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Dettaglio seduta n.239 del 22/03/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 20.48)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che hanno chiesto congedo Carosso, Chiorino, Cirio, Lanzo Marrone, Nicco e Zambaia.
Il numero legale è pertanto 23.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame delle richieste di inserimento pervenute.
Nelle sedute scorse sono state discusse e votate 175 richieste di inserimento di nuovi punti all'o.d.g.
Chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica.
Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 952 avanzata dal Consigliere Sacco.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Volevo inserire all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 952 "Riattivazione ferrovie sospese in provincia di Alessandria". Perché chiedo la riattivazione delle ferrovie sospese in provincia di Alessandria? Perché è stata una delle province più colpite quando c'è stato il taglio al trasporto pubblico locale, che ha visto anche la soppressione di diverse linee, che vorremmo vedere riattivate il prima possibile.
Nei mesi scorsi, avevamo anche proposto all'Assessore Gabusi un Tavolo di confronto, per definire quali sono le linee ferroviarie che dovremmo aprire, individuando una sequenza di priorità, cioè facendo un'analisi sulle varie linee, sulla capacità che hanno, sulla necessità di interventi da parte di RFI per la manutenzione dei rami che non sono stati più utilizzati e, successivamente, un'analisi del potenziale flusso di pendolari. Purtroppo, questo tavolo non c'è mai stato.
Abbiamo visto che per le linee ferroviarie di cui si è parlato della riattivazione non si è passati attraverso uno studio delle priorità, ma più che altro si è pensato di andare a soddisfare delle esigenze territoriali legate ad alcune espressioni dei Consiglieri di maggioranza. Per carità, è una scelta politica e ci sta, ma non credo che sia la scelta migliore nei confronti dei piemontesi. Quello è stato fatto, anche se ad ora non abbiamo ancora delle tratte che vengono regolarmente coperte dal servizio che attualmente risulta sospeso.
Consideriamo che in provincia di Alessandria ci sono delle tratte che sono state sostituite dagli autobus con tempi di percorrenza estremamente dispendiosi dal punto di vista della tempistica. Non possiamo pensare che tutta una serie di centri vengano scollegati dal capoluogo di provincia quando, fino a qualche anno fa, avevamo la possibilità di utilizzare dei treni che consentivano un collegamento estremamente rapido: un vero e proprio pendolarismo, che non deve sfociare in tempi di percorrenza lunghissimi. Infatti, sappiamo che quando si va a sostituire la tratta da ferroviaria a quella su gomma, i tempi di percorrenza, a causa del traffico, aumentano in maniera esponenziale.
Inoltre, viene anche meno garantita la cadenza del servizio, perché laddove c'è uno spostamento sul ferro, è molto più facile garantire la puntualità che viene meno, invece, con il trasporto su gomma.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
La richiesta di inserimento di ordine del giorno del collega Sacco nel merito, oltre ad essere valida e condivisibile, avrebbe anche buone ragioni per essere sostenuta in quest'Aula, perché un necessario confronto sul trasporto pubblico locale e, in particolare, sulle linee soppresse che riguardano la provincia di Alessandria - a dire il vero, non soltanto la provincia di Alessandria, ma in particolare quella provincia - andrebbe svolto con una modalità molto più partecipata rispetto a quanto è avvenuto sino ad ora.
Innanzitutto, da un confronto con le Amministrazioni comunali del territorio provinciale alessandrino emergerebbe con molta forza - il collega Sacco lo sa molto bene - che in una provincia policentrica, con un capoluogo e sei centri zona più o meno distanti dal capoluogo una trentina di chilometri circa (Valenza molto meno); in alcuni di questi centri (penso ad Ovada), il venerdì, nel pomeriggio, si interrompono i servizi del trasporto pubblico locale sia su gomma che su ferro, per essere ripresi lunedì mattina. Conoscendo quel territorio, si sa che la provincia di Alessandria e quella di Biella sono le due province in cui gli abitanti hanno una media di età più avanzata rispetto alle altre province e il distretto ovadese è quello con una media ancor più alta. Pertanto, mentre nei giorni feriali il trasporto è maggiormente utilizzato dagli studenti nel weekend è più fruibile soprattutto dagli anziani che hanno nei confronti del trasporto un diritto esigibile.
Ebbene, proprio nel weekend, a causa di scelte che meriterebbero inversioni di tendenza, soprattutto gli anziani non sono nelle condizioni di poter raggiungere il capoluogo. Ci sono casi molto eclatanti di coppie, dove uno dei due anziani è ricoverato in Alessandria e l'altro non può - perch magari non ha i figli in zona o non possono essere sempre a disposizione per accompagnarli - recarsi in ospedale a trovare il parente.
Questi sono fattori che mi portano a dire, Presidente, che dovremmo dedicare una Commissione specifica per discutere questo tema.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sulla richiesta d'iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 952, avanzata dal Consigliere Sacco.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 969 avanzata dal Consigliere Sacco.
Chiede di illustrare una nuova proposta di inserimento all'o.d.g. il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno n. 969 ha come oggetto "Riattivazione ferrovie sospese in provincia di Torino". Nonostante sia una delle province che ha subito meno tagli, se dobbiamo fare un'analisi in percentuale rispetto a quelli che sono stati i tagli sul trasporto pubblico locale a livello piemontese riteniamo comunque corretto che tutti possano riavere quelle linee che fino a qualche anno fa, venivano garantite sull'intera rete ferroviaria del Piemonte.
Una delle tappe sospese su cui c'è stata maggiore discussione è stata la linea Pinerolo-Torre Pellice dove, fra l'altro, è presente un comitato che si batte da anni per la riattivazione della linea, con tutta una serie di problematiche legate ad aspetti come, ad esempio, l'ammodernamento dell'infrastruttura e il piano di RFI per l'eliminazione dei passaggi a livello, che garantirebbe una maggiore integrazione fra quelle che sono le esigenze della città di Pinerolo con le esigenze di riapertura della linea in modo da evitare tutta una serie di disagi che si potrebbero verificare nel caso della riattivazione. Questo, comunque, ci consentirebbe di collegare un'intera valle addirittura al capoluogo di provincia, nonché al capoluogo di regione, perché la linea proseguirebbe fino a Torino.
Rispetto a questo tema, non sono ancora state intraprese delle azioni concrete da parte della Giunta; anzi, sembra che sia una linea che non solo la Giunta vuole sospendere, ma eliminare totalmente; speriamo che si possano riprendere delle discussioni anche per trovare insieme a Trenitalia e a Rete Ferroviaria Italiana (RFI) un protocollo, magari anche d'intesa per definire insieme le tappe per la riapertura della tratta ferroviaria stessa. Sicuramente, sarebbe un grandissimo regalo che faremmo ai cittadini di quella valle.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiede di intervenire contro l'inserimento all'o.d.g. la Consigliera Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Letizia Giovanna

