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Dettaglio seduta n.59 del 04/02/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 183 presentata da Magliano, inerente a "Progetto 'Percorsi formativi alternativi alle sanzioni disciplinari'"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 183.
Ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta.
Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento, sulle interrogazioni a risposta immediata non sono previste repliche.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
In questi tre minuti inizierò scusandomi con la Presidenza del Consiglio regionale, che oggi ha realizzato un evento così bello, così carico di significato, legato al tema del bullismo, perché forse sarà il fato, ma discutiamo il question time proprio oggi.
Questa mattina abbiamo discusso dell'importanza della guerra al bullismo e al cyberbullismo e, nello stesso tempo, questa Giunta, a settembre, ha negato al Forum Interregionale Permanente del Volontariato Piemonte e Valle d'Aosta e alla Direzione Scolastica Regionale la possibilità di rinnovare una convenzione che permetteva ai ragazzi che compiono atti di bullismo all'interno del mondo della scuola di fare percorsi riparatori nel mondo del volontariato.
Questo è quello che fa questa Giunta ed è questa l'assurdità che cerco di denunciare attraverso la mia interrogazione.
La convenzione fra la Regione Piemonte, l'Ufficio Scolastico Regionale e il Forum Interregionale Permanente del Volontariato Piemonte e Valle d'Aosta per la realizzazione del progetto menzionato, approvata nel 2009, ha portato quasi 1.800 ragazzi a sostenere interventi riparatori rispetto ad atti di bullismo, ma ai vertici del Forum del Volontariato, che rappresenta buona parte del mondo del volontariato che sta nelle scuole, viene negato il rinnovo della convenzione. Pertanto, nel 2019 e 2020 stanno lavorando gratuitamente.
A quanto ammonta la convenzione che permette a quella triade far fare ai ragazzi che hanno commesso degli errori di fare un percorso di volontariato legato all'errore compiuto? Pensate alla possibilità di far fare, a un ragazzo che magari prende in giro un compagno di classe disabile, un percorso all'interno di un'associazione che si occupa di disabilità. Per la Regione Piemonte si trattava di 15.000 euro: 7.500 come prima tranche e 7.500 come seconda tranche.
Quando l'associazione incontra l'Assessore Chiorino e poi il Dirigente viene fermato tutto, quindi abbiamo perso un anno, anche se il volontariato, come sempre, ha provato a farcela da solo. Si tratta di una misura che, dal 2009 a oggi, aveva superato più maggioranze e più colori politici, perché tutti eravamo d'accordo riguardo alla possibilità di riparare un errore nell'ambito della solidarietà e del mondo dell'associazionismo, come valore. È così per tutti, tranne questa Giunta.
Chiedo, pertanto, di conoscere nel dettaglio le ragioni per le quali non è stata rinnovata la convenzione fra la Regione Piemonte, l'Ufficio Scolastico Regionale e il Forum Interregionale Permanente del Volontariato Piemonte e Valle d'Aosta, ai fini dello stanziamento dei fondi necessari per sostenere il progetto "Percorsi formativi alternativi".
Nel question time cito una serie di numeri. Tale progetto, in essere dal 2009 - e termino, Presidente - si è rivolto proficuamente a 1.800 studenti con la partecipazione di oltre 127 associazioni di volontariato e cooperative, per un totale di circa 10.000 giorni di attività per i giovani e il coinvolgimento di più di 100 scuole.
So che l'Assessore ha un appuntamento a metà marzo con il Forum, ma ritengo abbiate fatto una gaffe clamorosa: oggi, quando avete organizzato con i ragazzi una giornata contro il bullismo e il cyberbullismo, discutiamo del fatto che avete eliminato, per il 2019 e 2020, l'unica misura che avevamo come Regione, a favore di ragazzi che potevano cambiare modalità di stare in classe.
Questo non riguarda Chiamparino, perché le precedenti Giunte (Chiamparino Cota, Bresso) hanno sempre garantito i finanziamenti.
Mi auguro di capire le ragioni di quest'atto, che fa veramente a pugni con la retorica che abbiamo sentito questa mattina in Aula.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
La parola al Vicepresidente Carosso per la risposta.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Informo il Consigliere Magliano che leggo quanto mi è stato consegnato dagli Uffici della collega Chiorino e che m'impegno personalmente di vedere in Giunta quanto lei ha chiesto e suggerito.
Dal 2019, con l'approvazione del nuovo atto d'indirizzo del Settore Politiche dell'istruzione, programmazione e monitoraggio delle strutture scolastiche, è stato stabilito: "Ai sensi dell'articolo 21 della l.r.
28/2007, la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente individua i criteri e le modalità per la realizzazione di progetti di sperimentazione organizzativa, didattica ed educativa, delle azioni volte a garantire e migliorare i livelli di qualità dell'offerta formativa ed educativa e delle eventuali iniziative d'interesse generale regionale".
Pertanto, i protocolli d'intesa e le convenzioni fino allo scorso anno attivi nel nostro Settore non si sono potuti rinnovare. Si sta lavorando all'elaborazione dei criteri che dovranno essere approvati con apposita delibera di Giunta.
In particolare, il Settore sta lavorando per predisporre un'unica delibera che approverà i criteri e le modalità per la realizzazione degli interventi volti a: garantire e migliorare i livelli di qualità dell'offerta formativa ed educativa, con particolare riferimento con quanto previsto dall'articolo 21 della l.r. 28/2007 "Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa" sostenere le azioni previste all'articolo 2 della l.r. 2/2018 "Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo" sostenere le azioni sul fronte scuola della l.r. 9/2012 "Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni italiana e per la piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva".
Pertanto, il Protocollo d'intesa con il Forum Interregionale del Volontariato Piemonte e della Valle d'Aosta e con l'Ufficio Scolastico Regionale relativo a "Percorsi formativi alternativi alle sanzioni disciplinari" per l'anno 2019-2020 è uno degli accordi non rinnovati.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Carosso.


Argomento: Questioni internazionali

Interrogazione a risposta immediata n. 182 presentata da Rossi, inerente a "Richiesta informazioni circa la diminuzione delle risorse per il Piano annuale 2019 degli interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace, per la cooperazione e la solidarietà internazionale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
182, presentata dal Consigliere Rossi, che la illustra; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa per il ritardo. Quest'interrogazione nasce dalla lettura dei verbali di Giunta che ci sono inviati. Ci siamo accorti - poi arrivo alla domanda finale - che, stranamente, per quanto riguarda i progetti relativi all'educazione alla pace e alla cooperazione internazionale, quest'anno c'è stata una significativa riduzione di risorse impegnate.
La Regione Piemonte si è dotata della legge regionale 17 agosto 1995, n.
67, "Interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace per la cooperazione e la solidarietà internazionale", chiaramente in coerenza con tutte le norme nazionali e internazionali.
Proprio in attuazione di questi principi (educazione alla pace, la pace come diritto fondamentale dei popoli, la convivenza pacifica tra le nazioni e la solidarietà internazionale), la Regione ha cercato in questi anni di promuovere iniziative in questo senso e lo ha fatto con iniziative culturali, di ricerca, d'informazione, di educazione e di sensibilizzazione di tutta la comunità regionale su questi temi.
Per dare attuazione alla finalità della legge, ogni anno si presume un piano articolato secondo ambiti e modalità d'intervento. Da questo punto di vista - vado alla fine dell'interrogazione - si è creata anche una rete di lavoro in questi anni. La Regione ha favorito, anche tramite convenzioni con enti e istituti presenti sul territorio, la formazione di associazioni la formazione dei giovani per il Servizio Civile, di cittadini italiani disponibili a operare come volontari nei Paesi destinatari degli interventi; insomma, ha avviato una serie d'iniziative molto strutturate.
È evidente, in questa fase storica, che noi abbiamo bisogno che queste iniziative continuino a svilupparsi e siano portate avanti dalla Regione.
Perché stiamo assistendo davvero a un nuovo scenario problematico dal punto di vista internazionale, Presidente: vediamo che i focolai di guerra aumentano e anche i rapporti tra le nazioni, purtroppo, molto spesso diventano tesi. È inutile farne un elenco: basta pensare alla Libia, ma potremmo fare altri esempi che in questo momento non è il caso di fare.
Qual è la questione che pongo all'attenzione della Giunta e su cui interrogo l'Assessore competente? È evidente che anche per il 2020, visto che stiamo parlando di un momento storico particolare, si rende necessario predisporre il piano annuale specificando in quali progetti s'intenda aderire. Il problema è che negli anni precedenti il piano annuale ha visto lo stanziamento di somme maggiori: per esempio, nel 2018 sono stati stanziati 320.000 euro, di cui impegnati 281.000 euro; nel 2017 sono stati stanziati 320.000 euro, di cui impegnati 289.000 euro; nel 2016 180.000 stanziati, di cui impegnati 176.000.
Nel 2019, primo anno d'insediamento di questa Giunta, che cosa succede? A fronte di 292.000 euro stanziati, di cui impegnati 193.000, se ne spendono solamente 40.000. Praticamente, si mandano in economia centinaia di migliaia di euro.
S'interroga la Giunta in merito alle motivazioni che hanno indotto a mandare in economia circa 100.000 euro dei relativi stanziamenti per l'anno 2019, in funzione d'interventi per la promozione di una cultura ed educazione di pace, per la cooperazione e la solidarietà internazionale; e se tale scelta sarà rinnovata anche per gli anni successivi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Risponde l'Assessore Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Fabrizio, Assessore alla cooperazione decentrata internazionale

Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Consigliere interrogante.
Stiamo verificando con gli Uffici gli stanziamenti previsti per queste voci. Non appena avremo la contezza dei dati, che saranno disponibili a bilancio approvato, vi comunicheremo i risultati.
Da domani inizieremo il percorso in Commissione del bilancio, quindi credo che avremo modo di poter ragionare tutti insieme su come andare avanti su questi capitoli di spesa. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ricca.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 184 presentata da Canalis, inerente a "Disservizi della GTT nell'area sud-ovest della Città metropolitana di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
184.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione a risposta immediata riguarda i disservizi GTT in diverse aree della Città metropolitana di Torino e, in particolare nell'area sud-ovest. Perché poniamo quest'interrogazione in sede regionale? Perché l'Agenzia della Mobilità piemontese, che ha competenze in materia di pianificazione sulla mobilità collettiva in tutto il territorio piemontese è partecipata per il 25% dalla Regione Piemonte. Crediamo che anche la Regione si debba esprimere su questi disservizi, sebbene siano messi in atto da GTT, che è controllata per intero dal Comune di Torino, quindi non ha una partecipazione della Regione.
Che cosa sta accadendo da più di un anno sui territori della Città metropolitana? Ci sono ritardi, partenze anticipate dei mezzi di trasporto soprattutto degli studenti che devono raggiungere le scuole superiori salto delle corse, accodamenti, sovraffollamento dei mezzi e mancato incarrozzamento degli studenti, mezzi obsoleti e fatiscenti, limiti della tariffazione e titoli attuali, comunicazione carente o discordante e infine - nel caso mancasse ancora qualcosa - in molti casi anche la mancata accessibilità per le persone disabili.
Si stanno attivando delle vere e proprie proteste da parte dei genitori.
Riteniamo che questo problema non abbia a che vedere soltanto con le politiche dei trasporti, ma anche con le politiche scolastiche, perché c'è un serio problema di accesso alla frequenza delle scuole, c'è un problema anche legato alle politiche giovanili e della famiglia. Molti sindaci stanno minacciando di rescindere il contratto e comunque stanno chiedendo dei rimborsi o degli sconti sugli abbonamenti, perché i genitori si trovano a pagare magari centinaia di euro all'anno per l'abbonamento annuale dei loro figli e poi si ritrovano troppo spesso a portare con la propria auto familiare i figli a scuola, perché i mezzi non sono passati oppure, se sono passati, erano troppo pieni. Ormai anche gli istituti scolastici accettano in maniera quasi automatica la giustificazione per il ritardo dei mezzi di trasporto. Quindi, si sta creando una vera e propria cattiva pratica.
Il focus del question time - che, di fatto, riguarda molti comuni della Città metropolitana - però è sul raggiungimento delle scuole superiori di Giaveno, di Sangano e di Pinerolo. Su questi tre poli di scuole superiori ci sono problemi particolarmente gravi e sentiti, su cui si stanno formando delle proteste particolarmente aspre. L'ultima è quella di sabato scorso (1 febbraio), quando alcune decine di genitori si sono riuniti a Bruino per protestare contro questi disservizi. Stanno partendo anche delle petizioni quindi crediamo che la Regione si debba esprimere e debba anche prendere delle misure per ridurre questi forti disagi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Risponde all'interrogazione l'Assessore Icardi, che ha pertanto facoltà di intervenire.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore regionale

