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Dettaglio seduta n.3 del 09/07/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 14.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo Ricca.
Non è presente l'Assessore Marnati.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Presidente della Giunta Regionale

Illustrazione, da parte del Presidente della Giunta regionale, del programma di governo per la legislatura (ai sensi dell'articolo 50 dello Statuto) e relativo dibattito


PRESIDENTE

Procediamo con l'illustrazione, da parte del Presidente della Giunta regionale, del programma di governo per la legislatura (ai sensi dell'articolo 50 dello Statuto) e relativo dibattito, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana odierna il Presidente della Giunta regionale Cirio ha illustrato il programma di governo per la legislatura ed è iniziato il relativo dibattito.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questa mattina abbiamo sentito le dichiarazioni del Presidente Cirio con le linee di mandato. Abbiamo sentito anche diversi interventi da parte dei Capigruppo e da parte di un Consigliere regionale. Tra i tanti temi abbiamo sentito anche quelli che hanno dominato, in qualche modo: la campagna elettorale. Una campagna elettorale che, per ovvi motivi Presidente Cirio, abbiamo fatto insieme giacché abbiamo affrontato come avversari, io lei, il Consigliere Chiamparino e l'altro candidato Boero una campagna elettorale che ci ha visto confrontarci parecchie volte sui temi più importanti. Temi che tornano un po' alla mente oggi, anche pensando all'intervento che ha fatto il Presidente.
Il primo tema che volevo sottolineare è quello delle regole del gioco, le regole con le quali si arriva qui. È indubbio che sia necessario rivedere la legge elettorale regionale. I cittadini, direttamente, hanno eletto in Consiglio regionale, con il voto di preferenza, tre donne: due siedono al mio fianco e poi ne sono entrate altre quattro perché erano nel listino del Presidente Cirio.
È indubbio che c'è un problema con la rappresentanza di genere. Noi ribadiamo la richiesta che abbiamo fatto nella prima Conferenza dei Capigruppo, che rispondeva anche a un impegno preciso che ho preso per la prima volta in campagna elettorale quando sono andato nei territori a nord del Piemonte. La prima volta che sono andato a Domodossola ho riconosciuto e riconosco, che c'era un problema di rappresentanza anche dei territori del Piemonte. Si faccia la nuova legge elettorale che dia una migliore rappresentatività a tutti i territori del Piemonte e anche una diversa rappresentanza di genere andando, inevitabilmente, a rivedere anche i collegi.
Perché dico la quota di genere? Perché già solo inserendo la doppia preferenza di genere si è obbligati a rivedere i collegi e questo pu permettere, ad esempio, ad alcuni collegi, di avere più eletti in Consiglio regionale. Non c'è dubbio che se s'inizia questo lavoro all'inizio della legislatura, forse si arriva da qualche parte. Se s'inserisce il tema in fondo, all'ultimo anno, partono i piccoli orticelli personali e non si fa nulla. È già successo. Se non abbiamo cambiato la legge elettorale bisogna dirlo - è perché una parte del PD e anche Forza Italia non l'hanno voluto fare.
C'è un altro tema importante, che è quello della semplificazione, della sburocratizzazione, della delegificazione, che il Presidente Cirio nella sua campagna elettorale spiegava con una metafora, secondo me felice, che era quella del racconto del pozzo, che doveva realizzare un pozzo largo un metro e profondo trenta. Quella metafora ha funzionato e i cittadini l'hanno apprezzata - i fatti dicono questo - ma io volevo lanciare un messaggio. Presidente Cirio, noi saremo dalla sua parte tutte le volte che semplificazione vorrà dire fare in modo più semplice, più veloce e con minori costi per i cittadini e per le imprese, qualcosa che si può fare qualcosa che si può già fare.
Non sia semplificazione o sburocratizzazione fare qualcosa che non si pu fare o che si può fare a determinate condizioni; che si può fare se si rispettano la salute dei cittadini, le risorse naturali, gli interessi legittimi eventualmente di altri; che non sia la via breve per fare qualcosa che non si può fare o la si può fare solo a determinate condizioni. Se invece è semplificare qualcosa che va fatto e si può fare ben venga.
La domanda è sempre quella, Presidente Cirio: quando governava lei la Regione - il centrodestra ha già governato questa Regione, anche nella persona del Presidente Cirio che era Assessore - i pozzi in questa regione in quanti giorni si facevano? Si vede che qualcosa non ha funzionato neanche lì, magari andrà meglio questa volta.
Altro tema importante è la sanità. Ci sono opere importanti come il Parco della Salute di Torino, la Città della Salute di Novara, l'Ospedale Unico dell'ASL TO5 di Moncalieri, Carmagnola e Chieri e l'Ospedale unico del VCO.
Sono opere importanti che devono andare avanti, ma noi siamo a ribadire la richiesta del dibattito pubblico sul Parco della Salute di Torino per migliorare il progetto. Non fate come il PD, per cortesia, non fate come l'Assessore Saitta.
Per quanto riguarda l'Ospedale unico dell'ASL TO5, mi aspetto che venga rivista la scelta sulla localizzazione, perché queste cose non le sostenevamo solo noi del Movimento 5 Stelle, ma nella passata legislatura anche il centrodestra, per com'era rappresentato in questo Consiglio regionale, sosteneva che quella scelta di un'area ai confini tra Moncalieri e Trofarello non era quella più giusta. Ragion per cui ci aspettiamo azioni conseguenti da quel punto di vista.
C'è poi un altro tema importante su cui si è intervenuti anche oggi, che è quello del contrasto al gioco d'azzardo patologico. Volevo leggervi alcuni passaggi: "È necessaria una migliore regolamentazione del fenomeno prevedendo rilascio dell'autorizzazione all'installazione delle slot machine-VLT solo in luoghi ben definiti (no bar, distributori, ecc), la limitazione negli orari di gioco e l'aumento della distanza minima dei luoghi sensibili, come scuole e centri di aggregazione giovanile". Che cosa ho letto? Qualcuno lo sa? Ho letto il contratto di governo, ho letto una parte della pagina 44 del programma di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Il Presidente Cirio, che in questo momento è distratto, dirà: io sono il Presidente della Regione, sono di Forza Italia, non sono vincolato al contratto di governo nazionale. Certo, noi lo sappiamo, Presidente Cirio, lei è berlusconiano fino al midollo, non vogliamo metterlo in dubbio nemmeno per un secondo, ma sta di fatto che vicino a lei e nella Giunta regionale, nella parte destra dell'emiciclo, siedono parecchi rappresentanti della Lega, la stessa Lega che è anche al Governo a Roma con un contratto stipulato con il Movimento 5 Stelle.
Tutto quello che ho letto, in Piemonte è già stato fatto, quindi la legge che abbiamo va applicata e difesa. Non capisco perché se, a livello nazionale, ci si è presi un impegno, un contratto vale in tutte le sue parti, non è che si sceglie una parte e si dice questa mi piace e quell'altra non mi piace. Un contratto o si segue o si è inadempienti. Non capisco perché a livello regionale si dovrebbe fare qualcosa di diverso allora per qualcuno forse quel contratto non vale. Parliamone.
Siamo anche intenzionati a difendere con le unghie e con i denti la legge n. 9 del 2016 sul contrasto al gioco d'azzardo patologico, ma anche tutte le piccole conquiste che abbiamo fatto a livello di tutela dell'ambiente nella passata legislatura. Piccole perché, comunque, le abbiamo fatte come opposizione e non come governo. Mi riferisco a misure di tutela relative anche alle aree protette, mi riferisco anche alla gestione dei rifiuti. Sia dato corso alla legge nuova sulla governance dei rifiuti, magari con un po' più di coraggio, ma si persegua la via della riduzione dei rifiuti e soprattutto, no a nuovi impianti di incenerimento in Piemonte. La Regione continui a dare l'esempio dando seguito a un atto d'indirizzo a mia firma che era stato approvato nella passata legislatura e che rendeva la Regione Piemonte plastic free dal momento in cui si trasferiva nella nuova sede.
Qualità dell'aria. Vogliamo metterci intorno a un tavolo e parlarne? Noi siamo disponibili. Vogliamo dire che servono le misure sulla qualità dell'aria e bisogna tenere conto di chi usa il mezzo per il lavoro? Bisogna tenere conto di chi ha un mezzo vecchio, ma non può permetterselo uno nuovo? Va bene, parliamone, ma per cortesia non andiamo contro la scienza! L'ARPA è un ente strumentale della Regione. Ripeto, strumentale, non strumentalizzato, né strumentalizzabile. Svolge un lavoro scientifico, per cui non tiriamolo per la giacchetta! Signori, vi do una notizia: Torino è tutta teleriscaldata. Dunque, a Torino l'inquinamento è causato dalle auto. Fuori, magari, è dovuto al riscaldamento. E parliamone, perché è causato dal riscaldamento a biomassa legnosa.
In questo Consiglio regionale siedono forze politiche (non mi rivolgo solo al centrodestra, ma anche alle forze politiche che siedono sotto di noi, al Partito Democratico) che da anni sostengono che il grande patrimonio energetico della nostra Regione è dato dalla biomassa legnosa dei boschi che abbiamo. Dunque, quando parliamo di qualità dell'aria ragioniamo anche su questo, visto che buona parte dell'inquinamento è dato delle biomasse legnose. Pensiamoci un attimo.
Vediamo positivamente, quindi, la volontà sedersi intorno ad un tavolo, ma non andiamo contro la scienza. E, soprattutto, non facciamo un discorso novecentesco nel senso di dire: "Nella città dell'auto non si pu penalizzare l'auto". Perché quel ragionamento, fatto da qualcuno quaranta o cinquant'anni fa, ha portato Torino a non avere una metropolitana per decenni! Ha portato Torino ad avere una linea di metropolitana solo nel XXI secolo! Basta, quindi, con questo ragionamento: se FCA vende poche auto, o ne vende meno di quanto vorrebbe, non è colpa della ZTL di Torino, non è colpa dell'ecobonus o dell'ecomalus del Governo. Le ragioni sono altre e le conoscono bene anche loro. In ogni caso, vogliamo essere parte della soluzione anche su questo.
Per concludere, abbiamo dimostrato nella scorsa legislatura di essere quelli che si mettono al lavoro, entrano nel merito di ogni singolo provvedimento, lo studiano, collaborano in Commissione e ai tavoli informali. Siamo quelli che tentano di migliorare i provvedimenti. Siamo quelli che vengono in Aula anche a esprimere un voto favorevole per far accendere le lucine verdi da quella parte. Noi siamo quelli.
