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Dettaglio seduta n.269 del 12/09/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.38 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.
Come recita il Regolamento agli articoli 99 e 100, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
1467 presentata dal Consigliere Daniele Valle, a cui risponderà l'Assessore Chiara Caucino.
Chiedo agli Assessori che rispondono alle interpellanze di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione, prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo che per le interrogazioni a risposta indifferibile e urgente è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per due minuti e la risposta del componente della Giunta per tre minuti e non è prevista la replica dell'interrogante.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1467 presentata da Valle, inerente a "Case occupate abusivamente nel complesso di corso Racconigi, vie Revello/Chianocco/Foresto: quali azioni intende mettere in atto la Giunta?"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1467.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valle per l'illustrazione; ne ha facoltà per due minuti.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Mi riaggancio al titolo dell'interrogazione, che è molto semplice. È un complesso di case popolari, all'interno delle quali ATC sta svolgendo degli importanti lavori di ristrutturazione. C'erano anche delle difficoltà strutturali per dei lavori che erano stati fatti male alcune decine di anni fa e che hanno mostrato tutti i loro limiti in recenti accertamenti. Questo ha fatto sì che diversi di questi alloggi restassero vuoti - immagino per questioni di ristrutturazione o per altri motivi che ci illustrerà l'Assessore - e ha dato luogo a diversi fenomeni di occupazioni abusive con notevole disagio per i residenti.
Ci sono state operazioni di sgombero e, immediatamente dopo, ci sono state nuove occupazioni. Ci sono stati anche episodi di minaccia da parte di alcuni degli occupanti sia agli abitanti del complesso sia ai negozi del circondario. Non conosco la situazione in questo momento, ma, al di là di un aggiornamento, sarebbe interessante capire come si vuole gestire quel cantiere e queste situazioni di alloggi vuoti, per evitare che episodi simili si ripetano. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente Valle per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Chiara Caucino, che ha pertanto facoltà di intervenire per tre minuti.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della casa

Grazie, Presidente. Ringrazio il Vicepresidente Valle. La situazione attualmente è piuttosto tranquilla e noi riteniamo che sia monitorata. È stata allestita una guardiana diurna, anche con capacità di controllo notturno. Questa guardiana sicuramente impedisce che oggi possano esserci ulteriori occupazioni abusive. Del resto, come ha ben evidenziato il Vicepresidente Valle, ad oggi vi è in quel sito una costante presenza di importanti maestranze, perché i lavori sono stati avviati ormai da mesi.
Tutto ciò impedisce che ci siano, di fatto, delle occupazioni abusive permanenti. Quindi, oggi occupazioni abusive permanenti in quegli alloggi non sussistono. Può accadere che, nonostante tutto questo, nel recente passato ci siano state delle occupazioni transitorie da parte di soggetti che in modo sporadico entrassero nella struttura al piano superiore. Si tratta, però, di alloggi e di spazi dove non c'è alcun tipo di fornitura quindi non c'è acqua, non c'è luce, non c'è riscaldamento. Per cui si tratta veramente di intromissioni sporadiche.
Questi sono alloggi che erano già stati dotati di accessi blindati, ma oggi, per disincentivare ulteriormente anche questi casi sporadici di occupazione, si sta procedendo con la chiusura definitiva di tutti gli accessi con opera in muratura. Quindi, la situazione è assolutamente monitorata.
Vorrei ricordare che in corso Racconigi 25 abbiamo ben 8 palazzine; 6 di queste sono da tempo oggetto di lavori di efficientamento sismico ed energetico, grazie ai benefici del Superbonus 110. Si prevede la fine dei lavori al 31 dicembre di quest'anno. Abbiamo, inoltre, 2 edifici rimanenti uno dei quali verrà ristrutturato con i fondi PINQuA. L'impresa esecutrice è già stata selezionata e il cantiere sarà avviato nel mese prossimo (ottobre 2023) per avere termine entro il mese di marzo 2025. Il secondo ed ultimo edificio, invece, rientra nei finanziamenti CIPE e verrà aggiudicato nel mese corrente di settembre, per concludersi orientativamente nel mese di settembre 2025.
Questa è un'operazione complessiva molto importante e, alla fine di tutti questi lavori di riqualificazione, di ristrutturazione e di efficientamento, avremo la possibilità di soddisfare l'esigenza abitativa di ben 280 nuclei familiari e 50 famiglie che sono già proprietarie di alloggi in questi condomini.
Quindi, ritengo che la situazione attualmente sia monitorata e sotto controllo e che le azioni di salvaguardia delle strutture siano state messe in campo. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiara Caucino per la risposta e, nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni e interpellanze.
Alle ore 10 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 9.45 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 10.09 il Presidente Allasia constata la mancanza del numero legale e aggiorna la seduta di 30 minuti)



(La seduta inizia alle ore 10.54)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento comunico che sono in congedo i Consiglieri Cerutti, Cirio, Chiorino, De Marchi, Icardi, Lanzo, Leone Marrone, Protopapa, Ricca, Stecco e Tronzano.
Il numero legale è 21.


Argomento: Sicurezza sul lavoro - Commemorazioni

Cordoglio vittime incidente ferroviario Brandizzo


PRESIDENTE

Nella notte del 30 agosto scorso un dramma terribile ha scosso tutta la comunità piemontese, una tragedia immane che ha spezzato la vita di cinque persone che stavano semplicemente facendo il proprio lavoro.
Un assurdo incidente ferroviario, avvenuto nei pressi della stazione di Brandizzo, è costato la vita a cinque operai che lavoravano su quella tratta: Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli; Giuseppe Sorvillo, 43 anni di Brandizzo; Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, di Vercelli; Giuseppe Anversa, 49 anni, di Chivasso e Kevin Laganà, 22 anni, di Vercelli.
Confidiamo che venga fatta luce sulla responsabilità di questo disastro ed esprimiamo il più sentito cordoglio e la grande vicinanza del Consiglio regionale a tutte le famiglie delle vittime.
Chiedo ad ogni Consigliere di ricordarli con un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame disegno di legge n. 267, inerente a "Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2022, n. 7 (Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 267, inerente a "Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2022, n. 7 (Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia)", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla II Commissione il 26 luglio 2023. Relatore di maggioranza è il Consigliere Marin.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà.



MARIN Valter, relatore

Grazie, Presidente.
Farei una breve cronistoria. Il 30 maggio 2022 è stata approvata da questo Consiglio la legge regionale n. 7. A fine luglio 2022 il Consiglio dei Ministri ha deliberato un'impugnativa sulla stessa per quanto riguarda circa 29 articoli su un totale di 51.
Successivamente, sono stati fatti alcuni interventi per apportare le prime correzioni (tutti gli uffici regionali ne hanno preso visione), divenute poi definitive con l'approvazione del disegno di legge n. 236/2022.
Persistevano ancora alcune criticità su circa 21 articoli, poi esaminati e discussi in sede di II Commissione.
Tra l'altro, colgo l'occasione per ringraziare gli uffici della Giunta regionale e del Consiglio regionale per l'incredibile lavoro che è stato svolto sin dall'agosto 2022 e per la serietà con cui è stata affrontata questa tematica, certamente non facile, perché è materia complicata e in continua evoluzione.
A quel punto, è partita una serie di incontri con i vari Ministeri che avevano sollevato tali contestazioni - incontri a cui ovviamente ho partecipato - e si è arrivati a formulare una bozza di disegno di legge presso la dottoressa Galluccio del Ministero, che, articolo per articolo ha condiviso dove apportare le modifiche.
In tutto questo iter è stato anche utile prendere visione di due sentenze della Corte costituzionale: la prima riguardante una legge analoga della Regione Toscana, la seconda della Regione Puglia. Esattamente il 15 novembre, la Corte costituzionale si era espressa respingendo un ricorso a favore della stessa Regione; in quella sentenza si sono potuti cogliere alcuni spunti che riteniamo abbiano chiarito alcuni aspetti dello stesso disegno di legge n. 267. A fronte di questa disamina, le modifiche che sono state apportate e poi discusse in Commissione hanno di fatto portato il provvedimento oggi in approvazione a correggere ulteriori 14 articoli su 21.
Si è ritenuto, quindi, di lasciare sub iudice circa 7 articoli, che erano ancora motivo di contestazione e dove non si è sostanzialmente trovato un accordo con il Ministero. Si ritiene che questo sia necessario per fare chiarezza su alcuni aspetti, perché credo che qui non si tratti di stabilire chi ha ragione e chi ha torto, ma è indispensabile che vengano posti dei paletti qualora la stessa Regione Piemonte decida di intervenire su leggi analoghe di carattere urbanistico ed edilizio, dove il confine tra le competenze della Regione e quelle ministeriali è sottile.
Effettivamente, noi riteniamo - perlomeno io, come relatore - che il potere legislativo in materia urbanistica sia materia concorrente e quindi spetti alla Regione; chiaramente, la situazione è diversa qualora si intervenga in modo specifico in aree sottoposte a tutela, ai sensi del decreto legislativo 42/2004: in questo caso, occorre capire se è un parere che viene rilasciato dal Ministero, in caso di richiesta da parte della Regione, o se invece la stessa Regione Piemonte ha potere legiferante chiaramente nel rispetto delle normative riguardanti le aree vincolate dal punto di vista paesaggistico e ambientale, che sono leggi dello Stato, a cui chiaramente non si può derogare.
Ritengo che sia arrivato il momento giusto per approvare questo provvedimento, perché gli stessi Comuni, le imprese, gli artigiani e i professionisti ne avvertono la necessità. Si attende quindi l'approvazione di questo provvedimento o, eventualmente, quello che la Corte costituzionale riterrà di indicare su questi articoli qualora non venga ritirata l'impugnativa, perché in materia di edilizia urbanistica la chiarezza della norma è indispensabile per la certezza degli interventi che verranno attuati.
Spero che questa legge sia approvata nel più breve tempo possibile.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marin.
Do la parola alla Presidente Frediani, relatrice di minoranza.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Ricordava il Presidente Marina il lungo iter di questa norma, anzi della norma precedente che adesso viene corretta con ulteriori interventi contenuti in questo testo.
Si tratta di una materia molto tecnica; infatti abbiamo dovuto affrontarla a più riprese, coinvolgendo anche gli uffici. C'è stato anche un tavolo di confronto e devo rilevare che, da subito, abbiamo evidenziato le criticità che la legge n. 7 comportava. Abbiamo cercato di correggere quelle che, a nostro avviso, potevano risultare delle incongruenze rispetto alla normativa nazionale, soprattutto in ambito sanitario.
La discussione è stata lunga, abbiamo avuto un lungo confronto soprattutto in Commissione e, all'atto dell'approvazione, siamo riusciti a far passare qualche proposta delle opposizioni, ma evidentemente la norma non era ancora perfetta dal punto di vista delle osservazioni che poi sono state espresse anche dagli uffici dei Ministeri.
Ci siamo ritrovati nuovamente in Aula per affrontare in gran parte alcuni dei temi che già erano stati posti durante la prima discussione. I nodi più critici che sono rimasti sono quelli relativi al Ministero della Cultura e proprio rispetto a questi, attendiamo che ci sia un pronunciamento che possa dare definitiva chiarezza rispetto agli articoli che sono stati oggetto di impugnativa. Sugli altri, invece, sono intervenuti i correttivi contenuti nel provvedimento che andiamo oggi a discutere.
Quello che ci preoccupa di più, come diceva anche il Consigliere Marin, è la situazione di incertezza che attualmente molti cittadini stanno vivendo.
Immaginiamo che, anche all'interno dei Comuni, ci siano dei tecnici che si trovano un po' in difficoltà nel non sapere esattamente se questa norma alla fine riuscirà ad essere approvata - il che garantirebbe ai cittadini la certezza di aver eseguito degli interventi sulle abitazioni conformi alla normativa - oppure se ci sarà un'ulteriore incertezza e, di conseguenza, si sprofonderà nuovamente nella confusione.
Sappiamo che, nei mesi scorsi, ci sono state delle comunicazioni anche da parte dell'Assessorato, che hanno ribadito ai Comuni che la legge era in vigore. Però crediamo che questa comunicazione non abbia pienamente tutelato tutti i cittadini che avevano avviato degli interventi sulle abitazioni e che non sapevano se questi interventi fossero legittimati dall'esistenza di una norma. Pertanto, quello che auspichiamo oggi è che si riesca ad arrivare alla maggiore chiarezza possibile, sapendo però che ci sono ancora dei punti oggetto di analisi e che alcuni nodi non verranno totalmente sciolti.
Approfitto dell'occasione per comunicare la sottoscrizione degli emendamenti presentati dal collega Marello. Daremo un ulteriore contributo alla discussione, cercando di portare ancora delle proposte ed evidenziare alcuni aspetti che non riescono ancora a convincerci del tutto.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha ora la parola il relatore di minoranza, Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio, relatore

