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Dettaglio seduta n.48 del 19/12/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 17 dicembre 2019.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Hanno chiesto congedo Carossa, Chiorino, Graglia, Ricca, Rosso, Tronzano e Zambaia.
Non è presente l'Assessore Marnati.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame proposta di deliberazione n. 35, inerente a "Attuazione dell'art. 116, terzo comma, della Costituzione per il riconoscimento di un'autonomia differenziata della Regione Piemonte. Modifiche ed integrazioni alla DGR n. 2-7227 del 20 luglio 2018"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame della proposta di deliberazione n. 35, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 17 dicembre è proseguita la discussione generale sul provvedimento in titolo. Sono intervenuti i Consiglieri Preioni, Lanzo, Ravetti, Frediani, Sacco, Avetta, Bertola e Marrone.
Sono iscritti a parlare i Consiglieri Grimaldi e Riva Vercellotti.
Mi sembra ci sia un'intesa per sospendere i lavori per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.06, riprende alle ore 10.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio i colleghi anche per i toni civili della discussione di questo mese. Tifoserie contrapposte tra quella della secessione mascherata che le Regioni Lombardia e Veneto hanno spinto per diversi anni e quella dell'orgoglio della difesa degli interessi nazionali sono spesso venute meno in questo dibattito. Il dibattito è stato spesso nel merito delle varie materie e, soprattutto, del significato dell'autonomia.
Fatta questa premessa, per cui - ripeto - tutti abbiamo contribuito a mantenere un clima non contundente, ma soprattutto di confronto nel merito credo che le parole di alcuni costituzionalisti che abbiamo audito nelle scorse settimane debbano essere rimesse al centro di alcune domande che sono rimaste inevase.
La prima. Ne parlavano in particolare due costituzionalisti, la professoressa Poggi e il professor Pallante: quando si parla di autonomia differenziata si parla di un territorio che, per le sue peculiarità rivendica funzioni e una migliore organizzazione amministrativa, per rispondere meglio ai cittadini e ai principi, in generale, della nostra Costituzione.
Qual è il primo vulnus? Lo dice bene il professor Pallante lasciandovi questo interrogativo.
A parte un livellamento generale delle proposte - questo vale per l'Emilia Romagna, per il Veneto e per la Lombardia - l'unica vera rincorsa del centrodestra, a più di sei mesi dalla richiesta di autonomia differenziata depositata dal Presidente Chiamparino, è stata quella di equiparare le stesse richieste di queste Regioni, come se l'unico modo per arrivare alla trattativa dello Stato è avere più deleghe, anche consapevoli del fatto che si sta chiedendo poco più di quello che si chiede con ordini del giorno.
Come rilevato da tutti i costituzionalisti, in questo caso tutti e quattro spesso si chiede una materia in più senza essere consapevoli delle vere opportunità di saperla gestire, delle risorse per poterla attuare e dell'organizzazione per poterla mettere in campo.
Il secondo dubbio che lascia il professor Grosso è un interrogativo che varrebbe la pena rimettere nel dibattito.
"Diverso è l'approccio" - sostiene il professor Grosso - "se invece utilizziamo questo strumento come se fosse servente a una concezione, non dei migliori assetti organizzativi, ma di una diversa concezione dei rapporti sociali, e quindi non solo istituzionali, che implica e rivendica invece il diritto di chi vive e opera in certe parti del territorio dello Stato a utilizzare e distribuire le risorse scarse complessivamente a disposizione in modo differenziato, non in funzione di una migliore organizzazione e gestione di quei servizi, ma in funzione e, in conseguenza, della differenziazione socio-economica di partenza, al fine di mantenerla o addirittura aumentarla".
Come ci spiega poi il professor Grosso, quando nel 2001 fu inserito il metodo asimmetrico della distribuzione delle competenze accreditato nell'ultimo comma dell'articolo 116, la scommessa fu che la differenziazione, assecondando le vocazioni del territorio (come dicevo prima sul dubbio del professor Pallante e della professoressa Poggi), le opportunità dei territori e le esperienze, sostiene e sviluppa l'azione locale attraverso la specificità delle competenze regionali. In tal modo si può offrire, all'intera Repubblica, lo strumento per meglio garantire il governo delle diversità e incrementare il benessere complessivo della società.
Si scommette che questa differenziazione non solo non sia lesiva dell'unità nazionale, ma possa ritenersi funzionale e addirittura una più completa realizzazione del principio di uguaglianza.
Forse questo è il dubbio che si annida anche nei diversi modi del centrodestra di affrontare le cose. Non voglio mettere il dito nella piaga ma lo dico perché anche nel centrosinistra di discussioni ce ne sono state tante.
Come sapete, io non sono un fervente sostenitore di questa necessità perché credo che spesso l'unità nazionale sia stata messa a rischio per altri motivi, soprattutto di disuguaglianze di opportunità di fondo in settori che, tra l'altro, sono già di competenza regionale. Penso alla sanità, ad esempio, dove i livelli essenziale di assistenza, per quanto siano scelti dallo Stato, non garantiscono, in tutto il Paese, lo stesso trattamento e le stesse cure.
Penso all'istruzione. Per quanto la competenza del diritto allo studio universitario sia per lo più svolta in concorrenza fra lo Stato e le Regioni, ci sono Regioni come la nostra che, per fortuna, anche con il nostro bilancio, ormai da cinque anni garantiscono a tutti gli idonei la possibilità di arrivare ai massimi gradi d'istruzione, mentre abbiamo ancora tantissime Regioni in cui più del 30-40% di giovani non possono finire gli studi universitari.
Non solo, ma penso al tema della casa, delle politiche sociali e a tutta la grandissima difficoltà a garantire risposte per tutto quello che sta fuori della sanità.
Ricordo due temi che conoscete benissimo: tutto quello che riguarda le non autosufficienze e tutto quello che riguarda la sanità, ma che non sta dentro il Sistema Sanitario Nazionale. Pensate alla grande vicenda dei denti; una vicenda che ogni tanto viene utilizzata strumentalmente dal politico di turno per parlare della "dentiera da dare agli anziani". Sapete che quella è una delle poche parti del Sistema Sanitario Nazionale assente? Ed è anche quello che riscontra più difficoltà: cioè, per intenderci, i più poveri non curano i denti; le dentiere non le cambiano.
Perché vi ho posto questo esempio? Perché ci sono più di venti modelli diversi su questo tema e non è l'autonomia differenziata, e neanche la possibilità di gestire da soli la sanità in piena autonomia, che ha cambiato il verso di queste politiche.
Vi pongo un ulteriore esempio, rivolgendomi in particolare al Presidente Cirio, col quale dialogheremo tutto il pomeriggio di una di quelle competenze che è inutile rivendicare se poi non si sa o non si può attuare fino in fondo.
Dicevo, pensiamo ad esempio al lavoro. Questa tematica, come sapete, è stata nel limbo per diverso tempo: penso alla grande vicenda dei centri per l'impiego, che, dopo una rovinosa discussione sui livelli di competenza degli Enti locali ha, di fatto, lasciato i centri per l'impiego prima alle Province e poi alle Città metropolitane, per poi internalizzare il servizio tramite un accordo che abbiamo siglato con il nostro sistema regionale.
Sapete benissimo che prima della discussione sul cosiddetto "reddito di cittadinanza" avevamo più di venti modelli diversi su come affrontare la crisi del reddito. Perché per più di quindici anni la povertà è stata slegata dalla grande emergenza di questo Paese.
Presidente Cirio, spero che su questo tema non ci divideremo come abbiamo fatto sull'ambiente. La crisi che vede nella sottoccupazione, nella disoccupazione, nei contratti precari, in quel lavoro povero che ormai è diventato stabile per le nuove generazioni, è, di fatto, uno dei temi meno affrontati del nostro regionalismo differenziato e della nostra autonomia.
Eppure ci parla della più grande emergenza del Paese, quella per cui anche le Regioni più virtuose come la nostra riescono a garantire i massimi livelli di istruzione. Eppure vediamo la gran parte dei nostri giovani, una volta conclusi gli studi, abbandonare la nostra Regione per assenza di opportunità.
Non ho sentito una sola parola su quella che, a nostro avviso, dovrebbe essere una delle nostre ossessioni: evitare l'unica emigrazione che ci spaventa.
Concludo, Presidente; mi conceda ancora un minuto, dal momento che non interverrò per illustrare gli emendamenti, perché sapete benissimo che per noi less is more, quindi meno chiediamo e meglio è. Anche perché, per chiedere cose che tanto non sapremmo gestire, è meglio evitare figuracce.
Sull'istruzione, però, ammettiamo di essere felici del vostro passo indietro; felici che, nella vostra furia di copiare e incollare i modelli veneti e lombardi, abbiate colto non tanto le preoccupazioni di uno dei vostri Gruppi di maggioranza, anche se non ci dispiace, ogni tanto condividere le stesse cose con chi sta nei banchi della maggioranza.
Se non casserete la proposta iniziale, ma passerete a miti consigli approvando un testo che parla di accordi con gli ex provveditorati agli studi, farete bene. Perché la questione non è solo garantire i contratti collettivi nazionali - il principio per cui è lo Stato che assume - ma è quella di non dare l'idea che possa essere davvero la Regione, con le nostre esigue forze, a fare quello che lo Stato non riesce a fare.
Un conto è trovare il modo di coprire tutte le posizioni di quegli insegnanti, trovare delle soluzioni anche migliori dal punto di vista organizzativo. Altro discorso - e chiudo proprio su questo - è guardare ogni tanto, anche la nostra macchina regionale: siete davvero sicuri che con questa invarianza di risorse (perché sarà poi così l'autonomia differenziata) offriremo un grande aiuto allo Stato? Riusciremo davvero a sostituirci a una macchina così già compromessa dai tagli del turnover? Spero, invece, che avremo modo di discutere di quel poco di autonomia che abbiamo: penso all'IRAP, penso all'IRPEF, penso a quel sistema di tassazione che vede, nella fuga dei capitali, nel transfer pricing e nel profit shifting, paroloni che spesso non vengono riconosciuti dalle nostre.