Ma abbiamo anche dimostrato di essere quelli che vanno a contrastare provvedimenti ingiusti con 400, 500, 600 o 700 emendamenti.



PRESIDENTE

La invito a concludere.



BERTOLA Giorgio

Dipenderà, ovviamente, soltanto da voi e da quello che presenterete al nostro esame. Noi avremo come unico obiettivo la tutela dell'interesse dei cittadini piemontesi. E anche in veste di opposizione, cercheremo di mettere in pratica i punti del nostro programma, perché i cittadini ci hanno eletti per questo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni Paolo; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Approfitto di questo mio primo intervento per portare il saluto a tutti i colleghi Consiglieri e l'augurio di un buon lavoro a tutti noi nell'interesse di questo Piemonte che amiamo e che oggi rappresentiamo.
Due battute velocissime sull'intervento programmatico del Presidente Cirio e un piccolo approfondimento.
Autonomia, fondi europei e semplificazione: sono tre assi programmatici importanti, tutti condivisibili. Ciò che però ho apprezzato di più Presidente, è stata quella "pennellata" che lei ha fatto in apertura al territorio.
Io vengo dalla provincia di Cuneo. Quando Sergio Chiamparino venne ad inaugurare l'ente che ho avuto l'onore di dirigere per ventuno anni (mi riferisco alla Casa dell'Ente Turismo di Cuneo), lo stesso lo definì una "sub-Regione". Come vede, collega Chiamparino, non ho dimenticato quelle parole.
In questi giorni sto promuovendo un percorso turistico (anche se non sono più direttore dell'ATL) che va dal Comune più a sud della provincia (Comune di Alto) a quello più a nord (Comune di Bagnolo). È un percorso asfaltato di 350 chilometri, con 14 colli, senza soluzione di continuità, tutto all'interno del territorio cuneese. Questo testimonia l'enormità di questo territorio, gran parte del quale è montano.
La battuta sull'attenzione al territorio la interpreto in questo senso: oltre alle grandi opere di cui lei, Presidente, giustamente ha tracciato un profilo e un futuro, anche la soluzione dei problemi puntuali di queste persone che il territorio lo vivono.
Mi soffermo, in particolare, sul problema della montagna, questione a me particolarmente cara. Noi dovremmo ringraziare chi ha il coraggio di vivere e di lavorare in montagna: oggi, invece, queste persone sono messe sotto pressione da un sistema burocratico pressante e da un sistema vincolistico peggiore.
Ben venga, quindi, la semplificazione, ma prestando sempre grande attenzione al territorio e alle aree limitrofe, come giustamente lei ha evidenziato quando ha toccato il tema della torinocentricità; maggiore attenzione anche alle aree periferiche.
Ci sono altri due temi abbastanza connessi a quello che è stato il mio percorso professionale prima dell'ingresso in Consiglio regionale: in primis, il discorso delle partecipate. Sicuramente, Presidente, ci vuole un'analisi attenta. Non facciamoci però prendere dall'euforia di chiudere le partecipate perché sono uno "spreco di denaro": non distruggiamo quei sistemi virtuosi che funzionano nel nome del taglio incondizionato. Se faccio l'allenatore o se sono il presidente di una squadra di calcio e il mio centravanti non segna, non licenzio 11 giocatori, cambio solo l'attaccante.
Arrivo all'ultimo punto da lei introdotto: la vetustà della legge n.
75/1996 sul turismo, collegandomi al tema delle ATL.
A onor del vero, l'Assessora Parigi ha prodotto nel 2016 una riforma, che è stata sì una riforma parziale, ma che ha introdotto un concetto importante (ci tengo a ribadirlo perché le cose che sono state fatte bene non vanno cancellate, anche se sono state fatte da altri): mi riferisco alla gestione coordinata dell'accoglienza. Questo, a mio avviso, è un tema che non va perso, perché è nato non calato dall'alto, ma con un progetto condiviso con la base e col territorio, che, a mio avviso, dovrà essere il momento ispiratore di tutte le riforme che andremo a proporre. Dovranno essere tutte precedute dal confronto con la base. Questo per quanto riguarda le ATL, dove lei ha toccato un tema a me molto caro che io feci già presente tantissimi anni fa all'Assessore Racchelli e poi ancora all'Assessora Parigi, ma che nessuno, nel timore di superare dei confini amministrativi ha mai voluto perseguire: mi riferisco alle ATL di prodotto. Io non sono più direttore e nemmeno dipendente, quindi posso permettermi di esprimermi su questo tema: se avremo la capacità di creare degli ambiti territoriali omogenei come prodotto, andremo a migliorare ancora quella grande crescita che abbiamo visto negli ultimi nove anni nel turismo del Piemonte.
Infine, una battuta sui grandi eventi sportivi, laddove ha citato la costituzione di questo nuovo soggetto denominato "Sport Promotion". I grandi eventi hanno sicuramente dei costi, ma rappresentano delle occasioni di lavoro e di ricaduta economica immediata molto forte; soprattutto, sono delle occasioni uniche di comunicazione e promozione, delle quali il nostro territorio regionale ha assolutamente bisogno.
Chiudo con una battuta sul commento che Sergio Chiamparino ha fatto sull'auspicio (penso si riferisse al discorso della sua parte politica in merito alla nuova classe dirigente): credo che il compito di noi Consiglieri, che abbiamo la fortuna di sedere su questi banchi, sia quello di favorire chi vuole avvicinarsi alla vita politico-amministrativa, per dar vita ad una classe dirigente per domani nell'interesse nostro e nell'interesse di chi verrà dopo di noi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buongioanni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
In questa prima parte d'intervento non mi rivolgerò a lei come tramite per rivolgermi all'Aula, come si fa di solito, ma mi rivolgerò a lei direttamente. Perché, in maniera altrettanto irrituale, è lei che nella scorsa seduta ha voluto dare un segno distintivo - un tratto politico alla legislatura che sta cominciando, mettendo subito i piedi nel piatto sul tema dell'autonomia.
È già stato ripreso da alcuni miei colleghi, ma eviterei di cominciare oggi il dibattito (o di continuarlo per i prossimi tempi) su chi è stato più autonomista o su chi è che ha combattuto di più per l'autonomia. Perch altrimenti, se l'intento è quello di collaborare su questo tema, è evidente che non ci ritroveremo mai.
Io metto in fila il fatto che la riforma della Costituzione che permette a questa Regione di chiedere maggiori competenze è targata centrosinistra.
Ricordo che, 12 o 13 anni fa, la prima delibera di Regione per chiedere maggiori competenze in termini di autonomia l'ha fatta la Giunta Bresso. E passati cinque anni di silenzio della Giunta Cota, la nuova delibera per chiedere maggiore autonomia e maggiori competenze per questa Regione l'ha fatta il Presidente Chiamparino.
Diversamente, finiremo per rimpallarci delle responsabilità. Allora, non è propriamente un Governatore rosso di una Regione rossa quel Fontana che l'altro giorno dichiarava: "Mi sono rotto i c...i. Sono sconcertato: di fronte al risultato dell'ultimo vertice si erano appianate delle questioni.
Mi sembra che si rimetta tutto in gioco, con le solite banalità basate sul nulla, la contrapposizione fra unità e spaccatura, regioni ricche e povere.
Se è così, è inutile che andiamo avanti. Guardi, forse l'ho già detto che mi sono rotto i c.i". Lascio a voi completare i puntini.
La domanda vera che le pongo, perché vorremmo capire tutti, , è (la prima): ci doteremo di una Commissione speciale per parlare di questo argomento? Negli interventi che ci sono stati questa mattina ho già sentito parecchi sinonimi: luoghi, strumenti, occasioni di confronto. Sono tutte situazioni belle, ma non sono una Commissione, la cui Presidenza spetta alle opposizioni, ed è forse per questo che abbiamo incominciato a lavorare sui sinonimi. Ecco, questa è la prima risposta che noi attendiamo oggi.
Così come vorrei maggiore chiarezza (ma forse l'intervenuto del Presidente Cirio ci ha già risposto in questo senso) su quello che abbiamo in mente: una Commissione per approfondire, confrontarci, stimolare l'esecutivo nazionale e regionale sul punto o per adottare una nuova delibera e quindi, in realtà (permettetemi di dirlo), perdere ulteriormente tempo e ripartire da capo come nel gioco dell'oca? Lo chiedo, anche se anch'io come il Presidente Chiamparino, ho la sensazione che non perderemo del tempo, perché mi sembra che sia tutto piuttosto fermo.
Al netto di questo discorso, adesso mi rivolgo al Presidente Cirio e alla legislatura che va ad iniziare, perché se siamo seduti da questa parte e se siamo così pochi è evidente che abbiamo delle responsabilità e che abbiamo perso queste elezioni.
Ci sono stati dei limiti alla nostra amministrazione, li ha già riconosciuti il Presidente Chiamparino e li hanno riconosciuti altri. Io ritengo che il limite più grande sia stato quello di non aver saputo coniugare la nostra progettualità sulle grandi opere di cui ha bisogno questa regione (il Parco della Salute è una di queste, la TAV è un'altra) con le risposte alle domande che i nostri cittadini ci pongono riguardo alla loro quotidianità. E quindi, la questione dei pendolari, del trasporto pubblico locale; nel caso della Città della Salute o del Parco della Salute, il tema delle liste d'attesa, che sono una barriera effettiva al vero accesso al diritto alla salute e alla sanità che oggi i nostri cittadini si trovano davanti e che impediscono di cogliere in pieno l'importanza dei grandi progetti che noi abbiamo proposto loro.
È vero, l'abbiamo fatto anche mancando all'appuntamento con il rinnovamento della nostra proposta e della nostra classe dirigente. Come diceva un cantautore famoso, è abbastanza tipico del centrosinistra arrivarci per contrarietà e non saper scegliere in tempo, però questo non significa gettare via il passato e il lavoro dei cinque anni che sono appena terminati.
Pertanto, noi faremo un'opposizione seria e la faremo innanzitutto partendo dai valori che ci contraddistinguono, come richiamava il collega Giaccone: quelli dell'equità sociale, dei diritti, dell'ambiente, della difesa degli ultimi. Lo faremo difendendo il merito di alcuni provvedimenti che abbiamo adottato e che consideriamo qualificanti dei cinque anni passati: il più volte richiamato provvedimento sulla ludopatia, il 100% delle borse di studio erogate, il testo unico sulla cultura e tanti altri.
