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Dettaglio seduta n.6 del 01/08/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, le chiedo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 20 "Validità delle disposizioni introdotte all'articolo 45 e seguenti della l.r. 16/2017 per la disciplina in ambito piemontese dell'attività di vendita occasionale nei mercatini" presentato da Ravetti, Gallo, Rossi, Sarno, Marello e dell'ordine del giorno n. 21 "Correttezza della DGR n. 12-6830 dell'11 maggio 2018" presentato da Ravetti, Gallo, Rossi, Sarno.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste d'intervento? La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Immagino lei sappia per cosa intervengo: le chiedo, se è possibile, visto che come Capogruppo non ho trovato necessaria né urgente la convocazione straordinaria di oggi, chiarirci fra di noi, per rispetto non solo dell'Aula, ma anche della Presidenza.
Le chiedo, pertanto, se possibile e quando lo ritiene necessario, un confronto con i Capigruppo, anche perché penso ci sia la disponibilità da parte di tutti noi di lavorare al meglio anche oggi, sebbene - come ho detto - non avessimo ravvisato questa necessità né urgenza.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Se i Capigruppo lo concedono, possiamo riunire la Conferenza dei Capigruppo subito, in sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.36, riprende alle ore 11.07)



PRESIDENTE

Vista l'intesa alla riunione dei Capigruppo, possiamo proseguire i lavori.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Carosso, Cirio, Protopapa, Rossi e Valle.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Commercio ambulante

Proseguimento esame ordine del giorno n. 3 presentato da Marrone e Ruzzola inerente a "Stop suk"; ordine del giorno n. 11 presentato da Grimaldi Sarno, Rossi, Salizzoni e Valle, inerente a "Salviamo il libero scambio" ordine del giorno n. 12 presentato da Grimaldi, Sarno, Rossi, Salizzoni e Valle, inerente a "Valorizzare il libero scambio come contributo all'economia circolare"; ordine del giorno n. 13 presentato da Grimaldi Sarno, Rossi, Salizzoni e Valle, inerente a "Il libero scambio un'opportunità per migliaia di cittadini"; ordine del giorno n. 14 presentato da Grimaldi, Sarno, Rossi, Salizzoni e Valle, inerente a "Il libero scambio come comunità"; ordine del giorno n. 15 presentato da Grimaldi, Sarno, Rossi, Salizzoni e Valle, inerente a "Libero scambio per la legalità"; ordine del giorno n. 16 presentato da Grimaldi, Sarno, Rossi Salizzoni e Valle, inerente a "Il Balôn e la storia del libero scambio sono di tutti"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 3 e dei sei ordini del giorno connessi al tema del libero scambio, aventi come primo firmatario il Consigliere Grimaldi, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Intervengo perché, come si è detto nella Conferenza dei Capigruppo, si è deciso - e cercherò di riassumere sinteticamente e correttamente la situazione - di dare spazio ad una discussione nel merito, quindi congiuntamente, di tutti questi ordini del giorno, dando legittimamente ad ogni Gruppo la possibilità di esprimere la posizione politica ed illustrare i propri documenti, per arrivare ad una votazione entro la mattinata.
Quindi, anche a beneficio dei componenti della Giunta che per doveri istituzionali non erano presenti nella scorsa seduta del Consiglio regionale, vado a ripresentare molto brevemente l'ordine del giorno originario. Tra l'altro, ringrazio, oltre che i miei colleghi di Gruppo tutte le forze politiche della maggioranza di centrodestra per aver aggiunto la sottoscrizione.
L'ordine del giorno riguarda il tema dei cosiddetti "mercati di libero scambio", che è un fenomeno che si è consolidato soprattutto nella città capoluogo, quindi nella città di Torino. È una piaga che viviamo come città di Torino da parecchio tempo, con una situazione di progressivo aggravamento e con vari tentativi di cosiddetta "riduzione del danno", che però sono trasformati in sanatorie che le diverse Amministrazioni comunali succedutesi hanno promosso nei confronti di quel fenomeno, a nostro modo di vedere sbagliato.
Ora, riteniamo che a parlare non debbano essere le fazioni politiche ma i dati dei sequestri che vengono continuamente operati nell'ambito di quei bazar: sequestri di merce di dubbia provenienza, sequestri di merce che poi risulta rubata; sequestri di merce palesemente contraffatta sequestri di merce nuova e quindi incompatibile con la tipologia di quel tipo di mercato; sequestri di alimenti, anche quelli vietati, spesso e volentieri conservati in modo del tutto inappropriato, e quindi pericolosi anche per la salute. Tutto ciò è una bolla di degrado che tiene ostaggio non più solo una parte della città, ma ormai due parti della città, in giorni differenti del fine settimana. In particolare, un mercato collocato più su Borgo Dora, vicino al Balôn nei pressi del canale dei Molassi e via San Pietro in Vincoli (tra l'altro, si sta continuando a ripetere in modo quello sì, del tutto abusivo ormai da mesi) e, dall'altra parte, invece quello ribattezzato "Balôn Green", ovvero il suk che è stato ricollocato in un progetto comunale in via Carcano, vicino al cimitero monumentale.
Questi due fenomeni rimangono profondamente connessi, perché se è vero che il primo suk è ormai già del tutto abusivo e fuori dalle regole e vietato (e purtroppo continua ad essere sostanzialmente tollerato dalle autorità), questo sta avvenendo - lo possiamo verificare semplicemente con il dibattito che è avvenuto anche sui media e non solo nelle sedi istituzionali - per il fatto che c'è una trattativa per spostare quel residuo di mercato completamente abusivo su quello che, invece, il Comune ha inteso regolarizzare. E dico regolarizzare, proprio perché l'ha istituzionalizzato con un Regolamento che noi in molte parti non condividiamo; secondo noi, soprattutto non è sufficiente ad impedire quei fenomeni di abusivismo e di illegalità che citavo poc'anzi, che invece continuano ad imperversare.
Io l'ho fatto già la volta scorsa, senza alcuna strumentalizzazione; mi tocca però ricordare - perché quello che noi temiamo è proprio la stabilizzazione del cosiddetto "Balôn Green" in via Carcano - che il vero fatto di sangue più grave, tra tutta la micro e macro illegalità che si sviluppa intorno a queste esperienze, si è avuto non nel mercato completamente abusivo, che di fatto si è sviluppato vicino al Balôn, ma proprio nella versione cosiddetta "regolarizzata", con un cittadino settimese - che era lì come curioso o come compratore, questo non lo possiamo sapere Balôn il quale, per futili motivi (per non dire proprio per nessun motivo), è stato accoltellato ed ucciso, sgozzato da un venditore extracomunitario, che era peraltro lì presente senza nemmeno essere registrato. Ciò a dimostrare che tutti questi tentativi di regolarizzazione non stanno producendo i benefici di normalizzazione e di vivibilità che non solo i residenti di quelle zone legittimamente pretendono, ma anche tutta la categoria del commercio ambulante pretende, per evitare che si crei una sacca di concorrenza sleale nei loro confronti.
Chi sostiene questa esperienza, spesso la argomenta dicendo che si tratta di dare la possibilità ai più poveri di avere uno spazio defiscalizzato ed agevolato per commerciare quel poco che gli serve per la sopravvivenza. Noi non abbiamo assolutamente niente contro queste persone che ci sono e che hanno bisogno di spazi di sopravvivenza, però siamo anche consapevoli che i veri mercatini delle pulci, quelli che non portano degrado, quelli che vengono davvero gestiti, quelli che non sono in mano a forme organizzate di malavita - perché in quei mercati c'è una spartizione che avviene addirittura nelle notti precedenti, con un presidio, con camion che occupano tutte le parti circostanti in modo organizzato e professionale, per non dire imprenditoriale - quei veri venditori non professionali hanno e devono avere nei veri mercati delle pulci (che ci sono non solo a Torino, ma in tutto il territorio regionale) lo spazio giusto per esercitare questo loro diritto.
Peccato che il quadro giusto per farlo non siano i suk, cioè non è il suk abusivo di Borgo Dora, non è il Balôn Green, o come lo vogliamo chiamare, di via Carcano. E questo noi pensiamo che non lo sarà mai. I progetti di normalizzazione sono sempre falliti e ci preoccupa sentire, per esempio, che la linea della Prefettura è quella di andare a posizionare telecamere, non perché noi siamo contrari alla videosorveglianza, se quella è una misura provvisoria, ma perché temiamo che l'aggiunta di infrastrutture, come sono le telecamere, vada a stabilizzare, a normalizzare e a rendere permanente, senza più possibilità di risoluzioni e di superamenti definitivi del problema, l'esperienza del cosiddetto Balôn Green.
Pertanto, con questo atto di indirizzo noi vogliamo esprimere come Consiglio regionale una posizione molto chiara e netta, senza possibili fraintendimenti. Intanto, nell'intervenire su quella che è una delibera con cui la Giunta Chiamparino ha inserito nell'attuazione della legge regionale sul commercio, con la particolare parte del commercio non professionale una sorta di "clausola salva suk", perché ha detto sostanzialmente che la legge che quest'Aula con la scorsa maggioranza - attenzione - aveva approvato (se non sbaglio all'unanimità) proprio per andare a fissare delle regole chiare per impedire abusivismo ed illegalità nei mercati non professionali. La delibera di Giunta che la doveva attuare ha fatto una clausola di salvaguardia; cioè, ha detto che queste norme che il Consiglio regionale ha approvato non si devono applicare a progetti che sono l'identikit del suk, perché sono progetti sociali organizzati dai Comuni in questo caso il Comune di Torino, per venire incontro all'inclusione sociale e all'integrazione dei più marginali, che è ovviamente una sorta di carta d'identità del suk, così come è stato promosso dalle Amministrazioni comunali degli ultimi anni.
Io non penso che sia un bel messaggio fissare delle leggi, con delle regole vigenti e cogenti per tutti e poi dire che, per un singolo progetto che piace a una fazione politica momentaneamente al governo, invece quella legge non si applica e, quindi, si consegna l'alibi di tenerle in una sorta di anarchia.
Ringrazio per la presenza e l'ascolto l'Assessore Poggio e l'Assessore Ricca che sono competenti per materia - e sottolineo il fatto che con questa espressione del Consiglio regionale che - lo dico rispetto ad alcuni interventi che abbia sentito dalla minoranza - non si rivela alcuna frattura, perché vengono ripresi degli impegni elettorali che tutti noi insieme ci siamo assunti nella recente campagna, che poi ci ha visto vincere la contesa per la Regione Piemonte: Ci limitiamo a esprimere formalizzare e anche rivendicare con orgoglio la nostra posizione politica di partiti di forza di maggioranza nel ribadire che ormai non crediamo più in alcuna possibile normalizzazione sanatoria.
Pertanto, chiediamo che queste leggi sul commercio siano applicate senza eccezioni, senza deroghe e che, per conseguenza, si vada come Giunta regionale in sede del tavolo provinciale per la sicurezza a ribadire che in virtù dell'abrogazione di un pezzo di delibera di Giunta regionale, che salvaguardava il Balôn Green, anche il Balôn Green diventa illegale e non rispettoso della normativa regionale. Di conseguenza, anche l'attesa del trasloco da Borgo Dora a via Carcano non ha più senso di essere prolungata dal momento che quelli, a quel punto, con la delibera di Giunta che chiediamo ai nostri Assessori, diventeranno a tutti gli affetti illegali quindi, dovranno essere impediti nella loro attività, come si fa con qualunque trasgressore, come si fa con qualunque abusivo, come si farebbe con me, se mi mettessi sul marciapiede davanti a casa mia con un tappeto a mettere lì quello che mi pare, fosse anche merce di dubbia provenienza nuova, o contraffatta, o alimenti che non sono titolato a mettere in commercio, soprattutto in quelle condizioni igienico sanitarie.
Questo è un punto davvero molto forte, perché, secondo me, si aggiunge a quella politica di mantenimento concreto degli impegni sulla sicurezza che abbiamo visto nell'accelerazione delle tempistiche sullo sgombero del MOI, di cui sinceramente davvero ci rallegriamo, e che vogliamo estendere a tutte le esperienze di degrado e di illegalità che le nostre periferie stanno vivendo negli ultimi anni.
Concludo, Presidente. Speriamo di farlo con la maggiore condivisione possibile, però io già ringrazio comunque, a partire dalle forze di maggioranza, per la condivisione della sottoscrizione di questo atto.
Termino solo dicendo che siamo consapevoli che è un'impegnativa forte però ci tenevamo ribadirla, perché abbiamo avuto un mandato elettorale importante con un voto del 50%, una votazione record; non vogliamo sempre ritornare su questo dato, ma sentiamo una forte responsabilità di dare segnali di discontinuità politica che i cittadini hanno il diritto di percepire concretamente nella loro quotidianità.
Io sono convinto che voi, che siete i nostri Assessori, avrete modo nella prima Giunta utile, forse, anche già prima della pausa estiva di ottemperare, se verrà approvato e se lo condividete, all'indirizzo contenuto nell'ordine del giorno, potendo dare una risposta concreta e veloce ai cittadini che aspettano di vedere restituito il loro quartiere e il loro territorio alla legalità e alle loro famiglie e non, invece all'abusivismo e al degrado.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone. Invito tutti a rimanere nei tempi.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Parlo in qualità di firmatario dei sei ordini del giorno e, come ho detto in sede di Capigruppo, ho raccolto i sei documenti in un unico testo, che è stato appena inviato e, qualora ovviamente la sua Presidenza lo accettasse, potrebbe diventare invece che il nono punto un testo unificato dei sei, che presenterò tutti insieme.
Ribadisco, visto che è un testo molto lungo, le motivazioni che ci hanno portato a mostrare a quest'Aula i tanti motivi per cui riteniamo sbagliato e anche illegittimo vietare i mercati di libero scambio e trattarli come luoghi del commercio nell'argomentazione appunto in oggetto.
Intanto, si definisce "libero scambio" "l'attività di vendita di oggetti usati svolta da parte di operatori non professionali". Il mercato di libero scambio del Balôn è uno dei più antichi d'Italia e, come dicevo nella scorsa seduta, difficile non sentire in giro per l'Italia un riconoscimento alla Città di Torino per aver per primo, nel 2001 affrontato un tema che, dal 1850 in poi, vedeva nel mercato degli stracci e delle pulci una non regolamentazione da parte dei non antiquari e dei non hobbisti.
Come sapete, quel perimetro vive forti tensioni e una storia che, come spiegavamo ai colleghi di centrodestra, oggi vede spesso nel volto dell'immigrato svolgere quelle attività di recupero di materiali scartati dal nostro modello consumistico, ma che fino a cento anni fa erano gli stessi cittadini torinesi, che ancora oggi popolano in parte minore, quel tipo di commercio; poi sono stati quelli che venivano dalle campagne, poi sono stati una parte d'immigrazione che veniva dal Sud. Insomma, non è un'attività lontana dall'attività dalle relazioni sociali di questa città.
Lo dico perché se, da una parte, qualcuno vuole spingere nell'illegalità quel tipo di mercato sociale, ricordo che ci sono decine di migliaia di persone che ogni weekend visitano anche quella parte del Balôn.
Inoltre, perché l'oggetto di questa discussione, lo dico anche al Consigliere Marrone, non è trasformare il Consiglio regionale in un secondo Consiglio comunale; lo dico anche ai colleghi Canalis e Magliano, con cui ci siamo detti anche onestamente che abbiamo posizioni diverse. Qui per noi siamo dei legislatori e, Presidente, ringraziandola per la disponibilità chiederei che l'Assessore Ricca o qualche Assessore sia presente, perché.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Sì, la prego di ascoltarmi, però.
Perché, qualora la maggioranza scegliesse di votare l'atto del Consigliere Marrone commetterebbe almeno tre errori. Il primo, secondo me il più grave dal punto di vista istituzionale: Assessore Ricca, lei e così convinto di andare davanti al Prefetto.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Sì, però l'Assessore Ricca.



