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Dettaglio seduta n.32 del 05/11/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 15.00 il Presidente Allasia constatata la mancanza del numero legale aggiorna la seduta alle ore 15.30)



(La seduta inizia alle ore 15.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Chiorino e Graglia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Presidente, sulle sue comunicazioni ai sensi del Regolamento.
Conosciamo i motivi, purtroppo spiacevoli, delle assenze dell'Assessora Chiorino e del Vicepresidente Graglia, cui rinnoviamo il nostro abbraccio più caloroso, sperando di vederli a brevissimo qua, con buone notizie.
Invece, rispetto agli altri membri della Giunta, le assenze non sono (tra virgolette) "giustificate".
Poiché abbiamo chiesto, oltre alla relazione di maggioranza - che immagino arriverà - anche che la Giunta esprima il proprio parere, non alla fine del dibattito, com'è successo la volta scorsa, essendo nuovamente qui a parlare di papetellum, chiedo quale Assessore è preposto a svolgere queste comunicazioni. Se capisco bene, né il Presidente Cirio né il Vicepresidente Carosso sono in aula e non sono neanche giustificati.



PRESIDENTE

Mi associo e penso che tutta l'Aula si associ al rapporto di stima e convivialità, augurando sicuramente una pronta guarigione ai nostri colleghi, Assessore Chiorino e Vicepresidente Graglia.
Il Vicepresidente Carossa e il Presidente Cirio sono nel palazzo. Non sono in congedo. Sono in congedo solo l'Assessore Chiorino e il Vicepresidente Graglia; gli altri sono presenti.
Mi hanno comunicato che l'Assessore Poggio è sul territorio alessandrino per verificare le situazioni che sono avvenute questa mattina. Appena avranno la disponibilità di venire in aula, daremo loro lo spazio per la discussione.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 17, inerente a "Integrazione della formulazione del quesito referendario di cui alle precedenti Deliberazioni del Consiglio Regionale n. 6-21071 e 7-21072 del 26 settembre 2019"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 17, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 4 novembre si è conclusa la discussione e votazione sulle questioni preliminari ed è stato aperto il punto relativo alla proposta di deliberazione n. 17, avente a oggetto "Integrazione della formulazione del quesito referendario di cui alle precedenti deliberazioni del Consiglio regionale n. 6-21071 e 7-21072 del 26 settembre 2019".
La parola al Consigliere Preioni per l'illustrazione della proposta di deliberazione n. 17.
Consigliere, ha 15 minuti.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Portiamo in aula questa delibera, che dà atto a delle modifiche formali che la Corte di Cassazione ha richiesto sul quesito referendario, che noi consideriamo importante affinché i cittadini piemontesi e italiani possano esprimersi verso una forma elettorale maggioritaria, dove chi prende un voto in più governa. Governa, con una stabilità e con una semplicità che i cittadini tutti ci chiedono. Un sistema elettorale vicino al sistema dei Sindaci e al sistema regionale, per evitare una deriva, che purtroppo c'è da parte del Governo centrale verso un sistema proporzionale che, a nostro avviso, conferisce troppo potere alle piccole formazioni, ai piccoli partiti, anche al trasformismo che purtroppo è una dinamica diffusa nel Parlamento italiano.
Abbiamo avuto dei rilievi formali da parte della Corte di Cassazione e ne prendiamo atto. Naturalmente, per portare avanti il programma previsto dalla delibera sul referendum, occorre la sua approvazione.
Siamo convinti che la richiesta di ulteriori modifiche sia positiva affinché nasca positivamente questa proposta referendaria. Sappiamo che la minoranza, nel dibattito dei prossimi minuti, ci accuserà dicendo che ci aveva avvertiti, che aveva capito, che sapeva quello che la Corte avrebbe detto.
Faccio solo una riflessione. La volta scorsa, l'opposizione ha presentato 200 emendamenti: ci mancava che con 200 emendamenti non avesse azzeccato almeno una cosa! Sparando così tanto nel mucchio con 200 emendamenti probabilmente su qualcosa aveva anche ragione, però è facile fare politica in questa maniera.
Da parte del Gruppo della Lega, c'è la massima convinzione nel portare avanti questa delibera referendaria. Prendiamo atto di una rilevazione che dal nostro punto di vista, ha una rilevanza esclusivamente tecnica e porterà i cittadini piemontesi e italiani a esprimersi per un sistema elettorale che faccia eleggere finalmente chi prende un voto in più, dando così stabilità al Governo italiano.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Consigliere Preioni, se fossi intonato, le canterei "Uno su mille ce la fa"! Io ho l'impressione, collega Preioni, che voi manco su cento occasioni potreste cogliere quella giusta, tant'è vero che, se su qualche emendamento avevamo ragione, le ricordo che la Corte Costituzionale non si è ancora espressa e la gran parte dei nostri rilievi riguarda l'impianto di una proposta che non si regge.
Soprattutto, sapete qual è il problema? Che è come quel detto che dice: "Mi faccia vincere alla lotteria, mi faccia vincere alla lotteria!". Sì, per il biglietto lo dovete comprare! Quindi, Consigliere Preioni, se lei non ha capito l'oggetto della sua proposta, è difficile che la Corte Costituzionale le dia ragione.
Le faccio un esempio, tutto politico (tutte le minoranze gliel'hanno fatto): voi siete stati fino a qualche mese fa al Governo con una legge d'impianto anche maggioritario, che voi volete superare. Chi ha fatto il trasformista e ha tradito i colleghi di Fratelli d'Italia e di Forza Italia ha un solo nome: si chiama Salvini e sono i Deputati della Lega che sono stati votati in collegi maggioritari e hanno fatto legittimamente, dal nostro punto di vista, un accordo di governo con un'altra forza che era uscita con una maggioranza relativa nel Parlamento italiano.
Secondo: guardi che non funziona così il sistema maggioritario delle elezioni comunali, perché c'è il doppio turno e, proprio perché il papetellum corretto non esiste dal punto di vista istituzionale e non esiste dal punto di vista referendario, non è che la vostra proposta potrà portare il doppio turno. E, anche lì, fatevi due calcoli: non è così vero che nell'ipotesi maggioritaria non ci sia la possibilità di non avere maggioranze.
So che guardate i sondaggi e vincereste anche con il proporzionale, glielo assicuro, Preioni, però, se guardiamo l'Italia di due anni fa, proprio per il tripolarismo, neanche il maggioritario assicura ai cittadini italiani che il giorno dopo ci sarà un Governo.
Quella è un altro tipo di riforma.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Grimaldi, può parlare verso il microfono, così si sente meglio?



