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Dettaglio seduta n.26 del 22/10/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SALIZZONI



(I lavori iniziano alle ore 9.37 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 38 presentata da Frediani, inerente a "Servizio Ferroviario Metropolitano SFM5, possibile revisione progettuale e tempi di realizzazione della stazione di San Luigi di Orbassano"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 38.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
La vicenda riguardante la stazione San Luigi è una vicenda piuttosto lunga e complessa. Possiamo dire che inizia, dal punto di vista degli atti formali, il 28 dicembre 2012 con l'Accordo di programma per la realizzazione delle opere relative alla linea ferroviaria SFM5 con fermata San Luigi.
Un altro atto significativo è stato il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 21 del 12 marzo 2014, attraverso il quale è stato adottato l'Accordo di programma per l'attuazione delle opere infrastrutturali necessarie per l'attivazione della futura linea ferroviaria SFM5.
L'Accordo di programma prevedeva l'attuazione dei seguenti interventi: progettazione e realizzazione delle seguenti opere infrastrutturali: itinerario interno allo scalo merci di Orbassano della futura linea SFM5 fermata "Ospedale San Luigi" di Orbassano; progettazione e realizzazione delle opere di regimazione idraulica per mettere in sicurezza il Movicentro e l'accesso alla fermata "Ospedale San Luigi" di Orbassano; studio di fattibilità e progettazione preliminare dalla fermata "Borgata/Quaglia/Le Gru" di Grugliasco.
L'Accordo di programma prevedeva, inoltre, lo stanziamento da parte della Regione Piemonte di 9,3 milioni di euro che attualmente risultano impegnati sul bilancio della Regione a fronte di una spesa totale di 18,5 milioni di euro. Rispetto alla sottoscrizione dell'Accordo di programma del 12 febbraio 2014 il quadro finanziario degli investimenti di competenza di RFI ha avuto un'evoluzione in data 8 agosto 2014, quando è stato sottoscritto dal Ministero delle infrastrutture e da Rete Ferroviaria Italiana il Contratto di Programma Investimenti che ha confermato le coperture finanziarie di competenza RFI.
A febbraio 2016 l'aggiornamento al Contratto di Programma Investimenti è stato registrato presso la Corte dei Conti, quindi si è concluso questo iter approvativo (sto un po' sintetizzando, perché il tempo purtroppo è poco e la vicenda è piuttosto complessa).
Alla luce della lievitazione dei costi della nuova fermata San Luigi Orbassano emersa in esito alla progettazione e riconosciuta l'opportunità di utilizzare le risorse finanziare di più rapida operatività stanziate con l'aggiornamento 2015, si è convenuto di modificare l'Accordo di programma sottoscritto in data 12 febbraio 2014 prevedendo: la progettazione e realizzazione della nuova fermata "FMS5 Grugliasco/Quaglia Le Gru" nel Comune di Grugliasco; la progettazione e realizzazione della fermata "FM5 Torino/San Paolo" nel Comune di Torino; in sostituzione degli interventi precedentemente previsti, i quali saranno inquadrati nel nuovo Contratto di programma di RFI e MIT alla luce delle nuove necessità economiche del progetto, che ammontano a circa 45 milioni di euro.
Con DGR 5 giugno 2017 è stato approvato lo schema di modifica e integrazione all'Accordo di programma sottoscritto in data 12 febbraio 2014 con la sottoscrizione per adesione di RFI e TRM per l'attuazione della linea SFM5.
In data 8 giugno 2017, le Amministrazioni interessate hanno sottoscritto l'Accordo di programma in oggetto e le relative schede d'intervento allegate. Con decreto del Presidente della Giunta n. 64 del 14 novembre 2017, è stata adottata la modifica e integrazione dell'Accordo di programma per l'attuazione della linea SFM5 sottoscritta in data 8 giugno 2017.
Evidenziamo delle criticità che sono state sintetizzate anche in una nota dalla Città Metropolitana del 2018. Le criticità principali relative a questo progetto, in particolare alla fermata San Luigi, riguardano: accesso alla viabilità locale, accesso alla tangenziale, accesso con il trasporto pubblico locale, accesso pedonale all'ospedale San Luigi (attualmente la fermata è prevista piuttosto distante rispetto al sito in cui si trova l'ospedale); assenza di valutazione di differenti localizzazioni della fermata San Luigi e cantierizzazione e oneri aggiuntivi derivanti dall'attuale localizzazione.
Alla luce di tutto ciò, s'interroga la Giunta per sapere quale sia l'attuale condizione del progetto di realizzazione della nuova linea ferroviaria denominata SFM5 e quale sia il cronoprogramma dei lavori; quale sia lo stato progettuale e il cronoprogramma per la realizzazione delle due fermate Grugliasco/ Quaglia Le Gru e Torino/San Paolo; se la Giunta intenda agire per cercare soluzioni alternative all'attuale fermata San Luigi Orbassano con il fine di risolvere le criticità che abbiamo poco fa evidenziato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
La parola all'Assessore Tronzano per la risposta.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Buongiorno, Consigliera Frediani, e buongiorno a tutti i Consiglieri.
L'assenza dell'Assessore Gabusi. non è mancanza di rispetto: insieme al Presidente Cirio, oggi è in Prefettura ad Alessandria per seguire l'evoluzione - purtroppo in questo momento non proprio favorevole - delle piogge delle ultime ore. Chiedo scusa in anticipo per la sua assenza.
Mi limiterò a leggere le risposte relativamente alle prime due domande.
La progettazione definitiva, in capo a RFI, è ultimata e in data 13 settembre 2019 è stato formalmente avviato l'iter autorizzativo con la richiesta del parere del Comitato Tecnico Amministrativo presso il Provveditorato Opere pubbliche per Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria ai sensi dell'articolo 215 del decreto legislativo 50/2016. Considerando la durata di tale l'iter autorizzativo e i tempi per la verifica e validazione del progetto definitivo, RFI prevede di avviare la gara d'appalto (appalto integrato di progettazione esecutiva ed esecuzione lavori) per queste due fermate nella primavera 2021. Tenendo conto della durata dei lavori e delle successive attività di certificazione delle opere e dello svolgimento degli adempimenti per l'autorizzazione da parte dell'Agenzia Nazionale per la sicurezza delle ferrovie prevista dalla legislazione vigente, l'inizio del servizio SFM5 si colloca nel 2014.
La terza domanda, l'ultima della sua interrogazione, ha questa risposta.
Nell'ambito della fase di verifica di assoggettabilità a VIA, conclusasi a settembre 2017, l'Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano ha avanzato la necessità di costituire un Gruppo di lavoro (Regione, Direzione Sanità e Opere pubbliche, Comune di Orbassano, RFI Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi, Commissario di Governo per l'asse ferroviario Torino-Lione) per definire le problematiche di accesso e di viabilità da/per l'Azienda ospedaliera durante la fase di cantiere e per delineare e programmare le opere complementari prima della messa in funzione della stazione. Gli Uffici della Regione sono, quindi, disponibili per studiare, nell'ambito del gruppo di lavoro, le soluzioni più opportune.
Conclusa la procedura di cui sopra, RFI S.p.A. ha attivato la fase di approvazione del progetto definitivo presso il MIT. Con decreto ministeriale del luglio 2018. Ai sensi e per gli effetti di quanto disposto dal DPR n. 383 del 1994, è stato approvato il progetto definitivo e contestualmente, è stato accertato il perfezionamento del procedimento d'intesa Stato-Regione circa la localizzazione delle opere in oggetto d'interesse statale.
A proposito della distanza tra la fermata e l'Ospedale San Luigi, RFI ha rappresentato al Ministero le ragioni che hanno indotto alla scelta della localizzazione prevista in progetto, essenzialmente legate alla necessità di minimizzare l'impatto sulla funzionalità dello scalo di Orbassano delle opere da realizzare dell'esercizio SFM5 a opere finite, tenendo presente che il percorso SFM5 viene collocato all'interno dello scalo per evitare ulteriori consumi di suolo rispetto ai sedimi già dedicati agli impianti ferroviari. Il collegamento pedonale tra la fermata e il complesso ospedaliero sarà assicurato da un percorso protetto di circa 300 metri a fianco della strada, fino all'attuale parcheggio a servizio dell'ospedale stesso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Caccia

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 40 presentata da Bertola, inerente a "Mancanza dei dispositivi regionali per l'applicazione del diritto del proprietario o conduttore di poter far richiesta di divieto sul proprio fondo dell'attività venatoria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 40.
Risponderà l'Assessore Protopapa.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ci riferiamo al comma 7 dell'articolo 6 della legge regionale 5/2018 "Tutela della fauna e gestione faunistico-venatoria", dove si prevede che il proprietario o il conduttore di un fondo che intende vietare sullo stesso l'esercizio dell'attività venatoria inoltri al Presidente della Provincia e al Sindaco della Città metropolitana di Torino e, per conoscenza, agli ATC e ai CA di competenza una richiesta motivata, che dev'essere esaminata dall'Amministrazione, nel rispetto della legge 241/90.
La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente stabilisce i criteri e le modalità di esercizio del presente divieto compresa la posizione a cura del proprietario o del conduttore del fondo ove insista il divieto di caccia, di tabelle esenti da tasse che delimitano in maniera chiara e visibile il perimetro dell'area interessata.
Durante il 2018, diversi proprietari terrieri e associazioni hanno avanzato richiesta al Presidente della Provincia o al Sindaco della Città metropolitana rispetto a questo divieto di attività venatoria sul proprio fondo, come previsto dalla normativa e anche dalla legge 157/92.
In data 7 ottobre 2018 (poco più di un anno fa), ad alcune richieste di chiarimento (una in particolare proveniente dalla Provincia di Alessandria) la Regione Piemonte rispondeva: "La domanda per poter sottrarre il proprio fondo dall'attività venatoria presuppone che a monte ci sia un Piano faunistico-venatorio regionale che abbia inserito quel fondo nella programmazione venatoria regionale, considerandolo come territorio agro silvo-pastorale su cui esercitare la gestione programmata della caccia".
Pertanto, finché il Piano non viene approvato, non è possibile - per il proprietario - opporsi e far valere il diritto di escludere il fondo di sua proprietà dall'attività venatoria.
A seguito delle modifiche approvate dall'articolo 141 della legge regionale 19/2018, che andava a sanare alcuni vizi costituzionali, l'orientamento prevalente della Giunta regionale della passata legislatura era quello di slegare la richiesta di divieto sui propri fondi e attività venatorie nelle more dell'applicazione del Piano faunistico regionale, ma di definire criteri attraverso i quali, con una delibera di Giunta, si consentisse di rispettare le percentuali previste sulla superficie del territorio venabile.
A oggi (alla data in cui scrivevamo l'interrogazione), la Giunta regionale non ha dato seguito in alcun modo a questi orientamenti. A breve, scadranno i termini per l'approvazione del nuovo Piano faunistico-venatorio regionale e, a oggi, non si ravvisa il previsto coinvolgimento dalla popolazione come diritto di partecipazione alla predisposizione di tale strumento di pianificazione regionale.
Va precisato che la Corte Costituzionale dichiara che il mancato rispetto di tale modalità dell'esercizio di diritto di partecipazione inciderebbe sulla razionalità della scelta pianificatoria regionale e, quindi, sulla sua idoneità a conseguire la finalità della salvaguardia e del recupero naturalistico del territorio regionale.
Pertanto, siamo stati resi partecipi della difficoltà di diversi proprietari e conduttori di fondi di non poter esercitare questo diritto di richiedere il divieto di caccia sui propri fondi, neanche per esigenze didattiche, d'istruzione e di formazione ambientale. Cito l'esempio della richiesta avanzata dalla Cascina Giaccona, che, per questo motivo, rischia di chiudere.
Chiediamo, pertanto, alla Giunta regionale quali siano le azioni che intende portare avanti, al fine di permettere ai proprietari e conduttori di un fondo di fare richiesta per vietare sullo stesso l'esercizio dell'attività venatoria, ai sensi del comma 7, articolo 6, della legge regionale 5/2018.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola all'Assessore Protopapa per la risposta.



PROTOPAPA Marco, Assessore alla caccia e pesca

Buongiorno.
Ringrazio il Consigliere Bertola per aver messo in evidenza una situazione che, in effetti, era in un momento di ristagno.
Dopo varie vicissitudini, ci sono state anche delle modifiche da parte della Presidenza del Consiglio in merito all'articolo di legge relativo al citato silenzio/assenso; una terminologia che non era stata approvata come continuità della legge stessa e che, quindi, ha avuto necessità di una modifica.
Oggi, quest'attivazione non è ancora stata portata avanti. Perché? Perch la precedente legislatura aveva messo in evidenza che l'attuazione del Piano faunistico era una situazione inderogabile per permettere, nel rispetto della legge nazionale, quanto il nostro articolo di legge chiedeva.
Come lei giustamente ha detto, c'è stata anche una scelta di campo: slegare la richiesta del divieto per anticipare i tempi e dare alla Giunta regionale la possibilità di creare delle direttive in merito a quanto segnalato. Tuttavia, questo è un orientamento che la Giunta precedente ha voluto dare, nel senso che voleva svincolare la richiesta all'esclusione della pubblicazione del Piano faunistico-venatorio regionale, così come potrebbe sembrare dal dato testuale dell'articolo 6, comma 7.
Noi abbiamo valutato cosa poter fare, anche perché era giusto seguire una linea di principio che rispettasse la legge nazionale. Con l'Avvocatura abbiamo ritenuto che l'orientamento da portare avanti è sempre quello di subordinare l'esercizio dello ius excludendi dalla pubblicazione del Piano faunistico, quindi, in piena conformità a quanto dice il comma 3 dell'articolo 15, della legge 157.
È nostra intenzione procedere in modo celere per quanto riguarda il discorso del nostro Piano, avviare tutte le procedure per poi sentire e coinvolgere tutte le popolazioni a partecipare alla predisposizione dello stesso.
Pertanto, la nostra intenzione è di attivarci nel senso di avviare un Piano faunistico senza anticipare alcun criterio attraverso una Giunta regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Protopapa.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.55 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta ha inizio alle ore 10.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale in merito alla disponibilità, da parte dell'Assessore Gabusi, di comunicazioni della Giunta regionale relativamente agli eventi alluvionali nell'Alessandrino


