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Dettaglio seduta n.5 del 30/07/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



(I lavori iniziano alle ore 14.05 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 14 presentata da Magliano, inerente a "Richiesta di chiarimenti sull'apertura di nuove sezioni statali di scuola dell'infanzia a Campiglione Fenile"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 14.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ho posto quest'interrogazione a risposta immediata partendo anche da quanto il Presidente Alberto Cirio ha dichiarato durante la campagna elettorale. È stato il primo firmatario della proposta del manifesto della FISM Federazione Italiana Scuole Materne, in cui, con forza, di fronte all'assemblea dei gestori aveva detto che non avrebbe dato l'autorizzazione all'apertura di scuole statali in presenza, nel raggio di pochi chilometri di scuole paritarie (la scuola paritaria è parificata rispetto alla scuola statale o comunale). Invece è accaduto e ho posto la questione.
Premesso che, come enunciato nel programma elettorale del Presidente Alberto Cirio, è importante puntare sull'istruzione, coinvolgendo tutte le istituzioni scolastiche pubbliche, statali, comunali e paritarie, tenendo conto della tradizione educativa legata alle scuole paritarie cattoliche evitando di aprire nuove scuole o sezioni in presenza di scuole paritarie nelle aree limitrofe (cosa che veniva fatta dall'Assessora Pentenero ogni due per tre), ci auguravamo che con questo nuovo corso si cambiasse modalità di approccio al tema.
Per l'anno scolastico 2019-2020 è stata disposta l'istituzione di nuove sezioni di scuola dell'infanzia a Campiglione Fenile, Torino, presso la scuola di Viale Europa 9.
A oggi, alcune scuole di Comuni limitrofi a Campiglione Fenile hanno ancora disponibilità di posti, tra queste la scuola paritaria "San Marcellino" di Bibiana, circa trenta posti e la distanza è quattro chilometri.
Considerato che, in presenza di scuole paritarie sul territorio aventi posti disponibili non è consigliata l'apertura di nuove sezioni statali qualora ciò possa arrecare pregiudizio all'esistenza, nonché alla funzionalità delle scuola paritaria; rilevato che l'istituzione di nuove sezioni di scuola dell'infanzia dovrebbe essere destinata a reali esigenze scolastiche; tenuto conto che il calo delle nascite è in continuo aumento così anche la richiesta di fruizione di tali servizi (nel 2010 i nati in quell'area erano 43, nel 2018 sono stati 19, quindi il calo demografico concorde proprio al non riempimento dei posti, nell'una e nell'altra parte); interrogo per sapere se corrisponda al vero che è stata decisa, per l'anno scolastico 19-20, l'istituzione di nuove sezioni di scuola dell'infanzia a Campiglione Fenile.
Nello stesso tempo, rammento una nota che credo sia pervenuta all'Assessore.
Come sempre, la FISM fa un elenco di valutazioni e c'era tutta una serie in cui non vi erano problemi: penso alla scuola di Oviglio, a Vignale Monferrato e a Viguzzolo. C'era un parere negativo su Occhieppo Inferiore su Busca si sono astenuti; su Fossano c'era un altro parere negativo e abbiamo discusso sul problema della disabilità, quindi su questo posso anche immaginare il parere della Regione.
Su Campiglione Fenile, invece, il parere negativo era proprio per ciò che avevo detto, ossia che la scuola, in teoria, ha un potenziale di 75 posti.
Concludo, Presidente, chiedendo conto, poiché il Presidente Cirio si era posto come alfiere della difesa del sistema paritario, firmando per primo in campagna elettorale il manifesto della Federazione Italiana Scuole Materne, sul motivo per cui invece si è dato questo tipo di autorizzazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ricordo all'Aula che sono tre i minuti a disposizione degli interpellanti e cinque agli Assessori per rispondere, senza possibilità di replica.
Risponde l'Assessora Chiorino; prego.



CHIORINO Elena, Assessora all'istruzione

Grazie, Consigliere, per l'interrogazione.
Le rispondo su una parte inizialmente strettamente tecnica, così le do alcuni elementi.
Noi ben sappiamo che la programmazione delle nuove sezioni di scuola dell'infanzia statale completa le azioni volte a definire tutta quella che è la rete scolastica regionale, tenendo anche conto di quelle che sono le esigenze socio-economiche dei territori. Il processo regionale è, in questi termini, principalmente mirato anche a responsabilizzare i Comuni sull'effettiva necessità o meno di una nuova sezione.
Mi sono premurata, anche rispetto alle note che FISM mi ha dato, di sentire direttamente i Sindaci, per avere conferma del fatto che effettivamente fosse sentita la necessità della sezione.
Per l'anno scolastico 2019-2020, l'atto di indirizzo del Consiglio regionale che definisce i criteri, il dimensionamento della rete scolastica, ha stabilito, in particolare, che la richiesta di nuove sezioni scaturisce da un'azione sinergica tra le istituzioni scolastiche territoriali che sono chiamate a collaborare nel rispetto delle reciproche competenze.
I Comuni sede della scuola dell'infanzia statale per cui l'istituto autonomo di riferimento ha segnalato la necessità di istituire nuove sezioni, all'atto della richiesta devono indicare il numero e la tipologia della nuova sezione che richiedono; devono indicare analiticamente le motivazioni della richiesta, secondo i criteri di contesto, di sostenibilità e di efficacia; devono impegnarsi ad assumere gli oneri derivanti dall'eventuale istituzione della nuova sezione di scuola dell'infanzia; devono garantire la disponibilità, a norma di legge, dei locali in cui sarà ospitata la nuova sezione, entro l'avvio dell'anno scolastico di riferimento, presso l'edificio sede della scuola dell'infanzia e garantire la sussistenza delle condizioni di sicurezza igiene, salubrità e risparmio energetico dell'edificio che ospiterà la nuova sezione.
La Giunta regionale, nella figura della sottoscritta, ha attivato le varie consultazioni, sempre al fine di analizzare la richiesta anche dell'utenza in considerazione dell'offerta complessiva del territorio, nel rispetto della libera scelta educativa delle famiglie.
Qui tengo a fare un inciso. Per quello che mi concerne, sono assolutamente a favore della pluralità dell'offerta formativa.
Ritengo sia importante mantenerla e mantenere la possibilità di una libera scelta. Il contesto, nello specifico, è un contesto effettivamente critico dove si rischiava di creare più che tutto degli squilibri, nel senso che ritengo che sia la scuola paritaria sia quella statale siano importanti, e si debba riuscire, sulla Regione Piemonte, a mantenere un equilibrio di offerta tra le due.
Non ritengo sia possibile pensare di andare a scapito eventualmente della statale, dall'altra parte, ma, ripeto, è necessario un equilibrio di un certo tipo, anche perché, ritenendo importante la libertà e la pluralità di scelta, a partire dalle scuole cattoliche e a tutto quello che può essere l'offerta formativa proposta in Piemonte, per avere la migliore qualità possibile si debba fare una sorta di protezionismo al rialzo e non al ribasso, rispetto all'offerta formativa, quindi cercare di garantire una pluralità in tutti i modi.
Sul territorio di Campiglione c'è stata un'analisi molto attenta. Non è stata fatta una scelta a cuor leggero.
Il Comune di Campiglione Fenile, per la richiesta della seconda sezione, ci ha evidenziato che nel plesso di Campiglione Fenile si sono iscritti 39 alunni; 25 di questi sono stati accolti, mentre 14 alunni, di cui quattro anticipatari (che colpiranno i tre anni entro il 30 aprile 2020), sono in lista d'attesa.
Anche il vicino plesso di Bricherasio presenta una lista di attesa di 11 alunni, di cui tre anticipatari, che potrebbero trovare accoglienza nella nuova sede di Campiglione Fenile.
L'edificio in questione dispone di spazi sufficienti per ospitare la seconda sezione. L'edificio, tra l'altro, è stato oggetto di un finanziamento di edilizia scolastica da parte proprio della Regione Piemonte, per un adeguamento antisismico, dell'ammontare di poco più di 187 mila euro.
Come le dicevo in precedenza, prima dell'adozione del provvedimento finale in data 8 luglio si è svolto un incontro tra la sottoscritta e la FISM, in quanto soggetto, come lei ben sa, coinvolto nelle consultazioni previste dalla DCR 314 del 31 luglio 2018, anche al fine di analizzare la richiesta dell'utenza, in considerazione dell'offerta complessiva del territorio, nel rispetto della libera scelta educativa delle famiglie. Questo ci tengo a ribadirlo sempre, perché ci credo e non è una discriminante, anzi.
Nel corso di tale incontro si è esaminata, tra l'altro, la situazione di contrasto della scuola dell'infanzia statale di Campiglione Fenile illustrata anche in una comunicazione con protocollo che poi le farò avere così avrà tutti i riferimenti, che viene inviata successivamente alla FISM.
Nello specifico, FISM ha contestato la prossimità della scuola paritaria di Bibiana, in cui è prevista l'attivazione di due sezioni per l'anno scolastico 2019/2020, ma che presenterebbe effettivamente spazi per tre sezioni, ovvero una potenzialità ricettiva di ulteriori trenta posti.
La richiesta del Comune di Campiglione Fenile è stata inserita negli elenchi approvati con la DGR 364 del 2019, evidenziando, nella motivazione: "Lista d'attesa nel plesso, dieci alunni. Potenzialmente potrebbe accogliere otto alunni in lista d'attesa nel plesso di Bricherasio". Da questo conteggio, abbiamo tolto gli anticipatari, che prima le ho indicato.
Questa DGR è poi stata trasmessa all'Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, cui compete la valutazione dell'effettiva attivazione della sezione: bisognerà capire se c'è un organico sufficiente ad attivarla.
Questa è la parte che compete all'USR, da cui attendiamo una risposta.
In caso di mancata attivazione sull'anno scolastico 2019-2020, la richiesta decadrà automaticamente; dopodiché, nel caso in cui non ci fosse l'organico, se ne terrà conto in sede di programmazione regionale.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 17 presentata da Grimaldi, inerente a "Copertura del 100% delle borse di studio"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n.17.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa all'Assessora Chiorino, ma non sapevo che avremmo discusso, in parte, questi argomenti domani. Pertanto, anche per i colleghi, non voglio anticipare parte della discussione, anche se è sempre utile.
Come avrà visto, sono preoccupato soprattutto riguardo ai trend storici nel senso che, da un'analisi comparata di quanto risulta dagli scorsi anni dal 2001 non si vedeva così tanta crescita in termini di escalation sia di numero di iscritti sia di numero di idonei e borsisti. Per far capire ai colleghi, se nel 2011 i richiedenti erano 14.000, gli idonei 11.000 e i borsisti circa 3.600, negli anni quel tipo di richiedenti è aumentato. Le borse di studio, come lei sa, vanno dalle 5.000 del 2012 alle 4.000 del 2013 e nella scorsa legislatura il trend di crescita è stato di 6.900 borse di studio, 8.300, 10.299, 12.000 nel 2017-18; quest'anno chiudiamo all'incirca fra le 13.500 e 13.800 (secondo gli ultimi dati EDISU a nostra disposizione comunicati nella scorsa consiliatura erano circa 13.700).
Il trend di crescita penso le sia chiaro, unito al numero di idoneità che in parte, sono aumentate anche grazie all'adeguamento all'ISEE nazionale.
Ci sono dei trend di iscrizione che hanno fatto vedere il valore aggiunto della scelta della copertura del 100% delle borse di studio, perch aumentano anche le entrate fisse derivanti banalmente dalla tassa d'iscrizione regionale, aumentano proporzionalmente le risorse del fondo statale (più o meno si attesterà fra gli 11 e mezzo, 12 milioni e mezzo di euro anche per il prossimo anno; ovviamente non ho le stime aggiornate anche perché di questo probabilmente ci dirà di più lei, così come del fondo di riparto).
Anche in quell'ambito (forse gliel'avranno già detto gli Uffici) siamo stati svantaggiati almeno per qualche annetto, perché la fotografia era degli anni precedenti.
Come lei avrà capito, a un trend d'iscrizione costante degli Atenei (diamolo ancora all'uno e mezzo come lo scorso anno), c'è il rischio che ci sia un conseguente aumento di idonei che possiamo ipotizzare fra il 10 e il 15%.
Qual è il punto? Da una parte, lei è avvantaggiata, Assessora, perché avrà la minoranza al suo fianco qualora ci fosse la necessità, soprattutto in fase di assestamento, di trovare ulteriori risorse; in più, c'è un emendamento che rende spesa obbligatoria questa spesa. Ma non è tanto quello: noi abbiamo la preoccupazione di trovare risorse, che sono difficili da trovare in questo bilancio e quindi.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Grimaldi, le ricordo i tre minuti.



GRIMALDI Marco

Stavo dicendo che ci sono due variabili che lei ha ancora in mano. La prima: il possibile utilizzo dei fondi (tra l'altro, lei è anche Assessora all'istruzione e alla formazione professionale) del FSE; cosa, tra l'altro mai esplorata e che chiediamo da tempo a questa Regione di esplorare. La seconda è la possibilità di rivedere anche da parte dello Stato il carico degli idonei fuori sede: è bene che vengano finanziati dal Paese ed anche da questa Regione, per permettere - e chiudo - che tutti gli idonei continuino a ricevere le borse di studio in questo territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Chiorino per la risposta.



CHIORINO Elena, Assessora al diritto allo studio universitario

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Le anticipo che il tema del diritto allo studio mi sta molto a cuore.
Ritengo sia assolutamente importante dedicare la massima attenzione e capire come riuscire a distribuire al meglio le risorse che abbiamo ed eventualmente, come dice anche lei, riuscire a trovarne di integrative. In questo, mi sento di rassicurarla su quella che è la nostra linea.
In merito al triennio 2019-2021, di cui possiamo parlare adesso, i dati evidenziano assolutamente un aumento progressivo del numero di studenti idonei, che viene registrato in modo costante, negli ultimi anni.
Questo, come anche lei ha ribadito, crea un conseguente aumento della spesa e della relativa copertura, con una proporzione che, a oggi, non è lineare poiché l'impatto economico di ciascuna borsa sulla spesa complessiva dipende anche dalla tipologia dello studente. Abbiamo lo studente in sede pendolare e fuori sede e il valore della borsa è sensibilmente differente per ciascuna tipologia di studente: per lo studente in sede, sono 1.972 euro; per il pendolare, 2.884 e per lo studente fuori sede 5.232 euro.
Le borse di studio sono finanziate con il gettito derivante dalla tassa per il diritto allo studio universitario. Poi, ci sono le somme derivanti dal riparto del Fondo Integrativo Statale e gli stanziamenti a valere sul bilancio regionale.
Le stime previsionali e i diversi scenari elaborati sia dall'IRES Piemonte sia dall'EDISU Piemonte, che però non tengono ancora conto degli elementi variabili citati, ci conducono a ritenere che, considerate anche le previsioni di incasso della tassa DSU, il riparto del FIS e gli stanziamenti già previsti nel bilancio regionale per il triennio 2019/2021 tenuto conto dei dati di bilancio dell'EDISU, confermano, allo stato attuale, la possibilità alla copertura delle borse.
Non si tratta, pertanto, di un tema che in questo momento ci preoccupa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Chiorino.


Argomento: Spesa socio - assistenziale - Giovani

Interrogazione a risposta immediata n. 12 presentata da Valle, inerente a "Adozione del Protocollo per il miglioramento dei Centri giovani a Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 12.
Risponderà l'Assessora Caucino.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Sarò rapidissimo. In considerazione dell'approvazione della legge sulle politiche giovanili intercorsa sul finire della scorsa legislatura, sul bilancio 2019-2021 era previsto uno stanziamento di 400 mila euro destinato all'implementazione dei Centri giovanili aggregativi della città di Torino per il quale si sarebbe dovuto stipulare un Protocollo d'intesa con il Comune di Torino.
Al netto di questi mesi di interruzione dell'attività amministrativa a causa della campagna elettorale, ci interessa sapere a che punto siamo con la stipula di questo Protocollo e che tempi sono previsti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Caucino per la risposta.