PRESIDENTE

Assessore Ricca.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Assessore Ricca.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Assessore Ricca, la richiamo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, può continuare e mi scuso.



GRIMALDI Marco

Come vede, non c'è nessuna volontà di far polemica, anzi. Mi rivolger a lei e non all'Assessore Ricca, però l'appello ovviamente è alla Giunta tanto all'Assessore Ricca quanto all'Assessora Poggio.
Dicevo, Presidente: siete proprio sicuri di non prendere atto del verbale n. 0077859, relativo al mercato di libero scambio, sottoscritto da tanti soggetti, a partire dalla Prefettura, redatto nella Prefettura di Torino il 6 maggio 2019, che riconosce come uno dei primi punti ".il ruolo di carattere sociale e il rilievo per l'economia circolare che assume tradizionalmente il mercato del libero scambio e della vendita occasionale di oggetti usati denominato Barattolo"? Siete davvero sicuri che vietando per legge questo tipo di attività non state - secondo punto - non solo andando in contrasto con quello che la Prefettura ha messo nero su bianco ma pure andando in contrasto con quelle che sono le vostre finalità? Perch il Consigliere Marrone commette un secondo errore: racconta del ritorno di quelli che bloccano gli spazi, di quelli che in questo momento stanno organizzando quegli spazi in maniera non legale, non mettendo in correlazione quanto diciamo noi.
Certo è che, se non c'è una regolamentazione e se vengono utilizzati impropriamente degli spazi dentro la gestione, tra l'altro, data in appalto e vinta regolarmente da quell'associazione, cosa succede? Ritorna l'illegalità. Per legge, voi volete fare esattamente questo: ridare migliaia di persone in mano alla criminalità organizzata, come succedeva prima del 2001! È davvero questo che volete fare? Stralciare una norma pensando che con una penna si cancellino i poveri e la volontà di quei poveri di rimettere in commercio, per la loro dignità personale, migliaia di oggetti? Sapete quante sono le tonnellate di materiale che diversamente, verrebbe buttato? In Italia si calcola siano più di 500 mila tonnellate l'anno. Il risparmio netto della comunità piemontese è di più di 40 mila tonnellate e stiamo parlando di migliaia e migliaia di euro risparmiati. Migliaia e migliaia di euro risparmiati da tutti noi contribuenti.
Ci sarebbero tante altre motivazioni che ci portano a difendere questa scelta.
La prima: pensare di relegare i più poveri in luoghi dove stiano tra loro nell'illegalità, porta quell'insicurezza ed anche quella profonda ingiustizia di fondo. Sono le reti sociali ed il contributo dei quartieri che spesso rendono meno conflittuali quei luoghi. Tra l'altro, voi strumentalizzate un fatto di cronaca molto passato, ma secondo me non è un caso che il fatto di cronaca più grave sia successo proprio in un'area lontana dagli occhi della gran parte della comunità torinese. Non a caso non è successo al Balôn o a Porta Palazzo.
Come avete capito, non ho - ripeto - alcuna intenzione di ritornare su scelte fatte dall'Amministrazione, perché qua siamo a difendere la scelta legittima della Giunta Chiamparino e del Consiglio regionale precedente di stralciare i mercati del libero scambio da quella che è la regolamentazione del commercio ed anche degli hobbisti. Noi vi chiediamo un'attenzione in più, però. Ve lo diceva il Consigliere Magliano, che certo non ha avuto le stesse mie posizioni su questo (io ritengo sia un valore aggiunto, per il riciclo, per il valore sociale). Noi vi chiediamo davvero, tutti insieme (in questo, credo, senza distinzione), se voterete l'atto del Consigliere Marrone, cosa pensate di fare il giorno dopo. Davvero pensate che, vietando normativamente quel tipo di attività, quelle persone spariscano? Ve lo dicevo anche riguardo ai vostri comportamenti d'aula: non andate molto lontano a scimmiottare il vostro capitano, che sia del vostro partito o della vostra ipotetica coalizione che non c'è (lo dico al collega Marrone); non andate molto lontano a ripercorrere i passi del "decreto sicurezza bis". È impossibile, impossibile, vietare per legge la povertà trasformare il decoro in una questione di illegalità.
Fatevene una ragione: purtroppo - e fatevelo dire da uno che ha tradizioni marxiste e socialiste - la povertà non è stata abolita. Lo dico al Movimento 5 Stelle e lo dico anche a voi. Voi, però, volete fare peggio: voi non volete abolire la povertà, che almeno (lo dico ai colleghi del Movimento 5 Stelle) è un indirizzo, non solo condivisibile, ma auspicabile da parte di una società, per quanto non socialdemocratica. Voi volete abolire i poveri! È questa la cosa più grave del vostro atto! Non solo volete abolirli, volete vietare l'idea che dignitosamente, a fine settimana, possano prendere quei quattro soldi utili per fare quel poco di spesa necessaria alla loro sussistenza.
Noi proveremo a non farvelo fare, perché siamo davanti a un ordine del giorno e qui, in aula, dovrete ritornare. Sì, certo, abbiamo provato a fermarvi e continueremo ancora a provarci fino in fondo.
Chiudiamo qua la polemica. Qualcuno voleva farci sentire il muso duro di una maggioranza, ma ne è uscito, dal primo momento, un chiaro segnale a tutti noi: siete diversi fra voi, così come siamo diversi fra noi, ma l'unica cosa che non vi potete permettere di fare, per far vedere che avete vinto le elezioni e che adesso comandate voi, è stralciare quelle buone regole democratiche che permetteranno a questa Assise di continuare a discutere, finché non metterete nero su bianco, in una delibera, quanto state dicendo oggi. E ve ne dovete assumere tutta la responsabilità.
Noi siamo qui per farvi commettere meno errori possibili e, se possibile per impedire di compiere queste nefandezze.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Presidente, alla Conferenza dei Capigruppo le ho assicurato un intervento molto breve, anche sotto il minuto, e cercherò davvero di mantenere la parola data, che è un po' quello che dovrà connotare il rapporto tra maggioranza e opposizione, in relazione con l'Ufficio di Presidenza e la Presidenza del Consiglio stesso, oltre che con la Giunta.
Pertanto, la ringraziamo per aver attratto all'o.d.g. i due documenti che abbiamo presentato ieri, che hanno una finalità generale: aprire la discussione a tutto il Piemonte, non soltanto al caso - seppure di straordinaria importanza - riguardante la città di Torino, tenendo in considerazione che gli atti adottati, cioè la legge regionale 16 del 2017 e la DGR 12 del 2018, sono frutto di concertazione, confronto e approfondimento con diverse parti sociali e rappresentanze del mondo economico. Pertanto, non sono un atto autonomo imposto dalla volontà di qualche Assessore della scorsa legislatura.
Nella sostanza, per stare davvero nell'arco del minuto, nel primo ordine del giorno ricordiamo che è essenziale che ogni attività di vendita compresa quella occasionale, venga sottratta a qualunque forma di abusivismo e illegalità e, a tale scopo, sia opportunamente regolamentata dai singoli Comuni, sulla base e nel rispetto dei principi e dei criteri stabiliti a livello regionale. Confermiamo, quindi, la volontà espressa dal legislatore regionale e, pertanto, la validità delle disposizioni introdotte dall'articolo 45 e seguenti della legge regionale 16 del 2017.
Nel secondo ordine del giorno, ritenuto che l'abrogazione della predetta norma faccia riferimento alla richiamata DGR 12/2018, si impedirebbe ai Comuni, nella loro piena autonomia e responsabilità, di sviluppare progetti comunali finalizzati al contrasto della povertà e ciò comporterebbe una grave intromissione da parte della Regione nei confronti dell'autonomia dei singoli Comuni piemontesi.
Chiediamo di confermare la correttezza della deliberazione della Giunta regionale n. 12 dell'11 maggio 2018 rispetto alle norme introdotte in materia di commercio dalla legge regionale n. 16 del 2017, nello specifico dall'articolo 11 bis all'articolo 11 quinquies del Capo V bis della legge regionale 28/1999.
Presidente, ovviamente nella discussione generale interverranno altri colleghi, anche per la dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
La parola alla Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Sembra un po' di essere in Consiglio Comunale di Torino, perché chi di noi siede anche in quell'aula ha avuto modo, diverse volte in questi anni, di toccare il tema del mercato del libero scambio, ribattezzato comunemente "suk".
Io ho l'impressione che il provvedimento proposto dal Consigliere Marrone sia una sorta di "decreto sicurezza" applicato al suk. Cosa intendo dire? Che come il "decreto sicurezza" ha l'ambizione, poi smentita nei fatti, di risolvere il problema dell'immigrazione (problema spinoso, divisivo, molto complesso, molto ampio, su cui possono esserci legittimamente delle idee e delle posizioni diverse, ma di cui nessuno può negare la realtà, e che ha avuto come esito quello di condannare all'invisibilità persone in carne e ossa, che non sono svanite con uno schiocco di dita da un momento all'altro); la stessa cosa temo che potrebbe accadere se il provvedimento del Presidente Marrone venisse approvato da quest'Aula.
Perché dico questo? Perché il suk non è una questione di retorica, da una parte o dall'altra; non è una questione di decoro, lo dico soprattutto a lei, Presidente, ma anche riferendomi alle parole pronunciate in quest'Aula martedì scorso dal Presidente Preioni, che ci ha ricordato che lui, che arriva da una località di montagna, resta allibito dalla mancanza di decoro della nostra città. Guardi, anche io abito in mezzo ai campi, in una località di campagna, ma so comprendere la differenza di situazioni tra un contesto urbano e un contesto non urbano, anche se non abito in un contesto urbano, con tutte le complessità sociali aggiuntive che un complesso urbano porta con sé.
Infine, credo che il suk non sia meramente una questione di sicurezza.
Quindi, ho detto che cosa non è: non è retorica, non è solo una questione di sicurezza e non è solo una questione di decoro. Perché penso questo? Perché la realtà dei "robivecchi", degli straccivendoli che si riunivano in particolare in quell'area della città ma anche in altre aree raccogliendo materiale di scarto, materiale che non veniva più utilizzato non è un'invenzione di Ilda Curti, di Sergio Chiamparino e neanche di chi ci ha preceduto su questi banchi nelle passate legislature. È un dato di realtà. Quindi, credo che di fronte ad un dato di realtà, se anche oggi venisse approvato il provvedimento proposto dal Presidente Marrone, noi approveremmo l'abolizione di una deroga alla legge regionale che consente l'esistenza del mercato del libero scambio. Probabilmente questo - e cerco anche di dimostrare onestà intellettuale - potrebbe anche aiutarci a far sparire qualche delinquente, che purtroppo c'è e che si annida tra i poveri, ma non farà sparire i poveri, che sono un dato di realtà, così come il Decreto Sicurezza non ha fatto sparire gli immigrati, li ha semplicemente condannati all'invisibilità.
Allora, io mi chiedo: noi che abbiamo un compito politico, cioè quello fuor di retorica di fare i conti con la realtà, che ci piaccia o non ci piaccia, dobbiamo riconoscere che i bisogni non si sopprimono per legge. E quindi se anche quest'Aula dovesse approvare il provvedimento, resterà quel bisogno e non è un bisogno a cui si risponde soltanto in termini di sicurezza e di ordine pubblico. A me piacerebbe che su questo tema non ci fosse soltanto un'espressione di chi si occupa di sicurezza nella Giunta regionale, ma anche di chi si occupa di commercio. Quindi, sarebbe interessante conoscere la posizione dell'Assessore competente e anche di chi si occupa di politiche sociali, perché ci stiamo occupando di poveri.
Quindi, non basta eliminare un articolo dalla legge sul commercio.
Inoltre, credo che sia anche compito delle minoranze fare delle proposte. Alcune proposte si fanno nella sede competente, che è il Consiglio comunale, cioè intervenire sulla presenza di refurtiva, di un numero eccessivo di espositori, di abusivismo, di una scarsa vigilanza, di un rischio di concorrenza sleale per la concorrenza attuale del suk, di un rischio di inadeguatezza dell'associazione che oggi gestisce questo mercato. Intervenire su questi, che sono dei problemi veri, decidendo eventualmente un'altra collocazione, cambiando le regole che lo regolamentano, riducendo il numero di persone che espongono, accompagnando anche con dei percorsi sociali, non solo con la possibilità di vendere perché non è solo una questione commerciale. Visto che queste sono proposte più da Consiglio comunale, aggiungo che c'è, secondo me, una proposta, che va al di là di quello che ha proposto il Presidente Marrone, che possiamo fare noi nella nostra veste di Consiglieri regionali e lo dico in particolare all'Assessore Poggio. Ed è quella di far sì che sotto una certa soglia di reddito, si possa partecipare quante volte si vuole a qualsiasi mercatino delle pulci di tutto il Piemonte. Chi non ha una certa soglia di reddito, quindi può essere considerato povero, abbia delle agevolazioni nei mercatini delle pulci, non solo della città di Torino ma di tutta la nostra Regione.
Questo, secondo me, è un percorso che dobbiamo prendere in considerazione per renderci conto che esistono fasce di popolazione che con gli standard non ce la fanno e che hanno bisogno anche loro di sbarcare il lunario, in modi legali e leciti. Questo, secondo me, è un percorso che dovremo affrontare, insieme alle associazioni dei commercianti che animano quel territorio, ai Comitati dei residenti che animano il territorio ed è una proposta che arriva dai banchi delle minoranze, in modo costruttivo, in modo propositivo, ma anche in modo un po' meno superficiale di quello che abbiamo letto nell'ordine del giorno del Presidente Marrone. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Visto che i miei colleghi sono reintervenuti ad esporre l'ordine del giorno e a ribattere sulle posizioni, reintervengo anch'io, perché oggi fortunatamente in Aula abbiamo i due Assessori. Inoltre, come diceva la Consigliera Canalis, sarebbe importante che ci fosse anche l'Assessore alle politiche sociali, ma almeno i due Assessori, dei quali vorrei capire le intenzioni. Noi abbiamo un atto che giustamente il Presidente Marrone porta in Aula e, come mi ricordavo già dal Consiglio comunale, sono atti abbastanza perentori, molto netti: si abolisce una cosa e dopodomani si va dal Prefetto. Quindi, si stralcia quel pezzo di norma e dopodomani si va dal Prefetto e gli si dice che Balôn Green di colpo è diventato illegale.
