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Dettaglio seduta n.255 del 30/05/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.31 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la sessione delle interrogazioni e interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione indifferibile e urgente n. 1346 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, cui risponderà l'Assessore Andrea Tronzano; sull'interpellanza n. 1374 presentata dal Consigliere Alberto Avetta, l'interrogante ha chiesto la risposta scritta, alla quale provvederà l'Assessore Andrea Tronzano.
Chiedo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni e interpellanze di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula. Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta trasmesso via mail a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono. Ricordo ancora che nelle interrogazioni indifferibili e urgenti è prevista l'illustrazione, da parte dell'interrogante, per due minuti e la risposta da parte del componente della Giunta per tre minuti e non è prevista replica da parte dell'interrogante.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1346 presentata da Frediani, inerente a "Valutazione dell'impatto sul territorio dell'attività di cava di Caselette e di altri cantieri previsti in concomitanza sul territorio"


PRESIDENTE

Iniziamo ora i lavori con l'interrogazione indifferibile e urgente n. 1346.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Francesca Frediani.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà per due minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere breve.
La cornice generale dell'interrogazione è l'articolo 3 quater del Codice dell'Ambiente: il principio dello sviluppo sostenibile che disciplina l'attività ambientale. Abbiamo poi richiamato i principi nelle considerazioni dell'interrogazione.
Andando sul piano più pratico e concreto, quindi sulla situazione che sottoponiamo alla Giunta, parliamo della cava di Caselette. Abbiamo già presentato un'interrogazione in merito alle autorizzazioni; qui invece cerchiamo di allargare lo sguardo, perché sappiamo che su quel territorio sono previsti, addirittura già avviati, numerosi cantieri.
Parliamo di un'area con un valore piuttosto elevato, dal punto di vista ambientale e paesaggistico, e parliamo di un'attività con un elevato impatto dallo stesso punto di vista.
L'area interessata è ricca di una flora e fauna altamente sensibile, ed è per questo motivo che questa zona è parte dell'attuale direttiva "Habitat e Uccelli", direttiva europea con l'obiettivo di mantenere o ripristinare gli habitat e le specie in uno stato di conservazione ottimale nelle aree geografiche di appartenenza.
L'area prevista nella cava di Caselette, tra l'altro già avviata, non avrà soltanto un impatto sul suolo, ma anche conseguenze derivanti dal movimento terra, dalle emissioni di polveri e dal transito di camion. Proprio in questi giorni, tra l'altro, ci sono problemi sull'autostrada per dei lavori avviati dalla SITAF e le assicuro che le statali della Val di Susa sono letteralmente intasate sia dal traffico privato sia da questi camion che quotidianamente incontro sulle strade (un tempo non si vedevano, adesso invece c'è un elevato traffico).
Inoltre, sappiamo che dovrebbe essere realizzata, nel vicino Comune di Buttigliera, la Pista Guida Sicura. Anche qui si tratta della risoluzione di un'interferenza legata alla creazione della nuova linea Torino-Lione per cui la Pista Guida Sicura, che attualmente si trova a Susa, dovrebbe essere riposizionata a Buttigliera. Parliamo, quindi, di un altro impatto per un ulteriore cantiere.
L'esecuzione di una VIA (valutazione d'impatto ambientale) presuppone la partecipazione e l'informazione ai cittadini; probabilmente in questo caso avrebbe consentito di approfondire maggiormente l'impatto di tutte queste opere su un territorio.
Il senso dell'interrogazione è che ci si focalizza sui singoli cantieri, ma non si alza lo sguardo per vedere tutto l'insieme e capire qual è l'impatto dei singoli cantieri su una particolare area, in questo caso un'area particolarmente delicata dal punto di vista ambientale e storico, perch sappiamo esserci state delle valutazioni anche da parte della Soprintendenza.
Le domande dell'interrogazione sono finalizzate a sapere per quale motivo non sia stata eseguita la valutazione d'impatto ambientale per valutare l'impatto delle attività in avvio sullo stesso territorio, quindi considerate nel loro insieme; se sia stata eseguita una caratterizzazione del suolo prima di avviare l'attività di scavo (in precedenza avevo letto un articolo su un giornale nazionale, scritto da Luca Mercalli, che riepilogava e illustrava le caratteristiche particolari e di grande valore di quel prato che è stato distrutto per realizzare la cava); se siano state compiute da un professionista le indagini archeologiche richieste dalla Soprintendenza. Questo perché ci troviamo, tra l'altro, in un'area compresa in un tenimento dell'Ordine Mauriziano, quindi sottoposto a vincolo, tema che abbiamo affrontato in una precedente interrogazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Francesca Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Andrea Tronzano.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per tre minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore alle attività estrattive

Grazie, Presidente, e grazie alla Consigliera Frediani.
Si parla sempre di una preziosa e puntuale attività di riflessione.
Per quanto riguarda l'esecuzione della VIA, non è stata eseguita in quanto al momento dell'autorizzazione rilasciata ai sensi della vigente legge regionale 69/78 dal Comune di Casellette, previo parere della Provincia di Torino, così come allora previsto dalla legge regionale 44/2000 l'intervento rientrava tra i casi di esclusione automatica previsti per le cave sottosoglia.
Sulla domanda se sia stata eseguita una caratterizzazione del suolo prima di avviare l'attività di scavo, la normativa in materia di attività estrattiva non prevede la caratterizzazione del materiale oggetto di estrazione e la caratterizzazione ambientale, finalizzata ad accertare la sussistenza dei requisiti di qualità ambientale delle terre rocce gestite in regime di sottoprodotto, da reimpiegare ai fini della ricomposizione morfologica del sito, è prevista dal DPR 120 del 2017, pertanto sarà da eseguire in fase di conferimento e non di coltivazione.
Se siano state compiute da un professionista le indagini archeologiche richieste dalla Sovrintendenza, non risulta siano state richieste indagini archeologiche da parte della Sovrintendenza. La prescrizione è riportata nell'autorizzazione paesaggistica, a seguito del parere favorevole all'attuazione dell'istanza (abbiamo il decreto legislativo di riferimento) della Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino, protocollo, ma è tutto scritto nella risposta che le fornirò.
Per quanto attiene la tutela archeologica, si evidenzia che, dal momento che le valutazioni archeologiche effettuate nel 2012 in occasione di analoga richiesta da parte di altre società per la coltivazione della contigua cava hanno evidenziato un sensibile rischio archeologico connesso alle attività di scavo sui terreni agricoli dell'area, questa autorizzazione è subordinata alla vincolante prescrizione di informare questa Soprintendenza all'apertura di nuovi lotti con sufficiente anticipo allo scopo di consentire sopralluoghi in corso d'opera.
A questa richiesta si è ottemperato con comunicazione di avvio attività alla Sovrintendenza Archeologie Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino in data 1° agosto 2022. Abbiamo anche le PEC di consegna.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Andrea Tronzano per la risposta.


Argomento: Sistema informativo regionale

Interpellanza n. 1374 presentata da Avetta, inerente a "Dati digitali della Regione Piemonte: modalità di custodia" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Come già comunicato, all'interpellanza n. 1374 presentata dal Consigliere Alberto Avetta, avente a oggetto "Dati digitali della Regione Piemonte: modalità di custodia", l'interrogante ha chiesto la risposta scritta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.
Alle ore 10 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 9.40 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 10.02 il Presidente Allasia constata la mancanza del numero legale e ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento, aggiorna la seduta alle ore 10.32)



(La seduta inizia alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Buongiorno a tutti e a tutte.
Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento, comunico che sono in congedo i Consiglieri Cirio, Ricca e Ruzzola.
Il numero legale è, pertanto, 25.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione e chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere l'iscrizione all'o.d.g. dell'odierna seduta dell'ordine del giorno n. 788 avente a oggetto "Temi sensibili a scuola. La Regione garantisca il rispetto della normativa sul 'consenso informato preventivo'".
Nel caso in cui le scuole, come spesso accade, vogliano fare attività extracurriculari o attività di informazione su alcuni temi, anche sensibili, esiste una normativa che prevede che le famiglie siano debitamente informate sull'oggetto e sul contenuto di questi temi, come sul soggetto che andrà a proporli in classe.
Mi pare importante riaffermare il principio secondo cui le famiglie debbano essere almeno informate, in maniera attenta e precisa, su quali sono gli elementi che verranno proposti ai propri figli a scuola, sia in termini di oggetto e di contenuto, soprattutto se riguardano temi sensibili, come ho detto, sia in merito ai soggetti che andranno a proporli in classe.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Zambaia; ne ha facoltà.