GRIMALDI Marco

Sì, tra l'altro è anche meglio, così non mi giro e non vedo le smorfie del Consigliere Preioni, che forse sta capendo i suggerimenti, ma aspetterà il terzo passaggio del papetellum in aula, immagino, per correggerlo.
Faccio ancora un rilievo sulla proposta.
Questa proposta non sta in piedi da un altro punto di vista, che è quello più problematico, come ci hanno fatto notare tutti i costituzionalisti anche con culture ed estrazioni di destra. Ci hanno fatto notare che oggettivamente, questa proposta si fermerà sulla necessità di ridefinire i Collegi, necessità e obbligo che non è detto che il Governo si accolli un minuto dopo. Anche qualora questa proposta passasse al vaglio della Consulta, il giorno dopo le elezioni comunque non ci sarebbe una legge che sta in piedi, perché andrebbero ridefiniti quei collegi.
Aggiungo ancora un'annotazione politica.
Sinceramente immagino, come tutti i colleghi, che abbiamo un po' superato il segno. Avete sbaragliato tutte le nostre discussioni in campo, com'è successo qualche settimana fa, ledendo i diritti delle minoranze e non rispettando il Regolamento. Tra l'altro, avete anche fatto una cosa che non si fa di solito, cioè programmare tutto per poi smontarlo e stravolgere la vita democratica. Come ci siamo detti, da Pontida era cambiato qualcosa, ma fatemi dire che è ancora più umiliante ritornare in Aula, non tanto per dirvi "ve l'avevamo detto".
Sa cosa me ne frega, Preioni, di dire: "Guardi, c'era un emendamento, forse avreste potuto considerarlo"? Il punto non è questo. È passato un altro mese e l'idea incredibile che abbiamo provato a proporvi, tanto l'altra settimana quanto ieri, è che potete fare tante cose senza fare forzature.
Avete annunciato un piano straordinario del lavoro, ma a me risulta che dopo cinque mesi, dato che non avevate idee, siete andati a recuperare una parlamentare della Repubblica, che non avete neanche chiamato in Giunta affinché vi desse qualche dritta sul lavoro e sulle attività produttive.
Tra l'altro, ve lo diciamo, se c'è questo piano, prima o poi depositatelo fatecelo almeno leggere.
Stesso discorso sulla casa. In proposito, avete annunciato talmente tante volte, ma mica solo l'Assessore Caucino, che fa il suo mestiere. In questi mesi, ogni Consigliere ha preso la parola per dire quanto fosse importante e necessario cambiare le nostre leggi sulla casa, ma avete visto un testo colleghi? Abbiamo discusso, in queste settimane, di qualcosa del genere in Commissione? Di esempi potremmo farne altri ancora. Salizzoni, appena ritornerà, vi chiederà spiegazioni sugli atteggiamenti ambigui, tra l'altro su vicende che noi abbiamo voluto affrontare nei primi mesi, per quanto riguarda i piani di edilizia sanitaria. Ve l'abbiamo detto in tanti, da Rossi a Marello, di discutere dell'ospedale del Verbano Cusio Ossola.
Insomma - e finisco, usando anche meno di dieci minuti - è mai possibile che in tutto questo, in assenza totale d'idee, siete anche riusciti a combinare i primi enormi pasticci? Voi pensate veramente che tutto questo sia successo perché noi siamo bravi a comunicare? Ve lo dico sinceramente: quelli bravi a comunicare siete voi e, nel vuoto pneumatico di questi mesi avete vissuto solo di questo, grazie a un Presidente che ogni tanto corre ai ripari e vi sgrida come foste dei monelli che si mettono ad appendere in classe qualche striscione.
Fosse solo la maggioranza! Poi si è messa pure la Giunta a fare queste cose. Sarà il giovane Ricca, sarà il fatto che si è alle prime esperienze di governo, però, guardate, noi ve l'abbiamo già detto: Cirio non basta non basta non solo perché secondo noi non è all'altezza della sfida di questo periodo storico, ma perché non può colmare il vuoto dovuto alla vostra mancanza d'idee.



(Commenti dell'Assessore Ricca)



GRIMALDI Marco

Valle forse potrebbe in parte aiutarvi, ma è fuori mercato, mi dispiace non ve lo potete permettere.
Quello che è successo ieri, così come quello che abbiamo denunciato la scorsa settimana, è anche figlio della vostra non ricerca, della vostra non volontà di entrare nel merito dei temi che vi abbiamo posto. Tanto tuon che piovve.
Certo, ci aspettavamo che avreste rimesso le mani anche sui pochi risultati che avevamo ottenuto, come tutti riconoscete, sul diritto allo studio. L'ha riconosciuto anche il Presidente Cirio. Chi non vede gli enormi sforzi degli scorsi anni? Voi in due settimane siete riusciti a bruciare tutta la vostra credibilità. Anche in aula, prima con la risposta ai question time dicendoci che avreste messo più risorse, poi dicendoci che non era vero che avevate tolto le risorse, ma che era un difetto di comunicazione, per poi richiamare di nuovo la Giunta a deliberare.
Per cosa avete deliberato? Perché era un difetto di comunicazione? Avete riassegnato le risorse perché noi siamo bravi nella comunicazione e voi avete difettato nella comunicazione? Davvero? E ieri, dopo aver perso un braccio di ferro, vi siete impelagati in una vicenda su cui vi schianterete di nuovo, come quella del DPCM, dei crediti e del merito.
Negli ultimi 20 secondi vi facciamo un ultimo appello: provate, nelle prossime settimane, a portare in Commissione e in Aula qualcosa che c'entri, non solo con i piemontesi, ma con la vita democratica di queste istituzioni. Provate a sbagliare da soli, a non copiare il Veneto e la Lombardia, a non rincorrere il vostro leader. Provate a essere voi stessi perché di tutto potevamo aspettarci, tranne una maggioranza così identitaria, così forte nel radicamento territoriale, ma così povera e così assente in quelle che sono state le battaglie e gli scontri della campagna elettorale.
Fatevelo dire: non esistete. L'opposizione ve la state facendo da soli tant'è vero che da mesi, quasi sei, qui dentro non è passato niente. Fate bene a darci dei meriti, ma in realtà lo fate solo per coprire i vostri demeriti e, prima o poi, anche la gente comune, che di quello che succede qui in Regione sa poco e niente, si accorgerà del vuoto che avete portato in questa Istituzione. Prima se ne accorgeranno e prima faremmo di nuovo un po' di luce nell'ombra e nella nebbia in cui siamo immersi ben prima che arrivasse l'autunno.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quando penso a questi primi mesi di legislatura mi viene in mente una battuta di un comico che, nei panni di un mago, diceva: "Che cosa sto facendo? Non sto facendo niente, ma lo sto facendo benissimo". Nel vostro caso non si può dire neanche questo perché non state facendo niente e lo state pure facendo malissimo.