CAUCINO Chiara, Assessora al sociale

Grazie, Consigliere Valle.
Premessa doverosa è ribadire che la nostra attenzione nei confronti dei centri giovanili e della formazione dei giovani è e sarà altissima. Il nostro compito di amministratori della cosa pubblica, però, ci impone di procedere con criterio e attenzione quando si tratta di valutare le azioni da mettere in campo per perseguire gli obiettivi che ci siamo dati in merito.
Pertanto, la nostra azione non si può basare su una mera ratifica di quanto scelto dall'Amministrazione precedente, ma ci impone una verifica progetto per progetto di quanto è stato deciso.
Siamo convinti che non ci saranno problemi nel riconfermare le scelte prese in passato dalla Giunta precedente, se queste saranno compatibili con la nostra visione di sviluppo dei percorsi formativi e aggregativi per i giovani. La serietà del ruolo che ricopriamo ci impone, prima di agire, di studiare bene e verificare ciò che la vecchia Giunta aveva deciso ovviamente a firma dell'Assessore Fabrizio Ricca.
Grazie.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 16 presentata da Sacco, inerente a "Forti perplessità sul progetto di discarica per l'abbancamento di quasi un milione di tonnellate di rifiuti nei Comuni di Frugarolo e Casal Cermelli (AL)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 16.
La parola al Consigliere Sacco per l'illustrazione.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce dall'ennesimo progetto di discarica della ditta La Filippa 2.0 S.r.l. inviato alla Provincia di Alessandria il 17/10/2018.
Questo progetto comprende uno spazio di circa 345.800 metri quadrati per una volumetria di quasi un milione di metri cubi, suddivisi in tre settori.
Si prevede un abbancamento di circa 965 mila tonnellate di rifiuti con un ritmo di conferimento medio pari a circa 120.000 tonnellate all'anno per una vita utile della discarica di circa otto anni. La società ha richiesto il conferimento di diverse tipologie di codici appartenenti per lo più al CER 19 e per il bilancio di gestione dei rifiuti pericolosi suddivisi per capitolo CER dell'anno 2014.
Al netto delle varie analisi, si evince che la volumetria è nettamente superiore rispetto a quello che necessita la Provincia di Alessandria ed è facile pensare che i rifiuti non solo arriveranno da altre province, ma addirittura da fuori regione. Inoltre, sono state rilevate diverse criticità, fra cui il fatto che quest'opera viene realizzata in prossimità di due corsi d'acqua, ovvero il Torrente Orba e il Rio dell'Acqua, e non viene mai fatta una valutazione sul rischio di esondazione di questo secondo torrente. I terreni interessati risultano in classe II del PAI del Comune di Casal Cermelli, il cui piano regolatore non consentirebbe la realizzazione della discarica, mentre nel Comune di Frugarolo la classe dei terreni è IIIa, ovvero sussistono elementi di pericolosità geomorfologica elevati che non consentono l'utilizzo di quei terreni.
Detto questo, il territorio alessandrino paga e continua a pagare la mancanza di vincoli adeguati per la tutela delle proprie falde acquifere strategiche dal punto di vista idropotabile, come nel caso del Campo Pozzi di Predosa in Provincia di Alessandria e l'attigua area di Sezzadio, dove sono previste una discarica proposta da una ditta privata e un grosso deposito di raccolta di detriti del Terzo valico.
Si interroga, quindi, per sapere se sia intenzione della Giunta predisporre in tempi celeri un documento che individui le aree idonee, secondo criteri ambientali tutelanti, per l'insediamento di discariche sul territorio regionale, al fine di evitare la valutazione caso per caso di progetti di discarica in aree sondabili e con falda idropotabile sottostante.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marnati per la risposta.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Innanzitutto voglio segnalare che una parte delle delegazioni di questi cittadini io le ho già ricevute nel mio Assessorato dopo dieci giorni dal nostro insediamento e mi hanno già raccontato alcune delle criticità test evidenziate. Spesso mi scrivono anche messaggi e mi chiamano al telefono proprio per la loro preoccupazione. Quindi, ritengo che sia doveroso che la Giunta debba rispettare le richieste e i dubbi di tutti i comitati cittadini che risiedono nella nostra regione.
Detto questo, però, va evidenziato, dal punto di vista normativo, che il decreto legge n. 3 aprile 2006 disciplina le autorizzazioni per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero di rifiuti, comprese le discariche.
Ai sensi dello stesso decreto legge, il progetto deve essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale. È attualmente in corso il procedimento di pronuncia di compatibilità ambientale e di Autorizzazione Integrata Ambientale, detto AIA, per il quale l'autorità competente è la Provincia di Alessandria. Tale fase di valutazione è finalizzata all'espressione di un giudizio rispetto agli interventi e alle opere previste dal progetto inerente alla coerenza nei confronti degli obiettivi di salvaguardia, di tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente, di qualità dell'aria nonché delle valorizzazioni delle risorse nel rispetto delle normative comunitarie, nazionali e regionali.
Pertanto, tutti gli aspetti ambientali, ivi incluse le possibili interazioni tra il nuovo progetto e la situazione pregressa, compresi gli aspetti relativi alla tutela delle acque superficiali e profonde e a rischio alluvioni, verranno esaminati tecnicamente in quella sede.
Il procedimento di VIA e di AIA, di cui sopra, coinvolgono nella Conferenza dei Servizi tutte le autorità competenti e titolate a esprimersi e a considerare le ricadute del progetto sulle diverse matrici ambientali e, in particolare, la VIA è la sede in cui viene effettuato il bilanciamento tra i possibili vantaggi ed effetti positivi del progetto e le potenziali ricadute negative. Riguardo ai criteri cui attenersi in fase di individuazione e della localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti, anche in riferimento a quanto è stato messo in oggetto in questa interrogazione, occorre precisare che tali criteri sono riportati nel Capitolo 8 del Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali, da integrarsi con gli adeguamenti normativi successivamente intervenuti e nello specifico, con due atti regionali di rilevanza e attinenza con le interrogazioni in oggetto, che sono la DGR n. 12/2018 dal titolo "Aree di ricaduta degli acquiferi profondi", che prevede le norme di piano di tutela delle acque. Inoltre, vi è la DGR n. 25 del 30/7/2018 dal titolo "Disposizioni regionali riguardanti l'attuazione del piano di gestione di rischio alluvioni".
A integrazione di tutto questo e delle interrogazioni in oggetto, occorre evidenziare che la provincia di Alessandria ha provveduto il 25 luglio 2019 a indire un'inchiesta pubblica nell'ambito della procedura di VIA coordinata dal rilascio dell'AIA del progetto presentato dalla società La Filippa 2.0 S.r.l. Riteniamo che l'utilizzo di questa inchiesta pubblica e nelle sue intenzioni la Provincia di Alessandria andrà anche a realizzare un elevato livello di trasparenza amministrativa - prevede che si costituisca un apposito organo collegiale composto da un Presidente e tre esperti di comprovata esperienza nel settore, uno dei quali dovrà essere designato dal Presidente della Giunta regionale. Ciò a ulteriore garanzia del pubblico interessato e delle parti istituzionali coinvolte.
In proposito, va evidenziato che i lavori del suddetto organo collegiale dovranno concludersi entro 90 giorni con una relazione sui lavori svolti e un giudizio sui risultati emersi, predisposti dall'autorità competente.
Questo nuovo elemento integra le considerazioni fin qui espresse, in quanto vedrà la Regione Piemonte coinvolta in due duplici vesti: da un lato quella relativa al suo ruolo istituzionale attribuito dallo Stato di definire i criteri di individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti e i criteri dei luoghi adatti allo smaltimento e recupero dei rifiuti dall'altro lato, su decisione della Provincia di Alessandria, farà parte con un membro designato dal Presidente della Giunta regionale dell'organo collegiale sopracitato, garantendo che siano tutelati tutti gli aspetti ambientali contemplati nelle disposizioni vigenti.
Detto ciò, ho preso un appuntamento con questi cittadini del comitato per andare nel più breve tempo possibile a visitare la zona, che personalmente non conosco. Quindi, presumo che entro fine agosto o inizio settembre sar in loco per verificare di persona quali sono le richieste di criticità di questo comitato di cittadini.
Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 13 presentata da Marello, inerente a "Ospedale unico Alba-Bra con sede di Verduno (CN)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 13.
La parola al Consigliere Marello per l'illustrazione.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
So che l'Assessore Icardi conosce bene questo tema quanto me. Da Sindaci insieme ai Sindaci del territorio, abbiamo lottato per anni per arrivare alla conclusione di questa idea di nuovo ospedale Alba-Bra, che rivendichiamo come innovativa: non è un ospedale nuovo qualsiasi, ma la scelta di un territorio dal basso, fatta alcuni anni fa, che prevedeva la chiusura di due ospedali (quello di Alba e quello di Bra) per farne uno nuovo. È un'opera di razionalizzazione e di miglioramento del Servizio Sanitario Ospedaliero.
Ho chiesto quando pensate di aprire al pubblico il nuovo ospedale. Perch ho rivolto questa domanda secca a lei, al Presidente Cirio e alla Giunta? Per una serie di ragioni.
Intanto perché i lavori sono sostanzialmente quasi finiti. E poi perch l'ospedale è interamente finanziato. Perché la precedente Giunta Chiamparino ha avuto la capacità di mettere sul piatto 47 milioni di finanziamenti per poterlo ultimare. Sappiamo che ci sono ancora dei problemi tra l'ASL (il committente) e il concessionario.
Si tratta di un project financing, e sappiamo che i project creano qualche problemino in termini di penali per i ritardi, riserve e quant'altro. Ma crediamo che siano questioni risolvibili.
Inoltre, abbiamo due nosocomi (mi riferisco agli attuali ospedali di Alba e di Bra) che stanno facendo molta fatica e che attendono questa nuova ricollocazione in un ospedale all'avanguardia.
Abbiamo sentito in queste settimane sia il Presidente Cirio che l'Assessore usare giustamente molta prudenza nel non dichiarare date di apertura, ma in qualche modo si è intuito che l'obiettivo potrebbe essere la primavera 2020.
Mi chiedo se non sia possibile abbreviare ulteriormente questo termine: perché non vorrei neanche che questo termine possa, in qualche modo indurre nuovamente le parti in causa a rilassarsi. Perché da tempo si pensava che con la fine di questo anno potesse essere ultimato il trasloco (o quantomeno iniziato).
Abbiamo fortemente bisogno di aprire questo ospedale. L'obiettivo di fine anno sarà certo ambizioso, ma sarebbe bene provare ancora a perseguirlo nell'interesse del servizio ospedaliero e sanitario, e nell'interesse dei cittadini del territorio di Alba, Bra, Langhe e Roero, e della Provincia di Cuneo, che attendono da anni questa nuova importante e moderna struttura.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Icardi; ne ha facoltà.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Preliminarmente, al Consigliere Marello, che mi chiede quando finiremo l'ospedale di Alba e Bra, vorrei dirlo, ma non lo dico: dimmelo tu quando lo finiamo, visto che sei stato Presidente della rappresentanza dei Sindaci fino a ieri e hai gestito un po' tutta la vicenda.
Condivido tutto quello che è stato detto dal Consigliere Marello fino adesso. Noi abbiamo la necessità di aprire questo ospedale; sul piatto però, ci sono alcune tematiche che non possiamo ignorare.
Premetto che l'ospedale doveva essere consegnato a ottobre del 2018: da quella data sono trascorsi mesi e sono decorse delle penali a carico della ditta, che dovrebbero essere pagate. Un'ulteriore complicazione deriva dalle varianti e dalle riserve che la ditta ha presentato alla committenza per un ammontare indicativo intorno ai 30 milioni. C'è, inoltre, il grande tema dei collaudi: posto che nel giro di qualche mese i lavori possono essere conclusi, c'è comunque un tema molto complicato che riguarda i collaudi.
Nella visita che abbiamo fatto, dov'erano presenti i Sindaci, lo stesso Consigliere Marello, tutte le autorità e la ditta, abbiamo chiesto che i lavori si concludessero non oltre il 2019, per avere il tempo, nel primo semestre del 2020, di fare il trasferimento non semplice di due ospedali in uno. Questo, ovviamente, è un obiettivo e noi stiamo controllando e verificando i rapporti tra direzione lavori, committenza, azienda incaricata e appaltatori affinché tutto proceda nel modo migliore.
Non è facile, tuttavia nessuno più del Presidente e del sottoscritto ci tiene ad aprire in tempi molto rapidi l'ospedali di Verduno, per tutte le notissime vicende che conosciamo bene. Abbiamo già fatto più di un'inaugurazione teorica, con date che poi si sono rivelate, ahimè infondate.
Per questa ragione, non voglio annunciare nessuna data. Posso per garantire l'impegno costante a monitorare i rapporti tra azienda committenza e direzione lavori perché si concluda nel più breve tempo possibile.
Mi auguro che gli obiettivi che abbiamo posto (ditta e ASL) vengano rispettati.
Grazie.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 15 presentata da Canalis, inerente a "Proroga finanziamento cure domiciliari Comune di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
15, presentata dalla Consigliera Canalis, alla quale risponderà sempre l'Assessore Icardi.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Ho presentato questa interrogazione a risposta immediata in merito a una situazione che riguarda circa 5.000 persone, tra anziani non autosufficienti e disabili, che risiedono sul territorio del Comune di Torino, e circa 5.000 lavoratori, tra operatori sanitari, assistenti familiari e molte altre professionalità, che sono coinvolte nell'assistenza domiciliare. Pensiamo ai podologi, ai parrucchieri, insomma a tutto un mix di servizi che viene offerto a domicilio a queste persone.
Perché l'interrogazione? Perché queste attività di carattere socio sanitario sono erogate attraverso assegni di cura e buoni di servizio finanziati in parte dal Comune di Torino, ma in buona parte anche dalla Regione Piemonte, a seguito di una lettera che gli Assessori mandano all'ASL competente (all'ASL della Città di Torino in questo caso, ma anche all'ASL TO3) a seguito di uno stanziamento sul bilancio regionale.
Ebbene, la Giunta precedente aveva stanziato la cifra necessaria a prorogare questo servizio per tutto il 2019, ma aveva dato il via libera all'accordo tra ASL e Comune soltanto fino al 30 giugno 2019, in vista di un'eventuale avvicendamento alla guida della Regione.
Lo scorso 11 luglio abbiamo audito - lo dico anche da Consigliera comunale i vertici dell'ASL in Commissione consiliare a Torino, e l'11 luglio non sapevano ancora se fosse prevista una proroga del servizio, che scadeva il 31 luglio, perché nel frattempo era subentrata una proroga dal 30 giugno al 31 luglio.
Da questo nasce l'esigenza di avere un chiarimento anche in questa sede nonché un conforto rispetto ai tempi di proroga. Perché è chiaro che una frammentazione dei tempi crea un disagio non soltanto ai beneficiari finali di questi servizi, ma anche agli operatori che si vedono siglare dei contratti di lavoro sempre più brevi e che, a seguito del decreto dignità generano anche una necessità di cambiare le persone, perché non si possono fare dei contratti così brevi alle stesse persone per più di un certo numero di volte.
La sostituzione degli operatori crea un ulteriore disagio ai beneficiari finali, che vedono cambiare le persone che vanno a casa loro ad offrire questi servizi.
È chiaro che la mia interrogazione sottende questioni molto ampie, che vanno al di là del termine. Poi ho scoperto, dalla delibera comunale che è stata fatta venerdì, che il termine è il 30 settembre. È chiaro che sottesa all'interrogazione, c'è anche una questione relativa alla volontà di confermare lo stanziamento e all'intenzione politica della Giunta rispetto a una annunciata revisione della normativa regionale in materia.
Quindi confermate questa buona esperienza, anche se non soddisfa l'intera domanda vissuta dall'ASL TO3 e dalla ASL Città di Torino? La confermate? La volete estendere al resto del Piemonte? Perché come ci diceva lei lunedì in Commissione, non ci sono disabili di serie A e disabili di serie B.
Mi rendo conto che il tema è molto ampio, ma ho voluto cominciare ad avere un assaggio rispetto al tema delle tempistiche.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore ai Livelli Essenziali di Assistenza

Grazie, Presidente.
Condivido quasi tutto quello che lei ha citato, e sulla necessità di mantenere quelli che tecnicamente si chiamano extra LEA, cioè sono al di là delle prestazioni sanitarie. Il Comune mette una quota per i disabili non autosufficienti, anziani e anche per i minori, per tutta la categoria di persone svantaggiate e così fa la Regione in parti sostanzialmente uguali tra la sanità e le politiche sociali.
Lei dice che l'11 luglio non sapevano ancora se sarebbe stata rinnovata questa forma di convenzione; in realtà, non lo sapevo neanch'io. In prossimità della scadenza, ci è stata sottoposta la necessità di firmare congiuntamente, come Assessori, una nota che finanziava il prosieguo di quest'attività. Io non ho voluto firmare, mi sono opposto per un motivo tecnico: come lei sa bene, la legge Bassanini ha disposto una divisione netta dei compiti tra il soggetto politico e il soggetto gestore, che sono i dirigenti. Quindi, questa nota è stata firmata dai dirigenti di entrambi i settori, più correttamente, mentre l'atto politico è stato quello di spostare sui giusti capitoli di bilancio tutte le risorse disponibili per l'anno 2019, per finanziare quest'attività.
Ovviamente, i dirigenti hanno fissato la scadenza fino al concorso di tutte le risorse utili e disponibili. La domanda è: come mai siamo andati al 30 settembre e non abbiamo concluso l'anno? È una questione tecnica, perch nel 2019 sono state pagati 12 milioni di prestazioni del 2018; quindi, il finanziamento completo del 2019 è stato eroso da una parte di prestazioni del 2018. Pertanto, l'intendimento è quello di coprire le necessità in assestamento di bilancio, per arrivare fino alla fine dell'anno.
Mi rendo conto della difficoltà per le cooperative, per i soggetti e per la redazione dei contratti; insomma, mi rendo conto di una serie di difficoltà tecniche, ma le assicuro che è assolutamente indipendente dalla nostra volontà.
È ovvio che se non c'è la copertura finanziaria, il dirigente di Settore non può e non deve autorizzare spese superiori; in questo senso, è soltanto una questione tecnica. C'è l'intenzione di continuare a sostenere questi soggetti svantaggiati e direi non soltanto sul Comune di Torino, ma su tutta la regione del Piemonte perché, come ho già detto in Commissione, non esistono persone disabili o disagiate di serie A o di serie B, in base solo alla residenza anagrafica. Oltretutto, ci sono anche differenze d'applicazione, c'è da studiare un programma, un progetto insieme di omogeneizzazione, di razionalizzazione degli extra LEA su tutta la regione Piemonte.
Questo è impegno che credo di potermi prendere anche a nome dell'Assessora Chiorino; alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, sicuramente avremo modo e tempo sufficienti per parlarne diffusamente e per portare all'attenzione della Giunta una proposta di rivisitazione, ovviamente condivisa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione a risposta immediata n. 18 presentata da Martinetti inerente a "Fattibilità riequilibrio quota capitaria tra ASL"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 18.
La parola al Consigliere Martinetti per l'illustrazione.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Per quest'interrogazione ho preso spunto da alcune dichiarazioni che ho visto nei giorni scorsi relative al trattamento della quota capitaria riservata all'ASL Cuneo 2.
La quota capitaria, come immagino sappiamo tutti, è calcolata in base a una ripartizione che viene fatta su una spesa storica, ma questa ripartizione ha creato uno squilibrio sui fondi che vengono erogati all'ASL Cuneo 2. Mi avvalgo di qualche dato per dare più forza a quest'interrogazione.
Nel 2018 la quota media è stata di 1.667 euro pro capite, mentre all'ASL Cuneo 2 ne vengono riconosciuti 1.576. Facendo un paragone con il trattamento di altre province, in certi casi non arriviamo neanche a 200 euro. Quindi, facendo tutti questi calcoli, se a noi venisse riconosciuta anche solo quella che è la media regionale, alla nostra ASL spetterebbe una cifra intorno ai 16 milioni di euro in più rispetto a quelli che riceve attualmente. Le dichiarazioni che ho letto sembrano orientate a riequilibrare questa situazione, però ieri in Commissione sono stati presentati i dati relativi ai bilanci previsionali di tutte le ASL e si ipotizzava un disequilibrio di 14 milioni di euro al netto di quelle che saranno le compensazioni derivanti dal payback.
In base a tutte queste premesse, chiedo all'Assessore se ritiene ancora di riuscire a riequilibrare la quota capitaria a fronte, appunto, delle premesse che ho fatto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Martinetti.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
È un tema che conosco molto bene, essendo anch'io della Cuneo 2, che è un po' la "Cenerentola" della Regione Piemonte come attribuzione della quota.
Si tratta di un problema che arriva da molto lontano: quando si è passati dal finanziamento a piè di lista al finanziamento per quote capitarie si è preso la spesa storica e la si è ribaltata sulle varie Aziende per evitare scompensi.
Da allora, purtroppo, poco è stato fatto per riequilibrare le quote, perch alcuni territori, che sono stati virtuosi e hanno speso meno paradossalmente, sono stati penalizzati da questo meccanismo. La Cuneo 2 è il fanalino di coda, ma anche altre Aziende piemontesi, comprese le ASO hanno quote di molto inferiori, per esempio, rispetto a Torino. È anche vero che si deve riconoscere alla metropoli di Torino una quota maggiore derivante proprio dall'alta complessità e specializzazione di Aziende Ospedaliere d'eccellenza e di rilievo nazionale, per cui non è pensabile un riequilibrio paritario per tutti: è ovvio che Torino deve avere qualcosa di più. Ma diciamo che oggi ha tanto di più, troppo di più.
Gli Uffici hanno preparato una risposta, ma non voglio leggere la lunga nota, perché fa la storia di tutte le quote capitarie e perderemmo venti minuti in studio di inutili burocrazie.
Vi dico che è nostra intenzione, certamente, andare verso un riequilibrio delle quote capitarie, verso un'azione di giustizia, così bisogna chiamarla, che ha dei tempi non immediati, perché non possiamo dalla sera alla mattina privare Aziende di quote significative di finanziamento, per darle ad altre, per la giusta causa del riequilibrio; certamente, è un processo un po' più lento di quello che si vorrebbe applicare. Quindi, la mia intenzione personale e della Giunta è certamente quella di andare verso un riequilibrio e un'azione di giustizia sulle quote capitarie, che comunque corrispondono all'80% del riparto del fondo sanitario regionale.
L'intenzione c'è. Useremo modi e tempi compatibili alla loro esecuzione senza strappi e senza traumi per il nostro sistema regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 14.53 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta inizia alle ore 14.56)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Cirio e Ricca.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 1, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2018"


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione sulla proposta di deliberazione n. 1, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana odierna è iniziato l'esame del provvedimento.
Sono già intervenuti, come relatori, il Consigliere Cane come relatore di maggioranza e il Consigliere Sacco come relatore di minoranza.
La parola al Consigliere Marello per la sua relazione.



