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Dettaglio seduta n.46 del 18/12/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA

Alle ore 9.30, il Presidente Allasia, constatata la mancanza del numero legale comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.00)



(La seduta inizia alle ore 10.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni dell'Assessore regionale Icardi inerenti a "Edilizia sanitaria"


PRESIDENTE

Come stabilito durante la Conferenza dei Capigruppo del 12 dicembre l'Assessore Icardi si è reso disponibile a svolgere comunicazioni in ambito a "Edilizia sanitaria".
Prego, Assessore.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti.
Le comunicazioni sull'edilizia sanitaria richiederebbero giorni e giorni sinteticamente, proverò a toccare i punti più significativi, rispetto alla programmazione precedente.
Innanzitutto voglio ricordare che, come sapete benissimo, la Pubblica amministrazione parla per atti. Fin'ora abbiamo fatto delle ipotesi, siamo nel campo delle idee, per cui gli atti di modifica della programmazione sanitaria, precedentemente assunti dall'Amministrazione Chiamparino, ma anche da quella ancora precedente, non sono stati modificati.
Sapete che c'è la DGR 1/600, in applicazione del DM 70 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, che ha prodotto una significativa modifica della rete territoriale ospedaliera, ma al momento non ci sono state modifiche.
Allora era una DGR, perché l'Amministrazione regionale era in piano di rientro; oggi, la normativa prevede che sia un atto di Consiglio, quindi qualsiasi modifica alla rete, o comunque all'edilizia sanitaria, passa attraverso il Consiglio regionale. Questo per fugare ogni dubbio sul fatto che la Giunta o l'Assessore possano fare delle fughe in avanti. In realtà non è possibile: discuteremo tutto qui.
Comincerei, se siete d'accordo, con una piccola relazione.
Per sommi capi partirei da Novara, se per voi va bene. Ve la leggo, perch i temi sono tanti e la memoria è corta.
Sulla Città della Salute di Novara voglio fare un elenco dei principali atti che negli ultimi due anni si sono susseguiti, per poi entrare nel vivo della questione.
La procedura si è attivata al fine di acquisire il decreto di ammissione al finanziamento, ex articolo 20.
In data 14 febbraio 2018, il Ministero della Salute, in concerto con il MEF, ha sottoscritto l'accordo di programma per il settore degli investimenti sanitari, ex articolo 20, per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara, secondo il seguente piano finanziario: 95 milioni e 375 mila a carico dello Stato, come dicevo, ex articolo 20 (su questo vorrei rassicurare tutti che sono soldi già nostri e che non ci possono togliere in nessuna maniera, indipendentemente dai tempi); 5 milioni e 274 mila a carico della Regione e 219 milioni e 640 mila a carico del privato, per un totale complessivo di 320 milioni e 290 mila euro.
L'11 gennaio 2019, l'Azienda Ospedaliera di Novara ha approvato, con deliberazione n. 23, la realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara, con l'approvazione di tutti i documenti che costituiscono il progetto di fattibilità, nonché il quadro economico finanziario validato e, trasmettendo gli atti alla Regione Piemonte, ai fini della richiesta di ammissione al finanziamento articolo 20, del decreto 6788.
Quindi a gennaio è stato trasmesso tutto al MEF.
Il 21 gennaio, dieci giorni dopo, la Regione ha approvato la determinazione 50 "Programma degli investimenti", articolo 20, e l'accordo integrato del 14 febbraio, per la realizzazione della Città, quindi "intervento 1" compresa, in questo caso, anche la bonifica dell'area, sempre importo complessivo 320 milioni e 290 mila.
Il 4 febbraio 2019, l'Azienda Ospedaliera di Novara ha approvato, con deliberazione n. 115, adempimenti ai fini dell'analisi dei vincoli archeologici esistenti, ai sensi dell'articolo 25 del DL 50/2016, verifica preventiva dell'interesse archeologico e conseguente approvazione integrativa del progetto di fattibilità tecnica per la realizzazione della Città della Salute.
In data 19 febbraio ha approvato un'altra realizzazione e trasmissione documentazione integrativa - quindi si è svolta in due fasi - degli adempimenti, ai fini dei vincoli archeologici, chiedendolo alla Sovrintendenza archeologica, la quale risponde, in data 20 febbraio, con determinazione dirigenziale, che è stata integrata la documentazione 50 e l'ammissione al finanziamento.
In data 5 marzo, l'Azienda Ospedaliera di Novara ha trasmesso alla Regione Piemonte la deliberazione n. 191 "Realizzazione in regime di partenariato pubblico-privato e sostenibilità economica".
Il 5 marzo, quindi, la Regione ha trasmesso al Ministero della Salute la deliberazione n. 191, relativa al Piano economico finanziario.
L'Azienda Ospedaliera ha redatto, in data 10 ottobre, la relazione di approfondimento relativa alla sostenibilità del progetto, con l'allegato "prospetto sinottico".
Qui sono andato un po' avanti, ma solo per continuità formale.
Il 10 aprile, la Regione Piemonte ha inviato al Ministero della Salute una relazione tecnica redatta dall'Azienda Ospedaliera di Novara, con l'allegato "prospetto sinottico", al fine del decreto ministeriale di ammissione al finanziamento.
Il 22 maggio, la Regione Piemonte ha approvato, con DGR 29051, il programma di investimento, ex articolo 20, l'accordo integrativo del 14 febbraio (quindi è stato integrato l'accordo di programma) per la realizzazione della Città della Salute, attraverso un contratto di partenariato pubblico privato, di importo complessivo 320 milioni, conferma delle modalità realizzative e presa d'atto della sostenibilità del progetto.
Siamo a maggio. Il 23 maggio - il giorno dopo - la Regione ha inviato al Ministero della Salute, ai fini dell'emissione del decreto di ammissione al finanziamento, la citata DGR (che non sto più a leggere nel testo) e il Ministero. ecco, da maggio, il 19 settembre. Vorrei sottolineare questo passaggio: il 23 maggio il Ministero (il Nucleo di Valutazione) si esprime sulla Città della Salute di Novara, ma il parere con le richieste, di cui parleremo successivamente), ci viene trasmesso il 19 settembre. Dunque, è trascorsa tutta l'estate senza che noi avessimo notizie di quanto doveva esser fatto.
Premetto che la Regione - la Giunta Chiamparino - aveva già approvato una delibera di Giunta in cui si dava garanzia di copertura della rata del canone di disponibilità in caso di mancato adempimento da parte dell'Azienda novarese. Permettetemi, al riguardo, di fare una precisazione: è del tutto superfluo e pleonastico dire che la Regione deve garantire per un'Azienda Sanitaria, perché sta già nel quadro giuridico generale il fatto che la Regione paghi se un'Azienda Sanitaria o un'Azienda Ospedaliera non riesce a coprire il debito o non riesce a far fronte ai suoi impegni.
Come dicevo, una delibera della Giunta Chiamparino ha sottolineato il fatto che si sarebbe assunta l'impegno di farlo, ma non è stato ritenuto sufficiente, per cui il 19 settembre il Ministero dalla salute, con nota n.
16266, ha trasmesso in data 31 maggio il parere del Nucleo di Valutazione di verifica degli investimenti pubblici del Ministero della salute richiedendo, al fine dell'ammissione al finanziamento, una specifica norma regionale a garanzia del canone di disponibilità; norma che sta interessando oggi la Commissione e a breve interesserà anche il Consiglio.
La Regione Piemonte, quindi l'Assessorato competente, si è immediatamente adoperato per scrivere questa norma. È su questo che abbiamo avuto delle difficoltà, cioè alla copertura del canone complessivo, come richiesto dal Ministero. Perché, come sapete, per la storia pregressa, la Regione ha una capacità di indebitamento all'incirca di 30 milioni: pochissimo, per cui non si possono contrarre mutui e non si può fare una serie di cose.
L'escamotage è stato quello di chiedere al Ministero la possibilità di garantire annualmente la singola rata e non il complesso delle rate. La nostra richiesta è stata accettata, per cui oggi stiamo discutendo di una norma che prevede la copertura annuale di ogni singola rata nel caso l'Azienda Ospedaliera non riuscisse a pagare.
Ho fatto qualche approfondimento su questa norma, dal momento che qualcuno mi ha posto la seguente domanda: "Ma perché a Torino il partenariato è partito senza problemi, con più o meno le stesse condizioni forse un po' di meno - mentre da noi, a Novara, chiedono una norma di legge a garanzia?". Al riguardo, una cosa va detta: dal punto di vista giuridico, è certamente un'aberrazione. È certamente una cosa unica in Italia il fatto che un organo amministrativo - un organo dell'Esecutivo chieda al Consiglio regionale, che è un organo legislativo, un provvedimento e voglia anche disciplinarne il contenuto. È una cosa che permettetemi di dirlo - non sta né in cielo, né in terra! Ma così è.
E siccome la volontà dell'Assessorato e della Giunta è quella di far proseguire speditamente il progetto di Novara, perché riteniamo che dopo tanti anni questa città abbia anche il diritto di avere un ospedale e ci sia la necessità di rinnovare questa struttura ormai obsoleta, abbiamo consentito a scrivere questa legge. Ma nel fare una legge del genere dobbiamo anche porci qualche ragionevole dubbio. Nel senso che garantiamo una rata, garantiamo un corrispettivo economico in caso di inadempienza dell'Azienda novarese - lo sottolineo sempre - ma lo facciamo non attraverso i fondi della Regione, ma con la GSA, cioè con il fondo sanitario indiviso. Quindi se Novara non paga, qualcun altro dovrà avere un minore finanziamento, perché sono fondi sanitari quelli che vanno a copertura dell'ospedale di Novara.
Ma il Consiglio (e quindi i Consiglieri) si deve porre il ragionevole dubbio (non parlo di "sospetto", ma di "ragionevole dubbio": vi assicuro che questo è un esame che ho fatto approfonditamente attraverso consulti legali e magistrati contabili) che quello che stiamo per garantire sia una cosa corretta.
Qualcuno potrebbe dire: "C'è già il Nucleo di Valutazione che si è espresso; ha fornito indicazioni sulla validità e sulla correttezza delle piano economico-finanziario, quindi che senso ha?". Il Nucleo di Valutazione è condizione necessaria ma non sufficiente ai Consiglieri, che utilizzando la diligenza del buon padre di famiglia - cito testualmente la legge - che dovrebbe supportare ogni nostra decisione, devono fare un'ulteriore verifica per essere certi che quello che stanno per approvare e per garantire sia una cosa che risponde ai valori di mercato, e quindi sia una cosa corretta.
Per questa ragione, abbiamo pensato di dotarci di un consulente capace Cassa Deposito e Prestiti - con cui la Giunta ha siglato un protocollo di collaborazione e di intesa per realizzare, sostanzialmente, tre obiettivi: il primo è quello di assistere i funzionari dell'Azienda Ospedaliera novarese nella redazione di tutti gli atti di gara. Questo non è un impedimento, ma un aiuto che, probabilmente, potrebbe anche velocizzare i tempi, visto che l'esperienza di un soggetto come Cassa Deposito e Prestiti (è un soggetto pubblico che di mestiere fa proprio quel lavoro, cioè erogare finanziamenti) può essere un valido contributo ai funzionari dell'Azienda (i cosiddetti advisor) nel realizzare un piano economico finanziario il più possibile corretto e rispondente ai valori di mercato.
Al termine della redazione di questi atti di gara, Cassa Deposito e Prestiti - questo è specificato nel protocollo, se volete vi leggerò il dettaglio - dovrà fornire un documento alla Regione, previsto dal decreto legislativo n. 50, che si chiama "vaglio formale": cioè dovrà validare il fatto che il valore corrisposto per il denaro assegnato è corretto, e che il PPP corrisponde esattamente ai valori di mercato. Questa è una garanzia ulteriore, che ci mette in posizione di lealtà nei confronti dell'Ente che rappresentiamo, perché vogliamo spendere la cifra corretta per la realizzazione dell'ospedale.
Ed anche per la tranquillità dei Consiglieri, nel senso che hanno ottemperato al dovere del "buon padre di famiglia" nel prestare la garanzia, sapendo che c'è un loro consulente che verifica tutti gli atti e dà loro la garanzia che questi siano corretti.
In ultimo, il terzo vantaggio: Cassa Depositi e Prestiti - lo metteremo negli atti di gara - è disponibile a finanziare direttamente il vincitore ovviamente a condizione che chi vince presti sufficienti garanzie, visto che danno più di 200 milioni. - a tassi migliori rispetto a quelli bancari perché il costo principale è il costo del denaro. E questo, in sede di aggiudicazione di gara, potrebbe sortire l'effetto di un ulteriore abbassamento dei costi. La cosa importante è che quanto con la legge andremo ad approvare è il tetto massimo di spesa; sarà dalle aziende che si confronteranno sul mercato che potranno derivare successivi ribassi.
Per quanto riguarda la situazione di Novara, personalmente ho trovato una condizione di stallo; vorrei ricordarvi il percorso fatto, al di là degli atti che vi ho appena letto. A luglio, quando la situazione era bloccata l'allora Ministro Grillo non era d'accordo su questo progetto, non era d'accordo soprattutto sulla parte economico-finanziaria. Mi trovai al Ministero, dal Capo di Gabinetto che mi disse esattamente: "Così com'è, il Ministro non vuole farlo andare avanti. Mi dica lei quale forma di finanziamento preferisce". Gli ho risposto: "Se ci date 320 milioni a fondo perduto, non c'è nessun problema, domani mattina partiamo con la gara".
Questo, in base all'articolo 20, non era possibile e non c'erano i soldi quindi mi offrì la possibilità di fondi BEI, di fondi Cassa Depositi e Prestiti o di fondi INAIL o finanziamento INAIL. Sapendo della grave situazione di indebitamento della Regione Piemonte, dobbiamo subito escludere le forme di finanziamento BEI e Cassa Depositi e Prestiti, perch non abbiamo capacità di indebitamento. Non possiamo fare un mutuo da 300 milioni; lo possiamo fare da 30. Per cui l'unica scelta alternativa era l'INAIL. Andammo con il Capo di Gabinetto dal Direttore Generale dell'INAIL per trovare la strada per finanziare Novara.
C'era la disponibilità da parte loro di una ricognizione sui fondi non spesi - realizzata - per trovare i 320 milioni per finanziare completamente l'opera.
Nel frattempo, è caduto il Governo ed è cambiato il Ministro; il veto è caduto e si è ripartiti con il progetto iniziale. Va precisato, però, che l'INAIL non decide motu proprio di finanziare un ospedale, ma dà una disponibilità economica. L'INAIL è un ente che ha una liquidità enorme, per cui l'ultima volta è stato fatto un finanziamento da 2 miliardi e 700 milioni, che però passa attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (un DPCM) che fa l'elenco degli ospedali finanziabili da INAIL. Quindi, non è una scelta dell'INAIL, ma è una scelta del Presidente del Consiglio dei Ministri. Questo DPCM poteva essere aggiornato, ma in realtà eravamo ancora in una fase preliminare.
Sappiamo che per il futuro ce ne saranno altri, ci sarà almeno un altro DPCM con cui il Governo, attraverso INAIL, provvederà a far costruire altri ospedali. L'ipotesi INAIL non è mai stata inserita nel DPCM, quindi l'unica strada oggi praticabile è il PPP; e dico oggi, perché il futuro potrebbe prevedere ulteriori finanziamenti di INAIL o ulteriori Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri; però è un futuro aleatorio, non sappiamo se e quando ci sarà. Allo stato attuale questa possibilità non c'è; resta il PPP, che vogliamo fare avanzare nella maniera più corretta possibile, spendendo il minore importo possibile, a fronte di quanto ci verrà dato. Per questo, ripeto, avremo la garanzia di Cassa Depositi e Prestiti. Questa garanzia - in Commissione ne abbiamo discusso - non è necessario che abbia luogo prima dell'approvazione della legge. Il protocollo con Cassa Depositi e Prestiti l'abbiamo già siglato; nel momento in cui approviamo la legge, si sbloccano i finanziamenti statali e partono i lavori sia dell'azienda sia di Cassa Depositi e Prestiti. Tra l'altro per anticipare i tempi, sono già in corso delle consultazioni. Quando finiranno i lavori di redazione dei documenti della gara, avremo la certificazione di Cassa Depositi e Prestiti e, nel caso non ci fosse, (cosa assai improbabile), se non ci sarà la conferma che Cassa Depositi e Prestiti dà sull'adeguatezza del piano finanziario e sulla congruenza ai valori di mercato, non si andrà in gara.
Dati i tempi tecnici strettamente necessari per approvare la norma su Novara, credo che la situazione sia stata correttamente sbloccata. Immagino che nei primi mesi dell'anno potrà partire la gara; la progettazione deve essere adeguata: non è proprio un progetto nuovissimo. In questa procedura è prevista anche una rivisitazione del progetto.
Credo che su Novara, al di là delle richieste pressanti e dei fatti successi, abbiamo svolto un lavoro rapido e soprattutto corretto, che permetterà di far partire questo ospedale per la città di Novara, che da anni sta aspettando. Son pochi mesi che siamo al lavoro, ma la situazione di stallo l'abbiamo sbloccata e mi auguro si possa presto vedere l'inizio dei lavori.
Ditemi se preferite intervenire dopo ogni singola trattazione di ospedale o alla fine della relazione.



PRESIDENTE

No, la discussione generale è una. L'Assessore interviene quando prende la parola.