PRESIDENTE

Innanzitutto comunico che l'Assessore Gabusi è in riunione in Prefettura per la questione drammatica accaduta nell'Alessandrino e in altre province.
Dalle cronache abbiamo appreso che ci sono già dispersi e una vittima.
Appena terminata la riunione in Prefettura, l'Assessore Gabusi verrà in Aula e, se ci sarà la volontà dell'Aula, relazionerà, per valutare le condizioni e discutere con l'Aula stessa.
La parola al Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Sì, Presidente, questa mattina presto ho ricevuto una telefonata del Presidente Cirio, che mi avvisava della partecipazione sua e dell'Assessore Gabusi a un vertice in Alessandria con il capo della Protezione Civile Nazionale, per una verifica e la messa in sicurezza del territorio.
Voglio garantire il sostegno del nostro Gruppo, ma immagino di poter dire dell'intera opposizione, al lavoro e all'impegno della Giunta e del Presidente, per riportare alla normalità un territorio che ha già vissuto come tutti sappiamo, la tragedia dell'alluvione.
Ovviamente ci associamo alla sua richiesta di relazione in aula, appena possibile, del Presidente o dell'Assessore al suo rientro, per riuscire a capire la situazione. Noi crediamo che questo sia il modo migliore per stare vicino alla nostra gente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Ci uniamo alle parole del Consigliere Ravetti, per esprimere tutta la nostra vicinanza a tutte quelle popolazioni che vivono ore di ansia in questi drammatici momenti.
Certamente l'Alessandrino, ma non solo, anche nella mia provincia di Vercelli, ha passato una nottata e le prime ore della mattinata veramente critiche. Pare che i problemi maggiori si siano risolti. C'era un annoso problema, purtroppo mai risolto dalla Regione, su un argine del fiume Sesia. Proprio in queste ultime settimane l'Assessore Gabusi si è attivato insieme con AIPO e a tutti gli attori, per risolvere il problema, anche se ovviamente sta ancora creando momenti di ansia.
Confidiamo che l'Assessore possa essere presente quanto prima in Consiglio per informare e relazionare rispetto a questa situazione drammatica, come dicevo prima, e posso dare, a noi Consiglieri e a tutti i piemontesi, non soltanto informazioni, ma rassicurazioni che il peggio di questa giornata è passato.
Augurando buon lavoro all'Assessore, al Presidente e a tutta la struttura confidiamo che possa, prima della fine del Consiglio, essere presente tra di noi per relazionarci.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Anche noi ci uniamo al coro di preoccupazione per le ore che sta vivendo il Piemonte. Abbiamo visto che, purtroppo, c'è una vittima nell'Alessandrino e un disperso; quindi è essenziale che la nostra Giunta e il Presidente siano sul territorio a monitorare la situazione.
Nel Verbano Cusio Ossola abbiamo strade chiuse e delle frane; per cui, per quanto ci riguarda, cercheremo di tenere, nei limiti del possibile, la polemica politica e la passione politica che ci anima tutti, in un tono piuttosto basso rispetto agli avvenimenti che stanno avvenendo in Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Ci uniamo alle parole del Consigliere Ravetti. Ovviamente è importante la presenza del Governatore e dell'Assessore competente sui luoghi investiti dall'episodio.
Questi episodi richiamano ancora una volta la necessità di un governo del territorio, della regolamentazione e manutenzione delle aree di valle, che sono poi quelle da cui s'innescano i processi di deflusso, che diventano catastrofici nelle aree di pianura. È un problema sul quale dobbiamo sicuramente soffermarci per evitare, nel modo più assoluto, lo spopolamento delle aree marginali e montane. La manutenzione dei corsi d'acqua e dei pendii è quello che può aiutarci a salvare la pianura: curare la montagna per salvare la pianura.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anch'io, da alessandrino, ha vissuto queste ore con preoccupazione.
Purtroppo negli ultimi tempi sempre più spesso ci dobbiamo preoccupare del maltempo e sperare che la pioggia smetta il prima possibile, per evitare il peggio. Quest'anno, purtroppo, non è andata bene, ma non possiamo sempre sperare.
Per questo motivo, mi unisco alle parole degli altri Consiglieri, e del Consigliere Ravetti, per quanto riguarda la necessità di un intervento immediato. Da domani dobbiamo iniziare a lavorare, per evitare di ritrovarci ulteriormente in emergenza il prossimo anno o solamente fra qualche mese.
Anch'io attenderò le comunicazioni dell'Assessore Gabusi con una certa ansia e preoccupazione, poiché il territorio più colpito, il mio, già in passato ha vissuto momenti particolarmente difficili.
Grazie.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richiesto d'intervento.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Hanno chiesto congedo Carosso, Cirio, Ricca e Poggio.
Non è presente l'Assessore Marnati.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione in memoria delle vittime del lavoro in Piemonte nell'anno 2018


PRESIDENTE

Care colleghe e colleghi, domenica 13 ottobre si è celebrata la 69esima Giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro, giornata che intende onorare la memoria dei caduti sul lavoro.
Anche quest'anno il Consiglio regionale vuole dedicare uno speciale momento di ricordo ai piemontesi che hanno perso la vita sul posto di lavoro.
Ringrazio, anche a nome dell'Assemblea, il Direttore regionale dell'INAIL dottor Giovanni Asaro, e il Presidente piemontese dell'Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, Silvio Olivero. Un grazie per la loro partecipazione qui oggi.
Dai dati in nostro possesso, in Piemonte, nel 2018, ci sono stati 56 infortuni mortali.
Sfortunatamente, i numeri ci dicono che sono aumentati rispetto al 2017 e quindi questo deve essere un momento di richiamo forte al tema della sicurezza sul lavoro, che costituisce un indicatore importante del livello di civiltà di un Paese. Il numero di questi incidenti, causati dal mancato rispetto di norme esistenti, resta, infatti, inaccettabile e contrasta palesemente con i valori fondamentali della dignità e integrità della persona umana, garantite dalla Costituzione. Questi eventi sono causati normalmente da circostanze che possono e devono essere evitate e richiamano alla responsabilità di tutte le parti, politiche, sociali e imprenditoriali. Il nostro pensiero va innanzitutto alle vittime e al profondo dolore dei loro familiari, cui esprimiamo una sincera vicinanza.
Ora, in ricordo delle donne e degli uomini, residenti in Piemonte, che sono state vittime d'incidenti sul lavoro nel 2018, darò lettura dei nomi, con indicazione della data del tragico evento (mi scuso in anticipo sulla pronuncia dei tanti nomi, purtroppo anche stranieri, che hanno perso la vita sul nostro territorio).
Mitrevsly Ilcho, 2 gennaio 2018; Pasquarelli Antonio, 9 gennaio 2018 Constantin Cristina, 9 gennaio 2018; Forneris Andrea, 16 gennaio 2018 Bergese Fabio, 25 gennaio 2018; Nazeraj Rami, 1° febbraio 2018; Munteanu Cristian, 1° febbraio 2018; Rocco Valerio, 9 febbraio 2018; Roccia Marino 22 febbraio 2016: Giumento Rosa Anna, 6 marzo 2018; Boggione Giuseppe, 13 marzo 2018; Casetta Michelino, 14 marzo 2018; Tomatis Guido, 21 marzo 2018 Cerullo Carmine, 29 marzo 2018; Islami Ylber, 6 aprile 2018; Daiani Arvid 6 aprile 2018; Cozza Loris, 18 aprile 2018; Semhani Salah, 20 aprile 2018 Boldini Battista, 25 aprile 2018; Parodi Davide, 9 maggio 2018; Surace Carmine, 9 maggio 2018; Giordano Dalmasso Danilo, 9 maggio 2018; Cerioni Gianfranco, 14 maggio 2018; Drogo Massimo, 17 maggio 2018; Madau Roberto 23 maggio 2018; Di Tano Stefano, 30 maggio 2018; Islam Kamrul, 9 giugno 2018; Vergnano Riccardo, 15 maggio 2018; Bragato Giancarlo, 29 giugno 2018 Salamone Maria, 30 giugno 2018; Rossi Antonello, 6 luglio 2018; Rossetti Gian Luca, 10 luglio 2018; Fohil Esam Yahia Zaky Ebrahim,17 luglio 2018 Pinzino Andrea,17 luglio 2018; Farina Carmelo, 22 luglio 2018; Taricco Aldo, 25 luglio 2018; Selimi Yili, 9 agosto 2018; Tortorici Anna, 9 agosto 2018; Danisi Marta,14 agosto 2018; Robaldo Manuel, 16 agosto 2018 Manfrinato Marco Andrea, 20 agosto 2018; Alladio Gabriele, 29 agosto 2018 Malaballa Vittorio, 30 agosto 2018; Dardo Roberto, 31 agosto 2018; Cuptov Alexandru, 12 settembre 2010; Boc Stavri, 13 settembre 2018; Ferrero Giovanni, 20 settembre 2018; Allara Mauro, 25 settembre 2018; Parisi Carmelo, 27 settembre 2018; Pizzolato Rosa,19 ottobre 2018; Macchia Christian, 25 ottobre 2018; Zannino Cosimo Damiano, 13 novembre 2018 Boscani Daniele,17 novembre 2018; Fredo Elisa, 23 settembre 2018; Cimadoro Silvia, 4 dicembre 2018; Cirillo Aniello, 4 settembre 2018.
Invito il Consiglio regionale a voler osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime sul lavoro.



(L'Assemblea osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.19 riprende alle ore 10.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 2) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 15: "Fondazione Teatro Regio di Torino" (articoli 5 e 7 Statuto Fondazione) - Consiglio di Indirizzo - Nomina di 1 componente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 16: "Associazione Torino Giustizia" (Articolo 13 Statuto Fondazione) - Consiglio Direttivo - Designazione di 1 membro in rappresentanza degli Enti territoriali aderenti (Città di Torino e Regione Piemonte)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 14: "Fondazione "Torino Wireless" - (Articolo 6 Statuto Fondazione) - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 1 rappresentante in sostituzione del signor Filippo Neri


PRESIDENTE

L'elenco delle candidature pervenute a seguito di avviso pubblico sul quale la Commissione consultiva per le nomine ha espresso parere favorevole nella seduta del 3 ottobre 2019 ai sensi articoli 6 e 9 del comma 6 della legge regionale 23 marzo 1995, n. 39 "Criteri e disciplina delle nomine in incarichi pubblici e competenza regionale nei rapporti tra Regione e soggetti nominate", è stato messo a disposizione dei Consiglieri, tramite pubblicazione su supporto alle sedute d'Aula.
Prego tutti i Consiglieri di indicare sulla scheda di votazione sia il nome sia il cognome per evitare malintesi in caso di omonimie.
Comunico che, ai sensi dell'articolo 79, comma 4 del Regolamento, saranno considerati eletti i candidati che avranno ottenuto la maggioranza assoluta dei votanti. Nel caso in cui tale maggioranza fosse raggiunta nella prima votazione, si procede alla seconda votazione a seguito della quale saranno eletti i candidati che avranno riportato il maggior numero di voti.



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Gavazza e Mosca.
Prego il Consigliere Segretario Bertola di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Bertola effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame ordine del giorno n. 33 presentato da Ruzzola, Biletta, Graglia, Riva Vercellotti e Magliano, inerente a "Esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per l'acquisto di una nuova automobile"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 33, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ruzzola per l'illustrazione.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Con piacere oggi vediamo all'attenzione di quest'Aula due ordini del giorno che abbiamo proposto e consegnato: uno, che noi chiamiamo "Sul bollo auto" e uno sull'IRAP.
I motivi che ci hanno mosso sono diversi, ma quello che ci guida nello spirito di proporre questi due ordini del giorno è di essere vicini ai nostri concittadini e a coloro che siamo chiamati a rappresentare, quindi in modo particolare il Piemonte con i suoi piemontesi.
Due ordini del giorno che vanno nella direzione di dare un sostegno: il primo, è un sostegno alle famiglie e all'ambiente; il secondo, un sostegno alle imprese.
Il metodo che proponiamo, che quindi sottoponiamo all'attenzione dell'Aula e della Giunta, è un metodo diverso. Di solito, siamo abituati a cercare di ottenere degli obiettivi, soprattutto in termini di miglioramento ambientale e della qualità dell'aria del nostro territorio, mettendo divieti, tasse, gabelle, ampliamento della zona blu e riduzione della possibilità di entrare nei centri abitati.
Sotto quest'aspetto, invece, vogliamo invertire lo spirito e diciamo: è giusto l'obiettivo da raggiungere, ma anziché farlo con divieti, vincoli limiti e nuove tasse, cerchiamo di farlo incentivando.
Questo è il motivo per cui chiediamo la votazione di questi due ordini del giorno.
Partiamo dal primo: ordine del giorno sul bollo auto.
Vorremmo impegnare la Giunta a prevedere sul prossimo bilancio, quindi bilancio 2020, l'esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per un periodo predeterminato di tre anni, nella misura massima di un mezzo per nucleo familiare, per tutti quei cittadini piemontesi che volessero provvedere all'acquisto di una nuova autovettura Euro 6, con una cilindrata non superiore a 2000, in sostituzione di un'auto di categoria fino a Euro 4.
Sappiamo, perfettamente, che si tratta di una misura coraggiosa, dal punto di vista dell'impatto economico, ma crediamo sia estremamente necessario intervenire in modo attivo e propositivo, come dicevo nella mia premessa favorendo la sostituzione del parco veicolare, anziché imporre limiti e blocchi, colpendo, peraltro, le fasce più deboli dei cittadini piemontesi.
Quando andiamo a colpire chi non può permettersi di sostituire un'auto, che va mediamente oltre i dieci anni di vita, colpiamo quei concittadini che per il loro tenore di vita, non possono permetterselo, altrimenti, come tutti, cambierebbero l'auto ogni due/tre anni.
Crediamo non sia giusto colpire quelle categorie e, al contrario cerchiamo, laddove possibile - e se possibile - di favorirle.
Partiamo ovviamente dalla consapevolezza, sotto l'aspetto ambientale, che la nostra regione è situata nella Pianura Padana, quindi in una delle aree se non l'area, più inquinata d'Europa.
Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le scioccanti immagini del satellite Sentinel, in modo particolare dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), in base ai dati elaborati dal programma Copernicus nel 2019.
Quell'istantanea dovrebbe richiamare tutte le istituzioni e tutti i partiti politici ad attivare ogni tipo di misura e d'intervento che possano stimolare le Regioni e affrontare le cause di queste concentrazioni anomale di sostanze tossiche che respiriamo, a partire dall'inquinamento industriale, per arrivare al riscaldamento delle nostre abitazioni dall'emissione dei veicoli a motore, fino al ciclo dell'azoto delle culture e delle concimazioni.
In un quadro complessivo, quindi, noi cerchiamo di aggredirne almeno uno.
La Regione ha, tra le sue leve fiscali a disposizione, sicuramente quella del bollo auto, con la quale, attraverso l'esenzione che andiamo a chiedere, chiediamo di intervenire.
In questo modo lanciamo un messaggio chiaro ai piemontesi: sostituite la vostra auto inquinante con una a minori emissioni.
Durante il Forum dell'automotive a Milano sono stati resi pubblici dei dati: ogni vettura diesel Euro 6 emette, ad esempio, il 95% di ossidi di azoto in meno rispetto a un Euro 0 e il 96% in meno di polveri sottili rispetto a un Euro 1.
Come vedete, noi chiediamo che questa misura sia estesa a tutti gli Euro 6 quindi non andiamo a imporre una categoria, ma crediamo che l'obiettivo sia quello di ridurre l'inquinamento.
Sappiamo certamente che, rispetto alle macchine precedenti, gli Euro sei raggiungono quest'obiettivo.
Ecco che allora, pur ponendoci in continuità con le politiche che premiano la mobilità sostenibile, crediamo sia opportuno affiancare, agli incentivi nazionali, anche una forma di esenzione dal bollo dell'auto.
Un messaggio forte arriva anche dal mondo dell'automotive, visto che la nostra Regione è sede del principale vettore industriale di auto e che in Piemonte ha sede poco meno del 36% delle imprese della componentistica autoveicolare, per un volume d'affari pari a 22 miliardi di euro, di cui 16,1 riconducibili direttamente al comparto dell'auto.
Vi è poi il problema dei nuovi dazi per i prodotti esportati negli Stati Uniti, che suona come un serio allarme per tutto il mondo delle imprese piemontesi, note per essere fortemente indirizzate alle esportazioni, in particolare per l'indotto.
In quest'ultimo caso, si tratta di 750 imprese che compongono il comparto dell'auto nostrano; comparto che rischia, inevitabilmente, di rimanere travolto dal nuovo sistema dei dazi.
È chiaro che questa misura, se accompagnata da un'adeguata campagna comunicativa, potrebbe costituire anche un incentivo a comprare un made in Italy (io aggiungo e dico: non fa mai male), con evidenti ricadute occupazionali per quanto riguarda il nostro territorio, in particolare il nostro Piemonte.
Come Forza Italia crediamo che la mobilità sostenibile sia imprescindibile ma consideriamo che questa non debba diventare punitiva. In Piemonte, nel 2018 viaggiavano ancora oltre 222.000 auto Euro 0; oltre 57.000 Euro 1 oltre 236.000 Euro 2 e così via.
Come diciamo sempre per il parco veicolare pubblico, anche il parco privato va sostituito. Sicuramente otterremmo un gran risultato per l'ambiente, per la salute dei piemontesi e anche forse per le tasche dei nostri concittadini, che se portassimo avanti questo provvedimento saranno sempre più vuote.
Noi chiediamo anche di ampliare il punto del nostro ordine del giorno aggiungendo un secondo punto al dispositivo: dopo il primo, chiediamo di valutare un'ulteriore riduzione, rispetto a quanto già previsto, per autovetture e motoveicoli storici all'interno del range di vita tra i venti e i trent'anni.
Sappiamo che anche questo è un settore importante che coinvolge molti appassionati e che ci permette di creare un indotto lavorativo. È particolarmente punitivo su quella fascia di anni, perché dopo i trent'anni si entra pienamente nelle auto storiche che hanno una detassazione, quindi una riduzione importante. Noi chiediamo, seppure già ci sia una misura che riduce del 50% questa fascia, la possibilità di valutare un'ulteriore riduzione.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SALIZZONI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'ordine del giorno n. 33 inizia la trattazione degli atti d'indirizzo.
Volevo subito tranquillizzare i cittadini piemontesi che magari ci seguono: nemmeno oggi si correrà il rischio di approvare delle leggi in quest'aula.
Nemmeno oggi quest'assemblea legislativa approverà leggi. Si parlerà di diversi argomenti e, come si suol dire quando in TV si vuole tenere viva l'attenzione dei telespettatori, restate sintonizzati perch probabilmente, in giornata, ci saranno anche delle discussioni molto interessanti, ma non si correrà il rischio di approvare delle leggi nemmeno oggi.
S'inizia con un ordine del giorno che chiede esenzioni al bollo auto. È ormai evidente: siamo in presenza di una maggioranza di centrodestra e di una Giunta regionale che hanno una posizione negazionista sull'emergenza climatica e negazionista anche sul contributo delle auto all'inquinamento.
Abbiamo vissuto tutta una campagna elettorale nella quale esponenti del centrodestra, di Forza Italia soprattutto - mi concentro su Forza Italia non perché ce l'abbia particolarmente con loro, ma perché è un ordine del giorno d'ispirazione del Gruppo di Forza Italia - hanno passato la campagna elettorale a dire che, in realtà, non è vero che le auto inquinano, non sono le auto, è altro. È sempre altro a inquinare.
A nostro avviso quest'atto d'indirizzo, oltre a contraddire quello che hanno detto per mesi, in realtà usa il pretesto dell'inquinamento per, in realtà, raggiungere altri obiettivi, ma saremo più precisi tra poco.
È utile avere anche un quadro attuale della situazione. Qual è il quadro della situazione? Anche in Piemonte, chiaramente, c'è il bollo auto, che è una tassa sulla proprietà del veicolo e ci sono delle misure di esenzione.
Una volta c'era l'esenzione totale per i veicoli alimentati a GPL o a metano, la Giunta Chiamparino l'ha tolta, con nostra forte opposizione in Consiglio; promuovemmo anche una raccolta firme, ma è stato reintrodotto il bollo anche per le auto GPL e le auto a metano dal quinto anno, quindi dopo il quinto anno non sono più esenti ma, rispetto alla tariffa piena, si paga rispettivamente un quinto per le vetture a metano e un quarto per le vetture a GPL.
È stato poi introdotto, grazie a tutto il Consiglio regionale che ha votato, ma grazie soprattutto ai proponenti di quell'emendamento a un collegato alla finanziaria, vale a dire il sottoscritto e l'allora Gruppo del Movimento 5 Stelle, un'esenzione per cinque anni del bollo auto per le autovetture ibride, fino a cento kilowatt. Dopodiché, come sempre, le vetture ibride pagano il bollo, ma solo per la parte termica del motore mentre quella elettrica è esente per sempre, così come le auto elettriche non pagano il bollo, sono esenti in modo permanente. Questo per inquadrare la questione.
Ci si sta muovendo a livello nazionale, e anche a livello regionale - su questo poi vorrei rivolgere delle domande all'Assessore Marnati, che purtroppo non è presente - e forse anche a livello regionale su degli ecoincentivi.



