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Dettaglio seduta n.277 del 07/11/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 10.04 il Presidente Allasia constata la mancanza del numero legale e, ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento, aggiorna la seduta alle ore 10.35)



(La seduta inizia alle ore 10.49)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Sono in congedo i Consiglieri Caucino, Cirio, Cerutti, Dago, Icardi Nicotra, Protopapa, Ricca e Stecco.
Il numero legale è, pertanto, 22.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

L'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Prima di darvi la parola, comunico che è stata depositata, come già preannunciato all'ultima Conferenza dei Capigruppo, ai sensi dell'articolo 7, comma 1, della legge regionale n. 4 del 1973, la proposta di deliberazione n. 317, la cui trattazione consente al Consiglio regionale il pronunciamento sull'ammissibilità della proposta di legge di iniziativa popolare, avente a oggetto "Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito, ai sensi e per effetto della sentenza Corte Costituzionale 242/2019".
Verrà inserita, come prescritto e preannunciato dalla Conferenza dei Capigruppo, come primo punto all'o.d.g. da trattare nella giornata odierna.
La delibera la trovate sulla intranet, sul supporto informatico.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire sulle richieste di modifica dell'attuale o.d.g.
il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento dell'ordine del giorno n. 1708, avente a oggetto "Incentivi economici regionali per la formazione di nuovi conducenti per il settore dell'autotrasporto di persone e di merci".
Chiedo di valutare misure che permettano di integrare il voucher già previsto, a livello nazionale, dal Governo, per sostenere l'acquisizione di patenti da parte di giovani che vogliono iniziare questo mestiere, sia nel trasporto persone sia nel trasporto merci.
Sappiamo di quanto ce n'è bisogno, anche alla luce delle discussioni che emergono giornalisticamente, almeno sul trasporto pubblico. A differenza della misura nazionale, non indico limiti di età. Come sapete, anche la più grande realtà di trasporto pubblico della Provincia di Torino, GTT, ha eliminato i limiti d'età. Sarebbe importante pensare, insieme all'Assessorato alla Formazione e al Lavoro, a misure di voucherizzazione quindi di sostegno all'acquisto delle patenti, che, ricordo, nella loro totalità possono andare dai 5000 ai 6000 mila euro. Potrebbe essere un aiuto e un incentivo per iniziare un mestiere di cui c'è assolutamente bisogno.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Chiedo delle comunicazioni da parte del Presidente Cirio.
Siamo favorevoli alle Olimpiadi: ci piacciono le Olimpiadi, ci piacciono le Olimpiadi estive; ci piacciono le Olimpiadi invernali, perché sono eventi mondiali con una forte valenza, anche simbolica, e di esempio. Tuttavia l'esempio da dare sta anche nel realizzare eventi che siano sostenibili dal punto di vista economico e dal punto di vista ambientale.
Le Olimpiadi potrebbero essere un esempio anche dal punto di vista della sostenibilità economica e ambientale, realizzando strutture che possono poi essere utilizzate anche in futuro. Infatti il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) parla proprio di legacy, di eredità. Cosa si fa di quegli impianti dopo il mese delle Olimpiadi? Sulla questione "Cesana", il CIO ha detto esattamente quello che dicevamo noi. Abbiamo letto i documenti del CIO, secondo cui il modello di business delle piste da bob è oggi fallimentare se le riattivi ex novo e se sono fuori dal circuito delle gare della Coppa del Mondo. Il CIO, quindi sconsigliava Cortina e sconsigliava e sconsiglia anche Cesana.
Non voglio usare termini sconvenienti in Aula, ma farò una similitudine sull'opinione che si ha dell'idea della "Coverciano del bob", già espressa nel 2011 dal Presidente Cirio e poi finita in nulla. È la stessa idea che Fantozzi ha della Corazzata Potëmkin, con i conseguenti 92 minuti di applausi successivi.
Poiché il Presidente Cirio va in giro a parlare di soldi regionali, perch dice che vuole anticipare soldi regionali per Cesana, ricordo a lui, alla Giunta, al Consiglio, ma anche a tutti i cittadini piemontesi, che la Giunta regionale ha il borsellino, però poi viene autorizzata da noi a fare le spese. Pertanto, visto che nel bilancio di previsione non c'è, siamo noi, al limite, ad autorizzare a spendere soldi.
Dovrebbe venire qui in Aula a dire cosa intende fare, perché vedo un accanimento sulla questione, nonostante il CIO abbia già detto che non conviene, che non si farà e che è fallimentare. Vedo un accanimento su questo, parlando di soldi che non ci sono. Vedo una maggioranza e una Giunta accecata da un vuoto sovranismo, un sovranismo dietro cui non c'è nulla.
Pertanto, chiediamo comunicazione al Presidente Cirio su cosa intende fare: se intende accanirsi con quel progetto totalmente fallimentare, oppure se non intenda tornare a più miti consigli e, invece di abbandonare di nuovo quella comunità, quell'impianto, quei cittadini a tenersi per altri anni quell'ecomostro, magari, non rifacendo la pista da bob, quei soldi che dice di avere (perché pare ci siano soldi per tutto: questa è la notizia) potrebbero essere utilizzati per rinaturalizzazione quell'area e restituirla a una fruizione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Chiediamo di inserire, all'o.d.g. odierno, l'atto d'indirizzo che chiede di fermare il taglio delle pensioni dei dipendenti pubblici voluto dal Governo Meloni, con il provvedimento di bilancio. In particolare, il Governo ha inserito, nella legge di bilancio presentata in Parlamento, un piano per ridurre le pensioni di molti dipendenti pubblici, un'azione che avrà gravi conseguenze per centinaia di migliaia di lavoratori, in particolare medici insegnanti, dipendenti di Enti locali e di Uffici giudiziari. Si tratta di un intervento che riguarda, all'incirca, 700 mila dipendenti pubblici, per un risparmio, a bilancio, pari all'incirca a due miliardi di euro.
Siccome riteniamo profondamente ingiusto fare cassa su chi per anni ha servito lo Stato e ha maturato un diritto, con questo atto vorremmo chiedere alla Giunta di impegnarsi e farsi parte attiva per difendere gli interessi dei dipendenti di questa Regione, ma ovviamente di tutto il Paese, e di collaborare con le altre Regioni per creare un fronte comune contro questa misura di taglio delle pensioni.
Se è possibile, chiederemo di discutere questo atto.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Proponiamo di inserire l'ordine del giorno n. 1698 al punto 9) dell'o.d.g.
con l'obiettivo di trattare l'ordine del giorno stesso nella seduta odierna del Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Approfitterei della presenza dell'Assessore Chiorino per avere un aggiornamento rispetto alla situazione della Lear Corporation di Grugliasco.
Da oggi inizia un presidio a oltranza, quindi vorremmo capire se i lavoratori hanno avuto occasione di incontrare l'Assessore. Sappiamo che la cassa integrazione ci sarà solo fino a dicembre, quindi vorremmo capire quali sono le possibilità d'intervento della Regione e se c'è stato un incontro e quali sono le prospettive per i dipendenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Vi sono due richieste d'inserimento di nuovi punti all'o.d.g., che riepilogo.
La richiesta del Consigliere Magliano è di inserire l'ordine del giorno n.
1708 inerente a "Incentivi economici regionali per la formazione di nuovi conducenti per il settore dell'autotrasporto di persone e di merci".
La richiesta della Consigliera Disabato è di inserire l'ordine del giorno 1709 inerente a "Il taglio delle pensioni dei dipendenti pubblici deve essere fermato".



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Le due richieste di inserimento di nuovi punti all'o.d.g. verranno messe in calce all'elenco.
Ricordo al Consigliere Sarno che l'ordine del giorno n. 1698 inerente a "Cambiano ospedale unico ASL TO5" era già inserito al punto 64) dell'o.d.g.
odierno, quindi la richiesta del Consigliere è di inversione del punto 64) con il punto 9).
Su tale richiesta, non vedo nessun Consigliere contrario.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione di punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Sulla richiesta di comunicazioni alla Giunta, al Presidente Cirio e all'Assessore competente relativamente all'impianto sportivo di Cesana avanzata dal Consigliere Bertola, ricordo che la questione verrà discussa in queste settimane.
Sulla richiesta di comunicazioni avanzata dalla Consigliera Frediani all'Assessore Chiorino relativamente ai lavoratori della Lear di Grugliasco, ricordo che la Giunta è presente, ma al momento non intende intervenire.
L'o.d.g. è approvato, come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Caucino, Cirio, Cerutti, Dago, Icardi, Nicotra Protopapa, Ricca e Stecco.
b) Approvazione processi verbali È in approvazione il processo verbale n. 274, relativo alla seduta consiliare del 17 ottobre 2023.
c) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Se non vi sono richieste d'intervento sulle comunicazioni, passiamo al punto successivo dell'o.d.g.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame proposta di deliberazione n. 317, inerente a "Valutazione sull'ammissibilità della proposta di legge regionale di iniziativa popolare avente a oggetto 'Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 242/2019", ai sensi dell'articolo 7 della l.r. 4/1973"


PRESIDENTE

Procediamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 317, di cui al punto 2) all'o.d.g.
In data 28 agosto 2023 è stata depositata la proposta di legge regionale d'iniziativa popolare avente a oggetto "Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 242/2019", sulla quale, ai sensi della legge regionale n. 4 del 1973, è stato richiesto il parere della Commissione di garanzia, che ha valutato ricevibile all'unanimità e ammissibile a maggioranza.
L'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 351 del 25 ottobre 2023, ha dichiarato ricevibile la proposta di legge rimettendo all'Aula la valutazione sull'ammissibilità.
È stata avanzata la proposta di deliberazione di ammissibilità.
Chiedo se il proponente, il Consigliere Preioni, intende illustrare la proposta di deliberazione.
Prego, Consigliere Preioni; ha facoltà di intervenire.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Più che altro, volevo fare qualche specifica.
Stiamo parlando dell'ammissibilità della proposta di legge e non del merito. Sappiamo che si tratta di una questione anche di sensibilità personale e religiosa, quindi sia da una parte sia dall'altra ci sono divisioni e diversità.
Oggi parliamo dell'ammissibilità, già data in alcune Regioni italiane come il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, l'Emilia Romagna e l'Abruzzo. Vorremmo focalizzarci su questo, più che sul merito. Il merito non è oggi all'ordine del giorno, ma è l'ammissibilità, su cui noi voteremo a favore.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Prendo atto con piacere dell'intervento del collega Preioni.
Ho sottoscritto questa delibera e mi sembra corretto e opportuno che oggi il Consiglio si pronunci nel merito dell'ammissibilità nelle forme con cui la delibera ci è stata presentata. In seguito; ciascuno di noi farà il suo lavoro e si impegnerà affinché il tema venga trattato e si pronuncerà nel merito della proposta in oggetto.
È positivo che si sia superato lo scoglio anche relativo all'ammissibilità.
Annuncio il mio voto favorevole alla delibera.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Ha chiesto di intervenire, in discussione generale, il Consigliere Bertola ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Preioni ha ricordato che questo è un giudizio sull'ammissibilità della proposta di legge e non sul merito. Ha fatto bene a ricordarlo, ma a noi era già chiaro da prima. Quindi, daremo un voto convintamente favorevole a questa proposta di deliberazione che, del resto abbiamo sottoscritto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Il Movimento 5 Stelle voterà a favore della delibera sull'ammissibilità di questa proposta. Lo facciamo convintamente, perché riteniamo che il Consiglio regionale in generale debba dibattere, ovviamente in un'altra fase, sul tema proposto che, tra l'altro, ha visto l'adesione di oltre 12 mila cittadini piemontesi rispetto alla proposta di legge d'iniziativa popolare. Pertanto, riteniamo che ritornare sui propri passi in questo caso abbia fatto del bene e ci consentirà anche di approfondire e di dialogare in futuro su questo tema.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Solo per mettere a verbale che ho sottoscritto, a nome del Gruppo, l'ordine del giorno del collega Preioni. Salutiamo con favore questo cambio d'indirizzo e il fatto che la maggioranza voterà convintamente per l'ammissibilità. Oggi siamo su un aspetto tecnico ed entreremo poi nel merito della questione quando sarà incardinata in IV Commissione, ma oggi era importante, come abbiamo già fatto anche nell'Ufficio di Presidenza con un nostro rappresentante, garantire l'ammissibilità della proposta alla discussione dell'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo solo per mettere a verbale che abbiamo sottoscritto e voteremo favorevolmente la proposta di delibera. Dopodiché il dibattito si svolgerà quando sarà il tempo e sarà anche interessante approfondire le diverse posizioni, perché in quest'Aula credo sia opportuno confrontarsi nel rispetto reciproco.
Quello di oggi è un voto tecnico che non poteva sicuramente avere esito diverso, nel senso che è rispettoso della volontà dei cittadini accogliere l'ammissibilità di questo atto.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Non vi sono né proposte emendative né ordini del giorno.
Non essendovi dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 317, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Formazione professionale - Orientamento professionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 218, inerente a "Sistema integrato delle politiche e dei servizi per l'orientamento permanente, la formazione professionale e il lavoro"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 218, inerente a "Sistema integrato delle politiche e dei servizi per l'orientamento permanente, la formazione professionale e il lavoro", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta consiliare del 31 ottobre sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza e la discussione generale. Sono stati approvati gli articoli 1, 2 e 3. È stato posto in votazione l'articolo 4, ma la votazione è risultata non valida per il mancato raggiungimento del numero legale.
Pertanto, riprendiamo con la votazione dell'articolo 4, sul quale non insistono emendamenti.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 6 La parola alla Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
L'articolo 6 riguarda le politiche per l'occupazione, anche perché nella discussione generale che abbiamo fatto nell'ultima seduta mi ero soffermata maggiormente sul tema della formazione professionale, che è uno dei tre pilastri di questo disegno di legge (lavoro, formazione professionale orientamento permanente).
L'articolo 6, invece, si concentra in maniera precipua sulle politiche per l'occupazione, quindi sul tema del lavoro, soprattutto sul tema delle politiche attive e passive, mirate ai giovani, alle donne, ai disoccupati di lunga durata, ai lavoratori dipendenti o autonomi, espulsi o a rischio espulsione dal sistema produttivo.
Mi sembra quindi un articolo cardine di questo disegno di legge soprattutto in una fase storica in cui andremo incontro, nei prossimi mesi a fenomeni nuovi, anche inediti nella storia, non solo del nostro Paese, ma dell'intero continente. Pensiamo, uno per tutti, al fenomeno dell'intelligenza artificiale che, come già sta accadendo in altri paesi dalle tecnologie più avanzate, come gli Stati Uniti, sicuramente avrà un impatto sulla forza lavoro piemontese e sul nostro sistema produttivo.
Se le precedenti rivoluzioni industriali hanno impattato maggiormente sulla classe operaia e sulle mansioni manuali, questa nuova innovazione tecnologica avrà invece un impatto principale sul settore terziario e sulle mansioni di carattere impiegatizio. Si parla di numeri davvero grandi, di persone che rischiano, se non accuratamente e appropriatamente formate, di perdere il posto di lavoro.
Su questo articolo non abbiamo presentato emendamenti, perché riteniamo che sia impostato correttamente, ma ci tenevo a intervenire, perché sulle politiche attive del lavoro attraverso le varie articolazioni dell'ente regionale credo che nei prossimi mesi dovremo confrontarci e cercare, se possibile, insieme soluzioni per formare o riqualificare i lavoratori perché sicuramente i numeri delle persone che saranno toccate da questi cambiamenti epocali saranno consistenti anche in Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Credo che su tale articolo, come del resto anche sul precedente n. 5, su questa parte, valga la pena fare qualche ulteriore considerazione su un articolato che è molto lungo, che non ci consente di intervenire specificamente su ogni singolo passaggio, ma rispetto al quale sia la relazione iniziale sia la discussione iniziale non hanno dato il tempo e il modo di entrare nel merito.
Come ricordava già la collega Canalis, questi articoli (in particolare adesso stiamo parlando del n. 6) sono essenziali nella definizione e nella possibilità per qualunque esecutivo di definire politiche che siano utili soprattutto nelle fasi di transizione e di cambiamento.
La collega Canalis parlava del tema dell'intelligenza artificiale e io ancora prima e, forse, più vicino nel tempo - o forse, no, devo dire, ma comunque - penso al processo in atto del passaggio all'elettrico. Penso a tutto il tema delle politiche dell'automotive, su cui anche in questo Consiglio ci confrontiamo e rispetto al quale vorremmo avere maggiore attività e impegno da parte dell'esecutivo.
Nello specifico, proprio da questo articolo e da quelli vicini, quando si parla anche di competenze, possono derivare le basi e i presupposti per mettere in atto politiche di riqualificazione degli operai e, in generale della forza lavoro, l'acquisizione di nuove competenze, piani anche per sostenere la trasformazione industriale del nostro territorio, che non deve abbandonare la vocazione industriale, ma deve saperla adattare alle nuove esigenze e alle nuove sfide.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'articolo perché mi permette di fare qualche riflessione in generale sull'importanza sia di questo disegno di legge, sia della stretta relazione tra formazione professionale e politiche del lavoro, in generale sempre e, in particolare, in questo momento storico, in cui dobbiamo essere sempre più attenti possibile a creare e mettere in campo misure per la formazione adeguate alle richieste e al futuro che i nostri giovani dovranno affrontare o che dovranno affrontare coloro che devono essere reinseriti nel mercato del lavoro.
L'articolo "Politiche per l'occupazione" è scritto bene ed è opportuno soffermarci un attimo per commentarlo, perché è uno dei fulcri importanti per evidenziare il ruolo, sia dei servizi per l'orientamento (bene è stato scritto nel comma 3), sia dei servizi delle politiche attive del lavoro in questo momento di transizione ecologica, quindi con una transizione sempre più orientata all'ecologia e in un momento di transizione digitale e d'innovazione, in particolar modo riferita all'intelligenza artificiale, ai nuovi mestieri, a quelli che andranno a scomparire, quindi al ruolo che avrà sempre più la formazione.
Mi soffermo in particolar modo sull'orientamento, perché anche questo sarà uno dei temi centrali sui quali la Regione Piemonte e tutti gli Enti locali e istituzionali dovranno concentrarsi per far sì che non vengano disperse forze e che non vengono orientati nel modo corretto i nostri giovani e le nuove generazioni verso il nuovo mercato del lavoro e verso i nuovi lavori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Anch'io ci tenevo a intervenire sull'articolo 6, come hanno fatto i miei colleghi, per fare una riflessione, che ovviamente parte da questa proposta, ma che poi tratta, nell'articolo 6, le politiche per l'occupazione. È legato al tema della formazione professionale, che pu essere elemento utile e dirimente nella ricerca del lavoro, in quanto elemento di formazione e soprattutto, com'è scritto nell'articolato, per alcune fasce della nostra popolazione e del nostro Piemonte.
Su questo mi ricollego, in modo più generale, al tema dell'Agenzia Piemonte Lavoro.
Nell'articolato si parla di servizi per l'orientamento al lavoro; servizi per l'orientamento tra lavori; servizi di politiche attive del lavoro interventi di contrasto alle crisi occupazionali.
Sono tutte azioni previste nell'articolo 6, comma 3, che hanno evidentemente un rimando all'Agenzia Piemonte Lavoro. Crediamo che in questi anni, soprattutto da un punto di vista di scelta politica, si sia poco sostenuta l'Agenzia, Assessora Chiorino, per lavorare sulle priorità della crisi occupazionale. Sappiamo che il tessuto economico, anche quello di vicinato (penso a molti negozi e attività di vicinato) denuncia da tempo una difficoltà nel trovare figure professionali adatte, soprattutto in alcuni settori.
Studiando negli ultimi mesi le attività dell'Agenzia Piemonte Lavoro, che ci sono state, crediamo e credo (non so se su questo l'Assessora Chiorino vorrà intervenire per darci maggiore riscontro) che ci sia stata una scelta strategica su alcune funzioni e alcuni lavori che stanno dentro al percorso della formazione professionale. Proprio su quelli, oggi, abbiamo difficoltà in Piemonte a trovare persone adeguate a coprire quegli spazi lavorativi che mettono in crisi le nostre attività, anche e soprattutto medio-piccole e piccole.
Questo non lo dicono l'opposizione e Diego Sarno, ma lo dicono alcuni dati e alcuni progetti poco valorizzati rispetto alle scelte politiche da concordare con l'Agenzia. Pur condividendo questo articolato e in particolar modo questo articolo, speriamo che almeno su questo, grazie a questa norma, nei prossimi mesi e nei prossimi anni (nei prossimi anni vedremo chi sarà al governo di questa Regione), sicuramente ci sarà un lavoro puntuale e preciso, come scelte strategiche, nel senso di chiedere all'Agenzia Piemonte Lavoro di insistere su alcune figure.
In questi quattro anni, negli ultimi due in particolare, è stata data poca priorità su alcune questioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io su quest'articolo, particolarmente importante, non avendo neanche svolto la relazione, essendo stata assente la settimana scorsa quando è stata avviata la discussione sulla legge.
In particolare, condividendo quanto già espresso dai colleghi, vorrei richiamare l'attenzione sugli interventi di contrasto alle crisi occupazionali, in questo momento particolarmente importanti, considerando anche situazioni come quella che ho ricordato questa mattina nella mia richiesta di informativa.
La Regione, quindi, deve dotarsi, anche attraverso altre realtà esistenti sul territorio, di strumenti adeguati ad andare incontro alle problematiche di chi perde il lavoro e delle aziende che non riescono più a mantenere le loro sedi aperte, con il rischio di una desertificazione del territorio che, purtroppo, si sta protraendo già da molti anni, lasciando ferite sui nostri territori.
Altra raccomandazione è un'attenzione alla diffusione dei servizi sul territorio, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di accedere a percorsi di formazione.
Spesso, una persona che si trova senza lavoro ha difficoltà ad accedere alle informazioni, a spostarsi per raggiungere le sedi dei corsi di formazione o a essere coinvolta in un percorso di inserimento lavorativo.
Pertanto, occorre appoggiarsi a enti pubblici e a realtà locali, in modo da diffondere il più possibile la presenza di possibilità formativa sul nostro territorio, anche relativamente alla creazione di imprese.
In questi anni ho incontrato diverse persone che faticavano ad accedere ai servizi di consulenza, che sono venuti a mancare sempre di più negli anni a partire dai servizi messi in atto fino a qualche anno fa dalle Province non più disponibili. Si tratta di servizi di accompagnamento, anche per i giovani imprenditori e per le donne imprenditrici, che consentivano di muoversi all'interno dei diversi bandi, con la possibilità di accedere a diverse possibilità di finanziamento.
Credo sia importante cercare di garantire la capillarità dei servizi sia per le persone in cerca di lavoro sia per coloro che decidono di avviare un'attività in proprio, non dimenticando che il Piemonte ha un territorio particolarmente vasto e, come ben sappiamo, per la stragrande maggioranza in area montana, quindi difficilmente chi si trova senza lavoro in un'area considerata periferica o disagiata ha le possibilità di chi vive in un'area metropolitana o cittadina.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi altri interventi sull'articolo 6, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 7 Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Si tratta di nuovo di un articolo molto importante nel disegno di legge regionale che riordina il sistema dei servizi sulla formazione professionale, il lavoro e l'orientamento permanente.
L'articolo 7 riguarda, infatti, le politiche per l'inclusione sociale. Ci tenevo a intervenire perché su tale argomento, che riguarda i soggetti svantaggiati, c'era stato un dibattito e un'interlocuzione con l'Assessorato che mi faceva piacere riportare anche in Aula per lasciarlo a verbale. Per alcuni articoli del disegno di legge avevo proposto, infatti di introdurre in maniera esplicita, come suggerito anche nelle osservazioni di alcuni soggetti esterni che si sono espressi sul testo (in particolare Alleanza Cooperative e i sindacati), di esplicitare una sorta di attenzione particolare, di premialità per quei bandi che considerassero come un plus il coinvolgimento di persone svantaggiate.
Voglio ricordare che le persone svantaggiate non sono soltanto le persone con disabilità, ma tutte le persone che versano in una condizione di svantaggio sociale o perché hanno vissuto un periodo di detenzione o perch sono, magari, capifamiglia di famiglie monoparentali e via dicendo. Tra l'altro, la proposta derivava da alcune esperienze molto positive e virtuose presenti sul territorio regionale.
In particolare, vorrei citare il regolamento 307 del Comune di Torino, che ormai da molti anni consente, attraverso i bandi del Comune, di premiare quei candidati che abbiano, all'interno della propria forza lavoro, le persone svantaggiate. Attraverso i bandi comunali, di fatto, si riesce a dare lavoro a molte persone che, magari, non riuscirebbero a trovarlo in altra maniera. Questo nell'ambito del verde, nell'ambito del settore delle pulizie, nell'ambito del settore della guardiania e via dicendo.
Nel confronto con la Giunta è emerso che questa precisazione e questa esplicitazione che proponevo per l'articolo 7 che sto illustrando, ma anche in altri punti del disegno di legge, non fosse necessaria perché il nuovo Codice dei contratti pubblici, approvato il 31 marzo 2023, ha previsto all'articolo 61, la disciplina dei cosiddetti contratti riservati alle persone svantaggiate. Infatti, l'articolo 61 recita: "Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti possono riservare il diritto di partecipazione alle procedure di appalto e quelle di concessione o possono riservarne l'esecuzione a operatori economici e a cooperative sociali e i loro consorzi il cui scopo principale sia l'integrazione sociale e professionale delle persone con disabilità o svantaggiate, o possono riservarne l'esecuzione nel contesto di programmi di lavoro protetti quando almeno il 30% dei lavoratori dei suddetti operatori economici sia composto da lavoratori con disabilità o da lavoratori svantaggiati".
Dal momento che già il nuovo impianto dei contratti pubblici nazionali prevede questa premialità, l'articolo 49 del disegno di legge che stiamo discutendo, richiamando la normativa nazionale sui contratti pubblici, di fatto, conferisce questo titolo di premialità a soggetti che coinvolgono nelle proprie file, le persone svantaggiate.
Ci tenevo dirlo a verbale, perché sia in Commissione consiliare sia nelle interlocuzioni informali c'è stato un momento di attenzione specifica su questo tema.
Come centrosinistra e come Partito Democratico, siamo convinti che occuparsi di lavoro mettendo al centro la persona, la coesione sociale e il senso di comunità implichi che ci debba essere un'attenzione particolare per le persone che hanno meno facilità a entrare nel mercato del lavoro e che, quindi, con il rischio di essere esclusi dal lavoro, rischiano di essere in generale esclusi da una possibilità d'integrazione sociale. Il lavoro non è soltanto fonte di reddito, non è soltanto dignità della persona, ma è anche fonte di inclusione sociale.
In seguito a questo dibattito, abbiamo eliminato gli emendamenti che esplicitavano questo tema, tuttavia mi interessava lasciarne traccia perch l'articolo 49 supera gli emendamenti, ma per i non addetti ai lavori potrebbe non essere così chiaro che nell'articolo 49 c'è un'attenzione all'inclusione sociale e lavorativa delle persone svantaggiate.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Non essendovi altre richieste d'intervento, pongo in votazione l'articolo 7.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Ravetti ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Vorrei intervenire sul metodo utilizzato per l'ultima votazione.
Ovviamente mi rivolgo a lei, Presidente, ma non è diretta a lei questa riflessione.
Capisco che per alcuni colleghi della maggioranza la stessa presenza in Aula, soprattutto di molti colleghi della Giunta, poiché impegnati altrove su vicende molto serie, spesso sia un optional. Il numero legale è stato difficilmente garantito. Però certamente quest'Aula non è l'Aula del divertimento per nessuno e nessuno deve permettersi di giocare con il voto.
Le opposizioni non devono garantire il numero legale, e questo si sa, ma il comportamento di Consiglieri che aspettano l'ultimo secondo per prendere in giro le opposizioni e garantire il numero legale è un atteggiamento che in quest'Aula non si dovrebbe vedere, per serietà. Sottolineo questo passaggio, perché non è la prima volta che avviene; non faccio nomi e cognomi, perché non è il caso, ma non è un atteggiamento serio.



