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Dettaglio seduta n.258 del 13/06/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Buongiorno a tutti e a tutte.
Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento, comunico che sono in congedo i Consiglieri Caucino Cirio Chiorino Nicotra e Riva Vercellotti.
Il numero legale è, pertanto, 24.


Argomento: Commemorazioni

Espressione di cordoglio per la scomparsa di Silvio Berlusconi


PRESIDENTE

Colleghi, prima di iniziare i lavori, ritengo doveroso esprimere il più sentito cordoglio di quest'Aula per la scomparsa del Presidente Silvio Berlusconi.
Con la sua morte, se ne va un pezzo di storia del nostro Paese.
La sua discesa in campo, nel 1994, ha stravolto il modo di intendere la politica e di come avvicinarsi e ascoltare i bisogni dei cittadini. Questo è indiscutibile, al di là della formazione e appartenenza di ognuno di noi.
Provo grande tristezza e un profondo rispetto umano.
Ha rappresentato un simbolo di modernità e di innovazione di pensiero: il suo impegno è stato totale in ogni sfida che ha intrapreso per rilanciare l'Italia.
Alla sua famiglia e a tutto il mondo legato a Forza Italia, vadano le mie più sentite condoglianze e anche da parte di tutto il Consiglio regionale del Piemonte.
Vi invito a ricordare, osservando un minuto di silenzio, il Presidente Silvio Berlusconi.



(L'Aula osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Rete Ospedaliera ASL VCO", presentata da Rossi, Salizzoni, Frediani Valle, Sarno, Gallo, Ravetti, Accossato, Canalis, Disabato, Chiamparino e Sacco


PRESIDENTE

Grazie.
Proseguiamo con i lavori.
Ricordo che la seduta odierna è convocata in sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno, per la trattazione del tema "Rete ospedaliera ASL VCO", su richiesta dei Consiglieri Rossi, Salizzoni Frediani, Valle, Sarno, Gallo, Ravetti, Accossato, Canalis, Disabato Chiamparino e Sacco.
Chiedo a uno dei proponenti se intende illustrare la richiesta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Solo una domanda, prima di illustrare la richiesta: questo non sostituisce il mio intervento dopo, giusto?



PRESIDENTE

No, è solo per presentare e illustrare la richiesta che avete fatto.



ROSSI Domenico

La ringrazio, Presidente; grazie per questa opportunità.
La richiesta di un Consiglio straordinario arriva dopo che sia nella IV Commissione sanità sia nella Conferenza dei Capigruppo sono state rifiutate, in ordine, prima le audizioni sulla delibera, che oggi pomeriggio discuteremo, di riordino della rete ospedaliera del VCO. Una delibera inedita: per la prima volta nella storia della Regione, la Giunta non ci porta una proposta, ma ci porta una delibera aperta e chiede al Consiglio di assumersi una responsabilità che in tutte le altre volte invece, si è assunta.
Di fronte a questa situazione inedita, abbiamo chiesto che ci fossero delle audizioni per poter ascoltare la voce degli esperti, dei Sindaci e dei territori, ma ci è stato risposto di no. Nella Conferenza dei Capigruppo abbiamo chiesto di organizzare un Consiglio aperto; Consiglio aperto che come lei sa, Presidente, abbiamo appena fatto, per esempio, per un ospedale qui a Torino, della cui collocazione alla Pellerina abbiamo discusso in Aula. Abbiamo chiesto di fare lo stesso anche per l'ospedale del VCO sempre per poter ascoltare la voce dei Sindaci, dei sindacati, dell'Ordine dei medici e di tutti coloro che, su questo, hanno informazioni e competenze. Purtroppo, anche in questo caso, la maggioranza ha risposto di no.
Ci siamo visti quindi costretti, Presidente, a chiedere questo Consiglio straordinario, perché è l'unico strumento che le minoranze hanno per poter discutere un argomento in Consiglio senza avere il beneplacito della maggioranza, perché basta un quinto delle firme dei Consiglieri.
Ci siamo visti costretti a fare questa scelta, per cui oggi chiediamo questo Consiglio straordinario, perché vogliamo che l'Aula dedichi più tempo possibile alla discussione, sia per questioni di merito, perch l'argomento è importante, sia per questioni di metodo, perché ci troviamo di fronte, per l'appunto, a una richiesta che è diversa da tutti gli altri comportamenti che la Giunta, le Giunte in questi anni hanno messo in campo in Regione Piemonte.
Pertanto, ritenevamo opportuno e doveroso, visto che non sono state concesse né audizioni né Consiglio aperto, procedere con il Consiglio straordinario e ci auguriamo possa servire a quest'Aula piemontese ad approfondire l'argomento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Rossi. C'è qualche problema con il timer, ma l'umidità non giova al sistema elettronico.
È aperta la discussione generale sul tema. Invito tutti i Consiglieri a iscriversi, ma ricordo a chi intende intervenire che ha a disposizione dieci minuti.
Prego, Consigliere Rossi; in discussione generale, dieci minuti.



ROSSI Domenico

Buongiorno, Presidente; buongiorno ai colleghi; buongiorno anche agli ospiti che stanno ascoltando questo Consiglio straordinario. Saluto la Sindaca di Verbania e con lei saluto tutti gli ospiti che sono qui con lei a partire dai rappresentanti dell'Ordine dei medici, del sindacato ANAAO e anche dei medici di medicina generale.
Questo Consiglio, apparentemente, si occupa della rete ospedaliera della provincia più piccola del Piemonte. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di una questione marginale rispetto ai problemi più ampi di cui questo Consiglio si deve occupare: 150 mila abitanti circa; un solo Consigliere eletto. Questo qualcuno, però, sbaglierebbe, Presidente.
Questo Consiglio ha una grande rilevanza. Primo, perché ogni cittadino di questa Regione, ogni territorio di questa Regione è meritevole delle stesse attenzioni e delle stesse preoccupazioni da parte del Consiglio. Secondo perché nel discutere di questo argomento oggi, Presidente, noi, in realtà assistiamo alla cifra e alla testimonianza più chiara di come questa maggioranza interpreta tre cose: il ruolo della Regione, il rapporto con i territori e i Sindaci e il ruolo che hanno le Istituzioni nel nostro Paese.
Ma andiamo con ordine: prima i fatti, Presidente, che dovrò per forza riepilogare in maniera molto sintetica. Altri dopo di me entreranno nel merito, ma serve per inquadrare il contesto all'interno del quale avviene questa discussione.
Nei decenni scorsi, il territorio del VCO si accorge che i due ospedali non sono più nelle condizioni di rispondere ai bisogni di salute del territorio. I campanelli di allarme arrivano da diversi segnali: calo della produzione, diminuzione degli interventi e delle visite, aumento della mobilità passiva fuori ASL e fuori Regione, difficoltà a reclutare personale, maggiore esodo del personale sia verso altre ASL, sia verso altre Regioni, sia verso la vicina Svizzera.
Si diffonde presto la consapevolezza che la soluzione ai problemi sanitari del VCO passa anche dalla costruzione di un ospedale unico e baricentrico più grande e più attrattivo. Si discute per decenni sulla sua collocazione e sappiamo quanto sia difficile, soprattutto in alcuni territori, la discussione per arrivare alla decisione di dove costruire gli ospedali.
Dopo decenni, finalmente, nella scorsa legislatura, sotto la guida del Presidente Chiamparino, si arriva a un accordo sull'ospedale unico a Ornavasso. Alla fine del 2015, i Sindaci, a larghissima maggioranza firmano un protocollo d'intesa recepito poi dalla Regione che, all'inizio del 2017, approva anche lo studio di fattibilità per l'acquisizione di finanziamenti pubblici. Alla fine del 2017 arrivano il progetto e anche i primi soldi stanziati dal CIPE e, nel 2018, si passerà anche all'ipotesi INAIL. Si elabora il progetto, si individuano i finanziamenti, quindi c'era tutto: progetti, soldi e condivisione.
Nel 2019, le elezioni vengono vinte dalla destra, con il Presidente Cirio mentre la Lega è il partito di maggioranza. Che cosa succede? Succede che in poche settimane si butta via tutto il lavoro di decenni addirittura, in una delle prime riunioni sul territorio, Cirio, Icardi e il Consigliere Preioni arrivano a dire che in tre mesi avremmo un progetto per il nuovo ospedale di Domodossola, mentre per Verbania - non so se ricordate si parlava anche di un ricorso ai privati.
Ricordiamo tutti, anche in quest'Aula, le parole di elogio verso il privato, che addirittura per qualcuno spesso lavora meglio del pubblico.
Poi, è arrivato il COVID a spazzare via questi ragionamenti, ma oramai il danno per il VCO era fatto: la maggioranza ha riaperto il vaso di Pandora e siamo tornati al punto zero della discussione.
Qui siamo di fronte alla prima responsabilità. Si fa saltare un progetto un progetto certo, senza un'alternativa pronta e condivisa.
Si può cambiare idea quando si vincono le elezioni, ma a patto di essere almeno nella ragionevole sicurezza di avere un'alternativa pronta. Così non è stato.
Il grave danno non è stato tanto quello di cambiare idea, ma di cambiare idea senza avere un'alternativa e, soprattutto, il motivo per cui si è cambiato idea, perché fa la differenza: il motivo è, contro tutto e tutti come dirò bene dopo, soltanto perché la posizione di un partito politico della maggioranza voleva che si cambiasse questa idea contro ogni altro dato fattuale.
Inoltre, c'è il metodo. Stiamo discutendo in un Consiglio straordinario e ho spiegato prima il perché. Vorrei però partire dal fatto eccezionale che oggi pomeriggio accadrà nel Consiglio ordinario: discuteremo una deliberazione aperta, per la prima volta nella storia della Regione! Di fatto, la Giunta non dice, come ha detto le altre volte, "vi facciamo questa proposta dopo la nostra istruttoria", ma viene qui e dice: "Guardate, se votate sì, allora ristrutturiamo i due ospedali; se votate no, allora invece torniamo alla proposta dell'ospedale unico di Ornavasso" che, attenzione, attenzione, non è mai stata cancellata! Perché non è mai stata cancellata l'opzione di Ornavasso? Perché per arrivare a una proposta secca, anche nel caso dei due ospedali del VCO, e per ritirare quella di Ornavasso, sarebbe stato necessario esprimere un voto politico di Giunta. Inoltre, qualche tecnico avrebbe dovuto firmare qualche deliberazione o qualche determinazione e, probabilmente, di fronte a uno studio della Regione (di cui parleremo dopo), che dice ai Sindaci, ai sindacati e all'Ordine dei medici che bisogna fare diversamente, qualcuno questa responsabilità non se l'è voluta assumere e, quindi, oggi la scarica, di fatto, sul Consiglio regionale.
Come mai allora arriviamo a questo? È semplice. Si è creato un corto circuito tra ciò che palesemente sarebbe corretto fare, Presidente, per quel territorio, e la posizione di uno dei partiti di maggioranza. La storia della sanità è ricca di distorsioni di questo tipo di scelte fatte perché portavano consenso e non basate su modelli o su pianificazione di lungo periodo, uno dei motivi che in passato ci ha portato dritti al Piano di rientro. Il Ministero diceva che il Piemonte è incapace di programmare e insegue logiche localistiche: questa era una delle accuse che ci faceva il Ministero durante il Piano di rientro.
Come si esce da questo corto circuito? Avendo la forza politica di dire al partito locale, anche se di maggioranza: "Stai sbagliando, questa cosa che tu mi chiedi non si può fare, perché va contro gli studi, i Sindaci, il modello di sanità delle norme attuali e anche contro il buonsenso". Per fare questo, però, servono la forza e il coraggio politico che il Presidente Cirio non ha avuto, oppure, quando manca questo coraggio, ci si inventa la deliberazione aperta, scaricando sul Consiglio regionale la responsabilità! Come mai la Giunta non ha ancora cancellato l'ipotesi di Ornavasso nel 2019? L'ho detto prima: perché la responsabilità va scaricata sul Consiglio regionale.
Qualcuno, domani, un cittadino o un'istituzione del nostro Stato chiederà come mai di fronte al parere dei Sindaci, dei medici e dei sindacati, di fronte a uno studio finanziato dalla Regione Piemonte che diceva che bisognava fare l'ospedale unico, voi avete fatto il contrario. Perch qualcuno lo chiederà e la Giunta dirà che è stato il Consiglio, dirà: "Chiedete a loro. Noi avevamo pronte le due ipotesi, la responsabilità è dei Consiglieri". A questo serve la deliberazione aperta che oggi pomeriggio voi voterete, perché noi non la voteremo! Questo ci spiega perché siamo qui nel Consiglio straordinario, perch insieme a tutto questo la maggioranza non ha voluto neanche metterci nella condizione di approfondire, Presidente.
Ricorderà, Presidente, che Platone distingueva tra dòxa ed epistéme. La dòxa era un'opinione, una credenza alimentata da sensazioni e da conoscenze superficiali. Invece, l'epistéme era una conoscenza fondata su basi scientifiche.
Noi abbiamo chiesto le audizioni e abbiamo chiesto il Consiglio aperto perché volevamo che i Consiglieri, che oggi si assumono una responsabilità importante, decidessero sulla base della conoscenza e non dell'opinione.
Questo, però, non è stato possibile, perché c'è stata la volontà della maggioranza di silenziare le voci contrarie all'ipotesi dei due ospedali e di evitare che parlassero sia in Commissione, sia in Consiglio.
La Lega, in Commissione, ci ha detto che non c'è bisogno delle audizioni.
Leggete i giornali, c'è già tutto! Capite che è come se qui dicessimo che in quest'Aula, per i Sindaci del VCO, per i sindacati e per i medici è vietato parlare. Perché? Di cosa ha paura la destra? Che cos'è che non vuole ascoltare? Ecco perché, Presidente, abbiamo chiesto un Consiglio straordinario: noi vogliamo dare voce a tutte le voci che la destra ha silenziato.
Ecco perché nei nostri interventi sentirete tutte le parole che la destra ha cercato di mettere a tacere: quelle dei Sindaci, quelle dei sindacati quelle dell'Ordine dei medici e anche lo studio che la stessa Regione ha finanziato.
Non soltanto lo diremo, Presidente, ma, per essere più chiari, ve lo facciamo anche vedere, perché resti a verbale che le parole sono assolutamente.



