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Dettaglio seduta n.292 del 14/02/24 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 10.02 il Presidente Allasia constata la mancanza del numero legale e ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento, aggiorna la seduta alle ore 10.32)



(La seduta inizia alle ore 10.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale e Senatore Antonio Berti scomparso il 29 ottobre 2022


PRESIDENTE

Colleghi, il 29 ottobre 2022 è scomparso, all'età di 100 anni, Antonio Berti, Consigliere regionale nella I e II Legislatura. Nato il 21 luglio 1922 a Foggia, è stato Consigliere comunale a Moncalieri e membro del Comitato regionale per la programmazione ospedaliera e del Consiglio di Amministrazione dell'IRES.
Nel 1970 è stato eletto Consigliere regionale per il Partito Comunista nella Circoscrizione di Torino. È stato componente della Commissione Urbanistica e Sanità e, rieletto nella II Legislatura, ha continuato la sua attività nelle Commissioni Urbanistica e Salute.
Dimissionario nel 1976, è stato eletto Senatore, rimanendo in carica sino al 1983.
Ha ricoperto i ruoli di Vicepresidente e poi di Segretario della Commissione Affari costituzionali del Senato della Repubblica.
Di Berti si apprezzavano le doti umane, la sua generosità. Una persona su cui si poteva sempre contare.
Uomo di grande cultura, trasferitosi in giovane età a Torino, amava profondamente la città, che lo accolse prima con un lavoro da impiegato quindi poi accompagnandolo nella sua carriera politica.
Alla moglie Luciana e al figlio Massimo desiderio rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra più sincera vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del già Consigliere regionale Antonio Berti.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.38, riprende alle ore 11.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sono in congedo i Consiglieri Cerutti, Chiorino, Cirio, Disabato, Lanzo Protopapa, Stecco e Tronzano.
Il numero legale è, pertanto, 22.
Comunico che, in apertura della seduta pomeridiana, è prevista la commemorazione dell'ex Consigliera regionale Anna Sartoris.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere l'inserimento dell'ordine del giorno n. 1774 "Incentivazione dei modelli di cura innovativi basati su interventi psicosociali dedicati alle persone con demenza, morbo di Alzheimer e ai loro caregiver".
La Regione Toscana ha creato percorsi assolutamente pregevoli, in cui si formano delle guide che permettono alle persone affette da demenza di vivere questa esperienza all'interno dei musei e del circuito dei musei della regione Toscana. Sta portando oggettivamente dei benefici non solo ai pazienti, ma anche ai caregiver e ai familiari.
Vista la capacità e l'indotto che abbiamo all'interno della nostra regione dal punto di vista museale, proponevo questo tipo di trattamento e, quindi di iniziare anche noi questo tipo di attività, sapendo che all'interno dei nostri piani legati alle ASL è previsto di incentivare anche un'innovazione sociale e un'innovazione terapeutica. Questo potrebbe essere un valore aggiunto, partendo dal numero di musei che abbiamo, considerata anche la qualità delle guide dei nostri musei.
Pertanto, ne chiedo l'iscrizione, perché potrebbe essere un'ulteriore forma di vicinanza e attenzione rispetto a coloro che vivono una cronicità importante, come tutto ciò che è legato alla demenza e alla sindrome di Alzheimer e potrebbe rappresentare un bel trait d'union tra il nostro sistema sanitario, le nostre politiche sociali e tutto l'indotto culturale della Regione Piemonte.
Pertanto, chiedo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 1774.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La mia è una richiesta d'inserimento. Infatti, chiedo di inserire nell'ordine dei lavori della seduta odierna l'ordine del giorno n. 1773 "Monitoraggio e regolamentazione dei livelli di PFAS nelle acque potabili piemontesi". È un atto d'indirizzo sottoscritto anche da altri colleghi di opposizione e so che sullo stesso tema è stato presentato anche un altro atto d'indirizzo.
È una questione di scottante attualità, perché nei giorni scorsi è stata resa nota un'indagine di Greenpeace, che ha evidenziato la presenza di PFAS nelle acque potabili non solo nell'Alessandrino, quindi nella zona di Spinetta Marengo interessata dallo stabilimento Polo chimico Solvay, che è l'unica azienda in Italia che produce queste sostanze, ma, purtroppo, ha evidenziato la presenza, nel 51% dei campioni analizzati, anche in 77 Comuni della Città metropolitana di Torino. Quindi, è un problema ormai diffuso.
L'atto d'indirizzo ha l'intenzione di impegnare la Giunta regionale ad atti concreti, quindi a definire dei limiti di presenza di PFAS, a istituire un controllo preciso su tutto il territorio regionale, e non solo nella zona alessandrina, con un monitoraggio che è già in essere, e anche a sollecitare il Governo ad adottare delle norme per definire questi limiti di legge sul territorio nazionale. Limiti di legge che non ci sono, perch c'è una direttiva europea che non è stata ancora attuata.
Sottolineo che, sul tema PFAS, ci sono paesi che hanno come valore limite zero.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Lei ha già avuto modo, fuori seduta, di dare la disponibilità e l'attenzione alla votazione in data odierna dell'ordine del giorno n. 1768 che la seduta scorsa è stato inserito all'ordine dei lavori e che ha come oggetto "La Regione Piemonte si renda disponibile ad accogliere minori palestinesi che necessitano di cure mediche".
Credo sia opportuno da parte mia, come proponente, riproporre a verbale la richiesta che, in giornata, se i colleghi sono interessati e disponibili ovviamente in modo unitario e trasversale, si metta in votazione questa proposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Chiedo di inserire all'o.d.g. odierno e di discuterla, vista anche la presenza di altri ordini del giorno su questo tema, la mia mozione inerente a "PFAS nelle acque potabili, azioni per il monitoraggio, la mitigazione e la rimozione delle cause di inquinamento".
È un tema estremamente fondamentale, considerati alcuni livelli di PFAS che sono stati ritrovati nelle acque potabili nella provincia di Alessandria e in provincia di Torino. La cosa più grave è che attualmente non sappiamo quali sono i livelli in tantissimi altri acquedotti, perché non vengono fatti i monitoraggi. Non solo non vengono fatti i monitoraggi, ma non stiamo neanche abbattendo le stesse sostanze negli acquedotti dove sono state rilevate.
Considerando che c'è una direttiva europea che impone agli Stati membri di garantire, entro il 2026, i parametri di potabilità dell'acqua, se non iniziamo prima a garantire i parametri di potabilità dell'acqua, la vedo dura poi riuscire a farlo nel 2026. È fondamentale che si intervenga il più presto possibile, sia per la salute dei cittadini sia per garantire la possibilità di erogare l'acqua da questi acquedotti.
Spero di trovare anche una sponda nella maggioranza per affrontare un tema di così vitale importanza su una matrice importante come l'acqua e soprattutto, sull'acqua potabile che beviamo tutti i giorni nelle nostre case.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In linea con l'incontro che è avvenuto poco fa con una delegazione di studenti e con il ragionamento che abbiamo fatto, intervengo solo per segnalare che noi mettiamo a disposizione, anche magari rivedendolo insieme, un ordine del giorno depositato il 30 maggio 2023, quindi qualche mese fa, a prima firma Valle, intitolato "Garantire il diritto di voto ai cittadini fuori sede".
Se oggi si dovesse andare in un'ottica di discussione di questo argomento cosa che noi auspichiamo in maniera condivisa, c'è anche quest'ordine del giorno. Lo mettiamo a disposizione della discussione, anche per costruire eventualmente altri documenti insieme.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
La mia richiesta è assimilabile a quella appena espressa dal collega Rossi.
La ringrazio, Presidente, perché stamattina si è reso disponibile, con l'Ufficio di Presidenza, ad ascoltare i giovani rappresentanti del Senato Accademico. Effettivamente, sollecitare il Governo sull'argomento è particolarmente urgente: dobbiamo essere tempestivi, perché i tempi sono sempre più stretti.
Si tratta di un diritto che viene indirettamente negato a una popolazione che si calcola essere di cinque milioni in tutto il Paese, anche se è una frazione di questi studenti, perché poi ci sono gli studenti lavoratori e gli studenti fuori sede per ragioni sanitarie o lavorative.
Ci sono alcuni aspetti rilevanti. Innanzitutto, il fatto di essere l'ultimo paese rimasto in Europa a non avere ancora assunto provvedimenti in merito insieme a Malta e a Cipro. È chiaro che essere fuori sede a Malta e a Cipro non è un gran problema, perché gli spostamenti su territori così piccoli non sono problematici, mentre sappiamo che le problematiche di natura logistica ed economica, per moltissimi studenti, sono gravi. La componente di chi si sposta, soprattutto dal Sud per venire a studiare al Nord, è molto elevata e il prezzo di un biglietto aereo o di un treno per spostarsi, oltre che avere tempi lunghi, è oggettivamente un forte ostacolo. Ci lamentiamo spesso dell'astensionismo, ma dobbiamo fare in modo che quando l'astensionismo non è volontario, ma è involontario come in questi casi, i giovani possano esercitare il loro diritto.
Ancora una considerazione di passaggio: quattro milioni e 900 mila persone rispetto all'elettorato totale, è una cifra significativa, in termini percentuali, veramente di peso.
Se la viviamo solo dal punto di vista del Piemonte, siamo una delle Regioni con una componente studentesca più rilevante: solo su Torino sono 131 mila gli studenti. È chiaro che non sono tutti fuori sede, ma si calcola che un terzo di questi lo siano. Quando si ritrovano per prendere un aperitivo nel tempo libero, molti di loro, parlando l'un con l'altro, sanno che non riusciranno a votare proprio perché sono fuori sede e tornare a casa è particolarmente difficoltoso.
Sono d'accordo anch'io a recuperare l'ordine del giorno n. 1189, a fare un'eventuale modifica, per arrivare a un voto condiviso, che penso non sia un problema, essendo un tema non divisivo, e a concludere la giornata con questo atto d'indirizzo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Nel frattempo, le faccio il bentornato in Aula dopo il suo periodo di infortunio. Spero che il peggio sia passato e le auguro un buon rientro e un buon lavoro.
Prego, Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Sono in libera uscita, ma ha detto che non posso stare in giro, quindi in mattinata ci sono, ma penso che nel pomeriggio tornerò a casa, perché non ho un'autonomia tanto prolungata.
Ringrazio tutti per il calore dell'accoglienza. Mi fa molto piacere essere di nuovo qui insieme a tutti voi.



PRESIDENTE

Tenendo conto che la sua autonomia è di quattro ore e notando l'autonomia dei Consiglieri che non hanno avuto quello che ha avuto lei, penso sia già una buona media.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento, nell'o.d.g. della seduta odierna del documento che ho caricato ieri sera dal titolo "Sostegno alla realizzazione di invasi di piccola e media grandezza e valorizzazione dell'uso plurimo degli invasi già esistenti".
L'ordine del giorno n. 1776 diventa estremamente urgente in un momento in cui il comparto agricolo, che è una risorsa straordinaria del Piemonte, è in sofferenza, soprattutto per quanto riguarda gli allevamenti delle nostre tradizioni più gloriose, ossia la razza bovina piemontese e per tutto il mondo frutticolo, che raccoglie più di 4.500 aziende in Piemonte imprenditori che vedono, alla fine del loro impegno e della loro fatica, un delta negativo nel rapporto fra ricavi e costi.
In questo momento si aggiunge un altro problema: la nostra meteorologia.
Stiamo vivendo un inverno completamente privo di precipitazioni e questo ci fa pensare che ci troveremo, alle porte della primavera, già con un deficit idrico. Come Regione, dobbiamo farci carico di questa problematica e andare a programmare una gestione del territorio nuova, proprio in conseguenza del cambiamento climatico.
Con l'ordine del giorno si chiede alla Giunta di intervenire nel modo più veloce possibile, con la progettazione e la realizzazione di nuovi invasi interrati, di piccola e media grandezza (parlo di quelli fra i 30 mila metri cubi e i 100 mila metri cubi), essendo più facili da realizzare come iter amministrativo e più sostenibili con le risorse che abbiamo, come Regione Piemonte, per quanto riguarda il discorso finanziario.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Demarchi; ne ha facoltà.



DEMARCHI Paolo

Grazie, Presidente.
Da alcune settimane vediamo come in giro per l'Italia, ma anche in Piemonte, ci sia la protesta di agricoltori, arrivati davvero a una fase di esasperazione perché, in molti casi, i costi delle materie prime e della produzione possono anche superare i ricavi.
Anche noi in Regione Piemonte, con il Presidente Cirio, l'Assessore Protopapa e i Consiglieri, abbiamo partecipato a queste manifestazioni dimostrando loro solidarietà, una solidarietà che adesso, però, va tradotta in fatti. Una delle prime cose che possiamo fare noi, come Regione Piemonte, essendo una materia che ci compete, è una revisione del Piano della qualità dell'aria in ambito agricolo. Abbiamo visto come il report di ARPA, alla fine del 2023, abbia dimostrato che la qualità dell'aria in Piemonte sia migliorata ed è migliorata anche grazie agli investimenti di agricoltori che negli ultimi anni, con risorse proprie e con risorse del Piano di Sviluppo Rurale (adesso si chiama Complemento di Sviluppo Rurale il PSR), sono riusciti a fare investimenti per limitare la volatizzazione dell'ammoniaca, soprattutto delle deiezioni animali.
Cosa dobbiamo fare come Regione Piemonte? Dobbiamo, se è possibile impegnare la Giunta a una revisione del Piano della qualità dell'aria per eliminare questi obblighi di copertura delle fosse, delle platee e dei materiali palabili, perché sono dei costi che portano pochissimi benefici in termini di salubrità della qualità dell'aria, ma, soprattutto, mettono in ginocchio quelle piccole e medie aziende, quei piccoli e medi allevamenti che stanno faticando, perché molte volte i ricavi non coprono i costi della produzione.
Voglio presentare quest'ordine del giorno e, se è possibile, discuterlo nella giornata odierna affinché ci sia una revisione di questo documento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Demarchi.
Non ho capito se l'ordine del giorno è già stato presentato e inserito in piattaforma. Adesso verifichiamo.
Non vi sono altre richieste di modifica dell'o.d.g.
Il Consigliere Magliano chiede di inserire l'ordine del giorno n. 1774 a oggetto "Incentivazione dei modelli di cura innovativi basati su interventi psicosociali dedicati alle persone con demenza, morbo di Alzheimer e ai loro caregiver".
Se qualcuno è contrario alle richieste d'inserimento di nuovi punti all'o.d.g., lo dica ora o taccia per sempre. L'ordine del giorno del Consigliere Magliano è inserito.
Il Consigliere Bertola chiede di inserire l'ordine del giorno n. 1773 a oggetto "Presenza di PFAS nelle acque potabili sul territorio regionale quali sono i controlli effettuati finora nella Regione e cosa intende fare la Giunta per monitorare e risolvere il fenomeno?", ed è attratto l'ordine del giorno n. 1775 a oggetto: "PFAS nelle acque potabili, azioni per il monitoraggio, la mitigazione e la rimozione delle cause di inquinamento".
Non vi sono contrarietà sull'inserimento di questi due ordini del giorno.
La Consigliera Accossato chiede la discussione dell'ordine del giorno n.
1768 a oggetto "La Regione Piemonte si renda disponibile ad accogliere minori palestinesi che necessitano di cure mediche", già inserito nell'o.d.g. odierno.
Il Consigliere Rossi chiede la discussione dell'ordine del giorno n. 1189 a oggetto "Garantire il diritto di voto ai cittadini fuori sede", già inserito nell'attuale ordine del giorno.
Il Consigliere Bongioanni chiede di inserire l'ordine del giorno n. 1776 a oggetto "Realizzazione di invasi di piccola e medie grandezze e valorizzazione dell'uso plurimo degli invasi già esistenti".
Il Consigliere Demarchi chiede l'inserimento dell'ordine del giorno sulla revisione del Piano qualità dell'aria che non ha ancora numerazione, perch è stato inserito adesso.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Si può chiedere di inserire un ordine del giorno che non è caricato?