(Commenti fuori microfono)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Per colpa mia, dato che sono arrivato in ritardo, mi sono dimenticato dei congedi dei Consiglieri regionali. Pertanto in merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Caucino, Chiorino, Graglia, Lanzo, Marin, Perugini Ricca e Zambaia. Non è presente l'Assessore esterno Marnati.
Comunico che alle ore 10 la maggioranza aveva 22 firmatari.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Solo per capire. In Conferenza dei Capigruppo abbiamo trovato un accordo affinché si utilizzasse la mattinata per la discussione sull'edilizia sanitaria, lasciando al pomeriggio la deliberazione sull'autonomia e tutto il resto.
Ai fini dell'organizzazione dei lavori, anticipo che dopo l'intervento dell'Assessore noi chiederemmo l'apertura della discussione generale anticipo anche che stiamo lavorando per depositare un ordine del giorno.
Se l'Assessore, per ogni struttura ospedaliera, fa un intervento di 23 minuti, non arriviamo alle 13.00. Veda lei come permetterci di fare una discussione, altrimenti proseguiamo nel pomeriggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Intervengo sulle sue comunicazioni. Vorrei sapere, visto che non è presente nessuno della Giunta se non l'Assessore Carossa e ogni tanto il Presidente se sono tutti in congedo o se stanno semplicemente nelle altre aule a fare altro (cosa del tutto legittima). Visto che non sono fra i firmatari dei 22 presenti e non sono in congedo, dov'è la Giunta? Non giochiamo a nascondino: sarebbe bello che ogni tanto fossero presenti.



PRESIDENTE

Sono dati ufficiali, non si gioca. Gli Assessori firmatari fra i 22 presenti sono l'Assessore, nonché Consigliere Icardi, il Consigliere Carossa e il Consigliere Tronzano. Il Presidente Cirio è arrivato qualche minuto fa - come Consigliere anche lui fa parte del Consiglio.
I Consiglieri Assessori in congedo sono Caucino, Chiorino e Ricca.
L'Assessore esterno Marnati non è presente. L'Assessore Tronzano e il Presidente Cirio non sono presenti e non sono in congedo.
Prego, Assessore, può proseguire nella discussione generale completa.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni dell'Assessore regionale Icardi inerenti a "Edilizia sanitaria" (seguito)


PRESIDENTE

Prego, Assessore, può proseguire nella discussione generale completa.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Capisco i tempi, ma la complessità di quanto realizzato va anche illustrata ai Consiglieri. Non voglio fare una ricostruzione troppo ridotta altrimenti si rischia di non capire.
Su Novara, credo di aver esaurito l'argomento, passerei al Parco della Salute di Torino. faccio con una breve cronistoria della documentazione più significativa; in ogni caso, sono sempre disponibile, anche se andiamo fuori tempo, a spiegazioni, ordini del giorno o quello che volete.
I principali atti caratterizzanti sono stati tantissimi e ho selezionato quelli più significativi. Il 14 febbraio 2018 il Ministero della Salute con il MEF, ha sottoscritto l'Accordo di programma - articolo 20 - che fornisce il seguente Piano finanziario (parliamo di Torino): 142 milioni a carico dello Stato, sette milioni a carico della Regione e 305 a carico del privato. Anche qui è un project financing, riferito all'intervento 1 "Realizzazione degli edifici e bonifica dell'area" per un totale di 455 milioni. L'importo è riferito, come dicevo, agli edifici e alla bonifica.
Diciotto milioni è il valore della bonifica.
Il 3 agosto 2018 la Regione Piemonte ha approvato, con DGR 3-7329, il progetto "Parco dalla Salute, della Ricerca e dell'innovazione di Torino.
Approvazione dei documenti di progetto del Polo della sanità e della formazione clinica e del polo della ricerca, ai fini dell'emanazione del decreto di ammissione al finanziamento, ex articolo 20, da parte dei Ministeri della Salute e dell'economia e finanze" .
Il 6 agosto l'Azienda ospedaliera - Città della Salute e della Scienza di Torino - ha approvato con deliberazione n. 361 "Parco della Salute, della Ricerca e dell'innovazione di Torino. Documenti di progetto e ammissione al finanziamento, ex articolo 20", trasmesso al Ministero dell'Economia e delle Finanza e al Ministero della Sanità.
Il 24 ottobre 2018 la "Città della Salute e della Scienza di Torino" ha approvato, con deliberazione 598, la presa d'atto della determina dirigenziale n. 239 "Città di Torino. Approvazione dei documenti costituenti progetto di bonifica della matrice del suolo del comprensorio 1", redatto ai sensi dell'articolo 242 del DL 152.
C'è stata l'approvazione della bozza del modulo A), ai fini dell'emanazione del decreto di ammissione al finanziamento, articolo 20, per la parte di bonifica.
Il 25 ottobre la Regione Piemonte ha approvato, con determinazione dirigenziale n. 686, progetto di bonifica, di cui alla deliberazione precedente (è stata approvata la bonifica).
Su questo punto apro una parentesi. La parte tecnica della bonifica, in una discussione successiva con l'ARPA, è stata ritenuta un po' carente. Con l'ARPA abbiamo attivato una serie di confronti per avere un capitolato di gara, per avere dei parametri tecnici sulla bonifica maggiormente restrittivi e più garantisti rispetto sia alla popolazione sia al sito, ma anche al risultato finale della bonifica. C'è un'integrazione tecnica degli elementi che andranno in gara sulla bonifica.
L'Assessorato sta predisponendo, con il Politecnico di Torino, una perizia preventiva e approfondita sugli inquinanti e su quello che, in realtà, c'è su quel sito. Il rischio concreto è che se noi non facciamo una fotografia precisa, fatta da un ente particolarmente preparato e competente come il Politecnico di Torino su quello che è attualmente il sito, rischiamo poi di doverci trovare, in corso di gara, con delle riserve e con degli aumenti ai quali poi magari non sappiamo come rispondere. Il fatto di aver un accertamento preventivo dettagliato e preciso, una fotografia ci garantisce da eventuali sovra costi che si determinerebbero in corso di esecuzione dei lavori.
Il 30 ottobre la Regione Piemonte ha approvato la determinazione n. 704 "Programma di investimenti e realizzazione Parco della Salute e della Ricerca e dell'Innovazione di Torino", intervento 1. Realizzazione edifici.
L'11 dicembre la Regione ha approvato, con determinazione dirigenziale, lo stesso programma di investimenti, con richiesta di ammissione al finanziamento trasmessa al Ministero della Salute, con l'integrazione della determinazione dirigenziale n.704.
Il 28 dicembre - in piena vacanze - il Ministero dalla Salute ha emesso il decreto dirigenziale recante l'ammissione al finanziamento, denominato "Parco della Salute e della Ricerca". A fine anno, c'è stato il finanziamento.
Il 31 gennaio - data importante - l'Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, con deliberazione n. 118, ha indetto la procedura di gara, mediante dialogo competitivo per l'affidamento del contratto di partenariato pubblico-privato, per la realizzazione del Polo della Sanità e della formazione clinica - Lotto 1 e il termine per l'ammissione delle domande d'ammissione era fissato per il 26 aprile.
Quindi, il punto significativo è che il 31 gennaio è partita la gara.
Il 15 aprile, con deliberazione, è stato prorogato al 24 maggio il termine per presentare le domande e sappiamo ora che sono state tre le aziende che hanno fatto domanda e che in questo momento stanno lavorando sul progetto.
In data 21 maggio, la Città della Salute e della Scienza di Torino ha costituito il seggio di gara, che ha provveduto all'esame della documentazione amministrativa presentata dalle ditte concorrenti.
Il 30 settembre la Città della Salute e della Scienza di Torino ha approvato, con deliberazione n. 12-75, la procedura di gara mediante dialogo competitivo, per l'affidamento del PPP, ai sensi del Combinato disposto n. 181 e 183 del Dlgs. n. 50 e indetta, con deliberazione n. 118 l'approvazione dei verbali. Praticamente, la gara è partita, ci sono già i documenti anche per la bonifica del sito.
Con Determinazione dirigenziale della Divisione Ambiente, Verde e Protezione Civile n. 160, la Città di Torino ha approvato la documentazione integrativa con l'espressione di ulteriori raccomandazioni di rispettare le ultime prescrizioni formulate dalla Città Metropolitana di Torino, da ARPA Piemonte, e dalla Città di Torino; quindi, con un contributo della Città di Torino.
Con nota del 24 luglio, la Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio della Città Metropolitana dichiarava conclusa, con esito negativo, la procedura di verifica preventiva dell'interesse archeologico esprimendo un parere favorevole all'intervento e chiedeva d'inserire specifiche prescrizioni nel capitolato dell'affidamento dei lavori. La gara è stata avviata, ai sensi dell'articolo 95, comma 2 del Codice dei Contratti pubblici, eccetera.
Quando ci siamo incontrati a luglio, la situazione non solo di Novara, ma anche della Città della Salute e della Scienza di Torino era in stallo: da una parte, il Ministero insisteva nel richiedere il dibattito pubblico su questa procedura e, dall'altra, c'erano i dubbi dei funzionari della Città della Salute della Regione sul fatto che, a gara già avviata dal 31 ottobre, questa procedura avrebbe potuto inficiare quella che si chiama la libera concorrenza, che avrebbe potuto creare dei problemi.
In breve, in questo dibattito si è inserito addirittura l'Authority anticorruzione, lo stesso Cantone, a Torino, disse che in questa situazione di gara aperta non era più possibile procedere con il dibattito pubblico.
C'è stata una serie di incontri, personali, con il mio staff e con i dirigenti della Regione, al Ministero e all'ANAC, per trovare una soluzione a un'impasse che rischiava di vedere bloccato per molto tempo il progetto della Città della Salute. Alla fine, si è trovato un accordo, pertanto, una volta che il progetto sarà concluso e realizzato in tutta la sua completezza, faremo una comunicazione pubblica, non un dibattito, ma una serie di comunicazioni.
Questa nuovissima procedura, che credo sia la prima volta che venga applicata in Italia, avrebbe dovuto prevedere il dibattito pubblico molto prima dell'inizio della gara, perché a gara iniziata non era più possibile.
Oggi, con grande fatica, si è trovata una soluzione che ha permesso di sbloccare la situazione. In questo momento, sta andando avanti il progetto originario, che prevede 1.049 posti (forse, il termine "progetto" non è corretto). Sta andando avanti l'idea progettuale prevista nei Quaderni della Città della Salute e della Scienza e le aziende concorrenti hanno depositato, entro lo scorso 10 dicembre, una prima bozza preliminare. Entro la metà di gennaio comincerà il dialogo competitivo che vedrà la conclusione con la realizzazione del progetto.
Di qui a quella data è possibile fare ancora qualche piccola integrazione qualche modifica, senza sconvolgere, senza trasformare l'oggetto di gara cosa assai pericolosa, perché comprometterebbe tutta la procedura e mi riferisco, in particolare, alle osservazioni e a quello che c'è stato riguardo, per esempio, ai due Ospedali Regina Margherita e Sant'Anna e alle lamentele rispetto al progetto originario. Devo dire che c'è stata - mi hanno detto, io non ero presente - una certa battaglia politica sul destino dell'Ospedale Regina Margherita durante la campagna elettorale: chi lo voleva dentro, secondo il progetto originario e chi, il centrodestra, che invece lo voleva fuori. Tuttavia, vedo con grande soddisfazione che, anche da parte del PD e della sinistra, c'è stato un ripensamento e, dal vostro comunicato stampa, vedo che siamo ormai tutti unanimi e concordi sul fatto che questa struttura, per valorizzare anche le specificità del bambino debba restare al di fuori dell'inserimento all'interno del progetto Parco della Salute.
Quindi, faremo degli atti consequenziali su questa base, ma devo dire che con grande intelligenza (dico sempre che solo i paracarri non cambiano idea), attraverso la discussione, si è arrivati a una condivisione di questo tipo e questo è motivo di soddisfazione.



(Commenti fuori microfono)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Sì, m'inchino ancora verso di lei.
Dicevo che il fatto che oggi siamo tutti più o meno concordi sulla decisione di tenere fuori l'Ospedale Regina Margherita dal Parco della Salute è anche un motivo di vanto; confrontandoci, si è trovata la giusta sintesi.
Per quanto riguarda l'Ospedale Sant'Anna, siamo ancora alla fase delle valutazioni. Non c'è un'idea di modifica precisa, ma sappiamo che dal progetto originario, i circa 150 posti vengono compressi a 50, mentre la bassa/media complessità viene spostata nel futuro Ospedale territoriale che avrà sede nella torre, attualmente occupata dal CTO. Quindi, già il progetto iniziale prevedeva una sorta di "spezzatino". Su questo, c'è stata una forte protesta di tutti gli operatori del Sant'Anna (sostanzialmente la totalità), che chiedono invece la tutela della specificità e delle competenze maturate negli anni.
Io ho ascoltato visto e incontrato più volte questi esperti; poi mi sono affidato all'Agenas, con la quale stiamo valutando tutti i dati dei percorsi di cura - addirittura i registri in sala operatoria - per valutare la migliore soluzione, la multidisciplinarità. Insomma, ci sono varie ipotesi al vaglio degli esperti - "tutto dentro", "tutto fuori" "metà dentro e metà fuori" - ma sino a quando non avremo i dati complessivi totali, è prematuro fare delle ipotesi.
Non solo è prematuro, ma credo che sarebbe anche opportuno che queste valutazioni restassero in un ambito molto tecnico, con la discussione pacata. Io non ritengo opportuno portarla in un agone politico, perch quando le decisioni sono frutto di uno scontro politico, sono frutto di parti che ci mettono la bandierina, diventa un simbolo, molto difficilmente sono le migliori soluzioni. Quando invece sono frutto di ponderate valutazioni tecniche, di studi approfonditi, sicuramente vanno verso la direzione di dare ospedali efficienti ed efficaci ai nostri amministrati ai cittadini.
E' una scelta molto delicata, perché dalle decisioni di oggi, dalle nostre decisioni su questi temi può dipendere la vita di persone domani quindi vanno prese con la dovuta pacatezza e - ripeto - senza farle diventare simboli di battaglie politiche: sarebbe da irresponsabili. E' questa la follia cui mi riferivo in passato, quando citavo. Discutere di questi temi in un dibattito politico forte e acceso è, secondo me sbagliato: sono temi da discutere in sede tecnica, sulla base di valutazioni ponderate e non di battaglie forsennate di livello politico.
Questa è la mia valutazione.
RAVETTI Domenico (fuori microfono) Scusi, Assessore, la interrompo. So che lei si arrabbierà e avrà ragione. Ma le pare normale - lo dico anche ai giornalisti - che sulle comunicazioni più importanti del primo semestre di legislatura siano presenti ad ascoltarla 15 Consiglieri di minoranza e solo 9 di maggioranza?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Ravetti, la invito. Grazie, ne prendiamo atto. Lasci finire l'Assessore e poi apriamo la discussione. Grazie.
Prego, Assessore, prosegua.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Io dedicherei un po' più di spazio al tema è importantissimo per Torino. Mi perdoni, Consigliere Ravetti, qui qualcosa bisogna dire; poi magari stringiamo sulle altre questioni.



