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Dettaglio seduta n.248 del 03/05/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 10.01 il Presidente Allasia constata la mancanza del numero legale e ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento, aggiorna la seduta alle ore 10.31)



(La seduta inizia alle ore 10.42)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
La seduta è aperta.
Comunico che sono in congedo i Consiglieri Carosso, Chiorino, Cirio Icardi, Lanzo, Marin, Nicco, Protopapa, Ricca, Stecco e Tronzano.
Il numero legale è, pertanto, 21.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione e chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. dell'odierna seduta dell'ordine del giorno n. 945, avente ad oggetto "Iniziativa regionale per chiedere l'estensione dei benefici previsti dalla Legge n. 193 del 22 giugno 2000 (Legge Smuraglia) anche ai casi di esecuzione penale esterna e di detenzione domiciliare e alle pene sostitutive previste dalla Riforma Cartabia".
Fondamentalmente, chiediamo che i benefici che questa legge porta rispetto a coloro che decidono di assumere carcerati, cercando di abbassarne così la recidiva, come ci siamo detti più volte, possano essere estesi anche a coloro che hanno una detenzione domiciliare esterna o alle pene sostitutive previste dalla riforma Cartabia. Questo potrebbe dare una chance in più a costoro per essere reinseriti nel mondo del lavoro. Spesso gli imprenditori ci dicono che si stanno rivolgendo anche a questa categoria di cittadini proprio perché non trovano persone da occupare.
Chiedo quindi l'inserimento all'o.d.g. di questo atto di indirizzo, che impegna il nostro Governatore e la Giunta a farsi portavoce rispetto al Governo su questo tema.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, perché vorrei riepilogare insieme a lei come funziona il meccanismo dell'Aula.



PRESIDENTE

Il meccanismo è il seguente: quando qualcuno chiede la parola, rientra nel numero legale, cioè inserisce la sua presenza, come ha fatto il Presidente Magliano e come sta facendo lei, Presidente Gallo.



GALLO Raffaele

Esatto. Però anche con noi non ci sono i 26 che devono esserci.



PRESIDENTE

C'è il numero legale.



GALLO Raffaele

Sono 26 presenze.



PRESIDENTE

Ci sono 26 persone in Aula.



GALLO Raffaele

Ci sono 24 pallini blu, anzi 25 con il collega Magliano, che è intervenuto adesso.



PRESIDENTE

Il numero legale è 21.



GALLO Raffaele

Sì, ma ci devono essere 26 presenze in Aula.



PRESIDENTE

Per deliberare. Siamo nella fase iniziale della seduta.



GALLO Raffaele

Comunque, Presidente, gestisca come ritiene meglio l'Aula, tanto.



PRESIDENTE

Quando si vota - quindi per deliberare - ci devono essere 26 persone in Aula.



GALLO Raffaele

Sì, dopodiché lei ha aperto i lavori di quest'Aula senza numero legale: questo è nei fatti.



PRESIDENTE

Va bene.
C'erano sia il Consigliere Rossi che il Consigliere Segretario Martinetti che dovevano intervenire, non so se sull'ordine dei lavori o su altro.



ROSSI Domenico

No, io volevo proporre una modifica all'o.d.g.



PRESIDENTE

Ha chiesto prima la parola il Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di Consigliere regionale; seguiranno gli interventi della Consigliera Accossato e del Consigliere Rossi.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Chiedo anch'io l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 1162 avente ad oggetto "Miglioramento delle condizioni lavorative degli educatori professionali in Piemonte".
In queste settimane abbiamo incontrato più volte...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, fate intervenire il Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
In queste settimane abbiamo incontrato in più occasioni alcuni rappresentanti del Comitato per i diritti degli educatori professionali del Piemonte e sono emerse alcune criticità, che ci hanno portato a redigere insieme a loro questo testo.
Riteniamo, infatti, che sia necessario porre al centro del dibattito regionale le condizioni di lavoro degli operatori di un settore che giudichiamo assolutamente fondamentale per la nostra tenuta sociale; in particolare, lo è ancora di più dopo il periodo pandemico a causa dell'aggravarsi di quelle situazioni di disagio che ormai sono diffuse e certificate.
Come scriviamo nell'ordine del giorno, sono emerse diverse criticità: ad esempio, è emerso un sovraccarico di ore lavorative nelle settimane e nei mesi e va riconosciuto anche tutto quello che è il discorso degli spostamenti da un luogo di lavoro all'altro, che molto spesso non sono vicini tra loro. Credo che siano richieste di assoluto buonsenso, che andrebbero supportate a livello regionale e parlamentare: in questo senso va la nostra richiesta.
Il rischio, che purtroppo è sotto gli occhi di tutti, è rappresentato dal costante abbandono del settore da parte di molti professionisti che, viste le condizioni di lavoro, cercano di collocarsi in altri settori; questo è un vero peccato, perché soprattutto dopo il periodo post-pandemico c'è forte necessità di questi professionisti. Crediamo, dunque, che questa discussione debba essere calendarizzata quanto prima e mi auguro che questo Consiglio regionale possa fornire delle risposte concrete alle richieste che provengono da un intero settore.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Noi chiediamo l'inserimento all'o.d.g. di un atto di indirizzo dal titolo "Piemonte, terra simbolo della Resistenza e della lotta di liberazione dal nazifascismo".
Lo facciamo oggi, in questa seduta, Presidente, perché è il primo Consiglio convocato dopo la visita del Presidente Mattarella nella nostra Regione, in occasione della Festa di Liberazione del 25 aprile. Una visita importante per la nostra terra, avvertita anche dai cittadini oltre che da tutte le istituzioni e dai Sindaci come davvero importante, che ci ha reso orgogliosi della nostra storia e del nostro presente; una visita in cui anche il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha rivendicato con forza il fatto che noi siamo geneticamente antifascisti: lo ha detto con forza il Presidente Cirio al teatro di Cuneo.
Ci sembra importante, quindi, come Consiglio regionale, rimarcare questi passaggi con un atto di indirizzo che chiede delle cose concrete, affinch grazie anche alle parole usate in primis dal Presidente Ciro, ma anche da tutti i rappresentanti che erano presenti quel giorno, il Consiglio regionale non sia indifferente a quanto è stato detto e traduca in azioni concrete nel prossimo bilancio le parole in fatti.
Per questi motivi, chiediamo che sia iscritto all'o.d.g. questo atto di indirizzo e che venga discusso nella giornata odierna, anche in onore della visita del Presidente Mattarella e delle parole che ha usato il Presidente Cirio in quell'occasione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Chiedo anch'io l'inserimento all'o.d.g. dell'odierna seduta dell'ordine del giorno n. 1161, avente ad oggetto "Ristabilire il diritto dei cittadini stranieri ad ottenere i documenti di soggiorno in tempi ragionevoli".
Tale questione è all'attenzione dei rappresentanti istituzionali ormai da molti mesi; lo stesso Presidente del Consiglio aveva avuto occasione di parlarmene mesi fa ed è ritornata prepotentemente all'attenzione di tutti anche con una manifestazione della scorsa settimana degli avvocati che seguono gli stranieri per queste pratiche. La Questura di Torino ha chiesto aiuto alle istituzioni e alla Città di Torino per trovare dei locali.
Resta, però, il fatto che, ad oggi, i tempi per l'ottenimento di questo strumento indispensabile per le persone presenti nel nostro Paese e che qui vogliono vivere, lavorare e studiare sono davvero insostenibili e soprattutto sono alla mercé di tempistiche non prevedibili.
Accanto a questo, c'è tutta la questione delle modalità con cui si accede agli uffici per presentare i propri documenti, con code che iniziano all'esterno alle 4 o alle 5 del mattino, senza alcuna certezza di poter passare nella stessa giornata e con alcune situazioni procedurali che sembrano non volte a favorire i richiedenti, come l'impossibilità di utilizzare la delega per chiedere un appuntamento o l'impossibilità di presentare la delega per portare i documenti (non dico per i momenti in cui è necessario firmare o svolgere delle funzioni di persona). Sono cittadini stranieri che si vedono costretti a prendere giorni di ferie dal lavoro per poter svolgere questa pratica, a volte anche senza alcuna certezza di poter portare a compimento la loro operazione in giornata.
Questo ordine del giorno è una richiesta, come peraltro abbiamo fatto per altri documenti (ad esempio i passaporti), di impegno della Giunta regionale per farsi portavoce presso il Ministero dell'Interno, chiedendo una riorganizzazione dell'Ufficio immigrazioni e la messa a disposizione degli strumenti idonei per superare lo stato di fatto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere l'inserimento all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
1122 inerente a "Diritti umani e condizioni delle donne in Afghanistan".
Grazie.



PRESIDENTE

È stato richiesto l'inserimento all'o.d.g. degli ordini del giorno presentati dai Consigliere Magliano, Martinetti, Preioni, Rossi e dalla Consigliera Accossato.
Non essendoci contrari all'inserimento, li consideriamo inseriti a calce dell'attuale elenco degli ordini del giorno.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento, comunico che sono in congedo i Consiglieri Carosso, Chiorino, Cirio, Icardi, Lanzo, Marin, Nicco Protopapa, Ricca, Stecco e Tronzano.
b) Processi verbali precedenti sedute Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute del 4/4/2023.
Sono approvati i processi verbali del 21-22-23 e 24 marzo 2023.
c) Non impugnativa del Consiglio dei Ministri Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 1° maggio 2023 la seguente legge regionale e ha deliberato la non impugnativa della legge regionale n.
3/2023 "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale anno 2022".
Non essendoci richieste d'intervento sulle comunicazioni, passiamo al punto successivo.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 287 "Fondazione Accademia Montis Regalis Onlus - Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 288 "Fondazione per l'Ambiente Teobaldo Fenoglio Onlus" - Collegio dei Revisori dei conti - designazione di 1 membro

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 289 "INRiM Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica" - Consiglio scientifico - designazione di 2 membri


PRESIDENTE

Gli elenchi delle candidature pervenute a seguito di avviso pubblico, sui quali la Commissione consultiva per le nomine ha espresso parere favorevole, ai sensi degli articoli della legge regionale n. 39/95 "Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati", sono stati messi a disposizione dei Consiglieri tramite pubblicazione su "Supporto alle sedute d'Aula".
Poiché in alcune schede possono essere presenti casi di omonimia, al fine di evitare problemi di identificazione del candidato prescelto, invito a scrivere il cognome e il nome del medesimo.
Ai sensi dell'articolo 74, comma 2, del Regolamento interno, occorre procedere alla votazione a scrutinio segreto, previo appello nominale.
Ricordo che, ai sensi del Regolamento, nel caso si debba procedere alla nomina di non più di due persone, saranno eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti, salvo che per i posti riservati alle minoranze. Se tale maggioranza non è raggiunta alla prima votazione, in seconda votazione saranno eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero di voti. Ricordo a tal proposito che per le nomine iscritte alla seduta odierna non vi sono riserve a favore delle minoranze.
Nomino scrutatori i Consiglieri Gavazza e Mosca.
Prego il Consigliere Segretario Martinetti di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Martinetti effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.
Comunico che provvederò alla programmazione dei lavori nel corso della seduta, quando saranno concluse le operazioni di spoglio delle schede.
Chiedo ai due Segretari scrutatori se possono procedere allo spoglio celermente.
Procediamo ora con l'esame del successivo punto all'o.d.g.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 268, inerente a "D.Lgs. n. 152/2006 art. 199. LR 1/2018, art. 3. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (PRUBAI) comprensivo del Rapporto Ambientale e relativa Sintesi non tecnica, del Piano di monitoraggio ambientale e della Dichiarazione di sintesi"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 268, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato richiamato in Aula su richiesta del Presidente della Giunta regionale il 17 marzo 2023, ai sensi dell'articolo 37, comma 4, del Regolamento del Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Preioni, sull'ordine dei lavori.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Stante le interlocuzioni tra l'Assessore e i Gruppi di minoranza, penso sia necessaria una sospensione di 10 minuti, che sia proficua per ridurre la mole di 1.700 emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie.
Se chiesta con queste intenzioni, penso si possa accordare una sospensione di 10 minuti.
La seduta è sospesa almeno fino alle ore 11.20.



