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Dettaglio seduta n.286 del 19/12/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 14.01 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1652 presentata dalla Consigliera Accossato, cui risponderà l'Assessore Marrone; interrogazione a risposta immediata n. 1659 presentata dal Consigliere Avetta, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 1660 presentata dal Consigliere Rossi, per la quale è stata richiesta risposta scritta; interrogazione a risposta immediata n. 1661 presentata dal Consigliere Marello, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 1662 presentata dalla Consigliera Accossato, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 1663 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Icardi interrogazione a risposta immediata n. 1664 presentata dalla Consigliera Disabato, cui risponderà l'Assessore Protopapa.
Prego gli Assessori che rispondono alle interrogazioni a risposta immediata di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che, nel resoconto della seduta che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti che degli Assessori che rispondono.
Ricordo, infine, che l'interrogante ha a disposizione tre minuti per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta e non sono previste repliche.
Prego gli Assessori e i Consiglieri di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1652 presentata da Accossato inerente a "Scelta sociale, 'Buon domiciliarità'. Esito domanda: ammissibile ma non finanziata"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1652.
La parola alla Consigliera Accossato, per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Tra le mie carte non ho trovato l'interrogazione, ma intanto grazie, perch tra l'altro ho a disposizione una risposta piuttosto articolata dell'Assessore.



(Commenti fuori microfono)



ACCOSSATO Silvana

Grazie. Sul tema del bonus scelta sociale abbiamo prestato attenzione alla sua attuazione; peraltro, è al primo anno e quindi in fase di rodaggio immagino anche per gli Uffici e per l'Assessorato. Le attese sono state molto, molto forti.
Avevo qui anche un riferimento a un'interrogazione più articolata che ho avuto modo di presentare nel mese scorso o un paio di mesi fa, alla quale mi è arrivata risposta, su tutte le diverse tipologie di domande e di risposte, però poi nello specifico (non la faccio lunga: era un'interrogazione della scorsa settimana, ma abbiamo convenuto con l'Assessore di rimandarla ad oggi), il tema riguarda questa situazione che ovviamente, come immaginerà l'Assessore, se è oggetto di question time è perché abbiamo ricevuto delle segnalazioni di esito di domanda ammissibile non finanziata; il che ci può stare, ci poteva stare, però la situazione si è ripetuta anche al terzo accesso per le persone interessate.
Ovviamente, anche se si possono immaginare le motivazioni, ci interessava portare all'attenzione del Consiglio e dell'Assessore questa fattispecie e chiedere di avere risposta, avere indicazioni su quali elementi determinano questa situazione. Inoltre, chiedo se, oltre ai casi, che sono soltanto alcuni casi in cui siamo incappati noi come Gruppo, è a conoscenza dell'Assessore o dell'Assessorato se il fenomeno sia più esteso e come si pensa di intervenire in proposito.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Marrone, per la risposta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Tutta la premessa introduttiva della Consigliera interpellante è corretta.
Come si ricorderà, essendo un bando aperto per un'intera annualità a scavalco anche dell'anno stesso di esercizio, è stato deciso di tenere sulle tranche trimestrali degli sportelli delle soglie massime di finanziabilità, proprio a tutela di chi si trovi nella condizione, pur con una situazione di maggiore fragilità sociale e bisogno, a presentare domanda in un momento cronologicamente successivo.
Come avrà potuto vedere dai dati che le abbiamo fornito rispondendo all'interrogazione ordinaria, la soglia di finanziabilità ha toccato spesso nei vari sportelli soglie superiori al 90%, quindi non sono tanti i casi rimasti fuori e sono in particolare quelli che devono avere, rispetto agli altri, un punteggio sociale relativamente basso e un ISEE, invece mediamente più elevato.
La voglio però rassicurare. Noi abbiamo voluto mettere la soglia - proprio di ammissibilità giustappunto - rispetto all'ISEE a 50.000 euro, che è una soglia che riteniamo piuttosto alta; scelta che ci è costata anche qualche critica, perché invece altri ritenevano che bisognasse tenerla più bassa ma è una scelta che abbiamo meditato a lungo e rivendichiamo, proprio perché siamo consapevoli che i costi di assistenza sono gravosi anche per chi possa essere ritenuto, se non benestante, quantomeno a medio reddito.
Quindi non è una misura che debba aiutare solo chi è in grave emergenza sociale, tanto più che chi è in quella situazione può beneficiare di altre misure, come gli assegni di cura, peraltro già pagati dalla Regione, che infatti sono incompatibili con questa misura.
Per arrivare al dunque della risposta, la decisione che è stata presa rispetto alle risorse assegnate, ma non consumate, è di aspettare - poco perché si tratta di gennaio - che si chiuda l'ultimo sportello previsto in termini di annualità di misura; verificare quelle che saranno (chiaramente lo potremmo fare compiutamente solo quando è concluso lo sportello stesso) le risorse andate in avanzo; dare priorità all'esaurimento dei casi che non sono stati finanziati negli sportelli precedenti, ma che restano in lista come la Consigliera sa, nel senso automaticamente negli sportelli successivi e, quindi, procedere a un nuovo sportello, a una proroga solo dopo aver esaurito le domande ammissibili già accolte, ma non ancora finanziate. A gennaio potremo capire quante sono le domande rimaste non coperte dagli sportelli precedenti; quante sono le risorse avanzate (sono più del previsto) e capire se sono sufficienti (ma noi siamo abbastanza ottimisti) a coprire tutte le domande rimaste.
Sarebbe un buon risultato. Ci tengo a cogliere questa occasione per ricordare che, di tutte le misure FSE, scelta sociale, che è anche la più nuova (perché prima non esisteva), è la prima che sta già facendo arrivare le risorse in ambito operativo ai destinatari. Anche questo è una ragione di orgoglio e c'è addirittura la possibilità, qualora avanzino ulteriori risorse, di prolungare lo sportello e inaugurare una nuova sessione fino a esaurimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1663 presentata da Magliano inerente a "Contributi per l'erogazione di ausili, ortesi e protesi destinati a persone con disabilità fisica per lo svolgimento di attività sportive amatoriali: qual è lo stato di attuazione in Piemonte?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1663.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.
Prego, Consigliere, ne ha la facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Premesso che il decreto legge 19 maggio 2020, n. 34, all'articolo 104 comma 3 bis, prevedeva che, al fine di contribuire a rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena inclusione sociale delle persone con disabilità fosse istituito per l'anno 2020, in via sperimentale, un fondo di 5 milioni di euro per l'erogazione "degli ausili, ortesi e protesi degli arti inferiori e superiori, a tecnologia avanzata e con caratteristiche funzionali allo svolgimento di attività sportive amatoriali, destinati a persone con disabilità fisica".
Premesso che la sperimentazione prevedeva l'erogazione, a carico del fondo di cui all'articolo 104, comma 3 bis del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 convertito con modificazioni dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77 di una protesi distinta da quella per uso quotidiano, destinata esclusivamente all'attività sportiva, con la componente ad alta tecnologia inclusiva, al fine di evitare il rischio di danneggiamento o di usura precoce della protesi per uso quotidiano.
Premesso che il decreto legge (quello di cui parlavo prima) prevedeva inoltre che, "previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano," con decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, fossero "definiti i tetti di spesa per ciascuna Regione che accede al Fondo Sanitario Nazionale, i criteri per l'erogazione degli ausili, ortesi e protesi", nonché "il rispetto dei tetti di spesa regionali e nazionali".
Nella seduta del 3 agosto 2022 è stata raggiunta l'intesa prevista nella Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano; il 22 agosto 2022 è stato emanato il decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, come previsto dal decreto-legge e in data 20 dicembre 2022 il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Ai sensi di tale decreto il tetto di spesa individuato per la Regione Piemonte, per gli interventi di cui trattasi, ammonta a euro 394.416.
Considerato che hanno diritto, in via sperimentale, agli ausili e alle protesi degli arti inferiori e superiori a tecnologia avanzata e con caratteristiche funzionali allo svolgimento di attività sportive amatoriali le persone che hanno subito l'amputazione di un arto e/o con paraparesi paraplegia o tetraparesi che pratichino o siano in grado di praticare attività motorie o sportive amatoriali individuali in una fascia d'età compresa tra i 10 e i 64 anni. Per i minori di anni 18 non è prevista la certificazione di accertamento di invalidità civile.
Ai sensi del decreto del Ministro della Salute del 22 agosto 2022 è previsto che ciascuna Regione e Provincia autonoma, secondo appositi valori di riferimento erogabili a titolo di contributo, provveda alla fornitura delle singole protesi e degli ausili nei limiti del tetto di spesa individuato.
La definizione dei tempi e delle modalità di presentazione delle domande da parte dei richiedenti del beneficio è stata, altresì, demandata dal decreto alle Regioni e Province autonome nel rispetto del proprio sistema di organizzazione con gli enti del Servizio Sanitario Regionale.
Altre Regioni si stanno già adoperando sul tema in oggetto; per esempio, recenti fonti media hanno riportato la notizia dei fondi messi a disposizione dalla Regione Lombardia per l'acquisto di protesi per la pratica sportiva dilettantistica.
Interrogo l'Assessore per sapere quale sia lo stato dell'attuazione in Regione Piemonte delle misure previste dal decreto-legge 19 maggio 2020, n.
34, all'articolo 104, comma 3 bis, e dal decreto 22 agosto 2022 del Ministro della Salute, assunto di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, finalizzato a erogazioni di contributi previsti a favore delle persone con disabilità fisica per l'acquisto di ausili, ortesi e protesi degli arti inferiori e superiori a tecnologia avanzata e con caratteristiche funzionali allo svolgimento di attività sportive amatoriali.
Insomma, Presidente, chiedo come queste risorse, che ammontano a quasi 400 mila euro, sono state distribuite in un territorio che vanta eccellenze sportive e anche nel mondo della disabilità e dello sport, fatto da persone con disabilità; come le stiamo spendendo e se le stiamo spendendo anche in vista delle Universiadi che hanno, a loro volta, le Universiadi dedicate a coloro che vivono una condizione di disabilità.
Grazie, Presidente, e mi scuso per la lungaggine.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha la facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In premessa, Consigliere Magliano, volevo dire che la ricostruzione è tutta esatta. Infatti, proprio su incarico del coordinamento territoriale della Commissione Salute, la Regione Piemonte, in collaborazione con i rappresentanti della Regione Toscana, Marche e Lombardia, ha sempre partecipato alla definizione del testo del decreto ministeriale 22 agosto 2022 (che ha citato) "Erogazione di ausili, ortesi e protesi per lo svolgimento di attività sportive amatoriali destinati a persone con disabilità fisica" e lo abbiamo seguito fin dall'inizio.
Come lei ha riferito, è stato poi pubblicato nel dicembre del 2022 e a oggi, a seguito della pubblicazione di quel decreto, con la collaborazione delle ASL, si è definita, nel dettaglio, la procedura per l'attivazione, a livello territoriale, della disposizione delle norme previste da questo Decreto.
Richiediamo anche alle ASL di individuare un referente che seguirà la corretta applicazione di tutte le disposizioni contenute nel decreto del 22 agosto 2022.
A oggi, prima di procedere alla pubblicazione del bando per erogare il contributo per l'acquisto di queste protesi per i potenziali beneficiari di ausili, sempre legati allo svolgimento di attività sportive amatoriali, è necessario definire le corrette procedure per consentire l'accesso alla preventiva visita medico-sportiva, che è una nuova tipologia di visita, non precedentemente normata, né a livello regionale né a livello statale.
Siamo in fase avanzata dei lavori; a breve - poche settimane - ci sarà la conclusione dell'iter di definizione delle visite per poter procedere alla pubblicazione del bando ed erogare quei necessari contributi alle persone disabili, non solo come obbligo di legge, ma anche come segno di civiltà.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1659 presentata da Avetta, inerente a "Crisi COMDATA"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1659.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione, il Consigliere Alberto Avetta.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente e grazie Assessore.
Come sappiamo bene, i lavoratori e le lavoratrici di COMDATA, per l'ennesima volta, si sono trovati di fronte a un nuovo appalto, quello di ARIA (società pubblica partecipata al 100% dalla Regione Lombardia), in cui l'aggiudicatario ha posto una serie di problemi sull'applicazione della clausola sociale.
La causa sociale è quello strumento giuridico che dovrebbe consentire a tutti i dipendenti di vedersi confermato il posto di lavoro alle condizioni precedenti. La questione si trascina ormai da qualche mese; eravamo già intervenuti con la mediazione in particolare della Città di Ivrea e il 4 dicembre siamo riusciti ad ottenere un confronto con il nuovo aggiudicatario.
In quell'occasione DIGID - la società aggiudicataria - avrebbe, di fatto confermato la propria contrarietà alla clausola sociale. Capite bene che proporre il trasferimento di quei lavoratori che vivono tra Ivrea e Torino a Vimercate equivale a dire che la clausola sociale non si applica, perch potete immaginare tutte le conseguenze sociali ed economiche e i maggiori costi che ciò comporterebbe per quei lavoratori e quelle lavoratrici.
Sulla base di queste evidenze, rileviamo ancora di più quanto sia inopportuno, per un committente pubblico come Regione Lombardia, prestarsi in silenzio a queste discutibili dinamiche aziendali le cui conseguenze ricadono tutte sui lavoratori e sulle lavoratrici.
La Città di Ivrea sta facendo bene la sua parte, si è impegnata a promuovere un'interlocuzione con Regione Lombardia per individuare una possibile via d'uscita ed è per questo che vorremmo sapere se, in relazione ai recenti sviluppi, anche la Giunta Cirio non ritenga necessario e urgente, insieme al Comune di Ivrea, avviare una fase di mediazione e di facilitazione della concertazione sindacale, coinvolgendo anche Regione Lombardia, per garantire ai lavoratori e alle lavoratrici di COMDATA di vedere riconosciuti i propri diritti e quindi di poter anche trascorrere più serenamente il prossimo Natale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Avetta per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo in nome e per conto dell'Assessore Elena Chiorino.
In riferimento all'interrogazione presentata dal Consigliere Avetta, si conferma che la situazione è monitorata dagli Uffici regionali dell'Assessorato e si chiederà un Tavolo di confronto interregionale per valutare le strade percorribili e le soluzioni da mettere in campo in un'ottica di tutela dei lavoratori.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti - Trasporti su gomma

