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Dettaglio seduta n.61 del 11/02/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 194 presentata da Canalis, inerente a "Soppressione dei passaggi a livello sulla linea ferroviaria Torino Pinerolo"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando le interrogazioni a risposta immediata pervenute.
Ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta. Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento, sulle interrogazioni a risposta immediata non sono previste repliche. Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.
Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 194.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Tralascio i dettagli tecnici al testo del question time. Quello che mi premeva sottolineare alla presenza dell'Assessore è il fatto che quest'intervento è profondamente sentito da una popolazione che non è soltanto quella della zona omogenea pinerolese, ma più o meno di tre zone omogenee. Quindi, è sentito non soltanto dai comuni attraversati dalla ferrovia, dalla tratta Torino-Pinerolo, ma, di fatto, da mezza Città Metropolitana di Torino.
Conosciamo molto bene le criticità e i disservizi della linea Pinerolo Chivasso - perché da Pinerolo va a Torino e da Torino va a Chivasso - in termini di ritardi, di soppressioni, di difficoltà e di mancati rimborsi ai pendolari. In passato si era provato a impostare un percorso di risoluzione che anche segmentasse il problema in lotti, perché il progetto iniziale quello del 2007, sottoscritto tra il Ministero dello Sviluppo Economico e Infrastrutture e la Regione Piemonte, la Città di Torino, RFI e GTT era molto oneroso. Lo sappiamo bene, era un progetto di 360 milioni di euro che prevedeva l'interramento nel Comune di Torino, la soppressione dei passaggi a livello e il raddoppio della linea.
Noi non pretendiamo oggi, considerate anche le condizioni finanziarie del bilancio regionale, un intervento così oneroso, che peraltro non è stato fatto neanche durante il mandato di Chiamparino. Chiediamo, però, che sia dato seguito al segnale finale fatto nel 2019 dalla Giunta Chiamparino d'individuazione di una prima cifra. Allora si trattava di dieci milioni di euro che miravano a individuare alcuni passaggi a livello prioritari da sopprimere. Sappiamo che sono moltissimi: quattro nel solo comune di Piscina, quattro nel solo Comune di Nichelino, tre nel Comune di Airasca.
Pertanto, chiediamo di individuare quelli prioritari, quelli che oggi stanno creando maggiori e più acute conseguenze negative al traffico veicolare nei punti in cui le strade s'incrociano con la ferrovia e di individuare anche i raddoppi selettivi; per cui non un raddoppio completo della linea, ma l'individuazione di alcuni punti in cui fare questi raddoppi.
Non credo che il question time di oggi - lo enuncio chiaramente - possa essere esaurito in una risposta di cinque minuti da parte dell'Assessore ma credo che sia propedeutico all'apertura di un lavoro per il quale, come minoranze e come Consiglieri eletti in quel territorio, siamo anche disponibili ad aiutare. Però, essendo ormai febbraio ed essendo voi stati eletti a maggio, un segnale adesso lo chiediamo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente; grazie, Consigliera.
Tengo a ribadire, e lo vedrete anche nelle discussioni del bilancio, che seppure nel momento che vi abbiamo descritto o che almeno rappresentato con i nostri occhi di difficoltà economica, il tema della soppressione dei passaggi a livello generale - così cominciamo a scendere nel dettaglio - è un tema che rimane prioritario. Lo vedrete in Commissione e nel prossimo bilancio, perché rimangono appostate sostanzialmente le stesse cifre. Di conseguenza, non decliniamo l'invito e la sollecitazione della Consigliera Canalis, perché lo riteniamo veramente un argomento prioritario su buona parte del territorio piemontese.
Nel caso specifico, questa linea fino a un certo punto ha un percorso virtuoso che aveva iniziato la Giunta Chiamparino. Non riferisco tutti i dettagli, perché forse è poco significativo, ma è importante dire che c'era un protocollo d'intesa che prevedeva degli step e delle chiusure crono programmate nel corso degli anni. È un protocollo che nell'aprile 2019 è stato trasmesso a tutti gli enti; poi ognuno è legittimato a casa propria a fare delle scelte, quindi non è una discussione di merito, ma di sostanza.
Dico però che il problema rimane prioritario, anche se alcuni Comuni, di fatto, quell'accordo non l'hanno sottoscritto, venendo un po' meno non a un impegno preso, ma a un ragionamento e a un percorso fatto tutti insieme trasversalmente e unitariamente come territori, sebbene le opere fossero già state concordate.
Tra l'altro, è un percorso virtuoso non fatto solo per la Torino-Pinerolo ma anche per la linea Chivasso-Aosta, che aveva dato i suoi frutti e che sta portando all'eliminazione di passaggi a livello e che sta anche proseguendo sulle linee concesse. Penso alla Canavesana dell'amico Mauro Fava, con il quale si sta facendo un ragionamento, perché questa richiesta è molto sentita in tutto il Piemonte.
A questo punto, cosa succede? Come facciamo spesso noi amministratori e politici, sarebbe stato più facile dire: "Non c'è l'accordo, non facciamo più niente e i soldi li mettiamo da un'altra parte". Abbiamo temporeggiato nel senso che abbiamo comunque chiesto a RFI di andare avanti nella sua programmazione rispetto ai fondi disponibili da contratto di programma che ha RFI, che sono importanti e che è importante utilizzare al meglio. RFI sta valutando con il nostro aiuto quali sono i passaggi a livello più importanti e più pericolosi e di quali cifre si parla.
È anche vero che è una situazione particolare, perché ho avuto incontri con alcuni Sindaci dei territori e parliamo in alcuni casi di cifre davvero importanti, alle quali RFI, con il suo cofinanziamento standard di 600 mila al massimo, non riesce ad arrivare. Pertanto, è oggettivo il fatto che, più che uno sforzo economico di qualche milione della Regione Piemonte, viste le cifre, serva uno sforzo della Regione Piemonte a identificare come prioritarie quelle linee nel contratto di programma.
In questo raccolgo l'invito della Consigliera Canalis a supportare il lavoro della Giunta. Rilancio, nel senso che faccio quello che sto facendo con le Province, ovvero a farmi segnalare gli interventi più importanti da tutte le Province piemontesi. Credo che non possiamo lavorare a compartimenti stagni e dobbiamo ritenere prioritarie alcune cose, non tutte, anche se sono tutte importanti, e quelle priorità poi trasferirle nei contratti di programma, che siano RFI o che siano ANAS, sapendo che ci piacerebbe metterli tutti nel primo anno di contratto con un miliardo d'investimento. Invece, poiché magari avremo dieci anni d'investimento a 50, 60 o 70 milioni l'anno, dobbiamo sapere che abbiamo quell'eliminazione abbiamo Porta Susa e Porta Nuova, abbiamo lo scalo di Novara Boschetto abbiamo una serie d'investimenti che sono importanti cui dobbiamo dare una cadenza temporale.
Noi, come abbiamo fatto da altre parti, non ci sottraiamo. Naturalmente non ci sottraiamo - lo dico in maniera trasparente - dove possiamo intervenire con qualcosa che sia significativo, altrimenti rischiamo di appostare delle risorse a bilancio di 500-600-700 mila euro, due milioni per non sopprimere neanche un passaggio livello rendendo un brutto servizio a tutti noi.
Credo che in questo caso specifico - non lo dico per altri casi perch sulla linea Chivasso-Aosta abbiamo fatto altro - nel contratto di programma serva più l'interlocuzione con RFI.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 196 presentata da Martinetti inerente a "Alienazione vecchi ospedali di Alba e Bra - difformità tra il piano economico finanziario e il bando di vendita delle strutture"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
196.
Ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha cinque minuti per la risposta e non c'è diritto di replica.
La parola al Consigliere Martinetti per l'illustrazione.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Abbiamo appreso da fonti di stampa che la vendita degli ospedali di Alba e Bra non procede come dovrebbe, in quanto non vi è stata alcuna offerta nel primo bando. Sempre da fonti di stampa apprendiamo che, fra qualche giorno sarà avviato un secondo tentativo di vendita degli ospedali. Sto parlando del presidio ospedaliero San Lazzaro di Alba, del Presidio ospedaliero Santo Spirito di Bra e del poliambulatorio di Alba.
Con la DGR n. 28 del 25 marzo 2003, avente a oggetto "Approvazione piano finanziario del nuovo ospedale Alba-Bra", veniva previsto, tra le diverse fonti di finanziamento, "l'anticipazione da parte della Regione Piemonte da alienazioni immobili di proprietà ASL in dismissione con l'attivazione del nuovo presidio".
È stata fatta una perizia su questi immobili, trasmessa il 2 febbraio 2018 e asseverata in data 16 febbraio dello stesso anno, per un valore complessivo di euro 21.150.000,00.
Da quanto espresso finora, risulta evidente una difformità e una problematica sostanziale nella valutazione degli immobili in quanto la Regione Piemonte avrebbe anticipato, a suo tempo, oltre 25 milioni di lire sulla base di una valutazione degli immobili che risale al 2003, mentre dal 2015 era in corso una nuova valutazione, da parte di un tecnico di SCR. Una perizia che si è concretizzata dieci mesi dopo, a febbraio 2018, ha stabilito un valore minore rispetto all'anticipo che aveva fatto la Regione di 3,8 milioni di euro.
Visto che siamo in fase di bilancio previsionale, la domanda è molto semplice: come s'intende affrontare il problema della vendita degli ospedali in oggetto, considerata la perdita di valore che è già acclarata?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Voglio citare cronologicamente le norme che si sono susseguite relativamente ad Alba-Bra. La legge regionale n. 9 del 2015 prevede: "Al fine di completare la costruzione del nuovo ospedale di Verduno, l'Azienda Sanitaria Locale CN2 provvede nel proprio bilancio alla copertura finanziaria dell'opera tramite i proventi derivanti dall'alienazione dei citati immobili in dismissione con l'attivazione del nuovo presidio. Nelle more dell'acquisizione dei proventi di cui al comma 1, la Giunta regionale a valere sulle risorse disponibili nei limiti degli stanziamenti di bilancio, è autorizzata ad anticipare il ricavo previsto".
La Giunta regionale ha stanziato 25 milioni.
Nella DGR n. 41 del 2017 è indicato un importo, riferito al quadro economico, pari esattamente a euro 25.822,844 in relazione alle presunte entrate derivanti dall'alienazione degli immobili di proprietà dell'ASL.
In questa delibera, ai fini dell'ultimazione dei lavori dell'ospedale di Verduno, vengono assegnate all'ASL CN2 25 milioni e, come dicevo, la Regione li ha anticipati nella speranza che dalla vendita fossero emersi gli stessi valori. Purtroppo il mercato immobiliare sta andando come sta andando e con la delibera dirigenziale n. 495, sulla base della perizia successivamente presentata dall'ASL CN2, è stata autorizzata l'alienazione degli immobili per euro 21.150.000,00.
Nella determinazione citata si dà atto che l'ASL CN2 deve destinare i proventi derivanti dall'alienazione alla restituzione alla Regione dell'anticipo finalizzato alla realizzazione del nuovo ospedale di Verduno nel rispetto della DGR n. 41.
La differenza fra l'importo anticipato dalla Regione Piemonte e i proventi che deriveranno dalla vendita degli immobili risulta, comunque, essere all'interno del Fondo Sanitario Nazionale come utile della GSA.
In due parole: la Regione ha anticipato i soldi basandosi su un valore precedente, l'ASL ha correttamente messo a gara l'immobile per 25 milioni cioè il valore iniziale. Non è stato possibile vendere e ci sarà una seconda asta, mi auguro non una terza, per la vendita. Certamente non è non coerente al piano di alienazione, è esattamente la stessa cosa. Certo che la perizia successiva ha abbassato il valore, ma non credo che ci sia nessun problema. Se avessimo potuto prendere 25 milioni, sarebbe stata una cosa gradita a tutti.
Adesso, ripeto, c'è la necessità di alienarli e di trovare una destinazione per gli ospedali diversa, ma sono entrambi all'interno del centro abitato.
È triste da dire, ma in tutta la regione abbiamo una serie di ospedali invenduti, a cominciare da quelli di Asti e Biella e anche altri, che creano tanti problemi.
Un impulso che darà questa Giunta è certamente quello di alienare gli immobili o, comunque, di trovare destinazioni diverse per riutilizzare il patrimonio edilizio delle nostre città.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 197 presentata da Frediani, inerente a "Miglioramento dei tempi delle liste di attesa"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 197.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Parliamo della gara di SCR, la gara n. 125/2018, "Servizio di assistenza multidisciplinare per il consolidamento e la realizzazione delle azioni previste dal Piano di efficientamento dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino e individuazione degli strumenti necessari". L'importo complessivo della gara era di sei milioni, più IVA.
In data 8 luglio 2019, la gara è stata aggiudicata e SCR ha predisposto l'aggiudicazione, in particolare, ha disposto "di approvare l'esito della procedura, di cui al precedente punto 1, aggiudicando la stessa all'operatore economico RTI, costituendo KPMG Advisory S.p.A., Università Commerciale Luigi Bocconi, Studio Associato Consulenza Legale Tributaria per aver presentato l'offerta economicamente più vantaggiosa, avendo totalizzato 100/100 punti, con un ribasso percentuale totale offerto sull'importo complessivo posto a base d'asta pari al 34,07%".
Inoltre, abbiamo letto le dichiarazioni dell'Assessore Icardi il 6 febbraio 2020 su un quotidiano e l'Assessore così diceva: "L'ex direttore regionale Danilo Bono aveva sospeso la gara ora dobbiamo capire se andare avanti per questa strada; il Piano di rientro, in realtà, c'è già e quello strumento potrebbe arrivare troppo tardi, per garantire l'effetto di cui abbiamo bisogno in tempi più rapidi".
Ricordiamo che il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno siglato un'intesa inerente al Piano nazionale di governo delle liste d'attesa, per il triennio 2019-2021 e, in data 16 maggio 2019 la Regione Piemonte emanava la deliberazione della Giunta di recepimento di questa intesa e l'approvazione del programma regionale per il Governo dei tempi di attesa delle prestazioni di specialistica e di ricovero per il triennio 2019-2021.
Tra le linee d'intervento previste dal Piano di Governo, leggiamo la predisposizione dei percorsi di garanzia, ovvero dei percorsi di accesso alternativi alle prestazioni specialistiche che prevedano anche, qualora venga superato il tempo massimo d'attesa a livello istituzionale, che possa essere attivata una specifica procedura, che permetta al paziente residente e per le richieste di prime prestazioni in classe di priorità, la possibilità di effettuare la prestazione presso un erogatore privato accreditato, nel rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente.
Sempre nell'ottica d'istituire questo percorso di garanzia, in alternativa alle possibilità di effettuare queste prestazioni presso un privato, le Aziende possono anche aumentare l'attività istituzionale in fasce serali e nei giorni festivi.
Ora, non ci risulta che sul sito istituzionale della Regione siano attivati percorsi di garanzia che consentirebbero, per l'appunto, lo smaltimento delle liste d'attesa, che sappiamo essere un problema piuttosto pressante nella nostra Regione.
Quest'interrogazione è mirata a chiedere alla Giunta se intenda chiedere alla Compagnia di San Paolo di utilizzare le risorse messe a disposizione per la gara o, quantomeno, la cifra oggetto di sconto (circa 34%) rispetto alla base d'asta, per l'erogazione di prestazioni ai cittadini pazienti nei tempi previsti dal Piano nazionale di governo delle liste d'attesa 2019 2021.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Non è del tutto corretto quello che è stato detto.
La Direzione Sanità ha attivato i percorsi di garanzia, che sono disciplinati dalla deliberazione 110/2019, che recepisce parte del Piano nazionale delle liste d'attesa e di approvazione del Piano regionale quindi l'atto c'è.
I bacini di garanzia sono, peraltro, già stati definiti con delibera dirigenziale n. 519 dell'8 agosto 2017, tuttora vigente.
Inoltre, i programmi di Area, presentati dalle Aziende Sanitarie entro i termini previsti nell'autunno dell'anno scorso, prevedono tutti azioni specifiche per il contenimento dei tempi d'attesa (per esempio, attivazione del CUP Unico), così come disciplinato dalla normativa nazionale e regionale in materia.
Con DGR 1-5331 del 2017 è stato approvato lo schema di convenzione fra la Regione Piemonte e la Compagnia di San Paolo per iniziative in campo sociale e culturale (questo è corretto).
Per il triennio 2017-2019, la Convenzione individua le seguenti macro-aree operative e d'intervento di reciproco interesse: a) consolidamento e implementazione del Piano di rientro triennale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino; b) analisi e sperimentazione di modelli innovativi a supporto della gestione del paziente cronico; c) sostegno a progettualità e istituzioni rilevanti nel panorama culturale regionale in grado di attivare dinamiche di sviluppo del comparto culturale (questo esula un po'). È inoltre previsto che ulteriori macro-aree operative possano essere individuate d'intesa tra le parti nell'ambito dello stanziamento massimo, di cui all'articolo 4, pari a dieci milioni di euro.
Non vi è, all'interno dalla Convenzione, alcuna previsione specifica sulla destinazione di parte delle risorse, per interventi in tema di governo delle liste d'attesa.
Per essere più precisi, come già dichiarato (confermo in toto le mie dichiarazioni), il Piano di rientro c'è già dal 2018, anche se applicato in minima parte.
È chiaro che l'aiuto degli advisor, che sono stati previsti con un importante sconto, darà certamente una mano, ma noi dobbiamo applicare subito una serie di azioni, già previste in quel piano di rientro.
Certamente, queste saranno utili per un successivo percorso e le attiveremo. Tra gli atti che sono stati posti manca la nomina del DEC dopodiché la procedura potrà partire, ma siamo nei tempi tecnici per fare queste nomine, perché non abbiamo perso tempo. Quindi, la procedura sarà attivata.
Con il ribasso d'asta e altri fondi saranno finanziate borse di studio per gli specializzandi. Questa è l'intesa con la Compagnia di San Paolo e questo è anche l'intendimento della Compagnia: una serie di borse di studio, compatibilmente con i posti residui.
Se avanzeranno dei fondi, temi importanti saranno certamente la digitalizzazione e il coordinamento delle Aziende Sanitarie piemontesi con la Regione, sia sotto il profilo economico finanziario, cioè amministrativo, sia sotto il profilo della trasmissione dati sanitari. I nostri ospedali, come ha ricordato il Presidente Cirio ultima volta in questa sala, non si parlano. Pertanto, una delle esigenze di risparmio fondamentale è anche quella.
Su queste tre iniziative, orienteremo i fondi concordati con Compagnia di San Paolo, ma il piano di efficientamento prosegue.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 195 presentata da Valle, inerente a "Piano operativo FSC Cultura e Turismo. Delibera CIPE 100/2017 - Intervento Sacro Monte di Oropa (BI). Grande confusione sulla destinazione finale delle risorse"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
195.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione si rende necessaria perché la scorsa settimana durante la III Commissione di giovedì in particolare, abbiamo assistito a un battibecco - per non chiamarlo teatrino - tra gli esponenti della maggioranza, relativamente ad alcuni fondi che fanno capo agli FSC. In particolare, uno stanziamento di 800 mila euro, precedentemente previsto sugli FSC per un intervento su Oropa, a un certo punto, nella scorsa consiliatura, è stato destinato ad altra destinazione, perché il Santuario di Oropa, essendo un ente di diritto privato, non poteva essere beneficiario di finanziamenti sugli FSC.
Era stata avanzata la proposta di riprogrammare queste risorse su tre interventi: uno sul Comune di Cuorgnè, uno sul Comune di Frassinetto e uno sul Comune di Santo Stefano Belbo.
Non più tardi di due settimane fa, la IV Commissione, in sopralluogo al teatro di Cuorgnè, confermava, in particolare per bocca del Presidente della Commissione, ma che aveva avuto modo di confrontarsi con l'Assessore Poggio, la destinazione di questi fondi. Sennonché, la scorsa settimana, in Commissione, alcuni colleghi, in particolare il collega Mosca e altri ipotizzavano che questi fondi venissero nuovamente ristornati a favore dell'intervento su Oropa.
La domanda è molto semplice: li rispediamo di qua o li spendiamo di là? Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore alle opere pubbliche

