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Dettaglio seduta n.274 del 17/10/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.30 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interpellanza n. 1489 presentata dal Consigliere Magliano, cui l'Assessore Tronzano; interpellanza n. 1504 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Poggio.
Chiedo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni e interpellanze di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo ancora agli interroganti che, nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo che per le interpellanze è prevista l'illustrazione da parte dell'interpellante per cinque minuti, la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica dell'interpellante per altrettanti cinque minuti.


Argomento: Cave e torbiere

Interpellanza n. 1489 presentata da Magliano, inerente a "Approvigionamento materie prime critiche e riapertura miniere in Piemonte"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'interpellanza n. 1489 presentata dal Consigliere Magliano, che ha pertanto facoltà di intervenire per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Le materie prime critiche sono quei materiali di strategica importanza economica per l'Europa, caratterizzati allo stesso tempo da un alto rischio di fornitura. Nella proposta di regolamento presentata in Commissione l'Unione Europea ha definito 34 materie prime critiche, di cui 16 considerate anche strategiche per la loro rilevanza nella transizione ecologica e digitale, destinate all'aerospazio e alla difesa, alla produzione di batterie elettriche e pannelli solari, ma anche importanti per il divario fra offerta globale e domanda prevista. Sappiamo bene come l'Assessore Tronzano, soprattutto sul tema aerospazio, difesa e comparto legato all'automotive, sia molto impegnato.
Per molte materie prime critiche, l'Unione Europea dipende quasi esclusivamente dalle importazioni. La Cina da sola garantisce metà del fabbisogno di materie prime critiche dell'Europa. L'Italia possiede 16 di queste 34 materie prime critiche, disponibili però in miniere non più attive da trent'anni.
Premetto, altresì, che molte miniere italiane sono state abbandonate nei decenni scorsi, in parte per esaurimento, in parte perché era economicamente più vantaggioso importare questi minerali dall'estero. Il Piemonte dispone nel proprio sottosuolo di riserve di grafite, manganese e soprattutto, cobalto, che si trovano nelle Valli di Lanzo, in quantità e concentrazioni tra le maggiori al mondo. Il cobalto, per secoli usato come colorante nella produzione di ceramiche, è oggi fondamentale per la produzione di batterie.
Rilevato che i siti minerari abbandonati di potenziale interesse sono sparsi lungo tutta la penisola, secondo un rapporto dell'ISPRA, al 2006, le miniere dismesse erano 2990 in tutta Italia. Le Regioni più interessate sono la Sicilia, la Sardegna, la Toscana, il Piemonte con 375 siti e la Lombardia, che rappresentano complessivamente il 74,78% del totale. Al 2019 solo 94 hanno una concessione ancora in vigore e 76 sono i siti che risultano in produzione nel corso del 2020. I 562 siti minerari dismessi o abbandonati presentano un grado di rischio ecologico sanitario da medio ad alto, e solo alcuni riguardano materie prime critiche.
La proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche e che modifica i Regolamenti UE. Nel testo, vado a citare i Regolamenti che hanno normato questa materia.
La proposta è incentrata sulle materie prime non energetiche e non agricole, importanti per l'economia dell'UE, per le quali esiste un rischio elevato di approvvigionamento. Con questa proposta l'Unione Europea si prefigge gli obiettivi di rafforzare la catena di valore delle materie prime critiche europee in tutte le fasi (estrazione, raffinazione trasformazione, riciclaggio, diversificazione delle importazioni di materie prime).
Appurato che numerosi sono gli articoli riportanti la notizia sugli organi d'informazione e stampa nazionali, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha recentemente spiegato: "Verosimilmente entro la fine di quest'anno si concluderà il percorso legislativo in Europa sulle materie prime critiche, con l'approvazione da parte del Trilogo del Regolamento che la Commissione ci ha presentato". Ha poi aggiunto: "Noi avremo compiuto un nostro percorso di riforma legislativa per consentire a chi vuole operare in Italia di farlo in un contesto di certezza. Per questo, insieme al Ministro dell'Ambiente, stiamo già aggiornando le mappe minerarie del Paese". Questo è stato riportato dai giornali il 13 luglio.
Considerato che il piano d'azione e le misure adottate per garantire l'accesso dell'UE a un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche potrebbe riguardare anche il territorio piemontese interpello la Giunta regionale, ringraziando l'Assessore per essere presente, per sapere se questa Giunta si sia già attivata con un monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte, per conoscere quali siano le miniere che, in Piemonte, potrebbero essere riaperte per la finalità prefisse dall'Unione Europea.
Presidente, alla luce della transizione ecologica e alla luce del fatto che abbiamo ampia disponibilità sul nostro territorio di queste materie prime che importiamo da altri - sappiamo quanto aver dato a paesi terzi la produzione e il nostro approvvigionamento di materie prime ci abbia resi deboli sul mercato internazionale - chiedo di sapere come la Regione si sta muovendo su questi due punti proprio per garantire non dico un'autosufficienza, ma una tranquillità in caso di altri fenomeni pandemici mondiali e scenari macroeconomici che non ci permettono di approvvigionarci di quello che un tempo costava meno comprare altrove.
Se poi "altrove" non è in grado di fornirci quello che ci serve, la nostra economia, da questo punto di vista, collassa.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Tronzano, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore alle attività estrattive

Grazie, Presidente.
Naturalmente condivido il passaggio finale del Consigliere Magliano, che ringrazio per l'interpellanza, perché è molto importante in prospettiva.
In riferimento alla prima domanda, che chiede se questa Giunta si sia già attivata, si informa che l'ISPRA, cioè l'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, su incarico del Ministero dell'Ambiente svolge attività di studio e monitoraggio sul territorio nazionale, avvalendosi anche dell'Agenzia Regionale Protezione Ambientale (ARPA) su numerosi temi ambientali, tra i quali il monitoraggio dei suoli.
C'è una serie di cose che non sto a leggere, ma consegno naturalmente la risposta scritta. e i risultati possono essere consultati sul sito web www.isprambiente.gov.it Cito, perché, secondo me, è interessante per tutti, quali sono le materie prime critiche. Sono individuate nella recente lista del 2020 dall'ENEA e sono 30. Le cito per completezza, perché mi sembra interessante per tutti: antimonio, afnio, barite, bauxite, berillio, bismuto, boro, carbon coke cobalto, fluorite, fosforite, fosforo, gallio, germanio, gomma naturale grafite naturale, indio, litio, magnesio, metalli del gruppo del platino (platino, osmio, iridio), titanio, niobio, scandio, silicio metallico stronzio, tantalio, terre rare leggere, terre rare pesanti, tungsteno e vanadio.
Questo mi sembra interessante dirlo.
Con il termine terre rare s'intendono i metalli del gruppo dei lantanidi (metalli con numero atomico compreso il 57 e 71): lantanio, cerio (ne cito solo alcuni, poi li leggerà tutti).
A questi sono aggiunti scandio, ittrio, niobio, tantalio, gallio, eccetera.
Sulla base delle conoscenze storiche - e arriviamo alla seconda domanda in Piemonte, in un lontano passato (tra il 1750 e il 1820 circa), erano in attività piccole miniere per minerali di cobalto, con associato nichel e rame, situate ad alta quota nel territorio dei Comuni di Usseglio e Balme Citta metropolitana di Torino.
Altre piccole miniere di nichel e rame sono state sfruttate in passato (fra il 1860 e il 1870; successivamente, tra il 1935 e il 1945) nella media Valsesia, provincia di Vercelli, e nella Val Strona, Provincia del VCO.
Alcune miniere di grafite erano conosciute e sfruttate nella media-bassa Val Chisone, Città metropolitana di Torino, nel corso del Novecento.
Attualmente, nella zona di Usseglio e Balme sono attivi due permessi di ricerca per il cobalto; nella media Valsesia e in Val Strona sono attivi quattro permessi di ricerca per il nichel. I programmi dei lavori approvati prevedono la realizzazione di carotaggi meccanici fino a profondità di 100 200 metri, finalizzati a estrarre campioni dal sottosuolo da sottoporre ad analisi mineralogiche e chimiche.
Alla data odierna, nessun carotaggio è ancora stato realizzato.
Per quanto riguarda la grafite, attualmente è in corso l'istruttoria di valutazione di impatto ambientale presso il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica per il rilascio di un nuovo permesso di ricerca che ricopre tutta la media e bassa Val Chisone, avente lo scopo di verificare se le antiche miniere sono suscettibili di ripresa.
Si segnala, infine, che il Settore Polizia mineraria, cave e miniere ha rilasciato, in data 3 maggio 2023, un nuovo permesso di ricerca per litio e boro nel territorio di Ormea, Provincia di Cuneo. La zona oggetto delle indagini non è mai stata interessata da ricerche minerarie o miniere di questo tipo di minerali. Pertanto, il programma di ricerche approvato consiste principalmente nell'acquisizione di dati geologici.
In conclusione, si evidenzia che, trattandosi di permessi di ricerca, è assolutamente prematuro parlare di apertura di miniere (concessioni di coltivazione), in quanto non sono ancora noti i risultati definitivi delle ricerche in programma.
In sostanza, ci sono aziende che vengono e diamo loro il benestare per il carotaggio, ma se fanno il carotaggio e trovano qualcosa, devono poi chiedere l'autorizzazione. Nel momento in cui chiedono l'autorizzazione, che comunque parte dal Ministero, certamente lì si potrà parlare di quello che dice lei.
Condivido il suo punto di vista, quindi spero anch'io che l'Italia sia ricca di terre rare, e non solo, per poter poi procedere, naturalmente nei limiti delle leggi che è giusto rispettare, soprattutto quelle ambientali.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Andrea Tronzano per la risposta.
Ha chiesto di replicare il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Mi fa piacere, ma non avevo dubbi, che l'Assessore condivida questa preoccupazione. Mi auguro che si acceleri molto dal punto di vista della tempistica, ma questo non dipende solo ed esclusivamente da noi. Rispetto al tema da me posto, leggerò con attenzione la risposta.
A me risultavano 16 materie critiche considerate strategiche per la loro rilevanza tra quelle 34 materie che avevamo discusso. In Piemonte c'era grafite, manganese e soprattutto cobalto. Ci sono altre materie di questo tipo.
Mi auguro anche che, da questo punto di vista, la possibilità venga colta da imprese italiane. Spesso, vi sono imprese che arrivano da altri paesi come l'Australia, come mi ha fatto giustamente notare la collega Frediani.
Questo sarebbe importante, sempre in un patto strategico. Se vieni, estrai e poi quella materia viene estratta e utilizzata in Australia o in altri paesi, dove noi poi la ricompriamo, sarebbe un doppio smacco.
Noi siamo dotati, grazie a Madre Natura, di alcune ricchezze, ma se poi le estraggono imprese di altri paesi, le mandano in Cina e noi le compriamo, a quel punto è meglio lasciare le miniere chiuse.
Mi auguro che su questo l'Assessorato, ma soprattutto il Ministero, possa iniziare a considerare questi beni essenziali. Non dico di sottoporli alla disciplina della Golden Power, ma è un asse strategico. Ricordo che la Golden Power si applica quando alcune aziende, per le loro finalità, non possono essere vendute all'estero perché rappresentano un asse strategico del proprio paese dal punto di vista della difesa, dal punto di vista economico e dal punto di vista energetico.
Su questo, mi auguro che la Giunta dia da subito la disponibilità a monitorare con il Ministero affinché si facciano più carotaggi possibili per capire se siamo nelle disponibilità di queste materie prime per poi nel caso, capire come queste materie possano essere estratte, con tutte le attenzioni dovute all'ambiente e, nello stesso tempo, utilizzate per una trasformazione che avvenga nel nostro paese e non in paesi terzi.
Detto questo, sono soddisfatto della risposta. Certo è - questo lo dico in conclusione e non riguarda solo ed esclusivamente la Giunta, ma il sistema Italia - che avremmo bisogno di una velocità, Assessore, decisamente più elevata e impattante, se vogliamo colmare quel gap, perché i tempi delle miniere di cui ha parlato rimandano all'epoca iniziale dell'industrializzazione. In seguito, si è scelta la logica dell'approvvigionamento da paesi terzi che, di fatto, ha finito col mostrare tutta la corda, al punto che ci siano trovati, come nel caso delle mascherine, senza la disponibilità di gestire la nostra economia interna.
Ringrazio l'Assessore, ma su questo sarà importante procedere con un approfondimento quanto prima.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.


Argomento: Contributi alla cultura

Interpellanza n. 1504 presentata da Magliano, inerente a "Regio Itinerante: la Regione intende attivarsi per garantire una piena ripresa dell'attività?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 1504.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Con l'interpellanza torno su un tema già affrontato con l'Assessore e mi ricordo anche una sua attenzione politica alla questione.
Premetto che la Regione Piemonte valorizza le radici storiche, culturali artistiche e linguistiche del Piemonte e, in particolare, salvaguarda l'identità delle comunità secondo la storia, le tradizioni e la cultura (poi nel "Premesso che" riprendo le norme sia del nostro Statuto sia quelle che configurano il tema di cui parla l'interpellanza).
La Fondazione Teatro Regio è stata costituita nel 1999, per trasformazione dell'Ente Autonomo Teatro Regio di Torino, attuata ai sensi della legge 28 dicembre 1995, n. 549 del decreto legislativo, poi dell'ulteriore decreto legislativo n. 134, ed è riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo quale fondazione lirico-sinfonica unica in Piemonte, fra le 13 esistenti in Italia.
La legge regionale del 25 febbraio 1980 n. 10 "Interventi regionali a favore della promozione musicale in Piemonte: contributi al Teatro Regio di Torino" è stata abrogata dalla legge regionale del 1° agosto 2018 n. 11 "Disposizioni coordinate in materia di cultura". La Regione trova rappresentanza all'interno del Consiglio d'indirizzo, ai sensi dell'articolo 7 dello Statuto della Fondazione (quindi abbiamo un nostro rappresentante nominato da questa Giunta all'interno del Consiglio di indirizzo); non è prevista dallo Statuto la quantificazione annuale del contributo richiesto ai soci fondatori.
Questo è il quadro.
Nel quadro degli obiettivi strategici della cultura perseguiti dalla Regione Piemonte, la Fondazione Teatro Regio di Torino è stata individuata come un imprescindibile punto di riferimento delle politiche culturali regionali, rapporto sancito già dal 1980 con la legge regionale 10/1980 e altresì recepito e sottolineato nel Programma della Cultura per il triennio 2022-2024.
Consideriamo poi che il Regio Itinerante è ricompreso nel Programma delle attività che la Fondazione Teatro Regio di Torino presenta annualmente alla Regione Piemonte.
L'iniziativa "Il Regio Itinerante" ha prodotto dal 1998 moltissimi concerti, per la maggior parte a ingresso libero e realizzati su tutto il territorio regionale, dai capoluoghi di Provincia alle zone collinari e di montagna, presso teatri, chiese, castelli e auditorium.
Gli organici - composti da professori d'orchestra, artisti del coro e maestri collaboratori del Teatro Regio - variano dal quartetto al decimino e includono tutte le famiglie strumentali (legni, ottoni, archi e percussioni), oltre ad ensemble corali e misti.
Il repertorio comprende composizioni dell'epoca barocca, classica e romantica fino alla contemporaneità, con escursioni nel jazz, nel pop nella canzone d'autore e nella musica per film.
Constatato che con la determinazione n. 251 del 27/10/22, è stato approvato lo schema di convenzione tra la Regione Piemonte e la Fondazione Teatro Regio di Torino per il sostegno alla realizzazione del progetto, per l'anno 2022, "Promozione e produzione del repertorio lirico e sinfonico nell'ambito delle linee progettuali per il triennio 2022-2024".
Constatato che all'interno del programma, oggetto della convenzione presentato dalla Fondazione Teatro Regio si legge al punto 3.1: "Insieme alla Regione Piemonte, al Piemonte Dal Vivo e ai Comuni della vecchia rete del teatro vorremmo individuare un modo di riattivare il Regio Itinerante in maniera economicamente sensata e sostenibile per tutti. La presenza della musica di alta qualità e del marchio del Teatro Regio di Torino nei Comuni piemontesi è di grande importanza" - questo lo sottolineava anche l'Assessore Poggio - "per creare il pubblico del domani e per raggiungere un senso di orgoglio da parte dei piemontesi per il loro teatro".
Il Regio Itinerante, attraverso l'applicazione di quel virtuoso meccanismo che ha sempre agevolato i costi a carico degli enti che acquistavano i concerti (motivo per cui, fin dalla sua nascita, ha sempre ottenuto il sostegno da parte della Regione), per un ventennio ha attraversato tutto il territorio regionale, con oltre 1370 concerti in moltissime località.
L'attività ha garantito anche ai Comuni più piccoli e a piccole associazioni la possibilità di far conoscere a un pubblico il più possibile vasto ed eterogeneo la qualità, la grande professionalità e la passione degli artisti torinesi, attraverso concerti da camera di altissimo livello (fatti in luoghi che non se li sarebbero potuti permettere se non grazie a Regio Itinerante), diffondendo l'esclusiva firma del Teatro Regio di Torino e contribuendo alla crescita culturale e musicale in Piemonte.
Appurato che il pubblico apprezzerebbe molto poter tornare ad assistere agli spettacoli realizzati dal Regio Itinerante su tutto il territorio nazionale.
Rilevato che i prezzi dei gruppi presenti ne "Il Regio Itinerante" (cinque rispetto ai 12 delle scorse edizioni) ricompresi nella "Stagione concertistica Estate 2021" hanno avuto un costo a concerti circa .000 euro più IVA; i prezzi dei cinque gruppi "Il Regio Itinerante" applicati nella "stagione concertistica estate 2021" facevano riferimento al prezzo di mercato libero e non seguivano lo schema di convenzione tra la Regione Piemonte e la Fondazione Teatro Regio di Torino; a differenza degli anni passati la "Stagione concertistica Estate 2021" ha riscontrato scarso successo (ci credo, 5000 euro più IVA a concerto per Comuni che hanno bilanci esigui) sul territorio, verosimilmente a causa di un costo risultato proibitivo soprattutto per i Comuni più piccoli.
Dato atto che - nel testo dell'interrogazione riporto integralmente le parole a verbale dell'Assessora quando trattammo il tema - interpello la Giunta regionale per sapere come nel corso dell'anno 2022 siano stati utilizzati i fondi regionali ricevuti e, di questi, quanto sia stato destinato al Regio Itinerante.
Una volta c'erano due linee di finanziamento: una per il Regio e l'altra per il Regio Itinerante, poi le hanno accorpate, così chi governa il Regio può decidere di alzare i prezzi sul Regio Itinerante e non portare il marchio del Regio nei Comuni e nelle aree interne, tanto care anche a un certo tipo di approccio politico.
Interrogo la Giunta per sapere quanti concerti siano stati svolti dal Regio Itinerante nell'anno 2022 e per sapere se la Regione intenda attuare strategie di sviluppo nei confronti del Regio Itinerante, affinché si possa tornare a una piena ripresa dell'attività, come negli anni passati, con costi anche accessibili per i piccoli Comuni.
Visto che questa Giunta esprime un membro del consiglio d'indirizzo che penso non vada lì solo per il blasone e per l'indennità, ove vi fosse forse bisognerà aprire un ragionamento. Deve anche finire la stagione in cui diamo i soldi e poi non sappiamo come vengono spesi e non si possono dare indicazioni politiche, in questo caso di politica culturale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Vittoria Poggio.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Magliano per aver posto all'attenzione della Giunta considerazioni di utilità, in una visione di sviluppo e diffusione della cultura stessa, che deve sempre essere più fruita dalla comunità.
Giusto per toccare alcuni punti che fanno parte delle istanze inserite nell'interpellanza, il Programma Triennale Cultura 2022-2024 ha previsto quale atto d'indirizzo per il sostegno economico da parte della Regione agli enti partecipati e controllati per il triennio 2022-2024, la capacità degli stessi di definire delle progettualità volte a promuovere e ad accrescere il valore aggiunto di territorio o di comparto, misurato dalla concreta attitudine di attività potenziali, specifiche risorse dell'area in cui agisce l'ente o di incidere direttamente nella valorizzazione e nella crescita professionale dell'ambito tematico costituente il proprio fine istituzionale.
Ritornando alla Fondazione Teatro Regio di Torino, i fondi regionali ricevuti dalla Fondazione sono oggetto di quella convenzione di cui il Consigliere parlava tra la Regione Piemonte e la Fondazione per il triennio 2022-2024, denominata "Promozione e produzione del repertorio lirico sinfonico", per l'anno 2022. In questa convenzione, all'interno delle linee progettuali per il triennio 2022-2024, si prevede lo svolgimento di attività, tra cui Giovani artisti in residenza, Premio Cantelli Scuole/educazione degli insegnanti, attività svolte come indicato nella convenzione stessa.
Giusto per portare alcune motivazioni che hanno visto un rallentamento e su cui il Consigliere giustamente dice che deve incidere anche la politica, è un impegno che mi sono assunta anche attraverso il nostro rappresentante all'interno della Fondazione stessa. Alcune attenuanti attengono al fatto che, come lei sa, il Teatro Regio, nelle linee generali c'è ed è espressa intenzione della Fondazione riattivare il progetto, quello che la Regione Piemonte ha indicato, anche in collaborazione con il braccio operativo della Regione Piemonte, la Fondazione Piemonte dal Vivo, insieme ai Comuni interessati, ovviamente sempre nel rispetto delle condizioni di sostenibilità economica.
A tale proposito, va ricordato che proprio nel corso del 2021, la Fondazione Piemonte dal Vivo ha collaborato con il Teatro Regio alla realizzazione della stagione estiva "A difesa della cultura", presso gli spazi del cortile di Palazzo Arsenale, mentre ancora recentemente il Teatro Regio ha manifestato, attraverso il suo Sovrintendente - questo è il rapporto che la Regione ha attraverso il proprio rappresentante all'interno del Consiglio di indirizzo - di allestire alcuni spettacoli per il circuito in formato "Pocket Opera" che, come lei sa, è una rappresentazione ridotta coerente con gli spazi che possono essere offerti sui territori.
Il Teatro Regio è recentemente uscito da un periodo molto difficile, dovuto sia alla pandemia sia alle difficoltà emerse con piena evidenza nell'anno 2019; fattori che hanno portato al commissariamento dell'ente e quindi a un intervento del Governo, che ha concesso un rilevante aiuto economico, che prevede però una lunga fase di restituzione e uno stretto controllo sulla gestione economico-finanziaria.
Il commissariamento dell'ente ha inciso considerevolmente e purtroppo questo lo dobbiamo dire - ha ridimensionato in maniera significativa la dotazione organica del Teatro Regio. Di conseguenza, il Teatro Regio sta al momento ridefinendo la sua organizzazione, al fine di ampliare le sue capacità produttive, ovviamente con una forza lavoro significativamente ridimensionata. Il teatro sta contestualmente cercando di ampliare i suoi ricavi, al fine di assumere più persone, in maniera da predisporre un'attività regolare anche sul territorio piemontese. Su questo aspetto vorrei sottolineare che intende predisporre anche delle attività decentrate (quella è stata la parte cui mi sono dedicata io nell'interlocuzione attraverso il nostro rappresentante). Ovviamente sono attività decentrate che necessitano di elaborare proposte di spettacolo dal costo sostenibile come lei diceva giustamente, sia per il Teatro Regio, sia per i Comuni ospitanti; risorse umane dedicate e progetti dimensionalmente adatti alle caratteristiche dei teatri presenti sui territori, essendo ovviamente il palcoscenico del Teatro Regio di dimensione diversa.
Peraltro, nel percorso di ricerca di nuovi pubblici, bisogna sottolineare che c'è stato l'impegno della Fondazione nel coinvolgimento delle giovani generazioni nel mondo della lirica, in un'ottica di sviluppo di ascolto che viene soprattutto declinato attraverso azioni che prevedono l'apertura delle anteprime delle opere al pubblico under 30, con un'esperienza articolata e coinvolgente, che dà la possibilità di vivere il Regio in condivisione anche dopo lo spettacolo e di ascoltare una breve presentazione dell'opera. Quindi c'è un coinvolgimento dei giovani.
Per quanto riguarda il rapporto fra le proposte artistiche del Teatro e della Fondazione con il potenziale pubblico non torinese (quello che lei indica diffuso su tutto il territorio regionale), c'è un dato che dimostra che l'86% degli acquirenti di biglietti del Teatro Regio sono piemontesi dei quali il 45% vive in una città diversa da Torino. Questo non significa che non si debba diffondere sul territorio, perché quello è il motivo che mi spinge a continuare l'interlocuzione con la Fondazione stessa. Era giusto per dare qualche dato di precisazione rispetto al pubblico che fruisce degli gli spettacoli della Fondazione lirica.
Per l'anno 2022 non è stata svolta per i motivi sopra precisati, che sono quelli che attengono soprattutto a motivi finanziari e di risorse ridotte proprio in termini di figure organiche interne alla struttura. Pertanto questo è il progetto itinerante, sebbene abbia mantenuto dei rapporti con il territorio anche attraverso la partecipazione alle selezioni e al concerto finale del Premio Cantelli, che si è svolto al Teatro Coccia di Novara il 4 settembre 2022.
Rimane però ferma, glielo posso assicurare, la volontà della Regione di operare, d'intesa, ovviamente, con la Fondazione Teatro Regio, ma anche con il coinvolgimento della Fondazione Piemonte dal Vivo, che, come ho detto prima, resta il nostro braccio operativo per portare lo spettacolo dal vivo sui territori. Lo scopo della Regione è la programmazione e la diffusione di stagioni di spettacolo sul territorio regionale.
Quindi occorre, ed è questo il lavoro che sto portando avanti, la volontà.