ZAMBAIA Sara

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere l'iscrizione all'o.d.g. dell'odierna seduta dell'ordine del giorno n. 1185, avente a oggetto "PRAE: contrarietà all'insediamento del Polo estrattivo Druento TO3090 zona Misterletta", e ne chiedo, se è possibile, la discussione non dico in questa seduta, ma almeno nelle prossime settimane, o comunque appena tratteremo il punto all'o.d.g.
relativo agli atti d'indirizzo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Volevamo chiedere l'inversione del punto 5) all'o.d.g., relativo all'ordine del giorno 1178, avente a oggetto "Istituire un Tavolo di confronto per individuare soluzioni strutturali al caro affitti per gli studenti universitari fuorisede", collegato all'ordine del giorno n. 1177 presentato dal Consigliere Magliano, avente a oggetto "Agevolazioni fiscali per chi affitta appartamenti a studenti fuori sede", e anticiparne la discussione.
Vista la presenza degli studenti universitari fuori dal Palazzo e poich abbiamo interloquito direttamente con la Giunta (in particolare con l'Assessora Chiorino, che arriverà alle ore 11) in merito a questi atti d'indirizzo, che vertono sul tema del caro affitti per gli studenti universitari, vorremmo trattare tali ordini del giorno possibilmente nella mattinata, o comunque prima di aprire la seduta successiva, che insiste sul Capo X dello Statuto.
Poiché ci sembra che vi sia un accordo almeno con l'Assessora per discuterne e, magari, portarli in approvazione, chiediamo che il punto 5) all'o.d.g. sia trattato comunque entro la fine di questa seduta consiliare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Mi sembra che non vi siano ulteriori richieste di modifica dell'o.d.g.
Per quanto riguarda le due richieste di inserimento nuovi punti all'o.d.g.
una relativa all'ordine del giorno n. 788 avanzate dal Consigliere Magliano, l'altra relativa all'ordine del giorno n. 1185 avanzata dalla Consigliera Zambaia, se non vi sono interventi in dissenso li inseriamo in calce all'attuale elenco. Se poi vi sono accordi diversi, si può comunque concordare per discuterli anticipatamente.
Penso che non sussistano contrarietà neanche sulla richiesta di inversione punti all'o.d.g. avanzata dal Consigliere Sarno. Potremmo porre in votazione la richiesta, ma poiché sussiste già un accordo con la Giunta, lo ritengo superfluo.
Appena sarà presente l'Assessore potremo eventualmente interrompere i lavori e discutere gli atti d'indirizzo richiesti, vista anche la presenza dei manifestanti fuori, come anticipato dal collega Sarno.
Non so se la maggioranza ha ascoltato, ha percepito, ha valutato, ha considerato.
Il silenzio è assenso.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni di nuovi punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Se non vi sono ulteriori interventi, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 18 aprile (sessione pomeridiana), del 19 aprile e del 3 maggio 2023.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Cirio, Ricca e Ruzzola.
b) Processi verbali precedenti sedute Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute del 9, 16 e 22 maggio 2023.
c) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Se non vi sono richieste d'intervento sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio, possiamo procedere con l'esame del punto successivo all'o.d.g.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Giovani

Esame testo unificato della proposta di legge n. 208 e del disegno di legge n. 246, inerente a "Promozione dell'istituzione dei Consigli comunali dei ragazzi per la partecipazione attiva delle giovani generazioni alla vita politica ed amministrativa delle comunità locali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame del testo unificato della proposta di legge n. 208 e del disegno di legge n. 246, inerente a "Promozione dell'istituzione dei Consigli comunali dei ragazzi per la partecipazione attiva delle giovani generazioni alla vita politica ed amministrativa delle comunità locali", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla VII Commissione in data 16 maggio 2023.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Gagliasso, che ha facoltà di intervenire.



GAGLIASSO Matteo, relatore

Grazie, Presidente.
Cercherò di non utilizzare tutti i minuti che ho a mia disposizione, dal momento che parliamo di una proposta di legge e di un disegno di legge che hanno poi visto l'unificazione in sede di Commissione.
È uno di quei testi che, a livello politico, e soprattutto come rappresentanti del territorio, ci vede più che concordi, perché sappiamo quanto possano essere importanti questi Consigli comunali dei ragazzi, che spesso abbiamo modo di vedere impegnati nelle varie attività organizzate sul territorio.
Il progetto di legge che oggi è in esame all'Aula, inerente a "Promozione dell'istituzione dei Consigli comunali dei ragazzi per la partecipazione attiva delle giovani generazioni alla vita politica ed amministrativa delle comunità locali", consegue all'unificazione condivisa con la Giunta regionale (in particolare con l'Assessore Chiara Caucino) delle disposizioni contenenti rispettivamente le proposte di legge n. 208 e il disegno di legge n. 246.
La proposta di legge n. 208 è stata presentata dalla collega Canalis, che ringrazio, e da altri Consiglieri in data 27 maggio 2022, per essere assegnata per l'esame in sede referente alla VII Commissione e in sede consultiva alla I Commissione.
Il disegno di legge n. 246 è stato presentato dalla Giunta regionale in data 6 febbraio 2023, poi assegnato per l'esame in sede referente alla VII Commissione e in sede consultiva alla I Commissione in data 7 febbraio 2023.
Dei due testi è stato predisposto in fase di esame un testo unificato, che è stato licenziato dalla VII Commissione il 16 maggio con il voto di tutti i presenti, dopo aver acquisito il parere di competenza della I Commissione consiliare.
Detto progetto di legge è finalizzato a sistematizzare e sostenere le istituzioni dei Consigli comunali dei ragazzi presso i Comuni piemontesi in quanto strumenti partecipativi che permettono ai giovani di avvicinarsi alle istituzioni pubbliche in modo diretto e non mediato e di diventare protagonisti dei processi decisionali.
Tra gli elementi che caratterizzano, nello specifico, il testo unificato vi sono: la costituzione di una Rete regionale di coordinamento dei Consigli comunali dei ragazzi, l'istituzione della Giornata dei Consigli comunali dei ragazzi e la previsione di contributi regionali per la realizzazione di progetti comunali e sovracomunali finalizzati al coinvolgimento dei ragazzi nei processi decisionali.
La Giunta si è data disponibile a finanziare questa legge con 25 mila euro per ogni anno del prossimo triennio, per cui fino al 2025. È un contributo che i Comuni sicuramente sapranno come utilizzare al meglio. Nelle ultime settimane, parlando della Provincia che rappresento (la Provincia di Cuneo), ci siamo trovati con i colleghi Graglia, Bongioanni e Demarchi in vari momenti istituzionali nei Comuni. E spesso sono stati proprio i Sindaci di questi Comuni a dire come premiare e valorizzare sempre di più questi ragazzi, proprio al Sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi. Non è solo un premio istituzionale per questi ragazzi, ma è un modo per avvicinarli all'attività pubblica, facendolo nel modo più aulico possibile.
I ragazzi spesso si sentono lontani dalle istituzioni e il Consiglio comunale dei ragazzi permette loro di conoscere la macchina amministrativa e di capire quante cose il primo cittadino e tutta l'amministrazione cercano di fare.
Non andrò a elencare tutti gli articoli della legge, perché sicuramente chi ha presentato la proposta di legge potrà farlo nel modo più dettagliato possibile, ma vorrei semplicemente ringraziare per averla proposta.
Ringrazio anche la Giunta, a nome dell'Assessore Caucino, per aver portato avanti questo disegno, che riguarda un tema giusto, non perché siamo qui a votarlo oggi, ma perché l'abbiamo proprio riscontrato sui territori. Quando si vede la partecipazione di ragazzi all'attività amministrativa è anche un bel segno d'integrazione, con la possibilità di crescere a livello personale.
Concludo, ringraziando ancora sia la Consigliera Canalis sia la Giunta regionale, a nome dell'Assessore Caucino.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha ora la parola la relatrice di minoranza, Consigliera Canalis; prego.