Grazie Presidente.
Rispondo esponendo quello che mi ha comunicato l'Assessore Gabusi.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si conferma che le segnalazioni sulle irregolarità del servizio erogato dalla GTT trovano ampio riscontro con le osservazioni dell'Agenzia e con quanto emerso nella riunione del 23 gennaio 2020, citata anche nell'interrogazione. Queste irregolarità derivano sostanzialmente dalla difficoltà operativa del gestore, dovute principalmente al vetusto parco di autobus e in parte anche ai subaffidatari che non riescono a garantire la puntuale erogazione del servizio programmato.
La situazione di difficoltà di GTT è nota e nel 2018 è stato predisposto un piano industriale che ha previsto importanti apporti finanziari, anche da parte della Regione Piemonte, per gestire e garantire il piano di rientro del debito, nonché un significativo programma di rinnovo della flotta.
Seppure con ritardo rispetto alle previsioni, i nuovi autobus sono stati progressivamente messi in servizio, ma allo stato attuale l'intervento di rinnovo non ha ancora garantito la completa soluzione delle problematiche correttamente evidenziate. Si sta lavorando di concerto con l'azienda, al fine di ridurre i tempi per l'acquisizione del nuovo materiale rotabile e soprattutto, anche grazie all'Assessorato all'ambiente, a rendere disponibili per la prima volta Fondi europei che possano alimentare tale misura.
Si prevede che, con il completamento dell'immissione in servizio dei nuovi autobus, si potrà raggiungere il livello di qualità del parco veicoli, che certamente potrà migliorare la stabilità e la qualità del servizio.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 185 presentata da Bongioanni inerente a "Situazione manto stradale della SP 8, 105 e 251 (Valle Varaita e Colle dell'Agnello), in relazione al prossimo passaggio del Giro d'Italia"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
185.
La parola al Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Prima di procedere alla presentazione dell'interrogazione, mi permetta di segnalarle il mio disappunto. Mi fa piacere che mi risponda l'Assessore Icardi, ma mi dispiace che non ci sia l'Assessore competente che, invece con frequenza assidua, viene nel territorio che rappresento in conferenze di taglio più politico che tecnico.
Esternato questo piccolo disagio, l'interrogazione fa riferimento al più grande evento mediatico che il Piemonte ospiterà nel 2020, che è il passaggio del Giro d'Italia, la penultima tappa il 30 maggio, sul percorso Alba-Sestriere. Vengono così collegate due eccellenze del nostro territorio: la capitale enogastronomica Alba e una delle capitali dello sci, Sestriere, con in mezzo l'ascesa, che sarà la più spettacolare, al Colle dell'Agnello con i suoi 2.744 metri, una strada turistica di un colle turistico del più alto valico transfrontaliero delle Alpi.
È un momento mediatico che avrà un ritorno economico sensibile sul territorio, non fosse altro per le presenze degli appassionati, ma soprattutto avrà una risposta mediatica sia sulla carta stampata sia su internet, ma è soprattutto a livello televisivo che si dovrà regalare una grande immagine delle nostre montagne e del nostro amato Piemonte. La Regione Piemonte qui investe tanto.
Dal 2010 fino a un paio di anni fa ho avuto la fortuna di organizzare tutte le tappe del Giro d'Italia e noi daremo a RCS, la società titolare dei diritti del Giro d'Italia, 200 milioni di euro. Qual è la problematica? La problematica è che la strada provinciale in oggetto è in uno stato disastroso e quindi anche pericoloso non solo per l'impatto turistico dei motociclisti e dei cicloturisti che l'attraverseranno nel prossimo trimestre estivo, ma anche pericolosa per le macchine. Soprattutto di difficile agibilità per i corridori che il 30 maggio saranno davanti agli occhi del mondo impegnati in una tappa del Giro d'Italia. Non possiamo permettere che l'evento, con il più alto ritorno mediatico nel 2020 in Piemonte, possa essere un boomerang negativo per il nostro territorio.
Il manto stradale, soprattutto dall'abitato di Sampeyre fino alla borgata Chianale, quindi la strada provinciale 105, per uno snodarsi di nastro asfaltato di 15 chilometri, dove poi inizia la spettacolare ascesa al Colle dell'Agnello, sarà la tappa più dura del Giro d'Italia, quella che ne deciderà l'esito, e con una pendenza costante del 18% per dieci chilometri.
Questa situazione, che oggi è critica, peggiorerà ulteriormente dopo il disgelo. Sicuramente le condizioni dell'asfalto saranno peggiorate e degenerate.
In quest'ottica, il Sindaco del Comune di Casteldelfino, Alberto Anello recentemente ha approvato in Consiglio comunale un ordine del giorno per chiedere la dismissione della strada provinciale cedendola all'ANAS sull'esempio di quanto è già avvenuto per il valico del Piccolo San Bernardino. Addirittura c'è un grido di aiuto del Presidente della Provincia di Cuneo, Federico Borgna, ben cosciente della problematica, il quale ha già fatto fare anche una stima dei costi. Grido d'aiuto al quale oggi non è stata data una risposta. Ne approfitto per ringraziare il Presidente Borgna perché, dopo la mia interrogazione all'Assessore Gabusi di un paio di settimane fa, si è attivato immediatamente per risolvere il problema della strada provinciale delle Terme di Valdieri.
Chiudo, Presidente, con la mia richiesta alla Giunta regionale per sapere quali iniziative abbia assunto, nell'auspicio che le abbia assunte, in vista del passaggio del prossimo Giro d'Italia per mettere in sicurezza la strada provinciale 105, che sarà percorsa dallo stesso, onde evitare delle brutte figure alla regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore regionale

In premessa, vi devo dire che l'Assessore Gabusi si trova in Francia per motivi istituzionali e mi ha pregato di leggervi la risposta. Spero che nelle sue parole, anche se lette da me, possiate trovare soddisfazione.
Non è nostra abitudine scaricare la responsabilità sugli altri ma è opportuno ricordare che l'ente proprietario e gestore delle strade provinciali 8, 105 e 251 è la Provincia di Cuneo, che, come tutte le Province italiane, è stata martoriata in seguito alla legge Delrio da finanziarie che hanno azzerato i trasferimenti statali, quindi la Provincia è in grande difficoltà.
Dallo scorso anno vi sono nuovamente fondi a disposizione per la manutenzione ordinaria, che però non sono sufficienti a sostenere le esigenze degli enti di area vasta, ancor più dopo anni in cui questi interventi non si sono potuti realizzare per i motivi che abbiamo citato.
La Regione Piemonte, tramite i suoi Assessorati e i suoi strumenti di finanziamento, è al fianco degli Enti locali soprattutto per gli interventi di pronto intervento - scusate il giro di parole - legati al dissesto idrogeologico, ma non può intervenire sulla manutenzione ordinaria che rimane in capo all'Ente provinciale.
Crediamo che la Provincia di Cuneo abbia ben presente la situazione della sua viabilità e delle priorità d'investimento e quindi siamo fiduciosi che per un evento così importante e prestigioso come il Giro d'Italia si farà trovare pronta, così com'è avvenuto in passato.



PRESIDENTE

Prima di passare all'interrogazione successiva, ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta. Non è prevista replica.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 181 presentata da Valle, inerente a "Spostamento del poliambulatorio ASL di Alpignano presso i locali del Movicentro"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
181.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Com'è noto, il poliambulatorio ASL di Alpignano è sito nei locali, quelli di via Philips, che, ormai vetusti, hanno raggiunto il termine della loro vita funzionale. È per questo che nella scorsa consiliatura, precisamente il 7 febbraio 2019, era stato firmato un accordo tra l'ASL TO3 e il Comune di Alpignano, finalizzato allo spostamento dei locali dell'ambulatorio all'interno dei locali del nuovo Movicentro, lasciando a carico dell'ASL gli interventi strutturali di adeguamento dei locali e dell'infrastrutturazione dei locali e in carico al Comune gli interventi relativi alla sistemazione dell'area antistante al Movicentro.
Il passaggio logicamente precedente a tutto questo è la necessità che RFI trasferisse al Comune di Alpignano la disponibilità dei locali e dello spazio antistante la struttura per effettuare l'intervento. Intervento che peraltro, ASL TO3 aveva già a bilancio per poco meno di mezzo milione di euro sul 2019.
Sappiamo che si è perfezionato il passaggio di disponibilità in capo al Comune di Alpignano ma, complici anche gli avvenimenti politici che hanno interessato la cittadina, a oggi non sappiamo esattamente a quale punto ci troviamo e quindi interroghiamo l'Assessore per sapere quali passaggi servono ancora perché i locali del poliambulatorio, il futuro poliambulatorio, passino alla disponibilità dell'ASL e possono cominciare i lavori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il protocollo d'intesa prevede lo spostamento dei servizi sanitari presenti sul territorio di Alpignano, attualmente collocati presso il poliambulatorio di via Philips e il servizio di Riabilitazione di via Mazzini, nell'immobile sito in piazza Robotti, denominato "Movicentro".
Considerato che detto immobile è composto di due unità immobiliari, una di proprietà del Comune e una di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) era necessario che per la parte d'immobile di proprietà di RFI fosse fatta una vendita o costituito un diritto di superficie a favore del Comune altrimenti il Comune non avrebbe avuto titolo. Lo stesso, peraltro, era già previsto in un accordo sottoscritto tra le parti, l'11 ottobre 2005.
A seguito della concessione al Comune del diritto di superficie, per quanto oggi in nostra conoscenza si potrà stipulare la convenzione attuativa tra il Comune di Alpignano e l'ASL TO3 per dare avvio ai lavori di sistemazione dell'immobile Movicentro sito sia nel piano terreno sia nel piano primo destinato ad attività sanitaria, secondo il progetto allegato al Protocollo d'intesa per un importo di 480, tra l'altro, già inserito nei piani d'investimento dell'Azienda TO3. Questo percorso è stato confermato dal Commissario prefettizio di recente nominato per il Comune di Alpignano così come dalla Direzione dell'ASL TO3, al fine di creare un unico polo sociosanitario nel territorio di Alpignano, superando le difficoltà di erogazione dei servizi.
Siamo in attesa che il Comune acquisisca il diritto di superficie dalle Ferrovie, altrimenti non ha titolo per fare la ristrutturazione. Non appena avremo la comunicazione, sarà esecutivo. Noi abbiamo stanziato i soldi, che sono accantonati, il progetto c'è già, quindi agiremo al più presto. Il problema sta più che altro nei rapporti tra il Comune e le Ferrovie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 186 presentata da Bertola, inerente a "Stato dei lavori e dei collaudi per il palazzo unico della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 186.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Com'è ormai d'abitudine, da qualche anno a questa parte o, almeno da quando sono Consigliere regionale, periodicamente chiedo alla Giunta regionale lo stato di avanzamento dei lavori o dei "non lavori"del Palazzo unico della Regione: una storia di un disastro che pare non avere fine.
Così come faccio anche in quest'occasione, chiedo notizie fresche non tanto sul rispetto dei tempi dell'ultimazione lavori previsti all'inizio, che poi sono stati via via modificati, perché per rispettare quelli bisognerebbe poter viaggiare nel passato e, oggi, la scienza non ce lo permette ancora ma sul rispetto dei tempi, gli ultimi annunciati dalla Giunta regionale attuale.
Per richiamare, brevemente, gli atti più recenti, cito una determina dirigenziale del 31 dicembre 2019, proprio di fine anno, nella quale si provvedeva, in ordine al collaudo in corso d'opera tecnico, amministrativo e statico delle opere di ripristino di vizi inerenti a lavorazioni eseguite in categoria OS18, escluse le facciate continue connesse all'appalto dei lavori di costruzione del nuovo palazzo unico della Regione Piemonte a identificare la Commissione di collaudo, con l'identificazione di tre componenti dipendenti della Regione Piemonte. In una successiva determina dirigenziale (la n. 1049) sullo stesso argomento s'identificava la figura di un nuovo direttore lavori in un dipendente della Regione Piemonte.
Questi sono gli atti più recenti che abbiamo trovato e che citiamo nella nostra interrogazione. Emerge che, ancora a oggi, non sono pervenute rassicurazioni in ordine ai collaudi necessari per permettere il trasferimento dei dipendenti regionali nei nuovi uffici, nonostante le rassicurazioni dell'Assessore Tronzano, che paventava la fine dei collaudi entro il 2020. Siamo entrati nel 2020, il tempo corre, i giorni corrono e il palazzo è ancora da ultimare.
Interroghiamo la Giunta per sapere se siano stati effettuati tutti i collaudi, sia strutturali sia degli impianti, necessari per permettere il trasferimento dei dipendenti della Regione Piemonte nella nuova sede unica con specifico riferimento ai tempi di trasferimento del personale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Tronzano per la risposta.