Questo è quello che viene chiesto.
Rifaccio qui la domanda che ho fatto lo scorso Consiglio regionale e chiedo all'Assessora Poggio: lei è d'accordo a fare questo atto nella prima Giunta disponibile? Questo è il primo punto. All'Assessora Poggio comunque chiederei di prendere contezza del fenomeno in quanto tale, perché, come sanno alcuni Consiglieri, io ho dedicato le mie domeniche mattina a via Cardano, andando lì a vedere come funzionava, come non funzionava e a guardare tutte le volte che la roba veniva portata via dai vigili. Dopo lo stralcio, per cui di colpo diventano illegali, sia quello che già oggi è illegale per manifesta incapacità dell'Amministrazione comunale a gestirlo cioè canale dei Molassi, perché ormai sono mesi che il sabato si celebra il suk, il Barattolo - anzi non possiamo neanche più chiamarlo Barattolo perché il nome è stata un'invenzione dell'Assessore Giusto del Comune di Torino - sia quello di via Carcano alla domenica, la domanda a quel punto passa all'Assessore alla Sicurezza o all'Assessore alla Polizia locale Ricca.
Ma se di colpo diventano illegali, quindi il percorso da canale dei Molassi a via Carcano - percorso peraltro in parte anche rafforzato, visto che ieri abbiamo fatto una Commissione in Consiglio comunale in cui si pensa di fare questi mille occhi sulla città e aumentare quindi la presenza di telecamere su via Carcano..
Ricordo che via Carcano ha voluto dire, tra una serie di problemi non banali, la riduzione degli incassi della piscina pubblica, perché la Piscina Colletta ha perso il 28% degli incassi (la Colletta è della comunità, del Comune di Torino), un innalzamento del numero dei furti in quell'area. Non voglio vederci nessun nesso di causalità, ma quell'area non era mai stata attenzionata da questo fenomeno. Per cui se vogliamo che via Carcano sia il luogo dove atterrerà tutta questa operazione, bisogna dirlo al Consigliere Marrone e ai cittadini che sono venuti giustamente per sentire se questa battaglia troverà fino in fondo un punto di arrivo.
E se diventasse illegale anche via Carcano, bene, perché questa misura lo prevede, ma voi avete presente cos'è il mercato di corso Racconigi? Perché, guardate, tra chi è assolutamente contrario e chi è assolutamente a favore, poi c'è la capacità di una classe dirigente di dire "e quindi dove li mettiamo?". Perché se uno guarda corso Racconigi, la prima parte del mercato di corso Racconigi, ci sono almeno 40-50-60 metri lineari dove il suk si celebra tutti i giorni. E a me piacerebbe, visto che questa Regione si merita una classe dirigente in grado di gestire i problemi e non solo di mettere bandierine, che qualcuno, magari l'Assessore, mi dicesse cosa avete intenzioni di fare: sparisce il canale dei Molassi e si trasferiscono in via Carcano? Ma rimarranno in via Carcano? E per quanto? Una volta che verrà approvato quest'ordine del giorno, lei e il Presidente Cirio avrete il mandato di andare dal Prefetto e dire che quella roba lì è illegale e in palese contrasto con il verbale di una Commissione, penso prefettizia nella quale anche lei, Assessore Ricca, era presente.
Nel caso in cui diventasse illegale, dove li mettiamo? Votare quell'atto è di fatto iniziare un percorso. I casi sono due: o questo provvedimento è finto e quindi non si farà nulla, ma Fratelli d'Italia potrà dire che è stato votato, oppure è vero e, a quel punto, noi come gestiamo quel fenomeno? Chi vi parla ha sempre avuto delle enormi perplessità su chi amministra questo evento, sull'associazione che lo gestisce; ho fatto le mie interpellanze, i miei accessi agli atti ed è tutto a verbale. Io ho sempre detto che, se vogliamo gestire una cosa di questo tipo, sono i Comuni che devono farlo, perché spesso i vigili all'interno di quell'area sono malvisti e a volte tollerati e questo non è accettabile. Non è accettabile che in un punto in cui mettiamo povertà, perché ce n'è, e malaffare non ci sia un controllo pubblico ferreo. Perché è evidente che negli ultimi anni questo tipo di fenomeno ha indebolito alcuni pezzi del nostro territorio: l'unica cosa che ha fatto è indebolire la certezza che le istituzioni fossero alleate dei cittadini che vivevano lì. E questo è un dato.
Lo dico francamente, non voterò contro e non voterò a favore, perch non sono solito votare atti di cui non vedo il punto di ricaduta credibile vorrei che qualcuno che oggi governa questa Regione mi spiegasse come gestiremo ottocento, novecento, mille persone, perché se voi non lo dite ai piemontesi in qualche modo li state prendendo in giro.
Inoltre, mi astengo perché sono convinto che questo sia un fenomeno che dev'essere cambiato. Lo dico già subito, mi asterrò o voterò contro su tutti gli altri atti, anche perché io penso che ci sia un problema per cui quella legge dovrà essere modificata non tanto ed esclusivamente per il tema del libero scambio, ma perché l'ultima legge sulla vendita occasionale su pubblica area sta facendo sparire i mercatini tematici.
Avremo modo - mi auguro con il Presidente della Commissione - di approfondire il tema dei 18 timbri: sappiamo benissimo che c'è chi timbra e chi non timbra; Comuni che fanno rispettare le regole e Comuni che non le fanno rispettare; Comuni che obbligano a prendere il cartellino e Comuni che non lo fanno e questo fa sì che chi svolge quest'attività fondamentalmente, non riesce più a coprire tante feste, tanti momenti anche folcloristici della nostra tradizione (penso alle feste patronali) e su questo, secondo me, un ragionamento dovremmo farlo, perché 18 timbri sono pochi.
Poi mi è piaciuto quanto è stato detto sulla povertà, e lo devo dire a verbale, perché penso convintamente che, se il tema è la povertà, allora mentre riapriamo la discussione sui mercati tematici e sulla vendita occasionale su pubblica area, apriamo anche sui temi legati alla povertà.
Iniziamo a dire che può farlo chi ha un ISEE di un certo tipo; iniziamo a dire che può farlo in modo controllato; iniziamo a dire che se però questo ISEE inizia a salire (perché è chiaro che l'attività è di quel tipo, l'ISEE rimane sempre zero), ma se ciò che c'interessa (penso che anche la maggioranza abbia un interesse su questo) è la povertà e non la vendita di merce rubata o contraffatta, allora sì tutti gli organizzatori di mercatini tematici, tutti gli organizzatori di mercatini delle pulci si prendano la responsabilità di avere un'aliquota di queste persone; per cui, nel mercatino vintage o nel mercatino a tema, ci saranno, per esempio, quaranta posti dedicati a chi è lì per questioni di povertà e, nel frattempo, per è necessario dire anche che per restare in questi luoghi la merce dev'essere esposta in un certo modo, come accade in tanti mercatini. Questo lo dico perché mi piacerebbe che si inaugurasse una stagione di buonsenso e che quando si porta un atto in Aula, oltre ad affermare un principio, per si dica dove si vuole arrivare.
Io oggi di quest'atto, che in parte condivido, vedo solo "cara Assessora, stralciami questo pezzo e fallo in fretta" e, immediatamente diciamo al Prefetto che Balôn Green è assolutamente illegale e che va chiuso anche quello.
Bene. Se fossi nella maggioranza, oltre a votare questo atto, chiederei che gli Assessori Poggio e Ricca, almeno loro due, ci dicessero se sono intenzionati - e in che tempi - a portare a casa questo risultato oppure se vogliono solo che venga apposta una "bandierina" di Fratelli d'Italia com'è giusto che sia, perché politicamente ognuno rivendica i propri atti politici. In questo caso, però ci troveremo magari a gennaio di nuovo a ridiscutere dello stesso tema, nuovamente, con un'incapacità magari dei Comuni a fare il proprio mestiere o a gestire correttamente il rapporto con gli organizzatori, con noi ancora qui e i cittadini, che l'altro giorno battevano le mani, di nuovo insoddisfatti. Solo che, se ci sarà un fallimento anche su questo tema, i cittadini sono stati insoddisfatti dal centrosinistra, sono stati insoddisfatti dal Movimento 5 Stelle e anche dal centrodestra; poi, non so più a che santo vorranno votarsi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Magliano.
La parola al Consigliere Ruzzola.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Ovviamente, non ho dubbi su quest'ordine del giorno, anche perché l'ho firmato e quindi l'ho condiviso. È mia abitudine, in modo particolare, di porre attenzione soprattutto anche alle ragioni che vengono da chi non la pensa come me e, quindi, ho ascoltato con grande attenzione tutti gli interventi, per vedere se riuscivo a trovare motivazioni valide per cambiare idea su quanto avevo sottoscritto.
Allora, al di là della retorica e delle parole che ruotano attorno a quello che è stato detto, mi sono appuntato, spero con accuratezza, alcuni argomenti: "inadeguatezza dell'associazione che la gestisce" "contraffazione", "merce di dubbia provenienza", "delinquenza" "abusivismo", "fanno ciò che vogliono, con antagonisti che gli dicono cosa fare", "vigili mal visti" e potrei proseguire, perché avete usato anche tante altre affermazioni di questo genere. Inoltre è stato detto che "danneggiano i veri mercatini delle pulci" e, come ha sottolineato il Consigliere Magliano, addirittura "si stanno svuotando i veri mercatini delle pulci", soprattutto in periferia, perché laddove c'è regolarità ci sono persone che lo fanno, per passione o per necessità, sottoposti a regole che stanno diventando così stringenti che quei pochi che vogliono farlo attenendosi alle leggi e ai regolamenti, quasi gli viene impedito tant'è che voi stessi avete detto che questi smettono di farlo in quei luoghi regolamentati e legittimi e vengono a farlo qui.
Ho sentito dire che "diventeranno illegali". Sinceramente, da quanto avete detto, non ho capito cosa c'è di legalità in quel luogo nel permettere che ci sia una zona franca in cui "chiunque può fare ciò che vuole" e addirittura "le forze dell'ordine sono mal viste ed è meglio che girino alla larga". Non ho capito che cosa dovremmo difendere: quale legalità di quel luogo dovremmo difendere? La sintesi quindi è che il provvedimento sarebbe sbagliato non in quello che andiamo a dire, ma per la presunta incapacità delle istituzioni nel gestire l'eventuale fase successiva del provvedimento, in primis, a partire dall'Amministrazione comunale alla quale, come ricordava la collega Canalis, spetta la gestione e che ha dimostrato un fallimento totale: se arriviamo a dire che non sappiamo neanche chi in quel luogo espone commercia o baratta, diventa difficile immaginare qualcosa di diverso.
Quindi stiamo dicendo che non dovremmo agire, perché le istituzioni che se ne dovrebbero occupare, in primis il Comune e poi probabilmente, i Vigili, la Questura la Prefettura e quant'altro sarebbero incapaci di svolgere il loro lavoro? Io non credo affatto. Io credo, nel momento in cui si è voluto agire, anche nelle situazioni ben più difficili (gli sgomberi di questi giorni e quelli avvenuti nei giorni precedenti), con i tempi giusti e l'intelligenza, le forze dell'ordine e le istituzioni hanno dimostrato di saper fare bene il proprio mestiere e interrompere quelle situazioni in cui l'illegalità e l'illegittimità era presente.
Pertanto, non può essere una giustificazione dire: "Visto che non sapremo cosa succede, visto che siamo incapaci di gestire la situazione attuale e probabilmente saremo incapaci di gestire quella successiva, come istituzioni ci arrendiamo". Stiamo dicendo, cioè, che le istituzioni si devono arrendere prima ancora di provarci! Beh, per me questo è un qualcosa che non può esistere.
Ho sentito dire, inoltre, che quel luogo serve a combattere la povertà.
Voglio ricordare in particolare al Consigliere Grimaldi, che ha sottolineato più volte questo aspetto, che nel frattempo è stato istituito il reddito di cittadinanza, che credo vada ben oltre al riconoscere - come ci ricordava il collega - i 50 centesimi, l'euro o i due euro per poter mangiare il giorno successivo. Se le persone che avete descritto rientrano effettivamente tra coloro che, in base all'indice ISEE, risultano essere in una povertà estrema, saranno tutte beneficiarie del reddito di cittadinanza, che permetterà loro di non andare a cercare i 50 centesimi o a gestire quegli oggetti.
Prenderei, poi, le distanze dal fatto di immaginare che quel luogo oggi possa essere paragonato ai mercatini delle pulci degli anni passati, dove probabilmente la povertà cercava delle soluzioni. Non vedo, e non l'ho sentito nelle parole che voi avete usato, come questo possa essere paragonato.
Pertanto, oggi, non ho trovato nelle vostre parole motivi per non votare il documento: primo, perché credo che le istituzioni non si possano arrendere secondo perché nessuno della nostra parte politica ha affermato che la povertà è abolita, ma c'è uno strumento di grande sostegno per quelle persone che, se legittimamente ne hanno diritto, ne possono usufruire.
Ritengo che, in modo naturale, quell'area dovrebbe essere svuotata e le persone potrebbero beneficiare di uno strumento che permette loro di sopravvivere.
Vogliono proseguire? Benissimo! Lo facciano con gli stessi strumenti che tutti sono tenuti a rispettare. Se, poi, vogliamo entrare nel merito e alleggerire la normativa per permettere a quelle persone - sì, in tutta la periferia - per necessità o per hobby, di coltivare quella passione benissimo, valutiamolo, ma non credo che questo abbia a che fare con il mantenere un'area dove ognuno possa vivere nell'illegittimità nell'illegalità e che sia priva di ogni tipo di controllo. Questa non credo sia la soluzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ruzzola.
Visti i precedenti impegni assunti dall'Assessora Poggio, do ora la parola all'Assessora.