(I Consiglieri del Gruppo PD esibiscono cartelli di protesta)



PRESIDENTE

Colleghi, colleghi, siete pregati di abbassare i cartelli. Sapete benissimo che non potete.
Se non capite cosa vi dico a microfono, allora dobbiamo sospendere la seduta.
Consigliere Gavazza, tolga i cartelli. Tolga i cartelli! Sospendo la seduta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.26, riprende alle ore 10.27)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego, Consigliere Rossi, riprenda pure la parola.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Ribadisco che abbiamo chiesto questo Consiglio perché le parole che la destra voleva silenziare trovino, invece, cittadinanza anche per restituire dignità a quest'Aula che, ricordo, non è la sede di nessun partito, ma è la casa dei piemontesi. Vincere le elezioni non significa diventare padroni delle istituzioni, che restano di tutti, anche di chi rappresenta le minoranze.
Resta un fatto, Presidente. Oggi verosimilmente avremmo potuto essere a Ornavasso, nel VCO, a inaugurare il nuovo ospedale moderno e con attrezzature all'avanguardia; invece siamo qui con un nulla di fatto, di nuovo al via come in un surreale monopoli, a causa delle scelte sbagliate di Cirio e dei partiti di maggioranza! Peccato che qui non stiamo giocando, che i soldi non sono di carta e il prezzo di queste scelte lo pagheranno i cittadini del VCO, che avrebbero meritato, come gli altri territori, una scelta ponderata, basata su valutazioni tecniche e orientate al bene del territorio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Le ricordo che ha sforato di due minuti che toglierò al suo Gruppo, se ci fossero altri interventi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Intervengo per sottolineare alcuni aspetti su cui, prima di avventurarsi a prendere una decisione, penso occorra riflettere.
Come diceva il collega Rossi, siamo stati bacchettati a livello ministeriale perché incapaci di programmare, perché in passato abbiamo fatto scelte campanilistiche cercando di garantire, a volte, forse, un eccesso di offerta e, magari, un eccessivo impegno economico laddove si poteva decisamente razionalizzare.
Oggi, invece, siamo in un altro tipo di contesto. Possiamo impegnarci politicamente a ottenere le risorse economiche facendo pressioni a livello governativo per avere una manovra di bilancio che possa coprire maggiormente i costi della sanità e dare maggiori incentivi agli operatori sanitari, ma il problema è che oggi quegli operatori sanitari mancano, non ce ne sono. Dobbiamo aspettare degli anni e forse, nei prossimi anni avremo di nuovo un numero sufficiente di operatori sanitari per garantire i servizi ai nostri concittadini.
Per questo motivo, a volte dobbiamo pensare che è il caso di dare risposte che, magari, non soddisfano tutti, ma garantiscono tutti. Se oggi ci mettiamo a ristrutturare tutta una serie di presidi, senza contare le lungaggini e il disagio (nel momento in cui intervengo su un presidio sanitario, non posso intervenire su tutto il presidio contemporaneamente, a meno che non sposto tutti i pazienti da un'altra parte), significa intervenire a compartimenti stagni nelle diverse zone del nosocomio. Questo è già di per sé un problema, non fosse altro che questa alternativa che la maggioranza si prefigge porta anche a delle lungaggini, perché questo comporta, ovviamente, lo spostamento in là del manufatto finito e quindi un ospedale che possa, in parte, essere maggiormente attrattivo rispetto a quello precedente.
Mi chiedo, indipendentemente dalla questione economica di questa scelta, in che modo possiamo garantire nei prossimi anni i servizi minimi alla popolazione del Verbano Cusio Ossola dove, se non riusciamo a realizzare un centro che possa essere estremamente attrattivo e stimolante per i giovani medici per intraprendere la loro carriera, rischiamo di avere due scatole semivuote che non riescono a erogare i servizi che vorremmo garantire. Che cosa facciamo? Appaltiamo le prestazioni al privato? Mi sembra che si voglia andare in questa direzione, ma è un altro problema che voglio sottolineare rispetto agli ospedali di comunità, alle case della salute e a tutte le strutture che abbiamo in previsione di realizzare con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Come riempiamo queste strutture senza una programmazione? Le daremo in concessione ai privati per garantire un minimo i servizi? Queste sono risposte che dobbiamo dare ai cittadini, dobbiamo capire in quale direzione stiamo andando, è inutile fare i conti senza l'oste. Ci sono dati di fatto su cui bisogna trovare delle soluzioni che sono ormai ben note a tutti quanti. A volte non ci piacciono, ma non li possiamo negare: la situazione è questa e dobbiamo agire in questa direzione.
A parte che, per quanto riguarda l'edilizia ospedaliera, si è perso un sacco di tempo in questa legislatura: sono quattro anni che non vediamo un mattone da nessuna parte in tutto il Piemonte e finiremo la nostra consiliatura senza che un ospedale sia stato iniziato concretamente, se non a livello di comunicati stampa o altro. Fra l'altro, lasciando in pancia a INAIL risorse che erano già state messe a disposizione.
Avremmo dovuto presentare dei progetti e andare avanti rispetto ad alcuni ospedali. Invece, per quanto riguarda la gestione della divisione a livello territoriale di questa maggioranza, la possiamo riassumere con un "rinviamo alle prossime elezioni e poi magari decidiamo", a eccezione di questo caso dove, forse, sembra che si sta prendendo una direzione, sulla cui sostenibilità a lungo termine mi permetto di esprimere qualche dubbio.
Credo che la diatriba sarà ancora lunga, non penso che si muoverà qualcosa da qui a prima delle elezioni. Ci ritroveremo a fare una campagna elettorale dove ci si dividerà sulla sanità, promettendo magari cose difficilmente sostenibili, salvo poi, forse, per altri cinque anni non fare ancora niente, perché se una cosa non è sostenibile, è anche difficile da realizzare.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Sacco per l'intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà per dieci minuti.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Di solito, la Presidenza alternava gli interventi di maggioranza e opposizione, quindi pensavo che intervenisse il collega Preioni, che è il primo tifoso di questa delibera di cui discuteremo nel pomeriggio.
Intervengo volentieri io e colgo l'occasione per spiegare con chiarezza che i nostri cartelli hanno voluto rappresentare le posizioni delle tante persone contrarie a questa delibera e favorevoli all'ospedale unico che voi non avete voluto ascoltare nel Consiglio aperto e che non avete voluto ascoltare in nessuna audizione all'interno della Commissione sanità consultazioni chieste a gran voce dalle opposizioni e dal Partito Democratico.
Dovendo decidere a maggioranza, avete respinto tutte le nostre richieste.
Non potete respingere il Consiglio straordinario, collega Preioni, perché è previsto dallo Statuto della Regione ed è uno degli strumenti che hanno le opposizioni. Di conseguenza, avete dovuto convocarlo perché è previsto dallo Statuto e dal Regolamento e non vi siete potuti opporre.
Il nostro intervento politico l'ha svolto il collega Rossi, che segue da vicino questo tema da tanti anni, ma in quest'Aula noi Consiglieri del Partito Democratico rappresenteremo la posizione delle tante persone che abbiamo citato con i nostri cartelli (i Sindaci, l'Ordine dei medici, i sindacati), che sono contrarie e che avrebbero voluto rappresentare in quest'Aula la loro contrarietà.
Saluto le rappresentanze che sono qui e che ascoltano il Consiglio regionale; noi daremo voce a loro. Lo farò leggendo una lettera, che sicuramente è arrivata a tutti i Consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione, della Sindaca di Verbania, Silvia Marchionini, che saluto e che ascolta, la quale rappresenta bene il faticoso percorso di discussione di tutti questi anni che aveva portato non senza polemiche alla scelta di Ornavasso. Difatti, non era stata una scelta facile per la quale tutti ci hanno applaudito e manifestato solo consenso, ma una scelta giusta sposata, sollecitata e condivisa con i Sindaci, con la rappresentanza dell'assemblea dei Sindaci, con i sindacati e con l'Ordine dei medici.
Vi leggo la lettera che avrebbe rappresentato lei nel suo intervento e le do voce io, perché rappresenta bene quello che è successo in questi anni di ampia discussione. Con il collega Preioni sono d'accordo su un'unica cosa: sul VCO dobbiamo decidere. Il problema è che si era deciso e si era deciso nella giusta direzione con il sito nuovo di Ornavasso e la costruzione di un nuovo ospedale, perché la nostra sanità ha bisogno di nuovi ospedali moderni e adeguati al nostro tempo per migliorare il servizio sanitario offerto ai cittadini. Invece, con la delibera che discuteremo la prossima settimana, torneremo radicalmente indietro.
La Sindaca Marchionini ci scrive quanto segue.
"Alla cortese attenzione dei Consiglieri regionali del Piemonte.
Carissimi, come Sindaco del Comune di Verbania, comune capoluogo del VCO in questi ultimi quattro anni ho sempre partecipato agli incontri organizzati dalla Direzione generale dell'ASL sul riordino degli ospedali offrendo la collaborazione per trovare una soluzione definitiva che consentisse di procedere verso la costruzione del nuovo ospedale di Ornavasso.
La posizione del Comune di Verbania è sempre stata coerente e motivata, in quanto ha sempre anteposto a una scelta propria su un terreno, che poteva disporre dei necessari elementi di costruzione, la ricerca di un luogo largamente condiviso come quello in un Comune dell'Ossola individuato nel Comune di Ornavasso. A oggi, la maggioranza della Regione Piemonte non ha ancora individuato quale tipo di ospedale costruire e mi sembra doveroso verso i miei cittadini e di quelli del territorio provinciale portare all'attenzione di tutti i Consiglieri regionali la posizione ufficiale del Sindaco del Comune di Verbania.
Il progetto presentato dallo studio di riordino della rete VCO e dimensionamento nuovo ospedale, prodotto per conto della Regione dalla società AGM Project Consulting, recita testualmente: nel capitolo finale sul dimensionamento funzionale della proposta di riordino, a pagina 55 si afferma che 'in base all'analisi epidemiologica effettuata, la realizzazione di un unico presidio risulta essere la soluzione tecnica più adatta e sostenibile'.
Non so quale posizione assumerà il Consiglio regionale del Piemonte, ma ribadisco che nel progetto, dopo un'attenta valutazione, anche tecnica, con i nostri consulenti, vi sono molte argomentazioni ben supportate che indicano come la migliore soluzione sia quella dell'ospedale unico e nuovo a Ornavasso. Finalmente anche società molto competenti in materia di edilizia sanitaria sono arrivate a sostenere la proposta di tutto il personale medico, paramedico e sindacale interessato da molto tempo.
Tenuto conto di quanto discusso in questi anni, riepilogo le principali decisioni assunte.
Nel 2015 con la Giunta Chiamparino si era giunti alla decisione di costruire un ospedale unico e nuovo a Ornavasso. Il 18 novembre di quell'anno l'assemblea dei Sindaci del VCO approvava formalmente, con grandissima maggioranza dei Comuni, il protocollo d'intesa per la realizzazione del nuovo ospedale unico a Ornavasso. Tutto l'ambito sanitario del territorio condivideva e approvava tale proposta (Ordine dei medici, sindacati medici e del comparto). I tempi di realizzazione erano previsti in circa cinque anni.
Il nuovo ospedale immerso nel verde avrebbe avuto un totale di 330 posti letto più 53 posti tecnici. Vi era un'attenzione particolare agli aspetti dell'umanizzazione ed erano previste attrezzature tecnologiche all'avanguardia, per un costo previsto iniziale di 178 milioni di euro risultato successivamente con la dismissione parziale delle vecchie strutture" - quindi delle due strutture che oggi, invece, si vogliono riammodernare -"in 55 milioni di euro e inserito nel DPCM del 24 dicembre 2018 nei finanziamenti previsti dall'INAIL.
La sede prescelta permetteva di garantire da tutte le parti della Provincia un tempo di accesso entro i 90 minuti, come indicato dalla normativa nazionale. Era stato già individuato dall'IRES tra le tre proposte progettuali presentate il progetto più importante.
La previsione è di 280 posti letto più 48 tecnici, e per gli aspetti strutturali e tecnologici, ivi comprese le attrezzature, risulterebbe assolutamente compatibile con i contenuti della proposta di progetto individuata ad Ornavasso.
Quale Sindaco del Comune capoluogo di Provincia, propongo che il Consiglio Regionale e la Regione Piemonte, invece di sprecare risorse in una soluzione di ristrutturazione dei due ospedali (costosa, inefficiente, di complessa realizzabilità e, soprattutto, non voluta dalla maggior parte dei Sindaci, dall'Ordine dei Medici, dal personale sanitario e da autorevolissimi esperti), recepiscano e applichino quanto previsto dallo studio di riordino rete ospedali VCO della società AGM, e si giunga in tempi brevi (due o tre mesi) tutti insieme alla definizione del nuovo e unico ospedale ad Ornavasso.
Confermo la mia disponibilità a collaborare con la Giunta Regionale per trovare una soluzione condivisa, come può essere quella indicata.
Cordiali saluti.
Il Sindaco Marchionini".
Tra l'altro, ho tralasciato una parte della lettera perché era molto lunga ma ce l'avete tutti.
Sappiamo cos'è successo con la nuova Giunta regionale, in questa legislatura (l'ha rappresentato bene anche il collega Rossi).
La lettera prosegue: "Il Presidente Cirio nel primo incontro con i Sindaci promette verbalmente 'in tre mesi avrete il nuovo ospedale' a Domodossola e la Giunta regionale abbandona il progetto della Giunta Chiamparino senza mai adottare una delibera di cancellazione".
È anche per questo che nella delibera attuale che discuteremo nel pomeriggio, anche se mi spiace che in un Consiglio straordinario su questo tema non sia presente l'Assessore per ascoltare i nostri interventi, c'è una formula giuridica tutta particolare, aperta, che delega totalmente il Consiglio.



