sempre stata una priorità nell'agenda politica di questa maggioranza.
Vogliamo, però, andare oltre: l'appoggio all'idea, alla proposta, è stato ribadito comprensibilmente e auspicabilmente da tutti i rappresentanti delle associazioni datoriali, del mondo dell'imprenditoria. Personalmente ritengo che l'emergenza che ci troveremo a fronteggiare anche a livello economico, successivamente a quella sanitaria, non può essere assimilata alla costruzione di un ponte, trattandosi di un'emergenza a 360 gradi, che coinvolgerà e coinvolge già tutti i settori del tessuto produttivo e commerciale. Pertanto, richiede davvero poteri straordinari a tutto tondo e non solo l'individuazione di una figura tecnica e operativa, che chiaramente condividiamo. Deve, invece, richiamare la politica alla responsabilità delle scelte e devono essere delle scelte coraggiose tempestive, che vadano a rivendicare finalmente quella sburocratizzazione diffusa, che sarà reale e non sarà uno spot solo se sarà davvero un intervento radicale, profondo e capillare in tutto il quadro normativo che disciplina l'attività economica privata.
Questo, dobbiamo dirlo e dircelo forte e chiaro, perché è meglio che i chiarimenti sulle legittime e comprensibili differenze di visione politica emergano subito nel dibattito tra noi. Evidentemente, le soluzioni per dare delle risposte che metteremo in campo domani, noi, come classe politica abbiamo la responsabilità di affrontarle oggi, prima che si presenti la nuova emergenza - quella economica - una volta che il lockdown sarà superato.
Questo, è il motivo per cui rinnovo al Presidente Cirio un'altra riflessione: quando è iniziata questa legislatura, la semplificazione e la sburocratizzazione era addirittura oggetto di un Assessorato ad hoc, che stava cominciando a lavorare per dare delle risposte quando ancora non era prevista e nemmeno prevedibile l'emergenza Coronavirus, per cercare di risollevare un'economia che purtroppo era già in affanno. Poi, ci sono state le note vicende giudiziarie su cui non ha senso ritornare, però oggi è il caso di dirci che, a livello politico, dobbiamo restituire peso e soprattutto progettualità e attenzione a quella grande esigenza che è la semplificazione. È il mondo economico a chiedercelo, che, più che assistenza e dopo la liquidità, ci chiede soprattutto libertà da tutti quei vincoli e lacciuoli che già hanno impedito di lavorare come si deve e che in futuro, potrebbero impedire addirittura di sopravvivere e rialzarsi.
È questa la nostra missione politica: noi possiamo ribadire al Presidente Cirio, alla Giunta e a tutto il Consiglio regionale che Fratelli d'Italia c'è, è presente e darà il proprio contributo, auspicando che i rapporti tra forze di maggioranza a forze di minoranza riescano a risollevarsi dal momento di scontro, che, mi permetto di dire - ma lo dico con piena condivisione di quanto già affermato dai colleghi di maggioranza - sta prendendo dei toni un po' infantili. Noi dovremmo ricordarci, ogni minuto che passiamo nei collegamenti da remoto, non solo - come giustamente è stato fatto - il lavoro di tutti gli Uffici che ci assistono, ma anche la drammatica situazione che vediamo al di fuori della nostre finestre e che ci impone di badare alla sostanza e cercare di attaccarci meno ai cavilli e ai riti di forma.
Ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
La parola al Consigliere Sacco (successivamente, al Consigliere Cane.)



SACCO Sean

ie, Presidente.
Dividerò il mio intervento in due fasi: una prima fase, dove sottolineer alcuni aspetti legati alla questione sanitaria e, successivamente, far delle puntualizzazioni rispetto alle proposte economiche che ho sentito questa mattina.
Mi spiace che l'Assessore Icardi non sia presente, ma capisco gli impegni e, anzi, lo ringrazio per essere intervenuto questa mattina, così come ringrazio il Presidente Cirio per il loro lavoro. Ovviamente, un caloroso grazie a tutti quelli che sono in prima linea nell'affrontare questa emergenza. I ringraziamenti soprattutto nei confronti del personale sanitario sono importanti però, ogni volta che mi capita di sentirli, mi dicono: "A noi non interessano tanto i ringraziamenti; avremmo bisogno di aiuto e sostegno concreto".
Per quanto riguarda la gestione delle post-acuzie, ho sentito l'Assessore parlare delle OGR e di alcune strutture in cui si andrà a ricavare posti letto per coloro che vengono dimessi dagli ospedali, in modo da fare spazio a nuovi pazienti. Nei giorni scorsi ho seguito tutto il dibattito sul coinvolgimento dei privati e delle strutture convenzionate all'interno della gestione di questa emergenza. Bene, vorrei capire in che modo verrà monitorata la disponibilità delle strutture convenzionate nei confronti delle varie Aziende sanitarie territoriali.
Infatti, ho ricevuto diverse segnalazioni per cui, mentre ci sono alcune strutture che hanno dato la massima disponibilità a ricoverare tutti coloro che sono stati dimessi dagli ospedali e che non hanno più necessità di un certo livello di cure, ma devono semplicemente essere monitorati fino alla completa guarigione, ci sono invece altre strutture che hanno fatto un po' di resistenza ad accogliere i pazienti positivi al COVID-19. Vorrei capire in che modo la Regione sta monitorando tale questione per avere una completa collaborazione di tutte le strutture convenzionate che abbiamo sul territorio e in modo da sgravare il pesante carico cui sono sottoposti i nostri ospedali.
Sono contento che si inizi a parlare di protocolli per curare i pazienti a casa, quindi senza aspettare che vengano ospedalizzati. Come avevo già sottolineato due settimane fa, l'Azienda sanitaria locale di Alessandria per esempio, si era già attivata con una sorta di protocollo, insieme ai medici di medicina generale, per poter accedere ai farmaci off-label, che potevano essere prescritti dalla farmacia ospedaliera, a seconda della delibera AIFA. In questo modo, si è andati a intervenire, come è stato fatto in altre Regioni. Ho visto che si sta facendo qualcosa anche nell'ASL del VCO e chiaramente, anche se non si hanno evidenze scientifiche al 100%, la scommessa dei virologi e dei medici di medicina generale è quella di riuscire a intervenire con un trattamento farmacologico prima che la situazione degeneri. Dai risultati che mi sono stati comunicati informalmente, su alcuni pazienti vi è stata una buona risposta, mentre su altri no.
Pertanto, occorre cercare di ridurre il problema dei ricoveri, iniziando a trattare i pazienti. Abbiamo difficoltà a fare i tamponi, perché è evidente che non siamo al livello di altre Regioni, però ci sono dei sintomi - come è stato ampiamente spiegato durante il Consiglio di questa mattina - che danno evidenza di un caso potenzialmente legato alla malattia, che possono essere trattati utilizzando dei farmaci che potrebbero rallentare o addirittura migliorare la malattia stessa. Questo, non lo dico io, che non sono un medico; mi permetto solamente di riportare quanto mi è stato comunicato da professionisti.
Sono dunque contento che si stia iniziando a parlare di prevedere un protocollo che possa essere applicato in tutte le ASL, in modo da iniziare anche se da altre parti è stato fatto prima, un trattamento domiciliare dei pazienti.
Sono d'accordo sul fatto che, in un momento del genere, occorra fare di tutto per essere collaborativi e propositivi; fra l'altro, ho avuto diverse segnalazioni (ho sentito parlarne in Commissione anche il Consigliere Nicco) sui fornitori che sono in grado di fornire dispositivi di protezione individuale, di cui tanto abbiamo bisogno in questo momento, e mi sono premurato di girare i contatti al Provveditorato dell'ASL TO3 che si occupa degli acquisti e all'indirizzo mail dell'Unità di crisi. Non ho ancora ricevuto risposta, ma sono sicuro che hanno valutato o staranno valutando tali fornitori.
Detto questo, voglio tornare sulla piccola polemica che è stata accesa da alcuni Consiglieri riguardo alle responsabilità del Governo, perché - si sa quando si è in difficoltà si cerca sempre di scaricare la colpa su qualcun altro. Voglio fare due osservazioni, che non abbiamo voluto rimarcare in maniera eccessiva proprio per cercare di essere collaborativi.
Sulla politica dei tamponi ci sono Regioni che vanno al doppio della nostra velocità e mi sembra che siano governate dalla stessa parte politica che governa la Regione Piemonte.
Sulla questione dei dispositivi di protezione individuale, ci sarebbe anche da dire che non siamo andati in affanno dopo un mese e che il sistema regionale non aveva dotato di tutti i dispositivi di protezione individuale in caso di pandemia o di una forte difficoltà a gestire un picco virale particolarmente aggressivo la nostra regione; la sofferenza l'abbiamo avuta da subito, quindi vuol dire che non eravamo in grado già da subito di sopperire ai bisogni del nostro Servizio sanitario regionale.
Capisco che un po' tutti abbiano sottovalutato questa situazione, ma cerchiamo di non impallare le questioni ad un livello molto basso, poco utile e soprattutto abbastanza fazioso, poiché ognuno, in questa crisi, ha le proprie responsabilità.
Sulla questione dei provvedimenti economici, sono d'accordissimo sul fatto che è importante parlare, fin da subito, su come far ripartire la nostra Regione. Stamattina, ho di nuovo sentito qual è stato l'intervento del Governo; lo scorso Consiglio avevo cercato di fare una puntualizzazione sull'intervento del Governo italiano rispetto a quelli dei Governi di altri Paesi: mentre altri hanno istituito fondi di garanzia, il nostro Governo ha immesso liquidità direttamente nelle tasche delle persone, e non attraverso le banche.
Al di là di questo, volevo dire che bisogna mettersi d'accordo, perché non si può parlare di flat tax da una parte e, dall'altra parte, del raddoppio dei posti letto. Non possiamo pensare di mantenere un servizio sanitario che costerà quasi il doppio, se dovessimo raddoppiare tutti gli impegni di spesa all'interno del sistema sanitario, e dimezzare le tasse; e poi, ad esempio, persone come noi Consiglieri regionali, che guadagniamo una barca di soldi, andiamo a pagare la stessa aliquota fiscale di chi prende 1.000 euro lordi al mese.
Sulla questione degli impegni che verranno messi in campo dalla Regione Piemonte, sono comunque sicuro che saremo in grado di fare tanto e bene, ma non farei delle puntualizzazioni su 100, 50 o 20 euro, perché per quanto riusciremo a intervenire a livello regionale - ve lo dico già adesso - se dovessimo dividere l'intervento che facciamo per il numero degli abitanti facendo i conti alla Salvini, come vengono fatti sui social, direi che, se arriviamo a 10-15 euro per abitante, abbiamo già fatto un grossissimo sforzo.
Quindi, cerchiamo di capire esattamente dove vogliamo intervenire per fare dei provvedimenti mirati che possano fruttare delle leve economiche positive e che possano dare veramente rilancio a settori che andiamo ad individuare e che possano trainare l'economia piemontese non solo nei prossimi mesi, ma nei prossimi anni.
Questa è anche un'opportunità di rinnovamento, un'opportunità di cambiare pagina e di far crescere la nostra Regione in una maniera diversa, in una maniera più ecosostenibile e che possa ridistribuire le ricchezze in modo più equo all'interno del proprio territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
La parola al Consigliere Cane (seguirà il Consigliere Rossi).



CANE Andrea

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche l'Assessore Icardi, per il sempre utile e chiaro intervento di prima.
In realtà, avrei voluto richiedere la parola già in apertura questa mattina, ma pensavo fosse fondamentale che i cittadini collegati sentissero prima di tutto gli importanti aggiornamenti sulla sanità piemontese.
Ovviamente, il ringraziamento non va soltanto alla Giunta e alla Protezione civile, che stanno mettendo l'anima nei confronti questa emergenza, ma il mio pensiero va anche e soprattutto a tutti - e dico tutti - gli operatori sanitari, quindi medici e infermieri, che da settimane mettono anima e corpo in un lavoro che ora è diventato una vera e propria missione. Alle tante persone che ci chiamano, che ci contattano dai territori, dico spesso che è come essere in una guerra.
Presidente, ieri tre fatti mi hanno particolarmente colpito. Oltre all'apertura dell'Ospedale di Verduno e all'inaugurazione della nuova piattaforma per la gestione dei dati relativi all'emergenza del Coronavirus, purtroppo, nella Commissione congiunta, la III e la V, penso che si sia veramente toccato il livello più basso della politica, per quanto riguarda questa legislatura. In realtà, avremmo dovuto procedere con l'esame del disegno di legge sulle assegnazioni delle grandi derivazioni da usi idroelettrici; esame di una disposizione di legge che - ricordo ancora a tutti i cittadini collegati in questo momento - era resa ancora più urgente per una scadenza fissata proprio per la giornata odierna.
Invece, cosa è capitato? Mi viene da fare l'esempio del Bagaglino, di cui si ricorderà chi è nato negli anni Ottanta o, forse, anche prima. Il Bagaglino era una compagnia di varietà fondata a Roma e che divenne famosa perché, in quegli anni, c'era l'intenzione di riempire un vuoto che c'era a Roma, un vuoto di avere una sorta di cabaret che mancava in città. Penso che ieri, nella nostra Commissione, che è anche parte del Consiglio regionale, si sia purtroppo riempito questo vuoto di cabaret, dal momento che dalle 10 fino a circa le 19 di sera abbiamo dovuto assistere al peggior teatrino che la politica potesse inscenare proprio in questi tempi di emergenza.
Capisco la necessità delle opposizioni di far sentire la propria voce, ma penso che la priorità, in questo momento di guerra e di emergenza, non dovrebbe essere un ostruzionismo mero e puro per sventolare la propria bandierina; penso che dovrebbe essere fatto il bene della popolazione, dei piemontesi che ci hanno votato.
Addirittura - ripeto ancora una volta - ieri il nostro Capogruppo Alberto Preioni è stato anche insultato, e non nascondo la parola che gli è stata detta: mi dicono che gli sia stato dato del cretino. Ebbene sì, cari piemontesi, ieri si è arrivati addirittura all'insulto modello bar e discoteca, con tutto il rispetto per quelli che litigano nei bar e nelle discoteche. Però, assistere a 9 ore di nulla, come purtroppo ho dovuto assistere anche io, è stato veramente disarmante. Riprendo le parole giuste del Consigliere regionale Bongioanni, che ha parlato di "professionisti del nulla": questa è la definizione più appropriata.
Lasciando le polemiche e tornando a parlare di sanità nei territori ricordo come ieri, lunedì 30 marzo, sia stato inaugurato l'Ospedale di Verduno, con qualche settimana in anticipo, per far fronte all'emergenza del Coronavirus; sono arrivati i primi 20 pazienti nelle 55 camere e nei 3 letti di terapia intensiva. Quindi, è ufficialmente operativo e accoglierà i pazienti che dovranno continuare ad essere assistiti in seguito alle patologie causate dal Coronavirus.
Oltre a questa nuova apertura, sono numerose le segnalazioni e le richieste che giungono dai territori. In questo caso, mi riferisco a quei territori più vicini alla mia realtà, quindi nuove strutture atte ad ospitare pazienti COVID; in particolare, mi riferisco al Canavese, da dove stanno arrivando molte segnalazioni per la riapertura dell'ex Ospedale di Castellamonte. Tra l'altro, mi fa anche piacere vedere che ha chiesto la parola il collega Avetta del Partito Democratico, che penso conosca molto bene, anche lui, le realtà del nostro territorio.
Le nuove prestazioni, così come quelle dell'Ospedale di Verduno, serviranno ad aiutare gli ospedali che in questo momento sono in emergenza. A Verduno saranno ricoverati i pazienti che hanno già superato questa prima fase acuta, con la speranza che siano curati fino alle dimissioni. Inoltre sempre a Verduno, sono presenti una sub-intensiva e un'intensiva, pronte per la possibile ricomparsa del virus.
Mi sento di parlare anche a nome dell'Assessore Icardi: con questa apertura, ribadiamo il fatto che non abbiamo soltanto bisogno di soluzioni temporanee per l'emergenza, ma l'intenzione è di restituire il diritto alla salute che, purtroppo, anni di tagli hanno minato alla base la sanità piemontese.
Sui giornali abbiamo letto di numerosi esponenti politici che invocano riaperture di ospedali chiusi come il caso, appunto, dell'Ospedale di Castellamonte in provincia di Torino. Oltre a questo, si parla, per esempio, di riaprire il Valdese e il Maria Adelaide a Torino; ripeto, per il punto non è trovare la struttura da aprire o da riaprire, ma purtroppo è quello di avere il personale qualificato che serve per farle funzionare.
Chiedere di utilizzare ex ospedali come Castellamonte mi fa pensare all'enorme sforzo che è già stato compiuto a Verduno che, essendo diviso in tante camere, necessita di molto personale: purtroppo però con centinaia tra infermieri e medici attualmente a casa in malattia o comunque positivi al Covid-19, attualmente ci viene impedito di fare scelte che vorremo anche fare, ma che non ottimizzerebbero in nessun modo le risorse umane che abbiamo a disposizione. Il perché non vengano per ora considerate nuove riaperture di strutture come a Castellamonte è contenuto nel fatto stesso che la Direzione della Sanità Piemontese in accordo con la Protezione Civile stia cercando prima di tutto di razionalizzare al meglio gli ospedali attivi già in essere per non disperdere le risorse, soprattutto quelle umane. Per questa ragione sono stati chiusi dei pronto soccorso e dei reparti che possono essere temporaneamente modificati nella loro riorganizzazione. Infine si sta procedendo ad utilizzare nuove strutture scegliendole con criterio funzionale e logistico, come Verduno, ospedale dimenticato dalla precedente Amministrazione regionale e le OGR a Torino.
Come dicevo, l'Ospedale di Verduno è diviso in diverse camere e necessita di molto personale. Purtroppo, abbiamo centinaia di infermieri e medici che attualmente sono a casa in malattia o, comunque, sono risultati positivi al Coronavirus; attualmente, ci viene impedito di fare scelte, che vorremmo anche fare, ma che non ottimizzerebbero in nessun modo risorse umane che abbiamo a disposizione. Aggiungo che la ragione per cui non vengono considerate queste nuove riaperture di strutture, come Castellamonte, è contenuta nel fatto stesso che la direzione di tutta la sanità piemontese dall'Assessorato alla sanità fino alla Protezione civile, stia cercando prima di tutto di razionalizzare al meglio gli ospedali che sono già attivi; questo per non disperdere risorse, soprattutto quelle umane. Per questa ragione, sono stati chiusi dei pronto soccorso e dei reparti sono stati temporaneamente modificati nella loro riorganizzazione.
Oltre a Verduno, un ospedale dimenticato dalla precedente Amministrazione regionale, si parla anche delle OGR di Torino, che potranno essere velocemente trasformate in un presidio sanitario per far fronte al Coronavirus. Questo perché? Perché in un unico spazio, con medici centralizzati, modello open space, si offre una soluzione che si presta meglio per ospitare centinaia di posti letto, assieme a un impiego più ridotto di medici e infermieri. È chiaro che, quando l'emergenza sarà finita, i servizi che sono stati interrotti negli ospedali dovranno essere ripristinati e, anzi, potenziati.
Penso che noi Consiglieri regionali, per primi, dobbiamo difendere - caro Presidente - queste scelte, perché in momenti come questi la rapidità delle nostre decisioni è fondamentale. Penso che occorra dare fiducia alle istituzioni e anche agli esponenti delle opposizioni, che in questi ultimi giorni, nel mio territorio, il Canavese ma anche in altri, stanno mettendo agitazione, non stanno facendo il bene della cittadinanza.
Ricordiamoci, tra l'altro, come ha detto anche prima il Presidente Cirio che prima dell'emergenza eravamo penultimi in Italia per quanto riguarda i posti in terapia intensiva; ricordiamoci anche - ripeto - la nuova piattaforma, quella inaugurata ieri, per la gestione di tutti i dati, e cioè i processi di analisi dei tamponi, presa in carico dei pazienti dimissioni, ma anche acquisizione di personale, servizi e presidi medici.
Insomma, funzionalità che sono state rese disponibili ai nostri Sindaci quasi 1.290 Sindaci; tra l'altro, ho avuto modo di sentire anche il Sindaco del mio piccolo paese, pochi minuti fa, che mi ha confermato che il sistema funziona.
Ecco, io mi auguro che le opposizioni capiscano che siamo in un'emergenza la più grave penso dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Ripeto: una vera e propria guerra; e quando io sento parlare del bilancio, mi fa un po' ridere quando sento parlare i colleghi dell'opposizione di questo fantomatico regalo che ci possono aver fatto nell'approvare il bilancio.
Ricordo ancora a tutti i colleghi delle opposizioni che l'unico regalo che potevano fare ai piemontesi che, invece, ieri non è stato fatto, era quello di mandare avanti in Commissione la legge n. 87, sull'assegnazione delle grandi derivazioni. Sono sicuro che i piemontesi non dimenticheranno questa vostra "non azione" così come penso che non abbiano neanche dimenticato i disastri che avete fatto nella sanità piemontese negli ultimi anni.
Concludo parlando, invece, di una nota positiva che ho sentito durante gli interventi dei colleghi, quando si è parlato di smart working. Giusto per rimarcare che la maggioranza e la Lega, in prima battuta, è assolutamente orientata alla collaborazione; ho sentito i colleghi Gallo e Frediani che ne hanno parlato. Penso che un modello organizzativo tra individuo e azienda che propone l'autonomia nelle modalità di lavoro sia una modalità intelligente che guarda a concetti di postazione fissa open space flessibilità e versatilità. Penso che sia un modello organizzativo aziendale la cui veloce evoluzione nessuno si sarebbe mai potuto augurare che fosse - ahimè - scaturita da un inaspettato periodo di guerra dall'epidemia di un virus. La speranza è che questi modelli di lavoro possano essere riutilizzati anche in futuro in modo razionale e ordinato anche quando questo cosiddetto stato di lockdown sarà superato.
Posso ancora dire che ritengo che lo smart working sia utile non soltanto per il concetto di collaborazione e di condivisione, ma anche per i temi ambientali e di territorio; mi viene sempre da pensare al fatto di scongiurare l'abbandono dei piccoli Comuni in Piemonte. Quindi, concordo con i colleghi anche di opposizione che la Regione dovrà, prima di tutto incentivare ed aiutare le aziende che sceglieranno queste soluzioni, anche all'insegna del risparmio energetico e una conseguente riduzione di traffico e dell'inquinamento.
Personalmente, da mesi stavo lavorando con i colleghi verso un'apertura istituzionale nei confronti di tutto ciò che è smart working, quindi a nome di tutta la maggioranza...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Cane, le chiedo di concludere il suo intervento.



