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Dettaglio seduta n.62 del 03/03/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 10.35 il Presidente Allasia comunica che la seduta per mancanza del numero legale, inizierà alle ore 11.00)



(La seduta inizia alle ore 11.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Ci siamo accorti che il nostro ordine del giorno n. 169, iscritto al punto 10) all'o.d.g. "Difendere il vino piemontese dai dazi USA" è superato per oggetto, anche perché un po' datato, per cui lo sostituiremmo con un altro l'ordine del giorno n. 209 "Lufthansa, nessuna riduzione dei voli sugli scali piemontesi" riguardante le compagnie aeree.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste d'intervento, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Chiorino, Cirio, Giaccone, Graglia e Mosca.
Non è presente l'Assessore Poggio.
b) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
c) Processi verbali precedenti sedute Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute dell'11 febbraio 2020.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 14, 21 e 28 gennaio e del 4 febbraio 2020


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 69 "Consorzio di Irrigazione e Bonifica "Associazione Irrigazione EST Sesia" di Novara (articoli 33, 38, 45, 47 Statuto dell'Ente) - Assemblea dei delegati - Nomina di 1 rappresentante"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 70 "Commissione di Garanzia (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, comma 1, l.r. 25/2006) Elezione di un membro in sostituzione del signor Paolo Cattaneo (ex Consigliere regionale)"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 71 "Azienda pubblica di servizi alla persona A.P.S.P. Casa Benefica (articolo 10, Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 1 membro"


PRESIDENTE

Gli elenchi delle candidature, pervenute a seguito di avviso pubblico, sui quali la Commissione Consultiva per le nomine ha espresso parere favorevole, ai sensi degli articoli 6, 9 e comma 6 della legge regionale 23 marzo 1995, n. 39, sui criteri e disciplina delle nomine a incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra le Regioni e i soggetti nominati, sono stati messi a disposizione dei Consiglieri tramite pubblicazione e supporto delle sedute d'Aula.
Ai sensi dell'articolo 74, comma 2, dello Statuto, occorre procedere alla votazione a scrutinio segreto, previo appello nominale.
Nomino scrutatori i Consiglieri Bertola e Gavazza.
Prego il Vicepresidente Salizzoni di procedere all'appello nominale.



(Il Vicepresidente Salizzoni effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 68, inerente a "Modifiche e integrazioni alla deliberazione del Consiglio regionale n. 41-27266 del 17 dicembre 2019 (Istituto di ricerche economico e sociali - IRES. Consiglio di Amministrazione. Designazione di cinque membri)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 68, di cui al punto 4) all'o.d.g.
In data 21 febbraio 2020, è pervenuta dal signor Giampaolo Zanetta, già designato, con deliberazione del Consiglio regionale del 17 dicembre 2019 quale componente del Consiglio d'Amministrazione di IRES Piemonte, una nota con la quale il medesimo, a precisazione e a rettifica di quanto dichiarato nella domanda di candidatura a membro del citato Consiglio Amministrazione comunica l'intervento in quiescenza a far data dall'aprile 2006.
La Commissione consultiva per le nomine, nella seduta del 24 febbraio 2020 ha preso atto della comunicazione pervenuta e, nella stessa seduta, ha così stabilito di provvedere a porre in essere gli adempimenti necessari, al fine di ottemperare alla disposizione nazionale vigente, in base alla quale gli incarichi e le cariche degli organi di governo e della Pubblica Amministrazione e degli enti o delle società da esse controllate possono essere conferite a soggetto in quiescenza esclusivamente a titolo gratuito.
In data 24 febbraio, la Commissione ha pertanto licenziato all'unanimità la presente proposta di deliberazione al Consiglio regionale, al fine di dare atto che, ai sensi dell'articolo 5, comma 9 del decreto legge 95/2012, il collocamento in quiescenza del signor Giampaolo Zanetta comporta il conferimento a titolo gratuito dell'incarico di componente del Consiglio d'Amministrazione di IRES Piemonte.
È aperta la discussione generale.
Poiché nessuno chiede la parola, procediamo con la votazione della deliberazione in oggetto.
Il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 68, il cui testo sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame testo unificato delle proposte di legge n. 5 e n. 75, inerente a "Modifiche alla legge regionale 3 agosto 2011, n. 15 (Disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali). Modifiche della legge regionale 31 ottobre 2007, n. 20 (Disposizioni in materia di cremazione, conservazione, affidamento e dispersione delle ceneri)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 5 e n. 75, inerente a "Modifiche alla legge regionale 3 agosto 2011, n. 15 (Disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali). Modifiche della legge regionale 31 ottobre 2007, n. 20 (Disposizioni in materia di cremazione,conservazione, affidamento e dispersione delle ceneri)", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatori sono i Consiglieri Cane, Valle e Bertola.
La parola al Consigliere Cane, relatore di maggioranza.



CANE Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Questa proposta di legge regionale oggi in esame consegue all'unificazione delle due proposte di legge n. 5 e n. 75 effettuata dalla I Commissione, al cui esame in sede referente erano state assegnate le due proposte.
Specifico che poco fa si è tenuta un'audizione straordinaria in Sala Viglione con alcune associazioni di categoria. La sintesi emersa, di cui eravamo già a conoscenza, è che questa modifica darà più libertà alle famiglie per la gestione delle salme, ma è anche emerso che creerà più posti di lavoro.
Con questa correzione, più precisamente, al comma 1 dell'articolo 1, si modifica l'articolo 3 della legge regionale 15/2011, che introduce, di fatto, la possibilità che la salma, dal luogo del decesso avvenuto in una struttura sanitaria, possa essere posizionata in un deposito di osservazione, quindi in una struttura per il commiato, nonché in un'abitazione privata. In questo caso, le famiglie potranno scegliere il feretro a cassa aperta; questa è la differenza principale che non era emersa in un primo momento, perché prima il feretro poteva essere posizionato in modo chiuso dove si voleva, ma non a feretro aperto. In tal modo, ci sarà una maggiore libertà da parte delle famiglie di posizionare il feretro aperto dove si vuole, in abitazione privata o in una casa di commiato, sempre con il nulla osta del medico legale.
Il comma 2 del medesimo articolo 1 prevede che il defunto, ove il decesso avvenga in abitazione inadatte per l'osservazione o vi sia espressa richiesta dei familiari o degli altri aventi titolo del deceduto, come individuati dalla vigente normativa statale, possa essere trasportato presso l'obitorio, il servizio mortuario delle strutture ospedaliere o presso apposite strutture adibite al commiato, sempre entro 24 ore dal decesso e indipendentemente dall'accertamento di morte, previo il rilascio della certificazione del medico curante o di medico dipendente o convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale intervenuto in occasione del decesso.
Infine, l'articolo 2 innalza da 3.000 a 5.000 abitanti il limite demografico degli Enti locali in cui applicare la deroga al regime d'incompatibilità alla gestione dei servizi cimiteriali, dei crematori e delle camere mortuarie, la gestione di impianti elettrici, luci votive e i servizi di pubblica affissione con l'attività di onoranze funebri l'attività commerciale marmorea e lapidea e i servizi floreali stabiliti dal vigente articolo 5 bis della legge regionale 15/2011.
L'articolo 3 propone l'introduzione di un ulteriore comma che detta una disciplina specifica per il trasporto della salma dal luogo del decesso al luogo di osservazione, come individuato dal sopracitato articolo 3 della legge regionale 15/2011, indipendentemente dall'avvenuto accertamento della morte, sempre previo rilascio del certificato del medico curante.
Si specifica, infine, che l'articolo 4 della proposta di legge sottolinea la norma di neutralità finanziaria, quindi l'unificazione delle due leggi non comporterà alcun riflesso sul bilancio regionale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cane.
La parola al Consigliere Valle, relatore di minoranza.