(La seduta, sospesa alle ore 11.09, riprende alle ore 12.23)


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 287 "Fondazione Accademia Montis Regalis Onlus Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 membro Proclamo designata, quale membro in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione Academia Montis Regalis Onlus, la signora Vivalda Sandra.
Rammento inoltre che, ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo 39/2013, la presentazione e la dichiarazione, da parte di soggetti nominati, sull'insussistenza di una delle cause di inconferibilità di cui al citato decreto, è condizione per l'acquisizione dell'efficacia dell'incarico.
Do atto che, ai sensi dell'articolo 5, comma 9, del decreto legislativo 95/2012 "Riduzione delle spese delle pubbliche amministrazioni", recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario, da ultimo modificato con legge 124/2015, il collocamento in quiescenza della signora Sandra Vivalda comporta il conferimento dell'incarico a titolo gratuito.
Proposta di deliberazione n. 288 "Fondazione per l'Ambiente Teobaldo Fenoglio Onlus" - Collegio dei Revisori dei conti - designazione di 1 membro Proclamo designato, quale membro in seno al Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione per l'Ambiente "Teobaldo Fenoglio" Onlus, il signor Petrarullo Raffaele.
Proposta di deliberazione n. 289 "INRiM Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica" - Consiglio scientifico - designazione di 2 membri Proclamo designati, quali membri in seno al Consiglio scientifico dell'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM), i signori Mo Roberto e Pirri Candido.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso il punto all'o.d.g. relativo alle nomine.
Chiedo ai Capigruppo se c'è un'intesa per sospendere i lavori e riprenderli con l'illustrazione dell'Assessore Marnati e la discussione generale sulla deliberazione n. 268.



(L'aula tacitamente acconsente)



PRESIDENTE

Alle ore 14.00 è prevista la trattazione dei question time e subito dopo la ripresa dei lavori del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.26)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori riprendono alle ore 14.10 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1379 presentata dal Vicepresidente Daniele Valle, in merito alla quale l'interrogante ha chiesto risposta scritta; interrogazione a risposta immediata n. 1380 presentata dal Consigliere Mauro Salizzoni, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1381 presentata dal Consigliere Domenico Rossi, la cui risposta, in accordo con l'interrogante verrà fornita nel corso della prossima seduta; interrogazione a risposta immediata n. 1382 presentata dalla Consigliera Silvana Accossato, cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone; interrogazione a risposta immediata n. 1383 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n.
1383 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1386 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato, in merito alla quale l'interrogante ha chiesto risposta scritta.
Prego gli Assessori che rispondono alle interrogazioni a risposta immediata di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo, infine, che gli interroganti hanno a disposizione tre minuti per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1383 presentata da Magliano inerente a "Le aggressioni nei Pronto soccorso sono un fenomeno preoccupante: come intende la Giunta garantire la sicurezza del personale medico e quella dei pazienti?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1383.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie Presidente.
I Pronto soccorso sono unità operative dedicate ai casi di emergenza urgenza; questi luoghi di diagnosi e cura garantiscono anche una prima valutazione diagnostica dei pazienti. Presso gli ospedali sede di pronto soccorso sono assicurati gli accertamenti diagnostici e gli eventuali interventi necessari per la soluzione della criticità clinica presentata in emergenza-urgenza e, nei casi più complessi, gli interventi necessari alla stabilizzazione del paziente, nonché l'eventuale trasporto presso altra sede ospedaliera in grado di fornire prestazioni specializzate secondo protocolli concordati per patologia.
In Piemonte sono attive 44 sedi tra pronto soccorso e DEA di primo e di secondo livello (sette di queste sedi dispongono anche di pronto soccorso pediatrico).
Si rileva che sempre più frequentemente presso i Pronto soccorso si verificano aggressioni e casi di violenza. Secondo i dati dell'ASL Città di Torino, recentemente resi noti da La Stampa, tra il personale sanitario il 54,3% ha subìto aggressioni, il 7,4% ha subìto molestie sessuali e il 5,3 insulti di tipo razzista.
I portavoce di NurSind (sindacato delle professioni infermieristiche) hanno esplicitamente parlato di aggressioni al personale che si moltiplicano presso i pronto soccorso del territorio. Le cronache dei giornali locali riportano spesso notizie di simili casi; altre segnalazioni sono pervenute allo scrivente da parte di professionisti, ma anche di cittadini che si sono trovati in condizioni di forte pericolo percepito.
Secondo i dati INAIL, ogni anno sono oltre 1.600 i casi di aggressione a personale sanitario; le donne che lavorano nei Pronto soccorso sono statisticamente le più colpite. Secondo le stime rese note dall'agenzia Ansa, lavorare in area emergenza-urgenza aumenta di tre volte il rischio di aggressioni rispetto a chi lavora in area medica; SIMEU (Società Italiana Medicina di Emergenza Urgenza) stima che il 100% dei medici e degli infermieri che lavorano in Pronto Soccorso e nel 118 abbia subìto almeno una volta violenza fisica o verbale, tra dichiarato e sommerso.
Lo scorso 6 marzo è stata ripristinata la postazione della Polizia di Stato presso gli ospedali torinesi Molinette, Mauriziano, Martini e Maria Vittoria, ma tale sperimentazione non è attiva negli orari notturni e nei giorni festivi.
Garantire la sicurezza del personale sanitario significa anche garantire la sicurezza dei pazienti, assicurando al contempo effetti positivi sull'assistenza e la cura nei loro confronti.
Si è appreso che è indetta dall'Ordine dei Medici di Torino per mercoledì 3 maggio alle ore 20, quindi oggi, in corso Francia 8 a Torino una manifestazione di sensibilizzazione e protesta contro le violenze che colpiscono sanitari, medici e infermieri.
Presidente, se può invitare il collega Demarchi a telefonare almeno a voce più bassa.
Dicevo, per tutti questi motivi, interrogo l'Assessore - peraltro, lo ringrazio per essere qui oggi - per sapere come intenda agire la Giunta, in cooperazione con le Forze dell'Ordine e con i servizi di vigilanza, per garantire maggiore sicurezza presso i Pronto Soccorso e i DEA della Regione.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano e invitiamo il collega Demarchi in sala che sta telefonando a mantenere un tono di voce più basso.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ringrazio altresì il Consigliere Magliano per aver sollevato e portato alla nostra attenzione un tema di così drammatica attualità.
La marcia di questa sera per commemorare la psichiatra aggredita e ogni forma di violenza nei confronti degli operatori sanitari sono ulteriori elementi che ci fanno ritenere che il problema sia sempre più grave; un problema, ahimè, non ancora risolto.
Purtroppo, questi atti di violenza a danno degli operatori sanitari presentano un ampio spettro di eventi assai variegati, con margini di prevedibilità molto diversi tra loro, oggetto di continui approfondimenti e valutazioni.
Il monitoraggio che abbiamo effettuato a livello regionale evidenzia che tutte le nostre Aziende Sanitarie hanno recepito la raccomandazione ministeriale n. 8/2007 dal titolo "Morte o grave danno in seguito a violenza su operatore", implementando procedure e protocolli aziendali che forniscono indicazioni di carattere generale e specifiche per la gestione di situazioni complesse e per particolari contesti di rischio (ad esempio comunità protette, DEA, pronto soccorso).
Sono inoltre attivi dei sistemi di segnalazione degli eventi al Servizio di Prevenzione e Protezione e ai gruppi aziendali risk management e sono altresì stati costituiti in molte Aziende Sanitarie (sostanzialmente quelle più a rischio) dei gruppi multidisciplinari coordinati sempre dal Servizio Prevenzione e Protezione che valutano gli eventi denunciati dal personale e definiscono le azioni di miglioramento da intraprendere. Le procedure aziendali prevedono, inoltre, in attuazione della raccomandazione ministeriale n. 8/2007 prima citata, lo schema d'intervento di vigilanza esterna, vigilanza interna, guardiania notturna e le relative modalità di attivazione. Pertanto, abbiamo strutture che hanno anche degli ufficiali di polizia per difendere gli operatori. Inoltre, in talune Aziende sono stati attivati sportelli di ascolto finalizzati alla prevenzione del disagio psicologico e dello stress nei luoghi di lavoro.
Ulteriore obiettivo regionale è quello di fornire alle Aziende sanitarie indirizzi per la programmazione e implementazione di misure omogenee organizzative e, sottolineo, anche strutturali, perché ce n'è veramente necessità, soprattutto nei servizi di frontline come il Pronto soccorso e il DEA, idonee a consentire la riduzione del rischio di comportamenti aggressivi e di atti di violenza contro operatori sanitari, anche attraverso il miglioramento delle misure organizzative, nonché delle conoscenze e competenze da parte degli operatori, molto utili a valutare e a prevenire tali gesti, come ad esempio un'attività formativa specifica in ambito di competenze relazionali e comunicative e nelle situazioni di conflitto nel rapporto operatori, medici e assistiti.
Un recente decreto del nostro Governo ha inasprito le pene per le aggressioni al personale sanitario. Queste misure sono molto impegnative anche da parte della Regione Piemonte e continueremo finché non verrà debellato questo odioso sistema di aggressione dei nostri sanitari.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1384 presentata da Frediani inerente a "Mobilitazione di dipendenti in appalto presso il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, quali risposte intende dare la Regione ai lavoratori?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1384.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
Non ho capito bene chi avrebbe dovuto rispondermi.



PRESIDENTE

Risponderà l'Assessore Luigi Icardi, che sostituisce l'Assessore Poggio.