PRESIDENTE

Assessore, le chiedo scusa: abbiamo quasi raddoppiato il tempo.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Come dicevo, la volontà di attivare - e concludo - sul medio periodo la presenza delle proposte cui si deve attenere la Fondazione stessa, trovando un punto di equilibrio fra le esigenze del territorio e la sostenibilità economica.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Vittoria Poggio per la risposta.
Ha chiesto di replicare il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, collega; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie Presidente.
Ringrazio l'Assessore se mi fornirà la nota che ha testé letto, così da poter approfondire.
Il dato politico è chiaro; il dato è questo. È vero che c'è stato il COVID è tutto vero; è vero, però, che c'è un'impostazione politica che è necessario dare.
Io non mi ascrivo ai fan di chi, da commissario, ha gestito il Teatro Regio, anzi, perché è un'impostazione che poi si vede anche sui territori.
Quando chi ha rivestito il ruolo di commissario del Reggio ha poi assunto un'altra tipologia d'incarico in qualità di Assessore del Comune di Torino è emersa una certa idiosincrasia verso la cultura di base, verso l'andare a portare cultura, in questo caso musica e, in particolare, musica d'eccellenza prima presso le periferie e poi verso le altre parti della regione.
Su questo le chiedo, Assessore, di fare in modo che s'inizi a entrare in una logica diversa: se sono un ente istituzionale e metto risorse all'interno di un'istituzione culturale, le metto anche nell'ottica di una visione politica che ho di quelle risorse, non le metto e basta, perché poi colui che gestisce il teatro non può essere disturbato (tipo "non disturbare il manovratore"). Se stanzio risorse per i piemontesi, vorrei che il maggior numero possibile di cittadini si appassionasse, attraverso un intervento sui territori, a ciò che viene prodotto musicalmente al Teatro Regio.
Il più delle volte - questo mi fa piacere ricordarlo - queste tipologie di concerti, portati a un costo accettabile per i Comuni sui nostri territori vedevano sia grandi professionisti sia giovani talenti dei nostri Conservatori, per cui davamo una doppia possibilità: ai cittadini piemontesi di ascoltare musica incredibile fatta da professionisti; ai giovani talenti, che si stanno formando, di imparare da grandi professionisti.
Mi auguro che questo scampolo di legislatura ci permetta e vi permetta soprattutto alla Giunta regionale, di significare questo. È evidente che se inseriamo "Piemonte Dal Vivo", sono altre nostre risorse che mettiamo in campo e non è compito di "Piemonte Dal Vivo" fare ciò che dovrebbe fare il Teatro Regio, però mi auguro che si apra una stagione in cui il Regio Itinerante torni ad avere quella sua valenza culturale, sociale e politica e che prima o poi si inizi a pensare, da questo punto di vista, di tornare a una bipartizione dei fondi: un fondo strutturale per la gestione del Teatro Regio e un fondo destinato al Regio Itinerante. Non fai il Regio Itinerante se quelle risorse non le hai.
Dico questo perché non stiamo parlando di un intervento di piccola manutenzione o di piccolo ripristino in Comuni in cui abita un Consigliere regionale, ma stiamo parlando di cultura, di musica di grandissimo livello di un ente di cui andiamo fieri. L'abbiamo salvato, perché è stato salvato da tutte le istituzioni che in questi anni si sono occupati del Regio, per cui varrebbe la pena dargli anche una funzione educativa, culturale e sociale che già il Regio Itinerante aveva.
Non è detto che sia necessario spendere così tanto, a volte, se si ragiona un po' più sui costi. Magari si fa un ragionamento con enti del terzo settore che si occupano di musica sui nostri territori.
Forse questo mix potrebbe rappresentare, per il Regio Itinerante, di nuovo un'opportunità per i musicisti di esperienza, per i giovani musicisti, per i nostri territori e magari per quei Comuni e quelle realtà del terzo settore che in quei Comuni tengono viva la passione per la musica, o che la tengono viva, come faceva notare lei, anche tanti non torinesi che vengono al Regio (un non torinese è anche uno che abita a San Mauro, non di un'area interna).
Da questo punto di vista, la ringrazio per la corposità della risposta, ma vale la pena, come lei bene ha fatto e spero continui, ad avere coscienza politica che sulle risorse che diamo magari qualche indicazione politica potremmo darla ancora con più forza, oltre a quello che lei ha già fatto e gliene ne do atto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per l'intervento.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.
Alle ore 10.15 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie e buona salute a tutti a tutte.



(Alle ore 10.06 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Sono in congedo i Consiglieri Chiorino, Cirio, Ricca e Lanzo.
Il numero legale, pertanto, è 24.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere l'inserimento dell'ordine del giorno n. 1697 che ho depositato ieri, a oggetto "Politiche regionali di sostegno al reddito per cittadini in difficoltà".
Si tratta di porre il tema del sostegno al reddito per tutte quelle persone e quei nuclei familiari che perderanno il reddito di cittadinanza. Capire con l'Assessore Chiorino o con l'Assessore Marrone se si possa prevedere una forma di sostegno a livello regionale per venire incontro alle esigenze di quei nuclei familiari che si ritroveranno senza l'unico sussidio che avevano a disposizione negli ultimi anni, e anche per raccogliere l'allarme di ANCI, quindi le difficoltà dei Sindaci, che sono in prima linea nei confronti delle difficoltà di questi cittadini.
Ripeto, il numero dell'ordine del giorno è 1697, a oggetto "Politiche regionali di sostegno al reddito per cittadini in difficoltà".
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La mia non è una vera richiesta d'inserimento, ma più che altro un intervento sull'ordine dei lavori per avere una risposta relativamente al momento in cui discuteremo oggi l'ordine del giorno a mia prima firma, il n. 1672.
C'erano degli accordi presi nella scorsa seduta, ci sono degli accordi presi in Conferenza dei Capigruppo. Vorrei sapere quando verrà trovato lo spazio per discutere quest'ordine del giorno nella giornata.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Su questo punto, posso rispondere subito. Mi sembrava che ci fosse un'intesa in Conferenza dei Capigruppo di trattarlo nella giornata odierna con altri ordini del giorno. Come abbiamo fatto l'altra settimana sospendiamo le attività di deliberazione e trattiamo il suo atto d'indirizzo come primo punto all'o.d.g.
Se poi i Capigruppo trovano un'intesa e cercano di dare un minimo di linearità alla giornata, sicuramente fanno cosa buona e giusta per migliorare soprattutto la vita del Presidente pro tempore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Chiedo di discutere in data odierna l'ordine del giorno che abbiamo già inserito, il n. 1678, a oggetto "Istituzione tavolo di lavoro su Finpiemonte".
Come rileva l'ordine del giorno, crediamo che un tavolo di lavoro garantirebbe una maggiore trasparenza su tutta la gestione finanziaria regionale. Continuiamo a ricevere segnalazioni da parte di aziende e di imprenditori che lamentano tempi eccessivamente lunghi per le concessioni dei contributi che devono essere erogati dall'ente in questione.
Ci sono state poi alcune vicende che tralascio (ad esempio quella del Consigliere rimosso), su cui dovremmo anche fare un minimo di chiarezza perché, a oggi, a noi non sono state date motivazioni sufficientemente chiare.
Per tutta questa serie di eventi che si sono susseguiti, dovremmo assolutamente pensare a un tavolo di lavoro o a un sistema per fare chiarezza e per capire come si sta muovendo Finpiemonte. È stato cambiato il direttore generale, è stato sostituito un consigliere del Consiglio di amministrazione ma, a oggi, noi non abbiamo nessun tipo di notizia.
Ricordo che Finpiemonte è la partecipata più importante della Regione Piemonte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento di un ordine del giorno che ho depositato questa mattina. Un ordine del giorno che sarebbe interessante capire se riuscissimo a discutere nell'organizzazione di Aula di oggi o, comunque, a metterlo in programmazione non più tardi della prossima seduta. Il titolo dell'ordine del giorno è: "Cambiano Ospedale Unico ASL TO5". Non è per ritornare, come qualcuno mi ha detto, a parlare del solito tema, ma è capitato un fatto straordinario per il quale chiediamo l'inserimento di questo ordine del giorno.
Vi ricorderete molto bene che la Giunta ha spostato la localizzazione dell'ospedale ASL TO5 da Vadò a Cambiano e il primo tema fondamentale di quello spostamento era la potenziale esondabilità di quell'area. Si era detto che non si potevano costruire ospedali sulle palafitte.
Il 29 settembre è uscito uno studio di fattibilità di 240 pagine, fatto e promosso dall'ASL TO5, di un'azienda privata. Secondo quello studio, per la realizzazione di quell'ospedale nella zona di Cambiano, bisogna intervenire su un'area parzialmente esondabile. Quell'area ha dei valori acustici nella media più alti e bisogna intervenire anche su quello per limitare l'inquinamento acustico. Inoltre, la viabilità complessa ci dice che dobbiamo abbattere il casello della tangenziale di Vadò. Queste sono le tre caratteristiche principali - non entro su altro - e produce un aumento di costi di quasi 140 milioni di euro.
L'ordine del giorno ha, ripeto, delle richieste di metodo e di percorso non dice che dobbiamo ritrasferire. Credo che questo sia un fatto straordinariamente importante e nuovo su cui dovremmo confrontarci il più in fretta possibile, ragion per cui chiedo l'inserimento e, se possibile la programmazione della discussione di questo ordine del giorno nella seduta di oggi o, al massimo, nella prossima settimana.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento dell'ordine del giorno n. 1695, a oggetto "Garantire alle figlie di donne con una diagnosi di neoplasia al seno l'accesso anticipato al programma Prevenzione Serena".
Sono stato raggiunto da questa richiesta da persone che hanno questa problematica. Sappiamo che c'è un tasso di ereditarietà per quanto riguarda la neoplasia; oggi, però, non permettiamo alle figlie di donne che hanno avuto, purtroppo, questo esito sanitario infausto e che sono in cura, di accedere in maniera precoce.
Ci sono dei test genetici che permettono di capire una predisposizione, ma il dato della familiarità impatta per il 5-10%, per una predisposizione ereditaria. Il nostro piano di Prevenzione Serena prevede un'adesione spontanea tra i 45-49 anni e tra i 70-75, mentre per la fascia 50-69 anni è inviata una lettera d'invito con appuntamento prefissato. Pertanto anticipare, soprattutto se si ha in famiglia (ad esempio la mamma) una persona che ha già avuto questo tipo di neoplasia, mi sembra, da questo punto di vista, un atto di attenzione verso coloro che hanno già in famiglia questo tipo di problematica e che, a oggi, si devono pagare la loro prevenzione serena.
Chiedo quindi se è possibile discutere l'ordine del giorno e inserire poi la misura dentro una programmazione sanitaria che tenga conto di questi fattori ereditari, che portano con sé il rischio e quindi l'accadere della malattia. Più facciamo prevenzione, meglio è, soprattutto in ambiti come questo.
Grazie, Presidente, ho concluso. Chiedo l'inserimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Volevo richiamare l'Aula, richiedendo l'attenzione al punto 10) all'o.d.g.
inerente a una mozione già iscritta che riguarda le aree interne e i servizi socio-sanitari. È di una certa urgenza e credo che sia opportuno parlarne oggi. Chiedo pertanto se vi sia l'intenzione e la possibilità di ragionare nella giornata odierna su questa mozione già iscritta al punto 10) all'o.d.g., subito dopo le delibere.
Grazie.



PRESIDENTE

Sono state presentate alcune richieste di inserimento di punti all'o.d.g.
La prima è della Consigliera Frediani e riguarda l'ordine del giorno n.
1697, "Politiche regionali di sostegno al reddito per cittadinanza in difficoltà".
La seconda è del Consigliere Sarno e riguarda l'ordine del giorno n. 1698 sull'ospedale di Cambiano.
La terza richiesta è del Consigliere Magliano e riguarda l'ordine del giorno n. 1695, che ha come tematica quella di garantire alle figlie di donne con diagnosi di neoplasie al seno l'accesso anticipato al programma Prevenzione Serena.
Se non vi sono contrari, si considerano inseriti a calce dell'elenco degli attuali punti all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

È stato richiesto un anticipo di discussione nella giornata odierna del punto 68) all'o.d.g. Anche il Consigliere Stecco ha chiesto un'inversione per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 1696, inerente a "Istituzione cabina di regia inter-istituzionale per ottimizzare le misure di erogazione di servizi socio-sanitari delle aree interne e disagiate". Anche il Consigliere Bertola ha chiesto un'inversione del punto 9) all'o.d.g.
Se i Capigruppo trovano un'intesa per trattare gli ordini del giorno richiesti, possiamo considerarli accettati e si potranno esaminare nella seduta pomeridiana, quando sospenderemo la trattazione delle attività legislative e delle deliberazioni.
Non essendovi interventi, possiamo considerare accettate le richieste di inserimento e di inversione dei punti all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione di punti all'o.d.g.)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Chiorino, Cirio, Ricca e Lanzo.
b) Approvazione processi verbali precedenti sedute È in approvazione il processo verbale n. 272 relativo alla seduta consiliare del 3 ottobre 2023.
c) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
c) Iscrizione d'ufficio atto d'indirizzo Comunico, inoltre, che nel corso della scorsa seduta consiliare è stato iscritto all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 1691 presentato dal Consigliere Magliano, inerente a "Censimento e rimozione dei veicoli abbandonati nelle aree di pertinenza ai complessi di edilizia residenziale pubblica gestiti da ATC". Per un mero errore materiale, l'atto d'indirizzo non è stato riportato nell'odierno o.d.g. Essendo stato già approvato il suo inserimento nell'adunanza del 10 ottobre scorso, l'atto di indirizzo si considera iscritto d'ufficio.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Disegno di legge n. 265, inerente a "Misure urgenti di adeguamento delle disposizioni regionali" (rinvio trattazione)


PRESIDENTE

Se non vi sono interventi sulle comunicazioni, possiamo proseguire con l'esame del punto successivo all'o.d.g. inerente al disegno di legge n.
265, "Misure urgenti di adeguamento delle disposizioni regionali".
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Intervengo in quanto relatore di minoranza su questo provvedimento. Ci sembra che l'assenza dell'Assessore Marrone, con il quale nella scorsa seduta avevamo avviato un'interlocuzione, non ci permetta di riprendere questo punto all'o.d.g.
Vorrei sapere dai rappresentanti della Giunta se l'Assessore sarà in Aula o se dobbiamo discutere di altro.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola l'Assessore Poggio; ne ha facoltà.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Il collega Marrone aveva chiesto l'inversione dei punti, avendo qualche problema ad arrivare in tempo, e aveva chiesto di trattare l'altro disegno di legge prima del suo.
Sono qui a disposizione.



PRESIDENTE

Consigliere Preioni, è già intervenuto l'Assessore.
Se non vi sono richieste di intervento, sospendiamo il punto 2) e passiamo al punto successivo all'o.d.g.


Argomento: Commercio

Esame disegno di legge n. 266, inerente a "Modifiche alla legge regionale 12 novembre 1999, n. 28 (Disciplina e sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte in attuazione del Decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 114) in materia di luoghi storici del commercio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 266, inerente a "Modifiche alla legge regionale 12 novembre 1999, n. 28 (Disciplina e sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte in attuazione del Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114) in materia di luoghi storici del commercio", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla III Commissione.
Relatore è il Consigliere Perugini, che ha facoltà di intervenire.