Grazie, Presidente.
Evito di ricordare alcuni passaggi già citati dal Consigliere Valle, mentre mi concentrerei sulla determinazione del 20 dicembre 2018 della Direzione Patrimonio e Promozione della Cultura, Turismo e Sport, che ha concesso all'amministrazione del Santuario di Oropa un contributo pubblico pari a 850 mila euro per la realizzazione dei lavori di restauro, che è stato liquidato con un primo anticipo nel 2018, pari a 210 mila euro, e con una seconda quota, nel 2019, di 240 mila euro. L'ultima quota sarà liquidata quest'anno.
La nota del 30 maggio, cui si fa riferimento nell'interrogazione, non ha avuto esiti formali e, in particolare, non è stata recepita, a livello ministeriale, da alcun atto deliberativo del CIPE.
Nel corso degli ultimi mesi del 2019, il Comune di Oropa e l'amministrazione del Santuario hanno fatto presente all'Amministrazione regionale che le risorse stanziate nel bilancio regionale 2018 non erano sufficienti a coprire tutti gli interventi e che si richiedeva la possibilità di utilizzare le risorse CIPE.
Si prendeva immediatamente contatto con l'Autorità di gestione del programma FSC 14-20 e il Comune di Oropa acquisiva il CUP dell'intervento nel mese di dicembre 2019.
A oggi, ci risulta che il Comune abbia già approvato, con propria deliberazione di Giunta, una convenzione con l'amministrazione del Santuario, che prevede la concessione, a favore del Comune, degli spazi presupposto essenziale per il completamento dei lavori.
È altresì avanzata la definizione con il MiBAC del disciplinare di finanziamento CIPE, che verrà approvato, verosimilmente, nella seduta di Consiglio comunale del 25 febbraio prossimo venturo, unitamente alla necessaria variazione di bilancio e all'aggiornamento del piano triennale delle opere.
Vista l'importanza e la rilevanza dei progetti si lavorerà, nei prossimi mesi, al reperimento delle risorse necessarie alla loro realizzazione.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 198 presentata da Sacco, inerente a "Coinvolgimento della Conferenza dei Sindaci del VCO nella definizione del futuro dei servizi socio-sanitari dell'area"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
198.
La parola al Consigliere Sacco per l'illustrazione.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ho voluto depositare questo question time proprio per chiarire come s'intende procedere sulla questione del futuro dei servizi socio-sanitari del VCO.
Ho inserito alcuni dati nelle premesse, fra cui la definizione della PDCR n. 281, recante "Rete Ospedaliera Regionale. Programma di interventi in edilizia sanitaria", tutt'oggi vigente in Piemonte, che prevede un ospedale unico baricentro a Ornavasso, che però è stato messo in discussione dalla Giunta, in quanto si è manifestata la volontà di abbandonare il progetto per realizzare un nuovo ospedale a Domodossola, anche se a oggi non vi è alcun atto formale di Consiglio. Sono solamente alcune dichiarazioni che possono essere estrapolate dai giornali, anche se alcune sono state fatte dall'Assessore.
Tra l'altro, c'è molta confusione. Escono diversi articoli, in cui si parla di tempi di realizzazione di questo nuovo ospedale, senza neanche che ci siano atti formali in Consiglio: c'è chi parla di tre anni, chi invece parla di dieci. Inoltre, si parla addirittura del presidio Castelli, su cui sono sempre più frequenti gli annunci di privatizzazione.
Occorre considerare anche il fatto che, per definire il futuro dei servizi socio-sanitari dell'area, sarebbe previsto, come prevede anche l'articolo 3 del decreto legislativo 502 del 1992, il coinvolgimento della Conferenza dei Sindaci nell'attività di programmazione, per definire in maniera condivisa quello che può essere il futuro e gli interventi che si vogliono porre nell'area, nel modo più democratico possibile, coinvolgendo le diverse sensibilità dei territori, senza cedere ai singoli campanilismi, ma facendo il bene dell'intera Provincia.
Chiedo quali sono le azioni che la Giunta, o l'Assessore competente intende adottare per il coinvolgimento della Conferenza dei Sindaci del VCO nella definizione del futuro dei servizi socio-sanitari dell'area.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Consigliere Sacco, rispondo degli atti della Regione e non certo di tutte le dichiarazioni che appaiono sui giornali. In merito a quelle, non posso incidere e non do una risposta, ovviamente.
Le dico che il 16 luglio 2019 abbiamo fatto una prima riunione a Mergozzo dove, insieme con il Presidente Cirio, i tecnici e i funzionari, alla presenza della nutrita rappresentanza dei Sindaci del VCO e con il Direttore generale Angelo Penna, abbiamo iniziato a trattare la problematica. I 45 Sindaci o loro delegati, per un totale di 545 quote rappresentative, quindi la maggioranza dei Sindaci del VCO, hanno garantito il numero legale di quella convocazione.
Dopo ampia e partecipata discussione, il Presidente Cirio comunicava che la Regione, in un tempo ridotto (90 giorni al massimo), avrebbe approfondito la tematica confrontandosi con tutti i portatori d'interesse, con l'Amministrazione regionale e con i Sindaci.
Nel tempo previsto (il 25 ottobre), si è tenuta una riunione pubblica aperta ai Sindaci e alle parti sociali presso la Provincia, sempre presente il sottoscritto, il Presidente Cirio, i giornalisti e il Direttore Generale. In quest'occasione, è stato comunicato che il progetto relativo alla prevista costruzione nella sede di Ornavasso non era idoneo e accettabile per tutta una serie di difficoltà anche logistiche nel costruire un ospedale in cima a una montagnetta di granito e per tutta una serie di problematiche.
In quell'occasione, sono state illustrate le iniziative con cui s'intendeva procedere. Credo che le faccia piacere, visto che sull'ospedale di Ornavasso c'erano due possibilità di finanziamento: una, attraverso il partenariato pubblico-privato; l'altra, attraverso fondi INAIL. Noi abbiamo optato per la versione INAIL perché, dove si può, cerchiamo di risparmiare pertanto abbiamo comunicato che si sarebbe andati in quella direzione.
È prevista la realizzazione di un nuovo ospedale con 250 posti letto, con DEA di primo livello, nella piana dell'Ossola, lasciando ai Sindaci il compito di identificare la sede. Abbiamo rinunciato a proseguire nell'area di Ornavasso e a utilizzare il progetto di partenariato pubblico-privato che avrebbe avuto un canone di disponibilità superiore a 16 milioni. Si è ritenuta preferibile la parte INAIL.
Per attivare il percorso INAIL, è necessario, com'è stato ricordato stamattina, avere, in primis, la disponibilità dell'area, non solo sotto il profilo della proprietà, ma anche con tutte le garanzie urbanistiche quindi variante di piano regolatore ed eliminazione di tutte le problematiche, perché INAIL acquista il terreno, però lo vuole idoneo sotto ogni profilo.
Occorre, poi, attivare la parte della progettazione, e ci stiamo lavorando in questi giorni, perché anche su questo INAIL pretende giustamente di avere un progetto cantierabile, che poi acquisterà. Acquisito il terreno e il progetto, andrà avanti con la realizzazione dell'opera.
Il 27 novembre, presso la Direzione Generale dell'ASL VCO, a Omegna, si è tenuta la seconda Conferenza dei Sindaci del 2019, alla presenza del Direttore Generale, Penna, e del Direttore Amministrativo, Ceria. Con 43 Sindaci presenti o loro delegati nella prima convocazione, la Conferenza dopo ampia e approfondita discussione, approvava un documento inerente alla riorganizzazione ospedaliera, che è qui allegato.
Quello che preme rilevare è che si è scelta la strada della costruzione da parte di INAIL, abbandonando il partenariato.
Si è richiesto ai Sindaci di identificare un terreno e lo stanno facendo.
Concluse le operazioni di messa a norma sotto il profilo urbanistico e l'acquisizione della proprietà, certamente partiremo con la progettazione e consegneremo a INAIL il terreno e il progetto, in maniera che possano proseguire autonomamente.
Questa è la strada che si segue per applicare il protocollo di costruzione di INAIL. Come dicevo, i Sindaci sono stati tutt'altro che ignorati; anzi sono stati consultati e hanno anche operato delle scelte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi.
Invito tutti i Consiglieri presenti in a prendere posto o a uscire, poich per il momento, non c'è obbligo di stare in aula.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 199 presentata da Grimaldi, inerente a "Meningococco B, ampliare la platea delle persone vaccinabili gratuitamente"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 199.
Risponderà l'Assessore Icardi.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questa è una vicenda che mi riguarda anche personalmente, poiché il Sistema Sanitario Nazionale anni fa ha salvato la mia sorella maggiore da un coma in cui era immersa a causa di questa malattia.
Come sapete, il meningococco B, anche grazie alla professionalità italiana e alla ricerca, da qualche anno è finalmente un vaccino utile a prevenire il contagio, per l'effetto gregge, di tanti bambini, che sono i più esposti, ma anche degli adulti.
Questa vicenda riguarda con incidenza, soprattutto per contagio, la fascia da zero a quattro anni. In particolare, nel primo anno di vita (si mantiene elevata nel corso degli anni, ma soprattutto nel primo anno di vita) questo tipo di vaccinazione è importantissima.
Per questo, il Sistema Nazionale l'ha resa gratuita, ma è consigliabile che tutti i bambini, fino all'adolescenza, se non si è fatta nei primi anni d'età, visto anche l'inserimento, in questi anni, della gratuità, ma, in generale, delle indicazioni del Ministero, facciano quei richiami. È bene che tutti vaccinino i bambini.
Qui nasce l'oggetto dell'interrogazione, e cercherò di stare nei tre minuti.
A differenza del Piemonte, alcune Regioni italiane, fra cui il Friuli Venezia Giulia, la Puglia, la Liguria, la Toscana e l'Emilia Romagna, sia pure con diverse modalità, hanno ampliato la platea cui offrire gratuitamente la vaccinazione contro il meningococco di tipo B, includendo altre età ritenute a rischio.
Qual è il punto? Ovviamente, se l'effetto gregge viene ottenuto fino alle classi di età adolescenziale, anche quei pochi casi che purtroppo colpiscono gli adulti, come vi descrivevo anche per mia esperienza privata cioè coloro che hanno più propensione a essere attaccati dal meningococco B, sono ovviamente più al sicuro.
Nelle famiglie piemontesi che si trovano ad avere due o tre figli - ne parlavamo anche informalmente stamattina alla buvette - capita spesso che almeno un componente della famiglia, cioè il bambino più piccolo, abbia potuto godere della gratuità della vaccinazione, mentre per quelli più grandi il costo è elevato.
Ciò che chiediamo all'Assessore è semplicemente di provare. Sappiamo benissimo che nelle pieghe del bilancio queste risorse sono di solito quelle aggiuntive, quelle che troviamo. Tra l'altro, ho ben presente anche il capitolo, perché ne abbiamo discusso proprio ieri.
Sarebbe importante per ottenere dei risultati straordinari anche nel Nord Ovest; sarebbe importante perché la campagna di sensibilizzazione nazionale è partita da più di un anno; sarebbe importante soprattutto per i primi anni arrivare a dei numeri molto alti.
Per questa ragione, chiediamo all'Assessore di provare, in varie forme, a ottenere un po' di gratuità anche per le fasce di età sopra l'anno, e trovare anche delle modalità di azione affinché tale informazione si diffonda in tutto il Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Per attivare dei piani straordinari di vaccinazione (addizionali) ci dobbiamo certamente basare su dati oggettivi che pervengono dai nostri Servizi di epidemiologia.
Abbiamo verificato che in Piemonte negli ultimi 11 anni di sorveglianza si è registrato un tasso d'incidenza media di malattia invasiva da meningococco (da tutti i sierotipi, compreso quello B), di tre casi su un milione di abitanti.
Si rileva, altresì, una riduzione dell'incidenza di questa malattia nella popolazione piemontese pari a circa un caso in media in meno ogni anno.
Fortunatamente è una malattia che in Piemonte sta regredendo. Mi auguro di non essere smentito! Nel 2018 i casi di malattia batterica invasiva sono stati cinque, di cui due di sierotipo B, entrambi in soggetti di età superiore ai sessant'anni.
Dai dati sopradescritti si desume che si tratta di un'infezione davvero molto rara, con un'incidenza bassissima.
L'offerta vaccinale del Piemonte segue rigorosamente le indicazioni del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019 attualmente in vigore.
Secondo quanto stabilito dal calendario in esso contenuto, la vaccinazione contro il meningococco B viene offerta a tutti i nuovi nati a partire dalla coorte 2017.
Tra l'altro, chiunque non effettui il vaccino nel momento della chiamata ha comunque il diritto di farlo successivamente, indipendentemente dall'età poi raggiunta, sempre a titolo gratuito. Dunque, è un diritto che viene mantenuto nel tempo. Andando avanti, ovviamente, ci sarà la copertura di tutta la popolazione, anche di quella adolescente. Questa è una prerogativa che ben poche altre Regioni d'Italia hanno.
Chiunque non rientri tra i soggetti target dell'offerta gratuita pu comunque richiedere la vaccinazione ai Servizi vaccinali a un prezzo già oggi ridotto, che corrisponde per il ciclo a due dosi a 126 euro (comprensivi di IVA e di pratiche iniettive).
La Regione, sempre con il supporto dei Servizi vaccinali delle ASL, offre gratuitamente questa vaccinazione anche ai soggetti di qualsiasi età in condizioni predisponenti (per esempio, diabetici, asplenici, insufficienza renale), insomma a una serie di categorie a rischio d'infezione batterica invasiva, come quella del meningococco.
Allo stato attuale, l'estensione della vaccinazione - per rispondere più compiutamente all'interrogazione - non è ritenuta dagli epidemiologi supportata sufficientemente dai dati della malattia. Però stiamo già facendo molto in Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.16 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 15.21)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Avendo caricato un ordine del giorno sull'attuazione del Piano di razionalizzazione dei presidi della Polizia stradale, chiedo l'attrazione del mio ordine del giorno rispetto a quello che ha presentato questa mattina il collega Rossi, visto che nell'ordine del giorno che ho presentato si chiede di intervenire contro la chiusura del distaccamento della Polstrada di Ceva.



PRESIDENTE

Grazie. Si è già provveduto all'attrazione.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Stamattina ho preso la parola dopo le sue comunicazioni e ho chiesto in tal senso anche l'attrazione di un ordine del giorno, qualora nel pomeriggio ci fosse stata una discussione generale. Ho anche detto che non chiedevo l'apertura del dibattito, proprio per evitare che la mattinata si svolgesse solo sulle sue comunicazioni. Adesso, se ho capito bene, dalla Conferenza dei Capigruppo è emersa l'intesa che inizierà il pomeriggio con le comunicazioni sulla vicenda che riguarda un Presidente della nostra Agenzia per la Casa, delle nostre ATC. In seguito, per noi sarebbe molto importante discutere dell'ordine del giorno contestualmente o votarlo, per noi le due cose si possono fare insieme. Dopodiché, dall'ordine dei lavori del pomeriggio continuiamo a vedere come primo punto il tema della Commissione per l'autonomia, che a questo punto abbiamo detto di iniziare a trattare dopo gli ordini del giorno.
Mi chiedo se non sia il caso che anche il Presidente Cirio arrivi per il dibattito sulla vicenda dell'ATC Nord. Vorrei solo capire chi dà le comunicazioni, se le ridà lei o se, in questo caso, le dà la Giunta e se possiamo, come ci siamo detti, attrarre l'ordine del giorno come si fa dopo i dibattiti.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno presentato, il n. 191, è a seguire degli altri ordini del giorno. Se c'è poi la volontà di spostare l'ordine e discuterlo in fase di altre discussioni, bisogna procedere a una votazione in tal senso.
Sulla questione delle comunicazioni del Presidente Cirio, è cosa nota già dalle ore 10 di questa mattina che il Presidente Cirio non è presente a Torino e si sapeva che il Presidente non sarebbe stato in Consiglio nel pomeriggio.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Le dà lei le comunicazioni?