Grazie, Presidente.
Siamo contrari all'inserimento dell'ordine del giorno all'o.d.g. odierno.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sulla richiesta d'iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 969, avanzata dal Consigliere Sacco.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 956 avanzata dal Consigliere Sacco.
Chiede di illustrare una nuova proposta di inserimento all'o.d.g. il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Sempre rimanendo sul tema delle linee sospese mi rimangono quelle inerenti alla Provincia di Asti, per cui anche questa volta sono a richiedere l'introduzione dell'ordine del giorno n. 956, "Riattivazione ferrovie sospese in provincia di Asti".
Per quanto riguarda queste linee, Asti è sicuramente una provincia abbastanza piccola, dalla quale, però, passano tantissime linee che in passato sono state sospese; abbiamo la linea Asti-Castiglione-Alba, la linea Asti-Chivasso, che, fra l'altro, sono sempre state particolarmente utilizzate dall'utenza che si è ritrovata, dall'oggi al domani, a non poter più beneficiare di questo servizio.
In realtà, su alcune di queste linee sono partite delle interlocuzioni, con delle promesse di riattivazione, ma attualmente non mi risultano ancora in esercizio.
Anche per quanto riguarda la provincia di Asti, sarebbe estremamente utile poter finalmente aprire un tavolo con l'Assessore Gabusi, in modo da capire quali sono le linee che ci possiamo permettere di riaprire subito e soprattutto, fare un cronoprogramma rispetto alla possibilità di riapertura delle future linee negli anni successivi. Così facendo, potremmo da darci degli obiettivi sia in termini di riammodernamento dell'infrastruttura sia in termini di reperimento del budget necessario da inserire anche all'interno del contratto di servizio attualmente sottoscritto con Trenitalia.
Tra l'altro, potremmo anche prevedere integrazioni a questo contratto che non vadano solo nella direzione delle richieste avanzate dai Comitati dei pendolari, ma anche a integrazione del costo del servizio che sarebbe necessario integrare per vedere finalmente riaperte queste linee. Sappiamo che RFI - giustamente - non interviene sulle linee sospese se non c'è un accordo fra Regione e Trenitalia per la loro riattivazione, altrimenti rischierebbe di sprecare risorse importanti.
È per questo motivo che dovremmo aprire un tavolo di confronto e definire con l'Assessorato le priorità di investimento.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola: ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Non sono ancora intervenuto oggi e ritengo importante inserirmi anche nel verbale della seduta odierna. Intervengo convintamente per esprimere un parere contrario alla richiesta del collega Sacco di inserire un nuovo punto all'o.d.g. attraverso un ordine del giorno che riguarda le ferrovie sospese nella provincia di Asti. Non perché non ritenga il tema importante anzi, la provincia di Asti è piccola come estensione, ma è piuttosto strategica perché centrale. Attraverso la provincia di Asti passano tutte le direttrici principali e le linee sospese erano piuttosto frequentate sia dai pendolari sia da persone che le utilizzavano per spostarsi verso altre regioni, giacché la provincia di Asti ha del turismo interno per tutte le realtà che ha, anche dal punto di vista enogastronomico.
Esprimo parere contrario, relativamente all'inserimento di questo ordine del giorno, perché penso che sia riduttivo confinare la questione a un ordine del giorno, magari anche approvato in Aula, ma che poi non porta a nulla, come abbiamo già visto diverse volte sia in questa legislatura sia in quella precedente. In secondo luogo, non di meno, penso che la questione delle ferrovie sospese debba essere vista nel suo insieme, quindi non solo attraverso utili atti di indirizzo consiliari, ma attraverso un approfondimento in Commissione con atti normativi, con stanziamenti di bilancio e, soprattutto, con un'interlocuzione con RFI.
Oggi occorre fare il possibile affinché tutte le linee sospese del Piemonte vengano riattivate. Avere così tante linee sospese oggi è un fatto anacronistico, perché va contro tutte le esigenze che in realtà oggi dovremmo avere: esigenze di una maggiora mobilità pubblica, di una maggiore mobilità condivisa, di un sempre minore utilizzo del mezzo privato per assolvere agli obblighi che abbiamo, a livello regionale, nazionale e comunitario, sulle riduzioni delle emissioni climalteranti, ma anche per contrastare la crisi energetica e l'aumento del costo del carburante.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 956, avanzata dal Consigliere Sacco.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 989 avanzata dalla Consigliera Disabato.
Procediamo con una nuova richiesta di iscrizione punti all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento di un nuovo punto all'o.d.g. della seduta del 21/03/2023.
L'atto di indirizzo in questione è il n. 989 e si intitola "Valorizzazione dell'area protetta denominata Parco del Po piemontese".
Abbiamo già parlato ieri di diverse riserve afferenti a questo Parco. che si trova sotto l'Ente di gestione delle aree protette del Po piemontese uno degli enti strumentali della Regione Piemonte. Peraltro, questi enti di gestione, parlando della governance dei parchi e delle aree protette del nostro territorio, si ritrovano a svolgere tutte le funzioni relative al buon governo del parco, quindi anche manutenzione, gestione, funzioni dei guardiaparco e, al loro interno, hanno anche centri di referenza per la fauna selvatica. Ce ne sono diverse all'interno dei diversi enti di gestione e quello afferente al Parco del Po piemontese è il Centro di referenza regionale per la gestione di specie animali selvatiche tutelate denominato "Avifauna planiziale".
C'è un centro di referenza all'interno del parco, quindi, che si occupa proprio di monitorare questa specie. In particolare, il Centro collabora con enti e associazioni che si occupano della raccolta dei dati avifaunistici sul territorio piemontese e dell'implementazione di sistemi di archiviazione di banche dati sul web. Quindi c'è un vero e proprio studio sulla presenza di popolazioni di avifauna delle diverse specie presenti sul territorio piemontese.
Vi è tutta una fase di coordinamento della progettazione di interventi di rinaturalizzazione degli ambienti frequentati dalle specie avicole; un esempio è la realizzazione di stepping stones, aree di paesaggio e di sosta per le specie migratrici.
Ne abbiamo parlato anche ieri sul tema della manutenzione e della rinaturalizzazione delle aree umide della regione Piemonte; abbiamo parlato dell'esigenza della riconversione di aree adibite ad ex cava, che poi vengono rinaturalizzate come laghetti artificiali che stanno anche prendendo parecchio piede, perché rappresentano un hot spot interessante proprio per lo stanziamento di animali o per le fasi di passaggio nel periodo migratorio.
Vi è tutta una parte di studio delle dinamiche migratorie dell'avifauna planiziale, al fine di predisporre specifiche misure di gestione e di conservazione, nonché l'analisi dell'impatto di specie alloctone invasive sull'avifauna locale, con particolare riferimento ai ciconiformi. Quindi si studia anche tutto quello che è l'impatto negativo di specie invasive che vanno a danneggiare, nello specifico, la fauna locale, cosiddetta autoctona.
Questi centri si occupano anche del monitoraggio dell'attività venatoria dell'avifauna planiziale e del fenomeno del saturnismo. Con il termine saturnismo si indica l'avvelenamento da piombo, la cui fonte, nel caso di uccelli selvatici, sono i pallini utilizzati per la caccia.
Ecco, questo è un tema di cui si parla e che dovremmo approfondire, perch durante tutti gli interventi che abbiamo svolto sul tema dell'attività venatoria effettivamente si è parlato poco dell'inquinamento da piombo, che danneggia gran parte delle specie di avifauna.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Disabato.
Ha chiesto di intervenire, contro l'inserimento dell'ordine del giorno n.
989 all'o.d.g. odierno, la Consigliera Nicotra.
Prego, Consigliera, ha facoltà di intervenire.