Su questo, apro una parentesi per un maggior chiarimento: ho capito, in un passaggio veloce del Presidente, che ci sarebbe l'intenzione di distrarre oltre 20 milioni dei fondi europei destinati a investimenti di carattere culturale per destinarli ad altro. Vorrei capire quale altro, perché, su tutti i fondi europei, i 35 milioni che noi abbiamo trovato nella programmazione sulla cultura, ereditata quando ci siamo insediati, per me erano già una miseria. In merito al toglierne ulteriori 20, vorrei capire se c'è già un'idea e cosa andiamo a toccare, perché è vero, è una cifra importante. È una cifra piccola rispetto alla complessità dei fondi europei, ma è un tema che per noi è veramente qualificante.
Faremo opposizione anche sul metodo: un'opposizione sul metodo forte perché non vi permetteremo né di gettare alle ortiche il lavoro di risanamento che abbiamo fatto sui conti di questa Regione sull'organizzazione della sanità né di non scegliere, che forse è la cosa che mi spaventa maggiormente.
Anch'io non considero sbagliato (penso sia ragionevole, appena insediati) sospendere per tre mesi gli atti aziendali e le delibere conseguenti, per poter avere la piena responsabilità di riorganizzare e riorientare il proprio lavoro. Questo va benissimo. Non può diventare, però, la cifra dell'azione amministrativa di questa Regione il fatto di rinviare la soluzione dei problemi, cercare di scavalcare le scadenze che abbiamo di fronte e, in questo modo, lasciare in eredità a chi arriverà dopo di noi l'onere di assumere decisioni più gravose, perché non si è saputo scegliere in tempo.
Mi permetto un aneddoto per prendere in giro il Presidente, partendo dalla mia esperienza: quando mi sono insediato, cinque anni fa, tutti mi hanno detto: "Guarda, c'è un lavoro da riprendere in mano, perché l'Assessore Cirio aveva fatto una legge sullo sport che era una cannonata, bellissima però purtroppo la legislatura si è interrotta prima del tempo e non è stata portata a termine". Me la sono fatta consegnare ed era addirittura stata stampata su una brochure! Bellissima, un prodotto di tipografia! Un testo interessante, sennonché diversi di quegli articoli presentavano una versione "A" e una versione "B". E molte delle scelte dirimenti di quel piccolo progetto, ma importante per un settore, non venivano fatte. Ecco io non vorrei che fosse questo quello che ci aspetta: l'idea di una Regione che non sa scegliere e affrontare i nodi decisivi per il proprio sviluppo tirando a campare per i prossimi anni, perché questo equivale a fare le scelte peggiori.
Io, però, vi posso assicurare che, almeno da parte mia, ma sono sicuro anche da parte dei colleghi, rispettando la necessità di scegliere e di scegliere responsabilmente rispetto ai vincoli di un'amministrazione seria che pensa al futuro, se farete scelte diverse da quelle che abbiamo fatto noi, migliori, sapremo sostenervi, accettando il fatto che siete riusciti a buttare il cuore oltre l'ostacolo rispetto a quello che abbiamo saputo fare noi.
Al netto di tutto questo, voglio concludere ringraziando i colleghi della passata legislatura, di maggioranza e di opposizione, senza esagerare quando si dice che noi siamo i nani sulle spalle dei giganti. Io penso che il lavoro dell'Aula tutta dei cinque anni passati sia stato significativo apprezzo sia il contributo di chi era con me in maggioranza, ma anche di molti colleghi di opposizione, con i quali abbiamo costruito delle cose importanti che non vanno gettate via.
A lei, Presidente, e alla Giunta va il mio augurio sincero di un buon lavoro, nell'interesse dei piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, signor Presidente.
Un saluto al Presidente Cirio, agli Assessori e ai colleghi Consiglieri e alle colleghe Consigliere.
Davvero un augurio, signor Presidente, di buon lavoro, perché, quando c'è un buon Governo, ci sono servizi migliori per i cittadini e aumenta la fiducia nelle Istituzioni. Fiducia di cui abbiamo profondamente bisogno basti guardare (cito solo un dato) la percentuale dei votanti alle ultime elezioni regionali: poco più del 60% (in alcune province e città anche inferiore al 60%). Questo ci dice che, al di là di chi vince o perde le elezioni, sta aumentando in maniera preoccupante il numero delle persone che non ritengono più importante andare a votare, che non vedono più le Istituzioni e la politica come una dimensione che possa contribuire a migliorare l'esistenza individuale e collettiva.
Ritengo che questa debba essere la prima preoccupazione che dobbiamo porci come Istituzione.
Arriviamo al suo discorso programmatico di oggi. L'ho ascoltato con attenzione e mi aspettavo (devo dirle francamente) una visione sul futuro di questa regione, non dico a quindici-vent'anni, come qualcuno ha sottolineato prima di me, ma almeno a cinque anni.
Devo dire che, purtroppo, ho ascoltato un elenco di problemi - che chiaramente ci sono - e un elenco incompleto di soluzioni agli stessi.
Sicuramente, una motivazione è legata alla mancanza di tempo (lei ha dovuto concentrare in poco tempo le sue affermazioni), ma, non essendo stata raccontata una visione futura del Piemonte, ho paura che le azioni della Giunta saranno ispirate giorno per giorno ai singoli problemi. Questo non ci farà andare molto lontano e dubito che ci faccia andare più veloce, come lei ha dichiarato in campagna elettorale.
Entro nel merito di alcune questioni, partendo dalla sanità.
Mi permetta di dire, signor Presidente, di aver capito, dopo aver ascoltato il suo intervento, oggi, ma anche dopo aver letto alcune dichiarazioni riportate dalla stampa o alcune affermazioni riportate ieri a un convegno che l'asse portante per risolvere alcuni problemi legati soprattutto alle acuzie ospedaliere è quello di aumentare la quota in capo al privato accreditato, portandola dal 3,5 al 7%, sul modello della Regione Veneto.
Oggi voi non avete citato queste cifre ma, da quello che riportano alcuni giornali, le avete citate ieri lei e l'Assessore Icardi, perch probabilmente s'immagina che, aumentando la quota di erogazioni sul privato accreditato, si possano risolvere i problemi esistenti nell'ambito delle acuzie. È una visione che personalmente non condivido, ma questa è un'opinione personale che vale per quello che vale.
Ritengo che occorra affrontare questo problema da un punto vista di sistema e il sistema ci dice che i bisogni di salute dei cittadini, piemontesi ma non solo, non coincidono con le politiche ospedaliere e che, anzi, dobbiamo guardare l'ospedale all'interno di un sistema più ampio che veda le politiche di salute nella fase soprattutto precedente all'ospedale, quindi nella prevenzione, nel territorio, nel prima e nel dopo l'ospedale nell'utilizzo corretto che facciamo degli ospedali, cosa su cui probabilmente si potrebbe fare molto.
Per quanto riguarda l'edilizia ospedaliera, mi permetto di dire - e chiaramente non tutti possono essere d'accordo - che quello che andava fatto è già stato fatto con l'approvazione del piano di edilizia sanitaria della scorsa legislatura. Abbiamo un piano di edilizia sanitaria di circa un miliardo e mezzo di euro, che va a coprire il fabbisogno di tutta la regione. L'unica cosa che bisogna fare è attuarlo, magari senza mettere in discussione ogni giorno questo piano, a partire dall'ospedale del VCO. Ieri sera, come sapete, c'è stata un'assemblea aperta indetta dal Sindaco proprio in difesa anche del progetto dell'ospedale unico, cosa che invece alcuni esponenti della sua Giunta hanno messo in discussione. Deve essere chiaro che rimettere in discussione quei progetti significa riaprire un dibattito e, con ogni probabilità, non trovare una soluzione per il VCO per i prossimi anni.
Per quanto riguarda Novara, io l'ho sollecitata da subito a rimettere al centro delle priorità la questione della Città della Salute e della Scienza di Novara, perché, com'è noto a tutti, il progetto è fermo in questo momento, nonostante tutti i passaggi siano stati portati avanti dal punto di vista regionale e dell'Amministrazione comunale. Infatti, il finanziamento pubblico dei 100 milioni circa (qualcosa in meno) sui 320 totali deve essere erogato dal Ministero. Manca questa benedetta firma, che per Torino invece c'è stata. Quindi, sono contento e ringrazio l'Assessore Marnati - mi spiace che non sia in Aula - che ha proposto di convocare la Giunta a Novara il 13 settembre. È una buona operazione di comunicazione politica, ma non dovete venire a Novara, dovete andare a Roma, perché a Novara tutto quello che andava fatto è stato fatto. Invece bisogna andare a Roma e chiedere che questa firma del Ministero venga messa sugli atti cosicché finalmente si possa fare il bando per la Città della Salute e della Scienza di Novara.
Ripeto, non dobbiamo parlare di ospedali, perché i problemi della sanità del Piemonte spesso ricadono sugli ospedali, solo perché abbiamo una debolezza strutturale sul territorio. Quindi, se mi posso permettere un consiglio - pur non avendo l'esperienza e il ruolo del Presidente Chiamparino - è che forse questa legislatura la dedicherei al potenziamento del territorio e vedrete che anche gli ospedali staranno meglio e avremo meno bisogno del privato accreditato. Quindi, più prevenzione, più territorio, più appropriatezza e soprattutto più attenzione alle cronicità perché questo è un Paese che sta invecchiando - l'avete detto prima di me e la Regione Piemonte, in particolare, sta invecchiando e i problemi che stanno affliggendo le persone sono soprattutto legati, e in prospettiva lo saranno di più, al tema della cronicità.
Come sa chi era qui in Consiglio la scorsa legislatura, io ho proposto, e lo rifarò in questa legislatura, un ordine del giorno che prevede una revisione dei criteri sulla ripartizione del Fondo Sanitario Regionale.
Perché mentre non possiamo fare nulla, se non chiedere nella Conferenza Stato-Regioni un riparto diverso per il Piemonte, possiamo superare il criterio della spesa storica, che ancora oggi è il criterio principale attuato anche in Piemonte. Questo crea delle disparità e non crea delle disparità solo tra Torino e il resto, perché anche dentro Torino ci sono queste disparità. Dobbiamo arrivare a costruire un sistema di criteri oggettivi che tenga conto delle differenze, ma che sia più efficace e soprattutto, più equo.
