Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.50 del 23/12/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 11.12)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In attesa che lei ci comunichi l'ordine dei lavori di oggi e che il Presidente Cirio, e speriamo tutta la Giunta, si presentino in aula per fornirci le comunicazioni, le chiedo se le risulta che, oltre alle dimissioni da Assessore, l'Assessore Rosso sia decaduto anche da Consigliere regionale, perché non vedo il cavaliere del Consigliere Rosso sui banchi del Consiglio. Non sarà più nella Giunta, perché le sue dimissioni sono arrivate da Le Vallette, ma a tutt'oggi è un Consigliere regionale del Piemonte e non mi risulta ci sia il suo cavaliere al banco dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Attualmente, agli atti, non c'è nessuna comunicazione e dimissione come Consigliere. Non c'è neanche il mio cavaliere e, come ho già detto, non tengo ad avere il cavaliere davanti a me.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Lei è il Presidente, mentre lui è un singolo Consigliere.



PRESIDENTE

Gli Uffici provvederanno a metterlo, così può fare la foto. Proseguiamo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Chiedo una modifica dell'ordine dei lavori. In particolare, questa mattina abbiamo presentato - come Gruppo di Fratelli d'Italia - un ordine del giorno - n. 157, che abbiamo poi prontamente condiviso sulla piattaforma informatica, per sottoporlo e richiedere la firma a tutti i colleghi dell'Assemblea, trasversalmente.
È intitolato: "Tempestività per la sospensione di Roberto Rosso da Consigliere regionale e costituzione di parte civile della Regione Piemonte".
Chiediamo, se la maggioranza, ma auspicabilmente tutta l'Assemblea, è d'accordo, di discuterlo contestualmente al dibattito, che immagino si aprirà dopo le comunicazioni del Presidente Cirio e di poterlo, quindi votare al termine di questa fase.



PRESIDENTE

Va bene. È inserito all'o.d.g.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ai sensi del Regolamento, chiedo, per attrazione, altri due ordini del giorno: n. 158 "Ritiro della pdl n. 56, 'Ulteriori modifiche della legge regionale 2 maggio 2016 - 'Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico'" (se leggete le premesse, capirete perché) n. 159" Costituzione di Parte civile della Regione e dei Consiglieri regionali del Piemonte". Grazie.



PRESIDENTE

Sono inseriti all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Noi siamo molto felici che si presentino degli ordini del giorno che chiedono qualcosa che, in realtà, la legge prevede già. Ricordo a tutti che, nella scorsa legislatura, grazie a una nostra proposta, approvata dall'Aula, la legge regionale prevede già l'obbligo di costituzione di Parte civile da parte della Regione nei processi per mafia che avvengono sul nostro territorio.
Pertanto, non vedo il motivo di presentare atti d'indirizzo che vanno a ribadire un qualcosa già previsto per legge - lo ricordo e lo ripeto dalla scorsa legislatura, grazie a una proposta del Movimento 5 Stelle approvata da questo Consiglio.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d' intervento, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Caucino, Graglia e Icardi.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Programmazione lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Scusi, Presidente, solo per chiarire.
Come da accordo informale con i principali Gruppi della minoranza, si chiede di votare prima il bilancio e poi daremo la massima disponibilità vista la gravità della vicenda, a discutere oltre ogni limite di tempo la "vicenda Rosso".
Forse stava già andando in questa direzione. Grazie.



PRESIDENTE

Va bene. Penso ci sia l'intesa di proseguire fino alle ore 13 e, poi eventualmente, dalle 15 alle 18 con il Consiglio pomeridiano. Se si vuole proseguire oltre le ore 13, fino alle ore 14, penso ci sia la disponibilità di tutti i Gruppi.
Vedremo, nel corso della discussione, come protrarre i lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Ovviamente, siamo d'accordo, Presidente. Ci sembra corretto utilizzare il tempo in questo modo, senza interruzioni, però: si continuino i lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

Va bene, se sono tutti d'accordo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 69, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per gli anni 2020/2022 e disposizioni finanziarie"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 69, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per gli anni 2020/2022 e disposizioni finanziarie", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Relatrice di maggioranza è la Consigliere Biletta, che ha facoltà di intervenire.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
D'accordo con i Capigruppo di maggioranza, do per letta la relazione, il cui testo recita: "Nella seduta del 23 dicembre 2019, la Prima Commissione consiliare ha licenziato a maggioranza, il disegno di legge n. 69, relativo all'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per gli anni 2020-2022 e disposizioni finanziarie.
Il testo licenziato dalla Prima Commissione è costituito da due articoli:.
L'articolo 1 dispone l'esercizio provvisorio del bilancio 2020-2022, in applicazione dell'articolo 43 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.
118 e dei principi applicati della contabilità finanziaria di cui al punto 8 dell'Allegato n. 4/2, dal 1° gennaio 2020 fino al momento dell'entrata in vigore della legge di approvazione del bilancio, comunque per un periodo non superiore a quattro mesi, nei limiti degli stanziamenti di spesa previsti nel disegno di legge regionale n. 68 del 19 dicembre 2019 (Bilancio di previsione per il triennio 2020-2022), approvato dalla Giunta regionale in data 17 dicembre 2019.
Il comma 2 individua le spese che possono essere impegnate mensilmente per dodicesimi quanto previsto dal principio applicato della contabilità finanziaria.
Il comma 3 specifica le spese non soggette alle limitazioni previste dal comma 2.
Il comma quattro autorizza la Giunta regionale durante l'esercizio provvisorio ad effettuare le variazioni del bilancio con provvedimento amministrativo previste dall'articolo 51 del d.lgs. n. 118/2011 e dall'articolo 10 della legge regionale 6 aprile 2016, n. 6 (Bilancio di previsione finanziario 2016-2018).
L'articolo 2 stabilisce che legge è dichiarata urgente ai sensi dell' articolo 47 dello Statuto ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.".



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al relatore di minoranza, Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio, relatore

Grazie, Presidente.
Vorrei evidenziare soltanto tre passaggi rispetto a questo disegno di legge che ovviamente, non venendo approvato il bilancio di previsione entro il 31/12, diventa un atto dovuto, perché consente, per un massimo di quattro mesi, tempo in cui la Regione dovrà dotarsi del bilancio, di poter andare in esercizio provvisorio.
Mi permetto di fare una battuta anche al Presidente Cirio: entrambi veniamo da un Comune, quello di Alba (anche il Consigliere Martinetti) dove storicamente non siamo mai andati in esercizio provvisorio. Lui lo sa quindi mi fa un certo effetto approvare per la prima volta questa delibera.
Chissà che, grazie all'altra velocità che lei, Presidente, ha promesso, in futuro non si riesca anche in questa Regione ad approvare per tempo il bilancio di previsione.
Battute a parte, è un atto necessario rispetto al quale mi permetto, anche a nome dei gruppi di minoranza, di sottolineare quanto detto poco fa in Commissione, quando abbiamo esaminato questo provvedimento, rispetto al fatto che l'autorizzazione che diamo oggi si fonda sul disegno di legge approvato dalla Giunta, nel quale abbiamo evidenziato un accantonamento, a titolo di fondo di riserva, di una somma che ci pare assolutamente insufficiente. C'è un fondo di riserva di circa 535 mila euro. Mi veniva ricordato, da chi ha più esperienza di me, che in passato, in un quadro analogo, il fondo di riserva era di qualche milione di euro, come minimo una decina.
Come sapete, il fondo di riserva serve proprio per far fronte in questi quattro mesi (massimo quattro mesi) di esercizio provvisorio, a imprevisti che dovessero rendere necessari degli stanziamenti.
È di tutta evidenza, quindi, che questo è fondo decisamente - ripeto insufficiente, o comunque poco prudente, proprio alla luce di quanto sottolineavo prima.
Fatte queste sottolineature, si tratta di un atto dovuto, per cui dovrà essere assunto da questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Non essendoci iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale e procediamo con gli articoli.
ARTICOLO 1 Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale, Cirio, inerenti a "Arresto Assessore Rosso"


PRESIDENTE

Come richiesto, do la parola al Presidente della Giunta regionale, Alberto Cirio.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Grazie dell'opportunità di poter intervenire. Grazie a chi lo ha richiesto e grazie a chi ha voluto queste dichiarazioni e questo dibattito. Stiamo vivendo un momento delicatissimo: abbiamo di fronte un fatto gravissimo che ha colpito il nostro Piemonte e le nostre Istituzioni. Quando si hanno di fronte situazioni di questa gravità, abbiamo il dovere di parlarne, di parlarne qua, dove noi rappresentiamo i cittadini del nostro Piemonte.
Grazie, pertanto, a chi ha richiesto tali comunicazioni. Lo avrei fatto io stesso, perché abbiamo la necessità sì di riferire rispetto a quello che è accaduto, ma anche di tenere in considerazione che c'è un'inchiesta in corso. Avere rispetto e fiducia nell'operato della magistratura, come abbiamo, vuol dire anche rispettare che la magistratura faccia il suo lavoro e faccia il suo corso, sentendo tutto il sostegno da parte delle istituzioni regionali, ma comunque nel rispetto del fatto che un'inchiesta c'è e che si tratta di un'inchiesta approfondita ed importante.
La tipologia dell'accusa che ha colpito Roberto Rosso è la peggiore. È abominevole, qualcuno ha detto "vomitevole": condivido. Perché va a minare il rapporto che c'è tra l'elettore e l'eletto. Perché va a minare la necessità di individuare degli strumenti corretti per essere eletto. È un qualcosa che arriva prima dello stesso insediamento. L'accusa che viene mossa a Roberto Rosso - per quanto sappiamo, perché io non ho informazioni diverse o più complete rispetto agli altri Assessori o Consiglieri, per cui sappiamo quello che ci è dato sapere dagli organi di informazione - è quella di scambio politico mafioso, cioè di aver acquistato voti per essere eletto, con la consapevolezza di acquistarli da soggetti affiliati alla criminalità organizzata.
Io sono garantista, lo dico adesso: auguro a Roberto Rosso di dimostrare quanto prima la propria estraneità. Ma di fronte ad accuse di questo tipo non si può restare fermi e non si può restare in silenzio. Ed è il motivo per cui, non appena ho avuto notizia dell'arresto (l'ho avuta credo, come tutti voi, ricevendo sul telefonino l'informazione dell'ANAS mentre ero in macchina per raggiungere Torino) ho immediatamente chiamato il Segretario generale Frascisco, chiedendogli di predisporre l'immediata revoca dell'Assessore. Mi sono poi riservato di attendere la conferenza stampa delle 10.30 in Procura, perché era necessario, di fronte atti di questo tipo, avere informazioni evidentemente più corrette rispetto ad un articolo di giornale. Ma mi è bastato vedere qualche immagine dei video che sono stati proiettati per convincermi ulteriormente di essere nel giusto nel non avere nessun tipo di remora, neanche un istante, neanche un secondo, neanche con tutto il garantismo che può caratterizzare una persona, nel revocare Roberto Rosso dall'incarico di Assessore.
Il fatto che gli viene contestato riguarda Roberto Rosso "candidato" questo va specificato. Noi oggi abbiamo queste informazioni: riguardano Roberto Rosso candidato al Consiglio regionale del Piemonte, riguardano il suo meccanismo d'ingresso all'interno del Consiglio regionale del Piemonte il suo meccanismo di elezione a Consigliere regionale del Piemonte.
Ma è un qualcosa di abominevole, perché è proprio quello il primo momento della democrazia. Si chiama "democrazia rappresentativa" perch devi rappresentare qualcuno: non qualcuno che hai pagato; non qualcuno da cui hai acquistato un voto; ma qualcuno che devi rappresentare nelle sue esigenze, nelle sue istanze, nei suoi bisogni, nei suoi problemi, nei suoi sogni, nelle sue aspettative.
Se queste accuse saranno confermate, Roberto Rosso non ha solo fatto un danno a se stesso - perché è evidente che la responsabilità penale è personale, e questo è il comportamento di un singolo - ma ha arrecato un danno al concetto di rappresentanza delle istituzioni e della democrazia.
Io sono stato male in questi giorni, il giorno stesso e ancora i giorni a seguire. Perché da quando mi sono insediato come Presidente, insieme alla mia Giunta e insieme al Consiglio, ho cercato di caratterizzare il Governo regionale spiegando che le battaglie di legalità, così come le battaglie ambientali, non hanno una connotazione o una paternità politica di centrodestra o di centrosinistra, ma che la legalità e la lotta alla criminalità organizzata devono essere un patrimonio comune, devono essere un programma comune, devono essere un impegno comune di tutti. E non mi sono limitato a dirlo a parole, perché credo di averlo dimostrato anche dei fatti.
I Consiglieri regionali che ho coinvolto, e che mi hanno coinvolto in questo percorso di affermazione dei valori della legalità e di lotta alla criminalità organizzata, credo che lo sappiano bene e non potranno che darmene atto.
Il giorno della morte di Borsellino ho convocato la Giunta regionale in una casa sottratta alla mafia, perché volevamo dare un segnale concreto che la mafia è il male assoluto.
La scorsa settimana abbiamo voluto risparmiare dai budget della politica i fondi da dare alla Prefettura affinché questa casa a San Giusto Canavese venga completata e restituita alla collettività.
Abbiamo lavorato in queste settimane con l'associazione "Avviso Pubblico", che è un'associazione nata in tutta Italia proprio per sviluppare gli anticorpi e per creare le barriere alle possibilità di infiltrazione della criminalità organizzata. Pensate che la riorganizzazione delle Direzioni io l'ho mandata prima a questa associazione perché ci venisse fornito un parere se fosse una riorganizzazione sufficientemente strutturata, proprio per poter far fronte ai problemi sempre più gravi di infiltrazioni all'interno dalla Cosa Pubblica.
Con l'associazione "Libera" abbiamo lavorato e stiamo lavorando, con una possibile convenzione, per rendere costante un'attività di formazione nei confronti degli amministratori pubblici, dei consiglieri regionali, dei sindaci, proprio perché venga sviluppata questa sensibilità.
Ecco perché quando venerdì mattina ho letto questa notizia sono rimasto allibito: non credo che ci sia una parola più forte, anche se ci vorrebbe.
È una notizia che mi ha fatto male, che mi ha fatto sentire tradito anche nell'impegno, nelle facce, nella freschezza che questo Governo regionale ha voluto mettere in atto proprio per caratterizzare la sua azione di governo.
È vero, attiene alla responsabilità personale del singolo. È vero riguarda Roberto Rosso candidato e non Consigliere, tantomeno Assessore. È tutto vero, comunque in quel momento era Assessore e non possiamo nasconderci di fronte a questo fatto. Perché questo fatto ci dice delle cose chiare.
Come si fa a diventare Assessori? Al di là di qualche semplificazione giornalistica, che in qualche titolo ha voluto affermare certe cose, credo che dovremmo essere trasparenti, come siamo stati nella fase di formazione della Giunta. I Governi si creano in rappresentanza delle maggioranze che si formano nei Consigli. Accade in Parlamento, accade in Comune quando si fa la Giunta, accade in Consiglio regionale. Ho letto sui giornali che alcuni di voi mi chiedono perché Roberto Rosso è diventato Assessore.
Quando si fa una Giunta, si chiede alla propria maggioranza di esprimere delle proposte di soggetti che vadano poi a ricoprire ruoli di governo.
Questo accade da quando ci sono le coalizioni, perché le coalizioni sono fatte di forze politiche, le coalizioni diventano poi Gruppi consiliari e i Gruppi consiliari, giustamente, anche in coerenza con la loro rappresentanza numerica, chiedono un'adeguata rappresentanza all'interno dell'esecutivo.
Io, nel momento in cui dovevo fare la Giunta, avevo tracciato un identikit dell'Assessore-tipo di una Giunta di cambiamento, perché noi vogliamo essere una Giunta di cambiamento. L'identikit era evidentemente quello della novità, di essere giovani non anagraficamente ma giovani di attività politica, di essere possibilmente Sindaci o ex Sindaci o amministratori, di aver fatto esperienza sì, ma di avere l'elemento novità come elemento caratterizzante.
Questa indicazione l'hanno accolta numerose forze della maggioranza.
Fratelli d'Italia mi ha indicato all'interno della Giunta due rappresentanti. Uno è l'Assessore Chiorino, che ringrazio perché sta lavorando molto bene, e che rappresentava e rispecchiava il rispetto di queste indicazioni di novità. L'altro è stato Roberto Rosso che, mi è stato spiegato, è stato indicato per ragioni più di rispetto della rappresentanza territoriale.
Il Presidente, in una posizione di equilibrio, accetta le indicazioni, ma non tradisce il proprio mandato. Ed è questo il motivo per cui, accogliendo l'indicazione, nel fare la Giunta io ho voluto mantenere l'impostazione di un Governo tutto nuovo, per cui ho individuato per Roberto Rosso, che mi veniva indicato come Assessore da Fratelli d'Italia, un ruolo che non avesse competenze di governo, ma che avesse più competenze legislative.
Andate a vedere le deleghe che gli sono state riservate e vedrete che sono state competenze legislative che potevano mettere a frutto la sua esperienza decennale, o meglio pluridecennale come parlamentare: la semplificazione, i diritti civili, l'Avvocatura; deleghe di carattere tecnico. Non perché io avessi, già allora, qualche minimo sospetto. Se ce l'avessi avuto, lo dico e lo ribadisco, se avessi mai sentito anche solo un chiacchiericcio, non sarei neanche andato a prendere il caffè con Roberto Rosso e non solo non l'avrei nominato. Ma ho voluto mantenere fede all'impegno di un Governo nuovo, quindi non dando deleghe di governo specifiche, ma deleghe più di competenza legislativa, di rapporti col Consiglio, delega di maggior ruolo politico.
È vero che questi fatti, e lo ribadisco, sono circoscritti in un periodo temporale antecedente al suo impegno in Giunta, ma è altrettanto vero, e lo ribadisco, che lui era Assessore. Condivido la preoccupazione ed è la preoccupazione mia di questi giorni, perché chi fa l'Assessore, pur non avendo deleghe di particolare rilevanza di governo, però fa parte di un consesso di governo. La preoccupazione quindi della sua condotta di questi mesi è anche mia, forse prima di tutto mia, perché noi dobbiamo salvaguardare la dignità dell'istituzione regionale e dobbiamo far sì che quello che è un caso singolo non possa esser considerato, invece, come un qualcosa che mina la legittimità e la credibilità complessiva dell'istituzione.
Su questi 6 mesi sono però sereno del lavoro che la Magistratura ha fatto e sono convinto stia ancora facendo. È questo il motivo del rispetto che dobbiamo avere, non volendo sostituirci noi, con Commissioni d'inchiesta che non credo in questa fase ci competano, ma mettendoci a disposizione: uffici, Consiglieri, Assessori, funzionari e tutti quelli che in questi 6 mesi possono aver avuto contatti di qualsiasi tipo con Roberto Rosso.
Questo è il motivo per cui sono sereno sul fatto che l'attività di Rosso in questi mesi è stata ampiamente monitorata e ho rispetto del fatto che si faranno ulteriori accertamenti del caso.
Chiudo con una domanda che mi sono fatto, ma che faccio a tutti voi.
Abbiamo colpe? Fratelli d'Italia ha colpe nell'aver candidato Roberto Rosso? Il Consiglio regionale ha colpe nell'aver permesso che si insediasse nel suo Consiglio? Che si sedesse in questo Consiglio regionale? Il Governo e la Regione hanno colpe nell'aver nominato Rosso come Assessore? Questa è la domanda che dobbiamo farci, perché io credo, purtroppo, che a nessuno di questi soggetti possano essere mosse colpe di superficialità o di sottovalutazione. La candidatura di Roberto Rosso ha seguito tutti i canali delle candidature di ciascuno di noi: presentazioni delle documentazioni il casellario giudiziario, carichi pendenti, spese elettorali, la pubblicità e la pubblicazione di tutto quello che ha caratterizzato ciascuno di noi. Le verifiche che hanno fatto su di lui sono le stesse che sono state fatte a me, a voi, di maggioranza e di opposizione, ai Consiglieri, a chiunque. Non c'è stata leggerezza da parte di nessuno. Se tu guardi il curriculum dell'ex Assessore Rosso, vedi una persona che ha fatto decenni di attività parlamentare, che è stato Sottosegretario Viceministro, Vicepresidente. Guardi gli atti e non vedi un problema, non vedi una macchia, non vedi un precedente, non vedi un chiacchiericcio, che magari avrebbe potuto far nascere il sospetto al partito, al Consiglio alla Giunta. Niente! Tutte le verifiche fatte sono state puntuali.
E allora la mia domanda è questa ed è quello che ci preoccupa, perché la situazione Rosso ci dà due informazioni: la prima ci dice che la mafia non solo esiste - e di questo ne siamo consapevoli - ma ce l'abbiamo seduta di fianco potenzialmente. Non abbiamo anticorpi per poterlo impedire. Questo è rischioso, è molto rischioso.
Io vengo da un piccolo paese di provincia, Sinio, ma se si parla di mafia ai miei compaesani si capisce che gli unici contatti che hanno avuto con la mafia sono attraverso qualche fiction. Pensate come la immaginano una cosa lontana. Poi succedono questi fatti e ti accorgi che lontana non è, che non siamo immuni, ma che non abbiamo neanche gli strumenti, nonostante le attenzioni, la buona fede e tutta la buona volontà.
Non abbiamo gli strumenti, non esistono gli strumenti. Meglio, ci sono, ma sono aggirabili: questa è la seconda lettura che il caso Rosso ci dice.
Spero che questo Consiglio, e in particolare la Commissione legalità di questo Consiglio, che è nata senza avere poteri ispettivi e senza potersi sostituire alla magistratura, di usare i suoi poteri per costruire degli argini, delle barriere e degli strumenti che ci possano permettere di sviluppare quegli anticorpi e quei vaccini che oggi non abbiamo. In tanti convegni ci dicono che non li abbiamo, ma uno non lo capisce mai subito pensa sempre che sia una cosa lontana e se ne accorge quando gli arriva vicino. In Consiglio e in quella Commissione noi dobbiamo farci aiutare da chi ha dedicato la vita alla lotta contro la criminalità organizzata, da chi ha sviluppato la consapevolezza, le sensibilità e le esperienze per scrivere le regole dei muri che ci possono proteggerci e che possono proteggere l'identità delle istituzioni.
Noi siamo gente perbene, qui si è seduta gente perbene; ecco, proprio per questo, bisogna essere arrabbiati. Siamo gente perbene. È sbagliato pensare che il caso di un singolo possa infangare l'onorabilità di tutti. Sarebbe come immaginare, visto che ci sono diversi parlamentari di tutte le forze politiche che hanno problemi o che hanno comunque procedimenti in corso o accertamenti in corso che riguardano possibili rapporti con la criminalità organizzata, che le elezioni a Roma sono illegittime e che il Parlamento è illegittimo. Non credo che questa sia la conclusione. Credo, invece, che la conclusione sia un'altra: assumiamo la consapevolezza che la mafia ce l'hai di fianco, che entra in casa senza che uno se ne accorga e che, nonostante tutti gli strumenti che gli Uffici, la burocrazia, la carta e i collegi di garanzia pongono in essere, noi non riusciamo a difenderci o riusciamo a difenderci poco.
Questo io credo e vorrei che fosse l'insegnamento che traiamo dalla vicenda.
Mi auguro davvero che in Commissione legalità, cui non delegherò nessun Assessore, ma a cui parteciperò personalmente in rappresentanza della Giunta, si voglia iniziare questo lavoro a ritmi serratissimi, coinvolgendo tutti i soggetti che, ripeto, hanno fatto della lotta alla criminalità organizzata la loro vita, il loro impegno e la loro missione.
Chiudo ringraziando il lavoro della Magistratura piemontese e italiana. Se questa situazione sarà confermata nelle fasi processuali, noi dobbiamo ringraziare la magistratura piemontese e italiana per averci aiutato a fare pulizia. Ringraziando la magistratura di averci aiutato a fare pulizia dobbiamo magari chiedere anche lumi, indicazioni e modelli.
L'organismo della Commissione legalità, chiunque la presieda, è il luogo in cui possiamo scrivere questa pagina e far sì, in questo modo, di salvaguardare non solo la dignità delle istituzioni, che è importante e fondamentale - anzi, la più importante - ma anche la dignità di ciascuno di noi, di chiunque è qui e siede in Consiglio regionale, si è presentato ai cittadini, ha fatto i suoi programmi, ha raccontato i suoi progetti, le sue speranze e i suoi sogni e ne ha ricevuto la fiducia. Quella fiducia che noi non vogliamo tradire.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Ci dice l'ordine degli interventi?



