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Dettaglio seduta n.234 del 07/03/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.30 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione ordinaria n. 1306, presentata dal Consigliere Rossi, cui risponderà l'Assessore Carosso.
Chiedo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni e interpellanze di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio d'Aula.
Ricordo ancora agli interroganti che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo che per le interrogazioni ordinarie non è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante, è prevista la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica dell'interrogante per altrettanti cinque minuti.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione n. 1306 presentata da Rossi e Valle, inerente a "Variante Piano Regolatore Fara Novarese"


PRESIDENTE

Iniziamo con l'esame dell'interrogazione ordinaria n. 1306, presentata da Rossi e Valle, inerente a "Variante Piano regolatore Fara Novarese".
La parola all'Assessore Carosso per la risposta.



CAROSSO Fabio, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
L'interrogante chiede se la Variante parziale n. 11 al PRG del Comune di Fara Novarese sia coerente con i Piani sovraordinati di competenza regionale, in particolare con il PTR (Piano territoriale regionale) e con il PPR (Piano Paesaggistico Regionale).
Relativamente al punto 5) del disposto della deliberazione n. 2 del 18 gennaio 2023, riguardante l'approvazione della Variante parziale n. 11 sono state pienamente rispettate tutte le disposizioni cogenti e immediatamente prevalenti sulla pianificazione a scala contenute nel Piano Paesaggistico Regionale, approvato il 3 ottobre 2017.
Nel caso della Variante in questione, dalla lettura della deliberazione, si evidenzia che la Sovrintendenza archeologica delle belle arti e del paesaggio per le Province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli ha ritenuto che la Variante in oggetto debba essere assoggettata alla procedura di valutazione ambientale strategica (VAS), in quanto prevede interventi di rilevante impatto ambientale su un territorio di notevole valenza paesaggistica.
Occorre precisare che, ai sensi dell'articolo 3 bis, comma 7, della legge 56 del 1977, l'autorità competente per la VAS è il Comune e che la Regione, ai sensi della DGR del 29 febbraio 2016, n. 252977, non risulta neppure tra i soggetti individuati con competenze ambientali di questo tipo di varianti.
Ne discende che la decisione e la responsabilità in merito alla VAS è di esclusiva competenza del Comune che, come espressamente richiesto dall'articolo 12, comma 5 del Decreto legge n. 152 del 2006, deve motivare il risultato della verifica di assoggettabilità alla VAS e adempiere agli obblighi e a trasparenza.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Rossi per la replica.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Vicepresidente Carosso per la risposta.
Assessore, in realtà, già nella sua risposta lei richiama quelli che sono, dal nostro punto di vista, gli elementi di criticità che ci hanno portato a presentare quest'interrogazione; in particolare, la decisione del Comune di non procedere con la VAS, nonostante (questo noi lo vogliamo sottolineare) non soltanto la Sovrintendenza archeologica delle belle arti e del paesaggio per le Province di Biella, Novara, VCO e Vercelli abbia presentato indicazioni in questo senso, ma sappiamo che anche l'ASL di Novara e l'ARPA hanno espresso delle perplessità.
L'ASL, in particolare, ha espresso alcune perplessità riguardo la proposta di realizzare magazzini verticali aventi altezza fino a 30 metri e, in particolare, rispetto alla loro integrazione nel contesto paesaggistico di Fara Novarese, anche, fra l'altro, con una valutazione sul traffico che la Variante porterebbe.
L'ARPA ha sottolineato che l'attuazione di varianti come questa pu comportare impatti sulle matrici aria, acqua, suolo, rumore e paesaggio inoltre, ha evidenziato lacune e criticità nell'analisi ambientale proposta che suggerirebbe la necessità di una VAS. Diciamo, quindi, che anche ARPA, come la Sovrintendenza, chiedono una VAS.
Inoltre, c'è chiaramente il tema del consumo di suolo che interviene in questi casi, perché attualmente si tratta del recupero di un'area industriale, quindi, probabilmente dal punto di vista del consumo di suolo anche se non conosco il progetto nel dettaglio - abbiamo un elemento meno impattante, ma sicuramente che c'è consumo di suolo e anche il recupero di un'area già industriale, ma dal punto di vista sia delle altezze sia delle conseguenze dal punto vista paesaggistico e ambientale, non il sottoscritto ma, appunto, ASL, ARPA e Sovrintendenza chiederebbero una VAS.
Dalla risposta, Vicepresidente, capisco che da un punto di vista tecnico la scelta è in capo al Comune, che poi però risponde, se non ho capito male, ma non ho capito bene a chi, eventualmente, assumendosi la responsabilità di non fare la VAS.
Noi riteniamo poco prudente il fatto che, di fronte a osservazioni come quelle di ASL, ARPA e Soprintendenza, non si proceda alla VAS e, quindi cercheremo di approfondire, anche sulla base della risposta che lei ci ha fornito, se ci sono elementi che ci consentono di approfondire ulteriormente il tema della VAS per quanto riguarda questa Variante di piano regolatore.



PRESIDENTE

Grazie.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.
Alle ore 10 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 9.55 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 10.01 il Presidente Allasia constata la mancanza del numero legale e ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento, aggiorna la seduta alle ore 10.35)



(La seduta inizia alle ore 10.39)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento interno del Consiglio regionale, in merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Comunico che sono in congedo i Consiglieri Biletta, Caucino, Chiorino Cirio, Icardi, Nicotra, Protopapa, Ricca, Tronzano e Zambaia.
Il numero legale è, pertanto, 21.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere e Assessore regionale Franco Ripa deceduto il 15 dicembre 2020


PRESIDENTE

Colleghi, il 15 dicembre 2020 è scomparso, all'età di 78 anni, Franco Ripa, Assessore e Consigliere regionale nella IV legislatura.
Nato a Caraglio il 21 maggio 1942, dove esercitò la professione di commercialista, fu insegnante di Geografia economica all'Istituto Bonelli di Cuneo e ricoprì, inoltre, la carica di Presidente provinciale dell'Unione italiana sport per tutti (Uisp), oltre che quella di Presidente regionale dell'UCI (Unione Coltivatori Italiana).
Esponente del riformismo socialista, è stato molto attivo in politica dapprima come segretario provinciale del PSI, poi Consigliere comunale a Caraglio, per 10 anni sindaco di Monterosso Grana, quindi Vicepresidente della Comunità montana Valle Grana.
In carica in Consiglio regionale dal dicembre del 1988, eletto nella circoscrizione di Cuneo lista PSI, è stato dal marzo 1989 Assessore al turismo.
Nella IV legislatura è stato componente della Commissione Artigianato Commercio e Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Vicepresidente della Commissione Cultura, Sport e Turismo.
Franco Ripa è stato uno dei protagonisti della vita politica e sociale cuneese e coloro che lo hanno conosciuto ne hanno apprezzato l'intelligenza e la pregevole ironia, le qualità umane e politiche, in particolare la dedizione e l'impegno con cui ha ricoperto i suoi incarichi istituzionali nei momenti più rilevanti dell'attività consiliare e della vita amministrativa della nostra Regione.
Alla figlia Paola, ai nipoti e al fratello Carlo desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra più sincera vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del già Assessore e Consigliere regionale Franco Ripa.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.43, riprende alle ore 10.54)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Se fosse possibile, chiederei l'iscrizione dell'ordine del giorno n.
939, inerente a "L'importanza della nomina dei componenti della Commissione Piano Regionale AIDS (PRAIDS)". È una Commissione che doveva essere nominata ormai mesi e mesi fa e avrebbe dovuto avere il compito di coordinare tutte le attività legate al contrasto di questa infezione da virus dell'immunodeficienza umana.
L'HIV è fondamentalmente una malattia dovuta a un virus che, a oggi non riempie più le pagine dei giornali, ma i numeri dei contagi sono in aumento. Fatto che non viene, purtroppo, più raccontato anche grazie alle terapie che sono state scoperte.
È importante che vi sia questa Commissione che è stata prevista da norme nazionali e regionali e allora mi sono permesso, Presidente, di presentare questo ordine del giorno affinché, nel caso fosse votato, si istituisca quanto prima la Commissione sul Piano regionale AIDS.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Presidente, volevamo inserire nell'o.d.g. e possibilmente chiedere all'Aula di trattarlo oggi vista la circostanza della settimana in cui cade la giornata della Festa della donna, l'ordine del giorno n. 937, inerente a "Eliminazione del cancro alla cervice-HPV". Un ordine del giorno sulla lotta internazionale, quindi anche italiana e del Piemonte, al papilloma virus, al cancro della cervice e ad altri cancri e virus correlati.
Si stanno facendo delle azioni che vorremmo accompagnare come Consiglio regionale con tale ordine del giorno; azioni che vorremmo che, in progressione, portassero ai risultati sperati.
Chiedo di trattare l'ordine del giorno dopo la trattazione delle leggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ieri ho ricevuto la documentazione richiesta rispetto allo studio per il dimensionamento del nuovo ospedale per Torino Nord. Ho dato un'occhiata allo studio e alle modalità attraverso cui si è sviluppata la decisione di edificare accanto al Parco della Pellerina.
Chiederei, se è possibile, un'informativa all'Assessore Icardi per discutere, anche di fronte ai cittadini, rispetto a questa scelta che va a impattare fortemente su uno dei pochi polmoni verdi che ancora rimangono nella città di Torino. Tra le varie informazioni ho visto che ci sarebbe un ampliamento necessario del lotto di 13 mila metri quadri e che l'impatto della struttura che si ipotizza di costruire avrebbe anche uno sviluppo in verticale di circa sette piani.
Credo che sia piuttosto difficile dire che non si andrà a impattare fortemente su uno spazio verde della città e credo che sarebbe il caso di condividere le modalità attraverso cui si è giunti a questa decisione anche perché dalle tabelle che vedo riportate nello studio c'è stata una scelta di dare maggior peso ad alcuni criteri che si sono considerati rispetto ad altri. Ovviamente, nel momento in cui si va a fare una scelta ponderata, si va anche a guidare in qualche modo la decisione.
La scelta ponderata, tra l'altro, è stata effettuata in accordo con l'Assessorato all'Urbanistica del Comune di Torino, quindi l'ideale sarebbe ovviamente questo è uno spunto che lancio anche ai colleghi - di organizzare una Commissione congiunta con il Comune di Torino per discutere di questo tema, perché c'è stato un rimpallo nei mesi scorsi che non ha consentito di chiarire perfettamente l'iter che si è scelto di seguire.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento nell'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 940 che ho presentato ieri sera, inerente a "Condanna alle violenze degli anarchici" relativo al corteo tenutosi a Torino in piazza Solferino il 4 marzo.
Chiedo, se è possibile, di inserirlo in coda a quello precedentemente richiesto dal Consigliere Stecco.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Anch'io chiedo l'inserimento all'o.d.g. di un atto d'indirizzo che abbiamo depositato questa mattina, il n. 941, inerente a "Adesione al Manifesto della comunicazione non ostile". Si tratta di un percorso nazionale e anche internazionale che vedrà il coinvolgimento di molte istituzioni locali, regionali e nazionali nel mese di aprile.
Questo movimento istituzionale e non solo chiede a tutti gli enti anche alle Regioni e ai Consigli regionali, di discutere, approvare condividere un manifesto sul tema delle parole ostili, in particolare nel mondo web, ma anche nella comunicazione politica. C'è un manifesto ad hoc proprio per chi, come noi, ha un ruolo pubblico, un ruolo istituzionale, un ruolo politico. Non chiedo di discuterlo oggi, non è così urgente, ma nelle prossime settimane, perché sarebbe bello che il Consiglio regionale, e speriamo anche la Regione, possa partecipare a quell'evento di aprile arrivando con l'approvazione di questo documento da parte dell'Aula.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Ha chiesto intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento della mozione n. 934 che ho depositato qualche giorno fa, avente a oggetto "Istituzione della Procura nazionale del lavoro". Considerato che ogni anno ci ritroviamo qui a fare il consueto minuto di silenzio, purtroppo, per le persone che ogni anno in Piemonte perdono la vita sul luogo di lavoro, proprio come politica, come Consiglio regionale, ma anche come politica nazionale, dobbiamo fare di tutto per fare in modo che, da una parte, ci sia il massimo della prevenzione rispetto a questo fenomeno e, dall'altra, garantire la corretta giustizia alle vittime.
Considerato che già nella scorsa legislatura era stata depositata una proposta di legge sull'istituzione della Procura nazionale del lavoro a livello nazionale sottoscritta da diversi parlamentari piemontesi, alcuni ancora in carica, chiedo di inserire questo ordine del giorno all'interno dell'o.d.g. nel primo slot utile da parte del Movimento 5 Stelle, quindi in sostituzione del primo ordine del giorno in programmazione, in modo da poterlo discutere il prima possibile e richiedere che, a livello centrale si faccia il possibile per avere quanto prima questa Procura che possa garantire eguali diritti a tutti quanti a livello nazionale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, possiamo considerare iscritti all'o.d.g. dell'odierna seduta l'ordine del giorno n. 940 inerente a "Condanna alle violenze degli anarchici", presentato dal Consigliere Bongioanni; l'ordine del giorno n. 939, inerente a "L'importanza della nomina dei componenti della Commissione Piano Regionale AIDS (PRAIDS)", presentato dal Consigliere Magliano; l'ordine del giorno n.
937, inerente a "Eliminazione del Cancro alla Cervice-HPV", presentato dai Consiglieri Stecco, Cane, Gagliasso, Perugini, Gavazza, Preioni, Zambaia Poggio e Marin.
I Consiglieri Stecco e Bongioanni chiedevano di trattare i suddetti atti d'indirizzo nella seduta odierna.
C'è un'ulteriore richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'odierna seduta della mozione n. 934, inerente a "Istituzione della procura nazionale del lavoro", presentata dai Consiglieri Sacco, Frediani, Disabato, Martinetti e Sarno, e dell'ordine del giorno n. 941, inerente a "Adesione al manifesto della comunicazione non ostile", presentato dai Consiglieri Sarno, Canalis Giaccone e Sacco.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

La Consigliera Frediani ha richiesto un'informativa in merito alle valutazioni sull'ospedale di Torino Nord. La Giunta è presente e potrà intervenire quando riterrà opportuno.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento: Ordinamento sportivo - Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di legge n. 141, inerente a "Norme regionali in materia di espropriazione per pubblica utilità. Modifiche alla legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2 (Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell'attività di volo in zone di montagna)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 141, inerente a "Norme regionali in materia di espropriazione per pubblica utilità.
Modifiche alla legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2 (Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell'attività di volo in zone di montagna)", di cui al punto 2) all'o.d.g.
I relatori di maggioranza sono i Consiglieri Marin e Ruzzola; il relatore di minoranza è il Consigliere Marello.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla II Commissione in data 8 febbraio 2023.
La parola al relatore di maggioranza, il Consigliere Marin.