MARELLO Maurizio, relatore

Grazie, Presidente.
Intanto rassicuro il Presidente e i colleghi Consiglieri, sia di opposizione sia di maggioranza, che non ripercorrerò la storia della Regione Piemonte dal 1970 a oggi, ma mi atterrò al tema, ossia il rendiconto 2018, eventualmente facendo qualche riferimento alla consiliatura del Presidente Chiamparino che ha portato a quest'ultimo rendiconto, perché se si vuole fare la storia - mi rivolgo al Consigliere Cane, anche se in questo momento non è presente - occorre farla completa.
Negli ultimi quattro lustri, in questa Regione si sono alternati, con cadenza perfetta, governi di centrodestra e di centrosinistra. Il Consigliere Cane ha avuto la generosità di citare i due governi di centrosinistra, mentre io voglio ricordare anche quelli di centrodestra: Ghigo, che ha preceduto Bresso, e Cota, che ha preceduto Chiamparino.
Ricordo che il Governo Cota non è stato rimandato a settembre per la scuola di perfezionamento sulla comunicazione, ma è stato mandato a casa un anno prima per cose ben più serie.
Ciò detto, ci troviamo di fronte a un quadro complesso che fotografa, non soltanto un anno, il 2018, ma una consiliatura, quella dei precedenti cinque anni, che ha provato a invertire una tendenza; una tendenza che aveva visto la nostra Regione accumulare debito, al punto tale che nel settore strategico, quello che assorbe maggiori risorse della Regione stessa, l'80%, cioè la sanità, si era arrivati al commissariamento.
Credo di poter dire che da questo lavoro fatto si percepisce e si vede sono i numeri a dirlo - non soltanto un'inversione di rotta, ma anche un segno di cambiamento. Certo, i problemi sono tanti e la situazione del debito e del disavanzo è ancora significativa - lo vedremo - ma c'è stata un'inversione di tendenza che ha portato al rientro dal commissariamento e ha fatto migliorare, da questo punto di vista, la situazione complessiva economico-patrimoniale della Regione.
Il primo segno è quello dato dalla parifica, dal giudizio di parificazione.
Il 2018 viene fatto, ad eccezione di alcune spese per 105 milioni, ma questo non costituisce un problema, perché la legge finanziaria del 2019 la legge di bilancio a valere per il 2020, ha risolto un fatto interpretativo, cioè la possibilità, per le Regioni in disavanzo, di utilizzare una quota parte del disavanzo.
L'interpretazione del MEF andava in questa direzione, quindi non sussistono problemi. La stessa Corte dei Conti sostiene che non sussistono problemi ad applicare per circa 106 milioni di euro questa quota di avanzo vincolato.
Questo stesso Consiglio invece, nel 2014, esattamente cinque anni fa, si trovava ad approvare un rendiconto con una rettifica, in sede di parificazione, di 2,6 miliardi di debito in più. Il disavanzo era stato previsto di 360 milioni, poi invece quantificato in 2,6 miliardi.
Debito e disavanzo. Parlavo delle inversioni di tendenza che ci sono perché il disavanzo finanziario è stato ridotto, anche se di poco, da un miliardo 260 milioni a poco più di un miliardo. Il disavanzo da residui straordinari è stato accertato in un milione 350 milioni, contro gli iniziali due miliardi 150 milioni. Del resto, è la stessa Corte dei Conti che dice, nella sua relazione, che sotto il profilo della copertura del disavanzo il piano di rientro non dà problemi, così come il debito, pur essendo ancora un debito molto significativo, è stato contenuto e ridotto nei precedenti cinque anni.
Certo, non sono rose, perché la somma di ciò che serve all'anno per rientrare dal debito e di ciò che serve per rientrare dal disavanzo, porta a 648 milioni, ma se li paragoniamo alle somme che devono pagare, ad esempio, la Lombardia, il Veneto, l'Emilia Romagna e la Toscana, sono pari al 15, al 20 e dal 25% di questa somma.
Questa somma è sottratta alle risorse che possono essere impiegate dalla Giunta per le politiche che intende portare avanti. Questo, quindi, deve essere tenuto in debita considerazione.
Questi numeri ci fanno fare tre ordini di valutazioni, che poi sono anche tre punti che toccano la relazione della Corte dei Conti.
Un primo punto riguarda la gestione del servizio sanitario.
I Consiglieri relatori che mi hanno preceduto hanno evidenziato il fatto che nei cinque anni precedenti sono migliorati i tempi di pagamento arrivando a un 38% di pagamenti fuori termine, ossia che non rispettano i termini di legge, contro il 67% del 2017, il 71% del 2016 e il 78% del 2015.
Questo credo sia un dato positivo, perché sappiamo che i ritardi dei pagamenti comportano conseguenze di fondo, come il dover ricorrere, da parte di chi deve ricevere questi pagamenti, ad anticipazioni bancarie creando notevoli problemi.
La stessa cosa la vediamo nelle Aziende Sanitarie Regionali, i cui oneri finanziari, che erano di oltre 13 milioni di euro nel 2017, sono passati a 3,70 milioni nel 2018. È come dire che la Regione sta pagando meglio del passato e sta portando le Aziende Sanitarie al rispetto dei tempi di pagamento, senza che debbano ricorrere ad anticipazioni bancarie che determinano un gravame di costi sui propri bilanci.
Dalla Corte dei Conti viene evidenziato un punto dolente, già sottolineato relativo al fatto che gli investimenti si siano ridotti negli ultimi tre anni, passando da 24 milioni (parliamo degli investimenti nella sanità) del 2016 ai 21 milioni del 2017 e ad appena ai 7,7 milioni del 2018.
Su questo, però, ci sono delle motivazioni oggettive legate, da un lato, ai sacrifici fatti per rientrare dal commissariamento, dall'altro anche dal fatto che, nell'ultimo anno, l'Amministrazione uscente ha lavorato, ad esempio, su due grandi progetti che dovranno partire e che richiederanno investimenti molto significativi per i prossimi anni (penso al Parco della Salute di Torino e a quello di Novara).
Il secondo ambito passato sotto la lente della Magistratura contabile è l'utilizzo dei fondi comunitari. Anche qui credo che si possa sempre migliorare e penso sia una giusta ambizione. Ho sentito il Presidente Cirio, che ha una certa esperienza in fatto di Europa, dire che si vuole migliorare l'utilizzo degli fondi comunitari, sia in termini di tempi di utilizzo, sia in termini di tempi di pagamento. Ma bisogna sottolineare cito per brevità solo il Fondo Sociale Europeo - che la Regione Piemonte è al secondo posto, tra le Regioni più sviluppate, per quanto riguarda gli impegni di spesa; ed è al primo posto per quanto riguarda i pagamenti (in base al monitoraggio che è stato svolto).
Un ultimo dato che credo sia importante da sottolineare è quello relativo alle partecipazioni societarie. Sappiamo che in questo la Corte dei Conti è particolarmente attenta; anche le leggi che si sono succedute in questi ultimi anni hanno prestato molta attenzione affinché le Amministrazioni regionali, ma anche gli Enti locali (penso ai Comuni e alle Province) razionalizzassero le loro partecipazioni. Perché talvolta - non è sempre così - queste partecipazioni sono, ovviamente, fonti di uscite e fonti di risorse che vengono impiegate senza che, per contro, ci sia un ritorno in termini di servizi (perché, appunto, le partecipazioni societarie devono partecipare, cioè il Pubblico partecipa affinché ci sia un ritorno in termini di servizi).
Sotto il profilo numerico, viene rilevata una tendenza molto virtuosa: la Regione passa da 76 partecipazioni nel 2012, a 60 nel 2016, a 55 nel 2017 e a 52 nel 2018.
Giustamente, la Corte dice che non basta fermarsi al tema dei numeri, ma occorre vedere anche la qualità di quelle partecipazioni. Quindi non soltanto bisogna ancora provare a ridurle, ma ci sono delle partecipazioni onerose in società partecipate (che, evidentemente, non solo non creano utili, ma perdite significative) che debbono essere nel tempo riviste e probabilmente, anche eliminate. Questi sono i numeri.
Tornando al discorso della sanità, mi sono fermato a questi numeri e volutamente, non mi sono addentrato nella questione citata prima dal relatore Cane, relativa al presunto ulteriore debito delle aziende, non so se di 450 milioni o di 250 (è stata celermente convocata una IV Commissione ad hoc dal Presidente, che ha visto l'audizione dell'Assessore Icardi, ed emerge una situazione ancora fluida: intanto ci sono dei dati al primo trimestre; dopodiché pare che questa paventata maggior spesa di 450 milioni in realtà sia decisamente inferiore.
Ciò posto, questa non è materia di rendiconto. Eventualmente, sarà materia del rendiconto del prossimo anno. È giusto monitorare, ma, per quanto riguarda la sanità, è inutile cercare di sviare l'attenzione.
Io penso che ciò che è stato fatto dalla Giunta Chiamparino sia stato un passaggio determinante, per il fatto che oggi si possa tentare, con grande attenzione, di poter migliorare ulteriormente il servizio sanitario.
Tre ultime considerazioni più di natura politica.
Come ho già detto in Commissione, penso che sia molto importante che il primo atto di qualsiasi Amministrazione sia quello di approvare il rendiconto dell'Amministrazione precedente, perché è un bagno che ho definito di umiltà e di realismo, che ci fa uscire dalla campagna elettorale, che ci aiuta - anzi, che vi aiuta, in questo caso, anche se non l'ho ancora visto molto in campagna elettorale - perché si esce dal novero di attenzioni e magari anche di promesse che non possono essere tutte mantenute, proprio alla luce della situazione economica della Regione.
Quindi andranno fatte delle scelte, per cui ci saranno delle priorità: i soldi che si potranno spendere, pochi o tanti che siano, andranno spesi bene.
Qui entra in gioco in maniera forte il ruolo dell'opposizione, che non è soltanto un ruolo di natura critica, anche se è importante, ma è un ruolo innanzitutto di vigilanza. Perché le politiche del rigore iniziate dall'Amministrazione Chiamparino, come ha detto il Presidente Cirio, cui riconosco l'onestà intellettuale di averlo detto, debbono essere portate avanti nell'interesse nostro e nell'interesse delle future generazioni.
Perché in questo Paese continuiamo a prendercela con l'Europa che ci impone dei vincoli: ma meno male che l'Europa ce li impone! Altrimenti non so fino a che punto vogliamo portare il debito pubblico complessivo del Paese, di cui una fetta significativa è data anche dal debito delle Regioni.
Quindi la prima responsabilità che abbiamo noi, tutti assieme, in modo particolare voi che siete stati investiti del ruolo di governo in maniera molto chiara da parte dall'elettorato piemontese, è quella di mantenere a posto i numeri e possibilmente di ridurre il debito, perché questo è il primo interesse che hanno nel medio e nel lungo periodo i cittadini piemontesi, soprattutto i giovani. Ma l'altro compito nostro, che non è soltanto di pura vigilanza, sarà quello di formulare delle proposte per aiutarvi veramente a fare le scelte prioritarie, le scelte migliori. Qui si entrerà in un dibattito che sarà politico, perché evidentemente non ci troveremo sempre d'accordo, ma credo che sia importante una vostra reale capacità anche di ascolto di ciò che viene detto da questi banchi.
Credo che non sia nell'interesse dei piemontesi rivangare le cose che sono capitate 20, 15 o dieci anni fa in Regione. Certo, l'analisi storica dei fatti è utile magari per ripetere le cose buone fatte in passato ed eventualmente evitare gli errori. Ma la nostra responsabilità, come Amministratori, Assessori, Consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione dell'XI legislatura, è quella di affrontare con senso di responsabilità le incombenze, caricando di oneri e di onori le scelte che dovremo compiere in questi cinque anni, e di uscire da questo clima per cui la colpa è sempre dell'altro; un clima, ahimè, molto diffuso nel nostro Paese, ma che non aiuterà la nostra Regione a risolvere i problemi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio i tre relatori e dichiaro aperta la discussione generale sul provvedimento in oggetto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Come ho fatto anche in Commissione, intervengo innanzitutto - mi trovo pienamente d'accordo con la relazione svolta dal collega Marello - per augurare buon lavoro all'Assessore Tronzano, che avrà un compito complicato ed importante per questa Regione.
Intervengo altresì per ribadire al collega Cane che la campagna elettorale è finita: avete vinto, i piemontesi vi hanno premiato con il loro voto, per cui avete l'onere e l'onore di governare questa Regione.
In quest'ultimo atto della scorsa legislatura, che ovviamente si ripercuote anche in questa, lasciate un po' trasparire anche l'orgoglio che abbiamo rispetto ai buoni risultati che evidentemente certificano questo rendiconto; giustamente, in Commissione l'Assessore Tronzano lo ha detto e all'inizio della sua relazione lei lo ha replicato, e i risultati sono inconfutabili, perché son dei fatti, son dei dati.
Nel momento in cui si registra una maggiore entrata (non per l'aumento della pressione fiscale, ma per l'aumento della riscossione), una riduzione della spesa corrente, un miglioramento della gestione finanziaria, per quanto si possa entrare nel dettaglio delle questioni, vuol dire che i macrodati di un bilancio migliorano.
Lasciateci dire, evidentemente come battuta al collega Cane, che potrei tornare indietro negli anni e studiare come si è evoluto il bilancio della Regione Piemonte dagli anni Ottanta e Novanta.
Sicuramente - anche questo è un dato, è un fatto - voi iniziate questa legislatura con un bilancio sostanzialmente in pareggio, parificato dalla Corte dei Conti, che vi permetterà fin da subito, fin da settembre (su questo ci misureremo in quest'Aula e in Commissione), di attuare le politiche per le quali siete stati eletti, rispetto alle quali ci confronteremo in modo ovviamente franco e nell'interesse della comunità piemontese.
Guardate, sui conti e sui numeri possiamo entrare nel merito, guardarli da un punto di vista o dall'altro, entrare nel dibattito politico e andare avanti delle giornate intere. Secondo me, andando oggi a votare il rendiconto della Regione Piemonte 2018 certifichiamo che questo patrimonio dei conti in ordine è un patrimonio di tutti, di maggioranza e di minoranza, di chi oggi è opposizione e ieri era maggioranza. È un patrimonio della comunità piemontese che guarda alle sfide del futuro perché noi siamo andati in campagna elettorale a raccontare le cose buone che abbiamo fatto sui conti e non siamo stati premiati su questo. Ma i conti sono alla base delle politiche, è alla base di quello che lasceremo alle future generazioni.
Se noi oggi, proprio noi Consiglieri - e molti sono al primo mandato o al secondo, quindi dell'epoca precedente abbiamo ereditato anche noi i conti abbiamo un peso di circa 600-700 milioni che grava sul bilancio regionale per pagare i debiti, gli interessi, il disavanzo e quant'altro fino al 2036, è un'eredità che ci portiamo dietro, rispetto alla quale non possiamo fare nulla. Dobbiamo onorare e portarla avanti per non lasciarla peggiore alle future generazioni e non dobbiamo aumentare il debito, lo dobbiamo ridurre, dobbiamo creare le migliori condizioni affinché chi verrà dopo di noi, nelle prossime legislature, abbia più strumenti per fare politiche su questo territorio.
La sfida è questa, Assessore Tronzano: noi saremo inflessibili rispetto all'equilibrio dei conti e rispetto al quadro complessivo del bilancio regionale e saremo inflessibili anche rispetto alle scelte che farete.
Fatemi fare una piccola riflessione anche sulla Commissione di ieri, sulla questione dei fondi della sanità, del bilancio della sanità e quant'altro.
Anche su quello, fin quando non avremo le tabelle - che nelle prossime sedute di Commissione andremo a guardare insieme all'Assessore Icardi quando ci sarà modo di averle - è ovvio che uno ha capito meno 200, un altro ha capito più 14. In sintesi, però mi sembra di dire che l'allarme dei 450 milioni oggi non è più all'ordine del giorno. C'è sicuramente un disavanzo su cui lavorare che, con le partite straordinarie, si può andare anche a sanare in gran parte.
La difficoltà di governare è quella di tenere insieme i conti e lo dico sia all'Assessore Tronzano sia allo stesso Assessore Icardi. Noi negli anni passati ne abbiamo avute di difficoltà, non è che abbiamo avuto il bilancio della sanità in equilibrio fin dall'inizio, però l'attività è quella di governare, facendo le scelte per la comunità piemontese, tenendo insieme i conti e, rispetto alle dinamiche della sanità, dialogare con il Governo perché la spesa del fondo sanitario che andiamo a gestire è il fondo che mette a disposizione il Governo e il livello romano. Quindi l'interlocuzione con il livello romano è sicuramente centrale.
Rispetto a questo possiamo dire che l'allarme è nel 2020-2021. Bene incominciamo a lavorare e buon lavoro all'Assessore Tronzano, all'Assessore Icardi e al Presidente Cirio, perché si possa interloquire con il livello romano o fare le scelte politiche più opportune e perché non si arretri sul servizio sanitario, ma si continui a mantenerlo in equilibro rispetto ai conti. Questa è una sfida che abbiamo tutti e rispetto alla quale neanche noi rifuggiamo, ma avete l'onore di governare e quindi avete l'onore nel prossimo anno di trovare anche le soluzioni.
Fatemi fare un accenno anche sui Fondi europei. Ho chiesto un'audizione in Commissione per settembre, rispetto alla tematica dello stato di avanzamento della spesa dei fondi comunitari. C'è stata una Commissione, mi sembra, il 18 giugno, quindi nel periodo in cui il Consiglio regionale non si era insediato e le Commissioni non c'erano. Mi sembra - però rispetto a questo discuteremo in Commissione - che sia i comunicati che sono usciti dopo quella Commissione sia il giudizio di parifica della Corte dei Conti su quello ci tranquillizza, nel senso che, per carità, possiamo sempre migliorare nella spesa dei fondi, accelerare e diventare migliori a livello europeo - e dobbiamo tendere a quello - ma anche rispetto a quello, che è uno dei cardini importanti della Regione Piemonte, vi lasciamo un'eredità che permette di non rincorrere un ritardo nella spesa dei fondi e di fare delle scelte come riterrete voi opportuno fare, ma che non vi mette in una condizione di allarme o di imminenza di prendere una decisione per non perdere i Fondi europei. Su questo entreremo nel dettaglio nella Commissione europea.
Il rendiconto che andiamo ad approvare è un rendiconto che voteremo con convinzione e orgoglio, perché è la fotografia della nostra attività di questi cinque anni ed è per voi la base di partenza. Credo che vi permetterà di fare le scelte politiche che vorrete. Su quelle ovviamente ci misureremo da settembre in avanti, una su tutte sul tema del lavoro rispetto a cui in questa Commissione non abbiamo ancora interloquito, ma da settembre dovremo incominciare a interloquire per capire quali sono le misure che andremo a mettere in campo per rilanciare il tema dello sviluppo economico e del lavoro, rispetto alla vostra e alla nostra visione.
Buon lavoro e con questa votazione credo si completi e si concluda un po' la campagna elettorale con un atto relativo all'Amministrazione procedente ma che lascia la possibilità di lavorare all'Amministrazione attuale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Signor Presidente, colleghe e colleghi, ci tenevo a fare due rapide riflessioni su questo bilancio consuntivo. Mi permetto di dare un giudizio sulla parte dei numeri, sulla parte dei dati contabili finanziari, facendo un ragionamento sulla valutazione più politica di questo bilancio con un appello che rivolgo non tanto alla minoranza, quanto alla mia maggioranza.
Se devo esprimermi sui dati contabili e numerici, sul conto consuntivo sulla fotografia, dico subito che non è un risultato ottimo, non è un risultato buono e non è un risultato discreto. È un risultato che mi limito a considerare sufficiente per la situazione in cui vi siete trovati, con delle sfumature, perché in alcuni campi credo che si sia lavorato in modo discreto, in altri si è lavorato meno bene. Però quello che rimarco è che era una situazione che avete ereditato, ma in realtà l'aveva già ereditata la Giunta precedente quando l'allora Assessore Pichetto nel 2013 aveva già iniziato un'attenzione alle situazioni debitorie della Regione.
Se non si fossero fatti questi interventi tampone, è evidente che la situazione del bilancio regionale avrebbe avuto effetti devastanti sull'Ente. Quindi, quello che è stato fatto è un atto dovuto. Do atto dell'impegno e del modo disciplinato con cui è stata condotta questa azione, però faccio un appello al Consiglio. Attenzione, perché quello che è stato detto è soltanto in parte vero, perché la situazione del bilancio regionale non è una situazione sana. Dico questo, perché la relazione della Procura e della Corte dei Conti analizza lo stock di debito complessivo e dice che il Piemonte ha uno stock di debito complessivo di dieci miliardi o quasi dieci miliardi.
Ora, la cosa più drammatica è che non è che si mette a disposizione dell'Assessore Tronzano e della Giunta un bilancio con cui da domani si inizia a spendere. Non si inizia a spendere neanche per questa legislatura ma neanche per la prossima legislatura, anzi neanche per le prossime cinque legislature, perché il debito arriverà fino al 2048. L'80% dello stock di debito arriverà fino al 2048 e di questo, ahinoi, dobbiamo essere consapevoli.
Poi guardo l'altro indicatore di bilancio, che riguarda i "tempi dei pagamenti", perché un conto sono le fatture commerciali e un conto sono i debiti che i nostri tanti Sindaci oltre che il mondo associativo giustamente reclamano. I tempi, infatti, sono molto lunghi. Se guardiamo i tempi di pagamenti, rimpiango la situazione drammatica in cui fino a poco tempo fa si trovavano le Province italiane. Devo dire che, in queste ultime settimane, leggendo questi dati mi è venuta un po' di depressione, perch certamente non si tratta di un bilancio che ci dà grandi prospettive. Detto questo, cerco sempre di guardare le cose con positività e devo dire che di positivo c'è che è stato avviato un piano di recupero del disavanzo.
L'auspicio ovviamente è che possa andare avanti nei prossimi anni.
Quest'anno si è ridotto e va bene, ma è importante che questo percorso continui con il massimo del rigore.
Per quanto riguarda la valutazione politica su questo rendiconto, diventa stucchevole, a mio avviso, svolgere una valutazione politica di un bilancio che arriva pochi mesi dopo le elezioni, nel senso che sono già stati gli elettori piemontesi a dare un giudizio qualche mese fa ed è inutile che lo faccia io. Quello che mi preme evidenziare, semmai, è il fatto che il risultato elettorale (è stato detto anche nei discorsi di insediamento) sia stato sempre più crescente verso il Presidente Cirio o decrescente verso il principale competitor, Sergio Chiamparino, tanto più ci si spostava dal capoluogo verso la periferia.
Questo è un dato che deve far riflettere attentamente anche la nostra maggioranza, poiché io che ho vissuto non soltanto gli anni passati, ma anche questa campagna elettorale, ho sentito e percepito, da parte dei territori marginali una sensazione di "abbandono", di poca vicinanza della Regione ai territori rurali, collinari, montani. Parlando con i cittadini i Sindaci, le categorie, questo elemento è emerso in modo forte ed è un errore che non può essere ripetuto.
C'è un aneddoto che circola nelle stanze romane: racconta che una persona molto vicina al vicepremier Matteo Salvini gli abbia regalato, in occasione dell'insediamento al Viminale, una fotografia, una bella foto, dove non c'erano i suoi figli, ma c'era - ci sarebbe - un altro Matteo, Matteo Renzi. Questo, a memoria degli errori che il vicepremier non dovrà compiere nel suo ruolo politico e, soprattutto, per ricordare come si possa passare velocemente dalle stelle alle stalle.
Ovviamente, io non mi permetto di portare al nuovo Presidente Alberto Cirio né l'immagine della fotografia di Matteo Renzi né, tantomeno, quella di Sergio Chiamparino; è ovvio che non lo farò, per rispetto del Presidente Cirio e per i motivi che vi dirò. Piuttosto, mi piace pensare che sulla scrivania non soltanto del Presidente della nostra Regione, ma di noi tutti, non ci sia impressa una foto, ma l'articolo 3 della nostra Costituzione, che recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale ed è compito della nostra Repubblica" - e quindi anche della Regione, che è ente costitutivo della Repubblica - "rimuovere ogni ostacolo di ordine sociale ed economico che, limitando l'uguaglianza e la libertà, impediscono lo sviluppo della persona umana".
Questo, per me, è un tema delicato e importante, perché credo fortemente nella giustizia e nella giustizia territoriale. È un tema che (mi piaceva sentirlo dire dall'Assessore poco fa) mette tutti alla pari e fa sì che non ci siano cittadini, oggi, in Piemonte, di seria A e di serie B; non che qualcuno è più fortunato rispetto a qualcun altro, perché il diritto alla cittadinanza è un diritto universale, che deve riguardare tutti.
E non si parli, come ho sentito prima, di contributi per i centri di aggregazione solo per Torino: se si danno i contributi ai centri di aggregazione giovanile vanno dati ai centri di tutto il Piemonte. Se si danno gli extra LEA per le cure domiciliari, benissimo, ma devono essere dati ai cittadini di Torino come a quelli di Cuneo, di Verbania e di tutto il Piemonte.
Questo è il principio di uguaglianza e giustizia cardine dell'articolo 3 della Costituzione, che non devo raccontare a chi è in minoranza oggi da dove deriva.
Pertanto, al Presidente Cirio non regalerò certamente nessun quadretto con alcunché, anche perché questi temi lui li ha portati in campagna elettorale e il tema dell'uguaglianza l'ha ribadito nel discorso fatto in Consiglio.
Quello che mi limito a dire - e concludo - è che questo bilancio lo considero molto importante, perché fotografa e disegna la situazione da cui proveniamo e in cui non dobbiamo, come maggioranza, permetterci di sbagliare ancora. Non è più consentito.
