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Dettaglio seduta n.30 del 04/11/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 15.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Chiedo scusa, Presidente. Se lei è d'accordo, sarebbe per noi un bene convocare la Conferenza dei Capigruppo per definire un po' le giornate di questa settimana, possibilmente d'intesa con la maggioranza.



PRESIDENTE

Penso non ci siano problemi.
Consigliere Preioni?



PREIONI Alberto

Va bene. Perfetto.



PRESIDENTE

Convoco immediatamente la Conferenza dei Capigruppo in sala A. Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.41 riprende alle ore 16.06)



PRESIDENTE

Possiamo ricominciare la seduta.
Volevo annunciare che nella giornata di venerdì scorso è stato ricoverato d'urgenza il collega e Vicepresidente del Consiglio regionale Franco Graglia, cui auguro pronta guarigione. Porto, penso a nome di tutti, i nostri saluti e quelli degli Uffici, per rivederlo al più presto su questi banchi.
Volevo solo comunicare questo, grazie.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Sicuramente gli farà piacere la vicinanza del Consiglio regionale. Tutti conosciamo il suo attaccamento al proprio ruolo, come quelli ricoperti precedentemente, sia come Amministratore locale sia come Sindaco di Cervere.
Se fosse presente oggi, ricorderebbe che questa settimana a Cervere si terrà la Fiera del Porro.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Chiorino, Cirio, Graglia, Icardi, Ricca e Stecco.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Prima di iniziare la discussione sulle questioni preliminari, come avrà capito, non abbiamo richiesto l'integrazione dell'o.d.g., anche e soprattutto per rispetto all'assenza di alcuni Assessori, così va anche il nostro abbraccio all'Assessore Chiorino, che sappiamo anche lei vivere una delicata vicenda personale.
Per questo, Presidente, le chiederei, in merito alle richieste che abbiamo fatto la scorsa settimana, di rimandarle, appena possibile, in Commissione lavoro. Visto che ci sono alcune crisi, fra cui quella della Mahle e dei question time su crisi BIM, chiederei, se è possibile, di rimandarle in Commissione.
Chiediamo solo questo, senza cambiare l'o.d.g. dei lavori di questa seduta.



PRESIDENTE

Accordato, si rimandano nelle Commissione competenti.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Questioni pregiudiziali e sospensive e questioni preliminari (ai sensi dell'articolo 71 del Regolamento)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio

Grazie, Presidente.
Vorrei porre una questione preliminare che credo interpreti il pensiero di larga parte, per non dire tutto il Consiglio, che riguarda l'intesa raggiunta prima del 1° novembre fra il Gruppo FCA e il gruppo francese Peugeot.
In queste sedute di Consiglio regionale dovremmo occuparci della revisione di una delibera per l'indizione che promuove il referendum abrogativo della legge elettorale. Avevamo già spiegato le ragioni per cui non ritenevamo n giusto né urgente tenere impegnato il Consiglio regionale su un tema di questa natura (oltretutto avevamo anche dato indicazioni tecniche e mi pare che la Cassazione in qualche misura abbia confermato che proprio sprovveduti non eravamo). Ma vengo al merito.
C'è stata un'intesa, che rappresenta sicuramente una prospettiva strategica di grande interesse per il rilancio e il rafforzamento del settore automotive, che sappiamo essere la spina dorsale della nostra Regione, in particolare della sua area metropolitana di Torino.
Ho letto con interesse l'intervista con cui il Presidente Cirio ci informava di un colloquio avuto con il dottor Pietro Gorlier, che conosco personalmente e sono convinto che si adopererà e lavorerà affinché questa intesa dia i massimi frutti possibili anche per gli stabilimenti torinesi oltre che per quelli italiani. In quell'intervista, il Presidente Cirio diceva di aver inteso che i livelli occupazionali non saranno compromessi io ne sono ben lieto, naturalmente - e parlava di messa a disposizione di fondi europei. Mi si permetta la battuta: questi fondi europei ormai sono un po' come il prezzemolo, in ogni incontro, di qualunque cosa si parli, si mettono a disposizione. Tengo a dire che, nella fattispecie, gli unici fondi europei messi a disposizione sono quelli attivati, in un accordo del 2017 con il Ministero per lo sviluppo economico e con le altre Regioni interessate dall'automotive, in cui la Regione Piemonte ha investito nove milioni di euro per un investimento in Piemonte di 94 milioni di euro complessivi, per sviluppare l'ibrido e l'elettrico.
Credo che questo abbia rappresentato un prodromo, non secondario, per la decisione assunta da FCA di sviluppare a Mirafiori la piattaforma elettrica della 500.
Qualche preoccupazione io la nutro perché, quando si fanno gli accordi occorre capire se c'è una preda e un cacciatore, o se è possibile trovare un equilibrio fra le due.
Quando leggo che l'Amministratore delegato sarà il dottor Carlos Tavares Amministratore delegato del gruppo Peugeot, e che in Consiglio d'Amministrazione, su undici componenti, sei sono espressione del gruppo Peugeot e cinque del gruppo FIAT (gli accordi sulle delibere richiedono i due/terzi), qualche preoccupazione strategica mi viene.
Mi vengono preoccupazioni specifiche. È evidente che questo accordo giusto, che bisogna assolutamente portare avanti e che dipenderà da come si svilupperanno i Tavoli su cui si comincia a lavorare oggi, allontanerà la direzionalità storica della FIAT, ancora di più da Torino. Quale futuro avranno, per esempio, gli Enti centrali? La piattaforma elettrica, su cui abbiamo investito, resterà una delle piattaforme elettriche di base per il futuro del nuovo Gruppo? Ricordo un Consiglio regionale aperto straordinario sul vecchio programma d'attuazione degli investimenti del Gruppo FCA.
Credo che questo tema, sopraggiunto nei giorni scorsi, meriti di essere discusso in questa sede prima della deliberazione sull'indizione del referendum.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chiamparino.
La parola al Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Per la verità, avevo alzato la mano, perché intendevo ancora intervenire sulla pregiudiziale posta dal collega Avetta. Volevo sapere se era possibile farlo.



