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Dettaglio seduta n.295 del 05/03/24 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 10.03 il Presidente Allasia constata la mancanza del numero legale e ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento, aggiorna la seduta di trenta minuti)



(I lavori iniziano alle ore 10.47)


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliera regionale Carmen Pierina Fabbris scomparsa l'11 novembre 2021


PRESIDENTE

Colleghi, oggi commemoriamo Carmen Fabbris, Consigliera regionale nella I e II Legislatura, che è mancata l'11 novembre 2021, all'età di 92 anni.
Nata il 17 settembre 1929 a Palestro, in provincia di Pavia, con la sua famiglia d'origine si trasferì a Vercelli, dove sarà impiegata presso la Faini, svolgendo per cinque anni, dal 1945 al 1950, il lavoro di operaia maglierista, che abbandonerà per dedicarsi a tempo pieno all'attività politica.
È Consigliera comunale a Biella negli anni Sessanta e resta una delle donne più importanti della storia politica biellese.
Venne eletta in Consiglio regionale per la prima volta nel 1970, nella I Legislatura, nella Circoscrizione di Vercelli, lista PCI. È stata Vicepresidente della Commissione Sanità e componente della Commissione Ambiente.
Rieletta nella legislatura successiva, nel 1975, in Consiglio regionale è stata Consigliera Segretaria dell'Ufficio di Presidenza e componente della Commissione Sanità, della Commissione Industria, del Commercio e Artigianato e della Commissione Sicurezza sociale e Assistenza.
Nel 1980 lasciò l'Istituzione regionale, rientrando a far parte dapprima del Consiglio provinciale di Vercelli, dal 1985 al 1990, e successivamente di quello comunale di Sala Biellese.
Negli anni più recenti svolse attività di volontariato presso il Centro di documentazione della Camera del Lavoro e il Fondo Edo Tempia per la lotta contro i tumori.
Con il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre mantenuto uno stretto rapporto sostenendo e partecipando attivamente all'iniziativa dell'Associazione ex Consiglieri.
Carmen Fabbris veniva dal mondo del sindacato. Al centro del suo impegno politico ci sono sempre stati i problemi del mondo del lavoro: ha dedicato la sua vita ai diritti e alle battaglie per l'emancipazione delle donne.
Carmen Fabbris si distingueva per l'umanità, il rigore morale, la disponibilità e, naturalmente, la sua grande conoscenza dei problemi del lavoro, in generale, e delle lavoratrici tessili, in particolare.
Alla figlia Marina desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e la nostra sincera vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Grazie.
La seduta è sospesa.



(Alle ore 11.00 il Presidente Allasia constata la mancanza del numero legale e ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento, aggiorna la seduta di trenta minuti)



(La seduta inizia alle ore 11.33)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Carosso, Caucino, Cirio, Icardi e Ricca.



PRESIDENTE

Il numero legale, pertanto, è 23.
Comunico che in apertura della seduta odierna è stata commemorata l'ex Consigliera regionale Carmen Fabbris. In apertura della sessione pomeridiana, dopo le ore 15, è prevista la commemorazione dell'ex Consigliere regionale Sante Bajardi.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere l'inserimento dell'ordine del giorno n. 1791.
Questa Regione sul tema sport ha una serie d'interventi importanti sostenendo il mondo dell'associazionismo; da questo punto di vista, però ci siamo anche informati su quello che accade nelle altre Regioni.
Visto che, oltre al tema della povertà educativa, c'è anche il tema della povertà sportiva, cioè l'impossibilità per mamma e papà, che hanno magari redditi molto bassi, di iscrivere i figli presso realtà sportive, la Regione Campania ha istituito un fondo, che però è definito con la terminologia di voucher; le famiglie possono ottenere questo voucher famiglie che hanno appunto un reddito medio-basso e che hanno figli in età compresa tra i sei e i 15 anni. Questo voucher serve loro per scegliere in quale soggetto e in quale realtà sportiva mandare il proprio figlio o la propria figlia per praticare attività motoria e sportiva a livello dilettantistico.
È un cambio di paradigma: invece che sostenere soltanto ed esclusivamente l'associazionismo, si sostengono le famiglie e la loro libertà di scelta.
Questo lo applichiamo su tanti criteri e pensiamo al mondo della scuola e in alcuni casi, pensiamo al mondo della sanità; potrebbe essere un valore aggiunto proprio per venire incontro a un tema drammatico che conosciamo anche attraverso i giornali. Ieri c'è stata la Giornata mondiale del contrasto all'obesità, quindi si tratta di ragazzi e ragazze che non possono praticare attività sportive anche per questioni di denaro. Si provi a immaginare, in questa legislatura o nella prossima, un'ipotesi di "voucherizzazione" di queste prestazioni, affinché i genitori possano scegliere in quale centro sportivo mandare i ragazzi, spendendo il meno possibile.
Mi parrebbe una misura di democrazia e sensata anche per le finalità di prevenzione dal punto di vista del rischio sanitario.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Chiedo un'inversione dell'o.d.g. odierno, trattando il punto 8) "Proseguimento Disegno di legge n. 222 'Istituzione del Parco Naturale dei cinque laghi'", prima del punto 3), "Disegno di legge n. 299", quello sulle attività estrattive.
Chiedo questo per aiutare la Giunta regionale e la maggioranza a fare chiarezza.
Ricordiamo che questo disegno di legge della Giunta, approvato all'unanimità in Commissione, è fermo da un po', creando una situazione confusa sui territori, perché abbiamo Consiglieri di maggioranza che fanno auto petizioni rivolte a sé medesimi.
Dato che un esponente della maggioranza ha detto che è disponibile a votare il provvedimento se le opposizioni danno il numero legale, penso che le opposizioni oggi possano garantire il numero legale sul disegno di legge sui Cinque Laghi.
Pertanto, chiedo di affrontarlo prima, perché ho visto che al mattino è più facile che ci sia il numero legale: si inizia all'alba il Consiglio, alle 11 e mezza, però più o meno il numero legale al mattino c'è, mentre al pomeriggio è un po' più difficile.
Noi, quindi, vogliamo aiutare la Giunta regionale a far approvare questo provvedimento così importante. Va detto che le opposizioni il numero legale l'hanno dato, tant'è vero che se sono già stati approvati alcuni articoli di questo disegno di legge è grazie alle opposizioni; opposizioni che hanno mandato anche sotto la maggioranza sul disegno di legge n. 222, su un emendamento presentato - lo ricordo - dal Gruppo di Forza Italia. Se è arrivato già fin lì è merito delle opposizioni, quindi penso ci sia l'impegno per concluderlo.
A questo punto, un altro elemento di chiarezza sarebbe l'esprimersi da parte della maggioranza. Si è arrivati fino a questo punto, se veramente la maggioranza è contraria a questo suo disegno di legge, abbia il coraggio e si prenda la responsabilità di bocciarlo, ma non di lasciarlo sempre in fondo all'o.d.g., in un momento in cui si presentano per l'Aula mille provvedimenti, alcuni anche marchette elettorali.
Si porti a termine il completamento del disegno di legge n. 222.



PRESIDENTE

Grazie.
Sarei curioso di sapere dove abita, perché l'alba oggi a Torino era alle 6.59, non alle 11.30, essendo il Consiglio regionale sito nella città di Torino.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Zambaia; ne ha facoltà.



ZAMBAIA Sara

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere l'inserimento della mozione n.1793, che ho depositato ieri il cui oggetto è "Realizzazione, secondo normativa di legge, del servizio di lavanderia rivolto a strutture ospedaliere e socio-assistenziali" e la sua attrazione al punto n. 43) nell'attuale o.d.g.
Possibilmente, Presidente, ne chiedo la discussione in data odierna o in questa settimana.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nicco; ne ha facoltà.



NICCO Davide

Grazie, Presidente.
Chiederei l'anticipazione, nell'o.d.g., del punto 7) dopo il punto 4), cioè dopo la proposta di legge n. 136 del Consigliere Sarno, com'era nell'o.d.g.
della scorsa settimana, anche in considerazione che la proposta di legge n.
272, di cui chiedo l'anticipo, si compone solo di otto articoli e non vi sono emendamenti collegati. Penso, pertanto, che riceva, se non un assenso una non negatività da parte dell'intera Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento, all'o.d.g. odierno, dell'ordine del giorno n. 1790 "Conseguenze a carico della salute dei Vigili del Fuoco per esposizione a sostanze perfluoroalchiliche contenute nei DPI e nei liquidi schiumogeni: necessità di attivazione di specifico biomonitoraggio".
Lo chiedo anche alla luce del tema emerso nei giorni scorsi sui PFAS. Anche i nostri Vigili del Fuoco sono esposti, per l'attività di lavoro svolta, al contatto con queste sostanze e molti loro chiedono maggiore sicurezza e maggiori garanzie.
Chiedo l'inserimento di questo documento con l'auspicio che si possa finalmente discutere anche gli altri atti d'indirizzo che hanno, come filo conduttore, la tematica dei PFAS, che non possiamo di certo esimerci dall'affrontare in questo Consiglio regionale in maniera chiara con votazioni palesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Siamo già in accordo con l'Assessore Chiorino (credo ne abbiamo parlato anche con lei, Presidente), vista la presenza dei lavoratori della ditta Delgrosso di Nichelino, una ditta che vede al proprio interno 108 operai.
La notizia è arrivata la scorsa settimana: c'è, secondo l'indicazione che ci danno i sindacati nelle interlocuzioni formali, negli intenti informali di quell'azienda, che non ha una crisi di commesse e non vuole delocalizzare, quindi un caso particolarmente specifico e anche strano, di portare i libri in Tribunale.
I sindacati, insieme ai lavoratori, stanno arrivando davanti all'Aula del Consiglio, per cui chiediamo, nell'arco della mattinata (se non al più tardi in pausa pranzo), di organizzare un'audizione dei lavoratori e dei sindacati per raccontare, nello specifico, alcune caratteristiche di questa crisi, completamente diversa da quelle che, purtroppo, in questi quattro anni abbiamo affrontato proprio qui in Aula del Consiglio e non solo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Soltanto per sostenere la richiesta del Consigliere Bertola in merito all'inversione dell'o.d.g., perché davvero questo tema avrebbe la necessità di concludersi e anche di portare in Aula un dibattito che invece stiamo leggendo sugli organi di informazione.
Le opinioni dei diversi Consiglieri di maggioranza dovrebbero essere espresse qui in Consiglio nella trattazione per possibilmente, anche dal mio punto di vista, portare a compimento con votazione positiva il provvedimento sui Cinque Laghi.



PRESIDENTE

Grazie.
Guardiamo prima le richieste d'inserimento.
Il primo inserimento riguarda il documento n. 1791 del Consigliere Magliano, "Introduzione anche in Piemonte di un voucher per l'accesso gratuito dell'attività sportiva a favore dei minori di età compresa tra i sei e i 15 anni". Se non vi sono contrari, lo inseriamo a calce dell'elenco degli atti degli ordini del giorno.
La richiesta della collega Zambaia, relativamente alla mozione n. 1793 a oggetto "Realizzazione, secondo normativa di legge, del servizio di lavanderia rivolto a strutture ospedaliere e socio-assistenziali", non è una richiesta di inserimento, ma una richiesta di attrazione al punto 43) dell'o.d.g.
Il Consigliere Sacco chiede di inserire l'ordine del giorno n. 1790 a oggetto "Conseguenze a carico della salute dei Vigili del Fuoco per esposizione a sostanze perfluoroalchiliche contenute nei DPI e nei liquidi schiumogeni: necessità di attivazione di specifico biomonitoraggio" Nessuno è contrario alle richieste di inserimenti.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Il Consigliere Bertola chiede di invertire il punto 8) all'o.d.g. con il punto 3) e il Consigliere Nicco chiede di trattare il punto 7) prima del punto 4).
Mettiamo in votazione la richiesta del collega Bertola, che chiede di trattare il punto 8) all'o.d.g. prima del punto 3).
Ricordo che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g. presentata del Consigliere Bertola.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Scusate, il Consigliere Nicco ha chiesto di discutere il punto 7) all'o.d.g., prima del punto 4). Vorrei chiedere conferma al collega Nicco se effettivamente intendeva esaminare il punto 7), la proposta di legge n.
272 "Proposta di legge al Parlamento: Modifiche e integrazione alla legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Disposizioni per l'attuazione del principio di pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione) e al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali)" prima del punto 4).
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nicco; ne ha facoltà.