Vado veloce, perché il tempo sta scorrendo. Mi permetta un passaggio veloce sul trasporto pubblico locale. Signor Presidente, a questo importante aspetto, che forse è il secondo in termini di bilancio per quanto riguarda la Regione Piemonte, lei ha dedicato credo 30 secondi o un minuto del suo discorso, parlando di spendere meglio i fondi europei. Non abbiamo sentito nulla sulle linee dismesse, nulla sull'integrazione ferro-gomma, nulla sul biglietto unico integrato. Vorremmo sapere, visto che oggi non l'abbiamo ascoltato, qual è il progetto di questa Giunta sul tema del trasporto pubblico locale, che pure è una dimensione dove i problemi non mancano così come nella sanità, come lei ha avuto modo di sottolineare.
Dal punto vista del sociale, anche qui mi permetto di dire che lei ha citato solo il tema dell'edilizia popolare, proponendoci come soluzione ai problemi il fatto di dare più case agli italiani, cioè ci ha riproposto la vecchia storica guerra tra poveri. Però lei sa meglio di me, signor Presidente, visto che ha fatto anche l'Assessore nella Giunta Cota, che i problemi delle case popolari in Piemonte non spariranno cambiando quella legge. Quand'anche avrà dato qualche casa in più agli italiani a scapito di qualche straniero, quelle case avranno bisogno di manutenzione, non basteranno ugualmente anche se ne daremo qualcuna in più agli italiani. Sa benissimo che su questo serve un piano straordinario e servono delle risorse che probabilmente la Regione Piemonte non ha, quindi serve un dialogo con il Governo, ma serve anche lo sviluppo di nuove forme di progettualità sull'abitare, che non possono essere ferme agli anni '70 e agli anni '80.
Il tema dell'ambiente lo devo saltare, perché stanno finendo i dieci minuti. Dico solo che parlare di buonsenso oggi, quando si parla di ambiente, denota una totale assenza di buonsenso, permettetemi il gioco di parole. Siamo di fronte a una catastrofe planetaria e senza questa consapevolezza, semplicemente continueremo a camminare verso il precipizio.
Dobbiamo tenere conto che ogni sviluppo possibile per il Piemonte deve passare dalla riconnessione dell'ambiente con l'ambiente e la società. C'è un Piano nazionale sulla bio-economia e dobbiamo capire perché la Regione non si dota di un Piano regionale sulla bio-economia, puntando sull'agrifood e sulle bio based industries. Non abbiamo sentito questo, non abbiamo capito da dove arriverà questo lavoro in Piemonte.
Insieme a questo, mi permetto nell'ultimo minuto di arrivare al grande assente di questo dibattito, Presidente. Nessuno ha parlato di legalità e di mafie. Ancora ieri i giornali riportavano un'analisi sulla stampa a livello nazionale; due giorni fa c'è stato il tentativo di infiltrazione a Novara nell'area di Oleggio. Eppure dal 2010 non ci sono più alibi: ci sono state una serie di operazioni antimafia che non cito, Comuni sciolti per mafia, ormai alcune vicende passate in Cassazione. Siamo di fronte a un radicamento dell'ndrangheta nel nostro territorio, radicamento che si infiltra nel ciclo dei rifiuti, del movimento terra, del contratto pubblico e che è anche capace di influenzare la politica. Allora non ce la caviamo ignorando il problema. Non c'è sviluppo possibile in questa Regione, se non affrontiamo il tema delle mafie.
Avrei tante altre questioni di cui parlare, ma il tempo sta scadendo. Solo un suggerimento, l'ennesimo. Il 19 luglio, è vero, è la Festa del Piemonte ma è anche l'anniversario della strage di via D'Amelio. Prima o dopo la Giunta aperta sull'autonomia, le do un consiglio: vada anche a San Giusto Canavese, c'è una villa confiscata al boss Nicola Assisi, che è considerato il più grande broker di cocaina dell'ndrangheta ed è stato arrestato ieri a San Paolo in Brasile. Questa persona, prima della latitanza abitava a San Giusto Canavese e la villa fu confiscata in via definitiva; dopo la confisca, nel giugno 2018, è stata devastata da un incendio doloso che ha ancora un valore intimidatorio.
Ancora oggi, a distanza di un anno, quella villa attende l'intervento dello Stato e, fino a quando lo Stato non interverrà, l'azione intimidatoria continuerà. È inaccettabile. Pertanto il 19 luglio, signor Presidente, vada alla villa di San Giusto, chieda al Governo di intervenire e se il Governo non lo fa, lo faccia direttamente la Regione, dando seguito all'azione che già nell'Amministrazione precedente, nella legislatura precedente questo Consiglio ha fatto grazie anche alla Giunta, reinvestendo sui beni confiscati, cosa che non si faceva da tempo, e andando anche a finanziare e a farsi carico del Castello di Miasino, che ci auguriamo venga portato a termine al più presto.
Concludo, ringraziando il Capogruppo della Lega Preioni per aver citato l'esperienza della Repubblica partigiana dell'Ossola. Però non si pu citare à la carte, soltanto a proprio uso e consumo per l'autonomia. È stata una grande esperienza di resistenza alla barbarie nazifascista testimonianza che, insieme al più ampio movimento di liberazione, anche in Piemonte, che non a caso è medaglia d'oro al merito civile per la Resistenza, ha restituito dignità a questo Paese e a questa Regione.
Visto che l'altro giorno a Oleggio c'era stato un raduno nazionale del gruppo Lealtà e Azione, di chiara ispirazione nazifascista, e purtroppo a questo raduno hanno partecipato anche Consiglieri regionali e parlamentari europei della Lega, per fortuna non del Piemonte (e di questo sono contento), ma della Lombardia, è chiaro e deve essere chiaro che questa Regione continua a credere in quei valori. Voglio interpretare il gesto del Presidente Allasia che ha tenuto la delega condivisa con il Vicepresidente Salizzoni sul Comitato, perché con chiarezza la Lega piemontese e sicuramente questa istituzione prendono le distanze da questi movimenti di estrema destra e per dire che il Piemonte è ancora guidato dai valori della nostra Costituzione, figlia del movimento di resistenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Salizzoni in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



SALIZZONI Mauro

Alcune precisazioni sull'ampio dibattito in quest'aula, a proposito della sanità. D'altra parte, è la cosa di cui in Regione ci si dovrebbe occupare maggiormente, occupandone l'80% delle risorse. Lo faccio in un giorno speciale, il giorno in cui ci viene comunicato che verrà raddoppiato l'impegno della Regione per la sanità privata. In sostanza, è un tentativo per andare contro l'allungamento delle liste di attesa. Potrei anche essere d'accordo, perché non sono pregiudizialmente contro la sanità privata, per a mio parere sarebbe stato bene dare quantomeno una parte anche alla sanità pubblica.
Le liste d'attesa sono lunghe, perché negli ospedali manca il personale.
Tutti continuiamo a chiederci perché, ad esempio, le TAC, le risonanze e molti esami non vengano eseguiti di sabato e anche di domenica, come avviene in molti Paesi, non soltanto europei. La risposta è che non ci sono persone a sufficienza.
Mi si risponderà che per quanto riguarda l'ospedale ci sono dei turni fissi, nel senso che un dipendente ospedaliero non può lavorare più di tot ore senza avere un adeguato periodo di riposo. Cominciamo a chiederci perché queste regole non ci sono nel privato. Questa mattina abbiamo parlato di regole, quindi cominciamo a capire tutti quanti che la sanità pubblica e la sanità privata giocano con regole differenti: è molto più facile per la sanità privata operare con regole che facilitano la concorrenza. In questo modo la sanità pubblica verrà sempre più depauperata. Questa è una prima precisazione.
La seconda è relativa al Parco della Salute. È stata chiesta una più ampia discussione, che certo è auspicabile, soprattutto in questo momento in cui sono partite le manifestazione d'interesse. Ricordo a tutti che tre grandi gruppi di livello europeo hanno manifestato interesse alla costruzione e alla gestione del Parco della Salute. Questo richiede tempo, ma di tempo ce n'è relativamente tanto o poco, dipende dai punti di vista. Voglio ricordare che dal punto di vista della bonifica dei terreni, anche se molti pensano che debba ancora iniziare, la bonifica è iniziata circa otto anni fa e se si dovesse costruire su quel terreno un grande magazzino in questo momento sarebbe possibile farlo, perché il terreno è bonificato a scopo commerciale. Ovviamente, dovendoci fare un ospedale bisogna fare qualche cosa in più, scendere fino alla prima falda acquifera e questo richiede come dice l'ARPA attraverso uno dei suoi massimi esperti, non più di 18 mesi. In questi 18 mesi, c'è anche il tempo per discutere, per rivedere o per fare il progetto.
Dico "fare" il progetto perché, contrariamente a quanto siano convinti in molti, il progetto non esiste, non c'è nessun progetto relativo alla Città della Salute: c'è una volontà propositiva, sono state stabilite delle metrature e delle cubature, ma nessuno si è messo a disegnare mai, se non per suo sfizio (io lo chiamo "sfizio", ma tale non è) un ospedale da collocare in quella zona. Il progetto non soltanto va fatto, ma va discusso, mentre viene fatto, quindi tocca a tutti noi fare questo progetto insieme con tutte le forze che ne sono interessate a partire proprio dalla Regione Piemonte.
Infine, una volta per tutte, a proposito del materno-infantile. Ho ancora sentito delle affermazioni in base alle quali sarebbe penalizzato dal nuovo "progetto-non progetto" del Parco della Salute. Questo non è assolutamente vero, perché nelle cubature previste per il Parco della Salute c'è una precisa indicazione riguardante il materno-infantile. Voglio ricordare che l'ospedale è in parte relativamente nuovo, ma in parte non lo è affatto: la parte della maternità ha tre anni più delle Molinette e, quindi, è una struttura che non può essere tenuta in piedi ancora per molti anni, a scapito dell'avanzamento della medicina moderna.
Diciamolo una volta per tutte, così finiscono tutti gli equivoci: noi siamo per un nuovo ospedale materno-infantile più grande, più bello e più moderno da collocare nel contesto del Parco della Salute. Solo quando il Parco della Salute sarà terminato e ci si potrà trasferire, soltanto in quel momento sarà abbattuto l'Ospedale Regina Margherita, mentre si parte sempre dalla fine. Forse, noi abbiamo sbagliato, perché se la domanda è "volete abbattere il Regina Margherita?", la risposta è sì, ma soltanto dopo che è stato costruito l'altro.
Invertiamo le due cose: lo abbatteremo, ma prima bisogna fare l'altro bene e in fretta.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Salizzoni.
La parola al Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Intanto, un saluto a tutti i colleghi Consiglieri, al Presidente del Consiglio, al Presidente Cirio e agli Assessori.