PRESIDENTE

Le comunicazioni le ho già date e la discussione è aperta. L'intesa era quella. Come Presidente del Consiglio, non posso aprire una discussione.
Come convenuto nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi di stamattina, si procederà alla discussione sulle note vicende relative al Presidente di ATC Nord e la proposta era di iniziare, successivamente, la discussione della deliberazione n. 7 inerente alla Commissione autonomia, sospenderla e continuare la discussione con le votazioni degli ordini del giorno sospesi e successivi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Come da Regolamento, sono d'accordissimo ad aprire la discussione, ma se formalmente stiamo aprendo la discussione, in base all'articolo 103 del Regolamento si possono depositare gli ordini del giorno collegati alla discussione. Stamattina, lo ripeto, per evitare di iscrivere l'ordine del giorno subito dopo le sue comunicazioni, ho detto: "Chiedo l'iscrizione".
Mi pare che ci sia stata l'unanimità o che nessuno abbia dato un diniego all'iscrizione collegata con la discussione.
Le vicende dell'ATC s'inseriscono in un contesto particolarmente disgustoso di questa Regione e c'è, come avete visto, l'ondata antirazzista e antisemita. Pertanto, chiedo che sia votato alla fine della discussione. Se è aperta la discussione, non ripresenterò l'ordine del giorno nell'intervento semplicemente ne farò menzione e alla fine della discussione si voterà.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, presidente.
Sull'ordine dei lavori, voglio dire chiaro a verbale alla Presidenza questo: nessuno si è opposto, tantomeno noi, all'iscrizione in deroga quindi senza che fosse stato programmato nella Conferenza dei Capigruppo dell'ordine del giorno a prima firma Grimaldi in coda a tutti, come si è sempre fatto. Sinceramente mi sento di contestare formalmente il collegamento con il dibattito, perché dal titolo vedo che si parla di scritte antisemite; sinceramente, mi sembra un tema diverso o, comunque più ampio e più particolareggiato.
Lo dico anche a tutela di ciascuno di noi, perché mi sembra un po' azzardato sostenere a livello politico, perché questa è una sua scelta politica, un collegamento per oggetto in tal senso, posto che nessuno vuole impedire la discussione, tanto che abbiamo accettato l'inserimento nell'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Dicevo che la vicenda ATC Nord non solo è citata, ma è menzionata alla fine, perché oltre all'invito rivolto dalle istituzioni, dal Presidente Cirio e dal Presidente del Consiglio regionale, ognuno di noi ha partecipato alla votazione che ha espresso il C.d.A. Nell'ordine del giorno c'è esplicitamente la richiesta che il Consiglio regionale inviti i membri del C.d.A., qualora il Presidente non facesse un passo indietro, a sfiduciare il Presidente. Mi pare che l'oggetto sia nell'ordine del giorno.
Perché lo ricollego ai fatti di cronaca? Perché la vicenda e le dichiarazioni di quel Presidente, in un momento storico in cui le recrudescenze antisemite e negazioniste sono ancora all'ordine del giorno sono assai gravi e pericolose. Sono collegate ai fatti di cronaca? Cioè sono quelle che generano? No, e non c'è scritto questo. Basta leggere.



(Commenti del Consigliere Marrone)



GRIMALDI Marco

Non sembrava, basta leggere l'ordine del giorno. È lei che sta facendo una polemica inutile, mentre il Consiglio regionale dovrebbe essere unito nel non accettare la recrudescenza che c'è e spiegare a tutti i rappresentanti delle istituzioni che, in un momento storico come questo, sono ancora più gravi - e lei dovrebbe saperlo, proprio perché rischiano di gettare nell'ombra anche la sua forza politica - quelle dichiarazioni.
Questo è il senso, ma basta leggere l'ordine del giorno e non credo che dobbiamo discuterne preventivamente, c'è già nella discussione generale. Se poi lei non è d'accordo con l'ordine del giorno voterà contro, ma le due cose sono contestualizzate in questo senso.



PRESIDENTE

La scelta è obbligata dall'articolo 103, comma 2, del Regolamento, che recita: "L'ordine del giorno può essere presentato anche in occasione di dibattiti su comunicazioni della Giunta". Non sono state comunicazioni della Giunta, perché sono state comunicazioni del Presidente del Consiglio e il dibattito si può fare sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio. L'ordine del giorno n. 191 viene iscritto a seguito di tutti gli altri ordini del giorno.
Se l'Aula lo concede o se decide di spostarlo in altro punto all'o.d.g., si mette ai voti come da Regolamento. È evidente che il dibattito di oggi è sulle comunicazioni che sono state fatte questa mattina, tenendo conto che si va oltre il Regolamento, perché la discussione è stata fatta questa mattina.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale inerenti a "Lettera, a firma del Presidente del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale del Piemonte, inoltrata a Luigi Songa, Presidente del Consiglio di Amministrazione di ATC Piemonte Nord"


PRESIDENTE

Ci sono interventi in merito alle comunicazioni che sono state svolte questa mattina? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Come lei sa, il Gruppo del Partito Democratico ha stigmatizzato da subito quanto accaduto prima, la semplice pubblicazione delle foto che ritraevano l'ufficio di una sede istituzionale della Regione, di un ente strumentale della Regione, trasformato in un museo di cimeli del ventennio, anche con dei gadget del Movimento Sociale Italiano.
Noi ci siamo opposti da subito, abbiamo urlato che si trattava di una situazione indegna e da stigmatizzare con forza. Quello che poi è accaduto il giorno successivo ci ha stupito chiaramente in termini negativi. Siamo abituati, o vorremmo abituarci, a persone che capiscono il ruolo che sono stati chiamati a ricoprire ma, in questo caso, abbiamo visto che le dichiarazioni del giorno successivo hanno peggiorato la situazione e ci hanno costretto a spostare il dibattito da quelle che, nelle settimane precedenti, erano state considerazioni sul merito di alcune affermazioni già creative, fatte dal Presidente Songa. Ne ricordo solo alcune.
Alcune sono classiche, cui siamo abituati, come "la casa prima gli italiani", "basta autocertificazioni", ma la terza ("controlleremo che i figli degli inquilini vadano a scuola") era stata particolarmente creativa.
È noto compito dei Presidente di ATC controllare che i figli degli inquilini vadano a scuola, ma non si capisce in base a quale potestà, a quale legge o a quale mandato! Sappiamo che i figli degli inquilini delle case ATC devono andare a scuola ma questo controllo spetta, in prima istanza, ai genitori. Essere inquilini delle case popolari non significa non avere capacità di occuparsi dei propri figli e, in secondo luogo, qualora ci fossero delle mancanze riguardano i servizi sociali del Comune, dubito che riguardino il Presidente dell'ATC. Un primo invito che rivolgo al Presidente è di leggere lo statuto dell'ATC, sulle finalità che gli competono.
Nell'intervista viene chiesto al Presidente sull'esposizione dei cimeli del ventennio nel suo ufficio e Luigi Songa dice espressamente due cose molto gravi. Rivendica la sua militanza politica di estrema destra, dicendo espressamente che non si vergogna di essere definito fascista, poi esprime pubblicamente simpatie per i neofascisti di Casa Pound che - anche in questo caso, farebbe sorridere se questa situazione non fosse grave - si caratterizzano, tra le altre cose, per occupare abusivamente uno stabile pubblico. È interessante che un Presidente di ATC ammiri un'organizzazione che occupa abusivamente uno stabile pubblico, quindi ci chiediamo chissà cosa succederebbe se questi ragazzi che lui ammira tanto occupassero abusivamente uno stabile dell'ATC Nord. Ci auguriamo chiaramente che non avvenga e ci auguriamo che il Presidente Songa - che ci auguriamo che presto non sia più Presidente - possa intervenire per ripristinare la legalità.
È evidente che nel contesto di questi mesi, già descritto anche dal Capogruppo Grimaldi, che ci preoccupa, che ha visto nella nostra regione un crescendo di situazioni che ci richiamano alla memoria l'antisemitismo l'odio razziale, la paura del diverso e dell'altro ci richiamano ai momenti della storia che vogliamo ricordare perché non accadano più.
Uno di questi momenti della storia che ci permettono oggi di fare questa discussione e che permettono anche al Presidente Songa di fare le affermazioni che fa, è dovuto al fatto che il fascismo è stato sconfitto in questa nazione e in Europa. Per fortuna. Diversamente, non saremmo qui a fare questa discussione e, probabilmente, anche il Presidente Songa non avrebbe la libertà di pensiero che, invece, in questo momento ha, grazie alla nostra Costituzione, che è profondamente e strutturalmente antifascista. È il dono più grande che il movimento di liberazione della Resistenza ha fatto al nostro Paese, tant'è che, proprio da questo essere antifascista della nostra Costituzione, tutte le nostre istituzioni sono antifasciste, ed è per questo che, chiunque ricopra incarichi istituzionali nel nostro Paese, non può che essere antifascista e non può, in nessun modo, esprimere simpatie o nostalgie per il fascismo.
È evidente che qualsiasi posizione di questo tipo è in contrasto con i valori profondi della Costituzione, offende le nostre istituzioni, offende la storia di questo Paese. Questo è quel che ha fatto il Presidente Songa.
Aggiungo, Presidente, che questa Regione è Medaglia d'oro al valor civile della Resistenza e quindi, anche in questo caso, oltre alle offese e alle indegnità nei confronti della Carta costituzionale, c'è anche una mancanza di rispetto profonda nei confronti di questa Regione, dello Statuto di questa Regione, della storia di questa Regione e dei cittadini piemontesi che, nel movimento di liberazione e nella Resistenza, hanno contribuito in maniera preponderante all'esito positivo, per fortuna, della guerra nei confronti del nazifascismo.
Ecco perché, Presidente, in base a questo, noi apprezziamo certamente sia la sua iniziativa sia quella del Presidente Cirio, per aver scritto al Presidente Songa di rimuovere dall'ufficio tutto ciò che non riguarda l'attività di ATC, ma anche per averlo invitato alle dimissioni. Noi questo lo apprezziamo e riteniamo questa presa di posizione un atto importante perché sappiamo benissimo che non era scontata, quindi lo apprezziamo.
Tuttavia, le reazioni, le prime dichiarazioni di oggi del Presidente Songa rilasciate alla stampa di Novara non ci fanno ben pensare, anzitutto perché dice di non aver ricevuto ancora nessuna lettera; quindi, fa finta che la lettera non esista, nonostante i giornali ne abbiano riportato il contenuto. Inoltre, auspica che il suo partito prenda le sue difese, come se questa fosse una questione da piegare a posizioni politiche di parte quando invece l'antifascismo, in questo Paese, non è una posizione politica di parte; anche la sua lettera e quella del Presidente Cirio ce lo dimostrano e di questo siamo contenti.
Pertanto, non vogliamo piegare questa situazione a un dibattito di parte fra i partiti, ma è di parte per chi è stato dalla parte giusta della storia e chi da quella sbagliata e chi ricopre incarichi istituzionali non può permettersi di fare affermazioni di questo tipo: non può neanche dire "io leggo quello che voglio", perché quello che vuoi lo leggi a casa tua nella libreria di casa tua, ma mentre fai il Presidente di ATC ti occupi di ATC e lo fai senza esprimere nostalgiche posizioni vicine al fascismo.
In conclusione, Presidente, seppure noi apprezziamo la vostra lettera, per noi la questione non si considererà chiusa fino a quando il Presidente Songa non si dimetterà o sarà dimesso; se non può farlo direttamente la Regione, lo faremo attraverso il C.d.A. È evidente che nel C.d.A. ci sono persone nominate dai partiti politici e lì si vedrà, effettivamente qualora dovessimo arrivare a quella situazione, se davvero la posizione nei confronti di Songa è condivisa anche dal centrodestra.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Non avrei voluto intervenire, però il dibattito di questi giorni mi ha indotto a farlo.
Ho apprezzato le dichiarazioni fatte da lei, Presidente Allasia, e anche quelle del Presidente Cirio, prima sui giornali e poi oggi in Aula.
Tuttavia, occorre precisare che queste sono dichiarazioni riparative, toppe per coprire il buco e, per definizione, una toppa copre il buco, ma il buco rimane.
Fino a quando le dimissioni non avverranno - sappiamo bene che il Consiglio regionale non ha il potere di rimuovere il membro di un C.d.A., le dimissioni non arriveranno spontaneamente dalla persona interessata se non verranno richieste dal resto del C.d.A. di ATC Piemonte Nord - noi continueremo a insistere, perché significherà che voi avete messo solo una toppa mediatica apparente, ma il problema rimarrà.
Tra l'altro, è un problema che noi avevamo segnalato in Commissione nomine e guardo i Consiglieri di maggioranza che, insieme con me, partecipano ai lavori di quella Commissione. Si era dibattuto a lungo sul concetto dell'inconferibilità; ricorda, Presidente di Gruppo Preioni? E si era raccomandato, pur non essendo escludibili le persone senza i requisiti, di non sceglierle, di non designarle a capo degli enti in questione, perch questo avrebbe creato problemi. E i problemi, puntualmente, sono arrivati.
La riflessione che vorrei fare non è soltanto sul caso di specie, di cui ha già ben parlato il collega Rossi, ma riguarda tutti questi primi mesi di esperienza di governo e riguarda la selezione della classe dirigente.
Questa riflessione la faccio non soltanto come Consigliera regionale, ma anche come Vicesegretaria del principale partito di minoranza che siede in quest'Aula.
Allora, a chi sono imputabili tutti questi incidenti di percorso relativi alla selezione della classe dirigente cui abbiamo assistito in questi mesi? Guardate che non è soltanto il caso Songa di ATC Piemonte Nord: vogliamo ancora ricordare Roberto Rosso a processo per relazioni con la 'ndrangheta? Vogliamo ricordare i portavoce che sono ancora al loro posto, pur avendo commesso atti molto simili a quelli di Songa? Vogliamo ricordare alcuni Assessori che stanno compiendo un lavoro davvero al limite della dignità di quest'Aula e che sono attualmente al loro posto? A chi è imputabile tutto questo? A chi è imputabile?



(Commenti fuori microfono)