POGGIO Vittoria, Assessora al commercio

Grazie, Presidente.
Mi scuso, ma intervengo adesso poiché ho un impegno istituzionale.
Il dibattito mette a confronto visioni diverse, ma legittime. Ho seguito il dibattito e devo dire che sicuramente la disciplina che regola o che regolava prima della DGR del maggio 2018 (la legge 28 del 1999) era una disciplina che poneva regole soprattutto sul commercio non professionale quello dei cosiddetti hobbisti.
Io ritengo che, proprio per dare dignità alla categoria degli hobbisti cioè quelli che vendono a prezzi moderati o modici beni che appartengono loro o che fanno parte di collezioni o che, peraltro, rientrano in un'abilità artigianale e professionale, occorra tutelarli. Peraltro proprio in quella legge si parlava, grazie a una regolamentazione, di evitare tutte quelle realtà che generano l'abusivismo.
Se voi parlate con il mondo del commercio, avete ragione a dire che vi è una fragilità sociale; io lo riconosco, c'è, ma non è questo il modo di procedere. Io ho sempre detto, quando si lavora in un mercato: stesso mercato, stesse regole. È chiaro che ci saranno delle variazioni, delle valutazioni in merito al lavoro di vendita che un operatore va a fare, ma proprio grazie a quella legge si evitava l'abusivismo e un discorso di degrado di quartiere.
Se voi non regolamentate i beni di vendita, chi può andare a valutare se vengono rispettate le norme igienico-sanitarie? Chissà se quei prodotti sono stati tolti dai cassonetti e quindi, in qualche modo, possono causare anche problemi di salute o di tipo ambientale? Ma, poi, ancora: siamo sicuri che quella merce sia una merce proveniente da canali legali? Non lo sappiamo.
Pertanto, proprio nella legge 28, si andava a censire i venditori, che venivano considerati hobbisti. Grazie a una banca dati, si stabiliva che non potevano - perché cosiddetti occasionali - partecipare a questi mercati più di 18 volte. Diversamente, diventavano operatori delle aree mercatali. C'erano proprio 18 bollini, che consentivano agli hobbisti di svolgere attività di vendita per 18 volte, in tutto il territorio regionale. Oltretutto, dovevano chiedere il permesso al Comune di residenza dove andavano ad operare o, se provenivano da un'altra regione, dovevano chiedere l'autorizzazione al Comune dove si presentavano per la prima volta con l'attività mercatale.
Voi mi direte: "Va bene, tutte queste notizie sono inerenti alla legge 28".
Certo, però questa legge, in qualche modo, regolamentava e soprattutto evitava degrado, perché il problema è quello.
Il problema della fragilità sociale non riguarda solo voi: riguarda tutti perché la povertà è un problema che non è da una parte piuttosto che dall'altra. Ma non è questa la via giusta per andare a sostenere attraverso la legge del maggio 2018, che, proprio in funzione dei progetti comunali che avevano valenza sociale, quindi andavano a contrastare la povertà ed erano anche letti come inclusione sociale, che peraltro hanno la loro importanza, venivano esentati quegli operatori dall'applicazione di quella regolamentazione.
Pertanto, il discorso che io vedo è questo: sicuramente c'è una confusione normativa che non è da poco, soprattutto per quanto riguarda il commercio e anche il commercio di beni usati. Proprio per questo, ci vogliono le regole; diversamente non c'è rispetto di chi lavora, pagando tasse e contributi, pagandosi i posteggi nelle aree mercatali.
Il discorso del sostegno di quello che è il libero scambio si pu gestire anche diversamente, si può studiare di gestirlo anche grazie a quelle che sono le politiche legate al sociale. Ma non è un discorso che va a liberalizzare, va soprattutto nella direzione di sapere chi opera in quelle aree. Se ci sono stati degli episodi di violenza, se ci sono state delle lamentele da parte dei residenti, un motivo ci sarà. Non è che le cose siano così tranquille. Non mi pare, visto che ci è scappato anche un morto. E poi la merce sequestrata è un altro problema che va ad incidere sul tema dell'illegalità.
Quindi, io non credo che dobbiamo creare dei presupposti di illegalità in determinati quartieri, proprio per le cose che avete detto voi. Ma perché dobbiamo far diventare anche più poveri e degradati determinati quartieri? Dobbiamo trovare soluzioni diverse, ma soprattutto credo che il rispetto delle regole debbano essere per tutti. Poi ci sono delle realtà come quelle del libero scambio: si studieranno in qualche modo delle associazioni che se ne occupino, ma non si può permettere che della gente che non ha titolo e non si sa chi sia vada ad operare in aree nelle quali non sappiamo chi c'è. È gente che vende che cosa? Quali presupposti creano di vivibilità o comunque di tranquillità, anche in termini di sicurezza, ma soprattutto anche di concorrenza sleale, soprattutto se uno va a vendere cose che ha rubato. Non riesco a capire perché dobbiamo accettare e condividere una cosa del genere.
Voglio ritornare ancora su una cosa, perché è importante, proprio perché c'è una certa complessità ed è una situazione farraginosa e poco chiara, anche a livello normativo, proprio per quanto riguarda il tema dei beni usati, tant'è che ha generato l'esigenza di una revisione generale che recentemente è anche sfociata in una proposta di legge a firma Movimento 5 Stelle e Lega, proprio sulla disciplina dell'economia dei beni usati.
Voglio sottolineare quindi che il tema è sentito. Oltretutto per la promozione del settore del riutilizzo, che è stato citato in termini di carattere ambientalista, c'è la richiesta e anche la volontà di promuovere questo settore del riutilizzo e allo stesso tempo di istituire un tavolo di lavoro permanente sul riutilizzo, che peraltro è una proposta di legge condivisa, perché va nella direzione di scelte ambientaliste che vanno sostenute. Perché questo? Perché è palese che il sistema attuale di regolamentazione del settore dell'usato è caratterizzato evidentemente da norme poco chiare e che spesso sono aperte ad interpretazioni difformi ed arbitrarie.
Per quanto riguarda la questione sicurezza e la gestione di questi soggetti, credo che sia un problema in capo anche al Comune della città vale a dire, la questione di presidio non è solo della Città di Torino perché io come Assessore regionale non è che mi posso fare carico solo del problema di Torino, devo avere una visione di tutti i territori del Piemonte. Quindi, se a Torino esiste un problema come quello del Barattolo il cosiddetto mercato, evidentemente la polizia locale in capo all'Amministrazione ha registrato ed ha evidenziato delle grosse difficoltà di gestione di quelle aree, come succede non solo a Torino, ma soprattutto in quelle aree dove la legalità è in qualche modo non esercitata.
Credo che sia importante un inquadramento giuridico sul tema del Barattolo, perché non si può lavorare dicendo che tutto è concesso. Bene o male la questione di non regolamentare, in qualche modo sfocia sempre in situazioni di degrado, di abusivismo e di concorrenza sleale. Quindi, io come Assessore con delega al commercio accolgo l'ordine del giorno del Consigliere Marrone, proprio grazie a questa analisi e questa ricostruzione anche normativa che va assolutamente nella direzione di mettere in campo delle regole che possono difendere non solo, com'è stato detto, chi ha mezzi e modi, ma tutti, perché tutti, anche quelli fragili molto spesso si saranno trovati nelle condizioni di vivere in aree degradate, dove si compiono atti di criminalità, quindi con grandi risvolti di ordine pubblico.
Non si vuole cancellare niente e nessuno, ma solo - e questo lo voglio sottolineare - fare rispettare delle regole che ci sono, senza deroga ad hoc per alcune realtà. Quindi, sulle questioni particolari di Torino, certo è un problema che riguarda anche la gestione delle forze dell'ordine. Come Assessore il mio accoglimento c'è. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Brevemente, solo per l'attività dell'Aula, Presidente, ho unificato i due testi, in maniera tale che possano essere caricati correttamente. Non intervengo ovviamente sulle dichiarazioni dell'Assessore. Vorrei soltanto sempre per i lavori dell'Aula, specificare che la parte delle norme che stiamo discutendo questa mattina, quella degli hobbisti, fu votata all'unanimità in questo Consiglio regionale, previi ovviamente una serie di incontri con i responsabili dei settori in Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie della precisazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Non faccia così, collega Ravetti, altrimenti dovremo spiegare poi all'Assessora che non stiamo parlando di hobbisti e proprio perché non stiamo parlando di hobbisti, vogliamo che la deroga continui ad esistere.