MARIN Valter, relatore

Grazie, Presidente.
La proposta di legge che ho presentato in data 22 aprile 2021 è stata ispirata da un'esperienza che ho vissuto personalmente come Sindaco di una piccola realtà di Comuni sotto i 1.000 abitanti. Come Consiglio comunale avevamo deciso di realizzare un sentiero pedonale della larghezza di 1,50 metri da utilizzare con le racchette da neve durante la stagione invernale a fronte di 11 mila euro di lavori, sostanzialmente abbiamo speso 6.000 euro solo per procedure che, fra l'altro, non erano espropriative di particelle catastali, ma di asservimento a pubblica utilità di questo tracciato. A questo punto, se il 60% dell'investimento - denaro pubblico! si deve spendere in procedure, c'è qualcosa che, a mio avviso, non funziona.
A fronte di questa esperienza, ho ritenuto di presentare una proposta di legge che intende disciplinare la materia dell'espropriazione di pubblica utilità (ma anche l'asservimento) in tutte le fasi del procedimento, sulla base dei principi contenuti nel DPR n. 327/2001 (testo unico espropri).
L'istituto dell'esproprio è regolamentato delle disposizioni sopra ricordate: tale testo unico, essendo stato emanato prima della riforma del Titolo V della Costituzione, ha comportato, nelle iniziali fasi applicative, numerosi dubbi interpretativi in ordine ai margini entro cui la legislazione regionale poteva espandersi. L'impatto della riforma costituzionale sulle competenze legislative in punto di espropriazione pu essere meglio apprezzato inquadrando la situazione precedente e analizzando come il testo unico si inseriva nel "vecchio" Titolo V, nella cui vigenza senza alcuna apparente consapevolezza dell'imminente revisione, ha preso vita.
A tal fine, occorre considerare che l'espropriazione è definita come "materia", cioè come categoria di interessi oggettivamente individuata solo negli Statuti speciali delle Regioni, mentre non compare nell'elenco originario dell'articolo 117 della Costituzione. Tuttavia, la tesi che si affermò all'indomani del primo trasferimento di competenze alle Regioni superando dissensi anche autorevoli, fu che l'espropriazione non è una "materia", ma un istituto "servente", una potestà amministrativa strumentale a ogni interesse pubblico cui risulti funzionale l'acquisizione di un bene.
In base a tale considerazione, non tardò a farsi strada il principio per cui l'espropriazione costituisce una funzione propria e non delegata delle Regioni e non riferibile ai soli lavori pubblici, anche se storicamente trattasi di riferimento primario. Infatti, l'istituto è strumentale alla cura di interessi ascrivibili anche ad altre materie regionali, come l'agricoltura, le cave, il turismo, i porti lacuali e non solo, che non richiedono (o non sempre richiedono) l'esecuzione di lavori pubblici.
Ben si comprende, allora, come il testo unico si raccorda con le competenze legislative regionali ante riforma del Titolo V. Esso raccoglie e coordina le norme sul procedimento espropriativo e sull'indennità che antecedentemente erano contenute in una pluralità di fonti (la lista delle abrogazioni, contenuta nell'articolo 58 del testo unico, conta infatti 140 tra leggi e articoli di legge), ed è applicabile a tutte le espropriazioni per la realizzazione di opere pubbliche o di pubblica utilità.
Disciplinando, per così dire, orizzontalmente una funzione che pu trovare modo di esplicarsi in varie materie regionali, nei confronti delle Regioni ordinarie era idoneo ad esprimere forza vincolante in quanto contenente i "principi fondamentali" della potestà ablatoria, quale attività amministrativa strumentale alla cura degli interessi eretti a "materia". Operazione questa che non dava luogo a dubbi di costituzionalità, poiché, così come lo Stato poteva dettare i principi fondamentali per ogni singola materia, poteva altresì "estrapolare" un istituto comune alle varie materie e disporre i principi fondamentali a esso relativi, destinandoli a operare trasversalmente in tutti i settori di competenza regionale.
Nel nuovo articolo 117 della Costituzione, essendo ormai ius receptum che l'espropriazione non costituisce "materia", non compare in nessuno dei "blocchi" di competenze. Pertanto, sostanziandosi in un istituto "trasversale", in una funzione "servente" e strumentale, essa non può che costituire oggetto di disciplina esclusiva rispettivamente dello Stato e delle Regioni nelle materie in cui tali enti hanno potestà legislativa esclusiva, di disciplina concorrente nelle materie di competenza ripartita.
Partendo da queste premesse, il presente progetto di legge contiene i seguenti elementi innovativi.
L'articolo 1 individua l'ambito di applicazione della disciplina e stabilisce che le norme sull'espropriazione riguardano anche quelle promosse da soggetti privati. Questo passaggio è fondamentale, perch andava opportunamente chiarito, anche se in realtà era già contemplato in una legge specifica sulle aree sciabili.
L'articolo 2 pone l'obiettivo di abbattere i costi delle notificazioni e comunicazioni prescritte nell'ambito del procedimento, sostituisce il ricorso alla notifica con le forme degli atti processuali civili, mediante l'utilizzo della PEC, qualora ci sia il domicilio legale, oppure in subordine con una raccomandata con ricevuta di ritorno.
Al fine di comprendere meglio la portata del testo, relativamente all'abbattimento dei costi in capo a vari enti pubblici, si riporta a titolo meramente esemplificativo il caso che ho citato prima del Comune di Sestriere. Se facciamo un esempio di cosa significa in termini di spesa indicativamente i costi che si possono abbattere sono circa i due terzi rispetto alle procedure classiche di notifica attraverso l'ufficiale giudiziario. Facendo una media di 20 mila euro, che è il minimo su cui si ragiona tra il piccolo ed il grande Comune, e moltiplicandola per ogni Comune dei 1.161 piemontesi, significa superare i 20 milioni di euro annui che la Pubblica Amministrazione Comune deve inserire nei propri bilanci. È la quinta legge che presento e, come in tutte le altre, non ho previsto oneri finanziari, perché vanno fatte leggi con le quali risparmiare spesa pubblica e non incrementarla.
L'articolo 3 supera la difficoltà interpretativa dell'articolo 14 della legge regionale n. 2 inerente a "Norme in materia di pratica degli sport invernali". Si precisa che l'individuazione dell'area sciabile e di sviluppo montano, compresi gli impianti di risalita, equivale a dichiarazione di pubblica utilità, ai sensi del DPR n. 327/2001, che è il testo unico degli espropri, di cui abbiamo parlato prima. Il soggetto competente riguardo alla dichiarazione di pubblica utilità è l'espropriante. Pertanto, l'articolo 3 precisa che, qualora la costituzione e la richiesta di istituzione coattiva di servitù di area sciabile e di sviluppo montano sia avanzata da un soggetto pubblico o privato, la Regione Piemonte, titolata della gestione del procedimento in quanto autorità espropriante, qualora trovi un accordo con l'ente territorialmente competente (Comuni o Unioni montane), può delegare a quest'ultimo la gestione dell'iter previsto dal testo unico degli espropri per addivenire all'imposizione della citata servitù.
Con l'articolo 4 viene semplificata la procedura di cui all'articolo 21 del testo unico degli espropri, per la nomina del terzo tecnico nella procedura per la determinazione definitiva dell'indennità di espropriazione.
L'articolo 5 è una norma di coordinamento con la legge regionale n.
2/2009. Sono individuati all'articolo 6 in modo esplicito, mantenendo tuttavia i criteri previsti dall'attuale legge regionale n. 2/2009, i criteri per il calcolo dell'indennità, per l'imposizione delle servitù per opere lineari e per le aree sciabili e di sviluppo montano.
L'articolo 7 contiene la norma di neutralità finanziaria. La proposta era stata licenziata in II Commissione l'8 febbraio del 2023, dopo aver acquisito il parere di competenza della I Commissione consiliare sulla clausola di neutralità finanziaria.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marin per la relazione.
Ha chiesto di relazionare come relatore di minoranza il Consigliere Marello, che ha pertanto facoltà di intervenire.



MARELLO Maurizio, relatore

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Marin per la pregevole lezione di diritto costituzionale che ci ha dato sull'articolo 117 (ma lo dico seriamente) forse memore dell'impugnazione che il Governo ha fatto alla sua legge di semplificazione in materia edilizia ed urbanistica, nella quale su alcune norme ha rilevato il fatto che la materia fosse di competenza statale e non regionale. Sicuramente quello è un nodo molto problematico, per cui spesso non è facile districarsi in questa materia.
Sul punto mi permetto soltanto di dire che questo breve testo di legge è suddivisibile in due parti. La prima, cioè l'articolo 1, riguarda le espropriazioni in generale, quindi le espropriazioni immobiliari e di diritti immobiliari. La seconda parte riguarda, invece, in maniera più puntuale, le norme inerenti all'imposizione delle servitù delle aree sciabili, norme che sono già contenute nella legge n. 2/2009 che disciplina la materia degli sport invernali.
Sul primo punto, ossia le norme che riguardano in generale le espropriazioni, occorre focalizzarsi per capire se effettivamente la Regione abbia potestà o meno di incidere e, quindi, se ritenere tale materia un'esclusiva competenza dello Stato oppure se, essendo materia strumentale e trasversale, è possibile incidere come Regione.
Indubbiamente la proposta che viene fatta, se sarà accettata dal punto di vista delle competenze, quindi se non verrà impugnata, è interessante perché va a snellire la procedura, soprattutto per quanto riguarda le notifiche, inserendo la notifica a mezzo PEC, quindi uscendo un po' dall'esclusiva per quanto riguarda le notifiche degli ufficiali giudiziari ed andando verso una semplificazione, uno snellimento e una velocizzazione della procedura e anche verso una sua economicità. Si tratterà di vedere se la Regione può fare questo. Il collega Marin ha evidenziato, anche citando fonti, che questo è possibile, ma ci rimettiamo alle valutazioni di legittimità costituzionale che il Governo farà, nel momento in cui riceverà la legge.
C'è poi una seconda parte, che riguarda l'imposizione delle servitù su aree sciabili. La norma di riferimento è la legge regionale n. 2/2009, in particolare l'articolo 14. Il collega Marin ha già evidenziato alcune modifiche di questa norma per quanto riguarda il tema delle indennità e il modo di procedere. Credo che la novità sia proprio costituita dal fatto che la Giunta dovrà disciplinare con una sua convenzione questo modus operandi rispetto al quale individua nell'Ente locale l'istituzione che guida siffatta procedura, che può essere attivata sia dal pubblico sia dal privato.
Questi sono, in sintesi, i contenuti principali di questa norma rispetto alla quale si può valutare positivamente, da una parte, il tentativo di una semplificazione ma, dall'altra, occorre valutare con attenzione, soprattutto per quanto riguarda gli articoli n. 1 e n. 2, la loro legittimità costituzionale. Credo però che su questo punto, come dicevo prima, sicuramente il Governo farà un attento esame.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ruzzola, relatore di maggioranza.



RUZZOLA Paolo, relatore

Grazie, Presidente.
Direi che i miei due colleghi che mi hanno preceduto, tanto il collega Marin quanto il collega Marello, sono stati pienamente esaustivi, quindi rinuncio all'intervento.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Chiedo di sospendere la seduta per cinque minuti, per un confronto e per analizzare i due emendamenti.