FREDIANI Francesca

Lo chiedevo perché avevo capito che rispondesse l'Assessore Caucino e mi sembrava strano.
Illustro brevemente, perché è una storia che si ripete periodicamente ogni volta che c'è un rinnovo di appalto. In particolare, in questo caso parliamo della Reggia di Venaria, però, più in generale, dei dipendenti presso il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude che, oltre alla Reggia gestisce anche il Castello della Mandria e il Castello di Moncalieri.
Il 1° maggio si è svolto uno sciopero e i lavoratori hanno scelto di scioperare per un motivo ben preciso: il rinnovo del contratto di appalto che è in scadenza nei prossimi giorni. In realtà, l'appalto è già chiuso e sono già in corso le analisi delle domande pervenute. Il problema è che c'è sempre una grande incertezza rispetto al tipo di contratto che sarà applicato ai lavoratori.
Già anni fa mi ero occupata di questa questione. Avevamo approfondito la situazione, che purtroppo è comune a molti lavoratori dell'ambito culturale. Ci sono dei contratti, come il contratto multiservizi o, peggio il contratto in servizi fiduciari, che addirittura, secondo alcune sentenze, presenterebbe dei livelli salariali incostituzionali, che continuano a essere applicati a questi lavoratori, i quali, invece dovrebbero essere inquadrati all'interno di un contratto Federculture, che è quello che più si addice al tipo di mansioni che queste persone vanno a occupare.
Pertanto, il primo timore è legato al tipo di contratto che sarà applicato e alle conseguenze che avrà sulla condizione lavorativa di queste persone.
Si tratta perlopiù di persone giovani che, da anni, si dedicano alla cura e alla promozione di uno dei siti più importanti della nostra Regione. Credo che la loro soddisfazione sarebbe sicuramente un valore aggiunto, perch consentirebbe di presentare quello che è un vero e proprio gioiello della nostra cultura, di fronte a coloro che vanno a visitarlo, anche in modo migliore e con maggiore serenità. Invece si prospetta, purtroppo, un altro periodo un po' buio, almeno dal punto di vista dei rapporti con i lavoratori.
Inoltre, c'è un aspetto legato a una delle partecipanti alla gara di appalto, che è la REAR, che è una cooperativa del territorio piemontese che da anni offre servizi, soprattutto in ambito culturale. Ricordiamo, tra l'altro, anche un appalto alla Mole Antonelliana, che ha avuto una vicenda piuttosto imbarazzante anche per la nostra Regione, proprio in relazione ai livelli salariali, e che ci è costata anche una figuraccia, dal punto di vista internazionale, con il rifiuto di ritirare un premio da parte del regista Ken Loach, famoso anche per la sua attività a tutela delle condizioni dei lavoratori.
In tutto ciò, si sa che la REAR partecipa all'appalto attraverso un'altra cooperativa e sappiamo anche, com'è notizia proprio di ieri, che uno dei soci della REAR (attualmente socio, ma all'epoca dei fatti contestati non era socio, ma ne era Presidente) è tuttora sotto indagine, anzi da ieri è indagato. Di conseguenza, ci poniamo delle domande rispetto al tipo di contratto che verrà applicato e rispetto all'affidamento che dovrebbe partire a fine giugno, quindi proprio a ridosso del periodo estivo, per cui non ci sarebbe neanche l'opportunità per i lavoratori di organizzarsi le ferie, un periodo di sacrosanto riposo. Inoltre, vi è questo ulteriore dettaglio (che non è proprio un dettaglio) sulle indagini attualmente in corso e che coinvolgono una delle cooperative che partecipano all'appalto.
Siccome la Regione ha un ruolo all'interno del Consorzio, con la nostra interrogazione vorremmo capire se la Regione intende in qualche modo tutelare i lavoratori o intervenire all'interno del Consorzio stesso per prendere una posizione.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Leggo la nota che mi arriva dall'Assessore Poggio.
La posizione e le richieste espresse non sono corrette, con riferimento all'indicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro da applicare e non corrispondono esattamente alla realtà dei fatti, in relazione alla presunta carenza di tutela dei lavoratori.
Sotto il primo profilo, per pacifica giurisprudenza, la stazione appaltante non può imporre in sede di gara l'applicazione di uno specifico contratto collettivo nazionale. Su questo punto il Consiglio di Stato ha recentemente affermato: "Rientra nella discrezionalità dell'Amministrazione appaltante fissare i contenuti dei servizi da affidare mediante gara, quale aspetto caratteristico del merito amministrativo e sebbene all'interno di queste scelte si collochi anche quella dei requisiti da richiedere per l'espletamento dei servizi oggetto di una gara, tuttavia non rientra nella discrezionalità dell'Amministrazione appaltante anche quella di imporre o di esigere un determinato contratto collettivo nazionale di lavoro, tanto più qualora una o più tipologie di contratti collettivi possano anche solo astrattamente adattarsi alle prestazioni, oggetto del servizio da affidare".
Nell'interrogazione si fa un elenco di sentenze di Cassazione.
Pertanto, il Consorzio non avrebbe potuto prevedere negli atti di gara, e non può certamente oggi introdurre a procedure in corso, l'obbligo di applicare uno specifico contratto di lavoro. Conseguentemente, la richiesta formulata non può essere ammessa e risulterebbe infondata.
Inoltre, la gara in questione è stata concepita in modo diametralmente opposto a quanto riferito in relazione alla tutela dei lavoratori. Infatti come imposto dall'articolo 50 del decreto legislativo 50/2016 (il Codice degli appalti), gli atti di gara contengono un'idonea clausola sociale, che troverà puntualmente applicazione.
Ma ciò non è tutto. Infatti, i criteri di valutazione dell'offerta tecnica sono stati individuati proprio al fine di tutelare i lavoratori introducendo un criterio premiale relativo alla maggiore retribuzione oraria di ciascun inquadramento di lavoratori.
Pertanto, la gara garantisce (per quanto nella disponibilità della stazione appaltante) la massima tutela del personale dipendente dell'appaltatore uscente (nonostante non si tratti di dipendenti del Consorzio).
Con riferimento alla richiesta sub2, cioè la proroga della gara, occorre precisare preliminarmente che la gara in corso non ha una durata prestabilita; pertanto, quanto affermato nell'interrogazione (ossia che la gara finirà a giugno 2023) è scorretto e non corrisponde al vero. In realtà è il contratto d'appalto uscente a essere stato oggetto di proroga tecnica fino a giugno 2023, al fine di consentire il completamento della procedura in corso.
Ciò chiarito, il Consorzio è tenuto, in qualità di stazione appaltante, a rispettare rigidamente le previsioni normative in tema di procedure a evidenza pubblica, garantendo l'osservanza dei principi di trasparenza efficienza, efficacia e buon andamento.
In merito a quanto precede, la proroga è uno strumento eccezionale e non può essere utilizzata per ragioni differenti da quelle per cui è stata disposta, ossia, nel caso di specie, consentire la conclusione della procedura di gara.
La richiesta non può quindi essere accolta.
Da ultimo, per quanto ultroneo, si precisa che il Consorzio sta conducendo (e condurrà sempre) tutti i prescritti e opportuni accertamenti in ordine al possesso dei requisiti di ordine generale e speciale in capo al soggetto che risulterà aggiudicatario, come previsto dalla normativa vigente.
Con questo ho concluso, Presidente, e la ringrazio.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1380 presentata da Salizzoni inerente a "Ospedali di comunità senza personale?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1380.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione, il Consigliere Mauro Salizzoni.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



SALIZZONI Mauro

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
La mia interrogazione nasce da una dichiarazione del Ministro degli Affari Europei, Raffaele Fitto, che recentemente ha dichiarato che "avere inserito gli ospedali di comunità all'interno del PNRR senza aver previsto in alcun modo le risorse per il loro funzionamento penso sia un rischio e un errore".
Una dichiarazione di Fitto di quasi un mese fa, che non è una boutade, ma fa parte di un ragionamento molto più lungo e articolato del Ministro, cui non è seguita nessuna rassicurazione da parte del Governo n dell'Amministrazione regionale.
Devo dire che l'uscita del Ministro mi ha fatto molto piacere perché dice quello che noi, opposizioni, in quest'Aula, ripetiamo da almeno due anni: rischiamo di fare gli ospedali di comunità senza personale. Anzi, dice Fitto, senza risorse per il funzionamento, non solo il personale.
Oggi ci viene data ragione, ma a questa presa di coscienza non è seguita almeno pubblicamente, una correzione della rotta. Al contrario, nella bozza del Documento di economia e finanza all'esame del Parlamento, il Governo propone tagli alla spesa sanitaria del 2,4% per l'anno prossimo, che non è un modo per colmare le carenze di personale e riformare l'assistenza territoriale. A me sembra, piuttosto, un modo per aprire la strada a una privatizzazione strisciante.
Se s'intende fare gli ospedali di comunità e poi regalarli ai privati in gestione, è meglio non farli e spendere le risorse per la sanità pubblica com'è nostro preciso dovere di pubblici amministratori. So che, nel frattempo, avete avuto un incontro a Roma sul punto in questione: non so in quale forma, ma è molto importante per quest'Aula sapere in anticipo con quali risorse s'intende far fronte alla totale mancanza di risorse che si prospetta ma che, altrettanto chiaramente non viene affrontata.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Mauro Salizzoni per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Con vari atti nazionali e regionali sono stati definiti gli elementi strutturali e organizzativi degli ospedali di comunità, così come delle case e delle centrali operative territoriali.
In linea generale, l'attivazione a regime degli ospedali di comunità non è immediata, ma è prevista un po' più avanti, alla conclusione dei lavori di costruzione sia a livello nazionale sia nel contesto regionale.
Nell'ambito normativo attualmente delineato se, da un lato, risultano chiari e definiti i profili dello sviluppo edilizio di tali strutture dall'altro lato non sono ancora state configurate compiutamente, come lei ha sottolineato, neanche a livello nazionale, le modalità di supporto dei diversi professionisti operativi nelle strutture; gli stessi, in parte potranno essere individuati tra quelli già presenti nelle Aziende sanitarie e, in parte, potranno essere reclutati ex novo con diverse forme contrattuali previste.
Fondamentali in tale ambito saranno, pertanto, le indicazioni nazionali che dovranno essere recepite da parte delle Regioni, tra cui il Piemonte al fine di assicurare la piena funzionalità delle strutture.
Devo dire, Professore, che quando si delineò la possibilità di fare gli ospedali di comunità, le Regioni, nella Conferenza delle Regioni dissero all'unanimità, all'allora Ministro, che erano bellissime strutture, ma trovandosi in assenza di risorse economiche e risorse umane per farle funzionare, alla conclusione dei lavori avrebbero consegnato le chiavi perché non erano in grado di farle funzionare. Tant'è che nei lavori preparatori e nelle premesse del DM 77, il documento che disciplina tutta la medicina territoriale, ci sono proprio due clausole imposte dalla Regione, che rimarcano che l'implementazione delle attività dovrà essere progressiva e dovrà essere proporzionale alle risorse economiche e umane messe a disposizione per popolare le strutture territoriali, di cui abbiamo drammaticamente bisogno.
È un sentire comune, il nostro, ma la necessità di risorse umane per questi ospedali dovrà essere un tema nell'agenda del Governo, perché le Regioni da sole non possono certamente farvi fronte; è una pressante richiesta che facciamo, che abbiamo fatto con il precedente Governo e che continueremo a fare con quello attuale.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1382 presentata da Accossato inerente a "Applicazione della legge 112 del 2016 del 'Dopo di noi'"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1382.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Come ha già ricordato lei nella lettura del titolo, questa interrogazione verte sullo stato dell'applicazione in Regione della legge n. 112, la cosiddetta "Dopo di noi" che, ricordiamo, è stata una legge che ha introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento tutele specifiche e non solo per le persone con gravi disabilità quando viene meno il sostegno familiare e, quindi, come dice il titolo, per chi sopravvive ai parenti più prossimi che si occupavano di loro, in particolar modo, ovviamente, i genitori.
La materia, come ci sembra di poter dire, è di competenza delle Regioni quanto alla sua applicazione, tranne la definizione dei livelli essenziali che è in capo allo Stato; alle Regioni spetta di definire gli indirizzi di programmazione propedeutica all'erogazione delle risorse che consentono di realizzare gli interventi.
A tal fine, è istituito il Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare, il cosiddetto fondo del "Dopo di noi", le cui risorse, ogni anno, sono ripartite dal Ministero alle Regioni, con apposito decreto.
Inoltre, nella legge ci sono altri aspetti che riguardano anche gli interventi dei privati e delle fondazioni, ma non è questo il tema e adesso non mi dilungo nell'illustrare, come abbiamo scritto, tutti gli aspetti innovativi e interessanti della legge.
Ci è sembrato opportuno, anche perché sollecitati in questo senso da alcuni cittadini, avere l'opportunità di un aggiornamento per di capire come le Regioni, che avevano il compito, dopo sei mesi dall'entrata in vigore della legge, di approntare e inviare al Ministero i progetti, per poi reiterarli di anno in anno.