Non stupitevi se parlo in inglese! È solo perché l'italiano non ha trovato delle risposte e delle traduzioni. Sapete perché? Perché nessuno vuole mettere sotto il fuoco vero della politica quello che succede da anni: mi riferisco a un'evasione e un'elusione totale dei più "grandi", che non contribuiscono più alla nostra tassazione nazionale e nemmeno a quella regionale; non stanno nei paradisi fiscali, ma hanno le loro sedi fiscali e legali nella nostra Europa! Non lamentiamoci nel pomeriggio di cosa succede quando si fa concorrenza sleale! Non arrovelliamoci sul dumping! Non arrovelliamoci sul perché la gente delocalizza! Lo fa perché vuole il massimo profitto, e spesso "massimo profitto" vuol dire sottrarre all'erario regionale più di 200 o 300 (nel caso dell'IRAP 500) milioni di euro l'anno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ricordo che il tempo previsto per gli interventi in fase di discussione generale è di dieci minuti. In via del tutto eccezionale, si è lasciato qualche minuto in più.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Presidente, colleghi Consiglieri, sul concludersi della discussione generale, mi permetto di esprimere alcune considerazioni credendo fortemente, così come il Gruppo a cui appartengo, nel valore dell'"Autonomia"; valore e principio che è ben incardinato tra i principi fondamentali della nostra Costituzione. L'articolo 5, lo ricordo, recita: "La Repubblica riconosce e promuove le Autonomie locali".
Tuttavia, dobbiamo essere coscienti che l'autonomia nel nostro Paese presenta ancora oggi dei larghi margini di miglioramento, così pure delle forti lacune. Tra le lacune più significative c'è sicuramente l'articolo 119, in buona parte inattuato, perché l'autonomia organizzativa, funzionale e finanziaria di molti Enti del nostro Paese non è garantita. La perequazione prevista dallo stesso articolo non è sempre garantita. Vi è poi una discussione viva sul fatto che, a distanza ormai di tantissimi decenni, esistono delle Regioni a Statuto speciale, memoria di un periodo storico che evidentemente richiedeva una specialità alle zone di confine del Paese, ma che oggi fa sì che ci sia un'altra parte del Paese che veda quelle stesse Regioni come Istituzioni che beneficiano di opportunità ed occasioni che in tante vorrebbero. Se è vero come è vero che diventa difficile in questo Paese fare in modo che la Valle d'Aosta, il Trentino e la Sicilia perdano questa "specialità" per tanti motivi che potrete ben immaginare, nulla vieta, rimanendo nel perimetro della Costituzione provare ad immaginare un percorso che promuova e riconosca nuove forme di autonomia.
Credo fortemente in una nuova stagione di autonomia, di autonomia responsabile. È un termine che ho sentito dire più volte dal nostro Presidente e che è uscito anche nella discussione in aula in questi giorni ovvero una stagione che parta dalla consapevolezza che l'unità giuridica ed economica del Paese non viene messa in discussione, così anche che i livelli essenziali delle prestazioni rappresentano un'occasione straordinaria per consentire a tutto il Paese di crescere. In ogni angolo d'Italia, da chi abita nelle isole a chi abita nelle aree interne, a chi abita in montagna a chi abita nelle grandi città, i livelli essenziali di prestazioni sono una sfida ed un'occasione che il Paese non può permettersi di non cogliere a pieno.
C'è un terzo elemento che, a mio avviso, diventa fondamentale nel definire una nuova stagione di "autonomia responsabile" ed è legato al fatto che esiste nella nostra Costituzione un articolo, il 118, che parla di adeguatezza, di differenziazione e di sussidiarietà. Per cui diventa di fondamentale importanza, a mio avviso, che di fronte alle molte funzioni che ci auguriamo si spostino dallo Stato verso le Regioni, se vogliamo davvero ridurre i costi, migliorare i controlli ed efficientare i servizi che queste funzioni sempre più ricadano verso il basso, verso quegli Enti più vicini ai cittadini. In questo contesto io non ho particolare nostalgia o passione per uno Stato burocratico, assente, uno Stato autoritario.
Piuttosto vorrei uno Stato autorevole, che tra le tante cose superi anche l'idea di "spesa storica", con le sue tante incrostazioni.
Credo anche che rispetto alla proposta di tante Regioni sul tema della regionalismo differenziato lo Stato italiano e il Governo italiano sarà in grossa difficoltà oggi come domani a negare la possibilità offerta dalla Costituzione di creare ulteriori forme e condizioni di autonomia. Dico questo, perché è scritto nella Costituzione e se per qualche decennio nessuno si è mosso in tal senso, al netto delle posizioni da tifoseria, il "116 terzo comma" rappresenta un'opportunità che viene offerta dalla nostra Costituzione e, se usiamo quell'equilibrio di cui hanno parlato anche i costituzionalisti nelle loro relazioni al Gruppo di lavoro, credo che si possa realizzare un obiettivo importante, che è quello di efficientare i servizi, migliorare la gestione delle risorse e promuovere complessivamente uno sviluppo organico del Paese.
Questa è la sfida che abbiamo di fronte: la sfida di recuperare spazi legislativi e regolamentari, la sfida di una migliore allocazione dei poteri e delle funzioni e una migliore gestione delle risorse complessive la sfida della semplificazione e la sfida di migliorare i servizi.
I rischi ci sono? Io credo di sì. Esistono dei rischi, anche importanti e ne cito alcuni, in particolare due. Il primo è il rischio di complicare il sistema. Rispondo a quello che diceva nel precedente intervento il collega Grimaldi: in un Paese in cui si crea una frammentazione di funzioni e di competenze si genera un rischio evidente, ma per evitare questo rischio dobbiamo ricomporlo all'interno di un sistema che semplifichi il più possibile la vita ai cittadini. Ad esempio, nel gruppo di lavoro ho evidenziato forti dubbi sull'idea di immaginare forme di autonomia sulla governance del sistema degli Enti locali, perché immaginare che ci siano in ogni Regione sistemi diversi rischia, alla fine, di complicare la vita ai cittadini e alle imprese.
Il secondo rischio - l'ho evidenziato sempre in Commissione - è quello dell'ipertrofia amministrativa: un fatto che è avvenuto negli ultimi anni e che mi preoccupa, perché immaginare di avere una Regione che recupera da Roma funzioni legislative da un lato ma soprattutto funzioni regolamentari e amministrative dall'altro, caricandole sulla propria organizzazione, dopo che negli ultimi anni si è già ingolfata e caricata di legna verde con funzioni quali la formazione, le politiche del lavoro, pezzi di cultura pezzi di sport, pezzi di agricoltura e di altre funzioni amministrative questo fa sì che la Regione svolga un ruolo totalmente improprio, di amministrazione e gestione, negando al sistema delle autonomie locali quello che, invece, è il loro ruolo. Questo è un tema, a mio avviso, su cui dovrà concentrarsi anche il lavoro futuro, a valle dell'intesa.
Per scongiurare questi rischi sarà fondamentale il confronto e la partecipazione, non soltanto secondo le indicazioni previste dalle leggi regionali relative proprio al tema della partecipazione, ma a partire dal coinvolgimento del sistema degli Enti locali.
Non solo, per scongiurare questi rischi bisognerà utilizzare l'occasione del regionalismo differenziato per rivedere la disciplina degli Enti di area vasta. Mi ha fatto molto piacere sentire in questi mesi nella discussione in Commissione da parte di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico e in questi giorni ancora dal Presidente del Gruppo di questa necessità. La legge 23 del 2015 nasceva da una previsione di referendum con esito confermativo, ma sappiamo che l'esito non è stato tale e quindi sia a livello nazionale che a livello regionale il tema va evidentemente, posto in termini di revisione complessiva della disciplina.
Abbiamo vissuto anni di schizofrenia costituzionale, istituzionale e politica.
Le Province hanno avuto la peggio anche perché si è andato dietro ai grandi "Soloni" del giornalismo italiano che, magari per vendere qualche libro in più, sparavano a zero contro quella o quell'altra istituzione. La politica ha commesso il grande errore di, anziché dare un indirizzo politico alle vicende nazionali, subire quello che dicevano giornalisti, sondaggi social.
Oggi la politica, a valle dell'esito referendario, ha il compito di rivedere le sue posizioni e di farlo in modo equilibrato.
C'è stata una vera e propria metamorfosi nel sistema politico nazionale: siamo passati da un modello referendario fortemente accentratore dei poteri, dove la Regione doveva diventare una grande Provincia e lo Stato acquisiva sempre più funzioni - magari il Consigliere Grimaldi, da questo punto di vista, l'avrebbe accolto favorevolmente - ad un modello diverso dove lo Stato mantenendo la sua autorevolezza, lascia alle Regioni un compito importante di governo delle politiche territoriali, favorendo la differenziazione.
In conclusione, Presidente, mi consenta di fare alcuni ringraziamenti.
Un ringraziamento sincero lo voglio rivolgere non solo alla Commissione, ma al "Gruppo di lavoro" per l'impegno profuso e le modalità con le quali si è svolto il dibattito, entrando nel concreto sui singoli punti. Il testo presentato dalla Giunta è stato dallo stesso Gruppo profondamente rivisto nelle premesse, nelle sue conclusioni e nella sua analisi di contesto. Il merito, ci tengo a evidenziarlo in aula, va anche alla struttura del Consiglio regionale, a un grande lavoro fatto dagli Uffici, di grande serietà e di grande competenza, al punto che arriviamo a presentare in aula uno dei migliori lavori oggi in Italia sul tema del regionalismo differenziato.