(Commenti fuori microfono)



BERTOLA Giorgio

Ho detto che non è presente. Non gli ho dato delle colpe, ma purtroppo non c'è. Se vogliamo passare dieci minuti e dire che non c'è, continuate a ripeterlo, altrimenti io vado avanti, se il Presidente mi permette.
Quest'ordine del giorno parte con una finalità di tutela dell'ambiente, ma ha delle finalità diverse, ha obiettivi totalmente diversi. Vi critico, ma per farvi un complimento perché se non dicessi così, allora dovrei dire che non sapete quello che avete scritto. Io ritengo che voi sappiate quello che scrivete e conosciate la situazione quando andate a promuovere un atto d'indirizzo. Perché? Perché quest'atto d'indirizzo prevede un'esenzione fino a 2.000 di cilindrata, senza parlare di emissioni, senza parlare di null'altro. Non voglio disturbare il made in Italy, nessuno vuole disturbarlo, io voglio bene a FCA e spero che venda tante automobili, che faccia automobili moderne, sono figlio di un operaio FIAT e lo rivendico con orgoglio.
Prendiamo un'altra autovettura, non faccio pubblicità, ma è una casa tedesca che ha quattro anelli tipo i cerchi delle olimpiadi. Non ce l'ho con la Germania, non voglio invadere la Germania, anche perché, Consigliere Martinetti, dopo aver "chiuso" la Cina la settimana scorsa, ci dobbiamo riposare un po' prima di "chiudere" anche la Germania! L'auto in esame ha 2.000 di cilindrata, il modello si chiama TTS e costa 60 mila euro. Siamo contenti se qualcuno si può comprare quell'auto, nessuno vuole impedire che si acquisti quella vettura e siamo contenti che qualcuno lo possa fare, ma quell'auto ha un motore 2.000 di cilindrata, 306 cavalli 225 kilowatt e ha un piccolo problema: emette 170 grammi al chilometro di CO2. A livello nazionale prende l'ecomalus, certamente è una bellissima macchina - a me piace blu metallizzato - però non si può dire che sia una vettura non inquinante.
È un'auto il cui bollo costa 700 euro l'anno, ahimè, con 225 kilowatt ai quali va aggiunto, grazie al Governo Monti che qualcuno da quella parte ha votato, circa ottocento euro di superbollo. Mi chiedo, ma veramente vogliamo togliere il bollo a quel tipo di vettura? Ma dove troviamo i soldi? L'esenzione per le ibride valeva circa due milioni di euro l'anno qua siamo a un impatto che supera i dieci milioni di euro l'anno. Possiamo fare due cose: una è aiutare le fasce più deboli a cambiare autovettura, a comprarne una meno inquinante e l'altra incentivare l'acquisto di vetture meno inquinanti, possibilmente elettriche o, al limite, ibride, come transizione.
Sapete cosa succede? Se perdiamo tempo, se non andiamo al passo di altri Paesi europei sull'elettrico, succede che fra 15, 20 o trent'anni questo Paese sarà la discarica dei mezzi vecchi, sarà il Paese dove si riversano tutte le vecchie tecnologie. Un po' come succede oggi a Cuba che si vedono le auto degli Stati Uniti degli anni '50, quei modelli finiranno tutti in Italia se non andiamo al passo. Due cose si possono fare: aiutare le fasce più deboli, oppure aiutare tutti, anche chi ha una capacità di spesa magari a scegliere un'auto elettrica al posto di un'auto con motore endotermico. Oppure possiamo fare tutte e due le cose insieme, che è meglio. Invece quest'ordine del giorno non raggiunge quell'obiettivo.
Potevate almeno mettere un limite alle emissioni di CO2, mettere un limite a 120 grammi al chilometro di CO2 così poteva avere un senso. Il mio atto d'indirizzo sull'ecobonus regionale è stato bocciato e alle persone che mi chiedono perché è stato bocciato rispondo che c'è già. Adesso ci sono cittadini che mi chiamano e mi dicono "avevi detto che l'ecobonus c'è, ma non c'è". Allora io consiglio a tutti di chiamare l'Assessore Marnati perché mi hanno proprio detto che questo ecobonus c'è. Mi stanno chiamando parecchie persone e mi dicono che non è proprio così, ma noi siamo fiduciosi.
Le risorse, l'avevamo detto, ci sono; più di sei milioni di euro, magari per degli ecoincentivi per aiutare le famiglie ad acquistare un'auto meno inquinante, e usiamoli bene, perché non ci sentiamo a nostro agio nei panni di Robin Hood al contrario. Sappiamo che qualcuno si sente a suo agio nei panni di Robin Hood al contrario, noi no.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "G. Ferraris" di Vercelli


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "G. Ferraris" di Vercelli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame ordine del giorno n. 33 presentato da Ruzzola, Biletta, Graglia, Riva Vercellotti e Magliano, inerente a "Esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per l'acquisto di una nuova automobile" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 33.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Ho letto con attenzione l'ordine del giorno sul bollo auto; poi interverr anche sul tema dell'IRAP per le nuove imprese (credo ne discuteremo dopo anche se sono stati presentati insieme, quindi mi riferisco al primo ordine del giorno).
Ritengo che gli ordini del giorno e le mozioni abbiano un valore: sono atti d'indirizzo che devono portare a conseguenze e atti amministrativi conseguenti. Ricordo bene che anche nella scorsa legislatura, in occasione della discussione di temi sensibili importanti, come il tema del VARA, si era discusso un atto d'indirizzo che aveva previsto la sospensione del VARA e che aveva avuto effetti amministrativi conseguenti; discussioni e atti più o meno conseguenti (il Consigliere Bertola sorride, ma è stato così).
Perché dico questo? Perché non è che si approvano gli ordini del giorno perché si vuole parlare di un argomento e, quindi, si va ad approvare un dispositivo che poi si vedrà come applicare. No, gli atti d'indirizzo si approvano e - se vengono approvati - la Giunta ha il dovere di portare avanti quanto contenuto nel loro dispositivo.
Prima di tutto, quando parliamo di bollo auto dobbiamo sapere che parliamo (non ho sotto mano le cifre) della prima o della seconda entrata della Regione Piemonte. Quando parliamo di bollo auto, parliamo di una misura che riguarda tutti i piemontesi e che andrebbe discussa e ragionata in un ambito più complessivo, con un disegno di legge, se si vuole riorganizzare il sistema del bollo in Piemonte ad ampio raggio. Sicuramente, lo si fa almeno andando a discutere un provvedimento proposto dalla Giunta regionale o da qualsiasi Gruppo consiliare.
Perché parlo di provvedimento e di legge? Perché le leggi hanno una loro copertura finanziaria: si dice dove si va a rimodulare la tassa, come la si copre e in che direzione si vuole andare con quelle scelte politiche. Poi possiamo discutere di cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma in quel modo noi parliamo con dei numeri, dei fatti, che ci permettono di assumere delle decisioni in modo consapevole e nel merito.
Presidente, per favorire la discussione, chiedo all'Assessore Tronzano qualora venisse approvato questo documento, dove pensa di trovare la copertura finanziaria di questa misura, che ha un impatto importante.
Questo, perché io do valore agli ordini del giorno che vengono approvati ancor più se vengono approvati con un'ampia maggioranza.
In secondo luogo, per discutere a 360 gradi di un tema così importante suggerisco di non farlo con un ordine del giorno, ma presentando un disegno di legge, magari fiscale. Noi l'abbiamo presentato nel 2014, rimodulando alcune fasce legate anche al bollo auto, con dei ragionamenti che secondo noi andavano nella direzione giusta: con un disegno organico ed essendo certi che, quando si approva un provvedimento, non si manda a carte quarantotto il sistema a sostenibilità economica del bilancio della Regione Piemonte, che abbiamo faticosamente riportato in equilibrio e che faticosamente dobbiamo mantenere in equilibrio nei prossimi quindici vent'anni, continuando a pagare le rate del debito che ci portiamo dietro eccetera eccetera.
Pertanto, non ci sentiamo di approvare un ordine del giorno senza chiare specifiche in questo senso, nel metodo e nel merito. In secondo luogo, su una misura di questo tipo consideriamo opportuno svolgere un ragionamento di progressività della misura stessa (e non ritorno su alcune questioni che mi vedono d'accordo con il collega Bertola), che non può essere con uno scalino unico (o dentro o fuori), proprio per l'impatto che ha.
Se riceveremo gli approfondimenti da parte dell'Assessore Tronzano, faremo una valutazione. Oggi non siamo in grado di votare l'ordine del giorno nemmeno con l'aggiunta del terzo punto letto dal Consigliere Ruzzola, cioè la decisione (l'ho ascoltato, ma non l'ho letto) di reintrodurre l'esenzione per le auto storiche dai venti ai trent'anni, che noi avevamo dolorosamente tolto nella scorsa legislatura, anche perché generalmente le auto storiche partono dai trent'anni, in tutte le Regioni d'Italia. Nelle allora condizioni della Regione Piemonte, abbiamo dovuto assumere quella misura.
L'invito (so che non sarà accolto) è di ritirare l'ordine del giorno e svolgere un ragionamento su un disegno di legge più complessivo, se si vuole intervenire nell'ambito del bollo auto. Diversamente, chiediamo di capire, prima di tutto (lo dico anche per voi che lo andrete ad approvare) quali sono le coperture effettive che diamo sui capitoli di bilancio di questa misura, proprio perché diamo valore all'ordine del giorno del collega Ruzzola. Sono certo che l'Assessore Tronzano riuscirà a dare queste risposte per favorire la discussione in Aula.
Questo non significa che noi, come Partito Democratico, non siamo a fianco della Giunta o di chiunque proponga delle misure eque, progressive sostenibili, nella riduzione dell'imposizione fiscale; è una nostra priorità e abbiamo provato a perseguirla anche nel corso della legislatura precedente, andando a toccare - in quel caso nell'ultimo bilancio 2018 delle aliquote IRAP per il terzo settore, anche se di poche entità perch eravamo riusciti a liberare poche risorse. Era un intervento attorno ai tre quattro milioni, quindi oggettivamente si può fare molto di più, ma era un primo segnale per dire: "Abbiamo tirato la cinghia tre-quattro anni abbiamo fatto dei sacrifici, ma oggi siamo in grado di incominciare a restituire, riducendo la pressione fiscale". In quel caso, noi ci siamo orientati verso il terzo settore, ma si potevano fare tante altre scelte.
Pertanto, noi appoggiamo un ragionamento serio sui numeri e sulle coperture, per tenere insieme sostenibilità del bilancio, equilibrio ed equità delle misure e riduzione della pressione fiscale. Quest'ordine del giorno non ci sembra contenga questi ingredienti, quindi non siamo in grado, in queste condizioni, di approvarlo.
Poiché l'anno fiscale inizia il 1° gennaio, mi aspetto che, se il documento sarà approvato, la Giunta o il Consigliere Ruzzola presentino un emendamento all'assestamento di bilancio per andare a intervenire nella misura di rimodulazione del bollo auto nella direzione di quest'ordine del giorno, in modo che possa essere operativo dal 1° gennaio 2020.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
La parola al Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Come avrete visto, ho sottoscritto quest'atto d'indirizzo, perché sono certo che il primo presentatore abbia già discusso con l'Assessore (questo mi sembra sia il minimo). Se si presenta un atto di questo tipo, di sicuro ci sarà già stata una discussione con l'Assessore di riferimento per mettere subito all'opera gli Uffici e capire esattamente di quanto stiamo parlando e di come, su questo, si potranno trovare soluzioni cogenti.
Questo lo dico, perché, rispetto al tema dell'automotive e al tema ambientale, non sono manicheo. Non possiamo dire che bisogna assolutamente bloccare ogni tipo di vendita e acquisto di auto di un certo tipo, perch occorre un'altra tipologia di mobilità. Io penso che si possano tenere insieme le due cose e forse, a differenza - per sfumatura - di quello che ha detto il Consigliere Ruzzola, io sono ben contento se i cittadini piemontesi acquistano made in Italy. Ho ancora negli occhi quando in Consiglio comunale (cito un fatto del Comune di Torino) si è ripensata tutta la questione dell'esenzione dalla ZTL: era evidentemente uno "spottone" per qualsiasi casa automobilistica non italiana che in questo momento è più avanti rispetto ad alcune tipologie di automobili. Volenti o nolenti, si stava dicendo di andare in quella direzione.
Detto questo, sono convinto che, invece, si possa avere un'attenzione sulle auto che hanno un'altra tipologia di alimentazione (metano, GPL, elettrico) e, nello stesso tempo, permettere alle auto che hanno avuto un progresso tecnologico come l'Euro 6 di essere acquistate tranquillamente.
Sono d'accordo, poi, con quanto sosteneva il Consigliere Bertola: forse avremmo potuto mettere più punti, delineare meglio e maggiormente la tipologia delle emissioni, ma di questo penso che il Consigliere Ruzzola possa anche prendere atto e magari presentare degli emendamenti; fermarsi un secondo e discutere, perché il nostro obiettivo è proprio questo.
A oggi, cioè, noi non siamo ancora pronti (lo dico per come funziona la nostra città) a garantire, almeno sull'elettrico, una totalità di punti di accesso di ricarica. Lo saremo in futuro, questo è certo.
Detto questo, penso che si possa tenere insieme sia la possibilità di un cambio auto (non per forza con energie rinnovabili) sia, di pari passo provare a dare un impulso al mercato dell'automotive.
Quando si parla di ambiente, dovremmo tenere tutto presente.
Il settore dell'automotive rappresenta ancora molto per la nostra Regione.
Non capisco quando iniziamo a lamentarci del fatto che si vendono poche auto. Da una parte, abbiamo i nostri operai in cassa integrazione dall'altra, quando si parla di un certo tipo di auto, sono demonizzate perché inquinano.
Secondo me, si può andare avanti su un doppio canale: un'attenzione massima per l'ambiente (questo certo), sviluppando ogni tipologia di tecnologia dell'automotive che permetta di inquinare meno, ma anche tenere conto che c'è stata un'evoluzione dei nostri motori che permette meno impatti ambientali.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, sull'ordine dei lavori preciso con una domanda: le risulta che in questi giorni o in queste ore, il Consiglio regionale abbia ricevuto dalla Corte di Cassazione, dei rilievi formali e sostanziali sulla delibera adottata da questo Consiglio regionale a maggioranza, che ha tenuto l'intero Consiglio regionale, mattino, pomeriggio e sera, sul quesito referendario? Rilievi formali e sostanziali che obbligheranno questo Consiglio regionale a riprendere la discussione per le eventuali modifiche e integrazioni.