Ci ritroviamo di nuovo in Aula per ridiscutere un documento rispetto al quale avevamo già detto, come ricordava anche correttamente - anzi, fino a un certo punto è stato corretto - nella sua ricostruzione il Consigliere Preioni, che presentava delle difficoltà, problemi ed errori che ovviamente sono stati confermati. E come ha ricordato più volte anche il mio collega Bertola, noi questi errori li avevamo evidenziati; li aveva scovati un nostro collaboratore - tra l'altro, colgo l'occasione per ringraziarlo, non faccio il suo nome, ma lui sa che sto parlando di lui - per il suo ottimo lavoro; quello stesso lavoro che, invece, la maggioranza non solo non è stata in grado di fare, ma non è stata neanche in grado di accettare, di accogliere, di valorizzare.
Se voi non siete stati in grado, apprezzate almeno che qualcuno lo sia stato, cercando di cogliere i suggerimenti e di migliorarli nel vostro lavoro, perché questa è solo una prima occasione di confronto e l'avete miseramente fallita.
Per il futuro, vi suggerisco di cambiare metodo, perché su questo provvedimento i piemontesi non perderanno molto, dal momento che si tratta di una delibera che probabilmente verrà di nuovo rimandata indietro, poich a tutt'oggi contiene ancora errori che voi continuate a non vedere continuate imperterriti ad andare avanti con i vostri paraocchi, però alla fine si arriverà - almeno spero - a discutere in aula qualcosa che inciderà sulla vita dei piemontesi e, se non ascolterete, saranno problemi. Se riusciremo, come opposizione, a farvi notare che qualche atto potrà essere migliorato, perché qualcuno di noi ha qualche esperienza nelle istituzioni anche più lunga della vostra, non di tutti, però è proprio dal confronto tra maggioranza e opposizione che si arriva a migliorare testi e documenti per cercare di fare il meglio per i cittadini piemontesi, che non sempre coincide con il meglio per la maggioranza che in questo momento governa la Regione: non è sempre così.
Nella nostra veste di legislatori, dovremmo cercare di produrre atti e leggi che vadano a vantaggio dei cittadini piemontesi e non solo a vantaggio di una parte politica della maggioranza e, soprattutto, non su richiesta del capo politico di questa parte politica della maggioranza.
Vedo, invece, che ancora oggi arrivate in Aula con la vostra strafottenza a dirci che abbiamo "imbroccato" un solo emendamento su 200, che magari abbiamo fatto una cosa giusta per puro caso, ma io mi chiedo quando finalmente cambierete atteggiamento e quando inizierete a prendere coscienza del fatto che, fino a oggi, non avete ancora fatto niente di buono! Non abbiamo ancora iniziato a lavorare! Siete quelli del "Nord che lavora", quelli dalla parte degli imprenditori, però quando arriviamo alla prova dei fatti e alla resa dei conti, ci accorgiamo che in realtà tutta questa voglia di lavorare, forse, non c'è. E lo si vede, perché quando iniziamo a programmare i lavori della settimana ci accorgiamo che non ci sono provvedimenti da portare in Consiglio, ad esempio. E perché non ci sono provvedimenti da approvare in Consiglio? Perché non stiamo lavorando su nulla di concreto.
Abbiamo chiesto di iniziare, per esempio, in IV Commissione, al Presidente Stecco, almeno a discutere qualche proposta di legge delle opposizioni. Visto che noi, invece, abbiamo prodotto e depositato delle proposte di legge, partiamo da lì. Vi prego, però, iniziamo a fare qualcosa di concreto, perché altrimenti ci annoiamo, non avendo nulla da fare, se non continuare a mettere in evidenza i vostri errori, ma tanto voi non ci ascoltate, quindi alla fine diventa piuttosto frustrante quest'attività di opposizione, che è un'attività abbastanza frustrante già di per sé, per quando si fa opposizione sul nulla, diventa doppiamente frustrante! Vi do un suggerimento; non mi ritengo superiore a voi e non mi metto su un pulpito a fare la predica, però ho vissuto una legislatura di Consiglio e devo dire che il passo era diverso; mi aspettavo che il vostro cambio di passo non fosse nel senso che ci fermiamo e non parliamo di niente, ma mi aspettavo che si potesse arrivare a scontrarsi, magari anche in modo acceso e con visioni opposte, perché su tanti temi sicuramente abbiamo visioni decisamente contrapposte, ma che perlomeno si discutesse di qualcosa. Qui invece parliamo di modifica di una delibera formale, perché avete fatto soprattutto errori formali, poi ci saranno anche tutti gli altri errori che citava il Consigliere Grimaldi, però quelli che abbiamo rilevato noi nei nostri emendamenti erano errori risolvibili già in Aula, se solo ci aveste ascoltato. E invece no, continuate così, continuate ad andare avanti in questo modo.
Sappiate, però, che non potrete andare avanti in questo modo per tutta la legislatura, perché noi su alcuni temi veramente importanti per i cittadini non accetteremmo di farci tappare la bocca o di farci trattare con sufficienza. Badate, non vi permetteremo di mettere mano a leggi che potranno danneggiare la nostra Regione, le imprese, gli studenti.
Su questo potete mettervi il cuore in pace: noi abbiamo tutta l'intenzione di lavorare, di lavorare seriamente sui temi, però ci aspettiamo che voi ce ne diate la possibilità, perché siete voi che dovete creare lo spazio. Noi stiamo facendo il possibile, però se ci troviamo un muro dall'altra parte, capite che diventa tutto molto più difficile. Quello che vi chiedo è, dalle prossime sedute e nelle prossime settimane, di iniziare veramente a lavorare per il Piemonte, a discutere delle leggi, a fare qualcosa di concreto, magari di dare un valore al nostro tempo evitando di spenderlo in Aula parlando di niente.
Iniziamo a lavorare con la serietà che i piemontesi si aspettano e si meritano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Penso sia il caso innanzitutto di ricordare nuovamente il motivo per cui siamo qui, perché chiaramente noi parliamo per Regolamento, rivolgendoci idealmente alla Presidenza. Parliamo nella speranza che i colleghi presenti ascoltino, ma parliamo anche - è per questo che siamo qui - a tutti i cittadini piemontesi, alcuni dei quali magari ci ascoltano attraverso i canali che, giustamente, il Consiglio regionale negli anni ha attivato per aprirsi anche all'esterno, per aprirsi ai cittadini e far seguire i lavori dell'Aula.