PRESIDENTE

Vedo che c'è accordo, quindi sospendiamo i lavori fino alle ore 11.30.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.20, riprende alle ore 11.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dichiaro aperta la discussione generale sulla proposta di legge n. 141 "Norme regionali in materia di espropriazione per pubblica utilità".
Non essendovi richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale e procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Sull'articolo 1 non sono stati presentati emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Sull'articolo 2 non sono stati presentati emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Sull'articolo 3 non sono stati presentati emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 4 Sull'articolo 4 non sono stati presentati emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 3) presentato da Marin (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



MARIN Valter

Lo do per illustrato, Presidente.



PRESIDENTE

L'emendamento viene dato per illustrato dal proponente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Posso chiedere gentilmente una sospensione di cinque minuti sui prossimi emendamenti e votazioni?



PRESIDENTE

Sospensione accordata.
La seduta riprenderà alle ore 12.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.50, riprende alle ore 11.51)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 6 Sull'articolo 6 insiste l'emendamento rubricato n. 4), interamente sostitutivo.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Marin (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Marin per l'illustrazione.



MARIN Valter

Lo do per illustrato, anche a seguito delle modifiche apportate questa mattina inerenti al valore agricolo medio e con il riferimento al comma 1.
Grazie.



MARELLO Maurizio

Scusi, Presidente, ma l'emendamento rubricato n. 4) bis non sostituisce l'emendamento rubricato n. 4)?



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 4) è riferito all'articolo 6, così come modificato, interamente sostitutivo dell'articolo 6.



MARELLO Maurizio

Sì, però poi è stato presentato.
Ah, solo per le due parole; ho capito adesso.
Chiedo scusa.



PRESIDENTE

Non c'è di che.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) (Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Do atto a verbale che il collega Martinetti esprime voto di presenza.
L'emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Marin è stato ritirato dal proponente.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Do atto a verbale che il sottoscritto ha votato favorevolmente.
È terminato l'esame dell'articolato e non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame proposta di deliberazione n. 264, inerente a "Modifiche allo Statuto della 'Fondazione Centro per lo Studio e la Documentazione delle Società di Mutuo Soccorso - ONLUS' di cui alla deliberazione del Consiglio regionale 31 ottobre 2001 n. 184-33918"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame della proposta di deliberazione n.
264, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla VI Commissione in data 16 febbraio scorso.
Do la parola all'Assessore Vittoria Poggio per l'illustrazione.
Prego, Assessore; ne ha facoltà.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Presidente, chiedo a lei e anche all'Aula un momento di sospensione.



PRESIDENTE

È accordata la sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.00, riprende alle ore 12.06)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Vittoria Poggio per l'illustrazione.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
È una proposta di modifica statutaria della Fondazione SOMS (le società di mutuo soccorso), presentata al Consiglio regionale, avendo avuto già un passaggio in Commissione, per cui in Consiglio c'è la ratifica. C'era stata una deliberazione del Consiglio regionale, la n. 184 del 31 ottobre 2001 in cui era stata approvata la partecipazione della Regione Piemonte alla costituzione in qualità di socio fondatore - l'altro socio fondatore è il Coordinamento regionale della SOMS - della Fondazione Centro per lo Studio e la Documentazione delle società di mutuo soccorso, che sono delle onlus sulla base dello statuto a essa allegato, che costituiva la parte integrante e sostanziale di quella delibera.
Successivamente, con lettera del 22 febbraio 2022, protocollo n. 1325 pervenuta alla Direzione regionale Cultura, Commercio, Valorizzazione del patrimonio culturale, il Presidente della Fondazione ha richiesto l'approvazione da parte della Regione Piemonte di queste modifiche statutarie, che andavano ad adeguarsi per rendersi coerenti ai dettami del terzo settore.
Le modifiche statutarie sono necessarie per permettere l'iscrizione della Fondazione al Registro Unico del terzo settore, così come richiesto dal Settore regionale competente, che è quello delle Politiche per i bambini, le famiglie, i minori e i giovani e sostegno alle situazioni di fragilità. Pertanto, le modifiche, in realtà, che cosa permettono? Di condividere il contenuto dello statuto della Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle società di mutuo soccorso.
La Giunta regionale ha proposto al Consiglio regionale di approvare queste modifiche che sono state apportate allo statuto stesso, che ovviamente non ne alterano sostanzialmente né la natura né le finalità, ma fungono da prodromo all'iscrizione della Fondazione stessa al Registro Unico, che è quello che permette alle società di mutuo soccorso di usufruire delle agevolazioni per il fatto di essere iscritte al terzo settore.
Tali modifiche sono state approvate sia dal Consiglio d'Amministrazione della Fondazione stessa nella seduta del 12 gennaio 2022, sia il 16 febbraio 2022 dal Consiglio direttivo del Coordinamento regionale delle società di mutuo soccorso del Piemonte, che insieme alla Regione è il socio fondatore.
Quello che si chiede all'Aula è di approvare il nuovo testo dello Statuto della Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle società di mutuo soccorso onlus di Torino.
Ovviamente, le modifiche non comportano oneri di spesa a carico della Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Poggio.
È aperta la discussione generale.
Non vedo mani alzate per richieste d'intervento, quindi procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 264, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Parchi e riserve - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame proposta di legge n. 113, inerente a "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 113, inerente a "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il provvedimento, già richiamato in Aula ai sensi dell'articolo 37 comma 4, del Regolamento interno dal Consigliere Rossi il 19 luglio 2022 e rinviato in Commissione il 25 ottobre 2022, è stato nuovamente richiamato in Aula, ai sensi dell'articolo 37, comma 6 del Regolamento interno, dal Consigliere Rossi il 1° marzo scorso.
Pertanto, in quanto non ancora licenziato dalla Commissione, il provvedimento non ha relatori.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Comincerei dal numero di questa proposta di legge.
La proposta di legge è la n. 113, Presidente; ricordo che in questo momento (per non sbagliare, leggo su Arianna), siamo a quasi al numero 300 precisamente alla n. 247.
Oggi, 7 marzo 2023, stiamo discutendo della proposta di legge n. 113 che è stata presentata in data 23 settembre 2020; ne stiamo parlando da due anni e mezzo abbondanti.
Voglio specificare, Presidente, perché forse non tutti i colleghi lo ricordano, che il testo di questa proposta si occupa della modifica al testo unico sulla tutela delle aree naturali della biodiversità, simile nei contenuti a una proposta di legge d'iniziativa popolare, presentata da diversi Comuni della provincia di Novara, che chiede le stesse cose che il sottoscritto chiedeva con questa proposta di legge.
Allora, come mai oggi stiamo discutendo, Presidente, di una proposta di legge (poi, entrerò nel merito) a distanza di quasi tre anni? Perché su questa proposta di legge, sia il sottoscritto insieme alle altre forze di minoranza, sia i territori (abbiamo audito in quest'Aula una rappresentanza di Sindaci e, lo voglio sottolineare, non Sindaci di una parte politica oltre al fatto che i Sindaci sono sempre rappresentanti istituzionali, ma Sindaci espressione anche della maggioranza di quest'Aula) hanno sottoscritto una proposta di legge simile a questa, con gli stessi contenuti.
Ebbene, siamo qui a discuterne dopo tre anni, perché c'è stata da parte nostra la massima disponibilità a discutere e a trovare una mediazione sulle modifiche richieste, sulle quali, fra l'altro, ogni volta che c'è stato un confronto con la maggioranza, Presidente, il riscontro e il feedback è stato sempre quello di massima disponibilità e anche di condivisione di alcuni aspetti (poi spiegherò quali).
Il testo è stato discusso in Commissione dove, nonostante varie interlocuzioni, non si riuscì ad arrivare a una sintesi, per cui il documento è stato richiamato in Aula una prima volta. Arrivato in Aula, ho accettato di farlo ritornare in Commissione, perché c'era stata un'ennesima promessa di ragionamento condiviso e comune sulle proposte di legge.
Tuttavia, dopo diversi mesi in cui il testo non è mai stato messo all'o.d.g. della Commissione, ho deciso (userò un termine forse non adatto a quest'Aula, Presidente), stufo di essere preso in giro, di richiamarlo nuovamente in Aula.
Dopo circa tre anni, credo sia opportuno che il nodo qualcuno lo sciolga.
Noi, come forze di opposizione e firmatari della proposta di legge, in questi quasi tre anni abbiamo dimostrato forse un eccesso di disponibilità al dialogo, per cui a questo punto vogliamo sapere cosa ne pensano la maggioranza e la Giunta su un testo che chiede due cose.
Lo voglio sottolineare ancora una volta, Presidente: non lo chiede Domenico Rossi, lo chiedono i Sindaci dell'Ovest Ticino della provincia di Novara, che non rappresentano soltanto il punto di vista di una parte, ma di tutte le forze politiche che governano la Regione in questo momento.
Il voto su questa proposta di legge, quindi, è una risposta ai Sindaci che l'aspettano da tre anni.
Che cosa si chiede con questa proposta di legge? Due cose molto semplici: primo, che per quanto riguarda l'area del Ticino si metta in discussione l'unione di diverse aree, definita nella scorsa legislatura che nei fatti ha dimostrato, come spesso accade, che non funziona e non porta benefici al territorio.
Noi chiedevamo di scorporare il vecchio Parco del Ticino e di lavorare nell'ottica di un Parco federato (avremmo potuto trovare insieme una soluzione) con la Lombardia. L'area del Ticino, situata a cavallo tra il Piemonte e la Lombardia, è un'area UNESCO, un'area divisa dal punto vista amministrativo, ma dal punto vista naturalistico e della fruizione turistica è unica.
Noi riteniamo (quando dico "noi" intendo Domenico Rossi e i Sindaci di quell'area, compresi quelli di centrodestra) che per il territorio e per i cittadini sia meglio che il Parco del Ticino torni a essere autonomo e si attivi un percorso che preveda una federazione con l'area amministrativa gestita dalla Lombardia, in modo da avere una fruizione e una gestione unica dell'area.
Secondo, questa legge chiede una revisione delle modalità di elezione degli organismi del parco.
Perché lo chiede? Per un motivo semplice: in questo momento, la legge prevede una testa-un voto, al di là dell'estensione territoriale e della popolazione dell'ente rappresentato.
Che cosa è successo in passato, Presidente? Che alcuni Comuni, piccoli dal punto di vista della rappresentanza della popolazione, per cui nel Parco avevano un'estensione poco significativa, unendosi hanno escluso Comuni o enti che in quell'area erano più rappresentativi per territorio e per popolazione.
Con questa proposta di legge, una proposta di buon senso, Presidente abbiamo detto più volte alla Giunta e alla maggioranza: diteci voi! Noi qui proponiamo un meccanismo. Non vi piace il meccanismo che proponiamo? Fateci una controproposta, l'importante è arrivare a un punto di equilibrio e di mediazione, per cui chi rappresenta una popolazione più ampia, ma soprattutto un territorio, un'estensione più ampia nel Parco, non finisca in minoranza per insipienza dell'amministratore del momento che non si presenta alla riunione o perché qualcun altro si mette d'accordo.
Sappiamo benissimo - e vado verso la conclusione, Presidente - che la prima richiesta, ossia di ridefinire i confini del Parco, è una richiesta politicamente significativa e importante. Avremmo anche potuto comprendere che su tale aspetto ci fossero resistenze da parte della maggioranza, ma francamente non capiamo un irrigidimento (vedremo adesso il comportamento della maggioranza) sul secondo aspetto, ossia la modalità di elezione degli organismi. Su questo, non vedo alcuna difficoltà di ordine tecnico, ma soltanto una mancanza di volontà politica a risolvere un problema che il territorio pone con forza e in maniera trasversale.
Dopo tre anni che il sottoscritto e il territorio aspettano una risposta, oggi questa risposta, in un modo o nell'altro, deve arrivare. Se sarà negativa, chiaramente sarà responsabilità della maggioranza che governa la Regione spiegare al territorio e ai Sindaci che dopo tre anni non siamo stati in grado di trovare, non dico la forza di staccare il Parco del Ticino dall'area più vasta, ma neanche di modificare le modalità di elezione e di salvaguardare - lo dico soprattutto per i novaresi Presidente - le aree novaresi, quelle che, rispetto al meccanismo attuale sono maggiormente penalizzate.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Rossi per l'illustrazione.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Prego, Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente, capisco che forse alla maggioranza dà fastidio che siamo in Aula, ma il collega Rossi non ha presentato un ordine del giorno o un emendamento, ha presentato una proposta di legge. Esigo che i gruppi di maggioranza o la Giunta esprimano una valutazione sul testo, ci dicano cosa vogliano modificare e si faccia una discussione.
Sono le ore 12.20. Piuttosto sospendiamo adesso la seduta e ci rivediamo alle 14, in modo che il Vicepresidente Carosso possa raccogliere informazioni dall'Assessore Marnati ed esprimere un parere.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Gallo per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Carosso; ne ha facoltà.