PRESIDENTE

Sicuramente sì, perché sono uno dei due delegati, con il Consigliere Preioni.
La richiesta della Corte Suprema di Cassazione, in merito a correzioni formali sulla delibera approvata in Consiglio a fine settembre, è stata trasmessa a mano nella giornata di ieri ed è stata anche protocollata come atto ufficiale.
Alla prossima Conferenza dei Capigruppo sarà organizzato il calendario dell'Aula.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Siccome ho visto che il Consigliere Ravetti, più furbescamente di me, ha chiesto copia del documento, potremmo avere tutti una copia dei rilievi anche perché sarebbe.
Non so neanche che termine utilizzare, però magari qualche rilievo corrisponde a emendamenti non ricevuti dalla Giunta e dalla maggioranza.
Se potessimo avere copia dei rilievi, gliene sarei grata.



PRESIDENTE

Assolutamente, essendo un atto formale già protocollato in Consiglio facciamo stampare delle copie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Solo per precisarle, Presidente, che oggi lo spirito non è quello della polemica. Noi oggi siamo vicini al Presidente Cirio e al fianco dell'Assessore Gabusi, per aiutare tutta la popolazione, alessandrina e non solo, sulla grave alluvione con ripercussioni anche sulle persone, così sembra da notizie ufficiali.
Ritornando alla domanda che ho posto, Presidente, domani in Conferenza dei Capigruppo avremo modo di parlare della lettera che avete ricevuto dalla Corte Suprema di Cassazione. Anticipo ai colleghi, in particolare alla maggioranza (ai Capigruppo della maggioranza), che forse ascoltarci non vi avrebbe fatto male.



PRESIDENTE

Mentre stava interloquendo, ho chiesto all'Assessore Rosso la possibilità di avere l'Assessore Gabusi, ma è ancora ad Alessandria, perciò appena ci saranno notizie ufficiali ve le comunicheremo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Avremmo anche atteso l'ufficialità di questa comunicazione, ma a questo punto, poiché lei ha confermato quello che poc'anzi ha detto il Consigliere Ravetti, consiglio a tutti di liberare tempo, spazio e rimuovere anche tante discussioni che a questo punto rischiano di essere un di più.
Come sapete, sul cosiddetto papetellum corretto avevamo già espresso qualche dubbio. Noi non siamo esperti come Salvini di mixology né, come Calderoli, di Costituzione (oddio, il mix dei due rischia di essere esplosivo). Però, Presidente, sull'ordine dei lavori, forse - e dico forse dopo quest'ordine del giorno e quello del Consigliere Rossi sui medici specializzandi, converrebbe anticipare la discussione, forse anche sospendere la trattazione sul crocifisso e sulla TAV.
Se questo Consiglio regionale dovrà affrontare, nelle prossime settimane di nuovo un tour de force per modificare, tra l'altro, l'unica legge proposta, anzi delibera, che avete fatto in questi mesi, converrebbe prendersi qualche minuto di riflessione, anche per evitare settimane inutili davanti a noi.
Pertanto, quando vuole Presidente, anche una Conferenza dei Capigruppo in giornata potrebbe essere utile.
Grazie.



PRESIDENTE

Ricordo che la Conferenza dei Capigruppo è convocata per domani, comunque nel prosieguo dei lavori del Consiglio valuteremo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anch'io mi unisco alle riflessioni del Consigliere Bertola sull'ordine del giorno presentato, ma aggiungerei una cosa: prevedere un'esenzione allargata a tutti (sì, sotto i 2000 di cilindrata, comunque diciamo a tutte le auto nuove che rientrano in quella fascia di Euro), comporta la perdita di appetibilità rispetto a tutte le misure a favore dell'ambiente per la sostituzione dei mezzi, degli autoveicoli.
Se introduco un'esenzione per un'auto a diesel, è chiaro che poi diventa meno appetibile un'auto elettrica, ibrida, a metano o GPL. Quindi cosa facciamo? Raddoppiamo le esenzioni per le altre? Perché poi, per parificare e mantenere un certo tipo di appetibilità, occorre aumentare l'incentivo per un'auto più ecologica, altrimenti rischiamo di annullare quello che pu essere l'effetto incentivante.
D'altra parte, sono il primo che quando deve fare un acquisto cerca di comprare in Italia, però devo anche vedere se le aziende mi permettono di fare un acquisto che possa essere ecosostenibile.
Sulle nuove linee di produzione FIAT si parlava della 500 elettrica e di Renegade plug-in, per cui ben venga che si favorisca alla sostituzione del parco auto attuale con un parco auto economicamente più sostenibile, per non possiamo andare incontro a chi ha fatto scelte d'investimenti sbagliate, dal punto di vista dell'automotive, altrimenti facciamo i liberali - viva il mercato - e poi, quando uno sbaglia l'investimento andiamo a coprire con soldi pubblici? Non mi sembra l'approccio corretto.
Il fatto di non definire esattamente come andremo a coprire questi minori importi in entrata che, come diceva il Consigliere Bertola, si potevano stimare nell'arco dei dieci milioni euro, diventa grave e preoccupante.
Eravamo tutti presenti ieri in I Commissione quando, commentando la parte di assestamento sulla sanità, si notava un certo tipo di preoccupazione per quanto riguarda la tenuta del bilancio regionale. Nel momento in cui andiamo a fare una proposta di riduzione di tasse, andiamo a vedere qual è l'impatto. Abbiamo un impatto positivo? Abbiamo un impatto positivo dal punto di vista dell'ambiente? Se avessimo utilizzato questi soldi in modo diverso, avremmo avuto forse un vantaggio migliore? Penso che queste siano le domande che dovremmo farci prima di votare quest'ordine del giorno. Serve un approfondimento che renda chiaro ai Consiglieri quale sia il modo migliore per investire le risorse dei piemontesi, non a pioggia, ma con oculatezza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Credo che su quest'ordine del giorno si siano già dette tante parole, anche molto giuste, dai colleghi delle minoranze, che hanno fatto semplicemente notare alcune cose che riassumo, soprattutto ai firmatari.
La prima. Qualsiasi atto d'indirizzo deve basarsi su un'analisi dei flussi e su un'analisi degli effetti e, per quanto ci sia chiaro, Consigliere Ruzzola, il senso dell'impegnativa finale è quello di far diventare una leva positiva l'acquisto di una nuova auto e quindi, implicitamente, la rottamazione di auto meno inquinanti.
Rilevo sommessamente tre cose. Ci sono già delle istanze nazionali, come le varie rottamazioni dell'auto che sono, di fatto, sostanzialmente flat, come piace a voi, non progressive, per tutti. Come voi sapete, mi è appena nata una bambina per cui ho cambiato la 500 small con una 500 più grande e quel tipo di rottamazione ecologica vale per tutti. Ve lo dico con tutta la benevolenza della vostra impostazione cultural-politica che ci vede distanti sul tema della progressività.
Ha davvero senso che, a forme di rottamazione che valgono già per tutti uguale.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, mi scusi, si rivolga alla Presidenza.
So che non sono un bell'uomo, ma la prassi è quella.



GRIMALDI Marco

Ammetto che devo darle ragione.



PRESIDENTE

È reciproca la stima.



