Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.240 del 23/03/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 14.02 il Presidente Allasia comunica che, a causa del protrarsi di una riunione dei Gruppi di minoranza, la seduta è aggiornata di trenta minuti)



GAVAZZA GIANLUCA



(Alle ore 14.36 il Consigliere Segretario Gavazza comunica che la seduta è aggiornata alle ore 15.00)



(Alle ore 15.17 il Consigliere Segretario Gavazza comunica che la seduta è aggiornata alle ore 15.30)



(Alle ore 15.41 il Consigliere Segretario Gavazza comunica che la seduta è aggiornata alle ore 16.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 16.27)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento, comunico che sono in congedo i Consiglieri Chiorino, Cirio, Icardi, Leone e Ricca.
Il numero legale è, pertanto, 24.


Argomento: Commemorazioni

b) Espressione di cordoglio per la scomparsa dell'ex Consigliere e Presidente del Consiglio regionale Rolando Picchioni


PRESIDENTE

Questa mattina abbiamo appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di Rolando Picchioni, uomo di grande cultura e politico stimato del nostro territorio, che ha ricoperto numerosi incarichi di responsabilità: Assessore provinciale, Presidente del Teatro Stabile deputato della Repubblica, Sottosegretario ai Beni culturali, Consigliere regionale e Presidente del Consiglio regionale del Piemonte. Da ultimo, è stato presidente della Fondazione per il libro, la musica e la cultura, per anni l'anima del Salone del libro.
Lo ricorderemo nelle prossime settimane con un momento ufficiale. Oggi esprimiamo tutta la nostra più sentita vicinanza alla famiglia con un minuto di silenzio e raccoglimento.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Nella seduta consiliare del 21 e 22 marzo 2023 sono state discusse e votate 187 richieste di inserimento nuovi punti all'o.d.g.
L'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 22 marzo 2023.
Le comunicazioni sono state fatte nella seduta di ieri.
Chiedo se vi sia qualche Consigliere che intende intervenire sulle comunicazioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Ieri sera avevo chiesto la parola per intervenire sulle sue comunicazioni.
In verità, non riesco a trovare il file, nel senso che non è più caricato com'è normale che sia, immagino.



PRESIDENTE

Difatti non trovo neanch'io il foglio: mi ero fermato proprio per quel motivo. Me ne scuso.



RAVETTI Domenico

Grazie.



PRESIDENTE

Proseguo nella lettura delle comunicazioni.


Argomento:

b) Espressione di cordoglio per la scomparsa dell'ex Consigliere e Presidente del Consiglio regionale Rolando Picchioni

Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 16 marzo 2023 la seguente legge regionale e ne ha deliberato la non impugnativa: legge 19 gennaio 2023 n. 1 "Disposizioni per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel sistema dell'emergenza-urgenza".


Argomento:

d) Dichiarazione d'urgenza


PRESIDENTE

La Giunta regionale ha richiesto la trattazione con urgenza, ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale, della proposta di deliberazione n. 283 "Modifiche DCR n. 286 - 18810 dell'8 maggio 2018 'Rete ospedaliera regionale. Programma di interventi in edilizia sanitaria'. Sostituzione allegato 3 con la scheda 'Nuovo Ospedale Unico dell'ASL TO5" e integrazione DCR n. 193-974 del 18 gennaio 2022 'Prima programmazione di indirizzo di carattere strategico generale di investimenti in edilizia sanitaria per la realizzazione nuovi presidi ospedalieri".
Ai sensi dell'articolo 83, comma 3, la dichiarazione d'urgenza comporta la riduzione di tutti i termini alla metà, e l'autorizzazione alla Commissione di riferire oralmente. Poiché la Commissione in data 20 marzo 2023 ha licenziato la proposta di deliberazione, la richiesta non verrà posta in votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Intervengo sulle sue comunicazioni, Presidente.
Ricordavo bene, ma è stata apprezzata la sua decisione di rileggerle.
Grazie davvero.
La DGR del 2018 relativa alla rete ospedaliera regionale - in particolare il provvedimento che lei ha testé riletto riguardante l'ASL TO5 meriterebbe un approfondimento e una relazione che ancora non è avvenuta tra le opposizioni e la maggioranza, in particolare sulle altre costruzioni ipotetiche in Piemonte.
La Giunta fa il suo mestiere, nel senso che rispetto all'ubicazione dei nuovi ospedali si reca nelle province, discute con i Sindaci e con il territorio, convoca conferenze stampa (ho assistito a poche, ma ne ho lette molte). Fin qui, rimaniamo però sulle intenzioni.
Noi non intendiamo fare un processo alle intenzioni, ma vogliamo entrare nel merito delle scelte che la Giunta sta compiendo, tra l'altro in una programmazione che è competenza del Consiglio regionale. Riteniamo, quindi di dover entrare in questo dibattito: abbiamo il diritto e il dovere di farlo, e colgo l'occasione delle sue comunicazioni per chiedere di trovare nel contesto della IV Commissione, lo spazio per il necessario approfondimento. Mi aiuto con un esempio relativo al percorso che sta seguendo la Giunta per l'individuazione di terreni per la realizzazione di un nuovo ospedale in provincia di Alessandria, in particolare nella città di Alessandria.
Mi rivolgo, quindi, ai Capigruppo di maggioranza, ancora una volta cogliendo l'occasione delle comunicazioni del Presidente Allasia, per chiedere, nella prossima Conferenza dei Capigruppo, la convocazione di una seduta di IV Commissione - so che il Presidente Stecco è molto sensibile sul tema - affinché si possa discutere di una questione che interessa tutti, cioè - come avviene per l'ASL TO5 e anche per gli altri territori - gli impegni per individuare i terreni migliori per la realizzazione di nuovi ospedali.



PRESIDENTE

La Giunta è presente e anche il Presidente della IV Commissione Stecco quindi hanno sentito le sue richieste. Penso che possa essere una discussione da svolgere nella prossima Conferenza dei Capigruppo e poi la trattazione nelle relative Commissioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo sulle sue comunicazioni. Come il collega Ravetti, chiedo che ci sia l'attenzione, perché il mio non è un intervento sulla perdita di tempo - lo dico in maniera molto chiara - perché ci sia un'attenzione di qualità, a differenza degli ultimi tre giorni nei quali abbiamo occupato il tempo per altri motivi. Lo dico, perché nelle comunicazioni del Presidente si è citata giustamente la richiesta di urgenza sulla localizzazione del nuovo Ospedale unico nell'ASL TO5 e, come ha ribadito il Presidente, non TO3 ma TO5.
Presidente, c'è un po' di brusio. Capisco che oggi l'interesse è da un'altra parte, però..



PRESIDENTE

Difatti, Consigliere Sarno, mi permetta la battuta. Quasi un po' volontariamente avevo citato la TO 3 e non la TO5, perché sapevo benissimo che il dibattito si apriva sull'Ospedale Unico della TO5, conoscendo la cronaca locale e anche le varie posizioni di parte da un lato e dall'altro.
Perciò ho provato a falsare un po' la trattazione, però non mi è andata bene e mi scuso con lei e con tutti quelli che stanno intervenendo.
Come ho già detto nelle giornate precedenti, chiedo a chi è vicino al Consigliere che sta intervenendo di non fare molto brusio e di non fare tanto chiacchiericcio, così possiamo sentire meglio.
Prosegua, Consigliere.



SARNO Diego

Riprendo, Presidente, per dire questo: il carattere d'urgenza, che credo giustamente motivato dai fatti e dalla cronaca che raccontava anche il Presidente Allasia, deriva dal fatto che questa maggioranza ha aspettato al netto della pandemia, ci mancherebbe - 1.358 giorni prima di arrivare a una decisione. Non voglio discutere di questo, avremo tempo in Aula di discutere della decisione presa della localizzazione dell'ASL dell'ospedale unico nuovo ASL TO5.
Il tema, però, colleghi, è che in questi 1.358 giorni non c'è stata una Commissione sanità. Lo ripeto: non c'è stata una IV Commissione - e questo lo può anche confermare il Presidente Stecco, che è in Aula - sul confronto, ad esempio, sui tre studi che hanno portato alla scelta, da parte della Giunta, di cambiare la localizzazione rispetto a quella precedente.
Pur comprendendo il carattere d'urgenza - lo dico anche ai colleghi di maggioranza - non è una questione locale, perché stiamo ridisegnando l'edilizia sanitaria regionale, anche attraverso l'Ospedale unico di quell'ASL. Sarebbe stato opportuno avere un confronto su quei tre studi (tre, non uno), perché grazie a quei tre studi - sono le parole dell'Assessore Icardi - si è deciso su Cambiano invece di Moncalieri Trofarello. Lo dico solo, perché rinnovo l'invito e la richiesta al Presidente Stecco di convocare una Commissione sanità - visto che in 1.358 giorni non c'è mai stata, tranne l'ultima - nella quale discutere dei contenuti di questi plichi che ho qui e che ho studiato. Vorrei confrontarmi con i colleghi e magari anche convincermi - io che non sono d'accordo - su una localizzazione differente.
Questa è la richiesta che pongo a fronte delle sue comunicazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola, sulle comunicazioni; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo sulle sue comunicazioni relativamente alla parte che riguarda il nuovo Ospedale unico dell'ASL TO5. Lo faccio perché, pur rappresentando una forza di opposizione, ho una posizione che è diversa da quella poc'anzi rappresentata. Non ho mai difeso la scelta operata dalla Giunta precedente della locazione al confine tra Moncalieri e Trofarello.
L'ho sempre ritenuta sbagliata e ho fatto anche una battaglia per avere i documenti.
Ricordo che chiesi un accesso agli atti per avere quei documenti e mi presentai fisicamente all'Assessorato alla sanità, frapponendo la mia persona tra la strada e l'automobile sulla quale viaggiava l'Assessore Saitta, per avere quei documenti, che poi mi furono consegnati. Non sono mai stato d'accordo con quella scelta, non l'ho mai difesa e ritenevo fosse sbagliata, però certamente, la legittima decisione di questa Giunta regionale di cambiare posto è arrivata con un certo ritardo. Nel frattempo si sono persi i giorni che diceva il Consigliere Sarno, più di 1.300 giorni.
L'ospedale nuovo dell'ASL TO5 serve, ma serve farlo nel posto giusto, non in quello sbagliato com'era prima, però serve farlo. Comprendo che adesso si avanzi una richiesta di procedura d'urgenza con il dimezzamento dei tempi di discussione in Commissione e in Aula. Certo è che però il tempo perso non si perderebbe adesso, perché è stato perso prima. Pertanto sarebbe, a mio avviso, importante che questo tema venisse comunque approfondito nella maniera più opportuna in una seduta di Commissione, in modo da arrivare in maniera un po' più serena a una scelta definitiva, che speriamo possa portare all'inizio dei lavori di un'opera così importante per il territorio dell'ASL TO5 che, ricordiamo, è di oltre 300 mila abitanti che aspettano un ospedale nuovo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Stecco.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Siamo sulle comunicazioni?



(Commenti fuori microfono)



STECCO Alessandro

Sì. Scusate, ma dopo qualche giorno.
Comunque, sul tema da lei citato, la deliberazione sull'ASL TO5 e anche sul tema citato dai Consiglieri Ravetti e Sarno, la Commissione è sempre stata aperta alle richieste d'informativa su questa materia; quando sono pervenute, in Commissione sono sempre state espletate, e sono a verbale della.



(Brusìo in aula)



STECCO Alessandro

Scusate.
Dicevo, se sono a verbale e se questa richiesta sarà formalizzata anche in sede di Conferenza dei Capigruppo, chiaramente la IV Commissione è assolutamente sempre aperta.
Sul tema dei 1.350 giorni, noi non abbiamo avuto una.
Sono state presentate tante interrogazioni e tanti question time, ma non abbiamo avuto una richiesta di informativa in Commissione.
L'abbiamo ora e giustamente la presentiamo alla Giunta. La Commissione è sempre aperta a questo tipo di attività e sposo quanto ha chiesto il Consigliere Ravetti sulla necessità di avere un punto della situazione generale, che in questa fase di legislatura avrebbe il suo senso.
Presidente, se sarà possibile calendarizzare in spazi adeguati questo tipo di attività, appena sarà possibile, la Capigruppo definirà come e quando.



PRESIDENTE

Grazie, collega Stecco.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di legge n. 240, inerente a "Modifiche agli articoli 50 e 51 della legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 240, inerente a "Modifiche agli articoli 50 e 51 della legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte)", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Il provvedimento, la proposta di legge n. 240, relativo alle modifiche allo Statuto della Regione Piemonte, è stato richiamato in Aula, in funzione del Regolamento interno, dal Consigliere Bongioanni il 15 marzo 2023. Pertanto in quanto non ancora licenziato dalla Commissione, il provvedimento non ha relatori e viene trattato ai sensi del Capo X del Regolamento.
La parola al Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.



BONGIOVANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Arriviamo al punto per cui abbiamo avuto queste giornate di confronto, sia al nostro interno, come colleghi di maggioranza, sia con i colleghi di opposizione.
Sono state sollevate delle critiche e tante osservazioni; una di queste parla dei tempi e del perché questo provvedimento arrivi in Aula al quarto anno di legislatura, perché da chi ha più esperienza di me mi è stato spiegato che sono provvedimenti che si dovrebbero affrontare all'inizio di una legislatura.
A queste domande rispondo in questo modo: ho avuto la fortuna di avere tanti amici nella mia vita e anche uno straordinario manager, che è stato l'uomo che ha inventato gli scooter in Italia, Ivano Beggio, e che aveva dato il via a un progetto straordinario, che poi è diventato planetario. La sua frase che lo accompagnava sempre era: "L'esperienza vince". Noi, e lo dico per me per primo: io, che l'esperienza amministrativa non l'avevo quando sono stato eletto, avevo bisogno di capire come funzionasse la macchina regionale, come si doveva ascoltare il territorio e come cercare di dare risposte al territorio, ma anche come cercare di far funzionare meglio ed efficientare la macchina amministrativa della Regione Piemonte.
Per questo motivo, ci sono voluti degli anni per arrivare a formulare una proposta di legge che arriva ora in Aula, ed è quella che prevede l'introduzione della figura del Sottosegretario.
Poi andremo a dettagliare che cosa fa, anzi, che cosa farà, se ovviamente il provvedimento sarà approvato, il Sottosegretario in una prossima legislatura e non in questa.
Un'altra problematica, che è stata segnalata ed evidenziata dai colleghi riguarda i costi dell'operazione. Ebbene, rispondo con una frase che non si può inserire in questo strumento legislativo, ma che abbiamo usato altre volte nella fase legislativa di questa legislatura, quando portiamo in Aula leggi, e cioè "invarianza finanziaria", perché non ci sarà un aumento dei costi a carico delle casse della Regione Piemonte, poiché questa legge rientra in quello che, come lei, Presidente, ha citato, si chiama Capo X.
Ci saranno due votazioni, una in queste giornate e l'altra 60 giorni dopo.
Ebbene, quando andremo alla seconda votazione presenteremo, contestualmente al momento del voto, una proposta di legge che abroga il comma 3 dell'articolo 15 della legge n. 23 del 2008, che è la legge che prevede le professionalità esterne scelte dal Presidente, fra l'altro, sulla base di rapporti fiduciari.
Chiarite queste due posizioni che tenevo a spiegare, cosa dice la proposta di legge, che è estremamente sintetica, perché si enuncia attraverso tre semplici articoli? Si prevede, come abbiamo detto, l'introduzione della possibilità - ripeto "possibilità" - da parte del Presidente della Giunta regionale, di nominare fino a quattro Sottosegretari, per farsi aiutare e coadiuvare nei suoi quelli del Presidente - compiti di governo della Regione Piemonte. Si fa quindi, riferimento alle deleghe del Presidente.
È una proposta di legge che nasce ispirata da quello che succede in altre Regioni che hanno saputo efficientare e far funzionare bene la macchina regionale, e le cito: la Lombardia, dal 2008, il Veneto, la Toscana l'Abruzzo, la Calabria, il Molise, l'Emilia Romagna.
I Sottosegretari non sono figure sostitutive degli Assessori; possono partecipare a sedute di Giunta e di Consiglio, ma non hanno diritto di voto, salvo appunto siano Consiglieri eletti quando sono presenti qui in Aula. Ovviamente, non hanno potere di voto in Giunta.
Nel dettaglio, come ho detto, estremamente sintetico, l'articolo 1 modifica l'articolo 50 dello Statuto regionale e, introducendo il comma 5 bis indica il numero dei Sottosegretari e la loro funzione di coadiutori del Presidente.
Nello stesso articolo 50, al comma 5 ter, si fa riferimento alle norme vigenti, obbligate ovviamente in materia di ineleggibilità e incompatibilità, come alle indennità spettanti ai sottosegretari.
L'articolo 2 è semplicemente una modifica obbligata, perché a fianco della parola "Assessore" si introduce quello di "Sottosegretario", mentre con l'articolo 3 si individuano i tempi e, quindi, si rinvia alla prossima legislatura, la XII, per l'introduzione di queste figure.
Colleghi, concludo la mia breve esposizione dicendo che ci troviamo davanti a un bivio.
C'è il Piemonte attuale, che possiamo lasciare così com'è. Tuttavia, se vogliamo guardare al Piemonte del domani, un Piemonte più efficientato; se vogliamo lasciare a chi verrà a legiferare e a governare dopo di noi un Piemonte che funzioni meglio, che ascolti di più e risponda alle esigenze certamente grazie agli uomini che ci saranno, noi andiamo a modificare lo Statuto.
Ricordiamoci che sono sempre gli uomini, con le loro qualità, a fare la differenza. Funzionari capaci e dirigenti capaci ne abbiamo tantissimi, ma credo che possiamo andare a rinforzare un po' le fila di coloro che dettano le linee della politica. Ripeto, ci si deve confrontare con il territorio e da oggi abbiamo maggiori possibilità in tal senso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bongiovanni.
Poiché l'argomento, come già ricordato, viene trattato ai sensi del Capo X non è prevista la discussione generale. Pertanto, procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Chiedo se vi siano interventi in sede di discussione sull'articolo 1.
Ricordo che ogni Consigliere può intervenire per dieci minuti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Finalmente possiamo discutere in quest'Aula della proposta di legge del collega Bongioanni, dopo due giorni e mezzo di discussione su come organizzare l'ordine dei lavori su un tema così importante come la modifica statutaria che avete voluto voi e che noi, quando eravamo al Governo, non abbiamo mai pensato di inserire anche solo nella discussione di quest'Aula.
Prima di entrare nel merito della proposta del collega Bongioanni e di spiegare perché siamo contrari all'istituzione della figura dei Sottosegretari e alla modifica così complessiva dell'architettura della nostra Regione, è giusto che i piemontesi sappiano cosa è successo oggi e perché apriamo i lavori, dopo l'ennesima serata protrattasi ieri fino a mezzanotte, alle 5 del pomeriggio.
Presidente, noi abbiamo voluto bloccare i lavori. Noi opposizioni tutte abbiamo cercato di farvi ragionare e di spiegarvi quello che stavate facendo. Questa mattina, con il suo avallo, Presidente, di cui, a mio avviso, lei è pienamente responsabile, avete depositato un emendamento che è una mostruosità politica, giuridica e tecnica. Con l'avallo della Presidenza, che definisce l'ordine dei lavori e della discussione degli emendamenti, avete pure estromesso tutti i 7.000 emendamenti dell'opposizione, riscrivendo per intero l'articolo 1, mettendo così fuori gioco tutto il lavoro delle opposizioni.
Presidente, la responsabilità di questa mostruosità politica, giuridica e tecnica è solo sua, perché ha permesso di numerare e di mettere all'o.d.g.
questo emendamento, che non c'entra nulla con la discussione che si stava facendo, in testa a tutti gli altri emendamenti: qualora fosse approvato fungerebbe da simil "canguro" (per intenderci) su tutto il lavoro delle opposizioni.
Colleghi di maggioranza, le regole del gioco si cambiano insieme e non con delle furbate avallate dalla Presidenza, che dovrebbe rendere conto sia alla maggioranza sia all'opposizione.
Questo è un emendamento - lo dico ai piemontesi - che istituisce e dà il potere al Presidente della Giunta regionale di nominare o revocare dei Sottosegretari e demanda a una legge ordinaria, quindi dribblando il Regolamento, che è la guida per tutti noi.
Il Regolamento ci impone di discutere di modifiche così sostanziali quali quelle dello Statuto in condizioni particolari, proprio per favorire un dialogo sulle regole, che non possono essere, con una furbata, dribblate dalle maggioranze. Voi lo fate e lo delegate a una legge ordinaria sostanzialmente prefigurando una nuova forzatura sulla legge ordinaria che dovrà definire il numero dei Sottosegretari.
Oggi non volete discutere se sono utili, su quali funzioni dovranno avere i Sottosegretari, ma neanche discutere su quanti ne servirebbero.
Consigliere Bongioanni, lei che si ispira sempre alla Lombardia e al Veneto e ci dice che sono i modelli cui vi ispirate, lo sa che in quelle Regioni in cui ci sono i Sottosegretari sono definiti all'interno dello Statuto? Se proprio volete istituire la figura del Sottosegretario, dovete inquadrarla dentro lo Statuto; non potete delegarla a una legge ordinaria che qualsiasi Presidente di Giunta dei prossimi anni può modificare con un semplice emendamento al bilancio o nell'omnibus. Qui stiamo parlando dello Statuto della Regione Piemonte, stiamo parlando della Carta di riferimento dei piemontesi, che regola la vita di questo Consiglio.
Noi dobbiamo avere consapevolezza della discussione di cosa scriviamo perché lo lasceremo in eredità a coloro che verranno dopo. Lo Statuto non si modifica tutti i giorni, non è una legge di bilancio come quella che ci presenta l'Assessore Tronzano ogni sei mesi; si modifica una volta ogni qualche legislatura, per cui lasciamo in eredità quello che decidiamo noi oggi.
Se dobbiamo modificare lo Statuto, modifichiamolo con regole statutarie dentro lo Statuto, non dando delega a chiunque verrà dopo di indicare, con una semplice legge ordinaria, il numero dei Sottosegretari, le funzioni gli emolumenti e le indennità.
Vi abbiamo bloccato perché se iniziavano i lavori si apriva la discussione sull'articolato e questo emendamento lo avremmo discusso per primo.
A questo punto chiedo a lei, Presidente Allasia: se la prassi è che si discute partendo dall'emendamento più lontano dal testo di legge, se il testo di legge prevede quattro Sottosegretari e se i primi emendamenti in discussione riguardano l'abrogazione della figura di un Sottosegretario come fa a far saltare davanti a tutti gli altri emendamenti un emendamento che parla al plurale dei Sottosegretari? Il vostro emendamento è una mostruosità giuridica: dice che il Presidente può nominare dei Sottosegretari. Di conseguenza, nel vostro ragionamento sono indefiniti, è italiano plurale, è maggiore di uno, quindi si colloca alla fine dei ragionamenti e delle discussioni.
So che dal punto di vista comunicativo e dal punto di vista anche dell'ascolto di chi ci segue è difficile seguire il percorso, ma lei ha fatto una forzatura per favorire la maggioranza. Noi oggi ci siamo trovati a discutere di questo e a spiegare ai colleghi di maggioranza che questo comportamento era inaccettabile. Ripeto, è inaccettabile. È inaccettabile nella forzatura di discutere sulle figure dei Sottosegretari, così come ci avete imposto.
Voi pensavate che avremmo ceduto subito, invece avete ceduto voi alle 7 del mattino, avete ceduto ieri sera e siete preoccupati per questa sera che sta arrivando, ma c'è ancora domani e noi non cederemo.
Noi abbiamo una convinzione: al netto dei costi della politica, lo dico in premessa, che è un grande tema, abbiamo una visione diversa dell'architettura di questo Consiglio regionale. Io voglio che chi verrà dopo di me e sarà magari all'opposizione - perché in maggioranza si hanno rapporti diversi con la Giunta - possa discutere le sue idee sui temi sulle leggi, sui bilanci e sulle questioni che arrivano in quest'Aula con gli Assessori competenti. Non voglio un Consiglio regionale e un'opposizione che discuta con un Sottosegretario delegato da un Assessore o da un Presidente di Regione. Stiamo battendo i pugni da anni per avere qui il Presidente Cirio - al suo posto oggi c'è il nome di Icardi, non so come mai - e non viene mai. Almeno abbia la possibilità di discutere con gli Assessori nel merito e le posizioni sui singoli disegni di legge.
Non voglio un Consiglio regionale in cui la discussione democratica delle persone elette dai cittadini sia delegata a figure di secondo livello come un Sottosegretario: non ci servono e non è così che intendiamo noi la democrazia, men che meno in un numero pari a quattro.
Noi siamo una Regione da quattro milioni e mezzo di abitanti, non siamo la Lombardia o il Veneto. Altrove, dove è stato scelto di attivare questa figura, se n'è individuata una. Nel caso dell'Abruzzo - e voi l'avete fatto in questi mesi - un Consigliere delegato. Abbiamo bisogno di una figura di relazione e istituzionale che, in alcuni casi, faccia le veci del Presidente della Giunta? Non so se lei - mi spiace che personalizzo, ma il provvedimento è a sua prima firma, Consigliere Bongioanni - intenda individuare, tra quei quattro Sottosegretari, anche un Sottosegretario alla sanità, ma avete già istituito Azienda Zero. Guardate che la sanità non funziona perché non sapete farla funzionare, non è che continuare a nominare direttori sottosegretari, vice assessori o esperti consulenti in più migliorerà il sistema sanitario. Sulla sanità, oltre ad Azienda Zero, ai direttori delle ASL, all'Assessore e al Presidente della Commissione, volete nominare anche un Sottosegretario? Noi siamo contrari al vostro disegno istituzionale. L'abbiamo detto sui giornali, lo diciamo con forza in quest'Aula, per cui vi chiediamo di fermarvi e vi chiediamo di ritirare questa norma. Quell'emendamento Presidente Allasia - magari poi ci spiegherà come ha fatto a collocarlo così in alto - per noi è irricevibile, perché annulla la discussione in Aula. Come fate sempre, trovate gli strumenti e le modalità per cercare di zittire le opposizioni ma, come ben sapete e come avete visto, anche in questi giorni, non ci riuscite. Voi, forse a colpi di maggioranza, anche in questo caso riuscirete, con una serie di tecniche legislative, a portarvi a casa una prima lettura che, addirittura, prevede il ricorso a una legge ordinaria, quindi il secondo passaggio per voi è venire in Aula a fare una legge ordinaria su quel tema, poi a fare una legge elettorale e successivamente a fare una seconda lettura sullo Statuto. Auguri e in bocca al lupo, il percorso lo vedo abbastanza accidentato! Vedo che avete le idee chiare sull'istituzione di nuove figure, ma lo annunciate soltanto, senza entrare nel merito. Continuate ad annunciare leggi sui giornali - che noi non vediamo assolutamente caricate e quindi per noi sono solo annunci - di revisioni e di spese di figure tecniche oggi esistenti, in alcuni casi attivate e in altri no. Noi vorremmo discutere anche di questo, se questa è la vostra proposta.
Di fronte a una forzatura del genere, per noi si chiude il dialogo. Avete cercato, per l'ennesima volta, di mettere nell'angolo le minoranze con una forzatura regolamentare e una forzatura normativa che potete fare perch avete un Presidente che vi sostiene in questo - sbagliando - ma che combatteremo fino all'ultimo con gli strumenti regolamentari che abbiamo esponendo la nostra contrarietà alla figura del Sottosegretario, al modello istituzionale che avete in testa e anche alle spese connesse.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere il più chiaro possibile, perché capisco che questo argomento possa risultare ostico a chi è fuori da quest'Aula. Lo so che ci seguono in diretta poche persone; altre magari vanno a rivedersi gli interventi o a leggere gli atti consiliari, ma abbiamo il dovere di parlare sempre come se ci stessero ascoltando tutti i cittadini piemontesi, perch è a loro che dobbiamo rispondere.
Immaginiamo di fare un viaggio per una mezza mattinata. Una delegazione di Consiglieri regionali va al mercato rionale più vicino a questo palazzo, al mercato di Porta Palazzo, lontano dai propri attivisti simpatizzanti lontano dai propri referenti politici locali e lontano dal proprio gazebo lontano dai propri referenti politici nazionali di Roma.
Immaginiamo di parlare con un po' di persone e poi di tornare in aula. Io non sono favorevole ai sondaggi, mi piacciono poco, quelli fatti e pubblicati dai giornali hanno un campione di almeno 1.000 persone e noi lo faremmo con 20-30 persone; non sarebbe un sondaggio attendibile - non credo nella sondocrazia - ma credo che potremo tornare in Aula e parlare di quanto quelle persone ci hanno detto.
Adesso, invece, spieghiamo perché stiamo qui per il terzo giorno di fila con convocazioni che vanno anche nelle ore notturne e con una giornata interamente convocata ancora domani fino a mezzanotte. Non siamo qui per parlare di sanità, per dare risposte a chi deve far un'ecografia all'addome superiore e si sente dire dalla struttura pubblica "devi aspettare tre mesi", o dalla struttura convenzionata "devi aspettare due mesi, ma se paghi 90 euro la fai domani pomeriggio". Alla sanità servono medici infermieri, operatori socio-sanitari. Eppure, non stiamo parlando di questo.
Non stiamo parlando neppure del trasporto pubblico locale: chiediamo ai cittadini, possibilmente, di dismettere l'uso dell'auto (peraltro, anche loro hanno bisogno di lasciare l'auto a casa, perché il carburante costa!) ma non stiamo parlando di come migliorare il nostro trasporto pubblico locale.
Non stiamo parlando dell'emergenza siccità, né dei cambiamenti climatici.
Non stiamo parlando di ambiente, eccetera, eccetera, eccetera.
Siamo qui, riuniti massicciamente, con una forte presenza anche della Giunta regionale, una volta tanto, per parlare di "poltrone". Siamo qui perché la maggioranza di centrodestra vuole aggiungere altro personale politico alla Regione, nello specifico quattro Sottosegretari, ai quali poi si andrà aggiungere altro personale politico, perché all'interno della legge elettorale voluta da questa maggioranza è prevista la figura del Supplente. Attualmente, gli Assessori che compongono la Giunta, a parte tre, sono anche Consiglieri: nella volontà di questa maggioranza c'è quella di avere Assessori che sono solo Assessori, perché vengono sostituiti da dei "Supplenti" in Consiglio regionale. Parliamo, quindi, di 12 politici in più; 12 figure politiche in più rispetto a quelle attuali. E noi lo diciamo chiaramente.
C'è poi da fare un discorso sui costi della politica, certamente. Ci viene detto che questa riforma dei Sottosegretari è a costo zero. Noi, per dobbiamo ancora vederla questa legge (peraltro ordinaria, non con procedimento rafforzato come quella che prevede la modifica dello Statuto) che stabilirà, forse, che questa riforma è a costo zero.
Vorrei ribadire in maniera chiara che, per quanto mi riguarda l'istituzione dei Sottosegretari è sbagliata, a prescindere dai costi della politica. Stiamo cercando di farvi capire che le regole fondamentali si cambiano insieme. Le regole fondamentali - quindi la Carta fondamentale della Regione, cioè lo Statuto, la legge elettorale, la legge fondamentale per stabilire con quali regole i Consiglieri vengono qui a rappresentare i cittadini piemontesi, e il Regolamento consiliare, che racchiude le regole del gioco dell'esercizio della democrazia in quest'Aula - non a caso hanno una procedura differenziata. Il legislatore ne ha sbagliate parecchie - ho iniziato a far politica per cause che rivendicano.
Arrivando fuori dal sistema con una forza politica antisistema, forse populista, volevo reagire alla malapolitica, pensando che la politica avesse sbagliato tutto (lo penso ancora), ma una cosa giusta l'ha fatta: ha detto che ci sono regole diverse e che le regole fondamentali vanno cambiate insieme.
Una cosa giusta l'ha fatta! C'è un motivo per cui stiamo cercando di tenervi qui: è per farvi comprendere che queste riforme vanno fatte il più possibile insieme. Qual è la vostra risposta? Ieri sera viene presentato un emendamento che, addirittura, peggiora la situazione iniziale, perch invece di trovarne quattro di Sottosegretari nello Statuto, ne troviamo un numero indefinito, con la dicitura "dei Sottosegretari", quindi certamente più di uno, un numero indefinito, la cui scelta, peraltro, è demandata a una legge regionale ordinaria, quindi non una legge discussa secondo procedure rafforzate, ma una legge ordinaria che può prevedere il contingentamento dei tempi e che può essere cambiata facilmente.
Signori, l'abbiamo già visto: vengono presentati disegni di legge "omnibus" in cui c'è un po' di tutto: si mette un po' di "spara-spara", un po' di "cemento", un po' di "macchinette sul gioco d'azzardo", poi, magari, lì in mezzo troviamo anche un articoletto o un emendamento presentato all'ultimo minuto che dice che i Sottosegretari passano da "X" a "Y", posto che lo Statuto non lo precisa, si limita a dire "dei Sottosegretari".
In più, addirittura, in questo famoso emendamento, è scritto che questi Sottosegretari vengono anche qua a rispondere alle interrogazioni dei Consiglieri, ma guardate che, così facendo, gli Assessori non li vediamo più! Non li vediamo più! Già adesso ne vediamo solo uno o due per seduta perché anche loro devono schiacciare il bottone e votare, altrimenti non c'è il numero legale. Badate che non vengono per noi, e nemmeno per i cittadini piemontesi. Vengono perché c'è bisogno della loro presenza per garantire il numero legale. Poi non li vedremo più! Vedremo invece un signore, che non è un Assessore, e che risponde alle nostre interrogazioni.
Questo è inaccettabile! È inaccettabile! Ed è ancora più inaccettabile che questo emendamento, com'è già stato detto, sia stato posto avanti a tutti gli altri, che recitano "anziché quattro, ne voglio uno", "ne voglio due" o "ne voglio tre", pur essendo distante. Questo emendamento, che esprime un numero indefinito, dovrebbe essere sottoposto all'esame molto più avanti perché è più vicino al testo originario, che recita "una pluralità di Sottosegretari". Invece viene preso in esame per primo, ovviamente per tagliare la discussione e per superare - non risolvendolo - il problema della procedura rafforzata che prevede una modifica di Statuto, per scavalcarla in un modo che, di fatto, è legittimo.
Noi ne sentiamo la responsabilità: cambiare lo Statuto, che è la legge fondamentale della nostra Regione, è una responsabilità che sentiamo davvero molto più forte rispetto a quando rivestiamo il ruolo di legislatori per una legge ordinaria della Regione.
Se nell'ambito di una legge regionale ordinaria ci sono aspetti che non ci convincono, nell'insieme, talvolta, si accettano ugualmente e poi si cerca di cambiarli. Qui, invece, sentiamo una responsabilità molto più forte, che va oltre il nostro essere Consiglieri regionali, va oltre l'essere Consiglieri regionali in questa legislatura, va oltre la nostra carriera politica, va oltre la volontà di ritornare o meno in questa Assise. Perch stiamo scrivendo delle regole che rimarranno per degli anni! E proprio perché abbiamo questa responsabilità, noi oggi vi diciamo che siamo ancora disponibili a discuterne. Però dovete fare un passo indietro.
Siamo ancora disponibili a ragionare, però quell'emendamento lo dovete cancellare. Allora, saremo disponibili anche dopo.
Sappiamo che è difficile, perché c'è una procedura rafforzata per questo e ci sarà una procedura rafforzata anche per la legge elettorale, per cui non potrete fare colpi di mano: guai a voi se tenterete dei colpi di mano! Saremo disponibili anche a ragionare sulla legge elettorale, ma oggi va fatto un passo indietro. Probabilmente sarà ormai chiaro a tutti che magari, non servono 12 persone in più pagate 7.000 euro al mese, che non servono persone in più. Probabilmente sarà chiaro a qualcuno che servono persone diverse, diverse da voi!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire su questo articolo per aggiungere alle riflessioni che ho sentito fare, molto opportunamente, dal nostro Capogruppo, Raffaele Gallo, alcune considerazioni su quanto stiamo discutendo in questo momento.
L'Amministrazione regionale di centrodestra ci sottopone in queste settimane due provvedimenti fondamentali che riguardano le regole del gioco. Discutiamo da martedì, anzi iniziamo oggi a discutere - perché da martedì abbiamo lavorato, come opposizioni, su inserimenti di nuovi ordini del giorno - di una legge di modifica statutaria, con la quale la maggioranza ci propone di introdurre una nuova figura politica, fino a oggi sconosciuta alla nostra Regione. È quella dei Sottosegretari, che conosciamo, per la verità, a livello nazionale e conosciamo in qualche Regione italiana ma, com'è già stato detto, in misura limitatissima si parla, al più2, di un Sottosegretario. Per prevedere questa figura è necessaria una modifica del nostro Statuto e, in base all'articolo 1 di questa legge, per prevedere fino a quattro Sottosegretari - Sottosegretari politici - la cui nomina compete al Presidente della Giunta regionale, così come compete la revoca.
Parallelamente ci troveremo nelle prossime settimane a discutere di un'altra legge fondamentale, che concerne le regole del gioco della nostra Regione.
Chiedo scusa, Presidente, ma faccio fatica a sentirmi.