CANALIS Monica

Se ci fosse il Presidente Cirio, gli chiederei se possiamo chiedere conto a lui di tutti questi errori di selezione, oppure dobbiamo chiederne conto al Segretario regionale Riccardo Molinari e al Segretario regionale Fabrizio Comba? Perché l'impressione è che le decisioni siano prese all'interno di quei partiti! Noi chiediamo, per i mesi a venire, perché siamo a inizio mandato, un po' di attenzione preventiva ex ante, prima di scegliere le persone e un po' meno azioni riparative ex post, perché le azioni riparative ex post saranno sempre accolte con favore dalla minoranza, ma sono azioni riparative e sono un po' troppo numerose, per così pochi mesi di mandato.
Se vi manca la classe dirigente, cercatela in fretta, perché ci saranno ancora molte nomine nei prossimi mesi e nei prossimi anni, ma noi vorremmo vedere non solo un po' meno "figuracce", che sfregiano la dignità e la reputazione dell'Istituzione che rappresentiamo, ma anche un po' meno azioni al limite del reato.
Per favore, anche per gli Assessori che sono ancora al loro posto, un po' meno atteggiamenti distruttivi, non soltanto della reputazione dell'ente, e un po' più atteggiamenti costruttivi, per il futuro della Regione.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Sulle nomine di ATC avevamo già sollevato alcune perplessità, come Gruppo e le avevamo anche denunciate in un secondo luogo: non solo il primo Presidente designato non rispondeva ai requisiti di legge sulla conferibilità e che la sostituzione quasi in calcio d'angolo è stata forse peggiore del problema che si era andato a verificare.
Non solo. Dal nostro punto di vista, chi è inconferibile non dovrebbe nemmeno far parte del Consiglio di Amministrazione, considerato che qualsiasi tipo di manuale definisce un amministratore colui che fa parte del Consiglio di Amministrazione, anche il semplice Consigliere.
Detto questo, che non è il tema del dibattito, ma voleva solo essere un inciso per capire come si sta muovendo l'attuale maggioranza nella designazione delle nomine (anche se capisco che a volte si è un po' a corto di personale da nominare con tutte queste nomine che devono essere fatte all'interno del Consiglio regionale), almeno conoscere chi si va a mettere in una posizione di rilevanza, come appunto la Presidenza dell'ATC Nord. Mi sembra il minimo indispensabile per il corretto andamento di questa Regione.
Volevo unirmi alle naturali richieste di dimissioni e al concetto che la questione non finisce qui. Non finisce con una richiesta di dimissioni.
Tutto questo finirà con le dimissioni del Presidente. Punto. Né più n meno.
Non solo.
Considerato che all'interno del Consiglio di Amministrazione sono state individuate cariche designate da questo Consiglio, dovrebbe essere proprio il Consiglio a chiedere ai propri nominati di intervenire, nel caso in cui non ci sia la volontà del Presidente di dimettersi autonomamente.
Ho letto anch'io l'intervista. Sono parole che per me richiamano un periodo storico buio per la nostra Nazione, che ha lasciato l'Italia con le ossa a pezzi, non solo dal punto di vista democratico, ma proprio dal punto di vista umano, economico e politico.
Richiamare il fascismo non è qualcosa di poco conto. Ho ancora i ricordi di mia nonna, che mi racconta cosa hanno dovuto passare in quegli anni e delle persone care che ha perso.
Non possiamo permettere che qualcuno sporchi l'immagine di questa Istituzione, che forse è stata sporcata altre volte. A noi, quindi, rimane la possibilità d'individuare persone che siano in grado di servire gli enti regionali con il massimo dell'onorabilità e della correttezza nei confronti, non solo dell'ente Regione, ma di tutti i cittadini piemontesi che si vedono da esso rappresentati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Le dichiarazioni di Songa sono state gravi. Naturalmente le responsabilità delle dichiarazioni sono in capo alla persona. Sono dichiarazioni personali e ne deve rispondere personalmente.
La Lega arriva dalla gloriosa storia di autonomista federalista.
All'uopo, ricordo sempre i retaggi del passato e l'Unione Ossolana per l'Autonomia. Pur essendo il nostro il partito più vecchio dell'arco costituzionale, i nostri retaggi non hanno nulla a che vedere con il fascismo.
Il Presidente Cirio e il Presidente Allasia hanno chiesto le dimissioni di Songa, quindi la nostra parte l'abbiamo fatta. Più che richiedere le dimissioni, non si può fare altro.
È un atto concreto e forte, è una forte lettera di richiamo, per cui queste polemiche e queste lezioni di moralità, provenienti anche oggi dall'altra parte dell'emiciclo, le rimandiamo al mittente.
Oggi abbiamo votato una legge importantissima: la legge sulla Città della Salute di Novara. Tutti voi ne avete parlato per vent'anni e noi l'abbiamo fatta.
Questo è il buongoverno della Lega. Questo è il buongoverno della Regione Piemonte.
La Lega, oltretutto, è un partito antifascista e - aggiungo - anche anticomunista, quindi noi siamo contro tutte le dittature. Prima sentivo parlare di occupazioni. Mi auguro che la sinistra abbia lo stesso rigore nel condannare le occupazioni dei centri sociali qui a Torino. Queste occupazioni, queste attività dei centri sociali che, spesso, sono covo d'illegalità.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Voglio far riflettere soprattutto i miei colleghi di maggioranza, senza andare a discutere sul comportamento delle persone, perché non mi piace.
Voglio solo ricordare quello che è successo qualche settimana fa.
Qualche settimana fa ci siamo trovati con molti di voi a una fiaccolata indetta dal Sindaco di Mondovì per solidarietà, perché qualche deficiente perché questo è - ha fatto una scritta antisemita sulla porta di un cittadino monregalese, la cui mamma aveva subito angherie durante la Seconda guerra mondiale.
Molti di voi erano alla fiaccolata. Ci siamo parlati, con qualcuno abbiamo preso un caffè e mi sono prestato anche da fotografo. Voglio che riflettiate su come ha reagito la gente: un fiume di persone che al freddo perché faceva freddo - in silenzio ha percorso il tratto di strada che dal Comune conduce all'abitazione della scrittrice che è stata denigrata.
Era una cosa - anche se non sono così religioso - mistica.
Il Presidente Allasia e il Presidente Cirio hanno chiesto le dimissioni, ma chiedo di fare continua pressione, perché non basta. L'esempio che diamo là fuori si trasforma in queste cose. V'invito veramente a riflettere su quello che avete visto che poi, a sua volta, si riflette sulle azioni che facciamo anche qua dentro.
È vero che è un'altra cosa, ma non è meno grave di quel gesto cui noi abbiamo assistito.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Martinetti, come "deficiente" intende deficienza mentale? Giusto per capire.
Va bene, lo consideriamo come sostantivo.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come avrete letto, nelle ultime settimane il clima nel nostro Paese ha subito un improvviso ritorno di ideali antisemiti e apologetici del fascismo, che si sono concretizzati, soprattutto in Piemonte, in varie forme.
Come citava il Consigliere Martinetti, il primo episodio è avvenuto a Mondovì, il 24 gennaio, quando sulla porta di Aldo Rolfi è comparsa la scritta: "Qui abita un ebreo". Tale fatto, ha seguito di pochi giorni un articolo in cui lo stesso Rolfi ricordava la propria madre, Lidia Beccaria Rolfi, deceduta nel 1996: una staffetta partigiana, testimone dell'Olocausto e prigioniera politica a Ravensbrück.
Purtroppo, la vicenda non è finita lì: nella notte fra il 26 e il 27 gennaio, a pochi chilometri da qua, un'altra figlia di ebrei e di una staffetta partigiana ha visto sulla sua porta "Crepa, sporca ebrea". È una pensionata di 65 anni, figlia di Ines Ghiron.
Il 30 gennaio, sul citofono di una pensionata di 71 anni, figlia di un partigiano delle SAP della Grandi Motori, in Vanchiglia, sono stati apposti numerosi adesivi riportanti lo slogan nazista, accompagnato da croci celtiche, svastiche e rimandi alle SS.
Infine, qualche giorno fa (il 9 febbraio) è stato ritrovato il disegno di una stella di David associata alla scritta "ebreo", sulla porta di casa di Marcello Segre, Presidente di una ONG piemontese.
Allargando la lista alle vicende nazionali, sono tante, ma questi quattro fatti in Piemonte sono una vera onta per un territorio antifascista come il nostro, dove la caccia ai figli di quei partigiani e di quegli ebrei è davvero un segno ignobile, che spero nessuno sottovaluti.
Per questo, devo dire, Capogruppo Preioni, che non si può citare la nostra Costituzione e la storia di un territorio importante come quello da cui proviene e poi dire semplicemente che il Presidente dell'ATC ha fatto dichiarazioni (così lei ha detto ai giornali) poco furbe.
Furbe? Guardate, la furbizia non c'entra niente! Non è che siano poco opportune: è che c'è chi si dichiara ancora oggi fascista e dice "e beh?".
A me poco importa che il Presidente dica sinceramente, tra l'altro dileggiandovi, che non ha ancora letto la lettera, che tanto si aspetta la difesa di Marrone, Bongioanni e Nicco (adesso vediamo, immagino non avvenga perché sarebbe, alla fine, la contraddizione di questa discussione), ma per me è già abbastanza grave che non vi rendiate conto del fatto che avete nominato una persona che, se capisco bene, questi ideali non li ha tenuti nel taschino o nella libreria, ma li ha sempre espressi pubblicamente.
Se siete arrivati, cioè se il Presidente Cirio e il Presidente Allasia sono arrivati a chiederne l'immediata rimozione, forse qualcosina in più anche voi colleghi dovreste dirla. Io sono d'accordo sul fatto che la Lega non ha alcuna implicazione con quella storia, con quelle tradizioni, però, anche in nome della nostra Costituzione (lo dico sommessamente), si può essere anticomunisti, ma sarebbe buon gusto, in questo Paese, anche solo per memoria storica, ricordare chi stava da una parte e chi stava dall'altra e quelle staffette partigiane spesso erano comuniste, socialiste, e mi pare.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Cattoliche, certo, ma sto dicendo che mettere sullo stesso piano fascisti e comunisti mi pare un'idiozia scritta nella storia di chi continua a voler equiparare.



(Commenti del Consigliere Preioni)



GRIMALDI Marco

Sì, siamo in Italia e se lei può parlare è anche grazie al fatto che i partigiani comunisti hanno salvato questo Paese dalla sciagura.



PRESIDENTE

Lasciate intervenire. Scusate, lasciate intervenire e concludere l'intervento.



GRIMALDI Marco

Ripeto, la cosa più grave è che non si veda il collegamento fra le due vicende, perché è proprio il negazionismo che fa sì che sia normale, per alcuni, poter dire che l'Olocausto non esiste. E qualcuno pensa anche che sia normale continuare a parlare della vicenda storica del fascismo scollegandola dalle leggi razziali, dalle deportazioni, da quello che è successo a milioni di persone in questo Paese. È anche grazie a quella retorica che ancora oggi un pezzo della popolazione italiana inizia a dire pubblicamente che forse l'Olocausto non è mai successo. Li avete letti questi sondaggi? Avete sentito questa recrudescenza? Continuiamo a sottovalutare, continuiamo a parlare di un fatto personale continuiamo a dire: "Cavoli, si è dichiarato fascista: che stupido! Poteva stare zitto! Poteva tenersi a casa i suoi libri". No, colleghi, il punto è che c'è qualcuno, ancora oggi, in questo Paese, che si dichiara fascista facendo finta che le due vicende siano scollegabili, che qui ci sia una memoria del fascismo buono. Le sentiamo ancora le stupidaggini in giro: i treni, le bonifiche. Ma, davvero? Davvero si può fare questo? Per questo, Presidente, la invito a fare un'inversione dell'o.d.g. e vorrei che la mia richiesta fosse votata alla fine di questa discussione. Se qualcuno non è d'accordo, si metta ai voti questa richiesta d'inversione perché vorrei, proprio in questo momento, non solo mandare le letterine a chi tra l'altro è stato nominato da voi (ve lo ricordo, a voi non interessa, sono fatti personali). Ma il fatto che l'abbiate nominato è un aspetto pubblico. Ciò che vi domandiamo è di chiedere agli altri vostri delegati di unirsi ai nostri di minoranza e pretendere le dimissioni formali in quel Consiglio di Amministrazione.
Vi chiediamo una cosa in più: vi dichiarate antifascisti? Benissimo.
Nessuno ha mai voluto privatizzare un pezzo della nostra storia. Il 25 aprile è una data di tutti e di tutte; liberali, repubblicani, cattolici comunisti, socialisti, di tutti quelli che ancora oggi, anche se non si riconoscono dentro quelle grandi tradizioni popolari, si ritengono figli di quell'eredità.
Allora, facciamo così: in risposta a chi scrive ancora "qui abita un ebreo", scriviamo qui fuori "qui legiferano degli antifascisti", tutti anche chi proviene da un'estrazione di destra! Avete il coraggio di farlo? Bene. Credo che quel coraggio servirebbe a tanti, ancora oggi, che non capiscono perché ci dividiamo su queste cose.
È bene non dividerci; è bene chiedere tutti assieme le dimissioni; ma è bene anche smetterla di continuare a delegittimare quel tipo di operazioni che chiedono la rimozione totale di quei vessilli, che non è solo la costituzione del partito fascista, ma è proprio la ricostruzione di una memoria che non è condivisa e mai lo sarà. Perché la storia ha già decretato cos'era l'orrore. E l'orrore fa parte della nostra storia.
Evitiamo di continuare a banalizzare questo tipo di dichiarazioni perché chi le fa è ben cosciente dei rischi cui va incontro e soprattutto del ruolo istituzionale che riveste. Perché la cosa più grave è che quella dichiarazione sia stata pronunciata da un Presidente di ATC, per cui vale due volte quell'onta dal momento che sta rappresentando tutti noi.
Per questo motivo, spero che avrete la forza e il coraggio di andare avanti su questa vicenda.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Non volevo intervenire su questo tema, ma sono stato costretto a farlo dal momento che sono state rappresentate in aula due o tre affermazioni alle quali non posso non replicare.
Intanto non mi ritrovo nelle lezioni morali di chi sia migliore, di chi sia peggiore o di chi abbia da guardarsi dietro rispetto ai fatti di cui stiamo discutendo.
Io non voglio discutere di altri fatti rispetto al tema dell'attuale Presidente nominato dell'ATC. Non voglio sapere di altre cose, perch ritengo che si stiano mescolando piani diversi: un piano che per me è sacro, che riguarda il tema del fascismo e dell'antifascismo in questo Paese, che dovrebbe unire tutti noi in quest'Aula, indipendentemente dalla parte dell'emiciclo in cui ci troviamo; e un altro piano legato agli aspetti che afferiscono a reati commessi da Assessori o a leggi che altri Assessori intendono portare a casa - lei senz'altro legittimamente - alle quali potremmo opporre noi la nostra resistenze e le nostre opinioni diverse in aula.
Non voglio confondere i due piani, perché se lo facessimo, metteremmo sullo stesso livello le gravi considerazioni che si possono fare sui comportamenti e ciò che è stato esposto in quell'ufficio. Tra l'altro ricordo che l'ufficio di un Presidente ATC è un luogo pubblico. Liberissimi tutti di tenere i simboli che si ritiene nella propria cameretta da letto perché ciò non riveste alcun significato particolare. Si faccia ciò che si preferisce se si è tifosi di una squadra, di una parte politica o se si hanno delle memorie o delle interpretazioni particolari della storia da dare. Il discorso è diverso se questi simboli e queste interpretazioni, che sono state condannate dalla storia e che vengono condannate anche dalla nostra legge, compaiono invece in luoghi pubblici.
Ero partito positivamente impressionato dalle parole che il Presidente Allasia aveva letto nella dichiarazione d'inizio giornata (ovviamente concordate col Presidente Cirio), perché le consideravo autentiche, e perché non solo le condividevo, ma ritenevo che dessero l'indicazione del fatto che tutto questo ragionamento (anche il ragionamento storico, il ragionamento sui reati di cui ci stiamo occupando, l'apologia del fascismo), fosse compreso e condiviso in quest'aula, indipendentemente dalla postazione occupata.
A questo punto, siccome a quelle buone parole e a quell'interpretazione che condivido voglio esprimere la mia fiducia, avanzo una proposta alla parte sana che autenticamente si ritrova in quelle parole e non le considera un pannicello caldo per far passare il tempo, aspettando che il problema non si presenti più in maniera pressante e in maniera così tempestiva, come stiamo facendo in questa giornata.
Orbene, chiedo alla parte sana anche dell'altra parte dell'emiciclo che senz'altro c'è (anzi, presumo che sia l'intero emiciclo), di fare un patto con quest'altra parte dell'emiciclo e dire: "Benissimo, a quelle parole io voglio dare un seguito, qualunque sia lo strumento, fino a che quel Presidente non deciderà di dimettersi". Perché sappiamo che se quel Presidente ATC non può essere "dimesso" dal Presidente della Regione, si possono comunque trovare altri sistemi perché la sua Presidenza sia interrotta.
Quello che voglio dire, in trasparenza e in spirito di collaborazione con le parole che lo stesso Consigliere Preioni ha pronunciato prima, è di stipulare un "patto tra gentiluomini" e dire: "Se questa è l'intenzione di tutti, se questo è il sentimento di tutta quest'Aula, come anticipato dalle parole pronunciate questa mattina dal Presidente del Consiglio regionale non ci daremo pace e terremmo all'ordine del giorno l'argomento fino a quando questo problema non sarà risolto. E sarà risolto solo nel momento in cui il Presidente dell'ATC deciderà di dimettersi".
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marin; ne ha facoltà.