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, collega, ma le comunico che l'Assessore Icardi è presente.
Lo preciso solamente per correttezza.



GALLO Raffaele

Ci facciamo ostruzionismo da soli!



PRESIDENTE

Prosegua.
Grazie.



GALLO Raffaele

Come dicevo, l'Assessore conosce bene quello che è stato fatto in questi anni, perché ne è stato protagonista, quindi lo ricordo solo per chi ci ascolta e a quest'Aula.
La lettera prosegue: "La Regione chiede ai Sindaci di esprimersi: una delibera assunta dall'Assemblea dei Sindaci ASL VCO del 1° luglio 2022 bocciava l'ipotesi di rigenerare i due ospedali esistenti e si ribadiva l'esigenza di un nuovo ospedale con una delibera assunta con la maggioranza di 52 favorevoli e 15 contrari".
Ricordo che l'assemblea dei Sindaci delle ASL è il luogo in cui si decidono queste cose.
"La Regione si impegnava a voler valutare il tutto, ma nulla è avvenuto sino a queste ultime settimane, quando la Giunta Regionale delibera una proposta per il Consiglio Regionale, che richiede al Consiglio di scegliere tra mantenere la scelta mai cancellata dell'ospedale unico a Ornavasso o di deliberare quanto proposto dalla Giunta (il mantenere i due ospedali ristrutturandoli totalmente). Nel frattempo, quale Sindaco di Verbania Comune capoluogo della Provincia, con altri colleghi Sindaci abbiamo, con vari documenti, sempre scelto la soluzione dell'ospedale unico, ribadita alla Regione e alla Direzione Generale ASL VCO, sia dai 52 Comuni che da tutte le organizzazioni sanitarie.
Ma la Regione Piemonte, oltre a non decidere, considera tutte le proposte formulate non degne di essere accolte, quando sul territorio ormai tutti concordano nella soluzione Ornavasso, che ha anche il pregio di disporre già di tutti gli elementi per costruirlo, diminuendo in modo significativo i tempi rispetto a sistemare i due ospedali".
Presidente, so di sforare il tempo a mia disposizione, ma toglierà il mio eccesso ai colleghi che interverranno dopo.
Ci tengo a ultimare la lettura della nota del Sindaco di Verbania.



PRESIDENTE

Prego, collega.



GALLO Raffaele

"Sulla scelta da compiere nel mese di maggio 2023 è intervenuta anche la dottoressa Mariella Enoc, che è considerata a livello nazionale una dei manager più capaci professionalmente, non solo di decidere cosa attuare, ma anche di gestire uno dei più importanti nosocomi nazionale: Il Bambin Gesù di Roma, l'Ospedale del Papa.
La dottoressa Enoc, intervistata per 'La Stampa', ha ribadito il suo convincimento che solo con un ospedale unico/nuovo la sanità della Provincia del VCO potrà essere considerata di alto livello.
Il Sindaco di Verbania condivide pienamente quanto rappresentato dalla dottoressa Enoc, che, pur avendo avuto degli incarichi importanti nella sanità privata, ha espresso con piena convinzione che per offrire una sanità pubblica di qualità l'unica soluzione è quella dell'ospedale nuovo unico e baricentrico.
Ulteriore conferma sul fatto che la scelta dell'ospedale unico sia quella giusta la si trova nella scheda informativa pubblicata sul sito della Regione Piemonte e relativa allo studio di riordino rete VCO e dimensionamento nuovo ospedale prodotto per conto della Regione dalla società AGM Project Consulting, che a pagina 55 afferma che 'in base all'analisi epidemiologica effettuata, la realizzazione di un unico presidio risulta essere la soluzione tecnica più adatta e sostenibile'".
Per tutti questi motivi, arrivando alle conclusioni che ho letto prima, la Sindaca di Verbania chiede a gran voce (lo fa oggi tramite la mia voce spero in modo più che convincente) di rimanere sulla soluzione dell'ospedale unico di Ornavasso e di non andare nella direzione prevista nella delibera del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Le chiedo gentilmente di terminare.