CAROSSO Fabio, Assessore ai parchi

Grazie.
Solo per fare presente che, come diceva il collega Rossi effettivamente sono anni che parliamo e discutiamo di questa legge.
Conosciamo benissimo la problematica del Parco del Ticino da quando, ai tempi dell'elezione dei 20 membri dell'area protetta, i Consiglieri di quel territorio non erano presenti. Di conseguenza, va detto che la problematica è nata dal fatto che non erano presenti, giusto perché l'Aula sappia di cosa stiamo parlando.
Ripeto, quando c'erano le elezioni una determinata area di territorio non era presente e automaticamente sono stati eletti quelli di altre aree che erano presenti, dimenticando una grande fetta del Novarese. Questo magari, non succederà mai più, ma potrebbe succedere che altre volte in cui si fa un'elezione dimentichiamo qualcuno e giustamente il Consigliere Rossi dice che bisogna porre rimedio.
Un'area così importante dovrebbe avere sempre il diritto di avere un membro all'interno e questo suggerimento non è stato inascoltato, tant'è che noi stiamo lavorando sia alla modifica di questa legge sia alla modifica dei parchi, intesa come allargamento e anche riduzione. Io le ho definite piccole modifiche e tutti i Presidenti dei parchi piemontesi sono al corrente di questa situazione ormai da settembre. Stiamo raccogliendo le ultime istanze, proprio perché puntualmente bisogna andare a fare modifiche. Modifiche vuol dire che magari c'è un'area contigua che non confina con una strada, qualcun altro che invece vuole allargare un parco o un Comune che chiede l'inserimento: dobbiamo regolamentare queste situazioni.
Mi trovo d'accordo su questo con il territorio. Giustamente il collega Rossi ha fatto presente che non è questione di forze politiche, perché i Sindaci del territorio sono di diverse aree, ma è una questione di rappresentatività all'interno dell'Ente.
Nello stesso tempo c'è un'altra proposta di legge, primo firmatario Gagliasso, che va ad operare più o meno nella stessa direzione e un'altra proposta dei Sindaci. Noi vorremmo fare sintesi per poter raccogliere le varie proposte. Credo che ci vorrà ancora qualche settimana, ma non molto perché alcune aree protette stanno ancora definendo alcune situazioni. Io avrei voluto chiudere la legge entro fine anno, ma giustamente i territori mi hanno chiesto qualche tempo in più per definire alcune situazioni.
Questo era quello che avevo piacere di raccontare per dire che non siamo stati fermi, ma ho spinto sui territori e ne abbiamo parlato più di una volta. Credo che sia assolutamente giusto e corretto dare la rappresentatività territoriale e credo che ci siano anche da mettere a punto alcune situazioni che non sono solo quelle del confine o della rappresentanza, ma di tutte le aree parco interessate come territorio.
Faremo una sintesi per arrivare a una legge unica. Vediamo un attimo cosa dicono i colleghi, ma credo che i Capigruppo vorranno fare qualche intervento. Questa era la ragione per dare una spiegazione a quanto detto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Carosso per l'intervento.
Dichiaro chiusa la discussione generale e passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Non vi sono emendamenti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Quando metterà in votazione l'articolo 1, chiedo la votazione per appello nominale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Non vi sono altre richieste d'intervento, quindi metto in votazione l'articolo 1 per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 1.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Non vi sono emendamenti né richieste d'intervento per dichiarazione di voto.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 2.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere una specifica: le votazioni sono tutte per appello nominale? Altrimenti chiedo che le votazioni siano per appello nominale.



PRESIDENTE

Le votazioni sono tutte per appello nominale.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 3.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Essendo stati respinti gli articoli 1, 2 e 3, l'articolo 4 e l'articolo 5 decadono, come la proposta di legge regionale n. 113.


Argomento: Nomine - Parchi e riserve - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame proposta di legge di iniziativa degli Enti locali n. 133, inerente a "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità): Introduzione possibilità costituzione parchi interregionali - Modifiche agli enti gestori delle aree protette regionali - Ridefinizione modalità di nomina dei componenti del Consiglio degli Enti di gestione delle aree protette con voto limitato ad 1 preferenza e riserva di rappresentanza per le aree protette di maggiori dimensioni" (Atto d'indirizzo collegato)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge di iniziativa degli Enti locali n. 133 "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità): Introduzione possibilità costituzione parchi interregionali - Modifiche agli enti gestori delle aree protette regionali - Ridefinizione modalità di nomina dei componenti del Consiglio degli Enti di gestione delle aree protette con voto limitato ad 1 preferenza e riserva di rappresentanza per le aree protette di maggiori dimensioni", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato iscritto ai sensi dell'articolo 76 dello Statuto, non avendo la Commissione terminato l'esame entro i tre mesi successivi all'assegnazione, così come stabilito dal comma 2 del medesimo articolo. Pertanto, in quanto non licenziato dalla Commissione, il provvedimento non ha relatori.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Alberto Preioni.
Prego, collega; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
I temi trattati richiamano quelli del provvedimento precedente ribadiamo, dunque, la volontà della Giunta annunciata poc'anzi dal Vicepresidente Carosso.
Ricordo, altresì, che c'è una proposta del Consigliere Gagliasso al vaglio degli Uffici, che parla, appunto, di una ridefinizione più generale rispetto alla normativa per la designazione delle nomine dei parchi: è un impegno che ci assumiamo in quest'Aula.
Noi non vogliamo assolutamente andare contro i Sindaci, benché abbiano sbagliato all'epoca a non recarsi in assemblea. Riteniamo corretto e sacrosanto riconoscere una designazione che tenga conto anche del territorio, per cui nelle nostre proposte di legge sicuramente si andrà in quella direzione.
Dopo la discussione generale, vi anticipo che presenteremo un ordine del giorno che, di fatto, chiede di bypassare la votazione di questa proposta di legge.
Ai sensi del Regolamento, attraverso questo atto d'indirizzo chiederemo il non passaggio al voto dell'articolato del punto in corso, dal momento che è già stata bocciata la proposta del collega Rossi.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Preioni per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi in discussione generale.
Prego, collega; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione per un commento alle parole proferite poco fa dall'Assessore Carosso.
Prendiamo atto dell'ennesimo impegno della Giunta regionale (lo sentiamo dire da tre anni, oramai), ma non a intervenire sulla questione che avrebbe richiesto, effettivamente, un lungo lavoro relativo alla ridefinizione dei confini del Parco (peraltro, capisco che sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista economico-amministrativo si sarebbe configurato come un intervento importante), bensì a lavorare dopo tre anni sull'aspetto.
Non dico che in sei mesi avremmo potuto chiudere, ma possiamo dire almeno un anno? Mi riferisco all'aspetto del meccanismo elettorale. E, con qualche aggiustamento, invece, sulle aree solo di natura limitrofa.
Orbene, per quanto riguarda la richiesta del territorio che il Parco del Ticino torni a essere autonomo e guardi alla collaborazione con la Lombardia per una gestione condivisa, la risposta è già arrivata: non ci sarà e non è intenzione di questa Giunta, né di questa maggioranza lavorare in tale direzione.
Prendiamo atto che dopo tre anni c'è un'apertura a ridefinire la questione elettorale, sperando che la restante legislatura sia sufficiente a metterci nella condizione di tutelare le aree maggiormente rappresentative. È chiaro che questo sarà un voto che - lo ripeto - non terrà conto di una volontà politica condivisa e trasversale di un territorio importante.
Mi permetto di aggiungere che, dal mio punto di vista, il tema non è stato affrontato con la dovuta profondità che invece avrebbe meritato. Mi sento di dire, con grande dispiacere, che oggi siamo a questo punto perch il tema non è stato inserito tra le priorità. Magari, l'esito avrebbe potuto essere anche lo stesso, ma credo che l'approccio e la serietà con cui è stata presa in considerazione la richiesta poteva essere diversa.
Questo è il mio punto di vista personale e mi sento di illustrarvelo nella maniera più educata possibile. Però è un tema serio, importante, che per quella fascia di territorio significa possibilità di sviluppo possibilità di fruizione del parco da parte dei cittadini, ma anche di sviluppo turistico ed economico. In questo momento le difficoltà non mancano e una rivisitazione avrebbe certamente aiutato il territorio.
Prendiamo atto che questa è la vostra risposta, per cui ciascuno risponderà ai territori delle proprie scelte politiche.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Rossi per l'intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Perugini; ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Un breve intervento, per quanto doveroso.
Posso confermare che, dal punto di vista del territorio, i rappresentanti del Novarese non sono distratti. Anche noi abbiamo ascoltato i Sindaci; abbiamo anche audito le parti in Commissione e la proposta di legge che arriva dai Comuni, attraverso una serie di ordini del giorno che sono stati approvati dai Consigli comunali del territorio, peraltro in modo trasversale, è all'ordine del giorno di oggi.
Proprio sulla scorta dell'impegno della Giunta e del percorso che si sta avviando al traguardo, è forse necessario - lo ha detto poco fa il Capogruppo Preioni - che anche quella proposta di legge venga considerata per avere poi un testo che davvero tenga conto di tutte le necessità e le esigenze, partendo innanzitutto dalla rappresentanza, che è venuta meno non dimentichiamo, però, che in questo momento l'organo amministrativo ente Parco del Ticino è in esercizio, è in funzione, è rappresentato. Peraltro come credo il Vicepresidente Carosso possa confermare, credo sia poi l'assemblea dei Sindaci che ha validato la rappresentanza dell'organo amministrativo in funzione, quindi c'è, di fatto, un sigillo di territorio.
Detto questo, per essere concreti e per non vanificare né il voto di poco fa e nemmeno il breve dibattito che faremo in discussione generale chiudo con alcune considerazioni.
La prima: fiducia in quello che accadrà, perché con l'ordine del giorno che andremo a discutere e a votare tra poco si vuole considerare la proposta dei Sindaci e arrivare a un testo che sia la sintesi effettiva dopo che il territorio è stato ascoltato da parte dell'Amministrazione.
In secondo luogo, chiediamo che la proposta di legge che la maggioranza, a prima firma del collega Gagliasso, sta presentando diventi parte di quella sintesi che è necessaria per rispondere alla rappresentanza e, perché no, a quella visione - che non è vero che è stata esclusa - di immaginare magari collaborazioni tra i parchi, perché non stanno in un confine amministrativo, ma stanno in un confine naturale.
Qualche giorno fa in Commissione Autonomia abbiamo avuto una serie di maggiori informazioni rispetto al percorso dell'autonomia da parte del Ministro Calderoli. Pertanto, questa è l'occasione per dire che se anche le minoranze, altresì al Governo centrale, daranno una mano affinché questa autonomia traguardi velocemente, immaginate quanto sarà più concreto il dialogo tra Piemonte e Lombardia per mettere al centro il territorio dell'Ente Parco del Ticino da una sponda all'altra del Ticino stesso e quanto sarà più concreta la sintesi in quel momento.
Diamo una mano affinché cambi il paradigma e affinché il sistema Paese diventi più moderno e forse anche un dibattito come questo diventerà più semplice, più sintetico per arrivare al punto più facilmente, rispondendo alle esigenze dei territori, del turismo, dell'ambiente e dei nostri concittadini.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Perugini per l'intervento in discussione generale.
Non essendovi altre richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
. Ordine del giorno n. 942 "Non passaggio agli articoli della proposta di legge n. 133" ("Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n.
19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità): Introduzione possibilità costituzione parchi interregionali - Modifiche agli enti gestori delle aree protette regionali - Ridefinizione modalità di nomina dei componenti del Consiglio degli Enti di gestione delle aree protette con voto limitato ad 1 preferenza e riserva di rappresentanza per le aree protette di maggiori dimensioni" Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 942 presentato da Preioni, inerente a Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Chiedo scusa, Presidente: lo ha letto perché l'ordine del giorno non è stato caricato?



PRESIDENTE

Lo stanno caricando e quindi l'ho letto. Ho letto l'oggetto.



ROSSI Domenico

Quindi aspettiamo di poterlo vedere?



PRESIDENTE

Adesso lo mettiamo, ma se vuole posso anche.



ROSSI Domenico

Credo che i colleghi debbano poterlo visionare prima di votare Presidente. Credo sia doveroso.



PRESIDENTE

Sospendo brevemente i lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.43, riprende alle ore 12.46)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire.



(Commenti del Consigliere Rossi)



PRESIDENTE

Tranquillo, collega. Inizio ad anticipare il suo intervento.
Ha chiesto d'intervenire il collega Rossi, sull'ordine del giorno n.
942.
Prego, collega; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Presidente, capisco la sua fretta; ha avuto tre anni per accelerare, ma adesso porti un po' di pazienza anche lei. Noi abbiamo aspettato tre anni ma se lei aspetta cinque minuti, non succede niente.
Stavo leggendo il testo, Presidente Gavazza, e mi aspettavo un, come dire, un.
Invece, vedo che è un ordine del giorno tecnico; mi stupisce, ma mi congratulo con il Consigliere Preioni, perché conosce anche queste finezze.
Di fatto, lo dico per i colleghi, è un ordine del giorno che chiede (lo leggo, anche per i colleghi) quanto segue: "Il non passaggio agli articoli della proposta n. 133".
Che cosa vuol dire? Che noi non voteremo, un po' - lasciatemelo dire "furbescamente", anzi non voteranno contro la proposta d'iniziativa popolare.
Guardate, tanto il vostro voto sulla proposta precedente, che era identica a questa.
Il fatto che anche questa proposta, in tre anni, non abbia ricevuto una risposta affermativa, il fatto che questa proposta, anche se non la voterete, di fatto, non viene approvata, non cancella che concretamente vi state esprimendo in maniera contraria. Lo avete fatto in questi tre anni con il vostro silenzio, lo state facendo oggi, bocciando la proposta di legge a prima firma Rossi e lo state facendo anche adesso; considerando pure che, anche se chiedete il "non passaggio agli articoli", il risultato politico è lo stesso: siete contrari e dopo tre anni quello che siete riusciti a partorire è un "no, non ci interessa".
Questo resta; resta come dato politico e anche quest'ordine del giorno non cancella questa pura e semplice verità!



