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Dettaglio seduta n.57 del 28/01/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 14.28 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Commercio

Interrogazione a risposta immediata n. 168 presentata da Sarno, inerente a "Crisi PMI e microcommercio"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata.
Ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ne ha cinque per la risposta.
Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 168 presentata dal Consigliere Sarno, inerente a "Crisi PMI e microcommercio".
La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione parte da un paio di premesse, connesse ovviamente alle difficoltà delle piccole e medie imprese in generale, soprattutto Assessore, quelle legate al commercio di vicinato e agli ambulanti.
Il tema che oggi ho voluto trattare con questa interrogazione è legato, in particolar modo, alla grande distribuzione, che, sostanzialmente per volontà quasi trasversale, negli ultimi vent'anni è stata agevolata come occasione di rilancio di alcuni territori, e anche di recupero di alcune aree in difficoltà o dismesse, legate soprattutto alla vecchia industria e quindi, ai grandi asset industriali del nostro Paese e del nostro territorio.
È altrettanto vero che, se non facciamo attenzione, questi centri commerciali, per chiamarli col loro nome, diventeranno un po' come le aree industriali dismesse che ci ritroviamo oggi a dover gestire. Perché, come lei ben sa, nell'ultimo anno anche la grande distribuzione è stata oggetto per la prima volta, di una diminuzione dei lavoratori.
Tra le tante iniziative che i commercianti e le associazioni di categoria hanno mobilitato in questi anni (penso a una serie di azioni di Confesercenti e di ASCOM, che sono tra le più riconosciute, o Confcommercio, eccetera) ce n'è stata una il 22 gennaio, organizzata invece da altre associazioni minori, tra virgolette, ossia meno conosciute a livello nazionale.
Queste azioni miravano a: limitare l'apertura di ulteriori medie e grandi strutture di vendita legate alla grande distribuzione per mezzo di una modifica alla legge n. 106/2011; operare una riduzione del carico fiscale e contributivo complessivo a carico delle imprese del comparto, per mezzo di un regime fiscale semplificato; reindirizzare le risorse e le competenze verso la promozione e lo sviluppo del commercio locale.
Negli ultimi trenta secondi che mi rimangono, Assessore, le chiedo come la Giunta regionale intenda contribuire, da un lato, a relazionarsi con le associazioni di categoria, quelle più riconosciute e sicuramente più diffuse sul territorio nazionale e regionale, ma anche con quelle minori dall'altro lato, le chiediamo quali possono essere le azioni specifiche per modificare la legge n. 106, la cosiddetta legge che si può costruire in deroga. Tale legge è stata una dei provvedimenti utilizzate maggiormente dai Comuni; leggi che, peraltro, devono essere tutelate. Cito, a titolo di esempio, un caso che mi tocca da vicino: io arrivo da Nichelino, Comune cui era stato proposto, su un'area di 350.000 metri quadri, di costruire un nuovo centro commerciale. A tale proposta ci siamo opposti, sebbene la legge n. 106 non ci venisse in aiuto, per cui abbiamo dovuto fare dei ragionamenti più complessi.
La domanda è la seguente: su che cosa la Giunta (in particolare lei Assessore, insieme all'Assessore all'urbanistica) intende porre l'attenzione rispetto a questo tema e, in particolare, rispetto alla legge n. 106/2011.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
La parola all'Assessore Poggio Vittoria; ne ha facoltà.



POGGIO Vittoria, Assessore al commercio

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Sarno, per la sua richiesta di spiegazioni al mio Assessorato su una tematica di grande priorità.
Come sappiamo, sono anni che gli operatori del commercio soffrono una situazione difficile, non solo legittimamente riconosciuta per quello che è il loro lavoro che svolgono, ma anche considerato il fatto che le tante attività commerciali nei centri urbani e non solo (anche in quelli più decentrati) svolgono, come ben ha descritto nella sua interrogazione, un ruolo di prestigio e, soprattutto, di vita e di qualità dei nostri centri e delle nostre città.
La mia attenzione è particolare, soprattutto esprimo una sensibilità in tal senso. Lo stesso Consigliere ha ribadito che sicuramente le istanze di attenzione vengono richieste da quelle che sono le associazioni più rappresentative e più conosciute, ma ce ne sono altre che ho incontrato e che sono altrettanto importanti (non voglio fare differenze in tal senso).
Gli operatori che svolgono attività del terziario di mercato sono associati di Confcommercio e di Confesercenti, ma ci sono tanti altri operatori che pur non avendo un riferimento a qualche associazione (oppure fanno parte di associazioni che ho incontrato, come il GOIA), hanno e devono avere il rispetto da parte delle istituzioni.
Sicuramente, in tale contesto commerciale gli ostacoli che si frappongono a una corretta dinamica concorrenziale fra imprese e fra luoghi del commercio, rischiano, in definitiva, di compromettere la funzione ultima del commercio, che è quella di fornire un capillare e qualificato servizio al consumatore, costituendo, nel contempo, come ho detto prima, un presidio di arricchimento delle aree d'insediamento.
È evidente che se, per un verso, le imprese del commercio necessitano, per operare, di un contesto territoriale e ambientale favorevole, per l'altro è proprio la presenza di un diffuso tessuto commerciale sul territorio a costituirne, per lo stesso, un innegabile valore aggiunto.
Per tale ragione - rispondo alle richieste specifiche - è stata avviata proprio con i vari operatori, una rivisitazione della legge regionale n.
28/1999. È una legge che, purtroppo, è molto vecchia e non risponde più a quelli che sono i criteri attuali sia delle composizioni delle comunità urbane, sia anche di quelle che sono le aspettative che gli operatori attendono. La grande distribuzione è avanzata, ma non dimentichiamo che c'è anche tutto un commercio online, quello delle grandi piattaforme commerciali, che pregiudica molto e che è un grosso problema per gli operatori. Questi sono temi che vanno affrontati. Per tale ragione, è stata portata avanti in questi mesi una consultazione sia con le associazioni riconosciute maggiormente sia con incontri che ho fatto con altri operatori economici.
Con particolare riferimento, però, alle istanze che la categoria ha già avuto modo di presentare al Governo nazionale - perché la manifestazione del 23 era una manifestazione che voleva richiamare l'attenzione anche su quelle che sono le leggi nazionali e le modifiche della legge n. 106/2011 da lei citata - attenendo anche a competenze dello Stato, sarà sicuramente cura della Regione farsi portavoce delle medesime nelle competenti sedi nazionali.
Per quanto riguarda la Regione, le posso dire che c'è l'intenzione, e su questo stiamo lavorando con gli operatori, d'inserire proprio all'interno della rivisitazione della legge n. 28, ma anche, come ha detto lei, in connessione con quelle che sono le competenze dell'urbanistica che in determinate realtà vanno riviste - non parlo solo di Torino, ma di tutta la Regione - i piani regolatori, che sono propedeutici a valutare l'inserimento o meno delle grandi aree distributive, la cosiddetta GDO. Uno dei criteri che stiamo considerando è proprio quello di fare valutazioni anche dal punto di vista qualitativo e di consumo del suolo. Questi possono essere, in qualche modo, i criteri che ci permettono di andare ad arginare queste grandi cubature che, se vogliamo essere sinceri, ormai molto spesso combattono tra di loro.
La riduzione del carico fiscale e contributivo complessivo a carico delle imprese e del comparto, quello che poi è il regime fiscale semplificato (la tassa unica), è un'attenzione che porteremo nelle sedi più opportune.
Pertanto, l'obiettivo è reindirizzare sicuramente risorse e competenze verso la promozione e lo sviluppo del commercio locale ed è questa la mia intenzione. Proprio il mio Assessorato sta avviando una nuova stagione di programmazione, insieme con tutti i soggetti di cui ho parlato, volta a promuovere lo sviluppo locale in tutte le sue forme, coinvolgendo anche le amministrazioni locali, perché secondo me è importante che un lavoro di riqualificazione, anche in termini di attività economiche, sia letto in una logica più vasta e più grande, che è quella del coinvolgimento pubblico e privato, quindi associazioni di categoria del commercio e gli stessi operatori commerciali.
Siamo attualmente nella fase di predisposizione del bilancio pluriennale 2020-2022, pertanto sarà cura del mio Assessorato richiedere le risorse necessarie e dare l'avvio a un programma, condiviso con i soggetti interessati, d'interventi a favore degli operatori economici del settore.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Poggio.
Ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha cinque minuti a disposizione per la risposta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 170 presentata da Magliano, inerente a "Ospedale Oftalmico"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
170.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione a risposta immediata che ho voluto presentare alla luce di quanto era emerso un po' tra le righe nello scorso Consiglio quando si era parlato del problema del numero dei nostri medici e delle specialità inerenti ai nostri medici e, soprattutto, alla luce di una notizia emersa su La Stampa di Torino, che diceva affermava: "Fuga dall'Oftalmico. Otto oculisti in corsa per l'ospedale Gradenigo".
La preoccupazione che ho nasce dal fatto che il Gradenigo oggi si sta posizionando come un ospedale oggettivamente attrattivo. Per quanto riguarda l'Oftalmico, sappiamo benissimo che cosa è stata la questione dell'Oftalmico per la passata Giunta e per tutto quello che è emerso nel grande dibattito che aveva animato anche quest'Aula sull'ospedale specialistico, il non avere l'ospedale specialistico, lo spacchettamento tra Molinette e San Giovanni Bosco.
A oggi, siamo in un periodo e in una fase completa di transizione o di stagnazione, perché noi all'Oftalmico abbiamo praticamente tutto quello che si faceva prima, avendo però ridotto di molto i medici che fanno quel tipo di attività, quindi il massimo della non attuazione dell'idea di avere due punti di riferimento. Frequentandolo e parlando con i medici, è evidente che non siamo riusciti a inverare la riforma che avevamo in mente, per cui queste persone fanno esattamente quello che facevano prima, senza per avere tutti i colleghi di cui potevano disporre precedentemente.
Emerge questo bando e da indiscrezioni parrebbe che, sia dal punto di vista del primariato sia dal punto di vista dei due posti da Dirigente medico c'è la possibilità che le persone e i medici che oggi sono nell'Oftalmico possano migrare verso il Gradenigo. La preoccupazione che ho io è capire con queste continue riduzioni di personale, che tipo di servizio darà l'Oftalmico ai cittadini da una parte e, dall'altra, quale tipo di funzionalità potrà avere, se c'è continuamente una riduzione di organico.
Anche il fatto che dei medici non vedano l'ora di potersi spostare in un'altra struttura non è il massimo, lo dico in termini di policy. Magari ci sono questioni per le quali nell'ospedale pubblico a gestione privata magari ci sono degli altri limiti rispetto all'anzianità. Può esserci anche questo, però mi piacerebbe una parola molto chiara da parte della Giunta per essere tranquillo rispetto al servizio che daremo ai cittadini. Meno medici abbiamo che devono fornire lo stesso servizio e peggiore sarà il servizio che daremo, che non sarà certo di qualità.
Sapendo che su quest'ospedale si è fatto un gran parlare e, di fatto, la riforma ipotizzata non è mai stata portata a termine fino in fondo, chiedo alla Giunta di avere rassicurazioni sulla tipologia e il numero di medici che rimarranno sull'Oftalmico, perché è troppo importante rispetto alla storia e al valore che quest'ospedale ha rappresentato per Torino.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
La parola all'Assessore Poggio per la riposta.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Intervengo a rispondere in luogo dell'Assessore Icardi che, proprio in questo momento, è a Roma a colloquio con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, come coordinatore nazionale della Commissione salute sul Tavolo dell'emergenza coronavirus, convocato presso lo stesso Ministero.
La risposta che voglio dare viene dall'Assessore Icardi.
In seguito a un bando per la copertura a tempo indeterminato di due posti di dirigenti medici, disciplina di oftalmologia da parte del presidio ex articolo 43 della legge 833/1978 Humanitas-Gradenigo, hanno risposto e partecipato al concorso alcuni dirigenti medici, specialisti in oftalmologia, a oggi operanti presso il Presidio "Sperino", conosciuto come Ospedale Oftalmico di Torino.
L'attenzione per la situazione del Presidio "Sperino" di via Juvarra 19 già alta da parte dell'ASL Città di Torino, si è ovviamente ulteriormente acuita. In seguito a ciò, l'ASL Città di Torino ha in corso un confronto con la Direzione generale Humanitas per concordare e armonizzare una programmazione della rete oftalmologica della Città di Torino, ove operano attualmente nella branca specialistica di oculistica le seguenti strutture: ASL Città di Torino attraverso Presidio Sperino-ospedale oftalmico ospedale Maria Vittoria; ospedale San Giovanni Bosco; Città della Salute e della Scienze-sede Molinette; ospedale Umberto I-Mauriziano, ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano.
Per quanto riguarda l'eventualità dell'eventuale conferimento dell'incarico di Direzione di struttura complessa presso il presidio ex articolo 43 della legge 833/1978 Humanitas-Gradenigo ad "altra importante figura" operante attualmente presso Presidio Sperino-ospedale oftalmico di Torino, sarà cura dell'ASL Città di Torino provvedere con immediatezza alla copertura della responsabilità della struttura complessa che verrebbe a trovarsi vacante mediante procedura concorsuale.
L'ASL Città di Torino sta sviluppando con l'assessorato regionale della sanità una programmazione dell'area oculistica al fine di perseguire un assetto complessivo di tale importante specialità che sia definitivo e sostenibile, nonché attrattivo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 169 presentata da Gallo, inerente a "Carenza/assenza del servizio assicurato dai medici di base, sul territorio dell'ASL TO3"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
169.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione torniamo a parlare di un tema che abbiamo affrontato anche nei mesi e negli anni scorsi, che è quello della carenza dei medici di base, in generale sul territorio nazionale. Ricordo alcuni numeri. La Federazione Nazionale dei Medici di Medicina Generale ha denunciato una grave situazione di carenza di organico che avrà un'impennata nei prossimi anni, di circa 7-8.000 pensionamenti su tutto il territorio nazionale. In quattro anni ci sarà circa una carenza d'organico di 10-15.000 medici sul territorio nazionale.
Ci sono aree più e meno in sofferenza. Torino già oggi risulta scoperta come area, in alcune zone siamo già in sofferenza e, in particolare, con quest'interrogazione, chiediamo una specifica sul territorio dell'ASL TO3 che, anche da notizie di stampa, ci risulta che dal 1° febbraio di quest'anno avrà un pensionamento di alcuni medici di base, quindi avrà delle zone completamente scoperte che, probabilmente, andranno a essere ricoperte soltanto a ottobre di quest'anno, almeno dalle notizie che noi abbiamo.
L'interrogazione volge su questo tema e volge, in particolare, per sapere più nel dettaglio come l'Assessorato intende porre rimedio a questa carenza e assenza di servizio, che a noi risulta potrebbe essere di ben più di sei mesi da febbraio a ottobre di quest'anno.
Grazie.



PRESIDENTE

Prima che l'Assessore risponda, chiedo alla Consigliere Disabato se possiamo trattare anche l'interrogazione n. 175, che ha per oggetto "Emergenza medici di base presso l'ASL TO3".
Ha chiesto di intervenire la Consigliere Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Solo un chiarimento. Ci sono due risposte differenti per il medesimo argomento, che è più o meno lo stesso? Ci sono due risposte o un'unica risposta per entrambe le interrogazioni?