PRESIDENTE

La sua domanda è più che corretta. Per essere inserito, il documento deve avere un numero e dev'essere presentato. Collega Demarchi, il documento dev'essere inserito prima di inizio seduta, non durante.
Sulla richiesta del Consigliere Rossi di discutere l'ordine del giorno n.
1189 e della Consigliera Accossato di discutere e votare nella giornata odierna l'ordine del giorno n. 1768 d oggetto "La Regione Piemonte si renda disponibile ad accogliere minori palestinesi che necessitano di cure mediche", attratto all'ordine del giorno della Consigliera Frediani n.
1769, d oggetto "Drammatica situazione della popolazione palestinese nella striscia di Gaza, la Regione si attivi per accogliere i minori palestinesi e le loro famiglie per garantire le cure adeguate", chiedo ai Capigruppo di trovare un'intesa per discuterli e votarli prima della chiusura della seduta, perché mi sembravano entrambi condivisi, in quanto impegni che si possono tranquillamente sostenere politicamente. Avete qualche ora per pensarci.
Ricordo che dobbiamo votare la dichiarazione d'urgenza di un disegno di legge richiesto dalla Giunta che un po' per dimenticanza e un po' per mancanza del numero legale abbiamo sempre rinviato.
Il Consigliere Demarchi ha depositato il suo ordine del giorno.
Gli inserimenti sono considerati accettati.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Cane, Cerutti, Chiorino, Cirio, Disabato, Gagliasso Lanzo, Protopapa, Riva Vercellotti, Stecco e Tronzano b) Comunicazione all'Assemblea Il Presidente della Giunta regionale ha richiesto, ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale, la dichiarazione d'urgenza del disegno di legge n. 299 "Modifiche all'articolo 4 della Legge regionale 17 novembre 2016, n. 23 (Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave)" e del disegno di legge n. 305 "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2024", rispettivamente con propria nota del 15 gennaio 2024 e del 7 febbraio 2024.
Al termine della seduta odierna, porrò in votazione entrambe le richieste.
c) Distribuzione processi verbali È in distribuzione il processo verbale n. 291 del 6 febbraio 2024.
d) Approvazione processi verbali È in approvazione il processo verbale n. 290 del 30 gennaio 2024.
e) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Se non vi sono richieste sulle comunicazioni, procediamo con l'esame dei punti all'o.d.g.


Argomento: Nomine

Nomine (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, mi sembra che ci sia la volontà di rinviare il punto 2) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Vedo che i Capigruppo confermano la mia impressione.
Grazie.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 130, inerente a "Ulteriori modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 130, inerente a "Ulteriori modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nelle precedenti sedute consiliari il provvedimento è stato illustrato dall'Assessore Caucino e, in quanto richiamato in Aula, ai sensi del Regolamento, esso non ha relatori.
È stata successivamente aperta la discussione generale, nell'ambito della quale sono intervenuti i Consideri Sarno, Accostato, Canalis, Marin Bertola e Frediani.
Nella Conferenza dei Capigruppo del 6 febbraio è stato deciso il contingentamento dei tempi per quanto riguarda il trattamento del provvedimento, ai sensi del Regolamento interno.
I tempi assegnati a ciascun Gruppo consiliare sono consultabili nell'apposito documento in linea, nel supporto delle sedute istituzionali in corrispondenza del disegno di legge n. 130.
Come convenuto in Conferenza dei Capigruppo, chiedo se vi siano altre richieste d'intervento in discussione generale. Come è stato detto, la discussione generale è esclusa dal contingentamento.
Vi sono ulteriori richieste d'intervento in discussione generale?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Poteva chiederlo prima.
Sospendiamo i lavori un paio di minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 11.56, riprende alle ore 12.03)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ricordo che siamo in discussione generale.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Preioni ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Rompo gli indugi delle minoranze, così li sprono con le mie dichiarazioni.
Questa è una legge che, dal nostro punto di vista, porta del buon senso.
Vengono rivisti i punteggi, dando maggiore opportunità a chi risiede in Piemonte da 15, 20 o 25 anni. Di conseguenza, chi ha dato di più al Piemonte, chi ha lavorato per più anni nel nostro Piemonte, ha diritto secondo il nostro modo di vedere, ad avere in cambio un aiuto sociale quindi una casa di edilizia popolare, tenendo presente che oggi, in alcune realtà e in alcune ATC, le case popolari vengono assegnate al 60% (o addirittura oltre) a cittadini immigrati o a cittadini extracomunitari, a fronte del 9% della popolazione, perché loro rappresentano il 9% della popolazione piemontese. Su questo i dati sono evidenti e sono di una sperequazione notevole. Ritornando ai 15, 20 e 25 anni, naturalmente sono cittadini che possono essere italiani o non italiani, quindi quello è un criterio che vale per tutti.
Con questa normativa si vuole fare una lotta importante anche ai furbetti ad esempio dando una stretta rispetto ai beni mobili di lusso. Perché non puoi richiedere una casa popolare se fuori hai l'Harley Davidson, hai un caravan da 70 mila euro o la BMW o il Mercedes da 60-70 mila euro. Perch succede anche questo. Invece, dev'esserci un controllo e con questa legge ci sarà un controllo più opportuno e più puntuale rispetto ai beni mobili di lusso. Non puoi possedere altre abitazioni e case all'estero e su questo saranno poi i consolati a verificare.
Per quanto riguarda i cittadini italiani, naturalmente dal modello ISEE usciranno le varie proprietà, perché giustamente non si può richiedere una casa popolare se in un altro paese o nello stesso paese si hanno altre proprietà.
Chi ha commesso il reato di occupazione, per dieci anni non potrà richiedere una casa popolare e ci sembra una cosa doverosa. Chi incorre in una condanna penale detentiva decade, perché le case popolari non devono essere ricettacolo di violenza, d'illegalità e di degrado, ed è giusto che le case popolari siano d'aiuto per delle fasce sociali deboli e in difficoltà, ma spesso vengono utilizzate come dei ghetti. Unire alle difficoltà sociali e alle marginalità la delinquenza e delle condanne non è assolutamente un servizio che rendiamo alle fasce deboli della nostra popolazione. Secondo noi, queste sono norme di assoluto buon senso che non vanno a penalizzare nessuno, ma vanno a riequilibrare. Vanno a certificare e a lottare contro chi fa il furbetto e contro chi non merita di avere una casa popolare.
Le case popolari verranno anche ampliate. Ci sarà una quota per le coppie (nuclei) monogenitoriali, perché la società è cambiata. Negli anni Quaranta e Cinquanta non ci si separava per questioni culturali, per questioni legislative e per svariate questioni, ma oggi la società è cambiata e quindi ci sono molte coppie monogenitoriali che hanno figli e che hanno diritto ad avere comunque uno spazio nelle case popolari. Ci sono anche persone che, oltre ad essere separate, sono vedovi o vedove, ed è giusto che abbiano l'opportunità di avere uno spazio di edilizia popolare. Quindi ci saranno per le coppie monogenitoriali degli spazi importanti nella nuova edilizia sociale.
Questo è più o meno il quadro degli aspetti principali. Siamo convinti che i cittadini di destra, di sinistra, ma in generale i cittadini piemontesi apprezzino queste norme che vanno solo nell'assoluto buon senso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Vorrei iniziare questo breve intervento, ricordando a me stesso e a tutti noi che sabato scorso abbiamo celebrato il Giorno del Ricordo e quindi abbiamo ricordato drammatici fatti avvenuti a metà degli anni Quaranta sino al 1950 in Istria e in Dalmazia. Abbiamo ricordato le foibe e anche l'esodo degli italiani che furono costretti a scappare da quelle terre, dalle loro terre, e tornare nel loro paese, cioè l'Italia.
Forse non tutti ricordano quello che accadde al loro rientro, cioè che vennero trattati da stranieri nella loro patria e a trattarli da stranieri nella loro patria furono proprio gli italiani. Vennero presi e messi nelle caserme e in grandi edifici in disuso, come si fa con i profughi, e lì trascorsero non sei mesi o un anno, ma anni e anni della loro vita.
In quello stesso periodo (siamo alla fine degli anni Cinquanta), iniziò nel nostro Paese una grande politica di realizzazione delle case popolari, con provvedimenti con i quali si sono costruite quelle che oggi sono la gran parte delle case popolari che abbiamo, quindi la gran parte dell'edilizia residenziale pubblica.
All'atto dell'assegnazione di quelle case scoppiò una guerra tra i poveri e gli italiani, gli operai italiani (quelli che ne avevano diritto) entrarono in guerra, e uso la parola "guerra", perché in tutte le nostre città Torino compresa, ci furono proteste, perché le case non andavano assegnate agli italiani esuli dall'Istria e dalla Dalmazia.
Pertanto, con il criterio dei dieci, 15 o vent'anni di residenza in Piemonte, ripetiamo nei confronti di altre persone le stesse cose che sono state fatte esattamente settant'anni fa.
Penso che questa riflessione debba farci capire che il tema della residenza e il tema della casa non debbano essere trattati in maniera ideologica, ma debbano essere fortemente ancorati alle necessità e ai bisogni delle persone e delle famiglie, a prescindere dalla loro etnia, dalla loro razza e dalla loro religione, guardando esclusivamente alla situazione economica in cui esse versano.
Questo è il principio dell'edilizia residenziale pubblica, quindi non pu essere ancorato ad altri criteri, il che mi fa dire che questa norma, oltre ad avere profili d'incostituzionalità, contiene una serie di altri elementi, che in parte potrebbero essere condivisi, ma che nel loro complesso sono sostanzialmente inutili, perché non risolvono i problemi in cui ci troviamo.
Oggi, l'edilizia residenziale, rispetto a 20 o trent'anni fa, ha cambiato pelle: una volta, nell'edilizia residenziale ci abitavano gli operai e i lavoratori, che erano in grado di sostenere gli affitti e le manutenzioni per cui il sistema reggeva e funzionava abbastanza bene, ma ormai, da una trentina d'anni a questa parte, la realtà è profondamente cambiata. Abbiamo una parte significativa (forse la maggior parte di coloro che abitano questi alloggi) che spesso vive in condizioni d'indigenza, di assoluta precarietà e non riesce a pagare l'affitto e a contribuire alle manutenzioni. Tutto questo genera anche un problema di sostenibilità del sistema stesso.
Per tale ragione, non possiamo dire che queste case non devono essere abitate da queste persone, altrimenti chi le deve abitare? C'è poi il tema dell'accesso, della sostenibilità del sistema e del grande bisogno, perché siamo di fronte, com'è già stato spiegato dai miei colleghi la volta scorsa, a un sistema che sta producendo sfratti, ma che non è in grado di mettere alloggi a sufficienza sul mercato.
Sotto questo profilo, credo che la Regione, più che introdurre norme che inseriscono nuove maglie sull'accesso, come sta facendo con questa legge dovrebbe, in realtà, concentrarsi, attraverso le ATC, nella gestione concreta del sistema complessivo dell'edilizia residenziale pubblica e probabilmente, farlo non a compartimenti stagni.
Ricordo, anche se poi, purtroppo, queste politiche furono abbandonate, che nel 2009-2010, Giunta Bresso, vennero predisposti dei Piani casa, da reiterare poi nel tempo, per la realizzazione di alloggi che fossero accessibili ai giovani, alle famiglie e agli anziani. Non riguardava soltanto il tema dell'edilizia residenziale pubblica, ma anche l'edilizia convenzionata e l'edilizia agevolata, quindi forme diverse, ma complementari all'edilizia residenziale pubblica. Quel Piano casa, con cui vennero finanziati strumenti urbanistici importanti e con cui tanti Comuni individuarono aree per realizzare questa tipologia di alloggi, non venne più rifinanziato dalla Giunta Cota e non credo sia stato più rifinanziato se non molto parzialmente, successivamente.
È lì che dovremmo agire, con una politica che tenga assieme l'edilizia residenziale pubblica con le altre forme di edilizia non strettamente pubblica e con il coinvolgimento anche del privato, consentendo di mettere sul mercato alloggi che siano accessibili, dal punto di vista dell'affitto o dell'acquisto, a giovani coppie, a famiglie numerose o a famiglie sempre più in difficoltà a sostenere i gravi costi che la casa comporta.
Il nostro giudizio complessivo non è positivo sulla norma, che peraltro arriva molto tardi, a fine a fine legislatura, quindi non inciderà positivamente sulle reali necessità che i cittadini piemontesi hanno relativamente al tema della casa, ma introduce elementi di natura ideologica, che forse potranno anche tornarvi utile in campagna elettorale ma che sicuramente non sono proficui ed efficaci, obiettivo che qualsiasi legge si dovrebbe porre.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Siamo in una fase di contingentamento, se ho capito bene, e i minuti a disposizione dei Gruppi non sono tantissimi, per cui utilizzerò meno dei dieci minuti che ho a disposizione normalmente in discussione generale.
Credo ci sia un tema - lo dico alla Giunta e all'Assessore competente - che è quello della crisi della residenzialità popolare, una crisi in Italia una crisi in Piemonte, e credo ci sia un'inadeguatezza degli strumenti pubblici a disposizione per provare ad affrontarla.
Lo ha anticipato il collega Marello nel suo intervento: gli strumenti delle ATC sono stati utili perché immaginati per una società che nel tempo è cambiata, profondamente cambiata.
La prima grande questione riguarda il territorio italiano, non il Piemonte cioè come in questo Paese si affronta la questione del diritto all'abitazione, in una società che presenta un numero sempre più alto di disagi sociali, d'incapacità di rendere autonome le famiglie. Rispetto alle questioni dei diritti all'abitazione, alla salute e allo studio, la precarietà è invasiva e rappresenta il deterioramento sociale qui in Italia.
La questione è seria. Essendo stato Sindaco, come alcuni di voi, in dieci anni ho avuto modo di affrontare alcune delibere di Giunta che riguardavano l'emergenza abitativa. Ve la ricordate? L'emergenza riguardava singole persone, tempo determinato e alloggi delle ATC messe a disposizione delle amministrazioni comunali per far fronte a quelle particolari criticità che quelle famiglie, singole famiglie, vivevano.
Badate, lo dico ancora una volta rivolgendomi all'Assessore: lei è costretta ad affrontare uno scenario che riguarda un'emergenza abitativa diffusa. È come se, con le regole delle ATC, lei dovesse affrontare quotidianamente la storia di una famiglia che ha bisogno di risposte in emergenza abitativa. Ecco perché vedo i limiti di questi confini. Noi dobbiamo aprire una discussione molto più profonda rispetto al diritto all'abitazione.
Vengo alle questioni più politiche, che riguardano il provvedimento in oggetto. Non potendo affrontare la questione in profondità - scusate se la metto su questo piano, ma ci sta perché ci stiamo avviando verso una fase di confronto elettorale; mi perdonerete, e se non mi perdonate, vi pagher un caffè - scendete dal carro della propaganda! Carnevale è finito. Non è con questi strumenti che si affronta, anche con un po' di confusione, una mole di problemi così complessi. Ci sono persone che ci ascoltano e bisogna avere rispetto per le persone che ci ascoltano.
Ho sentito dire dal Capogruppo della Lega, che è in quest'Aula - non più nella società, ce lo insegna Fratelli d'Italia, il partito più importante del centrodestra - che ci sarà una particolare attenzione per la monogenitorialità. Lo dico a favore delle persone che ci ascoltano e so che, rispetto a questi argomenti, la posizione è di facile lettura nel campo della destra e non mi pare particolarmente a sostegno di queste condizioni. La confusione riguarda il fatto che noi crediamo che non è inserendo ulteriori paletti che si affronta quella complessità, ma cercando di fare il possibile - d'intesa anche con il territorio e, in particolare con gli enti locali, le amministrazioni comunali che, di riflesso, vivono le criticità della gestione delle ATC, in alcune situazioni anche da un punto di vista fiscale, perché questo è - per riuscire a leggere quel bisogno sociale e mettere in campo la risposta adeguata.
Guardate, l'ultimo dei problemi, in questa vicenda sui 15, 20 o 25 anni quello su chi ha dato di più o di meno al Piemonte: mi pare una lettura troppo superficiale per finire in questo modo questa legislatura su un diritto fondamentale come quello all'abitazione. Se vogliamo parlare anche di quello, cioè come fare i bandi, una legge per i criteri dei bandi è poca cosa! Quelle posizioni, che sono di natura politica, vanno inserite nei criteri dei bandi, non in una legge! Abbiamo capito qual è la vostra attitudine nei confronti della povertà: mettere alcuni poveri contro altri poveri. Questo è. La vostra preoccupazione non è certo affrontare la complessità, anche perché è più difficile e l'abbiamo capito. Di fronte alle cose difficili, meglio salire sul carro della propaganda e prendere gli applausi: in questo senso siete bravissimi, ora la chiudo qui rispetto a questo tema.
Aggiungo un ultimo punto. Spero che la prossima legislatura apra davvero alla possibilità di rendere il Piemonte un modello per l'Italia per affrontare questa vicenda. Così potrete, forse, andare a prendere qualche preferenza e qualche voto in qualche alloggio di alcuni che abitano lì da più anni, ma non avrete risolto il problema dell'abitazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In realtà i miei colleghi, sia in questa seduta sia in quella precedente hanno assolutamente già richiamato tutti gli elementi che spiegano la contrarietà del Partito Democratico a questa proposta che ci arriva dalla maggioranza.
Aggiungo pochissimi passaggi, Presidente, su cui ritengo importante soffermarmi. Devo ringraziare in particolare il collega Marello per aver ricordato la storia degli esuli e di chi in Italia si opponeva, in quel momento, all'assegnazione delle case.
Perché devo ringraziare il collega Marello? Perché non è la prima volta nella storia, e purtroppo nemmeno l'ultima, in cui si cerca di scaricare le contraddizioni del presente, del vivere insieme, che spesso incontriamo quando dobbiamo dividere delle risorse che sono scarse, in una guerra tra gli ultimi e i penultimi dalla società. Non è questo il compito della politica e tantomeno delle istituzioni. Qui non dobbiamo cercare dei voti dicendo: "No, penultimo, attenzione che l'ultimo che arriva dopo di te ti sta rubando qualcosa, quindi io ti difendo non cercando di ridistribuire in maniera più equa le risorse, i diritti e l'accesso ai servizi. No, ti difendo bloccando quello che sta peggio di te".
Beh, signori, questo è quello di cui stiamo discutendo questa mattina in quest'Aula e noi a questo gioco non ci stiamo, è una logica completamente contraria ai principi che ispirano la nostra azione politica. Mi permetta Presidente, non solo contraria ai principi che ispirano la nostra azione politica, ma anche contraria ai principi che ispirano la nostra Costituzione o che ispirano la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, come anche la Corte Costituzionale, come in diversi suoi pronunciamenti ha già avuto modo di sottolineare.
È evidente che se la vediamo dal punto di vista dei diritti delle persone facciamo un errore se diciamo che un diritto è più o meno esigibile sulla base di criteri che nulla hanno a che vedere con la questione di quanto oggettivamente una persona ha bisogno, perché stiamo invertendo completamente la logica che sta dietro la questione dei diritti. Se ho diritto a qualcosa, ne ho diritto come gli altri e la politica non pu mettere uno contro gli altri, gli ultimi e i penultimi, ma deve trovare una soluzione che risponda al diritto di tutti. Questo è il primo aspetto.
Lo stesso vale dal punto di vista dell'accesso ai servizi. Abbiamo costruito, negli anni, un sistema che, per carità, Presidente, lo possiamo dire, è stato pensato in un momento in cui la società italiana, dal punto vista dei fenomeni migratori, era diversa e, quindi, nessuno dice che non dobbiamo rivedere e implementare nel nostro Paese il tema della casa e dell'edilizia popolare. Su questo siamo d'accordo, perché non dobbiamo rimanere fedeli a degli schemi o a dei modelli che sono nati in un altro momento storico, ma non possiamo farlo partendo dal presupposto che la soluzione è creare una guerra tra gli ultimi e i penultimi.
Mi ha colpito, se non sbaglio - chiedo conferma al collega Sarno - il fatto che ci sia un emendamento in cui si ritorna anche sulla questione della casa all'estero, se non ho capito male. Pochi mesi fa, nel maggio 2023 ricordo benissimo che c'era stata una discussione pubblica lanciata anche dal Ministro Salvini in cui si diceva che l'Unione Europea voleva tassare la casa per gli italiani. Poi si andò a vedere e ad approfondire effettivamente il tema e si scoprì che l'Unione Europea, in realtà, non ci stava minimamente chiedendo di tassare la casa, ma ci chiedeva una riflessione sul nostro sistema fiscale che, comunque, andrebbe fatta.
Perché sto citando questo fatto, Presidente? Perché è strano che, se sei ricco o se stai bene, la casa è intoccabile, ma se sei povero, addirittura migrante, se hai una casa all'estero, questo diventa una colpa, addirittura un criterio per cui sei escluso.
Guardate che questa visione della società è profondamente classista e ripeto, scarica sugli ultimi, invece, di cercare di ridistribuire chiedendo a chi ha di più di contribuire maggiormente e non escludendo chi è già ai margini del vivere comune. Su questo voi non ci troverete mai d'accordo.
Siamo d'accordo a rivedere il sistema, d'accordo a parlare di un piano casa, d'accordo a potenziare tutti i servizi, ma siamo assolutamente in disaccordo a scaricare sugli ultimi della società cercando di fare propaganda e di aumentare il consenso elettorale, mettendo gli ultimi contro i penultimi.
Questo ci sembra davvero contrario a ogni principio di giustizia che ispira la nostra azione.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di Consigliere.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Questo disegno di legge è l'ennesima arma di distrazione di massa che questa maggioranza sta utilizzando, per deviare l'approfondimento e la discussione su quelli che sarebbero i veri provvedimenti che dovrebbero essere portati avanti e che rischia d'innescare una pericolosa guerra tra i poveri. Chi mi ha preceduto l'ha già ampiamente detto.
Non lo diciamo solo in quest'Aula, signor Presidente, lo sostengono anche e soprattutto numerose associazioni, e sono ben 22, che di recente hanno presentato le proprie contestazioni su questo disegno di legge.
Instabilità, odio sociale: questi sono alcuni dei rischi che sono stati evidenziati per un provvedimento che ha molta propaganda al suo interno, ma poche soluzioni vere, veramente poco o nulla per risolvere quella che è un problema sentitissimo non solo dai piemontesi, ma in generale per quello che è l'emergenza abitativa.
Pensiamo, ad esempio, alla scarsità di alloggi a fronte delle richieste avanzate, allo stato degli stabili, degli edifici datati, se non addirittura fatiscenti. In molti casi, sono dei veri e propri "colabrodo energetici". Pensiamo alla problematica delle maxi bollette di conguaglio che sono state recapitate agli inquilini, con gli Assessori di questa attuale Giunta che protestano sotto la sede delle ATC, quelle che loro stessi contribuiscono ad amministrare.
A tutto ciò si aggiunge anche la questione della morosità colpevole o incolpevole, che solo a Torino si attesta al 30% e, sempre nel capoluogo gli alloggi occupati abusivamente sono 230, così come viene riferito dallo stesso Presidente Bolla dell'ATC del Piemonte centrale.
Sempre secondo le associazioni degli inquilini, che sono state audite di recente nelle varie Commissioni, negli ultimi anni, le assegnazioni di alloggi popolari non sono bastate a soddisfare il 15% delle richieste.
Inoltre, nella nostra Regione, l'edilizia pubblica rappresenta appena il 2,5% del patrimonio immobiliare, a fronte dei circa 5% della media nazionale.
Signor Presidente, la lista delle problematiche è veramente lunga e cosa sta facendo questa Giunta per invertire la tendenza a risolvere questi problemi? Ben poco: propaganda e non sarà di certo questa legge a creare le condizioni migliori per risolvere il problema di un diritto di tantissime persone.
Come se non bastasse, permangono le ormai per voi consuete questioni di illegittimità/legittimità dei provvedimenti approvati, cui ormai vi siete abituati, visti i poco incoraggianti precedenti di altre proposte che ancora stanno aspettando risposte.
Pertanto, vi faccio tanti auguri per questo provvedimento.