(Commenti del Consigliere Ravetti)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Quindi, la situazione di discrasia che abbiamo trovato a luglio l'abbiamo risolta; in questo momento, con nostra soddisfazione, la gara sta andando avanti sul progetto originario, al quale vogliamo apportare alcune modifiche, alcuni - io credo - miglioramenti, ma li discuteremo in questa sede.
Che i 1.040 posti letto - come ho detto - non siano sufficienti a contenere il Regina Margherita, lo abbiamo accertato, secondo un percorso assistenziale per l'infanzia ben identificabile, da tutti i punti di vista: lo abbiamo condiviso, è sotto gli occhi di tutti. Io ribadisco un fatto: il progetto originale deve andare avanti speditamente; noi non vogliamo rallentarlo né in qualche modo comprometterlo, però le migliorie che riteniamo di dover apportare e condividere in questa sede vorremmo farle.
Abbiamo ricevuto in questi giorni, proprio dagli operatori del Sant'Anna, con una petizione, una raccolta di firme, l'idea della torre pediatrica, che è un'idea anche bella, però non compatibile con l'attuale modello di gara; potrebbe essere un'aggiunta successiva, ma con un altro procedimento. L'idea di una torre pediatrica, di un incremento dei posti nell'attuale progettazione, significherebbe annullare la gara e ripartire da zero - cosa che credo non sia auspicabile per nessuna parte.
Quindi è nostro dovere, mio in particolare in quanto amministratore di questo Governo, ascoltare i professionisti, i tecnici, assicurare la costruzione dell'ospedale del futuro, con le migliori soluzioni, le migliori scelte architettoniche e le migliori tecnologie organizzative.
Pertanto, voglio tranquillizzare tutti: saranno tutti ascoltati; il progetto sarà accresciuto, in quanto è necessario preservare le attuali eccellenze, nella speranza di generarne ulteriori nel tempo. La sostenibilità del progetto deve essere però garantita, mediante la capacità tecnica ed economica di attuare la scelta di sistema, promuovere reti e soprattutto evitare gli sprechi Ricordo che per la città di Torino, a fianco dell'opera di cui ho già parlato con il Rettore Gemma, sorgeranno laboratori, spazi per la didattica, incubatori di start up. E questo sarà un nuovo inizio. Mi sono già incontrato con il Rettore: creeremo una Commissione, un Tavolo di lavoro Università-Politecnico- Sanità-Città di Torino (ovviamente), con tutte le professionalità necessarie, per seguire da vicino lo svolgimento e soprattutto quanto emergerà dal dialogo competitivo, per poter dare le migliori soluzioni e i migliori input alla realizzazione di un progetto che ripeto - è intenzione di questa Giunta far procedere speditamente per dare a Torino una struttura drammaticamente necessaria, visto lo stato in cui versano le attuali.
Su Torino, mi fermerei qui.
Un tema di attualità è anche il nuovo ospedale unico del VCO. Anche qui, permettetemi di fare un po' di storia. Ai fini della realizzazione dell'ospedale del VCO, con DGR 12 aprile 2017, è stato approvato il documento di fattibilità, al fine di reperire i finanziamenti pubblici necessari per il presidio ospedaliero Il progetto originario del VCO era un Ospedale unico che sostituisse i presìdi ospedalieri di Verbania e di Domodossola. La previsione, quindi era la chiusura di Verbania, la chiusura di Domodossola e la realizzazione di un Ospedale unico nel Comune di Ornavasso, in cima a una montagnola. La previsione era di 330 posti letto, più 53 posti tecnici.
L'importo del quadro economico per le opere di edilizia era pari a 149 milioni e 128 mila euro, incluse le somme a disposizione, esclusi oneri finanziari e costo degli arredi.
Sugli arredi c'è uno stanziamento di 28 milioni e 948 mila.
Schematicamente, il documento di fattibilità prevedeva un partenariato pubblico-privato sul VCO; esattamente: il costo di investimento complessivo pari a 133 milioni e 798; un contributo pubblico ipotizzato di 43 milioni un canone di disponibilità di 9 milioni e 800 mila (IVA esclusa) e un canone di energia di 1 milione e 9, durata 25 anni.
Con delibera del CIPE n. 107 "Fondo per lo sviluppo e coesione", erano ulteriormente finanziati 60 milioni, di cui 43 milioni per opere edilizie nodi tecnologici, parcheggi e ovviamente la strada (essendo in cima a una montagna) e 16 milioni per arredi e simbologia.
Successivamente, sono state presentate, da tre operatori privati, tre proposte progettuali di PPP, ai sensi dell'articolo 183, comma 15 del decreto legislativo n. 50.
Non voglio entrare nel merito delle aziende e di quanto hanno fatto, ma la proposta è stata modificata e l'investimento è passato a 180 mila euro, con contributo pubblico di 83 e un canone salito a 14 milioni e 350 mila, per una durata di trent'anni.
Nel frattempo, la Regione Piemonte ha chiesto di rimodulare il finanziamento al CIPE e quindi, con DGR 628116, il finanziamento pubblico previsto è stato integrato con un finanziamento regionale di 16 milioni.
Tutta questa operazione è stata poi archiviata e il 5 giugno 2019 un operatore privato ha presentato l'aggiornamento di questo PPP.
In definitiva, quindi, il PPP era così strutturato: 181 milioni il costo complessivo; un contributo pubblico di 51 milioni e un totale di canoni di disponibilità per interessi, IVA esclusa, di 16 milioni e 230 mila, sempre trent'anni di durata.
Le problematiche sul sito di Ornavasso: oltre alla viabilità (non si raggiunge neanche a piedi, se non scalando, perché non ci sono strade) partendo dal Centro cittadino, che realizzerà il Comune di Ornavasso, per un importo di un milione e mezzo, è prevista l'infrastrutturazione dell'area e la realizzazione di una seconda strada d'accesso. Il finanziamento pubblico comprende l'importo per la realizzazione della seconda strada di accesso, pari a 7 milioni, mentre l'importo stimato per le spese tecniche è di 17 milioni e mezzo.
La quota di finanziamento pubblico relativa alle opere di edilizia è pari a 51 milioni e mezzo. Di fronte una spesa del genere, su un PPP, la precedente Amministrazione ha saggiamente preferito cercare una via alternativa. È stata fatta richiesta, a tempo debito, di finanziamento da parte di INAIL e l'Ospedale del VCO è entrato nel novero dei finanziamenti previsti nel DCPM che citavo prima, dell'INAIL, per cui c'è anche un'ipotesi di progetto economico e finanziario da parte di INAIL.
Pertanto, è stata comunicata agli aderenti, a coloro che avevano fatto domanda di PPP, la rinuncia, da parte della Regione al finanziamento; è stato mantenuto vivo solo il finanziamento INAIL previsto nel piano triennale degli investimenti, con DCPM 24/12/2018, per un finanziamento complessivo di 155 milioni.
Varrebbe la pena spiegare come funziona il finanziamento INAIL, che in realtà non è un vero e proprio finanziamento. L'INAIL lavora sul progetto esecutivo cantierabile, quindi l'Amministrazione ha l'obbligo di reperire un'area idonea, acquistarla, procedere a un bando e alla realizzazione di un progetto edilizio cantierabile; dopodiché, dopo essere stati inseriti in questo DCPM, quindi avere la sicurezza del finanziamento, INAIL acquista dall'Amministrazione l'area, acquista il progetto e procede, con i propri mezzi, alla realizzazione del manufatto dell'Ospedale, nel quale poi l'Amministrazione inserisce la dotazione strumentale e la parte tecnologica.
Da notare che si paga un canone del 2,5%, che è una sorta di locazione perché l'Ospedale rimane di proprietà INAIL. Rimane di proprietà INAIL, per sempre.
Calcolando che la vita media di un ospedale, volendo essere generosi arriva a 60/70 anni, si potrebbe anche pensare di farne un altro. Alla fine, però, il costo complessivo è inferiore - secondo quanto accertato oggi - rispetto al progetto di partenariato pubblico-privato.
Si seguirà dunque la strada dell'INAIL, accantonando il progetto partenariato.
La Regione è intervenuta sull'ubicazione, perché il sito scelto era un sito dove difficilmente si sarebbe potuto realizzare l'ospedale. Le difficoltà tecniche, sia per la posizione sia per la geomorfologia, erano tali da consigliare una scelta diversa. Anche l'analisi dei due ospedali - quello di Verbania e quello di Domodossola - considerati Ospedale Unico Plurisede presentava delle difficoltà, per cui l'ipotesi progettuale cui stiamo lavorando, che ovviamente è in corso di studio, è la realizzazione di un Ospedale nuovo, non unico, nella piana dell'Ossola, su un sito da identificarsi da parte della Conferenza dei Sindaci e il mantenimento dell'ospedale Castelli di Verbania, non integrale ma emendato, cioè ridotto di quei reparti che oggi non raggiungono gli standard di sicurezza e che hanno non presentano garanzie e numeri tali da permettere loro di esistere.
È una modesta riduzione che però, rispetto a prima, dà un vantaggio: mentre prima avevamo un unico ospedale in Ornavasso, posto che si potesse realizzare, oggi ci sarebbe un ospedale nella piana dell'Ossola e il mantenimento dell'ospedale Castelli a Verbania.
A proposito del nuovo ospedale di Alba e Bra - parliamo quindi di casa mia - nel Comune di Verduno.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Assessore: sarebbe cosa gradita se il pubblico e gli assistenti non dessero indicazioni.
Inoltre, se lei gentilmente riuscisse a parlare più verso il microfono consentirebbe a tutti un miglior ascolto, dal momento che l'audio è difficoltoso già di suo. Grazie.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

In data 4 agosto 2003 - sottolineo la data, perché anche questa è una concessione - è stato stipulato un Accordo di programma, adottato definitivamente il 17 ottobre 2003, che sarà aggiornato a breve (siamo alla fine dei lavori) per dar conto delle modifiche progettuali del quadro economico che è stato prorogato nei termini: la scadenza era prevista per il 28 novembre 2013, quindi parliamo di un arco temporale di dieci anni! Credo che sia uno dei tempi più lunghi per la costruzione di un ospedale! L'ospedale di Verduno viene realizzato in base ad un contratto di concessione per la sua costruzione e per la gestione dei servizi della durata di vent'anni dal momento della sua piena attivazione, prevista per ottobre 2018. Diciamo che più Presidenti di Giunta sono andati a Verduno per una possibile inaugurazione dell'ospedale, sempre poi traslata nel tempo.
Ai sensi del contratto per la costruzione e gestione del nuovo ospedale (18 novembre 2005) e dei successivi atti integrativi, la data stabilita per la conclusione dell'immobile era fissata per settembre 2018. Oggi siamo fuori, dunque la ditta dovrà pagare delle penali.
In prossimità della scadenza contrattuale, il concessionario ha presentato una prima richiesta di proroga, a cui hanno fatto seguito analoghe altre richieste, sempre respinte dall'Azienda Sanitaria concedente, con proposta di nuove date, che sono comunque sempre progressivamente state disattese.
Le motivazioni a supporto di tali richieste sono sostanzialmente riassunte nelle riserve iscritte dal concessionario nel registro di contabilità, riguardanti le difficoltà di accesso al cantiere correlate alla costruenda viabilità provinciale, al verificarsi di alcune frane in situazioni esterne, alle interferenze con attività di installazione a carico dell'ASL, a sopraggiunte modifiche progettuali (ricordo che durante i lavori è stato emanato il DM n. 70, con un'importante riduzione di posti letto), la necessità di recessione contrattuale con alcuni affidatari dei lavori a vario titolo inadempienti.
Insomma, è stato veramente un cantiere travagliato e tormentato! Considerato che tali riserve sono state ritenute dall'ASL inaccettabili, l'ASL ha sempre respinto ogni richiesta di proroga, per cui il termine di scadenza contrattuale potrà essere protratto esclusivamente per il numero di giorni che la direzione lavori assegnerà per sospensioni legittime e per le effettive interferenze dovute alle installazioni di competenza aziendale. Per i restanti giorni di ritardo dovranno essere applicate le penali previste dal contratto.
Nel 2019 il contratto è stato integrato con atto aggiuntivo n. 5 relativo alla contrattualizzazione di "Modifiche progettuali finalizzate alla prevenzione di incendio e ulteriori modifiche del layout ospedaliero" con atto aggiuntivo n. 6, relativo alla contrattazione dei lavori di "Adeguamento impianti elettrici", eccetera eccetera. Adesso non voglio entrare troppo nel dettaglio.
Preciso ancora che con DGR n. 65 del 30 luglio 2018, la Regione ha assegnato all'ASL CN2 la somma di 25 milioni per l'allestimento tecnologico di attrezzature e apparecchiature medicali e di diagnostica, nonché per il loro completamento.
Quindi oltre all'atto iniziale, c'è stata una serie di atti aggiuntivi e di accordi (una perizia di variante al sistema di bonifica dell'area; un accordo aggiuntivo del 2014, in cui sono state contrattualizzate alcune perizie di variante; integrazione delle opera di bonifica idrogeologica messa in sicurezza del versante collinare (ci sarebbe da scriverne un romanzo sulla messa in sicurezza di una collina che è costata la cifra indicativa di circa 30 milioni, per evitare continui smottamenti); la perizia di variante relativa all'inserimento del servizio di radioterapia nel progetto di realizzazione del nuovo ospedale; nel medesimo atto veniva recepito il maggiore importo riconosciuto al concessionario con accordo bonario dell'anomalo andamento dei lavori. Insomma, c'è stata tutta una serie di accordi bonari fino al 17, con l'ultimo atto aggiuntivo relativo a "Miglioramento sismico delle strutture; variante ecosostenibile con reintegro delle opere edili esterne", poi approvato dalla Conferenza dei servizi; altra bonifica idrogeologiche e messa in sicurezza dal versante relativo al lotto 2; atto aggiuntivo n. 3 del 30 settembre 2018; atto aggiuntivo. Non voglio tediarvi oltre.
Nel mese di settembre di quest'anno abbiamo ricevuto dalla direzione lavori il certificato di fine dei lavori. In realtà, ci sono ulteriori 60 giorni per le piccole rifiniture (pulizie e quant'altro), per la chiusura del cantiere e la consegna effettiva all'ASL per gli allestimenti. I lavori sono quasi terminati: in questi giorni (credo la prossima settimana) ci sarà un'ulteriore verifica e, se tutto procede secondo quanto ipotizzato dalla ditta e dalla direzione lavori, entro fine anno dovrebbero consegnarci l'ospedale e dal 1 gennaio - è doveroso il condizionale dovrebbe partire il canone di disponibilità per i servizi.
Nel frattempo, l'ASL ha già iniziato ad approntare dei macchinari e delle attrezzature. Noi ci auguriamo che nel primo semestre si possa aprire la struttura e trasferire i due ospedale di Alba e di Bra, cosa tutt'altro che semplice. Ci stiamo lavorando, e le cose stanno andando relativamente bene su questa partita.
Sempre sull'area cuneese, abbiamo gli ospedali di Fossano, Savigliano e Saluzzo, che erano oggetto di un piano direttorio (nel senso che era stato realizzato, in allora, dal Direttore Magni), che prevedeva una riorganizzazione e una serie di interventi di adeguamento alla normativa antincendio e antisismica, oltre che una riorganizzazione anche funzionale degli ospedali.
Rispetto alla delibera CIPE, che stanziava i 300 milioni, abbiamo già predisposto l'accantonamento dei 53 milioni necessari per la realizzazione dei lavori e in questo momento sono in corso tutte le valutazioni sismiche e antincendio sui tre presidi. Noi ci auguriamo che siano molto positive e che ci permettano con questi 53 milioni di mettere in esecuzione il Piano Magni.
Adesso vi leggo la nota. Sulle 3 sedi ospedaliere (Savigliano, Saluzzo e Fossano) è stato predisposto un piano di potenziamento e di ammodernamento ed integrazione dei medesimi, definendo contestualmente il costo degli interventi che, per l'attuazione del programma, prevede 7 milioni e mezzo per Saluzzo, 6 milioni e mezzo per Fossano, 18 milioni per Savigliano e 22 milioni per il triennio successivo, sempre sui medesimi ospedali. Per poter avviare le attività preliminari e propedeutiche alle successive fasi di riqualificazione, come ho già detto, con particolare riferimento agli interventi di adeguamento sismico e antincendio, come indicati nella relazione tecnica allegata alla deliberazione n. 119 dell'Azienda Sanitaria, è stato definito un quadro economico che dimensiona in 9 milioni il fabbisogno finanziario. La precedente Giunta aveva già disposto e finanziato con 9 milioni tutte le opere preliminari di accertamento antisismico per poter poi applicare il Piano. In questo momento si sta lavorando, e credo che siano a metà lavoro, sulle perizie antisismiche e antincendio per poi definire il piano degli interventi.
Con DGR n. 70 del 29/3/2019 la Regione Piemonte ha assegnato per l'avvio delle attività di riqualificazione dei presidi ospedalieri la citata somma di 9 milioni. Abbiamo la necessità di attendere gli esiti (che dovrebbero esserci nel primo trimestre del 2020) di queste perizie, per capire esattamente di quali interventi necessitano gli ospedali per la messa in sicurezza. Ripeto, mi auguro che i 53 milioni siano sufficienti, ma se le perizie dovessero dare un esito particolarmente negativo e se fosse necessario spendere cifre molto superiori, l'ipotesi di realizzare un presidio nuovo certamente dovrebbe essere valutata per evitare di sprecare eccessivo denaro in una riqualificazione raffazzonata di qualche ospedale dove magari sarebbe più conveniente farne uno nuovo. Però queste sono valutazioni premature e attendiamo l'esito delle perizie attualmente in corso.
Passiamo ora alla provincia di Asti, il presidio territoriale Valle Belbo.
L'intervento prevede la riconversione del costruendo presidio della Valle Belbo da struttura ospedaliera a presidio sanitario di tipo territoriale rideterminando in euro 43 milioni l'originario finanziamento di 49.
L'approvazione con DCR n. 286 dei finanziamenti finalizzati alla conversione del costruendo presidio Valle Belbo ha creato i presupposti per il ripristino dell'efficacia del contratto di appalto, avente ad oggetto la realizzazione del nuovo presidio della Valle Belbo, sottoscritto il 30/4/2019. Prego di prestare attenzione alle date, perché qui parliamo di 10 anni fa. Sulla base di tale presupposto, in data 11/10/2018, l'ASL ha sottoscritto con l'impresa appaltatrice un atto di transazione, conciliando tutte le reciproche pretese nel perseguimento comune di concludere l'opera e ha revocato, in ragione dei vari provvedimenti di copertura finanziaria la propria determinazione n. 519, con la quale aveva adottato il provvedimento di risoluzione contrattuale. Visto che i citati provvedimenti di copertura finanziaria sono finalizzati alla riconversione del costruendo presidio della Valle Belbo da struttura ospedaliera in presidio sanitario con l'atto di transazione già disciplinato tra le parti, le modalità di recepimento delle sopravvenute esigenze funzionali, la completa definizione potrà avvenire solo al termine della necessaria progettazione di livello esecutivo. Infatti, in questo momento l'azienda sta facendo una progettazione esecutiva proprio per arrivare questa primavera alla conclusione delle opere.
Nelle more del completamento della progettazione (a livello esecutivo quindi cantierabile) della conseguente formalizzazione della perizia di variante, secondo le modalità previste dalla legge n. 40/96, si riporta di seguito il quadro economico provvisorio dell'intervento posto a confronto con l'ultimo approvato. Il quadro economico di riferimento relativo al lotto funzionale è per complessivi 39 milioni e 700 mila approvato con DCR n. 248, di rimodulazione del programma di investimenti in edilizia sanitaria.
Se volete, vi elenco il dettaglio delle opere in progetto. Sostanzialmente questa struttura dal punto di vista edilizio è completata, sono state spostate sul tetto, mai definito, tutte le apparecchiature per il trattamento dell'aria, quindi questo è definito. Si tratta soltanto di rifinire le parti interne e soprattutto di modificare la viabilità della strada provinciale che collega Canelli con Nizza. C'è un pericoloso semaforo provvisorio e andrebbe poi realizzata una rotonda, su cui stanno lavorando. Quindi, l'azienda sanitaria e l'azienda Ruscalla che è affidataria dell'opera sta realizzando l'ultima parte esecutiva del progetto. Passeremo attraverso una ridefinizione dell'accordo di programma che poi non è stato del tutto rispettato. Siamo già in contatto con l'Amministrazione di Nizza Monferrato e prevediamo che nella primavera possono partire i lavori per il completamento, per cui a breve potremo avere il presidio della Valle Belbo completato.
Mi fermerei qui, altrimenti impiego io tutto il tempo a disposizione mentre lo voglio lasciare anche per gli interventi e per il confronto con la minoranza e con gli altri Consiglieri di maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Semplicemente per formalizzare la richiesta di apertura di discussione.