Purtroppo, in passato sono stati fatti i disastri e oggi dobbiamo mettere delle pezze, delle grandi pezze, sapendo che la situazione finanziaria non è certamente rosea, che le rate di debito che ogni anno dobbiamo pagare sommano a più di mezzo miliardo di euro, che poteva essere destinato alle politiche del Piemonte, mentre dobbiamo usarlo come chi si indebita per comprare la casa o la macchina e deve pagare le rate del mutuo.
Questi sono gli errori che non possiamo permetterci di fare, così come l'idea che ci siano cittadini di serie A e di serie B. La frattura tra centro e periferia deve essere ricomposta, non tanto negli interessi della nostra legislatura, quanto nell'interesse dei cittadini piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ringrazio davvero i colleghi per i toni ed anche - a tratti - il merito di questa ricostruzione.
Devo dire, però, al Consigliere Cane, che giustamente è rimasto al "verde" della Lega di un tempo, che giustamente ognuno sente il peso dell'era che vive. Lei ha correttamente ricordato che il gesto di votare favorevolmente un bilancio, soprattutto come quello che abbiamo oggi, cioè il rendiconto di un anno precedente in cui non eravate neanche presenti, è un atto che non copre le diversità politiche. Io non posso che riconoscermi in questo stralcio della sua dichiarazione, facendole sommessamente notare che non è il primo che ha fatto questo. Mi fa un po' ridere, alla mia età, fare il senatore qui dentro, ma sarò costretto a dirle quello che abbiamo visto noi, per capire a spanne la sua difficoltà.
Entro in Consiglio regionale (il primo giorno): "Piemonte, la Corte dei Conti boccia il bilancio della Regione; buco di 2,3 miliardi". Il giorno dopo: "Conti pubblici, il buco del Piemonte si allarga a cinque miliardi.
Si allarga ancora la voragine del bilancio della Regione. La Corte dei Conti, nel giudizio di parifica sul rendiconto", eccetera.
Questa volta, mi pare che il giudizio sia favorevole, positivo, e che voi votiate il rendiconto con tutta la tranquillità del caso. Non rischiate niente e, come diceva una sua collega, se pensate di rischiare qualcosa non dite che è un voto tecnico. No, è un voto. Punto. Qualora qualcuno riscontrasse dei problemi, non si tratterebbe di un voto tecnico, ma di un voto totalmente pieno. Poi, riconosco, come sosteneva il Consigliere Cane che ognuno può avere il proprio giudizio di merito, però le voglio far capire cosa abbiamo votato noi. E non ci siamo fermati qua! Gli articoli proseguono, perché il buco va avanti. "Regione Piemonte: l'eredità della gestione Cota, debito record a quota nove miliardi".
Devo dire, Consigliere Cane, che mi sentivo - secondo me, a spanne - in una posizione un po' diversa dalla sua, e non solo perché non condividevo niente delle vostre politiche, niente (non condividevo il diritto allo studio che avete fatto e perpetuato a tanti ragazzi; lo dicevo prima all'Assessora Chiorino). Oggi parliamo di 14.000 borse di studio ed eravamo arrivati a 3.100 e qualcosa. Eravamo passati dall'avere il primo Ente per il diritto allo studio al sedicesimo. Eravamo arrivati a chiedere alla Città di Torino di fare un taglio del 12, 17 (forse l'Assessore Tronzano lo ricorda ancora) o 24% delle linee. Eravamo di fronte a una Regione con non solo un debito monstre, ma con il bollino nero del commissariamento e, come provavo a spiegarvi, non è che si dica: "Va beh, sono andato un po' giù nel ranking"! Questo ha condizionato tutta la nostra gestione, perché noi siamo usciti due anni fa, ma non è facile in due anni riaprire le assunzioni dopo un blocco del turnover per quattro anni consecutivi! Cosa ha voluto dire, Assessore Tronzano? Lei lo sa: chi se lo poteva permettere, davanti all'uscita delle liste d'attesa sempre più lunghe sempre più lunghe! - pagava e gli altri stavano in coda e, magari, chi era a Novara o ad Alessandria s'inseriva in altri sistemi. Come diceva l'Assessore Icardi, questo problema dovremmo gestirlo insieme, perché non è mica stato facile e non basta dire che bisogna aumentare i primari nelle aree marginali, fare la Città della Salute anche a Novara. Non basta! Come dicevo nella seduta d'insediamento, spero che questa vicenda prima o poi finisca, perché noi ci siamo assunti tutte le responsabilità e abbiamo fatto più di quanto dichiarò Chiamparino. Perché si diceva: "Il governatore Chiamparino, insediato lo scorso giugno, promette un piano di radicale riorganizzazione della spesa e tagli". Il giudizio di parifica dice qualcosa di diverso rispetto a cinque anni fa, ma non l'abbiamo mica fatto soltanto tagli! Andate a guardare le politiche sociali, andate a guardare che cos'è scritto nel bilancio, che voteremo assieme, sul pluriennale degli assegni di cura, di cui diceva giustappunto Riva Vercellotti, ma questo è anche il primo anno in cui avanza un importo della spesa anche sulle altre Province. Avete visto che cosa abbiamo fatto, per esempio, su alcuni temi delicati come quello della casa? Noi non diciamo che ci siamo accontentati. Consigliere Cane, lei ha ragione: non è solo l'effetto Salvini che vi ha fatto vincere, ve lo riconosco, però mi faccia dire: fa ridere pensare che, dopo l'effetto Chiorino, vi devo parlare anche dell'effetto Gancia. Adesso, con tutto il rispetto per la Consigliera Gancia, non mi direte che vi ha fatto arrivare qui il grande lavoro d'opposizione della Lega in quest'Aula? Siamo onesti almeno fra noi. Siamo onesti, onesti! Abbiamo fatto tanto; probabilmente, non abbiamo fatto abbastanza. E su questo, come diceva il Consigliere Gallo, ve lo riconosciamo: avete vinto però mo' basta! Votate questo rendiconto, senza pensare che state facendo un favore a nessuno e lo dico soprattutto all'Assessore Icardi.
Sinceramente, a me lei è piaciuto; mi è proprio piaciuto, lo dicevamo anche con qualche Consigliere, possiamo fare un po' di gossip. Ha risposto, come si dice in gergo, non ha fatto lo "schiscio", ma ci ha detto quello che pensava.
Io vi invito, sommessamente, a guardare le cose in un quadro più ampio: che i direttori delle ASL nel primo trimestre di un bilancio diano la possibilità e forniscano anche le condizioni di poter spendere potenzialmente di più, sapendo che, come stavo dicendo, guardate che non è mica la prima volta che nel primo trimestre c'è un po' più di possibilità di spesa. Come stavo spiegando l'altro giorno, vada a vedersi un po' i bilanci e, magari, succede che alcuni appalti non si fanno quell'anno, ma l'anno successivo, che alcuni investimenti non si fanno. Insomma, è del tutto legittimo, anche lì, da parte vostra chiedere ai direttori di evitare questa pratica, cioè di poterla condizionare con una discrezionalità più bassa. Prima, però, di dire che siamo di nuovo davanti a un default, di nuovo davanti a un rischio di commissariamento, calmi, eh! Calmi! Non c'è bisogno di mettere i riflettori addosso a un bel niente! Ripeto, a domanda, risposta: se pensate che ci siano dei buchi nella sanità, anche dello scorso anno, non è una minaccia e non è neanche un gesto da bulli che, tra l'altro, spesso vediamo ormai sempre di più nella politica nazionale; però vi diciamo di votare questo rendiconto, perch state votando anche il bilancio della sanità pubblica. Quando vi diciamo che è del tutto legittimo dirci fra noi che spesso non conosciamo tutto non ditelo a noi: neanche la maggioranza conosceva tutti i rivoli dei bilanci della sanità pubblica, figuriamoci voi che siete appena entrati! Non possiamo addossarvi certe responsabilità, però questi meccanismi possiamo renderli più trasparenti soltanto insieme.
Come dicevamo con l'Assessore Tronzano, non è necessario dover per forza aspettare degli advisor esterni: troviamo il modo di avere tutti insieme quei dati, troviamo il modo di discuterne insieme nelle Commissioni troviamo il modo di evitare esternazioni che non danno una mano neanche all'immagine di un sistema, che ha fatto di tutto per ritornare in alto che ha fatto di tutto per tornare a fare assunzioni e adesso deve far di tutto per cancellare le liste d'attesa troppo lunghe ed evitare che i privati facciano dumping nella nostra situazione.
Per questo, se voi volete discutere politicamente delle azioni, anche se avremo idee diverse, sapete che avrete sempre un'opposizione che sarà nel merito. Se vogliamo continuare a guardare al passato, beh, io ve lo dico sinceramente, visto che governate voi, è ora che vi assumiate tutte le vostre responsabilità.
Avete vinto, adesso dimostrateci di saper fare meglio di quanto abbiamo fatto noi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Colgo quest'occasione per dire, Presidente, che vorrei utilizzare i prossimi minuti per parlare del passato e non farlo più. È un'occasione che vorrei e vorremmo offrire all'attuale maggioranza, al Presidente Cirio alla sua Giunta, per iniziare a discutere di futuro, altrimenti hanno ragione i colleghi del Movimento 5 Stelle a dire che impegneremmo il nostro tempo in questa legislatura a fare l'analisi retrospettiva una volta da sinistra e un'altra volta da destra. Credo che i piemontesi abbiano bisogno di soluzioni per il presente e di prospettive.
Allora i prossimi tre minuti li impegno dicendo che a Roma, il 29 luglio 2010, il presidente dell'allora Giunta regionale firmò al tavolo di monitoraggio un Piano di rientro sulla sanità, perché c'era un disallineamento economico-finanziario e, possiamo dirlo anche oggi Assessore Icardi, c'era una qualità dei servizi socio-sanitari in Piemonte che poteva e doveva essere migliorata, nonostante la grande eccellenza di alcuni punti strategici del sistema sanitario piemontese, in particolare quello pubblico. La vera ragione per cui siamo caduti nel Piano di rientro era l'insostenibilità dei servizi che stavamo erogando.
Nella sezione Piano di rientro del Ministero della Salute, a guida Movimento 5 Stelle, è pubblicato il resoconto di un tavolo di monitoraggio del luglio 2013, quando il Presidente della Giunta e la maggioranza erano di centrodestra.
Lo faccio con fatica, però voglio ricordare che quel resoconto consegnava all'Italia e al Piemonte che c'è stato dell'immobilismo, che non c'è stato il coraggio di assumersi delle responsabilità. Quel resoconto è lì a tratteggiare esattamente quello che questa maggioranza e questo tutto Consiglio regionale non dovrà fare per il futuro per evitare di commettere degli errori.
In diversi punti, su tutti i punti, il tavolo di monitoraggio Ministero della Salute e Ministero dell'Economia chiedeva alla Giunta regionale ulteriori chiarimenti sullo stato dell'Azienda Città della Salute di Torino; bocciava il progetto delle Federazioni sovrazonali. Sulla rete ospedaliera, chiedeva di completare il provvedimento con un'articolazione puntuale sui posti letti per acuti e post-acuti. Sulla rete territoriale definiva come non più procrastinabile un programma organico dell'offerta residenziale territoriale, con particolare attenzione all'assistenza domiciliare. Andava poi avanti, ma vorrei evitare di fare il lungo elenco perché lo trovo davvero pesante.
Terminava con le parole: "Pertanto, si sono verificati i presupposti per l'avvio della procedura di diffida". Era il finire del 2013, l'anno successivo saremmo andati al voto e andò come la storia ha raccontato.
Il 21 marzo 2017 - devo dire con l'errore politico di non aver raccontato all'inizio del nostro mandato di centrosinistra, cioè nel 2014, con i toni giusti e drammatici le condizioni della sanità piemontese - avremmo dovuto dedicare più tempo per raccontare ai piemontesi in quale dramma ci stavamo trovando e in quali acque navigavamo.
Tuttavia, pur commettendo errori, perché questa è la storia, l'obiettivo finale era di uscire dalla melma del Piano di rientro. Il 21 marzo 2017 questa Regione e il tavolo interministeriale Economia e Salute definivano per il Piemonte, che era stato raggiunto l'equilibrio economico finanziario di tipo strutturale. Questa è la storia tecnica e la storia politica.
La proposta che vi faccio è di smettere di fare il racconto di ciò che è stato e iniziamo, da oggi, a discutere di ciò che sarà. A noi conviene, non perché ci sentiamo in difetto rispetto agli ultimi cinque anni, ma a noi conviene perché vogliamo, da un punto di vista politico, sfidarvi, rispetto alle idee che vogliamo mettere in campo e poi perché conviene ai piemontesi.
Vorremmo respirare, così come la storia degli ultimi anni per il centrosinistra racconta. Noi dobbiamo leggerla e interpretarla con gli stessi tempi e le stesse profondità dei nostri concittadini, perché è rispetto alle prospettive e al futuro che dobbiamo allinearci. Su questo punto vogliamo e vorremmo incalzarvi.
Vedete, sul merito ci troviamo meglio. Sul merito noi vorremmo discutere.
L'ostruzionismo siamo capaci a farlo e abbiamo dimostrato in questo mese che conosciamo i regolamenti dell'Aula, diciamo così, però riteniamo molto più utile dedicare il nostro tempo alle Commissioni e a quest'Aula, anche nei gruppi di lavoro e nelle sottocommissioni, come proposto dal Presidente della IV Commissione, dedicando il nostro tempo per entrare nel merito delle questioni reali che riguardano i piemontesi, capendo come si traducono, nella realtà, alcune frasi che avete pronunciato.
Come si fa a non essere d'accordo con Riva Vercellotti, quando dice che i cittadini di Piemonte 2 devono avere gli stessi diritti rispetto ai cittadini di Torino? Come si fa a non essere d'accordo? Questo cosa significa, da un punto di vista legislativo? Cosa significa, rispetto all'allocazione delle risorse? Questo significa che lei sta proponendo rispetto ai temi che nel question time ha trattato l'Assessore Icardi, il fondo unico socio sanitario e quindi volete allocare diversamente le risorse oggi stanziate per Torino? Non lo so, noi abbiamo bisogno di superare la fase della corretta e legittima retorica del linguaggio e abbiamo bisogno di entrare nei dettagli per riuscire a capire esattamente come si affronta il presente e il futuro altrimenti trascorreremo cinque anni a raccontarcela, con la speranza che per voi Salvini continui a essere Salvini e che per noi prima o poi arriverà qualcuno che ci riporterà a dimensioni differenti, da un punto di vista elettorale.
Vorremmo essere noi i protagonisti del destino del Piemonte, con una certezza. Questo vi chiediamo, perché è il fattore più importante in questo inizio di legislatura. Dico questo ai pochi Assessori che sono rimasti in aula, che però ci ascoltano. Questo ci fa piacere. In particolare, voglio ringraziare il collega Tronzano (l'ho già fatto in Commissione, ma lo dico anche in Aula) per la correttezza con cui ha affrontato questo passaggio normativo in Commissione, accorciando le distanze tra opposizione e Giunta almeno nel suo caso.
Il senso dell'amministrazione, il senso della passata legislatura per noi è stato di consegnare una Regione, qualche mese fa, con uno stato di salute migliore rispetto a quello che abbiamo preso all'inizio del 2014. Noi vogliamo che questa realtà, questa verità - a proposito di verità - venga riconosciuta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Tronzano per la replica.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente, e grazie a tutti i Consiglieri che hanno affrontato con lo spirito giusto questo dibattito.
Io parto, consentitemi, dal ringraziare coloro che non vengono mai ringraziati nei dibattiti pubblici, ossia le persone della struttura. Sono le persone che fanno la differenza e noi abbiamo il compito di rivitalizzare questa struttura, perché senza di loro è impossibile governare le scelte politiche che ciascuna maggioranza ha.
In più, ringrazio anche l'Assessore Reschigna per il gran lavoro fatto, ma ringraziare l'Assessore Reschigna non significa derogare i propri principi e i propri ideali, significa rispettare quello che per me è l'orizzonte vero di chi fa politica, la leale collaborazione nel rispetto delle proprie idee, quindi non compromessi al ribasso, ma compromessi che permettano di guardare al futuro e fare quello che fa un ottimo giocatore di pallone o un ottimo sportivo: pensare che quel record è da battere, non pensare a quello che è stato e che purtroppo non si può più cambiare.
E lì la svolta, perché, come dice il Consigliere Marello, è importante l'ascolto. Certamente l'ascolto è la cosa prioritaria e il rispetto dell'Istituzione parte dall'ascolto, ma se voi non ascoltate una replica pacata, saggia ed equilibrata come quella dell'Assessore Caucino, mi preoccupate.
Io rispetto le vostre idee e vi ho ascoltati tutti, dall'inizio alla fine del dibattito prima delle comunicazioni in Aula e del dibattito dopo sul bilancio, ma questa virulenza nei confronti di un Assessore che ha risposto con trasparenza, che è una delle nostre parti più importanti, mi preoccupa perché vuol dire che c'è un po', in alcuni di voi, il tentativo di strumentalizzare anche soltanto delle parole. Delle parole.
Allora cosa proviamo a fare, cari Consiglieri? Innanzitutto, sicuramente ascoltarvi. Il Consiglio per noi è sacro: tra noi c'è chi ha fatto il Consigliere, chi il Sindaco, chi il Sottosegretario, chi ha occupato ruoli importanti. Quindi per noi l'ascolto è sacrosanto, ma non ci colpevolizzate se pensiamo che il futuro non può essere come il passato.
Credo che, nonostante ci sia un bilancio parificato dalla Corte dei Conti l'unica vera speranza che abbiamo è agire in discontinuità con certe politiche fatte fino ad oggi. Tali politiche sono legittime, lecite e giuste dal punto di vista dell'opposizione attuale, ma se vogliamo risalire, nella graduatoria delle Regioni in termini di PIL dall'undicesimo posto ai primi tre o quattro ed essere in concorrenza con il cosiddetto distretto "Lover" (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) qualcosa dobbiamo cambiare. E cosa dobbiamo cambiare? Le scelte politiche non colpevolizzateci se cambieremo le scelte politiche; lo faremo sempre e questo, sì, è il merito vostro ed è il merito che riconosco all'Assessore Reschigna - nel rispetto dei principi contabili, nel rispetto e nell'orizzonte della riduzione del disavanzo e, conseguentemente, del debito, della trasparenza.
Nessun timore, com'è successo in Commissione, a parlare del grattacielo nessun timore ad assumerci la responsabilità; nessun timore a fare scelte che sono anche scomode, ma dovute. Però - vivaddio - dateci la facoltà della libertà di fine, che è quella propria della politica ed è lì che poi, si innesta tutto il ragionamento.
Cosa dire di più? Posso solo aggiungere una valutazione, rispetto alla Giunta Cota: credo che l'unica colpa della Giunta Cota sia stata quella di non avere la Corte dei Conti che parificava il suo bilancio. Se noi avessimo avuto, in quel momento, la possibilità di avere una Corte dei Conti come abbiamo oggi, lì probabilmente saremmo riusciti ad invertire la rotta in maniera migliore e probabilmente l'avremmo fatto prima. Poi, le cose scappano di mano e anche qui contano le persone - ve lo ricordo sempre perché sono le persone che fanno la differenza.
Noi non abbiamo paura e non avremo paura di fare scelte politiche nel rispetto del rigore di bilancio, nel rispetto dei principi contabili consapevoli però che la discontinuità dell'azione politica è fondamentale se, naturalmente con rispetto per coloro che ci hanno preceduti, si vuole cambiare qualcosa in questo Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Tronzano.
La parola all'Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con interesse tutti gli interventi.
Se parliamo di bilancio, voglio prendere in prestito le parole del collega Grimaldi: siamo onesti! Siamo onesti! Dall'analisi del bilancio emerge che dal punto di vista finanziario, negli ultimi cinque anni la situazione è migliorata. Emerge anche che i tempi di pagamento, per quanto non ancora soddisfacenti, hanno avuto dei miglioramenti (mi riferisco ai fornitori).
Inoltre, emerge che siete riusciti a pagare una fettina di quell'enorme debito che grava sulla Regione Piemonte, quindi non voglio dire che sia stato negativo. Certamente, cose buone ne avete fatte, ma non tutte.
Una sostanziale perdita di controllo sui bilanci dell'ASL è inevitabile complice anche un depauperamento del personale dell'Assessorato. Siamo passati da più di 200 addetti (impiegati e dirigenti) a 130. Siamo ai minimi storici e, con notevoli difficoltà, occorre avere un controllo sui bilanci delle ASL.
Io sono venuto in Commissione, molto lealmente e molto onestamente, a condividere una grande preoccupazione che avevo e che ho tuttora in merito ai conti delle Aziende Sanitarie.
Ringrazio il Consigliere Grimaldi per avermi riconosciuto almeno la buona fede e il merito di aver parlato in modo chiaro e di aver condiviso con voi esattamente quello che pensavo, esattamente i conti che ho visto. Tuttavia dopo due-tre ore di audizione, non posso non sottolineare di aver letto sui giornali, il giorno dopo, delle dichiarazioni incredibili: "Siamo passati da 454 milioni di perdita presunta a 14". Già solo dirlo sembra una stupidaggine. Questa è una falsità, è una stupidaggine di proporzioni industriali.
Dico la verità, Consigliere Ravetti e Consigliere Rossi: sono anche un po' amareggiato per le parole che ho sentito in aula. Ci sono argomenti che dovrebbero per forza unirci, Consigliere Ravetti. Ha ragione, è vero, lo condivido e infatti, con questo spirito, ho raccontato i dati che, poi sono stati strumentalmente dati in pasto alla stampa, in modo totalmente diverso e sbagliato.
Faccio un riepilogo (non voglio pensare che voi non abbiate capito pertanto mi permetto di dire che li avete voluti leggere in un modo diverso): il 3 giugno, riceviamo in forma ufficiale dalle Aziende Sanitarie i bilanci di previsione del 2019 (è un fatto singolare che a metà dell'anno si ricevano i bilanci di previsione, ma non importa), che presentavano 454 milioni di perdita d'esercizio. Sappiamo tutti che le previsioni, per natura, sono previsioni, sono prudenziali, si mettono sempre dalla parte della ragione, si aumenta un po'. È anche vero che a volte ci sono dei desiderata e su questo non dovrebbe succedere, perché se ci sono i desiderata nei bilanci delle ASL vuol dire che la Regione viene espropriata del sacrosanto diritto di fare programmazione. Ma questo è un altro discorso.
Noi, oggi, votiamo una perdita di esercizio, cioè un consolidato di perdita delle Aziende Sanitarie, che somma a 161 milioni di perdita d'esercizio.
Quindi, nel 2018 le Aziende chiudono con 161 milioni di perdita. In merito al 2019 non conosciamo ancora con precisione il dato, ma i dati del primo trimestre sommati ai dati parziali del secondo trimestre (con gli Uffici abbiamo fatto dei calcoli con una probabilità statistica molto elevata superiore al 90) ci dicono che chiuderemo l'anno 2019 con una perdita d'esercizio superiore a 200 milioni di euro. Lo ripeto: 200 milioni di euro di perdita di esercizio delle ASL piemontesi nel 2019. Non sono 14: sono oltre 200.
Questo è il dato di fatto. Pertanto, se vogliamo ricordarci che la sanità costituisce circa l'80%, approssimativamente, del bilancio della Regione dire che i conti sono in ordine, perdonatemi, ma è un'altra sciocchezza.
Abbiamo un problema.
Come faremo quest'anno a ripianare, perché distinguiamo le perdite dal ripiano? Ripianeremo le perdite utilizzando i risparmi, utilizzando vecchie risorse una tantum, che non si ripeteranno e, mentre un mese fa pensavo che sarebbero bastate, oggi, alla luce delle proiezioni attendibilissime, dico che non bastano. Servono alcuni milioni in più, che cercheremo di trovare da qualche parte.
Questo è il dato che emerge. Per carità, non voglio attribuire delle colpe a nessuno, perché la complessità della sanità piemontese è tale, tutto quello che volete, però la previsione di 200 milioni di perdita c'è ed è effettiva. Noi la copriremo con tutti i risparmi che abbiamo e non basteranno.
Sottolineo ancora un dato: 200 milioni di perdita tengono già conto del nuovo riparto del Fondo Sanitario Nazionale, che è già in aumento rispetto al 2018, quindi qualcosa è aumentata.
Come ho spiegato in Commissione, abbiamo anche delle aspettative di spesa maggiori: i vari rinnovi di contratto, i farmaci innovativi, tutta una serie di spese che non sto qui a elencare, ma che - lo sottolineo Consigliere Grimaldi - dal 2020 ci fanno mettere un piede nel Piano di rientro, ci fanno avvicinare pericolosamente a quel commissariamento che tutti vorremmo evitare.
E allora, poiché il mio Capogruppo mi chiede di votare questo bilancio, lo voterò con grande fatica, davvero con grande fatica.
Ha detto bene il Consigliere Gallo: se vogliamo cambiare le politiche sanitarie, se vogliamo rendere al nostro territorio una sanità davvero migliore, davvero degna del terzo millennio, allora ci sono i conti alla base delle politiche. Io condivido pienamente questo principio.
Anche il discorso dell'integrazione dei privati di cui tanto si è discusso associato ai conti e alla politica mi porta a pensare una cosa un po' diversa: qui, in gioco, non c'è la figura che può fare il Piemonte se entra in Piano di rientro, non c'è in gioco soltanto l'offerta che possiamo dare.
Se non riusciamo a dare una sterzata, se non riusciamo a mantenere la barra dritta, c'è in gioco un valore molto più alto: la tutela dell'equità dell'offerta pubblica gratuita indifferenziata di servizi sanitari.
Non voglio vedere delle differenziazioni, delle assicurazioni; non voglio vedere che gli ultimi saranno penalizzati perché non potranno più accedere se non pagando, alle cure sanitarie. Qui, il bene pubblico in gioco è molto più alto, quindi davvero vi rinnovo l'invito, come ha già detto il collega Ravetti, che certi argomenti devono vederci tutti uniti. Sull'argomento del ripiano delle perdite della sanità, del controllo dei conti della sanità bisogna lavorare insieme e uniti. Solo per questo motivo oggi voterò questo bilancio, ma davvero faccio fatica a votare, perché, permettetemi e concludo, non ci lasciate dei conti in ordine. Sulla sanità i conti non sono affatto in ordine.
Grazie.