Grazie, Presidente. Buongiorno a lei e a tutti i presenti.
Il provvedimento di legge n. 267/2023, che siamo chiamati ad approvare in questa giornata, va visto non autonomamente, ma nel complesso di tutta questa vicenda - di cui il collega Marin è stato promotore, insieme alla Giunta che ha assecondato l'iniziativa di legge - che è partita nel lontano gennaio 2021. Quindi, a gennaio 2024 saranno passati 3 anni.
È una complessa vicenda che deve farci tenere presente la prima proposta di legge, la n. 125, che nel corso di tutto il suo iter confluirà poi in quella che sarà la legge n. 7/2022, - che è la legge madre, chiamiamola così, la holding di tutta questa vicenda - approvata nel maggio 2022. Pochi mesi dopo (siamo al 28 luglio del 2022) interviene l'impugnativa, per profili di incostituzionalità, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
È una prima tappa. Parliamo di 51 articoli - tanti erano gli articoli della legge n. 7 - dei quali 29 vengono impugnati. Quindi, è una legge che non viene soltanto capitozzata, ma viene sostanzialmente dimezzata. E ad essere impugnati non sono articoli inezie, articoli di corollario o elementi non essenziali della legge. Il Governo, attraverso l'impugnativa di incostituzionalità, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione - lo vedremo bene dopo - colpisce proprio la maggior parte di quegli elementi di novità introdotti in questa normativa tesi a scardinare sostanzialmente il nostro sistema edilizio ed urbanistico fondato sulla storica legge urbanistica n. 56/1977 ed implementato dalla legge n. 16/2018, che aveva puntato alla semplificazione e allo snellimento dei procedimenti, al recupero del patrimonio edilizio esistente, alla ristrutturazione e ad una consistente riduzione del consumo del suolo. Quindi, il Governo impugna oltre metà della legge. Siamo a poco più di un anno fa, precisamente 14 mesi fa.
Mi insegnate che una legge che viene impugnata davanti alla Corte costituzionale rimane in vigore con tutti i suoi articoli, quindi anche con gli articoli che sono stati impugnati. Tant'è che l'Assessorato, a firma del Vicepresidente Carosso, ebbe cura all'epoca di inviare una lettera a tutti i Comuni che attendevano questa normativa, che avevano pratiche edilizie da iniziare o in corso, sulle quali la normativa andava ad incidere. Il Presidente Carosso ha avuto cura di dire che le norme erano valide e pienamente efficaci, ma che c'era un'impugnativa.
Per cui inizia ad aprirsi, nel luglio dello scorso anno, uno scenario di incertezza, che è presente ancora oggi e che ha condizionato fortemente i nostri Comuni, le imprese e i cittadini piemontesi che stavano attivando o avevano attivato delle pratiche di natura edilizia.
Al di là del merito delle questioni su cui tornerò, questa incertezza andava risolta in tempi rapidissimi, non dopo 14 mesi. Gli uffici si mettono al lavoro, come ha detto il Consigliere Marin, e c'è una prima scrematura: alcuni articoli tra quelli contestati dal Governo, perché, a suo modo di vedere, sono incostituzionali, vengono abrogati (il n. 44 e il n. 45 della legge 7 e i commi dell'articolo 17); con la legge di riordino n. 3 del 2023, quindi all'inizio di quest'anno, un po' di cose vanno a posto, ma la maggior parte delle norme è sub iudice e tale rimane ancora adesso. Ed è qui che si inserisce il disegno di legge che siamo oggi chiamati a discutere e ad approvare, cioè il n. 267.
Inizia un percorso in Commissione e in 21 articoli, non pienamente, ma sostanzialmente, anche alla luce dei colloqui e del confronto aperto tra gli Uffici regionali e quelli governativi, si decide di abrogare tutta una serie di norme molto significative della legge n. 7 del 2022 (la legge madre) che erano state contestate dal Governo.
Questo però non basta, perché quando arriviamo alla fine dell'iter in Commissione, il promotore, il primo firmatario - come il collega Marin ha raccontato - decide di ridurre gli articoli da 21 a 14; quindi, sette di quelle norme che, in base alle indicazioni del Governo, vanno abrogate rimangono oggi in piedi. Il collega Marin fa degli emendamenti corrispondenti a queste norme e dice di aspettare il giudizio della Corte costituzionale. Sapete bene che, se non ci si adegua alle indicazioni all'impugnativa del Governo, l'impugnativa va avanti e alla fine sarà il Giudice costituzionale a decidere.
Così facendo, al di là del merito, si spostano nuovamente avanti le lancette della decisione finale, la fine di questa incertezza che sta andando avanti da oltre un anno ma, lasciatemi dire, è un'incertezza che è partita sostanzialmente da quando è iniziato l'iter legislativo, quasi tre anni fa; un iter legislativo, come già è stato detto, lunghissimo, relativo a una materia estremamente importante.
Oggi, per l'ennesima volta, questa maggioranza, questa Giunta sfida il Governo e, indirettamente, la nostra Carta costituzionale, pensando di avere ragione su questi sette articoli, che quindi non sono stati abrogati ovviamente, semplifico, ma la proposta è di mantenerli e sarà la Corte Costituzionale a pronunciarsi, non so quando, se a fine settembre, a ottobre oppure a novembre, comunque nei prossimi mesi.
Questo è un po' ciò che è accaduto in questi oltre due anni e mezzo.
Alla luce di questo, consentitemi qualche considerazione. Come ha detto la collega, a nome del Gruppo e di coloro che li sottoscriveranno, ho presentato alcuni emendamenti di merito, nient'affatto ostruzionistici perché, non vogliamo farlo. Su questa legge sin dall'inizio non abbiamo fatto ostruzionismo e, quando l'abbiamo fatto, l'abbiamo fatto, perché nel merito la ritenevamo sbagliata; con tutti gli accidenti che sono accaduti sul suo percorso, con il senno di poi qualche ragione mi sento di dire che forse, ce l'avevamo.
Io credo che tutto questo percorso (ed è quello che volevo esprimere in questa relazione), questo iter ci insegna qualcosa su come non bisogna legiferare: se c'è un esempio di come non bisogna legiferare, credo sia costituito dal modo con cui questa maggioranza ha approcciato il tema dell'edilizia e dell'urbanistica, che è un tema fondamentale e in cui la Regione ha delle competenze concorrenti con lo Stato, importantissime.
Ripeto: se c'è un modo con il quale non approcciarsi è quello che avete fatto voi.
Voi avete sfidato le regole, avete sfidato la Costituzione, avete sfidato la suddivisione delle competenze concorrenti, avete sfidato la legislazione, la storica legislazione di questa nostra Regione e, oserei dire, i principi fondamentali che hanno governato la materia dell'edilizia e dell'urbanistica dal 1942, data della prima legge urbanistica, fino ad oggi. L'avete fatto proponendo una deregolamentazione. L'idea è che semplificare sia togliere le regole; l'idea è che semplificare sia ammettere deroghe; l'idea è che semplificare sia buttare nel cestino i piani regolatori e i piani paesaggistici.
Guardate che senza le regole c'è il caos; senza le regole, c'è la cementificazione; senza le regole ci sono le brutture! La storia ce lo ha insegnato, perché finché questo Paese non ha avuto dei piani regolatori decenti, negli anni Sessanta e Settanta, si è sconquassato completamente un territorio anche dal punto di vista idrogeologico e ambientalistico.
Ebbene, direi che, legittimamente, dal punto di vista politico, voi avete detto che avete un'altra concezione e che volete tornare agli anni Sessanta; nel nome della semplificazione, volete che i cittadini (tra virgolette) possano fare quello che vogliono.
Io sono il primo ad ammettere che ci sia bisogno di una reale semplificazione; la necessità di una semplificazione l'ho sperimentata anche come Sindaco, ma la semplificazione c'è nella misura in cui la Regione, in primis, i Comuni, attraverso la loro sovranità che qui viene lesa. Quando noi diciamo nelle nostre leggi che si possono fare certe cose in deroga a quanto stabilito dai piani regolatori, in deroga alle altezze in deroga alle distanze e in deroga agli altri parametri, noi violiamo la sovranità dei Comuni. I Comuni sono i primi responsabili, i più vicini al governo del loro territorio, sanno governare meglio di altri, chiaramente in un contesto generale, che è quello che dobbiamo dare noi: le linee generali, le linee guida, le strategie, il territorio e, in quanto Regione non dobbiamo dire "tu cittadino, tu impresa puoi derogare, perché io ti autorizzo a violare la legge, la legge del tuo Comune". È questo che non funziona! Ed è questo sistema, questa sfida che ha prodotto queste lungaggini, ha prodotto l'impugnativa di 29 articoli! Vi è ancora andata bene, se mi consentite, perché io pensavo fossero molto di più; ne avevamo parlato anche durante la discussione della legge n. 7, ma non per fare gli uccelli del malaugurio, perché abbiamo bisogno vivaddio di migliorare anche la legge n. 16 in talune sue parti, ma se abbiamo bisogno di semplificare, non abbiamo bisogno di ritornare ad un far west di tipo edilizio ed urbanistico.
Tutto questo ha prodotto incertezza del diritto. Oggi, il Consigliere Marin dice di fare in fretta, perché i Comuni c'è lo chiedono. Certo che ce lo chiedono: ce lo stanno chiedendo da mesi, da anni, di fare in fretta, per oggi, con questa presa di posizione, noi abbiamo presentato emendamenti per dire: "Via gli emendamenti presentati dal Consigliere Marin e chiudiamola oggi", accogliendo i riferimenti del Governo che, tra l'altro, non riguardano semplicemente il tema del Piano Paesaggistico regionale, ma anche altre questioni che avevamo già contestato prima.
Terminiamola veramente oggi, altrimenti approveremo questa legge con 14 articoli, ne mettiamo a posto 14 - semplifico - della legge n. 7, ma ne rimangono ancora 7 e dovremo aspettare una sentenza della Corte costituzionale che, ricordo ai colleghi, ha valore ex tunc, ossia produce gli effetti sin dall'inizio. Se la Corte costituzionale ci darà torto, darà torto al Piemonte, quell'articolo della legge n. 7 verrà abrogato ed è come se non fosse mai esistito.
Facciamo l'ipotesi, Vicepresidente Carosso, che, anche sulla base delle indicazioni che lei ha dato, ci siano Comuni che hanno già applicato quella norma; che ci sia un privato che si è costruito la casa con quelle altezze e quei parametri recuperando i volumi: con quella norma cosa farà? Verrà a chiedere il risarcimento dei danni alla Regione perché deve abbatterlo? Perché neanche le tolleranze esecutive che abbiamo previsto risolveranno quel problema.
Non è più prudente, per tutti, abrogare anche questi sette articoli? Dopodiché, ho presentato un emendamento specifico secondo cui, abrogando questi articoli della legge n. 7, rivivono le norme della legge 18 e quelle precedenti che la legge n. 7 abrogava. Pertanto, non c'è un problema di vuoto legislativo, perché quelle norme rimangono valide fino a oggi, se l'approviamo oggi. In questo modo, chi le ha già utilizzate e le ha utilizzate in maniera corretta, non saranno più valide da domani mattina cioè da quando l'avremo approvato.
Questo mi pare un approccio, dopo tutto questo tempo, ragionevole, ma evidentemente, in questa vicenda la ragionevolezza non è di casa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Mi pare che i giudizi siano stati abbastanza ingenerosi rispetto a questa normativa, ma anche rispetto al primo firmatario, un professionista serio un amministratore serio che ha gestito partite importantissime (pensiamo alle Olimpiadi, quando era Sindaco di Sestriere). Qui non ci sono dilettanti allo sbaraglio o persone che non hanno studiato la materia.
Non ci crea alcun imbarazzo il fatto che sette articoli possano essere ridiscussi dal Governo e definiti dalla Corte costituzionale, perché noi siamo regionalisti convinti e pensiamo che a casa nostra dobbiamo comandare noi, per cui alcuni temi vogliamo mantenerli in capo a noi. Ci auguriamo che la Corte certifichi che siano temi regionali e discuterli non ci crea alcun problema.
La questione cementificazione non la vedo assolutamente, perché la legge riguarda perlopiù il riuso, soprattutto nei territori di montagna, di collina, nei territori di periferia, quelle zone che oggi vivono lo spopolamento, il degrado e l'abbandono di questi immobili.
La legge l'abbiamo studiata proprio in questo senso: ridurre le altezze dove ci sono edifici storici studiati per altezze ed epoche diverse.
Pertanto, rigettiamo al mittente gli attacchi ingenerosi che abbiamo sentito. Siamo convinti che occorra dire molti "sì", mentre la vostra politica è sempre stata quella dei "signor no": no a tutto, al blocco totale. Oggi viviamo un periodo storico complesso e difficile, in cui le famiglie hanno difficoltà e l'impostazione del centrodestra, della Lega della maggioranza e dire sì ai tanti cittadini piemontesi.
Ho partecipato a più di una presentazione della legge e ho visto amministratori, tecnici, ingegneri, architetti e geometri ipercontenti e felici di avere una normativa che andasse a semplificare. Nessuno vuole tornare agli anni '60 e '70, perché tutti abbiamo in mente il patrimonio storico da preservare, le nostre borgate con la pietra e con il legno quella cultura non esiste più, perché tutti - anche noi - abbiamo bene in mente le colate di cemento, i balconi, le balconate, le onduline messe ovunque.
Quello di non tornare agli anni '70 e a quanto di brutto è stato fatto nei nostri centri storici è patrimonio di tutti e anche nostro, però ribadisco che la legge è stata predisposta da un professionista serio, avvalendosi di tante consulenze; è apprezzata dal mondo dei tecnici e degli amministratori in maniera bipartisan; il 90% riguarda il riuso, soprattutto in territori di periferia e in aree disagiate e complicate; riteniamo che sia la Corte e non ci crea alcun imbarazzo - a decidere se sette articoli siano di competenza regionale, come speriamo noi regionalisti convinti, o se sia materia statale.
Certo, non abbiamo paura di osare, non abbiamo paura di fare cose eccezionali, cose che vanno oltre l'ostacolo. È stato un percorso lungo complicato, un percorso che ha richiesto tanto studio e tanto confronto tra la Giunta, il primo firmatario e gli uffici del Ministero, ma è quello che ci chiedono i cittadini piemontesi. Se facciamo i bravi bambini portando a casa solo l'essenziale, non è quello di cui necessita la nostra Regione. Il Piemonte ha bisogno di misure complesse e straordinarie che rivedano un sistema in maniera complessiva, perché mi pare che i cittadini piemontesi le aziende piemontesi e i professionisti piemontesi, negli anni in cui avete governato voi, si sono sentiti dire troppi no.