PRESIDENTE

Ci sono due risposte.



DISABATO Sarah

Allora chiedo la trattazione separata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Poggio per la risposta all'interrogazione n. 169.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Ai sensi dell'articolo 5, comma 17, dell'Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici generici entrato in vigore il 21 giugno 2018, si effettuerà, in data 2 marzo 2020, l'assegnazione di sette incarichi residui di assistenza primaria relativi all'ASL T03 e pubblicati in data 5 novembre 2019 sul Bollettino Ufficiale e sul sito del SISAC, in data 14 novembre 2019.
Qualora tutte le carenze pubblicate non dovessero essere coperte, si procederà a convocare tra il mese di marzo e quello di aprile 2020, anche i medici che frequentano il corso di formazione in medicina generale, ai sensi del decreto di legge n.135/2018, convertito nella legge 12/2019.
Nel mese di febbraio 2020, per ovviare alle criticità presenti sul territorio piemontese, verranno pubblicati, inoltre, 40 zone carenti straordinarie, di cui sei relative all'ASL TO3, ai sensi dell'articolo 5 dell'Accordo Collettivo Nazionale, per la disciplina dei rapporti con i Medici Generici.
Nel mese di marzo 2020, gli Uffici preposti provvederanno, altresì, alla pubblicazione del fabbisogno relativo all'anno 2020, che comprenderà il calcolo dei medici che raggiungeranno il 70° anno d'età nel periodo ricompreso tra il 15 febbraio 2020 e il 14 febbraio 2021.
Anche per le ultime due pubblicazioni, si precisa che sarà consentita, ai sensi del decreto legge 135/2018 convertito in legge 12/2019, la partecipazione anche dei medici che frequentano il corso di formazione in medicina generale, allargando in tal modo la platea dei potenziali candidati.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Poggio.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 167 presentata da Biletta, inerente a "Emergenza coronavirus 2019-nCoV, quali azioni sono state assunte in Piemonte?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 167.
La parola alla Consigliera Biletta per l'illustrazione.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Rispetto al momento in cui abbiamo presentato quest'interrogazione, la situazione si è evoluta, purtroppo, in peggio. A maggior ragione, vorremmo avere elementi di chiarezza rispetto a questo virus, che si sta diffondendo in maniera dilagante.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto che la situazione inizialmente è stata sottovalutata e ha evidenziato che l'epidemia si sta diffondendo in maniera molto veloce, ancora più di quanto si potesse pensare.
Secondo i dati, forniti ieri dall'Organizzazione Mondiale della Sanità risultano 2.789 contagi confermati; 5.794 casi sospetti e 80 decessi.
Com'è noto, il virus ha valicato i confini della Cina, tant'è che sono stati registrati contagi anche negli Stati Uniti e in Europa e, se non sbaglio, questa mattina una recente notizia dava una presenza di un caso in Germania. La Commissione sanitaria cinese ha detto che i casi d'infezione accertati sono saliti a 4.515 unità, quasi raddoppiati in 24 ore, rispetto alle 2.789 unità di ieri. Un dato molto allarmante, che dimostra l'aggressività del virus.
Le informazioni che arrivano dalla Cina parlano, probabilmente, della più grande operazione di quarantena nella storia, mentre vari Paesi si stanno organizzando per riportare in patria i propri connazionali.
Pur sapendo che le competenze della Regione in una tale situazione possono essere limitate, vorremmo sapere quali azioni sono state poste in essere in questa situazione di emergenza, che sta diventando una vera e propria emergenza sanitaria.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Poggio per la risposta.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Consigliera Biletta per la sua interrogazione.
Parlo per l'Assessore Icardi sull'emergenza coronavirus e soprattutto sulle misure messe in atto in Piemonte.
Premesso che l'Organizzazione Mondiale della Sanità, in stretta collaborazione con le autorità nazionali cinesi, sta valutando l'effettiva portata dell'epidemia e che è necessario comprendere meglio le modalità di trasmissione e le manifestazioni cliniche della malattia, nonch identificare la fonte certa del virus corona, il 22 gennaio, il Ministero della Salute ha fornito indicazioni preliminari per limitare il rischio d'introduzione dell'infezione attraverso casi importati.
In Piemonte, il 22 gennaio 2020, alle Direzioni Generali e Direzioni Sanitarie di ASO e ASL e ai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, sono state inoltrate dal SEREMI, punto di contatto regionale per le emergenze infettive per l'Unità di Crisi del Ministero della Salute e per i corrispettivi gruppi delle altre Regioni, le indicazioni contenute nella Circolare Ministeriale del 22 gennaio (prot. n. 1997-22 - gennaio 2020) e riguardanti: la definizione di caso e la modalità di segnalazione al sistema di sorveglianza regionale e nazionale; le misure di bio-sicurezza da adottare nelle strutture cliniche e in caso d'isolamento domiciliare del paziente; le procedure e i materiali per la protezione individuale degli operatori sanitari e la disinfezione; i protocolli specifici per la diagnosi, soprattutto da laboratorio.
Tutte le indicazioni saranno tempestivamente aggiornate in base all'evoluzione della situazione epidemiologica e delle conoscenze scientifiche disponibili.
Per quanto riguarda le misure adottate negli aeroporti, com'è previsto dal Regolamento Sanitario internazionale del 2005, presso l'aeroporto di Fiumicino (unico scalo nazionale) è in vigore una procedura sanitaria gestita dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera, per verificare l'eventuale presenza a bordo degli aeromobili provenienti da Wuhan di casi sospetti sintomatici e loro eventuale trasferimento in bio contenimento all'Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma.
Il 20 gennaio 2020 è stata rafforzata la sorveglianza dei passeggeri dei voli diretti da Wuhan, che dovranno transitare nel canale sanitario attivando gli scanner termometrici. I casi eventualmente positivi saranno sottoposti a ulteriori controlli del caso e, eventualmente, a isolamento con attivazione della sorveglianza per gli altri passeggeri a rischio.
Inoltre, è stata data disposizione che ogni volo con segnalati casi sospetti di coronavirus, sia fatto atterrare in uno dei tre aeroporti sanitari italiani (Fiumicino, Malpensa, Catania).
Com'è noto, nella nostra Regione non sono presenti aeroporti con voli intercontinentali; al momento, USMAF (Uffici di Sanità, Marittima, Aerea e di Frontiera) ha provveduto ad affiggere materiale informativo in aeroporto per i viaggiatori internazionali, come da indicazioni ministeriali, e resta in attesa di nuove disposizioni da parte del Ministero della Salute.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Poggio.
Ricordo a tutti i Consiglieri che abbiamo ancora cinque interrogazioni a risposta immediata.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 171 presentata da Frediani, inerente a "Urgenti chiarimenti in merito ai fondi disponibili per gli investimenti green in Piemonte e nel Comune di Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 171.
Risponderà l'Assessore Ricca.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Mi chiedo per quale motivo risponda l'Assessore Ricca a un'interrogazione riguardante affermazioni dell'Assessore Ricca, con una domanda rivolta all'Assessore Gabusi.



PRESIDENTE

La Giunta ha deciso così.
Prego, Consigliera Frediani; se vuole illustrare la sua interrogazione siamo qui.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Dalle dichiarazioni dell'Assessore Ricca, risulta che Regione Piemonte è intenzionata a mettere a disposizione di tutto il territorio regionale 180 milioni di euro in un piano chiamato "Piemonte Green", dove è prevista una specifica quota per il Comune di Torino.
I fondi previsti per questa misura legata al Piano regionale della qualità dell'aria approvato nella scorsa legislatura ammonterebbero a circa 180 milioni, provenienti da molteplici fonti di finanziamento per lo più europee e ministeriali.
La legge regionale del 7 aprile 2000, n. 43, è l'atto normativo regionale di riferimento per la gestione e il controllo della qualità dell'aria. Qui sono contenuti gli obiettivi e le procedure per l'approvazione del Piano regionale della qualità dell'aria.
Per cortesia, già mi risponde l'Assessore sbagliato; se ancora si distrae! Abbia pazienza, Presidente. Grazie. È proprio nata malissimo quest'interrogazione e finirà anche peggio, credo.
Il Piano regionale della qualità dell'aria è lo strumento per la programmazione, il coordinamento e il controllo in materia d'inquinamento atmosferico finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia della salute dell'uomo e dell'ambiente.
Il Piano regionale della qualità dell'aria è stato approvato dal Consiglio regionale con DCR 25 marzo 2019, n. 364-6854.
Sappiamo, poi, che l'articolo 8 della legge regionale 2000 istituisce l'Agenzia della mobilità piemontese, che gestisce tutte le funzioni trasferite o delegate in materia di trasporto pubblico degli enti aderenti.
In particolare, quelle di programmazione relativamente al sistema di mobilità e trasporti.
La Regione Piemonte trasferisce dal proprio bilancio all'Agenzia della mobilità piemontese le somme spettanti agli operatori economici che eserciscono il servizio di trasporto pubblico locale su gomma e ferro, ai sensi dell'articolo 26 della legge 1/2000.
Nell'articolo 29 dello Statuto di AMP si stabiliscono le fonti di entrata tra cui i trasferimenti per il finanziamento dei servizi minimi di trasporto pubblico locale e trasferimenti per il finanziamento dei servizi complementari a quelli minimi.
Una delle misure riconosciute dal Piano regionale della qualità dell'aria per aumentare l'interesse per i mezzi alternativi all'auto privata consiste nell'estensione delle ZTL e delle aree pedonali.
Nelle premesse, se posso prendere ancora un minuto.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Dal bilancio 2018 di Agenzia della mobilità piemontese risulta che nell'ambito di previsione di spesa in competenza per euro 710,6 milioni di euro, gli impegni assunti sono stati 681,5 milioni, con impegni in conto residui riaccertati di 218,8. Per quanto riguarda i pagamenti, invece, sono stati 474,1 milioni di euro, con un residuo di somme da pagare al 31/12/2018 pari a 229,3 milioni di euro.
Sempre dallo stesso bilancio di AMP, risulta, inoltre, che le voci debitorie, in particolare i debiti verso i fornitori, ammontano a 195,5 milioni di euro, cui vengono aggiunti 8,8 milioni di fatture ricevute ad aprile 2019.
Pertanto, è evidente che questi ritardi nei pagamenti ad AMP portano dei danni rispetto alle aziende che eserciscono il servizio di trasporto pubblico.
Abbiamo letto le dichiarazioni dell'Assessore Ricca, un po' sui media, un po' sui social (sono diversi gli strumenti che l'Assessore usa per esternare). Ne cito un paio: intanto, l'ordine del giorno che chiede di azzerare i trasferimenti di Regione al Comune di Torino fino a che non sarà revocata la ZTL; la richiesta di moratoria alla Sindaca, quindi "la Sindaca fermi il progetto, incarichiamo tecnici qualificati di elaborare un Piano efficace", e poi la minaccia - appunto - "stop alla nuova ZTL o niente fondi", come se la possibilità di mettere in atto questo ricatto dipendesse dalla Regione.
Pertanto, la domanda che rivolgo all'Assessore Gabusi, in quanto Assessore con le competenze (non si faccia scippare le competenze, Assessore! Già ci sono queste dichiarazioni che sfuggono al suo controllo e fanno perdere anche un po' di credibilità alla Giunta; se in più fa rispondere l'Assessore Ricca al suo posto, capite che tutto questo diventa abbastanza surreale) è: considerati i debiti sul TPL di Regione Piemonte che abbiamo descritto in premessa, considerate le direttive del Piano regionale della qualità dell'aria e considerate le dichiarazioni dell'Assessore Ricca, che mi risponderà in merito, quindi risponde in merito a sue dichiarazioni (spero almeno che vi siate parlati prima, quindi che non dica oggi delle cose ancora più strane), chiedo come verranno distribuiti i fondi del Piano "Piemonte più green", descrivendo quali siano le fonti di finanziamento nel dettaglio del Piano.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Visto che la Giunta non l'ha accontentata, questa Presidenza le ha concesso tre minuti.
Risponde, per la Giunta, l'Assessore Ricca.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Presidente, spero di riuscire a essere l'Assessore giusto.
Utilizziamo ogni giorno una forma diversa di comunicazione: oggi, quella in Consiglio regionale, per sottolineare che le diverse azioni che trovano copertura finanziaria su strumenti differenti e le risorse regionali saranno disponibili solo a seguito dell'approvazione del bilancio di previsione regionale per gli anni 2020-2021.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Frediani.
Continuiamo con i lavori.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 172 presentata da Sacco, inerente a "Trasparenza nella documentazione dei contratti di servizio del gestore ferroviario nel rispetto degli obblighi di legge"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 172.
La parola al Consigliere Sacco per l'illustrazione.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Come a oggetto del question time, chiediamo la trasparenza e la documentazione dei contratti di servizio del gestore ferroviario nel rispetto degli obblighi di legge in quanto, come premesso, l'articolo 21 del contratto di servizio regionale per il servizio ferroviario 2017-2020 sottoscritto da AMP e Trenitalia reca: "Fatti salvi gli obblighi di pubblicazione previsti dalla disciplina vigente, l'Agenzia s'impegna a mantenere la riservatezza in merito al contenuto degli allegati n. 2, 3, 6 e 7 al presente contratto".
Gli allegati secretati sono: PEF, Piano Economico Finanziario; Listino dei prezzi di trasporto e servizi connessi; Qualità penalità mitigazione; Asset materiale rotabile.
Non risulta chiaro quali siano i motivi di tale clausola che non trova alcun riscontro a livello normativo, anzi, si trova in contrapposizione alla normativa vigente in merito al principio di trasparenza nella Pubblica Amministrazione su argomenti di tale importanza e rilievo per i cittadini e per la Regione stessa.
Il medesimo problema, infatti, è stato riscontrato in Regione Liguria con l'articolo 24 del contratto di servizio per il sistema ferroviario ligure che secretava alcuni allegati al contratto di servizio, come avviene per il contratto piemontese, per il quale è stato fatto ricorso al TAR Liguria nell'interesse di tutti i cittadini.
La sentenza del 20/12/2019, n. 957/2019, stabilisce l'infondatezza della secretazione degli atti che dovrebbero essere pubblici ai sensi della normativa vigente, obbligando la Regione Liguria a consentire l'accesso agli atti amministrativi relativi al ricorso, in quanto infondate le motivazioni di secretazione, adducendo, in primo luogo, all'inammissibilità dell'articolo del contratto, in quanto non rispetta la legge 241/90, che consente l'accesso agli atti amministrativi e in quanto, essendo rapporto contrattuale già stabilito, non esistono ostative nel garantire la trasparenza degli atti.
Interrogo, quindi, l'Assessore, per sapere come intenda agire per rendere trasparenti e accessibili gli allegati 2, 3, 6 e 7, attualmente secretati sul sito di AMP, legati al contratto di servizio con Trenitalia 2017-2020 facendo in modo che questa situazione non si ripresenti nuovamente con i nuovi contratti di servizio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Risponde l'Assessore Gabusi.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Mi concentro solo su un 5 Stelle per volta, quindi stavolta è toccato a Sacco, che potrà sentire. Scusi la battuta, ma era doverosa.
Come già segnalato nell'interrogazione, l'Allegato 2 (Piano economico finanziario), l'Allegato 3 (Listino prezzi), l'Allegato 6 (Qualità penalità) e l'Allegato 7 (Asset materiale rotabile) non sono stati pubblicati per espressa previsione contrattuale.
Questa previsione contrattuale non è stata opposta a terzi, tant'è che, su richiesta del Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle nel dicembre 2018 l'Agenzia della Mobilità piemontese ha fornito riscontro e copia della documentazione.
Con riferimento alla sentenza del TAR Liguria, citata nell'interrogazione si evidenzia che il Tribunale ha accolto ricorso, ordinando alla Regione Liguria di consentire l'accesso mediante visione ed estrazione di copia agli allegati del contratto, che è esattamente quello che è successo, nel dicembre 2018, su richiesta del Movimento 5 Stelle.
Il contratto di cui si chiede di poter aver visione, tra l'altro, è scaduto, o comunque rescisso con un anno di anticipo, proprio per il discorso che abbiamo già fatto più volte del nodo di Torino e dell'affidamento del servizio SFM. È stato rescisso con determinazione n.
524/19 e n. 548/19, e si è in attesa, come sappiamo bene, della stipula del nuovo contratto, che però è in fase di contrattazione vera e propria perché le richieste e le offerte di Trenitalia non collimano con le disponibilità a bilancio attuali, ma anche future.
Dobbiamo anche evidenziare che questo contratto è nelle nostre intenzioni ma siamo ancora lontani dalla stipula, quindi non possiamo e non mi sento di impegnarmi in questo senso. Meglio, mi sento di impegnarmi in questo senso, ma non mi sento di garantirvelo, perché siamo ancora lontani. Posso però dire che il contratto, rispetto al nodo ferroviario di Torino, quindi al SFM, contiene già i principi di trasparenza richiamati sia dalla sentenza, sia soprattutto dall'ordine del giorno del Movimento 5 Stelle perché in fase di procedura competitiva avevamo messo questa richiesta, per cui oggi sono disponibili sul sito dell'Agenzia per la mobilità, essendo già stato affidato, tutti i dati di cui il Movimento 5 Stelle, soprattutto il Consigliere Sacco, chiede copia.
La differenza è all'origine. All'origine abbiamo inserito, come elemento essenziale, questa possibilità e l'abbiamo fatta rispettare; cosa che vorremmo fare anche nel contratto ferroviario regionale veloce, che speriamo di sottoscrivere fra breve. Per trasparenza, devo dirvi che siamo in una fase diversa, che non è più una procedura competitiva, seppur con un unico partecipante. Siamo in una fase in cui c'è sostanzialmente un unico interlocutore, quindi sarà oggetto di contrattazione che noi vorremo, come fatto per le SFM, rendere pubblica.
Certamente, al netto delle considerazioni finora fatte, rispetteremo tutte le leggi, per cui terremo anche conto di quanto indicato dal TAR Liguria perché riteniamo che la Pubblica Amministrazione debba dare la massima trasparenza.
Naturalmente dobbiamo farlo in fase contrattuale e non richiederlo dopo perché potrebbe essere opposta da chi l'ha scritto nel contratto e allora a quel punto, ha un diritto che va tutelato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Montagna