Presidente, però faccio un'ipotesi all'Assessora: o prova a rimanere qualche minuto con noi, altrimenti noi vorremmo replicare. In caso contrario, non farò mai più l'errore di chiedere degli Assessori competenti, un po' perché forse non sono competenti davvero, ma se poi non possiamo replicare alle cose che a noi sembrano inesatte è poi difficile chiedere il confronto in Aula. Però valuti lei qual è l'ipotesi migliore altrimenti potremmo continuare a discutere con i nostri colleghi di maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie per la proposta. Ci sono altri Consiglieri già iscritti e sarebbe anche spiacevole interrompere il dibattito. C'è l'Assessore Ricca e vi sono anche altri Assessori presenti, come l'Assessore Rosso, perci potremmo continuare il dibattito con la Giunta presente. Ringrazio l'Assessore Poggio della sua disponibilità e proseguirei con gli interventi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Mi spiace perché il fatto che l'Assessore debba lasciarci compromette un po' la possibilità di confrontarsi sulle interpretazioni di leggi, di cui l'Assessore faceva riferimento al passato, mentre sono vigenti, e che regolamentano e cercano di mettere ordine proprio nell'ambito al quale l'Assessora stessa faceva riferimento.
Comunque, cerco d'illustrare il mio intervento (mi consenta se supero i dieci minuti), ma ne faccio uno solo, anche perché il mio Gruppo è composto da me soltanto.
Quest'ordine del giorno chiede di votare la soppressione della lettera b) del comma 2) articolo 1, Capo I dal documento Allegato A della DGR 11 maggio 2018.
Tale modifica annullerebbe la volontà della precedente Giunta di escludere dall'applicazione della legge regionale "Disciplina, sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte", che regolamenta (lo ricordo di nuovo, anche se anche l'Assessore non c'è più) l'attività di vendita svolta nell'ambito di progetti comunali finalizzati al contrasto della povertà e all'esclusione sociale. In pratica, l'ordine del giorno del Consigliere Marrone chiede se abbiamo cambiato idea nel corso di quest'ultimo anno (un tempo abbastanza breve) sulla decisione presa poco più di un anno fa.
Ora consentitemi, a beneficio dei colleghi che, non per responsabilità d'ignoranza, ma anche perché non vivono a Torino, magari non hanno esperienza o non hanno avuto modo di approfondire e di fare un breve excursus, una brevissima storia di quello che noi a Torino chiamiamo il mercato delle pulci o Balôn.
Questo mercato è presente nell'area nord di Porta Palazzo oramai da oltre centocinquant'anni tanto da essere diventato una caratteristica consolidata della nostra cultura, delle nostre abitudini e della nostra tradizione, ma non soltanto nostra, anche dei turisti che arrivano a Torino e che non ci vivono.
Alla fine degli anni Novanta, l'Amministrazione comunale aveva provveduto a regolamentare le attività presenti, avviando la costituzione di un'area di libero scambio sul canale dei Molassi, compresa da cancello a cancello, quindi un'area già contenuta.
L'attuale Giunta comunale ha avviato la procedura per la scelta del concessionario del servizio di gestione delle attività di libero scambio (di cui si è già parlato più volte sia nel corso della seduta di consiglio precedente che in questa), denominato "Barattolo", individuando con lo svolgimento di attività l'area del canale dei Molassi, cioè quella tradizionale per il sabato e via Carcano per la domenica.
Il 4 dicembre 2018, una determinazione dirigenziale dell'attuale Amministrazione aveva aggiudicato il servizio di gestione di attività di vendita e scambio occasionale all'Associazione "Vivi Balôn". La deliberazione successiva, del 27 dicembre 2018 (stesso mese) l'Amministrazione stabiliva che dal 19 gennaio 2019 (quindi, dopo tre settimane) il canale dei Molassi non avrebbe più ospitato il mercato delle attività di vendita, perché questo si sarebbe dovuto svolgere presso l'area di via Carcano, prevedendo il trasferimento obbligatorio degli espositori.
Tuttavia, ed è qui che entriamo nel merito, le disposizioni dell'Amministrazione comunale indicate nella deliberazione del 27 dicembre 2018 e la seconda sono oggettivamente state disattese. Pochissimi gli ambulanti che si sono trasferiti; il Barattolo è proseguito ugualmente nella giornata di sabato al canale dei Molassi; la situazione oggettivamente non era sotto controllo. Terza cosa, non vi è stata corresponsione dei tributi previsti per operare in quell'area.
Per cercare di risolvere la situazione, il 2 luglio 2019 (poco tempo fa), la Giunta ha approvato un'ulteriore delibera che concedeva sostanzialmente delle riduzioni dei pagamenti dei tributi agli espositori.
Nella medesima deliberazione vi era allegato un verbale - lo dico, perch non è casuale - d'intesa condiviso dai soggetti interessati in cui, cito tale e quale, "prima del trasferimento sarà elaborato un progetto di carattere sociale con un'area dedicata ai soggetti in difficoltà per un'attività sperimentale di libero scambio presso il Lungo Dora Agrigento".
Ora, il suddetto verbale non è stato sottoscritto da tutti i soggetti interessati e nemmeno in Prefettura sono state mai invitate altre realtà organizzate, che pure avevano fatto richiesta e che erano direttamente coinvolte nella vicenda, come i residenti di Porta Palazzo, che mi sembrano più che interessati: Fuori Palazzo, Portami a Palazzo, Numero Zero Comitato oltre Dora e lo stesso comitato di via Carcano dichiaratamente contrario allo spostamento. Addirittura la Circoscrizione 7, che ha presentato per iscritto proposte per una soluzione condivisa, è stata inizialmente invitata alla Conferenza permanente provinciale in Prefettura ma successivamente è stata estromessa.
Ho fatto una sintesi rapida della dimensione di gestione amministrativa comunale recente, per condividerla con i colleghi anche dell'opposizione presenti, che mi consente di fare il ragionamento finale e vado alla chiusura.
Consentitemi di dire che, in queste condizioni, per quanto mi riguarda non cambio idea sull'argomento, perché non ritengo - cito lo stesso e Consigliere Ruzzola - che alla mancata parziale applicazione di regolamenti e delibere comunali si debba rimediare rinnegando il principio in cui ancora si crede, cioè il principio in cui crediamo, cioè la possibilità di dare a chi è in difficoltà elementi di minima sussistenza. Non è che perch non riusciamo - mi spiace non ci sia il collega - ad applicare le regole che abbiamo stabilito allora decidiamo che le sopprimiamo. Riteniamo piuttosto che, prima di cassare di fatto quanto scritto nella nostra DGR del 2018, sia opportuno convocare realmente tutte le parti che non sono state coinvolte nel dibattito e ascoltare le loro proposte per esperire un tentativo serio di composizione e di confronto comune.
Obiettivo comune dell'Amministrazione dev'essere quello di mediare tra gli interessi di diversi soggetti a vario titolo coinvolti nell'area, al fine di evitare situazioni conflittuali che possano degenerare in forme di protesta, anche violenta.
Insomma, si tratta da parte dell'Amministrazione e degli organi preposti di fare applicare le delibere emanate e di mantenere rigorosamente l'ordine pubblico; non ci porterete su questo campo dicendo che è una zona in cui le regole non sono applicate e quindi decidiamo che rimuoviamo e in quel modo rimuoviamo il problema. La posizione è un'altra: la questione è dire che le regole le abbiamo costruite, si può essere d'accordo o non d'accordo e, legittimamente, il Consigliere Marrone la pensa diversamente ma io penso che se stabilisco delle regole con delibere e leggi, mi sforzerò in tutti i modi di applicarle, facendo in modo che gli organi preposti svolgano la loro funzione di controllo e impedendo gli abusi che si manifestano.
Sulla sicurezza e sul rispetto della legge, non intendiamo transigere neppure noi; non possiamo concepire però che un dettato di legge venga eliminato, perché non si è in grado di farlo applicare - in questo senso riprendo il Consigliere Ruzzola - altrimenti, ci troveremmo nell'incresciosa situazione in cui la Regione cambia opinione e non l'abbiamo cambiata perché l'Amministrazione comunale non è in grado di gestire la situazione, per quanto delicata e difficile.
Abbiamo ricevuto tutti una serie di suggerimenti dalle associazioni dei commercianti del Balôn e una proposta che ci vede favorevoli è l'apertura di un tavolo tecnico finalizzato alla revisione del Regolamento regionale per operatori non professionali che si ispiri a queste linee guida. Spero che questo suggerimento lo colga anche l'Assessora, cioè aiutare chi è in difficoltà, tutelare gli operatori professionali, rilasciare il cartellino regionale per operatori non professionali con costi progressivi (si è già introdotto il concetto dell'ISEE) e controllare e verificare le situazioni intervenendo in caso di dichiarazioni non veritiere.
Penso che la nostra opinione sia chiara: abbiamo votato poco più di un anno fa quella DGR e questo modo di vedere il problema e lo rifaremo anche in questa occasione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Grazie, collega Giaccone.
La parola alla Consigliera Zambaia.