Non apro il capitolo del Piano paesaggistico: abbiamo un Piano paesaggistico unico in Italia, che blocca collegamenti sciistici tra una vallata e l'altra, approvato da voi, dai vostri Governi, con la miopia di un ambientalismo sfrenato integralista che esiste solo in Piemonte (anche lì dovremmo aprire una seria riflessione), che blocca le attività estrattive già in essere, che blocca lo sviluppo economico della nostra Regione.
Abbiamo un Piano paesaggistico che ha fatto e sta facendo dei danni enormi alla nostra regione; fortunatamente moltissimi Comuni non si sono adeguati ma, purtroppo, di fatto, viene applicato perché la normativa, comunque, è stata approvata.
Questa maggioranza alla fine di questa legislatura o nella prossima legislatura avrà da mettere mano, in accordo con il Ministero, per rivedere in modo pesante il Piano paesaggistico che, vi assicuro, sta bloccando la parte migliore del Piemonte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Non entro nel merito dell'articolato, tuttavia ci tenevo a riportare l'attenzione sull'articolo 48, che si è deciso di non modificare come richiesto da chi ha esaminato la nostra legge, che andrà a sentenza.
Ricordo ai colleghi che l'articolo 48 era quello legato alle vasche riabilitative terapeutiche. Rimango un po' scioccato dal fatto che, nella misura in cui ci viene impugnato questo articolo, si dice che le norme legate alla paesaggistica sono più importanti e sovraordinate alle norme che, a mio giudizio, sono legate alla sanità. Anche la nostra Carta costituzionale, nell'immaginare una consequenzialità degli articoli, pone il diritto alla salute ben prima di ciò che riguarda il paesaggio e il governo del territorio.
Su questo capisco le ragioni del collega Marello quando ha fatto l'elenco dei sette punti sui quali la Corte costituzionale dovrà esprimersi. Sono ben contento che la Corte costituzionale ci dica se in questo Paese una norma per coloro che hanno bisogno dell'idroterapia - e saranno sempre di più perché sappiamo bene quanto stanno aumentando le malattie neurodegenerative - ha una sua importanza. Si tratta di una norma che avevamo costruito tutti insieme, perché la proposta ha raccolto il consenso di tutti, e - ripeto - sono contento che venga impugnata. perché il problema è il rapporto tra la Commissione paesaggistica e questa tipologia di intervento. Mi sembra assurdo. Sono dunque ben contento che si vada a sentenza, così almeno capiremo se anche nella gerarchia delle fonti e nell'importanza degli articoli della Carta costituzionale, la salute ha questo primato rispetto alle regole.
Noi chiedevamo fondamentalmente di andare in deroga ai Piani regolatori per permettere, a chi aveva certe caratteristiche che abbiamo scritto in legge di realizzare queste strutture che non sono delle piscine - lo dico chiaramente - perché hanno delle metrature adeguate e hanno un certo tipo di strutturazione. Abbiamo scritto questo articolo parlando con il Presidente dei medici che si occupano di idroterapia che, oggettivamente ci ha dato tutte le specifiche tecniche.
Sono ben contento e mi auguro che la Corte costituzionale si esprima quanto prima, anche perché vorrei capire personalmente di quale diritto stiamo parlando, se è più importante un Piano regolatore oppure la possibilità di curarsi a casa, nel caso vi siano le condizioni per farlo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Sarò piuttosto breve, perché sono stati molto chiari, nelle relazioni di minoranza, sia la collega Frediani sia il collega Marello.
Volevo concentrarmi sul concetto di semplificazione, perché mi pare che su questo ci sia un equivoco di fondo. Cosa significa semplificazione quando parliamo di norme, quando parliamo di burocrazia, quando parliamo di procedure? Semplificazione dovrebbe voler dire fare in modo più semplice e più veloce ciò che già è consentito fare. Semplificazione non vuol dire: ci sono delle regole e, per semplificare, le aggiro, le supero, le derogo faccio finta che non ci siano. Quello non è semplificazione e si è visto qui.
Si portano avanti provvedimenti legislativi, quando c'è un sistema di regole che tiene; un sistema di regole che non sono quattro decreti dei burocrati nazionali europei, ma un sistema di regole dato dalla Costituzione italiana. La Costituzione italiana ha risposto alla legge regionale n. 7 e ha detto che non va bene, ma non su alcune norme di dettaglio, come spesso accade. Spesso le leggi che approviamo in Consiglio regionale vanno al vaglio del Governo e ci sono delle eccezioni su alcuni articoli; a volte è semplice violare anche leggermente alcune delle competenze che la Costituzione attribuisce alle Regioni, ma qui siamo proprio a decapitare la legge e alla violazione di articoli fondamentali.
Se siamo in una situazione del genere e dopo più di un anno dobbiamo reintervenire su una legge; se, nel frattempo, c'è un vuoto normativo; se nel frattempo, ci sono dei cittadini che aspettano; se, nel frattempo, ci sono delle Amministrazioni comunali che aspettano, allora non abbiamo fatto nessun tipo di semplificazione, ma abbiamo portato un elemento di confusione o un elemento di complicazione. In un ipotetico manuale del buon amministratore, questo rientrerebbe nel capitolo "cose da non fare", "cose da evitare". Questo è.
Qual è la posizione nei confronti di questo disegno di legge? È una posizione che è meno facile per le opposizioni, perché abbiamo un parere di base che è negativo nei confronti della legge n.7, ma comprendiamo che ci sono delle risposte da dare subito. Come diceva il Consigliere Marello, si cerca di migliorare il provvedimento, quindi stando su quello che c'è, ma resta ancora un problema su quello che non c'è perché, sempre per andare a complicare il quadro, questo provvedimento non interviene su tutte le materie che sono state oggetto dell'impugnativa, ne lascia aperte alcune.
Questo provvedimento, e quindi l'Amministrazione regionale e le scelte conseguenti alla normativa regionale che verranno prese dall'Amministrazione comunale e dai cittadini, saranno ancora sub iudice saranno ancora oggetto di una pronuncia: questo è esattamente tutto il contrario della semplificazione.
Trovo sterile e inutile anche la solita propaganda sugli avverbi "sì" e "no", perché è valida per tutti: basta rovesciare il sì e il no. Sì e no sono due avverbi che da soli non vogliono dire nulla. Dire "sono per il sì" o dire "sono per il no" non significa assolutamente nulla. Bisognerebbe invece dire "sono per il sì" e specificare "a cosa" oppure "sono per il no" e specificare "a cosa".
Ciascuno, dal proprio punto di vista, dovrà dire di sì a ciò che ritiene giusto per i cittadini che amministra, a ciò che giudica corretto, adatto alle norme di legge, che rispetti la salute dei cittadini, che rispetti l'ambiente, eccetera. E dovrà dire di no a tutto ciò che non ritiene utile ma dannoso o che sia in violazione della Costituzione, dell'ambiente, della salute e quant'altro.
Nel seguire questa propaganda dei "sì" e dei "no" saremmo portati a dire che questa Giunta regionale e questa maggioranza dicono sempre di no alla tutela dell'ambiente, alla tutela dei cittadini piemontesi e alla tutela della salute: diventerebbe un dibattito un po' sterile.
Concludo precisando che sottoscrivo tutti gli emendamenti presentati dal Consigliere Marello.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marin; ne ha facoltà.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per fare chiarezza. Il collega Marello, essendo tra l'altro un avvocato, ha fatto un'arringa direi proprio da aula di tribunale. Non accetto, però, che si dica che questa maggioranza abbia sfidato. Noi non abbiamo sfidato nessuno.
Quando si decide di innovare, si mira ad approvare delle leggi che siano semplificative. Ma approvare delle leggi semplificative non vuol dire non rispettare quelle che sono le norme di carattere nazionale! Ricordo a tutti che qui parliamo della modifica di una legge (la n.
16/2018) che è stata approvata nella precedente legislatura. A chi si chiedesse "Come mai quella legge, di fatto, non è stata applicata?" risponderei che è perché c'è scritto che tutti i Piani regolatori dei piemontesi devono essere adeguati al Piano paesaggistico entro due anni.
Allo scadere dei due anni, e cioè nel 2020, sapete quanti Comuni piemontesi, su 1.200, si erano adeguati? Zero! Vi spiego io il motivo: nel Piano paesaggistico c'era scritto che gli adeguamenti andavano fatti attraverso una variante generale al Piano regolatore. Chi è del mestiere, o chi ha ricoperto il ruolo di Sindaco, sa bene che fare una variante generale allo strumento urbanistico implica centinaia di migliaia di euro.
Se facciamo la somma di tale spesa per tutti i Comuni piemontesi, si arriva a120 milioni di euro! A seguito della pandemia da COVID, di risorse non ce n'erano più: dov'è che si trovavano 120 milioni di euro? Ce li dava lo Stato, o magari la Regione che, in costante difficoltà, tirava fuori dal cilindro 120 milioni di euro da assegnare ai Comuni per adeguare i propri Piani regolatori? Allora, nell'ottica della vera semplificazione - questa sì - e con l'auspicio di evitare di buttare via denaro pubblico, ho ritenuto di presentare un articolo (che non è stato impugnato) che prevede semplicemente che, per l'adeguamento dei Piani regolatori al Piano paesaggistico, si procede attraverso una variante obbligatoria, com'era previsto per la variante al Piano di assetto idrogeologico.
Questo significa aver fatto risparmiare 120 milioni di euro ai piemontesi! Significa aver accelerato i tempi! E dopo cinque anni - perché ormai sono trascorsi cinque anni da quando è stato approvato il Piano paesaggistico sono 17 i Comuni in tutto il Piemonte che non si sono adeguati. Ci significa che nella normativa c'era qualcosa che non funzionava, perché era fatta da chi, probabilmente, nell'amministrare la cosa pubblica e nel metter mano ai bilanci del Comune, era molto superficiale.
Io credo che questo significhi concretezza: è questo il principio a cui mi richiamo.
Su questa legge si è già detto tantissimo. Vi ricordo che siamo partiti anni addietro, poi è arrivato il COVID. Io avevo inserito una norma che parlava di "sostituzione edilizia". Nel caso di un edificio fatiscente e brutto, che cosa faccio? Poiché costerebbe molto meno demolirlo completamente e ricostruirlo pari che non ristrutturarlo, mantenendo i muri, eccetera, si era visto che alla fine non si faceva nulla, anche grazie a norme di dubbia interpretazione, a mio avviso. Cosa fa, quindi, lo Stato? Modifica il Testo unico n. 380, all'articolo 3, e dice che per "ristrutturazione edilizia" si intende la totale demolizione dell'edificio e il suo spostamento all'interno del lotto di appartenenza.
Quando ho scritto quella norma, da alcuni banchi dell'opposizione ho sentito dire: "Ma come? Rivoluzione! Deregulation! Liberi tutti! Questo non è più rispettare le regole!".
Lo Stato ha capito che quando ci sono difficoltà anche di carattere economico, bisogna prendere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome.
Io non accetto che si dica. Qui non si sfida nessuno.
Quando nel dialogo con i Ministeri mi viene detto: "Riteniamo che questa legge vada applicata solo nei Comuni che si adeguano ai Piani paesaggistici regionali", provo a tradurre? Quando si sarebbero adeguati i Comuni piemontesi? Forse, fra vent'anni avremmo avuto tutti i Piani regolatori adeguati al Piano paesaggistico regionale.
È qui che noi dobbiamo andare a sentenza, affinché la Corte costituzionale ce lo dica in modo chiaro ed evidente: si faccia chiarezza, perché noi dobbiamo eliminare i problemi di interpretazione, perché è nostro interesse, oltre ad essere un obbligo di organo legiferante, andare a dire come le cose vanno eventualmente fatte.
Non è un discorso di sfida o di dire "Giochiamo e vediamo chi vince la partita". No, è questione di serietà politica. Ci dica la Corte: "Cara Regione, era legittimo che lo scrivessi" oppure "Cara Regione, non era legittimo", ma finalmente si faccia chiarezza.
Se accettassimo questa decisione, ipotizzando che invece la Regione poteva seguire quella strada, ma per assecondare lo Stato e non passare da "cattivi" nei confronti dei dirigenti del Ministero, si rispondesse "Sì, va bene così", che cosa succederebbe? Che ogni volta che la Regione decidesse di metter mano su quella norma continuerebbe a perseverare nell'errore.
Allora, non sarebbe più serio, più sabaudo e più corretto - lo dico anche da montanaro - affrontare le cose come si deve? La Corte Costituzionale ci dica se abbiamo sbagliato: in tal caso, vorrebbe dire che Marin ha sbagliato, ma non mi importa, perché significherebbe comunque che almeno siamo arrivati a dare delle risposte certe a chi è qua fuori e aspetta una risposta. Parlate con le imprese, il piccolo artigiano o i professionisti: quando finirà il famoso "Bonus 110%", l'edilizia sarà un settore trainante sì o no? Ci crediamo, sì o no? Se ci crediamo, questa legge va cavalcata va difesa! Se abbiamo sbagliato faremo dei correttivi, ma almeno abbiamo avuto il coraggio di mettere mano in modo pesante, significativo e doveroso al patrimonio edilizio.
Chiedo scusa al Presidente se mi sono dilungato, ma ho quasi terminato.
Ricordo che l'articolo 35 è il primo articolo che è stato scritto sul consumo di suolo in Piemonte: andate a leggerlo con attenzione, voi, che a volte ci volete insegnare cosa significa rispetto dell'ambiente, del paesaggio e consumo di suolo! Quell'articolo non è impugnato e dice che non ci può essere consumo di suolo per le nuove edificazioni. Ma come possiamo parlare di consumo di suolo se prima non riusciamo neanche a ristrutturare le case fatiscenti che crollano? Credo che l'esempio di quanto avvenuto in Marocco in questi giorni sia importante. Se una casa non è a posto dal punto di vista sismico, comporta morti e spese pubbliche, perché è una situazione che non abbiamo affrontato come si deve.
Per cui ritengo (e ne sono ancora più convinto) che è giusto che si vada a sentenza: tanto la Corte non guarderà in faccia nessuno, né di centrodestra né di centrosinistra, ma sicuramente dirà quello che è giusto costituzionalmente. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Per prima cosa è fuori discussione la stima per il professionista Marin e non mi sarei mai permesso di metterla in discussione. Collega Preioni, è ovvio che mi rivolgevo a Marin nella sua veste di primo firmatario.
Dico anche, rispetto a quello che diceva il collega Preioni, che pure noi siamo dei regionalisti convinti. Voi nelle ultime settimane non avete dimostrato di essere dei regionalisti convinti, perché se non ci fosse stato il Governo a togliervi le castagne dal fuoco sull'euro 5, il 15 settembre sarebbe entrato in vigore il divieto che avete approvato nel 2021.