VALLE Daniele, relatore

Grazie, Presidente.
Ho poco da aggiungere, se non la soddisfazione per aver potuto condividere in un testo unificato questo modesto, probabilmente, ma sicuramente significativo avanzamento della normativa in materia, con la quale consentiamo alle famiglie il trasporto a cassa aperta del proprio caro estinto, sia nella propria casa di abitazione privata sia presso le strutture private a questo destinate.
È un passo avanti di civiltà, perché ci consente di interpretare meglio i desideri e le richieste delle famiglie in un momento tanto doloroso per la loro vita familiare; di civiltà, perché consente di non mettere le famiglie nell'odiosa condizione di dover scegliere tra l'opportunità di donare gli organi del proprio caro estinto e il potergli tributare l'ultimo addio come meglio ritengono.
Non ultimo, però sicuramente significativo, il fatto che questo provvedimento apre ad alcune opportunità imprenditoriali che potranno avere ricadute economiche e occupazionali significative. In questo - e me lo porto dietro dall'audizione che abbiamo appena concluso - la riflessione più interessante è che questi luoghi, che in parte sono disponibili anche presso le nostre strutture pubbliche, in particolare presso i nostri ospedali, vedono il pubblico attento alla vera funzione dell'ospedale, cioè quella del luogo della vita, del luogo della cura, pertanto la commistione di questi due momenti nello stesso posto forse non è particolarmente opportuna, mentre questo tipo di attività può svilupparsi altrove.
Tutto questo, per dire che se anche ci abbiamo messo qualche settimana in più di quello che ci si aspettava, è importante esserci arrivati con la necessaria fretta e urgenza, perché altre Regioni, in particolare tutte quelle confinanti con il Piemonte, si sono già adeguate, in questo senso da parecchi anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bertola, secondo relatore di minoranza, dà per letta la relazione.
Invito chi ha del materiale sul banco a toglierlo, se non è materiale strettamente utilizzato per il Consiglio.
La parola al Consigliere Magliano, in sede di discussione generale.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi del lavoro svolto.
In veste di Consigliere comunale, avevo seguito lo sviluppo di queste nuove iniziative e opportunità su Torino. Vero è - lo diceva il Consigliere Valle che gli ospedali hanno il compito di fare di tutto affinché si persegua la vita. Nel momento in cui vi è il decesso (sono assolutamente d'accordo con chi ha proposto questa modifica), dobbiamo garantire alla famiglia di poter onorare le spoglie del defunto nel luogo che maggiormente ritiene opportuno, che sia rispettoso per la storia e per l'opportunità concessa quindi in queste nuove case del commiato.
Mi ero occupato di studiare cosa accade in Lombardia e su questo è stato fatto un investimento. Si tratta di case che rispettano anche la volontà riguardante la fede professata dal defunto, per cui c'è attenzione anche a quest'aspetto, oltre all'opportunità e alla possibilità di poter venerare la salma presso la propria abitazione, che è l'altra possibilità concessa con questa legge.
Sono contento che si sia arrivati a questo e l'audizione di oggi in parte ci ha aiutati ad approfondire maggiormente e meglio un tema che oggettivamente rappresenta un mercato, che, come ente legislatore, dobbiamo normare e controllare. Spesso e volentieri siamo incappati, come ente pubblico e come amministratori locali, nel grande problema legato al "caro estinto". Questo non possiamo negarlo, anche a causa delle inchieste che ci sono state.
Dobbiamo fare in modo che in quest'ambito la legislazione sia sempre puntuale e precisa, verificando e controllando, perché non è accettabile che tra le corsie dei nostri ospedali ci siano rappresentanti delle onoranze funebri che si permettono di dare consigli non dovuti e soprattutto, illegali.
Pertanto, accogliamo quest'ulteriore ampliamento, mantenendo alta la vigilanza su questa realtà, perché è una delle situazioni più riprovevoli che si possano verificare nelle corsie di un ospedale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.
Chiedo nuovamente di togliere i pacchetti sui banchi, altrimenti li faccio togliere io. Chiedo di ritirare i pacchetti dai banchi, perché, tra l'altro, sono esternazioni politiche.
Consigliere Sarno, se non lo toglie lei, lo faccio togliere io.
Prego, Consigliere Bertola.



(Commenti del Consigliere Sarno)



PRESIDENTE

Non si preoccupi: li tolga. Togliete i pacchetti dai banchi.
Consigliere Ravetti, chiede di intervenire sull'ordine dei lavori? Prego, ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, non è il momento delle polemiche e me ne guardo bene, però alla Conferenza dei Capigruppo valuteremo il suo invito a ritirare quello che d'ora in poi dovrà essere ritirato sempre, perché non c'è un simbolo di partito, non c'è una scritta contro qualcuno, non c'è niente di particolare.
Credo di aver capito che il collega Sarno abbia delle bugie dell'associazione Libera.
Mi chiedo se il Regolamento di quest'Aula preveda il ritiro.



PRESIDENTE

Non si deve mangiare sui banchi.
Consigliere Martinetti.
MARTINETTI Ivano (fuori microfono) Non le ho mangiate, infatti. Sono qui.



RAVETTI Domenico

Neanche bere, quindi? Va bene, da sapere per il futuro, Presidente.



PRESIDENTE

Non si deve mangiare.



RAVETTI Domenico

Ma non dobbiamo mangiarle, infatti.



PRESIDENTE

Fosse per me, toglierei anche le bottigliette dell'acqua.



RAVETTI Domenico

Io credo che le sue caramelle lì sopra vadano tolte, Presidente.



PRESIDENTE

Allora la prossima volta che venite qua a chiederle.
Evitate di chiederle! Prego i commessi di rimuovere i pacchetti.



(I commessi d'aula ritirano dai banchi di alcuni Consiglieri pacchetti dell'associazione Libera Piemonte contenenti bugie)



PRESIDENTE

GRIMALDI Marco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Come, Presidente!



PRESIDENTE

Gliel'ho detto io! Se ci ricomponiamo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No, no, non scherziamo! Dato che, fortunatamente, il Consiglio ha dei banchetti apribili, tenete i vostri vettovagliamenti nel suddetto spazio.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

C'è il decoro! Riguarda il decoro dell'Aula.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Non mi sono resa conto che si parlasse di queste bugie: quindi il problema è che le abbiamo sul banco o che le mangiamo? Perché è una sfumatura che.



PRESIDENTE

Sul decoro e sul comportamento in Aula.
Poi il Regolamento prevede che non si mangi.



FREDIANI Francesca

Siccome sono di un'associazione e hanno un messaggio molto chiaro rispetto a un'iniziativa.



PRESIDENTE

Sta dicendo che è un messaggio politico ben chiaro, perciò vede che.



FREDIANI Francesca

No, non è politico! Se per lei tutto è politica, questo è.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Comunque, il problema è che non devono stare sul tavolo? Non devono essere visibili anche se non le mangiamo, è corretto?



PRESIDENTE

Esattamente, com'è sempre stato. Anche le bottigliette dell'acqua.
Consigliere Sarno, desidera intervenire sull'ordine dei lavori o sulla discussione generale?



SARNO Diego

Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Prego, ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori e la motivazione della richiesta è la seguente: lei ci sta dicendo che questi pacchetti sono contro il decoro dell'Aula? Ha detto questo? Lo chiedo solo per una specifica, poiché poi rimane tutto a verbale.