Siamo qui per ridiscutere di un atto sbagliato. Nell'ipotesi in cui questa delibera non fosse tornata indietro, nell'ipotesi in cui la Corte di Cassazione non avesse rimandato indietro questa delibera, oggi noi non saremmo qui. Quest'aula sarebbe vuota, con le luci spente, perché non c'è nulla da discutere. Nulla di nulla. In aula ancora non si parla del bilancio, perché penso che i fatti rendano evidente come l'assestamento di bilancio sia stato affrontato in modo goffo e tardivo da parte della Giunta regionale. Quindi, sta andando molto per le lunghe con i tempi dell'assestamento di bilancio. Non siamo qui a discutere di leggi. Da quando è iniziata la legislatura - faccio un piccolo aggiornamento, perch poco più di un mese fa stavamo dicendo le stesse cose ed è passato più di un mese - siamo sempre lì, a due leggi approvate: una è il rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2018 (un atto tecnico), l'altra è il recepimento di una normativa nazionale. Insomma, le leggi vere del Consiglio regionale sono zero, i disegni di legge della Giunta sono zero, a parte il rendiconto.
Come dicevo, siamo qui per una delibera sbagliata, ma non tanto nel merito secondo noi, anche nel merito, perché pensiamo che la Corte Costituzionale respingerà questa delibera e non vi permetterà di richiedere l'istituzione di un referendum popolare su quella legge. Poi è una delibera già poco chiara di suo, perché tra l'altro è stata licenziata a fine settembre dall'Aula con un atto d'indirizzo che diceva "ok, maggioritario, ma anche proporzionale", altrimenti magari Forza Italia non la votava. Però quel "ma anche proporzionale" - lo dico ai colleghi di Forza Italia - nella riscrittura della delibera non c'è. È sempre quella di prima, quindi il "ma anche proporzionale" - ve lo dico - magari è anche una presa in giro nei vostri confronti. Non sono io la persona che si deve occupare delle prese in giro nei vostri confronti, però ve lo dico.
È sbagliata anche dal punto di vista formale e, come ripetiamo, noi lo avevamo detto. Consigliere Preioni, non abbiamo sparato nel mucchio abbiamo fatto una cosa rivoluzionaria: abbiamo studiato. È una cosa rivoluzionaria. C'è una persona nei nostri uffici che, tra l'altro, lo dicevo l'altra volta, non è un fine giurista, ma un architetto che si occupa di urbanistica e trasporti. Questa persona ha fatto una cosa rivoluzionaria: non conosceva la legge, è andato a leggerla e ha visto che c'era quell'errore. Voi quello sforzo non l'avete fatto: vi è arrivata la legge, avete fatto un "copia incolla" e l'avete portata in Aula. Poi, per carità, il padre di quella di quella delibera è Calderoli e questo dovrebbe già essere una garanzia, poiché è colui che ha fatto la legge elettorale peggiore e più anticostituzionale della storia della Repubblica. Questo doveva suggerirvi già qualcosa.
Insomma, siete qui a occupare l'aula per un vostro leader politico che ha iniziato con la retorica dei pieni poteri. Poi nel Paese vediamo anche dei segnali preoccupanti, perché s'iniziano a vedere le piazze con persone col braccio teso, che vengono fatte entrare perché la piazza è di tutti. Si vedono le cene - forse goliardiche, ma a noi non fanno ridere - organizzate con menu a base di piatti con locuzioni che si richiamano al fascismo.
Tutti questi sono segnali. Poi, in aula, vediamo altri segnali.
All'inizio della legislatura qualcuno ha parlato d'inesperienza, che è qualcosa del tutto normale ed è qualcosa che si supera col tempo.
L'inesperienza si supera con l'esperienza, quindi è un fatto fisiologico.
Qui purtroppo vediamo una scarsa cultura delle istituzioni, uno scarso rispetto delle istituzioni, che è più grave e non cambia con l'esperienza purtroppo. Tanto per fare un esempio: c'è talmente rispetto del Consiglio regionale che abbiamo visto - perché di leggi non ne fate, in compenso fate i disegni di legge e poi andate a sbandierarli in giro come se fossero già leggi approvate - la sceneggiata delle leggi portate al macero, che riguardano qualcosa che non è passato dall'Aula.
Ve lo dico: non siamo a Roma, qualcuno magari aveva aspirazioni di essere a Roma in Parlamento o al Governo, ma siamo in Consiglio regionale. Non siamo a Roma, dove si fa un decreto che è subito legge. No, qui si fanno le proposte di legge e i disegni di legge, che dopo devono passare all'esame dell'Aula e fino a quando la Commissione prima e l'Aula poi non le hanno approvate, non sono leggi. Sono qualcosa scritto su un foglio di carta.
Ripeto, fare una sceneggiata, portando al macero delle leggi, quando il Consiglio regionale non ha ancora preso visione di quel disegno di legge e non l'ha ancora approvato, mi sembra un grave sgarbo istituzionale, una grande mancanza di rispetto non verso le opposizioni, ma verso il Consiglio regionale, perché il Consiglio è sovrano e può dire "quelle leggi vanno abrogate" oppure può dire "ne va abrogata una di più" oppure "ne va abrogata una di meno".
Tra l'altro, quel disegno di legge ha poco senso, perché va ad abrogare leggi vecchissime che i cittadini non vedono né usano più, quindi non semplificano in nessun modo la vita dei cittadini e delle imprese piemontesi. Ma di questo avremo modo di parlare più avanti.
Francamente, sono ancora influenzato - perché ce l'ho ancora nell'orecchio! da una considerazione che ho sentito questa mattina, nel corso di una sessione aperta del Consiglio regionale convocata per un evento doveroso: ricordare i 25 anni dai gravi eventi alluvionali del 1994 in Piemonte eventi che, purtroppo, si sono ripetuti negli anni.
È dunque giusto ricordare quel momento: è giusto ricordare chi ha perso la vita; è giusto ricordare chi si è impegnato e chi continua a impegnarsi in quegli eventi; è giusto riconoscere l'impegno dei piemontesi.
Però abbiamo sentito qualcosa di gravissimo: questa mattina, nel corso di una seduta aperta tenutasi all'Unione Industriale, il Presidente Cirio ha offeso tutti gli italiani. Nel riconoscere l'impegno dei piemontesi che si sono rimboccati le maniche - è vero, lo condividiamo - ha detto che da altre parti avrebbero incrociato le braccia e avrebbero aspettato gli aiuti dello Stato. Questo ha detto! Questa è una gravissima offesa nei confronti di tutti gli italiani. E siamo andati indietro di trenta o di quarant'anni! Ma non era "prima gli italiani"? Siamo di nuovo.