PRESIDENTE

Per fatto personale, ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti.
Può spiegare qual è il fatto personale?



RAVETTI Domenico

Rispetto all'affermazione dell'Assessore che ritiene che io e il collega Rossi abbiamo fatto delle dichiarazioni "terribili".
Guardi, Assessore, senza polemica, proprio in quest'anno compio cinquant'anni e, per quel che mi resta da vivere in politica, proverei a fare cose che interessano i piemontesi e non cose che interessano a me. E credo che ai piemontesi non interessi la polemica con lei. Però, mi ascolti: non so se lei legge i nostri comunicati stampa o se ha un ufficio stampa che legge per lei i comunicati e poi le telefonano. Se li legge lei non so cosa ci trova di terribile. Mi ascolti, però.
Questa mattina l'Assessore Icardi nella sua informativa ha precisato che il disavanzo finale, anche grazie all'uso di fondi extra - questo è il nostro comunicato stampa e non so quale comunicato stampa abbia letto lei sarebbe di 14 milioni. Non l'ho detto io, l'ha detto lei: "Anche grazie all'uso di fondi extra".
Sa qual è la precondizione per affrontare insieme i problemi del Piemonte? Il rispetto. Noi non abbiamo mancato di rispetto e non abbiamo fatto dichiarazioni terribili. Noi ci mettiamo a disposizione in Commissione per affrontare - così sto sul tema, Presidente - nel merito i problemi che ci sono e che meritano soluzioni, partendo dalle sue dichiarazioni, non da quello che ci siamo inventati noi. E guardi, le aggiungo - scusi il tono così tanto terribile - che la preoccupazione dell'Assessore è relativa al 2020 e al 2021 ed è una preoccupazione condivisibile. Insomma, noi condividiamo la sua preoccupazione e abbiamo ripetuto quello che lei ha detto in Commissione.
Guardi, qui trova una sponda per affrontare i problemi, noi non siamo interessati a fare opposizione a lei. Può trovare sponda, mettiamoci soltanto d'accordo, perché ha uno stile che è ottimo - lo ha già detto il collega Grimaldi - ma devo dire che ogni tanto dà dei giudizi nei suoi comunicati che mi lasciano perplesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi.
Anche lei per fatto personale?



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Solo perché l'Assessore mi ha citato e chi mi conosce sa che non amo la polemica fine a se stessa e mi viene anche da dire, Assessore, che mi spiace se lei pensa che abbiamo strumentalizzato quanto lei ha detto.
Il collega ha già letto il nostro comunicato, dove non c'è nulla né di offensivo né di strumentale. È chiaro che noi leggiamo le scarse cifre a nostra disposizione; lei ha delle cifre più precise che non abbiamo potuto vedere e credo che questo lei non possa negarlo, nel senso che abbiamo chiesto prima della Commissione - e lei, questo sì, lo posso dire, ma senza polemica, ha dato disponibilità a venire in Commissione, quindi glielo riconosco - il consuntivo dei primi due trimestri. Lei giustamente ci ha detto che il secondo trimestre non è disponibile, ma il primo ancora lo stiamo aspettando. Ci è arrivata una mail con la documentazione poche ore fa, ma c'è soltanto di nuovo il dato relativo al preventivo. Quindi, visto che lei ha dato disponibilità a fornirci i dati, ci aspettiamo che questi dati ci vengano forniti, cosicché anche noi siamo messi nella condizione di poter avere con lei un confronto alla pari.
Detto questo, è chiaro che noi interpretiamo diversamente i numeri che lei ci ha fornito - perché, ripeto, ce li ha forniti lei - ed è chiaro che vediamo anche il tesoretto da lei citato come il risultato di un'Amministrazione che è stata in grado di mettere da parte quei soldi. E chiediamo a lei - chiaramente non glielo chiediamo immediatamente, perch ci rendiamo conto che si è insediato da poco - come affronterà dal 2020 i problemi che è chiaro che ci sono nella gestione della sanità, altrimenti non avremmo vissuto gli anni precedenti.
Quindi, al netto che, come ha detto il collega, non c'è da parte nostra alcuna intenzione polemica fine a sé stessa, siamo persone responsabili e su questo troverà in noi delle persone che hanno piacere di collaborare.
È chiaro che noi siamo in una simmetria informativa rispetto a lei, perch i consuntivi noi non li abbiamo visti, ma abbiamo sentito quello che ci ha raccontato. Interpretiamo diversamente la situazione, perché per noi i risparmi effettuati sono un risultato dell'Amministrazione. Abbiamo chiesto a lei come intende affrontare le criticità, dove e come intende risparmiare. Ma non rifacciamo qui la Commissione, ma aggiungo soltanto che noi, come Commissione, dopo aver letto per due settimane sui giornali un dibattito sui conti, le abbiamo chiesto di presentarsi e lei si è presentato. Noi abbiamo i dati che avevamo. Se c'è una discrepanza nell'interpretazione, ci auguriamo che non siano questi i problemi di relazione, perché davvero abbiamo tanto lavoro da fare insieme e speriamo davvero di farlo in maniera collaborativa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Io non ho letto solo quei comunicati, c'erano altri titoli e altre cose.
RAVETTI Domenico (fuori microfono) Noi non siamo titolisti, non facciamo noi i titoli.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Non importa, sono basati sul vostro comunicato. Però va bene, ci mettiamo una pietra sopra; questa cosa mi ha amareggiato, ma non importa, chiusa la parentesi.
Il dato significativo da ricordare è che abbiamo un buco potente di oltre 200 milioni, sul quale dobbiamo tutti - mi auguro congiuntamente - lavorare per evitare quello spettro che vi assicuro mi preoccupa molto, che è il piano di rientro. Quindi, se troverò la vostra collaborazione, vi sar grato.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, si proceda con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Presidente, chiedo la votazione per appello nominale.
Volevo solo rassicurare i colleghi che non è per appello, ma semplicemente viene verbalizzato chi vota a favore e chi no.



PRESIDENTE

D'accordo, collega Grimaldi.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 3 Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Scusi se sono puntiglioso, ma lo faccio solo affinché ci capiamo: purtroppo l'Assessore Icardi adesso è uscito. Spero che non sia per la votazione nominale.
Ripeto, per i Consiglieri e per la Giunta, che non ci sono favori. Non ci state facendo un favore! Non funziona così in democrazia! Votare a favore di un rendiconto è un atto dovuto, certo. Ma se si pensa che il giudizio di parifica sia sbagliato e che ci siano dei non detti o delle cose che non sappiamo, allora io chiedo di sospendere la votazione.
Perché se sommo la dichiarazione dell'Assessore Icardi a questa vicenda, o al suo non possibile voto, per me è un problema.
È un problema, perché allora sono io che non sono nelle condizione di sapere di che cosa sta parlando l'Assessore alla sanità. Non c'è il pareggio di bilancio? Ci sono dei dubbi su questo rendiconto? Ma allora scusate, che cosa stiamo votando? Vorrei che venissero riportate a verbale quelle dichiarazioni, e vorrei capire se c'è un dubbio su questo, e se l'Assessore sa delle cose che noi non sappiamo. Perché se le sa, allora era bene dirle in Commissione ed era bene non fare questa scena degli ultimi minuti. Così come gli riconosco l'atteggiamento che ha avuto in Commissione, cerchiamo di non cambiare ogni due su tre le carte in tavola.
Il dubbio è sul primo trimestre 2019? Va bene. Come dicevano i colleghi, è un dubbio che è bene togliere dal campo, perché le preoccupazioni sono anche nostre.
Se, invece, qualcuno fa intuire in Aula che ci sono dei dubbi su quello che stiamo per votare, allora è un problema e vi chiedo di sospendere questa votazione. Oppure di far rientrare l'Assessore Icardi e di farlo votare così come tutta la Giunta, e capire qual è il punto, perché io sinceramente non l'ho capito.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lanzo; ne ha facoltà.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Saremo anche dei neofiti dell'Assemblea, ma non capisco davvero l'intervento in questa fase della votazione a cosa vuol portare. In questo momento non sapremmo neanche quale tipo di intervento possiamo fare.
Per carità, è una serie anche di giusti espedienti per ritornare a un dibattito che è già stato chiuso, però chiederemmo veramente di poter votare in assoluta serenità, con le richieste che sono state fatte giustamente senza il Regolamento per quanto riguarda l'appello nominale, ma che nulla cambiano in merito al voto; è semplicemente una previsione del Regolamento che noi incontriamo. Quindi andiamo pure avanti.
Se si potesse in qualche modo andare avanti senza questo tipo di interventi sarebbe meglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Icardi; ne ha facoltà.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Consigliere Grimaldi, in realtà non c'era nessun intento di dribblare la votazione, sono andato in bagno. La prossima volta le chiedo il permesso! Prima di andare in bagno mi rivolgerò a lei chiedendo il permesso!