PRESIDENTE

Come sempre abbiamo fatto, utilizzeremmo l'alternanza maggioranza e opposizione. Interverranno i Consiglieri Ravetti, Preioni, Grimaldi, la Consigliera Frediani, i Consiglieri Magliano e Giaccone. Ci sono tre Gruppi di maggioranza e cinque di opposizione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Senza nasconderci dietro formalismi ho chiesto di intervenire per primo ancora prima che iniziassero le comunicazioni perché, ovviamente, lo avverto come dovere e anche come mia personale necessità in quanto Capogruppo di Fratelli d'Italia, che è la stessa lista che ha espresso come candidato e come Assessore, Roberto Rosso.
Il mio leader Giorgia Meloni quando ha appreso dai media, insieme a tutti noi, dell'arresto di Roberto Rosso per l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso, ha usato un termine molto forte, anche più forte di attonito che è "voltastomaco". Devo dire che, come spesso mi accade con Giorgia Meloni, io mi sento, più ancora che politicamente, emotivamente coinvolto da questo termine e mi ci riconosco appieno.
Tutti sanno che nel collegio di Torino ero il candidato competitor maggiore, in alternativa, nella stessa lista di Rosso, ma sarebbe davvero inappropriato liquidare tutto con un'apologia della vecchia scuola e dell'identità storica di un partito. Il dato è che, sempre qualora queste accuse venissero confermate nel corso dell'iter processuale - questa è una premessa d'obbligo - saremmo costretti ad ammettere che una simile condotta da parte di un candidato che ha corso sotto le nostre insegne, ha davvero a nostra insaputa, tentato di sporcare di fango una storia che noi riteniamo davvero gloriosa e che anche chi non la condivide non può negare abbia costituito parte della storia repubblicana degli ultimi settant'anni della politica italiana.
Il simbolo che sta all'interno del mio Partito, e quindi anche della nostra lista e del nostro Gruppo, rappresenta un patrimonio di lotte e di identità che può essere condiviso o meno - una parte dell'emiciclo di sicuro non l'avrà mai condivisa e mai la condividerà - ma penso che non possa mai negargli quello che ha rappresentato, in questi ultimi decenni in termini di grande volontariato, senso civico e partecipazione disinteressata alla vita delle istituzioni. In particolare, il mio leader, Giorgia Meloni, che è di poco più vecchia di me, siamo quasi coetanei, fa parte della generazione '92 che ha iniziato a livello anagrafico il proprio impegno politico proprio sull'onda dell'indignazione popolare, determinata dalle stragi di mafia che hanno ucciso, tra gli altri, anche i giudici eroi e martiri, Falcone e Borsellino. Per noi, quindi, è una doppia infamia scoprire di essere stati avvicinati da quei mondi che abbiamo sempre inteso combattere, senza compromessi.
Il nostro partito, Fratelli d'Italia, nella sua rinascita è rinato in un contesto in cui sicuramente non poteva attrarre attenzioni con doppi fini.
Mi ricordo, in particolare, quando Giorgia Meloni l'ha fondato con Crosetto, uscendo dal PdL e rifiutando di far parte ancora di un governo di compromesso, allora presieduto dal professor Monti e determinando una sorta di salto nel vuoto che ha attraversato per diversi anni (vi spiego poi perché faccio questa brevissima digressione) un quinquennio abbondante di "deserto di consenso", attestandosi su percentuali che andavano poco sopra e, in certi casi, poco sotto il 2%.
In particolare, quando è nato questo partito, al quale ho aderito dal primo momento, io ero Capogruppo del Popolo delle Libertà in Consiglio Comunale di Torino, che era il primo Gruppo dell'opposizione al Sindaco Fassino, che era in quel momento forza di governo, come ricordavo; insieme a tanti altri, anche non provenienti da Alleanza Nazionale, che in quel momento hanno fatto questa scelta, ho fatto una scelta di cuore e senza calcoli sul futuro.
I primi anni di vita della nostra forza politica hanno rinsaldato questa scelta di fede; poi è arrivato il grande innalzamento di consenso, io penso, dovuto anche come premio alla nostra coerenza e, purtroppo, insieme alla fiducia di tanti cittadini perbene scopriamo oggi che siamo stati evidentemente oggetto anche di attenzioni, invece, di chi sperava con delle infiltrazioni, con delle influenze su un candidato, di poter avere dei contatti nel mondo istituzionale.
Questo - devo dire - è stato uno choc per noi, perché, come ricordava bene il Presidente Cirio, di Roberto Rosso non si può dire certo che fosse un esponente "fresco" della politica, però per certi versi questo poteva anche essere considerata una garanzia, perché una persona che ha iniziato la sua attività politica nel 1979, che ha rivestito tutti i diversi ruoli istituzionali ai vari livelli che l'hanno portato fino al Governo centrale come Sottosegretario, senza mai avere neanche l'ombra dei rapporti con la malavita organizzata, magari non ci rassicurava su una particolare convinzione politica culturale, però ci rassicurava sul fatto che fosse un personaggio che aveva dimostrato negli anni l'estraneità a quei mondi. E invece, purtroppo, evidentemente, se le accuse saranno confermate scopriamo che così non è stato.
Io, però, non voglio cavarmela in questo modo, perché condivido lo spirito del Presidente Cirio: va fatta autocritica. Dobbiamo chiederci, non per lavarci la coscienza, ma per impedire che accada di nuovo in futuro, come poter erigere muri più alti e più efficaci a questi tentativi, anche insospettabili, di avvicinamento e di infiltrazioni.
Personalmente, io mi do una risposta, con il massimo rispetto per tutti, ed è una risposta che, non me ne vogliano i colleghi che magari non la condividono, è identitaria. Tutti noi, anche con colleghi delle minoranze spesso abbiamo scherzato sul fatto che Roberto Rosso andasse a cercare voti un po' dappertutto e che fosse in grado, nella stessa giornata politica, di incontrare esponenti di una moschea, magari neanche poi così moderata, poi andare a una cerimonia della Virgo Fidelis, poi ad una commemorazione dell'ANPI e poi a un convegno di Casa Pound; tutto questo magari nell'arco di una stessa settimana. Perché c'era, probabilmente, anche una convinzione liberale di coinvolgimento di tutte le componenti della società: per purtroppo, quando non si fa selezione, quando ci si dimentica della propria identità, quando non si sa chi si è, si rischia di allargare le reti del setaccio e di fare i gravissimi errori che sono contestati nelle accuse.
Allora, io credo che una delle soluzioni, almeno la risposta che io personalmente mi do, come esponente di Fratelli d'Italia, sia tenere sempre a mente la necessità dell'importanza di una tradizione, che abbiamo avuto e dobbiamo mantenere, di sobrietà, di serietà e di coerenza, per disincentivare qualunque comitato d'affari, più o meno lecito, che voglia cercare d'influire sull'azione di governo, a capire che non siamo i giusti interlocutori e non vogliamo esserlo.
Passando alle responsabilità di cosa dobbiamo fare, perché in qualità di esponenti di un'istituzione come il Consiglio regionale non possiamo limitarci al commento di semplice opinione, concordiamo e apprezziamo - c'è stato un confronto informale col Presidente Cirio nell'imminenza della notizia - sull'immediatezza della revoca, che è stata poi formalmente resa inutile dalle pronte dimissioni di Roberto Rosso da Assessore. Allo stato dell'arte, non ci risultano analoghe dimissioni dal Consiglio regionale, ma noi sinceramente non riteniamo sufficiente l'esclusione di Roberto Rosso da Fratelli d'Italia o anche solo dalla maggioranza del centrodestra riteniamo che per allontanare le ombre d'influenza mafiosa sulla nostra istituzione sia necessario un'esclusione dal Consiglio. Questo è un passaggio che auspichiamo si completi il prima possibile con delle dimissioni volontarie, che però, ovviamente, non abbiamo alcuno strumento neanche d'invitare, dato l'attuale stato di detenzione di Rosso; dall'altra parte, qualora non arrivassero spontaneamente, noi abbiamo preferito già iscrivere all'ordine dei lavori un ordine del giorno che, confrontandoci con gli Uffici, richiama una procedura prevista da una norma nazionale, la Legge Severino, e quindi non è nella nostra disponibilità, perch partirebbe comunque. Però, in quell'ordine del giorno abbiamo voluto ribadire, a livello politico, la condivisione massima da parte nostra di quella misura, ma soprattutto, a livello pratico, chiedere ai nostri Presidenti di svolgere tutta la pressione politica possibile, affinché i passaggi governativi nazionali previsti, che implicano il parere dei Ministri (c'è un passaggio del Governo nazionale, che è il parere dei Ministri, in particolare, degli Affari regionali e dell'Interno nei confronti del Presidente del Consiglio, che ha la titolarità di emanare il decreto) non siano rallentati dalla banalissima lungaggine burocratica, ma che invece ci sia la massima attenzione nel renderli più tempestivi possibile.
Noi riteniamo che, con la sospensione che determina la surroga, ancorch provvisoria, del primo degli esclusi, ci sia la possibilità anche di salvare i voti puliti che sono tanti, sono la stragrande maggioranza, che hanno contribuito al successo, all'interno della coalizione di centrodestra, della lista di Fratelli d'Italia. Il primo degli esclusi è Davide Nicco, Sindaco uscente di Villastellone, giovane, un commercialista stimato. Personalmente, voglio raccontare questo aneddoto, perché ormai dobbiamo davvero riflettere anche su questo, l'ho conosciuto per la prima volta in una cerimonia di contrasto al terrorismo, al fianco dell'allora ancora Procuratore Caselli. Quindi, penso sia stato un incontro fausto.
Sinceramente, auspico che sia una procedura la più celere possibile e che verosimilmente le misure di restrizione della libertà che determinano la sospensione rimangano vive fino all'eventuale inizio del procedimento.
Nell'ordine del giorno, noi lo ricordiamo per dare un segnale politico, ma la costituzione di parte civile è un atto dovuto. È elemento che gli Uffici, su nostra richiesta, ci hanno fornito, e li ringraziamo per questo: con la costituzione di parte civile della Regione Piemonte in quel procedimento, si determina un'incompatibilità che può, poi, consentire alla Giunta delle elezioni di andare a rendere definitiva l'esclusione dal Consiglio regionale, sostituendo la mera sospensione con la decadenza definitiva.
Questo è un procedimento che speriamo di non dover neanche cominciare grazie a delle dimissioni volontarie, ma lo diciamo nuovamente: qualora queste dimissioni non arrivassero, è nostra premura - primi, tra pari, di tutti gli altri Gruppi consiliari - vigilare sull'assoluta tempestività di questi passaggi.
Concludendo - e chiedo ancora solo 30 secondi - voglio commentare (è un passaggio che ha fatto il Presidente, ma lo voglio sottolineare anch'io) la necessità di non criminalizzare tutta una maggioranza, tutta una squadra di Consiglieri e di Assessori che si sono conquistati i voti sul campo, con la bontà delle loro idee, con il loro sacrificio sul territorio, con azioni concrete per le loro comunità; non se li sono, invece, comprati con il denaro.
Questo è un elemento che io voglio valutare da un punto di vista anche solo banalmente matematico. Ho letto sui quotidiani che nel Partito Democratico qualcuno pensa all'eventualità di un ricorso al TAR per invalidare tutte le elezioni. Ogni scelta è legittima e io - per carità - non voglio gridare allo scandalo. Mi limito, però, a considerare che il principio è sempre stato quello che non vanno considerati i voti che vengono ritenuti controversi. Roberto Rosso ha preso tanti voti, ma ne ha presi 5.000 scarsi, cioè poco meno di 5.000. Io voglio ricordare che la coalizione che sostiene Alberto Cirio ha raccolto più di un milione di voti sul nostro territorio, rispetto alla seconda coalizione classificatasi, che è quella del centrosinistra, che ne ha presi 780.000. Fratelli d'Italia, come lista sul territorio regionale ha preso più di 100.000 voti, quindi, se anche per assurdo (perché è chiaramente un assurdo) tutti i voti raccolti dal candidato Roberto Rosso fossero voti non puliti, ciò nulla toglierebbe all'assoluta indicazione netta che i piemontesi perbene hanno dato rispetto al presente e al futuro dei prossimi cinque anni della nostra Regione.
Questo, lo dico perché sinceramente penso che la critica politica sia più che attendibile, scontata e pienamente legittima nelle prerogative che ognuno di noi, in quanto eletto, ha collezionato, ricordando, però, sempre un elemento, perché io (e qua davvero concludo) ho visto dei toni un po' complottisti nelle polemiche anticipate sui media. "Perché Giorgia Meloni ha voluto Roberto Rosso come Assessore? Perché Fratelli d'Italia ha insistito su Roberto Rosso? Perché Marrone non ha cercato lui di fare l'Assessore al posto suo, piuttosto che il collega Bongioanni, dal collegio cuneese?". Per un semplice motivo: è un criterio generale. Perché il mio partito è nato per restituire l'attenzione e la parola ai cittadini e ha sempre valorizzato il criterio dei voti personali e quindi si è dato sempre, in linea generale, senza fare distinguo sulle persone, su quelle chiaramente ritenute idonee sulla base di tutte le informazioni che erano materialmente reperibili, sul fatto di avere la precedenza su incarichi di Giunta, piuttosto che di Capogruppo o altro.
Il motivo è semplicemente quello e non c'era alcun modo di sapere che una parte di quei voti potessero essere stati oggetto di trattativa con la malavita organizzata. Sinceramente, sfido anche esponenti delle minoranze a contestare questa verità, perché se avessero avuto queste notizie (escludo che le abbiano avute, perché non le aveva nessuno) immagino che sarebbe stata loro premura segnalarle alle autorità competenti ed anche a noi.
Concludo, sperando davvero che in ragione anche del passaggio governativo del procedimento di sospensione, al di là della legittima polemica politica, che auspico non travalichi mai nella diffamazione gratuita, ci sia invece un interesse più lesto e il maggiore possibile a ridare la massima operatività a tutto il Consiglio, in tutti i suoi componenti, con l'esclusione di Roberto Rosso.
Penso che, con quei 100.000 voti, Fratelli d'Italia si sia conquistata sul campo il diritto di avere i suoi Consiglieri e che non si possa negare questa legittimità, come lista e come coalizione, di rispettare il mandato di tutti gli elettori piemontesi perbene, se davvero sarà confermato che c'è stata una singola mela marcia.
Per questo, spero che ogni forza anche di minoranza, che ha i propri riferimenti nel Governo nazionale, sul procedimento di sospensione si unisca al Presidente del Consiglio e al Presidente della Regione nel sollecitare i passaggi ministeriali il più veloci possibile, perché qui credo non si tratti di tirarci fango a vicenda, ma di difendere la credibilità di tutta l'Istituzione e l'onorabilità di tutto il Consiglio regionale.
Le polemiche saranno forti, già ne abbiamo vista qualcuna, ma penso che alla fine di tutti gli scontri e le visibilità mediatiche, nel cuore di ciascuno di noi, anche per rispetto dei singoli elettori che l'hanno votato, prevarrà il sentimento di garantire la massima agibilità, la massima onorabilità e anche il rispetto della sana espressione di volontà popolare manifestata con le elezioni qui, in quest'Aula e in questa Assemblea legislativa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Ovviamente, non parlerò dei fatti riportati dagli organi di stampa inerenti a un processo che dovrà essere affrontato, per il grande rispetto che ho che abbiamo, nei confronti della Magistratura e di tutte le parti in causa.
In questi giorni, Presidente Cirio, ho utilizzato il mio tempo per leggere e studiare documenti, per approfondire. Vorrei non banalizzare in questo intervento e vorrei partire dal documento della Direzione investigativa antimafia, quello della relazione del secondo semestre 2018: "La 'ndrangheta fa affidamento su diversificate attività illecite: narcotraffico internazionale, infiltrazione negli appalti pubblici estorsione, settore dei giochi e delle scommesse illegali e non". Qui, in Piemonte, in quella relazione la 'ndrangheta dimostra di avere 13 locali.
"Cosa nostra cerca di mantenere il controllo del territorio nelle aree storicamente di competenza, sia in base a logiche affaristiche infiltrandosi negli ambienti imprenditoriali e finanziari nazionali ed esteri, per riciclare capitali illeciti, accaparrarsi appalti, catalizzare sovvenzioni pubbliche e indirizzare scelte industriali. Cosa Nostra cerca di evitare ostentazioni violente e gesti eclatanti, al fine di perseguire al meglio i propri affari, mantenendo un certo consenso sociale.
Cosa Nostra si fa impresa grazie alla cospicua disponibilità di capitali frutto di attività illecite, eludendo normative fiscali, assumendo personale in nero, non pagando i propri fornitori e avvalendosi sempre più di professionisti collusi, imprenditori e soggetti insospettabili, che non esitano a porsi a disposizione in un rapporto di reciproco interesse e vantaggio. Controlla l'edilizia, l'attività estrattiva, il settore agro silvo-pastorale. Si è infiltrata anche nella grande distribuzione alimentare, nel settore turistico alberghiero, nel settore delle scommesse del gioco on line, nell'industria manifatturiera, nel ciclo dei rifiuti negli investimenti immobiliari, nei lavori connessi alla realizzazione degli impianti di energia da fonte rinnovabile e in tutti quei settori che usufruiscono di finanziamenti pubblici statali e comunitari.
Un'infiltrazione mafiosa negli appalti pubblici avviene, in genere attraverso turbative delle gare d'appalto, ma sempre più di frequente anche nella fase esecutiva dei lavori, attraverso le imposizioni di subappalti e della fornitura di materie prime o di manodopera, ovvero imponendo, alle ditte aggiudicatarie, il pagamento di una somma di denaro, al fine di garantirsi l'esecuzione dei lavori.
Un settore più recente, verso il quale la criminalità mafiosa dell'isola mostra vivo interesse, è quello dei giochi e delle scommesse in concessione dello Stato, che produce elevati e rapidi guadagni, a fronte di bassi rischi. La mafia sta investendo consistenti capitali attraverso la gestione diretta, o indiretta, di società concessionarie di giochi o di sale scommesse, o mediante l'imposizione di slot machine.
Inoltre, il già redditizio volume d'affari del comparto viene spesso moltiplicato dal sistemico ricorso a piattaforme di gioco on line predisposte per frodi informatiche, spesso allocate all'estero, parallelo a quello illegale".
In quella relazione, Presidente Cirio, Presidente Allasia, care colleghe e cari colleghi, la DIA dimostra che per la camorra non vi è alcun settore lecito o produttivo di ricchezza che non sia stato oggetto di attenzione da parte dei clan; affari e consenso sociale, spregiudicatezza vitale.
La Puglia, il Lazio e poi il Piemonte e la Valle d'Aosta.
Le possibilità di investimento nella Regione costituiscono, da sempre, una forte attrattiva per le consorterie criminali, ormai da tempo impegnate a riciclare e reinvestire i propri ingenti capitali illeciti. I variegati settori presi di mira dalle organizzazioni mafiose vanno dall'edilizia, sia pubblica sia privata, al movimento terra e di inerti, dalla gestione delle attività connesse al gioco e alle scommesse all'accaparramento di servizi di lavori assegnati con appalti pubblici.
Il radicamento sul territorio dei gruppi di origine 'ndranghetista e le evidenze giudiziarie e di polizia non fanno intravvedere, allo Stato inversioni di tendenza, ovvero previsioni di ridimensionamento, anche in ragione dell'esistenza di una sorta di reciproca accettazione tra le consorterie di diversa matrice, anche straniera.
La DIA ci dice: "Come già constatato in altre aree del centro nord del Paese, le ultime evidenze investigative raccontano di come taluni esponenti dell'imprenditoria piemontese non abbiano disdegnato, all'occorrenza, di scendere a patti con esponenti dei locali di 'ndrangheta, per massimizzare i propri introiti e profitti. Una conferma in tal senso viene dai provvedimenti interdittivi antimafia adottati nei confronti di ditte torinesi operanti nel settore edile, degli autotrasporti per conto terzi nella gestione dei rifiuti e anche in quello dei giochi. Nell'area, i sodalizi calabresi hanno replicato, nel tempo, i modelli organizzativi criminali dei propri territori".
Tutto questo, Presidente Cirio, Presidente Allasia, colleghe e colleghi per dire che la criminalità organizzata ci riguarda e noi dobbiamo rispondere alla domanda: "Come proteggere le Istituzioni?". Come? Con le frasi ad effetto? Con le citazioni? Con la strumentalizzazione politica per fatti precisi, una volta mossa da una parte politica e una volta mossa dall'altra? Semplificando il messaggio pubblico con una sorta di decontaminazione da soggetti accusati di reati connessi alle mafie? Urlando: "Noi siamo meglio di voi"? Facendo finta che si possa andare avanti come se nulla fosse accaduto? No. La situazione è molto più complessa e bisogna avere il coraggio di gestire questa complessità. Il tema è "come". Velocemente, per il tempo che ho a disposizione, uso "cosa" non a caso.
Prima cosa: la coscienza. La lotta alla mafia non è un compito alla portata solo di personalità eccezionali, ma è l'espressione delle responsabilità che riempiono dissenso e contenuto il nostro essere cittadini e amministratori pubblici.
Seconda cosa: la cultura. Per sconfiggere la mafia non bastano gli arresti e i processi, occorre impegno sociale e un complessivo un mutamento della cultura e dei costumi.
Terza cosa: il fine della lotta. Da sempre, la lotta contro le mafie lotta per la giustizia sociale. Se sapremo batterle, l'economia sarà più giusta il lavoro sarà più libero, i diritti saranno più facilmente assicurabili e la società sarà più libera dalle menzogne del potere.
Quarta cosa: l'Europa. L'Europa è lo spazio minimo della lotta, perché gli interessi criminali hanno ramificazioni almeno continentali e la risposta investigativa deve essere adeguata e noi la dobbiamo sostenere in una dimensione differente.