L'ultimo ringraziamento lo rivolgo al nostro Presidente, Alberto Cirio, che ha fatto molto di più di quello che dovrebbe fare un Presidente. Si è presentato non una, ma parecchie volte in Commissione, è venuto anche a relazionare tecnicamente su alcune materie nel Gruppo di lavoro tecnico politico; ha avuto la sensibilità di capire l'importanza di esserci, di presenziare alla discussione generale in Commissione, come anche di partecipare alla Conferenza dei Capigruppo e in questi giorni di essere sempre presente in aula.
È una sfida grande, importante, una sfida di maturità e di serietà quella che si appresta ad affrontare il Piemonte. Il guanto della sfida penso che sia stato accolto in uno spirito molto positivo. Ho apprezzato anch'io il fatto che non siano arrivate soltanto proposte emendative soppressive, ma anche integrative e migliorative del testo. Questo, a mio avviso, è uno segno di grande intelligenza e maturità che il Consiglio regionale del Piemonte ha saputo dimostrare.
Grazie a tutti i Gruppi che hanno attivamente partecipato in queste settimane.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Voglio condividere con l'Aula alcune riflessioni che mi sono dettate sia dalle settimane di confronto in Commissione sia dai contributi che esimi costituzionalisti hanno portato alla Commissione stessa e che mi hanno aiutato a comprendere meglio quali sono le funzioni e quali sono le filosofie ispiratrici dei diversi modelli di autonomia. Mi hanno anche aiutato a capire meglio il senso del lavoro che abbiamo fatto.
Mi fa piacere, intanto, ringraziare chi è venuto a dare il suo contributo di competenze, come il professor Pallante, il professor Grosso e la professoressa Poggi, nel corso delle audizioni della Commissione sull'autonomia.
La domanda che ho rivolto a me stesso nel corso di queste settimane è su che cosa si fonda il regionalismo e qual è il senso dello stesso. Il senso è che ciascuna Regione possa far valere le proprie specificità e peculiarità, cioè possa valorizzare il suo aspetto territoriale e le sue caratteristiche specifiche e, al fine di poterlo fare, rivendicare competenze e modelli organizzativi propri.
La polemica poteva nascere fin dal principio ed è aleggiata in Commissione rispetto all'impostazione che si dava al ragionamento. L'autonomia potrebbe essere considerata un mezzo o un fine, la realizzazione di interessi regionali generali orientati a un benessere collettivo anche nazionale oppure a interessi specificatamente locali che, alla fine, per alcuni versi sottraevano risorse, invece, alla dimensione nazionale. Quindi, in un caso un profilo più di natura politica, in cui l'autonomia è uno strumento dal quale si attinge per le necessità territoriali, a seconda di come il territorio è costruito, nell'altro più di natura ideologica, dove si ha un fine e dove si cerca di individuare e di mettere una bandierina che caratterizzi maggiormente l'aspetto ideologico e non quello funzionale.
In un caso, ci si orienterà verso la scelta di alcune materie nelle quali effettivamente, si può avere un beneficio e il beneficio viene distribuito in maniera ampia, nell'altro si fa un elenco indistinto di materie che rappresentano più l'intenzione, quantomeno dal punto di vista filosofico di distaccarsi da una visione centralista.
Il tema, da un lato, è più di natura organizzativa, dà uno strumento che rende più efficiente la Regione stessa, ed è quel modello che il professor Grosso ha definito solidaristico, oppure lo strumento dell'autonomia è servente a una differente concezione dei rapporti sociali e in funzione delle differenze socio-economiche che ci sono già nel nostro Paese, con l'obiettivo di conservarle, di mantenerle e, al limite, di aumentarle, in un modello più competitivo, come se le differenti aree della nostra Penisola dovessero fare una gara nella quale ciascuno tende a tenere per s e ad aumentare il più possibile le proprie risorse a discapito di chi invece, ne ha di meno.
Certo è che la riforma del regionalismo del 2001 e anche il mandato costituzionale sono più orientati (non lo dico io, ma l'ho capito nel corso del tempo e l'ho sentito dire ripetutamente sia dal professor Grosso, sia dalla professoressa Poggi) al primo modello, cioè a quello solidaristico: la differenziazione asseconda le vocazioni territoriali, sostiene e sviluppa l'azione locale, offrendo all'intera Repubblica, e non solo, alla singola Regione lo strumento per garantire il governo delle differenze e incrementare il benessere collettivo della società. Perché è importante che sia così? Perché se è così, non c'è differenza tra ricchi e poveri sul nostro territorio, non c'è differenza tra Nord e Sud, non c'è una visione egoistica e individualistica dell'autonomia.
Le conseguenze di queste differenti impostazioni, a mio avviso, potevano essere ravvisate all'inizio del dibattito e all'inizio del ragionamento che abbiamo fatto in Commissione e che è stato portato avanti in queste settimane, ma che ho individuato in due o tre aspetti: se i testi della legge sull'autonomia sono quasi sovrapponibili, significa che non ci stiamo orientando alle specificità delle singole Regioni, ma che ne stiamo facendo una questione ideologica. Se i testi di Veneto, Lombardia, Emilia e Piemonte, in pratica, sono uguali, significa che siamo un po' più legati al secondo modello; se s'intende coprire tutte le materie e tutte le competenze (forse, anche questo era contenuto nel testo iniziale), vuol dire che si sta facendo, di nuovo, una questione ideologica e meno di specificità. E anche se, come sembrava all'inizio, si è generici nell'espressione delle richieste per alcune materie, di nuovo è perché si fa una scelta di un tipo piuttosto che di un altro.
Le conseguenze di questo tipo d'impostazione portano, come ha già anticipato Grimaldi, a due aspetti delicati e pericolosi: il primo è la difficoltà di dover gestire materie e competenze, che ci si è avocati, che dal punto di vista organizzativo presentano grosse difficoltà; il secondo riguarda il tema relativo a quali risorse gestire e organizzare per le funzioni che ci si è avocati.
Credo che il confronto che la Commissione ha consentito e che si è svolto anch'io sottolineo in maniera sempre corretta, anche se netta, abbia portato a trovare una soluzione che fosse intermedia tra le due ipotesi e che, alla fine, abbia aiutato a trovare una soluzione condivisa.
Alcuni aspetti delicati sono stati appianati e risolti nel corso del tempo: ricordo l'organizzazione della giustizia di pace, temi come l'istruzione la protezione civile e l'istruzione universitaria: argomenti dei quali prendo atto e - riprendendo le parole del Capogruppo Riva Vercellotti - su cui il testo è stato profondamente rivisto e su cui, responsabilmente, la maggioranza ha fatto passi indietro e ha consentito di arrivare a un articolato che è condiviso; oltre al fatto di essere condiviso, cosa di per sé già rilevante, fa realmente gli interessi della nostra Regione e dei cittadini che la popolano, rimanendo coerente con il mandato costituzionale riguardo all'autonomia e alla sua specificità.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Il mio intervento si ricollega a quello introduttivo in fase d'illustrazione.
In quella sede, come Fratelli d'Italia, esponemmo quella che era la nostra assoluta convinzione a sostegno di un progetto che rendesse più snella l'amministrazione della cosa pubblica e avvicinasse le competenze di legislazione al territorio su tutte quelle materie in cui tale avvicinamento va incontro alle esigenze dei cittadini, così come segnalammo anche, penso raccogliendo l'attenzione abbastanza trasversale di quest'Aula, la nostra criticità sulla scelta, invece, di trasferire funzioni che, a nostro avviso, era meglio mantenere in capo allo Stato centrale, come il reclutamento su base regionale dei docenti.
In materia di autonomia sulla scuola abbiamo sempre ribadito, già nei nostri primi emendamenti presentati in Commissione, come sul tema dell'organizzazione del dimensionamento, per venire incontro alle esigenze dei Comuni, soprattutto quelli piccoli e soprattutto quelli delle valli montane, fosse auspicabile dare maggiore potere decisionale alle Regioni però mantenendo ferma la posizione su temi, come il reclutamento del personale scolastico, in particolare di quello docente, fosse preferibile evitare di rievocare soluzioni che rischiavano di essere male interpretate come conflittuali tra cittadini del Nord e cittadini del Sud.
Riteniamo che l'autonomia sia una proposta seria, pragmatica, di buon governo e non una bandiera ideologica. È con questo spirito che abbiamo accolto le congratulazioni e le osservazioni positive di tante parti della società civile interpellate - penso alle organizzazioni imprenditoriali in fase di approfondimento di Commissione, ma anche su certi aspetti delle Organizzazioni sindacali. Sinceramente, anche rivendicando l'orgoglio di essere stati stimolo, come Fratelli d'Italia, all'interno della maggioranza per raccogliere una convergenza davvero più unanime possibile su quello che è il testo che, come Regione, andremo a presentare al Governo centrale credo che l'emendamento siglato da Fratelli d'Italia, dalla Lega e anche dal Partito Democratico vada esattamente in questa direzione.
Siamo felici che non sia più menzionato espressamente il reclutamento regionale del personale docente, ma che sia invece sostituito con la competenza regionale a definire gli obiettivi su tante situazioni, anche per esempio - la definizione dei programmi scolastici in materia d'istruzione professionale per meglio venire incontro alle esigenze produttive del territorio, ma anche e soprattutto sul fabbisogno del personale, però sempre in una cornice di accordi maturati nella Conferenza Stato-Regioni e ferme restando le prerogative dell'Ufficio Scolastico Regionale, ovvero l'ex Provveditorato agli Studi.
Sinceramente, credo che questa sia davvero una vittoria non solo nostra ma.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Marrone.
Consigliere Demarchi, se non dà le spalle alla Presidenza, la ringraziamo.
Anche per rispetto del Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello

Credo non sia nemmeno una vittoria - se posso continuare - solo della maggioranza, ma, se davvero quest'emendamento riuscirà a riunire tutta l'Aula, di tutto il Consiglio regionale e di tutto il territorio.
Una vittoria non solo perché va a smussare un punto che era il nodo più divisivo proprio nella trattativa con il Governo, che avrebbe rischiato di andare a impantanare tutta l'operazione, ma anche perché dà un mandato di vero rafforzamento al nostro Presidente Cirio nella trattativa. Non nascondiamocelo: questa non è la definizione finale dell'autonomia, ma è semplicemente la proposta che la Regione Piemonte, al fianco delle altre Regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna), andrà a presentare allo Stato centrale.
Ritengo che avere evitato di dividerci in questa sede territoriale, dando un mandato più rappresentativo possibile, magari addirittura unanime speriamo - al Presidente, vada a rafforzare questa proposta e quindi sia davvero una vittoria di tutti, una vittoria che va a ribadire le esigenze del territorio rappresentate dal nostro drapeau regionale, mantenendo per vive anche le tinte del tricolore al suo fianco, così come vediamo nel trittico delle nostre bandiere che troviamo presenti qui, nella sala dell'Assemblea legislativa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Non essendoci altri iscritti, dichiaro chiusa la discussione generale.
Iniziamo l'illustrazione degli emendamenti e degli eventuali subemendamenti.
La parola al Consigliere Lanzo.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Alla luce del dibattito svoltosi in aula su questa proposta di deliberazione, che traccia anche un segnale nuovo, inteso come l'abbandono di qualsiasi pregiudizio ideologico sul tema dell'autonomia, tutti gli interventi sono andati nella direzione di verificare se ci sono effettive condizioni per avere ulteriori forme di autonomia regionale.
Entrando nel merito delle materie e delle richieste di funzioni in tema di attività legislativa di programmazione ed amministrative, sia nel lavoro di Commissione sia nel lavoro svolto dal gruppo di lavoro ed anche in quello d'Aula, possiamo constatare come ci sia un'effettiva necessità di trasferimento di funzioni in capo alla Regione: dal governo del territorio al tema dell'ambiente, al tema dell'innovazione, al tema dell'istruzione fino all'ordinamento della giustizia di pace o al tema della comunicazione.
Tutte le materie oggetto di legislazione concorrente, ai sensi dell'articolo 116 e seguenti della Costituzione, sono state prese in considerazione dal nostro Consiglio regionale e dalla Commissione. È stato elaborato un percorso che determinerà una delibera aperta, perché noi abbiamo sempre definito il nostro lavoro come un progetto aperto, che pu essere sempre e comunque integrato.
Pertanto, per noi il risultato che otterremo oggi non è definitivo, ma è l'inizio di un percorso che dovrà essere necessariamente affrontato e aggiornato durante tutta la legislatura e non soltanto in questa legislatura.
È vero che oggi non si conquista l'autonomia per il Piemonte, ma si segna un passo nuovo, concreto, di merito, finalizzato non soltanto ad avere più competenze, ma le competenze devono essere necessariamente associate a un trasferimento di risorse Tra l'altro, è quello che emerge chiaramente da una legge in vigore da dieci anni, la 42 del 2009, che disciplina il rapporto tra trasferimenti e autonomia regionale: a ogni trasferimento di competenza vengono associate delle poste di bilancio, secondo la base dei costi standard sostenuti dalle Regioni, e anche con un sistema di perequazione, ossia di bilanciamento che ci vede totalmente - totalmente - d'accordo. Spiace, però, che nel dibattito, a livello nazionale, questo tipo di approccio sia stato affrontato soltanto a livello parziale, perché la proposta del Ministro Boccia di rimandare fra 12 mesi tutto il dibattito riguardante le materie e le funzioni oggetto di decisioni riguardanti i livelli essenziali delle prestazioni, appare quantomeno un atteggiamento dilatorio.
Innanzitutto, si può già contrattare e trattare le materie non oggetto dei livelli essenziali di prestazioni (le materie sono tante e le funzioni sono tante) ma, soprattutto, ci chiediamo come dopo un percorso arenato per dieci anni si possa, in 12 mesi, determinare tutti i livelli essenziali delle prestazioni per le quattro materie, ossia la materia sanitaria, la materia dell'istruzione, la materia dei trasporti e la materia sociale.
Detto questo, quello che oggi ci preoccupa è il nostro percorso regionale.
Quello nazionale andrà come andrà, però sono convinto che una condivisione di questa delibera in questa sede, con i voti, non soltanto della maggioranza, possa aiutare. Questo in tutti gli ambiti, sia chiaro, perch quando sulle materie concorrenti c'è una decisione sia a livello nazionale sia a livello regionale, se c'è una condivisione che va al di là delle posizioni politiche, si raggiunge bene l'obiettivo.
Concludo, Presidente, dicendo che siamo sinceramente soddisfatti del lavoro svolto in Commissione e in aula.
Tra l'altro, ringrazio il mio Gruppo per avermi permesso di occuparmi di questo dossier. Lo ringrazio davvero, perché siamo tutti convinti autonomisti, ma non per questo non abbiamo voluto affrontare, nel merito le proposte offerte dalla minoranza.
Diceva bene prima il Consigliere Carlo Riva Vercellotti che non sono arrivate soltanto proposte abrogative, ma anche proposte sostitutive o integrative, che sono state tutte vagliate.
Già nell'intervento di ieri specificavo come la valenza, che ha questa delibera, di richiesta di autonomia, che ci vede veramente tutti convinti nella direzione di un Piemonte autonomo, sarà un grande sostegno e un grande appoggio che il Presidente Cirio avrà nella trattativa.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 2) presentato da Martinetti, Sacco, Bertola Disabato e Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3) presentato da Martinetti, Sacco, Bertola Disabato e Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 4) presentato da Martinetti, Sacco, Bertola Disabato e Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti per l'illustrazione.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Ho presentato una serie di emendamenti che riguardano principalmente il governo del territorio e il capitolo relativo ai trasporti.
Do gli emendamenti per illustrati, ma faccio solo una breve sintesi del ragionamento che ci ha portato a scrivere e a valutare questi emendamenti.
Per quanto riguarda il governo del territorio, ciò che emerge dal lavoro fatto dal nostro Gruppo è che la Regione Piemonte possiede già competenze specifiche sul tema del governo del territorio; competenze stabilite dalla legge regionale 56 del 1977, la quale, essendo una legge quadro, stabilisce tutti i parametri, le linee guida e le norme da rispettare sul tema.
Questa norma istituisce diversi livelli di pianificazione, nel rispetto delle competenze degli Enti locali, che hanno potestà amministrativa sul governo del territorio e del proprio Comune. Sempre più spesso, nei piccoli Comuni i Sindaci lamentano un maggior potere decisionale, senza doversi complicare troppo la vita con le prassi burocratiche che provengono - tra virgolette - dai piani alti.
Questi emendamenti vanno nella direzione di garantire la sussidiarietà del tema del governo del territorio, con il rispetto della potestà amministrativa, che spetta agli enti locali.
Per quanto riguarda i trasporti, crediamo che la Regione debba assumersi il ruolo di pianificare e programmare le risorse, in base alle necessità specifiche del territorio.
Le infrastrutture stradali, le ferrovie e le infrastrutture strategiche dovrebbero essere pianificate dalla Regione; per cui riteniamo inopportuno che la Regione assuma il ruolo di proprietario e gestore di infrastrutture che non persistano interamente sul territorio regionale. Una frammentazione rischierebbe di creare ulteriori problemi d'interlocuzione tra le varie Regioni e la sicurezza, pensiamo noi, potrebbe risentirne. Se non c'è una sorta di coordinamento ben programmato, sarebbe veramente una gestione piuttosto complicata.
Inoltre, anche noi crediamo che ci sia il rischio di appesantire gli iter realizzativi e il bilancio regionale. Lo spirito che ci ha guidati nello scrivere questi emendamenti è che incrementare la frammentazione del territorio potrebbe generare conseguenze negative per gli interessi dei nostri cittadini.
Ringrazio anch'io tutti quanti per il lavoro svolto.
Grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Martinetti ha illustrato gli emendamenti rubricati n. 2), 3) e 4).
Emendamento rubricato n. 51) presentato Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è già stato illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 5) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 6) presentato da Disabato, Martinetti, Sacco Bertola, Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 7) presentato da Martinetti, Sacco, Bertola Disabato e Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 8) presentato da Disabato Martinetti, Sacco Bertola, Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sacco per l'illustrazione.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Nell'allegato A della PDCR n. 35, punto a), pagina 22, chiediamo che il punto "la regionalizzazione delle risorse per l'attivazione dei programmi di difesa del suolo e di mitigazione del rischio idrogeologico al fine di soddisfare in modo adeguato la necessità di intervento sui dissesti idraulici e idrogeologici del territorio piemontese" venga sostituito con "la pianificazione e programmazione di concerto con il Ministero competente, delle risorse per l'attivazione dei programmi di difesa del suolo e di mitigazione del rischio idrogeologico al fine di soddisfare in modo adeguato la necessità di intervento sui dissesti idraulici e idrogeologici del territorio piemontese".
La regionalizzazione delle risorse non è una proposta condivisibile, in quanto risulta necessaria una gestione delle risorse che vengano dettate dal Ministero competente. La Regione però potrebbe assumere il ruolo di pianificare e programmare tali risorse in base a necessità specifiche, per intervenire in modo preciso e concreto sui dissesti idraulici e idrogeologici.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sacco.
Emendamento rubricato n. 53) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 9) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è stato ritirato dai proponenti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 54) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 10) presentato da Martinetti, Sacco, Bertola Disabato e Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 11) presentato da Martinetti, Sacco, Bertola Disabato e Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 12) presentato da Martinetti, Sacco, Bertola Disabato e Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 13) presentato da Martinetti, Sacco, Bertola Disabato e Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 14) presentato da Martinetti, Sacco, Bertola Disabato e Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Tali emendamenti vengono considerati illustrati.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 55) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 52) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 15) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno e Valle.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
A pagina 26 dell'allegato A della PDCR n. 35, le parole "una competenza a emanare proprie discipline in materia di collocamento ordinario, di collocamento mirato e di servizi per l'impiego, nel rispetto dei principi fondamentali della legislazione statale;" sono sostituite dalle parole "una competenza legislativa per integrare e regolare le prestazioni di politica attiva in ragione di quelle di politica passiva erogate dallo Stato.
Competenza legislativa utile a integrare e regolare quanto previsto dal D.lgs. N. 148/2015 in materia di contratti di c.d. solidarietà espansiva;".
Chiediamo, sostanzialmente, di essere più efficaci. Visto quello che abbiamo vissuto ieri insieme ai lavoratori, visto anche il riferimento nel vostro articolato che rimanda, comunque, alla legislazione statale, è vero che l'emendamento potrebbe apparire meno reboante da un punto di vista mediatico, però se provassimo a mettere insieme le politiche attive e le politiche passive potremmo rendere un miglior servizio soprattutto in termini di crisi aziendali.
Quest'emendamento magari mediaticamente non è reboante, ma è più efficace proprio per avere maggiore autonomia dov'è possibile sull'elemento regionale. Ecco perché vi chiediamo di tenerlo in considerazione e di provare a ragionarvi sopra. Perché con questo, paradossalmente, rafforziamo l'autonomia sul tema del lavoro, non la diminuiamo. Perché cerchiamo di mettere insieme le competenze con una competenza immediata in termine regionale. Perché su queste politiche attive e passive non rimandiamo alla competenza statale.
Grazie.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 56) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 16) presentato da Frediani, Martinetti, Sacco Bertola e Disabato.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Illustrerò soltanto quest'emendamento, poi, mano a mano che arriveremo sugli altri, li darò per illustrati.
Intervengo solo per riassumere quella che è la nostra posizione rispetto alla materia "scuola e formazione", che per noi rappresentava il nodo più critico di tutto il documento che delineava la richiesta di autonomia punto critico perché in primo luogo non condividiamo il sistema di reclutamento passato in capo alle Regioni (o, meglio, la richiesta di passare il sistema di reclutamento in capo alle Regioni). Infatti, non abbiamo ben compreso quale sia il meccanismo che s'intende mettere in atto per risolvere il problema della carenza di docenti, ma anche per un altro aspetto che è più legato al tipo di scuola che immaginiamo: è un tipo di scuola che non è soltanto rivolto al lavoro, quindi alla futura collocazione lavorativa degli studenti, ma è rivolto anche alla formazione dei cittadini consapevoli.
Pertanto, rendere i percorsi formativi troppo orientati al territorio, alle richieste del territorio e alle richieste delle aziende, ci sembra che rischi di limitare la formazione degli studenti; formazione che dovrebbe essere il più possibile ampia e solida - e non soltanto rivolta alle richieste delle aziende e del territorio - e possa dare agli studenti quegli strumenti per poter poi scegliere la loro strada e formarsi adeguatamente. Una formazione che, tra l'altro, non si deve limitare soltanto all'ambito del percorso scolastico, sia esso attuato nel sistema scolastico o nel sistema formativo, ma che deve continuare per tutta la vita.
Ormai è chiaro che i lavoratori devono aggiornarsi costantemente, quindi ci piacerebbe che ci fosse anche un po' più di attenzione verso la formazione continua, che è un tema che sembra mancare in questa richiesta di autonomia. È un tema che proprio le aziende dovrebbero portare al centro della loro azione, per avere lavoratori sempre formati, aggiornati e in grado di rivendersi eventualmente nel mondo del lavoro nel momento in cui le loro competenze non dovessero più servire all'azienda stessa.
Quindi la nostra posizione sulla scuola rimane sostanzialmente questa.
Abbiamo letto la proposta di emendamento che sicuramente lima notevolmente l'iniziale richiesta di autonomia di questa maggioranza. Però non possiamo comunque condividere la visione del sistema educativo che questa maggioranza propone.
Rimane questo nodo critico, non lo consideriamo assolutamente superato.
Apprezziamo comunque la volontà di cercare di trovare una mediazione soprattutto sulla parte di reclutamento, però ci sarebbe piaciuto anche vedere un maggiore impegno rispetto all'ipotesi di soluzione del problema del reclutamento, immaginando una collaborazione con le altre Regioni, in modo da poter concordare a un Tavolo nazionale le modalità di superamento di tutte le problematiche relative al reclutamento dei docenti.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 48) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 17) presentato da Frediani, Martinetti, Sacco Bertola e Disabato.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è stato ritirato dai proponenti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato da Marrone.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è stato ritirato dal proponente.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 18) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è stato ritirato dai proponenti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 57) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 60) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle.