PRESIDENTE

Dichiaro che è aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Devo dirle, Assessore Icardi, che mi dispiace sia stato lasciato solo in queste ore dalla sua Giunta, ma sono sicuro che gode della fiducia piena del Presidente Cirio e di tutti i suoi colleghi.
Glielo dico perché mi è parso di capire che lei avesse bisogno di un supporto; glielo diciamo perché nelle ultime settimane lei è entrato in una sorta di Fight Club in cui, senza accorgersene, si tirava pugni in faccia da solo e, come Tyler Durden non si rendeva conto né delle sue contraddizioni né di fare non solo male a sé stesso, ma all'intera società piemontese, il Consiglio regionale, la credibilità di questa Giunta.
Le sue esternazioni raccontano, purtroppo, di una persona che non è in grado di fare l'Assessore alla sanità, e glielo ribadiamo in termini istituzionali. Non siamo qua per fare caos e nemmeno per insultarla o replicare alle sue insinuazioni. Guardi, ce ne sarebbe già tanto. Bastavano i primi cinque minuti, Consiglieri delle destre: Lega e soci avrebbero potuto stare in aula almeno i primi cinque minuti per ascoltare quanto stava dicendo l'Assessore Icardi. Praticamente, nelle prime righe del suo intervento, ha svelato un po' quello che diciamo da mesi. L'Assessore Icardi dice che la Pubblica amministrazione - pensate che notizia! - parla per atti. Pensate! Pensavamo che, invece, parlasse per comunicati stampa.
Peccato che da mesi l'Assessore rilasci interviste che dicono esattamente il contrario di quanto ha appena detto. Chiariamoci, Assessore. Quando le diciamo che parla con i suoi amici immaginari è perché, oggettivamente lei, nella stessa frase, riesce a dire tutto e il contrario di tutto.
Riesce a dire: "gli atti precedentemente assunti non sono stati modificati", quindi la Pubblica amministrazione parla per atti, ma gli atti non sono stati modificati. Tra l'altro, visto che siamo fuori dal Piano di rientro, se mai verranno ratificati, dovranno passare per il Consiglio e quindi lei, negli ultimi cinque mesi, ha passato il tempo andando in giro ospedale per ospedale, territorio per territorio, per dire: "Questo salta" "Questo va ridiscusso", "A Moncalieri la struttura no, però può essere esondabile", "Nel VCO l'ospedale unico non lo facciamo più", "Ah no scusate! Abbiamo deciso che il Regina Margherita ormai è fuori e sul Sant'Anna prenderemo decisioni fra qualche tempo".
Chi è questo Icardi qua? È sempre lei o è Tyler Durden? Esce o non esce dal suo Fight Club? Qui l'unica regola che non esiste, come nei film, è che di questo ne parliamo! Del Fight Club non si parla: della sanità pubblica noi ne vogliamo parlare.
E allora arriviamo nel merito delle sue dichiarazioni. Lei dice che facciamo interrogatori come la Stasi e che siamo oggettivi come la Pravda.
Glielo ripeto.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Va bene, solo io! Ma io la ringrazio e le assicuro che ho anche dei difetti. Intanto, la vorrei rassicurare che è difficile che i servizi segreti e l'organo del Governo siano all'opposizione, ma questo ovviamente, le sarà sfuggito. Le diamo anche un'altra notizia: lei non è in nostro ostaggio. Chi sta in una torretta a parlare a vanvera, da solo, è lei.
Scusi se l'abbiamo scocciata con i question time sugli esperti, ma è sempre lei che ha dichiarato che stava consultando gli esperti. Ci scusi se le abbiamo chiesto che esperti sono e perché fanno parte della Commissione.
Nella stessa seduta, lei ci ha anche detto che non dovevamo permetterci di chiederglielo e che quei nomi non li avrebbe fatti, perché aveva paura di subire pressioni indebite. Un'ora dopo, l'altro Icardi, ci dice che, in realtà, la Commissione non esiste; ha detto che stava facendo delle telefonate, che stava chiamando l'ANAC, stava chiamando l'Agenas; stava chiamando l'Agenzia del farmaco; stava chiamando i dirigenti, ecc.
Lei faccia le telefonate che vuole, ma le dico che il tempo del muro di Berlino è superato; non so se ha sentito, ma correva l'anniversario. Non guardiamo neanche i whatsapp e lei sappia, tra l'altro, che adesso sono tutti crittografati e non si può neanche chiedere, se lei ha in mente di commettere un omicidio, di sapere che cosa pensa dentro le sue comunicazioni.
Stia nel merito. Noi non controlliamo niente, noi controlliamo solo le sue dichiarazioni pubbliche. Lei in privato può fare quello che vuole, ma le chiediamo alcune spiegazioni ed entriamo nel merito.
Come lei sa, il Sant'Anna è stato per molti anni, ed è ancora, il riferimento per la gravidanza e per il parto e per tutte le patologie specifiche delle donne. Tuttavia, e lo diciamo da mesi, oggi è un modello come si può dire - di stand alone women in hospital, e così come ci hanno ricordato le donne scese in piazza sabato, non è più sostenibile; come non lo è lo l'Oftalmico, così come non lo sono tanti altri ospedali mono specialistici.
Come ci ricordava la dottoressa Todros e chi ha lavorato per tantissimi anni al Sant'Anna, ci si è resi conto quanto quel modello sia ormai poco sicuro. Mi faceva notare il Consigliere Salizzoni qualche giorno fa quando passavo nei corridoi delle Molinette - che alcuni pazienti che devono essere rianimati dopo un intervento vengono addirittura fatti uscire dalle sale e spinti anche per 300-400-600 - li ho contati in passi - quasi 800 metri in mezzo ad altri degenti. Questa è la situazione.
Secondo le sue dichiarazioni gravissime, in cui ipotizza uno spezzatino del Sant'Anna, le donne sapete cosa dovrebbero fare? Non quei 800 passi già impossibili e rischiosissimi per una sanità pubblica, addirittura dovrebbero prendere..



PRESIDENTE

Mi scusi, la prego di rivolgersi alla Presidenza, perché c'è un problema di audio.



GRIMALDI Marco

Non credo che non mi senta. Se ha sentito l'Assessore Icardi che bisbigliava con sé stesso.



PRESIDENTE

Non bisbigliava, io lo sentivo. È un suo giudizio personale, non bisbigliava: continui e si rivolga alla Presidenza.



GRIMALDI Marco

Posso girare ogni tanto il collo, visto che non sto parlando ad altri?



PRESIDENTE

Le è concesso, ogni tanto.



GRIMALDI Marco

La ringrazio.
Dicevo che nell'idea folle del pacchetto della Salute dell'Assessore Icardi addirittura, l'idea è - ipotetica, perché la Pubblica Amministrazione parla per atti e noi questo scempio, Assessore, le assicuro che non glielo faremo fare - di dividere Ginecologia e il Materno-infantile: una parte resterà con il Regina Margherita e l'altra andrà nel Parco della Salute - in tal senso, la sua risposta ad un question time.
Lei dice di smettere di fare campagna elettorale, di smettere di parlare di ideologia, ma per quanto riguarda il Regina Margherita i suoi Assessori hanno detto delle vere e proprie fake news! In una di queste, con 138 mila condivisioni, a noi del centrosinistra veniva detto: "Giù le mani dal Regina Margherita" e nella petizione si diceva che noi volevamo cancellare la sanità a migliaia e migliaia di famiglie e di malati! La campagna elettorale lei non l'avrà vista, ma volevo solo dirle che lei sta pagando le vostre cambiali, le vostre fake news e il terrorismo che avete messo in campo! Guardi che noi - anzi, poiché lei dice: "La Stasi è lei, la Pravda." parlo per me: noi non abbiamo cambiato idea sul Regina Margherita, perch continuiamo a pensare che occorra autonomia, che occorrano i posti letto e che debba stare all'interno del Parco della Salute e lo diciamo per lo stesso motivo per cui, a sei mesi dal suo incarico, lei non ha ancora capito - e glielo dico sinceramente - la differenza fra l'alta complessità e quella che è l'eccellenza! Dovrebbe iniziare a pensare che se mancano posti dentro il Parco della Salute, si possono tranquillamente recuperare in un disegno diverso del territorio; perché di tutto si può dire, ma è impossibile pensare che, in una grande città come Torino, un neonato o un bambino con qualche linea di febbre o con l'influenza debba per forza passare dal Regina Margherita? È tanto chiederle di andare avanti in una concezione diversa del territorio in cui magari l'Ospedale Giovanni Bosco torni ad avere funzioni diverse da quelle di oggi? Pensare che in una sanità in cui aumentano i parti a rischio - perché aumentano, così come aumenta l'età media delle donne che partoriscono - occorre alta complessità, ma dall'altra, c'è la possibilità anche grazie al lavoro delle ostetriche e di tantissime professioniste dentro la sanità pubblica, di pensare ad altri luoghi dentro la città di Torino, dove fare dei parti più naturali? È possibile chiederle un disegno diverso? È possibile che questa discussione sia pubblica e non solo dei tecnici? Perché - glielo dico - i tecnici hanno già scelto! La sanità pubblica, a livello internazionale, ha già scelto, ha già detto cosa ci vuole per evitare quei rischi! E ha già detto che quel tipo di ospedali fatiscenti vanno chiusi, altro che "giù le mani"! Siamo noi che vi diciamo di smettere la campagna elettorale! State governando! E continuate, con i vostri comunicati stampa, a dire tutto e il contrario di tutto! E torniamo al punto!



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Sto benissimo. Sto benissimo, perché la sanità pubblica funziona Assessore.
Ecco, finiamo su questo.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, le chiedo di concludere.



GRIMALDI Marco

Allora finisco proprio sulla sanità pubblica che "sta benissimo".
La sanità pubblica non sta benissimo, ma è una sanità di eccellenza e questo non lo dimostra un'operazione andata bene o male, lo dimostrano le migliaia di professionisti che fanno tutto in favore di una sanità di qualità, spesso ostaggio di altri ricatti.
Proprio per questo vorrei parlare un secondo del VCO e di Novara. Se continuate a mettere in discussione i passi avanti per individuare quegli Ospedali unici come, per esempio, nel Verbano-Cusio-Ossola o Città della Salute, Parchi della Salute, come a Novara, l'unica cosa che state facendo è continuare a regalare miliardi e miliardi, milioni e milioni di euro (più di 280 lo scorso anno) alla sanità privata lombarda, che non vede l'ora di vedere i vostri ripensamenti.
Allora, se anche lei, Assessore Icardi, che viene dalla sanità pubblica vuole difenderla con noi, eviti di rimettere tutto in discussione. La salvi, la salvi pensando che, se vogliamo evitare il dumping della sanità privata, quegli investimenti vanno fatti e devono essere investimenti certi, perché se a ogni legislatura arriva un Assessore che rimette tutto in discussione, gli unici che hanno il vantaggio sono quelli che vogliono depredare il nostro sistema pubblico e farne le veci.



PRESIDENTE

Grazie. Poiché ha sforato un po', toglierò il tempo al suo Gruppo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "P. Calamandrei" di Crescentino (VC)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "P. Calamandrei" di Crescentino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni dell'Assessore regionale Icardi relativamente a "Edilizia sanitaria" (seguito)


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Poiché immagino che il dibattito sarà piuttosto lungo e il tempo a disposizione è poco, chiederei se è possibile consentire un intervento per Gruppo, almeno come giro iniziale e, quindi, evitare interventi plurimi dello stesso Gruppo. Solo per il giro iniziale e poi, se abbiamo ancora tempo.



PRESIDENTE

L'intenzione era quella di alternare maggioranza e minoranza.
Per dovere di cronaca si è iscritto il Vicepresidente Salizzoni, al quale darei la parola, per rispetto e perché ha dato la disponibilità.
La parola al Vicepresidente Salizzoni, che interviene in qualità di Consigliere.