PRESIDENTE

Collega Grimaldi, è già intervenuto.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ho capito, ma non è un dibattito a due.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 8 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato dall'Assessore Tronzano.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 2) presentato dall'Assessore Tronzano.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente, questi emendamenti consentono, dopo l'approvazione del bilancio del Consiglio, di approvare il conto consuntivo della Regione.
La sostanza degli emendamenti è soltanto poter approvare il rendiconto consuntivo della Regione dopo l'approvazione del bilancio del Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Tronzano.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva. (Il voto è esteso anche al nuovo articolo) (Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, così come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Chiedo ai Capigruppo di avvicinarsi al banco della Presidenza.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.32 riprende alle ore 16.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Comunico che sono stati depositati sei ordini del giorno a prima firma del Consigliere Grimaldi, relativi al tema del libero scambio.
Visto l'articolo 102 del Regolamento, che prevede che il Presidente possa disporre la discussione congiunta di più attivi d'indirizzo relativi a fatti o argomenti identici o strettamente connessi, ritengo di procedere prima alla trattazione dell'ordine del giorno n. 3, a firma del Consigliere Marrone, anche al fine di consentire all'Aula di comprendere l'orientamento della maggioranza. Successivamente, esaminiamo i rimanenti ordini del giorno.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 3, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.
Ricordo al collega che il tempo per l'illustrazione non può superare i dieci minuti.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Li ho richiamati.
Qual è l'oggetto del contendere? Sospendo brevemente la seduta.
Chiedo formalmente ai Capigruppo di recarsi presso la Presidenza.
Pensavo foste tutti presenti, invece di essere in giro.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.54 riprende alle ore 17.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Commercio ambulante

Esame ordine del giorno n. 3 presentato da Marrone, Bongioanni, Cane Cerutti, Dago, Demarchi, Fava, Gagliasso, Gavazza, Lanzo, Leone, Marin Mosca, Nicotra, Perugini, Preioni, Ruzzola, Stecco, Zambaia, inerente a "Stop Suk"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 3, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ricordo al Consigliere Marrone che il tempo per l'illustrazione non pu superare i dieci minuti.
Prego, collega Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Forse sarò anche più veloce, perché questa è una vicenda che dura in realtà già da troppi anni e riguarda quello che tutti conoscono come Suk, che qualcuno chiama "mercato del libero scambio", ovvero quella massa di degrado e delinquenza, con merce di dubbia origine quando non platealmente rubata, merce contraffatta, alimenti in stato di conservazione assolutamente inaccettabile, che ormai da anni controlla intere parti della città di Torino nel fine settimana. In particolare, l'area di Borgo Dora e più recentemente, dopo un po' di spostamenti, anche l'area di via Carcano dietro al cimitero monumentale.
Perché c'entra la Regione? Perché, in realtà, già la scorsa legislatura era intervenuta per normare con una legge regionale - perché questa è la nostra competenza - il commercio e proprio il commercio non professionale su area pubblica, per fissare quei paletti di legalità che impedissero il ripetersi ogni fine settimana di quello schifo che vediamo nelle aree che menzionavo prima, con enorme disagio per i cittadini residenti e con un gravissimo danno di immagine anche turistico della città, ma soprattutto anche con una profonda concorrenza sleale e grandi danni agli operatori commerciali. Per esempio, anche danni di parassitismo, potremmo definirlo, rispetto al vero Balon di qualità, anche dei non professionali però di commercio vero delle pulci e non invece quello che vediamo in questi Suk.
Peccato però che nel 2018 una delibera di Giunta che doveva essere ipoteticamente attuativa della legge che avevamo approvato in Consiglio regionale, con la Giunta Chiamparino invece va a creare una sorta di clausola salva Suk. Quindi, paradossalmente l'aggiunta della legge (Capo 5 bis) sul commercio che era la norma anti Suk, nella sua attuazione, la Giunta Chiamparino - che sono contento sia oggi in Aula - prevede una clausola, invece, salva Suk. La voglio richiamare, perché va sostanzialmente a dire che la normativa che il Consiglio regionale aveva approvato non si applica all'attività di vendita svolta nell'ambito dei progetti comunali finalizzati al contrasto alla povertà e all'esclusione sociale, che nella retorica progressista che abbiamo visto ripetersi nei cinque anni scorsi e a lungo anche in Comune di Torino, era proprio il cosiddetto "libero scambio".
Vorrei ricordare che, nell'attuale situazione, ci sono ormai mesi di tolleranza di questa attività, spesso patrocinata e gestita dalle frange più antagoniste dei centri sociali, che sta continuando ad andare avanti contro le ordinanze comunali - lo dico anche ai colleghi del Movimento 5 Stelle che su questo dovrebbero essere sensibili - nell'area di Borgo Dora.
Ma quello che ci preoccupa ugualmente, e per certi versi ancora di più, è l'area su via Carcano, dove invece l'Amministrazione comunale di Torino sembra puntare a una sua sanatoria e stabilizzazione, rinominandola con un nome molto fashion (Balù Green), che però non cambia la sostanza del degrado e andando a togliere, addirittura in un regolamento comunale, il criterio della residenzialità dei venditori, aprendo questa esperienza di degrado già fuori controllo potenzialmente a tutti i venditori abusivi del Nord Italia o, chissà, forse anche d'Europa, visto che non c'è più questo criterio.
Quest'ordine del giorno punta a due obiettivi fondamentali, è a costo zero e va incontro al mantenimento di un importante impegno elettorale che il centrodestra, con il suo Presidente Cirio e i vari candidati dei partiti Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, si erano assunti nei confronti degli elettori: ridare certezza di diritto e smetterla con la tolleranza di questo fenomeno. Io ci terrei a ricordare che, nell'area paradossalmente cosiddetta legalizzata, e quindi regolamentata, a ottobre 2017 avvenne un fatto di sangue davvero vergognoso, cioè un cittadino settimese che era lì curioso o forse compratore, per aver calpestato un angolo di un tappeto di un venditore - che, tra l'altro, non era registrato e quindi abusivo extracomunitario, non aveva il diritto, neanche da regolamento, a stare lì ricevette come risposta di questo gesto involontario una coltellata alla gola e morì.
Quello è un mercato che è sporco di sangue e noi, come Regione, dobbiamo tirare una riga e voltare pagina! Bisogna finirla con la tolleranza, con il buonismo, con il lassismo per cui si cerca di andare a dipingere, con una retorica del tutto svincolata dalla realtà, un'esperienza di assoluto degrado e di delinquenza organizzata, come se si trattasse di singoli poveretti che arrivano con il loro fagotto, quando invece c'è un'organizzazione puntuale che, dai giorni precedenti allo svolgimento del mercato, presidia (ovviamente abusivamente) il suolo pubblico, per garantirsi lo spazio di vendita. Quella è malavita organizzata e il fatto che vada a inserirsi nelle pieghe più basse della società non toglie il sospetto delinquenziale, il sospetto illecito e soprattutto il sospetto di profondo degrado.
Pertanto, quello che chiediamo è semplice: chiediamo di andare a tirare un colpo di spugna su quel pezzo di delibera di Giunta, che ho citato e che è indicato con maggiore precisione nel testo dell'ordine del giorno. Questo la Giunta Cirio lo può fare ancora prima dell'estate. Sappiamo che ci sono altre riunioni di Giunta convocate prima della pausa estiva, quindi lo pu fare sostanzialmente subito. E nel farlo potrebbe dare finalmente una certezza di diritto a tutti i protagonisti istituzionali in campo, alla Prefettura, alla Questura, al Comune di Torino, dicendo una volta per tutte che le regole devono essere rispettate da tutti.
Sapete qual è il paradosso? Che i veri mercati delle pulci sono costretti intanto a rispettare questa normativa regionale, che non era peraltro stata immaginata per loro, quando invece quelli che si voleva andare a colpire, o quantomeno a indirizzare sul rispetto delle regole, continuano bellamente e apertamente, in sfregio alle istituzioni e soprattutto ai cittadini, a portare avanti un commercio assolutamente illegale e fuori da ogni controllo.
Credo che questo sia un atto importante, che ci tengo a condividere, al di là dei problemi ancora logistici e informatici dell'uso della piattaforma non solo con i colleghi del mio Gruppo, ma anche con tutta la maggioranza di centrodestra. Ringrazio chi, come il Presidente Allasia e il Capogruppo di Forza Italia, Ruzzola, ha già aggiunto ancora prima, pur con difficoltà la sua firma. Spero che possa essere un fattore di coesione di tutto il centrodestra e lo dico anche per un messaggio e un segnale politico molto chiaro: questo è il bagno di realtà, il bagno di umiltà che un centrosinistra che continua a dire di voler fare autocritica e di capire le ragioni della propria sconfitta, poi sui temi di merito politico, a mio avviso - ma è un mio parere, assolutamente discutibile - persevera nel non capire che la cittadinanza, che andrebbe tutelata e che è stata profondamente delusa dal loro operato, è proprio quella di quei quartieri a cui viene imposto il degrado.
Rimango della convinzione che se questo Suk fosse stato messo in piazza Vittorio o in collina, di sicuro avremmo assistito a delle reazioni politiche, amministrative, mediatiche assolutamente diverse da queste.
Invece ci sono intere parti della città, che oggi siamo costretti a considerare periferia - e un tempo, anche a livello di accatastamenti edilizi, non erano così e non sono così considerati - che invece vengono regalati scientificamente al degrado, per una rappresentazione della realtà buonista, come se fosse (come dice il nome) un baratto tra poveri che si aiutano a vicenda ma che, in realtà, non esiste assolutamente. Lo dimostrano i sequestri, lo dimostrano le azioni di polizia e lo dimostra anche quell'omicidio efferato a cui facevo riferimento poc'anzi.
Capisco che, al netto del tentativo ostruzionistico, e lo voglio dire chiaramente, messo in campo da LEV, o come vi chiamate, io sono rimasto a LEU, a SEL, insomma dalla sinistra, e questo lo posso dire perché penso che sia un riferimento preciso, si sia sentita punta, perché era evidentemente un suo cavallo di battaglia, ma deve prendere atto che la maggioranza è cambiata e che quindi cambieranno, piaccia o no, anche le linee politiche di questo governo regionale. Questo è il nostro auspicio.
Sarebbe, e concludo, davvero un fatto positivo che questa votazione avvenisse proprio oggi, nello stesso giorno in cui si arriva allo sgombero del MOI, in modo che si dia un messaggio chiaro: mai più degrado nei quartieri. La Regione, con il suo contributo e per le sue competenze, è al fianco di quei cittadini, di quei commercianti e di quei residenti che sono stufi di essere presi in giro con continue teorie di riduzione del danno con continui giri di parole istituzionali che poi continuano a consegnarli ad un'immeritata esistenza di degrado.
Noi questo segnale forte lo vogliamo dare, auspicando che il centrodestra voti in modo compatto, e magari anche qualcuno del centrosinistra che ci ricordiamo essere intervenuto, a vari livelli istituzionali (comunali piuttosto che circoscrizionali) su questo tema con posizioni analoghe alle nostre. Speriamo che arrivi questo bel segnale e che dia quindi un indirizzo politico chiaro.
Potremmo dire nello stesso giorno di aver concluso l'esperienza terribile del MOI e di aver posto le basi per concludere prima ancora dell'estate andando anche al Tavolo della sicurezza. Questa è un'impegnativa destinata all'Assessore, contenuta all'interno dell'ordine del giorno, per porre fine, finalmente, una volta per tutte, con un divieto assoluto e senza compromessi, anche alla vergogna del Suk.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



PRESIDENTE

Dal settore riservato al pubblico non si applaude. Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito al testo proposto dal Capogruppo Marrone: era da un po' che non eravamo nella stessa aula, e il vizio di porre questioni piantando delle bandierine politiche senza però considerarne le conseguenze un po' gli è rimasto.
Perché dico questo? Io non voterò né contro né a favore, mi asterrò. Perch penso che questo atto, di fatto, strizzi l'occhiolino a chi vuole il Barattolo lontano da dove c'è il Balon, e, nello stesso tempo, dice "chiudiamo Via Carcano". Perfetto, bene.
Mi piacerebbe sapere - forse non è prassi, ma in Consiglio comunale di solito capitava - se l'Assessore, cioè quella sedia vuota, è d'accordo con questo atto.
Se lei, Consigliere Marrone, sostiene che l'Assessora Poggio è d'accordo pronti via entro 48 ore - a depennare quelle parole che, di fatto permettono questo tipo di attività, io sono contento, perché non stiamo prendendo in giro la gente che è venuta qui ad applaudirla (perché capisco anche che uno si possa portare un po' di persone che hanno vissuto con fatica la condizione di Canale dei Molassi). Lei sa che il sottoscritto per intere domeniche è stato in Via Carcano a vedere come veniva sviluppata questa iniziativa, e ha seguito l'attività.
Non vorrei solo che quegli applausi che ha preso rispetto all'Assessora Poggio trovino un muro. Questo è il primo dato, su cui mi piacerebbe avere dalla maggioranza o dalla Giunta un parere. Non so se si può dare, ma mi piacerebbe che qualcuno si prendesse la responsabilità di dire: "Sì, l'atto del Presidente Marrone entro 48 ore diventa applicativo", perché questo è il tema. Se no.



(Commenti del Consigliere Marrone)



MAGLIANO Silvio

Io non l'ho interrotta, collega.



(Commenti del Consigliere Marrone)



MAGLIANO Silvio

È chiaro, che se lei.
Però non dovremmo interloquire tra noi, come ben sa.
Se uno dice che questo è un punto programmatico e chiede all'Assessore di fare questa modifica, io con onestà intellettuale vorrei sapere se l'Assessore è d'accordo, se il Presidente Cirio è d'accordo, se la maggioranza pure, e penso di sì, altrimenti non avrebbe presentato questo atto. Ma, soprattutto, vorrei sapere se poi la Giunta lo farà - perché è un atto di Giunta - onde evitare di aver preso quattro o cinque applausi e trovarci ancora qui, tra sei mesi, perché l'atto non è stato modificato.
Perché questo è tipico di chi, giustamente, fa delle battaglie per dire: "Avete visto che Fratelli d'Italia su questo non si è fatta piegare a un atteggiamento diverso".
Lei mi conosce, per cui mi fa piacere sapere se poi questa cosa la faremo o meno. Quindi mi piacerebbe capire, poi, se l'Assessore su questo ha pronto l'atto che modifica il testo e - terzo punto - vorrei capire qual è poi la soluzione che l'Assessore Ricca darà in sostegno al Comune di Torino, per capire cosa faremo il giorno dopo in cui quell'atto verrà votato dalla Giunta (quindi verrà stralciato): quei 1.000 o 1.500 soggetti a quel punto non andranno più in Canale dei Molassi? Oggi ci vanno in modo completamente abusivo, perché l'Amministrazione comunale non è in grado di gestire la partita e sono settimane e settimane che siamo tornati al pre-Curti addirittura, perché questi fanno quello che vogliono, con "antagonisti" che gli dicono cosa fare o che decidono insieme a loro cosa fare. Ma anche Via Carcano salta. Quindi saranno completamente liberi di andare dove vogliono.
Allora, il mio dubbio è il seguente: l'Assessore Ricca a quel punto insieme al Comandante dei Vigili di Torino, insieme a chi deve garantire la sicurezza della Città, ha già pronto un piano? Perché abbiamo bisogno di un piano, com'è accaduto oggi per l'ex Moi. Cioè c'è stato un piano per cui tali soggetti sono stati ricollocati. Quindi sappiamo che una parte è andata nella Circoscrizione 2 e una parte è stata accolta da enti ecclesiastici. Questi dove finiranno? O diciamo solo ed esclusivamente che quelle due realtà sono finite - anzi, quell'una e mezza - e poi chi si è visto si è visto? Perché, a quel punto, rischiamo che questi dicano: "Sapete che c'è? Rimaniamo dove siamo, finiamo tutti al Cortile del Maglio o andiamo da un'altra parte".
Come la governiamo dopo? Perché, poi, governare è complesso. E oggi che tocca a voi farlo, è necessario sapere quali sono gli step. Qui chiediamo all'Assessore di stralciare un punto - benissimo, su questo sono assolutamente d'accordo - e di discutere al Tavolo provinciale della sicurezza, perché questo è anche un problema di sicurezza. Ma poi? Cosa farà poi l'Assessora Poggio? Cosa farà l'Assessore Ricca? Che risposte diamo a chi oggi è venuto qui e si aspetta che questa roba sia fatta velocemente? Per l'esperienza che ho maturato in Consiglio comunale ho sempre detto questo alla maggioranza: se è un elemento di risposta al tema della povertà, tutte le Circoscrizioni - perché questo è un problema solo torinese, non ci sono altre realtà che gestiscono questa partita dovrebbero fare la loro. Invece è capitato che, tranne per un brevissimo periodo, solo la Circoscrizione 7 del Comune di Torino si è dovuta accollare la responsabilità di avere sul suo territorio questo tipo di esperienza. Questo è il primo dato.
Poi concordo con lei. Però su questo c'è un tema di discussione tra il Presidente Cirio, l'Assessore di riferimento, la Sindaca Appendino e chi dovrà occuparsi di questo nella Giunta pentastellata, che peraltro non se ne sta occupando, perché il nuovo regolamento è peggio del precedente.
Ho sempre sostenuto che fenomeni di questo tipo dovrebbero essere gestiti se vogliamo gestirli nella legalità - dal Comune direttamente, così non avremmo più organizzatori che fanno o che non fanno il loro, non avremmo organizzatori che registrano o che non registrano i presenti.
Io, poi, a differenza sua, Presidente Marrone, non userò l'omicidio accaduto in Via Carcano, perché, evidentemente, è un modo un po' strumentale di parlare della vita di un uomo che purtroppo è morto. Non è mia consuetudine utilizzare questo tipo di fatti. C'è il cordoglio per la famiglia, ma gli assassini li troviamo ovunque, come abbiamo visto dalle ultime cronache romane, non per forza sempre e solo in Via Carcano.
Tra l'altro è capitato in Via Carcano e non in Canale dei Molassi, che ha una storia ben più lunga e ben più caotica! Ma mi avvio alla conclusione.
C'è un altro tema che dovremo affrontare: questo tipo di esperimento sta nel combinato disposto della legge che è stata approvata la scorsa consiliatura, legata al tema dei mercatini delle pulci. Pian piano, tutti i mercatini delle pulci iniziano a svuotarsi e a finire in esperienze come queste. Mi spiegate perché, da questo punto di vista, io devo mettermi in regola, bollare 18 volte e magari lo riesco a fare con qualche altro parente che nella mia cerchia familiare si occupa di questo e poi, per non ho la possibilità di farlo perché mi costa troppo? A quel punto vado lì, perché diventa tutto libero scambio, sapendo che libero scambio non è.
Perché l'abbiamo sempre chiamato "baratto" ma baratto non è.
Da questo punto di vista, non voterò a favore. Uso questo momento per chiedere alla Giunta di ripensare anche al sistema di queste tipologie di mercatini tematici, perché stanno di fatto morendo lentamente. Dovremo anche discutere di chi fa timbrare e di chi non fa timbrare, perché noi oggi abbiamo le feste patronali che vengono di fatto abbandonate dagli operatori del settore perché oltre alle 18 volte non si può fare (su questo apro una parentesi). Ma cosa capita? Perché lo dico? Perché la fascia medio bassa di questi soggetti cosa dice? Dice: "Perché devo rispettare quel tipo di regolamento? Me ne vado dritto dritto nel percorso legato al Barattolo" che adesso diventa Balù Green (perché, poi, quando una cosa non funziona gli si cambia nome e si pensa che funzioni di colpo, per magia).
Da questo punto di vista, sono assolutamente preoccupato del fatto che da questo atto non vedo una via d'uscita. Non voterò contro perché ho vissuto negli ultimi tre anni il tema del "Barattolo" con l'Amministrazione Appendino, ma già prima in Consiglio comunale, nella precedente consiliatura, mi occupavo di capire con Ilda Curdi perché aveva pensato una cosa del genere. In questa fase la mia astensione è perché sono oggettivamente preoccupato rispetto al dopo.
Oggi il Presidente Marrone piazza una bandierina: benissimo. Non so se l'Assessora Poggio lo farà o meno, ma questo invece dovrebbe interessare i cittadini che battevano le mani, cioè se quella Giunta vuole fare quello che chiede questa maggioranza.
Che cosa faremo il giorno in cui verrà applicato? L'Assessore Ricca come gestirà queste centinaia di persone? Dove si riverseranno? Mica nelle attività commerciali che oggi sono lontane da questo? Questo mi preoccupa. Tutto qui. Sul MOI oggi sappiamo che quelle persone questa notte dormiranno in certi luoghi. Oggi, approvando questo atto, non sappiamo dove andranno a vendere la loro mercanzia, che - sì, Presidente Marrone - a volte è rubata, infatti è stata più volte sequestrata dai Vigili del Comune di Torino; Vigili spesso lasciati da soli, in due o tre persone anziché in dieci, 15 o 20 a contrastare un fenomeno che oggettivamente non era controllabile.
Detto questo, mi auguro che qualcuno della Giunta possa intervenire per nome e per conto dell'Assessora Poggio, per nome e per conto dell'Assessore Ricca, e che ci dica anche quali sono i tempi di applicazione di questo ordine del giorno, nel caso venga approvato, così evitiamo di prenderci un altro bel titolo "chiuso il MOI", "chiuso il Barattolo". Il Barattolo chiuso non è, perché lo sarà solo nel momento in cui la Giunta farà quella modifica. Oggi, è soltanto un'intenzione.
Se vogliamo fare politica seriamente, che la Giunta intervenga e ci dica cosa pensa di fare su questo. Se la Giunta sarà d'accordo a modificarlo bene; allora, poi ci dica Ricca cosa faremo da questo punto di vista per la gestione di un fenomeno, che è sociale, che purtroppo in alcuni casi è diventato anche politico, ma nello stesso tempo diventa anche un fatto economico, perché quella presenza inizia a danneggiare chi, invece, i mercatini delle pulci li fa con passione e con utilità rispetto a una propria condizione di vita.