Quinta cosa: i giovani, Presidente. Insegniamo che la bellezza della vita consiste nella fatica di raggiungere gli obiettivi e che le scorciatoie e le furbizie hanno sempre un prezzo. La vita stessa, prima o poi, il conto lo presenta. Diciamo ai giovani che, spesso, propaganda e verità non coincidono e aiutiamoli a vivere con i piedi a terra, discernendo il bene dal male.
Sesta cosa: dalla parte della Magistratura e delle Forze di polizia non significa indossare la stessa divisa, ma garantire tutti i mezzi, tutto il personale e condizioni generali adeguate a prevenire prima e a reprimere poi i reati di mafia.
Settima cosa: la politica. Per essere autonoma da interessi particolari deve essere forte e libera; un certo populismo che ha pervaso tutti i fronti politici non ha rafforzato gli anticorpi della democrazia contro certe degenerazioni. La politica deve essere il posto dei migliori e nelle attuali condizioni i migliori preferiscono dedicarsi ad altro.
Sul finanziamento pubblico ai partiti dobbiamo avere il coraggio di discutere con saggezza.
Ottava cosa: costruiamo anche noi argini per evitare tragedie. Possiamo valutare il bene e il male delle leggi elettorali con grandi collegi e preferenze? Possiamo dotarci di strumenti più equi e liberi? Possiamo farlo lontani da legittime ambizioni dei singoli? Nona cosa: la Commissione antimafia regionale è utilissima, è importantissima. Utilizziamola, avviamola. Ma non sia lo specchietto per le allodole: la mafia agisce, non parla.
Lo Stato - quindi anche noi - non può limitarsi al pur necessario commento.
Decima cosa, Presidente Cirio: le mafie ci vogliono divisi superficiali e spudoratamente ambiziosi. Come avrete notato, care colleghe e colleghi, come ho detto all'inizio, non ho richiamato nel mio intervento nessun fatto specifico riconducibile agli eventi che hanno interessato un ex componente della Giunta. Come ho detto, ho (e abbiamo) rispetto per la magistratura e per tutte le parti in causa nel processo. Credo, però, che ad alcune legittime preoccupazioni politiche, che in varie modalità ed intensità molti colleghi hanno espresso pubblicamente circa i fatti per cui abbiamo chiesto comunicazioni in aula, andranno offerte, anche più in là nel tempo e per quanto di nostra competenza, delle rassicurazioni. Non vogliamo banalizzare quello che è successo. Nessuno Banalizzi ciò che è capitato.
Presidente Cirio, noi vogliamo dimostrare solo politicamente che lei non è all'altezza delle sfide che attendono la nostra Regione, non altro.
Vogliamo solo utilizzare i fatti che abbiamo giudicato in questi mesi - le sue assenze, dal nostro punto di vista - sui dossier più significativi, non altro.
Le chiediamo, però, da un punto di vista politico, di cambiare i suoi rapporti con noi. Non ci è piaciuto quello che è capitato la scorsa settimana con le scenette dell'albero di Natale mentre in Aula, prima, ci ricordava che non è stato eletto per fare leggi ma per togliere delle leggi con processi di semplificazione, che, così come lei ha detto citando anche Einaudi, non ci hanno convinto.
Presidente, l'ho capita la scorsa settimana, ho capito il messaggio. Ma è tutto molto molto molto più complicato, dannatamente più complicato di quella comunicazione.
Se non banalizzeremo, se non faremo finta di niente, se comprenderemo il fine della lotta, se gli argini che costruiremo saranno abbastanza alti anche per difendere quanto di buono c'è in noi, batteremo questo schifo di mafia!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
La Lega è da sempre contro la mafia. A noi la mafia fa schifo.
Sono noti a tutti i risultati di Maroni, che non si erano mai visti per l'arresto di importanti latitanti. Se i fatti saranno confermati, Rosso si trova al posto giusto. Siamo dunque soddisfatti delle dimissioni e acceleriamo sulla sospensione.
Se vi è una mela marcia, è giusto che venga estromessa, ed è quello che è stato fatto in questo caso.
Naturalmente (ci mancherebbe!) bisogna essere garantisti, per cui se i fatti non saranno confermati - ovviamente la magistratura farà il suo corso è giusto che venga ripristinato il suo onore, sebbene non ci faccia ben pensare quello che abbiamo letto e visto.
Il centrodestra, come ha detto il collega Marrone, ha vinto con 390.000 voti di differenza. Solo per fornire le giuste proporzioni, se anche tutti i voti di Rosso fossero di delinquenti o presi in maniera scorretta, il centrodestra avrebbe comunque vinto di 386.000 voti.
Abbiamo un importante strumento che questo centrodestra - la Lega in primis - ha voluto dare al Consiglio regionale: mi riferisco alla Commissione legalità, per la prima volta in maniera permanente.
Naturalmente, la Commissione legalità andrà utilizzata con giudizio e con intelligenza, per cui non potrà sostituirsi ai giudici e non avrà potere ispettivo. Tuttavia, auspichiamo anche noi una sua celere convocazione. C'è un ragionamento all'interno delle minoranze per l'indicazione del Presidente, che deve sciogliersi. Successivamente, sarà possibile iniziare a convocare questa Commissione legalità.
So che verrà presentato un ordine del giorno sul gioco, avente ad oggetto "Ritiro della PDL n. 56 'Ulteriori modifiche alla legge regionale 2 maggio 2016, n. 9 (Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico)'": che non venga strumentalizzato o non venga utilizzato per fare strane assonanze, che non esistono. È una narrazione che non ci appartiene per nulla. Anche perché la legge sul gioco attualmente in vigore è stata contestata addirittura dall'ex Pubblico Ministero Antonio Rinaudo, che vive tutt'oggi sotto scorta dopo aver rischiato la vita e lottato contro le BR, contro il terrorismo, contro i violenti del No Tav.
Ci sono persone che hanno lottato veramente tanto contro la violenza e la criminalità organizzata nel nostro Paese e nel nostro Piemonte e che sostengono che quella legge può essere modificata. Dunque, sono a respingere sin d'ora qualsiasi assonanza e qualsiasi polemica in tal senso che ritengo veramente inutile in una vicenda del genere.
Come si è detto, purtroppo la mafia è insita in tanti settori dell'economia. Sarebbe profondamente ingiusto pensare che il gioco, quello ufficiale e quello legale, debba essere criminalizzato e debba per forza essere in mano alla criminalità. Sarebbe come dire che il settore dei rifiuti sia tutto in mano alla criminalità organizzata! Se ci sono interferenze, queste devono essere punite. Ma è impensabile punire interi settori.
Con questo termino. Voglio però ribadire la nostra piena fiducia, come Gruppo della Lega, al nostro Presidente Cirio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Cari Presidenti Cirio e Allasia, cari colleghi, cari concittadini e concittadine, fatemi dire che qualunque cosa accada, qualora venissero confermate le nefandezze di cui siamo venuti a conoscenza, questa legislatura sarebbe compromessa, irrimediabilmente macchiata, anzi moralmente ed eticamente finita.
Vorrei spiegare perché, Presidente Cirio e, come lei potrà notare, non ho foto di Bruno Caccia da mostrare, non abbiamo cappi, manette, non vi stiamo dando dei collusi, degli 'ndranghetisti, non vi stiamo criminalizzando e nessuno ha intenzione di moralizzare chi ci ascolta. Non ci importa nemmeno immaginare che voi, al posto nostro, avreste inscenato una pantomima ben peggiore degli striscioni su Bibbiano e dei cori sul Piemonte libero.
Vogliamo solo ragionare con voi. "'Ndrangheta affari e compravendita di voti", "In Piemonte un voto costa 7 euro", "L'Assessore e il capo clan terremoto in Regione", "Comprava voti dell''ndrangheta: l'Assessore Rosso finisce in cella". La Stampa: "Piemonte: 'ndrangheta nelle urne". Sono solo alcuni titoli di giornali apparsi in questi giorni. Presidente Cirio, lei che è un uomo di comunicazione sa bene che questo danno è incalcolabile, da lei forse è inimmaginabile, ma è incalcolabile. Tuttavia la cosa peggiore è che per strada, nel mio quartiere per esempio ma in giro per le nostre Province, le frasi che si sentono diventano indicibili, non ripetibili in quest'Aula. Non le dico cosa abbiamo sentito con il Consigliere Gavazza ieri davanti ai cancelli della Martor, una delle tante aziende in crisi in questo momento. Sono tutti inferociti, quelli che ancora votano; perché poi c'è chi non vota, non votano voi, non votano noi e sono sempre di più, tra l'altro. Pensano che il più pulito di noi abbia la rogna e dicono "Quello è solo più scemo, perché si è fatto beccare". Oppure ho sentito frasi ancora peggiori: "A me non importa nulla, possono tutti morire in galera".
Proprio perché penso che il problema, Presidente, non sia certo solo suo e della sua maggioranza, le dirò di più: concluse le indagini, consultate i nostri avvocati - ed è questo lo spirito dell'ordine del giorno che ho depositato. Noi, Consiglieri regionali, ci costituiremo parte civile. Io lo farò come Consigliere regionale e spero lo facciano tutte le forze politiche e i colleghi che sentono di dover difendere la loro onorabilità e questa istituzione. Immagino che lei farà lo stesso.
Personalmente, avendo raccolto proprio dall'Assessore Rosso le deleghe alle cause legali, immagino che lei abbia già dato mandato, come previsto da legge, per seguire da subito la fine, magari imminente, delle indagini. Ma basta questo per chiudere tutta la vicenda? Bastano le dimissioni dalla Giunta, in diretta dalle Vallette, del collega Consigliere regionale Rosso? Basta il suo scranno vuoto? Io credo di no. Le dimissioni di Rosso non cancellano proprio nulla, Presidente. Era consapevole, il patto è andato a buon fine, dopo una fitta contrattazione. I fatti che abbiamo letto ascoltato e visto sono, come diceva anche lei, di una gravità inaudita. Le immagini riprese davanti a Palazzo Lascaris, a 20 passi da questo palazzo fanno venire i brividi. Così come le domande che hanno fatto i giornalisti ai PM che continuano e che continuiamo a porci: qual è l'oggetto dello scambio? 15 mila euro? Quelli realmente dati? O i voti poi ad un certo punto sono stati garantiti anche in cambio di altre promesse? Io non lo so lei non lo sa, e questo è un problema che abbiamo entrambi.
Presidente Cirio, spero sia consapevole che il voto, che le piaccia o no, è stato inquinato e che questa è una macchia indelebile sulla legislatura. È una vicenda, cari colleghi, permettetemi di dirlo, ben più grave di quella che chiuse l'era Cota. Lei dice in un passaggio, Presidente: "il suo meccanismo di ingresso.". "Il suo", parla di Rosso. Potete allontanarlo buttare via le chiavi, però non è questo l'oggetto. Quei voti lei non li vuole, io lo immagino, e può urlare come ha fatto il Consigliere Marrone come ha fatto l'Onorevole Meloni davanti al presepe e nei TG che quei voti lei non li ha mai chiesti. Guardi, le faccio un'apertura di credito enorme: io sono sicuro che lei non li abbia mai chiesti. Peccato che qualcuno lo abbia fatto per tutti voi e che, vi piaccia o no, era uno della vostra squadra e lei l'ha addirittura promosso al suo fianco.
Vi ho sentito parlare di voltastomaco e sentenziare "Con lui non prenderei neanche un caffè" e poi saremmo noi quelli poco garantisti. Vedete, noi non stiamo chiedendo niente per il Consigliere Rosso, avrà davanti tutti i gradi di giudizio necessari, tra l'altro dopo che le indagini saranno chiuse, se verrà rinviato a giudizio. Ma non è questo l'oggetto. Si faccia fare un unico rimprovero, Presidente Cirio, e non è sul fatto se poteva o no. No, lei ha dichiarato su tutti i media che non voleva in Giunta il Consigliere Rosso e l'ha ribadito anche oggi in Aula. Credo che sia un'uscita davvero sbagliata ed infelice, un tentativo goffo. Lei è il Presidente di Regione e ha al potere e la responsabilità di scelta degli Assessori e le dico sinceramente - le tolgo un impiccio - non credo che abbia ricevuto pressioni indebite. Pertanto i problemi rimangono ancora due e arrivo a dirglieli. Lei può escludere che la 'ndrangheta, una volta nominata la Giunta, non avesse chiesto a Rosso altro in cambio dello sconto sulla trattativa? Ne può essere certo? Tutti i provvedimenti amministrativi e legislativi sono già stati messi al vaglio da venerdì? Ne è sicuro? Stava dicendo questo, pochi minuti fa? Siete stati rapidi. Va bene che di leggi non ne avete fatte, ma qualche atto o qualche nomina l'avrete pur fatto in Giunta! Faccio un esempio che mi sta a cuore, poiché con il Consigliere Rossi sono il relatore di maggioranza di una legge molto importante e votata in quest'aula. Sta emergendo, solo per ricordarlo al Consigliere Preioni, che la cassa, così viene definita, per la cosca insediata a Carmagnola arrivava soprattutto con le slot machine legali. Business al centro delle attività del clan perché porta soldi e consente di controllare il territorio. Non riesco a non pensare quanto la sua Giunta si sia attivata per stralciare la nostra legge sul contrasto al gioco d'azzardo e ripristinare il Far West, perché prima della nostra legge c'era il Far West (in tutta Italia ce l'hanno riconosciuto) che regnava, prima dei distanziometri. Vi sto dicendo che volete cambiare la legge perché ci sono state pressioni indebite? No. Non vi sto accusando di questo, ma sia chiaro che la vostra proposta di legge potrebbe, e dico potrebbe, avvantaggiare proprio chi non vuole il rispetto di quella legge. Me lo faccia dire Presidente Cirio, lei può anche cambiare quella legge, ma finché esiste lei ha il dovere di farla applicare e, come lei sa, da sei mesi sono finiti i tempi delle proroghe e lei ha ancora in Giunta Assessori che garantiscono che quelle proroghe continueranno a esistere, quando sono scaduti i termini da sei mesi. Parlo di tutti i centri scommesse.
Abbiamo depositato un ordine del giorno, che chiediamo di votare alla fine di questo dibattito, per chiedere che venga ritirato il provvedimento. Se non lo farete bloccheremo tutta, e dico tutta, la vostra azione legislativa: il Regolamento ce lo concede. Credo che sia il Piemonte a pensare che per mesi non parleremo d'altro ma, forse, non ce ne sarà bisogno perché c'è una seconda questione. I voti, pochi o tanti che siano sono arrivati. Lo ripeto: il patto è andato a buon fine.
Presidente a questo punto non siamo noi a decidere sulle colpe e non è una questione di leggerezza. Torno sul voto perché non vorrei essere frainteso Consigliere Marrone. Alle scorse elezioni noi - parlo di tutti noi abbiamo perso nettamente, qualcuno dirà meritatamente. Ma come facevo notare, nello sport si può essere più forti dell'avversario, ma è come vedersi negata una vittoria per doping. Credo, non so voi, ma in democrazia l'inquinamento del voto, da parte della 'ndrangheta, è peggiore di qualsiasi sostanza anabolizzante. Vorrei che Fratelli d'Italia, Lega e soci riflettessero su quanto, irrimediabilmente, siano macchiate le loro vittorie e questa legislatura. Presidente, non dico che questo Consiglio vada commissariato o sciolto per mafia. Presidente Allasia, glielo dico così, noi sfidiamo lei e il Presidente Cirio a giocare una nuova partita senza trucchi e inganni. Non avete bisogno dei voti delle mafie e delle cosche? Bene! Visto che la vostra coalizione li ha presi, come minimo, ora rigiocate la partita.
Presidente Cirio vuole davvero governare con quest'ombra? Proprio lei che sostiene di correre così forte, non capisce che se Usain Bolt avesse perso una medaglia d'oro per un compagno di staffetta dopato, l'unica opportunità che vorrebbe, sarebbe proprio ricorrere a quelle olimpiadi per cancellare quell'onta? Se si è persone oneste i voti della 'ndrangheta non si chiedono, non si comprano e, di certo, non si contano ma, soprattutto, se avete a cuore la vostra dignità e il vostro onore, sappiate che i voti della 'ndrangheta non si restituiscono.
Cari Consiglieri Preioni e Marrone, per cancellarli non esiste la prova di resistenza come per le firme false: l'unico modo per non conteggiarli è annullare le elezioni e tornare al voto. A proposito, caro Presidente vorrei farle notare un ultimo punto e ho finito (hanno tutti parlato più di sedici minuti, quindi mi dia il tempo di finire quest'ultima pagina).
Dite: come facciamo ad alzare i muri? Siamo inermi. Intanto non vorrei che vi fosse sfuggito un ulteriore punto che, tra l'altro, è su tutte le carte è proprio impregnato di tutta l'inchiesta. Sapete cos'è? Soldi! Soldi! Soldi! Nient'altro che soldi. Il voto di scambio fa passare quasi in secondo piano la marea, e dico la marea, di denaro che è nelle disponibilità dei boss e di alcuni politici. Provano a comprare tutto e tutti e sono interessati ad avere rassicurazione, come titolano spesso anche i nostri giornali tipo: " 'Ndrangheta in Piemonte. Nelle carte anche la TAV. I lavori al cantiere devono proseguire". E i soldi delle campagne elettorali, Presidente? Ne vogliamo parlare? C'è chi in campagna usa il crowdfunding, come noi: pensate che scemi. E chi comprerebbe anche la facciata del vostro condominio. A proposito di caramelle, leggete cosa scrivevo sul mio canale social ad aprile, mi preoccupavo della massiccia presenza elettorale di Rosso che era pressoch ovunque. Ho letto venerdì quanto ha dichiarato di aver speso: poco più di 48 mila euro. Non vorrei peggiorare la sua situazione, ma vi sembra realistico? Non è un problema che ci riguarda la disponibilità di denaro infinita? Infine, colleghe e colleghi, l'altra settimana la Calabria e la Valle d'Aosta; oggi il Piemonte: la 'ndrangheta sta divorando questo Paese, morso dopo morso. Sono ovunque; stanno, da anni, utilizzando il nord dell'Italia come una lavastoviglie per i loro piatti sporchi.
Come ci ricorda Marta Chiavari nel suo bellissimo lavoro sulle mafie al Nord, loro sono la quinta mafia. Sono integrati, sono piemontesi, lombardi veneti. Sono residenti da anni qui, ma soprattutto vampirizzano tutto e tutti. Hanno soldi da investire per ricattare, per acquistare aziende decotte e crediti inesigibili. Sono tanti, sono replicanti, arroganti con i più deboli e zerbini con i potenti (si diceva). Sono intorno a noi, ma non parlano con noi. Sono come noi, ma si sentono meglio.
Presidente, lei dice che non abbiamo anticorpi: parli per sé! Non possiamo lasciare sola la Magistratura di fronte a questo nemico pubblico. Per questo, invitiamo tutta la società civile e le istituzioni democratiche ad aprire gli occhi. La guerra è iniziata da tempo e noi la stiamo perdendo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie. Ricordo sempre che i termini sono dieci minuti per tutti; vista l'eccezionalità, tutti i Gruppi hanno avuto più minuti del dovuto, però non bisogna neanche abusare del tempo.
Adesso ha facoltà di parlare il Consigliere Ruzzola; prego.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente. Le parole del nostro Presidente Alberto Cirio hanno ben rappresentato - ripeto, ben rappresentato - il nostro sentire. Quanto contestato al Consigliere Roberto Rosso è di una gravità assoluta e nessuno lo mette in dubbio. E non nascondo il forte senso di inquietudine che provo nel vedere l'intero Paese, come è stato appena ricordato, dalla Calabria alla Valle d'Aosta, colpito da numerosi arresti per infiltrazioni di tipo mafioso.
La criminalità organizzata, come ha sottolineato molto bene il nostro Presidente, è ovunque e tenta di raggiungere le istituzioni. Nulla che già non sapessimo. Ma proprio con la consapevolezza che ci danno queste inchieste e questi arresti, dobbiamo rafforzare gli anticorpi al riguardo interfacciandoci con le forze dell'ordine e le procure, che ringrazio per l'attività che svolgono, per fornire loro gli strumenti più idonei per stroncare la criminalità organizzata.
Pur nel rispetto del principio di non colpevolezza fino all'ultimo grado di giudizio, è chiaro che dobbiamo difendere l'onorabilità della Regione Piemonte, del Consiglio regionale, di tutti noi - e ripeto, di tutti noi che, come ha ricordato il Consigliere Ravetti, rispondiamo ad una nostra coscienza, Per quanto ci riguarda, e per quanto mi riguarda, non abbiano nulla a che fare con un mondo molto distante da noi, come qualcuno tenta di ipotizzare. Non deve esserci ombra alcuna sull'ente ed è per tale ragione che Forza Italia - in anticipo rispetto a quanto stava chiedendo adesso il Presidente Grimaldi - ha sottoscritto l'ordine del giorno presentato dal presidente Marrone, in cui ribadiamo la necessità della costituzione come parte civile della Regione Piemonte nel processo contro il Consigliere e riguardo al quale chiediamo tempestività per la sospensione dall'attività del medesimo anche dalle funzioni di Consigliere.
Tutto ciò lo facciamo non solo per rispetto delle migliaia di elettori che ci hanno votato, ma di tutti i piemontesi, di ogni singolo piemontese. La Regione Piemonte e la maggioranza - lo ribadisco, credo che vada sottolineato - è parte lesa in questa vicenda.
Concludo, sottolineando quanto già esposto dal nostro Presidente, che in questo momento delicato e grave, come lei ha ricordato, nella piena consapevolezza che la mafia è il male assoluto, dobbiamo adoperarci in ogni singolo atto con la massima attenzione; nella consapevolezza che l'attenzione non è mai troppa. Dobbiamo stringere sempre più la collaborazione con le associazioni, come è stato ricordato; già lo stiamo facendo e dobbiamo stringere tutte quelle collaborazioni che ci possono permettere di andare in questa direzione. Dobbiamo adoperarci per avviare quanto prima l'attività della Consulta che abbiamo istituito e che, per la prima volta, è stata istituita in modo permanente. Dobbiamo quindi far sì che possa partire e, come abbiamo detto, senza sostituirsi alla Magistratura, possa compiere tutti quegli atti che dobbiamo adoperarci per ben monitorare. Dobbiamo collaborare con le associazioni dedicate al contrasto e alla prevenzione della criminalità organizzata, con le forze dell'ordine e la Magistratura, a cui mai abbiamo fatto mancare il nostro appoggio e la nostra collaborazione, quando questa è stata richiesta.
Come detto in apertura del mio intervento, credo che già quanto ribadito dal nostro Presidente sia ampiamente sufficiente per ricordare qual è la nostra posizione. Caro Presidente, lei ha tutta la nostra fiducia per continuare in questo lavoro che ci ha visti, in questi giorni, uniti e sicuramente partecipi di una grande trasparenza e onestà. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Ruzzola.
Ha chiesto la parola il Presidente Frediani; ne ha facoltà