TRONZANO Andrea, Assessore al patrimonio

Grazie, Presidente Grazie, Consigliere Bertola, per il suo question time, quanto mai opportuno, perché mi consente di aggiornare il Consiglio regionale sulla situazione complessa, che stiamo tutti affrontando con grande determinazione e grande responsabilità e, personalmente, anche con grande prudenza, perché, come giustamente dice lei, questi lavori sono un calvario infinito e quindi dobbiamo - sottolineo, dobbiamo - porre assolutamente un punto finale a questa situazione, quindi alla chiusura del palazzo unico della Regione.
C'è una piccola imprecisione nella sua descrizione, nel senso che avevo parlato e continuo a parlare, confermandolo, naturalmente con tutte le attenzioni del caso, che vorrei che i lavori - noi vorremmo - finissero entro novembre 2020. I collaudi inizieranno dopo il termine dei lavori del novembre 2020, perché potranno avvenire solo in quell'occasione, cioè alla fine lavori, dal momento che devono essere svolti sia nel periodo invernale sia in quello estivo. Conseguentemente, quando finiranno i lavori nel 2020 ci sarà una prima parte di collaudi e, nel 2021, ci sarà la seconda parte.
Dopodiché, si potrà entrare nel palazzo, perché i collaudi sono determinati.
Insomma, se tutto va bene, se tutto è confermato, se saremo bravi e se tutti quanti spingeremo verso un'unica direzione, il personale della Regione Piemonte entrerà nel 2021; i lavori finiranno - questo è l'auspicio nel novembre 2020.
Sul collaudo strutturale, leggo, perché vorrei essere preciso: "Il collaudo in corso d'opera è sempre stato effettuato" - quindi c'è un collaudo delle strutture principali in data giugno 2018, depositato presso la Regione il 9 agosto 2018 - "per cui non vi sono allo stato problematiche di tipo statico, mentre il collaudo delle strutture secondarie non potrà che essere svolto alla fine dei lavori.".
Tuttavia, c'è una novità, perché dopo un anno e mezzo d'attesa, finalmente siamo riusciti ad approvare la variante 7, che ci dovrebbe consentire di chiudere i lavori interni, quindi pavimentazione e l'ultima parte degli impianti. Questa variante 7 sarà seguita dalla variante 8.
Nel frattempo, c'è la variante 5, che è la contabilizzazione del pregresso fino al fallimento della Coopsette, sulla quale si sta lavorando e si stanno cercando delle certezze in maniera chiara e legalmente appropriata (lo sta cercando di fare SCR).
Poi ci sarà la variante 8, che seguirà la variante 7, che definirà gli ultimi dettagli.
Come lei diceva, la OS18 è una gara a sé stante, che prevede il ripristino dei vizi di ammaloramento che c'erano nel grande vuoto (vado a memoria quindi mi perdonerà se ci sarà qualche inesattezza). Non è ancora stata aggiudicata, ma è stato aperto il bando. Ci sono delle aziende e stiamo attendendo l'aggiudicazione; nel momento in cui avverrà l'aggiudicazione si procederà a ripristinare quella parte. Dopodiché, dovremmo essere nella direzione giusta, ma glielo dico con rispetto per il Consiglio e per lei che ha fatto l'interrogazione, perché in questa situazione, visto il pregresso, io certezze le darò, però il mio auspicio è proprio novembre 2020.
Stiamo lavorando, con tutti gli Uffici, con SCR e con la nuova RUP che ha preso il posto, a seguito dell'unificazione della ZUT e del Palazzo, con grande serietà, grande responsabilità e grande forza. Speriamo di dare atto al Consiglio regionale, il più presto possibile, del proseguimento dei lavori e della chiusura nei tempi da noi previsti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 187 presentata da Grimaldi, inerente a "Piena e buona occupazione dell'indotto FCA-Peugeot e investimenti sull'elettrico in Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
187.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione per ringraziare non solo gli altri Capigruppo, ma anche il Presidente Cirio e l'Assessore Tronzano per il confronto svolto l'altro giorno in piazza Castello. Credo sia stato un confronto iniziale che, come l'Assessore sa, ha anche visto al centro alcune nostre preoccupazioni, ma credo di tutte le forze politiche. In particolare, ho sottolineato che dalla vicenda che affrontiamo adesso con il question time, cioè l'indotto e la riconversione ecologica dell'economia, a partire dalla vicenda automotive, uno dei distretti ancora più grandi del nostro Piemonte, passa un pezzo di futuro, sia dell'occupazione sia, in generale, del destino del Nord-Ovest. Per più motivi, ovviamente.
Credo che i numeri siano già emblematici: 3,8 bilioni di fatturato di questo indotto e più di 300 imprese, come l'Assessore avrà sentito.
Ovviamente stiamo parlando di un numero enorme di dipendenti e di operai ma anche di classe dirigente. Stiamo parlando di una cifra che, ancora oggi, si stima fra le 35 e le 43-44.000 unità.
Senza quel pezzo di Piemonte, probabilmente non saremo più una Regione fra le prime d'Italia, tecnicamente e industrialmente, ma anche dal punto di vista economico, così rilevante rispetto al tessuto che abbiamo avuto negli ultimi due secoli.
Qual è il punto della richiesta? Avrete letto sui giornali che FCA è stata molto chiara sul punto. Mi pare che si tolga, legittimamente, parte della responsabilità sulla crisi nell'indotto dei piccoli volumi o della dimensione di alcuni attori, dicendo che ha fatto di tutto per aggregarle e quando può, lo fa. Si è presa ancor meno, mi pare, la responsabilità su quella che è una transizione tecnologica, che vedrà scomparire, anche lì tecnicamente, quasi un terzo dei componenti fisici. Di sicuro, anche gli altri due terzi dei componenti non è detto che siano dello stesso know how e della stessa intelligenza industriale che c'è oggi.
Metto al centro del question time una delle vicende secondo me più dirimente: a oggi, nella filiera dell'elettrico, i numeri non possono essere confermati (e l'Assessore Tronzano mi ha sentito dirlo in viva voce a FCA). Mentre le 20.000 unità della 500 elettrica possono essere considerate fattibili, oggi, pensare che il polo di Mirafiori produca 80.000 vetture potrebbe essere realistico solo se arrivassero altri veicoli, sempre elettrificati, sulla stessa linea di produzione.
La domanda all'Assessore Tronzano è semplice: che cosa possiamo fare noi? Mi pare che due siano le cose emerse: primo, aggiornare una di quelle ricerche, che tra l'altro la Camera di Commercio di Torino, ma in generale Unioncamere, fa da anni, sui prodotti di filiera del settore automotive, e capire quanto, sulla vicenda batterie, possiamo ancora dare un'accelerata (basta leggere le interviste alle nostre ricercatrici del Politecnico, a partire dalla dottoressa Bodoardo); secondo, capire qual è il nostro ruolo nell'attrazione di un grande produttore di batterie qua in Piemonte.
Per questo, mi sembrava giusto rendere pubblica la discussione che abbiamo fatto venerdì e dare la parola all'Assessore per capire quali possono essere i prossimi passi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Risponde l'Assessore Tronzano; prego.



TRONZANO Andrea, Assessore allo sviluppo delle attività produttive

Grazie, Presidente, e grazie al Consigliere Grimaldi per la domanda, che deve per forza avere una risposta articolata e complessa, che forse non riuscirò a mettere nell'ordine necessario. In ogni caso, è molto chiara nella mia e nella nostra testa.
Innanzitutto, il 13 marzo ci sarà il lancio del piano competitività. Sarà un piano di competitività ambizioso; sarà un piano di competitività che non sarà la Bibbia, ma sarà la base di partenza per una discussione franca sia con il Consiglio regionale sia con gli operatori economici e imprenditoriali sia con tutto il mondo che questo Piano riguarderà, quindi anche il turismo, la cultura, l'agricoltura e tutto ciò che ruota attorno all'innovazione.
All'interno di questo piano, la parola chiave sarà "innovazione" e il piano cercherà di individuare anche ciò che dovrà essere scritto nella programmazione 2021-2027, perché è lì che noi punteremo.
Il settore dell'automotive rimarrà per noi strategico, insieme al settore aerospaziale (parlo, in particolare, di Torino e provincia), quindi questa è la garanzia che noi possiamo già dare al Consiglio regionale. All'interno del settore automotive, così come nel settore aerospaziale, dobbiamo mettere alcune parole chiave, che io immagino, ma che non sono ancora una decisione definitiva, perché stiamo scrivendo la programmazione 2021-2027 e ritengo che occorra discuterne, non adesso, ma dopo il lancio del piano competitività, anche in Commissione. Le due parole chiave potrebbero essere "economia circolare" e "digitalizzazione", che vanno orizzontalmente su tutti i cluster di cui noi parleremo nel piano competitività.
Questo tipo di percorso, naturalmente, potrebbe favorire l'intervento che lei sostiene e che è anche il mio auspicio.
In secondo luogo, occorre cercare tutti insieme di spingere con il nuovo Governo affinché (qui lo dico senza polemica alcuna) il Manifacturing Technology Center possa vedere la realizzazione, perché noi, nell'incontro che abbiamo fatto con l'attuale Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte abbiamo portato un progetto che vuole identificarsi nella nuova dimensione di programmazione che la Regione vorrebbe dare, ovvero fare sistema.
Tutte le parti sociali hanno ragionato attorno a un tavolo, hanno elaborato un progetto attraverso il Politecnico, come ente terzo non di parte diciamo così - in modo che potesse essere presentato in una maniera adeguata al Presidente del Consiglio. Questo è stato fatto e il Presidente del Consiglio ci ha garantito un intervento su cinque anni, quindi un lustro. Ricordo ancora la battuta simpatica del Presidente del Consiglio che diceva "su più lustri", ma naturalmente il tavolo di fronte a lui ha detto "no, no, su un lustro solo", quindi su cinque anni, per 100 milioni di euro.
Io auspico che questi 100 milioni di euro si possa, tutti insieme ottenerli dall'attuale Governo, perché sono determinanti nel periodo di transizione. Cioè, noi siamo un'area in transizione e, conseguentemente essendo un'area in transizione, questi 100 milioni di euro ci consentono di realizzare il Manifacturing Technology Center e la Cittadella dello Spazio che sono due elementi cardine per dare seguito a quanto lei chiede.
C'è, poi, la questione dell'elettrico.
È una questione quanto mai importante, direi determinante, ma con la consapevolezza che fino al 2037, anzi entro il 2037 - dicono le ricerche circa il 30-35% del mercato sarà completamente elettrico, quindi ci saranno ancora la filiera a motore a scoppio e la filiera ibrida e sarà aggiunta la filiera dell'elettrico.
Su questo, dobbiamo essere consapevoli e non preoccupati del fatto che probabilmente l'elettrico non sta producendo quello che noi vorremmo.
Pertanto, essere attenti a questa parte, ma consapevoli che, dall'altra occorre far esistere la filiera del motore a scoppio e dell'ibrido attraverso le azioni che noi decliniamo subito nella sopravvivenza delle micro e piccole imprese, che avranno credito attraverso il Fondo unico e il Fondo di garanzia, per 90 milioni, da una parte, e 64 milioni, dall'altra.
Questo garantisce la sopravvivenza. Poi, cercheremo di fare investimenti adeguati sull'elettrico. Insieme all'Assessore Ricca, stiamo lavorando per portare in Piemonte una gigafactory, un'azienda che produca batterie.
Poiché Tesla si è già trasferita in Germania, a Düsseldorf, lì probabilmente abbiamo perso un'occasione; questa non dobbiamo perderla.
E allora, che cosa stiamo cercando di fare? Da una parte, lavorare in quel senso anche grazie a Finpiemonte per portare una gigafactory e, dall'altra utilizzare i fondi per acquistare bus elettrici. Inoltre, l'Assessore Marnati (lo leggo, perché è una cosa importante) "ha aderito al partenariato interregionale denominato AMBP (materiali avanzati per la partnership nelle batterie), coordinato dalla Slovenia, cui partecipano circa 30 regioni europee. L'obiettivo è quello di valorizzare le varie specializzazioni presenti nelle regioni europee interessate e metterle a sistema per creare lo sviluppo e la crescita di catene del valore. La Commissione ha recentemente stanziato una cifra di oltre tre miliardi, di cui più di 500 milioni destinati specificamente all'Italia".
Insomma, il panorama è molto chiaro. L'ultima cosa che le dico, che è nelle nostre corde e dobbiamo assolutamente cercare di fare è tramutare trasferire l'attuale parte di bassa produttività. Tradotto, significa che l'auto ormai è diventata una commodity; noi abbiamo settori ad alta produttività che probabilmente potrebbero rendere di più, soprattutto in Piemonte. Parlo del chimico e dell'elettronico, che potrebbero veramente diventare, all'interno del settore automotive, quel tipo di marcia in più che probabilmente consentirà all'automotive di resistere; non solo di resistere, ma ricrescere e ritornare ai valori che tutti noi, in questo Consiglio regionale, auspichiamo.
Questo è il quadro. Spero di averle risposto in maniera più o meno esaustiva ma, in ogni caso, è soltanto l'inizio. Ne parleremo dal 13 marzo in poi anche in Commissione, anche con voi Consiglieri.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per quel che può contare, ricordo i tre minuti a disposizione dell'interrogante e i cinque minuti per chi fornisce la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 188 presentata da Frediani, inerente a "Revoca della DGR n. 23-24889 del 22 giugno 1998 su mezzi di soccorso avanzato nell'ambito del territorio regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 188.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente; buon pomeriggio, Assessore.
Quest'interrogazione chiede chiarimenti rispetto alla revoca della DGR 23 24889 del 22 giugno 1998, che definiva la localizzazione e il numero massimo di mezzi di soccorso avanzato nell'ambito del territorio regionale.
Abbiamo visto l'approvazione di una delibera di Giunta del 23 dicembre 2019, la n. 30-876, dal titolo "Rimodulazione e implementazione delle ambulanze di soccorso avanzato e avanzato di base 118 e loro distribuzione sul territorio regionale".
Dall'analisi del sistema 118, si evidenziano alcune disomogeneità nella distribuzione dei mezzi di soccorso avanzato e avanzato di base in diverse aree della regione, richiedendo una riconfigurazione di alcune postazioni sia per quanto concerne il personale sanitario di bordo sia per quanto riguarda l'ubicazione delle stesse, evidenziando la necessità di incrementare in alcune aree territoriali la capillarità dell'assistenza sanitaria nell'ambito del sostegno alla fragilità della popolazione in aree territorialmente più disagiate e per far fronte alla numerosità degli interventi di soccorso nelle aree urbane.
Proprio di fronte al termine utilizzato nella delibera "disomogeneità", ci siamo chiesti quali fossero tali disomogeneità. Arrivare al punto di andare a modificare una delibera che definiva una certa impostazione e una certa distribuzione dei mezzi di soccorso significa oche c'è stato qualche cambiamento, oppure che si è scelto di potenziare alcune aree (questo è stato decisamente appurato, nel senso che la delibera sembra andare proprio in questo senso).
Vorremmo però capire quali sono, nel dettaglio, le disomogeneità nella distribuzione dei mezzi che hanno portato, per l'appunto, alla revoca della DGR del 1998.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La DGR 30-976 del 23 dicembre 2019, nel revocare la DGR 24-889 del 22 giugno 1998 - basterebbe già la data per far comprendere la necessità di una revisione! - ha, di fatto, aggiornato la situazione dell'ubicazione dei mezzi di soccorso avanzato e avanzato di base, registrando l'attuale fotografia della distribuzione dei mezzi.
Dal 1998 a oggi si è registrata un'importantissima ristrutturazione della rete ospedaliera (pronto soccorso, PPI trasformati e quant'altro). E siccome l'avanzata di base fa riferimento al pronto soccorso, era anche necessario fare una valutazione in questi termini.
Contestualmente, sono state fatte alcune valutazioni di carattere operativo che hanno evidenziato delle disomogeneità relativamente ai codici di gravità (rispetto alla tipologia dei mezzi intervenuti nelle missioni) e relativamente ai minuti di assistenza medi per abitante (rispetto ai mezzi di soccorso avanzato). Questi sono i parametri delle disomogeneità.
Infatti, i minuti di disponibilità dei mezzi medicalizzati per abitante in alcune aree risultano ancora migliorabili rispetto al mutare delle missioni di soccorso e rispetto alla media regionale, così come in altre aree la componente dei codici di gravità giallo/rosso per le missioni con mezzi di base risulta superiore in raffronto alla media regionale.
La combinazione di questi dati ha fatto ravvisare la necessità di incrementare il numero di mezzi di soccorso avanzato nelle ore diurne, così come riportato nella deliberazione.
Si rileva che l'attuale distribuzione dei mezzi sarà comunque soggetta a monitoraggio; eventuali rimodulazioni di carattere prettamente operativo così come previsto dalla deliberazione, saranno valutate dalla Direzione regionale competente.
Aggiungo che se dipendesse da me e se avessimo i fondi, li aumenterei notevolmente, perché l'importanza di intervenire con un'ambulanza di soccorso avanzato e con infermiere a bordo ci dà la possibilità di agire soprattutto su quelle patologie tempo-dipendenti, stabilizzando il paziente in tempi rapidissimi (molto più rapidi), a vantaggio della cura successiva.
Sul tema del 118, credo e spero di poter attuare questa rimodulazione aumentando ulteriormente il numero.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione a risposta immediata n. 189 presentata da Disabato, inerente a "Verifiche regionali sull'effettività dei controlli sulle carni di cinghiale da Trichinellosi "