NICCO Davide

Per la verità, Presidente, avevo chiesto di inserire la proposta di legge n. 272 di cui al punto 7) all'o.d.g. dopo la proposta di legge n. 136, così com'era calendarizzato nell'ultimo o.d.g.
Io non mi sono permesso di correggerla, ma obiettivamente avevo chiesto che venisse esaminata dopo il punto 4) all'o.d.g.



PRESIDENTE

La sua è una richiesta di modifica all'o.d.g.
Ponevo solo la questione, relativamente al disegno di legge dell'Assessore Marrone, di trattarlo prima della sua proposta di legge.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g. presentata del Consigliere Nicco.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 2) all'o.d.g., inerente a "Nomine".


Argomento:

Nomine

Argomento:

Proposta di deliberazione n. 338 "Consigliera/e di parità regionale effettiva/o (articoli 12, 13 e 14 del decreto legislativo 11 aprile 2006 n. 198) - designazione di un/una Consigliera di parità effettivo/a"


PRESIDENTE

Informo che è necessario procedere alla designazione della Consigliera di parità effettiva della Regione Piemonte.
L'elenco delle candidature pervenute a seguito di avviso pubblico, sulle quali la Commissione consultiva per le nomine ha espresso parere favorevole ai sensi degli articoli 6 e 9 comma 6, della legge regionale 23 marzo 1995 n. 39 ("Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione e i soggetti nominati") è stato messo a disposizione dei Consiglieri tramite pubblicazione su "Supporto delle sedute d'Aula".
Ricordo a tal proposito che l'elenco delle candidature sulle quali la Commissione ha espresso parere favorevole è stato inserito nella scheda di votazione nell'ordine risultante dall'espletamento della votazione comparativa, richiesta dalla vigente normativa in materia, che la Commissione medesima ha svolto nella seduta del 29 febbraio scorso.
Ai sensi dell'articolo 74, comma 2 del Regolamento interno, occorre procedere alla votazione a scrutinio segreto, previo appello nominale.
Si proceda alla distribuzione delle schede.
Nomino scrutatori i Consiglieri Gavazza e Mosca.
Prego il Consigliere Segretario Martinetti di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Martinetti effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.
Comunico che alla proclamazione provvederò nel corso della seduta, non appena concluse le operazioni di spoglio delle schede.