NICOTRA Letizia Giovanna

Grazie, Presidente.
Siamo contrari all'inserimento dell'ordine del giorno n. 989 all'o.d.g.
odierno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Nicotra.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 989.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ricordo che il Consigliere Lanzo si è scongedato; il numero legale rimane 23.
Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 996 avanzata dalla Consigliera Disabato.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato per l'inserimento all'o.d.g. odierno dell'ordine del giorno n. 996.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Chiediamo una nuova modifica all'o.d.g. della seduta del 21 marzo. In particolare, chiediamo l'inserimento dell'atto di indirizzo n. 996, avente titolo: "Valorizzazione dell'area protetta della Piana del Tanaro".
Il 21 marzo 2019 sono state istituite quattro nuove aree protette nel territorio dell'Astigiano: la Riserva naturale degli stagni di Balangero la Riserva naturale delle Rocche di Antignano; la Riserva naturale del Rio Bragna; la Riserva naturale paludo e rivi di Moasca (ovviamente sul sito c'è tutta la cartografia relativa a questi siti, con le delimitazioni delle aree delle riserve naturali).
I Comuni interessati sono: Asti, Revigliasco, Antignano, Isola Costigliole, Calosso, Agliano Terme e Moasca. La superficie complessiva supera i 5.000 ettari di estensione, comprendendo le aree protette storiche: il Parco naturale di Rocchetta Tanaro, la Riserva naturale della Valle Andona, Valle Botto e Val Grande e la Riserva naturale della Val Sarmassa.
Nello specifico, queste aree che costituiscono questo parco costituiscono un intero sistema. In particolare, facciamo riferimento alla Riserva naturale degli stagni di Balangero: si trova situata in provincia di Asti in riva destra del fiume Tanaro, a monte della città nella piana alluvionale del fiume. Le tipologie di ambiente che insistono nell'area protetta sono principalmente la vegetazione ripariale con stagni e paludi che caratterizzano gli ambienti umidi da tutelare.
Tra le specie segnalate, da conservare con particolare cura, ci sono la farfalla lycaena dispar; tra gli anfibi, il pelobate fosco (a rischio di estinzione, tra l'altro, che prevede misure particolari di mitigazione del rischio di perdere un patrimonio per il nostro territorio e per la nostra biodiversità), il triturus carnifex e il rospo bufotes viridis.
La zona è per lo più costituita da molti specchi d'acqua, campi incolti campi di mais e selvicoltura; la restante parte, invece, è occupata dall'alveo del Tanaro e dalla vegetazione tipica delle zone umide e fresche.
Tra le specie animali alloctone si segnalano la rana verde e la nutria quindi immagino che per i sostenitori del contenimento di queste specie ci sia anche ampia accondiscendenza ad effettuare degli studi e a stanziare delle risorse per il contenimento, spero non di tipo venatorio, ma adottando altri metodi.
Chiediamo la valorizzazione di quest'area.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Disabato.
Non essendoci alcun Consigliere delle opposizioni che chiede di intervenire, indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 996.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 994 avanzata dalla Consigliera Disabato.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento di un nuovo punto all'o.d.g. del 21 marzo 2023.
Questa volta l'atto di indirizzo è il n. 994 e ha come oggetto "Valorizzazione dell'area protetta denominata Laghi di Arignano".
Si tratta di un lago che recupera il suo equilibrio naturale creando nella cittadinanza e negli amministratori locali una nuova consapevolezza sul suo valore ambientale e sulla necessità di tutelarlo, promuovendo una fruizione sostenibile e regolamentata. È con questi obiettivi che la Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino ha partecipato con successo al bando "Simbiosi 2022" della Fondazione Compagnia di San Paolo candidando l'area del lago di Arignano ad un ulteriore sostegno finanziario per una serie di interventi già parzialmente previsti in un piano d'azione predisposto nell'ambito del progetto europeo Interreg MaGICLandascapes, di cui la Città metropolitana è stata partner.
Il lago collinare di Arignano si trova ad una quindicina di chilometri da Torino ed è un avamposto isolato di quelle aree ad elevata naturalità che sono state riconosciute dalla legge regionale n. 19 del 2009. Lo specchio d'acqua tra le colline ad est di Torino è stato individuato come zona naturale di salvaguardia, in quanto è considerato la più importante area umida della collina torinese e un nodo importante della Rete ecologica della Regione Piemonte.
Al progetto candidato sul bando Simbiosi 2022 partecipano otto soggetti, di cui sei pubblici: la Città metropolitana di Torino-Direzione Sistemi naturali come capofila, i Comuni di Arignano e Marentino; l'Istituto comprensivo statale "Andezeno"; l'Istituto di istruzione superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino; l'Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali (è un ente strumentale della Regione Piemonte che si occupa della tutela e della valorizzazione delle nostre aree protette). Due partner sono invece soggetti no profit: l'associazione regionale produttori apistici Piemonte AsproMiele e il Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano. Dunque, anche l'associazionismo viene coinvolto in questo importante progetto di valorizzazione.
L'aumento della naturalità sarà perseguito grazie all'innalzamento del livello dell'acqua di circa 60 centimetri, in modo da permettere la differenziazione degli habitat, il mantenimento e la rigenerazione degli habitat di palude (cariceti, giuncheti e canneti) e la rigenerazione dell'habitat delle acque profonde. Verranno inoltre realizzati cinque stagni e pozze temporanee idonei alla riproduzione e al mantenimento degli anfibi. Sono previsti interventi di gestione della vegetazione invasiva e non autoctona, in particolare dell'Amorpha fruticosa e della Solidago gigantea, per le quali sono previste trinciature ripetute durante l'anno.
La ricostruzione del cotico erboso sarà realizzata grazie alla semina di un miscuglio polifita, che consente di nutrire adeguatamente gli insetti imenotteri apoidei, i più noti dei quali sono le api.
Per fortuna, le aree protette partecipano a bandi non solo di stampo nazionale, ma addirittura europeo. Molti progetti europei, infatti, hanno importanti ricadute economiche sul territorio e consentono ai parchi di integrare le proprie risorse regionali (che peraltro sono state carenti negli anni) anche con fondi esterni, utili soprattutto per la salvaguardia della biodiversità (come ho detto poc'anzi, esistono dei centri di referenza, ma anche dei progetti europei mirati alla tutela di determinate specie). Questo è un progetto europeo che si occupa della tutela e della valorizzazione del territorio connesso al parco.