(Brusìo in aula)



ACCOSSATO Silvana

Dicevo, l'interrogazione è l'occasione per avere un aggiornamento sull'applicazione in Piemonte della legge n. 112 del 2016, per cui vorremmo sapere a che punto siamo e quali sono le situazioni, ringraziando già in anticipo l'Assessore Marrone per la risposta che vorrà fornire.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Marrone per la risposta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alle politiche sociali e

dell'integrazione socio-sanitaria Grazie, Presidente.
La legge n. 112 del 22 giugno 2016, come ricordato, comunemente denominata "Dopo di noi", disciplina le misure di assistenza, cura e protezione delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, in quanto mancanti di entrambi i genitori o perché gli stessi non sono in grado di fornire l'adeguato sostegno genitoriale, nonché in vista del venir meno del sostegno familiare attraverso la progressiva presa in carico della persona interessata già durante l'esistenza in vita dei genitori.
L'articolo 3, comma 1 della suddetta legge istituisce il Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare; il comma 2 del medesimo articolo prevede che l'accesso alle misure di assistenza, cura e protezione a carico del fondo sia subordinato alla sussistenza dei requisiti da individuare con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Con il successivo decreto interministeriale del 23 novembre 2016 sono stati individuati gli interventi e i servizi finanziabili con il fondo ministeriale, nonché i criteri di accesso a tali interventi, e sono state assegnate alla Regione Piemonte le risorse relative all'anno 2016 per un importo pari a euro 6.480.000.
A seguito della valutazione positiva del Programma attuativo da parte del Ministero, così come previsto dal precitato articolo 6, tale programma è stato poi approvato in Regione con la DGR del 2 maggio 2017.
La scelta regionale di programmazione di utilizzo delle risorse ministeriali relative all'anno 2016 destinava il 58% di tali risorse, per un totale di 3.750.000 euro, per gli interventi e i servizi alle persone di cui alle suddette lettere a), b), c) ed e), comma 4), articolo 5 del decreto ministeriale e, precisamente, per l'attuazione delle seguenti attività: percorsi programmati di accompagnamento per l'uscita dal nucleo familiare di origine, ovvero per la deistituzionalizzazione; interventi di supporto alla domiciliarità in soluzioni alloggiative dalle caratteristiche indicate nel decreto; programmi per l'accrescimento della consapevolezza e per l'abilitazione e lo sviluppo delle competenze per favorire l'autonomia delle persone con disabilità grave e una migliore gestione della vita quotidiana, anche attraverso tirocini per l'inclusione sociale; in via residuale, interventi di permanenza temporanea in una soluzione abitativa extra familiare.
Il restante 42% è destinato per gli interventi di realizzazione di innovative soluzioni alloggiative dalle caratteristiche, di cui all'articolo 3, comma 4), del decreto medesimo.
Gli indirizzi di programmazione della Regione Piemonte per l'anno 2016 sono stati definiti nel Programma attuativo e sono stati concordati con gli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, successivamente condivisi con le associazioni che operano a favore delle persone con disabilità rappresentative a livello regionale in un apposito incontro tenutosi in data 23 febbraio 2017, presso all'Assessorato alle Politiche sociali.
A seguito della valutazione positiva del Programma attuativo da parte del Ministero, così come previsto nel precitato articolo 6, tale programma è stato approvato con la DGR del 2 maggio 2017.
Il Programma attuativo dell'anno 2016 contiene la descrizione degli interventi e il riparto delle risorse ministeriali.
Vado avanti, perché la nota si riferisce sempre a situazioni abbastanza risalenti.
C'è stato poi un decremento importante, nell'anno 2018, degli investimenti ministeriali, che erano pari a 2.730.000 in complessivo, poi la novità per cui l'11 maggio 2018, a livello regionale, con DGR di quel giorno, è stata istituita la nuova tipologia "Gruppo appartamento per disabili", con i relativi requisiti strutturali e gestionali. Contestualmente, sono stati approvati i criteri per il finanziamento delle nuove soluzioni alloggiative sulla base di criteri con la determinazione dirigenziale successiva del 9 luglio 2018, ed è stato anche approvato il bando di finanziamento.
Nel 2019, a livello ministeriale, le risorse sono di poco salite a 3.679.200 euro e si è proceduto con atti che sono citati nella risposta scritta, che contribuirò poi a fare arrivare alla Consigliera, una volta che ho risposto.
Arrivando a quest'anno, per l'annualità in corso, con DGR del 18 aprile 2023, quindi molto recente, è stata approvata la proposta del Programma attuativo annualità 2022, presentata al Ministero per la relativa valutazione e conseguente assegnazione delle risorse 2022, che tra l'altro sono risalite considerevolmente, perché sono pari a 5.456.370 euro, sempre da assegnare agli enti gestori per l'attuazione degli interventi e dei servizi alle persone, di cui alle lettere a), b), c) ed e), comma 4 articolo 5, del decreto ministeriale.
Sulle risorse c'è uno specchietto riepilogativo che dimostra come le risorse citate sono riferite all'anno 2022 e ripartite nel 2023; fondi non ancora trasferiti dal Ministero perché ci dev'essere l'approvazione del piano operativo di riparto.
Dalla piattaforma la Regione Piemonte (la SIOSS, quella che monitora le risorse assegnate) può verificare la spesa così suddivisa per l'annualità 2019, per le diverse attività: a) percorsi programmati di accompagnamento per l'uscita dal nucleo familiare di origine, ovvero per la deistituzionalizzazione: euro 922.385, 53 euro; b) interventi di supporto alla domiciliarità in soluzioni alloggiative dalle caratteristiche di cui all'articolo 3, comma 4: euro 948.356,77; c) programmi per l'accrescimento della consapevolezza e per l'abilitazione e lo sviluppo delle competenze per favorire l'autonomia delle persone con disabilità grave e una migliore gestione della vita quotidiana, anche attraverso tirocini per l'inclusione sociale: euro 1.743.185; infine, in via residuale, interventi di permanenza temporanea in una soluzione abitativa extra-familiare, euro 391.612,70.
Fornisco, senza problemi, la risposta scritta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1379 presentata da Valle, inerente a "Mancato adeguamento all'inflazione dei fondi regionali al Trasporto Pubblico Locale" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1379.
L'interrogante, il Vicepresidente Valle, chiede alla Presidenza la risposta scritta.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1386 presentata da Disabato inerente a "TPL: linea che collega Torino a Chivasso, passando lungo la strada che va da San Mauro fino a San Raffaele Cimena. Quale risposta agli amministratori e ai cittadini del territorio?" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1386.
L'interrogante, la Consigliera Disabato, chiede alla Presidenza la risposta scritta.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1381 presentata da Rossi, inerente a "Interventi urgenti per la messa in sicurezza del canale della Filatura di Grignasco, affinché sia garantita la sicurezza alle persone e agli animali" (rinvio esame)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1381.
La risposta, in accordo con il Consigliere Rossi interrogante, verrà fornita nella prossima seduta.
Grazie a tutti.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale sospesa alle ore 12.30.
Grazie e buona salute a tutti a tutte.