PRESIDENTE

Ha ragione.
Scusate, Consiglieri.



MARELLO Maurizio

Mi riferisco alla legge elettorale, rispetto alla quale si pongono dei problemi o, meglio, delle opportunità di cambiamento. Penso all'introduzione della doppia preferenza di genere, che è un fatto che questo Consiglio regionale dovrebbe fare, e che spero farà di sua spontanea volontà senza bisogno di essere obbligato dal Governo. In questa proposta che arriverà in Consiglio troveremo, com'è già stato sottolineato, proposte che riguardano l'ampliamento del personale politico, cioè l'incompatibilità della figura dell'Assessore con quella di Consigliere regionale, per cui automaticamente, se setto od otto Consiglieri verranno nominati Assessori subentreranno altri otto Consiglieri regionali primi esclusi nelle liste.
Di conseguenza, la sommatoria di queste modifiche dello Statuto e della legge elettorale - regole fondamentali, ripeto, del gioco nella nostra Regione come in ogni istituzione - di fatto si risolve, nella sostanza, con un aumento estremamente significativo del personale politico, perché oggi siamo 50 Consiglieri regionali, ivi compresi gli Assessori che sono Consiglieri, più tre Assessori esterni. In tal modo, da 53 arriveremo a 65 66 figure politiche istituzionali.
Prima di porre la questione relativa ai costi della politica - che, secondo me, non va mai posta fine a sé stessa, perché la politica è indispensabile in democrazia - pongo la questione se questo aumento del personale politico della Regione sia necessario nell'attuale assetto istituzionale della Regione Piemonte, nonché se abbia eguali in altre Regioni. A entrambe le domande la risposta è no, non è necessario. Semmai, sappiamo quanto sia necessaria, invece, un'implementazione delle figure tecniche degli Assessorati, molto ridotte dalle spending review degli ultimi 10-15 anni ma non credo che questa Regione, per funzionare bene, abbia bisogno di più personale politico. Forse ha bisogno di un personale politico diverso, di un personale politico più competente, ma questo è un altro discorso.
Pertanto, se non c'è, com'e è a mio avviso, questa necessità, perché dover mettere mano a queste leggi fondamentali della Regione Piemonte per introdurre nuove figure o per aumentare le figure politiche attualmente esistenti? A questo punto, si pone anche un problema dei costi della politica, perché si aggiungono costi stimati in qualche milione di euro. Si parla complessivamente di 10-11 milioni, che non sono giustificati dalla necessità.
Questo è il primo motivo per cui abbiamo assunto una posizione molto dura che in questi giorni ci ha portato all'ostruzionismo rispetto a questa proposta di modifica statutaria, che va letta insieme anche alla proposta di nuova legge elettorale.
La seconda premessa è che, trattandosi di regole del gioco, le regole del gioco si cambiano insieme. Non a caso, la procedura per cambiarle è molto più articolata - il cosiddetto Capo X del Regolamento del Consiglio regionale - proprio a garanzia del fatto che queste regole non devono favorire una parte politica piuttosto che un'altra, ma sono regole che devono durare a lungo e, quindi, attraversare le legislature, vanno oltre i singoli Presidenti e vanno oltre le singole coalizioni. E il rispetto che il nostro Consiglio deve avere è che, nel momento in cui si mette mano a queste regole, bisogna cercare di condividerle e non di andare avanti attraverso forzature.
Su questo è nata la nostra posizione, anche come Partito Democratico, ferma e chiara sul fatto che né l'aumento del personale politico, che ci verrà proposto con la legge elettorale - anche se oggi discutiamo della modifica dello Statuto - né l'introduzione dei Sottosegretari, soprattutto nel numero di quattro, siano necessari per il buon funzionamento della nostra Regione.
Faccio poi un cenno anch'io al fatto che a una prima forzatura se n'è aggiunta un'altra, quella che è datata ieri sera e questa mattina, quando ci siamo trovati l'emendamento rubricato n. 7092) presentato dalla maggioranza, con cui - lascio perdere la tecnica legislativa, molto approssimativa, con cui è stato scritto - il numero proposto di queste figure dei Sottosegretari, che perlomeno era nel limite di quattro diventerebbe, nella nuova formulazione dell'articolo 1, addirittura indefinito. Quando si dice che il Presidente ha la possibilità di nominare dei Sottosegretari, utilizzando un articolo partitivo, indeterminativo, è come se fosse scritto che ha la possibilità di nominare qualche Sottosegretario o alcuni Sottosegretari: quindi, può essere uno, possono essere dieci o possono essere 15. A questo punto, demandando questa decisione a una legge ordinaria della Regione, si superano quelle garanzie che, invece, sono previste per le modifiche dello Statuto stesso, che citavo prima.
Tale ulteriore forzatura ci ha irrigidito non poco anche in questa giornata, per cui siamo qui e abbiamo ripreso i lavori soltanto alle ore 17, proprio a causa di questa forzatura, rispetto alla quale anch'io segnalo, come ha fatto il mio Capogruppo Gallo, una corresponsabilità del Presidente del Consiglio regionale che, mettendo, diciamo così, in cima a tutti gli emendamenti questo nuovo emendamento, che tecnicamente si chiama un grande "canguro", in qualche modo, con questa forzatura, ha cercato di far tacere tutte le posizioni e le sollecitazioni che potevano e che dovevano arrivare dai banchi dell'opposizione.
A tutto questo, avviandomi alla conclusione, signor Presidente, credo che in queste giornate di lavoro si possa ancora porre rimedio e mi rivolgo ovviamente in modo particolare ai Consiglieri di maggioranza e ai Gruppi di maggioranza. Credo che si possa ancora porre rimedio trovando soluzioni rispetto alle quali siamo disponibili a discutere, che possano non stravolgere l'assetto istituzionale della nostra Regione, che non comportino un aumento in maniera indefinita dell'organigramma politico di questa Regione e, soprattutto - mi riferisco anche all'aspetto della legge elettorale - che possano ancora aprire un dialogo tra maggioranza e opposizione, perché - ripeto - le regole del gioco si fanno assieme.
Naturalmente, però, tocca alla maggioranza fare un passo in avanti, fare il primo passo.
Abbiamo voluto, in questi giorni, ma continueremo a farlo, l'abbiamo fatto giorno e notte, difendere strenuamente le istituzioni regionali del nostro Piemonte che, prima di tutto, appartengono ai cittadini e non appartengono né a noi né, tantomeno, a voi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Siamo tutti d'accordo, credo, sul fatto che stiamo facendo qualcosa d'importante: stiamo modificando il documento costitutivo della nostra Regione e, quindi, qualcosa che appartiene non solo a noi, ma a tutti i piemontesi, ed è il motivo per cui questa modifica sia fatta con una procedura aggravata, con un qualcosa di più impegnativo, ma che soprattutto preveda maggiore dialogo e collaborazione fra maggioranza e opposizione.
Purtroppo, fin dagli esordi della discussione in Commissione, abbiamo visto poca predisposizione al dialogo, soprattutto relativamente a questa proposta di legge, perché il tema della legge elettorale sarà un altro fronte che si aprirà successivamente. Rispetto al tema dei Sottosegretari devo dire che c'è stata forse una maggiore chiusura e un arroccamento più forte sulle posizioni che ritroviamo, tra l'altro, nel testo che stiamo esaminando, quindi, l'istituzione di quattro Sottosegretari.
Ovviamente, c'è stato un lungo confronto in Aula durante queste lunghe sessioni che abbiamo vissuto, sia diurne sia notturne, ma oggi ci troviamo di fronte a questo emendamento che abbiamo già identificato durante gli interventi dei colleghi come una proposta non proprio soddisfacente, per usare un eufemismo, soprattutto dal punto di vista dei contenuti, perch prospetta un'ipotesi futura che difficilmente sarà controllabile.
Pensare di fare una modifica di Statuto con una procedura piuttosto seria impegnativa, che prevede accordi, dialogo, senza arrivare perlomeno a posizioni che siano compatibili e che consentano di andare avanti con la modifica e lasciare, invece, questo spazio sul futuro, che prevede una modifica con legge ordinaria fino ad arrivare a un numero di Sottosegretari indefinito, sinceramente ci sembra un'incoerenza, un grande controsenso e soprattutto, un rischio per lo Statuto stesso, perché il nostro compito principale è quello di tutelare questo importantissimo documento.
Tra l'altro, ricordiamo che il primo firmatario nella sua relazione in Commissione ha introdotto la sua proposta come finalizzata all'efficienza e all'efficacia dell'azione della Giunta.
Ecco, vorrei solo ricordare al primo firmatario e a tutti noi presenti in quest'Aula che non siamo in un'azienda, perché tutti noi siamo d'accordo immagino, sul fatto che un ente locale debba essere efficiente, però lo scopo dell'ente locale è prima di tutto dare risposte ai cittadini e nell'ambito degli equilibri interni, quindi in Consiglio regionale e anche tra Consiglio e Giunta, va garantito l'equilibrio che consenta il rispetto dell'esercizio della democrazia. Se una riforma che dichiara di mirare all'efficienza, in realtà, introduce delle figure politiche, già ci rendiamo conto che lo scopo non è l'efficienza, ma è potenziare la Giunta o, comunque, chi si trova in quel momento a governare.
Come hanno già detto altri colleghi, ritengo invece che l'efficienza si potrebbe ottenere, ad esempio, aumentando il personale negli Assessorati perché sappiamo che ci sono degli Assessorati in grande sofferenza, a partire da quello più importante dal punto di vista del carico di lavoro che è quello alla sanità. Invece, nell'introdurre queste figure, il primo firmatario ha chiaramente detto che "dettano la linea politica sui territori", quindi la funzione immaginata per esse da chi ha scritto questa proposta è proprio quella di lavorare sul piano politico e non sul piano dell'efficienza e del miglioramento dei processi di lavoro. Mi chiedo, a questo punto, quale sarebbe il vantaggio per i cittadini piemontesi.
Al di là del costo, che è un altro tema su cui tutte le opposizioni sono d'accordo, c'è anche un discorso di utilità per i cittadini, quindi non di utilità per la Giunta, perché l'utilità per la Giunta è evidente: aumenta di numero, ma se poi aggiungiamo anche "la panchina", indicata nella proposta di legge elettorale sottoposta alla discussione in Commissione immaginiamo quale sarà lo squilibrio tra maggioranza e opposizione.
Questo va a turbare il principio della possibilità, anche per l'opposizione, di far valere il proprio peso e di portare nelle istituzioni la voce di tutti i cittadini che hanno chiesto alle opposizioni di essere presenti in Consiglio regionale. Qui siamo in un luogo in cui si esercita la democrazia, non siamo in un'azienda.
Questo approccio di efficienza, visto come efficienza di un'azienda che funziona, qui non va bene, perché qui valgono i principi della democrazia e gli equilibri democratici.
Abbiamo partecipato all'azione svolta in Aula in questi giorni e abbiamo cercato di dilatare i tempi per trovare delle aperture e un dialogo con la maggioranza, ma ora ci ritroviamo in questo punto di confronto ormai sul merito, quindi con articolato aperto, con questo emendamento che riteniamo irricevibile. Speriamo ci sia un'ulteriore possibilità di confrontarci affinché le nostre osservazioni vengano recepite e tradotte in un qualcosa di accettabile. Anche qualcosa di più, perché parliamo dello Statuto quindi non possiamo fermarci all'accettabile, dobbiamo andare su quello che è giusto, su quello che è meglio per la Regione e per i cittadini piemontesi.
Noi chiediamo alla maggioranza di continuare a pensare a quale possa essere una migliore formulazione, perché a questo punto non possiamo essere d'accordo su quanto proposto. Il nostro auspicio era di non avere nessun Sottosegretario, perché riteniamo che non sia una figura di cui il Piemonte ha bisogno, ma arrivati a questo punto, con questa formulazione, siamo molto preoccupati, perché temiamo che l'indefinitezza della formulazione possa fare danni alla nostra Regione nella prossima legislatura, chiunque governi (quindi è un timore che va indipendentemente da chi siederà sugli scranni della Giunta). Noi sentiamo forte il peso di questa responsabilità pur essendo nei banchi dell'opposizione, proprio perché siamo dei soggetti attivi in questa modifica dello Statuto, perché il Regolamento prevede che noi siamo dei soggetti attivi e facciamo parte di questa trasformazione.
Invito nuovamente al dialogo la maggioranza e il primo firmatario, che di solito non ascolta mai. Se non altro, oggi è rimasto in aula, mentre in Commissione si alza e se ne va quando si inizia a parlare. Spero che nelle prossime ore si possa trovare una formulazione migliore di questa proposta.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Alcune brevi considerazioni su ciò che è accaduto in questi tre giorni in Aula e anche sulle conseguenze, non solo pratiche, ma anche generali e di fondo, sul nostro lavoro futuro.
Quanto è capitato in quest'Aula in questi giorni è particolarmente grave in relazione alla modifica statutaria, una modifica che avete portato a termine con tutte le forze, anche con sistemi che non consideriamo corretti. In particolare, lo consideriamo una forzatura da due punti di vista: dal punto di vista delle regole e dal punto di vista delle regole politiche, cioè il fatto che non si costruisca.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, chiedo un po' di silenzio in aula affinché il collega possa intervenire.