PERUGINI Federico, relatore

Grazie, Presidente.
Relaziono sul disegno di legge 21 settembre 2023, n. 266 "Modifiche alla legge regionale 12 novembre 1999, n. 28 (Disciplina e sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte in attuazione del Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114) in materia di luoghi storici del commercio".
Cari colleghi, il presente disegno di legge regionale, assegnato per l'esame in sede referente alla III Commissione permanente e in sede consultiva alla I Commissione permanente in data 15 giugno 2023, è stato licenziato dalla III Commissione il 21 settembre 2023, dopo l'acquisizione del parere finanziario da parte della I Commissione ed è rimesso oggi all'Aula consiliare per la sua definitiva approvazione.
Sul provvedimento si sono svolte le consultazioni online con gli enti e i soggetti interessati alla materia ed è stato acquisito il parere del CAL.
Il testo normativo inserisce due nuovi capi nella legge regionale 28/99, al fine di valorizzare i luoghi storici del commercio presenti sul territorio regionale dal punto di vista storico, sociale e culturale, in considerazione delle numerose attività commerciali depositarie di antiche tradizioni, tramandate di generazione in generazione, fortemente legate al territorio e alle sue tradizioni.
Direi che innervano il sistema del commercio e delle tradizioni del Piemonte.
Salvaguardare i pubblici esercizi e le attività commerciali a carattere storico-tradizionale, preservandone la presenza sul territorio e le caratteristiche strutturali delle origini, costituisce anche una risposta alle difficoltà causate dalla perdurante crisi economica e dei consumi spesso connessi all'espansione di realtà commerciali di grandi dimensioni e del commercio online.
Il testo si compone di tre articoli.
L'articolo 1 inserisce, dopo il capo VII della legge regionale 28/1999, il capo VII bis (Riconoscimento, tutela e valorizzazione dei mercati di valore storico e di tradizione) che prevede gli articoli 18 quater, 18 quinquies e 18 sexies. Nello specifico, l'articolo 18 quater esplicita che la Regione stabilisce le disposizioni generali per il riconoscimento, la tutela e la valorizzazione delle attività di commercio su area pubblica di valore storico e di tradizione che costituiscono testimonianza dell'identità commerciale del territorio comunale e regionale di appartenenza.
L'articolo 18 quinquies definisce il mercato di valore storico quale il mercato e le altre forme di commercio su area pubblica che si svolgono da almeno quarant'anni e i mercati di valore storico di tradizione, quelli che si svolgono su area pubblica da almeno settant'anni. Per essere così identificati, i mercati e gli altri luoghi di commercio devono rispettare le caratteristiche architettoniche-storiche del luogo di insediamento nonché mantenere inalterate la tipologia di attività e di settore merceologico.
Infine, l'articolo 18 sexies istituisce l'elenco regionale dei mercati di valore storico e di tradizione da parte della Giunta regionale, sentite le associazioni di categoria del settore.
L'individuazione dei mercati di valore storico e di tradizione spetta ai Comuni, che inviano i dati alla Regione sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta regionale e possono adottare le misure atte a salvaguardare le caratteristiche anche merceologiche.
L'articolo 2 inserisce, dopo il capo VII bis della legge regionale 28/1999 il capo VII ter ("Riconoscimento, tutela e valorizzazione dei Caff storici"), quindi questo è l'altro capitolo, che prevede gli articoli 18 septies, 18 octies e 18 nonies.
Nello specifico, l'articolo 18 septies esplicita che la Regione riconosce tutela e valorizza i Caffé storici a rilevanza culturale meritevoli di tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo 42/2004).
L'articolo 18 octies stabilisce i requisiti che devono avere i Caffé per essere riconosciuti storici quali, ad esempio, lo svolgimento dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande nello stesso locale per almeno settant'anni continuativi, il rispetto delle caratteristiche strutturali dei locali, degli stili e degli arredi originari, la sussistenza di un particolare interesse storico o culturale o artistico legato alle tradizioni locali, nonché le modalità di mantenimento della qualificazione di Caffé storico in caso di subingresso e di trasferimento della sede.
Da ultimo, l'articolo 18 nonies istituisce l'elenco regionale dei Caff storici da parte della Giunta regionale, sentite le associazioni di categoria del comparto.
L'individuazione dei Caffé storici spetta ai comuni che inviano i dati della Regione sulla base di criteri stabiliti dalla Giunta regionale.
L'iscrizione nell'elenco comporta l'acquisizione della qualifica di Caff storico, mentre il mancato rispetto dei criteri di cui all'articolo 18 octies ne determina la cancellazione.
Infine, l'articolo 3 introduce la clausola di invarianza finanziaria in base alla quale si attesta che non vengono previsti nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale destinati all'attuazione del provvedimento.
Termino la relazione aggiungendo una riflessione: il nostro Piemonte è già ricco dal punto di vista enogastronomico, culturale e delle tradizioni di tanti valori, ma preservare questi luoghi significa anche accompagnare visivamente la qualità, le tradizioni e la cultura del Piemonte.
Credo di dover riservare, in questa relazione, un plauso all'Assessore innanzitutto per aver prodotto questo testo, approvato dalla Giunta regionale, a seguito di un percorso di ascolto importante. L'ascolto oggi si traduce in un atto e voglio auspicare che tutti, cari colleghi convergerete nel voto favorevole, perché questo va nella direzione di sostenere il commercio di tradizione, la cultura e diventa un'attrattiva turistica molto importante per le nostre terre, sia nelle città metropolitane sia nelle conurbazioni sia nei piccoli comuni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Perugini.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Purtroppo non siamo riusciti a sviscerare eccessivamente il disegno di legge in III Commissione consiliare perché, essendo a fine legislatura, si stanno accavallando molti provvedimenti, anche importanti e di interesse come quello che discutiamo oggi in Aula.
Purtroppo, come Gruppo del Partito Democratico non siamo riusciti a effettuare un'attività emendativa integrativa migliorativa come avremmo voluto.
Ringraziamo l'Assessore Poggio per questo disegno di legge, riguardante modifiche alla legge regionale del 1999, relativamente alla disciplina, lo sviluppo e l'incentivazione del commercio in Piemonte.
Faccio una premessa: a nostro modo di vedere, il commercio, sì, è un'attività produttiva facente parte del comparto del terziario ed è, sì un'attività economica, ma è anche un'attività sociale. La presenza di realtà legate al commercio nei territori più svantaggiati e periferici nelle aree meno centrali, da sempre rappresenta, infatti, anche una presenza sociale. Il commercio è promotore di comunità, è un fattore di legami sociali e non soltanto di sviluppo e ricchezza economica.
Su questa base, abbiamo sostenuto un'altra iniziativa dell'Assessore Poggio, che è quella dei distretti del commercio. È chiaro, è un'iniziativa ancora in fase embrionale, sta muovendo i primi passi, quindi può ancora essere soggetta a potenziamenti e miglioramenti, ma credo che sia un'iniziativa positiva, proprio perché struttura e rafforza il commercio in tutte le aree del Piemonte.
Questo per dire che noi crediamo molto nella funzione del commercio come funzione di crescita e di progresso per la nostra Regione. Questo disegno di legge, fondamentalmente, è una modifica della legge in vigore, perch non è una legge quadro, una legge strutturale che rivoluziona l'impianto normativo su una materia così importante, ma è una puntualizzazione mirata su un argomento preciso, che è quello dei luoghi storici del commercio.
Su questo tema l'Assessore propone, innanzitutto, di dare una definizione di mercato, di valore storico e di tradizione, su cui chiaramente non abbiamo obiezioni; propone l'istituzione di un elenco regionale dei mercati di valore storico e di tradizione e il riconoscimento, la tutela e la valorizzazione dei Caffé storici.
La proposta che stiamo discutendo insiste non soltanto sul settore del commercio, ma anche su quello della cultura, del turismo e della valorizzazione storica del nostro patrimonio regionale. Noi non abbiamo obiezioni di sostanza, siamo solo preoccupati che questa proposta non comporti anche una copertura economica. Infatti, non c'è una previsione di spesa che incida sul bilancio regionale.
Non mettiamo in discussione la bontà dell'iniziativa, che ci sembra meritevole proprio perché intreccia più comparti delle politiche regionali non soltanto quello del commercio, ma perché anche noi riconosciamo che in Piemonte c'è una diffusa presenza di Caffé storici che sono davvero un'attrazione, oltre che essere un luogo di lavoro.
Siamo un po' preoccupati che questa valorizzazione possa effettivamente avvenire in mancanza di risorse dedicate, quindi vorremmo capire se è possibile, Presidente, nell'ambito della discussione che stiamo facendo in Consiglio regionale, se nelle prossime fasi di bilancio c'è una prospettiva d'inserimento di risorse dedicate a questo tema.
Chiaramente, sulla base di questo, il nostro voto potrebbe essere più convinto e più favorevole.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Ha chiesto di intervenire, in discussione generale, il Consigliere Ravetti ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
L'intervento della Consigliera Canalis ha la finalità di condividere, come il sottoscritto, il documento che la Giunta ha depositato. Ci sembra che l'idea di inserire in Piemonte un riconoscimento e per i mercati storici con le definizioni ben inserite nei pochi articoli di questa legge, come il riconoscimento e la valorizzazione dei Caffé storici, vada nel senso auspicato delle nostre comunità.
C'è una questione che riguarda, ed è stato detto, la messa a disposizione di risorse per il riconoscimento di mercati e Caffé storici. L'Assessore comprenderà che inserirli in un registro che può essere contenuto fisicamente nella memoria di qualche processore informatico o nel cassetto di qualche scrivania, va bene, ma di per sé non genera economia. Oppure pu essere altro.
Assessore, glielo dico con molta tranquillità. In altri testi di legge, si inserisce un marchio, un'indicazione stradale, almeno un impegno per la Giunta più specifico, un impegno che lei non potrà assumere perché non ha previsto la benché minima risorsa per studiare un marchio e per decidere con i Comuni, che un mercato storico non è soltanto quello contenuto in un registro depositato in un processore centrale in Regione, ma è anche un mercato storico che può utilizzare un'indicazione storica da esporre nella piazza, per esempio. Succede per le botteghe storiche del Piemonte e l'Assessore lo sa molto bene: la Regione consente a tutte le botteghe storiche di utilizzare un marchio con tanto di stemma della Regione Piemonte, ed è uguale per tutti.
In questo caso specifico lei non potrà farlo se non, al limite, obbligando i Comuni a utilizzare cosa non si sa, perché non potrà essere la Giunta che non potrà nemmeno affidare un incarico esterno a un'agenzia di comunicazione perché non è previsto per studiare questo.
Prego l'Assessore almeno di valutare l'opportunità emendativa di inserire in questo contesto di legge qualcosa di più specifico, che non può essere demandato a un lavoro di Giunta, per le ragioni che le ho detto prima, cioè non può avere, con questa legge, le disponibilità economiche per poter fare un lavoro compiuto.
È vero che l'ultimo articolo, l'articolo 3, parla di clausola d'invarianza finanziaria: consiglio di valutare una modifica all'articolo 3 sulla clausola d'invarianza finanziaria. Altrimenti manifesto delle buone intenzioni, noi voteremo a favore di questo manifesto delle buone intenzioni, ma rischia di essere solo un manifesto delle buone intenzioni.
Tra l'altro, qui non è previsto nessuno sgravio fiscale, non è previsto nessun impegno a valorizzare anche in senso economico e fiscale, se posso dire, sia i mercati sia i Caffé: non c'è nessuna, e neanche poteva esserci attività a favore dei Comuni che inviano comunicazioni in tal senso per poter riconoscere i loro spazi.
Quindi, devo dire, tutto bene. Questo testo ci sembra molto discorsivo poteva essere un ordine del giorno, a meno che non ci si fermi il tempo necessario per valutare le proposte che stiamo facendo. Soprattutto i piccoli Comuni, e ce ne sono tanti in Piemonte, soprattutto le aree periferiche, che vedono nelle attività commerciali un luogo di socializzazione e non soltanto un luogo per l'economia, meriterebbero un impegno economico più puntuale da parte di Regione Piemonte. Ce ne sono, e tante, attività familiari che garantiscono una presenza nei Comuni con le loro attività, con i loro Caffé che potranno essere definiti Caffé storici molti stanno chiudendo, per cui questa potrebbe essere un'occasione per valorizzarli anche da un punto di vista finanziario.
Lo valuti, Assessore. Abbiamo ancora un po' di tempo per entrare nel merito di questa proposta, può essere utile. Noi siamo a disposizione, ma ribadisco - se si perderà questa occasione, il manifesto delle buone intenzioni sarà comunque da noi sostenuto.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; prego.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Ho avuto modo di interloquire e di discutere con l'Assessore nel corso delle Commissioni consiliari dedicate a questo provvedimento; ne ho colto fin da dalla presentazione, lo spirito - almeno, credo di averlo colto - e l'ho anche sostanzialmente condiviso.
Se ho ben interpretato, si tratta più di spirito che di articolato; quello che ho colto è la volontà di tutelare e di valorizzare esperienze commerciali del nostro territorio, che sono un qualcosa di più che commercio e vendita di oggetti. Sono un pezzo di storia; sono un pezzo di tradizione di quel territorio; sono relazioni tra le persone che si sono create grazie a quei luoghi; sono anche un richiamo di natura turistica.
Sono, quindi, un insieme di questioni, per cui, al di là dell'aspetto materiale, c'è, attorno a questi luoghi, un insieme immateriale di valori che in qualche modo l'Assessore, con il provvedimento, prova a proteggere a garantire e a mantenere.
Tra l'altro, è un provvedimento con pochi articoli, che l'ho letto e riletto più volte. Nella rilettura, lo voglio segnalare, ferme restando queste buone intenzioni, si fa più fatica a trovare le modalità affinch questi principi e queste volontà si traducano poi in azioni concrete. Da un lato, c'è sicuramente l'aspetto che i colleghi del Partito Democratico hanno sottolineato, cioè l'aspetto economico, ossia i finanziamenti e gli incentivi per i soggetti interessati, quindi di messa a disposizione di risorse al di là e in aggiunta a quelle tradizionali, che magari nei bandi del commercio possono essere a disposizione, quindi il tema delle risorse è un tema, ma lo è anche quello delle modalità della loro erogazione.
E allora, a questo punto, svolgo queste mie brevi considerazioni, che forse possono portare ancora, anche in questa fase, qualche attenzione rispetto al provvedimento, altrimenti rimarranno a verbale, a memoria. Bisogna distinguere le due tipologie, perché sono in un unico provvedimento parliamo del valore storico, ma in realtà tra mercati e Caffé c'è una grande differenza organizzativa, di gestione, di caratteristiche, quindi il filo conduttore è il fatto che abbiano un valore storico, ma non le tipologie di vendita e di rapporto con il cliente.
Lasciando dunque da parte un attimo il tema dei Caffé e dei mercati, ma anche di questo ne abbiamo già parlato in Commissione, faccio fatica a individuare davvero.
Nell'articolato si parla anche di definizioni, di criteri che saranno individuati dalla Giunta. Giustamente si demanda alla Giunta, io dico che va bene, e meno male: lasceremo alla futura Giunta, o forse ancora a questa, nello scorcio finale di legislatura, il lavoro e vedremo. Tuttavia è abbastanza intuitiva la fatica nell'individuare queste caratteristiche per la peculiarità intrinseca di un mercato, che è una forma di vendita davvero molto mutevole, variabile nel tempo e assoggettata a delle norme.
Tra l'altro, c'è una quantità più o meno grande di venditori che rispondono a delle norme, ma rispondono anche alla legge del libero mercato e della concorrenza, tutte norme che sono in questo paese molto tutelate, ma è un'attività difficile da imbrigliare all'interno di prescrizioni.
Inoltre - non mi era venuto in mente quando ne abbiamo parlato in Commissione - a proposito del riferimento ai quarant'anni, se penso un po' ai mercati che conosco nel Torinese, hanno tutti più di quarant'anni. Penso che molto difficilmente ne siano stati istituiti altri o pochissimi saranno i mercati istituiti in un tempo più recente, proprio per la crisi del commercio e il cambiamento della tipologia di vendita, che ha sostanzialmente portato alla chiusura di alcuni mercati, ma non all'apertura di nuovi. Di conseguenza, già per questo, la composizione di gran parte dei mercati piemontesi negli ultimi quarant'anni, o almeno di quelli che conosco io, si è ridotta.
Al tempo stesso, le caratteristiche architettoniche storiche del luogo sono po' vaghe, anche se, nel principio, lo comprendo, ma posso sottolineare che il testo fa fatica a entrare così nel merito, perché non è facile farlo sostanzialmente, non è facile inserire in tipologie, in criteri definiti in gabbie tutte le aspettative. Di conseguenza, ho la preoccupazione che il provvedimento, benché mosso da buone intenzioni, corra il rischio di fare fatica a essere attuativo e a essere davvero rilevante nei suoi obiettivi.
Questo è il rischio che vedo, come anche quello d'ingenerare conflitti o difficoltà, sia con gli enti locali titolari dei mercati sia con i soggetti che utilizzano e vendono in questi mercati.
Sui Caffé storici, probabilmente è più facile. Qui credo ci sia anche una connessione e un'interfaccia con la rete dei Caffé storici nazionali probabilmente un lavoro che si va ad aggiungere, ma se si va ad aggiungere dando una caratteristica piemontese specifica, potrebbe essere un valore aggiunto, sempre che però abbia, come rilevato dai colleghi, risorse per sostenere questa rete e anche modalità per caratterizzare e dare loro davvero un valore che le distingua dal resto degli esercizi che si occupano di vendita di Caffé.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Continuo sulla scia degli interventi precedenti.
Assessora Poggio, il tema del commercio e della valorizzazione del commercio locale, nello specifico elemento dei Caffé storici legati al commercio, credo sia, come abbiamo detto in Commissione, uno tra i temi interessanti da sviluppare all'interno delle politiche pubbliche della nostra Regione; un tema utile per valorizzare peculiarità dei territori che, se valorizzate al meglio, possono trainare alcune parziali piccole economie del territorio stesso.
Penso ad alcuni Comuni tra i più piccoli (ma anche quelli più grandi): quando ci sono e sono ben rappresentate storie e tradizioni, gli stessi cittadini piemontesi, o anche da fuori regione, si recano in quei luoghi perché attratti da quell'elemento di tradizione e di storicità (pensiamo ad alcuni Caffé storici del centro di Torino, come in altre citta capoluoghi di Provincia). Tutto questo serve per trainare l'economia di vicinato rispetto a quel Caffé storico e a quel luogo storico.
In questo senso, credo che l'elemento di modifica e di costituzione del registro, valorizzandolo quantomeno sulla carta, sia un elemento positivo da sostenere. È anche vero, Assessora, che ciò si fa dandone un carattere istituzionale, cioè prevedendolo in una legge, affinché anche quei luoghi possano usare loghi e comunicazione adeguata, proprio perché con il marchio istituzionale assumono un valore maggiore.
Tuttavia, ha ragione il Consigliere Ravetti quando afferma che la differenza fra un ordine del giorno, una buona intenzione e una proposta di legge reale, quindi un investimento delle politiche pubbliche, la fa il quantum economico. Se è vero che c'è la clausola di invarianza, è anche vero che le opzioni sono: a), non aggiungiamo nulla; b), se prevediamo un capitolo di spesa dentro una missione specifica con risorse già in pancia al bilancio, vuole dire che le stiamo togliendo da qualche altra parte.
La mia domanda, Assessora, è come dare al Piemonte (non adesso, cioè non fra sei mesi/un anno o due anni, perché magari cambierà la Giunta o comunque, ci dovrà essere poi qualcuno che inserirà le risorse su questa politica) una norma che non venga vista come una norma di fine legislatura altrimenti rischiamo, come succede, non dico sistematicamente, ma in maniera maggioritaria o sovente, che quando si arriva a fine legislatura anche gli ordini del giorno vengono approvati in maniera un po' più serena in equilibrio fra maggioranza e minoranza: un ordine del giorno non si nega a nessuno, come diceva il Presidente del Consiglio la scorsa seduta (o almeno, quasi sempre non si nega a nessuno), come anche una proposta di modifica di una legge, senza copertura economica che ne aumenti le risorse non si nega a nessuno.
Con grande rispetto, vorremmo capire se stiamo contribuendo a una legge di fine legislatura, oppure a una modifica di una legge che possa produrre non solo buone intenzioni, ma anche una ricaduta territoriale reale.
Leggendo alcuni articoli, è evidente che se lì non ci mettiamo delle risorse, sono davvero articoli di buone intenzioni, ma un po' vuoti.
Le faccio un esempio: sui distretti del commercio, la differenza c'è stata sia nella passata legislatura sia oggettivamente in questa (per cui non ci sono elementi di parte da questo punto di vista, perché sia con i Comuni sia con le associazioni di categoria abbiamo tutti relazioni e rapporti) quando abbiamo messo i soldi.
Oggi ci sono molti Comuni che partecipano, insieme alle associazioni di categoria (Confesercenti, ASCOM e non solo, per citare le due numericamente più rilevanti, ma non solo) a quella politica pubblica e a quei bandi perché ci sono le risorse. Pertanto, davvero c'è l'intenzione di modificare e di dare una mano al commercio locale messo in crisi dalle grandi distribuzioni e dalla vendita online, ma sono discorsi che abbiamo affrontato in questi quattro anni. Il Presidente Cirio, come sempre, ha annunciato grandi stravolgimenti e valorizzazione del commercio locale, ma alla fine abbiamo riscontrato un'attività o a spot - che non ha creato quindi, una continuità strutturale - oppure, addirittura, su alcune questioni, neanche a spot. Grandi intenzioni come sempre, grandi titoli sui giornali ma, alla fine, nessuna concretezza.
Dobbiamo ancora capire se i contributi straordinari di Finpiemonte durante il COVID abbiano avuto davvero una ricaduta oppure no, e quanti di quei commercianti hanno dovuto eventualmente giustificare, per non restituire quella somma che è stata data con una comunicazione totalmente sbagliata (sappiamo a che cosa facciamo riferimento).
Vorrei, Presidente, che nelle interlocuzioni con la Giunta l'Assessora possa rispondere a queste nostre sollecitazioni. Non nego, da un punto di vista personale, che rispetto alle risposte che riceveremo e agli impegni che riceveremo, con grande responsabilità il voto potrebbe anche passare dal pallino verde a un pallino blu piuttosto che a uno arancione o giallo cioè dal parere favorevole al voto di presenza o di astensione.
Altrimenti non stiamo facendo un buon servizio a quest'Aula e non stiamo prendendo sul serio una modifica che, ripeto, nei contenuti è condivisibile, anzi, anche auspicata nella programmazione pubblica delle politiche sul commercio e non solo, perché ha anche una valenza culturale (Assessore, lei ha anche quella delega).
Anche su quella che è stata l'attività dell'Assessorato alla cultura arriveremo a discutere nelle prossime settimane, in questa ultima parte di legislatura; su qual è la peculiarità della politica pubblica di questa Giunta sulla dinamica culturale. Dal mio punto di vista, nelle politiche pubbliche culturali, si riconosce molto poco la mano di questa Giunta. Non avete fatto danni, questo è un gran merito, ma non c'è stata un'innovazione, da questo punto di vista, un po' coerente rispetto a questa proposta. Non si fanno danni, si fa una cosa e si mette al centro del dibattito pubblico e delle politiche pubbliche una buona pratica, ma senza incidere, senza modificare la realtà.
La politica, con le differenze che abbiamo, si prende il compito da quei banchi - soprattutto da quelli di maggioranza, molto meno da quelli dell'opposizione - di incidere per modificare la realtà. Credo che questo sia un buon punto di partenza, ma essendo alla fine della legislatura, la Giunta doveva avere il coraggio di metterci delle risorse, oppure dare degli incentivi di sgravio fiscale ai Comuni per agevolare l'azione dei Comuni nella valorizzazione di quei luoghi storici, culturali e commerciali.
In questo senso, dopo l'intervento in discussione generale, auspico di ricevere delle risposte di contenuto dalla Giunta e dall'Assessora per confermare il voto favorevole, altrimenti, personalmente, potrei anche prevedere un cambio di voto, proprio per quelle considerazioni che ho fatto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Riprenderò alcune considerazioni che sono già state espresse da altri colleghi perché, com'è stato detto, l'obiettivo che questa legge si pone Assessore, glielo dico con tutta franchezza, è un obiettivo molto condivisibile e che condividiamo. È del tutto in sintonia con la realtà geomorfologica piemontese, quindi fatta di tanti piccoli Comuni, di tante amministrazioni che basano quota parte importante della loro economia sulle attività commerciali, su una realtà valoriale piemontese.
Noi abbiamo l'obiettivo comune di sostenere, favorire e valorizzare il mondo del commercio, perché rappresenta una parte molto significativa del prodotto interno lordo piemontese, una parte molto significativa della proposta produttiva e di servizi del territorio del Piemonte.
Tanti piccoli Comuni, tanti mercati storici in questi piccoli Comuni, anche piccolissimi, possono rappresentare, laddove coordinati - ed è uno degli obiettivi della legge che condividiamo - quell'asse portante di un'offerta turistica rivolta a persone che vengono in Piemonte non solo per apprezzarne i tratti culturali e l'offerta culturale, non solo per apprezzarne le bellezze naturalistiche, ma anche per vivere fino in fondo la vita dei piemontesi. Non è un caso che molte televisioni locali facciano frequentemente trasmissioni all'interno dei mercati, che personalmente amo guardare, e credo che facciano bene ad evidenziare la vita che si sviluppa all'interno dei mercati.
Lo stesso discorso lo possiamo fare per i Caffé storici che, altrettanto in particolare in questo caso nelle città, ma alcuni Caffé storici sono presenti anche in Comuni di più ridotte dimensioni, rappresentano un'eccellenza - utilizzo una parola molto spesso abusata - in Piemonte. Ce ne sono tanti e tanti di questi Caffé, che rappresentano anche un richiamo ripeto, turistico importante per coloro che vogliono venire a visitare il Piemonte ed entrare nei meccanismi sociali, culturali, storici della nostra regione e, in particolare, del nostro tessuto sociale.
Questa è un'iniziativa legislativa che condividiamo. Tuttavia, riprendendo alcune considerazioni che sono già state fatte, non possiamo non vedere quello che prima il collega Ravetti ha sottolineato, ossia che è un'iniziativa piena di buone intenzioni, ma resta il fatto che, a oggi, per com'è scritta, è un'iniziativa legislativa piena di buone intenzioni, ma purtroppo qui ci fermiamo.
Il Presidente Cirio spesso usa anche in quest'Aula una formuletta interessante e anche accattivante dal punto di vista della capacità mediatica: il detto che ci vogliono un po' di consigli, ma insieme ai consigli ci vogliono anche un po' di soldi. Qui, come giustamente l'Assessore mi corregge, ci sono metà consigli e metà soldi. In questo caso, Assessore, c'è il 100% di consigli (e questo è un problema) in base alla clausola d'invarianza finanziaria che, detta così, probabilmente nessuno la capisce. Però se la leggiamo, diventa crudamente evidente di che cosa si tratta, così come il ragionamento che stiamo facendo oggi.
Articolo 3. "Dalle disposizioni di cui alla presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale". È proprio cruda, è un'espressione in burocratese, ma in realtà è molto comprensibile e chiara.
E questo, Assessore - lo dico a lei che sicuramente ne è consapevole - è un limite importante rispetto agli obiettivi che ci diamo con questa legge perché è un ragionamento che, peraltro, abbiamo già avuto modo di fare prima lo richiamava il collega Sarno - sui distretti del commercio.
Noi continuiamo a farle un grande plauso per aver recuperato l'esperienza dei distretti commerciali e l'avevo già ribadito in Commissione. Quando ero Assessore al commercio a Ivrea, la Regione aveva finanziato il distretto commerciale di Ivrea (che era il primo in provincia di Torino) con 500 mila euro, che, se non ricordo male, era esattamente la stessa somma che la Regione Piemonte ha postato quando abbiamo riattivato le sedi del commercio per tutta la Regione. Dalle mie parti direbbero che è - consentitemi questa digressione piemontese - un "tajà con ël fausset". Di conseguenza, eravamo matti prima, quando abbiamo dato 500 mila euro a un solo distretto commerciale, oppure francamente c'è qualche problema dopo, nel senso che è evidente che quelle somme non possono essere considerate sufficienti per tutta la Regione Piemonte e per l'importanza che il tessuto commerciale ha all'interno della Regione Piemonte.
Se vogliamo che i distretti del commercio rappresentino davvero un volano e siano il fiore all'occhiello di quel tessuto commerciale o siano lo strumento attraverso il quale la Regione riconosce al settore commercio l'importanza e il ruolo di traino all'interno del nostro sistema produttivo, è evidente che quel tipo di finanziamento, pur essendo una buona cosa, è purtroppo del tutto insufficiente.
Aggiungo ancora una preoccupazione: che questa legge venga vissuta dal settore commerciale o direttamente dai commercianti come una norma che rischia di infittire e di rendere ancor più complessa una normativa che dal nostro punto di vista, forse è già eccessivamente pervasiva rispetto alle attività commerciali.
Lo dico per esperienza, perché tutte le volte che mi sono occupato di mercati, ho sempre fatto molta fatica. E tutti gli Assessori che si occupano dei mercati fanno molta fatica a gestire quel settore, non solo perché è complicatissimo dal punto di vista normativo, ma anche perché al suo interno le prassi e i diritti acquisiti rivestono un ruolo fondamentale. Quindi, è un settore molto complesso.
Qual è il rischio di andare a definire i mercati storici? È di non vedere a oggi, certe complicazioni e riverberi che invece qualche funzionario comunale può individuare.
Questa è una considerazione che pongo, rispetto alla quale mi auguro di essere smentito dall'Assessore, da cui attendo una risposta. Certamente è un altro aspetto che dobbiamo tenere in considerazione, perché se vogliamo raggiungere l'obiettivo di dare un segnale politico - che, almeno dal mio punto di vista, è condiviso - dicendo che abbiamo una potenzialità nei mercati storici e nei Caffé storici e che ci prendiamo l'impegno politico di sostenerla, di rivitalizzarla e di favorirla, forse è il caso di scrivere un ordine del giorno, sul quale probabilmente tutti voteremmo a favore.
Introducendo una legge, questa rischia di essere male interpretata - ma su questo aspetto attendo una risposta dall'Assessore - e, al tempo stesso non viene di fatto finanziata, perché quella mezza parte dei soldi cui faceva riferimento l'Assessore Icardi non c'è, ci fa valutare come positivo solo l'obiettivo. Si rischia di infittire ulteriormente una normativa già complessa e di non portare a casa il risultato che ci poniamo, che da parte nostra è assolutamente condiviso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Perugini; ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Intervengo in discussione generale, provando un po' a chiosare gli interventi dei colleghi della minoranza, che hanno sicuramente delle buone ragioni nel dire che, quando si dispone un testo di legge e non si trova da subito una copertura finanziaria o degli investimenti, è come se il testo di legge non fosse completo. In realtà, un traguardo si raggiunge se s'incomincia il cammino.
In relazione a questo testo di legge, che interviene come modifica al testo di legge originario, cioè sulla legge madre del commercio nella nostra Regione (legge n. 28/99), se avete ascoltato e seguito la relazione che ho svolto, avrete notato che gli articoli che introduciamo sono l'articolo 18 quater, quinquies, sexies e altri a seguire. Questo vuol dire che intervengono su un articolo specifico, l'articolo 18, che parla di credito al commercio.
Inoltre, se siamo partiti dal 18 quater, in mezzo c'è qualcos'altro. Ad esempio, c'è l'articolo 18 bis, che è stato introdotto con la legge finanziaria nel 2006 (governo regionale di centrosinistra). Se lo leggete vi accorgerete che c'è una serie di commi che, letti così, potrebbero sembrare il manifesto delle buone intenzioni, all'interno delle modifiche della legge n. 28/99 intervenute attraverso la finanziaria del 2006. Nel 2011 è stato introdotto il comma 4 ter (governo regionale di centrodestra) che dava delle coperture finanziarie a quel manifesto delle buone intenzioni.
Però, il sottoscritto in Commissione era presente e l'Assessore ha già dato un cenno di risposta rispetto ai potenziali possibili investimenti. Si è detto che vengono date delle linee guida per andare a perimetrare qualcosa che, di fatto, è frutto dell'ascolto dei soggetti interessati. Una volta determinate queste linee guida che diventano legge, in Commissione c'è stato l'impegno ad andare a individuare le risorse. Forse non c'è la contemporaneità, ma sicuramente c'è la necessità.
Qualcuno delle minoranze ha detto "non ci faccia correggere il voto", ma la Giunta è presente, è un disegno di legge della Giunta, per cui in questo caso parlo in discussione generale come parte politica.
Rinnovo il profondo apprezzamento, perché sappiamo che il testo è frutto del tanto ascolto dei soggetti interessati. Non ritorno nei principi già esposti in sede di relazione e su quanto vale introdurre questi nuovi articoli, ma mi siedo anch'io per ascoltare l'Assessore, certo che voi non andrete a correggere la vostra prima intenzione, ossia sostenere questo testo di legge, per riuscire, unanimemente, a offrire al settore commercio della nostra Regione, quindi a tutti i soggetti che ne hanno interesse e all'intero sistema del commercio, un nuovo e ulteriore strumento di legge che, cammin facendo, non potrà che essere perfezionato.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non avendo altri iscritti a parlare in discussione generale, prima di chiuderla, chiedo se la Giunta intende intervenire.
Prego, Assessore Poggio.



POGGIO Vittoria, Assessore al commercio

Grazie, Presidente.
Ringrazio per il lavoro svolto durante le Commissioni e del supporto del CAL per l'avvio di un iter che doveva concludersi proprio nella sala consiliare regionale, con il coinvolgimento di tutti gli attori interessati a questa modifica di legge, che va a tutelare e a valorizzare luoghi del commercio.
Com'è già stato sottolineato, ringrazio anche chi ha preso parte alla discussione generale, quindi i colleghi, soprattutto di minoranza, oltre al relatore, che ovviamente è entrato bene nel disegno di legge.
Sicuramente è un disegno di legge che va a istituire un albo, peraltro sollecitato dai soggetti coinvolti. I passaggi sono avvenuti democraticamente con tutti gli attori, che sono quelli dei Caffé storici e dei mercati. È chiaro che ci vorrà del tempo per applicarla, perché una legge del genere non era mai stata istituita ed è stata la sollecitazione del mondo delle associazioni e degli operatori stessi a dare la possibilità di costituire questo albo, un albo che andrà a definirsi, qualora il provvedimento venisse approvato, con le associazioni di categoria, che individueranno i criteri, ma anche con la partecipazione diretta dei Comuni, che saranno quelli che indicheranno alla Regione quali mercati possono essere identificati come storici o di valenza storica e di tradizione.
Guardate, è sempre bene avere suggerimenti e, soprattutto, motivazioni che portino a perfezionare il lavoro, però nel confronto, soprattutto con i soggetti coinvolti, c'è sempre stato un rapporto franco e di accoglimento anche in una logica della concretezza di ciò che si poteva fare in quel momento. La presenza delle risorse certamente è fondamentale, però io prima devo istituire l'albo e poi verificarne la partecipazione numerica e soprattutto, capire se c'è una risposta, che mi auguro ci sarà, da parte dei territori e degli operatori stessi.
In quel momento, sempre in condivisione con i soggetti interessati e nella valutazione della sostenibilità economica della Regione, si andrà ad allocare quella che è una dotazione finanziaria che, molto probabilmente dato che sto lavorando con una certa accelerazione e i soggetti coinvolti non aspettavano altro che il provvedimento fosse approvato, potremo portare anche nel bilancio di previsione.
Il discorso vedrà attivi i distretti del commercio urbano.
Sono orgogliosa, perché provengo da quel mondo. Per carità, non mi permetterei mai di attaccare chi c'era prima di me, però una dotazione di più di 11 milioni sul commercio, in un momento che ha vissuto la pandemia e cambiamenti, con un impoverimento delle fasce sociali, perché siamo stati travolti da anni di grandi difficoltà, costruita con i soggetti stessi, mi sembra abbia dato una risposta di cui gli stessi operatori risultano essere soddisfatti, come pure i Comuni. Ovviamente, l'obiettivo è e sarà sempre quello di migliorare, di far crescere i territori in un lavoro di strategia integrata tra pubblico e privato e di aumentare le risorse.
Vi ringrazio e sono sempre qui a raccogliere i vostri suggerimenti.
Il distretto urbano del commercio, per concludere, sarà anche quello strumento che potrà incorporare le risorse che nel bilancio di previsione ritengo di poter allocare.
Grazie, Presidente, e grazie a tutti voi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la discussione generale e procediamo con l'articolato.



(Commenti del Consigliere Ravetti)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Ravetti, sull'ordine dei lavori.



RAVETTI Domenico

Se non è un problema, chiediamo due minuti di sospensione, Presidente.