(Commenti fuori microfono)



MARTINETTI Ivano

Perché?



(Commenti fuori microfono)



MARTINETTI Ivano

Beh, che c'è poco da dire, Presidente! Abbiamo tutta una serie di problematiche che non vengono affrontate nel metodo. Stiamo parlando di provvedimenti spot, di propaganda. Stiamo parlando di bollette che vengono consegnate agli inquilini.



(Commenti fuori microfono)



MARTINETTI Ivano

Avrei concluso, Presidente.
Grazie.



PRESIDENTE

Aveva ancora sei minuti, se voleva.



(Commenti del Consigliere Martinetti)



PRESIDENTE

Chiedo se vi siano altri iscritti a parlare in discussione generale.
Se non vi sono altri iscritti, chiedo alla Giunta se intende intervenire.
Proseguiamo con l'esame dell'articolato.
Come sapete e come vi ho già preannunciato, è stato richiesto il contingentamento dei tempi, che prevede la riduzione dei tempi di discussione nell'attività emendativa e anche della stessa attività emendativa.
Ci sono 193 emendamenti.
ARTICOLO 0.1 Emendamento rubricato n. 47) presentato da Riva Vercellotti (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Riva Vercellotti per l'illustrazione.
Le ricordo che siamo contingentati.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Quanti minuti ho?



PRESIDENTE

Ha qualche minuto.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Era solo per comunicare a lei, Presidente, e all'Aula che ritiro quest'emendamento e gli altri a mia prima firma, perché, d'intesa con i Gruppi di maggioranza, ho presentato un ordine del giorno con il quale si chiede al Consiglio di riportare con sollecitudine l'esame della proposta di legge n. 301 a mia firma sul riordino delle ATC nella Commissione competente.
Si tratta sostanzialmente di ricondurre in quell'ambito la proposta di legge presentata negli emendamenti che sono stati depositati, vista la necessità di approfondire il tema del riordino delle ATC con un dibattito che parta dal basso, dalla Commissione. Pertanto, credo che sia più opportuno un dialogo e un dibattito più approfondito insieme a tutti i Consiglieri di maggioranza e di minoranza, oltre al fatto, ovviamente, di sentire i territori interessati.
Con questo mio intervento volevo dunque solo anticipare il ritiro degli emendamenti a mia prima firma.
Grazie.



PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'articolato e dei relativi emendamenti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 59) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 62) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 60) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 54) è inammissibile.
Emendamento rubricato n. 53) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 56) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 63) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 65) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 55) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 57) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 64) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 183) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 58) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 66) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 61) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 161) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 131) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Chiedo se vi sono interventi per l'illustrazione degli emendamenti sull'articolo 1.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere alla Giunta e quindi all'Assessore competente di presentare, quando arrivano, gli emendamenti, non solo gli ultimi 16, ma anche quelli che non abbiamo neanche affrontato in Commissione, visto il contingentamento, perché alcuni emendamenti hanno dei riferimenti solo normativi e alcuni non hanno un'esplicitazione di contenuto.
Visto che non sono emendamenti che abbiamo discusso in Commissione, perch avete deciso di contingentare, chiederei l'illustrazione almeno degli emendamenti che non abbiamo discusso, perché modificano alcuni elementi sostanziali della proposta iniziale discussa in Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Caucino; ne ha facoltà.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Illustrerò i miei emendamenti man mano che verranno richiamati, come ordinariamente avviene.



PRESIDENTE

Ricordo a tutti, anche alla Giunta, di intervenire in piedi per rispetto di tutti.
Attualmente si fa la discussione e l'illustrazione in ordine. C'è una serie di emendamenti a firma del Consigliere Sarno, al quale chiedo se intende illustrarli.
Prego.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Sull'articolo 1 ci tenevamo almeno a esprimere qual è il senso profondo della nostra attività emendativa, perché l'articolo 1 del disegno di legge ha buone intenzioni, che però vengono negate negli articoli seguenti.
È per questo che abbiamo provato a ridefinire l'articolo 1, presentando un emendamento sostitutivo, per provare a esplicitare meglio una serie di passaggi, perché la riscrittura che abbiamo inserito all'interno degli emendamenti parla, in maniera puntuale e precisa, di un tema per noi centrale, cioè del bisogno e non di altri criteri che sono molto lontani dal bisogno.
Chi chiede una casa popolare, lo fa perché ne ha bisogno, perché vive in una situazione di disagio, qualunque esso sia, e i criteri con cui si costruiscono le graduatorie sono in riferimento al bisogno (il disagio economico o della disabilità, i minori presenti, situazioni di diffuso disagio familiare), oppure con riguardo alla storia dei nuclei familiari (da quanti anni è presente una famiglia nelle graduatorie, per quanti anni è stato pagato il fondo GESCAL).
Il tema della residenzialità, nella storia delle politiche pubbliche, è un tema legato al bisogno, quindi state negando il principio fondativo anche dell'articolo 1 che voi stessi avete scritto. Ecco perché abbiamo provato a intervenire, in maniera parziale o in maniera totalmente sostitutiva, per rendere sempre più esplicito e chiaro che il criterio del bisogno viene prima di ogni altro criterio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sarno.
Emendamento rubricato n. 15) presentato da Accossato (prima firmataria).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento n. 15) viene dato per illustrato dalla proponente Consigliera Accossato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola sugli emendamenti presentati dal Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo come firmatario degli emendamenti.
In discussione generale abbiamo già sottolineato le ragioni della nostra contrarietà al provvedimento. Gli emendamenti all'articolo 1 hanno l'obiettivo di riscrivere l'articolo e abbiamo già detto come questo sia un provvedimento fortemente influenzato dall'ideologia che non tiene conto del criterio principale per assegnare alloggi di edilizia popolare, che è quello del bisogno. Dev'essere quello del bisogno, non quello della piemontesità da uno, tre, cinque, dieci, quindici o vent'anni, criterio che diventa assai discriminatorio quando, come già sottolineato, diverse famiglie e diverse persone, negli anni, si devono spostare di Regione in Regione per vivere e lavorare. Esso contiene norme, certamente non nei criteri, ma nel punteggio, già impugnate in altre Regioni a livello costituzionale.
Mi viene in mente la discussione che stiamo facendo su un altro provvedimento su cui si teme l'impugnativa a livello di Corte Costituzionale. Qui, invece, si stanno proponendo norme già impugnate, ma si va tranquilli e non importa nulla. Questo la dice lunga sull'interesse che c'è, anche sull'altro provvedimento, riguardo alla possibile impugnativa a livello nazionale.
A questo si aggiunge anche una nota di metodo, perché il provvedimento è stato contingentato. Sono stati presentati emendamenti, da parte della Giunta regionale, riguardo ai quali è stata data un'informativa nella Conferenza dei Capigruppo. Luogo più ideale, invece, sarebbe stata la Commissione: 16 emendamenti su un provvedimento che ha sette articoli quindi, evidentemente, sono emendamenti che lo vanno completamente a riscrivere in Aula, in un'Aula contingentata che non può più presentare altri emendamenti.
Si vuole fermare la discussione, perché l'intento è solo quello di mettere una bandierina: ha un intento di pura propaganda, non è l'intento di andare a rivedere, come invece servirebbe, la legge 3 del 2010, ma è la propaganda di chi, non sapendo risolvere i problemi, non fa altro che mettere i poveri contro i più poveri.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 189) presentato dalla Giunta regionale (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Caucino per l'illustrazione.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda l'emendamento rubricato n. 1), nell'articolo 1 del disegno di legge 130 abbiamo aggiunto il comma 1 bis), che prevede la sostituzione della lettera c) dell'articolo 2 del comma 1 della legge 3 del 2010. Stiamo trattando il tema dell'applicazione della legge 3. Si stabilisce che la legge 3 del 2010 si applica a quegli alloggi sociali che sono acquistati, realizzati o recuperati con i proventi delle alienazioni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, disposte ai sensi delle vigenti normative in materia.
In sostanza, cosa facciamo? Andiamo a introdurre una definizione più generale, in materia di alienazione, che è una materia - lo dobbiamo ricordare - di competenza statale, proprio al fine di evitare di citare ogni singola normativa in materia che si va a succedere nel tempo.
Modificando la normativa statale dovrebbe, contestualmente, modificarsi la normativa regionale. Sostanzialmente, eliminiamo il riferimento espresso della legge del 1993, la n. 560, nonché il riferimento al capo sesto della legge 3 del 2010.
È un emendamento di natura prevalentemente tecnica.
L'emendamento rubricato n. 189), invece, ha una valenza più politica.
Con l'emendamento andiamo a introdurre una nuova tipologia di alloggi che possono essere esclusi dall'applicazione della legge n. 3 del 2010, in tema ovviamente di assegnazioni (infatti l'ambito è l'applicazione della legge 3). In particolare, all'articolo 1 del disegno di legge n. 130, dopo il comma 1 abbiamo aggiunto il comma 1 ter, che a sua volta aggiunge, al comma 5 dell'articolo 2 della legge 3 del 2010, dopo la lettera c), la lettera c bis), che dispone che possano essere esclusi gli alloggi che gli enti proprietari intendano destinare alle Forze dell'ordine per il raggiungimento di specifiche finalità, atte a garantire la sicurezza e il presidio del territorio.
L'emendamento è proprio finalizzato a consentire l'insediamento di presìdi delle Forze dell'ordine all'interno degli immobili di edilizia sociale nell'ottica di una maggiore sicurezza e di un maggior monitoraggio all'interno dei complessi di edilizia residenziale pubblica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chiedo se vi sono interventi in discussione generale sugli emendamenti dell'articolo 1.
Prego, Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Quanto annunciato dall'Assessore Caucino è un ulteriore atto volto a parlare molto in questo momento elettorale. Lo avete sempre fatto in questi quattro anni e mezzo.
Credo che dire che all'interno delle case popolari si inserisce un presidio di famiglie appartenenti alle Forze dell'ordine sia un bel titolo di giornale, Assessora. Vi concedo l'onestà intellettuale di pensare che questa è una norma volta a garantire maggiore sicurezza, quindi andando in scia alla scelta culturale e politica che per voi la sicurezza è: Forze dell'ordine, punto. L'avete dimostrato quando l'Assessora ha portato in discussione in Commissione, ma poi ha fatto un passo indietro, tutte quelle progettualità sociali che si svolgono da anni dentro le case popolari.
Assessora, l'ha fatto molto bene in una Commissione, e ce lo ricordiamo molto bene tutti, all'inizio di questa legislatura quando ha presentato un disegno di legge.
Anche rimanendo al merito ipotizzato da questa norma, voi pensate che un componente di una famiglia facente parte delle Forze dell'ordine, che lavora tutto il giorno per la tutela della salute pubblica, quando torna a casa dalla propria famiglia, invece di staccare dal proprio lavoro, ha voglia di interagire con le conflittualità, ove siano, all'interno delle case popolari? Vi sembra normale? Oppure pensate che solo perché è presente un componente delle Forze dell'ordine alcuni atti non accadano? Ho vissuto quattro anni e mezzo nelle case popolari, venite a viverci dieci giorni ripeto, dieci giorni, non quattro anni e mezzo - e capirete quanto anche la presenza di qualcuno delle Forze dell'ordine non abbia modificato per nulla la vita all'interno di quelle case. Chi ci va a vivere con quell'obiettivo ci deve mettere del proprio quando torna a casa dal lavoro; un lavoro che a volte, è anche sottopagato (sappiamo quali sono i problemi delle Forze dell'ordine in questo Paese, anche con questo Governo). Abbiate pazienza ma questo è davvero di nuovo un bel titolo di giornale.
Un bel titolo di giornale, capace di parlare a certi mondi e a un elettorato che, ci mancherebbe, ha tutta la legittimità di ascoltare quelle parole, ma non state risolvendo nulla nella conflittualità sociale dentro le case popolari. Non è così che si fa, abbiate la responsabilità di ammettere che è un bel titolo di giornale, almeno sareste intellettualmente onesti, come ho detto all'inizio.
Abbiate la capacità di dire che lo fate per motivi elettorali: ditelo con serenità, è legittimo. Non sto dicendo che non è legittimo, ma almeno ditelo, non mascherate questo per una tutela maggiore della sicurezza all'interno delle case popolari perché non è così. Io che ci ho vissuto lo so, non è quello il sistema.
Queste sono le ragioni per cui voteremo contro quest'emendamento, non per altre. Queste sono le ragioni - su cui non siete d'accordo, ci mancherebbe che ho cercato di spiegare in maniera puntuale e precisa senza strumentalizzazioni, come qualcuno ha fatto sulla vicenda del riscaldamento negli alloggi ATC. Se non avessimo alzato la voce su quella vicenda in quest'Aula, e non fuori, con grande responsabilità, quel tema sarebbe stato affrontato più in là e nessuno l'aveva strumentalizzato (tant'è che noi dell'opposizione ne avevamo parlato anche informalmente con chi di dovere).
Qualcuno della maggioranza, invece, aveva organizzato un presidio per finire sui giornali.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