PRESIDENTE

Sì, prego.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Il collega Avetta ha posto una questione molto seria, colpendo al cuore il problema.
Ci siamo trovati in quest'aula qualche settimana fa e abbiamo trascorso alcune piacevoli mezze giornate insieme, nelle quali abbiamo svolto una legittima attività ostruzionistica rispetto alla delibera sul quesito referendario, abrogativo della parte proporzionale della legge elettorale ma in quell'iter ostruzionistico abbiamo inserito argomentazioni che di ostruzionistico avevano ben poco: abbiamo rilevato e sottolineato più volte come quel testo forse inadeguato dal punto di vista, innanzitutto, della legittimità e quindi non coerente con la finalità che veniva posta. In modo particolare, avevamo sottolineato che mancava l'indicazione, come ha detto bene il collega Avetta, delle norme che s'intendono abrogare e che se queste norme fossero state inserite espressamente per esteso, l'elettore si troverebbe, qualora il referendum fosse ammesso, con un "lenzuolo" lungo cinque o sei metri; lenzuolo che avevamo steso anche qui al centro dell'aula.
Ebbene, la Corte di Cassazione ha rimandato indietro quella delibera, ed è questo l'oggetto della discussione di oggi, dicendo esattamente quello che avevamo detto noi e cioè che quella delibera va integrata, così come adesso ci è pervenuta (per la verità, poi ancora emendata, eccetera), con l'indicazione espressa delle norme che s'intendono abrogare.
Inoltre, risulta evidente un ulteriore elemento: l'eterogeneità del quesito. Perché uno dei due aspetti fondamentali affinché un quesito in materia di legge elettorale possa trovare accoglimento ed essere sottoposto al vaglio dei cittadini è proprio il fatto che sia un quesito omogeneo cioè che vada a colpire una norma o delle norme coerenti e specifiche e che, all'esito del referendum, nel caso in cui venga accolto, un'ora dopo sia possibile andare a votare e quindi, non ci sia alcun vuoto legislativo.
Ribadiamo ancora una volta che, a nostro parere, queste due caratteristiche fondamentali per poter ammettere il referendum non ci sono.
Quindi, l'invito del collega Avetta a sospendere il Consiglio, a non deliberare su questo argomento, a fare ancora degli approfondimenti - che se fossero già stati fatti in allora, non saremmo stati qui una settimana a discutere e, soprattutto, non ci ritroveremo nuovamente a discuterne credo debba essere preso in considerazione, per evitare ulteriori brutte figure.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Giaccone, sulla pregiudiziale posta dal Consigliere Chiamparino.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Anche per il nostro Gruppo è rilevante la questione sollevata dal Presidente Chiamparino: oggettivamente ci troviamo di fronte a una scelta che può condizionare in maniera pesante, nel bene e nel male, il futuro della nostra Regione più ancora di quello di altre. FCA di accordi ne ha ipotizzati diversi, ora arriviamo a questo; ma la preoccupazione di tutti già ben espressa dal Presidente, è quella di capire quali rapporti di forza ci saranno tra i due attori in campo. È chiaro che a seconda di dove penderà la bilancia ci sarà spazio sia per l'occupazione sia per lo sviluppo e per le prospettive non solo della singola casa automobilistica ma anche dei territori in cui questa è nata, cresciuta e sviluppata.
Sappiamo che il nostro territorio è fortemente legato alla produzione dell'automotive e che ancora adesso sono numerosissime le aziende che dipendono da questo tipo di produzione. È chiaro che non tutti sono riusciti a diventare dei player globali, che riescono a competere a livello internazionale e, quindi, molti di questi ancora hanno bisogno di trovare prospettive a livello locale.
Riprendendo la composizione, che il Presidente Chiamparino ha già sottolineato, sia all'interno del Consiglio d'Amministrazione sia soprattutto, per quanto riguarda l'Amministratore delegato, è chiaro che qualche perplessità e qualche legittima preoccupazione possono nascere, non solo all'interno di questo Consiglio regionale, ma anche per tutti i cittadini del nostro territorio.
La richiesta è che il Presidente Cirio si faccia latore e interprete di questa preoccupazione e che riesca a chiarire e rassicurare al più presto sul modo in cui la produzione e le prospettive future frutto di questa fusione saranno organizzate; è chiaro che non solo per questo Consiglio e per noi tutti Consiglieri ha una grossa rilevanza, ma anche per tutti i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente. Pensavo di intervenire sulla questione posta dal Consigliere Chiamparino, che lui ha definito come preliminare. In realtà, è una vera e propria pregiudiziale rispetto alla trattazione del tema di questa delibera bis, di questo rifacimento della delibera in Consiglio regionale; c'è un mondo qui dentro, che è il mondo della politica, il mondo del Palazzo - da una parte la Giunta regionale e dall'altra il Consiglio le Commissioni e l'Aula - e poi c'è un mondo fuori che va avanti e che presenta quotidianamente delle questioni di cui la politica, per quanto possibile, si dovrebbe occupare o, se non può intervenire direttamente - la politica non può far cambiare idea ad un'azienda piuttosto che ad un'altra tanto meno a FCA - comunque deve fare degli approfondimenti per valutare eventualmente interventi che, quelli sì, sono di competenza della politica regionale.
È chiaro che una prospettiva come quella di una possibile (ormai quasi certa) fusione tra FCA e il Gruppo PSA pone questioni già rilevate ed è chiaro che il nostro impegno è quello di fare quanto possibile per mantenere, da un lato, i livelli occupazionali nella nostra regione e dall'altro, di guardare sicuramente con interesse ad un'operazione del genere, nei limiti in cui può garantire un mantenimento e possibilmente un miglioramento dei livelli occupazionali nella nostra regione, ma soprattutto una prospettiva di lungo termine che faccia sì che ciò che viene prodotto - si spera in misura anche maggiore - nella nostra regione vada ad incontrare il favore del mercato. Siamo davanti a quello che, per noi, oggi, è un bivio dal punto di vista tecnologico, rispetto al quale in Italia si arriva un po' in ritardo. Altri Paesi hanno già preso una strada ben precisa.