Non nascono una certa emozione, per me è il "primo giorno di scuola" e sento la responsabilità di chi rappresento. Ringrazio, naturalmente, gli elettori che mi hanno dato fiducia, insieme ad altri colleghi Consiglieri tutta la comunità regionale, ma in modo particolare la provincia di Cuneo una provincia molto grande; più che una sub-regione, come diceva prima il collega Bongiovanni, è grande come la Liguria, quindi potrebbe essere sostanzialmente una Regione.
Non mi soffermerò su temi specifici e neanche sulle modalità con cui faremo l'opposizione, perché i colleghi del Gruppo hanno già approfondito, da ultimo il collega Salizzoni, ad esempio, sulla sanità in maniera puntuale alcuni temi e il nostro Capogruppo Ravetti ha fatto un intervento più generale, che condivido nella sua totalità. Quindi, mi limiterò a fare alcune considerazioni sull'ordine del giorno, cioè il suo intervento: la relazione programmatica.
Mi scuserà, Presidente, non soltanto il mio ruolo, ma anche la sincerità dopo averla ascoltata, dicendole alcune cose: riconoscendole la brillantezza dell'eloquio, che mi è nota da molto tempo e la capacità anche di collegare, con grande abilità, i problemi, le soluzioni, gli argomenti mi sarei atteso un discorso più programmatico. Mi è parso di ascoltare quanto ho già ascoltato in campagna elettorale, cioè un un'elencazione di principi e di capitoli e anche la capacità di esemplificare un metodo, che non può che essere condiviso, il metodo dall'ascolto e della vicinanza, ma mi sarei atteso, per parafrasare il suo motto elettorale, un'altra profondità, cioè andare, dal punto di vista politico e programmatico, un po' più nel merito delle questioni. Probabilmente, questo lo si farà mano a mano che vedremo i provvedimenti che porterete in Commissione e che approfondiremo.
Faccio un esempio concreto: lei ha citato la parola "privati" relativamente alla sanità, alla scuola e ai trasporti. Io non ho nessun pregiudizio nei confronti della partecipazione privata, con tutto quello che comporta alla comunità e allo sviluppo di settori strategici.
Faccio un esempio. Se cita i privati nel turismo lo accolgo con grande entusiasmo e senza riserve. Sono stato Sindaco della Città di Alba, dove oltre vent'anni fa, per primi, abbiamo avuto l'esperienza dell'ATL pubblico privato e credo sia quello uno dei motivi del grande sviluppo turistico. Ma quando questa parola viene affiancata a settori che tradizionalmente devono appartenere all'impegno di uno Stato nelle sue varie articolazioni (sanità scuola, trasporti), io credo che debba essere declinata per capire, perch se nella sanità il privato è colui che aiuta a costruire un ospedale (mettendo dei paletti, perché, per esempio, la vicenda dell'Ospedale Unico di Verduno qualche insegnamento ce lo deve dare), è un discorso, ma se è il privato che gestisce dei servizi sanitari specifici, allora il discorso è un altro e non mi trova e non ci trova d'accordo. E la stessa cosa vale per la scuola. La scuola è pubblica e poi abbiamo delle eccellenze nelle scuole paritarie: conosco quelle cattoliche che vanno sostenute, ma non sono tutte così.
Allo stesso modi i trasporti, perché se si vuole pensare a un privato che gestisce un'attività specifica in campo turistico, è un discorso, ma una delle funzioni sostanziali che ha la Regione, com'è già stato detto, è proprio quella del trasporto pubblico, insieme alla sanità. Questo lo vedremo più in specifico a mano a mano che andremo avanti.
Nel suo intervento ho sentito più volte un riferimento alla Lombardia e al Veneto, come se noi piemontesi dovessimo imparare da loro, ma non credo fosse quello lo spirito, immagino fosse uno spirito di tendere a migliorare. Io non soffro di nessun complesso di inferiorità nei confronti della Lombardia e del Veneto; penso che il Piemonte, nelle sue varie articolazioni, nei territori abbia tutte le potenzialità e tutta la storia per affrontare i problemi che ha, come li hanno anche le altre Regioni, e affrontarli nel migliore dei modi. Lo abbiamo dimostrato in circostanze critiche negli anni quando abbiamo saputo, ad esempio, gestire l'esperienza delle Olimpiadi in maniera assolutamente virtuosa e di lì è partito un volano importante per il turismo e per lo sport del nostro territorio.
Mi permetto di dire che questo Consiglio regionale dovrebbe avere un approccio senza complessi di inferiorità, sapendo che ci sono problemi seri e lei ne ha citati alcuni in materia della casa e del lavoro, che sono quelli che toccano di più i cittadini - ma che abbiamo tutte le capacità se ciascuno di noi farà la propria parte, sia dei banchi della maggioranza sia dai banchi dell'opposizione, di poterli affrontare copiando, come diceva lei, le cose buone, ma senza pensare che gli altri hanno numeri superiori ai nostri.
Parlavo del Piemonte in tutte le sue articolazioni - ed è una seconda considerazione di carattere generale - in tutto il suo territorio, perch personalmente questa contrapposizione, ve lo dico sinceramente, tra Torino e resto del Piemonte non la capisco, definendo il resto del Piemonte una periferia.
Provengo della città di Alba, ma non mi sono mai sentito periferia; mi sento uno dei centri del Piemonte, diverso da Torino, diverso da Cuneo diverso da Novara e diverso da Vercelli.
Secondo me, quindi, l'idea di una contrapposizione non ci porta lontano: ci sono diversità, ricchezze e problematiche che abbiamo il dovere di portare in Aula e di cercare di risolvere con la stessa attenzione - questo sì e su questo concordo - sapendo che i territori soffrono di problematiche diverse da quelle delle grandi città. Ne cito una, dato che prima il Consigliere Bongioanni parlava della montagna: credo che la montagna e i nostri paesi delle Langhe e del Monferrato stiano rivivendo (voi l'avete vissuta già da prima, ma per noi è una situazione più recente), non solo il calo demografico, ma anche lo spopolamento.
Questo è un altro tema fortissimo sul quale occorrerà fare dei ragionamenti, laddove la Regione può intervenire, nelle materie di sua competenza, per far sì che i cittadini, e soprattutto i giovani, abbiano delle occasioni di vita e di lavoro, magari anche altrove, senza lasciare il loro Paese.
Non vedrei, quindi, questa contrapposizione, ma vedrei una capacità di intervento diversificata, che tenga insieme l'unità complessiva della nostra Regione.
Una terza e ultima considerazione la farei sul tema delle autonomie.
L'ha ricordato il Consigliere Valle: l'articolo 116 è stato riformato dal centrosinistra, ma io vi dico, con tutta sincerità, che è una riforma che non mi ha mai entusiasmato troppo. Questo Paese ha vissuto, tra gli anni '80 e '90, una stagione di proposta federalista molto forte. Di questo bisogna dare atto alla Lega, alla stagione del professor Miglio per capirci, che metteva complessivamente in discussione - e mi riferisco a quella stagione che poi si è conclusa con la proposta di secessione del '97 '98, ma lì è stata, a mio parere, una deriva - il sistema e voleva riformare il sistema italiano riorganizzandolo su un piano federale, dal punto di vista istituzionale e fiscale, che è altra cosa.
Tutto questo non soltanto non ha avuto seguito, ma negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a un centralismo inedito. Oggi, singole Regioni possano rivendicare pro domo loro chi arriva prima ("siamo più bravi perché abbiamo proposto prima l'autonomia"). Qualche competenza in più va bene, ci sto, se è utile facciamolo, ma proviamo ad alzare lo sguardo, non guardiamo soltanto il Piemonte, ma guardiamo il nostro Paese.
Qui si rischia un sistema a macchia di leopardo con tre o quattro Regioni con più autonomia. Già abbiamo il problema delle Regioni autonome a Statuto Speciale, ma se tre o quattro Regioni introducono un ulteriore tipo di autonomia, dove andiamo, anche nel rapportarci con l'Europa e con gli altri Paesi? Se il Presidente costituirà - e io sono d'accordo - questa Commissione sull'autonomia, la rilancio in questo modo: proviamo - e qui saremmo veramente i primi - a proporre qualcosa di diverso e a stimolare le altre Regioni e il nostro Paese a costruire un vero progetto federalista, perch con l'autonomia il federalismo fiscale non ce l'avremmo, come ha già detto il Consigliere Chiamparino.
In questo Paese non si è imposta una riorganizzazione istituzionale. In questo momento, per il fatto che il referendum del 2016 non è passato siamo in uno stallo totale con le Province, al punto che ci sono competenze, come strade e scuola, che non sono finanziate. Va bene potremmo rivendicare di avere l'istruzione e altre competenze, ma poi chi le gestirà? La proposta che mi sento sommessamente di avanzare è che questo lavoro che andremo a fare non si fermi ad affrontare il tema dell'autonomia ex articolo 116, ma vada oltre. In questo potremmo veramente essere i primi prima della Lombardia e del Veneto, recuperando anche tutto un discorso programmatico di elaborazione che è andato disperso negli anni.
Mi auguro che anche la nostra parte politica lo sappia recuperare, perch non dimentichiamoci che le nostre sorti non sono solo le sorti del Piemonte, ma di tutto il Paese. Anzi, oserei dire che quando tocchiamo temi particolari come l'ambiente, sono in gioco le sorti del nostro pianeta.
Nel concludere, voglio augurare a tutti queste tre caratteristiche che come so, fanno piacere al Presidente Cirio. Spesso, il Presidente rivendica la sua origine langhetta (sono anch'io langhetta) e i langhetti hanno tre caratteristiche (ma non sono solo dei langhetti): determinazione, genialità e furbizia. Queste qualità bisogna sempre tenerle tutte e tre insieme perché se sei determinato ma non furbo, non vai da nessuna parte; se sei furbo magari vai un po' avanti per te ma per gli altri fai poco; se ti manca la genialità, la tua determinazione ti conduce a vivere il quotidiano e magari anche a fare bene, ma non ad avere quegli slanci che ci possono consentire di fare cose grandi.
Io ovviamente auguro questi slanci a lei, a voi e a noi per questa legislatura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutte e a tutti.
Anche per me è il primo giorno di scuola, quindi l'emozione è tanta arrivando da una città di periferia, dalla prima periferia sud di Torino cioè Nichelino-Stupinigi, che mette insieme - ne ho parlato già prima con il Presidente Cirio - la grandiosità e la bellezza di Stupinigi e di tutte le valenze che stanno intorno a quello straordinario patrimonio riconosciuto dall'UNESCO.
Intervenendo nel pomeriggio voglio solo, nell'augurarci buon lavoro, fare tre sottolineature.