CANE Andrea

Sì. Concludo, dicendo che mi sento di ribadire questa apertura istituzionale nei confronti dello smart working a nome di tutta la maggioranza e condividendo quanto espresso dalle opposizioni, per portare avanti queste soluzioni che, ribadisco, sono fondamentali per agevolare allo stesso tempo imprese e dipendenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cane.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Una brevissima premessa politica, per i colleghi della Lega; poi, entro nel merito delle comunicazioni del Presidente e dell'Assessore.
La Lega sta invocando unità dove governa, ma non perde l'occasione, dove è all'opposizione, di attaccare anche strumentalmente, soprattutto il Governo. Questo chiaramente non va bene; è un atteggiamento che mi verrebbe da definire da "furbetti", se non fossimo in un momento davvero drammatico.
Per fortuna anche i cittadini se ne stanno rendendo conto, così come si ricordano anche le proposte sui temi nazionali; il collega Sacco prima citava la flat tax, con cui sicuramente non si può tenere in piedi un sistema sanitario come quello di cui abbiamo bisogno.
Per quanto riguarda ieri, invece, inviterei a fare una riflessione diversa: non ci sono solo i numeri, c'è anche una capacità politica di portare a casa i risultati ritenuti importanti. Ieri potete leggerlo come un fallimento, direi soprattutto della Lega o dell'atteggiamento del suo Capogruppo. Se s'imposta tutta la relazione con le minoranze solo su un unico presupposto che è "Abbiamo vinto, abbiamo i numeri e quindi decidiamo", non ci si può certo attendere che una risposta sullo stesso piano.
Di fatto, la maggioranza sta impostando tutto con un braccio di ferro e non può che aspettarsi un braccio di ferro. Consiglio (e poi passo alle comunicazioni di oggi) di mettere in campo la politica. La politica implica riconoscere che i Consiglieri di minoranza rappresentano milioni di piemontesi, pur avendo perso le elezioni, sono portatori di proposte che hanno dignità di essere prese in considerazione e anche di approvazione almeno in quota parte. Quindi, meno prove di forza, più politica nel senso buono del termine e vedrete che i lavori andranno molto, molto meglio nei prossimi mesi.
Arrivando alle comunicazioni di oggi, Presidente, augurandomi che i componenti della Giunta ci stiano ascoltando e che si facciano carico di riportare le nostre considerazioni all'Unità di Crisi, è chiaro che, anche dal mio punto di vista, questo non è il tempo della polemica, occorre la coesione, come hanno già detto tutti i miei colleghi, perché questa è una situazione che richiede il lavoro di tutti. Noi ne siamo coscienti e lo abbiamo dimostrato in queste settimane, nelle Commissioni e fuori dalle Commissioni, facendoci parte attiva per proposte, intermediazioni con imprenditori che si mettevano a disposizione per la fornitura di DPI; anche in Consiglio regionale, consentendo una veloce approvazione del bilancio e continueremo a fare in questa maniera.
Chiaramente, non possiamo esimerci dal mettere in evidenza anche alcune criticità per le tante segnalazioni che riceviamo, perché se le ignorassimo non assolveremmo il nostro compito, che comunque ci vede impegnati per la soluzione dei problemi dei piemontesi, al pari di chi in questo momento governa. Abbiamo bisogno di mettere in evidenza alcune criticità, anche in un'ottica di apprendimento del sistema regionale; non possiamo raccontare solo le cose che funzionano, dobbiamo dire anche quelle che non stanno funzionando, per superarle.
Molto bene il lavoro dell'Unità di Crisi sull'Ospedale di Verduno.
Permettetemi di ricordare solamente, per correttezza e per un dato di realtà, che quell'ospedale era fermo e uno stanziamento di 26 milioni nell'aprile 2017, della Giunta Chiamparino, ha fatto ripartire i lavori permettendone oggi la riapertura. Quindi, molto bene il lavoro che ha fatto l'Unità di Crisi, ma non dimentichiamoci che quell'ospedale era fermo ed è stata la Giunta Chiamparino che ha stanziato i soldi per far terminare i lavori. Molto bene anche il lavoro sulle terapie intensive fatte in Piemonte, come hanno raccontato sia il Presidente Cirio sia l'Assessore Icardi, e su questo non possiamo che fare i nostri complimenti.
Per quanto riguarda, invece, le criticità penso che ce ne siano di due tipi. Una prima tipologia riguarda le difficoltà oggettive, che dipendono anche da elementi esterni alle possibilità in capo all'Unità di Crisi; mi riferisco, in maniera particolare, per esempio, alla difficoltà di reperire sul mercato i dispositivi di protezione individuale, i ventilatori, i letti. È esplosa una domanda in un mercato mondiale a cui non siamo in grado, evidentemente, di rispondere; su questo noi comprendiamo le difficoltà dell'Unità di Crisi.
Ci sono però delle altre difficoltà, che sono più di natura organizzativa e comunicativa, su cui invece pensiamo si potrebbe fare meglio e che ci hanno trovato molto impreparati. Sui tamponi, abbiamo già detto le volte scorse ma se prendiamo i dati della Protezione civile che ogni sera vengono consegnati alla popolazione è evidente il ritardo. Da pochi giorni ne facciamo un po' di più delle settimane scorse. Ieri ne abbiamo fatti 1.400 l'altro ieri 2.500, e l'altro ieri ancora 1.800, ma abbiamo una media di 1.133 tamponi al giorno, se prendiamo i dati dal 9 marzo, contro i 4.300 della Lombardia, i 2.400 circa dell'Emilia Romagna e più di 2.000 della Toscana.
Questo non può essere riferito, come ci rispondeva il Presidente Cirio all'Istituto Superiore di Sanità, perché anche Lombardia, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna seguono l'Istituto Superiore di Sanità; quindi semplicemente questo significa che loro hanno interpretato meglio quelle indicazioni e si sono organizzati meglio. Noi l'abbiamo fatto in questi ultimi tre giorni, ma avremmo potuto farlo meglio anche, probabilmente dieci giorni fa. Questo è un primo dato che ha creato dei problemi, perch fare meno tamponi nella fase di espansione del contagio, ha consentito che il virus circolasse di più, che non si isolassero le persone positive e che non si accertassero i decessi con precisione. Da questo punto di vista probabilmente i numeri legati ai decessi per COVID sono drammaticamente superiori a quelli certificati.
Oltre al tema dei tamponi, c'è un altro elemento che mi sta a cuore Presidente, che è quello del rapporto ospedale-territorio. Non c'è stato sufficiente dialogo o, comunque, quello che c'è stato non è bastato; non sono attive le unità speciali sul territorio, non uno ogni 50 mila abitanti e il decreto del Governo prevedeva al 9 marzo la loro costituzione entro 10 giorni, quindi entro il 19. Oggi, siamo al 31 di marzo e ce ne sono alcune ma mancano le linee guida che dicano con chiarezza come devono essere costituite, come devono funzionare, ma, soprattutto, mancano dei protocolli di dimissione per gli ospedali e dei protocolli di monitoraggio per i pazienti positivi che vengono mandati a casa. Quindi, ogni USCA, di fatto improvvisa in qualche maniera, si auto organizza rispetto a come deve lavorare.
Abbiamo fatto una scelta, che io non condivido, ma capisco che chi ha dovuto fare questa scelta ha degli elementi informativi superiori ai miei quindi probabilmente non si poteva fare diversamente, di non suddividere gli ospedali COVID da quelli non-COVID; scelta che invece ha fatto l'Emilia Romagna. Abbiamo scelto di dividere i reparti, ma poi non abbiamo dato indicazioni chiare per la gestione di questi reparti e, quindi, i turni sono stati organizzati in diversi ospedali, permettendo che gli infermieri passassero un giorno in ospedale COVID e il giorno successivo in uno non COVID: in questa maniera, abbiamo facilitato anche la circolazione del virus. I turni nei reparti COVID spesso sono gestiti in emergenza, su base di disponibilità volontaria e questo fa sì che non ci sia qualcuno che si prenda completamente in carico il paziente, visto che il medico e gli infermieri cambiano molto spesso. Penso che anche su questo servivano delle risorse che sono di natura comunicativa e organizzativa, che non vedono difficoltà di approvvigionamento.
Molto bene l'intervento sulle RSA, portato avanti da ieri, però anche su questo dobbiamo dire che c'è stata un'emergenza trascurata per troppi giorni. L'allarme è stato lanciato almeno 10 giorni fa da più parti sindacati, stampa, operatori del settore, io stesso e molti colleghi del mio partito, io con il collega Salizzoni ho scritto al Presidente Ciro e all'assessore Icardi; la risposta, però, fino a oggi non è stata sufficiente. Lo screening proposto in questi ultimi giorni è certamente un primo passo, anche se andrebbe chiarita bene l'efficacia dei test in commercio, perché lo stesso Istituto Superiore di Sanità, ancora il 27 marzo, diceva che quelli attualmente in commercio non sono affidabili.
Tuttavia, oltre a questo screening, servono i tamponi, che mi sembra si stiano cominciando a fare, ma soprattutto indicazioni chiare ai Direttori e ai Sindaci su come comportarsi, un cronoprogramma per sapere quando si andrà nelle diverse RSA, perché, a oggi, i Direttore e i Sindaci ancora non lo sanno.
Occorre estendere questo ragionamento a tutte le strutture dove le persone sono costrette a vivere insieme, le comunità per disabili, per i minori, ma anche le carceri. C'è una cosa che non mi è piaciuta tra quelle che ha detto l'Assessore Icardi, perché sembrava ignorare, ma spero sia stata soltanto una dimenticanza, che l'assistenza sanitaria in carcere è di competenza delle Regioni da almeno il 2008; sono 12 anni che le Regioni hanno questa responsabilità. Quindi, cerchiamo di non arrivare tardi in questo settore, perché sappiamo benissimo che arrivare tardi significherebbe un disastro anche da questo punto di vista, che non possiamo permetterci.
Tutto questo è stato, dal mio punto di vista, gravato da una certa tendenza agli annunci. Abbiamo annunciato forse con troppa fretta alcune cose; penso alle mascherine Miroglio, che avrebbero dovuto risolvere il problema delle mascherine chirurgiche, per poi accorgerci che non potevano essere utilizzate in ospedale; penso ai tamponi per gli operatori sanitari annunciati il 17 marzo e le cui linee guida sono arrivate il 28 marzo e ancora, manca un cronoprogramma di attuazione, ma chiaramente dal 17 marzo tutti abbiamo continuato a ricevere telefonate in cui si chiedeva quando sarebbero stati fatti i tamponi agli operatori sanitari.
In questi momenti di emergenza bisogna dunque stare attenti a non creare delle aspettative a cui non seguono azioni conseguenti. Serve un luogo dove poter ricevere risposte e dare indicazioni precise, che non può essere come quello della Commissione di giovedì scorso. Chi viene per la Giunta deve avere risposte e mandato per raccogliere indicazioni che non devono finire nel nulla. In Emilia Romagna, per esempio, la Capigruppo si ritrova ogni tre giorni, con il Presidente o con il suo Sottosegretario. Invito il Presidente Cirio a identificare una persona di sua fiducia che si dedica a fare da raccordo con il Consiglio, che abbia una delega precisa per raccogliere segnalazioni e dare risposte puntuali.
Prima del futuro (molti di voi hanno pagato del futuro) ci sarà un lungo periodo intermedio. Io dico solo che in questo periodo intermedio dobbiamo stare molto attenti ai più fragili, agli ultimi, che sono i meno attrezzati a sopportare lo stress del sistema, sia a livello individuale, che a livello di famiglie o di gruppo. Servono sia risorse materiali immediate la Regione Lazio ha investito 19 milioni propri, aggiuntivi a quelli del Governo - ma anche risorse sociali e la riattivazione di tutti i servizi dedicati ai più fragili, con tutte le attenzioni sanitarie richieste dall'emergenza in corso.
In questo contesto, permettetemi di fare un riferimento particolare alle diseguaglianze, che soprattutto in ambito scolastico stanno venendo fuori dove chiaramente sono i più deboli, sia perché non hanno il dispositivo perché non hanno una connessione o perché non hanno qualcuno che le segue che stanno rimanendo più indietro. Per quanto riguarda l'istruzione c'è tutto un tema sulla formazione professionale che è di competenza della Regione, su cui ho chiesto una Commissione urgente con l'Assessora Chiorino e mi auguro che venga convocata al più presto.
In conclusione, una battuta sul futuro. Sul futuro abbiamo perso un'opportunità con il bilancio, che poteva occuparsi un po' di più di questa emergenza; dico solo, più in generale, con buona pace dei sovranisti, che il mondo si rivela sempre più interconnesso e interdipendente. Quindi, solo con uno sguardo ampio e solidale potremo affrontare il problema.
Ho concluso, Presidente. Solo una nota tecnica: mi chiedo se alcuni ordini del giorno legati al bilancio, come per esempio il mio, il n. 224 (lo cito solo a titolo di esempio) o il 230 del collega Stecco, possano essere discussi collegati alle comunicazioni, perché parlano proprio di questioni sanitarie legate all'emergenza COVID; se sì, chiedo se alla fine delle comunicazioni si possono votare o se tutto viene rinviato al momento del bilancio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Gli ordini del giorno, se tutti sono concordi, legati all'emergenza Coronavirus si potranno valutare tutti assieme, tutti nel primo blocco appena finisce la parte due dell'attuale o.d.g. sulle comunicazioni della Giunta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Fava; ne ha facoltà.



FAVA Mauro

Buongiorno a tutti e grazie Presidente per avermi dato la parola.
Volevo innanzitutto unirmi ai ringraziamenti che sono stati fatti questa mattina all'Assessore Icardi e al Presidente Cirio. Avete fatto un buon lavoro, ma, come diceva un noto piemontese, "un lavoro fatto bene, si pu ancora fare meglio". Dunque, massimo impegno a non mollare la presa, perch i piemontesi credono in noi e bisogna uscire al più presto da questa situazione. Siamo nelle vostre mani.
Vorrei ringraziare anche l'Unità di Crisi, la Protezione civile, tutti i volontari che stanno lavorando per noi: una marea di gente che si è messa a disposizione, la maggior parte dei quali sono volontari.
Un ringraziamento particolare, che non ho ancora sentito fare da nessuno va a tutti i Sindaci del nostro territorio sia piemontese sia nazionale che, con l'emergenza COVID vivono nei Comuni ventiquattro ore al giorno e hanno una responsabilità immensa. Nel mio Comune, dove sono tuttora amministratore, ringrazio per il lavoro che sta svolgendo il Sindaco, come tutti i Sindaci che devono affrontare l'emergenza COVID, perché è un vero e proprio problema per loro.
Passerei ad esaminare alcuni punti che abbiamo portato avanti, ad esempio quello citato del Consigliere Cane, che ha parlato di alcune strutture del Canavese e del territorio. Io faccio riferimento a quelle del Canavese faccio due passi indietro. Stiamo parlando di riaprire alcuni ospedali chiusi poco meno di sette-otto anni fa. Mi chiedo: ma le persone che oggi si fanno portavoce della riapertura di quelle strutture dov'erano quando le hanno chiuse? Dov'erano quando hanno fatto chiudere l'ospedale di Castellamonte? Chi governava? Adesso è facile dire che bisogna riaprire quella struttura, ma prima bisogna rendersi conto in che situazione si trova. Penso che il Consigliere Cane abbia dettagliato molo bene come si deve aprire una struttura di emergenza.
Secondo me, bisogna lavorare meglio per far funzionare le strutture che abbiamo; noi abbiamo il problema di reperire personale per mantenere in piedi quelle esistenti. Oggi stiamo facendo salti mortali per mantenere aperti i pronto soccorso, laddove non vengono chiusi. Abbiamo Direttori sanitari che vivono ventiquattro ore al giorno con l'angoscia, perché non sanno se il giorno dopo avranno ancora personale, perché si ammalano anche loro. La situazione è veramente di emergenza e non vedo una via d'uscita a breve.
Stiamo parlando di futuro, ma guardiamo ancora al presente, lavoriamo tutti assieme, con l'opposizione, per dare una mano a chi, in questo momento, sta lavorando per noi. Noi siamo la parte politica, dobbiamo dare dei consigli o avanzare delle proposte che vengano attuate per apportare dei miglioramenti, ma insegnare quello che devono fare gli altri nelle proprie strutture mi sembra un po' ignobile. Un Direttore sanitario o chiunque all'interno del proprio settore sa quello che deve fare; un medico sa quello che deve fare. Come si dice, ogni giorno si fa esperienza e ci insegna a migliorare.
In questo momento, parlo come un umile Consigliere, un umile operaio, sto vivendo la situazione in giro per i miei territori. Ieri, durante la Commissione, ho ricevuto 266 tra chiamate e messaggi sul tema .