PRESIDENTE

Qualsiasi pacchetto contenente cibo - e quelli contengono cibo - è da togliere dal banco. Anche l'acqua, l'ho già detto; anche le bottigliette dell'acqua.
E dato che chi mi sta parlando è, fra virgolette, "vecchio del mestiere" in Consiglio regionale, è evidente che la vostra è una presa di posizione politica.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Siete troppo permalosi e sensibili oggi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene sulla discussione generale in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ho lasciato volentieri spazio a questa conversazione, perché anche a mio avviso, nonostante si sia già in Quaresima, due bugie si possono ancora mangiare! Al di là di quest'aspetto, volevo intervenire anch'io nella discussione generale per confermare il nostro parere favorevole relativamente ai due testi unificati che vanno a migliorare la legislazione regionale e a renderla anche simile a quella di altre Regioni - Amministrazioni di tutti i colori politici! - che si sono mosse in quella direzione prima di noi.
Com'è stato ricordato questa mattina, durante l'audizione delle imprese e degli operatori professionali, hanno legiferato in questo senso il Veneto l'Emilia Romagna e la Lombardia, quindi non era e non è una questione di colore politico.
Si tratta, semplicemente, di migliorare la nostra legislazione sul tema e soprattutto, di dare più libertà di scelta alle famiglie, considerato anche il fatto che, chiaramente, la sanità piemontese investe sul trattamento e sulla cura dei pazienti. In una seconda fase, è chiaro che ci siano meno investimenti, per cui è giusto concedere possibilità di scelta alle famiglie.
Inoltre, consentire che si sviluppino, ad esempio, le case funerarie o case del commiato, ritengo che sia un passo verso la modernità oltre che di civiltà per la nostra Regione, concedendo luoghi di raccoglimento e di commemorazione laica dei defunti. Quindi, così come abbiamo fatto in Commissione, anche in Aula esprimeremo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Presidente, intervengo solo per ringraziare i Consiglieri per il lavoro svolto in Commissione e nel gruppo di lavoro che si è tenuto sulla tematica, che ha visto la partecipazione anche dell'Assessore Icardi. Vi ringrazio anche per il clima che si è riusciti a costruire in Commissione per arrivare a un testo unitario.
Ho apprezzato molto alcune parole della minoranza, che hanno ribadito l'importanza della libertà di scelta. Per la maggioranza - e per il nostro Gruppo, in particolare - la libertà di scelta è un tema fondamentale: bisogna consentire ai cittadini di poter scegliere, anche in un campo così delicato come il commiato dai propri cari.
Chiudo con un invito, vista la presenza del nostro Assessore Icardi, che approfitto per ringraziare per il lavoro svolto in questi ultimi dieci giorni: Assessore, se ha la pazienza di ascoltare, la impegnerò solo per trenta secondi.
Nel ringraziarla per quello che ha fatto in questi giorni e per il contributo che ha dato per questo provvedimento, mi permetto solo di segnalarle come la situazione di alcuni ospedali del Piemonte, per quanto riguarda i punti in cui vengono portati i defunti (le camere mortuarie degli ospedali), sia veramente indegna per un Paese civile come il nostro.
All'Ospedale Sant'Andrea di Vercelli, che ho avuto modo di visitare quest'estate, le apposite camere sono prive di aria condizionata e le condizioni sono veramente pessime.
L'invito è che l'Assessorato rivolga maggiore attenzione nei confronti dei Direttori delle Aziende sanitarie, affinché i punti che rimangono all'interno delle ASL, e che ci saranno ancora ovviamente, vengano qualificati, com'è giusto che avvenga per rispetto verso i morti e verso i parenti delle persone defunte.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
La ringrazio anche per l'audizione di questa mattina, alla luce della quale però personalmente non sono riuscito a chiarirmi ancora completamente le idee e mi rimane il dubbio sulla scarsa applicabilità in concreto del trasporto del cadavere presso l'abitazione privata, a causa proprio di una difficoltà operativa e logistica facilmente comprensibile e di come si possa trovare una salma dopo quattro o cinque giorni, soprattutto se ha subito trattamenti chirurgici, uno dei quali può essere, post mortem l'autopsia.
La proposta così com'è formulata può, secondo me, dare adito all'interpretazione di essere indirizzata nella quasi totalità dei casi a beneficio esclusivo delle imprese funebri, che sono in possesso della casa funeraria.
Rimango con questo dubbio e, alla luce di questo, non parteciperò al voto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti.
Oggi, attraverso questa legge, andiamo a modificare due leggi della nostra Regione: la legge n. 15/2011, che disciplina le attività e i servizi necroscopici, funebri e cimiteriali, e la legge n. 20/2007, legge affine che disciplina la materia della cremazione, della conservazione dell'affidamento e della dispersione delle ceneri.
Voglio ringraziare il collega Valle del Partito Democratico per avere voluto fortemente questa modifica sin dall'inizio di questa consiliatura. E lo faccio anche con la consapevolezza maturata negli anni in cui sono stato Sindaco, vedendo quali difficoltà si palesavano in momenti particolarmente drammatici della vita delle persone, qual è quella del lutto, e si palesavano ai familiari, non avendo la possibilità - che oggi, invece diamo con questa modifica legislativa - di poter trasportare le salme dei defunti a cassa aperta, ovviamente se ci sono le condizioni di natura medico-legale. Di regola queste ci sono, a parte casi come l'autopsia visto che nell'arco di un paio di giorni si svolgono un po' tutti i riti legati alla sepoltura e ai funerali. Pertanto, si dà la possibilità di poterle trasportare sia a casa sia in sale del commiato, che possono essere sale private, possono essere anche sale pubbliche, presso i cimiteri laddove queste sale esistono.
Oggi questa possibilità del trasporto a cassa aperta non c'era e sappiamo che in questi anni sono cambiate anche molto le abitudini, nel senso che un tempo era più tradizionale il fatto non soltanto di concludere il proprio percorso di vita a casa e non all'ospedale, ma il fatto di aprire le porte della propria casa per le visite al defunto, per i parenti, per gli amici e un tempo anche per la celebrazione dei rosari.
Oggi queste cose sono cambiate un po', esiste ancora ovviamente quest'opzione e questa possibilità, che è praticata soprattutto nei piccoli centri e nei piccoli paesi, ma abbiamo notato come sia di gradimento alle famiglie il fatto di poter usufruire del servizio delle sale del commiato che, non potendo ovviamente essere tutte pubbliche, sono offerte anche dalle agenzie di pompe funebri che, attraverso degli investimenti nelle nostre città, si sono dotate di queste sale e che, in maniera dignitosa e decorosa, consentono nei riti legati ai defunti un accompagnamento in un ambiente dignitoso e decoroso. Nelle nostre comunità le famiglie sono sempre più attente a questi aspetti.
Ovviamente ben vengano anche i servizi offerti all'interno degli ospedali (le camere mortuarie e quant'altro), ma sappiamo che sono servizi molto più anonimi e che meno si conciliano con un clima di raccoglimento e di riflessione che è gradito in questi casi.
Credo che queste semplici modifiche, che possono apparire piccole o irrilevanti, in realtà vadano a incidere in maniera significativa su un aspetto che, com'è stato sottolineato, è un aspetto di civiltà, perch come si suol dire, da come una società è vicina alle persone prima malate e che sono in difficoltà e da come sa mantenere anche il culto delle persone defunte - poi, per chi crede anche l'aspetto più in generale della comunione con queste persone - si misura anche il grado di civiltà delle nostre comunità.
Per tutte queste ragioni, voterò con convinzione a favore, e voteremo a favore come Partito Democratico, di questa modifica di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dago; ne ha facoltà.



DAGO Angelo

Grazie, Presidente.
Solo per ringraziare l'Assessore che ci ha seguito in Commissione sulla proposta che riguarda la possibilità di trasportare i propri cari nell'abitazione, che è un'usanza che nelle nostre vallate alpine ancora adesso stanno praticando. Nelle città viene fatto un po' meno e si preferisce la camera mortuaria, ma nelle nostre vallate questa prassi è ancora seguita.
Tra l'altro, a mia prima firma ho presentato un emendamento che va a scrivere l'articolo 2 e introduce la possibilità di alzare a 5.000 abitanti la deroga per l'incompatibilità tra la gestione dei servizi cimiteriali dei crematori e delle camere mortuarie, la gestione degli impianti elettrici e luci votive, i servizi di pubblica affissione e le attività delle onoranze funebri.
Quest'esigenza è sentita soprattutto nei piccoli Comuni di montagna perché questa deroga è concessa solo ai Comuni montani, che devono dedicare dei propri dipendenti alla gestione dei servizi cimiteriali, oppure li devono reperire dalle cooperative o dalle società private.
Vista la grande difficoltà a reperirli presso le cooperative e le società private, con questa possibilità, nei Comuni dove esiste un'impresa funebre si può dare direttamente l'incarico a tali imprese, naturalmente con evidenza pubblica.
Grazie.
Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Volevo anzitutto ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla stesura e poi all'accordo su questa normativa, in particolare il Consigliere Valle, con cui ne abbiamo condiviso l'interesse. Credo sia la prima volta che si condivide pienamente, maggioranza e minoranza, una norma di legge.
Grazie anche ai Consiglieri Riva Vercellotti e Marello per l'apprezzamento perché credo si sia centrato il tema.
Sono modifiche di civiltà. Noi diamo la possibilità alle famiglie e a tutti di scegliere.
Già nel mese di agosto avevo inviato una nota a tutte le Direzioni sanitarie, affinché non facessero velocemente il tanatogramma, che poi obbligava a chiudere le casse, quindi a trasportare la salma a cassa chiusa, ma di attendere e valutare anche la posizione delle famiglie.
È una questione molto delicata.
Oggi, con questa legge, abbiamo stabilito che è la famiglia a scegliere se portare in osservazione il defunto presso una struttura o se portarlo a casa. Abbiamo dato loro la possibilità di scegliere.
Abbiamo anche assistito a un balletto tra le imprese per motivi d'interesse commerciale, però i temi che noi oggi trattiamo vanno ben al di sopra di questi interessi e sono temi di civiltà.
Utilissimo anche il suggerimento del Consigliere Dago, sul fatto di permettere ai Comuni sotto i 5.000 abitanti di togliere quell'incompatibilità tra l'impresa funebre e la gestione del cimitero perché spesso creava problemi non di poco conto ai piccoli Comuni, sia di costi sia di effettiva capacità gestionale.
Credo che questo provvedimento, per quanto semplice nelle sue modifiche dia un grande apporto di democrazia e di civiltà.
Noi lo voteremo convintamente e vi ringraziamo anche per l'appoggio che ci avete dato nella stesura e nella preparazione del provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale che il Consigliere Marello ha votato a favore.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, pongo in votazione l'intero testo di legge.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 197 presentato da Dago, Biletta, Preioni Bertola, Cane, Fava, Gagliasso, Perugini e Ravetti, inerente a "Sito di interesse nazionale ex ACNA di Cengio""


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 197, di cui al punto 6) all'o.d.g.
L'ordine del giorno è stato esaminato nella V Commissione nella seduta del 13 febbraio 2020 e l'atto d'indirizzo è stato inviato all'Assemblea per la votazione finale, ai sensi dell'articolo 104, comma 3 del Regolamento con il voto favorevole della Commissione espressa dall'unanimità dei Gruppi presenti. Ai sensi dell'articolo 104, la votazione finale è riservata al Consiglio. In tale sede sono consentite soltanto le repliche dalla Giunta e le dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Dago per l'illustrazione dell'ordine del giorno n.
197.