PRESIDENTE

Grazie, collega Magliano.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Il Gruppo della Lega intende firmare questa mozione, perché, figurarsi quando si parla di regole e decoro la Lega è in prima fila.
A Torino, e io lo vedo da esterno, arrivando ce n'è poco di decoro. Trovo troppo degrado e lo dice uno che arriva dal VCO, che è un territorio splendido, quindi non sono abituato e non voglio abituarmi al poco decoro.
Penso che una materia del genere vada regolamentata e penso che, in alcuni casi, si possa anche configurare in un una concorrenza sleale, perché i nostri commercianti purtroppo sono vessati da un sacco di tasse e mi auguro che si possa invertire la tendenza al più presto.
La nostra linea è, senza buttarla in politica, ma lo è, quella di oggi della chiusura del MOI, della chiusura e della regolamentazione di casi come questi. La linea è questa, insomma.
L'ultima cosa un pochettino scherzosa, ma un pochettino, magari brutale: è naturale che cose del genere richiedono delle regolamentazioni, perché se io faccio il mercato delle pulci, svuoto la mia cantina troverò una bicicletta, due biciclette. Se io invece tutti i mesi ho 20 biciclette da vendere, c'è qualcosa che non va. Perché o ho svuotato la cantina di tutti i miei amici e parenti o c'è qualcosa che non va e, purtroppo, in effetti di questi casi.
Adesso io l'ho buttata in una battuta, ma queste cose succedono, purtroppo esistono.
Quindi, la Lega al fianco del Consigliere Marrone, che ha proposto questa mozione, che non ci può che vedere ampiamente convinti nel votare favorevolmente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Preioni.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Purtroppo non c'è il Presidente Cirio, non c'è il Vicepresidente Carosso non c'è l'Assessora Poggio, non c'è l'Assessore Ricca, che ha annunciato per primo questa cosa e, quindi, oggi il suo amico e collega Marrone prova ad anticiparlo.
Guardate, delle contese del centrodestra poco m'importa, però mi rivolgo a voi e ai Capigruppo della Lega e di Forza Italia.
Il Consigliere Marrone ha detto una cosa molto grave in Conferenza dei Capigruppo: "Bisogna far vedere al Consigliere Grimaldi che nessuno possa impedire l'attività di una maggioranza".
Consigliere Marrone, capisco che lei voglia lo scalpo della mia attività come primo atto, per far vedere quanto voi siete forti, però le faccio notare due cose. La prima: nessuno ha mai pensato di fermare la vostra possibilità di esprimervi, perché prima o dopo avverrà, o no? Qualcuno pensa che la mia attività possa fermare l'indirizzo di una maggioranza che vuole cambiare le cose? La seconda. Le faccio notare che voi avreste una Giunta che può fare, come diceva il Consigliere Magliano, quello che lei prova a intestarsi. Ci pu stare anche questo: è nelle sue possibilità. Nelle mie possibilità, c'è quella di scrivere. Ho scritto tutto il weekend queste sei diversi ordini del giorno. Ed essendo sei diversi ordini del giorno ho chiesto al Presidente di poterli attrarre e discuterli al punto 5) all'o.d.g.
Se guarderete nei vostri PC, gli atti sono tutti al punto 5) e, come si è sempre fatto, queste discussioni si sono sempre svolte unitamente. Per la prima volta il Presidente si è preso il compito d'inventarsi un punto che non esiste per utilizzare il comma 3 come vuole lui! Cioè attrarlo, farci stare zitti, non votare stamattina per l'attrazione, né chiedermi quello che c'è scritto, successivamente, cioè che qualora io fossi stato d'accordo potevamo accorparli. Peggio! Mi propone davanti ai Capigruppo di poter attrarre, anzi unificarli, i sei ordini del giorno. Io chiedo: perch Presidente? Li ha attratti tutti e sei! E dice che si era accorto dopo che sono simili. Allora, rispondo: Presidente, ci sto, mi lasci almeno il tempo di rimetterli insieme.
Insomma, non vorrei fare ostruzionismo a me stesso, perché ho ancora otto minuti e voglio usarli per parlare nel merito. Ma lei si è macchiato, a differenza di quello che ha detto il Presidente Cirio e, giustamente, i Consiglieri di Forza Italia e Lega, di una cosa che lei ha detto non avrebbe mai fatto, cioè violare i nostri diritti! Anzi, peggio! Prenderci in giro e fare quello che lei ha fatto oggi! Per me, non importa, perché importante è ribadire il merito di questa vicenda, perché Marrone fa finta di ricordare solo per parti questa vicenda. Intanto, parla del Balon come se fosse una cosa sola, non ricordandosi che, proprio perché è una cosa sola, nascono prima i mercati delle pulci e degli stracci che gli antiquari. Questo tipo di attività è fatta della povera gente e già dall'Ottocento in poi erano italianissimi erano italianissimi i torinesi, poi erano italianissimi i contadini e poi erano italianissimi, qualche anno dopo, quando venivano dal Sud, erano italianissimi spesso i più poveri! Qualcuno pensa davvero che sia meglio che questo tipo di mercato, che per tantissimi anni è stato abusivo e che è abusivo in gran parte del Paese ritorni a com'era prima del 2001, quando la Giunta Chiamparino - sì, la Giunta Chiamparino e l'Assessora Curti, e io credo che il Partito Democratico possa essere solo orgoglioso di quella storia - ha fatto una cosa straordinaria: invece, di dichiarare e mischiare il degrado con la povertà, ha semplicemente pensato che fosse meglio regolamentarla, darle dei diritti e dei doveri e far sì di non confondere il commercio con quello che è il libero scambio. Attenzione, guardate che la vendita di 20 biciclette in settimane e settimane al Balon non è regolamentato dal libero scambio.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Ah, avete ragione! E infatti lo fa abusivamente in vie anche diverse da Via Carcano, anche diverse da Canale Molassi! E nessuno dice niente.
La contraffazione. Troppo facile così: secondo voi, non esiste l'infiltrazione della criminalità organizzata nei grandi mercati generali? Non esiste merce contraffatta a Porta Palazzo? Siete sicuri? E siete così sicuri che le cose di cui parlava il Consigliere Marrone si svolgano lì dove lui ha detto? Io non credo.
Inoltre, vi dico: il primo tentativo - secondo me, sciocco, sciocco dell'Amministrazione è sradicare una funzione che è sempre stata lì, da oltre cento anni, in luoghi lontano dagli occhi, perché? Perché dove c'è entropia e c'è umanità di solito succedono anche meno fatti di insicurezza.
Infatti, vorrei chiedere ai Consiglieri che tanto parlano di insicurezza: ditemi, visto che c'è stato un rapporto chiaro delle forze dell'ordine, se sono aumentati i misfatti nell'area di Canale Molassi fino al provvedimento dell'Amministrazione comunale dello scorso anno? Erano aumentati? Non credo, non credo. Andate a guardare i dati statistici.
Il problema non è solo di sicurezza, come ho scritto in una delle mozioni: è un problema, per esempio, di riuso. Sapete da dove proviene la gran parte degli oggetti che sono lì esposti? Andate un po' a guardarli: spesso sono esposte cose da 50 centesimi, da un euro, scarpe usate; sono perlopiù il prodotto, anzi, l'effetto del nostro modello consumistico. Sono i nostri scarti. Pensate che c'è così tanta povera gente che dai nostri scarti una volta a settimana ci campa e ci vive. Una volta a settimana riesce degnamente e dignitosamente, ad avere quei pochi soldi per arrivare a comprarsi qualcosa, magari da mangiare, lo stesso giorno alla fine dello stesso mercato, utilizzando anche parte di quegli ortaggi invenduti.
Pensate che crimine, che schifo 'sta povera gente! Puzzano, sono sporchi vendono cose usate che noi scartiamo. Ah, siamo qui, siamo arrivati a questo punto? Sì, siamo arrivati a questo punto, tanto da strumentalizzare un fatto di cronaca avvenuto in un ambiente diverso dal Balon, per dire che quella vicenda, non solo va spostata lontano dagli occhi e dal cuore di Marrone, ma proprio abolita per legge. Già, ci mancava quello che l'aveva abolita per legge la povertà, adesso aboliamo propri i poveri. Basta, mi fanno schifo, puzzano! Consigliere Rossi, aboliamoli, corriamo ad abolirli! Proviamoci, visto che il Consigliere Marrone pensa di farlo con un ordine del giorno.
Lo dico sommessamente: sapete perché oggi le organizzazioni criminali e certi ambienti - e adesso vi dirò una notizia - ci sguazzano al Balon? Perché abbiamo spezzato la legalità. Abbiamo delegittimato un'associazione che ha vinto un bando ancora qualche mese fa rispettando una legge regionale e abbiamo spezzato quel filo. È chiaro che oggi ritornano gli abusivismi; è chiaro che oggi ci sono ancora più tentativi, prima della criminalità organizzata, di rifare quello che, bellamente, si faceva prima del 2001. E guardate che ci hanno fatto i complimenti da tutta Italia negli anni successivi, per aver regolamentato una situazione difficilissima.
Termino con l'ultimo minuto a mia disposizione.
Voglio proprio capire cosa volete fare. Pensate davvero che quelle regole possano valere nel commercio generale? Pensate davvero che la povera gente si fermi davanti a un'imposizione, quella di dire che loro non possono più vendere la loro merce usata per vivere dignitosamente del loro lavoro? Io credo che non solo vi state sbagliando, ma state generando esattamente quella bolla di legalità per cui fra qualche settimana vi farete belli.
E allora, rispettando i tempi (mi mancano ancora 17 secondi prima di togliermi la parola), attenzione, Presidente, perché non rispettando i nostri diritti, state violando anche i vostri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Tanto penso che mi interromperanno alle 18.
Guardi, per un po' di anni, uno aspetta questo momento per poter rispondere come ci siamo sentiti rispondere tantissime volte quando erano in maggioranza, ma poi, quando arriva il momento, ti scopri impreparato. La risposta è: "Caspita, siete voi la maggioranza, fatelo".
Che bisogno c'è di fare un ordine del giorno, se tanto la Giunta è la vostra, la maggioranza del Consiglio è la vostra? Le direi di più: c'è qualche motivo, qualche problema per cui in questi due mesi la Giunta è stata inadempiente su questo punto? C'è forse una crisi, una frattura di cui noi non conosciamo il contenuto, l'origine e le modalità tra maggioranza e Giunta su questo punto? Effettivamente si tratta di una semplicissima delibera di Giunta e, se ho inteso bene la proposta contenuta nell'ordine del giorno, soltanto dell'abrogazione di una parte di un regolamento già esistente.
Il mio invito, quindi, è innanzitutto di metodo: perché dobbiamo arrivare tra l'altro proprio oggi, guarda caso in concomitanza con un'altra notizia che ci vede di nuovo a discutere su questioni legate alla sicurezza della Città di Torino, a discutere di un qualcosa che poteva già essere stato fatto? Probabilmente mi viene da pensare che stiamo cercando l'occasione di una piccola vetrina, perché è chiaro che una delibera di Giunta passa probabilmente più in cavalleria, meno sotto i riflettori, oppure - e questo è anche probabile - effettivamente non è così facile fare quello di cui stiamo parlando? Le preoccupazioni che esprimeva il Consigliere Magliano sono evidentemente fondatissime: una volta che noi dovessimo mettere fuorilegge e lasciamo quello che sta capitando a Torino con il cosiddetto Barattolo, Suk o chiamatelo come volete (poi proviamo ad entrare nel merito se ci sarà del tempo), il giorno dopo che cosa accadrebbe? Io giro per Torino e il problema non è soltanto lì. Tutti i nostri mercati soprattutto il sabato pomeriggio quando gli altri banchi cominciano ad andarsene o le giornate non sono così ottimali, sono pieni di gente. Corso Racconigi, senza andare nelle periferie più estreme della nostra città, è sempre così.
Pensiamo forse che togliendo queste poche righe dal regolamento regionale improvvisamente i poveri spariranno e le persone che hanno trovato in questa attività un modo più o meno gradevole o piacevole, legato al decoro o a quello che volete voi, di sbarcare i lunari in una condizione difficile, possano trovare soddisfazione altrimenti? Di questi noi dobbiamo farci carico e a queste persone noi dobbiamo dare una risposta, cercando di farle uscire da quel sistema di illegalità a cui è molto più facile pensare di costringerle.
È chiaro che se noi eliminiamo questa possibilità del regolamento regionale e se impediamo alle Amministrazioni comunali di provare a regolare un fenomeno in maniera più o meno ordinata, per quanto possibile immediatamente favoriremo soltanto l'emersione di fenomeni di illegalità e di governo di questi fenomeni da parte della malavita, dell'anarchismo o di quello che volete voi. Insomma, non facciamo altro che spingere nella vera illegalità.
Tuttavia, vorrei anche fare un passo indietro, non solo perché abbiamo provato a regolamentare quel fenomeno nella passata consiliatura del Comune di Torino, ma tutti tendiamo a dimenticare (e anche oggi non è emerso) che ad un certo punto si era raggiunto un positivo accordo fra Circoscrizione 6, il Comune e l'associazione per spostare quel mercato, accordo che è stato dimenticato immediatamente dalla nuova Amministrazione torinese (c'era ancora la Presidente Conticelli).
Immediatamente dopo viene fuori questa ipotesi di Via Carcano, che per evidentemente non corrispondeva alle aspettative, tanto dagli operatori quanto dai clienti. È evidente che chi gioca il proprio fine settimana o la propria domenica sul filo dei pochi euro che può come guadagnare con quel tipo di attività, non si presta ad andare in una situazione in cui manca la clientela, mancano gli utenti, i servizi igienici, gli allacciamenti della luce e i trasporti con l'autobus.
È evidentemente una situazione in cui non si può tenere quel tipo di attività, al di là del fatto che, come per tutti i mercati, c'è un avviamento, una tradizione e un'abitudine della gente a recarsi in quelle località.
Personalmente penso, guardando a questi anni, che sia stato decisamente sbagliato sia abbandonare la positiva interlocuzione definita con la Circoscrizione 6, ancora fino al 2016, sia il tentativo non positivamente sostenuto da parte della Circoscrizione 7 di dare una positiva sistemazione al mercato.
Penso sia quanto meno puerile pensare davvero che abolire la possibilità di mercatini di libero scambio come questo possa eliminare un problema che ormai non è più soltanto lì a Torino, o nella Città di Torino, ma interessa diverse altre sedi mercatali della città.
Se questa maggioranza aveva questo interesse e questa volontà, avrebbero già potuto soddisfarla con più efficacia diverse settimane fa.
Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello

Dato che il collega Grimaldi ovviamente scalpita sui suoi intenti ostruzionistici, io chiedo, visto che la discussione è iniziata prima delle 18, di concluderla e di andare a votazione dell'atto di cui è iniziata la discussione.



PRESIDENTE

Qualcun altro è intenzionato a parlare? Sull'ordine dei lavori; prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Lei avrà fatto un'imprecisione, mi diceva, Presidente, nel concedermi l'attrazione, ma allora si tratta del punto 5) all'o.d.g. Non penserà veramente di fare esattamente quello che io le ho detto che lei non si sarebbe mai azzardato di fare: aprire un punto, violare un'altra regola che fra noi è sempre stata chiara, ovvero che si chiuda a una certa ora. Ma fa di più: decide non solo di non applicare questa regola e di andare oltre ma di svolgere parzialmente un punto del punto 5)? Questo intende fare? Le chiedo, Presidente, visto quanto già non ha funzionato, di fermarci qui di rispettare le regole fra noi; è bene che, di fatto, non si alzino altre mani della minoranza per chiedere di intervenire - cosa possibilissima per stare qua tutta la serata.
Io non credo che sia questo l'oggetto di discussione. Ne parleremo presto in Conferenza di Capigruppo, e credo che sia la cosa migliore rimandare a domani.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Brevissimamente, Presidente, rispetto al metodo.
Ho apprezzato il modo in cui ha cercato di garantire l'equilibrio, e l'unica cosa su cui non sono d'accordo con il Presidente Grimaldi è cercare di garantire la democrazia e il modo in cui si è svolto il dibattito in Aula su degli elementi delicati.
Però, oggettivamente, nel mandato precedente, se la convocazione terminava a una certa ora, a meno che tutta l'Aula non fosse d'accordo, si terminava all'ora convenuta, senza prolungamenti ad personam con metà dell'Aula in disaccordo.
Dopodiché, le rendo merito di aver cercato in tutti i modi di garantire un dibattito equilibrato nel corso del pomeriggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Anche noi del Gruppo del Partito Democratico abbiamo apprezzato lo sforzo che lei ha prodotto in queste ore, per tentare di condurre una fase complicata. Ha trovato una soluzione - lo ammettiamo - di un certo equilibrio, ma noi le chiediamo però, con altrettanto equilibrio, di terminare qui la discussione. Quando lo decideremo alla Conferenza dei Capigruppo riprenderemo l'attività del Consiglio regionale, magari anche prima della pausa agostana, ripartendo dall'ordine del giorno a prima firma Marrone.
Io la vedo in difficoltà, su questo tema, su una questione - mi permetto di farglielo notare in quanto Presidente, non in quanto Consigliere regionale ma lei è uno dei firmatari di questo documento. Diciamo che, data la discussione, non è tanto il Consigliere Allasia, quanto il Presidente del Consiglio regionale che rischia di perdere il carattere di terzietà in questa discussione. Quindi, dato che noi, come lei ha potuto notare, non abbiamo avuto problemi a sentirci garantiti dalla sua azione sino ad ora preghiamo - ribadisco - con altrettanto equilibrio di concludere così la discussione.
Per quanto ci riguarda, riteniamo fondamentale ed estremamente importante su questo punto, l'analisi degli Assessori Ricca e Poggio. Mi rivolgo ancora una volta - non se ne abbia a male, mi limiterò a poche volte - al collega Riva Vercellotti: ha visto cosa è successo? Il primo ordine del giorno della maggioranza riguarda Torino; tema davvero importantissimo, me ne rendo conto, ma il commercio, il libero scambio, i mercatini, eccetera eccetera, sono questioni che riguardano tutto il Piemonte. E noi avremmo rispetto ad altri piemontesi, che non sono di serie D, la necessità di aprire una discussione che tenga in considerazione il tutto.
Per questo non giungo a conclusioni, Presidente. Non entro nel merito del punto all'o.d.g.: continuiamo bene, così come abbiamo iniziato, oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Io, da ragazzo di montagna, da Sindaco di montagna mi riprometto di non diventare come voi; e di non diventare - me lo riprometto - un esperto mondiale di regolamenti, di "virgoline" di puntini, di articoli, di comma.
Me lo devo ripromettere: il Palazzo ti porta essere così, ma io pregherò la notte per non diventarlo. Peraltro, ci pagano anche lautamente rispetto alla crisi che c'è in giro: proseguire dieci minuti per arrivare al termine di questa discussione e votare, mi sembra sia una cosa normalissima. Le altre, mi sembrano discussioni estemporanee, difficili.
Capisco l'allontanamento della gente dalla politica: perdiamo minuti, ore a parlare di queste cose qua. La democrazia io la intendo un pochettino in maniera più concreta; oggi ci avete preso per sfinimento, ci avete veramente appesantito con le parole. Mi riprometto durante le vacanze estive di leggermi e rileggermi il Regolamento, per arrivare un pochettino più preparato, nel concreto. Mi sembra che già dall'inizio di questo Consiglio la maggioranza sia stata ampiamente condivisiva, però non esageriamo: capiamo i passaggi che si fanno nei vostri confronti, però non creiamo questioni su ogni parola, su ogni cosa, su ogni punto, su ogni discussione. Il Presidente ha convocato l'Ufficio di Presidenza e una Conferenza dei Capigruppo; poi, però, si decida, si segua una linea e si vada fino in fondo.
Mi auguro che si possa votare; se ci sarà da votare per poter votare, noi voteremo a favore del poter votare. Però, facciamo le persone normali e torniamo alla realtà.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



PRESIDENTE

Evitiamo, evitiamo; prego.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Sull'ordine dei lavori, vorrei esprimere la posizione del Movimento 5 Stelle.
Se si definisce un orario di seduta lo si rispetta; questa è una regola che è sempre stata rispettata, in tutte le sedute, non solo della legislatura appena terminata, ma anche in quella precedente, che io ricordi, non ci sono mai state deroghe.
Questo non significa che non abbiamo voglia di lavorare, come so che penseranno subito o vorranno far pensare; noi siamo disponibili a lavorare tant'è che avevamo chiesto di convocare il Consiglio anche domani e dopodomani, per avere il tempo di poter discutere tutti gli atti di indirizzo.
È una questione di regole.
E, come ho detto anche durante la seduta d'insediamento - se vi ricordate le regole servono a tutelare soprattutto le minoranze; e le minoranze non sono qui per subire, sono qui per lavorare in modo serio e rispettoso del Regolamento del Consiglio regionale.
Già stamattina non abbiamo proprio dato uno spettacolo edificante a chi fosse collegato online, visto che il Consiglio viene trasmesso anche in diretta. Abbiamo visto numerosi strappi al Regolamento, anche nel susseguirsi di più interventi immotivati e ripetuti anche dopo un primo intervento. Posso capire che all'inizio non sia così facile gestire l'Aula ma cerchiamo di aiutarci tutti e cerchiamo di far lavorare questo Consiglio in modo serio e ordinato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello

Intervengo sull'ordine dei lavori per ripetere in questa sede, a verbale quanto ho già detto in Conferenza dei Capigruppo: se si decide di dare seguito a un atteggiamento chiaramente ostruzionistico, sin dall'inizio del collega Grimaldi, cui si è accodato tutto il centrosinistra, come già faceva nella scorsa legislatura - il loro tentativo è più che legittimo, lo facevo anch'io, con meno seguito la scorsa legislatura - il punto è come può reagire una maggioranza.
Guardate, qui si può anche dire, a queste persone che sono venute a sentire e alle tante che non sono potute venire a sentire ma sono interessate da questo problema, che si doveva per forza andare tutti a casa alle 18 e che quindi si rimandava - perché questa è la conseguenza ovvia - a settembre, e che, di conseguenza, per due mesi rimarrà questa situazione problematica perché quest'Aula evidentemente se ne frega delle loro esigenze, E questo è quello che si dice nel merito.
Io, nel metodo, a livello politico, mi limito a riflettere che se, davvero adesso interrompiamo i lavori e non concludiamo questa discussione già iniziata prima, con la conclusione degli interventi e la votazione, di fatto il primo e unico - mi sento di dire - atto di indirizzo calendarizzato regolarmente da Capigruppo in questo ordine dei lavori di questo Consiglio, viene impantanato dall'ostruzionismo della minoranza; di una minoranza che vuole, evidentemente senza arrendersi al fatto di aver perso, impedire che ci sia invece un cambio di linea politica su tanti temi, coerentemente con gli impegni elettorali che non solo Fratelli d'Italia, ma tutto il centrodestra, si era preso.
Poi, per carità, avendoci loro più volte accusato di condurre una crociata contro i poveri, forse mi sono perso qualcosa: i poveri sono tutti residenti in Crocetta e in collina. Evidentemente - sono le uniche aree che li votano ancora - mi devo essere perso dei dettagli; però, al di là di questo, io mi limito a dire ai colleghi di maggioranza che, al di là del merito politico su cui comunque richiamo l'attenzione di tutti, il punto è che il messaggio che verrebbe lanciato è che questa maggioranza ha ceduto nel primo Consiglio, all'ostruzionismo della minoranza al di là di un provvedimento legislativo assolutamente pro forma, con voto unanime) sull'unico atto di indirizzo politico che aveva messo in votazione, che quest'estate, questa stagione consiliare estiva si concluderebbe così.
Io voglio sperare sinceramente che non sia questo l'epilogo di questa giornata. Per questo faccio appello ai colleghi della Lega e ai colleghi di Forza Italia. Mi ricordo che, in passato, si è andati ben spesso e volentieri, quando era stato iniziato un punto in discussione, oltre, e che queste decisioni sono state imposte a maggioranza. Ripeto, sono state imposte a maggioranza.