(Audio mancante o non comprensibile)



FAVA Mauro

. quando diamo delle informazioni, diamole in modo corretto. Con l'Unità di Crisi, a volte, ci troviamo a disagio, perché ci mettiamo a diagnosticare delle cose che a me non competono, non sono in grado di dare delle risposte; comunque preferisco sempre passare la palla a chi è competente.
Ci sono oratori e professionisti della parola - io non mi ritengo di esserlo - che possono dare consigli più di me. Ritengo che chi ne sa più di me, debba dare delle risposte. Lavoriamo bene con l'Unità di Crisi, perch ogni qualvolta si chiama dà delle risposte. Noi abbiamo il territorio che sta rispondendo molto bene, pur essendoci delle lacune perché si lavora in emergenza, e poiché quest'emergenza non ha uguali neanche in tempo di guerra .



(Audio mancante o non comprensibile)



FAVA Mauro

. neanche uscire per affrontare le esigenze.
Vorrei aggiungere, a tutto quello che ho sentito da ieri a oggi, che le parole vanno bene, ma i nostri elettori - i miei, quelli di sinistra e di destra - vogliono delle risposte. Non facciamo, come ieri, teatrini vergognosi della politica. Il Consigliere Buongioanni diceva "il nulla" ieri si è parlato per nove ore del nulla e quello, perdonatemi, non è fare politica. Quella è un'immagine che io non voglio vedere del Consiglio regionale. Ieri abbiamo dimostrato di valere proprio niente, abbiamo fatto nove ore di niente. E' stata una scena bruttissima.
Io ho contatti telefonici con gli amministratori e ieri mi chiedevano delle cose ...



(Audio mancante o non comprensibile)



FAVA Mauro

. quella è la cosa più brutta che c'è quando devi far riferimento ai cittadini .



(Audio mancante o non comprensibile)



FAVA Mauro

. di amministratori come noi, in una realtà un po' più piccola.
Concludo ringraziando, anche a nome del nostro Capogruppo, per la tenacia e la forza in questi giorni dell'Assessore Icardi, pure in questo periodo molto difficile. È dura per me. Non c'è una cosa .



(Audio mancante o non comprensibile)



FAVA Mauro

. Grazie anche a tutti i miei colleghi ...



(Audio mancante o non comprensibile)



FAVA Mauro

. Lo so che è dura, lo vediamo tutti che è stanco, ma il Piemonte ha bisogno di gente come lui perché ha fatto la differenza.
Grazie, Assessore Icardi; grazie a tutti voi e grazie al Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Fava.
Mentre si discute dell'emergenza COVID, voglio fare gli auguri di pronta guarigione, è in via di miglioramento, al Consigliere Poggio Giovanni. Così come auguro una pronta guarigione a tutti i malati di COVID o altro sul nostro territorio e in tutto il mondo. Necessita anche ricordare che non c'è solo l'emergenza COVID che va avanti, ma tutto il sistema sanitario è in subbuglio. Come ha ribadito l'Assessore Icardi più di una volta, bisogna mantenere efficiente e tutelare tutto il sistema sanitario.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Chiorino; ne ha facoltà.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione e formazione professionale

Grazie, Presidente e buongiorno a tutti.
Intervengo in termini di istruzione e formazione sulle varie questioni sollevate.
Volevo ribadire la mia piena e massima disponibilità ad intervenire anche in Commissione, così come mi è stato chiesto. Evidenzio una difficoltà da parte della Regione, comune a tutte le regioni italiane, in tema di istruzione e formazione, per il fatto che non siamo ancora riusciti, come IX Commissione delle Regioni italiane, ad interloquire con il Ministro Azzolina, nonostante sia stato più volte richiesto un incontro con il Ministro, ovviamente in videoconferenza. Questo implica una difficoltà estrema di azione da parte delle singole regioni perché, non avendo delle linee guida chiare dal Ministero, diventa difficile sia declinare tutta la materia concorrente con il MIUR sia capire quali misure mettere in campo che non si sovrappongano, ma che diventino complementari alle misure del Ministero.
In questo momento, le difficoltà sono anche di questo tipo e, in parte toccano il tema della formazione. Anche la garanzia della validità dell'anno formativo deve arrivare dal Ministro rispetto ai calendari scolastici e ai numeri di ore previste.
Ci sono diverse difficoltà e diversi problemi che sono stati evidenziati anche in questo senso, su cui la Regione Piemonte, con le deleghe di mia competenza, sta cercando di risolvere, ma su altri temi, ad esempio, quello dell'edilizia scolastica, è evidente che abbiamo bisogno di uno slittamento delle tempistiche dei bandi; però, è il Ministero che deve portarlo avanti.
Ci sono delle misure da mettere in atto velocemente; di certo non si pu più parlare di tempestivo per quello che riguarda il diritto allo studio.
Mi riferisco anche, oltre a territori più o meno disagiati, soprattutto a casi in cui abbiamo bambini con difficoltà di apprendimento e bambini e ragazzi con disabilità. È evidente che tutto questo è un problema che va gestito e coordinato anche a livello nazionale, perché dobbiamo fare in modo di stanziare i fondi quanto più mirati possibile, avendo anche la possibilità di fare dei monitoraggi. Monitoraggi che, ad oggi, sono stati effettuati degli Uffici scolastici regionali ma a cui le Regioni, in questo momento, non hanno accesso per riuscire ad avere una mappatura del territorio e per intervenire miratamente dove davvero serve, anche sulla base dei rilievi effettuati.
Non sto a ripetermi sulla primissima misura messa in campo di 15 milioni di euro nell'ambito dei servizi all'infanzia 0-6 anni, che è stata anche illustrata in Conferenza dei Capigruppo, ma da questo Assessorato vengono ipotizzate ulteriori misure, in attesa di un confronto per capire se è il modo migliore e più efficiente ridefinire le risorse, senza rischiare di sovrapporsi a misure nazionali.
Un'esigenza importante sarebbe anche quella di riuscire ad uniformare le piattaforme della didattica a distanza, perché, in questo momento, ogni autonomia scolastica - legittimamente, per carità - sta viaggiando a sé, ma è evidente che questo crea delle disparità e delle difficoltà ulteriori. Il Ministero si è limitato ad elencare una serie di piattaforme, nonostante abbia a disposizione INDIRE, che è l'organo in house che potrebbe essere capace, invece, di definire ad esempio delle piattaforme comuni.
L'Assessorato sta lavorando su tutti questi temi e sta cercando soprattutto, di dare delle risposte, ma - ripeto - sarebbe bene riuscire a interloquire anche con il Ministro per dare una risposta univoca concordata e nel pieno della massima collaborazione da parte di tutte le Istituzioni per poter essere - ripeto e non mi stanco di dirlo - il più incisivi possibili. È questo che oggi dobbiamo fare.
Per quanto riguarda anche i temi della formazione - su cui ribadisco la mia massima disponibilità a discuterne anche in Commissione - informo il Consiglio regionale che si sta lavorando a stretto contatto con le Agenzie formative per fare in modo che si riesca, comunque, a portare avanti la formazione e si possa riuscire a ottenere sia la qualità del servizio sia la garanzia dell'adeguata formazione, senza mettere in eccessiva difficoltà gli enti formativi medesimi.
Fatemi fare un passaggio, in termini più ampi, su quello che ho sentito dire e ancora ribadire poco fa su un'Europa solidale, con buona pace dei sovranisti. Spero che mi sia andato via l'audio per qualche frazione di secondo e che quindi non abbia compreso nel modo corretto quello che veniva detto. Se l'azione solidale si vede dagli aiuti che l'Europa sta proponendo all'Italia o si pensa di arrivare ad un'azione solidale, da parte dell'Europa, con la firma del MES, a questo punto direi ben venga che non ci sia un'Europa solidale. L'Italia può farcela da sola, senza essere continuamente ricattata e umiliata da un'Europa che, evidentemente, non ci sta aiutando. Non ci sta aiutando in nulla e, per quello che riguarda la mia delega, non ci sta aiutando nemmeno su tutto il tema della formazione che è finanziata con la gran parte del Fondo Sociale Europeo, su cui continuiamo a chiedere degli svincoli particolari per agevolare e terminare la formazione di chi seguiva quei corsi. Nemmeno su quello - figuriamoci su altri macro temi - si riesce ad ottenere una risposta adeguata; anzi.
Su questo dunque non mi si trova assolutamente d'accordo. Ritengo che un'Europa di questo tipo non ci aiuti per nulla; che gli italiani e l'Italia sono, a questo punto, molto più pronti e capaci se fanno da s con l'aiuto, invece, di quei Paesi europei che non sono identificati come Europa come la si intende abitualmente e che invece dimostrano di essere effettivamente e davvero solidali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Chiorino.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Mi unisco all'affetto rivolto al Consigliere Poggio, a cui auguriamo di ritornare presto fra noi e, ovviamente, lo estendiamo a tutti i malati piemontesi che stanno soffrendo in questi giorni.
Questa mattina ho ascoltato con grande attenzione l'intervento del Presidente Cirio e anche dell'Assessore Icardi che, ovviamente, ringraziamo per l'impegno e per l'attenzione che stanno riponendo in questi giorni affrontando un'emergenza che, tutti ne siamo ben consapevoli, è di dimensioni straordinarie e presenta difficoltà assolutamente straordinarie.
Insieme a loro, ringraziamo anche tutti gli operatori sanitari e gli operatori in genere che in questi giorni stanno al fronte.
Non riprenderò le considerazioni che hanno già fatto altri colleghi sulla parte sanitaria, come il Consigliere Gallo, o che hanno fatto altri colleghi sulle parte economica e sociale. Mi concentrerò, invece, su tre domande che avrei voluto rivolgere direttamente sia al Presidente Cirio sia all'Assessore Icardi. Non ho dubbi che nelle prossime Commissioni o nei prossimi appuntamenti ci sarà modo di confrontarci con ulteriori approfondimenti.
La prima considerazione, che poi si traduce in una domanda, è rivolta al Presidente Cirio rispetto alle cose che ha detto. Tutti gli interventi di maggioranza, o molti degli interventi di maggioranza, hanno ripreso il tema del Piano competitività, quasi come se fosse lo strumento che questa Regione e questa maggioranza, dopo l'approvazione del bilancio, pone a soluzione di tutti i problemi dell'emergenza in corso. Tuttavia, l'ha già rilevato qualcun altro, non abbiamo contezza di cosa significhi e di come si traduca la soluzione che viene posta in concreto rispetto all'emergenza anche economica e sociale che stiamo vivendo oggi ma che, sicuramente diventerà sempre più significativa nei prossimi mesi.
La domanda che pongo al Presidente Cirio, la considerazione, è: Ci dica il Presidente Cirio se, per esempio, nel giro di qualche giorno, nel giro di una settimana, siamo nelle condizioni di destinare una quota parte di quelle risorse previste in quel Piano, che possono essere immediatamente spendibili, così come ha chiesto nella sua dettagliata relazione il Consigliere Gallo. C'è una parte del Piano competitività che può essere anticipata e può essere considerata immediatamente spendibile? Non è che siamo obbligati ad aspettare l'assestamento che, come tutti sanno - e se non lo sanno, lo diciamo ai cittadini che sono in ascolto in questo momento sarà, se va bene, quest'autunno. Forse quest'autunno sarà un po' tardi per affrontare i temi e i problemi che, invece, oggi sono all'ordine del giorno. Possiamo immaginare di fare una variazione di bilancio, senza attendere i tempi dell'assestamento? Fateci una proposta, decidiamo qual è la parte e magari scopriremo che, su quella proposta, potrete trovare la condivisione anche della minoranza laddove dove sia una proposta che va nella direzione di rendere immediatamente fruibile quota parte di quelle risorse che sono importanti.
Non ce lo siamo inventato: sono risorse importanti che derivano dal fatto che c'è stata un'Amministrazione precedente che ci ha pensato e di cui oggi, per fortuna, l'attuale Amministrazione può disporre. Prima considerazione e prima domanda.
La seconda considerazione, invece, è rivolta all'intervento svolto dall'Assessore Icardi. Questa emergenza dura ormai da quattro settimane allora io credo ci siano le condizioni per valutare cosa, in queste quattro settimane, ha funzionato e cosa, in queste quattro settimane, non sta funzionando o non ha funzionato.
Mi riferisco, in particolare, a una questione sollevata da ultimo dal Consigliere Rossi. Sotto questo aspetto condivido totalmente anche l'intervento, peraltro molto critico, del Consigliere Marrone. Mi riferisco al rapporto tra i vertici regionali dell'Unità di Crisi e quelle che tutti abbiamo definito, che tutti blandiamo e che tutti consideriamo fondamentali e indispensabili, che sono le sentinelle sul territorio, ovvero i Sindaci.
Mi sembra evidente che, al di là dei ringraziamenti di facciata, al di là della condivisione rispetto a un lavoro che i nostri amministratori fanno quotidianamente, scontiamo qualche difficoltà. Non credo che le difficoltà le riferiscano solo a me, immagino che le riferiscano anche ai Consiglieri di maggioranza. Su questo abbiamo riscontrato qualche elemento di difficoltà che - gliene va dato atto - il Consigliere Marrone ha sollevato in modo molto netto molto e molto chiaro (almeno, questa è la sensazione che ho avuto io).
Dopo quattro settimane ci rendiamo conto che, magari, nei primi giorni e nei primi tempi sia stato complicato attivare la macchina burocratica e gestionale; rileviamo però con favore il fatto che sia stata attivata la piattaforma dati che, tuttavia, lascia irrisolto un problema che noi abbiamo sollevato a seguito delle sollecitazioni arrivate sia dai Sindaci sia, quota parte, dai tanti organi di informazione che hanno il dovere e il diritto di svolgere il loro lavoro, fornendo ai cittadini e ai lettori i dati statistici.
Il tema di come passare i dati dai centri di raccolta ai Sindaci, forse con questa piattaforma - ce lo auguriamo - l'abbiamo risolto, ma resta irrisolto il tema di come noi e con quali modalità comunichiamo all'esterno, quindi ai cittadini e agli organi di informazione questi stessi dati. È un tema che abbiamo sollevato in Commissione e su cui abbiamo avuto delle risposte dall'Assessore, devo dire molto vaghe. Ad oggi, mi risulta che l'onere e la responsabilità di come comunichiamo questi dati è ancora tuttora allacciata alla discrezionalità dei Sindaci che, ricordo, in Piemonte sono 1200. Di questi 1200, la grandissima parte sono Sindaci che gestiscono piccoli Comuni, che hanno strutture non sempre e non del tutto adeguate a gestire una responsabilità così grande, quindi a loro è lasciata questa discrezionalità, che genera una difformità tra i Comuni.
La domanda che avrei voluto rivolgere all'Assessore è: qual è il criterio che fa scegliere ai vertici regionali dell'Unità di Crisi di non diffondere in modo centralizzato i dati Comune per Comune, ma di lasciare questa responsabilità e questo onere sulle spalle dei Sindaci, che genera poi quelle distorsioni che gli organi di stampa hanno evidenziato e che continuano ad evidenziare? Esistono anche i social e tutto ciò che sta di contorno; non sempre questa "mancata trasparenza" o "trasparenza relativa" genera situazioni positive; spesso genera ulteriore confusione e ulteriore apprensione nei cittadini.
La seconda questione - mi avvio brevemente a concludere - è stata sollevata anche negli ultimi interventi e riguarda le strutture. Tutti ci auguriamo che non ci sia bisogno di attivare nuove strutture. Abbiamo ascoltato l'Assessore, che ha parlato dell'ospedale di Verduno, ha parlato delle OGR, ha parlato della possibilità di utilizzare, per certi aspetti gli hotel. È evidente il fatto che ci auguriamo che non ci sia bisogno di queste strutture, ma non significa che questa necessità non possa esserci.
Su questo punto non ci possiamo accontentare delle risposte laconiche di cui siamo perfettamente consapevoli. Sappiamo tutti come funzione e sappiamo tutti che c'è un'esigenza di personale più che di strutture o quanto meno, un'esigenza di personale che si accompagni a queste strutture.
Tuttavia, facciamo lo sforzo di fare un passo in avanti: facciamo lo sforzo di dare contenuto e sostanza alle parole che abbiamo ascoltato questa mattina dal Presidente Cirio, che vanno molto bene per fare un titolo di giornale, ma quando sento il Presidente dire che sarà necessario, dopo questa emergenza, avere un approccio diverso nei confronti della sanità e soprattutto, della sanità di territorio, come immaginiamo l'utilizzo delle strutture che esistono rispetto a questo approccio diverso? Prendiamo come esempio l'ospedale di Castellamonte, focalizziamoci con attenzione su una struttura specifica. Come inseriamo quell'ospedale all'interno di un approccio diverso - che sarà necessariamente diverso rispetto all'esperienza che stiamo vivendo o che avremmo vissuto sperando di mettercela alle spalle nel tempo più breve possibile - rispetto a questa esperienza? Come inseriamo questa struttura in un approccio diverso? Cominciamo ad entrare un po' nello specifico. Non ci basta la risposta laconica che l'Assessore, anche attraverso gli organi di stampa, ha dato: "Non si può fare: punto e basta". Prendiamo atto del fatto che questa è la scelta, ma incominciamo a ragionare su come queste strutture possono essere inserite all'interno di una visione prospettica di medio periodo, rispetto a come noi ci vogliamo rapportare. Entriamo nel merito delle questioni. Non ci basta ascoltare che avremo una visione diversa, che avremo un approccio diverso: cerchiamo di entrare nel merito delle questioni.
Queste sono le tre questioni che io volevo porre all'attenzione del Presidente, dell'Assessore e di tutti voi. Mi auguro e mi aspetto che vengano approfondite nelle sedi opportune, immagino nelle prossime Commissioni, in modo che noi cominciamo ad affrontare l'emergenza anche iniziando ad avere una visione prospettica rispetto a quello che capiterà di qui - ci auguriamo nel più breve tempo possibile - a qualche settimana a qualche mese quando riprenderemo, seppure gradualmente, una gestione ordinaria della nostra Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Avetta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marin; ne ha facoltà.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
Inizialmente non era mia intenzione intervenire, perché, dopo gli interventi doverosi di informazione da parte del Presidente Cirio e dell'Assessore Icardi, a cui va il plauso veramente di tutti i piemontesi mi è sembrata più una seduta di IV Commissione della sanità.
Seguendo la convocazione dell'o.d.g. del Consiglio, siamo ancora sulle comunicazioni della Giunta regionale sull'emergenza COVID-19. Utili tutti gli spunti che sono arrivati, ma nell'o.d.g. di oggi che, presumibilmente non riusciremo a concludere, c'erano due importanti provvedimenti: il disegno di legge n. 68 "Bilancio di previsione bilancio finanziario 2020 2022" e l'ordine del giorno n. 87 "Assegnazione alle grandi derivazioni ad uso idroelettrico". Compito dei Consiglieri è quello di approvare le leggi e i bilanci; prendiamo atto che oggi si è dedicato molto tempo all'emergenza. Vengo ora alle considerazioni, prendendo spunto dagli interventi del Presidente Cirio e dell'Assessore Icardi.
Partiamo dall'intervento del Presidente Cirio che, a mio modo di vedere, è stato molto equilibrato e puntuale. Sicuramente, in questo momento è giusto, per quello che riguarda il mio parere non solo di Consigliere ma di tutto il Gruppo della Lega, che i poteri straordinari dati in capo alle Regioni in questi momenti di emergenza siano indispensabili. Sono indispensabili perché in questo momento, come ci è stato riferito sia dal Presidente sia dall'Assessore, la Regione Piemonte ha dovuto attrezzarsi in house per tantissime questioni; per esempio, non ha ricevuto tutti i dispositivi di protezione individuale o i ventilatori da parte della Protezione civile a livello centrale. Si è attivata sul mercato nazionale ed internazionale, con le proprie forze, e quindi, a tutti gli effetti, ha dimostrato che, probabilmente, il modello delle Regioni che fanno da sé ha dato sicuramente più risultati che non lasciare l'iniziativa a carattere nazionale.
Prendo ancora spunto da questi due interventi. Cerchiamo di guardare, in questo momento di emergenza, cosa significa già nell'immediato, ma anche subito dopo questa emergenza in progress. Ho seguito attentamente l'illustrazione dell'Assessore Icardi in merito alla piattaforma, delineata con l'aiuto del CSI. Proviamo un momento a ragionare su questa piattaforma che ritengo assolutamente innovativa, utile ed indispensabile probabilmente bisognerà continuare a lavorarci per fare in modo che il futuro sia fatto di questa tecnologia, sia fatto di questa iniziativa, di cui va sicuramente sottolineata l'importanza della telemedicina soprattutto legata a quei territori lontani dai presidi ospedalieri. Su questi territori diventa importantissimo utilizzarla.
Porto l'esempio da me sperimentato come Sindaco di un territorio che ha l'ospedale a 55 chilometri dai cittadini del proprio territorio. Avere un ospedale a 55 chilometri significa che qualsiasi tipo di preoccupazione di carattere sanitario diventa veramente un problema di carattere emergenziale. Cinque anni fa, ero partito con questo progetto che si chiamava "Meno soli sulle Alpi", perché avevo la necessità di far capire alla sanità centrale e a quella regionale che si deve fare in modo che l'anziano e le persone in difficoltà non debbano andare verso gli ospedali ma che deve essere il sistema sanitario regionale a muoversi verso le residenze di questi cittadini. Non ho trovato riscontro nell'allora Assessore alla sanità e ho dovuto attrezzarmi con la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (che ringrazio) che, con il suo contributo, ci ha consentito di attivare un modello che ritengo sia utilissimo e da portare avanti in tutto il Piemonte.
Cosa significa questo? Alcuni Consiglieri hanno detto: "Fidiamoci della solidarietà". Io dico che bisogna fare due distinguo: nazionale e regionale. Il Piemonte ha fatto quello che, a mio modo di vedere, dovrebbe fare l'Italia, nel momento in cui non arrivano risposte veloci, puntuali e precise dal Governo nazionale. L'Italia, a sua volta, dovrebbe fare esattamente la stessa cosa e, nel momento in cui non arrivano risposte puntuali, precise e concrete dal Governo europeo, dovrebbe andare avanti da sola per i fatti suoi. Quindi, ben vengano le produzioni di mascherine a livello regionale.
Su questo l'Assessore Marnati è stato molto attento e giustamente si è attivato con l'Università, perché per quanto riguarda le certificazioni abbiamo appreso con grande soddisfazione che rapidamente si arriverà anche alla produzione dei reagenti. A quel punto, questo ci consentirà di avere una quantità decisamente più consistente di tamponi, in modo da mettere in tranquillità il sistema sanitario. Nel momento in cui la sfida è così difficile ed è un'emergenza, ad oggi, che noi chiamiamo Coronavirus, perch non cogliamo da questa emergenza e da questa tragedia l'opportunità per fare in modo che, guardando oltre, il Piemonte possa effettivamente ripartire? Ad oggi, a mio modo di vedere, ci sono due grandi possibilità. La prima - e l'ha già accennato il Presidente Cirio - è che il cosiddetto fondo della competitività possiamo intitolarlo "piano della liquidità", perch immettere in questo momento la liquidità alle famiglie, ai cittadini piemontesi - non parlo di extracomunitari che eventualmente vengono qua alle imprese e alle partite IVA che veramente sono in totale sofferenza, è la prima sfida che ci aspetta. Ma c'è un virus che dobbiamo sconfiggere immediatamente che, a mio modo di vedere, è il virus che ha massacrato la nostra economia nazionale e regionale: si chiama virus della burocrazia.
Per questo dobbiamo fare veramente un piano serio e condiviso da tutto il Consiglio regionale, perché oggi ci siamo noi al Governo e speriamo di durare molto, ma la democrazia ci insegna che l'alternanza è una costante.
Pertanto in modo serio e concreto, non occasioni di rinvio o sceneggiate come quella a cui abbiamo assistito ieri, impegniamoci e diamoci delle tempistiche, rispettiamo le scadenze. Ricordo che c'era un accordo fra maggioranza e minoranza per esaminare il disegno di legge sulle grandi derivazioni, che portava delle risorse al Piemonte; era stato concordato che, se non ci fosse stata la proroga del Governo nazionale, anche le minoranze avrebbero accettato di portare in approvazione oggi il disegno di legge che, secondo la legge nazionale, impegnava le Regioni ad approvarlo entro la giornata di oggi. Questo accordo non è stato rispettato.
Vogliamo veramente metterci su un piano più serio ed affrontare quello che io chiamo "la seconda emergenza", che è il virus della burocrazia? Chiedo l'impegno di tutti e ritengo doveroso, al di là delle polemiche - non ho fatto polemiche e non ho puntato il dito contro nessuno - che tutti assumiamo un senso di responsabilità molto più serio, perché, se ci fosse stato uno streaming anche della seduta di Commissione, credo che i piemontesi avrebbero avuto l'impressione che il nostro impegno probabilmente non era così istituzionale come, invece, il nostro ruolo ci richiede. Quindi, in modo responsabile e con l'impegno di tutti proviamo a lanciare questa sfida, ma non con tavoli di lavoro che durano mesi, perch fra qualche mese il problema sarà ancora peggiore. Affrontiamoli immediatamente di petto e portiamo i progetti regionali in approvazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marin, anche per aver rispettato perfettamente i tempi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi unisco ai ringraziamenti nei confronti del Presidente Cirio e dell'Assessore Icardi per le loro comunicazioni e per le loro relazioni.
Comportamento ed atteggiamento il loro che stride e fa a pugni con quello che abbiamo visto ancora oggi, invece, da una parte della maggioranza nello specifico soprattutto dei Consiglieri della Lega e dai continui insulti dei Consiglieri della Lega, in particolare del loro Capogruppo, nei confronti delle opposizioni.
Tra l'altro, vorrei ricordare una cosa a chi ha parlato prima di me, che si è detto infastidito dal fatto che le opposizioni intervengono sulle comunicazioni del Presidente Cirio e dell'Assessore Icardi, perché oggi era all'ordine dei lavori il disegno di legge n. 68 sul bilancio. Vi do una notizia: il bilancio l'abbiamo approvato una settimana fa; forse non se n'è accorto, ma lo abbiamo approvato.
Mi piacerebbe rimanere su ciò che hanno detto il Presidente Cirio e l'Assessore Icardi e anche su quello che è stato fin qui il nostro atteggiamento come opposizioni nella gestione di questa emergenza, nella quale abbiamo mantenuto un atteggiamento responsabile, evitando di rimarcare determinate criticità. Invece, oggi, ci sentiamo ancora insultati da chi, probabilmente per coprire un'evidente scarsa capacità politica di mediazione, arriva ad invocare l'uomo forte, l'uomo solo al comando; un rigurgito di autoritarismo piuttosto fastidioso di chi arriva a elogiare Orban, che sta mascherando la richiesta di pieni poteri per fronteggiare un'epidemia per il consolidamento di una sua dittatura. Si arrivano ad elogiare quegli esempi da chi in Italia non sa fare di meglio che andare in TV a recitare il rosario.
In ogni caso, fin qui abbiamo cercato di essere propositivi, anche per quello che riguardava la gestione dell'emergenza, e vogliamo continuare ad esserlo. Ripeto, non abbiamo fin qui calcato la mano su carenze e criticità che comunque ci sono state, a partire da ciò che è evidente a tutti i cittadini piemontesi e che anche ci ascoltano, ovvero le difficoltà nel fare i tamponi, non dico a tutti i cittadini piemontesi, ma perlomeno a cominciare dagli operatori sanitari positivi al Coronavirus.
Adesso si parla del Presidente Cirio, che vuole i poteri speciali per gestire l'emergenza e anche il dopo emergenza, o meglio l'emergenza di tipo sociale ed economico. In questa fase, vorremmo vedere applicati al meglio i poteri ordinari che ha il Presidente e che ha la Giunta regionale. Abbiamo visto un grande sforzo anche per aumentare i posti in terapia intensiva, è uno sforzo sicuramente lodevole; vorrei però dire che, prima di pensare ad una specie di "lazzareti 2.0", penserei agli ospedali che ancora abbiamo in Piemonte, che sono chiusi da poco tempo, che sono stati chiusi a causa dei debiti contratti dal centrodestra e dal centrosinistra nella nostra Regione, che hanno portato il Piemonte ed essere in piano di rientro.
Questo -ricordiamolo - è responsabilità del centrodestra e del centrosinistra. Sono ospedali chiusi da poco e che possono essere in questa fase riutilizzati oppure ospedali che, al loro interno, hanno ancora degli spazi liberi, come il nuovo ospedale di Biella. Quindi - ripeto - prima di pensare a lazzaretti 2.0, pensiamo magari a quegli spazi.
Sul dopo cosa si può dire? Ho sentito oggi delle proposte interessanti importanti e di buonsenso. Dobbiamo lavorarci tutti e spero che si lavorerà tutti sulla gestione del dopo dal punto di vista economico. Mi preoccupa un po' pensare di dare dei poteri speciali a chi, fino ad oggi, ha dimostrato in campo economico un atteggiamento un po' conservatore e reazionario perché anche la scorsa settimana abbiamo sentito parlare di possibili rallentamenti, ad esempio, dell'elettrico. Quindi, non so se mi sento proprio bene a pensare di dare poteri speciali a chi, invece, pensa di fermare una transizione della nostra economia, anziché di sfruttare l'occasione di una crisi e delle risorse speciali che dovranno essere destinate alla gestione di una crisi economica per far fare una vera transizione alla nostra economia e creare dei posti di lavoro stabili su attività che abbiano un futuro e che portino il Paese, ma anche il Piemonte, ad essere un'avanguardia in Europa. Da questo punto di vista vogliamo un'ampia discussione sul tema.
Certamente, dovremmo ancora continuare a ragionare anche sulla sburocratizzazione e sulla semplificazione che, a mio modo di vedere - lo ripeto sempre - deve essere qualcosa che porta a fare in modo più veloce quello che si può fare senza burocrazia o con meno burocrazia e che non deve portare, invece, a fare quello che normalmente non si potrebbe fare.
Quindi, la sburocratizzazione e la semplificazione è un lavoro che deve riguardare tutta l'Amministrazione regionale, Giunta ma anche Consiglio. Si era iniziato, ma anche su quello mi tornano dei pensieri un po' negativi.
Infatti, se penso a chi era stato scelto come Assessore per la sburocratizzazione e per la semplificazione, che poi è incorso nelle note vicende che l'hanno portato ad abitare le patrie galere, forse è il caso di ricominciare con persone diverse e con punti di vista diversi, magari coinvolgendo un po' di più il Consiglio regionale.
Ho terminato, grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto la parola l'Assessore Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Fabrizio, Assessore allo sport