Interrogazione a risposta immediata n. 173 presentata da Bongioanni inerente a "Presenza del lupo nelle valli piemontesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
173.
La parola al Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.



BONGIOANNI Paolo

Riapro un discorso che ha come punto cardine la montagna, già affrontato più di una volta in Commissione, un po' meno presente in Consiglio, cioè di come guardiamo la montagna. Per chi la vive, non può essere accettata la posizione di chi la guarda da dietro una scrivania e mette al centro delle politiche montane l'ambiente. Noi dobbiamo mettere al centro delle politiche montane l'uomo, che ha il coraggio di vivere e lavorare in montagna con l'ambiente intorno. A quest'uomo dobbiamo essere grati, perch ci garantisce sia il presidio sia la manutenzione del territorio.
Sono amico di un grande esperto e uomo di montagna, Mariano Allocco, che cita, con una certa frequenza, la frase che riassumo: "Le popolazioni di monte chiedono di porre l'attenzione sull'uomo che il monte lo vive, mentre dalla pianura al centro delle politiche montane si vuole l'ambiente". Come ho già detto in Commissione, il paradigma di questa frattura lo evidenziamo nel lupo, che è l'oggetto dell'interrogazione odierna.
La mia non è una richiesta di abbattere lupi o di usare metodi di contenimento, come quelle che fanno altri Paesi europei che hanno dovuto affrontare questa problematica prima di noi. Semplicemente, voglio conoscere i numeri, se sono attendibili come mi auguro, della presenza del lupo nelle valli piemontesi, in modo tale da poter cominciare a studiare una politica che abbia un capo e una coda, e che consenta ai pastori e agli allevatori che lavorano in montagna di potersi difendere, soprattutto alla luce del fatto che il sistema attuale di rimborso danni, nel quale la Regione è protagonista (e che rappresenta, fra l'altro, l'unica strada oggi utilizzabile), non funziona e presenta criticità tali da dissuadere gli allevatori a non presentare più richieste di rimborso o, addirittura, a non denunciare neanche più i danni, impedendoci quindi di raccogliere dati attendibili sui censimenti dei lupi e sui relativi attacchi.
Quasi ogni giorno giornali e web raccontano di un fenomeno, quello dell'espansione di questo grande e affascinante predatore. Fra l'altro - lo ricordo velocemente - fui protagonista dell'operazione che un grande cuneese (Riccardo Mucciarelli) fece a Entracque, al Parco Alpi Marittime dando vita al Centro visita del lupo.
Oggi, però, in Piemonte il lupo rischia di trasformarsi in un problema serio, che condiziona la vita e l'attività economica di intere comunità del nostro mondo rurale, incrementando ulteriormente quella frattura fra mondo rurale e mondo urbano di cui parlavo prima.
Dobbiamo anche considerare l'elevato numero di lupi che ogni anno sono recuperati morti in Piemonte. Addirittura, solo in questo inizio anno sembra che siano cinque - è un numero importante, se limitato ai primi 16 giorni del 2020 - di cui, fra l'altro, uno sulla collina torinese, che ha sollevato una serie di preoccupazioni e di problematiche al mondo agricolo colpito da predazioni sugli animali da reddito: si parla di 180 episodi di attacco del lupo nel 2019 e di 400 capi morti. Io sono amico del Sindaco di Casteldelfino, che recentemente ha chiesto l'aiuto del Prefetto della Provincia di Cuneo per un attacco a un cervo che è stato sbranato all'interno dell'abitato urbano di Casteldelfino.
Detto questo, e nella speranza che i dati non siano sottostimati ma siano credibili, alla luce di questi dati noi dobbiamo essere in grado di dar vita a una politica di tutela degli allevatori.
Sono quindi a chiedere, con la presente interrogazione, i numeri del lupo in Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bongioanni.
Prima di dare la parola al rappresentante della Giunta, l'Assessore Ricca, do il benvenuto ai Consiglieri presenti in Aula e chiedo loro di indossare la giacca. Grazie.
La parola all'Assessore Ricca per la risposta.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
L'attività di monitoraggio della presenza della specie lupo, a livello di popolazione alpina occidentale italiana, condotta in modo continuativo e accurato dal 1999 al 2012 con finanziamenti della Regione Piemonte, è continuata nel 2013 grazie al finanziamento del progetto Life WolfAlps, che ha visto il capofilato dell'Ente di gestione delle aree naturali protette delle Alpi Marittime in veste anche di Centro regionale grandi carnivori della Regione Piemonte.
Il progetto citato ha favorito azioni coordinate per la conservazione del lupo sull'intero arco alpino. Una delle prime azioni intraprese è stata quella di organizzare un monitoraggio sistematico su tutto il territorio alpino italiano per stimare le tendenze demografiche delle specie e raccogliere dati oggettivi sullo status sulla popolazione di lupo fondamentali per qualsiasi azione di gestione.
Il report completo dell'attività svolta, in particolare quello relativo allo status del lupo in Piemonte, nel periodo compreso tra il 2014 e il 2018, con evoluzione dal 1999 al 2018, è visibile all'indirizzo internet http://www.lifewolfalps.eu/download/, scaricando il documento relativo alle azioni A4 e D1: Report_A4_D1_La popolazione di Lupo sulle Alpi Italiane Piemonte.
In tale documento, al capitolo 5.4, "La distribuzione della dimensione dalla popolazione di lupo in Regione Piemonte: stima minima del numero di lupi, dei branchi in evoluzione (1995-2018)", è trattata la situazione piemontese e i risultati dell'attività di monitoraggio.
Nel sintetizzare il documento, si evidenzia che la distribuzione del lupo in Regione Piemonte è stata valutata tramite la localizzazione di segni di presenza del lupo (tracce, escrementi, predazione di selvatici e lupi morti) raccolti in modo sistematico nell'ambito del programma invernale di monitoraggio del lupo, e in modo opportunistico durante tutto l'anno.
Sono stati utilizzati sia dati considerati certi, perché confermati dalle analisi genetiche, sia quelli confermati e ritenuti altamente probabili, perché rinvenuti lungo le sessioni di tracciatura e/o valutati da esperti.
In particolare, dal 1999 al 2018 in Regione Piemonte sono state eseguite durante il periodo invernale un totale di 13.260 chilometri di piste di lupo, di cui 10.316 in provincia di Cuneo, 2.677 in provincia di Torino e 162 chilometri nel nord del Piemonte, tra Verbano Cusio Ossola Vercelli e Biella. Un dato eccezionale, in termini di sforzo di campionamento, che non ha pari in Italia e in Europa.
Il numero di branchi di lupo presenti nella zona alpina in Regione Piemonte è cresciuto da un branco nell'anno 1995-1996 a 33 branchi e due copie nel periodo compreso tra il 1996 e il 2018, considerati anche i branchi in territorio transfrontaliero tra Francia e Italia.
Sull'intera Regione Piemonte, a esclusione solo della provincia di Alessandria, considerando anche gli individui presenti nel nord del Piemonte, la stima minima dei lupi nel 2014-2015 è di 133, di cui 121 nelle aree dei branchi, e 12 considerati solitari e/o vaganti; nel 2015-2016 di 151 lupi sull'intero territorio alpino, di cui 138 nelle aree dei branchi e 13 considerati solitari e/o vaganti; nel 2017-2018 di 195 lupi sull'intero territorio regionale, di cui 169 nelle aree dei branchi e 26 considerati solitari e/o vaganti.
I risultati delle stime di consistenza numerica e della distribuzione confermano la crescita della popolazione e uno status di popolazione di lupo in Piemonte positivo e in espansione, in primis a livello territoriale e, di conseguenza, a livello demografico, con l'occupazione di nuove aree anche se nell'ultimo anno (2017-2018) si è registrato un rallentamento e una stabilizzazione della crescita in provincia di Cuneo e Torino, ormai in fase di saturazione.
La densità regionale, stimata dove la specie è stata documentata, è di circa due lupi ogni 100 chilometri quadrati per tutti gli anni tra il 2014 e il 2018, a fronte di un incremento sia di distribuzione sia di consistenza.
La situazione illustrata, basata su un'attività di monitoraggio condotta in modo scientifico e istituzionale e con il coinvolgimento di un amplissimo numero d'istituzioni e operatori (in Piemonte circa 600) fornisce dati certi fino a tutto l'anno 2018.
Relativamente all'annualità 2019, l'attività di monitoraggio si è interrotta per carenza di finanziamenti, visto il concludersi del Progetto Life WolfAlps.
Una nuova edizione del progetto è stata finanziata nel settembre 2019 e permetterà la ripresa dell'attività di monitoraggio con espansione anche nei territori delle province di Asti e Alessandria, nonché su tutti i territori piemontesi laddove il lupo si sta diffondendo, essendo ormai i contesti della provincia di Cuneo e di Torino saturi territorialmente, con popolazioni animali numericamente stabili.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 174 presentata da Grimaldi, inerente a "Discriminazione nelle assegnazioni degli alloggi di edilizia sociale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
174.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Facciamo un gioco, Presidente, perché ho già capito l'antifona. Facciamo una cosa diversa: invece che leggere il question time e aspettare la risposta, leggo il comunicato stampa alla risposta dell'Assessore Caucino tanto ho già capito l'antifona. In tal modo, l'Assessore Caucino può farmi da correttrice di bozze. Va bene come nuova pratica? Il senso è questo. Oggi in Aula l'Assessore Caucino risponde al nostro question time, che più o meno dice questo: che il 14 novembre scorso l'Assessora ha inviato una nota ai Sindaci dei Comuni piemontesi e ai Presidenti degli ATC in cui si chiede che, in sede di presentazione della domanda finalizzata all'accesso di edilizia sociale, i cittadini di Stati non appartenenti all'Unione Europea devono produrre apposita certificazione e attestazione di non possesso d'immobili di proprietà nel Paese d'origine rilasciata dalla competente autorità dello Stato di nazionalità.
Per interpretare questa vicenda in una maniera un po' surreale, di fatto l'Assessora legge nelle parole "Paesi esteri" come se ci fosse un'omologazione fra il Paese estero e il Paese di residenza di un cittadino non italiano. Ve la dico diversamente: la nostra legge attualmente prevede il fatto che tutti debbano certificare, o meglio autocertificare, il fatto di non avere proprietà all'estero. Perché lei s'immagina, Presidente, che ognuno di noi per chiedere una casa popolare debba rivolgersi a "n" ambasciate per dire: "Scusi, mi può dare la dichiarazione del.". Questa vicenda ovviamente si risolve con un'autocertificazione.
Pertanto, o l'Assessora Caucino vuole mandare in tilt tutto il sistema o vuole fare ancora peggio, cioè vuole esporsi a centinaia e centinaia di ricorsi. Perché che cosa fa l'astuta Assessora Caucino? Interpreta, in modo sbagliato, surrettizio e che non è presente nella nostra normazione, che in realtà, questa richiesta è solo per chi abita all'estero, non per tutti noi, ma solo per chi è nato all'estero. Peccato che l'Assessora non sa che ci sono già diversi intendimenti di ricorsi in altri settori. Ho capito se capisco bene dalla risposta data alla Consigliera Canalis - che poco le importa l'interpretazione che ha fatto il Governo. Ci può stare! Era su una materia, direi dirimente, come quella del reddito di cittadinanza e quell'interpretazione spiegava, tra l'altro, che è difficile chiedere a quei Paesi lì - che tra l'altro non hanno catasto e non hanno gli strumenti di produrre quella certificazione. Ma l'Assessora dice: "Va beh, mi producano una cosa che hanno loro. Lo sappiamo che non c'è il catasto" così ho letto dalla risposta alla Consigliera Canalis.
Per capirci - se capisco bene, così almeno lo mettiamo bene nel comunicato stampa - la solita vicenda è posta in questo modo, come per le mense per i bambini stranieri: "No, non possiamo dire di escluderli. No, sappiamo bene che non possiamo esporci nei ricorsi, dicendo 'prima quelli, prima quegli altri'". Quando erano leghisti veri, dicevano "prima i piemontesi", adesso devono dire "prima gli italiani", però quelli che sono magari nati un po' prima, un po' dopo.
Assessora, proviamo a non esporci a tantissimi ricorsi che verranno fatti nell'interpretazione della legge, che non ha scritto quello che dice lei.
Mi dica dove l'ha letto, o meglio ci spieghi esattamente cosa intende fare perché se abbiamo capito male, lei non vuole discriminare nessuno.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Grimaldi, sta sforando il tempo. Glielo comunico.