PRESIDENTE

Va bene.
Sospendiamo per due minuti i lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.38, riprende alle ore 11.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Avevamo sospeso i lavori per la richiesta del Gruppo del PD.
Se non vi sono richieste d'intervento, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, decidiamo di esprimere le nostre intenzioni rispetto al voto su questo articolo, che vale per il resto dell'articolato e, ovviamente, per il voto finale.
Noi siamo rimasti alla posizione della discussione generale, quando abbiamo espresso non certamente la nostra contrarietà rispetto alla cornice che delinea questo disegno di legge: certamente non siamo contrari.
Prendiamo anche atto delle dichiarazioni dell'Assessore Poggio che, com'è solita fare, ha costruito una relazione con il territorio e con i legittimi portatori d'interesse, anche su questo testo. Ci ha convinto rispetto alla necessità di valorizzare, nel senso auspicato dalla legge, i mercati e i Caffé piemontesi.
Tuttavia, in questo testo ci pare del tutto ancora sfumato l'impegno economico, che resta un'intenzione, non una certezza. Questo non è il tempo delle intenzioni, ma delle certezze.
Per questa ragione, Presidente, le anticipo che sull'articolato e nel voto finale daremo un voto di presenza.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto sull'articolo 1.
Ricordo che il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Non vi sono ordini del giorno collegati sul disegno di legge n. 266.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Volevo dare anch'io un contributo su questo progetto di legge che, in generale, mira a valorizzare e tutelare i luoghi storici del commercio nell'ambito del Piemonte.
Siamo assolutamente favorevoli sull'impianto della legge, anche perch nella relazione viene riportato il fatto che ormai da anni il commercio locale e di vicinato sta subendo forti ripercussioni un po' per la crisi economica che si protrae da tanto tempo, complice la crisi legata alla pandemia, ma anche per l'avvento delle grandi strutture di distribuzione non in ultimo il commercio online. Tutti fattori che contribuiscono a rendere fragile un tessuto che, a nostro avviso, ha bisogno e necessita di forti interventi sia di sostegno sia di valorizzazione.
Tuttavia tenevo a fare due puntualizzazioni, nel senso che il nostro contributo oggi si esaurisce in una dichiarazione che poi, speriamo, possa essere presa in considerazione dall'Assessora, che è sempre attenta comunque, a queste tematiche.
La prima è che sul commercio su area pubblica sono state evidenziate delle criticità, quindi ben venga sicuramente il riconoscimento sul carattere storico e culturale di realtà mercatali che oggi sono presenti in Piemonte realtà che subiscono forti disagi.
È stato evidenziato, in particolare nella memoria pervenutaci da parte del GOIA, il fatto che molti mercati, a oggi, vengono messi un po' in discussione per lo spostamento delle localizzazioni che, più che di carattere logistico, riguardano proprio delle vere e proprie scelte, ad esempio di mettere da parte quello che, in realtà, è un settore che riveste anche un importante ruolo sociale, essendo un punto di riferimento per la collettività, in particolare per i cittadini più fragili, che trovano nel mercato grandi risposte.
Come Regione, possiamo valorizzare quelle realtà storiche, però possiamo anche intervenire per cercare di dare delle regole e delle linee guida ai Comuni per far sì che non vengano create difficoltà a queste realtà che faticano ad andare avanti.
Pertanto, spero che la memoria che ci è pervenuta da parte di un'associazione fortemente rappresentativa del settore degli ambulanti come il GOIA possa trovare delle risposte in una presa di posizione della Regione Piemonte con la predisposizione di linee guida anche per l'identificazione del carattere merceologico di determinati mercati.
Condivido l'intento di caratterizzare questa legge sia sulle attività su area pubblica sia sui Caffé, però faccio presente che ci sono altre attività commerciali che hanno vetrina su strada, che sono le attività artigiane.
Mi dispiace che ci sia solo l'Assessore Tronzano, ma spero che si possa lavorare a un progetto condiviso per far sì che anche queste realtà commerciali, in particolare quelle artigiane, cioè quelle botteghe che oggi hanno vetrina su strada al pari di quelle commerciali, possano ricevere un riconoscimento per la loro storicità. Difatti, sono realtà caratterizzanti un tessuto economico e divulgatrici di tradizioni e di mestieri oggi purtroppo, in via di estinzione. Però tengono duro, insieme alle altre attività commerciali, ai Caffé e alle farmacie storiche; anche queste ultime potrebbero essere oggetto di valorizzazione da parte dell'Assessorato e rientrare all'interno di un disegno di legge - magari non questo, che riguarda prettamente il commercio - che possa racchiudere tutte queste realtà e dare un riconoscimento a chi da anni porta avanti queste attività sul nostro territorio.
Confermo, anche per ragioni di completezza normativa, un voto di presenza nella speranza che possano essere ancora tante le risorse messe a disposizione dall'Assessorato per andare incontro alle esigenze di queste importanti attività commerciali.
Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo se vi siano altre dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Non essendovi richieste, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo all'o.d.g., il punto 4), "Proseguimento esame disegno di legge n. 225 'Disciplina dei servizi educativi per l'infanzia e disposizione relative al sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino a sei anni'".
La relazione è già stata svolta nella scorsa seduta.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
È vero che la relazione dell'Assessora è stata svolta nella scorsa seduta però non si può affrontare un provvedimento senza la prima referente. Noi siamo stati particolarmente disponibili al confronto. La gran parte dei miei oltre 70 emendamenti e altrettanti della collega Accossato è stata recepita e gli altri li abbiamo ridepositati, perché volevamo fare una discussione.
Tuttavia, visto che in questo momento non c'è l'Assessora Chiorino, credo che sia bene stoppare questo provvedimento, aspettare la referente con delega della Giunta e a quel punto iniziare la riflessione e la discussione. In caso contrario, mi sembrerebbe una consuetudine non troppo consona iniziare con una consuetudine non consona non è particolarmente efficace, quindi le chiediamo di sospendere il punto e proseguire con altri provvedimenti.



PRESIDENTE

Dal punto di vista procedurale, la Giunta è presente ed essendo un disegno di legge, attendo che sia la Giunta a chiedere la sospensione del punto poi che siano i Consiglieri a richiederla, può anche starci, però come Presidente devo avere indicazioni ben precise.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per appoggiare quanto detto dal Consigliere Sarno.
Tra l'altro, è già successo di discutere delle proposte di legge in assenza dell'Assessore competente e già in quelle occasioni abbiamo espresso delle rimostranze, perché normalmente, quando ci si deve confrontare su un tema è bene avere un confronto diretto con l'Assessore.
In questo caso, però, parliamo addirittura di un disegno di legge, quindi manca proprio la prima firmataria. È vero che è presente la Giunta, ma senza nulla togliere all'Assessore Protopapa, all'Assessore Carosso e all'Assessore Icardi, se dovessimo confrontarci con l'Assessore Protopapa sul sistema educativo zero-sei, per capire la predisposizione rispetto a un emendamento, credo che avrebbero bisogno di approfondimenti e di confrontarsi con l'Assessore Chiorino, come capiterebbe all'Assessore Chiorino se dovesse trattare temi legati all'agricoltura, all'urbanistica o alla sanità. Immagino che la Giunta possa avere qualche difficoltà nel partecipare alla discussione al posto dell'Assessore competente.
Pertanto, credo sia opportuno mettere un po' di ragionevolezza e, anche se il Regolamento consentisse di andare avanti, concordare tra noi e la Giunta di sospendere il punto e passare oltre.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, sull'ordine dei lavori.
In questo momento è assente l'Assessora Chiorino. È un disegno di legge della Giunta e la Giunta è presente, però, non trattandosi di una piccola deliberazione, ma di un disegno di legge corposo (tra l'altro, è un progetto importante di cui si è fatta portavoce l'Assessora Chiorino), il confronto sulle relazioni e in discussione generale lo vorremmo fare con l'Assessora Chiorino e non, senza voler mancare di rispetto, con gli altri Assessori oggi presenti.
Sa meglio di me, Presidente, che è prassi più che consolidata nei lavori d'Aula, in tutte le legislature, che i provvedimenti, specie i disegni di legge, si discutono alla presenza dell'Assessore competente. Per citare colleghi di maggioranza che si sono espressi in questo senso su altri temi dico che non vorremmo, con questo, creare un precedente.
Pertanto, chiediamo che la discussione si svolga alla presenza dell'Assessora Chiorino. Diversamente, possiamo andare avanti, nell'ora che rimane, con altri provvedimenti all'o.d.g., o con gli atti d'indirizzo, e risolvere la questione prima della pausa del pranzo, in modo da poter essere più speditamente.
Io però voglio essere ascoltato da lei, Presidente.



PRESIDENTE

No, no, ho sentito.
Mi scusi, stavo facendo una valutazione più larga, perché oltre quel provvedimento c'è quello sull'IRES.
L'Assessore Chiorino è in procinto di arrivare, ma non nei prossimi minuti (circa tra mezz'ora) e sugli altri provvedimenti.
Potrebbe anche essere una valutazione, ma volevo terminare gli interventi di tutti i Consiglieri e poi si potrebbe sospendere cinque minuti la seduta, per valutare con i Capigruppo e con la Giunta come proseguire.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, concludo il mio intervento.



PRESIDENTE

Stavo cercando gli altri Assessori.



BERTOLA Giorgio

No, no, concludo il mio intervento, perché ho capito che la questione è stata compresa, quindi spero che la sospensione che lei chiederà la risolva.
Grazie.



PRESIDENTE

L'ho compresa, però, per correttezza, c'erano interventi già iscritti quindi lascio la parola agli altri colleghi che vorranno intervenire.
Il Consigliere Gallo rinuncia all'intervento.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Intervengo ugualmente perché secondo me, anche ai fini della gestione dell'Aula, dobbiamo tenere in considerazione il principio della liceità giuridica delle nostre decisioni. Il nostro punto di riferimento e guida sono il Regolamento e lo Statuto della Regione, ma poi c'è anche una questione di opportunità politica. Credo sia un principio ugualmente valido e importante, quindi, in assenza degli Assessori competenti, non credo si possa procedere alla discussione dei disegni di legge di cui sono primi firmatari.
Questo, più che altro, per il futuro.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Condivido il pensiero dei colleghi sulla necessità del primo firmatario per discutere una proposta legislativa. Ho sentito l'Assessore Chiorino, che è rimasta bloccata all'INPS, altrimenti sarebbe già qui. Arriverà fra una quindicina di minuti.
Chiederei, proprio per vedere come gestire l'ordine dei lavori, tre minuti di sospensione per un confronto con i Capigruppo.
Grazie.



PRESIDENTE

Sì, perciò sospendiamo la seduta qualche minuto, in modo che i Capigruppo possano capire con la Giunta come proseguire i lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.06, riprende alle ore 12.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Si è concordato di proseguire sul punto 2), che era rimasto sospeso, con la presenza dell'Assessore Marrone.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame disegno di legge n. 265, inerente a "Misure urgenti di adeguamento delle disposizioni regionali"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 265, inerente a "Misure urgenti di adeguamento delle disposizioni regionali", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalle Commissioni congiunte I e VII.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Lanzo, che non vedo.
La parola al Consigliere Perugini, che lo sostituisce.



PERUGINI Federico, relatore

Grazie, Presidente.
Ho partecipato alle Commissioni e non essendo presente il relatore di maggioranza, molto volentieri mi rendo disponibile a leggere la relazione parte integrante della nostra discussione, al disegno di legge regionale n.
256 "Misure urgenti di adeguamento delle disposizioni regionali".
Il disegno di legge all'esame dell'Assemblea è stato presentato dalla Giunta regionale in data 14 giugno 2023 e assegnato per l'esame congiunto in sede referente alla I Commissione permanente e alla VII Commissione permanente il 15 giugno 2023.
Il presente disegno di legge è finalizzato a recepire sul piano legislativo gli impegni assunti dal Presidente della Giunta regionale, al fine di evitare le impugnative del Governo in relazione alla presunta illegittimità delle norme di alcune leggi regionali in esame sotto il profilo costituzionale inerenti alla possibile violazione della ripartizione delle competenze legislative Stato-Regioni, stabilite all'articolo 117 della Costituzione.
La proposta, volta a sanare possibili profili d'incostituzionalità, procede a seconda delle osservazioni e delle richieste dei relativi Ministeri, come peraltro già accaduto con altri testi di legge, a modificare la norma in contrasto attraverso disposizioni di sostituzione, integrazione o abrogazione intervenendo, nel rispetto delle regole sul drafting normativo sulle norme originarie (cosiddette legge radice) assicurando in tal modo il coordinamento dell'ordinamento giuridico regionale.
In particolare, gli articoli inseriti nel disegno di legge presentato dalla Giunta regionale recepiscono le osservazioni dei competenti Ministeri in materia di trasporto pubblico non di linea, disciplina delle attività estrattive, attività di tatuaggi e piercing, espropriazione per pubblica utilità e disciplina sulla conformità degli aiuti di Stato.
Il testo del suddetto disegno di legge è stato integrato, durante la fase di esame da parte delle Commissioni I e VII, da 13 emendamenti presentati dalla Giunta regionale in materia di servizi di psicologia scolastica e percorsi di accesso allo screening e alla diagnosi prenatale, anche questi finalizzati a recepire sul piano legislativo gli impegni assunti dal Presidente della Giunta regionale con il Governo, al fine di evitare impugnative.
Inoltre, è stato presentato un emendamento necessario a dotare il disegno di legge di una disposizione di natura finanziaria nella quale si specifica che detto testo normativo non comporta nuovi e ulteriori oneri a carico del bilancio regionale.
Il testo, così integrato, è stato licenziato il 21 settembre 2023, con voto favorevole a maggioranza dei Gruppi consiliari presenti nelle Commissioni I e VII riunite in seduta congiunta.
L'articolato licenziato consta di 19 articoli, quali l'articolo 1, che modifica l'articolo 3 della legge regionale n. 50 del 1992 ("Ordinamento della professione di maestro di sci"), abrogando il comma 1 quater che prevedeva un periodo di pratica professionale, a seguito del conseguimento dell'abilitazione tecnica, anche per i maestri provenienti da fuori regione, in caso di trasferimento, diplomati dopo l'entrata in vigore del comma che viene abrogato dall'articolo 1 del disegno di legge. Detta modifica si rende necessaria per rispettare gli impegni istituzionali volti a modificare le disposizioni della legge regionale 50/92, ed evitare, in tal modo, l'impugnativa statale.
L'articolo 2 interviene sull'articolo 1 bis legge regionale n. 24 1995 in materia servizi di trasporto pubblico non di linea su strada, sopprimendo le disposizioni che prevedevano che i servizi di noleggio iniziassero e terminassero presso la rimessa sita nel Comune che aveva rilasciato l'autorizzazione.
Gli articoli 3 e 4, che modificano, rispettivamente, gli articoli 28 bis e 30 della legge regionale n. 2 del 2009 ("Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell'attività di volo in zona di montagna"), in particolare, anche al fine di renderlo più rispondente agli obblighi derivanti dalla direttiva 92/43 "Habitat" e 2009/147/CE "Uccelli".
L'articolo 5 modifica l'articolo 6 della legge regionale n. 23 del 2016 ("Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave").
Gli articoli 6, 7, 8, e 9 modificano, rispettivamente, gli articoli 2, 3 8, e 16 della legge regionale n. 2 del 2023 ("Disposizioni relative alle attività di tatuaggi e piercing"), inerenti, tra l'altro, ai percorsi formativi, gli operatori tatuaggi e piercing provenienti da altri Stati membri dell'Unione Europea e la sostituzione della missione all'interno delle quali sono stanziate le risorse da destinare alla copertura degli oneri derivanti all'attuazione della legge regionale n. 2 del 2023.
L'articolo 10 abroga il comma 2 dell'articolo 2 della legge n. 4 del 2023 ("Norme regionali in materia di espropriazione per pubblica utilità").
L'articolo 11 integra la legge regionale n. 6 del 2023 ("Bilancio di previsione finanziario 2023-2025") con un articolo inerente alla necessità di notifica per le azioni che configurano aiuti di Stato, ai sensi degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea.
Gli articoli 12, 13, 14, 15 e 16 modificano rispettivamente agli articoli 2, 3, 4, 5, e 6 della legge n. 9 del 2023 ("Istituzione del servizio di psicologia scolastica"), al fine di specificare meglio che è garantita l'autonomia scolastica.
Gli articoli 17 e 18 modificano rispettivamente gli articoli 8 e 14 della legge regionale n. 10 del 2023 ("Percorsi di accesso allo screening e alla diagnosi prenatale e introduzione del NIPT nell'Agenda di Gravidanza").
L'articolo 19 sancisce che dal disegno di legge n. 265 non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Vorrei chiudere questa relazione con una riflessione. Il dialogo tra i soggetti istituzionali previsti dalla Costituzione, in questo caso Governo centrale e Regioni, nell'azione legiferativa che interessa più leggi approvate da quest'Aula a prima firma di maggioranza e di minoranza, ci permette di evitare le impugnative e di rispondere con maggior celerità alle esigenze dei cittadini piemontesi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Perugini, per il suo parere.
Ci sarebbe la relazione di minoranza del Consigliere Ravetti, che ha facoltà di intervenire.



RAVETTI Domenico, relatore

Ci sarebbe, ma non c'è, e ha ragione, Presidente, a utilizzare il verbo al condizionale.
Il collega Perugini ha letto una relazione dove ha raccontato tutti gli interventi inseriti nel disegno di legge n. 265, che mettono Regione Piemonte nelle condizioni di adeguarsi alle disposizioni impartite dal Governo, onde evitare contenziosi o abrogazioni di leggi.
Avrebbe un senso il mio intervento, Presidente, se potessi parlare del rapporto tra le Regioni e il Governo in tema di autonomia differenziata, ma non è questo il contesto, per cui ci esprimeremo con il voto articolo per articolo.



PRESIDENTE

Grazie per la relazione di minoranza al Consigliere Ravetti.
La parola all'Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffello, Assessore alla delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi

Grazie, Presidente.
Dando seguito all'appello che avevo rivolto nella scorsa seduta consiliare quando abbiamo acconsentito, come Giunta, perché era corretto e giusto così, di sospendere e di rinviare di una settimana, così da dare modo a tutti i Consiglieri, in particolare a quelli di minoranza, di leggere gli emendamenti aggiuntivi che voleva proporre la Giunta (mi sembra informalmente, ma se ho mal compreso, chiunque può intervenire e smentirmi) potremmo depositare questi emendamenti e dare anche parere favorevole a quelli proposti dalla Consigliera Disabato.
Se poi incontrano un favore unanime, almeno di metodo al di là del merito si può procedere in questo modo e andare avanti.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Siccome sento adesso il parere della Giunta su quei due emendamenti che sono, di fatto, una piccola correzione tecnica, chiedo cinque minuti di sospensione per un confronto.



PRESIDENTE

Gli emendamenti insistono sugli articoli 8 e 9.
Nel frattempo, ci sono alcuni articoli che non hanno emendamenti.



DISABATO Sarah

Se vogliamo, possiamo iniziare con gli altri. Ho solo bisogno del tempo materiale per depositarli e per un veloce confronto con l'Assessore.



PRESIDENTE

Propongo di proseguire, poi eventualmente si può sospendere successivamente.
Passiamo quindi all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Sull'articolo 1 non insistono emendamenti.
Chiedo se vi sono interventi per dichiarazione di voto.
Non essendovi richieste, procediamo con la votazione.
Il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 8 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato da Disabato (prima firmataria) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento viene dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) (Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 8 ter Emendamento rubricato n. 2) presentato da Disabato (prima firmataria) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento viene dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 13 Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Solo brevemente per richiamare l'attenzione dei colleghi sul fatto che queste modifiche vanno a incidere su una legge che noi riteniamo molto importante e che ha istituito la figura dello psicologo scolastico. Di conseguenza, voto convintamente a favore, per consentire alla norma di entrare in vigore e di essere, spero, applicata al più presto possibile.
Solo ieri abbiamo visto il caso di una ragazzina che ha tentato il suicidio gettandosi dalla finestra della scuola e non sempre passa un operatore scolastico sotto le finestre, quindi direi che è un'emergenza più che mai attuale. Ieri è andata bene, come ricordava anche l'operatore scolastico intervistato, ma in un'altra occasione non è andata altrettanto bene.
I casi stanno aumentando e, purtroppo, credo che ci sia un'emergenza da affrontare assolutamente nei tempi più rapidi possibili.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Va ricordato che la ragazza è stata salvata eroicamente da un operatore scolastico che ha attutito la caduta. Penso di portare il plauso e il ringraziamento di tutta l'Aula a questa persona che fortunatamente ha salvato una vita.



(Applausi)



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto pongo in votazione l'articolo 13.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ci sono ancora alcuni emendamenti. So che sono le ore 13, ma suggerisco di chiudere il provvedimento, altrimenti rischiamo di non avere più l'Assessore Marrone.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Sull'articolo 18 ci sono quattro emendamenti presentati dalla Giunta, che introducono quattro articoli.
La Giunta li dà per illustrati.
ARTICOLO 18 bis Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) (Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 18 ter Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) (Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 18 quater Emendamento rubricato n. 5) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) (Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 18 quinquies Emendamento rubricato n. 6) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) (Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 19 Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 19 bis Emendamento rubricato n. 7) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) (Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, pongo in votazione l'intero testo del disegno di legge n. 265.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Con questo, abbiamo concluso i lavori della mattinata.
Comunico, su segnalazione della Giunta, che la trattazione dei question time è prevista alle ore 14.30; a seguire riprenderemo i lavori d'Aula con i provvedimenti sospesi.
Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 13.10)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori riprendono alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si risponderà come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1576 presentata dal Consigliere Diego Sarno, cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone; interrogazione a risposta immediata n. 1577 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone; interrogazione a risposta immediata n. 1578 presentata dal Consigliere Domenico Rossi, risponderà l'Assessore Maurizio Marrone; interrogazione a risposta immediata n. 1579 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; all'interrogazione a risposta immediata n. 1575 presentata dalla Consigliera Monica Canalis, si risponderà tramite risposta scritta.
Ricordo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha cinque minuti a disposizione per la risposta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1576 presentata da Sarno, inerente a "Trasferimento degli anziani ospiti della Casa di Riposo Ex Infermeria Capirone di Leinì"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1576.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Diego Sarno.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Come da lei citato, Presidente, l'interrogazione ha come oggetto "Trasferimento degli anziani ospiti della casa di riposo ex infermeria Capirone di Leinì".
La struttura è stata fondata nel 1721 ed è inserita all'interno dell'elenco del patrimonio immobiliare del Comune di Leinì, quindi di proprietà pubblica e comunale.
L'Amministrazione comunale, il 3 agosto 2022, ha concesso una porzione della struttura in comodato d'uso all'ASL TO4; l'intera struttura, tutt'ora in uso come RSA, ospita 33 anziani, nonostante, come dichiarato dal Sindaco nel Consiglio comunale straordinario del 14 luglio 2023, gli accessi alla struttura siano stati bloccati da maggio 2023.
Nel giugno scorso, per affrontare il tema dello spostamento, in particolare degli utenti, è sorto un comitato che si oppone a quella chiusura e ha raccolto oltre 2000 firme all'interno della città per salvaguardare quella casa di riposo, quella RSA.
Sul territorio di Leinì esiste una struttura idonea ad accogliere una casa di comunità, peraltro indicata come sito nell'elenco allegato al verbale n.
42/2021 della Conferenza dei Sindaci del 9 dicembre 2021. Questa RSA è stata individuata come la nuova casa di comunità all'interno del Comune di Leini. Da ciò deriva lo spostamento dei 33 ospiti sopra citati.
Per agevolare questo spostamento e la creazione della nuova struttura casa di comunità, il contratto con la ditta esecutrice dei lavori dovrà essere sottoscritto inderogabilmente entro il 30 settembre 2023. Leggo testualmente: "Pertanto, la parte della struttura oggetto del comodato d'uso gratuito per la realizzazione della casa di comunità dovrà essere resa disponibile e accessibile entro il mese di novembre 2023".
Ecco perché l'urgenza dell'interrogazione.
Al momento, Presidente, non sono giunte comunicazioni ai familiari degli ospiti, preoccupati per le sorti dei loro cari all'interno della struttura.
Annuncio già che chiederemo un'audizione in Commissione sanità per affrontare l'eventuale creazione di casa comunità in altro luogo idoneo come da assemblea dei Sindaci.
Interrogo l'Assessore competente per sapere se, in base a quanto indicato nelle premesse e nelle considerazioni, il Governo regionale ritenga opportuno occuparsi dell'allontanamento dei predetti anziani, azione quindi propedeutica per la collocazione della casa di comunità ritenendo di permettere all'amministrazione comunale e all'assemblea dei Sindaci dell'ASL TO4 di rivedere la scelta della localizzazione della stessa scegliendo un altro sito idoneo presente nell'elenco del verbale 42/2021 del 9 dicembre 2021, avendo così anche un risparmio economico per la collettività.
L'elemento di richiesta è duplice: occuparsi del trasferimento degli anziani e capire la posizione alternativa della casa di comunità.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Diego Sarno per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alle politiche sociali e