Grazie, Presidente, buon pomeriggio a tutti.
Inizio chiedendomi perché si critica la volontà del Presidente Cirio di poter gestire in maniera autonoma, quando come Presidente del Consiglio abbiamo una persona che ha annunciato, in una conferenza stampa prima che ai diretti interessati, l'assunzione di un DPCM dopo l'altro e continua con cadenza settimanale, a fare passerelle televisive e dirette Facebook in maniera totalmente autonoma e con un solo decreto portato in Parlamento.
Quindi, quando si parla di uomini soli al comando, chiederei a tutti di fare una riflessione, perché il primo è colui che oggi fa il Presidente del Consiglio.
Mi permetto anche di andare a discutere le cifre, quelle che secondo qualcuno verrebbero messe a disposizione per il Piemonte, perché se analizziamo la cifra che la Giunta regionale ha a disposizione, che è più di un miliardo per i circa 4,5 milioni di abitanti del Piemonte, fa più di 220 euro a persona. L'ho fatto io con la calcolatrice, dato che non sono un grande matematico, però consiglierei a tutti di fare bene i conti con la calcolatrice.
Ma, al netto delle polemiche, ci tengo a parlare delle azioni che, come Giunta, stiamo facendo per due mondi che sono messi un pochino all'angolo dal decreto "Cura Italia". Uno di questi è il mondo dello sport: il decreto "Cura Italia" prevede zero euro in favore del mondo dello sport. L'unica cosa che accenna è il fatto di poter spostare a giugno le scadenze e i pagamenti. Stiamo mettendo a punto un piano da 4 milioni di euro da distribuire a pioggia per il mondo dello sport piemontese, per dargli la possibilità di superare questo momento molto difficile e complicato.
Riteniamo che il mondo dello sport, se non è supportato in maniera forte e non sente al suo fianco la presenza dello Stato, in questo caso della Regione, potrebbe avere davvero dei gravi scompensi, anche perché tanti campionati e tanti eventi rischiano non solo di essere sospesi, ma anche di essere completamente cancellati. Il mondo dello sport piemontese non è solamente il calcio, che ha la possibilità con i suoi denari di potersi autoalimentare, ma è un mondo fatto tante volte solo di volontari che, per il puro piacere di far giocare i bambini e i ragazzi, danno tutto quello che hanno, anche dai propri portafogli.
Ed è per questo che stiamo lavorando per mettere a disposizione questo piano straordinario da 4 milioni di euro per il mondo dello sport piemontese. Lo vogliamo fare per l'amministrazione ordinaria, per consentirgli di pagare gli affitti e le manutenzioni, di pagare gli stipendi dei collaboratori o magari dei guardiani degli impianti e di tutto quello che necessita, perché siamo convinti che sia fondamentale poterlo sostenere.
È chiaro che per farlo, serve che il Consiglio regionale si esprima, perch il piano triennale, che se non ci fosse stata questa emergenza sarebbe stato già approvato in Aula, dovrà essere portato con grande urgenza al voto del Consiglio regionale per poter liberare immediatamente queste risorse. Chiedo già al Presidente Allasia e al Presidente Bongioanni se possono darmi una mano per poter velocizzare questo iter e magari per vederlo già approvato nel prossimo Consiglio regionale o direttamente in quello successivo. Questo, ripeto, giacché abbiamo approvato il bilancio la scorsa settimana, ci permetterebbe di poter erogare immediatamente i fondi per il mondo dello sport.
Un altro mondo che sta facendo un grande lavoro. ma che è invisibile soprattutto nei capoluoghi di provincia, è la polizia locale. Sappiamo tutti quanto è importante l'operato della polizia locale, la quale, con la delibera approvata ieri, sarà tutta in strada. Infatti, la Giunta regionale ha licenziato ieri un provvedimento che prevede che tutta la polizia locale del Piemonte sia in strada per fornire assistenza, come prevede l'ultimo DPCM con la circolare esplicativa del Ministro dell'Interno Lamorgese, in cui è inserita la possibilità di integrare, chiaramente coordinate dalle Prefetture, le polizie locali insieme alle forze di pubblica sicurezza. Per dar loro una mano stanziamo - e anche questo chiaramente avrà bisogno del voto positivo del Consiglio regionale - 500 mila euro di straordinari per gli agenti della polizia locale idonei al servizio esterno. Non sono tantissimi soldi, ma darà la possibilità a tutti quegli agenti, che oggi sono impegnati in maniera diretta nel controllo del territorio per far sì che la gente rimanga a casa, di poter farlo con un pochino più di serenità perché i loro straordinari saranno, seppur parzialmente, coperti dalla Regione Piemonte.
Anche questo sarà inserito nel programma triennale e, in questo caso chiederò al Presidente Allasia e al Presidente Riva Vercellotti di potermi assistere per fare in modo che sia approvato il prima possibile. Anzi, se riuscissimo a coordinare le due azioni, potremmo portare questo stanziamento straordinario di 4,5 milioni, se non già nel prossimo Consiglio regionale, in quello successivo, così da poter liberare risorse e permettere agli agenti della polizia locale e al mondo dello sport di beneficiare immediatamente di questi interventi. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente, buongiorno a tutti.
Faccio miei tutti i ringraziamenti già espressi dai vari Consiglieri agli operatori sanitari e a coloro che in questo momento si stanno prodigando per fronteggiare questa emergenza. Naturalmente i miei ringraziamenti vanno anche al lavoro che sta facendo sia il Presidente Cirio sia l'Assessore Icardi insieme a tutta la Giunta.
Volevo tornare un momento su quello che ha detto il Presidente Cirio quando chiede dei poteri straordinari. Su questa richiesta ho qualche perplessità e qualche dubbio, anche se gli riconosco sicuramente un grande impegno perché in questi momenti è chiaro ed è sotto gli occhi di tutti che ognuno cerca di fare del proprio meglio con i mezzi che ha a disposizione. Anche noi, come opposizione, abbiamo mantenuto fede a questo dogma e in questo momento è l'atteggiamento più giusto da mantenere.
Però, quando si dice di non far polemiche politiche, perché il momento non lo richiede e bisogna essere uniti e quant'altro, alla stessa maniera bisognerebbe evitare di fare dei proclami spot, secondo me, perché poi si invogliano le persone a non tacere sempre o comunque non del tutto, anche perché una serie di azioni che vengono poi fatte, rimarranno poi lì.
Intanto, le polemiche più grosse o alcune di quelle che ho sentito non hanno riguardato solo le opposizioni. Infatti, quando sono stati chiusi una serie di Pronto Soccorsi - se non sbaglio - un parlamentare della Lega si è opposto con forza a questa decisione, così come io ho sollevato qualche dubbio sul fatto il Pronto Soccorso di Bra venisse chiuso prima del dovuto.
I poteri straordinari che chiede il Presidente Cirio, per prima cosa - lo dico in maniera molto amichevole - nel nostro Paese non hanno mai portato bene a coloro che li hanno chiesti, e credo che la storia lo insegni. In questo caso, forse, era sufficiente ed è sufficiente cercare di gestire al meglio i poteri che si hanno. Qualche falla c'è stata, è innegabile, anche se forse non è tutta colpa della Giunta. Faccio riferimento a Verduno; per aprire l'ospedale di Verduno e inserire tre macchine di terapia intensiva (che non mi sembrano una dotazione così importante) e una trentina di letti (che, tra l'altro, sono stati acquistati con i soldi dei territori, degli imprenditori e di cittadini comuni), abbiamo dovuto nominare un Commissario.
Sulla questione dei poteri straordinari - e mi ricollego a quello che diceva il collega Bertola - bisogna fare attenzione, perché quando si ha una visione che va in una certa direzione, si rischia veramente di creare dei conflitti insanabili. Condivido quello che ha detto il Consigliere Valle, perché non solo abbiamo il futuro incerto, ma è il presente ad essere incerto, perché intanto non sappiamo quando ne usciremo (mi auguro il prima possibile), però stante la situazione, le prospettive sono ancora abbastanza nebulose. Con un presente di questo genere diventa complicato fare dei progetti.
Il Presidente, forse, doveva spiegare meglio qual è il suo progetto. Non dico che non se li meriti, ma che ci presenti un progetto. Quando il bilancio di una Regione, per l'80%, riguarda la sanità, settore che era già in sofferenza prima e che adesso è quasi al collasso per questa emergenza bisogna capire dove si vogliono andare a prendere le risorse.
Tra l'altro, questo Governo è stato un po' criticato. Io credo che, invece si sia comportato in maniera ineccepibile, in questo momento, in tanti settori. Intanto, con l'articolo 6 del decreto del 17 marzo, ha dato la possibilità non di esercitare dei poteri straordinari, ma di andare dai privati a chiedere dei posti letto senza grossi problemi, avendone il diritto. Ha stanziato, per le riconversioni delle aziende, risorse per 50 milioni di euro, che vengono erogati per progetti fino a 800 mila euro a fondo perduto, se si porta avanti la riconversione entro 15 giorni; al 50 entro un mese e al 25% entro 60 giorni. Credo che questa sia stata una grande dimostrazione, anche se l'Assessore Ricca li ha definiti gesti di un uomo solo al potere. Credo che sia stato veramente un passo importante un'importante iniezione di fiducia e di risorse. Quindi, rimaniamo in attesa che il Presidente Cirio ci spieghi qual è il suo progetto, prima ancora di formare una task force. Questa è la cosa che più mi piacerebbe sapere in questo momento.
Concludo con un'ultima considerazione. Questa è spesso definita da tutti una guerra, e scusate il termine guerra. A livello economico, non so se questa sia una guerra, perché in una guerra è tutto spaccato e tutto rotto c'è molto da ricostruire e si vede cosa si deve fare subito, perché è chiaro e palese: bisogna ricostruire le scuole bombardate, le case che non ci sono più, e così via. In questo caso, invece, bisognerà ridare un'iniezione di fiducia, non solo delle risorse, ripartendo con una visione diversa per le persone, perché questa sarà una crisi da superare anche a livello psicologico forse anche più dura di una guerra.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha ancora qualche minuto a disposizione.