GALLO Raffaele

Dicevo, non per una volontà squisitamente solo politica, ma perch supportata da elementi tecnici, da elementi di analisi e da consulenze e ricerche fatte da terzi, che dovrebbero aiutare la Regione a scegliere la soluzione migliore. Ma così non sarà, se arriveremo all'approvazione della delibera nel pomeriggio (o domani).
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Gallo per l'intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni.
Prego, collega; ne ha facoltà per dieci minuti.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per illustrare la questione della sanità nel VCO, che arriva da lontano (parliamo di oltre vent'anni di guerre fratricide!).
Nel nostro territorio, di ospedale unico se ne parla con sofferenza da tanto e troppo tempo: nell'ordine, è fallito l'ospedale unico di Gravellona Toce, l'ospedale unico di Piedimulera.
Peraltro, con i primi che hanno lavorato per farlo fallire, c'era il Partito Democratico, alla cui testa c'era Aldo Reschigna, persona nota in questo consesso. Avete vinto un'elezione provinciale con Ravaioli, perch appunto c'era la battaglia per il mantenimento degli ospedali esistenti (questo era uno stralcio di storia del nostro territorio).
Poi è arrivata la vicenda dell'ospedale di Ornavasso, in una location e in una posizione, secondo il mio punto di vista, assurda, perché se andate a vedere è sopra una collina; lo chiamano anche l'"ospedale del cocuzzolo".
Secondo me, è stata scelta questa posizione proprio per non fare questo ospedale, perché secondo gli studi ci vogliono almeno 20 milioni di euro soltanto di strade e di parcheggio e poi, di fatto, va sbancata un'intera montagna, perché Ornavasso sotto va a bagno, c'è una zona di laminazione del Toce, quindi si è inventato il cocuzzolo di Ornavasso! All'epoca i Sindaci a maggioranza furono a favore di Ornavasso, anche perché l'allora Assessore Saitta disse che in quattro anni avrebbe costruisco l'ospedale unico; diceva, "venite e votate, perché ci vuole l'ospedale unico, lo chiedono i medici" e i Sindaci ci credettero.
Voi, all'epoca, avete avuto una legislatura tranquilla e avete avuto cinque anni di tempo; gli anni sono passati inesorabilmente, ma atti concreti efficaci e reali sull'ospedale di Ornavasso non sono stati fatti altrimenti il sottoscritto, la Giunta e la maggioranza di governo avrebbero dovuto solo prenderne atto; solo se ci fosse stato un bando di gara e l'assegnazione alla ditta non avremmo potuto fare niente, ma di certo non sono mai stati fatti atti reali.
Pertanto, sulla scorta di questo, si è deciso pensando che un territorio come il nostro, è difficile, fragile, complesso e con una specificità montana. Il nostro territorio è l'unica Provincia a specificità montana con una grande vocazione turistica, perché, continuo a dire, da Cannobio (5.000 abitanti e 300 mila presenze turistiche in stagione) quando ci sono i turisti c'è traffico e per arrivare a Domodossola ci va un'ora e mezza inoltre, da Macugnaga e Formazza, altre località turistiche, per arrivare a Verbania in stagione turistica con il traffico ci va un'ora e mezza.
Questo è il territorio del VCO. Non siamo in una piana, non siamo Novara non siamo Alessandra, non siamo un territorio dove tu tiri una riga e dici "questo è il baricentro e lo facciamo qui". Il territorio è molto complesso, è un territorio con una tripolarità che mette assieme Verbano Cusio e Ossola. Questa è la differenza tra il nostro territorio e gli altri territori.
È vero che c'è una maggioranza di Sindaci che vogliono l'ospedale unico baricentrico, ma la questione si ferma sempre al dove: dove lo facciamo? Nessuno non riesce mai a dire questo "dove", perché non c'è un dove condiviso. Per il Sindaco di Domodossola il baricentro è Domodossola e per Verbania il baricentro è Ornavasso o Verbania.
Continuo a dire, magari anche scherzosamente, che probabilmente l'ospedale dovremmo costruirlo sulla ferrovia per spostarlo di volta in volta da Ornavasso o da Verbania a Domodossola, perché sul dove non c'è mai una sintesi.
L'ultimo documento della rappresentanza di Sindaci, proprio per non spaccarsi, non si riferisce più all'ospedale unico, ma all'ospedale "nuovo", proprio per non avere questioni con il Sindaco di Domodossola.
"Nuovo" significa che teniamo il COQ? Significa che questa maggioranza regionale ha stabilizzato dopo vent'anni di battaglie? Che teniamo il San Biagio di Domodossola, i Castelli di Verbania e che ne facciamo un altro ancora? Arriviamo, quindi, al quarto ospedale del Verbano Cusio Ossola? Queste sono le incongruenze che nascono rispetto a questo tema.
Quando si dice che tutti i Sindaci sono a favore dell'ospedale di Ornavasso non è assolutamente vero, perché 31 Sindaci hanno scritto al Presidente della Regione e all'Assessore Icardi dicendo di agire, di decidere, di investire queste risorse per ricostruire e per ristrutturare totalmente i due ospedali esistenti, più altri cinque Sindaci dicono di essere a favore dell'ospedale unico, ma in questa impasse di questi 20 anni che sono passati senza fare nulla, chiedono di investire comunque i soldi.
I fondi ci sono e sono fondi certi: dall'articolo 20, 200 milioni di euro a fondo perduto, che sono i migliori. Quando si parla di fondi INAIL, ogni tanto, qualcuno in quest'Aula si confonde, perché pensa che siano soldi regalati, ma il finanziamento INAIL dev'essere restituito con una rata e con un tasso d'interesse che naturalmente le varie ASL e chi decide di utilizzare i fondi INAIL deve riuscire a supportare e a sopportare.
Inoltre, purtroppo abbiamo visto, e lo dico con dolore, che, in qualsiasi caso (altra questione da analizzare), l'ospedale hub, che sia unico, nel Verbano Cusio Ossola, o che sia doppio, come sosteniamo noi, è a Novara. Lo dico con sofferenza, lo dice anche il Sindaco e sono tutti d'accordo sul fatto che c'è un'area già individuata, ma in 18 anni, purtroppo, a causa della burocrazia nel nostro Paese e della lentezza di queste procedure, non si è riusciti a fare nulla! L'altro aspetto è quello di non raccontare frottole alla gente, dicendo che si crea un ospedale unico in tre anni, perché non siamo in Svizzera, non siamo in Carinzia, non siamo a Hong Kong e nemmeno in Cina, purtroppo.
Ci auguriamo, e ci mancherebbe, e questa maggioranza si augura che il 1 luglio entri in vigore il Codice degli appalti di Salvini e che si possa migliorare la situazione, però a oggi la situazione è questa. Se andiamo a vedere quanto tempo abbiamo impiegato a creare Verduno, quanto tempo ci abbiamo messo a fare Biella e la Città della Salute di Torino, che è lì ferma, che a governare ci siano Chiamparino, Cota o Cirio.
Ci auguriamo e speriamo tutti che si possa sbloccare, però sono passati un sacco di anni. Il Sindaco di Novara, riferendosi all'ospedale, non parla più dell'iter, ma di via crucis.
Purtroppo, la situazione in questo Paese è questa e dobbiamo essere veri e sinceri, perché nel contingente non risolviamo la questione dei medici, se ci vogliono vent'anni per realizzare un'opera nuova, perché non esiste quell'opera che si realizza in tre anni! Noi siamo convinti che intervenire sull'esistente, mantenendoli nel centro delle città, anche per una questione economica, per un apporto in economico importantissimo in un momento di crisi, di inflazione e in un momento difficilissimo per il Paese e intervenendo su proprietà ASL, su proprietà regionali, essendo già infrastrutturate, sia molto più veloce e anche che sia la scelta giusta per un territorio di montagna complicato e lontano come il nostro.
Abbiamo già in deroga il punto nascite di Domodossola, proprio perché non avrebbe i requisiti del DM Balduzzi per rimanere aperto, ma il Ministero ha già riconosciuto una deroga perché siamo a un minutaggio troppo alto rispetto all'ospedale di Verbania e, quindi, sull'area nord della provincia è in deroga il punto nascite di Domodossola.
L'altra questione è che i cittadini hanno già scelto. Il sottoscritto, nel 2019, si è candidato esprimendo la posizione che da sempre è del mio partito e dicendo "difendiamo e potenziamo i nostri ospedali". La Lega anche sull'ondata Salvini, ha preso il 45%; il sottoscritto ha preso oltre 6.100 preferenze, il primo degli eletti del centrodestra in Piemonte. I cittadini hanno fatto una scelta legittima, perché la nostra posizione era chiarissima: il sottoscritto ha sempre detto di difendere e di potenziare i nostri ospedali.
Abbiamo l'onere di governare e abbiamo l'onere di decidere; le responsabilità ce le prendiamo, le decisioni le prendiamo e le cose le facciamo andare avanti.
Inoltre, a differenza della precedente Amministrazione, abbiamo avuto tre anni dolorosissimi di COVID e il COVID ha fermato tutto: nessuno ha pensato a una nuova edilizia sanitaria durante la pandemia da COVID, perché la priorità erano le mascherine, le terapie intensive, i caschi, ecc. Nessuno ha costruito nuovi ospedali in Italia. Noi abbiamo l'onere di governare e di decidere, per cui noi vogliamo governare e decidere.
Si parlava di delibera aperta. È naturale che se non passa la delibera rimane in vigore l'ospedale unico di Ornavasso. Così è negli atti, per ieri la delibera è stata elaborata dalla Commissione; a colpi di maggioranza sono stati eliminati tutti gli emendamenti e oggi è uscita una delibera, che è quella che andiamo a votare, che parla della ristrutturazione e del rifacimento totale degli ospedali del Verbano Cusio Ossola.
Con il COVID i paradigmi sono cambiati: avendo due ospedali su un territorio, quando si è scatenata la pandemia siamo riusciti a curare persone provenienti da altre province e anche da altre regioni. Se vi ricordate bene, per una giornata intera, l'ospedale hub di Novara ha dovuto chiudere il DEA perché si erano accumulate tutte le criticità dovute dalla pandemia del COVID.
Il paradigma di avere più ospedali territoriali oggi è assolutamente importante, perché se si scatena un'altra pandemia cosa facciamo? "Sporchiamo" totalmente un ospedale chiudendo un DEA, ad esempio, com'è già successo sul nostro territorio? Con il fatto di avere il COQ, che si è reso disponibile con 90 posti COVID e l'ospedale di Verbania con il reparto malattie infettive, abbiamo curato persone provenienti anche da fuori regione. È un altro aspetto che va tenuto in considerazione, perché se il COVID non ci ha insegnato nulla, non so cosa dire.
Nei giorni scorsi ho presentato una mia proposta di legge, sulla base di una legge della Valle d'Aosta, ma ovviamente calibrata per una Regione a Statuto ordinario. È una proposta di legge che prevede un aumento di 800 euro mensili per tre anni per i nostri operatori sanitari di montagna e delle aree più periferiche e marginali, come di 350 euro mensili, sempre per tre anni, per i nostri infermieri e le nostre infermiere.
Mi auguro che ci sia condivisione almeno su questo, sulla volontà di dare un supporto economico in più, perché in Italia i medici sono sottopagati.
Non smetterò mai di dirlo: abbiamo un sistema sperequato delle cooperative da ridimensionare nettamente e dobbiamo eliminare il numero chiuso all'università.
Questi sono temi nazionali che vanno affrontati.
Allo stesso modo, i Comuni devono fare la loro parte aiutandoci: ci sono Comuni italiani i cui operatori delle emergenze sono i più sfortunati di tutti per la difficoltà del loro lavoro, per i momenti di crisi che devono gestire (a volte vengono pure picchiati) e perché non possono svolgere la libera professione. Altra parentesi: In Italia sforniamo troppo poco personale sanitario. Per gli operatori delle emergenze chiedo ai Sindaci di darci una mano, individuando risorse per asili nido gratuiti per loro e le loro famiglie, ma anche affitti agevolati. Se vogliamo che i medici rimangano in questi luoghi, qualcosa dobbiamo fare.
Abbiamo pensato a un intervento economico, anche perché se un medico va a lavorare in Svizzera, invece di guadagnare 2.000 euro, guadagna 10 mila franchi. C'è un gap enorme e non immagino cosa guadagnerà un primario nella vicina Svizzera! Almeno su questo chiedo coesione; vi chiedo un aiuto per fare insieme queste importanti modifiche per il nostro sistema e per i nostri operatori sanitari, che non smetteremo mai di ringraziare e che hanno tutta la nostra stima.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Alberto Preioni per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà per dieci minuti.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo per rimarcare alcune questioni fondamentali del rapporto tra quest'Aula e quello che accade fuori.
Parto dall'ultima frase del Consigliere Preioni: "Ringraziamo il personale sanitario".
Lo ringraziamo sempre, Preioni, però poi quando è il momento di ascoltarlo le porte si chiudono. Questo è un esempio chiaro, un fatto che capita in quest'Aula (è capitato su questa non scelta della maggioranza).
Su questo intendo intervenire, Presidente, perché il collega Preioni dovrebbe ricordarsi che il 6 novembre 2019 - ripeto, Presidente, 6 novembre 2019 - inizio di questa legislatura, CGIL, CISL, UIL, Unione Industriale del VCO, Federalberghi, FAITA FederCamping, l'Ente bilaterale del Turismo VCO, Confartigianato, CNA Piemonte Nord, Confcommercio e tanti altri dicevano: "Punto centrale, l'invito alla Regione Piemonte a rivedere la propria proposta, la necessità della costruzione di un unico nuovo e baricentrico ospedale è improrogabile. Infatti, per poter mantenere efficienza e adeguatezza delle prestazioni sanitarie è necessario riunire tutta l'attività assistenziale in un'unica sede".
Presidente, era il 6 novembre 2019, ma a queste categorie, che sono quelle che ringraziate sempre a parole, avete chiuso la porta in faccia e a quelle richieste avete semplicemente risposto di no. Anzi, non avete neanche avuto la capacità e la voglia di ascoltare.
I cartelli di prima rappresentano il fatto che questo Consiglio straordinario, Consigliere Preioni, è un modo per dare voce, per lasciare una traccia e per lasciare a verbale che su questa non decisione, come già è stato detto, non avete ascoltato le parti in causa di un processo democratico, di una scelta che doveva essere democratica. Così non è, non perché non legittima; voi dovete governare, ma ci sono modi e modi di governare. Su questo si valuteranno i cinque anni di vostra legislatura.
I sindacati uniti raccontano da diverso tempo, come hanno fatto il 27 maggio di quest'anno, qual è la situazione sanitaria che voi, al netto della pandemia, state producendo; lo ribadisco, al netto della pandemia.
Non è più possibile sentire che la pandemia ha stravolto tutto; certo, ci mancherebbe altro, ma dalla pandemia stiamo uscendo. Grazie alla pandemia abbiamo un sacco di risorse, anche e soprattutto sulla sanità, che non state utilizzando. C'è una responsabilità puntuale che i sindacati, ma anche l'Ordine dei medici, un ente non politico-partitico, hanno evidenziato in occasione della manifestazione regionale a tutela della sanità pubblica del 27 maggio scorso per dire che la strada che avete preso post pandemia è sbagliata. Una considerazione chiara. Quella piazza, quelle 12 mila persone a Torino vi hanno chiesto di cambiare rotta, ma non lo state facendo.
Il 6 novembre si dicono quelle cose, ma i sindacati sono mesi e mesi che vi raccontano altro, anche sul Verbano-Cusio-Ossola, dove c'è una carenza di medici di base e dei presidi ospedalieri territoriali, dove si contano 239 posti letto per i ricoveri ordinari, 53 letti di day hospital e 14 letti di terapia intensiva. Ci sono posti di continuità assistenziale, cioè 120 convenzionati. Per la popolazione del Verbano Cusio Ossola, che è di 154.249 abitanti, questa è la situazione, ve lo hanno scritto e ve lo hanno segnalato, ma la vostra reazione è la porta chiusa. Purtroppo quello che capita qui a volte si fa fatica a fare emergere fuori da quest'Aula. Molta fatica.
Il terzo concetto è che da altre parti, per altri luoghi e altri distretti sanitari avete scelto. Mi dispiace che in questo momento della discussione lo ribadisco, l'Assessore Icardi non sia presente. Questa è la dimostrazione plastica di quanto in particolare l'Assessore Icardi, insieme al Presidente Cirio, non abbia un minimo di rispetto di quest'Aula.
So che tanto queste parole rimangono qui, ma purtroppo rimangono qui anche perché i media non ci aiutano a raccontare questa vostra mancanza di rispetto nei confronti di quest'Aula. Si sta parlando della delibera dell'Assessore Icardi, ma l'Assessore Icardi è assente, così come non c'è stato in altre situazioni. Non c'è, non ascolta e se ne "frega". È un non rispetto istituzionale.
Lo dico per chi non è stato magari particolarmente attento e lo dico ai colleghi del Verbano: ci sono alcune situazioni nelle quali avete deciso di costruire un ospedale vicino a una pista internazionale di motocross, dove nel weekend il rumore è talmente alto che anche i dirigenti di quell'ASL oggi si pongono il problema, ma dopo che voi avete scelto. Ripeto, vicino a una pista internazionale di motocross, tra le più importanti del Piemonte.
Queste sono le scelte che state facendo.
In passato avete deciso e oggi non lo state facendo. Al Consigliere Preioni rispondo che siamo fermi per colpa vostra. Ha ragione il Consigliere Rossi: così come in altre situazioni, voi avete negato scelte del passato; oggi sia per il Verbano sia, ad esempio, per l'ASL TO5, potevamo essere tutti lì a inaugurare i lavori, invece stiamo parlando di finanziamenti diversi.
Forse, come mi suggeriva il Capogruppo Gallo in una chiacchierata, avete distinto sull'utilizzo dei fondi INAIL per alcune strutture sanitarie mentre su situazioni come Cuneo, VCO e Savigliano, guarda caso, non si utilizzano i fondi INAIL. Forse perché i fondi INAIL non sono così certi? Perché sono certi sulla carta, ma visto che INAIL finanza al massimo due o tre ospedali all'anno su tutto il territorio nazionale, noi stiamo chiedendo di realizzarne sette, ma quegli ospedali non si realizzeranno mai con i fondi INAIL e i tempi saranno lunghissimi, molto maggiori rispetto a quelli previsti già cinque anni fa.
Ancora due ultime considerazioni. Quello che ha detto il Consigliere Preioni è preistoria. È preistoria, riporta le lancette dell'orologio molto indietro e quindi dovrebbe aggiornarsi, ma poi è arrivata la scelta di Ornavasso e lì le cose sono cambiate. La baricentricità, come avete fatto in altre situazioni, si decide attraverso uno studio, ma qui lo studio non c'è, non c'è stato, non l'avete voluto confermare. Quella scelta cambia le prospettive, cambia la storia di quel territorio, non si può far finta di nulla.
Chiudo con questa riflessione. Ha ragione il Consigliere Preioni e ribalto la sua affermazione: avete ancora tempo un anno per fare dei danni al Piemonte, ma i piemontesi hanno incominciato a capire che, invece, questi danni devono finire e molti hanno lanciato insieme a noi un avviso molto chiaro di sfratto. Questo avviso di sfratto, in particolare rispetto alle scelte sulla sanità che state compiendo, diventerà esecutivo, purtroppo per voi, il 9 giugno 2024. In quella data, saranno i piemontesi a sfrattarvi anche se voi siete convinti di stravincere e noi invece siamo convinti che non vincerete, date le scelte che avete fatto. I piemontesi lo stanno finalmente capendo e stiamo tutti dando una mano a farglielo comprendere quindi il 9 giugno 2024 l'avviso di sfratto sarà immediatamente esecutivo! Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Sarno per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire il collega Mauro Salizzoni.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per dieci minuti.