CANALIS Monica, relatrice

Grazie, Presidente.
I Consigli Comunali dei Ragazzi sono nati nel 1979, quindi poco più di quarant'anni fa, nell'Anno Internazionale dell'Infanzia a Schiltinheim, un piccolo comune francese nel territorio alsaziano, con l'obiettivo di consentire ai ragazzi più giovani di farsi portavoce dei propri interessi all'interno delle sedi istituzionali.
In Italia i primi Consigli comunali dei ragazzi sono stati istituiti con atti volontari dei sindaci, per raccogliere l'invito dell'UNICEF ad attivarsi in tal senso, secondo il principio per cui il Sindaco è da ritenersi il "Difensore civico dei bambini".
È poi intervenuta la legge n. 285 del 28 agosto 1997 intitolata "Disposizioni per la promozione dei diritti e delle opportunità per l'infanzia e l'adolescenza", che costituisce il primo caposaldo normativo a livello nazionale dei Consigli comunali dei ragazzi.
Anche a livello piemontese c'è una storia, una storia lodevole, dei Consigli comunali dei ragazzi, proprio in attuazione del rapporto dell'UNICEF del 2004 "Costruire città amiche delle bambine e dei bambini. 9 passi per l'azione", curato dal Comitato Italiano Centro di Ricerca UNICEF del 2004, nel quale era prevista l'istituzione dei Consigli comunali dei ragazzi quale contributo per assicurare l'attuazione della Convenzione ONU del 1989 sui diritti dell'infanzia.
Proprio sulla base di queste premesse giuridiche, sin dal 2008 il Consiglio regionale del Piemonte, quindi l'istituzione che noi rappresentiamo, ha attivato un censimento e un registro dei Consigli comunali dei ragazzi del Piemonte. Su 1.181 Comuni piemontesi, oggi ci sono 202 Consigli comunali dei ragazzi; alcuni sono incardinati nelle Circoscrizioni della Città di Torino e gli altri sono incardinati nei Comuni o nelle Unioni dei Comuni del Piemonte.
Il tema dei Consigli comunali dei ragazzi chiama in gioco molte parole chiave, a partire quella del territorio, perché entrare in un'istituzione come quella del Comune responsabilizza i bambini e i ragazzi alla cura del proprio territorio e al senso di appartenenza. È anche un tema di educazione, perché attraverso i Consigli comunali dei ragazzi si creano dei veri e propri momenti educativi alla responsabilità, alle regole, al bene comune, alla responsabilità verso il resto della comunità.
È un tema di Enti locali, perché i Consigli comunali dei ragazzi sono un vero e proprio organo istituzionale del Comune, ma soprattutto - ed è su questi ultimi due temi che mi vorrei soffermare - essi chiamano in gioco la democrazia e una determinata visione delle persone di minore età, dei minori.
Partirei da questo. Siamo in una fase storica in cui non solo nel nostro Paese, ma in tutto il mondo occidentale assistiamo a un vero e proprio processo di oggettificazione dei minori. Quante volte ci ritroviamo purtroppo, a denunciare fenomeni di impostazione adultocentrica delle nostre leggi o delle nostre iniziative normative? Quante volte si passa dal desiderio al diritto come se l'avere figli fosse un diritto, quando invece sono i minori ad avere diritto a dei genitori e non tanto gli adulti ad avere diritto a dei figli, come se i minori fossero degli oggetti? Questo è anche forse condizionato da una dinamica consumistica che tende a equiparare la persona, appunto, a un oggetto.
Siamo anche di fronte, purtroppo, a un processo di esclusione sempre più spesso dei minori dal dibattito pubblico. Siamo reduci dal periodo pandemico, un periodo in cui, in maniera particolarmente accentuata, i bambini e i ragazzi non hanno potuto partecipare non solo alla vita sociale, ma addirittura alla vita scolastica; non hanno potuto accedere in maniera degna all'istruzione, perché chiaramente la DAD è stato un semplice surrogato della vita educativa e sociale che si svolge all'interno della dimensione scolastica. I minori non hanno diritto di voto e, quindi, non hanno direttamente voce in capitolo nelle decisioni pubbliche.
Vorrei poi anche richiamare un altro processo, che è quello che a volte equipara la relazione con i minori ad una relazione proprietaria, una relazione di possesso. Ecco, spesso i giuristi, soprattutto specializzati nel diritto di famiglia, si sono soffermati su questo punto, chiedendosi a chi appartengono i bambini.
I bambini appartengono a qualcuno? La risposta sancita nelle nostre norme è che il bambino non è proprietà di nessuno, addirittura non è proprietà neanche dei suoi genitori biologici ma, di fatto, è inserito all'interno di una responsabilità condivisa, quella familiare, ma anche quella delle istituzioni che devono custodire i bambini e i ragazzi, che devono prendersene cura, che devono educarli e che devono anche proteggerli. In questa legge, credo che, con un certo rilievo anche giuridico, noi guardiamo al minore non come a un oggetto della legge, ma come a un soggetto, una figura che detiene ed è titolare di una soggettività giuridica intrinseca.
I minori, lo abbiamo detto, non hanno diritto di voto; fino all'età di 18 anni i cittadini italiani non possono votare, ma non per questo non sono titolari di diritti di cittadinanza. Anche i minori sono cittadini a tutti gli effetti e quindi, sebbene non possano votare, anche attraverso i Consigli comunali dei ragazzi e le Consulte giovani, possono intervenire nel dibattito, esprimere le proprie idee ed istanze e avere voce in capitolo. Per questo credo che una legge come questa abbia un valore profondo, non soltanto limitato a un riconoscimento superficiale.
L'altro grande aspetto, che credo meriti un approfondimento, è quello legato alla democrazia. Questa, e lo dico con piacere, anche perché è una norma che abbiamo costruito in maniera condivisa, è una legge di sostegno alla democrazia.
Ebbene, in un periodo storico in cui sono forti le spinte verso una democrazia decidente, in cui c'è un po' di allergia a tutte quelle sedi consultive, di confronto e di discussione come i Consigli e tutte le assemblee, un'allergia quasi come se fossero delle perdite di tempo o dei luoghi di inefficienza, dei luoghi che rallentano la decisione e rallentano la risposta ai bisogni dei cittadini, stiamo rafforzando e sostenendo, come abbiamo detto, un ulteriore organo istituzionale dei Comuni, cioè aggiungiamo un livello democratico, perché crediamo in un surplus di confronto esteso a chi oggi non ha diritto di voto e quindi non ha una rappresentanza. Estendere anche a queste figure una possibilità di esprimersi non è un indebolimento o un'inefficienza della democrazia, ma è invece un aiuto per i nostri Sindaci, per le nostre Giunte comunali, per i Consigli comunali, perché potranno avvalersi anche del punto di vista dei bambini e dei ragazzi. Pertanto, non un indebolimento, ma un rafforzamento della democrazia e una maggiore coesione della comunità.
Soltanto se c'è una cittadinanza attiva, soltanto se c'è una più ampia partecipazione, la comunità si sente più partecipe della vita delle istituzioni, le ama di più, di fatto si educa alla democrazia e, in qualche maniera, si fa anche prevenzione su tristi fenomeni come l'astensionismo o la disaffezione per la politica. Una determinata concezione dei minori quindi, e una determinata concezione della democrazia.
Inoltre, con questa legge, manifestiamo una vicinanza sia ai Comuni, che così bene si fanno promotori di un'iniziativa come questa, sia alle scuole perché essendo i Consigli comunali dei ragazzi rivolti alla fascia di età che va dal terzo anno della scuola primaria al terzo anno della scuola secondaria di primo grado, è chiaramente fondamentale la collaborazione con gli istituti scolastici della scuola dell'obbligo. Con questa legge cerchiamo, come ente regionale, di porci accanto a queste altre articolazioni istituzionali e sostenerle.
Ecco, i Consigli comunali dei ragazzi possono essere davvero una scuola di democrazia che può lasciare traccia negli adulti del futuro, possono essere un luogo accogliente per valorizzare le idee dei bambini e dei ragazzi come nuova linfa per la comunità. Possono essere anche un modo per migliorare le condizioni di vita dei bambini e dei ragazzi, che sono indicatori ambientali primari per misurare la qualità di vita dell'intera comunità.
Ricordo ancora che, dopo il periodo pandemico, la buona qualità di vita di bambini e ragazzi è maggiormente importante.
Insomma, è anche una legge molto concreta perché, oltre a istituire una rete di coordinamento e di confronto tra i Consigli comunali dei ragazzi del Piemonte, propone anche una giornata regionale da celebrarsi in maniera itinerante nel nostro territorio regionale, il giorno 4 dicembre di ogni anno.
Proponiamo delle linee guida di programmazione da parte della Giunta regionale, che possono anche rendere omogeneo il lavoro dei Consigli comunali dei ragazzi sul territorio piemontese, ma mettiamo anche delle risorse; risorse premianti per quelle realtà particolarmente innovative originali, coinvolgenti che si sono distinte e che, magari, hanno bisogno anche di un sostegno economico da parte della Regione, considerando che purtroppo, alcuni dei Comuni piemontesi che già prevedono il Consiglio comunale dei ragazzi hanno dovuto sospenderlo per carenza di risorse. Anche in questo, quindi, la Regione, può camminare accanto alle Amministrazioni comunali.
Infine, Presidente, voglio ricordare due aspetti.
Primo, è una legge che nasce da un dialogo trasversale e sereno tra maggioranza e minoranza: sui bambini e sui ragazzi abbiamo cercato di unire le forze in una comunione di intenti per il bene di questi soggetti della nostra società Secondo, sarebbe necessario un ulteriore intervento legislativo per completare l'attenzione della Regione verso la fascia d'età successiva. I ragazzi sono minori fino ai 18 anni, ma il Consiglio comunale dei ragazzi li coinvolge solo fino alla terza media, quindi solo fino ai 14. Potremmo sin d'ora, cominciare a pensare a un intervento integrativo sulle Consulte giovani, che invece riguardano la fascia dai 14 anni in poi, per completare l'opera.
Visto che stiamo promuovendo e investendo sui Consigli comunali dei ragazzi, dovremmo anche pensare alla fascia dell'adolescenza, una fascia spesso delicata e critica, ascoltandoli e coinvolgendoli. Pensare, quindi a un intervento analogo per potenziare le Consulte giovani del Piemonte oggi meno diffuse dei Consigli comunali dei ragazzi.
Sono disponibile e ringrazio ancora tutti, in particolare l'Assessora Caucino, per la collaborazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Caucino; ne ha facoltà.