L'impostazione e le riflessioni generali, soprattutto e ovviamente per quanto riguarda i colleghi della minoranza, sono da considerarsi condivise.
Il tema dell'autonomia, tema affrontato più e più volte, evidenzia anche delle criticità dentro la maggioranza, ma non entro nel merito, perché i miei colleghi l'hanno già fatto e l'hanno fatto molto bene.
Tengo a fare tre sottolineature, Presidente, su tre temi per noi importanti. Il primo riguarda l'edilizia scolastica.
La Giunta Chiamparino e la maggioranza passata hanno svolto un lavoro straordinario sulla valorizzazione e sull'utilizzo dei fondi arrivati dal livello nazionale e anche con soldi propri.
Noi siamo una Regione che purtroppo ha visto un dramma nel 2008. Quel giorno ero al liceo Darwin di Rivoli, ero lì come Associazione Libera arrivo da quel mondo - e facevo i laboratori proprio sul tema della legalità. Quel giorno lì è caduto un pezzo di Stato e Vito Scafidi, 17 anni, è morto sotto quel controsoffitto che è venuto giù. Presidente, è bene ricordare che dobbiamo avere una grande responsabilità per i nostri figli perché, come dice la mamma di Vito, Cinzia, non si può morire a scuola, perché quando si manda un figlio a scuola lo si pensa in un posto sicuro e non ci si preoccupa. La scuola è un posto dove i figli crescono dove si forma la loro vita futura. Dobbiamo rendere la storia di Vito com'è stato fatto in questi 11 anni, una storia collettiva. Su questo vi chiedo, e le chiedo, di non abbassare mai la guardia. Questa minoranza Presidente, la troverà a sostegno di quei progetti e di quelle iniziative come l'ex Presidente Chiamparino ha fatto con la sua squadra. Questo è il primo tema che vorremmo rimettere nell'agenda politica dei prossimi cinque anni.
Il secondo è sull'edilizia sanitaria, sulla Città della Salute di Torino e di Novara. Abbiamo un piano, come diceva anche il Vicepresidente Salizzoni non un progetto, ma un piano, di valorizzazione e di ristrutturazione di diversi luoghi e di diverse strutture. Per uno come me che arriva da quella zona sarà interessante discutere dell'ospedale unico di zona sud. Crediamo ancora fortemente che quell'identificazione di quel luogo sia strategica e quindi i Sindaci di quella zona, e non solo, in quel piano di riordino faranno sentire la propria voce in termini di rapporto e di contrattazione su quel tema. Credo che quello sia un bel modo di ragionare sulle periferie in termini di servizi, quindi questo è il secondo tema e la seconda sottolineatura.
La terza sottolineatura l'ha fatta già il collega Rossi: il tema delle mafie e della non legalità in senso generale. Credo che dall'operazione Minotauro in avanti, anche chi aveva detto che le mafie non erano un problema del Nord e piemontese, si sia ricreduto fortemente. Presidente noi dobbiamo fare uno scatto in più, soprattutto per quello che il Consigliere Rossi diceva in merito alle potenziali infiltrazioni mafiose all'interno delle strutture e delle istituzioni pubbliche. Dobbiamo avere la capacità di costruire sia nella parte politica, quindi tra di noi, sia nella parte tecnica, come ad esempio ho provato a fare nel mio piccolo nella città di Nichelino, in termini formativi. Dobbiamo avere la capacità spero insieme, di costruire un percorso formativo sia per questa assise e questi componenti sia per i componenti tecnici.
Non è che dire che abbiamo bisogno di formazione sulle eventuali infiltrazioni mafiose vuol dire che non siamo preparati o che c'è un reale rischio, però bisogna dire pubblicamente che non è una battaglia di parte ma è una battaglia dalla quale stiamo dalla stessa parte, indipendentemente dal colore politico. Quanto più faremo capire alle organizzazioni criminali di stampo mafioso che qui non si entra, che qui ci sono persone che si formano sia dal lato tecnico che dal lato politico, noi lanceremo un segnale molto chiaro a chi, invece, tenterà e proverà, come in tutte le Regioni e in tutti i Comuni, ad entrare in contatto.
Dobbiamo avere la capacità di dire dei no ed essere formati per riconoscerli quei segnali, perché non è detto che chi fa politica o chi è un dipendente regionale o comunale da tanti anni abbia questa formazione.
Lo segnalo e lo dico a questa nuova assise che la Regione Piemonte, grazie all'ex Presidente Chiamparino e alla sua Giunta, in questi ultimi cinque anni ha aderito a una realtà associativa che si chiama Avviso Pubblico, una rete nazionale di Enti locali. Spero che questa Giunta abbia la voglia e l'interesse di continuare ad aderire ad Avviso Pubblico, in termini di salvaguardia di alcuni diritti.
Sui diritti non dobbiamo abbassare la guardia. Mi permetta l'Assessore Rosso: la prima uscita non è stata proprio straordinaria. Credo che sui diritti non si debba fare un passo indietro, perché ci sono persone che sognano una vita indipendentemente dall'orientamento sessuale o dalla razza, come qualcuno vuole dire e vuole raccontare. Abbiamo bisogno di una politica che allarghi i diritti, non che li restringa sempre e comunque.
In ultimo, termino con un compito che mi do e ci decidiamo. Negli ultimi cinque anni in Regione Piemonte la Lega aveva due Consiglieri. Oggi ne ha 23, vuol dire che non solo quello che succede qua è importante, ma quello che si racconta fuori. Come diceva Sepulveda in un suo scritto, narrare è resistere e noi, sicuramente, come opposizione e come minoranza, avremo la capacità di narrare. Certo, come lei ha detto, Presidente, ci saranno cose che andranno bene e che farete bene anche grazie al nostro supporto ma soprattutto, faremo una "narrazione" capace di raccontare ai cittadini piemontesi le cose che non farete bene e che ci troveranno in prima fila per poi, fra cinque anni, ritornare in questa assise come maggioranza di questo governo e non come minoranza.
Buon lavoro, Presidente; buon lavoro alla Giunta e buon lavoro a tutti i colleghi Consiglieri. Saranno cinque anni intensi, saranno cinque anni che vedranno, speriamo, una Regione migliore, oppure no, ma questo lo verificheremo in questi cinque anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione il suo intervento e, seppur con una continuità che ho percepito un po' meno marcata di quella ascoltata martedì scorso, ho apprezzato però il suo passaggio sul riconoscimento del lavoro svolto dalla Giunta precedente e ho apprezzato, in particolare, il suo passaggio sul rigore finanziario che lei, giustamente, ha richiamato e che dà sicuramente credibilità alla sua impostazione di governo. Rigore che, tuttavia, ben presto - lo sa chiunque di noi abbia fatto o fa l'amministratore - farà ben presto i conti con queste enunciazioni, queste promesse o, se non vogliamo chiamarle tali, sicuramente con le aspettative che il suo intervento genera nei cittadini piemontesi. Sicuramente questo richiamo al rigore finanziario, in qualche modo, dovrà fare i conti con la possibilità concreta di realizzare le enunciazioni e di rispondere alle aspettative che queste enunciazioni hanno generato e generano nei cittadini piemontesi.
I bandi cui lei ha fatto riferimento, l'attenzione a tutti, costa cara e certamente verrà il momento in cui sarà necessario fare delle scelte. Verrà il momento in cui si dovrà dire anche qualche no, perché chi governa sa che viene anche questo momento. A quel punto, quella credibilità cui facevo riferimento prima potrebbe vacillare, potrebbe trovare dei momenti di sconforto, soprattutto in una coalizione di governo regionale che su molti temi - questa mattina è venuto palese in molti interventi - sconta qualche contraddizione con il Governo nazionale.
Non mi riferisco solo alla TAV, e non è un caso, una mia sensazione che mi sia apparso il passaggio più attenuato del suo intervento. Credo che questa timidezza dell'intervento sia dovuto anche alla timidezza con cui l'alleato leghista dovrà mediare su questo tema. Prima abbiamo sentito il Consigliere Bertola e certamente la mediazione è un po' a macchia di leopardo, come diceva prima. Sarà a macchia di leopardo e si rischia che sia a macchia di leopardo come diceva il Consigliere Marello. Un po' come la teoria del mezzo pollo, per cui magari Lombardia e Veneto mangiano il pollo intero e in Piemonte restano a digiuno.
Non mi riferisco solo a questo, ma anche, per esempio, alla posizione di questa Giunta sul rapporto tra mobilità, regole, ambiente e qualità dell'aria. Se siamo d'accordo, e io sono d'accordo, nel considerare in fondo un balzello la proposta di ZTL così com'è emersa dalla Città di Torino, al tempo stesso ho ascoltato con una certa preoccupazione anche la sua posizione sulle auto vecchie e sulle auto inquinanti, pur comprendendo le ragioni per cui lei ha fatto questo accenno a una fascia di cittadini che sicuramente sconta difficoltà ad acquistare un'auto nuova. Ma proprio per questo motivo avrei voluto ascoltare anche una proposta più compiuta che sia nelle condizioni di valorizzare come si deve (cioè con una visione di futuro, che io condividerei) il trasporto pubblico locale, a cominciare dal trasporto ferroviario, che collega Torino con gli altri centri nevralgici del Piemonte.
Dove vengono fuori queste contraddizioni? Ricordiamo tutti il fatto che questo è il Governo che ha approvato il più grande taglio che mai si sia visto nella storia sul trasporto pubblico locale, quei famosi 300 milioni che ancora oggi sono da recuperare. Dunque, investire su questi temi è importante, soprattutto in una Regione dove - è sotto gli occhi di tutti il trasporto pubblico locale (e le aziende che collaborano col trasporto pubblico locale) sta vivendo un momento di grande difficoltà. Soprattutto perché investire su questi temi significa anche generare migliori costi sulla sanità. A noi va bene copiare le buone pratiche di Milano, lo ha già detto qualcun altro: Milano è una città straordinaria, un traino per l'Italia. Del resto, lo è sempre stata storicamente. Ma, allora, dobbiamo anche tendere a quel tipo di offerta. Anche lei lo ha riconosciuto Presidente: dobbiamo tentare a quel tipo di offerta in termini di servizi pubblici ai nostri cittadini.
Allora, il rischio politico che vedo è proprio questo, cioè che le contraddizioni per certi aspetti ci lascino a metà del guado. Perché se è pur vero che il riscaldamento delle case incide sul CO2, certamente sulle polveri sottili non si può negare che il traffico privato incida almeno per il 70%, proprio in virtù di quegli studi scientifici a cui lei ha fatto riferimento.