Argomento: Cave e torbiere

Proseguimento disegno di legge n. 299 "Modifiche all'articolo 4 della legge regionale 17 novembre 2016, n. 23 (Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 299, inerente a "Modifiche all'articolo 4 della legge regionale 17 novembre 2016, n. 23 (Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato richiamato in Aula dal Presidente della Giunta, ai sensi del Regolamento, il 27 febbraio scorso. L'Assessore Tronzano ha svolto l'illustrazione del disegno di legge. La Conferenza dei Presidenti ha avuto luogo nella medesima data e la Giunta regionale ha chiesto il contingentamento dei tempi di trattazione, ai sensi del Regolamento. I tempi a disposizione per ogni Gruppo sono consultabili su "Supporto sedute istituzionali" in corrispondenza al disegno di legge n. 299.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Questo disegno di legge è fondamentale per un comparto importantissimo del Piemonte, che interessa, in particolare, il VCO, la Val d'Ossola, la zona di Bagnolo e di Luserna, che sono, di fatto, gli unici due poli estrattivi di pietra rimasti in Piemonte. In Val d'Ossola c'erano oltre 200 cave mentre oggi ce ne sono 20; quindi, c'è stata una riduzione del 90%.
Quelle rimaste sono aziende solide, aziende locali, aziende sane, composte da lavoratori che si fanno un "mazzo" importante e che creano un indotto fondamentale. Se pensate alla cava di Candoglia, è la cava che fornisce ancora oggi il marmo per il Duomo di Milano. Quindi, c'è anche un aspetto artistico, culturale e storico incredibile.
Noi abbiamo sentito il grido d'allarme degli imprenditori di questo comparto, che ci hanno detto chiaramente che se anche per loro fosse entrato in vigore il PRAE così com'era, questo avrebbe significato che le ultime 20 aziende sopravvissute avrebbero chiuso, dando una mazzata al comparto economico, ai posti di lavoro e a gente che tutte le mattine si alza e crea ricchezza sul territorio.
Quindi, da una parte, c'è la tutela dell'ambiente - e vi assicuro che negli ultimi anni si stanno facendo dei ripristini ambientali importanti sulle cave dismesse - e, dall'altra, c'è l'esigenza di lavorare, perché si vive e si sta in montagna, se si ha l'opportunità di guadagnare e di lavorare. Il resto è filosofia da salotto da ambientalisti da ZTL di città, che nulla ha a che fare con la vita reale della montagna.
Ribadisco che è un comparto che dà molto, che ha lanciato un grido d'allarme forte a questa Regione, per cui questa maggioranza si è sentita di farlo proprio e di procedere con questa modifica per dare un futuro a un settore che, secondo noi, è strategico, perché si tratta di aziende che vendono in tutto il mondo.
Ci sono aziende che vendono i loro blocchi addirittura in Cina, a differenza di altre che importano il materiale lavorato dalla Cina ovviamente per i bassissimi costi. Le nostre aziende, invece, hanno un loro mercato, che è quello del lusso, il mercato dei grandi alberghi, degli aeroporti e di tantissimi interventi architettonici in tutto il mondo dando la possibilità di utilizzare questa fantastica pietra che abbiamo la fortuna di avere nelle nostre vallate.
Oggi la tecnologia si è evoluta e il modo di lavorare in cava è diverso, è più sicuro. Lo vediamo anche rispetto alla vicina Svizzera: le norme di sicurezza italiane sono molto più inflessibili e la qualità del lavoro dei lavoratori è nettamente migliorata.
Per noi è un comparto importantissimo e si è deciso appunto di stralciare dal PRAE la pietra ornamentale per la Val d'Ossola, per Bagnolo e per Luserna, garantendo un futuro a questa attività storica e culturale che ha dato molto alla storia e alla cultura del nostro territorio, del nostro Piemonte, ma non solo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Accossato, in discussione generale.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Alcune considerazioni in discussione generale.
Purtroppo, neanche per questo disegno di legge, richiamato in Aula in tempi brevi, non c'è stata la possibilità di entrare nel modo giusto nel merito di questa richiesta.
Devo dire che l'intervento del collega Preioni ci ha forse dato maggiori indicazioni di quanto non avesse avuto occasione di poterlo fare l'Assessore competente in Commissione, chiarendo anche l'approccio a un tema, a un mondo che è quello delle diverse attività estrattive e ai rapporti che queste attività devono avere con il territorio circostante con l'ambiente, con l'esigenza di garantire certo un'attività lavorativa ma al contempo di garantire una corretta presenza sui territori e un rispetto delle condizioni ambientali.
Certo ci sarebbe anche da capire meglio, perché con questo provvedimento si parla di una realizzazione di un PRAE a stralci e questo, secondo noi e secondo me, è uno snaturamento della legge n. 16, anche perché non potranno essere considerate le interconnessioni tra i diversi settori; spero che non voglia dire, come sembrava dall'intervento che ho udito precedentemente addirittura una deroga all'esigenza di un PRAE per il settore delle pietre ornamentali. Questo non l'avevo inteso e spero che non sia così, ma in ogni caso, riteniamo questo provvedimento sicuramente un segnale elettorale più che un entrare nel merito del provvedimento; un brutto segnale per quanto riguarda l'applicazione della legge n. 16, anziché la predisposizione di un PRAE che abbia tutte le valutazioni del caso, in particolar modo quelle ambientali, coerenti e rispettate.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bertola, in discussione generale.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Arriviamo alla discussione generale su questo provvedimento e siamo già contingentati.
Un provvedimento che non è stato discusso in Commissione e arriva in Aula già con i tempi tagliati, per cui anche qui non ci sarà tempo per parlarne diffusamente e per illustrare gli emendamenti, perché questo è il concetto di democrazia che ha questa maggioranza e questa Giunta regionale.
Diceva l'Assessore Tronzano, l'altra volta, che è semplice la ragione per cui è stato presentato questo disegno di legge. Vero? È semplice.
Sono due semplici ragioni. La prima è che il PRAE dell'Assessore Tronzano c'era, ma era un disastro totale; il PRAE era un disastro, per cui si è incagliato, perché alcune strutture della stessa Regione hanno detto "fermiamoci un attimo", così il PRAE si è fermato.
La seconda ragione è che erano state fatte delle promesse elettorali ad alcuni soggetti e ad alcuni territori e poi la firma si è vista: la firma è stata resa pubblica poco fa. Nella scorsa seduta sono stati detti i nomi e cognomi, com'è stato fatto anche in questa seduta.
Se dobbiamo andare dal particolare al generale, questo ci chiarisce ancora una volta di più il quadro della situazione riguardo a quello che è stato fatto in questa legislatura, perché, signori, ciò che è chiaro a tutti è che in questo Consiglio regionale, per le richieste delle lobby c'è sempre spazio! C'è sempre spazio e c'è sempre tempo e i provvedimenti arrivano bene o male, sempre ad approvazione.
Questo l'abbiamo già visto e lo stiamo vedendo adesso con questo disegno di legge sulle cave. L'abbiamo visto diffusamente sul gioco d'azzardo e anche qui riprendo le parole e il senso del discorso che ho sentito fare dall'Assessore Tronzano quando stavamo parlando delle crisi aziendali e dell'automotive nella nostra Regione. L'Assessore Tronzano disse: "Contano le aziende e conta il profitto". Quindi noi siamo qui per far fare i profitti alle aziende! Per noi non è così, per noi un Assessore alle attività produttive dovrebbe dire che le aziende hanno come loro obiettivo il profitto, le società per azioni hanno come loro obiettivo quello di dare un dividendo agli azionisti. Ora, noi facciamo un altro lavoro, non perché lo dicono le opposizioni in Consiglio regionale, ma perché lo dice la Costituzione italiana.
Lo dice la Costituzione italiana, quella che noi abbiamo sulla scrivania e speriamo ce l'abbia sulla scrivania anche all'Assessore alle attività produttive e, magari, speriamo che qualcuno di noi ce l'abbia anche sul comodino, così magari la sera qualche lettura interessante si può anche fare.
Il riferimento è all'articolo 41 della Costituzione, che dice che la libera iniziativa privata non dev'essere in contrasto con l'utilità sociale e con la tutela della salute, dell'ambiente, della libertà e della dignità umana.
Qui però avviene il contrario, perché alla fine quello che chiedono le lobby in quest'Aula arriva sempre all'approvazione finale. Quello che invece, servirebbe veramente, quello che può essere fatto per i cittadini piemontesi, signori, qui non c'è.
Parliamone ancora una volta: siamo alla fine della legislatura, si porta un provvedimento del genere in Aula, si contingentando i tempi e il Piano Socio-Sanitario regionale esiste? No, non c'è.
Non c'è un Piano Socio-Sanitario regionale. La sanità, la competenza principale della Regione, quella che interessa quattro milioni e 300 mila abitanti. Il Piano Socio Sanitario non c'è. Ospedali? Nemmeno! Non una pietra è stata posata in questa legislatura, non una! Liste d'attesa? Lo sappiamo già: sette, otto, nove, 12, 14 mesi per una prestazione, ma qui non se ne parla! Nulla! Perché si parla di cave.
Non si dà nemmeno spazio a richieste che magari arrivano dai territori così come la proposta di legge sul Parco dei cinque laghi, che è stata affondata in Aula. Non se ne parla più, si tiene in fondo una richiesta che arrivava dai territori e che è anche sostenuta da un disegno di legge della Giunta regionale. Così avviene per una proposta di legge d'iniziativa popolare, come quella sul fine vita, rispetto alla quale, così come sul disegno di legge sui Cinque laghi, la Giunta regionale e la maggioranza dovrebbero almeno prendersi la responsabilità di bocciarle, ma facendole arrivare in Aula e discutendole.
E invece no. Non c'è spazio e invece c'è spazio per queste piccole promesse elettorali.
Va detta una cosa: qui si va a cambiare una piccola parte della legge n. 23 del 2016, dicendo che il PRAE (Piano regionale attività estrattive) pu essere fatto per stralci. Bene, qui si va a snaturare totalmente il senso della legge n. 23 del 2016.
La legge n. 23 è stato un buon lavoro di questo Consiglio regionale nella scorsa legislatura - un buon lavoro - arrivato dopo mesi di gruppo di lavoro in Commissione, al quale hanno partecipato tutti, maggioranza compresa. Mi ricordo, in particolare, il Consigliere Rossi, primo firmatario; partecipavo io con il Gruppo di cui facevo parte e ricordo in particolare non tanto l'impegno mio, ma del collega Mighetti, assolutamente più competente di me sul tema, ma anche di Gianluca Vignale e del centrodestra. Mesi di lavoro in Commissione e in Aula.
Signori, queste cose vanno dette, perché l'Assessore ha detto: "La precedente Amministrazione ha voluto quella legge". No! Andiamoci a prendere i resoconti d'Aula (io lo faccio sempre) per vedere cosa avevano detto certe persone e come avevano votato.
La legge n. 23 del 2016 è passata in due sedute di Consiglio senza contingentamenti, con presenti 38, votanti 32, sì 32, non partecipanti sei.
Non mi pare, per le caratteristiche che ha la votazione, un provvedimento imposto da una maggioranza alle opposizioni. È qualcosa di diverso, quindi una buona legge.
Qui se ne va a snaturare il senso, perché per noi il focus deve essere sempre l'articolo 41 della Costituzione: la nostra via guida, l'iniziativa privata, la tutela di altri interessi sociali come la salute, l'ambiente la libertà, ecc.
E allora la legge cosa fa? Definisce dei principi generali e poi si demanda tutto a un piano che, in quanto piano, deve dire quanto è sostenibile, per la nostra Regione, un'attività che è sfruttamento del territorio. Le cave sfruttano, sono uno sfruttamento di risorse. Mai definizione fu tanto sbagliata come quella di "coltivazione", perché, purtroppo, in italiano si dice "coltivazione di cave". Non c'è niente di più sbagliato, perché se coltivo un campo e semino, qualcosa uscirà e l'anno dopo, magari, spunterà qualcosa senza che io faccia nulla.
Non vado a impoverire il territorio se lo gestisco bene, ma anche in agricoltura c'è qualcuno che non vuole più nemmeno fare la rotazione delle colture, qualcosa introdotto più di mille anni fa. Per qualcuno non si fa neanche più quello. Però quella è agricoltura; la coltivazione di cave è estrarre risorse che non sono rinnovabili, perché - e spero concordiate con me - le pietre che tiriamo fuori oggi non rispuntano fuori la notte e si ritrovano anche domani.
Pertanto, vanno decise delle quantità che siano sostenibili, va deciso in quali posti e in quale modo. A questo serve un piano che abbia una visione complessiva, altrimenti andiamo a dire che il piano lo facciamo per stralci e il senso della legge - quella buona legge - viene meno.
Questa è la ragione per cui avevamo già espresso forte contrarietà al disegno di legge e, per quanto possibile, lo faremo ancora in Aula, per quanto ce lo permetteranno, anche se direi molto poco.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti.
Aggiungo anch'io qualche breve considerazione sulla norma che ci viene proposta al voto oggi, lasciando poi al collega Rossi le argomentazioni più di dettaglio, più tecniche.
Come diceva il Consigliere Bertola, siamo in presenza di una dichiarazione di fallimento della Giunta regionale, per quanto riguarda la redazione e l'approvazione del PRAE, il Piano regionale delle attività estrattive.
La legge è la n. 23 del 2016; dopodiché, questa legge demanda alla Giunta di approvare questo documento, questo PRAE; un vero e proprio piano regolatore, esecutivo rispetto alle modalità, ai territori coinvolti e alle quantità di attività estrattiva che si può fare in Piemonte, con il parere della Commissione consiliare.
La vostra Giunta ha avuto cinque anni per approvare questo piano, ma in cinque anni non è stata in grado di approvarlo, altrimenti non sareste qui a chiedere uno stralcio del piano, finalizzato all'approvazione, immagino o addirittura alla deroga, rispetto alle norme che prevede il PRAE per quanto riguarda la tipologia di attività estrattiva legata ai materiali e alle pietre ornamentali.
Sappiamo, infatti, che le attività estrattive sono suddivise in tre comparti: aggregati per le costruzioni e le infrastrutture, pietre ornamentali e materiali industriali. Pertanto, non essendo riusciti ad approvare questo piano generale che valeva per tutti questi comparti, a fine legislatura ci presentate, di tutta fretta, questa norma che prevede la possibilità di suddividere quantomeno in tre il PRAE, in modo tale da poter accelerare all'ultimo e avere una normativa che sia applicabile al settore delle estrazioni relative alle pietre ornamentali.
La prima considerazione è che questo significa un sostanziale fallimento della Giunta, che non è riuscita, in cinque anni, ad approvare il PRAE.
Prima considerazione.
Il fatto, poi, che si scelga la scorciatoia di suddividere e di dare la possibilità alla Giunta di approvare più documenti relativi all'attività estrattiva, a seconda della loro tipologia, costituisce, da un lato, com'è stato già ben detto, uno snaturamento della legge 23 del 2016 e dall'altro, costituisce un modo non opportuno di gestire l'attività estrattiva complessiva nella nostra Regione.
Se il PRAE fosse stato fatto, tutti i problemi del Consigliere Preioni sulla difficoltà che il comparto delle pietre ornamentali vive e sulla necessità di portare avanti questo comparto, assolutamente condivisibile essendo un'eccellenza del nostro Piemonte e del nostro territorio (basti pensare, ad esempio, alle cave di Bagnolo), oggi non ci sarebbero, perch c'era tutto il tempo di approvare un PRAE unitario.
Questo fallimento è stato dovuto a che cosa? Innanzitutto al fatto che il PRAE è stato interpretato dalla Giunta in un modo molto particolare: invece di regolamentare puntualmente le attività estrattive, di sviluppare un piano che negli anni regolamentasse puntualmente e in maniera sostenibile queste attività, il PRAE che ci è stato presentato prevede sostanzialmente, di inserire tutte le aree, tutti i territori e tutte le zone in cui potenzialmente poteva essere esercitata quell'attività, salvo poi demandare al mercato, e quindi a coloro che questa attività la esercitano, la facoltà di utilizzare o meno quelle aree.
Questo non è un piano. È come dire: faccio un piano regolatore, tutti i terreni sono potenzialmente edificabili, a parte quelli in cui ci sono dei vincoli particolari, dopodiché sarà il mercato a decidere se si edifica o no in un determinato terreno. Lo capisce anche un bambino che non è un piano regolatore.
La stessa cosa è stata fatta sul PRAE, con tutte le conseguenze del caso.
Ricordo anche che abbiamo discusso in Consiglio regionale, su proposta dei Consiglieri della maggioranza e dello stesso Presidente del Consiglio, il fatto che erano state individuate per l'attività estrattiva delle aree particolarmente delicate, particolarmente sensibili dal punto di vista paesaggistico e particolarmente belle. Ciò ha comportato, naturalmente, la giusta protesta delle popolazioni interessate. Questo significa che qualcosa in quel documento effettivamente non funzionava. La prova provata è ciò che oggi ci viene proposto con urgenza, nel senso di dire "lasciamo perdere un attimo il PRAE per quanto riguarda tutte le altre attività estrattive tanto non riusciamo più ad approvarlo e, in qualche modo cerchiamo di liberare quantomeno il settore delle pietre ornamentali".
Aggiungo che è abbastanza palese che tutto questo, per carità, risponderà anche a delle nobili esigenze del settore come diceva il Consigliere Preioni, ma non sfugge il fatto che siamo a pochi mesi dalle elezioni e mi pare che siano state fatte delle evidenti promesse di natura elettorale a quei settori che non sono state rispettate fino a oggi da parte della maggioranza. Adesso, in limine litis, alla fine di tutto, in zona Cesarini come si dice nel calcio, si cerca di mettere una pezza e di porvi rimedio.
Non è questo il modo di legiferare con un fare programmatorio - il PRAE dovrebbe essere proprio questo - ma è un modo di legiferare ad personam e a domanda, che evidentemente non fa bene complessivamente al nostro Piemonte.