MARIN Valter

Grazie, Presidente Allasia.
Parto col dire che probabilmente respingerò la proposta del Consigliere Grimaldi di anticipare quest'ordine del giorno, ma semplicemente perché ci sono alcune questioni molto importanti che sono rimandate da diverse sedute; forse ai piemontesi bisognerebbe dare un senso di concretezza.
Prendo spunto, però, dal suo intervento, quando fa un accenno alla negazione dell'Olocausto: francamente, non so a chi si rivolgesse sicuramente a nessun Consigliere regionale seduto in quest'aula, né di maggioranza né di minoranza. Chiariamoci una volta per tutte in tal senso.
A mio avviso, con la lettera di questa mattina - peraltro, ringrazio lei, Presidente Allasia, così come ringrazio il Presidente Cirio - doveva ritenersi chiusa la questione.
Son convinto che la magistratura farà il suo lavoro; può anche darsi che si configuri qualche reato penale, ma accertarlo è compito di chi fa questo di mestiere.
In ogni caso, chiudiamola lì. Non facciamo una partita di ping pong dicendo che uno è più antifascista dell'altro.
Credo che da questa parte siamo antifascisti, antinazisti e anticomunisti per quello che sono i significati di chi eventualmente ha usato la dittatura per certi aspetti in tutte le parti del mondo. Credo che il buonsenso di noi Consiglieri sia quello di dire: "Chiudiamola". Sono convinto che la proposta del Consigliere Giaccone sia quella di dire "non ci diamo per vinti neanche noi", perché quella persona non è assolutamente idonea a sedersi lì, perché quando ti siedi in un ruolo istituzionale e in una sala che, in quel momento, non rappresenta il tuo ufficio di libero professionista, ma rappresenta un luogo istituzionale, non c'è ombra di dubbio: non ha la fiducia di neanche una sola persona che è seduta qui.
Dobbiamo essere compatti su queste cose, ma diamo dei significati importanti e andiamo oltre, non accantonando assolutamente la questione perché va presa giustamente nel modo serio, ma direi di andare avanti con i lavori di questa seduta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Sottoscrivo ogni parola dell'intervento del Presidente Giaccone soprattutto nella parte in cui stigmatizza una certa superiorità morale di qualche forza all'interno di quest'Aula. Io penso che i fatti siano sempre personali e il diritto penale, proprio per sua definizione, è personale.
Per questo, se una persona ha pensato di comportarsi in quel modo, ancorch sia su quella sedia come rincalzo - perché sappiamo benissimo che la Presidenza di quella ATC doveva spettare ad altri - penso che le parole che abbia detto e l'atteggiamento che ha messo in campo sia un atteggiamento tutto personale. E sono certo che anche le forze di Fratelli d'Italia sono assolutamente lontane da quel tipo di atteggiamento, che è un atteggiamento puerile, è un atteggiamento di chi non si rende conto che usare quei simboli danneggia innanzitutto la storia politica attuale di chi prova a essere, dentro il panorama politico, una destra moderna, una destra che cerca di tenere lontana la propria ideologia dai fatti e dai crimini efferati commessi dal fascismo in questa storia italiana e non solo.
Detto questo, mi rendo anche conto che quest'Aula non può - lo dico anche personalmente - che ringraziare la forza e la capacità di nettezza del Presidente Cirio e del Presidente Allasia. Cioè, dopo una lettera come quella, io penso che ogni tipo di polemica sia oggettivamente strumentale.
Diverso sarebbe stato se ci fosse stata un po' di melina, un traccheggiamento, un "vediamo i pesi politici, vediamo cosa dicono gli alleati". Invece, sono stati netti e decisi e su questo io non posso che ringraziare e sentirmi rappresentato da questo tipo di posizione; posizione che salvaguarda l'Ente, salvaguarda questa Regione e soprattutto cerca di tenere ben distinto il compito dell'amministrazione, data a chi deve amministrare le partecipate regionali, e il compito politico.
Mi auguro che, se la goffaggine di queste affermazioni di questo Presidente dell'ATC sono state elevate al punto politico, non ne derivi allo stesso modo un'incapacità anche amministrativa, perché poi se uno è goffo nel modo di esprimersi e nel modo di comunicare, forse rischia di essere altrettanto goffo e incapace nel modo di amministrare. E lancio una sfida: mi auguro che, da questo punto di vista, le forze politiche, non la mia, che hanno indicato e nominato gli altri membri del Consiglio di Amministrazione dicano - e mi rivolgo a chi ha messo un nome su quella scheda - ai loro rappresentanti di non presentarsi più nel C.d.A. fino a quando ci sarà quel Presidente.
Vogliamo fare una cosa concreta, oltre a quello diceva il collega Giaccone cioè tenere alta la guardia e continuare a discuterne? Dite a quelli che voi avete nominato di non presentarsi nel Consiglio di Amministrazione fino a quando quella persona sarà Presidente. A quel punto, dovrà decidere se valgono più i suoi libri o i suoi busti oppure il bene di quell'ente.
Avrete modo e ci sarà modo di accelerare il cambio della Presidenza e sarà mia cura, da questo punto di vista, monitorare con attenzione se farete questo, perché se le parole che diciamo in quest'Aula hanno un senso, mi auguro che, una volta terminato il Consiglio, ognuno chiamerà la persona che ha indicato nel C.d.A. e gli dirà: "Fino a quando c'è quel Presidente non ti presentare nel Consiglio di Amministrazione". Salta la prima, salta la seconda e salta la terza convocazione, prima o poi questo si dimette visto che non possiamo revocarlo.
Pertanto, mi auguro che questo sia un impegno, oltre alle parole che ho sentito, delle forze partitiche delle liste che hanno espresso i Consiglieri nel Consiglio di Amministrazione, affinché si possa chiudere questa parentesi (parentesi tutta personale), sapendo che quello che sta capitando nel nostro Paese è oggettivamente preoccupante.
Permettetemi di esprimere anche da questo scranno la solidarietà a Marcello Segre, che è una persona che la nostra Regione conosce bene per l'importanza del lavoro che sta svolgendo nel mondo del volontariato, con tutta la campagna sui defibrillatori. Altra persona che è stata raggiunta purtroppo, da una minaccia evidente, mettendo una stella di David sulla porta di casa sua, proprio mentre stiamo celebrando in questi giorni la Giornata del Ricordo.
Noi dobbiamo essere alfieri e sentinelle e tutte le volte che vedremo il rinascere di un rigurgito estremista di tutte le ideologie che hanno messo al centro il potere - quando il potere è tutto, l'uomo non è nulla, e se l'uomo non si adegua al potere, può essere schiacciato - dire con forza che nessuno si può più permettere di negare alcunché.
Mi pare, e concludo ringraziando ancora il collega Giaccone per il suo intervento, che la lettera a doppia firma del Presidente e del Governatore della Regione faccia piazza pulita di ogni tipo di fraintendimento, ma rilancio questa sfida. Mi auguro di non vedere il Consiglio di Amministrazione dell'ATC più convocato, perché ognuno di voi avrà fatto il suo mestiere e avrà chiamato personalmente coloro che ha nominato dicendogli di non presentarsi più fino a quando quella persona presiederà ancora quell'ente.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Diceva Karl Marx: "La storia si ripete sempre due volte. La prima volta si presenta come tragedia, la seconda volta come farsa".
In tutta questa vicenda che, purtroppo, nasce grottesca - forse sono il primo ad affermarlo - prosegue grottesca - e il dibattito di oggi direi che ne dà un'ulteriore conferma - e io temo che si concluderà anche grottesca senza eccezioni di merito, mi ritrovo nel paradosso di dover concordare con questa frase di un filosofo sicuramente a me non vicino. Questo per un semplice motivo.
In questo dibattito - e me l'aspettavo, visto che era stato già anticipato anche da uscite stampa, quindi assolutamente non siamo stupiti di ci sono stati portati indirettamente velati attacchi molto pesanti e sicuramente ingenerosi al mio partito e alla mia parte politica. Devo dire che queste strumentalizzazioni e queste infamie ci scivolano di dosso perché Fratelli d'Italia, che a sua volta ha le sue radici, nella fase del PdL, in Alleanza Nazionale, nel quale sono orgoglioso di aver intrapreso un percorso di militanza ultraventennale, non ha più alcun esame da passare nessuna patente da pietire nei confronti dei suoi avversari politici in fatto di democrazia.
La sua scelta di campo, nel campo della libertà, della rappresentanza elettiva, della democrazia parlamentare l'ha presa tanti anni fa. La chiarezza di questa scelta di campo l'hanno fatta esponenti della mia parte politica, dei nostri leader, ben più importanti del sottoscritto e non da oggi, bensì molto addietro nel tempo. Ed è stata questa una scelta, per la destra italiana, che non è stata vissuta con facilità con quella pesante eredità che si portava sulle spalle. Così come non è stata vissuta semplicemente nei primi non anni, ma decenni successivi al dopoguerra, con militanti uccisi nelle sezioni, con una strategia della tensione che insanguinava le piazze e le strade, con tentazioni d'involuzioni autoritarie che, invece, qua e là, andavano a trasformare paesi latini, ma anche europei, in dittature.
La destra italiana non ha mai avuto ripensamenti su questa scelta, è sempre stata orgogliosa di questa scelta, si è conquistata sul campo i galloni della libertà. Sicuramente, non ci ritroviamo nelle condizioni di dover giustificare alcunché. Questo lo dico con l'orgoglio di chi vede il proprio leader Giorgia Meloni e la propria parte politica, anche in fasi antecedenti, riconosciuti e legittimati da interlocutori internazionali (mi riferisco al recente viaggio negli Stati Uniti con i conservatori repubblicani, così come nello stesso Stato d'Israele).
Anche per ribadire la coerenza nel tempo di queste scelte, voglio riportare un aneddoto, Presidente, che forse anche lei e gli altri colleghi ignorano.
Forse non tutti sanno che a Gerusalemme, nel Giardino dei Giusti, c'è un ulivo che è stato dedicato a Giorgio Almirante. Forse stupirà molti. Forse stupirà ancora di più la motivazione. Giorgio Almirante - pochi lo sanno nascose e salvò dai rastrellamenti, in piena guerra civile, una famiglia ebrea di loro conoscenti, il nucleo familiare di tale Emanuele Levi, che fu addirittura nascosto non a casa, ma nella foresteria del Ministero della cultura popolare di Salò.
Forse non tutti sanno che poi, ed è forse il motivo per cui Almirante riuscì a sopravvivere e a diventare un leader politico della Prima Repubblica, questa famiglia ebrea ricambiò il favore nascondendo per oltre un anno Almirante e i suoi familiari dai regolamenti di conti e dalle esecuzioni sommarie di quel furore di sangue dei primi mesi successivi alla fine della Seconda guerra mondiale. Tutto questo per dire che cosa? Per dire che, sinceramente, la presa di posizione di ripudio di ogni totalitarismo, di condanna di ogni razzismo e antisemitismo passati e anche presenti e, soprattutto, futuri, fa parte del nostro DNA politico. Lo rivendichiamo con gran forza. L'abbiamo fatto in passato, in altri tipi di situazioni e dibattiti e lo facciamo ancora oggi.
Lo facciamo, devo dire, anche potendo rivendicarlo. Penso che gli esponenti delle minoranze, per la loro onestà intellettuale, che assolutamente riconosco, potranno confermarlo anche nel percorso di riconoscimento della maggiore onorificenza della Regione Piemonte alla Senatrice Liliana Segre che ha visto nella coalizione di centrodestra e in Fratelli d'Italia l'interlocutore più preparato e partecipativo, e non aggiungo altro.
In tutto ciò, sinceramente, io mi sento di ribattere questo ai colleghi.
Forse, se ci sono dei gesti orrendi che abbiamo condannato in più occasioni, anche con la partecipazione fisica alle manifestazioni - e mi riferisco a quelle di antisemitismo, che vanno a colpire i singoli cittadini nel loro domicilio privato - non è perché ci sono troppi libri sugli scaffali che parlano di fascismo, ma forse è perché ce ne sono troppo pochi o perché non ci sono proprio libri sugli scaffali di tante persone.
Quello che mi sento di dire è che sicuramente il gesto di Songa è stato inappropriato.
Uno dei pochi passaggi che ho condiviso di tanti interventi strumentali provenienti dall'opposizione è stato quello che ha detto: "Quello è un ufficio pubblico, di un ente strumentale, non è la sede di una sezione politica di qualsiasi partito". Lì un cittadino va perché è prevedibilmente un utente del sistema delle case popolari e dell'edilizia sociale e deve trovarsi di fronte un interlocutore, che è l'istituzione, in modo asettico e assolutamente istituzionale. Non ho problemi ad affermare, anche con forza, che quello sia stato un atteggiamento assolutamente inappropriato.
Così come permettetemi di sdrammatizzare anche con una battuta: forse più che una minaccia verso la democrazia, si parla di una minaccia verso la sobrietà nell'arredamento.
Il problema è che da qui si sta montando davvero un polverone che io mi sento di definire esagerato. Se si deve parlare di negazionismo, ed è giusto condannare ogni negazionismo, avrei apprezzato se altrettanta vibrante indignazione fosse stata suscitata anche da quegli atti, purtroppo numerosi, di tanti Sindaci - faccio il caso di Comuni della prima cintura di Torino come Druento e Chieri - che hanno, invece, negato il ricordo di una ragazza infoibata: Norma Cossetto. Una ragazza che è stata seviziata stuprata e infoibata perché presumibilmente fascista, solo perché da bambina aveva aderito alle organizzazioni giovanili del regime, cosa che era sostanzialmente obbligatoria e condivisa da tanti soloni della Prima Repubblica antifascista, che hanno avuto l'opportunità di ravvedersi, senza essere massacrati nel conflitto civile e, dall'altra parte, perché figlia di un gerarca. Questo l'hanno fatto Sindaci eletti, Sindaci che incarnano come ruolo di primi cittadini un'amministrazione comunale.
Io mi sento di dire che noi possiamo, nei confronti della memoria continuare a condividere questo sentimento di unità istituzionale nella condanna di ogni orrore del Novecento e di costruzione di una società davvero pacificata che si riconosce in ideali positivi di unità nazionale e di rispetto di ogni persona, di ogni orientamento religioso e di ogni appartenenza etnica. Oppure scivolare nella farsa rammentata da Marx, del lancio degli stracci, io penso irrispettoso, anche nei confronti delle vittime di quel periodo.
Concludo dicendo che comprendo l'atto dei Presidenti, ma mi limito a dire che un passaggio che non si nega normalmente a nessuno in uno Stato di diritto e che credo, dalle enunciazioni piene di maiuscole che ho sentito in tutti gli interventi, stia a cuore a tutti, è che normalmente, in ogni procedimento amministrativo, si salvaguarda il contraddittorio. Forse prima di una richiesta perentoria di dimissioni, una richiesta di spiegazioni formale e istituzionale, non mediatica e non mediata dagli organi d'informazione, sarebbe stata assolutamente apprezzabile.
Concludo con un appello a salvarci dalla farsa. Io sono felice che, prima di questa polemica, abbiamo approvato all'unanimità la delibera che conferisce alla Senatrice Liliana Segre il Sigillo della Regione, e sono anche contento di ricordare un passaggio di quel dibattito, per cui devo ringraziare il Consigliere Valle, che è stato il presentatore, che menzionava anche il marito di Liliana Segre. Mi rende felice poterlo ricordare, perché è un aneddoto che - permettetemi di ricordarlo a tutti voi - può sembrare inconferente; invece, secondo me, è appropriato. A proposito del marito di Liliana Segre, a sua volta ex deportato nei campi di concentramento nazisti, nei vari dibattiti che hanno riguardato, in certi casi anche polemicamente, la figura della Senatrice, è venuto fuori che, addirittura, si era candidato, in un'elezione parlamentare, proprio nelle liste del Movimento Sociale Italiano, sotto l'emblema della fiamma.
Devo essere sincero: quest'aspetto mi ha colpito, perché vuol dire che, da un lato, c'era un ex militare (questa era la storia che l'aveva portato alla deportazione), che non ha visto una contraddizione della sua drammatica esperienza di potersi candidare nelle file dell'allora Destra italiana preoccupato dall'avanzare del comunismo, che, vorrei ricordare, ai tempi era una dittatura ben reale e presente, nel nostro Paese; dall'altro evidentemente, c'era un partito, spesso tacciato di essere nostalgico, che non ha ritenuto, assolutamente in contrasto con la propria identità e la propria proposta politica, di candidare una persona che aveva sfidato l'interramento nei lager, piuttosto che arruolarsi nelle fila della Repubblica Sociale.
Mi viene da dire che, forse, questo avveniva e poteva avvenire perch quelle erano persone che avevano vissuto la tragedia e che non avevano vissuto la farsa.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Non sarei intervenuto sul tema in discussione, ma le parole del mio Capogruppo, ancora una volta precise, complete ed equilibrate, che danno il messaggio di quello che è il nostro pensiero, mi fanno fare un passaggio quasi obbligato sulla memoria.
Pochi giorni fa, il 27 gennaio, abbiamo celebrato la tragedia, una tra le più grandi che ci sono state più vicine, quantomeno nei tempi, quella dell'Olocausto patita dagli ebrei da parte dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Quel sacrificio noi dobbiamo onorarlo sempre e le parole del collega Martinetti prima, che ha richiamato il momento di raccolta che c'è stato a Mondovì, dopo le scritte antisemite sulla casa del signor Rolfi, ha visto una presenza significativa silenziosa, che ha dato, secondo me, una lezione importante.
La lezione importante è quella che noi dobbiamo evitare di sfruttare politicamente certe situazioni, perché lo sfruttamento politico genera odio; l'odio diventa implacabile da qualunque parte e da chiunque, perch l'odio fa paura.
Nei giorni scorsi, abbiamo celebrato la Giornata del ricordo dei martiri delle foibe, dell'esodo dei tanti italiani dall'Istria, dalla Dalmazia della tragedia terribile che hanno vissuto 15.000 nostri connazionali, che avevano una sola colpa: quella di essere italiani. Gettati vivi nelle foibe dai partigiani comunisti di Tito, legati con il filo di ferro due a due, a uno sparavano nella testa e l'altro moriva di fame e d'inedia nella foiba.
Di fronte a questi orrori, noi di Fratelli d'Italia c'inchiniamo con commozione.
Prima di leggere uno scritto, che ho citato domenica, vorrei ancora ringraziare l'Eurodeputato della Lega Antonio Maria Rinaldi, che insieme a dei colleghi di Fratelli d'Italia e della Lega ha presentato un'interrogazione, perché oggi il maresciallo Tito, il carnefice che ha fatto morire 15.000 italiani nelle foibe e ha costretto all'esodo 350.000 nostri connazionali, gode ancora della più alta onorificenza della Repubblica italiana, conferita il 2 ottobre 1959. Questa è un'offesa a tutti noi italiani e io mi auguro che da quest'imbarazzo si possa uscire.
Dicevo, voglio leggere uno scritto, che è un monito e un richiamo di un uomo che ho conosciuto tanti anni fa e del quale sono stato anche tifoso quand'ero bambino; un uomo che ha dato tanto all'Italia dal punto di vista sportivo, portando il colore della nostra bandiera oltre Oceano, essendo stato campione olimpico nell'Anno Santo e poi campione del mondo, un pugile, Nino Benvenuti.
Nino Benvenuti scrisse: "Ci sono storie che non si possono dimenticare. La mia è una di quelle. Un popolo intero cacciato, umiliato, calpestato strappato dalla propria terra, senza che nessuno, dico nessuno, abbia alzato un dito per difenderlo. Il dramma di un popolo dimenticato, la cui storia è stata oscurata per anni, cancellata dai libri di storia, negata.
Solo a forza di chi non ha mai abbassato la testa, di chi nonostante tutto ha conservato la propria dignità, di chi non si è mai arreso, ha ridato voce a tutti noi istriani, fiumani e dalmati, anzi, italiani, sì perch eravamo prima e lo siamo oggi italiani. Nessuno di noi ha mai cessato di esserlo e questo vorrei gridarlo a chi al nostro rientro forzato in Italia ci ha accolto con insulti e offese con brutalità, a chi per oltre mezzo secolo ha negato le migliaia di morti, le violenze, le foibe e a chi ancora oggi lo nega.
Io non ho mai dimenticato chi sono, da dove vengo, le mie origini. Mi chiamo Nino, Nino Benvenuti".



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Nicco.