Interrogazione a risposta immediata n. 1661 presentata da Marello, inerente a "Tunnel di tenda. Criticità e ritardi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1661.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il collega Maurizio Marello.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



MARELLO Maurizio

Grazie Presidente e buongiorno Assessore Gabusi.
Questa interrogazione fa seguito a fatti di queste ultime settimane, noti a tutti. L'ultima è l'importante manifestazione di ieri, che ha visto presenti i mondi economici, politici e imprenditoriali del Cuneese che, con un misto di esasperazione e di rassegnazione, hanno messo in evidenza che la vicenda della costruzione del nuovo tunnel di Tenda e poi della ristrutturazione di quello vecchio è una vicenda che ormai rasenta lo scandalo, dopo anni di chiusura di questo versante verso la Francia e viceversa.
Senza dilungarmi troppo, mi fermo a ciò che è accaduto nell'ultimo anno quando la II Commissione consiliare a febbraio si è recata al cantiere. In quella sede, il Commissario ANAS, Prisco, non ci aveva dato un vero e proprio cronoprogramma, ma aveva comunque fornito delle rassicurazioni in base alle quali per ottobre di quest'anno sarebbe stato aperto il nuovo tunnel e, a metà 2025, si sarebbero chiuse complessivamente tutte le opere compreso l'ampliamento di quello vecchio.
In seguito le cose non sono andate proprio in questa direzione. Ricordo che a giugno avevo presentato un'interrogazione simile, perché sembrava che l'apertura del cantiere con modalità "safety car" di ottobre fosse ormai quasi tramontata; dopodiché l'apertura è ovviamente tramontata. Sembrava addirittura che allestire questo cantiere avesse rallentato i lavori e quindi, tutto sommato, anche a livello "locale", si era accettato il fatto che, alla condizione che il nuovo tunnel fosse aperto a giugno 2024, si potesse andare avanti celermente con i lavori. Adesso anche questa prospettiva viene "messa in discussione" o, comunque, c'è un po' di nebbia in merito.
Ieri ho letto che sono state nuovamente date delle assicurazioni in tal senso dal Commissario Prisco che parla, tra l'altro, di una chiusura complessiva dei lavori nel 2026 e non più nel 2025.
L'Assessore sa meglio di me che c'è il tema della nuova canna che va finita, ma c'è anche il tema di quella vecchia, su cui - anche lì - i problemi sono enormi. A ciò occorre anche aggiungere che, da un lato, in questi anni abbiamo assistito a una non sufficiente collaborazione sul versante francese e, dall'altro - è notizia di ieri - che le autorità francesi, la Prefettura d'Oltralpe avrebbe chiesto ulteriori chiarimenti al nostro Commissario ANAS, anche in relazione al fatto che, nel frattempo, i costi per la costruzione del nuovo tunnel sono lievitati e verrebbero sostanzialmente quasi raddoppiati, passando da circa 120-130 milioni di euro a oltre 200 milioni di euro.
Alla luce di questo sintetico quadro che ho esposto, chiediamo all'Assessore di riferire in quest'Aula in merito allo stato dell'arte dei lavori.
Vorremmo inoltre sapere dall'Assessore se ha notizie più rassicuranti di quelle che ha potuto fornire il sottoscritto circa la situazione molto molto complicata che si è venuta a creare per quanto riguarda non soltanto la provincia di Cuneo, ma, più in generale, il sud del Piemonte.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Marello per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Marello.
Ieri, dopo gli impegni relativi alla TAV, io e il Presidente Cirio ci siamo recati subito a Limone Piemonte, perché, come ha detto bene, la situazione è certamente complicata (non l'ha mai negato nessuno). E si è resa ancora più complicata dopo la tempesta Alex, che non poteva essere prevista in nessun cronoprogramma, che sta creando - questa è un'altra certezza - ulteriori disagi e danni economici agli operatori del territorio, che, giustamente, hanno deciso di manifestare. Ci auguriamo che tale manifestazione sia simile (se non nei numeri) e abbia lo stesso esito di quella che è stata fatta anni fa per la TAV, e che quindi faccia concludere l'opera, anche se ci troviamo in una fase molto diversa.
Come ho detto, ci troviamo in una fase molto diversa, perché la ricostruzione del Consigliere Marello è sostanzialmente vera, con alcuni alcune precisazioni: la safety car che, probabilmente, nelle idee di alcuni, era una cosa un po' diversa rispetto a quella che poi abbiamo scoperto (mi ci metto anch'io), doveva e poteva in effetti essere in servizio in questi giorni (se non ad ottobre, a novembre o a dicembre). Il territorio, almeno per la parte italiana, una volta presentate le modalità in cui questa safety car avrebbe potuto fare il suo effetto - quindi sostanzialmente, per poche unità di macchine al giorno, dilungando e dilatando i tempi di fine cantiere - ha preferito, insieme alle categorie economiche, schierarsi unanimemente contro la possibilità di safety car (lo dico per essere onesti).
Nel frattempo, c'è stata una serie di passaggi intermedi rispetto a febbraio (anche rispetto a qualche mese prima). Le notizie positive ribadite ieri dal Commissario Prisco di fronte ai Sindaci, alle categorie al Presidente della Provincia e al Presidente della Regione, e che verranno formalizzate in queste ore anche con un cronoprogramma scritto, è che sono state cambiate le lavorazioni interne ma non è cambiata la data di fine giugno.
Ci sono stati ulteriori problemi non dovuti all'inefficienza dell'azienda, ma al terreno, che è un po' diverso da quello che ci si aspettava: è meno compatto, quindi invece di una serie di pali n serviranno di più, e saranno dei micropali. Insomma, si stanno trattando alcune questioni molto tecniche, che però non ci devono far dimenticare l'obiettivo finale, che è quello di aprire la canna nuova a giugno. Questa data è stata ribadita e rimarcata di nuovo ieri, anche annunciando che da gennaio in cantiere ci saranno 200 persone a lavorare, contribuendo a dare un'ulteriore accelerata. Non finisce qui. Nel frattempo, nella prossima CIG di gennaio, dovremo avere (il computo praticamente è pronto) il costo complessivo di quello che servirà per modificare e adeguare la canna storica. La canna storica probabilmente richiederà un esborso ulteriore da parte dei due Stati di circa 70.000-75.000 milioni di euro complessivi, che per il Governo italiano non sono certamente un problema. Devo rilevare che in quest'ultimo anno il Governo ha riservato particolare attenzione alla questione: il Viceministro Rixi ha partecipato per la prima volta alle Commissioni intergovernative, ha partecipato ai lavori e sta seguendo passo il cantiere. Come ho detto, l'esborso maggiore non sarà un problema per la componente italiana, credo neanche per la componente francese, vista l'importanza della tratta di cui stiamo parlando e visto che l'obiettivo che ci si era prefissati, quello delle due canne, rimane (in effetti, il Trattato internazionale dei due Paesi parla di due canne, non di una sola).
Credo che l'impegno di ieri sia stato importante per mantenere alta l'attenzione sulla questione e per ribadire che i territori non solo si aspettano che a giugno 2024 finisca una canna, ma che poco dopo ripartano i lavori per quella storica, e che l'obiettivo non sia quello di tornare alla situazione di dieci anni fa, ma di arrivare ad una situazione nuova, in cui ci sia una percorribilità migliore e maggiormente sicura.
La Regione, dal canto suo, ha partecipato sin dall'inizio e, negli anni, la posizione di tutti i Governi che si sono succeduti è rimasta invariata. Ha sopperito (e continua a farlo) con le navette nel periodo invernale; ha inoltre aggiunto la terza coppia di treni (ricordiamo che ce n'erano solo due) e per un periodo anche una quarta. Quando poi questa quarta non era più collimante con le esigenze degli orari del territorio abbiamo preferito temporeggiare. Ad aprile, molto probabilmente, inseriremo una coppia di treni che, almeno all'andata, ricalcherà le esigenze dei pendolari, dei Sindaci, dei comitati e delle categorie economiche.
Da parte nostra, non solo chiediamo al Governo - che lo sta facendo ad ANAS, e all'azienda di mantenere gli impegni, ma noi stessi abbiamo stanziato delle risorse sulle navette (dall'anno scorso, ma anche quest'anno), compartecipate anche dalla Région du Sud, per cercare di garantire un collegamento con quei territori che, in effetti, stanno soffrendo e che speriamo possano vedere la luce in fondo al tunnel nella prossima estate.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1662 presentata da Accossato inerente a "La ricomparsa della figura dello studente idoneo ma non beneficiario della borsa di studio per mancanza di risorse"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1662.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Accossato.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Prima di iniziare, solo una considerazione: ho scoperto che nel corso della mia prima interrogazione a risposta immediata non era attivo lo streaming, né durante la mia illustrazione né durante la risposta fornita dal collega Marrone, quindi i nostri numerosi seguaci - ahimè - non hanno potuto ascoltarci. Vi chiederei di verificarne le motivazioni: posso immaginare che si sia trattato di un disguido, però lo voglio comunque segnalare, perché anche se si trattava di un'interrogazione a risposta immediata della scorsa settimana, sia io che l'Assessore eravamo d'accordo a trattarla nella seduta odierna.
Inizio ora l'illustrazione del question time di oggi, inerente al diritto allo studio. Con questa interrogazione a risposta immediata intendiamo ricordare, innanzitutto, che stiamo parlando della legge regionale 16/1992, che promuove il diritto allo studio universitario individuando benefici e servizi a favore degli studenti universitari.
Voglio ancora rammentare che gli studenti, per averne diritto, devono soddisfare due tipi di criteri, sia di merito che di tipo economico (quest'ultimo si basa sul valore dell'ISEE e dell'ISPE familiare, che dev'essere al di sotto di una certa soglia). Inoltre, questa provvidenza diciamo così, è un intervento pubblico, compartecipato dal Fondo nazionale e dalla Regione, particolarmente importante per consentire la possibilità di intraprendere gli studi universitari ad una platea ampia di giovani della nostra regione e del nostro Paese, è un po' quello che chiamiamo il cosiddetto ascensore sociale.
Da questo punto di vista è bene ricordare che, dal 2016, la Regione Piemonte è riuscita sempre a coprire il 100% delle borse di studio degli studenti aventi diritto, facendo scomparire quella figura che, fino ad allora, per alcuni anni aveva imperversato, cioè l'idoneo non beneficiario.
Peraltro, l'impegno della Regione Piemonte è sempre stato premiato a livello nazionale con un contributo aggiuntivo.
Voglio anche ricordare che, nell'ambito degli indicatori nazionali, la Regione Piemonte nel 2022-2023 ha mantenuto invariati i limiti di accesso mentre nel 2023-2024 li ha innalzati, aumentando in tal modo la platea dei beneficiari.
Però torniamo all'oggi; ancora recentemente gli Assessori Tronzano e Chiorino, in occasione della discussione sulla variazione di bilancio avevano assicurato che le borse di studio sarebbero state coperte al 100%.
Purtroppo in questi giorni è emerso, invece, con chiarezza che ci sarebbero circa 1800 studenti idonei, e quindi in possesso dei requisiti previsti dal bando, che non possono usufruire del beneficio richiesto.
Pertanto, la domanda è cosa si intende fare per evitare che, dopo sette anni, ritorni la figura dell'idoneo non beneficiario, per cercare di capire se abbiamo utilizzato o meno la variazione di bilancio e se abbiamo altri strumenti per poter intervenire e dare risposta anche a questi 1800 studenti. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Accossato.
Ho fatto una verifica e le comunico che c'è stato un disguido tecnico comunque verrà recuperata la parte mancante che lei potrà poi più avanti trovare.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Gabusi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Ringrazio anche la Consigliera Accossato.
Con l'auspicio che anche questa volta non ci cancellino, le do una risposta in nome e per conto dell'Assessore Chiorino.
Tutti coloro che ne hanno diritto riceveranno la borsa di studio. Come già anticipato nei giorni scorsi, la Regione metterà a disposizione le risorse necessarie. Ancora una volta, di fronte a questa ulteriore emergenza, il Piemonte mette in campo uno sforzo senza precedenti per garantire il diritto allo studio e lo fa con un impegno che ha portato in cinque anni a raddoppiare le risorse messe in campo, proprio per dare la possibilità di accedere alla borsa di studio a tutti coloro che ne hanno diritto.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Gabusi.
Sospendo momentaneamente i lavori.
La seduta è sospesa.