(Commenti fuori microfono)



MARELLO Maurizio

Sì, ma chi vi ha tolto la castagna dal fuoco è stato il vostro Governo.
Quindi, il regionalismo va preso nel suo complesso, non solo quando è buono.
Aggiungo anche una cosa: si faccia l'autonomia. Non è che in questo Paese noi possiamo permetterci di legiferare contra legem perché non ci piacciono le leggi. Prima cambiamo le leggi. Questo sistema di competenza concorrente introdotto nel 2001 con la riforma del Titolo V venne fatto dalla parte politica a cui appartengo, ma non ho alcun problema a dire che in quella riforma c'erano parecchie cose che non funzionavano. Una di queste è la definizione di una competenza concorrente troppo vaga, per cui alla fine si è spesso davanti alla Corte costituzionale, ma non soltanto in materia urbanistica. Questa è solo una piccola risposta da parte mia.
Sono state citate alcune cose. Collega Marin, se il problema era l'adeguamento alle sentenze che definiscono la ristrutturazione edilizia si tratta di un articolo e - vivaddio! - non è stato impugnato. Lo firmiamo anche noi. Se il problema è che la variante generale è troppo complicata per approvare i Piani paesaggistici, si tratta di un secondo articolo e si trova la soluzione, che sia la variante obbligatoria o altro, per rendere più facile questo tipo di adeguamento. Esiste una gerarchia delle fonti e voglio ricordare che, giusto o sbagliato che sia, il Piemonte si è dotato troppo tardi di un Piano paesaggistico regionale, mentre le Regioni (ad esempio, il Trentino) che si sono dotate di un Piano paesaggistico per tempo hanno un assetto edilizio ed urbanistico di qualità decisamente migliore rispetto al nostro.
Per cui, se queste sono le norme, noi siamo perfettamente d'accordo. Se di tutto l'impianto del disegno di legge n. 267, che oggi andiamo ad approvare, rimane il punto citato dal collega Magliano, cioè il fatto che dobbiamo difendere la deroga che consente la realizzazione della piscina laddove c'è una persona disabile, andiamo pure davanti alla Corte costituzionale per quello, ma il tema è che non c'è soltanto questo. Il tema è che c'erano altri 50 articoli e meno male che qualcuno di questi si è salvato e che qualcuno era buono, anche dal nostro punto di vista, che è del tutto parziale.
Ricordiamoci l'inizio di questa norma: le premialità, le premialità sulle premialità, i volumi per incentivare. Ma un conto è incentivare e un altro conto è creare delle situazioni che non sono più minimamente sotto controllo dal punto di vista dei Piani regolatori. Poi ci sono le distanze le altezze e le delocalizzazioni eccetera. Andiamo a vedere tutto il complesso.
Devo anche dire che, con il lavoro di impugnativa che ha fatto il Governo questo va detto, collega Marin - tutto quell'impianto è stato in parte smantellato. Già oggi, con gli articoli che andremo ad abrogare e con quelli che avete già modificato, alcune norme che gridavano vendetta secondo me, ma lo dico umilmente - non le troviamo più. Questo lo ritengo un fatto assolutamente migliorativo.
Quindi, tutta questa grande riforma che era stata paventata, alla fine della fiera, per fortuna si risolverà, anche rispetto all'impatto che dovevano avere, in un modo decisamente più contenuto di quanto era stato previsto sin dall'inizio. Per cui, dopo tre anni, la portata di questa legge è decisamente inferiore rispetto agli obiettivi che la vostra maggioranza si era data.
Venendo alla legge di oggi, c'è questo ragionamento: la Corte ci dica se come indica il Governo, è necessario o meno l'adeguamento ai Piani paesaggistici regionali. Sul tecnicismo non entro, perché non ne ho la competenza, ma capisco che bisogna mettere i Comuni nelle condizioni di adeguare i Piani paesaggistici. Dopodiché, è chiaro che non è che ci si possa muovere a prescindere dal Piano paesaggistico, altrimenti è come se il Piano non ci fosse. Su questo credo che siamo tutti d'accordo.
Il punto non è soltanto questo, perché tra le norme che vi ostinate a difendere, c'è quella, ad esempio, sulla ristrutturazione edilizia che supera i parametri dei PRG; c'è quella, ad esempio, che avevamo definito come condono perenne dei sottotetti abusivi. Infatti, nella legge n. 7 c'è scritto che, dalla data della sua approvazione, se avevo il sottotetto che non era a posto, avevo tempo 3 anni per mettermi in regola. Poi veniva aggiunto: da oggi in poi, se lo faccio in maniera abusiva, ho sempre 3 anni per mettermi a posto. Guardate che state difendendo questa situazione davanti alla Corte costituzionale! Questo è un condono perenne, perché può andar bene dire di sanare la situazione se c'è la necessità - può andar bene o non andar bene, ma su questo non voglio entrare nel merito - ma dire che posso continuare ad applicare quella norma in eterno, purché faccio un sottotetto in difformità dal Piano regolatore, aspetto tre anni e lo posso sanare, potrò sbagliarmi ma credo che su questa situazione difficilmente la Corte costituzionale ci darà ragione. Sul resto, spero che il contenzioso vada a buon fine - non voglio fare l'uccello del malaugurio - ma bisogna tener conto di questi elementi.
Poi c'è anche il tema del recupero in deroga ai piani regolatori. Questa legge aveva una norma, che forse non c'è più (adesso non lo ricordo bene) che diceva che i seminterrati si potevano recuperare in deroga ai piani regolatori. Forse questa regola non esiste più, non sono sicuro, forse, è già stata tolta.
Allora capite che un conto sono alcuni ragionamenti che fa il collega Marin, e che mi sento anche di condividere, nella direzione della semplificazione, di mettere i Comuni e le imprese nelle condizioni di lavorare, altro conto è avere introdotto tutta una serie di "leggine" particolari - diciamocelo pure - che hanno poco a che vedere con una legge generale di pianificazione, che è il nostro compito e sulla quale, tra l'altro, in gran parte c'è stata la censura del Governo. Su questo naturalmente, mi permetto di non essere d'accordo.
Abbiamo presentato degli emendamenti, sui quali poi farò un intervento generale, proprio perché non c'è nessuna volontà ostruzionistica, tesi a far sì che, data tutta questa situazione, si eviti un'ulteriore proroga di questa incertezza e, quindi, che le norme che ho citato, ad esempio vengano eliminate: eliminiamo il contenzioso e si chiude questo iter.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Sono anche un po' preoccupata, perché spero che il mio intervento e le mie parole siano accettate dai Consiglieri di maggioranza e dal collega Marin e di non attirare le sue ire.
Condivido pienamente le relazioni dei colleghi di minoranza, in particolar modo, il lavoro più dettagliato del Consigliere Marello ed esprimo anche qui al microfono, come ho già fatto, la mia sottoscrizione degli emendamenti presentati. Ringrazio anche il Consigliere Marello per il suo lavoro puntuale su questo provvedimento, che ha messo a disposizione di tutti i Consiglieri di minoranza.
Personalmente, non ero in Aula quando è stata discussa e poi approvata la legge n. 7; dall'esterno ne ho colto aspetti che, dal mio punto di vista perché si tratta ovviamente di valutazioni e di posizioni politiche, non sono condivisibili: aspetti rischiosi per la tutela del territorio, ma soprattutto per l'armonia del costruito e delle nostre città, per la possibilità di promuovere il bello e anche ciò che è più facilmente utilizzabile, a fronte di brutture cui siamo stati abituati in passato.
Rispetto a questo provvedimento, il n. 267, e alla scelta di questa maggioranza di sfidare o, comunque, di portare alla sentenza alcuni punti e alcuni articoli sottoposti a censura da parte del Governo, beh, io ripeto spero di poterlo dire - che reputo questo disegno di legge dotato di una forte dose di arroganza, perché in questa sfida vedo meno la volontà di avere chiarezza e vedo più una volontà pervicace di far valere una propria valutazione e un proprio punto di vista.
Tra l'altro, questa ricerca che viene definita come ricerca di chiarezza che può anche avere un senso, in questo caso viene fatta sulle spalle sulla pelle dei Comuni che stanno aspettando notizie certe per poter lavorare, operare e per poter dare risposta agli operatori e anche ai singoli cittadini che intendono fare degli interventi di natura edilizia per loro interesse e che, invece, si dice di voler tutelare. C'è questo limbo, questa situazione che si vuole protrarre, anziché chiudere la partita con il Governo; mi sembra che con questo si producano elementi ulteriori, con tutti i rischi di cui già parlava il collega Marello e che anch'io voglio sottolineare, tesi ad una reiterata sottolineatura del regionalismo convinto e dell'essere padroni a casa propria. Ebbene, anch'io non posso sottrarmi nel sottolineare come però l'aiuto da Roma è stato richiesto, voluto e invocato in questi giorni per la vicenda Euro 5, di cui ci aspettiamo la conclusione in questi giorni, di cui ci aspettiamo la determina o la deliberazione, che possa davvero chiudere in questo spazio temporale la vicenda. Anche qui: non lo si può fare soltanto quando fa comodo.
Vorrei ancora sottolineare, rispetto al provvedimento generale, la legge n.
7, gli aspetti negativi che il mio Gruppo aveva sottolineato, insieme agli altri colleghi di minoranza; in particolar modo - appunto, alla faccia delle autonomie - questo calpestare l'autonomia comunale e questo andare oltre, derogare a quello che è lo strumento principe dell'autonomia comunale, che è il Piano regolatore generale, che è lo strumento dove si traduce la potestà di autoregolazione da parte di un Comune nel decidere nel programmare e progettare lo sviluppo del proprio territorio.
Questo ovviamente non è stato preso in considerazione con una serie di interventi e di deroghe che davvero credo vadano ben oltre la volontà di ristrutturare, di recuperare, perché si è parlato di scantinati, di sottotetti e anche di borgate montane, di situazioni di montagna. Ebbene: una cosa è voler recuperare baite cadenti; una cosa è voler trasformare intere borgate, prendendo spunto dall'idea di una borgata non più presente per trasformarla in nuovi luoghi di afflusso turistico, anche pesante magari anche in aree parco, sempre in deroga.
Ultima chiosa sulla vicenda del Piano paesaggistico. Sono orgogliosa di aver partecipato al confronto, al dibattito e di avere approvato il Piano paesaggistico della Regione Piemonte. Non me ne pento. È stata una operazione importante, tra l'altro la quarta Regione in Italia che si è decisa ad attuare una norma dello Stato. Ci possono essere stati degli errori, sicuramente il passaggio dell'esigenza della variante generale avete attuato tutte le possibilità di correggerli, però a volte trovo davvero offensivo e non condivido il reiterato rinfacciare leggi fatte precedentemente. Non mi sembra un buon confronto tra maggioranza e minoranza. Non ricordo, nella legislatura precedente, dove siamo intervenuti su leggi delle legislature passate che magari avevano vizi di forma, un continuo rimando e rinfacciare.
In politica si fanno norme: possono avere parti giuste e altre scorrette si possono rivelare, alla prova dei fatti, non utili, ma le norme consentono di modificare. Siamo qui per questo, però credo non sia utile un continuo rimpallo di questo tipo. Nella fattispecie, il Piano paesaggistico, attuando una norma nazionale, ha finalmente dato dignità e valore al paesaggio della nostra Regione, anche di quei siti UNESCO di cui tutti poi ci riempiamo la bocca, la cui valorizzazione sta portando anche tanti vantaggi dal punto di vista economico e turistico nella nostra Regione.



(Il Consigliere Marin chiede la parola)



PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Marin, lei è già intervenuto in discussione generale. Quando chiudiamo la discussione generale e passiamo all'articolato, potrà intervenire.
Se non ci sono altre richieste di intervento in discussione generale dichiaro la discussione generale e procediamo con l'articolato.
ARTICOLO 1 All'articolo 1 non sono stati presentati emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marin; ne ha facoltà.



MARIN Valter

È per dire la verità: il confronto con chi la materia la conosce è sempre interessante e stimolante. Non c'è condono di sottotetti di alcun genere.
La base di tutto è la legittimità dell'edificio: se l'edificio è legittimo posso intervenire, compreso nel sottotetto. La norma che parlava dei tre anni, fra l'altro, rispetto alla legge precedente, dava indicazioni degli interventi rispetto ai sottotetti esistenti al momento dell'entrata in vigore della legge, mentre noi abbiamo ritenuto che, qualora il sottotetto (potrebbe essere anche un edificio in costruzione) nei tre anni successivi è legittimo, è consentita una sua trasformazione.
Solo per chiarire. Non c'è nessun condono nascosto di alcun genere.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Perugini; ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Solo un chiarimento sull'ordine dei lavori: siamo sull'articolo 1 e poi si procederà direttamente all'articolo.



PRESIDENTE

.all'articolo 2 e così via. Siamo all'articolo 1 e poi c'è l'articolo aggiuntivo.
Prego, Consigliere Riva Vercellotti.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Solo qualche minuto per capire come riorganizzare il computer, perché la mia postazione ha qualche problema. È possibile avere qualche minuto?



PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.21, riprende alle ore 12.32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo con la votazione sull'articolo 1.
Ricordo che il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



(Commenti fuori microfono della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Il geografico raffigura le vostre postazioni come in Aula: la linea in basso del monitor rappresenta l'Ufficio di Presidenza; quello centrale tondo, grosso, azzurro è il sottoscritto; la seconda linea dal basso rappresenta la Giunta e i bianchi sono le assenze.
Il primo gruppo a sinistra del monitor (la terza, quarta e quinta fila) rappresenta le opposizioni e la parte a destra (prima, seconda, terza e quarta fila), rappresenta la maggioranza.
ARTICOLO 1 bis Emendamento rubricato n. 2) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marello per l'illustrazione.



MARELLO Maurizio

L'emendamento rubricato n. 2), ma anche gli emendamenti rubricati n. 3), 4) e 5) che si esamineranno di seguito, sono emendamenti aggiuntivi.
La ratio dell'emendamento rubricato n. 2), a parte le questioni di merito reintroduce il contenuto dell'articolo 2 del testo originario, che era approdato in II Commissione, quindi non emendato. Vista l'impugnazione del Governo, vi era la necessità di adeguarsi ai rilievi fatti, al fine di evitare un lungo ed inutile contenzioso avanti alla Corte Costituzionale e ciò anche per ragioni di certezza del diritto.
Questa è la motivazione che accomuna questo emendamento e i successivi tre che do per illustrati. In più, su questi emendamenti, cadono anche quelle questioni più di merito che avevo detto sul tema del recupero dei sottotetti, della ristrutturazione edilizia, in deroga ai parametri di PRG che ho citato nel mio intervento in discussione generale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Se non ci sono altre richieste di intervento, chiedo il parere della Giunta sull'emendamento rubricato n. 2).



CAROSSO Fabio, Assessore all'urbanistica

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento rubricato n. 2).
Ricordo che il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 ter Emendamento rubricato n. 3) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Carosso per il parere della Giunta.