GRIMALDI Marco

Grazie, è solo perché avevo già parte della risposta dell'Assessore, quindi le stavo facendo un pezzo di lavoro. Prego quindi l'Assessora di prendere subito la parola per chiarirci questo dubbio.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Grimaldi.
Risponde l'Assessore Caucino, che ha pertanto facoltà di intervenire.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Rispondo con molto piacere, perché voglio darle una notizia. Voglio dirle che nel dicembre 2018 la precedente Amministrazione - e la precedente Amministrazione era di centrosinistra - cosa ha fatto? Ha approvato all'interno della legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale alcune disposizioni di modifica della legge n. 3/2010 in materia di edilizia sociale. In particolare, cosa prevede l'articolo 106 della legge regionale n. 19/2018? Prevede l'introduzione di una serie di modifiche particolarmente restrittive nei confronti dei requisiti di accesso all'edilizia sociale. Questa modifica è stata posta in essere dal governo di centrosinistra - questa è una notizia che le sto dando - e queste modifiche restrittive sono state poste in essere sia sul versante della residenza sia su quello dell'impossidenza d'immobili da parte di tutto il nucleo familiare.
Allora, qual è l'aspetto che più ci interessa? Il comma 3 dell'articolo 106 prevede, come indicato nel suo question time, ma lo voglio riprendere pari pari: "I componenti il nucleo non devono essere titolari complessivamente di diritto di proprietà, usufrutto, uso abitazione a eccezione della nuda proprietà su un alloggio ubicato in qualsiasi Comune del territorio nazionale o all'estero, adeguato alle esigenze del nucleo familiare".
Consigliere Grimaldi, è di assoluta evidenza che un'applicazione letterale di tale norma prevedrebbe la verifica che i nuclei richiedenti non possiedano immobili in tutti i Paesi del mondo, rendendo di fatto impossibile l'attestazione di tale condizione e le relative verifiche.
Inoltre, la conseguenza della suddetta previsione normativa è anche l'applicazione di quanto disposto dalla normativa statale in materia di autocertificazione. Ci dimentichiamo che c'è una normativa statale in materia di autocertificazione - non sbadigli, Consigliere Grimaldi, glielo sto ricordando - e dichiarazione sostitutiva di atti di notorietà contenuta nel DPR 445/2000, che non lascia spazio, Consigliere, a indirizzi applicativi da parte della Regione. Noi dobbiamo attenerci a quella normativa statale.
In tutto questo quadro, la sottoscritta, con nota del 14 novembre 2019, per un verso richiama doverosamente la necessità di dare applicazione alla vigente disciplina statale in materia di autocertificazione che, voglio nuovamente sottolineare, impedisce dichiarazioni sostitutive inerenti a situazioni verificatesi al di fuori del territorio italiano. Ripeto, lo impedisce la normativa statale.
D'altra parte, limitando la necessità di certificare le proprietà al solo paese di origine del soggetto richiedente, consente una concreta applicazione della sopra citata legge regionale, altrimenti palesemente illogica e inapplicabile nel suo dettato letterale.
Tale nota - faccio sempre riferimento alla nota che ho sottoscritto - è quindi tutt'altro che restrittiva, Consigliere. Sono stata buona. Ripeto, è tutt'altro che restrittiva nei confronti dei cittadini stranieri residenti in Italia - ripeto: residenti in Italia - ai quali, in assenza di detto indirizzo, potrebbe essere addirittura richiesta una certificazione relativa a tutti i Paesi del mondo, non soltanto degli immobili che eventualmente posseggono nel proprio Paese di origine, ma tutti i Paesi.
Sono stata buona.
Circa, infine, l'applicabilità alle procedure di assegnazione degli alloggi di edilizia sociale del citato decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, posto che non è nella discrezione della Giunta regionale dare applicazioni a direttive statali in un ambito differente da quello in esame, si evidenzia che il decreto stesso fa riferimento "all'attestazione del valore del patrimonio immobiliare posseduto", che è cosa ben diversa dalla verifica del possesso di proprietà immobiliari che, ai fini dell'accesso all'edilizia sociale, non sono considerate in relazione al loro valore, ma unicamente della loro esistenza.
Voglio concludere, infine, con il richiamo che il Consigliere fa alla più volte richiamata sentenza della Corte Costituzionale, la n. 106/2018 che ha citato nel question time. Quella sentenza non ha alcuna attinenza con il tema dell'impossidenza di proprietà immobiliari, ma riguarda esclusivamente il requisito della durata della residenza di dieci anni nel territorio italiano richiesto - solo per i cittadini di Stati extra Unione Europea - e riguarda una vicenda della Regione Liguria, ma su aspetti diversi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 175 presentata da Disabato, inerente a "Emergenza medici di base presso l'ASL TO3"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
175.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Ho deciso di portare all'attenzione della Giunta due problematiche differenti, ma strettamente correlate tra loro. La prima è proprio la carenza all'interno del distretto ASL TO3 di medici di medicina generale in particolar modo medici di base, che risultano carenti secondo quanto disposto dalla delibera avente a oggetto "Zone carenti e residue di assistenza primaria" del 2019. Questo è un problema che vorrei sapere come la Giunta intende risolvere.
All'interno del distretto dell'ASL TO3, c'è un altro problema che sta emergendo in questi giorni tramite la mobilitazione di alcuni cittadini delle zone di Collegno e Grugliasco. Tali cittadini stanno manifestando la loro preoccupazione riferendosi ai futuri pensionamenti; in particolar modo uno riguarda i prossimi mesi, ma sono previsti quattro pensionamenti sul territorio di Collegno e Grugliasco da parte di medici di base. Sebbene non risulti carenza, secondo la determina riguardante le carenze residue di assistenza primaria emerge un problema che si protrae da anni, ed è quello della distribuzione dei medici di base sul territorio.
Che cosa significa? Che ci sono quartieri delle due città interessate che sono saturi di medici di base, quindi effettivamente forniti alla popolazione dei quartieri centrali che ne può usufruire tranquillamente.
Nei quartieri più periferici succede che, invece, questi medici di base non sono presenti, a volte ci sono delle sostituzioni sporadiche o, comunque ci sono delle situazioni che vengono tamponate in modo non definitivo, ma è emergenziale giusto per cercare di tamponare un servizio che risulta carente.
Questo comporta che i cittadini delle zone più periferiche devono muoversi o fare, comunque, anche diversi chilometri, oppure spostarsi di città in città per avere accesso all'assistenza necessaria, con differenti problematiche, soprattutto per le persone più anziane o quelle che hanno problematiche riguardo la mobilità. C'è, ovviamente, un problema di spostamento. Sebbene non risultino carenti i Comuni di per sé, certe carenze invece si riscontrano all'interno dei quartieri. Questa, come dicevo prima, è una situazione che si protrae da anni.
I dati sono evidenti anche a livello nazionale. Si parla di 33.392 medici di base mancanti entro il 2028 a seguito dei pensionamenti, quindi ci sarà una carenza generale e fisiologica su tutto il territorio nazionale, che si rispecchierà e si riscontrerà anche sul territorio regionale e, in particolar modo, sui Comuni d'interesse che ho deciso di portare all'attenzione della Giunta.
Volevo sapere come intende attivarsi la Giunta per fronteggiare il problema della distribuzione dei medici di base sui Comuni di Grugliasco e Collegno e, più in generale, della carenza futura della regione non solo dal punto di vista emergenziale, ma anche dal punto di vista strutturale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Poggio per la risposta.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Consigliera Disabato.
Ai sensi dell'articolo 5, comma 2, dell'Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici generici, entrato in vigore il 21 giugno 2018, in sede di ricognizione delle zone carenti di assistenza primaria, l'ASL segnala se all'interno di ciascun ambito territoriale carente è presente una zona in cui dev'essere necessariamente assicurata l'assistenza territoriale.
La Regione, prendendo atto delle ricognizioni effettuate da ciascuna ASL può soltanto pubblicare l'elenco degli ambiti territoriali carenti segnalando l'eventuale obbligo di apertura in una zona precisa, così come individuato dall'ASL.
Si precisa, inoltre, che all'interno delle ricognizioni che le ASL effettuano, ai sensi dell'articolo 5, comma 1 dell'Accordo Collettivo Nazionale del 2018, per la Disciplina dei rapporti con i medici generici viene riportato il calcolo relativo ai medici che raggiungeranno il 70 anno di età tra il 15 febbraio 2020 e il 14 febbraio 2021. Pertanto ciascuna pubblicazione comprende anche una parte previsionale relativa ai prossimi pensionamenti.
Si sottolinea, inoltre, che nel mese di ottobre 2019 l'unica zona carente che era stata pubblicata nell'ambito territoriale di Collegno e Grugliasco è stata assegnata e che, ove ci fossero delle situazioni d'urgenza per le quali non è possibile aspettare i tempi di pubblicazione delle carenze ordinarie 2020, definiti dall'Accordo Collettivo Nazionale 2018, per la disciplina dei rapporti con i medici generici, l'ASL ha comunque la possibilità di pubblicare un bando per un incarico provvisorio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Poggio.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.42 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta inizia alle ore 15.48)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Hanno chiesto congedo Carosso, Chiorino, Cirio, Graglia, Icardi, Lanzo Protopapa, Ricca e Tronzano.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Esame disegno di legge n. 43, inerente a "Intesa Interregionale tra le Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte, per l'esercizio delle funzioni amministrative regionali in materia di navigazione interna sul fiume Po e idrovie collegate. Ratifica della convenzione ai sensi dell'articolo 117, comma ottavo della Costituzione"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 43, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola alla relatrice di maggioranza, Consigliera Nicotra.



NICOTRA Letizia Giovanna, relatrice

Grazie, Presidente.
Signor Presidente e gentili colleghi, oggi arriva in Aula il disegno di legge regionale n. 43 del 3 ottobre 2019, con oggetto "Intesa Interregionale tra le Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte per l'esercizio delle funzioni amministrative regionali in materia di navigazione interna sul fiume PO e idrovie collegate. Ratifica della convenzione ai sensi dell'articolo 117, comma ottavo della Costituzione".
Ha la finalità di ratificare l'intesa interregionale tra le Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte per l'esercizio delle funzioni amministrative regionali in materia di navigazione interna sul fiume Po e idrovie collegate, sulla base di una nuova convenzione già approvata dal Comitato interregionale per la navigazione interna, con propria delibera n.
2 del 16 aprire 2019, basata sulle nuove esigenze di programmazione e sviluppo delle reti di navigazione interna, sulla disposizione di finanziamenti e sui diversi tempi di attuazione delle opere, nonché su un diverso riparto degli oneri per il funzionamento dell'intesa stessa.
Il seguente disegno di legge è stato esaminato e approvato in II Commissione, la quale ha chiesto il parere in I Commissione, che, in data 20 gennaio 2020, si è espressa in maniera favorevole.
In data 22 gennaio 2020, il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dei presenti da parte della II Commissione.
Considerato che il fiume Po nella maggior parte del tratto piemontese non è navigabile per i fini commerciali, si è ritenuto di riesaminare le seguenti intese sulla base di una nuova convenzione già approvata dal Comitato Interregionale. Pertanto, la Regione Piemonte parteciperà alla spesa con una variazione di quota che passa dall'1% allo 0,1, andando così a rivedere gli oneri a carico del nostro Ente, che passerà da 130.000 euro a 13.000 euro annui, come previsto dall'articolo 3 contenente le disposizioni finanziarie.
Ciò permette un considerevole risparmio per la Regione Piemonte e per tale motivazione si esprime parere favorevole al disegno di legge in discussione oggi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Nicotra.
La parola al Consigliere Marello, relatore di minoranza.



MARELLO Maurizio, relatore

Grazie, Presidente.
Intervengo come relatore dei Gruppi di opposizione del centrosinistra, non prima di dire all'Assessore Gabusi che, oggi, è fortunato e forse al suo posto sarei anche un po' emozionato.
Le spiego il perché: perché, al netto delle leggi di bilancio, che sono atti dovuti (mi riferisco al rendiconto, all'assestamento, al consolidato e all'autorizzazione all'esercizio provvisorio), e al netto di due leggine che abbiamo approvato nel mese di dicembre (una, per ratificare le nuove regole sui vitalizi e una per modificare le regole sul funzionamento dei Gruppi, quindi due provvedimenti che riguardano la vita di quest'Aula) questa è, dopo otto mesi esatti, perché le elezioni si sono tenute il 26 maggio, la prima legge che riguarda il Piemonte, che viene all'attenzione di quest'Aula e che sarà approvata.
Per questo, dico che deve essere onorato di questo.
Io, francamente, lo sono un po' meno. Poiché sono di prima nomina e non so cosa accadeva nei tempi passati in quest'Aula, con uno sguardo assolutamente obiettivo, non di parte, che ha il cittadino disincantato che vuole conoscere, sono andato a vedermi, dopo otto mesi di amministrazione che cosa avevano fatto le Giunte precedenti. Ebbene, così, per informazione, mi piace condividere con voi: nel 2005 (Giunta Bresso, quindi centrosinistra), primi otto mesi, 12 leggi approvate, senza conteggiare quelle di bilancio; Giunta Cota, anno 2010: 10 leggi approvate, ma qui così capite la mia imparzialità - la Giunta Cota, a fine 2010, aveva approvato la legge finanziaria del 2011 e il bilancio di previsione.
Quindi, non ci aveva mandato in esercizio provvisorio. Nel 2014 (Giunta Chiamparino), 15 leggi approvate, tra le quali la ristrutturazione del debito della Regione Piemonte, settembre 2014, e il riordino delle ATL (cito queste due, perché non si tratta di modifiche, piccole modifiche leggine, ma si tratta di capitoli pesanti nella vita di una Regione).
Giunta Cirio: tre leggine, di cui la prima, che è una ratifica, tocca un argomento sia pure non sentito proprio troppo dai piemontesi, cioè la navigazione sul Po e il sistema delle idrovie minori. Questa è, di fatto la prima legge che noi approviamo.
Un'altra velocità; è veramente un'altra velocità, ma lo dico senza ironia.
Un'altra velocità rispetto a quella precedente, soprattutto per un Consigliere regionale che è stato mandato qui innanzitutto per fare le leggi e, poi - se è necessario - anche per abrogarle! Però, anche qui, non ne abbiamo abrogata una! Il vostro compagno di viaggio, l'ex Assessore Rosso, aveva già portato le leggi al macero, ma non mi pare che questo gli abbia portato granché bene. Di fatto, neanche talune leggi sono state abrogate.
Questa è una doverosa premessa per dire che, piano piano, la propaganda viene al pettine. Ciò detto, anche se questa ratifica non è sicuramente una norma nelle corde della gente, non è quello che i piemontesi si aspettano dal vostro e dal nostro lavoro, anche se si tratta di un'intesa già raggiunta dalle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna nello scorso 2019. Indubbiamente si tratta di ratificare un'intesa che ha, a mio e a nostro parere, la sua importanza, perché riguarda un sistema, quello delle idrovie del bacino padano, pensato e istituito negli anni Novanta che ha avuto una sua prima intesa nel 2000, che ci ha accompagnato fino a oggi e che nell'economia delle nostre Regioni (forse per il Piemonte un po' meno) può avere la sua importanza.
Quali sono gli obiettivi di questa nuova intesa, che riprende quella precedente? Agire sulle manutenzioni, sulle progettazioni sull'abbattimento degli impedimenti strutturali alla navigazione, ai cosiddetti sbarramenti e forse - e mi collego al discorso di questa mattina sull'ambiente - all'utilizzo del fiume per fini di trasporto e per fini turistici, attraverso i parchi fluviali e i collegamenti con le altre mobilità, ad esempio le riciclabili, per utilizzi sportivi e di natura culturale. Forse è un fatto che abbiamo sottovalutato, nonostante il Po caratterizzi in maniera così forte, dal Monviso sino al mare Adriatico, non soltanto la morfologia del nostro territorio, ma incida anche fortemente sulle nostre comunità, direi soprattutto sulle comunità emiliane, quelle più legate alla vita del fiume.
Con questa ratifica si va a ribadire una governance che vede protagonista anche la nostra Regione, attraverso il Comitato Interregionale per la navigazione interna, di cui lei Assessore farà parte; si va a ribadire la presenza di una Commissione consultiva tecnico-amministrativa che dovrà valutare tutti gli aspetti contenuti nell'intesa, gli obiettivi e il modo con cui portarli a realizzazione.
Infine, come già evidenziato dalla collega, per quanto ci riguarda, pur essendo meno coinvolti, abbiamo anche un onere contributivo che va a ridursi. Questo è un fatto importante.
Chiudo preannunciando che ci sarà un voto favorevole da parte dell'opposizione del centrosinistra.
Ultima considerazione, che credo lei possa comprendere molto bene Assessore Gabusi, essendo stato Sindaco a Canelli e Presidente della Provincia di Asti, è l'esigenza che ci portiamo dietro da tanto tempo, in particolare dal 1994, quanto ci fu l'alluvione, come tutti sappiamo, di riconciliarci con l'acqua e con il fiume.
L'acqua, che spesso purtroppo ci interessa (l'ha interessata anche di recente per questi fenomeni, queste bombe d'acqua), talvolta la vediamo come un nemico della nostra vita, delle nostre economie, delle nostre aziende che vengono allagate e della nostra vita privata, ma probabilmente nel tempo non sempre abbiamo tenuto un comportamento e un rapporto corretto con il fiume, forse non lo abbiamo assecondato a sufficienza e coinvolto a sufficienza nelle nostre vite.
L'idea, attraverso quest'accordo interregionale, di potenziare la collaborazione tra le quattro Regioni che costituiscono il bacino padano al fine di utilizzare meglio le risorse naturali che l'acqua ci dà, diventa anche un modo per riconciliarci a livello personale, ma anche a livello comunitario, non soltanto con il Po e con i rii principali, ma un po' con quella natura di cui il fiume e i corsi d'acqua sono elemento essenziale.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
La parola al Consigliere Martinetti, secondo relatore di minoranza.