(I lavori, sospesi alle ore 14.37, riprendono alle ore 14.44)



PRESIDENTE

I lavori riprendono.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta immediata n. 1664 presentata da Disabato inerente a "Attività di bracconaggio in Piemonte quali azioni intende porre in essere la Regione al fine di tutelare la fauna selvatica?" (risposta scritta)

Argomento: Trasporti aerei

Interrogazione a risposta immediata n. 1660 presentata da Rossi, inerente a "Zonizzazione acustica Aeroporto di Milano Malpensa" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Concludiamo i lavori esaminando le interrogazioni a risposta immediata n.
1664 e n. 1660.
In accordo con la Giunta, agli interroganti verrà fornita risposta scritta.
Nel ringraziare il Presidente Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la sessione delle interrogazioni a risposta immediata. Seguirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie e buona salute a tutti a tutte.



(Alle ore 14.45 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(Alle ore 15.04 il Presidente comunica che i lavori avranno inizio alle ore 15.15)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 15.21)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Sono in congedo i Consiglieri Cirio, Chiorino, Giaccone, Lanzo, Marrone Poggio e Ricca, Il numero legale, pertanto, è 23.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente, intervengo per chiedere l'iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 1749.
Come sa, Presidente, con la legge n. 227 del 22 dicembre 2021, il Governo è stato delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per la revisione e il riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità. Cambierà completamente il quadro su come noi sosterremo coloro che vivono la disabilità a livello nazionale. Questa misura, che ha tutti i suoi decreti applicativi, vedrà il suo completamento nel 2025.
Con l'ordine del giorno chiedo che Regione Piemonte istituisca un tavolo di lavoro con INPS e le associazioni del Terzo settore, proprio perché all'interno di questa procedura c'è la possibilità di diventare Regione capofila o, comunque, Regione soggetta alla sperimentazione.
Sarebbe importante, visto che la nostra Regione, da questo punto di vista è all'avanguardia su tanti aspetti, provare a immaginare questo tavolo di lavoro con INPS e le associazioni del Terzo settore, rappresentanti delle patologie croniche più complesse e maggiormente invalidanti, al fine di farsi trovare preparati a partire dal 1° gennaio 2025, dandosi tutto il 2024 per fare questo lavoro.
Mi sembrava opportuno, proprio per non subire questo tipo di riforma ma per poterla interpretare nel modo migliore, magari testandola con attività pilota o di sperimentazione già nel 2024. Alla luce di quello che questa Regione ha fatto in questi ultimi vent'anni sulla disabilità poteva potrebbe essere un punto di lavoro importante e diventare anche riferimento nazionale sul tema.
Grazie, Presidente; ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
La scorsa seduta di Consiglio regionale avevamo chiesto di inserire l'ordine del giorno dal titolo "La norma Decreto Energia, che consente l'autocandidatura per individuare il sito dove realizzare il deposito nazionale per rifiuti radioattivi, va stralciata". Quell'ordine del giorno è stato inserito anche nell'o.d.g. odierno.
Volevo specificare, come avevamo fatto lo scorso Consiglio, che riteniamo fondamentale, non solo l'inserimento, ma anche la votazione del documento, dato che i tempi dell'autocandidatura potrebbero scadere, visto le prossime vacanze natalizie, periodo all'interno del quale diventa complicato, se non impossibile, la convocazione del Consiglio regionale.
Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, dopo aver letto le dichiarazioni del Presidente Cirio (o, almeno, dalla lettura delle dichiarazioni), che dimostrava anche lui la contrarietà alle possibili autocandidature in Piemonte. Se si dovesse decidere di non votare oggi, in questa seduta di Consiglio regionale, il documento in questione, la reazione delle opposizioni dovrete leggerla sui giornali, così come noi abbiamo letto sui giornali le dichiarazioni del Presidente Cirio. Non potremmo non ricavare un conflitto tra le posizioni del Presidente e l'eventuale atteggiamento ostativo alla discussione della maggioranza in Aula.
In sintesi, Presidente, chiediamo di anticipare questo punto all'o.d.g.
(l'ordine del giorno è il 71 e credo sia alla quarantesima posizione) per poterlo votare oggi - e questo è fondamentale - prima della chiusura dei lavori.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Anch'io chiedo l'inserimento all'o.d.g. odierno (tra la seduta di oggi e quella di domani) di un ordine del giorno relativo alla proroga dei contratti di lavoro agile, in scadenza il 31/12/2023, per i dipendenti della Regione Piemonte e uniformità con la disciplina prevista per i lavoratori del Consiglio regionale.
Una volta tanto ci occupiamo non dell'esterno, non del territorio e più generalmente, dei cittadini piemontesi (che, ovviamente, è il nostro principale compito), ma dei lavoratori che supportano l'attività di questa Regione. I lavoratori della Regione Piemonte sono elemento importante e fondamentale delle scelte e delle iniziative che noi facciamo.
Venuti a conoscenza, attraverso comunicati sindacali, di questa situazione, ci sembra opportuna una presa posizione del Consiglio, senza ovviamente interferire sulle relative competenze, quindi con l'attenzione alle reciproche competenze anche nella fase di contrattazione sindacale.
Il tema del lavoro agile, che ha risolto molte problematiche della pubblica amministrazione negli anni della pandemia da COVID, consentendo a questa Regione di dare risposte, non rallentate, ai cittadini piemontesi anche nel periodo della pandemia, oggi sembra essere, nel confronto tra lavoratori e dirigenza regionale, accantonato o, comunque, ritenuto non più valido, magari con un pregiudizio rispetto a questa modalità, che porterebbe "a lavorare meno". Invece l'esperienza - senza andare lontani del nostro Consiglio regionale...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, o tenete un tono di voce più basso o chi deve intervenire deve attendere che finisca il brusìo.



ACCOSSATO Silvana

Solo un pochino, grazie. Vado alla conclusione.
Vista l'esperienza del nostro Consiglio regionale, dove la situazione del lavoro agile ha dimostrato maggiore produttività, minori assenze per malattie ed efficienza migliorata, con questo documento sarebbe opportuno che il Consiglio regionale, rispettando le reciproche autonomie equiparasse almeno i lavoratori che, e nel Consiglio regionale e nella Regione, supportano l'attività dell'ente e svolgono un'iniziativa proficua per tutti i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di interviene il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere un'inversione dell'o.d.g. e trattare come primo punto la proposta di deliberazione n. 320 "Individuazione della nuova Azienda Ospedaliera 'Ospedale Infantile Regina Margherita' di Torino".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento dell'ordine del giorno n. 1751 del quale sono primo firmatario ad oggetto: "Valorizzazione delle cave dismesse a fini energetici, rinnovabili, solare e fotovoltaico".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bongioanni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi allaccio alla richiesta presentata dal collega Ravetti per chiedere: dov'è il Presidente Cirio? Due settimane fa avevo chiesto comunicazioni al Presidente sul tema dell'autocandidatura di Trino Torinese ad ospitare il deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi. Vorrei chiedere al Presidente innanzitutto cosa pensa dell'autocandidatura di Torino e cosa pensa della norma inserita nel nuovo decreto che dà la possibilità ai territori di autocandidarsi. Abbiamo già sentito le sue prese di posizione relativamente alla non disponibilità del Piemonte ad ospitare il sito unico nazionale dei rifiuti radioattivi; posizione che noi, peraltro, condividiamo, ma vorremmo che sul tema ci fosse un passaggio con una discussione anche in Aula.
Il Presidente Cirio dovrebbe spiegare se è contrario all'autocandidature di Trino - e lo ha detto - se è contrario al deposito unico in Piemonte quindi non ritiene idonei i cinque siti che sono stati inseriti dal CNAI.
Cinque siti che ricadono tutti nella provincia di Alessandra e su cui siamo d'accordo anche noi: il Piemonte ha già dato. Allora dovrebbe spiegare perché lui, la sua maggioranza a livello regionale e la maggioranza che governa a livello nazionale sono d'accordo per un ritorno al nucleare. Il Presidente Cirio ha detto che non vuole i rifiuti in Piemonte, ma il Ministro Pichetto ha detto che vorrebbe una centrale nucleare a Torino, dove abita (ma lui abita a Biella e questa affermazione non si spiega): ha detto che la vorrebbe in Piemonte.
Se vuoi una centrale nucleare nella tua regione produrrai rifiuti e allora potrai dire che non li vuoi a casa tua? L'energia nucleare la produco in casa mia, ma i rifiuti se li tengano altri: penso che questa posizione non sia compatibile, che sia una posizione non seria. Penso che su questo tema sia necessario un confronto più ampio da effettuarsi attraverso un dibattito in Aula.
Ripeto: noi diciamo sì al deposito unico nazionale, che sia fatto velocemente, bene e in luogo idoneo; siamo d'accordo nel dire che non va fatto in Piemonte perché il Piemonte ha già dato, ma allora vorremmo chiarimenti anche sulla proposta di un nuovo nucleare.
Ripeto: dov'è il Presidente Cirio? Per due settimane consecutive è venuto in Consiglio regionale a fare passerelle, a fare foto, a tagliare nastri ma non è rimasto nemmeno un minuto in Consiglio regionale. Questo è grave e risulta anche una presa in giro nei confronti del Consiglio; non nei confronti dell'opposizione o della maggioranza, ma nei confronti del Consiglio tutto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto di intervenire il collega Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Sarebbe effettivamente interessante capire cosa abbia realmente in mente la maggioranza sulla questione del deposito nucleare, ma oggi voglio chiedere un'informativa all'Assessore Icardi, considerando che ieri è stata pubblicata una notizia particolarmente preoccupante. Il Collegio sindacale dei Revisori delle Molinette ha depositato un esposto per gravi irregolarità nei conti dell'Azienda. Questa è una questione non di poco conto. Ad oggi non abbiamo risposte, ma sarebbe anche interessante capire quali sono i conti che sono stati messi sotto la lente di ingrandimento.
In un articolo de Lo Spiffero che documenta l'esposto in Procura si parla di un rischio. L'articolo recita, leggo testualmente: "Anzi. Con un buco non di circa 200 milioni come sostenuto fino ad oggi, ma ben del doppio, il disavanzo di Città della Salute arriverebbe da solo a sfiorare la soglia del commissariamento della sanità regionale che scatta a 450 milioni di passivo". Considerando le difficoltà in cui versano anche le altre Aziende che non mi sembra avranno la possibilità di chiudere i bilanci in pareggio per tutta una serie di motivazioni - anche se me lo auguro - si pone davanti una questione non di poco conto.
Spero, per il bene dei piemontesi, che questo esposto cada nel nulla e si dimostri che invece, in realtà, i conti delle Molinette, come sono rappresentati nei bilanci, sono perfettamente congrui alla realtà.
Tuttavia, se così non fosse, dobbiamo iniziare a discutere adesso di come risolvere il problema. Stiamo parlando di un disavanzo che difficilmente siamo in grado di assorbire.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Riepilogo le richieste di inserimento. La richiesta di inserimento dell'ordine del giorno n. 1749 avanzata dal Consigliere Magliano; la richiesta di inserimento dell'ordine del giorno n. 1750 avanzata della Consigliera Accossato e la richiesta di inserimento dell'ordine del giorno n. 1751 avanzata dal Consigliere Bongioanni.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Ravetti ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Soltanto per precisarle che, nel riepilogare le richieste di inserimento di nuovi ordini del giorno, non ha inserito l'ordine del giorno che ho richiamato con la specifica che non ne chiediamo solo l'inserimento, ma anche la votazione oggi. Chiediamo alla maggioranza, se è disponibile a votare oggi quel documento oppure no. Possono anche risponderci di no.



PRESIDENTE

Avrei precisato in seguito su quella richiesta, perché non si configura come richiesta di inserimento nuovi punti, semmai di inversione con discussione di punti all'o.d.g. Nello specifico, lei chiedeva di anticipare l'esame del punto 71) all'o.d.g., inerente all'ordine del giorno n. 1739 avente ad oggetto "La norma del Decreto Energia che consente l'autocandidatura per individuare il sito dove realizzare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi va stralciata", prima del punto 7) all'o.d.g.
Se non vi sono contrarietà alle richieste di inserimento all'o.d.g.
dell'odierna seduta degli atti di indirizzo avanzate dai Consiglieri Magliano, Accossato e Bongiovanni, le intendiamo accolte.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Gallo)



PRESIDENTE

Va bene, procediamo con la votazione delle richieste di inserimento nuovi punti all'o.d.g.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Gallo)



PRESIDENTE

Lo richiedo: c'è qualcun altro, oltre al Consigliere Gallo, contrario alla richiesta di iscrizione all'o.d.g. degli ordini del giorno avanzata dai Consiglieri Magliano, Accossato e Bongioanni? Nessuno? Allora si intendono iscritti all'o.d.g. dell'odierna seduta.