CAROSSO Fabio, Assessore all'urbanistica

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 quater Emendamento rubricato n. 4) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Marello ho già illustrato l'emendamento.
Chiedo all'Assessore Carosso di esprimere il parere della Giunta regionale.



CAROSSO Fabio, Assessore all'urbanistica

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 1 quinquies Emendamento rubricato n. 5) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Marello ho già illustrato l'emendamento.
Chiedo all'Assessore Carosso di esprimere il parere della Giunta regionale.



CAROSSO Fabio, Assessore all'urbanistica (fuori microfono)

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 10) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Marello per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

È un emendamento sostitutivo: nel merito, questa norma inserisce un articolo sulla delocalizzazione, che riteniamo avere - l'avevamo già detto all'epoca - premialità eccessive, aprendo la strada a nuovo consumo di suolo.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo all'Assessore Carosso di esprimere il parere della Giunta regionale.



CAROSSO Fabio, Assessore all'urbanistica

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 11) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Marello ho già illustrato l'emendamento.
Chiedo all'Assessore Carosso di esprimere il parere della Giunta regionale.



CAROSSO Fabio, Assessore all'urbanistica

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ci sono dei problemi nella postazione del Consigliere Giaccone, perci essendo ormai in prossimità della pausa, sospenderei la seduta.
Riprenderemo i lavori alle ore 14.00 con il question time.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.52)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.09 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1529 presentata dalla Consigliera Frediani, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 1531 presentata dal Consigliere Gallo, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 1533 presentata dalla Consigliera Canalis, cui risponderà l'Assessore Gabusi interrogazione a risposta immediata n. 1527 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1528 presentata dal Consigliere Martinetti, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1530 presentata dal Consigliere Ravetti, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1532 presentata dalla Consigliera Accossato, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1534 presentata dalla Consigliera Disabato, alla quale, su richiesta della Consigliera, verrà fornita risposta scritta.
Prego gli Assessori che rispondono alle interrogazioni a risposta immediata di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti che degli Assessori che rispondono.
Ricordo, infine, che l'interrogante ha a disposizione tre minuti per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta, e non sono previste repliche.


Argomento: Contratti ed appalti

Interrogazione a risposta immediata n. 1529 presentata da Frediani inerente a "Appalto assegnato alla REAR commissariata, la Regione intende intervenire?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1529.
La parola alla Consigliera Frediani, per l'illustrazione.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà per tre minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente. Buongiorno, Assessore.
Come si desume dal titolo, parliamo di un appalto e parliamo del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, che gestisce direttamente il complesso de La Venaria Reale, Giardini e Castello della Mandria e che è composto dal Ministero della Cultura, dalla Regione Piemonte, dalla Città di Venaria Reale, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura.
Nel mese di giugno 2022 è stata indetta una procedura di gara pubblica per un contratto di appalto relativamente ai servizi di biglietteria, custodia sorveglianza, accoglienza, assistenza al pubblico e concessione delle attività didattiche e laboratori, call center: insomma, tutti i servizi che riguardano il complesso della Venaria Reale. A questo bando ha partecipato anche la REAR - Società cooperativa che ben conosciamo, anche perché uno degli attuali soci è stato anche Presidente del Consiglio e, attualmente, è Senatore del Partito Democratico - in quanto consorziata esecutrice del concorrente CNS, Consorzio Nazionale Servizi, Società cooperativa.
Credo che tutti abbiano potuto leggere sui giornali che la REAR dapprima è stata indagata e poi, recentemente, commissariata, a seguito di alcuni rilievi che, se posso brevemente leggere, sono in larga parte riportati in un verbale ispettivo che risale al 6 giugno; questa data è importante perché - lo vedremo dopo - è antecedente al momento in cui viene affidato l'appalto.
Nel verbale si legge: ".la proposta di adozione del provvedimento di gestione commissariale ex art. 2545-sexiesdecies del Codice civile, per gravi irregolarità nella gestione dell'ente da parte dell'organo amministrativo («le irregolarità riscontrate e sanabili sono poste in essere scientemente proprio dall'organo amministrativo che ha adottato una gestione personalistica della cooperativa»), con particolare riguardo al coinvolgimento della platea sociale, alle condizioni lavorative applicate ai soci, alle operazioni di investimento e finanziamento in altre società le cui attività non sembrano avere alcuna connessione con le finalità statutarie della cooperativa;".
Si aggiunge poi, nel verbale, che le controdeduzioni sono state ritenute "non meritevoli di accoglimento in quanto non idonee a mutare la situazione fondante la proposta fatta dagli ispettori", che è quella per l'appunto del commissariamento.
Ecco, nonostante fossero già state rilevate numerose irregolarità e siano state riportate già nel verbale ispettivo del 6 giugno, in data 20 giugno è stata aggiudicata la procedura in favore della concorrente CNS, che, come dicevo prima, ha individuato nella REAR l'esecutrice.
I lavoratori, ovviamente, sono in subbuglio, perché oltre a condizioni di lavoro che devono essere ancora ben definite, per cui è in atto anche un'interlocuzione tra i sindacati e i vertici del Consorzio, ci sono ovviamente delle incertezze relative a questo commissariamento.
Abbiamo dunque chiesto alla Regione quale sia la posizione rispetto a questo affidamento, che, tra l'altro, dovrebbe partire proprio da oggi; ci risulta, da notizie che sono state diffuse nel pomeriggio di ieri, che in realtà l'affidamento sia stato sospeso fino ad ottobre (e immagino che sia il contenuto della risposta che mi fornirà l'Assessore).
Tuttavia, al di là della sospensione, ci chiediamo se la Regione intenda intervenire in modo da chiarire meglio la sua posizione rispetto all'affidamento di un appalto così cruciale e così importante alla REAR che - lo ricordiamo - in passato si è già distinta in modo non proprio positivo per il modo in cui interagisce con i suoi lavoratori, soprattutto dal punto di vista economico; ricordiamo tutti la questione del Museo del Cinema, con il rifiuto di Ken Loach e di Ettore Scola di ritirare un premio che era stato assegnato dal TFF.
Spero che nella risposta ci sia un orizzonte un pochino più ampio rispetto alle notizie che sono state riportate ieri da alcuni media.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Frediani per l'illustrazione.
La Giunta regionale ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Ringrazio la Consigliera Frediani.
Non so se esaudirò tutti i suoi desideri in termini di risposta, ma le leggo quanto mi ha preparato la mia collega, Assessore Poggio.
A seguito della revoca del Consiglio di Amministrazione della REAR e della nomina del Commissario governativo, disposti con decreto del 31 agosto scorso, la Regione Piemonte ha avviato tempestivamente le necessarie interlocuzioni con il Presidente e il Direttore del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, finalizzate ad approfondire il tema sollevato e le questioni ad esso sottese.
Ci viene comunicato che, nell'assoluta trasparenza e correttezza della procedura avviata, la sottoscrizione del contratto di appalto oggetto dell'interrogazione, prevista in data 11 settembre, è stata rinviata contestualmente alla convocazione di un CdA straordinario per un ulteriore esame dell'argomento, subordinato comunque all'esito del procedimento penale in corso.
Sarà cura della mia collega aggiornarvi sull'esito delle sedute del Consiglio d'Amministrazione e sulle successive determinazioni in merito.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1527 presentata da Magliano inerente a "Quali misure per contrastare la penuria di Creon 10.000 farmaco per l'insufficienza pancreatica e di altri medicinali di cui vi è carenza in Piemonte?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1527.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Rivolgo anch'io i complimenti al Segretario per la classifica pubblicata.
Tornando all'argomento in oggetto, parliamo della mancanza di un farmaco definito "salvavita".
Premesso che il Creon 10.000 è un farmaco salvavita per il trattamento dell'insufficienza pancreatica, questo farmaco surroga le funzioni del pancreas nei pazienti nei quali questo organo è stato in tutto o in parte asportato. Senza l'assunzione della dose quotidiana prescritta di Creon 10.000, i pazienti non possono alimentarsi senza subire effetti collaterali gravi o gravissimi e, comunque, incompatibili con una qualità della vita accettabile.
Rilevato che da cinque settimane si registra anche in Piemonte una grave carenza di Creon 10.000, la penuria è confermata anche da FederFarma Piemonte, la quale denuncia che le dosi disponibili sono totalmente insufficienti a soddisfare la domanda sul territorio della nostra Regione.
La stessa AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha incluso il Creon 10.000 nell'elenco dei medicinali carenti a livello nazionale.
Appurato che non esistono, al momento, farmaci alternativi o generici con i quali sostituire o alternare il Creon 10.000, prodotto dall'azienda Mylan alcuni pazienti stanno cercando di entrare in possesso del farmaco rivolgendosi al mercato estero (Svizzera o Inghilterra).
Constatato che la penuria descritta in narrativa si iscrive nel più ampio contesto che vede da inizio anno una grave carenza, a livello nazionale, di circa 300 farmaci, 30 dei quali essenziali; considerato che l'attuale carenza pone in grave difficoltà le migliaia di piemontesi che soffrono di insufficienza pancreatica, neoplasie o tumori del pancreas; l'accesso alle cure e, dunque, il diritto alla salute devono essere garantiti a tutti i cittadini; considerato, infine, che il farmaco potrebbe essere disponibile in alcune farmacie ospedaliere (evidentemente, utilizzato subito dopo l'asportazione o l'intervento sul pancreas), interrogo l'Assessore per sapere quali misure intenda prevedere questa Giunta - compresa la possibilità di consentire l'accesso alle farmacie ospedaliere presso le quali i farmaci siano eventualmente disponibili e inclusa la possibilità di interloquire con le case farmaceutiche produttrici per l'estensione o la cessione dei brevetti - per contrastare la carenza di Creon 10.000 e degli altri medicinali sul territorio piemontese.
Presidente, abbiamo voluto presentare questa interrogazione a risposta immediata, come capirà l'Assessore, perché vi è un'emergenza. Siamo entrati in contatto con numerosi cittadini che, a seguito di intervento sul pancreas (conosciamo bene il livello di mortalità che ha la neoplasia al pancreas), hanno una seconda chance, ma senza l'assunzione di questo farmaco non riescono ad alimentarsi. Riteniamo che sia un problema da affrontare seriamente.
Sapendo che il costo di questo farmaco fuori dal nostro Paese raggiunge cifre impossibili, metteremmo il cittadino più povero nella condizione di vedersi lentamente spegnere.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ringrazio altresì il Consigliere Magliano per aver sollevato una tematica molto importante e molto delicata, tant'è che questo Assessorato, in data 7 settembre, con nota protocollo n. 4836 indirizzata a tutte le Aziende Sanitarie Regionali, ha precisato che il medicinale in oggetto, sia nel dosaggio da 10.000 che nel dosaggio da 25.000, è attualmente in distribuzione contingentata, a causa delle elevate richieste che pervengono al titolare, e lo sarà per tutto il 2023.
Abbiamo anche interpellato gli uffici competenti di AIFA, i quali hanno segnalato allo scrivente Settore, anche in modo molto diretto, che il titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio ha confermato comunque la disponibilità del medicinale.
Nei casi in cui la carenza del medicinale non è totale e la distribuzione delle confezioni disponibili è controllata, le farmacie sul territorio aperte al pubblico dovrebbero contattare il titolare, tramite gli appositi servizi di SOS, per verificare la disponibilità del prodotto e la possibile fornitura.
In estrema ratio, nel caso in cui il farmaco risultasse irreperibile con queste modalità presso le farmacie aperte al pubblico, le nostre Aziende attraverso il Servizio farmaceutico interno, su richiesta dell'assistito sono pronte ad erogare direttamente lo stesso farmaco, in osservanza delle disposizioni in materia (ovviamente, può essere fatto solo dopo che la precedente procedura risulta inapplicabile, altrimenti sarebbe una concorrenza con le farmacie), attivando, se necessario, una procedura anche di importazione diretta su un medicinale analogo commercializzato all'estero, al fine di garantire la continuità terapeutica ai pazienti proprio per le ragioni che lei ha sottolineato nella sua interrogazione.
Ci sono tutte le strade per fornire a chi ne ha bisogno questo importante presidio salvavita.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Calamità naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1531 presentata da Gallo, inerente a "Colata detritica del 13 agosto 2023 nel Comune di Bardonecchia. Quando saranno stanziati gli aiuti per il ripristino?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1531.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per tre minuti.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Abbiamo depositato questa interrogazione a risposta immediata a seguito dell'evento calamitoso del 13 agosto 2023 nel Comune di Bardonecchia. Le immagini le abbiamo viste tutti.
Ho avuto modo, come molti esponenti di maggioranza, di fare un sopralluogo su quei territori e di constatare la devastazione di quella comunità e la forza con cui la natura ha manifestato questo evento. Da quel giorno ininterrottamente, si sono susseguiti volontari e uomini della Protezione civile per liberare dal fango Bardonecchia e la zona interessata. Giorno dopo giorno il paese è tornato alle sue origini. È stato fatto un ottimo lavoro; rimangono tutti i danni e le ingenti opere ancora da portare a termine, anche per preparare Bardonecchia per la nuova stagione invernale che si sta avvicinando.
Abbiamo più volte detto che nel nostro bilancio si stanziano sempre dei fondi di riserva regionali che possono essere utilizzati per le emergenze: ebbene, noi crediamo che questa sia una di quelle emergenze.
Sappiamo che la richiesta di stato di emergenza avanzata a livello nazionale è, ovviamente, la strada maestra per ottenere le risorse e ripagare i danni di quel territorio, ma i tempi sono lunghi e la burocrazia anche. Per queste ragioni, interroghiamo l'Assessore per sapere se saranno utilizzati quei fondi di riserva presenti a bilancio, stanziati proprio per le emergenze in occasione di ogni bilancio preventivo (ci auguriamo di sì) e quando sarà erogata almeno una parte degli aiuti economici che potrà consentire al Comune di Bardonecchia e alla sua comunità di tornare nel più breve tempo possibile alla normalità.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Gallo per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente e grazie, Consigliere Gallo.
Innanzitutto, ringrazio l'Amministrazione comunale di Bardonecchia, perch è riuscita a gestire l'emergenza, coinvolgendo sì il coordinamento regionale, ma in buona parte già dal 14 agosto, con le proprie forze, ha potuto far fronte all'accaduto. Chi, come me, si è recato sul posto, ha potuto subito comprendere quanto sia stato competente e attivo il ruolo del Comune in questa tragedia; tragedia che, fortunatamente, ha risparmiato le vite umane, pur colpendo una buona parte dell'abitato di Bardonecchia.
Il Consigliere Gallo ha già fatto un riassunto di quanto è successo, ma credo sia importante rappresentare il fatto che nella mattina, prima ancora che io mi recassi a Bardonecchia, il Dipartimento di Protezione civile nella persona del Capo Dipartimento, dopo aver visto le immagini, ha rappresentato sia con me che con il Presidente Cirio la volontà di attivare il percorso di stato di emergenza nazionale.
Nelle prossime settimane - credo tra il 23 e il 30 settembre, salvo i giorni festivi e prefestivi - i tecnici del Dipartimento hanno già annunciato che effettueranno un sopralluogo sul territorio propedeutico alla perimetrazione e alla definizione del quadro esigenziale. Un quadro esigenziale che, dopo la prima richiesta urgente di stato di calamità, già inviata dal Presidente Cirio il 14 agosto, è stato rappresentato il 7 settembre al Dipartimento di Protezione civile con un quadro dei danni che ammonta a circa 23 milioni euro, suddivisi come segue: euro 145.000 di assistenza alla popolazione; euro 1.750.000 di ripristino dei servizi essenziali o le somme urgenze; circa 21.000.000 di euro per la mitigazione del rischio e dissesto idrogeologico (con una postilla rispetto ai danni ai privati, che sostanzialmente sono le auto, in buona parte tra l'altro della Polizia, per circa 1.500.000 euro).
Come abbiamo sempre fatto - purtroppo la nostra esperienza in questi anni sulle calamità si è ripetuta dal 2019 in poi - seguiremo un percorso consolidato atto a garantire ai Comuni e gli Enti locali le somme urgenze quindi il ripristino dei servizi essenziali.
In questo caso, è evidente che la disponibilità delle risorse della Regione verrà usufruita nel momento in cui non fossero sufficienti le risorse stanziate che il Dipartimento ci ha garantito.
Come ha detto bene il Consigliere Gallo, le procedure sono abbastanza articolate, ma non per il riconoscimento delle somme urgenze, che di fatto saranno inserite nel primo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con le prime risorse, così com'è successo per la grandinata del 6 luglio.
Confidiamo di avere a disposizione in breve tempo queste risorse, per poi pianificare gli investimenti di mitigazione del rischio.
In chiusura, voglio ringraziare il Sindaco di Bardonecchia, non solo per il riconoscimento degli interventi fatti insieme alla Regione in questi anni ma anche per averli realizzati. In tal senso, ringrazio anche le Amministrazioni precedenti.
Certamente, quegli interventi hanno consentito di mitigare i danni che probabilmente, senza le briglie, sarebbero stati maggiori.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento: Città metropolitane - Protezione civile

