Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.58 del 04/02/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.11)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari ha stabilito di svolgere in apertura della seduta odierna un'iniziativa in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, coinvolgendo una delegazione di studenti e i componenti del Tavolo tecnico istituito presso il CORECOM e il Garante Regionale per l'Infanzia e l'Adolescenza.
Dichiaro quindi sospesi i lavori per consentire lo svolgimento dell'iniziativa.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 10.12)


Argomento: Giovani

Confronto in Consiglio regionale, così come previsto dalla legge regionale del 2018 "Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo", in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, che si celebrerà il 7 febbraio 2020


PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
La legge regionale n. 2 del 5 febbraio 2018, "Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo" prevede, all'articolo 7, che, in occasione della Giornata celebrativa contro il bullismo e cyberbullismo (che sarà venerdì 7 febbraio), il Consiglio regionale, a inizio della prima seduta utile, ricordi, con un momento di raccoglimento, le vittime di bullismo e cyberbullismo.
Rivolgo il benvenuto a tutti i presenti e saluto le autorità Marta Lombardi (Sostituto Procuratore della Procura Minorile), Ylenia Serra (Garante per i Diritti per l'Infanzia e l'Adolescenza), Alessandra De Cillis (Presidente del CORECOM), Elena Ferrari e Maria Cecilia Micheletti (Ufficio Scolastico Regionale) e i ragazzi presenti in aula dell'Istituto Comprensivo "A.
Meucci" di Torino e dell'Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli.
Negli ultimi anni, il fenomeno del bullismo e del bullismo informatico o cyberbullismo hanno fatto da sfondo a molti casi di cronaca, con risvolti talvolta drammatici. Questi fenomeni sono da considerarsi una vera piaga sociale, un virus letale e subdolo, un virus letale che continua a creare seri danni con conseguenze anche gravi, soprattutto tra gli adolescenti.
Periodicamente, la stampa ci consegna drammatiche notizie di cronaca che vedono coinvolti minori. È drammaticamente lunga la lista dei giovani che sono rimasti vittime di atti di bullismo, di cyberbullismo e del sexting che proprio del cyberbullismo rappresenta una delle forme più lesive ovvero la diffusione sul web d'immagini e video privati con contenuti sessualmente espliciti contro la volontà delle persone riprese, che pu provocare effetti devastanti sulla psiche delle vittime, soprattutto quelle più giovani, spingendoli addirittura a togliersi la vita.
Non si può accettare che giovani vite possano essere indotte alla morte a causa di reiterate vessazioni commesse spesso da coetanei, anche attraverso un uso distorto della rete. Servono risposte concrete ed efficaci per i cittadini e, in particolare, per i più deboli, in questo caso bambini e adolescenti. Le Istituzioni hanno il dovere di occuparsi sempre di questi fenomeni e non soltanto quando una drammatica notizia di cronaca riaccende i riflettori sulla questione.
Per questo, il Consiglio regionale ha approvato, nel 2018, una legge per contrastare e prevenire i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, una tra le norme più avanzate a livello nazionale, con l'obiettivo di avere informazioni di contesto e capire gli ambiti di prevenzione e d'intervento.
Un ruolo fondamentale lo deve esercitare senz'altro la comunità scolastica che è e dev'essere il luogo della solidarietà, dell'inclusione e della condivisione. È necessario che sia, insieme alla famiglia, in prima linea per contrastare e prevenire questo pericoloso fenomeno.
Da una recente indagine ISTAT, risulta che più del 50% dei ragazzi intervistati tra gli 11 e i 17 anni riferisce di essere rimasto vittima nei precedenti 12 mesi di qualche episodio offensivo, non rispettoso e anche violento. È una percentuale significativa: quasi uno su cinque, ovvero il 19,8%, dichiara di aver subito azioni tipiche quel bullismo una o più volte al mese. In circa la metà (9,1%) dei 18 citati prima, si tratta di una ripetizione degli atti certamente opprimenti con frequenza quasi quotidiana. Dati che non ci possono che far riflettere.
Ritengo, e concludo, che sia importante creare quindi percorsi che stimolino lo sviluppo d'idee e progetti per costruire reti di protezione efficaci per i nostri giovani e per dire tutti insieme "no" a ogni forma di bullismo.
Con questo, vi ringrazio e vi auguro un buon lavoro.
Saluto il Governatore Cirio, che è arrivato per presenziare in Consiglio con noi. Auguro anche a lui una buona giornata e un buon lavoro.
Grazie a tutti.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Zambaia; ne ha facoltà.



ZAMBAIA Sara

Parla Alessandro.
Studente, Istituto Comprensivo "A. Meucci" di Torino "Alice detestava lo spogliatoio. Le sue compagne così perfette indugiavano il più a lungo possibile in mutande e reggiseni per farsi invidiare per bene dalle altre. Assumevano delle pose innaturali e contratte, tiravano indietro la pancia e fuori le tette.
Il mercoledì Alice usciva di casa con i pantaloncini sotto i jeans per non doversi spogliare. Le altre la guardavano con malizia e sospetto immaginandosi lo scempio che doveva nascondere sotto quei vestiti. Lei si toglieva la maglietta voltata di spalle per impedire che le vedessero la pancia e ripiegava i jeans con cura. I vestiti delle sue compagne, invece colavano disordinatamente dalle panche di legno e le loro scarpe erano sparpagliate per il pavimento." Studentessa, Istituto Comprensivo "A. Meucci" di Torino "Alice, tu sei golosa?', le disse Viola. Alice impiegò qualche secondo a convincersi che Viola Bai stava davvero parlando con lei. Era convinta di essere trasparente al suo sguardo.
'Io?' chiese guardandosi attorno, a disagio. 'Non ci sono altre Alice, mi pare', le fece il verso Viola. Le altre ridacchiarono. 'No. Non sono tanto golosa'. Viola si alzò dalla panca e le venne più vicino. Alice si sentì addosso i suoi occhi meravigliosi. 'Però le caramelle ti piacciono, no?' continuò Viola, con voce suadente. 'Sì. Insomma. Così così'. Alice si morse il labbro e si rimproverò subito quell'insicurezza da cretina. Aderì con la schiena ossuta alla parete. Un tremito le attraversò la gamba buona.
L'altra rimase inerte, come sempre.
'"Ma come? Le caramelle piacciono a tutti. È vero, ragazze?'" Viola si rivolse alle tre amiche, senza girarsi. 'Mm-mm. A tutte', le fecero ecco quelle. Alice percepì una strana trepidazione negli occhi di Federica Mazzoldi, che la fissava dal fondo dello spogliatoio.
"Sì, in realtà mi piacciono", si corresse. Cominciava ad avere paura, senza ancora sapere di cosa.
'Infatti. Ne ero sicura. E adesso la vorresti una caramella?', domand Viola." Studentessa, Istituto Comprensivo "A. Meucci" di Torino "Alice ci pensò su. Se rispondo di sì, chissà cosa mi fanno mangiare. Se dico di no, magari Viola si arrabbia e portano anche me nello spogliatoi dei maschi. Rimase in silenzio come una stupida. 'Allora? Non è una domanda così difficile', la prese in giro Viola. Estrasse dalla tasca una manciata di caramelle gommose alla frutta. 'Voi lì dietro quale volete?', chiese.
Giulia Mirandi si avvicinò a Viola e le guardò nella mano. Viola non la smetteva di fissare Alice e lei sentiva il proprio corpo accartocciarsi sotto il suo sguardo, come un foglio di giornale che brucia nel camino. 'Ci sono arancia, lampone, mirtillo, fragola e pesca', disse Giulia. Lanci un'occhiata fugace e apprensiva verso Alice, senza farsi vedere da Viola.
'Io lampone', disse Federica. 'Io pesca', fece Giada. Giulia lanciò loro le caramelle e scartò la sua all'arancia. Se la infilò in bocca e poi indietreggiò di un passo per restituire la scena a Viola. 'Sono rimaste mirtillo e fragola. La vuoi o no?' Forse mi vuole solo dare una caramella pensò Alice. Forse vogliono soltanto vedere se mangio oppure no. È solo una caramella. 'Io preferisco la fragola' disse piano. 'Accidenti, era anche la mia preferita', le fece Viola, con una pessima interpretazione del dispiacere. 'Ma a te la do volentieri'. Scartò la gelatina alla fragola e lasciò cadere a terra l'involucro. Alice tese la mano per prenderla.
'Aspetta un momento' le disse Viola. 'Non essere ingorda'. Si chinò a terra, tenendo la caramella tra pollice e indice. La fece strisciare sul pavimento sudicio dello spogliatoio. Camminando con le ginocchia piegate la trascinò lentamente lungo tutta la parete a sinistra di Alice, a filo dello spigolo, dove lo sporco era coagulato in batuffoli di polvere e grovigli di capelli.
Giada e Federica ridevano che non ce la facevano più. Giulia si mordicchiava un labbro nervosamente. Le altre ragazze avevano capito l'aria che tirava ed erano uscite, chiudendo la porta.
Giunta al fondo della parete, Viola si avvicinò al lavandino, dove le ragazze si sciacquavano le ascelle e la faccia dopo l'ora di ginnastica.
Con la caramella raccolse la mucillagine biancastra che ricopriva la parete interna dello scarico. Tornò di fronte ad Alice e le mise quella schifezza sotto il naso".
Studentessa, Istituto Comprensivo "A. Meucci" di Torino "'Ecco", disse.' Alla fragola, come volevi tu'. Non rideva. Aveva l'aria seria e determinata di chi sta facendo una cosa dolorosa, ma necessaria.
Alice scosse la testa per dire no. Aderì ancora di più alla parete. 'Cos'è? Ora non la vuoi più?', le chiese Viola. 'Già', s'intromise Federica. 'L'hai chiesta e ora te la mangi'.
Alice deglutì.
'E se non la mangio?', ebbe il coraggio di dire. 'Se non la mangi, accetti le conseguenze', rispose Viola enigmatica. 'Che conseguenze?' 'Le conseguenze non le puoi sapere. Non le puoi mai sapere'. Mi vogliono portare dai maschi, pensò Alice. Oppure mi spogliano e poi non mi danno più i vestiti. Tremando, ma in modo quasi impercettibile, tese la mano verso quella di Viola, che le lasciò cadere la caramella lurida nel palmo.
Lentamente l'avvicinò alla bocca. Le altre erano ammutolite e sembravano pensare non lo farà veramente. Viola era impassibile. Alice appoggiò la gelatina sulla lingua e sentì i capelli che ci stavano appiccicati sopra asciugarle la saliva. Masticò solamente due volte e qualcosa le scricchiol sotto i denti. Non vomitare, penso. Non devi vomitare. Ricacciò giù un fiotto acido di succhi gastrici e ingoiò la caramella. La sentì scendere giù a fatica, come un sasso, lungo l'esofago. Il neon del soffitto produceva un ronzio elettrico e le voci dei ragazzi nella palestra erano un impasto informe di gridolini e risate. Nei sotterranei l'area era pesante e le finestre erano troppo piccole per lasciarla circolare.
Viola fissò Alice con serietà. Annuì. Senza sorridere, le fece un cenno della testa che voleva dire adesso possiamo andare. Poi si voltò e uscì dallo spogliatoio, superando le altre senza degnarle di uno sguardo".
Di Paolo Giordano: "La solitudine dei numeri primi".



(Proiezione di un video in aula)



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

"Mi chiamo Enzo. Dai 14 ai 19 anni sono stato vittima di bullismo a scuola e nei luoghi pubblici, solo ed esclusivamente perché ero affetto da acne cicatriziale.
Si trattava di bullismo sotto forma di vessazioni, prese in giro, insulti ridicolizzazioni in pubblico. A casa nessuno sapeva niente fino ai 23 anni quando decisi di parlarne, perché non riuscivo più a tenere dentro tutto il dolore e la rabbia che costernava il mio animo.
Oggi, a 28 anni, sono un istruttore di tennis per disabili fisici e psicologici, con i quali mi prodigo con tutto me stesso, per far sì che non vengano presi in giro e riescano a integrarsi con le cosiddette persone normali."



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

"Mi chiamo Martina. Forse, la verità è che davvero non sono normale, per se sapessimo quello che passano gli altri, capiremmo che nessuno è normale e che tutti meritano una standing ovation almeno una volta nella vita.
Siate gentili, perché tutti combattiamo una battaglia dura e, se vogliamo veder davvero come sono fatte le persone, non dobbiamo fare altro che guardare. Forse, noi possiamo cambiare il nostro sguardo".



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

"Mi chiamo Filippo. Chiunque mi conosce sa che sul mio peso scherzo, ci sorrido, lo esorcizzo, ma mi ci misuro ogni giorno e sento questo sguardo che pesa, che mi pesa. È difficile, maledettamente difficile scherzarci su e allora ci si chiude in casa e si seppellisce la derisione mangiando. Il cibo come anestesia, stordimento per non sentirli più, per non sentirsi più. Perdersi lì dentro, perché nessuno ci trovi, intanto nessuno ci cerca".



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

"Mi chiamo Silvia. A tutti voi che, nel corso della mia vita, vi siete solo impegnati a divertirvi con le mie emozioni, sottolineando i miei difetti anche più nascosti, distruggendomi interiormente senza rendersene conto voglio dire grazie. Grazie per avermi lasciata da sola a raccogliere i pezzi rotti di me stessa e fatto in modo che li rimontassi a mio piacimento, così da sembrare più forte. Grazie anche a voi ho imparato a capire cosa significa soffrire sul serio di solitudine. Quando mi avete disintegrata all'interno e mi avete lasciata lì, da sola, ne ho approfittato per costruire più di un muro. Ogni muro rappresenta la mia personalità.
Sapete perché vi ringrazio? Perché, nonostante tutto, la vostra ignoranza mi ha resa più forte e ho sempre mantenuto il sorriso davanti a voi, non lasciandovela vinta".