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente. Devo dire che si avvicina il Natale, ma questi sono comunque giorni tristi per la nostra regione. I fatti accaduti sono gravissimi e gettano un'ombra pesante su questa maggioranza e di conseguenza, di riflesso, purtroppo, su tutta l'istituzione.
Il tema della legalità - lo sapete bene - è sempre stato tra le priorità del Movimento Cinque Stelle. Nella scorsa legislatura abbiamo chiesto la costituzione della Commissione legalità, di cui avevamo anche la Presidenza con Giorgio Bertola e la Vicepresidenza con la sottoscritta. In questa legislatura, abbiamo ottenuto che questa Commissione diventasse finalmente permanente; però, questa Commissione non si è ancora riunita: in sei mesi non abbiamo ancora avuto nemmeno la seduta di insediamento.
Nell'ultima riunione dei Capigruppo - lo ricorderanno i Capigruppo e il Presidente Allasia - ho chiesto di convocarla al più presto e questo prima che arrivasse la notizia dell'arresto dell'Assessore Rosso. Mi è stato risposto dal Presidente Allasia: "Prima c'è la Giunta per il Regolamento".
E noi, non capendo quale fosse il nesso tra la Commissione legalità e la Giunta per il Regolamento, abbiamo chiesto chiarimenti. La risposta è stata che prima deve finire il suo percorso la Commissione autonomia.
Di fronte a questa dichiarazione, sono rimasta un po' perplessa, però oggi mi viene il dubbio che la Lega (dico la Lega, perché la risposta è arrivata dal Presidente Allasia) stia usando la Commissione autonomia come arma di ricatto, pertanto prima finiamo la Commissione autonomia e poi convochiamo la Commissione legalità.
Per fortuna, proprio oggi ho letto dichiarazioni diverse da parte del Presidente Allasia, quindi mi fa piacere che abbia cambiato idea e che anche lui adesso sia convinto dell'importanza di convocare al più presto quella Commissione. Tra l'altro, anche questa mattina mi sembra si sia fatto riferimento al presunto disaccordo nelle opposizioni rispetto alla Presidenza. Non preoccupatevi: si vota! La Presidenza e la Vicepresidenza della Commissione legalità si votano, quindi non è un problema che riguarda la maggioranza. Voi preoccupatevi che venga convocata al più presto; quello che accadrà durante le votazioni dell'Ufficio di Presidenza non sarà un problema vostro.
Quando non basta il buonsenso a prendere decisioni sagge, come - ad esempio rendere subito operativa una Commissione così importante, purtroppo arrivano i fatti, che mettono in luce le reali priorità. Questa maggioranza, da mesi, ha portato avanti una caccia alle streghe su tutto.
Avete cercato il male dappertutto: dalla ricerca spasmodica di una Bibbiano piemontese all'annuncio degli sgomberi dei campi rom, per non parlare dei No TAV. Ho letto dei comunicati durissimi, alcuni anche rivolti alla sottoscritta, provenienti proprio da quella forza politica che oggi scopre di avere al suo interno il male peggiore: un'accusa infamante, che toglie il respiro e che dovrebbe ammutolire tutti.
Fratelli d'Italia ha preso circa 105.000 voti, nelle ultime elezioni: quanti di questi arrivano dalla 'ndrangheta? Non lo sapremo mai, non potremo mai saperlo, ovviamente. Ora è chiaro che c'è una vittima chiamiamola così - che vittima proprio non è, però è una persona che è stata individuata come vittima sacrificale e tutti sono pronti a dissociarsi, ad allontanarla, a prendere le distanze, a chiederne le dimissioni (tra l'altro, anche noi, ovviamente, ci uniamo alla richiesta di dimissioni da Consigliere regionale e anche comunale e anche da Vicesindaco del Comune di Trino). Sono tanti i ruoli che ricopre questa persona proprio perché ha alle spalle una lunga carriera politica e non tutta nella stessa forza politica.
Alcune domande dovreste farvele, cioè capire se i voti che avete preso sono voti limpidi, trasparenti, e quanti di questi sono invece stati infettati da quel terribile virus. Non è questa, ovviamente, la sede in cui si svolgerà il processo né deve esserlo, però questa è sicuramente la sede in cui noi dobbiamo porre delle domande e possibilmente ottenere risposte.
Alcune risposte le ha già date il Presidente Cirio nella sua illustrazione iniziale. Le scelte del Presidente, quindi, sono state imposte dall'alto diciamo così: Giorgia Meloni ha preteso la nomina di Roberto Rosso in questa Giunta. Quindi, noi possiamo dire che Giorgia Meloni è il genitore uno del Presidente della Regione Piemonte, quello che chiede e quello che impone.
Io mi domando: è questa l'autonomia che vogliamo per la nostra Regione? Abbiamo discusso per giorni, sia in Commissione sia in Consiglio dell'autonomia e poi scopriamo che a Roma c'è una mamma che alza la voce e impone un Assessore alla nostra Giunta. Io spero che la vostra idea di autonomia sia un pochino più alta, altrimenti avremo sempre il dubbio che molte delle decisioni prese in quest'Aula e in Giunta non siano proprio farina del vostro sacco, non siano prese liberamente.
C'è un altro aspetto molto preoccupante: dalle prime indiscrezioni giornalistiche, sono trapelati alcuni passaggi delle carte relative all'inchiesta e ci sono dei dettagli che preoccupano e dimostrano che c'è un certo atteggiamento della politica che è ancora vivo e che viene in qualche modo anche giustificato, come se - insomma - noi non avessimo delle armi sufficienti per capire certe cose.
Noi sappiamo benissimo che la mafia è interessata principalmente agli appalti, alle grandi opere, al gioco d'azzardo, al movimento terra.
Sappiamo in quali settori opera e la mafia, ovviamente, cerca dei contatti politici per portare avanti i suoi interessi. Io rimango un po' interdetta quando leggo dichiarazioni come quelle del deputato Osvaldo Napoli, che figura nelle carte di quest'inchiesta e che, di fronte a una domanda rispetto alle sue intercettazioni o comunque intercettazioni che parlano di un suo incontro con Viterbo per conto di Garcea, dice: "Primo, io non sapevo chi fosse". La classica risposta: non sapevo chi fosse. In realtà ci sono delle sentenze, seppure non definitive, rispetto a quella persona per cui è strano sentir dire da un deputato della Repubblica "Io non sapevo chi fosse" e anche "Io di TAV parlo con tutti: arrestate le madamine!". Si permette anche di fare delle battute, di scherzare su questi fatti gravissimi.
Ha ragione il Consigliere Ruzzola, che tra l'altro è indicato da Napoli come suo candidato, come se fosse normale che un Deputato spinga un proprio candidato. Ha addirittura detto: "Andate a vedere quanti voti ha preso a Giaveno". E cos'è, merito di Osvaldo Napoli se il Consigliere Ruzzola prende voti a Giaveno? Io credo sia merito delle capacità del Consigliere Ruzzola. Se non è così, non capisco in quale altro modo si possa procurare voti a un proprio candidato. Dicevo, ha ragione il Consigliere Ruzzola, che ha fatto un intervento giusto, corretto, dicendo "L'attenzione non è mai troppa".
Allora, partiamo da qui: se un deputato incontra una persona per parlare di questioni importanti come - ad esempio - le grandi opere, deve sapere con chi sta parlando. Non ha scuse, non ha scusanti, non ha alibi. Non può dire "Io non sapevo con chi stessi parlando". Non è accettabile.
Abbiamo letto, ed è stato riferito anche questa mattina, che il Presidente Cirio sta valutando la costituzione di parte civile. Come ho già detto nell'intervento iniziale, questa valutazione la possiamo evitare, perch c'è una legge, modificata grazie al Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura, che prevede l'obbligo di costituzione di parte civile in tutti i processi per mafia che si svolgono nel nostro territorio.
Perché abbiamo fatto questa proposta? L'abbiamo fatta perché abbiamo visto che nelle scorse legislature la Regione si era costituita in alcuni processi e in altri no. Allora ci siamo detti: forse non è giusto che a seconda del colore e della sensibilità della Giunta, la Regione decida di costituirsi o meno parte civile. Non è giusto, perché il primo segnale che bisogna dare è che le Istituzioni sono salde e ferme quando si parla di mafia e sono salde e ferme dalla parte giusta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi per il dibattito e ringrazio il Presidente che ha voluto venire subito in Aula a discutere.
Un noto Magistrato diceva: "Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo".
Il Magistrato era Paolo Borsellino.
Io, sì, sono garantista e mi auguro che il Consigliere Roberto Rosso possa dimostrare quanto prima tutta la sua versione dei fatti, però, nello stesso tempo, quello che è accaduto non può che non portare ognuno di noi a fare un grande esame di coscienza. Non possiamo fermarci a dire che è capitato a un altro; che è capitato a un collega e che noi mai ci saremmo permessi di fare cose di questo tipo. Questo, certo, me lo auguro, ma ognuno di noi deve sapere che quello che è accaduto, oltre a mettere in difficoltà questa legislatura, butta comunque un giudizio, che i cittadini avranno su di noi più forte e più netto. Aumenterà il distacco che le istituzioni vivono rispetto al rapporto con i cittadini.
Questa è un'altra ferita che dovremmo rimarginare, una delle tante che purtroppo, in questi ultimi venticinque anni hanno fatto sì che la gente non riponesse più la speranza del cambiamento nelle forze politiche.
Un altro elemento preoccupante è che se pensi che chi ti governa non possa cambiare il tuo destino, che se chi ti governa non può cambiare le sorti del tuo Paese, allora cercherai una mano da altri soggetti, da altre realtà. È questo ciò che mi preoccupa maggiormente, quando si rompe il legame tra l'eletto e l'elettore. Mi preoccupa anche che questo accada quando invece c'è un sistema elettorale che fa, della preferenza, lo strumento di scelta del proprio candidato.
Sono sempre stato un grande sostenitore della preferenza e lo sarò sempre perché le preferenze, come dicevo anni fa, devono essere l'unico modo col quale i cittadini possono scegliere il proprio elettore. Se poi ci sono cittadini in vendita, ci sarà purtroppo qualcuno che quei voti li vorrà comprare - ed è un altro problema - ma non possiamo pensare che questo fatto metta in discussione la possibilità, per un cittadino, di scegliersi il suo eletto.
Ognuno di noi oggi deve pensare, con grande attenzione, a come vorrà condurre la sua attività politica da qui in avanti. È evidente che c'è un problema educativo; un problema educativo che parte dalla scuola, perch non possiamo pensare che le persone che oggi vendono e comprano voti non sono stati a loro volta bambini e che nessuno gli abbia spiegato che c'è un altro modo di essere cittadini. Su questo, la nostra Regione potrà fare tanto. Certo è che siamo in ritardo.
Stiamo citando più e più volte la Commissione Legalità, ma siamo in ritardi di alcuni mesi. Una volta istituita avremmo dovuto, almeno in Aula metterla in agenda come primo atto; invece purtroppo, lo dico come forza di opposizione, abbiamo dovuto usare il tempo di questo Consiglio regionale per occuparci d'altro, forse anche questioni non massimamente interessanti.
Penso, una su tutte, al referendum sulla legge elettorale italiana.
Forse ciò che è accaduto darà più impulso e forza. Come Gruppo dei Moderati, se volessimo calendarizzare questa commissione anche nei prossimi giorni, ci siamo, non c'è nessun problema, sapendo che quella Commissione avrà il compito di approfondire e aiutare questo Consiglio regionale e questa Regione ad applicare norme e regolamenti che ci tutelino. Certo è però, che questa è l'Aula che ha votato pochi giorni fa la posizione della foto di Falcone e Borsellino proprio nella sala in cui si celebrano le Commissioni.
Questo deve essere il nostro impegno: ciò che votiamo in quest'Aula deve poi diventare carne, non può essere solo un proclama, un'affermazione ideale. Anche quando siamo in campagna elettorale dobbiamo innanzitutto ricordarci che un fatto come questo mette in discussione chiunque agli occhi dei cittadini, come diceva il Consigliere Grimaldi.
Ma da oggi in poi - e questo lo dico con grande chiarezza - dovremmo affrontando le leggi che ci aspettano, fare molta attenzione, perch sappiamo esattamente dove questa gente vuole andare a trovare denaro.
Sappiamo esattamente quali sono i punti di interesse del crimine organizzato e quindi, quando parleremo di gioco d'azzardo, dovremo alzare di più l'asticella dell'attenzione; quando parleremo di ambiente e di rifiuti dovremo alzare il livello dell'attenzione, o quando parleremo di urbanistica e di cemento, visto che iniziano ad arrivare, finalmente, un po' di leggi (iniziano ad essere calendarizzate), dovremo alzare il livello dell'attenzione; o quando parleremo del mondo del commercio e del no profit. Arrivando da quel mondo, lessi, con particolare dolore, che uno dei posti e dei luoghi nei quali il crimine organizzato voleva iniziare ad andare era proprio il mondo del terzo settore (addirittura Pro loco e oratori si reggeva in quelle intercettazioni), proprio perché quel mondo era meno controllato di altri.
Su ognuna delle deleghe che questa Regione ha tra le sue mani dovremmo alzare di molto il livello d'attenzione e nel dubbio non fermarci, perch non è questo quello che ci chiedono i cittadini piemontesi, ma di essere più fermi: se ho una percentuale minima di dubbio che quelle leggi o quelle norme possano avvantaggiare chi in questo momento gioca con altre regole occorrerà fare più attenzione. Lo dico anche sulle nostre stazioni appaltanti, perché poi appare ridicolo che noi, da questo punto di vista andiamo a sopprimere e ritirare una gara solo perché c'era un unico soggetto che aveva concepito, all'interno dalla sua offerta, una percentuale di lavoro sviluppato da persone con disabilità e, dall'altra parte, voglio capire se questa gara, ad esempio, verrà rimessa a bando e quali saranno gli anticorpi per sostenere, nel mio mondo ideale, chi dà lavoro a persone con disabilità e fare la guerra a chi pensa, invece, con massimi ribassi, con contratti non applicati e con tutta una serie di altri escamotage che ben conosciamo, di diventare soggetto fornitore di questa Regione.
Per ogni fatto che accade con questo livello di gravità ci sono solo due possibilità: puntare il dito - certo, basta che non sia, poi, la fiera dell'ipocrisia - o, dall'altra parte, cambiare, ognuno di noi. Cambiare e cercare di essere meglio di quello che pensavamo di essere quando ci siamo presentati per questo compito alto e difficile.
Perché ogni fatto di questa natura ci rende sempre più lontani dalla gente.
Occorre, allora, provare a cambiare insieme.
Non mi inserisco nel dibattito sul voto inquinato o meno, però una cosa la so: se vogliamo dare dignità alla politica, lo dobbiamo fare insieme. E quando dico "insieme", non è accettabile che, magari, un atto venga votato dalla maggioranza di quest'Aula e questo fatto di unità politica tra di noi venga sottolineato come elemento di grandezza e poi ciascuno fa la sua rappresentazione di questo spazio nel cortile. Quella non è l'idea forte che le istituzioni, comunque, sono meglio di quello di cui stiamo parlando oggi. Da questo punto di vista, se sapremo essere classe dirigente anche su questo, daremo forza alla battaglia che i magistrati stanno compiendo.
Perché è evidente che se oggi il potere della magistratura è ancora credibile, mentre lo strapotere della finanza talvolta dev'essere messo in discussione, è perché la politica ha perso spazio; è perché la politica spesso ha perso dignità.
Oggi, su questo, potremmo scegliere di essere migliori per il resto della legislatura. Come? Dovremo farci accompagnare anche dal mondo dell'associazionismo, che rischia con alcuni suoi esponenti, proprio perch non vuole, da questo punto di vista, che la cultura del crimine organizzato avveleni i pozzi delle vite nostre, dei nostri ragazzi e delle future generazioni; ma anche dai tanti testimoni di giustizia (nella nostra Regione ne abbiamo alcuni), perché questo è un altro grande tema. Quando qualcuno alza la testa, le istituzioni che cosa fanno? Sono dalla sua parte o applicano solo i regolamenti? Perché rischiamo di chiedere a tutti un atto di coraggio e poi di lasciare queste persone da sole. Su questo invece, la Regione deve dire la sua. Non possiamo permettere che chi denuncia, ad un certo punto si trovi tra le pastoie del diritto civile, del diritto penale e del diritto amministrativo.
La sfida è ardua. Molta gente è morta per affermare che questo Paese pu essere migliore.
Mi auguro che quanto è accaduto al nostro collega spinga invece ciascuno di noi a mettere in comune qualcosa di più, cioè a riaffermare quello che dissero i padri fondatori dell'Europa: ciò che ci unisce è più forte di ci che ci divide.
Io mi auguro che la lotta al crimine organizzato sia l'elemento che ci possa unire e che le divisioni che ho visto in questo inizio di legislatura possano trovare sintesi nel fatto che solo insieme lo batteremo. Perché è evidente che ognuno di questi soggetti, ognuno di questi clan, non vede l'ora che la politica sia debole per fare quello che vogliono del nostro Paese e del futuro dei nostri ragazzi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche tutti i Consiglieri intervenuti, così come ringrazio il Presidente Cirio per essere venuto, in maniera tempestiva, ad informarci e per certi versi, a mettere a nudo le debolezze e le difficoltà della circostanza in cui si è trovato.
Ho riflettuto a lungo se fare o meno un intervento sul tema. Non l'avrei fatto se non fosse che dagli organi di comunicazione emerge chiaramente che i contatti con la criminalità organizzata da parte del Consigliere Rosso sono certi, sono documentati nelle registrazioni, nei filmati e nelle fotografie multiple, compresi i passaggi delle buste, e che purtroppo, da parte sua, c'era consapevolezza delle persone con cui in quel momento aveva a che fare, cioè sapeva cosa stava facendo e sapeva con chi lo stava facendo.
In ogni caso, le indagini devono proseguire, ci sarà un processo e tutto ciò che ne conseguirà. Ma ci resta, purtroppo, uno scarso beneficio del dubbio, perché, oggettivamente, i fatti sono abbastanza chiari.
Perché questo fatto è particolarmente grave? Perché danneggia tutti: danneggia il Presidente, danneggia la Giunta, danneggia la maggioranza danneggia il Consiglio tutto. Chiunque faccia parte di questo consesso politico, chiunque faccia politica in questo territorio e non solo, è coinvolto suo malgrado.
Mi permetto di dire, però, che c'è una piccola differenza (peraltro, non è un particolare così lieve): c'è qui chi sta pagando un biglietto rispetto alla perdita di credibilità per il quale non ha responsabilità, per un danno che, obiettivamente, hanno commesso altri.