(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 19) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è stato ritirato dai proponenti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 20) presentato da Frediani, Martinetti, Sacco Bertola e Disabato.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 49) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 58) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 21) presentato da Disabato, Frediani, Martinetti Sacco, Bertola.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 22) presentato da Disabato, Frediani, Martinetti Sacco, Bertola.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 50) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Tali emendamenti sono dati per illustrati.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 59) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 23) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Con l'emendamento n. 23) prevediamo l'abrogazione, parlando di Università e di fondo ordinario, della richiesta di ridefinizione sulla base dei costi standard. Non è una competenza che si accresce né sul piano legislativo n sul piano amministrativo, ridefinendo un fondo. Anzi, in analoghi casi che abbiamo già affrontato nel corso della discussione, le situazioni di questo tipo le abbiamo abrogate e quindi vi chiederemmo di abrogare anche questa per semplificare la norma.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
Emendamento rubricato n. 24) presentato da Frediani, Martinetti, Sacco Bertola e Disabato.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 25) presentato da Frediani, Martinetti, Sacco Bertola e Disabato.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 26) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle.



(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Gli emendamenti n. 24) e n. 25) della Consigliera Frediani sono dati per illustrati, così come l'emendamento n. 26) del Consigliere Avetta.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 27) presentato da Riva Vercellotti.