MARTINETTI Ivano

Ho terminato, grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente. Cercherò di essere molto sintetico. Innanzitutto ci tenevo come Gruppo Forza Italia a rivolgere anch'io gli auguri per i nostri amici e colleghi Poggio e Graglia, che non possono essere presenti entrambi per motivi di salute. Quindi, rivolgo loro un grande augurio, un grande in bocca al lupo per essere nuovamente tra di noi in modo veloce e di riaverli presto con noi.
Desidero ringraziare, in modo particolare, il Presidente Cirio e l'Assessore alla sanità Icardi per l'informativa che questa mattina ci hanno dato, in modo molto puntuale ed esaustiva, che ci ha permesso di riaggiornarci sul quadro generale.
Un grande ringraziamento poi va a tutto quel mondo sanitario amministrativo e direi anche politico - citando queste tre categorie vorrei includere tutti, nessuno in particolare, ma tutti ! - per lo straordinario lavoro che hanno svolto e che ogni istante stanno mettendo in campo per salvare le vite umane delle persone colpite.
Alcune considerazioni su quello che, giustamente, dovrà essere il domani, cioè il dopo crisi sanitaria. Come abbiamo detto, c'è l'esigenza di affrontare quella che sarà la crisi economica, in merito alla quale non possiamo che condividere l'analisi fatta dal Presidente Cirio su quanto sia necessaria una straordinaria semplificazione delle procedure e su quanto sia fondamentale disporre di risorse e procedure eccezionali. Credo che siano indispensabili, per rispondere in tempi utili a questa crisi.
Diversamente, il rischio è che le risposte arrivino quando ormai le aziende hanno chiuso.
Naturalmente, parliamo di risorse e di procedure che possono arrivare soltanto dal Governo. È inimmaginabile pensare che possano essere le risorse della Regione a risolvere questa grave crisi economica! Certo, noi dovremo fare la nostra parte: le risorse che erano state messe a disposizione per il piano della competitività rappresentano una possibilità ingente, che verrà messa a disposizione e che sicuramente dovrà essere totalmente e velocemente ristudiata e finalizzata in modo diverso da quanto si era immaginato prima di questa crisi.
Concludo il mio intervento con un auspicio. Tutti noi, ormai, abbiamo sottolineato che, probabilmente, quando si è pensato di riorganizzare la sanità (che, in molti casi, voleva dire procedere a tagli e a chiusure per creare risparmio), evidentemente, qualche errore è stato commesso.
Faccio dunque un appello in tal senso: laddove siamo ancora in tempo fermiamoci e ripensiamo alle procedure che sono in atto. In questo caso, mi riferisco, in modo specifico, alla chiusura dei laboratori di analisi.
Relativamente al mio territorio, ad esempio, penso ai laboratori di analisi di Rivoli e di Pinerolo, che stavano per essere chiusi. È da molto tempo che ce ne occupiamo; già nella precedente Amministrazione regionale avevamo chiesto di fermarci e di ripensare alla decisione. Non oso immaginare oggi, se anche questi laboratori fossero stati chiusi! Avremmo avuto soltanto qualche macro o enorme laboratorio di analisi, che sarebbe già stato, per sua natura, al limite delle sue possibilità, per cui avremmo rischiato di non essere nemmeno in grado di svolgere degli esami molto semplici. Quindi, laddove abbiamo ancora la possibilità per farlo fermiamoci e facciamo qualche doverosa riflessione in più. Sono sicuro che ritorneremo sui nostri passi, anche se solo due mesi fa, quando avevamo presentato un ordine del giorno in tal senso in Consiglio, c'era ancora chi difendeva la chiusura di questi laboratori.
Siamo tutti convinti che i tagli eccessivi siano stati un danno: non continuiamo su questa strada. Laddove è ancora possibile, fermiamoci e cerchiamo di dare delle risposte ai nostri concittadini e ai nostri territori. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ruzzola.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Non saprei bene da cosa partire, perché sono tanti gli argomenti che sono stati sviscerati oggi in Consiglio regionale.
Mi spiace che non sia più presente l'Assessore, perché come Movimento 5 Stelle avevamo avanzato, durante le scorse Commissioni consiliari (soprattutto nell'ultima), delle proposte a mio avviso di buon senso soprattutto all'attenzione dell'Assessora Caucino, che toccavano diversi temi e diverse questioni anche di sensibilità. Avrei quindi voluto sapere se queste proposte erano arrivate all'orecchio dell'Assessore e se ci fosse stato, in particolare, un riscontro positivo.
Vorrei citarne alcune. Avevamo chiesto di porre una particolare attenzione nei confronti delle donne vittime di violenza. Volevamo conoscere, in particolare, i dati raccolti e riportati dai Centri antiviolenza, perché abbiamo sottolineato la difficoltà di molte donne, a detta delle operatrici dei centri antiviolenza, a denunciare i propri aguzzini a causa delle doverose misure di restrizione messe in atto dal Governo in questo periodo. Sarebbe stata doverosa una comunicazione forte sulla necessità di usare degli strumenti alternativi, come le applicazioni (messaggi, WhatsApp o quant'altro), per inviare segnalazioni o per parlare direttamente con gli operatori.
So che è stato emanato un comunicato stampa da parte dell'Assessora che penso abbia preso a cuore questa situazione. Volevo appunto sapere se effettivamente, come Regione, stiamo facendo qualcosa e se stiamo studiando qualche sistema per andare incontro alle esigenze di queste donne, che comunque, hanno tutto il diritto di poter denunciare in sicurezza. Dobbiamo attivarci in tal senso.
Inoltre, sempre durante la Commissione, avevamo chiesto di rendere accessibili i numeri di emergenza per quanto riguarda la lingua dei segni perché è chiaro che anche quel servizio deve essere garantito a tutte e a tutti. Di fronte a questa importante esigenza, bisognerebbe dare una risposta.
Così come bisognerebbe attivarsi per le traduzioni di tutte le conferenze stampa dell'Unità di crisi e del Presidente Cirio diffuse sull'emergenza, perché parliamo di informazioni sanitarie molto importanti che dovrebbero essere fruibili a tutti.
Per quanto riguarda la piattaforma telematica, invece, ho seguito ieri la conferenza stampa dell'Assessore Icardi. Sono molto lieta che anche questo passo sia stato fatto.
Sempre durante la Commissione, avevamo chiesto di realizzare una piattaforma fruibile ai medici di medicina generale e ai pazienti per delle vere e proprie "visite telematiche in diretta", per facilitare il raccordo e la comunicazione tra medico e paziente, che è quella che in questo momento dovrebbe interessarci. Anche in questo caso, potremmo fare una riflessione su quelli che sono stati i dati della nostra Regione rispetto a quello che si è verificato altrove.
Inizialmente si era registrata una grossa discrepanza tra i tamponi effettuati a livello regionale piemontese e i dati raccolti di altre Regioni. Io sono sicura che siano stati rispettati tutti i protocolli e non nutro grossi dubbi sulle parole dell'Assessore Icardi e del Presidente Cirio in merito. Però, rimane il fatto che questa grossa differenza c'è.
Quando si dice che noi rispettano i protocolli con quel numero di tamponi bisognerebbe anche spiegare perché in altre Regioni se ne effettua effettivamente, un numero maggiore. Forse altrove è stata fatta una riflessione differente, però se noi seguiamo l'iter, pare strano che le altre Regioni invece non lo seguano ed effettuino un numero maggiore di tamponi. Numero maggiore di tamponi che permette o che ha permesso alle altre Regioni, perlomeno nel periodo iniziale, di isolare molti più pazienti rispetto al Piemonte.
Ricordo che fino al 17 o al 18 marzo erano pochissimi i pazienti isolati a livello piemontese! Vorrei quindi capire se, a livello di comunicazione tra Unità di crisi e Dipartimento della Protezione civile nazionale, vi sia stato, effettivamente, un problema. Perché siamo passati da 218 pazienti in isolamento domiciliare al 19, ai 1.423 pazienti del 20 quando appena c'era una differenza di nemmeno 1.000 tamponi in due giorni.
Vorrei quindi capire che cosa è successo e se c'è stato un problema di comunicazione in tal senso: che cosa è capitano a livello di Unità di crisi? Perché i dati sull'isolamento domiciliare sono nettamente inferiori a quello che invece avviene nelle altre Regioni. Mentre sono nettamente superiori i dati relativi ai ricoveri dei pazienti (non soltanto dei ricoveri in reparto, ma anche di quelli in terapia intensiva). Ricordo che in questo momento siamo secondi, a livello regionale, nella classifica dei ricoveri in terapia intensiva. Questo, a mio avviso, poteva essere un punto di partenza su cui riflettere: forse dovremmo potenziare tutta quella struttura che ruota intorno al rapporto tra medico e paziente, e quindi alla possibilità dei pazienti di comunicare puntualmente e di essere seguiti dall'inizio della messa in isolamento fino all'uscita dall'isolamento. Questo potrebbe garantire maggior sicurezza e maggiore assistenza, ed evitare che questi pazienti si sentano abbandonati (in alcuni casi qualche segnalazione è pervenuta) e finiscano per essere ricoverati, andando a gravare sul sistema sanitario. Queste erano le nostre proposte a livello di Commissione.
Però vorrei anche fare una riflessione su quanto ha detto l'Assessore Ricca, perché ha fornito degli spunti interessanti sullo sport, che è una tematica che mi sta particolarmente a cuore. Ho appreso con gioia che da parte del Governo c'è stata una particolare attenzione soprattutto nei confronti dei collaboratori sportivi. Il collaboratore sportivo, infatti, è una figura lavorativa che non è mai stata tanto considerata dagli altri Governi: è una comunità invisibile, per la quale non esistono né diritti n tutele. Per i collaboratori sportivi vengono realizzati contratti sportivi per lo più occasionali, anche se si configurano come rapporti lavorativi continuativi a tempo pieno, quindi a tempo determinato o indeterminato.
Invece, questi contratti sportivi ne limitano fortemente le tutele e i diritti: non hanno accesso alla contribuzione, non hanno accesso alle ferie pagate né alla copertura sanitaria.
A questi collaboratori, per la prima volta credo nella storia, è stata riservata una particolare attenzione, perché è stata prevista un'indennità per quanto riguarda gli stipendi mancati di aprile. È un passo in avanti anche perché sul tema dei lavoratori nel settore dello sport bisognerà, a mio avviso, fare una grossa riflessione a tutti i livelli istituzionali.
Questa è una delle misure dedicate al mondo sportivo, che si va ad aggiungere a tutte le altre: mi riferisco, ad esempio, al credito d'imposta per la sanificazione degli ambienti, al sostegno finanziario per garantire l'accesso al credito, alla sospensione degli affitti e dei canoni di locazione, che in questo periodo è molto importante.
Rimanendo a livello regionale, sono dunque contenta che l'Assessore si stia attivando in tal senso; pertanto, troverà tutto il mio sostegno. Tra l'altro, sono la prima firmataria di un ordine del giorno che chiede misure di sostegno per il mondo sportivo e per la creazione di un fondo rotativo.
Era una proposta che volevamo fare a questa Giunta per quanto riguarda il sostegno in campo sportivo.
Vorrei porre alla vostra attenzione un'altra riflessione, ma mi dica se sto esaurendo il tempo a mia disposizione.



PRESIDENTE

Ha ancora due minuti a disposizione.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Come Regione, a mio avviso, avremmo potuto avere un'attenzione maggiore per quanto riguarda lo sport. Mi spiego meglio.
Quando ci fu quella famosa polemica sulla "corsetta", io non ho sentito alcun rappresentante di Giunta fare dichiarazioni sull'importanza dello sport in termini di salute e di benessere, anche in questo preciso momento.
Invece, avremmo potuto mettere insieme un tavolo di coordinamento tra i vari Assessorati (penso alla sanità, allo sport e all'istruzione, dal momento che lo sport è anche educazione fisica). Come Regione, avremmo dovuto emanare delle linee guida da seguire in tema di sport, e non soltanto criticare quei cittadini che magari sentivano l'esigenza di fare un po' di movimento. Avremmo dovuto essere noi i promotori di misure o comunque di linee guida da seguire a casa per l'allenamento e per il proprio benessere, in attesa di tornare alla normalità. Perché è evidente visti i problemi che ci sono stati, che lo sport faccia parte della vita quotidiana di milioni di cittadini piemontesi.
Un ultimo punto che vorrei portare alla vostra attenzione riguarda la questione dei ventilatori polmonari, perché ho sentito prima il collega Preioni parlare di 5.000 ventilatori polmonari consegnati, di cui soltanto 50 assegnati al Piemonte. In realtà, ho esaminato i bandi Consip ed effettivamente, si parla di 4.000 ventilatori acquistati, ma le consegne sono spalmate in un periodo di tempo relativamente lungo (quindi non soltanto in questi giorni). Probabilmente, non sono stati consegnati 4.000 ventilatori, ma, da quello che mi risulta, ne sono stati consegnati circa 650, di cui una settantina al Piemonte (quindi circa il 10% dei ventilatori consegnati). In questi giorni penso che siano comunque in arrivo altre partite - secondo alcune dichiarazioni - ma credo che in questo momento la disinformazione faccia veramente male al Paese e si debba parlare di dati precisi. Faccio quindi appello al senso di responsabilità per tutto quello che possiamo dire e fare ai fini dell'emergenza.
Per quanto mi riguarda - chiedo ancora un minuto di pazienza al Presidente Allasia - credo di essere stata collaborativa e di aver offerto il massimo supporto e sostegno alla Giunta, anche all'interno delle Commissioni, perché credo di aver fatto delle segnalazioni utili, quindi respingo qualsiasi tipo di polemica in tal senso.
Sottolineo anche che avevo presentato numerosi emendamenti al bilancio e avevo preparato anche altri ordini del giorno; per la seconda volta (perché anche in assestamento era successa una cosa analoga, a causa dell'emergenza alluvione), non ho avuto la possibilità di discuterne e di portare le mie idee all'attenzione della Giunta, del Consiglio regionale e di tutti i cittadini. È stato un peccato, però sono contenta di averlo fatto, se questo ha contribuito all'approvazione in tempi rapidi del bilancio.
Quindi, sinceramente, respingo qualsiasi accusa e tutti gli insulti che sono stati rivolti anche precedentemente in chat da parte dei colleghi: li trovo senza fondamento e mi ritengo personalmente offesa per tutto quello che è stato detto, perché credo di aver dimostrato il massimo dalla responsabilità in questo frangente, rimanendo talvolta in silenzio o utilizzando canali diversi da quelli mediatici, che invece sono stati utilizzati da altri per diffondere fake news o per insultare. Penso che questo sia un atteggiamento vergognoso: mi permetta di dirlo, Presidente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo sulla scorta dell'intervento .



(Audio mancante o non comprensibile)



BONGIOANNI Paolo

... Non rinverdisco i saluti che ho già fatto questa mattina, ma avevo dimenticato il personale del Consiglio regionale, che sta gestendo magnificamente queste sedute, sia di Consiglio che di Commissione, che ringrazio, e ovviamente quei formidabili medici e infermieri (e tutto il personale ospedaliero) che stanno lavorando notte e giorno, ai quali diciamo tutti insieme, coralmente, grazie.
Ovviamente, non intervengo su quanto esposto dal Presidente Cirio e dall'Assessore Icardi, perché lo ha già fatto magistralmente il Presidente Maurizio Marrone, sia per quanto riguarda la richiesta dei poteri speciali del Presidente Cirio .



(Audio mancante o non comprensibile)



BONGIOANNI Paolo

. il sistema burocratico, soprattutto nel momento in cui riusciremo ad elargire dei denari sul territorio, che non possono essere soggetti alle procedure a cui siamo abituati in Regione, altrimenti non arriveranno mai! Dobbiamo dare una risposta subito e dobbiamo erogare immediatamente denaro circolante.
Anche per quanto riguarda il rapporto scricchiolante tra l'Unità di Crisi e le aree periferiche del sistema ospedaliero .



(Audio mancante o non comprensibile)



BONGIOANNI Paolo

. rappresentante del territorio una situazione un po' grottesca. Perch dopo aver spiegato al territorio la necessità di chiudere i pronto soccorso di Bra, per la necessità di trasferire altrove personale specifico e qualificato, in grado di gestire le situazioni emergenziali negli ospedali cardine, ci siamo trovati, l'altro ieri, di fronte alla chiusura del pronto soccorso di Mondovì. Tuttavia, il Presidente Cirio mi ha garantito - lo dico per chi ci ascolta - che dovrebbe riaprire domani mattina: in caso contrario, per chi arriva dalla Valle Tanaro, ad esempio, si dovrebbero fare 115 chilometri in macchina per raggiungere quello di Cuneo! Intervengo, invece, sul discorso sportivo, tematica a me molto cara, che mi ha accompagnato per buona parte della mia vita. Do ovviamente la disponibilità all'Assessore Ricca a convocare immediatamente una Commissione per velocizzare i tempi di trasferimento in Aula del provvedimento legislativo sullo sport. Seguirà la Commissione già convocata per lunedì per fare il punto della situazione sul turismo e sulla cultura.
Assessore Ricca, mi permetto tuttavia di sottolinearle che .



(Audio mancante o non comprensibile)



BONGIOANNI Paolo

. che non è stato considerato nel suo intervento .



(Audio mancante o non comprensibile)



BONGIOANNI Paolo

. grazie a chi fa formazione ai nostri figli; grazie a chi offre la possibilità di fare esercizio fisico, e quindi ci garantisce la salute e ci concede un po' di svago.
Ma veniamo alle palestre, che mi piace definire "sistema delle impresa sportive": come vivono queste realtà? Vivono intorno al cash flow costante al denaro circolante. Hanno sicuramente dei momenti di massima e dei momenti di minima (come l'estate), ma non sono strutturate per un arresto brusco e totale dei movimenti finanziari. Di fronte ad una situazione come questa, potranno reggere sessanta giorni; poi, questo sistema, sia in termini di posti di lavoro, sia per quanto ho detto prima, andrà a morire! Quindi, Assessore, la prego di prendere in esame questa problematica - la riproporremo sicuramente anche durante la Commissione - perché senza un sistema che offra garanzie agli istituti di credito, quindi con aperture di linee di credito straordinarie al sistema delle palestre anche solo per pagare gli affitti, (perché queste strutture ogni mese pagano l'affitto e non incassano un centesimo!), questo sistema morirà.
Quanto ha detto prima il collega Salizzoni a proposito di questo sistema stop and go mi ha fatto riflettere molto, perché, come hanno detto tutti non torneremo al mondo di prima, ma saremo comunque molto limitati, e se non interveniamo, il sistema delle palestre morirà.
Sono sicuro, Assessore, che lei vorrà recepire questa problematica, che peraltro andremo a trattare e a discutere insieme. Mi auguro che si trovi in fretta, prima che il sistema collassi, una soluzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bongioanni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Mi scusi, Presidente, ma ero prenotato io per intervenire.



PRESIDENTE

Sì, ma avevamo concordato un'alternanza fra maggioranza e opposizione.