dell'integrazione socio-sanitaria Grazie, Presidente.
Quando ci è pervenuto il question time del Consigliere Sarno, la struttura competente della Direzione Welfare ha sentito la Commissione di vigilanza per recuperare dati e prendere aggiornamenti, così da poter formulare una risposta.
Ci è stato comunicato che attualmente la struttura, che è del Comune, è autorizzata per 30 posti letto come RSA e 15 come RA; una parte al piano rialzato è già destinata da tempo ad ambulatori dell'ASL TO4.
La struttura presenta alcune criticità strutturali, in quanto non è pienamente rispondente alla DGR 45 del 2012, in particolare per quanto riguarda il numero dei servizi igienici e pertanto la Commissione di vigilanza ha prescritto di mettersi a norma.
Nel frattempo, per realizzare una casa di comunità è stata individuata la parte già in uso all'ASL, al piano rialzato, ampliata, e destinando anche quella corrispondente al primo piano. In questo modo la struttura per anziani verrà ridotta da 45 posti letto a 20, più due posti letto.
Sempre la Commissione di vigilanza ha detto che gli anziani saranno solo spostati da un piano all'altro perché, nel frattempo, non avendo più fatto nuovi ingressi proprio in previsione della riduzione della capienza, si sono ridotti di numero. Tutti i familiari sono già stati avvisati. Questo è quello che riferisce la commissione di vigilanza.
Per quanto riguarda la richiesta formulata dal Consigliere nel question time di realizzare la casa di comunità in altro luogo, rispondo che bisogna chiaramente interloquire con l'Assessore Icardi rispetto alla programmazione, sempre che sia ancora possibile modificarla (ma su questo devo chiederle di riferirsi al collega Icardi).
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1577 presentata da Magliano inerente a "Problematiche e criticità presso la stazione ferroviaria di Torino Stura e al Parcheggio Stura"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1577.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Magliano.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Nella zona nord di Torino, sul territorio della Circoscrizione VI, fra il quartiere Falchera e l'ex zona industriale Abbadia di Stura, si trova la stazione ferroviaria di Torino Stura. Nelle adiacenze della stazione è stato realizzato il Parcheggio Stura, gestito dal Gruppo Torinese Trasporti S.p.A.; in quest'area è possibile l'interscambio con la linea 4 del tram (fermata sotterranea) con alcune linee della rete urbana di autobus.
Il Parcheggio Stura è una struttura multipiano situata in prossimità dell'incrocio tra corso Vercelli, corso Romania e corso Giulio Cesare.
L'ingresso e l'uscita veicolare si trovano su corso Romania. Il parcheggio è aperto e attivo tutti i giorni per 24 ore al giorno e dispone di 603 posti auto, di cui 14 riservati alle persone con disabilità ed è dotato di 39 telecamere, di 15 citofoni per le chiamate di assistenza collegati con la Centrale operativa parcheggi e di una cassa automatica.
All'interno del parcheggio è attivo un sistema automatizzato che consente di velocizzare le operazioni d'accesso, di pagamento e di uscita.
L'Agenzia della mobilità piemontese è il consorzio costituito per l'esercizio di tutte le funzioni, trasferite o delegate, in materia di trasporto pubblico locale, degli enti soggetti di delega ex legge regionale 1/2000. Il consorzio assume tutte le funzioni trasferite o delegate in materia di trasporto pubblico locale, conformemente alla programmazione regionale e con le risorse messe a disposizione dalla Regione e dagli enti aderenti in ambito regionale.
Rilevato che il Gruppo Torinese Trasporti S.p.A., grazie alla propria centrale operativa informatizzata, è una delle poche società italiane di trasporto pubblico locale in grado di gestire un parcheggio "in remoto" (dunque, con operazioni d'ingresso, uscita, informazioni e pagamento della sosta, che avvengono senza personale).
Atteso che all'interno dei vari piani del parcheggio si trovano frequentemente automobili e altri mezzi in evidente stato di abbandono, pur in presenza delle telecamere di sicurezza, si registrano con una frequenza significativa furti all'interno delle auto regolarmente parcheggiate. Le scale del sottopasso funzionali all'accesso ai binari ferroviari della stazione sono prive degli scivoli utilizzabili dall'utenza munita di biciclette; l'intera area di collegamento tra la stazione ferroviaria e il Parcheggio Stura versa in condizioni di degrado, con la presenza di arbusti selvatici e rifiuti; alcuni tratti dei percorsi LOGES (Linee di Orientamento Guida e Sicurezza) presenti nell'area compresa tra la stazione e il parcheggio non sono fruibili a causa di una progettazione non ottimale o risultano inutilizzabili proprio a causa della presenza di arbusti.
Alla luce di ciò, interrogo la Giunta regionale per sapere quali misure s'intendano assumere tramite l'Agenzia per la mobilità piemontese per sopperire alle criticità elencate e dettagliate in narrativo.
Insomma, la nostra Agenzia ha il compito di coordinare e sovraintendere rispetto al trasporto pubblico, all'accessibilità dei luoghi ove il trasporto pubblico è sviluppato. Visto che, a quanto pare, il Comune in parte non se ne occupa, proviamo almeno a occuparcene noi, per dare ai cittadini torinesi che usano quel parcheggio come interscambio per un corretto utilizzo del trasporto pubblico una risposta da questo punto di vista.
Ringrazio in anticipo l'Assessore per la risposta che mi fornirà e mi auguro, quando andremo a discutere del ruolo dell'Agenzia, che aumentino i poteri di controllo e di vigilanza. Perché è inutile chiedere maggiore attenzione sull'utilizzo del trasporto pubblico e l'interscambio tra la propria auto, il proprio veicolo privato, e il trasporto pubblico, se poi gestiamo i parcheggi in questo modo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ci scrive il collega Gabusi che nel dettaglio, all'interno dei vari piani del parcheggio, si trovano frequentemente automobili e altri mezzi in evidente stato di abbandono.
Pur in presenza delle telecamere di sicurezza, si registrano con una frequenza significativa furti all'interno delle auto regolarmente parcheggiate; le scale del sottopasso funzionali all'accesso ai binari ferroviari della stazione sono prive degli scivoli utilizzabili dall'utenza munita di biciclette; l'intera area di collegamento tra la stazione ferroviaria e il Parcheggio Stura versa in condizioni di degrado, con la presenza di arbusti selvatici e rifiuti; alcuni tratti dei percorsi LOGES (Linee di Orientamento Guida e Sicurezza) presenti nell'area compresa tra la stazione e il parcheggio non sono fruibili a causa di una progettazione non ottimale o risultano inutilizzabili proprio a causa della presenza di arbusti.
Pare opportuno fare alcune precisazioni.
Il parcheggio è di proprietà della Città di Torino ed è affidato in gestione, tramite l'istituto della concessione, alla società GTT S.p.A.
Regione Piemonte ha competenza, tramite azioni di ispezione e controllo, in materia d'informazione al pubblico, pulizia e confort, impiantistica d'accesso, servizi all'utenza con ridotta capacità motoria (sale blu) utilizzo delle piattaforme di accesso ai treni anche quando non a norma, e presenza dei servizi di sicurezza. Inoltre, tramite l'Agenzia della mobilità piemontese, ha competenza in materia di programmazione degli investimenti e di controllo anche delle infrastrutture a supporto del Trasporto Pubblico Locale.
Al riguardo, si precisa inoltre che nel corso degli incontri che l'Agenzia della mobilità piemontese effettua periodicamente con le associazioni dei consumatori non sono state rilevate le criticità evidenziate dall'interrogazione.
Dopo la segnalazione del Consigliere, la Regione Piemonte si è quindi immediatamente attivata presso la Città di Torino per segnalare le problematiche lamentate nell'interrogazione. A ulteriore comprova dell'impegno di Regione Piemonte, si comunica che da giugno sono state attivate ispezioni a frequenza mensile presso le stazioni ferroviarie nelle città capoluogo aventi a oggetto gli elementi di competenza della Regione sopra descritti, su cui il settore competente relazionerà dopo l'ultima attività ispettiva prevista nel mese di dicembre.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1578 presentata da Rossi, inerente a "Distribuzione del Fondi per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico e per la realizzazione di iniziative e progetti di carattere socio-assistenziale e abilitativo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1578.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Rossi.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Ha già anticipato lei l'oggetto di quest'interrogazione. Peraltro, ne avevamo parlato ancora ieri durante un'audizione in IV Commissione con le associazioni dei familiari delle persone affette da disturbi dello spettro autistico.
Purtroppo, con rammarico trasversale di tutti i Commissari, è emerso ancora una volta che, nonostante le audizioni, i contatti in Commissione e anche i contatti con l'Assessorato - mi riferisco, soprattutto, alla parte tecnica persistono alcune questioni che non procedono, che non si sbloccano, che non vanno avanti. Dunque, alcuni problemi vengono riproposti da anni con forza nelle varie sedi istituzionali, ma a questi problemi non si sono ancora trovate delle risposte.
Una delle questioni emerse ieri, su cui oggi, con questo question time cerchiamo di fare chiarezza, è legata ai fondi che l'attuale Governo, nel gennaio 2023, ha istituito con dei decreti interministeriali rivolti al disturbo dello spettro autistico. Sono fondi per aumentare i servizi per questo tipo di problemi.
Sappiamo che si tratta di un fenomeno in crescita da un punto di vista anche quantitativo. Questo significa che sono sempre di più le famiglie che hanno bisogno di questi servizi.
Abbiamo preso atto che il 13 gennaio 2023 il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, ha firmato i decreti interministeriali di riparto in favore delle Regioni per due fondi: uno è il Fondo per la cura dei soggetti con disturbi dello spettro autistico; il secondo è il Fondo per la cura dei soggetti con disturbi dello spettro autistico per la realizzazione di iniziative e progetti di carattere socio-assistenziale e abilitativo.
L'insieme di questi due fondi mette insieme circa 77 milioni di euro.
Ieri le famiglie e le associazioni ci hanno detto che non sanno quanti soldi sono arrivati in Piemonte e come sono stati utilizzati, per cui hanno correttamente richiesto di essere coinvolti per attività di coprogettazione anche in futuro.
Preso atto di tutto questo, interroghiamo l'Assessore competente per sapere quante risorse sono state destinate al Piemonte per entrambi i fondi citati precedentemente e come sono state utilizzate queste risorse.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Rossi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alle politiche sociali e

dell'integrazione socio-sanitaria Grazie, Presidente.
Con il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in particolare l'Ufficio per le Politiche delle persone con disabilità, il 29 luglio 2022 è stata ripartita alla Regione Piemonte la quota statale di sette milioni e 200 mila euro, spalmata su due annualità, per l'utilizzazione del Fondo per l'inclusione persone con disabilità, risorsa regionale destinata a persone con disturbo dello spettro autistico.
Con la DGR n. 22-6179 è stato approvato l'atto di programmazione degli interventi per utilizzare le risorse del Fondo regionale destinato alle persone con disturbo dello spettro autistico; la prima annualità, nel dettaglio, è di tre milioni e 605 mila euro.
L'atto di programmazione ha individuato la tipologia di interventi da attuare, andando a individuare, tra tutte quelle possibili rese disponibili nel decreto, tre linee d'intervento prioritarie che, tra l'altro, sono state condivise preventivamente con il Tavolo regionale sull'autismo.
La prima, cioè la a), riguarda interventi di assistenza socio-sanitaria previsti dalle Linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico dell'Istituto Superiore di Sanità, con un riparto di quattro milioni e mezzo sui sette milioni e 200 mila euro complessivi).
La seconda linea riguarda i progetti che si rivolgono al terzo settore per favorire, attraverso attività sociali (sport, tempo ricreativo, mostre) l'inclusione (due milioni e mezzo) ed è la voce alla quale faceva riferimento lei, cioè la richiesta, come mandato e come obiettivo, agli enti gestori di servizi socio-assistenziali di creare una coprogettazione inclusiva di tutte le proposte che arrivavano dal territorio.
L'ultima linea di intervento, la c), riguarda interventi volti alla formazione dei nuclei familiari che assistono persone con disturbi dello spettro autistico (210 mila euro).
I soggetti interessati sono soggetti pubblici, in particolare gli enti gestori dei servizi socioassistenziali, in accordo con le ASL di riferimento e/o con i Centri regionali autismo adulti e autismo minori e i Comuni interessati a livello territoriale, in coprogettazione con il terzo settore, proprio con accordi territoriali, includendo anche le associazioni familiari presenti sul territorio.
Per quanto riguarda l'utenza, si ritiene utile lavorare sia sui minori sia sugli adulti, riprogrammando le risorse sopracitate tra le due fasce economiche a) e b). Le modalità attuative del progetto sono queste, a seguito di un'attenta distribuzione delle risorse su tutto il territorio piemontese agli enti gestori, seguendo il criterio della popolazione residente zero-64 anni, come fatto dal decreto nazionale stesso nella ripartizione dei fondi.
Gli stessi enti gestori, insieme con i Centri autismo regionali (rispettivamente adulti e minori) oppure con i nuclei DPSA (autismo adulti), come definiti dalla DGR n. 88/2019, o per i minori con i Nuclei NDPS, dovranno proporre progetti in coprogettazione con il terzo settore in particolare con le associazioni di tutela specifiche relative agli interventi individuati, per l'attivazione di percorsi di formazione e informazione dei nuclei familiari che assistono persone con disturbi dello spettro autistico. Si tratta di progetti formativi che prevedono diversi moduli per età e livello di funzionamento diffusi sul territorio regionale con coordinamento sulla programmazione e supervisione dei programmi da parte dei Centri regionali autismo (adulti e minori) e coinvolgimento delle associazioni dei familiari delle persone autistiche.
I benefici attesi sono il miglioramento della qualità di vita dei soggetti affetti da autismo e delle loro famiglie, con misurazione degli esiti degli interventi con strumenti specifici (tra questi vi sono quelli già utilizzati per la misurazione della qualità di vita all'interno dei progetti Eva e Over 16) e coordinamento dei dati da parte dei Centri regionali autismo (adulti e minori).
Considerando il dato medio di prevalenza piemontese, peraltro più basso delle stime internazionali nel caso di autismo in residenti in Piemonte limitandoci alle fasce d'età zero-60 anni, la platea dei beneficiari stimati dovrebbe essere circa 20 mila. Inoltre, se consideriamo che tra i potenziali destinatari ci sono anche i familiari, limitandoci solo ai genitori, i potenziali destinatari complessivi salgono a circa 60 mila. Di questi, almeno 18 mila sono già in carico ai servizi socio-assistenziali tra soggetti minori e i loro genitori e gli adulti.
Con la determinazione dirigenziale n. 12-93 del 13 giugno 2023 è stata ripartita, assegnata e liquidata la somma annuale complessiva di tre milioni e 605 mila euro, come prima annualità, a favore degli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, come abbiamo anticipato all'inizio della risposta.
Sono pervenute al Settore regionale competente 41 proposte progettuali, di cui quattro presentate in Comune tra diversi enti gestori socio assistenziali. In tale processo hanno collaborato tutte le ASL piemontesi 179 enti del terzo settore, 73 associazioni di familiari con minori e adulti con disturbi dello spettro autistico e altre 80 tipologie di enti.
Attraverso gli atti di liquidazione eseguiti nelle date 29 e 30 giugno 2023, sono state erogate le risorse a tutti gli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali del Piemonte, in modo da avviare la progettazione già a partire dall'estate, dando luogo all'inserimento dei minori con autismo all'interno dei centri estivi, che erano progetti presenti in quasi tutte le proposte arrivate dal territorio.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1579 presentata da Disabato inerente a "Quale futuro per il servizio dialisi presso il CAL di Caluso"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1579.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà per tre minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente; grazie, Assessore.
Pongo per la seconda volta in Consiglio regionale il tema del CAL di Caluso, che ha subito un ridimensionamento nell'ultimo periodo.
In particolare, in data 30 maggio 2023 è stata inoltrata alle organizzazioni sindacali del personale del comparto e alle RSU dell'ASL TO4 comunicazione a oggetto "Rimodulazione attività presso il Centro ad Assistenza Limitata (CAL) di Dialisi-Poliambulatorio di Caluso", con la quale si sono informate le stesse della necessità di una riduzione dei giorni di attività presso il CAL Dialisi di Caluso e che tale rimodulazione s'intende temporanea a decorrere dal 5 giugno 2023 sino al 30 settembre 2023.
Come ha sottolineato il sindacato NurSind, che ha preso in carico la vicenda, il CAL di Caluso ha già perso, negli ultimi anni, un turno di sedute dialitiche settimanali. La sospensione del turno pomeridiano doveva essere temporaneo e invece non si è più tornati a pieno regime.
Per tornare a garantire 72 sedute dialitiche settimanali (circa 24 pazienti) contro le 33 attuali (11 pazienti), basterebbe aumentare di un'unità il personale infermieristico.
In particolare, il servizio dialisi veniva così garantito: nel periodo pre COVID, sei giorni su sei mattina e pomeriggio; nel periodo post-COVID, sei giorni su sei solo al mattino; dal 1° giugno 2023 tre giorni su sei. C'è stata proprio una riduzione dei giorni di servizio.
A maggio 2023 avevamo presentato la nostra prima interrogazione e l'Assessore Luigi Icardi, a seguito del question time, affermò che il servizio dialisi avrebbe ripreso la regolare attività dopo il periodo estivo (quindi sei giorni su sei, solo al mattino). A oggi, invece, questa attività viene svolta ancora tre giorni a settimana.
Pertanto, passato il periodo estivo, non si è ritornati alla piena esecutività delle prestazioni.
Per quanto riguarda l'attività presso il Centro ad Assistenza Limitata (CAL) di Dialisi, a partire dal mese di settembre 2023 è stato ripristinato il numero di sei posti presso la sede del Poliambulatorio di Caluso. È stato inoltre comunicato che, nella prospettiva d'integrazione dell'organico della Dirigenza medica, nei prossimi mesi si prosegue con l'attuale organizzazione fino al 31/12/2023.
Intendiamo interrogare la Giunta per sapere qual è il futuro del CAL di Caluso e se effettivamente verrà ripristinato il servizio sei giorni su sei o se, invece, si è destinati a vedere chiudere definitivamente questo servizio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Disabato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Confermo che a maggio avevo risposto in quel modo, ma confermo anche che il fabbisogno che si determina sul territorio è valutato dall'Azienda Sanitaria e, al di là della temporanea sospensione estiva, l'Azienda Sanitaria oggi riferisce che l'attività risulta completamente adeguata al fabbisogno del territorio. L'impegno aziendale rimane quello di conformarsi alle esigenze cliniche assistenziali, in modo da rispondere adeguatamente ai bisogni del territorio.
L'Azienda mi dice che l'attuale configurazione risponde ai bisogni del territorio, che se dovessero aumentare certamente vedranno un incremento delle ore, ma, allo stato attuale, il Direttore Scarpetta e la Direzione sanitaria mi dicono che l'articolazione dell'orario e il personale impiegato sono adeguati alle esigenze dei dializzati del territorio.
Nessuna restrizione e neanche nessuna limitazione verrà posta da parte della Regione, ma noi accompagneremo le richieste dell'Azienda, ovviamente legate all'analisi dei bisogni del territorio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione a risposta immediata n. 1575 presentata da Canalis, inerente a "Quali azioni per attuare l'ordine del giorno riguardante le Misure di contenimento della Pesta Suina Africana e de-popolamento dei cinghiali" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1575.
In accordo con la Consigliera Canalis, la Giunta regionale provvederà a fornire risposta scritta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.15 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale sospesa alle ore 13.
Grazie e buona salute a tutti a tutte.



(Alle ore 15.00 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.34)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Organizzazione scolastica

Esame disegno di legge n. 225, inerente a "Disciplina dei servizi educativi per l'infanzia e disposizioni relative al sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino a sei anni"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 225, inerente a "Disciplina dei servizi educativi per l'infanzia e disposizioni relative al sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino a sei anni", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta consiliare del 10 ottobre 2023 è stata svolta la relazione di maggioranza da parte del Consigliere Perugini. Il proseguimento dell'iter è stato rinviato alla seduta odierna. Penso che il Consigliere Perugini abbia esaurito l'iter della sua relazione.
La parola al Consigliere Sarno, relatore di minoranza.



SARNO Diego, relatore

Grazie, Presidente.
Dopo una lunga riflessione e discussione in Commissione con gli uffici e con l'Assessorato all'istruzione su questo provvedimento, arriviamo all'esame dello stesso. Come primo elemento in discussione generale annunciamo che è un provvedimento importante, un provvedimento che molte realtà che si occupano di educazione zero-sei anni aspettavano.
Un provvedimento che cerca di andare in scia alle indicazioni nazionali degli ultimi anni, ma anche recependo le molte osservazioni arrivate in audizione nella Commissione competente, la VI, dove i membri dei Gruppi di minoranza hanno prodotto diversi emendamenti. Alcuni emendamenti che, da un lato, andavano a migliorare il testo e, dall'altro, a specificare e aggiungere alcune funzioni.
Testo che mette al centro il ruolo educativo della nostra società nei primi anni di vita, che sappiamo quanto siano fondamentali; non solo quei bambini, ma anche le famiglie hanno bisogno di strumenti educativi importanti e anche di finanziamenti e di sostegno economico.
Su questo abbiamo provato a interagire con la prima bozza del provvedimento, portata dall'Assessore Chiorino, con la quale abbiamo lavorato per migliorare a partire dalle audizioni.
Lascerò la parola ai colleghi, in particolare alla collega Accossato, con la quale abbiamo lavorato particolarmente bene proprio per migliorare il testo, soffermandomi su alcune questioni.
La prima. Nel provvedimento finalmente si costruisce un metodo di lavoro nuovo che, comunque, in alcune realtà, soprattutto quelle medio-grandi dei Comuni piemontesi e anche a livello nazionale, è un metodo che mette al centro il tema dell'educazione e della formazione degli educatori, degli operatori, delle maestre, dei maestri, quello che viene definito nella proposta in oggetto oggi in Aula il coordinamento pedagogico.
Soprattutto chi, come me e come altri colleghi, arriva da un'esperienza amministrativa nei Comuni, magari anche con una delega all'istruzione, sa quanto il coordinamento pedagogico educativo tra le scuole sia fondamentale. Sappiamo quanto sia fondamentale mettere in sinergia e avere lo stesso metodo e avere la stessa intenzionalità educativa all'interno di tutti i plessi scolastici di una città e di una regione.
Sappiamo quanto le politiche pubbliche sull'istruzione debbano essere uniche, non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale. Sul tema dell'educazione e dell'istruzione ribadiamo l'importanza di avere politiche non autonomiste, ma nazionali. Il tema del coordinamento pedagogico educativo, come si è ribadito anche nelle audizioni, è elemento fondamentale di questo provvedimento.
Tuttavia, con gli emendamenti che l'Assessore Chiorino ha accolto, e che ringrazio, abbiamo specificato meglio il ruolo del coordinatore pedagogico.
Ne abbiamo fatto una figura centrale in un articolo attraverso degli emendamenti che sono stati approvati in Commissione e ripresi dalla Giunta riscrivendoli, perché crediamo che, oltre alla funzione del coordinamento ci debba essere la funzione del coordinatore. Gli Enti locali, per quanto possibile, devono essere messi nelle condizioni di individuare una figura capace, con le giuste caratteristiche e la giusta professionalità, di coordinare nel miglior modo possibile l'attività educativa e pedagogica. Su questo abbiamo lavorato molto e il testo che oggi arriva in Aula accoglie quelle indicazioni.
Ultimo passaggio che cerco di sviluppare in Aula è il tema dei finanziamenti, il tema della copertura finanziaria. Abbiamo detto che in questo provvedimento ci sono dei nuovi metodi e delle nuove strutture, cioè dei nuovi elementi. Stiamo parlando degli asili di famiglia, stiamo parlando degli asili aziendali, quindi tutti strumenti utili, ma che hanno una funzione privata rispetto alla funzione pubblica degli asili e delle scuole zero-sei anni.
In questo contesto, vista la possibilità di intervenire anche sulla copertura finanziaria, abbiamo voluto inserire - ed è già stato accettato dalla maggioranza e dalla Giunta - un emendamento che è diventato parte di un articolo in cui si definisce come prioritario il finanziamento alla funzione pubblica. Quando vi è la possibilità, da parte degli Enti locali della Funzione Pubblica, di adempiere a quegli obiettivi pedagogici educativi di crescita a livello di istruzione dei nostri figli e delle nuove generazioni, quando c'è quella capacità di sopperire a quelle esigenze da parte del pubblico, si deve investire lì e poi, in un secondo momento, quando il pubblico non riesce eventualmente a sopperire a quella funzione, prevedere nei capitoli di spesa (quindi nella dotazione finanziaria) il finanziamento a quegli strumenti che sono, evidentemente di natura più privatistica. Questo elemento riuscirebbe a salvaguardare la priorità dell'istruzione come politica prioritaria della Funzione Pubblica: la scuola pubblica, in tutte le sue forme, dev'essere principalmente sostenuta.
Su questo abbiamo lavorato particolarmente bene. Abbiamo presentato degli emendamenti che nel corso delle audizioni erano stati annunciati, quindi ci siamo fatti promotori di quelle interlocuzioni.
Per questa ragione, il provvedimento che arriva in Aula è frutto di un lavoro collettivo, un lavoro di tutti; un lavoro che, anche grazie a questa attività, ha contribuito a migliorare il testo. Lo dico per sottolineare la capacità delle opposizioni a essere costruttivi e la capacità della Giunta ad accogliere le nostre proposte per un bene maggiore, che è il bene comune in tema di istruzione delle nuove generazioni. Credo che si sia fatto un buon lavoro.
Rivendichiamo questo lavoro di ascolto, di analisi e di proposte anche su una scelta politica come quella della dotazione finanziaria, volta a privilegiare la funzione pubblica e meno, quand'anche la funzione pubblica non arriva a coprire quella funzione, la funzione privata.
Credo, però, che questo sia uno dei motivi centrali per cui siamo disponibili ad approvare questo provvedimento nella maggior parte del testo che è in esame oggi in Aula, dando una risposta attesa da molti anni.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla seconda relatrice di minoranza, la Consigliera Accossato.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana, relatrice