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono altre richieste d'intervento, procediamo con la votazione.
Ricordo che il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 942, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Visto l'esito della votazione, non si procede con l'esame dell'articolato.
Considerata l'ora e vista la consuetudine di andare a mangiare, dichiaro sospesi i lavori, che riapriranno alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.50)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1323 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani; interrogazione a risposta immediata n. 1324 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato; interrogazione a risposta immediata n. 1325 presentata dal Consigliere Raffaele Gallo; interrogazione a risposta immediata n. 1326 presentata dal Consigliere Maurizio Marello cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone; interrogazione a risposta immediata n. 1320 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato interrogazione a risposta immediata n. 1322 presentata dal Consigliere Silvio Magliano; interrogazione a risposta immediata n. 1327 presentata dal Consigliere Alberto Avetta; interrogazione a risposta immediata n. 1328 presentata dalla Consigliera Silvana Accossato e interrogazione a risposta immediata n. 1329 presentata dal Consigliere Bertola, cui risponderà l'Assessore Fabio Carosso; all'interrogazione a risposta immediata n. 1330 presentata dal Consigliere Paolo Ruzzola si risponderà fornendo risposta scritta, come richiesto dall'interrogante.
Ricordo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta, trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo che l'interrogante ha a disposizione tre minuti per l'illustrazione, il componente della Giunta cinque minuti per la risposta e non sono previste repliche.
Prego fin d'ora i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1323 presentata da Frediani inerente a "Buono domiciliarità: la Giunta intende rimuovere il limite attualmente previsto per l'assegnazione ai conviventi non autosufficienti?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1323.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
Non sto ovviamente a illustrarle la misura di cui immagino sia promotore, denominata "Buono Domiciliarità - Rafforzamento del supporto alla persona non autosufficiente correlato all'acquisto di servizi di cura e di assistenza domiciliari". Consiste in un contributo a beneficio di persone non autosufficienti residenti in Piemonte. Parliamo di un contributo mensile del valore di 600 euro.
Abbiamo ricevuto alcune segnalazioni, perché probabilmente non era così chiaro per i cittadini che volevano accedere alla misura; segnalazioni rispetto alla possibilità di accedere a questa misura da parte di due persone non autosufficienti che vivono nello stesso nucleo familiare. Pare che nell'avviso di attuazione della misura si definisce che è ammissibile la presentazione di un unico contratto in carico correlato a più persone non autosufficienti, purché conviventi. In questo caso, è prevista l'assegnazione di un unico buono.
Si tratta ovviamente di un aiuto per le famiglie che consente di sostenere spese che altrimenti sarebbero difficilmente sostenibili, perch sappiamo che il costo di una persona che presta assistenza domiciliare è piuttosto elevato; qualora fossero due le persone ad avere bisogno di assistenza domiciliare, il peso diventa decisamente insostenibile per le famiglie. Sappiamo esserci altri sussidi, altri buoni, altri bonus, altre forme di sostegno per le famiglie (non so come definirli), però ci chiedevamo e chiediamo, attraverso questa interrogazione, se si intenda in futuro potenziare questa misura per far sì che due persone non autosufficienti, che si ritrovano a essere conviventi, quindi si trovano nello stesso nucleo familiare, possano entrambe avere diritto all'erogazione dei bonus.
In pratica, se si tratta di una limitazione dovuta a carenza, mancanza o insufficienza di risorse e se si desideri colmarla in futuro, oppure se ci sia qualche motivazione che ha portato a prendere questa decisione proprio perché magari ci sono altre misure di cui si può usufruire.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Francesca Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alle politiche sociali e dell'integrazione socio-sanitaria

Grazie, Presidente.
Come veniva ricordato nell'interrogazione, la Regione Piemonte attiva risorse aggiuntive, utilizzando fondi del Fondo Sociale Europeo, nel campo della domiciliarità, che si vanno a sommare ai fondi e agli interventi già in essere sul territorio. In particolare, ci riferiamo alla possibilità di sommare l'importo del voucher a quelli che sono i servizi, direttamente o indirettamente, già erogati anche dai servizi socioassistenziali del territorio, quindi dal Comune di residenza o dal Consorzio operativo sul territorio di residenza.
In questo senso, non si può non riconoscere un aspetto positivo nel percorso seguito, in quanto consente di venire incontro a migliaia di famiglie piemontesi che fino a oggi erano escluse da qualunque tipo di sostegno.
È evidente che il contributo regionale non può coprire interamente i costi sostenuti da ciascuna famiglia, ma si tratta comunque di un importo mensile significativo e, soprattutto, prolungato nel tempo, in grado di offrire un certo respiro nel medio periodo.
Per venire alla questione di dettaglio segnalata dall'interrogante, il vincolo posto prevede l'erogazione di un singolo buono nel caso vi sia un unico contratto di lavoro con un assistente familiare, seppure ci si trovi in presenza di più soggetti non autosufficienti conviventi, vincolo che non si applica nel caso in cui non sussista la convivenza.
Si tratta di una situazione particolare, che riguarda un numero molto ridotto di situazioni, come stiamo verificando dall'analisi, attraverso CSI, delle domande pervenute sinora.
Questo vincolo - sottolineo - non sussiste qualora, nel caso di situazioni molto gravi di due persone non autosufficienti conviventi (è il caso che poneva anche lei nell'interrogazione) ci si trovi in presenza di due contratti di lavoro aventi le caratteristiche richieste (almeno 16 ore settimanali di lavoro cadauno).
Questo per dire che il problema non è tanto che si possa usufruire di un unico buono per due utenti, per due persone assistite, ma un unico buono per un unico contratto con quel monte ore, perché è lo standard che la Commissione europea ha stabilito, rispetto a quello che viene considerato il monte ore minimo di fabbisogno di una persona non autosufficiente.
Se si attivano due contratti, quindi si va 16 ore più 16 ore, allora si può fare domanda per due bonus, a nome di ciascuna persona. In realtà questo poi è legato alla rendicontazione, nel senso che, in caso contrario emergerebbe un doppio voucher su un monte ore di 16 ore pari a chi ne prende solo uno.
Sulle risorse - per spiegare che non è un tema di risorse e ne approfitto per fare anche una precisazione - sicuramente andremo a rifinanziare la misura, perché l'abbiamo prevista di due anni proprio rispetto al fatto di - e abbiamo precisato rinnovabili - andare a rifinanziare sulla continuità. Pensiamo soprattutto ai casi di domiciliarità, visto che sappiamo che, ahinoi, nella residenzialità la durata della vita, soprattutto in caso geriatrico, è purtroppo più bassa.
Occorre garantire la continuità assistenziale del godimento della misura anche oltre 24 mesi, per chi mantiene gli stessi requisiti e poi anche per, chiaramente, provare ad ampliarla anche ad altre fattispecie non solo legate, come attualmente, alla contrattualizzazione della figura professionale. In un passaggio che ho visto anche nell'interrogazione l'Europa, purtroppo, ci ha messo dei vincoli rispetto ai caregiver familiari, che sappiamo essere, soprattutto in un periodo di crisi come questa, una leva importante in termini anche statistici e quantitativi dell'assistenza domiciliare del nostro territorio, su cui, quindi, ci sforziamo per cercare di ampliare il ventaglio dell'utilizzo del voucher stesso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1324 presentata da Disabato inerente a "Quale futuro per il centro di produzione RAI di Torino e per i dipendenti e le dipendenti che lavorano al suo interno?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1324.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Disabato.
Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Le radici della tradizione radiotelevisiva e della ricerca tecnologica a questa associata trovano sede naturale nella città di Torino e nel Piemonte. Il capoluogo piemontese ne è protagonista dal 1896 grazie a una filiera altamente specializzata.
Il Centro di produzione RAI di Torino è uno dei quattro centri di produzione televisiva e radiofonica della RAI, insieme a quelli di Roma Milano e Napoli. Questa struttura occupa lavoratori e lavoratrici di alta professionalità per tutti quei settori necessari a sviluppare e supportare la produzione di prodotti televisivi e diverse altre migliaia in un indotto che risiede e opera in tutto il territorio regionale.
Come ben noto, non vi è un piano industriale dell'azienda e non si conosce come il Centro produzione RAI di Torino sia coinvolto all'interno di questo piano. Si rileva, infatti, la necessità e l'urgenza di una prospettiva che coinvolga il Centro di produzione dal punto di vista immobiliare, degli investimenti sull'innovazione tecnologica, della produzione e del personale. Il Centro, infatti, dispone di spazi sottoutilizzati e tecnologia all'avanguardia necessaria alla produzione televisiva o a possibili specializzazioni.
Quanto a quello che succede oggi, ovviamente ne siamo venuti a conoscenza con un'interlocuzione attraverso chi vi opera. Sono diverse criticità che ci portano a pensare che durante gli anni il Centro sia stato sottodimensionato in termini di risorse e, ovviamente, anche di personale.
Infatti, sarebbe necessario avere la garanzia in termini di pieno utilizzo degli studi di via Verdi attualmente inutilizzati. Nel 2022, tra l'altro, i lavoratori del Centro di produzione televisiva di Torino hanno dovuto recarsi in trasferta (a Milano e Roma) per lunghi periodi per realizzare programmi in appalto. Ovviamente ci verrebbe da chiedere a quali costi per, ovviamente, il servizio, ma visto e considerato che sono dei programmi che potrebbero avere luogo sul territorio torinese o piemontese ci chiediamo perché i dipendenti presenti nel Centro di produzione di Torino vengano mandati in altre regioni per portare a compimento l'esecuzione e la ripresa di questi programmi.
L'attuale organico RAI a Torino si aggira nel complesso intorno alle 1.000 unità, cui sono da aggiungere i 200 dipendenti di Rai Pubblicità e il personale di Rai Way, quindi sono circa 1.200. Negli anni, come dicevamo prima, si è vista una forte riduzione del personale a seguito dei pensionamenti, quindi sarebbe stato necessario un reintegro anche per non veder perse quelle competenze, soprattutto a seguito del personale andato in pensione (questo non succede quando il personale, ovviamente, non viene reintegrato in modo repentino e urgente).
Ci sono tante altre sollecitazioni che ci sono state fatte, ma a noi a questo punto viene naturale porre una domanda. È chiaro che ci troviamo di fronte al rischio concreto di perdere o, comunque, di vedere sottodimensionata una delle eccellenze del territorio torinese e piemontese. Un servizio che dà lavoro a tantissime famiglie e a tantissimi professionisti ultra qualificati e che, ovviamente, rappresenta un'eccellenza per il nostro territorio.
Quello che vorremmo scongiurare è che questa importante attività migri o, comunque, venga depotenziata al punto tale da diventare presente soltanto nelle altre regioni, quindi perdere un'importante opportunità per il Piemonte.
Riteniamo doveroso interloquire con la Giunta e con il Presidente per sapere se si intendano mettere in campo azioni volte a evitare il ridimensionamento dei servizi connessi alla produzione televisiva e radiofonica del Centro RAI di Torino, evitando così la conseguente migrazione degli stessi verso altre regioni.
Credo che questa sia una domanda lecita da fare alla Giunta per tutelare un servizio, ovviamente, alle famiglie che operano sul nostro territorio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Disabato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Leggerò una nota che ci ha fatto pervenire l'Assessore Elena Chiorino Assessorato al lavoro.
Nel rispondere all'interrogazione della Consigliera Disabato, che ringrazio, confermo che siamo consapevoli di come Torino abbia alle spalle una tradizione importante nel campo della ricerca, della sperimentazione tecnologica e radiotelevisiva e, soprattutto, di quanto il Centro ricerche e innovazione tecnologica RAI sia unico a livello nazionale. Pertanto confermo che ci muoveremo nell'ottica di tutelare lavoratori e il patrimonio che il Centro rappresenta per la nostra Regione.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.