PRESIDENTE

Deve riaccendere il microfono.
Aveva comunque terminato il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di intervenire in senso contrario la Consigliera Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Letizia Giovanna

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per dire che siamo contrari all'inserimento di nuovi punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 994, avanzata dalla Consigliera Disabato.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 987 avanzata dalla Consigliera Disabato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. della seduta del 21/03/2023 dell'ordine del giorno n. 987, avente ad oggetto "Valorizzazione dell'area protetta denominata Gran Paradiso".
Noi non abbiamo voluto discriminare i parchi regionali dai parchi nazionali, perché riteniamo che, ricadendo comunque sul territorio piemontese, debbano godere della medesima attenzione, benché i parchi nazionali siano sovvenzionati per lo più dallo Stato (quindi con risorse statali) per poter portare avanti le loro progettualità. Questo per noi è di rilevante importanza, perché sappiamo bene che le risorse trasferite non sono mai abbastanza sufficienti. E, visto che parliamo di un parco che ha un'estensione considerevole, ma anche una serie di infrastrutture da riqualificare e da tutelare, riteniamo importante che la Regione si occupi comunque di sostenere questo ente parco che ricade sul proprio territorio anche se non è di sua competenza.
In particolare, il Parco nazionale del Gran Paradiso è il primo parco nazionale ad essere stato istituito in Italia con lo scopo di conservare per le generazioni presenti e future, gli ecosistemi di rilievo internazionale e nazionale delle valli attorno al massiccio del Gran Paradiso.
Le finalità dell'ente di gestione, che, come dicevamo prima, non è regionale, sono la gestione e la tutela dell'area protetta, il mantenimento della biodiversità di questo territorio e del suo paesaggio, la ricerca scientifica, l'educazione ambientale, lo sviluppo e la promozione di un turismo sostenibile.
È soprattutto grazie ai guardiaparco che lo stambecco si è salvato dall'estinzione e oggi è presente nell'area protetta con quasi 3.000 esemplari. Le guardie hanno una profonda conoscenza del territorio, degli animali e dell'ambiente del parco; svolgono un servizio veramente unico nel suo genere, vigilando il territorio dall'alba al tramonto. Questo è un unicum, perché sappiamo che all'interno delle aree protette il personale spesso e volentieri non è sufficiente per adempiere a tutte le funzionalità. Sappiamo, invece, che l'area protetta del Gran Paradiso benché nazionale, è una realtà virtuosa sotto questo punto di vista, anche per la passione che ci mettono gli operatori che si occupano di gestire il territorio. Tra l'altro, devo rilevare che, in alcuni periodi, dell'anno quest'area è davvero suggestiva, perché è possibile visitare dei luoghi e osservare gli animali che, dopo lo svernamento, si ritrovano a bordo strada a brucare l'erba fresca, appena riaffiorata da sotto la neve. Devo dire che è uno spettacolo veramente mozzafiato, soprattutto per i bambini, quindi vi consiglio vivamente di portarli a visitare questa bellissima area soprattutto in determinati periodi dell'anno. È davvero possibile vedere gli stambecchi da vicino, soprattutto in notturna.