Presidente, io ho due figli, uno di 12 anni e uno di 16. Mi auguro davvero di poter dare il mio piccolo contributo a una Regione che pensa al futuro dei nostri ragazzi. È evidente - lo abbiamo detto in molti questa mattina che il tema ambientale e la direzione su cui vogliamo far tendere la nostra comunità è una pre-condizione per qualsiasi altra politica pubblica.
Prima lei ha fatto dei riferimenti familiari, ma consenta anche a me di farne uno: mia nonna mi diceva sempre che prima di tutto viene la salute dopodiché c'è tutto il resto. Cioè se non c'è la salute, tutto il resto di cui discutiamo probabilmente è superfluo. E sono sicuro che lei, da buon albese, capisce cosa sto dicendo e lo condivide.
Certamente la politica ha il dovere di guardare oltre alle esigenze quotidiane e di offrire un orizzonte chiaro ai propri cittadini soprattutto su temi che sono pre-condizioni rispetto a tutti gli altri. Per questo mi auguro che ci sia la volontà di fare delle scelte, che magari oggi o nel breve periodo sono impopolari, ma che qualificano l'azione politica di questa Regione.
Allora, se scegliere la TAV significa ridurre l'emissione del traffico su gomma, lo stesso vale, però, sul trasporto pubblico locale, a maggior ragione quando il trasporto privato (è scientificamente provato) evidentemente genera alti livelli di inquinamento.
Presidente, davvero mi auguro che non ci limiteremo alla gestione quotidiana, a rincorrere qualche voto in più in una campagna elettorale perenne, in ossequio, magari, a un difficile equilibrio - lo capisco - con alcune forze che spesso rincorrono il consenso a ogni costo.
Al contrario, vorrei davvero condividere un percorso, ciascuno nei propri ruoli (in questo caso, come minoranza), che possa contribuire a una Regione che ha le idee chiare sul futuro che vuole per la propria comunità e sull'orizzonte verso cui vuol far tendere questa comunità.
Credo che il tema del trasporto - ne ho citato uno, ma ce ne possono essere molti altri tra quelli che lei ha ricordato questa mattina - possa essere utile per dare un orizzonte chiaro e un indirizzo verso il quale vogliamo portare la nostra comunità regionale.
In questo daremo il nostro contributo e in questo darò il mio contributo personale, la mia esperienza.
Per questi motivi, auguro a lei, alla sua Giunta e a tutti noi buon lavoro.
Credo davvero che ci si debba aspettare qualcosa in più rispetto alle cose che ci siamo detti questa mattina; qualcosa in più rispetto alle questioni fondamentali, ai principi e alle politiche che devono governare questi principi rispetto al futuro a cui noi vogliamo far tendere la Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Avetta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Sono uno dei più giovani Consiglieri eletti, per cui vorrei iniziare il mio intervento parlando proprio di giovani.
Vengo dalla bellissima provincia di Alessandra; una provincia che ha grandi potenzialità, che in passato non sono state sufficientemente sfruttate.
Purtroppo abbiamo un primato negativo: quello relativo alla disoccupazione giovanile. È una problematica che condividiamo con altre province della regione e con tantissime altre regioni in Europa. La stessa Unione Europea ha cercato di muoversi e di fare qualcosa. È stato messo in piedi il programma "Garanzia giovani", che secondo quanto ha riportato la Corte dei Conti europea non ha funzionato benissimo. In Piemonte come abbiamo utilizzato questi soldi? C'era la possibilità di attivare diverse misure: c'era la possibilità di incentivare i contratti di apprendistato, i contratti a tempo determinato breve, l'autoimprenditorialità. Noi abbiamo deciso di finanziare i tirocini; tirocini che non si sono trasformati in contratti stabili, quindi non hanno portato ad una maggiore qualità della vita dei nostri giovani; parliamo, soprattutto, di tirocini retribuiti 600 euro al mese: e ci lamentiamo se i giovani se ne vanno? Chiaramente, con 600 euro al mese.
Quante volte leggiamo annunci del tipo "si cerca tirocinante con esperienza". Altre volte la gente va avanti per anni e anni a fare tirocini, senza mai ottenere una vera e propria stabilità.
Oltre a questo, se ci mettiamo a incentivarli, chiaramente sarà difficile ottenere un buon risultato dal punto di vista dell'occupazione, e soprattutto instillare quella cultura dell'occupazione dignitosa. Perché un conto è un tirocinio, altro discorso è quando poi diventa un lavoro vero e proprio, un lavoro che ovviamente non è retribuito adeguatamente.
È chiaro, quindi, che poi si cerca un futuro non solo fuori Regione, ma anche fuori dal Paese. Perché all'estero si è maggiormente tutelati purtroppo questa è la verità.
Conosco tanti giovani che hanno intrapreso questa scelta e fa male vedere tante persone valide andarsene. Conosco tanti giovani che se ne sono andati perché qui non riuscivano a costruirsi una vita, non guadagnavano uno stipendio sufficiente a garantire loro una vita libera e dignitosa.
Auspico, quindi, che si tenga conto anche di questo aspetto nelle prossime politiche rivolte ai giovani.
Prima il Presidente ha giustamente sottolineato che non è lo stipendio a dare la dignità, ma il lavoro. È verissimo, ma se lavoro otto ore è giusto che io ottenga uno stipendio che mi permetta magari anche di uscire di casa e di costruirmi una famiglia.
Venendo invece al tema sull'edilizia sanitaria, prima si diceva che siamo costretti a ricorrere al privato, perché mancano le risorse. Mi permetto di dire che non è esattamente così: c'è un problema legato sicuramente alle regole, un problema legato alla mancata programmazione. Perché sapevamo che questi ospedali erano da costruire, prima o poi, non è che ci si è alzati un giorno e, improvvisamente, ci siamo ritrovati degli ospedali da costruire e non avevamo disponibilità finanziaria.
È vero che è il privato ad anticipare le somme, a fare l'investimento, ma non è che ci regala la struttura: noi paghiamo un canone. Pertanto, se è vero che mancano le risorse, mancano anche i soldi per pagare i canoni di disponibilità delle strutture costruite in regime di partenariato. Non è neanche detto che il regime di partenariato sia il sistema migliore per costruire.
Spesso si parla scaricando la responsabilità sul privato, come nel caso del grattacielo della Regione, ma, alla fine dei conti, i tempi si dilatano e i costi aumentano. È un fatto che non riguarda solo il grattacielo della Regione: è stata prodotta cospicua letteratura sulla costruzione degli ospedali costruiti in Italia in regime di partenariato pubblico-privato quindi occorre sicuramente fare una riflessione anche riguardo alla costruzione dei prossimi ospedali di cui si inizia a parlare. Penso all'ospedale di Alessandria, perché si inizia a vociferare sulla necessità di un nuovo ospedale.
Riguardo al concetto di far partecipare il privato con il denaro, è chiaro che il privato si muove in un'ottica di profitto (giustamente, per fortuna è il suo mestiere), quindi è chiaro che, se anticipa dei soldi, chiederà una remunerazione più alta del capitale. Questo è negativo in relazione alla spesa che andremo ad affrontare nei prossimi decenni, che andrà a pesare sui contribuenti piemontesi di domani.
Auguro un buon lavoro a questa Giunta e a questo Consiglio, soprattutto.
Spero ci sia un buon dialogo e si possa lavorare insieme sui vari provvedimenti e sulle varie soluzioni, ascoltando tutti i territori e tutte le minoranze, soprattutto per dare un futuro sostenibile a questa nostra bellissima regione, per quanto riguarda non solo il bilancio, ma anche l'ambiente, il lavoro e la sanità.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Ha chiesto la parola il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Sono un esordiente in quest'Aula e ne sono veramente onorato. Sono onorato di avere dei compagni di viaggio, cui auguro buon lavoro.
Nel merito del dibattito, intanto faccio mie le parole e le considerazioni espresse dai colleghi che mi hanno preceduto. Mi riferisco al Consigliere Bertola, al Consigliere Sacco e alla Capogruppo Francesca Frediani.
Voglio solo aggiungere un paio di considerazioni su alcuni temi che intendo seguire in maniera approfondita e che mi stanno particolarmente a cuore.
Uno è il tema dei trasporti, e nel farlo mi collego a quello che ho letto nei documenti di parificazione della Corte dei Conti che ci sono stati dati qualche giorno fa. Mentre nel primo documento viene giudicato in modo positivo l'andamento dei finanziamenti, nel secondo, invece, si rileva qualche criticità sulla programmazione dei servizi, che è giudicata - se ho ben capito - insufficiente, in quanto la programmazione stessa non risulta ben definita.
Tengo a sottolineare che, come Movimento 5 Stelle, in questi anni abbiamo intrapreso moltissime battaglie su questo argomento.
Nel discorso del Presidente Cirio non ho colto accenni, forse perché ero distratto o forse proprio perché non sono stati menzionati, alla questione delle tratte sospese, che anche sul territorio da cui provengo rappresentano una priorità che non possiamo più assolutamente derogare o attendere.
Sottolineiamo, quindi, la necessità che il nuovo Programma triennale dei servizi 2019-2021 venga messo in campo il prima possibile, anche perch potrà diventare lo strumento fondamentale per chiedere maggiori fondi e garantire lo sviluppo del servizio del trasporto pubblico, in generale.
Faccio un accenno a un altro tema che penso stia a cuore al Presidente così come a me.
Nel nostro programma avevamo inserito un punto che si chiama "Made in Piemonte" e ora che la campagna elettorale è finita (dovrebbe esserlo, ci si augura) invito il Presidente Cirio a dargli almeno un'occhiata, se già non l'avesse fatto. Auspico che trovi qualche spunto di riflessione affinché insieme si possa tutelare tutte, e ribadisco tutte, le nostre eccellenze; non solo quelle enogastronomiche.
Grazie.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, ha la parola il Presidente Alberto Cirio prego.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Il mio è soltanto un intervento per ringraziarvi, perché sarebbe difficile tornare su tutte le sollecitazioni, che ringrazio di aver fatto.
Grazie di aver ricordato questioni che non abbiamo ricordato. Grazie di avermi detto come la pensate. Grazie ai Capigruppo della mia maggioranza e ai Consiglieri che sono intervenuti, di aver fatto apprezzamenti. Grazie anche delle critiche che sono pervenute dai banchi delle opposizioni: saranno sempre ben accette, tutte, anche quelle del Consigliere Grimaldi.