SALIZZONI Mauro

Sarò breve.
Penso di potermi fregiare del titolo di testimone, nel senso che conosco bene la situazione avendo non ieri, ma 20-25 anni fa frequentato, in quanto chirurgo, sia l'ospedale di Domodossola sia l'ospedale di Verbania. Allora era primario chirurgo un mio allievo e doveva far fronte all'attività dei due ospedali: un solo chirurgo operava a Domodossola e a Verbania, quindi ho avuto modo di conoscere le due realtà.
Riconosco che l'ospedale di Domodossola era estremamente funzionante; era un ospedale con personale motivato, in particolare personale paramedico che invidiavamo e che avremmo voluto avere anche nei grandi ospedali di Novara e di Torino.
La situazione era tale per cui si doveva operare una volta in un luogo e una volta nell'altro, ma gli interventi complessi erano generalmente spostati nella sede di Domodossola, dove la struttura dava più garanzie, in quanto più nuova e permetteva molto più facilmente l'applicazione di quelle che all'epoca erano le prime innovazioni tecnologiche. Le prime innovazioni tecnologiche erano, ad esempio, le laparoscopie; attualmente la laparoscopia è una cosa corrente e viene fatta ovunque, però allora non era una cosa così semplice. Non si parlava ancora di risonanze magnetiche, ce n'erano poche e per farla si andava a Novara, mentre per le TAC erano presenti quelle estremamente funzionanti nelle due allocazioni.
Da tutti gli operatori locali, sia nell'uno sia nell'altro ospedale, veniva chiaramente manifestata la volontà, e il desiderio più che altro, di unire le due unità. Infatti dicevano: "Non possiamo suddividere tutte le risorse in questo modo. Se le concentriamo, riusciamo a fare un ospedale di alto livello e che possa attrarre, dal Verbano più che dall'Ossola, e non permettere più le trasferte o in Lombardia o talvolta anche in Svizzera".
Questo valeva per i frontalieri.
Sono passati tanti anni e siamo sempre allo stesso punto. Il desiderio è rimasto un desiderio, non si è trasformato in volontà fattiva, ma penso che dovrà arrivare quel momento, anche perché l'ospedale di Verbania necessita molto più di quello di Ornavasso, di innovazione strutturale e, quindi dell'ospedale nuovo. L'ospedale nuovo di Verbania deve essere concepito come un ospedale che soddisfi e che possa soddisfare le due realtà, sia quella dell'Ossola (valle) sia quella del Verbano più strettamente inteso.
Gli anni passano, le esigenze ci sono e sono quasi sempre le stesse. Mi ricorda un po' la situazione dell'ospedale di Ivrea, per il quale più di vent'anni fa si parlava di una nuova allocazione, già si sapeva dove farlo.
Questo è successo allora, adesso si sta decidendo, anzi forse è deciso, ma all'epoca non si è mai deciso nulla, anche perché nel frattempo sono intervenuti altri interessi, che a Ivrea - parliamoci molto chiaro - erano gli interessi della Olivetti.
Credo che queste situazioni si ripetano un po' dappertutto in tutte le situazioni locali del Piemonte e che sia ora di prendere una decisione definitiva. Serve l'ospedale unico. Non sto a discutere sull'allocazione perché conosco il territorio alto dall'Alpe Veglia in su, ma del territorio più basso non so grandi cose, anche se un'idea ce l'ho, abbastanza vicina alla realtà.
È ora di fare questo ospedale, anche perché è più facile conglobare in un'unica struttura le competenze. Le competenze devono aiutarsi l'una con l'altra, non può più esserci soltanto una competenza grande che lavora da sola; le competenze devono essere unite, devono fare lega tra loro - questo termine piacerà molto agli amici della Lega - e devono lavorare insieme altrimenti non si va da nessuna parte.
Pensate un po' a cosa succede in una qualunque specialità; ad esempio, in cardiologia, il cardiologo bravo non è sufficiente: serve il radiologo bravo, serve l'emodinamista bravo, serve lo specialista, quello che mette gli stent. Ci sono varie specialità che devono necessariamente compenetrarsi e, mettendole un po' di qua e un po' di là, si disperdono le competenze. Magari c'è qualcuno che viaggia, che va su e giù, che lavora un giorno qua e un giorno là, ma in questo modo è difficile seguire i malati non vengono seguiti correttamente. Pertanto, è necessario che le cose vengano concentrate in un'unica realtà.
Mi auguro che questo avvenga al più presto, come peraltro già si sognava pensava, sperava e qualcuno voleva più di vent'anni fa.
Ho finito. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Mauro Salizzoni per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Silvana Accossato; ne ha facoltà per dieci minuti.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Ritengo opportuno intervenire all'interno di questo Consiglio regionale aperto, di cui ho sottoscritto anche la richiesta, perché il tema è sicuramente importante, non solo per quella parte di territorio, ma più complessivamente per le strategie politiche e sanitarie della Regione.
Premetto che non sono un'esperta di politica ospedaliera o sanitaria n conosco quel territorio, o almeno non lo conosco così a fondo da poter avere opinioni e valutazioni proprie, ma in questi casi sono abituata a non sottrarmi alle valutazioni, alle scelte e a portare il mio punto di vista.
E lo faccio ascoltando chi quel territorio lo vive, gli amministratori locali, i sindaci, i lavoratori (in questo caso, gli operatori sanitari) e utilizzando tutte le possibilità che un Consigliere regionale ha a disposizione per assumere le sue valutazioni e le sue decisioni.
Peraltro, in questi sei mesi dal mio ritorno in Consiglio regionale, questa è la terza volta che mi trovo a intervenire in un dibattito in Consiglio regionale sulla localizzazione di un ospedale, di un polo sanitario. In queste occasioni, ho più volte sentito dire dall'Assessore Icardi, dalla Giunta e dalla maggioranza che i criteri che muovevano le scelte che venivano presentate del cambio di localizzazione nell'ASL Torino 5 e nell'ASL Città di Torino erano l'ascolto dei Sindaci, come dire: "Le decisioni non le prendiamo noi, ma la scelta è in capo all'assemblea dei Sindaci e alle ASL, quindi queste sono le valutazioni che prendiamo".
Mi sembra, leggendo la documentazione in nostro possesso, oltre che la lettera accorata della Sindaca di Verbania, Marchionini, che anch'io ho avuto modo di leggere, che nei pronunciamenti (l'ultimo risale a luglio 2022) 52 Sindaci contro 15 (questo è il rapporto in quell'assemblea) si siano espressi per la scelta dell'ospedale unico e per continuare il progetto di Ornavasso. Un'altra affermazione che in questa sede e nelle Commissioni è stata più volte reiterata, quasi a mettere le mani avanti nel dire che queste non sono valutazioni politiche, è che ci sono studi tecnici che avvalorano le scelte, per cui, anche in questo caso, si arriva alla definizione conclusiva sulla base di attenti studi tecnici (per carità, non li metto in dubbio, nel senso che anch'io credo molto nella competenza tecnica e specialistica per approfondimenti, misurazioni e valutazioni).
Quindi ascoltiamo i tecnici. Ebbene, mi pare che anche qui venga riportato uno studio, peraltro commissionato dalla Regione Piemonte alla società AGM che indica la realizzazione di un unico presidio come, e lo cito "soluzione tecnica più adatta e sostenibile".
Mi sembra, invece, che nel dibattito di questa mattina, che ha visto giustamente il collega Preioni impegnato e accalorato nel suo intervento volto a difendere la scelta di intervenire sui due ospedali (ma avremo modo di sentire anche altri colleghi di maggioranza nel corso della discussione sulla delibera che tratteremo nel prossimo Consiglio utile), non siano questi gli elementi che vengono presi in considerazione, rimandando a un più generico "scelga il Consiglio". Ancora una volta, però, è una sorta di "alzare le mani" e delegare ad altri la responsabilità politica.
In pratica, scelga il Consiglio all'interno di una linea di pensiero o di preponderanza dell'azionista di maggioranza relativa all'interno di questa maggioranza, che, in scadenza di legislatura, vuole far valere il suo peso all'interno della maggioranza rispetto a questo Consiglio, con un decisionismo e quindi con una scelta che fa intravvedere, diciamo così, un velato sospetto di mossa elettoralistica (solo un velato sospetto!) e nulla più. Anche perché una scelta presa a un anno dalla scadenza, che mette in gioco ingenti risorse, per le quali tutto è ancora da decidere e da partire, incute fortemente il sospetto di "mossa elettoralistica" che mira a presentarsi a tutti i lati di quel territorio e ai diversi Comuni dicendo "noi abbiamo scelto a vostro favore", per poi rimandare ancora una volta la partenza dei cantieri e dell'operatività alla prossima legislatura, forse verificando se i cittadini avranno premiato o meno questa maggioranza.
Anch'io credo che probabilmente non saranno quelle le risultanze che avremo nella prossima legislatura.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Silvana Accossato per l'intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giorgio Bertola.
Prego, collega; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Penso sia corretto intervenire, perché giudico importante svolgere una seduta di Consiglio regionale, almeno in sessione straordinaria, per approfondire un tema.
È già stato detto che la richiesta di un Consiglio regionale in sessione straordinaria non si può rifiutare, perché il Regolamento del Consiglio prevede che se è sottoscritta da almeno un quinto dei suoi componenti dev'essere calendarizzata, peraltro entro tempi certi. Invece è stato negato un Consiglio aperto sul tema, che, a nostro avviso, sarebbe stato importante.
Non nascondiamo il fatto che recentemente si è tenuto un Consiglio aperto su un'altra questione importante per la sanità piemontese, inerente alla localizzazione del nuovo ospedale dell'area nord-ovest torinese. Abbiamo avuto anche un Consiglio aperto rispetto a un tema altrettanto importante relativo alla condizione degli operatori e dei lavoratori all'interno delle carceri, che però tocca solo minimamente le competenze regionali. Diciamo che il Consiglio aperto era più una passerella politica per qualcuno.
Tuttavia, quello lo chiedeva la Giunta ed è stato convocato.
Sarebbe stato importante avere un confronto in un Consiglio aperto anche sul tema della sanità nel Verbano Cusio Ossola, ma non è stato concesso.
Vengo all'argomento in discussione.
Guardate, io sono sempre molto trasparente: ho vissuto un'esperienza politica diversa da quella che sto vivendo finora, nel senso che ho fatto una campagna elettorale da candidato Presidente dicendo che la scelta di Ornavasso per un ospedale unico non andava bene. Non ho più fatto approfondimenti sul tema, ma mi verrebbe da dire che non ho cambiato idea.
Probabilmente, quella localizzazione, non la scelta dell'ospedale unico presentava una serie di criticità. Pensavo, però, e lo penso ancora, che per quel territorio sarebbe importante, invece, avere un ospedale unico. Di conseguenza, così come per altri casi (per l'ospedale unico dell'ASL TO5 si è cambiato idea, nel senso che è stata modificata la localizzazione per diverse ragioni), approfondimenti tecnici e scelte politiche avrebbero probabilmente potuto portare a una localizzazione diversa per l'ospedale unico del Verbano Cusio Ossola. In ogni caso, potevano portare a scegliere perché quello che oggi manca è una scelta. O, meglio, la delibera che il Consiglio regionale dovrà votare è la scelta di non scegliere. Questo è profondamente sbagliato.