GIACCONE Mario

Capisco che possa non essere d'interesse per tutti, però, visto che non dobbiamo votare, ci sono i corridoi fuori per ragionare delle proprie cose.
Non c'è nessun problema di natura polemica, non mi offendo se qualcuno si allontana mentre parlo.
Riprendo il ragionamento. Ciò che accade è particolarmente grave da due punti di vista, in particolare perché è una forzatura politica. Le regole che presiedono i rapporti tra di noi devono essere modificate nell'accordo generale. Può essere faticoso, può essere lungo, può essere noioso, ma così dev'essere. Diversamente, se le regole non si concordano, se le regole di relazioni tra Gruppi all'interno di quest'Aula non si concordano, stiamo uscendo anche dal mandato dello stesso Regolamento, creando una forzatura dal punto di vista giuridico.
Non c'è una forzatura solo politica di concordia tra i Gruppi di opposizione e maggioranza in relazione alla modifica di questi temi, ma anche di natura giuridica, perché effettivamente, come già ricordato da altri colleghi, inserire un emendamento di carattere generale che si riferisce a temi plurali, per cui dovrebbe rimanere in coda e invece è davanti rispetto ad altri emendamenti (ciò per accorciare i tempi e risolvere più rapidamente il problema, perché se fosse andato in coda a tutti i nostri emendamenti il problema non si sarebbe risolto e, per ammissione del Presidente stesso, saremmo rimasti qui dei mesi a discutere dei nostri emendamenti), è senz'altro un'interpretazione parziale e di parte del Regolamento di cui si assume la responsabilità il Presidente di questo Consiglio.
Ovviamente non è condivisa solo dall'opposizione, ma da chiunque è esperto nel settore.
Il Presidente in questo caso, a differenza di come ha gestito l'Aula fino a oggi, si è allontanato da un atteggiamento di terzietà. In questa occasione, ha deciso di essere di parte. Questo non possiamo negarlo.
Per risolvere la situazione e per risolvere il problema di tutti gli emendamenti, che legittimamente il Regolamento ci dava la possibilità di presentare e di discutere, ha deciso, con una scelta d'imperio, di scavalcare - e ne vediamo tutta la mancanza di legittimità dal punto di vista giuridico - le regole che ci eravamo dati.
La regola fondamentale che governa i nostri rapporti viene violata, da questo comportamento siamo offesi e dovrebbe esserlo tutta l'Aula, proprio perché non c'è stata terzietà e c'è stata una forzatura. Il punto - e voglio entrare nel merito - non è tanto legato a quanti Sottosegretari o a quanti subentri si renderanno possibili o saranno proposti con un'eventuale legge modifica della legge elettorale, ma il problema è come questi ruoli verranno interpretati.
Vi faccio alcuni piccoli e non numerosi esempi, ma assai esemplificativi di come, in realtà, il ruolo venga interpretato. Andando a vedere le statistiche - non sto dicendo una cosa né falsa né scandalistica - risulta che il Presidente della Giunta ha partecipato all'1% delle votazioni di quest'Aula e gli Assessori, nella stragrande maggioranza dei casi, con dei valori inferiori al 40%. Sappiamo quante volte i Consiglieri di maggioranza non ho fatto in tempo, tra il momento in cui ho iniziato a preparare l'intervento e adesso, a calcolarlo e a metterlo in fila - hanno fatto mancare il numero legale al momento in cui si apriva la seduta, e non solo quando si apriva la seduta, ma anche in tante altre occasioni in cui c'era da votare.
Questo indica che il problema non è tanto aggiungere personale in più per colmare dei buchi che ci sono, ma decidere come si interpreta il ruolo per cui si è stati votati dai cittadini e li si rappresenta all'interno di quest'Aula. Questo vale per tutti.
Di conseguenza, è doppiamente offensivo non solamente per il modo che ci avete imposto, ma anche per il contenuto, proprio perché è un falso problema. Noi possiamo aggiungere quante figure vogliamo ma se poi, chi deve venire, non si presenta.
Abbiate pazienza, il Consiglio regionale è convocato un giorno alla settimana. Capisco che tutti abbiano da curare i territori e ritengo che sia giusto che gli Assessori li presidino e siano presenti e che anche gli impegni che hanno a Roma non vengano disattesi, ma dire che questo avviene sempre e tutti i martedì che il Padre Eterno mette in terra da quando siamo qui - e ormai sono passati quasi quattro anni - mi sembra davvero improponibile statisticamente. Tanto più che si sa che il Consiglio è martedì, non è che il giorno viene spostato a seconda dei periodi dell'anno e quindi si è presi in contropiede. C'è un po' l'idea che si può anche non venire in Consiglio perché ci sono cose più importanti da fare.
Per questo dico che, a quel punto, non è tanto importante quante figure nuove si introducono, ma quanto ciascuna faccia ciò che deve. Si tratta di cambiare l'approccio, perché io posso stabilire tutte le regole del mondo ma se poi non le rispetto, queste non contano.
C'è un altro aspetto che ci lascia perplessi, che è stato già evidenziato ed è uno dei motivi per cui non siamo d'accordo su questa modifica, non lo siamo fermamente e dall'inizio abbiamo cercato di opporci. Oggettivamente la proposta d'introduzione di questi nuovi Sottosegretari, come anche dei possibili sostituti agli Assessori, squilibra ulteriormente i rapporti tra maggioranza e minoranza. Rimpolpa e ingrandisce ulteriormente il numero delle persone che rappresentano, legittimamente, la maggioranza, come se già non ci fossero dei premi di maggioranza che consentono di arrivare alla governabilità, rispetto, invece, alle minoranze.
In questi giorni abbiamo fatto la nostra parte e ci siamo opposti con ogni strumento. Il Capo X del Regolamento è costruito e ideato per tutelare le minoranze e per mettere dei paletti. Non è un caso se, evidentemente, il legislatore ha ritenuto che, su quell'argomento particolarmente sensibile se non ci fosse stato un previo accordo tra maggioranza e minoranza comunque la maggioranza non avrebbe potuto muoversi d'imperio e con scelte forzate. Quello che accade, ed è inaudito, è che con un escamotage, oltre il limite del Regolamento, cioè oltre quella che era l'intenzione dello stesso legislatore, venga inficiato tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi ultimi tempi e tutte le proposte emendative che abbiamo presentato.
È chiaro che abbiamo utilizzato tutti gli strumenti che avevamo, ma nel momento in cui gli stessi strumenti che avremmo avuto e avrebbero consentito di portare a una maggiore ragionevolezza la maggioranza vengono comunque, contraddetti e messi da parte.
Insomma, da oggi sappiamo che a calcio qui c'è qualcuno che può giocare solo con i piedi e c'è qualcun altro che, invece, può giocare anche con le mani. Basta saperlo, ma quando sono entrato in campo sapevo che a calcio si giocava con i piedi e che, al limite, si può toccare di testa, ma non si può prendere la palla in mano, dire basta, ma adesso il gioco cambia cambiano le regole in corsa e le si interpretano in questo senso.
Peraltro, vi abbiamo portato noi alla mattina di mercoledì e non abbiamo chiesto noi la sconvoca. Non voglio rifarmi a ciò che è stato detto nelle riunioni dei Capigruppo, ma si è dimostrato chiaramente che l'opposizione agisce secondo le regole comuni che ci siamo dati e che dovremmo tutti responsabilmente rispettare, ma l'opposizione sta unita su argomenti così fondamentali e va dritta al punto. Mercoledì notte non abbiamo chiesto noi la sconvoca e ci siamo trovati con un'interruzione che, senz'altro, ridava fiato alla maggioranza nel sospendere l'attività d'Aula, ma non era un problema nostro.
Vi abbiamo portato noi giovedì notte a un ulteriore orario e, di nuovo, non siamo stati noi a sconvocare, quindi tutto quello che dovevamo fare di nuovo all'interno del Regolamento lo abbiamo fatto. È chiaro che a quel punto possiamo anche essere disponibili ad andare avanti una settimana a parlare, mi sembra che non ci fossero problemi, ma visto che è il Presidente che decide la sconvoca del Consiglio, non possiamo opporci alla decisione di sconvoca.
La ringrazio per la pazienza, Presidente. Vado a concludere.
È un risultato per noi contro le regole; è un risultato che squilibra i rapporti tra maggioranza e minoranza, una deriva triste e pericolosa cui non potrete mai chiamarci come complici e di cui non siamo, come avete potuto vedere, testimoni silenziosi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giaccone.
Ha chiesto di intervenire, in discussione generale, il Consigliere Domenico Ravetti.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per dieci minuti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Sento il dovere di intervenire in quanto Vicepresidente della Commissione permanente Autonomia, dov'è approdata la proposta a prima firma Bongioanni.
Faccio queste riflessioni, Presidente. In queste giornate di ostruzionismo così è stato, ho utilizzato del tempo per leggere i verbali dello Statuto più importante che è stato votato in questo Paese, quello della Costituzione. I verbali del 1946, quelli dell'Assemblea Costituente, che lavorò da marzo 1946 a dicembre 1946 per riconoscere dove deve stare la politica (altri tempi, per carità). Li consiglio ai colleghi e alle colleghe, non tanto per la ridondanza di alcuni interventi, quanto per il significato profondo della politica e delle persone che facevano politica e che si mettevano a disposizione del Paese cercando condivisioni per l'atto più solenne.
Guardate, sono davvero interventi straordinari, tra l'altro in un periodo storico di ricomposizione del Paese, ma parliamo d'altro, perché dobbiamo proprio parlare d'altro.
Resta il fatto che lo Statuto, in diritto, è l'atto giuridico fondamentale che disciplina l'organizzazione e il funzionamento di un ente pubblico (anche degli enti privati, ma degli enti pubblici stiamo parlando).
Lo Statuto non è mai di una parte politica. Lo Statuto non è neanche di un Gruppo consiliare o di una maggioranza. Lo Statuto, addirittura, non è nemmeno di un ente.
Lo Statuto è un bene pubblico, un patrimonio pubblico; è di tutti i piemontesi e di tutte le piemontesi. Lo Statuto è un qualcosa che va oltre le leggi, direi che va anche oltre le regole del gioco, frase davvero abusata. È qualcosa di più profondo, un patrimonio democratico di ognuno di noi.
Si può modificare lo Statuto? Si può aggiornare lo Statuto? Si possono modificare o aggiornare alcune parti - non la prima - della Costituzione? Certo. Gli aggiornamenti e la contemporaneità dei documenti sono previsti ci mancherebbe ancora! - ma sempre con quello spirito: non c'è nulla di nostro.
Non c'è nulla di nostro, nel senso che non c'è una lettera, una parola o una sola frase dello Statuto che ci appartiene. È stato prima di noi, e andrà oltre noi.
Nella storia di questi mesi, iniziata in VII Commissione, che ha visto il primo tempo di una partita che non terminerà in questi giorni, un atteggiamento o un approccio sbagliato della maggioranza (questo è il mio punto di vista). Da cosa è stato mosso il tentativo di modificare lo Statuto? Da una presunzione politica (perlomeno, questa è l'analisi che faccio io).
Lasciamo stare la mancanza di condivisione sullo Statuto. È sulla presunzione politica che vorrei ragionare, e sulla visione che credo tutta la maggioranza ha avuto di vincere le prossime elezioni: cioè uno Statuto in funzione della vittoria tra 12 mesi. Questo è il primo grande errore che avete commesso, che riguarda la presunzione di un documento che non è di nessuno, perché è di tutti. E la considerazione per cui lo Statuto vi appartiene è un'altra presunzione legata al ragionamento che ho fatto prima.
È determinante l'approccio che avete avuto in questa storia: se voi non aveste avuto questa presunzione della vittoria, nessuno di voi si sarebbe posto il tema dell'aumento del numero delle persone che potranno essere a disposizione dell'esecutivo. Nessuno di voi! Gli Statuti non si scrivono con la presunzione della vittoria. Gli Statuti si scrivono tutti insieme Lo Statuto è uno strumento adatto a migliorare l'ente e la funzione dell'ente stesso, però voi all'inizio avevate detto altro (e mi rivolgo ai Capigruppo). Per certi versi, avete convinto i piemontesi, un po' perch avevate il vento in poppa a prescindere, un po' perché sul piano programmatico avevate utilizzato due argomenti che avevano convinto anche coloro che non erano inizialmente disponibili a votarvi.
Il primo grande argomento che avete utilizzato per migliorare la funzionalità della Regione Piemonte era quello della semplificazione: di fronte alla mole della burocrazia (per tutti, dalle famiglie alle imprese) il più grande tema che avete utilizzato in campagna elettorale era quello della semplificazione (dopo un anno vi siete fermati).
Il secondo grande tema è quello dell'autonomia differenziata regionale. Su questo siete addirittura convinti di migliorare la Regione attraverso quello che era un grande progetto per l'Italia e per il Piemonte.
Di tutto questo - siamo quasi alla fine di questa legislatura - non vi resta niente. E non lo dico perché vi devo accusare in quanto parte politica, ma perché se dovessi chiedere a una collega o a un collega qualsiasi di dire ai piemontesi qualcosa rispetto alla semplificazione, voi non avreste argomenti in merito. Mi dispiace, ma la figura che ho del Presidente come inceneritore, che doveva bruciare delle leggi, è la fotografia del "fallimento della semplificazione". Quanto all'autonomia differenziata, a parte il fatto di aver portato qui in Aula un eccellente Ministro del vostro Governo, sull'autonomia differenziata regionale non c'è niente.
Ricordo la frase pronunciata in Commissione dal collega Bongioanni - lo posso dire perché è a verbale della Commissione - durante l'incontro con il Presidente Cirio. Ve la ricordate? Il Presidente Cirio un giorno ha incontrato Paolo Bongioanni e gli ha chiesto: "Paolo, come facciamo a migliorare il Piemonte?". Tutte le volte che c'è un problema - la faccio un po' romanzata - abbiamo capito che il Presidente Cirio si rivolge al collega Bongioanni e gli chiede: "Come risolviamo questo problema?".
Dicevo, un giorno, in una strada del nostro Piemonte, il Presidente Cirio ha incontrato il Consigliere Bongioanni e gli ha detto: "Senti, non è che funziona molto bene questo Piemonte. Come possiamo migliorarlo?". E il collega Bongioanni ha avuto un'idea: "Dato che con la semplificazione e l'autonomia differenziata non ce la facciamo, presentiamo a un certo punto un emendamento con cui inseriamo dei Sottosegretari".
Personalmente, l'introduzione dei Sottosegretari non mi pare un modo per migliorare ed efficientare la Regione Piemonte. Come ho detto in Commissione, e come ripeto in Aula al collega Bongioanni, il modo migliore per efficientare la Regione Piemonte non è quello di inserire nuove figure nell'esecutivo, ma che voi vi dimettiate al più presto. Sono certo che così facendo, potremmo migliorare ed efficientare la Regione Piemonte! Negli ultimi 15 secondi che ho a disposizione mi faccio serio per dire questo, Presidente. Mi ascolti. C'è un altro tema molto importante che non è stato ancora sollevato in questa discussione, quello dell'equilibro dei poteri. È un tema che non è marginale, vale per lo Stato e vale anche per questa Regione: se tocchiamo l'equilibrio tra l'esecutivo e il legislativo senza approfondimenti, disallineiamo quegli equilibri e possiamo provocare dei danni.
Pertanto, utilizziamo quel che ci resta per convincervi a ritirare quell'emendamento beffa e provare a ragionare in maniera un po' più equilibrata.



PRESIDENTE

Consigliere, mi scusi, ma nel ruolo che rivesto sono costretto a toglierle la parola.
Ha chiesto di intervenire nella discussione generale la Consigliera Disabato; ne ha facoltà per dieci minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Penso, in realtà, di impiegarne anche meno, perché questa discussione mi ha anche parzialmente stufata. Tra l'altro, ci troviamo oggi per discutere di un tema fondamentale per i cittadini piemontesi e che tutti vorrebbero discutere: l'aumento delle poltrone. Penso che sia una priorità cui non dobbiamo più mettere freno. Anzi, mi state quasi convincendo che sia giusto; davvero, vi darei quasi quasi una mano. Ne stavo parlando con i colleghi e ho detto: "Perché non ce ne andiamo e glielo lasciamo fare?". In fondo tutta questa tenacia che avete messo in questi giorni per andare avanti a tutti i costi, tutta questa partecipazione.
Non vi abbiamo mai visti così numerosi in quest'Aula. Abbiamo parlato di sanità: interesse pari a zero. Abbiamo parlato della creazione della super ASL e della super Azienda Zero: partecipazione poco sentita. Abbiamo parlato di caccia, doppiette, slot machine, mitragliate, di gioco d'azzardo, eccetera, ma questa vicenda vi ha veramente appassionati.
Mi congratulo per quanto impegno avete messo per tenerci qui tutto questo tempo e davvero lo vorrei vedere anche per altre cose. So che è troppo chiedervi di appassionarvi anche dei temi fondamentali, cioè quelli per il Piemonte: dall'abbattimento delle liste d'attesa all'ampliamento di quei presidi pubblici sanitari che permetterebbero ai cittadini di non ricorrere al CUP ogni due per tre, quelli che garantirebbero ai cittadini di prenotare una visita in tempi non biblici. Potremmo parlare di tutte le esigenze relative a uno sviluppo economico importante per il Piemonte, del contrasto alla povertà e delle fragilità sociali.
Il mio appello oggi non è tanto quello di non istituire nuove poltrone perché so che è un appello che cade nel vuoto, ma vi chiedo di occuparvi anche del resto con lo stesso impegno che avete messo per questa discussione.
Poi approfondiamo anche il tema dei Sottosegretari. Anche se sono grillina voglio lasciare al fondo il tema dei costi della politica; quindi, dismetto il mio ruolo da grillina e lo pongo come ultimo argomento di discussione.
Vorrei parlare, invece, di tutto quello di cui abbiamo dibattuto fino adesso, perché voi ci dite che i Sottosegretari servono per rendere migliore la macchina amministrativa. Io, sinceramente, non ne vedo tutta questa esigenza. Ci dite che serviranno per aiutare il Presidente e anche per sostituirlo nei suoi adempimenti importantissimi. Penso saranno molto utili per sostituire il Presidente, perlomeno in Aula, magari quando lui è in giro per sagre o per altre questioni. Si pensi che si vogliono utilizzare i Sottosegretari anche per rispondere alle interrogazioni di quei "perditempo" della minoranza, che sottopongono i loro banali argomenti all'attenzione degli Assessorati o addirittura del Presidente stesso.
Perché perdere tempo con questi Consiglieri regionali di minoranza? Mettiamo il Sottosegretario, diamo tutte le risposte, quelle scritte - di solito, ci fornite due righe di risposta quando vi impegnate in misura importante - e le facciamo leggere addirittura a lui, così almeno siete contenti.
Presidente, ritengo che, invece, i temi che solleviamo siano importanti. Ne ho sollevato uno ieri e magari si è perso nei meandri di questa appassionante discussione. Ho chiesto quando verranno istituite i 3.000 euro aggiuntivi nell'ASL TO3 per fornire alle famiglie il servizio di logopedia. È un tema importantissimo e sentito da molte famiglie di bambini autistici e mi è stata data come risposta: "Ci dispiace, purtroppo il bando è stato fatto, c'è stata l'impugnativa". Di conseguenza, le famiglie dovranno ancora aspettare per ricevere questo servizio. Le sembra questo un tema che potrebbe sottopormi un Sottosegretario? O un tema per il quale il Presidente non dovrebbe impegnarsi in prima persona per venirmi a rispondere in quest'Aula, magari non con le solite due righe "super cazzola" che destinate alle minoranze?