Interrogazione a risposta immediata n. 1533 presentata da Canalis, inerente a "Protezione civile della Città Metropolitana di Torino: la Regione intende sostenerla?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1533.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Canalis.
Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Ho presentato questa interrogazione a risposta immediata preoccupata dall'arrivo della stagione autunnale. Sappiamo, infatti, che nei mesi autunnali si concentrano in media gli eventi calamitosi (frane, esondazioni e via dicendo). In questo periodo dell'anno è, purtroppo, particolarmente importante assicurare che la Protezione civile, che sappiamo essere stata parzialmente demandata alle Province e alle Città Metropolitane con la legge regionale n. 23 del 2015, sia assolutamente attiva e nella pienezza delle sue funzioni.
La Città Metropolitana di Torino, che dovrebbe svolgere un servizio di coordinamento della Protezione civile sul territorio (si occupa del bollettino e via dicendo) e che oggi ha due impiegati dedicati (quindi molto pochi), purtroppo non è nella condizione di offrire in tutta la sua efficienza il servizio necessario.
Nel 2023 non sono ancora stati erogati dalla Regione i fondi per sostenere la Protezione civile della Città Metropolitana. Inoltre, le spese sostenute e rendicontate nel 2019-2020 (parliamo di 59.000 euro nel primo caso e di 55.000 euro nel secondo), non risultano essere ancora state rimborsate dalla Regione Piemonte (mi riferisco al servizio di reperibilità della Protezione civile).
Considerata l'importanza di questo servizio - penso che su questo siamo tutti d'accordo - e visto che la Città Metropolitana di Torino rappresenta più della metà del territorio regionale, che ha caratteristiche orografiche molto varie (al suo interno ci sono aree montane, collinari e di pianura quindi questa varietà rende particolarmente sensibili le caratteristiche territoriali, quindi anche i rischi idrogeologici), noi chiediamo alla Giunta regionale quanto intenda investire nel 2023 per la Protezione civile.
Presidente, mi consenta un'ultima considerazione: ho presentato un'interrogazione a risposta immediata mirata sul mio collegio, ma effettivamente la domanda potrebbe essere estesa a tutte le otto Province piemontesi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Monica Canalis per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente e grazie, Consigliera Canalis.
Intanto vi rappresento un quadro: nell'ultima parte dell'intervento, la Consigliera Canalis ha rappresentato il fatto che queste problematiche sono comuni a tutto il Piemonte. Questo non ci rallegra, ma ci consente di tracciare un quadro più complessivo di quanto abbiamo fatto in questi anni.
Dopo la legge Delrio le competenze sono state spacchettate, ma intanto il Codice di Protezione civile si è aggiornato e oggi la nostra forma legislativa non risponde al Codice di Protezione civile nazionale.
È anche per questo che, già nel corso del 2022, nell'ambito di un osservatorio regionale abbiamo proposto alle Province e alla Città metropolitana una modifica di legge che ci consentisse di adeguare le nostre competenze, non in base alle nostre volontà, ma in base alla norma.
In quell'incontro - lo dico in maniera che sia tutto trasparente e tracciato - abbiamo proposto di: individuare, in via transitoria, rispetto all'aggiornamento della legge regionale che deve avvenire in questa sede, i corretti meccanismi giuridici che consentano di diminuire e di alleggerire le attuali deleghe alle Province, senza revocarle. Questo potrebbe avvenire mediante il ritorno alla competenza regionale degli aspetti legati alla gestione delle emergenze e del volontariato della Protezione civile, mentre quelli legati alle attività di pianificazione continuerebbero ad essere esercitati dalle Province, anche perché conoscono molto meglio il territorio prevedere un ruolo di "concorso" delle Province nella gestione delle emergenze mediante l'attività delle sale operative provinciali, dove esistenti, a supporto delle Prefetture piemontesi e le garanzie del raccordo con gli Enti locali individuare corrette forme amministrative che possano consentire alle Province piemontesi e alla Città metropolitana di coordinare e supportare le organizzazioni di volontariato che non aderiscono al Coordinamento regionale avviare un tavolo di confronto tra Regioni, Province e Città Metropolitana sul procedimento di aggiornamento della legge e una serie di incontri bilaterali.
Devo dire che nell'ultima riunione la Città Metropolitana di Torino non era presente, ma non è una colpa, visto che ne abbiamo fatte diverse in cui era presente. Il punto d'intesa con le altre Province, che penso possa essere lo stesso della Città metropolitana, su queste deleghe e su questo tipo di impostazione c'era, tant'è che noi siamo pronti con un disegno di legge che porteremo in Giunta e poi in Consiglio nelle prossime settimane, per capire se c'è, da parte del Consiglio, l'adesione a questa nuova impostazione, che lo ripeto - non parte da una volontà politica, ma dal Codice di Protezione civile.
Nello specifico, però, credo non sia esattamente corretto considerare quelle cifre in correlazione con l'efficienza e l'efficacia del meccanismo di Protezione civile, che invece è perfettamente funzionante: quelle sono cifre di rimborso che non inficiano l'efficienza del sistema (lo dico per quei due dipendenti, ma anche per il sistema generale della Protezione civile piemontese).
Con la Città metropolitana, nonostante siano corretti i dati riportati dalla Consigliera Canalis, si stanno svolgendo incontri tecnici con la struttura regionale per analizzare la proposta di individuazione degli ambiti ottimali di gestione del servizio di Protezione civile, che sono anch'essi nella nuova legge, nonché per rafforzare la collaborazione tra le due Amministrazioni, soprattutto nella fase di emergenza. A questo proposito, è stata già sperimentata, nel corso degli ultimi eventi calamitosi che hanno interessato il territorio della provincia di Torino la presenza dei servizi provinciali di viabilità e protezione civile all'interno della nostra sala operativa (quella regionale di Corso Marche) al fine di ottimizzare il flusso delle comunicazioni e delle attività di rispettiva competenza.
Quindi, se è vero che gli aspetti finanziari sono da perfezionare e nell'ambito dell'Osservatorio sono comuni a tutte le Province - e gli Assessori al personale, al bilancio e alla protezione civile si sono impegnati a regolarizzarli da qui a fine mandato - è altrettanto vero che i motivi per cui le Province stanno soffrendo di carenze di organico non sono legati ad una volontà, ma ad una difficoltà nell'aderenza tra la norma nazionale e la norma regionale che deve essere sanata. Abbiamo trovato un punto d'intesa a livello di Osservatorio regionale e lo rappresenteremo al Consiglio per capire se anche in questa sede ci sarà un'intesa e potremo modificare la legge e dare all'organismo una forma più aderente al nuovo Codice di Protezione civile alla nostra struttura regionale.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1528 presentata da Martinetti inerente a "Coerenza della deliberazione n. 360, del 21 luglio 2023 dell'Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo con quanto previsto dal comma 7, art.3 del d.lgs. 502/92"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1528.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà per tre minuti.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente e buongiorno, Assessore.
Con deliberazione n. 360 del 21 luglio 2023 il Commissario dell'Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo ha deliberato di nominare il nuovo Direttore amministrativo. Ai sensi del comma 7 dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 502/92 e sue successive modifiche, il Direttore amministrativo è un laureato in discipline giuridiche o economiche che non abbia compiuto il 65esimo anno di età e che abbia svolto per almeno cinque anni una qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione (per "enti o strutture sanitarie di media o grande dimensione" si intendono, ad esempio, le Unità Sanitarie Locali, le Aziende Ospedaliere, i Policlinici Universitari, le case di cura private che abbiano un numero di posti letto non inferiore a 250).
Noi siamo andati a recuperare il curriculum del nuovo Direttore amministrativo, che è pubblicato nell'apposita sezione del sito istituzionale dell'Azienda Ospedaliera. Devo dire che, sebbene sia un curriculum di tutto rispetto, anche invidiabile, in quanto riporta pluriennali esperienze presso diversi Comuni, non abbiamo rilevato la "qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione", così come richiesto dal decreto legislativo che ho citato prima, per la nomina del Direttore amministrativo di Aziende Sanitarie Locali ed Ospedaliere.
A questo riguardo c'è una sentenza della Corte di Cassazione della Sezione lavoro datata 6 maggio 2021 che ha istituito il carattere imperativo dell'articolo 3, comma 7, del decreto legislativo del 30 dicembre 1992, la cui violazione determina la nullità del contratto stipulato dall'Azienda con persona priva dei necessari requisiti soggettivi (li abbiamo inseriti nell'interrogazione, ma per motivi di tempo non posso esporli; penso comunque, che l'Assessore li abbia sicuramente letti).
C'è preoccupazione nel Comune di Cuneo e so che in questi giorni si sta discutendo anche di un'interrogazione presentata dal Consigliere Boselli e dal Consigliere Sturlese in merito a questo argomento.
La domanda che pongo è molto semplice: alla luce di quanto abbiamo esposto e scritto nell'interrogazione, chiediamo se si ritenga coerente la deliberazione n. 360 del 21 luglio 2023 dell'Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo con quanto stabilito dal decreto legislativo n. 502 del 1992. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi, per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
L'interrogante chiede all'Assessore se ritenga coerente la deliberazione n.
360 del 21 luglio 2023 dell'Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo con quanto stabilito dal decreto legislativo n. 502/92.
Mi permetta di rilevare, Consigliere, che questa non mi sembra un'interrogazione; piuttosto, mi sembra una richiesta di parere legale. Io non faccio l'avvocato, per cui non rilascio pareri legali a nessuno neanche a lei.
Tuttavia, visto che lei ha adombrato dei dubbi sulla legittimità della deliberazione del Commissario dell'Azienda Ospedaliera, se mi fornisce gli elementi di valutazione e di giudizio che voi avete utilizzato, io li trasmetterò agli Uffici per gli eventuali provvedimenti consequenziali e per i relativi controlli. La ringrazio.
Ho concluso, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1530 presentata da Ravetti, inerente a "Chiarimenti urgenti in merito al nuovo reparto di Riabilitazione Funzionale e Fisiatria presso il Presidio Ospedaliero di Tortona"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1530.
La parola al Consigliere Ravetti, per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Abbiamo letto, in questi giorni, pareri che ci hanno convinto a presentare questa interrogazione a risposta immediata, al fine di fare chiarezza sulla questione (peraltro, crediamo che questo sia il luogo deputato per la discussione e per i chiarimenti, nulla di più).
All'inizio del mese di giugno ho partecipato all'inaugurazione del reparto di Riabilitazione dell'Ospedale di Tortona e lei era collegato on line ricordo il suo saluto e ricordo le sue riflessioni, che ho anche condiviso soprattutto nella parte legata all'impegno che l'Ospedale di Tortona ha profuso al tempo del Covid, diventando un Covid hospital e offrendo, ad un certo punto della vicenda, garanzie fondamentali non soltanto per il territorio tortonese.
Nel suo intervento lei ha messo tutti nelle condizioni di comprendere che è necessario garantire un presente e un futuro a quel presidio ospedaliero compresa una sorta di "restituzione alla comunità" per quanto è stato fatto proprio nel periodo del Covid.
Non entro nel merito della scelta - non l'ho fatto prima, tantomeno lo far ora o in futuro - rispetto alla gara che ha aggiudicato la gestione ad un'associazione temporanea di impresa di più servizi all'interno della struttura ospedaliera. Se lo avessi fatto, avrei commesso un errore e continuerei a commetterlo oggi.
Il mio compito, però, proprio per rendere edotti tutti i tortonesi sul punto, è chiederle, dal giorno dell'inaugurazione ad oggi, quanti pazienti sono stati trattati nel reparto di Riabilitazione e quanti professionisti (infermieri, medici) sono stati utilizzati in quel reparto.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi, per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ringrazio altresì il Consigliere per aver ricordato, nel momento in cui si sono conclusi i lavori del reparto, quanto è stato detto allora considerazioni che condivido ancora adesso e mi fa piacere che le condivida anche lei.
In realtà, la parte degli impianti, dei macchinari e dei locali si è conclusa ed è stata inaugurata, ed è in corso di realizzazione.
Questa è un'esperienza particolarmente innovativa, anche a livello nazionale, e proprio per la sua componente di cambiamento e di modernità ha richiesto più tempo.
I servizi sono stati progettati, la gara è stata assegnata, le strutture e le tecnologie sono pronti, tant'è che le abbiamo inaugurate.
Il contratto con l'associazione temporanea di impresa, che, proprio per la sua complessità e per gli elementi di innovazione, ha richiesto un lavoro approfondito da parte dei legali, sarà siglato nei prossimi giorni, perch si è conclusa questa importante trattativa. Dopodiché, l'attività partirà garantendo tutte le prestazioni precisate e richieste nel capitolato di gara.
Nel frattempo, l'attività ambulatoriale di recupero e rieducazione funzionale per la cittadinanza tortonese prosegue con volumi di attività notevoli, che si esplicano con un orario completo dal lunedì al venerdì, e sono erogate grazie ad un'équipe formata da tre medici fisiatri, 2 logopedisti, 12 fisioterapisti e 4 massofisioterapisti.
Lei ha ragione quando dice che abbiamo inaugurato tutta la parte strutturale. Purtroppo, complicazioni di carattere tecnico-amministrativo hanno portato il contratto a dover subire degli approfondimenti. Come riferisce il Direttore, credo che nei prossimi giorni sarà siglato e subito dopo partiranno i servizi che ancora non sono partiti.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1532 presentata da Accossato inerente a "Ex Ospedale Maria Adelaide di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1532.
La parola alla Consigliera Accossato, per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione torno sulla questione dell'ex Ospedale Maria Adelaide di Torino, perché abbiamo letto e ho avuto informazioni sulla possibilità di una conclusione, di un epilogo, rispetto ai lunghi anni ormai di chiusura, di inattività e anche di inutilizzo (salvo qualche utilizzo parziale nei periodi invernali per i senzatetto, insomma per operazioni di emergenza, diciamo così) Entro nel merito della questione, tralasciano aspetti che sia io che l'Assessore conosciamo.
L'11 luglio l'Assessore è intervenuto in merito con un'informativa: l'Azienda Città della Salute, proprietaria del bene, dopo aver ripetutamente provveduto alla pubblicazione di bandi di gara (tutti andati deserti) per l'alienazione di questo ex presidio ospedaliero, aveva conseguito un'offerta d'acquisto. L'Agenzia del Demanio aveva espresso parere favorevole anche in merito alla congruità dell'offerta, con un ulteriore approfondimento di tipo tecnico-giuridico per procedere nella direzione dell'alienazione.
Ovviamente, oltre a chiedere un aggiornamento sul processo di compravendita, colgo l'occasione - spero che nella sua risposta l'Assessore dedichi attenzione a questo punto - per chiedere ragguagli in merito al fatto che, sempre in data 11 luglio, l'Assessore aveva ribadito che il progetto di quella struttura avrebbe dovuto prevedere una residenza studentesca, una Casa di Comunità e una struttura sanitaria aperta al pubblico, proprio perché l'aspetto di mantenere una parte di presidio socio sanitario, o sanitario, rivolto alla popolazione di quel quartiere di Torino rimane nell'attenzione di molti cittadini e cittadine.
L'interrogazione, quindi, è volta a chiedere all'Assessore un aggiornamento in merito, visto che non abbiamo letto ulteriori notizie rispetto a questa situazione.
Lo ringrazio fin da subito per la risposta che fornirà.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Silvana Accossato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Ricordo la sua interrogazione di qualche mese fa e confermo che il tutto è andato esattamente come avevamo ipotizzato e come prevedeva la procedura in corso.
C'è stata una serie di tentativi di vendita - lo ha citato prima - andati purtroppo a vuoto. Successivamente, a seguito di queste reiterate procedure di gara indette per l'alienazione del bene, con provvedimento n. 1158 del 23 agosto 2023 è stata deliberata l'aggiudicazione a REAM SGR S.p.A. di Torino della procedura di gara indetta con deliberazione n. 1766 del 14 dicembre 2022 per l'alienazione totale dell'immobile, con un corrispettivo di prezzo di 6 milioni di euro, dichiarato congruo dall'Agenzia del Demanio di Roma, con il vincolo di destinazione del bene a residenza universitaria come ci eravamo detti, e, in parte, ad attività di carattere sanitario e socio-assistenziale, così com'era nelle previsioni e così come sottolineato dalla Soprintendenza con provvedimento n. 2220 del 28 aprile del 2023.
Attualmente, sono in corso di definizione le attività tecniche di verifica edilizia e urbanistica propedeutiche alla stipula del rogito notarile di compravendita, che presumibilmente avverrà nel mese di ottobre. Lei sa che prima di andare dal notaio a stipulare un atto occorre che tutte le conformità edilizie ed urbanistiche siano verificate, accertate ed eventualmente sanate; poi sarà possibile stipulare l'atto. Pertanto, nel mese di ottobre si farà l'atto.
Resta il fatto che il bene è già venduto al prezzo che le ho detto.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita' - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Organizzazione regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 1534 presentata da Disabato inerente a "Ipotesi elezioni regionali a marzo 2024: quale maggior costo a carico dei contribuenti?" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Su richiesta dell'interrogante, la Consigliera Disabato, all'interrogazione a risposta immediata n. 1534 verrà fornita risposta scritta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.00 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale sospesa alle ore 13.00.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 14.54 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.08)