Questo è il momento in cui, anche da parte nostra e del nostro Paese, si deve prendere una strada ben precisa, che mi rendo conto confligga con alcune delle istanze che abbiamo sentito proporre in quest'aula; ad esempio, andare a togliere il bollo ad auto che hanno 300 cavalli e che fanno 170 grammi di CO2 al chilometro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Intervengo sulla questione posta dal Presidente Chiamparino, che evidentemente non vuole essere una questione posta per allungare i termini della discussione di questo disegno di legge di riforma elettorale voluto da Salvini, ma è una questione vera ed assolutamente importante per la nostra Regione. Infatti, mentre noi siamo nuovamente a discutere dei correttivi da apporre al disegno di legge per la richiesta di referendum fuori un'importante fusione tra due colossi del mondo automobilistico Peugeot, il Gruppo PSA e FCA - andrà inevitabilmente ad impattare sulle dinamiche industriali e sul futuro industriale della nostra Regione.
Quindi, è importante discutere prima di tutto di questo, per capire i dettagli ed i contenuti di questa fusione, che può essere un volano per il nostro territorio, perché può creare nuove opportunità anche per tutta la filiera dei fornitori e di tutte le aziende che lavorano nel settore automotive, che è una storica realtà del mondo piemontese e, in particolare, della provincia di Torino. D'altro canto, però, deve essere guardata con attenzione nelle ricadute occupazionali e nelle ricadute del piano investimenti annunciato da FCA sul nostro territorio e che oggi deve essere aggiornato e monitorato.
A noi spiace dovere essere qua a discutere di un referendum che non interessa la vita dei piemontesi quando all'esterno si verificano operazioni industriali importanti, che impattano sul territorio, sulle quali dovremmo discutere, capire ed approfondirne meglio le ricadute economiche ed occupazionali.
La richiesta di preliminare e pregiudiziale è assolutamente da sostenere per fare in modo che il nostro territorio possa conoscere nei dettagli questo piano di fusione e possa coglierne tutti gli aspetti positivi, e capire come il Presidente Cirio intenda impegnare i fondi europei che ha a disposizione. Noi gli abbiamo chiesto più di una volta una comunicazione in III e in VI Commissione (industria, cultura e turismo). A questo punto l'invito lo rivolgiamo anche in Aula e attendiamo che i Presidenti delle Commissioni possano calendarizzare questa audizione del Presidente per discutere insieme, anche alla luce di questo nuovo scenario, come si intendono investire i fondi europei che, lo ricordiamo, sono l'unica importante risorsa economica che il Piemonte ha a disposizione per lo sviluppo industriale del territorio. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente. Come lei sa siamo stati molto critici per la scelta di FCA di disertare il confronto in quest'aula. Il Governo scorso aveva preso a pretesto i bonus malus, per sfuggire ad un confronto che tutto il territorio piemontese chiedeva, a partire dal suo capoluogo produttivo, che è ancora Torino e, soprattutto nell'indotto, la provincia di Torino. Come non essere preoccupati delle cose che ha poc'anzi detto il già Presidente Chiamparino? Anche perché il punto non è solo che siamo davanti ad un colosso europeo - parliamo di 80 mila dipendenti solo in questa parte del Vecchio Continente, e di quasi 220 mila dell'indotto, ma parliamo di 23 insediamenti produttivi proprio nel cuore della vecchia Europa, che oggettivamente iniziano a gettare un po' in allarme anche le relazioni industriali dei vari gruppi.
Banalmente, basta esaminare il quadro italiano di FCA: metà di questi stabilimenti sono ancora produttivi (o, meglio, non sono in cassa integrazione). Metà dei siti torinesi, soprattutto quelli di Mirafiori sono ancora in attesa della rigenerazione, anche in vista dell'arrivo dell'elettrico. Ma, a prescindere da questo aspetto, tali siti potrebbero produrre un milione e mezzo di auto, e oggi ne producono solo la metà.
Presidente, glielo diciamo con tutta la benevolenza del caso: credo che alle poche e scarne parole del Presidente Cirio e all'entusiasmo di fondo che abbiamo sentito trapelare dai banchi della maggioranza bisognerebbe come minimo, affiancare una richiesta, che, tra l'altro, in questo caso, va verso un Governo che non è nemico.
È incredibile, però, che un fatto di tale portata venga vissuto come un'intesa fra privati. Sarà che i francesi sono abituati, come in Germania a trattare diversamente la "cosa privata" che, in qualche modo, ha degli interessi pubblici; sarà che la discussione di questo tipo di fusione era già ampiamente metabolizzata negli altri Paesi europei; sarà che anche la vicenda della sede fiscale e legale purtroppo è stata assorbita molto in fretta anche in questo Paese (tant'è vero che già la fusione con la Chrysler aveva allontanato soprattutto le sedi legali e fiscali dall'Italia); ma a noi piacerebbe - lo diciamo in questi pochi minuti - che questo Consiglio almeno si dotasse di un'ampia discussione per i prossimi anni.
Anche perché l'esigenza di accorciare il gap tecnologico, soprattutto nel campo dell'elettrico, della guida senza pilota, delle auto condivise, o il fatto di installare proprio a Torino parte del cuore di questa nuova sfida, spero che sia non solo nell'interesse di questa maggioranza, ma, in generale, della Regione Piemonte.
Per questo motivo, con tali questioni pregiudiziali chiediamo di utilizzare il tempo necessario nei prossimi giorni per rendere delle comunicazioni su questa fusione e per fare quello che non siamo riusciti a fare negli scorsi mesi: convocare il Governo, farlo in questo territorio se è possibile, e aprire un confronto su questa fusione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato, per illustrare una nuova questione pregiudiziale; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente e buon pomeriggio a tutte e a tutti.