PRESIDENTE

Grazie.
Altri Consiglieri intendono intervenire su questo argomento? Il numero legale è tenuto dai Consiglieri che votano, non dalla maggioranza o dalla minoranza. Non è prescritto da nessuna parte del Regolamento che deve essere la maggioranza a garantirlo, altrimenti mi dovete spiegare a cosa serve la minoranza. È legittimo votare o non votare, ma i tempi e i modi li prescrive il Regolamento. I tempi sono da 20 secondi a un minuto.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 9 Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Presidente, vorrei intervenire sull'articolo 9 sulla falsariga dell'intervento che ho fatto sull'articolo 7, per lasciare traccia di un lavoro emendativo che è stato accolto e su cui ci siamo confrontati in sede di Commissione consiliare.
L'emendamento che avevamo presentato sull'articolo 9 riguardava la possibilità di un passaggio in Commissione consiliare, prima dell'approvazione del Quadro strategico triennale delle politiche.
Perché ritengo che sia stato importante l'accoglimento di tale emendamento? Perché il Consiglio regionale viene, in questa maniera, coinvolto in un passaggio fondamentale della legge, che è quello della redazione di una programmazione triennale in materia di orientamento permanente e di formazione professionale.
Pertanto, la Giunta ha il compito di redigere il. Quadro pluriennale di programmazione, ma c'è comunque un passaggio, seppur consultivo e non vincolante, anche in Consiglio regionale. In questa maniera la sede che per eccellenza, è espressione della volontà popolare dei piemontesi e, in qualche maniera, della sovranità popolare, viene consultata e coinvolta in uno dei momenti forse più importanti che sono enucleati nel disegno di legge, cioè il momento in cui viene approvata la programmazione triennale su queste due materie.
Lo ritengo importante, perché il rapporto tra la Giunta regionale e il Consiglio regionale va definito per la dignità dei Consiglieri regionali ma anche per una maggiore aderenza ai bisogni del territorio e alle istanze dei soggetti che sono coinvolti. La capacità della politica di ascoltare il territorio e di recepirne i bisogni non avviene solo attraverso la Giunta regionale e il positivo dialogo che gli Assessori hanno con i soggetti del tessuto socio-economico piemontese. I Consiglieri non solo sono più numerosi degli Assessori, ma hanno una capacità di radicamento capillare in tutte le otto province del Piemonte che, oserei dire, è persino maggiore rispetto a quella degli Assessori.
Il coinvolgimento dei Consiglieri non è una modalità per ritardare o rallentare le capacità decisionali della Giunta. Questo ragionamento in parallelo lo potremmo applicare anche al rapporto tra il Governo nazionale e il Parlamento nazionale.
Proprio in questi giorni si fa un gran parlare di democrazie decidenti, di democrazie che devono dare più peso al potere esecutivo, perché il potere legislativo viene percepito quasi come una palla al piede, un inciampo, una macchina farraginosa che non sa decidere tempestivamente e con la dovuta rispondenza ai bisogni del Paese. Attenzione, perché sicuramente il potere legislativo dev'essere veloce, deve agire in nome della semplificazione dev'essere in raccordo con il potere esecutivo, ma deve mantenere una sua autonomia.
Quindi, è bene che il potere di programmazione sia innanzitutto in capo alla Giunta regionale, che ha in prima battuta la responsabilità della decisione, ma ritengo che questo passaggio in Commissione consiliare sia prezioso e vada valorizzato nel nostro dibattito d'Aula, perché valorizza la buona collaborazione tra Giunta e Consiglio. E, attenzione, ho detto tra Giunta e Consiglio e non tra maggioranza e minoranza, perché in Consiglio ci sono anche i Consiglieri di maggioranza.



PRESIDENTE

Ricordo che i minuti per intervenire sono tre, pertanto toglierò al Consigliere Sarno un minuto e mezzo.
La parola al Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
È una buona abitudine la sua, ma sarò efficace anche nei 30 secondi che mi rimangono.
Intervengo per la doppia valenza che ha questo momento di discussione in Aula. Il passaggio sottolineato dalla collega Canalis è importante e dimostra esattamente il contrario di quello che è successo pochi minuti fa.
Infatti, dall'intervento del collega Ravetti, che chiedeva un po' più di rispetto per quest'Aula e per i componenti della stessa, il suo intervento Presidente, ha cercato di delegittimare e sminuire l'intervento del collega Ravetti.
Come diciamo dall'inizio di questa legislatura, Presidente, per voi, per la stessa maggioranza e, soprattutto, per la Giunta, il ruolo dell'Aula è un ruolo da sopportare, è un fastidio che avete, rispetto al passaggio in Aula, rispetto al venire in Aula, rispetto a sentire le opposizioni. Di conseguenza, quando le opposizioni chiedono un po' più di lavoro all'interno di quest'Aula e un po' più di dignità da parte dei suoi componenti, capita che, com'è successo anche nei provvedimenti della Giunta, automaticamente si dimentica il passaggio in Commissione per i provvedimenti della Giunta, si dimentica l'approccio di condividere soprattutto in questo caso, per il Quadro strategico triennale, il passaggio in Commissione, perché le Commissioni esistono, perché le Commissioni composte anche dalle minoranze esistono.
Il ruolo delle minoranze è quello di contribuire, se viene data loro l'occasione e la possibilità di farlo; in questi quattro anni abbiamo sistematicamente chiesto modifiche ai provvedimenti, perché vi eravate dimenticati di inserire un passaggio in Commissione. Poi ci sono colleghi che, appunto, come diceva il collega Ravetti, usano quest'Aula con poca serietà, aspettando l'ultimo secondo per il voto per mettere in difficoltà le opposizioni.
Anche l'intervento del Presidente dimostra quanto, invece, le Commissioni e quest'Aula siano importanti e, a volte, si potrebbe lasciar perdere e non rispondere sistematicamente, soprattutto se si siede in un ruolo di garanzia istituzionale di quest'Aula; invece, ogni tanto in questi quattro anni, anzi, molto spesso, capita che a chi ha un ruolo anche di garanzia istituzionale, la frizione gli scappi e rischi di andare oltre il proprio ruolo. Questa è una cosa che, secondo noi e secondo me, non va bene e non è opportuna per quest'Aula.
In questo senso, credo sia utile l'emendamento proposto e accolto dalla maggioranza, riferito al passaggio in Commissione.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sull'articolo 9, per sottolineare ancora il valore e l'importanza di quest'articolo, perché riguarda una programmazione triennale che va sotto il nome di "Quadro strategico triennale delle politiche", quindi un importante atto di programmazione delle politiche e delle attività in capo alla Regione.
Proprio per questo motivo, il coinvolgimento del Consiglio su questa procedura e sul Quadro strategico è indispensabile per cui, nello specifico, anch'io voglio riportare qui a verbale quanto svolto nelle attività emendativa di confronto in Commissione.
Personalmente, avevo portato un emendamento che richiedeva non soltanto come poi è avvenuto, il passaggio nella Commissione, ma il rimando in Consiglio. Questo, devo dire, ovviamente, non per conoscenza e competenze personali, ma perché proprio gli Uffici del Consiglio regionale, nella loro analisi dei nodi critici (peraltro, colgo l'occasione di questo punto per ringraziarli ancora una volta, perché fanno sempre un lavoro prezioso per tutti i Consiglieri) hanno sottolineato come questa tipologia di atti, ai sensi dello Statuto regionale (articoli n. 28 e n. 62, comma 3), in realtà ne richiederebbero l'approvazione da parte del Consiglio regionale, proprio per la loro natura programmatoria.
Avevo presentato questo tipo di emendamento, che poi ho ritirato considerando una mediazione comunque positiva l'impegno preso dal dall'Assessore nel convenire sull'emendamento della Consigliera Canalis sul passaggio in Commissione.
Anch'io voglio sottolineare, in questo caso, e forse lo farò anche su altri articoli, come sia importante per tutti, per l'esecutivo e per i Consiglieri di maggioranza e di minoranza, comprendere e valorizzare nelle proposte legislative il ruolo del Consiglio e non pensare che il passaggio in Commissione o in Consiglio di alcuni documenti di programmazione sia un rallentamento della procedura, ma è invece un arricchimento dei documenti che si vanno a produrre. Il Consiglio non entra nel merito delle singole tipologie degli elenchi di atti che si fanno, ma il Consiglio deve entrare nel merito quando si parla di obiettivi, quando si parla di strategie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
A volte, è bene non intervenire in Aula. È vero, Presidente? Anche il silenzio, a volte, è d'oro; altre volte, invece, capita di intervenire. So che mi ha capito.
L'articolo 9, "Quadro strategico triennale delle politiche" al comma 1 recita: "La Giunta regionale, previa consultazione della Commissione regionale di concertazione di cui all'articolo 11 e previo parere della commissione consiliare competente, approva il Quadro strategico triennale del sistema dell'orientamento permanente, della formazione professionale e del lavoro entro il 30 novembre dell'anno precedente l'avvio del triennio di vigenza del medesimo".
La sostanza è stata ricordata negli interventi dei colleghi, cioè che, in questo periodo di squilibrio almeno tra potere esecutivo e quello legislativo, nella dimensione nazionale, riportare i giusti equilibri in Consiglio regionale del Piemonte è cosa buona e giusta, un po' su tutto ma in particolare su questo disegno di legge. Perché? Intanto perché il dialogo e il confronto arricchiscono sempre e soprattutto, almeno una volta ogni tre anni, questo dialogo, questa concertazione e questo confronto, che non potranno non tenere in considerazione anche le posizioni dei Gruppi consiliari. Soltanto così si potrà aiutare il sistema complesso della formazione piemontese a raggiungere obiettivi di straordinaria importanza.
Ricordiamoci sempre che le leggi che vengono approvate in una legislatura devono avere l'ambizione, ovviamente, di andare anche oltre, rimanere ed essere cardini dei rapporti all'interno di quest'Aula a prescindere da chi la abita in quel momento, nel momento in cui vengono approvati i testi.
Per questa ragione, pensiamo che un confronto con la Commissione regionale di concertazione e il parere della Commissione consiliare competente non potranno che consolidare, arricchire e dare forza alle strategie di Regione Piemonte per raggiungere quei risultati che dovranno essere, di volta in volta, rivisti, data la velocità con cui il nostro mondo cambia e, spesso il mondo del lavoro deve adeguarsi.
Spero di avere utilizzato bene questi tre minuti, per cui le restituisco la mia parola, Presidente, se lei è d'accordo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.
Ricordo che ha tre minuti a disposizione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
L'articolo 9, "Quadro strategico triennale delle politiche", rappresenta un po' l'anima del disegno di legge. Il fatto che la proposta in discussione contempli il passaggio in Commissione è importante. La prova di questa importanza sta nel fatto che questo articolo è stato modificato in Commissione. È stato migliorato in Commissione, in virtù di un emendamento della cui bontà anche la maggioranza si è convinta, proposto dalla collega Canalis.
Per tutte le ragioni già espresse, in particolare dalla collega Canalis, mi unisco nel richiamare il fatto che l'approvazione del Quadro strategico triennale sia, tra tutti, quello più congruo rispetto a un passaggio in Commissione e poi in Consiglio regionale.
Se è pur vero che la definizione delle strategie di intervento è in capo e spetta giustamente alla Giunta, è altrettanto opportuno, forse potremmo dire indispensabile, che il Consiglio, quindi i Consiglieri che svolgono la loro funzione, sia messo nelle condizioni migliori per esercitare queste funzioni e, in particolare, di esercitare le funzioni di impulso e di controllo, rispetto alle quali sono stati delegati dagli elettori.
Pertanto, molta attenzione all'articolo 9, soprattutto perché questo articolo - sottolineatura importante - è stato migliorato con il passaggio in Commissione. Questo dovrebbe dirla lunga su quanto sia necessario e opportuno evidenziare e valorizzare il ruolo del Consiglio regionale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo su quest'articolo.
Non ero intervenuto finora nella discussione sul disegno di legge, ma ritengo importante farlo ora, per rispondere al richiamo del Presidente di quest'Aula quando chiedeva a cosa servissero le minoranze. Giustamente noi dobbiamo dimostrare a cosa servono le minoranze e fare il nostro lavoro.
Forse, non essere intervenuti finora può essere considerato un errore, una leggerezza, ma sicuramente meno grave, in termini di gravità, rispetto a quando componenti di maggioranza e dell'Ufficio di Presidenza esprimono un giudizio politico su un'ammissibilità, invece che esprimere un giudizio tecnico.
In ordine di gravità, è inferiore e c'è la possibilità di rimediare, perch il disegno di legge ha più di 60 articoli. Siamo solo all'articolo 9: siamo a meno di un sesto del provvedimento, mancano ancora più di cinque sesti del testo da discutere, quindi tempo per approvarlo ne abbiamo ancora.
È importante intervenire sull'articolo 9 perché, innanzitutto, è un articolo importante, in quanto parla del Quadro strategico triennale del sistema dell'orientamento permanente, della formazione professionale e del lavoro, quindi è proprio centrale all'interno del disegno di legge, ma è anche un articolo che ha visto una modifica, ritengo assai migliorativa apportata grazie a un emendamento presentato dalle minoranze, nello specifico dalla collega Canalis del Partito Democratico, che ha proposto di inserire, all'interno del comma 1 dell'articolo, il riferimento al parere della Commissione consiliare competente.
In questo modo, la Giunta regionale, previa consultazione della Commissione regionale di concertazione di cui all'articolo 11 (articolo 11 che definisce le caratteristiche e la composizione di questa Commissione regionale di concertazione per le politiche regionali del lavoro, della formazione professionale e dell'orientamento permanente) approva entro il 30 novembre il Quadro strategico.
Nella scrittura iniziale del disegno di legge non era previsto il parere della Commissione consiliare, invece noi riteniamo importante inserire un passaggio anche in Consiglio regionale e nella Commissione competente, che nello specifico è la III Commissione. La Commissione regionale di concertazione è composta da diversi soggetti che certamente rappresentano il territorio, le categorie produttive e le organizzazioni sindacali, ma è ancora più importante inserire un passaggio all'interno della Commissione consiliare, cosicché il Consiglio (maggioranza e opposizione) si possa esprimere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anch'io ho modo di intervenire su un articolo che pone una questione fondamentale, di cui ci occupiamo troppo poco: un maggiore confronto tra quello che viene fatto dalla parte esecutiva (la Giunta) e dalla parte legislativa (il Consiglio).
L'emendamento presentato dalla collega Canalis all'articolo è estremamente utile, considerando il tema che andiamo a trattare, forse quello più importante della legge, ovvero il Quadro strategico triennale o, meglio, in che modo andiamo a rendere reale ciò che ci prospettiamo all'interno della norma; in che modo andiamo a rispondere alle esigenze delle imprese e delle famiglie del nostro tessuto produttivo.
Considerando anche tutta una serie di premesse che sono state fatte rispetto al futuro che ci riserva, il continuo cambiamento del mondo, la velocità cui siamo tutti sottoposti come persone e come lavoratori, alla continua necessità di aggiornamento, le imprese hanno una continua necessità di aggiornarsi e di trovare del personale formato e qualificato per le finestre di tempo per alcune produzioni che sono sempre più piccole.
L'innovazione è sempre dietro l'angolo, una volta si poteva pensare di innovarsi ogni dieci, 15 o vent'anni ma oggi, purtroppo, c'è il rischio di doversi innovare ogni due-tre anni e sarà sempre peggio.
Per questo motivo, se gli obiettivi che diamo all'Agenzia Piemonte Lavoro e le strategie di intervento in attuazione del programma regionale dei fondi per la politica di coesione europea - che è quella che dovrebbe metterci al riparo da questi cambiamenti, dando le risorse necessarie anche alla formazione dei nostri lavoratori - è chiaro che se viene sbagliata quella strategia, una fetta importante di una parte di un ente che è gestito dalla parte politica che deve mettere a disposizione nuove competenze e nuovi lavoratori alle nostre imprese formati a un livello sufficiente, rischia di essere un buco nell'acqua se non ben monitorato.
Non ci dev'essere solamente una responsabilità della struttura, ma in questo modo anche la politica si assume la sua responsabilità dando degli indirizzi e facendo delle osservazioni su piani che vengono presentati all'intera Commissione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno di quanto già ampiamente detto dalla collega Canalis e dai colleghi che mi hanno preceduto. Credo veramente che sia anche un buon segnale il fatto che sia stato accolto l'emendamento n. 10) della collega, che riconosce e dà un ruolo fondamentale al Consiglio regionale nella fattispecie a un'articolazione della Commissione con la Giunta regionale nella elaborazione, definizione e condivisione di un piano così importante come quello che stiamo prevedendo all'articolo 9, cioè il Quadro strategico triennale delle politiche che si mettono in atto in questo campo.
È importante che si possa definire con precisione gli obiettivi da perseguire insieme a quelli dell'Agenzia Piemonte Lavoro; in un lavoro di sinergia definire insieme le strategie di intervento e di attuazione della programmazione dei Fondi di coesione europea e stabilire in che modo e in che modalità possano essere erogati i criteri e come devono essere rese disponibili complessivamente le risorse. Parliamo di tante risorse in un campo fondamentale, strategico e importante, in una delle principali deleghe che la Regione Piemonte ha nella gestione delle risorse e nelle politiche sul nostro territorio.
Bene il ruolo della Commissione e bene il ruolo in generale del Consiglio e dei Consiglieri in questo ambito.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi spiace che il Presidente Allasia sia uscito. Volevo anch'io aiutarlo a comprendere quale sia l'utilità di avere un'opposizione in Aula, ma ci sarà occasione durante questa lunga giornata in cui proseguiremo la discussione del disegno di legge. Evidenzio che l'apporto delle opposizioni è proprio quello di sottolineare alcuni aspetti dei provvedimenti e cercare di dibattere, in modo da arrivare all'approvazione di norme che siano il più possibile non dico perfette, ma destinate a portare benefici ai cittadini piemontesi.
In particolare, in riferimento all'articolo 9, l'apporto delle opposizioni si è già visto in Commissione con l'emendamento presentato sia dalla Consigliera Canalis sia dalla Consigliera Accossato (che però ha avuto forse minor fortuna), che tentava di riportare la discussione nell'Aula del Consiglio regionale e della Commissione competente, la III Commissione. Qui parliamo di atti di programmazione, atti che devono avere una visione strategica riferita a un periodo di tempo triennale, quindi uno sguardo oltre l'annualità e che prevede una pianificazione di diverse azioni.
Da cosa può derivare il fatto di essere strategica? Anche da una discussione e un confronto, quindi dall'analisi di alcuni aspetti che una maggioranza, da sola, magari non riesce a cogliere o, magari, necessita del contributo di Consiglieri che arrivano da territori differenti. L'utilità non è soltanto nella contrapposizione e divisione tra maggioranza e opposizione, ma anche dall'apporto che ognuno di noi può portare nella discussione per il fatto che vive su un certo territorio e lo percepisce in una maniera che, magari, sfugge alla Giunta, che può avere uno sguardo a livello più alto e non così dettagliato. Ragion per cui credo che il primo grande apporto delle opposizioni sia quello di contribuire al dibattito e al confronto.
Spiace vedere che il Presidente Allasia non ricordi quale sia l'importanza della discussione in Consiglio: considerando il ruolo che ricopre, dovrebbe essere la figura che tutela prima di tutto le opposizioni e poi garantisce il rispetto tra le varie parti nel dibattito. Invece, sentire certe uscite passatemi il termine, lascia non dico perplessi perché ormai siamo abbastanza abituati, siamo quasi a fine legislatura e in questi anni devo dire che ne abbiamo già ascoltate di ogni tipo, ma speravamo che dopo un lungo percorso fatto insieme, si fosse compresa quale sia l'importanza e l'utilità della nostra presenza in Aula.
Spiace che il Presidente Allasia non sia più presente in Aula, ma spero di avere occasione di ripeterglielo nel corso di questa lunga giornata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Lanzo; ne ha facoltà.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Non voglio farmi interprete autentico delle parole del Presidente, ma quello che volevamo esprimere è che il ruolo della minoranza va ben oltre la tenuta del numero legale in una votazione. E di questo vi ringraziamo costantemente, anche per il fatto di ricordarcelo. Quindi, non era una minimizzazione del ruolo, ma un'assoluta valorizzazione dello stesso, che in questi anni ci ha fatto imparare tanto.
Di questo vi ringraziamo. Volevo dire soltanto questo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Diciamo che il Consigliere Lanzo, con le sue note capacità di gestione degli interventi in Aula, oggi fa un po' l'avvocato del diavolo, dove il diavolo, però, è latitante, perché è stato il Presidente Allasia a lanciare la pietra per poi scappare.
Noi non vogliamo dare lezioni a nessuno, però ci piacerebbe che ci fosse maggiore correttezza e maggiore rispetto. È vero che non è scritto da nessuna parte che il numero legale lo deve mantenere la maggioranza, però è anche vero che stiamo trattando un disegno di legge molto importante della Giunta e ci piacerebbe che si potesse dibattere in modo aperto e con maggiore partecipazione della maggioranza.
Di conseguenza, noi ci siamo, numericamente ci siamo, potremmo dare volendo, anche il numero legale, però sappiamo benissimo che gli equilibri in politica si basano anche su altri aspetti, che non sono certo io a ricordare al Consigliere Lanzo, perché li conosce benissimo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 10 Sull'articolo 10 non insistono emendamenti.
Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
L'articolo 10 riguarda la programmazione dei servizi e delle attività.
Anche questo è un articolo importante, perché sottolinea la competenza della Regione in materia di programmazione. Oggettivamente, è molto più frequente la discussione in Consiglio regionale in merito alla programmazione sanitaria o alla programmazione dei trasporti. Su questi temi si rincorrono interrogazioni, ordini del giorno, proposte di legge dibattiti e scontri giornalistici. Forse i temi del lavoro, della formazione professionale e dell'orientamento, sebbene siano competenze in parte esclusive della Regione, sono oggetto, in misura minore, di un confronto e di un dibattito. Anche sui giornali se ne parla meno, per ricordiamolo, sono materie seconde solo alla sanità e ai trasporti per responsabilità regionale e per capacità di spesa regionale.
Le risorse che transitano sul bilancio regionale in materia di formazione professionale sono molto consistenti; derivano dai fondi strutturali, in particolare dal Fondo Sociale Europeo, e in questo periodo anche dal programma GOL del PNRR. Quindi, è una competenza importante della Regione.
Pertanto, questo articolo, che delinea e descrive come si svolge la programmazione dei servizi e delle attività da parte della Regione su queste materie, è importante, perché ci ricorda qual è il primo compito cui, come Giunta regionale e come Consiglieri regionali, siamo chiamati che è quello di fare programmazione. Forse questa legislatura, segnata da un evento imprevisto e anomalo come la pandemia, ci ha un po' fatto dimenticare quali sono le funzioni statutarie e quelle più classiche del nostro ruolo regionale. Tra queste, c'è proprio quella di fare programmazione.
In particolare, in questo articolo si dice come la Giunta regionale, in coerenza con il Quadro strategico triennale e previa consultazione con la Commissione regionale, di concertazione approva degli atti d'indirizzo per definire la propria programmazione, contenenti gli obiettivi e gli atti necessari a realizzare questi obiettivi e le forme di coordinamento.
In particolare, nell'articolo si fa anche riferimento ai criteri generali per la valutazione dei progetti e per la determinazione della congruità dei costi e delle relative modalità di rendicontazione. Sappiamo che i costi standard sono un tema focale e centrale in tutte e tre le materie di cui si occupa questo disegno di legge. Di conseguenza, dire che la Giunta programma e determina la congruità dei costi è sicuramente un punto importante.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 2) presentato da Canalis (prima firmataria) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Faccio riferimento all'emendamento n. 2), riguardante l'articolo 11.
L'articolo 11 descrive una Commissione molto importante, che non viene introdotta da questo disegno di legge e che esisteva già in precedenza, ma che viene specificata con questa nuova norma. Si tratta della Commissione regionale di concertazione per le politiche regionali del lavoro, della formazione professionale e dell'orientamento permanente.
Il disegno di legge propone che la composizione della Commissione coinvolga il Presidente della Giunta o l'Assessore delegato, il Consigliere di parità, poi fino a 12 componenti in rappresentanza delle organizzazioni sindacali e fino a 12 componenti in rappresentanza delle organizzazioni datoriali, quindi specularmente ai sindacati e, inoltre, il Sindaco della Città metropolitana di Torino e due rappresentanti dell'ANCI del Piemonte.
È una Commissione molto importante, perché viene coinvolta preventivamente in tutte le materie riguardanti il lavoro, la formazione professionale e l'orientamento permanente.
Anche questo disegno di legge è passato al vaglio della CRC prima di approdare, in Giunta, nel luglio 2022, e prima di approdare in Commissione consiliare. È una Commissione viva, è una Commissione che opera da molti anni, in cui la politica in maniera tripartita si confronta con gli altri due soggetti, che sono i rappresentanti dei lavoratori e i rappresentanti dei datori di lavoro. È un organismo anche molto interessante, perché al suo interno, un po' come il CNEL a livello nazionale, raccoglie i diversi esponenti del tessuto socio-economico e politico piemontese.
Qual è la proposta che faccio con l'emendamento? Visto che questa Commissione spesso e volentieri si trova anche a confrontarsi e a discutere di formazione professionale anche per prevenire discussioni che avvengono poi puntualmente in seguito, propongo che, in veste consultiva, quindi senza diritto di voto, si consenta la partecipazione anche a due rappresentanti delle associazioni datoriali di rappresentanza delle Agenzie formative FORMA e CENFOP. Queste sono le due sigle sotto le quali si raccolgono, di fatto, tutte le agenzie formative del Piemonte.
FORMA rappresenta le agenzie formative di matrice cattolica e CENFOP quelle di matrice laica. Entrambe sono organizzazioni molto antiche, perché sia gli enti cattolici sia quelli laici sono nati già dall'Ottocento, quindi prima che nascesse la nostra Repubblica.
Perché propongo che vengano ascoltati coinvolti come uditori? Perché, di fatto, anche in passato si è riscontrato che la loro assenza in CRC ha suscitato alcune problematiche. Può essere efficacemente gestito il conflitto che si può generare successivamente, se queste organizzazioni che di fatto sono enti datoriali al pari degli altri enti datoriali vengono ascoltati già in fase preventiva di discussione in CRC, senza diritto di voto per evitare possibili conflitti di interesse. Questa è la proposta.