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

"Mi chiamo Giancarlo. Nel corso della mia vita, sono stato vittima delle continue violenze fisiche e psichiche da parte dei miei compagni, senza un vero motivo valido, solo per divertimento.
Dopo innumerevoli sconfitte, sono riuscito a vincere la partita conclusiva: una mattina sono entrato nella palestra della mia scuola e ho puntato il più carogna dei miei compagni. L'ho guardato negli occhi e l'ho abbracciato e ho vinto io. Mi chiamo Giancarlo e credo nell'amicizia".



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

"Mi chiamo Diana. In prima media ero una ragazza goffa, molto robusta e bassina, tanto da essere stata spesso vittima di pettegolezzi vari.
Nonostante le molteplici molestie fisiche e verbali, non sono arrabbiata con queste persone, ma penso più che altro a quanto dolore abbiano dentro se, per sentirsi vivi, hanno bisogno di far sentire morti gli altri."



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

"Le testimonianze che abbiamo appena letto ci dicono che il bullismo è un problema molto grave, che ci riguarda tutti. Per questo, abbiamo pensato a che cosa potremmo fare per combattere e contrastare il bullismo e abbiamo preparato questo decalogo".



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Primo, riconoscere il bullismo.



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Cioè non sminuire o sottovalutare gli atti di bullismo, a volte considerati come normali scherzi da ragazzi.



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Secondo, non essere indifferenti nei confronti degli atti di bullismo.



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Cioè, non aspettare troppo, ma intervenire rapidamente e con decisione.



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Terzo, non lasciare sola la vittima.



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Cioè, ascoltarla, parlarle, mostrare interesse e accoglienza verso di lei cercando di rassicurarla.



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Quarto, spronare la vittima a reagire.



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Cioè, far crescere in lei l'autostima in modo che non si senta in colpa o che diventi sempre più insicura.



ZAMBAIA Sara

Studentessa, stituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Quinto, non lasciare impunito il bullo.



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Cioè, isolarlo, impedendogli di formarsi un gruppo in cui essere leader metterlo davanti alle sue responsabilità in modo che non pensi di farla franca.



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Sesto, denunciare il bullo.



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Cioè, rivolgersi agli adulti, alla polizia, su Internet, affrontarlo pubblicamente per convincerlo a cambiare positivamente.



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Settimo, creare relazioni di amicizia contro il bullismo.



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Cioè, favorire la condivisione e il supporto tra coetanei.



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Ottavo, creare un'alleanza educativa tra scuola e famiglia.



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Cioè, intervenire insieme, comunicare in modo da attivare interventi convergenti.



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Nono, imparare l'autocontrollo.



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Cioè, educarsi al dialogo e al rispetto, all'importanza di riflettere prima di agire.



ZAMBAIA Sara

Studentessa, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Decimo, dare il buon esempio.



ZAMBAIA Sara

Studente, Istituto Superiore "Lagrangia" di Vercelli



ZAMBAIA Sara

Cioè, cercare di non essere prepotenti, di non prendere in giro, di non escludere, ma di voler bene a tutti.



(Applausi in aula)



(Proiezione di un video in aula)



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Alberto Cirio.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, signor Presidente.
Un saluto a tutti i colleghi, ma in particolare a questi splendidi giovani che oggi siedono nei banchi del Consiglio e della Giunta.
Oggi è una giornata importante. Bene ha fatto il Consiglio regionale a volerla celebrare in questo modo solenne, rendendo protagonisti questi ragazzi e queste ragazze. Mi congratulo innanzitutto con loro e con i loro insegnanti, perché dietro queste giornate ci sono sicuramente tante giornate di studio, di lavoro e di attività. Personalmente credo che la scuola abbia un ruolo fondamentale nel trasmettere questi valori.
In questi giorni, sfogliando il quaderno di mia figlia, che frequenta la quinta elementare, ho visto come la scuola ha intensificato il racconto e la spiegazione di cosa sono stati i campi di sterminio, di cosa sono le leggi razziali e di che cos'è la discriminazione contro il popolo ebraico.
È sempre stato fatto, ma probabilmente è stato intensificato anche alla luce dei recenti, terribili e vergognosi, fatti di cronaca che hanno caratterizzato il nostro Paese, e anche purtroppo il nostro Piemonte.
Questo ci insegna come la scuola sia fondamentale per trasmettere a voi questi valori e come sia fondamentale che ci siano le Istituzioni - tutte ad affiancarvi in questo percorso. Credo che qui vada ringraziato il lavoro svolto dalle Forze dell'Ordine, dalla Polizia postale e dalla Polizia municipale, che in tante città, anche importanti, hanno creato sezioni apposite che si occupano di tutti i reati legati al cyberbullismo e, in generale, a ciò che avviene attraverso internet, per capirci.
Grazie anche alla Procura della Repubblica per i minori per il lavoro che svolge.
Noi abbiamo diverse convenzioni, come sa bene l'Assessore Caucino, che ha una delega specifica sui bambini, che riguardano anche coloro che commettono questi reati, che sono l'altra parte, e sono bambini.
Dai dati che abbiamo visionato, proprio grazie al lavoro svolto dalla Procura, il recupero di questi bambini è molto più facile che non quando si parla di adulti, anche di bambini che sbagliano. Credo che questo lavoro unito a quello della scuola, delle Istituzioni e degli organi giudiziari sia davvero un qualcosa di fondamentale che ci deve vedere tutti quanti uniti.
Il cyberbullismo ci insegna come la modernità porti con sé tanti rischi e come questa democrazia, che su internet appare così alla portata di tutti abbia dietro di sé la necessità di dire che questo è uno strumento straordinario, ma che occorre avere la consapevolezza di usarlo con attenzione. Pertanto, occorre avere un'educazione che sia finalizzata a un corretto utilizzo di questi strumenti che noi oggi abbiamo, ma che dietro di sé possono nascondere rischi molto gravi.
Il cyberbullismo, che è una figura ampia del bullismo, riguarda sia i bambini sia i grandi, perché nel cyberbullismo c'è anche la componente del bullismo in generale, quello che chiamano il cyber harassment, cioè la molestia attraverso l'uso del mezzo telematico, perché tutti possiamo essere vittime di bullismo, ma - attenzione - tutti possiamo essere anche bulli. Anche noi adulti.
E allora, in quel decalogo che ci hanno esposto i ragazzi, io credo manchi un punto: che i grandi diano il buon esempio. Noi possiamo essere bulli qua dentro, in questo Consiglio regionale, quando magari vediamo un collega di una parte politica diversa in difficoltà e cerchiamo di schiacciare la sua possibilità di esprimere il proprio pensiero, la propria parola, per prevaricarlo con la nostra idea. Probabilmente lo facciamo; probabilmente lo abbiamo già fatto. Possiamo essere bulli quando siamo al semaforo con nostro figlio in macchina e magari prendiamo in giro la macchina di fianco solo perché è meno nuova, meno bella o meno costosa della nostra e non parte con una ripresa veloce quando il semaforo diventa verde. Magari lo facciamo.
In quei momenti, diamo un disvalore ai nostri figli, ai nostri bambini. Il bambino che vede suo padre o sua madre fare il bullo nei confronti di un altro automobilista è un bambino che magari il giorno dopo vede il compagno con la cartella non nuova come la sua e si sente autorizzato e legittimato a iniziare un'azione di bullismo nei confronti di chi può avere qualcosa di diverso, dimenticando che la diversità è un valore straordinario ed è la ricchezza, sempre, delle nostre società, dei nostri valori, della nostra cultura.
Pertanto, io credo che noi, oggi, dovremmo fare un esame di coscienza oltre a questa celebrazione, altrimenti finisce la giornata e ci rivediamo l'anno prossimo a celebrare qualcosa che non è una festa, perché questa non è una festa, ma dobbiamo fare un esame di coscienza e cercare tutti, nella nostra vita privata, professionale, nelle nostre aziende, nelle nostre famiglie nel Consiglio regionale, nella politica, nelle Istituzioni e nello sport di fare meno i bulli, perché - se ci pensate - ogni tanto un po' i bulli li abbiamo fatti tutti.
Facciamo questo esame di coscienza, chiediamo scusa di quest'aspetto e impegniamoci come Istituzioni, perché questa legge regionale, che pone il Piemonte all'avanguardia a livello nazionale per la lotta al bullismo e al cyberbullismo, possa essere davvero attuata nei fatti.
Le leggi non bastano se, poi, non le attuiamo e non le rendiamo vive dotandole di risorse economiche necessarie e dotandole, io credo, anche del nostro impegno quotidiano per far sì che vivano realmente nella nostra società.
Grazie, ragazzi.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Salutiamo anche i futuri ambasciatori del Consiglio regionale, i ragazzi dell'Istituto Superiore "Gae Aulenti" di Biella, che lavorano a un progetto di alternanza scuola-lavoro sul cyberbullismo.
Con questo, abbiamo concluso la rassegna dedicata al cyberbullismo.
Ringraziamo tutti i partecipanti e riprendiamo i lavori della giornata.



(La seduta riprende alle ore 11.02)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Non vedo l'Assessore Poggio. Oggi veramente non vedo nessun Assessore, per in particolare l'Assessore Poggio. Abbiamo letto questa mattina sui giornali dell'intenzione della Giunta Cirio di tagliare i contributi, anzi eliminare, non tagliare, i contributi a Torino Musei.
Dal momento che la IV Commissione si sta occupando per lo più di sopralluoghi o, comunque, di tematiche molto puntuali, abbiamo avuto pochi rapporti con l'Assessore Poggio in questi mesi e ci piacerebbe capire quali siano le sue intenzioni, perché riteniamo che questa sia una notizia molto grave e molto preoccupante per il sistema culturale non solo torinese, ma piemontese, oltre ad avere possibili pesanti ricadute su alcuni lavoratori che lavorano in ambito culturale, in particolare nei musei di Torino, e rischiano con questi tagli di perdere il lavoro.



PRESIDENTE

Grazie.
Penso che nella prossima riunione dei Capigruppo possiamo fare il punto su questo tema e calendarizzare con l'Assessore Poggio una seduta di Commissione.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Chiorino, Graglia, Marrone, Salizzoni, e Tronzano.
Non sono presenti gli Assessori esterni Marnati e Poggio.
b) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
c) Processi verbali precedenti sedute Sono a disposizione e visibili sulla intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto alle Sedute Istituzionali" i processi verbali delle sedute del 3, 10, 17, 18, 19 e 23 dicembre 2019 e del 7 gennaio 2020.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Presidente, intanto colgo l'occasione per fare a lei e agli Uffici i complimenti per il bellissimo inizio di Consiglio. Non succede così spesso.
È stata una bellissima esperienza.
Visto che l'Assessore Gabusi non è fra gli Assessori in congedo, ma non ha ancora firmato, e nella seduta dello scorso Consiglio abbiamo sospeso la trattazione di un ordine del giorno che avevamo tolto dal pacchetto della discussione sull'ambiente e sui trasporti, le chiederei, o chiedo direttamente al Presidente Cirio, se si può avere una risposta in giornata e se possiamo continuare la discussione. L'oggetto era la gratuità dei trasporti per i ragazzi e le ragazze sotto i 13 anni, con accompagnatore.
L'idea è di fare una sorta di abbonamento per accompagnatori, con la gratuità per i ragazzini fino alle medie.
Stavamo aspettando la risposta dell'Assessore Gabusi, ma abbiamo interrotto la discussione. Vorrei solo sapere se è possibile riprenderla in giornata.
Grazie.



PRESIDENTE

Penso ci siano le condizioni. Verifichiamo solo con il Presidente Cirio e l'Assessore Gabusi la disponibilità odierna. Appena sarà presente l'Assessore Gabusi, ci aggiorniamo sul proseguimento dell'esame dell'ordine del giorno n. 181, che era stato sospeso la scorsa seduta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori. Considerato che al punto 2) dell'o.d.g.
abbiamo l'esame del disegno di legge n. 62 sulle norme relative al finanziamento del presidio ospedaliero della Città della Salute e della Scienza di Novara e considerato che l'Assessore ci aveva garantito un voto e una discussione consapevole rispetto alla norma, e considerato che la relazione di Cassa Depositi e Prestiti è stata consegnata ieri, non mi sembra ci siano le condizioni per discutere oggi in aula quest'importante provvedimento.
Il sottoscritto, fra l'altro, poiché non ha potuto approfondire in maniera sufficiente il documento che c'è stato consegnato ieri, ha anche presentato degli emendamenti. Penso che non abbiano potuto farlo nemmeno i colleghi perché sfido chiunque, in così poco tempo, ad arrivare preparati su un tema così importante e complesso.
Chiedo la sospensione di questo punto all'o.d.g. e di rinviarlo a martedì prossimo. In questo modo, potremmo discutere su emendamenti di merito e prendere il tempo necessario per studiare il documento che ci è stato consegnato solamente ieri. Vorrei proporre una sospensione della seduta per parlarne un attimo.
Grazie.



PRESIDENTE

La richiesta d'inversione doveva essere effettuata a inizio seduta, ma da quel che posso capire, c'è una richiesta di sospensione del provvedimento e bisogna metterla ai voti dell'Aula. Qualcuno chiede di intervenire contro tale richiesta? L'intesa raggiunta alla Conferenza dei Capigruppo era di iniziare la discussione generale e poi, eventualmente, proseguire con gli ordini del giorno, conclusa la fase della discussione generale sul disegno di legge n.
62.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Frediani ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Non ho capito bene. In Conferenza dei Capigruppo si era deciso che oggi avremmo svolto soltanto la discussione generale e poi saremmo passati alla discussione degli ordini del giorno rimasti in sospeso e rimandati. Mi conferma che è così?