CAUCINO Chiara, Assessore all'infanzia, genitorialità e ruolo della

famiglia nelle politiche del bambino Grazie, Presidente, e grazie alla consigliera Canalis e al Consigliere Gagliasso.
È già stato detto molto e sono molto felice del risultato ottenuto soprattutto grazie a un'interlocuzione serena, com'è stato ricordato poc'anzi, tra maggioranza e minoranza, per il bene dei tanti bambini piemontesi che hanno necessità di essere ancora più ascoltati di quanto non lo siano oggi.
L'obiettivo del disegno di legge è già stato ricordato più volte, ma voglio comunque ricordarlo: dare spazio e voce ai nostri figli. Dare loro ascolto.
Vogliamo costruire una comunità in cui le opinioni dei nostri bambini, i loro bisogni, le loro priorità e, soprattutto, i diritti dei bambini e degli adolescenti siano parte integrante delle politiche, dei programmi e delle decisioni che le amministrazioni sono costantemente chiamate a prendere.
È un testo unificato tra la proposta di legge n. 208, a prima firma della Consigliera Canalis, e il disegno di legge n. 246, a firma della sottoscritta. Non abbiamo avuto problemi a trovare un percorso che potesse accontentare entrambe le parti, perché entrambi crediamo e pensiamo che si debba essere uniti quando si parla di minori, di bambini e di adolescenti.
Voglio ricordare come questa mia proposta provenga da una proposta ancora più a monte, da parte di un Consiglio comunale dei ragazzi di Favria.
Voglio ricordare e ringraziare l'Assessore alla Gentilezza di Bollengo oggi qui con noi, Daniela Ferro, per avere fortemente contributo a questo percorso. Rappresenta uno di quegli amministratori che sta fattivamente attuando la tematica sui territori. Forse, più che degli slogan, serve concretizzare e realizzare nei fatti.
Com'è stato già ricordato, attraverso questo disegno di legge stiamo semplicemente allineando la nostra azione politica al dettato della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989 ratificato in Italia solo nel 1991. Questa convenzione si basa su quattro principi fondamentali e uno di questi è proprio il diritto alla partecipazione.
Il diritto alla partecipazione porta con sé altri elementi e altri diritti fondamentali: il diritto all'ascolto, alla libertà di espressione, alla libertà di pensiero, di associazione e di informazione. Sono tutti principi che questo disegno di legge porta seco e che vogliamo massimamente rappresentare. La partecipazione comporta l'ascolto dei nostri bambini e dei nostri ragazzi per raccogliere le loro istanze affinché, finalmente esse possano produrre cambiamenti effettivi e reali nelle nostre società.
La partecipazione dei ragazzi nella vita amministrativa e nella vita politica delle loro comunità è un obiettivo primario per questa Amministrazione.
Cosa vogliamo, in breve, valorizzare? Vogliamo che i nostri ragazzi imparino i valori della cura dei beni comuni; imparino il valore della legalità; imparino i valori del rispetto. Vogliamo che questo sia uno strumento partecipativo per veicolare tutti questi valori ai nostri ragazzi e poterli avvicinarli in modo netto e non mediato alle istituzioni. I ragazzi non si devono sentire parte estranea rispetto a un processo decisionale amministrativo e politico, ma parte integrante della società.
Molte volte, il disagio dei nostri ragazzi deriva dal fatto di sentirsi qualcosa di distante rispetto ad altro di cui non possono prendere parte.
Questo sarà ed è uno strumento partecipativo fondamentale.
Come la Consigliera Canalis ricordava, è una sperimentazione che arriva da lontano, addirittura dalla Francia negli anni Novanta. Abbiamo voluto ripercorrere l'esperienza francese, ma in Piemonte esistono già molti Consigli comunali dei ragazzi e delle ragazze (circa 200, per l'esattezza).
Molti di questi forse sono registrati, Consigliera, sulla carta, ma devono ancora attivamente dare un'impronta fattuale a tutti questi valori in cui noi ci riconosciamo.
È un disegno di legge che consta di dieci articoli. Elemento fondamentale con il supporto di una dotazione economica, oggi abbastanza esigua, di 25 mila euro (annuale per i prossimi tre anni) è la costituzione, per tutti coloro e per quei Comuni che vorranno parteciparvi, di questa bellissima rete, che porterà sicuramente alla sistematizzazione di un'azione già in essere con 200 Comuni all'attivo, ma che vogliamo rendere ancora più radicale e sistematica.
Sottolineo questo per dire che anche l'istituzione della giornata regionale dei "Consigli comunali dei ragazzi" avrà una valenza rappresentativa e fattuale fondamentale. Il 4 dicembre ci troveremo tutti insieme, penso per quest'anno a Torino, ma per i prossimi anni, in modo itinerante, su tutto il territorio piemontese, festeggeremo questa giornata e cercheremo di condividere buone prassi.
I ragazzi sono pieni d'inventiva e di creatività: mettiamoli al centro e soprattutto, cerchiamo di fare in modo di condividere con loro i bisogni che hanno. Ascoltiamoli. Il progetto di mettere al centro i nostri ragazzi lo stiamo portando avanti, come Assessorato, ormai da anni. Pensiamo all'istituzione della Giornata regionale del gioco libero all'aperto pensiamo a quanti Comuni hanno aderito lo scorso sabato all'unisono a questo momento di grande condivisione di gioco, di gioia e di creatività.
Pensiamo al bando da poco terminato "Amici della famiglia": otto Comuni si sono aggiudicati questo bando. Anche il Consiglio Comunale dei ragazzi e delle ragazze - che per semplicità l'abbiamo definito Consiglio comunale dei ragazzi - va, in qualche modo, a insinuarsi nella visione di questa Amministrazione regionale che è quella, ripeto, di mettere al centro il minore, di dare spazi anche fisici, di restituire e di riconoscere questi spazi fisici ai nostri ragazzi che per troppo tempo, purtroppo, sono stati e continuano a restare reclusi nelle quattro mura delle loro abitazioni delle aule, ma anche delle palestre. Noi vogliamo portarli fuori e vogliamo che siano, comunque, al centro della nostra azione politica.
Ringrazio anche le minoranze e spero che questo sia un disegno di legge che verrà approvato all'unanimità.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Caucino.
Ci sono richieste d'intervento in discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente; buongiorno, colleghe e colleghi.
Saluto con vero piacere questo intervento normativo che accorpa i provvedimenti della Consigliera Canalis e della Giunta.
Spero anche vivamente che questo strumento legislativo si traduca in uno strumento utile per contribuire al protagonismo giovanile. Ne abbiamo parlato spesso. Solo ieri abbiamo premiato alcuni ragazzi che si sono occupati di portare in scena delle tematiche, facendo riferimento agli articoli della Costituzione. Dobbiamo assolutamente avvicinare i giovani alla cosa pubblica e questo è un'ottima maniera per farlo. Dobbiamo sensibilizzare le future generazioni alla partecipazione democratica, lo diciamo sempre e di continuo. Il tutto all'interno di una fondamentale cornice uniforme a livello regionale.
Solleverei qualche polemica sulle risorse, ma sarebbe anche troppo semplice farla. Quando parliamo di 25 mila euro, effettivamente facciamo un intervento un po' restrittivo rispetto all'ambizione che dovremmo avere e che vogliamo avere.
Voglio portare all'attenzione di tutti l'articolo 5 del disegno di legge presentato dalla Giunta: "La Giunta, entro 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, approva specifiche linee guida per il funzionamento dei Consigli comunali dei ragazzi e delle ragazze, in modo da uniformare i requisiti minimi sull'intero territorio regionale".
Presidente, scusi, c'è un po' di brusio.