ZAMBAIA Sara

Grazie, Presidente.
Mi permetta, innanzitutto, di dire che l'Assessora Poggio è assolutamente "afferrata" sulla sua materia, in particolare in materia di affidamenti e di bandi. Detto questo, di parole sul suk in questa sede ne abbiamo sentite veramente tante, sono praticamente trentasei ore che siamo implicati in questa discussione. Tuttavia, sono realmente contenta che questo sia avvenuto, perché nei tanti interventi a riguardo è emersa una realtà inconfutabile: mentre i banchi delle minoranze non hanno ancora ben inteso il senso, evidentemente, del termine "illegalità", quelli di questa maggioranza sono, invece, fautori di una situazione di legalità vera.
Io apprezzo moltissimo la ricerca di equilibrio della Consigliera Canalis però - per favore - basta continuare con la favoletta che tutti gli operatori del suk sono dei poveri individui che devono sbarcare il lunario vendendo oggetti reperiti nelle cantine o nelle soffitte, perché - a meno che non abbiano svuotato le cantine o le soffitte di tutti i loro conoscenti, a più riprese - tutti loro dei poveri individui non sono.
Il libero scambio va bene se è davvero libero scambio, ma se diventa commercio abusivo mascherato da libero scambio, allora questo è assolutamente inaccettabile. Lo dico proprio a favore di quei tanti operatori per bene che svolgono questi mercatini nel totale rispetto delle regole e che nella vita pagano regolarmente le tasse.
Mi rivolgo anche al Consigliere Grimaldi: dorma pure sonni tranquilli Consigliere, perché il modo di punire gli illegali tutelando la brava gente c'è, e se lo faccia dire da una componente di un movimento che è stato ampiamente votato da una classe disagiata e massacrata da politiche passate. Per risolvere il problema della povertà - me lo lasci dire - il metodo non è assolutamente quello di consentire ai disperati di vendersi l'anima.
Ritengo che i cittadini torinesi e piemontesi abbiano già pagato abbastanza e penso anche che valga la pena ribadire ad alcuni colleghi di quest'aula che fortunatamente la tendenza della nuova Giunta sarà proprio quella di portare alla luce quelle tante situazioni incerte che, spesso, negli anni sono state ignorate o addirittura sostenute.
Quindi, basta! Adesso è arrivato il momento di andare incontro alle reali esigenze dei piemontesi e dei torinesi per bene, che chiedono semplicemente di poter continuare a vivere in una situazione di legalità e serenamente.
Per questo, siamo contenti che l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Marrone ribadisca a chiare lettere quale sarà la tendenza e siamo ancora più contenti di avere udito dalla Giunta, in particolare dall'Assessora Poggio, che - ribadisco - è precisa come sempre, che la linea da seguire, compatibilmente con le competenze della Giunta e di quest'Aula, sarà unicamente quella di portare, finalmente, un po' di ordine dopo tanti anni di caos, similmente a quanto è avvenuto l'altro ieri sul MOI.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliera Zambaia.
La parola al Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i colleghi e a tutte le colleghe.
Ci tengo a fare alcune sottolineature.
La prima: voglio ribadire, poiché arrivo dalla provincia e da Torino, che occorre lavorare in termini di regione Piemonte e non di città di Torino.
Quello che stiamo andando a votare è un documento che regolamenterà eventualmente, delle possibilità su tutto il territorio regionale. Questo vuol dire negare un'opportunità.
Il tema di Torino è un tema; può essere un tema, può essere un esempio, ma possono esserci elementi diversi in tutto il Piemonte, che nascono dentro delle regole e delle organizzazioni serie, che da oggi in poi non potrebbero più avere luogo, pertanto queste realtà non potranno organizzarsi.
Lo dico, perché rischiamo di trasformare questa assise nel nuovo Consiglio comunale di Torino, con le battaglie politiche per la città di Torino; cosa che non dovrebbe esistere.
Questo è il primo tema. Lo ricordo a me, per ricordarlo a tutti.
Il secondo: vietare un'attività non vuol dire risolvere il problema. Mi spiace che il Consigliere Ruzzola non ci sia, ma le affermazioni che abbiamo fatto e che alcuni colleghi della minoranza hanno fatto non definiscono gli elementi negativi per eliminare tale attività, ma vanno a definire certi elementi negativi del Barattolo, per cercare di meglio gestire.
Un tema non si risolve cancellandolo. È un po' come dire - Presidente - che non vogliamo più fare le grandi opere, perché c'è la possibilità dell'infiltrazione mafiosa. Non è che non dobbiamo fare più libero scambio perché c'è la possibilità dell'infiltrazione criminale e dell'illegalità: non è questo il tema, altrimenti stiamo guardando il dito e non la luna.
Diversamente, a quei poveri, cui tutti cerchiamo di rispondere, non daremo un'altra occasione - regolamentata, ma un'altra occasione - per svolgere un'attività diversa dagli hobbisti, dalle attività commerciali. Se si regolamenta quest'attività dentro quello schema, le stesse classi più disagiate, lo stesso livello di società che ha bisogno di quello spazio non ci potrà andare. Semplicemente non ci andrà.
Allora, dire "non faccio una cosa, perché c'è una paura" è culturalmente sbagliato, è drammaticamente sbagliato. Infatti, l'Assessora Poggio (questo già lo dico in termini di contraddizione) mi sembra abbia detto cosa diversa da quello che c'è scritto nell'ordine del giorno. L'ordine del giorno è intitolato: "Stop suk", mentre l'Assessora Poggio mi sembra abbia detto che si vuole regolamentare, che è una cosa diversa.
Pertanto, anche su questo mettiamoci d'accordo, perché quello che dice il Consigliere Magliano quando chiede cosa avverrà domani, e quindi cosa la Giunta vorrà fare, è un tema.
Mi sembra che la prima risposta non sia proprio coerente con quello che l'ordine del giorno ci presenta.
Inoltre, sempre per spiegare perché la maggioranza voterà quest'ordine del giorno, è ovvio, Consigliere Ruzzola, che quest'ordine del giorno serve per regolamentare un bel conflitto interno alla maggioranza, per far vedere al mondo chi ha il polso più duro fra l'Assessore Ricca e il Consigliere Marrone. Un po' come è successo con il MOI. Per dare delle informazioni visto che è stato citato il MOI poc'anzi, il MOI - Assessore Ricca e Consigliera Zambaia - parte ufficialmente, in termini di impegni, due anni fa. Chi ci ha messo i soldi? Hanno messo 500 mila euro la Regione (la precedente Amministrazione), quattro milioni la Compagnia di San Paolo e 800 mila euro l'allora Ministro dell'Interno.
Questo lo dico, perché è ovvio che la vostra campagna elettorale non è finita e ci mancherebbe, perché siamo abituati così. Però, almeno dare la contezza.
Io capisco che quest'ordine del giorno riequilibri un po' le forze all'interno della maggioranza, come ha detto prima l'Assessore Ricca, anche tra i due Consiglieri, visto che è Consigliere anche l'Assessore Ricca oltre al Consigliere Marrone.
Chiudo con una riflessione culturale in più: questo mercato, quello che impropriamente viene definito suk, accende a volte una luce in alcuni luoghi che sono elementi di ombra, un po' come quando si dice che l'attività commerciale nei luoghi di periferia è una luce di sicurezza. Ci sono dei problemi; in quello specifico di Torino ci sono dei problemi.
Bisogna solo gestirli meglio, ma non annullare.
L'occasione data alla Regione Piemonte di portare queste attività di libero scambio anche da altre parti, regolamentate, potrebbe essere un'occasione per dare dignità a delle persone e per accendere una luce all'interno di alcuni territori bui. Pensateci: certamente non cambierete idea (ci mancherebbe altro)! Per queste ragioni, voterò convintamente contro l'ordine del giorno del Consigliere Marrone e a favore dell'ordine del giorno del collega Grimaldi e del collega Ravetti, perché c'è una differenza: annullare un elemento non vuol dire risolvere il problema e voi state annullando un'occasione per risolvere un problema particolare, che - invece - si potrebbe risolvere semplicemente con una migliore gestione.
Questa è la differenza fra chi guarda la luna e chi guarda il dito.
Grazie.