Detto questo, lontani dall'essere degli ambientalisti da ZTL (io vengo dalla campagna, sono anche un coltivatore a tempo perso), credo che le esigenze dei vari settori vadano prese in giusta considerazione, ma occorrerebbe farlo con serietà diversa e con competenze e capacità diverse.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Come il Presidente sa, e come hanno ricordato anche alcuni colleghi, questo è un tema che ci sta molto a cuore e che seguiamo non da oggi, ma da ormai dieci anni.
Ha fatto bene il Consigliere Bertola a richiamare il lungo, approfondito articolato, e complesso lavoro che da dieci anni vede impegnato il Consiglio regionale su un tema che merita, fra l'altro, questa attenzione.
Voglio ricordare anche al collega Preioni, non me ne voglia, che quando noi siamo intervenuti su questo tema, intanto lo abbiamo fatto cercando di coinvolgere tutte le forze politiche presenti e tutti gli Assessorati che lavorano e, in qualche maniera, si interessano al tema dell'attività estrattiva e che, come sapete, ha delle ricadute di carattere ambientale paesaggistico (torneremo su questo) e anche di salute.
Ricordo ancora lo stupore nel lavoro della scorsa legislatura, quando ci venne detto, anche dagli uffici legislativi, di non avere quasi mai visto tre o quattro Direzioni lavorare tutte insieme su un disegno di legge complesso come questo. Dico a chi pensa di liquidare l'attenzione e il lavoro di questi anni definendolo con superficialità ambientalismo da salotto che ogni accusa di questo tipo è rispedita al mittente con forza perché noi, su questo tema, ci abbiamo lavorato con le università, con le aziende datoriali, con gli ambientalisti, con i Comuni, le Province e gli uffici della Regione. Quando, come e dove volete possiamo parlare e discutere di questi argomenti nel merito di ogni situazione.
Cerco di avere sempre toni molto tranquilli in quest'Aula anche rispetto alle istituzioni, ma mi permetto di dire - uso un termine un po' forte che la relazione che accompagna questo disegno di legge, per quanto mi riguarda, è al limite dell'offensivo. In poche righe si dice di "valutare in ragione delle diverse esigenze dei comparti estrattivi siccome emerse in sede di adozione del piano", ma non si capisce bene quali siano quelle esigenze, perché non vengono specificate, per cui si poteva fare almeno lo sforzo di specificarle.
Con quella frase inserita nella relazione, si mette da parte - provo a fare un breve elenco ma sarebbe più lungo - due anni di lavoro non di Domenico Rossi, ma di soggetti come Regione, Università, Comuni e Province. Due anni, dal 2014 al 2016, di lavoro da una proposta di legge a una legge approvata in Consiglio regionale. Ripeto, due anni di lavoro. Due o tre anni di lavoro preliminare per arrivare al documento propedeutico al piano di lavoro di Assessorati, uffici, consulenze, ingegneri minerari Università. Un anno di Conferenza di copianificazione con Comuni e Province. In questi anni di lavoro, di approfondimento, di consulenze e di studio nessuno si è mai accorto che c'era la necessità di stralciare le pietre ornamentali. Nessuno se n'è accorto? O tutte queste persone che hanno lavorato in questi anni sono state particolarmente distratte, oppure la ragione di questo disegno di legge è altrove, è in altre motivazioni che poi proveremo ad approfondire.
In questo senso, ritengo che è al limite dell'offensivo, perché una relazione come questa, che accompagna un disegno di legge che vuole fare quello che propone, a fronte di questo lavoro di anni di professionisti e di realtà che si sono occupate di questo tema, doveva perlomeno entrare nel merito e fare lo sforzo di spiegarci quali sono queste esigenze emerse nell'adozione e nella valutazione del PRAE. Lo dico, perché da questo punto di vista noi non siamo assolutamente soddisfatti delle motivazioni che ci vengono proposte.
La verità l'hanno già detta alcuni colleghi, cioè che è arrivata una richiesta specifica da parte di un settore. È arrivata una richiesta specifica, alla quale la Giunta legittimamente ritiene di dover dire di sì.
Pertanto, che si abbia semplicemente il coraggio di dire e di scrivere che questo disegno di legge è una risposta a una richiesta di una parte di un settore che è molto più ampio. Fra l'altro, crea una discriminazione all'interno di quel settore che ci sta molto a cuore e non si capisce come mai chi fa un certo tipo di cava deve avere una pianificazione, a differenza di chi ne fa un'altra, sapendo e presupponendo - lo dico soprattutto per chi ci ascolta - che la legge attuale e il PRAE, a regole vigenti, già è pensato per essere differenziato sulla base del tipo di materiale. Quindi, c'è una differenziazione? Certo, è già previsto.
Qui si sta dicendo un'altra cosa, che è pericolosa dal nostro punto di vista: si sta dicendo che approviamo un pezzo per volta. Quindi, si espone la Regione a che cosa? A una situazione che è già accaduta nella storia di questa Regione, perché c'è stato un periodo in cui vigeva una norma che diceva questo: le Province devono fare i piani provinciali per le attività estrattive. Sapete cosa è successo in quel periodo di vigenza? Che la Provincia di Novara ha fatto un piano che, negli anni, ha regolato l'attività estrattiva e tutte le altre Province del Piemonte non hanno mai adottato e approvato questo piano, quindi con un'altra discriminazione all'interno del territorio regionale, per cui in un territorio le aziende sono regolate, mentre in altri territori non lo sono.
Oggi rischiamo di avere un'altra discriminazione, perché magari approveremo un PRAE per un comparto, che quindi avrà la pianificazione, mentre per un altro comparto, chissà, forse un giorno si farà. Se a questo comparto andrà bene, dipenderà dalle richieste che arriveranno. Questo tipo di atteggiamento e questo tipo di risposta ai problemi che ci sono, anche dal punto di vista delle richieste che arrivano dal territorio, non ci vede assolutamente in linea.
Abbiamo visto tutti che cosa è successo alla prima adozione in fase di valutazione, anche ambientale, da parte della stessa Regione, perché la VAS non l'ho fatta io, ma la stessa Regione. Abbiamo visto che la prima versione è stata messa profondamente in discussione; non voglio dire che è stata demolita, ma profondamente messa in discussione, con decine e decine di osservazioni, che di fatto richiedono una riscrittura completa del PRAE.
A fronte di questo, che cosa emerge? Emerge che l'atteggiamento, le scelte fatte dall'attuale maggioranza su questa legge, su cui poi tornerò, da che cosa sono guidate? Andando a vedere le scelte che sono state fatte e anche il risultato della VAS, è come se si cercasse, mentre si attua la legge, di svuotarla dall'interno, cioè dei principi che ancora sono presenti nella legge, che adesso richiamerò. Infatti, è questo che ci ha detto la VAS e noi, in maniera meno tecnica, meno precisa, prima che uscisse il documento di VAS (se non sbaglio, tra marzo e aprile) avevamo già denunciato alcune storture.
Adesso non le riprendo tutte, perché non stiamo discutendo di questo, ma la questione del rapporto tra fabbisogni stimati - non da Domenico Rossi, ma dagli uffici e dai consulenti che ci hanno detto che c'è un fabbisogno, nei prossimi dieci anni, di 96 milioni di metri cubi - e un autorizzabile sulla carta tra residui rispetto alle autorizzazioni in corso e quelli previsti nel PRAE di 306 milioni di metri cubi, già dice come viene fatta questa pianificazione. Viene fatta non partendo dai fabbisogni delle realtà estrattive, ma viene fatta sulla base dei fabbisogni solamente delle imprese.
È evidente che il punto di vista riguardante l'equilibrio tra l'attività imprenditoriale, le ricadute ambientali, le ricadute paesaggistiche e le ricadute di salute è un punto delicato. Non si tratta di essere pro o contro l'impresa, come a volte, in maniera fumettistica, ama descrivere l'Assessore Tronzano: lui a favore, noi contrari. No, noi siamo molto a favore dell'impresa, solo che ci siamo convinti in questi anni che tutte le attività imprenditoriali, non soltanto quella estrattiva, debbano fare i conti con quella che oggi abbiamo imparato a chiamare la crisi ecologica cioè devono imparare a fare i conti col fatto che l'attività antropica dev'essere in equilibrio con l'ambiente, in equilibrio col paesaggio, in equilibrio con le questioni che riguardano la salute. E non si pu semplicemente dire "me l'hanno chiesto e dico di sì", perché non è questo il ruolo che noi abbiamo come decisori politici e su cui poi tornerò.
Voglio ricordare ai colleghi che non hanno lavorato con noi nella scorsa legislatura che la precedente legge che si occupava di cave, al netto delle modifiche avvenute negli anni, era una legge del 1978 (aveva la mia età e non sono più tanto giovane).
Che cosa significa questo? Che cosa ha significato per il Piemonte? Ha significato una situazione in cui la logica, la cornice, l'impostazione della legge era profondamente sviluppista, cioè non si poneva il tema delle ricadute ambientali e paesaggistiche, ma era figlia di una cultura che negli anni Settanta, poteva ancora essere accettata: l'uomo ha bisogno sfrutta l'ambiente e fine, tanto ce n'è sempre per tutti.
Noi ci eravamo accorti che anche l'attività estrattiva aveva bisogno di fare un passo avanti, che non era un passo contrario, ma era una trasformazione che andava fatta, come in tanti altri casi. Non abbiamo più la chimica di Marghera, non sversiamo più rifiuti nei laghi, abbiamo fatto dei passi avanti. Non siamo contro le rubinetterie, ma diciamo che, per fortuna, non sversano più nei laghi o non dovrebbero farlo. Noi riteniamo che tutte le attività economiche debbano fare questo passaggio e molti lo stanno facendo.
Quando abbiamo messo mano alla legge sulle attività estrattive, abbiamo detto questo: non è una legge contro, è una legge che vuole spostare o provare a portare l'attività estrattiva nel XXI secolo e ridare alla Regione quel ruolo pianificatore che aveva perso, a cui aveva rinunciato negli anni. Con questa scelta e con questo disegno di legge, però, anche questo aspetto viene messo in discussione.
Colleghi, vi faccio un esempio: prima, se una persona faceva uno scavo in una cava abusiva, si autodenunciava in Comune e con una multa amministrativa di circa 1.000 euro sistemava, al di là della quantità estratta. È stato così fino al 2015, perché questa norma l'avevamo corretta l'anno precedente in un omnibus, prima ancora di approvare, nel 2016, la legge completa. Lo ricordo bene: fu una rivoluzione mettere una sanzione sulla base del materiale estratto abusivamente e con l'obbligo di ripristino dello stato precedente. Questo avvenne nel 2015, ma dal 1978 si poteva sistemare semplicemente pagando una bassa sanzione amministrativa.
Vi faccio questo esempio, ma potrei farvene altri.
Ve ne faccio solo un altro.
I controlli erano in mano ai piccoli Comuni, che non avevano i mezzi, non avevano il personale per effettuare i controlli nella cava e che cosa succedeva? Semplicemente, i controlli (tranne quelli legati all'attività giudiziaria e alle autorizzazioni) non esistevano, perché un Comune di 2.000 abitanti, che magari ha soltanto un vigile, come poteva effettuare controlli in cava, che magari non sapeva neanche com'era fatta? Da questo punto di vista, il passaggio alle Province e la creazione di uffici dedicati è servito per fare un passo in avanti, così come l'aspetto della pianificazione, che è il tassello fondamentale, perché dov'è l'equilibrio tra attività privata e l'interesse comune, richiamato prima dal Consigliere Bertola? È il pubblico, che non può fare tanto, ma una delle cose che può fare è la programmazione, mettendo dei vincoli, dei limiti su dove, su come e su quando. Se noi però questi limiti li aggiriamo, dicendo praticamente che è possibile ovunque (dove), se diciamo "poi vediamo, tu sì, l'altro, invece, dopodomani" (quando), di fatto facciamo una pianificazione che rischia di rimanere soltanto sulla carta e di non produrre quel cambiamento di cui, invece, abbiamo bisogno. Ne abbiamo bisogno, perché è necessario fare in modo che le attività dell'uomo, in tutti i settori, compreso quello delle attività estrattive siano rispettose e in equilibrio, come dicevo prima, con l'ambiente, il paesaggio e la salute.
Presidente, concludo dicendo che forse è proprio questo il punto su cui siamo distanti: da un lato, il metodo di lavoro, cioè quando noi abbiamo lavorato su questi temi lo abbiamo fatto coinvolgendo, sapendo che non avevamo nessuna verità in tasca e che dovevamo mediare anche con le idee degli altri, le nostre intenzioni sul tema. La legge n. 23 del 2016 non è quella che avevo in mente, non è la fotografia della proposta di legge che presentò Domenico Rossi nel 2014, ma fu il risultato di anni di lavoro, di mediazione e di approfondimenti.
Quindi, la prima questione che ci divide è il metodo: in questa legislatura tutti i passaggi sono arrivati come unilaterali e senza tenere in minima considerazione le opinioni e il lavoro degli altri.
La seconda questione è proprio sul ruolo che deve avere l'amministratore pubblico.
Lo ha detto prima il collega Marello e lo voglio ripetere anch'io e con questo chiudo.
Noi non siamo qui a dire di sì o a dire di no, semplicemente, ad alcuni settori: noi siamo qui a mediare tra i diversi interessi che ci sono nella società, con un faro, però, che è quello della Costituzione e del bene comune, che nella maggior parte delle volte ha al suo interno il diritto all'impresa, perché senza impresa non c'è lavoro e senza lavoro le persone perdono la dignità e su questo sono d'accordo, ma tutto non si può esaurire al diritto di fare impresa, perché il diritto di fare impresa in tutti i settori dev'essere in equilibrio e coniugarsi con il valore sociale, con il valore ambientale e con la salute dei cittadini.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sacco, in discussione generale.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione l'intervento del collega Rossi, devo dire estremamente esaustivo. Il collega ha ricalcato tantissimi dei temi che è importante affrontare parlando di un tema come quello delle cave e soprattutto, ha fatto una cronistoria di ciò che è avvenuto in passato nella scorsa legislatura, dopo quello che possiamo definire un Far West che è durato tantissimi anni in un settore come quello delle attività estrattive.
Ebbene, posso dire che forse rientro in quella categoria prima citata dal collega Preioni, degli "ambientalisti da ZTL". Però, c'è proprio una questione fondamentale nell'approccio che dovrebbe avere la politica rispetto a questi temi. L'approccio è quello di pensare che noi stiamo sfruttando un territorio che non è nostro: noi sfruttiamo un territorio che ci è dato in prestito dalle future generazioni e che abbiamo ereditato da quelle precedenti. Certo, questo aspetto non ci deve impedire di vivere dignitosamente e di avere la possibilità di utilizzare i beni che ci mette a disposizione la natura, ma questo non vuol dire che possiamo usufruirne senza un minimo di regolamentazione e, soprattutto, di attenzione rispetto all'incisività che noi stiamo avendo in un determinato periodo di tempo.
Faccio anche un esempio proprio dal punto di vista semantico.
Il Consigliere Preioni diceva: "Qual è il problema delle cave, che vengono utilizzate in tantissimi settori e quindi vanno a rifornire una serie di mercati?". Non stiamo parlando di un'attività che non ha nessun tipo d'impatto. A parte il fatto che non esiste un'attività che non ha nessun tipo di impatto, ma questa a maggior ragione.
Prima il collega Rossi parlava della necessità di capire quali fossero le esigenze del mercato e di metterle in relazione con i metri cubi autorizzabili dal punto di vista dell'estrazione, proprio per evitare un eccessivo sfruttamento del territorio.
Quando una cava va a esaurimento, cosa bisogna fare? Bisogna fare un'operazione che si chiama "rinaturalizzazione della cava". Perché una rinaturalizzazione? Perché siamo andati a snaturare un territorio e quello che dobbiamo fare è cercare di farlo nella maniera più intelligente possibile e meno impattante possibile.
Il fatto di non avere certezze, in questa norma, su quali saranno le disposizioni che dovranno essere seguite per fare un certo tipo di attività, andando a fare tutta una serie di deroghe e disapplicazioni, non dà nessuna garanzia rispetto a un lavoro organico che su questo tipo di settore era stato fatto negli anni passati.
Non possiamo permetterci di iniziare neanche con la ruspa, perché su altre leggi avete agito proprio con la ruspa: con la legge sul gioco d'azzardo ad esempio, siete intervenuti in maniera pesante. Qui addirittura andate a scardinare pezzi su pezzi, con un lavoro nemmeno organico, perché non è stata fatta una discussione organica sul tema, coinvolgendo tutta una serie d'interessi, magari anche avendo, legittimamente, un'altra posizione rispetto a quella che emerge dalle opposizioni di oggi (perché mi sembra che la vecchia legge sulle cave abbia avuto ampio consenso all'interno della maggioranza). Così facendo, si fa esattamente quello che in democrazia non si dovrebbe fare: distruggere totalmente un lavoro legislativo fatto in precedenza da altri, solo per portare a casa promesse elettorali fatte sui territori.
In precedenza, qualcuno ha avuto l'accortezza di affrontare il tema con un certo tipo di approccio, con un modus operandi che non coinvolgeva soltanto la domanda di un settore, ma che coinvolgeva sia la domanda di quel settore sia la necessità di tutela di tutta un'altra serie di aspetti toccati da quel determinato settore. In questo modo, non andiamo a fare altro che creare ulteriore confusione. Non diamo nemmeno la sensazione di essere arbitri all'interno delle varie attività, perché un arbitro deve soppesare i vari interessi; qui stiamo parteggiando totalmente per una parte di questo campo.
Vado a conclusione, anche perché siamo contingentati (avrò poi modo di intervenire su alcuni emendamenti presentati dal collega). Spero vivamente che si rifletta almeno sul fatto che tutti quegli interventi pesanti, ma non organici, su un determinato tipo di settore, non fanno altro che creare problemi, problemi che magari voi non vedrete oggi, ma che vedrà qualcuno fra un po' di anni, se non si fa un ragionamento di massima su come agire nel momento in cui si va a toccare in maniera importante un determinato settore.
Concludo perché ritengo che il concetto che vogliamo far passare, rispetto all'esigenza di una maggiore tutela, è stato ampiamente spiegato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Chiedo alla Giunta se intende intervenire.
Prego, Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore alle attività estrattive