PRESIDENTE

Chiedo se ci siano Consiglieri che intendono intervenire in senso contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Se non sbaglio, l'anno scorso era un anniversario importante per l'istituzione del Parco. Forse è il 22, non so se il Vicepresidente Valle ricorda con precisione, perché ricordo che ne abbiamo parlato.
La mia contrarietà è riassumibile in un'argomentazione che, già nella lunga giornata di ieri, ho esposto. Il tema di un Parco come quello del Gran Paradiso, con una storia importante per la nostra Regione per il presente e il futuro, non può essere affrontato con un ordine del giorno di questo tipo. Abbiamo bisogno di specificare meglio come valorizzare il Parco e per farlo, abbiamo bisogno di affrontare la discussione sul bilancio sapere, soprattutto se ci sono delle risorse a disposizione e quante. Solo in quel modo e solo in quel momento potremmo dare la giusta rilevanza e il giusto peso ad un'istituzione qual è quella del Parco del Gran Paradiso che non vorrei sbagliarmi - tra le tante bellezze e ricchezze che contiene contiene l'unico 4000 tutto piemontese. Questo sicuramente rende il Parco unico per la nostra Regione. È chiaro che, se guardiamo l'arco alpino abbiamo tantissime ricchezze; però, questa particolarità dell'unico 4000 tutto piemontese è proprio nel Parco del Gran Paradiso.
Sappiamo, inoltre, che non possiamo non affrontare il tema della siccità proprio oggi che è la Giornata mondiale dell'acqua. È un tema da affrontare a partire dalle nostre montagne e dallo stesso ghiacciaio che porta al Gran Paradiso, perché l'anno scorso, in un periodo in cui normalmente sarebbe stato praticabile, è stato sconsigliato l'attraversamento dalle guide stesse, perché il ghiaccio non era più nelle condizioni di essere attraversato in sicurezza.
Purtroppo, non sappiamo ancora come sarà la condizione della prossima estate, ma sappiamo che questo inverno ha piovuto e nevicato poco e le temperature sono alte. Quindi, con ogni probabilità sta cambiando anche il nostro paesaggio, il tipo di esperienza che si può praticare in montagna ma soprattutto sta mancando l'acqua, che è un bene fondamentale, non solo per la montagna, ma anche per chi è a valle delle zone montuose.
Ci auguriamo che il Parco non paghi un prezzo troppo alto anche per la siccità.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione presentata dalla Consigliera Disabato.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Mettiamo a verbale il voto contrario del Consigliere Lanzo.
Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 1001 avanzata dalla Consigliera Disabato.
Procediamo con una nuova richiesta di iscrizione di punto all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento di un nuovo punto all'o.d.g. della seduta del 21 marzo 2023. L'atto di indirizzo in questione è il n. 1001 e ha come titolo "Valorizzazione dell'area protetta denominata Bosco del Merlino".
Questo è un gioiello del Parco del Monviso, si trova sotto l'area del Parco del Monviso ed è situato nel Comune di Caramagna Piemonte. È l'ultimo nato tra le Riserve naturali piemontesi, essendo diventato un'area protetta nel marzo 2019. Il bosco è una Zona speciale di conservazione. Costituisce una delle ultime cenosi forestali planiziali della pianura cuneese considerata, pur nella sua modesta estensione attuale (353 ettari), un significativo esempio di questo ambiente nell'intera pianura padana.
Esso si compone di due nuclei denominati rispettivamente Bosco grande (Bosco del Merlino) e Bosco piccolo (Bosco della Pica) lambiti dal torrente Meletta, denominati dal Cuerco Carpineto della bassa pianura (habitat 9610) e delimitati soprattutto da prati e seminativi.
Al limite meridionale del Bosco grande, tra le altre cose, si trova una piccola cava abbandonata e una distesa di ghiaia e limo caratterizzata, per parte dell'anno, da marcata idromorfia superficiale, tanto da costituire uno dei più numerosi tipi di ambiente umidi che punteggiano il sito.
Tra l'altro, il valore del Bosco del Merlino è rappresentato dagli indicatori del livello di immaturità ecologica della biocenosi forestale ovvero la ricchezza floristica, la statura arborea, la quantità di biomassa, il numero delle catene alimentari e delle nicchie ecologiche. Il percorso che va dalle sponde torrentizie verso il cuore del bosco, infatti rivela frammenti fondamentali della successione ecologica forestale seppure impoverito in biomassa e valore evolutivo funzionale, negli ultimi anni, nelle aree rimaneggiate da forti tagli di carattere economico.
Le aree perialveali, con terreno sabbioso e ghiaioso costituito da depositi più recenti, ospitano il salice bianco, il pioppo bianco, formazione forestale pioniera, cui segue nei siti più lontani il bosco maturo in senso ecologico, di farnia e carpino bianco.
Il rado tessuto forestale è conquistato dal frassino maggiore e dell'acero campestre, oltre al tiglio selvatico, il ciliegio e il melo selvatico.
L'ecomosaico forestale s'infittisce di strati arbustivi caratterizzati dal sanguinello, dal nocciolo, dalla fusaggine e da altre tipologie di alberate.
Questo per dire che noi chiediamo la valorizzazione anche di quest'area protetta.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire contro l'inserimento all'o.d.g. la Consigliera Nicotra.



NICOTRA Letizia Giovanna

Grazie, Presidente.
Siamo contrari all'inserimento.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sulla richiesta d'iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 1001, avanzata dalla Consigliera Disabato.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 1002 avanzata dalla Consigliera Disabato.
Chiede di illustrare una nuova proposta di inserimento all'o.d.g. la Consigliera Disabato.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento di un nuovo punto all'o.d.g. della seduta odierna.



(Audio mancante o non comprensibile)