(L'Aula, tacitamente, acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

Vi sono, inoltre, due richieste di inversione punti all'o.d.g.: il Consigliere Ravetti chiede di discutere l'ordine del giorno n. 1739, avente ad oggetto "La norma del Decreto Energia che consente l'autocandidatura per individuare il sito dove realizzare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi va stralciata", di cui al punto 71) all'o.d.g., prima del punto 7), ovvero come primo punto degli atti di indirizzo. Il Consigliere Preioni chiede invece la trattazione della proposta di deliberazione n. 320 "Individuazione della nuova Azienda Ospedaliera 'Ospedale Infantile Regina Margherita' di Torino (Legge regionale 6 agosto 2007, n. 18)", di cui al punto 4) all'o.d.g., prima della trattazione della proposta di deliberazione n. 319 "Bilancio di previsione finanziario del Consiglio regionale del Piemonte per il triennio 2024-2025-2026" punto 2) all'o.d.g.
È stato chiesto di porre in votazione le due richieste di inversione punti all'o.d.g.
Ricordo che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione punti all'o.d.g.
avanzata dal Consigliere Ravetti.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione punti all'o.d.g.
avanzata dal Consigliere Preioni.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Sono inoltre state richieste due informative alla Giunta regionale, una da parte del Consigliere Sacco in merito all'esposto del Revisore dei conti delle Molinette per gravi irregolarità nei conti dell'Azienda, un'altra da parte del Consigliere Bertola in merito all'autocandidatura di Trino Torinese ad ospitare il Deposito Unico Nazionale dei rifiuti radioattivi.
Se la Giunta, che è presente, non intende intervenire in merito proseguiamo i lavori.
L'o.d.g. è approvato con le modifiche testé apportate.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 320, inerente a "Individuazione della nuova Azienda Ospedaliera 'Ospedale Infantile Regina Margherita' di Torino (Legge regionale 6 agosto 2007, n. 18)"


PRESIDENTE

Dopo l'approvazione della richiesta di inversione punti all'o.d.g.
proseguiamo i lavori con l'esame della proposta di deliberazione n. 320, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla IV Commissione in data 18 dicembre 2023. Chiedo all'Assessore Icardi di illustrare i contenuti della proposta di deliberazione in oggetto.
Prego, Assessore; ne ha facoltà.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Come abbiamo già ampiamente discusso ieri in Commissione, ci troviamo di fronte alla possibilità di creare una nuova Azienda Ospedaliera, che è il Regina Margherita. La ragione nasce da lontano. Come dicevo al Consigliere Gallo, nelle Giunte precedenti era nata un'idea, che poi, a seguito dell'esperienza del COVID, nonché l'esperienza maturata dalla gestione di un'Azienda da 10.000 dipendenti che ha visto l'accorpamento di quattro ospedali, ha raggiunto una dimensione non solo di carattere economico, ma anche clinico-gestionale ben al di sopra, ben oltre quella misura ottimale per una corretta gestione. È una gestione che - ahimè - è molto difficile e la sua enormità. Non a caso, è la più grande Azienda d'Italia.
A noi sorge un dubbio: o siamo noi dei precursori e degli sperimentatori di modelli nuovi oppure, se gli altri non lo fanno, ci sarà una ragione. Lo dico, perché la gestione è estremamente complicata e anche i recenti fatti dimostrano come sia difficile gestire un'Azienda da 10 mila dipendenti con quattro ospedali, con un livello di complessità tale da rendere molto difficile il mantenimento del controllo.
D'altronde, come avevamo già spiegato in passato, quando sono stati fatti gli accorpamenti delle ASL, purtroppo, abbiamo visto che, a parità di prestazioni, nell'anno successivo all'accorpamento le spese sono aumentate di decine di milioni. Questo proprio perché nel piccolo (non voglio dire che sia più bello) certamente si mantiene meglio il controllo. Questo è un primo tema di carattere economico, finanziario e clinico gestionale.
C'è un secondo tema: la cura dei bambini richiede anche personale specializzato e tutta una serie di procedure e di attenzioni. I bambini non sono adulti piccoli, ma hanno bisogno di attenzioni diverse. Quindi, una specializzazione e un'autonomia sono sicuramente un elemento che potrà aiutare l'efficientamento del sistema e potrà anche permettere un'attenzione maggiore verso i bambini. Questo è un primo passaggio.
Come dicevo ieri, l'accorpamento l'ha fatto la Giunta di centrodestra e l'ha fatto per motivi di personale e di transizione di personale, ma certamente, alla luce di alcuni anni di sperimentazione di questo modello viene fuori che, probabilmente, sarebbe stato meglio non fare questo accorpamento. Oggi, se sarà votato favorevolmente, facciamo uscire l'Ospedale Regina Margherita dal plesso che comprende il CTO, il Sant'Anna e le Molinette, ma credo che questa autonomia in futuro potrà essere ulteriormente implementata, perché i vantaggi sono notevoli.
Dal punto di vista dei costi e della logistica, abbiamo realizzato un progetto molto articolato, redatto da un gruppo di lavoro che ha messo in evidenza un percorso di graduale distacco. Quindi, non ci saranno improvvisi incrementi di costo, fatto salvo lo stipendio del Direttore generale sanitario e amministrativo che noi nomineremo. Sono costi che progressivamente, nel tempo, saranno ammortizzati anche dagli efficientamenti. Ci sarà, in partenza, una serie di convenzioni per continuare a fruire dei servizi così come sono organizzati, sia per la parte impiantistica e per la parte economica sia per la parte del personale e, con gradualità, si arriverà ad un distacco completo.
È stata fatta un'analisi anche dal punto di vista clinico-gestionale abbiamo incaricato la stessa ditta che ha fatto gli studi clinico gestionali per tutta la Regione Piemonte. È stato redatto un progetto dettagliatissimo sotto ogni profilo sanitario, gestionale ed economico finanziario, che ci permette di partire con questa nuova Azienda.
Sicuramente, sarà un'operazione che darà dei vantaggi sia sotto l'aspetto clinico-gestionale sia sotto l'aspetto economico-finanziario. Tutti i dettagli del progetto li abbiamo inoltrati ai Consiglieri. È un anno che lavoriamo proprio per evitare qualsiasi intoppo sia nella gestione sia nell'organizzazione, ma credo che tutto quello che doveva essere fatto sia stato fatto. Vi invito quindi a votare favorevolmente il provvedimento.



PRESIDENTE

È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Arriviamo a questa discussione in Aula dopo una serie di approfondimenti in Commissione, anche con il Direttore generale della sanità, con il Direttore della Città della Salute e con l'Assessorato, che non hanno fugato alcun dubbio: anzi, ne hanno generati altri per quanto riguarda il Partito Democratico.
Rileviamo, purtroppo, la stessa situazione di quando avete deciso di costituire Azienda Zero. Non avevate ben chiaro il percorso e il ruolo che in quel caso avrebbe dovuto svolgere Azienda Zero, tra Assessorato e ASL come si sarebbero ridisegnate le responsabilità e i ruoli amministrativi con l'inserimento di una nuova Azienda e chi doveva fare cosa. A distanza di due anni, sarebbe utile approfondire in Commissione, ma posso dire che molte delle cose che avevamo detto in quel dibattito si stanno rivelando vere, perché è un'Azienda che sta creando più confusione che altro e sicuramente non ha generato efficienza.
Anche oggi, con questo nuovo disegno di riorganizzazione e rivisitazione del sistema sanitario regionale, fate un'operazione senza aver ben chiaro il disegno complessivo e come si colloca questa operazione di scorporo di una parte della Città della Salute e di creazione di una nuova Azienda Ospedaliera. Inoltre, non avete chiaro come si ridisegna il sistema complessivo dei servizi rivolti ai più piccoli, nell'intero territorio della Città Metropolitana, ma in generale nella Regione Piemonte. E men che meno avete consapevolezza dei costi che si porta dietro questa operazione.
Questo è emerso con chiarezza nel dibattito, nelle interlocuzioni e nelle audizioni delle settimane scorse. C'è un'ipotesi di costo basilare, legata allo scorporo dei costi, che oggi sono allocati sull'Ospedale Regina Margherita, che porta ad una perdita nel 2022 di 25 milioni, ma non c'è nessuna consapevolezza e non c'è nessuno studio prospettico nel tempo sui costi emergenti, quelli che si possono generare nel momento in cui si va a costituire una nuova Azienda totalmente autonoma.
Anche se estrapoliamo sulla carta, dal 1° gennaio facciamo un'operazione sostanzialmente amministrativa di scorporo dell'Azienda e, come diceva l'Assessore, tutto rimarrà più o meno uguale perché si lavorerà con convenzioni e rapporti di collaborazione con la Città della Salute, per cui cambieranno gli aspetti amministrativi ma non pratici della gestione, per non vi rendete conto che, nel momento in cui ci saranno due Aziende diverse, queste genereranno costi diversi e rapporti contrattuali diversi.
Per cui, inevitabilmente, si andranno a generare nuovi costi.
È talmente vero tutto quello che dico che, nella delibera che oggi portate all'approvazione del Consiglio, avete aggiunto due o tre righe finali, in cui - lo dico ai Consiglieri di maggioranza che andranno a votare questa deliberazione - date atto che il presente provvedimento non comporta oneri a carico del bilancio regionale - anche se il dibattito in Commissione ha evidenziato essere quantomeno opinabile, diciamo così - aggiungendo per che gli eventuali oneri per l'attivazione che verranno individuati successivamente, quindi già voi siete consapevoli che ci saranno dei costi emergenti, troveranno copertura nell'ambito delle risorse destinate al sistema sanitario regionale.
Stiamo parlando di un'operazione che genererà dei costi, che ci porterà a dover investire risorse sul Regina Margherita, ma oggi non sappiamo quante non sappiamo in che direzione andiamo, non sappiamo neanche qual è il progetto vero, complessivo sul quale stiamo per deliberare: sappiamo soltanto che "macinerà" dei costi.
Attenzione però: poiché siamo in un contesto in cui il finanziamento sanitario, come abbiamo discusso tante volte in questa sede, è in contrazione e non in aumento, per le scelte politiche del centrodestra a livello romano, quindi a livello nazionale, nonostante abbiamo deliberato insieme e votato una proposta di legge che, invece, invita il Parlamento a stanziare più risorse, quando si prevedono operazioni che generano costi ci si deve interrogare sul dove si prendono le risorse che dovremmo spostare sul Regina Margherita.
Dico questo entrando nel merito della deliberazione, perché noi avremmo voluto anche discutere nel merito per poter decidere insieme e, in quale modo, strutturare meglio i servizi per i nostri bambini più piccoli, per potenziare il Regina Margherita, per andare incontro a quel 9% di famiglie che oggi si devono rivolgere ad altri istituti pediatrici (penso, in particolar modo, a Genova e al Gaslini) e quindi devono andare fuori regione, con tutto ciò che comporta il fatto che una famiglia intera si deve trasferire in un momento difficile per curare il proprio bambino.
Ripeto: noi siamo interessati a capire come dare risposta in primis a quel 9% che non trova risposta oggi in Piemonte e che deve rivolgersi fuori non per una questione di mobilità passiva di costi tra Regione, ma per una qualità del servizio sanitario che offriamo alle famiglie e ai bambini.
E allora avremmo potuto anche essere d'accordo nel discutere insieme in che modo e in quali quantità investire più risorse, per potenziare questo polo e quindi raggiungere l'obiettivo di migliorare i servizi ai cittadini piemontesi; però, di tutta questa discussione non c'è stata traccia, perch non c'è certezza di nulla sull'operazione che state portando avanti. C'è la certezza o l'obiettivo di istituire un nuovo IRCCS, proprio al Regina Margherita, ma non è chiaro il percorso per arrivarci.
Sappiamo inoltre che, per completare questo percorso, si devono avere tre bilanci chiusi non in perdita; noi oggi partiamo con meno 25 milioni quindi in che modo andiamo in pareggio, in che modo andiamo a sanare, per esempio, questo che è uno dei prerequisiti? Non c'è neanche alcuna certezza o disegno preciso di chi dobbiamo assumere dove e di quali interventi dobbiamo fare.