PRESIDENTE

Scusi, collega, se può.
Grazie, prosegua.



DISABATO Sarah

"Super cazzola", non mi sembra così irricevibile.



PRESIDENTE

Non mi sembra nemmeno così essenziale che lei usi questi termini in Aula.
Comunque va bene, se lo ritiene opportuno, se ne assume le responsabilità.



DISABATO Sarah

Va bene, due righe di approfondimento. L'importante è che vi serva per liquidarci durante il momento delle interrogazioni; può servire a quello.
Posso anche dirle che, in realtà, i Sottosegretari a qualcosa servono: secondo noi, no, però per voi sicuramente delle ragioni valide ci sono e ho provato anche a interpretarle. I Sottosegretari potrebbero servire, perch effettivamente gli Assessorati sono pochi per accontentare tutti i partiti.
Certo non si direbbe, visto lo stato di riempimento delle poltrone che ho davanti. Nella maggior parte dei casi le poltrone sono vuote e dire che ne servano di nuove.
Prendete quelle che ci sono e fatevi bastare quelle.
Potrebbero anche servire, perché non riescono a soddisfare tutti i capibastone delle forze politiche, specie quelle che riceveranno una bella mazzata alle elezioni. Anche per quelle, effettivamente i Sottosegretari sono importanti. Perché lasciar cadere chi raggiunge una percentuale così bassa da non riuscire ad accedere a un'Assessorati? Diamogli una poltrona così almeno la caduta è anche più soft.
Servono anche per un'altra ragione importantissima: servono per garantire gli equilibri ai partiti e per semplificare al Presidente il lavoro di spartizione delle poltrone, quando viene eletto, quindi, sono in qualche modo paragonabili al numero di tirate della giacchetta che il Presidente riceve: una tirata di giacchetta, una poltrona e abbiamo risolto tutto.
Io traduco così l'utilità dei Sottosegretari; non so se l'ho interpretata in modo sbagliato, ma penso che, anche a seconda degli articoli che escono sulle varie testate quotidiane.
Questa tendenza a istituire i Sottosegretari non sta avvenendo soltanto in Piemonte; in alcune Regioni è già successo, sta succedendo in altre Regioni che sono andate di recente al voto e i Sottosegretari vengono istituiti proprio perché il Presidente non riesce a trovare la quadra per sistemare tutti gli eletti e tutti i partiti che, invece, vogliono accedere a questi importanti ruoli di Giunta. Vengono istituiti praticamente per servire i partiti politici.
Pertanto, non fatemi la manfrina su a cosa serviranno o non serviranno perché il Presidente può venire benissimo qua, una volta a settimana, per qualche ora, per prestare attenzione ai Consiglieri regionali, che siano di maggioranza o di minoranza; può saltare una sagra, può saltare una tagliata di nastro, può saltare qualcosa per venire qua e fare il suo lavoro, com'è giusto che sia, perché è anche pagato per fare questo.
Dismetto ancora ii ruolo di grillina, perché non ho ancora parlato di costi della politica: sono passati sette minuti e non ho toccato il tema dell'euro o, comunque, dell'esborso economico.
Questa è una riforma che si inserisce in una volontà ancora più ampia della maggioranza, che è quella di modificare anche la legge elettorale, per un totale netto di 12 nuove poltrone, quindi 12 nuovi membri del Consiglio che entreranno appunto a far parte di quest'assemblea legislativa come Sottosegretari per coniugare l'impegno del Presidente, oppure come Consiglieri supplenti. Sono 12 figure che vanno in capo alla maggioranza quindi sbilanciando l'asse della democrazia di questo Consiglio verso la maggioranza. Insomma, questo mi pare un tema su cui discutere, perché gli equilibri vanno anche preservati sotto certi punti di vista. Dodici figure in più in dote alla maggioranza sono tante, sia che siate voi a governare sia che ci vada dopo di voi qualcun altro (questo lo spero), però è una riflessione che tutti devono fare, non soltanto chi si siede da questa parte dell'emiciclo.
All'ottavo minuto, vorrei anche parlare dei costi della politica, perch non vorrei mai mettere quel nostro cavallo di battaglia troppo da parte.
A oggi, ci viene detto che questa riforma sarà a costo zero, ma non è ancora stata depositata nessuna proposta di legge che dica il contrario.
Sento promesse, nastrini, strette di mano che ci diranno che la riforma sarà a costo zero, ma a oggi non c'è nulla. I cittadini devono sapere che questa riforma costerà, avrà un costo fintanto che non verrà presa una decisione differente, che potrà essere utile o non utile. Anche se la vediamo nell'ottica dell'aumento delle poltrone nell'ambito dell'emiciclo della maggioranza, secondo me, non è un gioco che vale la candela.
Inoltre, c'è un tema focale, che è stato sollevato anche da parte dei colleghi, che è quello dell'emendamento che è stato depositato ieri sera.
Inizialmente, si è parlato di quattro Sottosegretari, poi si è sentito parlare di due e addirittura, nelle ultime ore, forse, stanno arrivando alcuni subemendamenti da otto, perché - forse questo è il vostro ragionamento - magari i grillini iniziano a fare i pazzi, quindi mettiamone otto o dieci; per voi, insomma, basta portarveli a casa.
Avete fatto un emendamento che dice che si istituirà la figura dei Sottosegretari. Vi diremo dopo - è sempre il vostro ragionamento - quanti saranno, non adesso e, magari, nemmeno prima delle elezioni; aspettiamo il dopo elezioni per vedere come siamo messi con le percentuali dei partiti e decideremo quanti farne, perché se poi il Presidente viene sottoposto a un importante pressing, potrebbero volercene otto o dieci! Vi sembra questo il modo di ragionare? Può essere questo il modus operandi con cui trattare il Consiglio regionale? Ho parlato meno di un minuto dei costi della politica, giusto per smentirvi, perché magari dite che ci attacchiamo a una cosa che poi, in realtà, non verrà fatta, perché lo tratteremo a saldo economico uguale a zero, anche se non sarà così.
Vi invito a riflettere su quello che ci avete fatto fare per giorni qui dentro, cioè dibattere di poltrone, quando ci sono tantissime altre priorità per il Piemonte e per i piemontesi che andrebbero trattate in via prioritaria! Invece, siamo qui a discutere delle vostre esigenze di sistemare politici sulle poltrone!



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo partendo da una domanda: perché siamo qui da martedì con una convocazione straordinaria, addirittura non stop, che ci ha visto qui anche in alcune ore notturne? Un fatto anomalo e straordinario; sono qui alla seconda legislatura e questo non è quasi mai successo.
Sì, è vero, nel merito stiamo discutendo di una modifica statutaria che prevede una vostra proposta, cioè l'inserimento della figura dei Sottosegretari. Credo che il motivo per cui siamo qui sia un po' più profondo e penso che riguardi il rapporto che, dall'inizio di questa legislatura, voi avete cercato di imporre tra Giunta e Aula, tra potere esecutivo e potere legislativo.
Qual è l'interpretazione che voi ci proponete e a cui noi resistiamo? La vostra interpretazione è molto semplice: abbiamo vinto, decidiamo.
Tutto ciò che esce da questa affermazione, le regole, il Consiglio regionale, le minoranze sono un ostacolo: esiste solo la forza, il Consiglio è un fastidio. Ogni volta che dobbiamo confrontarci in Commissione è tempo perso.
Sarebbe bello, magari lo faremo nelle prossime settimane, contare quante volte avete richiamato in Aula i provvedimenti tagliando la discussione in Commissione. Sono convinto (andrò a verificarlo) che questa è la legislatura in cui è stato raggiunto il numero più alto in assoluto rispetto alle altre legislature. Si salta il momento del confronto, perch si arriva di corsa, spesso con provvedimenti pasticciati che si richiamano in Aula, spesso avviando procedure d'urgenza prima delle vacanze di Natale così da usare anche i giorni di chiusura per accelerare ancora di più l'iter.
Tutto questo perché? Perché nella vostra idea, un'idea sbagliata - e proverò a dire perché - le questioni vanno avanti solo con la forza.
Certo, esiste quello che è già stato detto prima, ma a che cosa servirebbero o serviranno questi Sottosegretari se riuscirete a inserirli? A fare due cose. La prima l'hanno detta i colleghi: probabilmente, a sistemare gli equilibri politici tra le forze politiche di maggioranza. La seconda, liberare la Giunta dall'impegno e dal peso di stare qui o di stare in Commissione, a discutere con i Consiglieri eletti dai cittadini.
Non siete certo i primi a pensarla così. Diceva una persona che, forse sulla democrazia ha ancora adesso delle cose da insegnarci, un tale di nome Montesquieu: "Chiunque abbia potere è portato ad abusarne; egli arriva sin dove non trova limiti. Perché non si possa abusare del potere occorre che il potere arresti il potere".
Come a dire: da soli, se noi vi lasciassimo fare, non vi porreste dei limiti, ma non per colpa vostra, non perché siete particolarmente diversi: è nella natura del potere. Montesquieu, uno dei padri della democrazia moderna, riconoscendo questa dinamica strutturale diceva: "L'unico modo per limitare il potere è dare potere a qualcun altro affinché si possa limitare".
Questa disposizione delle cose altro non è che il Regolamento, signori! Altro non è che il Regolamento, di cui tanto vi lamentate; un Regolamento che obbliga a superare la logica dei numeri e della forza per andare verso un'altra logica, quella del dialogo. È importante e va coltivato, perch gli interessi e le posizioni si mediano, non si impongono a colpi di voti di maggioranza, in maniera particolare in una discussione, come quella che stiamo facendo in questi giorni, che riguarda le regole del gioco.
Un altro grande, questa volta piemontese, Norberto Bobbio, a un certo punto parla degli universali procedurali della democrazia. Uno di questi universali procedurali è che le regole del gioco si cambiano insieme. È universale, cioè vale sempre e vale per tutti: non esiste che, in un gioco che si fa insieme, c'è qualcuno - il più forte - che decide per tutti. Le regole, se si cambiano, si cambiano insieme e ci vuole un accordo, una mediazione, un dialogo.
Non si arriva all'ultimo anno di legislatura a fare una proposta di cambiamento delle regole del gioco imposta in maniera unilaterale, con la minaccia delle convocazioni notturne. È profondamente sbagliato e non è un problema solo nei confronti delle minoranze. È una visione sbagliata della nostra democrazia. Ecco perché c'è il Capo X. Il Capo X c'è perché riguarda il cambiamento delle regole del gioco. Quello che sto dicendo vale per lo Statuto e varrà, in maniera particolare, anche per la legge elettorale.
Questo è il senso della nostra battaglia. È per questo che ci siamo opposti nel merito, come hanno detto anche i colleghi, perché vogliamo dirvi con forza, come cerchiamo di fare dall'inizio di questa legislatura, che le regole del gioco si cambiano insieme, che non esistono solo i numeri, che non basta vincere le elezioni per governare e che le posizioni, anche quelle delle opposizioni e delle minoranze, rappresentano milioni di cittadini, hanno cittadinanza qui dentro e non si possono superare solo con il fatto che si abbia vinto le elezioni, tanto più - lo ripeto - quando si cambiano le regole del gioco.
C'è poi il merito. Su questo, molto hanno detto i miei colleghi Presidente.
La vostra proposta iniziale prevedeva quattro Sottosegretari. Se facciamo un'analisi comparata (in questi casi si va a vedere cosa fanno gli altri per prendere spunto), vediamo che nella maggior parte delle Regioni italiane il numero dei Sottosegretari è pari a uno. In quelle con un numero di cittadini pari o simile a quello della Regione Piemonte, dove c'è il Sottosegretario (ne cito due: Emilia Romagna o Toscana), ce n'è uno.
C'è una Regione in cui ce ne sono quattro, la Regione Lombardia: peccato che la Regione Lombardia abbia più del doppio degli abitanti del Piemonte.
Questa vostra proposta non si giustifica nel metodo, che è sbagliato profondamente sbagliato, e non si giustifica nel merito, perché non è sostenibile che il Piemonte diventi l'unica Regione d'Italia con lo stesso numero di Sottosegretari della Lombardia, pur avendo meno della metà dei cittadini. L'unica motivazione che potrebbe giustificare una cosa del genere è quello che sia io sia i miei colleghi abbiamo detto all'inizio: vi servono più posti per liberare gli Assessori affinché vadano sul territorio e non stiano qui, vi servono per sistemare equilibri politici.
È una discussione che faremo anche nelle prossime settimane, soprattutto quando discuteremo sulla legge elettorale, perché il combinato disposto tra i Sottosegretari e la "panchina", che avete annunciato come proposta, è un modo fittizio per aumentare il personale politico tutto a vantaggio della maggioranza, creando un disequilibrio di forza tra maggioranza e minoranza che non passa dalle elezioni. Una cosa sono i rapporti di forza che passano dalle elezioni, ma se voi utilizzate un metodo che aumenta il numero della maggioranza senza che il numero sia sancito dal risultato elettorale allora state facendo una forzatura. L'appello, Presidente, è che per le prossime settimane e i prossimi mesi, dove ci aspetta la discussione sul bilancio, sulla legge elettorale e la seconda lettura dello Statuto rinunciate alla sola logica della forza e abbracciate la logica del dialogo.
È entrato adesso in aula il Presidente Cirio e mi rivolgo anche a lui: le regole del gioco le cambiamo insieme dialogando; non si cambiano forzando le regole, i numeri e con voti unilaterali di maggioranza.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Rossi per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale la Consigliera Accossato; ne ha facoltà per dieci minuti.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Nel mio intervento riprenderò tutti i temi già sollevati da altri colleghi.
Finalmente entriamo nel merito della discussione, nella discussione generale dell'articolo 1, per un disegno legge, il n. 240, che modifica lo Statuto.
Sul provvedimento ci sono questioni da porre sia di merito sia di metodo e anch'io mi oriento su questa fattispecie.
Parto dal merito, dalla reale necessità, per il governo di questa Regione dell'istituzione di queste figure di Sottosegretari e dalla necessità di capire meglio il loro ruolo e le loro funzioni. Oggi discutiamo di un provvedimento richiamato in Aula senza l'apertura di discussione generale in Commissione. In Commissione ci siamo limitati ad alcune scaramucce sul "facciamo le consultazioni" o "non le facciamo", ma la discussione generale è stata molto affrettata.
È un provvedimento sul quale, ovviamente, la contrarietà mia, del mio Gruppo e delle opposizioni non va che rimarcata ed è stata ben evidente fin dall'inizio. Voglio subito sottolineare che la proposta di introdurre quattro nuovi Sottosegretari è un evidente tentativo di bypassare la legge nazionale n. 213 del 2012, che fissa il numero degli Assessori.
Ho l'età per ricordarmi che prima in Regione c'erano 14 Assessori. So bene che i numeri della politica sono legati alle stagioni; me le ricordo tutte le stagioni in cui si è ridotto il numero dei Consiglieri comunali, anche il numero dei Consiglieri di questo Consiglio e i numeri delle Giunte, ma la politica in questo Paese è o un elastico o un pendolo.
Forse, adesso il pendolo sta ritornando verso un'esigenza o una richiesta più forte in termini di numeri, perché sembra che la qualità della politica si faccia con i numeri, o almeno è quello su cui la maggioranza vuole convincerci che possa avvenire con questo provvedimento.
Non sono una giurista, sono un'agronoma, anche un po' contadina, quindi non mi avventuro in questioni di natura giuridica, ma certo non credo che il dubbio di un conflitto con la norma nazionale che stabilisce dei numeri legati all'esecutivo possa essere così facilmente bypassato soltanto dicendo che queste figure non hanno diritto di voto in Giunta. Avrei avuto piacere, come abbiamo chiesto in Commissione, di audire anche degli esperti costituzionalisti affinché, magari, mi convincessero che questo è assolutamente fattibile e possibile.
Entriamo nel merito dei numeri. Abbiamo detto fin da subito che i quattro Sottosegretari proposti dalla proposta di legge n. 240 non sono accettabili, consoni e corrispondenti con la situazione piemontese, ma questo l'ha già detto bene prima di me anche il Consigliere Rossi, quindi non lo ripeto. Poi siamo arrivati all'emendamento delle ultime ore sicuramente peggiorativo. Abbiamo fatto ostruzionismo tre giorni per trovarci con un emendamento peggiorativo.
Ho avuto qualche dubbio sulla capacità della nostra azione ostruzionistica.
Poi mi sono ripresa e il dialogo continua perché quell'emendamento rispetto al quale sono anche stati poi presentati ulteriori subemendamenti apre addirittura a un numero indefinito di Sottosegretari, rimanda la definizione a una legge ordinaria, che potrà essere - è inutile che ci giriamo attorno - modificata, innanzitutto approvata e modificata in un batter d'occhio a ogni inizio legislatura, a seconda delle esigenze della maggioranza del momento, diciamo "a la carte". Addirittura, potrebbe anche risolvere il numero dei Sottosegretari e alcuni problemi di assunzioni. Se abbiamo un blocco di assunzioni, beh, insomma, abbiamo questa possibilità utilizziamo queste figure che, magari, sono sicuramente più fedeli e quindi possono servire meglio.
C'è, ovviamente, la questione che il collega Giaccone ha posto sul posizionamento di questo subemendamento, un subemendamento tagliola. Ne prendiamo atto e speriamo che, invece, ci sia un ripensamento rispetto alla questione.
C'è anche il tema dei costi. Non credo che sia sufficiente equiparare i costi che verrebbero sostenuti per i Sottosegretari con le figure di alta professionalità che verrebbero abolite. A parte il fatto che non abbiamo contezza, come San Tommaso, del provvedimento che abolisce quei posti di alta professionalità che personalmente le ritenevo figure, con i costi relativi laddove necessario, utili. Può succedere che, per qualche tema specifico, per qualche tema anche soltanto temporaneo, non si trovino, per quanto grandi e variegate professionalità necessarie vi siano nell'Amministrazione regionale, quindi poteva essere giusto. Per me non sono voci di spesa comparabili.
La mia è un'opposizione, oltre su questi aspetti di cui vi ho detto, anche al modello di governo che è implicito in questa proposta. Tanto più se andiamo ad abbinare la proposta di legge elettorale con la previsione dei Consiglieri supplenti, la cui figura politicamente molto debole davvero non riesco a comprendere. Avremo modo di discuterne.
Quello che già viene fuori fin da subito è lo squilibrio dei rapporti di forza in gioco, un modello dove chi vince stravince - non vince soltanto ma stravince - al di là dei numeri reali raccolti tra i cittadini piemontesi per come si sono espressi, al di là del giusto premio di maggioranza, ci mancherebbe. Uno squilibrio determinato da figure aggiuntive.
Aggiungo anche che si prefigura un modello di Regione sempre più grande Comune, un modello di Regione dove la Regione ambisce di più a governare i singoli provvedimenti, a gestire i contributi, svilendo la sua funzione legislativa e considerando la funzione legislativa quasi come una cosa che si deve fare qualche volta, oppure soltanto funzionale all'ottenimento dell'esigenza del Governo diretto. Ne è un esempio anche la gestione dei contributi.
Faccio l'esempio dei voucher dell'Assessore Marrone per le persone non autosufficienti. Sicuramente intervengono su un settore molto delicato dove c'è grande esigenza, ma una Regione che ha un compito di governo complessivo, quei fondi li assegna alle istituzioni del territorio che sono responsabili della gestione diretta di quel settore, quindi ai consorzi socio-assistenziali o alla sanità, non elargendo direttamente contributi.
Mi rendo conto che gestire direttamente il portafoglio è più interessante dal punto di vista del ritorno del consenso.
Vedo che il tempo sta scorrendo. Avremo ancora occasione, nel corso del dibattito, di esprimere ulteriori contrarietà e preoccupazioni. Faccio solo un ultimo passaggio sul metodo: auspico (c'è ancora il tempo per farlo) che nel corso di questo dibattito ci sia un'inversione di tendenza rispetto al metodo fin qui utilizzato e si possa ancora discutere e trovare modalità condivise per affrontare questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Accossato per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in fase di discussione generale il Consigliere Sacco.
Prego, collega; ne ha facoltà per dieci minuti.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Direi che siamo a un epilogo non scontato. Ho detto "non scontato" perch non dovrebbe essere scontata un'interpretazione del Regolamento fatta in questo modo, soprattutto su un Capo, il Capo X, che dovrebbe garantire l'intera Aula e dovrebbe arrivare a garantire quasi il singolo Consigliere! Per quanto mi riguarda, questo dimostra una cosa sconcertante: che la volontà della semplice maggioranza, non di una maggioranza particolarmente qualificata, consente di modificare lo Statuto della nostra Regione.
Sarebbe come se bastasse una maggioranza in Parlamento per modificare la nostra Costituzione, senza nessuna possibilità di appello per evitare che ciò accada.
Devo rilevare, poi, che il metodo che è stato utilizzato per tentare di forzare la mano, diciamo così, è quasi peggiore di quello che è stato proposto: mi riferisco agli emendamenti che lasciano una discrezionalità enorme alla maggioranza sull'istituzione del numero di figure di Sottosegretari, fino ad arrivare a emendamenti che aumentano notevolmente già all'interno dello Statuto, il numero di Sottosegretari che possono essere nominati dal Presidente.
Permettetemi di spiegare meglio questo aspetto: avere dei Sottosegretari in più non risolverà i vostri problemi a governare, perché per governare non servono tanti Sottosegretari, ma bisogna avere il coraggio di prendere delle decisioni. Invece, in quattro anni ho potuto ammirare tutta una serie di annunci, ma di cose concrete veramente poche. Dopo quattro anni di annunci in pompa magna, stiamo ancora aspettando gli ospedali nella nostra Regione, ma ho come l'impressione che arriveremo alla fine del mandato e non avrò nemmeno avuto il piacere di poter visionare neanche un progetto figuriamoci la prima pietra dell'ospedale! Detto questo, l'aspetto assurdo è che si giustifica questa variazione dicendo: "No, in realtà non stiamo aumentando i costi della politica perché abbiamo intenzione di togliere queste risorse che dedichiamo alla 'possibile' fruizione di personale altamente qualificato per andare a coprire delle competenze che potrebbero mancare all'interno dell'organico".
"Possibile": significa, cioè, che oggi rinunciamo a una spesa ipotetica per metterne una certa - forse non è chiaro questo aspetto! - fra l'altro precludendosi la possibilità di attingere veramente a delle elevate professionalità in un momento di particolare difficoltà in cui potrebbe incorrere la Regione (lo abbiamo visto con il COVID).
Io non credo che vi siate interrogati particolarmente su tale aspetto considerato che c'è un "altro" Consiglio regionale fuori dall'Aula: probabilmente, non è chiaro che si partecipa qui dentro! Comunque, Presidente, questo per dire che sono sconcertato rispetto alle modalità e alle motivazioni che ci portano.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi un attimo, così facciamo tacere le persone fuori dall'aula.
Grazie, collega. Prosegua. Io, il collega Perugini e altri colleghi in aula la stiamo ascoltando.