DISABATO Sarah

.questa volta l'atto d'indirizzo è il n. 1002 e ha come titolo "Valorizzazione dell'area protetta denominata Grotte di Aisone". Questa è un'area che si trova sotto la giurisdizione dell'ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime ed è una riserva naturale che è stata istituita dalla Regione Piemonte nel 2019, per tutelare il sistema di grotte a monte dell'abitato.
Si tratta di formazioni geomorfologiche poco profonde, aperte all'interno di una movimentata fascia di calcescisti di rocce calcaree. Occupate stagionalmente a partire dal Neolitico, rappresentano la testimonianza più antica della presenza umana nella Valle Stura. Quindi, all'interno di queste grotte si possono trovare tracce del passaggio dell'uomo anche in tempi non recenti; questa è una testimonianza storica importante che si va ad aggiungere a quella che è presente anche in altri siti che abbiamo affrontato nei giorni scorsi, parlando di altri parchi ed aree protette con una forte vocazione archeologica.
La creazione della riserva, motivata innanzitutto dall'interesse archeologico del sito, risponde anche alla richiesta dell'Europa di garantire la conservazione della biodiversità e soprattutto dell'avifauna presente compresa nella Direttiva "Uccelli", che tutela le specie a rischio di estinzione o vulnerabili, perché legate ad habitat specifici.
Potremmo aprire una grande parentesi di quella che è stata l'attenzione soprattutto della maggioranza e della Giunta regionale, nei confronti della tutela di specie vulnerabili o a rischio, specie che, tra l'altro, anche di recente, con delle modifiche normative, sono state reinserite all'interno della legge regionale come specie cacciabili e, quindi, reintrodotte nuovamente nel calendario venatorio. Ovviamente, questa non è la mission dei parchi delle aree protette, per fortuna, quindi, in quei parchi, in quelle aree e in quelle riserve naturali le specie vulnerabili non vanno cacciate, bensì sono tutelate con misure di tutela specifiche.
Nei 26 ettari di superficie dell'area protetta sono osservabili l'aquila reale, il falco pellegrino e, nei periodi di migrazione, diventa una delle rotte più importanti delle Alpi Occidentali; si possono individuare con facilità il biancone e il falco pecchiaiolo che, tra l'altro, è una peculiarità, perché, non so se sapete che si libra in aria anche in verticale e attacca le sue prede in modo verticale, quindi la sua presenza è difficile da prevedere e da rilevare: davvero un unicum a livello di presenza nel nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiede di intervenire contro l'inserimento all'o.d.g. il Consigliere Riva Vercellotti.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Solo per esprimere il nostro voto contrario.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sulla richiesta d'iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 1002, avanzata dalla Consigliera Disabato.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 999 avanzata dalla Consigliera Disabato.
Chiede di illustrare una proposta di inserimento all'o.d.g. la Consigliera Disabato: ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento all'ordine del giorno nella seduta del 21 marzo 2023 dell'ordine del giorno n. 999 "Valorizzazione dell'area protetta denominata Rocche di Antignano". Ne abbiamo parlato anche prima e si fa riferimento al Parco paleontologico astigiano, quindi rimaniamo comunque su un parco a forte vocazione archeologica; quindi anche questa riserva naturale si colloca in quel tipo di area.
Sulle rive del fiume Tanaro è stata recentemente istituita questa riserva naturale; l'area risulta di grande interesse ambientale, legata strettamente al fiume. In particolare, presso la frazione Perosini, verso la alle, si arriva all'area protetta delle Rocche. Il paesaggio collinare è caratterizzato da vigneti, piante di ciliegio e di nocciole. In ottima posizione paesaggistica sono le frazioni dei Gonella e dei Perosini.
L'area è rinominata anche per la riserva di pesca ricca di specie ittiche sulle sponde del fiume fu ritrovata una piroga di origine bassomedievale oggi conservata insieme all'elmo etrusco e ad altri reperti archeologici nel Museo di Antichità di Torino.
Dal punto di vista geologico il fiume sinuoso erode lateralmente fino ad incidere il substrato, formato da argille azzurre plioceniche, che nei periodi di secca affiora dal letto.
Le Rocche segnano proprio il limite attuale del grande fenomeno di erosione regressiva, sviluppatosi, migliaia di anni fa, in seguito all'evento di cattura del Tanaro.
La scarpata incisa dal corso d'acqua è modellata in forma di calanchi e lame affilate alla base, dove affiorano argille e marne a guisa di piramidi di terra alla sommità formata dalle sabbie di Asti: tali morfologie sono analoghe per genesi alle "Rocche del Roero". Oggi la riserva è attraversata da strade campestri ombreggiate da querce, pioppi e salici, con un'interessante vegetazione acquatica che dà ospitalità a una ricca fauna in particolare con nidificazione di specie di uccelli rari. Anche qua l'avifauna è presente, soprattutto con la sua rappresentanza più vulnerabile, più rara, più protetta.
Come dicevamo prima, questa area protetta si trova sotto la tutela dell'Ente di gestione del Parco paleontologico dell'Astigiano, un ente strumentale; rientra quindi nel novero degli enti strumentali della Regione Piemonte per il buon governo dei parchi e delle aree protette. È costituito da un gruppo di persone che, con passione e volontà, lavorano sul territorio per la conservazione, la tutela e la salvaguardia della natura delle aree protette gestite. La superficie totale tutelata, quindi non soltanto quella del parco dell'area protetta delle Rocche di Antignano, è di 3.850 ettari distribuita su tre aree protette. È fondamentale l'attività didattica, da sempre componente forte di questo parco.
Ogni settimana, soprattutto nei weekend, le famiglie si possono recare presso il centro visite e effettuare tutte quelle che sono le attività didattiche per i più piccoli, soprattutto in ambito archeologico: si vanno a riscoprire fossili e la vocazione archeologica del posto, con bambini molto interessati a questa attività che viene proposta, tra l'altro, anche sulla riserva Piemonte Parchi, in cui all'interno ci sono le attività promosse dall'Ente parco di gestione del Parco paleontologico dell'Astigiano. Ogni settimana troverete sicuramente attività fantastiche da far fare ai bambini. Non vengono proposte soltanto alle famiglie, ma anche alle scuole di tutta la Regione, quindi sono progetti educativi e laboratori che spaziano dalle scienze naturali alle scienze della terra dal teatro alla pittura e a tante altre.
Direi, quindi, che è il caso di sovvenzionare questa realtà, per continuare a portare avanti quelle che sono le attività didattiche proprie.