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Disegno di legge n. 267 "Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2022, n. 7 (Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia)" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nella sessione antimeridiana sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza, ha avuto luogo la discussione generale e sono stati approvati gli articoli 1, 2 e 3.
Riprendiamo l'esame del disegno di legge dall'articolo 4, su cui insiste un emendamento a prima firma del Consigliere Marello interamente sostitutivo.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 9) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Marello lo dà per illustrato.
Il parere della Giunta regionale sull'emendamento rubricato n. 9)?



CAROSSO Fabio, Assessore all'urbanistica (fuori microfono)

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento rubricato n. 9).
Ricordo che il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.10, riprende alle ore 15.43)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Avevamo sospeso la seduta per mancanza del numero legale.
Dispongo la ripetizione della votazione sull'emendamento rubricato n. 9).
Ricordo che il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 5 Sull'articolo 5 non insistono emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 6 Sull'articolo 6 non insistono emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).



(Commenti fuori microfono del Consigliere Rossi)



PRESIDENTE

Adesso verifichiamo. Facciamo ricontrollare tutto il sistema.
ARTICOLO 7 Sull'articolo 7 non insistono emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 8 Sull'articolo 8 non insistono emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 12) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento viene dato per illustrato dal proponente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 13) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento viene dato per illustrato dal proponente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 10, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 11 Sull'articolo 11 non insistono emendamenti, pertanto possiamo procedere con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 12 Sull'articolo 12 non insistono emendamenti, pertanto possiamo procedere con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12 Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 12 bis Emendamento rubricato n. 6) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Marello dà per illustrato l'emendamento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 14) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Marello dà per illustrato l'emendamento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 13, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 13 bis Emendamento rubricato n. 7) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 13 ter Emendamento rubricato n. 1) presentato da Marello (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Comunico che l'emendamento rubricato n. 8), che chiedeva l'introduzione dell'articolo 13 quater, il cui primo firmatario era il Consigliere Marello, decade essendo stati già approvati gli emendamenti rubricati n. 4) e 5).
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Comunico il ritiro dell'emendamento rubricato n. 1). È un emendamento che ho depositato erroneamente, nel senso che introdurrebbe l'abrogazione della norma relativa alla realizzazione in deroga delle piscine per disabili emendamento che aveva presentato anche il Consigliere Magliano e che peraltro, era stato visto positivamente e sostenuto dalle altre opposizioni. Tanto più se si va a discutere davanti alla Corte Costituzionale di tutte le altre questioni, allora è meritevole insistere anche su tale questione specifica e sperare che la Corte Costituzionale ritenga prevalente l'aspetto sanitario, come veniva sottolineato dal Consigliere Magliano, rispetto agli aspetti prettamente paesaggistici.
Ritiro l'emendamento rubricato n. 1). Rimane depositato l'emendamento rubricato n. 7).



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 14 Sull'articolo 14 non insistono emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) È terminato l'esame dell'articolato, chiedo pertanto se ci siano interventi o dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