DAGO Angelo

Grazie, Presidente.
Come anticipato, il 13 febbraio 2020 la Commissione ha audito i Sindaci del territorio su una proposta avanzata dal collega Ravetti e gli stessi amministratori hanno incontrato il Presidente Cirio sulla problematica di ACNA. Ricordo che lo stabilimento è stato chiuso già a gennaio 1999, ma le attività di bonifica non sono state realizzate. Da quello che è emerso nella Commissione con i Sindaci, sono state realizzate opere di contenimento di tre milioni di metri cubi di scorie chimiche altamente tossiche, accumulate nel corso dei decenni di attività aziendale.
Dette opere di bonifica risultano, a oggi, ancora incomplete, come evidenziato, peraltro, dai riscontri analitici effettuati sul muro di cinturazione, certificati dagli organi tecnici di controllo liguri e ammessi formalmente dalla Regione Liguria, dati che avrebbero rilevato una passività ambientale a tempo indeterminato.
Nel mese di ottobre 2010 veniva annunciata la "fine della bonifica", atto che ha determinato la cessazione della gestione commissariale che aveva il merito di condividere ogni decisione con gli organi tecnico-amministrativi sia liguri sia piemontesi. Da quel momento, Syndial S.p.A., ora ENI gestirebbe quel sito d'interesse nazionale sotto la vigilanza del Ministero senza alcun coinvolgimento dei soggetti interessati.
Tale SIN, con il suo immane contenuto, insiste in territorio ligure esattamente sul confine regionale, ma grava totalmente sulla Valle Bormida piemontese e la sua popolazione, che ne porteranno il peso ancora a lungo.
Pertanto, con quest'ordine del giorno si chiede al Presidente della Giunta regionale e alla Giunta di farsi carico delle fortissime preoccupazioni espresse dai territori interessati da tale enorme danno ambientale. Si chiede che siano pubblicati i risultati e le votazioni conclusive degli aggiornamenti riguardanti le ultime indagini epidemiologiche attivate dalla Regione Piemonte, e che si valuti l'opportunità di estendere la succitata indagine a tutti i Comuni compresi nella Valle Bormida, così come richiesto nella mozione n. 1278 approvata all'unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte in data 1 febbraio 2018.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Per la verità, avevo alzato la mano per intervenire sull'ordine dei lavori ma penso vada bene lo stesso. Farò due breve considerazioni e poi avrei chiesto, sull'ordine dei lavori, se l'Assessore Marnati aveva qualche novità in merito.
Com'è noto a tutti, lo scorso 13 febbraio si è riunita la V Commissione ove è maturato, tra l'altro, quest'ordine del giorno a prima firma del Presidente di Commissione, a ridosso di una data molto importante, che mi pare fosse quella del 21 febbraio.
Che cosa doveva accadere in quella data? Come sapete, da qualche anno è in corso una causa che l'Avvocatura dello Stato ha intentato nei confronti di ENI, per un risarcimento danni che inizialmente fu quantificato in oltre 200 milioni di euro (circa 218). Questo incontro di Commissione era stato sollecitato da tempo dai rappresentanti del territorio dei comitati delle associazioni per la Valle Bormida perché, dopo alcuni rinvii, correva una voce molto insistente, secondo cui lo scorso 21 febbraio si sarebbe potuta chiudere una transazione tra le parti, a fronte di un risarcimento assai inferiore rispetto alla somma che ho citato prima, circa sette milioni di euro.
Dopo gli ingentissimi danni subiti dalla Valle e dalle popolazioni della Valle Bormida che, tra l'altro, continuano ancora a subire anche in termini di salute, sarebbe stata un'enorme beffa.
Proprio per questo motivo, in quella sede avevamo sollecitato, e io stesso avevo chiesto al Presidente della Commissione, che si facesse parte attiva nei confronti del Presidente Cirio, affinché si attivasse immediatamente con il Ministero, per evitare, il 21, di arrivare a una conclusione così negativa di tutta questa vicenda. Poiché il 21 è passato, la domanda che volevo porre è se c'era stato un rinvio, se si era definito qualcosa insomma, ciò che era accaduto in quella sede.
Come bene ha evidenziato prima il Presidente Dago, la vicenda così come ci è stata illustrata ha almeno due componenti che si tengono assieme: il primo è relativo ai danni che la Valle ha subito e che non possono essere quantificati in una somma irrisoria; il secondo è il tema della bonifica che venne dichiarata, anche se non con un atto ufficiale, proprio nel 2010 in maniera forse un po' superficiale dall'allora Ministro all'Ambiente quando decretò la fine della bonifica e della gestione commissariale. In realtà, come hanno spiegato bene i rappresentanti della Valle Bormida, non si può parlare di una bonifica vera e propria, ma sono state stoccate in condizioni di altissima pericolosità tonnellate e tonnellate di materiale tossico.
Come ci hanno riferito, ad esempio, in occasione delle copiose piogge e le conseguenti alluvioni nell'Alessandrino dello scorso autunno, la sensazione è stata quella che nel Bormida si riversassero nuovamente sostanze alquanto nocive com'era accaduto in passato. Quindi, il tema della bonifica, da un lato, e il tema del risarcimento che preoccupa fortemente le popolazioni.
Il Consiglio regionale, con quest'atto, che oggi viene formalizzato (di fatto, però era già avvenuto sin dal 13), invita la Giunta, qui rappresentata dall'Assessore Marnati e non solo, ad assumere un atteggiamento molto determinato su questa vicenda, prendendo una posizione molto chiara e determinata a tutela della Valle Bormida. Purtroppo trascorre il tempo, le vicende passano, passano le persone, passano le generazioni, passano coloro che hanno fatto anche delle battaglie fortissime in quella Valle e molti giovani piemontesi non conoscono quello che quella Valle ha patito per tanti decenni in termini d'inquinamento ambientale provocato dall'attività dell'ACNA.
Si rischia non soltanto, dopo tanti anni, che le vicende cadano nel dimenticatoio, ma anche di trovarsi alla fine di un percorso con una sostanziale umiliazione di tutti, di coloro che hanno vissuto quegli anni durissimi, ma anche di coloro che in questo momento, con grande fatica stanno cercando riscatto di una Valle. Infatti, la Valle Bormida è molto bella, è stata provata fortemente dalle vicende dell'ACNA, ma ha la volontà di continuare a vivere, di combattere lo spopolamento, di creare quelle condizioni che possano consentire anche ai giovani di fermarsi, portando avanti attività agricole e non soltanto.
Ora, tutto questo ha come precondizione il fatto che non soltanto si metta la parola fine alla vicenda dell'ACNA, ma che si vogliono ripristinare quelle condizioni ambientali per una vita sicura per le persone e per le future generazioni, ma anche per un ristoro di quei danni subiti che non potranno mai essere completamente risarciti, perché non sono risarcibili dalle comunità e dai tanti Comuni coinvolti in quella vicenda; risarcimenti che devono essere dignitosi, congrui ed equi rispetto a una vicenda che non può finire nel modo in cui ci pare rischi di finire.
Pertanto, chiediamo alla Regione, veramente con forza, anche come Partito Democratico, di assumere sul tema una posizione, netta e chiara, dalla parte della Valle Bormida.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io brevemente a sostegno di quest'ordine del giorno che abbiamo condiviso con altre forze politiche.
Credo che due riflessioni siano assolutamente necessarie. È necessario ragionare sulle modalità di bonifica, che in realtà risulta essere stata una messa in sicurezza permanente e non una vera e propria bonifica, per poi prendere in considerazione la richiesta degli auditi, e cioè che la Regione Piemonte prenda in mano la situazione creando un osservatorio.