PRESIDENTE

È ancora gentile a dire che c'è un po' di brusìo: c'è brusìo. Chiedo a tutti i Consiglieri di rimanere al proprio posto e di evitare brusìo eccessivo.
Grazie.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Alla luce della sorte toccata ad altre leggi regionali, come potremmo definire l'articolo 5 che ho citato prima? Un auspicio? Una speranza? Una pia illusione? Lascio a voi la definizione e mi limito a evidenziare quello che è successo nei mesi scorsi, un dato che riguarda sempre il tema del mondo giovanile. Mi riferisco alla famosa legge 6 del 1° marzo 2019, approvata da un'altra Giunta, "Nuove norme in materia di politiche giovanili". Sono passati oltre quattro anni e delle azioni attribuite dalla norma regionale in capo alla Giunta, non c'è traccia.
Ricordo un impegno, una trattativa moderata dal dottor Balena, che vedo in aula e che saluto e ringrazio per la presenza costante, in cui si era impegnato con l'Assessore a fare da tramite affinché questo Forum dei giovani partisse, ma a oggi è ancora fermo. A nulla sono valsi i solleciti e le proposte fatte in Consiglio e in Ufficio di Presidenza. Abbiamo cercato di fare degli emendamenti molto laici, passatemi il termine, per cercare di far partire questo benedetto Forum. Tralascio le telefonate, gli appelli e i comunicati stampa: nulla di nulla. Sono cambiate le Giunte, ma il risultato è sempre lo stesso: zero assoluto rispetto a questa legge.
Credo che sia importante che almeno questa legge prenda una deriva diversa.
Ricordo che dal 2019 il Forum regionale dei giovani non si è mai riunito perché, nonostante nella legge sia indicato il termine di un anno entro il quale occorreva dare avvio a tutto, tra l'altro con una copertura finanziaria piuttosto importante, la Giunta non ha ancora deliberato il regolamento attuativo che consentiva alle associazioni giovanili di iscriversi nell'apposito registro. Ora ci stiamo lavorando con una proposta di legge, che mi auguro venga almeno presa in considerazione (auspicare che venga approvata sarebbe veramente tantissimo), ma così facendo stiamo bloccando tutta un'azione che è assolutamente legittimata da tutto il Consiglio (ricordo che quella legge del 2019 era stata votata all'unanimità).
La speranza che oggi voglio condividere, insieme all'auspicio che le cose cambino rispetto a questi progetti (quando parliamo di giovani, mi sembra che ne parliamo solo e basta), è che, oltre all'approvazione in Aula qualcosa si muova anche in Giunta per tutti gli altri progetti fermi.
Diversamente, il voto di oggi non potrà avere nessun riscontro concreto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale e procediamo con l'esame dell'articolato.
La Giunta è già intervenuta, perciò penso che in questa fase non intenda chiedere la parola per una replica.
ARTICOLO 1 Non vi sono emendamenti che insistono sull'articolo 1.
Ricordo che il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Non vi sono emendamenti che insistono sull'articolo 2.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Non vi sono emendamenti che insistono sull'articolo 3.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 4 Non vi sono emendamenti che insistono sull'articolo 4.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 5 Non vi sono emendamenti che insistono sull'articolo 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 6 Non vi sono emendamenti che insistono sull'articolo 6.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 7 Non vi sono emendamenti che insistono sull'articolo 7.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 8 Non vi sono emendamenti che insistono sull'articolo 8.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 9 Non vi sono emendamenti che insistono sull'articolo 9.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 10 Non vi sono emendamenti che insistono sull'articolo 10.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Non vi sono interventi per dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Indìco la votazione nominale sul testo unificato della proposta di legge n.
208 e del disegno di legge n. 246.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Possiamo sospendere i lavori per cinque minuti?