(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riva Vercellotti per l'illustrazione.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
L'emendamento è finalizzato a pulire il testo anche alla luce delle modifiche normative intercorse nell'ultimo anno. Ne abbiamo già discusso in Commissione nel gruppo di lavoro e riguarda il tema dell'overshooting.



PRESIDENTE

Grazie, collega Riva Vercellotti.
Emendamento rubricato n. 28) presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 29) presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 30) presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 31)presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 32) presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 33) presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 34) presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 35) presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 36) presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 37) presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 38) presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Di tutti gli emendamenti, quindi dal n. 28) al n. 38), illustrerò soltanto il n. 32).
Con l'emendamento n. 32) chiediamo lo stralcio di questa richiesta: "La competenza a disciplinare il recupero di specifiche categorie di rifiuti significative per il territorio piemontese e a valutare, in un'ottica di economia circolare, la possibilità di attribuire la qualifica di non rifiuto a specifici prodotti".
Perché proponiamo questo? Semplicemente perché questa parte di testo è superata, fa parte ancora della prima versione della delibera sulla richiesta di maggiore autonomia. È la delibera della passata legislatura quindi non è più attuale con i tempi, perché il cosiddetto "decreto crisi aziendali", convertito con legge n. 128/2019, è andato a modificare il testo unico ambientale proprio concedendo alle Regioni la facoltà di valutare caso per caso. Ha quindi superato quel problema, ha superato quell'impasse che c'era, perché nell'attesa dei decreti ministeriali, una sentenza del Consiglio di Stato aveva praticamente bloccato l'economia circolare non solo nella nostra Regione, ma nel nostro Paese.
In questo modo, le Regioni possono disciplinare caso per caso, anzi questa è una buona notizia. Sicuramente anche la Regione Piemonte si farà parte attiva nel disciplinare la materia per permettere anche ad aziende piemontesi di operare e di recuperare materia e creare posti di lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 39) presentato da Disabato, Bertola, Frediani Martinetti, Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 40) presentato da Sacco, Bertola, Disabato Frediani, Martinetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 41) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è stato ritirato dai proponenti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 42) presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle.



(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 43) presentato da Sacco, Bertola, Disabato Frediani, Martinetti.



(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento lo illustro, perché ci tenevo particolarmente, anche perché è stato oggetto di discussione approfondita durante il Tavolo di lavoro.
Nell'allegato A della PDCR n. 35 il punto l), pagina 35, il periodo che recita "nei limiti del numero previsto dalla normativa statale e la competenza relativa alla distribuzione degli uffici dei giudici di pace nel territorio regionale, l'individuazione delle sedi, laddove non siano già fornite da altri soggetti pubblici, la fornitura delle attrezzature e dei servizi necessari per il funzionamento degli uffici e per la gestione dei rapporti di lavoro del personale amministrativo da impiegare, con l'assunzione dei relativi oneri economici e finanziari", viene sostituito dalla frase "nei limiti del numero previsto dalla normativa statale la competenza relativa alla distribuzione degli uffici dei giudici di pace nel territorio regionale, l'individuazione delle sedi laddove non siano già fornite da altri soggetti pubblici".
Questo perché? Abbiamo notato sicuramente una buona idea di fondo in questo provvedimento, in quanto daremmo la possibilità di avere un maggiore controllo sulla distribuzione e l'individuazione delle sedi, senza addentrarci nella parte legata alla gestione amministrativa che, dal nostro punto di vista, è più semplice lasciarla fare a chi se n'è occupato fino a oggi.
Con questa modifica, avremo la possibilità di rispondere in maniera più puntuale alle esigenze dei cittadini. Per me può essere una buona soluzione e anche un buon punto d'incontro e di mediazione tra la nostra proposta e quella del Partito Democratico.
Sicuramente, in questi termini, renderemo un buon servizio ai cittadini piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Emendamento rubricato n. 44) presentato Avetta, Ravetti, Canalis Chiamparino, Gallo, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 45) presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 46) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 47 presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti, Sacco.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è stato ritirato dai proponenti.



PRESIDENTE

È aperta la discussione sul complesso degli emendamenti.



PRESIDENTE

Dopo la votazione di emendamenti e subemendamenti, vi saranno le dichiarazioni di voto e successivamente il voto finale sulla deliberazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Sia riportato a verbale che il Consigliere Giaccone ha erroneamente espresso parere contrario, ma voleva esprimere parere favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 51), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 9) è stato ritirato e l'emendamento n. 52) è irricevibile.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 60), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

PREIONI Alberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, posso.



PRESIDENTE

Consigliere Preioni, siamo in votazione.
PREIONI Alberto (fuori microfono) Sull'ordine dei lavori, Presidente.



PRESIDENTE

Prego, ha facoltà di parlare.



PREIONI Alberto

Presidente, solo per dire che il mio voto è favorevole, ma non ho fatto in tempo a votare.



PRESIDENTE

Consigliere Preioni, intuisco che riguardi il precedente emendamento, non l'emendamento n. 28).
La parola al Consigliere Ruzzola.
Consigliere, siamo in fase di votazione.



RUZZOLA Paolo

Sì. Sull'ordine dei lavori, Presidente.
Se siamo tutti d'accordo, propongo di ridurre a 30 secondi i tempi di votazione, visto che abbiamo anche la Conferenza stampa e mi sembrerebbe scorretto fare attendere coloro che stanno aspettando.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 42), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sospendiamo i lavori per alcuni minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.04 riprende alle ore 12.06)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 45), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 46).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso le votazioni sugli emendamenti, per cui ora possiamo passare alle dichiarazioni di voto finali sulla proposta di deliberazione n. 35.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