PRESIDENTE

Grazie.
Ricordo i tre minuti.
La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Intervengo per sostenere la proposta emendativa della collega Canalis.
Peraltro, già nel corso del dibattito consiliare, anche alla luce delle audizioni e delle indicazioni raccolte nel corso delle audizioni con i soggetti interessati avevamo proposto con un emendamento di implementare e di modificare la composizione della Commissione regionale di concertazione.
Non siamo arrivati a una definizione, la nostra proposta emendativa non è stata accolta in sede di dibattito di Commissione. Mi sembra appunto di buon senso e, sicuramente, con un atteggiamento collaborativo, la proposta della collega Canalis, che prevede di recuperare la presenza di questi due rappresentanti nella modalità di uditori e senza diritto di voto, però con la possibilità di portare in quella sede le loro conoscenze, le loro competenze e la loro conoscenza diretta del mondo che rappresentano e che peraltro, rappresenta la gran parte dell'attività della formazione professionale.
In questo senso, sottolineo la mia attenzione per un emendamento che credo anche di avere sottoscritto.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono altri interventi, chiedo il parere della Giunta.
Il parere della Giunta è negativo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola prima sull'emendamento, perché ci tenevamo a sentire la voce dell'Assessora Chiorino, nel senso che, è vero che si è rivolta a lei, Presidente facendo il pollice in giù, per dire "contrario" e, quindi ci mancherebbe, però non tutti abbiamo partecipato ai lavori di Commissione, quindi, per noi era importante sentire anche in Aula il motivo del perché non si voglia, anche coerentemente Presidente a quello che ci dicevamo in discussione del precedente articolo, chiedo, Presidente, che l'Assessore intervenga per motivare il voto contrario, perché è un voto contrario all'allargamento della partecipazione, del confronto.
Se invece c'è altro, sarebbe utile e importante, anche per rispetto dell'Aula e delle realtà presenti nell'emendamento, ricevere in Aula le stesse motivazioni date in Commissione.
Questo è un po' - lo ribadisco - lo stile con cui si governa e il modo con cui ci si confronta: c'è stato un emendamento ed è stato legittimamente bocciato. Su questo non c'è discussione, però, nella discussione in Aula del contenuto, gli interventi delle colleghe sono stati puntuali e precisi con motivazioni puntuali e precise. A queste motivazioni mi sembra davvero un po' troppo ricevere un dito all'ingiù, manco fossimo ai tempi dell'antica Roma: a qualcuno i tempi romani piacciono particolarmente, ma non siamo al Colosseo, siamo in un'Aula istituzionale, dove magari, oltre al pollice verso, due parole di motivazioni sarebbero utili anche in un confronto, anche per poterle condividere con le realtà che hanno contattato alcuni colleghi.
Magari non le condividiamo, Presidente, però il gesto del pollice verso è un po' antipatico, per cui chiederei a lei di richiedere con un po' più di vigore all'Assessora Chiorino se è possibile avere una specifica del "no" così forte che ha dato a questa realtà e, quindi, alla partecipazione a un momento di confronto e di condivisione rispetto all'oggetto importante del provvedimento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei. L'Assessore ha sentito.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Siamo sull'articolo, quindi prendiamo atto e speriamo di avere un passaggio di merito delle valutazioni dell'Assessora Chiorino rispetto alla precedente proposta emendativa.
In ogni caso, servirebbe un passaggio di merito più in generale per quanto riguarda la composizione di questa Commissione, premesso che non è mai facile individuare il giusto equilibrio di rappresentanza, ma anche di snellezza operativa di Commissioni di questo tipo, della cui esigenza ci rendiamo perfettamente conto, perché, a volte, un'eccessiva ridondanza pu anche essere un deterrente alla convocazione di queste Commissioni e motivo di rallentamento del lavoro.
Tutti noi, ahimè, conosciamo una miriade di Commissioni presenti sulla carta, ma che poi, di fatto, risultano poco operative perché fanno fatica a raggiungere il numero legale o perché diventa complicato farle funzionare.
Capisco che anche da parte dei proponenti, degli Uffici e dell'Assessore ci sia l'esigenza di un giusto mix tra la rappresentatività e l'operatività però è opportuno che ci sia un'adeguata rappresentanza dei soggetti interessati. A questo scopo ricordo un passaggio, su cui poi non siamo intervenuti proprio per i motivi che ho illustrato prima, in termini emendativi, però forse è bene qui ricordare e verbalizzare che anche la rappresentanza dei Comuni delegata all'ANCI è riduttiva, perché l'ANCI, pur essendo la maggiore e più rappresentativa associazione dei Comuni sicuramente non è l'unica ad avere carattere di tipo generale.
In altre occasioni, la Regione tiene conto delle diverse rappresentanze.
Tuttavia, non siamo intervenuti ulteriormente nel merito per non appesantire la discussione e il lavoro risultante, però ci tenevo a ricordarlo in sede di discussione dell'articolato.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di interventi, procediamo con la votazione dell'articolo 11.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 12 Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Pongo all'attenzione dei colleghi l'articolo 12, che recita "Confronto con le associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità". L'articolo si pone l'obiettivo importante di istituire una sede di confronto permanente con le associazioni più rappresentative, a livello regionale sul tema della disabilità. È sicuramente un passaggio arricchente della norma e della legge, però vorrei richiamare un tema che non ha trovato spazio né modalità di discussione nella fase di confronto precedente.
Rivolgendomi ai colleghi e all'Assessore, probabilmente bisognerà porre attenzione, nella fase di attuazione della legge o di interventi successivi, al tema del raccordo con la legge regionale n. 3 del 2019, che riguarda la promozione delle politiche a favore dei diritti delle persone con disabilità, in particolare all'articolo 5, che si occupa di politiche del lavoro e dell'occupazione. Qui rivolgo un appello a tutti noi, come Consiglieri e come legislatori, di porre attenzione, quando proponiamo nuovi atti, a ciò che esiste, a ciò che è già vigente per non creare sovrapposizioni e, a volte, conflitti, a non dimenticarsi del quadro normativo.
Di nuovo, per fortuna, gli Uffici del Consiglio, molto attenti, ci mettono in evidenza e in attenzione certi aspetti. Non l'abbiamo fatto, tuttavia anch'io non avrei saputo bene come intervenire dal punto di vista emendativo, ma colgo l'occasione della discussione dell'articolato per richiedere all'Assessore, che in questo momento ha la responsabilità dell'attuazione di questa legge, ma soprattutto agli Uffici che ce l'avranno sempre e comunque, di prendere in considerazione tale aspetto e di valutare come fare in modo che ci sia una sinergia tra leggi della Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Mi ritrovo anch'io nelle parole della Consigliera Accossato. Sicuramente è utile l'istituzione di una sede di confronto permanente con le associazioni di rappresentanza del mondo della disabilità. Sappiamo che il territorio piemontese è molto ricco di questo tipo di associazioni, c'è una forte sensibilità sociale legata ai temi del lavoro e all'inserimento lavorativo delle persone con disabilità.
Chiaramente questo tavolo dev'essere raccordato con tutte le altre sedi che sono previste dall'impianto normativo regionale. Penso, ad esempio, al lavoro che stiamo facendo in IV e VII Commissione sul tema della coprogettazione e coprogrammazione con gli enti di terzo settore piemontesi. Un'attività che è prevista non soltanto dall'articolo 55 del decreto legislativo n. 117 del 2017, ma anche da una sentenza della Corte Costituzionale del 2020, che riconosce un ruolo pubblico, a tutti gli effetti, anche agli enti di terzo settore.
In questa norma che stiamo discutendo si prevede di istituire un tavolo, un luogo di confronto e di discussione tra istituzione regionale ed enti di terzo settore, stabilendo dei criteri di rappresentanza.
L'articolo 12, che demanda alla Giunta regionale la definizione dei criteri per l'individuazione delle associazioni e delle modalità legate al mondo delle disabilità più rappresentative, chiaramente dovrà essere raccordato con la legge n. 3 del 2019 cui faceva riferimento la Consigliera Accossato ma anche con la nascitura legge sul terzo settore che vedrà un luogo di confronto tra Regione e associazioni. Il rischio è che ci sia una moltiplicazione di sedi e di tavoli che, invece di valorizzare il positivo rapporto tra pubblica amministrazione, politica e terzo settore, di fatto lo vanifichi o lo neutralizzi.
Se non c'è chiarezza anche da parte di chi è legittimato a esprimersi, se c'è una moltiplicazione delle sedi, il rischio è che si crei davvero non solo confusione, ma anche che ci sia una diminuzione del valore di questi momenti. Il nostro non è, quindi, un parere di stroncatura rispetto all'articolo, anzi siamo favorevoli all'accento che viene posto sulle associazioni che si occupano di disabilità, sapendo quanto sia difficile per le persone con disabilità trovare un lavoro.
Il nostro è un invito, in particolare rivolto alla Giunta, a coordinare le diverse sedi di discussione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Non essendovi altre richieste d'intervento, pongo in votazione l'articolo 12.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 13 Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Anche sull'articolo 13 c'è stato un ampio dibattito in sede di Commissione consiliare.
L'articolo s'intitola "Modalità di realizzazione delle attività". In particolare, c'è stato un confronto sul comma 2 dell'articolo, laddove era stata utilizzata la seguente espressione lessicale: "La Giunta regionale può prevedere, oltre all'accreditamento, ulteriori specifici requisiti per l'erogazione delle attività, in relazione alle diverse tipologie di interventi".
Sul testo originario è stata fatta una mediazione per evitare che l'espressione "oltre all'accreditamento" venisse intesa come in sostituzione dell'accreditamento, quindi si è pensato, sulla scorta di un nostro emendamento, di aggiungere all'accreditamento, anche "ulteriori specifici". Questo perché riteniamo che l'accreditamento vada considerato il principio cardine in base al quale si ammettono i soggetti a erogare, su autorizzazione della Regione, servizi in ambito di lavoro, formazione professionale e orientamento permanente.
Sia, quindi, la procedura imprescindibile senza la quale i soggetti non possono essere fatti entrare nel nostro sistema del lavoro, della formazione professionale e dell'orientamento permanente. Di conseguenza l'espressione "oltre" ci sembrava lessicalmente fuorviante, poteva indurre in errore e, dal momento che le leggi sono fatte per durare qualche anno pensiamo che quella sulla formazione professionale era in vigore dal 1995 quindi da più di trent'anni - abbiamo proposto di correggere questa espressione che, nell'arco del tempo, poteva indurre ad ammettere nel nostro sistema anche soggetti non accreditati.
È chiaro che il cuore della legge è l'accreditamento, perché è in base alla severità e alla chiarezza dei criteri in base ai quali effettueremo l'accreditamento che potremo garantire la qualità dei servizi erogati da questi soggetti esterni che, sulla base di fondi pubblici, erogheranno le prestazioni.
La riformulazione che abbiamo proposto è stata accettata, quindi mi è sembrato un buon esempio di mediazione e di dialogo tra forze di maggioranza e di minoranza, che non solo permette di evitare interpretazioni sbagliate del corpo normativo, ma ci permette anche di sottolineare come siano utili questi ulteriori specifici requisiti per l'erogazione delle attività. Pensiamo al caso delle Academy, in cui, oltre all'accreditamento, sono stati riconosciuti ulteriori requisiti per selezionare i soggetti migliori.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ricordo ancora una volta che il tempo a disposizione per gli interventi è di tre minuti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo all'articolo 13, che è il primo articolo del Capo III, che parla di "Gestione, controllo e valutazione delle politiche e dei servizi".
L'articolo 13 è relativo alle modalità di realizzazione delle attività e si compone di sette commi. Come richiamato dalla Consigliera Canalis l'articolo è stato oggetto di un emendamento migliorativo passato in Commissione che, anche a nostro avviso, va a chiarire meglio un dettaglio dove si dice: "La Giunta regionale può prevedere, in aggiunta all'accreditamento, ulteriori specifici requisiti per l'erogazione delle attività in relazione alle diverse tipologie di interventi". Invece, nella scrittura originaria del testo del disegno di legge si diceva "oltre all'accreditamento" anziché "in aggiunta all'accreditamento".
Anche noi la riteniamo una modifica migliorativa, che è andata a chiarire quella parte del testo, per non incorrere negli eventuali problemi segnalati dall'estensore dell'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Intervengo anch'io sulle caratteristiche dell'articolo 13, innanzitutto riprendendo l'attività emendativa condotta con la Consigliera Canalis perché sicuramente quel passaggio, così com'era indicato, anche se l'abbiamo capito e lo intendevamo nel modo più opportuno, poteva indurre in equivoci in futuro.
Siccome una legge deve, per quanto possibile, poter essere applicata senza contenziosi e senza problemi per molti anni, era necessario chiarirlo.
L'abbiamo fatto e credo che l'Assessora sia stata molto attenta nel recepire questa modifica, anche perché il tema dell'accreditamento è fondamentale. Ormai, per questioni di norma nazionale, succede da molti anni che la Regione non gestisce più direttamente, come faceva in passato l'attività di formazione professionale, ma ha un ruolo di garante, di controllo e di programmazione. Però l'attività delle agenzie formative passa attraverso la fase dell'accreditamento, che è determinante.
Anche se esaltiamo le funzioni, la qualità e le competenze dei soggetti che intervengono in questo sistema, non possiamo dimenticarci di aver assistito in passato a presenze poco competenti. Mi riferisco ad alcune agenzie formative che, alla resa dei conti, si sono rivelate non affidabili, con scarse competenze sia nel merito della qualità della formazione sia nella gestione delle risorse che sono pubbliche.
Pertanto, i principi e i criteri per l'accreditamento sono determinanti anzi c'è l'esigenza, in qualche occasione, di aggiungere degli elementi piuttosto che togliere, per essere sicuri che quelle che mettiamo a disposizione delle cittadine e dei cittadini che accedono alle attività di formazione siano davvero proposte di alta qualità.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 15 La parola alla Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Vorrei sottolineare, rispetto all'articolo 15, che riguarda il monitoraggio e la valutazione del sistema regionale integrato delle politiche, in particolare, il ricorso all'Istituto di ricerche economiche e sociali del Piemonte, dell'Agenzia Piemonte Lavoro e ad altri soggetti in possesso di competenze specialistiche in materia, per effettuare questo monitoraggio e queste valutazioni; quindi l'IRES e APL sono considerati soggetti preziosi e qui mi sembra importante rimarcarlo per il monitoraggio e per la valutazione delle politiche in materia di lavoro, formazione professionale e orientamento permanente.
Agenzia Piemonte Lavoro ha ormai più di 900 dipendenti, IRES è un orgoglio del Piemonte per la sua capacità di effettuare ricerche, anche di grande profondità e raffinatezza, quindi mi sembrava utile ricordare l'apporto che questi enti, che sono di emanazione regionale, possono dare anche nelle materie di cui ci stiamo occupando oggi.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi altre richieste d'intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 16 Sull'articolo 16 non insistono emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 17 La parola alla Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Mi sembrava utile soffermarsi un momento sull'articolo 17, perché è quello che apre la parte riservata all'orientamento permanente, che è uno dei tre pilastri di questo disegno di legge.
Si sottolinea come i soggetti erogatori dell'orientamento permanente debbano essere anch'essi accreditati con la nostra Regione e si definisce quali sono gli utenti e i destinatari della loro attività, quindi gli studenti iscritti ai cicli di istruzione e di istruzione e formazione professionale, i giovani qualificati, diplomati, laureati, i giovani e anche gli adulti che abbiano abbandonato gli studi e che intendono rientrare nel sistema di istruzione oppure formazione, ma anche le famiglie, visto che, di fatto, anche i genitori sono sempre coinvolti nelle scelte di istruzione e di formazione dei loro figli.
Poi, già nell'articolo 17 si cominciano a definire i criteri in base ai quali si effettua l'accreditamento. Si fa, infatti, riferimento alle risorse infrastrutturali e logistiche degli enti che si candidano all'affidabilità economica e finanziaria, alle capacità gestionali e alle risorse professionali, alle relazioni e all'integrazione con il territorio.
Quindi, una serie di criteri che sono comuni anche ai soggetti erogatori di servizi in materia di lavoro e formazione professionale, che possono assicurare affidabilità, autorevolezza e serietà, proprio perché questi soggetti vengono autorizzati dalla Regione a erogare servizi sulla base di risorse pubbliche.
È molto importante che anche sull'orientamento, che forse è il settore un po' meno conosciuto rispetto a quelli del lavoro e della formazione professionale, ci sia una grande vigilanza e una grande attenzione affinché i fondi pubblici destinati a una materia così importante per la capacità di limitare la dispersione scolastica e per inserire nel mondo del lavoro soprattutto le persone giovani, sia efficace.
Lo dicevamo nella discussione generale la scorsa volta: purtroppo anche in Piemonte, seppur meno che in altre Regioni italiane, è molto elevato il numero dei giovani di età inferiore a 34 anni, che non studiano e non lavorano, i cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training). È importante che l'orientamento sia potenziato e sia reso ancora più efficace, proprio perché le persone che completano il percorso dell'obbligo di istruzione e che completano la scuola secondaria di primo grado possano fare le scelte più corrette e che siano foriere di percorsi più completi nella loro vita.