In merito alla presentazione di quest'emendamento da parte dell'Assessora Caucino, ancora una volta questa mattina emerge come il mancato confronto o l'accorciamento dei tempi in Commissione e la presentazione di questi emendamenti in Consiglio non ci abbia consentito di svolgere al meglio il nostro lavoro e di entrare nel merito, anche con un confronto su questi temi.
Per esempio, nella lettura di questo emendamento, per il quale ho tutte le osservazioni e perplessità che già il Consigliere Sarno ha evidenziato e quindi, la concreta convinzione che si tratti di un intervento di tipo propagandistico, mi chiedo, nel merito, cosa dia in più o in cosa migliori rispetto a quanto già previsto dall'articolo 11 della legge n. 3: l'articolo specifico "Assegnazione alle Forze dell'ordine e ai Vigili del fuoco", che già pone delle graduatorie specifiche per gli appartenenti a queste categorie e già li pone in una condizione privilegiata, su cui chi assegna deve porre particolare attenzione.
Dati i limiti dei miei dieci minuti complessivi, non posso entrare maggiormente nel merito, volendo intervenire in seguito anche su altri punti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Vi sono altri interventi in discussione generale sugli emendamenti rubricati all'articolo 1? La parola all'Assessore Cucino per il parere della Giunta regionale sugli emendamenti presentati all'articolo 1.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Sugli emendamenti presentati dal Consigliere Sarno il parere è contrario, a eccezione dell'emendamento rubricato n. 131), per il quale diamo parere favorevole.
Parere favorevole, ovviamente, per gli emendamenti presentati dalla Giunta.



PRESIDENTE

E l'emendamento n. 15) della Consigliera Accossato?



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Emendamento n. 15) con.
Parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie.
Colleghi, sono le ore 12.59.
Sospendiamo i lavori che, riprenderanno alle ore 14 per l'esame delle interrogazioni a risposta immediata. Successivamente, si riprenderà l'esame del disegno di legge n. 130.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 13.00)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1716 presentata dal Consigliere Giaccone, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1714 presentata dal Consigliere Bertola, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1717 presentata dalla Consigliera Frediani, cui risponderà l'Assessore Icardi interrogazione a risposta immediata n. 1721 presentata dal Consigliere Sacco, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1715 presentata dal Consigliere Rossi, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1719 presentata dal Consigliere Gallo, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1720 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1722 presentata dalla Consigliera Canalis, cui risponderà l'Assessore Icardi interrogazione a risposta immediata n. 1723 presentata dalla Consigliera Accossato, cui risponderà l'Assessore Ricca; interrogazione a risposta immediata n. 1725 presentata dalla Consigliera Disabato, cui sarà fornita risposta scritta; interrogazione a risposta immediata n. 1718 presentata dal Consigliere Segretario Martinetti, cui sarà fornita risposta scritta interrogazione a risposta immediata n. 1724 presentata dal Consigliere Nicco, cui sarà fornita risposta scritta.
Prego gli Assessori che rispondono alle interrogazioni a risposta immediata di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che, nel resoconto della seduta che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione, prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti SIA degli Assessori che rispondono.
Ricordo, infine, che l'interrogante ha a disposizione tre minuti per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta e non sono previste repliche.
Prego gli Assessori e i Consiglieri di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Ordinamento sportivo

Interrogazione a risposta immediata n. 1716 presentata da Giaccone inerente a "Alto rischio sinistri per attività eliski in località Bousson"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1716.
La parola al Consigliere Giaccone, per l'illustrazione.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Rapidamente.
Con la legge regionale del 15 dicembre 2021, "Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell'attività di volo in zone di montagna", la maggioranza aveva inteso liberalizzare in modo deciso e direi anche significativo le attività di elitrasporto svolte a fini turistici e sportivi.
Sappiamo che in tutti i paesi alpini e anche in quelli oltre confine, le attività di elitaxi sono fortemente limitate per la serie di problematiche che sono a esse collegate, sia legate alla sicurezza sia al rispetto della fauna alpina.
È anche noto che a tali liberalizzazioni si erano opposte le associazioni che s'interessano dell'argomento, come anche lo stesso Club Alpino Italiano (CAI), proprio per le ricadute sull'ambiente che tale attività può avere.
A tal proposito - tra l'altro, nel frattempo mi sono anche arrivate le fotografie che documentano quanto sto segnalando - sottolineo che, domenica 11 febbraio, dopo almeno 15 anni di tregua, è stata segnalata in zona Bousson la presenza di elicotteri eliski in località Dormilleuse e Giassez dov'era di fatto interdetta, mentre era consentita solamente alla Ramiere o alla Serpentera.
È chiaro che attività di atterraggio in queste zone, che sono altamente frequentate da escursionisti, sono decisamente pericolose e, da certi punti di vista, anche inquietanti, perché possono essere causa di sciagure, anche gravi, oltre che dei problemi ambientali cui facevamo riferimento precedentemente.
A questo proposito, s'interroga la Giunta regionale e l'Assessore per sapere, valutati questi episodi che sono documentati, come ripeto, anche da materiale fotografico, quali azioni la Regione intenda attuare per limitare o, se possibile, azzerare i rischi di questa attività anche intervenendo se necessario, sul piano normativo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Leggo per conto dell'Assessore Carosso, che mi ha pregato di leggere la sua risposta, che recita che in Regione Piemonte le attività di volo alpino sono regolamentate dall'articolo n. 28 bis della legge 2 del 2009 e successive modifiche e integrazioni, "Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell'attività di volo in zona di montagna".
Questa normativa contempla disposizioni specifiche in caso di sorvolo atterraggio e decollo nelle aree protette e nei siti della rete Natura 2000, che prevedono anche l'espletamento della procedura di valutazione dell'incidenza nell'ambito delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento dell'attività sportiva.
Le aree Dormilleuse e Giassez, citate nell'interrogazione in oggetto potrebbero corrispondere a due punti di atterraggio già autorizzati dall'ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, che è il soggetto gestore dei siti Natura 2000, con determina dirigenziale n.
33/2023, relativa alla valutazione d'incidenza delle attività di volo alpino nel triennio 2022-2023-2024 sui siti Natura 2000 presenti nel territorio.
In particolare, sono elencate le sigle, che non sto a ripetere (le consegnerò la risposta all'interrogazione) e non risulta, pertanto, da parte degli organi di vigilanza dell'ente di gestione delle aree protette Alpi Cozie, alcuna segnalazione o sanzione riferita all'attività in oggetto.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione a risposta immediata n. 1714 presentata da Bertola, inerente a "Presenza di PFAS nelle acque potabili sul territorio regionale, quali sono i controlli effettuati finora nella Regione e cosa intende fare la Giunta per monitorare e risolvere il fenomeno?"


PRESIDENTE

Interrogazione a risposta immediata n. 1717 presentata da Bertola, inerente a "Acque potabili contaminate da PFAS, quali dati ha raccolto la Regione in questi anni?"



PRESIDENTE

Interrogazione a risposta immediata n. 1721 presentata da Sacco, inerente a "Rilevati PFAS nelle acque potabili, cosa impedisce controlli capillari negli acquedotti piemontesi?"



PRESIDENTE

Procediamo i lavori esaminando le interrogazioni a risposta immediata n.
1721, n. 1717 e 1714.
Poiché l'oggetto è lo stesso, ve le farei illustrare ad una ad una e poi l'Assessore darà una risposta unica.
Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1714.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'argomento è quello dei PFAS, un tema già da noi attenzionato relativamente a una parte del territorio piemontese, quello ricadente nell'area intorno allo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo. La Solvay è produttrice di quei materiali, quindi su quello c'era già attenzione per i livelli di PFAS e, peraltro, c'è anche un monitoraggio in corso da parte della Regione Piemonte, tema che, invece, è diventato un po' più di rilevanza regionale, a seguito della pubblicazione di uno studio da parte di Greenpeace, che ha evidenziato la presenza di PFAS nelle acque potabili di 77 Comuni della Città metropolitana di Torino. In questi Comuni, il 51 dei campioni, quindi la maggioranza dei campioni, ha dato esito positivo relativamente alla presenza di PFAS.
C'è una direttiva dell'Unione Europea, la n. 2020/2184, che dice che gli Stati membri devono adottare, entro il 2026, misure necessarie a garantire che l'acqua destinata al consumo umano soddisfi i valori di parametro per quanto riguarda i PFAS e come somma totale di tutti i PFAS. Il regolamento 2022/2388 della Commissione europea fissa i limiti per la presenza di sostanze PFAS in alcuni prodotti alimentari, quindi non nell'acqua, da rispettare a decorrere dal 2023.
In Piemonte è presente la Solvay, che è l'unica azienda ancora attiva che produce PFAS, a Spinetta Marengo. Invece lo studio di Greenpeace ha evidenziato la presenza di PFAS anche nelle acque potabili di 67 Comuni della Città metropolitana di Torino. L'unico territorio oggi sottoposto a monitoraggio è proprio quello dell'Alessandrino.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato la cancerogenicità dei PFAS, in particolare del PFOA, classificato come cancerogeno certo, e del PFOS, classificato come possibile cancerogeno.
Alcuni Paesi dell'Unione Europea hanno già istituito dei limiti di legge ancora più stringenti rispetto a quelli della direttiva del 2020, da rispettare entro il 2026: la Danimarca (0,002 microgrammi per litro), la Svezia e Fiandre (0,004 microgrammi per litro), la Germania (0,020 microgrammi per litro). Cinque Paesi membri (Danimarca, Germania, Norvegia Paesi Bassi e Svezia) hanno già presentato all'Agenzia UE per le sostanze chimiche una proposta per vietare i PFAS in tutta l'Unione Europea, a partire dal 2026. Va detto che in alcuni Paesi, ad esempio negli Stati Uniti, il valore limite per i PFAS è zero.
Attualmente nel nostro Paese non esistono norme che obbligano alla misurazione e al monitoraggio di queste sostanze nelle acque potabili. Nel 2026 entrerà in vigore la direttiva sopracitata, quindi vogliamo sapere visti i dati che sono stati riportati, se la Regione intende attivare delle procedure per monitorare il livello di PFAS nelle acque potabili di tutto il territorio regionale.



PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1717.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Buongiorno, Assessore.
Su questo tema gli interrogativi sarebbero tantissimi, tant'è che ho richiesto un'audizione congiunta di diversi soggetti in IV e in V Commissione. Fortunatamente anche i colleghi Bertola e Sacco hanno presentato interrogazioni su questo tema, quindi tra tutti cerchiamo di iniziare ad avere un quadro un pochino più chiaro, perché la preoccupazione è molta, soprattutto in alcuni Comuni che, fino a oggi, non sono stati interessati da questa problematica. Ovviamente nei Comuni già soggetti a controllo c'era già questa consapevolezza, ma in altri Comuni questa è stata una vera e propria tegola improvvisamente caduta sulla testa.
La mia domanda è diversa da quella posta dai colleghi Bertola e Sacco perché in particolare, chiede se la Regione sia in possesso di rilevazioni di PFAS derivanti da campionamenti effettuati su diversi elementi (l'aria l'acqua) e anche su prodotti di origine animale, come il latte e la carne.
Quindi, capire se in questi anni ci sia stato un monitoraggio di questi elementi.
Mi sarebbe piaciuto anche sapere, ma questo probabilmente riuscirò a saperlo in fase di audizioni, durante le quali ci sarà un po' più di contraddittorio, dove sono stati prelevati questi campioni, perché sappiamo dove sono i Comuni, ma non sappiamo esattamente da quale lato. Parlo della Valle di Susa, in questo caso, e non sappiamo da quale lato della valle, da quali fonti, se da fonte, se da fontana o da acquedotto.
Sono informazioni che sicuramente la popolazione ha il diritto di conoscere e rispetto alle quali speriamo di fare chiarezza. Per il momento purtroppo, essendo la domanda una sola, mi limito a questa e attendo la risposta dell'Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1721.
La parola al Consigliere Sacco per l'illustrazione.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ho voluto depositare l'interrogazione alla luce di quanto è emerso dal rapporto di Greenpeace, che fotografa, da una parte, una situazione abbastanza preoccupante, dall'altra una situazione ignota, perché, a oggi i campionamenti sulle acque potabili vengono fatti nella provincia di Alessandria e nella Città metropolitana di Torino, dove anche la SMAT ha fatto dei campionamenti, ma nel resto del Piemonte nessuno sta controllando nulla. O meglio, nessuno sta controllando se nelle acque potabili ci sono determinati valori o meno di PFAS.
Qual è la questione fondamentale? La questione fondamentale, che tra l'altro lo stesso Greenpeace ci segnala, è che nel momento in cui hanno fatto la richiesta per avere informazioni da parte delle ASL e dei gestori i gestori, a mio avviso anche ingiustamente, sostengono che non c'è nessun limite di legge attuale che dice loro che devono fare questi campionamenti quindi non sono tenuti a fare le analisi fino all'entrata in vigore della direttiva.
C'è però un "ma", grosso come una casa. Vorrei capire dall'Assessore per quale motivo non sono stati fatti questi campionamenti da parte dell'ASL quando la stessa direttiva ci dice che gli Stati membri devono mettere in campo tutte le azioni necessarie per rientrare in quei parametri definiti dalla direttiva europea sulla potabilità delle acque, sia per quanto riguarda i PFAS sia per quanto riguarda tutta un'altra platea di inquinanti che, a oggi, non vengono ricercati.
La domanda è: se non sappiamo neanche adesso se ci sono o non ci sono questi PFAS nelle acque delle province dove non vengono ricercati, come faremo nel 2026, quando saremo obbligati a fare i campionamenti (e magari scopriremo che ci sono dei valori elevati) a intervenire tempestivamente? Tra l'altro, mi chiedo anche cosa si stia facendo laddove sono stati rilevati questi valori. Li vogliamo abbattere? Perché in alcuni casi sono superiori alle soglie definite dalla direttiva stessa, per non parlare dei limiti PFAO e PFOS, introdotti dalla Regione Veneto, ovvero 40 nanogrammi litro, ampiamente superati in tantissime delle misurazioni effettuate.
Pertanto, interrogo l'Assessore per sapere per quale motivo, nonostante ci sia una direttiva che impone agli Stati membri di adottare le misure necessarie a garantire che le acque destinate al consumo umano soddisfino i valori di parametro entro il 12 gennaio 2026, non sono stati fatti controlli capillari da parte degli enti preposti su tutte le acque potabili del Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il consigliere Sean Sacco per l'illustrazione.
La Giunta delega, per la risposta alle interrogazioni n. 1714, n. 1717 e n.
1721, l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha la facoltà per 15 minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il tema è lo stesso, con qualche sfumatura diversa.
Intanto facciamo un po' di chiarezza. Queste sostanze, i cosiddetti PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate), sono rappresentate da alcune migliaia di sostanze utilizzate in moltissimi processi produttivi come impermeabilizzazioni e antiaderenti (quindi il settore tessile) materiali a contatto con gli alimenti, schiumogeni, ecc.
Una caratteristica di queste sostanze è la bassa tossicità, con una sola il PFOA, citato prima, la cui produzione e impiego sono vietate dal 2013 quindi sono più di dieci anni che non può essere prodotta. È stata riconosciuta come un probabile cancerogeno, ma a seguito di prolungata e persistente presenza nell'ambiente.
Questi sono dati scientifici che vi leggo e vi riporto.
Alla luce di queste caratteristiche, l'evoluzione della normativa europea ha previsto un progressivo aumento dei controlli sulla presenza di queste sostanze, oltre che nell'ambiente, anche in alcuni alimenti e nelle acque potabili, definendo dei limiti di accettabilità già in vigore per gli alimenti e in vigore dal 2026 per le acque potabili.
Pertanto, mi permetto di sottolineare che sono decenni che le indagini sull'acqua vengono effettuate. C'era il DPR 236 che dava tutta una serie di parametri di controllo e oggi c'è un nuovo decreto che prevede controlli di carattere chimico e microbiologico sulle acque potabili, che le nostre Aziende sanitarie fanno periodicamente. Alcune Aziende hanno addirittura due tecnici ad hoc dedicati al campionamento e al successivo inoltro per le analisi dell'acqua potabile. Non è vero che non facciamo analisi, se ne fanno da.



(Commenti fuori microfono)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Un momento, su inquinanti.
Per quanto riguarda il territorio alessandrino, sede del polo chimico di Spinetta Marengo, produce e utilizza composti fluorati, per cui particolare attenzione è stata rivolta alla contaminazione potenzialmente generata dalla sua attività. L'ASL di Alessandria ha condotto analisi dal 2019 al 2023 sull'acqua destinata al consumo umano, quindi sulla potabile, nella provincia di Alessandria. In presenza di casi di contaminazione i Sindaci sulla base delle indicazioni dell'ASL, hanno provveduto a individuare fonti di alimentazione sicura per l'acqua potabile.
In riferimento al rapporto di Greenpeace pubblicato il 6 febbraio, si evidenzia che i livelli di PFAS riscontrati dalle analisi nei Comuni piemontesi, al di fuori della provincia di Alessandria, sia dai gestori (voglio ricordare che il gestore unico, normalmente soggetto pubblico, è tenuto ad attività di autocontrollo, quindi a fare gli esami) sia della stessa Greenpeace, risultano fortemente inferiori ai limiti previsti dal decreto legislativo n. 18 del 23 febbraio 2023, che è proprio l'attuazione della direttiva UE 2022/184.
Pertanto, sulla base della legislazione vigente, che tiene conto della valutazione dei rischi effettuati dalla Commissione europea, l'acqua analizzata rispetta i parametri di potabilità, così come per altri contaminanti che vengono esaminati, e non si ipotizzano rischi immediati per la salute. Risulta difficilmente sostenibile l'introduzione di obblighi di controlli aggiuntivi, per i quali non vi sono ancora indicazioni di livello europeo e nazionale da parte dei gestori degli acquedotti.
Spiego meglio. La direttiva UE 2021/184 prevede che la Commissione europea individui, entro l'anno 2024, i criteri per le verifiche, perché anche questa analisi non è una cosa così scontata, per le verifiche che entro il 2026 gli Stati membri adottino le misure necessarie a garantire la sicurezza delle acque destinate al consumo umano.
Ad Alessandria, per il monitoraggio che stiamo facendo, proprio perché i limiti erano inferiori alla legge, non abbiamo potuto fare un'azione di sanità pubblica, ma è stata un'azione di controllo passata attraverso il Comitato Etico, perché non lo potevamo imporre proprio per questi limiti derivanti dalla normativa. Lo abbiamo fatto lo stesso passando, ripeto attraverso il Comitato Etico sperimentazione ma, proprio perché non c'è ancora una norma che definisca le modalità di analisi e i livelli di pericolosità, non si può, ovviamente, imporre la ricerca capillare.
Le indagini sull'area di cui si chiedeva sono state effettuate da ARPA e hanno evidenziato la presenza di un fenomeno di trasporto di molecole in aria e ambiente nell'area di Spinetta Marengo e nei Comuni limitrofi. Al momento, dal punto di vista scientifico, la presenza di PFAS nell'aria e in spazi aperti non pare svolgere un ruolo significativo nell'accumulo delle sostanze e nell'organismo umano.
I dati sono stati utilizzati per la scelta dei punti presso i quali prelevare alimenti da sottoporre ad analisi.
Sono state condotte più campagne di campionamento di alimenti dal 2021 al 2023 in aziende zootecniche dell'area di Spinetta Marengo riguardanti le matrici di uova, latte, vegetali, specie ittiche e per i PFAS di vecchia generazione indicati dal nuovo regolamento europeo in vigore dal 2024.
Per quanto riguarda i valori, voglio solo ricordare che ho letto una serie di errori. Attenzione, perché i limiti posti dall'Unione Europea parlano di microgrammi litro, come il Consigliere Bertola ha correttamente ricordato ma quando parlate di nanogrammi sono tre zeri in più, sono tre ordini di grandezza in più, quindi per quel limite che il Consigliere ha detto essere superato, in realtà, sono microgrammi, non è esattamente corretto come trasposizione di ordine di grandezza, quindi non abbiamo superato i limiti.
C'è una sperimentazione in corso ad Alessandria, si stanno facendo gli esami e, non appena l'Unione Europea e lo Stato avranno determinato le modalità e anche i limiti operativi corretti, certamente sarà cura e compito delle ASL, insieme ai gestori, monitorare attentamente. Poi se verranno vietati, se sarà a zero la produzione di PFAS, noi saremo i primi a essere contenti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione a risposta immediata n. 1723 presentata da Accossato inerente a "Pian del Frais (Chiomonte), impianti di risalita fermi da quattro anni, un danno enorme per l'economia locale, abitanti e villeggianti"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1723.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Silvana Accossato.
Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Torno su questo tema di cui il Consiglio si è già occupato. Sono a conoscenza di interrogazione analoga della Consigliera Frediani di qualche tempo fa ma, ovviamente, ho ricevuto nuove sollecitazioni, visto che la situazione, nel frattempo, non si è risolta.
Mi riferisco, in particolare, al mancato funzionamento degli impianti di risalita, in particolar modo la parte di proprietà di privati, che condiziona tutto il resto del sistema. Una stazione sciistica di qualità che negli anni è riuscita a rispondere, anche in modo interessante, a una quantità di villeggianti e di turisti e anche a un certo numero, seppur minimo, di abitanti in termini di offerta, di disponibilità, di attività che fa sempre ovviamente più fatica a reggere e a essere competitiva, a essere interessante dal punto di vista turistico.
Certamente il fatto che gli impianti di risalita siano fermi nella stagione invernale, come anche in estate per raggiungere localizzazioni più in alto (penso al Pian Mesdì, dove c'era l'arroccamento), limita fortemente l'interesse e rischia anche di mettere in crisi un sistema economico.
C'è una vicenda cui faccio riferimento nell'interrogazione che ha comunque, interessato anche la Magistratura e rispetto alla quale non si possono che usare condizionali e attenzioni, vista la situazione ancora in corso. Tuttavia, nel malcontento, nell'insoddisfazione che chi utilizza quella stazione sta manifestando, emergono anche domande rispetto all'intervento della Regione, in particolare qualche dubbio rispetto alla possibilità che quella società privata che gestisce gli impianti abbia potuto ricevere finanziamenti in questi anni dalla Regione, sapendo che risulterebbe aver presentato domanda (certo, una cosa è presentare domanda altra ricevere finanziamenti).
Anche per tranquillizzare i cittadini e sperando, nel contempo, che la Regione riesca a mettere in atto tutte le possibilità per arrivare a una soluzione di questa situazione sicuramente non utile per lo sviluppo turistico del territorio, la domanda è sapere se ci sono stati interventi di contributo da parte della Regione in questi ultimi quattro anni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Accossato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Fabrizio Ricca; prego.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La legge regionale 2/2009 prevede due tipologie di finanziamento con bando e contributo. I bandi a sostegno della categoria A e C sono rivolti a soggetti gestori che finanziano le spese per la sicurezza delle piste l'innevamento artificiale e le spese di gestione della stazione sciistica.
I bandi a sostegno della categoria B sono, invece, rivolti ai proprietari degli impianti, finanziano le spese per nuovi investimenti e revisioni o riqualificazioni degli impianti di risalita e degli impianti di innevamento.
Per quanto riguarda la stazione di Pian del Frais, sono stati assegnati i seguenti contributi.
Categoria A e C, stagione 2019-2020: euro 55.852,59.
Stagione 2020-2021: non sono stati assegnati contributi, ma risorse statali.
Stagione 2021-2022: euro 58.660,55.
Stagione 2022-2023: non sono state presentate domande di contributo.
La categoria B1, bando 2019, "Revisione impianti" alla Dedalo S.r.l.: euro 67.001,32.
Bando 2019 B2, "Bacini innevamento" alla Dedalo S.r.l.: euro 300.000,00.
Bando 2022 revisioni impianti Frais: euro 132.501,60.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Fabrizio Ricca per la risposta.
Sospendiamo i lavori due minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.02, riprende alle ore 15.03)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1719 presentata da Gallo, inerente a "Come intende procedere la Regione Piemonte nell'applicazione dei LEA tenuto conto sia dell'effettivo vantaggio economico sia delle ricadute assistenziali e occupazionali?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1719.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.
È qui. Lei proceda all'illustrazione, poi la spiego io.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
La spiega lei all'Assessore? No, perché l'Assessore sa bene di cosa parliamo e su che cosa verte l'interrogazione che ho depositato oggi.
Lo sintetizzo brevemente anche per chi ci ascolta.
Noi oggi parliamo di Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che sono prestazioni servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione, che è il ticket, con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale.
Il 18 marzo 2017 veniva pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPCM con l'inserimento dei nuovi LEA, cioè di tutte quelle prestazioni che rientravano in questi livelli essenziali di assistenza che dovevano essere erogati dal Servizio Sanitario Nazionale gratuitamente o con un ticket.
Nel corso degli anni sono stati aggiornati - vado veloce - anche attraverso l'attività della Commissione Stato-Regioni sui nuovi LEA. In data 23 giugno 2023, quindi quest'anno, con il nuovo Parlamento e il nuovo Governo, è stato approvato il decreto del Ministero della salute, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, recante la definizione delle tariffe dell'assistenza specialistica ambulatoriale, previa intesa tra Stato e Regioni. Inoltre, il 21 dicembre 2023 è stato definito che dal 1 aprile 2024 si andava ad applicare il nuovo sistema dei LEA e le nuove tariffazioni, praticamente applicando un nuovo "nomenclatore tariffario dell'assistenza specialistica ambulatoriale", com'è definito tecnicamente.
I LEA, come detto, sono i Livelli Essenziali di Assistenza finalizzati a garantire la parità di trattamento ai cittadini che risiedono in territori differenti e fissano parametri di qualità uguali per tutti i territori, sui temi dell'assistenza e sul tema dei servizi erogati.
Le Regioni che superano i parametri di verifica e di valutazione fissate a livello centrale sulla qualità dei LEA che vengono erogati hanno addirittura un contributo aggiuntivo sul sistema sanitario; così è stato per il Piemonte nel 2014 e nel 2018, ma oggi vi è l'applicazione del nuovo sistema dei LEA, che entrerà in vigore dal 1° aprile 2024.
L'interrogazione verte sulla modalità di applicazione di questi nuovi sistemi dei LEA, considerato che andranno a modificare in parte alcuni LEA esistenti fino al 30 marzo. Alcuni di questi LEA sono oggi inseriti in PDTA regionali, quindi, percorsi terapeutici approvati dal sistema regionale e potrebbero generare ricadute occupazionali, ma anche di servizio sanitario sia all'interno del sistema sanitario pubblico sia sul privato convenzionato, ma soprattutto, appunto, potrebbero modificare l'erogazione dei servizi, così come li conosciamo oggi, magari andando a fare rientrare in esenzione alcune attività e facendone uscire altre.
In generale, però, e chiudo su questo, Presidente, la Regione Piemonte ha comunque una sua discrezionalità nell'applicare il sistema dei LEA, perch dove è possibile, può estendere o far rientrare nei LEA alcune parti alcune attività e alcuni servizi, anche se non previsto a livello nazionale, anche con proprie risorse.
Tutto questo per dire che, sembra un aspetto molto tecnico, ma.



PRESIDENTE

Consigliere Gallo, sta già sforando, perché non siamo partiti.



GALLO Raffaele

Non ho tre minuti?



PRESIDENTE

Si però non siamo partiti.
Ha già un minuto e mezzo in più, ma lei vada pure avanti e concluda.
Grazie.