MARTINETTI Ivano, relatore

Grazie, Presidente.
In considerazione del trasferimento alle Regioni delle competenze che riguardano la navigazione interna e i porti lacuali, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 616, per il quale si prevede di esercitare tale funzione mediante l'intesa, nel caso in cui sono interessati i territori afferenti a più Regioni, la legge n. 380 ha previsto di realizzare quello che è chiamato "Sistema Idroviario Padano Veneto" e quattro di queste Regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte) hanno redatto un'apposita intesa.
Visto e considerato il tempo trascorso dalla sottoscrizione della vigente convenzione, si è reso necessario modificare tali contenuti in funzione di una mutata condizione di partecipazione da parte della Regione Piemonte.
Con una nota del 25 gennaio 2016 della Regione Piemonte, si evidenziava la necessità di operare una modifica alla convenzione, in funzione della mancanza di effetti diretti sul territorio piemontese nel breve-medio periodo, e di operare un diverso riparto degli oneri per il funzionamento dell'intesa stessa.
Nel 2018 si è svolto un tavolo politico specifico tra gli Assessori delle Regioni interessate, arrivando a un comune accordo di modifica della convenzione, tradotto in uno schema di convenzione approvato nell'aprile del 2019, da recepire tramite la presente legge regionale.
La nuova convenzione, inoltre, prevede la redazione di un programma triennale di manutenzione del sistema idroviario a carico delle risorse dell'intesa e la riduzione della quota di partecipazione della Regione Piemonte allo 0,1%, da applicarsi nel breve-medio periodo.
Questa norma trova il nostro accoglimento, in considerazione delle attuali condizioni dell'infrastruttura idroviaria piemontese la quale, non essendo a norma nel Regolamento dell'Unione europea, non trova beneficio in tale intesa.
Nel contempo, speriamo che in futuro si possa agire, intanto, per potenziare il sistema piemontese, per rientrare, di fatto e a pieno titolo all'interno della convenzione, al fine di valorizzare il sistema d'idrovie piemontesi.
A questo proposito, Assessore, auspichiamo che le risorse derivanti dalle economie del nuovo riparto della spesa vengano investite sul territorio e nell'ambito del potenziamento delle infrastrutture idroviarie collegata all'intesa; cosicché il depotenziamento del ruolo della Regione Piemonte all'interno dell'intesa in oggetto diventi un'opportunità di rilancio e di valorizzazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Intervengo anticipando già il voto favorevole del nostro Gruppo.
La proposta sana, finalmente, un'anomalia nei rapporti con le altre Regioni padane e consentirà, come ricordato, di risparmiare oltre 100.000 euro ogni anno.
Per questo motivo, come ho detto, anticipo che il nostro Gruppo esprimerà un parere e un voto favorevole.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riva Vercellotti.
Non essendovi altre richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola l'Assessore Gabusi, per la replica; ne ha facoltà.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Quando non ci sono interventi negativi, se non quelli giustamente coloriti o che esulano dalla stretta materia, non mi sembra il caso di cercarsi delle grane con controrepliche.
Raccolgo lo spunto del Consigliere Martinetti in senso generale, perché le risorse che stanziamo per le idrovie sono poche. Come ricordava il Consigliere Marello, troppo spesso l'acqua è stata vista come un pericolo.
Il Comitato per la navigazione, insieme agli indirizzi che stiamo dando ad AIPO di ragionare anche di navigazione in Piemonte, soprattutto nella zona del Casalese, ci consentono di dire che l'attuale revisione della convenzione e la riduzione della nostra partecipazione è, come hanno detto anche altre Regioni, temporanea, in attesa che anche il nostro territorio sviluppi le idrovie e abbia la possibilità di navigare.
Vi ringrazio per il parere favorevole che esprimerete su questo disegno di legge, che ci consentirà, innanzitutto, di risparmiare soldi; in secondo luogo, di rendere giustizia a una difficoltà oggettiva che non traspariva dalla convenzione, con l'impegno di tutti noi, come Giunta, di trattare il tema del dissesto idrogeologico e, più in generale, dei fiumi, in maniera pacata ma ragionata, cercando di metterci in pace con i territori e spiegando loro quelli che sono i dati che, negli ultimi anni, ci hanno visto soffrire in alcuni periodi, e quello che dobbiamo fare per evitare di soffrire ulteriormente e per cercare di prevenire quanto la natura purtroppo oggi ci sottopone.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

L'Assessore Gabusi è in aula, si trova nell'emiciclo.
Chiedo ai Consiglieri che disturbano di lasciare il banco della Giunta.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Sia riportato a verbale il voto favorevole del Consigliere Giaccone sul provvedimento.


Argomento: Trasporti pubblici

Esame ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi, inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 181, la cui discussione iniziata nella seduta antimeridiana era stata sospesa.
Ha chiesto la parola l'Assessore Gabusi; ne ha facoltà.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Mi scuso per l'assenza di questa mattina.
Ho avuto modo - e lo dico tranquillamente, perché è la verità - di apprendere dell'ordine del giorno dallo stesso Consigliere Grimaldi alle ore 13.15, per colpa mia, all'uscita del Consiglio regionale. Devo dire che, per abitudine, mi ha anche un po' spiegato il senso e non voglio esprimermi nel merito, perché ritengo di non avere a oggi tutti gli elementi, anzi non ne ho praticamente alcuno, per entrare nel merito di questo tema così specifico.
Pertanto, non esprimo né un parere favorevole né un parere negativo, ma prometto di essere pronto a ritornare sul tema la prossima settimana quando avrò dai miei uffici e dall'Agenzia per la mobilità alcuni dati in materia, che non espongano la Regione a scelte che poi devono essere coperte da poste in bilancio.
Chiedo quindi se è possibile - rimetto la decisione al Consiglio regionale e, soprattutto, al Consigliere Grimaldi - sospendere quest'ordine del giorno, per evitare di dare una risposta parziale e, comunque, non corredata da tutti gli elementi che mi consentirebbero di esprimermi e di dare un'indicazione tecnico-politica al Consiglio stesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Dopo che l'Assessore Marnati ha sbeffeggiato la dichiarazione di emergenza ambientale per poi votarla e dopo un'assenza di confronto generale, non credo che l'Assessore Protopapa abbia espresso nessuna opinione sugli OGM né ho sentito qualche invocazione dell'Assessore Gabusi su nessuno dei temi del trasporto pubblico.
La dico così: essendo che lei è un Assessore al quale va non solo tutta la nostra stima, ma di sicuro le riconosciamo le sue competenze, siamo disponibilissimi ad aspettare una settimana.
Faccio solo notare, Presidente, che però la prossima volta non accoglier il suo invito a confrontarmi con la Giunta e la maggioranza, perché se ci sono diverse opinioni, non cambio tre volte un ordine del giorno se poi alla fine, la mediazione non prevede anche un confronto con la Giunta. La prossima volta, lo dico così, chiederemo il parere della Giunta su tutti gli ordini del giorno, perché di solito abbiamo un'autonomia.
Mi pare che il confronto ci sia stato e ho accettato anche le mediazioni di quel confronto. Prendo atto che, giustamente, l'Assessore Gabusi vuole esprimere un'opinione e a quel punto, se voteremo quell'atto, credo che sarà un po' più di un ordine del giorno. Spero che, a quel punto quell'intendimento sia preso in considerazione subito dalla Giunta.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, porti pazienza, ma non abbiamo capito cosa è successo questa mattina e per una ragione di fondo, che è la consapevolezza del Consiglio regionale in cui siamo, vorremmo capire. Il 15 ottobre questo Consiglio regionale a maggioranza non ha votato lo stato di emergenza ambientale.
Oggi nelle premesse dell'ordine del giorno a prima firma del Consigliere Marrone, la maggioranza dice: "La consapevolezza dell'emergenza climatica".
Se non ho capito male, l'Assessore Marnati dice: "Non dobbiamo utilizzare il concetto dell'emergenza ambientale, perché non siamo in emergenza ambientale".
Presidente, per dare un senso alla nostra presenza, non abbiamo capito se la maggioranza ritiene che la Regione Piemonte è in condizioni di emergenza ambientale oppure no. Delle due l'una, perché non sappiamo cosa comunicare.
Un conto è quello che facciamo qui, altro conto quello che fuori i cittadini si aspettano da noi, anche semplicemente nella comunicazione.
Gli Uffici del Gruppo del Partito Democratico hanno preparato una bozza di comunicato stampa. Non vorremmo comunicare male, quindi cortesemente Presidente, ci aiuti a comprendere. Siamo in uno stato di emergenza ambientale oppure no?



PRESIDENTE

Sono stati approvati gli ordini del giorno n. 150, del Consigliere Marrone e l'ordine del giorno inerente al Green Deal, della Consigliera Biletta e altri, entrambi senza modifiche. Pertanto, è chiaro e le conclusioni politiche le fate in base ai due ordini del giorno che ha votato l'Aula.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Da quello che ho inteso, con l'accordo dell'Assessore Gabusi e del primo firmatario, si è concordato di sospendere l'esame dell'ordine del giorno n.
181.
Possiamo proseguire sugli altri ordini del giorno.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 136 e n. 179, di cui al punto 6) all'o.d.g.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sono stati richiamati gli Assessori che sono dietro l'emiciclo. Per economia dei lavori, se il Consigliere Marin, che non vedo in aula, o un altro firmatario vuole illustrare l'ordine del giorno.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, non siamo al mercato. Se cerchiamo di stare composti, per economia dei tempi, posso lasciare la parola a un presentatore dell'ordine del giorno n. 136.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, ci permetta di fare opposizione, perché noi dobbiamo fare opposizione. Non si può discutere un ordine del giorno così importante.
A parte che fino a qualche istante fa, per altri impegni, non c'era neanche il primo firmatario. Va bene, non importa, adesso è arrivato e potremmo anche sentirlo, ma si può discutere un ordine del giorno così importante senza l'Assessore alla sanità? Senza il Presidente? Le sembra normale? A lei non sembra normale come a noi, ma non si può andare avanti così. Dica la verità! Fortunatamente, per voi maggioranza non ci sono abbastanza giornalisti altrimenti l'impegno della Giunta lo stiamo vedendo. Va bene andare in giro per il mondo, ma i problemi bisogna risolverli anche qui.
È arrivato un Assessore che rappresenterà l'Assessore alla sanità, ma non potrà rispondere. Sospendete la trattazione dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sull'ordine dei lavori.
Dato che quest'ordine del giorno era già stato calendarizzato martedì scorso e sospeso, se non ricordo male, perché non c'era l'Assessore Icardi chiederei di sospenderlo perché è un tema molto delicato, sul quale abbiamo tra l'altro posizioni diverse, che impatta sull'organizzazione sanitaria ragion per cui non si capisce perché si possa discutere in assenza dell'Assessore competente.
Non me ne vogliano l'Assessore Tronzano e l'Assessore Gabusi competentissimi sulle loro materie, ma visto che gli Assessori sono presenti, possiamo scorrere l'o.d.g. ed esaminare, ad esempio, altri ordini del giorno, come quello sul COCIV.
Chiederei di sospendere l'ordine del giorno in oggetto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la Consigliera Frediani ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Essendo firmataria di uno dei due atti d'indirizzo, chiederei di sospendere l'esame del provvedimento, perché non ho idea di cosa pensi l'Assessore Icardi rispetto all'impegno. Non so se la maggioranza abbia avuto un riscontro, ma non è che ci accontentiamo degli Assessori presenti. Oggi mi sono accontentata di Assessori a caso, senza nulla togliere all'Assessore Gabusi, ma la prego, non sulla sanità. Non è presente neanche l'Assessore Ricca, oggi proprio non si riesce a venirne a capo di questa Giunta.
Non è un giudizio rispetto all'assenza dell'Assessore Icardi. Nessuno mette in dubbio che non stia facendo cose importanti per il Piemonte, non è quello il punto. Stiamo dicendo che ci piacerebbe avere un riscontro rispetto all'impegno che proponiamo, altrimenti come votate? Che tipo di votazione date? Decidete in autonomia? Decidete senza avere il parere dell'Assessore? Io ci terrei ad avere il parere dell'Assessore competente per materia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Canalis ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Mi ricollego anch'io agli interventi di chi mi ha preceduto. Sappiamo bene quanto quest'argomento abbia occupato il dibattito consiliare e il dibattito fuori dal Consiglio per moltissimi mesi. Pensiamo, ad esempio, al territorio di Pinerolo e a quello di Rivoli.
Non possiamo avvicinarci a questo tema senza conoscere la posizione dell'Assessore Icardi. Con tutto il rispetto per gli altri membri della Giunta, qui non si tratta di leggere un documento scritto, ma di conoscere le intenzioni e la pianificazione dell'Assessore. Questo abbiamo già avuto modo di dirlo l'altra settimana e nelle sedute di Commissione con l'Assessore Icardi. Non ci è chiara la sua posizione su una serie di tematiche legate alla sanità, che è l'argomento principale di cui ci occupiamo in Regione.
Chiediamo alla Presidenza di rinviare la trattazione dell'ordine del giorno a una seduta in cui l'Assessore possa essere presente per pronunciarsi e intervenire nel dibattito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Grimaldi ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Se fossi la collega Frediani, mi terrei Marco Gabusi anche sulla sanità.
A proposito, propongo che la buona norma di prima sia utilizzata per tutti e lo dico anche a lei, Presidente: se per votare gli ordini del giorno ci dev'essere la presenza della Giunta, ma soprattutto il parere dell'Assessore competente, per carità, per me questo parere può essere anche dato da altri Assessori, se hanno studiato la materia e se prendono la parola.
Immagino che gli Assessori Tronzano e Gabusi siano informati sulla vicenda visto che studiano; quindi, per me si può procedere soltanto se c'è stata una delega, altrimenti le chiedo di non fare discriminazioni e di trattare tutti alla stessa maniera.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sarno, sull'ordine dei lavori.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Per andare in scia, facendo la conta dei Consiglieri della maggioranza presenti, tra i banchi, ci dicevamo che sta capitando un po' spesso di affrontare i temi senza l'Assessore competente, anche, per esempio, sul gioco d'azzardo.
Capisco che volete fare una statua all'Assessore Tronzano, che è ovunque e lo mettete in ogni posto per affrontare temi dei propri colleghi assenti però diventa davvero un po' difficile affrontare un Consiglio, anche in termini di qualità degli interventi (in generale, anche dei nostri) in risposta a quanto sostengono gli Assessori.
Il collega Grimaldi diceva che il tema non è che oggi manca l'Assessore Icardi, perché è a Roma. Va bene. Oggi, però, prima, all'interrogazione della collega Frediani ha risposto un Assessore non competente, tra l'altro, rispondendo come abbiamo sentito; a diverse interrogazioni sono state lette - questo capita sempre - risposte di altri colleghi. In tal modo, diventa difficile interloquire con la Giunta.
Il Consiglio e le Commissioni sono le sedi in cui possiamo interloquire con la Giunta, ma poiché spesso capita che in Consiglio e in Commissione gli Assessori sono assenti, mi chiedo se dobbiamo interloquire solo sui giornali. Così diventa un po' difficile poter affrontare i problemi.