PRESIDENTE

Grazie.
Non vi sono altre richieste, quindi pongo in votazione l'articolo 17.
Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Possiamo sospendere la seduta e riprendere i lavori alle ore 14.00 con la trattazione dei question time.
Buon appetito tutti.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 13.00)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.01 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia dichiaro aperta la seduta delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1604 presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi interrogazione a risposta immediata n. 1597 presentata dal Consigliere Ivano Martinetti, cui risponderà l'Assessore Fabrizio Ricca; interrogazione a risposta immediata n. 1598 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone; interrogazione a risposta immediata n. 1599 presentata dalla Consigliera Silvana Accossato cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 1600 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta immediata n.
1601 presentata dal Consigliere Sean Sacco, cui risponderà l'Assessore Fabio Carosso; interrogazione a risposta immediata n. 1602 presentata dal Consigliere Alberto Avetta, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi interrogazione a risposta immediata n. 1603 presentata dal Consigliere Raffaele Gallo, cui risponderà l'Assessore Vittoria Poggio; interrogazione a risposta immediata n. 1605 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi.
Ricordo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo ancora che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta e non ci sono repliche.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1604 presentata da Canalis, inerente a "Caos sulla linea ferroviaria Torino-Pinerolo: Giunta Cirio spettatrice?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1604.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Monica Canalis.
Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Quest'oggi vorrei provare a portare in quest'Aula, in Consiglio regionale la fatica e il disagio dei numerosissimi pendolari e frequentatori della linea ferroviaria Pinerolo-Torino.
Si tratta di una linea di cui abbiamo dibattuto molto spesso in questa legislatura, insieme all'Assessore Gabusi. È una delle linee con la più alta quantità di disservizi della nostra regione a causa dei numerosi passaggi a livello (ben 28) e a causa della necessità, chissà quando, di un raddoppio della linea, anche solo selettivo in alcuni punti, e dell'obsolescenza del sistema tecnologico.
Chiaramente non sono responsabilità dirette della Giunta regionale sappiamo bene che la rete ferroviaria e il traffico dei treni è anche una responsabilità di Rete Ferroviaria Italiana e di Trenitalia. Tuttavia, con il question time in oggetto facciamo ancora una volta appello alla Giunta Cirio perché si faccia parte attiva, con i due soggetti pubblici, affinch la qualità del servizio su questa linea ferroviaria finalmente possa migliorare. Passaggi a livello, binario unico e obsolescenza tecnologica fanno sì che nell'ultimo mese i treni del mattino, quelli maggiormente utilizzati dai pendolari che si recano al lavoro, sulla linea SFM2, in particolare tra Pinerolo e Torino, abbiano subìto ritardi da 18 a 21 minuti: come si fa arrivare puntuali al lavoro con picchi di ritardo di 115 minuti? È accaduto spesso, in particolare in questo ultimo periodo, che alcune corse siano state soppresse del tutto.
Questa situazione è aggravata dal fatto che l'alternativa del trasporto privato su gomma, quindi il ricorso alla propria autovettura, sia scoraggiata dal sovraccarico della tangenziale conseguente allo stop del tunnel del Monte Bianco, che terminerà il prossimo 17 dicembre 2023.
Abbiamo un territorio che racchiude quasi 200 mila abitanti perché questa linea ferroviaria non è utilizzata soltanto da chi abita nei Comuni attraversati dalla linea, ma da tutto il bacino circostante. Stiamo parlando delle Valli Chisone e Germanasca, della Val Pellice, della città di Pinerolo, della pianura pinerolese e della pedemontana. Sono davvero molte le persone che sono in difficoltà a raggiungere la città di Torino e il polo di smistamento del traffico dei treni.
Assessore, se riusciamo, facciamo qualcosa per migliorare la situazione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Canalis per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente; grazie, Consigliera.
Non leggerò tutti i dati che mi hanno fornito gli Uffici rispetto alla puntualità dei treni. Credo che si debba avere rispetto dei pendolari che alla mattina aspettano (magari non 115 minuti del caso eccezionale che comunque, è un dramma) 15-20 minuti in più di quello che è consentito.
Tuttavia, bisogna essere seri. Nell'essere seri dico che il tono dell'interrogazione è molto diverso dal titolo "Giunta Cirio spettatrice".
La Consigliera Canalis sa benissimo che non siamo spettatori e lo abbiamo dimostrato con gli atti e con i fatti. I fatti dicono che, rispetto all'adeguamento infrastrutturale (raccolgo volentieri le sollecitazioni avendole fatte mie negli atti che abbiamo, ad esempio, nel tavolo tecnico di ascolto e di raccolta delle richieste di miglioramento e efficientamento dello sviluppo dell'infrastruttura con RFI), abbiamo nuovamente richiesto di mettere a finanziamento gli interventi di raddoppio selettivo della linea. Nella riunione del 27 ottobre, RFI ha evidenziato la necessità di avviare preliminarmente un percorso di approfondimenti, tra cui la valutazione del modello di esercizio atteso sulla linea (questo è fondamentale ed è una richiesta che abbiamo ribadito).
Non abbiamo solo fatto richieste a RFI, che è facile e scontato, ma abbiamo attivato - cosa che non era stata fatta in precedenza, c'erano stati tanti tavoli di lavoro - un avvio definitivo dell'eliminazione dei passaggi a livelli. I passaggi a livello sono tanti, ma non è una linea con il maggior numero: penso che la Biella-Novara batta tutti, con 50 passaggi a livello in 50 chilometri. Ciò non vuol dire che essere al secondo o al terzo posto di questa classifica sia un merito o un vanto.
Abbiamo attivato le risorse che erano state appostate sui fondi FSC dandogli concretezza, iniziando con il Comune di Vinovo, per poi proseguire con la progettazione con i Comuni di Airasca e di Piscina. A tal proposito 15 giorni fa abbiamo convocato un tavolo con RFI nazionale, in cui ci siamo confrontati sulla possibilità di procedere speditamente con la progettazione, ma soprattutto con interventi fondamentali nei Comuni di Airasca e di Piscina, che eliminerebbero ulteriori quattro o cinque passaggi a livello, diminuendo in maniera importante quell'inaffidabilità che è la causa, insieme ai tanti lavori che ci sono oggi non solo su quella linea, ma su tante linee del Piemonte e dell'Italia, dei molti ritardi.
Su linee fragili, a binario unico, dove si vanno a inserire importanti attività di cantiere nei nodi urbani, non solo a Torino, ma in Italia evidentemente si mette a rischio una puntualità che magari già non è ottimale in quel territorio.
Pertanto, dobbiamo, da un lato, essere seri e dire quello che abbiamo fatto, che è quello che ho elencato; dall'altro, chiedere un maggiore sforzo a RFI e a Trenitalia, affinché i lavori si concludano velocemente e si mantenga la puntualità.
Parallelamente, devo anche dire che una componente essenziale - in questo caso non la principale - è quella del materiale rotabile. Lo dico e lo ripeto tutti i giorni, ma è importante ricordarlo: stiamo proseguendo con la sostituzione del materiale. Siamo arrivati a 16 treni e arriveremo a 71 nei prossimi due anni e mezzo. Questo è un altro fattore, perché i binari sono una cosa, i treni sono un'altra e possono garantire affidabilità maggiore.
Dico questo ai pendolari e ai passeggeri: ci siamo attivati, ma devono avere un po' di pazienza (e ne hanno tanta in questi giorni). Purtroppo o per fortuna, il PNRR ci restituisce una serie d'interventi importanti sulle nostre linee, che però vanno realizzati. Così come i cantieri stradali anche quelli ferroviari, portano un po' di scompensi e, purtroppo, a pagarne il dazio sono i pendolari.
Sappiamo che l'investimento dev'essere ulteriore in termini anche intellettuali, progettuali e di sviluppo degli orari. Lo stiamo facendo insieme a RFI e a Trenitalia e confidiamo che, man mano che i cantieri si smantelleranno, riusciremo a restituire un servizio ancora migliore a questi territori.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1598 presentata da Frediani inerente a "Compatibilità del progetto Patres con le finalità della legge regionale del 9 aprile 2019, n. 17 - Promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1598.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo letto sui giornali il dibattito in corso rispetto a questa iniziativa, che sappiamo non essere un'iniziativa dell'Assessore Marrone anche se i vari titoli che abbiamo letto sono "Marrone porta la naja a scuola" o cose di questo tipo.
Sappiamo che questa destinazione di fondi deriva da un bando, che è collegato a una legge approvata nella scorsa legislatura e che mirava a promuovere e valorizzare l'invecchiamento attivo. Ho vissuto particolarmente male le notizie che ho letto in questi giorni, perché ho vissuto la nascita e la discussione di quella norma e so quali finalità avesse. Quindi, mi spiace anche un po' che alcuni esponenti dell'attuale Movimento 5 Stelle non ricordino o non conoscano le reali finalità di quella legge, mentre posso anche capire che l'Assessore veda in quel progetto una concretizzazione di alcune finalità che lui ritiene condivisibili. Io meno, ma questo è capitato anche rispetto ad altri provvedimenti che l'Assessore Marrone ha emesso in questi anni. La pensiamo diversamente, non è un mistero.
La finalità di quella legge era promuovere l'invecchiamento attivo valorizzare il ruolo delle persone anziane nella nostra società e favorire anche un incontro tra i giovani e gli anziani. Si è parlato a lungo durante il dibattito della staffetta generazionale, quindi del passaggio delle competenze sul lavoro e delle antiche botteghe. Questa iniziativa come si pone in linea con queste finalità? Io non so quanti giornalisti abbiano un po' ritoccato le dichiarazioni dell'Assessore, ma so che l'Assessore non dovrebbe aver influito sulla scelta dei destinatari, trattandosi di un bando. Ovviamente seguirà un accesso agli atti per vedere i punteggi assegnati. Ho già visto quelli relativi al progetto Patres e non penso ci sia nulla da nascondere. Per significa che qualcosa si è un po' inceppato nel meccanismo che, invece, ha portato il Consiglio regionale ad approvare quella legge, che aveva ben altri intenti. Derivava, tra l'altro, dalla proposta dell'ex Consigliere Bono, che tutto era tranne che militarista. Era uscito poi un testo condiviso, perché nel frattempo erano giunti altri testi e, alla fine, si era arrivati a quella formulazione.
Patisco un po' nel vedere questo continuo inserimento nella scuola di discussioni sui principi della patria. Non che non ami il mio Paese o che abbia qualcosa in contrario alle associazioni dei veterani, che ovviamente hanno una loro storia da raccontare, però questa militarizzazione già l'abbiamo vista con la legge sul valore alpino e un po' preoccupa, perch credo che i nostri ragazzi crescano già in un clima abbastanza impregnato di militarismo, di discussioni sulle guerre e di immagini molto violente.
Vivono già un profondo disagio psicologico rispetto al loro futuro. Di conseguenza, mi chiedo: perché dobbiamo continuare a entrare nelle scuole aggiungendo ulteriormente il peso dei valori, come per dire che i nostri giovani non hanno più valori e che glieli trasmettiamo noi, ma sono valori collegati comunque a una visione militarista e bellica. Io questa impostazione non potrò mai condividerla.
Pertanto, al di là del bando, rispetto al quale l'Assessore mi spiegherà quali siano le attinenze con le finalità, credo che sia proprio un'impostazione errata e che dovremmo usare i fondi regionali per altre iniziative, sia verso gli anziani sia verso i nostri giovani.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marrone, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alle politiche sociali

Grazie, Presidente.
Il progetto "Patres. Storia e memoria" è stato finanziato nell'ambito dell'avviso pubblico, approvato con determina dirigenziale A14-961 del 2023, emanato per la realizzazione di interventi e iniziative connessi all'attuazione del Piano per l'invecchiamento attivo.
Il progetto rientra nell'ambito di attività correlate all'attuazione dell'obiettivo 3, ovvero "Stimolare la partecipazione e l'impegno civico della popolazione anziana" indicato nel Piano per l'invecchiamento attivo approvato con delibera del Consiglio regionale n. 261-1401 del 24 gennaio 2023.
In particolare, come si evince dalla scheda progetto, il progetto è ideato e costruito per promuovere e stimolare la partecipazione, l'impegno civico e un ruolo attivo di circa un centinaio di soci ultrasessantacinquenni della Sezione provinciale ANArtI di Torino, nell'organizzazione di attività culturali e sportive legate alla valorizzazione della memoria nazionale piemontese rivolta alle giovani generazioni.
Particolare attenzione è dedicata agli istituti scolastici e ai circoli culturali, per la maggior parte collocati sul territorio regionale attraverso una sinergia in ambito nazionale e internazionale, favorendo la più ampia partecipazione di partner locali prevalentemente istituzionali come ASSOARMA, con i quali è stato possibile favorire una cooperazione negli specifici settori sportivi e culturali non disgiunti da quello storico e dell'innovazione tecnologica e scientifica. La sezione ANArtI di Torino intende coinvolgere i giovani nella ricerca dei valori dei simboli patri italiani, che identificano univocamente l'Italia, riflettendone la storia e la cultura.
In linea generale, le attività proposte possono essere riconducibili alla linea di intervento 3.4 del bando stesso così declinata: "Stimolare la partecipazione e l'impegno civico della popolazione anziana nell'organizzazione di attività culturali e sportive legate alla valorizzazione della memoria nazionale e piemontese rivolta alle giovani generazioni".
Tale obiettivo, a sua volta espressione dell'azione 3.1, contenuto nel Piano per l'invecchiamento attivo così declinata: "Promozione e pubblicizzazione di progetti di servizio civico, di formazione qualificazione per ultrasessantacinquenni, intenzionati ad attività di volontariato e sussidiarie, anche di vigilanza, rivolte ad ambiti culturali, scolastici, storici, sportivi o turistici", riprendendo anche quanto previsto dall'articolo 8 della legge regionale n. 38 del 1994, che è "La valorizzazione e promozione del volontariato".
Ci tenevo a dare una risposta anche precisa, che chiaramente inoltrerò alla Consigliera, perché si parla di un bando e lei ha utilizzato termini precisi, mentre altrove sui giornali se ne sono sentite di ogni colore e tipo, come "finanziamenti agli amici, per finalità propagandistiche".
Trovo, e sottolineo, di nuovo, non da parte della Consigliera Frediani quelle affermazioni ai limiti della diffamazione e della calunnia, per tendenzialmente me la regolo in ambito politico e di sicuro non ricorro a strumenti di natura giudiziaria.
Il punto però è che io non condivido. Poi è ovvio.
La Consigliera Frediani diceva giustamente che già su tanti altri temi abbiamo potuto rimarcare le nostre differenze d'impostazione culturale e anche politica. Nessuna tragedia in questo, vivaddio che c'è ancora un po' di differenziazione delle posizioni in politica, però non accetto o meglio, non condivido che si dica che questa è un'applicazione che non abbia a che fare con l'invecchiamento attivo, perché esplicitandolo in termini meno burocratici di quelli che ho appena letto, la legge sull'invecchiamento attivo cerca di valorizzare tutti gli aspetti e tutti gli ambiti d'impegno attivo delle persone ultrasessantacinquenni.
Le associazioni d'arma, insieme a tantissimi altri ambiti, insieme alle Unitre agli enti di formazione e apprendimento permanente, insieme alle associazioni culturali che fanno teatro, alle parrocchie a qualsiasi articolazione della società civile, è una dimensione in cui, soprattutto delle generazioni che, a differenza delle nostre, hanno fatto il servizio militare di leva obbligatoria, sono passate in blocco. Infatti posso testimoniare che vedono rappresentate al loro interno qualsiasi sfumatura possibile di fede politica, calcistica religiosa e Dio sa cos'altro perché, di fatto, rappresentano degli spaccati di società che, in quegli anni, ha fatto il proprio anno o i due anni o i mesi che erano di servizio sotto le armi. Ovviamente non tutti, probabilmente saranno le persone che sono rimaste particolarmente affezionate a quell'esperienza, però.
Sinceramente, senza andare ai livelli, perché non è la Consigliera interpellante ad averli utilizzati, del "basta fascismi", vorrei solo rimarcare, come peraltro ha già fatto il Presidente Cirio e il Ministro della Difesa Crosetto, che si tratta di articolazioni istituzionali riconosciute dai Ministeri. Poi si può apprezzare o meno che svolgano le loro attività nelle scuole.
Consigliera Frediani, tengo però a sottolineare solo un aspetto, perch magari è un aspetto sul quale possiamo avere più consonanze di quanto non si possa credere.
Per mia esperienza, i militari, quelli veri o quelli che lo sono stati quantomeno sono le persone tendenzialmente più sensibili alle istanze della pace; sono normalmente le meno calde all'escalation militari, soprattutto in teatri e conflitti internazionali, semplicemente perché, essendoci passati, sanno un po' di cosa si tratta, conoscono anche gli aspetti drammatici collegati, sanno di tutte le difficoltà e, in molti casi, ci hanno anche perso degli amici. Sinceramente, nella mia umile esperienza penso che normalmente a scatenare i conflitti siano quelli che dai campi di battaglia si tengono molto, molto lontani e non quelli che, invece, poi vanno lì a rischiare personalmente la vita. Chiaramente, sono delle sfumature di pensiero, tutte legittime, tutte pienamente meritevoli.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Enti strumentali

Interrogazione a risposta immediata n. 1597 presentata da Martinetti inerente a "Istituzione tavolo di lavoro su Finpiemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1597.
La parola al Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Assessore.
In data 17 ottobre 2003, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato con una votazione segreta, l'ordine del giorno n. 1678 dal titolo "Istituzione tavolo di lavoro su Finpiemonte"; questo atto d'indirizzo impegna la Giunta regionale del Piemonte a istituire un tavolo di lavoro su Finpiemonte, per garantire quello che riteniamo sia necessario, cioè una maggiore trasparenza verso i cittadini e verso le imprese, per migliorarne la gestione attraverso una compartecipazione da parte di tutte le forze politiche.
Come peraltro abbiamo menzionato nel testo dell'ordine del giorno e anche in parte nell'interrogazione, c'è una lunga serie di eventi che abbiamo ritenuto doveroso citare nell'interrogazione proprio per far capire quanto sia importante istituire questo tavolo di lavoro.
Vado agli eventi degli ultimi due anni, senza andare indietro di cinquant'anni, quindi tutte le varie dimissioni che si sono susseguite, le dimissioni appunto del Presidente Molina, anticipate da burrascose dimissioni anche dei consiglieri di amministrazione, la riduzione del Consiglio d'Amministrazione da cinque a tre, che noi abbiamo, in parte contestato.
C'è stato poi un rimpasto anche per quello che riguarda il Collegio sindacale dei Revisori dei Conti e anche per quello che riguarda il Consiglio d'Amministrazione. Ricorderete tutti, immagino in quest'Aula, la revoca del Consigliere nominato dalle minoranze? Per questo motivo, crediamo sia prioritario garantire ai cittadini e alle imprese del nostro Piemonte, proprio come ho già detto, la massima trasparenza per migliorare l'efficienza dell'ente.
Al netto di queste considerazioni, chiedo all'Assessore quando la Giunta regionale del Piemonte intende dare vita a questo tavolo di lavoro su Finpiemonte, così come previsto nell'ordine del giorno che abbiamo presentato.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Ricca per la risposta.