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio Raffaello

Diciamo che in tanti ce lo ricordavamo; almeno, chi c'era se lo ricorda.
Voi forse fingete di non ricordarvelo, ma io lo ricordo benissimo, perch in passato mi sono opposto, e mi è stato detto che, a maggioranza addirittura la Presidenza aveva la possibilità esclusiva di derogare.
Questo è sempre stato detto.
Io mi limito a richiamare i colleghi della maggioranza e l'Ufficio di Presidenza a questo, perché sarebbe davvero un messaggio piuttosto triste soprattutto ai nostri elettori che si aspettavano, con un mandato del 50 delle discontinuità politiche urgenti e forti.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



PRESIDENTE

Il pubblico non può intervenire.
La parola al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Sarò brevissimo.
Il Presidente dell'Aula è il Presidente di tutti, quindi inviterei il Consigliere Marrone a non dargli delle suggestioni di carattere politico di parte, perché così non deve essere, perché così noi non facciamo e così non dovrebbe fare nessun altro; del resto, mi sembra che abbia una capacità di ragionamento indipendente e autonoma.
Faccio solo una considerazione brevissima al Capogruppo Preioni rispetto alle considerazioni che lui ha svolto e al modo in cui è stata fatta oggi l'opposizione su dei temi che per noi erano fondamentali.
Io le auguro di poter continuare a lavorare in un Consiglio nel quale, se lei crede fermamente in una cosa, può difenderla con tutti gli strumenti che legittimamente le sono concessi, perché così è stato fatto dal centrodestra nel corso della precedente legislatura e non è stato impedito di fare, come può testimoniare il Consigliere Marrone, ma soprattutto chi aveva imparato a farlo meglio di tutti, il Consigliere Vignale, che lavorava benissimo in quel senso. Io ho rispettato il modo suo di fare il suo lavoro, perché credeva in quello che faceva e ciò per cui combatteva era almeno altrettanto profondo dei valori in cui lei crede.
Allora, qui la questione non è perdere tempo perché si vuole perdere tempo altrimenti a quest'ora saremmo già andati tutti a casa per riposarci, ma per garantire.



(Commenti del Consigliere Cerutti)



GIACCONE Mario

No, non muova le mani così, perché io le sto parlando in maniera autentica.
Presidente, cerchiamo solo di capirci: legittimamente l'opposizione fa l'opposizione; non si può - e nel corso di cinque anni probabilmente lo capirà anche il Capogruppo Preioni - decidere come l'opposizione fa l'opposizione. se gli strumenti sono legittimi.
Dopodiché, rimango invece un po' sorpreso da alcune considerazioni del Consigliere Marrone fatte alla Conferenza dei Capigruppo e fatte in Aula nelle quali si presume che un partito o un movimento, solamente perch monogruppo, non possa opporsi alle decisioni che non condivide e che sono per lui profondamente sbagliate. E tutto ciò che la democrazia - grazie al cielo - gli concede è in sua legittima potestà di fare.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo sempre sull'ordine dei lavori. Intervengo per rafforzare la posizione: le chiedo di far rispettare le regole in questa assise, nel senso che il Presidente Preioni costruisce un ragionamento che parte dall'essere maggioranza, da poter fare un po' quello che meglio crede, per portare a casa forse una mediazione politica tanto costruita all'interno dalla maggioranza tra gruppi differenti.
Le regole, Presidente, sono la cornice dentro la quale ci dobbiamo muovere.
In dieci anni, io, da Assessore del Comune di Nichelino, sono stato anche zittito dal mio Presidente del Consiglio, perché in alcune situazioni l'Assessore in questione non poteva intervenire; e giustamente il Presidente mi ha zittito in questi dieci anni, anche se avrei avuto contenuto e in quota parte titolo a intervenire su alcune delibere in quel Consiglio. Ma il Presidente, che era evidentemente un Consigliere della maggioranza, in quel momento era Presidente di tutti, non me lo ha concesso, perché quelle sono le regole. E se noi usciamo da quelle regole diventa difficile gestire l'Aula per cinque anni. E le regole stanno dentro al Regolamento.
Presidente, forse tutti i Consiglieri dovrebbero leggere, non durante l'estate ma prima di sedersi in quest'Aula, il Regolamento del Consiglio non sotto l'ombrellone. Sotto l'ombrellone, poi, se vuole, le do alcuni consigli su un paio di libri molto interessanti, ma il Regolamento si legge prima, non dopo, perché questo è il tema.
Il metodo è sostanza, Presidente, quindi le chiedo di rispettare le regole di quest'Aula, non per tutelare le minoranze, per tutelare tutti e per darci delle regole condivise su tutta la linea per i prossimi cinque anni altrimenti diventa molto difficile. E chiudo.
L'intervento del Presidente Cirio e di alcuni membri della Giunta era di totale diversità rispetto all'atteggiamento di alcuni Consiglieri. Allora capitevi: se volete avere una minoranza e un'opposizione capaci di costruire con voi delle politiche regionali, mettetevi d'accordo su qual è l'atteggiamento, perché così non funziona. Oggi ne è stata la dimostrazione, e questo non lo dico per uscire da una parte o dall'altra questo lo dico per metterci al centro il lavoro dell'Aula che - credo fatto così, sia particolarmente difficile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



(Commenti fuori microfono)



ROSSI Domenico

Sull'ordine dei lavori, io volevo.
GRIMALDI MARCO (fuori microfono) Prenda una decisione, Presidente!



PRESIDENTE

Innanzitutto l'orario è indicativo, non è previsto dal Regolamento, perci la chiusura è anche discrezione della Presidenza; non è scritto da nessuna parte.
Rispetto al riferimento del Consigliere Ravetti, faccio menzione: era mio interesse politicamente portare a compimento la sottoscrizione dell'ordine del giorno del Consigliere Marrone. Oggi, con l'ampia sottoscrizione del Gruppo della Lega, posso permettermi anche politicamente di togliere la firma dall'ordine del giorno, in modo tale che ci sia una maggiore garanzia della discussione.
A mio giudizio, per serenità completa e prosieguo dei lavori, darei indicazione di proseguire i lavori dell'Aula giovedì, primo agosto, alle ore 10, in modo tale che ci possa essere il completamento del prosieguo dell'ordine dei lavori.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Presidente, giovedì mattina alle 9.30 c'è la Giunta delle elezioni!



PRESIDENTE

Alle ore 9.30 la Giunta delle elezioni; alle 10.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

E allora proseguiamo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

È a vostro giudizio intervenire! Il mio era un giudizio di merito per evitare il prosieguo notturno della discussione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Mi scusi, ma magari capirà che anche noi, se vogliamo, sappiamo fare opposizione. E, se continuiamo così, la faremo in modo piuttosto deciso. Ma ne parleremo poi.
Le faccio notare che nella lettera di convocazione è precisato un orario di fine. Quindi è vero che magari il Regolamento non lo prevede, ma abbiamo anche dei colleghi che arrivano da distante e che magari si sono organizzati in un certo modo. Dunque, perlomeno per rispetto, bisognerebbe sapere se l'orario che viene definito nella convoca è poi quello che realmente si rispetta. Se non sarà più così da qui in poi lo decideremo, ma non certo stasera, sempre per rispetto verso i colleghi.
Inoltre, in questo modo stiamo anche svilendo la Conferenza dei Capigruppo per cui mi sembra che stiamo veramente esagerando: non convochiamo più una riunione di Capigruppo, allora! Decida lei direttamente quando si convoca il Consiglio, cosa si vota e magari anche come si vota.



PRESIDENTE

È facoltà del Presidente convocare l'Aula. Se ritenete che sia poco ortodosso che ci sia un prosieguo dei lavori giovedì, possiamo convocare adesso la Conferenza dei Capigruppo e programmare la seduta per giovedì 1 agosto alle ore 10, col prosieguo dell'ordine dei lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Io non sto comandando niente! Il Collega Marrone mi dà sempre troppa importanza. Mi dà talmente importanza che mi porta quei cartelloni.
Poi mi fa le domande e non sa le risposte, tipo "chi prende i voti in quel quartiere". Sai chi è il primo eletto in quel quartiere? Salizzoni. Sai chi è il secondo eletto in quel quartiere? Grimaldi!



(Commenti microfono del Consigliere Marrone)



GRIMALDI Marco

Ma stai zitto, per favore!



PRESIDENTE

Presidente Grimaldi, entri nel merito.



GRIMALDI Marco

Presidente, è molto semplice: la soluzione ce l'ha lì davanti.



(Commenti del Consigliere Marrone)



GRIMALDI Marco

Talmente che non esiste.
Vai a guardarti i dati in quel quartiere! Presidente, la risoluzione ce l'ha sulla punta della lingua: ci sta dicendo che interrompiamo qua. Si sta assumendo la responsabilità di riconvocare il Consiglio.
Chiudiamola qua e, come tante altre volte, decidiamo se convocare adesso la Conferenza dei Capigruppo o se convocarla domani, così come si è sempre fatto.
Chiuda la discussione in questo momento, dichiari concluso il Consiglio e se vuole, ci rivediamo nella Conferenza dei Capigruppo per decidere se è il caso o no di convocare una seduta giovedì. Perché ha ragione la Consigliera Frediani: ci manca solo che quella prerogativa non sia più una discussione fra tutti noi! Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Rosso; ne ha facoltà.



ROSSO Roberto, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Ho ragionato un attimo con l'Assessore Tronzano e altri colleghi e ci sembra chiaro un aspetto: concordo con quello che ha detto il Consigliere Magliano. Era uno stimolo giusto che è arrivato alla maggioranza dal collega Marrone, da tutto il Gruppo della Lega e di Forza Italia, che vanno in una certa direzione.
Si diceva un tempo - tre anni fa - che l'alternativa è chiara. Ecco, noi vogliamo dimostrare che l'alternativa questa volta è davvero chiara, non solo per finta ma anche per realtà.
Da questo punto di vista, si diceva che, in realtà, questo stimolo non ha bisogno di una discussione infinita, che va a finire a settembre. Lo stimolo c'è stato; credo che sia indispensabile che la Giunta, se nella sua maggioranza condivide.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



ROSSO Roberto, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Se condivide le cose che si sono dette in quest'Aula da parte della maggioranza, la Giunta assuma il provvedimento senza che si debba riparlare per intere giornate su questo tema.
Grazie.



PRESIDENTE

Scusate! Scusate! Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

No, noi chiediamo di proseguire la discussione e siamo disponibili a stare qui tutta la notte e sentire tutte le vostre cose, tutte le vostre lezioni e andare a votare.
Poi prenderemo, anche noi come maggioranza, le nostre contromisure. Perch se il vostro modo di collaborare è tirarci pazzi come oggi, è veramente l'ultima volta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Chiedo scusa, innanzitutto vorrei avere da parte del Presidente l'informazione se questa seduta è ancora aperta o se è già chiusa.
È ancora aperta?



PRESIDENTE

Sì.



RUZZOLA Paolo

Benissimo.
Come Capogruppo e come forza politica non sono disponibile ad accettare la proposta che è venuta dall'Assessore, perché credo che quest'Aula non possa e non debba essere mortificata in questo modo. Credo che nella storia dei Consigli - e sono stupito per quello che ho sentito dire prima - ci si lamenti che il potere esecutivo di solito decide e sovrasta quello legislativo. Ma dato che qui abbiamo ancora la capacità, e credo la dignità, di essere capaci di proporre degli argomenti, crediamo che quest'Aula sia sovrana e non abbiamo nessun problema, come riteneva il Presidente Grimaldi, a stare qui a discutere di questo punto all'ordine del giorno e dei seguenti, che riguardano lo stesso argomento e che lui stesso ha presentato.
Anche noi chiediamo di mettere a voti la prosecuzione dell'argomento, e quindi di giungere ad una votazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Certamente il Capogruppo Ruzzola ha ragione: il nostro era un auspicio ovvero se la Conferenza dei Capigruppo non dovesse decidere di calendarizzare il Consiglio giovedì, o dovesse decidere di non continuare nella seduta di oggi, cosa peraltro impossibile dopo le parole del Presidente Ruzzola e del Capogruppo Preioni, noi mettevamo a disposizione la nostra potestà nel dire che avremmo modificato il testo legislativo.
Chiaramente il Consigliere Marrone ha presentato questo tipo di provvedimento e noi siamo favorevoli a continuare, cioè non c'è nessun tipo di problema. È il Consiglio che è sovrano, noi davamo soltanto una via di uscita se non ci fosse stata la via d'uscita. Tutto qua.



PRESIDENTE

Consigliere Marello, su quale argomento desidera intervenire?



MARELLO Maurizio

Sull'ordine dei lavori.
Io invece credo che l'intervento dell'Assessore Rosso, che ringrazio, abbia smascherato - consentitemi di usare un termine forse un po' forte - tutta la farsa cui abbiamo assistito. Perché? Qui siamo in presenza di una DGR quindi di un provvedimento di Giunta Chiamparino, rispetto al quale un Consigliere di un Gruppo di maggioranza, che è rappresentato in Giunta, ha proposto un ordine del giorno. Già questo è un fatto discretamente strano ma ci può stare.
Dopodiché, il fatto che il Consigliere Marrone dica a noi e alle persone interessate che se la partita non si chiude oggi ce n'è per due mesi.
No, la partita può essere risolta domani mattina se la Giunta si riunisce e con una delibera di 30 secondi elimina quelle tre parole o tre righe di quel periodo che si vuole eliminare.
Mi sembra molto semplice e non mi pare il caso, per un fatto di questo tipo, derogare sin dall'inizio a quelle che sono le regole. Perché la deroga alle regole non va mai bene, perché poi arriveremo noi o qualcun altro nei prossimi Consigli regionali a voler protrarre le sedute fino alle 19, alle 20 o alle 22 su ordini del giorno o su mozioni.
Mi pare del tutto ragionevole, anche dal punto di vista istituzionale (e non è affatto umiliante per il Consiglio regionale) la proposta che saggiamente, anche perché hanno una certa esperienza di queste Aule l'Assessore Tronzano e l'Assessore Rosso hanno avanzato.
A mio avviso, le determinazioni cui voleva arrivare il Presidente - mi pare, non voglio interpretare il suo pensiero, ma in qualche modo lo ha anticipato - di una chiusura o di uno scioglimento della seduta e di una Conferenza dei Capigruppo che decida la prosecuzione, mi sembrano assolutamente corrette e sagge. Dopodiché - lo ripeto - la Giunta da sola potrebbe domani mattina porre fine a questa discussione, modificando questa norma oggetto dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marello.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, presidente.
Sull'ordine dei lavori, è evidente che a volte capita sforare di dieci minuti o un quarto d'ora, non c'è neanche bisogno di trovare delle intese qui siamo già oltre la mezz'ora. Io direi.



(Commenti fuori microfono)



RAVETTI Domenico

Vorrei essere preso sul serio. Se lei decidesse di farci continuare sarebbe un fatto anomalo; comprensibile, ma anomalo. La seduta non termina tra un'ora, perché tutti abbiamo argomenti da esporre in tantissimi interventi.
Tra l'altro, la Conferenza dei Capigruppo è già convocata per domani e domani, decidiamo cosa fare. È possibile. Daremmo un brutto segnale Presidente, al Piemonte, se noi decidessimo di vederci stasera come Capigruppo, perché per forza, entro la fine di questa settimana, dobbiamo fare un Consiglio regionale, perché da lunedì della prossima settimana qualche Consigliere regionale ha già prenotato le ferie per andare da qualche parte.
Non va bene, non è un bel segnale a proposito delle migliaia di euro che richiamava il Consigliere Prioni, dell'indennità, eccetera.
Per cui, davvero: è stato bello oggi, ci siamo trovati bene. Chiudiamola qui e ci vediamo alle Conferenza dei Capigruppo domani, come lei ha già convocato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
L'atteggiamento ostruzionistico, al limite della presa in giro, continua perché negli stessi interventi sentiamo dire che ci sono tante argomentazioni che i nostri colleghi di opposizione sentono il bisogno di esprimere, però allora va benissimo se si chiude qui e la Giunta, invece procede autonomamente.
Su questo non volevo intervenire, ma sono stato tirato in ballo più volte: vorrei ricordare che ogni tanto anche le forze consiliari di maggioranza hanno statutariamente il diritto di rappresentare un'espressione d'indirizzo alla propria Giunta. Si fa per marcare politicamente un tema. E se aveste letto l'ordine del giorno vi rendereste conto che è un ordine del giorno e non solo una mozione, perché dà un indirizzo su competenze interne, che è quella della modifica della delibera di Giunta Chiamparino ma dà anche una competenza esterna, con un mandato, a intervenire con un certo orientamento sul tavolo di sicurezza. Ed è un'espressione politica.
Ringrazio per la disponibilità gli Assessori Rosso e Tronzano sinceramente. Davo già per scontato che la nostra Giunta fosse recettiva dei nostri indirizzi politici, ma non si può chiedere di rinunciare solo per l'ostruzionismo della minoranza a ufficializzarlo e a esprimerlo altrimenti questa maggioranza si arrende a non avere diritto di parola.
Allora deve solo votare sì ai provvedimenti di Giunta? Non credo e anche l'intervento iniziale e inaugurale del Presidente Cirio non andava in questa direzione.
Mi unisco ai solleciti dei colleghi di maggioranza, perché se continuiamo a intervenire per altre ore solo sull'ordine dei lavori non ne usciremo più.
Per come la vedo io, o si decide di continuare, ed è l'auspicio che avrei perché sinceramente si arriverà finalmente a un voto o, in caso contrario si convoca subito un Consiglio in settimana.
Secondo me, sarebbe meglio per tutti proseguire e andare a votare personalmente, però mi rimetto chiaramente nelle mani dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Se mi è concesso, mi sembra che l'Ufficio di Presidenza attualmente non sia d'accordo all'unanimità per proseguire, perciò dobbiamo prenderne atto come Ufficio di Presidenza.
Dato che c'è la volontà personale, come Presidente, di proseguire la discussione, convoco la Conferenza dei Capigruppo appena chiudiamo i lavori: ce lo impongono tempistiche regolamentari e se dovessimo aspettare la Conferenza Capigruppo di domani dovremmo proseguire oltre.
Poiché abbiamo iniziato un iter interessante di discussione consiliare sarebbe anche il caso di proseguirlo e concluderlo celermente, per il rispetto verso i cittadini. Infatti, la mia proposta era per giovedì e non per domani. Se mi aveste ascoltato in sede di Capigruppo un paio di settimane fa, avevo chiesto di convocare il Consiglio regionale martedì e mercoledì, ma, ahimè, non è successo. Prendiamone atto e proseguiamo.
Pertanto, concludiamo i lavori e convoco immediatamente la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.36)



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