PRESIDENTE

Alla Conferenza dei Capigruppo si era inteso quello, non so se poi ci siano stati altri accordi. In Conferenza dei Capigruppo era stato sottinteso che s'iniziava e si terminava la discussione generale. Sono le 11.15, non sono iscritti altri punti all'o.d.g., quindi concludiamo la discussione generale e facciamo il punto successivamente.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Ravetti ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, considerata la richiesta del Gruppo del Movimento 5 Stelle giusto per chiarirci le idee e se il Presidente d'accordo, potrebbe essere utile una Conferenza dei Capigruppo prima di esprimerci con un voto, così da riuscire a capire cosa fare.



PRESIDENTE

C'era anche la questione per cui si era in attesa, da parte dell'Assessore Icardi, del documento della Cassa Depositi e Prestiti che è stato visionato nella giornata di ieri in, IV Commissione. Ci sono alcuni fattori diversi rispetto alla precedente Conferenza dei Capigruppo, che sicuramente sono interessanti da capire per il corretto prosieguo dei lavori, ragion per cui sospenderei la seduta per qualche minuto, magari aggiornandoci al banco della Presidenza.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Comprendo le ragioni del Consigliere Sacco, tuttavia segnalo che per noi c'è un'urgenza.
Quando dico noi non intendo la maggioranza, ma noi Piemonte. C'è un'urgenza assoluta di dare una risposta immediata a un tema che è stato dibattuto affrontato, che travalica due amministrazioni regionali e che ha già avuto davvero tante, e mi permetto di aggiungere fin troppe, occasioni e opportunità di dibattito e incontro.
Noi riteniamo, come Giunta, di voler sollecitare il Consiglio, pur nel rispetto dei tempi di tutti e quindi dando la possibilità, durante la discussione del dibattito, di avere tutti i chiarimenti necessari da parte mia e dell'Assessore, ma di procedere speditamente su quest'argomento che credetemi, la Giunta ha già affrontato e approfondito trasmettendo tutti quanti gli elementi, affinché ne fossero valutati tutti gli aspetti.
Non abbiamo ereditato un pacchetto e l'abbiamo, di per sé, preso così com'èra. Lo abbiamo aperto, lo abbiamo analizzato, l'abbiamo approfondito e in alcuni casi, ripeto, anche troppo. Nel senso che abbiamo già occupato parecchio tempo e credo che sarebbe opportuno dare una risposta concreta a una delle due opere, perlomeno per la sanità regionale, davvero strategiche per il futuro del Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
È convocata una Conferenza dei Capigruppo presso il banco della Presidenza.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.15, riprende alle ore 11.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 62, inerente a "Norme relative al finanziamento del presidio ospedaliero Città della salute di Novara"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 62, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Lanzo, che ha facoltà di intervenire.



LANZO Riccardo, relatore

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge oggi in discussione, che ci accingiamo a discutere e poi votare, ha come oggetto le norme relative al finanziamento della Città della Salute e della Scienza di Novara.
Questa proposta di legge nasce dall'esigenza del Comitato di Valutazione Tecnica costituito all'interno del Ministero della Salute, che a fronte della concessione di un finanziamento statale per la realizzazione di quest'opera ci chiede una legge di garanzia, che garantirà l'adempimento da parte dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera di Novara del pagamento dei canoni di disponibilità all'interno del contratto di partenariato pubblico privato, che è lo strumento utilizzato per la realizzazione di questa grande opera, di quest'opera strategica, qual è la Città della Salute e della Scienza di Novanta.
È pure evidente che il dibattito che si è affrontato in questi mesi, sia in Commissione sia dentro e fuori il Consiglio regionale, era proprio lo strumento utilizzato, lo strumento giuridico del contratto di partenariato pubblico-privato. In questo senso, dobbiamo ringraziare davvero tanto l'Assessore Icardi che, alacremente, ha lavorato per percorrere qualsiasi strada finalizzata a perseguire i veri obiettivi che ogni Pubblica Amministrazione deve perseguire, soprattutto in tema di edilizia o comunque, di qualsiasi opera pubblica, ossia principi di efficienza efficacia e trasparenza.
Sono state battute tutte le strade e la strada del partenariato pubblico privato si è rivelata un perfetto modo, una perfetta concezione di quella che è la nostra idea di sanità: una sanità principalmente pubblica, che deve collaborare in sinergia e in assoluta collaborazione con la parte privata. È chiaro che tutto questo percorso dev'essere necessariamente monitorato e seguito dalla fase della progettazione, fino alla realizzazione e alla consegna dei lavori.
Non nascondiamo che questa legge molto probabilmente non sia strettamente necessaria, in quanto è pur vero che un Comitato tecnico, che non ha funzione legislativa, chiede a un organo legislativo indipendente, quale quello della Regione, di legiferare su un tema così importante. Detto questo, anche in questo caso, si manifesta la nostra concretezza e serietà nell'adempiere a quanto richiesto. Quindi, non ci sono più scuse, non ci sono più giustificazioni e possiamo andare finalmente avanti con un progetto così importante.
Direi che questo è il progetto emblematico: il primo progetto che arriva in quest'aula e che vedrà concretizzarsi dei prossimi anni. Da novarese, non nascondo una certa emozione e un certo orgoglio a portare avanti questo tipo di dibattito e di proposta di legge. Anche perché questo dibattito sulla Città della Scienza e della Salute di Novara c'è ormai da parecchi anni, se non qualche decennio.
Appare quantomeno evidente che, dall'altra parte del mondo, per realizzare un ospedale in emergenza sanitaria, quale quella del coronavirus, ci mettono dieci giorni a costruire una struttura con 1.000 posti letto, noi in Italia, prima di iniziare un'opera pubblica, impieghiamo più di vent'anni.
È arrivato il tempo di procedere, è arrivato il tempo di cambiare velocità e la Città della Scienza e della Salute di Novara è un primo pilastro anzitutto, perché sarà attrattivo per le nuove utenze, sarà attrattivo per nuove professionalità, sarà attrattivo per tanti aspetti legati non soltanto all'ambiente ospedaliero, ma anche all'ambiente universitario alla ricerca, quindi con un'attrazione di finanziamenti, di risorse e d'investimenti.
Questo è il primo passo, all'interno di una strategia più ampia di quello che è un piano strategico sanitario integrato che vogliamo sul nostro territorio. È chiaro che non è soltanto una vittoria del territorio novarese, ma è una vittoria della Regione, che vedrà necessariamente un hub ospedaliero così importante, che permetterà di ridurre i costi per quanto riguarda le manutenzioni ordinarie e straordinarie, ma limiterà anche la mobilità passiva dei pazienti dalla nostra regione ad altre Regioni limitrofe, come la Lombardia. Ecco, tutti questi fattori messi insieme garantiscono il successo di un'operazione che stiamo portando oggi in Consiglio regionale.
Concludo con un auspicio e un messaggio positivo per i piemontesi: con questa legge, finalmente, il Piemonte cambia velocità!



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Grazie.
È relatore di minoranza il Consigliere Rossi, che ha facoltà di intervenire.



ROSSI Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Oggi arriva in aula un provvedimento importante per questa Regione, l'ha già detto il collega Lanzo. La sua battuta finale mi costringe a partire con un'altra battuta, nel senso che siamo d'accordo con il collega Lanzo perché sia il PD sia la Lega hanno lavorato perché questo progetto andasse avanti.
Tuttavia, visto il risultato di ieri, vista l'ennesima valutazione positiva sul PEF, con qualche distinguo sulla durata, visto che ancora una volta dopo cinque valutazioni da parte del Nucleo di valutazione, anche ieri la relazione di Cassa Depositi e Prestiti, ha confermato che il PEF va bene e che si può procedere, con qualche attenzione rispetto alla durata. Tutto ciò significa che, forse, rispetto al tema della velocità - poi, torno al mio intervento che avevo immaginato - questi sei-sette mesi che sono passati, effettivamente, quando dicevamo (da giugno-luglio) che andava tutto bene e che il piano era stato verificato più volte, forse, avevamo ragione, perché non mi sembra siano emerse questioni che l'abbiano messo in discussione.
Resta un dato storico: credo che questo sia il Piano Economico Finanziario più valutato nella storia d'Italia per un ospedale, fra l'altro, senza che mai nessuno abbia detto che non andasse bene. È un piano che viene rivalutato nonostante le verifiche positive. Effettivamente, è una questione anomala, com'è anomalo (anche su questo concordo con quanto detto dal collega Lanzo) che un organo amministrativo del Ministero indichi a un'istituzione legislativa di fare una legge.
Tra l'altro, è anomalo doppiamente, perché nella presentazione dei due progetti, simili dal punto di vista del Piano Economico Finanziario entrambi con il partenariato pubblico-privato, con durata e indice di remunerazione analoghi, per uno (il Parco della Città di Torino) lo stesso nucleo ha dato l'ok e poi il Ministero ha finanziato l'opera, mentre nel caso di Novara, rispetto a un Piano Economico Finanziario molto simile, si è chiesto un intervento legislativo (all'epoca, era Ministro della salute la Ministra Grillo) e poi l'Assessore Icardi ha voluto un'ulteriore verifica per assicurarsi che la strada intrapresa fosse quella corretta.
Questa verifica è arrivata ieri e finalmente possiamo procedere, almeno con l'approvazione della legge, augurandoci che il provvedimento venga poi immediatamente recepito dal Ministero e si passi al decreto di ammissione a finanziamento, in modo che l'Azienda Ospedaliera possa poi procedere con la gara.
L'altra velocità - permettetemi - l'avevamo forse impostata nella scorsa legislatura, approvando dei progetti che stiamo portando avanti, dopo ulteriori verifiche. Adesso speriamo che non ci siano altri intoppi.
Si è detto molto su quest'opera. Ne abbiamo discusso molto, Presidente, sia in aula sia in Commissione, anche durante l'ultimo Consiglio sull'edilizia sanitaria, per cui non tornerò nel dettaglio di alcune questioni, ma ricorderò solamente i titoli.
Il motivo del partenariato pubblico-privato, per quanto riguarda lo specifico di Novara, andava portato avanti, perché rinunciare al partenariato pubblico-privato avrebbe significato rinunciare al finanziamento statale, ex articolo 20 della legge 67 del 1988. Significava prendere un progetto che, qualora il Ministero avesse concesso il finanziamento, era al punto della gara, il che vuol dire che a quel punto individuato il partner privato, si sarebbe potuto partire con i lavori.
Cambiare metodologia di finanziamento ci avrebbe riportato all'inizio del percorso.
Questo, per quanto riguarda Novara, così com'è stato anche per Torino, non sarebbe stato corretto nei confronti dei cittadini, ma anche da un punto di vista economico. Su questo ritornerò nel mio intervento.
Le strade presentate anche da colleghi di altre forze politiche avrebbero presupposto l'abbandono del finanziamento statale. La strada di INAIL invece, di cui si è più volte discusso, avrebbe, nella migliore delle ipotesi, allungato l'iter di anni. Nella peggiore delle ipotesi, avrebbe abbandonato l'opera.
Perché dico questo? Perché anche il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di cui abbiamo discusso in quest'aula durante il dibattito sull'edilizia sanitaria, in cui il Presidente del Consiglio dei Ministri indicava un elenco di opere, non è un decreto di finanziamento - l'ho già detto, ma è bene ricordarlo oggi - ma è un decreto dove il Presidente del Consiglio dice: "INAIL, puoi valutare queste opere". Poi, INAIL, per ogni opera fa una valutazione nel merito: se è finanziabile, se va bene, se il progetto gli piace, se la zona scelta va bene o se bisogna cambiarla.
Capite che quando c'è, effettivamente, da impostare un finanziamento, la valutazione è diversa dal dire "sì, puoi valutare", che è un aspetto più di natura politica.
Da questo punto di vista, ben venga l'INAIL per tutti gli ospedali di cui il Piemonte ha ancora bisogno, ma, per quanto riguarda Novara e Torino riteniamo corretta la strada intrapresa, tutti consapevoli che il fabbisogno di edilizia sanitaria nazionale, ma anche quello del Piemonte non può essere soddisfatto da INAIL.
Pertanto, la strada di INAIL, qualora dovesse essere intrapresa, come ci auguriamo, per l'Ospedale Unico del VCO (lo chiamo ancora così perché ci auguriamo che, prima o poi, anche l'Assessore capisca che la strada intrapresa sul VCO non è quella corretta; così come abbiamo parlato spesso della necessità per Alessandria), per noi va benissimo, ma dobbiamo essere consapevoli che l'INAIL non è in grado di soddisfare i fabbisogni di tutta la Nazione, tanto meno del Piemonte.
Pertanto, altre forme, soprattutto per gli enti indebitati come il Piemonte, vanno e devono essere prese in considerazione.
Da questo punto di vista, Presidente, ci auguriamo che con il passaggio di ieri in Commissione, con questa relazione di CDP, si possa procedere.
L'unica questione che la relazione di ieri aggiunge è un'indicazione relativa agli anni, non tanto dicendo che l'ipotesi sui 26 anni non va bene, ma dicendo: "Guardate che abbiamo testato il mercato e in questo momento, in questa fase storica, c'è un po' di riluttanza a finanziare percorsi così lunghi, quindi è molto più probabile che si finanzieranno percorsi più brevi".
Nulla di preoccupante. Anzi, se questo ci fa risparmiare risorse dal punto vista finanziario, non possiamo che esserne tutti contenti e soddisfatti.
C'è un tema però, Presidente, che è bene ricordare in aula: il Piano Economico Finanziario, valutato anche da CDP, è un piano che partiva dal presupposto di una cifra annua che l'Azienda Ospedaliera Universitaria sarebbe stata in grado di pagare in maniera autonoma. Con i soldi risparmiati, per esempio sulla manutenzione, con l'aumento previsto di produzione, che in letteratura avviene, statisticamente, ogni volta che si fa un nuovo ospedale e con altre forme di risparmio dovute al nuovo ospedale, si arrivava a coprire interamente, con il fondo che storicamente l'Azienda Ospedaliera Universitaria riceve dalla Regione, a saldo zero il canone.
È chiaro che, qualora il canone dovesse passare, nell'ipotesi di riduzione della durata, da 18 milioni e mezzo a - ipotizziamo, è un gioco di fantasia a 20-21 milioni, allo stato attuale l'Azienda Ospedaliera Universitaria non è in grado, rispetto al piano presentato, di coprirlo interamente, per cui è evidente che la Regione dovrebbe coprire quel delta. In Commissione ne abbiamo parlato con l'Assessore e l'Assessore correttamente dice che non è un problema, perché tanto sono sempre soldi della Regione. Aggiungo: non è un problema anche perché l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Novara insieme con l'ASL di Novara e all'ASL CN2, sono le uniche tre Aziende in questa Regione che, a consuntivo 2019 (ma credo anche nello storico), non producono disavanzo, al contrario di tutte le altre Aziende Ospedaliere Universitarie del Piemonte, che invece ogni anno producono disavanzo alcune anche per milioni di euro.
Nel percorso di efficientamento dei disavanzi, che era già partito nel 2017 con l'Assessore Saitta e sta continuando, tutto quello che si riesce a risparmiare andando a dire a chi fa debito "guarda che questo debito tu lo devi ridurre", deve andare ai virtuosi. Certamente i virtuosi sono quelle Aziende che non producono disavanzo, offrendo lo stesso i servizi sul territorio.
Resta un dato economico, Presidente, e vado verso la chiusura del mio intervento. Perché dicevo che il tempo non è una variabile indipendente ed è anche una questione di natura economica? Lo abbiamo detto più volte sia in aula sia in Commissione, ma lo ribadisco: questa Regione paga una mobilità passiva di circa 40 milioni di euro. Nel saldo tra mobilità attiva e mobilità passiva, nel 2018, l'ultimo dato che ci ha fornito l'Assessore era in negativo, per il Piemonte, di 88 milioni.
Verso la sola Lombardia, nel 2018, questo dato (credo di ricordarlo correttamente) era di 211 milioni. Capite benissimo che fino a quando noi non mettiamo il Piemonte nella condizione di essere all'avanguardia nelle strutture e nei servizi, le persone che si rivolgeranno ad altre Regioni e strutture aumenteranno.
Questo significa che, mentre noi continuiamo a rimandare gli investimenti in Piemonte dal punto di vista ospedaliero, le altre Regioni, invece continuano a farli. Ricordo, come ho già ricordato in aula, che per esempio a Rho, nell'area dell'ex Expo, stanno costruendo un nuovo ospedale specialistico, all'interno dello Human Technopole, il che non ci mette nella condizione di essere concorrenti, ma ci mette nella condizione di subire l'innovazione degli altri.
Noi non possiamo più permetterci di trovarci in questa condizione. Novara e Torino sono il primo passo di quello che deve essere all'avanguardia, com'è stato deciso nella scorsa legislatura dalla Giunta e poi dal Consiglio, con l'approvazione del Piano di edilizia sanitaria, nel maggio 2018. Dobbiamo smettere di regalare un ospedale di medie dimensioni all'anno alla Lombardia. Per farlo, dobbiamo investire a casa nostra.
Ecco perché la variabile tempo è il motivo per cui, per quanto riguarda i nuovi ospedali, noi siamo disposti a discutere tutte le forme d'investimento e finanziamento possibili, ma per quelle che erano già in dirittura di arrivo abbiamo deciso di mantenere le scelte già fatte.
Ci auguriamo, Presidente, davvero, che il passaggio con il Ministero avvenga senza intoppi e che Novara costituisca, insieme al Parco della Salute di Torino, il perno con cui rilanciare e aumentare l'eccellenza e la qualità dei servizi ospedalieri del Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
La parola al Consigliere Sacco, in qualità di secondo relatore di minoranza.