RICCA Fabrizio, Assessore ai rapporti con società a partecipazione

regionale Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere interrogante.
L'articolo 2380 del Codice Civile prevede che la gestione dell'impresa spetta esclusivamente agli amministratori, i quali compiono le operazioni necessarie per l'attuazione dell'oggetto sociale.
L'articolo 56, comma 2, lettera d) dello Statuto della Regione Piemonte attribuisce alla Giunta regionale il controllo della gestione dei servizi pubblici regionali affidati a enti dipendenti della Regione, ad aziende speciali e a società a partecipazione regionale.
L'articolo 9, comma 7 della legge regionale n. 39 del 1995 stabilisce le modalità per assicurare la presenza della minoranza consiliare nell'ambito delle nomine degli organi societari; con DGR n. 1.66.81 del 31 marzo 2023 è stato ritualmente nominato un componente del Consiglio di Amministrazione della società Finpiemonte S.p.A. su indicazione delle minoranze.
La società Finpiemonte S.p.A. è una società partecipata della Regione Piemonte che opera in regime di house providing. In ragione della qualificazione della società in house, come definito dall'articolo 2, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 175/2016 (TUSP), la Regione esercita il "controllo analogo" sulla società stessa, ossia "un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi, esercitando un'influenza determinante sia sugli obiettivi strategici sia sulle decisioni significative della società controllata".
Con DGR 17 ottobre 2016, n. 1-4046 sono state disciplinate finalità modalità e strutture competenti a esercitare le attività di controllo analogo.
Fermo restando il ruolo della Giunta regionale nell'adozione di atti d'indirizzo, all'esercizio del controllo analogo partecipano le Direzioni cui sono intestate funzioni generali in materia di organizzazione dell'ente, affari istituzionali, risorse finanziarie e di bilancio, nonch le singole Direzioni committenti per quanto riguarda i singoli specifici affidamenti.
In attuazione di quanto previsto dal quadro normativo vigente sopra chiamato, le competenti strutture della Regione Piemonte svolgono ordinariamente e continuativamente una costante e pervasiva attività di controllo sulla società Finpiemonte S.p.A.
A titolo meramente esemplificativo e non esaustivo, viene effettuata un'analisi puntuale sul bilancio e sui documenti di programmazione economico finanziaria; vengono svolte approfondite valutazioni sulle proposte di introduzione o modifica dei regolamenti di funzionamento interno della società e su tutti gli atti di gestione delle società su cui la Regione debba esercitare una funzione propulsiva di controllo. Tutti i verbali del Consiglio di Amministrazione della società sono ordinariamente visionati e approfonditi con richieste di chiarimento, ove ritenuto necessario.
La nuova convenzione quadro per gli affidamenti diretti a Finpiemonte S.p.A., approvata con DGR 27-5128 del 27 maggio 2022, nel recepire alcune osservazioni della Corte dei Conti, ha ulteriormente rafforzato l'azione di controllo della Regione anche sui singoli affidamenti. In particolare, nel ribadire il ruolo d'indirizzo esercitato dalla Regione, soggetto titolare dell'attività di programmazione e della predisposizione dei bandi, è stata introdotta la previsione di relazioni periodiche sull'andamento delle attività affidate, nelle quali devono essere evidenziate eventuali criticità sull'andamento di bandi, nonché indicazioni di misure correttive che le strutture regionali affidanti devono espressamente approvare o respingere.
Infine, con particolare riferimento all'esigenza di garantire la massima trasparenza sull'attività svolta dalla società a favore della cittadinanza e del sistema delle imprese, nell'ambito dell'attività di controllo sopra menzionate si sottolinea l'attenzione che viene dedicata al corretto adempimento, da parte della società, agli obblighi in materia di amministrazione trasparente, di cui al decreto legislativo n. 33 del 2013 mediante costante monitoraggio dei contenuti presenti sul sito istituzionale della società.
Il controllo esercitato sulla società è, dunque, costante e capillare, tale da consentire un'adeguata valutazione sull'andamento della società da parte del socio Regione.
In ragione di quanto rappresentato, la Giunta regionale è disponibile a relazionare al Consiglio sull'andamento della gestione della società Finpiemonte S.p.A. con la periodicità che verrà concordata.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Fabrizio Ricca per la risposta.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interrogazione a risposta immediata n. 1599 presentata da Accossato inerente a "Dimissione e vendita della fabbrica Maserati di Grugliasco TO)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1599.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Come ha già ricordato lei nel titolo, l'interrogazione verte sulla vicenda della vendita della fabbrica Maserati di Grugliasco, ex Bertone, dove non più di 15 anni fa si era insediata FCA, con prospettive di sviluppo e di lavoro, più volte rilanciati e ribaditi anche dai vertici stessi di FCA.
Nei giorni scorsi, invece, anche in modo casuale, si è saputo dai giornali da annunci immobiliari, della vendita di questo complesso industriale, di cui - anche qui, stando alle notizie dei giornali - nemmeno il Sindaco di Grugliasco, Comune su cui insiste lo stabilimento, era stato né informato né coinvolto.
La vicenda è significativa e preoccupante, ma non tanto per la questione in sé della vendita dello stabilimento, perché già era noto che, dal 2021 viste le ormai poche vetture Maserati (circa 8000 all'anno prodotte rispetto alle oltre 50 mila di qualche anno fa), la linea di produzione sarebbe stata portata a Mirafiori. Si sapeva di questa situazione di crisi così come è in crisi tutta la filiera dell'indotto (anche questa mattina abbiamo parlato della Lear e della crisi pesante occupazionale della Lear che è strettamente legata).
L'interrogazione non è tanto per attribuire funzioni di natura immobiliare alla Regione Piemonte, ma fa riferimento a un accordo, a un protocollo siglato, che ha visto protagonisti la Regione Piemonte, la Città di Torino e Stellantis il 20 settembre 2022; protocollo di cui non si conoscono gli estremi, ma che dovrebbe aver declinato gli impegni reciproci dei tre soggetti, a partire da Stellantis, sul futuro del settore automotive in Piemonte e sulle prospettive di sviluppo e di tenuta occupazionale.
Ancora una volta, quindi, non conoscendo quel protocollo, che è riservato torniamo nel merito per chiedere al Presidente Cirio e all'Assessore competente se la dismissione e la vendita della fabbrica Maserati di Grugliasco fosse prevista in quel protocollo e fosse, quindi, a conoscenza della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Silvana Accossato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente, ma sarò molto più breve, fornendo la risposta che mi ha suggerito e concordato l'Assessore Tronzano.
In risposta all'interrogazione della Consigliera Accossato avente a oggetto "Dismissione e vendita della fabbrica Maserati di Grugliasco", si comunica che il memorandum sottoscritto riguarda la realizzazione, da parte di Stellantis, del suo primo hub in Europa dell'economia circolare a Mirafiori e non contiene riferimenti allo stabilimento Maserati di Grugliasco.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1600 presentata da Magliano inerente a "Problematiche e criticità per l'ottenimento del Bonus Trasporti della Regione Piemonte: quali possibili soluzioni? "


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1600.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
La Regione Piemonte ha introdotto il bonus TPL, bonus trasporto pubblico locale, in attuazione del Piano regionale di qualità dell'aria.
Il Bonus Trasporti Piemonte è un'iniziativa promossa dalla Regione Piemonte per incoraggiare l'utilizzo del trasporto pubblico locale. Consiste in uno sconto o un rimborso di 100 euro per l'acquisto di abbonamenti annuali o plurimensili per bus, treni, metropolitane e altri mezzi di trasporto pubblico. Questo incentivo mira a ridurre l'impatto ambientale e promuovere la mobilità sostenibile nella regione, oltre a mettersi anche a difesa di qualsiasi tipo d'ingaggio da parte degli organi inquirenti. Questo è giusto dirlo.
Il bonus può essere utilizzato per l'acquisto o il rimborso di abbonamenti annuali o plurimensili per il trasporto pubblico locale su ferro e gomma le tipologie di mezzi includono autobus, tram, metropolitane e treni.
In questo periodo l'effetto combinato dei due bonus trasporti attivati sia dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sia dalla Regione Piemonte, al fine di promuovere l'uso del trasporto pubblico e della mobilità collettiva e ridurre le emissioni degli inquinanti in atmosfera (principalmente polveri sottili e ossidi di azoto, da cui il riferimento alle inchieste che ci sono state negli ultimi anni), ha interessato, a oggi, così come riferito da alcuni organi di stampa locali, oltre 150 mila utenti per il bonus ministeriale e 5000 per il voucher regionale.
La linea di finanziamento della Regione Piemonte destina il 50 dell'importo complessivo annuale agli abbonamenti annuali che interessano i Comuni soggetti alle limitazioni del traffico della zona IT1181 "Agglomerato di Torino" e il restante 50% alle altre tipologie di abbonamenti annuali in vigore nel resto del territorio piemontese.
Per ottenere lo sconto per l'acquisto di un nuovo abbonamento o il rimborso per un abbonamento già acquistato è possibile procedere anche utilizzando un'apposita procedura online.
Recentemente si sono formate, di fronte alla biglietteria del Gruppo GTT S.p.A. sita presso la stazione di Porta Nuova della Città di Torino, lunghe file di persone che desideravano accedere agli uffici per poter ottenere il bonus trasporti, con tempi d'attesa nell'ordine di molte ore e rilevanti disagi. Il gran numero di tentativi d'accesso ha causato l'interruzione del funzionamento del sistema informatico online della piattaforma adibita alla richiesta del bonus trasporti e gli utenti, non riuscendo a prendere il bonus online, si recavano direttamente in sede. Visto che questi sono fondi regionali, interrogo l'Assessore per sapere quali misure si siano assunte e s'intendano assumere per porre rimedio alle criticità verificatesi e per prevenirne di analoghe in futuro.
Mettiamo delle risorse e almeno chi dovrà erogare queste risorse o dare questi sconti grazie a risorse regionali, si adegui a queste misure, onde evitare di creare problematiche ulteriore ai cittadini piemontesi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere.
Rispondo sulle specifiche dell'Assessore Marnati.
Con riferimento al quesito, si specifica che al bonus TPL della Regione Piemonte si accede esclusivamente online e non si sono verificate criticità sulle piattaforme a disposizione, sia per lo sconto sia per il rimborso.
Nel confermare che nella giornata di giovedì vi sono state effettivamente code presso gli sportelli GTT, si evidenzia parimenti che è stato un fenomeno limitato e connesso non tanto al bonus TPL regionale, ma all'utilizzo del buono sconto nazionale.
Si sottolinea che gli Uffici della Giunta sono in continua comunicazione con tutte le aziende di TPL e Trenitalia che hanno aderito alla misura bonus TPL regionale e, ad esclusione della situazione GTT che al momento appare già risolta, non si segnalano altre difficoltà.
A conferma di quanto sopra si comunica che GTT nel mese di novembre ha processato 23.500 buoni sconto nazionali su abbonamenti mensili, 412 sconti regionali su abbonamenti annuali, 24 abbonamenti con doppio sconto nazionale più regionale e inoltre sta garantendo, oltre al canale e commerce, anche 500 appuntamenti giornalieri per la gestione dei nuovi abbonamenti.
Si evidenzia, in ultimo, che la Giunta, nella predisposizione della misura ha individuato anche la modalità rimborso, proprio per consentire agli utenti una duplice scelta per ottenere dei bonus TPL.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi, per la risposta.