SALIZZONI Mauro

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la sua relazione ampia e dettagliata naturalmente, non siamo d'accordo su tutto, ma alcune cose le condividiamo.
Lei conosce bene il mio apprezzamento nei suoi confronti, anche perch capisco la difficoltà in cui lei si trova. Penso che lei si trovi in una situazione tale per cui deve pagare un debito elettorale che lei non ha contratto, e che non condivide appieno; e lo dice lei stesso in un'intervista rilasciata ieri a "CronacaQui": "Le nostre decisioni oggi potrebbero fare dei morti domani. Ho già visto troppe volte decisioni prese dopo battaglie politiche in cui le soluzioni erano diventate simboli e sono sempre state sbagliate".
Condivido questa frase in pieno e l'avrei potuta scrivere anch'io. Ma vediamo quali sono queste decisioni diventate simbolo, che potrebbero risultare sbagliate. Naturalmente, non voglio parlare dell'ospedale di Novara di cui parlerà certamente il Consigliere Rossi, molto più esperto di me, ma voglio rifarmi al Parco della Salute, pur ritenendo che i due Parchi, o meglio il Parco della Salute e la Città della Salute di Novara debbano andare di pari passo, perché sono complementari l'uno con l'altro e sono i due grimaldelli - chiamiamoli così - che possono far scattare un movimento tale per cui il programma di edilizia ospedaliera a livello regionale possa andare avanti di conseguenza.
Del Parco della Salute se ne parla da tanto tempo, forse troppo. Non abbiamo fatto il débat public, anche se mi pare che lo stiamo facendo ampiamente perché un giorno sì e un giorno no se ne parla in qualunque sede. Pertanto, superato questo ostacolo bisogna andare alla realtà dei fatti. Lei stesso ha detto correttamente che il procedimento va avanti e che a gennaio inizierà il vero dibattito pubblico-privato per quanto riguarda gli aspetti concreti di progettazione e finanziamento.
Dobbiamo partire da quella che è l'idea progettuale che lei ha citato testualmente. L'idea progettuale del Parco della Salute (io la chiamo sempre "Quaderno 4") non mi risulta sia ancora stata cambiata in nessun modo. Questo progetto prevede ancora all'interno del Parco della Salute un'area di alta complessità pediatrica e un'area di alta complessità materno infantile e ostetrico ginecologico e neonatale.
Io cerco di immaginare cosa diranno, ai primi di gennaio o alla metà di gennaio, i nove esperti già nominati e convalidati a livello centrale e i rappresentanti dei tre gruppi privati che si sono presentati per la progettazione e costruzione del Parco della Salute, dopo tutto quello che si sente dire e dopo tutti i pasticci che vengono accumulati, gli uni sugli altri. La prima cosa che diranno è: "Scusate, di questi due aspetti che sono ancora compresi, cosa ne facciamo?". Anche perché a me risulta, ad esempio, che tutti e tre i progetti (non ancora progetti definitivi, ma le tre idee di progetto presentate dai tre gruppi) prevedono una cosiddetta torre pediatrica.
Il problema, quindi, non è la torre pediatrica, ma i posti letto che andranno messi in quella torre pediatrica e quindi dobbiamo cominciare a pensare in questi termini: posti letto, non uno spazio specifico. E, qui se volessimo, la discussione potrebbe continuare all'infinito. C'è chi dice che ne bastano 100 (100 sono quelli previsti, sono 90 più 10 di rianimazione) e c'è chi dice che, invece, ne servono molti di più. Ma prima di me il Consigliere Grimaldi ha detto che non si vede perché tutta la pediatria di Torino debba essere concentrata in quella sede e in quel luogo e non si possa pensare di distribuire su una città, che ancora è una metropoli (facciamo di tutto per non degradarla ulteriormente), sul territorio, in termini corretti.
Io ho proposto, ad esempio, che l'ospedale Giovanni Bosco, che alcuni chiamano "Giovanni Bronx" (ingiustamente, perché secondo me è uno degli ospedali generali, e non solo, più importanti e più capaci di Torino) debba contenere un'area materno infantile con un determinato numero di parti l'anno e con una pediatria conseguente. Certo, l'alta complessità non finirà al Giovanni Bosco, questo è compreso; i trapianti non si faranno al Maria Vittoria, ma alle Molinette, non è che tutti possano gli ospedali potranno mettersi a fare trapianti (scusatemi se cado sempre lì, ma è per cercare di dare un'idea concreta di quanto sto dicendo).
Pertanto, la storia del pediatrico che tutti danno per scontato debba rimanere là non è affatto vera, perché il Gruppo al quale io appartengo, ad esempio, non è d'accordo su questa soluzione. Non è scritto da nessuna parte che il Gruppo del PD, e sicuramente qualche altro componente della minoranza, abbia sottoscritto questo aspetto. Ma, provate a pensare un po' al futuro: grande ospedale da 1.049; io non escludo mai che nel corso del dibattito pubblico che non durerà due giorni, ma qualche anno, si possa anche pensare di aggiungere qualche posto letto, se si ritiene che questo sia necessario e si vedrà poi come e a chi assegnarlo.
In medicina, il tempo corre molto più in fretta che in altri settori: cambia tutto di settimana in settimana. Se oggi facciamo una radioterapia moderna, modernissima, rischia di non essere più moderna e modernissima tra sei, sette mesi. Se installiamo degli apparecchi diagnostici di alta complessità oggi, non possiamo essere sicuri che tra un anno questi non siano già superati. Quindi, dobbiamo metterci nell'onda di pensare o comunque di stare alla pari della velocità della medicina.
Ebbene, voi pensate a questo ospedale pediatrico messo laggiù in fondo ospedale pediatrico costruito nel '58, peraltro, e sottolineo sempre perché con i tempi che corrono è sempre bene sottolinearlo, senza alcun criterio antisismico. Soltanto per mettere il Regina Margherita in termini di correttezza antisismica occorrerebbero non pochi milioni. Ci sono, poi problemi riguardanti l'antincendio e credo che bisognerà discuterne. Ma se qui continuiamo a discutere e discutere, il tempo passa.
Ci vediamo vicini a questo ospedale materno infantile, l'attuale Sant'Anna con la neonatologia, che è il punto centrale che collega i due settori? Ebbene, non può resistere quell'ospedale laggiù, da solo, non più separato dalle Molinette e dall'ospedale adulti soltanto da un corso (corso Spezia) ma separato da alcune centinaia di metri. Pertanto, non sarà più facile trasferire, come avviene attualmente, conoscenze, capacità e prestazioni da un ospedale all'altro. Perché? Perché l'ospedale pediatrico ha bisogno dell'ospedale adulti, ma l'ospedale adulti ha bisogno dell'ospedale pediatrico; così come ha bisogno del Sant'Anna e viceversa. Si lavora veramente, nella Città della Salute, come se fosse attualmente un unico ospedale. Ha effettivamente un'unica direzione, in cui tutte le conoscenze e le capacità sono compenetrate. Se un chirurgo compie un intervento e si trova di fronte un problema ginecologico importante, è chiaro che chiama il ginecologo - e l'ostetrico se è il caso. Viceversa, se nell'ospedale materno infantile si riscontra un qualcosa, perché la medicina è esatta, sì, ma non sempre fa prevedere al 100% quello che si ritroverà o quello che poi dopo si manifesterà, si chiama dall'altra parte.
Credo che questo non potrà più avvenire con la stessa facilità, dividendo i due aspetti della questione. L'importante è non perdere più tempo. Lo dico in dieci secondi: non perdere più tempo, perché se si continua a discutere e a litigare - noi pensiamo una cosa, altri ne pensano un'altra - si tira avanti e non si comincerà mai nulla. Il mio timore è che si possa arrestare anche il procedimento in corso.
Se la maggioranza, come credo (ma non la totalità), pensa che davvero il Regina Margherita, e forse anche il Sant'Anna, debbano essere separati bene, lo faccia subito con un atto regionale, in modo da non impedire che vada avanti la procedura principale. C'è un atto, la Giunta la pensa in questo modo, lo si comunica a quelli che devono discutere il partenariato e questi sapranno comportarsi di conseguenza, ma non dovranno arrivare, a un certo punto, con un atto in discussione in corso e dire: "Eh beh, no, non erano questi i patti".
Abbiamo cominciato a discutere su altre basi, quindi potrebbe anche darsi che ci dicano di non essere più d'accordo.
Insisto sulla questione del tempo. La Giunta si assuma la responsabilità di prendere decisioni veloci e tradurle in atti. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone sulla discussione generale; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve, perché preferisco essere conciso, con un messaggio chiaro, piuttosto che prolisso.
Chi ci conosce sa che l'unica cosa che unisce me e il compagno Grimaldi sono i gusti cinematografici, però, se devo essere sincero, oltre a "Fight Club" non so che altro film abbia visto quando discuteva e raccontava le politiche del centrosinistra sugli ospedali e sulla pianificazione del servizio ospedaliero. A me, più che "Fight Club" è venuto in mente "La storia infinita", con un Assessore, l'ex Assessore Saitta, chiuso in una bella torre d'avorio in mezzo al nulla, sordo a tutte le esigenze che arrivavano dai territorio, con il nulla che avanza a divorare tutto il regno di fantasia della sanità del centrosinistra, però cancellando concretamente ospedali.
Questo è il film che viene in mente a me.
Vorrei che tutti facessimo un grande bagno di realtà; bagno di realtà è la smobilitazione già avvenuta dell'ospedale oftalmico, imposta dalla scorsa Giunta, nonostante una sollevazione di scudi e una mobilitazione che ha unito tutti gli attori di quel campo, dalla parte sanitaria e professionale a quella dei pazienti, con petizioni che hanno raccolto migliaia e migliaia di firme, con richieste di referendum ignorate, con manifestazioni e girotondi. Il metodo allora qual era? Il nostro ex Assessore, rinchiuso nella sua bella torre d'avorio come la principessa, assumeva le DGR, le illustrava sui giornali, poi veniva qui raccontarcele come se la raccontasse agli amici al bar e noi potevamo solo prenderne atto e cercare di creare sensibilizzazione e mobilitazione.
La realtà è questa: un ospedale di eccellenza come l'Oftalmico già sostanzialmente smobilitato. Ci raccontavate che era solo una risistemazione logistica nel segno dell'efficientamento, invece è stata una cancellazione. Questo è il vero termine; così come la realtà, e non il film, è il taglio dei posti letto sul piano del Parco della Salute, che non è una fake news, non è un'operazione di fantasia, ma sono numeri che voi avete scritto, nero su bianco, sulle vostre delibere di Giunta; tagli pesanti di due/terzi dei posti letto. E ogni volta che vi abbiamo chiesto conto di quei posti letto, di come sarebbero dovuti essere recuperati, sono stati richiami del tutto astratti a sviluppi del territorio, della sanità di territorio, piuttosto che addirittura motivazioni - perdonatemi offensive, come dire: ma cosa servono questi posti letto sulle nascite, che tanto non nasce più nessuno in Italia e in Piemonte? Sinceramente risposte che andavano dal disarmante agli appelli alla Divina Provvidenza.
È ingiusto che parliate di spezzatino proprio voi che oggi venite qui a proporre, come controproposta, il fatto di portare un pezzo di materno infantile al Giovanni Bosco? Il contrasto allo spezzatino che voi denunciate sarebbe spargere il materno infantile sugli ospedali della Città di Torino? Ho capito bene? Questo mi sembra di aver capito e allora, quello che noi qui andiamo a ribadire con orgoglio è che, con la petizione avviata dal collega Tronzano, ma sostenuta da tutte le forze del centrodestra, con le mobilitazioni (abbiamo portato i cittadini a manifestare e abbiamo dato ascolto al personale sanitario e medico del Regina Margherita e del Sant'Anna, portando lì anche i nostri leader per assumersi impegni ben chiari di fronte a tutti i cittadini piemontesi), non sono cambiali politiche, ma sono promesse elettorali che abbiamo assunto e con le quali abbiamo vinto le elezioni, con il 50% dei voti (fatto traumatico che prima o poi dovreste arrivare ad arrendervi a metabolizzare). Noi quelle promesse elettorali le manterremo, perché abbiamo questa cattiva abitudine: se ai cittadini diciamo che salveremo un servizio, ci impegniamo per provare a salvarlo.
Questo vuol dire rinunciare al Parco della Salute? Assolutamente no, perch il progetto va avanti, perché noi crediamo al partenariato pubblico privato, a differenza di qualche ambiguità che nel centrosinistra notavamo.
Continueremo su quella strada, ma salveremo i servizi, i posti letto e aggiungo - i poli di eccellenza, che drenano un sacco di contributi privati e vanno a sgravare le esangui casse regionali dal mantenere il servizio.
Noi quell'eccellenza abbiamo promesso di salvarla e manterremo la promessa di salvarla. E quegli ospedali verranno mantenuti in stretto collegamento logistico e strategico con il nuovo Parco della Salute, ma con la tutela delle specialistiche, della loro specificità e delle loro eccellenze.
Vedete, non è spezzatino. Si possono inscenare tutti i flash mob del mondo noi abbiamo il massimo rispetto delle piazze, però mi limito a dire che una sinistra che scende in piazza per manifestare a favore del taglio dei posti letto io non l'ho mai vista in tutto il mondo e, sinceramente, penso che anche i cittadini non si capacitino di una sinistra che manifesta per tagliare quantitativamente e qualitativamente un servizio, piuttosto che difenderlo e potenziarlo.
Noi ribadiamo il pieno sostegno all'Assessore Icardi, che, prima di assumere unilateralmente e imporre degli atti amministrativi, ascolta chi vive sul campo quel servizio sanitario sotto tutti i punti di vista, si consulta e si confronta qui in Consiglio, e che, in ogni caso, andrà nella direzione - come noi immaginiamo e come si è impegnato con noi - di difendere l'ospedale Regina Margherita e l'ospedale Sant'Anna.
Io voglio sempre sperare nella buona fede di tutti. Però, come ricordo di aver letto sulle DGR della scorsa Giunta il taglio dei posti letto rammento anche di aver letto la nuova destinazione delle ex strutture ospedaliere: ricordo di aver letto "residenze", ricordo di aver letto "attività terziarie", ricordo di aver letto "attività commerciali".
Si abbia quindi il coraggio di dire che è di questo che si sta parlando, di trasformare degli ospedali descritti come dei ruderi nella "gallina dalle uova d'oro" a livello urbanistico per il Comune di Torino e magari anche a livello lobbistico per chi vuole mettere su delle attività economiche al posto dei posti letto! Questo lo dico chiaro e tondo, perché qui c'è un ex Assessore - la principessa della torre Saitta - che è accusato dalle pagine dei giornali di perseguire interessi particolari a discapito dell'interesse comune. E questo è da querela! Noi non presenteremo querele, perché non siamo a questi livelli. Per rivendicheremo sempre con orgoglio quella che è una nostra promessa elettorale, perché ci abbiamo messo la faccia con i cittadini, i quali invece di credere alle favole che sentiamo dall'altra parte dei banchi credono alla concretezza del servizio. Queste promesse le manterremo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente e grazie, Assessore per le comunicazioni.
Sono contento di ricevere comunicazioni oggi in aula, perché finalmente non vengo a sapere le cose dai giornali, che possono anche travisare quello che rilasciamo. Siamo quindi riusciti ad avere un confronto nel luogo preposto al confronto.
Farò un excursus sui vari punti che ha trattato, perlomeno sui tre principali.
Per quanto riguarda Novara, la nostra posizione in merito all'utilizzo del partenariato pubblico-privato, che per anni è stato considerato, anche da parte del centrosinistra, come l'unica soluzione alternativa al non fare nulla, non è certo un segreto. Infatti siamo stati accusati, come Movimento 5 Stelle, di essere i detrattori di questo progetto del nuovo ospedale perché non c'erano altre soluzioni per costruire l'ospedale e la nuova Città della Salute di Novara se non attraverso il partenariato pubblico privato.
Assessore, lei ha parlato del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in cui è stato inserito l'ospedale del VCO (e non solo, anche il nuovo ospedale della TO5) all'interno della scheda che è stata appunto designata da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri su indicazione del Ministro della sanità, la quale non è che si è alzata una mattina e ha deciso quali fossero quelli da inserire e quelli no, ma su pressione politica delle varie Regioni ha inserito all'interno di questo decreto le opere che INAIL dovrà andare a realizzare. Mi vien da pensare, quindi, che intanto quando ci è stato detto che non c'erano soluzioni alternative di finanziamento di ospedali se non i partenariati pubblici-privati siamo stati presi in giro per degli anni, e che si è voluto avvantaggiare qualche ASL o ASO piuttosto che altre per una questione puramente politica. Perch non era un segreto, ad esempio, la provenienze dell'Assessore Reschigna che, a mio avviso, ha fatto una cosa buona ad andare a Roma a dire: "Vorremmo risparmiare dei soldi su quell'ospedale; c'è la possibilità dell'INAIL; abbiamo tutta una serie di esigenze, per cui inserite questo progetto all'interno dei progetti che dovranno essere finanziati dal pubblico". Va bene. Ma non mi si venga a dire che per Novara non c'erano altre soluzioni perché sarebbe stata una richiesta troppo onerosa da parte di INAIL. Perché il Presidente Zaia, ad esempio, non si è fatto questi problemi: se andiamo ad esaminare il Decreto del Presidente della Repubblica, in fondo alla tabella si legge "Azienda Ospedaliera di Padova Ospedale Policlinico di Padova", e ha chiesto 450 milioni! Saremmo potuti arrivare prima noi, ma non lo abbiamo fatto. Mi viene da pensare - perché anch'io mi pongo molti ragionevoli dubbi - che non ci fosse la volontà politica di andare in questa direzione, anche da chi oggi viene qui e giudica il lavoro di altri! Per poter giudicare, bisogna essere nelle condizioni di poterlo fare anche dal punto di vista politico.
Detto questo, per quanto riguarda la Città della Salute di Novara, non mi risulta, Assessore - le dico la verità - che sia stata fatta questa ricognizione. O, comunque, qualora sia stata fatta, è stata fatta in modo informale. Perché ho sentito INAIL - ma non l'ultimo degli arrivati! - e mi è stata fornita questa notizia. Passiamo oltre.
Per poter accedere a questo tipo di finanziamento, come giustamente si osservava prima, è necessario che il progetto sia cantierabile, quindi bisogna già aver individuato l'area di realizzazione; inoltre, ci dev'essere la possibilità di partire immediatamente con i lavori nel momento in cui l'INAIL fa proprio il progetto e decide di finanziarlo.
A Novara siamo ancora lontani da questa previsione, quindi tutta questa fretta per realizzare un'opera quando potremmo non solo trovare il sistema di farci inserire all'interno di quella che è la ricognizione dei fondi INAIL, ma anche inserirci nella programmazione che partirà il prossimo anno, non fra 15 o 20 anni. Tra l'altro, i costi che dovremmo andare a sostenere ce li terremo "sul groppone" per 26 anni.
Presidente, c'è un po' di brusìo. Il Consigliere Grimaldi sta distraendo i giornalisti.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, per cortesia.
Prego, Consigliere, prosegua.



SACCO Sean

Tra l'altro, Assessore, le chiederei delucidazioni sulla convenzione sottoscritta con INAIL, in quanto ci sono dei passaggi in cui si fa cenno alla riservatezza e non vorrei che la riservatezza sia così alta da non consentire neanche ai Consiglieri regionali. Scusi, volevo dire Cassa Depositi e Prestiti. Stavo dicendo che c'è un passaggio nella convenzione in cui si fa riferimento alla riservatezza e non vorrei che questa riservatezza vada ad impedire la possibilità dei Consiglieri regionali di monitorare i vari processi di valutazione dei progetti, anche perché c'è da sottolineare che attualmente è già in vigore una consulenza con un gruppo privato che, nel momento in cui andremmo a farci coprire dalle competenze di Cassa Depositi e Prestiti, potremmo decisamente accantonare.
Detto questo, vorrei fare un passaggio su quello che è stato detto sul Parco della Salute di Torino, perché quando è stato chiesto il dibattito pubblico c'è stato un marasma generale. È stato chiesto di intervenire a chiunque, fra cui l'ANAC che si è espressa, dicendo che ci potrebbero essere delle difficoltà, perché nel momento in cui andiamo ad instaurare un dibattito pubblico con una gara iniziata, ci potrebbero essere dei problemi legati all'influenza sulla gara in corso; però poi mi ritrovo a leggere sui giornali che si ridiscutono dei pezzi decisamente importanti. Adesso non voglio entrare nel merito della scelta di mantenere dentro o fuori il Regina Margherita e il Sant'Anna, ma solo per il fatto di ridiscuterlo chiaramente mi viene un po' difficile pensare che non influenzi la gara in corso, molto di più di quella che, invece, potrebbe essere l'evoluzione di un normale dibattito pubblico che ci consentirebbe di condividere le scelte con tutti coloro che hanno degli interessi in gioco e non solamente i privati.
Per quanto riguarda, invece, il nuovo Ospedale del VCO che è stato individuato anche all'interno della proposta fatta ad INAIL come uno degli ospedali che dovranno essere finanziati con dei soldi pubblici, la ridiscussione di un Ospedale unico ci vede abbastanza perplessi. Da una parte, perché si era riusciti comunque a mettere d'accordo gran parte del territorio su un progetto che garantiva una certa efficienza e un certo grado prestazionale del presidio. Questo ci consentirebbe di andare a lavorare su tutta quella parte di mobilità passiva che oggi non solo crea dei problemi agli utenti che si devono spostare, ma anche a livello di bilancio per la nostra sanità. Su quell'idea spero che torniamo indietro soprattutto individuando un nuovo punto centrale dove realizzare quest'opera, punto che non sia quello individuato precedentemente, perch solamente a pensarci viene la pelle d'oca. Avremmo rischiato una nuova Verduno. Non capisco come si possano fare determinati ragionamenti quando si parla di soldi pubblici. Anche in questo caso mi viene da sottolineare chi è stato quanto meno il responsabile politico dell'individuazione di quell'area.
Per concludere, vorrei un attimo fare un excursus.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Sacco, se può stringere, perché ha sforato il tempo..
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Gli cedo il mio tempo, io non interverrò. Lasci ancora qualche minuto visto che il Presidente Grimaldi ha parlato per 14 minuti, possiamo lasciare concludere.. Grazie.



PRESIDENTE

Prego, prosegua.