La mia dichiarazione è per annunciare un voto favorevole e non può che essere così, in piena coerenza con il voto che abbiamo espresso nella prima fase di approvazione della legge n. 7.
Non è esattamente quello che avremmo voluto approvare oggi per chiudere definitivamente la questione, però, quantomeno, va a ridurre l'incertezza su ulteriori 14 articoli su 21 che erano stati impugnati, per cui garantiamo comunque un'ottimizzazione dell'ordinamento preesistente.
È una legge che riteniamo essere una delle iniziative di maggior rilevanza assunte da questo Consiglio ed è tesa ad introdurre elementi di flessibilità e semplificazione in materia urbanistica ed edilizia. È una legge che, però, ahimè, provando a semplificare - cosa che, a parole vogliamo sempre tutti, perché vogliamo provare a semplificare la vita dei cittadini, dei professionisti e degli enti locali - ha trovato vita difficile.
È un provvedimento che abbiamo provato a fare - a partire dal collega Marin, così come ognuno di noi che ha lavorato su quel testo - non dimenticandoci dei ruoli precedenti che abbiamo ricoperto, cioè quelli di amministratori locali (Consiglieri, Assessori, Sindaci). Con questa legge volevamo provare a dare quelle risposte che molti cittadini ci chiedevano quando sedevamo in quei banchi e non eravamo in grado di dare; o, meglio gli uffici molte volte erano costretti a dire di no a delle richieste che ci sembravano assolutamente legittime.
È una legge che - la semplifico così, in estrema sintesi - provava a dire che, all'interno di legittimi volumi realizzati ed esistenti, si potevano recuperare ed utilizzare al meglio tutte le superfici utili, andando esattamente nella direzione che tutti sempre dichiariamo, cioè quella del risparmio di suolo.
Se all'interno di un volume esistente, se nel sottotetto si possono ricavare due camerette oppure una camera e un bagno, se all'interno di una casa esistente potrebbe essere utile ampliare una stanza o un bagno, magari per dare risposta alle esigenze di un figlio in più o di un genitore, credo che questo vada esattamente nella direzione di quello che dovrebbe essere il sentimento del buon padre di famiglia, quindi ancora più delle istituzioni che devono dare risposte. Il tutto sempre nella direzione di risparmiare suolo, perché si utilizzerebbe quello già occupato. Certamente fare queste cose è sempre molto difficile.
Inoltre, abbiamo provato a dire che - purtroppo gli ultimi avvenimenti sottolineano maggiormente questa esigenza - se una casa si trova in una zona ad alto rischio idrogeologico, diamo la possibilità di trasferirla.
Ovviamente, dato che siamo consapevoli che non può farlo gratuitamente e che i denari pubblici non sono sufficienti per garantire questo, abbiamo provato a farlo dicendo: "Se lo fai, ne hai un premio; un premio in indici di cubatura o quant'altro che ti permetta di abbandonare quella casa e ricostruirla in un luogo sicuro".
Credo che in quella legge abbiamo voluto inserire soltanto tanti elementi di buon senso. Purtroppo, però, abbiamo subito un'impugnativa alquanto pervasiva. È vero che riguardava magari dei singoli commi, ma hanno cercato di impugnare ogni articolo e di distruggere quella legge che abbiamo provato a portare avanti.
Devo dire, anche rispetto alle parole che ho sentito dal collega Marello e da altri colleghi, che è un'impugnativa che ha anche suscitato degli interrogativi, che adesso proverò a illustrarvi. Ne prendo due ad esempio.
Si consideri che lo stesso Consiglio dei Ministri che ha deciso di impugnare la nostra legge, nella successiva riunione - per cui non anni dopo, ma la settimana successiva - ha fatto passare senza rilievi una legge della Regione Calabria che ha incentivi e premialità modificative dello stato dei luoghi ben più rilevanti della nostra legge n. 7. Per non parlare, poi, dell'articolo della nostra legge relativo alla sanatoria paesaggistica, che semplicemente è un testo che è stato letteralmente copiato da una legge vigente dell'Emilia Romagna e che quando quella Regione l'ha approvata, non era stata impugnata. Mi chiedo, quindi, se ci siano due pesi e due misure. Oppure, forse, nella precedente Amministrazione questa Regione ha approvato il Piano paesaggistico regionale, delegando funzioni strategiche importanti al Governo e cedendo a quest'ultimo la sua potestà in ambiti e in materie su cui aveva il dovere e il diritto di intervenire. Questo credo che sia stato veramente grave.
Ho sentito dire che siamo tutti regionalisti, che siamo tutti attenti ai territori. Ma quando si fanno delle leggi in cui, probabilmente con poca attenzione, si va a scrivere che anche una semplice modifica nell'ambito legittimo di quello che si può andare a legiferare deve essere concordata con il Governo, di fatto ci siamo legati mani e piedi. O, meglio, la precedente Amministrazione ha legato mani e piedi a questa Regione.
Poi, ho sentito dire che questa legge violerebbe la sovranità dei Comuni! Io credo che questa legge non sia stata letta, perché noi, appositamente abbiamo scritto un articolo in cui permettiamo agli Enti locali di scegliere se, come e dove applicarla: vorrei capire, quindi, dov'è stata "letta" quella violazione della sovranità.
Dirò di più. Se avessimo accettato supinamente quell'interlocuzione che c'è stata con il Governo, quello era proprio uno degli articoli che ci chiedevano di abrogare, facendo sì che la legge uscita avrebbe sì violato l'autonomia degli Enti locali, perché si sarebbe eliminata la possibilità di scelta e sarebbe stata una legge che i Comuni avrebbero dovuto applicare in toto.
Abbiamo poi provato anche a semplificare rispetto alla legge n. 16, come ricordava il collega Marin: infatti, se quella legge aveva trovato poche applicazioni era perché qualcuno aveva scritto che per ogni singola unità abitativa bisognava passare attraverso il Consiglio di ogni Comune, andando a legiferare ad personam; non oso immaginare come sarebbe stato possibile per i Comuni! Infatti nessuno ha legiferato e quella legge, in gran parte è stata inapplicata.
Ho sentito parlare di "sfida alla Costituzione": noi, semplicemente, stiamo dicendo che non condividiamo un parere del Governo e ci affidiamo alla Corte Costituzionale per decidere chi abbia ragione, in una normale dialettica fra Regione e Governo. Vi ricordo che anche nella legge che avevamo emanato in periodo di Covid sempre in materia urbanistica si gridava allo stupro che avremmo fatto al territorio: su quegli articoli impugnati avevamo deciso di affidarci alla Corte Costituzionale, che ha dato ragione al Consiglio e alla Regione Piemonte. Credo, quindi, che nessuno di noi sfidi il Governo né, tantomeno, la Costituzione! Semplicemente, ci affidiamo alla Corte Costituzionale. È per questo che su alcuni articoli preferiamo che sia la Corte costituzionale a pronunciarsi e a dire se abbiamo ragione noi o il Governo. E ne accetteremo il parere che ne deriverà.
In conclusione, dovendo prendere atto dell'impugnativa, esprimo comunque un apprezzamento per la decisione condivisa del Presidente, del Vicepresidente e dell'intera Giunta, di resistere alle osservazioni governative che imporrebbero un passo indietro addirittura rispetto alla legislatura vigente. Con queste parole concludo.
Ringrazio per il lavoro svolto e spero che la Corte Costituzionale chiuda in tempi molto brevi la questione, affinché gli Enti locali, i professionisti, ma soprattutto i cittadini abbiano una legge su cui poter contare, con contorni precisi, per sapere cosa possono e cosa non possono fare.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Solo un brevissimo intervento, perché nel merito crediamo di avere espresso l'opinione quantomeno del Gruppo cui appartengo già in sede di relazione introduttiva e di discussione generale. Tuttavia, due considerazioni le vogliamo e le voglio ancora fare.
Intanto, rispetto a quanto detto dal collega Ruzzola, credo che quando si discuta di valutazioni di legittimità costituzionale sia sempre bene non buttarla in politica; voglio credere che, quando il Consiglio dei Ministri analizza le leggi che provengono dalle singole Regioni, lo faccia con l'autorevolezza di un Consiglio dei Ministri che non ne guarda la provenienza. Del resto - mi collego agli esempi che ha fatto il collega se la buttiamo in politica, mi risulta che la Regione Calabria sia governata da un Presidente di Forza Italia e che quel Consiglio dei Ministri cui il collega Ruzzola faceva riferimento prima (quello del luglio dello scorso anno, del Governo Draghi) fosse appoggiato anche da Forza Italia; non ho fatto questi confronti - mi fido di quello che il collega ha detto - ma, forse, è bene valutare ogni singola norma per quello che è anche perché non credo che siano norme "fotocopia", diciamo così.
Ciò detto, penso che oggi non si chiuda ancora la questione. Oggi verrà approvata a maggioranza. Il nostro voto, per tutti i motivi che abbiamo detto, anche di merito, sarà contrario. La notizia negativa che però diamo ai piemontesi è che oggi non si chiude ancora questa vicenda, iniziata nel gennaio del 2021, perché dovremo ancora attendere il giudizio della Corte Costituzionale, con tutte le conseguenze del caso.
Attendiamo il giudizio con interesse, come sempre; speriamo che questo pronunciamento non tardi ad arrivare - lo ripeto - al di là del merito delle questioni. Perché dopo così tanto tempo e dopo un percorso così travagliato che ha snaturato in maniera importante il provvedimento rispetto a com'era nato, come ha riconosciuto lo stesso collega Ruzzola con grande onestà politica e intellettuale, quantomeno è bene che ci sia una legislazione certa da applicare da parte di tutti (privati professionisti e Comuni).
Questa mattina facevo riferimento alla sovranità dei Comuni, perché credo che fosse maggiormente rispettata dalla legge n. 16: siccome la legge n. 16 introduceva anche delle deroghe, concedeva al Comune 60 giorni, se non erro, per decidere di adottarla sul proprio territorio. Altrimenti non la accoglieva. In questo caso, invece, la normativa è al contrario: se il Comune decide di non volerla adottare, bene; altrimenti la legge vige automaticamente. Mi pare che siano due procedure un po' diverse, e che per la prima, quella che richiede al Comune di aderire espressamente ad una legislazione che ha anche dei contenuti derogatori rispetto ai Piani regolatori, sia necessario che i Comuni lo dichiarino espressamente. Del resto, questo tipo di legislazione non nasce oggi, ma nasce con i "Piani casa" dell'epoca 2009-2010, quando sia dal centrodestra che dal centrosinistra si pensava che i Piani casa consentissero, magari, di poter fare un piano in più rispetto al Piano regolatore, anche sulla base di buoni principi e del desiderio di incentivare l'edilizia. Mi piacerebbe che si facesse un'analisi di questa legislazione, analizzando i benefici che ha portato, ma anche le controindicazioni, valutando se effettivamente ha incentivato maggiormente l'edilizia e se ha utilizzato meglio i volumi, ma valutando anche le controindicazioni. Perché quando attraversiamo le nostre città e vediamo nei quartieri edifici di altezze diverse, ci rendiamo conto che, forse, quei provvedimenti andavano studiati un po' di più.
L'urbanistica esige una programmazione; una programmazione coerente e costante, all'interno della quale presentare provvedimenti di legge - su questo sono perfettamente d'accordo - che realmente semplifichino la vita eliminando burocrazia e cavilli amministrativi, senza però rimuovere quei controlli e quelle regole indispensabili per uno sviluppo armonico delle nostre città.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento per dichiarazione di voto procediamo con la votazione per appello nominale sull'intero testo del disegno di legge n. 267.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame proposta di legge n. 260, inerente a "Norme in materia di cure sanitarie domiciliari fuori regione"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 260, inerente a "Norme in materia di cure sanitarie domiciliari fuori regione", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Stecco, che ha facoltà di intervenire.



STECCO Alessandro, relatore

Grazie, Presidente.
Illustri colleghi, la proposta di legge in questione ha la finalità di garantire la continuità del servizio di cure sanitarie domiciliari alle persone che già ne usufruiscono in Piemonte, qualora si spostino temporaneamente in una regione diversa da quella di residenza, in particolare alle persone affette da gravissima disabilità.
Attraverso questa proposta, la Regione promuove una semplificazione dei procedimenti di richiesta di cure sanitarie domiciliari fuori regione anche attraverso l'apertura di sportelli telematici a cura delle Aziende Sanitarie Locali.
Chi sono i destinatari? I destinatari sono i soggetti non autosufficienti in condizioni di fragilità, con patologie in atto o esiti delle stesse residenti in Piemonte, che già usufruiscono di cure sanitarie domiciliari per problemi di salute trattabili in ambiente non ospedaliero. Nei casi in cui tali soggetti possano essere spostati da caregiver o dai familiari in un'altra regione, le medesime prestazioni sanitarie che ricevono nella regione di residenza vengono assicurate dall'Azienda sanitaria territorialmente competente della regione ospitante, previa ovviamente un'intesa tra le Aziende sanitarie.
Per ciò che attiene la compensazione dei costi dell'attivazione delle cure sanitarie domiciliari fuori regione tra le Aziende sanitarie della regione di residenza e di quella ospitante, la proposta di legge prevede la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra le Aziende Sanitarie Locali nel quale sono definite anche le modalità attraverso le quali l'Azienda sanitaria territorialmente competente della regione ospitante provvede a rendicontare e ad addebitare i costi del servizio delle cure sanitarie domiciliari all'Azienda Sanitaria Locale di residenza dell'assistito.
La presente proposta di legge si compone di 7 articoli.
L'articolo 1 definisce le finalità e l'oggetto, ovvero assicurare la continuità dell'erogazione delle cure domiciliari alle persone che già ricevono prestazioni sanitarie a domicilio nella regione di residenza in caso di spostamento temporaneo.
L'articolo 2 contiene la definizione delle cure sanitarie domiciliari richiamando l'articolo 22 del DPCM del 2017, che ne assicura l'erogazione nell'ambito dei LEA.
L'articolo 3 individua i destinatari del servizio di cure sanitarie così specificate, precisando che è rivolto a tutti i soggetti residenti in Piemonte non autosufficienti, in condizioni di fragilità, con patologie in atto o esiti delle stesse, che già hanno un trattamento al proprio domicilio, in base a una valutazione di non autosufficienza accertata dalle apposite unità di valutazione competenti, attraverso gli strumenti di valutazione delle condizioni funzionali della persona e articolate dentro un progetto di assistenza individuale (PAI), se previsto.
L'articolo 4 prevede che i soggetti che ricevono le cure domiciliari in Piemonte quando si spostino usufruiscano delle medesime prestazioni nella nuova regione, o nella regione dove temporaneamente si spostano, previa un'intesa tra l'Azienda Sanitaria Locale di residenza e l'Azienda Sanitaria Locale ospitante.
L'articolo 5 disciplina i protocolli d'intesa con le altre regioni, sulla base dei quali le cure sanitarie domiciliari in Azienda sanitaria fuori regione sono attivate su richiesta del soggetto interessato attraverso una richiesta all'Azienda Sanitaria Locale di residenza e garantite dall'Azienda sanitaria ospitante in continuità con il PAI, se previsto.
L'articolo 6 contiene la clausola di invarianza finanziaria della legge mentre l'articolo 7 contiene la dichiarazione di urgenza.
Pertanto, colleghi, assicurando la massima disponibilità nella discussione vi chiedo l'approvazione di questo provvedimento tanto atteso dalle Associazioni che seguono le persone con gravissima disabilità e non autosufficienza, in quanto, al momento, questo tipo di procedura in Piemonte è estremamente difficoltoso e molto difficile da ottenere, sebbene nelle pieghe delle normative nazionali sarebbe previsto. Dunque è una legge che permetterebbe di semplificare e funzionalizzare un qualcosa che sarebbe previsto, ma che non viene erogato soprattutto per difficoltà burocratiche.
Con questo ho terminato e ringrazio, Presidente, per l'attenzione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Stecco.
La parola al Consigliere Gallo, relatore di minoranza.



GALLO Raffaele, relatore

Grazie, Presidente.
Qualche minuto per dire che la proposta di legge in oggetto è un testo condivisibile. Ringraziamo il Consigliere Stecco per l'iniziativa e la celerità con la quale è stato discusso in Commissione e, arrivando oggi in Aula, dimostra la volontà, da parte nostra, di dare via libera al testo. Un testo che fa da cornice e che demanda in seguito alla Giunta gli atti più esecutivi che devono andare nella direzione di semplificare questa importante collaborazione, questo importante procedimento tra Regioni dentro il quale va regolamentata non soltanto la cura, ma anche la compensazione economica.
Siamo dunque disponibili a votare questo testo di legge e poi a verificare passo dopo passo, la sua reale e celere attuazione, nella direzione di semplificare, per rendere operativo un testo di legge che oggi è "quadro" e che deve aspettare gli atti esecutivi della Giunta per vederne la sua piena operatività.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Dichiaro aperta la discussione generale. Ci sono Consiglieri che intendono intervenire? Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Questa norma, di fatto, ci permette di riservare un approccio e un'attenzione massima verso coloro che hanno bisogno di cure.
Spesso ci occupiamo di domiciliarità: certo, potremmo dire che sarebbe importante potenziare la domiciliarità sul nostro territorio, ma l'attenzione che il Consigliere Stecco ha posto con questa norma ci pare assolutamente condivisibile, soprattutto perché così diamo la possibilità anche in via temporanea, a coloro che vivono una condizione di grande difficoltà sanitaria, di avere tutto il supporto necessario.
Siamo favorevoli a questa norma. Anzi, ci auguriamo che così come siamo in grado di mostrare questa attenzione, si continui di questo passo anche per quella percentuale di persone che devono avere una domiciliarità funzionale e funzionante sul nostro territorio, così com'è stato chiesto alla Conferenza Stato-Regioni.
Ci tenevamo, in discussione generale, a sostenere questa norma e a ringraziare anche per l'attenzione che è stata posta sul tema.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Non vedo altre richieste d'intervento in discussione generale.
Se la Giunta non intende intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale. Possiamo procedere con l'esame dell'articolato. Ricordo che il testo di legge è composto da sette articoli.
ARTICOLO 1 Sull'articolo 1 non insistono emendamenti, pertanto possiamo procedere con la votazione. Ricordo che il numero legale è 22.
RAVETTI Domenico (fuori microfono) Scusi, Presidente, ho problemi di collegamento con il PC.



PRESIDENTE

Vedo che ha risolto, quindi possiamo procedere con la votazione dell'articolo 1.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



STECCO Alessandro

Scusi, Presidente: mi chiedevo se non fosse possibile dare lo stesso esito di votazione per le votazioni seguenti.



PRESIDENTE

Chiedo se sono tutti d'accordo a dare lo stesso esito di votazione: faccio solo presente che ci sono solo sette votazioni.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Abbiamo concluso le votazioni dell'articolato. Chiedo se vi siano dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Volevo ringraziare l'Aula per il voto espresso nei confronti di una legge che si rivolge ad una categoria di persone che soffrono. Si tratta di persone non autosufficienti che vivono in condizioni di estrema difficoltà con l'impossibilità di muoversi, con la necessità di essere alzati con un elevatore per le normali pulizie, con la necessità di assistenza infermieristica o altri tipi di assistenza a casa. Grazie a questo provvedimento potranno più facilmente essere spostate dai propri caregiver magari nei periodi caldi, o seguendo, per chi ne ha la possibilità, la propria famiglia in temporanei spostamenti fuori regione, senza perdere assistenza. Questo è molto importante.
È una legge che dà dignità alla nostra Regione e che deve a tutti voi e al vostro voto la possibilità di essere messa in campo, sperando in una pronta esecuzione di tutte le parti attuative, come diceva anche il Presidente Gallo nel suo intervento. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento per dichiarazione di voto passiamo alla votazione dell'intero testo.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Mi pare che ci sia l'intenzione di sospendere i lavori per proseguirli nella prossima seduta.
La Conferenza dei Capigruppo che si svolgerà nella giornata di domani calendarizzerà i lavori della prossima settimana.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 16.53)



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