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.28, riprende alle ore 11.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Nella Conferenza dei Capigruppo abbiamo convenuto di esaminare l'ordine del giorno n. 1182, "Istituzione zona franca Valle di Susa", poi i due ordini del giorno collegati, il n. 1177 e il n. 1178, sul tema del caro affitti per gli studenti universitari fuori sede.
Non vedo il Consigliere Marin, per cui possiamo cominciare con gli altri atti d'indirizzo.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame ordine del giorno n. 1177 presentato da Magliano, inerente a "Agevolazioni fiscali per chi affitta appartamenti a studenti fuori sede" ordine del giorno n. 1178 presentato da Sarno, Canalis, Gallo, Valle Giaccone, Rossi e Accossato, inerente a "Istituire un Tavolo di confronto per individuare soluzioni strutturali al caro affitti per gli studenti universitari fuori sede"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1177 e dell'ordine del giorno n. 1178, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1178.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Illustro l'ordine del giorno n. 1178, dal titolo "Istituire un Tavolo di confronto per individuare soluzioni strutturali al caro affitti per gli studenti universitari fuori sede".
Per inquadrare brevemente l'argomento, nell'ultima relazione del MIUR viene evidenziato che sono a disposizione 40.069 posti letto ma, di questi, 1.075 non utilizzabili; rispetto agli anni precedenti, abbiamo avuto un calo del 7,1%, un calo che ha avuto anche una dimensione di preoccupazione, seppure alcune attività, alcuni progetti e alcune relazioni siano già state messe in campo per affrontare il tema anche in Piemonte.
Sappiamo che in Piemonte ci sono circa 44 mila studenti fuori sede e che i posti disponibili oggi sono 2.429; rispetto al fabbisogno relativo ai borsisti ne mancano almeno circa 3.200. Questi dati, messi insieme al tema dell'aumento degli affitti e del caro affitti sul comparto dell'affitto dei privati, esprimono la difficoltà delle famiglie; il tema post pandemico e quello della crisi economica collegato a una diminuzione non tanto dei posti disponibili, ma di quelli assegnabili a livello nazionale, mette sicuramente in difficoltà le famiglie e gli studenti su un tema centrale della nostra Costituzione, cioè l'accesso paritario all'istruzione, anche quella universitaria.
Se vi sono difficoltà d'accesso e anche di scelta della sede come, ad esempio, di recarsi a Torino o in Piemonte, perché qui ci sono delle eccellenze straordinarie da un punto di vista di formazione universitaria ebbene, credo che questo sia un mancato rispetto dell'articolo 3 della nostra Costituzione.
Ecco perché abbiamo sentito l'esigenza di depositare quest'ordine del giorno, un'esigenza che arriva grazie agli studenti universitari che questa mattina sono venuti qui davanti e che nelle settimane scorse hanno piantato le tende davanti all'università, per gridare al Governo italiano e ai governi regionali di tutta Italia di essere ascoltati.
Oggi loro sono qui in Aula ad ascoltare il dibattito: una scelta non scontata.
Presidente, ringrazio davvero questi ragazzi, perché non tutti gli studenti universitari che protestano siedono al tavolo delle istituzioni disponibili al confronto e all'ascolto, perché sappiamo che legittimamente, altri studenti fanno altre scelte. Credo che la scelta degli studenti che sono venuti qui, con le loro rivendicazioni e con i loro metodi, questa mattina, per capire, ascoltare e partecipare come uditori a questo dibattito, sia una scelta importante.
Presidente, ringrazio la maggioranza e l'Assessora Chiorino per essere presente in Aula per voler discutere questi ordini del giorno, sia il mio sia quello del Consigliere Magliano.
Sappiamo che a Torino gli affitti arrivano anche a cifre elevate (700-750 euro al mese). Voi capite che, in una situazione di crisi economica, per le famiglie è un aspetto molto importante e a volte drammatico; si decide semplicemente di non venire qui in Piemonte o di non iscrivere almeno per un anno i propri figli all'università.
Alla luce di questi dati e di queste richieste, l'impegno di quest'ordine del giorno è il seguente: "Istituire un tavolo di confronto e concertazione tra la Regione, i Comuni, sul cui territorio sono ubicate le residenze universitarie, le Università stesse, il Politecnico di Torino e" - proprio per valorizzare gli studenti che hanno voglia di confronto istituzionale "i rappresentanti degli studenti, per individuare soluzioni" - speriamo Assessora, quanto più strutturali - "di lungo periodo all'emergenza affitti".
Ringrazio davvero i colleghi per aver firmato l'ordine del giorno e per la loro disponibilità nel costruire un percorso condiviso o, almeno, per mettere al centro un confronto su questo tema davvero importante.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1177.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Anch'io ho voluto porre all'attenzione questo tema e ringrazio il collega Sarno di averlo posto, perché questo ha permesso che entrambi gli ordini del giorno potessero essere discussi quest'oggi in Aula, partendo per dall'oggettività della questione, legata sia al tema del caro affitti, ma anche a un'attenzione che è necessario avere per coloro che mettono nella disponibilità degli studenti i propri beni immobili. Infatti, l'oggetto è relativo alle agevolazioni fiscali per chi affitta appartamenti a studenti fuori sede.
Nella narrativa, vado a elencare alcuni dati e statistiche relativi ai posti letto mancanti, partendo da un dato abbastanza oggettivo considerando che, negli ultimi 15 anni, la nostra Regione indipendentemente dal colore di chi ha governato, ha provveduto a degli investimenti dal punto di vista della residenzialità universitaria discutendo con grande attenzione con i rappresentanti degli studenti che hanno posto una serie di temi, non soltanto legati ai posti letto, ma anche alla qualità dei servizi, delle mense. Insomma, si è sempre cercato di creare un'idea di campus diffuso.
Da questo punto di vista, la Regione Piemonte ha svolto un lavoro fin dai tempi di della professoressa Olimpia Gambino, direttrice di EDISU, che fu una delle pioniere di questo nuovo modo di guardare al mondo universitario dal punto di vista del rapporto tra l'investimento pubblico e privato, con le varie realtà che realizzano le residenze universitarie, con una grande capacità di interlocuzione con il mondo privato e con i proprietari di case.
Tuttavia, è evidente, come è inserito nel "valutato", che agevolazioni fiscali mirate, se combinate con adeguati investimenti pubblici e privati indirizzati alla realizzazione di nuove residenze universitarie, potrebbero rappresentare una parziale soluzione al problema del caro affitti per gli studenti in trasferta.
Contiamo che la non disponibilità di posti letto in strutture e in case private è dettata anche dal fatto che il mercato dell'area B&B sta crescendo molto per cui, in alcuni casi, un proprietario di casa preferisce destinare il proprio bene a quel tipo di attività invece che mettersi studenti universitari in casa. Anche su questo occorrerà, come si sta discutendo a livello nazionale, capire come normare il fenomeno.
Garantendo un adeguato vantaggio economico è possibile rendere vantaggiosa per un privato o una famiglia, l'ipotesi di affittare agli studenti universitari fuori sede un proprio immobile e a farlo a prezzi vantaggiosi.
Secondo la Federazione Italiana Mediatori Agenti d'Affari, solo il 6% delle esigenze abitative degli studenti universitari fuori sede è soddisfatto delle strutture universitarie e parauniversitarie.
Considerato che le amministrazioni civiche possono eventualmente basarsi su contratti depositati per immaginare riduzioni consistenti dell'IMU e delle imposte comunali a favore dei soggetti che affittano un immobile a studenti universitari fuori sede (è già così, ci sono contratti sottoscritti dalle parti di modo che, se sei studente universitario, hai una riduzione), il costo di una stanza singola in centro a Torino (la Città di Torino mette a disposizione solo 2.000 posti letto ogni anno su una popolazione studentesca che supera le 100 mila unità) è aumentato di 150 euro rispetto allo scorso anno, secondo i dati pubblicati da "La Stampa".
Con questo atto impegno il Presidente e la Giunta regionale a interloquire con il Governo affinché si convochi al più presto un Tavolo di lavoro con la partecipazione di tutte le parti interessate, tra cui rappresentanti di studenti; a interloquire con il Governo affinché si identificano le modalità più idonee per riconoscere sgravi fiscali a chi affitta un immobile a studenti universitari fuori sede.
Non possiamo pensare che un proprietario di casa, che magari mette la seconda o terza casa nelle disponibilità di uno studente universitario, ne abbia un danno economico. Dobbiamo mettere insieme le esigenze degli universitari di avere una casa e di chi magari ha investito una vita per avere un secondo o un terzo immobile da lasciare ai propri figli, affinch se fa la scelta di lasciarlo agli studenti universitari, non sia danneggiato in termini di tassazione IRPEF, ma quantomeno agevolato, visto che potrebbe affittarlo per altre funzioni o a soggetti che offrono maggiore garanzia dal punto di vista della solvibilità.
Ultimo punto, a interloquire con l'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) affinché - e qui chiedo di emendare il testo - si valuti una riduzione (nel testo è scritto "si riconosca") delle imposte comunali e dell'IMU ai privati che decidono di affittare un proprio immobile a studenti universitari fuori sede.
In parte c'è già una riduzione IMU, quindi immaginare un'altra riduzione IMU, quindi dare maggiore agio a chi fa questa scelta, riducendo ancora l'IMU.
Penso siano tre richieste di buonsenso: un Tavolo per ragionare sull'esatto fabbisogno; pensare in materia fiscale come sostenere chi decide di mettere nelle disponibilità degli studenti universitari il proprio bene, senza che ne abbia un danno economico; ragionare con il Comune (quindi, dal punto di vista della leva fiscale, cedolare secca, piuttosto che altre misure legate all'IRPEF) affinché coloro che decidono di immaginare di dare il proprio bene a studenti universitari possano anche loro trovare un'attenzione dal punto di vista di una riduzione dei tributi comunali.
Sono tre richieste che ci paiono essere di buon senso e che tengono conto sia delle esigenze di avere più alloggi sia di non danneggiare coloro che questi alloggi decidono di metterli nelle disponibilità degli studenti universitari.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
La maggioranza e la Giunta sono attente a queste tematiche, perché i giovani sono il futuro, la futura classe dirigente di questo Paese e di questa Regione.