(Audio mancante o incomprensibile)



GALLO Raffaele

Qualcuno mi ha spento il microfono; forse, l'Assessore Icardi.
Siamo in democrazia: mi deve ascoltare, Assessore.
Come dicevo, non si ha certezza di nulla, men che meno del percorso e, come ogni volta capita, Assessore Icardi, lei arriva sempre a ridosso di qualche chiusura o di qualche periodo di interruzione delle attività legislative portando deliberazioni urgentissime. È capitato ad agosto sull'individuazione della location di nuovi ospedali e abbiamo discusso dell'ASL TO4, ma anche del cambio di deliberazione sull'ospedale di Alessandria: l'abbiamo dovuto fare assolutamente in poche settimane, perch c'erano delle scadenze non derogabili; adesso, si arriva a discutere di questa operazione il 19 dicembre! Mi rendo conto, nel caso in cui si volesse veramente fare lo scorporo, che ci sia la scadenza del 31 dicembre, almeno per le partite contabili di partenza della nuova Azienda e quindi la necessità di far partire la nuova Azienda dal 1° gennaio, ma voi ci mettete sempre l'urgenza, senza chiarirci mai il quadro complessivo dentro il quale assumete queste decisioni.
Non lo fate, però, perché volete nasconderci il vostro quadro complessivo: lo fate perché non avete un quadro o un disegno complessivo per il sistema sanitario e ogni volta emerge plasticamente! Voi fate deliberazioni una tantum a seconda di cosa avete voglia di fare in quel momento, senza mai un quadro complessivo o su un'idea di un sistema sanitario; pre-COVID o post-COVID, non si è mai potuto discutere in quest'Aula, non solo del Piano socio-sanitario, ma di un quadro complessivo di dove andrà a finire il sistema sanitario piemontese. Sappiamo solo - e su questo concludo - che, se si fanno operazioni una tantum, senza nessun coordinamento, si rischia di creare molta confusione, costi e pochi servizi aggiuntivi per i nostri cittadini piemontesi, che è il rischio che stiamo correndo anche questa volta.
Spero di non aver ragione, ma lo scopriremo tra un anno e mezzo o due quando tireremo le somme di quello che è successo con lo scorporo del Regina Margherita. Sarebbe un grave danno generale, non solo per il sistema sanitario ma, a maggior ragione, anche per quelli a cui noi oggi ci rivolgiamo, cioè i piccoli, i bambini che hanno bisogno di una maggiore attenzione e di una maggiore tutela, rispetto alla quale siamo tutti d'accordo nel discutere, ma non in questo modo così confuso e senza alcuna chiarezza.
Per tutti questi motivi, noi non siamo in grado di partecipare al voto.
Votatevela voi questa proposta di deliberazione! Monitoreremo con attenzione i passi successivi, affinché non sia soltanto un annuncio, perché sembra soltanto un annuncio di carattere elettorale, ma sia qualcosa di concreto e che non generi costi esorbitanti per il sistema sanitario, bensì servizi per i nostri piccoli.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Le osservazioni le abbiamo già espresse in Commissione e le riportiamo in Aula principalmente per motivare il voto finale, che sarà anche per noi di presenza, quindi di non partecipazione al voto.
Le perplessità riguardano in primis i costi a cui accennava anche il Presidente Gallo, rispetto ai quali non abbiamo avuto certezza, rispetto ai quali non abbiamo avuto rassicurazioni in sede di Commissione e rispetto ai quali manteniamo delle perplessità, soprattutto per quello che riguarda il futuro. È chiaro che uno studio sulla carta poi si deve confrontare con l'evolversi pratica della situazione, quindi riteniamo che al momento non siano stati quantificati esattamente i costi necessari per portare a termine questa operazione e quelli che subentreranno durante la fase di attività di questa nuova Azienda ospedaliera.
Abbiamo evidenziato delle perplessità, che abbiamo manifestato anche durante le audizioni con la dottoressa Fagioli, rispetto al rapporto fra questa nuova realtà e la rete territoriale pediatrica. Il rischio è di desertificare il territorio, rispetto alle cure pediatriche, concentrandosi su questo centro di eccellenza, lasciando gran parte del territorio piemontese senza copertura, soprattutto per quanto riguarda la medicina d'emergenza.
In Commissione ho fatto l'esempio dell'ospedale Gaslini, più volte giustamente citato come esempio di eccellenza, rispetto al quale, per sappiamo esserci delle criticità (così almeno vengono percepite da chi vive il territorio). Nel momento in cui si deve raggiungere un pronto soccorso con un minore, con un bambino, e ci si avvicina al pronto soccorso dell'altro grande ospedale della città di Genova, il San Martino, si viene respinti, perché l'ospedale di riferimento è il Gaslini. Non si accettano bambini nel pronto soccorso del San Martino.
Il rischio è un po' questo: concentrarsi troppo sulla creazione di un unico polo nella città e poi, banalmente, il resto della città non è più in grado di far fronte a emergenze che riguardino la fascia pediatrica. Tra l'altro, è un problema fortemente sentito nelle aree considerate più marginali, come possono essere quelle della Città metropolitana o di altre province, dove si fatica ad avere assistenza pediatrica, soprattutto al di fuori degli orari in cui i pediatri sono disponibili.
È un tema che sicuramente andrebbe affrontato con una visione d'insieme che consenta di capire come si possa garantire un servizio efficace in modo capillare, senza per questo dover rinunciare all'eccellenza - riconosciuta anche attualmente - dell'ospedale Regina Margherita. Qui mi collego alle osservazioni pervenute dalla Scuola di Medicina, dal Dipartimento di Scienze chirurgiche, che evidenziano un altro problema.



(Commenti in aula)



FREDIANI Francesca

Forse non sono riuscita ad appassionare l'Assessore al mio intervento pazienza, magari poi... Posso aspettare, non volevo disturbarla.



PRESIDENTE

Prego.



FREDIANI Francesca

Sono sicura che l'Assessore avrà letto le osservazioni pervenute dal Dipartimento di Scienze chirurgiche e dagli universitari, quindi dagli studenti di medicina, che evidenziano un problema già emerso durante il confronto in Commissione: scindere l'ostetricia dalla ginecologia.
In questo documento, tra l'altro, c'è un'espressione molto bella che rappresenta bene il motivo per cui non si dovrebbero separare queste specialità: con il modello attuale, che è comunque un modello di eccellenza proposto al Sant'Anna, la madre, il feto e il neonato sono visti come un unico paziente. Credo che questa espressione renda proprio l'idea di come ci si debba approcciare a quella fase delicatissima della vita, una fase delicata sia per chi deve ancora nascere sia per chi ha generato la vita.
Questo è un approccio che rende l'idea del perché si dovrebbero mantenere unite tutte queste specialità e come si rischi di perdere quel valore aggiunto, che è il modello applicato attualmente al Sant'Anna, attraverso questo scorporo, questa divisione.
Durante l'audizione abbiamo posto domande anche rispetto al tema Transitional Care, un tema che, tra l'altro, si pone già, ossia la difficoltà di accompagnare i bambini che crescono ed entrano in età adulta: accompagnarli nel passaggio di uscita da un contesto di cura a cui sono abituati, un contesto in cui sono stati accolti e accompagnati nell'affrontare delle patologie, a un contesto di cure rivolte al mondo adulto. È un passaggio molto delicato, quindi abbiamo voluto avere delle rassicurazioni.
Chiaramente, le rassicurazioni sono arrivate sulla carta in fase di Commissione; bisognerà poi vedere, dal punto di vista strutturale, come verranno mantenuti questi buoni propositi e capire come questo servizio che era un servizio vero e proprio con uno spazio dedicato, verrà mantenuto e implementato, mantenendo quel legame tra le cure di fase pediatrica e le cure di fase adulta.
Sono tutti temi che adesso possiamo solo immaginare, perché non abbiamo visto nessun progetto specifico che ci possa rassicurare rispetto alla prosecuzione delle attività così come le conosciamo oggi, con le eccellenze riconosciute del Sant'Anna e del Regina Margherita; due realtà che, ad oggi, rappresentano sicuramente un riferimento per molte famiglie che devono ricevere cure specialistiche e anche di altissimo livello. Temiamo che questa riforma, questa ristrutturazione possa influire in modo negativo e che si risolva, alla fine, in un nuovo escamotage per cercare di riassegnare qualche poltrona - scusate se la dico in modo brutale - e riorganizzare un sistema di potere, che comunque nelle strutture sanitarie è purtroppo ben presente e molto spesso influisce sulle scelte che invece dovrebbero avere, come unico scopo, garantire servizi efficienti ai cittadini e, soprattutto, mantenere la sanità pubblica.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Valle, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Ci tenevo anch'io a intervenire sul punto, sviluppando due ordini di considerazioni.
La prima è relativa a un tema già sollevato con chiarezza dai miei colleghi, in particolare dal collega Gallo: i costi dell'operazione. La delibera indica che questa operazione si farà senza oneri aggiuntivi, ma non siamo riusciti a ottenere una quantificazione dei costi né nel corso dell'audizione né nel corso dell'esame in Commissione con l'Assessore perché tanto gli atti depositati, in particolare lo studio del collegio tecnico Alpe, Fagioli e Barbaro, sia gli interventi dell'Assessore, non hanno saputo quantificare in nessun modo quanto costerà lo scorporo dell'azienda Regina Margherita dall'Azienda Parco della Salute. Ieri buttandola un po' in burletta, abbiamo detto che costerà sicuramente un direttore generale nuovo, un direttore amministrativo, un direttore sanitario. In realtà, noi sappiamo che tutta una serie di servizi che oggi sono in comune verranno duplicati, duplicando le procedure e il personale addetto. Sappiamo che, nel momento in cui l'Azienda Città della Salute si sposterà nel nuovo Parco della Salute, sarà necessario intervenire anche dal punto di vista strutturale (adesso leggerò degli stralci delle relazioni che l'Assessorato ci ha consegnato quando è stata presentata la delibera) e il tutto avrà inevitabilmente dei costi. Sono davvero stupito del fatto che non ci sia neanche il tentativo di provare a quantificare quei costi, neanche spannometricamente.
Poco fa, prendevo in giro il collega Mosca che, nelle lunghe pause di questo Consiglio, mi vede armeggiare alla ricerca di una nuova automobile: confronto preventivi, verifico quanto costano, guardo i tassi d'interesse e la differenza tra l'acquisto piuttosto che il noleggio, piuttosto che il leasing. L'autorevole collega Balena mi spinge - perché lui era già avanti con Fratelli d'Italia - a spostarmi verso la Tesla, quindi a quel tipo di modello di auto, ma qui noi non abbiamo per nulla idea di quanto finirà per costare questa operazione.
Eppure, la relazione della professoressa Fagioli, in alcune parti, ci dice qualcosa del tipo: "A queste partite contabili, andranno aggiunte quelle che oggi non sono quantificabili e che dovranno essere oggetto di successivo approfondimento. La quota relativa ai farmaci, la quota relativa ai farmaci innovativi, la quota relativa ai finanziamenti e la quota relativa ai finanziamenti vincolati, ai finanziamenti finalizzati, alle funzioni specifiche non tariffate, alle attività di ricerca, di rettifica dei contributi FSR, ecc." Tutto questo non è quantificato n quantificabile.
Vado avanti nella lettura: "Questa rappresentazione non tiene in conto, a titolo esemplificativo e non esaustivo, di tutte le dinamiche di istituzione ex novo di servizi", cioè non sappiamo quello che costerà o potrà costare tutto quello che è nuovo. Francamente, che si possa andare così completamente alla cieca, fa specie.
Un'altra relazione che abbiamo avuto modo di richiamare ieri in Commissione, e che richiamo a beneficio di tutta l'Aula che finirà per votare questa delibera, è quella del Direttore dei Servizi Tecnici manutentivi che esplicita: "Dal 2012 è stato avviato un percorso non concluso di unificazione e razionalizzazione delle attività manutentive per sfruttare meglio le sinergie dell'aggregazione delle tre aziende." oggi si dice che, se dividiamo, avremo degli efficientamenti. Nel momento in cui affermiamo questo, diciamo anche che c'erano delle sinergie che si producevano aggregando: riusciamo a quantificare queste energie? Sappiamo di quanti euro stiamo parlando? Peraltro, riducendo il personale che svolgeva quei servizi che, in 10 anni, è passato - leggo nella relazione che ci ha consegnato l'Assessore Icardi - "da 150 persone a 82".
Ridividendo, quindi, dovremmo tornare ad avere 150 amministrativi che si occupano dei servizi tecnici manutentivi che, in maniera congiunta, oggi seguono: produzione, acquisizione, distribuzione e generazione emergenza di energia elettrica; distribuzione, acquisizione di acqua fredda distribuzione e acquisizione di acqua calda sanitaria; rilevazione gestione allarmi, videosorveglianza, illuminazione, illuminazione di emergenza, impianti di spegnimento incendio, stoccaggio, distribuzione medicinali, ecc. "Tutti i servizi" - leggo - "che non possono essere separati se non facendo ricorso a interventi di notevole impatto sull'edificio, su attività sanitarie, oltre che onerosi e di non facile gestione". Analoga situazione potrei trovare se leggessi tutti i servizi messi in comune dal Direttore Gestione Acquisti, Ferro - un'altra relazione che è stata consegnata dall'Assessore - su cui sorvolo perché il tempo è tiranno.
Quello che è certo, e mi collego alla richiesta di informativa che ha avanzato il collega Sacco poc'anzi, è che il Direttore Sottile, ancorch smentito ieri dall'Assessore Icardi, ci ha detto che il bilancio sezionale è a verbale - del Regina Margherita, "cuba un passivo tra i 20 e i 25 milioni" (l'ha detto il Direttore, non io che non sono in grado di leggere quel bilancio).
Tuttavia ieri l'Assessore Icardi lo ha smentito, ha detto che è un errore ha detto che sono molti meno: aspetto che si mettano d'accordo. Nel frattempo, leggo su autorevoli fonti informative e giornalistiche che il passivo di Città della Salute, in realtà, è molto più grande: se è molto più grande quel passivo, chi mi può garantire che sia soltanto di 25 milioni il passivo del Regina Margherita? Se invece di 100 o di 80, come si ipotizzava, parliamo di 400 milioni di passivo, evidentemente anche sul Regina Margherita insistono delle poste passive ancora tutte da quantificare.
Per valutare adeguatamente questo scorporo dal punto di vista finanziario e contabile delle risorse, sarebbe il caso di conoscere bene la vicenda che oggi interessa il Parco della Salute e che i Revisori dei Conti che abbiamo nominato in quest'Aula hanno sollevato interessando la Corte dei Conti.
Uso questi ultimi minuti per il secondo ordine di problemi che mi preoccupa rispetto a questo percorso, che è quello che riguarda i pazienti. L'ha detto bene l'Assessore Icardi ieri: nei prossimi giorni non cambierà niente, da gennaio non cambierà nulla, se non che tutto quello che oggi avviene, semplicemente, dovrà essere oggetto di regolamentazione da parte di più convenzioni. Senza spostare nulla, senza migliorare un servizio senza assumere una persona in più, avremo un sacco di scartoffie per regolare quello che adesso avveniva già, senza bisogno di ulteriori regolamentazioni.
Ci ritroveremo in una situazione surreale per cui, in una stanza ipotizziamo del Sant'Anna - è ricoverata una paziente donna in carico al Sant'Anna, seguita da alcuni dottori e infermieri che fanno riferimento al Sant'Anna ma, nella stessa stanza, è ricoverato anche un bambino che è in carico al Regina Margherita, seguito da un infermiere e da un pediatra che fa capo al Regina Margherita. Se in questo traffico dovessero incepparsi e sbattere la testa uno contro l'altro, non so a chi imputare la responsabilità della mala organizzazione del servizio.
Lo dico scherzando, ma questo è un problema vero che oggi richiede un interessamento per regolare il traffico dal punto di vista formale e burocratico amministrativo, ma un domani, quando sposteremo Città della Salute nel nuovo Parco della Salute, richiederà anche un'organizzazione di carattere logistico perché alcuni servizi si sposteranno di là e altri resteranno di qua. Quali? Non è dato saperlo.
Devo dire che tanto durante l'audizione quanto ieri durante la Commissione non c'è stata chiarezza: si aprirà un nuovo punto nascita a Torino? Il punto nascita sarà soltanto nel futuribile Parco della Salute e quindi, in caso di emergenza, si sposteranno i bambini dall'altra parte, come peraltro avviene già in altre situazioni? Penso all'ospedale di riferimento del mio quartiere (Martini), dove non è presente una terapia intensiva neonatale e in caso di emergenza, ci si sposta da un'altra parte. Moltiplicheremo i punti nascite in un momento in cui le curve e anche lo stesso studio che ci ha presentato l'Assessorato dimostra che avremo sempre meno nascite nella nostra Regione? Ridurremo, quindi, i volumi di tutti questi servizi? O ne sacrificheremo altri, chiudendone di ulteriori sul territorio? Non c'è un disegno, da questo punto di vista.
Qual è il vero problema? Che istituiamo una nuova Azienda, ma non sappiamo come verrà collocata né nel Piano socio-sanitario della nostra Regione, né nella delibera di riordino della rete ospedaliera della nostra Regione.
Quale sarà il destino del presidio sanitario, una volta svuotato, visto che tutti gli impianti di riscaldamento, di acqua e di energia elettrica sono in comune? Si allargherà il Regina Margherita per occupare quello spazio in un nosocomio che ha tutti i limiti di una struttura vecchia? Non lo sappiamo.
C'è il rischio che tutta questa riorganizzazione - e chiudo su questo perché è stato oggetto della relazione dei primari del Sant'Anna che ci è stata consegnata in ritardo ieri in Commissione - sacrifichi la centralità della cura della salute della donna, la quale, a sua volta, è centrale per la cura, la salute e il benessere del nascituro e del bambino. Tutti i dati epidemiologici dimostrano che dal benessere della donna dipende inequivocabilmente la salute del nascituro e del bambino nei primi anni di vita. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Rispetto a questa proposta di delibera sicuramente condivido le osservazioni e le valutazioni che i colleghi dell'opposizione hanno già fatto nei loro interventi.
Riprenderò solo alcune questioni, partendo da una considerazione: considero questo disegno di autonomia dell'ospedale Regina Margherita e di costituzione dell'Azienda Ospedaliera Regina Margherita un progetto fragile.
Di nuovo siamo senza Assessore?