C'è aria di conferenza stampa. Vero, Presidente? In tal caso, nonostante siano concessi dieci minuti per l'intervento, ne impiegherò meno, così avremo modo di ascoltare anche altre dichiarazioni di voto e quelle del Presidente.
Nei cinque minuti che ho a disposizione vorrei ringraziare innanzitutto i colleghi del Gruppo del Partito Democratico, i colleghi del Gruppo di cui sono Presidente. Durante la campagna elettorale abbiamo ascoltato un po' ovunque l'attuale maggioranza - in dibattiti, interventi e propaganda utilizzare il tema dell'autonomia differenziata. Di fronte a tanti problemi, molti di voi hanno utilizzato il tema dell'autonomia differenziata come fosse una "bandiera", una spada utile per raccogliere consensi. E lo avete fatto molte volte in maniera molto strumentale, a prescindere dal lavoro che era stato fatto nella scorsa legislatura.
Questo vostro atteggiamento - per questo voglio ringraziare i colleghi del Gruppo - avrebbe potuto indurci a utilizzare tutto l'ostruzionismo possibile in questi mesi per evitare di approvare un documento nato da una volontà propagandistica che ci aveva convinto proprio per nulla e che non aveva tenuto in considerazione il lavoro fatto anche in quest'Aula (e non soltanto in Giunta) nella passata legislatura.
Invece, Presidente Cirio, noi abbiamo messo al centro delle nostre attenzioni, ancora una volta, responsabilmente, il destino del nostro Piemonte. Abbiamo evitato di fare opposizione fine a se stessa e abbiamo fatto il possibile per entrare nel merito di una proposta che voi legittimamente, in Giunta avete adottato in bozza, per permettere alla Commissione e poi al Consiglio di arrivare a una discussione seria discussione seria che riguarda il Piemonte e tutte le Regioni d'Italia, e che coinvolge il Ministro Boccia e l'intero Governo rispetto al futuro del Paese.
Presidente, so che lei ce ne darà atto: non ci siamo sbagliati rispetto al percorso che vi abbiamo proposto. Abbiamo fatto bene a proporvi una discussione nella Commissione competente, la I Commissione. Abbiamo fatto bene ad accorciare i tempi in un gruppo di lavoro per entrare, appunto, nel merito della discussione.
Dal nostro punto di vista, non vi siete discostati troppo dal documento approvato dalla Giunta del Presidente Chiamparino. Avete inserito un'attività emendativa più che comprensibile, frutto del dibattito degli ultimi mesi non soltanto in Piemonte, ma anche del dibattito avviato tra le Regioni e il Governo. Si tratta, quindi, di un'attività emendativa che ha tenuto in considerazione anche il dibattito della precedente Giunta l'architrave da cui avete preso spunto anche voi.
Siamo soddisfatti del lavoro che abbiamo svolto rispetto al tema della scuola, lo diciamo sinceramente. Siamo anche contenti rispetto al fatto che l'emendamento n. 60), presentato dai colleghi Avetta, Lanzo e Marrone, sarà tenuto in considerazione dal Governo per un dibattito con tutte le altre Regioni, e potrà essere preso a modello per un testo definitivo.
Lo dico a voi nell'ultimo minuto che ho a disposizione: affidare alla Regione le competenze "a definire gli obiettivi sulla programmazione, sul fabbisogno regionale del personale scolastico e sul dimensionamento dell'offerta scolastica su tutto il territorio regionale, senza accordi assunti in Conferenza Stato-Regioni e, di concerto, con l'Ufficio scolastico regionale, che prevedano il pieno coinvolgimento della Regione anche attraverso strumenti di flessibilità e autonomia, con particolare attenzione all'istruzione e formazione professionale" è il testo che ci permette di votare favorevolmente l'intera proposta di deliberazione.
Questo, però, dev'essere il modello da adottare, anche rispetto al futuro nei rapporti tra maggioranza e opposizione. Ostruzionismo da parte nostra quando servirà, nelle forme di lotta istituzionale possibile: opposizione dura sui provvedimenti che riterremo sbagliati, dialogo quando è possibile almeno per deviare parzialmente il corso degli eventi.
Sa cosa diciamo, Presidente Allasia e Presidente Cirio? Così facendo, il Piemonte potrà essere tranquillo, rasserenato rispetto al fatto che è in buone mani: le nostre mani.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Presidente, esprimiamo il nostro voto favorevole a questa delibera con un orgoglio particolare.
Come Gruppo Fratelli d'Italia, avevamo con grande trasparenza e chiarezza manifestato sin dal principio alcune criticità, ribadendo che eravamo assolutamente a favore di tutte quelle misure che fondassero la proposta in senso pragmatico, concreto ed efficace dell'autonomia della Regione Piemonte nei confronti del Governo centrale, su un principio forte di sussidiarietà, quindi divisione delle competenze su base di maggiore vicinanza al territorio, ma anche attenzione ai bisogni dei cittadini contemperata con la nostra irrinunciabile necessità di vedere garantita la coesione nazionale, la solidarietà nazionale e anche certe prerogative e che, in ambiti che esprimono in modo chiaro il potere dello Stato, non venissero meno le competenze dello Stato centrale.
Credo che quest'emendamento, che penso sia anche frutto di una mediazione emersa da un dibattito cominciato all'interno della maggioranza, sia in realtà un grande assist anche alla sua azione come Presidente nella trattativa che si aprirà con il Governo centrale. In tal modo, lei non si presenterà con un testo divisivo, con una delibera che ha raccolto solo l'adesione della maggioranza, ma con un consenso e una delega molto trasversale e davvero rappresentativa della stragrande maggioranza, se non della totalità, dei piemontesi.
Vado particolarmente orgoglioso di questo testo, perché nella versione finale, anche grazie a quest'emendamento - la cui firma simpaticamente ho voluto immortalare perché evocava in piccolo una "piccola Yalta", con schieramenti molto diversi tra di loro, che però si ritrovavano su una soluzione di sintesi - si va a cancellare qualsiasi rischio di fraintendimento. Con la cancellazione dei riferimenti al reclutamento regionale invece che nazionale dei docenti, si toglie qualsiasi alibi a evocare retaggi antimeridionali, di cui credo nessuna forza di quest'Aula abbia nostalgia, comprese tutte le forze di maggioranza, anche alla luce di tutte le evoluzioni culturali e politiche che i nostri partiti hanno avuto.
È, questo, un testo che interpreta bene lo spirito pragmatico con cui abbiamo raccolto le osservazioni positive e gli incoraggiamenti della parte più viva e dinamica della società civile, dalle organizzazioni imprenditoriali a quelle sindacali. È un testo che credo lei, Presidente Cirio, possa portare al Tavolo con l'orgoglio di sbloccare magari delle impasse, perché i testi di altre Regioni, come Lombardia e Veneto, di fronte a un Governo centrale, che sappiamo non essere molto ben disposto in generale sul tema autonomia, rischierebbero di bloccare tutto il procedimento e tutto il meccanismo. Di questo deve andare orgoglioso lei e io penso, anche ognuno di noi come componente di quest'Assemblea legislativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Oggi è un giorno importante per il nostro Piemonte. Voglio dire anch'io alcuni "grazie".
Grazie a tutto il Consiglio regionale.
Grazie al mio partito, la Lega, che si evolve, cambia e si trasforma per rispondere al meglio alle esigenze dell'Italia, ma che rimane pur sempre una forza federalista e autonomista.
Grazie a Umberto Bossi, perché senza di lui in Italia non si sarebbe mai affrontato il tema dell'autonomismo e del federalismo, perché è lui che l'ha portato al centro della scena politica italiana già molti anni fa.
Grazie a Matteo Salvini, perché ha dato il via libera ai referendum che sono stati fatti in Lombardia e in Veneto e senza questi referendum, questa forza di popolo, l'autonomia non avrebbe avuto tutto questo slancio.
Pertanto, mi sento solo di dire: "Viva l'autonomia e viva il Piemonte".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Pochi istanti soltanto per dire che il nostro sarà un voto convintamente favorevole, per cui voglio ringraziare tutto il gruppo di lavoro che in questo periodo si è tanto impegnato. In modo particolare, rivolgo un ringraziamento al Presidente Riva Vercellotti per l'equilibrio e l'autorevolezza con cui ha condotto questa Commissione che, come abbiamo sentito dal collega Ravetti, avrà un voto non soltanto dalla maggioranza ma un voto trasversale, quindi più ampio. Questo significa che tutti insieme abbiamo avuto la capacità di individuare e trovare un equilibrio nel formare un testo che sia utile per tutti noi, per il Piemonte e per i piemontesi.
Era, tra l'altro, uno dei punti principali del nostro programma e devo dire che arriva in pochi mesi e prima di fine anno, quindi giusto in tempo per metterlo sotto l'albero di Natale. È un importante risultato che avevamo promesso al nostro territorio e ai nostri cittadini.
Grazie per tutto questo. Grazie, Presidente Cirio, e grazie a tutti voi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Utilizzerò pochi minuti.
Come dicevo, sarebbe stato importante utilizzare l'autonomia come uno strumento per affrontare, a partire da un'analisi profonda del contesto temi politicamente e socialmente rilevanti per il nostro territorio, perch pensiamo che la differenziazione si giustifichi in funzione delle peculiarità di un luogo e della sua popolazione, anche e soprattutto per garantire migliori servizi alla collettività e non certo per operare una distinzione e una competizione tra le Regioni.
Le richieste contenute nella delibera "nuovo conio Cirio", di fatto, sono in gran parte riprese dalla bozza delle Regioni Veneto e Lombardia, come se l'obiettivo fosse solo non essere meno degli altri Governatori o, come hanno detto meglio i nostri costituzionalisti, come se l'autonomia differenziata alla fine fosse un livellamento diverso delle competenze delle Regioni. Delle due l'una, ma credo che entrambe siano visioni sbagliate di quello che è stato questo dibattito pubblico.
Non possiamo però che essere soddisfatti e ovviamente contenti del fatto che, dopo tante pressioni, almeno sull'istruzione si sia fatto un passo indietro, rinunciando alla gestione regionale diretta del personale prima e poi, in qualche modo, delle competenze che non sono nostre, il che rischiava di minare il principio di uguaglianza delle opportunità. Lo ribadiamo davanti a tutti: scuola e istruzione per noi sono fondamentali per il loro rilievo simbolico, rappresentativo dell'unità culturale del Paese e funzione strategica di trasmissione ed elaborazione della cultura nazionale. In nessun aspetto possono essere devoluti alle potestà regionali.
Su questo vigileremo e siamo pronti, come hanno detto decine di migliaia di studenti e decine di migliaia di insegnanti, a mobilitarci contro ogni progetto che miri a regionalizzare l'istruzione. Tuttavia non basta.
Un'autonomia che si limita a dividere e distinguere non potrà mai convincerci, ed è per questo che non potremo votare a favore della delibera e vi facciamo riflettere.
Le differenziazioni, come dice il testo costituzionale e come ci hanno detto tutti i costituzionalisti, non solo quelli di area culturale vicina al mondo progressista, vi hanno fatto notare che le vere sfide e le vere emergenze di questo territorio non sono presenti in nessun dibattito pubblico. Parlo della grande emergenza ambientale e climatica, che mette a rischio non solo tanti settori produttivi e non solo il nostro territorio ma anche la vita stessa del Nord Italia e la crisi del lavoro e occupazionale di cui parleremo oggi pomeriggio.
Non è un caso che nella richiesta di autonomia e relativo dibattito pubblico, la questione fiscale di cui parlavo prima, così come il dumping che fanno le grandi multinazionali a scapito sia del Paese sia delle nostre Regioni, siano temi totalmente assenti.
Per questo siamo tranquilli nel dichiarare il nostro voto di astensione e di essere nel giusto nel dirvi che questo dibattito, purtroppo, ha più il sapore di una rincorsa verso altri modelli, che non sono i nostri.
Giustamente qualcuno ringrazia Bossi, il lavoro fatto da altri partiti politici. Noi vi richiamiamo non al dettato costituzionale, non chiudo con viva Garibaldi, viva la Repubblica e viva la Costituzione. Vi richiamiamo semplicemente, a far vivere meglio i luoghi dove noi oggi facciamo i Consiglieri regionali.
Siamo alla conferenza stampa di fine anno e non è un caso che di leggi e di delibere se ne siano fatte, negli ultimi sei mesi, pochine, per non dire nessuna.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Un intervento breve per quanto riguarda il testo completo, su cui anche noi non voteremo a favore, non perché siamo contro l'autonomia, come mi sembra di aver dimostrato anche nelle riunioni del gruppo di lavoro con osservazioni che entravano nel merito degli emendamenti e delle modifiche che abbiamo proposto.
Siamo soddisfatti che alcuni di questi siano stati accolti ma, purtroppo nell'ampio dibattito che abbiamo sostenuto sull'autonomia come fine, solo per il fatto di dire che abbiamo l'autonomia, o come mezzo, ovvero come strumento per migliorare la vita dei piemontesi, su tante cose, anzi forse sulla maggior parte, non ci avete convinto. Non ci avete spiegato esattamente qual era la vostra idea e la vostra visione su quelli che saranno, nel caso in cui l'autonomia verrà concessa, i vostri provvedimenti per migliorare la vita dei piemontesi.
Perplessità non solo sulle parti nuove della delibera, ma anche diverse perplessità su quella che era già stata proposta dalla precedente Giunta.
Sempre in tema di autonomia, il Movimento 5 Stelle si è sempre dimostrato aperto a fare ragionamenti sul tema, ma quando andavano a migliorare la qualità della vita dei cittadini interessati, senza - e sottolineo senza creare disuguaglianze, senza che questa autonomia fosse a vantaggio solamente di qualcuno.
Si va avanti e si va lontano quando si è uniti e non quando si è divisi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Alberto Cirio.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Grazie a tutti i colleghi che sono intervenuti. Non prenderò molto tempo ma credo che questo sia un momento da assaporare per chi ha nel cuore non soltanto l'amore per il Piemonte - che credo sia un amore diffuso - ma per chi ha nel cuore la storia, la tradizione, la forza e l'identità della nostra regione e per chi ne ha fatto anche un motivo di proprio impegno politico e amministrativo.
I momenti difficili sono sempre tanti, i momenti in cui si riesce a fare un passo importante sono pochi. Credo, perché le difficoltà sono tante, che questi momenti vadano assaporati nella loro essenza più bella, senza trionfalismi ma, comunque, consapevoli di aver fatto un passo estremamente importante per un processo di valorizzazione della nostra Regione e del nostro Piemonte, in cui noi crediamo davvero tanto e crediamo molto.
Siamo felici sia giunto ad approvazione oggi, attraverso anche un voto che va al di là della maggioranza che attualmente governa la nostra Regione e che abbraccia colleghi che hanno condiviso con noi un percorso di approfondimento e di studio.
Le cose bisogna studiarle per capirle, bisogna studiarle per essere seri nel momento in cui ci si siede di fronte al Governo italiano chiedendo la possibilità di occuparci di più questioni e di assumerci la responsabilità di dimostrare che, come piemontesi, ci riteniamo efficienti nel voler gestire, con maggiore autonomia, determinate materie.
Abbiamo parlato della Lombardia, del Veneto e dell'Emilia Romagna non perché era una corsa. Occorre fare una riflessione sulle Regioni che attualmente crescono di più. Il Piemonte non è, tra le Regioni del Nord quella che cresce di più, anzi è quella che cresce di meno. Regioni di colore politico diverso, come l'Emilia Romagna, hanno deciso di intraprendere, con forza e determinazione, questo percorso e di difenderlo ma abbiamo deciso di farlo anche noi perché siamo convinti che, nella richiesta di autonomia differenziata e nella migliore attuazione dell'autonomia differenziata, ci sia la possibilità di dare risposte migliori ai nostri cittadini piemontesi, che vanno nel rispetto dell'utilizzo delle loro risorse, nell'efficienza dei servizi che noi intendiamo dare e anche nella possibilità di avere degli amministratori più responsabili, che non potranno più trincerarsi, un giorno, di fronte a quel rimpallo di competenze che oggi, purtroppo, il cittadino subisce: se non è colpa della Regione, è colpa del Comune, è colpa della Provincia, è colpa dello Stato e adesso è colpa dell'Europa, per cui ogni volta è sempre colpa di qualcun altro. Noi, invece, vogliamo assumerci la responsabilità di scegliere, di decidere e di governare.
Questo è il senso dell'autonomia differenziata ed è un obiettivo che ci eravamo posti, uno dei tre pilastri su cui si è basato l'impegno che abbiamo assunto con i cittadini piemontesi: la semplificazione. Ed è questo il motivo per cui, caro collega Grimaldi, abbiamo fatto poche leggi, anzi nessuna per fortuna, perché vorremmo essere ricordati per quelli che ne hanno tolte di leggi.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Non ne avete cancellata nessuna, per ora.