Sono perfettamente cosciente della difficoltà che c'è stata sul territorio.
La questione dell'ospedale unico in quel territorio è stata lacerante per le forze politiche, soprattutto per la Lega. Lo dicono i numeri e lo dice l'uscita dal partito di rappresentanti della Lega a Verbania: si è creata una classica guerra territoriale tra chi vuole l'ospedale unico a Domodossola, più vicino a Domodossola, e chi lo vuole più vicino a Verbania.
Inoltre, sono perfettamente cosciente che ci sono due livelli, quando si parla di sanità e di localizzazione delle strutture sanitarie. C'è infatti, il livello degli operatori sanitari, dei medici, degli infermieri dei tecnici, di chi lavora in quelle strutture e convive tutti i giorni con i problemi che hanno le strutture obsolete e che hanno bisogno di interventi, interventi che magari in alcune strutture non possono nemmeno essere portati avanti e interventi che non possono più garantire un'efficienza a determinate strutture e allora, dal punto di vista tecnico non possono fare altro che condividere la scelta di un ospedale unico. Poi sappiamo bene che c'è anche un altro livello, il livello degli utenti di un ospedale, il livello dei cittadini.
Legittimamente, il cittadino sa di non essere un tecnico della sanità salvo che sia un medico o un infermiere, quindi si pone dal punto di vista dell'utente, che è sempre il cittadino comune; chiunque di noi vuole un ospedale vicino casa, nuovo, efficiente e pronto. L'ipotesi dell'ospedale unico i cittadini li spaventa un po'; unico, quindi siti accorpati. Passare da due ospedali o tre ospedali a uno soltanto viene percepito come una diminutio: è una sensazione legittima, anche se spesso non fondata, per legittima.
Se ci fosse la certezza di poter rimettere a posto entrambe le strutture potrebbe anche essere una buona idea. Peccato che però c'è il rischio, il rischio concreto, che in realtà lì si vada a un abbandono, quindi che quelle due strutture vengono sempre più abbandonate, depotenziate, con personale demotivato che chiede di andare via, dato che il focus della sanità si sposta sempre di più verso il privato e verso la Lombardia o addirittura, la Svizzera. Questo è qualcosa che dobbiamo assolutamente evitare.
In questo senso, a mio avviso, ben venga l'ipotesi di un ospedale unico.
Ritengo che la scelta di non scegliere sia profondamente sbagliata e che sia legata, come qualcuno ha già detto, probabilmente, ai fini elettoralistici ma, secondo me, è solo a quel fine e cioè di tenere le bocce ferme, per dire: "Signori, qualcuno vi voleva dare un ospedale soltanto, ma noi ve ne vogliamo dare due rimessi a nuovo e rimessi a posto"; salvo poi, magari non fare nulla o vedere quello che succede eventualmente, per prendere delle decisioni.
Insomma, è già stato detto questa mattina: COVID non COVID, salta all'occhio il fatto che in questa legislatura, dal punto di vista dell'edilizia sanitaria, non si sia mosso nulla; dove c'erano delle scelte su localizzazioni probabilmente sbagliate, si sono fatte altre scelte, ma non si è mosso nulla e si sono persi quattro anni. Se un posto è sbagliato lo è sbagliato subito, per cui ci si muove subito e non dopo quattro anni.
Così come, per altri progetti, non si è visto assolutamente nulla, il nulla di nulla. Forse, chissà, dire che, invece di fare l'ospedale unico mettiamo a posto quelli che ci sono è come un'ammissione e riconoscere che non riusciamo a fare nulla; diventa quasi una sincerità, la sincerità nel dichiarare un'incapacità di agire, probabilmente.
Quello della sanità e dei nuovi ospedali in questa legislatura è un dato oggettivo, che va al di là delle opinioni politiche, perché i numeri sono numeri.
In sintesi, fallimento totale della Giunta Cirio da questo punto di vista.
Noi pensiamo che questo possa essere un fattore importante di decisione per i cittadini piemontesi, quindi, ripeto, ritengo importante questa giornata e sarà importante anche la discussione su quella deliberazione, su cui, per le ragioni che ho chiaramente esposto, esprimeremo un parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Vicepresidente Valle, che interviene in qualità di Consigliere.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
È già stato detto molto ed è per questo motivo che non riprender dall'inizio tutte le argomentazioni che hanno già esposto i miei colleghi sullo sconcerto con cui noi oggi cominciamo a discutere di questo argomento e che ci porterà alla seduta del Consiglio ordinario di oggi pomeriggio quando entreremo nel merito della deliberazione.
La prima considerazione che voglio fare è questa e vi do lettura della nota con cui l'Ordine dei medici del Verbano Cusio Ossola è intervenuto proprio in questo dibattito, alla luce del fatto che non si sono voluti n incontrare e nemmeno ascoltare i rappresentanti dei medici, dei lavoratori del settore della sanità, a fronte di una scelta così importante non soltanto rispetto al servizio e a come è organizzato sul territorio, ma anche rispetto alla capacità di offrire condizioni degne di lavoro ai lavoratori del settore e anche di essere attrattivi in un particolare momento come quello che stiamo vivendo in questo periodo storico, in cui vi è una certa competizione nel mercato del lavoro sanitario e, ovviamente, i professionisti del settore intendono trovare legittimamente le migliori condizioni di lavoro, anche rispetto alla loro comodità e alla qualità delle strutture in cui devono lavorare e, quindi anche al loro stato di degrado, di abbandono, di manutenzione o di infrastrutturazione tecnologica.
Il Presidente dell'Ordine dei medici chirurghi del Verbano-Cusio-Ossola, in sintonia con tutti i componenti del Consiglio direttivo e senza presunzione, interpreta l'estrema preoccupazione e il profondo disagio di ogni medico che opera nella nostra Provincia.
"La carenza di medici di famiglia, la fuga dei medici dalle strutture sanitarie e dei medici ospedalieri, in quanto stremati e privi di una prospettiva di condizioni di lavoro a dimensione umana, sono aggravate dalla consapevolezza che, dopo decenni di abbandoni, manca una progettualità seria, chiara e coerente per una sanità nel VCO.
Perché coloro che ogni giorno sono vicini alle persone che hanno bisogno di una risposta non vengono ascoltati o interpellati? Ogni medico, con abnegazione, ha espresso la propria disponibilità, al fine di puntellare tutta una serie di carenze strutturali e organizzative durante la pandemia ed ora, a volte per le stesse carenze, viene accusato per l'inefficienza del sistema.
Ogni medico chiede con forza e a voce alta di dare una prospettiva futura alla sanità del VCO, per salvaguardare quel diritto inalienabile di ogni persona quale è la salute.
È mio compito chiedere alle istituzioni di essere ascoltati ed è mio compito dare voce alla voce di ogni medico per dire: date un futuro certo alla sanità del Verbano Cusio Ossola".
Ci sarebbe veramente poco da aggiungere a queste parole, che ci riportano alla questione di cui abbiamo dibattuto fino adesso: la mancanza di un disegno chiaro che investe sicuramente la sanità del VCO, ma non soltanto quella; una domanda cui in questi anni non si è dato risposta.
Aggiungo un secondo tema su cui vorrei puntare l'attenzione, apparentemente scollegato da quest'argomento.
L'idea di tenere in vita le due strutture esistenti, oltre ad avere tutti i limiti già richiamati (limiti di natura strutturale, tecnologica e di raggiungimento attraverso i trasporti) che li rendono meno appetibili sul mercato delle assunzioni e meno capaci di rispondere alle nuove esigenze della medicina moderna, lascia irrisolta una questione che la scelta di procedere all'ospedale unico, invece, affrontava e risolveva, ossia quale dei due deve diventare il nuovo DEA di primo livello di quel territorio.
L'unico aspetto che condivido nell'intervento del collega Preioni è la ovvia e naturale difficoltà di trovare soluzioni di mediazione fra i territori, che ovviamente vivono il protagonismo della propria appartenenza territoriale, quindi auspicano il maggior servizio possibile sul proprio territorio, desiderio legittimo di qualunque comunità. Dopodiché, si deve mediare con le esigenze di una comunità più ampia e, soprattutto, con la normativa che, per garantire la sicurezza delle infrastrutture sanitarie prevede bacini di utenza e di dimensioni adeguate rispetto alla popolazione afferente a ciascuna struttura. È evidente che su tutto il territorio del VCO non c'è lo spazio per non più di un DEA di primo livello.
Nella delibera e nell'intervento del collega Preioni si fa riferimento alla possibilità che a questo limite dimensionale venga offerta una deroga deroga che sul tavolo ancora non c'è.
Se oggi si voleva affrontare più serenamente la discussione, almeno rispetto alla prospettiva, è evidente che, in questi quattro anni, la deroga dal Ministero della Sanità andava ottenuta.
Da domani si potrebbe aprire una nuova discussione su quale dei due ospedali sarà DEA, perché questo si porterà dietro una serie di servizi, di infrastrutture e di personale, evidentemente sguarnendo l'altro, che aprirà una nuova conflittualità fra i territori che, mi sento di dire, sarà ancora più lacerante di quella vissuta fino adesso, rispetto alla localizzazione del nuovo ospedale. In quel modo si individuava una soluzione terza che finiva inevitabilmente per scontentare un po' gli uni e un po' gli altri magari in misura minore o maggiore, ma se non altro prevedeva una situazione nuova e azzerava lo storico di entrambi. Su questo sarebbe interessante capire - e lo riproporremo nel pomeriggio - verso quale direzione intende andare la Giunta.
Se un giorno arriverà la deroga, ne prenderemo atto con felicità e serenità; ci chiediamo solo con quali risorse questa Giunta immagina di garantire i servizi necessari per assicurare un DEA in entrambi gli ospedali. Dopo la deroga di carattere formale, è un secondo ordine di problemi che sarebbe interessante capire con quali risorse si affronterà però nel frattempo sarebbe interessante capire quale dei due ospedali diventerà un DEA.
Termino l'intervento con una considerazione sulla responsabilità della scelta.
Non è la prima volta che affrontiamo questioni di natura controversa in quest'Aula, ma è la prima volta che la responsabilità della scelta viene interamente scaricata da questa Giunta sui colleghi Consiglieri, che mi pare vogliano accogliere a cuor leggero.
Vi ricordo un momento piuttosto controverso delle nostre discussioni: l'assestamento di bilancio votato non più tardi di un po' di mesi fa durante il quale, a un certo punto, la maggioranza e la Giunta hanno presentato un emendamento molto controverso, che prevedeva un elenco puntuale di interventi di manutenzioni sul territorio.