NICCO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo quasi per fatto personale, nel senso che il nostro Gruppo è stato sfidato a mostrare il proprio DNA ideologico, quantomeno. Quindi, lo faccio parlando, cosa che può non essere simpatica, ma sono stato chiamato a farlo, della mia storia personale o, meglio, della storia personale della mia famiglia, cosa che mi permetterà di fare un'interpretazione su quello che è successo.
La mia è una famiglia che è stata perseguitata dal fascismo; era una famiglia di origine romagnola: i miei nonni persero il lavoro, perché si rifiutarono di prendere la tessera fascista, perché orgogliosamente socialisti. Un po' sulla falsariga, però in posizione alterna, della popolazione istriana, hanno dovuto andarsene dalla loro casa e scappare, in quanto erano perseguitati fisicamente dal partito fascista e sono riusciti ad arrivare in Piemonte, dove hanno trovato lavoro in una fabbrica internazionale che non richiedeva la tessera fascista per poter lavorare.
Alla morte di mio nonno, si è scoperto, perché lui l'aveva fatto e non l'aveva mai rivelato, che durante la guerra anche aveva nascosto famiglie ebree, in una casa che aveva affittato a Torino, cui ha portato da mangiare per tutta la guerra e per tutta la persecuzione. Anche lui (anche se non so, rispetto ad Almirante, in quale zona nel Giardino dei Giusti) ha la fortuna di avere due alberi in Gerusalemme nel Giardino dei Giusti come amico del popolo ebraico.
Penso, visto il passato della mia famiglia, di poter parlare di questa vicenda senza essere tacciato o sospettato in alcun modo di essere un pericoloso destroide o un neofascista.
Questo, per rispondere alla domanda un po' provocatoria della minoranza alla quale, se dovessi rispondere altrettanto provocatoriamente, chiederei se loro si definiscono anticomunisti.
Questa mia situazione mi consente, comunque, di avere - credo e spero abbastanza lucidità e onestà intellettuale da saper suddividere le responsabilità amministrative da quelle politiche e personali.
Sottolineo anche che mischiare i due aspetti, quindi ritenere una persona amministrativamente valida secondo le proprie idee personali, è un'operazione che va fatta con molta cautela.
Le idee politiche possono essere così estreme da rendere incompatibile completamente incompatibile - il ruolo amministrativo, ma il ruolo amministrativo dovrebbe sempre prescindere dalle convinzioni ideologiche politiche e personali.
Con tutto questo, cosa voglio dire? Che Songa non ha sbagliato? No. Come ha già detto il mio Capogruppo Marrone, del cui intervento condivido tutto, il Presidente dell'ATC ha sicuramente sbagliato a utilizzare la sede dell'ATC come il salotto di casa sua, portando oggetti, tanto più che richiamavano le sue ideologie politiche.
Sono stato, come penso molti di voi, Sindaco per vent'anni nel mio Comune dieci più dieci - e non ho portato nessun oggetto di natura politica (forse ho portato la foto di mia figlia, ma credo che quello possa essere tollerato).
Tuttavia, come ha detto il Consigliere Marrone, penso che un'azione così amministrativamente forte come chiedere le dimissioni - ripeto - per motivi politici e non per fatti amministrativi di una persona, di un Presidente richieda un approfondimento un po' più profondo rispetto alle dichiarazioni fatte da un giornale, che sono pur gravi, ma vanno sicuramente approfondite.
Prima di procedere e di prendere decisioni, che peraltro questo Consiglio non può prendere, o di spingere chi ha scritto quella lettera, che chiede le dimissioni, a decisioni più pesanti, auspico, quantomeno, un confronto franco e sincero, in modo da capire le reali intenzioni del Presidente Songa, prima di chiederne ulteriormente le dimissioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Ci è chiaro che Fratelli d'Italia e Lega vogliono spostare le nostre attenzioni altrove. Fanno bene a fare così, nel senso che non hanno vie di fuga.
Presidente Allasia, oggi la discussione non è incentrata sulla storia della Liberazione in Italia. La discussione di oggi non sono le foibe o la storia del comunismo internazionale. Se volete, discutiamo di comunismo italiano se volete, discutiamo dei Padri costituenti comunisti (ve lo dice uno che comunista non è mai stato). Se volete, vi dico: pulitevi la bocca quando parlate di Enrico Berlinguer, per esempio, ma non è questo il tema. Non è questo il tema. Il tema è come reagisce la maggioranza di fronte alle dichiarazioni del Presidente di ATC Nord e come reagisce la maggioranza rispetto alla lettera scritta dal Presidente Allasia e dal Presidente Cirio.
Non altro. Non state discutendo di altro. Il tema è questo.
Sapete che cosa è successo? Che non abbiamo capito, Presidente Allasia cosa pensa la maggioranza.
La maggioranza non ci ha detto se il pensiero e le dichiarazioni rese pubbliche del Presidente di ATC Nord sono compatibili con il ruolo che lo stesso, da qualche settimana, svolge in questa Regione. Ditecelo, perch non ce l'avete detto.
Nella lettera del Presidente Cirio e del Presidente Allasia sobriamente c'è scritto, nella sostanza, un invito alle dimissioni. Un invito. Un invito vago. Altro tema però non può essere, Consigliere Marin. Non è la giustizia.
Guardate, il tema è politico! Il tema è assolutamente politico. Voi avete nominato tre su cinque componenti il Consiglio di Amministrazione. Voi determinate la maggioranza. Diteci, e questa discussione la terminiamo subito. Subito! Non affrontiamo nemmeno il documento del Consigliere Grimaldi. Diteci se questa sera telefonerete a due su tre che avete nominato nel CdA di ATC Nord per chiedere le dimissioni del Presidente oppure no. Altrimenti stiamo discutendo del nulla. Stiamo discutendo del nulla! Volete farci fare la discussione tra chi ha liberato l'Italia e chi l'ha costretta in un patto (non trovo la bestemmia adatta per quest'Aula) con il nazismo? Volete discutere di questo? Suvvia, non è di questo che dobbiamo discutere. Dobbiamo discutere guardando in faccia le nuove generazioni, con cui dobbiamo parlare del 25 Aprile, e non soltanto del 25 Aprile, quando parliamo di Liberazione.
Quest'Aula deve decidere se le Istituzioni e i rappresentanti più alti delle nostre Istituzioni possono permettersi di dire certe cose oppure no.
Non altro.
Diteci voi, Lega, tu, collega Preioni, che sei il capo di questa delegazione, se si può o no continuare esattamente così. Non dipende dal Presidente dell'ATC, dipende da voi, dalla telefonata che voi questa sera farete o non farete. Ditecelo, altrimenti discutiamo del nulla. Discutiamo di legittime posizioni che Fratelli d'Italia ha maturato negli ultimi decenni, ma, comprendiamo, in questa discussione i suoi esponenti non possono fare altro, senza, però, parlare della questione di fondo.
Non c'è altro, Presidente. Non c'è altro. La maggioranza non ci ha detto nulla rispetto a questo tema.
Questo è il tema. Mi sbaglio, colleghi?



(Commenti fuori microfono)



RAVETTI Domenico

Questo è il tema. Diteci esattamente cosa volete fare rispetto a quelle dichiarazioni. Ci dite: "Convochiamo i tre Presidenti dell'ATC, tra cui anche quello che si è espresso in quel modo e ha portato quei cimeli (almeno così ha raccontato la stampa), e ci confrontiamo?".
È questa la proposta che ci state facendo? Non ho capito, non abbiamo capito. È questa la proposta? Ditecelo, oppure "ha da passà 'a nuttata" e ci vediamo la prossima volta parlando d'altro? Perché la concretezza viene prima dei valori.
La concretezza viene prima dei valori oppure la concretezza è animata da valori? È questo il punto. In questo bivio in cui si trova la società attuale, "la concretezza è animata da valori e quali valori" è il tema che noi poniamo a quest'Aula, oppure no? Ditecelo! Tra l'altro, in un ambito (quello delle politiche sociali, quello del diritto all'abitare, quello delle fragilità della nostra popolazione) che merita molta più sobrietà.
Io voglio dire questo: non c'è stata moderazione. Come reagite voi, non ce lo avete detto. Dipende da voi, non dipende dalla congiuntura astrale tra Giove e Venere: dipende da voi! Ditecelo; non ce l'avete detto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Dopo l'intervento del mio Capogruppo, è difficile aggiungere qualcosa perché mi ci ritrovo davvero in pieno e al 100%. Voglio, però, condividere con l'Aula due considerazioni di natura politica rispetto, tanto alla lettera che lei ci ha letto oggi, in apertura di seduta, quanto al comportamento dei colleghi e agli interventi che hanno tenuto oggi, senza riprendere questioni già dette.
La prima riguarda la comunicazione che lei e il Presidente Cirio avete opportunamente mandato, nella quale penso che tutta l'Aula abbia potuto riconoscersi e sentirsi sicuramente rappresentata, perché ha delineato appieno i sentimenti che le immagini e le successive interviste al Presidente di ATC Nord hanno suscitato in tutti i componenti dell'Aula.
C'è un aspetto che mi sento di sottolineare, sia della vostra lettera sia di alcuni interventi successivi: qui non abbiamo più la necessità di approfondire un bel niente, perché non è che abbiamo trovato delle foto di nascosto e ora dobbiamo vedere cosa capiterà. Quest'uomo, ieri, sul giornale e ancora questa mattina, sulla stampa di Novara, ha rivendicato con orgoglio non solo le proprie idee, ma anche l'esposizione di questi cimeli nel suo studio e l'appartenenza a un'ideologia che non pu rappresentare quest'Aula né tutti coloro che si riconoscono nei valori democratici della nostra Costituzione.
Pertanto, viene un po' meno la necessità, a mio giudizio, di approfondire ulteriormente la questione, perché è lui stesso che sgombera il campo da ogni dubbio con due interviste successive nel corso delle quali rialza ulteriormente l'asticella. A volte, si dice che è meglio stare zitti e lasciare il dubbio di essere uno sciocco, piuttosto che aprire la bocca e togliere definitivamente ogni dubbio.
Ecco, in questo momento il Presidente Songa ci ha sollevato da ogni dubbio: sappiamo che abbiamo a che fare con una persona inidonea a svolgere il ruolo che sta svolgendo e soprattutto a rappresentare degnamente quest'Aula.
Il secondo aspetto su cui mi soffermo, e qui invece chiamo in causa i colleghi - e concludo su questo - per ampliare lievemente, per quanto possibile, il perimetro delle riflessioni che ha appena concluso il mio Capogruppo, è questo: se la telefonata di cui abbiamo parlato fino adesso o almeno di cui questa parte dell'emiciclo ha parlato, in buona parte, fino adesso (dall'altra parte mi sembra che si tenti di parlare d'altro), non partisse, se non ci fosse una decisa presa di posizione rispetto agli altri vostri rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione, se davvero gli verranno chieste le dimissioni (ma ci limiteremo soltanto a sollecitarle) io coglierei in chi ha la rappresentanza politica dell'altra parte dell'emiciclo una sostanziale sconfessione dei due Presidenti, dell'Aula e della Giunta regionale, che, invece, si sono espressi con estrema chiarezza.
Ritengo che il ruolo del Presidente dell'Aula e del Presidente della Giunta si sia sostanzialmente esaurito: quello che dovevano fare, l'hanno fatto.
Ora sta a voi, a chi ha il mandato politico di rappresentare le forze politiche che hanno nominato queste persone, a chi ha la titolarità della rappresentanza politica della maggioranza, fare il passaggio successivo: azionare quel legame di fiducia e di rapporto politico che voi avete, non tanto con il Presidente Songa, con cui ormai mi pare si sia interrotta questa relazione di fiducia, quanto con le altre persone che, a nome vostro e per conto della maggioranza che le ha espresse, rappresentano quelle forze politiche dentro quel C.d.A. e che quindi sono tenute oggi a confermare il legame di fiducia che hanno con voi, prendendo chiaramente posizione e chiedendo le sue dimissioni.
Diversamente, mi pare di capire che qualcuno, in particolare i due Presidenti, oggi ha fatto quello che ci si aspettava facesse, mentre la maggioranza li sta sconfessando.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Occuperò pochi istanti, anche per rispettare la decisione che abbiamo preso nella Conferenza dei Capigruppo di iniziare un'altra discussione verso le 16.30-17.
Non c'è la necessità di rispondere, ma voglio dire qual è la nostra reazione: semplicemente, quella di riconoscerci pienamente in ciò che il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio hanno espresso nella lettera che hanno inviato inviata senza indugi e in tempi brevissimi.
Non c'è stata la necessità di avere un Consiglio precedente in cui qualcun altro la richiedesse e, fino a prova contraria, poiché il Presidente del Consiglio e il Presidente della Regione rappresentano, non solo noi, ma l'Istituzione, in questo caso, noi non possiamo fare altro che riconoscerci in quel gesto, che hanno compiuto in modo tempestivo e al limite di ciò che legittimamente è loro permesso.
Mi limito a ricordare una frase contenuta nella lettera: "Le dichiarazioni rese risultano incompatibili con i valori fondanti della nostra Regione".
Io credo che questo messaggio sia univoco, che non possa in alcun modo essere interpretato, quindi è evidente che, tenuto conto di ciò che legittimamente i due Presidenti potevano chiedere, lo hanno chiesto e sono convinto che, nelle prossime ore, il Presidente dell'ATC dovrà tenere conto di quanto gli è stato chiesto dal Presidente della Regione e dal Presidente del Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Anch'io, brevemente, per rispettare l'accordo della Conferenza dei Capigruppo.
Alcune precisazioni, soprattutto dopo l'intervento del Capogruppo Ruzzola.
Capogruppo Ruzzola, così non è, però, perché l'esponente di Fratelli d'Italia, Nicco, in particolare, oltre a fare una riflessione che distingue l'elemento personale dall'elemento istituzionale, ha detto che ci vuole maggior approfondimento, perché un'eventuale revoca/sfiducia da parte anche del C.d.A., sostanzialmente, non è da approfondire, perché non è legata - e così dovrebbe essere, secondo le considerazioni che ha fatto il Consigliere per un atto amministrativo. Perché il Consigliere ha specificato che una revoca o una sfiducia passa per atti amministrativi che non sono coerenti al mandato amministrativo.
Come ha detto il Capogruppo Ravetti, c'è un altro tema, che è quello che lei, collega Ruzzola, ha citato molto bene: mi riferisco alla lettera dei due Presidenti.
Purtroppo, ahinoi, ribadiamo che la maggioranza non ha una e solo una linea su questo caso. E non ce l'ha, Presidente, rispetto anche a quello che diceva il collega Marin. La partita sarà chiusa per noi quando il Presidente non sarà più in quel posto, e non avrà più quel ruolo. Perch com'è scritto nella lettera dei Presidenti, è incompatibile. È incompatibile. E, come diceva il Capogruppo Ravetti, ne basta uno.
Noi chiederemo, come qualcuno ha citato, di portare la sfiducia all'interno di quel C.d.A. ai due membri nominati dalle minoranze: ne basta uno, non due; sarebbe bene fossero tutti, ma ne basterebbe solo uno. Solo così, collega Marin, la partita sarà chiusa.
Rispondo nuovamente a quanto ha detto il Consigliere Nicco: non è una questione personale; ma quando rivesti un ruolo istituzionale, sei un esempio per i giovani e per gli adulti. Se non sanciamo con durezza quelle dichiarazioni - in particolare, l'affermazione sui giornali che non si vergogna se gli si dà del fascista - continuiamo a legittimare, come hanno detto all'inizio il collega Grimaldi e tanti altri, esposizioni pubbliche e mediatiche da parte di cittadini che vogliono riaffermare certi valori. La politica deve avere la capacità di sanzionare, senza se e senza ma, fatti del genere.
Se così non è, stiamo dando un esempio sbagliato; un esempio - lo ribadisco, come hanno detto i Presidenti - totalmente non compatibile con il ruolo assunto e con questa Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Nicco, per fatto personale; ne ha facoltà.



NICCO Davide

Intervengo per fatto personale, perché non mi sono espresso bene io oppure non è stato compreso correttamente il mio pensiero.
Io ho affermato che, mentre per un fatto amministrativo (giudicato negativamente) è legittimo e opportuno chiedere le dimissioni immediate, è molto più delicato chiedere le dimissioni motivando tale richiesta con le proprie convinzioni politiche. Ed è per questo che avrei ritenuto opportuno (peraltro, lo ritengo ancora più opportuno adesso), prima di richiedere l'allontanamento di un Presidente per motivi politici, un approfondimento sulle affermazioni rilasciate sui giornali personalmente. Perché le affermazioni sui giornali - lo sappiamo tutti, penso che più o meno tutti ne abbiamo avuto notizie - possono essere fraintese, possono essere riportate male, può aver detto anche solo un'affermazione della quale non è del tutto convinto.
Per una questione di correttezza amministrativa, ritengo che sarebbe stato opportuno (e sarebbe ancora opportuno) quantomeno un approfondimento sul contenuto delle frasi pronunciate.
Poi, è chiaro che se dal contenuto venisse una sostanziale conferma di quanto apparso sul giornale, le conseguenze sarebbero assolutamente immediate.
Grazie.



PRESIDENTE

Non vi sono altri interventi in merito.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale, recante "Ordine del giorno delle sedute", comma 6, queste richieste d'inversione di punti all'ordine del giorno dovevano essere presentate precedentemente. Perciò, la Presidenza non può accettare.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Magari non capirò, ma anche lei non si sa spiegare! A un certo punto, io non capisco, ma lei non si sa spiegare, perché non ha chiesto l'inversione. Perché tutto ha un limite! Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

È vero o no - mi sono testimoni i Capigruppo - che abbiamo chiesto le comunicazioni della Giunta e del Presidente? Se la Giunta non è pervenuta in questa discussione, e, di fatto, lei non ha neanche avuto la decenza - posso dirlo? - di replicare alle comunicazioni, perché, di fatto, sono state prese per buone quelle di stamattina, va bene tutto, però è come se lei avesse sottratto a noi la possibilità d'inserire quest'ordine del giorno dopo una discussione, così come previsto dal Regolamento.
Il fatto che la Giunta si sia sottratta, non può inficiare quello che era un mio diritto e che avevo già espresso in Conferenza dei Capigruppo.
Lei mi dirà: "Ormai è così. Il Regolamento è questo e la Giunta non è pervenuta". Ma non è che viene meno la richiesta di inserire in questa discussione quell'ordine del giorno! Quindi, per favore, metta ai voti la questione.
Mi pare che la maggioranza, purtroppo, se capisco bene, voterà contro questa richiesta d'inversione, ma non mi può negare una richiesta che abbiamo avanzato in Conferenza dei Capigruppo e sulla quale eravamo tutti d'accordo: si era concordato che ci sarebbero state le comunicazioni della Giunta ed era mio diritto sollevare questa vicenda, richiederlo ai sensi del Regolamento.



PRESIDENTE

Ai sensi del Regolamento, doveva chiederlo prima, non a chiusura della discussione. Adesso la discussione sul punto.



GRIMALDI Marco

No, no, scusi. L'ho chiesto stamattina.
Stamattina abbiamo rinviato le comunicazioni della Giunta al pomeriggio. La Giunta il pomeriggio non dà le comunicazioni, quindi il testo è iscritto, ma non si può chiedere l'inversione dei punti? È un'assurdità, scusi.



PRESIDENTE

Sarà un'assurdità, ma è il Regolamento che lo sancisce. Perciò è evidente che non si può fare al termine della discussione.



GRIMALDI Marco

Si può richiedere in qualsiasi momento l'iscrizione di un punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

Di iscriverlo sì, ma non di invertirne l'ordine.
L'inversione, come recita il Regolamento, è prevista.



GRIMALDI Marco

No, Presidente, abbiamo invertito l'ordine dei lavori, le è chiaro? Scusi, facciamo un esempio: adesso all'ordine dei lavori che cosa c'è?



PRESIDENTE

La proposta di deliberazione n. 7, di cui al punto 2) all'o.d.g.



GRIMALDI Marco

La aiuto, è sul Regolamento. Eppure nel corso della Conferenza dei Capigruppo ci siamo detti che non trattiamo quel punto, giusto?