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
189, presentata dalla Consigliera Disabato, che la illustra; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
A gennaio in Piemonte sono stati riscontrati 46 casi di persone infette da Trichinellosi (sebbene sia possibile che i dati aggiornati denotino un aumento). Casi simili sono stati segnalati anche in Toscana, Lombardia Emilia, Sardegna, Lazio e Molise, quindi è un fenomeno che si sta diffondendo.
Che cos'è la Trichinellosi? È una zoonosi causata da nematodi, cioè vermi cilindrici, appartenenti al genere Trichinella, un parassita che inizialmente si localizza a livello intestinale per poi dare origine a nuove larve, che migrano nei muscoli e nelle altre parti del corpo.
Questo parassita si contrae consumando carne cruda: in particolare, nel nostro territorio, si tratta di carne suina o di cinghiale, quindi non trattata né sottoposta a controlli.
La trasmissione nell'uomo avviene esclusivamente per via alimentare. Ci tengo a specificare che non è una malattia contagiosa, nel senso che si contrae solo per via alimentare.
Il Regolamento dell'Unione Europea 853/2004 ha reso obbligatorio l'esame trichinoscopico per questa zoonosi su tutti i cinghiali prelevati, compresi quelli destinati all'autoconsumo, al fine di evitare il possibile insorgere di casi di Trichinellosi umana. La Regione Piemonte ha approvato una convenzione con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte per l'analisi dei campioni di cinghiale prelevati sia in attività venatoria sia nelle azioni di controllo della specie. La normativa in materia di Trichinellosi prevede dunque il sistematico esame di tutti i capi di cinghiale, di equino e di suino. Le carcasse degli animali cacciati destinati al consumo umano, prima della cessione alla ristorazione locale o dell'immissione sul mercato, devono transitare per un locale apposito connesso con l'attività di vendita o per un Centro di lavorazione della selvaggina ove viene effettuato il prelievo del campione da parte del veterinario per sottoporlo a quest'analisi trichinoscopica.
È inutile dire che il diffondersi di questi casi sul nostro territorio (l'ultimo caso è stato riscontrato in provincia di Torino, ma ricordo che vi sono stati ben 26 contagiati in Val di Susa!) potrebbe essere ricondotto a un mancato esame sulla presenza di questi nematodi nelle carni di cinghiale, aspetto che potrebbe denotare un problema relativo alla reale sottoposizione delle carni di cinghiale ai controlli obbligatori da parte dei cacciatori.
Noi interroghiamo la Giunta per sapere quali azioni siano state intraprese da parte della Regione al fine di verificare che effettivamente tutte le carni di cinghiale siano sottoposte a controlli sanitari obbligatori prima del consumo umano.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Disabato.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In effetti, condivido con lei il fatto che questi casi di malattia siano in aumento, soprattutto, come ha ben citato, per il mancato controllo delle carni.
Con la delibera della Giunta regionale del 2011 la Regione Piemonte aveva recepito la normativa che lei ha citato, stabilendo gli obblighi di esame trichinoscopico sulla selvaggina cacciata, che può avere le seguenti destinazioni: centro di lavorazione selvaggina: sono riconosciuti in Piemonte 22 centri di lavorazione della selvaggina, presso i quali sono effettuati da parte del veterinario ufficiale dell'ASL, su ogni cinghiale, la visita post mortem e il prelievo per l'esame trichinoscopico, inviato poi all'Istituto Zooprofilattico, come lei ha citato prima. Quindi tutti i cinghiali che arrivano al centro di lavorazione vengono monitorati cessione di piccole quantità (un capo l'anno) da parte del cacciatore a ristoranti o punti vendita: in questo caso, l'obbligo di prelievo e invio del campione per l'esame trichinoscopico è a carico del cacciatore, che deve fornire il rapporto di prova all'operatore del settore alimentare cui vende le carni; i controlli delle ASL sono effettuati presso i punti di vendita o ristoranti. Il ristorante, nella compilazione del manuale HACCP, ha l'obbligo di ottenere dal cacciatore questo esame. Se non lo fa, ovviamente si assume tutte le responsabilità di un'omissione.
Poi c'è l'autoconsumo, e forse questa è la parte più pericolosa. Anche per il consumo diretto delle carni, il cacciatore è tenuto a effettuare il prelievo del campione e l'invio al laboratorio di cui al punto precedente.
In questo caso, sono effettuati dalle ASL solo controlli a campione tra il numero dei capi cacciati e il numero dei campioni pervenuti al laboratorio in quanto è interesse del cacciatore eseguire l'analisi, soprattutto se poi fa insaccati o se intende mangiare la carne cruda, per tutelare la propria salute.
Al fine di agevolare i cacciatori, è stata predisposta una convenzione tra l'Assessorato all'agricoltura e l'Istituto Zooprofilattico per abbassare i costi per i cacciatori, in maniera da invogliarli maggiormente a far eseguire i controlli. Però il consumo da parte di operatori professionali è subordinato all'analisi, quindi devono farla. Poi se qualcuno non la fa certamente fa un'azione penalmente rilevante. Noi abbiamo messo in atto tutte le misure necessarie, compresa quella di abbassare i costi, proprio per incentivare l'esame per coloro che fanno l'autoconsumo di carni di selvaggina. Poi, più che andarli a prendere a casa, non possiamo fare.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.40 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta inizia alle ore 15.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Hanno chiesto congedo Chiorino, Graglia, Ricca e Salizzoni.
Non sono presenti gli Assessori esterni Marnati e Poggio.


Argomento: Fondi sanitari - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 62, inerente a "Norme relative al finanziamento del presidio ospedaliero Città della Salute di Novara"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 62, inerente a "Norme relative al finanziamento del presidio ospedaliero Città della Salute di Novara", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Il relatore di maggioranza è il Consigliere Lanzo; i relatori di minoranza sono i Consiglieri Rossi e Sacco.
Nella seduta antimeridiana odierna i Consiglieri Lanzo, Rossi e Sacco hanno svolto le relazioni relative al disegno di legge n. 62. In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Preioni, Frediani Chiamparino, Marello, Rossi, Stecco e Bertola. È intervenuto l'Assessore Icardi.
Proseguiamo con la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Non c'è il Presidente Cirio, ma c'è l'Assessore Icardi.



PRESIDENTE

C'è anche il Vicepresidente.



RAVETTI Domenico

Sì, c'è anche il Consigliere Riva Vercellotti, il Consigliere Lanzo, la Consigliera Nicotra.
Sa perché richiamavo l'assenza del Presidente Cirio? Perché alle ore 13 la maggioranza e la Giunta hanno organizzato una conferenza stampa per iniziare a parlare, giustamente, di bilancio di previsione e, in particolare, per trattare il tema dei conti della sanità. E sui conti della sanità, Assessore Icardi, il Presidente Cirio ha richiamato al senso di responsabilità comune le opposizioni, non soltanto la maggioranza. E dir su questo.
Prima mi lasci dire che condivido gli interventi dei colleghi che questa mattina hanno ottenuto la possibilità di intervenire, perché c'è un fattore che è chiarissimo, Presidente e Assessore: l'Ospedale di Novara era contenuto nel Piano di edilizia sanitaria approvato nella scorsa legislatura dalla Giunta precedente e dalla maggioranza precedente. Di conseguenza, c'è una condivisione degli obiettivi e mentre molti di voi facevano altro nella vita, molti di noi già presenti qui approvavano un piano che oggi vede un ulteriore step, cioè quello della norma che il Ministero ci chiede di approvare. Noi, in coerenza, continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto, cioè potenziare con nuove strutture la rete ospedaliera piemontese.
Tra l'altro, siamo anche d'accordo - lo dicevamo allora e siamo ancora più rassicurati dalle posizioni dell'Assessore - rispetto alla necessità di ottenere (e l'abbiamo ottenuto lunedì) un approfondimento da Cassa Depositi e Prestiti, che definisce tollerabile da un punto di vista economico finanziario l'intera procedura che approveremo, se non oggi, martedì della prossima settimana. Per cui nulla di nuovo.
Lasciamo stare le velocità, queste sono parole che utilizziamo per comunicare con l'esterno, per fare propaganda. La fate voi che oggi svolgete il ruolo di maggioranza e noi in opposizione utilizziamo altre parole. Lasciamo stare la velocità, stiamo sul senso delle parole altrimenti altro che responsabilità comune! Assessore Icardi, usiamo le parole per il senso che hanno. Lasciamo stare la nostra propaganda e lasciamo stare la vostra propaganda. Se richiamate il nostro senso di responsabilità, però dobbiamo metterci d'accordo su verità condivise. Le verità o sono condivise oppure non sono verità. Allora, fermiamoci un attimo ad analizzare quello che stiamo dicendo, altrimenti stiamo sempre sul campo della propaganda e c'è sempre qualche Consigliere che si alza in piedi e dice esattamente quello che vuole e può farlo, è legittimato a farlo, ma perlomeno si abbia l'onestà intellettuale di dire che non è una verità.
È stata utilizzata la parola "debito". Si fanno debiti quando si stipulano contratti per mutui e prestiti per dare copertura alle spese. Nel 2018 e nel 2019 non sono stati fatti debiti per la sanità. È vero, non sono stati fatti i debiti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria (fuori microfono)

I disavanzi.