Vorrei porre una questione sia dal punto di vista politico, che dal punto di vista tecnico. Perché durante la scorsa discussione è passata un pochettino in sordina l'approvazione di due ordini del giorno allegati alla proposta di delibera di modifica della legge elettorale tramite il referendum.
Non so se si ricorderà, ma nel mio ultimo intervento avevo posto una questione di metodo e una di tipo tecnico, per capire come due ordini del giorno posti da due forze politiche di maggioranza (Fratelli d'Italia e Forza Italia) si potessero conciliare con il testo di modifica della legge elettorale mediante referendum avanzato dalla Lega.
Tra l'altro, uno dei due testi presentava, a mio avviso, anche un vizio di forma, perché sostenere che un Governo non è eletto dal popolo è quantomeno ovvio. Per cui, sorvolando sui contenuti delle premesse e delle considerazioni, le richieste erano differenti.
Ricordo anche che uno di questi ordini del giorno, quello protocollato da Forza Italia, era stato proposto proprio perché Forza Italia - peraltro abbiamo visto prima il Presidente Cirio, per cui avrei voluto anche un chiarimento al riguardo dal momento che durante la scorsa discussione non era stato presente per spiegare le motivazioni di questo atto di indirizzo non era tecnicamente convinta del contenuto della delibera.
Se ricordo bene, infatti, in alcune Regioni proponevano di astenersi poi, dopo questo "magico" ordine del giorno che ha cambiato le sorti dell'approvazione della delibera, tutti i partiti di maggioranza hanno deciso di convergere sull'approvazione.
Tutto questo, però, è passato in sordina.
Adesso ci viene proposto di modificare questa delibera, sui cui vizi di forma ci eravamo già espressi: li avevamo sottolineati, avevamo proposto degli emendamenti al riguardo, che sono stati bocciati; era stato portato all'attenzione della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione un testo pieno di vizi, e ora questo testo ritorna in Aula.
Ma ciò che volevo capire è come si sono conciliati, alla fine, questi ordini del giorno nel testo della delibera; ordini del giorno che, appunto proponevano - uno - di mantenere una quota proporzionale, e l'altro il presidenzialismo.
Volevo quindi capire come sono stati risolti tutti questi dubbi da parte della maggioranza e comprendere perché gli ordini del giorno non vengono riproposti in sede di discussione della modifica di questa delibera. Cioè ci siamo dimenticati di tutto quello che è successo la volta scorsa? Ci siamo dimenticati di tutte le questioni che sono state poste oltre che per i contenuti anche per la forma? Penso, dunque, che sia quantomeno utile chiarire questa situazione che, oltre ad essere di tipo tecnico, è anche di tipo politico. Perché se tre forze politiche dalla stessa maggioranza propongono tre testi, di cui due ordini del giorno che dicono tutto e il contrario di tutto - qualcuno vuole mantenere la quota proporzionale, qualcun altro la vuole abolire qualcuno propone delle riforme alla Costituzione - chiariteci le idee prima di andare avanti su questo provvedimento! Altrimenti, i dubbi continueranno ad aumentare e, magari, questo testo verrà cassato altre volte per altri problemi. Io questo non lo so, ma spero di non dover tornare per l'ennesima volta in Aula, mettendo in secondo piano i problemi dei cittadini e delle cittadine piemontesi per trattare, magari, di nuovo altri vizi di forma contenuti in una delibera piuttosto che negli ordini del giorno.
Ritengo, quindi, che vi dobbiate chiarire le idee e che si debbano fugare tutti i dubbi, anche dal punto di vista politico: qual è la posizione all'interno della maggioranza dei diversi partiti? Perché, a quanto pare, non si va tanto unitamente su questo referendum! Inoltre anche dal punto di vista tecnico, mi chiedo se non sia il caso di riaprire una discussione su quegli ordini del giorno che erano stati allegati al testo della delibera. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri su questa pregiudiziale sollevata dalla Consigliera Disabato, perché, in effetti, riprendendo la discussione sul quesito referendario che abbiamo discusso e avete approvato a fine settembre, non compare più l'ordine del giorno approvato insieme a quel quesito referendario. Già allora avevamo cercato di spiegarvi e volevamo convincervi del fatto che non si poteva fare un quesito referendario in chiave maggioritaria e poi presentare un ordine del giorno che inseriva un temperamento proporzionale della stessa legge elettorale. Ma tant'e, era stato un tentativo di ricomporre il centrodestra attorno a questa delibera e quindi, giustamente, siete andati avanti e l'avete approvata. Anche se poi, in quell'ordine del giorno, si prevedeva il deposito di una proposta di legge al Parlamento da parte del Consiglio regionale che, ad oggi, non è ancora stata depositata - e probabilmente non è stata ancora scritta.
Già allora questo ordine del giorno non ha avuto alcun esito e una conseguenza effettiva e concreta nell'attività legislativa del Consiglio.
Oggi ci troviamo a discutere dei correttivi che chiede la Cassazione che vanno a correggere, sempre in chiave maggioritaria, alcuni errori fatti nella precedente stesura, ma non viene riproposto l'ordine del giorno.
A noi interessa capire di che cosa stiamo discutendo. Se discutiamo entrambi i temi che abbiamo approvato a fine settembre in quest'aula o se stiamo discutendo soltanto di una parte. Se fosse così, vogliamo capire come si comporta una parte del centrodestra che aveva trovato in quell'ordine del giorno la sintesi per sostenere e approvare questa proposta di referendum.
Questa è una questione veramente preliminare perché ci permette di contestualizzare la discussione e il dibattito che stiamo per affrontare in discussione generale e farlo non solo sull'atto depositato, ma proprio su contenuti a 360 gradi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