STECCO Alessandro

Perfetto, Presidente.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Giaccone; ha facoltà di intervenire.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Per me non c'erano problemi. In ogni caso, cercherò di essere il più rapido possibile.
Vorrei tornare brevissimamente su ciò che ha caratterizzato gli interventi di quasi tutti i Presidenti di Gruppo che sono intervenuti nella prima parte di questo Consiglio antimeridiano, che è iniziato con toni un po' meno quieti rispetto a quelli attuali.
C'è stata, effettivamente, qualche difficoltà di comunicazione tra maggioranza e opposizione. Io penso che nel momento, in cui non si riesca a raggiungere un accordo o a trovare una soluzione che preveda un'intesa democratica, tutti risultino sconfitti. Del resto - mi rivolgo ai colleghi di maggioranza - la democrazia è il sistema di governo meno peggio che tutti noi possiamo prevedere; in ogni caso, è un sistema complesso: non si può pensare di arrivare in Conferenza dei Capigruppo (o in riunioni di livello superiore) senza avere una soluzione o più piani da proporre all'interlocutore. Lo dico ai colleghi di maggioranza come ai colleghi di opposizione. In questo meccanismo democratico complesso, nel quale, in genere, le prove di forza falliscono sempre, non si può neanche ignorare l'esistenza dell'opposizione o l'esistenza degli interlocutori: non si pu prescindere da questo, e penso che la giornata di ieri lo abbia confermato.
Vorrei quindi prendere in maniera assolutamente positiva quello che è accaduto ieri, nel senso di farne uno strumento di riflessione per tutti.
Penso che si debbano rispettare i rapporti reciproci, soprattutto in un momento oggettivamente difficile per tanti versi, soprattutto per i cittadini, e si debba trovare una nuova formula di ragionamento congiunto.
Forse lo strumento informatico non aiuta assolutamente; sono convinto che molti dei malintesi e molte delle difficoltà che sono nate in questo frangente avrebbero potuto essere appianate con un lavoro di mediazione fra le parti. Probabilmente, in questa occasione, anche gli strumenti non ci stanno aiutando.
Peraltro, rivendico il fatto che l'opposizione avesse già manifestato tutto il suo senso di responsabilità, come ha detto bene la Consigliera Disabato prima di me, nel momento in cui aveva rinunciato, in occasione del bilancio, ad avere un certo tipo di atteggiamento, che pure sarebbe stato legittimo in fase di discussione, solo per poter arrivare all'approvazione di quel provvedimento nel più breve tempo possibile. Non è mia intenzione aprire una nota polemica su questo, quanto rivolgere un invito a tutti nel riconsiderare il modo in cui ci si relaziona, per poter imparare da quello che è capitato e migliorare in futuro.
Consentitemi, invece, di fare una seconda puntualizzazione circa l'emergenza Coronavirus, che è l'argomento che mi sta più a cuore e che considero di maggior urgenza per il territorio. Ebbene, ci tengo a sottolineare come i fatti abbiano dimostrato che la presenza dell'opposizione sia stata significativa ed importante, proprio su due argomenti - due a caso, sono simbolici - su cui l'opposizione ha fatto un comunicato e una critica costruttiva in maniera unitaria. Mi riferisco al comunicato che sottolineava le difficoltà relative al numero dei tamponi e alla politica con la quale questi avrebbero dovuto essere applicati, e al pericolo dei contagi all'interno delle RSA. Si trattava proprio di due elementi di criticità su cui tutti i Presidenti di opposizione avevano sollevato i loro dubbi, e che a breve giro sono stati i più attenzionati dal Presidente Cirio e da chi doveva occuparsene, a dimostrazione del fatto che la sensibilità è comune. Ma è importante che ci sia una voce critica che, con spirito costruttivo e assolutamente né denigratorio n distruttivo, porti all'attenzione della maggioranza quelle che all'opposizione stessa possono sembrare delle criticità.
Io auspico che questo tipo di risposta - lo stesso Presidente Cirio lo ha riconosciuto nell'intervento di questa mattina e ha ringraziato il modo in cui, sia in maniera privata che in maniera pubblica, le opposizioni hanno portato i loro argomenti - possa proseguire anche in futuro rispetto ai temi della ricostruzione. Ed è proprio su questo aspetto che vorrei terminare il mio intervento.
Mi hanno particolarmente soddisfatto le considerazioni del Vicepresidente Salizzoni su quella che potrà essere la programmazione dal punto di vista sanitario del dopo-crisi, ovvero nel momento che seguirà l'urgenza. Penso che le sue riflessioni abbiano aiutato molti di noi a chiarirsi le idee.
Forse, avrei auspicato che quel tipo di intervento venisse da una fonte governativa, ma lo accolgo comunque in maniera positiva. Non ho invece percepito una altrettanto chiara e lineare pianificazione degli interventi di natura economica, sociale e produttiva (come ha distinto bene il Presidente Cirio questa mattina) da parte del Presidente stesso. Può essere che in una comunicazione così breve non abbia potuto entrare nel merito, ma auspico che possa esserci un secondo momento nel quale, con altrettanta chiarezza e trasparenza, ma anche con altrettanto approfondimento, possano essere illustrati gli elementi della ricostruzione, non solo dal punto di vista sanitario, com'è stato fatto in maniera egregia dal professor Salizzoni, ma anche dal punto di vista economico.
Concludo, rinnovando i ringraziamenti per l'intervento di questa mattina del Presidente e dell'Assessore. Rinnovo la mia fiducia, pur con una riserva critica ogni volta che noteremo degli elementi che potranno essere migliorati. Auspico che il medesimo rapporto che da parte dell'opposizione mi sembra si sia impostato nei confronti delle massime autorità regionali possa impostarsi anche nei confronti degli altri Gruppi consiliari .



(Audio mancante o non comprensibile)



GIACCONE Mario

. possa caratterizzarci, con la medesima collaborazione ed efficacia, anche nei confronti degli altri Gruppi, perché ne beneficeremmo non tanto noi nella nostra attività (del resto, questo è il nostro mestiere) quanto tutti i cittadini della Regione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giaccone.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Gentili colleghi, volevo innanzitutto aprire questo intervento con i miei personali auguri di pronta guarigione ai colleghi Consiglieri Poggio e Graglia, che ci mancano, e a cui rivolgiamo sempre i nostri pensieri.
Volevo iniziare questa discussione dicendo una cosa prima di tutto da medico, da persona che si è sempre chiesta, quando era nell'ambito ospedaliero, come mai alcuni aspetti di governance, soprattutto della sanità a livello nazionale, non venissero mai interamente alla luce.
E quando oggi diciamo che andrà tutto bene - lo diciamo ai nostri figli e ai nostri familiari - o quando in tutti questi anni (e non sto puntando il dito contro qualcuno in particolare), a livello di governance nazionale della sanità si è finanziato il sistema sanitario pubblico progressivamente, era sottointeso il "tanto andrà tutto bene".
Invece no, perché in una situazione imprevedibile come questa, ma che poteva anche essere un altro tipo di catastrofe (in ogni caso, un imprevisto c'è sempre e questa non era prevedibile), alla prova da stress si sono visti i limiti di quello che determinano certi tagli, che possono sembrare economici e che possono sembrare dare una risposta a certe tematiche in un momento di crisi; di fatto, non ce lo possiamo più permettere. Per il futuro, questo "andrà tutto bene, anche se togliamo qualcosa" dovrà essere rivisto proprio a livello di impianto legislativo.
Quando si parla di governo - e mi riferisco a quello nazionale - si intende amministrare bene, in particolare per quanto riguarda le disposizioni che si danno alle Regioni, per poter far funzionare i propri sistemi sanitari.
Da questo punto di vista - ora esco dalla veste di medico, anche se c'è un grande pensiero di preoccupazione per tutti i miei colleghi che in questo momento sono al lavoro, con tutto il personale della sanità in prima linea che si sono trovati in difficoltà in tutt'Italia, ma anche in tutta Europa si sta vedendo - non possiamo esimerci da fare successivamente, ma anche prima di successivamente, dei ragionamenti di riprogrammazione diversa, sia a livello nazionale sia a livello regionale.
Dopo questa parte introduttiva, mi si permetta di entrare un po' negli specifici aspetti di quello che si è visto in questo primo mese di crisi sanitaria. Ovviamente, c'è una crisi economica, c'è una crisi sociale e c'è una crisi industriale, però ora volevo soffermarmi sugli aspetti sanitari.
Per poterne parlare bene, prima occorre capire le cose, perché poi dovremmo parlarne anche per costruire. Dovremmo capirci e ascoltarci: non possiamo dire delle cose semplicemente perché siamo seduti in un posto o nell'altro dell'emiciclo. Occorre andare a livello oggettivo.
Vediamo la questione tamponi. Intanto il Piemonte ha fatto un percorso di .



(Audio mancante o non comprensibile)



STECCO Alessandro

. grazie anche a una politica di "made in Piemonte" e grazie anche all'intervento di un'azienda piemontese che ha introdotto una tecnologia veloce; però, vogliamo andare alle radici del problema dei tamponi e poi andiamo a vedere questo ragionamento, proprio per essere oggettivi e neutri: chi fa più tamponi e che cosa succede.
Innanzitutto, sul tampone vi ricordo che fino al 9 marzo c'era una disposizione nazionale che impediva di fare i tamponi a persone che non fossero state in contatto con una persona proveniente dalla Cina o non fossero state in contatto con il cosiddetto "paziente zero". C'era una visione, fino al 9 marzo, per cui, secondo una disposizione emanata dal Governo, il test si poteva fare solamente ad una persona con un'infezione respiratoria acuta e che avesse avuto uno stretto contatto con un caso confermato o almeno probabile oppure essere stata in zone di presunta contaminazione comunitaria, diffusa o locale.
Questo tipo di disposizione ha dunque impedito, in una prima fase, la corretta esecuzione di tamponi ai - chiamiamoli così- casi sospetti interni, quelli autoctoni. Questo è dimostrabile anche da quanto emerso in Lombardia, dove è grazie all'intervento di un'anestesista, di un medico che decide di derogare da queste disposizioni che si fa un accertamento su un paziente; un accertamento che non era previsto.
Questo aspetto viene cambiato solamente il 9 marzo. Rendiamoci conto: il 9 marzo viene cambiato e, quindi, il 9 marzo si può fare il tampone anche ad una persona che è stata semplicemente in contatto con un positivo. Questo ha sicuramente ampliato la possibilità di fare i tamponi, quindi noi dobbiamo girare l'orologio e farlo ripartire dal 9 marzo. Questo per quanto riguarda il Governo nazionale.
Nel frattempo, cosa succede in meno di un mese? In meno di un mese in Piemonte - e questo io lo posso dire, non perché sono seduto in un banco di maggioranza, ma da persona che ha seguito e ha studiato un po' la situazione da medico - è stata creata una rete di venti laboratori. Se vogliamo andare a vedere, le prime disposizioni del Governo nazionale erano quelle di utilizzare un laboratorio, erano quelle della conferma esclusiva attraverso il laboratorio dello Spallanzani; successivamente, questo aspetto è stato modificato.
Andiamo poi ad esaminare la questione dei tamponi che ogni tanto viene citata, secondo me non del tutto propriamente: il Veneto fa più tamponi. Il Veneto, sì, fa più tamponi, ha fatto centomila tamponi. Lo sapete quanti sono i casi attualmente in Veneto di persone affette da Coronavirus? Sono esattamente gli stessi della regione Piemonte. In particolare, c'è un parametro, che si può consultare, che è la percentuale dei contagi per tampone. Di fatto, con una popolazione molto simile tra Veneto e Piemonte (ci sono 400 mila abitanti di differenza), il Veneto e il Piemonte hanno un numero di contagi, con tampone positivo (chiamiamolo così) molto simile (stiamo parlando di numeri quasi identici); c'è una percentuale di contagi per tampone con un rapporto che per il Piemonte è del 34% e per il Veneto 8,8% ...



(Audio mancante o non comprensibile)



STECCO Alessandro

. fare centomila tamponi o farne solamente nei casi indicati, lo dicono anche i numeri: i contagi rilevati sono gli stessi.
Dopodiché, la questione invece legata al test, che è necessariamente importante fare in questa fase epidemiologica e ben venga anche un'analisi dal punto di vista dei test sierologici, però è giusto ricordare che tutti i passi che ha fatto la Regione Piemonte sono stati tutti fatti seguendo passo passo, le indicazioni dettate dall'Istituto Superiore di Sanità, che è anche quello che emana determinate regole insieme al Consiglio Superiore e mai andando in modo empirico. Per cui, il Piemonte è stato molto istituzionale, dal punto di vista della malattia e del contagio trovato con analoghi risultati al livello del Veneto.
Entriamo su una cosa detta un po' da tutti: è vero che la gestione domiciliare del territorio piemontese ha numeri un po' inferiori rispetto al Veneto e molto inferiori rispetto all'Emilia Romagna (un po' inferiori non tanto al Veneto, ma inferiori all'Emilia Romagna); ma qual è la differenza principale? Dobbiamo anche metterci nei panni di chi guida l'Unità di Crisi, che quindi è un pilota, che si trova a guidare l'Unità di Crisi, che però ha una macchina, che è la Regione, in cui la sanità territoriale del Piemonte è e rimane tuttora (lo era anche prima) da rinforzare.
Questo lo abbiamo detto tutti; era un percorso che doveva essere fatto.
Noi, rispetto alle altre Regioni, abbiamo una sanità territoriale più debole, e questo lo si paga dal punto di vista del numero di casi gestiti a domicilio, della capacità del territorio. Devono dunque essere fatti dei rafforzativi sulle questioni della sanità territoriale dei distretti perché questi sono fondamentali in tale contesto: operare dei rinforzi per far funzionare questa parte, perché si vince con i posti letto aumentati ma si vince anche con le cure a domicilio e con la sanità territoriale, che era un po' in crisi già in condizioni normali, figuriamoci con una pandemia.



PRESIDENTE

Le chiedo di concludere. Grazie.



STECCO Alessandro

Volevo avere anch'io qualche minuto in più concesso agli altri.
In merito ai posti letto, ritengo sia stato fatto un lavoro eccellente: il 100% di terapia intensiva e numerosi posti letto in più in tutti gli ospedali.
Sugli USCA - le Unità Speciali di Continuità Assistenziale - posso solo dire che sono state seguite le linee guida della Conferenza Stato-Regioni e le ASL hanno ricevuto delle indicazioni, delle linee guida interne.
Dopodiché, sono in via di attivazione un po' in tutte le ASL e sono sicuramente il punto su cui lavorare per farle funzionare bene.
Termino (volevo dire tante altre cose, ma mi fermo qui), dicendo che concordo, in parte, con quanto detto dal professor Salizzoni: molto probabilmente, quando riapriremo le attività, non scomparirà tutto e non ci troveremo nella situazione preesistente, ma avremo degli andamenti un po' a molla, ciclici, per cui dovremo adottare dei sistemi di tracciamento del positivo che ogni tanto emergerà e ci saranno altri picchi. Questo, è sicuramente innegabile, pertanto dovremo avvalerci di sistemi di quel tipo.
Concludo, con un piccola questione come Presidente della IV Commissione: in questi momenti, mi rendo conto della difficoltà di chi trascorre 24 ore all'Unità di Crisi e magari non ha sempre la disponibilità di rispondere alle domande; però, io continuerei a riunire la IV Commissione indipendentemente dalla presenza dell'Assessore, che, comunque, ha detto che farà di tutto per esserci, affinché sia un punto di contatto tra i Consiglieri del territorio e per iniziare a collaborare, recuperare le criticità. Anche riguardo a quello che si propone di fare successivamente iniziare a parlarne in Commissione e metterlo in atto durante l'emergenza.
Questa, secondo me, è una base di lavoro e il fatto di non trovarsi se non c'è l'Assessore è sbagliato. L'Assessore verrà, da quello che ho sentito ma noi possiamo comunque fare un certo tipo di lavoro, che siamo tenuti a fare come rappresentanti dei territori. Ognuno di noi è un'antenna e porta determinate informazioni. Questa è la mia proposta al Consiglio regionale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Siamo quasi alla conclusione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; poi concluderà il Consigliere Demarchi, in modo che ci sia alternanza fra maggioranza e opposizione.
Prego, Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti i colleghi.
Intervengo alla fine di questo pomeriggio e ringrazio i colleghi, il Presidente e gli Assessori: ciascuno ha portato un contributo a questo dibattito, in una situazione così delicata. Il fatto di intervenire alla fine, consente - se posso - preliminarmente di esprimere un giudizio ed anche una perplessità, una valutazione più che un giudizio (non ho la facoltà di esprimere giudizi).
La prima valutazione: ritengo che le polemiche vadano messe da parte, e lo dico soprattutto ai colleghi della maggioranza, che ho sentito fare riferimenti al Governo. Vanno messe da parte, perché - come è stato detto molto più autorevolmente di me e decisamente di più - siamo tutti sulla stessa barca, con un mare che è ancora profondamente in tempesta. Io non vorrei che i dati che abbiamo sentito negli ultimi giorni, che ci indicano un leggero calo dei contagi e un significativo aumento dei guariti - che tutti attendevamo - ci distogliessero dal fatto che l'emergenza è ancora forte. Siamo un Paese in cui muoiono ancora, a ieri, 800 persone al giorno in cui ci sono 11.500 morti e migliaia di contagiati. Non ne siamo fuori.
Pertanto, così come chiediamo ai cittadini di continuare a rimanere in casa, continuare a rispettare le regole e non abbassare la guardia, tutti noi che ci siamo impegnati, a tutti i livelli, con degli incarichi politici ad affrontare questa crisi non dobbiamo distogliere l'attenzione dal presente, innanzitutto, sia - ripeto - mettendo da parte le polemiche (ci sarà poi il tempo di fare le valutazioni, di esprimere i nostri giudizi) sia evitando di fare (questa è la seconda considerazione) delle fughe troppo in avanti.
È naturale, quasi, anche per cercare con la nostra mente di uscire dal presente, essere portati a pensare al dopo, pure, giustamente, per cercare di affrontare quella che sarà la crisi economica, la ripresa, la normalità eccetera, ma noi siamo ancora nel "prima". E il prima, per i nostri cittadini, è fatto dal presente, dalla sofferenza di oggi.
Pertanto, dobbiamo concentrarci soprattutto sui problemi sanitari che sono presenti adesso. Ne cito due, che sono stati citati in un po' da tutti, ma che sono le emergenze grosse: una, è quella dei dispositivi. Io non so come possiamo continuare a dare speranza agli operatori sanitari, a coloro che guidano e stanno sulle ambulanze del 118, alle OSS nelle RSA, se, poi, non li dotiamo di tute e mascherine. So bene che è un problema grandissimo perché mancano un po' dappertutto, ma questo è il problema che siamo chiamati ad affrontare.
In merito alla vicenda dei tamponi, non entro - non sono un tecnico, non sono un esperto - sul fatto se siano giuste le politiche dell'Istituto Superiore di Sanità, che dice di farli soltanto ai sintomatici, o se siano giuste le politiche del Veneto, anche se mi pare di capire che, dove si fanno più tamponi (vedi il Veneto), pare ci siano meno decessi; sicuramente ci sono meno ricoveri, sicuramente è un argine all'ospedalizzazione e al contagio.
I cittadini ci chiedono i tamponi, i medici ce li chiedono, gli infermieri le RSA ce li richiedono, chi è esposto ce li chiede; e non basta annunciarli, perché la Regione li sta annunciando da dieci giorni. Oggi, ho apprezzato che l'Assessore abbia detto: "Faremo gli screening all'interno delle RSA", che non sono tamponi, ma le RSA chiedevano (soltanto un'ora fa ho ricevuto delle telefonate): "Ma quando iniziano queste cose?".
Pertanto, noi dobbiamo concentrare gli sforzi su quello e, giustamente sull'emergenza economica del momento, per far sì, come ha iniziato a fare il Governo, che in questi giorni tutte le famiglie abbiano qualcosa da mettere sul tavolo.
Questo è il punto su cui noi dobbiamo concentrarci, perché non siamo affatto usciti dall'emergenza: ci sono ancora troppi decessi e dobbiamo lavorare affinché questi cessino. Ci sono ancora troppi contagiati e c'è un quadro mondiale (come dice spesso giustamente il Presidente Cirio, il virus non guarda i confini né delle province né delle regioni, ma neanche degli Stati e dei continenti) molto preoccupante. Paesi che, tra l'altro, sono più indietro di noi - e anche confinanti con noi - rispetto all'iter dell'emergenza, che non ci può lasciare indifferenti. Invito veramente tutti noi a concentrarci ancora tanto sul presente, iniziando a pensare al futuro, ma concentrandoci molto sul presente.
La seconda e ultima riflessione che voglio fare è proprio sul quadro che ha evocato il Presidente Cirio, guardando all'oggi, ma soprattutto al domani usando un'espressione che io mi sento di non condividere: quella dei poteri straordinari. La parola potere, che oggi viene usata parecchio e viene usata anche dai Capi di Stato (vediamo la vicenda dell'Ungheria, dove Áder ha avuto i pieni poteri di fare un po' tutto quello che vuole), è una parola che può anche essere suggestiva e avere ascolto, in questo momento potere significa capacità di decidere, capacità di risolvere i problemi, ma è una parola anche molto pericolosa.
Io penso che il Presidente Cirio, come tutti i governatori, abbia oggi già tanti poteri: li usi bene, cerchi di usarli bene per quello che è possibile. Forse, sarebbe opportuno parlare non di poteri straordinari, ma di procedure straordinarie: una definizione più serena, più tranquilla, più rassicurante.
Sicuramente, soprattutto per affrontare non solo il presente, ma anche il futuro, avremo bisogno di procedure straordinarie, per bypassare le farragini e le difficoltà burocratiche che allungano i tempi degli appalti e dell'economia e tanti altri aspetti che andranno affrontati. Pertanto inviterei a sostituire le parole "poteri straordinari" con "procedure straordinarie", avendo cura, però, anche di esprimere un'ulteriore riflessione, che è veramente l'ultima.
Ho sentito le affermazioni, che non si sono sentite solo nel nostro Consiglio, da parte del centrodestra e direi, soprattutto, da parte della Lega, ma anche un po' nelle altre Regioni, ho sentito dire che "tutte le cose che non vanno fanno capo allo Stato", "meno male che ci sono le Regioni"; io dico: "Meno male che ci siamo tutti". Credo anche che questa emergenza abbia messo in chiaro e in luce che un Paese non si pu permettere di avere venti sistemi sanitari diversi, in alcune Regioni più eccellenti e in altre in condizioni assolutamente precarie; preghiamo il Cielo e preghiamo il Signore che ciò che stiamo vivendo nelle regioni del Nord non si trasferisca con la stessa intensità in quelle del Sud. Un Paese non si può permettere di avere, in momenti di emergenza, una capacità decisionale così poco centralizzata e così frazionata, creando anche conflitti di competenza tra le Regioni e lo Stato.
Penso che questa situazione i cittadini l'abbiamo sofferta molto. Abbiano sofferto decisioni anche difficili, che però si sono rivelate contrastanti prese in un modo a Roma, in un modo diverso a Torino, diverso a Milano e ancora diverso a Bologna; quindi, forse, da questa urgenza, ma anche qui si va troppo .