PRESIDENTE

No, abbiamo detto che continuavamo.



GRIMALDI Marco

No, abbiamo detto che continuavamo con gli ordini del giorno e che quel punto lo trattavamo dopo.



PRESIDENTE

Se lei vuole interpretare le parole del Presidente durante la Conferenza dei Capigruppo è un altro conto. Però non può interpretarle in questa sede.



GRIMALDI Marco

No, scusi.



PRESIDENTE

Scusi, si è detto che se c'era la discussione.



GRIMALDI Marco

Stavo parlando io, è lei che m'interrompe.



PRESIDENTE

Ma è mia facoltà interromperla.



GRIMALDI Marco

Sì, prego.



PRESIDENTE

Fino a prova contraria, sono il Presidente del Consiglio, perciò posso interrompere i Consiglieri quando intervengono. Si era deciso e discusso che c'erano le comunicazioni e si discuteva sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio. Finito quello, si sarebbe iniziata la discussione sulla proposta di deliberazione n. 7 inerente alla modifica del Regolamento, per poi sospenderla e passare alla discussione sugli ordini del giorno preiscritti in programma, precisamente gli ordini del giorno n.
136, n. 181 e n. 57.
Questa era quella conclusiva, altro non so. Siamo alle ore 17 e non voglio dire che siamo andati oltre al termine richiesto. Si può fare, ma non voglio abusare del mio potere di Presidente, voglio solo applicare il Regolamento. Il Regolamento prevede che non si può invertire l'o.d.g. a discussione conclusa, discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

La discussione poc'anzi avvenuta, se non è sulle comunicazioni della Giunta, è sulle comunicazioni del Presidente, che tra l'altro non ha fatto sono all'inizio di qualsiasi seduta. Giusto? Quindi, all'inizio di questa seduta si può chiedere l'inversione dell'o.d.g.
Inoltre, le stavo facendo notare un'altra incongruenza, cioè che attualmente l'ordine dei lavori è ancora diverso da quello deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, perché noi abbiamo detto che la discussione sul Regolamento l'avremmo fatta dalle ore 17,30 e prima avremmo votato gli ordini del giorno.
In questo momento quest'inversione non si può fare, a meno che uno alzi la mano e chieda l'inversione. È d'accordo con quello che sto dicendo? Altrimenti sta violando esattamente quello che ci siamo detti nella Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

L'inversione non si può fare. Nella riunione dei Capigruppo si era deciso di proseguire l'ordine dei lavori prescritto nel programma.



GRIMALDI Marco

Non è andata così, Presidente!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Solo per dire una cosa al Consigliere Grimaldi: io non diventerò mai come lei.



PRESIDENTE

Proseguiamo sull'ordine dei lavori, perché così era stato convenuto nella riunione dei Capigruppo e si prosegue con il punto n. 2) che prescrive la proposta di deliberazione n. 7 "Modifiche del Regolamento interno del Consiglio regionale", con la lettura della sola relazione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Io non so a quale riunione dei Capigruppo abbia partecipato lei oggi, ma mi sembrava che avessimo deciso di votare gli ordini del giorno prima di passare al tema dell'autonomia.



PRESIDENTE

No, avevo detto che si proseguiva.
Posso non capire quello che dice il Consigliere Grimaldi, ma ricordo quello che ho detto e, soprattutto, quello che pensavo, ed era così.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Perciò se mi fate proseguire, si possono fare.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Avremmo già finito la relazione e saremmo passati agli ordini del giorno.
Passiamo alla proposta di deliberazione n. 7.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Questo è un abuso di potere.



PRESIDENTE

No, era quello che era stato deciso nella riunione dei Capigruppo..



FREDIANI Francesca

No, assolutamente! Chiedo una sospensione di qualche minuto per parlare con tutti i Capigruppo.



PRESIDENTE

Era stato deciso di proseguire con l'o.d.g. in esame della scorsa Conferenza dei Capigruppo, solo esclusivamente chiedendo, dopo la relazione, la sospensione del punto n. 2).
Se, poi, quando ho parlato non avete ascoltato e vi siete alzati perch dovevate venire in aula, è un altro conto, ma io posso essere sicuro e certo di quello che ho detto. Perciò, ritengo opportuno proseguire con il punto n. 2), con la relazione sulla proposta di deliberazione. E, ripeto se non ci fosse stata questa discussione, avremmo già finito e staremmo già discutendo gli ordini del giorno.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.02 riprende alle ore 17.07)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Mi sembra che la questione di cui abbiamo discusso sia superata.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 7, inerente a "Modifiche del Regolamento interno del Consiglio regionale ai fini dell'istituzione della Commissione permanente con competenze in materia di autonomia, affari istituzionali federalismo ed enti locali"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 7, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Do per letta la relazione.
L'esame del provvedimento appena incardinato è rinviata a nuova seduta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Proseguimento esame ordine del giorno n. 136 presentato da Marin, Dago Stecco, Cerutti, Zambaia, Mosca, Preioni, Fava, Nicotra, Demarchi, Cane Biletta, Ruzzola e Riva Vercellotti inerente a "Sospensione dell'attuazione del modello a rete per le analisi di laboratorio"; ordine del giorno n. 178 presentato da Frediani, Bertola e Sacco, inerente a "Valutazione efficacia del modello a rete per le analisi di laboratorio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 136 e n. 178, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 28 gennaio il Consigliere Marin aveva illustrato e apportato modifiche all'ordine del giorno n. 136 e la Consigliera Frediani aveva chiesto invece di rinviare l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 178.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione dell'atto d'indirizzo.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sulla rete dei laboratori analisi abbiamo discusso lungamente nella scorsa legislatura. Non abbiamo condiviso questa riorganizzazione, in particolar modo rispetto alla riorganizzazione dell'area ovest di Torino, dove il laboratorio analisi di riferimento è stato indicato nella sede dell'ospedale Mauriziano che, secondo noi, ha portato, oltre che a un aggravio di costi, anche a ripercussioni sulla qualità del servizio offerto agli utenti.
In quest'atto d'indirizzo, noi chiediamo, semplicemente che l'Assessore presenti alla Commissione competente una relazione dettagliata sugli esiti della riorganizzazione delle aree dove questa sia già stata implementata.
Questo perché, ovviamente, nella nostra regione, ci sono delle aree in cui il servizio è già stato riorganizzato in questo modo e non è detto che sia stato un danno. Potrebbe darsi che in alcune aree della nostra regione questa riorganizzazione, invece, abbia prodotto degli effetti positivi.
Vorremmo capire quale sia la situazione in generale.
In seguito a questa relazione, noi chiederemmo la sospensione dell'attuazione del modello della rete delle analisi di laboratorio per modificare la riorganizzazione, qualora gli esiti della relazione non comprovino risultati ottimali in termini di equità, efficacia, efficienza ed economicità. Non si tratta di una posizione rigida e arroccata, ma si tratta di una posizione che vuole valutare come stia funzionando il servizio dove è stata già attuata la riorganizzazione e chiede, invece, una sospensione con un supplemento di riflessione, definiamolo così.
L'atto d'indirizzo è associato e collegato a quello del Consigliere Marin quindi potremmo anche valutare, essendo gli impegni piuttosto simili, di unire gli impegni e cercare di trovare una sintesi, in modo da votare un atto unico.



PRESIDENTE

Grazie Consigliera Frediani.
È aperta la discussione generale. Ci sono richieste d'intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Sarò veloce, Presidente.
Abbiamo detto più volte che gradiremmo una proposta complessiva della rivisitazione del sistema sanitario piemontese e che il metodo rischia di essere quello di una valutazione non complessiva, ma troppo parziale di ci che, dal punto di vista della maggioranza, in questo caso non solo della maggioranza, parrebbe non funzionare.
È sul metodo che noi non possiamo condividere le proposte contenute in questi ordini del giorno per cui, molto banalmente, non parteciperemo al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Solo per meglio esplicitare la proposta di modifica e sintesi degli atti d'indirizzo.
Dal momento che il secondo impegno del mio atto d'indirizzo, quello relativo alla sospensione, è simile a quello proposto nell'atto d'indirizzo del Consigliere Marin, prenderei la prima parte dell'impegno, quindi "presentare alla Commissione competente una relazione dettagliata sugli esiti", e lo inserirei nell'atto d'indirizzo, in modo da avere un unico documento.



PRESIDENTE

Consigliere Marin, la prego di avvicinarsi al banco della Presidenza.
Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Per riassumere, abbiamo spostato e modificato una parte dell'impegno del mio atto d'indirizzo, che quindi viene ritirato. Ho sottoscritto l'atto d'indirizzo del Consigliere Marin e abbiamo previsto una fase di relazione alla Commissione rispetto all'eventuale sospensione della riorganizzazione laddove è possibile, e le successive decisioni da parte della Giunta rispetto a tutto il resto della riorganizzazione.



PRESIDENTE

Grazie.
Procediamo con la votazione dell'ordine del giorno n. 136, modificato in accordo con la Consigliera Frediani e ricordando che il numero legale è 23.
Il parere della Giunta è favorevole.
L'ordine del giorno n. 178 è considerato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 136, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Trasporti pubblici

Proseguimento esame ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi e Magliano, inerente a "Incentivi all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 181, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana dello scorso 28 gennaio, il Consigliere Grimaldi ha illustrato l'ordine del giorno n. 181, nel testo modificato in accordo tra i Capigruppo.
Sono intervenuti il Consigliere Demarchi e l'Assessore Marnati. L'Assemblea aveva convenuto di rinviare la votazione alla seduta pomeridiana confidando nella presenza dell'Assessore Gabusi.
Nel pomeriggio, l'Assessore Gabusi è intervenuto per chiedere la sospensione dell'atto, per svolgere ulteriori approfondimenti sull'ordine del giorno in esame.
Il Consigliere Grimaldi ha concordato su tale richiesta.
Chiedo alla Giunta se intende intervenire.
Prego, Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Rispondo a nome dell'Assessore Gabusi, ma, in particolare, rispondo come Assessore al bilancio.
Secondo me, questo tipo d'impegno sull'ordine del giorno non è a impatto zero sul bilancio. Conseguentemente, dobbiamo per forza aggiornarci in una nuova seduta, oppure bocciare l'ordine del giorno perché, rispetto alle richieste, che sono intelligenti, ma certamente non sono suffragate da esperienze positive, in particolare all'estero, rispetto a quest'impegno che il Consigliere Grimaldi chiede, è complicato dire "sì".
Secondo me sarebbe opportuno, se voi foste d'accordo, ritornare a una discussione in Commissione e fare le opportune verifiche, dato che questo tipo d'intervento ha certamente degli impatti sul bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Mi dispiace parlare in assenza dell'Assessore Gabusi. Tra l'altro, non credo sia esattamente questa la posizione della Giunta.
Il punto - lo dico ricordando a chi ha chiesto di mettere a invarianza di saldi, cioè il Consigliere Marrone - è che va benissimo, prendiamoci ulteriori due settimane, però il dato dei paragoni con l'estero non regge perché tra l'altro all'estero non c'è, se non la gratuità su alcune fasce di età.
Faccio un esempio per stare nel merito: se l'abbonamento che stiamo mettendo in campo è un abbonamento - tra virgolette - per genitori, che consente la gratuità a un figlio minorenne sotto i 14 anni, basterà dire che quest'abbonamento sarà ex novo. A quel punto, la perdita è impossibile.
Stiamo parlando di 450 mila minori sotto i 14 anni; se anche solo se 2.000 o 3.000 genitori decidessero di fare quest'abbonamento, sarebbe un abbonamento in più. In più, la gratuità è già fino agli 11 anni, quindi stiamo parlando di una politica incentivante.
Comunque, prendiamoci ancora due settimane di tempo. Credo che il Dirigente del servizio, il dottor Paonessa, potrà fare ulteriori valutazioni.
Vi faccio fare un passo in avanti: è chiaro che le stime non si possono valutare, ma, ripeto, dato che non abbiamo fatto la gratuità per tutti i 450 mila minorenni, ma abbiamo detto che dobbiamo consentire un abbonamento per genitori, in teoria, ripeto, anche solo un decimo o un centesimo di quei genitori che decideranno di andare sui mezzi pubblici faranno un abbonamento in più di quello che c'è oggi.
Pertanto, trasciniamo due persone e quel quattordicenne, dopo essere stato fino alle medie in giro con i mezzi pubblici, magari andrà in giro anche per gli anni successivi.
Comunque, prendiamoci ulteriori due settimane per trovare una soluzione anche in varianza di bilancio.



PRESIDENTE

Grazie.
Pertanto, l'ordine del giorno n. 181 è rinviato.


Argomento:

Proseguimento esame ordine del giorno n. 57 presentato da Gallo, Ravetti Magliano, Giaccone, Avetta, Canalis e Marello, inerente a "Accesso libero professionisti a Fondi Europei" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 57, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 28 gennaio scorso il Consigliere Gallo ha illustrato l'ordine del giorno n. 57).
È intervenuto l'Assessore Tronzano, che ne ha chiesto il rinvio per fare approfondimenti.
Darei, quindi, la parola all'Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio (fuori microfono)

Sì, rinviamolo.



PRESIDENTE

Pertanto, è rinviato alla prossima seduta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Province - Città metropolitane