E' chiaro, Presidente, che anche noi siamo perplessi, insieme a tutta la coalizione, rispetto al tema che ha argutamente introdotto la Consigliera Disabato.
Non è la prima delle contraddizioni che verifichiamo in questo percorso che dovrebbe portare, la Regione Piemonte e le altre cinque Regioni e, di conseguenza, l'intero Paese, verso un referendum che ha per oggetto la legge elettorale.
Le perplessità lungo il percorso sono state parecchie, abbiamo segnalato quelle relative alla lunghezza del quesito e le abbiamo segnalate in maniera plastica, con foto che sono ritratte anche dai giornali. Quel tipo di sottolineatura e quel tipo di segnalazione - anche se, in quel momento fatta in maniera più leggera e ironica - in realtà coglieva nel punto la debolezza della proposta. Proprio sulla lunghezza di quel testo, la Corte di Cassazione ha avuto da dire e l'oggetto del respingimento era legato alla dimensione.
Abbiamo fatto anche altre considerazioni e altre segnalazioni legate alla nostra preoccupazione rispetto all'incostituzionalità del quesito stesso ma, a quel punto del percorso e a quel passaggio, non siamo ancora arrivati. Aspettiamo quale potrà essere il successivo giudizio.
Il problema sollevato dalla Consigliera Disabato sta ancora a monte, come a dire: ma questa maggioranza è d'accordo su quello che vuole fare? Una volta che non è d'accordo, possiamo dimenticarci del fatto che ha manifestato con atti pubblici di non esserlo? Se c'era un elemento che sottolineava il desiderio, da parte di componenti della maggioranza, di introdurre una impostazione proporzionale al documento finale, questo era già in contraddizione con gli intendimenti originari di chi aveva pensato il quesito, ma poi è stato successivamente dimenticato.
Quello che giustamente viene sottolineato da chi per prima ha intuito la contraddizione è dire: ma che cosa vogliamo fare? Dove stiamo andando? Ci sono diversi elementi di dubbio, ma questo è ancora precedente. Prima ancora di entrare nel percorso ci si domanda: ma tutti gli atti e gli ordini del giorno che vengono sollevati possono essere dimenticati anche quando sono in evidente e palese contraddizione con il percorso che questa maggioranza si sta dando? Mi sembra più che legittima e più che sostenibile e solida la pregiudiziale avanzata dal Movimento 5 Stelle e ne sottolineiamo la valenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Direi che potrei chiedere i danni alla maggioranza perché mi avete rovinato parte del titolo della vostra legge. Non è un Papetellum, ve lo ricordo, ma era un Papetellum corretto Forza Italia", nel senso che, oggettivamente, si erano uniti i nostri dubbi, soprattutto sull'applicazione del campo proporzionale, ovvero il fatto di eliminare totalmente la parte proporzionale che ci avrebbe portato ad una rimodulazione falsata dei Collegi. Tra l'altro, contrariamente al nostro impianto costituzionale, il Papetellum corretto nasce proprio dal fatto che la maggioranza ha pensato che bastasse un ordine del giorno per dire "sì, facciamo il referendum anche se non si regge del tutto in piedi, ma abbiamo fatto un ordine del giorno in Consiglio per dire che poi lo modificheremo così".
Peccato che anche in questo caso c'è un dettaglio: anche qualora il Governo accettasse di voler rivedere successivamente, non c'è nessun obbligo da parte del Governo italiano di prendere quello che esce da un referendum e rinormare in tempi utili con la rimodulazione dei Collegi. Per questo fa sorridere il fatto che sia scomparsa questa correzione.
E' chiaro ormai a tutti che la sfida di Salvini era più che altro mettere una pistola alla tempia del Parlamento per vedere, magari, una legge elettorale fatta in fretta e furia prima della sessione referendaria della prossima primavera. Vi suggeriamo un'altra cosa (così come sono arrivati i rilievi sul testo di questa delibera già oggi, e non sono ancora rilievi costituzionali, facciamo un'altra predizione, perché ormai siamo pre cognitivi, visto che il collega Preioni ci ha dato questo nuovo compito cioè capire dove andrete a sbattere): crediamo che, dopo questa seconda deliberazione, ci sarà un altro stop proprio da parte della Corte Costituzionale, che vi spiegherà che non c'era bisogno dell'ordine del giorno, perché ci sarebbe stato bisogno di non depositare un testo che non si regge da nessun punto di vista, né costituzionale né di impianto elettorale.
Pertanto, a prescindere dalle vostre intenzioni, all'inizio del prossimo anno scoprirete che abbiamo perso tantissimo tempo, che poteva essere utilizzato per approvare leggi utili per il Piemonte ed anche per un diverso lavoro di quest'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi, per una nuova pregiudiziale.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Anch'io sono qui a porre un'altra questione che, dal nostro punto di vista andrebbe assolutamente affrontata prima di continuare il dibattito su quanto oggi previsto all'o.d.g.