Siamo tutti consapevoli del fatto che non ci sia un diretto coinvolgimento della Giunta, del Presidente e neanche del partito che ha candidato Roberto Rosso. Però rimaniamo perplessi di fronte ad alcuni accadimenti, in particolare della dirigenza del partito nel quale Rosso era candidato (siamo andati a rileggere le dichiarazioni dell'epoca, ma anche quelle più recenti; del resto, non è materiale riservato, perché emerge dai quotidiani), circa le perplessità che nascevano dal percorso politico del candidato Rosso che venivano senz'altro superate dalla necessità e dall'evidenza che questo avrebbe portato voti: cioè "anche se considerato un piantagrane - sono parole di un rappresentante del partito - comunque aveva la forza del consenso", a quel punto di un consenso sul quale non si stava neanche tanto a sindacare da dove arrivasse. Certo non era un sospetto così grave, ma è comunque un elemento che già evidenzia come un certo modo di vivere la politica - visto che, com'è stato ben detto, la mafia vive in maniera contigua a noi - sia un primo elemento dove il tessuto si può sfrangiare, dove gli elementi di debolezza possono dare spazio a questi accadimenti.
Non c'è solo il partito, ma anche il Presidente che, non solo nelle dichiarazioni, come sosteneva il collega Grimaldi adesso, mi lascia perplesso. Ho sempre avuto l'impressione che questo fosse un Presidente forte, che non solo per velocità ma anche per efficacia ed efficienza decideva di mettersi a capo di una coalizione e poi di vincere le elezioni.
Allora, mi lascia perplesso come questo Presidente, che pure manifestava perplessità nei confronti del candidato Rosso, accettasse poi che questo venisse candidato.
Di nuovo, forse, è in questa forma di debolezza che la politica ha, quando deve assecondare determinate circostanze, che può insinuarsi il morbo che in questa occasione ha colpito. Guardate, non è solamente grave questo primo punto che dicevo rispetto alle responsabilità indirette di chi ha ospitato il candidato. La cosa più grave, come è stato già detto, è che questa circostanza e che questi accadimenti minano alla base il rapporto di fiducia tra il cittadino e il suo rappresentante. Inquinano il rapporto fiduciario, perché alla fine anche le persone che hanno votato per altri candidati, a quel punto hanno dei dubbi, forse non tanto sul candidato ma sul consesso nel quale lo stesso va ad operare. È grave, perché quel tipo di contrattazione tradisce il mandato che il candidato stesso ha acquisito dal singolo elettore. Penso ai tanti cittadini piemontesi di tutti i territori in difficoltà che affidano - come ha detto bene il Presidente sogni, aspettative e bisogni al candidato.
Ma noi stiamo acquisendo e ci stiamo facendo carico di sogni, bisogni e aspettative, come anche di rappresentanza, di chi, attraverso questi gesti? Di cittadini o, come in questo caso, anche dei bisogni di criminali? E' vero, il fatto si riferisce a tempi precedenti a quelli del governo, ai tempi in cui Rosso era ancora candidato e quindi si parlava di elezioni e non ancora di governo. Ma come possiamo essere sicuri che il fatto di non aver saldato completamente il debito con chi gli aveva promesso dei voti non avrebbe comunque fatto sì che si inquinassero i comportamenti all'interno della Giunta da parte dell'Assessore Rosso e che Rosso non potesse essere manovrato o ricattato nella sua azione all'interno della Giunta? Senza peraltro che nessuno degli altri Assessori e neanche il Presidente ne venisse al corrente. Ed è per questo che sono oltremodo preoccupato, oltre che perplesso per quanto sta accadendo.
Pertanto a che cosa richiamo ai colleghi e alla politica? Molti interventi hanno cercato di essere propositivi rispetto al futuro. A che cosa fare attenzione? Dove si insinua la possibilità? Dove si sfrangia il tessuto? Dove si insinua la possibilità da parte della criminalità di entrare all'interno del mondo della politica? Guardate, io lo dico semplicemente e il collega Grimaldi l'ha già accennato. Era nota a tutti la frenesia, la superficialità e anche la bulimia del comportamento preelettorale di Rosso.
Ne sia testimonianza il fatto che io stesso ho ricevuto, poco prima della fine delle elezioni, le telefonate dai concessionari della cartellonistica che mi dicevano: "Giaccone, lei come mai non mi chiede niente? Perch guardi che qua non c'è più niente, perché ha consumato tutto il Consigliere Rosso e pochi altri. Lei non ha possibilità di andare da nessuna parte e probabilmente, non potendo comparire con la sua faccia da nessuna parte neppure andrà da nessuna parte." La cifra del concessionario, solo della cartellonistica di tutta Torino e Provincia, è ben superiore a 7 volte quello che ha dichiarato il Consigliere Rosso. Poi io non voglio entrare nel merito, ma il volume era ben superiore. Che cosa voglio dire? Voglio dire che quando si accetta che personaggi del genere - per carità, l'ha detto bene il Presidente all'inizio - che non avevano precedenti penali e che avevano una storia politica che era, non dico specchiata ma comunque che non aveva avuto fino a quel momento rilievi penali. Comunque due aspetti tengo a sottolineare perché tutti noi ci siamo trovati davanti a momenti elettorali e siamo vissuti in quei momenti di frenesia e di difficoltà. È certo che lui era noto per aver speso parecchio, è certo anche che lui era noto per aver, in questa sua bulimia da presenzialismo, fatto un passaggio di partiti di cui ho perso il conto, ma erano almeno 7-8. Per carità, non si può condannare una persona per questo, però si può senz'altro scegliere se fare o meno in modo che questa faccia parte della propria compagine e della propria coalizione e che vada a occupare dei ruoli di responsabilità all'interno della Giunta che il Presidente stesso presiede.
Ultima considerazione. La cosa più grave e odiosa, ma in questo mi accomuno al Presidente e a tutto il resto dell'Aula, è che, in realtà, questo accadimento introduce la criminalità organizzata in queste Aule e la accetta come interlocutore e non la rifiuta come forma odiosa e feroce di organizzazione criminale da combattere con ogni forza ed in ogni luogo.
Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Devo dire che quando nella mattina di venerdì è squillato il telefono e mi è stata data la notizia da un giornalista che chiedeva una dichiarazione oltre a non averla rilasciata, ho avuto un senso di fastidio allo stomaco e di contrattura che sento ancora adesso. Perché mai e poi mai, quando ho accettato di candidarmi e ho iniziato questo percorso, avrei pensato che questo vocabolo così strano di consonanti che sembrano mordersi, si avvicinasse così tanto alla mia vita e a questa istituzione e che richiama quanto più di oscuro e cupo il nostro Paese abbia. Però io sono un garantista e sono un garantista da tanti anni, da una notte di giugno del 1983 quando mi trovavo a casa di mia nonna davanti al televisore e il giornalista di uno dei due canali che c'erano allora (il primo o il secondo canale) annunciò che, in un'azione di arresto di figure colluse con la mafia, c'era un arresto clamoroso. Iniziava lì il caso Enzo Tortora, che divise l'Italia fra, da una parte, gli innocentisti e, dall'altra, i colpevolisti. E gli italiani non valutarono la conoscenza degli elementi processuali a carico dell'imputato o a suo favore, ma si divisero in base ad impressioni di simpatia od antipatia. Come finì l'odissea di Enzo Tortora? Che 5 anni dopo morì, per lo stress, per il tumore, per aver avuto una vita infangata ed infamata, ma morì assolto, perché c'era stato un errore nella raccolta degli atti dove una perizia certificò che il nome non era Enzo Tortora, ma era Enzo Tortona, sul quale poi ci ricamarono i mafiosi dell'epoca.
Quindi, la mia posizione nei confronti di Roberto Rosso oggi è: "Aspettiamo". Tuttavia, se dovessero risultare vere le accuse chiaramente, è gravissimo il voto di scambio - ma chi si è trovato davanti.
Allora le parole non ci sono più. Le uniche parole sono quelle del nostro leader, Giorgia Meloni, che con la sua rettitudine, forza e integrità ha condannato drasticamente l'episodio riportando il temine "vomito", che io condivido. Mai avrei pensato che nel corso del mio percorso avrei avuto a che fare con questo vocabolo, ma in realtà è la seconda volta.
Poco dopo esserci insediati, era il mese di luglio, il secondo invito che ho ricevuto come Consigliere regionale è stato quello di un'Associazione che opera nel Cuneese e che si chiama "Insieme". L'Associazione mi ha invitato un sabato mattina ad un convegno al Centro Congressi della Basilica di Vicoforte in cui si parlava di fondi europei. Io ero seduto in prima fila come rappresentante della Regione ad ascoltare importanti interventi che trattavano del prossimo settennato europeo e, dopo tre ore di interlocuzione, cominciava ad arrivare la stanchezza e con la stanchezza la mancanza di attenzione.
Ad un certo punto ha iniziato a parlare un relatore, un signore siciliano presidente di un parco e, man mano, il mio interesse si è risvegliato dopo quaranta minuti di intervento, mi sono alzato in piedi, gli ho battuto le mani e ho pianto. Ho pianto, perché ho trovato davanti a me un uomo che ha fatto dell'onore, della lealtà, del rispetto e della lotta all'illegalità la sua vita. Quell'uomo è il presidente di un parco - che mi sembra si chiami Parco dei Nebrodi - che, una manciata di anni prima quando si insediò come presidente, scoprì una collusione con il mondo mafioso. Scoprì che erano stati assegnati, senza verificare i certificati antimafia, i terreni sotto i 150 mila euro, i cui fondi europei delle pratiche agricole comunitarie erano stati introitati dalla malavita.
Cominciò una battaglia, scrivendo un protocollo che verrà recepito anni dopo a livello nazionale, ma il messaggio più forte contenuto nella sua relazione fu quando lui stesso, la notte di Natale, blindato e prigioniero in casa sua e con le guardie armate fuori casa, con le sue tre figlie e la moglie, chiese alla famiglia cosa avrebbe dovuto fare. Le sue figlie risposero: "Papà, vai avanti".
Quello è l'esempio a cui dobbiamo guardare noi, all'integrità e alla moralità di questo Paese. Non è presente il Presidente Allasia, ma mi rivolgo a lei per chiederle di invitare questo signore - si chiama Giuseppe Antoci - che ha sacrificato la sua vita nel nome dell'onestà. Mi piacerebbe facessimo un Consiglio regionale aperto e lo ascoltassimo tutti, perch sarebbe una lezione per tutti noi e per tutti quelli che verranno dopo.
Questo signore dovrebbe andare nelle scuole per diffondere questo messaggio.
Questa mattina quando sono arrivato in ufficio aprendo l'e-mail, tra gli auguri di Natale, ho letto quello del Consigliere Franco Graglia che invito ad andare a leggere; Consigliere che sta combattendo la sua battaglia con la vita e ci auguriamo tutti di rivederlo in aula.
Nel suo passaggio il Consigliere Graglia fa un riferimento di cui vi do lettura e che ci deve far pensare a noi: "In un mondo che va così di fretta, esperienze come quella che il Signore ha voluto provassi, devono farci riflettere sull'importanza dell'amicizia e dei sentimenti veri di affetto e amore che dovremmo coltivare più spesso nei confronti dei nostri cari e di chi ci circonda".
Aggiungo che dobbiamo dare riequilibrio, valutare bene i pesi e le misure affinché la nostra corsa frenetica in questo corso politico e amministrativo, non ci faccia dimenticare il senso della vita. Noi non siamo qui per noi, ma siamo qui per coloro i quali ci hanno votato onestamente e aspettano da noi delle risposte e delle risoluzioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Inizio con il dire che questo non è un bel giorno. Non è un bel giorno perché, nel loro lavoro, le opposizioni talvolta gongolano quando c'è una maggioranza in difficoltà. Sono contente e attente anche a trovare elementi che possano mettere in difficoltà chi governa. Ma non così, questo non è un bel giorno per noi, non è un bel giorno per il Consiglio regionale, non è un bel giorno per la Regione Piemonte.
Lo vivo anche in prima persona perché, Presidente Cirio, io, lei, il Consigliere Chiamparino e l'altro candidato Presidente, Boero, abbiamo fatto una campagna da candidati Presidenti, quindi abbiamo avuto un impegno per mesi, per più di sei mesi, ventiquattro ore al giorno. Lei lo sa bene cosa vuol dire. Tutte le persone che sono qui dentro si sono impegnate tantissimo. Io parlo soprattutto per le persone che siedono nei banchi del Movimento 5 Stelle: nessuno di loro si è risparmiato in campagna elettorale, hanno dato il massimo.
Tuttavia lei sa bene, Presidente, quanto abbiamo dato noi. Quante persone abbiamo incontrato, ci siamo confrontati, e abbiamo discusso. Tutti abbiamo dimostrato, ciascuno con le proprie idee e con le proprie posizioni, di amare questa Regione. Questo l'ho sempre riconosciuto sia a Sergio Chiamparino sia a lei, pur nella differenza delle nostre posizioni. Abbiamo dimostrato di amare questa Regione e mi fa male pensare che in quello stesso momento qualcuno andava a comprare dei voti, mentre noi ci confrontavamo sulle idee, sui temi e sui programmi. Qualcuno contattava delle persone - che sapeva bene chi fossero, sapeva bene da dove venivano quelle persone - per comprare dei voti, per barare. Per barare con qualcuno che, probabilmente, non concludeva l'operazione in quel momento. Questo è uno dei temi. La domanda principale è: quell'operazione di compravendita dei voti si è chiusa lì? Con qualcuno che vende, qualcuno che compra e qualcuno che paga? Questo è ciò che preoccupa.
Innanzitutto c'è la magistratura che sta lavorando e noi abbiamo massima fiducia, non ci sostituiamo a lei; tuttavia è chiaro che Roberto Rosso non è Enzo Tortora, quindi va bene fare delle citazioni se vogliamo metterle all'inizio di un discorso, ma incentrare la metà di un intervento suo Enzo Tortora mi sembra un po' voler fuorviare.
Come tutte le forze politiche, d'altra parte, in questi giorni, abbiamo fatto un comunicato stampa, in cui rivolgevamo cinque domande al Presidente Cirio. Ne riprendo due, principalmente, che si possono riassumere in una: chi ha fatto pressioni per nominare Rosso Assessore e quale ruolo ha avuto Giorgia Meloni? Presidente Marrone, questo è un fatto prettamente politico, nulla di personale, ma è un fatto di rilevanza politica, se il Segretario nazionale di Fratelli d'Italia Meloni accoglie, cito ".come valore aggiunto Rosso in Piemonte e Pittelli in un'altra Regione", perché mi verrebbe da dire "alla faccia dell'identità!". Riconosco al Consigliere Marrone un modo d'essere e un modo di fare nella politica che è fortemente identitario, di un'identità diversa dalla mia, ma di un'identità che c'è ed è riconoscibile. Ma, alla faccia dell'identità, si è tirato dentro qualcuno, perché? Perché, come minimo, portava dei voti, perché questo è stato detto e abbiamo letto anche dichiarazioni che dicevano che sì, "anche Meloni era perplessa, ma lui portava tanti voti".
Allora, Presidente Cirio, sappiamo che nel comporre una squadra di governo si ascoltano le indicazioni delle forze politiche che fanno parte della maggioranza, Presidente Cirio, però le deleghe le ha firmate lei; non le firmano i Segretari di partito, le deleghe le ha firmate lei, quindi la domanda la facciamo a lei. Perché, il fatto che lei dica che non ha dato competenze legislative non mi fa sentire meglio, perché - tornando a quanto ho detto prima - l'operazione si conclude lì? La 'ndrangheta non va per il sottile. Non è il suo lavoro, non è il lavoro della 'ndrangheta la compravendita di voti, con un'operazione che si conclude lì. Se la 'ndrangheta contribuisce o pensa anche solo lontanamente di aver contribuito, o se millanta di aver contribuito a mandare una persona nelle Istituzioni, poi vuole qualcosa, poi chiede, poi pensa di avere un ritorno.
E a cosa è interessata la criminalità organizzata? Lo sappiamo, è stato detto anche questa mattina: è interessata ai grandi appalti, è interessata al gioco d'azzardo anche legale, è interessata a mettere persone, altre persone, nei vari posti, nelle Partecipate. È chiaro che sorge il dubbio sugli atti adottati dalla Giunta, sulle nomine e sulle proposte di legge. È normale che il dubbio ci sia.
Noi ci chiediamo e adesso cosa facciamo? Cosa facciamo adesso? Mi riferisco anche a un intervento che ho sentito questa mattina proveniente da banchi dell'opposizione, non basta che si dica che il problema è il finanziamento pubblico dei partiti. Ma ancora questa storia? Ma basta! Ma basta! Allora stiamo dicendo che i cittadini devono finanziare le campagne elettorali dei partiti, così una parte la pagano i cittadini e l'altra parte la pagano sempre e comunque loro. Non penso sia questa la soluzione: dobbiamo vedere campagne faraoniche fatte con i soldi dei cittadini? Anche noi abbiamo dei dubbi su quelle spese e su una campagna da 48 mila euro fatta così. Proprio perché ho fatto la campagna elettorale da Presidente so quanto costano i servizi, quanto costano i manifesti, quanto costa la pubblicità sui mezzi che viaggiano; nei primi giorni della campagna elettorale mi scrivevano i cittadini, emi chiedevano: "Non fate i manifesti? Vediamo la faccia di Rosso dappertutto e a te non ti vedo. Fatti vedere sui manifesti". E ancora mi dicevano: "Io ti conosco, chi ti conosce ti vota, ma i cittadini devono vedere la tua faccia". Noi qualcosa l'abbiamo fatto, qualche manifesto 6 metri per tre con la mia testa pelata ma quelle cose costano! Quindi, è chiaro che qualche dubbio ci sia.
Allora, dobbiamo pensare di combattere la criminalità organizzata con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione; ciascuno per le proprie competenze e con le proprie attribuzioni. Mi rivolgo a tutto il Consiglio soprattutto alla maggioranza, ma soprattutto al partito di maggioranza relativa in questa Regione, alla Lega: voi avete una campagna di comunicazioni, un modo di agire nella politica che - l'abbiamo vista - è di facile comprensione, ma gioca sempre sul trovare un nemico, sul nominare un nemico, sull'identificarlo. Io apprezzo chi fa dell'identità e dice che noi dobbiamo stare in mezzo agli altri, mantenendo la nostra identità e questo è giusto e apprezzabile, ma è meno apprezzabile chi dice che dobbiamo avere la nostra identità, perché gli altri sono il nemico. C'è sempre un nemico: chi ha la pelle di colore diverso, chi professa una religione diversa, chi coltiva la canapa, addirittura. C'è sempre un nemico. Se tutti vogliamo scagliarci contro un nemico, se vogliamo fare una campagna, dove il nemico è lo stesso per tutti, ricordiamoci che il nemico, per questo Paese, per questa Regione e per il popolo italiano è sempre lo stesso, signori: è la mafia! È la criminalità organizzata! Vogliamo fare una battaglia, tutti insieme, contro questo nemico e non con un nemico alla settimana? Saremo al fianco di tutti quelli che vogliono fare questa battaglia. Tutti! Però dobbiamo dire una cosa: poiché dobbiamo fare il possibile e agire con tutti gli strumenti a disposizione, la Commissione Legalità, signori, deve partire! Basta giochetti, basta giochetti, basta ricatti politici. Qualcuno l'ha detto stamattina: dà fastidio leggere sui giornali che deve partire subito, ma la minoranza non è d'accordo su chi mettere come Presidente. Signori, è stata chiesta più volte in Capigruppo e ci siamo sentiti rispondere che c'è la Giunta Regolamento per l'autonomia. La Commissione Legalità non deve sottostare a giochi di palazzo: l'abbiamo approvata e deve partire. Siamo disponibili a lavorarci, però basta giochetti.