Grazie, Presidente.
Riprendo alcuni aspetti che già il collega Sarno ha evidenziato nel suo intervento.
Il disegno di legge n. 225 rappresenta, innanzitutto, per la parte regionale, il recepimento del decreto legislativo n. 65/2017, che istituì il sistema integrato di istruzione ed educazione dalla nascita ai sei anni.
Fu un decreto innovativo che superò la legge istitutiva n. 1044/71 dei nidi e anche una serie di leggi sull'infanzia, ponendo al centro le bambine e i bambini e le loro esigenze educative di crescita prima ancora di quelle di accudimento e di conciliazione dei tempi di vita delle famiglie, che sono peraltro legittime e di interesse collettivo.
Il decreto n. 65 introduce (perché è tuttora vigente) il principio della continuità educativa nella fase pre-scolare (pre-obbligo), dando quindi valore e unitarietà pedagogica a questa offerta educativa.
Il disegno di legge n. 225, di cui discutiamo oggi, supera poi a livello regionale la legge attualmente in vigore, la n. 3 del 1973, che credo sia una delle più vecchie leggi regionali ancora in vigore, che ha retto in tutti questi anni nonostante la manifesta vetustà e obsolescenza sia in termini di linguaggio sia di organizzazione gestionale dei servizi.
Pertanto, una nuova legge era fortemente attesa e sollecitata, prima di tutto dagli addetti ai lavori.
Il disegno di legge n. 225 è quindi frutto di un lungo lavoro degli Uffici competenti, che voglio qui ringraziare per la professionalità e la disponibilità dimostrata, e di un'attività di confronto con le parti sociali, che forse nella fase preparatoria avrebbe potuto essere ancora più attenta e dilungarsi ulteriormente.
Voglio però dare merito anch'io all'Assessore per aver interloquito con le opposizioni, recependo non solo alcuni emendamenti, ma anche alcuni principi che alcuni Consiglieri di opposizione, ma soprattutto alcuni soggetti che da anni si occupano del settore (penso al Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia), avevano posto all'attenzione.
Tra i punti che sono stati ripresi e che hanno trovato dignità all'interno della legge penso, innanzitutto, alla figura del "coordinatore pedagogico" che entra in norma con un articolo dedicato (articolo 12 bis), dando ulteriore sostanza all'impronta educativa dei servizi per la prima infanzia e supportando la volontà espressa nei primi articoli del disegno di legge peraltro in coerenza con il decreto legislativo n. 65, di porre al centro del sistema integrato di educazione e istruzione le bambine e i bambini quali soggetti portatori di diritti individuali, civili e sociali cui garantire pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, valutando le differenze, garantendo inclusione e contrastando le differenze.
La presenza in legge del coordinatore pedagogico, che è una figura peraltro già presente nei fatti in molti asili nido comunali e privati, valorizza poi il ruolo del coordinamento pedagogico territoriale (articolo 12) rafforzando il valore della rete tra servizi e soggetti coinvolti.
Con il disegno di legge n. 225 si supera - c'è un tentativo evidente - la vecchia logica dei servizi assistenziali, che nei fatti, però, almeno per la gran parte dei servizi sul territorio, era già superata, e si raccolgono anche le varie riflessioni scaturite dai vari confronti, a volte non sempre con il necessario coraggio - lo capisco - per tenere dentro il sistema tutti (Comuni piccoli, Comuni grandi, piccole cooperative e grandi centrali cooperative), acquisendo in questo modo decenni di esperienze educative e riflessioni pedagogiche di cui gli Enti locali sono stati protagonisti anche in Piemonte, e portando il nostro Paese all'avanguardia nel mondo.
Certo, il nostro faro rimane Reggio Emilia, e voglio qui sottolinearlo anche perché la mia esperienza amministrativa mi ha portato a confrontarmi con questi temi. Il nuovo approccio implica, quindi, personale educativo con qualifica universitaria (articolo 1), rapporti numerici più bassi rispetto alla legge in vigore, attenzione alla collegialità del lavoro formazione continua del personale (articolo 28), flessibilità delle offerte e valorizzazione delle diverse forme di gestione che negli anni si sono affermate (articoli dal 2 al 9).
A questo proposito, sono da sottolineare anche gli articoli 23, 24 e 25 che regolano le attività di autorizzazione e accreditamento.
Avremmo desiderato, come opposizioni, una maggiore attenzione nell'articolato agli aspetti qualitativi, oltre che a quelli quantitativi.
Probabilmente, qualcosa dei nostri emendamenti è stato colto, quindi potremmo portare il nostro contributo in questo senso, sia nei criteri che individuano i requisiti sia in quelli di verifica periodica.
Abbiamo altresì ottenuto - è un altro aspetto dell'attività emendativa - un dovuto coinvolgimento all'articolo 2 del Consiglio regionale nella fase di definizione dei requisiti minimi strutturali, gestionali e quelli relativi all'accreditamento. Forse la prima stesura non aveva sufficientemente valutato questi aspetti e giustamente la legge non entra nel dettaglio degli aspetti gestionali. Ecco perché ci era sembrato giusto che, laddove si definiscano i criteri, il ruolo del Consiglio regionale attraverso la Commissione competente sia essenziale nel condividere l'individuazione di questi criteri. Non si tratta di aspetti operativi gestionali in capo alla Giunta o ai servizi, ma sempre di una funzione d'indirizzo.
Il tema dell'accreditamento è particolarmente rilevante in un settore dove i servizi possono essere forniti da una pluralità di soggetti sia pubblici sia privati e nell'ambito del privato molto diversi tra loro. Sono tutti soggetti che, però, devono garantire alle famiglie standard funzionali omogenei e anche comparabili tra di loro.
Da questo punto di vista, il coinvolgimento del Consiglio regionale viene garantito nella nuova formulazione che l'Assessore ha presentato in Aula che è diventata parte integrante del testo dell'articolo 32 (la clausola di monitoraggio), accogliendo alcune osservazioni poste nel dibattito di Commissione.
Allo stesso modo, sempre a seguito del dibattito in Commissione, ha trovato una nuova definizione l'articolo 21, con la previsione del coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nella Conferenza regionale del sistema integrato zero-sei. Con la nostra proposta avremmo preferito una partecipazione allargata di questi soggetti anche al Tavolo interistituzionale dell'articolo 15.
Ho voluto citare alcuni degli articoli su cui ci si è maggiormente soffermati, sia in termini emendativi sia di confronto tra Consiglieri Assessore e Uffici. Voglio ancora ricordare che, in attuazione del decreto n. 65, con il disegno di legge n. 225 la Regione rafforza e conferma il suo determinante ruolo di attore nella realizzazione del sistema integrato zero sei, perché promuove la costituzione dei poli dell'infanzia (articolo 11) e dei coordinamenti pedagogici territoriali come strumento di raccordo confronto e progettazione, sempre nella logica della fascia di età dalla nascita ai sei anni (articolo 12). L'attivazione di questi coordinamenti è in capo ai Comuni (articolo 14), che devono garantire collaborazione tra istituzioni pubbliche e gestori privati.
L'articolo 14 rimarca particolarmente il ruolo dei Comuni, che sono attori protagonisti sia per l'istituzione di servizi per l'infanzia comunali sia nelle attività di autorizzazione, accreditamento e vigilanza dei servizi privati, per le quali si avvalgono della collaborazione delle ASL. Su questo c'è un importante cambio d'impostazione, secondo me, perché le ASL fino a oggi erano, invece, titolari della funzione. È un passaggio non da poco, perché è coerente con l'impostazione - almeno la leggo così e mi soddisfa in questo senso - che vede prevalere le funzioni educative su quelle meramente sanitarie o sociosanitarie.
In conclusione, sarà essenziale il tema delle risorse destinate a questi servizi e dei criteri di erogazione, che sono rimandati a successivi atti di Giunta. Avremmo ritenuto più opportuno un parere della Commissione, ma in ogni caso il tema già richiamato dal collega Sarno della priorità al sistema pubblico, in alcune fattispecie ben individuate, è un elemento di garanzia per le fatiche gestionali che i Comuni sopportano nel garantire questi servizi sul territorio. Abbiamo valutato con soddisfazione questa interlocuzione e l'accoglimento.
In ogni caso, in futuro sarà indispensabile che la Regione Piemonte continui a mettere a disposizione risorse adeguate, anzi provi a pensare a una implementazione delle risorse legate a questi servizi, proprio laddove si dice e si ritiene necessario sostenere la genitorialità e sostenere anche una maternità libera e scevra da condizionamenti di tipo economico.
Quindi, risorse adeguate e anche tempi certi di erogazione.
Non può essere la legge a indicare questo, ma il disegno di legge che diventerà legge può mettere i pilastri e le basi affinché questo possa avvenire nella gestione ordinaria dei servizi.



PRESIDENTE

Ha ora la parola la terza relatrice di minoranza, la Consigliera Frediani prego.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
I colleghi che mi hanno preceduto hanno già illustrato i contenuti del disegno di legge, così come il Consigliere Perugini nella scorsa seduta. È un disegno di legge di cui abbiamo seguito il percorso, non assiduamente come avrei voluto per vari problemi (non ultimo il COVID, che mi ha colpito nelle ultime settimane di discussione). Pertanto, ringrazio la Consigliera Accossato per gli aggiornamenti continui e anche per gli emendamenti che ha preparato, che sono stati accolti dall'Assessore, a dimostrazione di un percorso condiviso finalizzato realmente alla produzione del miglior testo possibile.
Si era già visto durante l'illustrazione, anche attraverso l'entusiasmo dei rappresentanti dell'Assessorato che per anni hanno lavorato al documento hanno seguito l'evoluzione normativa e hanno lavorato sulle varie bozze che si sono concretizzate nel disegno di legge. Si era già visto quanta importanza rivestisse questo provvedimento, che va a intervenire su una fascia della popolazione, quella dei bambini molto piccoli (la fascia zero sei), che viene messa al centro di tutto il disegno di legge e che merita tutta l'attenzione, perché è il primo passo, quindi un vero e proprio ingresso in società dei futuri cittadini.
Si tratta di futuri cittadini che vengono accolti in quello che è definito come un sistema integrato che vede diversi soggetti raccordarsi tra loro e sotto un ruolo potenziato, che è quello regionale, perché la Regione attraverso questa norma, acquisterà ruoli di grande rilievo come la promozione della qualità del sistema o del coordinamento tra i vari soggetti, attraverso l'istituzione del Tavolo interistituzionale (citato prima dalla Consigliera Accossato) e la Conferenza regionale del sistema integrato.
Abbiamo poi rilevato l'estrema importanza data al ruolo dei Comuni che come si diceva già prima, intervengono nel ruolo dell'accreditamento, un accreditamento condiviso con le ASL, ma che viene affidato, in modo più preponderante, al ruolo degli Enti locali, quindi dei Comuni, che dovrebbero garantire una maggiore qualità dei servizi offerti.
Oltre al tema della qualità, rimane fondamentale il tema della distribuzione territoriale dei servizi. Su questo credo che la strada da percorrere sia ancora lunga, perché ci sono ancora molte aree del territorio prive di quei servizi, soprattutto per quelle famiglie che devono affidare i loro figli a delle strutture quando si devono spostare verso le grandi città o, comunque, al di fuori del territorio. Devono poter accedere facilmente a servizi che consentano di conciliare i tempi di vita e lavoro.
Anche per questo motivo, è rilevante l'importanza che si dà, all'interno del disegno di leggo, anche a soggetti che non appartengono al sistema pubblico, quindi al sistema delle statali o delle paritarie, ma che appartengono al sistema privato, che però svolgono una funzione pubblica.
È logico che dobbiamo tendere verso una maggiore diffusione possibile delle strutture pubbliche, dove per pubblica s'intendono anche le scuole paritarie che svolgono funzione pubblica. Però, nel momento in cui le scuole pubbliche e i servizi pubblici non sono così diffusi sul territorio dobbiamo continuare a sostenere anche quelle realtà che svolgono attività più imprenditoriali, un servizio che rimane comunque fondamentale per il nostro territorio.
A questo proposito, sottolineiamo l'importanza della diffusione, della promozione e del sostegno alle strutture dei nidi aziendali, una realtà ancora non molto diffusa sul territorio. Ricordo, ad esempio, come nella scorsa legislatura questo sia stato uno dei temi che più volte abbiamo posto all'allora Assessore Reschigna, nel momento in cui si stava ancora costruendo e ipotizzando la struttura del Grattacielo, oggi in funzione.
Più volte avevamo chiesto di prevedere, all'interno del Grattacielo della Regione, una struttura di nido aziendale; proposta non andata a buon fine.
Sarebbe stato un buon segnale anche per il territorio circostante, perch avrebbe potuto essere una struttura a disposizione del territorio circostante, quindi delle famiglie che vivono intorno al Grattacielo. Non so se sia ancora possibile immaginare di prevedere all'interno del Grattacielo un'area in cui ricavare uno spazio destinato a nido aziendale ma colgo l'occasione per sottoporre la richiesta all'Assessore Chiorino che dimostra una particolare sensibilità al tema, e di valutare la possibilità di correggere quello che secondo me rimane un errore di fondo nella programmazione della struttura.
Il testo, quindi, risulta sicuramente valido, un testo che risponde alle esigenze di adeguamento normativo, ma, soprattutto, alle esigenze di creare un sistema che sia il più possibile funzionale e vicino alle famiglie del nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Biletta in discussione generale ne ha facoltà.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
In primis, tengo a sottolineare come si accolga con favore l'intento della Regione di novellare una legge che va a ridefinire e disciplina integralmente i servizi educativi per la prima infanzia in Piemonte. Questo perché da tempo se ne sentiva l'urgenza e la necessità, non solo in considerazione della più recente normativa nazionale (decreto legislativo 65 del 2017, che è andato a declinare il sistema integrato zero-sei), ma anche alla luce delle politiche europee nell'ambito della Early Childhood Education and Care.
È noto che i primi anni di vita sono essenziali per lo sviluppo e la crescita della persona. Con il nuovo sistema integrato dalla nascita fino ai sei anni, lo Stato ha inteso garantire pari opportunità educative, di istruzione, cura e relazione di gioco, per superare le disuguaglianze e le barriere territoriali, economiche, tecniche e culturali. Ruolo della Regione, quindi, è programmare, sviluppare il sistema, valutarlo e monitorarlo, disciplinare l'attività di autorizzazione e accreditamento dei servizi per l'infanzia e vigilare sul corretto svolgimento dell'attività.
Esattamente in questo solco si muove il disegno di legge in discussione che mira a definire i criteri generali per la programmazione, la realizzazione, l'attivazione, la gestione, la qualificazione e il controllo dei servizi per l'infanzia a livello regionale.
Si tratta di un testo ben strutturato, dinamico, che va a individuare la tipologia di servizi che formano il sistema integrato regionale stabilendone finalità e caratteristiche, ma rimandando l'emanazione dei provvedimenti attuativi, per quanto riguarda la definizione dei requisiti minimi strutturali, organizzativi e gestionali.
Nella nostra Regione, i servizi educativi hanno registrato una notevole crescita nel corso degli ultimi decenni, grazie a un programma di potenziamento della rete dei servizi educativi per l'infanzia, portando l'indicatore di copertura regionale, che registra l'offerta di servizi rispetto alla popolazione bambina residente, a un aumento dal 10,07% del 2000 al 31,96% del 2021. È importante sottolineare anche la filosofia che sottende l'intero provvedimento e che pone al centro il bambino, il suo benessere, la sua crescita e la valorizzazione della sua identità individuale. Chiaramente, se il bambino viene posto al centro del sistema che si va costruendo, non si può non considerare l'importanza della famiglia, quindi salutiamo con favore gli sforzi tesi a favorire la conciliazione tra i tempi e le tipologie di lavoro dei genitori, fino ad arrivare alla partecipazione delle famiglie, alla definizione degli obiettivi educativi e alla verifica del loro raggiungimento.
In conclusione, con questo provvedimento, si porta a compimento un importante processo di riforma del sistema integrato di educazione zero-sei anni che fa sì che l'Amministrazione regionale, in coerenza con le direttive nazionali, vada a definire in modo compiuto il proprio ruolo all'interno della governance del sistema integrato di educazione ed istruzione dalla nascita sino a sei anni.
Per queste ragioni, anticipo sin da ora il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Biletta.
Vi sono altre richieste d'intervento in discussione generale? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Approfitto della discussione generale per fare alcune considerazioni aggiuntive alla relazione e per un'illustrazione complessiva di alcuni emendamenti che ho presentato e che poi daremo sostanzialmente per illustrati nella trattazione dei singoli articoli.
Mi permetto di esprimere in questa discussione generale la soddisfazione per il tono e per l'attenzione condivisa e trasversale su questi servizi.
Essendomene occupata molti e molti anni fa, posso anche testimoniare e documentare un cambiamento culturale di opinione trasversale, che non è da poco. Vuol dire che, in qualche caso, il lavoro dei competenti, dei professionisti e anche l'attività della politica può produrre cambiamento anche culturalmente, nelle opinioni e nelle valutazioni. Trovo molto lontane le osservazioni che mi capitava di ascoltare circa 35-40 anni fa in Consiglio, quando si ritenevano questi servizi come servizi che, in qualche modo, distraevano risorse pubbliche importanti a favore di altro (di solito le risorse, peraltro necessarie, in questi servizi sono alte, quando i rapporti numerici sono così bassi).
Il "costo" di un bambino in un servizio educativo è alto, è indubbio, ma il dibattito allora era tutto focalizzato su questo valore e non sull'investimento che questo rappresentava in termini d'investimento educativo e di qualità della vita sociale di questi bambini per il lavoro fatto con l'inserimento precoce in strutture educative. Allora il dibattito era questo: meglio dare qualche soldo alle mamme che stiano a casa e così via.
Vuol dire che da allora molta strada è stata fatta e ascoltare e condividere in modo abbastanza trasversale quest'impostazione e sottolinearla positivamente, per me è il segno che ascoltarsi e confrontarsi in politica può essere utile e molte volte produce anche dei passi in avanti. Almeno io la leggo così dal mio osservatorio, ma del resto oggi i servizi per la prima infanzia e le politiche per le famiglie sono considerati elementi essenziali in tante proposte.
Detto questo e sottolineando quanta strada si sia fatta per arrivare al sistema integrato di cui parliamo oggi, spero che anche i Consiglieri non deleghino solo alla componente femminile l'attenzione su questi servizi un'altra cosa da ribadire è che l'attenzione a che questi servizi funzionino è della famiglia nel suo complesso e, quindi, di padre, madre e di chi ha responsabilità genitoriali.
Ho presentato qualche ulteriore emendamento volto sempre a sottolineare gli aspetti qualitativi del servizio, come il ruolo del coordinatore pedagogico, andando anche a sottolinearlo, per esempio, nei servizi accreditati, proprio per garantire uniformità di servizio sul territorio e per far sì che le famiglie, a qualunque servizio decidano di accedere trovino degli standard confrontabili e non ci siano strutture di serie A e strutture di serie B.
Un altro tema è quello dell'inserimento della garanzia per i minori con disabilità, ovviamente certificata. Abbiamo ragionato con l'Assessore e dare garanzia d'inserimento per questi minori è ovviamente un grande passo in avanti sul recupero, in qualche caso recupero funzionale o, comunque per il miglioramento del percorso di vita di questi minori, ovviamente documentato da teorie educative e pedagogiche.
Gli emendamenti vanno in questo senso e intervengono in modo abbastanza puntuale su alcuni aspetti. Abbiamo visto con l'Assessore che alcuni probabilmente potranno essere accettati ma, voglio chiarirlo, la logica è quella, se è possibile, di dare un'ulteriore indicazione nell'approccio e nell'impianto educativo inclusivo dei servizi.
Con il mio intervento ho anche illustrato gli emendamenti e non lo farò nel corso della trattazione degli articoli.



PRESIDENTE

Altri colleghi intendono intervenire in discussione generale? Prima di chiudere la discussione generale, la Giunta chiede di intervenire? La discussione generale è chiusa.
Passiamo all'esame all'articolato.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Nella sospensione di fine mattinata si era convenuto di arrivare alla discussione generale in questa fase del pomeriggio.
Non vedo il Capogruppo Preioni, con cui avevamo...



(Commenti fuori microfono)



ACCOSSATO Silvana

Sì, c'è anche una questione di numeri, comunque.
Ovviamente, questo era per rispettare la serie di altri provvedimenti urgenti, come ricorderà bene il Presidente, che ci aveva invitato alla sospensione per fare queste verifiche.
Chiedo se quel tipo di conclusione cui eravamo giunti alle ore 12 è ancora all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non ho contezza dell'accordo, perché l'accordo era.
O sospendiamo la seduta e trovate un accordo per il prosieguo dei lavori oppure continuo con l'esame del provvedimento.
Però me lo dovete chiedere, nel senso che non posso, autonomamente sospendere la trattazione di un provvedimento rispetto a un altro.
Sono laico su qualsiasi provvedimento.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Posso sospendere momentaneamente la seduta, affinché i Capigruppo, insieme alla Giunta, trovino un accordo sul prosieguo.
Rammento che abbiamo, da quanto ho capito, tre o quattro atti d'indirizzo da trattare prima della chiusura della seduta, fermo restando che l'Assessore Chiorino dovrà lasciare l'Aula alle ore 18 circa. Anche questa è una situazione che dobbiamo mettere in conto.
Sospendiamo per cinque minuti i lavori, così valutiamo insieme ai Capigruppo in modo molto corretto e onesto il prosieguo dei lavori.
Diversamente, continuo con questo provvedimento.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.17, riprende alle ore 16.32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 225.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 16) presentato da Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 3) presentato da Accossato (prima firmataria).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 13) presentato da Accossato (prima firmataria).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La prima firmataria li dà per illustrati.
L'emendamento rubricato n. 2) è stato ritirato.
Non essendovi richieste di intervento, chiedo il parere della Giunta.
Prego, Assessore Chiorino.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione e al merito

L'emendamento rubricato n. 16) è accolto, mentre per quanto riguarda gli emendamenti rubricati n. 3) e n. 13) il parere è contrario.



PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione, chiedo se vi sono interventi per dichiarazione di voto.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Ho già ritirato in maniera formale l'emendamento rubricato n. 2), ma visto che sono la prima firmataria, lo ribadisco a microfono.



PRESIDENTE

Proseguiamo con le votazioni.
Il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 4) presentato da Accossato (prima firmataria).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento viene dato per illustrato.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Chiorino; ne ha facoltà.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione e al merito

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 1) della Giunta viene ritirato e il parere è favorevole per quanto riguarda l'emendamento rubricato n. 4) della Consigliera Accossato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Pertanto, ritirato l'emendamento rubricato n. 1), rimane da votare l'emendamento rubricato n. 4).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 6, come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 5) presentato da Accossato (prima firmataria).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La Consigliera Accossato dà per illustrato l'emendamento rubricato n. 5).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 6) presentato da Accossato (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ricordo che l'emendamento è interamente sostitutivo dell'articolo 9.
La Consigliera Accossato lo dà per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) (Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Essendo l'emendamento rubricato n. 6) interamente sostitutivo, viene approvato l'articolo 9.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 14 Emendamento rubricato n. 7) presentato da Accossato (prima firmataria).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La Consigliera Accossato dà per illustrato l'emendamento.
Chiedo all'Assessore Chiorino di esprimere il parere della Giunta regionale sull'emendamento rubricato n. 7); prego.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione e al merito

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Chiorino.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 14, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 8) presentato da Accossato (prima firmataria).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La Consigliera Accossato dà per illustrato l'emendamento.
Chiedo all'Assessore Chiorino di esprimere il parere della Giunta regionale sull'emendamento rubricato n. 8).



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione e al merito

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 15, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 17 Emendamento rubricato n. 9) presentato da Accossato (prima firmataria).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La Consigliera lo dà per illustrato.
Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 17, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri. Capisco che non è di vostro interesse la legge di riordino, il disegno di legge n. 225, però.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No, Consiglieri! Eh no! Meno male che ci sono i giornalisti che stanno riprendendo e domani scriveranno chi interveniva a sproposito mentre si votava e si cercava di legiferare per il bene del Piemonte, nell'interesse di tutti, anche di voi (e tutte, tutti in senso plurale)! Nel frattempo mi avete fatto perdere il filo.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 19 Spero che qualche Consigliere sia interessato all'approvazione di questa legge e mi segua.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 20 Indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Passiamo all'articolo 21.
Ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il Consigliere Gallo: si lamenta anche lei del troppo rumore? Prego.



GALLO Raffaele

Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori.
Volevamo capire come s'intende proseguire l'esame del testo di legge perché sembrava fossimo rimasti intesi che a fine pomeriggio ci saremmo ritagliati uno spazio per gli ordini del giorno.
Credo, quindi, che potremmo sospendere il disegno di legge 225 e procedere con gli ordini del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Su alcuni articoli vorrei chiedere all'Assessore alcune specifiche, quindi mi ero prenotato sull'articolo 21.
In vista dell'articolo 21 volevo chiedere alcune specifiche su monitoraggio e valutazione, perché su quello abbiamo posto alcune questioni in Commissione e crediamo possa essere approfondito.
Ci tenevo. Aspettiamo la risposta sull'ordine dei lavori e dopo eventualmente, chiederò all'Assessore specifiche rispetto all'articolo 21.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La Consigliera Canalis rinuncia all'intervento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
È chiara la nostra intenzione a segnalarle la necessità di interrompere la votazione su questo disegno di legge. Possiamo anche inventarci argomenti chiederle la parola e utilizzare i tre minuti che lei ci mette a disposizione, ma la sostanza è che, se decide di sospendere per un attimo la seduta, concedendo ai Capigruppo lo spazio per trovare un'intesa sul prosieguo dei lavori, ci eviterebbe la prenotazione per intervenire ogni volta.
Abbiamo abbastanza fantasia per riempire i tre minuti, però potremmo anche dedicarla in altri Consigli regionali, per cui attendiamo la sua scelta che sono certo andrà nella direzione di un coinvolgimento dei Capigruppo.
Posso terminare prima di tre minuti. Vero, Presidente?



PRESIDENTE

Certo, grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Nel frattempo, vedo che è rientrato il Consigliere Preioni: iniziavamo a essere preoccupati, considerando che è il garante dell'accordo che abbiamo avuto con la maggioranza. Se perdiamo il garante è un problema, quindi approfittando del suo rientro, chiedo se è possibile una pausa.
Mi sembra che l'Assessore Chiorino stia chiedendo di procedere ancora un po', però vorrei ricordare che l'impegno, almeno l'impegno che avevo percepito io, era riferito all'ordine del giorno del Consigliere Bertola.
Lo dico anche ai colleghi, ma non alleati, di opposizione, perché se invece si sono presi accordi anche su altri ordini del giorno, non ne sapevo nulla, quindi chiedo se è possibile, dopo aver capito come s'intende procedere sul disegno di legge, riaggiornarci tra i Capigruppo per ristabilire gli accordi presi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Non voglio ripetere quanto già detto dai colleghi, però mi sembrava che ci fosse l'intesa di arrivare all'articolo 15 del disegno di legge, anche perché ci sono colleghi che devono chiedere chiarimenti in merito al prosieguo dei lavori e dei contenuti della norma.
Siamo già oltre, non ho capito come ci siamo arrivati, però direi di sospendere la discussione del documento per trattare gli ordini del giorno concordati con la maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vi sono altri interventi sull'ordine dei lavori.
L'intenzione è di proseguire secondo l'ordine numerico dell'articolato perciò dopo la votazione dell'articolo 20 proseguiremo con il 21, il 22 e il 23. Giusto per rimanere nel clima di allegria di questo pomeriggio di Consiglio.
A parte le battute, mi sembra che ci sia un'apertura dell'Assessore Chiorino di interrompere l'esame dell'articolato prima di iniziare il Titolo 2 sulle autorizzazioni a crediti e vigilanza di gestione di servizi quindi concludere con la votazione dell'articolo 23 e poi continuare con la trattazione degli ordini del giorno, quindi né assestamento di bilancio del Consiglio, né IRES, né migrazione, anche se alcuni punti sono in scadenza da un po' di tempo come migrazione, IRES e poi anche il bilancio del Consiglio, che ha necessità di alcune modifiche, con dico urgenti, ma da sviluppare.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 22 Indìco la votazione palese sull'articolo 22.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 23 Indìco la votazione palese sull'articolo 23.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Con questa votazione sospendiamo l'esame del disegno di legge n. 225 "Disciplina dei servizi educativi per l'infanzia".
L'accordo è di sospendere le attività legislative e iniziare l'esame degli ordini del giorno.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 1672 presentato da Bertola, inerente a "Verifiche progetti di soppressione passaggio a livello ubicato in corrispondenza della SP 143 (via Stupinigi) a Vinovo e introduzione fermata ferroviaria in loc. Garino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1672, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno in oggetto, presentato nel mese di agosto, riguarda certamente una situazione locale, ma attiene a due questioni di interesse generale. Una è il corretto utilizzo delle risorse che pensiamo e speriamo interessi tutto il Consiglio; la seconda ragione è evitare il consumo di suolo, altra questione che mi auguro interessi tutto il Consiglio.
Sappiamo che da tempo Rete Ferroviaria Italiana ha disposto un piano di soppressione dei passaggi a livello su tutto il territorio nazionale quindi anche in Piemonte. Cosa di per sé apprezzabile e positiva, perch sappiamo che i passaggi a livello spesse volte tagliano in due i centri abitati, costringendo le persone ad affrontare delle code e anche costituendo, in alcuni casi, in caso di malfunzionamento delle barriere come purtroppo è già accaduto a volte, un elemento di pericolo.
C'è un piano di eliminazione di questi passaggi a livello attraverso la realizzazione di manufatti sostitutivi.