PRESIDENTE

Poiché il Consigliere Grimaldi non è ancora intervenuto nella discussione generale, ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Presidente, utilizziamolo come replica o come dichiarazione di voto; non voglio abusare della disponibilità dei colleghi, però fatemi dire: io non so se l'Assessore Poggio è "afferrata" - lei ha detto afferrata, non ferrata - sulla materia. Di sicuro è aggrappata ad un filo, perché non ha capito che noi non stavamo parlando di hobbisti, che gli hobbisti spesso si dice che fanno concorrenza sleale agli antiquari. Infatti noi abbiamo voluto regolamentare quella parte lì e poi anche perché, forse ad alcuni sfugge la ricostruzione dei fatti, non vogliamo lasciare il mercato di libero scambio senza regole, ma vogliamo evitare che ci sia un'incomprensione sulle regole del commercio. E lo dico perché se l'Assessore Poggio è precisa come sempre e sa di cosa parla, sappia che però la proposta di legge di cui parlava, in audizione alla Camera, è stata fatta dal Vivi Balôn. È incredibile, Consigliere Marrone! Lei è riuscito a dare la parola ad un'Assessore che le ha detto che non bisogna cassare niente, che bisogna regolamentare, che forse ci vorrebbe un'associazione a sviluppare il progetto. Ma veramente? E magari con un bando di gara! Che ideona! E poi bisognerebbe fare una legge nazionale proprio quella che il Movimento 5 Stelle e la Lega vogliono votare proposta da Vivi Balôn. Che spettacolo, Consigliere Marrone! Lei è riuscito, nella grande intuizione, a farci essere d'accordo con la Giunta! Così bisogna fare! Tra l'altro, la metà l'abbiamo già fatta noi, l'ha fatta il Presidente Chiamparino, stralciandola e facendo sì che ci sia un'autonomia della Città, un'autonomia.
Poi, Assessore Ricca, ma davvero lei vuole inaugurare questa stagione col secondo punto del Consigliere Marrone, che è ben più furbo, perché dice "abbandonate il tavolo della Prefettura e smentite quello che."



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

No, è peggio: "Richiedere formalmente.. la chiusura immediata del Progetto". Cioè, il Prefetto se l'è preso in carico, ne ha riconosciuto il valore sociale e voi glielo volete chiudere! Geniali! Geniali! Questi sono quelli che vogliono spiegarci che abolire il libero scambio è il modo per affrontare l'illegalità. Però ve lo diceva il Consigliere Sarno, che è troppo gentile (io purtroppo no): se è questo il vostro modo di risolvere la criminalità diffusa ed organizzata, lo sapete che c'è tantissima criminalità organizzata nei Mercati Generali? L'avete letta la relazione antimafia? Ma lo sapete che a Porta Palazzo c'è tantissima merce contraffatta? Non al Balôn, ma proprio sopra. Sopra ce n'è tantissima e tra l'altro, ci sono tantissimi sequestri. Cosa facciamo? Aboliamo Porta Palazzo? Aboliamo i Mercati Generali? Ma le infiltrazioni della criminalità organizzata e delle organizzazioni 'ndranghetiste, lo sapete che sono presenti nella gran parte delle Curve del Nord Italia? Ma sì, chiudiamo gli stadi! Perché, in effetti, avete ragione voi: noi non l'avevamo mica capito, mica avevamo capito che bisogna usare le forze dell'ordine. No, le vieti per legge. La criminalità. ma guarda che non ci avevo pensato: aboliamo la criminalità per legge e così nessuno più commette crimini! Ma perché non ci abbiamo pensato prima? Ecco, io vi ringrazio veramente per questa giornata. Abbiamo fatto quasi bene a convocare questo Consiglio d'urgenza, perché non avevamo afferrato la questione.
Chiudo solo dicendo che non solo siamo contenti che il primo atto del Consiglio regionale ci veda su posizioni distanti, ma non vediamo l'ora di vedere di che cosa stiamo parlando, perché è pur sempre un ordine del giorno, quindi voglio proprio capire come evolverà questa discussione.
Adesso smetto di essere allegro, non benevolo ma allegro sì, e vi voglio dire una cosa: incontratevi, fate riunioni di maggioranza chiaritevi, perché quando si parla di persone in carne ed ossa ed il fatto che quelle persone rischiano di essere gettate davvero nelle braccia della criminalità organizzata, fidatevi che quello che è successo nel 2001, che è stato un fatto storico, cioè di prendere un'organizzazione che spesso aveva i caporali, aveva chi si metteva lì alle 2 di mattina a gestire le postazioni, la state reintroducendo voi. E quello che dite che sta risuccedendo a canale Molassi è esattamente la nostra preoccupazione perché lì dove non c'è un'associazione, lì dove non c'è un Regolamento, lì dove non c'è gente che in qualche modo fa quel tipo di attività, provando a non farsi infiltrare, provando a far sì che non ci sia roba contraffatta e roba rubata, quella cosa lì è il nostro modo di ridurre il danno e di non confondere la legittima dignità delle persone. E, mi scusi Consigliere Zambaia, non si stanno vendendo l'anima: stanno vendendo le sue scarpe usate, stanno vendendo i prodotti e gli scarti del nostro sistema. E guardate, che è molto più dignitoso di molte parole che ho sentito qui in aula. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente, anche per averci rallegrati.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Noi siamo molto tranquilli di fronte all'intervento conclusivo del collega Grimaldi. Ci ispiacciamo solo che un pochino di nervosismo, tradito anche dalla sua voce oltre che dai contenuti, abbia un po' incrinato la consueta simpatia con cui, pur nella diversità delle posizioni, è solito intervenire. Però capisco le ragioni di questo nervosismo, perché su parti sempre opposte degli scranni, ci siamo a lungo frequentati, e quindi capisco che oggi culturalmente si dia una picconata importante a quella che è comunque una battaglia, non condivisa, che lui ha molto coerentemente portato avanti, lui e la sua parte politica, e la sua sinistra, perché, in realtà, oggi ho anche potuto approfondire una diversità di posizioni interne allo stesso centrosinistra.
In particolare, devo dire che ho apprezzato l'intervento, pur non condividendone alcune parti, della collega Canalis, perché sostanzialmente ha riportato su un binario una necessità. Sono i nostri stessi presupposti e sono quelli di questo ordine del giorno. Poi è ovvio che l'esito è diverso, non le voglio mettere in bocca cose diverse, ed è ovvio che poi l'esito e le votazioni saranno diverse, però passa il principio che, sì, i poveri ci sono, ma non ci dovete spiegare voi che ci sono, perché li conosciamo ed ultimamente tendono a frequentare ed a votare più noi che voi. Li conosciamo e anche la loro crisi e sappiamo che le risposte ai loro problemi anche gravissimi non sono i ghetti. Creare un qualcosa che si differenzia dal resto del commercio, anche dal resto del commercio non professionale e dei mercati delle pulci e dire che lì ci devono andare proprio solo gli ultimi degli ultimi degli ultimi e che questa roba è fatta apposta per loro e che, in virtù di questa eccezione e di questo regime derogatorio, allora si tollera, perché è normale che sia così, perché è sempre stato così e frasi fatte di questo tipo, che lì continuino ad albergare e rimanga zona franca per tutti gli episodi, invece, di grave illegalità organizzata o meno che citavamo, ecco questo non ci va bene.
A me dispiace anche - lo voglio dire a verbale - che il Partito Democratico abbia unito due testi, perché uno dei due testi originari devo dire che l'avrei anche condiviso, perché il richiamo all'applicazione della legge regionale è, di fatto, l'anima e la ratio del nostro ordine del giorno. Capisco l'insofferenza sul fatto di trattare tanto le tematiche torinesi in un Consiglio regionale e la posso anche condividere, però qual è il vulnus originario? È che da una legge regionale - che non nomina Torino perché, com'è giusto che sia, si applica a tutto il territorio - che dovrebbe essere cogente e vigente per tutto il territorio, si passa ad una delibera di Giunta attuativa che inserisce, invece di prevederne solo l'attuazione, una deroga all'applicazione. Ed è una deroga tutta torinese perché è ovvio che mancava solo il nome del progetto, perché il progetto cambia più volte nome. Capite bene che questo ci costringe a rimediare a questo vulnus e a dire che la legge regionale si applica in tutta la regione. E che quindi non si pongono i mercati delle pulci veri, quelli sani, quelli dove vanno anche i poveretti a vendere, nella condizione di farsi soffiare l'operatore non professionale, magari quello marginale perché quello pone delle regole e pone degli obblighi di decoro, di legalità e di rispetto delle norme e ha la concorrenza sleale di un altro che invece dice a quel venditore "vieni da noi che siamo zona franca, vieni da noi tanto si dice che devi mettere il bigliettino identificativo, ma se non ce l'hai va bene uguale". E sono anni che queste cose vanno avanti così.
Anche la gestione all'associazione e non alle associazioni - perch anche in questi dettagli lessicali si vede un cambio di mentalità e una differenza di mentalità - secondo me, in questi anni, senza accusare nessuno, ha prodotto tanta opacità, tanta disapplicazione sistematica delle regole.
E anche sul finto giochino del mercato io vorrei solo ricordare che dire che per impedire l'abusivismo totale si crea il progetto regolarizzato, quando in realtà l'abusivismo totale è rimasto e continua a rimanere e il degrado si è solo raddoppiato nella versione regolarizzata e sanata (forse quasi peggiore), con una gestione quindi patrocinata dal Comune di Torino (in questo caso, ma potrebbe essere qualunque Ente amministrativo) e quella completamente abusiva, invece, regalata in mano a quelle realtà antagoniste con cui purtroppo le istituzioni stanno trattando, secondo me, facendo un grosso passo indietro sui principi di legalità. Allora, vedete che questo giochino non funziona, perché è clamorosamente un teatrino.
Quando poi gli stessi esponenti politici hanno l'interlocuzione, quando non addirittura la difesa politica, di entrambi i soggetti: quello formalmente sanato e regolarizzato e quello completamente abusivo che dovrebbero essere un'alternativa, allora il gioco delle parti diventa un pochino stucchevole.
Concludendo, ci spiace dover rispedire al mittente, quindi non votare favorevolmente gli atti della minoranza, pur riconoscendo un livello del dibattito che io considero - e sapete io non sono uno che le manda a dire molto alto, approfondito, preparato, ovviamente, nella differenza delle posizioni.
Noi oggi però vogliamo fissare un principio culturale: non si va incontro all'abusivismo e al degrado accettando di trattare e, quindi tentando di ridurre il danno già sapendo che le regole non saranno rispettate, perché non sono rispettate danni. No, se c'è un abusivismo che di fatto, sta resistendo a ogni tentativo di normalizzazione e questi tentativi sono stati molteplici modificati, reiterati portati avanti da amministrazioni di diverso colore; allora, l'unica lezione che si pu portare a casa per il futuro è vietare e applicare i divieti: passaggio che evidentemente è stato poco capito, perché bisognerebbe arrivare a un principio per il quale se c'è una norma, a differenza di quanto accade adesso, che c'è una deroga ad hoc che crea l'eccezione, le norme vanno applicate.
Concludendo, veramente, voglio dire che le regole vanno applicate proprio a garanzia dei più deboli e dei più poveri, perché da che mondo è mondo, anche al di là dei suk e dei mercati, in qualunque sistema politico i prepotenti, i forti e i ricchi prosperano nell'assenza delle regole nelle deroghe alle leggi, nelle eccezioni alle normative. Lì prosperano i violenti, lì prosperano gli sfruttatori, lì prosperano gli approfittatori quando invece le regole si applicano a tutti (una delle buone conquiste dello Stato di diritto moderno) indipendentemente dal loro status, dalla loro situazione, dalle loro amicizie o dalla loro collocazione culturale allora a quel punto i poveri hanno di sicuro più garanzie.
Poi, se qualche regola va cambiata, se bisogna andare incontro ai venditori non professionali, cercando di mettere sul concreto un'agevolazione nelle loro attività (quando è legale, quando è decorosa) come alcune Associazioni dei venditori non professionisti hanno anche recentemente proposto ai Consiglieri, ben venga, perché è un atteggiamento costruttivo. Quando, invece, si vuole creare l'eccezione alla legge, quando invece si vuole creare la nicchia, il ghetto, dove invece contenere illegalità e degrado, perché è meglio fare così piuttosto che rinunciare alzare le mani e farlo dilagare, cosa che non è ovviamente nelle nostre corde né culturali e neanche ideologiche, allora su quello è impossibile trovarci d'accordo.
Quest'ordine del giorno, che peraltro è stato molto nettamente accolto dall'Assessora Poggio, e io di questo la ringrazio, e immagino che sia confrontata anche con il collega di Giunta, l'Assessore Ricca (questo giusto per sfatare che ci sia qualunque rottura o frazionamento); peraltro è stato condiviso e sottoscritto da tutte le forze di maggioranza, per cui diventa davvero difficile anche ricamare questa fantapolitica. Quello che voglio dire è che il messaggio è chiaro: bisogna voltare pagina e dire che come su altri temi del degrado torinese, che non c'entrano con il commercio, il tema del suk può essere affrontato solo con un cambio di passo, con un cambio di mentalità e noi questo cambio di mentalità all'insegna della tolleranza zero dell'illegalità, del degrado e soprattutto dei loro rappresentanti diciamo organizzati, vogliamo davvero mettere, come Consiglio regionale, un punto molto fermo esprimendo e cristallizzando quest'indirizzo politico.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori, per agevolare la conclusione del dibattito.
Non ho capito se interverrà per la Giunta anche l'Assessore Ricca. In questo caso, preferisco far prima la dichiarazione di voto prima dell'intervento l'Assessore Ricca, se lei me lo concede, in trenta secondi per dire che il Gruppo del Partito Democratico voterà contro l'ordine del giorno presentato dal collega Marrone e, ovviamente, a favore dell'unificazione e, quindi, dell'ordine del giorno unico che abbiamo presentato e dell'ordine del giorno che ne riassume sei del primo presentatore Grimaldi.
Ovviamente, se pur con qualche precisazione, l'intervento dell'Assessora Poggio diventasse un ordine del giorno della Giunta, saremmo anche disponibili a valutare un voto favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti, per la sua disponibilità.
La parola all'Assessore Ricca.