(Commenti fuori microfono)



VALLE Daniele

Me ne rendo conto, ma magari poi se ne accorgeranno quando saranno addebitate le responsabilità.
Un elenco d'interventi, uno per uno, individuati nominalmente paese per paese, intervento per intervento, anche con l'indicazione dell'entità per ciascuno. Da questi banchi abbiamo avuto modo di sollecitarvi ad approfondire il tema della sostenibilità di quel tipo di emendamento, che evidentemente andava in deroga a tutte le procedure a evidenza pubblica per decidere questo tipo di intervento e che ci lasciava perplessi circa la responsabilità contabile.
Non so se i colleghi lo sanno, ma la Corte dei Conti ha scritto alla Giunta regionale e al Consiglio regionale per chiedere chiarimenti su quell'emendamento, non più tardi di qualche settimana fa. Per chi ha votato quell'emendamento, che è stato anche proposto dalla Giunta, oltre che essere votato dalla maggioranza del Consiglio, penso che sapere che la responsabilità è condivisa (e lo dimostra il fatto che la Corte dei Conti ha scritto a entrambi) non sia di grande sollievo.
Sappiano i colleghi che oggi voteranno la delibera da cui dipende interamente la scelta di procedere con la ristrutturazione di due ospedali senza aver prima rinunciato all'operazione dell'Ospedale Unico. Andando così incontro e in contrasto con tutti gli studi, non soltanto le norme che dimostrano che per quel territorio è necessario procedere all'ospedale unico, questa volta la responsabilità della scelta ricadrà interamente su di loro.
Fossi in loro, preferirei condividerla con chi si siede dall'altra parte dell'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente Daniele Valle per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Monica Canalis; ne ha facoltà per dieci minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Intervengo per ultima, a nome del Gruppo consiliare del Partito Democratico, per sottolineare alcuni aspetti rispetto al tema di questo Consiglio regionale straordinario che abbiamo chiesto come forze di minoranza.
Il primo punto, che ha qualcosa di inedito nella storia dell'edilizia sanitaria ospedaliera di questa Regione, è che la Giunta regionale del Piemonte sul VCO decide di non decidere e demanda la decisione al Consiglio regionale. Possiamo tradurla anche in altro modo: scarica (mi spiace usare un termine volgare) la decisione sul Consiglio regionale. Perché? Perch questa decisione è una patata bollente. Lo dico guardando i Consiglieri di maggioranza, che si troveranno, presto o tardi, a dover votare questo atto deresponsabilizzante per la Giunta e molto responsabilizzante per la maggioranza consiliare.
Attenzione, perché quello che i Consiglieri votano in Aula, quello che ha implicazioni finanziarie per l'ente regionale, poi passa al vaglio della Corte dei Conti. È chiaro che il territorio di cui stiamo parlando, come ha ben detto il Consigliere Preioni, ha delle specificità morfologiche e orografiche; è un territorio a vocazione montana, unico in Piemonte, uno dei tre in Italia con Sondrio e Belluno. È chiaro che la scelta sulla collocazione di un nuovo ospedale è particolarmente difficile e delicata su questo siamo d'accordo con lei, Consigliere Preioni. Tuttavia non siamo d'accordo quando il Consigliere dice che il centrosinistra in Piemonte non aveva deciso.
Guardate che qui chi sta facendo perdere anni preziosi alla popolazione del VCO, che è una popolazione molto anziana, quindi particolarmente bisognosa di risposte sanitarie, non è il centrosinistra, ma è il centrodestra e la Giunta Cirio che decide di tornare al via. Prima il Consigliere Rossi ha utilizzato la metafora del gioco del monopoli, io uso quella del gioco dell'oca: stiamo tornando al via.
La Giunta Chiamparino si è espressa otto anni fa, nel 2015, e la designazione di Ornavasso è stata inserita in un provvedimento nazionale nel DPCM del 24 dicembre 2018, con previsione di finanziamenti INAIL e previsione di realizzazione del nuovo ospedale nel giro di cinque anni.
Siamo nel 2023 e i conti sono presto fatti: oggi avremo un nuovo ospedale il cui taglio del nastro potreste intestarvi voi. Così come vi siete intestati il taglio del nastro di Verduno, su cui aveva lavorato la Giunta precedente.
Avete perso un treno e lo avete fatto perdere a quei 52 Comuni e a quei 150 mila abitanti (oggi è presente anche la Sindaca Marchionini insieme a una rappresentanza dei Sindaci di quella Provincia). Non date le responsabilità al centrosinistra, perché il centrosinistra, i suoi passaggi, con il Presidente Chiamparino e il Vicepresidente Reschigna e tutta la Giunta che ha completato il suo mandato nel 2019, li aveva fatti. Sappiamo cosa sta accadendo oggi, l'ospedale Castelli di Verbania e l'ospedale San Biagio di Domodossola, a poco a poco, vengono svuotati dei loro servizi. Questo ci raccontano i cittadini del VCO. Voi state "bollendo la rana" a fuoco lento pensando che non se ne accorga, ma guardate che quella popolazione è ben consapevole di quello che è accaduto in questi anni.
Che cosa ci dicono i dati sul VCO? Che quell'ASL, come riporta anche il rapporto indipendente commissionato dalla Regione, reso pubblico nei giorni e scorsi realizzato da AGM Project Consulting, e quella provincia risultano tra le prime tre del Piemonte per decremento delle figure professionali nell'ultimo decennio. Quel rapporto ci dice che nel 2021 nel VCO c'era la maggior percentuale di medici over 60 di tutta la regione, quindi di medici la cui pensione è imminente e c'era, in quella ASL, un numero particolarmente alto di medici gettonisti full time (ben 42). Quella è una ASL, quelli sono ospedali in via di smantellamento.
Sempre quello studio ci dice che la soluzione più efficiente e più opportuna è quella di un ospedale unico. Non volete farlo a Ornavasso? Scegliete un'altra località, ma da un punto di vista razionale e di ragionevolezza, la soluzione giusta non è ristrutturare strutture vecchie e, soprattutto, duplici, ma farne una nuova che garantisca il rispetto dei volumi di attività previsti dalla normativa assicurando economie di scala qui torno al giudizio che, presto o tardi, arriverà dalla Corte dei Conti e la riduzione di costi di gestione, oltre a generare maggiore attrattività nei confronti del personale sanitario (ricordiamolo, quello è un territorio periferico, non è facile attirare personale sanitario), oltre a risultare attrattivo per la popolazione residente che sempre più spesso oggi si trova costretta rivolgersi alle strutture ospedaliere della provincia di Novara o della Lombardia, andando a incrementare la mobilità passiva della nostra regione.
È davvero quantomeno curioso che questa Giunta proponga al Consiglio di far passare, con un colpo di spugna, decisioni assunte nella passata legislatura, che prevedevano un numero di posti letto pari a 330 più 53 posti tecnici e un costo di 178 milioni di euro, che sarebbe diventato 155 milioni di euro successivamente alla dismissione parziale delle vecchie strutture. A fronte di 330 posti e 155 milioni di costi, oggi ci viene prospettato, invece, di ristrutturare le vecchie strutture con un risultato di 280 posti (quindi meno) e un costo di 200 milioni di euro (quindi di più).
Capite che non bisogna essere necessariamente degli esperti di sanità per comprendere che questo cambio di decisione non conviene né da un punto di vista tecnico né da un punto di vista finanziario. Soprattutto è curioso che, a fronte di uno studio tecnico, si decida di andare in una direzione diversa. Guardate che non solo la AGM Project Consulting si è espressa, lo aveva fatto anche l'IRES, ente di ricerca partecipato della Regione. Per l'ospedale unico nuovo si è espressa anche Mariella Enoc, autorità nazionale, e forse non solo nazionale, in materia sanitaria, esponente del territorio provenendo dalla provincia di Novara, già amministratrice di ospedali della sanità privata no profit, come il Cottolengo e come il Bambin Gesù di Roma (l'ospedale del Papa, per intenderci). Mariella Enoc ha detto chiaramente che la soluzione più efficiente, con maggiori risposte per i cittadini, è quella di un ospedale unico nuovo.
Allora, Consiglieri di maggioranza, perché rifiutate di leggere uno studio indipendente commissionato dalla stessa Regione e reso pubblico nei giorni scorsi? Perché vi assumete il rischio di votare una proposta che potrebbe essere contestata dalla Corte dei Conti, perché costa di più della proposta che attualmente è in piedi? Perché ignorate il fatto che nei giorni scorsi il Ministero, quindi in maniera indipendente, ha certificato come la sanità del Piemonte abbia fatto dei passi indietro in materia di erogazione dei LEA, dei livelli essenziali di assistenza? Voi sapete che ogni anno il Ministero dà una pagella sui LEA, misurando in particolare le prestazioni dei distretti (quindi il territorio), misurando la prevenzione e, in terzo luogo, misurando le prestazioni ospedaliere; quindi, distretti, prevenzione e ospedali. Su questi tre parametri fondamentali, nel 2017 il Piemonte era la prima Regione in Italia; nel 2023, passati soltanto sei anni, siamo diventati settimi. E il COVID l'hanno avuto anche le altre Regioni, quindi basta trincerarsi dietro al COVID. Se eravamo primi e oggi siamo settimi evidentemente le altre Regioni hanno fatto meglio di noi sui distretti sulla prevenzione e sugli ospedali.
Allora diciamocelo che ci sono stati in questi quattro anni di Giunta Cirio forti ritardi sull'edilizia ospedaliera. Gli ultimi ospedali nuovi del Piemonte sono Verduno nel 2020, Mondovì nel 2009, Ceva nel 1990, Valle Belbo e Biella, credo di non averne dimenticati altri. Il VCO aveva bisogno di un ospedale nuovo; questo aveva deciso la Giunta Chiamparino. Perché non avete avuto attenzione per questo territorio, che già ha lo svantaggio di essere montano e periferico? Ma non date la colpa alla Giunta Chiamparino che aveva deciso nei tempi corretti.
Invoco, a conclusione, un atto di resipiscenza, invoco un ravvedimento da parte della maggioranza. Siete ancora in tempo; fatelo per buonsenso oppure fatelo per amore del territorio o, in ultima istanza, fatelo per paura di quello che potrebbe dirvi la Corte dei Conti, ma fatelo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Monica Canalis per l'intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Andrea Cane; ne ha facoltà per dieci minuti.