SACCO Sean

Siccome è arrivato il Presidente, stanno facendo un po' di baccano.
Volevo sottolineare il fatto che non parteciperò a queste votazioni; non sarò neanche in aula, perché non mi viene data la possibilità di incidere rispetto alla modifica dello Statuto della Regione Piemonte, che è la "Costituzione dei piemontesi"; soprattutto, non ci viene data la possibilità di fare un ostruzionismo democratico e intenso come avremmo voluto fare.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! O ci accomodiamo ai banchi o usciamo dall'aula, in modo tale che non si disturbino i lavori. Grazie.
Lo chiedo per cortesia e per rispetto del collega Sacco, che sta intervenendo.
Prego, collega; lei intervenga e si rivolga alla Presidenza; io sono qui attento, ad ascoltarla.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Io le parlo volentieri, ma con queste voci di sottofondo è un po' difficile intervenire. Peraltro, non ho voluto scrivermi l'intervento perché ritengo quasi inutile sprecare anche solo un pezzo di carta, per come siamo arrivati in questa situazione.
Detto questo, stavo dicendo che non parteciperò ai lavori dell'Aula perch non mi sento minimamente tutelato da questa Presidenza e non mi sento di essere messo nelle condizioni di svolgere il lavoro per cui sono stato eletto; non mi sento nelle condizioni di poter avallare un braccio di ferro portato avanti dalla maggioranza a colpi di interpretazione di Regolamento che lasciano un po' il tempo che trovano.
Vede, Presidente, la delicatezza con cui bisognerebbe intervenire sugli elementi statutari è fondamentale. Guardate che all'interno dello Statuto della Regione Piemonte non è scritta solamente la componente che potrebbe riguardare i Sottosegretari, ma è inserita tutta una serie di garanzie che abbiamo tutti qui dentro. Se bastasse una maggioranza per togliere quelle garanzie e un iter come quello portato avanti in quest'Aula, signori auguri! Concludo l'intervento, non mi va neanche di perdere altro tempo, perché, a parte alcuni colleghi, che ringrazio per l'ascolto, gli altri probabilmente sono già andati a festeggiare, portando via il pallone, che per me è il Regolamento. Detto questo, Presidente, adesso vediamo cosa capiterà nella seconda trattazione di questa norma.
Spero che ci possa essere maggiore attenzione al rispetto di un equilibrio nei confronti delle minoranze, perché l'opposizione è una parte fondamentale all'interno della democrazia, altrimenti basta chiamarci al telefono e chiederci cosa ne pensiamo di una cosa e poi far passare una norma. Se non possiamo utilizzare appieno gli strumenti che ci consente il Regolamento, potremmo addirittura risparmiare un po' per la Regione Piemonte, tagliando l'opposizione. Probabilmente qualcuno all'interno della maggioranza potrebbe anche essere d'accordo e magari si potrebbero prendere addirittura più Sottosegretari: non 12, facciamo 30! Chiudo facendo semplicemente una riflessione sull'opportunità. Credo che con questo colpo di mano si sia incrinato definitivamente quel lavoro di costruzione legato al confronto, che non vi abbiamo mai negato. Anzi, vi abbiamo sempre comunque riconosciuto il diritto di legiferare su tutta una serie di norme, anche laddove non eravamo d'accordo, ma erano norme ordinarie.
Nel momento in cui si va a lavorare sullo Statuto, considerando anche l'atteggiamento che abbiamo sempre tenuto come opposizione, riconoscendo anche il risultato delle urne, si sarebbe dovuto allargare il tavolo e assicurarsi che tutti fossero d'accordo per fare questo tipo di operazione.
Altrimenti si poteva portare a casa solamente facendo una forzatura delle regole, come avete fatto.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Sacco per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Alberto Avetta; ne ha facoltà per dieci minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente, anche per ascoltare le considerazioni che ho da fare che riprendono quelle molto condivisibili che già tanti colleghi hanno sottolineato.
Siamo qui ormai da tre giorni su una modifica statutaria, con la quale si vorrebbe introdurre (usiamo ancora il condizionale) un'innovazione che mai aveva visto la luce in Piemonte: quattro Sottosegretari politici che sono sottoposti alla nomina e alla possibile revoca da parte del Presidente.
Dal nostro punto di vista, l'abbiamo detto in tanti: si tratta - lo dico tra virgolette - di un "salto di qualità" sotto diversi aspetti, a cominciare da quello dei costi, molto evidente e rilevante che, per la verità, in altre Regioni è stato adottato già da tempo, ma con numeri assai diversi e anche più contenuti di quelli che voi vorreste introdurre con questa proposta. Infatti, dal nostro punto di vista, dichiarate o ammettete di aver bisogno di ben quattro figure che costano e che, forse, produrranno benefici in futuro, ma che sono tutti da dimostrare e da valutare.
Intendete fare una simile operazione, a nostro avviso sbagliata utilizzando uno stile legislativo che è quello a colpi di maggioranza, che non si addice alla legge fondamentale che regola l'attività di quest'Aula e che dovrebbe, al contrario, innanzitutto garantire i diritti delle minoranze, prima ancora dei diritti delle maggioranze, che sono già di per sé forti. E non contenti di questa impostazione, che in molti altri casi abbiamo denunciato e ritenuto sbagliata, una forza politica ha anche depositato un ulteriore emendamento che già il mio Capogruppo ha definito abnorme.
È abnorme sotto tanti aspetti: sia per la portata del dettato normativo specifico, cioè per il numero indefinito di Sottosegretari che porta quel dettato normativo, sia per la modalità con cui verrebbe attuata, cioè attraverso il rinvio alla legge ordinaria, che genera ulteriori perplessità già sottolineate negli interventi precedenti e che non ripeto. È una modalità legislativa con uno stile, a nostro avviso, assai discutibile.
Di fatto, se posso fare una considerazione politica, oggi voi ammettete di fronte ai piemontesi che il personale politico che avete messo a disposizione del Piemonte in questi anni non è stato adeguato a garantire il livello di servizi che era necessario e che probabilmente era atteso rispetto alle aspettative che avete generato in campagna elettorale e che vi hanno portati a vincere le elezioni ormai quattro anni fa.
Voi state dicendo ai vostri elettori che avete fallito, che non siete stati capaci di governare questa Regione. Vi state rendendo conto di non essere all'altezza della situazione e avete bisogno di un aiutino per il prossimo giro che pensate di fare alla guida di questa Regione. Oppure, laddove questa lettura non fosse condivisa, cioè l'ammissione di un'incapacità a governare questa Regione, vi è un'altra possibilità, a delle due l'una: o è un'ammissione di incapacità a governare questa Regione e, quindi, avete bisogno di un ulteriore aiuto di carattere politico - l'ha detto il collega Bongioanni nel suo intervento - oppure ammettete che questo è un modo alquanto subdolo per sistemare le vostre questioni interne.
La dialettica politica tra i Gruppi di maggioranza mi è parsa evidente in questi mesi e in queste settimane; la dialettica tra chi esprime oggi tanti Consiglieri regionali - il Presidente Gavazza lo sa bene, perché appartiene orgogliosamente, se posso permettermi, a questa forza politica, che è la Lega - ma i risultati elettorali di questi anni sono andati un po' scemando e quindi deve ristabilire e riequilibrare questa dialettica con altre forze politiche, i cui risultati elettorali stanno andando molto meglio. Di conseguenza, pensano, in futuro e in prospettiva, di dover riequilibrare e di poterlo fare attraverso l'introduzione dei Sottosegretari, che poi è solo l'antipasto rispetto ai primi e ai secondi che arriveranno con la discussione sulla legge elettorale.
Noi abbiamo denunciato questo mercanteggiare sotterraneo. Vi diciamo che non è necessario ai piemontesi, anzi forse questa modalità è addirittura dannosa per i piemontesi, sia nel metodo e nella procedura utilizzata, sia nella sostanza e nel merito. Non è utile ai piemontesi.
Davvero mi auguro, avviandomi alla conclusione, Presidente, che le forze di maggioranza possano fare mente locale rispetto sulle considerazioni che state ascoltando e rispetto a quelle che ancora ascolterete dai miei colleghi e che possono aiutarvi. Abbiamo fatto e stiamo facendo la nostra parte, con grande determinazione, ormai da tre giorni; le nostre proposte possono però aiutarvi e, se posso dire, aiutarci a limitare i danni che questa proposta di modifica dello Statuto rischia di generare in prospettiva.
Ve lo abbiamo detto tante volte: ci sono state tante altre occasioni in cui abbiamo detto che le vostre leggi sarebbero state impugnate, perch generavano contenzioso e difficoltà interpretative. Molto spesso le nostre previsioni, purtroppo, sono state confermate dal Governo, che quelle leggi le ha impugnate e molto spesso le abbiamo riportate in quest'Aula per modificarle. Tenete conto, però, e fate mente locale sul fatto che qui stiamo parlando della legge fondamentale di questa Regione e, quindi abbiamo qualche dovere e qualche responsabilità in più per le persone cui ci rivolgeremo nella primavera del 2024 e alle quali andremo a chiedere il voto per tornare a governare o continuare a governare questa Regione.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di Consigliere.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato le considerazioni dei miei colleghi, che condivido, e ho anche sentito il Consigliere Bongioanni nella sua esposizione quando parlava di quattro anni per capire come risolvere una situazione. Direi che l'hanno capita bene, ma non so se la capiranno i piemontesi.
Si continua a parlare di figure che devono servire per l'ascolto del territorio, ma credo che il territorio abbia bisogno di azioni più che di ascolto. Penso che il territorio l'abbiamo già ascoltato abbastanza: tutte le volte che vado sento dire le stesse cose. Allora, c'è un problema di udito da parte della politica? Faccio un esempio, uno a caso: Savigliano sta aspettando da quattro anni che vengano eseguiti dei lavori per permettere ai disabili di accedere ai binari, ma non si riesce a farli. Non voglio neanche fare polemica, non voglio entrare nel merito delle liste d'attesa, ma quando per un ecodoppler si aspetta un anno! Mandano a me le impegnative; un anno per fare un ecodoppler. Non serve uno scienziato, un professorone o un laureato nella migliore università del mondo per fare un ecodoppler! Un anno per un ecodoppler. Naturalmente, se cerchi altri sistemi, con qualche centinaio di euro riesci a risolvere il problema.
Sono amareggiato, non sono neanche arrabbiato.
Cosa volete che vi dica? La maggioranza questa volta è stata brava, ma non avevamo dubbi che fosse brava, avete tutti i mezzi a disposizione e noi non siamo.
Sono arrabbiato con me stesso, Presidente, perché non sono stato capace di incidere in maniera importante su questo provvedimento. A parte tutte le discussioni che abbiamo fatto, c'erano tutti i segnali nei corridoi che c'era qualcosa che non tornava e non siamo, anzi, io (faccio un mea culpa) non sono riuscito a essere incisivo come avrei dovuto e come avrei voluto.
È sotto gli occhi di tutti: si parlava della necessità di queste figure che devono venire a sopperire.
Vorrei fare il conto di quante volte in questi quattro anni è mancato il numero legale già il mattino, considerando che non cominciamo alle 6.30, ma alle 9.30 o alle 10.
Sono veramente arrabbiato con me stesso per non essere riuscito a trovare il modo di impedire un ennesimo schiaffo ai cittadini, perché, alla fine, è un po' come giocare a scacchi: ci si sta preparando per le elezioni future si posizionano le pedine sulla scacchiera, si creano opportunità per il futuro anche in questa maniera.
Magari, in un'altra occasione sarei stato qui e avrei trovato la maniera per parlare di più per farvi perdere del tempo, come abbiamo fatto in questi giorni, per cercare di stancarvi, per cercare di farvi capire che quello che stavate facendo non andava bene, per cercare di rubarvi quel minuto. Oggi, però, questa cosa non la farò; oggi, non devo dimostrarvi niente, perché credo di averlo dimostrato nei giorni scorsi e penso che sono stato uno dei più presenti, dal mattino alla notte. Adesso non m'interessa stare qui a rendervi questo omaggio.
Semplicemente, così come il collega Sacco e come la Capogruppo Disabato abbandonerò i lavori d'Aula.
Fatene quanti volete! Noi non ci renderemo responsabili di questi lavori perché questa politica non ci appartiene, non la capiamo e non la vogliamo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Siamo arrivati finalmente alla discussione generale su questa proposta molto controversa del Consigliere Bongioanni, che ci ha tenuto bloccati qui in Consiglio regionale in queste giornate.
Una proposta molto controversa, anzitutto per le tempistiche, come ho detto allo stesso Presidente, di trattazione di un tema delicato come la modifica dello Statuto regionale.
Sappiamo bene che le modifiche delle regole del gioco, che si tratti dello Statuto o della legge elettorale, andrebbero fatte con un velo d'ignoranza.
Questo studiamo sui libri delle nostre università.
Perché? Perché andrebbero fatte in una fase della vita politica del mandato in cui non si ha certezza e non si hanno dati precisi sull'esito elettorale; andrebbero fatte quando non si possono fare delle previsioni chiare. In tal modo, si prendono decisioni in maniera il più possibile astratta, oggettiva, senza essere guidati prevalentemente da un interesse di parte o dalla ricerca di un beneficio eccessivo, Presidente, per la propria parte politica.
Oggi, nel marzo del 2023, non possiamo dire di avere un velo d'ignoranza manca troppo poco tempo alle elezioni regionali del 2024. Non solo non c'è un velo d'ignoranza, ma non c'è neanche stata una condivisione, tra le parti, rispetto alle modifiche di queste regole del gioco.
Perché c'è stata una prova di forza? Perché siamo stati trattenuti così a lungo in queste giornate in Consiglio regionale? Perché il dialogo si è bloccato o, forse, non è stato cercato a sufficienza. Le regole del gioco non si possono cambiare in maniera unilaterale.
Questa è la prima ragione dell'ostruzionismo delle minoranze in quest'Aula: le regole del gioco non appartengono alla destra, alla sinistra o al centro, sono le regole di tutti e ci dobbiamo avvicinare a questa materia con particolare attenzione e anche pudore (uso volutamente questa parola) considerando lo Statuto non in una logica proprietaria di chi in questo momento è dalla parte del governo e della maggioranza, ma considerando le regole come un patrimonio di tutti. Per questo ci vorrebbe una condivisione; quella condivisione che, purtroppo, in questa occasione non c'è stata.
I temi fondamentali per cui ci siamo opposti e continueremo a opporci alla proposta sono legati ad alcuni criteri. Il primo è la sproporzione. Credo che quando si opera, a livello regionale, in uno Stato come quello italiano composto da 20 Regioni, il primo criterio sia di effettuare una comparazione con le altre Regioni. Se facciamo una comparazione con altre Regioni di dimensioni analoghe al Piemonte, ravviseremo immediatamente una sproporzione tra la proposta avanzata dalla maggioranza e la situazione di Regioni analoghe alla nostra.
In nessuna altra Regione di dimensioni pari al Piemonte, quindi di circa quattro milioni di abitanti, c'è un numero di Sottosegretari elevato come quello che avete proposto. Non troverete nessuno esempio. Perché dobbiamo creare un precedente? Perché dobbiamo eccedere? Quattro è troppo per una Regione di quattro milioni di abitanti. È evidente, non dobbiamo peccare di una sproporzione.
Vengo forse al tema più cocente e più profondo: il vulnus democratico che questa modifica, qualora venisse approvata, unita all'introduzione degli otto Consiglieri supplenti (la cosiddetta "panchina") creerebbe in questa istituzione regionale. Sarebbe uno squilibrio democratico di due ordini. Il primo, uno squilibrio tra maggioranza e minoranza, perché è evidente che in un'assise consiliare, in un'assemblea legislativa costituita da 50 Consiglieri, sommare al premio di maggioranza dei dieci Consiglieri del listino maggioritario anche i quattro Sottosegretari nominati dal Presidente tra le file della maggioranza e, in più, anche gli otto Consiglieri supplenti che prevedete di inserire nella proposta di legge elettorale, porterebbe a ben 22 figure il premio di maggioranza per chi vincerà le elezioni nel 2024.
Se non è uno squilibrio questo, non so che cosa si possa chiamare squilibrio! È evidente che in una realtà istituzionale in cui ci sono 11 Assessori e 50 Consiglieri, avere un numero di 22 figure che automaticamente verrebbero assegnate alla maggioranza, al di là di quelle che si ottengono con la quota proporzionale, è troppo. È troppo! Non so se questo esporrebbe la proposta a un'impugnativa del Governo. Non sono in condizione di prevederlo, ma sicuramente configura un rapporto di forza eccessivo della maggioranza rispetto alla minoranza e configura una quantità di classe dirigente eccessiva che automaticamente la maggioranza potrebbe esprimere.
C'è poi un secondo ordine di squilibrio democratico, forse anche più pericoloso, più subdolo e più ambiguo di quello precedente: lo squilibrio tra il Consiglio, cioè noi che siamo seduti da questa parte dell'emiciclo e la Giunta.
Mi spiace che in questo momento non sia presente il Presidente Cirio, che chiamo Presidente e non Governatore, perché nel nostro ordinamento si chiama Presidente. Mi spiace che non ci sia, perché vorrei dire anche di fronte a lui che è pericoloso indulgere a questa tentazione governista di dare un eccessivo potere agli esecutivi rispetto al potere legislativo.
Nella separazione dei poteri si fonda la nostra democrazia, nella separazione tra il potere giudiziario, legislativo ed esecutivo.
Purtroppo c'è sempre più spesso la sensazione di una sorta di fastidio per i tempi della democrazia. Questo non lo si riscontra solo in quest'Aula, lo si riscontra in maniera generalizzata. È un fastidio pericoloso, perch quando si prova fastidio per i naturali tempi della discussione e del confronto, si è a un passo dal rinunciare ai luoghi della discussione e del confronto perché li si ritiene inutili. Sapete bene a che cosa porta questo fastidio se non lo si frena, non lo si limita, se non si creano meccanismi di check and balances.
Introdurre un numero eccessivo di figure espresse dalla maggioranza soprattutto a coadiuvare la Giunta rispetto al Consiglio, creerebbe uno squilibrio tra Consiglio e Giunta e metterebbe il Consiglio in una posizione di subalternità rispetto alla Giunta. La presenza di un numero eccessivo di Sottosegretari porterebbe a una rarefazione dei rapporti con gli Assessori regionali. Porterebbe, quindi, non solo a una separazione, ma a una distanza tra il Consiglio e la Giunta; a una difficoltà di rendicontazione nelle Commissioni consiliari e a una difficoltà di confronto e di proposta.
Questo non farebbe bene alla nostra Istituzione e neanche alla Giunta perché il confronto con i Consiglieri non è vano; anche i Consiglieri stanno sul territorio, i Consiglieri sono eletti dal territorio e quindi portano istanze, portano proposte e portano idee.
Vedo un fortissimo rischio in questa prevalenza degli esecutivi, cui sono sottesi anche dei rischi culturali molto forti, ma non credo che dobbiamo darvi seguito.
Naturalmente c'è anche il tema dei costi, che volutamente metto al fondo della mia trattazione. Penso che in un momento come questo, in cui anche la popolazione piemontese soffre per l'inflazione e soffre per le conseguenze della guerra, non possiamo permetterci, noi che in questa fase della nostra vita viviamo di politica, di non pensare a come un aumento dei costi sia anche uno schiaffo per una popolazione che soffre. Non possiamo non pensarci.
Questo non è il primo motivo della nostra opposizione, perché sappiamo bene che una democrazia funzionante ha anche dei costi, che non sono quindi qualcosa di cui vergognarsi, ma sono una necessità. Pensiamo che questo non sia il momento e, soprattutto, questa non sia la proporzione corretta; in una Regione come la nostra, il numero di quattro Sottosegretari è troppo ed è troppo anche per i costi che comporterebbe, anche qualora venissero tolti i fondi per le alte professionalità, che è un po' l'argomento che la maggioranza ci ha portato.
Infine, Presidente, mi consenta un'ultima argomentazione. Credo che l'introduzione dei Sottosegretari comporterebbe anche una frammentazione della catena di comando. Noi abbiamo bisogno di vedere spesso gli Assessori, abbiamo bisogno di vedere il Presidente e pensiamo che all'interno dell'esecutivo, la creazione di una pletora di figure potrebbe anche non rendere migliore e più fluida l'attività di Governo. Occhio a frammentare troppo e a moltiplicare eccessivamente le figure che fanno parte della Giunta.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Anch'io ho deciso di intervenire nella discussione sull'articolo 1 di questa proposta.