Se vogliamo veramente giocare la nostra partita, con quello che possiamo fare noi, perché sappiamo che la Commissione Legalità del Consiglio regionale non è la Commissione antimafia del Parlamento, però diamo un altro segnale. Quello che possiamo fare è fare leggi e poi parlerò di una nostra legge, ma anche dare segnali forti in un senso e questo è più che mai il momento. Quindi, basta giochetti anche sulla Commissione Legalità.
In ultimo, do una notizia, Presidente Cirio (repetita iuvant, l'ha già detto la mia collega): lei non ha bisogno di valutare se la Regione si debba o no costituire parte civile nel caso in cui questa vicenda dovesse (è probabile che sia così) andare a processo, perché questo è già così. Non serve a noi presentare o votare ordini del giorno pleonastici su qualcosa che già c'è. Una proposta di legge della passata legislatura che ho avuto l'orgoglio di firmare e l'orgoglio di votare fa sì che la Regione sia obbligata a costituirsi parte civile. Questo c'è già e facciamolo senza ulteriori valutazioni e atti pleonastici, che servono magari per avere un titolo sui quotidiani, domani.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Presidente Cirio, parto dalle sue parole. Una delle prime dichiarazioni che ha rilasciato è stata la seguente: "La mia priorità è mettere in sicurezza l'immagine del Piemonte e salvaguardare la dignità delle Istituzioni".
Frase giusta, visto il caso e visto quello che stiamo affrontando oggi.
Ha ragione, Presidente, perché oggi la Regione tutta, la Giunta, il Consiglio regionale, noi tutti abbiamo una macchia; una macchia grossa. Un elemento che ci fa e vi fa perdere autorevolezza e - lo specifico - non parlo di lei, Presidente Cirio, né del Presidente Allasia in quanto Presidente del Consiglio, ma parlo dell'autorevolezza di questa Istituzione pubblica, perché quello che oggi abbiamo sentito, tutti i termini che abbiamo sentito, producono esattamente questo. Però, Presidente, se siamo convinti di questa affermazione - e credo che lo siamo - lei oggi deve fare un passo in più: deve dimostrare ai piemontesi - e sono fortemente convinto che lo debba fare lei, principalmente lei; non solo lei, ma principalmente lei - che il caso Rosso è un caso isolato e che non è un elemento possibile di una struttura più complessa e più complessiva.
Lo dico a lei e lo dico a noi, perché questo elemento mi deriva da cosa? Mi deriva anche da alcune notizie che abbiamo letto sui giornali, dai documenti che abbiamo potuto incontrare in questi pochi giorni. Il primo (glielo dico e ve lo dico, cari colleghi, facendo degli esempi, alcuni già citati): quando la Procura dice e scrive: "Dalle indagini è emersa la piena consapevolezza del politico e dei suoi intermediari circa la intraneità mafiosa dei loro interlocutori", cioè sapeva.
Il secondo: dalle intercettazioni si scopre che, il 13 giugno, Viterbo Francesco telefona a Enza Colavito per comunicare che avrebbero accettato la proposta di Rosso sulla diminuzione del compenso. Coincidenza di data nella quale si sa che Rosso diventa Assessore". La domanda è: perché i soggetti in questione hanno accettato una diminuzione del compenso? Perch potevano ottenere magari di più dalla carica data all'Assessore? È vero, Presidente, che l'Assessore Rosso aveva deleghe - diciamo - non direttamente esecutive, ma è anche vero (lo sappiamo) che l'ex Assessore Rosso si occupava di temi, invece, molto esecutivi: faceva riunioni con alcuni Sindaci sull'edilizia sanitaria, magari travalicando deleghe dei suoi colleghi, partecipava a riunioni sulle crisi aziendali per capire come lavorare su questi temi.
In merito alla scelta - Presidente Cirio - condivido con lei che, se solo avesse avuto il dubbio di tutto questo, non avrebbe preso neanche un caffè (e così non è stato, perché non aveva i dubbi), ma mi permetta di suggerirle di non dire solo che non avrebbe preso nemmeno un caffè, ma di dire anche che si sarebbe recato in Procura; immediatamente in Procura, per questi dubbi. E, allora - e di questo mi spiace, perché la scelta degli Assessori comunque è sua, seppure l'organo sia collegiale - poiché, come è stato detto in quest'Aula, l'ex Assessore Rosso aveva voglia di andare a prendere i voti un po' ovunque, passando magari dall'ampia Casa Pound senza problemi, questo forse poteva dare un elemento di dubbio in più nella scelta dell'Assessore stesso e di quella nomina.
Ritorno alle intercettazioni. Si scopre che, il giorno prima delle elezioni, Rosso si reca a Rivarolo Canavese (Comune sciolto per mafia) per incontrare Franco Violi, imprenditore vicino alla famiglia Agresta e sostenitore delle campagne elettorali di Nevio Coral e Fabrizio Bertotto.
Un altro dato preoccupante.
Ancora, nelle intercettazioni delle stesse persone arrestate vi è un interessamento anche alla candidatura di Domenico Garcea. Sempre dalle intercettazioni, si evince che gli stessi protagonisti si stavano interessando, rispetto alle elezioni e non solo, ai Comuni della Provincia di Torino come Chiomonte, San Gillio, Carmagnola e Nichelino (ahimè territorio dal quale io provengo), nel quale poche settimane fa, anzi forse una settimana fa, uno degli arrestati era presente in prima fila in un'iniziativa della coalizione del centrodestra unito che gareggerà alle prossime elezioni comunali a Nichelino.
Capisce - Presidente Cirio - che questi sono elementi, citati alcuni e non tutti, che ci devono porre il tema di capire, certo insieme, se non c'è una struttura dietro a questo fatto, che speriamo sia da appurare, ma un fatto isolato.
Le domande che nascono sono: siamo sicuri, come qualcuno ha detto, che Rosso non dovesse garantire qualcosa ai suoi, chiamiamoli, sostenitori? E allora, Presidente, io credo che a fatti del genere ogni tanto la politica lo dico a lei, perché questo è il caso in questione, ma l'ho detto a volte, negli anni passati, e chi mi conosce lo sa molto bene, anche a persone del mio stesso partito, quindi non è una questione di parte dovrebbe chiedere scusa, semplicemente scusa. Perché? Perché dopo tutti questi anni, come ha detto molto bene il mio Capogruppo Ravetti riprendendo alcuni documenti pubblici, e dopo tantissime inchieste, non è più concepibile sottovalutare il problema del rapporto tra 'ndrangheta e politica.
Domenica, su La Stampa, il professor Sciarroni inizia la sua intervista così: "La cosa più preoccupante però è quando sono le istituzioni a ostentare sbigottimento. Non è più possibile. Non è più accettabile".
Come credo, Presidente e Capogruppo Marrone, che non sia più concepibile che un altro leader della sua stessa forza politica, Crosetto, dica sui giornali che dei Giudici non si fida. Se quell'affermazione è stata travisata, speriamo che Crosetto possa smentire; se non è così, chiediamo alla stessa forza politica di smentire la frase e a lei, collega Marrone di chiedere di smentirla, perché credo sia una frase particolarmente problematica.
Presidente, se vogliamo e se vuole salvaguardare l'immagine del Piemonte e della Regione dovrebbe, da oggi in poi, dare segnali chiari e forti di cambio di rotta. Questa macchia, come qualcuno ha detto, purtroppo rimarrà e rimarrà per i prossimi anni di questa legislatura. E allora, a ogni atto a ogni decisione, a ogni riunione, ho paura che ci verrà chiesto - che vi venga chiesto, ma dico "ci verrà" perché per me è un problema istituzionale di quest'Aula, non solo del Presidente Cirio - conto perché, in quel dicembre del 2019, ci furono quei fatti.
Presidente, occorre dare un cambio di rotta sulle decisioni e sulle questioni importanti, però lo deve dimostrare principalmente lei modificando quello che è possibile modificare.
Lei ha citato il lavoro che abbiamo iniziato a fare su "Avviso Pubblico" (io sono il coordinatore regionale di "Avviso Pubblico") e quello che state incominciando a fare con "Libera", ma questo poteva bastare prima. Questo Presidente, poteva bastare prima per lanciare segnali e dire che la Regione c'era, ma oggi non basta più. Oggi quelle scelte sono importanti, bisogna continuare a farle, ma non basta più. Non basta più perché è capitato quello che sappiamo bene, che quindi produce quello che stiamo dicendo.
Se però tutto quello che ho cercato di raccontarle non dovesse accadere lo ribadisco anche in Aula come l'ho ribadito sui giornali - se io fossi in lei, rimetterei l'incarico. Rimetterei l'incarico per questa macchia, che ci porteremo dietro per i prossimi anni. Rimetterei l'incarico proprio per dimostrare al Piemonte che ritornare alle urne (la proposta di ritornare alle urne chiuderà il mio intervento) darebbe più forza all'istituzione pubblica, non ad Alberto Cirio, non al Presidente Cirio, ma a questa istituzione pubblica.
Per cui, Presidente, io credo che le colpe ci siano e ci siano sotto il profilo della sottovalutazione del problema; una sottovalutazione che in questi anni, purtroppo, è stata trasversale. È stata trasversale perché - e termino - c'è un principio, cari colleghi, che va oltre le regole, l'etica e la norma: il tema dell'opportunità politica. È un presupposto che sta a monte di tutto quello su cui poi andiamo a mettere le pezze e le toppe quando scoppiano casi del genere come in Valle d'Aosta e in Calabria nelle ultime settimane, ossia la selezione dei candidati nelle liste elettorali.
Trasversale perché la mafia e la 'ndrangheta parlano con tutti quelli che hanno voglia di sentire e di ascoltare, senza differenza politica.
Pertanto, Presidente Cirio, partirei da lì: io, fenomeno criminale 'ndranghetista, vado a cercare di condizionare non dopo il voto, ma prima.
E allora andiamo a dare strumenti, cari colleghi, ai nostri partiti e ai nostri movimenti, per meglio selezionare i nostri candidati.
Faccio una proposta puntuale: convochiamo in fretta (e condivido quanto detto dai colleghi dell'opposizione) questa benedetta Commissione.
L'abbiamo detto dall'inizio dopo averla istituita: convochiamola in fretta e poi incominciamo a lavorare come Commissione sul tema. Incominciamo a spiegare, prima di tutto a noi, qual è e com'è il rapporto tra 'ndrangheta e politica, nel momento della selezione dei nostri candidati.
Questo è il punto. Dobbiamo conoscere quell'elemento per migliorare e non trovarci, tra qualche anno, ad affrontare un altro caso Rosso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Intervenire dopo molti colleghi è difficile, ma voglio sottolineare alcuni concetti.
Intanto vorrei partire dalla scelta del Presidente Cirio di nominare Rosso come Assessore con deleghe. Oggi ho sentito alcune esternazioni che mi hanno fatto ancora più pensare e in certi casi anche gelare il sangue. Per esempio, una cosa che avevo notato, ma che ha sottolineato anche il Consigliere Marrone, è che Rosso, durante la campagna elettorale, ha cercato voti un po' ovunque, esternandosi a favore di qualcuno e del suo opposto: insomma, tutto e il contrario di tutto, potremmo dire. Questo forse, perché la voracità di conquistare un posto in Regione era molto forte, e quando non si sa scindere, quando non ci si sa porre dei limiti si finisce così.
D'altra parte, Presidente, lei ha detto che era sua intenzione creare una Giunta giovane, dal punto di vista politico, con voglia di fare persone nuove. Con tutti quelli che c'erano, proprio Rosso? Ce n'erano altri ben più congrui alla sua descrizione! Rosso è un politico di vecchissima data e di sicuro non rappresenta ciò che lei ha sottolineato questa mattina circa le caratteristiche che avrebbe dovuto avere la sua Giunta.
Infatti, come giustamente hanno ricordato alcuni colleghi, è emerso che ha subìto delle pressioni, chiamiamole così, o indicazioni, prima da parte di Giorgia Meloni, poi di Crosetto, poi di qualcun altro, e così via. Fatto sta che non ha deciso autonomamente. Ma la responsabilità della nomina di un Assessore è solo sua, Presidente.
Ho anche sentito altre considerazioni, ma mi ha già anticipato il collega Bertola. Non possiamo paragonare neanche lontanamente Enzo Tortora a Rosso: sono due storie completamente diverse, sono due persone completamente diverse.
Vorrei concludere sottolineando l'importanza di far partire la Commissione legalità, che è lo spazio deputato a contrastare realmente questo cancro, questo tumore che ormai è insito all'interno delle istituzioni, come vediamo tutti i giorni con arresti, indagini e quant'altro. Badate che quella è solamente la punta dell'iceberg! Perch anche la magistratura ha tutte le risorse necessarie per combattere la criminalità organizzata come dovrebbe essere combattuta.
Penso che gli anticorpi ce li dobbiamo creare un po' anche noi allontanando tutti quei soggetti che tengono comportamenti poco trasparenti. Perché va bene essere garantisti, ma ci sono dei limiti al garantismo: non bisogna neanche essere fessi (non sto parlando del caso specifico, ma in generale)! Non bisogna neanche cadere dalle nuvole quando succedono certe cose soprattutto quando era abbastanza evidente che le acque erano torbide.
Possiamo veramente svolgere un buon lavoro e arginare la criminalità organizzata se partiamo da noi stessi, da tutti noi. Dobbiamo iniziare ad essere intolleranti: intolleranti verso le mafie, intolleranti verso il loro modo di agire, intolleranti verso le loro richieste.
Nel momento in cui saremo in grado di fare questo, allora potremo dire che non avranno più spazio di manovra all'interno dalla politica italiana.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Credo di essere l'ultimo ad intervenire questa mattina, quindi cercher di non ripetermi e di non ripetere alcune considerazioni già anticipate dai miei colleghi.
Chiaramente, l'introduzione non può che essere simile, perché siamo di fronte a fatti di gravità inaudita. Sono stati usati diversi aggettivi: io aggiungo solo che siamo di fronte al punto più basso mai raggiunto della credibilità di questa istituzione, perché non si era mai visto - e ci auguriamo che non si veda mai più - un Assessore arrestato ai sensi del 416 ter, accusato di aver comprato dei voti da persone affiliate alla 'ndrangheta.
In realtà, dalla lettura dell'ordinanza scopriamo che queste persone affiliate alla 'ndrangheta non parlavano solo con Rosso, ma che l'attività di interesse verso l'esito delle elezioni regionali per le campagne elettorali era molto più ampia. Il caso dell'Assessore Rosso è stato documentato, diciamo così, nei dettagli; altri casi, invece, vengono solo descritti. Abbiamo visto, per esempio, che si fa riferimento alla volontà sempre da parte di Garcea, di sostenere anche un altro candidato, questa volta di Forza Italia, che poi non è stato eletto. Volontà da parte dell'affiliato e non del candidato.
È dunque evidente - lo ripeto anche io, perché molto spesso, a mio avviso anche in maniera pleonastica, abbiamo dovuto ribadirlo - che per quanto riguarda il processo penale noi siamo garantisti, ci mancherebbe! In termini di responsabilità personale e penale, in questo Paese le persone sono innocenti fino a prova contraria, fino all'ultimo grado di giudizio quindi sbaglieremmo a voler anticipare le sentenze, per cui nessuno di noi lo farà. Però sbaglieremmo anche ad immaginare che questo problema riguardi solamente la magistratura. Perché nell'annoso dibattito che puntualmente emerge del rapporto tra potere politico e potere giudiziario, la politica troppo spesso delega alla magistratura per poi lamentarsi del fatto di essere, di fatto, commissariata in alcuni ambiti. Noi, per evitarlo dobbiamo rafforzarci; dobbiamo rafforzare una dimensione - su cui torner dopo - che spetta alla politica.
Sicuramente, noi abbiamo il compito di interrogarci sulle conseguenze politiche di quello che è accaduto e anche di compiere le necessarie scelte di natura politico-amministrativa. Perché un'istituzione poco autorevole è un'istituzione debole, è un'istituzione priva di autorità. E con un'istituzione priva di autorità è la democrazia che perde di qualità. La presenza di istituzioni autorevoli e con autorità, che discende dall'autorevolezza in questo caso, è il discrimine tra le società politicamente avanzate e quelle meno avanzate. Dove non ci sono istituzioni autorevoli, ci sono altre forze, per esempio quelle mafiose, che si occupano di dirimere conflitti, offrire servizi e decidere come procedere.
Basta guardare anche solo nel Mediterraneo in questo momento, per fare un esempio. Quindi, le istituzioni autorevoli sono un discrimine importante per la qualità della democrazia.
E non possiamo stupirci oggi, Presidente Cirio, non possiamo certo dire di aver scoperto oggi che la mafia ci siede di fianco. Questa è una Regione che ha perso ogni alibi almeno dal 2011, almeno dall'operazione Minotauro.
Posso dire dal 2010, già con l'operazione Crimine, perché poi sono state decine le operazioni - non le cito nuovamente - che hanno documentato da un punto di vista giudiziario, anche con condanne passate in giudicato, che la 'ndrangheta si è radicata a casa nostra, lo ha fatto da un punto di vista militare e dal punto di vista economico e lo ha fatto prima interloquendo con la politica e spesso anche, nei casi più gravi, arrivando a condizionare le istituzioni. Questa è una Regione che ha visto pochi anni fa, nel 2012, lo scioglimento di due Comuni, Leinì e Rivarolo Canavese, e altre Commissioni d'inchiesta che avevano ipotizzato il condizionamento mafioso anche per altri Comuni della Regione Piemonte. Quindi, oggi non possiamo dire che scopriamo che abbiamo un problema in questa Regione.
Forse, nonostante le evidenze, in alcuni casi lo abbiamo sottovalutato così come abbiamo sottovalutato il fatto che in questi anni c'è stata una metamorfosi della società, cioè il problema sono le mafie che per condividono la capacità e il desiderio di muoversi nella legalità con tante altre persone che mafiose non sono. L'illegalità non è una prerogativa dei mafiosi, che sono in buona compagnia, c'è un'ampia zona grigia e anche queste inchieste, anche l'ultima, ce lo dimostrano.