PRESIDENTE

Grazie Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi esprimo in senso contrario rispetto alla richiesta di inserimento di questo punto all'o.d.g.
In generale, ma penso di averlo già sottolineato, trovo meritevole l'intenzione di valorizzare tutte le aree protette della nostra regione attraverso uno specifico atto di indirizzo che chiede l'allocazione di maggiori risorse in bilancio, ma resta il fatto che la questione andrebbe affrontata in modo più complessivo, più organico e non con singoli atti di indirizzo.
Sappiamo bene, peraltro, che nella trattazione di un disegno di legge di bilancio le nostre proposte emendative non vengono accolte con le più varie motivazioni; magari si ottiene in cambio l'approvazione di qualche atto di indirizzo, atto di indirizzo che impegna la Giunta a stanziare maggiori risorse all'occasione successiva della legge di bilancio o in assestamento, a seconda del periodo, o in assestamento o nel nuovo bilancio triennale di previsione.
Spesse volte abbiamo verificato che questi impegni non trovano poi riscontro nella realtà, giacché è un impegno generico e chiaramente la Giunta regionale ha un dovere politico nell'attuare gli atti di indirizzo ma non ha un obbligo specifico derivante dalla legge.
È certamente più cogente lavorare con gli emendamenti, come del resto sempre si fa, ma sarebbe ancora meglio, riferendomi al complesso delle aree protette del Piemonte, della Rete Natura 2000 del Piemonte, agli enti di gestione e al complesso di tutto quel patrimonio naturalistico piemontese ragionare in modo complessivo e trovare il modo di valorizzare questo patrimonio, sulla scorta di quanto fatto anche da altre Regioni e non con singole operazioni che riguardano una singola area protetta.
Penso veramente ci possa essere un'attività di promozione sul complesso delle aree protette del Piemonte all'esterno della nostra Regione e che i turisti che vengono in Piemonte per le più varie ragioni (magari d'inverno per sciare o per frequentare il patrimonio enogastronomico) possano dedicarsi anche alle aree protette.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 999 avanzata dalla Consigliera Disabato.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Biletta.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Scusi, Presidente, forse non mi funziona bene il pulsante.
Si può verificare per le precedenti votazioni il mio voto contrario? Grazie.



PRESIDENTE

Controlliamo nelle votazioni precedenti il voto contrario della Consigliera Biletta.
Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 1000 avanzata dalla Consigliera Disabato.
Procediamo con una nuova richiesta di iscrizione punti all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento di un nuovo punto all'o.d.g. della seduta del 21 marzo; questa volta l'atto di indirizzo è il n. 1000 e ha come titolo "Valorizzazione dell'area protetta denominata Stagni di Belangero". Questa è una sfida, perché da area degradata a gioiello naturalistico ci è voluto un passo; quindi, per fortuna, si ritorna alla rinaturalizzazione di aree che sono state compromesse nel tempo.
Ci troviamo nel parco paleantologico, che amplia le aree naturali gestite dopo l'approvazione di una legge regionale che si discusse in questa sede e che modifica il sistema dei parchi. In provincia sono quattro le nuove riserve naturali - le abbiamo già citate in precedenza - e, ovviamente rientra anche l'area protetta degli Stagni di Belangero.
Oggi gli stagni di Belangero sono un sito di importanza comunitaria gestito dall'Ente del Parco paleontologico dell'Astigiano e ha un suo piano di gestione specifico. Il Piano regolatore del sito presentato è stato fatto poco tempo fa. È un piano di gestione di difficile evoluzione ai fini della preservazione dell'habitat naturale: il sito, infatti, è molto degradato, con uno stato di conservazione insoddisfacente.
Secondo quanto è stato rilevato, soprattutto dall'IPLA (Istituto per le piante da legno e per l'ambiente), questa, purtroppo, è una realtà che contraddistingue quella zona, su cui occorre fare degli interventi specifici e puntuali con delle risorse aggiuntive per poter effettivamente superare questa impasse e quindi superare il degrado dell'area.
Con questo nuovo piano di gestione di cui si è dotato il parco, il Consiglio regionale ha, invece, ampliato la legge regionale; è una questione abbastanza recente. Le intenzioni sono quelle di un rilancio per un sito che, in realtà, non aveva molte speranze di andare incontro a questo destino. A breve, partirà - anzi, spero sia già partito, in realtà perché parliamo di dichiarazioni recenti - un nuovo censimento anche di un anfibio rarissimo, che è in via d'estinzione e che è presente in quell'area già compromessa, per cui ci ritroviamo anche a tutelare specie a rischio presenti sul territorio, ragion per cui verrà dedicata una particolare attenzione con l'avvio di un progetto mirato per il ripopolamento di questo anfibio.
In più, si è fatta richiesta affinché parte delle aree demaniali lungo il fiume vengano assegnate all'Ente di gestione e sottratte ad un uso e a un consumo privato, quindi per una gestione più sostenibile, più pubblica e lontana, ovviamente, da scopi di lucro particolari. Il parco non deve essere vissuto come insofferente strumento di vincoli e divieti: l'abbiamo detto anche nelle giornate precedenti. Il parco deve essere un'opportunità non soltanto per chi vi abita, ma anche per le imprese economiche che vanno, effettivamente, ad insediarsi in quei luoghi, imprese che devono avere, ovviamente, una vocazione sostenibile.
Il luogo comune che il parco non sia un'area idonea per poter ospitare delle attività economiche va superato e noi l'abbiamo detto: ci dovrebbero essere delle risorse specifiche da destinare a questi enti, proprio per promuovere l'insediamento di nuove attività imprenditoriali, ovviamente conformemente a quelle che sono le vocazioni sostenibili del parco stesso.
Questa è una sfida che può essere lanciata in quest'area denominata "Stagni di Balangero", proprio per poter andare incontro, oltre alla rinaturalizzazione, anche ad uno sviluppo sostenibile del territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Disabato.
Ha chiesto di intervenire, contro la richiesta di inserimento all'o.d.g.
odierno dell'ordine del giorno n.1000, la Consigliera Nicotra.
Prego, Consigliera, ne ha facoltà.