(Alle ore 14.45 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 268, inerente a "D.Lgs. n. 152/2006 art. 199. LR 1/2018, art. 3. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (PRUBAI) comprensivo del Rapporto Ambientale e relativa Sintesi non tecnica, del Piano di monitoraggio ambientale e della Dichiarazione di sintesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame della proposta di deliberazione n. 268, di cui al punto 4) all'o.d.g., la cui trattazione era stata sospesa nella sessione antimeridiana.
Come avevo precedentemente annunciato, il provvedimento è stato richiamato in Aula ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
La parola all'Assessore Marnati per l'illustrazione.
Le ricordo, Assessore, che ha 15 minuti a disposizione.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente, ma sarò molto più breve.
Oggi approda in Consiglio regionale un importante documento che ci ha visti impegnati da almeno due anni (ci abbiamo lavorato anche in piena pandemia!). Il Piano, denominato PRUBAI (Piano regionale di gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate) contiene al suo interno anche il rapporto ambientale, la relativa sintesi non tecnica, il piano di monitoraggio ambientale e la dichiarazione di sintesi, proposti al Consiglio regionale per la relativa approvazione, che noi, come Giunta abbiamo ovviamente già fatto, anche attraverso gli esiti della conclusione della fase di valutazione ambientale strategica.
Nel PRUBAI si riuniscono in un unico documento di pianificazione il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e quello di bonifica delle aree inquinate, che finora erano stati adottati separatamente.
Con l'approvazione di questo Piano si conclude un lavoro di redazione dei documenti avviato a marzo 2021, che ha tenuto conto dell'atto d'indirizzo di tutta la Giunta regionale e delle varie osservazioni pervenute.
Il Piano ha una prospettiva di medio-lungo termine (perché parliamo del 2035), però ci sono vari step intermedi previsti per il monitoraggio 2025 2030 e prende in considerazione gli obiettivi nazionali e comunitari da raggiungere.
Peraltro, la notizia è che noi, come Regione Piemonte, abbiamo già superato il 65% del riciclaggio dei rifiuti urbani, quindi il Piemonte a oggi sta già crescendo per quanto riguarda la raccolta differenziata.
Di seguito, vi elencherò gli obiettivi approvati della Giunta, ricordando che questa mattina, in occasione della sospensione, abbiamo fatto una riunione politica/tecnica, per cui questi dati potrebbero modificarsi nell'arco delle prossime sedute e, comunque, prima dell'approvazione definitiva del provvedimento, ovviamente in senso migliorativo a giudicare dalle varie richieste pervenute da tutte le forze politiche, sia di maggioranza sia di opposizione.
Attualmente - per noi sono obiettivi già molto ambiziosi - il Piano dei rifiuti urbani prevede la riduzione della produzione complessiva, un incremento della percentuale di raccolta differenziata all'80% (è la media regionale), un miglioramento della qualità dei rifiuti differenziati raccolti in grado di garantire il raggiungimento di un tasso di riciclaggio del 65% a livello nazionale, una riduzione della produzione dei rifiuti urbani residuali sino a 90 chili/abitante anno.
Ovviamente chi ha avuto modo di esaminare la situazione ha potuto appurare che ci sono varie condizioni a livello piemontese: alcune realtà hanno probabilmente già raggiunto l'obiettivo, altri consorzi sono un po' più indietro, perché, purtroppo non abbiamo un Piemonte a un'unica velocità.
In merito alla gestione dei rifiuti indifferenziati e dei rifiuti derivanti dal loro trattamento e sugli scarti della raccolta differenziata il piano fornisce, inoltre, elementi utili alla successiva pianificazione d'ambito per la sua attività. Infatti, tramite valutazione tecnico-ambientale individua un sistema impiantistico che si verrà a realizzare nel 2035: l'obiettivo è quello di avere un Piemonte autonomo in termini di gestione dei rifiuti, che prevede anche il ricorso alla termovalorizzazione solo per le frazioni per le quali non è possibile, a oggi, un recupero di materia con conseguente riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti inferiori al 3%.
In pratica, mandiamo in pensione il conferimento dei rifiuti in discarica così com'è avvenuto nel passato. Il Piemonte, tuttavia, non esclude a priori la possibilità di valutare nell'ambito della suddetta pianificazione d'ambito delle tecnologie alternative, qualora più efficienti, che evidentemente il mercato, le ricerche, l'innovazione potranno fornirci nel tempo (del resto, visto che parliamo del 2035, magari troveremo anche prima delle soluzioni nuove che potranno essere utilizzate), che saranno ovviamente più sostenibili, meno impattanti e più affidabili rispetto allo scenario attualmente individuato.
Per quanto riguarda la programmazione relativa alle bonifiche delle aree inquinate, le linee operative individuate nel piano vanno dalla definizione dello scenario delle bonifiche in Piemonte alla revisione e al rafforzamento di strumenti operativi, quali l'anagrafe regionale dei siti contaminati, alla definizione di nuovi criteri di priorità, al censimento delle aree dismesse, all'individuazione alla bonifica dei siti orfani e agli indirizzi per la realizzazione dei piani per l'inquinamento diffuso.
Infine, si richiama al fatto che l'approvazione del Piano costituisce elemento di condizionalità ai fini dell'erogazione dei finanziamenti della Commissione europea nell'ambito del programma regionale FESR 2021-2027.
Per chi ha avuto modo di seguire la nostra attività, abbiamo già presentato ai territori, anche a livello regionale, i fondi messi a disposizione per l'economia circolare, che, per la prima volta, entrano all'interno del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale: parliamo di 40 milioni, in merito ai quali, appena verrà approvato il piano (anche quello relativo ai rifiuti speciali), vorremmo avviare i primi bandi per le nostre imprese.
A tal proposito, vorremmo capire come raggiungere anche questi obiettivi il che, peraltro, rappresenta un po' la preoccupazione che hanno i Comuni e i Consorzi. Il Piano è molto dettagliato, però ci viene in soccorso, ed è notizia recentissima, che, in riferimento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), qualche giorno fa è stato presentato e pubblicato l'elenco di tutti i progetti a livello nazionale che sono stati finanziati per aumentare la raccolta differenziata.
La notizia positiva è che 46 progetti dei nostri Consorzi sono stati finanziati: 16 Consorzi su 21 hanno ottenuto almeno un finanziamento, per un totale di 29 milioni. Se consideriamo le Regioni del Nord (perché il PNRR ha diviso la parte nord rispetto alla parte Centro e Sud), ovvero il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, l'Emilia Romagna, la Liguria, il Friuli e la Valle d'Aosta, raggiungiamo circa il 12% di fondi messi a disposizione, che erano 240 milioni. Insomma, calano sul Piemonte parecchie risorse che si sommano, appunto, ai 40 milioni sull'economia circolare che dobbiamo gestire noi come Regione, che si sommano anche ai fondi regionali che ogni anno vengono messi a disposizione, ormai da un po' di anni.
Consideriamo una media di quasi circa un milione e 800 mila euro all'anno per i prossimi 12 anni e calcoliamo ulteriori 22 milioni.
Oggi la richiesta che arriva dai Gruppi - poi dipende dagli emendamenti che arriveranno - è quella di potenziare la cifra e le risorse a disposizione derivanti dall'ecotassa, da destinare ai Consorzi, come anche di gestire in modo più efficace le sanzioni che, purtroppo, quest'anno alcuni Consorzi hanno ricevuto per non aver raggiunto gli obiettivi, in modo tale che possano fare i giusti investimenti.
Abbiamo veramente l'idea che la raccolta differenziata e il recupero di materiali sia strategico non solo per la Regione Piemonte, ma per il Paese intero, perché, alla luce dell'aumento dei materiali, la difficoltà nel reperirli e una globalizzazione che non ci permette più di essere sereni nella gestione di tanti materiali, avere il modo di recuperarne il più possibile ci permette di avere materiale riciclato che per le nostre imprese è fondamentale. Infatti, in base alle direttive europee e anche a tutto quello che riguarda la sostenibilità, più materiale si recupera, meno materiale vergine si va a utilizzare e meno si vanno a deturpare e a impoverire le risorse ambientali. Anche da un punto di vista economico ovviamente la gestione è completamente diversa.
Pertanto, puntiamo tantissimo a un'economia circolare piemontese, con il sostegno alle imprese, ai Consorzi e ai Comuni, ma anche a dare la possibilità ai nostri cittadini di essere consapevoli di far parte di un sistema virtuoso. Ripeto, alcuni Comuni e alcuni Consorzi già lo sono, ma noi vogliamo un Piemonte a un'unica velocità, che ci permetta di raggiungere questi obiettivi, che per noi sono molto ambiziosi. Di conseguenza, cercheremo di accompagnare tutti i protagonisti per far passare il messaggio che il rifiuto in realtà non è un rifiuto, ma è una grande risorsa, se gestita bene.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marnati.
Dichiaro aperta la discussione generale. Essendo stato il provvedimento richiamato in Aula e non essendovi relatori, dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
È un Piano rifiuti ampiamente discusso in Commissione, su cui abbiamo presentato numerosi emendamenti di merito. Abbiamo sollevato diverse perplessità e suggerito obiettivi decisamente più performanti. Sicuramente c'era la necessità di adottare un nuovo Piano rifiuti. Stiamo andando verso periodi in cui l'utilizzo di nuove materie prime, ricavate principalmente dal riciclaggio, sta diventando un settore sempre più importante.
Inoltre, abbiamo avuto la possibilità di evidenziare la difficoltà di molti territori della nostra regione nel raggiungere quegli obiettivi che potremmo definire il minimo sindacale per poter parlare di un'effettiva raccolta differenziata. Abbiamo analizzato le difficoltà legate a una norma, che attualmente non è ancora entrata in vigore per quanto riguarda le sanzioni per i Consorzi che non raggiungono gli obiettivi.
Inoltre, abbiamo potuto constatare quanto poco si faccia in alcuni territori per contrastare i comportamenti dei singoli poco virtuosi, a differenza di tanti cittadini piemontesi che s'impegnano per raggiungere gli obiettivi che l'Unione Europea ci ha prefissato; non sono obiettivi che l'Unione Europea si sogna di notte, ma obiettivi fondamentali per raggiungere un livello di qualità, anche ambientale e di tutela della filiera dei rifiuti, necessaria per vivere nel mondo contemporaneo.
Detto questo, ci siamo soffermati principalmente su alcuni aspetti. Il primo è garantire un'effettiva gerarchia dei rifiuti. Anche questo riguarda una normativa di derivazione europea e di buon senso che parla, in primis di riduzione della produzione dei rifiuti. Sappiamo tutti che il miglior rifiuto è quello che non è stato prodotto, perché nel momento in cui andiamo a produrre un rifiuto, c'è poi un costo di smaltimento e una difficoltà di gestione dello stesso, a seconda della tipologia.
Soprattutto, parla dell'importanza di una buona raccolta differenziata e di una certa attenzione, non solo da parte delle amministrazioni, ma anche dei cittadini. Inoltre, parla dell'importanza di massimizzare il recupero di questa materia.
Abbiamo voluto specificare con maggiore forza all'interno della delibera questa gerarchia. Purtroppo tante volte nel dibattito politico si parla della termovalorizzazione e dell'incenerimento come una soluzione per i rifiuti. È sicuramente una parte della soluzione, ma in quella che viene definita la gerarchia dei rifiuti è alle ultime posizioni, appena prima del conferimento in discarica, che è la cosa da evitare il più possibile.
Per questo, oltre a quella che è stata svolta all'interno del Piano rifiuti, continueremo un'azione di maggiore pressione nei confronti dell'Assessorato, per andare a sostenere tutti i programmi e i progetti di massimizzazione del recupero di materia, che ci consentono di ridurre il più possibile la quantità di rifiuti destinati all'incenerimento.
Detto questo, un altro aspetto che abbiamo voluto sottolineare in Commissione è il rischio di un'eccessiva offerta per quanto riguarda la possibilità d'incenerimento con la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore nella nostra regione, in quanto supereremo ampiamente i fabbisogni che sono previsti per i prossimi anni (2030-2035) di smaltimento per quanto riguarda i rifiuti indifferenziati. Quest'aspetto, se non armonizzato con un Piano sulla gestione dei rifiuti speciali, rischia di aprire le porte a ingentissime quantità di rifiuti da altre parti d'Italia.
Sappiamo che il mercato dei rifiuti speciali è un libero mercato e quindi sfugge ai controlli da parte delle amministrazioni; lo smaltimento non avviene con una pianificazione solo territoriale, ma c'è la possibilità di far circolare i rifiuti speciali in tutto il territorio nazionale.
Al di là dell'evoluzione della normativa riguardante gli impianti di termovalorizzazione, è vero che sono sempre più tecnologicamente performanti, ma hanno il solito problema di emettere nell'atmosfera una grande quantità di anidride carbonica. In Commissione abbiamo ricordato un aspetto da non sottovalutare. In ambito europeo adesso è in discussione una nuova direttiva che, innanzitutto, stabilisce che dal 1° gennaio 2024 siano monitorate le emissioni di CO2 degli impianti di termovalorizzazione inoltre, che dal 2028, siano effettuate analisi d'impatto per quanto riguarda l'inclusione dei termovalorizzatori nel mercato ETS, che è il mercato che consente di acquistare quote di emissione di CO2. Se questa normativa dovesse entrare in vigore, com'è attualmente nella bozza di delibera, significa che non più tardi del 2030 i termovalorizzatori entreranno all'interno di questo mercato.
Facendo una stima sui valori dei costi di acquisto della CO2 sull'attuale mercato ETS, stiamo parlando di decine di milioni di euro a impianto.
Decine di milioni di euro che dovranno essere coperti in qualche modo dai contribuenti attraverso un incremento della TARI, oppure attraverso altri sistemi che attualmente mi riesce difficile pensare.
Detto questo, la motivazione principale che ci ha portato a presentare diversi emendamenti è di evitare una sovra offerta dell'impiantistica per quanto riguarda la termovalorizzazione. Noi pensiamo che ogni Regione dovrebbe gestire i propri rifiuti e bisognerebbe ridurre il più possibile la circolazione fra una Regione all'altra in termini di una maggiore autosufficienza e, soprattutto, in termini di una maggiore economicità.
Presidente, c'è un po' di brusio.