Argomento: Problemi energetici - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1326 presentata da Marello, inerente a "Crisi del Gruppo Egea di Alba. La Regione vigili, c'è un territorio da tutelare"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1326.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Maurizio Marello.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Do in sintesi lettura dell'interrogazione.
Egea è un'azienda multiservizi nata e cresciuta ad Alba e che all'inizio degli anni Ottanta, ha avviato un articolato progetto di sviluppo, partendo dalla distribuzione del gas metano nei Comuni di Langhe e Roero.
Nel 1986 inaugura il suo primo impianto di teleriscaldamento a servizio della città di Alba e inizia a occuparsi anche di raccolta rifiuti e gestione del ciclo idrico integrato.
Nel 1997 diventa una multiutility a capitale misto pubblico-privato grazie all'ingresso nella propria compagine societaria di numerosi Comuni del territorio.
Un ulteriore momento di crescita è iniziato nel 2000 grazie alla liberalizzazione del mercato energetico, attraverso la partecipata "Egea Commerciale", che espande i propri servizi negli anni in tutto il Piemonte in Liguria, in Lombardia e anche in altre parti d'Italia. Successivamente negli anni, il gruppo ha investito nell'ambito della sostenibilità realizzando impianti a biogas, idroelettrici e fotovoltaici. Nel 2021 secondo i dati riportati nel bilancio di sostenibilità pubblicato dall'azienda, i clienti gestiti, per quanto riguarda l'energia elettrica e il gas, sono oltre 280 mila, con 423 milioni di metri cubi di gas venduto e 5.400 GWh di energia elettrica venduta.
La rete Egea di teleriscaldamento complessivamente raggiunge 150 chilometri; è insediata in diversi Comuni, anche importanti, del Piemonte.
I cittadini serviti complessivamente da questo gruppo sono in circa 258 Comuni.
Parliamo di un'azienda che ha oltre 1.100 collaboratori, 100 soci pubblici (Comuni, per lo più) e 150 privati, con la famiglia Carini che detiene il 60% della proprietà.
Con questa premessa, si rileva che nei giorni scorsi sono apparsi sulla stampa nazionale e locale alcuni articoli in cui si evidenzia il delicato momento di crisi economico-finanziaria e di liquidità che il gruppo sta attraversando anche a causa della recente crisi energetica.
Secondo quanto riportato appunto dagli organi di stampa, in base ai dati ufficiali al 31/12/2022, il debito verso i fornitori ammonterebbe a poco più di 101 milioni di euro, cui vanno aggiunti i debiti tributari per circa 107 milioni di euro. Poi ci sono crediti nei confronti dei fornitori per circa 330 milioni di euro.
A fronte di questa preoccupante situazione, i vertici del gruppo auditi proprio nei giorni scorsi dalla III Commissione in Comune ad Alba che ha una partecipazione del 5,3%, hanno asserito che stanno cercando di ottenere un finanziamento di 70 milioni da un pool di banche, e che ci sarebbe l'interessamento da parte del colosso lombardo A2A, partner industriale, per l'acquisizione anche eventualmente della maggioranza del gruppo. Successivamente - proprio qualche giorno fa - la stessa IREN partecipata del Comune di Torino, ha manifestato anche pubblicamente l'interesse in questa direzione.
Le ragioni dell'interrogazione rientrano in questo quadro molto delicato. Come ho detto, parliamo di un'azienda radicata sul territorio piemontese, che dà lavoro a quasi 1.300 dipendenti, che gestisce servizi di rilevanza pubblica, soprattutto nel sud della nostra regione, che implica un di più di trasparenza, a mio parere, proprio perché, ferme restando le regole di riservatezza legate alle quotazioni in borsa di A2A e di IREN, ci sono in ballo 103 Comuni, tante comunità, tanti utenti, cittadini e imprenditori locali che hanno investito in questa azienda.
Con l'interrogazione in oggetto, rivolgendomi al Presidente della Giunta regionale, chiedo alla Regione di vigilare affinché in tutto questo processo siano garantiti i livelli occupazionali, così come siano preservati gli investimenti e i servizi che Egea rende ai cittadini e alle imprese del Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marello per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Anche in questo caso, leggerò una nota pervenuta dall'Assessore Chiorino, che risponde quanto segue.
In merito al question time in oggetto, l'Assessorato monitora la situazione. A oggi non vi sono in corso né procedure di licenziamento né di cassa integrazione e, soprattutto, non risultano pervenute note o segnalazioni da parte dei sindacati.
Questa fase, sempre a oggi, si declina in un contesto di programmazione industriale. Pertanto, qualora il mio Assessorato ne sarà coinvolto sul piano occupazionale, confermo fin d'ora la massima attenzione per quanto riguarda il mantenimento dell'occupazione.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1325 presentata da Gallo, inerente a "Nuove strutture ospedaliere: il mutuo per i progetti preliminari è operativo?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1325.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Gallo.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione a risposta immediata torniamo su un tema su cui il Consiglio regionale ha dibattuto molto in sede di assestamento di bilancio: mi riferisco al finanziamento dei progetti preliminari o definitivi dei vari ospedali che sulla carta sono stati individuati già da qualche tempo (quasi un anno e mezzo fa) ma che, a oggi, non vedono ancora la luce.
Come sappiamo, il dibattito di novembre 2022 è stato ampio, momento nel quale, appunto, si annunciavano i primi progetti degli ospedali: ricordo Savigliano; ricordo Cuneo e via via altri progetti, per esempio a Vercelli.
Recentemente (nelle ultime settimane) è stata individuata l'area anche per il Maria Vittoria di Torino.
Tutti questi progetti e questi ospedali sono finanziati con le risorse INAIL, cui si può accedere solo nel momento in cui si ha il progetto definitivo da presentare; da qui è nato il dibattito per capire dov'erano le risorse per finanziare i progetti preliminari, fino ad arrivare ai definitivi, per poi accedere ai finanziamenti INAIL. In quella sede e in quella discussione, anche su sollecitazione delle forze di opposizione, è stato inserito l'articolo 18 della legge di assestamento (legge 18/2022) che autorizzava la Giunta regionale a contrarre un mutuo per l'importo non superiore a 30 milioni di euro, per una durata massima di dieci anni, a uno spread non superiore a quello applicato per la medesima tipologia di contratti da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.
Successivamente, in approfondimenti specifici in IV Commissione, oltre che con l'Assessore Tronzano, si è capito meglio, però, che i singoli progetti dovevano essere finanziati dalle singole ASL, che potevano poi accedere a questo mutuo di salvataggio messo in pista dalla Giunta solo nel caso in cui non avessero avuto le risorse proprie per finanziare i progetti. Siccome conosciamo tutti la situazione dei bilanci della sanità in generale, era quantomeno curioso rimandare alle risorse delle ASL la possibilità di finanziare i progetti. Comunque, verificata la finanziabilità delle ASL, qualora non avessero avuto le risorse, potevano accedere ai 30 milioni di mutuo.
In quella fase di discussione ci eravamo preoccupati del fatto che per accendere un mutuo, metterlo in campo e renderlo pienamente operativo, ci sarebbero voluti molti mesi, quindi si rischiava di slittare in avanti l'avvio delle procedure per i progetti preliminari. Volevo solo aggiungere che, sempre in quella discussione, personalmente ero stato ripreso e redarguito sul fatto che in poche settimane sarebbe stato operativo il finanziamento di 30 milioni messo a disposizione delle ASL, che comunque potevano partire a prescindere dal finanziamento, perché dovevano utilizzare le proprie risorse di bilancio.
A oggi, a distanza di cinque mesi, ci chiediamo, anche alla luce dell'individuazione dell'area del nuovo Maria Vittoria, nonché dell'inizio della discussione in Consiglio comunale a Torino e, se ricordo bene, domani in Commissione, se questo finanziamento è stato acceso ed è disponibile e utilizzabile non solo dall'ASL Città di Torino, ma anche da tutte le ASL interessate, o se siamo ancora in attesa di definire il contratto con un istituto di credito.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Gallo per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
L'Assessore Tronzano ci scrive una nota in cui precisa quanto segue.
"A fronte dell'autorizzazione legislativa di cui all'articolo 18 della legge regionale n. 18/2022, è stata inizialmente avviata la domanda di finanziamento inviata dalla Direzione Risorse Finanziarie e Patrimonio a Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. Tuttavia, al fine di un maggiore allineamento tra coperture finanziarie e correlati investimenti, si è ritenuto opportuno interrompere il percorso istruttorio presso l'istituto finanziario e riproporre l'autorizzazione annuale, per il medesimo importo in sede di approvazione del disegno di legge n. 231 "Bilancio di previsione finanziario 2023-2025".


Argomento: Nomine - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 1320 presentata da Disabato inerente a "Nomina Direttore/Direttrice del Salone Internazionale del Libro. La politica non faccia ingerenze sui nomi da includere nel comitato editoriale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1320.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino rappresenta dal 1998 la più grande fiera dell'editoria italiana. Ogni anno nel capoluogo piemontese si riunisce tutta la filiera del libro: case editrici, scrittori, librai bibliotecari, agenti, illustratori, traduttori e tantissimi lettori. Per gli editori, dai grandi gruppi agli indipendenti, il Salone è la più importante occasione di vendita e di presentazione delle novità editoriali.
Per tutti i settori, il Salone è un grande festival internazionale della cultura con 2.000 ospiti da ogni parte del mondo, per un totale di 1.200 eventi. Ogni anno arrivano al Salone le autrici e gli autori che hanno fatto la storia della letteratura del Novecento e del nostro secolo.
Ormai da 35 anni il Salone Internazionale del Libro riveste un ruolo fondamentale, non solo nell'ambito di una più stretta pertinenza, quello culturale, ma anche nella crescita e nello sviluppo economico, turistico e strategico della città, dell'area metropolitana e della regione. Quest'anno l'edizione del Salone del Libro si svolgerà dal 18 al 22 maggio nella cornice del Lingotto Fiere. Questa edizione sarà, tra l'altro, l'ultima diretta dal dottor Nicola Lagioia; è stata pubblicata, infatti, da parte del Salone una manifestazione d'interesse volta alla nomina di un nuovo Direttore. La nomina spetterà al Comitato d'indirizzo del Salone, di cui fanno parte la Regione Piemonte, il Comune di Torino, il Circolo dei Lettori e l'Associazione "Torino Città del Libro".
La definizione di un nome per la nomina del nuovo Direttore è da diversi mesi in situazione di completo stallo ed è stata anche oggetto di uscite politiche spiacevoli negli ultimi mesi, per cui si sono lette diverse pagine di giornali dedicate al tema. In particolare, mercoledì 15 febbraio - lo dico perché prima scherzavo, ma in realtà l'interrogazione era prevista per la settimana scorsa, per cui riportavamo il tema già una settimana fa - il dottor Paolo Giordano, scrittore e fisico, essendo tra i candidati alla direzione del Salone Internazionale del Libro, ha ritirato la propria candidatura, rilasciando a mezzo stampa alcune preoccupanti dichiarazioni, affermando: "Mi sembra non ci siano più le condizioni. Negli ultimi giorni ho avvertito che non ci sarebbe stata piena libertà, per me necessaria, per accettare l'incarico di Direttore del Salone. Ho percepito chiaramente che non sarei stato pienamente libero e inevitabilmente ho preso la decisione di tirarmi fuori".
Il giornale FanPage riporta un'altra importante dichiarazione del dottor Giordano: "Più che di pressioni politiche o partitiche, parlerei di convenienze e posizionamenti, ma la cultura e il Salone del Libro non meritano in ogni caso di essere lottizzati dal partitismo. Si parla tanto di pluralismo, ma quello che mi spiace è che non c'è la fiducia nell'universalità dei libri e della cultura. L'idea di polarizzare, in particolare se si parla della cultura, non mi appartiene". Direi che tutto questo è sacrosanto.
Il giorno successivo, il notaio Giulio Biino, Presidente del Circolo dei Lettori, ha dichiarato a mezzo stampa di aver ricevuto una garbata richiesta del Ministero della Cultura - il cui dicastero, peraltro finanzia il Salone attraverso il Centro per il Libro e la Lettura - di poter condividere all'interno del rinnovando comitato editoriale tre nominativi di espressione del Ministero. In merito a questa dichiarazione si legge sul giornale La Stampa che lo staff sta allestendo l'edizione 2023 e si affretta a specificare che i consulenti editoriali sono nominati dal Salone, non dal Ministero o da altri enti. Questa è la procedura. Queste sono le affermazioni che sono state fatte.
Ovviamente noi, a fronte di tutto ciò, vorremmo conoscere qual è la posizione della Giunta sul tema della tutela del Salone e vorremmo sapere in particolare, se la Giunta sia al corrente di eventuali imposizioni di nomi appartenenti al centrodestra nel Comitato editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino e in che modo intenda tutelarlo e tutelare e le future edizioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Disabato per l'illustrazione, anche se un po' lunga.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando il Vicepresidente Carosso, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