Piemonte 2019 (quasi 2020, per citare un film): siamo ancora a questi livelli? Siamo ancora qui? Complimenti! Se questa è la vostra cultura del Paese e la vostra ideologia, perch questo è fortemente ideologico, oltre che razzista, e se questa è la vostra concezione dell'Italia, siamo contenti di dissociarci da questa visione.
Perché il nostro Paese - non solo il Piemonte - è fragile e delicato tantissime Regioni sono state colpite da eventi alluvionali; tantissime persone hanno perso la vita; tantissime persone hanno subito danni nelle loro aziende e nelle loro case. Ma tutti hanno cercato di rimboccarsi le maniche e di darsi da fare, anche in situazioni molto più difficili di quelle che ha visto il territorio piemontese. Questo ci tenevo a sottolinearlo.
Chiedo scusa, so che è fuori argomento, ma mentre parlavo di altro, siccome questo è più importante, mi è tornato in mente e lo dovevo veramente dire.
Questa è una delibera che parte già praticamente con un contingentamento incorporato, perché non avreste avuto modo di approvarla entro giovedì. Non vi abbiamo tenuti qui di notte perché abbiamo visto che avete qualche difficoltà a mantenere il numero legale e non vogliamo stressare oltremodo il personale del Consiglio per una cosa veramente inutile.
Se mai dovremo fare delle sedute notturne, preferiamo farle sul bilancio o su provvedimenti importanti per il Piemonte.
Concludo dicendo che da parte nostra - ma lo vedremo dettagliatamente nel corso dell'esame degli emendamenti - la posizione nei confronti di questa delibera è totalmente contraria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
La ringrazio, perché mi dà occasione di ripercorrere quello che è avvenuto in queste ultime settimane. Cercherò di farlo in maniera sintetica e per punti, giusto perché non sia dimenticato niente, nessun elemento del percorso che ci ha condotto fin qua; percorso che, peraltro, temo che non finirà oggi.
Perché, com'è stato già detto nel corso dei precedenti interventi e come probabilmente sarà ribadito da ogni parte dell'opposizione, non è un orpello di quest'Aula, ma ha proprio la funzione di correggere e di segnalare delle criticità affinché la maggioranza, nel caso ritenga di farle sue, eviti di commettere errori che poi potrebbero ripercuotersi sull'intera Aula e, quindi, anche sulla vita e sulle iniziative che tutti noi dobbiamo svolgere a favore dei piemontesi.
Avevamo detto sin dal principio, come primo punto, che per noi tale questione non era né urgente, né importante, né rilevante. E comunque non lo era per il Piemonte. Ma oggi siamo di nuovo chiamati a dedicare del tempo, da una parte e dall'altra dell'Aula, a quest'argomento, per l'appunto per noi non fondamentale.
Avevamo detto che ci opponevamo alla necessità che, prima di tutto, è di un leader politico, che mette al suo servizio, e non al servizio dei cittadini, cinque o più Regioni che controlla, come se i Presidenti di queste Regioni, pur ciascuno con la propria dignità, fossero suoi collaboratori ubbidienti (non voglio usare altre parole!).
Abbiamo detto che intravedevamo - l'abbiamo segnalato più volte - dei profili di debolezza e di fragilità nel documento, dal punto di vista dell'incostituzionalità, della complessità e anche della lunghezza del testo (eravamo stati anche profetici, perché l'avevamo anche segnalato plasticamente con la costruzione del documento riprodotto in tutte le sue righe e in tutta la sua lunghezza).
Avevamo detto che per noi era stato intollerabile il metodo, proprio perch ritenevamo che fosse stato stravolto il Regolamento generale, dando un'interpretazione che non condividevamo, quasi come se si potessero cambiare le regole del gioco a partita in corso, e si potesse decidere che si poteva prendere la palla con le mani malgrado fossimo qui per giocare a calcio (come sapete, nel calcio di portiere ce n'è uno, gli altri giocano tutti con i piedi!).
Avevamo detto che eravamo perplessi di fronte al fatto che questo referendum si avviasse non sulla base di una premessa senz'altro più democratica, che era quella di raccogliere le 500.000 firme di cittadini italiani - opzione che avrebbe dato, in qualche modo, una maggiore valenza e capillarità di presenza di questo pensiero all'interno dei nostri territori - ma di un percorso abbreviato attraverso le Regioni controllate.
Avevamo detto che ci offendeva il fatto che questa sede, che è una sede istituzionale, diventasse una sorta di luogo di propaganda politica.
Com'è stato precedentemente sottolineato, soprattutto dai colleghi del Movimento 5 Stelle, tutte queste premesse non corrispondono contemporaneamente a un grandissimo attivismo dal punto di vista della proposta di nuovi provvedimenti in Commissione o in Aula; il più delle volte, infatti, ci troviamo nella difficoltà di dover costruire il percorso nel corso della Conferenza dei Capigruppo di quella stessa giornata.
Alla luce di tutti questi elementi di contraddizione, devo rilevare che mi ha colpito un po' l'imprudenza della maggioranza - non voglio usare la parola "prepotenza", perché forse si tratta solo di un comportamento un po' maldestro della maggioranza - quando l'opposizione, tramite gli strumenti che le sono dati (mi riferisco agli emendamenti), dice: "Ragioniamo su alcuni elementi di debolezza che ravvisiamo all'interno del testo". Perch la maggioranza decide d'imperio e, dopo qualche settimana, quello stesso testo di cui era tanto convinta da non ragionare su nessun emendamento insieme all'opposizione, ritorna indietro.
Forse dal confronto e da una maggiore attenzione al lavoro che era stato svolto dagli Uffici e dagli elementi legislativi di ciascun Gruppo, sarebbe nata la possibilità di evitare la figura di fronte cui si trova la maggioranza in questo momento, ossia vedere il testo tornare indietro.
Non voglio rifarmi a nessuno specifico intervento precedente, ma una cosa mi tocca sottolinearla e voglio dirla chiaramente: gli emendamenti non nascono per sparare nel mucchio a caso. E mi sembra un po' offensivo e irrispettoso per chi ha lavorato a questi emendamenti magari anche di notte, soprattutto i collaboratori dei Gruppi. Mi sembra un po' presuntuoso, perché sembra quasi dire: "Posso fare a meno che l'altra parte dell'Aula faccia il suo lavoro e segnali le debolezze".