RAVETTI Domenico

Una cosa alla volta. Non è vero che abbiamo fatto debiti. Presidente, mi rivolgo a lei per dirlo alla maggioranza, ma chi dice che nel 2018 e nel 2019 sono stati fatti i debiti, anche l'Assessore ritiene che dica una falsità. Non è vero! Disavanzo. Si genera disavanzo quando si spende di più di quanto è possibile. Nel 2018 e nel 2019 non sono stati creati disavanzi, perché la spesa è sempre stata assicurata con coperture certe. Non è d'accordo sul fatto che le spese non siano state fatte con coperture certe? Non sono state assicurate coperture alle spese? Guardi che è importante quello che ci sta dicendo. Le coperture ci sono state, poi valutiamo quali coperture.
Il disavanzo tecnicamente non c'è stato e non si può dire che nel 2018 e nel 2019 sia stato creato disavanzo. Tecnicamente non si può dire.
Mi rivolgo a lei, Presidente, per parlare alla maggioranza, ma se utilizzate i termini "debiti"e "disavanzo"non state dicendo tecnicamente la verità. Da un punto di vista propagandistico, là fuori, dite quello che volete, ma debiti e disavanzi, nel 2018 e nel 2019, non sono stati fatti altrimenti li motivate tecnicamente, non basta scrollare la testa. Dite esattamente com'è stato generato il disavanzo.
Sulla spesa. Si è speso più di trasferimenti del Fondo sanitario regionale nel 2018 e nel 2019? Consigliere Preioni, mi ascolti, non disturbi l'Assessore. Per cortesia, lo dicevo con serenità. Lei non è sereno? Quando noi del PD diciamo che lei non è sereno, è un problema.



PRESIDENTE

Consigliere Ravetti, per cortesia, prosegua nel suo intervento.



RAVETTI Domenico

Che il Consigliere Preioni sia sereno, mi sembra un po' troppo! È vero che è stato coperto con entrate straordinarie, ed è vero per due motivi. Si è tornati a programmare le assunzioni di medici e infermieri, e si è speso di più per i farmaci, soprattutto quelli innovativi. Più medici più infermieri, più farmaci innovativi, in particolare quelli oncologici e quelli per l'epatite C. In particolare, sulle coperture con entrate straordinarie, così almeno ragioniamo sulle entrate straordinarie per coprire il disavanzo, il 2017 è stato coperto con 107 milioni, il 2018 con 302 milioni e il 2019 con 278 milioni. In particolare sul payback farmaceutico, com'è noto, e sul risparmio dalle gare nel settore farmaceutico.
Fin qui tutti d'accordo. Il disavanzo è stato coperto con entrate straordinarie e le entrate straordinarie, in quanto tali, non sono replicabili perché sono straordinarie. Le abbiamo definite e abbiamo definito anche le ragioni del disavanzo, non del disavanzo tecnico, ma della necessità di coprire quelle spese, cioè più assunzioni e più farmaci.
Anche lei avrebbe, con buonsenso, speso più soldi per assunzioni e farmaci.
Qualsiasi buon padre di famiglia, nella sanità pubblica piemontese, avrebbe speso più soldi per più farmaci, più medici e più infermieri. Non c'è dubbio. Altrimenti non si è buon padre di famiglia.
Non ci sono più entrate straordinarie ma, Assessore, lo sa perché lei è stato eletto? Lei è stato eletto perché dal 2019 in poi, a prescindere dalle entrate straordinarie, lei deve garantire un futuro alla sanità pubblica. Alla domanda precisa come vuole garantire il futuro alla sanità pubblica, rischia di rispondere - non so se lo fa, se lo ha fatto o se lo farà - "ci penso", "ve lo dico", "preparerò delle slide per altre conferenze stampa".
Il punto vero è che lei, correttamente, può fare la comunicazione che desidera, è legittimato a farla, può fare la fotografia dei conti, ma quello che le ho appena detto lo può criticare per i toni, come ha fatto il Capogruppo Preioni, lo può criticare perché sono stato un po' aggressivo, e va bene, ma su questo lei che, fuori dalla politica, è una figura tecnica non può dire il contrario. Il punto vero che non le è ancora chiaro, oggi dopo dieci mesi, è qual è la direzione da dare alla sanità pubblica. Non ce l'ha ancora detto e non l'ha detto neanche in conferenza stampa oggi.
Aspettiamo, Assessore, perché è su quello che la misureremo e non sulla sua capacità di commentare quello che è palese.



PRESIDENTE

Proseguiamo la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Volevo anch'io intervenire su tutta una serie di questioni che sono state sollevate durante la discussione generale. Partirei dal fatto che c'è una nuova notizia, c'è un nuovo PEF o una nuova bozza di PEF, non ho capito.
L'Assessore aveva parlato di un nuovo Piano Economico Finanziario sui..



(Commenti dell'Assessore Icardi)



SACCO Sean

Ah, una simulazione. Sono sempre curioso di avere dati per avere la possibilità di analizzare quello che stiamo facendo.
Detto questo, dopo aver fatto un piccolo inciso, torno sul discorso che qualcuno aveva sollevato sulla questione che confondevamo i privati che intervenivano nella sanità dal punto di vista medico e quelli che, invece intervenivano, in questo caso, dal punto di vista della realizzazione delle opere. Non è che facciamo confusione, sappiamo benissimo che c'è differenza da un punto di vista sostanziale nel modo in cui intervengono, ma non cambia il fatto che, semplicemente, andiamo a spendere più soldi rispetto a una soluzione pubblica, in entrambi i casi. Non mi si venga a dire che, nel momento in cui non siamo più capaci di trovare una soluzione, perché non ne siamo in grado o non c'è una volontà politica, si scarica la soluzione semplicemente aumentando le spese e facendo fare ai privati. Scusate, ma così son buoni tutti.
Devo dire che non ho avuto nessuna maggiore rassicurazione per quanto è stato detto in Aula, a parte qualche osservazione sul documento presentato da INAIL, rispetto alla parte su cui abbiamo discusso precedentemente e rimangono i dubbi. Certo, possiamo puntare a migliorare il Piano Economico Finanziario, possiamo fare delle simulazioni, poi vediamo cosa andremo a firmare realmente, alla fine.
Mi permetto di fare un'altra osservazione. Fra i vari punti che ha toccato Cassa Depositi e Prestiti si parla anche di un rating negativo da parte di alcune banche estere per quanto riguarda la sostenibilità di Regione Piemonte a onorare i propri debiti e, quindi, in questo caso, anche se viene gestito sulla parte totalmente di spesa corrente, ma poco cambia: sono soldi che devono uscire e se non li abbiamo, sarà un problema.
La mia e la nostra preoccupazione, come Movimento 5 Stelle, non è certo limitata all'Azienda Ospedaliera di Novara, perché questo è un altro tassello che porta a un ulteriore appesantimento dell'onere in capo alla Regione Piemonte nei confronti di contratti stipulati con soggetti in regime di partenariato, che dovremo andare a onorare nei prossimi decenni perché, nella migliore delle ipotesi, si chiuderà a vent'anni, ma nella peggiore possiamo superare il termine definito nel PEF del 2016.
Detto questo, mi sembra il minimo tentare di fare un ragionamento sulla sostenibilità finanziaria non all'interno di questa legislatura, perch tirare a sopravvivere fino alla fine della legislatura può essere una strategia, magari, per puntare alle prossime elezioni, ma poi ci si ritrova con ulteriori problemi, quando si riprendono in mano le redini della Regione, e poi bisogna governare. Siamo di fronte al fatto di non avere un piano sul lungo termine che ci permetta di trovare soluzioni e, per adesso non abbiamo ancora voluto parlare di piani e non se ne sta parlando; sembra che l'unica soluzione sia l'intervento del privato, quando ci sono altre enne soluzioni che basterebbe pianificare.
È chiaro che, essendo i bilanci previsionali triennali, siamo abituati a ragionare sul breve termine, ma se facciamo un ragionamento un po' più ampio, consideriamo che ci saranno altri presidi ospedalieri da realizzare altri partenariati con extra costi rispetto a quello che costerebbe con la partecipazione di un soggetto pubblico per il finanziamento. Inoltre abbiamo il problema dell'aumento dell'età dei piemontesi, quindi andiamo incontro a una maggiore spesa sanitaria e sono altre uscite.
Questo scenario mi preoccupa, soprattutto quando si parla di clausole d'invarianza finanziaria all'interno dei provvedimenti, quando in realtà non siamo assolutamente in grado di dire se queste scelte ci porteranno ad avere una sostenibilità sul lungo periodo dei contratti che andremo a sottoscrivere.
La nostra preoccupazione maggiore è che rischiamo e già oggi siamo in una situazione d'ingessamento dal punto di vista della capacità d'indebitamento della Regione, ma anche se spostiamo la partita sulle uscite in conto capitale rispetto alle uscite di spesa corrente e, appunto, i canoni sono iscritti come spesa corrente, nulla cambia, semplicemente andiamo a spendere più soldi: comunque, è un'uscita, comunque è denaro che dobbiamo recuperare a ogni esercizio di bilancio, per onorare i contratti sottoscritti.
Torno a dire che difficilmente ci ripenserete: l'Assessore ha detto che la Ministra Grillo non era d'accordo su questo PEF, su questo tipo di finanziamento, e che non era d'accordo sul partenariato. Beh, la notizia è che per sbloccare i soldi ai privati abbiamo dovuto aspettare un Ministro che, in teoria, dovrebbe essere di sinistra, ma non si è preoccupato più di tanto rispetto al metodo di finanziamento che è stato individuato, n tantomeno si è battuto per inserire INAIL all'interno dei decreti in cui si vanno a indicare nuovi presidi ospedalieri da finanziare, come, invece, è stato fatto per altri due presidi da parte della Ministra Grillo, ma su indicazione della Regione.
È chiaro che il Ministro alla Salute non si alza al mattino e decide a caso su quelli che sono i presidi ospedalieri da inserire all'interno dei decreti, ma lo fa su pressione delle varie Regioni. Torno a dire che il Veneto è riuscito a fare una pressione tale da inserire la realizzazione del nuovo Policlinico di Padova e parliamo di 450 milioni di euro, in un unico provvedimento e in un unico progetto.
Che aggiungere? Faremo altre osservazioni durante la discussione degli emendamenti; tra l'altro, ho visto che si vuole caricare un ordine del giorno che non ho ancora avuto modo di leggerlo, ma lo leggerò.
Detto questo, dal nostro punto di vista stiamo facendo un grave errore che pagheremo nei prossimi anni. Purtroppo, ho paura che non sarà l'unico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Icardi.
RAVETTI Domenico (fuori microfono) Ma che discussione è!



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Capisco, ma è solo perché devo andare via e il Vicepresidente mi sostituirà. È un imprevisto, mi sarei fermato fino alla fine. Se permette solo una parola al Consigliere Ravetti mentre mi congedo.
Condivido il fatto che lei ha detto che non è stato prodotto il debito e che è una questione finanziaria. È stato prodotto un disavanzo, che ha un significato tecnico preciso: quando non si riesce a far fronte con le entrate finanziarie proprie, cioè Fondo Sanitario Nazionale più le entrate proprie (risorse ordinarie, poste ordinarie, Fondo Sanitario e ticket) e non si riesce a coprire il fabbisogno, quello genera disavanzo. Poi viene coperto con le poste straordinarie, quindi non si fa il debito, ma il disavanzo c'è stato.
Io ho parlato di disavanzo: 107, 300.
RAVETTI Domenico (fuori microfono) Non è disavanzo, è coperto!



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Certo che è coperto, l'abbiamo coperto anche quest'anno con grande fatica.
Coperto.



(Commenti microfono del Consigliere Ravetti)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

No, no, ho anche fatto.
Guardi.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Ravetti, faccia finire l'Assessore.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Io non vi ho neanche criticato, ho detto che, probabilmente, sette anni di piano di rientro hanno compresso a tal punto anche le esigenze di assunzione che poi, quando si è usciti dal piano di rientro, è esplosa la spesa. Questo è sotto gli occhi di tutti. Non ne faccio una colpa, per faccio una fotografia: tecnicamente, il disavanzo strutturale è quello.
Possiamo discutere sui termini, ma tecnicamente il MEF ci misura sul disavanzo strutturale, che è esattamente quello che vi ho detto. È esattamente quello che ho detto!



(Commenti fuori microfono)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Le coperture ci sono per quest'anno, ancora sì.
RAVETTI Domenico (fuori microfono) Aggiunga che ci sono le coperture!