Alcune precisazioni: Torino non è Milano. A Milano c'è un'emergenza e i prezzi degli affitti (basta visitare "Immobiliare.it" o qualsiasi sito) sono veramente il doppio, se non il triplo, dei prezzi di Torino.
Fortunatamente Torino è una città più vivibile, una città con prezzi più accessibili, perché noi siamo per richieste popolari, ci mancherebbe, per va sottolineato che Torino e il Piemonte in generale non hanno l'emergenza di Milano. Milano sta avendo una grande espansione economica, quindi il centro si sta allargando sempre di più e diventa accessibile solo per i ricchi, perché per la classe media i prezzi sono incredibili.
Ciononostante, siamo in un Paese con oltre il 10% di inflazione e ci sono complesse situazioni contingenti che hanno fatto alzare i prezzi.
Regione Piemonte, ricordo, ogni anno paga totalmente le borse di studio con un impegno che da galantuomini ci siamo presi a inizio legislatura.
Ogni anno ben oltre i 40 milioni di euro, con un grande sforzo di bilancio vengono erogati per tutte le borse di studio. È una bella iniziativa che questa Giunta e questa maggioranza fanno rispetto al tema degli universitari.
In questo Paese occorre rivedere un gap che abbiamo con gli altri Paesi europei: gli stipendi italiani sono i più bassi di tutta Europa e non sono aggiornati da tanti e tanti anni. Siamo convinti che una politica seria di abbassamento delle tasse, che in Italia sono insopportabili, possa portare un beneficio diretto a tutti i lavoratori e alle aziende, per far sì che venga calmierata questa inflazione galoppante.
Volevo fare queste piccole osservazioni e dire che la maggioranza c'è quando si parla di temi sociali, di temi della scuola e di temi dell'università.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto convintamente la mozione presentata dal Consigliere Sarno e sostengo la proposta del Consigliere Magliano. È giusto e opportuno che oggi il Consiglio affronti questo tema e la sollecitazione che gli studenti universitari fuori sede ci hanno posto e hanno posto, in generale all'opinione pubblica, ma prima di tutto alle istituzioni e a chi ha, per le sue competenze, la possibilità di intervenire in queste situazioni.
Ringrazio anch'io l'Assessore Chiorino per la sua presenza e la disponibilità a sostenere questo percorso.
Rispetto alla protesta degli studenti e delle studentesse, al metterci di fronte anche con modi forti e plateali questa loro difficoltà, se è vero che forse Torino e il Torinese hanno condizioni ancora più abbordabili, è altrettanto vero che il problema esiste anche qui, per cui è indispensabile affrontarlo all'interno di una sede di confronto come viene chiesto.
Devo anche dire che ho trovato davvero stucchevoli e di scarsa considerazione molti commenti che si sono letti e che, per fortuna, non ho ascoltato oggi in Aula, dove ho sentito, invece, considerazioni serie e nel merito. Invece, sugli organi di stampa abbiamo sentito interventi e considerazioni, anche da personaggi che non si capisce bene cosa abbiano a che fare con il mondo dell'università o delle istituzioni, ma che ritengono sempre necessario fare dei commenti, che evocano una contrapposizione generazionale che non ha senso, con atteggiamenti del tipo "ai miei tempi" e cose di questo tipo.
Sono persone che, probabilmente, non si ricordano davvero delle difficoltà degli studenti e che non sono nelle condizioni di vedere l'oggi e di capire quali sono le reali problematiche che gli studenti universitari si trovano di fronte oggi. Ci troviamo in una situazione nazionale dove continuiamo a essere respingenti nei confronti dell'accesso delle giovani e dei giovani all'università, in cui periodicamente le statistiche ci ricordano che in Italia è il Paese con il tasso più basso (quel 23-24% che non riesce a modificarsi da anni) di laureati in Europa. Ecco perché ogni tanto si ci si domanda perché alcune professioni e alcune tipologie di personale specializzato e qualificato non trovano risposta nel mondo del lavoro.
Tendenzialmente siamo una società - su questo le istituzioni devono interrogarsi e fare anche ogni tanto il mea culpa - non particolarmente accogliente e non a favore delle giovani generazioni in generale, che sono sempre di meno e sempre più in difficoltà. Forse l'essere sempre di meno mette i giovani in condizioni di difficoltà nel contestare, nel fare massa critica, anche massa politica, e nel presentare le loro istanze e le loro giuste rimostranze.
Il diritto alla casa, a un'abitazione a prezzi convenienti e abbordabili fa complessivamente parte del diritto allo studio. È un dovere delle istituzioni regionali essere parte in causa in questa vicenda, come la legge 16/92 recita e la mozione richiama. Probabilmente è anche vero che in riferimento al tema "borsisti" o "non borsisti", sono passati trent'anni. Tutte le leggi, anche le più innovative, pagano il prezzo del tempo che scorre e il cambiamento delle situazioni.
Probabilmente nel 1992 non si poteva pensare a una Torino così interessante e così appetibile per la qualità delle sue istituzioni universitarie, sia Politecnico sia UNITO, a livello nazionale e internazionale. Erano altre in quel momento, le emergenze, come il grande afflusso di studenti locali che accedevano finalmente all'università, con l'apertura di diversi corsi di studio. Grandi masse di giovani, peraltro anche con numeri molto rilevanti, cominciavano ad andare all'università, perché stiamo parlando delle molto numerose leve di fine anni Sessanta e Settanta. In quegli anni approdavano all'università moltissimi studenti. Quella legge aveva un senso, è stata ed è ancora utilissima per garantire il sostegno attraverso le borse di studio. Quello della copertura del 100% delle borse di studio è un impegno su cui il nostro Gruppo è intervenuto in tutti questi anni in Consiglio regionale, per cui non possiamo che essere ovviamente soddisfatti della condivisione, anche con la maggioranza, di questo impegno.
Non voglio prendere ulteriore tempo. Credo che la disponibilità a istituire un Tavolo di lavoro, senza avere ricette precostituite, ma per individuare ipotesi concrete e tangibili che possano mettere a disposizione un numero maggiore di alloggi o di posti letto a prezzi convenienti, pensando anche a soluzioni per i proprietari che affittano (qui si parla di andare sul libero mercato), sia la strada da approfondire e da perseguire con le dovute modalità.
Il Consigliere Magliano, giustamente, parla di agevolazioni fiscali, in particolar modo dell'IMU. Ricordo che c'è tutta la partita già normata degli affitti convenzionati o calmierati che, ovviamente, mettono in gioco responsabilità e agevolazioni reciproche. Il proprietario, ovviamente, va incontro a delle agevolazioni sull'IMU, ma deve anche, a sua volta, stare all'interno di un range di affitti definiti dai patti e dalle convenzioni altrimenti l'unico perdente è il sistema pubblico, sono le istituzioni pubbliche che rinunciano agli introiti dell'IMU. Il che vuol dire, cosa che vorrei ricordare a tutti, che quando facciamo delle agevolazioni fiscali che riducono la pressione fiscale, giustamente per favorire dei soggetti dobbiamo anche, poiché le tasse sono, ovviamente, destinate a garantire servizi ai cittadini, capire a quali servizi rinunciare.
Bisogna garantire agevolazioni a chi mette a disposizione alloggi, con il risultato finale di migliori condizioni di affitto per gli studenti e le studentesse ma, al tempo stesso, tenere in considerazione tutto il sistema dei servizi nel loro complesso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ovviamente anche noi siamo soddisfatti del modo in cui l'Aula sta discutendo questo tema, che è stato portato all'attenzione della politica partendo dalla città di Torino, in cui, probabilmente, la situazione è più grave, ma arrivando anche nella nostra città che presenta evidentemente delle criticità.
Anche la settimana scorsa c'è stato un presidio davanti a Palazzo Lascaris che portava avanti le stesse istanze (peraltro, sono capitati in una giornata meno fortunata, perché non c'era la presenza di Consiglieri in Aula in quel momento).
L'importante, comunque, è che si arrivi ad affrontare l'argomento, che lo si affronti nel modo giusto e che si riconosca che ci troviamo di fronte a una battaglia di difesa dei diritti, non di "dirittismo": non possiamo etichettare questa battaglia degli studenti come una "lotta di sole pretese". Non possiamo neanche permettere che la politica si ponga con un atteggiamento di superiorità nei confronti dei ragazzi, pretendendo di impartire loro delle lezioni.
Dobbiamo considerare che molto spesso siamo di fronte a studenti che si trovano fuori casa, che sono disposti a lavorare per mantenersi e che riconoscono i sacrifici che le loro famiglie stanno probabilmente affrontando per consentire loro di costruirsi un futuro.
Di conseguenza, l'atteggiamento di ascolto che stiamo dimostrando oggi in Aula è sicuramente corretto, anche se non comprendo questo giudizio rispetto agli studenti che manifestano in modo differente, né questo desiderio di dividerli in "buoni" e "cattivi" e di indicare il modo corretto di manifestare, o, ancora, il fatto di rimarcare che alcuni studenti abbiano fatto altre scelte.
Ben venga che gli studenti facciano altre scelte e manifestino delle diversità! Stanno crescendo, stanno studiando, stanno apprendendo diverse modalità d'interazione con la società e, giustamente, utilizzano modalità differenti per manifestarle; modalità che a volte possono sembrare anche più forti, ma non sta a noi stabilire quale dev'essere la modalità giusta soprattutto, non sta a noi far dipendere la nostra volontà di ascolto in base a quella che riteniamo la modalità più corretta.
Noi siamo eletti in questo Consiglio regionale e, come tali, siamo tenuti ad ascoltare le persone, in questo caso gli studenti, che vengono qui a presentarci delle istanze. Siamo di fronte a persone che chiedono che sia rispettato il loro diritto di studiare; diritto che è strettamente connesso con il diritto di avere accesso a un'abitazione a costi non esorbitanti.
Rimanendo sul merito degli atti d'indirizzo, li giudico ovviamente condivisibili e l'invito è quello di ascoltare comunque le persone che vengono a rappresentarci delle problematiche, senza distinguere tra "buoni" e "cattivi", senza distinguere tra le diverse modalità di protesta e di manifestazione.