PRESIDENTE

La Giunta è comunque presente.



ACCOSSATO Silvana

Stiamo parlando di salute e di sanità: gradirei che ci fosse l'Assessore alla sanità, con tutto il rispetto per l'Assessore Protopapa con lui, semmai, potrei dialogare di agricoltura, viste le competenze reciproche.
Aspettiamo qualche minuto. Se c'è un'intervista in corso giustamente...



PRESIDENTE

Il Regolamento prevede che si possa continuare, ma poiché siamo in fase di trattazione.



ACCOSSATO Silvana

Capisco il Regolamento, ma lei ha anche detto che fa fatica a volte ad interpretarlo.



PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta per qualche minuto.



ACCOSSATO Silvana

La ringrazio per l'attenzione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.20, riprende alle ore 16.22)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Assessore, le nostre "manfrine" fanno parte del confronto democratico e della possibilità, almeno qui in Aula, di intervenire, ma io non voglio dare un'accezione troppo negativa al suo sfogo; ne prendo solo atto. Credo che, nel rispetto reciproco, ci ascoltiamo con analoga pazienza e quindi riprendo il mio intervento (ero sostanzialmente all'inizio).
Stavo dicendo che la valutazione è quella di avere di fronte un progetto fragile. Ovviamente è una valutazione che si basa su una tempistica di approfondimento molto breve, perché sarà pur vero che l'Assessorato e l'Assessore da marzo si occupano di questo progetto, ma il tema è che i decisori, cioè il Consiglio regionale, dovrebbero essere messi nelle condizioni di approfondire, di capire e di esprimere la propria valutazione in modo compiuto.
Per quanto riguarda che cosa ha portato a questa scelta, al di là dei numeri e degli elementi puntuali che non abbiamo incontrato, è difficile dimenticare la propaganda elettorale di questa maggioranza nel 2019, quando vagheggiava di bambini che sarebbero stati messi insieme agli adulti e quindi ipotizzava o metteva in campo un'attenzione particolare per i bambini. Ai bambini, ai ragazzi e alle ragazze anche noi prestiamo attenzione. Siamo particolarmente attenti al lavoro del Regina Margherita che consideriamo un'eccellenza del nostro territorio. Anche se personalmente non l'ho sperimentato, so quanto sia un punto di riferimento per le famiglie piemontesi.
Però il giudizio sulla fragilità del progetto di costituzione di Azienda autonoma rimane, perché, nel poco tempo a disposizione, abbiamo potuto vedere i numeri che ci sono stati forniti. Questi numeri parlano già oggi ad esempio, di una situazione di occupazione di posti letto molto al di sotto dei posti letto presenti (66%) - pertanto non si capisce come nel progetto si richiedano nuovi posti letto - o di occupazione di sale operatorie al 67%. Anche su questo tema, nel progetto si parla di implementare le strutture chirurgiche. I numeri parlano anche di ricoveri (13000 all'anno) che sono ben lontani da quelli dei principali ospedali pediatrici italiani, con i quali si fa un confronto, così come l'attrattività da fuori regione, che si attesta ad un 6%.
Nel progetto e nei dati che ci sono stati forniti non si fa menzione di come questa situazione possa essere invertita. Inoltre, alle domande poste nel corso dell'audizione non abbiamo avuto risposte, se non, anche da parte dei tecnici, valutazioni che definirei più politiche sul fatto di doverci fidare che questa sarebbe la scelta giusta. Quindi, non viene detto come in realtà, la scelta dell'autonomia sarebbe anche tale da portare con sé un rafforzamento di questo presidio e un miglioramento delle condizioni gestionali e di servizio medico e sanitario.
La fragilità del progetto, da parte nostra, è però evidenziata, oltre che dai numeri - io ne ho citati alcuni, ma il documento è molto corposo e c'è stata solo la fatica di leggerlo in poco tempo - anche dalla scelta fatta perché, per garantire questo passaggio all'autonomia, è essenziale la scelta di trasferire una delle Neonatologie dal Sant'Anna al Regina Margherita. È una scelta che non è contestata soltanto qui dalla politica o rispetto alla quale potevamo avere dei dubbi, ma è contestata in modo puntuale e preciso dalla Medicina, dall'Università e dagli scienziati che la definiscono anacronistica, in quanto ritengono che questa scelta riporti indietro almeno di quarant'anni la medicina piemontese e tutto l'intervento materno-infantile sulla neonatologia. Questo, per noi, è già motivo profondo di contrarietà e di non convinzione rispetto al progetto.
Accanto a questo si aggiungono alcuni aspetti che sono emersi nel confronto. Uno, per esempio, riguarda la domanda: ma allora si potrà ipotizzare un Punto nascite anche al Regina Margherita? Questa opzione non solo non è stata esclusa, ma è stata sostanzialmente ipotizzata dalla Dirigente del Regina Margherita.
In più, andando in conclusione del mio intervento, il tema che, dal nostro punto di vista è quello più importante, il convitato di pietra di questa discussione, è la necessità nei prossimi anni, per tenere in piedi una nuova Azienda autonoma, di accorpare il Sant'Anna al Regina Margherita. È una soluzione che era uscita dalla porta un paio di anni fa, a fronte di una forte battaglia delle donne torinesi e piemontesi, ma che oggi potrebbe rientrare dalla finestra. Dico che potrebbe, anche perché ieri in Commissione l'Assessore Icardi, nel corso della sua replica, ha ipotizzato anche questa soluzione.
Per cui, nel merito e nei contenuti, la contrarietà e la non convinzione è forte, perché questa soluzione andrebbe, di fatto, a isolare e a relegare nuovamente la salute delle donne a salute soltanto materna, senza considerare tutte le altre complessità e implicazioni che necessitano invece, la presenza all'interno di un grande ospedale com'è oggi la Città della Salute e domani il Parco della Salute.
A questo, ovviamente, si aggiungono le questioni finanziarie che bene i colleghi hanno indicato, questa indeterminatezza economico-finanziaria. Io l'ho detto in Commissione e lo dico anche in Aula: non mi è mai stato possibile presentare una proposta di legge per la quale ero in grado di dimostrare contabilmente l'invarianza finanziaria. Si deve dimostrare che o c'è invarianza oppure ci sono delle spese nuove e vanno indicate. Invece noi ci troviamo di fronte ad una delibera che dice appunto. I numeri che abbiamo sentito sembrerebbero già fin d'ora negare questa situazione (i numeri che il responsabile della Città della Salute ci ha portato), ma ripeto - che ci viene chiesto di votare una deliberazione che parla di un'invarianza finanziaria o, eventualmente, di nuovi costi che saranno affrontati dal Servizio sanitario regionale.
Ebbene, penso di sicuro che i capitoli del Servizio sanitario regionale essendo cospicui, sono in grado di sostenere eventuali nuovi costi, però ci piacerebbe anche sapere a cosa si deve rinunciare, cosa verrà penalizzato per far fronte a questi nuovi costi. Quindi, davvero, in una logica soltanto forse di garanzia di qualche centro di potere e di qualche promessa probabilmente non ben ponderata in passato, oggi corriamo il rischio di mettere in difficoltà il sistema sanitario piemontese e di non fornire un servizio migliore alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze del Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo provvedimento scusandomi anch'io con l'Assessore alla sanità Icardi se porto avanti quella che lui ha definito "manfrina". La democrazia probabilmente è una manfrina, perché stiamo votando in Aula non un disegno di legge, ma una proposta di deliberazione del Consiglio regionale, quindi è un provvedimento che porta il nome del Consiglio regionale e nemmeno della Giunta. E qualcuno considera il dibattito democratico all'interno di un'Aula legislativa come "manfrina". Questi sono i tempi in cui viviamo.
Volessi usare io questo termine, ma non lo uso, lo userei per il metodo consolidato da parte di questa maggioranza di questa Giunta regionale, che è quello di far arrivare a fari spenti provvedimenti molto importanti, a ridosso di scadenze fisiologiche dell'anno: la pausa estiva, la pausa per le festività natalizie; e poi comprimere i tempi di discussione in Commissione in Aula, da una parte, con strumenti dati dal Regolamento quindi la dichiarazione di urgenza, in alcuni casi, il contingentamento o il richiamo in Aula e, dall'altra parte, comprimerli contro delle pause fisiologiche dei lavori dell'Aula.
Dovessi dare l'appellativo di manfrina a qualcosa lo darei a questo ma ripeto - non voglio essere offensivo come, invece, l'Assessore regionale.
Ci siamo trovati alla fine dell'anno a discutere un provvedimento che avrebbe richiesto qualche riflessione in più e tempi un po' più lunghi di discussione e di approfondimento in Commissione e, poi, anche in Aula.
Penso non solo di comunicare le mie opinioni, ma anche di interpretare l'opinione dei Consiglieri di opposizione che sono intervenuti finora: non c'è un'opposizione a prescindere su un provvedimento del genere; ho sentito interventi che peraltro condivido che hanno espresso delle perplessità che esprimerebbe qualsiasi persona di buonsenso, non dico amministratore di buonsenso, ma una persona di buonsenso.
Innanzitutto, continua a mancare un disegno complessivo, perché abbiamo più volte lamentato di provvedimenti portati in questa legislatura un po' a spot, alcuni d'importanza relativa, altri molto importanti come la costituzione dell'Azienda Zero, come la separazione del Regina Margherita dalla Città della Salute di Torino, senza definire un nuovo Piano socio sanitario. Questo è problematico perché - l'ha detto l'Assessore - se la Città della Salute di Torino è l'azienda ospedaliera più importante d'Italia, certamente lo è del Piemonte. Immaginiamo, sappiamo bene il peso che ha un'azienda ospedaliera del genere sulla sanità piemontese in termini di costi, in termini di personale, in termini anche di riferimento delle persone, perché per fortuna abbiamo ospedali in tutto il Piemonte, però è chiaro che la Città della Salute è un riferimento anche a livello regionale, sia per la grandezza della struttura sia per alcune eccellenze che all'interno della Città della Salute sono contenute. Invece, continua a mancare un Piano sanitario regionale.
Chi parla lo chiede almeno da quando la Regione è uscita dal Piano di rientro e siamo - mi sembra - al 2016/2017. Non si fece in quello scorcio di legislatura, perché non si avviò quel processo; poteva anche essere una scusa valida dire "Siamo alla fine della legislatura, se ne occupi chi andrà a governare nuovamente la Regione", però adesso sono passati quasi cinque anni e questo Piano socio-sanitario non c'è; nel frattempo per abbiamo cambiato tutto, non in bene, ma è cambiato tutto.
Altra questione importante riguarda i costi. Signori, parlavo del buon amministratore, ma un buon amministratore, sia un Consigliere comunale, un Consigliere regionale o un parlamentare, può andare a votare un provvedimento senza sapere quanto costa? Prendiamo qualsiasi libro che parli di amministrazione del bene pubblico: ci sono delle decisioni da prendere e poi si deve scrivere quanto costa, si deve quantificare una spesa, che poi magari si rivela sottostimata o sovrastimata, ma si deve dire quanto costa, altrimenti è molto difficile votare una cosa del genere anche a prescindere dall'opinione che si ha sul provvedimento! Arrivo a dire si potrebbe anche essere d'accordo al 100% su questo provvedimento, ma la parte finanziaria fa tirare un attimo indietro la mano quando si deve votare, perché sappiamo bene che, da questo punto di vista come amministratori ci prendiamo anche delle responsabilità: non solo chi scrive provvedimenti o la parte esecutiva, anche chi poi certi provvedimenti li va a votare. E quali sono i costi generati dalla nuova Azienda per i servizi che non sono più gestiti in comune e per tutta un'altra serie di operazioni che prima erano in economia di una grande azienda ospedaliera e adesso non lo sono più? Non si può ridurre la questione così come è stato fatto dall'Assessore Icardi al costo delle poltrone, perché non è solo quello. Certamente, c'è il costo delle poltrone! Se dobbiamo trovare un elemento in cui questa maggioranza e questa Giunta regionale sono stati particolarmente efficienti in questa legislatura è la moltiplicazione delle poltrone a tutti i livelli. In questo c'è stata un'efficienza assoluta! Moltiplicazione delle poltrone quando c'era da fare mille strutture con l'emergenza COVID moltiplicazione delle poltrone con l'Azienda Zero, moltiplicazione delle poltrone con sottosegretari, supplenti, eccetera.
Se l'obiettivo era moltiplicare le poltrone è un obiettivo raggiunto da questa Amministrazione regionale. Sappiamo bene, però, che nel caso della costituenda nuova azienda Regina Margherita la questione non sarà - e si dimostrerà - soltanto il costo delle poltrone. Questo si collega anche al percorso che si vuole individuare dell'ospedale Regina Margherita come IRCCS.
Dagli interventi precedenti è stata richiamata l'importanza di avere i bilanci in ordine per proseguire in quel progetto. Sappiamo che è stata non dico certificata, ma dichiarata una perdita, per quest'anno, di circa 25 milioni di euro. C'è poi la parte del paziente, che dovrebbe essere la prima, la più importante: ai pazienti cosa succede? Come verrà operata la separazione dei servizi tra Parco della Salute, quindi con l'ospedale Sant'Anna dentro e il Regina Margherita? È giusta la preoccupazione espressa dalla possibile separazione della questione mamma-bambino, dei servizi per la madre e dei servizi per gli infanti. Certamente è qualcosa di importante.
Per tutte le ragioni che abbiamo elencato, anche da parte nostra sarà molto difficile esprimere parere positivo alla proposta di deliberazione per cui non parteciperemo al voto e ci riserviamo di fare le opportune verifiche durante il prossimo anno per vedere lo stato d'avanzamento dell'operazione e, soprattutto, i suoi costi.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
I miei colleghi hanno ampiamente esposto tutte le perplessità, che condividiamo anche noi, rispetto alla proposta di deliberazione sottoposta oggi al Consiglio regionale. C'è un aspetto, oltre a tutte le questioni organizzative e di separazione delle specialità, che è uno dei più gravi anche alla luce degli ultimi elementi emersi: non abbiamo esattamente idea di quanto ci andrà a costare questa nuova disposizione organizzativa.
Abbiamo un prospetto in cui si evidenziano degli incrementi, ma non abbiamo la certezza. Qualcuno dice il pareggio, qualcuno parla di invarianza, altri di un aumento dei costi. Stiamo guidando il futuro della sanità, per quanto riguarda i conti, non senza navigatore, ma completamente bendati.
Prima ho chiesto un'informativa all'Assessore rispetto all'esposto depositato sui conti della Città della Salute. Se dovesse essere vero quello, andiamo a sommare anche l'ulteriore costo di questo scorporo? E poi, siamo sicuri che lo spacchettamento continuo di queste Aziende potrà dare un effettivo vantaggio competitivo? A me sembra che si stia cercando di fare qualcos'altro, soprattutto con lo scorporo del Regina Margherita dal Parco della Salute, con tutta una serie di rimostranze portate avanti negli anni, per togliere sempre più pezzi a un progetto che doveva essere il progetto del Piemonte, uno degli ospedali più importanti anzi, il più importante della nostra Regione. Una struttura imponente; una struttura capace di collaborare al suo interno; una struttura capace di fare delle economie di scala condividendo le esperienze; una struttura in grado di attirare persone, non solo della propria regione, ma anche da fuori e, soprattutto, professionisti.
Ho paura che, alla fine, il disegno (perché non penso che siano delle manovre a caso) sia di diminuire sempre di più l'importanza di queste nuove strutture sanitarie pubbliche che dovrebbero nascere sul nostro territorio.
È un problema non di poco conto, perché se non mettiamo nelle condizioni le nostre strutture di essere forti e attrattive con bilanci solidi, le condanniamo all'oblio. In questo modo, apriremo sempre di più le porte ai privati, non perché non c'è possibilità di fare diversamente, ma perché si è deciso scientemente di assumere decisioni che hanno messo in ginocchio la sanità pubblica.