PRESIDENTE

La capisco, Consigliere Sacco, ma l'Assessore è attento.



SACCO Sean

Concludo l'intervento.
Con i nostri emendamenti abbiamo cercato di ridurre il più possibile l'esposizione della nostra Regione dalla necessità della termovalorizzazione e, inoltre, di ridurre il più possibile il rischio di un eccesso di offerta nella termovalorizzazione stessa. Auspichiamo che si possano, al di là del piano rifiuti, apportare anche delle modifiche a livello normativo, non solo per incrementare la quantità della raccolta differenziata, ma anche per incrementare la qualità. Non possiamo non pensare che per incrementare la qualità c'è bisogno di migliorare il comportamento non solo delle amministrazioni come attenzione nei confronti della raccolta differenziata, ma anche della cittadinanza.
Abbiamo visto che in tanti Consorzi questo lavoro è stato fatto e ha prodotto ottimi risultati. Siamo certi che questi risultati si possono raggiungere anche in altri Consorzi, riducendo fortemente i costi di smaltimento che già abbiamo, ma che cresceranno nei prossimi anni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Arriviamo all'esame dell'Aula su questo Piano rifiuti e bonifiche ambientali, dopo che è stato, purtroppo, richiamato dalla Commissione senza avere concluso il suo iter, nonostante la disponibilità dimostrata non solo dal nostro Gruppo, ma anche dalle altre opposizioni a una discussione costruttiva per verificare se c'erano le condizioni per arrivare a una conclusione più corretta e compiuta dell'analisi del documento in Commissione.
Un Piano rifiuti che noi abbiamo da subito definito poco coraggioso e poco ambizioso. Sia ben chiaro: nulla da dire sulla parte tecnica, poiché è anche un documento fortemente tecnico. Non abbiamo rilievi particolari rispetto alla parte tecnica, così come amo sottolineare che apprezziamo in pieno il lavoro portato avanti dai tecnici della Regione, ma un piano del genere è un documento anche politico e la politica deve avere una visione che, pur partendo dal dato tecnico, va da qui ai prossimi anni. Qualsiasi buon politico deve avere una visione che non arrivi alla prossima campagna elettorale, ma che arrivi, magari, al 2035, così come dovrebbe avere il Piano. Quello che manca, a nostro avviso, è proprio la parte più politica del Piano.
Come dicevo, l'ho definito poco coraggioso e poco ambizioso. Cito alcuni obiettivi: l'obiettivo di raccolta differenziata all'80 %, a nostro avviso è insufficiente. Ci sono dei territori del Piemonte che sono già lì e noi stiamo dicendo loro che l'obiettivo di miglioramento è continuare a fare ciò che già stanno facendo. A noi questo non pare essere un buon incentivo.
Sappiamo bene che ci sono altri territori che sono molto più indietro rispetto ai quali probabilmente l'obiettivo dell'80% è ambizioso e sfidante, ma è anche vero che continuiamo a dircelo da cinque anni e forse, anche di più.
Ho cominciato a fare dell'attivismo in politica proprio su temi legati all'ambiente e ai rifiuti ormai 14 anni fa. Allora si dicevano le stesse cose e siamo ancora qui a dire che ci sono territori che sono indietro e che non si riescono a portare altrove l'esperienza e le capacità dei territori migliori, per fare in modo che chi è più indietro imiti chi è andato oltre. Se si escludono realtà peculiari e particolari, come quella di una grande città capoluogo come Torino.
Si consideri che ci sono Comuni in province diverse che, però, tra loro hanno caratteristiche assimilabili, come per esempio la popolazione, che continuano ad avere performance molto diverse. Allora, bisogna prendere esperienze migliori e portarle in tutto il Piemonte.
Un altro dato importante riguarda la produzione dei rifiuti. Purtroppo ancora una volta, la discussione sul Piano, sia politica sia mediatica sovverte la gerarchia determinata da norme nazionali e comunitarie. La gerarchia è chiara: al primo posto c'è la riduzione, all'ultimo lo smaltimento, eventualmente, anche con valorizzazione energetica dei rifiuti, quindi questo dovrebbe essere l'aspetto meno importante, invece l'elefante nella stanza continua a essere l'incenerimento dei rifiuti e si continua a parlare soltanto di quello. Mancano obiettivi sfidanti sulla riduzione dei rifiuti, ciò che dovrebbe essere più importante in un Piano regionale sui rifiuti.
Che cosa vogliamo fare per ridurre i rifiuti nella nostra Regione e farlo veramente? Si continua ad abbinare il dato della produzione dei rifiuti al dato macroeconomico: nonostante studi anche internazionali dicano che è necessario fare il contrario per raggiungere dei risultati, si continua ad abbinare la crescita economica con la produzione dei rifiuti, sostenendo che se cresce l'economia, crescerà anche la produzione di rifiuti; in qualche modo, un invito a sperare in una crisi, così magari con una crisi diminuisce la produzione dei rifiuti.
A noi, però, non sembra una visione adatta a una buona politica, perch disaccoppiare il dato macroeconomico da quello della produzione dei rifiuti implica portare avanti azioni concrete ed efficaci per la riduzione dei rifiuti.
Lo sappiamo, non siamo in un sistema ormai che ha dei confini rigidi tra Provincia e Provincia, tra Regione e Regione e tra Stato e Stato; non basta che il Piemonte porti avanti iniziative drastiche sulla riduzione dei rifiuti, siamo in un contesto anche normativo nazionale e comunitario però, per chiedere ad altri di agire, bisogna incominciare a fare e questa è una delle ragioni per cui, ad esempio, un ordine del giorno, che collegheremo al Piano rifiuti, dice che la prima a dare il buon esempio dev'essere la Regione. È un atto d'indirizzo che, parimenti a quanto già accaduto e già fatto approvare anni fa, vincola la Regione e il Consiglio regionale a rinunciare all'utilizzo della plastica monouso nei suoi uffici.
Se vogliamo chiedere ad altri di fare, dobbiamo essere i primi a fare.
Inoltre, c'è la questione relativa all'impiantistica, quella di cui parlavo prima: l'elefante nella stanza e, anche qui, il dibattito è di nuovo sugli inceneritori.
Sappiamo che esiste un impianto d'incenerimento nella nostra Regione, che è l'inceneritore di Torino (Gerbido) autorizzato nel 2013, che ha un contratto di servizio che dura vent'anni, fino al 2023.
Il Piano rifiuti attualmente vigente è chiaramente scaduto, perché arrivava al 2020. Sottolineo che non è il nostro Piano, perché non aveva il voto favorevole del sottoscritto e nemmeno del Gruppo che avevo l'onore di rappresentare, perché facemmo una durissima opposizione in Commissione e anche in Aula. Quel piano, migliorato, io dico anche, con parecchi emendamenti che portavano la mia prima firma, aveva una visione che andava oltre il 2020, rimarcava che l'impianto di Torino doveva essere l'unico della Regione e che, in prospettiva, la Regione Piemonte si doveva mettere nelle condizioni per rinunciare all'incenerimento dei rifiuti.
Ciò che oggi viene sconfessato, lo sottolineo, con il nuovo Piano rifiuti è il Piano rifiuti approvato nella precedente legislatura, approvato con il nostro voto contrario, che viene sconfessato, purtroppo, da un documento ancora peggiore, ancora meno condivisibile. Questo Piano costruisce scenari, che purtroppo parteggiano per la costruzione di un nuovo impianto d'incenerimento.
Su tale aspetto vogliamo dire una parola chiara, perché sia il dibattito in Commissione sia l'inizio del dibattito in Aula ha portato avanti questo tema e pare che sia intenzione della Giunta regionale, in qualche modo, di modificare il Piano dicendo che, tutto sommato, sarebbe meglio pensare a un ampliamento dell'inceneritore del Gerbido, magari con un'altra linea (attualmente ne ha tre), anziché ipotizzare la costruzione di un altro inceneritore, magari nella zona nord (abbiamo già visto dei progetti) o magari, nella zona di Novi Ligure, come ipotizzato da tempo. Insomma, è un dibattito aperto da tempo.
Noi su questo vogliamo dire una parola chiara. Sappiamo che eventualmente questo emendamento va a pacificare delle situazioni anche interne al centrodestra e risponde a logiche NIMBY, però su questo voglio dire una parola chiara: la nostra posizione sull'inceneritore non è NIMBY.
Mi scuso se utilizzo un termine straniero, ma non vorrei finire in carcere perché sappiamo che oggi ci sono norme stringenti. NIMBY è un acronimo che significa "not in my backyard" e cioè "non nel mio cortile". La nostra posizione sugli inceneritori è NOPE, "not on planet Earth", cioè "non sul pianeta Terra". Pertanto, a noi importa poco che si cambi il posto, perch siamo assolutamente per la rinuncia all'incenerimento dei rifiuti e questo e va ribadito.
A nostro avviso, andava seguita la logica del Piano precedente.
C'è anche un altro particolare da dire: oggi, gli inceneritori godono di incentivi derivanti dal fatto che, in qualche modo, qualcuno è riuscito a far passare i rifiuti come una risorsa rinnovabile dalla quale produrre energia (qualcuno potrebbe dire che fa già ridere così, però è così). In realtà, andiamo verso uno scenario in cui questi impianti, grandi produttori di CO2, dovranno pagare per la CO2 che producono. Ci sono delle ipotesi, a livello comunitario, secondo cui gli impianti d'incenerimento di rifiuti (inceneritori o termovalorizzatori, come li volete chiamare) entreranno nel mercato ETS, il mercato delle emissioni.
Prima o poi: si era detto dal 2026 e adesso si dice dal 2028, per signori, parlando di impianti di quel genere sappiamo che hanno una prospettiva che non è da qui ai prossimi tre-cinque anni, ma sono impianti progettati e costruiti per cui, come minimo, devono andare avanti vent'anni. Questi impianti dovranno pagare per la CO2 che producono e inevitabilmente, diventeranno economicamente insostenibili.
Concludo, Presidente, e mi scuso per aver sforato, dicendo quali sono le nostre richieste.
Sappiamo bene che sarà difficile invertire la rotta di questo Piano e far sì che sia aderente al modello che avevamo predisposto noi, però chiediamo un segnale a questa Giunta regionale, un segnale di disponibilità, almeno a modificare e a rialzare leggermente gli obiettivi di raccolta differenziata, facendoli salire di qualche punto, anche per il solo fatto che questo Piano presenta i dati del 2019. È costruito sui dati del 2019 noi abbiamo già in nostro possesso i dati del 2021 non perché stiamo attenti, ma perché sono già stati approvati e validati dalla Giunta regionale.
Visto che i dati 2020 e 2021 hanno una performance regionale sulla raccolta differenziata migliore rispetto a quella del 2019, tanto vale adeguare anche l'obiettivo a quel miglioramento che è già in corso.
Pertanto, chiediamo almeno di migliorare e di ritoccare verso l'alto gli obiettivi di raccolta differenziata.