Io ho una visione un po' diversa della vita e del mondo rispetto a quelle di altri Consiglieri, ma mi batterò sempre affinché possano essere espresse. Non verrò mai a manifestare contro una manifestazione in cui qualcuno dirà quello che pensa. E quello che dirà in questo Consiglio lo ascolterò sempre con grande attenzione, così come ascolterò quello che mi diranno tutti i Consiglieri.
Raccontare la programmazione del futuro della nostra regione in 58 minuti è complesso, ma ho voluto essere concreto. Il giorno in cui riuscirò a parlare per 58 minuti del futuro del Piemonte senza dire cose concrete, vi prego di mandarmi via da questo posto, perché vuol dire che non sono all'altezza di fare il Presidente. Noi, a forza di parlare di massimi sistemi, di fare i professori e raccontare come vedremo il futuro tra trent'anni, dimentichiamo che domani mattina è già il futuro per le persone che dobbiamo amministrare nel nostro Piemonte.
Chi, a cinquant'anni, è senza lavoro, non ce l'ha oggi e non ce l'ha domani; chi oggi è andato in banca a chiedere il finanziamento per comprare la macchina e non gliel'hanno dato perché ha un contratto che gli scade tra tre mesi è poco interessato a sapere come vedremo noi il Piemonte fra dieci anni: ha bisogno di avere qualche risposta concreta già oggi, qualche prova d'amore già oggi. E la politica dovrebbe riuscire a darla, perché se continuiamo a parlare di grandi ideali, sì - per carità - faremo bella figura, saremo felici, faremo grandi convegni e scriveremo grandi libri, ma il nostro Piemonte non uscirà mai dal cono d'ombra in cui si trova.
Se tutte le Regioni del Nord crescono e noi non cresciamo, se la disoccupazione giovanile in Lombardia è al 20% e da noi è al 30, se i dati sono quelli che abbiamo, è perché non abbiamo saputo fare e dare risposte concrete alle persone. Questo non vuol dire non volare alto: noi dobbiamo volare alto e ringrazio chi mi aiuterà a volare alto, ma dobbiamo sempre tenere i piedi ben piantati per terra, altrimenti succede che la gente non va più a votare o succede che le forze politiche che avevano due Consiglieri eletti poi ne hanno 23, perché i dati sono quelli.
Se stai vicino alla gente, se stai tra la gente, riesci a dare le risposte alla gente, ed è quello che noi cercheremo di fare, il che non vuol dire non avere rispetto di quest'Aula, anzi. Noi verremo e verremo sempre: verr io, verranno i miei Assessori, parteciperemo alle Commissioni, saremo pronti a relazionarci con il Consiglio regionale ben al di là di quelli che sono gli obblighi previsti dallo Statuto e dal Regolamento, perch riteniamo giusto farlo.
Così, lavoreremo per i temi del trasporto pubblico, cui abbiamo dedicato poca attenzione, ma per una questione di tempi e di complessità della materia. Sul trasporto pubblico locale abbiamo le idee molto chiare, così come abbiamo le idee chiare sui temi della sanità, dell'istruzione e della scuola, laddove però, signori miei, o ci rendiamo conto che, viste le risorse che ci sono, oggi senza i privati non facciamo niente, oppure partiamo da un'ipocrisia di fondo, dall'ipocrisia dell'ospedale di Novi Ligure, dove per tenere tutto pubblico, quando muore il medico pubblico paghiamo il triplo un privato che venga di corsa a garantirci il servizio.
Se avessimo programmato prima la gestione, avremmo magari un privato a metà del costo di quello che invece abbiamo.
Il Vicepresidente Salizzoni ha parlato molto bene, io l'ho apprezzato molto, perché è corretto quello che dice. Quando parliamo del rapporto col privato, non ne parliamo in via esclusiva. Il rapporto col privato è un rapporto che viene in via sussidiaria, dopo che abbiamo esperito le possibilità di ottenere dalla parte pubblica e della nostra sanità quello che possiamo ottenere. È ben evidente, però, che per la Città della Salute e per il Parco della Salute, se non ci fossero i privati, non saremmo neanche qui a parlarne. Se non si fosse trovato il modo di mettere i privati lì a costruire quei muri, dove poi lavoreranno i medici pubblici e salveranno le vite, noi non saremmo qui a parlarne. Allora, quell'ipocrisia di fondo dobbiamo superarla, con i piedi piantati nell'idea chiara che il controllo e la programmazione devono oggi, domani e sempre rimanere in mano al pubblico, senza se e senza ma. Se vogliamo ospedali efficienti, scuole sicure e trasporti pubblici che esistano in una Regione come la nostra che ha oltre 1.200 Comuni, dei quali tanti di montagna, o troviamo un modo di lavorare bene con i privati oppure siamo qua a parlare di grande programmazione, di grandi sistemi e di grandi obiettivi, ma non abbiamo risposte concrete, che sono quelle che ci chiede la gente.
Concludo con un dato. Vorrei citare i vostri interventi, vi ringrazio e avremo modo di farlo direttamente. Per quanto concerne la riforma della legge elettorale, non è una competenza che spetta a me. Io posso dirvi quello che penso e sono disponibile fin d'ora ad introdurre tutti gli elementi che garantiscano la parità di genere all'interno della legge elettorale, che garantiscano il fatto che le zone di montagna e le zone alte possano essere rappresentate. Sono lavori che forse si potevano fare prima e non sono stati fatti, ma magari, partendo per tempo oggi riusciremo fra cinque anni ad avere una normativa più moderna, così come avviene nel resto nelle Regioni d'Italia e nel resto d'Europa.
Ci tengo, però, ancora a sottolineare per primo il tema della legalità. Il Consigliere Rossi ha detto che non ha sentito parlare di legalità, ma evidentemente non ricorda l'intervento di lunedì scorso. L'intervento di lunedì scorso è stato tarato su due aspetti: quello della legalità e della credibilità della politica. Il 15 giugno noi siamo stati a San Giusto.
L'Assessore Tronzano è già stato a San Giusto, proprio ospite dell'Associazione Libera, al fine di riuscire a risolvere questo problema pratico di restituire alla città, o meglio alla cittadinanza e alla gente le strutture che sono state confiscate alla mafia. La legalità è fondamentale, ben venga la Commissione e ben venga tutto ciò che potremmo fare per garantirla e per garantirne anche gli aspetti culturali, ovvero la cultura della legalità.
Sull'ambiente, e concludo, i dati, caro Consigliere Grimaldi, sono diversi da quelli che vengono citati. Permettetemi di farlo, altrimenti lo dimentichiamo: ARPA - ed è carino il gioco di parole con gli aggettivi "strumentalizzata" e "strumentalizzante" - che è l'Ente strumentale della Regione Piemonte, ci dice che a Torino le concentrazioni di PM10, cioè polveri sottili, sono dovute solo per il 13% alle auto e per il 6% al diesel, per il 6% all'industria, per il 4% all'agricoltura e, pensate un po', per il 49% al riscaldamento degli immobili. Questi sono i dati che ci vengono detti da ARPA. Avremo modo magari di analizzarli all'interno delle Commissioni competenti, ma è solo per dire come cerchiamo di muoverci sulla base di quelli che sono i dati scientifici e nel rispetto istituzionale.
Il rispetto verso il Sindaco di Torino è un rispetto profondo tra Istituzioni, che noi avremo evidentemente, però prima del rispetto istituzionale credo che ci debba essere rispetto dei cittadini, per cui se ci sono azioni che crediamo non vadano nella tutela dei cittadini, ci sentiremo in dovere di fare le nostre battaglie e di dire quello che è il nostro parere.
Detto questo, vi ringrazio per il tempo che avete dedicato a questo dibattito. Noi ci saremo per approfondire tutte le tematiche che non sono state approfondite oggi per ragioni di tempo, ma soprattutto sappiamo di avere di fronte una sfida grande ed importante, che è quella di governare il nostro Piemonte nei prossimi cinque anni, con la certezza e una consapevolezza: che per fare bene il nostro lavoro c'è bisogno dell'impegno di tutti, di tutti quelli che sono seduti davanti a me, di tutti quelli che sono seduti accanto a me, perché ognuno di noi rappresenta un pezzo del Piemonte. Quindi, o cerchiamo di rappresentarlo tutto al meglio, oppure non ci saranno vincitori e vinti, ma ci sarà un Piemonte che non cresce.
Noi non vogliamo, invece, un Piemonte che, come si è detto in passato, si accodi a Lombardia e a Veneto. Noi non vogliamo più accodarci a Lombardia e a Veneto e non vogliamo più che si parli del Nord-Est produttivo della nostra Italia. Sappiamo che il Nord-Ovest può essere il futuro produttivo della nostra Europa. Sappiamo di dover intensificare anche i rapporti con Rhône-Alpes, con cui abbiamo diverse azioni finanziate dall'Europa e che potranno portare grandi soddisfazioni, soprattutto per avere una visione davvero lungimirante, una visione che collochi il Piemonte al centro dell'Europa, e non solo al Nord dell'Italia, ma senza mai dimenticarsi altrimenti stiamo sbagliando tutto, i problemi di tutti i giorni della nostra gente, che sono poi i problemi veri per cui ci hanno mandato qua dentro per fare le scelte migliori per la loro vita.
Grazie.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito.
Grazie, Presidente Cirio.
Colgo l'occasione per ringraziare singolarmente tutti i Consiglieri per il tenore del dibattito di inizio legislatura in Aula. Avremo modo di conoscerci meglio e calibrare l'Aula e le Commissioni, secondo le nostre sensibilità.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Riassunzione proposta di deliberazione n. 404, inerente a "Rendiconto del Consiglio regionale del Piemonte per l'esercizio finanziario 2018" (Rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 404, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Comunico di aver chiesto il rinvio in Commissione del provvedimento, in cui ho chiesto la riassunzione ai sensi dell'articolo 92 del Regolamento, in quanto la fase referente non è stata esaurita. Se l'Aula acconsente, il provvedimento verrà riassunto senza dover riprendere l'iter dal principio al fine di consentire l'approvazione nel rispetto delle tempistiche previste.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Mi scusi, non è un'ossessione per le regole e non vorrei apparire peraltro così spigoloso, ma dobbiamo esprimerci con un voto rispetto alla riassunzione oppure no?



PRESIDENTE

Non necessariamente. Se qualcuno richiede il voto, mettiamo in votazione.
Se si è tutti tacitamente concordi per proseguire si approva all'unanimità.
Pertanto, se nessuno fa richiesta di votazione, dichiaro approvata la riassunzione.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente al rinvio in Commissione)



PRESIDENTE

Essendo terminati i punti all'o.d.g., dichiaro chiusi i lavori odierni.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 16.10)



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