GRIMALDI Marco

Come dicevo, ha senso che il signor Lavazza, che il Presidente Cirio, che la Ministra Pisano, oltre a godere di una possibile, come ho fatto io rottamazione sull'usato - nel mio caso non era neanche inquinante, perch era una macchina che avevo da pochissimo tempo, ma un'auto a tre porte non si adatta bene al passeggino - ossia che personalità imminenti di questo territorio, così come tutti i redditi superiori ai 30 o ai 40.000 euro di ISEE, godano della possibilità di non pagare il bollo per tre anni? Mi rivolgo all'Assessore Tronzano: verifichi. È vero che gli ordini del giorno si possano emendare, potremmo dire che questo buono non vale per tutti, ma in realtà, se ricordo bene, il bollo auto è una di quelle tasse difficilmente progressive, o almeno così non è. Tant'è vero, come ne parlavamo con i Consiglieri del Movimento 5 Stelle, già sui cavalli abbiamo fatto alcune forzature o, meglio, abbiamo provato a dare indicazioni diverse che non andassero per tutti nello stesso solco. Per questo - lo dico non solo ai Consiglieri di Forza Italia ma anche a quelli della maggioranza - converrebbe ascoltare le parole del Consigliere Gallo.
Se vogliamo davvero arrivare a formule di rimodulazione anche rispetto a quello che abbiamo già deliberato - in condizioni avverse, visto il bilancio che ci siamo ritrovati qualche anno fa, abbiamo dovuto addirittura ridurre alcuni sgravi, come quelli sul GPL e sulle auto non inquinanti passando a un'età di sgravio - chiediamo ai Consiglieri regionali almeno di confrontarsi con la Giunta e con gli Uffici nel modificare questo testo.
Se è possibile, nel rimandare la sua approvazione, potremmo arrivare a una stesura che ci veda convinti sulle possibilità autentiche.
Chiudo dicendo quello che hanno detto praticamente tutti i Consiglieri di minoranza. È insensato fare un atto del genere senza conoscere l'entità delle entrate attuali e come vengono compensate. Vorremmo capire se davvero c'è la volontà, da parte della Giunta, di rivedere tutte le tasse nel Documento di programmazione finanziaria, il che non è stato anticipato se non nella parte IRAP dall'Assessore Tronzano, come anche su altri temi. Ci riesce un po' difficile pronunciarci oggi favorevolmente nei confronti di una misura che è poco progressiva, che non ha dati certi delle entrate e delle uscite ma, soprattutto, che rischia, anche se modificata, cioè in termini di un rapporto che non arrivi a tutti gli ISEE e a tutte le persone che acquisteranno l'auto, di essere difficilmente applicabile anche così.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente. Non mi ero resa conto della prenotazione del collega.
Chiedo scusa.
Sicuramente il mio intervento sarà più scarno rispetto all'inizio del dibattito, alla luce di tutte le considerazioni che sono state fatte sinora da tutti i colleghi che, in parte, condivido. Tuttavia, penso sia anche meglio così perché, forse, sono stata io a intendere quest'atto in modo piuttosto serio.
Rileggendo gli impegni, trovo che siano piuttosto vaghi. Nel mio trascorso da Consigliera comunale ho visto un sacco di volte ordini del giorno e mozioni che chiedevano verifiche dello stato di fattibilità e di fare qualcosa. Atti che io ho sempre ritenuto poco seri per un motivo, perch non si può votare alla cieca un provvedimento di questo tipo, su un argomento così importante, su una tassa che è una delle più pesanti, una di quelle che porta a un apporto più pesante il bilancio della Regione. Non si può votare un ordine del giorno che prevede un cambio di questo tipo, senza sapere quali potrebbero essere le ripercussioni o, comunque, le variazioni su altri tipi di tasse.
Diciamo la verità: la bacchetta magica non ce l'ha nessuno e di questo me ne sono resa conto anche ieri durante la discussione sull'assestamento.
L'Assessore Rosso diceva che ha fatto fatica a chiedere 120.000 euro per i patrocini gratuiti alle donne vittime di violenza. Sembrava quasi si facesse fatica a reperire pochi fondi, ma mi chiedo dove si possano trovare invece le risorse per una manovra decisamente più consistente.
Tridimensionalmente e olisticamente parlando, quello che a me interessa è: se tutti cambiassero la macchina il prossimo anno, che cosa succederebbe al bilancio della Regione Piemonte con una misura di questo tipo? Le domande sono tante.
L'altro giorno spulciavo uno di quei giornaletti che trattano di auto e mi sono soffermata su alcuni modelli di un certo range di cilindrata, in cui compaiono molte auto come Audi S3, Stelvio e Giulia che, oltre a essere auto di una certa cilindrata, pagano anche il superbollo.
Pertanto, mi chiedo: oltre al dialogo con l'Assessore, che io speravo ci fosse già stato (se propongo un atto del genere, c'è il presupposto che abbia già discusso un minimo su quelle che potrebbero essere le coperture a questa manovra), sul superbollo cosa facciamo? Cioè, togliamo il bollo su un'auto rispetto alla quale ho i miei dubbi che non sia inquinante e che oltretutto, paga il superbollo? Quindi, cosa facciamo? Togliamo il bollo però facciamo pagare l'ecotassa al momento dell'acquisto? Già qui c'è un fatto di discordia; in più, facciamo pagare il superbollo.
Questo mi sembra da discutere e chiarire, perlomeno per valutare seriamente questo tipo di proposta.
È poi stato fatto il discorso dell'aiuto a cambiare l'automobile per le fasce più deboli. Beh, se si fosse voluto andare in quella direzione sicuramente si sarebbe agito non soltanto sulla cilindrata, ma si sarebbe potuto fare un discorso più serio in termini ambientali. La considero una proposta - sì - per sollevare il problema, però le proposte sulla verifica dello stato, sul prevedere e l'immaginare di prevedere, da qui a farlo ne passa di tempo! Avrei preferito parlarne magari in Commissione e ricevere una relazione, un qualcosa di concreto su cui discutere. Non posso pensare (non lo penserei comunque) di approvare un atto del genere senza sapere come verrà riconvertita la tassa e dove verranno prese le risorse. Magari detassiamo qualcuno che ha il SUV e andiamo ad applicare una tassa su una fascia più debole o su qualcos'altro, perché - come dicevo - non c'è la bacchetta magica per inventarsi i soldi e le risorse.
Ritengo che la questione del superbollo, dell'ecotassa che andremo a pagare lo stesso, nonostante l'esenzione, andrebbe chiarita. Poi, occorre capire dove si trovano le risorse e anche chiedere all'Assessore cosa potrebbe succedere se una gran parte della popolazione piemontese cambiasse l'auto il prossimo anno. A livello di bilancio, cioè, cosa capita? Parliamo di cose concrete, prima di parlare di aria fritta! Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riva Vercellotti.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, voglio chiarire che il nostro Gruppo, come il nostro partito non fa certamente della politica negazionista su un tema come quello dell'ambiente: prende semplicemente atto del fatto che, non noi, ma ARPA Piemonte, indica - per esempio - nella nostra regione, tra i fattori fortemente inquinanti, non soltanto l'utilizzo delle auto, ma anche il riscaldamento domestico, il tema dell'agricoltura, dell'industria eccetera. Spiace quando siamo imputati di questo, perché è un qualcosa che trovo particolarmente fastidioso.
Lo dico con grande sincerità e lo dice uno che, non un secolo fa, ma ancora quest'anno, sui temi delle emissioni ha avuto qualcosa da dire in quest'Aula, come componente del Consiglio delle Autonomie Locali. E vivaddio - la Regione ha raccolto un'indicazione pervenuta dal Consiglio delle Autonomie Locali proprio sul tema delle emissioni inquinanti, delle polveri legate all'abbruciamento delle stoppie del riso, che è uno dei principali fattori d'inquinamento nel periodo autunnale in una grande fetta del Piemonte.
Se questo provvedimento è arrivato all'attenzione del Consiglio regionale è perché un umile allora Presidente di Provincia di Forza Italia ha posto la questione e il problema. Noi (Forza Italia) saremmo proprio tranchant se fosse possibile eliminare completamente il bollo auto. Certo, abbiamo quasi mezzo miliardo di euro di debito monstre da pagare da qui al 2048 ed è ovvio che non possiamo farlo, ma, se fosse per noi, la richiesta sarebbe molto netta e molto chiara: togliamo il bollo auto.
Dopodiché, la proposta presentata dal collega Ruzzola dice: "Invitiamo la Giunta a rimodulare la tassa automobilistica, verificando la possibilità ed evidenziamo una possibilità che abbiamo". Dove guardiamo? Al tema ambientale, come un tema di riferimento: si va lì, è giusto che si vada in quella direzione, è bene che si vada in quella direzione.
Io mi sono permesso di dirlo anche in Commissione qualche giorno fa: credo che questo provvedimento sia un provvedimento importante, che va nella direzione di ridurre le tasse ai cittadini piemontesi, che va nella direzione giusta di limitare il danno ambientale di tante auto inquinanti però, se vogliamo intervenire concretamente sull'ambiente, è evidente che questo provvedimento da solo non è sufficiente, ma serve una politica integrata d'interventi ambientali.
Qualcosa è già stato detto sul tema, per esempio, degli incentivi sulle ricariche. Credo che questa Regione debba investire e intervenire anche sul tema della ricerca e sviluppo proprio per incentivare i nostri imprenditori e le nostre aziende, sulla componentistica, a trovare nuovi modelli e nuove vie di mercato, non soltanto per l'Italia, ma per il mondo intero.
Non vorrei soltanto che, con la scusa che non sappiamo se sono otto, nove dieci o ancor più milioni, si dicesse: "Visto che questo è il motivo, siamo dubbiosi se votare un ordine del giorno che va nella direzione di ridurre comunque le tasse e ridurre l'inquinamento atmosferico".
Ci auguriamo che, invece, da quest'oggi inizi una riflessione magari con la condivisione di tutti. Certo, si dovrà discuterne poi in sede di bilancio in sede di proposte di leggi, ma qui diamo un primo indirizzo chiaro, netto e forte: come Gruppo, e non solo, noi vogliamo promuovere una politica di riduzione delle tasse. Molto semplicemente, questo. Siamo di fronte a delle politiche nazionali che mi pare vadano in direzione completamente opposta noi ci permettiamo di andare in una direzione completamente inversa.
Inoltre - è presente l'Assessore Tronzano, non c'è l'Assessore Marnati, ma penso che possa bene interpretare questo suggerimento e questo spirito - ci sono dei Paesi nel mondo (penso agli Stati Uniti) con Presidenti bipartisan (da Obama a Trump) che hanno investito molto nell'auto. Penso che il Piemonte possa fare altrettanto, perché la storia economica del Piemonte è legata all'auto e sull'auto, a mio avviso, si può ripartire per far ripartire anche l'economia: un'economia sana, legata ai temi ambientali che possa far crescere il nostro Piemonte, con un'attenzione all'ambiente certamente differente rispetto a quello che abbiamo avuto fino a poco fa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
A nome del Gruppo della Lega, sosteniamo quest'ordine del giorno, che è l'inizio di un percorso, un percorso graduale. Questo è un atto d'indirizzo che può essere anche modificato e sistemato quando andrà a essere determinato con le delibere e con gli atti più precisi, però è un percorso che va nel segno di ridurre la tassazione e il bollo.
Siamo sicuramente a favore dell'auto elettrica, ma dobbiamo essere anche realisti. Oggi il diesel è l'auto più diffusa nel nostro Paese; l'Euro 6 garantisce anche degli standard di produzione di CO2 molto bassi, quindi c'è stata sicuramente un'evoluzione dal punto di vista di riduzione dell'inquinamento. L'auto elettrica è probabilmente il futuro, arriverà però c'è anche da dire che, se guardiamo al mercato e pensiamo alle TESLA le auto elettriche oggi costano 100.000 euro, quindi sono delle auto che hanno dei costi notevolmente pesanti e non sono certo auto che tutti possono permettersi.
Dobbiamo anche fare un'altra riflessione: dobbiamo essere consci di comprare auto elettriche che sono state prodotte consumando meno, perch potremmo anche compare un'auto elettrica che è stata prodotta consumando di più e che, quando deve essere smaltita, inquina ancora di più. Il tema è molto complesso e molto ampio, però sicuramente l'industria dell'automobile, che è da sempre una delle più sviluppate, oltre all'elettrico, all'ibrido, al diesel di nuova generazione e al metano, deve guardare alla tutela dell'ambiente e a una produzione inferiore di CO2.
Secondo noi, la proposta è interessante. Il fatto che siano auto 2.000 di cilindrata mi sembra banale, ma chiunque s'intenda di auto sa che non stiamo parlando di Porche, Maserati o Ferrari, perché il 2.000 di cilindrata penso sia un limite accettabile. Le auto sportive e supersportive devono essere ben oltre i 2.000 di cilindrata, ma poi, come ho detto prima, sono caratteristiche che potranno essere modificate, se la questione è 150 o 200 cavalli. Ci mancherebbe.
Questa è un'impostazione diversa di vedute. Noi vogliamo abbassare la tassazione e dare l'opportunità a più cittadini, anche della classe media.
Rimpiangiamo fortemente il boom economico che ha avuto l'Italia: è giusto che anche la classe media possa avere delle riduzioni.
Quando si tassano le barche o si pongono limiti al contante, che cosa si ottiene? Si crea più povertà. La nostra impostazione, invece, è di sostenere la classe media e avere un Paese ricco e benestante che possa produrre ricchezza, perché dove c'è ricchezza c'è economia e ricchezza per tutti. Dove c'è povertà, c'è povertà per tutti.
Il leitmotiv che in questi anni ha spinto i Governi a tassare e tartassare sempre più la classe media, riducendola sempre di più e aumentando solo la classe povera, sicuramente non è un'impostazione che seguiremo. Pertanto non ci può che vedere favorevoli la votazione di un ordine del giorno che inizia con una graduale riduzione delle tasse e del bollo per la classe media, che è la colonna portante di questo Paese e anche di questo Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Intervengo in termini generali, così ho anche l'opportunità di interloquire con gli utili suggerimenti dei colleghi.
Come già ricordato dal collega Riva Vercellotti, noi dovevamo parlare di una politica integrata, ma noi dobbiamo, intanto, utilizzare gli strumenti a nostra disposizione, come Regione, e poi, al limite, sollecitare anche gli altri a fare la loro parte.
Il nostro ordine del giorno, all'ultimo punto, chiede di avviare un percorso con il Governo, attraverso la Conferenza delle Regioni, teso alla predisposizione di uno strumento premiante, tipo voucher ambientali, con cui garantire un riconoscimento economico alle Regioni nel cui territorio si registrano importanti livelli di sostituzione del parco veicolare e i conseguenti miglioramenti della qualità dell'aria, grazie alle riduzioni emissive.
Questo potrebbe anche essere fatto attraverso quei fondi che normalmente non utilizziamo, che ci sono già stati messi a disposizione dall'Europa (che poi sono sempre soldi nostri). Pertanto, se ci fosse una volontà, da parte del Governo, di andare in questa direzione, l'esborso per la nostra Regione potrebbe essere veramente esiguo.
Rispondo al collega Magliano.
Giustamente, al pari suo, ho sottolineato, in un passaggio appropriato scrivendo: "È chiaro che questa misura, se accompagnata da un'adeguata campagna comunicativa, potrebbe costituire anche un incentivo a comprare il made in Italy, con evidenti ricadute occupazionali". Lo abbiamo sottolineato in un modo particolare.
Le ragioni che ho sentito per cui non si dovrebbe votare questo documento mi lasciano un po' perplesso. Mi sembra che esprimano piuttosto un fastidio per il fatto che qualcuno possa approvare incentivi che vanno nella direzione giusta, quella di aiutare le fasce deboli, di aiutare l'ambiente e di andare in controtendenza rispetto a quello che voi stessi, un po' tutti, avete detto: nel vostro mandato precedente di legislatura della Regione avete ridotto queste opportunità.
Se noi, anziché ridurre le vogliamo ampliare, credo sia un fatto positivo.
Magari a voi può non far piacere, ma non credo sia un motivo sufficiente che ci imputiate, come motivo per non approvarlo, le incertezze sul fatto che non si sa se saremo in grado di trovare le risorse o meno. Non credo sia un motivo sufficiente.
Il fatto che voi non siete stati in grado di trovarli, anzi, avete dovuto ridurre gli incentivi in quella direzione, non vuol dire che vi dobbiamo seguire. Il nostro dovere è fare esattamente il contrario, quindi adoperarci per trovare le risorse e dare risposte ai nostri concittadini.
Resto colpito quando sento dire che la misura dovrebbe essere applicata in termini di progressività, magari con l'ISEE alla mano. Non mi risulta che quello che avete fatto come Governo, quindi come ecoincentivi alla sostituzione delle auto, soprattutto quelle a emissioni zero, sia legato a un ISEE o a una progressività. Anzi, come ha ricordato il collega prima c'è chi acquista un'auto che ha titolo ad avere almeno i 6.000 euro di ecobonus, ma credo che non esistano auto sotto i 50.000 euro e di lì saliamo.
Se vogliamo parlare di riforma complessiva e rivedere gli incentivi dovreste partire innanzitutto voi con il Governo cui oggi fate riferimento.
Per questo mi aspetto che, a breve, il Governo riveda queste misure e le riveda, come avete detto voi, in termini di progressività. È evidente che se sono auto che hanno quel costo, non penso che vengano acquistate da un operaio del nostro territorio.
Ci avete ripreso dicendo che anche oggi non vedete un provvedimento di legge. Io credo che quest'atto d'indirizzo valga almeno quanto un provvedimento di legge, perché comporta un impegno serio e concreto. Noi siamo convinti che riuscirà a trovare copertura nel prossimo bilancio.
In quest'ultimo periodo è fuori luogo invitare a prendere esempio da chi è al Governo. Mi risulta che nelle ultime settimane, per non dire negli ultimi mesi, il Parlamento si riunisca due giorni alla settimana (martedì e mercoledì) e poi tutti a casa, perché non c'è un solo provvedimento da discutere, nemmeno i decreti legge.
Noi, a questo punto, con queste azioni, stiamo facendo qualcosa in più ed evitiamo le critiche.
Avete fatto dei nomi: Lavazza, Cirio e Pisano. Dicevate che, se queste persone dovessero cambiare l'auto, avrebbero bisogno di beneficiare di questi ecoincentivi.
Ritorno a quello che ho detto prima: innanzitutto, i benefici più grandi di cui beneficerebbero sono quelli previsti dal Governo, che non guarda in faccia niente e nessuno, ma al limite un'auto estremamente costosa ci rientra. Al contrario, devo dire che dubito che queste famiglie abbiano ancora, nel loro parco veicoli, Euro 0, 1, 2 o 3, perché i modelli di cui avete parlato prima, con i quattro o cinque cerchi, la stella a tre punte e l'aquila che vola, non mi sembra che siano auto che appartengono a quel mondo cui noi ci vogliamo rivolgere.
Quanto ai limiti che abbiamo messo - i suggerimenti sono sempre ben accetti nulla in contrario a discutere se il 2.000 di cilindrata, piuttosto che qualcos'altro, può essere convertito in un parametro di cavalli fiscali però non sono certo quelle le persone che ne possono beneficiare.
Poi, i dati che abbiamo citato: un Euro 6 emette il 95% di ossidi di azoto in meno rispetto a una macchina Euro 0 e il 96% in meno di polveri sottili rispetto a Euro 1.
Non capisco perché queste auto non andrebbero bene. Non sono parametri che ci inventiamo noi in questo Consiglio regionale; noi ci siamo attenuti dicendo Euro 6, perché ci atteniamo alla normativa che vale per tutta l'Europa. Se quello è l'ultimo modello di auto che, nel suo complesso, è ritenuto il meno inquinante, non vedo perché noi dovremmo inventarci parametri al di fuori di quelli che sono riconosciuti a livello europeo.
Mi sembra che il vostro timore sia soltanto ed esclusivamente quello che anche noi - questa Regione, questo nuovo Governo - possiamo fare misure che vadano nelle direzioni giuste, che sono quelle di dare un aiuto ai cittadini, sicuramente quelli più bisognosi, e un aiuto al nostro ambiente.
Se poi, come ha detto la Consigliera Disabato, l'anno prossimo tutti sostituissero l'auto, saremmo contenti, perché così avremmo risolto contemporaneamente il problema dell'occupazione, per quanto riguarda il Piemonte, e dell'inquinamento, per quanto riguarda il nostro territorio.
Vedete, noi andiamo in una direzione diversa. Mi sembra che gli unici provvedimenti che voi state assumendo, laddove siete al governo, siano quelli di allargare le zone blu e impedire alle auto di entrare in città senza, nel contempo, assicurare servizi alternativi con un trasporto pubblico locale all'altezza.
Mi sembra che, dove governate, state acquistando nuovi autobus a gasolio anziché, come dite voi, comprare quelli elettrici o a metano, che sono meno inquinanti. Al contrario, al limite li tenete per la vostra città e mandate in provincia tutti i mezzi che sono ancora oggi Euro 0 o Euro 1.
Prima di venire qua e darci lezioni di ogni tipo, sempre e in ogni modo su quello che dobbiamo fare, credo che potreste dimostrarci che, là dove governate, voi fate meglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruzzola.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 33, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 2) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 15: "Fondazione Teatro Regio di Torino" (articoli 5 e 7 Statuto Fondazione) - Consiglio di Indirizzo - Nomina di 1 componente" Proclamo designata, quale componente del Consiglio di indirizzo della "Fondazione Teatro Regio di Torino", il signor Briamonte Marco.
Proposta di deliberazione n. 16: "Associazione Torino Giustizia" (Articolo 13 Statuto Fondazione) - Consiglio Direttivo - Designazione di 1 membro in rappresentanza degli Enti territoriali aderenti (Città di Torino e Regione Piemonte) Proclamo designato, quale componente del Consiglio direttivo dell'"Associazione Torino Giustizia" il signor Savino Andrea.
Proposta di deliberazione n. 14: "Fondazione "Torino Wireless" - (Articolo 6 Statuto Fondazione) - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 1 rappresentante in sostituzione del signor Filippo Neri Proclamo nominato, quale rappresentante (in sostituzione del signor Filippo Neri) del Consiglio di Amministrazione della "Fondazione Torino Wireless" il signor Enrico Bettini.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame ordine del giorno n. 50 presentato da Rossi, Canalis, Ravetti, Valle Sarno, Gallo e Magliano inerente a "Grave carenza delle borse di specializzazione per medicina"; ordine del giorno n. 98 presentato da Frediani, Bertola, Disabato, Martinetti e Sacco, inerente a "Medici specializzandi e corso per medici di medicina generale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 50, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno ci permette di affrontare un tema davvero importante per i cittadini di questa regione, che riguarda la grave carenza delle borse di specializzazione in medicina che, a sua volta, provoca una carenza di un servizio essenziale nei confronti dei cittadini, che riguarda chiaramente il diritto alla salute.
Il nostro sistema sanitario, in generale, sia a livello nazionale sia, in particolare, a livello regionale, oggi affronta una grave crisi proprio a causa di una carenza di disponibilità di personale medico. Una mancanza che, purtroppo, si accentuerà nei prossimi anni, a meno che non s'intervenga in maniera decisiva sia a livello nazionale sia a livello regionale.
Chiedo scusa, Presidente, ma l'Assessore Icardi è in zona? Sarebbe importante che su questo tema fosse presente in aula. Possiamo chiamarlo?