(Commenti fuori microfono)



SARNO Diego

Ho capito, caro Preioni, però, com'è stato detto, io non mi accontento.
Sono stato eletto per lavorare sui contenuti, quindi non mi accontento di altri Assessori rispetto alla competenza.
Chiedo al Presidente del Consiglio regionale di porre attenzione e rispetto a quest'Aula, chiedendo, anche formalmente, una Comunicazione alla Giunta affinché si presenti, se non l'Assessore competente, perché oggettivamente non può, un Assessore ufficialmente delegato, che abbia argomenti e contenuti per rispondere agli ordini del giorno e alle delibere che andiamo a discutere in questa sala. Mi sembra il minimo.
Quando ero in Comune, succedeva così: mi delegavano ufficialmente e rispondevo, se non c'era il Sindaco o l'Assessore competente. Non so se qualcosa è cambiato, visto che l'Ente che si gestisce è diverso, ma questo mi sembra un minimo sindacale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Preioni, sull'ordine dei lavori.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Mi sento di fare una proposta.
Facendo politica, sappiamo benissimo, e so di non darvi nessuno scoop, che il Gruppo della Lega ha coordinato con il suo Assessore, che fa parte del Gruppo della Lega, quest'ordine del giorno, quindi è già concordato. Noi conosciamo già la posizione del nostro Assessore, che purtroppo, per impegni contingenti gravi e importanti, è a Roma. Noi chiederemmo, per essere pragmatici, come piace a me, come piace al nostro Gruppo e per iniziare a fare qualche passo in avanti anche in merito alla questione, di procedere con l'illustrazione oggi e poi portare al prossimo Consiglio la discussione in presenza dell'Assessore.
Questo mi sento di dire e di poter accettare come mediazione, per incardinare oggi questo provvedimento. Dopodiché, la discussione e la votazione la facciamo in presenza dell'Assessore, che pensavamo potesse essere presente oggi, ma ci sono state delle ragioni internazionali importantissime e pesantissime che hanno richiesto la sua presenza a Roma.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Rossi, sull'ordine dei lavori.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Sull'ordine dei lavori, ci stavamo confrontando e rispondo, anche a nome del Capogruppo Ravetti, alla proposta del Consigliere Preioni.
A noi va bene che s'illustri, ma la discussione del provvedimento dev'essere fatta assolutamente in presenza dell'Assessore. Quindi, va bene l'illustrazione, ma la prima volta in cui l'Assessore sarà presente in Aula, si discute e poi si vota.



(Commenti fuori microfono)



ROSSI Domenico

Infatti, ho detto che siamo d'accordo, stavo ripetendo per essere sicuro che ci fossimo intesi su quello che ha detto Preioni.
Approfitto, Presidente, per dire che è chiaro che se l'Assessore che è il Presidente degli Assessori in Conferenza Stato-Regioni, molto spesso dev'essere a Roma o in altre parti d'Italia, ma è evidente che la responsabilità del coordinamento tra le attività dell'Aula, che non sono solo quelle del martedì, ma anche quelle delle Commissioni e la Giunta spetta alla Conferenza dei Capigruppo e, in maniera particolare, alla maggioranza. Questo non può essere un alibi, per cui troppo spesso purtroppo, il Consiglio, sia per quanto riguarda i lavori in Commissione sia per quanto riguarda i lavori del martedì, viene messo in secondo piano.
Noi vogliamo ricordare che il rispetto verso quest'Aula è il rispetto verso i piemontesi. Non si può assistere ogni martedì a banchi di Giunta spesso vuoti e, nella programmazione anche degli appuntamenti, tutti seri e legittimi, degli Assessori, alzare il livello di priorità del Consiglio forse significherebbe alzare il rispetto verso i piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani, sull'ordine dei lavori.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In realtà, non capisco tanto il senso di questa proposta; forse, potremmo prevedere di mettere come primo punto della discussione della prossima settimana questi atti d'indirizzo e completare sia l'illustrazione sia la discussione generale in un solo momento. Non vedo quale tipo di vantaggio potremmo avere nel fare l'illustrazione oggi, per sospendere e votare anzi, discutere e votare la prossima settimana, visto che oggi l'Assessore è assente.
Di solito, magari, si decide di mettere un tema come primo punto all'o.d.g.
in modo da essere sicuri di discuterlo, ma non ha senso spezzare in due la discussione, secondo me, che penso di essere anche più pragmatica del Consigliere Preioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Presidente, non aggiungo molto rispetto a quello che, a nome del Gruppo, ha già detto il collega Rossi.
Troviamo curioso che si dica apertamente, come peraltro ci ha abituati sin dall'inizio di questa legislatura il collega Preioni, che c'è già un'intesa con l'Assessore. Su una materia di competenza dell'Assessore, venite in Commissione e ci presentate la documentazione necessaria per cambiare la rete dei laboratori del Piemonte. Dovete fare un comunicato stampa? Qual è il problema? Avete già un'intesa, avete la maggioranza, oppure volete soltanto dire che volete modificare la rete dei laboratori e poi non la modificate? Delle due, l'una.
Dopodiché, Presidente, posso permettermi, nell'ultimo minuto che mi concedo e, se lei è d'accordo, che mi concede? Guardi, è palese: per noi (quindi analisi politica di parte, punto di vista), la Giunta è inadeguata; è inadeguata a prescindere. I lavori del Consiglio e d'Aula dimostrano, per che non è soltanto un problema di competenze e di capacità della Giunta, ma è anche un problema numerico. Cara maggioranza, caro Presidente Cirio, fate questo rimpasto, tornate a numeri pieni. Non bastate in Aula! C'è un problema evidente, fotografico: è qui e l'abbiamo davanti. Fate questo rimpasto, non se ne può più! Per noi, non siete politicamente all'altezza; numericamente non ci siete.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi sull'ordine dei lavori, proseguiamo con l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 136 e poi lo sospendiamo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 136 presentato da Marin, Dago, Stecco, Cerutti Zambaia, Mosca, Preioni e Fava, Nicotra, Demarchi, Cane, Biletta e Ruzzola inerente a "Sospensione dell'attuazione del modello a rete per le analisi di laboratorio"; ordine del giorno n. 178 presentato da Frediani, Bertola e Sacco, inerente a "Valutazione efficacia del modello a rete per le analisi di laboratorio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 136, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marin per l'illustrazione.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
Torno un attimo indietro: è il terzo Consiglio regionale in cui questo punto viene iscritto all'o.d.g.
Quando è stato inserito all'o.d.g. del primo Consiglio, non essendoci l'Assessore Icardi poiché aveva impegni impellenti, io stesso ho avanzato ritengo correttamente - la proposta di rinviare al successivo Consiglio, in quanto ero a conoscenza della presenza dell'Assessore.
Nel secondo Consiglio, alla presenza dell'Assessore Icardi (è stato detto che non c'era, ma era presente), noi eravamo pronti a illustrare il documento e aprire la discussione; dopodiché, l'Assessore doveva giustamente esprimere le proprie opinioni. In quella seduta, non si è riusciti ad affrontare la discussione dell'ordine del giorno, perché si è parlato di altri documenti, che hanno portato ad allungare la discussione.
Oggi, che è la terza volta (e qui mi pare corretta la proposta del mio Capogruppo), direi di procedere con l'illustrazione. Per quale motivo? Perché c'è anche un fatto di urgenza per cui si è arrivati a proporre l'ordine del giorno, e motivo anche il perché non è stato fatto un ragionamento d'indagine conoscitiva da portare in Commissione, a fronte della quale si sarebbero dovuti prendere dei provvedimenti.
Succede che, prima di Natale, vengo contattato dall'associazione "Diritto alla salute" della Val Pellice, che viene in Consiglio regionale (io ho chiesto che fosse presente con me il Presidente della IV Commissione Alessandro Stecco) e consegna 3.000 firme, in originale, di cittadini che sollevavano problemi di attuazione dell'ultima delibera di Giunta regionale del 2018, sulla razionalizzazione dei laboratori di analisi a livello piemontese.
Nel momento in cui un Consigliere regionale riceve 3.000 firme, si preoccupa. Dice: com'è possibile che 3.000 cittadini sottoscrivano delle preoccupazioni? Ci facciamo spiegare dal Consigliere Rostagno e dalla sua collaboratrice quali sono le motivazioni; incontro personalmente il Direttore dell'ASL TO3, Flavio Boraso, e cerco di capire effettivamente com'è la situazione.
Alla luce di questo, cerco di approfondire, pur non essendo una materia a me consona rispetto alle mie competenze, e vengo a scoprire alcune realtà.
Faccio l'esempio della mia ASL: probabilmente, questa proposta che risaliva a delibere di Giunta regionale precedenti è perfetta e calzante per una realtà cittadina, quindi prettamente torinese. Ha sicuramente senso mettere assieme i laboratori di analisi dell'Amedeo di Savoia piuttosto che eventualmente, del Maria Vittoria, visto che si può andare quasi a piedi da un ospedale all'altro. Nel momento in cui, però, si va ad affrontare una situazione non cittadina, perché il Piemonte non è solo Torino (a volte l'impressione è di avere un Consiglio comunale torinese esteso in questa sala), la montagna, le valli e la provincia sollevano la questione dicendo: "Come, io devo togliere il laboratorio di analisi a Pomaretto, in Val Pellice o a Pinerolo e cosa faccio? Come tutti, devo andare, da questi tre Presidi, al San Luigi - ad esempio - a portare, tutti i giorni le loro analisi. Tra l'altro, con dei rischi, perché si trasporta sangue e non pentole, quindi tutto può succedere. Inoltre, qual è il risultato qualitativo delle analisi?".
Senza entrare nel merito di quella che può essere una critica su provvedimenti che hanno ispirato una delibera di Giunta regionale a principi buoni, riteniamo che si debba semplicemente soprassedere svolgendo un'analisi un po' più attenta che allarghi l'orizzonte e la lente sulla provincia del Piemonte. Probabilmente, per alcuni casi quella razionalizzazione funziona, ma per altri è da rivedere. E se anche oggi si parlava di questioni legate ai fattori climatici, ha senso far partire tutti i giorni delle macchine per portare le provette al San Luigi e far spostare i cittadini piemontesi per ritirare i referti? Il buonsenso porterebbe a dire: fermiamoci, riflettiamo e mettiamo l'Assessore e l'Assessorato nelle condizioni di assumere le sue decisioni ma sulla base di un'analisi veramente approfondita e attenta, che ascolti tutte le realtà territoriali del Piemonte.
Presidente, per quanto riguarda l'impegno che io chiedo nei confronti dell'Assessorato, cito quello che è depositato agli atti: "Valutare la possibilità di sospendere l'attuazione del modello della rete delle analisi di laboratorio emergente dalle deliberazioni specificate in premessa" questo, anche alla luce di un confronto un pochino più attento, che c'è stato - "ove non siano già stati completati i processi di organizzazione".
Quindi, è una proposta, che adesso le depositerei, di modificare leggermente l'ordine del giorno, visto che poi la discussione si aprirà.
Chiedo veramente che sia il primo punto all'o.d.g., perché ho sentito telefonicamente l'Assessore e mi ha confermato la sua presenza la prossima settimana, al fine di consentire un'analisi adeguata, in termini di costi e benefici, sia economici sia di qualità del servizio ai cittadini piemontesi. Aggiungerei, impregiudicati, i diritti acquisiti e fatta salva la possibilità della Regione di modificare ulteriormente la decisione assunta.
A oggi, le ASL dicono: facciamo partire le gare o non le facciamo partire? In alcuni casi le gare sono partite, quindi sono in corso di aggiudicazione. Tuttavia, ho provato a fare un'analisi nella mia ASL (la TO3) e indicativamente siamo vicini a un milione di euro di maggiori costi nel momento in cui scattasse eventualmente l'aggiudicazione di una gara in questo senso.
Se l'efficientamento significa anche passare attraverso costi maggiori muoviamoci con buonsenso, perché sono denari dei piemontesi, ma anche nell'ottica di tenere conto che dietro c'è occupazione, professionalità e tanti anni di lavoro che hanno consolidato moltissime specificità.
Pertanto, ritengo opportuno soprassedere e lasciare il giusto tempo: sei o otto mesi, non si chiede di dilazionare.
Vorrei tornare su chi ha detto: "Tanto poi non vedrete mai la razionalizzazione". Mi pare che sia di poca fiducia perché, visto che nei territori delle ASL che abbiamo provato a prendere in considerazione è motivo d'interesse approfondire questa razionalizzazione in un tavolo organizzato come si deve da chi ha competenza in materia, ritengo che, dove verrà confermata la situazione attuale, verrà confermata, ma dove non ha senso si rivedrà eventualmente questa razionalizzazione.
Presidente, apporterei questa correzione al dispositivo dell'ordine del giorno, per fare in modo che sia agli atti per la prossima settimana quando si aprirà la discussione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marin.
La parola alla Consigliera Frediani per illustrare l'ordine del giorno n.
178.
Precedentemente è stato illustrato l'ordine del giorno n. 136.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Preferirei illustrarlo la prossima volta, chiedendo anch'io di inserirlo come primo punto all'o.d.g., proprio perché, come ricordava il Consigliere Marin, è un tema molto importante.
Vorrei anche ricordare al Consigliere Marin che noi eravamo già presenti nella scorsa legislatura, abbiamo preparato fior di atti rispetto a questa riorganizzazione e siamo stati anche tra i promotori della petizione: l'abbiamo sostenuta, abbiamo fatto incontri, serate e sopralluoghi nei laboratori analisi.
È un tema che stiamo seguendo da tempo, per cui credo vada trattato con la dovuta attenzione e, soprattutto, con la presenza dell'Assessore.
Pertanto, illustrerei il mio atto d'indirizzo nella prossima seduta, alla presenza dell'Assessore Icardi.