SACCO Sean, relatore

Grazie, Presidente.
Siamo arrivati in aula a discutere un provvedimento che abbiamo sempre sperato di riuscire a evitare ai piemontesi.
Quando si parla di un ritardo di anni, anzi di più di un decennio, per quanto riguarda il nuovo ospedale di Novara, non si venga a dire che è colpa del Movimento 5 Stelle, perché, negli ultimi 15 anni, nel panorama politico italiano noi siamo stati poco.
Detto questo, voglio fare una riflessione più di carattere generale, per spiegare le nostre perplessità rispetto a questo tipo di provvedimento e finanziamento, che prevede un intervento molto forte da parte del privato nella costruzione del nuovo ospedale. Un intervento che viene remunerato con più di 200 milioni di euro rispetto a quello che ci sarebbe costato prevedendo una soluzione alternativa come quella che aveva iniziato a percorrere la Ministra Grillo. Poi, purtroppo, con il cambio di Ministro è stata abbandonata, lasciando non solo il Piemonte, ma la stessa Azienda Ospedaliera di Novara con un problema in più: dover corrispondere un canone nel caso in cui vada tutto bene (fra virgolette) di dieci milioni di euro in più rispetto a quello che si sarebbe dovuto corrispondere annualmente con l'ipotesi che era stata fatta percorrendo il finanziamento attraverso l'INAIL.
Di solito, si parla dell'INAIL - gli altri Consiglieri ne parlano - come un qualcosa di mistico, come un percorso impraticabile. Chi parla di INAIL è per forza contrario alla realizzazione di nuovi ospedali. Ripeto: per noi l'ospedale di Novara va assolutamente realizzato, ma con il corretto sistema sia dal punto di vista della sostenibilità economica sia dal punto di vista del risparmio per le tasche dei piemontesi.
Tornando al discorso INAIL, diversi sono gli esempi in cui in Italia si è ricorso all'ingente investimento di INAIL all'interno delle opere di edilizia sanitaria. Uno, per esempio, è il nuovo ospedale di Arma di Taggia, per un valore di 225 milioni di euro; l'altro, è il recente Policlinico di Padova, con addirittura un investimento di 450 milioni.
Anche il Piemonte ha deciso di inserire qualcosa nell'ultimo decreto firmato dal Ministro della Salute e dal Ministro dello Sviluppo Economico per quanto riguarda gli ospedali del VCO e l'ospedale di Moncalieri.
Ospedali che, a oggi, sembrano abbastanza in bilico. Perché dico questo nel ragionamento su Novara? Perché oggi diventa sempre più difficile andare a intercettare quella quota , perché - ricordiamolo - uno dei presupposti per il finanziamento da parte di INAIL è la cantierabilità dell'opera. Questo vuol dire che, nel momento in cui viene fatta la proposta a INAIL con un progetto, questo progetto deve essere arrivato in fase conclusiva.
Inserire, all'interno di tutta una serie di proposte, dei progetti che sono in bilico non certo per volontà nostra, ma per volontà della Giunta o comunque, per delle perplessità che sono state sollevate (non è questo il luogo in cui entrare nel merito, lo faremo più avanti), rischia di farci perdere anche la possibilità di essere inseriti nella programmazione degli investimenti INAIL per tutti quelli che sono i presidi.
Presidente, fra l'altro non c'è l'Assessore; sto parlando con me stesso!



PRESIDENTE

Scusi: è uscito un attimo, ma arriva subito. Cinque minuti.
Prego.



SACCO Sean, relatore

Va bene, entro un attimo nel vivo della relazione.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) La relazione non è un passaggio solo formale. Lei non può ignorare una richiesta!



SACCO Sean, relatore

Anche perché mi è stato detto che avrei avuto delle delucidazioni da parte dell'Assessore Icardi.
Volevo utilizzare il tempo in maniera utile, e non fare del mero ostruzionismo.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Chiediamo una sospensione fino al rientro dall'Assessore, Presidente.



(Commenti fuori microfono)



SACCO Sean, relatore

Sì, discutiamone. Ma se poi devo ripetere.



PRESIDENTE

In aula è presente il Vicepresidente Carosso.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Sì, ma con tutto il rispetto per il Vicepresidente, non è l'Assessore competente in materia!



PRESIDENTE

Proceda con la sua relazione. Grazie.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Presidente, lei non può ignorare una richiesta motivata!



(Commenti fuori microfono)



SACCO Sean, relatore

Se ha un'urgenza, io aspetto.



PRESIDENTE

Va bene, sospendiamo i lavori per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.46, riprende alle ore 11.47)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ringrazio l'Assessore Icardi per la sua disponibilità.
Visto che chiedete sempre il rigore della Presidenza, chiedo la cortesia che i Consiglieri, per intervenire, alzino la mano e attendano la parola.
Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean, relatore

Grazie, Presidente. Grazie, Assessore.
Proseguendo sull'iter che ha avuto questa norma, una delle richieste avanzate a Cassa Depositi e Prestiti è stata quella di avere una valutazione in merito alla congruità di tutta una serie di aspetti economico-finanziari presenti all'interno del PEF. Questo documento è pervenuto solamente ieri, ma ho fatto del mio meglio, nel poco tempo che avevo a disposizione, per cercare di approfondire alcuni aspetti.
È un documento che richiama diversi elementi di natura tecnica nel linguaggio economico-finanziario che ho cercato di approfondire, almeno per quanto riguarda ciò che c'è stato proposto.
È pur vero che, in linea generale, parla di tutta una serie di condizioni "soddisfacenti", ma non è spiegato il motivo per cui si ritengano soddisfacenti. Dunque, diventa anche difficile, per il lettore, fare un'analisi completa su una serie d'indicazioni. Perché la differenza fra "soddisfacente" e "ottimale", come ho detto in Commissione, per tutta una serie di voci all'interno del partenariato pubblico-privato, implica un risparmio di decine di milioni di euro.
Detto questo, entriamo nel merito della norma, perché ci viene chiesto di garantire il flusso di cassa che si dovrà generare in questi anni da parte dell'Azienda Ospedaliera Unica nei confronti di coloro che andranno a realizzare l'opera.
All'inizio, quando è stata presentata la norma in Commissione, il flusso doveva avere come tetto massimo 20 milioni di euro l'anno, per una durata massima di 26 anni (ovvero, la durata del partenariato previsto nel PEF).
Questo provvedimento è stato quindi licenziato, sia pure con una serie di rassicurazioni: il provvedimento che si sta discutendo attualmente in aula parla di un tetto massimo di 23 milioni di euro, più l'indicizzazione eccetera eccetera, e un limite temporale che non c'è più. Registriamo dunque, un aumento del possibile canone, senza più avere un'indicazione temporale che garantisca un tetto massimo oltre il quale non dovremmo andare. Speriamo, quindi, nella buona fede: si sa che, quando si produce una norma discrezionale, quello che succede dopo non è più nelle mani dei legislatori, ma si delega a non si sa bene chi, in quanto non sono persone deputate a garantire una corretta allocazione dei denari pubblici, che invece a noi sono affidati come legislatori e come rappresentanti dei piemontesi.
Inoltre, è stata fatta tutta una serie di rilevazioni, a partire dal fatto come hanno sottolineato anche gli altri relatori, che Cassa Depositi e Prestiti ha valutato che "il mercato appare in generale riluttante a concedere scadenze superiori ai vent'anni". O comunque le può concedere con tutta una serie di maggiorazioni di costi.
Dice, inoltre, che "il mercato preferisce strutture 'mini perm', con margini significativamente più contenuti, ma con un rischio di rifinanziamento dopo sette/dieci anni". Anche in questo caso, bisognerebbe cercare di fare un ragionamento su quello che potrebbe essere il mercato finanziario tra sette/dieci anni, perché si sa che oggi i tassi sono favorevoli, ma fra sette/dieci anni non lo possiamo sapere.
Inoltre, abbiamo il Debt Service Coverage Ratio, che sarebbe un indicatore economico che garantisce, nella valutazione del merito di credito, quella che è la sostenibilità finanziaria del progetto che la banca in questo caso andrà a finanziare. Al riguardo, Cassa Depositi e Prestiti ci dice: "Il mercato appare convergere su valori di 1,20 e 1,25". Per la cronaca, se è superiore di 1, vuol dire che è economicamente sostenibile, per quello che è il mercato.
Prosegue: "Tali valori appaiono in linea con le risultanze del PEF 2016 ovvero un valore di 1,20 e 1,25 escludendo i ricavi da mercato come tariffe per i parcheggi e locazioni di spazi commerciali". Quindi, vuol dire che più o meno il flusso di cassa, che è indirizzato nei confronti del privato è in linea con il mercato, se escludiamo anche tutto quello che comunque lui incamera dai canoni commerciali più i parcheggi.
Questo significa escludere da questa valutazione una cifra che si aggira sui 46 milioni e 800 mila euro, per tutta la durata del contratto. Diciamo poco! Stiamo parlando di una cifra non certo trascurabile. È una cifra che inserita invece in un contesto di completa valutazione dell'opera, ci fa capire che con questa previsione del partenariato pubblico-privato oltre al canone concediamo allo stesso anche tutta una serie di gestioni, che permette di avere un extra profitto - permettetemi di chiamarlo così rispetto a quello che dovrebbe essere un corretto profitto che si deve corrispondere al privato.
Questo indipendentemente dal fatto che uno possa pensare o meno che si possa percorrere in modo più costruttivo una previsione di finanziamento diversa, come quella che abbiamo sottolineato noi oppure la previsione di finanziamento del privato. Questo però è un dato di fatto, cioè noi non solo andiamo a corrispondere una cifra decisamente importante con una legge che lascia una discrezionalità incredibile, ma c'è anche il problema legato al fatto che, nel momento in cui andiamo a finanziare un'opera del genere non solamente abbiamo una corresponsione di canoni molto elevata rispetto a quella che sarebbe stata con un diverso tipo di finanziamento, ma anche una concessione nei confronti del privato, che avrà la possibilità di lucrare sulle aree commerciali e sull'affidamento dei parcheggi.
Detto questo, vorrei anche sottolineare una cosa, perché l'Assessore ci ha parlato in Commissione di un'ipotesi dell'intervento di Cassa Depositi e Prestiti - che alla fine sono i soldi degli italiani - per abbassare il tasso d'interesse dell'intera operazione finanziaria. Rispetto a queste ipotesi, non c'è un approfondimento e non si fa alcun cenno. Certo, si potrebbe dire che non rientra nella valutazione del Piano Economico Finanziario, però ci avrebbe consentito di fare anche una valutazione su quella che potrebbe essere un'alternativa al finanziamento attraverso i convenzionali istituti bancari rispetto all'utilizzo di Cassa Depositi e Prestiti.
Per concludere.