Condivido l'opinione di chi ha detto prima di me che quanto accaduto getta un'ombra sull'intera legislatura, che è stata esposta al rischio di condizionamento mafioso. Se quel rischio oggi è un po' più basso rispetto a giovedì scorso, lo dobbiamo in questo momento a due situazioni: primo all'azione della Magistratura e delle forze dell'ordine che hanno condotto un'indagine che ha portato ai primi arresti in pochi mesi. È una cosa che come sappiamo, non è scontata e di questo vanno ringraziati, perché la permanenza per più mesi o per anni di una certa situazione avrebbe chiaramente elevato molto di più l'esposizione al rischio di condizionamento mafioso. Quindi, di questo dobbiamo ringraziare la Magistratura e le forze dell'ordine e non, come richiamava il collega Sarno, dire che non ci fidiamo. Su questo anche io voglio fare un passaggio. È importante chiarire questa affermazione di Crosetto che riportano i giornali.
L'altro aspetto - forse non l'ha detto nessuno questa mattina e provo a dirlo io - è nella debolezza della 'ndrangheta, perché se andate a vedere il motivo per cui anche Roberto Rosso si arrabbia ad un certo punto è la crisi - dice l'ordinanza - del pactum, dicendo "Ma come? Facciamo un accordo, mi dovete portare i voti e questi voti non arrivano". Basta andare a vedere le preferenze nei confronti di Roberto Rosso in alcuni paesi indicati come riferimento. Queste preferenze sono minime, così come sono minime le preferenze di altri candidati che nell'ordinanza si dice avevano avuto l'interessamento dell''ndrangheta. Allora, mi sento di dire che per quanto riguarda questa ordinanza, non in generale, questo gruppo non dimostra, almeno per quello che riporta l'ordinanza, una grande forza legata al consenso sociale. Nonostante questo, però, riesce a mettere un'istituzione nella condizione in cui è oggi. Quindi, qui vediamo in diretta quello che da anni ci hanno insegnato tutti gli studiosi del fenomeno mafioso, a partire da Nando Dalla Chiesa quando ci dice che "La forza delle mafie sta fuori dalle mafie", che è la forza dei colonizzatori nella debolezza dei colonizzati e anche nella scarsa capacità degli altri quelli che mafiosi non sono, di organizzarsi in contrasto a queste persone che, invece, si organizzano e, pur portando a casa un risultato scarso dal punto di vista elettorale, riescono ad incidere.
È questo che oggi ci deve far riflettere, cioè la loro forza è nella nostra debolezza. Non hanno spostato i migliaia di voti che hanno millantato, che hanno cercato di vendere. E guardate - lo dico anche qui, Presidente Cirio forse discostandomi dalle letture di alcuni colleghi - che il paragone tra quello che è accaduto in Calabria e quello che è accaduto in Val d'Aosta in questo momento, per quello che mi riguarda, è prematuro, per quanto riguarda questa inchiesta, non in generale. La situazione in Piemonte è gravissima, ce lo dicono tutte le inchieste di quest'ultimo decennio e quindi non vorrei passare per quello che oggi sta sottovalutando. Dico che questa inchiesta non la paragono, in questo momento, per quello che abbiamo oggi agli atti, a quello che è successo in Calabria e in Val d'Aosta, dove invece mi sento di poter dire che abbiamo dei sistemi che sono organici e condizionano sistematicamente il sistema della politica. Noi oggi questo qui, per fortuna, per adesso, non lo possiamo dire.
Ma questo non ci deve far stare tranquilli, perché è un caso, perché è grazie alla Magistratura o alla loro debolezza che ancora non è accaduto ma la politica ne viene fuori male, debole e fragile. Ed è di questo credo che oggi dovremmo parlare e preoccuparci. Noi dobbiamo rafforzare (ce lo diciamo sempre) tutto ciò che viene prima, perché la Magistratura arriva dopo, arriva quando il fatto è accaduto e lì non possiamo fare nulla o possiamo fare poco.
Cito solo a spot, poi magari ne parleremo in Commissione, tutte le polemiche che vengono fuori ogni volta che la Commissione parlamentare antimafia applica il Regolamento (che tutte le forze politiche hanno votato). Ogni volta che c'è questo controllo sui candidati, scoppia la polemica da parte dei partiti. Guardate però che arrivare prima, vuol dire questo: vuol dire anche prendersi qualche responsabilità, anche la responsabilità di dire qualche "no". Perché arrivare prima, visto che noi non accertiamo dei fatti ma dobbiamo fare della prevenzione, vuol dire assumersi qualche responsabilità, anche di dire qualche "no" che ogni tanto può dispiacere a qualcuno. Invece noi puntualmente ogni volta su questo facciamo polemiche.
Così come dobbiamo stare attenti, e ringrazio il collega Bongioanni per aver citato Beppe Antoci che conosciamo e di cui abbiamo grande stima. Il problema è che nel 2016, quando Musumeci è stato eletto Presidente della Regione Sicilia, la prima cosa che ha fatto è stata quella di rimuoverlo da Presidente del Parco dei Nebrodi. Questo bisogna dirlo. Il mandato di Antoci scadeva a ottobre dello stesso anno, quindi sarebbe bastato aspettare pochi mesi e, in maniera più elegante, nominarne un altro. Invece li è stato dato un segnale. Tant'è che molti commentammo: si stanno pagando delle cambiali elettorali? Quando parliamo di nomine, e oggi parliamo anche di cosa può essere successo, ce lo dobbiamo dire.
Vado verso le conclusioni, Presidente. Anche se, in questo momento, non ravvediamo nell'inchiesta né altri indagati né, per adesso condizionamenti legati all'attività dell'Assessore, come lei ha detto, non possiamo farci bastare l'arresto, così come non possiamo farci bastare il fatto che Fratelli d'Italia allontanino dal partito l'ex Assessore Rosso anche se, ripeto, le parole di Crosetto vanno chiarite.
Cosa dobbiamo fare? Io ho usato una metafora che alcuni giornali hanno ripreso, noi sappiamo che per i Comuni il TUEL prevede la possibilità di scioglimento per condizionamento mafioso. Possibilità che per le Regioni non esiste. Credo che noi dobbiamo comportarci sfruttando la nostra autonomia, facendoci noi questa inchiesta. Se ci fosse qualcuno, come il Prefetto nel caso dei Comuni, che dovesse fare una relazione per capire se quel Comune è stato condizionato, noi dobbiamo fare quell'inchiesta in autonomia. Questo forse potrà farlo la Commissione, non so se ha i poteri per farlo, lo vedremo. Alcune cose le voglio ripetere, sono già state dette, ma è alla fine di questo percorso che noi potremmo dire forse qualcosa in più sulle scelte future o meno. Il primo è un controllo rigoroso di tutti gli atti della Giunta, quelli dirigenziali e conseguenti alle delibere di Giunta. Un controllo rigoroso, atto per atto. Da giovedì a oggi, se qualcosa è stato fatto, immagino che non possa essere stato esaustivo. Fare chiarezza sulla dinamica che ha portato Rosso a fare l'Assessore, su questo hanno già detto altri e quindi non mi soffermo. Per i due motivi, Presidente. Uno per la sua autorevolezza. Noi abbiamo bisogno di sapere che abbiamo un Presidente che, alla fine, ascolta, ma decide in autonomia. Questo vale non solo per Fratelli d'Italia, ma vale per tutti.
Il secondo per la circostanza che già sottolineava il Consigliere Sarno e sottolineo anch'io che, stranamente, la crisi tra Rosso e gli 'ndranghetisti si risolve il 13 giugno. Questa è una circostanza che effettivamente, suona strana. Potrebbe essere stato soltanto nel pensiero degli 'ndranghetisti dire "Questo è diventato Assessore, accordiamoci per la metà dei soldi, poi vediamo dopo". Capisce che questa è una cosa che noi non possiamo non notare.
Vogliamo sentire da lei, Presidente, cosa farà da adesso in poi, qual è il piano per trasformare questa legislatura nella legislatura che deve non più fare un'attività ordinare su questi temi, ma deve mettere in campo qualcosa di straordinario. Oggi questo non ce l'ha ancora detto, ma non gliene faccio una colpa, ma le dico che è quello che ci aspettiamo. Una progettualità seria che ci metta al riparo e ci convinca che questa sarà una legislatura che ribalterà l'ombra di cui oggi stiamo parlando.
Attenzione a non delegare troppo alla pur importante Commissione legalità di cui sono stato Vicepresidente, e ne sono orgoglioso, nella scorsa legislatura. Lo dico perché è una Commissione che ha pochissimi poteri.
Intanto facciamo tutto quello che è possibile con la Commissione, ma interroghiamoci anche sugli strumenti. Nulla è dato né per scontato né per sempre, la Commissione nazionale fu proposta la prima volta nel '48 e fu istituita nel '62 perché c'erano opinioni discordanti se istituirla o meno e poi su quello che avrebbe dovuto fare.
Le Commissioni di cui sono dotate le Regioni, forse, non sono sempre idonee a contrastare un fenomeno come quello di cui stiamo discutendo. Allora cerchiamo di capire. Per esempio, nel discorso sull'autonomia, alla domanda che cosa ce ne facciamo di questa autonomia, ci può essere utile eventualmente anche su questo? Ci può rafforzare magari nelle potenzialità da mettere in campo? Faccio una domanda a cui non ho oggi la risposta Presidente, ma dobbiamo stare attenti perché, se spostiamo il problema verso strumenti che poi non ci possono aiutare fino in fondo, il rischio è quello di dire: noi abbiamo fatto, ma poi non ha funzionato.
È tempo di prendere atto che siamo in un tempo straordinario, che va affrontato come tale, non basteranno a questa istituzione passaggi ordinari, serve uno sforzo straordinario da parte di tutti ma, prima di tutto, da lei, Presidente, che guida questa maggioranza e questa istituzione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per ringraziare davvero tutti i Consiglieri, anche quelli che hanno, giustamente, espresso critiche forti, perché credo che sia stato un confronto molto utile.
Non ho citato nel mio intervento precedente la costituzione di parte civile in un eventuale processo perché la do per scontata, quindi la comunico ufficialmente oggi nel caso in cui si avviasse una fase processuale successiva.
Concludo solo usando le parole del Consigliere Rossi, che ringrazio. Noi non dobbiamo sottovalutare, è vero, e forse questo fatto ha aperto un po' gli occhi anche a quelli che li avevano semichiusi non per cattiva volontà ma per abitudini di vita e perché avevano sempre visto la criminalità organizzata come qualcosa di lontano, come qualcosa che mai avrebbero potuto avere accanto. Mi piacciono le parole del Consigliere Rossi: trasformiamo questa legislatura, che è iniziata con un'ombra, nella legislatura che, invece, ha cambiato davvero le regole, non so se dire di accesso ma, comunque, le regole di controllo che hanno eretto il più possibile argini e barriere contro ogni potenziale infiltrazione della criminalità organizzata.
È una bella sfida e io la voglio cogliere tutta. Tuttavia una sfida, come voi mi insegnate, non ha maggioranza e opposizione, ma è una sfida che dobbiamo fare insieme, usando, per il momento, la Commissione legalità perché quello è lo strumento. Se è priva di potere o ne ha pochi diamogliene di più, dipende da noi dare i poteri che riteniamo di dover dare, senza mai sostituirci agli altri poteri dello Stato, ma dando davvero la possibilità a questa Commissione di lavorare producendo risultati concreti.
Su questo do la disponibilità piena, come Presidente della Regione, non di maggioranza o di maggioranza di centrodestra, ma come Presidente della Regione. Punto. Mi aspetto anche, da parte vostra, l'aiuto di tutti; è una sfida sicuramente importante, ma cogliamola davvero con forza e determinazione. Lasciamo passare il dolore, il dispiacere e la rabbia di questi giorni, perché credo che se saremo bravi a trasformarla in volontà e determinazione di cambiare realmente le cose, ci saremo. Questo significa però, che ognuno deve dare il suo, chi ha più esperienza, chi ha più capacità, chi ha più conoscenze, ognuno deve metterlo a disposizione perché qui possiamo stabilire delle regole che serviranno per il futuro della nostra Regione e non soltanto per il governo di questo esercizio di mandato.
Ringrazio davvero tutti quanti; grazie anche per i toni, che se anche duri sono sempre stati rispettosi e li ho apprezzati. Si convochi con urgenza signor Presidente Allasia, questa Commissione, con urgenza reale e urgenza vera. Non delegherò nessuno, perché vi parteciperò in prima persona, pronto a cogliere questa sfida e, forse, potremo essere ricordati tutti (non maggioranza e opposizione, non c'entra niente) per quelli che hanno trasformato un momento di grave dolore in un momento di rilancio e che hanno saputo cogliere l'opportunità, come io credo sia nel pragmatismo dei piemontesi, di prendere in tutte le cose la parte buona: la parte buona è che dobbiamo alzare le antenne, aprire gli occhi e, soprattutto, anche se qualcuno li avrà già più aperti degli altri, fare in modo che tutti li abbiano ben aperti e ben chiari, anche tutti i nostri Consiglieri comunali degli oltre 1.200 Comuni di tutto il Piemonte: nessuno è immune. Nessuno è immune.
Quindi, grazie. Io ci sono, la Giunta c'è: cerchiamo di essere ricordati quantomeno perché in questo mandato abbiamo fatto qualcosa di concreto e reale, perché le istituzioni siano un po' più sicure.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Cirio.
Procediamo con l'esame degli ordini del giorno collegati alle Comunicazioni della Giunta.
Sono pervenuti i seguenti ordini del giorno: . ordine del giorno n. 157, presentato da Marrone, Biletta, Cane Cerutti, Dago, De Marchi, Fava, Gagliasso, Lanzo, Leone, Mosca Nicotra, Perugini, Poggio, Preioni, Ruzzola, Stecco, Zambaia inerente a "Tempestività per la sospensione di Roberto Rosso da Consigliere regionale e costituzione di Parte civile della Regione Piemonte" . ordine del giorno n. 158, presentato da Grimaldi, inerente a "Ritiro della Pdl 56 - Ulteriori modifiche alla legge regionale 2 maggio 2016 n. 9 'Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico'" , a cui sono state apportate alcune variazioni sostituendo "impegna" con "invita".
. ordine del giorno n. 159, presentato da Grimaldi, Rossi, inerente a "Costituzione Parte civile della Regione e dei Consiglieri regionali" . ordine del giorno n. 160, presentato Preioni, Gagliasso, Marin inerente a "Trattazione in Commissione della Pdl 56 'Ulteriori modifiche alla legge regionale 2 maggio 2016, n. 9 'Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico'".
In merito, ricordo che l'articolo n. 44 dello Statuto prevede che "L'iniziativa legislativa spetta ai Consiglieri regionali, sulla base del rinvio operato dalle norme statutarie dell'articolo 123 della Costituzione". Ai sensi di quanto sopra, ritengo che l'ordine del giorno n.
158, presentato da Grimaldi, anche se si è trasformato da "impegno" a "invito", sia lesivo del diritto di iniziativa dei singoli Consiglieri qualora infatti si ammetta che, con un ordine del giorno, per la cui approvazione è sufficiente la maggioranza semplice, sia possibile interrompere l'iter di un progetto di legge, si avallerebbe un principio fondamentale lesivo delle prerogative d'iniziativa legislativa, in particolare delle minoranze, con grave pregiudizio della funzione fondamentale dei membri del Consiglio.
Per queste motivazioni, chiedo al proponente se ci sono le modalità e la possibilità di mandarlo in Commissione Giunta per il Regolamento, per una valutazione più approfondita.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Vorrei che trovassimo il punto di mediazione politica, colleghi.
Se ho capito bene, dall'intendimento del Consigliere Preioni, non c'è possibilità alcuna, comunque, di ritirare non tanto l'ordine del giorno, ma il disegno di legge stesso e, quindi, anche fosse valido - se capisco bene comunque, sarebbe bocciato.
Vi facciamo dunque un'ulteriore proposta di mediazione: sospendete l'iter di questa legge, prendetevi il tempo per evitare che queste due vicende siano strettamente collegate. Ripeto, fate quello che non avete fatto in questi mesi: la legge è ancora in vigore, non l'avete modificata e, quindi non è possibile pensare che ci siano Comuni, ma soprattutto privati, che pensano che in questo Piemonte le leggi non si rispettano.
Abbiamo fatto uno switch off dell'85% delle slot machine in questa grande città e sapete cosa ha voluto dire. È possibile che nella gran parte del territorio si pensi che per i centri scommesse non valgono le stesse regole? È possibile, secondo voi? La proposta è dunque la seguente: invitiamo il Consiglio regionale a sospendere l'iter di questa proposta. Non è possibile? Se non volete accettarlo, troveremo i modi per arrivare allo stesso punto.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Volevo chiarire meglio il pensiero nel mio Gruppo.
Noi siamo disponibili a migliorare la legge sul gioco, perché la legge attualmente in vigore non ha ridotto i patologici e non ha attivato le dovute prevenzioni.
Non abbiamo la benché minima macchia di collusione con qualche ambiente criminale e non abbiamo nessuna necessità di andare incontro alle esigenze di nessuno, ma c'è soltanto il problema, che ci è stato sollecitato da alcune aziende legittime, che fanno questo lavoro rispettando totalmente le regole: il rischio è il licenziamento di centinaia e centinaia di lavoratori e, vista la situazione drammatica che vivono l'Italia e il Piemonte, non ci va di aumentare le file dei disoccupati. Ribadisco ritirarla no, ma modificarla sì, prendendoci un po' di tempo, qualche settimana in più.
Il nostro obiettivo è ridurre i patologici, attivare la prevenzione e fare una legge che funzioni per queste persone, perché nessuno di noi vuole che le persone rovinino le proprie vite e distruggano quelle dei loro familiari a causa della patologia legata al gioco d'azzardo legale. Dobbiamo anche trovare una modalità legislativa attraverso la quale, quando tutto è in regola, quando è fatto per il puro divertimento e una persona riesce a gestirsela in maniera corretta, si possa dotare la Regione Piemonte di una legge degna della Regione stessa. Alcune modifiche sono state fatte anche in altre Regioni; tantissime altre Regioni hanno legiferato su questa materia.
Noi siamo disponibili a prenderci qualche settimana in più (non abbiamo nessuno che ci rincorre). Faccio solo l'appello a non creare ulteriori disoccupati in questa Regione: stiamo attenti a quello che deve produrre questa legge, cioè ridurre i patologici e dare risposte serie sulla prevenzione, che la legge attuale (ce l'ha detto il PM Grimaudo) non ha fatto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Presidente, nella sua interpretazione, se scrivessimo "Sospendere l'iter" lederebbe lo stesso i diritti del Consigliere Preioni? Glielo chiedo. Cosa che non voglio fare.