(Brusìo in aula)



BERTOLA Giorgio

Scusate, Consiglieri, ma vorrei discutere l'ordine del giorno con un minimo di silenzio.



PRESIDENTE

Consigliere, ha ragione. Da dopo il question time c'è un continuo rumore di fondo.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Dicevo, i passaggi a livello vengono soppressi mediante la realizzazione di altre opere, quindi attraverso deviazioni stradali, oppure si realizzano sovrappassi o sottopassi.
Localmente ci possono essere situazioni critiche che impongono una serie di riflessioni.
Sul territorio del Comune di Vinovo, il piano prevede la soppressione del passaggio a livello ubicato in corrispondenza della strada provinciale 143 (via Stupinigi). Da delibera n. 35 del Consiglio comunale di Vinovo del 28 settembre 2022 si prende atto che il progetto definitivo delle opere di soppressione del passaggio a livello, mediante la realizzazione di un sottopasso di altezza di m. 3,20, è di 18,7 milioni di euro.
In data 25 febbraio 2022 è pervenuta una nota da parte di RFI, che ha trasmesso la fattibilità delle soluzioni tecnico-progettuali, anche con l'ipotesi di realizzazione di un sottopasso con altezza minima di 3,60 metri, ma chiedendo al Comune di Vinovo di farsi carico dei maggiori costi di realizzazione rispetto alla soluzione già progettata di soli 3,20 metri.
Il Comune di Vinovo ha deliberato confermando la soluzione a 3,20 metri.
In buona sostanza, RFI ha detto: se chiedevate prima lo studio di fattibilità su 3,60 metri io l'avrei finanziato; l'avete chiesto per 3,20 metri e io vi finanzio quello.
A causa dell'altezza ridotta del sottopasso di soli 3,20 metri, che quindi non permette il passaggio di tutti i mezzi (a quell'altezza passano solo le automobili, non i camion), è prevista la realizzazione di un'altra opera per sorpassare quel passaggio a livello. A 900 metri di distanza, in un'area attualmente destinata a suolo agricolo - sottolineiamo - è prevista la realizzazione di un'altra opera assai imponente, ovvero un cavalcavia ferroviario e le connessioni alla viabilità tra strada provinciale 23, la vecchia statale del Sestriere, e strada provinciale 140 su aree agricole (quindi un sottopasso, più un sovrappasso: due opere, non una, per superare un passaggio a livello).
Inoltre, è prevista anche la realizzazione di un'ulteriore viabilità di scorrimento tra la strada provinciale 140 e la strada provinciale 143, su aree attualmente coltivate, percorse dell'antico tratturo di "Rottalunga" residuo della rete viaria storica dell'adiacente Parco naturale di Stupinigi, riconosciuto come Zona Speciale di Conservazione (ZSC), e sulla cui superficie graverà l'ulteriore rotonda di svincolo della strada provinciale 23R al progettato sovrappasso verso la strada provinciale 140.
Il fatto di realizzare anche il sovrappasso porta poi alla necessità di realizzare altre opere e altri collegamenti stradali. Attualmente non sono disponibili i dettagli sulla distribuzione delle quote economiche per la realizzazione di quei progetti previsti tra i vari soggetti coinvolti.
Abbiamo poi voluto sottolineare, all'interno delle premesse, che il decreto del 17 gennaio 2018, che reca "Norme tecniche per le costruzioni", prevede che, nel caso di un ponte che scavalchi una strada ordinaria, l'altezza libera al di sotto del ponte non dev'essere in alcun punto inferiore a cinque metri, tenendo conto anche delle pendenze della strada sottostante.
Eccezionalmente, ove l'esistenza di vincoli non eliminabili imponesse di scendere al di sotto, si può adottare un'altezza minima in ogni caso non inferiore a 3,20 metri. È una deroga vincolata al parere favorevole del Comandi Militari e dei Vigili del fuoco competenti.
La volta scorsa dicevo che l'Assessore Gabusi conosce bene la questione perché ha presenziato, nell'estate scorsa (luglio 2023), a degli incontri in merito. Inoltre, si è tenuto un ulteriore incontro con un gruppo di cittadini per presentare un progetto di mobilità sostenibile integrata da valutare anche in alternativa alla costruzione delle opere fin qui descritte, perché si propone di realizzare una stazione ferroviaria a Vinovo, in località Garino, che è a 300 metri dall'attuale passaggio a livello. In realtà, il centro abitato di Vinovo è un po' al di fuori della linea per Pinerolo e non dispone di una stazione, giacché le stazioni più limitrofe sono a Nichelino e a Candiolo.
L'introduzione di questa nuova stazione, che rappresenterebbe un servizio molto utile alla cittadinanza, oltre a mettere in sicurezza il passaggio a livello di Vinovo, permetterebbe di migliorare tutta la tratta ferroviaria anche grazie alla possibilità di attivare una cadenza semi-oraria, ovvero un treno da ogni 30 minuti, e viceversa. Inoltre, il progetto di introduzione della fermata alla stazione di Vinovo è presente anche nel censimento dei progetti Next Generation Piemonte fino al dossier 5 maggio 2021, con un costo stimato di 6,5 milioni di euro.
La stima di autorizzazione dei costi di realizzazione di una stazione ferroviaria è stata realizzata riportando il valore di aggiudicazione della gara 2023 per la progettazione e la realizzazione della fermata ferroviaria Torino-San Paolo di otto milioni (è stata parametrata su quello).
In buona sostanza, per avviarmi alle conclusioni, abbiamo inteso presentare questo ordine del giorno.
Date le premesse, quindi data l'esistenza di un progetto e di una proposta per realizzare una stazione ferroviaria a Vinovo, in località Garino; date anche le criticità portate dalla realizzazione di due opere (una certamente per l'impatto di un sovrappasso, oltre a quello del sottopasso, che, come abbiamo visto, andrebbe ad impattare su un'area destinata attualmente su suolo agricolo); tenendo altresì conto dei disagi che ultimamente sono stati evidenziati anche da alcuni articoli di stampa per i cittadini durante l'esecuzione dei lavori; con questo ordine del giorno vorremmo impegnare la Giunta regionale a verificare i vincoli non eliminabili che hanno imposto di derogare all'altezza minima di cinque metri (dunque perché non cinque metri, ma 3,20 metri?); valutare l'introduzione della fermata ferroviaria nel Comune di Vinovo, in località Garino, anche in sostituzione, eventualmente, agli attuali progetti previsti, al fine di ottimizzare le risorse economiche e ridurre gli impatti sul consumo di suolo; in ogni caso, qualora l'analisi di valutazione del rischio da parte di RFI non dovesse confermare una minimizzazione del rischio attraverso l'introduzione della stazione ferroviaria, si chiede di valutare la riduzione degli impatti degli attuali progetti, prendendo in considerazione l'eliminazione del progetto di costruzione del sovrappasso e il dirottamento di fondi precedentemente previsti nella realizzazione di un sottopasso di altezza adeguata, ovvero di 3,60 metri (l'altezza minima è 3,60, quindi dirottare quelle somme dal sovrappasso a un sottopasso di 3,60 metri); nell'estrema ipotesi di mantenimento degli attuali progetti, si richiede la revisione del progetto di viabilità annessa al sovrappasso e l'eliminazione della tratta di connessione tra la SP 140 e la SP 143, che resta estranea agli obiettivi dell'opera in questione, lasciando pertanto solo temere che possa essere d'impulso per una nuova, ulteriore urbanizzazione dell'area agricola adiacente (come spesso accade, si realizza una strada, ma viene compromessa un'area e poi si costruisce).
Queste sono le richieste che avanziamo alla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Intanto dichiaro di voler sottoscrivere l'ordine del giorno, se è possibile (lo dico affinché rimanga a verbale).



PRESIDENTE

Sì, prego.



SARNO Diego

Ci tengo a sottolineare l'importanza di quest'ordine del giorno, e ringrazio il Capogruppo Bertola per aver scritto quello che in molti pensano (almeno fra chi si occupa un po' di quella zona). Aggiungerei due ulteriori elementi, senza prendere troppo tempo.
Il primo credo l'abbia annunciato anche il primo firmatario, il presentatore dell'ordine del giorno: quel passaggio a livello è tra i più pericolosi in Italia. Non è stabilito da Diego Sarno, né tantomeno da Giorgio Bertola, quanto da RFI e dagli studi che si sono fatti in merito.
Tra l'altro, lì di fianco è ubicata una scuola; scuola che vede l'uscita dei ragazzi su un cortile, ma che vede anche l'attraversamento di quei ragazzi proprio nel passaggio a livello. È un passaggio a livello dotato di protezione, ma è particolarmente insicuro. Lo dico perché è un bene che tra il piano stipulato con l'Assessore Gabusi e il territorio questa sia stata riconosciuta come priorità e i soldi siano arrivati.
Tuttavia, al netto di quello che ricordava molto bene il collega Bertola la richiesta è stata fatta per quell'altezza del sottopasso - un amministratore di buona volontà regionale a RFI che dice "mi avete chiesto quello, per cui pago quello", avrebbe risposto diversamente. Perché delle due, l'una: o si fa una pressione tale perché RFI dia un contributo in più per migliorare la situazione, perché sotto quel passaggio a livello non solo non ci possono passare i mezzi pesanti, ma neanche alcuni mezzi di primo soccorso, come gli automezzi dei vigili del fuoco.
Lì non ci possono passare! Stiamo costruendo un sottopasso dove i mezzi di soccorso non ci passano! Capisco la fatica alle 17.30 del pomeriggio, ma questa è la notizia: sotto quel sottopasso i mezzi di soccorso non passano. E per passare da una parte all'altra devono passare su una sopraelevata o fare un giro molto più lungo e passare da via Debouché, che è un viale, una strada molto lunga e si pu percorrere a velocità sicuramente più sostenuta perché ha due corsie, ma il tempo aumenta.
Ripeto, mi aspettavo che l'Assessore Gabusi e il Presidente Cirio si sedessero di nuovo con RFI e chiedessero di aumentare il contributo. Non lo si fa? Bene, la Giunta regionale si prende il compito di finanziare quell'opera per migliorarla. Un buon amministratore dovrebbe fare questo.
Alla richiesta di tutto questo, la risposta a oggi - poi speriamo che oggi la risposta sia positiva, quindi spero che l'ordine del giorno venga approvato - è "RFI ha detto così e così è." Non mi sembra una buona risposta, indipendentemente dalla parte politica.
C'è un problema oggettivo che bisogna risolvere, perché se iniziano i lavori (che dureranno due anni) e poi abbiamo un'opera come l'ha descritta il collega Bertola, capite che stiamo facendo un errore e che non stiamo contribuendo a risolvere la situazione.
Questo è il tema ed è il motivo per cui ho sottoscritto e sostengo l'ordine del giorno.
Ringrazio nuovamente il collega Bertola per averlo scritto e depositato e per aver ottenuto la discussione oggi in Aula.



PRESIDENTE

Chiedo se ci sono altri interventi sull'ordine del giorno n. 1672.
Non essendovi richieste, dichiaro chiusa la discussione generale e chiedo il parere della Giunta.
Ha chiesto la parola l'Assessore Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In merito all'ordine del giorno di cui stiamo discutendo, l'Assessore Gabusi ci scrive che ritiene di esprimere parere negativo, dopo aver fatto valutazioni con i soggetti territorialmente competenti che rappresentano democraticamente gli interessi dei territori che amministrano.
Ho letto testualmente.



PRESIDENTE

Chiedo se vi siano dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Ho troppa stima e rispetto dell'Assessore Gabusi, oltre che dell'Assessore Marrone, che in questo caso è portavoce incolpevole, per fare delle battute che magari potrebbero risultare spiacevoli. Questo parere mi ricorda un po' il Conte Mascetti del film "Amici miei".
Siamo dispiaciuti, perché la questione a livello territoriale è importante ha animato e anima le discussioni nel Comune di Vinovo, ma anche nel Comune di Nichelino, relativamente ai disagi che questi lavori possono provocare quindi è una questione che, a livello territoriale, è sentita. Inoltre attiene in generale al corretto utilizzo delle risorse, oltre al fatto di evitare consumo di suolo.
Non ho dubbi che l'Assessore si riferisca e parli con persone che rappresentano il territorio, con la correttezza dei procedimenti democratici, perché se si leggesse al contrario, vorrebbe dire che l'Assessore parla con delle persone democraticamente non deputate a prendere decisioni nostre. Quindi, è un'ovvietà.
Prendiamo atto con dispiacere di questo parere. Chiaramente poi ne prenderanno atto tutte le persone che su questo tema si sono attivate e impegnate, anche come singoli cittadini, per trovare una soluzione migliorativa rispetto a questo progetto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Non entro nel merito della risposta dell'Assessore Gabusi, però chiedo vista la notevole risposta, se è possibile averla per iscritto, per avere un insegnamento profondo di come si può rispondere a una questione posta.
Pertanto chiedo, Presidente, se è possibile averla per iscritto. Lo dico a verbale, essendo la prima volta che mi succede, perché non è un'interrogazione, ma è un parere. Credo, però, che anche i pareri vengano in qualche modo formalizzati.
Mi piacerebbe avere il verbale scritto della seduta relativamente alla risposta dell'Assessore Gabusi. È una risposta talmente compiuta da poter essere presa come esempio per le prossime volte.
Grazie.



PRESIDENTE

C'è la resocontazione stenografica del verbale. Non ci sono atti scritti perciò dal resoconto stenografico si può poi ricavare il parere sull'ordine del giorno che ha letto l'Assessore Marrone, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Non vi sono ulteriori richieste d'intervento.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1672, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Chiedo ai Capigruppo come regolarci, perché oggi le intenzioni sono cambiate almeno sei o sette volte.
Proseguiamo con la mozione n. 1696? Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la Consigliera Frediani ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
So che sono un atomo isolato e forse dovrei farmi ricavare un soppalco per distinguermi, però non mi risulta nessun accordo, al di là del fatto di votare l'ordine del giorno del Consigliere Bertola, "avanzato" dalla scorsa seduta.
Non mi risulta veramente, infatti avevo chiesto una pausa per poterci confrontare con gli altri Capigruppo per capire in quale contesto si sia svolto l'accordo ulteriore, perché me lo sono perso.



PRESIDENTE

Ricordo a tutti i Consiglieri che a inizio seduta, oltre ad avere approvato, in elenco, nuovi ordini del giorno, c'era anche la richiesta del Consigliere Bertola, già assodato, di discutere l'ordine del giorno sulla tratta ferroviaria di Vinovo; la mozione Stecco; l'ordine del giorno proposto dal Consigliere Martinetti e l'ordine del giorno Magliano n. 1695.
Questi erano.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) C'era anche uno mio ma.



PRESIDENTE

No, loro erano già inseriti e hanno chiesto di trattarli.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No, no, il suo è un inserimento, ho sbagliato io. Magliano era inserimento Frediani inserimento; Sarno inserimento, mentre Bertola, Martinetti e Stecco chiedevano la discussione, già in calendario, con la precisazione che il documento di Bertola era già in calendario al primo posto. Chiedeva solo, come si sta svolgendo, di trattarlo nella giornata odierna.
Mi sembra che i Capigruppo abbiano concordato di sospendere il disegno di legge n. 225 dell'Assessore Chiorino.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non erano inserimenti, erano solo discussioni dell'ordine del giorno già in discussione oggi.
Consigliere Stecco, vuole relazionare sulla mozione n. 1696?


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame mozione n. 1696 presentato da Stecco, Poggio, Preioni, Mosca Nicotra, Zambaia, Cane, Gavazza, Cerutti, Gagliasso e Marin, inerente a "Istituzione cabina di regia inter-istituzionale per ottimizzare le misure di erogazione di servizi socio-sanitari delle aree interne e disagiate"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1696, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stecco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
La mozione riguarda un tema molto importante che è un'emergenza un'emergenza che attanaglia le aree interne, le aree disagiate maggiormente che altre aree.



(Brusìo in aula)



STECCO Alessandro

Presidente, non sento, posso sospendere un attimo perché.
Presidente, se posso proseguire.



PRESIDENTE

Collega Stecco, ripeto anche a lei quello che ho detto ad altri: da dopo la trattazione dei question time, il movimento trasversale, maggioranza opposizione, nel chiacchiericcio è comune. Sto lavorando da ore a questo livello. O aspetta il silenzio assoluto, ma non avverrà mai, dovuto anche al fatto che gli spazi sono ridotti, perché non siamo nell'aula consiliare per cui il normale chiacchiericcio rimbomba di più...
Guardi, ci sono i Consiglieri Gallo, Frediani, Magliano, Sarno con Martinetti che...
Preioni parla da solo, Biletta ride, Riva Vercellotti sbatte pugni Bongioanni ride.
Tutto questo, però, dovete pensare che fa rumore.
Consigliere Stecco, non si preoccupi, nel microfono si sente e viene registrato in modo corretto, perché l'audio funziona molto bene.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
La mozione riguarda un tema molto importante che sta diventando una vera e propria emergenza. Il tema attanaglia le aree interne e disagiate di cui il Piemonte è molto ricco, essendo una regione, dal punto di vista orografico caratterizzata da valli, montagne e tanti piccoli e medi Comuni. Questo determina il fatto che, anche rispetto al panorama italiano, il tema delle aree interne, delle aree montane e di chi vive in questi contesti sia un tema maggiormente sentito.
Oltre a questo, la popolazione del Piemonte è generalmente molto anziana per cui questi due fattori portano carichi maggiori rispetto ad altre Regioni; carichi maggiori che si sentono ulteriormente in questo periodo dove sono carenti, per esempio, figure mediche, infermieri o personale sanitario di vario tipo. Mancano dappertutto, ma mancano di più laddove è più difficile raggiungere gli ospedali o in territori dove è più difficile pensare di andare a lavorare, oltre che vivere.
C'è uno spopolamento in atto nelle montagne, come voi sapete. Infatti l'accordo di partenariato 2014-2020 per l'Italia definisce l'approccio volto ad affrontare le sfide demografiche delle Regioni e a rispondere a esigenze specifiche di aree geografiche caratterizzate da gravi e permanenti svantaggi naturali e demografici.
È in questo contesto che si inscrivono queste aree interne, cioè quella parte maggioritaria del territorio italiano caratterizzata dalla significativa distanza dai centri di offerta di servizi assistenziali essenziali. In questo, c'è anche il problema di arrivare ad avere servizi di ambito sanitario.
Ciò che avviene è che, in Piemonte, il 15% circa della popolazione (quindi non stiamo parlando di poche persone, ma di un numero importante di cittadini) vive in aree interne definite intermedie, periferiche e ultraperiferiche. Naturalmente, quelle ultraperiferiche vedono un numero minore di Comuni, 11, quelle periferiche 116 e quelle intermedie 378.
Tutto questo vuol dire che circa 500 mila persone - o 450 mila, a seconda di come li vogliamo calcolare - hanno il problema di vivere in contesti molto belli, ma poco serviti.
Questo è attenzionato da strategie nazionali e regionali che riguardano le aree interne, ma in effetti il tema sta diventando sempre più importante perché in questo momento sono in corso anche delle opportunità. Ci sono attuazioni che avvengono grazie all'azione della Regione, oltre che del Governo. La Regione, attraverso l'Assessorato alla sanità - vedo l'Assessore Icardi, che ringrazio per la sua presenza in questo momento sta dando delle opportunità per il futuro attraverso il DM n. 77 l'applicazione della mappa di come funzionerà l'assistenza territoriale, ma anche attraverso, per esempio, la sanità digitale e la telemedicina, che sono strumenti che permettono di accorciare le distanze, oltre che naturalmente, l'importante ruolo delle farmacie dei servizi in ambito di questi contesti, che potranno dare parte delle risposte, e le stanno già dando, con accordi che sono già in corso.
È chiaro che il tema principale oggi è che quelle persone che vivono in questo contesto sentono maggiormente la distanza chilometrica tra gli ospedali periferici, gli ospedali territoriali, gli ospedali un po' più vicini a loro. Il Piemonte è la regione che, rispetto alle altre nel resto dell'Italia, ha una maggiore media di percorrenza chilometrica tra le aree interne e il primo ospedale utile. Primo ospedale utile che non sempre è quello più fornito, perché dipende di che tipo di ospedale stiamo parlando.
In Piemonte, la media di percorrenza tra Comuni periferici, ultraperiferici e primo ospedale utile è di 32-52 minuti, che sono valori molto più alti della media italiana per i motivi che ho detto prima nell'introduzione.
I programmi oggi del PNRR, del DM n. 77 e l'istituzione di presìdi di comunità sul territorio che sono in progress con l'azione dell'Assessorato e della Regione, sono programmi importanti, ma serve, in qualche modo anche mettere insieme quelle che sono nell'immediato delle best practices già in corso attraverso alcune ASL più innovative di altre, che usano già questi strumenti, e che permettono di offrire dei servizi nell'immediatezza, anche laddove mancano le figure primarie della sanità come i medici di famiglia.
Ci sono esperienze importanti di telemedicina e di infermieri di comunità ci sono esperienze di avvicinamento con servizi maggiormente dedicati a chi vive in questi contesti. Sappiamo anche che in Piemonte, in tali aree mancano circa 100 medici di medicina e pediatri.
La Regione ha fatto tanti sforzi e messo in campo delle proposte come l'anticipazione dell'attività dei medici di famiglia già durante il corso di formazione, l'allargamento della platea di cittadini che sono serviti da questa attività e, ovviamente, l'infermiere di comunità, le farmacie dei servizi cui facevo riferimento prima e la telemedicina, oltre che esperienze molto importanti per i pazienti "orfani", coloro che in qualche momento non hanno il medico di famiglia perché ancora non è presente o perché è andato in pensione, ma vengono assistiti comunque in egual misura attraverso medici della continuità assistenziale.
Con queste tipologie di esperienze, che sono un po' ASL dipendenti, un po' a macchia di leopardo in alcuni contesti, qualche risposta nell'immediato e in una situazione emergenziale viene data e devo dire che c'è un grande sforzo in quella direzione. In un recente convegno che si è tenuto al Grattacielo della Regione un epidemiologo, studioso di questi dati, ha calcolato che se si continua così dal punto di vista epidemiologico, se si continua così tra denatalità e spopolamento (i giovani e le persone si spostano per mancanza di servizi), in queste aree interne il problema l'avremmo risolto fra 110 anni perché non ci vivrà più nessuno.
In realtà l'obiettivo di chi governa e di chi amministra è quello di rinforzare maggiormente, e già lo si sta facendo con diverse azioni strategiche. Insieme ai colleghi con cui abbiamo presentato questa mozione crediamo sia utile cercare di efficientare quello che si ha: le best practices, il task shifting che permette in molti casi, ma non viene applicato ovunque, all'infermiere di famiglia di supportarsi insieme alla telemedicina per dare delle risposte più complesse, laddove manca il medico.
Quando c'è un'emergenza e trattandosi di una materia complessa - purtroppo per noi l'abbiamo già vissuto un'emergenza e abbiamo visto la risposta molto efficace che la Giunta regionale, l'Assessore Icardi e il Presidente Cirio hanno dato con l'istituzione, all'epoca, del DIRMEI per combattere in modo trasversale e non monotematico le diverse competenze - i fatti suggeriscono che possa essere utile l'istituzione di una cabina di regia piuttosto che un'attività che possa essere iscritta dentro organi già esistenti. Una cabina di regia che possa essere dedicata per provare a dare in emergenza - e qui siamo in emergenza - delle risposte maggiori ai cittadini, efficientando quello che c'è, migliorando la percezione anche di quello che si può fare e di quello che si può ricevere in quelle aree creando di fatto un'attività mirata di coordinamento di questi aspetti.
Porto ad esempio quello che è stato fatto egregiamente a Coggiola, Comune tra il Biellese e il Vercellese, dove la telemedicina e l'infermiere di comunità hanno danno delle risposte che possono essere utili, magari, in altri contesti. Mettere insieme queste cose, oltre che studiarne altre potrebbe dare qualche risposta in più rispetto all'approccio istituzionale classico, fermo restando il grande lavoro che finora è stato fatto da tutti. Essendo sempre più complesso, probabilmente il problema si protrarrà per diversi anni.
Soprattutto nell'ambito di questi territori, vi è la carenza di medici, lo spopolamento, ma, contemporaneamente, anche il numero di malattie croniche di cui soffrono (nelle persone anziane il numero delle malattie croniche è sempre maggiore di uno, e spesso coabitano insieme), guardando anche la mortalità di chi vive nelle aree interne, che ha un'aspettativa di vita più bassa rispetto a chi non vive in un'area interna.
Dunque, occorre prendere dei provvedimenti cercando di mettere insieme i pezzi di questo puzzle molto complesso, e provare a istituire una struttura o una cabina di regia, tutto quello che la Giunta riterrà utile, in line naturalmente, a chi in questo caso detiene le deleghe alle aree interne ovviamente includendo la sanità, l'assistenza sociale e i settori coinvolti, affinché si efficienti al massimo questa risposta.
Questa è una proposta che nasce da un incontro anche multidisciplinare con tanti esperti che ne hanno parlato. La stessa UNCEM Piemonte e le Comunità montane chiedono ovviamente di poter in qualche modo...
Ecco, credo che si possa dare una risposta in questo senso, che possa essere utile negli anni a venire.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Per quanto ci riguarda, le intenzioni sono corrette, vanno nella stessa direzione che i Governi precedenti hanno definito nella strategia delle aree interne e nei programmi di coesione sociale, quindi non si può che essere d'accordo.
Emerge, però, la necessità di un approfondimento e, quindi, di una valutazione ulteriore. È una discussione che in parte abbiamo già affrontato in Commissione rispetto alla proposta di legge che ha come primo firmatario il collega Preioni, su medesimi obiettivi, per quanto riguarda le aree montane: è un'analisi che coincide.
Nello specifico rilevo due questioni, non certo per sollevare problemi, ma per affrontare insieme i passaggi e condividerne il percorso. In primo luogo, se componiamo una regia esclusivamente per le aree interne, oggi le aree interne in Piemonte sono quattro, sempre che la definizione di "aree interne" sia formale. Se invece le si vuole intendere come "aree disagiate", porzioni del territorio piemontese che vanno oltre la classificazione o l'elenco delle aree interne, forse dobbiamo utilizzare definizioni differenti. Questa è la prima questione, che però ritengo significativa. Per esempio, sono stati candidati altri quattro territori a essere inseriti nella strategia nazionale delle aree interne, perché hanno medesime caratteristiche, ma non sono ancora aree interne. Questo è un tema.
La seconda questione che poniamo è la seguente: ci sfugge la relazione tra la IV Commissione sanità o la VII Commissione (Enti locali), che ha competenze in materia, e questa cabina di regia. Noi crediamo che negli indirizzi di quest'ordine del giorno (indirizzi a favore della Giunta) si debba prevedere l'inserimento anche del Consiglio regionale in questa cabina di regia, fosse anche - questa è la proposta alternativa - da intendere come obbligo di venire in Commissione congiunta VII e IV per presentare una volta all'anno l'esito dei lavori.
Volevamo porre all'attenzione del primo firmatario queste due esigenze e chiediamo un approfondimento in merito.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Concordo sul fatto che si debbano distinguere le aree identificate per un certo tipo di progettualità, che sono quelle cui faceva riferimento appunto, il Consigliere Ravetti: nel titolo della mozione, infatti, abbiamo scritto "aree interne e disagiate".
Anche nella classificazione dei Comuni tra intermedi, periferici e ultraperiferici, che è quella cui ho fatto riferimento io, in termini di tempi di percorrenza rispetto al principale presidio più vicino (mappe che sono a disposizione della Regione), riteniamo che possano essere identificate in un successivo atto (chiaramente, calcolate meglio rispetto a un atto d'indirizzo) le aree di possibile intervento.
In qualità di proponente della mozione, la proposta di inserire nel testo la ricorrenza di un passaggio in Commissione congiunta VII e IV mi trova perfettamente favorevole.