Argomento: Nomine - Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 1601 presentata da Sacco, inerente a "Nomina del Presidente del Parco Nazionale Gran Paradiso quali interlocuzioni con i Sindaci piemontesi e con il Ministro competente in materia?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1601.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione, il Consigliere Sean Sacco.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Una piccola premessa: il Parco Nazionale del Gran Paradiso è stato il primo parco a essere stato istituito in Italia con lo scopo di conservare per le generazioni presenti e future, gli ecosistemi di rilievo internazionale e nazionale delle valli attorno al massiccio del Gran Paradiso.
La questione che ci ha spinto a depositare l'interrogazione è legata a un fatto che ha sollevato alcune polemiche, soprattutto nei Comuni interessati dalla presenza del parco. Poiché è un parco a cavallo fra due regioni Piemonte e Valle d'Aosta, ogni cinque anni c'è l'elezione del Presidente che una volta viene indicato dai valdostani e un'altra dai piemontesi. Come è giusto che sia in una concordia istituzionale, indipendentemente dai colori politici, si fa ricadere una scelta concertata tra entrambe le Regioni, con delle figure che vengono proposte di volta in volta.
Questa volta sembra che le cose non siano andate benissimo, in quanto si sono sollevate delle polemiche che non fanno di certo bene al clima che dovrebbero condividere le amministrazioni interessate dalla presenza del parco. Dagli atti sottoposti a parere risulta che (ricordo è una nomina ministeriale, vengono avanzate delle proposte da parte delle Regioni, ma poi la nomina è ministeriale), il nome più indicato su cui si voglia far ricadere la scelta è quello del dottor Durbano come Presidente del Parco nazionale del Gran Paradiso. Con una lettera congiunta inviata alle Commissioni parlamentari competenti, primi cittadini e Presidenti di Unites des Communes e Unioni di Comuni domandano che "il nuovo Presidente del più antico parco italiano sia frutto di una scelta condivisa" e invitano a rivedere la decisione che è stata caldeggiata dal Ministro Gilberto Pichetto Fratin.
Per questo motivo, chiediamo di conoscere se e quali interlocuzioni vi siano state con i Sindaci piemontesi e con il Ministro competente in materia rispetto a questa tematica e se è stata trovata una soluzione maggiormente condivisa. Sarebbe un peccato rompere un equilibrio fra i diversi Comuni che compongono il Parco del Gran Paradiso, considerando che fino ad oggi c'è stata un'ampia concordia istituzionale, indipendentemente dai colori politici che si sono susseguiti alla guida delle Regioni e alla guida del Parco.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Sacco per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando il Vicepresidente Carosso, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
In risposta al Consigliere Sacco, l'articolo 9, comma 3, della legge quadro delle aree protette del 6 dicembre 1991, la n. 394, prevede che il Presidente dell'ente di gestione del Parco Nazionale del Gran Paradiso sia nominato con decreto del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, previa intesa con i Presidenti della Regione Piemonte e della Regione autonoma Valle d'Aosta.
Sottolineiamo il fatto che da ben 13 anni il Presidente è quello della Valle d'Aosta e quindi oggi, per consuetudine, toccherebbe al Piemonte anzi, toccava al Piemonte forse anche prima, poi per un agreement la presidenza è rimasta per 13 anni alla Valle d'Aosta. Lo dico anche per difendere un po' il Piemonte.
L'individuazione avviene nell'ambito di una terna di nominativi proposti dal Ministro, scelti tra i soggetti in possesso di comprovata esperienza in campo ambientale nelle istituzioni o nelle professioni, oppure d'indirizzo o di gestione in strutture pubbliche o private.
I Presidenti della Regione Piemonte e della Regione Valle d'Aosta, entro 30 giorni dal momento della ricezione della proposta, devono esprimere l'intesa sul nominativo prescelto. Se tale termine decorre senza che sia stata raggiunta l'intesa con i Presidenti delle Regioni interessate, il Ministero dell'Ambiente, sentite le Commissioni parlamentari competenti per materia, che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta, provvede alla nomina del Presidente, scegliendo tra i nomi compresi nella terna.
Per quanto riguarda l'iter in corso per la nomina del Presidente del Parco del Gran Paradiso, il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza, con lettera del 18 luglio 2023, proponeva una terna di nomi ai Presidenti della Regione Piemonte e della Valle d'Aosta: il dottor Mauro Durbano, il senatore Andrea Fluttero e la dottoressa Sara Garino.
A riscontro della lettera, la Regione Piemonte, informato il Presidente della Valle d'Aosta, dava intesa sul nome di Mauro Durbano. Non risulta che la norma preveda una consultazione con i Sindaci.
In realtà, alcuni Presidenti delle Unioni hanno scritto alla nostra Regione sia per sostenere Mauro Durbano sia per sostenere Fluttero. Abbiamo indicato al Ministro la nostra intenzione su Durbano e adesso aspettiamo la decisione della Commissione parlamentare.
Grazie.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1602 presentata da Avetta, inerente a "Servizio Ferroviario Metropolitano SFM8 a Ivrea"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1602.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Assessore. Come sappiamo, la linea ferroviaria Torino-Ivrea Aosta è spesso soggetta a pesanti disagi, che negli anni abbiamo documentato, grazie anche al lavoro quotidiano che fanno e subiscono i pendolari che, per ragioni di lavoro e di studio, devono trasferirsi dal Canavese verso Torino. Questi disagi sono destinati a durare nel tempo e ancora non sappiamo quanto saranno ulteriormente esasperati nei prossimi tre anni, durante i quali saranno realizzati i lavori di elettrificazione della tratta tra Ivrea e Aosta con i fondi PNRR.
Peraltro, proprio in questi giorni è stata attivata da alcuni comitati dei pendolari una raccolta di firme per sottolineare l'annoso e ormai cronico problema dei treni valdostani, che sono troppo piccoli e che non sono in grado di rispondere alle esigenze di trasporto di tutti i viaggiatori delle due Regioni. È un problema noto, del quale abbiamo parlato più volte con l'Assessore. Ne conosciamo anche le cause, così come di tutta la questione ma a oggi non siamo ancora riusciti a individuare una soluzione efficace per questo servizio, che è oggettivamente un disservizio, molto evidente e molto grave dal nostro punto di vista.
Per questa ragione, abbiamo depositato l'interrogazione, che si concentra su un tema specifico, che non è sconnesso dal contesto complessivo dei disservizi su una linea che, a nostro avviso, rappresenta un'opportunità.
La domanda è riferita alla possibilità di mettere fine a quello che ho sempre considerato un errore, cioè il fatto che Ivrea sia stata a suo tempo esclusa dal servizio ferroviario metropolitano. Per correttezza, va detto che non l'ha fatto questa Giunta, che ha ereditato la situazione. Ancora oggi non si sa se e quando sarà corretto questo che considero un errore.
Oggi il servizio ferroviario su quella linea è garantito in modo precario e insufficiente da una linea, la Ivrea-Chivasso-Novara, che sconta evidenti e annosi problemi di coincidenze sulle tratte da e per Milano e sulle tratte da e per Aosta, quindi con la rottura di carico a Chivasso.
C'è poi un passaggio fondamentale che è quello della progettazione e anche della successiva realizzazione, che avrà tempi molto lunghi, del raddoppio selettivo, di cui si parla da tanti anni, su questa linea, che sicuramente risolverebbe, dal punto di vista infrastrutturale, molti dei problemi che tuttora i viaggiatori vivono.
In attesa che ci sia questo auspicato miglioramento dell'infrastruttura riteniamo che la soluzione tecnica di fare entrare Ivrea all'interno dell'SFM8, che è già prevista e pianificata, sia importante e anche urgente, perché la prossima attivazione del collegamento della Torino-Ceres con Porta Susa comporterà l'occupazione di altre tracce all'interno del passante ferroviario. Pertanto, è importante che nella programmazione Ivrea sia considerata a tutti gli effetti all'interno del Servizio Ferroviario Metropolitano.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Avetta per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Gabusi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Avetta conosce bene questo territorio e anche la materia.
Credo che nella sua enunciazione abbia detto una cosa contraria all'altra cioè ha detto giustamente che, per scelte della Giunta precedente, Ivrea non era stata compresa nell'SFM8 e adesso dobbiamo accelerare per confermare questa entrata.
Volevo prendere la prima parte dell'affermazione, che è quella vera, cioè che l'SFM8 non prevede l'attestazione a Ivrea, ma l'attestazione a Chivasso. Questa è la verità. C'è l'SFM8 nei programmi e adesso dirò anche in quali termini non c'è mai stata, per motivi tecnici, quelli effettivi come anche i ritardi dell'attivazione della linea SFM8, perché la linea tra Chivasso e Ivrea (non lo devo spiegare certamente al Consigliere Ravetti e neanche ai pendolari) è a binario unico, quindi presenta già molte difficoltà perché, insieme alla linea Torino-Pinerolo e alla linea Biella Novara, è una di quelle linee che ha tanti passaggi a livello, come quello di Caluso, che stiamo andando a eliminare, ma che creano certamente disservizi, oltre al binario unico.
Per ricondurci all'ordinata risposta dell'interrogazione, i primi studi del servizio SFM8 prevedevano che il servizio collegasse anche Ivrea, ma questo aspetto, come diceva bene il Consigliere, non è stato realizzato proprio perché era complicato, se non impossibile, prolungare la linea SFM2 l'unica SFM da Chivasso, perché ci sono criticità di affidabilità su una linea molto complicata per i motivi che vi ho detto.
La linea SFM8 è, per tale motivo, presente nella pianificazione del servizio ferroviario metropolitano, ma sempre solo fino a Chivasso e in tutti gli scenari in cui è prevista, sia quello evolutivo con il passante di corso Grosseto sia negli altri, è previsto un treno all'ora.
I motivi per cui questo scenario si sta complicando e si è complicato è banalmente, quello delle tracce, che è lo stesso di cui parliamo per quanto riguarda Biella e anche altri territori, perché le linee del Piemonte, in questo momento, stanno subendo una difficoltà ulteriore per i molti lavori che sono in pista; inoltre, hanno una difficoltà congenita nei nodi urbani che è quella di Torino, di Milano, di Firenze, che verrà risolta, anzi mitigata, con l'approdo del sistema di controllo satellitare, che consentirà, come vi diciamo sempre, ai treni di accorciare la distanza tra uno e l'altro da cinque a quattro minuti.
Agli utenti, però, non possiamo rispondere soltanto dicendo questo, perch dobbiamo rispondere al problema più urgente che c'è, che non è stato creato, anche qui, dalla Regione Piemonte o da questa Amministrazione, ed è quello del sovraffollamento dei treni, che sono i treni valdostani, i famosi treni rossi bimodali. Si risolverà, per forza di cose: abbiamo ragionato insieme a Trenitalia e alla Valle d'Aosta per risolvere, almeno per i prossimi due anni e mezzo o tre di cantieri, con la composizione doppia negli orari di punta dei treni che, di fatto, partiranno solo più da Ivrea e arriveranno a Torino e viceversa.
La buona notizia per i passeggeri, perché siamo tutti consapevoli che negli orari di punta sono perché sovraffollati e di chi l'ha prodotto, cioè la Val d'Aosta, e chi lo sta subendo, tutti quelli sul tragitto, è che siamo riusciti a concordare questa linea d'indirizzo, che ci porterà allo scenario del 2026, in cui le reti satellitari consentiranno nuove tracce.
Per serietà voglio dirvi che non sono io certamente a trattarlo, ma l'indirizzo che dobbiamo dare e che credo sia giusto dare come Giunta è che le nuove tracce, che verranno fuori da questa possibilità di aggiungere treni all'interno dei nodi urbani, dovranno essere definite attraverso un percorso trasparente e democratico sui territori. Ad esempio, sappiamo che il territorio biellese (è giusto dirlo oggi, altrimenti è troppo facile andare sul territorio a dire sì a tutti quelli che ci chiedono) è il primo che si aspetta, credo anche legittimamente, dei treni diretti e, pertanto credo sia il primo che avrà diritto a un accesso diretto; c'è il sistema di controllo satellitare, che riguarda i processi di raddoppio selettivo.
Anche da questo punto di vista, con la Regione Valle d'Aosta e con RFI e considerando l'elettrificazione soltanto un piccolo traguardo, abbiamo già avviato un tavolo che possa parlare della doppia selettiva almeno in due o tre punti, da poter inserire nel contratto di programma nuovo, che avrà i suoi tempi di realizzazione, ma che ci consentirà di cambiare davvero il volto di quella linea, perché seppure solo in due o tre punti, gli scambi saranno più veloci, saranno diminuite le perturbazioni e, insieme all'eliminazione di alcuni passaggi a livello, si garantirà una stabilità completamente diversa della linea, oltre che probabilmente qualche minuto di recupero sulle percorrenza.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione a risposta immediata n. 1603 presentata da Gallo, inerente a "Rilancio del Centro di Produzione RAI di Torino e dei servizi connessi alla produzione televisiva e radiofonica in Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1603.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione a risposta immediata torniamo su un tema che parecchi mesi fa, è stato oggetto di attenzione delle istituzioni e che, a momenti alterni, torna all'attenzione e sul quale è accendiamo un faro oggi.
Sappiamo tutti che la RAI è nata a Torino, in Piemonte, nel 1896 e che le sedi RAI sul nostro territorio sono costituite, in particolare, da un centro di produzione di via Verdi, una sede della produzione radiofonica di via Verdi 31, che ospita il centro di documentazione anche dell'Orchestra Sinfonica Nazionale, l'Auditorium Arturo Toscanini di via Rossini l'insediamento di via Cavalli, che ospita il centro ricerche e di innovazione tecnologica: una presenza capillare, diffusa e storica.
Il centro di produzione RAI è uno dei quattro centri di produzione televisiva e radiofonica insieme a quelli di Roma, Milano e Napoli.
Si evidenzia, purtroppo, che il centro di produzione di via Verdi sta conoscendo da tempo un inequivocabile declino, con importante perdita occupazionale, in assenza anche del turnover di sostituzione del personale che è andato in pensione e anche a causa del restringimento delle attività che sono allocate su questa sede, nonostante le professionalità, la storia e le capacità della produzione, che potrebbero rendere questo stabilimento un centro di eccellenza almeno pari a quelli di Milano, Roma e Napoli.
A ciò si deve aggiungere che, negli ultimi tempi, c'è stata una scelta legittima, ma di organizzazione e di distribuzione delle diverse commesse sui vari centri di produzione, che ha penalizzato Torino. Di conseguenza Torino ha avuto una riduzione di nuove produzioni e Torino è stata sempre meno scelta come luogo per la produzione televisiva; in alcuni casi, anche alcune trasmissioni, che originariamente erano state assegnate a Torino sono state poi spostate in altri centri.
Il Comune di Torino, ovviamente, si è prodigato, così come tutte le istituzioni, anche nel tempo passato, per fare in modo che il centro di produzione RAI tornasse a livelli adeguati. Vi è stata recentemente una visita della Commissione cultura della Città di Torino; tutto questo aveva portato a un incontro e a un dialogo con l'amministrazione RAI, per cercare di far tornare il centro di produzione di Torino ai livelli di un tempo.
Purtroppo, negli ultimi tempi si è preso atto che nulla è avvenuto di particolare e non vi è stato alcun tipo di potenziamento del centro torinese e quindi, essendo convinti che il ruolo di Torino debba essere di primo livello e di primo piano nella produzione RAI, interroghiamo la Regione, ovviamente nell'ambito delle proprie competenze, per sapere cosa intende fare, nell'ottica di un rilancio di questo centro di produzione che è un bene di Torino, ma di tutta la nostra Regione, con cui è connessa tutta la produzione televisiva e radiofonica in Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Gallo per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Vittoria Poggio.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Nella risposta all'interrogante, il Consigliere Gallo, è chiaro ed evidente che il Centro di produzione rai di Torino riveste un ruolo nevralgico del panorama televisivo italiano e, proprio come ha detto lei, già dai primi del Novecento ha permesso a tutta l'industria cinematografica piemontese di posizionarsi sul mercato in maniera particolarmente incisiva e preponderante.
Lei ha giustamente sottolineato che già a partire dalla fine del 2022 si sono evidenziate quelle criticità di cui siamo a tutti a conoscenza. La Regione, per quella che è la sua competenza, proprio a sostegno delle attività cinematografiche, da anni sostiene, con appositi bandi, lo sviluppo delle produzioni stesse, sia di fiction sia di animazione.
Recentemente abbiamo aperto il bando "Piemonte Film Tv Found 2023" con una dotazione finanziaria di 12 milioni di euro, come intervento di sostegno alla produzione e di supporto al necessario consolidamento, strutturazione e creazione di un sistema produttivo cinematografico più forte e competitivo. Questo specifico fondo ha sostenuto e sostiene anche le produzioni televisive, spesso destinate alla programmazione sui canali RAI sebbene, come lei sa, realizzati da società di produzione esterne alla RAI stessa, fungendo da broadcaster.
Quello che lei richiama nella sua interrogazione a risposta immediata è di sollecitare le istituzioni (ha parlato di una particolare attenzione da parte della Città di Torino), però io credo che proprio un'interlocuzione nuova, sia da parte della Regione sia da parte della Città di Torino perché è un patrimonio che interessa la realtà di Torino, ma è di rilievo per tutta la regione, possa continuare in un percorso per sollecitare e meglio capire sia le decisioni in tema di occupati sia la salvaguardia di una realtà che deve ritrovare un proprio percorso, soprattutto di salvataggio, oltre che di crescita futura.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Vittoria Poggio per la risposta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1605 presentata da Disabato inerente a "Emergenza pediatri nelle Valli di Lanzo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1605.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Nelle Valli di Lanzo si verifica da tempo il problema legato alla carenza di pediatri. Il servizio è fondamentale sia per gli assistiti sia per le famiglie, soprattutto in un territorio montano esteso come quello delle Valli di Lanzo. Attualmente, il servizio è garantito solo un'ora, nella giornata di martedì, dalle 12.30 alle 13.30. Ciò comporta, ad esempio, che un bambino che abita a Groscavallo debba percorrere un'ora di tragitto in macchina per arrivare dal pediatra di Viù o 40 minuti per arrivare a Lanzo.
L'Agenzia per la Coesione Territoriale, attraverso la Strategia nazionale aree interne, si pone l'obiettivo di colmare il gap di servizi tra aree interne e grandi città. Per le Valli di Lanzo è stata prevista la cifra di un milione e 800 mila euro, che includeranno anche il potenziamento del servizio di pediatria. Arriverà, infatti, un nuovo pediatra, che sarà presente due volte a settimana a Lanzo, una volta a Viù e una volta a Ceres.
Noi vogliamo semplicemente chiedere alla Giunta quando il nuovo pediatra prenderà servizio e se sarà in grado di coprire le esigenze sanitarie della popolazione infantile delle Valli di Lanzo.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Sarh Disabato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Rispondo di nuovo per conto dell'Assessore Icardi.
Nell'ambito territoriale delle Valli di Lanzo, a seguito delle dimissioni di uno dei due pediatri ivi operanti, l'Azienda Sanitaria Locale Torino 4 sta proseguendo con le procedure per la copertura del posto vacante.
Nel frattempo, l'ASL TO4 ha previsto l'attivazione, già dal corrente mese di novembre, di un servizio aggiuntivo pediatrico di quattro ore, nella giornata di sabato a rotazione, sulle sedi di Lanzo, Viù e Ceres.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.15 il Presidente riaprirà la seduta del Consiglio regionale sospesa alle ore 13.00. Grazie e buona salute a tutti a tutte.



(Alle ore 15.03 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.24)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Formazione professionale - Orientamento professionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 218, inerente a "Sistema integrato delle politiche e dei servizi per l'orientamento permanente, la formazione professionale e il lavoro" (seguito)


PRESIDENTE

Nella sessione antimeridiana sono stati approvati gli articoli dal 4 al 18 del disegno di legge n. 218, "Sistema integrato delle politiche e dei servizi per l'orientamento permanente, la formazione professionale e il lavoro".
Riprendiamo l'esame del provvedimento con la discussione dell'articolo 19 sul quale insiste l'emendamento rubricato n. 8) della Consigliera Canalis.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 8) presentato da Canalis (prima firmataria) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
La mia proposta di emendamento all'articolo 19 non è una proposta dal contenuto politico, ma semplicemente di riordino, anche in termini estetici, del testo dell'articolo 19.
L'articolo 19 elenca le tipologie di formazione professionale dalla lettera a) alla lettera g) del comma 1 e dal momento che negli articoli successivi dall'articolo 21 all'articolo 27, ognuna di queste lettere viene illustrata e dettagliata in maniera specifica, dedicando un articolo a ciascuna delle lettere, fatte salve le lettere b) e c) che vengono illustrate nel medesimo articolo (il n. 22) e dal momento che le lettere b) e c) trattano di tipologie di formazione professionale che sono assimilabili e trattabili in maniera unitaria - la riprova sta nel fatto che c'è un unico articolo che va ad illustrare sia la formazione superiore sia gli IFTS e gli ITS propongo che l'articolo 19 venga riscritto fondendo la lettera b) e c) del comma 1 dell'articolo e quindi ridenominando le lettere successive.
È una proposta estetica, di chiarezza legislativa; come dicevamo questa mattina, non si legifera ogni anno su una materia così complessa. Quello che stiamo facendo oggi resterà, auspicabilmente, per molti anni.
Propongo di mettere ordine all'articolo 19 in maniera tale che, anche i non addetti ai lavori scorrendo il comparto della legge dedicato alla formazione professionale, possano trovare con maggiore facilità una corrispondenza tra gli articoli che specificamente illustrano ogni tipologia di formazione professionale e le lettere che comprendono l'elenco complessivo nell'articolo 19.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, pongo in votazione l'emendamento rubricato n. 8).
Ricordo che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consiglieri, la votazione è valida. Ci sono 23 votanti e il numero legale è 23.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Canalis ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Non so se anche altri colleghi hanno avuto la stessa problematica, ma vorrei chiedere se è possibile, eccezionalmente, ripetere la votazione sull'emendamento.
Trattandosi di un emendamento che avevo presentato io, abbia pazienza Presidente, non sono riuscita a votarlo.



PRESIDENTE

Consiglieri, sapete benissimo che il Regolamento prevede che il tempo per le votazioni va da 20 secondi a un minuto massimo per votare.
Se i Consiglieri presenti in Aula non votano, non posso farci nulla. Questo vale non solo per la Consigliera Canalis, ma per qualsiasi Consigliere presente in Aula.
Posso annullare e rifare questa votazione, ma non può essere un pretesto per rifare tutte le votazioni e allungare la discussione.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ho capito, ma oggi è una questione, domani un'altra. In via del tutto eccezionale oggi posso annullare la votazione e rifarla.
Chiedo a tutti i Consiglieri di mettersi una mano sulla coscienza, l'altra sulla tastiera e di votare.
La votazione precedente è annullata.
Dispongo la ripetizione della votazione sull'emendamento rubricato n. 8) che insiste sull'articolo 19.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Non essendovi dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione dell'articolo 19.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 20 Emendamento rubricato n. 5) presentato da Canalis (prima firmataria) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 3) presentato da Canalis (prima firmataria) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, li illustro entrambi.
Lo spirito di questi emendamenti è lo stesso. Ho proposto, però, due possibilità di eventuale mediazione con la maggioranza. Qual è lo spirito? È di cercare di limitare o, addirittura, di evitare l'apertura del sistema piemontese della formazione professionale a enti con scopo di lucro ritenendo che gli enti no profit, che sono propri della tradizione piemontese in questo settore, garantiscano una maggiore tutela per gli utenti e, di fatto, anche per i docenti per l'intero sistema della formazione.
La norma nazionale già limita agli enti no profit la IeFP, quindi la formazione in obbligo di istruzione, e gli ITS. Noi proponiamo di mantenere questo vincolo e questa riserva anche per le altre tipologie di formazione.
Nell'emendamento n. 5) lo proponiamo per tutte le tipologie di formazione che sono state elencate nell'articolo 19.
Nell'emendamento n. 3) proponiamo di estendere la riserva no profit, che oggi è limitata alla formazione in obbligo di istruzione e agli ITS e, nel testo proposto dalla Giunta, anche agli IFTS e alla formazione per persone svantaggiate, anche per l'alta formazione; per intenderci, è la lettera c) del comma 1 dell'articolo 19.
Riteniamo che i soggetti no profit siano più adatti a svolgere questa funzione, perché per statuto e per regola reinvestono gli utili della loro attività e, in questa maniera, danno maggiori garanzie di spesa corretta di fondi pubblici e di accrescimento degli standard di qualità, oltre che come già detto, del benessere degli utenti e dei lavoratori. Crediamo quindi, che possano offrire un servizio migliore, non perseguendo logiche esclusivamente volte al profitto o ai dividendi.
Pertanto, pensiamo che, anche in onore di una buona esperienza piemontese vissuta in questi decenni e anche in questi secoli, perché la formazione professionale è nata in Piemonte addirittura nell'800 e siamo stati davvero pionieristici e apripista, aprire a soggetti con scopo di lucro possa non essere la soluzione più adatta al contesto piemontese. Crediamo che, non essendoci un'imposizione di legge né nazionale né europea, il Piemonte possa arrogarsi il diritto di una scelta autonoma rispetto alle altre Regioni italiane, così come hanno già fatto il Friuli Venezia Giulia (Regione, peraltro, guidata dal centrodestra) e la Basilicata (anch'essa guidata dal centrodestra). Non abbiamo l'obbligo di imitare il modello delle altre Regioni italiane, in cui c'è un profit misto a no profit.
Pensiamo, inoltre, che il no profit sia più adatto all'utenza della formazione professionale e denunciamo il rischio che, qualora ci fosse questa apertura in cui il controllo fosse affidato solo all'accreditamento si finirebbe per lasciare agli enti no profit la formazione meno redditizia (quella che viene fatta per vocazione, per scelta e non tanto per un senso di responsabilità) lasciando invece agli enti con scopo di lucro i tipi di formazione più redditizi e che possono garantire maggiori profitti.
Pertanto, abbiamo proposto due opzioni di mediazione. La prima è quella che estende la riserva no profit solo all'alta formazione; l'altra, invece, la estende tout-court a tutte le tipologie di formazione.
La nostra visione non è dettata da ideologia, ma è dettata, da un lato dall'osservazione delle buone pratiche piemontesi e, dall'altro, dal convincimento che la formazione sia un settore talmente strategico, proprio perché legato a persone spesso fragili e svantaggiate, da dover essere riservato ad enti no profit.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Il parere della Giunta è contrario.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
L'attività emendativa della collega è degna di grande attenzione. Peraltro credo di averli sottoscritti, ma in ogni caso condivido il merito di questi emendamenti presentati in Commissione. Spero che venga anche colto l'atteggiamento collaborativo e di confronto con cui sono presentati, cioè con due opzioni distinte, comprendendo che, alla base dell'impianto del disegno di legge, c'è una visione che considera innovativa l'introduzione dei soggetti profit nella formazione professionale. Su questo probabilmente non c'è lo stesso orientamento e la stessa veduta.
Gli emendamenti presentati vanno, invece, nella direzione di valorizzare il lavoro del mondo no profit, che storicamente si occupa della formazione professionale in Piemonte, e pone l'attenzione sul mantenere un impianto che ha funzionato, perché di solito si tende a voler cambiare quando, alla luce di verifiche, che sono legittime, anzi doverose, ci si rende conto che qualcosa non funziona, che c'è la necessità di un'innovazione forte e di portare elementi di novità.
La storia e la tradizione, ma anche i risultati conseguiti in questi anni ci fanno dire che, invece, non è questo il caso e, anzi, l'impianto piemontese è stato garanzia di buona qualità, tant'è che è stato anche mutuato da Regioni che avevano una soluzione con la presenza di profit e che sono tornate indietro riprendendo il modello piemontese.
Ecco perché mi permetto di sottolineare anch'io il valore di questi emendamenti e, soprattutto, entrando più nel merito, sperando in una disponibilità all'ascolto.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Non essendovi richieste di intervento per dichiarazione di voto sull'articolo n. 20, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 20, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 21 L'articolo 21 non presenta emendamenti.
Non essendovi richieste di intervento per dichiarazione di voto sull'articolo n. 21, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 22 L'articolo 22 non presenta emendamenti.
Non essendovi richieste di intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 22.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 23 Sull'articolo 23 non insistono emendamenti.
Non essendovi richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 23.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 24 Sull'articolo 24 non insistono emendamenti.
Non essendovi richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 24.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 25 Sull'articolo 25 non insistono emendamenti.
Non essendovi richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 25.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 26 Indìco la votazione palese sull'articolo 26.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 27 Indìco la votazione palese sull'articolo 27.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 28 Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato per dichiarazione di voto sull'articolo; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
L'articolo 28 è un altro di quegli articoli particolarmente significativi e non ripetitivi o routinari, all'interno di questo disegno di legge, perch definisce, in legge, le caratteristiche dell'Agenzia Piemonte Lavoro riprendendo gli interventi normativi che nella legislatura passata hanno visto la nuova definizione e il nuovo impegno dell'Agenzia.
Tra l'altro, ricordiamolo, questo disegno di legge svolge anche un grande lavoro di semplificazione e di abrogazione di leggi precedenti compattandoli in un unico articolo.
Con l'articolo 28 si riprende, nella legge, le funzioni dell'Agenzia, che da Agenzia partner, come è nata all'inizio, con poco personale e con un numero limitato di competenze, diventa oggi - lo è già nei fatti, con gli oltre 900 dipendenti, ridefinendo, nelle sue funzioni e le sue diverse competenze - il vero braccio operativo della Regione per quanto riguarda le politiche attive del lavoro, per quanto riguarda soprattutto la gestione dei centri per l'impiego e di tutte quelle innumerevoli attività che la vedono coinvolta.
Come dicevo, lunga mano delle politiche che questo Consiglio, con il suo indirizzo, e che l'esecutivo, con la sua attività operativa, vorrà mettere in atto nel settore del lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Non vi sono altri iscritti a parlare sull'articolo 28, quindi lo metto in votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 28.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 29 L'emendamento rubricato n. 10) della Consigliera Accossato è inammissibile.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Canalis (prima firmataria).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
L'articolo 29 riguarda gli organi dell'Agenzia Piemonte Lavoro.
Un'articolazione della Regione che ormai ha assunto dimensioni superiori a quelle dell'Assessorato regionale al Lavoro, perché ha più di 900 dipendenti, avendo inglobato tutti i centri per l'impiego della nostra Regione.
Ritengo, quindi, che gli organi che vengono proposti nel disegno di legge in discussione per comporre questa struttura, cioè il Direttore e il Collegio dei Revisori dei Conti, siano decisamente insufficienti e inadeguati.
Ci pare che una singola figura di Direttore, nominato dal Presidente della Giunta regionale, non possa, in solitudine, governare le numerose funzioni dell'Agenzia Piemonte Lavoro e, soprattutto, anche sovrintendere alla gestione di tutti questi lavoratori.
La proposta di emendamento è legata alla governance di questo organismo.
Propongo che siano organi di Agenzia Piemonte Lavoro un Consiglio d'Amministrazione e il Collegio dei Revisori dei Conti, in maniera tale da conferire pluralismo e anche una possibilità di ingresso da parte di persone, espressione delle minoranze in Consiglio regionale.
Il Consiglio d'Amministrazione nella mia proposta sarebbe, infatti composto da cinque membri: un Direttore, un Vicedirettore e altri tre membri. Il Direttore sarebbe nominato dalla Giunta regionale tra persone in possesso dei requisiti; il Vicedirettore e gli altri tre membri del Consiglio d'Amministrazione sarebbero invece nominati dalla Giunta regionale, riservando alle minoranze in Consiglio regionale due nomine su cinque.
Riteniamo che sarebbe una modifica di governance opportuna e anche tutelante per le politiche regionali.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto sull'articolo 29, la Consigliera Accossato.
Prego, Consigliera, ha facoltà di intervenire.