Nella discussione, illustreremo i nostri emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri su un tema importante come quello del Piano regionale sui rifiuti urbani.
Quando parliamo di un argomento del genere, parliamo di tante cose: parliamo di ambiente, di salute, di imprese, di lavoro e di futuro, come facciamo ogni volta che ci poniamo il problema della programmazione di quello che succederà nella nostra regione da qui a dieci 15 anni.
I piani, Presidente, possono essere adempimenti formali, senza cui perdiamo dei finanziamenti, come prima ci ricordava anche l'Assessore Marnati oppure occasioni e opportunità reali per elaborare una visione e indicare una direzione. Questo è uno dei ruoli fondamentali dell'ente regionale ruolo che troppo spesso, in questa legislatura, abbiamo forse dimenticato.
Su un tema come questo (e lo vedremo con alcuni dati che adesso esporrò) qui in Piemonte è fondamentale indicare la direzione, perché la strada da fare è ancora davvero lunga.
Parto proprio dal dato sulla differenziata.
Il Piemonte è in ritardo di quasi 15 anni. Perché dico questo? Perché se prendiamo il dato del 2021, l'ISPRA ci dice che, nel 2021, il Piemonte aveva una percentuale di differenziata pari al 65,78%, contro una Regione che è prima in classifica, il Veneto, Assessore, guidata da una forza politica a lei cara, che nel 2021 riciclava il 76,18%.
Nel Piano che stiamo per approvare abbiamo indicato, come obiettivo al 2035, quindi 12 anni da oggi, il 75%. Ci stiamo dando un obiettivo, al 2035, inferiore alla realtà del Veneto nel 2021.
Perché sto parlando di questo ritardo? Perché noi, tra gli emendamenti che abbiamo presentato, abbiamo detto che gli obiettivi che ci stavamo dando erano troppo poco ambiziosi? Perché quando parliamo di aumentare la percentuale di differenziata non parliamo di numeri calati dall'alto o ideologici. No, parliamo di realtà concrete.
Tra il Veneto e il Piemonte, nella classifica che evito di fare, il Piemonte è al nono posto in Italia. Se il Veneto è la prima, noi siamo al nono posto (ma l'Assessore lo sa) e in mezzo ci sono Regioni come la Lombardia, l'Emilia Romagna e le Marche (parliamo solo di quelle che ci assomigliano di più).
È evidente, Assessore, che quando abbiamo chiesto più coraggio, abbiamo chiesto semplicemente di indicare una direzione che non è più rimandabile.
La questione della differenziata, come hanno già detto colleghi prima di me, è un aspetto, ma non dobbiamo dimenticare che dipende anche da cosa riusciamo a fare dei rifiuti che differenziamo, tema che viene prima della differenziata, ossia la diminuzione della produzione di rifiuti.
L'ha già detto chi è intervenuto prima di me, ma lo voglio ribadire, perch anche su quest'aspetto abbiamo presentato degli emendamenti.
Nel Piano, Presidente, quando si parla degli obiettivi, troppo spesso si fa riferimento a una quantità totale di produzione di due milioni. Questa è una delle differenze tra questo Piano e il precedente che veniva citato.
Noi riteniamo che l'obiettivo sulla produzione dei rifiuti debba essere sulla quota pro capite, sulla diminuzione della quota dei rifiuti, perch questo eviterebbe delle medie che in questi anni non hanno fatto bene al Piemonte.
Occorre indicare obiettivi misurabili ambito per ambito, zona per zona cittadino per cittadino. Ecco perché la tariffa puntuale sarebbe la strada principale per arrivare a questo obiettivo. Se lasciassimo un dato generale di due milioni, sarebbe come se dicessimo che il territorio che oggi è virtuoso, dal quale peraltro deriva anche lei, Assessore, si debba far carico, magari, di chi invece in questi anni non ha fatto abbastanza.
Il tipo di pianificazione che mettiamo in campo indica anche la strada: dunque, non un obiettivo sulla totalità delle tonnellate prodotte, ma sul rifiuto pro capite; ciascun territorio, ciascuna città, ciascun paese e ciascun cittadino deve assumersi la responsabilità di produrre meno rifiuti, perché quel rifiuto ricadrà sulle spalle delle nuove generazioni.
È chiaro, quindi, che prima di fare un ragionamento sulla gerarchia dello smaltimento, dobbiamo prima di tutto essere ambiziosi e coraggiosi sul tema della riduzione dei rifiuti: questo è il motivo per cui abbiamo chiesto più volte, su questo tema, di essere più audaci! Poi possiamo ragionare, come abbiamo fatto, sul tema della differenziata, su cui ribadisco che siamo in ritardo di 15 anni.
C'è un altro aspetto fondamentale di cui dovremmo parlare: mi riferisco al tema del riuso e del riciclo dei rifiuti che differenziamo. Mi lasci fare una battuta, Presidente: per fortuna esiste l'Unione Europea, che investendo diversi milioni di euro sul tema dell'economia circolare, di fatto dà gambe a quel Piano regionale per l'economia circolare che abbiamo chiesto di portare avanti anche in quest'Aula, che è stato votato da quest'Aula ma che non ha trovato sbocco in un documento programmatico della Giunta, cosa che invece avevamo auspicato e che ancora auspichiamo. Come ho detto, per fortuna l'Unione Europea viene in soccorso a questa Giunta perché, investendo milioni di euro su questo tema, obbliga di fatto la nostra comunità anche imprenditoriale a confrontarsi sulla materia. Quando parliamo di Piano dei rifiuti urbani e di visione dei prossimi 15 o 20 anni, abbiamo l'obbligo di dire che il tema dell'economia circolare per il Piemonte dev'essere un asset strategico.
Quando si fa riferimento al futuro, ci sono tante questioni in ballo per il Piemonte, ma si parla troppo poco di economia circolare e del fatto che i rifiuti da "problema" possano diventare "risorsa". Certo, parliamo del Piano dei rifiuti urbani e mi rendo conto che i nostri atti amministrativi e legislativi pagano ancora un prezzo troppo alto rispetto alla logica delle canne d'organo: cioè mentre i saperi e le pratiche sono ormai intrecciati in maniera interdipendente e in maniera circolare, i nostri atti fanno fatica a entrare nella logica dell'interdipendenza.
È un salto che dobbiamo ancora provare a fare, anzi, che non abbiamo ancora capito come fare, per rendere i nostri documenti e i nostri atti interdipendenti tra di loro: quando parliamo del Piano rifiuti, come facciamo a collegarlo a un progetto sull'economia circolare? Quando parliamo dell'impiantistica sui rifiuti urbani, come facciamo a collegarla con quella sui rifiuti speciali? Perché è chiaro che la realtà è intrecciata, è collegata, a differenza dei nostri atti amministrativi. Lo sforzo che dovremo mettere in atto e che riguarda tutti, Assessore, dovrà essere quello di provare a far parlare di più i nostri Assessorati e i nostri Settori. Perché è evidente che quando si parla di economia circolare bisogna confrontarsi anche con altri Assessorati e con altri Settori (lo abbiamo visto anche in altri ambiti, ad esempio in merito alle cave, ma di questo parleremo domani in Commissione).
Soltanto dopo aver diminuito la produzione dei rifiuti e soltanto dopo aver aumentato la percentuale di raccolta differenziata, su cui, come abbiamo visto, dobbiamo recuperare un notevole ritardo, potremo parlare di impiantistica e di scenari che la riguardano.
Proprio per quanto riguarda l'impiantistica, se c'è un aspetto emerso chiaramente in questa discussione, Presidente, è che se prendiamo in considerazione soltanto il fabbisogno dei rifiuti urbani, il Piemonte non ha certo bisogno di un altro termovalorizzatore. Tale aspetto è emerso con chiarezza nella discussione. Altra questione è se si prende in considerazione, come faremo nella prossima discussione, il tema del fabbisogno legato ai rifiuti speciali, che, dal punto di vista della quantità e della pericolosità, sono molto più ampi di quelli urbani e, come dicevo prima, necessitano di una riflessione che dev'essere sicuramente integrata con la discussione che stiamo facendo adesso, perché gli aspetti non sono separati, ma sono collegati tra di loro.
Relativamente al provvedimento in discussione, le mediazioni raggiunte sono state trovate anche grazie al lavoro delle opposizioni, che si sono spese per migliorare questo provvedimento; hanno fatto sì che il Piano tenga maggiormente in considerazione le esigenze ambientali, che metta al centro la riduzione dei rifiuti (maggiore rispetto a quando il provvedimento è arrivato in Commissione) e il tema dell'economia circolare.
Anche grazie al lavoro delle opposizioni, il documento che uscirà da quest'Aula sarà più attento all'ambiente e all'economia circolare, ma metterà anche il decisore politico nella migliore condizione possibile di decidere come procedere nei prossimi anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Mi sembra doveroso intervenire nella discussione di una deliberazione così importante.
Peraltro, in questa seconda legislatura mi ritrovo nuovamente a discutere e a lavorare su un Piano rifiuti, dopo anni di attività e d'impegno nella gestione dei rifiuti dal punto di vista di chi la deve attuare, quindi come Sindaco e come Presidente di Consorzio. Pertanto, è anche particolarmente interessante il lavoro di programmazione e pianificazione che sta in capo alla Regione, che dovrebbe tener conto dell'esperienza di ciò che succede sul territorio. Tuttavia, dovrebbe tenerne conto non assecondando le paure le reticenze e le fatiche che ci sono, di cui dobbiamo ovviamente prenderne atto, ma indirizzando, incentivando e stimolando pratiche innovative dovrebbe stimolare performance di livello sempre più alto, aspetto che invece, mi spiace dirlo, come Gruppo non ritroviamo all'interno del documento.
Se è vero, da un lato, che il Piano è un riaggiornamento di quello precedente, garantendo, in qualche modo, una certa continuità, lo è, ahimè anche in termini di conservazione e di passi indietro, quindi mi sento di poterlo definire poco sfidante.
Forse è anche giusto sottolineare, invece, e mi fa piacere farlo perché è da rimarcare come elemento positivo, la percentuale di materiale da conferire in discarica. Di conseguenza, dal punto di vista della riduzione dell'utilizzo delle discariche, questo testo fa un passo deciso e forte, e non possiamo che sottolinearlo. Però complessivamente, come anche i colleghi hanno sottolineato, c'è questa impronta, questa impostazione.
Devo dire che anche il confronto di questa mattina a margine del Consiglio per provare a trovare un'interlocuzione e trovare qualche punto di caduta comune, cosa di cui non possiamo che essere contenti, ha dimostrato come il richiamo in Aula sia stato, forse, intempestivo e sia stato frutto più di una volontà di bruciare i tempi, di non perdere tempo, come se le discussioni fossero perdite di tempo. Tutto questo in qualche modo ci ha sottratto la possibilità di ulteriori confronti e verifiche come la costruzione del precedente Piano ci aveva dato l'occasione di fare, oltre al fatto di cogliere degli elementi da parte delle opposizioni, non soltanto in termini di "accogliamoli per arrivare alla fine velocemente" ma valutando in un confronto anche la positività dei suggerimenti che le opposizioni sono in grado di presentare.