SACCO Sean

Grazie. Per concludere, la nostra preoccupazione principale è garantire il servizio ai cittadini e garantire una sanità pubblica, che è stata incentivata sia a destra sia a sinistra. Questo ricordiamocelo, perch quando si sottolinea che il centrodestra vuole dare in mano i servizi ai privati, ricordo che il centrosinistra l'ha fatto molto bene negli ultimi anni. La nostra principale preoccupazione è la sostenibilità economica delle varie opere che andremo a realizzare, perché soprattutto per quanto riguarda un ragionamento di bilancio e per quello che si diceva prima sui canoni e sulla richiesta della legge regionale, non è detto che la Regione vada immediatamente a ripianare i disavanzi delle ASL. Quindi, secondo me è corretto che nel momento in cui si va a fare un investimento così importante, vengano richieste delle garanzie al Consiglio regionale altrimenti su una situazione del genere rischiamo di non poter avere la disponibilità di un'opera che è stata costruita con denaro privato e che resta nella disponibilità dei privati fino alla completa copertura dei canoni di disponibilità.
Concludo perché ho già preso abbastanza tempo. Spero che non si fermi qui la riflessione e che potremmo ragionarne ulteriormente in Commissione e in aula, e un po' meno sui giornali.
Magari sui giornali usciamo dopo aver discusso in Commissione e in aula.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Mi permetta di cominciare dicendo "finalmente". Finalmente quest'aula pu discutere di edilizia sanitaria dopo mesi di notizie e di un dibattito svolto altrove. Ricordo che il Consiglio è l'unico luogo in cui dobbiamo parlare di programmazione di edilizia sanitaria.
Per quanto ci riguarda lo riteniamo un primo passo, Presidente. Ci auguriamo che questo confronto possa continuare in Commissione, perché è un contesto più agile, anche al confronto e a un interlocuzione con l'Assessore che, invece, le regole dell'Aula non ci garantiscono.
Sicuramente apprezziamo l'auspicio dell'Assessore che ci ha invitato, tra le altre cose, al rispetto dei toni. Da parte nostra questo non mancherà.
Tuttavia mi lasci dire, Assessore, che lei è stato il primo che, forse nelle settimane precedenti questa regola non l'ha rispettata fino in fondo.
Lo dico io perché è corretto che il Vicepreside Salizzoni, essendo coinvolto direttamente, non sia potuto intervenire sulla questione. Io so che lei si è scusato con il Consigliere Chiamparino e con il Consigliere Salizzoni, ma visto che l'esternazione era stata pubblica ci saremmo aspettati, ma c'è tempo ancora durante la mattinata, che le scuse arrivassero anche pubblicamente, come lo sono state le esternazioni sulla torre pediatrica.
Arriviamo al merito della discussione di oggi. L'Assessore ha giustamente richiamato la delibera del Consiglio regionale che abbiamo votato l'8 maggio 2018 che prevedeva, lo ricordo, cinque ospedali nuovi tra cui Novara, Torino e il VCO di cui abbiamo già ampiamente dibattuto. Tuttavia sottolineo un altro aspetto che pochi hanno richiamato in quest'Aula, cioè un investimento di un miliardo e mezzo di euro di ciclo di lavori pubblici.
Questa delibera, al di là di quello che ha detto il Consigliere Marrone e su cui tornerò, chiudeva e portava a sintesi processi molto lunghi, alcuni cominciati addirittura nel 2000. È stata una delibera che ha fatto una sintesi e ha chiuso una serie di percorsi che ci trascinavamo.
La delibera ha una doppia valenza. Una è di natura sanitaria. Cioè la capacità per il Piemonte di rispondere ai nuovi fabbisogni sanitari a cui la nostra edilizia ospedaliera non è più in grado di dare risposte. L'altra è una questione di natura economica. Spesso parliamo del fatto che il Piemonte cresce meno rispetto alle altre Regioni e che c'è poca economia ma non dobbiamo sottovalutare - ma su questo tornerò dopo, parlando del partenariato pubblico-privato - che un modo che abbiamo per far crescere l'economia in Piemonte è anche quello degli investimenti pubblici.
Ogni volta che noi rallentiamo o blocchiamo questo processo, facciamo due danni: uno di natura sanitaria perché rallentiamo la risposta adeguata per i cittadini e l'altra è di natura economica. Sono tutti procedimenti e tutte economie che vengono bloccate o rallentate in un contesto, signori in cui attorno a noi gli altri non stanno fermi. Lo dico da subito, in particolare pensando alla Lombardia, all'Emilia-Romagna e al Veneto.
Guardate che in Lombardia, parlando per esempio di quello che succede a Rho nell'ex area dell'Expo con lo Human Technopole e il nuovo ospedale Galeazzi che stanno costruendo; mentre noi discutiamo, mentre noi rallentiamo mentre noi rimandiamo, lì stanno costruendo. I più di 200 milioni all'anno verso la Lombardia, se noi non ci diamo una regolata anche sulla dimensione del tempo - su cui tornerò - che è fondamentale quando si governa, sono destinati ad aumentare. Il Piemonte è destinato a crescere meno delle altre regioni del Nord. Questo è il primo punto.
Presidente, Assessore, è legittimo per una nuova maggioranza politica prendersi del tempo per valutare, soprattutto le scelte delegate. È legittimo, questo noi lo comprendiamo, ma questo tempo deve avere un limite. Non può essere un tempo che dura per una legislatura, ad un certo punto occorre prendere delle decisioni. Occorre farlo per Torino, come ha detto prima il collega Salizzoni, occorre farlo per Novara e occorre farlo per il VCO.
Parto proprio dal VCO, Assessore, perché nel merito del dibattito che si è aperto in questi mesi e che, per fortuna, non ha non ancora degli atti ufficiali, la scelta del VCO è quella palesemente più ingiustificabile.
L'idea di abbandonare un ospedale unico baricentrico che rappresentava un delicato equilibrio a cui si è giunti dopo anni di lavoro e di concertazione con il territorio, vede la contrarietà - e lei lo sa benissimo - della maggior parte dei Sindaci di quel territorio e di quella provincia. Si sono dimessi anche i Consiglieri della Lega della città di Verbania in merito all'annuncio di questa scelta. Sindacati, associazioni di categoria e più di mille persone si sono riunite nel palazzetto dello sport di Verbania contro questa scelta.
Inoltre l'idea di mantenere i due ospedali, invertendo la gerarchia tra Verbania e Domodossola - quindi quello nuovo sarebbe nella piana dell'Ossola e sarebbe un DEA di primo livello, mentre il VCO verrebbe declassificato ospedale di base - va contro il decreto ministeriale n. 70 il Patto per la salute vigente, tutti contro i numeri che servono per avere un DEA di primo livello perché Domodossola non li avrà mai. Sfido Assessore, lei e tutti i sostenitori di quell'ipotesi, che il DEA di Domodossola avrà mai i numeri per essere un DEA di primo livello.
Così come ci dovete spiegare come si fa a derubricare l'ospedale di Verbania a ospedale di primo livello, quando Verbania ha tre milioni di turisti all'anno che dobbiamo mandare a Domodossola se necessitano di un intervento del DEA.
Dovete anche spiegarci come fate a sostenerlo economicamente, non a realizzarlo, ma a sostenerlo economicamente, e come fate a convincere i professionisti ad andarci a lavorare. Siamo in una situazione in cui i professionisti non vanno a lavorare a Novara, centro ospedaliero; facciamo fatica a trovare le professionalità e noi immaginiamo che avremo il personale per il DEA di Domodossola.
Chiudo su questa scelta, Assessore. Visto che non c'è nessun atto, prenda visione della richiesta della comunità dei Sindaci che a maggioranza le ha detto: "Incontriamoci, parliamo, riapriamo questa discussione, evitiamo la lacerazione di quel territorio e rivedete questa discussione".
Torino e Novara. Su Torino ha già detto il collega Salizzoni, quindi non torno. Tuttavia mi permetta di dire alcune cose che riguardano Novara. Noi l'abbiamo detto, lei ha fatto una ricostruzione in cui ci riconosciamo parzialmente.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, non mi permetterei mai.



ROSSI Domenico

Mi spiace per chi sta seguendo la seduta in streaming, perché credo non abbia potuto ascoltare, ma in Aula il messaggio è arrivato.
Dicevamo: su Novara la nostra ricostruzione è difforme, perché lei Assessore, anche in Commissione, ha detto esplicitamente che avrebbe preferito un'altra valutazione.
Vedo che il tempo scorre e non riesco a fare la disamina che avrei voluto fare, ma spero di poterla fare in Commissione. Anche ai colleghi del Movimento Cinque Stelle e al collega Sacco, in particolare, dico che confrontare un Piano economico-finanziario di una tipologia, cioè partenariato pubblico-privato con gli interessi di un finanziamento bancario è sbagliato; è sbagliato tecnicamente e anche fuorviante verso i cittadini, perché è come se confrontassimo le mele con le pere: sono due prodotti diversi e la Pubblica amministrazione si rivolge al partenariato pubblico-privato semplicemente perché siamo nel contesto di un Paese con un alto debito pubblico e la Regione Piemonte è una delle Regioni più indebitate. Quindi è come quella persona che va in banca a chiedere un mutuo e gli viene negato non perché non ha un reddito, ma perché il reddito che ha è già utilizzato per i 3/4 per pagare altri finanziamenti.
Quindi, lasciare il partenariato pubblico-privato è stata una scelta doverosa e il motivo per cui Torino e Novara non sono stati inseriti nell'INAIL (su questo tornerò) è uno soltanto: erano già stati ammessi al finanziamento del Governo e cambiare strada, per esempio, scegliere INAIL e bisogna dirlo con chiarezza, significherebbe rinunciare al finanziamento del Governo, perché gli ospedali dell'INAIL, come ha detto l'Assessore, non sono di proprietà dell'Azienda ospedaliera e, quindi, è incompatibile con il finanziamento del Governo che finanzia solamente opere che rimangono in capo alla Regione e dell'Azienda Ospedaliera.
L'Assessore deve spiegare e, con tutto rispetto possibile, anche al Movimento Cinque Stelle, perché i dubbi che ci sono su Novara non sono posti con la stessa forza su Torino, che ha lo stesso schema di finanziamento (30% di finanziamento del Governo, 70% ricorso al privato su partenariato pubblico-privato). Allora, se c'è un dubbio sul fatto che questo sistema costa troppo, non costa troppo solo per Novara, ma costa troppo per tutti! Io non ho ancora capito perché c'è una puntualizzazione contro operam cioè soltanto lì dobbiamo fare il comunicato contro, dobbiamo dire che il PPP non va bene, eccetera.
Chiudo su questo e suggerisco di prendere i dati (ma adesso non ho tempo) e vi suggerisco la lettura di un quaderno di analisi del Senato, n. 15 del maggio 2018, quindi è aggiornato, sui Comuni e il partenariato pubblico privato: "In un'epoca di scarse risorse, il partenariato pubblico-privato (PPP) rappresenta, per i governi locali, un'importante opzione di approvvigionamento per finanziare, costruire, rinnovare o sfruttare un'infrastruttura o la fornitura di un servizio". Siamo passati da 300 bandi nel 2002 a 3.000 nel 2016. Vado avanti per dire che, nel 2016, il 66,7% degli importi delle gare dei Comuni sono stati fatti colpi PPP e il 100% dei Comuni con popolazione superiore a 20 mila abitanti ha fatto ricorso al partenariato pubblico-privato.
Quindi, siamo di fronte a uno strumento previsto dalla legge, con cui in un contesto di debito pubblico si fa l'investimento pubblico che diversamente, non ci sarebbe stato e guardate che la contrazione degli investimenti, che c'è stata dopo il 2008, è stata compensata dai consumi privati e dal partenariato pubblico-privato. Noi non siamo appassionati di questo, ma questo è un storico.
INAIL ha investito, nel Piano triennale, 900 milioni all'anno, quindi in 3 anni 2 miliardi e 7, come ha già detto l'Assessore. Questo vuol dire che INAIL non può soddisfare il fabbisogno di edilizia sanitaria dell'Italia ma lo può fare parzialmente. Quindi, la scelta della precedente Giunta su 5 ospedali, di presentarne 2 con il partenariato pubblico-privato e 2 all'INAIL è una scelta equilibrata, perché se tutti immaginassimo di delegare a INAIL la realizzazione degli ospedali sarebbe semplicemente impossibile.
Una puntualizzazione, Assessore.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, la invito a concludere.



ROSSI Domenico

Mi lascia ancora un minuto, Presidente.
Chiudo dicendo che il DPCM che avete citato, sia l'Assessore, sia il collega Sacco, che abbiamo letto tutti, decreta, all'articolo 1, che ai sensi dell'articolo "Tal dei Tali" sono valutabili, nell'ambito dei Piani triennali - sottolineo, sono valutabili - i seguenti. E sono citati gli ospedali, tra cui Padova, Piacenza, Verbania e TO5. "Valutabili" significa che questo non è uno stanziamento, vuol dire che INAIL autonomamente valuterà. Tant'è che non mi risulta che per i progetti del Piemonte, ma neanche per le altre Regioni (perché qualche telefonata l'ho fatta anche io) esista un Piano finanziario di quelli valutabili qui dentro che sia arrivato ancora, a distanza di un anno, a essere ancora valutato concretamente. Quindi, non diciamo stupidaggini quando parliamo di queste cose, perché la variabile tempo è una variabile fondamentale quando governiamo.
Infine, il nostro invito è di non perdere tempo a discutere di cose abbiamo già deciso: sistemiamo quei territori che ancora hanno bisogno di questa discussione (Alessandria, Canavese e Cuneo, se c'è qualcosa da fare) e poi dedichiamo questa Legislatura a un nuovo Piano socio-sanitario, al territorio, alle non-autosufficienze, alla domiciliarità che sono i nuovi bisogni sanitari di questa Regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Anzitutto, voglio ringraziare il nostro Assessore alla sanità, perché è preparato, capace, e sta lavorando molto.
Il quadro in cui il nostro Assessore si sta muovendo è complessissimo. La sanità piemontese costa molto, forse, un po' troppo, anzi, penso dovrebbe costare un po' meno; il costo ammonta a 8 miliardi e mezzo nel bilancio regionale. La sanità piemontese, da un paio d'anni, è uscita dal Piano di rientro. Nell'era Bresso, abbiamo avuto anni in cui la spesa sanitaria lievitava di 500 milioni di euro all'anno e non rimpiangiamo quegli anni.
Quindi, penso sia essenziale il fatto di avere un Assessore che voglia far tornare i conti a posto, perché il Piemonte non può assolutamente permetterselo.
Fortunatamente, siamo usciti da questo Piano di rientro, però in questi ultimi due anni la spesa è andata di nuovo fuori controllo: nel 2018, è andata fuori controllo di 160 milioni di euro e, quest'anno, di altri 200 milioni di euro. Probabilmente, la Giunta precedente si è lasciata prendere un po' la mano e un po' dall'entusiasmo di essere uscita dal Piano di rientro e adesso bisogna rimettere in sicurezza i conti, perché rischiamo di entrare nuovamente nel Piano di rientro, con tutte le conseguenze che comporta.
Voglio dire in maniera forte e chiara che questa maggioranza, con il suo Assessore, realizzerà la Città della Salute di Novara e realizzerà la Città della Salute di Torino, che sono dei punti fondamentali.
Pertanto, il lavoro svolto non verrà disperso e le energie verranno spese per arrivare alla realizzazione di queste importanti opere, importanti per tutta la collettività.
Per quanto riguarda l'ospedale del VCO, sono passati cinque anni e sull'ospedale di Ornavasso non si è fatto nulla; lì, di ereditato non portiamo a casa nulla e non abbiamo nulla su cui lavorare.
Questa Amministrazione regionale ha un'altra sensibilità: parte dal fatto che già oggi Domodossola è il polo chirurgico, che già oggi gli accessi dei codici rossi e codici gialli sono maggiori a Domodossola, essendoci emodinamica e neurologia, e dal fatto che anche in montagna bisogna avere il diritto alla salute e non essere considerati cittadini di serie B.
Pertanto, pensiamo di realizzare anche il nuovo ospedale (come si è detto nuovo perché non sarà un ospedale unico) di Domodossola, il potenziamento del Castelli di Verbania e del COQ di Omegna, che è uno splendido esempio di convenzionato e di misto pubblico-privato che serve tutto il quadrante del Nord Piemonte, in materia di ortopedia.
La sanità, secondo il modello che abbiamo in mente, va nella direzione di rafforzare il pubblico-privato, perché il privato non deve essere visto dal punto di vista ideologico ed anche - lasciatemelo dire - ormai vecchio, di stampo, di era dello scontro tra capitale e industria; i tempi sono fortunatamente passati, il muro di Berlino fortunatamente è caduto.
Oggi siamo in un sistema europeo che vede la sanità lombarda come la migliore di tutta Europa, al di là delle pesanti vicende giudiziarie che ci sono state (e chi ha sbagliato deve e sta pagando). Oggi, la sanità lombarda è innegabilmente la migliore di tutta Europa e sicuramente sarà un modello da seguire.
In Lombardia, il pubblico-privato è andato anche un po' oltre: sono al 30 di convenzionato, mentre noi siamo al 3%, quindi c'è tanta strada da fare.
Tra la Lombardia e il Piemonte, c'è il Veneto e il Veneto è al 12% di convenzionato, facendo rimanere le strutture pubbliche e senza dire stupidaggini e strumentalizzazioni alla gente: la gente si reca in queste strutture pagando tramite la mutua (nessuno va a pagare cliniche private quello è tutto un altro documento. Convenzionato vuol dire che si va tramite la mutua, in ospedali che possono essere un'eccellenza.
Il privato porta con sé l'efficienza e il fatto di gestire al meglio anche i dipendenti e questi risparmi saranno fondamentali per il pubblico.
Naturalmente, anche il convenzionato è a carico delle casse della Regione Piemonte, ma, se si può efficientare, il privato tende a provvedere magari solo a certe specialità e non può sostituire il pubblico nel generico e nell'ospedale generalista, però, dal 3% in cui siamo oggi al 12, che è la quota di convenzionato esistente in Veneto, che ha sperimentato diverse azioni importanti sulla gestione ospedaliera moderna, secondo me, secondo noi e secondo questa maggioranza, il Piemonte dovrà fare molto e farà molto, perché non siamo più schiavi di una certa ideologia che vedeva per forza il privato come il male assoluto, anzi, dobbiamo prendere quello che di buono il privato fa.
Ringrazio l'Assessore per il suo lavoro; sono convinto che queste tre grandi opere verranno portate avanti e sono contento di avere un Assessore esperto, che, in primis, vuole mettere i conti a posto, perché, se i conti non tornano a posto, i disastri e le penalità saranno pesantissimi.
Purtroppo, saranno pesantissimi per chi fruisce del servizio sanitario pubblico e quindi per i nostri piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Io inizio e finisco con due riflessioni. La prima è che, assistendo alla discussione generale (e ringrazio naturalmente l'Assessore per la sua esposizione), mi è sembrato un po' di tornare nel Consiglio comunale quando ho esordito, dal 2014 al 2019. Visto che si sono tirati in ballo dei film a me ricordava più quelli sulle guerre tra bande, dove si confrontavano dei personaggi da una parte e dall'altra; chi aveva torto, chi aveva ragione e alla fine, chi ci rimette? Esattamente come nei film, come, ad esempio, ne "I guerrieri della notte", sono i cittadini, che si trovano le città in fiamme e le cose distrutte.
Questo è un po' il panorama che io sto vedendo, per quello che riguarda la sanità: una grande incertezza, ovunque si vada a vedere.
Il collega Sacco, per motivi di tempo, non ha potuto approfondire tutti gli argomenti. Io, mi voglio soffermare principalmente sull'ospedale di Verduno, come può immaginare l'Assessore Icardi, che l'ha definita amabilmente "casa sua", perché casa sua è. Noi abbiamo assistito, il 21 settembre, alla consegna del cantiere, la fine lavori. Si è detto che entro 60 giorni si sarebbe provveduto alle finiture per poi procedere all'apertura vera e propria; sono passati 90 giorni - Assessore - e ci saremmo aspettati un minimo di cronoprogramma. Siamo già fuori di 30 giorni. Io avrei qualche domanda da porre, spero in una Commissione (non credo sia questa la sede), però gliela anticipo: c'è stato anche un passaggio di consegne - così ho letto sui giornali - su quella che sarà la futura gestione dell'ospedale, cioè tra la società costruttrice e la nuova struttura. A fronte di quello che ha detto lei (le famose riserve), quando il concessionario mi viene a dire che le problematiche sono emerse in seguito alle difficoltà del cantiere, io mi chiedo se, quando sono andati a prendere il lavoro, abbiano visto dove andavano a farlo, perché questa è una cosa inaccettabile.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere. Chiedo all'Aula un po' di silenzio. Grazie.
Continui, Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Ivano