PRESIDENTE

La invito davvero a concludere. Grazie.



SACCO Sean, relatore

Per concludere, negli ultimi dieci secondi sottolineo che per noi del Movimento 5 Stelle questa è una norma che non deve passare, perch l'alternativa di INAIL è estremamente più vantaggiosa per i piemontesi e ci consente di garantire non solamente la costruzione di un nuovo ospedale, ma anche una tenuta economica nel pagamento dei canoni decisamente più congrua rispetto alle esigenze del bilancio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
È aperta la discussione generale.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Chiedo scusa, Presidente, ho dimenticato di dire nel mio intervento che volevo chiedere il collegamento di due ordini del giorno al provvedimento che stiamo discutendo.
Sono gli ordini del giorno n. 184 e n. 185.



PRESIDENTE

Sono considerati collegati.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Oggi, come Gruppo della Lega, siamo contenti, perché finisce finalmente il periodo di rodaggio e arrivano in aula le leggi importanti. È una legge importantissima quella del nuovo Ospedale dell'hub di Novara che farà felice Novara e il Piemonte orientale, perché quest'ospedale sarà il punto di riferimento di tutto il Piemonte nord e orientale.
Quando dicevo nelle sedute precedenti che la Lombardia ha la migliore sanità d'Europa, l'ho detto perché sono andato a guardarmi qualche dato e qualche dato è emerso anche in questa discussione. Quando parliamo di mobilità passiva, il Piemonte paga ogni anno 88 milioni di euro. Quest'anno sono 88 milioni di euro di mobilità passiva relativi ai piemontesi che si recano in altre strutture ospedaliere fuori dalla Regione Piemonte per farsi curare. Sapete qual è il dato della Regione Lombardia? La Regione Lombardia ha una mobilità attiva di più di 900 milioni di euro. La mobilità attiva significa che sono cittadini italiani di altre Regioni che si recano in Lombardia per farsi curare, dove riteniamo che ci sia veramente la sanità migliore d'Europa. Quindi, la Lombardia introita, grazie alla sua sanità di eccellenza, 900 milioni di euro. Pensate a questa cifra e calibratela con il bilancio della Regione Piemonte.
Quando diciamo che ci vuole più privato, che ci vuole più convenzionato pubblico-privato, lo diciamo a fronte di questo. La sanità è una cosa importantissima, riguarda la vita delle persone, soprattutto di quelle più fragili, però sappiamo benissimo che ha un bilancio enorme: otto miliardi e mezzo vanno per la sanità di questa Regione.
Quando parliamo di questi dati, pensiamo che l'efficienza del pubblico privato sia imprescindibile in questa Regione con questi conti. Dobbiamo arrivare veramente ad avere il controllo pubblico, ma più convenzionato con il privato.
Ho sentito parlare prima di INAIL e vi diamo una rassicurazione: probabilmente il nuovo ospedale di Domodossola verrà realizzato con fondi INAIL. Quindi, questa Giunta e questa maggioranza non hanno alcuna preclusione verso INAIL. È un'opportunità, perché costruisce l'ospedale rimane di sua proprietà, fa pagare un tasso del 2,5% e noi vogliamo sicuramente andare incontro alle opportunità che INAIL ci dà.
L'altro punto è che il nostro Assessore sta tenendo sott'occhio i conti.
Continuo a sottolineare che siamo usciti dal piano di rientro due anni fa.
Bene. La precedente Amministrazione, in questi ultimi due anni, ha accumulato debiti a botte di quasi 200 milioni di euro l'anno. Ci rendiamo conto? Quando ci sentiamo fare la morale sul nostro Assessore, vogliamo ricordare dei dati che sono abnormi. Nei primi anni avete dovuto spazzolare tutti i capitoli per raggranellare quei 200 milioni di euro e fortunatamente non siamo andati in piano di rientro.
Sappiamo benissimo, dai dati dell'Assessore che, purtroppo, non c'è più nulla da raggranellare, il fondo è stato raschiato tutto. Avete fatto debiti per 200 milioni di euro nel 2018 e nel 2019 e noi dovremmo mettere in sicurezza questi conti per non rientrare nel piano di rientro. Sappiamo benissimo che cosa vuol dire entrare nel piano di rientro, sappiamo benissimo cosa vuol dire commissariare la sanità.
Buon lavoro al nostro Assessore per il gravoso compito che deve portare avanti.



PRESIDENTE

Grazie per essere rimasto nei tempi che, ricordo, nella discussione generale è di dieci minuti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sento spesso citare il termine velocità in aula che, molto spesso, si associa ad aspetti positivi. Tuttavia, in situazioni come questa, credo che la velocità non sia esattamente un parametro da sbandierare. Primo, perch comunque, stiamo parlando di un progetto che risale al 2009, quindi parlare oggi di velocità risulta un po' ridicolo. Secondo, perché alcune decisioni andrebbero prese, invece, con la dovuta calma e il dovuto approfondimento.
Credo che i cittadini apprezzerebbero molto sapere che in quest'aula si affrontano certe questioni, prendendosi tutto il tempo necessario e cercando di confrontarsi su tutte le alternative possibili. Stiamo parlando di milioni di fondi pubblici e spesso l'Assessore rispondendo in Commissione, ma anche in aula, ha detto di aver trovato una situazione già configurata in un certo modo e quindi di non aver molto margine di azione.
Chiaramente si rifà a decisioni prese anche dalla Giunta precedente, dal centrosinistra. Più che pensare a chi ha preso le decisioni, noi vorremmo interrogarci su chi si assumerà il peso di quelle decisioni.
Noi oggi daremo inizio in aula, non con il nostro voto ovviamente, perch non concordiamo su questa ipotesi, a un percorso che porterà, alla fine alla realizzazione di un nuovo ospedale. Realizzazione che sicuramente i cittadini apprezzeranno e che noi ovviamente sosteniamo. Noi sosteniamo la necessità di costruire un nuovo ospedale, ma viene usato un metodo che non condividiamo e che, secondo noi, avrà delle pesanti conseguenze per le tasche dei cittadini piemontesi. Nel momento in cui ci renderemo conto, e i cittadini piemontesi si renderanno conto, dell'errore commesso, noi ci chiediamo chi si prenderà le responsabilità di tutto questo. I Governi passano, i Presidenti di Regione si avvicendano, le Giunte cambiano e si arriva a un punto in cui verrà comodo dare la colpa a chi c'era prima.
Ancora adesso il Consigliere Preioni, nel suo intervento, ha fatto riferimento al debito, al piano di rientro della sanità regionale dimenticando che questo piano di rientro era partito, in realtà, con la legislatura precedente, dove governavate voi del centrodestra. È sempre un continuo rimando a chi c'era prima e che cosa ha fatto.
Ogni tanto dovremmo soffermarci sul presente e su quello che sta succedendo adesso. Quello che sta succedendo adesso è che stiamo dando il via libera a un tipo di partenariato che non conviene in nessun modo alla parte pubblica e di cui si avvantaggerà soltanto il partner privato. Partner privato che come ricordava anche poco fa il Consigliere Sacco, nonché relatore di minoranza di questo provvedimento, avrà, oltre al canone annuale, anche la possibilità di utilizzare spazi commerciali e parcheggi. Il che impedirà anche, eventualmente, di ricorrere a dei risparmi nella concessione e negli affidamenti di alcune gare successivamente. Un doppio danno per le tasche dei nostri piemontesi e per la nostra regione.
Noi avevamo avanzato delle proposte alternative che si sono trasformate poi in emendamenti che abbiamo portato in aula e che discuteremo proprio per cercare di rallentare un po' questa velocità. Crediamo che non sia positivo approvare velocemente, senza confrontarsi e senza dialogare. Le nostre proposte alternative erano quattro, quindi quattro soluzioni alternative che riteniamo tutte meno costose rispetto al partenariato pubblico-privato.
La prima era la vendita di terreni. Sappiamo che l'Azienda Ospedaliera Universitaria Maggiore della Carità di Novara è proprietaria di terreni agricoli per oltre 100 milioni e che i terreni in centro città, dove sorge l'ospedale, sono stati valutati per circa 50 milioni di euro. In questo modo, vendendo questi terreni, si potrebbe realizzare l'ospedale con una parte preponderante di fondi pubblici.
La seconda ipotesi era quella di ricorrere a un leasing. Nessuno ha mai considerato la possibilità di ricorrere a un partenariato pubblico privato in leasing, privilegiando invece il più costoso project financing, oggetto della legge che stiamo discutendo. Utilizzando il leasing si salterebbero degli iter onerosi che, a oggi, sarebbero a favore dei privati.
Poi ci sono le società regionali. La Regione Piemonte ha due società interamente regionali che potrebbero essere incaricate di realizzare, oltre a quello di Novara, anche gli altri ospedali del Piemonte. Siamo perfettamente consapevoli della necessità di costruire nuove strutture ospedaliere nella nostra regione, quindi bisogna trovare una modalità che ci consenta di non fare uso di opzioni che si rivelano alla fine costose e troppo vantaggiose, unicamente per il privato.
Poi l'opzione INAIL, quella più logica, più normale, quella che probabilmente, verrà utilizzata per altri ospedali. Prima il collega Preioni diceva che ci sono due ospedali, quello di Moncalieri e quello del VCO, rispetto al quale adesso c'è anche incertezza sulla collocazione, che sono inseriti nel decreto dell'INAIL.
L'INAIL dispone di diverse centinaia di milioni di euro che potrebbero essere impiegati per l'intera quota. In questo caso, noi dovremmo restituire soltanto un canone annuo, quindi non interessi, del 2,5%. Questa è l'opzione che noi continuiamo a sostenere con forza.
Mi spiace sentire il Consigliere Preioni parlare della sanità lombarda come dell'unica eccellenza cui aspirare, tra l'altro, prendendola come esempio di eccellenza per la forte presenza del privato nella sanità, perché solo ieri è uscita un'ansa, che mi piace citare, rispetto a un'eccellenza che abbiamo sul nostro territorio, il Sant'Anna. L'ansa dice che l'Ospedale Sant'Anna di Torino è il primo in Piemonte e il sesto in Italia per interventi per tumore al seno. Sul nostro territorio noi abbiamo delle eccellenze, delle eccellenze pubbliche. Il nostro primo sguardo dovrebbe essere rivolto a queste strutture, senza invocare continuamente l'intervento dei privati.
Sappiamo benissimo che il privato ha una finalità diversa dalla finalità del pubblico: il privato cerca il profitto. È chiaro che, nel momento in cui il privato mette la sua "zampina" nel pubblico lo fa perché pensa di ricavarne un profitto.
Nella scorsa legislatura abbiamo discusso a lungo del partenariato; ricordo le discussioni con una forte attività emendativa sui provvedimenti e in un emendamento, un po' provocatorio, noi abbiamo chiesto di fare inserire il privato anche nella realizzazione di alcune grandi opere. Allora, ci chiediamo perché su alcune grandi opere, che noi riteniamo utili necessarie, che porteranno sviluppo, che non sto a citare perché le conoscete - qui a fianco a me c'è anche il collega Sacco e anche nella sua zona c'è una grande opera, come anche nella mia zona, inutile ricordarlo ce n'è un'altra - il privato non investe? Perché il privato va a investire in ospedali e non va a investire per scavare un tunnel? Me lo spiegate? Perché, da una parte, pensa di guadagnare e, dall'altra, no? Qui nascono altri dubbi. Quindi, non ci chiediamo solo dove il privato va a investire e perché, ma anche perché il privato non investe da altre parti. Forse perché dove non va a investire sa che, in realtà, non c'è vantaggio, non può guadagnarci nulla.
Chiediamo oggi di riflettere, di fermarci un attimo; è vero, abbiamo depositato molti emendamenti, ma il nostro intento è semplicemente quello di riflettere e di arrivare a una votazione finale pienamente consapevole che saprà dare risposta a quanti, tra qualche anno, si chiederanno di chi è la colpa di questa disastrosa situazione. E quello lo vedremo con il voto finale!