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con grande interesse il dibattito. Naturalmente le opinioni di tutti sono lecite e legittime, quindi assolutamente nessun tipo di percezione negativa rispetto alle indicazioni che i Consiglieri d'opposizione hanno dato, ma certamente non sono in linea con le mie idee e con le idee della maggioranza. Si tratta, comunque, di valutazioni, quelle dell'opposizione, oggettivamente un po' troppo elaborate rispetto all'articolato e alla modifica della legge 26, che, sostanzialmente, vede il suo impianto complessivo rimanere tale e quale.
Non c'è alcun tipo di ragionamento; c'è solo il fatto che, avendo una legge regole chiare, ben determinate e stabilite, che fanno rispettare la legalità, l'ambiente e tutelano il paesaggio, la legge c'è e rimane tale.
Noi abbiamo pensato che dentro queste regole si debba muovere anche chi lavora e chi lavora ha bisogno di certezze. Queste certezze le dà la legge e, in questo caso, per cercare di trovare il bene che c'è in ogni settore.
Credo che il proverbio "il meglio è nemico del bene" riassuma bene quello che sto cercando di dire, perché non si può avere sempre tutto, soprattutto quando gli interessi in campo sono enormi, diversificati e difficili da compendiare.
Faccio anche una battuta, se mi permettete.
Nessuno si è accorto del vostro lavoro perché voi, in realtà precedentemente non ve ne siete mai occupati. Voi avete fatto la legge avete fatto lo schema, avete fatto la cornice, dopodiché il PRAE l'avete lasciato fare a noi. Vi siete ben guardati dal mettere le mani dentro il PRAE, che è complicato e difficilissimo, infatti ha comportato a questa Giunta un lavoro lunghissimo di tre, forse addirittura quattro anni, per compendiare tutti gli interessi in gioco.
Voi vi siete ben guardati dal fare questo sforzo, perché era uno sforzo immane, anzi, secondo me impossibile da risolvere per voi, visti i conflitti d'interesse (conflitti d'interesse politici, naturalmente) all'interno della maggioranza e all'interno dei mondi che a voi fanno riferimento. Noi invece abbiamo detto: benissimo, la legge c'è, la legge è ottima, la lasciamo com'è, cerchiamo soltanto di andare avanti cercando di dare certezze al comparto, quello della sabbia-ghiaia, che nel PRAE ha visto un fattore positivo per la sua attività. All'interno di questo percorso certamente la pietra non viene esclusa dal PRAE perché è impossibile escluderla, ma certamente necessita di ulteriori approfondimenti, perché la pietra è un settore particolare, difficile e complicato che ha già, giustamente, delle regole enormi cui sottostare. Non eravamo ancora pronti per poter dare il via a questo settore perché avremmo creato troppi conflitti.
Sempre in rispetto e nell'ossequio che "il meglio è nemico del bene" abbiamo fatto una modifica al disegno di legge n. 299 che, sostanzialmente dice: estrapoliamo la possibilità di occuparci della pietra e cerchiamo di andare verso quel settore che oggi ha delle certezze, perché il PRAE è in linea con la possibilità di avere quelle certezze e di lavorare serenamente per i prossimi anni.
Non c'è niente di particolare dietro, non ci sono dietrologie, gabule situazioni opache o lobby. Per noi le lobby sono le persone che lavorano le lobby sono i lavoratori del comparto e gli imprenditori del comparto. Se quelle sono lobby anche per voi, non credo che sia una cosa negativa avere il senso della lobby perché la lobby, se intesa positivamente, aiuta a decidere.
Voi vi nascondete dietro un velo d'ipocrisia, ammantato da ambientalismo fideistico che non vi permette di fare le cose che stiamo facendo noi.
Tutto qua. Massima trasparenza, massima legalità, massima regolarità e soprattutto, massima condivisione di tutti i settori, comprese le istituzioni.
Presidente, chiedo alla maggioranza di approvare il disegno di legge in oggetto che, ricordo a tutti, non è altro che un prodromo per poi andare in seconda adozione in Giunta regionale e poi arrivare in Consiglio, quando arriverà.
Ricordo che il Consiglio è sovrano, nel senso che sarà il Consiglio regionale ad approvare il PRAE in senso lato.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Tronzano.
È chiusa la discussione generale.
Prima di chiudere i lavori per incontrare i lavoratori dell'azienda Delgrosso di Nichelino, procedo alla proclamazione degli eletti nominati.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 2) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione dell'eletta della seguente nomine: Proposta di deliberazione n. 338 "Consigliera/e di parità regionale effettiva/o (articoli 12, 13 e 14 del decreto legislativo 11 aprile 2006 n. 198) - designazione di un/una Consigliera di parità effettivo/a" Proclamo designata, quale Consigliera regionale di parità effettiva, la signora Cerrato Chiara.
Invito i Consiglieri a recarsi in sala delle Bandiere per incontrare i lavoratori dell'azienda Delgrosso di Nichelino.
La seduta riprenderà alle ore 14 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 13.02)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori riprendono alle ore 14.06 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1746 presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi interrogazione a risposta immediata n. 1747 presentata dal Consigliere Alberto Avetta, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1748 presentata dal Consigliere Maurizio Marello, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta immediata n.
1745 presentata dal Consigliere Paolo Bongioanni, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi.
Per l'interrogazione a risposta immediata n. 1749 presentata dalla Consigliera Silvana Accossato, l'interrogante ha chiesto il rinvio dell'interrogazione alla prossima seduta.
Per l'interrogazione a risposta immediata n. 1751 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato, l'interrogante ha chiesto risposta scritta.
Ricordo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni di disporre via mail le risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio d'Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha cinque minuti a disposizione per la risposta e non sono previste repliche.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1746 presentata da Canalis inerente a "Un pasto caldo per i genitori dei neonati ricoverati presso il Regina Margherita di Torino"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1746.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Monica Canalis.
Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
L'interrogazione ha un tempismo perfetto, perché emerge a valle della separazione del Regina Margherita dall'Azienda Sanitaria Città della Salute di Torino. Oggi sappiamo che questo ospedale è una struttura aziendale autonoma.
Qual è il problema? Quando negli ospedali pediatrici vengono ricoverati bambini molto piccoli, addirittura neonati, insieme a loro, di fatto, viene ricoverato un genitore (la mamma o il papà) perché quei bambini hanno bisogno della vicinanza continuativa della figura genitoriale.
Per quanto riguarda le mamme che hanno la fortuna di allattare il proprio piccolo, viene loro garantito un pasto caldo all'interno dell'ospedale mentre, per quanto riguarda le mamme che non allattano oppure i papà, quel pasto, a oggi, non viene garantito e, purtroppo, non è neanche possibile per quei genitori, recarsi a consumare il pasto nella mensa dell'ospedale perché l'apparecchiatura POS è rotta da tempo.
Ricordo che in Piemonte ci sono altre strutture virtuose. Pensiamo all'Ospedale Maggiore della Carità di Novara, dove tutti i genitori dei piccoli pazienti ricoverati nei reparti di pediatria o di otorinolaringoiatria possono chiedere alla caposala o al personale infermieristico di consumare un pasto presso la mensa del personale ospedaliero. C'è poi una buonissima pratica, risalente al 16 maggio 2023 che riguarda l'Ospedale Santobono di Napoli, dove l'erogazione dei pasti per i genitori dei pazienti è stata resa possibile a partire da quella data.
Vorrei capire se è possibile rendere accessibile la consumazione del pasto per quelle persone che, di fatto, trascorrono l'intera giornata insieme ai loro piccoli all'interno dell'ospedale e quindi poter loro garantire quel pasto come fossero ricoverati al pari dei loro bambini.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Canalis per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Devo ricordare che il Regina Margherita, analogamente a tanti ospedali oltre a quelli che lei ha citato, ha sempre avuto a cuore il benessere psicofisico non solo dei piccoli ricoverati, ma anche dei genitori dei bambini affinché venga garantita loro una corretta alimentazione. È da anni che il Regina Margherita eroga pasti ai genitori dei bambini ricoverati attraverso il contributo o meno del genitore, a seconda delle diverse situazioni.
In particolare, il Regina Margherita fornisce il pasto gratuito al genitore che assiste il bambino ricoverato in camera d'isolamento per infezioni da germi alert e poiché al genitore è vietato uscire dalla stanza, viene somministrato gratuitamente il pasto. Vi fornisco qualche dato: nel 2023 sono stati erogati 7.359 pasti, quindi non parliamo di qualche pasto, ma di migliaia.
Alla mamma che allatta il proprio figlio, il reale fruitore di quello che la mamma mangia, il pasto viene fornito dall'ospedale. Nel 2023 abbiamo avuto 6.616 casi.
Il genitore che, per motivi di disagio socio-economico, non può permettersi di pagare il costo del pasto durante la degenza del bambino, fruisce del pasto gratuitamente.
Oltre a questi pasti gratuiti, il Regina Margherita ha previsto l'erogazione di pasti a pagamento da consumare indifferentemente in mensa o in reparto anche ai caregiver (quindi non necessariamente la mamma e il papà) del piccolo paziente ricoverato che non rientra nei casi precedentemente menzionati.
Dal 1° gennaio, a seguito della necessità di ricondurre i pagamenti spontanei, i buoni mensa, presso i punti rossi del presidio ospedaliero e quindi renderli tracciabili attraverso il PagoPA, o bonifico o una forma digitale, il caregiver può recarsi a effettuare i pagamenti alla cassa dell'ospedale o attraverso il PagoPa. Provvederemo affinché il POS rotto venga sostituito.
Il servizio continua a essere erogato e se c'è qualche problema di POS chiederò all'azienda di cambiarlo. Tuttavia, non mi pare questo il perno della questione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1748 presentata da Marello, inerente a "Tunnel di Tenda: ancora ritardi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1748.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Maurizio Marello.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Ringrazio sin d'ora l'Assessore Gabusi, che credo risponderà. Ieri mattina avevo inoltrato l'interrogazione direttamente al Presidente Cirio (credo sia la prima volta) non per disistima nei confronti dell'Assessore, ma per la gravità della situazione e anche per il fatto che il Presidente Cirio sulla vicenda del tunnel, proprio nei giorni scorsi, aveva fatto delle dichiarazioni particolari. Aveva detto che era inaccettabile l'ulteriore rinvio a settembre chiesto la settimana scorsa dall'azienda appaltatrice nel corso della Conferenza intergovernativa, che sarebbero state applicate le penali e con il ricavato sarebbero stati ristorati gli operatori turistici del settore della Val Vermenagna, eccetera.
Al di là di queste dichiarazioni, su cui è nato anche un dibattito, non fosse altro per il fatto che la committente è l'ANAS - e se verranno incassate delle penali, non saranno destinate alla Regione, ma all'ANAS e quindi sarà quest'ultima a decidere che cosa farne - la mia interrogazione che riassume nei suoi contenuti la vicenda dell'ultimo anno (e non è la prima che rivolgo al Presidente, alla Giunta e all'Assessore Gabusi) parte proprio da queste criticità recenti. Difatti, ancora una volta viene prospettato un rinvio della fine dei lavori del nuovo tunnel del Tenda bis mentre ormai del vecchio tunnel non si parla quasi più. Pertanto, come già avevamo capito, quando si riaprirà, sarà con buona probabilità una riapertura a senso unico alternato, che già conoscevamo con il vecchio tunnel.
Dopo la presentazione di quest'interrogazione, ieri pomeriggio la Edilmaco cioè la ditta appaltatrice, ha reso pubblica una lettera che ha inviato a tutte le istituzioni che francamente colpisce per il contenuto, perch evidentemente si difende rispetto alle accuse che aveva ricevuto un po' da tutti e dice due cose, che aggiungo all'interrogazione. Sono due cose estremamente importanti, significative e che destano anche un certo stupore.
La prima dice: "Noi stiamo lavorando, ma il progetto esecutivo che riguarda i lavori verso la Val Roia non è ancora stato approvato". Se così fosse veramente, è una notiziona da prima pagina; altro che chiedere alla Edilmaco le penali. Poi dice un'altra cosa, cioè che l'ANAS continua a non dire la verità su questo progetto e sul suo futuro.
L'avevamo in qualche misura intuito, perché ormai sono anni che viene procrastinato il termine dell'apertura ed emergono sempre nuovi problemi. È una vicenda molto complicata, che ha visto anche come protagonista la Procura di Cuneo e, in parte, quella di Nizza, dei sequestri e altre cose che non sono andate bene, ma credo che dire che ANAS non dice la verità o è quantomeno reticente su questa vicenda, sia un fatto che ci interpella tutti.
La mia interrogazione chiede alla Giunta di illustrare lo stato dell'arte e, alla luce della lettera di ieri di Edilmaco (la ditta appaltatrice), che muove accuse decisamente pesanti, che cosa intende fare e quali provvedimenti intende prendere nel merito.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marello per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Gabusi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Consigliere; grazie, Presidente.
Parto dalle richieste di chiarimento, perché è importante. I giornali si sono soffermati, credo anche correttamente, sui lavori di realizzazione del tunnel nuovo e quindi sui ritardi che abbiamo appreso nella seduta di CIG della settimana scorsa. È importante sottolineare che in tutti i comunicati c'è anche la richiesta - che, tra l'altro, ANAS sta portando avanti con la progettazione - di non fermarsi lì, perché il trattato binazionale prevede la doppia canna, che ci sarà nel momento in cui la progettazione sarà conclusa.
Oggi abbiamo una stima di circa 150 milioni di euro, un avanzo rispetto al vecchio importo e al vecchio impegno, quindi una somma da richiedere ulteriormente agli Stati di 70 milioni di euro, della quale, tra l'altro come voi sapete, quota parte 58% del Governo italiano, il viceministro Rixi si è già impegnato a reperirli, comprendendo bene che è quasi un obbligo morale di legge del trattato, perché il progetto prevede due canne. Le vicissitudini sono state varie.
Da qualche mese si è costituito il comitato di monitoraggio, affinché la Regione, insieme ai Comuni e alla Provincia, abbia una voce sola, espressa all'unisono, chiedendo che si proceda senza ulteriori ritardi. Se è vero che è un cantiere complicato, è altrettanto vero che c'è un contratto sottoscritto dalle parti di pochi mesi fa e che indica una tempistica, che era quella del mese di giugno 2024 (mai smentita da nessuno e sottoscritta) e che, se sarà ritardata, come ci è stato annunciato, prevede, come sappiamo tutti da ex amministratori, delle penali. Chi le pagherà? A chi le pagherà? Noi svolgiamo un altro ruolo; noi in questo appalto non siamo interessati direttamente, siamo soggetti che hanno prestato (la Regione soprattutto) l'opera anche tecnicamente con i propri collaboratori, hanno partecipato a tutte le CIG da qualche mese. Ringraziamo, da questo punto di vista, il Governo per aver fatto partecipare i Comuni dopo tanti anni di richieste di partecipazione ai lavori, ma siamo un soggetto che ci mette la faccia, a cui i cittadini chiedono conto, ma che non ha una competenza diretta.
Però abbiamo il dovere di dire che, se ci sarà ulteriore ritardo (come si paventa), quelle penali che qualcheduno pagherà - perché lo sbaglio qualcuno lo deve pagare - devono andare ai territori. Su questo credo che ci sia una trasversalità di Comuni, di opinione pubblica e di parti politiche che deve vederci compatti. Cos'è inaccettabile? Che ci sia ulteriormente e nuovamente un ritardo, dopo che non cent'anni fa, non un'altra ditta, non un'altra società appaltante, non un altro cantiere, ma tutti i soggetti che conoscevano quel territorio e quella situazione pochi mesi fa ci avevano garantito la data di giugno 2024.
Per quanto riguarda il comunicato di ieri, che rispetto, e le dichiarazioni che sono state fatte, ognuno ne risponderà e spiegherà i motivi.
Consentitemi di dire, però, che la tempistica lascia qualche dubbio, nel senso che penso che Edilmaco forse avrebbe potuto parlare prima giustamente e correttamente, per difendere il proprio lavoro e il proprio operato e non oggi che si parla di penali.
Credo che da Sindaci, da amministratori e ormai un po' tutti conoscitori di appalti pubblici, se qualcuno sta lavorando, magari non c'è un progetto esecutivo firmato, ma ci sarà qualche atto che consente di lavorare, perch immagino che nessuno porti lì 200 operai tutti i giorni senza avere una garanzia di una contrattualistica. Quindi, quale che sia ce lo dovranno dire, ma credo che la cosa più importante che dobbiamo dire noi oggi è che è vero che da qualche settimana c'è uno sforzo incredibile e importante di 200 operai, che riconosciamo, ma a noi interessa la data finale, che è quella di giugno e che chiediamo venga rispettata.
Nel caso contrario, come abbiamo detto, anche in questa situazione unitamente ai Sindaci dei Comuni e alla Provincia di Cuneo, chiediamo che quei ristori vadano non alla Regione, non ad ANAS, non a un soggetto indefinito e non a ridurre l'importo dei lavori, ma che vadano a quelle aziende che continuano a vedere procrastinato l'avvio della percorrenza stabile e che continuano a soffrire, sia nella stagione invernale sia in quella estiva, per il mancato arrivo di almeno una parte di turisti sopperita solo parzialmente dello sforzo che abbiamo fatto, come Regione sia con le navette sia con la quarta coppia, che tra pochi giorni prenderà servizio sulla linea Cuneo-Ventimiglia.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1747 presentata da Avetta, inerente a "La Regione utilizza i dati delle SDO (schede dimissioni ospedaliere) per programmare e gestire i propri servizi sanitari?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1747.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Come sappiamo, la scheda di dimissione ospedaliera è stata istituita con un decreto ministeriale nel 1991 ed è uno strumento ordinario per la raccolta delle informazioni relative a ogni paziente dimesso da tutti gli ospedali pubblici e privati su tutto il territorio nazionale.
Nel tempo, questo modello si è evoluto con altri interventi legislativi, ma sta di fatto che il flusso dei dati che possiamo ricostruire dalle schede di dimissione ospedaliera costituisce oggi la base per un'ampia gamma di analisi e di elaborazioni che sono utili a supportare quell'attività di programmazione dei servizi sanitari e socio-sanitari regionali che sono la funzione fondamentale sulla quale la Regione, a nostro avviso, dovrebbe concentrarsi; come sa bene l'Assessore, rispetto alle nostre critiche costanti e quotidiane, funzione che a nostro avviso non è stata svolta in questi anni con la necessaria efficacia.
Peraltro, le schede costituiscono anche un elemento fondamentale nel monitoraggio costante dei livelli di assistenza ospedaliera e anche del rispetto dei livelli essenziali di assistenza da parte della Regione.
I problemi sono tantissimi, sono quotidiani e non è un caso che noi registriamo quotidianamente le inefficienze nelle liste d'attesa, i problemi del contenimento della fuga del personale sanitario verso altre Regioni o verso la sanità privata e tante altre criticità che i piemontesi vivono quotidianamente sulla loro pelle.
Per queste ragioni, riteniamo che i dati contenuti nelle schede costituiscano un bene prezioso, perché è un bene che fa parte di un bagaglio pubblico che, a mio avviso e a nostro avviso, dovrebbe essere a disposizione di tutti. Infatti, è per questo motivo che la mia interrogazione segue, prima, una mail e poi un accesso agli atti, e francamente sono rimasto sorpreso dalla risposta che ho ricevuto, perch riteniamo che negare la fruibilità di questi dati significa impedire a tutti noi di offrire analisi, approfondimenti e soluzioni alternative, che potrebbero anche rivelarsi utili, soprattutto su un argomento così delicato e importante come quello, appunto, della tutela della salute.
Per questa ragione, con l'interrogazione chiediamo se e in che modo la Regione Piemonte abbia o intenda utilizzare e mettere a disposizione i dati delle schede di dimissione ospedaliera, al fine di studi, di analisi e anche di supporto, appunto, a quello che ho già richiamato, al proprio ruolo di programmazione e di gestione dei servizi sanitari e socio sanitari.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Vorrei rassicurare il Consigliere Avetta che da molti anni la Regione utilizza le SDO come analisi delle attività svolte. È un'attività sistematica di analisi e di verifica della qualità e dell'appropriatezza delle prestazioni di ricovero erogate dalle strutture pubbliche e private.
Questa attività è uno strumento di analisi in grado di fornire tutti gli elementi utili per leggere e interpretare in chiave, sia epidemiologica sia gestionale, i risultati del sistema di indicatori nazionali e anche regionali, proprio per indirizzare e ottimizzare la domanda e l'offerta del sistema sanitario.
A questo riguardo, le ricadute sul piano della programmazione riguardano in primo luogo la riorganizzazione della rete ospedaliera, come le attività di efficientamento delle strutture di ricovero anche attraverso il monitoraggio della produzione delle SDO per il calcolo dei relativi indicatori traccianti, già previsti dal DM n. 70, di appropriatezza erogativa.
L'attività di monitoraggio viene effettuata anche in ambiti specifici quali ad esempio il governo del percorso del paziente chirurgico programmato che, anche in questo caso, si basa sulla disponibilità di flussi informativi specifici, tra cui le SDO.
Con riferimento agli indicatori più critici relativi, in particolare alla tempestività di esecuzione di determinate prestazioni sanitarie, già da qualche anno gli stessi sono stati inseriti tra gli obiettivi assegnati annualmente ai direttori generali delle Azienda sanitarie. Quindi, è un'analisi che facciamo noi, come Regione Piemonte, ma che fa anche AgeNaS con i nostri dati, perché attraverso le SDO viene realizzato anche il Piano nazionale esiti, con cui vengono verificati tutti gli ospedali, tutte le strutture, l'appropriatezza, i tempi di risposta e tutta una serie di parametri.
Io non ero a conoscenza del fatto che vi avessero negato le SDO, ma ogni SDO è legata a una persona, a un codice fiscale, a dei dati sensibili.
AVETTA Alberto (fuori microfono) L'ha firmata lei, Assessore.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Può darsi, io ne firmo tante e magari non leggo tutto.