In quest'Aula ne abbiamo viste diverse di queste decisioni prese in questi ultimi quattro anni e mezzo; per cui non possiamo avallare una richiesta se non abbiamo la sicurezza della sostenibilità economica sul lungo periodo di questa modifica. È chiaro ed evidente che ci saranno anche nuovi posti e nuove poltrone da distribuire nei vertici, ma mi chiedo se tutto questo ce lo possiamo permettere.
Abbiamo vissuto, per carità, un momento di forte contrazione in passato, ma non mi sembra essere arrivato il momento dell'espansione da questo punto di vista: non stiamo migliorando un servizio che giustifica nuove strutture. Cerchiamo di risolvere i problemi che abbiamo attualmente all'interno della sanità, non cerchiamo di crearne di nuovi, nuovi centri di comando, nuovi centri di controllo, perché poi diventa un caos totale e non saremo più in grado di avere la visione complessiva della gestione della nostra sanità. Diceva bene qualche mio collega prima di me: in questa legislatura si sono sicuramente aumentate le poltrone, ma non si è migliorato il servizio.
Non sto a ripetere quanto detto dai miei colleghi, ma non possiamo darvi il nostro assenso per un salto nel buio; un salto nel buio in un momento di profonda incertezza; un salto nel buio in un momento in cui i conti della sanità, ma soprattutto di quell'Azienda, tremano.
Ogni anno dobbiamo coprire un disavanzo importante: se dovesse essere confermata l'indiscrezione emersa su alcuni giornali, avremo altri 200 milioni di debito da coprire. Ma dove li troviamo tutti questi soldi? Come garantiamo il servizio? Non possiamo sempre calciare la palla in avanti e poi vedere più in là come risolvere il problema. Assessore, forse è il momento di fermarsi, è il momento di pianificare qual è la direzione, non fare mille interventini spot senza capire qual è la meta e, soprattutto garantire una sostenibilità economica alle nuove strutture che noi andiamo a creare.
Non c'è solo questo, ma c'è anche l'intenzione - per adesso è solo un'intenzione, è da cinque anni che rimane tale - di creare otto nuovi ospedali nella nostra regione, ma con quali fondi li paghiamo? Siamo sicuri che abbiamo fatto una previsione corretta? Abbiamo la visione complessiva dei costi che andremo a sostenere nei prossimi anni? A me non sembra; mi sembra che ogni volta che si fa una previsione sia sbagliata al ribasso.
Non possiamo permetterci una previsione che, quasi certamente, è al rialzo probabilmente non saranno sufficienti quei fondi per coprire questa differenza.
Per questo motivo anche noi, come Gruppo, votiamo contrariamente. È il momento di fare delle scelte chiare e di tutelare l'esistente, perché non possiamo metterlo continuamente in gioco e, soprattutto, forse è il caso di metterci tutti quanti attorno ad un tavolo che sia complessivo. Chiunque governi (destra, sinistra o centro che sia): qual è la direzione che vogliamo dare alla sanità? Qual è la direzione che vogliamo dare alla sanità piemontese? È una direzione pubblica? È una direzione privata? Auspico pubblica, ma con che fondi? Siamo in grado di sostenerla? In che modo rendiamo attrattive le nostre strutture? In che modo evitiamo l'eccessiva frammentazione? In che modo manteniamo il controllo di quello che avviene sul territorio dal punto di vista sanitario? Mi sembra che i buoi siano scappati dalla stalla da diverso tempo, ma nessuno si è ancora reso conto che bisogna chiudere il cancello.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Consigliere Sacco, visto che parlava di buoi, le ricordo che l'Assessore Protopapa, competente per materia, è uscito dall'Aula. Non perché voglia dare del bue all'Assessore, ma perché lei chiedeva la presenza dell'Assessore competente.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Volevo brevemente portare il mio contributo a questa discussione. Stiamo parlando di una proposta di deliberazione della Giunta regionale che prevede il distacco dalla Città della Salute e della Scienza di Torino dell'ospedale infantile Regina Margherita.
Sul tema, in Commissione, si è detto tanto da parte dei colleghi intervenuti; tutti interventi chiaramente rispettabili sia nelle opinioni sia nelle valutazioni, tuttavia volevo portare alcune considerazioni importanti in Aula di Consiglio.
È chiaro che il ragionamento che porta la Giunta ad avanzare questa proposta al Consiglio è di miglioramento e di accrescimento di un polo di eccellenza per gli aspetti di cure avanzate dei bambini in vari ambiti. Un polo che oggi si trova a competere in uno scenario italiano e europeo dove analoghi ospedali infantili sono delle aziende autonome, spesso all'interno di fondazioni per la ricerca; spesso sono anche degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.
Questo inizio di percorso di configurazione dell'ospedale in Azienda autonoma, su cui si è discusso e ragionato in Commissione, è anche l'inizio di un percorso verso l'istituzionalizzazione di un IRCCS pediatrico piemontese pubblico. Un percorso importante perché porterebbe maggiore attrattività nei confronti degli spostamenti dei pazienti pediatrici in altre regioni, permetterebbe una maggiore autonomia gestionale nelle decisioni strategiche, permetterebbe una maggiore dinamicità in quanto il tema di quell'ospedale è un tema esclusivamente a target pediatrico.
Come studi provengo in una regione dove questo ospedale c'è già (l'ospedale pediatrico Meyer di Firenze); un ospedale famoso a livello europeo, un ospedale autonomo, un ospedale che è un grande polo di attrazione. Abbiamo diverse eccellenze in Piemonte, ma quello che sicuramente manca sono gli IRCCS e in Piemonte è sempre stato difficile parlare di queste scelte.
Naturalmente, auspichiamo anche un piano generale per gli IRCCS e per la ricerca in sanità. Un tema che ha trovato tutti d'accordo, ma il tema in discussione oggi è quello di fare un primo step per creare un polo maggiormente attrattivo, maggiormente indipendente su un tema estremamente importante, ma che - attenzione - non sarà un silos o un'isola autonoma e indipendente dal resto della sanità regionale, soprattutto della sanità che riguarda i bambini, bensì un hub di riferimento per tutti gli altri ospedali, sia per l'attività pediatrica negli ospedali generali sia per l'esistente ospedale pediatrico di Alessandria.
È chiaro che questo è un sistema virtuoso e una scelta sicuramente di politica sanitaria e di organizzazione che, comunque, era stata già anticipata nel 2019; non è un progetto piovuto a ciel sereno, ma era già previsto da questa Giunta e dal centrodestra piemontese al governo della Regione. Un'idea che permetterebbe di fare uno scatto in avanti, porsi in modo molto competitivo sull'attrattività e sull'intercettazione di fondi di ricerca, polarizzando sempre più localmente sull'ospedale a servizio di tutto il Piemonte, ma anche nei rapporti con tutte le attività pediatriche piemontesi.
È stata fatta da poco dall'Assessore Icardi una rete pediatrica importantissima per il Piemonte che funziona. Professionalmente, ho sempre avuto rapporti con pediatri di vari ospedali, anche per seguire situazioni particolari, e posso garantire che è una rete che funziona e che, se funzionalizzata, lo farà maggiormente, con un hub indipendente, che ha una missione, una visione nel tempo, negli anni. Dunque, non potrà che essere una cosa estremamente positiva e innovativa. Ecco perché, rappresentando naturalmente il parere del mio Gruppo consiliare, annuncio che siamo particolarmente a favore di questo progetto.
Naturalmente, tutti gli aspetti organizzativi che sono stati citati esistono, ma verranno affrontati. Qualsiasi scelta ha ovviamente dei pro e dei contro, e sono stati ampiamente analizzati anche in sede di Commissione, con un'audizione specifica. Il percorso della Commissione insieme a ciò che è emerso dai dati e dalle analisi, fa pensare che questa scelta vada compiuta.
Ringrazio il Presidente e i colleghi per l'attenzione. Noi riteniamo che questo sia un momento importante per il futuro; siamo convinti che possa portare la sanità piemontese a essere sempre più competitiva, ma soprattutto a dare più servizi ai cittadini. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Intervengo per alcune brevissime considerazioni, perché i colleghi dell'opposizione hanno già ben delineato la posizione nel merito di questa delibera.
Vorrei ricordare a me stesso e ai colleghi dell'Aula che l'individuazione di questa grande Azienda Ospedaliera denominata Città della Salute e della Scienza di Torino, che tiene assieme tutta una serie di vecchie Aziende e di presìdi ospedalieri importantissimi della città di Torino, tra cui, ovviamente, le Molinette, il Regina, Margherita, il Sant'Anna, eccetera, venne deliberata nel 2012 nell'ambito dell'approvazione del Piano socio-sanitario regionale 2012-2015.
Perché faccio questa premessa? Intanto per ricordare ai colleghi che si tratta di un provvedimento adottato 11 anni fa dalla Regione guidata dall'allora Presidente Cota, e che vedeva come Assessore alla sanità il dottor Monferino (certamente lo ricorderete), il quale, presa questa decisione, non molto tempo dopo si dimise e dichiarò pubblicamente che la sanità piemontese era in stato fallimentare (immagino ricordiate questo termine). Venne sostituito dall'allora Assessore Cavallera e, guarda caso poco tempo dopo la sanità piemontese venne commissariata, ancora durante la Giunta Cota. Perché ho ricordato questo passaggio? Perché quella decisione che sia piaciuta o meno, venne presa nell'ambito di un Piano socio sanitario triennale; dunque, era una decisione che veniva assunta in un contesto generale di programmazione e con una precisa visione sia dal punto di vista sanitario, sia dal punto di vista economico-finanziario della gestione del fondo sanitario della Regione.
A distanza di 12 anni si può mettere in discussione questa scelta, ci mancherebbe! Però mi sarei atteso una delibera in questo Consiglio che dicesse cose ben precise, e cioè che a distanza di 12 anni questa scelta si è rivelata sbagliata per i seguenti motivi., e non per generiche valutazioni. Perché questa delibera contiene delle generiche valutazioni: si dice che 10.000 dipendenti sono troppi e che sul piano amministrativo è un gigante difficile da gestire; sul piano economico non si capisce bene se questo comporterà delle razionalizzazioni, dei risparmi o se rappresenterà un'ulteriore fonte di spesa. Insomma, questa delibera avrebbe avuto un senso e poteva anche essere condivisa se fosse nata nel contesto di un nuovo Piano socio-sanitario regionale; dopodiché ci veniva detto perch veniva fatta e quindi ci venivano illustrate le cose che non hanno funzionato in questi 12 anni, sia dal punto di vista gestionale, sia dal punto di vista sanitario, sia dal punto di vista economico.
Inoltre, si sarebbe dovuto spiegare un'altra cosa (scusate, parlo da profano): perché si rende autonomo il Regina Margherita e non il Sant'Anna? Perché si è proprio scelto quello? È una domanda che per il momento non ha ricevuto precise risposte in quest'aula. Mi sembra una scelta fatta con una certa leggerezza, che avrà delle motivazioni anche di natura politica.
Ricordo che la maggioranza che ha vinto le elezioni parlava già di questi aspetti durante la campagna elettorale, quindi la scelta è pure legittima sotto questo profilo: siete voi che governate, dunque voi fate questa scelta. Ma da un punto di vista di merito, sulla bontà o meno di questa scelta, sul suo raziocinio, sul suo buonsenso (uso una parola che spesso sento dai banchi della maggioranza) mi pare che ci siano veramente pochi requisiti posti a fondamento della scelta adottata.
Alla luce di ciò, non possiamo vedere positivamente questo nuovo indirizzo. E non perché non abbiamo a cuore il Regina Margherita, o non abbiamo a cuore la pediatria o non abbiamo a cuore i bambini: ci mancherebbe altro! Ma perché abbiamo a cuore una sanità che possa migliorare il proprio servizio, in questo caso anche nei confronti di questi utenti particolarmente fragili. Questo deve però essere fatto in un contesto un po' diverso, perché nel momento in cui dobbiamo votare, non sappiamo se questa scelta porterà effettivamente questi miglioramenti, sia di natura gestionale che di natura economica. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Biletta; ne ha facoltà.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Le grandi sfide assistenziali che condizionano le scelte di programmazione regionale, prima tra tutte quelle riguardanti i problemi di assistenza socio-sanitaria, sono molteplici. Da un lato, risulta necessario valorizzare gli elementi di eccellenza del servizio sanitario e orientare le risorse in settori strategici, quali la prevenzione, le nuove tecnologie, i sistemi informatici e informativi, la sicurezza delle cure la ricerca e le innovazioni mediche. Dall'altro, è fondamentale affrontare le criticità del sistema, con particolare attenzione al recupero di efficienza e di appropriatezza e al miglioramento della qualità percepita da parte dei cittadini. Ed è proprio in questo senso che va ricondotta la delibera oggi in discussione.
Com'è noto, con l'approvazione del Piano socio-sanitario regionale è stata individuata la nuova Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, alla quale sono state assegnati diversi presìdi ospedalieri di Torino, tra cui l'Ospedale Infantile Regina Margherita.
La questione non riguarda tanto il fatto che la Città della Salute e della Scienza rappresenti per dimensioni il polo sanitario più grande a livello nazionale ed europeo, fattispecie che nel tempo ha comunque evidenziato criticità organizzative, quanto il fatto che i bisogni dell'area pediatrica necessitano oggi di una propria autonomia organizzativa e gestionale.
Emerge oggi l'esigenza di saper riconoscere e soddisfare i bisogni assistenziali dei bambini e adolescenti, a volte peculiari e nuovi, che richiedono competenze e strumenti specifici, anche organizzativi attraverso una trasformazione nell'erogazione delle cure territoriali ospedaliere, un rafforzamento dell'integrazione tra territorio e ospedale un miglioramento dell'appropriatezza della qualità delle cure pediatriche per renderle più adeguate all'evoluzione dei bisogni di salute della popolazione pediatrica del nostro Paese.
In altri termini, anche secondo le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, si è compreso che l'assistenza al bambino deve essere mantenuta distinta da quella dell'adulto, prevedendo anche spazi e ambienti separati negli ospedali e personale medico ed infermieristico dotato di competenze specifiche.
Giova ricordare che questa impostazione è stata definita all'interno dell'Accordo del 2017 tra il Governo e le Regioni recante "Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali in area pediatrico-adolescenziale".
Per queste ragioni, Forza Italia sostiene convintamente la proposta della Giunta regionale di riassegnare al presidio ospedaliero infantile Regina Margherita le prestazioni nei confronti dell'utenza pediatrica scorporandola dalla Città della Salute e della Scienza.
Come detto in premessa, le sfide che dobbiamo affrontare in ambito socio sanitario sono molte, diversificate e in continuo mutamento. Per questo creare una struttura ad hoc, che consentirà di sicuro una maggiore efficienza, può essere una scelta vincente nel momento in cui risulta più semplice adottare risposte rapide e dinamiche in base alle necessità.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Comunico che sul provvedimento non insistono né emendamenti né ordini del giorno. Non essendoci richieste di intervento da parte della Giunta, chiedo se ci sono dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno. Il Consigliere rinuncia all'intervento.
Se non ci sono altre richieste di intervento, passiamo alla votazione. Il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 320, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Bilancio pluriennale