Pertanto, noi viviamo un'incertezza. Io sposo la tesi che dobbiamo far capire ai cittadini che sono argomenti complicati, che sono opere complicate, però qualcuno la responsabilità politica se la deve prendere. E qui torno all'inizio: mentre da una parte e dall'altra si danno le botte qualcuno ha deciso - a suo tempo - dove fare questo benedetto ospedale, e adesso ce lo troviamo lì. Condivido il chiedere scusa alla gente per il ritardo, però alle scuse devono seguire atti concreti.
Vedendo il panorama di incertezza, faccio un po' fatica a capire, dopo la pacca sulla spalla e la scusa, quale sia il gesto concreto. Faccio veramente fatica perché non ci vedo un programma.
Come diceva prima il Consigliere Rossi, non occorre leggere dei trattati sugli effetti dei finanziamenti in project financing. La Corte dei Conti l'ha scritto nero su bianco e ha definito questo progetto, nello specifico quello di Verduno, un esempio da non perseguire da nessuna parte e l'ha portato come esempio negativo.
Questo ferisce il nostro territorio, perché la nostra gente è abituata a rimboccarsi le maniche e a mettere i soldi da parte, uno dopo l'altro. È abituata "a mettere il fieno in cascina", quindi vedere questi scempi economici non va bene.
Qualcuno si deve prendere la responsabilità politica di queste scelte e chi governa adesso deve avere la forza di fare in modo diverso da come si è fatto prima, altrimenti torniamo daccapo. Mi auguro veramente che dal 1 gennaio si possa rientrare e tenere fede a quanto è stato detto.
Ci sono alcuni dubbi, tra cui il canone.
Un'altra domanda per questi signori che sono subentrati: a fronte di queste riserve che devono essere sistemate (l'ASL che ritiene di aver ragione lei perché altri sono in ritardo e gli altri dicono che sono in ritardo perch la strada non era così comoda come se la immaginavano), questo passaggio è definitivo? Non so se entrerei in una società con un'altra persona, quando non conosco bene i termini.
Queste sono tutte domande, Assessore, che dobbiamo affrontare e a cui occorre dare una risposta.
Concludo dicendo che non invidio il suo ruolo; so che è una situazione complicatissima e importante, per cui la invito ad affrontare questo argomento lasciandone perdere altri, di cui ho visto che si sta occupando in questi giorni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha la facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Qualche riflessione sul dibattito di oggi.
Inizio con un ringraziamento all'Assessore, perché nella sequenza di illustrazione di tutti gli atti, ospedale per ospedale, che ha fatto per circa un'ora in aula, oltre a dimostrare la sequenza di atti fatti nel corso del tempo, ha dimostrato, secondo me plasticamente, un'altra questione.
Le grandi opere pubbliche hanno tempi di progettazione, di riflessione, di ricerca dei fondi e della miglior soluzione, dimostrati dalla sequenza di atti che lei ci ha annunciato, che partono ben prima del 2018, dal quale siamo partiti. Per arrivare a fare i primi atti nel 2018, penso a Torino, a Novara, ai progetti del VCO o al progetto dell'Ospedale di Moncalieri negli anni precedenti c'è stato un lavoro di ragionamento, di condivisione con i territori, di scelta e di prese di posizione.
Perché dico questo? Perché tutti questi atti citati - io ho iniziato a scrivere i primi sulla Città della Salute di Novara, poi non sono riuscito a stare dietro a tutto - dimostrano che prima di fermare delle opere, prima di fare l'errore che spesso si fa nel nostro Paese quando si cambia maggioranza o colore politico che guida una Regione, un Governo, un Ente cioè bloccare tutto perché la si pensa diversamente e quindi si riparte da zero, facciamo attenzione.
Fermiamoci tutti un attimo. Lo dimostra anche lei, Assessore Icardi, che giustamente dice: guardate che la Pubblica amministrazione parla con atti e noi fino adesso non ne abbiamo fatti, perché abbiamo discusso, abbiamo fatto delle considerazioni, ma in realtà, da un lato diciamo che vogliamo cambiare, dall'altro stanno andando avanti tutti gli atti esecutivi, le determine e le delibere che sono figlie degli atti di programmazione della scorsa legislatura. Meno male e ben venga, perché quella programmazione che ha una dote di un miliardo e mezzo complessivo, è stata fatta in anni e anni di ragionamento, in anni e anni di condivisione con i territori e in anni e anni di esame delle migliori proposte che si potevano fare.
Quando si è al Governo, non solo si deve dire cosa si vuole fare, ma occorre avere la capacità di pensare cosa si vuole fare, di capire come farlo, di trovare le risorse per farlo e di fare tutti gli atti amministrativi (Regione-Stato e con tutti gli Enti coinvolti) perché si possa arrivare a fare i primi atti veri che mettano in campo, non la prima pietra di un'opera, ma il primo atto che dia il via alle procedure per selezionare chi andrà a costruire l'opera.
In molti di questi casi siamo a questo punto. Non vorrei che per la voglia di fermare quello che è stato fatto da un'Amministrazione precedente si fermi il tutto, perché quando si fermano opere di questo tipo, con la complessità che c'è dietro ai loro ragionamenti, si perde molto tempo e la nostra Regione non ha tempo da perdere sull'edilizia sanitaria.
Assessori Icardi, sulla Città della Salute di Novara e su quella di Torino non entro nel merito perché il Collega Salizzoni è entrato bene nel singolo dettaglio. Sulla Città della Salute di Novara ha detto che aveva trovato una condizione di stallo. Noi avevamo fatto la delibera di Giunta per dare le garanzie, poi probabilmente, figlio della caduta del Governo e del nuovo Governo, siamo arrivati al 19 settembre con la comunicazione che dovevamo fare un atto legislativo.
Adesso l'atto legislativo è stato depositato dalla Giunta ed è incardinato in Commissione.
Noi non saremo assolutamente ostili a questo atto, ma le chiediamo, proprio per quello che ha detto sulla Città della Salute di Novara, che nella legge venga inserita la clausola che aspettiamo le valutazioni di Cassa Depositi e Prestiti, oppure cerchiamo di capire, altrimenti il disegno di legge lo blocchiamo fino a quando Cassa Depositi e Prestiti non farà la sua valutazione, ma lei ci risponderà successivamente.
La questione della sanità va presa di petto; occorre andare avanti produrre gli atti e avere il coraggio di farlo.
Noi ci siamo insediati nel 2014 e per prepararmi alla seduta odierna sono andato a guardare i primi atti concreti in tema di sanità. La DGR n. 600 che lei ha citato (sulla quale, probabilmente, abbiamo anche perso le elezioni, perché è stato un atto di programmazione sanitaria forte) è di novembre 2014. Noi il problema l'abbiamo preso di petto, l'abbiamo affrontato e l'abbiamo risolto secondo la nostra visione (figlio anche del Decreto Balduzzi del Governo centrale, che aveva imposto dei paletti su ci che la Regione poteva fare per uscire dal Piano di rientro, senza entrare nel dettaglio). Ci siamo assunti delle responsabilità, abbiamo preso delle decisioni.
Oggi siamo al punto che dopo sei o sette mesi di insediamento della nuova legislatura non c'è un atto della Pubblica Amministrazione a guida Cirio e Assessore Icardi che modifichi le scelte della legislazione precedente.
Noi la invitiamo a fare attenzione a mettere in discussione tutto, perch da quello che lei annuncia sui giornali ha messo in discussione anche l'ospedale di Moncalieri, per citare un esempio (mi riferisco ai quotidiani di oggi); vuole cambiare complessivamente la programmazione degli interventi edilizi, ma per farlo bisogna fare di nuovo tutti gli atti conseguenti, con una dilazione dei tempi che la Regione Piemonte non pu permettersi.
La invitiamo più che altro ad andare avanti: corregga se c'è qualcosa che non va, ma andiamo avanti. Non fermiamo queste opere. Semmai, parliamo delle nuove.
Mi aspettavo, in questa sede, che potesse cogliere l'occasione per annunciare quali sono, a vostro avviso, le nuove opere che dobbiamo mettere in campo per ridisegnare il piano degli ospedali della nostra Regione.
Guardate che il nuovo Parco della Salute e della Scienza di Torino sarà un punto di riferimento attorno al quale, però, dobbiamo incominciare a programmare i nuovi interventi edilizi: Moncalieri ne é un esempio, ma non è l'unico. E, visti i tempi di programmazione, dobbiamo cominciare a pensarci già oggi affinché tra dieci o quindici anni possano essere realizzati, perché non sono tutti ospedali nuovi quelli che abbiamo nella Città metropolitana di Torino (e parlo solo di questo).
Cominciamo, allora, a discutere di questo. E cominciamo a discutere - mi spiace che non sia presente al momento il collega Marrone - del vostro progetto e del vostro modello di sanità. Perché continuate a dirci: "Voi avete tagliato gli ospedali. Avete fatto la DGR n. 600. Volevate fare tutto con il piano territoriale", ma quello era il nostro modello di programmazione sanitaria, che peraltro difendiamo. Probabilmente non siamo stati in grado di metterlo in atto completamente, quindi non siamo riusciti a spiegarlo nel suo complesso. Ma quello è il modello di sanità che abbiamo in mente noi: ospedali meno intasati, con un modello di case della salute sul territorio. Certo non si fa in due anni, e nemmeno in un mese, ma si è iniziato a farli.
Se questo è il modello che voi criticate (e che avete criticato in campagna elettorale), non mi è chiaro, però, qual sia il vostro di modello. Credo che questo Consiglio regionale debba dibattere su questo.
Chiudiamo oggi la pagina di cosa fare dei grandi ospedali che noi abbiamo messo in campo nella passata legislatura e parliamo dei vostri progetti per il nuovo ospedale e del vostro progetto sanitario complessivo. Perché a noi non è ancora chiaro. Altrimenti, andiamo avanti con il modello che noi pensiamo sia giusto, che è quello degli ospedali, dei grandi interventi di edilizia sanitaria, della rete territoriale delle case della salute, e di tutta la serie di interventi minori che non sono stati citati ma che vanno ad impattare sui servizi dei cittadini più di prossimità. Questi sono gli interventi di edilizia sanitaria.
C'è poi il grande tema - sul quale concludo il mio intervento - relativo ai problemi della quotidianità della sanità, in merito al quale non mi è chiaro il vostro indirizzo. Perché per sei mesi abbiamo dibattuto sugli interventi di edilizia sanitaria. Ma sui grandi problemi della quotidianità della sanità - per esempio sui grandi problemi del personale della sanità sulla necessità di investire sempre di più in nuove tecnologie per migliorare il servizio al cittadino, per migliorare i tempi di degenza, i grandi problemi legati alle liste d'attesa, tutti grandi argomenti che hanno tenuto banco nella nostra campagna elettorale di maggio - attendiamo delle risposte adesso che siete al Governo; dovete illustrarci il vostro modello.
Chiudo su questo: ovviamente, noi la invitiamo a non rivedere in modo drastico il piano di edilizia sanitaria che abbiamo messo in campo, che è figlio di un lavoro lunghissimo, che è finanziato in molte sue parti, che è al nastro di partenza in molte sue opere e che i cittadini del Piemonte non possono più attendere.
La invitiamo ad individuare e a discutere insieme su quello che è il futuro della Regione, su quello che dobbiamo fare nei prossimi cinque anni e su quello che è il modello di sanità che volete portare avanti.
Anche del tema dei privati, citato dal Capogruppo Preioni, ne abbiamo discusso più volte in Commissione: avete dato un indirizzo, ma ad oggi non ci sono degli atti. Discutiamo nel concreto delle questioni che avete posto nei titoli della vostra campagna elettorale, e cerchiamo di fare scelte che devono andare nella direzione di migliorare il servizio pubblico al cittadino, che è sempre e comunque la stella polare che ci deve guidare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Gentili colleghi, ho ascoltato con attenzione l'Assessore, che ringrazio per aver concentrato temi molto importanti e molto complessi in qualche decina di minuti, con un evidente lavoro dietro di approfondimento che tutti gli riconoscono.
Ho altresì sentito gli interventi dei Consiglieri della minoranza dei diversi Gruppi e mi sono appuntato alcune riflessioni. Peraltro, non avevo intenzione di intervenire, ma ho deciso di farlo perché su questo tema, a mio avviso, bisogna essere piuttosto chiari e cercare di tenere la palla all'interno del campo; un campo che non ha un vero e proprio colore politico, ma che interessa tutti i cittadini e tutti i pazienti.
Anche i toni con cui si deve parlare di questi argomenti hanno la loro importanza: il tono, la possibilità di confronto e la possibilità di cambiare eventualmente le proprie posizioni quando si riconoscono delle posizioni migliori di quelle precedentemente tenute.
Sul fatto che l'Assessore, effettivamente, giri tanto per il territorio gli porgo i miei complimenti, ma non perché è del mio stesso colore politico, ma perché è importante, è un tratto distintivo che abbiamo sempre riconosciuto: prima di tutto ci va l'ascolto. "Ascoltare" vuol dire capire i territori, capire le situazioni in questo caso della sanità, che sono estremamente diverse tra Torino e il resto del mondo; così come, nel resto del mondo, sono diverse tra una provincia e l'altra. È dunque importante toccare con mano la realtà. E questo è un lavoro che in questi mesi è stato fatto.
Quindi, c'è ascolto e c'è coraggio, perché comunque non si è mai negato un confronto, anche aspro a volte, con la minoranza sia in Commissione sia in Aula. E questo penso che tutti possano tranquillamente confermarlo.
Per quanto riguarda l'argomento di oggi, l'edilizia sanitaria e quindi la sua programmazione, ho ascoltato con interesse e mi confronto ogni tanto col collega Salizzoni, perché essendo colleghi, a volte discutiamo di argomenti che riguardano la medicina e l'organizzazione. Io con il collega Salizzoni parzialmente concordo, ma vi faccio notare che, in parte, la posizione del Consigliere Salizzoni è la stessa di quella detta dall'Assessore su alcune tematiche, mentre su altre è un po' diversa.
Prendiamo l'esempio dell'Ospedale Pediatrico Regina Margherita. Posso dire da non torinese di essere una persona che non ha dei precondizionamenti o dei preconcetti su quello che deve essere giusto o quello che può essere giusto fare. Il Regina Margherita è una struttura vetusta, è stato detto ma prendiamo il Gaslini. L'Istituto Giannina Gaslini di Genova è un istituto del 1931, ha 20 padiglioni e 70 mila metri quadri. È un istituto a carattere scientifico di livello internazionale. Se ci fosse un vocabolo superiore a "internazionale", sarebbe quel vocabolo. Questo istituto si occupa delle grandi complessità, quindi dei pazienti pediatrici di tutte le discipline ed è lontano dall'ospedale principale per gli adulti, l'ospedale generalista, l'ospedale universitario. Non sono contigui; se andate a visitare il Gaslini, vedete che è in un'altra zona di Genova. Dico questo perché i ragionamenti vanno fatti confrontandosi al di fuori di questa realtà, guardando come fanno gli altri. L'ospedale Meyer di Firenze è un ospedale che, per decenni, è stato a chilometri dall'ospedale generalista principale universitario. Recentemente è stato poi portato vicino. Parlando in questi ambienti pediatrici che ho frequentato per motivi di lavoro, devo dire che erano un po' preoccupati per il discorso del Regina Margherita per paura che si perdesse una specificità. Questo l'ho dichiarato tranquillamente in campagna elettorale e lo ridico nuovamente. Secondo me da piemontese adottivo e da non torinese, il Regina Margherita è importante e nella nostra regione possiamo contare non solo su un ospedale pediatrico ma su un ospedale pediatrico di altissimo livello e di livello internazionale. Abbiamo dei professionisti che già fanno tantissimo e il modello con il quale portarlo ancora più in alto è ovviamente da ricercare.
Torno alla questione della programmazione, quella detta dal Consigliere Gallo. La programmazione, come ha detto giustamente il Consigliere Gallo, è stata fatta da voi in tanti anni di lavoro, di Commissione, di Giunta e di Consiglio regionale. Ora non entro nella questione su come le cose magari sono state un po' calate dall'alto, perché alcune polemiche le abbiamo lette sui giornali. Io non ero in Consiglio regionale, ma la DGR n. 1/600 è stata presentata in maniera meno condivisa e poco discussa, però comunque sono stati anni e anni di lavoro. L'edilizia sanitaria di cui parliamo oggi è un lavoro di anni. Pretendere che in 6 mesi si possa trovare la soluzione o delle differenze o fare un nuovo Piano di edilizia sanitaria totalmente diverso, secondo me non sta molto nelle cose. Ma contemporaneamente bisogna riconoscere che questa Amministrazione e questa Giunta non ha buttato via il bambino con l'acqua sporca, ma ha preso quello che c'era di evoluto e di portato avanti e ha cercato di vedere dove fossero i problemi. Quali sono le parole chiave con cui questa Amministrazione e questa maggioranza va avanti? Sono le parole che sulla sanità bisogna fare delle scelte e prendere delle decisioni che siano molto ponderate e magari si può imputare una lentezza a questo pensare, a questo ponderare, per carità, oltre tutto su progetti fatti da altri. Quindi, l'incubazione di un'idea o di una miglioria di un'idea ci può stare che abbia bisogno del tempo, ma è fondamentale che sia sostenibile, innanzitutto dal punto di vista dell'organizzazione, economicamente e dalla parte dei pazienti, che è la cosa più importante.
E arriviamo ai pazienti e su questo mi rivolgo ai colleghi del Movimento 5 Stelle. Oggi se un paziente a Novara - è un esempio ma lo dico in generale che ha un tumore cerebrale può fare determinati tipi di esami, ma lo stesso vale per Torino e vale per altri posti dove si voglia mettere altissima tecnologia e non fra 10 anni, se può avere un certo tipo di inquadramento diagnostico (non entro nel tecnico) e avere un certo tipo di intervento e un certo tipo di percorso diagnostico terapeutico accelerato migliorato, moderno, a livello scientificamente inattaccabile è perché se il pubblico non ha potuto mettere delle sue risorse, nella previsione della Città della Salute di Novara, sono state messe tramite l'istituto del PPP.
Questo è quello che succede: il paziente di oggi deve avere delle risposte oggi, domani, non fra 20 anni; fra 20 anni si danno delle risposte ai pazienti della generazione successiva. Pertanto se andiamo a guardare la soddisfazione dei pazienti, la qualità delle cure e la qualità della diagnosi, questi sono dati che devono essere presi in considerazione quando si fanno delle valutazioni globali se una cosa merita di essere fatta in un modo o merita di essere fatta in un altro.
Per quanto riguarda il discorso di edilizia sanitaria, voglio solo ricordare all'Assessore - ma lo sa perché se ne è già occupato - che, oltre ai temi che oggi sono stati espressi in quest'Aula sui grandi ospedali, sui grandi problemi e sulle situazioni in corso, ci sono i medi ospedali. E che ci sono i medi ospedali lo dico non perché sono della provincia di Vercelli, ma per esempio l'ospedale di Vercelli aspetta da qualche tempo un Pronto soccorso e delle sale operatorie. E questo vale per tanti altri ospedali. Recentemente ho letto che per Borgomanero e per l'ASL Novara è stato sbloccato un ragionamento di sviluppo in questo senso, e così vale per tanti altri territori.
È chiaro che questo è un altro tema importante, perché tolti i 2-3 grandi poli o la grande edilizia sanitaria, l'altro tema importante è rimettere in buone condizioni gli ospedali esistenti che hanno una vetustà degli edifici veramente pazzesca in termini di anzianità, di sostenibilità e anche di costi di gestione, e questo è molto importante. Per cui non è una critica ma è un ricordare quanto i nostri territori soffrano anche per assenze o per problematiche che riguardano i medi ospedali.
Sul discorso della Pediatria e di dove mettere i pazienti pediatrici, mi rivolgo al Professor Salizzoni. Sono convinto che, a volte, nella discussione in quest'aula si passa da un discorso che riguarda la DGR 1-600 e la 1-924 che è quella di programmazione (che non c'entra), con quella dell'edilizia sanitaria: sono collegate, ma sono questioni che devono essere affrontate in momenti diversi.
Per fare una riorganizzazione di cosa va e in quale ospedale, ci vuole un percorso che dovrà essere, auspico, il più condiviso possibile e, per quanto riguarda la pediatria, va sempre distinto se è un ricovero pediatrico di tipo basico o una pediatria di eccellenza che è quella che magari, si richiama a un certo tipo di istituto ospedaliero.
Dico solo, per parlare della quotidianità, che la quotidianità è il paziente che ogni giorno cerca di ricevere un servizio; l'utente della sanità è un paziente con gravi malattie, spesso croniche che, a volte, non ha delle risposte. Perché non ha delle risposte? Perché cresce la domanda cresce il problema della cronicità, crescono i costi e cresce la difficoltà ad accedere nelle strutture.
Pertanto è chiaro che siamo in un periodo di trasformazione della sanità che non riguarda solo l'edilizia, ma insieme all'edilizia c'è tutta una progettazione di come si deve e si vuole riempire una struttura. In realtà bisognerebbe prima, addirittura, pensare bene al contenuto e poi costruire intorno un progetto. Oggi ci troviamo a discutere di progetti già avviati da altri e che, comunque, in questi mesi, sono state fatte delle valutazioni e come modificarle, sempre nell'ottica di non fermare un percorso di aggiornamento e di miglioramento della sanità piemontese.
Questo credo che si possa riconoscere. Se per qualche motivo si fosse fermato il progetto della Città della Salute di Torino sulla disponibilità dei posti letto, si sarebbe arretrato tutto quanto di sette-dieci anni.
Questo vuol dire ripartire da zero. Ognuno può avere un'idea di come fare bene una cosa o di farla meglio, ma la cosa migliore è certamente cercare di concludere dei progetti avviati, eventualmente con delle migliorie.
Questo è il dibattito a cui abbiamo assistito in questi giorni e in questi mesi e letto sui giornali.
Sicuramente è difficile intervenire su progetti realizzati da altri ma comunque, viene fatto con estrema buona volontà e nell'ottica di andare nella direzione dei pazienti e nell'ottica di dare al Piemonte dei servizi di sanità che possano essere di livello internazionale, non solamente funzionanti - questa è la prima cosa che ci aspettiamo - e successivamente, si possa portare il Piemonte ad allinearsi con resto dell'Europa e dell'Italia.
Quando parliamo di modelli, il Piemonte che modello ha? C'è uno studio molto bello, che vi invito a leggere, del Centro di ricerca di Alessandria dell'Università del Piemonte Orientale, che si chiede qual è il modello della sanità piemontese. Il modello della sanità piemontese, dopo un'attenta analisi effettuata da questo Centro di studi, è un modello di sanità basata sulle reti. La nostra forza sono le reti di patologia, le reti assistenziali. Se noi non abbandoniamo, ma potenziamo questo sistema siamo già molto avanti rispetto ad altre Regioni. È questo quello su cui dobbiamo puntare. Pertanto non è il numero, il posto, il dove e il come, ma come facciamo funzionare in rete le cose.
Grazie per l'attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Presidente, considerato che il tempo sta per scadere, lascio il mio intervento al Capogruppo Ravetti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Presidente, abbiamo depositato un ordine del giorno e le chiederemmo se è possibile votarlo entro le ore 13.00. Se lei acconsente, il mio intervento sarà necessariamente di qualche minuto, oppure rimandiamo all'apertura del Consiglio di oggi pomeriggio.