(Commenti del Consigliere Avetta)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Il tema, però, è molto semplice: il trattamento dei dati risponde a delle esigenze tecniche di rispetto della privacy e ci sono anche i DPO che controllano. Quindi, le ragioni di differimento dell'accesso o di negazione dell'accesso sono ragioni del tutto tecniche. Io non ho motivo di negare le SDO, ma certamente dobbiamo rispettare le norme sulla privacy.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1749 presentata da Accossato inerente a "Scelta sociale, Buono domiciliarità, ancora domande con esito ammissibile ma non finanziate per carenza di risorse disponibili" (rinvio trattazione)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'interrogazione a risposta immediata n. 1749 presentata da Accossato, inerente a "Scelta sociale, Buono domiciliarità ancora domande con esito ammissibile ma non finanziate per carenza di risorse disponibili", in accordo con la richiesta dell'interrogante Consigliera Accossato, verrà trattata nella prossima seduta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1751 presentata da Disabato inerente a "La Regione intervenga per rimettere subito in servizio i diciannove elettrotreni GTT sulle linee ferroviarie piemontesi" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'interrogazione a risposta immediata n. 1751, in accordo con la Presidenza l'interrogante, Consigliera Disabato, chiede di avere la risposta scritta.


Argomento: Contratti ed appalti - Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione a risposta immediata n. 1745 presentata da Bongioanni inerente a "Proventi Atto di sottomissione Edilmaco" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'interrogazione a risposta immediata n. 1745, non essendo presente in aula il Consigliere Bongioanni, chiedo all'Assessore Gabusi di inviare la risposta scritta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Comunico che, alle ore 15, il Presidente Stefano Allasia aprirà la seduta del Consiglio regionale, sospesa alle ore 13.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 14.29 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.18)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Assessore e Consigliere regionale Sante Bajardi scomparso il 13 ottobre 2023