PRESIDENTE

Se intende modificare il testo, può avvicinarsi al banco della Presidenza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Chiedo di sottoscrivere l'atto del collega.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Stecco.



STECCO Alessandro

Nel mio precedente intervento ho già anticipato un emendamento che insiste sul secondo capoverso (nello specifico, c'era un piccolo refuso, nel senso che era saltato un numero), per cui considero già illustrato l'auto emendamento che riguarda il numero dei Comuni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Fava; ne ha facoltà.



FAVA Mauro

Vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Stecco.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altri Consiglieri che intendono sottoscrivere il documento? Se non ci sono altre richieste, chiedo il parere della Giunta sulla mozione n. 1696.
Prego, Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ci sarebbe da fare un'integrazione, perché vedo che alla seconda riga del secondo capoverso del dispositivo è scritto "affinché tale cabina di regia o strutture dipartimentali si riunisca con altri enti, istituzioni come UNCEM e ANCI". In realtà, chi rappresenta di più è UNCEM, che riguarda i piccoli Comuni delle zone interne, che qui non è citato.



(Commenti della Consigliera Canalis)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

È l'ANPCI, presieduta da Franca Biglio. Scusate, prima ho sbagliato, quindi ringrazio la Consigliera Canalis che mi ha corretto.
Quindi, bisogna aggiungere anche l'ANPCI; per il resto, il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie. Quindi, lo aggiungiamo.
Il parere dell'Assessore è favorevole, con le modifiche richieste.
Nell'impegno è stato inserito che annualmente siano informate le Commissioni IV e VII e che le cabine di regia o strutture dipartimentali si riuniscano con altri enti e istituzioni come UNCEM, ANCI, le Province e ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni).
Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, per specificare rispetto alle modifiche al testo.
Prima questione: informare vagamente, più o meno quando viene bene, non basta. Noi vorremmo un confronto in IV e VII Commissione congiunte almeno una volta all'anno. Il ruolo è di supporto e di nient'altro, quindi forse sarebbe meglio utilizzare un sinonimo di "supporto" per evitare di dare il messaggio che in quel consesso si possa decidere qualcosa o si possano orientare delle scelte, altrimenti faremmo venir meno il ruolo di altri soggetti che su questa materia hanno delle competenze e delle responsabilità specifiche, ad esempio le Commissioni stesse. Di conseguenza, la prima questione riguarda la cadenza annuale del confronto di una cabina di regia con le Commissioni per ulteriori analisi rispetto alle azioni della Regione. In tal senso, la parola "supporto" francamente mi sembra un po' troppo vincolante.
Inoltre, la Regione Piemonte ha un rapporto formale con gli Enti locali attraverso il CAL. Non c'è altro, c'è il CAL, che ha una funzione di cui non possiamo dimenticarci. Pertanto, onde evitare un elenco infinito di soggetti che possono essere invitati ai lavori di questa cabina di regia noi ci sentiremmo di consigliare una modifica che tenga dentro tutti, senza però dimenticare il ruolo istituzionale del Consiglio delle Autonomie Locali regionali.
Così facendo, ci sentiamo di votare favorevolmente; diversamente manterremo i nostri dubbi.



PRESIDENTE

Ricordo che il CAL viene interpellato sulle leggi, non sul parere di altri e non ha la funzione di lavorare all'interno della cabina di regia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Magari possiamo sospendere per non fare questa discussione in streaming.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Volevo fare un breve intervento per dire che, come Lega, essendo una mozione presentata dal nostro Presidente di Commissione e concordata con l'Assessore alla sanità, non possiamo che essere favorevoli, perché è una cabina di regia che va a verificare le criticità nelle zone più fragili e più in difficoltà, dove le distanze e il chilometraggio sono maggiori.
Pertanto, è assolutamente fondamentale, anche perché, purtroppo, alcuni studi ci dicono che le aree montane, se non s'interviene e se non forniamo loro i servizi, nei prossimi 100 anni diventeranno in gran parte, se non totalmente, spopolate. Noi non vogliamo popolarle con gli immigrati clandestini, perché abbiamo altre idee per il futuro delle aree montane.
Vogliamo cercare di dare risposte a queste persone, perché, nonostante siano poche, hanno bisogno di attenzione. Parlo come amministratore di lungo corso di un Comune di montagna, quindi ho ben chiaro di cosa sto parlando.
Siamo in un momento dove tra PNRR e creazione (più che revisione) della sanità territoriale, si sta decidendo il futuro. La materia è anche interconnessa un po' con la legge, a mia prima firma, che prevede un aumento economico importante per medici e infermieri. Difatti, ai medici vogliamo dare 800 euro in più e agli infermieri 350 euro in più, seppure lordi, in queste aree. Questo non riguarda gli infermieri, non riguarda i medici, riguarda un'altra serie di servizi sempre in ambito sanitario.
Avere, quindi, una cabina di regia ad hoc per le aree montane e per le aree interne, ma non nel senso di aree interne istituzionalizzate, che sono oggetto della Strategia nazionale aree interne, ma nel senso di aree con difficoltà, è essenziale, perché alcune vallate sono fortunatamente ricche di turismo, ma magari distano un'ora da un presidio sanitario o hanno una carenza di servizi sanitari e sociali.
Siamo contenti e soddisfatti di avere un gruppo di lavoro che possa studiare e intervenire puntuale rispetto a questi territori fragili.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ammetto i miei limiti, ma non riesco a capire cosa sia questa cabina di regia: non riesco a capire che tipo di soggetto sia, non riesco a capire chi la componga.
Vedendo che si prevede un'interazione con altri enti e istituzioni, per cui mi sembra di capire che, di conseguenza, i soggetti rappresentati negli altri enti e istituzioni sono interlocutori e non membri della cabina di regia.
Se parliamo di un gruppo di lavoro, immagino che esponenti di enti e istituzioni citati (UNCEM, ANCI ecc.) facciano parte della cabina di regia se invece diciamo che la cabina di regia interloquisce con loro, vuole dire che loro sono esterni, per cui mi chiedo chi c'è in questa cabina di regia? Regia di cosa? Mi sembra un atto un po' vago, che poi magari non troverà neanche attuazione, perché sappiamo che spesso mozioni e ordini del giorno, essendo anche a quasi fine legislatura, quindi non riesco a immaginare un seguito per questo atto.
Mi sembra un po' fumoso. Considerando che per Azienda Zero c'è stato un iter che ha fortemente coinvolto il Consiglio (abbiamo partecipato sia in Commissione sia in Aula), qui, istituire un soggetto con una natura indefinita, con partecipanti ignoti, con un ruolo che, come diceva bene il Consigliere Ravetti, non dovrebbe essere un ruolo decisionale.
Mi chiedo che tipo di ruolo vogliamo dare a questa cabina di regia.
Il ruolo della cabina è strettamente legato a chi la compone, per cui mi sembra uno strumento che, potenzialmente, potrebbe essere anche un po' pericoloso, tra virgolette, perché se si va a parlare in quella cabina di regia o adesso, come ha detto il Consigliere Preioni, gruppo di lavoro (che è un'altra cosa comunque) di politiche che devono essere attuate in aree montane, in aree marginali, in aree disagiate (chiamiamole aree interne o come volete), credo che il Consiglio sia la sede in cui svolgere questa attività.
Non riesco davvero a comprendere il ruolo e la natura di questo soggetto.
Mi sembra che ci siano insidie che magari adesso non cogliamo, ma rispetto alle quali potremmo non avere più possibilità d'intervento se si va poi ad approvare la mozione e se viene dato seguito con un atto di Giunta, per cui il Consiglio viene tagliato fuori, se non magari per un parere, come richiesto dall'emendamento del Consigliere Ravetti.
Chiederei di sospendere e magari confrontarci in Commissione per comprendere bene cosa intenda il Consigliere Stecco con la definizione "cabina di regia", perché normalmente è una definizione che si usa quando si fanno parlare tra loro, quindi una regia fra diversi soggetti. Qui i soggetti citati sono tutti esterni, quindi mi chiedo chi coordini questa cabina di regia.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo atto d'indirizzo proviene sempre dalla parte politica che ha iniziato questa legislatura al grido di semplificazione, ma che in quattro anni e mezzo non ha saputo far altro che costruire strutture su strutture e aggiungere anche numerose norme di legge all'apparato legislativo regionale. Quelli della semplificazione e quelli che portavano al macero le leggi.
Al di là di questo, che comunque mi pareva giusto sottolinearlo, capisco le esigenze politiche di determinati Consiglieri.
È intervenuto anche il Capogruppo della Lega per sottolineare di nuovo la sua proposta di aumentare lo stipendio ai medici e alle infermiere delle aree montane, ma su questo poi ci esprimeremo dicendo chiaramente: cari medici e cari infermieri piemontesi che lavorate in ospedali cittadini (Città della Salute, CTO, Ospedale di Vercelli, Ospedale di Alessandria Ospedale di Asti, Ospedale di Cuneo) per questa maggioranza e per questa Giunta regionale voi non meritate nulla. Questo lo ripeteremo e lo diremo ma al di là di questo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Colleghi, lasciate intervenire il Consigliere.



BERTOLA Giorgio

C'è qualcuno che merita 350 euro in più, 800 euro in più al mese - e siamo contenti - ma c'è qualcun altro che non merita nulla. Questo è quello che dice quella legge, ma ne parleremo quando sarà il momento di quella proposta di legge. Sono i numeri, sono i soldi: 350 euro contro zero, sono 350 euro contro zero.
Le opinioni sono tutte valide, poi i numeri sono numeri.
Al di là di questo, per tornare all'atto d'indirizzo - chiedo scusa per la digressione, ma mi è stata sollecitata dall'intervento del Capogruppo della Lega e quindi, se ho fatto riferimento, è perché lui ha fatto riferimento alla sua legge parlando di altro - quest'ordine del giorno, oltre a complicare ulteriormente tutto il quadro, dà indirizzi piuttosto vaghi per un una struttura che scavalcherebbe completamente le competenze del Consiglio.
Noi, quindi, come minimo chiediamo di riportare questo atto d'indirizzo all'interno delle Commissioni competenti (certamente la IV, ma anche la VII), per approfondirne i contenuti con, eventualmente, ulteriori modifiche da apportare. Diversamente, non potremo che esprimere un parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie.
Vuole intervenire, Consigliere Stecco?



STECCO Alessandro

Sì, sono dispiaciuto di non essere stato abbastanza chiaro nella mia esposizione. Mi scuso se non ho fatto capire bene, forse perché non ho usato bene il tempo.
Nella prima parte dell'impegno è ben scritto che una cabina di regia dà ovviamente il supporto e lo motivo, nel senso che, a mio avviso, è un termine assolutamente centrato, che sia in line con la Presidenza della Regione; che preveda all'interno, oltre alla sanità, anche l'ausilio di Azienda Zero, competenze derivanti dai settori di vari Assessorati (anche gli altri) e tutte le altre competenze delle varie materie che si ritengano di individuare con questo tipo di attività.
La cabina di regia deve avere la possibilità di interfacciarsi con una serie di istituzioni ed enti che, ovviamente, si può fare attraverso incontri, ma i depositari della risposta sono soprattutto loro e sono, in particolare, UNCEM e altri enti che sono stati nominati.
Abbiamo anche chiesto, nello specifico, il supporto di IRES, che ha un settore che studia questa attività, oltre che il supporto delle Università perché ci sono degli aspetti che sono stati sviluppati negli atenei che possono essere utili.
Questa cabina di regia sostanzialmente assomiglia ad altre già esistenti.
Non si tratta di scavalcare alcunché, perché è una mozione, non è un progetto o un disegno di legge, è una mozione, che può essere modificata.
Ovviamente si può chiedere, come ha fatto prima il Consigliere Ravetti, di interagire sulla modalità di espressione o sulla migliore circoscrizione delle attività, magari che la Giunta riferisca annualmente l'esito delle attività svolte.
Questi sono gli aspetti che, secondo me, sono ben chiari; non vedo fumosità particolari, ma un'emergenza. L'emergenza di capire che dietro questa iniziativa c'è solamente uno stimolo a cercare di mettere insieme delle attività che possano, in qualche modo, dare una risposta maggiore. È una proposta che, come mozione, si fa abitualmente in Consiglio regionale. Se avessi presentato una proposta di legge, sarei passato ovviamente dalla Commissione e avremmo fatto un percorso diverso.
Questa è solamente una mozione, quindi è uno strumento più leggero. Me ne rendo conto. Non è una mozione che scavalca un organismo o un'attività di Consiglio. Siamo in Consiglio regionale, il luogo deputato a trattare le mozioni e gli ordini del giorno. Pertanto, non concordo con quanto è stato detto su quella parte evidenziata, ma concordo su una cosa: era importante portare all'attenzione che è possibile dare una risposta complessa a un problema complesso. È una proposta che può essere accolta, votata e non votata.
Personalmente, ribadisco l'importanza di doverla trattare oggi come una mozione, non ho voluto presentare una proposta di legge e appesantire il lavoro legislativo della Regione. Ho voluto semplicemente parlarne in Consiglio regionale perché è urgente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Stecco.
Non vedendo altre richieste d'intervento, possiamo mettere in votazione la mozione n. 1696 con le modifiche apportate dal presentatore, ossia che annualmente siano informate le Commissioni IV e VII e che venga inserito sul secondo capoverso dell'impegno, oltre UNCEM e ANCI, anche l'ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni).
Indìco la votazione palese la mozione n. 1696, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione

Esame ordine del giorno n. 1678 presentato da Martinetti, Disabato e Sacco inerente a "Istituzione tavolo su Finpiemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1678, di cui al punto 68) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente, e grazie anche per l'estensione del tempo.
Sarò brevissimo, perché è un argomento che abbiamo già affrontato in più di una discussione. Il Gruppo Movimento 5 Stelle chiede l'istituzione di un tavolo di lavoro su Finpiemonte, per garantire una maggiore trasparenza a cittadini e imprese, migliorando la gestione dell'ente stesso attraverso quella che noi auspichiamo sia una compartecipazione migliore, maggiore sana tra tutte le forze politiche.
Questo è quanto prevede il nostro ordine del giorno. Il tessuto produttivo della nostra Regione merita una società finanziaria all'altezza delle importanti sfide che lo attendono. Purtroppo non è sempre stato così.
Nell'ultimo periodo continuano a susseguirsi segnalazioni di imprese che lamentano tempi eccessivamente lunghi e una difficoltà di confrontarsi con l'ente.
Non sto a ricordare tutto quello che è successo in questi quattro anni dalle dimissioni dell'allora direttore Milanesio, poi ritirate, poi di nuovo rassegnate e i vari Presidenti che si sono susseguiti, fino ad arrivare anche a quella che per noi è stato veramente una cosa ingiusta cioè l'epurazione del Consigliere (noi la consideriamo tale) nominato dalle opposizioni.
Non ultimo, questa estate si è verificata una vicenda che ha dei contorni definiamoli sentimentali, ma che ha attirato l'attenzione, anche per essere balzata all'onore delle cronache: gli importanti fondi che sono stati attribuiti a una società tramite un bando che è stato chiuso poi riaperto poi richiuso. Noi crediamo che un tavolo di lavoro contribuisca a fare piena chiarezza su questo ente e su alcuni punti che a noi sembrano ancora oscuri.
Noi siamo disposti a lavorare, come abbiamo sempre fatto fin da subito senza pregiudizi né preconcetti e ci auguriamo che anche le altre forze politiche rappresentate in Consiglio regionale facciano altrettanto.
Sappiamo che è un argomento piuttosto scomodo e anche divisivo.
Per questo, chiediamo il voto segreto per scheda.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
A integrazione di quanto detto dal collega, richiedo la votazione ai sensi dell'articolo 74, comma 3, del Regolamento interno del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Rammento che l'articolo del Regolamento che lei ha citato prevede che la richiesta debba essere avanzata da un sesto dei membri dei Consiglieri perciò otto Consiglieri che fanno richiesta, ai sensi dell'articolo 74 comma 3, di votazione segreta con deposito di scheda.
Invito i Consiglieri che si associano alla richiesta ad alzare la mano.
Va bene, ci sono gli otto Consiglieri; gli Uffici ne hanno preso nota (tutti Consiglieri di minoranza).
Vi sono altri Consiglieri che intendono intervenire in merito all'ordine del giorno n. 1678 del Consigliere Martinetti? La scheda recita: "Votazione a scrutinio segreto, con deposito di scheda ai sensi dell'articolo 74, comma 3, del Regolamento interno del Consiglio regionale. Ordine del giorno n. 1678 'Istituzione tavolo di lavoro su Finpiemonte'".
Potete crocettare "sì" oppure "no"; se volete astenervi non scrivete niente, ripiegate la scheda e la mettete nell'urna.
Invito i Commessi d'aula a distribuire le schede.
Invito i Consiglieri Segretari Mosca e Gavazza a presidiare l'urna.
Il Vicepresidente Graglia effettuerà l'appello nominale.
Essendo l'ultima votazione, lo spoglio lo faremo in diretta, per cui attendete un attimo l'esito (se uscite dall'applicazione non potrete votare, dal momento che certificate l'uscita a un certo orario).



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Capisco che abbiate fretta, ma sono le ore 18.35, c'è ancora il sole alto nel nostro cielo, abbiamo ancora 25 minuti di lavoro abbondanti.
Indìco la votazione a scrutinio segreto, mediante deposito di scheda sull'ordine del giorno n. 1678, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Invito il Vicepresidente Graglia a effettuare l'appello nominale.



(Il Vicepresidente Graglia effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.



(Il Presidente Allasia effettua lo spoglio delle schede)



PRESIDENTE

Al termine dello scrutinio, risultano 12 "no" e 21 "sì" in merito all'ordine del giorno n. 1678.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Mozione n. 1684 presentata da Rossi, Valle, Sarno, Avetta, Salizzoni e Gallo, inerente a "Avvio dell'iter per il bando di assegnazione per il riutilizzo sociale del Castello di Miasino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame della mozione n. 1684, inerente a "Avvio dell'iter per il bando di assegnazione per il riutilizzo sociale del Castello di Miasino", di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Non racconterò nuovamente la storia di questo bene confiscato, perché in quest'Aula lo abbiamo fatto già diverse volte, la prima volta nel lontano 2014.
La mozione però torna su tale argomento, perché c'è un tema che mi sta a cuore e, sono certo, condiviso anche da tutte le forze politiche. Il tema riguarda la tempistica di riassegnazione sociale di questo bene.
La Regione, nel 2016, scrisse all'Agenzia nazionale per farsi assegnare il bene e poter effettuare i lavori di ristrutturazione. La Regione ha messo a bilancio un milione di euro circa per questi lavori che, per una serie di motivi che non sto a riprendere, purtroppo sono partiti solamente nel 2023.
Pertanto, sono passati diversi anni da quando la Regione ha espresso una volontà, prima politica e poi amministrativa, poi ha stanziato le risorse necessarie, ma soltanto nel 2023 sono partiti i lavori.
Visto che i lavori sono solamente una parte del lungo percorso che porterà all'assegnazione alla collettività del bene, che cosa si chiede con questa mozione? Si chiede che, nelle more dei lavori di ristrutturazione e nel tempo dedicato ai lavori per gli impianti e per le opere murarie, gli Uffici lavorino già al bando per il riutilizzo sociale, affinché nei mesi successivi alla chiusura dei lavori si possa immediatamente passare all'assegnazione alla collettività. È un gesto importante, Presidente perché non possiamo permetterci di far passare altro tempo e non possiamo permettere che passi il messaggio deleterio per le nostre comunità, ossia che quando arriva lo Stato, l'economia si ferma.
Noi, invece, abbiamo bisogno di dare un messaggio completamente opposto: quando arriva lo Stato, le cose funzionano e funzionano anche in fretta.
È assolutamente prioritario che il Castello di Miasino torni a generare cultura, economia, comunità, ma in maniera pulita. Per fare questo, oltre che sistemarlo dal punto di vista delle opere, occorre che sia effettivamente assegnato a chi, della società civile, vorrà partecipare al bando.
La mozione chiede alla Giunta di utilizzare i mesi che ci sono davanti per bandire il bando e fare in modo che, appena finiti i lavori, si possa consegnare il Castello alla collettività.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto convintamente l'atto d'indirizzo e lo voterò convintamente in modo favorevole.
Ero presente il 19 febbraio 2016, come Presidente della Commissione Legalità, alla riassegnazione di quel bene alla collettività, alla restituzione di quel bene alla Regione Piemonte. Ricordo che ebbe un percorso travagliato, perché si tratta di un bene già sequestrato alla criminalità organizzata e poi assegnato a una società che svolgeva un'attività commerciale (organizzava matrimoni), società che poi si scoprì essere collegata alla stessa organizzazione criminale. È stato riconfiscato e infine, dopo molto tempo, lo Stato lo ha affidato alla Regione Piemonte.
Quel giorno erano presenti le massime autorità, anche nazionali: era presente il Procuratore Nazionale Antimafia e l'allora Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi. Mette già tristezza il fatto che, a ottobre 2023, si parli ancora di quel bene dicendo che ancora non sono finiti i lavori.
Avere un bene così importante - oltretutto, è un posto incantevole in un contesto incantevole - e pensare che dopo anni non è ancora stato riassegnato in toto alla collettività per un suo utilizzo, certifica una sconfitta da parte delle Istituzioni. Pertanto, bene che si proceda verso una veloce ultimazione dei lavori e soprattutto che, contestualmente, si riesca ad assegnare quel bene per far sì che questa triste vicenda si chiuda nel migliore dei modi e nel minor tempo possibile.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Perugini; ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Sicuramente la mozione, dopo tutte le premesse narrate anche dai colleghi cerca di accelerare i tempi di assegnazione. Dopo esserci confrontati come parte novarese, visto che insiste sul territorio novarese, ma anche con la condivisione del nostro Gruppo, con il primo firmatario vorremmo emendare il dispositivo, proprio per dare un contributo di concretezza.
Il dispositivo originario recita: "Impegna la Giunta affinché provveda ad avviare con la massima tempestività l'iter per il bando di assegnazione per il riutilizzo sociale del Castello Miasino, affinché venga giudicato in concomitanza nei mesi immediatamente successivi al termine dei lavori di ristrutturazione del bene". Abbiamo fatto una riflessione e ci pare un po' aleatorio e probabilmente mette anche in difficoltà, dal punto di vista degli atti certi, gli Uffici, per quanto ci sia una bontà di finalizzarlo il più velocemente possibile.
La nostra proposta riguarda il secondo "affinché". Rimane inalterata la prima parte "Si provveda con la massima tempestività affinché il bando medesimo", ma la modifica è "venga pubblicato entro 30 giorni dalla data dichiarata di fine lavori per la ristrutturazione del bene".
Questo significa che gli Uffici potranno lavorare per disporre un bando d'assegnazione e nell'imminenza della fine dei lavori, non appena questa sarà dichiarata, ovvero depositata, si chiede, qualora dovessero perfezionare la pubblicazione, che venga pubblicato questo bando di assegnazione nei 30 giorni immediatamente successivi. Pertanto, possono lavorare oggi e avere una data certa.
Questo rappresenta un ulteriore elemento di concretezza, perché l'eventuale assegnatario, caro collega Rossi, potrà prendere visione del bene terminato e concluso.
Questa è la nostra proposta. La porto a mano al banco della Presidenza e se lo vorrà accogliere, il nostro gruppo voterà favorevolmente.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Se il primo firmatario accetta la modifica, dovrebbe venire a sottoscriverlo.
Prego, Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Sì, accogliamo le modifiche e veniamo a sottoscriverlo al banco della Presidenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Nel frattempo, qualche Consigliere intende intervenire in merito alla mozione? Sono state sottoscritte le modifiche proposte dal collega Perugini: "La Giunta regionale del Piemonte provveda ad avviare con la massima tempestività l'iter per il bando di assegnazione per il riutilizzo sociale del Castello Miasino, affinché il bando medesimo venga pubblicato entro 30 giorni dalla data dichiarata di fine lavori per la ristrutturazione del bene".
Queste sono le modifiche accettate anche dal collega Rossi, primo firmatario.
Prego, Consigliere Perugini.



PERIGINI Federico

Grazie, Presidente.
Sottoscrivo la mozione così com'è stata emendata. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Letizia Giovanna

Grazie, Presidente.
Anch'io sottoscrivo la mozione.



PRESIDENTE

Ci sono altri colleghi che intendono sottoscriverla? Prego, Consigliere Marin.



MARIN Valter

Sottoscrivo anch'io, grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Giaccone sottoscrive.
Se sottoscrive tutto il Gruppo della Lega, anche chi è nell'Ufficio di Presidenza, ce lo concede?



ROSSI Domenico

Sì.



PRESIDENTE

Sottoscrive anche la Consigliera Frediani.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1684, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Sono quasi le ore 19 e la chiusura dei lavori era prevista per le ore 19.
Non essendovi altri punti all'o.d.g. da esaminare, sospendiamo i lavori del Consiglio, che sarà riaggiornato alla prossima settimana.
Nella Conferenza dei Capigruppo sarà stilato l'o.d.g. di lavori della prossima settimana.
Auguro a tutti una buona serata.
Grazie, buona serata e buon lavoro.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.57)



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