ACCOSSATO Silvana

Il mio intervento non è nello specifico sul tema dell'emendamento, ma sull'articolo.
Da un lato, ho condiviso la proposta emendativa della collega Canalis sulla possibilità di dare un vero e proprio organismo di governance che oggi non c'è, perché l'Agenzia Piemonte Lavoro ha una direzione monocratica molto tecnica, ma la nostra proposta non è stata accettata.
Invece, nel merito dell'articolo, prendo spunto dal mio emendamento, che non è stato ritenuto ammissibile, che probabilmente era anche formulato male. Nello specifico, è mia intenzione sottolineare come questo disegno di legge, e anche altri su cui ci siamo confrontati ultimamente, non presti attenzione al linguaggio di genere. Le cariche, come in questo caso vengono declinate tutte al maschile. Si parla di un Direttore e non si dà la possibilità o l'ipotesi di utilizzare o la dizione Direttore/Direttrice né c'è una premessa in cui venga indicato e specificato, come peraltro ci ricordano le direttive nazionali emanate nel 1987, quindi non sono una novità degli ultimi tempi, nella legislazione e nella normativa di tenere conto del linguaggio di genere e di tenere conto, quindi, della pluralità dei soggetti in campo. Neanche nelle premesse non è indicato che il linguaggio maschile è quello inclusivo di entrambi i generi.
Colgo l'occasione di questo articolo per sottolineare e anche un po' stigmatizzare questa scelta stilistica e linguistica, che non condivido.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Indìco la votazione palese sull'articolo 29, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 30 Sull'articolo 30 non insistono emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 30.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 31 Indìco la votazione palese sull'articolo 31.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 32 Indìco la votazione palese sull'articolo 32.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 33 Emendamento rubricato n. 7) presentato da Canalis (prima firmataria).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La Consigliera Canalis dà per illustrato l'emendamento.
Il parere della Giunta è contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 33, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 34 Sull'articolo 34 non insistono emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 34.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 35 Emendamento rubricato n. 11) presentato da Magliano (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
L'articolo 35 parla delle politiche attive del lavoro e, nel comma 3 lettera d), parla di tutte le persone che, indipendentemente dalla condizione occupazionale, si attivano per la ricerca di lavoro secondo le specifiche stabilite dai dispositivi regionali, inclusi i detenuti a fine pena; su questo tema abbiamo presentato un emendamento che chiede di aggiungere le parole "e le persone sottoposte a misure alternative alla detenzione".
Come sapete, colleghi e colleghe, vi sono misure alternative alla detenzione e il fine pena è un periodo ben stabilito dal Codice penale. Le altre misure alternative alla detenzione sono tutte quelle misure che non prevedono o prevedono il ritorno in carcere, ma potendo lavorare fuori da esso, oppure comunque limitazioni della libertà e, quindi, restrizione della libertà stessa, ma anche per loro, noi vogliamo che, da questo punto di vista, possano essere attivate tutte le misure necessarie per un reinserimento lavorativo. Riteniamo, infatti, che la riduzione del tasso di recidiva passi anche dalla possibilità di iniziare un lavoro all'interno del carcere o attraverso altre misure che, comunque, restringono la libertà ma che permettono un lavoro. Ci sono dei casi, da questo punto di vista molto famosi, come il carcere di Padova o il carcere di Bollate, che rappresentano, da questo punto di vista, un'eccellenza.
Abbiamo così voluto inserire l'emendamento per permettere anche a costoro di essere oggetto delle politiche di reinserimento lavorativo di formazione; ci pare così di rendere più adeguata questa norma, proprio perché in questo campo sono nate tante iniziative, anche del mondo del terzo settore, che aiutano queste persone a trovare un'occupazione anche quando le persone sono sottoposte a misure alternative alla detenzione e su questo avevamo un ordine del giorno rispetto alla legge Smuraglia.
Sul tema si sta lavorando anche in Parlamento per dare i benefici fiscali a chi assume anche coloro che sono in questa condizione; cerchiamo, quindi di dare una completezza della norma con un'attenzione particolare a chi vuole avere una seconda chance attraverso il lavoro, per non ricadere in un ambito che, di fatto, lo porterebbe nuovamente fuori strada, perch riteniamo che il lavoro è la prima forma di libertà e anche di ricostruzione di una propria dimensione umana e, dunque, lavorativa.



PRESIDENTE

Grazie.
Non vi sono altri iscritti a parlare sull'emendamento n. 11).
Il parere della Giunta è favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 35, così come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 36 L'articolo non presenta emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 36.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 37 Indìco la votazione palese sull'articolo 37.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 38 Sull'articolo 38 non insistono emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 38.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 39 Sull'articolo 39 non insistono emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 39.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 40 Sull'articolo 40 non insistono emendamenti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato in dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Stiamo affrontando articoli molto importanti e molto densi di contenuto, al di là di sfumature o di valutazioni leggermente diverse nel merito, tant'è che la nostra votazione non è favorevole, ma non è nemmeno contraria proprio a significare una condivisione del testo nel suo complesso.
L'articolo 40 riguarda le misure per favorire l'autoimpiego e la creazione di impresa. Mi sembra si riprendano esperienze interessanti, ormai storiche, come quella di mettersi in proprio nella provincia di Torino, che negli anni ha saputo dare, anche in grave crisi industriale, una risposta in termini diversificati, di accesso al mondo del lavoro a numerose persone, sia giovani sia adulti, che decidevano di rimettere in gioco la propria carriera.
La ripresa, in questo articolo, con un impegno formale, normativo e legislativo, a sostenere questi percorsi è particolarmente significativa accanto a percorsi di accompagnamento e di formazione.
Mi sembrava opportuno sottolineare il valore di questo passaggio all'interno di un testo che, più complessivamente, parla di lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Non essendovi altre richieste d'intervento, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 40.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 41 Sull'articolo 41 non insistono emendamenti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire sull'articolo 41 per la sua importanza. È un articolo dedicato al tema della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro tema sul quale ci siamo soffermati pochi giorni fa anche in Commissione consiliare in occasione dell'illustrazione del piano di lavoro dell'Agenzia Piemonte Lavoro, che ha promosso alcuni progetti in materia.
Al fine di promuovere questo tema, la legge dedica un intero articolo illustrando alcuni progetti che possono prevedere l'inserimento nell'organizzazione del lavoro, di nuove figure competenti in materia di conciliazione.
Si sostengono le iniziative delle imprese, come altre iniziative innovative che possono introdurre modifiche agli orari delle imprese, nonché altre iniziative finalizzate a rendere concretamente fattibile la conciliazione.
Sappiamo, infatti, che la difficoltà a rendere compatibili gli impegni all'interno delle mura domestiche e gli impegni lavorativi delle donne, in troppi casi e anche in Piemonte, inducono la forza lavoro femminile ad abbandonare il lavoro dopo la nascita del primo o del secondo figlio: un depauperamento per l'intera società.
L'apporto femminile al mercato del lavoro è un apporto originale ed è un apporto senza il quale non solo l'intera società, ma anche l'intera economia, viene penalizzata.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, pongo in votazione l'articolo 41.
Indìco la votazione palese sull'articolo 41.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 42 Indìco la votazione palese sull'articolo 42.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 43 Indìco la votazione palese sull'articolo 43.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 44 Non essendovi emendamenti né sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, metto direttamente in votazione l'articolo 44.
Indìco la votazione palese sull'articolo 44.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 45 Sull'articolo 45 non insistono emendamenti.
Non essendovi richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 45.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 46 Indìco la votazione palese sull'articolo 46.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 47 Indìco la votazione palese sull'articolo 47.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 48 Indìco la votazione palese sull'articolo 48.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 49 Non essendovi richieste d'intervento, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 49.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 50 Indìco la votazione palese sull'articolo 50.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 51 Indìco la votazione palese sull'articolo 51.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 52 Indìco la votazione palese sull'articolo 52.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 53 Indìco la votazione palese sull'articolo 53.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 54 Sull'articolo 54 non insistono emendamenti.
Non essendovi interventi in merito, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 54.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 55 Indìco la votazione palese sull'articolo 55.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 56 Indìco la votazione palese sull'articolo 56.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 57 Indìco la votazione palese sull'articolo 57.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 58 Non essendovi emendamenti e nemmeno interventi per dichiarazione di voto procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 58.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 59 Indìco la votazione palese sull'articolo 59.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Prego.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
La sintesi che abbiamo raggiunto come Capigruppo è di fermarci all'articolo 59, per poi approvare il provvedimento nella prossima seduta.
La Giunta ha anche un'urgenza rispetto ad una proposta del Vicepresidente Carosso relativa all'Unione di Comuni, che rischiano di rimanere senza finanziamenti.
Inoltre, se l'Aula lo ritenesse, anche se vedo l'Assessore Ricca andare via, ci sarebbe anche una deliberazione dell'IRES rispetto a una modifica statutaria. È un aspetto molto tecnico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Sospendiamo il disegno di legge n. 218 e proseguiamo con il provvedimento successivo.


Argomento: Associazioni intercomunali - Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 287, inerente a "Ulteriori modifiche alla legge regionale 28/2012, la n. 11, Disposizioni organica in materia di enti locali"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 287, inerente a "Ulteriori modifiche alla legge regionale 28/2012, la n. 11, Disposizioni organica in materia di enti locali ", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla VII Commissione il 6 novembre 2023.
Do la parola al relatore di maggioranza, Consigliere Gagliasso.



GAGLIASSO Matteo, relatore

Grazie, Presidente.
Parliamo del disegno di legge n. 287, un testo che reca alcune modifiche in materia di Enti locali. Si tratta di modifiche richieste dagli stessi Enti locali in una seduta di VII Commissione sul tema, per dare la possibilità a tutte quelle Unioni, visto che la scadenza dei 12 mesi ormai si avvicina per un discorso di contiguità territoriale, di avere maggior tempo per adeguarsi alle modifiche e per non incorrere, in primis, nel rischio di perdere i finanziamenti, anche legati al PNRR, di molte Unioni dei territori che questo momento stanno lavorando insieme.
Sicuramente non è ciò che vogliamo, specialmente in un momento storico come questo, in cui i Comuni stanno lavorando molto e stanno lavorando molto bene insieme.
La Giunta ha risposto a quella Commissione, convocata prima della pausa estiva, con questo disegno di legge. Era stata una richiesta trasversale sia da parte della maggioranza sia dalla parte della minoranza, di dare questo lasso di tempo maggiore (dai 12 ai 30 mesi) per dare alle Unioni la possibilità di decidere in che direzione andare.
Nello stesso tempo, la Giunta sta già lavorando a un futuro disegno di legge che andrà a rivedere complessivamente le Unioni, non perché siano diventate un problema, ma perché abbiamo visto, in alcuni casi, Unioni viaggiare trasversalmente in tutte le Province.
Alcune volte non hanno senso di esistere, per cui occorre ricostituirle e ridare un senso di unità territoriale. Non sarà sicuramente il cambio di colore politico di un Sindaco rispetto a un altro che darà la possibilità a un'Unione di continuare a esistere o di cadere. Rivedere complessivamente l'Unione sarà uno di quei compiti che, si spera, questa Giunta riesca ancora ad assolvere ma che, comunque, dovrà essere affrontato nella prossima legislatura.
Grazie, Presidente.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo il relatore di maggioranza, Matteo Gagliasso.
Do ora la parola al relatore di minoranza, Domenico Ravetti.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per 15 minuti.



RAVETTI Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Nella sostanza, il disegno di legge prevede due questioni di fondo.
La prima è contenuta nell'articolo 1, cioè i limiti demografici: il 10% di tolleranza motivato a seguito del calo della popolazione, sia per quanto riguarda le Unioni di Comuni montani sia quelle collinari; la seconda nell'articolo 2, che incide sull'obbligo di contiguità territoriale tra i Comuni facenti parte della stessa Unione.
Nello specifico, l'articolo 2 interessa 32 Unioni su 91.
La sostanza del disegno di legge è che innalza da 12 mesi a 30 mesi il termine per adeguarsi.
A proposito del 10% di tolleranza, io, com'è noto, cerco di essere sempre molto tollerante nei confronti della maggioranza, in particolare del Vicepresidente della Giunta regionale, ma non riesco a esserlo con me stesso, quindi dico quello che penso, che non per forza coincide con la verità, ma le assicuro, Presidente, che coincide con il mio punto di vista.
Mi perdonerà il Vicepresidente della Giunta se, rispetto a questo disegno di legge, coglierò l'occasione per dire quello che penso, rispetto a quello che è stato fatto dalla maggioranza di centrodestra, nelle competenze di Regione Piemonte rispetto agli Enti locali.
Sapete perché innalzate da 12 a 30 mesi il termine per consentire ai Sindaci di adeguarsi all'articolo 2, all'obbligo di continuità territoriale? Perché superate la data delle elezioni, nella sostanza.
Voi oggi decidete di non decidere e rimandate a un secondo momento una decisione che avete assunto in un disegno di legge dell'inizio di quest'anno, dove avete sbagliato i tempi e i modi. È un disegno di legge riparatorio: capita, avete adottato un provvedimento senza confrontarvi perché era in un omnibus con più di 100 articoli, e l'esito è un esito che voi stessi dovete correggere. Questo succede grazie al lavoro e all'impegno di molte amministrazioni comunali che vi hanno chiesto, per favore, di correggere quell'errore. Pertanto, mandate la palla in tribuna.
Non sono per nulla convinto, a differenza del collega che mi ha preceduto che la Giunta sarà nelle condizioni di depositare un disegno di legge discuterlo e approvarlo entro il termine della legislatura, che riveda complessivamente il rapporto tra Regione Piemonte e gli Enti locali, nello specifico, sul tema convenzioni e unioni fra i Comuni, perché non vedo aggregazione in genere e non vedo i tempi per affrontare una discussione che meriterebbe, tra l'altro, un confronto con il territorio.
Su questo non c'è dubbio, a meno che non decidiate di trascorrere il Natale e il Capodanno insieme ai Sindaci a Palazzo Lascaris.
Qui c'è il mio primo giudizio che, me ne rendo conto, è di natura politica e riguarda la mia elaborazione e il pensiero del mio Gruppo. Rispetto alle forme aggregative tra i Comuni è mancata una visione politica della Giunta regionale.
Qual è la vostra visione qui in Piemonte? Non è possibile esprimere un giudizio negativo rispetto al merito della vostra visione, perché non c'è, avete lasciato le cose così com'erano, non le avete cambiate. La cosiddetta legge Maccanti è rimasta nella sostanza uguale, se non nella forma delle fusioni. Devo essere intellettualmente onesto: avete fatto una scelta rispetto alle fusioni fra i Comuni. Una scelta che, peraltro, abbiamo condiviso, ragion per cui su quel tema non abbiamo nulla da dire, ma per il resto sulla visione complessiva delle aggregazioni fra i Comuni, ci è sfuggito completamente il senso del vostro pensiero.
Così come le premialità legate alle aggregazioni fra i Comuni. Come si rende conveniente un'aggregazione fra i Comuni? Forse con le imposizioni? No, perché con questi due articoli ci avete spiegato che non avete potuto imporre alcunché. Mi rendo conto che, forse, il taglio un po' più fastidioso sotto il piano politico sta nel fallimento, almeno sino a oggi della vostra grande bandiera, quella dell'autonomia differenziata: nel contesto nazionale e locale, si inserisce una débâcle sul federalismo municipale. Questo è quello che pensiamo. Le aspettative che avevate generato qui in Piemonte non sono state per nulla soddisfatte, perlomeno in questo ambito, perlomeno su questo fronte.
Mi sia permesso: non è che dobbiamo sempre fare quelli che, a parole, si dimostrano migliori rispetto ad altri perché pecchiamo di presunzione. Il centrosinistra, la sinistra e il mio partito in questi anni, in questo senso, hanno commesso degli errori e hanno dimostrato un'inutile presunzione. In particolare, se parliamo noi del tema delle Province dovremmo farlo con un po' di delicatezza, perché non siamo quelli che possono permettersi di definirsi il partito con le idee chiare sul tema delle Province, ma neanche la Lega. Lo stop che Fratelli d'Italia ha imposto sul ritorno al voto con suffragio universale sul tema delle Province vi rende un partito molto più piccolo rispetto a quello che legittimamente, rappresentate in quest'Aula.
Era arrivato il tempo, perché le condizioni politiche lo permettevano, di restituire alle Province il ruolo che per Costituzione i cittadini hanno riservato loro; la Premier e il partito di maggioranza relativa nel Parlamento italiano hanno stoppato il carattere federalista di quell'alleanza di governo.
Io non so come riprenderemo la discussione. Certo è che, lo dico con forza in quest'Aula, abbiamo capito tutti che, anche sulla capacità del sistema istituzionale italiano di incidere positivamente sul ruolo dei Comuni, le Province sono fondamentali, soprattutto quelle periferiche, quelle più lontane. La Città metropolitana ce la può fare così, con questo impianto? È molto più complesso vivere l'assenza di una Provincia, per esempio nei luoghi in cui abito io o in tanti altri luoghi dove, per esempio, abita il Capogruppo della Lega.
Avremmo potuto far atterrare i fondi del PNRR anche secondo logiche di unioni fra Comuni, convenzioni fra Comuni, ecc. Avremmo potuto usare anche quel metodo, ma non lo abbiamo utilizzato. Sul PNRR emerge la vostra assenza politica. Il pensiero personale lo posso anche interpretare in senso positivo ma, sul piano politico, ce lo dicono i Sindaci piemontesi.
A proposito di PNRR, c'è un tema che è la clausola di responsabilità sull'eventuale mancanza di rispetto delle tempistiche dei progetti del PNRR. I Sindaci, che hanno ottenuto fondi del PNRR, secondo una nota del Governo dovrebbero firmare una clausola di responsabilità personale nel caso di mancanza di rispetto delle tempistiche 2026. Assessore Carosso, si assuma politicamente la responsabilità di inserire la clausola di responsabilità che valga anche per voi, Giunta regionale, e per i Ministri.
Il monte di burocrazia regionale e nazionale che incide sulle tempistiche per la realizzazione del PNRR è un peso che dovreste portare molto più sulle vostre spalle e sulle spalle dei Ministeri e dei Ministri, più che sulle spalle dei Sindaci, che la firmeranno quella clausola di responsabilità.
Ancora una questione per il tempo che ho a disposizione, ed è utile nel momento in cui parliamo di un provvedimento che interessa i Comuni. Una voce dovrebbe levarsi da quest'Aula sul tema dell'ulteriore taglio che il Governo nazionale prevede a danno dei Comuni. Sono 250 milioni euro di taglio al trasferimento erariale a favore dei Comuni nel momento in cui aumentano le esigenze rispetto alle politiche sociali a carico delle Amministrazioni comunali (non solo della Regione Piemonte); aumenta l'inflazione e i costi energetici. C'è un impatto sui servizi pubblici comunali che è devastante con quel taglio. Credo che noi dovremmo riflettere su questo tema e cercare di fare squadra qui in Piemonte, per sostenere i parlamentari piemontesi che hanno a cuore il destino del bilancio di ogni ente pubblico, compresi i Comuni.
Concludo, Presidente, dicendo che decideremo cosa fare rispetto a questo provvedimento e come votare questo provvedimento. Ascolteremo anche le parole del Vicepresidente.
Tuttavia, nella parte conclusiva di quest'intervento, consentiteci di lasciare traccia rispetto al nostro giudizio: la vostra totale assenza sui temi fondamentali che riguardano le Amministrazioni comunali.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri su questo provvedimento dell'Assessore Carosso perché apre, di fatto, la discussione su un tema importante per chiunque viva in una provincia con territorio montano. Ad esempio, la provincia di Cuneo, della quale sono figlio, ha il 52% di territorio fra montano e collinare. Diventa, quindi, un argomento strategico e importantissimo per quanto riguarda il governo del territorio.
Rispondo solo al collega Ravetti. Non è che decidiamo di non decidere e questo non è un intervento legislativo o riparatorio. È semplicemente un momento per traghettare la situazione attuale di uno strumento legislativo che, di fatto, non si è rivelato funzionale ai territori del Piemonte.
Pertanto, dobbiamo assumerci una responsabilità importante verso la montagna e verso la sua gente. Se saremo noi a governare nella prossima legislatura, uno dei primi provvedimenti che dovremo portare a compimento sarà quello della riforma sulla governance della montagna. Noi, come Fratelli d'Italia, questo impegno di fronte all'Aula, di fronte a chi ci ascolta e ai piemontesi, lo assumiamo, perché percepiamo quali sono le necessità e il grido di aiuto delle Amministrazioni, dei cittadini e delle imprese che vivono la montagna.
Ci vuole il presidio, ci vogliono i servizi, ci vuole un governo del territorio. Quando c'erano le Comunità montane, nel bene o nel male, queste funzionavano ed erano come delle piccole Province. Parlo per il mio territorio, dove, fra l'altro, sono stato anche amministratore di Comunità montana.