Di più, se devo dire, mi sembra un po' sciocco. Se si fosse avuta la premura di leggere gli emendamenti, ci si sarebbe preservati dalla figura di dover tornare in Aula sempre sullo stesso testo e dalla colpa oggettiva, di dover di nuovo far perdere tempo ai cittadini e a questo Consiglio su questo tema. Il problema è che questo ricapiterà. Non siamo neanche alla fine del percorso perché, per ora, si è espressa la Corte di Cassazione, ma sarà la Corte Costituzionale che dovrà esprimersi sul testo.
Quello di cui noi siamo anche abbastanza certi, e l'abbiamo già manifestato le settimane precedenti, è che la Corte Costituzionale lo respingerà.
Mi rivolgo all'Aula e a nessuna persona in particolare: leggere questi emendamenti era così inutile? Capisco non sia gradevole sentire di nuovo l'opposizione ripetere le stesse cose per l'ennesima volta ma, se ce ne date occasione, ogni volta ritorniamo sul tema e ogni volta abbiamo occasione di aggiungere dei pezzi.
Gli emendamenti erano tanti, ma avremmo preferito passare la notte a studiarli e non trovarci adesso a sentirci fare la paternale dall'opposizione.
Concludo con una considerazione che mi ha suggerito l'intervento del Consigliere Bertola ieri e che mi ha colpito. Stiamo parlando di una delibera che aveva diversi profili di utilità, secondo il punto di vista dal quale ciascuno si pone. Per noi non era né rilevante né importante per il Piemonte e non lo era per la Nazione. Certo, capisco che era rilevante e importante politicamente per il vostro leader ma, in questo momento, nel momento in cui cinque Regioni hanno già terminato il percorso oggettivamente, dal punto di vista sostanziale, se anche fosse stato importante per la Nazione e per questa Regione, in realtà non lo è più. Di fatto, non cambia la sostanza delle cose perché le cinque Regioni necessarie e sufficienti ci sono già.
Dietro ogni decisione e dietro ogni fenomeno c'è sempre un elemento di natura funzionale e un elemento di natura politica, e non possiamo negarcelo, ma capisco che ora lo rimanga solo per voi rappresentanti della maggioranza del Consiglio regionale del Piemonte. Si tratta di evitare l'ennesima brutta figura di una maggioranza che non riesce ad azzeccare una delibera, come le altre Regioni a trazione leghista hanno già fatto, ma che ormai si può attaccare solo più a questo perché proprio la stessa delibera ormai è diventata inutile.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Provo a dare un contributo rispetto a una discussione che, di fatto, porta quest'Aula, nuovamente, a causa di questa maggioranza, in modo pervicace e ostinato, a volerci propinare l'ennesimo emendamento all'emendamento nonostante ci si aspettasse, da una classe dirigente, quantomeno una conoscenza delle norme del diritto decisamente superiori a quello che abbiamo potuto vivere qui.
Non cito l'avvocato Lanzo che poteva, in prima istanza, portarci in Aula un testo che poteva trovare subito accoglimento, almeno dalla maggioranza e non dall'opposizione. Non vado neanche a discutere di com'è stata gestita l'Aula e la proposizione di questi emendamenti. Emendamenti che, di fatto affermano con estrema chiarezza che avevamo ragione, che il testo che vi era stato faxato da via Bellerio - mi pare che quella sia la sede - era un testo fallace e poi l'ennesimo emendamento.
Siamo qui a provare, dopo le pregiudiziali, a mio giudizio tutte più importante di quest'atto, a entrare nel merito con un intervento di contenuto.
Sono preoccupato per l'impianto che si propone al Paese. In nome della governabilità si può, di fatto, eliminare la presenza di tutti coloro che anche se in minoranza e con formazioni politiche con percentuali minori rispetto a chi si appresta a marciare verso una certa vittoria.
Il primo passo per vincere è cambiare le regole poco prima dell'arrivo al potere.
Questa è un'operazione che si fa e alcuni interrogativi albergano nel mio ragionamento. Che ne sarà di quelle forze che, in qualche modo rappresentano ancora una minoranza, quando chiaramente l'emendamento che ponete elimina ogni tipo di dato proporzionale da questa legge elettorale? Alcune forze politiche verrebbero, in qualche modo, spazzate via. Se noi andiamo a vedere l'impianto che ne deriverebbe, emergerebbe che c'è qualche ex leader, o leader attuale, la cui forza politica si attesta sul proporzionale al 4-5%, che dovrebbe trattare per 10-15 accoliti, tutti diritto lombardo, e che ne sarà dei rappresentanti di quelle gloriose forze politiche all'interno di altre Regioni? Dove, vi ricordo, quel leader chiedeva sempre come stava quel paese al fondo di viale Certosa e parlava di Torino (il leader capite chi è). Questo mi chiedo.
Mi pare di vedere qualche violinista che non vuole abbandonare il Titanic e accetta supinamente di votare una legge che potrebbe, in qualche modo sancire la fine di ogni tipo di rapporto contrattuale politico con il partito di maggioranza che in questo momento guida la coalizione di centrodestra. Primo dato.
Secondo dato: io sono sempre preoccupato quando si prova a fare le leggi in base alle aspettative sul risultato elettorale delle elezioni successive. I padri costituenti hanno scritto la Costituzione che, invece, era piena di contrappesi, perché ti può andare bene una volta, ma la seconda volta tu sei dall'altra parte. Invece, con tanta leggerezza, si dice che gli italiani hanno bisogno di governabilità e si usano le Regioni per non raccogliere le firme. Considero molto più dignitoso quello che sta provando a fare Fratelli d'Italia, andando nelle piazze e chiedendo le firme per avere l'elezione diretta del Presidente della Repubblica. Almeno ci mettono la faccia e cercano di fare in modo che i cittadini italiani sposino questo tipo d'impianto, peraltro anche questo in parte non sostenibile, perché le prerogative del Presidente della Repubblica non sono tali da permettere un presidenzialismo.
Oggi, nel nostro Paese, la cultura giuridica o la cultura media di com'è formato un impianto istituzionale non è così diffusa all'interno dell'elettorato italiano, per cui ci racconteranno che, così, il Presidente della Repubblica sarà un Presidente molto più forte, cosa evidentemente non vera, perché la Costituzione assegna quei poteri al Presidente della Repubblica e non altri.