PRESIDENTE

Va bene, quindi sospendiamo la discussione dei due ordini del giorno e passiamo al punto successivo.


Argomento: Trasporti su ferro

Proseguimento esame ordine del giorno n. 151 presentato da Sacco Martinetti, Frediani e Bertola, inerente a "Diffida della Regione Piemonte al rispetto del Piano del Traffico da parte di COCIV - linea AV/AC Milano Genova Terzo Valico"


PRESIDENTE

Procediamo con il proseguimento dell'esame dell'ordine del giorno n. 151 di cui al punto 7) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 14 gennaio scorso il Consigliere Sacco ha illustrato l'ordine del giorno. È intervenuto l'Assessore Marnati. Sono seguiti gli interventi dei Consiglieri Sacco, Frediani e Ravetti. Il Consigliere Sacco, su proposta dell'Assessore, ha chiesto la sospensione della discussione per fare ulteriori valutazioni e approfondimenti.
Il Consigliere Preioni si è associato a tale richiesta.
Chiedo, quindi, se vi siano ulteriori interventi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Avevo chiesto la sospensione dell'ordine del giorno in quanto mi era stato riferito dall'Assessore Marnati, che purtroppo oggi non è presente, che i dati che aveva in possesso (dati sul traffico dei veicoli di cui facevo riferimento nell'ordine del giorno) erano diversi rispetto a quelli che avevo evidenziato nel documento. Per votare l'ordine del giorno aspettavamo di avere i dati reali sul traffico dei veicoli, quelli certificati altrimenti vorrebbe dire che, come Giunta regionale e come Regione Piemonte, non abbiamo il polso di quello che succede sui nostri territori e nemmeno sugli adempimenti rispetto al rispetto - scusate il gioco di parole del piano del traffico sottoscritto dalla Regione stessa e che il COCIV si deve impegnare a rispettare. Non solo il COCIV, ma anche le ditte in subappalto.
Considerato che era stata sollevata tutta una serie di richieste, esposte alla Regione, da parte di un'Amministrazione comunale, in questo caso Arquata Scrivia, sulla violazione del piano del traffico (che poi abbiamo approfondito ed era esattamente come denunciavano), volevamo capire se l'Assessorato era in possesso dei dati che noi non riuscivamo a trovare.
Nel momento in cui li avessero, avremmo piacere di poterli analizzare per fare le nostre valutazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
La parola all'Assessore Gabusi.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Senza strategia e senza sottrarmi - in Commissione ho già anticipato quanto dirò oggi al Consigliere Sacco, ipotizzando che lo dicesse poi l'Assessore Marnati - ma per motivi tecnico-logistici e per soddisfare la Consigliera Frediani, ho deciso di rispondere io. Il Consigliere Sacco mi scuserà se dirò cose che lui e altri componenti della Commissione sanno già, ma ho il dovere di rappresentarli a tutto il Consiglio regionale.
Per quanto riguarda la situazione del traffico di mezzi sulle strade statali, non risulta pervenuta, né al Ministero dell'Ambiente n all'Osservatorio ambientale per il Terzo Valico né alla Prefettura né alla Stradale né ai Settori regionali, alcuna segnalazione di traffico anomalo o violazioni in relazione al traffico generato dal cantiere del Terzo Valico a eccezione di quella puntualmente segnalata anche oggi dal Consigliere Sacco, citata anche nell'ordine del giorno, del Comune di Arquata Scrivia in data 12 settembre 2019.
È evidente che non abbiamo corrispondenza della segnalazione di Ronco Scrivia, in quanto non fa parte della nostra Regione, ma afferisce alla Regione Liguria.
In merito a quella segnalazione, in data 30 settembre, quindi 18 giorni dopo, COCIV ha inviato la propria risposta al Comune, all'Osservatorio ambientale Terzo Valico e, per conoscenza, al MATTM (Ministero dell'Ambiente) e alle Direzioni regionali interessate.
Tale risposta viene citata nell'ordine del giorno solo parzialmente. La parte non citata precisa quali sono le modalità del transito di autobetoniere nei centri abitati di Arquata, Rigoroso, Pietrabissara e Isola del Cantone, dichiarando la frequenza dei transiti nella misura di un viaggio andata-ritorno ogni due ore; la misura di riduzione dell'utilizzo della SS35; la data di cessazione dei transiti motivati da una situazione di eccezionalità, con la riattivazione dell'impianto di fornitura di calcestruzzo nel cantiere di Castagnola e nel Comune di Fraconalto stabilita entro la metà del mese di novembre.
Si è trattato di un passaggio di mezzi di carattere eccezionale e circoscritto nel tempo, sia pure con notevoli disagi alle popolazioni e ai Comuni, determinato da quella temporanea chiusura dell'impianto di betonaggio di Castagnola per lavori di adeguamento, a seguito del quale la ditta Calcestruzzo S.p.A., al fine di garantire il regolare avanzamento dei lavori (per evitare, quindi, di stoppare i cantieri), ha attivato la fornitura di calcestruzzo dall'impianto ubicato nel cantiere di Moriassi nel Comune di Arquata Scrivia, sempre gestito da Calcestruzzi S.p.A.
In tale contesto, il trasporto del calcestruzzo sulla SS35, nel tratto compreso tra Arquata e Fraconalto è stato autorizzato dalla Prefettura di Alessandria, con protocollo del 4 giugno 2019. Il percorso è risultato l'unico possibile, considerati i limiti di massa vigenti e il tempo massimo di percorrenza tecnicamente consentito per il trasporto del calcestruzzo.
Oltre alle misure di mitigazione del traffico sulla SS35, il Consorzio COCIV ha richiesto all'affidatario dei lavori (Consorzio Tunnel Giovi) di contattare il Comune di Arquata Scrivia per tramite del proprio fornitore (Calcestruzzi S.p.A.) al fine di verificare lo stato dei luoghi e provvedere all'esecuzione di eventuali interventi necessari per il ripristino di eventuali criticità connesse al passaggio dei mezzi.
Per quanto riportato sull'ordine del giorno e per quanto riguarda le evidenze espresse dai Comuni, che, di fatto, come ho detto in Commissione a noi non sono pervenute, quindi probabilmente c'è una difficoltà di comunicazione di cui ci facciamo carico in prima persona e che andremo ad analizzare, per il carico superiore alle 30 tonnellate è necessaria l'autorizzazione solo ai fini del transito autostradale e l'eventuale modifica del percorso deve essere segnalata all'ente responsabile. Il flusso dei 200 o 300 transiti al giorno è il massimo ipotizzato da quel protocollo, ma è evidente che, considerato sulle 24 ore, si configurerebbe come transito ogni sette minuti, quindi è la somma massima (da qui la difficoltà, in effetti, di avere un dato reale). Il transito per tutti i giorni, compresi i festivi, autorizzato dalla Prefettura e l'installazione dei GPS non risulta obbligatorio per le betoniere. Quanto osservato l'autunno scorso potrebbe ripetersi, determinando l'aumento del rischio d'incidentalità sulle strade; in tal caso, saremo non dico ben disposti, ma obbligati a un richiamo a COCIV.
Per concludere, e per esprimere il mio parere, che certamente non è vincolante per il Consiglio ma è scaturito dopo aver analizzato tutte le problematiche, ritengo che la reiterazione, che oggi non è dato di sapere perché c'è solo quel richiamo del 12 settembre - reiterazione segnalata come si è consueti fare nelle Amministrazioni pubbliche, quindi con atti scritti e con segnalazioni agli Enti proprietari di strada e gli enti responsabili, Polizia stradale e Prefettura - ci debba portare a un ragionamento nei confronti del COCIV e anche a una diffida. Oggi non dico che mi sembri prematura, ma che sia carente degli elementi di base. Perch sostanzialmente, andremmo a doverla fare, dal punto di vista amministrativo e sostanziale, su un solo caso segnalato di cui abbiamo notizia.
Come ho detto in Commissione, monitoriamo la situazione: lo dico rivolgendomi al Consigliere Sacco, che è del territorio, così come al Consigliere Ravetti, che fa parte del medesimo ambito territoriale.
Noi siamo intanto a disposizione con i nostri Settori decentrati per raccogliere le difficoltà di quei Comuni, anche perché sono difficoltà che ricadono su strade non statali, per cui, poi, tutto il dissesto viene a gravare anche economicamente sulla Regione. Siamo quindi disponibili a ragionare insieme.
Credo che la diffida in questo momento sia un atto eccessivo, che potrebbe avere una strumentalizzazione troppo ampia anche a livello nazionale. Come Assessore competente in materia (ma lo penserei anche se fossi Consigliere, e non lo sono), direi che la diffida sarebbe in questo momento da sospendere e quindi l'ordine del giorno non da votare, per i motivi che vi ho testé illustrato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Intervengo sulla discussione generale.
Vorrei approfondire un paio di questioni. Mi è chiaro il discorso all'Assessore Gabusi. Faccio solo presente che la problematica è stata sollevata da parte dell'Amministrazione comunale, che non ha di certo scritto a Sean Sacco, nel senso che ci sono prima gli organi istituzionali che si devono occupare della verifica del rispetto del Piano del traffico che però non sono riusciti a trovare un interlocutore in grado di rispondere alla loro esigenza.
Quando gli è stato risposto che c'era l'autorizzazione da parte della Prefettura, abbiamo fatto delle verifiche, nel senso che abbiamo chiamato in Prefettura e abbiamo chiesto quali autorizzazioni c'erano.
Peraltro, abbiamo chiesto le autorizzazioni anche all'Osservatorio, ma ci hanno risposto con una mail: "La ditta ci ha detto che aveva l'autorizzazione". Io vorrei vederla l'autorizzazione. Perché se uno mi risponde "guarda che ce l'ho", mi viene da ribattere "va bene, fammela vedere".
Infatti, quando abbiamo chiamato in Prefettura è risultato che l'autorizzazione - cioè le esenzioni rispetto alle previsioni del Piano del traffico - era sì legata a quel tratto, ma per quanto riguardava i giorni festivi e solamente su alcuni mezzi (mi sembra che si parli di due o tre targhe autorizzate all'esenzione).
A quel punto, mi è sorto il dubbio: non è che a qualcuno manchi qualche passaggio? Cioè non siamo in grado di rispondere a quelle che sono le esigenze del territorio, nel momento in cui lamenta una violazione, perch non c'è nessuno che si assume la responsabilità di controllare rispetto al corretto adempimento del Piano del traffico? Inoltre, mi sembra anche abbastanza superficiale, dal punto di vista lavorativo, accontentarsi di un "sì, abbiamo l'autorizzazione" da parte dalla Prefettura. Cioè se un'Amministrazione si lamenta di una problematica, mi dovrei attivare, come organo di controllo, a verificare se effettivamente tutti i passaggi sono stati rispettati e se vige l'autorizzazione da parte della Prefettura. Così non è, o almeno così non ci risulta. Se poi avete l'autorizzazione della Prefettura che smentisce tutto quello che dico, sono ben contento, perché vorrebbe dire che allora è stato rispettato almeno un iter. Altrimenti, vuol dire che ci si è mossi al di fuori di quello che è il normale iter in cui ci si dovrebbe muovere nel momento in cui si chiede una deroga rispetto a una prescrizione.
Detto questo, aggiungo io qualcosa. Per mesi c'è stato questo comportamento da parte della ditta in subappalto con una deroga non ben specificato se autorizzata o no - a me risulta non autorizzata - da parte del Piano del traffico. Tra l'altro, la richiesta della ditta è stata inoltrata alla Società Autostrade per richiedere un trasporto eccezionale, che è stato negato. Infatti, la Società Autostrade ci ha detto: "Non abbiamo potuto autorizzare la ditta sulle 40 tonnellate, perché c'era tutta una serie di problemi infrastrutturali". Sarebbe stato sufficiente non caricare i camion a 40 tonnellate, ma a 30 e li avrebbero fatti girare in autostrada ovviamente con un aggravio di costi da parte della ditta, ma sicuramente con un minore disagio e un minore inquinamento e rischio per il centro abitato che è stato colpito da questa deroga, chiamiamola così.
Detto questo, vorrei che si vada al voto su quest'ordine del giorno e sono disposto anche a modificare l'impegno, perché se mi si dice che l'unico problema è che non è più in essere questo inadempimento, la prossima volta visto che non si capisce chi deve rispondere per questi casi in cui vengono denunciati da parte delle Amministrazioni comunali degli inadempimenti sarà la Regione stessa a farsi carico dell'onere di chiedere a COCIV il rispetto del Piano del traffico.
Sono anche disposto a modificare l'impegno, dicendo che se dovesse succedere di nuovo, rispondiamo come Regione ai Comuni interessati dai disagi, in modo da garantire loro un minimo di supporto e anche un minimo di attenzione, che non hanno ricevuto in questo caso specifico.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, ha chiesto la parola l'Assessore Gabusi; ne ha facoltà.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Credo che su questi argomenti non ci sia colorazione politica e soprattutto quando ci sono delle prescrizioni, gli organi devono farli rispettare. Io non cerco mai di scaricare la palla a qualcun altro o di sottrarmi alle responsabilità, siccome però parliamo di responsabilità precise anche della Prefettura, eviterei di scavalcare qualcuno.
Al di là del voto, che rimando al Consiglio, posso farmi interprete dell'esigenza, indipendentemente dalla frase in più o in meno sull'ordine del giorno, ma credo che possa essere tra i compiti della Regione quello di sentire ufficialmente la Prefettura, sottolineando che questa interrogazione interviene su una materia che, probabilmente per i tanti interlocutori in campo, non è chiara, almeno a noi, e forse anche ad alcuni Comuni, visto quanto è successo.
Al netto della votazione, mi rendo disponibile a inoltrare alla Prefettura la richiesta di chiarire in maniera ufficiale che cosa dobbiamo fare, quali sono le procedure di segnalazione da parte dei Comuni - che magari dovrebbero già saperlo, ma se il problema si è presentato, evidentemente non ne sono a conoscenza in maniera così puntuale - e come ci attiviamo nel momento in cui questi fenomeni dovessero ripetersi e non siano un caso isolato come quello del 12 settembre. Questa è la disponibilità che mi sento di dare su questa tematica.