Cerco di riportare un ulteriore punto di riflessione sulla discussione e nella discussione. Lo porterò esclusivamente sul disequilibrio della democrazia e il disequilibrio democratico.
È scomodo per questa riflessione un professore emerito della nostra città di Torino, cioè Gustavo Zagrebelsky. Il professor Zagrebelsky, a differenza del Ministro Valditara, è stato per anni un punto di riferimento per la mia crescita, seppur ridotta, culturale e nel mio percorso anche politico.
Zagrebelsky ha scritto un libro straordinario, che avevo già citato tempo fa, dal titolo "Il crucifige e la democrazia". In questo libro Zagrebelsky pone una domanda: chi sono i veri amici della democrazia? Chi sono, ripeto i veri amici della democrazia? Di quale tipo di democrazia scrive il professore? Cito testualmente: "La democrazia critica richiede tempo, tempo per decidere e tempo per durare; è amica della lentezza, della ponderazione e della riflessione, perché dove non c'è tempo c'è emotività, instabilità suggestionabilità e quindi strumentalizzabilità". Se non c'è il tempo di riflettere, rischiamo di fare attività emotivamente instabile e quindi strumentalizzabile.
Questo testo mi è venuto in mente anche per un'altra riflessione. Tutti noi abbiamo parlato dell'aumento dei costi della democrazia, ma vorrei fare una riflessione differente. Quand'ero all'università, una delle tante riflessioni che abbiamo fatto con il professor Zagrebelsky riguardava il tema del costo della democrazia, non i costi della democrazia.
Colleghi, sono due cose differenti. Se con l'aumento del costo della democrazia aumenta il confronto, la partecipazione, la riflessione, la ponderazione, la riflessione e quindi si prende del tempo prima di decidere è un costo sano, è un costo positivo. È un costo positivo, perché comporta maggiore riflessione e partecipazione. Infatti, nel recente passato ho votato contro l'eliminazione del numero dei parlamentari - ero contro tale scelta - e, quindi, a favore del finanziamento pubblico dei partiti. Quello è un costo - se gestito bene, non se usato per arricchirsi - utile alla democrazia, perché la democrazia ha bisogno di tempo.
Se, invece, aumentiamo i costi della democrazia perché voi, aumentando questi costi, vi date una mano a stabilizzare i conflitti interni a una maggioranza per assicurare posti a quelle forze politiche che magari non sono così contente del risultato elettorale o magari non sono così contente della composizione della Giunta o delle nomine, quelli sì che non sono costi sani della democrazia, ma sono i veri costi della politica. Questo lo si fa a discapito di quanto Zagrebelsky scrive nel suo libro "Il crucifige e la democrazia".
È questa la differenza che tengo, con un po' di impegno, a sottolineare.
Voi non state, come diceva la collega Canalis, solo aumentando la distanza tra chi uscirà sconfitto dalle elezioni e chi le vincerà, ma state aumentando - questo si lega con la legge elettorale - la distanza tra chi siede nei banchi dell'opposizione e chi siede nei banchi della maggioranza.
Aumentare la distanza tra chi siede nei banchi dell'opposizione e chi siede nei banchi della maggioranza, che avrebbe quattro Sottosegretari, più otto cosiddetti "Consiglieri nelle panchine" (in tutto 12 figure in più) incrementa il disequilibrio nella partecipazione istituzionale sui territori. Noi non l'avremmo mai fatto, ma siccome vinceremo noi al prossimo giro, avremo 12 persone in più, e voi ne avrete di meno.
E, allora, la non tutela delle minoranze passa anche dall'aumento, certo eventuale e legittimo, del costo della democrazia, sempre che il costo della democrazia sia quello che Zagrebelsky scriveva nel suo libro; se no si fa poltronificio; se no, si mette in equilibrio una maggioranza perch man mano aggiungo a metà legislatura un Sottosegretario in più e lo assegno, magari, alla forza politica che mi mette in difficoltà su un tema.
Non funziona così.
Chiudo, Presidente - utilizzo meno dei dieci minuti che mi sono stati assegnati - con un messaggio molto chiaro: convocando quattro sedute al giorno (comprese le notturne), avevate scommesso sul fatto che le minoranze non avrebbero avuto la capacità di resistere. Invece, cari colleghi l'abbiamo avuta. Siamo rimasti qui fino a quando avete voluto voi, cioè fino alle 7 del mattino, a discutere, a parlare e a resistere su questi banchi. Ricordiamo quell'unica notte in cui avete tentato di tenere in piedi i colleghi della maggioranza, che, giustamente, perché umanamente era difficile resistere, si addormentavano sui propri banchi. Avete capito che la resistenza dell'opposizione era granitica.
Quella stessa resistenza la applicheremo sul bilancio e sulla legge elettorale (perché anche la legge elettorale ha dei problemi di disequilibrio democratico). Richiameremo quella forza resistente anche nei prossimi atti che affronteremo nelle prossime settimane. Perché è così che si fa quando non si condividono le regole del gioco. E voi non avete condiviso la modifica delle regole del gioco. Per questo motivo, avete sbagliato. Per questo motivo, siamo contrari, oltre a tutto quello che i colleghi hanno detto. Per questo motivo, almeno personalmente, c'è una netta differenza culturale tra Gustavo Zagrebelsky e il Ministro Valditara.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Valle, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Le chiedo scusa se l'ho fatta attendere, però anch'io volevo segnare il punto nella discussione di oggi. Perché, al di là dell'attività di carattere ostruzionistico che abbiamo svolto negli scorsi giorni e nelle scorse notti, al di là del dibattito sugli emendamenti che affronteremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni, questo momento di discussione generale ci permette, se non altro, di fare un primo bilancio di questi tre giorni di Consiglio regionale, e di come ci siamo arrivati.
La prima considerazione che faccio è che vorrei che ce ne ricordassimo tutti, la prossima volta (che sarà verosimilmente molto presto) che ci ritroveremo a discutere su posizioni diametralmente opposte su una questione o su un'altra. Abbiamo di fronte la legge elettorale, il bilancio, Azienda Zero. Insomma, non mancheranno le occasioni.
Forse risparmieremmo tutti tempo, energia e fatica se facessimo lo sforzo di confrontarci prima e non partissimo invece dal presupposto che la maggioranza decide e che l'opposizione si deve accomodare. Perché, grazie al cielo, il Regolamento del Consiglio regionale, sia quello ordinario, sia quello straordinario che applichiamo per la discussione sullo Statuto e sulla legge elettorale, offre alle opposizioni sufficienti strumenti per far sentire le proprie ragioni. E, alla prova dei fatti, la resistenza della maggioranza si è dimostrata non così granitica com'era stato annunciato soltanto qualche giorno fa. Martedì notte, infatti, non siete riusciti a finire neanche la prima delle sedute serali, perché abbiamo concluso alle ore 6.30. Ieri sera abbiamo concluso i lavori a mezzanotte oggi mi pare di capire che arriveremo alla conclusione nel giro di pochi interventi, per cui saranno sconvocate le ulteriori sedute.
È evidente che se avessimo organizzato più razionalmente i lavori di questi giorni, probabilmente avremmo potuto risparmiarci la seduta notturna discutere più agevolmente ieri mattina e questa mattina e svolgere questo confronto in maniera più ordinata.
È legittimo che la maggioranza avanzi le sue proposte, ci mancherebbe altro. Tuttavia, è altrettanto doveroso, da parte dell'opposizione, non solo segnalare quello che non va e quello che non convince, ma anche accettare con responsabilità il fatto che si debba, in ogni caso, partire dalla proposta della maggioranza e costruire una mediazione attorno a essa.
È quello che noi abbiamo cercato di fare sin dall'inizio in questa discussione; discussione che, in buona parte, abbiamo tenuto insieme alla legge elettorale, ma che poi, in quest'ultima curva, ha finito per concentrarsi unicamente sulla modifica dello Statuto.
Abbiamo detto sin dall'inizio che, per come sono state impostate le relazioni tra maggioranza e opposizione o, meglio, tra Giunta e Consiglio l'istituzione di ulteriori figure avrebbe finito per guastare ulteriormente i rapporti già sufficientemente distanti.
Mi spiace che adesso siano presenti solo tre membri di Giunta, ma molti Assessori rivendicano il fatto che il tempo che si passa qui dentro è tempo perso, o il fatto che alla loro prima esperienza di Consiglio erano i Consiglieri con meno presenze e poi sono risultati i più votati nelle elezioni successive, come se noi altri non lo sapessimo, come se non sapessimo che il voto, il consenso e le preferenze non si ottengono qui dentro.
Noi non siamo pagati dai cittadini per andare a prendere le preferenze; noi siamo pagati per stare qui e cercare di lavorare nell'interesse dei piemontesi per approvare le leggi migliori e più efficienti, e per dare una risposta alle tante esigenze della nostra Regione. E non sempre questo paga in termini di consenso rispetto a qualche nastro da tagliare o a qualche inaugurazione.
Al di là di questa piccola divagazione, è evidente che i Sottosegretari rischiano, a nostro giudizio, di aumentare questo divario, ammesso che poi almeno questi quattro si dedichino davvero alla relazione con il Consiglio e non diventino, invece, quello che temiamo, cioè altri quattro Assessori che si chiamano solo con un altro nome, un modo per aggirare il tetto del numero dei componenti della Giunta, che è fissato, peraltro, da una legge nazionale e che, se non ricordo male, porta proprio il nome di Calderoli.
Pertanto, non l'abbiamo propriamente deciso noi e sicuramente non lo abbiamo fatto in questi tempi. Questo diventa l'escamotage per aggirare la norma.
È vero che lo hanno fatto altre Regioni ed è altrettanto vero che non ci sfugge che su alcune funzioni possano anche avere una certa utilità, ma è comunque vero che le Regioni di dimensioni analoghe alle nostre hanno lavorato su altri numeri, che non sono quelli che ci proponete oggi. La Lombardia, che è grande tre volte il Piemonte, ha un Consiglio incomparabilmente più ampio e non può essere presa a modello. Questo abbiamo cercato di dirvelo in tutte le salse e, secondo me, era intorno a questi due principi che sarebbe stato facile e probabile avvicinarsi per trovare una mediazione.
Detto questo, concludo con un'ultima considerazione, che è quella che già molti miei colleghi hanno fatto prima di me. Quello di cui ho parlato finora sono questioni legate al merito della proposta, ma vi è una più profonda questione di metodo che, invece, purtroppo, è la cifra costante delle relazioni che in Consiglio si hanno non soltanto tra Giunta e le opposizioni, ma anche tra maggioranza e opposizione. Non le abbiamo sapute costruire, probabilmente, insieme; lo dico per condividere anche una responsabilità, che sento francamente però gravitare maggiormente sulla maggioranza.
Alcune leggi - ne ho ricordate alcune soltanto ieri notte mentre parlavamo di ordini del giorno - abbiamo potuto condividerle e le abbiamo approvate in meno di mezza giornata, pur contando 20, 30 o 40 articoli.
La scorsa notte, per chi era sveglio e ancora attento, ricordavo, per esempio, la legge sulla pratica sportiva, che abbiamo riscritto e che era attesa da diverse legislature. Ce l'abbiamo fatta in questa legislatura l'abbiamo fatto insieme, condividendolo. Non è stato poi così difficile perché abbiamo avuto il tempo adeguato in Commissione per poterci confrontare. Grazie al cielo, secondo me, senza farlo neanche troppo apposta, in quel momento la maggioranza aveva altre priorità, per cui quella legge è rimasta un po' di più a bagnomaria in Commissione e ci ha dato il tempo di confrontarci nel merito.
Diverse nostre proposte sono state accolte nella reciproca soddisfazione per il risultato raggiunto e, soprattutto, riconoscendo la primogenitura a una maggioranza che, naturalmente, se ne fa carico e porta a casa il risultato, perché è lei che ha i voti e i numeri per far passare le sue proposte. Tuttavia, la maggioranza ha dato alle opposizioni lo spazio per sviluppare la propria attività politica e trovare uno spazio di condivisione che, invece, in troppe altre occasioni non si riesce a trovare. Non si riesce a trovare, perché non c'è mai il modo di discutere in Commissione e perché, quando si arriva in Aula in fretta e furia, il risultato è che poi molte proposte cadono vittime della cattiva comunicazione, delle divisioni della maggioranza e dell'impossibilità di approfondire le questioni.
Abbiamo condiviso un testo, il cosiddetto omnibus, non più tardi di qualche settimana fa. Come, in realtà, secondo me, andrebbe sempre fatto su quel tipo di testo, su alcune questioni mi sono confrontato con i colleghi di maggioranza che seguono quelle materie, alcuni di Giunta, alcuni di Consiglio. In alcuni casi gli emendamenti che abbiamo costruito insieme li ha presentati il collega di maggioranza; in qualche altro li ho presentati io. E me lo sono sentito rinfacciare frasi del tipo "ah, ti passiamo già quell'emendamento". Ora, se l'ho scritto nell'ufficio del collega Preioni non è un favore che fate a me, è un favore che fate a voi stessi, che facciamo al sistema Piemonte, perché abbiamo capito insieme che probabilmente quell'emendamento serviva e abbiamo incontrato insieme le rappresentanze sociali che ce l'hanno chiesto, perché era su una legge che avevamo, a nostra volta, scritto insieme io e il collega Preioni.
In altre parole, vivere sempre tutto come una questione di "noi" e di "voi" soprattutto lo dico per i Consiglieri più che per la Giunta - rischia anzi ha già prodotto - penso che ve ne siete accorti, ma avete ancora un anno e mezzo per emendarli - di vedere ridotto di tanto il nostro ruolo perché contate meno, perché è qui che si fanno le leggi. È nel confronto tra di noi che possiamo costruire qualche cosa.
Diversamente, noi siamo costretti a rivolgerci soltanto verso la Giunta che in Aula ha un ruolo di proposta, ma il suo ruolo si ferma lì, cioè alla proposta e non all'approvazione, non a determinare quello che noi qui insieme, dobbiamo decidere.
Pertanto, l'invito che vi rivolgo, e chiudo, è: riprendetevi questo spazio perché abbiamo ancora un anno e mezzo di tempo e possiamo ancora costruire qualcosa di buono insieme.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Innanzitutto parto rivolgendo un sincero ringraziamento all'intera Aula, ma direi soprattutto ai colleghi che siedono nell'altra parte dell'emiciclo per il tempo che in questi giorni hanno dedicato al confronto su questo argomento. È un argomento che, come avevo detto, fa parte delle regole del gioco e nessuno più di noi è convinto e sostiene che le regole del gioco correttamente si decidono insieme, per cui sotto questo aspetto vi ringrazio, perché sicuramente i vostri argomenti hanno portato anche alla nostra parte la possibilità di approfondire e di fare delle riflessioni.
Sono riflessioni che in questo momento non ci portano ancora a vedere un punto di condivisione, ma siamo convinti che le ore che seguiranno siano utili per portarci a condividere un obiettivo comune.
Mi permetto solo di fare alcune considerazioni rispetto alle cose che sono state dette. Ci è stato detto che queste regole - che sono, peraltro, alla base della democrazia di questo parlamentino - non le abbiamo condivise o non abbiamo dedicato sufficiente tempo per arrivare a valutare un testo condiviso.
Questo non lo condivido, perché il Consiglio regionale (questo e non altri) addirittura ha istituito una Commissione, la VII, che si occupa in modo specifico di quelle che sono le regole del funzionamento della democrazia ed, eventualmente, delle materie che si vogliono chiedere in deroga per la gestione della Regione. Abbiamo addirittura istituito una Commissione che in modo specifico, si occupa di questo: dei rapporti del Consiglio e della Regione con gli Enti locali sottostanti e, al nostro interno, delle regole che ci diamo.
Poi, come giustamente ci avete detto, noi siamo la maggioranza in questo momento ed era dovere e compito della maggioranza avanzare una proposta. Ed è esattamente quello che abbiamo fatto, perché diversamente saremmo stati accusati di non essere nemmeno capaci di avanzare una proposta. Ci avete sempre detto che a noi toccava l'onere e l'onore di avanzare la proposta e che su quella proposta poi ci saremmo eventualmente confrontati.
Questo lo abbiamo fatto, lo abbiamo fatto svariati mesi fa; qualche proposta è addirittura in Commissione da anni. È evidente che i due anni e mezzo di pandemia non ci hanno permesso di interloquire, come si sarebbe fatto in un altro momento ma, finito quel periodo, l'interlocuzione è stata proficua ed è stata soprattutto intensa, perché c'è stata un'interlocuzione all'interno della VII Commissione. Abbiamo istituito una Commissione e un gruppo di lavoro che si dedicasse in modo specifico a quell'argomento e ci siamo incontrati più volte. All'interno di quel confronto, ci siamo avvicinati e abbiamo cercato di ascoltare, rispetto a quella che era la nostra proposta sui Sottosegretari e sulla legge elettorale, tenendo alta l'attenzione sulle vostre istanze. Come voi ben sapete, su molte di queste abbiamo dichiarato la nostra disponibilità, proprio perché crediamo profondamente che le regole vanno decise insieme, per cui devo dire che molto di quanto ho sentito lo condivido pienamente.
Da oggi, come ha detto il collega Sarno, non parlerò più dei costi della democrazia, ma del costo della democrazia. Al Consigliere Sarno, che si è chiesto chi sono i veri amici della democrazia, rispondo che i veri amici della democrazia sono quelle donne e quegli uomini che, ricoprendo ruoli politici, non pensano soltanto ai sondaggi e, su alcune figure, hanno il coraggio di dire che sono essenziali, perché affrontano l'argomento assumendosene la responsabilità, dicendo che è corretto che quelle persone devono essere remunerate.
È finito il periodo in cui dobbiamo dire che le persone si devono dedicare alla democrazia gratuitamente: non funziona più così. C'è una riforma che ha provato a dire questo, la riforma Delrio, che ha modificato profondamente quel che erano le Province e ha scritto regole pazzesche che non funzionano. Le Città metropolitane sono diventate soltanto enti al servizio della città capoluogo; il Presidente diventa automaticamente il Sindaco della città capoluogo. In questo modo, la città capoluogo elegge il proprio Sindaco, che poi diventa anche il Presidente della Città metropolitana ed è ovvio dove sta il suo cuore, quando deve prendere delle decisioni. Inoltre, se fosse passata la riforma costituzionale, l'avremmo fatto anche diventare Senatore di quel Senato delle Regioni.
La verità può essere soltanto ritenere che tre figure, quali ad esempio il Sindaco di Torino, il Presidente della Città metropolitana ed eventualmente, anche il Senatore, siano tre figure inutili? Perché se no il Sindaco di Torino dev'essere Mandrake per fare bene il suo lavoro! Credo che fare il Sindaco di Torino sia già più che sufficiente per assorbire una qualsiasi persona, giorno e notte, per poter dare le giuste risposte.
In effetti, succede che in Città metropolitana immediatamente si delega a qualcun altro, ma state tranquilli che quando bisogna prendere decisioni che segnano gli interessi anche della città capoluogo, allora, a quel punto, chiunque sia, comunque si chiami, a qualsiasi forza politica appartenga, è presente per far valere il peso della città capoluogo a discapito delle province che rappresentavano gli interessi dei Comuni più piccoli.
Noi qui, senza nasconderci, abbiamo il coraggio di dire che la democrazia è necessaria, la politica è il sale della democrazia e questa ha necessariamente dei costi, altrimenti se continuiamo a inseguire chi vuole fare più uno, non c'è limite e possiamo arrivare a dire che è sufficiente una persona, perché così i costi li abbiamo sicuramente ridotti. In quel caso, però, non parliamo più di democrazia, ma parliamo di dittature.
Allora, qual è il limite sotto il quale non dobbiamo andare o sotto il quale non possiamo identificare delle persone che ci servono? La pandemia ha insegnato che, effettivamente, nello svolgere i propri ruoli il Presidente ha la necessità, su alcune cose, di avvalersi di persone da cui, in modo specifico in competenze specifiche, quindi non ci sarà il conflitto con gli Assessori, possa essere accompagnato. Noi riteniamo che queste figure possono essere i Sottosegretari, che in molte Regioni ci sono già; possiamo discutere sul numero e vi devo dire che quell'obbrobrio giuridico, come voi l'avete definito, cioè l'emendamento che abbiamo presentato al testo iniziale del collega Bongioanni, noi lo riteniamo com'è evidentemente sfuggito, l'idoneo strumento per aprire quel dialogo che voi ritenete che non ci sia stato, perché lì avevamo scritto un numero preciso: quattro.
Ci avete detto che forse non era così opportuno o che il numero andava condiviso. Ebbene, noi l'abbiamo accolto e abbiamo riscritto un emendamento che lasciava il numero aperto.