Su questo mi sembra ci sia stata minore volontà e vedremo se in questo dibattito in Aula, cui questa mattina l'Assessore ha dato disponibilità, si potrà arrivare al raggiungimento di una condivisione. Secondo me, ci sarebbe stata la necessità e l'opportunità di mantenere questo dibattito all'interno della Commissione, che è il luogo deputato per l'approfondimento.
Quando dico che è non sfidante, non è perché intenda che il Piano debba essere velleitario di per sé o debba indicare obiettivi irraggiungibili, ci mancherebbe. Non intendo dire che è un atto dove mettiamo un po' a casaccio delle percentuali e poi poco importa. No, non intendo dire questo, ci mancherebbe. Sia la mia esperienza di amministratrice sia la responsabilità che abbiamo nel programmare ci impone una serietà negli obiettivi che dobbiamo raggiungere, però è anche vero che il Piano deve creare le condizioni affinché gli obiettivi diventino raggiungibili, mentre si sta lavorando. Pertanto, deve attuare la politica degli incentivi (e ci vanno le risorse necessarie) e deve mettere in campo le penalizzazioni per i poco virtuosi. Su questo, dopo un confronto con un collega è scaturita qualche difficoltà nell'accettare le penalizzazioni, ma senza queste i territori non sembrano nelle condizioni di essere stimolati ad attuare politiche per raggiungere gli obiettivi necessari.
È per questo che il Piano non può essere al ribasso o al minimo sindacale rispetto agli obiettivi posti dall'Unione Europea, ma dev'essere, invece sfidante e andare oltre, perché quegli obiettivi possono e devono essere superati, come del resto dimostrano i Consorzi in Piemonte e altre regioni europee. Gli esempi virtuosi, come hanno già detto molto meglio i colleghi riportando dati precisi, ci sono, ma sono una minoranza, quindi bisogna lavorare affinché diventino maggioranza, dando le gambe e perch concretamente si possano raggiungere questi obiettivi.
Anch'io voglio sottolineare l'aspetto della carenza degli impegni per la riduzione dei rifiuti. Su questo non ci si può trincerare sempre dietro al fatto che sono competenze nazionali, che si tratta di norme europee e nazionali, perché di più si può fare su questa strada, non solo reiterando di volta in volta e, alla fine, sempre un po' stancamente, quelle politiche o quelle azioni di promozione della riduzione dei rifiuti. Sono obiettivi sfidanti in termini di riduzione del rifiuto e in termini di differenziazione, e sembra che ci sia una disponibilità e la accogliamo come positiva, ma soprattutto in termini di riciclo, che è l'altro aspetto importante.
Faccio un po' la professoressa su questo, visto che le ho anche insegnate a scuola: mi riferisco alle 4 R europee che le direttive europee ci mettono all'attenzione. Su questo impegno per mettere insieme la realizzazione delle 4 R, il termine della tariffazione puntuale diventa essenziale. È ormai dimostrato che la tariffazione puntuale è lo strumento che consente di fare il salto da quel 65-68% agli oltre 80 cui dobbiamo arrivare.
In tutto questo s'inserisce il tema dell'impiantistica e in questo senso l'indicazione o il ragionamento su un secondo termovalorizzatore.
Voglio precisare che ho sostenuto la realizzazione del termovalorizzatore di Torino e non ho una contrarietà ideologica su questo, ma nel presente Piano, per i numeri che abbiamo, sottolineo quello che diceva il collega Rossi: è evidente che la realizzazione non sta in piedi. Con quel dato di circa 170 mila tonnellate aggiuntive, non sta in piedi, a meno che non si pensi di superare la regola dell'autosufficienza regionale, cosa che è fattibile, ma bisogna dichiararlo e dimostrarlo, oppure che si pensi a un ragionamento rispetto ai rifiuti speciali, ma su questo entriamo in un altro campo, perché siamo al di fuori della privativa, siamo nel libero mercato. Insomma, è un altro scenario e non rientra in questo Piano, per in qualche modo dovrebbe essere richiamato, se quella è la prospettiva.
Questi sono un po' gli aspetti che determinano, se non una contrarietà quantomeno dei forti dubbi rispetto a questa partita che, tra gli scenari ci viene proposta rispetto alla soluzione dello smaltimento, tenendo conto che anche altri aspetti ci sembrano un po' trascurati. Mi riferisco alle nuove tecnologie, su cui comunque si sta lavorando. Il Piano dice che se ci sono nuove tecnologie, l'ATO regionale le potrà seguire. Tra l'altro, sorge spontanea anche la domanda "a quando l'ATO regionale?", ma questa è un po' a margine.
Occorre, invece, dare più spazio e più attenzione a nuove tecnologie che si stanno presentando, come quella del recupero chimico.
Per quanto riguarda i cementifici e la produzione di CSS, come peraltro anche il CAL ha sottolineato nel suo giudizio, occorre ridurre l'utilizzo di materiale di polverino da carbone, quindi fossile, per la produzione del cemento. Ricordo che in Italia siamo al 22%, contro il 56% della media europea di CSS. Questo è un tema che, dal nostro punto di vista probabilmente il Piano ha affrontato un po' con leggerezza, oppure l'impronta politica è stata quella di andare in un'altra direzione, in uno scenario in qualche modo prefigurato dal punto di vista politico.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Vogliamo ringraziare, a nome del Gruppo della Lega, l'Assessore Marnati, i suoi Uffici, la Commissione e il Presidente della Commissione per il lavoro svolto.
Ho sentito dire che si poteva fare di più, che sono 15 anni che è tutto fermo, ma ricordo alla parte dell'emiciclo che sta alla mia destra che anche loro hanno governato in questi 15 anni. In quattro anni di legislatura, doteremo la Regione di un nuovo Piano: siamo convinti e contenti. Un Piano moderno che va a gestire in modo moderno i rifiuti.
Arrivo da un territorio, da Verbania, con difficoltà orografiche e geografiche, ma sulla raccolta differenziata possiamo dare lezioni a tutto il Piemonte: a Verbania, Provincia virtuosa, arriva anche a oltre l'80%.
Forse, per una volta, il fatto di essere un territorio di piccoli Comuni può essere vantaggioso. Ricordo che tutti i piccoli Comuni ormai da anni hanno il "porta a porta" e una differenziata molto efficiente: sicuramente questo è un sistema da implementare. Naturalmente un sistema che ha dei costi, ma un sistema che va a beneficio di tutti, dell'ambiente e del mondo in cui viviamo.
D'altra parte, posso anche sottolineare che il tema degli inceneritori non dev'essere un dogma. In Lombardia ne hanno 13 e sono grandi il doppio di noi; il Veneto, Regione simile alla nostra, ne ha quattro. I rifiuti indifferenziati vanno sotterrati (penso che quello delle discariche non sia un modello efficiente ed ecologico, perché in Piemonte abbiamo ancora discariche che vengono riempite), oppure devono essere bruciati con le nuove tecnologie che hanno fatto passi da gigante, con i nuovi filtri e con tutte le garanzie che ci sono.
È naturale che nessuno vuole i rifiuti vicino all'uscio di casa, lo sappiamo, ma vanno fatte scelte ponderate, con testa e raziocinio. Un impianto funzionale genera energia, dà degli utili molto importanti e presenta diversi aspetti positivi. Ricordo che ancora oggi ci sono rifiuti che escono dalla nostra regione su camion che inquinano e spostano sostanze da una parte all'altra del territorio nazionale. Dobbiamo arrivare a un'economia circolare che faccia sì che i rifiuti diventino una risorsa come lo sono per larga parte d'Europa. Ci sono, infatti, Paesi europei che con la risorsa rifiuto, riescono a fare degli utili e ad assicurare benefici importanti alle loro comunità.
Siamo ancora lontani da questo, ma dobbiamo arrivare lì, senza schemi o blocchi ideologici, ma con pragmatismo e tutelando assolutamente l'ambiente, quindi puntando al massimo sulla differenziata, ma con intelligenza e senza strumentalizzazioni.
Siamo contenti di questo Piano, che consentirà anche uno sblocco di fondi europei FESR per 40 milioni di euro, quindi risorse fresche che vanno a implementare la raccolta differenziata nel nostro Piemonte: saranno risorse che l'Assessorato all'Ambiente saprà spendere con intelligenza per un Piemonte più pulito e all'avanguardia.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Non vi sono altri Consiglieri che intendono intervenire.
Prima di chiudere la discussione generale, chiedo all'Assessore Marnati se intende intervenire per replicare.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Alla luce della discussione di questa mattina, abbiamo accettato la modifica di alcuni valori, tra cui quello di aumentare la raccolta differenziata minima, quindi portarla dall'80% a una cifra un po' più alta così come altre richieste. Tuttavia, avremmo bisogno di circa una settimana, se non dieci giorni, perché dobbiamo modificare e rivedere quasi completamente il Piano, almeno per quanto riguarda i dati.
Prima di chiudere la discussione generale e presentare ulteriori emendamenti di Giunta o di Consiglio, abbiamo bisogno di almeno una settimana lavorativa per poter rivedere un po' tutto. Il Piano è molto corposo e se io modifico la percentuale dell'80% devo poi, a cascata rivedere quasi tutti i parametri, quindi non è un lavoro che si fa in mezza giornata.
Questa è la nostra richiesta anche per andare incontro alle volontà un po' di tutti i Gruppi, che oggi abbiamo riassunto attraverso una riunione costruttiva.
Pertanto, dovete dirmelo voi, nel senso che ci dovremmo riaggiornare credo, per il prossimo Consiglio regionale.
Questa è la richiesta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Va bene.
Se non vi sono altre richieste d'intervento, sospendo i lavori per svolgere la riunione dei Capigruppo per decidere sul prosieguo dei lavori di oggi e della prossima settimana.
Pertanto, sospendiamo i lavori, considerate le dichiarazioni dell'Assessore Marnati.
La seduta riprenderà dopo la conclusione della Conferenza dei Capigruppo.
Chiedo ai Capigruppo di recarsi in Sala A, appena possibile.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.20, riprende alle ore 17.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Alla Conferenza dei Capigruppo si è deciso di sospendere i lavori sulla proposta di deliberazione n. 268 e di riprenderli nella giornata di martedì prossimo. Pertanto, c'è un'intesa tra tutti i Capigruppo di concludere i lavori adesso e riprenderli, contingentemente sull'attuale o.d.g., la prossima settimana.
Se nessuno interviene, possiamo concludere i nostri lavori odierni.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Grazie a tutti. Buona serata e buon lavoro.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.17)



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