In merito all'interrogazione, la Regione ha appreso, all'esito della seduta del Comitato direttivo del 16 febbraio scorso, che la procedura individuata per la designazione del futuro Direttore del Salone internazionale del Libro è stata dichiarata chiusa, in quanto non ha prodotto i risultati attesi.
La Regione ha partecipato ai lavori fin dal primo giorno, adoperandosi per una soluzione condivisa nell'esclusivo interesse di una delle manifestazioni più importanti del nostro territorio. Escludiamo inoltre che questa situazione di stallo sia la conseguenza di un tentativo di politicizzare il Salone. Proprio questa Amministrazione, infatti, in sede di Comitato direttivo, aveva proposto per la direzione Elena Loewenthal e Gianni Oliva, nomi, com'è noto, di area politica ben diversa da quella del governo regionale, ma scelti per i loro indiscutibili meriti personali e professionali. Tuttavia, la nostra proposta non è stata accolta dalla componente privata del Salone.
Per quanto ci riguarda, il Salone internazionale del Libro dev'essere salvaguardato, e questo vale per tutti, perché è un bene troppo prezioso per il nostro Piemonte e per l'Italia.
Per questo motivo, il Presidente Cirio si è dichiarato fin da subito disponibile a condividere con il Sindaco di Torino, il Presidente della "Associazione Torino, La Città del Libro", il percorso migliore per individuare un nuovo nome per la direzione 2024-2026.
Il Salone internazionale del Libro è sempre stato libero e continuerà a esserlo, esattamente com'è avvenuto con Nicola Lagioia al quale, come sottolineato da lui stesso in occasione della presentazione dell'edizione 2023, è sempre stata garantita dal Governo regionale, così come dalle altre Istituzioni locali, la massima autonomia decisionale e gestionale.
Questo è il nostro modo di lavorare e così intendiamo continuare garantendo assoluto rispetto alle istituzioni del Paese, per un Salone internazionale del libro che vogliamo libero e pluralista.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1322 presentata da Magliano inerente a "Ospedali del territorio, urge sostituire i macchinari più obsoleti, anche con i fondi del PNRR: quali tempistiche per le sostituzioni e quale destinazione per i vecchi dispositivi?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1322.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Il 13 luglio 2021, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell'Italia è stato definitivamente approvato con decisione di esecuzione del Consiglio europeo, che ha recepito la proposta della Commissione europea.
Tra le Missioni del PNRR è prevista la Missione 6-Salute, i cui investimenti e riforme sono finalizzati a rafforzare la prevenzione i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario, garantire equità di accesso alle cure, migliorare le dotazioni infrastrutturali, tecnologiche e promuovere la ricerca e l'innovazione e lo sviluppo di competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale sanitario.
Premetto altresì che, in attuazione della DGR 25-5186 del 14 giugno 2022, la Regione Piemonte ha provveduto a impegnare la somma di 78.999.659 euro sul capitolo n. 216850 a favore delle Agenzie sanitarie regionali, per l'ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, grandi apparecchiature sanitarie a valere sul PNRR Missione 6 - Componente 2 Intervento 1.1.2, e la somma di 96.335.809,56 euro sul capitolo n.
216870/2022 a favore delle Aziende Sanitarie Regionali per l'attuazione relativa all'intervento PNRR, denominato "M6C21.1 - Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero" (digitalizzazione DEA I e II livello).
Attualmente negli ospedali e nelle strutture sanitarie piemontesi sono ancora utilizzati dispositivi piuttosto vecchi, talvolta da oltre vent'anni, in particolare TAC, mammografi, sistemi radiografici e altre tecnologie. Sono attualmente attive presso la Città della Salute di Torino dieci dispositivi TAC con età media di 9,4 anni, sette dispositivi per risonanze magnetiche con età di 11,5 anni, undici mammografi con età media di 6,5 anni e al Mauriziano di Torino è ancora attivo un sistema radiologico analogico del 2002. Presso altri ospedali dell'ASL di Torino si utilizzano tuttora tomografi prossimi a 15 anni e tecnologia per la diagnostica radiologica che sfiora in alcuni casi i vent'anni.
L'innovazione è il perno su cui ruota buona parte degli obiettivi del PNRR, accedere e utilizzare i fondi del PNRR è di cruciale importanza per la nostra Regione, soprattutto per rinnovare e aggiornare il nostro sistema regionale. L'aggiornamento di dispositivi dei macchinari è uno dei fattori che costituisce, insieme alla struttura e al personale, l'efficienza generale di una struttura ospedaliera, pure in un contesto generale migliore rispetto ad altre Regioni italiane e pur considerando che quasi sempre i dispositivi in meno recenti sono utilizzati come appoggio o backup, esistono significativi margini di miglioramento anche presso le nostre strutture.
Considerato che, infine, i fondi del PNRR sono, da questo punto di vista, un'occasione da non perdere e osservato che la situazione descritta è stata oggetto di recenti cronache giornalistiche sulle testate locali, da cui l'oggetto del question time, interrogo per conoscere con dettagli informativi sul destino del parco tecnologico sostituito e sulle tempistiche dei prossimi acquisti di tecnologia tramite i fondi del PNRR al fine di sostituire i dispositivi obsoleti presso le strutture sanitarie del territorio regionale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Carosso per la risposta.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento al quesito, nel condividere che l'innovazione è il perno su cui ruotano buona parte degli obiettivi del PNRR e che accedere e utilizzare i fondi del PNRR è di cruciale importanza per la nostra Regione soprattutto per rinnovare e aggiornare il Sistema Sanitario Regionale, si conferma che l'investimento "1.1.2 - Grandi Apparecchiature Sanitarie" del PNRR consiste nel migliorare la digitalizzazione dell'assistenza e migliorare la qualità dei processi, garantendo la sicurezza dei pazienti e l'erogazione di servizi di qualità.
In attuazione della DGR 25-5186 del 14 giugno del 2022, la Regione Piemonte ha provveduto a impegnare, con deliberazione del 12 agosto del 2022, n. 1515, la somma di 78.999.659 euro sul capitolo 216850/22 a favore delle Aziende Sanitarie Regionali per l'ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero.
L'investimento si riferisce all'ammodernamento digitale del parco tecnologico ospedaliero tramite la sostituzione di modelli obsoleti con modelli tecnologicamente avanzati.
Il target complessivo per l'ammodernamento del parco tecnologico e digitale delle grandi apparecchiature sanitarie è pari a 181 elementi per un importo complessivo di 78.999.659 euro, così come è declinato: acceleratori lineari, 13 per 26 milioni e rotti; angiografi, 12 per sette milioni e rotti; ecotomografi, 54 per euro 4.430.000; gamma camere, cinque per euro 2.625.000; gamma camera/TAC, tre per euro 2.379.000; mammografi 17 per euro 4.681.000; PET-TAC, due per 4.877.000; RNM-A 1,5 T, sei per euro 5.484.000; sistemi radiologici fissi, 55 per euro 13.451.000; TAC-A 128 STRATI, 14 per euro 7.521.000 per un totale, appunto, di 78.991.659 euro.
Il cronoprogramma dal POR e la messa in operatività delle grandi apparecchiature prevedono come termine il 31/12/2024, come riportato di seguito.
Sostituzione apparecchiature (quindi il 50% della spesa finanziata) prevista entro settembre 2023. In proposito, s'informa che gli ordini di acquisto effettuati dalle Aziende Sanitarie a metà febbraio sono stati pari a 110 grandi apparecchiature, quindi pari a 52,7 milioni.
Sostituzioni apparecchiature, quindi il restante 50% della spesa finanziata, prevista entro settembre 2024 e la messa in operatività delle grandi apparecchiature sanitarie entro dicembre 2024.
Il parco tecnologico sostituito dovrà essere oggetto di messa fuori uso e dismissione formale il prima possibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente Carosso per la risposta.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 1327 presentata da Avetta, inerente a "Quale futuro per il Parco dei Cinque Laghi di Ivrea?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1327.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per tre minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente, e grazie anticipatamente al Vicepresidente per la risposta che ci vorrà dare.
Stiamo parlando di un tema che abbiamo già avuto modo di affrontare in altre occasioni.
Il Parco naturale dei Cinque Laghi eporediesi è un'idea progettuale che sta maturando da parecchi anni. Addirittura nel 2019, su impulso della Città metropolitana di Torino, l'ente di gestione dei Parchi, era stato avviato un gruppo di lavoro con i Comuni interessati e la Regione Piemonte per l'istituzione del Parco.
Più volte la Giunta regionale si è espressa dichiarandosi d'accordo con l'istituzione del Parco, ma sta di fatto che, a oggi, i promotori dell'iniziativa, quindi i Comuni interessati, registrano una dilatazione dei tempi che si ritiene ingiustificata e che, soprattutto, desta qualche preoccupazione.
Qualche settimana fa, la Città metropolitana ha scritto a Regione Piemonte per avere delucidazioni sullo stato di avanzamento dei lavori anche in vista della predisposizione del bilancio preventivo 2023. È per questo che chiediamo al Vicepresidente di aggiornarci sull'iter del percorso di istituzione del Parco e, soprattutto, sul modo con cui s'intende dare impulso al progetto, aggiornando anche il cronoprogramma, in modo da consentire sia ai Comuni interessati dalla costruzione dell'istituzione del Parco sia a tutte le istituzioni interessate di mettere in campo un'adeguata programmazione politica e amministrativa.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Alberto Avetta per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando il Vicepresidente Fabio Carosso.
Prego, Vicepresidente; ne ha facoltà per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Assessore ai parchi

Grazie.
Per quanto riferito nell'interrogazione, in merito all'istituzione del Parco naturale in oggetto, è stato presentato, il 15 settembre del 2022 dalla Giunta regionale, il disegno di legge n. 222 "Istituzione del Parco naturale dei Cinque Laghi di Ivrea, modifiche normative e cartografiche alla legge regionale n. 29 del giugno 2009", il testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità.
Il disegno di legge è stato assegnato in tale data, come penso sappia anche il Consigliere Avetta, per l'esame in sede referente alla V Commissione e il 19 settembre 2022 alla I Commissione in sede consultiva.
Il 31 ottobre 2022 si sono concluse le consultazioni pubbliche avviate dalla V Commissione e quindi, oltre a quanto riportato nel fascicolo del DDL 2022 e pubblicato sulla banca dati, quel settore non ha ulteriori progressi comunicati.
Le aggiungo quanto personalmente posso dire io: ho sentito i Sindaci e il territorio, come anche il collega Avetta, cui ho dichiarato tutta la nostra disponibilità a portare avanti l'atto con celerità per concluderlo.
È una questione di sentire adesso le Commissioni che ci diano i documenti per procedere. La mia volontà di è poterlo fare nel più breve tempo possibile. Penso ci sia l'unità di tutti, per cui confido che nell'arco di qualche settimana si possa concludere l'atto, perché credo che ormai sia interesse di tutto il territorio e anche nostro. Sapevo esserci qualche perplessità di alcune associazioni agricole, come sappiamo tutti ma penso siano superate. Il problema, come sappiamo tutti, è che nei parchi c'è una gestione della fauna diversa da quella dei territori liberi, per cui il qui pro quo si basava proprio su quello.
Potrei dire che all'85% il territorio è tutto d'accordo, per cui è proprio una questione burocratica, ma lo chiuderemo il prima possibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente Carosso per la risposta.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 1328 presentata da Accossato inerente a "Discriminazione nell'accesso all'alloggio a canone agevolato illegittimità del requisito della residenza protratta per cinque anni e della clausola attributiva di punteggio preferenziale in caso di residenza protratta per dieci anni"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1328.
La parola alla Consigliera Silvana Accossato per l'illustrazione.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà per tre minuti.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
L'interrogazione a risposta immediata riguarda l'ipotesi di discriminazione nell'accesso all'alloggio a canone agevolato.
Il tema è legato al requisito di residenza protratta per cinque anni e ulteriormente, a una clausola di punteggio preferenziale di residenza protratta per dieci anni nel medesimo Comune. Mi riferisco a una determinazione dirigenziale dell'ATC del Piemonte centrale del 1° giugno 2022, relativa a un bando di concorso per l'assegnazione in locazione di alloggi liberi in Castellamonte, per il quale si richiedevano particolari requisiti di reddito minimo per l'accesso e anche, richiamando un regolamento del 1994 per l'esecuzione dei programmi costruttivi di nuove costruzioni, la residenza in Italia e un'attività lavorativa stabile di almeno cinque anni, requisito richiesto soltanto per i cittadini extra Unione Europea.
Ulteriormente questo bando, tra le condizioni che danno diritto al punteggio preferenziale, poneva anche le condizioni di essere residente nel Comune di Castellamonte da almeno dieci anni e, a questa condizione l'assegnazione di otto punti. L'attribuzione del punteggio è particolarmente discriminatoria e controversa perché è assegnato, per esempio, un punteggio inferiore, quello dell'anzianità di residenza rispetto a quello assegnato alla famiglia numerosa composta da tre o quattro persone, cui vengono assegnati da uno a tre punti. Per farla breve una persona che può far valere gli otto punti di residenza nel Comune riesce, pur non avendo altri requisiti, a sovrastare situazioni economico familiari ben più gravi.
Su questa vicenda l'Associazione di studi giuridici sull'immigrazione ha fatto una segnalazione all'ATC e anche alla Presidenza della Regione Piemonte che, a oggi, non ha avuto riscontro e ha promosso un ricorso presso il Tribunale di Torino, su cui attendiamo pronunciamento. Teniamo conto che la questione del termine della residenza quinquennale è già stato oggetto di sentenze da parte della Corte di Cassazione, della Corte d'Appello di Milano e di alcuni Tribunali che l'hanno ritenuto illegittimo ancorché si possa anche fare un riferimento all'irragionevolezza rispetto all'eventuale interesse della Regione Piemonte perché, essendo riferito all'intero territorio nazionale, non produce alcuna particolare relazione e incidenza sulla stabilizzazione del cittadino straniero nella nostra regione, se questo volesse essere l'obiettivo.
A fronte di questa situazione e di questo atteggiamento dell'ATC del Piemonte centrale, l'interrogazione è volta a conoscere quali azioni la Regione Piemonte abbia messo in atto per intervenire rispetto a questa discriminazione compiuta dall'ATC Piemonte centrale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Silvana Accossato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando il Vicepresidente della Giunta regionale Fabio Carosso.
Prego, Vicepresidente; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