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio

Grazie, Presidente.
Io non sarei intervenuto sull'argomento, perché è intervenuto il Consigliere Rossi, da par suo, e ha presentato ottimamente le ragioni per le quali siamo a favore. Semmai, sottolineo il problema - lo dico con simpatia verso il Consigliere Lanzo - della velocità: forse, non era il caso di finire con quella battuta, perché nella sostanza, era già tutto fatto nove mesi fa, bastava lasciare le cose com'erano e portarle avanti senza problematizzarle e si sarebbero risparmiati alcuni mesi. Ma, tant'è: tutto è bene quel che finisce bene; noi siamo d'accordo.
Tuttavia, non posso tacere sulle bugie del Consigliere Preioni e le chiamo per quel che sono. Lui ha usato una parola, che credo sappia bene cosa significhi, perché quando dice "fare debito", vuol dire che si è creato del debito! Allora, ricordo al Capogruppo Preioni, sommessamente, che oltre ad aver trovato, in sanità, bilanci consuntivi del 2012 ancora da approvare il che non denota, diciamo, una grande capacità di controllo dell'Amministrazione precedente, abbiamo trovato, certificati dalla Corte dei Conti, sette miliardi e mezzo di disavanzo che derivavano dalla ricognizione dei residui attivi e passivi e, in più, dal pagamento dei debiti ex decreto 35, i cosiddetti "debiti commerciali", su un bilancio che, come sapete anche voi, era ed è di circa 11 miliardi e mezzo. Quindi una situazione sostanzialmente pre-fallimentare.
Senza scaricare su nessuno, noi abbiamo preso in mano questa situazione e abbiamo fatto dei piani di rientro, che certamente appesantiscono, ma l'abbiamo sempre detto ogni volta che presentavamo il bilancio. Noi abbiamo un peso del debito di circa 450/500 milioni, quando le Regioni come la Lombardia o l'Emilia hanno debiti per 100 milioni. È chiaro che la differenza dal punto di vista delle politiche c'è. Ripeto, noi abbiamo fatto dei piani di rientro, perché l'alternativa sarebbe stata quella di portare i libri in Tribunale, cosa che non è possibile per un ente pubblico, ma ci sarebbero state alternative, come il commissariamento.
In più, che cosa abbiamo fatto? Un piano di rientro di cassa, che non pesa sul bilancio di previsione, di un miliardo e mezzo, per uscire dal piano di rientro sanitario in cui abbiamo trovato la Regione. Certamente, questo significa che, secondo una gradualità, definita insieme al Ministero dell'Economia e della Finanza, in particolare, con la dottoressa Adduce abbiamo fatto un piano in cui ogni anno c'è un rimborso di cassa che pu essere dato.
Consigliere Preioni, questo non vuol dire fare debito, ma razionalizzare un piano di rientro di debito fatto da altri! È chiaro? Se non le è chiaro glielo spiego di nuovo! Glielo ripeto ancora? Questo significa che debiti fatti da altri - è chiaro? - ripeto, debiti fatti da altri, hanno trovato nella nostra Amministrazione delle risposte che hanno consentito di razionalizzare.



(Commenti del Consigliere Preioni)



CHIAMPARINO Sergio

Ripeto, di razionalizzare e di gestire il debito e di non portare i libri in Tribunale! Punto! Questo è quanto m'interessava dire.
Dopodiché, l'appesantimento c'è, certo, ma se c'è una cosa che non abbiamo fatto (a volte, mi viene un po' persino il dubbio di aver fatto male), è stato quello di scaricare su chi c'era prima le difficoltà che le nostre Amministrazioni, anno su anno, hanno provato nel fare delle politiche attive.
Visto che ho ancora qualche minuto, ne approfitto anche per dirle Consigliere Preioni, che capisco che lei sia un tifoso della Lombardia, non mi stupisce più di tanto, però tenga anche conto che la Lombardia (come sanno anche alcuni suoi colleghi, che essendo professionisti stimati conoscono meglio di me queste cose) ha una sanità privata che i malati li va a cercare e li va a cercare, in genere, su quei percorsi diagnostico terapeutici che hanno un valore maggiore per chi fa gli interventi che (fra virgolette) "fidelizzano" il cliente - mi scuso per l'espressione, ma credo che il professor Stecco capisca bene cosa voglio dire - e normalmente non sono gli interventi più complessi, più costosi e che implicano l'utilizzo di farmaci più costosi per il servizio sanitario pubblico, ben sapendo perché lei, questo, fa finta di ignorarlo - che non è aumentando il ruolo dei privati convenzionati che si riduce l'impegno del costo del servizio sanitario pubblico, perché quelli li paghi.
È un dato acclarato da tutte le analisi e da tutti i punti di vista sul servizio sanitario: dove c'è più spesa non si compensano, cioè la spesa sanitaria privata, in realtà, contribuisce ad allargare. In parte no, in parte va a essere complementare, ed è bene che lo sia, ma in parte va a incrementare artificiosamente la domanda di salute verso i cittadini aumentando, di conseguenza, le spese del servizio sanitario pubblico.
Pertanto, lungi da me del demonizzare il privato. Sono ben consapevole delle eccellenze che ci sono in Regione Lombardia. Sono consapevole, e l'ho detto mille volte, ma la Città della salute di Novara, insieme al Parco dalla salute di Torino, può diventare, con lo Human Technopole di Rho e di Milano, un distretto delle scienze della vita che ha delle potenzialità internazionali. Per cui, lungi da me demonizzare il sistema sanitario pubblico e privato, lombardo, però diamo a Cesare quel che è di Cesare e non è tutto oro quel che luccica.



PRESIDENTE

Grazie. Vi chiedo di rivolgervi alla Presidenza.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni. Sull'ordine dei lavori?



PREIONI Alberto

Presidente, per fatto personale, visto che sono stato citato più volte.



PRESIDENTE

Prego.



PREIONI Alberto

Volevo chiarire.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) È un fatto politico!