PRESIDENTE

Ricordiamo Sante Bajardi, Assessore e Consigliere regionale nella II e III Legislatura, scomparso il 13 ottobre 2023, a 97 anni.
Nato a Torino il 1° maggio 1926, si diploma all'Istituto Avogadro di Torino mentre lavora come operaio metalmeccanico e, a 18 anni, si iscrive al PCI.
Giovanissimo partigiano nella Guerra di Liberazione e attivista del Fronte della gioventù, a partire dai primi anni Sessanta riveste varie cariche pubbliche: Consigliere comunale a Grugliasco, componente del Consiglio Provinciale di Torino.
Nel 1975 è eletto per la prima volta Consigliere regionale, nella circoscrizione di Torino, nella lista del PCI; è stato Vicepresidente della Giunta regionale, Assessore ai trasporti e componente della Commissione Sanità Rieletto nel 1980 in Consiglio regionale, è stato Assessore alla Sanità.
Terminato l'impegno regionale, dal 1985 al 1992 è eletto in Consiglio comunale a Torino.
Nel 1990 fu tra i promotori del CIPES Piemonte, Centro di iniziativa per la promozione della salute e l'educazione sanitaria.
Per il suo impegno contro il totalitarismo e la riconquista dei diritti civili negati dal fascismo, Bajardi venne insignito del Sigillo Civico nel 2015, in occasione del 70° anniversario della Liberazione.
Sante Bajardi ha partecipato nel 1989 alla costituzione dell'Associazione Consiglieri già facenti parte del Consiglio regionale del Piemonte e ne è stato componente del consiglio direttivo sino al 1995, quindi Presidente sino al 2017, quando è stato eletto Presidente Onorario.
La dedizione e l'impegno con cui ha ricoperto i suoi incarichi istituzionali nei momenti più rilevanti dell'attività consiliare e della vita amministrativa della nostra Regione restano un esempio virtuoso.
Alla moglie signora Eugenia e alla figlia Antonella desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra più sincera vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del già Assessore e Consigliere regionale Sante Bajardi.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.22, riprende alle ore 15.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Cave e torbiere

Proseguimento disegno di legge n. 299 "Modifiche all'articolo 4 della legge regionale 17 novembre 2016, n. 23 (Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 299, inerente a "Modifiche all'articolo 4 della legge regionale 17 novembre 2016, n. 23 (Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ricordo nuovamente che nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, che si è svolta la scorsa settimana, la Giunta regionale ha chiesto il contingentamento. Nella mattinata odierna si è svolta la discussione generale con la dichiarazione conclusiva e la replica dell'Assessore Tronzano.
Procediamo quindi con l'esame dell'articolato.
Prima dell'articolo 1, vi sono due emendamenti che introducono l'articolo 0.1 ARTICOLO 0.1 Emendamento rubricato n. 2) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 3) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere proponente non è presente, ma chiedo se qualcuno intende illustrarli.
Non essendovi richieste, chiedo il parere della Giunta. Il parere è parere contrario.
Non essendovi dichiarazioni di voto su questi due emendamenti, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.



(Alle ore 15.40 il Presidente Allasia constata la mancanza del numero legale e ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento, aggiorna la seduta di trenta minuti)



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Presidente, credo sinceramente che sia opportuno chiudere la seduta, perch è da stamattina che manca sistematicamente il numero legale e tra mezz'ora capiterà di nuovo. Quindi, visto che siamo convocati anche domani, ci vediamo nel pomeriggio di domani e cercate di essere almeno 23 su 33 perché siamo ancora in piena legislatura e abbiamo ancora un mese di lavoro, ma probabilmente voi siete tutti in campagna elettorale.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.40, riprende alle ore 16.14)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Avevamo sospeso i lavori, in quanto era mancato il numero legale nella votazione dell'emendamento rubricato n. 2).
Ricordo che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 0.2 Emendamento rubricato n. 73) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 81) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 82) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 80) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 64) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 65) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 66) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 67) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 68) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 69) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 70) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 71) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 72) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 1) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 50) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 54) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.
Prego, prenda pure la parola.



ROSSI Domenico

Non avevo sentito bene, Presidente.
Il collega Sarno mi stava distraendo ma, come sa, è sempre colpa di Sarno.
Illustro l'emendamento n. 1), che prevede quanto segue: "Alla lettera b) del comma 2 dell'articolo 2 della l.r. n. 23/2016 dopo le parole: "alternativi ai prodotti di cava" sono inserite le seguenti: ", derivanti sia da sottoprodotti di coltivazione di cave, sia dal riciclo di materiali di risulta compatibili".
È chiaro che, anche in questo caso, come in altre situazioni e in altre occasioni abbiamo avuto modo già di promuovere, l'emendamento ha l'obiettivo di ridurre la compromissione di suolo e il fatto di specificare che bla provenienza da materiali alternativi prevede un incentivo all'uso di materiali riciclati e, quindi, la promozione dell'economia circolare.
Abbiamo già più volte detto che questo è un ambito su cui bisognerebbe investire di più e che ci sono diversi modi per farlo; per esempio, tutto il ciclo del contratto pubblico, a partire anche dall'edilizia sanitaria potrebbe essere un aspetto su cui fare leva. Questo ce lo hanno detto le imprese, anche se veniamo accusati di non parlare con le imprese e di lavorare contro di loro: le virtuose che lavorano nel campo dell'economia circolare ci hanno più volte rappresentato, Presidente, l'esigenza che il pubblico sia leva per l'uso dei materiali riciclati, perché il mercato privato da solo, per ragioni di natura soprattutto culturale, ha una specie di pregiudizio nei confronti di materiali riciclati, mentre l'esperienza ci ha dimostrato, al contrario, che per alcuni usi possono essere addirittura migliori della materia prima.
Questo emendamento e altri come questo, certamente vanno in questa direzione.
Cosa faccio, Presidente, vado avanti?



PRESIDENTE

Se vuole, può illustrare tutti gli emendamenti dell'articolo introduttivo n. 0.2.



ROSSI Domenico

Magari ne presento ancora un paio, perché, a causa del contingentamento non possiamo illustrarli tutti, quindi facciamo una selezione.
Presento, sempre sull'articolo n. 0.2 illustro l'emendamento n. 50), di cui do lettura: "Dopo l'articolo 1 del DDL n. 299 è inserito il seguente articolo: 'Alla lettera d) del comma 2 dell'articolo 2 della legge regionale 17 novembre 2016, n. 23 (Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave), dopo le parole: 'migliorare la sicurezza nelle attività degli addetti ai lavori,' sono inserite le seguenti: 'preservando la salute e l'integrità dei lavoratori,'".
In questo caso, si tratta di un rafforzativo che vuole mettere al centro ancora una volta, un tema di cui, purtroppo, troppo spesso siamo costretti a occuparci, quello delle morti sul lavoro e della sicurezza sul lavoro.
Sappiamo, e lo abbiamo visto anche nelle scorse settimane, dopo purtroppo l'ennesima strage e tragedia in Toscana, di come abbiamo il dovere di aumentare ancora di più gli sforzi per mettere al centro la sicurezza di tutti i lavoratori; questo vale chiaramente per tutti gli ambienti di lavoro, non è una questione specifica, ma è chiaro che la legge in questo caso se ne occupa per le attività estrattive. Questo per quanto riguarda l'emendamento n. 50).
Presidente, su questo articolo presento un ultimo emendamento, il n. 80).
Leggo il testo dell'emendamento: "Prima dell'articolo 1 (Modifiche all'articolo 4 della l.r. 23/2016) del disegno di legge n. 299 è inserito il seguente articolo: '1. La lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 (Finalità) della legge regionale 17 novembre 2016, n. 23 (Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave) è sostituita dalla seguente: 'a) orientare le attività estrattive verso un migliore equilibrio nella produzione industriale e l'ottimizzazione degli interventi ai fini del recupero e della riqualificazione ambientale e della valorizzazione di siti degradati e dismessi trasformandoli, dove possibile, in oasi naturali con la creazione di laghetti;'".
Presidente, anche nell'ottica di quanto affermato prima nella discussione generale, si vuole sottolineare intanto l'importanza del recupero dei siti abbandonati e su questo, fra l'altro, il PRAE si rende necessario. Infatti quando il PRAE sarà ultimato, ci servirà avere finalmente un censimento di quali sono i siti di cava dismessi perché, a oggi, soprattutto per le cave che sono state coltivate tanti anni fa, non sempre riusciamo ad avere un censimento preciso. Da questo punto di vista, il PRAE ci aiuterà sicuramente ad avere un censimento, ma anche a orientare quell'intervento di recupero e di riqualificazione di siti degradati.
Noi sappiamo e abbiamo esperienze molto virtuose e positive in Piemonte come per le cave in riva al Po, dove in alcuni casi abbiamo degli esempi virtuosi di recupero di aree naturali. Lo abbiamo visto anche in alcuni casi sulle pietre ornamentali, di cui abbiamo discusso questa mattina, con il recupero di siti che sono trasformati in teatro, con fondazioni che riescono a creare un'offerta formativa e culturale ormai di livello altissimo anche in siti dismessi di vecchie cave di siti ornamentali.
Presidente Allasia, la facciamo invitare quest'estate, così potrà prendere visione personalmente degli spettacoli molto belli che ci sono nel VCO.



PRESIDENTE

La ringrazio, ma estendo l'invito anche al Vicepresidente Valle, che mi chiedeva dove erano questi posti che stava annunciando.



ROSSI Domenico

Nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola; sono posti molto suggestivi che molto si prestano a spettacoli culturali, che sono anche molto partecipati e frequentati.
Sicuramente, l'emendamento va in questa direzione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chiedo il parere della Giunta.
Il parere della Giunta è contrario.
Chiedo se vi sono interventi in merito agli articoli aggiuntivi o sugli emendamenti appena enunciati dal collega Rossi, altrimenti procediamo con la votazione degli emendamenti.
Il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 73), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 81), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 82), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 80), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 64), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 65), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 67), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 68), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 69), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 70), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 71), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 72), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Prego, Consigliere Rossi, sull'ordine dei lavori.



ROSSI Domenico

Presidente, se vuole provare a dare lo stesso esito per gli articoli che rimangono, per noi va bene.



PRESIDENTE

Va bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 50).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Scusate, adesso votiamo l'emendamento rubricato n. 54) dando lo stesso esito di votazione dell'emendamento rubricato n. 50)?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Devono essere tutti d'accordo, altrimenti lo mettiamo in votazione.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sospendiamo i lavori per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.44, riprende alle ore 16.57)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo con le votazioni, dopo la riunione di minoranza.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 4) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 5) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 9) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 10) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 11) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 7) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 6) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 74) presentato da Rossi (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti vengono dati per illustrati dal proponente.
Chiedo il parere della Giunta regionale sugli emendamenti.
Prego, Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore alle attività estrattive

Il parere della Giunta regionale sugli emendamenti è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 74), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Consiglieri, ricordo che l'accordo dei Capigruppo è di sospendere il disegno di legge n. 299 e passare al successivo punto all'o.d.g.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di legge n. 136, inerente a "Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni di 'Hate Speech'"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 136, inerente a "Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni di 'Hate Speech'", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalle Commissioni congiunte IV e VI.
Il relatore di maggioranza, Consigliere Lanzo, non è presente.
La parola al relatore di minoranza, Consigliere Sarno.