Tutto questo per dire che non capisco le mozioni e gli ordini del giorno proposti dalle altre anime del centrodestra, che prevedono un sistema maggioritario con una dose di proporzionale. Ma non è previsto nel testo che votiamo! Non è affatto previsto. E cosa speriamo? Perché questo testo dice che si elimina ogni tipo di riferimento alla quota proporzionale; si usano le Regioni per arrivare velocemente al referendum, e quindi? E quindi siete disponibili, ma le forze che credono che ogni posizione politica con uno sbarramento accettabile possa avere dignità di parola, quantomeno diritto di tribuna, peraltro non previsto in questo tipo di testo, sono tutte disponibili ad accettare questo tipo di criterio? Io penso che questa sia addirittura una scelta che, per la prima volta potrebbe comportare, nel nostro impianto elettorale, almeno quello della Seconda Repubblica (definiamolo così), un vulnus importante, troppo importante per usare una Regione, per metterla al servizio di un progetto politico ed elettorale di questo tipo.
Detto questo, non possiamo che rassegnarci, questo è il bello della democrazia. Abbiamo provato a fare un ostruzionismo sulla prima parte della vostra proposizione di questa delibera; un ostruzionismo che provava a farvi capire che, oltre all'incapacità di scrivere tecnicamente un testo attendibile, c'era molto di più, perché dietro quelle parole si mettono da parte decine e decine di anni di rappresentanza e, spesso, alcune forze politiche poco rappresentate, ma rappresentate in Parlamento, hanno cambiato nel bene e nel male le sorti di un Paese. Tante battaglie sui temi etici, tante battaglie sui temi liberali, sui temi radicali, ma potevano stare all'interno del Parlamento.
C'è, poi, un altro aspetto: io preferisco che le minoranze stiano all'interno di un Parlamento, piuttosto che fuori, ancorché (facciamo il caso) sia una minoranza antagonista, una minoranza che ha dei temi forti.
Pensate al Movimento 5 Stelle all'inizio: per fortuna c'è stata la possibilità che sedessero all'interno di un'assise, perché tutto ciò che vuole cambiare il sistema, se è all'interno di un'Aula parlamentare, è comunque comprensibile dentro un processo democratico, ma tutto ciò che sta fuori no e non è governabile. Comunque, con quei soggetti è difficile dialogare, ma la storia di questo Paese racconta cosa ha voluto dire avere le forze che venivano definite extraparlamentari.
Voi, con questo ragionamento, dite che il sistema maggioritario è l'unico sistema che permette a questo Paese di avere una governabilità (vero, da un certo punto di vista), ma precludete a ogni tipo di minoranza di essere rappresentata, salvo però, poiché il maggioritario lo conosciamo tutti benissimo, uno o due leader di partiti con percentuali risibili, che si mettono d'accordo per alcuni posti, per alcuni collegi sicuri, perché poi Consiglieri, questo sarà.
Apprendo, visto che nel mio parlare non trovo sguardi di forze politiche che in questo momento avrebbero tutto l'interesse ad avere comunque un riferimento a una quota proporzionale, che non fa parte del vostro interesse, pertanto non posso che dire nuovamente che le leggi elettorali non si cambiano con i referendum, ma si cambiano in Parlamento. Si cerca di avere in Parlamento la massima condivisione possibile, perché il Parlamento è la rappresentazione di quello che in questo momento si sente nel Paese e si ha paura di concertare, perché tutta la logica della discussione dei partiti piccoli che, di fatto, ricattano fa, comunque, emergere la capacità di una classe dirigente di concertare e trovare soluzioni. Invece, essendo nell'epoca per cui si vota "sì" o "no" attraverso un sms da casa, capisco che la concertazione o la trattativa sui temi non sia di moda, per fondamentalmente lo scenario che si dipinge è ulteriormente tetro per quello che ci aspetterà.
Ci auguriamo - con la Corte di Cassazione, in prima istanza, e poi, in seconda istanza, con quello che deciderà la Corte Costituzionale - che non si vada ad approvare questa tipologia di referendum anche perché, se non erro e se un po' di esperienza e militanza in questi anni l'ho avuta andremo a votare su un referendum sul quale non penso ci sia un accordo delle forze politiche che oggi dicono: "Sì, sì, ci va bene questo testo perché dobbiamo tenere insieme l'unità delle Regioni che oggi sono governate dal centrodestra, poi si aprirà la trattativa". E, mediamente, le trattative fatte sulle leggi elettorali hanno prodotto quelle leggi elettorali che abbiamo in questo Paese e che non garantiscono alcuna governabilità.
Ma non è neanche detto - questo lo dicono anni e anni di democrazia nel Paese - che un impianto totalmente proporzionale o maggioritario con una quota proporzionale non possa garantire la governabilità. La governabilità dipende dall'onestà intellettuale di chi è eletto in Parlamento. La governabilità dipende da chi chiaramente è in grado di portare avanti un programma e non trattare ogni cinque minuti per un interesse personale regionale o di partito.
Pertanto, siamo oggettivamente, e concludo il mio intervento, Presidente ringraziandola dei secondi in più che mi ha concesso.



(Commenti del Consigliere Ravetti)



MAGLIANO Silvio

Sì, però è anche un modo, Consigliere Ravetti, per ricordarmi se ciò che ho studiato negli anni dell'Università ha ancora valore.
Detto questo, Presidente, concludo. Mi spiace, perché alcuni dei concetti che ho provato a esprimere potevano essere, non dico una ricchezza per tutti, anche per la maggioranza, ma quantomeno motivo di discussione e di dibattito. Ogni tanto mi sembra di avere a che fare con chi ha deciso di mettere la marcia più veloce e, indipendentemente dagli ostacoli che gli si pongono davanti, di tirare dritto, come un'auto senza pilota, neanche governata in remoto.
Continuate così: oggi è su una legge elettorale, utilizzando le Regioni a vostro uso e consumo per un referendum, domani sarà per un'altra cosa, poi un'altra cosa ancora, ma alla fine, esaurita l'onda di consenso, forse anche i piemontesi - e non solo - si renderanno conto che non si governa così, a slogan, ma si governa entrando nel merito.
Rimango allibito dal fatto che gli alleati della Lega non si rendano conto che questa legge elettorale è, in parte, una loro condanna a morte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Ci sono altri interventi in discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Prima il Consigliere Preioni ha anticipato qualche nostra considerazione sul richiamo che la Cassazione ha rivolto a questa maggioranza sulla deliberazione.
La Corte di Cassazione ha fatto quello che tutti ci saremmo aspettati dalla Corte di Cassazione; non avrebbe potuto fare altro rispetto a ciò che ha fatto.
Anche chi non mastica diritto, chi non ha mai praticato le aule di Tribunale (qui invece c'è qualcuno che le ha praticate), lo avrebbe potuto capire facilmente. Sarebbe bastato leggere il dettato normativo.
La legge è chiarissima: il quesito referendario deve contenere l'integrale trascrizione dei testi delle disposizioni di cui si chiede l'abrogazione.
Mi dispiace - lo dico rivolgendomi al Presidente e indirettamente al Consigliere Preioni - se ve l'avevamo detto.