Esame proposta di deliberazione n. 319, inerente a "Bilancio di previsione finanziario del Consiglio regionale del Piemonte per il triennio 2024-2025 2026"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 319, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione nella mattinata odierna. Procedo sinteticamente all'illustrazione, essendo già stati approvati i due emendamenti correttivi di alcune discrepanze della proposta di deliberazione iniziale.
Per l'annualità 2024 il trasferimento è determinato in circa 55.830.000 euro. Tale previsione di entrata, rispetto a quanto iscritto al bilancio triennale assestato, comporta un maggior stanziamento rispetto alle previsioni precedenti, riconducibili alla necessità di coprire l'incremento di alcune voci di spesa rispetto a quanto previsto per l'esercizio precedente, in particolare maggiori spese correnti per circa 2.700.000 euro e, in conto capitale, per un 1.500.000 Anche quest'anno, il 99% delle entrate sono fondi di trasferimento da parte della Regione Piemonte. La maggior spesa di funzionamento è riguardante la corresponsione delle indennità di carica, di funzionamento e di indennità di fine mandato degli Assessori, assegni vitalizi ex Assessori. I rimborsi delle missioni sono gestiti come partite di giro e rientrano nell'ambito del descritto trasferimento ordinario.
Le spese correnti per il 2024, riguardanti il funzionamento ordinario del Consiglio regionale, ammontano a 50.900.000 euro che, per macro voci riguardano spese per il personale, in funzione anche degli aumenti contrattuali del contratto nazionale; spese riferite al personale dei Gruppi consiliari derivanti dalla nuova legge elettorale; spese per i trasferimenti ad istituzioni sociali private e amministrative locali.
Inoltre, le spese per gli assegni vitalizi in essere rideterminati dalla legge regionale 2019 e gli investimenti edili sono di 1,5 milioni. Queste spese sono riferite alle sedi di via Arsenale, via San Francesco d'Assisi Palazzo Lascaris, ex Banco di Sicilia, piazza Solferino; una parte è relativa al piano di sviluppo dei servizi informatici. Questa è una relazione sintetica.
Non essendovi richieste d'intervento in discussione generale sulla deliberazione n. 319, dichiaro conclusa la discussione generale.
Se ci non sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 319, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Piani pluriennali

Esame proposta di deliberazione n. 322 "Decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118, allegato 4/1, punti 4.1, lettera a), e 6. Nota di aggiornamento del DEFR 2024-2026"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 322, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione nella mattinata odierna.
L'Assessore dà per illustrata la proposta di deliberazione. Come sapete, è un DEFR tecnico.
Non essendoci richieste di intervento né in discussione generale né per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 322, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Mi sembra ci sia la volontà di sospendere i lavori.
Chiedo conferma ai Capigruppo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Possiamo sospendere i lavori; mi sembra che ci sia stata l'intesa di sconvocare l'Aula domani tutto il giorno, mattina e pomeriggio.
Auguro a tutti un buon Natale e felice anno nuovo.
La prossima convocazione sarà inviata tramite mail.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.15)



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