GALLO Raffaele

Assessore, è inaccettabile. Lei mi vuole zittire, ma io vado veloce alla conclusione.
Sto scherzando.
Vorrei solo capire come la Regione Piemonte intende procedere nell'applicazione di questo nuovo nomenclatore tariffario, nuovo sistema dei LEA, tenuto conto che, se lo prendiamo così com'è dal livello nazionale, ci saranno degli impatti economici, sicuramente di vantaggi e di risparmio, ma anche delle ricadute potenziali dal punto di vista dei servizi erogati e anche occupazionali.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il tema del tariffario dei LEA comprende aspetti che lei ha affrontato insieme, ma in realtà sono due cose un po' diverse.
La Regione garantisce i LEA, che sono i livelli di assistenza essenziali.
Noi diamo garanzia dei LEA. Altra cosa è il tariffario, cioè quanto valgono economicamente questi LEA sia per il privato accreditato, sia per quella fatturazione che i nostri ospedali e i nostri laboratori fanno proprio per regolamentare le attività economiche e il bilancio.
Come ha correttamente ricordato, il giugno scorso è stato approvato a livello nazionale un tariffario al quale le Regioni si sono immediatamente opposte.
Abbiamo chiesto una revisione, abbiamo chiesto delle rivalutazioni eccetera, perché presentava alcune criticità.
Guardi, non leggo neanche la risposta che mi hanno scritto, perché sono preparato sul tema: sono andati avanti mesi con le trattative, proprio perché su alcune tariffe si sono riscontrate delle criticità evidenti.
Ora, abbiamo chiesto anche una proroga dell'applicazione del tariffario proprio per avere il tempo di adattare anche i sistemi regionali a queste nuove tariffe, perché in molti casi sono di riduzione, quindi in molti casi possono creare anche problemi agli operatori economici.
Per queste ragioni, trattandosi di un provvedimento legislativo nazionale abbiamo l'obbligo di recepire il tariffario nazionale, tant'è che ho adottato o almeno, ho predisposto una DGR, che a breve sarà adottata e che recepisce - atto dovuto - il tariffario regionale.
Contestualmente, noi, per un periodo di transizione, entro e non oltre la fine del 2024, abbiamo aperto un tavolo e manteniamo una serie di prestazioni di tariffazioni regionali ma, nel contempo, abbiamo avviato un percorso di amalgamazione delle une con le altre, per evitare quegli impatti di produzione sul mercato dell'erogazione sanitaria che sarebbero deleteri, soprattutto per la cittadinanza.
Quindi, c'è un percorso avviato proprio per evitare quello che lei ha paventato e che anche noi abbiamo sottolineato al Ministero quando è stato adottato questo tariffario, ma è stato adottato, per cui dobbiamo, in qualche modo, correre ai ripari, per essere molto chiari.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1720 presentata da Magliano inerente a "Su quanti posti in hospice può attualmente contare il Piemonte per garantire sostegno a chi soffre e lenimento del dolore?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1720.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 38 del 15 marzo 2010 ("Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore") per "cure palliative" s'intende "l'insieme degli interventi terapeutici diagnostici e assistenziali rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un'inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici".
Le cure palliative sono state definite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come "un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano ad affrontare problematiche associate a malattie inguaribili, attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza per mezzo di un'identificazione precoce e di un ottimale trattamento del dolore e di altre problematiche di natura fisica psicologica, sociale e spirituale".
Ricordo all'Assessore, ma certo i colleghi lo sapranno, che Cicely Saunders fu la prima scienziata, infermiera, medico e assistente sociale, che immaginò negli hospice questo tipo di trattamento.
Tenuto conto che il dolore è un'esperienza soggettiva, nella quale s'intrecciano stati emozionali e fisici, proprio per questo può avere delle ricadute devastanti sulla fase terminale della malattia. Può accadere che il paziente alla fine della vita si trovi ad affrontare sintomi estremamente dolorosi del tutto inconsapevole o erroneamente informato circa la reale possibilità di contenimento delle proprie sofferenze. Il sollievo dal dolore nella fase terminale della malattia è possibile, si stima, nel 90% dei casi.
I più recenti dati epidemiologici relativi al dolore dicono che in tutto il mondo sono milioni le persone che affrontano una fase terminale della malattia afflitte da gravi sofferenze. Tuttavia, permangono considerevoli ostacoli, soprattutto culturali, ma anche di tipo burocratico, a un adeguato trattamento del dolore e, più in generale, a una maggiore diffusione delle cure palliative.
Le cure palliative comprendono interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali organizzati a livello ambulatoriale, domiciliare o residenziale; hanno il fine di controllare il dolore e gli altri sintomi e in generale, le criticità psicologiche, sociali e spirituali dei malati stessi, per assicurare la migliore qualità di vita possibile, nel rispetto della dignità e dell'integrità della persona. Sono destinate a quei pazienti la cui malattia di base è caratterizzata in un'inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta che non risponde più a trattamenti specifici. Le opportunità assistenziali includono, tra le altre disciplinate dalla legge n. 38 sopra citata e dai livelli essenziali di assistenza di cui al DPCM 12 gennaio 2017, hospice e strutture per l'assistenza residenziale per pazienti affetti da patologia terminale che hanno bisogno di assistenza palliativa e di supporto, cui si accede dopo valutazione e autorizzazione degli specialisti e cure domiciliari.
L'Assessore alla sanità Icardi aveva dichiarato che la legge definisce il percorso assistenziale in materia di cure palliative e aveva parlato di uno sforzo che il sistema regionale stava facendo (questo lo ha dichiarato nel 2021), oltre alla disponibilità di 194 nuovi posti letto hospice in aggiunta ai 190 operativi, e aveva fatto l'elenco, aggiungendo che i nuovi posti letto hospice già in programmazione saranno 86 in Provincia di Torino, otto in Provincia di Alessandria, nove in Provincia di Asti, uno in Provincia di Novara e 11 in Provincia di Cuneo. I restanti 79 erano messi a bando a completamento del fabbisogno nelle Province carenti.
Anche al termine di tale intervento, la Regione Piemonte (ma questo per dato storico) rimarrà comunque al di sotto del fabbisogno di posti hospice di circa 79 posti letto, come delta negativo, alla luce di quello che l'Assessore aveva dichiarato.
Pertanto, appare urgente l'adozione di un serio piano programmatico e di investimenti affinché siano messi a disposizione dei piemontesi più luoghi e di maggiore qualità, di accoglienza e ricovero per malati verso il termine della vita, garantendo a tutti cure palliative, sostegno medico psicologico e spirituale e l'insieme degli interventi terapeutici diagnostici e assistenziali.
Interrogo per sapere se tutti i 194 posti in programmazione di cui aveva parlato l'Assessore siano attivi e se il Piemonte risulti ancora tra le zone carenti di posti letto negli hospice.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Icardi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
È realtà lo sforzo che dal 2021 abbiamo fatto per potenziare gli hospice.
Si evidenzia anche con la DGR n. 32-6236 del dicembre 2022, con la quale è stato aggiornato il quadro programmatorio dell'offerta di posti letto hospice su tutto il territorio, con conseguente modifica dell'allegato alla DGR n. 21/2021.
Proprio in attuazione di questo, risultano, a oggi, operativi 253 posti letto hospice, a copertura del fabbisogno, sulla base del parametro vigente in allora dei posti relativi alla patologia oncologica. In precedenza i posti erano parametrati solo a un numero di decessi per cancro; oggi sono parametrati, nel rispetto delle previsioni del DM n. 77 e della Finanziaria 2023, non solo alle patologie oncologiche, ma anche ad altre patologie.
Pertanto, è stato determinato un fabbisogno ulteriore, è stato posto nella DGR n. 32-6236 un programma per arrivare all'apertura di tutti i posti.
Sono stati fatti bandi, i finanziamenti e sono state determinate le sedi abbiamo già le risultanze dei bandi - e sono stati dati dei termini per adempiere ai soggetti vincitori dei bandi per aprire le strutture.
Quindi, il percorso è stato avviato, non è ancora completato; c'è già un parziale miglioramento, visto che siamo a 253 e abbiamo dei tempi certi previsti dalla normativa e dalla DGR per arrivare alla copertura totale del fabbisogno per il Piemonte.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1715 presentata da Rossi, inerente a "Stato avanzamento del bando di gara per la Città della Salute e della Scienza di Novara"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1715.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Torniamo nuovamente in quest'Aula a occuparci del bando di gara per la Città della Salute e della Scienza di Novara, perché, purtroppo, continuano a esserci difficoltà e quindi quest'Aula deve trovare il modo di occuparsene.
Evito di ricordare tutto l'iter degli scorsi anni e mi limito a ricordare che il bando è già andato deserto una prima volta. C'è stato un aggiornamento del Piano Economico Finanziario, che ha previsto un aumento della base di gara da 320 milioni euro a 419 euro e un iniziale ridimensionamento della durata della concessione da 26 a 17 anni, secondo un'ipotesi già vagliata precedentemente dal Ministero e firmata con l'Accordo di programma.
Perché oggi torniamo a parlarne? Perché il secondo bando, quello con già una base di gara di 419 milioni, è stato sospeso, questa volta definitivamente (nel senso che era già stato sospeso precedentemente nel 2023) il 30 dicembre 2023, a pochissime ore dalla scadenza del bando, con la seguente motivazione: "Fino alla conclusione delle attività utili per la modifica/integrazione degli atti di gara e la riapertura dei termini per la presentazione delle offerte", quindi fino a data da destinarsi.
È già passato circa un mese e mezzo e abbiamo letto sui giornali diverse dichiarazioni. Ne cito alcune. La prima fu proprio dell'Assessore regionale quando, passando da 26 a 17 anni, esultò pubblicamente commentando un risparmio di circa 90 milioni di euro, risparmio che a oggi è molto a rischio, in quanto la base di gara è già aumentata di 99 e si parla, almeno così apprendiamo dagli organi di stampa, di un probabile allungamento della durata della concessione.
Da questo punto di vista, ci sono diverse dichiarazioni, sia dell'Azienda ospedaliera, che trovate nel dispositivo, sia dell'Assessore Icardi, che addirittura si definiva basito e seccato dal risultato ottenuto da chi ha gestito la partita (sono parole che lo stesso Assessore aveva dichiarato a "La Stampa"). Nello stesso articolo, l'Assessore sottolineava che il piano B è quello che stiamo facendo adesso, cioè trovare noi dei rimedi.
Ora, sottolineato che il 31 dicembre, in un comunicato ufficiale dell'Azienda ospedaliera, si diceva che conclusi gli approfondimenti tecnici svolti nelle ultime settimane, l'Azienda avrebbe fatto sapere che era necessario un ulteriore tempo tecnico per la riapertura della gara e sottolineato che sono apparse indiscrezioni stampa in queste settimane siamo qui a chiedere all'Assessore, ufficialmente, quali sono le tempistiche per l'apertura del bando e le modifiche su cui stanno lavorando la stazione appaltante e la Direzione Sanità della Regione Piemonte e nello specifico, se corrisponde al vero che sia necessario aumentare di circa 100 milioni di euro il valore del bando, allungando il periodo della concessione e aumentando il canone mensile.



PRESIDENTE

Ringraziamo il consigliere Rossi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia ospedaliera

Grazie, Presidente.
È del tutto evidente che si tratta di un tema, visti anche i tempi per la procedura per l'ospedale di Novara, che certamente non riveste un'urgenza da question time, da risposta immediata.
Ho chiesto alla stazione appaltante e alla Direzione Edilizia sanitaria, ma capisce bene che, in 24 ore, esaminare tutti quegli atti e dare una risposta compiuta sarebbe poco rispettoso. Poiché stanno lavorando e il quadro non è ancora completamente definito, non voglio basarmi su indiscrezioni di stampa che apprendo anch'io dai giornali, per cui le chiederei di portare questo question time nelle ordinarie. Appena gli Uffici mi avranno comunicato l'esito del lavoro che si sta concludendo con la Direzione Sanità che, ripeto, è in corso, le darò una risposta compiuta.
Il tema è molto serio, i dati vanno attenzionati in modo rigoroso e ci dev'essere una risposta altrettanto corretta. Pertanto, siccome non voglio mancare di rispetto a lei e alla questione, che è di fondamentale importanza, la differirei di un periodo ragionevole per gli Uffici, non per il sottoscritto che la deve solo leggere, per confezionare una risposta che sia corretta, appropriata e che tenga conto di tutti gli elementi in gioco sulla gara. Ho chiesto ieri ma mi hanno detto che in 24 ore non era assolutamente possibile determinare. Penso qualche settimana, non di più.
Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.
In riferimento all'interrogazione del Consigliere Rossi, la consideriamo evasa. Al limite, se il collega Rossi vorrà ripresentarla nei tempi consentiti, gli verrà data una risposta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1722 presentata da Canalis, inerente a "Attuazione della DGR 376241 del 2022, relativa all'accordo integrativo per potenziare l'assistenza dei medici di medicina generale nelle RSA"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1722.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
A dicembre del 2023 erano 32.442 i posti letto accreditati nelle RSA piemontesi, al netto dei posti letto Alzheimer.
Nel mese di dicembre 2022, la Giunta Cirio ha emanato una delibera riguardante la presa d'atto dell'accordo siglato un mese prima, nel novembre 2022, tra la Regione e i medici di medicina generale della nostra Regione, del loro rappresentante. L'accordo prevedeva un potenziamento di presidio, da parte dei medici di medicina generale, all'interno delle RSA piemontesi. Considerando che le persone che vi sono ospitate sono, in larga parte, persone non autosufficienti, avevamo accolto con molto interesse questo provvedimento, che mirava a migliorare le cure sanitarie per queste persone così fragili e così vulnerabili.
A tal fine, la Giunta aveva stanziato la somma di quattro milioni e 3.000 euro (arrotondo per eccesso), incrementando annualmente, a favore dei medici di medicina generale, la somma prevista nel bilancio in precedenza a partire dal 2023. A seguito di questo stanziamento e della DGR, le varie ASL piemontesi hanno pubblicato degli avvisi per raccogliere le adesioni dei medici di medicina generale, che sappiamo bene essere dei liberi professionisti che operano in convenzione con il Sistema Sanitario Regionale, quindi operano in completa libertà, con adesioni spontanee.
Vista la cifra cospicua stanziata e visto che è passato ormai più di un anno dalla DGR, considerando che sui giornali i gestori delle RSA piemontesi continuano a lamentare un'insufficiente garanzia di presidio sanitario, chiedo all'Assessore se nel 2023 è stato effettuato un monitoraggio dell'utilizzo di quelle risorse finanziarie e com'è andata.
Siamo ben lieti di accogliere delle buone notizie.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Canalis per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
L'accordo in oggetto predispone le basi per un modello di presa in carico da parte dei medici di medicina generale, intervenendo sulle modalità organizzative e operative delle ASL e dei loro distretti. Come tale adottando un approccio di programmazione, intervento e controllo quest'Amministrazione ha provveduto a lavorare sulla metodologia più congrua per poter controllare gli esiti di questo intervento, di quei quattro milioni che abbiamo voluto investire.
Tuttavia, la complessità delle variabili definite nell'accordo non è poca cosa e pertanto il monitoraggio, tuttora in fase di completamento (ricordo che è finito nel 2023), è predisposto a rilevare i bandi di cui all'articolo 4, comma 5, gli elenchi di cui all'articolo 5, comma 1, nonch i volumi delle prestazioni, quelle di assistenza domiciliare residenziale e dell'assistenza domiciliare programmata, oltre all'assistenza domiciliare integrata nelle RSA. Quindi si sta verificando in dettaglio il risultato che, posso già dirle, dai primi riscontri, è un risultato positivo. In più c'è il nuovo accordo nazionale sottoscritto e dobbiamo rivedere anche gli accordi integrativi.
In quest'ottica, credo che nei prossimi periodi potremo rinnovare questi accordi che, come io ritengo, daranno dei riscontri ufficializzando un esito molto positivo di quanto è stato fatto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 1718 presentata da Martinetti, inerente a "Disagi sulle linee ferroviarie Alba-Asti e sfm4 Alba Bra Ciriè" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In accordo con il Consigliere interrogante, Consigliere Martinetti, la Giunta provvederà a fornire risposta scritta all'interrogazione a risposta immediata n. 1718


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1724 presentata da Nicco, inerente a "Elenco amministratori di condominio: a quando la sua attuazione?" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1724.
In accordo con il Consigliere interrogante, Consigliere Nicco, la Giunta provvederà a fornire all'interrogante risposta scritta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 1725 presentata da Disabato, inerente a "Servizio CUP difformità evidenti nei tempi di accesso alle visite specialistiche. Cosa intende fare la Giunta?" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1725.
In accordo con la Consigliera interrogante, Consigliera Disabato, la Giunta provvederà a fornire all'interrogante risposta scritta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.40 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale sospesa alle ore 13.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 15.31 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.44)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliera regionale Anna Sartoris, scomparsa il 14 settembre 2023