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Lo faccio chiamare.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Eccomi!



ROSSI Domenico

Grazie, Assessore. Mi sono permesso di farla chiamare perché stiamo affrontando un tema che le sta a cuore e che riguarda le borse di studio.
Si stima che, entro il 2025, dei circa 105 medici specialisti attualmente impiegati nella sanità pubblica, la metà potrebbe andare in pensione, a meno che non cambino ancora le regole del sistema pensionistico. Si tratta di un vero e proprio esodo che assume una particolare gravità, soprattutto per il fatto che, a causa del blocco del turnover degli anni precedenti noi abbiamo, secondo quanto ci racconta l'Eurostat, la classe medica più anziana d'Europa. Si parla di circa il 54% del totale che ha un'età superiore ai 55 anni. Questo chiaramente fa sì che le persone che vanno legittimamente in pensione nei prossimi anni siano molte ma, a causa di un ingresso inferiore al numero delle uscite, questo aumenta la situazione già grave in cui ci troviamo.
Come avviene l'ingresso nell'ambito della classe medica degli specialisti? Dopo la laurea - si laureano circa 10.000 medici ogni anno - il numero di specializzazione post laurea è, in realtà, da tempo insufficiente a coprire la richiesta per quei 10.000 medici, quindi si è creato un imbuto cosiddetto formativo che, negli anni, ha creato un limbo di circa10.000 giovani medici che sono laureati in medicina, ma che non sono riusciti ad accedere alla borsa di specializzazione per carenza di borse di specializzazione a disposizione.
È un numero che, nei prossimi anni, qualora non s'inverta la tendenza, si stima possa arrivare a 20.000 persone in questo limbo formativo.
Abbiamo una serie di controindicazioni. Prima di tutto, c'è il rischio che queste 10.000 persone diventino 20.000. Persone che sono costrette a congelare il proprio percorso formativo in attesa di riprovare l'anno successivo a concorrere nuovamente alla borsa di specializzazione. Che cosa fanno in questo periodo queste persone? Lavorano a gettone, anche se magari si occupano di questioni su cui non hanno ancora una competenza adeguata perché non sono né specializzate né specializzande, oppure vanno all'estero.
Questo, chiaramente, com'è stato denunciato anche ultimamente da tantissime organizzazioni - cito solo l'Ordine dei medici - è anche uno spreco di risorse pubbliche. Lo Stato ha investito migliaia di euro per ogni specializzando, mi sembra che l'ANAAO qualche anno fa stimasse un miliardo e mezzo l'anno. Noi prendiamo questo investimento e facciamo in modo che, a causa di quel limbo di cui vi dicevo prima, alcune di queste persone vadano a lavorare all'estero e noi investiamo su qualcuno che poi eroga un servizio all'estero.
A questo quadro dovete aggiungere anche un altro elemento: l'associazione "Liberi specializzandi" ha fatto un censimento che ci testimonia una carenza di vocazione in alcune branche specialistiche, che poi sono chiaramente quelle che risentono maggiormente della crisi di approvvigionamento di personale. Su alcune specialità, come chirurgia toracica, chirurgia generale, chirurgia vascolare, ortopedia e traumatologia, vi sono sempre meno ragazzi che vogliono iscriversi. Questo significa che i medici specializzati in queste branche sono sempre di meno.
In Italia la maggior parte delle borse di studio è finanziata dal Ministero dell'Università e dal MIUR, e le Regioni finanziano, a loro volta, alcune borse di specializzazione. Il problema è che sia le borse finanziate dal Ministero sia quelle finanziate dalla Regione Piemonte, in particolare (a differenza di altre Regioni del Nord), sono insufficienti rispetto al fabbisogno formativo. Pertanto, se noi non invertiamo questo trend, nei prossimi anni la situazione peggiorerà ancora.
Il Piemonte, nell'anno in corso, ha finanziato 15 borse di specializzazione medica. Sappiamo che negli anni scorsi il Piemonte aveva difficoltà legate anche al Piano di rientro, quindi le motivazioni erano legate soprattutto a questioni di bilancio. Sappiamo che, però, la Toscana ne ha finanziate 132 e il Veneto 89. Dico questo per dare un'idea di quanta differenza ci sia stata in questi anni tra il Piemonte e altre Regioni del Nord.
Il problema qual è? È che se noi non invertiamo questo trend, se non mettiamo insieme i pensionamenti dei prossimi anni con la mancanza di medici specializzandi, il rischio è che andremo verso un vero e proprio default sanitario, cioè la chiusura o, comunque, la mancanza di capacità di erogare servizi per i cittadini, fra l'altro in alcuni reparti molto delicati, come quello di medicina d'emergenza e urgenza, che risulta essere uno dei più complicati e complessi, dove diversi concorsi anche nei nostri ospedali purtroppo stanno andando a vuoto perché non si presentano specializzandi, seppure di fronte a un concorso a tempo indeterminato di dirigente medico. Abbiamo, poi, i reparti di pediatria, la medicina interna, l'anestesia e rianimazione, la terapia intensiva, la chirurgia generale, le malattie dell'apparato cardiovascolare, l'ortopedia e la traumatologia. Sono questi i settori dove siamo maggiormente esposti.
È, dunque, evidente che dobbiamo fare di tutto affinché questo quadro cambi, ma è evidente che questo intervento non è più procrastinabile.
Abbiamo avuto testimonianza di questo anche da parte della sezione piemontese dell'Associazione Italiana Giovani Medici, che è stata audita in IV Commissione. Hanno chiesto che il Piemonte arrivi a finanziare almeno 100 borse l'anno, portandosi ai livelli della Toscana o del Veneto comunque almeno a una media tra le due, in particolare le borse per cardiologia, medicina interna e medicina d'urgenza, che sono state un po' escluse dai finanziamenti precedenti.
Che cosa chiediamo, Presidente, con quest'ordine del giorno? Noi chiediamo due cose: intanto, che la Giunta si attivi in maniera forte con il Governo affinché sia aumentato il numero delle borse di studio finanziate a livello nazionale, perché si tratta di un problema davvero importante, che rischia di avere delle ricadute gravi per tutti i nostri cittadini. Calcolando che la Regione Piemonte ha, all'interno della Conferenza Stato-Regioni, un importante ruolo di coordinamento sui temi della sanità, riteniamo che questo attribuisca maggiore autorevolezza alla Regione, affinché ci sia una richiesta verso il Governo, portata avanti con forza e urgenza.
L'altro aspetto: chiediamo che la Regione aumenti le borse di studio finanziate in proprio, cioè, al netto delle difficoltà che tutti conosciamo, chiediamo che nei prossimi anni ci sia, almeno in maniera graduale, anno per anno, un aumento. Sappiamo benissimo che in un anno non è possibile passare da 15 a 100 borse; di questo siamo consapevoli, ma chiediamo, su questo, un piano prioritario che ci porti, nel giro di qualche anno, al livello delle altre Regioni.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 98, attratto nella discussione in quanto vertente sullo stesso argomento.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo ripreso un atto d'indirizzo che, tra l'altro, era già stato approvato nella scorsa legislatura. L'abbiamo aggiornato anche alla luce delle audizioni che abbiamo avuto con i rappresentanti delle Università piemontesi, quindi non sto a dilungarmi rispetto alle premesse che ha già illustrato ampiamente il collega Consigliere Rossi, che sicuramente condividiamo.
Nelle nostre premesse, abbiamo evidenziato il doppio imbuto formativo e lavorativo, cioè il fatto che ci sia un test d'ingresso alle Facoltà di Medicina e Chirurgia per cui, nell'ultimo triennio, al lordo dei ricorsi al TAR vinti contro il numero chiuso, erano disponibili 12.879 posti annui con un tasso di perdite, durante gli anni di studio, del 3% annuo. Il numero di borse di studio di specializzazioni era variabile tra 5.000 e 6.000 negli ultimi anni, a fronte di un fabbisogno stimato dall'ANAAO di 8.000 ogni anno.
Il numero di borse di formazione in medicina generale è pari a circa 1.000 posti annui, a livello nazionale. Il collega Rossi ricordava anche l'età media del personale medico dipendente del Sistema Sanitario Nazionale: superiore a 54 anni e tendenzialmente in aumento. Nei prossimi dieci anni ci sarà un picco del numero di pensionamenti, fino ad arrivare a una cifra di oltre 47.000 cessazioni di medici dipendenti dal Sistema Sanitario Nazionale.
Ricordiamo anche la condizione dei giovani medici. Solo il 70% dei medici specialisti sceglie di lavorare nel sistema sanitario come dipendente. Ci sono delle scelte diverse che vengono spesso intraprese, che riguardano il convenzionamento (quindi la scelta di operare nel sistema del convenzionato), la libera professione o di proseguire all'interno dell'ambiente universitario, della ricerca, entrare nel mondo del privato accreditato, delle industrie del settore e la scelta forse più dolorosa che è quella del lavoro all'estero.
Questo, ovviamente, porta una carenza di personale medico nel nostro Paese che potrà solo arrecare peggioramenti, nei prossimi anni.
Il nostro ordine del giorno, rispetto a quello del collega Rossi, chiede che ci sia anche una collaborazione con l'Università di Torino, presso la Facoltà di Medicina, per quantificare esattamente il fabbisogno di medici per singole specialità. Durante l'audizione, abbiamo anche affrontato questo tema: ci sono delle borse di studio che, alla fine, non risultano appetibili per i medici, quindi molto spesso non se ne usufruisce.
Pertanto, prima di tutto l'impegno a collaborare con l'Università di Torino proprio per quantificare esattamente i fabbisogni medici, suddivisi anche per singola specialità. Poi, collaborare con le maggiori sigle sindacali qua facciamo riferimento ai medici di medicina generale e anche ai pediatri di libera scelta.
Sempre durante l'audizione, abbiamo evidenziato come la mancanza di pediatri sia assolutamente drammatica.
Chiediamo di valutare anche con le sigle sindacali il fabbisogno di medici per quanto attiene al nostro territorio, per cercare di allineare il numero di borse di studio con il reale fabbisogno del territorio, individuare maggiori risorse già a partire dal 2020 per cofinanziare la formazione post lauream dei giovani medici, sollecitare il MIUR e il Ministero dalla Salute (e qui facciamo riferimento al ruolo dell'Assessore Icardi, come coordinatore degli Assessori alla sanità) per la rivisitazione urgente del numero di posti previsti nelle scuole di specializzazione e nei corsi di medicina generale, in modo da ovviare al previsto massiccio pensionamento dei medici nel prossimo decennio.
Sappiamo che, se non prenderemo subito provvedimenti, purtroppo il servizio sanitario arriverà al collasso, proprio per la mancanza di alcune figure professionali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Propongo la discussione congiunta sui due ordini del giorno, ai sensi dell'articolo 102, comma 3, del Regolamento interno.
È aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Stecco.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Gentili colleghi, il tema trattato è un tema importante, che abbiamo discusso molto anche in Commissione con delle audizioni, sia a livello associativo e sindacale sia audendo i Rettori dell'Università e i Direttori delle Scuole di Medicina, affrontando quindi il problema un po' da tutti i punti di vista.
Il mio è un intervento sui fatti, che in parte sono quelli descritti, ma vanno anche circostanziati bene. In particolare, ci tengo a precisare che il ricorso ai medici a gettone non è chiaramente imputabile a questo Governo regionale, ma nemmeno, in generale, al Governo regionale, perché è un fatto di mancanza di programmazione, negli ultimi decenni, a livello ministeriale, a Roma.
È noto che questi tre fattori hanno contribuito a determinare la crisi odierna e che la mancanza degli specialisti deriva non solo dalla poi attiva programmazione negli ultimi dieci anni a Roma, ma, com'è stato anche detto, c'è un problema di fuga verso l'estero, per situazioni lavorative più appetibili, che richiedono un intervento sempre a Roma.
Una delle motivazioni è sicuramente la mancata progressione negli anni del contratto economico, al pari delle progressione, dei rischi e della litigiosità medico-legale che gli specialisti si trovano a dover affrontare nel loro percorso. Oltre a questo, c'è una difficoltà oggettiva, in alcune situazioni, a scegliere sedi lavorative che non permettono una crescita professionale.
Questo ci richiama al fatto che dobbiamo riportare il Piemonte, nei prossimi anni, a una sanità moderna che possa essere di stimolo e molto in prospettiva per i giovani medici negli ospedali più periferici.
Inoltre, non sono solo l'aspetto economico e professionale, ma c'è anche una maggiore attrattiva dell'estero, perché il sistema sanitario italiano non solo quello piemontese, in questo periodo soffre di una serie di altre mancate programmazioni che determinano la necessità di ristudiarlo dalla testa ai piedi, anche a livello medico.
Per quanto riguarda il discorso delle borse, posso solo segnalare che questo Governo regionale ha avviato un percorso, denominato "Adotta uno specialista", di ricerca anche sul territorio, se non di borse regionali anche attraverso fondazioni territoriali. Sicuramente l'ipotetico numero 100 è un numero importante, ma ricordiamoci che dalle audizioni abbiamo appreso aspetti interessanti: queste sono azioni da fare in urgenza, ma che fra sei-sette anni ci sarà un imbuto formativo al contrario.
Non sarà che fra dieci anni avremo la crisi - su questo, quindi, la penso diversamente dalla collega, perché la crisi ce l'abbiamo ora - perché la crisi è ora. Fra dieci anni non avremo la crisi, ma, se non stiamo attenti avremo poi il contrario, cioè un'eccedenza.
Sicuramente è un momento molto difficile, con piena fiducia nella competenza e nell'operato dell'Assessore Icardi, anche nella veste di Presidente della Commissione Sanità della Conferenza Stato-Regioni, per il sistema sanitario regionale.
Certamente, com'è emerso anche sempre nelle audizioni, se si potesse arrivare - e questo all'università - a concludere un accordo attuativo, per quanto riguarda le applicazioni del decreto Calabria, avremmo risolto subito i problemi, perché, immediatamente, dai 6.000 ai 7.000 specializzandi potrebbero essere assunti in Italia (qualche centinaia in Piemonte) nelle corsie degli ospedali, senza aspettare il termine del loro percorso di specializzazione.
Diciamo che gli strumenti in campo ci sono. Il decreto Calabria è del 2018 quindi del precedente Governo Lega-5 Stelle, e con gli strumenti attuali sul numero e sull'incremento delle borse, mi sembra che la Regione stia combattendo la crisi, sicuramente con maggiore vicinanza da parte di tutti noi sulle situazioni locali, anche per segnalare eventuali anomalie e disfunzioni locali.
Chiaramente ogni presidio, hub o spoke che sia, vive di realtà e di situazioni diverse.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come ripetiamo da mesi, pensare di coprire la carenza di personale nei pronto soccorso con assunzioni annuali di giovani laureati non completamente formati, significa condannarli al precariato perpetuo. È evidente, invece, ciò che dobbiamo fare, cioè aumentare le borse di specializzazione e chiudere una stagione che ha mischiato per troppo tempo il tema più generale del blocco del turnover, che negli ultimi anni ha fatto sì che aumentassero alle stelle le richieste di svolgere all'estero le possibili specializzazioni.
Ricordo che, rispetto all'estero e quasi in tutta Europa, tra l'altro quella italiana è l'unica situazione in cui la specializzazione è prodromica al vero ruolo e inserimento a tempo indeterminato nel sistema sanitario.
Tuttavia, se da una parte i numeri sono così bassi e, dall'altra, il blocco del turnover ha reso più difficile entrare nel sistema pubblico negli scorsi anni, queste due vicende hanno reso sempre più drammatica la situazione dei prossimi anni.
Lo dicevamo con l'Assessore: anche aumentando, oggi, di qualche unità le borse di specializzazione, rischiamo di avere comunque, nei prossimi anni momenti davvero al limite della sopportazione per il sistema sanitario nazionale.
Come dicevamo ieri anche in un comunicato stampa, soprattutto dopo l'allarme lanciato ieri dall'Ordine durante la cerimonia di giuramento professionale sui 510 nuovi iscritti alle liste estere (il 60% donne), si tratta, per un sistema sanitario pubblico eccellente come quello italiano con il Piemonte tra i primi posti, di un dramma che ci deve riguardare tutti.
Dobbiamo garantire la prosecuzione, la formazione e l'assunzione a tempo indeterminato dei medici che hanno concluso le scuole di specializzazione con un vero Piano organico che favorisca il rientro nei nostri ospedali dei giovani medici fuggiti in altre regioni o, soprattutto, all'estero.
In questo senso - lo dicevamo già in un question time all'Assessore Icardi qualche settimana fa - credo che ci vorrebbe un impegno, in generale, dello Stato, anche sul rientro dei cosiddetti "cervelli in fuga". È sempre più chiaro che molti l'hanno fatto per scelta, per cui è anche auspicabile un sistema che vede, nei nostri giovani specializzati, un'esperienza all'estero. Se però guardiamo bene quei dati, molti l'hanno fatto per assenza di opportunità.
Come dicevamo informalmente, ci sono tante cose da fare: primo, c'è una questione di adeguamento, anche economico, di queste figure; secondo, c'è anche un problema delle specializzazioni.
Alcune specializzazioni permettono la cosiddetta intramoenia o, comunque libera professione; per molte altre - e ravvisavo anche l'assenza di assunzioni in alcuni settori strategici - non essendovi la possibilità della libera professione, vediamo deserte alcune scuole di specializzazione, ma, soprattutto, deserti alcuni bandi di assunzione a tempo indeterminato.
Per questo, credo che la Stato-Regioni e la Conferenza delle Regioni debbano chiedere al Ministro Speranza, che mi pare abbia già dato alcune prime aperture su questo, un Piano vero e organico, non solo per superare l'imbuto formativo, ma per risolvere puntualmente alcune lacune che credo il nostro sistema abbia da troppo tempo.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento, do la parola all'Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Sono due ordini del giorno su cui ci vorrebbe una settimana per discuterli compiutamente.
Parto dal primo ordine del giorno, quello sulle borse di studio. Tutta l'analisi fatta sulla carenza dei medici è pienamente condivisibile.
L'ordine del giorno ha un obiettivo, quello di invitare la Giunta regionale ad aumentare il numero di borse di studio e ad attivarsi con urgenza presso il Governo. Tutto pienamente condivisibile. Tuttavia, emerge una questione cronologica: quest'ordine del giorno andava presentato cinque anni fa.
Presentarlo cinque anni fa avrebbe avuto molto più senso di oggi, in cui ci troviamo ad affrontare il problema