Quella del Bormida è una storia centenaria, ne troviamo addirittura tracce nei romanzi di Fenoglio, che in una delle sue opere, "Un giorno di fuoco" indica il Bormida al suo collega partigiano definendo quelle acque come "acque avvelenate". Questa è una situazione che non può più passare sottotraccia e, in realtà, anche la questione dei risarcimenti ci sembrava piuttosto improbabile. Ben venga la mobilitazione dei Sindaci, ma ci sembra piuttosto improbabile che, a fronte di una richiesta di danni da parte di un territorio, di oltre 200 milioni di euro, si potesse chiudere una transazione con cifre pari a sette-otto milioni. Diciamo che questo round la Valle Bormida e la nostra Regione, per adesso, l'hanno portato a casa.
Torno a ribadire quanto ci è stato chiesto da associazioni e dai Sindaci che chiedono che la Regione Piemonte si faccia sentire in maniera autorevole su quanto sta succedendo in quelle zone, affinché la bonifica sia finalmente portata a buon fine.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Sul finire dell'anno scorso, avevo chiesto al Presidente della V Commissione di audire i Sindaci della Valle Bormida; una delegazione di questi Sindaci è stata udita durante il mese di febbraio. Lì abbiamo riscoperto, mai ne avessimo avuto ancora bisogno, tutte le preoccupazioni sulla Valle Bormida, per quello che è capitato e che potrebbe ancora capitare su quel territorio; un secolo di storia dell'ex ACNA di Cengio che, sicuramente, non ha generato benefici all'intera valle.
C'è un tema che riguarda la consapevolezza di quello che è accaduto: le battaglie che non soltanto le Istituzioni, ma anche le associazioni e i cittadini in forma non organizzata si sono impegnati a fare e hanno prodotto negli ultimi decenni. C'è una consapevolezza necessaria, che è quella di attualizzare quella battaglia, cioè far sì che soprattutto le nuove generazioni si rendano conto di quello che è successo e di quanto sia importante il loro protagonismo oggi e nel futuro della valle.
Questo è il primo grande tema: la consapevolezza di quello che è capitato.
Lo dico da abitante della Valle Bormida. È evidente, per un po' di ragioni perché questa società va così veloce da dimenticare anche quello che è capitato qualche giorno prima, figuriamoci qualche decennio prima, che oggi il dibattito non è più un dibattito attuale e non è un dibattito nemmeno percepito dalla società. Ogni tanto, qualche articolo di giornale; ogni tanto, qualche Sindaco convoca altri colleghi per affrontare il tema.
L'associazione Rinascita della Valle Bormida ultimamente - a partire dal mese di settembre-ottobre, se non ricordo male, e lo dico al collega Protopapa, che viene dalla stessa valle - ha girato quasi tutti i Comuni della valle stessa per ridare un senso a quelle battaglie e per, come ho detto prima, attualizzarle.
La seconda questione è quella del ristoro economico.
C'è un contenzioso legale, da quello che ci è apparso di capire, non concluso, perché la sentenza è stata rinviata. Un contenzioso legale - sto molto attento a utilizzare le parole - che sembrerebbe offrire opportunità economiche a una parte molto ristretta di quella valle, non tutta, e che comunque, se abbiamo capito bene, entro la fine di questo mese dovrebbe concludersi.
Nell'audizione, i Sindaci ci hanno detto e continuano a dirci che così non andrebbe bene, che i danni ambientali non sono danni ambientali subiti esclusivamente da una parte del territorio (quella prossima allo stabilimento), ma, per evidenti ragioni, sono danni che storicamente l'intera vallata sino alla città di Alessandria ha dovuto subire, e sono danni con cui molte volte ha dovuto anche convivere.
Io non so se questa Regione, insieme alla Regione Liguria, sia mai stata in grado di produrre un'attenta indagine epidemiologica, che ha tenuto insieme i territori da Cengio ad Alessandria. Non so se sia mai stata prodotta perché su quel territorio insistono più Aziende Sanitarie regionali.
Soprattutto, sono convinto che non vi sia un aggiornamento di quell'indagine epidemiologica, ammesso che sia stata mai prodotta e custodita in qualche cassetto di qualche ufficio.
Pertanto, il primo impegno, oltre a quello della consapevolezza, dev'essere quello di ritornare alle questioni della salute, cioè riuscire a capire se insistono ancora particolari patologie e le ragioni eventuali, e come le Istituzioni (prima, la Regione) possano deviare il corso di queste storie.
La terza questione (la prima è quella della consapevolezza, la seconda è quella della tutela della salute) è quella del rilancio economico di quella valle.
I dati della disoccupazione giovanile sono lì a dimostrare che nessun lembo del territorio piemontese presenta dati negativi come quelli della Valle Bormida rispetto alla disoccupazione giovanile. Badate, non è un caso. Non è un caso. Forse ora non più, ma nei decenni passati noi abbiamo vissuto il condizionamento negativo del marchio Valle Bormida associato all'ACNA di Cengio. È capitato questo.
Guardate che nel ristoro, nell'idea di rilancio, nei benefici di cui quel territorio avrebbe bisogno ci sta anche questo, cioè il danno d'immagine.
Posso dirlo in questo modo? Sì, è un danno anche d'immagine. Una sorta di rassegnazione? Molte volte è anche una sorta di rassegnazione.
E allora, noi pensiamo che, rispetto all'economia, a un progetto da condividere con i Sindaci, ma anche con le associazioni economiche, con i rappresentanti dei lavoratori, con il mondo agricolo in particolare di quella valle, la Regione possa da subito, con i fondi messi a disposizione dal proprio bilancio, ma anche dall'Unione Europea, mettere in campo un progetto di rilancio che non riguarda soltanto una parte di quella valle cioè quella che sarà oggetto di ristoro economico e che ha già un progetto sulle aree interne che permetterà di utilizzare fondi che altre zone di quella valle, molto più popolate e molto più lunghe, non utilizzeranno.
Il tema è anche questo e noi non possiamo fare finta di niente rispetto all'argomento riguardante il rilancio del Piemonte e non di 50-60 mila abitanti che vivono in quel territorio.
Pertanto, in conclusione, sono d'accordo con il collega Marello: bene che l'Assessore e il Presidente, che non abita molto distante dalla Valle Bormida, rispetto al contenzioso legale e al suo aggiornamento, questa mattina, se ci sono le condizioni (comunque, prima della data della sentenza) ci aggiornino. Del resto, vorrei che questa discussione non finisse a porte chiuse, ma sia l'inizio di una discussione molto aperta.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 197, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 69 "Consorzio di Irrigazione e Bonifica "Associazione Irrigazione EST Sesia" di Novara (articoli 33, 38, 45, 47 Statuto dell'Ente) - Assemblea dei delegati - Nomina di 1 rappresentante" Nomino, quale rappresentante in seno all'Assemblea dei Delegati del Consorzio di Irrigazione e Bonifica "Associazione Irrigazione EST Sesia" di Novara il signor Alessio Borro Do atto atto che, ai sensi dell'articolo 20 del d.lgs 39/2013, la presentazione della dichiarazione, da parte dei soggetti nominati, sulla insussistenza delle cause di inconferibilità di cui al citato decreto è condizione per l'acquisizione dell'efficacia dell'incarico.
Proposta di deliberazione n. 70 "Commissione di Garanzia (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, comma 1, l.r. 25/2006) Elezione di un membro in sostituzione del signor Paolo Cattaneo (ex Consigliere regionale)" Proclamo eletto, quale membro della Commissione di Garanzia in sostituzione del signor Paolo Cattaneo in qualità di ex Consigliere regionale, il signor Bellion Marco Cesare.
Proposta di deliberazione n. 71 "Azienda pubblica di servizi alla persona A.P.S.P. Casa Benefica (articolo 10, Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 1 membro" Proclamo nominata, quale membro in seno al Consiglio di Amministrazione dell'Azienda Pubblica di Servizi alla Persona APSP, la signora Delbosco Simona.