(Audio mancante o non comprensibile)



MARELLO Maurizio

. una contraddizione con quello che ho detto, dobbiamo forse ragionare sul fatto che tutti i discorsi sull'autonomia differenziata, eccetera, che abbiamo fatto anche negli ultimi tempi, vadano un po' declinati in modo diverso. Ritengo soprattutto che occorre lavorare affinché non soltanto il sistema sanitario italiano diventi un sistema che non debba più soffrire i tagli subiti negli ultimi decenni, ma sia un sistema più omogeneo, meno disaggregato, meno variegato, meno differenziato tra le Regioni e abbia veramente la capacità di assistere tutti gli italiani allo stesso modo.
Diversamente, non possiamo pretendere che a livelli superiori, per esempio quello europeo, ci sia una visione unitaria e omogenea, se già tra di noi siamo così profondamente divisi.
Credo che questa sarà materia di riflessione in tempi di pace; oggi purtroppo, siamo ancora, per fare una similitudine, forse un po' troppo abusata, in tempi di guerra ed è con questo scenario che noi dobbiamo rapportarci e non dobbiamo noi, come i cittadini, abbassare la guardia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
La parola al Consigliere Demarchi, che è diventato di nuovo padre, al quale porgo di nuovo gli auguri per il lieto evento. Felicitazioni a lei e a sua moglie.
Poiché il Consigliere Demarchi non è collegato, proseguiamo con altri interventi.
Non essendoci altre richieste d'intervento, passiamo all'intervento della Giunta.
La parola all'Assessore Ricca.



RICCA Fabrizio, Assessore allo sport

Grazie, Presidente.
Convergo con il pensiero del Consigliere Bongioanni; anzi, se la prossima settimana riuscissimo già ad andare in Commissione, potremmo affrontare .



(Audio mancante o non comprensibile)



RICCA Fabrizio, Assessore allo sport

. in tempi stretti; se poi fosse già pronto l'atto, magari capendo quali sono le tempistiche, potremmo già portare la deliberazione di Consiglio in Commissione, per poterla analizzare e metterci nella condizione di liberare subito le risorse e fare un ragionamento un pochino più ampio.
Come dicevo prima, è vero che le stagioni sportive, soprattutto quelle dilettantistiche, sono pressoché terminate, però dobbiamo fare in modo che da settembre, quando tutto il mondo dello sport si rimetterà in moto, potrà essere supportato il più possibile. Quindi, andremo assolutamente in quella direzione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ricca.
La parola al Consigliere Demarchi.



DEMARCHI Paolo

Grazie, Presidente.
Ringrazio per gli auguri ricevuti per la nascita di mia figlia Vittoria ringrazio tutti i colleghi Consiglieri regionali che in questi giorni mi hanno scritto o telefonato.
Ringrazio tutti gli Assessori intervenuti quest'oggi in Consiglio regionale sulla vicenda del COVID-19, una vicenda davvero che mette la nostra Regione sotto pressione. Speriamo davvero di poterne uscire il più in fretta possibile. Ringrazio gli Assessori e anche i loro staff, che stanno lavorando giorno e notte per portare avanti tutte le nostre istanze e per cercare di fare il meglio possibile.
Ringrazio anche l'Assessore Marco Protopapa, anche se oggi non è intervenuto, perché in questi giorni, in qualità di Assessore all'agricoltura e al cibo, ha fatto alcuni provvedimenti che sono sicuramente di aiuto all'intera filiera agroalimentare, agli allevatori e agli agricoltori.
Vorrei ricordare l'accordo stipulato con l'industria lattiero-casearia Inalpi, per il ritiro del latte in eccesso. Sicuramente, questa è una buona cosa, perché molti allevatori si sono trovati, dalla sera alla mattina, con le cisterne piene e i caseifici che non ritiravano il latte. Perché non ritiravano il latte? Perché, purtroppo, con la chiusura dei bar e della ristorazione, molti prodotti freschi non vengono più consumati e, quindi c'è stato un leggerissimo surplus di questi prodotti. Una seconda cosa che ha fatto molto opportunamente l'Assessore è una deliberazione di Giunta in tempi brevissimi, per ritirare i resti della lavorazione del latte nei vari biodigestori: sicuramente, questa è una valvola di sfogo molto importante.
Infine, oggi l'Assessore, durante il tavolo con i sindacati agricoli e tutti gli operatori della filiera lattiero-casearia, ha cercato di congelare i contratti in essere dei vari allevatori; ricordo che oggi, il 31 marzo, è l'ultimo giorno dell'annata lattiero-casearia, perché da domani, il 1° aprile, sarà il primo giorno della nuova annata. Cosa ha fatto l'Assessore? Congelando i contratti in essere, sia dal punto di vista del ritiro sia dal punto di vista dell'aspetto economico, è stato chiesto ai caseifici di continuare a ritirare il latte degli allevatori e di corrispondere la stessa cifra corrisposta nell'ultimo mese. Questo sicuramente è una cosa positiva.
Un'altra delle cose che sono state fatte dal punto di vista dell'agricoltura è l'aumento fino all'80% dell'assegnazione del gasolio agricolo a titolo di anticipo, e anche questa è sicuramente una mano tesa a tutto il comparto agricolo.
Chiedo ancora, se sia possibile, all'Assessorato dell'agricoltura, ma ho già parlato con l'Assessore Protopapa, che è sicuramente disponibile, di aprire direttamente alle aziende agricole l'opportunità per l'alloggiamento dei lavoratori stagionali. Infatti, non dimentichiamo che, a breve, anzi a brevissimo, partirà la stagione della raccolta della frutta, quindi c'è necessità di manodopera stagionale. Cosa potrebbe fare l'Assessorato all'agricoltura? Potrebbe andare incontro alle aziende agricole per l'alloggiamento dei vari lavoratori stagionali. Bisogna studiare diverse modalità, valutare anche in Commissione cosa si può fare. Una di queste potrebbe essere, la lancio lì, un'agevolazione per l'acquisto, oppure il noleggio, dei moduli abitativi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Dichiaro chiusa l'informativa della Giunta regionale sull'emergenza COVDI 19.
Passiamo al punto successivo all'o.d.g.


Argomento: Bilanci preventivi

Atti d'indirizzo collegati al disegno di legge n. 68 "Bilancio di previsione finanziario 2020-2022":


PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 128 "Una nuova politica regionale per la non autosufficienza" presentato da Valle, Giaccone, Magliano, Marello, Avetta Canalis, Rossi, Gallo, Sarno



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 211 "Predisposizione di un nuovo programma di finanziamento a favore dei Consorzi per la gestione dei rifiuti urbani" presentato da Bertola, Disabato, Sacco, Martinetti, Frediani



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 212 "Per una reale libertà di educazione" presentato da Magliano



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 213 "Riapertura del Castello di Valcasotto" presentato da Bongioanni, Marrone, Nicco



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 214 "Modifiche all'articolo 8 della legge regionale 23 settembre 2003, n. 23" presentato da Mosca, Preioni, Fava, Gagliasso, Cane Perugini, Nicotra, Cerutti



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 215 "Emergenza Coronavirus. Risposte concrete a cittadini e imprese piemontesi" presentato da Gallo, Ravetti, Marello Canalis, Rossi, Valle, Avetta



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 216 "Stanziamento dei fondi necessari allo sviluppo dell'Accordo di programma per rilanciare il settore Termale di Acqui Terme 2022" presentato da Sacco, Bertola, Frediani, Disabato



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 217 "Biomonitoraggio umano della popolazione residente presso il Polo chimico di Spinetta Marengo, Alessandria" presentato da Sacco, Bertola, Disabato



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 218 "Misure straordinarie a sostegno del settore dei beni culturali del cinema e dello spettacolo dal vivo - presentato da Frediani, Bertola, Sacco, Disabato



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 219 "Patrocinio regionale a marketplace online per agevolare il commercio di prossimità in crisi a seguito dell'emergenza sanitaria da coronavirus" presentato da Marrone



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 220 "Sostegno al comparto del micro e piccolo commercio - presentato da Disabato, Sacco, Frediani, Martinetti, Bertola



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 221 "Supporto economico per l'attivazione di programmi di sperimentazione che permettano l'allontanamento e il contenimento degli ungulati con metodi non cruenti" presentato da Disabato, Bertola, Frediani Martinetti, Sacco



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 222 "Misure per fronteggiare gli impatti dell'emergenza Coronavirus nei settori dei servizi educativi, cultura turismo e sport" presentato da Valle, Sarno, Rossi, Salizzoni, Gallo Marello, Ravetti, Canalis



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 224 "Emergenza Coronavirus Azioni conseguenti in ambito sanitario" presentato da Rossi, Gallo, Sarno, Valle, Salizzoni Magliano, Avetta, Ravetti, Grimaldi, Marello



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 225 "Monitoraggio costante del ciclo dei contratti pubblici regionali legati all'emergenza Covid-19 (Collegato al bilancio)" presentato da Sarno, Valle, Magliano, Bertola, Frediani, Avetta, Grimaldi Gallo, Rossi, Marello



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 226 "Istituzione di OCC regionale (Organismo di composizione della crisi) ex legge 3/2012 detta 'salvasuicidi' per il sovraindebitamento incolpevole" presentato da Nicco, Marrone



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 228 "Emergenza Covid-19, disposizioni per la protezione dei lavoratori, delle lavoratrici delle filiere produttive essenziali e dei sanitari" presentato da Grimaldi, Magliano, Salizzoni



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno di cui al punto 4) all'o.d.g.
Previa intesa in Conferenza dei Capigruppo, gli ordini del giorno sono stati mandati con un ordine ben preciso. Prima quelli collegati al bilancio e all'emergenza COVID-19; a seguire tutti gli altri. Sono stati inseriti e iscritti gli ordini del giorno aggiuntivi di ogni Gruppo consiliare e collegati a quelli precedenti sempre sul tema emergenza COVID-19.
La Giunta vuole esprimere un parere o qualche Consigliere chiede di intervenire sull'illustrazione degli ordini del giorno? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Per noi la discussione generale è servita anche a illustrare gli ordini del giorno. Abbiamo ancora mezz'ora di tempo e, per rispetto dei lavoratori come la scorsa settimana, chiederei a tutti, se è possibile, di ascoltare solo la Giunta, per capire se ci sono indicazioni e poi procedere al voto su ogni ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per comunicare che vorrei modificare l'impegno del mio ordine del giorno, che era già caricato e non sono riuscita a modificarlo.



PRESIDENTE

Qual era, per velocizzare il processo? L'ordine del giorno n.218 "Misure straordinarie a sostegno del settore dei beni culturali del cinema e dello spettacolo dal vivo".



FREDIANI Francesca

Scrivo la modifica nella chat o la leggo?



PRESIDENTE

Scriva nella chat. Se era una modifica breve come una parola o una virgola lo modificavamo. Ho visto la modifica, grazie.



FREDIANI Francesca

In pratica, la modifica è al terzo punto.



ROSSI Domenico

Anch'io, Presidente, ho una modifica veloce sull'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere.



ROSSI Domenico

Il mio ordine del giorno è il n. 224. Chiedo di aggiungere - poi lo scrivo in chat - "un impegno relativo all'implementazione definitiva del fascicolo elettronico e delle forme di telemedicina". É un impegno che si aggiunge a quelli già presenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Scusi, Presidente, solo un chiarimento. Il mio ordine del giorno, il n.
212, è sul bilancio, non è strettamente sull'emergenza COVID-19. L'ordine del giorno viene messo al fondo, ma nell'elenco era uno dei primi. Volevo capire se volete votare prima gli ordini del giorno collegati all'emergenza COVID-19.



PRESIDENTE

C'erano prima tutti gli ordini del giorno sull'emergenza COVID-19 e successivamente gli altri. Sulla tabella sono stati definiti quelli legati all'emergenza COVID-19, fino all'ordine del giorno n. 235 e successivamente, dal 128 al 221, sono quelli unit free, come viene definito in termine medico.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Il mio emendamento era già stato anticipato anche via mail.
Va bene anche l'impegno dell'ordine del giorno n. 224 del Consigliere Rossi. Se la Giunta vuole esprimere un parere su tutti gli ordini del giorno, ne ha facoltà



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Devo esprimere un parere sull'ordine del giorno della Consigliera Frediani?



PRESIDENTE

Su tutti gli ordini del giorno, a partire dall'ordine del giorno n. 219 oppure se ha un elenco diverso la seguo e poi faccio la spunta.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Esprimo un voto di astensione sull'ordine del giorno della Consigliera Frediani.



PRESIDENTE

E sugli altri ordini del giorno? Mi può dire l'oggetto dell'ordine del giorno, il numero oppure il primo firmatario?



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Sull'ordine del giorno n. 215: astensione; sull'ordine del giorno n.218: astensione.



GRIMALDI Marco

Può dire anche chi è il primo firmatario?



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 215, il Consigliere Gallo; l'ordine del giorno n.
218, la Consigliera Frediani.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Sull'ordine del giorno n. 222 del Consigliere Valle: astensione sull'ordine del giorno n. 224 del Consigliere Rossi: astensione sull'ordine del giorno n. 225 del Consigliere Sarno:, astensione sull'ordine del giorno n. 228 del Consigliere Grimaldi: astensione sull'ordine del giorno n. 231..



FREDIANI Francesca

Chiedo scusa, mi sembra stia saltando degli atti: possiamo averli in sequenza?



PRESIDENTE

Poi li riprendiamo. C'è l'ordine del giorno n. 219, a prima firma del Consigliere Marrone.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Sull'ordine del giorno n. 219 del Consigliere Marrone: parere favorevole.



PRESIDENTE

Assessore, ha saltato, non so se intenzionalmente o meno, l'ordine del giorno n. 226 del Consigliere Nicco.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Sull'ordine del giorno n. 226 il parere è favorevole; ho saltato intenzionalmente perché volevo esprimermi dopo. Va bene lo stesso, non è un problema.



PRESIDENTE

Assessore, le chiedo di esprimersi seguendo l'ordine della tabella che abbiamo davanti.



FREDIANI Francesca

In ordine di bocciatura.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Ordine del giorno n. 230 del Consigliere Stecco: parere favorevole; ordine del giorno n. 231 della Consigliera Disabato: astensione; ordine del giorno n. 232 del Consigliere Sarno: astensione; ordine del giorno n. 233 del Consigliere Giaccone: astensione; ordine del giorno n. 234 del Consigliere Grimaldi: astensione; ordine del giorno n. 235 del Consigliere Ruzzola: parere favorevole; ordine del giorno n. 228 del Consigliere Valle: astensione; ordine del giorno n. 211 del Consigliere Bertola: astensione ordine del giorno n. 212 del Consigliere Magliano: astensione; ordine del giorno n. 213 del Consigliere Bongioanni: parere favorevole; ordine del giorno n. 214 del Consigliere Mosca: parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 216 poiché riguarda anche il sottoscritto e altri Assessori che avevano dubbi, chiederei al Consigliere Sacco di ritirarlo e di ripresentarlo.
Ordine del giorno n. 217 del Consigliere Sacco: astensione; ordini del giorno n. 220 e n.221 della Consigliera Disabato: astensione. Sono finiti.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore Tronzano, manca il n. 229, a prima firma del Consigliere Marrone.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Su questo, parere favorevole.



PRESIDENTE

E poi c'è il n. 213 del Consigliere Bongioanni, su cui era favorevole.
Grazie.
La Consigliera Disabato ha chiesto di ritirare un ordine del giorno. Qual è?



DISABATO Sarah

Presidente, sto cercando il numero, perché non ce l'ho sottomano.



PRESIDENTE

L'oggetto qual è?



DISABATO Sarah

È uno di quelli che non c'entra con l'emergenza sanitaria in atto. È il n.
221.



PRESIDENTE

È quello relativo al sostegno al comparto o quello che è collegato al disegno di legge n. 68 inerente a "Supporto economico per l'attivazione di programmi di sperimentazione che permettano l'allontanamento e il contenimento degli ungulati con metodi non cruenti"?



DISABATO Sarah

Sì, è quello: è il n. 221.



PRESIDENTE

Quello è ritirato?



DISABATO Sarah

Sì.



PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Ho una cosa da dire sull'ordine del giorno n. 226 a prima firma del Consigliere Nicco, perché mi pare di aver capito che gli ordini del giorno non li illustreremo. Credo che ci sia un errore su quello che ha come firmatario il Consigliere Nicco e che ha come oggetto l'usura e il sovraindebitamento.
L'errore è il seguente. Il Consigliere Nicco dice, ad un certo punto, che occorre creare un organo di conciliazione della crisi regionale e poi che questo organo di conciliazione debba aprire delle sue sedi nel territorio piemontese (se non ho letto male l'ordine del giorno). Questo lo ritengo un errore, anche perché tantissimi organi di conciliazione della crisi sono già stati costituiti dalle Province e dai Comuni; ci siamo sempre detti che l'organo di conciliazione regionale, qualora fosse stato costituito avrebbe dovuto coordinare e facilitare la nascita di quelli sul territorio che sono più vicini ai cittadini. Così come ritengo un errore il fatto che c'è scritto che la maggior parte delle risorse stanziate debbano andare a questo organo di conciliazione regionale.
Invece, c'è in ballo una questione legata ad un accordo con il Tribunale che è in sospeso da mesi e su cui ho presentato un'interrogazione, alla quale sto aspettando una risposta da diversi mesi. Forse è il caso o di modificare l'ordine del giorno o di sospenderlo, per avere una discussione condivisa su un tema così importante, perché scritto in questa maniera, da parte mia perlomeno - ma credo anche del mio Gruppo - non ci può essere condivisione, perché ci sono delle cose da sistemare. Lo dico in qualità di primo firmatario della legge su cui questo ordine nel giorno si appoggia.
Inoltre, Presidente mi permetta una considerazione di natura generale.
Abbiamo ascoltato il parere della Giunta e ringraziamo l'Assessore Tronzano per averlo fatto, ma manca ancora una volta una motivazione, perché al netto che su tutti quelli dell'opposizione c'è un'astensione, nel merito non entriamo mai. Abbiamo aspettato una settimana (da martedì scorso) per arrivare agli ordini del giorno, per sentirci dire, senza alcuna motivazione di merito, che tutti vengono considerati con il voto di astensione, anche quelli che riguardano gli investimenti in sanità, i quali, come tutti oggi abbiamo detto, sono necessari.
Per fortuna, mi permetto una battuta, almeno per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 230 del collega Stecco, alcuni punti assomigliano a quelli dell'ordine del giorno n. 224 e sono contento che, almeno dal punto di vista operativo, anche se non l'ha presentato il PD ma l'ha presentato la Lega, qualcosa verrà fatto ugualmente.
Diciamo che, rispetto ai rapporti tra maggioranza e opposizione di cui abbiamo parlato ad inizio seduta, anche in questo caso credo che non siamo di fronte ad un atteggiamento costruttivo e che vuole migliorare le cose.
Rispetto agli ordini del giorno, che sono atti di indirizzo, qualora dovessero essere bocciati, ci aspettiamo delle motivazioni sul perch vengono bocciati, cioè ci dovete spiegare perché sono sbagliati o perch non vanno bene; inoltre, ci sono anche delle proposte di lievi modifiche che possono rendere il testo più compatibile con le volontà della Giunta.
Invece, fare una bocciatura di massa, credo che sia semplicemente un atteggiamento pregiudiziale che non aiuterà, ancora una volta, ad avere dei buoni rapporti tra maggioranza e opposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Devo dire che all'inizio di questa legislatura avevo fatto una previsione ma speravo in qualche modo di non vederla davvero così, in tutta la sua durezza e banalità del male. Avevo detto al Presidente Cirio che purtroppo avrebbe giocato la parte del Ghigo del 2020, ma con la Lega intorno.
Io ve lo dico serenamente: la collaborazione con il Presidente continuerà ad andare avanti per tutta questa crisi ed oltre, perché è il Presidente della Regione Piemonte e perché noi siamo un'opposizione leale. È la lealtà che abbiamo messo in campo anche la scorsa settimana, evitando di fare qualsiasi tipo di lavoro di opposizione. Non parlo né di ostruzionismo n di barricate: noi non abbiamo neanche svolto il nostro ruolo, se vogliamo dire la verità, perché non abbiamo neanche presentato i nostri emendamenti tra l'altro - lo ricordo - tutti bocciati.
Dopo l'appello del Presidente a contribuire ad uscire insieme dalla crisi (appello riaggiornato oggi), la sua maggioranza e una Giunta poliedrica come piace tanto dire all'Assessore Tronzano (com'è che si chiamano? I cosiddetti cluster.). Me lo dica lei, Presidente Allasia.



PRESIDENTE

Ero presente in quella Commissione.



GRIMALDI Marco

Stavo dicendo che, dopo tutto questo dibattito, si bocciano ordini del giorno che chiedono la riconversione, per esempio, degli stabilimenti ex Embraco per finalità sanitarie, cosa che mi pareva di aver capito, da alcuni comunicati stampa, fosse anche nelle disponibilità della Giunta, ma forse non della maggioranza, a questo punto. Si bocciano provvedimenti che chiedono soprattutto di continuare lo screening, non solo nel campo sanitario, ma anche nel socio assistenziale, cosa che mi è parso di capire nella discussione fosse almeno un piccolo oggetto di mediazione cultural politica anche da divulgare all'esterno (basta vedere i tanti vostri comunicati stampa nelle scorse ore). Ce ne sono tanti di temi, adesso ne dico alcuni, ma potrei citare quelli del collega Sarno sul tema della legalità; abbiamo addirittura messo un Magistrato a provare a seguire tutti i protocolli.
Mi pare di capire che questo sia più che altro un modo non solo per irrigidirsi, ma per dire che il lavoro delle opposizioni, alla fine, non conta nulla. Ne prendiamo atto, decidete voi se sospendere in questi 16 minuti o fare a tamburo battente, come vi abbiamo fatto fare la scorsa settimana, tutte le bocciature che avete messo in campo.
Credo, anche per la dignità di questo Ente e per quello che ci siamo detti la scorsa settimana, che dovreste - voi - abbandonare questo tipo di strategia. Non lo volete fare? Pazienza, noi continueremo ad essere leali e rispettosi, ma soprattutto continueremo a pensare solo agli interessi dei piemontesi e delle piemontesi, cosa che vi siete dimenticati da tempo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Erano i "cluster olistici tridimensionali".



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente: devo segnarmelo perché ogni volta.



PRESIDENTE

Gliel'ho potuto dire grazie a "santo Google" e ad Internet che funziona fortunatamente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Presidente, a me quest'astensione come unica risposta della Giunta mi sembra un "ci vediamo in assestamento", e cioè "poi non se ne fa nulla".
Il mio ordine del giorno non era sul COVID, quindi era giustamente in coda ma io voglio sapere qual è la motivazione per cui questa maggioranza si astiene, perché quello che è riportato in quell'ordine del giorno non è nient'altro che la promessa elettorale che Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia forse non si ricordano nemmeno di avere fatto. È stata fatta durante la campagna elettorale proprio su quelle cifre e su quella caratterizzazione dell'ISEE, quindi non capisco perché ci si astiene. Non è una misura che impatta subito, è una misura che dice a che punto dovremmo arrivare per l'anno scolastico 2020-2021, e ci asteniamo? Io pretendo di sapere dall'Assessore, o da chi avrà voglia di metterci la faccia, il motivo per cui si sconfessa una misura che faceva parte del programma elettorale di alcune forze politiche di maggioranza e di alcune di opposizione. E' inaccettabile che con la parolina "astensione" si liquidino giornate di lavoro di persone che hanno provato a studiare - il mio è un ordine del giorno, ma penso anche a tutti quelli dei colleghi misure assolutamente utili per il nostro Piemonte. Così facendo, ci si trincera di nuovo dietro una modalità per cui non si coglie nulla di quello provano a fare le opposizioni - neanche quelle che usano toni meno forti come la mia, e che vorrebbero offrire un contributo - e si scappa. Perch questo significa scappare dalle proprie responsabilità, dalle promesse fatte e dai voti ricevuti.
Presidente, io le chiederei, se fosse possibile, di ricevere almeno una dignitosa argomentazione tecnica, politica e di contenuto sul perché, per la terza volta - perché questa è la terza volta! - questa maggioranza boccia misure che hanno a che fare con la libertà di educazione, tanto sbandierata in campagna elettorale, quanto vilipesa in quest'Aula, da quando vi siete insediati.
Attendo una risposta politica nel merito per poterla condividere con chi si augurava una nuova era di libertà e di educazione in Regione Piemonte, con questa Giunta e con questa maggioranza. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Ha chiesto la parola il Consigliere Nicco, penso sulla richiesta del Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



NICCO Davide

Grazie, Presidente.
Vorrei solo rispondere ai dubbi che aveva avanzato il Consigliere Rossi in merito all'ordine del giorno sull'OCC. L'eventuale OCC regionale non si propone di sostituire gli OCC comunali (peraltro, in qualche Comune è già stato istituito; nel Comune di Villastellone, ad esempio, proprio quando io ero Sindaco, avevamo istituito un OCC, il primo nel Nord Italia) ma intende affiancarsi a loro.
Gli OCC comunali hanno dei grossi problemi di gestione, in primo luogo perché nei piccoli Comuni ogni OCC deve sottoscrivere e pagare un'assicurazione propria; in secondo luogo, perché ci sono delle difficoltà proprio di gestione, specie nei piccoli Comuni.
Il progetto di un OCC regionale servirebbe, invece, a costruire un "cappello" comune per tutti i Comuni della Regione che si vogliano convenzionare e agire con una certa autonomia, ma sotto il cappello regionale, in modo che ci sia una sola assicurazione da pagare a livello regionale, e una sola gestione burocratica a livello regionale. Sarebbe un OCC della Regione, che si convenziona con almeno un Comune di ogni territorio (o di ogni tribunale, perché voi sapete che il territorio regionale è diviso in territori di competenza di ogni singolo Comune).
Questo agire sotto un cappello comune farebbe superare anche un altro problema tecnico che spesso incontrano gli OCC dei singoli Comuni.
Infatti, l'OCC di ogni singolo Comune può operare solo per i residenti nel territorio del tribunale di competenza, determinando dei limiti operativi che, invece, operando sotto il cappello dell'OCC regionale verrebbero superati. Perché ogni Comune convenzionato con l'OCC regionale potrebbe operare per tutti i cittadini della Regione Piemonte (o anche solo per una parte) e, se questo fosse il progetto, potrebbe servire a pagare le prime spese per istruire la pratica, che, per mia esperienza, molti sovraindebitati neppure hanno. Cioè, molte volte, ai sovraindebitati, per iniziare la loro pratica di sdebitazione, vengono chiesti 50 o 100 euro di marche da bollo o di diritti di segreteria che non sono nemmeno in grado di pagare. In questo caso, la Regione, se volesse (ma potrebbe anche decidere diversamente), potrebbe finanziare quelle piccole spese iniziali per il sovraindebitamento.
Anche in questo caso, quindi, non è previsto alcun vincolo di bilancio perché - lo ripeto, così, di fatto, ho già fatto una piccola illustrazione dell'ordine del giorno - l'OCC non avrebbe costi per la Regione, dal momento che gli operatori, nell'ambito dell'OCC, vengono pagati in prededuzione .



(Audio mancante o non comprensibile)



NICCO Davide

. della procedura. Con questa iniziativa, quindi, la Regione Piemonte non affronterebbe nessun costo.
Grazie, ho concluso Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Nicco.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anch'io, come i colleghi Grimaldi e Magliano (se non erro), vorrei conoscere la motivazione per cui si è dichiarata l'astensione rispetto ai nostri atti di indirizzo.
Ancor più, tutto il mio Gruppo avrebbe piacere di illustrare gli atti di indirizzo; quindi vorrei capire come intendiamo procedere, visto che oggi la chiusura della seduta è prevista per le ore 18.00.
Potremmo sospenderne la trattazione e rimandare la discussione alla prossima seduta, così, nel frattempo, abbiamo tempo per riflettere meglio sulla situazione.



PRESIDENTE

Se desideravate intervenire sulla discussione dei singoli ordini del giorno si poteva tranquillamente fare.



FREDIANI Francesca

Ma parliamo di dieci minuti per ogni atto di indirizzo!



PRESIDENTE

Sì, sì.



FREDIANI Francesca

E abbiamo definito come termine le ore 18.00.



PRESIDENTE

Sì, il termine oggi è previsto per le ore 18.00. Non penso.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Però se mi parla sopra, non posso intervenire! Se no, chiudo io e parlate voi.
Dato che avete già fatto così altre volte, io sono il Presidente del Consiglio per cui sono io a decidere.
Si è deciso nella Conferenza dei Capigruppo che alle ore 18.00 si sarebbe chiusa la seduta. Non essendoci questioni di bilancio o questioni particolarmente urgenti e necessarie (peraltro, nessuno ha posto la questione pregiudiziale di mantenere la seduta aperta oltre l'orario prestabilito), avevamo stabilito che alle ore 18.00 avremmo terminato i lavori.
Indiscutibilmente, com'è sempre successo e come la normalità e il Regolamento prescrivono, se non si conclude la discussione di un punto all'o.d.g., la stessa verrà demandata al Consiglio successivo. Sarà poi la Conferenza dei Capigruppo che deciderà quando si convocherà la nuova seduta.
Se c'è la volontà di intervenire, indubbiamente non c'è la possibilità di fare uno e l'altro. Anche per le votazioni dei numerosi atti di indirizzo (almeno 26, se non erro, ma non ho la calcolatrice!) sarebbe impossibile terminare in otto minuti, anche se le affrontassimo per pacchetti. Perciò, indiscutibilmente, si può aprire la discussione generale e si concluderà nelle prossime sedute.
Il Consigliere Gallo aveva chiesto di intervenire; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
In realtà mi ha anticipato: se questa è la sua decisione a noi va bene perché noi riteniamo di volerci confrontare sul merito degli ordini del giorno, prendendoci il tempo necessario per discuterli e per capire insieme le posizioni dei Gruppi politici che sono state sintetizzate (immagino d'intesa con la Giunta) sui singoli atti. Il fatto di voler esprimere un voto di astensione non ci consente di capire se sono favorevoli o contrari a determinati nostri impegni, per cui non capiamo nel merito la loro posizione.
Poiché sono ordini del giorno e non capita nulla se li discutiamo martedì prossimo o quando decideremo di convocare il Consiglio regionale come Vicecapogruppo del Partito Democratico, le chiedo di poter illustrare nel merito a tutti i cittadini piemontesi le proposte inserite all'interno di questo ordine del giorno, che, per inciso - brevemente, come ha fatto anche il collega Nicco - contiene un impegno a rivedere il piano della competitività alla luce dell'emergenza che stiamo vivendo, che mi sembra una delle tante cose dette dal Presidente Cirio questa mattina alle ore 11.00.
Rimango quindi un po' perplesso circa la posizione assunta dalla maggioranza. Oltre a quello, ci sono altre questioni di natura economica e di politica industriale, sulle quali si può essere legittimamente contrari ma sulle quali mi piacerebbe discutere. E dato che non c'è un'emergenza imminente, come poteva essere il bilancio da chiudere lo scorso martedì, le chiederei di aprire la discussione o di rinviarla a martedì prossimo (o quando decideremo di convocare il Consiglio regionale). Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Gallo.
Vi informo, per precisione, che gli ordini del giorno collegati sono 24.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, oggi ho qualche problema con la linea Internet, per cui mi scuso per la scarsa qualità dell'audio.
Ma al di là dei miei problemi con la linea Internet, ammetto di aver trascorso la giornata a prendere appunti, nel senso che ho avuto il piacere di ascoltare molti interventi davvero interessanti - non voglio fare l'elenco - sia tra i banchi dell'opposizione sia tra i banchi della maggioranza; compreso - quando è il caso di dirlo, bisogna dirlo l'intervento dell'Assessore Icardi che mi è sembrato, in questa fase corretto nei modi e nei contenuti.
Ricordo molto bene quello che alcuni libri di storia riportano su una citazione di Bismarck, cioè che la politica non è una scienza come molti professori immaginano, ma è un'arte. Rispetto all'atteggiamento prevalente della maggioranza, l'idea della politica, lo strumento "politica", per alcuni dei nostri colleghi non è né una scienza né un'arte.
Non voglio essere offensivo nei confronti di nessuno, ma se siamo arrivati a questo livello di scontro, e non di confronto, tra maggioranza e opposizione, rilevo che tra i banchi della maggioranza emergono i profili degli apprendisti della politica.



(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti. Abbiamo sentito tutto l'intervento.
Penso che le tabelle dell'Assessore Icardi sull'andamento dell'epidemia siano state inviate via e-mail a tutti i Consiglieri perché potevano essere di spunto e interessanti per tutti.
Mi dispiace, Consigliere Ravetti, ma non ricordo mai le citazioni, per cui per me sono sempre nuove, quando me le fanno.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Preioni ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Volevo informare i colleghi che in Regione Lombardia stanno votando il disegno di legge sulle grandi derivazioni idroelettriche. Con grande rammarico, verifico che non c'è questa opportunità per il Piemonte e per le casse del Piemonte. Tuttavia, voglio rassicurare che questa maggioranza è granitica; noi abbiamo una politica più pratica, pragmatica che ci contraddistingue. Non abbiamo una politica da Prima Repubblica, non siamo avvezzi ai temi dorotei di una volta, probabilmente oggi siamo nella Repubblica 2.0 e intraprendiamo un'azione politica di questo tipo.
Ricordo ancora che oggi sono intervenuti otto Consiglieri della Lega su 25 praticamente un terzo. Anche oggi abbiamo dimostrato grande responsabilità perché, a differenza di alcuni Gruppi che, ad ogni seduta di Consiglio occupano liberamente l'intero Gruppo nella discussione, noi cerchiamo sempre di limitare i nostri interventi.
Ultima cosa. Volevo fare un appunto sulle considerazioni finali del Consigliere Marello, che mi hanno allarmato, quando si faceva riferimento a 21 sanità diverse e si paventava un ritorno allo Stato centrale; cosa molto lontana, anzi lontanissima dal nostro modo di vedere perché oggi in Piemonte e in tante regioni c'è una sanità di livello e ci spaventa quando si vuole centralizzare. Purtroppo, in Italia, quando si centralizza c'è sempre il rischio che invece di andare verso l'alto si vada verso il basso.
Sono dunque contento che ci siano scelte regionali diverse; sono contento che ci sia una sanità piemontese, lombarda e veneta di qualità che va preservata. Ci mancherebbe che Roma debba dettarci la linea; troppe volte abbiamo visto che quando il Governo centrale ci ha dettato la linea", alla fine ha fatto solo disastri e rovinato sistemi che funzionavano.
Questa è una nostra prerogativa e la Lega, in questa Regione, certamente non si farà togliere poteri e depotenziare, soprattutto in campo sanitario: ci mancherebbe ritornare ad una gestione estremamente centralista! Per chiudere la giornata, volevo fare un richiamo federalista, nel senso buono del termine: il controllo dei territori e le decisioni vicine ai cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Presidente, poiché sono le ore 18.00 rinuncio al mio intervento.
Abbiamo aperto il Consiglio con il Consigliere Preioni e chiudiamo con il Consigliere Preioni. Il Consiglio apre e chiude più o meno nello stesso modo. Ahimè!



PRESIDENTE

Non mi ricordo chi è intervenuto per primo, ma va bene lo stesso.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Immagino che rimandiamo alla prossima seduta.



PRESIDENTE

Questo sicuramente. Mi sembrava, non dico ovvio, ma che ci fosse l'intesa di tutti i Gruppi a rimandare il punto all'o.d.g. del prossimo Consiglio.
Informo che il Presidente Cirio ha espresso la volontà di partecipare alla Conferenza dei Capigruppo, ragion per cui ci stiamo organizzando per svolgerla in sua presenza, sempre da remoto, o mercoledì o giovedì. Appena avremo notizia, vi esporremo un paio di orari, in modo che siamo tutti concordi per trovarci, svolgere la Conferenza dei Capigruppo e sviluppare l'o.d.g. della prossima seduta.
Se non ci sono altre richieste di intervento, chiudiamo la seduta.
Ringrazio tutti per l'ampia discussione sull'emergenza COVID-19; ci aggiorniamo alla prossima seduta.
Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.04)



< torna indietro