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, io sarei contento se le sinistre marxiste e il Partito Democratico mettessero un po' di pace nella loro testa, perché qua vengono a raccontarci che la povertà si supera dando la possibilità a delle persone di mettere stracci su lenzuoli sporchi per terra, dando loro anche un bruttissimo segnale e creando quei coacervo, anche d'illegalità; quello che succede al suk in canale Molassi è palese, è sotto gli occhi di tutti: giornali, televisioni; chiunque abbia avuto modo di poterlo raccontare ha detto cosa c'è. Ma poi la cosa pazzesca, Presidente, è che si presentano nel Consiglio comunale di Torino, facendo i paladini della legalità, perch vengono, alzano il dito e dicono "quella roba va chiusa!"; poi tornano qua e invece si acquietano e dicono "potremmo anche, forse, provare a votare un ordine del giorno, se trasformiamo l'intervento dell'Assessore Poggio".
Io dico, Presidente, prima di tutto, pace e coerenza, perché, bisogna dire le stesse cose ovunque, ed è quello che abbiamo fatto noi. Anche perché, in questo mese e mezzo, stiamo lavorando per risolvere problemi che chi ci è stato per cinque anni prima neanche se n'è interessato.
Voglio solo ricordare che il mercato di libero scambio è stato cresciuto e guidato politicamente dalle Giunte Chiamparino e Fassino, dal Partito Democratico. Se oggi c'è un problema, ha un nome e un cognome: si chiama Partito Democratico. Quindi, oggi a chi ci viene a raccontare di come poter superare la povertà diciamo di darsi delle risposte da solo.
Detto questo, stiamo lavorando. Le delibere sul MOI le ho firmate io e non c'era nessun impegno di spesa della passata Giunta; la Giunta le ha approvate. L'accordo con Croce Rossa nazionale l'abbiamo fatto noi, l'ha fatto la Giunta Cirio; quindi, anche qui, rispediamo al mittente le fake news, ma soprattutto ricordo che il Partito Democratico ha permesso che un'occupazione di 100 persone si trasformasse in un'occupazione di 1.200 persone, dove negli scantinati è stata stuprata una disabile, dove veniva fatta ricettazione e c'erano anche attività abusive. Questo è il modo di condurre del Partito Democratico! Quindi, mi permetto di dire, di nuovo "palla rispedita al mittente", perché prima di parlare guardate cosa avete fatto in questi anni! Detto questo, chiudiamo il capitolo MOI, perché fortunatamente è un capitolo chiuso e noi, allo stesso modo, stiamo lavorando per intervenire sul mercato di libero scambio, in maniera intelligente pragmatica, ma soprattutto efficace, perché non abbiamo tempo da perdere, non abbiamo tempo da perdere: stiamo lavorando con il Prefetto e con il Sindaco di Torino. È chiaro che ci sono anche un po' di problemi, perché una parte della Giunta Appendino, diciamo, negli anni ha strizzato l'occhio al mercato di libero scambio, tanto è vero che doveva essere spostato un anno e mezzo fa, poi un anno fa, poi sei mesi fa e oggi siamo ancora qua a parlarne.
Quindi, mi permetto di dire che noi il nostro lavoro lo stiamo facendo.
E ben venga! Io ringrazio i Consiglieri Marrone e Preioni e tutti i Consiglieri di maggioranza che hanno sottoscritto quest'atto, perché ci dà ancora più forza, dà ancora più forza a questa Giunta per andare dritti, su un percorso che già aveva intrapreso. Chiaramente, noi seguiremo quelle che sono le indicazioni, ma il suk l'avremmo superato comunque; chiamatelo "superato", "liberato", "sgomberato", a noi non interessa; a noi interessa che le persone che vivono oggi in canale Molassi possano tornare ad avere una vita normale e il "no" che il Partito Democratico ha deciso di dare oggi a questa mozione è un no dato a tutti quei cittadini che tutti i venerdì notte si trovano "casino" e problemi! Questo è il vostro "no"! Detto questo, noi lavoriamo, come ho detto, esattamente nello stile MOI: una volta approvato questo atto, inizieremo a predisporre le delibere andremo nel CPOSP, perché quando si parla di ordine pubblico occorre concordare modi e tempi, ma - ripeto - quando diciamo una cosa la facciamo: abbiamo detto che avremmo liberato il MOI e il MOI l'abbiamo liberato.
Auspichiamo una chiusura in tempi strettissimi, pertanto, insieme all'Assessora Poggio ci metteremo immediatamente a lavorare affinché il problema venga superato il prima possibile. Poi, se vogliamo parlare di hobbismo o di mercati delle pulci, possiamo parlarne tutto il tempo che vogliamo, ma quello non è hobbismo né mercato delle pulci.
Poiché mi piace anche sentire qual è il polso della situazione, stamattina mi sono fermato, a Porta Palazzo, da un ambulante che vende merce usata. Mi ha detto che la merce usata che vende gliela comprano quelli che poi vanno a San Pietro in Vincoli a fare il mercato del libero scambio. Questo giusto per dire quanto qualcuno abbia una visione distorta di quella realtà.
Detto questo, per fortuna adesso ci siamo noi e i problemi li possiamo risolvere.
Chiaramente, il parere della Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Arrivati alle ore 13, volete proseguire o ci riaggiorniamo? Procedo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 3, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il numero legale è 24.
Il Consiglio approva.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



PRESIDENTE

Richiamo il pubblico. Grazie.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 24, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Gli ordini del giorno n. 11, 12, 13 e 14, presentati dal Consigliere Grimaldi, sono ritirati.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno unificato presentato dal Consigliere Ravetti, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Gli ordini del giorno n. 20 e 21, presentati dal Consigliere Ravetti, sono ritirati.
Possiamo terminare qui i lavori.
Ricordo che la seduta pomeridiana inizia alle ore 14.30.
Ricordo, inoltre, la Commissione nomine alle ore 14.15, in sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.02)



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