PRESIDENTE

Prego, fate proseguire il Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Allora, nessuno discute sul fatto che la precedente Giunta Chiamparino abbia fatto uscire la Regione Piemonte dal piano di rientro. Lo sappiamo ne siamo contenti ed è un dato di fatto. L'ho anche detto: siamo usciti dal piano di rientro in Giunta Chiamparino due anni fa. Sicuramente in quegli anni sono state fatte delle manovre per contenere i conti pesanti, ma sta di fatto, però, che dal momento in cui si è usciti dal piano di rientro nel 2018-2019 - quindi con la vostra gestione - c'è stato un disavanzo sulla sanità di quasi 200 milioni di euro l'anno.
Questi non sono attacchi politici, filosofici o teorici, è la realtà dei conti e noi dobbiamo mettere a posto questi conti, altrimenti ci rifiniamo dentro questo piano di rientro, con tutte le conseguenze del caso.
Poi, se vogliamo parlare di debiti - da dove arrivano e da dove non arrivano - ricordo che buona parte dei debiti che abbiamo ereditato, e il fatto che questa povera Regione deve pagarsi ogni anno 550 milioni di euro di mutui e di rate derivano anche dalle scelte scellerate dell'Assessore Peveraro, qui in Regione Piemonte con la Giunta Bresso e poi in Comune a Torino, che ci ha riempito di quelle "schifezze" finanziarie che si chiamano derivati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti.
Volevo semplicemente puntualizzare alcuni argomenti emersi dalla discussione, non prima di evidenziare nuovamente di cosa stiamo parlando perché negli interventi dei Consiglieri di maggioranza ho sentito parlare giustamente con soddisfazione, che si porta in approvazione una legge di cui noi siamo particolarmente soddisfatti.
Questa non è la legge che istituisce la Città della Salute di Novara. È una legge, una leggina di natura finanziaria che ci è stata richiesta, giusta o sbagliata che sia, dal nucleo di valutazione del Ministero per gli investimenti pubblici, in cui si chiede alla Regione di approvare una norma che garantisca l'integrale copertura degli oneri relativi ai canoni di disponibilità dell'opera, in carico all'Azienda Ospedaliera novarese.
Questo per dire, come ha già detto, ovviamente molto meglio di me, il Consigliere Chiamparino, che la Città della Salute di Novara, così come il Parco della Salute di Torino, sono opere decise dalla sua Amministrazione così come l'ospedale unico di Verduno, opera che, all'epoca dell'Amministrazione Cota, rimase ferma esattamente per un anno e mezzo che sarà aperto a metà anno, è stato realizzato grazie al fatto che la sua Amministrazione ci ha messo 47 milioni. Questo per rimettere le cose a posto e non confondere e non confonderci sulla realtà di quello che andiamo ad approvare.
Voglio ringraziare il Consigliere Rossi, che per il nostro Gruppo si è dato molto da fare per sollecitare l'approvazione di questa norma e lo ha fatto con grande competenza. Voglio riprendere alcune sue considerazioni.
Primo, il privato nella costruzione di un ospedale.
Mi rivolgo al Movimento 5 Stelle: non facciamo confusione con i privati convenzionati per la gestione degli aspetti ospedalieri e di medicina. Qui stiamo parlando del privato che viene coinvolto per costruire l'edificio.
Sono due cose profondamente diverse. Sulla prima, ne abbiamo già parlato lo scorso Consiglio regionale, quando sono emerse due visioni completamente opposte: la vostra, legittima, che tenderebbe a vedere una maggiore partecipazione dei privati nella gestione - questo sì - della sanità e degli ospedali; la nostra, che è per una difesa e una promozione chiara della sanità pubblica.
Altro discorso è il privato che attraverso il partenariato e il project aiuta il pubblico. Ovviamente lo fa perché ha un interesse a farlo, perch gestirà i servizi extra ospedalieri, perché incasserà un canone a costruire degli ospedali che, altrimenti, il pubblico non potrebbe costruire.
Lo dico conoscendo tutte le difficoltà, avendole vissute, da Sindaco, sulla costruzione dell'ospedale di Verduno. Purtroppo, le risorse che questo Paese impiega per la sanità sono appena sufficienti per "tirare avanti la baracca", non sicuramente per fare grossi investimenti ospedalieri.
Pertanto, poiché è lo stesso - lo dico al Movimento 5 Stelle - che viene usato a Torino, se a Torino va bene, credo possa andare bene a Novara, a Verduno, a Cuneo (se si farà l'ospedale) e ad Alessandria.
Seconda questione: urgenza di investire.
Abbiamo chiesto all'Assessore, con tutte le opposizioni unite per un piano di edilizia sanitaria chiaro, di investire sui nostri ospedali e sulle strutture. Qui stiamo parlando del Parco della Salute di Torino, della Città della Salute di Novara, dell'Ospedale Unico Alba-Bra, ossia del passato, opere decise da Amministrazioni precedenti, che nel tempo sono state portate avanti. Dobbiamo guardare al futuro, perché noi continuiamo ad avere ospedali obsoleti, nel capoluogo ma anche nelle zone più periferiche, che dal punto di vista strutturale e logistico, non possono reggere la competizione con altre strutture ospedaliere, ad esempio della vicina Lombardia.
Su questo, mi ha colpito una frase pronunciata dal Consigliere Rossi quando ha dichiarato: "Se noi andiamo a investire in casa nostra, cioè in nuove strutture ospedaliere adeguate, che tra l'altro poi attirano anche professionalità migliori di quelle che si possono avere, evitiamo di regalare un ospedale all'anno alla Lombardia". Ha ragione, perché se penso che, come ha dichiarato l'Assessore Icardi, l'ospedale di Verduno è costato 230 milioni e noi diamo 211 milioni alla Lombardia per mobilità passiva capite che ci scappa veramente un ospedale all'anno di medie o grandi dimensioni.
Con questo, non è che costruendo a Novara o costruendo nuovi ospedali si risolva drasticamente il problema della mobilità passiva, che bene ha descritto nei contenuti il Consigliere Chiamparino, perché evidentemente essendo quella lombarda una sanità più incline al privato, tende ad andare giustamente a cercare i clienti (gli utenti, come diceva lui) soprattutto riguardo alle prestazioni più redditizie, lasciando al pubblico quelle che lo sono meno.
Pertanto, consapevoli che non si risolverà il problema in toto, siamo altrettanto consapevoli che bisogna proseguire in questo lavoro d'investimenti e, per questo, noi rimaniamo in attesa di un piano chiaro di un piano di edilizia sanitaria chiaro, perché a oggi abbiamo sentito delle dichiarazioni dell'Assessore Icardi che, come abbiamo già rilevato se va a Cuneo dice che si fa l'ospedale nuovo, se va ad Alessandria dice che si fa l'ospedale nuovo, se va nel nord del Piemonte dice che se ne fanno addirittura due, invece che uno. C'è, però, l'esigenza - portato avanti Novara, portato avanti Torino, e noi speriamo che venga portato avanti con i contenuti di nuovo Parco della Salute, che includa tutte le realtà ospedaliere di Torino e non soltanto qualcuna - di affrontare alcuni nodi riguardanti la provincia di Cuneo (il Cuneese, il Saluzzese e il Saviglianese), dove c'è la necessità di un riordino degli ospedali del territorio, ma anche di altre province, come quella di Alessandria (Asti ha già un ospedale nuovo, che funziona molto bene) e altre realtà del Piemonte.
Quello che voglio dire è che noi siamo contenti che, attraverso questa legge, che viene portata finalmente in approvazione, anche se con un po' di ritardo, si consenta all'iter della Città della Salute di Novara di andare avanti, ma chiediamo con forza alla nuova Amministrazione regionale di fare della programmazione in materia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo velocemente in discussione generale solo perché alcuni passaggi mi hanno provocato delle riflessioni.
Parto da un passaggio della collega Frediani, di cui ho stima e che rispetto, perché ho visto come ha lavorato anche nella scorsa legislatura.
Lei pone giustamente il tema della responsabilità: chi risponderà? Questa domanda è corretta, perché quando si fa politica, quando si governa, quando ci si candida, quando si assume un ruolo pubblico questa è una domanda che ci accompagna sempre, tutti i giorni.
C'è un tema, però, perché non è che si risponde solo di un voto a una legge o di un'azione che si compie: si risponde anche di qualcosa che si rimanda e si risponde anche di qualcosa che si decide di non fare, perché fare un'opera significa assumersi la responsabilità di pagare quell'opera e portarla fino in fondo, ma anche non fare un'opera significa lasciare le cose come stanno o prolungarle negli anni.
Questo, lo ripeto, non è a costo zero. Anche di questo dobbiamo rispondere in un caso o nell'altro. Noi oggi rispondiamo e ci assumiamo la responsabilità di dire che quest'opera a Novara è necessaria ed è necessario farla il più in fretta possibile. Saremmo stati meno a posto con la nostra coscienza, parlando di responsabilità, se anche per un dubbio sulle questioni di natura personale, cioè chi risponde in caso di problemi di natura economica, avessimo anteposto questo al bene dei cittadini, che oggi sicuramente ci chiedono un miglioramento in questo senso.
Poi, però, sempre nel massimo rispetto dei colleghi del Movimento 5 Stelle questa domanda ve l'ho già fatta in occasione della discussione sull'edilizia sanitaria. È un tema che ha già toccato il collega Marello e lo ringrazio per questo. Io non ho ancora capito e non ho ancora ricevuto una risposta da parte vostra su un tema: come mai, a fronte di opere con piani economico-finanziari molto simili, con la differenza che Novara è pure patrimonializzata e Torino no, il Ministro del Movimento 5 Stelle Grillo, ha autorizzato Torino e non ha autorizzato Novara e voi siete contrari al PPP a Novara, ma non avete fatto (almeno non ricordo) nessun atto o nessuna dichiarazione in cui avete messo in discussione il PPP a Torino? Mi sembra che anche la Sindaca Appendino condivida il PPP a Torino.
Su questo, vi prego davvero di darmi una risposta. Fatemi capire la differenza e io cercherò anche di comprendere la vostra posizione.
Diversamente, non capisco perché l'attenzione sia rivolta solo all'opera novarese e non allo strumento in sé, anche se applicato a Torino, dove governate voi.
Una parola, poi, al Consigliere Preioni sulla questione del piano di rientro, che è una cosa seria. Collega, certo che il piano di rientro ha un aspetto legato ai disavanzi di natura economica, ma non è solo quello che porta le Regioni in piano di rientro. Un altro aspetto fondamentale che porta le Regioni in piano di rientro è legato all'assenza o all'incapacità non c'è il Consigliere Preioni; vi prego, poi, di fargli ascoltare il passaggio o di riportarglielo - di fare pianificazione e programmazione sanitaria. Tant'è che una delle questioni che affrontò subito la Giunta Chiamparino, appena insediata, nella scorsa legislatura, fu la famigerata DGR 1-600.
Perché fu urgente affrontarla già nel 2015? Perché, al di là della questione dei soldi, che era e rimane importante, una delle richieste più forti che arrivava da Roma alla Regione Piemonte era: dovete dimostrare di superare la logica per cui gli ospedali, i servizi sanitari e i primariati nascono in base al politico e al potente di turno, che sono logiche che non afferiscono normalmente alle Regioni avanzate o a quelle che hanno una sanità avanzata. La Regione Piemonte non aveva una pianificazione né della rete ospedaliera né della rete di assistenza e Roma chiedeva, oltre all'efficientamento della spesa, di pianificare.
Se c'è un esempio di non pianificazione attuale cui stiamo assistendo è proprio la scelta sul Verbano Cusio Ossola, perché decidere di costruire un ospedale a Domodossola, addirittura facendolo diventare un DEA di primo livello, e declassare Verbania contro ogni evidenza numerica e normativa significa tornare indietro a quello stato delle cose che ci ha portati nel piano di rientro insieme, certo, ai disavanzi di natura economica.
Pertanto, certo un'attenzione agli aspetti economici, ma anche al fatto di non scardinare la pianificazione, perché è un elemento essenziale nei confronti del Ministero.
Ciò che state facendo nel VCO è certamente un segnale contrario alla buona strada che avevamo iniziato a intraprendere nella scorsa legislatura.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Cari colleghi, volevo fare un intervento tecnico; mi sono segnato alcuni spunti che sono emersi negli interventi precedenti, su cui volevo entrare nel merito.
Prima di tutto, vorrei soffermarmi sull'importanza, com'è stato ribadito dal collega Lanzo, per tutto il territorio del Piemonte orientale, ma per il Piemonte in generale, di far partire entrambe le Città della Salute e della Scienza, con tutto ciò che deriva da questo tipo di sviluppo sia sanitario sia tecnologico.
Oggi, per Novara, la modalità con cui si raggiunge questo risultato è questo disegno di legge autorizzativo richiesto dal Ministero. Peraltro, è un percorso diverso da quello che ha seguito la Città della Salute e della Scienza di Torino. In ogni caso, è un percorso che va nella direzione di dare risposte ai cittadini e ai pazienti.
Quando sento parlare di tasche dei cittadini, di conti e di aspetti ragionieristici - mi rivolgo ai colleghi del Movimento 5 Stelle - mi preme ricordare che, sebbene esista la contabilità, esista la valutazione economica, un discorso di spesa, di vantaggi e di benefici, esistono per anche i pazienti, i cittadini. Dunque, non esistono solo le tasche dei cittadini, ma anche i pazienti da curare, i cittadini che hanno necessità di alcune risposte.
Quali sono queste risposte e come possiamo erogarle? Sono state formulate diverse proposte - tutte lecite - da parte dei colleghi del Movimento 5 Stelle. Così com'è lecita la proposta che è stata avviata dalla precedente Amministrazione e in corso di perfezionamento da parte di quest'Amministrazione, di andare verso il coinvolgimento, nella costruzione del nuovo ospedale, in una certa percentuale, anche del privato.
Sono scelte. Sono scelte che si fanno in amministrazione, che vanno comunque nella direzione di dare delle risposte ai cittadini e ai pazienti.
Giustamente, quando si parla di "emigrazione sanitaria" o di spostamenti di pazienti che vanno extraregione, dobbiamo chiederci il perché. I motivi li spiegano le statistiche dell'IRES. Appena eletto, ho voluto conoscere anche le strutture dell'IRES per capire come funzionavano, e ho appreso che esiste persino una sezione che si occupa di analizzare il grado di vetustà dell'edilizia sanitaria e degli ospedali. Ebbene, da questo punto di vista ci troviamo in un contesto assai preoccupante in tutto il Piemonte; basti pensare che l'ultimo nuovo grande ospedale aperto è quello di Biella, che ha avuto una gestazione molto lunga (tant'è che si è ritrovato sovradimensionate).
È proprio questa dimensione temporale che necessita di scelte diverse soprattutto quando ci si trova, sostanzialmente, con tutto il parco ospedaliero estremamente invecchiato, poco gestibile e con costi elevatissimi di manutenzione.
È chiaro che se in passato ci fossero stati soldi per poterlo fare con l'edilizia pubblica, la scelta sarebbe stata quella. Così non è stato pertanto sono state prese altre decisioni (con piccole modifiche, per carità, che ancora proseguono in questa legislatura), ma sempre nell'ottica di dare una risposta a questa generazione di pazienti e di cittadini o semmai, a quella successiva, senza aspettare ciò che potrebbe succedere nei prossimi venti o trent'anni se utilizzassimo altre strade.
Si è parlato di eccellenza: colleghi, l'eccedenza non è solo nell'alta complessità, ma è anche nella media complessità. Anche l'ospedale spoke fa eccellenza: fa eccellenza in quella branca, in quel settore, o in altro.
La questione non riguarda l'eccedenza, sebbene il Piemonte abbia raggiunto altissimi livelli, anche in termini di ospedali non necessariamente hub, quindi anche in strutture più piccole. Conosco diverse eccellenze anche in ospedali territoriali più piccoli.
Qual è, dunque, il problema principale? Oggi la questione primaria è l'accessibilità a questa eccellenza, sia della media sia dell'alta complessità. Non si riesce ad accedere facilmente alle strutture. Ne esistono alcune che non sono chiare, per cui non solo l'accesso, ma anche l'umanizzazione è totalmente diversa da quella che si può trovare, ad esempio, superando il Ticino, nelle strutture lombarde pubbliche. Poi ci sono anche le strutture lombarde private convenzionate.
Concordo con le considerazioni avanzate dal Presidente Chiamparino, nel senso che è vero che la sanità lombarda è molto efficiente; ma per aumentare la sua efficienza, tende a prelevare le risorse (nel senso di attrazione) nei confronti delle Regioni vicine, ma anche dal Centro-Sud perché è così che sostiene anche la sua economicità.
Come Piemonte dobbiamo assolutamente dare delle risposte su quest'aspetto: ma - torno di nuovo sull'argomento - non fra venti o trent'anni, ma ora.
Dunque, avviare queste due Città della Salute e della Scienza in questi due poli del Piemonte è essenziale, perché dà delle risposte ai cittadini dà delle risposte all'accessibilità e mette in condizioni gli operatori grandi professionisti e grandi eccellenze - di non lavorare in strutture fatiscenti o con tantissimi problemi.
Ciò significa che non possiamo tornare indietro di tanti anni rispetto alle decisioni prese in questi due contesti. È necessario proseguire in questa direzione.
Inoltre - mi fa piacere che il Presidente Cirio sia presente - è fondamentale che le tre università piemontesi (il Politecnico, l'Università di Torino e l'Università del Piemonte orientale) riescano a collaborare in una piattaforma o in un tavolo di cooperazione per lo sviluppo che da questi poli tecnologico-sanitari può derivare: mi riferisco, quindi all'indotto, alla ricerca, all'attivazione di nuove start up, alla ricaduta sul tessuto imprenditoriale, tutti aspetti fondamentali per la nostra Regione. In tutto questo è fondamentale andare avanti.
Se oggi azzerassimo tutto e decidessimo di ripartire da capo, e magari lo facessimo ogni volta che cambia un governo regionale, questa Regione sarebbe condannata a rimanere ferma. Si possono anche fare delle modifiche però la prosecuzione di progetti così importanti per portarli a termine è assolutamente fondamentale. Dobbiamo dare una risposta alla sanità piemontese e a chi ci lavora, ma soprattutto ai pazienti e ai cittadini, e se spendiamo anche qualcosa in più, lo stiamo facendo per questo. In Francia, la sanità è a fondo perduto, non ha il concetto di parità di bilancio che c'è, invece, in Italia. Ovviamente dobbiamo operare secondo la logica di un buon padre di famiglia, cercando di fare le scelte migliori non sempre la scelta apparentemente più economica è quella che porta ai migliori benefici, soprattutto quando si parla di sanità.
Riguardo alla questione della sanità pubblica e della sanità privata, noi non siamo contro la sanità pubblica. Personalmente, ma anche i colleghi con cui mi confronto, sono fautore della sanità pubblica. La questione è che laddove non ci sono più le risorse e dove c'è la difficoltà della sanità pubblica in alcuni settori, è chiaro che va aperto un ragionamento, e questo è quello di cui avete parlato nell'ultimo Consiglio regionale. La questione non è che voi siete per il pubblico e noi siamo per il privato.
Noi siamo tutti per una sanità efficiente che funzioni e la modalità con cui farlo è vedere quali risorse si hanno a disposizione e cercare di erogare queste prestazioni all'utenza della sanità.
In molte Regioni, laddove non arriva la sanità pubblica, è entrata in parte la sanità privata. Se siamo in grado di farlo con le nostre risorse naturalmente non è un problema. Però il fatto di avere le risorse in questi ultimi anni è sempre stato un po' difficoltoso per il Piemonte. Non entro sulle tematiche riguardanti il bilancio, ma voglio solo ricordare - e non è una polemica - che il governo regionale precedente al governo del Presidente Chiamparino entrò in piano di rientro dieci mesi dopo il suo avvio. Di conseguenza, è chiaro che non riguardava le attività di bilancio di quella legislatura. Tutto questo per chiarezza riguardo a quanto è stato detto dalla Consigliera Frediani.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Certamente questo è un provvedimento importante, che ha una dimensione legata all'oggi, a questo momento, alle discussioni in questa legislatura ma è un tema che ha un passato. È un passato che ci parla di più di dieci anni, giacché siamo nel 2020 e, se la matematica non è un'opinione, dal 2009 di anni ne sono passati 11, quindi di tempo se n'è perso. Mi viene da dire "di tempo ne avete perso" e con la seconda persona plurale mi riferisco a tutte le forze politiche del centrodestra e del centrosinistra poiché - questo è un dato oggettivo - la forza politica che ho l'onore di rappresentare esiste anch'essa dal 2009, ma non ha mai governato la Regione. Questo tanto per definire i confini del tempo perso, che ha varie ragioni, che è addebitabile a svariati soggetti e a svariate questioni.
Qualcuno ha detto che con questo provvedimento il Piemonte prende un'altra velocità. Se andare da Torino a Novara ci metto dieci anni, però l'ultimo chilometro lo faccio velocissimo, mentre tutto il resto del percorso l'ho fatto a passo di lumaca, non ho un'altra velocità. Ho una velocità che purtroppo, è lenta anche su quello. Il fatto di voler avere un'altra velocità proprio nell'ultimo tratto, negli ultimi 100 metri non giustifica il fatto di prendere delle decisioni un po' avventate, delle decisioni che hanno delle alternative che qualcuno ha dimostrato essere migliori, delle decisioni che non ci impegnano sull'oggi, ma che condizionano i prossimi 20 o trent'anni e che quindi devono essere prese nel modo più oculato possibile, perché stiamo parlando dei soldi dei cittadini piemontesi.
Ricordo che, da parte nostra, in Commissione c'è stato un atteggiamento tutt'altro che ostruzionistico, perché il provvedimento è uscito in una seduta. Semplicemente si era detto nella Conferenza dei Capigruppo: "Abbiamo bisogno di approfondimenti, la prossima settimana facciamo la discussione generale e la settimana dopo il provvedimento viene approvato".
Ci è stato detto "Sì, okay", mentre oggi abbiamo appreso che si vuole forzare la mano. Quindi, il forzare la mano e agire da prepotenti negli ultimi dieci metri per dimostrare di avere un'altra velocità, rischia di diventare un po' ridicolo.
Che cosa diciamo noi? Diciamo semplicemente che quest'opera è assolutamente importante, così come le altre strutture ospedaliere che attendiamo per il Piemonte. È importante e fondamentale e va fatta. È importante e fondamentale il nuovo Parco della Salute e della Scienza di Torino. È importante e fondamentale l'Ospedale Unico dell'ASL TO5. È importante e fondamentale anche il nuovo Ospedale Unico del Verbano Cusio Ossola; meno importante e fondamentale è ciò che sta pensando di fare la Giunta regionale su quel territorio, ma questo è un altro discorso.
Tutte queste opere sono così importanti che richiedono decisioni oculate e stiamo semplicemente ribadendo l'importanza e la funzionalità di una soluzione che si era trovata qualche mese fa. Siccome qualcuno ha detto "ma il vostro Governo.", il nostro Governo, qualche mese fa, nella persona della Ministra Grillo aveva ipotizzato la soluzione INAIL, che presenta indubbi vantaggi e che non ci siamo inventati noi, ci mancherebbe, perché è già stata applicata altrove.
In merito, ha fatto degli esempi il collega Sacco: Arma di Taggia e Policlinico di Padova. Ad Arma di Taggia magari l'investimento è più piccolo, ma al Policlinico di Padova è un investimento da 450 milioni quindi un investimento importante. Pertanto, a nostro avviso, era un'ipotesi più che percorribile, visto che, a conti fatti - se non ricordo male, era quanto detto dal collega Sacco - parliamo di una differenza di circa dieci milioni di euro l'anno del canone. Signori, sono i soldi dei cittadini piemontesi e a questo aggiungiamo, oltretutto, com'è stato evidenziato, che vi è una strana discrezionalità rispetto al rapporto tra il canone e gli anni di durata. Non siamo tranquilli per il futuro, alla luce delle cose già accadute in passato.
Tra l'altro, la soluzione INAIL non è un mostro, non è qualcosa da cui assolutamente distanziarsi, tant'è che la stessa Giunta regionale ha deciso di richiedere una quota di finanziamento da parte dell'INAIL per opere importanti, come l'ospedale unico dell'ASL TO5 e come l'ospedale del VCO ma con una differenza. Lì parliamo di qualcosa che, a oggi, è ancora futuribile perché sull'ospedale unico del VCO registriamo dei cambi di opinione e intenzioni. Sull'ospedale unico dell'ASL TO5 faccio una nota positiva, nel senso che abbiamo sentito dire dall'Assessore Icardi che rimette la decisione, relativamente alla localizzazione del presidio, ai Sindaci del territorio. Già nella passata legislatura noi dicevamo, e diciamo, che l'area scelta al confine tra Moncalieri e Trofarello non era la più adatta, quindi magari c'è la decisione rispetto a un'area che risponde meglio ai requisiti che si erano fissati all'inizio.
Con il VCO e l'ASL TO5 parliamo di due opere che oggi, a conti fatti, non sono ancora cantierabili. Invece qui potevamo mettere dentro il finanziamento dell'INAIL su qualcosa di immediatamente cantierabile.
Questa è la nostra posizione, chiaramente una posizione pienamente sul merito. Era ed è nostra intenzione ribadirla fortemente anche in aula. Ho sentito provenire dai banchi del centrosinistra delle accuse, delle osservazioni e delle frasi che, da un lato, dimostrano di voler rovesciare completamente il senso di ciò che abbiamo detto. E, dall'altro, ad avere una memoria un po' selettiva, oppure a non avere una buona memoria. Ricordo che nella passata legislatura, magari non proprio negli ultimi mesi, l'anno prima, che il Consigliere Rossi, così come altri del suo partito - non tutti, giacché anche nella loro compagine c'è stata, oltre che una diminuzione di Consiglieri, un cambio - erano presenti quando noi tenemmo la Commissione e l'Aula ferma diverse sedute sulla delibera riguardante l'edilizia ospedaliera. La tenemmo ferma sulla questione del partenariato pubblico-privato. Se lo ricorda, Consigliere Rossi? Non è che non abbiamo mai detto nulla e lo diciamo adesso, ma abbiamo tenuto ferma per diverse sedute la Commissione e l'Aula - lo ricorda il Consigliere Chiamparino - sul partenariato pubblico-privato e non sull'utilità e l'eventualità di fare le opere che, a nostro avviso andavano fatte. Si chiedeva una quota diversa del pubblico e si facevano una serie di proposte anche sul Parco della Salute di Torino, che dicevano ok al partenariato pubblico-privato, ma proponevamo di alzare la quota del pubblico e, magari, di aumentare anche i posti letto.
Questa è storia, non è solo un mio ricordo rispetto al passato, ma è la storia anche dell'attività di questo Consiglio regionale, che è agli atti e ai verbali delle sedute di IV Commissione e delle sedute d'Aula della passata legislatura.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti sull'ordine dei lavori? Attualmente sono iscritti a parlare anche i Consiglieri Valle e Perugini.
Vuole intervenire, Assessore Icardi? GRIMALDI Marco (fuori microfono) La Giunta, di solito, non interviene alla fine?