PRESIDENTE

Colleghi, il 14 settembre 2023 è scomparsa, all'età di settant'anni, Anna Sartoris, Consigliera regionale nella V Legislatura.
Nata a Vercelli il 9 giugno 1953, nel 1973, è stata Direttore politico del giornale "Alp" in lingua piemontese; nel 1983 ha fondato "l'Associassion Coltural Amis del Piemont", di cui è stata Presidente ed è stata socia fondatrice dell'Union Piemontèisa.
Dal 1987 al 1989 è stata Consigliera comunale a Santhià.
Nel 1990 è stata eletta Consigliera regionale per la lista "Union Piemontèisa", nella Circoscrizione di Torino, ed è stata componente delle Commissioni Sanità, Beni culturali e Ambiente. Nello stesso anno è stata eletta in Consiglio provinciale a Vercelli e in Consiglio comunale a Biella.
Anna Sartoris è stata la prima a parlare piemontese in Consiglio.
Rappresentava un territorio e aveva in cima alle priorità la tutela delle identità.
Con il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre mantenuto uno stretto rapporto, sostenendo e partecipando attivamente alle iniziative dell'Associazione degli ex Consiglieri.
Anna Sartoris è stata protagonista di importanti battaglie a difesa della cultura e dell'autodeterminazione del Piemonte, sempre con il suo carattere appassionato e determinato.
Al marito, Roberto Gremmo, desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra più sincera vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria della già Consigliera regionale Anna Sartoris.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.47, riprede alle ore 15.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 130, inerente a "Ulteriori modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 130, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ricordo, in via preliminare, che, nella seduta della Conferenza dei Presidenti consiliari del 6 febbraio scorso è stato deciso il contingentamento dei tempi nella trattazione del disegno di legge n. 130.
Nella sessione antimeridiana è terminata la discussione generale e sono stati illustrati gli emendamenti relativi all'articolo 1. L'Assessore Caucino ha espresso il parere sugli emendamenti.
Ora passiamo alla votazione degli emendamenti sull'articolo 1.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori.
Prima di passare al voto, visto che tra gli emendamenti messi al voto c'è l'emendamento rubricato n. 189) sul quale ho chiesto chiarimenti nel mio intervento precedente, ma l'Assessore forse non aveva sentito e non mi ha risposto, chiedo se sia possibile capire come l'emendamento n. 189) si concilia con la sua formulazione con l'articolo 11, oggi presente nella legge n. 3/2010.
Anche per consentirmi una piena consapevolezza nella votazione dell'emendamento n. 189), vorrei capire se il medesimo emendamento abroga nei suoi effetti l'articolo 11, che è quello relativo all'assegnazione alle Forze dell'ordine e ai Vigili del fuoco di alloggi di edilizia popolare.
Quindi, se viene abrogato, perché subentra il piccolo comma previsto all'articolo 2, comma 5, chiedo come possano coesistere entrambi. Difatti ripeto, ho delle perplessità rispetto a questa situazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi associo a questa richiesta e non sono intervenuta prima della pausa però ho un sospetto rispetto a questa proposta dell'Assessore Caucino perché questa aggiunta di riserva per le Forze dell'ordine s'inserisce nel quadro di un articolo, che è già presente nella norma - l'avevo già fatto presente ai tempi della destinazione delle case ATC di Susa - e va a sottrarre appartamenti al patrimonio edilizio destinato ad ATC.
In pratica, non parliamo di riserva e, in qualche modo, di premialità per le Forze dell'ordine, ma parliamo di appartamenti che vengono identificati come non più assegnabili, perché riservati alle Forze dell'ordine. Lo trovo un po' più grave, perché vuol dire che, a fronte di un patrimonio immobiliare già piuttosto scarso, perché a fronte delle domande che abbiamo non è assolutamente sufficiente, andiamo ancora a dire che successivamente con regolamento, si dirà quanti appartamenti e quanti immobili saranno destinati alle Forze dell'ordine. Questa cosa non è scritta nella legge quindi potremmo avere a un certo punto un regolamento successivo di Giunta che va a dire che dieci, 20 o 30 appartamenti in tutto il Piemonte sono sottratti alla disponibilità delle famiglie bisognose, perché sono destinati alle Forze dell'ordine.
Non so se posso rispondere alla domanda posta dalla collega Accossato e adesso sentiremo cosa dice l'Assessore, ma temo che la differenza sia questa, cioè che quegli immobili vengono tolti dalla disponibilità del patrimonio di ATC e, quindi, sottratti alla disponibilità delle famiglie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Intervengo solo per esplicitare ulteriormente il passaggio fatto dalle colleghe sull'articolo 11, comma 2, su questa fattispecie promossa dall'Assessora. La Commissione di cui all'articolo 7 pone i richiedenti cioè Forze dell'ordine, con un'apposita graduatoria dalla quale i Comuni attingono per l'assegnazione degli alloggi e che si rendono disponibili nella misura di un alloggio per ogni immobile di edilizia sociale costituito da almeno dieci alloggi.
C'è anche il regolamento attuativo, è già previsto e quindi condivido e sostengo la richiesta delle colleghe per una maggiore spiegazione, visto che abbiamo un articolo della legge che prevede esattamente questo, in maniera però diversa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caucino.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

L'emendamento parla espressamente di esclusione, quindi fondamentalmente noi stiamo operando nell'ottica dell'esclusione, attraverso l'istituto dell'esclusione, che già prevede la possibilità di escludere dagli alloggi di edilizia residenziale pubblica una percentuale al massimo del 20%.
Ovviamente non sarà una percentuale che verrà ottemperata nella sua complessità, ma sicuramente questa è un'opzione rispetto alla quale noi stiamo operando.
L'articolo 11, invece, si occupa di riserva, quindi di un istituto diverso tant'è che si parla di riserva all'interno dei bandi. Quindi, stiamo parlando di due procedure completamente diverse.



PRESIDENTE

Chiedo se vi sono altre richieste di intervento. Non essendovi richieste passiamo alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1.
Ricordo che il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 62), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 60), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 54) è inammissibile.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 53), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Essendoci alcuni Consiglieri che hanno problemi tecnici a espletare il proprio voto, sospendiamo i lavori per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.03, riprende alle ore 16.07)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 63), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 65), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 64), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 183), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 61), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 161), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 189).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 131), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Sull'articolo 2 insistono decine di emendamenti.



(Il Presidente Allasia enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 2 del disegno di legge n. 130, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 292 del 14 02-2024)



PRESIDENTE

Chiedo se vi sia intenzione da parte dei presentatori o dei cofirmatari di intervenire.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Nei pochi minuti a disposizione, farò qualche sottolineatura rispetto all'insieme degli emendamenti sull'articolo 2, che sostanzialmente è uno dei più corposi, sul quale convergono alcuni degli interventi più sostanziali della proposta di legge e che va comunque a impattare sul tema dei requisiti, anche se qui non viene toccato e viene lasciato inalterato della presenza e della residenza.
Rispetto a questo, noi abbiamo provato a introdurre una tempistica minore rispetto a quella oggi presente, ma, soprattutto, è l'emendamento che consideriamo maggiormente di merito: recepire quelle che sono state, in quest'ultimo quadriennio (non c'erano nella legislatura precedente quando legiferammo in proposito), i pronunciamenti della Corte Costituzionale rispetto all'incostituzionalità dell'introduzione degli anni di presenza e di residenza sul territorio regionale, come requisito per accedere alle case popolari.
Questo contesto, che si sposa al tema che vedremo più avanti sulle premialità, avrebbe meritato, proprio perché è stato oggetto di ripetuti pronunciamenti, maggiore attenzione nell'intervenire sulla proposta di legge e, forse, avrebbe meritato anche l'occasione e l'opportunità per adeguare la legge regionale all'indicazione sulla sua legittimità a livello nazionale.
Poi c'è il tema della residenza all'estero, su cui non ci convince del tutto la soluzione adottata, per quanto forse meno impegnativa per i soggetti che devono dimostrare il possesso.
Mi fermo su questo e non sottolineo altro.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente Interveniamo sull'articolo 2, perché è un po' il cardine del disegno di legge.
Partiamo dal comma 7, comma nel quale si fa esplicito riferimento alla caratteristica madre del disegno di legge, ossia il criterio valorizzante per chi è residente da 15, 20 o 25 anni. Su questo, Presidente, ci terrei a porre una domanda per chiarezza di comprensione, visto che nell'informalità della discussione d'Aula, cioè fuori dalla formalità, mi è stato ben rappresentato il tema, quindi vorrei che fosse esplicitato all'interno dell'Aula.
Abbiamo compreso bene, Assessora, che, rispetto a questi criteri, questa premialità di residenza non - ripeto: non - si applicherà né alle graduatorie attualmente vigenti né all'aggiornamento delle stesse? Sappiamo che i bandi possono durare per diversi anni e che in questi anni i Comuni possono aggiornare, con i nuovi richiedenti di casa popolare o con modifiche dello stato di persone già assegnatarie di casa popolare (nasce un nuovo figlio, diminuisce il reddito, c'è una disabilità in più), quindi si aggiornano le graduatorie, ma, né per aggiornamento né per i nuovi inserimenti, questo criterio non si applicherà.
Com'era scritto nell'articolo 5, in particolar modo nella vecchia versione non diamo adito a possibili concetti di retroattività o cambiamento dello status quo attuale. Se così è, vi faccio solo un esempio, per affermare sempre di più che questa è una norma molto di propaganda elettorale.
Banalmente, il Comune di Torino, che ha appena bandito un bando sulle case popolari, ha la possibilità di non bandirne altri nuovi per sei anni. Ha la possibilità di non bandire bandi nuovi e di continuare a usare questo bando per sei anni più due. Il criterio che state approvando, ad esempio per la Città di Torino, ma per tutti i Comuni, varrà solo se il Comune bandirà un nuovo bando.
Se così è, non credo che alcuni Comuni bandiranno nuovi bandi, come credo e auspico dalla Città di Torino, a meno che non riusciamo a rispondere a tutte le esigenze di case popolari, per cui sarebbe utile bandire un nuovo bando. Nella Città di Torino, questo criterio verrà applicato fra otto anni. Questo vuole dire che, ammettendo che possiate rivincere le elezioni nel 2024, arriveremo nel 2029. Se invece non ci sarà una vittoria della destra in Regione, dichiariamo sin da ora, dato che la norma verrà applicata fra otto anni, che ci impegniamo da subito, quando ritorneremo al governo nel 2024 o nel 2029, affinché questo criterio non verrà più applicato, perché lo cancelleremo.
Lo dico per essere molto chiaro: questa norma, nella maggior parte dei Comuni che hanno approvato il nuovo bando, non verrà applicata. Non serve a niente, non esiste; ecco perché è propaganda, perché questo criterio, per tantissimi Comuni, non verrà applicato.
Non so se vi è chiaro. Questo è nei fatti, Assessora, nei fatti.
Spero, quindi, in una risposta positiva sulla domanda, non sulla valutazione politica, rispetto al futuro.
Altro elemento sugli emendamenti depositati.
Come Partito Democratico abbiamo chiesto (adesso l'abbiamo fatto con diversi emendamenti) di comporre una Commissione di valutazione per situazioni molto difficoltose di nuclei familiari, per cui scatterebbe o scatta la decadenza dell'assegnatario di case popolari. L'abbiamo fatto con un'interrogazione e con un ordine del giorno.
Ci sono Comuni che lo stanno chiedendo, per cui abbiamo presentato diversi emendamenti, con fattispecie di regolamentazione diverse. Ne cito uno per citarli tutti, a cui credo e spero la Giunta ci dia parere positivo: "Allo scopo di evitare l'insorgenza di situazioni sempre più gravi, è costituita presso ciascuna ATC un'apposita Commissione composta dai rappresentanti dei Comuni interessati, sindacati inquilini assegnatari e funzionari dell'ente con l'obiettivo di esaminare i singoli casi che presentano difficoltà economiche che impediscono il buon prosieguo dell'allocazione, al fine di evitare le possibili decadenze".
C'è un tema di decadenze molto forte, che i Comuni hanno evidenziato ormai da diverso tempo, Assessora. Vi poniamo emendamenti che non producono maggiore economia, ma che mettono al centro di nuovo, a differenza della vostra proposta, il bisogno, cioè il fatto che persone, che semplicemente e drammaticamente vanno più in difficoltà, non ricevano l'elemento di decadenza. Certo, sotto alcune soglie, quindi valutare, caso per caso l'eventuale decadenza di quel soggetto e di quel nucleo familiare.
Visto che oggi questo strumento non c'è, vi chiediamo di scegliere uno tra gli emendamenti presentati. Ci sono sette-otto emendamenti con composizioni differenti: il singolo Comune, una per ATC, una generale regionale.
Scegliete voi. Vi abbiamo presentato diversi emendamenti per dare uno strumento di valutazione del bisogno di chi vive oggi nelle case popolari.
Chiudo, Presidente, illustrando l'ultima serie di emendamenti che abbiamo depositato. Per rispondere alle esigenze importanti sulla tipologia di alloggi e la tipologia delle famiglie che richiedono la casa popolare capita che si scorra la graduatoria mettendo insieme la composizione dell'alloggio con la composizione della famiglia, ma fino a qualche anno fa questo non accadeva. Se c'è una famiglia numerosa, ma non è tra le prime in graduatoria, si scorre la graduatoria e se c'è un alloggio per una famiglia numerosa, lo si assegna.
Non succede, ed è l'oggetto degli emendamenti che vi abbiamo depositato (dovrebbero essere quattro o cinque di quelli citati dal Presidente) su un altro tema. Le graduatorie sono di competenza comunale e noi oggi non possiamo far "colloquiare" le graduatorie di Comuni differenti. Se una famiglia numerosa abita a Torino, ma a Torino non è disponibile un alloggio per quella famiglia, ma lo è a Nichelino, Settimo, Rivalta o Rivoli piuttosto che nella primissima cintura, Assessora, lei oggi non pu assegnare la casa popolare a quella famiglia; non può dare un diritto al Sindaco e alla Commissione comunale di quei Comuni per dare la possibilità a quella famiglia, che certo voleva vivere a Torino ma non ha trovato la casa adeguata, di andare a vivere a Settimo, Nichelino, Moncalieri piuttosto che a Rivoli.
Oggi questa cosa non si può fare. Credo che sia particolarmente efficace invece, prevedere nella legge - ecco l'emendamento che abbiamo depositato di far "dialogare" le due graduatorie. Ho fatto l'esempio della Città di Torino, ma potremmo ovviamente parlare su dinamica provinciale o metropolitana di tutto il Piemonte.
Credo che sia di nuovo un elemento utile per rispondere a un bisogno reale e concreto, invece che costruire un bel titolo sui giornali. Credo che questi emendamenti possano essere approvati dalla maggioranza: non hanno costi, ci sono esempi in Italia di questa natura. Non capisco quale possa essere il motivo ostativo e se il parere della Giunta fosse contrario vorrei fosse motivato.
Ripeto, se c'è una famiglia che ha bisogno di un alloggio popolare, perch non si può permettere di acquistare una casa e proponiamo di andare a vivere in un altro Comune vicino? Oggi non è tecnicamente è possibile. Con gli emendamenti che abbiamo depositato, da domani potrebbero svilupparsi nuove procedure e quindi risolvere tanti problemi.
In alcune città della provincia ci sono alloggi molto grossi, con ampi spazi e a Torino ci sono famiglie che richiedono la casa popolare, ma a Torino non sono disponibili alloggi di quelle dimensioni, quindi quelle famiglie potrebbero andare a vivere semplicemente in un altro Comune.
Comune della prima cintura, che comunque è collegato a Torino con il trasporto pubblico.
Alcuni degli emendamenti presentati ha questo obiettivo e speriamo che possano quantomeno essere approvati per dare una risposta concreta a un'esigenza concreta ai cittadini che hanno bisogno di case popolari.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Vi sono altri Consiglieri che intendono intervenire in merito agli emendamenti presentati all'articolo 2? La parola all'Assessore Caucino per l'illustrazione degli emendamenti presentati dalla Giunta regionale.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Per quanto riguarda l'emendamento rubricato n. 2), è semplicemente una specifica normativa per quanto ritengo di rilievo, perché andiamo ad integrare il comma 1 dell'articolo 2. Sostanzialmente, vogliamo allineare la normativa regionale con la disciplina statale per i cittadini stranieri.
Sostanzialmente, che cosa sosteneva il testo originale della legge n. 3 del 2010? Sosteneva che il cittadino extracomunitario, per poter accedere alla casa popolare, doveva essere regolarmente soggiornante in Italia. Nel disegno di legge n. 130, abbiamo specificato che debba altresì svolgere anche una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo. In realtà lo abbiamo semplicemente specificato, perché il testo originario della legge n. 3 prevede che tutto ciò sia in base alle vigenti normative in materia d'immigrazione e quindi, in base al testo unico sull'immigrazione, già richiama questa previsione, ossia che il soggetto extracomunitario, oltre al regolare permesso di soggiorno in Italia, deve anche svolgere regolare attività di lavoro subordinato o autonomo.
Con l'emendamento rubricato n. 2), inseriamo una specificazione ulteriore ossia diamo un titolo normativo a questa previsione e diciamo che tutto ci è previsto ai sensi dell'articolo 40, decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286. Facciamo semplicemente una specifica di natura giuridica e normativa, affinché i dubbi interpretativi non possano essere forieri di mal interpretazione.
Nell'emendamento rubricato n. 3), invece, inseriamo un principio importante di lotta contro l'occupazione abusiva. In particolare, introduciamo, per coloro che hanno occupato abusivamente un alloggio nei dieci anni precedenti, l'impossibilità di poter accedere all'edilizia sociale. Oggi ciò è impossibile solo rispetto a quel soggetto che in quel momento, nel momento dell'assegnazione, occupa abusivamente l'immobile. Noi estendiamo questa previsione ai dieci anni precedenti, quindi dando una ferma opposizione rispetto al tema dell'occupazione abusiva.
L'emendamento rubricato n. 4) lo potrei dare per illustrato, perché è un emendamento di natura prevalentemente tecnica. In particolare, il comma 6 dell'articolo 2 del disegno di legge n. 130 viene soppresso, perché già con l'omnibus del 2021 è divenuto legge, per cui oggi il soggetto e sostanzialmente, l'assegnatario che eredita o che acquisisce una proprietà fuori dalla Regione, dopo l'assegnazione non decade, qualora anche quell'immobile sia consono rispetto agli usi e alle necessità della propria famiglia.
Andando in ordine, abbiamo l'emendamento n. 190), che è un emendamento importante. Peraltro, in qualche modo, ho colto un suggerimento che arrivava dalle minoranze e, quindi, è un correttivo su quell'importante introduzione della nuova fattispecie, che amo definire "prima i piemontesi", ed è un'estensione all'applicazione di questa nuova fattispecie, per cui i punteggi, con l'emendamento n. 190), potranno essere attribuiti a quei richiedenti che risiedono o che hanno risieduto nel territorio regionale da o per almeno 15, 20 o 25 anni.
Non vogliamo, quindi, con questa previsione estensiva in alcun modo penalizzare coloro che, per ragioni di lavoro, per ragioni di studio e per ragioni anche di natura prettamente familiare abbiano dovuto trasferire per un certo periodo di tempo la propria residenza al di fuori dei confini della regione, pur avendovi risieduto, appunto, nel tempo precedente per almeno 15, 20 o 25 anni.
L'emendamento n. 5) è un emendamento che noi amiamo definire "di salvaguardia del nucleo familiare", tant'è vero che prevede che sia salvaguardato il nucleo rispetto al soggetto assegnatario che, invece, è stato condannato a pena detentiva carceraria; oggi, quel soggetto non solo decade, ma decade l'intero nucleo.
Noi pensiamo che questa decadenza, per equità sociale, non possa ricadere sull'intero nucleo e, quindi, sosteniamo che l'ente gestore debba procedere alla voltura della convenzione di locazione a un altro componente del nucleo, secondo l'ordine che già è previsto nella normativa e, quindi mediante un ordine di successione: coniuge, figli, parte dell'unione civile, conviventi e via dicendo.
L'emendamento n. 6) è un emendamento anch'esso che riteniamo centrale e importante.
Quest'emendamento è collegato all'emendamento n. 8), con il quale introduciamo una nuova fattispecie di decadenza, per perfezionare l'iter di risoluzione contrattuale di colui o di coloro che adottano comportamenti penalmente rilevanti e perseguibili che violano gravemente in modo assolutamente ripetuto e continuo le norme di civile convivenza, che sono contenute nelle regolamentazioni disciplinanti l'uso degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Oggi ne è prevista la risoluzione contrattuale e noi, sia con l'emendamento n. 6) che con l'emendamento successivo, il n. 8), collegato e conseguenziale, andiamo a rifinire questo iter procedurale determinandone anche la decadenza: quel soggetto decadrà dall'assegnazione.
L'emendamento n. 7) è, infine, un emendamento di natura più tecnica e conseguentemente lo darei per illustrato. Semplicemente andiamo a sostituire la parola "rescissione" con la parola "risoluzione".
Credo che siano tutti gli emendamenti afferenti all'articolo 2.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi sono Consiglieri che intendono intervenire per l'illustrazione degli emendamenti all'articolo 2, altrimenti chiedo il parere della Giunta.
Assessore, vuole dare il parere della Giunta?