Argomento: Province - Città metropolitane

Proseguimento esame ordine del giorno n. 179 presentato da Riva Vercellotti, Avetta, Bongioanni, Cane, Gagliasso, Marello, Mosca, Ravetti Ruzzola e Sarno, inerente a "Revisione organica della disciplina in materia di ordinamento delle province e città metropolitane"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 179, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana dell'11 febbraio scorso il Presidente Riva Vercellotti aveva illustrato l'ordine del giorno.
In sede di discussione generale erano intervenuti i Consiglieri Bongioanni Marello, Frediani e Preioni. Risultano ancora iscritti a intervenire i Consiglieri Disabato e Sacco.
La parola alla Consigliera Disabato.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Mi sono presa questo tempo anche per approfondire i contenuti del testo dell'ordine del giorno a prima firma del collega Riva Vercellotti.
Peraltro, in queste settimane è stato anche avviato un dialogo costruttivo sul tema delle Province e delle Città metropolitane, quindi sicuramente non possiamo non condividere l'intento di quest'atto d'indirizzo, che è quello di procedere a un rafforzamento e a uno stanziamento di risorse congrue e adeguate per sostenere le funzioni delegate della Città metropolitana e comunque, degli Enti provinciali in genere.
Bisogna tuttavia portare alla luce alcuni fatti che sono avvenuti sempre in queste settimane in sede di Commissione consiliare. Nell'ordine del giorno sono avanzate richieste piuttosto chiare e condivisibili - e, a mio personale avviso, anche sottoscrivibili - come "definire, per ognuna delle funzioni già conferite ed auspicabilmente conferibili, i livelli essenziali di prestazione e il conseguente fabbisogno standardizzato", ma anche stanziare risorse adeguate per le suddette funzioni, alcune delle quali in questo momento sono fortemente in sofferenza.
Mi preme citare come esempio il progetto che sta avviando la Città metropolitana in questo momento con una convenzione, insieme all'Università degli Studi di Torino, Facoltà di veterinaria, per la gestione della fauna selvatica. Si tratta di un'ottima notizia da un punto di vista gestionale.
Ma cosa significa, di per sé? Significa che, effettivamente, la Città metropolitana non ha più le risorse adeguate per occuparsi in autonomia della gestione della fauna selvatica.
Peraltro, l'abbiamo visto anche con il bilancio di assestamento e con il bilancio previsionale, dove gli stanziamenti per il risarcimento danni da fauna sono particolarmente in sofferenze, anche nel rimpinguare i fondi agli enti come la Città metropolitana che, in passato, si sono adoperati per risolvere la questione.
Vorrei sottolineare che adesso, per esempio, per la gestione della fauna selvatica e il recupero della fauna in difficoltà si stanno adoperando addirittura dei volontari. Perché? Perché questa funzione è fondamentale! Inoltre, è di difficile applicazione e di difficile demando a chi verrà dopo, perché il recupero della fauna, oltre a essere pericoloso, è anche una funzione particolare, tanto che bisogna avere delle tecniche specifiche.
In questo momento, tali funzioni sono garantite anche da un volontario, che si è adoperato in tal senso e si è messo a disposizione dell'Ente a titolo gratuito, e conta di farlo per altri mesi. A questa persona, ovviamente, va tutto il mio ringraziamento, perché è un esempio umano da seguire.
Tuttavia, non possiamo fare affidamento soltanto sui volontari e sulla buona volontà degli operatori, ma dobbiamo agire sul sostegno all'assunzione di nuovo personale che dovrà ereditare queste importanti funzioni.
Vi è stato poi un fatto che nelle ultime settimane ha smosso un po' la mia coscienza: mi riferisco alla richiesta di aumento degli stipendi degli Assessori in Regione Piemonte. Perché lo dico? Non voglio sollevare alcuna polemica, però ci tengo a sottolineare che in questo momento gli Amministratori della Città metropolitana svolgono le funzioni di Consiglieri delegati praticamente a titolo gratuito, cioè non hanno il trattamento economico riservato invece agli Assessori regionali e ai Consiglieri regionali in genere.
Ad esempio, ci sono dei semplici ma importantissimi Consiglieri comunali che svolgono il ruolo di Consigliere delegato - quindi adempiono il proprio ruolo come un Assessore regionale - sul territorio delle varie aree omogenee della Città metropolitana; si occupano di un'area parecchio vasta ma lo fanno a titolo gratuito. Questo è un paradosso che dobbiamo sottolineare e che dev'essere tenuto in considerazione.
Anch'io ho ricoperto il ruolo di Consigliera comunale presso il Comune di Collegno e i gettoni di presenza per tre mesi di Commissioni e di Consigli comunali ammontavano a un centinaio di euro: quelle sono le risorse che hanno a disposizione in questo momento i Consiglieri metropolitani e provinciali! E con quelle devono far fronte a tutte queste esigenze.
Come ho detto, non vuole essere una polemica, ma un punto di partenza per una riflessione seria su quello che dovrebbe essere il trattamento economico adeguato per mettere nelle condizioni un Consigliere o un Assessore di poter operare e svolgere tutte le sue funzioni.
Inoltre, c'è stato un altro fatto che è avvenuto, se non sbaglio, il 20 febbraio, in sede di III Commissione consiliare, nella quale avevo fatto una richiesta. Intanto volevo sapere se i fondi per la Città metropolitana per quanto riguarda il tema della formazione fossero confermati e mi è stato detto di sì, però ho posto anche un'altra domanda. Ho chiesto che cosa intendesse fare la Regione su quel tema specifico, perché giungevano voci che la Regione stesse intraprendendo un dialogo per riattrarre a s questa delega che adesso, come funzione delegata, è in capo alla Città metropolitana. Questo mi ha fatto riflettere sulla richiesta di quest'ordine del giorno che, a mio avviso, giustamente va nella direzione contraria. Ritengo che da quel punto di vista si sarebbe dovuta avviare una riflessione preventiva, perché poi è stata l'Assessora Chiorino a confermarmi questa volontà.
Non so se sia stato intrapreso un dialogo anche con l'Assessore agli Enti locali, che in questo momento ha in capo tale delega e si occupa effettivamente della tematica. Non sapevo nemmeno se ci fossero state interlocuzioni con la Città metropolitana e mi è stato riferito di no.
Pertanto, ritengo importante avviare un dialogo nelle sedi opportune e in sede di Osservatorio e, comunque, approfondire la questione e non calarla in questo modo in sede di Commissione consiliare, perché ci ritroviamo tutti ad affrontare in quella sede questo discorso - benché per il momento sia soltanto un'idea - per poi ritrovarci a dover votare un atto che invece va nella direzione opposta.
Questa era la riflessione che ci tenevo a fare e che ho fatto in questi giorni, perché benché ritenga che l'atto sia condivisibile e anche sottoscrivibile, alle parole devono seguire i fatti.
Se in questo momento dovesse essere confermato quello che è stato detto in Commissione consiliare, cioè valutare l'ipotesi di riattrarre la delega certamente quest'atto non avrebbe più la valenza di quando è stato proposto, nel senso che verrebbe "depotenziato". Il Presidente Riva Vercellotti mi perdonerà il termine, però questo è quello che penso.
Inoltre, sono sicura che "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare" quindi prima di avviare un dialogo così importante su questa delega, di pensieri se ne fanno a migliaia, per cui non è un passo così semplice da compiere, in quanto prevederà interlocuzioni importanti tra i vari livelli istituzionali, al fine di capire quale possa essere la soluzione migliore da adottare. Però a me premeva andare al voto di quest'ordine del giorno facendo fede agli impegni indicati, che sono quelli che abbiamo ripetuto prima. Si parla di rafforzamento delle funzioni già conferite, di avviare un dialogo con il Governo per una revisione della regolamentazione delle Città metropolitane e delle Province. Su questo, siamo fortemente d'accordo.
Un altro passaggio che ritengo di fondamentale importanza riguarda la relazione fornita da ANCI nei confronti del disegno di legge n. 68, perch dall'ANCI ci sono state date indicazioni ben precise. Procedo alla lettura perché ritengo importante questo passaggio, anche al fine di comprendere quanto sia importante lo stanziamento sulle Città metropolitane e sulle Province per l'ANCI, che si ritrova a voler dare un parere favorevole, ma stando a quanto dice in questo documento precedentemente non l'ha dato proprio per questa ragione.
Sull'attuale versione del disegno di legge - quindi ipotizzo prima del maxiemendamento, che, comunque, non ha visto uno stanziamento così sostanziale se non per quanto riguarda la questione dei canoni idrici, per bisogna ancora capire se con i canoni idrici effettivamente si potrà far fronte alle spese per le funzioni delegate - nella relazione dell'ANCI si leggeva: "Non emerge alcuno stanziamento in favore delle Province o della Città metropolitana di Torino, trascurando quindi un intero livello di governo. Nello specifico, il provvedimento appare carente di stanziamenti per il finanziamento delle spese d'intervento relative alle funzioni conferite ai sensi della legge regionale n. 23/2015" - che è quella che citavamo poc'anzi - "facendo venire meno così un indispensabile elemento di copertura delle spese che gli Enti di area vasta sostengono con proprie risorse per le proprie funzioni non fondamentali d'interesse regionale".
Questo è un argomento che, secondo ANCI, è fondamentale affrontare, al fine di poter dare un parere favorevole. Noi condividiamo questo pensiero perché per fare fronte alle numerose funzioni delegate, bisogna fornire i giusti stanziamenti.
Questa è la riflessione che ho sottoposto ai miei colleghi, ma anche al primo firmatario, perché, benché io voglia sottoscrivere quest'atto, in quanto sono convinta dell'intento di rafforzare enti così importanti dobbiamo mantenere fede a quello che è scritto nell'impegno prima di mettere in discussione quello che si è discusso durante le Commissioni consiliari. Questo, secondo me, è un presupposto importante per procedere a una votazione favorevole dell'intero documento.
Grazie.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Non so come definirlo, è solo un chiarimento, perché è vero che qui andiamo a un'altra velocità, però forse mi sono distratta un attimo. Abbiamo approvato in Aula oggi una legge sull'idroelettrico?