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, quindi procediamo? Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Accolgo l'impegno da parte dell'Assessore Gabusi di interfacciarsi con la Prefettura e suggerirei anche di fare un piccolo approfondimento rispetto a quello che era l'effettivo permesso, per capire se ciò che ci è stato detto è realmente corretto, cioè se esiste un permesso da parte della Prefettura nei confronti della ditta che era in subappalto di operare con due viaggi al giorno anche nei giorni feriali, quindi in totale deroga al Piano del traffico.
Se non è così, l'importanza di attivarsi verso la Prefettura per dare supporto ai Comuni nel caso in cui si dovesse verificare nuovamente un caso del genere, mi sembra il minimo da parte dell'istituzione regionale.
Comunque, chiederei di procedere in ogni caso al voto sull'ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.08, riprende alle ore 17.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie per la cortesia, Presidente.
Ho parlato con l'Assessore Gabusi e con il primo firmatario dell'ordine del giorno, il Consigliere Sacco. Il Gruppo del Partito Democratico darà la presenza come espressione di voto, rispetto a quest'ordine del giorno.
Vorremmo che la maggioranza e l'Assessore, in particolare il Presidente della II Commissione organizzassero, a breve giro, nell'arco di poche settimane, un'audizione in Commissione con i protagonisti del sistema Terzo Valico, in maniera tale che si possano fare i corretti approfondimenti.
Questa è la proposta del Partito Democratico.



PRESIDENTE

Grazie.
Il Consigliere Fava, in qualità di Presidente della II Commissione accoglie l'invito. Grazie.
La parola all'Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

Grazie, Presidente.
Io e l'Assessore Gabusi siamo d'accordo; compatibilmente, chiediamo al Presidente della II Commissione di tenere conto del bilancio, che sarà a febbraio; però, va bene.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Per concludere, vorrei sottolineare la necessità, da una parte, di fare luce sul caso specifico e, quindi, attraverso gli Uffici regionali, di chiedere al Prefetto quest'autorizzazione, che è stata millantata, ma che in realtà non si trova, rispetto ai due viaggi/ora o il viaggio ogni due ore (non ho capito cosa mi è stato riferito), rispetto ai traffici che si sono verificati.
Ben venga la convocazione di COCIV, per fare un po' di approfondimenti rispetto al caso e anche ad altre situazioni che non sono ancora del tutto concretizzate rispetto alle previsioni.
Noi, come Gruppo, votiamo a favore di quest'ordine del giorno, in quanto ci sembra importante dare un segnale, anche di vicinanza, rispetto al Comune colpito da questa violazione. Inoltre, auspichiamo un maggiore interesse nel futuro da parte della Regione d'intervenire sulle sue prescrizioni perché a questo punto è la Regione che deve farsi carico di fare rispettare ciò che viene deciso all'interno di questa Istituzione.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 151, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Ordine del giorno n. 27 presentato da Avetta, Gallo, Canalis, Marello Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno e Magliano, inerente a "Sconto in fattura per i lavori edili con ecobonus o sisma bonus" (ritirato)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 27, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Su delega del primo firmatario, presto la voce al medesimo per dire che siamo intenzionati a ritirare quest'ordine del giorno che il collega Avetta, come primo firmatario, e un nutrito gruppo di noi Consiglieri avevamo sottoscritto ad agosto, con riferimento a un tema alquanto spinoso e cioè il cosiddetto ecobonus o sisma-bonus che era stato modificato nell'ambito di una norma approvata dal cosiddetto Governo Gialloverde (Lega e Movimento 5 Stelle).
Quel provvedimento dava la possibilità a chi faceva interventi nelle proprie abitazioni (impiantistica, serramenti e quant'altro che comportasse un risparmio energetico) di detrarre dal fisco; in seguito era stata introdotta una norma che, apparentemente, era anche suggestiva, e cioè la possibilità dello sconto diretto in fattura fino al 50%. Pertanto cambiando i serramenti si aveva diritto che il falegname facesse pagare la metà, salvo poi - per questo ipotetico falegname - portare in compensazione con i propri debiti rispetto al fisco la somma che quel 50% che aveva scontato.
Ripeto, una norma che poteva anche essere suggestiva, ma che alla prova dei fatti trasformava soprattutto le piccole imprese e le imprese artigiane in una sorta di banca che anticipavano somme ai consumatori finali per conto dello Stato. Questo ha suscitato immediatamente nell'organizzazione di categoria una fortissima reazione rispetto a questa legge, perché avrebbe messo in ginocchio, soprattutto - ripeto - le aziende che non avevano la forza della liquidità per affrontare questo tipo d'impegno, e avrebbe anche leso la concorrenza, perché avrebbe creato disparità, a favore delle grandi aziende con capacità di liquidità che dava loro la possibilità di applicare questo sconto in fattura, e le imprese più piccole che non avrebbero potuto farlo.
Quest'argomento lo avevamo sollevato e lo avevo sollevato anch'io nell'ambito della competente Commissione, ed è stato oggetto di una battaglia molto forte da parte di Confartigianato e delle altre organizzazioni di categoria. Per questo avevamo chiesto, attraverso l'ordine del giorno, che la Regione e la Giunta s'impegnassero per fare pressione, affinché questa legge venisse modificata.
Perché quest'ordine del giorno è stato superato? Perché nell'ultima finanziaria, quella approvata dal nuovo Governo (PD e Movimento 5 Stelle) la norma è stata radicalmente cambiata e superata, perché la possibilità dello sconto in fattura è stata limitata soltanto a taluni interventi nell'ambito delle opere di natura condominiale che, però, devono superare i 200.000 euro. Quindi, dai 200.000 euro in su.
Questa novità ovviamente è stata accolta con grande favore dalle organizzazioni di categoria. Anche noi crediamo sia un'azione giusta e corretta, perché in un momento di difficoltà per le imprese, soprattutto le più piccole, ha posto rimedio a quello che consideriamo un errore abbastanza macroscopico, che avrebbe creato notevoli difficoltà.
Pertanto, venuto meno il presupposto dell'ordine del giorno, in particolare il Consigliere Avetta ritiene di doverlo ritirare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
L'ordine del giorno è, pertanto, ritirato.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Tutela del consumatore

Esame mozione n. 156 presentata da Demarchi, Cerutti, Cane, Mosca, Zambaia Leone, Fava, Poggio, Stecco, Perugini, Gavazza, Preioni, Dago, Gagliasso e Nicotra, inerente a "Sistema di etichettatura 'Nutri-score' e conseguenze per la salute dei cittadini e l'economia regionale"; ordine del giorno n. 166 presentato da Ruzzola e Biletta, inerente a "Nutri-score, tuteliamo la salute dei cittadini e salvaguardiamo le eccellenze agroalimentari italiane"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 156, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Biletta; ne ha facoltà.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Poiché, tempo fa, abbiamo presentato un ordine del giorno sullo stesso argomento (l'ordine del giorno n. 166) chiedo se può essere attratto.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene. Consideriamo attratto l'ordine del giorno n. 166.
La parola al Consigliere Demarchi per l'illustrazione della mozione n. 156.



DEMARCHI Paolo

Tempo fa ho presentato questa mozione riguardante il sistema di etichettatura Nutri-score e le conseguenze che possono esserci sia sulla salute dei cittadini per quanto riguarda l'economia globale (sia essa agricola sia industriale) di tutta la filiera dell'agroalimentare. Filiera dell'agroalimentare che - ricordiamo - in Piemonte la fa da padrona dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto nella provincia dove provengo io (la provincia di Cuneo), dove ci sono moltissime aziende che operano in quel contesto e dove, sia per quanto riguarda l'occupazione sia per quanto riguarda il punto di vista economico, e quindi il bilancio, è un settore di primaria importanza.
Sostanzialmente, il sistema chiamato Nutri-score (un sistema a semaforo) segnala come pericolosi degli alimenti che, in realtà, sono salutari e sani, che fanno parte della nostra dieta, sia mediterranea - se vogliamo aprire un po' di più la visione - sia anche e soprattutto piemontese, e va a favore di altri tipi di cibi artificiali, che, allo stesso tempo utilizzano prodotti non proprio salutari, come lo zucchero. Sono citate delle specificità di tutto il sistema italiano, come il parmigiano Grana Padano o il prosciutto di Parma, che sono considerati, non giustamente insalubri.
Il modello del Nutri-score considera l'85% della produzione agroalimentare del Paese Italia dannosa e tantissime organizzazioni sindacali, unitamente ai consorzi di tutela delle DOP, delle IGP e altre associazioni che difendono e promulgano l'agroalimentare, evidenziano come questo tipo di sistema semaforico Nutri-score sia un autentico rischio per le produzioni locali piemontesi. Ad esempio (e mi rivolgo agli amici novaresi), il gorgonzola viene considerato un prodotto non salubre, o - guardo la mia provincia - il prosciutto crudo di Cuneo, il salame Piemonte oppure il Castelmagno hanno il bollino rosso, che non giustifica la qualità dei prodotti. Altri prodotti, invece, come la Red Bull o la Coca Cola Zero sono visti come prodotti salutari.
Che cosa chiedo? Chiedo che questa Giunta s'impegni con il Governo nazionale, presso il Ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova, affinch s'intervenga a livello di istituzioni europee per evitare che queste classificazioni alimentari danneggino il made in Italy. Cerchiamo di tutelare la salute dei cittadini, ma anche l'economia agroalimentare di tutta la regione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Biletta per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 166.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'atto d'indirizzo, intendiamo porre l'attenzione su un tema che prima ancora che politico e prima ancora della legittima tutela degli interessi nazionali e piemontesi, è un tema di buonsenso.
Infatti, da più di un anno la Francia ha adottato il cosiddetto Nutri-score . Si tratta di un sistema elaborato da un gruppo di ricercatori del gruppo di ricerca in epidemiologica nutrizionale, teso a definire la qualità nutrizionale dei prodotti alimentari che utilizza una scala cromatica, dal verde al rosso, e una scala alfabetica, dalla A alla E.
Il sistema, così com'è pensato, considera il contenuto di nutrienti critici per la salute come grassi, sale e zuccheri. Non si basa, però, sulle quantità effettivamente consumate, bensì solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, portando quindi a conclusioni fuorvianti.
Conclusioni talmente fuorvianti che, secondo le analisi di Coldiretti Nutri-score boccerebbe quasi l'85% del valore del made in Italy a denominazione d'origine, assegnando una valutazione negativa a prodotti di assoluta qualità. Tanto per intenderci, le distorsioni provocate dal sistema assegnano una valutazione negativa a prodotti come il Grana Padano e l'olio d'oliva, mentre danno un punteggio alto, ad esempio, al pollo fritto confezionato.
È ovvia la contraddizione in termini del modello del Nutri-score: come si può dire che l'olio d'oliva faccia male, senza metterlo in relazione alla quantità utilizzata? È chiaro che, se una persona beve un litro d'olio possa poi avere delle conseguenze, però un consumo normale è comunque consigliato e indicato dai nutrizionisti.
Si tratta di una contraddizione talmente assurda, che può portare anche ad avere dei retropensieri: magari pensare che, sulla base del Nutri-score, vi siano dei legittimi interessi di qualche categoria di produttori. È altrettanto chiaro che questi interessi si scontrano completamente con gli interessi dei produttori agroalimentari italiani.
Sempre secondo le stime di Coldiretti, a fronte di 293 riconoscimenti di prodotti a denominazione DOP-IGP, che sottendono un volume d'affari al consumo di 14,8 miliardi di euro e con 70.000 operatori, il Nutri-score mina le basi della leadership italiana nelle produzioni di qualità.
Pertanto, con quest'ordine del giorno sappiamo, a oggi, che il Ministro delle Politiche agricole ha elaborato, unitamente al Ministro della Salute e dello Sviluppo economico, un nuovo progetto, diverso dal Nutri-score. È un progetto che assume, come riferimento, le quantità medie giornaliere di assunzione dei prodotti.
Pertanto chiediamo che la Giunta si adoperi affinché questo sistema italiano, che si chiama "Nutrimeter", venga utilizzato per tutelare la salute dei cittadini e salvaguardare le eccellenze italiane e del comparto piemontese.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Non vorrei passare per quello troppo distratto, ma in verità stavo leggendo l'ordine del giorno del collega De Marchi e quindi non ho ascoltato la collega Biletta. Non essendo ancora caricato mi è impossibile entrare nel merito, però ho capito bene che voi siete a favore?



(Commenti fuori microfono)



RAVETTI Domenico

No, siete contrari. Per cui è la stessa cosa che dice.



(Commenti fuori microfono)



RAVETTI Domenico

Ho capito, siamo allora tutti contro il Nutri-score.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 166 è già caricato.
Riprendiamo la discussione generale.
Non essendoci richieste d'intervento, la parola all'Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La Giunta esprime parere favorevole sugli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Tronzano.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 156, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 166, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie.
Nella votazione precedente, non sono riuscito a esprimente il voto favorevole.



PRESIDENTE

Va bene, registriamo per il verbale il voto favorevole del Consigliere Martinetti sull'ordine del giorno n. 166.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Ordine del giorno n. 57 presentato da Gallo, Ravetti, Magliano, Giaccone Avetta, Canalis e Marello, inerente a "Accesso liberi professionisti a Fondi Europei" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 57, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
In realtà, credo che la Giunta voglia rinviare la discussione dell'ordine del giorno per attendere la presenza in Aula del Presidente Cirio, che ha la delega e si occupa di questo tema.
La Giunta richiede questo o lo discutiamo oggi?



PRESIDENTE

Prego, Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
So che state interloquendo con gli Uffici della Presidenza, quindi chiederei di rinviarlo, in modo da poterlo rivedere e poi approvarlo o respingerlo nelle prossime sedute.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
L'esame dell'ordine del giorno n. 57 è sospeso.


Argomento: Trasporti pubblici

Ordine del giorno n. 142 presentato da Frediani, Bertola, Disabato e Martinetti, inerente a "Linea TPL Ospedali di Venaria e Rivoli" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 142, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

È vero che l'Assessore Gabusi non c'è più, non so se sia qui intorno o se sia andato via del tutto, però è anche vero che parliamo di risorse. Questo fa seguito a un'audizione che abbiamo avuto in II Commissione con alcuni Sindaci del territorio, quindi non so se nella prossima seduta si possa riaffrontare il tema alla presenza dell'Assessore o se l'Assessore Tronzano è disponibile a dare un parere. Non so.
Qui, se andiamo avanti in base agli Assessori competenti, mi sa che possiamo andare a casa! Assessore Tronzano, mi dica lei: se la sente di assumersi quest'impegno?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

L'Assessore Tronzano chiede la sospensione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Com'è noto, la mia dialettica è poco politica ma molto schietta: senza fare sotterfugi, propongo all'Aula di sospendere la seduta.



(Commenti fuori microfono)



PREIONI Alberto

No? Volete proseguire? Sono simpatici, però, i nostri amici dell'altro emiciclo! Propongo di concludere i nostri lavori.



PRESIDENTE

Il Consigliere Preioni ha ascoltato le indicazioni che pervenivano dall'emiciclo.



PREIONI Alberto

Per una volta che prendo spunto da un suggerimento della parte opposta dell'emiciclo, consentitemelo!



PRESIDENTE

Mi sembra ovvio che tutti i Capigruppo siano concordi.
Dichiaro chiusi i lavori.
Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.42)



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