PRESIDENTE

Consigliere Ravetti, non dia suggerimenti all'Assessore. Faccia finire.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie. Volevo solo precisare questo. Non suggerisca sbagliato: sbaglio da solo, non si preoccupi.
Grazie. Scusatemi, ma devo proprio andare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti; ne ha la facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Intervenire con l'Assessore che se ne va mi sembra un addio: come il treno con l'amata che parte e tu che corri dietro con il fazzolettino, ma so che il Vicepresidente Carosso mi ascolta sempre volentieri.
Intervengo per dare sostegno a quanto detto dal mio collega Sacco.
Stamattina, nel suo primo intervento, ha fatto una disamina tecnica che ha messo in luce la possibilità di percorrere una strada alternativa a quella intrapresa dalla Giunta.
Sicuramente non sarà il mio intervento a farvi cambiare idea e avete tutti i numeri per approvarvi i documenti, però qualche riflessione va fatta quando poi si dice che si vota a cuor leggero. Pertanto, è giusto prendere in considerazione anche quello che dicono le altre forze politiche.
Com'è già stato detto, noi non siamo assolutamente contrari all'opera. Non è in discussione se l'opera è necessaria o no, è in discussione il modo in cui si va a finanziare quest'opera.
In una precedente discussione di qualche settimana fa avevo già fatto presente all'Assessore Icardi, che adesso purtroppo è andato via, di quanto io non sia così ostile alla partecipazione del privato, ma quando questo ha un senso, quando c'è una regolamentazione.
Project financing: già quando ero Consigliere comunale ho contestato, in varie occasioni, questo sistema di finanziamento, soprattutto in edilizia perché abbiamo già avuto degli esempi. Quando si è partiti con l'opera di Verduno, con questo sistema di finanziamento sembrava che avessimo trovato l'uovo di Colombo, invece poi abbiamo visto com'è andata a finire.
Uno dei primi documenti che ho letto, quando mi sono insediato in questo Consiglio, è stata una relazione della Corte dei Conti, che spiegava che l'operazione di Verduno era una cosa da non ripetere assolutamente. Non lo dico io, l'hanno scritto loro nero su bianco.
Ora c'è la preoccupazione che si voglia continuare ad andare su questa linea. Torno a dire: il privato può essere una grandissima risorsa, ma non possiamo continuare ad affidarci a questo sistema. A Cuneo sta nascendo un nuovo comitato, un comitato di cittadini privati che raccoglieranno dei soldi (ne abbiamo anche uno ad Alba). È vero, è un orgoglio per il territorio, perché ha raccolto un sacco di soldi - si parla di circa 25 milioni di euro - ma sono soldi dei cittadini. Gli ospedali non li possono più fare i cittadini, dobbiamo cominciare a farli fare agli enti preposti.
Noi dobbiamo sorvegliare e dobbiamo trovare la maniera migliore.
L'ha ricordato prima il Consigliere Bertola: quest'ansia da prestazione di fare gli ultimi cento metri nel miglior tempo possibile, dopo che si è fatta una maratona di cento chilometri, non serva a niente e, soprattutto non serve alle casse della nostra Regione e alle tasche dei cittadini.
Nel merito, il mio collega ha dimostrato che c'era un sistema alternativo di finanziamento, ma non è stato preso in considerazione. Non si è svegliato stamattina, dopo aver letto la relazione della Cassa Depositi e Prestiti, che tra l'altro è arrivata veramente nella notte, per cui se ha le occhiaie non è perché ha avuto qualche incontro galante, ma perch veramente non ha dormito e ha dovuto leggersi tutti i documenti per venire qua preparato! Sono mesi che noi portiamo avanti questo discorso: abbiamo fatto delle conferenze stampa e ci siamo confrontati. Non siamo stati ascoltati e torno a dire che non sarà sicuramente il nostro intervento a farvi cambiare idea però quando andrete a pigiare quel bottone, sappiate tutti che c'era una maniera diversa e non ci avete creduto abbastanza.
Non ho altro da dire.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo condivide questo progetto, il cui parto è stato travagliato e faticoso. È stato ricordato che ormai dura circa da un decennio. Riteniamo, però, che in questi mesi l'Assessore e la Giunta abbiano preso una decisione corretta, sulla base di un raffronto tra più ipotesi, e che abbiano individuato la proposta che possiamo definire economicamente vantaggiosa per il nostro Ente.
Ciò premesso, le motivazioni per le quali siamo favorevoli sono sostanzialmente in linea con quelle già esposte dai colleghi: abbiamo un ospedale - quello di Novara - che ha fatto la sua storia e oggi non è più funzionale per ritagliarsi un ruolo di polo d'eccellenza per il Piemonte orientale; abbiamo la necessità di dare ai piemontesi un luogo di cura per tanti pazienti, che sia all'avanguardia; abbiamo la necessità di fermare la mobilità passiva specialmente dal Piemonte verso la Lombardia; abbiamo la necessità (lo si ricordava nella discussione in precedenza) di promuovere un luogo di eccellenza nell'alta e nella media specialità per la nostra, ma anche per altre Regioni italiane; infine, abbiamo l'ambizione di immaginare uno spazio di valore che possa (questo mi piace evidenziarlo) attrarre pazienti anche da altre regioni, anche dalla vicina Lombardia.
In merito alla questione pubblico-privato, abbiamo discusso anche di questo, ed è pacifico che un privato voglia fare profitto; diversamente sarebbe un'associazione benefica. Se, tuttavia, i dati (non le parole), i numeri sono a favore della sanità lombarda, che introita risorse da capogiro e che introita risorse anche dalla nostra regione (si parlava di cifre di poco inferiori ai 100 milioni di euro solo di mobilità passiva dal Piemonte verso la Lombardia), ecco che allora una riflessione con una visione meno ideologica sarebbe opportuna.
Abbiamo (utilizzerei questo termine, se può creare meno ostacoli per una riflessione serena) un disallineamento; il termine debito è un termine evidentemente forte, che probabilmente non è corretto, ma è corretto dire che c'è una situazione strutturale di disavanzo, nel senso che è stato anche richiamato dal Consigliere Ravetti. Cioè, noi abbiamo entrate una tantum che ci hanno consentito di chiudere il bilancio della sanità in pareggio, ma senza le quali il bilancio sarebbe stato in disavanzo.
Pertanto, questa è una riflessione che giustamente dev'essere fatta, come deve'essere fatto un ragionamento legato non soltanto all'analisi storica e al riaccertamento dei residui. Io credo che i due punti sostanziali siano quelli di individuare un nuovo modello di sanità, da un lato, e una diversa pianificazione, dall'altro, che devono promuovere i manager all'interno delle singole ASL. Se negli ultimi anni ci sono stati problemi riguardo ai conti della nostra sanità, ritengo che una responsabilità sia in capo a quei manager che non hanno svolto al meglio il proprio compito.
Ecco perché dobbiamo interrogarci, credo anche con serenità e serietà, non solo su una diversa pianificazione e gestione: ci sono ancora troppi sprechi e manca ancora una visione e una strategia in molte Aziende della nostra regione, ma dobbiamo anche interrogarci su un modello di sanità che se non arriverà mai a essere quello lombardo, può prendere spunto da altre Regioni, anche del Nord, che hanno visto un mix equilibrato tra pubblico e privato certamente coerente con la finalità pubblica della sanità, ma ugualmente attento alla qualità degli spazi e dei servizi per i pazienti per i professionisti che lavorano e anche per i conti pubblici.
Per questi motivi, il nostro Gruppo si pone verso la condivisione di questa proposta, che ci auguriamo possa giungere quanto prima al termine della discussione e votazione finale.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riva Vercellotti.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Pare un po' surreale parlare di quest'importante investimento senza l'Assessore Icardi.
Devo dire che noi, per senso di responsabilità, non chiediamo di sospendere la discussione, perché si tratta di un investimento importante per tutto il Piemonte, che attende l'approvazione di questo disegno di legge, pertanto procediamo nella discussione generale. È alquanto singolare, però, che si discuta della Città della Salute e della Scienza di Novara in assenza dell'Assessore. Non me ne voglia l'Assessore Tronzano, che è il nostro Assessore omnibus, perché rappresenta sempre l'Assessore di Giunta che non è presente, quindi mi ascolterà sul tema della sanità, ma sarebbe stato più utile una franca discussione con l'Assessore Icardi, anche perch continuano ad arrivare le note delle agenzie di stampa che allarmano sulla situazione dei conti della sanità piemontese.
Ritengo che abbiamo messo un punto fermo con l'intervento del Capogruppo Ravetti, ben definendo che cosa significa debito e disavanzo. Tenevo a ribadire all'Assessore Icardi, ma a questo punto glielo comunicherete voi che la Giunta e la maggioranza precedente non hanno fatto disavanzo senza essere consapevoli della possibilità di coprire quel disavanzo con partite straordinarie; partite che, come ho ripetuto più volte, sono frutto, sì del payback farmaceutico - un'operazione sui farmaci - ma anche di azioni gestionali. Infatti, il risparmio che abbiamo ottenuto su alcune gare centralizzate dei farmaci o dei pannoloni o di tutta una serie di piccole e grandi acquisizioni, è frutto di azioni gestionali messe in campo per reperire quelle risorse che mancavano per garantire le assunzioni e il pagamento dei farmaci innovativi ai nostri cittadini. Non siamo andati a fare disavanzi al buio, cercando poi di capire come coprirli.
E lo abbiamo fatto anche nel 2019 (i dati lo confermano), nonostante che da luglio l'Assessore Icardi ogni due mesi continui a ripetere gli stessi dati, più 200, meno 200.
Eravamo partiti da meno 450.000; oggi i dati definitivi evidenziano un disavanzo che è totalmente coperto, quindi il saldo è zero.
Certo, qual è la preoccupazione? Che nel 2020 queste risorse non ci siano. Buon lavoro, Assessore Icardi! Perché devono essere frutto di azioni gestionali vostre, che sono quelle che continuano a mancare. Voi conoscete questa situazione sin dal vostro insediamento e non so se nei prossimi mesi riuscirete a mettere in campo quelle azioni (che non avete messo in campo finora!) per garantirvi la copertura di quel disavanzo. Da questo deriva la seconda preoccupazione: questo deve avvenire non solo chiedendo ai Direttori generali di risparmiare sui conti (per carità, è la regola numero uno che abbiamo messo in campo anche noi, ci mancherebbe), ma anche attraverso azioni gestionali da concordare con le Aziende Ospedaliere.
Se non mettete in campo delle azioni centralizzate - questa è la preoccupazione - non vorremmo che l'unica azione fosse quella di bloccare il turnover, com'era stato fatto negli anni passati, all'inizio del piano di rientro. Perché in quel modo si contengono i costi del personale, che è una delle voci più importanti, quindi si riesce a rimettere in equilibrio i conti della sanità.
Attenzione, perché su questo staremo molto attenti. Noi abbiamo cercato di garantire più assunzioni e più farmaci per la cura delle persone e non permetteremo che, in mancanza di azioni gestionali, si vada in quella direzione.
Questa è la nostra grande preoccupazione, che deriva da un altro fatto.
Immagino, Presidente Allasia, che non discuteremo dell'ordine del giorno sui laboratori analisi, dal momento che l'Assessore Icardi non è presente per cui lo rinvieremo. Ma se la linea guida della maggioranza concordata con l'Assessore (se non erro, la volta scorsa avete detto che è tutto concordato!) è quella di bloccare, per esempio, anche le riorganizzazioni che, in termini d'impatto economico, sui grossi numeri della sanità magari non hanno un impatto così forte, ma danno comunque il senso di migliorare il servizio e l'efficienza, senza toccare i servizi ai cittadini.
Perché il cittadino avrà sempre i suoi punti prelievo, parlando di quel tema. Il problema sarà la riorganizzazione dentro il sistema sanitario, che vuole andare nella direzione dell'efficienza e del miglioramento dei servizi, ma per il cittadino non cambierà nulla, non vedrà nulla di diverso.
Allora, se si vuole bloccare anche quello, che, per inciso (poi ne discuteremo quando apriremo il tema), è un processo che va avanti dal 2009.
Vi ricordo che il Ministero della Salute ha emanato le prime linee guida nel 2009, recepite poi in un accordo Stato-Regioni nel 2011, recepite dalla Giunta Cota nel 2013, fissando degli obiettivi per gli anni successivi frutto poi di un gruppo di lavoro organizzato nel 2014, che ha portato a una riorganizzazione nel 2015 e a una revisione nel 2017. E adesso, che lo stiamo portando avanti, riblocchiamo tutto per verificare l'economicità della questione? Attenzione, perché i mesi e le settimane corrono.
In sanità - lo ripetiamo - servono decisioni. Non serve solo bloccare sempre tutto! Servono decisioni e una linea d'indirizzo, che oggi manca continua a mancare e, ahimè, è mancata anche nella conferenza stampa delle 13, perché, a quanto pare, si lancia un allarme ma non si capisce quali sono le misure che si mettono a correzione di quest'allarme.
Grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Valle rinuncia al suo intervento, dal momento che il Consigliere Gallo ha assorbito tutte le considerazioni che intendeva sviluppare nel suo intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