Si tratta di quello che è stato descritto e raccontato dall'opinione pubblica sui giornali come lo scandalo legato alla "Sereni Orizzonti". C'è un'accusa, su cui sta indagando la Magistratura, secondo cui ci sarebbe un soggetto che ha truffato diverse Regioni, tra cui il Piemonte, per un totale di circa 10 milioni di euro, dei quali circa un milione a danno della Regione Piemonte.
Ritengo che questa Regione abbia il compito di approfondire con urgenza e cercare di capire cosa sta succedendo e cosa è successo all'interno delle strutture convenzionate, che la Regione Piemonte sostiene grazie ai soldi dei contribuenti. Dobbiamo fare questo per almeno tre ragioni di fondo. La prima, è legata al diritto dei pazienti, degli utenti di queste strutture di ricevere un servizio il più dignitoso e qualitativo possibile, perché se dovesse essere dimostrata una truffa, che si fondava, tra le altre cose anche sul fatto di sfruttare i lavoratori - su cui tornerò dopo - questo significa che le persone ospiti di queste strutture hanno ricevuto un servizio più scadente, con meno personale e, quindi, più stressato.
Questo noi non lo possiamo permettere, prima di tutto perché parliamo di persone fragili, che hanno bisogno di maggiore sostegno e non di meno sostegno (approfittare di esse è ancora più grave, se mai potessimo stilare una graduatoria di questi comportamenti); inoltre, perché si tratta di contributi pubblici.
Il secondo aspetto è che noi abbiamo l'obbligo di chiederci: se è accaduto questo (lo proverà l'accusa, l'inchiesta della Magistratura), noi dobbiamo come abbiamo fatto nella scorsa legislatura, per esempio con Finpiemonte capire se i nostri meccanismi di controllo funzionano e sono efficaci. Lo dobbiamo fare, perché dobbiamo evitare che situazioni di questo genere arrivino alla Magistratura. È compito della politica, quando scopre che esistono delle criticità anche potenziali, indagare per intervenire e magari migliorare i sistemi di controllo.
Infine, c'è il tema dei lavoratori (lo cito per ultimo, ma non è il meno importante), perché se la truffa avveniva sfruttando i lavoratori, un Paese che, fino a prova contraria, è fondato sul lavoro, non può accettare questo fatto, anzi su esso deve vigilare.
Presidente, noi questo tema l'abbiamo affrontato anche nella scorsa legislatura: ci sono almeno due appassionati interventi del già Consigliere Barazzotto (si possono trovare negli archivi del Consiglio), perché erano già emersi dei casi che non riguardavano l'ipotesi di truffa, ma di maltrattamento. Pertanto, ritengo ci siano tutti gli elementi per avere un'attenzione alta su questa situazione, non soltanto sul caso specifico ma in generale sul sistema.
Mi lasci chiudere, Presidente, dicendo che stiamo riunendo una Commissione d'indagine su casi che non hanno riguardato il Piemonte, soltanto perché in altre Regioni si era fatta un'ipotesi, fra l'altro anche molto ridimensionata, anzi smentita proprio dagli organi della Magistratura. Qui invece, abbiamo un caso che riguarda il Piemonte in maniera forte e sostanziale e non ce ne stiamo occupando.
Credo che questo Consiglio regionale debba aprire un'indagine perlomeno conoscitiva, per capire come funziona il sistema, quali sono i meccanismi di controllo che noi mettiamo in atto e interrogarsi per comprendere se è necessario intervenire e renderli più efficienti.
Questa è una priorità rispetto alla deliberazione sul referendum.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
La parola al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Presidente, riprendo l'intervento del collega Rossi, che ha voluto puntualizzare l'aspetto e la valenza anche sociale di un fenomeno di questo genere, per ricordare alcuni numeri collegati all'evento.
La "Sereni Orizzonti" è una holding che opera in diversi Paesi europei; ha addirittura 90 strutture tra Italia, Spagna e Germania, 5.600 ospiti e 3.000 dipendenti. Ci troviamo, quindi, di fronte ad un attore dello scenario sanitario che ha una rilevante importanza sia per la sua distribuzione sia per la sua forza e il suo impatto sui sistemi sanitari delle diverse regioni.
In questo periodo, tale struttura è stata accusata dalla Guardia di Finanza di aver fatto rendicontazioni non veritiere alle ASL per 10 milioni, quindi una truffa ai danni dello Stato.