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Ovviamente, per quanto riguarda gli emendamenti della Giunta, il parere è favorevole, congiuntamente anche all'emendamento n. 139) del Consigliere Sarno, favorevole.
Per tutti gli altri emendamenti, ovviamente, il parere è contrario.



(Commenti fuori microfono)



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Parere favorevole anche sull'emendamento n. 162) del Consigliere Sarno.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sarno, sul complesso degli emendamenti.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Rispetto agli emendamenti all'articolo 2, volevo soltanto specificare sull'emendamento n. 3), lo dico per i colleghi.
Capisco che si voglia puntare il dito su chi occupa illegalmente le case popolari, ci mancherebbe altro. Nella teoria, siamo anche d'accordo. Il problema, però, Presidente, è che stiamo punendo chi ha occupato illegalmente (ci mancherebbe altro) con una mancata possibilità di accedere alle graduatorie per dieci anni. Questo è quanto prevede la norma. Cioè chi ha occupato, per dieci anni non può più accedere alle case popolari.



(Commenti fuori microfono)



SARNO Diego

Come no? Quindi non si può accedere, però.



(Commenti dell'Assessore Caucino)



PRESIDENTE

Scusi, Assessore Caucino.
La prego di lasciare finire il collega Sarno, poi le do la parola.



SARNO Diego

Chiedo maggiori spiegazioni, perché l'Assessora ci sta spiegando meglio.
Volevo solo capire se erano per dieci anni, nei dieci anni precedenti e quanto dura la punizione, diciamo così. È solo per capire.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caucino.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Decade per il fatto di aver occupato nei dieci anni precedenti, mentre oggi decade se nel momento in cui l'assegnazione dev'essere posta in essere il soggetto ha occupato abusivamente l'immobile, quindi non può vedersi riconosciuta l'assegnazione.
Oggi noi estendiamo quella previsione, che già è in essere, nel momento in cui il soggetto si è macchiato di questa responsabilità anche nei dieci anni precedenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno.
Ne ha facoltà se è solo un intervento estemporaneo e veloce, però non è un dibattito a due. Prego, se serve per rassicurarsi a vicenda. Noi ci fidiamo dell'Assessore.



SARNO Diego

È solo perché l'Assessora mi ha interrotto per specificare meglio, ma stavo dicendo esattamente questo. Se una persona in difficoltà fa la richiesta di casa popolare e nei dieci anni precedenti si è macchiata dell'occupazione in quel momento la casa non viene assegnata, seppure abbia i requisiti.
Quindi, vuol dire che punisco chi si è macchiato di una cosa che sicuramente non doveva essere fatta, cioè l'occupazione di una casa popolare illegalmente, ma lo faccio per dieci anni. Mi sembra, conoscendo anche la giustizia italiana, che ci sono pochi reati in Italia penalmente rilevanti che vengono poi puniti per dieci anni. Lo dico, perché in dieci anni, Assessore, una persona può cambiare; può rimettersi in quadro in dieci anni. Dieci anni sono lunghi. Se lei pensa a com'era dieci anni fa non so se era meglio o peggio, ma comunque è cambiata.
Quindi, nella vita si cambia in dieci anni, ma punire un soggetto che certamente si è macchiato di un fatto del genere per 10 anni crediamo ecco perché voteremo contrariamente - che sia un'esagerazione, che sia troppo. Lo capisco se è per i tre, quattro, cinque anni a seguire, che è un tempo medio e moderato, ma, ripeto, crediamo che dieci anni sia un tempo esagerato, perché ci sono tante persone che hanno sbagliato dieci anni fa e che oggi, invece, sono persone serie e responsabili che si sono ricostruite una vita.
Lei questa occasione alle persone che sbagliano non la sta dando e crediamo che sia totalmente sbagliato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Centellinando il mio tempo, sul tema occupanti abusivi voglio solo far presente ai colleghi, anche per la mia esperienza, che molto spesso siamo di fronte a occupanti abusivi che non sono quelli che vediamo in televisione, cioè che entrano e scassinano la porta, ma ci sono anche tutta una serie di altre persone che non si sono ricordate di cambiare l'intestazione quando muore il titolare, eccetera. Insomma, c'è tutta una serie di casistiche, che poi cadono sulle spalle dei Comuni che non sanno come far fronte a queste famiglie in difficoltà, che si trovano con la qualifica di occupante abusivo, pur nei fatti non avendo occupato o scassinato una porta per entrare, che ovviamente è un fatto da provare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Sentendo questa discussione, mi viene voglia di presentare un emendamento perché mi sembra che sia troppo morbido. No, 100 anni, perché c'è chi aspetta che la signora anziana vada all'ospedale o il marito vada all'ospedale, poi entra e occupa e la maggior parte sono quelli. Penso che se facciamo un giro nelle ATC di Torino ne troviamo tanti e, purtroppo, ci si trova la casa occupata. Se guardiamo qualche trasmissione nazionale, ne troviamo veramente tanti. Altro che dieci anni, 100 anni bisognerebbe fare! Inoltre, riteniamo che possa essere un lasso di tempo ampio e questo rimarca la differenza sostanziale tra quello che abbiamo in mente noi e il modo di agire che abbiamo noi e la visione sempre buonista che avete voi che poi genera il degrado che viviamo in queste case popolari.



PRESIDENTE

Non vi sono altri iscritti a parlare sugli emendamenti. Il parere è stato dato.
Proseguiamo con le votazioni sugli emendamenti dell'articolo 2.
Il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 67), identico all'emendamento rubricato n. 174), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Essendo mancato il numero legale nella votazione, sospendo 30 minuti i lavori.
La seduta riprenderà alle ore 17.34.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.04, riprende alle ore 17.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Abbiamo sospeso per la mancanza del numero legale sulla votazione dell'emendamento rubricato n. 18).
Ripetiamo la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 184), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 68), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), identico all'emendamento rubricato n. 180), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), identico all'emendamento rubricato n. 175) e all'emendamento rubricato n. 179), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 178), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 182), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 181), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), identico all'emendamento rubricato n. 69), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 176), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 77) è inammissibile.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), identico all'emendamento rubricato n. 70), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 166), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), identico all'emendamento rubricato n. 71), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), identico all'emendamento rubricato n. 28) e identico all'emendamento rubricato n.
72), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 142), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 139), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 188), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 187), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 186), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 137), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 136), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 138), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 147), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 143), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 145), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 144), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 141), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 140), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 177), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 148), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 149), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 150), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 151), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), identico all'emendamento rubricato n. 73), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), identico all'emendamento rubricato n. 33), all'emendamento rubricato n. 76) e all'emendamento rubricato n. 173), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 190).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 125), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 124), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 123), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 122), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 121), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 120), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 119), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 118), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 117), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 116), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 115), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 114), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 113), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 112), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 111), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 110), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 109), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 108), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 107), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 106), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 104), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 103), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 102), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 101), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 100), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 99), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 98), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 97), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 96), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 95), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 94), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 93), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 92), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 91), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 90), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 89), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 88), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 87), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 86), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 85), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 84), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 83), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 82), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 81), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 80), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 79), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 78), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 146), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 152), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 153), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 154), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 155), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 156), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 157), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), identico all'emendamento rubricato n. 74), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), identico all'emendamento rubricato n. 75), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 159), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 160), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 38) e n. 39) sono stati ritirati dalla Consigliera Accossato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 162), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 132), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 133), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 134), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 135), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 158), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 169), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 170), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 171), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 172), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 163), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 164), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Mi sembra ci sia la volontà, da parte di tutti i Capigruppo, di sospendere il disegno di legge n. 130 e di passare agli ordini del giorno richiesti nella parte precedente della seduta.


Argomento: Questioni internazionali - Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 1768 presentato da Accossato, Bertola e Frediani, inerente a "La Regione Piemonte si renda disponibile ad accogliere minori palestinesi che necessitano di cure mediche"; ordine del giorno n. 1769 presentato da Frediani, Marello e Bertola, inerente a "Drammatica situazione della popolazione palestinese nella striscia di Gaza, la Regione si attivi per accogliere i minori palestinesi e le loro famiglie per garantire le cure adeguate"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1768 e dell'ordine del giorno n. 1769, di cui al punto 75) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1768; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Credo che l'ordine del giorno specifichi bene la volontà e sono soddisfatta se i colleghi aderiranno a questa proposta, che è la disponibilità, da parte della Regione Piemonte, di accogliere minori palestinesi feriti in questo conflitto, come il Ministero degli Esteri italiano sta già facendo.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Consigliera Frediani, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n.
1769.



FREDIANI Francesca

Sì, molto brevemente, perché il contenuto è simile a quello presentato dalla Consigliera Accossato.
Il documento fa seguito a un question time presentato qualche settimana fa che già aveva visto un impegno da parte della Giunta in risposta, quindi la possibilità di organizzare l'accoglienza di minori feriti e delle loro famiglie, come sta succedendo in altre Regioni come la Liguria.



PRESIDENTE

Grazie.
Vi sono altre richieste di intervento in merito ai due ordini del giorno? Non essendovi richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta.
Prego, Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alla cooperazione decentrata

internazionale Grazie, Presidente.
Sull'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Accossato, il parere della Giunta regionale è favorevole.



PRESIDENTE

Gli impegni sono "dare disponibilità al Governo e al Ministero degli Affari esteri ad accogliere subito minori palestinesi bisognoso di cure mediche e i loro genitori o accompagnatori" e "organizzare il trasporto e accoglienza in strutture sanitarie piemontese di minori palestinesi, dei loro genitori o accompagnatori, per garantire le cure necessarie".
Prego, Assessore.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alla cooperazione decentrata

internazionale Sì, nessun problema ad accoglierli, perché siamo - come si suol dire - sul pezzo. C'è un'iniziativa della Città di Torino alla quale stiamo aderendo chiaramente senza chiedere una modifica formale, perché tanto ci siamo capiti sul testo. È ovvio che la Regione, ma voi lo sapete meglio di me, si muove all'interno delle sue competenze istituzionali. A livello di cooperazione internazionale possiamo sostenere la cooperazione decentrata portata avanti da autonomie locali piemontesi e da enti del terzo settore per cui sosterremo il Comune di Torino e gli enti del terzo settore, tra cui il Sermig, nel portare avanti queste iniziative.
Chiaramente - lo preciso - non abbiamo una competenza organizzativa o finanziaria diretta, perché sono le norme che ritagliano a noi, sulla Palestina e sul Medio Oriente, come su qualunque altro contesto, questa dimensione d'intervento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marrone.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1768, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1769, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 1189 presentato da Valle, Magliano, Ravetti Accossato, Rossi, Giaccone, Sarno, Gallo e Avetta, inerente a "Garantire il diritto di voto ai cittadini fuori sede"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1189, di cui al punto 102) all'o.d.g.
La parola al Vicepresidente Valle, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1189.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con questo documento chiediamo all'Aula di esprimersi per sostenere gli sforzi che, peraltro, anche il Governo sta sostenendo in questi giorni per offrire la possibilità di voto agli studenti fuori sede e a tutti coloro che, per varie ragioni (di lavoro, sanitarie o di studio) si trovano impossibilitati a votare.
Spesso ci troviamo a parlare del problema dell'astensionismo e della mancanza di partecipazione agli appuntamenti elettorali, del partito del non voto, dei giovani che non votano, della gente che non vuole votare. È vero, c'è sicuramente una quota di persone che sceglie di non votare, ma c'è anche una quota di persone che, per diverse ragioni e in particolare barriere di natura economica, si trova nell'impossibilità di votare.
Sicuramente, se interverremo in tal senso, aiuteremo a costruire le condizioni di una partecipazione più ampia e quindi anche di una maggiore legittimazione democratica delle nostre scelte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Valle.
Non essendovi richieste d'intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1189, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Credo ci sia l'intesa per sospendere i lavori, su cui tutti i Capigruppo concordano.
Ricordo che la Conferenza dei Capigruppo è convocata per domani.
Auguro a tutti una buona serata e buon San Valentino.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.12)



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