(Applausi provenienti dai banchi dei Gruppi della maggioranza)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Non voglio sollevare una critica, capisco il Piano di rientro, il blocco delle assunzioni, ma le borse di studio regionali negli anni passati erano zero. Presentare oggi, a me, quest'ordine del giorno, con tutto il lavoro che abbiamo fatto, lo ritengo non dico offensivo, ma irriverente.
I problemi li conosciamo tutti e li condividiamo. Mancano gli specialisti ha ragione il Consigliere Grimaldi a dire che mancano quelle specialità che non hanno possibilità di fare attività libero-professionale: mancano gli urgentisti, gli anestesisti, anche i pediatri e gli ortopedici, ma principalmente gli urgentisti. Negli anni scorsi, purtroppo - ma non vi voglio dare una colpa - tutti hanno dormito. Una sciagurata politica della formazione fatta dall'Università - adesso vi fornirò i dati - ci ha portato al punto in cui noi siamo costretti a chiudere i pronto soccorso e a trasformarli in punti di primo intervento.
Quando ho ricevuto la delega di Assessore alla sanità, prima ancora di andare in Corso Regina, sono andato all'ospedale di Novi Ligure, dove stava chiudendo il reparto di ortopedia e abbiamo dovuto ricorre ai gettonisti per tenere aperto quel reparto. E siamo ancora in difficoltà, perch dobbiamo fare un piano strutturato. In questa situazione, purtroppo dobbiamo ricorrere al privato, ma ci costano 800 euro per turno: una cosa drammatica. Ancor peggio nel pronto soccorso, dove non troviamo gli urgentisti.
Tutto quello che riguarda la formazione dei medici di base e le borse di studio avrà degli effetti tra alcuni anni, ma domani mattina questi provvedimenti saranno perfettamente inutili per risolvere l'emergenza. Per risolvere tale emergenza abbiamo predisposto, nella Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, un documento che ho consegnato personalmente al Ministro Speranza; un documento molto strutturato suddiviso in 16 articoli, con una parte emergenziale e una più strutturale.
Nella parte emergenziale si prevedono assunzioni, ma non a tempo determinato, Consigliere Grimaldi. Il provvedimento che abbiamo presentato al Ministro prevede una serie d'interventi a tempo indeterminato, anche per i non specializzandi, in particolare nelle specialità di anestesia e urgentistica, che saranno reinseriti in un percorso formativo. Non creeremo medici di serie A o di serie B, non creeremmo delle discriminazioni. Questo provvedimento è già stato licenziato dalla Conferenza delle Regioni e approvato in Conferenza Stato-Regioni. Siamo in attesa che il Ministro lo trasformi in un qualcosa di più di applicativo per risolvere l'emergenza attuale.
Per quanto riguarda le borse di studio, ho l'esame storico degli ultimi dieci anni. Il tema del fabbisogno è sempre stato un tema dibattuto, ma nel 2013-2014 come numero di specialità erano 653 quelle necessarie e il MIUR attraverso il Governo, ne attivò 288, quindi con un gap inferiore di circa 400.
Nel 2014-2015, sempre a fronte di un fabbisogno di 653, il Governo ne attivò 335 (parlo della Regione Piemonte). Nel periodo 2015-2016, su 653 ne attivò 344, quindi più o meno la metà della necessità che c'era allora. Nel periodo 2016-2017 ce ne furono 380. L'anno 2016-2017 è il primo anno in cui la Regione Piemonte si attiva, e abbiamo dieci borse di studio regionali.
Nel periodo 2017-2018, 672 il fabbisogno stimato, 382 sono quelle poste in essere dal Governo e dieci sempre dalla Regione, per un totale di 392.
Come vedete, la necessità è sempre quasi 700 e meno di 400 la risposta.
Il precedente Governo, quello giallo-verde, fece una cosa molto importante: aumentò prepotentemente i fondi sulle borse di studio. Per l'anno 2018 2019, 672 era la necessità stimata da 392 e in Piemonte, grazie a questo incremento di fondi del Governo, abbiamo aumentato di 129 le borse di studio pagate dal Governo. La Regione ne ha messe, oltre alle dieci, altre cinque, così abbiamo fatto 15. Io ne avrei volute mettere di più, ma il bilancio non l'avevo predisposto io, e con i fondi disponibili abbiamo potuto fare 15.
In più il sottoscritto, con il Presidente, ha fatto la "questua" a tutte le Fondazioni bancarie conosciute e ne abbiamo ottenute 35, che adesso stiamo mettendo a regime. Dal 2018 al 2019 la Regione Piemonte ha 170 borse di studio in più e l'abbiamo fatto attraverso un'azione combinata tra Governo Regione e Fondazioni bancarie. Credetemi, rispetto a quelle di prima sono tante: passiamo da 382 del 2018 a 576 di quest'anno, di fronte a un fabbisogno di 672. Qualcosa è stato fatto.
Credo che potremmo istituirne qualcuna in più ma, come diceva giustamente il Consigliere Stecco, dobbiamo anche avere un certo equilibrio per evitare che si ripeta quello che è successo in passato, cioè un'eccedenza di formazione rispetto al fabbisogno. Tenete conto che, a parte la Regione Toscana, che ne ha un numero spropositato, la Regione Lombardia è intorno a 90 borse di studio. Ricordo che la Lombardia ha il doppio della nostra popolazione, anche come assistenza sanitaria è il doppio. Se noi arrivassimo a 70-80 borse di studio, secondo me, sarebbe già un bel numero e arriveremo praticamente a coprire quella cifra di 672 che oscilla annualmente, che è il fabbisogno stimato.
Sulle borse di studio abbiamo fatto già il massimo possibile in questi pochi mesi. Sicuramente accetto l'invito di metterne qualcuna in più perché sono necessarie. Tuttavia, non è questa la soluzione immediata per la risoluzione del problema, come ho già detto.
Stesso discorso per quanto riguarda i medici di base. I medici di base sono carenti. Ho incontrato il sindacato nazionale con cui abbiamo condiviso una serie di operazioni da fare. Una è stata quella di siglare un protocollo che la Regione Piemonte ha già firmato, per il posizionamento di una serie di medici di base all'interno dei pronto soccorso per aiutare e venire incontro alla mancanza di urgentisti. A livello nazionale, si è pensato anche di elevare da 1.200 a 1.300 il fabbisogno ottimale, in modo da allargare un po' più le maglie e coprire maggiore superficie e maggiore popolazione. Questo è un intervento tampone che abbiamo pensato di adottare in concorso e in accordo con i sindacati.
Nell'ordine del giorno ci sono delle questioni interessanti, come di collaborare con l'Università, con la Facoltà di Medicina, ma lo stiamo già facendo. Per quanto riguarda la collaborazione con le sigle sindacali oltre a essere un obbligo di legge, lo facciamo periodicamente, tant'è vero che il documento che abbiamo presentato alla Conferenza Stato-Regioni lo abbiamo anche inviato ai sindacati. Insomma, è in corso una discussione.
Si chiedono, inoltre, maggiori risorse a partire dal 2020: questo è il punto più critico, perché - grazie al cielo - il Governo ha voluto mantenere l'impegno che si era preso con la scorsa Finanziaria, cioè aumentare il Fondo Sanitario Nazionale di due miliardi, oltre ad altri due miliardi per l'edilizia sanitaria. Quindi, un po' di risorse in più ci saranno. Sicuramente sarà mia premura prevederle su questo tema, perché fra tre anni saremo in una situazione anche peggiore, a seguito dei pensionamenti.
Pertanto, o corriamo subito ai rimedi mettendo non specializzati in un'équipe che, però, dia delle garanzie di qualità all'interno dei pronto soccorso e degli ospedali, altrimenti dobbiamo rassegnarci a chiudere i reparti, a limitare gli interventi e trasformare i DEA in punti di primo intervento o pronto soccorso.
L'ultimo punto: "Sollecitare il MIUR e il Ministero della Salute, in qualità di coordinatore degli Assessori alla Sanità, per la rivisitazione urgente del numero di posti previsti nelle scuole di specializzazione e nei corsi di medicina generale, in modo da poter ovviare al previsto massiccio pensionamento di medici nel prossimo decennio". Il fatto di fare una valutazione della necessità non è solo una cosa che io condivido, ma è addirittura previsto dalla Finanziaria dell'anno scorso, per cui i fabbisogni (e la Finanziaria determina anche una serie di regole con cui vanno determinati i fabbisogni e, di conseguenza, anche il numero dei medici) sono determinati sulla base di un rigidissimo insieme di parametri.
Quello lo facciamo e lo faremo sicuramente.
Pertanto, credo che tutte le richieste avanzate siano già state assolte in gran parte.
Sulle borse di studio, torno a dire che mi spiace un po' che l'ordine del giorno venga presentato oggi. Abbiamo incrementato 170 borse di studio nel giro di qualche mese, pertanto credo che se ne potesse anche fare a meno.
Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Chiedo scusa, Presidente, ma sono costretto a intervenire, perché noi abbiamo presentato un ordine del giorno senza alcuna vena polemica. Basta rileggere il testo: non c'è un attacco al Governo regionale in nessuna riga. È un ordine del giorno propositivo, che prende atto di un problema che non viene addebitato a questa Giunta regionale. Però, visto che l'Assessore è partito con una battuta su cui c'è stato anche un applauso dicendo che quest'ordine del giorno andava presentato cinque anni fa allora pongo anch'io una domanda: perché cinque e non nove? Bastava presentarlo nel 2010, magari fare scelte migliori in quella Giunta a trazione leghista, magari avremmo evitato anche il Piano di rientro! Noi non volevamo fare polemica, però, se presentiamo un ordine del giorno costruttivo e la risposta avviene con una battuta che alza la polemica, la polemica la sappiamo fare tutti.
Per il resto, riconosciamo lo sforzo che è stato fatto, Assessore, ma quando presentiamo un ordine del giorno non polemico, per cortesia non risponda con polemica: non ce n'è bisogno. Siamo d'accordo, stiamo tutti cercando di affrontare il problema. L'ordine del giorno sarà inutile, come lei ha detto, ma noi Consiglieri, oggi, possiamo fare questo: presentare degli atti d'indirizzo. Sarà inutile, ma è quello che ci permettono di fare il Regolamento e lo Statuto.
Per il resto, buon lavoro.