PRESIDENTE

La Giunta può intervenire quando vuole.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Icardi; ne ha facoltà.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Se volete che non parli, non parlo. Ho anche altre cose da fare.
Credo sia opportuno fare un po' di chiarezza. Ho sentito tante cose, alcune giuste e altre un po' meno sulla storia che ha caratterizzato, quantomeno nell'ultima legislatura, la vicenda dell'ospedale di Novara. Mi spiace sentir dire che abbiamo perso tempo e che non abbiamo la velocità giusta.
Quando sono arrivato a luglio, il progetto di Novara era bloccato: lo ricordo a tutti. Era bloccato al Ministero.
La Ministra Grillo, ipotizzo, magari non gradiva quel Piano Economico Finanziario, non gradiva forse il PPP e lo ha bloccato. Alla fine di luglio, da subito, ci siamo impegnati per l'opera di Novara. Andammo al Ministero, parlai con il Capo di Gabinetto, il quale mi disse che non c'era nessuna intenzione di procedere, da parte del Ministro, con quella modalità di partenariato pubblico-privato. Tanto per mettere un caposaldo. Noi siamo arrivati.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Che il Governo leghista bloccava tutto!



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Veramente non era leghista quello..



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Consiglieri, vi richiamo all'ordine.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Non lo so, valutate voi la Ministra Grillo di quale corrente politica fosse.
La Ministra disse che non si poteva fare in quel modo. Benissimo. Noi rispondemmo: "Dateci 220 milioni, ex articolo 20 e noi lo realizziamo". Non li avevano e ci hanno risposto di no.
In alternativa, sono state proposte tre possibilità: Fondi BEI finanziamento Cassa Depositi e Prestiti e costruzione da parte di INAIL.
Fondi BEI e Cassa Depositi e Prestiti erano impossibili da realizzare perché, come sapete, noi abbiamo una capacità d'indebitamento pari a 30 milioni, quindi garantire un prestito del genere era impossibile. L'unica soluzione possibile è un finanziamento INAIL e abbiamo percorso quella strada, perché ci trovavamo sempre in una posizione di blocco. Siamo andati dal Direttore generale dell'INAIL ed è stata fatta, su nostra richiesta una ricognizione su tutti i fondi INAIL del DCPM dell'anno precedente, che stanziava due miliardi e sette, quanti soldi fossero rimasti inutilizzati.
La parte inutilizzata non era sufficiente, perché i 500 milioni che, in realtà, emersero non erano sufficienti, perché andavano ripartiti tra più Regioni. Morale: l'unica soluzione possibile rimasta era il partenariato pubblico-privato. Non abbiamo sposato quest'opzione per un piacere personale, ma perché c'era dietro un lavoro già fatto da anni.
Nel frattempo, è cambiato il Governo e il Ministro attuale era più disponibile, probabilmente, e siamo andati avanti, ma di tempo non ne abbiamo perso.
C'è da dire che, visti i dubbi rappresentati a così alto livello e non solo sulla correttezza e sulla rispondenza ai parametri di mercato di questo Piano Economico Finanziario e visto che avremmo dovuto approvare la legge di cui oggi trattiamo, ho ritenuto giusto e opportuno fare ulteriori accertamenti. Quindi, chiedere a un soggetto pubblico, il più grande erogatore di fondi nazionale, che è la Cassa Depositi e Prestiti, una valutazione su un piano sul quale erano stati espressi più dubbi; anche la Corte dei Conti ha chiesto chiarimenti a livello nazionale su questi canoni di disponibilità. Il protocollo operativo, che avete visto, l'abbiamo realizzato e da questo protocollo sono emerse alcune necessarie correzioni che abbiamo esplicitato in una simulazione, di cui vi dirò, magari, oggi.
Non abbiamo perso tempo, abbiamo proseguito sull'unica strada possibile: quella del partenariato pubblico-privato. Certamente, si può attendere INAIL, ma si attenderebbe un ulteriore finanziamento, ancora da decidere con un ulteriore decreto i cui tempi non sono certi.
Io, che non ho l'abitudine di buttar via il lavoro fatto dagli altri, ho pensato di raccogliere quello che era stato fatto, cioè tutti gli accordi di programma e tutto quello che si era legato al partenariato pubblico privato, cercando di migliorarlo. Perché vi dico questo? Perché uno degli elementi emersi per votare questa norma, anche se io sono d'accordo con tutti coloro che hanno detto che non avrebbe dovuto essere richiesta tantomeno da un organo tecnico esecutivo, nel momento in cui noi approviamo un finanziamento, cari Consiglieri, è che abbiamo tutti il dovere di guardare quello che stiamo finanziando, di vedere se è corretto, se è giusto quello che stiamo finanziando, e di qui la richiesta. È necessario che noi utilizziamo quello che il Codice civile chiama "diligenza del buon padre di famiglia", quindi abbiamo voluto un controllo, nonostante i tanti controlli che erano stati fatti prima. E, forse, abbiamo ritardato di due o tre mesi, però è stato un ritardo necessario.
Ho qui una simulazione del nuovo Piano Economico Finanziario. È vero che qui è scritto "soddisfacente", ma questo lascia un ampio spazio a dei miglioramenti. Abbiamo rifatto, anzi, hanno rifatto (io lo leggo soltanto) il Piano Economico Finanziario portando il VAN a due milioni, invece che a 30, come prima; abbiamo ridotto le rate da 26 a 18, aumentandone l'importo ma alla fine di tutto il risparmio che si potrà ottenere ragionevolmente perché questa è una simulazione, una bozza, ammonta a 91 milioni e 100 mila euro di risparmio.
Allora, caro Consigliere Rossi, mi permetta di dirlo: se abbiamo perso tre mesi, ogni giorno di quei tre mesi vale un milione, perché risparmiamo 90 milioni di euro.
Inoltre, c'è un altro aspetto, rimodulando il PEF, siamo garantiti da un soggetto pubblico che ci dice che è corretto quel che facciamo e ognuno di voi, quando premerà il dito sul bottone per votare, lo farà serenamente perché sa che è corretto. Prima c'erano troppi dubbi e quindi si è resa necessaria quest'operazione.
Vi anticipo che seguirà anche un aggiornamento del progetto, che è stato citato, un progetto del 2004, rivisto nel 2009, con dei parametri e standard che oggi non sono più attuali. La prima cosa che faremo, dopo questa legge, è aggiornare il progetto, affinché da questo preliminare arriveremo al definitivo ed esecutivo, per poi procedere.
In relazione a quanto diceva il Consigliere Sacco sulle forme alternative che ha presentato negli emendamenti, a me non pare che siano attuabili. Il leasing finanziario non si può attuare, perché perderemmo 95 milioni di euro dell'articolo 20. Abbiamo tante società controllate, come le società in house providing, ma la normativa su queste società prevede che l'ente cui fa riferimento deve accantonare i soldi dell'investimento e noi non lo possiamo fare, non possiamo garantire per la società in house providing non è possibile. Come dicevo prima, l'ipotesi INAIL è futuribile, ma oggi non è attuale.
La strada possibile, la strada che abbiamo scelto è quella di procedere sul percorso già precedentemente tracciato dall'Amministrazione Chiamparino cercare il massimo miglioramento possibile e andare avanti.
Alternative? Oggi, non ce ne sono, non c'è alternativa a questa strada, ed è stato spiegato bene prima dal relatore Lanzo, che ringrazio, il quale ha detto che l'Assessore si è dedicato; io ho perso un sacco di tempo per Novara, ma l'ho fatto volentieri, perché la necessità di avere una struttura del genere, per il nostro Piemonte, è indispensabile.
Perché non farlo subito con INAIL? Perché non aspettare INAIL? L'ho spiegato in Commissione: il nostro patrimonio edilizio regionale è talmente malandato che noi certamente avremmo bisogno di INAIL, non solo per il VCO non solo per Moncalieri, perché avremo bisogno di INAIL anche per altre strutture. INAIL non è un pozzo senza fondo! Quand'anche mettesse tre miliardi sul nuovo DCPM, se va bene finanzierà due ospedali e così dovremmo ricorrere, magari, ancora al partenariato, facendolo cum grano salis facendolo bene e correttamente.
Un'ultima obiezione va fatta sul tetto delle rate. Se noi portassimo le rate da 26 a 18 non avremmo bisogno di mettere il tetto nella legge; noi mettiamo un tetto all'ammontare della rata in 23 milioni, che è un tetto massimo, ovviamente, poi ci sarà un piano finanziario che è disciplinato da norme di legge, la cui costruzione è disciplinata da norme di legge, che farà i calcoli corretti. Non è che non mettendo il numero di rate ne possiamo mettere 50. C'è tutto un calcolo molto preciso e molto dettagliato che ci garantisce in questo.
Pertanto, a mio parere, non c'è alcuna necessità di disciplinare il numero di rate sulla legge.
Credo di aver concluso, era solo per chiarire alcuni punti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Essendo arrivati alle ore 13, possiamo chiudere la seduta per aggiornarci alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.06)



< torna indietro