La cosa interessante è stata quella di aver dato la parola all'Assessore Icardi prima della fine della discussione generale, per cui un Capogruppo dovrebbe poter replicare all'intervento dell'Assessore magari interloquendo con lui. Solo che lui ha replicato alle repliche scappandosene via.
Come diceva adesso il Consigliere Gallo, dovete ringraziare che il numero legale, da una parte, e forse anche la votazione su quest'atto, è garantita dai banchi del centrosinistra.
Lo dico senza troppo imbarazzo: nutro seri dubbi sul partenariato pubblico-privato. Però, sinceramente, a differenza del Movimento 5 Stelle.
Capisco anche la polemica con il Ministro Speranza, ma faccio sommessamente notare che quando il Movimento 5 Stelle governava con la Lega, i due miliardi visti sul piano delle assunzioni, i due miliardi messi in più sull'edilizia sanitaria e l'abolizione del superticket non erano nella discussione pubblica. Oggi, senza confonderci sui risultati del sistema sanitario nazionale.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Per intenderci, il Ministro Speranza non è un eroe! Forse possiamo riconoscere questa etichetta ai nostri ricercatori, ma semplicemente perch fanno il loro mestiere, da precari; perché anche questa definizione di "eroi" sembra un qualcosa che distoglie l'attenzione da quello che tutti i giorni il sistema sanitario nazionale fa.
Dicevo, non vorrei però sfuggire dal punto. Credo che il collega Riva Vercellotti sbagli nel continuare a dire: "Basta, togliamo le ideologie proviamo ad andare oltre". Mi ero segnato le parole che diceva. In realtà Consigliere, le ideologie sono in tutte le cose che dite. Io credo che nessuno dei due sistemi messi a confronto possa dire di non avere dei difetti, con la differenza che sappiamo benissimo i limiti riscontrati nella stagione dei project financing, e soprattutto conosciamo bene cosa significa non controllare pubblicamente alcune vicende, a prescindere dagli strumenti.
Faccio un esempio che ci ha visto tutti discutere lo scorso anno.
Adesso mi chiederete cosa c'entra. La vicenda Burger King l'avete seguita davanti a Palazzo Nuovo? Tutti hanno gridato allo scandalo, dicendo: "Come? L'Università ha accettato di mettere il Burger King e poi il McDonald's!".
Sapete cos'è successo? Che quella vicenda è stata fatta in project financing, non è stato scritto né il capitolato di gara e non è stato votato dal C.d.A. dell'Università l'idea che fosse l'Università a poter scegliere, anche a poter dare un diniego al tipo di operatori. Ed è successo che uno degli attori più famosi della globalizzazione oggi sta davanti alle aule di Palazzo Nuovo, perché in termini di equilibrio finanziario è quello che c'era scritto nel capitolato, cioè dare al piano terra delle entrate commerciali che potessero ripagare lo sforzo.
Mi direte: "Che esempio è?". E' l'esempio del fatto che se oggi l'Università potesse tornare indietro, immagino che non scriverebbe in quel modo un capitolato di gara. Credo che sia così, perché tutti i professori hanno detto: "No, è sbagliato. Ma che cultura diamo? Perché non abbiamo messo una mensa?". Non abbiamo messo una mensa EDISU perché in quel momento l'Università e la Regione non hanno messo le risorse per fare esattamente quell'operazione. Non vi preoccupate, è indietro nei tempi questa scelta.
Che cosa vi sto dicendo? Credo anch'io, come pensa, immagino, il Movimento 5 Stelle, che sarebbe opportuno e auspicabile - in un momento finanziario in cui il denaro costa niente e le banche sono piene di liquidità e sono in tante disponibili a fare mutui molto ampi - che la finanza pubblica e quindi i vari attori, compreso il Governo, iniziasse a pensare che, nella stagione dell'indebitamento futuro, ci sono alcuni indebitamenti molto positivi. E quello sanitario ha doppiamente una valenza positiva, perch abbatte le nostre bollette energetiche, perché dà una speranza anche di riaggregazione dei nostri poli e presidi ospedalieri. E, tutto sommato, se ci fosse più finanza pubblica, sarebbe il momento giusto per fare quegli investimenti. Non si può? È questo il punto. Perché immagino che la Ministra Grillo, oltre a fermare e ad avere qualche dubbio, qualche strategia se la sarà fatta venire in mente. Se non è successo niente, è perché si vede che l'intero sistema paese in questo momento storico non ha trovato l'energia e, forse, anche la forza pubblica per questo dibattito.
Ma vale per tante altre cose.
Giustamente la Consigliera Frediani ricordava la vicenda TAV. Anch'io lo dico sempre: sono tutti pronti a parlare di project financing, tranne che su quelle opere che però tutti, compresi i privati, ritengono essere strategiche, per cui s'indebiterebbero anche tre generazioni. D'altra parte, lo dico, questi stessi dubbi dovrebbero venirvi su tante altre opere.
Ne dico un'altra? La metropolitana numero 2 di Torino!