(Applausi provenienti dai banchi dei Gruppi delle minoranze)



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
Il numero legale è 24.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 50, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
RAVETTI Domenico (fuori microfono) Avete votato contro quest'ordine del giorno?



PRESIDENTE

Collega Frediani.



FREDIANI Francesca

Chiediamo che sul nostro ordine del giorno la votazione avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 98, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame ordine del giorno n. 34 presentato da Ruzzola, Biletta, Graglia e Magliano, inerente a "Esenzione dell'IRAP per le nuove attività in Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 34, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ruzzola per l'illustrazione.
Consigliere, ha dieci minuti a disposizione.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Sarò breve, perché, in parte, già nell'esposizione degli ordini del giorno precedenti siamo entrati nell'argomento di questo documento, indicando la direzione nella quale vogliamo andare: aiutare la famiglia, l'ambiente; in questo caso, il lavoro e le imprese.
Noi partiamo da un dato: l'anno scorso, in Piemonte, sono state aperte 24.000 nuove imprese, ma, contemporaneamente, se ne sono chiuse oltre 26.000.



(Commenti fuori microfono)



RUZZOLA Paolo

PREIONI Alberto (fuori microfono)



RUZZOLA Paolo

Qui arrivano minacce!



RUZZOLA Paolo

RAVETTI Domenico (fuori microfono)



RUZZOLA Paolo

Quali minacce?



PRESIDENTE

Scusate! Scusate! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.32 riprende alle ore 12.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Solo per dire che abbiamo avuto un attimo di confronto, come gruppo della Lega, perché abbiamo la responsabilità di essere il Gruppo più numeroso siamo in 23.
Come detto in apertura del Consiglio, in particolare oggi, che è una giornata drammatica per il nostro Piemonte, abbiamo detto e ci siamo ripromessi di tenere i toni bassi. In questa riunione ci siamo ricordati di tenere i toni bassi e di avere un profilo moderato per trovare un attimo di collaborazione.
Naturalmente alla minoranza si può concedere anche di più, perché è il suo ruolo ed è naturale, però noi abbiamo la responsabilità di governare, per cui abbiamo fatto una riunione con il Gruppo per mantenere i toni bassi e usare un profilo più moderato.
Grazie, tutto qua.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Riprendiamo da dove c'eravamo fermati, anzi, riprendo dall'inizio, perch siete più attenti e lo resterete.
Ovviamente parliamo dell'IRAP, quindi della tassazione alle imprese. Siamo partiti analizzando un dato: nell'anno precedente, in Piemonte hanno, sì aperto 24.000 nuove attività, ma, purtroppo, ne abbiamo chiuse 26.000 quindi abbiamo un saldo negativo di 1.980 unità.
Sappiamo che il Piemonte, negli ultimi anni e soprattutto nell'ultimo decennio, è passato da locomotiva industriale di tutto quello che era il Nord, a fanalino di coda. Anche in termini di PIL, tra le Regioni del Nord siamo ai margini, per non dire agli ultimi posti.
Pertanto, con quello che è disponibile come Consiglio regionale, quindi con la tassazione di cui e su cui possiamo incidere, ossia l'IRAP, ci siamo posti in quest'ottica come Forza Italia, ma credo proprio come centrodestra.
Crediamo sia indispensabile che la nuova Giunta valuti l'adozione di una misura che preveda quella che è la nostra proposta, cioè l'esenzione dal pagamento dell'IRAP, ovviamente nella quota regionale, per i primi cinque anni di vita di tutte quelle aziende che decideranno di aprire nuove attività in Piemonte o che vi trasferiranno la sede da altre Regioni o meglio ancora, da Stati stranieri.
Noi partiamo dall'assunto che non può esistere lavoro senza impresa e quindi, con quest'ordine del giorno, vogliamo impegnare la Giunta ad assumere politiche straordinarie, fino a chiedere un impegno al Presidente quindi del nostro Presidente Cirio, all'interno della Conferenza Stato Regioni, affinché si chieda al nuovo Governo di valutare un'analoga soluzione di esenzione dal pagamento dell'IRAP anche a livello nazionale (se non sarà possibile totale, anche parziale).
Noi vorremmo vedere anche dal livello nazionale un segnale preciso in questa direzione, quindi di sostegno al mondo produttivo e alle imprese che sono le uniche che ci possono dare posti di lavoro, per cui reddito certo proveniente da un'attività produttiva. Il sostegno momentaneo va bene, ma noi abbiamo bisogno di creare del lavoro vero, dei posti di lavoro veri, un reddito ai cittadini dignitoso, che sia frutto del loro lavoro.
Tra gli strumenti che abbiamo a disposizione c'è anche questo. Anche in questo caso, come per l'ordine del giorno n. 33, crediamo sia un segnale molto preciso di attenzione al mondo dell'impresa e al mondo del lavoro.
Ci auguriamo che quest'ordine del giorno possa essere votato favorevolmente e possa avere risultati positivi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

L'intervento del collega Ruzzola apre una finestra verso un messaggio di maggiore equità fiscale. Occorre ridurre le tasse sul lavoro e sul reddito d'impresa e, ovviamente, sostituirle con aliquote fiscali meno onerose per le piccole imprese.
Io vengo da un territorio dove le piccole imprese sono la risorsa più importante e testimoniano come quanto possano essere foriere di posti di lavoro e di ricaduta economica nelle aree periferiche. Se vogliamo ripopolare i paesi - e parlo, appunto, di un territorio come il mio, che è il 50% montano - è necessario offrire opportunità nel momento in cui, fra l'altro, ci lamentiamo per fuga di cervelli o di attività artigianali verso l'estero.
L'esenzione del pagamento, per un quinquennio, dell'imposta regionale sulle attività produttive, sebbene mi sembri che il gettito si riverberi specialmente sulla spesa sanitaria, credo possa essere favorevole all'avvio di nuove attività imprenditoriali. Favorire la nascita di nuove imprese locali e, di conseguenza, la creazione di nuovi posti di lavoro e l'occupazione, soprattutto per i giovani che vivono in aree svantaggiate e periferiche. Laddove la piccola impresa cresce, cresce il fatturato, pu migliorare la redditività e aumentano i posti di lavoro.
Per questi motivi, premerò il pulsante del "sì" con grande convinzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Sono molto contento di quest'ordine del giorno, anche in premessa rispetto a quello che è capitato prima.
Credo che quando ci sia un ordine del giorno utile si debba lavorare, come poi dopo il Consigliere Preioni ha detto, ma si debba lavorare per costruire e non solo per definire i ruoli tra maggioranza e minoranza, o opposizione.
Quest'ordine del giorno era un'idea che avevamo anche comunicato in campagna elettorale, e personalmente sono testimone di un esempio locale che abbiamo sviluppato nell'area a sud di Torino, nella provincia di Torino.
Lo volevo dire solo a testimonianza della bontà della proposta che ha portato alla riduzione di alcune tasse comunali.
Sto parlando, Presidente, di un caso che riguarda gli Enti locali di quell'area territoriale che ha vissuto e vive ancora, come altre aree territoriali, molte crisi.
In questo senso, alcuni incentivi sono stati dati anche in termini di collaborazione sull'area Viberti. Non so se avete presente: un'area enorme che era un problema anche da un punto di vista di ordine pubblico, perch lì si svolgevano rave a tutto andare, anche con aeroplani che venivano portati all'interno dei vecchi capannoni; così come 70.000 metri quadri sempre a Nichelino, con l'incentivazione rispetto alla riduzione delle tasse, ovviamente solo per l'apertura e per un dato tempo limitato. Questo è l'incentivo, ma poi l'azienda deve reggersi da sola.
Proviamo a ragionare facendo una proposta in termini occupazionali, perch questo era l'altro dato utile all'interno della proposta che avevamo fatto sul territorio: legare l'incentivo di minori tasse non a un obbligo, perch non si può, ma chiedendo all'azienda che s'insedia sul territorio di valorizzare maggiormente i lavoratori del territorio (territorio inteso come area vasta).
Questo è un elemento che lascio alla discussione. Non ho un elemento di proposta immediata, ma lo dico proprio per differenziarci rispetto a quello che è capitato prima nell'ordine del giorno. Siamo addirittura qui, in termini di collaborazione, a proporvi, anche pubblicamente, atti migliorativi rispetto all'ordine del giorno, senza voler presentare un emendamento, cioè in maniera molto pubblica: discutere e ragionare insieme.
Credo che questo sia, su alcuni temi, un elemento utile per il Piemonte non per una forza politica. Come lo era - scusate se lo riprendo - l'ordine del giorno precedente che avete bocciato.
Trovo - ripeto e chiudo - molto utile quest'ordine del giorno, sotto tanti profili, che accoglieremo e accolgo con piacere. Pertanto, come il collega Bongioanni, anch'io premerò il pulsante "sì" a quest'ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri su quest'ordine del giorno, perché il tema della nuova imprenditorialità e delle nuove imprese è un tema che ho seguito da vicino nella scorsa legislatura. Insieme ai colleghi della scorsa legislatura, maggioranza e opposizione di allora, abbiamo introdotto delle misure importanti nell'ambito dello sviluppo e del sostegno alle nuove imprenditorialità. In particolare, avevamo affrontato il tema delle start up innovative, dell'applicazione dei risultati della ricerca, della filiera università, incubatore, start-up e prototipazione dei risultati della ricerca. In questi anni abbiamo lasciato perlomeno una filiera completa con degli strumenti agevolativi in questa direzione che, secondo me dovrebbero essere poi sostenuti e valorizzate nel corso dei prossimi anni.
Quest'ordine del giorno introduce un tema che, in realtà, il Consiglio regionale aveva già approvato nel 2015 (era stato uno dei primi atti del Consiglio regionale di allora sul tema delle start-up innovative).
Noi avevamo fatto una valutazione d'impatto economico sull'abolizione per sempre dell'IRAP, sul tema delle start-up innovative, quindi su tutte le start-up innovative che si venivano a costituire perché volevamo focalizzare su quel segmento la volontà di dare un'agevolazione e perch nel 2015 il nostro bilancio non ci permetteva di fare molto altro.
L'impatto, se ricordo bene, era di circa 200.000 euro di mancati incassi ed era stato approvato all'unanimità (l'emendamento era a mia prima firma).
Purtroppo, era stato poi modificato e ritirato perché, essendo in piano di rientro e nel piano di efficientamento della Regione Piemonte, non si poteva ridurre la pressione fiscale. Se oggi si può fare, ben venga.
Questo è un ordine del giorno molto più ampio, perché interviene su tutte le nuove imprese, che siano innovative o meno, ma noi dobbiamo, come Consiglio regionale e come Consiglieri regionali tutti, favorire una crescita della cultura dell'imprenditorialità e degli strumenti a sostegno dell'imprenditorialità.
Un po' di strada l'abbiamo percorsa, perché se sette-otto anni fa si andava nelle università e si chiedeva agli studenti chi, dopo aver conseguito la laurea, avrebbe provato a costituire un'impresa, si alzavano poche mani.
Oggi, se facciamo la stessa domanda, sono molte più le persone che già culturalmente sono più predisposte a creare impresa, sapendo, però, che ci sono molte difficoltà e che la bandiera della sburocratizzazione e semplificazione è, in quest'ambito, una di quelle bandiere da sventolare e da perseguire, perché è uno di quei freni che tutti insieme dovremmo provare a togliere. Insieme a questo, sicuramente la tassazione.
In questo caso, voterò a favore. Voto a favore perché è una battaglia che sento veramente mia e che ho fatto in questi anni.
Chiedo all'Assessore Tronzano o al Consigliere Ruzzola di aiutarmi a votare ancora più a favore con la consapevolezza dell'impatto economico che avrà questa misura. Se si riescono ad avere degli impatti economici su quello che si andrà ad approvare, sarò ancora più tranquillo nell'approvarlo.
Altrimenti mi conforta la frase che dice che impegniamo la Giunta a valutare l'esenzione del pagamento. Questo vuol dire tutto e vuol dire niente. È un segnale, che secondo me, tutto il Consiglio regionale deve dare all'unanimità e sul quale invito l'Assessore Tronzano a predisporre degli atti che possiamo poi discutere tutti insieme, magari già dal prossimo bilancio, per continuare in questa battaglia e fare il bene del Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Magliano, le dovrei dare la parola, ma sono passate le ore 13 e dovrei chiudere la seduta. Parlerà nel pomeriggio.
Ricordo che la seduta riprende alle ore 15 e alle 14.30 ci sarà lo svolgimento alle interrogazioni a risposta immediata. Grazie e buona giornata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.01)



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