(Commenti del Consigliere Avetta)



BONGIOANNI Paolo

Grazie, questo lo sappiamo, ma penso che non ci sia nessuno che non faccia errori - non devo rispondere al collega Avetta in questa sede, però mi ha interrotto - però quando si percepiscono delle situazioni che non funzionano, si corre ai ripari.
Questo è un intervento per traghettare verso una riforma, che però non potrà riportare alla situazione che c'era dieci anni fa, perché i tempi sono superati. Di conseguenza, bisognerà arrivare a una riforma legislativa di governo della montagna per garantire la vita in montagna e garantire la vita di chi sta a valle, che tenga presente tutta una serie di situazioni.
La prima deve essere il dialogo con le popolazioni che vivono la montagna per cui non sarà un provvedimento improvvisato, ma costruito con i territori. Questa sarà la base del lavoro che ci impegniamo a portare a compimento nella prossima legislatura, quando saremo ancora noi a governare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Intervengo per alcune precisazioni.
Oggi si vota una proroga e questa maggioranza non può essere accusata di immobilismo.
Ricordo che sono stati diversi i provvedimenti fatti in questi quattro anni e mezzo, alcuni dei quali anche complicati, considerato che abbiamo vissuto tre anni di pandemia. Pertanto, è naturale che la Regione Piemonte occupandosi, tra le prime competenze, di sanità, abbia vissuto una legislatura che è stata diversa da quelle precedenti.
Questo non vuol dire che c'è una proroga perché si vuole cambiare idea e tornare indietro, ma perché oggi non si vogliono mettere in difficoltà le Unioni di Comuni o alcune di esse. Però queste Unioni di Comuni devono entrare nella mentalità che la nuova legge prevedrà, per forza di cose, che i Comuni non confinanti non possano più rimanere nella stessa Unione.
All'epoca si era data troppa libertà e, da un certo punto di vista, uno spirito di autodeterminazione andava estremamente bene. Nella pratica, dopo anni d'azione sul territorio, ci si è resi conto che quella troppa libertà non ha funzionato, perché in troppi casi un Sindaco, per questioni di amicizia o inimicizia o per questioni politiche, usciva dall'Unione di Comuni.
Invece, bisogna assolutamente tornare ad ambiti ottimali, bisogna tornare alle comunità che, all'epoca, sbagliando sono state cancellate, perché le Comunità montane di valle con il Comune di fondovalle, invece, erano degli ambiti ottimali, dove realmente si utilizzavano i servizi associati; ad esempio, c'erano l'asilo e il trasporto insieme.
Inoltre, ci sono delle Unioni di Comuni che riguardano diverse vallate che non hanno logica, perché da una vallata all'altra ci sono decine di minuti se non ore, di percorrenza, per cui, di fatto, le funzioni fondamentali non vengono svolte insieme.
Pertanto, con questo spirito diciamo: "Non vi mettiamo in difficoltà da oggi a dicembre, però entrate nella mentalità che arriverà questa riforma e che dovrete rivedere le Unioni, perché se non siete confinanti almeno territorialmente, è impensabile che possiate fornire dei servizi fondamentali insieme".
Lo facciamo non perché siamo brutti e cattivi o perché vogliamo imporre delle questioni regionali, ma per logica. Abbiamo, purtroppo, l'esempio di troppe Unioni di Comuni che sono nate sulla carta, ma che, nella realtà non svolgono più le loro funzioni.
Il traguardo della nostra maggioranza, da oggi ai prossimi mesi, dovrà essere quello di guardare, seppure in un momento storico diverso e con diverse regole d'ingaggio, alla virtuosità di quelle Comunità montane, che tanti avveduti amministratori dei territori più lontani guardano assolutamente con grande favore.
Poi c'è il tema delle Province che, come Lega, siamo stati gli unici, da 15 anni a questa parte, a difendere strenuamente, anche quando tutti buttavano fumo negli occhi della gente, facendole passare come uno spreco e una nefandezza della politica. Oggi è ormai patrimonio di tutti il fatto che bisogna tornare assolutamente ad avere delle Province attive.
Noi abbiamo fatto una legge sui canoni idrici, con la quale abbiamo dato importantissime risorse al VCO, ma anche a Torino e a Cuneo. Quest'anno oltretutto i canoni sono aumentati, perché si è prodotto di più e queste Province avranno ancora più beneficio.
C'è una dialettica di maggioranza a livello romano, non lo neghiamo, ma le Province ritorneranno; non ritorneranno quest'anno, ma l'anno prossimo.
Ritorneranno elettive e con una Giunta effettiva.
Oggi il collega Ravetti è stato intellettualmente onesto, perché Delrio seppure sia stato un politico avveduto, sulle Province ha fatto un disastro, perché la sua riforma è stata un disastro. Penso che tutti coloro che conoscono un po' la macchina amministrativa siano concordi sulla necessità di avere un ente di area vasta, anche perché è difficile che un piccolo Comune riesca a confrontarsi con una Regione o con lo Stato. È giusto che ci sia un ente di area vasta eletto direttamente, che possa dare risposte concrete ai cittadini.
In conclusione, ribadisco che, per quanto riguarda le Unioni di Comuni, la proroga è solo per non metterle in difficoltà oggi, ma devono entrare nell'ottica che chi non confina, non avrà la possibilità di fare un'Unione a macchia di leopardo. Oggi non vogliamo assolutamente mettere in difficoltà gli amministratori, ma il traguardo dovrà essere questo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Fava; ne ha facoltà.



FAVA Mauro

Grazie, Presidente.
Come Gruppo di Forza Italia, daremo un voto convintamente favorevole alla proroga proposta da questo emendamento, perché riteniamo che sia giusto andare a cambiare, mettendo a posto le cose che le Unioni montane nell'arco del tempo, non hanno saputo far funzionare, proprio per mancanza di territorio e di tante cose, come diceva il collega Preioni prima: il territorio montano è molto diverso da quello che c'è a valle.
Un territorio unito, con tutti i confini, che possa lavorare per tutto un territorio vasto, come la Comunità montane prima, ma se sono state chiuse un motivo c'era. Oggi bisogna andare avanti con un provvedimento dove le Unioni montane siano sempre più vaste, perché il territorio più vasto ha più consistenza anche nel chiedere contributi e finanziamenti per il lavoro che deve svolgere.
Sicuramente, dobbiamo mettere al primo capo all'o.d.g. che le Unioni montane hanno bisogno di servizi e di personale; oggi come oggi, non hanno quelle quella funzione, perché i dipendenti vengono presi dai Comuni e quei pochi che arrivano dal trasferimento delle Comunità montane, ma non bastano.
Anzitutto bisogna mettere il personale adatto, affinché le Unioni montane funzionino di fatto, non solo di nome o di territorio.



PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste in discussione generale.
Prima di chiudere la discussione generale, chiedo alla Giunta se intende intervenire.
Prego, Vicepresidente Carosso.



CAROSSO Fabio, Assessore allo sviluppo della montagna

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi per le puntualizzazioni.
Comunicando che anche il Consiglio delle Autonomie Locali ha approvato all'unanimità dei presenti gli articoli di questa legge, cito il fatto che da oltre settant'anni i nostri Comuni, soprattutto quelli montani, come prima si notava, vivono una situazione molto particolare, che cambia anche negli anni. Negli ultimi dieci anni, con l'adozione dei fondi europei che sono arrivati, riduzioni e mancanze delle Province e, non per ultimi, i fondi che arrivano dal PNRR, le nostre Unioni, come sono strutturate oggi probabilmente, non riescono più a rispondere alle esigenze di quei territori. Questa è la prima problematica.
Credo che però tutti, anche le associazioni di categoria che abbiamo sentito, da UNCEM per prima, all'ANCI, all'ANPCI, comprese tutte le altre Province, hanno determinato il fatto che oggi bisogna lavorare tutti insieme per trovare una soluzione nuova.
Noi, con i nostri Uffici, abbiamo già preparato e siamo pronti per una prima bozza da discutere anche in Consiglio, ma prima ancora con le associazioni di categoria, perché oggi i nostri Sindaci e i nostri Comuni così come sono accorpati, affrontano grandi fatiche.
Sappiamo benissimo che alcune Unioni stanno insieme soltanto per recuperare qualche fondo, per garantire magari lo stipendio a qualche dipendente, ma così non funziona, quindi dobbiamo assolutamente trovare di nuovo l'armonia territoriale che forse le Comunità montane avevano.
Le Comunità montane avevano anch'esse delle problematiche, e mi riferisco alle Comunità montane che arrivavano quasi al mare; in Italia ci sono Comuni montani che addirittura arrivano al mare, quindi ci sono soldi che vengono sprecati o, forse, dati a Comuni che non li meritano. Dobbiamo quindi concentrarci su altri sistemi.
Abbiamo, però, anche le Unioni collinari, dove vivo io, dove vive Ravetti dove vivono anche altri Consiglieri, che hanno le stesse problematiche.
Noi dobbiamo intervenire, senza dubbio, perché le leggi devono essere modificate e credo che io e la mia struttura abbiamo fatto tutto quello che era necessario per garantire loro che in questi anni avessero dei fondi.
Forse siamo arrivati un po' tardi, è vero, ma non è colpa soltanto della Giunta o del Consiglio e di tutti i Consiglieri di maggioranza e d'opposizione, perché questi lavori determinano scelte importanti che bisogna condividere e oggi siamo arrivati a una buona condivisione.
Peraltro, proprio in una relazione che UNCEM ha inviato al CAL si specificava quello che è stato detto adesso; quindi è trasversale il pensiero di tutti, dall'opposizione alla maggioranza dei Sindaci, sia di sinistra sia di destra, che bisogna lavorare. Siamo tutti convinti che debba essere fatto e credo che tutti abbiate detto la stessa identica cosa.
Oggi cerchiamo di chiudere questa partita, perché alcune Unioni rischierebbero di non avere i fondi del trasferimento per quest'anno. Sono quattro Unioni; non sono molte, ma non ci sembrava corretto lasciarle a casa, per quanto riguarda il 10%, perché hanno perso.
Pensate che ogni Unione ha perso molti abitanti e se finissero sotto la soglia dei 3000 abitanti, rischierebbero di non prendere i trasferimenti e arrivando anche a fine anno, sarebbe veramente un dramma.
Per quanto riguarda l'altro articolo, che parla dei confini, alcune di queste Unioni hanno lavorato, provando con forza, di far entrare quel Comune che li metterebbe insieme a qualcun altro. Non ce l'hanno ancora fatta, ma diamo loro questa possibilità.
Credo che 18 mesi non servono per andare oltre le elezioni, altrimenti avremmo deciso soltanto sei mesi o magari 12, ma abbiamo scelto 18 mesi quindi c'è la tolleranza e il tempo necessari.
Ripeto, la legge è anche pronta e la porteremo in discussione; se poi fosse necessario, magari con uno sforzo di tutti, potremmo anche provare ad approvarla prima delle elezioni.
La prossima settimana, magari ne parleremo e poi vedremo cosa fare.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro conclusa la discussione generale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, possiamo passare all'esame dell'articolato.
Il provvedimento è composto da quattro articoli, su cui non insistono emendamenti.
ARTICOLO 1 La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Velocemente, Presidente per anticipare le dichiarazioni di voto sull'articolo e sul testo finale.
Daremo voto favorevole, perché per andare incontro alle esigenze dei Comuni, ovviamente, sul piano politico, abbiamo motivato tutto quello che dovevamo motivare, per cui nessuno interpreti differentemente da come noi abbiamo espresso le ragioni del nostro voto.



PRESIDENTE

Grazie.
Ricordo che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) La votazione è conclusa.
Votanti 25 totali, 25 favorevoli, 25.
Quel tabellone lì ha qualche problema, però non date la colpa alla Presidenza.
Prego, Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Credo sia corretto chiedere la ripetizione della votazione.



PRESIDENTE

Avevamo già fatto una votazione analoga e l'abbiamo ripetuta, ma i colleghi erano in aula. Un conto sarebbe se fossero stati fuori e ci fosse stato un disguido tecnico, ma in questo caso, collega Ravetti, non c'è stato un disguido, ma la volontà, da parte di alcuni Consiglieri, di non dare il numero legale coscientemente.



RAVETTI Domenico

No.



PRESIDENTE

Sì, coscientemente. Non l'avete dato. Ne prendo atto. Il numero legale c'era.



RAVETTI Domenico

Se permette, concluderei l'intervento.



PRESIDENTE

Prego.



RAVETTI Domenico

Concludo il mio intervento e poi ascoltiamo molto volentieri le sue decisioni.
A zero secondi, i votanti erano 21. Alla sua chiusura, quindi alla possibilità di leggere il voto finale, il numero non era più 21, ma 25. C'è un problema - l'ha detto lei ed è a verbale - al tabellone. Capisce? Noi non chiediamo nient'altro.
Guardi, Presidente, quando c'è un problema di natura elettronico - vale anche per il futuro - al tabellone, non è che.
Rifacciamo la votazione.



PRESIDENTE

Il problema.
Prego, Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Solo per ribadire quanto detto dal collega Ravetti: io ho imparato a seguire l'andamento del voto sul tabellone che ho di fronte e alla chiusura segnava 21 votanti. Sono diventati 25 nella sua comunicazione, quindi è evidente che qualcosa non ha funzionato. Siccome non posso dubitare della sua affermazione, non mi permetterei mai, vuole dire che c'è stato un problema tecnico di discrasia tra quanto lei aveva di fronte e quanto vedevamo noi.
Per questo, credo sia legittimo ripetere il voto se c'è stato un problema tecnico, com'è evidente (da questa parte l'abbiamo visto tutti), ma è altrettanto legittimo che noi seguiamo l'andamento del voto su quel tabellone.



PRESIDENTE

Sì.
Ripeto il concetto: un conto è se c'è un problema tecnico, ma in questo contesto il problema tecnico non sussiste, perché c'è stata una parte dei Consiglieri, in questo caso delle opposizioni o di minoranza, che non ha votato volontariamente nei tempi prestabiliti dal Regolamento, perché non avevano intenzione di votare. Perciò, né la Presidenza né il sistema tecnico potevano permettersi di farli votare.
Questo è quanto.
Prego, Consigliera Disabato, però se a ogni votazione in cui la minoranza cerca di far cadere il numero legale c'è una disquisizione del genere.



(Commenti del Consigliere Bertola)



PRESIDENTE

C'era prima il Consigliere Bertola; prego.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Percepisco che questa seduta si allungherà fino alle 19, ma se a zero secondi ci sono 21 voti e a non più di un secondo, quindi ai tempi supplementari, ce ne sono 25, probabilmente il tabellone non funziona a dovere. Non è colpa della Presidenza, è una macchina. Le macchine si guastano e allora, se la macchina è guasta, ci prendiamo il tempo necessario per farla riparare. Quindi, o lei sospende adesso la seduta e l'aggiorna alla prossima settimana; diversamente, se c'è un guasto del sistema, procediamo con altri metodi di votazione, per esempio per alzata di mano.
È accaduto, anni fa, nella passata legislatura, che si guastasse il sistema obsoleto di votazione che avevamo in aula e siamo andati avanti per una seduta intera a votare per alzata di mano.
Pertanto, se quel sistema non funziona, o si sospende la seduta o si vota per alzata di mano. Noi, con un tabellone non affidabile non andiamo avanti.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Il suo ragionamento è profondamente sbagliato, perché non è l'applicazione del Regolamento né di altro, ma per consuetudine, per attività politica.



(Commenti fuori microfono)



SARNO Diego

No, Presidente, se c'è un problema per cui io non ho potuto fare una valutazione politica in un'Aula che è politica (non siamo mica notai che sottoscriviamo dei documenti), nella natura politica, Presidente, uno degli obiettivi è far mancare il numero legale su provvedimenti su cui non siamo d'accordo, o anche quando siamo d'accordo, c'è un rallentare l'attività della maggioranza. Questa è una delle attività delle opposizioni.
Se nel tabellone vedo scritto 21, non voto. Se poi, a fine della votazione lei dice - l'ha detto lei a microfono - che c'è un problema tecnico, se avessi visto 22 avrei votato, ma sta nelle prerogative dell'opposizione fare questa attività.
Allo scatto dello zero secondi nessuno mette in dubbio che lei abbia contribuito a questa doppia verità nello schermo, ma se c'è un problema tecnico - l'ha detto lei - si ripete la votazione. Se poi il problema tecnico persiste, ha ragione il collega Bertola: operiamo in maniera diversa per queste ultime votazioni.
È una prerogativa delle opposizioni cercare di far mancare il numero legale per non proseguire con l'attività dell'Aula. È una prerogativa: l'ha fatto lei quando era all'opposizione, lo facciamo noi adesso che siamo all'opposizione e lo rifarà lei, dal 2024 in avanti, quando sarà all'opposizione. È così, non si può dire diversamente.
Quindi, ripeto, chiediamo che venga effettuato nuovamente il voto perch c'è stato un problema tecnico. Punto. Mi sembra di una banalità e di una normalità tale che non capisco quale sia il motivo della sua imposizione da questo punto di vista.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Disabato.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Ripeterò sostanzialmente quello che hanno già detto i colleghi, perch sull'ordine dei lavori questo succede solitamente. Vorrei intanto invitarla a verificare lo stato del tabellone che noi abbiamo davanti, che è quello che teniamo d'occhio per fare le votazioni.
Se non funziona, come ha ammesso lei, due sono le soluzioni: o lo si ripara o mi mettono uno specchio davanti, di modo che possa vedere quello che succede nel tabellone di dietro, che non sarebbe una soluzione pratica, ma forse la più immediata.
Visto che oggi.



PRESIDENTE

Rappresentano tutti lo stesso dato, per cui è inutile.



DISABATO Sarah

Come, scusi?



PRESIDENTE

Rappresentano tutti lo stesso dato.



DISABATO Sarah

No, erano diversi nel momento in cui.



PRESIDENTE

Sono gli stessi dati.



DISABATO Sarah

Non erano gli stessi, perché altrimenti avremmo visto tutti quanti 25 e 25 e non 25 e 21.



PRESIDENTE

Quello che vede la Presidenza è un'altra cosa, dal suo schermo.



DISABATO Sarah

Perfetto, quindi siamo allora d'accordo.



PRESIDENTE

Però non stiamo discutendo delle questioni tecniche.



DISABATO Sarah

Allora mi sta dicendo che non c'era il numero legale?



PRESIDENTE

C'era il numero legale di 25. La votazione è valida e non è una prerogativa delle opposizioni non votare, ma votare.
Siamo un'assemblea legislativa e dobbiamo approvare le leggi. Se le minoranze non hanno intenzione di votare.
Non entro nella disquisizione politica sul perché non vogliono votare.
Sapevate già all'inizio di questa seduta che c'è una differenza temporale fra l'effettivo.



DISABATO Sarah

Scusate, colleghi, stavo intervenendo e il Presidente ha sovrapposto, più o meno come succede sempre, la sua voce alla mia.



PRESIDENTE

Sono il Presidente quando sono seduto qui, non sono un Consigliere e posso permettermi di interromperla e anche di toglierle la parola.



DISABATO Sarah

Ma in generale non può togliermi la parola ogni volta che intervengo.
Devo dare ragione al Consigliere Preioni, che sostiene che ogni volta che intervengo, lei mi toglie la parola o, comunque, si arrabbia con me. Inizio a pensare che sia una questione ad personam.



PRESIDENTE

Si faccia una domanda e si dia una risposta lei sulle motivazioni per cui ad altri non tolgo la parola, ma solo ad alcuni.



DISABATO Sarah

Lei può mettere in discussione quello che dico, ma non può mettere in discussione anche la mia vista: sul tabellone ho visto 21 votanti. Se i colleghi sono tutti lenti come il Consigliere Gagliasso che votano all'ultimo secondo e non vi garantisce il numero legale, questo non è un problema delle opposizioni.
Chiedo, se è possibile, di sospendere la seduta, rimandare la trattazione della legge alla prossima seduta perché non c'era il numero legale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lanzo; ne ha facoltà.



LANZO Riccardo

Questo voto è fondamentale, perché la legge serve per dare fondi ai Comuni quindi da parte nostra la legge non è in discussione.
Avanzo una proposta, Presidente, per andare pacificamente verso la fine.
Il punto è che non c'è stato un problema legato al numero sbagliato, ma un ritardo rispetto al numero legale.
Se capita una seconda volta, ci saranno le stesse discussioni che abbiamo fatto fino adesso.
Possiamo, se è possibile, ripetere la votazione. Nelle parole delle minoranze credo che ci sia un minimo di giustificazione valida, perch effettivamente non vedevano sul tabellone il numero legale. Condivisibile o no, questo è il gioco della democrazia che stiamo facendo da quattro-cinque anni.
Ripetiamo la votazione, senza contestare nel merito l'esito del tabellone ma affidandoci alla Presidenza per il numero legale.
Ripetiamo la votazione e seguiamo le indicazioni del Presidente relativamente al numero legale, senza avere solo il tabellone come unico punto di riferimento.



PRESIDENTE

Essendo il Consigliere Lanzo, Consigliere che ha votato nei tempi prestabiliti, a chiedermi di rifare la votazione, non dico che ha più valore di altri Consiglieri, ma indubbiamente, in una contestazione del genere, posso considerare più ragionevole la richiesta del Consigliere Lanzo.
Vi dico solo che così facendo, se nelle prossime sedute non ci dovesse essere il numero legale, la maggioranza potrebbe contestare e chiedere la ripetizione delle votazioni. Si aprirebbe un contenzioso, si aprirebbe una nuova stagione per colpa della tecnologia.
Rifacciamo la votazione dell'articolo 1.
La votazione n. 67 viene annullata.
Passiamo alla votazione n. 68 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 287.
Ricordo che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Rilevo che l'articolo è approvato con 37 votanti e 37 favorevoli.
ARTICOLO 2 Non essendovi richieste d'intervento, pongo in votazione l'articolo 2.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Sull'articolo non insistono emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 4 Sull'articolo 4 non insistono emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Abbiamo concluso l'esame dell'articolato.
Chiedo, pertanto, se vi sono dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Non essendovi richieste d'intervento, passiamo alla votazione dell'intero testo.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Mi sembra che ci sia un accordo per sospendere i lavori dell'Aula.
Pertanto, auguro a tutti una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.45)



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