PRESIDENTE

No.



FREDIANI Francesca

Lo chiedo, perché ho visto uscire un comunicato stampa dell'Assessore che annuncia.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Siccome andiamo molto veloci, però non così tanto da non renderci conto dell'approvazione.



PRESIDENTE

No, mi sembra che lei fosse in Aula, perciò l'o.d.g. preiscritto..



FREDIANI Francesca

No, allora forse sarebbe il caso di rettificare il comunicato stampa che è uscito, altrimenti sembra che in Consiglio regionale.
Le sembra una cosa da poco che annunciamo l'approvazione di una legge del Consiglio?



PRESIDENTE

Non penso che il Consiglio regionale possa ratificare tutti i comunicati stampa del Paese.



FREDIANI Francesca

Mi riferisco all'Assessore.
Se l'Assessore dichiara che il Consiglio ha approvato una legge che non ha approvato, l'Assessore dovrebbe smentire, secondo me.



PRESIDENTE

Non ho idea di quale sia. Verificheremo. Nel frattempo, proseguiamo il nostro o.d.g.
Aveva chiesto la parola il Consigliere Sacco.



MARNATI Matteo, Assessore regionale ( fuori microfono)

In Giunta! Leggi bene!



PRESIDENTE

Se qualcuno della Giunta specifica, mi fa il piacere ed evitiamo di gridare; altrimenti proseguiamo i lavori e verifichiamo qual è l'oggetto del contendere.
Il Consigliere Sacco ha facoltà di parlare.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Non voglio ripetere ciò che ha appena evidenziato la collega Disabato e condivido l'intero contenuto del suo intervento, ma vorrei aggiungere una riflessione.
La revisione delle Province è già partita male con la legge del 2014 ed è proseguita ancora peggio con il referendum costituzionale. Anziché avere abolito le Province, ci siamo ritrovati ad avere delle Province con tutta una serie di deleghe per cui non avevano le risorse necessarie per far fronte alle stesse.
In più, ci siamo ritrovati con l'impossibilità, come cittadini, di partecipare alle elezioni dei Consigli provinciali, oltre al fatto di avere tolto la benzina, la liquidità per tutta una serie d'interventi, senza essere riusciti a fare una completa riforma, che si è appunto stoppata nel momento in cui non è andato a buon fine il progetto del Governo di allora di cancellare le Province dalla Costituzione.
Oggi ci ritroviamo con Province in fortissima difficoltà a dare un servizio alla cittadinanza. Spesso i cittadini ci fermano per strada e ci dicono pur essendo Consiglieri regionali, che le strade provinciali sono sempre a pezzi, che non ci sono interventi sufficienti per garantire la sicurezza ecc.
Chiaramente questo problema si è evidenziato - io parlo soprattutto per la mia provincia - durante le forti precipitazioni che abbiamo assistito nei mesi di ottobre e di novembre. Vi dico solo che la Provincia di Alessandria, per fare fronte all'impossibilità di gestire gran parte della rete infrastrutturale, che fa capo appunto alla stessa, ha dovuto siglare un accordo con ANAS, con lo Stato, per cedere parte delle competenze sulle strade, proprio perché incapace di adempiere ciò che gli viene riconosciuto dalla legge, ovvero alla manutenzione dell'intera rete stradale che fa capo alla Provincia.
È chiaro che mi vedo d'accordo, perché nel momento in cui non si abolisce un ente, occorre trovare il sistema di farlo funzionare. Esiste, ha delle deleghe, per cui qualcuno se ne deve occupare, non solo dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista delle risorse.
Nel momento in cui la coperta è corta, rischiamo che questi enti, che sono molto vicini ai cittadini, non si trovino nelle condizioni di operare nella maniera in cui dovrebbero.
Da una parte, quindi, chiediamo una maggiore attenzione e un rafforzamento rispetto alle deleghe che hanno le Province; dall'altra, però, anche a livello regionale dobbiamo riconoscergli quanto fanno per i cittadini piemontesi. Non dovremmo solo sederci al tavolo a ragionare su quello che le Province diventeranno, con tutti i vari interventi normativi, a partire dalle concessioni dei canoni idrici. Chiaramente, alcune Province aumenteranno gli introiti, mentre altre no.
Mentre prima tutte quelle risorse erano incamerate nel bilancio regionale e poi ridistribuite sull'intero territorio regionale, d'ora in poi ci saranno Province che, avendo la possibilità di ottenere una parte dei canoni idrici, avranno maggiori risorse, mentre per altre vi sarà una ricaduta economica inferiore.
Ci troveremo ad affrontare tutta una serie di problematiche che spero possano trovare un seguito, non solo con l'approvazione dell'ordine del giorno che demanda alla Giunta e al Governo di intervenire sulle problematiche delle nostre Province, ma anche come Consiglio dovremo iniziare a ragionare su come sostenere i nostri territori. Non possiamo pensare di ragionare a compartimenti stagni perché, nel momento in cui interveniamo sulle Province, interveniamo sulla vita di tutti i cittadini piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Collega Frediani, ho verificato il comunicato cui lei si riferiva.
Effettivamente, il titolo è fuorviante, perché parla di Regione Piemonte.
Tuttavia, se sull'Ansa è stata ripresa in modo sbagliato, chiederemo agli Uffici della Giunta di rettificare la dicitura, essendoci stata una Giunta che ha approvato il testo stesso che citava il comunicato.
La notizia è in parte vera.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Abbiamo già avuto modo di dirlo in altre occasioni e la discussione su quest'ordine del giorno l'ha evidenziato: sono trascorsi ormai alcuni anni dall'entrata in vigore della legge Delrio e ora siamo nelle condizioni di poter svolgere alcune considerazioni puntuali sugli effetti di questa legge.
Come sappiamo, sono stati molto condizionati dall'esito del referendum costituzionale; l'efficacia e le potenzialità di questa legge sono state condizionate, ma dobbiamo prendere atto di quell'esito. Oggi le Province l'abbiamo ascoltato anche negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto - sono enti che esistono a tutti gli effetti e dobbiamo garantire a loro e alle Città metropolitane di svolgere al meglio le funzioni, che devono essere definite in modo preciso e rigoroso, e garantire le risorse conseguenti.
Non è un caso che l'UPI (Unione delle Provincie Italiane) si è attivata per rafforzare e valorizzare questo ruolo; non è un caso che quest'ordine del giorno ricalchi quanto richiamato e proposto dall'UPI, né è un caso che i Comuni, quasi nell'80% dei casi, abbiano sottoscritto quell'ordine del giorno.
Probabilmente i nostri Sindaci ritengono che la funzione dell'ente intermedio non sia venuta meno; anzi, ritengono necessaria questa funzione d'interlocuzione e d'intermediazione tra i Comuni e gli enti superiori.
Non aggiungo altre considerazioni, ma mi soffermo solo sulla necessità di garantire, in modo particolare alle Province e alle Città metropolitane, la possibilità di programmare gli interventi, quindi superando quella fase d'incertezza finanziaria che ha caratterizzato gli ultimi dieci anni di questo livello di governo locale e che ha contribuito - di questo dobbiamo esserne consapevoli - a depauperare, in modo significativo, anche le potenzialità delle strutture tecniche di questi enti, cosa di cui cominciamo a sentire le conseguenze.
Mi soffermo in particolare, avanzando una proposta, sulla situazione specifica delle Città metropolitane, in particolare quella di Torino, che ha caratteristiche molto peculiari tra le 13 o 14 (non ricordo il numero esatto) Città metropolitane italiane. All'interno del territorio della Città metropolitana di Torino, abbiamo una grande città, abbiamo qualche media città che sta intorno, poi abbiamo tantissimi (oltre 250) piccoli Comuni, su poco più di 300 Comuni complessivi. In questi anni non è stato facile, come tutti noi ben sappiamo, adottare un modello di governance che nel rispetto della legge, garantisse il necessario coinvolgimento e il necessario riconoscimento a tutti gli attori e, soprattutto, il loro rapporto corretto con il Sindaco che, a differenza dei Consiglieri metropolitani, non contribuiscono a eleggere, come sappiamo, per quell'automatismo che prevede che il Sindaco metropolitano sia il Sindaco della Città di Torino.
Per questa ragione, proponiamo un emendamento all'ordine del giorno, e lo propongo al primo firmatario, che sintetizza ciò che ho cercato di esplicitare. Un emendamento che proporrei nelle premesse e che recita: "Sono trascorsi ormai sei anni dall'entrata in vigore della legge n.