Esame ordine del giorno n. 179 presentato da Riva Vercellotti, Avetta Bongioanni, Cane, Gagliasso, Marello, Mosca, Ravetti, Ruzzola e Sarno inerente a "Revisione organica della disciplina in materia di ordinamento delle Province e Città metropolitane"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 179, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti per l'illustrazione ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Presidente, innanzitutto un sentito ringraziamento lo voglio riservare, in apertura d'illustrazione, ai tanti colleghi che hanno aderito e sottoscritto quest'ordine del giorno.
Il consenso che ho trovato tra i banchi della maggioranza, come tra quelli della minoranza, è il segnale che le forze politiche hanno colto che il dibattito su Province e Città metropolitane non può e non deve limitarsi a programmi abolizionisti, più o meno gridati, alla ricerca di consenso.
Ricordate quando si diceva che le Province erano enti inutili? Con luoghi comuni come questi ci sono giornalisti che si sono arricchiti. Tanti italiani si sono fatti abbindolare e in tanti abbiamo iniziato successivamente alla promulgazione della legge Delrio, a criticarla. Io per primo.
Oggi, in realtà, per certi aspetti mi ricredo, perché la legge Delrio ha avuto un grande merito: quello di far ricredere, se non tutti, quantomeno tanti italiani sulla sua utilità: l'utilità delle Province. Perché? Perch ci si è resi conto che, in questo Paese, ci sono funzioni che non possono essere riportate al livello più basso, che è quello dei Comuni, perché sono troppo frammentati e troppo divisi. D'altra parte, la possibilità di conferire queste funzioni alle Regioni è fuori luogo, perché le Regioni hanno un altro ruolo, nascono con un'altra funzione e un altro ruolo: quello di legiferare e di programmare. Così, ancora, peggio è pensare di assegnare le funzioni a soggetti privi della legittimità democratica (agenzie, consorzi, società), com'è successo non solo in Piemonte, ma in tutt'Italia.
L'ordine del giorno nasce da questi presupposti, ma nasce soprattutto perché qualche settimana fa le Province italiane hanno depositato al Quirinale, al Presidente della Repubblica, un documento che raccoglie le firme di quasi l'80% dei Sindaci delle Province italiane delle Regioni a Statuto ordinario. Tra questi, anche un Presidente piemontese, il Presidente della Provincia di Cuneo e, se riportiamo questi dati anche riguardo al Piemonte, possiamo dire che circa l'80% dei Sindaci del Piemonte hanno sottoscritto quest'ordine del giorno.
L'idea è di superare la legge 56, che è una legge nata - lo ricordiamo per gestire uno spazio temporale limitato, che avrebbe accompagnato al referendum costituzionale del 2016.
L'ordine del giorno presentato al Quirinale è stato voluto dall'Unione delle Province d'Italia, approvato in modo unanime e trasversale all'interno dell'associazione per richiamare l'importanza di uscire definitivamente da una situazione di stallo che dura da troppo tempo, da troppi anni.
Gli anni orribili (il '15-'18 delle Province) devono lasciare uno spazio a una fase nuova, che guardi a un riordino ragionato e costruttivo, che riprenda anche gli aspetti positivi della legge 56, in particolare il sostegno e l'aiuto ai Comuni, specialmente quelli più piccoli, specialmente quelli più lontani dal capoluogo, ampliando anche il perimetro delle funzioni e ridando la piena legittimità con l'elezione diretta.
Credo sia ora di dire basta a quegli artifizi derogatori che hanno riempito le norme degli ultimi anni in fase emergenziale, così come a misure spot che tendono solo a spostare il problema e non a risolverlo in via definitiva.
Quest'anno, proprio recentemente, si è tornati a remunerare i Presidenti delle Province. Con i finanziamenti aggiuntivi ogni anno, il grande tabù rappresentato dai costi della politica delle Province è stato sanato in modo anche silenzioso. Io sono contento di questo, perché c'era una stortura veramente tutta italiana, per cui l'articolo della nostra Costituzione che dice che tutti i cittadini possono esercitare funzioni pubbliche si era un po' smarrito. In Italia, siamo tornati un po' come i notabili dell'Ottocento, per cui soltanto alcune categorie potevano accedere a quel ruolo; questo è un fatto profondamente sbagliato, che è stato giustamente sanato.
Proprio adesso si parlava della riapertura delle assunzioni (altro aspetto positivo), ma serve un quadro organico. Com'è la situazione piemontese? La situazione piemontese è critica, è una situazione difficile, che conoscete.
I provvedimenti che sono stati più penalizzanti per il Piemonte sono il DL 95 del 2012 e i criteri fissati nella legge del bilancio del 2018. Sono state messe serie di pezze a queste norme; in particolare, lo scorso anno è stato emanato un provvedimento che ha aiutato a risistemare e ricompensare ma non è certamente quella la soluzione ideale.
Quale può essere la soluzione ideale? Io ho sempre sostenuto, e sostengo ancora oggi, che la cosa migliore sarebbe che lo Stato si decidesse, prima o poi, a definire i livelli di prestazione dei servizi per ogni singola funzione, assegnare a questi un fabbisogno standardizzato e, tra tributi propri, compartecipazione al gettito di tributi erariali e perequazione creare finalmente un sistema che consenta di finanziare integralmente le funzioni attribuite. Un sistema equo, che vorrei definire basato sulla giustizia territoriale, dove nessuno rimane indietro e nessuno si trova ad avere troppe risorse e quindi sprecarle.
Per tornare all'ordine del giorno, che cosa viene richiesto? Da un lato, un impegno al Parlamento e al Governo di proseguire senza indugi e con determinazione il percorso di revisione della legge Delrio, sia rispetto alle funzioni fondamentali sia rispetto alla governance di Province e Città metropolitane. Un percorso che - ci tengo a ricordarlo - è stato avviato con l'istituzione di un Tavolo tecnico-politico al Ministero dell'Interno.
L'altro aspetto, ovviamente, è quello di porre fine a questa situazione d'incertezza finanziaria con delle misure strutturali e programmatiche.
Dall'altro lato, nell'ordine del giorno viene chiesto un impegno nei confronti della nostra Regione, della nostra Giunta. Quale impegno? L'impegno di assicurare - ça va sans dire - le risorse economiche e finanziarie nel prossimo bilancio di previsione 2020-2022, anche - ci tengo a ricordarlo - in osservanza a due sentenze (la 188 del 2015 e la 205 del 2016) per le quali la Regione Piemonte è stata condannata a restituire o dare alle Province quelle risorse che, a seguito delle funzioni conferite in passato, le stesse funzioni non avevano visto adeguata copertura finanziaria.
In secondo luogo, viene chiesto proprio quello che dicevo prima, ma rivolto alla Regione: per ogni funzione conferita e auspicabilmente conferibile individuare i livelli di prestazione che vogliamo dare per quelle singole funzioni e il conseguente fabbisogno economico finanziario per queste.
In terzo luogo, promuovere - su questo, ho visto che è già iniziato un percorso proprio ieri, se non ho compreso diversamente - un percorso insieme alle Province piemontesi e alla Città metropolitana, volto alla revisione della legge 23. Abbiamo inserito "per valutare un più ampio perimetro delle funzioni amministrative oggi conferite e mantenendo".
Qui mi sono permesso di citare anche un passaggio dello Statuto della Regione Piemonte, che esplicitamente evidenzia come la Regione debba limitarsi a esercitare quelle funzioni che necessitano di un esercizio unitario.
Concludo riportando un pensiero di Eraclito, che ricordo con particolare piacere: "Senza la speranza è impossibile trovare l'insperato".
In verità, io non ho mai smesso di sperare che quello spirito dell'articolo 5 dalla nostra Costituzione, che ricorda come la Repubblica riconosce e promuove le Autonomie locali, tornasse a essere un saldo riferimento dei nostri legislatori e della nostra Repubblica.
Oggi la nostra Regione, approvando quest'ordine del giorno, può dare un segnale importante, che rappresenta l'inizio di un percorso certamente sfidante, che proprio su quell'articolo 5, su quel principio fondamentale così come sui principi statutari che ricordavo poc'anzi relativi ad alcuni articoli del nostro Statuto, possa trovare una solida base di ripartenza per enti che hanno dimostrato in tutti questi anni la propria insostituibilità - ci tengo a ripetere questo termine - negli equilibri istituzionali e territoriali della nostra Repubblica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riva Vercellotti.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Intanto, ringrazio il collega Riva Vercellotti per aver proposto quest'ordine del giorno, che mi ha visto fra i primi firmatari, il cui contenuto e la cui relazione sono da me condivisi in toto. Anche perch vengo da una Provincia il cui areale è omologo a quello di una subregione che vive con difficoltà quanto è stato imposto dalla legge Delrio, nata con un obiettivo che poi, di fatto, non ha mai traguardato.
Torino è importante. Il ruolo della Regione è fondamentale, ma Torino è lontana dalla periferia. Le funzioni delle Province hanno segnato la crescita dei territori periferici per anni. L'Ente Provincia è stato il riferimento per una serie di problematiche, della viabilità, al turismo all'agricoltura, alla scuola. Oggi non lo è più.
Quello che oggi andremo ad approvare, per l'esperienza che ho maturato in questi otto mesi di consiliatura, è il primo progetto di legislatura.
Peraltro, ne ho anche uno in testa che guarda ambiziosamente al triangolo Genova-Nizza-Torino, su come costruire un sistema di lavoro di una Regione transfrontaliera, di un'Euroregione. Ma se avremo la capacità, la forza e l'intelligenza di portare avanti tale proposta, questa rappresenterà il primo progetto a medio termine per il territorio.
Oggi noi abbiamo un'opportunità - è un assist che ci concede la legge relativamente ai canoni idrici, che permettono sicuramente di andare incontro all'incertezza finanziaria drammatica che vivono le Province, ma soprattutto, come ha detto il collega Riva Vercellotti, consentono di riattribuire delle funzioni alle Province.
Credo, quindi, che dall'approvazione di quest'ordine del giorno possa e debba nascere un tavolo di lavoro - un tavolo che raccolga tutti i soggetti istituzionali della nostra Regione - per andare a scrivere una nuova pagina nel rapporto fra la Regione e il territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Abbiamo sottoscritto convintamente quest'ordine del giorno, perché pone una questione non più rinviabile, anche perché è stata rimandata da troppo tempo: mi riferisco alla riorganizzazione delle istituzioni del nostro Paese, con particolare riferimento alle Province, che oggi sono un Ente che esiste (forse quest'aspetto dobbiamo sottolinearlo, perché magari i cittadini possono pensare, alla luce di tutte le vicende che si sono susseguite, che sia un Ente soppresso), che ha mantenuto funzioni e competenze importantissime (penso a quelle sulle scuole superiori, o a quelle sulle strade), ma che non ha più le risorse sufficienti, dopo il 2014, ovvero dopo la riforma Delrio, per far fronte a queste competenze.
Si tenga conto, infatti, che le Province vivevano sostanzialmente dei trasferimenti dello Stato e hanno un'autonomia fiscale (cioè tasse proprie) estremamente ridotta.
Come ricordava bene il collega Riva Vercellotti, la legge Delrio del 2014 doveva essere una "legge ponte", nella prospettiva che il referendum del 2016 fosse accolto positivamente dagli italiani e quindi le Province fossero definitivamente soppresse.
Penso di poter sostanzialmente affermare che il disegno generale - la dico in maniera un po' grossolana - fosse quello di eliminare le Province e di trasformare le Regioni in organi più amministrativi, quindi più simili a quelle che erano, tra virgolette, le Province che avrebbero dovuto essere soppresse, concentrando maggiormente nel tempo, attraverso le riforme, il potere legislativo a livello centrale, e considerando il nostro Paese una sorta di "grande regione" in una prospettiva federativa europea. Questo era il ragionamento che sottintendeva tutto quel percorso, che, in qualche misura, superava forse in maniera definitiva tutto il dibattito sul federalismo regionale che era stato portato avanti negli anni passati.
Sicuramente, era un progetto ambizioso, non so se positivo o negativo.
Uno dei termini di preoccupazione che nutrivamo come Sindaci era dovuto al fatto che, con il venir meno delle Province, veniva meno anche quella rappresentanza intermedia di area vasta tra i Comuni e le Regioni, che comunque ha giocato un ruolo importante sui territori nella storia del nostro Paese e della nostra Repubblica.
Sta di fatto che il referendum del 2016 non è passato e quindi le Province sono rimaste in vita. In ogni caso, dal 2016 si doveva mettere mano comunque alla legge Delrio, ma nessuno lo ha fatto. Dunque, ci troviamo con un'anatra molto zoppa, nel senso che ci troviamo con delle Province che hanno, come dicevo prima, delle competenze, ma non hanno le risorse. Emerge quindi la necessità di rivedere questa legge e probabilmente, come si dice nell'ordine del giorno, rivedere complessivamente in un quadro generale anche gli assetti e le distribuzioni delle competenze a livello istituzionale nel nostro Paese: per dirla in parole povere, stabilire cosa fanno le Province, cosa fanno le Regioni e cosa fa lo Stato centrale.
È chiaramente uno sforzo che può incidere sulla stessa Costituzione si tratta quindi di uno sforzo molto complicato - ma il primo passo dev'essere assolutamente quello di trovare il modo di rifinanziare le attività e i servizi delle Province, perché avanti così non si può andare avanti, se non per pochi anni; altrimenti, rischiamo di fare la fine dell'Impero Romano, che forse non crollò per le invasioni barbariche, ma perché iniziarono a crollare i ponti e le strade e noi siamo in una situazione abbastanza analoga in questo momento.
Quindi, benvenuto quest'ordine del giorno e benvenuto anche il richiamo alla Regione a fare la sua parte in sede di bilancio di previsione. Noi lo abbiamo già detto in Commissione nel corso dell'iter (che vedremo come si concluderà) della legge che riconosce la specificità montana del VCO. Siamo molto preoccupati, perché qui si spostano le poste all'interno del bilancio, ma se non si aggiungono somme destinate agli Enti locali e alle associazioni dei Comuni e alle Province, diventa difficile sostenere tutte queste cose, cioè sostenere le maggiori autonomie di alcune Province sostenere il tema dei canoni idrici, sostenere il quadro complessivo di una realtà che oggi è già decisamente sottofinanziata.
Il richiamo che viene fatto nell'ordine del giorno alle responsabilità della Regione credo sia quantomai opportuno. Ma prima ancora - ed è la ragione, credo, per cui l'80% dei Comuni e buona parte delle Province hanno sottoscritto quest'appello - c'è il valore di questo grido di disperazione che nasce dai territori e che chiede con urgenza a questo Paese di intervenire. Credo che, forse, il tema del riassetto istituzionale, in modo particolare il tema della rivitalizzazione delle Province, sia da mettere da parte del Governo, ai primi posti all'ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quest'atto d'indirizzo ci riporta un po' indietro alla scorsa legislatura quando abbiamo avuto lunghe discussioni sulla legge n. 23 con un percorso piuttosto travagliato, soprattutto rispetto ad alcuni temi e rispetto ad alcuni lavoratori. Ricorderete tutti la questione dei precari della Città metropolitana e la loro lunga vicenda, che ha portato poi a una risoluzione che, per fortuna, è riuscita a tutelarli e a salvaguardare la loro attività.
Il tema delle Province è un tema sicuramente molto importante, anche perch le Province costituiscono un presidio su molti territori della nostra regione con funzioni fondamentali. Basta pensare alla manutenzione delle strade, alla sicurezza scolastica per gli istituti superiori. Qual è, per il vero problema? È che, in realtà, molto spesso alle Province sono attribuite funzioni che poi non riescono a svolgere per mancanza di risorse. Penso che già nella prossima discussione sul bilancio previsionale ci troveremo ad affrontare questa problematica. Vedremo poi nel corso della discussione quale sarà l'attenzione che la Regione dedicherà e potrà dedicare ad alcune funzioni che sono state delegate alle Province e se metteremo questi Enti nelle condizioni di poter lavorare.
Rispetto a quest'atto d'indirizzo, credo sia condivisibile la richiesta di una riflessione su quella che è stata la riforma Delrio, che ha portato questi Enti in una situazione di difficoltà, perché non è stata pienamente realizzata la capacità di portare avanti le attività. Ed è fondamentalmente un problema di carenza di risorse. Nel momento in cui riconosciamo che alle Province debbano essere assegnate funzioni e compiti precisi, non possiamo ignorare il fatto che devono anche essere assegnate risorse. In questo, c'è una responsabilità regionale, ma c'è anche una responsabilità statale.
C'è poi uno squilibrio tra la Città metropolitana - che ovviamente è una realtà molto vasta e anche impegnativa dal punto di vista del numero di abitanti che va a gestire e delle realtà di cui si va a occupare - e le Province, che magari sono Province con caratteristiche territoriali differenti, magari di area montana o con delle realtà comunali sparse sul territorio, quindi con tutte altre difficoltà da affrontare. Queste peculiarità del territorio vanno poi affrontate nel dettaglio. Pensiamo anche solo al tema della formazione, dove c'è uno squilibrio tra le funzioni che sono state diversamente assegnate alla Città metropolitana rispetto a quelle delle Province, generando anche parecchia confusione in merito al modo in cui si devono portare avanti le decisioni sul nostro territorio e al modo in cui ci si può coordinare per garantire che queste funzioni siano svolte in pieno.
Sappiamo che il Governo sta già valutando la revisione di questa riforma quindi credo che quest'atto d'indirizzo sia anche piuttosto in linea rispetto a quello che già il Governo si sta apprestando a fare.
Tendenzialmente, credo che il nostro parere possa essere positivo. Avevamo già avuto modo di interloquire con il Consigliere Riva Vercellotti rispetto alle sue intenzioni e siamo favorevoli alla possibilità di riaprire un dialogo, dal punto di vista delle funzioni che competono alle Regioni.
Rispetto all'indirizzo di azione rivolto al Governo centrale, ci sentiamo di dire che potrebbe non essere necessario, perché le intenzioni del Governo sono già rivolte verso questa strada. Però ci rendiamo anche conto che il fatto che il Consiglio regionale impegni in questo modo e quindi invii una sua comunicazione possa rafforzare queste intenzioni e possa dare un forte segnale, anche raccogliendo il grido d'aiuto, chiamiamolo così che arriva da parte di questi Enti che si trovano a dover affrontare delle oggettive difficoltà. Difficoltà che poi, ovviamente, si ripercuotono sui servizi per i cittadini. Per questo, prima di tutto, la nostra visione deve essere orientata ai cittadini e ai servizi che dobbiamo garantire.
Se riteniamo che l'attuale configurazione delle Province e della Città metropolitana, con le funzioni assegnate e le risorse disponibili, non siano sufficienti a garantire adeguati servizi, credo che sia assolutamente necessario pensare di rimettere in discussione la riforma Delrio e, di conseguenza, la legge n. 23, tenendo però alta l'attenzione sulla condizione dei lavoratori. Nella scorsa legislatura il fatto di spostare le funzioni e di riorganizzare il personale ha, purtroppo, avuto ripercussioni pesanti sulla condizione dei lavoratori, che hanno vissuto mesi veramente difficili, non avendo certezza sul loro destino e su quella che sarebbe stata la loro collocazione finale.
Chiederei, se possibile, di mettere mano eventualmente a questa riforma però evitando di generare ulteriore confusione tra queste persone che, in questi anni, hanno pagato sulla loro pelle il prezzo di una riforma che è stata piuttosto scomposta e per loro certamente dolorosa.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Le Province, come abbiamo detto quasi tutti in quest'Aula, hanno subito quella riforma schizofrenica della legge Delrio. Una cosa impensabile! Una riforma che le ha portate a essere enti di secondo livello. Una riforma folle anche nella durata. Non ricordo nemmeno io bene la riforma, talmente è folle: dura più il Consiglio, meno il Presidente. È una follia amministrativa che non si è mai vista in Italia, che mette fumo negli occhi della gente, facendo passare l'anello debole delle amministrazioni come il male assoluto della politica e facendo passare i politici delle Province che sono lì con indennità bassissime, come se fossero il male della politica. Alla fine è successo che i problemi ce li siamo trovati tutti noi cittadini, perché le Province gestiscono chilometri e chilometri di strade provinciali e le scuole superiori.
La Lega è sempre stata contro questa riforma e ha sempre sostenuto l'importanza delle Province. Pensate al nostro Piemonte: come possono i suoi tantissimi piccoli Comuni confrontarsi con la Regione, con la complessità e con la grandezza della Regione? Ricordo che in tutti i Paesi esistono enti di coordinazione, di area vasta; enti che servono ad avere maggiori confronti con enti superiori. Noi in questo ci crediamo, l'abbiamo sempre sostenuto e lo sosteniamo ancora oggi. Le Province devono essere elettive perché gestiscono competenze importantissime e primarie per i nostri cittadini e la Lega lo dimostrerà anche nel prossimo bilancio perché ci saranno più risorse per le Province.
Ricordo la famosa legge sui canoni idrici, che riguarda tutte le Province produttrici di canoni idrici, che sono il Verbano Cusio Ossola in primis e poi Torino e Cuneo. Grazie a questa legge nazionale, fortemente voluta dal Presidente Sertori, saranno inseriti 20 milioni di euro sul capitolo di bilancio che andranno a queste tre Province.
Il Verbano Cusio Ossola avrà qualcosa in più, ma non perché è un territorio egoista o perché il sottoscritto, Capogruppo della Lega, arriva da quel territorio, ma perché c'è una legge dello Stato che parla di specificità montana, che parla del VCO, di Sondrio e Belluno che sono considerate al 100% montane e devono avere un trattamento speciale in quanto territori di confine, territori confinanti con Stati esteri e territori interamente montani.
L'articolo 8 dello Statuto della Regione Piemonte parla della specificità montana del Verbano Cusio Ossola e noi saniamo una ferita ancora aperta dando particolare attenzione a un territorio di confine, lontano, montuoso ma che dà tanto al Piemonte perché, grazie alle grandi centrali idroelettriche il Verbano Cusio Ossola, specialmente l'Ossolano, procura elettricità a quasi tutto il Piemonte.
Grazie alla legge Sertori, le concessioni non vanno più in proroga, ma le concessioni diventano di proprietà regionale e sarà poi la Regione - e il nostro bravo Assessore Marnati sta lavorando a questa legge con la Regione Veneto e la Regione Lombardia - a mandare a bando, a fare società miste pubbliche e private, ad aprire una partita che sarà la svolta per le casse regionali, perché potrà fare introitare alle nostre casse regionali malmesse, come ben sapete - centinaia e centinaia di milioni di euro.
Ben venga ai piccoli territori, ben venga la montagna e ben vengano leggi come queste, che fanno della montagna un territorio prezioso per tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie.
Sono le ore 18. Ditemi voi cosa fare.
Ho ancora due richieste d'intervento, tuttavia mi sembra ci sia un'intesa a sospendere il provvedimento.
Buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.00)



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