È vero, ve l'avevamo detto e avreste fatto bene ad ascoltare quel nostro suggerimento, perché avremmo evitato di essere qui, oggi, a ripeterci le stesse cose e sottrarre tempo all'interesse dei piemontesi, agli argomenti che interessano ai piemontesi.
Per questo motivo suggerisco, a questa maggioranza, di non sottovalutare gli emendamenti che abbiamo di nuovo proposto, perché magari tutti insieme possiamo evitare che in quest'Aula si sottragga altro tempo all'interesse dei piemontesi e si dedichi altro tempo a ulteriori modifiche di quel testo che oggi proponete nella delibera che andrà in discussione.
Di questa materia, ai piemontesi interessa davvero poco. Ai piemontesi forse interessa di più quello di cui abbiamo discusso questa mattina, come ricordava prima il Consigliere Bertola e io sono d'accordo. Interessa di più come questa Regione, non quella delle passate legislature (incominciamo a guardare avanti) intenda disegnare, delineare e definire l'orizzonte verso cui far tendere il Piemonte nei prossimi quattro anni e mezzo.
Il Presidente Cirio ci richiama spesso al concetto di buonsenso.
Quello del buonsenso è un concetto importante e fondamentale per chi, come il Presidente e come tanti altri di noi (come me, per esempio), proviene dalla provincia. È un concetto che sta nel DNA che abbiamo un po' tutti, un DNA che richiama quella semplicità che spesso si rivela il modo più intelligente per affrontare e superare le difficoltà che ogni giorno ci troviamo davanti.
È per questo che siamo disponibili a ragionare della semplificazione e della chiarezza normativa cui ci ha richiamati il Presidente Cirio questa mattina, che consenta ai Sindaci, sui temi di cui abbiamo discusso questa mattina, di agire senza rischiare un avviso di garanzia (cosa che capita e continua a capitare), e consenta a tutti, dai volontari a tutti coloro che si occupano di protezione civile, di agire in modo giuridicamente corretto ma, al tempo stesso, con efficacia e in piena sicurezza.
Noi siamo disponibili a discutere di semplificazione normativa, purché non diventi deregolamentazione. Siamo disponibili a discutere di semplificazione normativa e del buonsenso con cui va applicata, ma accanto serve un'idea chiara del futuro verso cui vogliamo indirizzare il Piemonte.
È per questo che noi continuiamo ad attendere segnali chiari sul sostegno a chi vive e investe in montagna e diventa presidio di quei territori che sono più fragili; sugli investimenti in prevenzione; sul consumo di suolo di cui non ho sentito far cenno questa mattina da chi rappresenta la maggioranza e dal Presidente Cirio; sul recupero delle aree dismesse e su cosa pensiamo della riconversione dei modelli produttivi e sulla transizione energetica. Di questo dovremmo poter ragionare in Aula; di questi indirizzi, di quest'orizzonte su cui volete far tendere il Piemonte e su cui siamo disponibili a ragionare.
Credo che sia per questo che noi abbiamo avuto la fiducia dei piemontesi ed è per questo che siamo chiamati, qui in Aula, a discutere di temi che interessano davvero ai piemontesi, non certo per passare le giornate a limare, approfondire e ragionare di una delibera che comunque e in ogni caso - lo dico con grande modestia e mi rivolgo al Consigliere Preioni perché è intervenuto prima e ha fatto questo, ma lo dico a tutti voi anche così come ce l'avete riproposta, non andrà bene.
Basterebbe anche qui un po' di buonsenso per capire che questa delibera non andrà bene, perché contiene ancora qualche elemento di discutibilità. A nostro avviso, anche questo testo non rispetta il dettato normativo. Questo è il motivo per cui vi diciamo, e lo diciamo nell'interesse dei piemontesi di leggere con attenzione i nostri emendamenti. Non trattateli con la superficialità con cui avete trattato gli altri emendamenti. Leggeteli con attenzione, perché quegli emendamenti consentirebbero, a noi e a tutti voi di modificare la delibera, in modo da chiudere in bellezza questa sceneggiata.
Non siate presuntuosi, raccogliete questi suggerimenti. Lo diciamo nel nostro interesse, così evitiamo di continuare a perdere tempo, perché di questo stiamo parlando in quest'Aula. Chiudiamo questa sceneggiata avvilente e mettiamoci a lavorare su ciò che interessa davvero al Piemonte e ai piemontesi. Ai piemontesi interessano quello di cui abbiamo discusso questa mattina e tante altre questioni, perché hanno urgenza di sentirsi rassicurati e di avere la comprensione di un disegno chiaro rispetto al quale il Piemonte vuole tendere. Mettiamoci a lavorare su ciò che interessa ai piemontesi e al Piemonte e non su ciò che interessa a Matteo Salvini.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Qualche seduta fa, quando abbiamo votato il provvedimento sbagliato della Lega, avevamo capito gli intendimenti già nella discussione generale dei vari Gruppi di quest'Aula. Ed è evidente il posizionamento in questa discussione generale delle minoranze, è altrettanto evidente l'atteggiamento della Lega, ma non riusciamo a capire che intenzioni ha il resto della maggioranza rispetto a questo testo. Rischiamo di chiudere la discussione generale senza un intervento di Fratelli d'Italia e senza un intervento di Forza Italia.
Per noi, questo è un segnale che raccogliamo e mettiamo da parte, per poiché Forza Italia aveva presentato un ordine del giorno utile a un voto favorevole, vorremmo sentire ora cosa farà Forza Italia. Vorremmo un approfondimento in discussione generale, purché se la sentano, ma se non se la sentono non vogliamo nemmeno forzarli, per carità.



PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono altri interventi.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Comunico il ritiro dell'emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Preioni, sostituito dall'emendamento rubricato n. 56) presentato da Preioni, Ruzzola, Marrone: conseguentemente, i subemendamenti all'emendamento rubricato n. 1) sono stati ricollocati sull'emendamento rubricato n. 56).
Il contingentamento dei tempi nella giornata di domani, in base all'articolo 69, comma 6, richiesto da parte del Consigliere Preioni nell'ultima riunione dei Capigruppo, propongo ai Presidenti dei Gruppi di chiudere la sessione attuale del Consiglio regionale e sconvocare la seduta del Consiglio regionale serale, per convocarci domani alle ore 10 in contingentamento dei tempi, per la discussione e l'approvazione degli emendamenti stessi.
Mi pare ci sia l'approvazione, così gli Uffici possono procedere alla verifica e mettere a disposizione di tutti gli emendamenti sulla delibera.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 16.46)



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