PRESIDENTE

Vi ricordo che alle 13.30 è convocata la VI Commissione.



RAVETTI Domenico

Se lei è d'accordo, farei un intervento tenendo conto anche dell'ordine del giorno e poi concludiamo la seduta con un voto. Cercherò di stare nei dieci minuti illustrando le questioni necessarie.
Assessore Icardi, partirei dal fatto che stiamo parlando dell'argomento più importante per il destino dei piemontesi, ma è l'argomento più importante anche per quanto riguarda la gestione. Tutto è importante, ma se c'è un ordine di priorità la sanità e la salute, come lei ben sa, è prioritaria rispetto a tutto il resto.
Forse è tardiva questa discussione dopo sei mesi. È il momento giusto? Ognuno ha il suo punto di vista, ma torniamo più spesso in Commissione e in Aula a discutere non di temi che riguardano il segretario nazionale di qualche Partito, ma di temi che interessano i piemontesi. Utilizziamo bene il tempo per le cose che interessano particolarmente la nostra gente, la sanità lo è.
Guardi, le vengo incontro su questo punto. Molte volte lei gestisce per conto terzi. Mi spiego meglio. Ci sono scelte che devono, per forza nascere dal Governo nazionale e devono essere assolutamente promosse in una dimensione nazionale per mettere nelle migliori condizioni tutte le Regioni, anche il Piemonte, di svolgere al meglio il proprio ruolo. Io glielo dico. Sono iscritto ad un Partito, il Partito Democratico, che oggi è forza di governo in questo Paese, poi ho le mie idee e dovrei esprimerle non da Capogruppo, ma da semplice iscritto al Partito Democratico e da semplice Consigliere regionale. È evidente che il Governo dovrebbe impegnarsi maggiormente rispetto al finanziamento del sistema sanitario nazionale, mettendo nelle migliori condizioni tutte le Regioni di garantire il diritto alla salute.
Credo che questo sia il tempo, per l'Europa e per l'Italia, di discutere di un nuovo assetto di welfare e quindi impegnare più risorse, almeno nei prossimi cinque anni, per il Fondo sanitario nazionale. Lo dico con estrema chiarezza, e lo dico anche agli amici e colleghi del Movimento 5 Stelle altrimenti non si capiscono le questioni - anche attraverso più fondi per l'edilizia sanitaria - non ho dubbi - con regole che non devono essere interpretate, non devono essere calate sulle Regioni, come se ci fosse anche sul diritto alla salute, un'autonomia differenziata o, se volete, una diseguaglianza differenziata.
Regole chiare per comprendere che si offre garanzia per il futuro di quel diritto e, Assessore, forse anche fondi per leggere i bisogni di salute di una società che è completamente cambiata e allocazioni differenti rispetto alle attuali. Oggi il tema della non autosufficienza e quello della cronicità sono temi che devono inquietarci, farci psicologicamente male, la dico così. Noi che abbiamo responsabilità pubbliche rispetto a questi temi dovremmo perdere ore di sonno e il Governo nazionale non dovrebbe mai, in nessuna occasione, a prescindere dai colori, disimpegnarsi rispetto a questo tema: non c'è nulla di più importante.
Ancora una volta, lo dico al Movimento 5 Stelle, dopo aver ascoltato alcuni interventi: poiché sono certo che, per parafrasare Shakespeare, "siamo fatti della stessa sostanza di sogni", mi auguro che i sogni non siano diversi. Mi fermo qui rispetto alle coperture politiche che la riguardano.
Per quanto riguarda il resto, Assessore, sa perché noi abbiamo chiesto questa informativa in Aula? Ha ragione il collega Stecco: lei ascolta, ma lei sta solo ascoltando. Va benissimo ascoltare e, da quello che ci dicono lei è bravo ad ascoltare; lei è qui, lei sta facendo l'Assessore e il suo è il tempo della decisione. E sono certo, siamo anche noi certi che le decisioni devono essere portate prima in Commissione e poi in quest'Aula e che avete tutto il diritto di modificare quello che, nel passato, è stato fatto. Non avete, però, soltanto il diritto, ma anche il dovere di farlo! Il collega Marrone vuole - perché così ha detto - mantenere la parola con gli elettori. Venite qui e siate conseguenti, con atti perché questo è il momento delle scelte. Vi manca il coraggio? No, perché siete noti per il coraggio: venite qui e modificate il Piano socio-sanitario.
Per cinque anni, nei territori avete portato la gente in piazza a protestare; io non le dimentico quelle cose, non dimentico le manifestazioni, non dimentico le fiaccolate. Vi siete impegnati a modificare tutto, a partire dall'edilizia sanitaria, fino a numero di professionisti presenti sul territorio. Fa-te-lo: vi diciamo fatelo! È arrivato il vostro tempo! Avete la maggioranza, ce lo ricorda il collega Preioni, che è il vero dettatore delle linee - infatti è seduto nel posto giusto - e avete la modalità che è molto semplice: partite dal Piano socio sanitario in Commissione e venite qua, modificate quello che volete; per siate chiari, fatelo, perché il rischio è quello di perdere del tempo e sarà, forse anche quello - la dico così - della restituzione di fondi a chi li ha garantiti per la realizzazione di nuove strutture irrinunciabili? È una domanda. No? Possiamo far passare tutta la legislatura? Leggo sui giornali e i colleghi mi riportano che ai Sindaci, preoccupati dell'ASL TO5 che le chiedono incontri per avere certezze su luoghi dove costruire strutture, cosa diciamo? Dall'altra parte, ci sono risposte ancora una volta interlocutorie: lì neanche si ascolta. Mi sembra che quei Sindaci vadano rassicurati e c'è una direzione da indicare, senza dubbio.
Ne parleremo meglio con il collega Sarno anche in Commissione di questo tema, però risposte non ci sono. Ci sarà il tempo delle risposte? Quando? Ci dica quando. Il VCO: il dettatore delle linee ha scomposto il quadro.
Quando lo ricomponiamo? Lei ha fatto l'elenco dei fatti, che conoscevamo già. Assessore, davvero guardi, ho molta stima nei suoi confronti, ma lei ha fatto l'elenco di fatti che conoscevamo già. Il suo intervento in Aula è stato apprezzato, ma sono stati 40 minuti didascalici, diciamo, di fatti che sono iscritti a qualche protocollo. Non c'è niente di nuovo. Vogliamo sapere cosa farà nel VCO. Quando? A Novara, la legge - glielo dico in anticipo - adesso non abbiamo premura e non vogliamo avere più premura di lei e, quindi, quel giudizio, quell'analisi di Cassa Depositi e Prestiti l'aspettiamo e poi ci esprimeremo. Perché noi non abbiamo altro interesse che è quello della salute dei cittadini; non ne abbiamo altri. Oppure, quel parere lo mette in legge, lo mette lei quel parere e noi ci adeguiamo: non abbiamo alternative.
In conclusione, per quanto riguarda Torino, lei ha detto che non modifica nulla e che si va avanti e noi presentiamo un ordine del giorno dove rispetto a Torino, la impegniamo a ".procedere senza indugi e ulteriori ritardi alla piena attuazione delle DCR 286 del 2018 recante 'Rete ospedaliera e regionale - Programma d'interventi in edilizia sanitaria'".
Se non è convinto, venga a modificarla! Alla maggioranza e a lei dico semplicemente di fare qualcosa, perché dobbiamo impegnarci per realizzare dove servono (per esempio, Ivrea, Cuneo, Alessandria), nuove strutture: lì va fatta una discussione che non è ancora partita. E poi dobbiamo impegnarci per offrire risposte ai bisogni di salute di quelle persone che meritano una riorganizzazione territoriale.
Assessore, questa è la ragione per cui noi abbiamo chiesto l'intervento in aula; questo è il tema più importante su cui ci troverà e su cui noi ci impegneremo a dare una mano.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono altri interventi, chiuderei la discussione.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

C'era l'intesa di chiudere alle 13. Se tale intesa è variata, me lo dovete comunicare.
La parola al Consigliere Grimaldi sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

Presidente, colleghe e colleghi, suggerisco: le 13 sono inviolabili e adesso l'Assessore non prende la parola. Dopodiché, alle 14.30 abbiamo una seduta del Consiglio e alle 16 audiremo i lavoratori; non si capisce perch fra le 14.30 e le 15 l'Assessore non possa replicare e, se ci sono ancora uno o due colleghi che devono intervenire, possano farlo. Non credo sia quella mezz'ora di tempo che ci cambia la vita. Dalle 14.30 alle 15, così l'Assessore può svolgere, come tutti noi, delle considerazioni, perch immagino voglia replicare ad alcune questioni. Sempre se il Presidente è d'accordo.



PRESIDENTE

Le ore 13 non sono inderogabili: è un orario indicativo. Il problema è che alle 14.30 ricominciano i lavori dell'Aula, alle 15 (non alle 16) è previsto l'incontro con i lavoratori. Dovremo sospendere i lavori d'aula per incontrarli, oppure li incontriamo alle 14.30. Attualmente, non c'è ancora nessuna richiesta ufficiale d'incontro; proseguiamo con i lavori.
Pertanto, se c'è la volontà, chiudiamo l'Aula adesso, alle 13, e riprendiamo i lavori alle 14.30, ricordando che alle ore 13.30 è convocata la VI Commissione. Le tempistiche sono state ben definite alla Conferenza dei Capigruppo e non mi sembra siano cambiate. Darei per assodato che ci si vede alle 14.30 con il prosieguo dei lavori.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.07)



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