Non siamo l'unica Regione coinvolta in questa vicenda, per quanto il Piemonte sia, con 35 strutture, la regione nella quale la "Sereni Orizzonti" è più radicata, ci sono altre Regioni per le quali si presume che, fino a quando non saranno concluse le indagini e ci sarà il giudizio avranno subìto altrettanti danni. Mi riferisco al Friuli-Venezia Giulia, al Veneto, all'Emilia Romagna, alla Toscana e alla Sicilia: Regioni che hanno una rilevanza, dal punto di vista di esempio dei vari sistemi sanitari regionali e italiani, di grosso peso.
La questione particolarmente antipatica, oltre al fatto che qualunque singolo euro frodato alle casse pubbliche è comunque un euro perso ed è comunque un delitto da condannare, è che, sì, sono stati frodati dieci milioni, ma sono stati frodati soldi che derivavano dalle tasche di tutti noi, dalle tasche di tutti i cittadini piemontesi che magari, pagando le tasse, devono rinunciare, non solo ai loro beni primari, ma anche proprio a elementi di cura.
Il secondo aspetto particolarmente antipatico è che sembrerebbe che questo genere di speculazione abbia prodotto un servizio inferiore agli utenti ricoverati. Pertanto, c'è il doppio aspetto antipatico, perché i danni sono stati arrecati a persone anziane, a persone in difficoltà e, soprattutto, a persone non in salute a cui, quindi, è mancato il loro bene più caro.
Per questo motivo, la questione viene posta ancora prima di entrare nei ragionamenti riguardanti il quesito referendario.
Non dimentico ancor di più - terzo elemento particolarmente antipatico che ci troviamo di fronte a una holding che incrementa del 17% il suo utile e che ha un fatturato di 200 milioni di euro. Ci troviamo di fronte a una realtà enorme distribuita, come ho descritto, in maniera ramificata in Europa e in Nord e Centro Italia.
E' chiaro che tutti questi elementi ci fanno fortemente preoccupare e ci richiamano a sollevare la questione prima ancora di intraprendere altri ragionamenti sui quesiti referendari riguardo ai sistemi elettorali del nostro Paese.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sul tema, essendo un tema che ho portato recentemente all'attenzione dell'Aula durante un'interrogazione a risposta immediata.
E' un tema che sicuramente riguarda da vicino le competenze regionali ed è un tema che ci tocca per diversi aspetti. Della "Sereni Orizzonte" abbiamo sentito parlare nel corso degli anni, in primis per episodi di violenza legati a strutture gestite da questa società. Ricordiamo, in particolare quelli nella struttura di Borgo d'Ale, che nel 2016 portarono ad arresti e licenziamenti in massa.
Ci sono poi altri dati preoccupanti, proprio relativi alla frode fiscale: la Guardia di Finanza di Biella, con il supporto dell'INPS e degli Ispettori del lavoro, ha rilevato gravi irregolarità, poi denunciate anche attraverso i media, per 311 dipendenti. Parliamo sia di infermieri sia di OS.
In questo caso non era stato rispettato l'inquadramento contrattuale dei dipendenti, quindi alla frode fiscale si aggiunge anche il trattamento non adeguato del personale. Per cui, possiamo anche immaginare la predisposizione d'animo che il personale aveva nell'operare in queste strutture, senza avere adeguato inquadramento.
C'è poi un altro aspetto preoccupante, che forse è il più preoccupante.
Dalle intercettazioni telefoniche, anch'esse riportate dai giornali, emerge la volontà di comprimere tutti i costi comprimibili. In questo caso parliamo in particolare dei servizi per i pazienti ricoverati e sentiamo parlare di pasti che possano arrivare a un costo massimo di due euro e 99 ciascuno. Per cui possiamo immaginare quale possa essere il livello di questo servizio erogato agli ospiti delle strutture.
Ci sono diversi aspetti con i quali la Regione deve sicuramente confrontarsi nel suo ruolo di Ente preposto a controllare l'attività di questi soggetti che operano in campo sanitario e assistenziale. Sono soggetti privati, quindi la Regione dovrebbe essere garante della qualità di questi servizi e garantire che si svolgano nel modo più adeguato, senza andare a danneggiare i destinatari, che normalmente sono persone che già si trovano in una condizione di difficoltà.
E' un tema che sicuramente va affrontato e va affrontato ad ampio spettro quindi tenendo anche conto di tutte le competenze che la Regione ha in merito, anche relativamente all'accreditamento che siamo tenuti a dare alle strutture.
Noi crediamo sia assolutamente un tema che dovrebbe avere importanza prioritaria rispetto a qualsiasi altra discussione che si possa svolgere in quest'Aula, ivi inclusa quella che stiamo affrontando per la seconda volta in questi giorni, con grande spreco di tempo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Solo per sostenere la richiesta preliminare del collega Rossi. Provo a esplicitare ed espandere un po' il ragionamento, in particolare su un suo passaggio, prettamente politico. Ci ritroviamo a discutere di questioni che riguardano in parte i piemontesi, quando abbiamo visto come avete affrontato alcuni temi su cui proprio i piemontesi non avevano elementi di coincidenza e di incidenza rispetto ad alcune tematiche finite sui giornali, auspicando indagini e altro che sul Piemonte non c'era. Vedi il caso di Bibbiano.