PRESIDENTE

La sospensione è in attesa di qualche cosa.



RAVETTI Domenico

In attesa dell'approfondimento in Commissione legalità.



PRESIDENTE

.dell'approfondimento in Commissione, indubbiamente. Poi, se si vuole, si può fare anche un gruppo di lavoro ristretto.



GRIMALDI Marco

Sì, però - come lei ha capito - non abbiamo scritto "a chiusura delle indagini", non abbiamo parlato di rinvio a giudizio. Quindi, non abbiamo legato alle vicende giudiziarie. Certo è che un approfondimento in Commissione legalità ci sembra doveroso, quindi - così come ci stavamo dicendo con il collega Ravetti - chiedere di sospendere l'iter in previsione di un approfondimento in Commissione legalità credo possa essere una mediazione colta anche dalla maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Grimaldi. Appena sarà insediata la Commissione legalità, il provvedimento sarà incardinato anche in Commissione legalità.
Pertanto, se si vuole rafforzare ulteriormente per enfatizzare.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Ho capito e condivido assolutamente la parte politica. Se si vuole rimarcare il concetto, penso ci sia la piena disponibilità, senza porre pregiudizi od ostacolare l'attività legislativa di ogni Consigliere. Se si può modificare, penso ci possa essere l'intesa.
Poi, se volete, sospendiamo.



GRIMALDI Marco

Volevo solo ringraziarla, però dobbiamo capirci. Su alcune cose.



MARRONE Maurizio Raffaello (fuori microfono)

Quale sarebbe l'impegnativa?



GRIMALDI Marco

Tutti noi. "Il Consiglio invita a.".



MARRONE Maurizio Raffaello (fuori microfono)

Non è il Consiglio.



GRIMALDI Marco

Allora possiamo scrivere: "Invitiamo il Consiglio regionale", senza dover mettere. "Il Consiglio regionale si impegna a sospendere l'iter, in previsione di un approfondimento in Commissione legalità". Impegniamo noi stessi a sospendere.



PRESIDENTE

Può andar bene "sospendere l'iter della proposta di legge al fine di permettere una riflessione dedicata sul tema"? Prego, Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Siamo tutti corretti. Le due vicende e questa proposta di legge non hanno nulla a che fare con la vicenda Rosso: questo deve essere chiarissimo a tutti, perché noi non è che abbiamo presentato una proposta di legge che poteva essere oggetto di qualche ambiguità. Qua, di ambiguo non c'è nulla.



GRIMALDI Marco

Non voglio riaprire la discussione, Presidente. Ripeto, capisco che la frustrazione è tanta e - come lei ha compreso - il nostro atteggiamento è stato di una lealtà infinita verso questa Istituzione. Abbiamo ribadito che siamo convinti che il primo firmatario non abbia ricevuto pressioni per predisporre quel disegno di legge e non stiamo neanche dicendo che la vicenda processuale è direttamente collegata a questo.
Ho detto solo che tutti noi dobbiamo leggere quelle carte, che gli interessi delle cosche sono chiari e che dicono esattamente l'opposto di alcune premesse culturali che hanno portato a quel disegno, cioè che la criminalità organizzata è avvantaggiata dalla nostra legge. Esattamente il contrario: la gran parte degli interessi risiedono proprio in quel radicamento. Per questo, le ripeto: accettiamo la sua mediazione e chiediamo un approfondimento in Commissione legalità.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Anch'io solo per dire con chiarezza al Consigliere Preioni che nessuno ha mai detto né vuole dire che tra i firmatari della proposta di legge ci sia un atto dovuto a pressioni legate a ciò di cui stiamo dibattendo. Ma quello che ha appena detto il Consigliere Grimaldi credo sia altrettanto palese, cioè viene fuori in maniera evidente il fatto che la premessa per cui diminuire il gioco legale aumenta il gioco illegale, in maniera così semplificata come ci è stata venduta nei mesi scorsi, con alcune cose che stanno emergendo merita di essere approfondita, studiata, anche a partire dalle carte che dobbiamo avere il tempo di leggere e studiare.
Pertanto, le due questioni possono andare tranquillamente insieme. Se si è raggiunta la mediazione, anche da parte nostra, su questo, siamo disposti a sostenerla.
Grazie.



PRESIDENTE

L'impegno è : "I Presidenti di Commissione III e IV a sospendere l'esame della proposta di legge, al fine di permettere una riflessione dedicata sul tema anche in Commissione legalità".
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.32 riprende alle ore 15.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con l'esame dell'ordine n. 158, presentato da Grimaldi, con l'invito ai "[.] Presidenti di Commissione a sospendere l'esame della proposta di legge, al fine di permettere una riflessione dedicata sul tema in Commissione Legalità". Questo il testo modificato.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Ci siamo confrontati, ma così com'è non possiamo votare questo atto d'indirizzo, per il discorso che ho fatto prima: perché non abbiamo nulla da sospendere o perché non vogliamo sia gettata nessuna ombra su questo provvedimento, anzi ci sembrerebbe quasi di gettare un'ombra.
Vorremmo, però, presentare un ordine del giorno analogo, che abbiamo già presentato, dicendo che, senza sospenderlo, siamo d'accordo che quando le due Commissioni competenti - e i nostri due Presidenti di Commissione sono d'accordo - licenzieranno il testo definitivo, visto che il tema del gioco può entrare (ed entra) in alcune inchieste, noi riteniamo opportuna un'ulteriore verifica da parte della Commissione legalità, senza per criminalizzare questo settore, chi ci lavora nelle regole ed è perbene.
Noi abbiamo detto che il nostro obiettivo è quello di limitare i patologici, di fare prevenzione e tutelare la gente che lavora onestamente quindi le centinaia di posti di lavoro che sono a rischio.
Dopo l'esame delle due Commissioni competenti, anche noi consideriamo opportuno che il provvedimento vada in Commissione legalità. Non riteniamo opportuno, però, sospendere il provvedimento, perché non ne abbiamo necessità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Intanto, c'è un problema di correttezza; inoltre, c'è un problema di metodo. Quando la discussione generale sulle comunicazioni viene chiusa con la replica del Presidente Cirio, è ancora nelle disponibilità di chi ha chiesto, all'inizio di tutta la seduta, la discussione di quei tre ordini del giorno poterli modificare per trovare una sintesi con l'Aula. Da quando l'attrazione di un ordine del giorno viene fatta in una sospensione, dopo che la discussione generale si era chiusa? Io lo trovo un precedente molto grave e, in più, è discutibile, perché - guardate - potete girarci attorno quanto volete: io credo che abbiamo creato noi un precedente in quest'aula, provando a non strumentalizzare ed evitare di accendere i toni cosa che avremmo veramente avuto buon gioco a fare.
Vi chiediamo di ritirare il testo e di trovare una sintesi nel chiedere almeno una sospensione con un esame preventivo nella Commissione legalità viste le note vicende. Avremmo potuto chiedere almeno di sospenderlo fino alla fine delle indagini. Invece, cosa fate? Pensate di cancellare tutto dicendo "No, ma poi lo discutiamo anche in Commissione legalità". Guardate evito di andare avanti: credo sia la cifra di quello che siete.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Forse non sono stato chiaro: ri-ri-ri-ribadisco che le due vicende non hanno nulla a che fare e non accetto la strumentalizzazione su queste due vicende, che - ripeto - non hanno nulla, nulla a che vedere.



PRESIDENTE

Non è un'attrazione l'ordine del giorno, è un inserimento aggiuntivo all'o.d.g. Non essendo, questo, un punto dell'o.d.g., ma sono le comunicazioni del Presidente, non c'è un'attrazione dell'ordine del giorno stesso: è un inserimento aggiuntivo all'o.d.g.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Lasci perdere, Presidente!



PRESIDENTE

Lascerò perdere, ma è così.
La parola al Consigliere Ravetti, sull'ordine del giorno n. 159.



RAVETTI Domenico

Presidente, ci metto davvero pochissimo.
Intendiamoci, non c'è nessuno che vuole forzatamente collegare tutto il sistema dei gestori delle slot machine interessati alla legge sul gioco d'azzardo patologico a questa discussione, anzi. È nostra intenzione provare a dare una mano, proprio per quello che ci siamo detti, per riuscire a mettere in un angolo quelli che utilizzano questo settore per illeciti che conosciamo molto bene, in seguito a relazioni lette anche quest'oggi in aula.
Per questa ragione e per dare un senso a questa discussione, chiedo di riflettere (non più tanto, perché non abbiamo molto tempo) affinch perlomeno si inserisca, nella legittima richiesta (l'avete detto in campagna elettorale, non c'è niente di nuovo) della maggioranza di voler modificare questa legge, parallelamente un percorso di analisi in Commissione legalità. È il primo atto. Il primo atto! Fatelo, però non dopo. Voi avete detto "dopo".
Se anziché scrivere nel vostro ordine del giorno, depositato in maniera un po' strana (diciamo così), "finiamo il percorso in IV e in V Commissione e poi andiamo in Commissione legalità", nello stesso istante in cui, per forza (perché così volete), attiverete la procedura nelle due Commissioni congiunte, contestualmente, perché intanto ve lo chiederemo, ordine del giorno o non ordine del giorno, attivate un approfondimento in Commissione legalità. Guardate, ci siamo già capiti: se vogliamo attivare l'ostruzionismo tipico delle minoranze, lo facciamo a prescindere dalla Commissione legalità. Non so se vi è chiaro.
Non vogliamo criminalizzare nessuno; vogliamo dare una mano a capire quali sono i punti deboli del sistema.



PRESIDENTE

Grazie, ma non è che sono stati inseriti eccezionalmente. L'eccezionalità degli ordini del giorno sulle comunicazioni della Giunta, in base all'articolo 56 del Regolamento, prescrive che non ci siano ordini del giorno collegati. In via del tutto eccezionale, sono stati inseriti tre ordini del giorno e in anticipo ne è inserito un quarto. Pertanto, non c'è alcuna eccezionalità della situazione. Eventualmente, l'eccezionalità è l'inserimento degli ordini del giorno sulle comunicazioni del Presidente sull'ordine del giorno n. 159, a prima firma Grimaldi, "Costituzione di parte civile della Regione e dei Consiglieri regionali", e poi successivamente, sull'ordine del giorno n. 160, a firma Preioni e altri "Trattazione in Commissione legalità della pdl 56 e ulteriori modifiche della legge regionale 2 maggio 2016, n. 9 , 'Norme per la prevenzione e il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo patologico'".
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Solo per dire al collega Ravetti che a noi va bene se può esserci una convergenza sul fatto di discuterne congiuntamente; non ne facciamo una questione di prima, dopo o durante. Noi riteniamo che un approfondimento occorra, nello spirito di proporre ai piemontesi la legge più equilibrata e più efficace possibile su questo tema difficilissimo. Oltretutto - non l'ho detto prima e lo voglio dire adesso - questo tema è stato modificato da molte Regioni, è stato modificato anche dalla Puglia, dove c'è un vostro rappresentante, che è anche un ex magistrato, Emiliano, quindi ci fa anche essere tranquilli rispetto al fatto che delle modifiche possono essere apportate proprio nello spirito migliorativo e non nell'interesse di alcuna lobby e tantomeno della criminalità organizzata.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Preioni, non vorrei aver capito male.
L'impegno è riscritto ed è da assegnare a tutte e tre le Commissioni? Potrebbe avvicinarsi al banco della Presidenza, per favore? La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.20 riprende alle ore 15.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che sono stati modificati gli ordini del giorno n. 159 e n. 160.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 157, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 158, come riformulato, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 159 come modificato (e in parte superato, avendo già approvato il precedente ordine del giorno n. 157), il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla votazione dell'ultimo ordine del giorno, il n. 160, avente ad oggetto "Trattazione in Commissione legalità del PDL n. 56 'Ulteriori modifiche alla legge regionale 2 maggio 2016, n. 9 (Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico)'" presentato dal Consigliere Preioni, in cui si invita il Presidente del Consiglio regionale ad assegnare il testo della proposta di legge regionale n. 56 avente ad oggetto "Ulteriori modifiche alla legge regionale 2 maggio 2016, n. 9 'Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico'" oltre che alle Commissioni III e IV, anche alla Commissione legalità.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 160, il cui testo come modificato, sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Con questa votazione abbiamo concluso i lavori.
Ringrazio tutti gli Uffici, i dipendenti e i funzionari del Consiglio regionale che ci hanno supportato fino ad oggi e che ci sopporteranno nei mesi a venire.
Auguro a tutti un buon Natale e un felice anno nuovo. Buone feste a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 15.33)



< torna indietro