Ricordo che il diritto di manifestazione nel nostro Paese è, al momento, un diritto costituzionalmente garantito.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Chiedo alla Giunta di esprimere il parere sull'ordine del giorno n. 1177 del Consigliere Magliano e sull'ordine del giorno n. 1178 del Consigliere Sarno.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere favorevole su entrambi gli atti d'indirizzo, con le modifiche precedentemente concordate.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1177, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1178, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Diamo atto a verbale che i Consiglieri Sacco e Disabato hanno votato favorevolmente sull'ordine del giorno n. 1178.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 1182 presentato da Allasia, Marin, Preioni Mosca, Nicotra, Gagliasso, Poggio, Cerutti, Stecco, Cane, Fava, Biletta Ruzzola e Dago, inerente a "Istituzione zona franca Valle di Susa"; ordine del giorno n. 1188 presentato da Preioni, Allasia e Marin, inerente a "Istituzione Zona Franca in Val D'Ossola"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'ordine del giorno n. 1182, inerente a "Istituzione zona franca Valle di Susa", e dell'ordine del giorno attratto n. 1188, inerente a "Istituzione Zona Franca in Val D'Ossola", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Do la parola al Consigliere Marin per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1182.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno n. 1182 è a sua prima firma, quindi per me è un onore illustrarlo.
Il territorio della Valle di Susa, sia a monte sia a valle della città, è direttamente confinante con la Francia, ed è stato caratterizzato nei secoli da costanti flussi di uomini, idee, merci ed eserciti che ne hanno fatto la principale porta d'Italia verso l'Europa nord-occidentale.
Dopo un ciclo economico caratterizzato da grandi strutture napoleoniche e dal primo Traforo del Frejus, sono subentrati periodi in cui la struttura economica si è fatta progressivamente più debole, con grandi investimenti infrastrutturali che, pur caratterizzando l'intero territorio della valle sono risultai poco correlati alla sua vitalità economica, sociale e demografica. È uno dei maggiori corridoi di attraversamento infrastrutturale a livello nazionale.
La deindustrializzazione degli ultimi trent'anni ha prodotto effetti durissimi: molte imprese del territorio, che erano in fiorire in tutta la valle, si sono delocalizzate in territorio transfrontaliero, quindi nell'area briançonese. Perché? Perché l'energia idroelettrica costa il 25 in meno rispetto a quanto le aziende pagavano in Piemonte. Delocalizzare l'industria significa spostare posti di lavoro e investimenti, impoverendo un tessuto di valle che era un'eccellenza a livello regionale.
Secondo l'Ufficio studi dell'Unione industriale di Torino, il PIL pro capite in Valle di Susa è inferiore a 15 mila euro, come già riconosciuto da tempo. Infatti, nel 2001 i Comuni della Valle sono stati riconosciuti come aree depresse della Regione Piemonte ("Gazzetta Ufficiale" del settembre 2001). La Valle di Susa negli anni a noi più vicini è stata utilizzata come sede di grandi opere di valenza nazionale ed europea, quali la centrale ENEL di Venaus, la centrale idroelettrica IREN, l'elettrodotto di valle, l'acquedotto di valle, la costruzione autostradale del Frejus nonché il corridoio dell'Alta Velocità Torino-Lione in fase di realizzazione. Sono risultate infrastrutture permanenti sul territorio, ma prive di effettiva ricaduta dal punto di vista economico e sociale per la valle.
L'Unione Europea da tempo ha individuato alcuni strumenti utili ad aiutare lo sviluppo locale di parti del territorio degli Stati membri; parti che siano penalizzate, come nel caso della Valle di Susa, da eventi economici anche esterni al loro perimetro, ma direttamente ricadenti sul loro territorio e sui loro abitanti.
Prendiamo atto dell'impegno notevole, partito da mesi (quasi settimanalmente c'è una riunione in un Comune della Valle di Susa) con cui il Comitato Pro Zona Franca Extradoganale Valle di Susa ha rappresentato le attese del territorio per iniziative concrete, volte alla rinascita della valle stessa. È un comitato spontaneo, di cui bisogna riconoscere l'impegno anche in termini di tempo e di dedizione a questa iniziativa veramente meritevole.
Con queste motivazioni, il Consiglio regionale impegna la Giunta e gli Assessori competenti a sensibilizzare il Governo nazionale affinché valuti l'istituzione di una zona franca nelle aree territoriali della Valle di Susa o, in subordine, ogni provvedimento utile al fine di consentire a questa area geografica, di fondamentale importanza per i collegamenti tra i paesi europei, di risollevarsi dallo stato di crisi economica in cui versa da tempo, dando anche il giusto riconoscimento ai sacrifici, umani ed economici, compiuti nel tempo dai suoi cittadini e dalle sue imprese.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marin.
La parola al Consigliere Preioni per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1188.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Abbiamo colto la palla al balzo per rivendicare come Val d'Ossola l'istituzione della zona franca, perché tutto l'arco alpino, di fatto negli anni è stato tutelato, grazie all'importanza degli scambi commerciali e delle genti che l'arco alpino ha determinato per tutto il Piemonte e per tutta l'Italia. Se pensiamo alla Val d'Aosta, è una Regione a Statuto speciale. Se pensiamo a Livigno, è una zona franca, come lo sono le Province autonome di Trento e Bolzano. Poi c'è la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Di fatto, buona parte dell'arco alpino è stato tutelato per situazioni di difficoltà morfologiche, di difficoltà viarie di altre difficoltà, essendo territorio di montagna, però è molto rappresentato.
Ci troviamo ad avere un gap difficile con i paesi confinanti. Se pensiamo alla vicina Svizzera, il reddito medio è di 81 mila franchi, il reddito medio italiano è di 23 mila euro e il cambio franco-euro è di uno a uno.
Pertanto, va bene che ci sia la Svizzera vicina, che abbiamo tanti frontalieri e che c'è uno scambio continuo di svizzeri che vengono ad alimentare le nostre attività, però quello che dicono sempre i nostri imprenditori è che l'operaio specializzato e anche gli infermieri - su questo, proprio oggi c'è una trasmissione della televisione svizzera attratti da stipendi più altri, valicano i confini e vanno a lavorare in Svizzera. In questo modo, dalla parte italiana si perde il know how degli operai e della manovalanza, ma anche di dirigenti altamente specializzati.
Questo è un grande problema che hanno i territori di montagna, così come il nostro territorio della Val d'Ossola e anche in gran parte la Valle Antrona, la Valle Anzasca e la Valle Bognanco in aree interne. C'è stato anche un problema di spopolamento nei decenni e per questo chiediamo con forza l'impegno di questa Giunta regionale di inserire, insieme alla Val Susa, proprio per questi motivi, anche la Val d'Ossola nella proposta di zona franca.
Negli anni sono nate tante proposte diverse. Una proposta che va avanti anche a livello nazionale è la zona economica speciale, la famosa ZES. Per la verità, a oggi le ZES sono state solo applicate nel Sud Italia per condizioni economiche sfavorevoli. Oggi a livello parlamentare stanno agendo per far diventare zone economiche speciali la Provincia del VCO, di Varese, di Como e di Lecco, perché subiscono un gap salariale pesantissimo da parte del territorio svizzero, ma cosa comporterebbe la ZES? Introdurrebbe una tassazione speciale per far sì che, di fatto, tutti i dipendenti possano avere un vantaggio economico in busta paga.
La zona franca è una zona, invece, dove l'IVA non viene pagata e ha un'attrattività incredibile, se pensate alla cittadina di Livigno e alla fortuna che ha avuto grazie a questa zona franca. Il gap non è solo salariale, perché in Svizzera, se non erro, l'IVA è all'8%, mentre in Italia è al 22%, senza pensare che la tassazione alle imprese dei Cantoni svizzeri va dal 15 al massimo al 25%, mentre la nostra è ben superiore.
Pertanto, come Gruppo della Lega, chiediamo con forza che la Val di Susa e la Val d'Ossola, che hanno un po' le stesse caratteristiche - da una parte c'è stato un grande sbocco e una grande storia verso la Francia, dall'altra c'è una grande storia verso il passo del Sempione, con la famosa rotta Genova-Rotterdam che dà molto al nostro Paese - abbiano una specificità riconosciuta con una zona franca che possa dare sviluppo e un'economia rigogliosa ai loro territori.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
È aperta la discussione generale. Chiedo se ci sono richieste d'intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutti.
Il mio intervento sarà molto breve, perché se si apre la strada alle zone franche, non si possono fare "figli e figliastri".
Cito perlomeno tre valli, che credo abbiano la medesima dignità di essere prese in considerazione.
In Provincia di Cuneo, la Valle Vermenagna. Il Colle di Tenda è chiuso da anni, quindi è totalmente bloccata e ha visto la sua economia arretrare in maniera pesantissima negli ultimi anni.
La Val Maira, lo dice il nome stesso, quindi è sufficiente citare il nome per dire quali sono le sue difficoltà.
La Valle Bormida, che credo viva da anni, dai tempi dell'ACNA, quindi almeno da trent'anni, una situazione di estrema difficoltà.
Ecco, forse sarebbe bene che, prima di approvare questi ordini del giorno, considerassimo tutte queste aree, queste zone in difficoltà e magari, poi, scoprire che a metà del Piemonte sarebbe bene non fare pagare l'IVA, anche se non so se l'altra metà del Piemonte sarà d'accordo di farsi carico di questa situazione.
Pertanto, personalmente, senza l'estensione ad almeno queste tre valli non potrò dare la mia convinta adesione a questi ordini del giorno.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi sono altre richieste d'intervento sugli ordini del giorno.
Se non vi sono altri interventi, chiedo alla Giunta se intende intervenire, altrimenti chiudiamo la discussione generale.
Dichiaro conclusa la discussione generale e chiedo il parere della Giunta sui due ordini del giorno.
Il parere della Giunta, da parte dell'Assessore Tronzano, è favorevole.
Procediamo, quindi, con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1182, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1188, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Consigliere Rossi?



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Chiedo di cambiare il mio voto da contrario a presenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
Sia inserito a verbale che il Consigliere Rossi ha espresso un voto di presenza anziché un voto contrario.
Possiamo chiudere la sessione ordinaria dell'attuale o.d.g. per poi proseguire con la nuova seduta, ai sensi del Capo X del Regolamento.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.25)



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