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Sì, ma ci siamo già confrontati anche prima delle elezioni, Presidente, e forse era meglio scendere in piazza contro i propri avversari piuttosto che con gli avversari, lei lo sa, che tra l'altro governano.
Presidente, ci sono tanti buoni motivi per dire che i dubbi riportati da chi oggi critica il sistema di partenariato dipendono dall'aver visto gli esiti nefasti di alcune esternalizzazioni, che oggi sono escluse. Ricordo una discussione in quest'Aula con l'Assessore Saitta e una delle discussioni che avevamo fatto proprio con il Consigliere Rossi sul tema delle esternalizzazioni energetiche ma non solo, anche di reparti, ma non solo, anche di infermieri.
Il punto è che c'è oggettivamente il rischio, per come può essere fatta una gara, che si pregiudichino alcune scelte politiche pubbliche per il futuro.
Abbiamo avuto delle rassicurazioni in passato e oggi, colleghi, non ne ho sentite molte e avrei voluto sentirne di più dall'Assessore Icardi.
Pazienza, si continua a giocare sull'idea di chi ha fatto ritardi, ancora su quest'idea che era tutto bloccato, come se lasciando sospese queste cose.
Di sicuro, non l'aveva bloccato la vecchia Giunta di centrosinistra e fa un po' ridere che l'Assessore Icardi si ricordi i governi per metà, come se la Ministra Grillo non fosse Ministra di un Governo che, tra l'altro, il partito di maggioranza in questa Regione sosteneva a piene mani.
Concludo, dicendo che, proprio perché questi stessi dubbi sono i medesimi che ho sulla Città di Torino e sulla Città della Salute - lo dico al Movimento 5 Stelle, con cui credo sia giusto confrontarsi a campo libero proprio perché ho sostenuto la vicenda della Città della Salute a Torino nella convinzione che quell'investimento non sia più rimandabile - mi verrebbe difficile scaricare tutte le contraddizioni di quello che ho detto su una città che non sento come la mia casa natale. Per questo, per responsabilità, farò la stessa cosa che ho fatto nelle altre discussioni però ammonendo questa discussione pubblica sul fatto che se pensiamo davvero che gli investimenti trovati in questa finanziaria siano troppo pochi e se pensiamo che i due miliardi di finanziamento dell'edilizia non siano sufficienti, c'è un'altra strada. Lo dicevamo già la scorsa legislatura: c'è una nuova stagione dei Fondi strutturali europei.
Si può discutere con questo Governo e con questa Europa, dicendo che parte di quelle risorse strategiche per la riconversione ecologica della nostra economia e della nostra società passano anche dai luoghi più importanti del nostro settore pubblico? Parlo delle case popolari, nel caso della Regione Piemonte, e dell'edilizia sanitaria. Questa è una frontiera che può essere esplorata diversamente, con più risorse pubbliche, e può ridurre considerevolmente anche l'approvvigionamento di risorse private. Questa è una qualcosa che, spero, faremo nei prossimi mesi, ma auspico che il dibattito pubblico ci porterà esattamente lì, dove le contraddizioni di oggi ci dividono.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Perugini; ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Un intervento doveroso, essendo qui in rappresentanza, come altri colleghi del territorio novarese e della città di Novara. Un intervento necessario per una serie di cose che sono state dette, in particolar modo dai colleghi del Movimento 5 Stelle, in riferimento ai tempi.
Purtroppo, voi dovete constatare insieme con noi, e lo constatate direttamente nel testo di legge, in particolar modo all'articolo 3, che questa è una legge che ha assunto carattere d'urgenza. Già in Commissione ci siamo confrontati e mi sono permesso di riportare un'evidenza che arriva dai cittadini e non dalla fantasia di qualcuno. Quando giro per la città di Novara e incontro persone che hanno più di cinquant'anni che mi dicono che è da quando erano nel passeggino che sentono parlare di un ospedale nuovo a Novara - un ospedale particolarmente datato che, comunque, è una grande eccellenza, ma è un'infrastruttura un po' complessa e particolarmente costosa - io mi vergogno.
Noi abbiamo provato a rispondere con una nuova velocità, lo ripeto anch'io e un nuovo passo che abbiamo provato, tutti insieme, a portare in quest'avvio di legislatura, proprio perché la questione affonda le radici in un lavoro strutturato di diverse amministrazioni locali e di diverse amministrazioni regionali che si sono susseguite nel tempo, passandosi un testimone concreto. Dire che ci dobbiamo prendere del tempo, che dobbiamo valutare con calma, che ci vuole prudenza: beh, concedetelo. Credo che l'Assessore lo abbia dimostrato in più occasioni e lo abbia dimostrato anche con l'ultima convenzione con Cassa Depositi e Prestiti, che ha l'obiettivo, e ha preso corpo ieri, di andare a validare, in modo ulteriore e definitivo, la sostenibilità economica, la spesa finanziaria e l'assetto finanziario di questa leggina, oltre che di tutto il suo progetto; ripeto in modo definitivo con un soggetto che, peraltro, ha anche una valenza pubblica e ha rapporto con il pubblico.
L'Assessore è stato estremamente prudente, come tutta la nostra maggioranza. Non è un avventuriero, come non lo siamo noi. Abbiamo strutturato il testo di legge, peraltro insieme, recependo, se del caso anche degli emendamenti. Si è andati nella direzione di ottenere anche un risparmio di spesa pubblica che ha un valore, forse anche superiore rispetto a quello che potrebbe ancora venire, dato che aver elevato a 23 milioni la spesa massima per anno mette nella condizione l'Ente di abbassare il tema del convenzionamento e, di conseguenza, com'è stato detto questa mattina, di risparmiare circa 90 milioni su un asset importante.
Novanta milioni risparmiati sono, comunque, 90 milioni di risorse pubbliche disponibile per la sanità.
Ecco perché rivolgo lo sguardo verso il Gruppo e i colleghi del Movimento 5 Stelle. Prima alcuni di voi dicevano: "Di chi sarà la colpa se non funzionerà?". Rispondo dicendo di chi è la responsabilità, anche una corresponsabilità, per cui tutto, da quando ci siamo insediati, è fermo.
Ho vissuto, da Assessore della Città di Novara, parte del percorso della Città della Salute e della Scienza di Novara e ho vissuto nell'interlocuzione diretta con l'Azienda, così come il Sindaco e tutta l'Amministrazione, quel bisogno che stava prendendo corpo in coda della precedente legislatura e che poi non ha preso corpo. Nel momento in cui tutti gli atti erano pronti - credo che anche il Consigliere Chiamparino lo ricordi, perché ci siamo visti più volte a Novara - sul tavolo dell'allora Ministro Grillo, a un certo punto, si è interrotto e fermato tutto. Perché? È inutile nascondersi - avete detto colpa, ma io dico responsabilità dietro a un dito, perché se sono passati ancora sette mesi un po' di responsabilità è anche vostra, oltre al fatto che noi abbiamo cercato di non essere avventurieri, di essere seri e di generare nuovi risparmi.
L'avete dichiarato più e più volte. Non è solo la questione del partenariato pubblico-privato con il quale, peraltro, da anni, si costruiscono anche le caserme dei carabinieri, altrimenti caserme nuove non ce ne sarebbero. È un inciso, ma credo sia un tema sul quale siamo tutti d'accordo. C'è un bisogno e l'unico strumento a disposizione della finanza pubblica, ahinoi, è diventato quello. Perché è in grande difficoltà il sistema Paese, come sono in difficoltà molte Regioni e la nostra - mi sembra evidente - lo è e lo è stata, ma tutti stiamo lavorando per lo stesso obiettivo: la sostenibilità economica e la continuità seria e concreta.
La colpa diventa responsabilità, quindi la responsabilità, mi spiace dirlo è anche la vostra. Forse, posso permettermi di dire, è anche un po' la nostra. È vero, lo avete detto, eravamo al Governo insieme e al Governo noi abbiamo sottoscritto - mi viene in mente a caso - il reddito di cittadinanza. Credo che tutti sappiate in quest'Aula quanto costa - e costa vuol dire vuoto a perdere - allo Stato il reddito di cittadinanza. Costa più di cinque miliardi tra la pensione di cittadinanza e il reddito di cittadinanza. Fa una spesa mese, così a caso, di 444 milioni circa, il che vuol dire che il solo reddito di cittadinanza genera più di cinque miliardi di spesa di costo per lo Stato.
Che cosa voglio dire? Voi sapete che il reddito di cittadinanza fa 780 euro mese e per chi ne ha fatto richiesta e l'ha ottenuto è la risposta a un bisogno, ma si sta dimostrando che lo strumento e la formula è stata fallimentare. Ripeto, con soldi vuoto a perdere e nessuno ha mosso una critica contro quei soldi vuoto a perdere. Che se per mese fanno 444 milioni, vuol dire che togliendo un dodicesimo al reddito di cittadinanza cioè portandolo da 780 euro a 715 euro, un collega del PD novarese prima diceva: "Noi regaleremo un ospedale all'anno alla Lombardia". Riducendo in undicesimi e non in dodicesimi il reddito di cittadinanza, probabilmente regaleremo un ospedale all'anno a ogni Regione.
L'ha detto prima il Consigliere Sacco: 470 milioni - vado a memoria - per il Policlinico di Padova hanno intercettato le risorse INAIL. Ora, io dico che se quelle risorse fossero intercettate e se il sistema Paese riuscisse a ragionare con le Regioni in un altro modo rispetto ai bisogni che ci sono, in attesa della grande, aspirata e veramente desiderata, da parte di tutte le Regioni, autonomia - autonomia è uguale a responsabilità, non assistenzialismo - cari colleghi, forse bisognerebbe andare in quella direzione. Lo abbiamo detto in Commissione e lo ribadiamo oggi, perch tutti conoscete gli argomenti, ma nel momento in cui noi stiamo ad aspettare l'ipotesi di un finanziamento INAIL, anche quelle risorse qualora non fossero intercettate, potrebbero essere usate per altri investimenti.
Noi non siamo al Governo e nessuno qui ha voluto immaginare di sconfinare nelle vicende del Governo perché, ripeto, ci possiamo prendere anche una corresponsabilità, poiché pure noi c'eravamo a votare il reddito di cittadinanza. Essendo però un'iniziativa fallimentare, se i soldi per quel costo - vuoto a perdere - si sono trovati, quand'anche tutte le Regioni si mettessero in fila e dicessero "mi serve mezzo milione"- è presente l'Assessore Tronzano - "per fare qualcosa", potrebbero andare a Roma e dire: "Ci date mezzo milione a testa, in attesa della tanto desiderata e sospirata autonomia?". Autonomia che, peraltro, è in Costituzione; che peraltro, nel caso di altre Regioni, è frutto di una volontà popolare conclamata, a fronte di un suffragio praticamente universale dei cittadini (mi vengono in mente Veneto e Lombardia).
Che cosa voglio dire con tutto questo? Non solo che non c'è più tempo da perdere su tale questione e che, rispetto a questa benedetta leggina, com'è stato descritto anche negli interventi di questa mattina, speriamo che dando seguito alla richiesta, il Ministero non abbia più esitazioni perch in fondo, c'è il riscontro di una richiesta della periferia. La periferia sta rispondendo con una legge che deve rappresentare, come ho detto, una legge di garanzia. S'intraprenda il percorso e che questo percorso dia corpo e concretezza, come ho detto, a quella che è diventata un'urgenza per il sistema dell'edilizia sanitaria piemontese, e non è sicuramente qualcosa per cui si deve prendere del tempo ulteriore, perché di tempo tutti quanti se ne sono preso a sufficienza.
È ovvio che l'obiettivo principale sarà, cammin facendo, di monitorare e di verificare che l'impegno di spesa pubblica, sia essa per il periodo di convenzione, sia essa nell'investimento immediato, sia monitorato e vigilato, poiché è stato - ahinoi - di grandissima attualità, anche protetto e tutelato, da parte di questo Ente, di questa Giunta e anche dell'Azienda Sanitaria Locale, così come di tutti gli Enti locali che saranno interessati, rispetto a potenziali infiltrazioni o rischi del genere, visto il grande impegno e la spesa economica che sono profusi.
Non può succedere niente di diverso che quest'Aula non sia "spacchettata" ma auspico che anche voi, con una riflessione, al di là dello strumento che avete analizzato dal punto di vista economico, possiate convergere in un voto che veda compatta quest'Aula per un bisogno che riguarda praticamente, la metà del Piemonte e, sicuramente, comunità che noi cerchiamo di rappresentare, ma cui evidentemente non riusciamo sempre a dare risposte adeguate, proprio perché abbiamo bisogno delle certificazioni delle certificazioni.
Nella sostanza, la differenza tra il dire e il fare è rimboccarsi le maniche. Poiché le maniche sono ben rimboccate e oggi siamo in Aula, non ci venite più a dire che non stiamo rispondendo con delle cose concrete per le nostre comunità, per i piemontesi e, in questo caso, per il Piemonte orientale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Disabato.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Ovviamente, sottoscrivo e condivido tutte le parole dette dai miei colleghi del mio Gruppo Consiliare, in particolare del collega Sean Sacco, che ha lavorato tanto sul tema dell'Ospedale di Novara. Purtroppo, mi spiace constatare che certi documenti siano arrivati all'attenzione dei Consiglieri soltanto ieri, come il parere della Cassa Depositi e Prestiti.
Io penso che se un lavoro deve essere fatto bene e se un'opera deve essere valutata in modo dettagliato, questo non debba succedere. Io, ad esempio non sapevo dell'arrivo di questo parere e il collega ha dovuto lavorare tutta la notte per analizzare il documento e, probabilmente, non ne ha avuto nemmeno il tempo necessario.
A me fa ridere anche il fatto che adesso si stia puntando all'urgenza.
Abbiamo detto che questo provvedimento è urgente, ma vi ricordo innanzitutto, che il Movimento 5 Stelle non sta governando la nostra Regione; negli ultimi sei mesi, si è fatto di tutto, tranne che parlare di sanità, di liste d'attesa, del problema della sanità e della salute in regione. Abbiamo parlato di tutto, di referendum, di crocifissi, di Bibbiano, di ricatti alle Amministrazioni, come quello che è in atto nei confronti della Sindaca Appendino sul tema della ZTL. Si è parlato di tutto, tranne che di sanità e adesso, tutto sommato, di che cosa vi rendete conto? Che fino adesso avete perso tempo, non soltanto la Giunta guidata del centrodestra, ma anche precedentemente, la Giunta guidata dal centrosinistra; per nove o dieci anni avete perso tempo e adesso vi svegliate di colpo proponendo questo partenariato pubblico-privato.
Io non me le sono sognate le parole dell'Assessore Icardi, quando, a ottobre, in visita a Roma, disse di aver esplorato tutte le strade e che la più conveniente avrebbe riguardato proprio l'INAIL, che si era detto disponibile a realizzare con proprie risorse la struttura, di cui diventerebbe proprietario per quarant'anni, lasciando all'Azienda Ospedaliera dell'Ospedale Maggiore la gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria. Questo porterebbe a un risparmio della quota annuale di una decina di milioni di euro rispetto agli oltre 18 ora previsti a carico dell'Azienda novarese.
Io non vorrei che, forse, per la fretta si voglia trovare una soluzione nell'immediato, dopo che per anni si è tergiversato, perché rischiamo di compiere un errore. Come hanno detto i miei colleghi, ci sono alcune opere in cui l'intervento del privato non è necessario, e ospedali dove si è pronti a investire. Stiamo cercando di far "digerire"una pillola da 200 milioni di euro ai cittadini piemontesi, senza nemmeno troppe giustificazioni e senza nemmeno troppo approfondire. Secondo me, questa è una scelta che si sarebbe dovuta valutare nel tempo, perché riguarda ingenti risorse di denaro pubblico.
Sull'intervento dei privati e sulla compartecipazione del privato e del pubblico ci sono parecchi esempi. Mi viene in mente un'opera, di cui si è parlato recentemente, come "Avvicinare le montagne"e l'Alpe Devero appunto, Preioni è sempre pronto all'ovazione nei confronti dei privati però quando questi privati non forniscono le giuste garanzie, non forniscono i piani economici o di sostenibilità economica, non si dice niente e si spera sempre che nessuno se ne accorga, che nessuno vada a verificare qual è la sostenibilità economica di un'opera da parte del privato e i soldi pubblici si stanziano così, senza troppe verifiche ed ecco cosa succede, magari, come con l'Ospedale di Verduno o con altre opere, dove la compartecipazione pubblico-privato c'è stata e anche con un'ingente spreco di denaro pubblico e con un privato che, invece, spesso e volentieri, ci guadagna, fa affari a danno delle tasche e dei cittadini e in questo caso, dei cittadini piemontesi.
Va bene parlare di partenariato, va bene parlare di collaborazione tra pubblico e privato, ma non bisogna dimenticare che ci vanno giuste garanzie, giusti documenti e le giuste relazioni di sostenibilità economica, oltre che (dipende, ovviamente, dall'argomento) di sostenibilità ambientale, di sostenibilità in altri termini, perché non si possono prendere decisioni al buio o nella speranza che tutto possa andare bene per poi vedere, appunto, come dicevamo prima, un altro Ospedale di Verduno.
Questo non mi sembra giusto, soprattutto perché si è tergiversato per mesi.
Come suggeriva il collega Sacco, forse, sarebbe stato il caso, dopo dieci anni, di riflettere ancora, soprattutto perché l'Assessore Icardi, in passato, ha avuto dubbi lui stesso sulla questione del finanziamento da parte dell'INAIL, quindi forse sarebbe stato meglio approfondire ulteriormente la vicenda. Io spero sempre che le procedure inerenti alla realizzazione del nuovo Ospedale di Novara non siano fatte con superficialità.
Per esempio, la settimana scorsa, alla risposta a una mia interrogazione sulla carenza di medici dell'ASL TO3 e sulla mancanza di medici, in particolare, in alcuni distretti specifici, mi è stata data una risposta del tutto superficiale e nemmeno all'attenzione dell'Assessore. Di nuovo l'Assessore non c'è, come la settimana scorsa, durante la mia interrogazione: ho ricevuto una risposta scontata e superficiale e non vorrei che anche questi argomenti fossero affrontati con la stessa superficialità.
A questo punto, visto quello che mi viene suggerito dai colleghi, non soltanto dal collega Sacco, che si è occupato in modo preciso e puntuale della vicenda, ma anche dal Consigliere Bertola riguardo agli anni che si sono persi di Giunte di destra e di sinistra che si sono rimpallate il problema, oggi siamo ancora qua e a prendere una decisione veloce e urgente, nella speranza che nulla possa andare storto.
Secondo me, questo non è il modo giusto per affrontare queste vicende. Si era chiesto di approfondire la questione e di trattare oggi la discussione generale. Abbiamo presentato degli emendamenti perché i dubbi sono tanti ve li stiamo sollevando, ma a quanto pare non s'intende tornare indietro sulla questione.
Che dire? Se volete fare lo sprint negli ultimi dieci metri, dopo aver fatto il resto della corsa in camminata, fate pure, però il rischio che vi assumete è tanto: 200 milioni di euro, da parte del privato, sono tanti.
Poi si sa, quando c'è la compartecipazione privata, i cittadini sono quelli che pagano il conto di scelte sbagliate.
V'invito e vi esorto a raccogliere le richieste di approfondimento da parte della minoranza, perché vi assicuro che non c'è nessun tentativo di ostruzionismo o di altro in queste richieste. C'è semplicemente una richiesta di essere puntuali e attenti nel valutare l'ipotesi di finanziamento di INAIL come ipotesi sostenibile. Vogliamo delle risposte in più in merito.
Questo è quello che chiediamo alla Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Disabato.
Non essendoci altre richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
C'è una richiesta, da parte della Giunta, di una breve sospensione per un incontro tra Capigruppo e Giunta, in sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.52 riprende alle ore 17.08)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, nella giornata di ieri è deceduto il dottor Giuseppe Cerchio, già Consigliere e Assessore regionale.
L'Assemblea commemorerà il Consigliere Cerchio nella prossima seduta.
Ritengo, comunque, importante, nella giornata di oggi, rivolgere un pensiero alla famiglia per la grande perdita e ricordare un uomo che ha regalato la sua competenza e la sua professionalità alla Regione, lavorando con impegno per il bene comune.
Alla Conferenza dei Capigruppo informale con l'Assessore Tronzano, si è convenuto (qualcuno eventualmente esprima la contrarietà alla situazione) di sospendere la discussione del disegno di legge n. 62, "Norme relative al finanziamento del Presidio ospedaliero Città della Salute di Novara", con la chiusura della discussione generale - che è avvenuta - e la sospensione degli ordini del giorno al prossimo Consiglio regionale, alla presenza degli Assessori competenti sugli ordini del giorno interessati, già sospesi nei Consigli precedenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Sull'ordine dei lavori, Presidente.
Ovviamente, siamo d'accordo: se dobbiamo chiudere i lavori adesso, va benissimo. È già stato fatto da un collega questa mattina, quindi non la viva come un'espressione ridondante o superflua, però voglio anch'io, in nome del Gruppo, fare i complimenti a lei, alla dottoressa Jannelli e a tutti i collaboratori del Consiglio per la bella mattinata trascorsa.



PRESIDENTE

Grazie.
Indubbiamente, il ringraziamento mio, personale, è ai funzionari e ai dirigenti che hanno svolto un egregio lavoro. Io ho fatto solo da protagonista come Presidente del Consiglio. Ringrazio, pertanto, tutti i dirigenti e i funzionari.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

So che me li invidia, Consigliere Grimaldi, i miei baffi!



(Commenti della Consigliera Canalis)



PRESIDENTE

La ringrazio. Il suo apprezzamento lo porterò nel cuore e cercher eventualmente, nel futuro di fare una valutazione personale, Consigliera Canalis.
Come inteso, sospendiamo la discussione e ci aggiorniamo per la prossima settimana.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.11)



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