(Commenti fuori microfono)



RUZZOLA Paolo

Questo vuol dire che, prendendoci l'impegno di identificare quel numero in una proposta di legge, saremmo sicuramente andati a confrontarci.



(Commenti fuori microfono)



RUZZOLA Paolo

Cari colleghi, abbiamo fatto molto di più! Prima di sorridere, vi prego aspettate un attimo, perché li avete letti anche voi: in questa importante interlocuzione, in questi tre giorni e in tutto il tempo che abbiamo utilizzato per confrontarci, perché ci crediamo veramente, abbiamo accolto le vostre istanze, le vostre sensibilità, le vostre riflessioni e, quindi abbiamo proposto di lasciare quel numero aperto.
Allora, il numero puntuale non andava bene, il numero aperto non va bene abbiamo fatto un ulteriore lavoro per addivenire a un qualcosa che speriamo possa essere condiviso e, quindi, abbiamo presentato noi stessi un subemendamento che dice "nel numero massimo di due Sottosegretari". Il numero non è più indefinito, ma è di un massimo di due Sottosegretari.
È evidente che, scrivendolo nello Statuto, mettiamo noi, voi e chi verrà nelle condizioni che, se vorrà cambiare quel numero, dovrà altrettanto venire in quest'Aula, confrontarsi ed eventualmente trovare un accordo. Ci poteva essere facilmente bypassabile con una legge ordinaria, ma scrivendolo nello Statuto è un qualcosa che tutela tutti.
Ho sentito il collega Martinetti dire "fatene quanti ne volete"; no, noi ne facciamo quanti riteniamo siano utili al Piemonte, ai piemontesi e al Presidente per svolgere al meglio il suo ruolo e dare le risposte che i cittadini si aspettano.
Inoltre, ho sentito che potrebbero servire per chiudere i conflitti d'interesse dell'eventuale maggioranza. Anche qui, cari colleghi, stiamo scrivendo le regole che varranno dalla prossima legislatura. Allora, o qualcuno dà già per scontato di aver perso prima di ancora di correre per poi aspettare il responso dei cittadini, altrimenti non ci appartiene.
Questa è una riforma che non ci appartiene e non apparterrà a questa legislatura. Sarà la prossima legislatura e sarà eventualmente il prossimo Presidente a valutare se saranno necessari e se riterrà di farli.
Potrà capitare a noi; potrà capitare a voi.
Sotto questo profilo, l'ascolto che abbiamo portato nei mesi passati, e soprattutto in questi giorni, è stato un ascolto utile. Ringrazio tutti voi: ringrazio il collega Ravetti, che nei suoi interventi ci chiedeva di porre attenzione; il Consigliere Sarno, per le parole di questa sera e tutti i colleghi che mi hanno preceduto. Questo vuole dire che, da parte nostra, c'è stata attenzione e ricerca di un punto d'incontro.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ruzzola.
Consigliere Preioni, vuole intervenire per sospendere la seduta?



PREIONI Alberto

No, no, non mi permetterei mai di esautorare la Presidenza. Solo per spiegare ai piemontesi - e non farò arrabbiare le minoranze come ogni tanto è mia consuetudine - cosa stiamo facendo.
Stiamo modernizzando, dal nostro punto di vista, il Piemonte portandolo al livello di Regioni come l'Emilia Romagna e la Toscana (non le cito a caso, essendo due grandi Regioni storicamente governate dal centrosinistra), ma anche del Veneto e della Lombardia, dove già da molti anni vigono i Sottosegretari.
Si tratta di figure che autorizzeremo e attueremo a costo zero, a saldo zero, perché, contestualmente, in seconda lettura, con una proposta di legge elimineremo i grandi consulenti, i superconsulenti. Non costeranno nulla ai cittadini piemontesi e aiuteranno il Presidente nelle sue deleghe.
Non ci saranno conflitti tra Assessori e Sottosegretari, onde evitare dissidi di tipo politico all'interno della coalizione. Sono figure che già esistono in altre Regioni importanti.
Nulla di strano e a saldo zero rispetto a un clima - e condivido l'analisi fatta dal Consigliere Ruzzola - che a me pare cambiato anche rispetto alla politica, ai costi della politica e ai costi della democrazia. Qui, a maggior ragione, non si parla di costi, ma di persone che devono coadiuvare un'attività: pensiamo ai grandi eventi o a situazioni specifiche di crisi aziendali.
Presenteremo un emendamento che prevede che possano intervenire nella risposta alle interrogazioni e interpellanze, per cui la possibilità, per i Sottosegretari, di venire a rispondere. Anche noi abbiamo piacere di avere la Giunta in Aula, quest'Aula legislativa, per cui vogliamo che sia più presente. Anzi, nella nostra proposta della legge elettorale prevedremo che ci sia "la panchina", quindi che ci siano Consiglieri che subentrino agli Assessori che momentaneamente perdono la carica di Consigliere. Questo non vuole essere un modo per allontanare la Giunta dal Consiglio, anzi dev'essere un modo per avvicinarla ai cittadini piemontesi. Per noi questa riforma non contiene nulla di scabroso, nulla di strano, nulla di eccessivo, è una cosa equilibrata che già altri fanno da molti anni prima di noi.
Tutto qua.



PRESIDENTE

Grazie.
Non vi sono altre richieste d'intervento sulla discussione dell'articolo 1.
Prima di entrare nell'illustrazione degli emendamenti sull'articolo 1 mi sembra che ci sia l'intenzione di sospendere la seduta e di riprenderla domani mattina alle ore 10. Pertanto, sconvochiamo la seduta serale fino a mezzanotte e quella notturna.
La seduta è aggiornata a domani mattina alle ore 10 con il proseguimento della discussione e l'inizio dell'illustrazione degli emendamenti sulla proposta di legge n. 240.
Grazie, buona serata e buon lavoro.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.37)



< torna indietro