56/2014 ed è ormai maturata un'adeguata esperienza applicativa. Di conseguenza si rileva, per quanto riguarda le Città metropolitane, la necessità di riconoscere maggiore rappresentatività ai territori coinvolti aggiornando le norme sull'elezione degli organi politici e definire con maggiore chiarezza il ruolo, le funzioni autonome e le risorse a esse dedicate".
Nell'impegno del Presidente del Consiglio e della Giunta si dice "di farsi promotori nelle sedi opportune di approfondimenti, audizioni e confronti con i soggetti interessati al fine ultimo di elaborare una proposta di legge d'iniziativa regionale in linea con il presente ordine del giorno da sottoporre alle autorità competenti".
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Avetta, può venire a sottoscrivere le modifiche al banco della Presidenza, così le alleghiamo e le formalizziamo? Ci sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Avendo, tra l'altro, proposto per primi quest'ordine del giorno, è chiaro che non possiamo che essere favorevoli. Tuttavia, mi permetto di aggiungere alcune riflessioni. Parto dalla fine, dalle considerazioni del Consigliere Avetta, che credo condivise anche da chi, come il sottoscritto e come il Consigliere Fava, sono ancora oggi nel Consiglio della Città metropolitana ma anche dal Consigliere Magliano e dalla Consigliera Canalis, che lo erano fino a pochi giorni fa. Portiamo qui la nostra esperienza, come ha fatto prima di noi l'Assessore Tronzano.
Ormai sono trascorsi sei anni dall'entrata in vigore della legge n. 56 e mi pare che, in modo unanime e trasversale, siamo tutti d'accordo nel dire che è necessaria una riforma di quella legge nel suo complesso, non solo per quanto riguarda le Città metropolitane, ma anche le Province. All'impegno che suggeriva il Consigliere Avetta, direi anche di aggiungere la revisione della norma per quanto riguarda le Province, ad esempio in quella parte che definisco "sclerotica", dove si dice che i Presidenti sono eletti per quattro anni e i Consigli per due. Una cosa simile non si è mai vista e credo che sia semplicemente di buonsenso rivederla.
Solleciterei anche il Consiglio e la Presidenza a ragionare sull'individuazione di un momento ufficiale in cui fare confluire tutte le sensibilità dei Presidenti delle Province e della Città metropolitana magari proponendo all'ANCI di farsi carico di promuovere un momento di riflessione su questi sei anni di applicazione della riforma.
Condivido, ma con sfumature diverse, quanto ha detto la collega Disabato quando dice che, giustamente, non è opportuno che coloro che svolgono le funzioni di Consiglieri o di Assessori in Città metropolitana, lo facciano a titolo gratuito. Quando non si riceve né indennità né rimborsi, vuol dire che lo si fa a spese proprie e non basta dire che lo si fa a titolo gratuito. Oggi fare il Consigliere in Provincia o in Città metropolitana vuol dire dedicare tempo e risorse economiche proprie. Credo che non sia accettabile.
Certo, per fare questo bisogna però abbandonare quella demagogia che abbiamo portato avanti in questi anni, in cui si diceva che avremmo dovuto farlo a titolo gratuito, magari rimettendoci. Mi fa piacere sentire queste riflessioni da chi aveva maggiormente portato avanti questa demagogia, ma che oggi sta giustamente riflettendo e pensando che l'attività amministrativa e politica non può essere privilegio dei pochi che si possono permettere di non lavorare e di mettere mano al proprio portafoglio.
In questo s'inserisce anche quella polemica di cui ho sentito parlare secondo cui gli Assessori avrebbero voluto aumentarsi lo stipendio. In questo modo noi continuiamo ad alimentare quella demagogia. Non mi sembra che la proposta andasse in quel senso, ma semplicemente si voleva dire che chi svolge una funzione per cui ha necessità, per il ruolo che svolge, di utilizzare un mezzo di trasporto, il costo di tale utilizzo non debba ricadere sulle indennità o sui rimborsi dell'interessato. Se vogliamo costruire qualcosa tutti insieme, dobbiamo cominciare a rivedere le cose in modo serio. Se crediamo che le Province e le Città metropolitane siano importanti, diventa difficile capire e comprendere perché alcune forze si rifiutino di presentare candidati per le Province. Insomma, diamo dei messaggi diametralmente distorti.
Poiché qui, in modo unanime, sosteniamo che le Province e le Città metropolitane sono importanti e dovrebbero avere le risorse per svolgere le loro funzioni, nel rivolgermi in modo particolare a chi oggi al Governo è maggioranza, dico loro di intervenire. Avete gli strumenti, intervenite. Le Province non hanno più le risorse per fornire quei servizi che, seppur pochi, sono essenziali come viabilità, edilizia scolastica e quant'altro ma non credo sia immaginabile dire che la Regione si debba fare carico di queste risorse.
Il Governo ha stabilito queste norme e credo che di lì debbano arrivare le risorse per dare la dignità istituzionale, ma soprattutto i servizi che i nostri cittadini si aspettano. Siamo convinti, magari in modo anche diverso, che le Province debbano recuperare una dignità, da una parte istituzionale e, dall'altra, economica per dare le giuste risposte.
Non credo che nel Comune di Moncenisio, indirettamente, sia il Sindaco di Torino, comunque si chiami e a qualsiasi forza politica appartenga, che debba decidere se la strada provinciale vada asfaltata o no. Anche sotto quest'aspetto, credo che il principio delle Città metropolitane, così com'era concepito, non si possa immaginare di replicarlo estendendolo a tutta la Provincia: o ci si limita a Torino e ai suoi Comuni più adiacenti in cui i problemi sono identici, in cui la viabilità è molto intersecata in cui il trasporto pubblico locale è quasi una cosa unica, allora lì si può ragionare di Città metropolitana, forse, per come veniva intesa, ma nel momento in cui si prende in considerazione un'intera Provincia che rappresenta il 50% del Piemonte, diventa veramente difficile.
La Provincia era quell'elemento che dava forza a quei Comuni che avevano difficoltà a interloquire in modo diretto con la Regione e con il Governo.
Oggi quello che abbiamo fatto ha ulteriormente depotenziato quei Comuni che già erano in difficoltà.
Pertanto, siamo molto favorevoli a quest'ordine del giorno; aggiungerei al dispositivo quanto dicevo, e cioè che si riveda in primis anche la legge che oggi elegge il Consiglio e il Presidente delle Province e, in modo generale, tutte quelle che sono le funzioni.
Sollecito e ricordo che credo che sia indispensabile avere un momento in cui, magari facendosi promotrice, come ho già detto, l'ANCI, ci si trovi e ci si confronti sulla riforma e sui sei anni di sua applicazione.



PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Ruzzola, le chiedo di venire a formalizzare le sue richieste presso l'Ufficio di Presidenza, se il primo firmatario è d'accordo sulle modifiche.
La parola al Consigliere Riva Vercellotti.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Ho discusso con il collega Avetta sulla proposta di emendamento, che condivido, perché va nell'ordine e nel senso auspicato con l'ordine del giorno, cioè quello di ridare ruolo, funzioni e risorse a Province e Città metropolitane. Ritengo anche sfidante l'idea di una proposta d'iniziativa regionale, che potremmo fare come Consiglio, rivolta al Governo su un tema così delicato.
Di conseguenza, sono assolutamente a favore sulla proposta.



PRESIDENTE

Consigliere Riva Vercellotti, se concorda sulle proposte di modifica di Ruzzola, deve venire per siglare le modifiche. Grazie.
Chiedo anche al Consigliere Ruzzola di venire a sottoscrivere le modifiche apportate.
Procediamo con la votazione dell'ordine del giorno con le modifiche apportate dal Consigliere Riva Vercellotti, come primo firmatario.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 179, il cui testo come modificato, sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ricordo che invierò la deliberazione n. 138/2017 del Presidente Laus e dell'Ufficio di Presidenza, relativa alle norme comportamentali dell'Aula legislativa.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.00)



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