SARNO Diego, relatore

Grazie, Presidente.
Arriviamo a esaminare in Aula, dopo più di due anni di discussione, una proposta di legge su un tema che in molti reputano poco rilevante e importante, ma il gruppo di lavoro in Commissione ha dimostrato il contrario. Un tema che viene affrontato su organi molto più importanti dell'Aula del Consiglio. Negli ultimi anni il fenomeno dell'hate speech cioè l'odio in rete, è stato affrontato dal Parlamento europeo e da diversi organismi internazionali.
L'hate speech tratta il modo di stare in una dimensione digitale nella quale molte persone hanno patito e alcune hanno anche deciso di togliersi la vita, dopo quello che è accaduto sui propri profili dei social network sulla piattaforma YouTube, piuttosto che sui nuovi social come TikTok.
Ripeto in maniera molto chiara quello che ho detto anche in Commissione: per i più giovani questa Regione, con il Consiglio regionale, anni fa ha legiferato la legge sul cyberbullismo. Oggi abbiamo una legge sull'antidiscriminazione e sia a livello nazionale sia a livello regionale abbiamo un'ottima legge sul contrasto alla violenza di genere.
Ci sono categorie di persone che vengono sistematicamente aggredite sulle piattaforme digitali che poi hanno una ricaduta sulla vita reale tant'è che, lo ripeto, molte persone, anche di età adulta, a volte sono state portate ad escludersi dalla vita sociale e a volte a togliersi la vita. In Commissione abbiamo affrontato il tema, ad esempio, degli hikikomori, del ritiro sociale.
Credo sia importante dare conto che secondo la Raccomandazione n. 97 (20) del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa - ecco perché stavo cercando di far capire quanto questo tema sia importante a livello internazionale - si considera hate speech se possiede alcune caratteristiche. Innanzitutto, dev'essere rivolto a persone appartenenti a categorie a rischio di discriminazione; in secondo luogo, esso si distingue dall'insulto, in quanto cerca di produrre effetti concreti nei confronti della vittima, diffondendo, incitando, promuovendo o giustificando l'odio anche razziale. Da anni l'Unione Europea mostra un importante attivismo rivolto a contrastare i discorsi d'incitamento all'odio, soprattutto online. Diverse linee di finanziamento, ad esempio della Commissione Giustizia, sostengono progetti di ricerca e di sensibilizzazione.
Nel 2016, ad esempio, l'organismo internazionale ha deciso di siglare un codice di condotta, insieme a Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube, volto a contrastare la proliferazione dell'hate speech online.
Fornisco alcuni dati un po' più recenti. A dicembre 2023 l'Osservatorio italiano sui diritti ha esaminato, rispetto all'odio in rete, 629.151 tweet. Su questi, il 47% riguardano le donne, i disabili, gli omosessuali i migranti, gli ebrei e gli islamici, senza distinzione di età. Nel 2022 la Raccomandazione n. 16 del 20 maggio viene approvata proprio su questo tema dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa.
Questa proposta di legge è stata depositata ormai tempo fa e non l'ho scritta nel segreto dell'ufficio del Gruppo consiliare, ma parte da un'iniziativa dell'Università di Torino; quindi non dal Consigliere Sarno e nemmeno dai colleghi che, ringrazio, l'hanno sottoscritta, ma da una ricerca dell'Università di Torino che si chiama "Contro l'odio", nella quale si sono esaminati i tweet e i post sui social network, andando a ripercorrere a livello italiano quello che è stato fatto anche a livello europeo.
In quella ricerca è emerso un elemento in particolare, motivo per cui ho presentato la proposta di legge. L'elemento sostanziale emerso in quella ricerca dimostra quanto chi è vittima di odio in rete è una vittima che alla fine, si sente molto sola e abbandonata. Per alcuni trattati europei è considerata vittima esclusivamente per alcune caratteristiche di discriminazione. Tuttavia, oggi in Italia non c'è ancora una norma che riesca a tutelare generalmente le vittime.
Ecco perché questa proposta di legge non può, come abbiamo discusso in Commissione, essere inserita nelle tre leggi che ho citato precedentemente.
Questa proposta di legge mette al centro la vittima dell'odio in rete sotto tutte le caratteristiche, non solo le donne, ma anche i disabili, gli omosessuali, i migranti, gli ebrei, gli islamici e anche i politici (questo dovrebbe interessare quest'Aula).
La proposta di legge prevede un piano regionale di interventi e di azioni.
Mette al centro la costituzione di centri hate speech uno per ogni Provincia e per la Città metropolitana, anche all'interno degli istituti scolastici o all'interno dei centri che sono previsti, ad esempio, dai nodi antidiscriminazione della Regione Piemonte e dagli sportelli contro la violenza di genere e contro la violenza sulle donne. Prevede la ricerca e gli studi sul tema, prevede la messa alla prova, in accordo con le Forze dell'ordine, degli odiatori, perché i centri hate speech hanno all'interno non solo psicologi, ma anche un servizio legale di tutela per chi decide di denunciare gli odiatori. Da questo punto di vista, quindi, la messa alla prova di chi odia e di chi minaccia online è un elemento di novità. Oltre a questo, prevede la formazione degli insegnanti, del personale ATA, degli operatori sociali e le campagne formative e informative.
È un collegamento importante con le leggi che ho citato, anche da un punto di vista finanziario. Abbiamo una dotazione per il biennio 2024-2025 di 100 mila euro all'anno, che però mette insieme anche le risorse non eventualmente utilizzate sulle altre leggi.
Chiudo con una considerazione personale e sono certo che me lo permettete.
Quando abbiamo discusso la legge sul gioco d'azzardo - non so se qualcuno se lo ricorda - il sottoscritto è stato minacciato di morte da un cinquantacinquenne del Verbano-Cusio-Ossola ed è stato minacciato di morte in maniera molto chiara.
Quando ho letto quel commento di minaccia di morte dichiarata nei miei confronti, io per primo ho sottovalutato, sbagliando, quella minaccia.
Quando la DIGOS mi ha chiamato per dirmi che forse era opportuna una denuncia, anche per un Consigliere regionale che stava già trattando quel tema, l'ho denunciato. Quindi, sono andato dai Carabinieri della mia città e ho denunciato, visto che quel commento era pubblico, con nome e cognome e ora c'è un procedimento in corso.
Lo dico come testimonianza nelle conclusioni degli ultimi 15 secondi: se anche una persona che è attenta al tema e ha un ruolo pubblico ha sottovalutato quelle minacce, pensate a studenti o a persone che hanno una difficoltà e magari si trovano, invece, non per loro volontà, a rappresentare nell'immaginario collettivo una minoranza, cosa che per noi da un punto di vista culturale, non sono. Per questo, crediamo che avere uno strumento d'aiuto e di sostegno sia importante.
Questa proposta, oltre che con l'Università, è stata costruita con diverse associazioni, tra le quali Amnesty International piuttosto che l'Osservatorio italiano sui diritti piuttosto che altre realtà internazionali con cui ci siamo confrontati. Il centro è ovviamente, lo ripeto e concludo, la tutela delle vittime in termini legali e psicologici ma anche il rientro dentro al mondo digitale, perché anche quella è una forma di partecipazione. Difatti, una delle cose che è emersa nella ricerca è che chi viene subissato di ingiurie, accuse o minacce, tra le tante reazioni ha anche quella di non rientrare più nelle piattaforme digitali in termini di partecipazione.
Sono i motivi per i quali crediamo che questa sia una proposta importante.
Mi spiace essere arrivati alla fine della legislatura, perché sicuramente l'attenzione magari è minore, ma credo che la Regione si possa dotare di questa legge, per la prima volta nella storia dell'Italia. Alcune Regioni ci hanno provato, ma non ci sono riuscite, e non a livello nazionale.
Questa legge, se verrà approvata, sarà portata, in nome e per conto del Consiglio regionale tutto, sia al Parlamento italiano sia al Parlamento europeo, perché su questi temi ci sono delle Commissioni e dei gruppi di lavoro dedicati.
Grazie.



PRESIDENTE

È aperta la discussione generale.
Non essendovi richieste, chiedo se la Giunta intende intervenire.
Non essendovi richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale e passiamo all'esame dell'articolato e relative votazioni.
Ricordo che il numero legale è 23.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 2) presentato da Sarno).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il proponente dà per illustrati gli emendamenti.
Chiedo, pertanto, il parere della Giunta.
La Giunta si rimette all'Aula.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 2, come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 3) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 4) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 5) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 6) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 7) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 8) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 9) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il proponente dà per illustrati gli emendamenti.
Chiedo il parere della Giunta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Gli emendamenti presentati dal Consigliere Sarno sono stati concordati e quindi gli articoli così emendati hanno il parere favorevole della Giunta.



PRESIDENTE

Chiedo se vi sono dichiarazioni di voto sugli emendamenti all'articolo 3.
Non essendovi richieste, passiamo alle votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 3, come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 4 Su questo articolo sono stati presentati due emendamenti.
Emendamento rubricato n. 10) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 14) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Sarno li dà per illustrati.
Il parere della Giunta su entrambi gli emendamenti è favorevole.
Se non vi sono interventi, procediamo con la votazione degli emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 4, come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 5 Sono stati presentati tre emendamenti.
L'emendamento rubricato n. 12) è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 11) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 13) presentato da Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 5, come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Sono concluse le votazioni sull'articolato.
Non sono stati presentati ordini del giorno.
La parola al Consigliere Sarno, in dichiarazione di voto.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Vorrei, in particolare, ringraziare gli uffici dell'Aula e gli uffici legislativi, perché hanno svolto con noi un lavoro importante di revisione dal primo testo fino a questa versione che andiamo ad approvare.
Volevo tranquillizzare il Presidente perché c'è stato un lavoro con alcuni colleghi della maggioranza, il Presidente Allasia e, in ultimo, con l'Assessore Marrone e, quindi, la Giunta per arrivare a una condivisione di testo. Il tema è stato approfondito in Commissione, anche con alcune colleghe della maggioranza, con cui abbiamo lavorato sul testo e sui principi fondativi della proposta.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati - Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di legge n. 272, inerente a "Proposta di legge al Parlamento: Modifiche e integrazione alla legge 24 dicembre 2012 n. 243 (Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione) e al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 272, inerente a "Proposta di legge al Parlamento: Modifiche e integrazione alla legge 24 dicembre 2012 n. 243 (Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione) e al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali)", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla I e VII Commissione.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Nicco, che ha facoltà di intervenire.



NICCO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Premetto che cercherò di essere sintetico.
Sono note le difficoltà e le carenze, soprattutto da un punto di vista di dotazione del personale dei Comuni, in particolare, dei piccoli Comuni.
Nonostante ciò, gli adempimenti cui essi sono sottoposti, in molti casi sono gli stessi dei Comuni di maggiori dimensioni, quindi, con questa norma intenderemmo semplificare alcuni adempimenti, in particolare, quelli di natura contabile.
È noto infatti che la contabilità di tutti Comuni si divide sostanzialmente in due tipologie. Quella economico-patrimoniale, per la quale, in effetti i Comuni sotto i 5.000 abitanti possono derogare, ma la contabilità finanziaria, invece, è comune a tutti: per i piccoli Comuni e per i grandi Comuni.
La contabilità finanziaria si compone di due distinte rilevazioni: va fatta una rilevazione di tutti i fatti amministrativi, sia con il principio di competenza sia con il principio di cassa. Cioè a dire che se viene acquistato un bene, c'è la determinazione di acquisto di un determinato e successivamente, magari qualche mese dopo, c'è il suo pagamento; in questo caso, dev'essere rilevata sia la determinazione di acquisto sia successivamente, il pagamento dello stesso bene. Quindi, esistono due rilevazioni separate che se a cavallo dei due avvenimenti insiste la chiusura del bilancio, vanno addirittura a finire su due bilanci separati uno per quello di competenza e un altro per quello di cassa.
Con questa proposta di legge si propone di rilevare soltanto i fatti in base alla cassa per i Comuni sotto i 5.000 abitanti, eliminando la rilevazione per competenza.
Ovviamente, a cascata, oltre che alla rilevazione solo per cassa, tutti gli adempimenti previsti da quello che rappresenta il "Vangelo" per la contabilità dei Comuni, cioè la legge n. 243 del 2012, tutti gli adempimenti relativi saranno, per i Comuni sotto i 5.000 abitanti, soltanto più sulla base del principio di cassa e non di quello di competenza.
Pertanto, nei vari articoli che saranno tra poco messi in votazione, si inserirà che il principio con cui vengono redatti i vari documenti sarà solo più quello di cassa, per l'equilibrio di bilancio, per il sistema contabile, per il bilancio di previsione pluriennale, per il bilancio annuale, per il bilancio pluriennale e, infine, per il rendiconto.
Come lei ha letto nel titolo, non è una proposta di legge che diventa operativa, ma è una proposta di legge al Parlamento, quindi nulla avrà come conseguenza nei prossimi mesi, sicché non venga recepita dal Parlamento stesso e approvata.
Per la redazione della norma, vorrei ringraziare innanzitutto il professor Puddu, docente emerito di contabilità pubblica che mi ha dato lo spunto, e gli uffici legislativi del Consiglio regionale del Piemonte, nella persona del dottor Pantè e della dottoressa Jannelli, per il preziosissimo supporto da un punto di vista tecnico.
Concludo. Dicono che la sintesi è una virtù, per cui ho cercato di essere particolarmente virtuoso.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Gagliasso, relatore di maggioranza.
Non vedendolo in aula, la relazione è data per letta.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Non essendovi richieste d'intervento in discussione generale, chiedo alla Giunta se intende intervenire.
La Giunta rinuncia all'intervento, per cui dichiaro chiusa la discussione generale e procediamo con l'articolato.
L'articolato è composto da 8 articoli e non ha emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento, procediamo con le votazioni.
Ricordo che il numero legale è 23.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Votanti 22, numero legale 23.
Non essendovi il numero legale, la votazione non è valida.
Chiedo ai Capigruppo se intendono sospendere la seduta per mezz'ora, se passare al punto successivo all'o.d.g. o sospendere i lavori odierni e riaggiornarci a domani.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.40)



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