CANE Andrea

Grazie, Presidente.
Mi fa particolarmente piacere intervenire in questo caso. Ho sentito nei precedenti interventi tante favole e favolette che stiamo raccontando agli elettori. Innanzitutto dico che noi non dobbiamo avere paura assolutamente di nulla; magari la paura l'ha avuta chi governava prima di noi questa Regione. Vi parlo in veste di Consigliere eletto che vive in montagna, vive in un territorio come il Canavese, che è anche un territorio di montagna.
Pertanto, mi fa particolarmente piacere parlare non solo di sanità, ma anche di territorio.
Vorrei fare qualche riflessione tecnica per iniziare. Si parla delle motivazioni, cioè del perché di due ospedali. Innanzitutto ricordiamoci che nel periodo COVID l'ASL del VCO è riuscita a gestire le emergenze e non è andata in sofferenza proprio perché, avendo due presìdi, ha potuto trasformare in centro COVID il reparto di malattie infettive dell'ospedale Castelli di Verbania; mentre il San Biagio di Domodossola ha continuato con attività ordinaria, tutelando le urgenze e i malati oncologici.
Nel mese di aprile il COQ (Centro Ortopedico di Quadrante) di Omegna era diventato un COVID hospital, con 90 posti dedicati, che avevano permesso di accogliere anche persone provenienti da altre strutture.
Nella seconda fase emergenziale, sono stati coinvolti anche l'Eremo di Miazzina e l'Auxologico Piancavallo, che avevano ospitato i casi meno gravi che non necessitavano di terapia intensiva. Questo aveva sicuramente alleviato il peso sui presìdi ospedalieri.
Presidente, se avessimo avuto una sola struttura, saremmo andati in sofferenza sia sull'attività ordinaria sia sull'emergenza e, soprattutto anche sugli oncologici. Penso che in questo modo abbiamo sicuramente retto meglio l'impatto e non si sono mai dovuti bloccare gli accessi come, ahimè è stato fatto in altre strutture all'interno del territorio nazionale.
Ricordiamoci anche della carenza di medici. La carenza di medici e personale sanitario non è un problema del VCO - e mi rivolgo a chi è intervenuto prima - ma è generalizzata in tutto il nostro Paese. Da noi cioè nel territorio del VCO, sicuramente non facilita la vicinanza con la Svizzera.
Ricordo che, peraltro, in vista dell'entrata in vigore della nuova riforma fiscale, si sta assumendo. Si calcoli che in Italia un infermiere al mese riesce ad avere un compenso di circa 2.000 euro netti, mentre in Svizzera lo stesso infermiere con un contratto all'80% del tempo ha un compenso di 6.000 euro netti al mese, quindi il triplo. E su questo anticipo un discorso che riprenderò alla fine dell'intervento: ben venga, e ringrazio il Capogruppo Preioni e chi ci ha lavorato, la nuova legge per la sanità nelle aree montane, che penso sia una piccola rivoluzione territoriale di cui il nostro Piemonte ha assolutamente bisogno.
Alcuni amministratori dipingono una situazione tragica dei presìdi del VCO.
Su questo faccio un appello, visto che purtroppo questa cosa è capitata anche nei miei territori: bisognerebbe smetterla di fare terrorismo tra la gente. Smettiamola, perché all'interno dell'ASL del VCO, ma non solo in questa, ci sono ottimi dirigenti medici che attraggono alte professionalità per essere affiancati. Ed è proprio grazie a questi dirigenti che si riesce a contenere la mobilità passiva e si attraggono anche persone fuori dal territorio.
Vorrei anche segnalare l'attivazione di nuovi percorsi, come il Primary Nursing, che incentra la modalità di assistenza nel prendersi cura delle persone nel modo in cui vorremmo essere curati noi se fossimo malati.
Questo progetto è nato come capofila nell'ASL di Biella e anche all'interno dell'ASL del VCO viene implementato nei reparti di medicina generale malattie infettive e oncologia dell'ospedale Castelli, per poi estenderlo a tutti i reparti di questi presìdi.
Aggiungo il Lean Management Organization, che consente una nuova ottimizzazione e semplificazione dei processi, sempre con l'obiettivo di avere il paziente al centro del percorso di cura.
Infine, la partecipazione a campagne di prevenzione, che ormai risulta essere da tanti anni una realtà consolidata nell'ASL del VCO.
Presidente, se il complesso territorio del VCO fosse in pianura - anticipo il discorso che riproporrò alla fine del mio intervento - tutto sarebbe molto più facile, perché è facile parlare quando si vive nelle grandi città o in pianura! Come dicevo, se questo territorio fosse in pianura, sarebbe facile individuare un baricentro che consenta di rispettare i minutaggi stabiliti dal Ministero della Salute. Peccato che questo territorio palesemente non è in pianura. Purtroppo non è così. La percorrenza anche di pochi chilometri, ma chi vive in montagna lo sa bene, diventa difficile in molteplici situazioni.
Vi pongo alcuni esempi: da Formazza a Verbania, con un traffico normale, si impiega un'ora e 25 minuti; non cambia di molto se si fosse pensato a Ornavasso, visto che, sempre in una situazione di normalità, diciamo così ci vuole un'ora e 11 minuti. Figuriamoci, Presidente, con la neve! Perch ogni tanto, come sapete, in montagna nevica, vi segnalo questo particolare! Stessa cosa per Cannobio, dove, in assenza di traffico, si impiegano circa 50 minuti per arrivare a Ornavasso (è inimmaginabile arrivare fino a Domodossola!), cosa che realisticamente non succede mai, perché non vi è una viabilità tale da impiegare meno di un'ora; anzi, in certi periodi dell'anno andiamo anche oltre l'ora! Questi erano solo alcuni esempi, che però possono essere estesi a qualsiasi vallata, paese del lago o, comunque del territorio del nostro Piemonte.
Aggiungo ancora che un ospedale unico - lo dico perché si parlava proprio di "ospedale unico" - non trova la condivisione degli amministratori sul luogo di realizzazione. Gli amministratori, di fronte a una domanda precisa, rispondono: "Ospedale unico? Sì, ma dove? Dove lo facciamo questo ospedale unico?". E non si sono mai espressi, neppure nell'ultima rappresentanza. Normalmente (non dappertutto), vi è un minimo d'intesa tra amministrazioni territoriali e Regione. Perché non si sono espressi i Sindaci? Penso che il motivo sia facile da spiegare: ognuno di loro vorrebbe l'ospedale nel proprio territorio comunale, o al massimo a pochi chilometri. Tutti noi vorremmo l'ospedale vicino: anch'io lo vorrei nel paesino dove abito, o magari in zone limitrofe, tipo a Pont Canavese, a Cuorgné, a Locana.
Insomma, ci sono tanti posti dove vorremmo un ospedale, però il discorso è un po' più complesso dal punto di vista della sanità. Al riguardo, riprendo anche le parole del Presidente Cirio e dell'Assessore Icardi pronunciate una settimana fa a Ivrea: "La sanità è un po' più complessa da delineare. A volta dev'essere avvalorata da più analisi, anche tecniche". Certi discorsi non li possiamo fare di pancia, fomentando il territorio con teorie campanilistiche. Concordo, quindi, con quanto hanno detto pochi giorni fa il Presidente Cirio e l'Assessore.
Mi avvio alla conclusione.
Si è fatto cenno, da parte dei colleghi, a "fini elettoralistici". Magari sarò smentito, però vi invito a prestare attenzione, perché è vero che è stato detto che abbiamo ancora un anno per fare altri danni, però mi permetto di evidenziare il fatto che avere troppa sicurezza nelle proprie idee potrebbe risultare, magari, un boomerang! Attenzione, quindi, a essere così sicuri del futuro.
Prima si è parlato del gioco dell'oca: questo gioco dell'oca lo avete iniziato voi anni fa, e gli elettori lo sanno bene.
Concludo il mio intervento ringraziando ancora una volta il Capogruppo Preioni e richiamo ancora il progetto di legge che porterà a supportare, a livello economico, medici e infermieri che lavorano nelle zone montane magari anche quelle più isolate del nostro Piemonte.
Ripeto ancora una volta che è facile parlare se si è in città; è facile parlare se si è in grandi centri urbani. Da quattro anni abbiamo una maggioranza composta da persone del territorio, della provincia, e non solo delle grandi città. Penso che non ci sia mai stata una maggioranza così eterogenea (lo dico non solo a livello personale, ma anche a livello di Lega e degli altri partiti che compongono la maggioranza, quindi a livello di coalizione di centrodestra in generale).
Grazie ancora per questo progetto di legge, che sicuramente è utile non solo per le persone che vivono in montagna, ma anche per tutte le persone che vivono attorno ai luoghi più lontani dalla grande città. Ricordo ancora una volta ai colleghi che magari sono un po' più torinocentrici che il Piemonte è pur sempre la regione che detiene il record di piccoli Comuni: non dimentichiamo questo aspetto! Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Andrea Cane per l'intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mauro Fava.
Prego, collega; ne ha facoltà per dieci minuti.



FAVA Mauro

Grazie, Presidente. Sarò breve.
Come il Presidente Preioni, io sono nato in montagna, a 1.200 metri, negli anni Settanta, quando il boom della città prendeva piede, quando le vallate si spopolavano per andare ad incrementare il lavoro delle grandi città o delle periferie.
Oggi si sta tornando un po' indietro, per cui le montagne si stanno ripopolando e si stanno mettendo in evidenza le problematiche che esistono: mi riferisco ai servizi, su cui siamo carenti ormai da tantissimi anni. Non importa chi governa, se destra o sinistra; sono anni che la montagna è stata dimenticata. Ecco perché sono molto vicino a questa idea del Presidente Preioni: vivendo la montagna, eliminando cioè l'etichetta politica e andando a parlare non solo con gli amministratori, ma anche con i cittadini, con i ricchi e con i poveri, si capisce quali sono le difficoltà dei nostri territori. I nostri territori hanno bisogno di servizi fondamentali, che non si limitano agli ospedali: parliamo, infatti di medici di base, di medici del territorio, di infermieri; tutti elementi che negli ultimi vent'anni sono venuti a mancare.
Come ha detto prima il collega Cane, con questa Amministrazione ci si è un po' riavvicinati alle problematiche della montagna: del resto, abbiamo avuto un Presidente che ha dato atto di queste difficoltà. Ma non è sufficiente: ecco perché sposo l'intenzione dei tre ospedali del Verbano Cusio Ossola. Perché i nostri territori non hanno bisogno di correre dietro alla sanità. È la sanità che deve correre dietro ai territori, offrendo loro la possibilità di essere raggiunti e curati nel più breve tempo possibile.
Anch'io sono favorevole agli ospedali unici, perché si raggruppano molte situazioni, ma purtroppo la montagna è diversa dalla pianura. Le nostre realtà non sono così facili da raggiungere, i nostri territori si trovano a 1.700/1.800 metri e l'ospedale più vicino del mio territorio si trova a 400 metri d'altezza. Il paese dove sono domiciliato, attualmente, ha soltanto un'idea di pronto intervento: il pronto soccorso più vicino è a 70 chilometri.
Inoltre, ci sono altre realtà che sono molto più distanti: borgate nelle vallate più disperse che distano circa 80/90 chilometri dal pronto soccorso più vicino, che è quello di Ivrea, che è quasi impossibile pensare di raggiungere. Ecco perché sostengo l'iniziativa di fare degli ospedali, ma anche di prendere in mano quelli che ci sono per metterli a posto e porli in condizioni tali che i cittadini, che sono i primi contribuenti che pagano le tasse, possano usufruire di quei servizi che mancano. Abbiamo bisogno di fornire i servizi alla gente, non abbiamo soltanto bisogno di pensare alla parte politica. Certo, se faccio un ospedale nuovo, è bello e chissà quante bandierine politiche ci mettiamo, ma quello a me personalmente importa poco, importa che la sanità funzioni come deve funzionare.
Passati quattro anni in maggioranza, dopo il momento critico della pandemia, molte cose che non funzionavano si sono viste e grazie al nostro Presidente, grazie a tutti i Gruppi di maggioranza e grazie anche dell'opposizione si è lavorato per dare soluzioni e per sistemare qualcosa.
Sicuramente, siamo ancora tanto lontani dagli ottimi risultati in sanità che vorremmo e non so se basterà ancora una legislatura prima che arrivino ma sicuramente è importantissimo ristrutturare le strutture che ci sono laddove servono, come nel Verbano Cusio Ossola, perché la montagna ha bisogno di risposte sotto casa e non a chilometri e chilometri di distanza.
Concludo dicendo, signori, di metterci tutti a guardare la realtà dei nostri contribuenti, che sono loro che ci chiedono, prima di chiederlo alle amministrazioni, perché loro hanno più bisogno. Se pensiamo che oggi va a votare il 40%, forse, una domanda dobbiamo farcela: essere più vicini ai cittadini prima che alle bandiere.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi sono altre richieste d'intervento in discussione generale.
Se non ve ne sono, prima di chiudere la discussione, chiedo alla Giunta se intende intervenire. Non mi sembra vi siano richieste. Dichiaro, quindi chiusa la discussione generale.
Concludiamo questa seduta, per riunirci alle ore 15, in seduta ordinaria e con l'o.d.g. che vi è stato inviato via mail.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.15)



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