Per questo motivo, ci sembra veramente inopportuno, con un potenziale rischio di truffa pari a due milioni di euro, come ha detto il collega Rossi, che questo Consiglio non intenda porre tempo e attenzione ad una discussione su un tema che coinvolge il Piemonte, anche se dovremo capire in che termini.
Troviamo davvero imbarazzante continuare a discutere della modifica del dispositivo del referendum sull'abrogazione della parte proporzionale della legge elettorale e non discutere su questo caso. Lo dico perché abbiamo Assessori che finiscono sui giornali per andare a far visita ad alcune comunità e poi non c'è l'attenzione di discutere di questi temi. Davvero lo troviamo un po' imbarazzante.
Pertanto chiediamo di stoppare questa discussione per aprirne un'altra un po' più attinente al Piemonte e ai piemontesi e anche ai 2 milioni di euro eventuali, che potremmo utilizzare in maniera diversa nel bilancio.
Oggi si è parlato di un ammanco di 6/7 milioni, per coprire alcune risorse per i piemontesi e potremmo già discuterne, nell'eventualità di ricevere quei fondi rispetto a un eventuale risarcimento dei prossimi anni e su come costruire un fondo utile per le fasce più deboli.
Chiediamo alla maggioranza di pensarci, di ripensarci e, scusate, di ri ripensarci, visto che è la seconda volta che ci troviamo in quest'aula a discutere della deliberazione sull'approvazione del referendum e di provare a costruire dei contenuti un po' più "piemontesi" visto che, come avete sempre detto, "prima i piemontesi" e poi tutto il resto.
Occorre discutere di molti temi che vi stiamo proponendo nuovamente probabilmente, però voi non avete bisogno di discuterne, perché pensate ad altro.
Grazie, Presidente, per la parola e grazie, per l'attenzione. Speriamo che queste parole possano far accendere un barlume di luce all'interno dalla maggioranza in favore di un cambiamento in questo senso.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ravetti, sull'ordine dei lavori.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione anche della presenza del Presidente Cirio per intervenire sull'ordine dei lavori.
Intanto, vorrei formalizzare la richiesta di Comunicazioni in Aula quando sarà possibile, magari la prossima settimana, sul futuro di FCA.
Credo sia fondamentale nel dibattito non soltanto torinese, ma anche piemontese e nazionale.
L'altra questione, Presidente, chiedo in maniera insolita e me ne rendo conto, facendo girare tra i Capigruppo quest'ordine del giorno sulla crisi ILVA - ArcelorMittal, la possibilità oggi in Aula, se siamo tutti d'accordo, di votare un impegno per la Giunta e l'Assessore, ma senza discussione e senza tirarla per le lunghe, perché non è il tentativo di fare ostruzionismo. Vorremmo impegnare la Giunta e l'Assessore ad attivarsi con urgenza, affinché il Governo nazionale convochi immediatamente i vertici di ArcelorMittal per individuare soluzioni che interessano particolarmente Novi e Racconigi, ma anche tutta l'Italia.
Credo che sia un buon modo per questo Consiglio regionale di essere vicini ai lavoratori e alle paura che inevitabilmente provano gli stessi in queste ore.



PRESIDENTE

Grazie.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno sull'ILVA verifichiamo, nel proseguo dei lavori, l'inserimento del punto su FCA o sulla cosiddetta "ex FIAT". Valuteremo le modalità nella prossima Capigruppo per la più ampia discussione possibile e valutazione del caso.
Riprendiamo l'esame delle pregiudiziali; ci eravamo fermati sulla pregiudiziale Rossi.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 17, inerente a "Integrazione della formulazione del quesito referendario di cui alle precedenti deliberazioni del Consiglio regionale n. 6-21071 e 7-21072 del 26 settembre 2019"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 17, di cui al punto 2) all'o.d.g.
È aperta la discussione generale.
Essendo superate le ore 19 ed essendo intercorse già discussioni in merito alla delibera, posticiperei la discussione generale nella giornata di domani, dopo le ore 15, dopo il Consiglio aperto.
Il Consiglio regionale delle ore 20.30 è sconvocato.
Ricordo a tutti che siamo convocati domani mattina alle ore 10 per il Consiglio regionale aperto.
Buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.07)



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