NICOTRA Letizia Giovanna

Grazie, Presidente.
Siamo contrari all'inserimento dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Nicotra.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 1000.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 1004 avanzata dalla Consigliera Disabato.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Intervengo con la richiesta di inserimento di un nuovo punto all'o.d.g.
nella seduta del 21 marzo. Questa volta l'atto di indirizzo è il n. 1004 e ha come titolo: "Valorizzazione dell'area protetta Grotta di Rio Martino".
Quest'area ha una quota minima di 1.380 metri, una quota massima di 1.520 e un dislivello di 140. Il tempo di percorrenza è di 30 minuti o due ore per il percorso interno alla grotta, quindi sono degli itinerari piuttosto vari.
È un'area che ha una rete sentieristica molto importante; il percorso di avvicinamento alla Grotta del Rio Martino si sviluppa attraversando il ponte sul Po ed imboccando il sentiero che sale ripido il versante destro orografico della valle. Tra l'altro, non so se l'ho detto inizialmente forse me ne sono dimenticata, si trova sotto la giurisdizione del parco del Monviso, quindi dell'Ente di gestione del parco del Monviso.
La salita, attraverso un fitto bosco di latifoglie, conduce in circa mezz'ora all'ingresso della grotta (1.520 metri) e, tenendo la sinistra, è l'unico bivio presente. Prima di intraprendere l'esplorazione della grotta è bene disporre di adeguate attrezzature quali: torce, batterie di riserva vestiario adatto alla fresca temperatura interna con indumenti e scarpe impermeabili per la presenza di acqua al suolo e per il gocciolamento della volta.
È un'area che potremmo definire poco ospitale, perché non è un sentiero ordinario; stiamo parlando di grotte, quindi bisogna andare accessoriati di tutta una determinata attrezzatura. Anche sul sito viene indicato che effettivamente, il percorso potrebbe essere a tratti tortuoso, ragion per cui le risorse da stanziare per la manutenzione di queste aree sono importanti, anche per la sicurezza di chi frequenta quei luoghi.
Oltre 3 chilometri di lunghezza complessiva, 530 metri dal ramo inferiore della grotta sono visitabili lungo il percorso attrezzato che va affrontato con molta attenzione. Dopo un primo tratto di percorso lungo un "ramo fossile", il resto del cammino si sviluppa lungo il corso d'acqua sotterraneo che ha creato la cavità carsica, con numerosi saliscendi, fino all'imponente cascata del Pissai, punto terminale del percorso. Il ritorno all'uscita della grotta avviene lungo lo stesso percorso dell'andata, così come il rientro al parcheggio indicato come punto d'inizio dell'itinerario.
Per tutelare il delicato ecosistema sotterraneo della Grotta di Rio Martino, che include anche importanti popolazioni svernanti di chirotteri la visita della cavità carsica è possibile solo nei mesi estivi. L'accesso è vietato dal 1° novembre al 31 marzo.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire in senso contrario il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, sono le ore 22.00.
Stamattina era prevista la prima convocazione della giornata; la seconda era quella pomeridiana; questa era la terza. Ci avviciniamo ad una probabile convocazione notturna, quindi intendevo intervenire per offrire il nostro punto di vista rispetto a questa ulteriore richiesta di inserimento punti all'o.d.g.
Lo facciamo perché in queste ore è utile non soltanto stare qui a pigiare un tasto o ad ascoltare le richieste di inserimento di atti di indirizzo depositati in questi anni, ma anche per continuare a riflettere insieme, trovare delle ragioni di condivisione, riuscire a capire che, come diciamo tutti sin dall'inizio, le regole del gioco in democrazia devono essere le più condivise possibili. È evidente che il percorso attivato sino ad oggi ha reso le regole del gioco per nulla condivise.
Gli strumenti che i nostri predecessori hanno messo a disposizione delle opposizioni, senza pensare a quale colore potessero avere le minoranze, ma soltanto perché così si fa in democrazia, sono tali per cui il deposito di emendamenti e, in generale, l'attività ostruzionistica non metterebbe la maggioranza nelle condizioni di approvare modifiche allo Statuto e alla legge elettorale, che, come sappiamo bene, sono le principali regole del gioco - le più importanti regole del gioco - del Piemonte e del Consiglio regionale.
In queste ore, quindi, è utile continuare a discuterne, per quanto possibile, non liquidando le possibili convergenze con frasi che rimandano a voti negativi o che testimoniano la costruzione di "muri" e non di "ponti". Ci hanno insegnato che la politica è l'arte della mediazione l'arte del possibile. Ciò che ci pare ormai evidente e impossibile da mediare è ciò che è stato depositato dalla maggioranza e che prevede l'inserimento di quattro Sottosegretari.



(Brusìo in aula)



RAVETTI Domenico

Collega, ti converrebbe ascoltare e non soltanto chiedermi di terminare. A volte è utile ascoltarci. Me ne sono reso conto quando ero in maggioranza e ascoltavo poco. Poi me l'hanno detto gli elettori che avrei fatto meglio ad ascoltare, perché all'inizio di questa legislatura vi avevamo...



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 1000, avanzata dalla Consigliera Disabato.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Chiedo una sospensione di dieci minuti per una riunione con il Gruppo Lega.
Alle 22.15 saremo qua con voi in aula: "giurin giurello".



PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta.
Riprenderemo i lavori alle ore 22.15.



(La seduta, sospesa alle ore 22.05, riprende alle ore 22.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Non essendoci altre richieste di inserimento di nuovi punti all'o.d.g., do atto che l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Carosso, Chiorino, Cirio, Lanzo, Marrone, Nicco e Zambaia.
b) Non impugnativa del Consiglio dei Ministri Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 16 marzo 2023 la seguente legge regionale e ha deliberato la non impugnatività: legge n. 1/23 "Disposizioni per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel sistema di emergenza urgenza".
Comunico che la Giunta regionale ha chiesto la trattazione con urgenza, ai sensi del Regolamento, della proposta di deliberazione n. 283 "Rete ospedaliera regionale - nuova programmazione di interventi in edilizia sanitaria". Ai sensi del Regolamento, la dichiarazione d'urgenza comporta la riduzione di tutti i termini alla metà e autorizzazione alla Commissione di riferire oralmente.
Poiché la Commissione in data 20 marzo 2023 ha licenziato la proposta di deliberazione, non procederò a porlo in votazione.
Chiedo se ci sono richieste di interventi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
A seguito di un accordo di maggioranza, ma anche con gli altri colleghi, le chiedo di sospendere il Consiglio regionale e di riprendere i lavori domani mattina, con la sessione delle ore 10.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, io non sono contrario, però le chiederei la parola alla riapertura sulle sue comunicazioni.



PRESIDENTE

Non penso sia un problema, ma eventualmente nella prossima seduta posso ripetere le comunicazioni sulla non impugnativa e sulla richiesta della Giunta; poi inizieremo l'esame della proposta di legge 240 "Modifiche agli articoli 50 e 51 della legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte)" richiamata in Aula ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento.
Prima di chiudere i lavori, comunico che è sconvocata la seduta notturna prevista dalle ore 24.00 alle ore 9.00; perciò riaggiorniamo la seduta alle ore 10.00 di domani, giovedì 23 marzo.
Grazie, buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 22.48)



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