CIRIO Alberto

Ci sono quasi mille leggi in vigore nel nostro Piemonte; abbiamo attivato la rottamazione di almeno una trentina di queste e stiamo procedendo perché legiferare non sempre è un bene: Einaudi, il grande Presidente piemontese, ci ha ricordato che legiferare non sempre è un bene e che leggi devono essere poche e chiare.
Oggi noi approviamo questa deliberazione (per noi è un elemento molto qualificante del lavoro che abbiamo svolto in questi mesi) perché l'abbiamo voluta incardinare sul lavoro fatto prima, perché siamo gente pragmatica e siamo gente seria, perché le cose buone non bisogna buttarle via, ma su queste costruire, migliorare, se si riesce, e implementare, sulla base di quelle che sono le nuove sensibilità. Ed è il lavoro che hanno fatto direttamente, i Consiglieri e io li voglio ringraziare, perché ognuno ha dato il proprio contributo: anche chi oggi voterà contro questa deliberazione ha dato il proprio contributo.
Ringrazio, innanzitutto, il Presidente della Commissione, il Consigliere Carlo Riva Vercellotti, per aver guidato bene, come ha ricordato anche il Presidente di Gruppo Ravetti, la Commissione del gruppo di lavoro che ha approfondito i temi della deliberazione. Ringrazio la Consigliera Biletta che ha partecipato al gruppo di lavoro per Forza Italia, e Maurizio Marrone per la sua sensibilità e per la maturità con cui abbiamo affrontato certi temi che, magari, ci vedevano con sensibilità uguali, ma di graduazione diversa e che, però, abbiamo uniformato all'interno di un documento condiviso.
Ringrazio gli amici della Lega, che sono stati la vera forza propulsiva di questa deliberazione, il Capogruppo Preioni e Riccardo Lanzo, che ha dimostrato, in sede di definizione della materia scuola, grandi capacità di mediazione, corrisposte dal collega Marello, che ha dato il suo contributo affinché si trovasse il modo di scrivere un qualcosa in cui noi crediamo senza rinunciare all'identità fondante di una deliberazione che ha nell'istruzione, sicuramente, un aspetto significativo, senza però mettere in allarme sensibilità legittime che avevamo registrato in questo Consiglio regionale.
Grazie al Gruppo del PD, al Presidente Ravetti, come al Consigliere Avetta che ha fatto parte del gruppo di lavoro. Per noi il fatto che voi sosteniate questa deliberazione è estremamente importante, perché i cittadini piemontesi ci premiano anche quando sappiamo andare d'accordo. È facile bisticciare, è facile litigare, è facile dividersi e la politica nazionale lo dimostra; andare d'accordo e trovare il modo di andare d'accordo, senza rinunciare alle proprie posizioni, trovare degli accordi in modo trasparente, com'è avvenuto in questo Consiglio, credo sia un bel segnale di una buona politica che abbiamo fatto con questa deliberazione.
Grazie, quindi, alla vostra sensibilità. Grazie al Presidente Chiamparino per il lavoro che ha svolto in precedenza. Grazie anche al Consigliere Grimaldi, pur nella sua posizione contraria, però di stimolo e alla Consigliera, Capogruppo Frediani, perché - lo segnalo, perché mi fa piacere segnalarlo - che due emendamenti importanti, uno relativo al benessere animale e l'altro relativo alla possibilità di determinazione dei posti letto in autonomia regionale, sono frutto della loro proposta, che abbiamo condiviso. Quindi ognuno ci ha messo - io credo - del suo e ne siamo felici.
Inoltre, voglio ringraziare anche Stefano Allasia, perché all'atto del suo insediamento, come Presidente del Consiglio, con tutto il Gruppo della Lega, ha fatto di questa deliberazione un momento non solo caratterizzante e determinante, ma un inizio di un percorso. Ecco, dobbiamo essere consapevoli che oggi inizia un percorso, che abbiamo fatto la nostra parte perché abbiamo fatto quello che il Piemonte ci chiedeva di fare: da adesso s'instaura un meccanismo di confronto nazionale, che sarà inserito all'interno di questa legge quadro, di cui noi abbiamo preso atto come Consiglieri o, meglio, come Regione all'interno della Conferenza delle Regioni, che per noi ha tanti dubbi e tante paure, ma che con queste clausole di salvaguardia sul tempo ci permetterà, però, in un anno di riuscire a vedere instaurarsi i primi risultati concreti dell'autonomia.
Chiudo con un ringraziamento corale e con la consapevolezza che stiamo facendo qualcosa di buono.
L'autonomia del Piemonte è un tema che a noi scalda il cuore: non ha nulla a che fare con un allontanamento dai colori nazionali, anzi. L'Italia è stata fatta da un grande piemontese, che era Cavour, la prima capitale è stata Torino: sono valori che non dimentichiamo, ma nello stesso tempo non dimentichiamo la nostra volontà di riuscire a dare ai nostri cittadini la possibilità di autodeterminarsi, come territorio piemontese, nelle scelte che riguardano la loro vita. Una volta si chiamava autodeterminazione dei popoli, in termini molto elevati, e crediamo che l'autodeterminazione delle Regioni nel poter decidere il proprio destino sia un valore di giustizia e di democrazia.
Pertanto, grazie a tutti e, soprattutto, penso sia un buon un regalo di Natale, se così lo possiamo chiamare, come diceva il collega Ruzzola, da mettere sotto l'albero, di fianco al Presepio nel nostro Piemonte.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Mi associo agli applausi, in modo virtuale.
Essendo arrivato ormai il momento della votazione, comunico che, nel primo pomeriggio, procederemo con l'esame dell'ordine del giorno n. 153, inerente a "Torino Zona Economica Speciale - Zona Logistica Semplificata" presentato dal Consigliere Marrone e altri, collegato alla proposta di deliberazione n. 35.
Ovviamente, mi associo ai ringraziamenti del Presidente Cirio. Ringrazio anche i Gruppi di minoranza, i Consiglieri Magliano e Giaccone e gli Uffici tutti che, con calma e pazienza, hanno seguito i nostri lavori in Commissione, nel gruppo di lavoro e soprattutto, poi, in aula. Con solerzia, sono riusciti a trovare la sintesi per avere l'approvazione della deliberazione anche da parte degli Uffici.
Terminati i convenevoli, procederei con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 35, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

La seduta è conclusa.
I Consiglieri che vogliono partecipare alla Conferenza stampa e i giornalisti che hanno atteso fino adesso possono recarsi in sala Viglione al primo piano.
Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.41)



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