La mia risposta sarà un po' breve.
Il riferimento dell'interrogazione è ben evidenziato dalla Consigliera Accossato, ma la tematica di cui trattasi è attualmente oggetto di un ricorso presso il Tribunale di Torino e quindi in costituzione di giudizio dall'Amministrazione regionale.
È evidente che dobbiamo attendere l'esito e la decisione del Tribunale con la conclusione del procedimento per intraprendere eventualmente qualsiasi azione, ragion per cui la risposta è così breve.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente Fabio Carosso per la risposta.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta immediata n. 1329 presentata da Bertola, inerente a "Richiesta informazioni su eventuale ampliamento delle attività estrattive nella cava posta in località Cascina Rognone (AL)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1329.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Bertola.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Chiediamo informazioni sull'eventuale ampliamento delle attività estrattive nella cava posta in località Cascina Rognone nel Comune di Castellazzo Bormida, in Provincia di Alessandria.
Nel 2020 era stato presentato un primo progetto di rinnovo e ampliamento della coltivazione della cava di ghiaia e sabbia in questa località da parte della ditta Allara, che aveva realizzato la prima cava.
La Conferenza dei Servizi della Provincia di Alessandria, intervenuta nell'istanza procedimentale, aveva dato parere negativo al progetto. Sta di fatto che la zona limitrofa soggetta al nuovo ampliamento di attività estrattiva è stata confermata da diversi studi commissionati da associazioni ambientaliste e dai Comuni limitrofi come soggetta a importante rischio alluvionale.
Per questo motivo, interroghiamo la Giunta per sapere se è favorevole anche sulla base dei suoi documenti di programmazione, ad esempio il PRAE all'ampliamento dell'attività estrattiva nella cava posta in località Cascina Rognone, visti i precedenti pareri contrari all'ampliamento e le problematiche del territorio, che è soggetto a forte rischio alluvionale.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Giorgio Bertola per l'illustrazione.
In accordo con il Vicepresidente Carosso, risponderà all'interrogazione l'Assessore Fabrizio Ricca.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Bertola per l'interrogazione. Darò anche poi la nota scritta, che contiene tutti i passaggi tecnici.
Per rispondere al question time, non si rilevano elementi ostativi al progetto.
Tenuto conto dello studio idraulico predisposto dal Comune di Castellazzo Bormida e delle considerazioni riportate nei pareri pervenuti e nelle risultanze dell'esame della documentazione progettuale originaria integrativa.
Considerato che la società Allara S.p.A. ha effettuato il pagamento delle tariffe regionali del diritto di escavazione, l'indirizzo è l'espressione di un parere favorevole al progetto di rinnovo di ampliamento della coltivazione della cava di ghiaia e sabbia sita in località Regina Cascina Rognone nel Comune di Castellazzo Bormida, a condizione che il proponente si attenga alle prescrizioni tecniche sopra elencato.
Ovviamente per conto del collega Tronzano le fornirò anche tutta la parte tecnica, così da poterla esaminare con più attenzione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Fabrizio Ricca per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1330 presentata da Ruzzola, inerente a "Carenza dei pediatri di libera scelta" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interrogazione a risposta immediata n. 1330.
L'interrogante, il Consigliere Ruzzola, ha chiesto risposta scritta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.45 il Presidente riaprirà la seduta del Consiglio regionale sospesa alle ore 12.50. Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 15.28 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere e Assessore regionale Guido Bonino deceduto il 27 maggio 2022


PRESIDENTE

È scomparso il 27 maggio 2022, all'età di 91 anni, Guido Bonino Consigliere e Assessore regionale nella IV e V legislatura.
Nato l'11 maggio 1931 a Savigliano, è stato Consigliere amministrativo dell'ospedale Santa Croce (1968-1973) e del Carle (1973-1977), oltre che Consigliere della Cassa di Risparmio di Cuneo dal 1970 al 1975.
Fu Sindaco di Cuneo dal 1976 al 1980. Venne eletto più volte Consigliere provinciale, ricoprendo la carica di Presidente della Provincia di Cuneo dal 1985 al 1988, e di Assessore dal 1990 al 1993. Dal 1998 al 2000 è stato nuovamente Consigliere comunale a Cuneo.
Eletto in Consiglio regionale del Piemonte, nella circoscrizione di Cuneo, Lista DC, dal 1988 al 1990 è stato componente delle Commissioni Bilancio, Artigianato e commercio, Pianificazione territoriale e Urbanistica.
Rieletto nella V legislatura, è stato componente delle Commissioni pianificazione territoriale e urbanistica, sanità e assistenza, tutela dell'ambiente e impatto ambientale e dal 7 giugno 1994 Assessore all'assistenza sanitaria.
Tra gli altri incarichi: Consigliere in Fondazione CRT dal 2000 al 2004, Autostrada Torino-Savona dal 2004 al 2011 e Fondazione Arco (ricerca oncologica). È stato Presidente dell'aeroporto di Levaldigi, Vicepresidente di Fingranda dal 2013.
Venne anche insignito del distintivo per 35 anni di appartenenza all'Accademia Italiana della Cucina, passione ereditata dalla nonna.
Guido Bonino è stato, inoltre, lo storico starter della stracittadina Strac?ni: protagonista di decenni della vita politica e amministrativa a Cuneo, in Provincia e in Regione, si distingueva per la sua semplicità giovialità e per l'amore per la sua terra, cui ha dedicato un'intera vita di impegno.
Con il Consiglio regionale ha sempre mantenuto uno stretto rapporto sostenendo e partecipando attivamente alle iniziative dell'Associazione Consiglieri regionali già facenti parte dell'Assemblea subalpina.
I funerali si sono tenuti il 30 maggio scorso, presente il Gonfalone della Regione Piemonte.
Alla moglie Maria Pia e ai figli Alberto e Laura desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra più sincera vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del già Assessore e Consigliere regionale Guido Bonino.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.54, riprende alle ore 16.04)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Abbiamo concluso l'esame del punto 5). La proposta di deliberazione n.
280 non è stata ancora licenziata dalla Commissione, pertanto passiamo al punto successivo.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Proseguimento esame ordine del giorno n. 924 presentato da Allasia Preioni, Gavazza, Mosca, Gagliasso, Cane, Zambaia, Poggio, Marin, Perugini Cerutti e Dago, inerente a "Proposta direttiva Unione Europea obbligo per tutti gli immobili residenziali del raggiungimento classe energetica E entro il 2030"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 7) all'o.d.g., relativo al proseguimento dell'esame dell'ordine del giorno n. 924.
Nella seduta del 31 gennaio, dopo l'illustrazione dell'ordine del giorno, è iniziata la discussione generale, nella quale sono intervenuti i Consiglieri Sarno, Cane e Bertola. Chiedo se vi siano altri Consiglieri che intendono intervenire.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Ero assente nell'ultima discussione, per cui le chiedo di ripetere l'oggetto dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

È l'ordine del giorno n. 924, inerente a "Proposta direttiva Unione Europea obbligo per tutti gli immobili residenziali del raggiungimento classe energetica E entro il 2030".



SACCO Sean

Rinuncio all'intervento. Devo esaminare il provvedimento e non ho avuto modo di farlo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Se non vi sono dichiarazioni di voto, chiedo il parere della Giunta.
Il parere è favorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 924, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 937 presentato da Stecco, Cane, Gagliasso Perugini, Gavazza, Preioni, Zambaia, Poggio e Marin, inerente a "Eliminazione del Cancro alla Cervice-HPV"


PRESIDENTE

Come concordato a inizio seduta, passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 937, di cui al punto 50) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Stecco per l'illustrazione.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Come sapete, il 4 marzo è stata la Giornata mondiale per la lotta contro il papilloma virus, che è responsabile del 99,7% di quasi tutti i casi di cancro della cervice uterina nella donna. Nel corso della vita l'80% della popolazione sessualmente attiva contrae l'infezione da questo virus e una donna ogni due minuti muore a causa del cancro. In Italia ci sono 3.000 casi di questo tumore e oltre 1.000 donne decedute nel 2020, tra cui 45 in Piemonte, con oltre 200 casi ogni anno.
Nel 2020, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato la strategia globale per accelerare l'eliminazione del cancro della cervice che sappiamo essere un cancro virus-correlato; quindi, attraverso una vaccinazione è possibile eradicare il cancro. Qual è la strategia? Raggiungere entro il 2025 diversi obiettivi: il 90% delle ragazze vaccinate contro l'HPV, quindi contro il virus del papilloma virus. Il 90% delle donne dovrebbe ricevere l'offerta di screening cervicale, quindi il pap test, e il 90% delle donne con diagnosi di cancro alla cervice di ricevere il corretto trattamento.
Diversi paesi nel mondo e diverse Regioni si sono attivate in tal senso. Il Piemonte si è già dimostrato virtuoso da quando, con una circolare del 2021, ha esteso la gratuità della vaccinazione anti papilloma virus alle donne con una lesione precancerosa circoscritta, cosiddetta CIN 2 +. Inoltre, ha esteso la gratuità ai ragazzi a partire dai nati del 2006 e per le ragazze a partire dalle nate nel 1993. Questo grazie a un'azione che è stata fatta insieme all'Assessorato di ampliamento della platea. Non è così in tutte le Regioni e in questo il Piemonte spicca per essere una delle più virtuose.
È chiaro che bisogna raggiungere l'obiettivo dato dall'OMS su questo tema, sul quale la IV Commissione e il Consiglio regionale hanno fatto un ampio incontro in Aula insieme alle associazioni dei pazienti e alle ASL.
Affinché si raggiunga l'obiettivo finale, con tale ordine del giorno chiediamo di inserire negli obiettivi delle ASL il miglioramento della copertura vaccinale anti papilloma virus per fare in modo che rappresenti un target e un obiettivo anche per le Aziende Sanitarie Regionali, nei loro ambiti, per raggiungere la percentuale del 95%, come stabilito dal Piano nazionale prevenzione vaccinale sulle coorti femminili e maschili, di valutare di estendere progressivamente la vaccinazione anti papilloma virus e, progressivamente, migliorare la percentuale di vaccinazione, ampliando la platea delle donne non ancora vaccinate di trent'anni. Questo è quanto chiediamo con l'ordine del giorno.
Affinché si prosegua l'attività di sensibilizzazione, chiediamo di procedere con una piccola cosa, che però può avere un grande significato perché crea un grande cambiamento: inserire, nella lettera d'invito per lo screening cervicale (pap test e HPV test), la possibilità di aderire gratuitamente, nei casi previsti dalla citata circolare, o in compartecipazione dei costi negli altri casi, alla vaccinazione anti HPV.
Questo permetterebbe di trovare una fascia ulteriore di donne che non erano state precedentemente sottoposte, facendo prevenzione sullo sviluppo di possibili cancri della cervice.
Il cancro alla cervice uterina in fase avanzata ha dei costi socioeconomici, oltre che di salute, estremamente alti. L'ampliamento della prevenzione permetterebbe di ridurre in futuro questi costi per ridurre il numero di cancri che si sviluppano, perché, come abbiamo detto, è una vaccinazione che impedisce al virus di far sviluppare il carcinoma.
Chiediamo, pertanto, di proseguire l'attività già iniziata, nonché di migliorare attraverso delle azioni da fare con le Aziende sanitarie e con i programmi di screening.
Queste sono le azioni che chiediamo con quest'ordine del giorno.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ricca.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 937, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 939 presentato da Magliano, inerente a "L'importanza della nomina dei componenti della Commissione Piano Regionale AIDS (PRAIDS)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 939, di cui al punto 49) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche i colleghi di maggioranza e di opposizione, per aver dato la possibilità di discutere di questo tema, ancorché vi fossero dei colleghi che avevano chiesto priorità su altri atti.
Premetto che con DGR del 22 febbraio 2019, "Recepimento dell'Intesa sancita tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, sul documento recante 'Piano Nazionale di interventi contro l'HIV e AIDS (PNAIDS)'", il Piemonte ha recepito l'intesa della Conferenza Stato Regioni sul Piano Nazionale AIDS e la costituzione di una Commissione regionale per l'implementazione dello stesso, la cosiddetta "Commissione Piano regionale AIDS".
La sopra citata DGR ha stabilito che si rende necessario provvedere a istituire una Commissione che supporti la pianificazione attuativa regionale del Piano nazionale in sostituzione della Consulta regionale, di cui alla DGR n. 127-40656 del 28 novembre 1994 e DGR n. 9.11706 del 6 luglio 2009. Inoltre, ha stabilito quanto segue: "Si rimanda a successiva determinazione del Direttore della Direzione regionale Sanità l'individuazione e la nomina dei componenti e le modalità di funzionamento di tale organismo, anche nei confronti dei soggetti e delle organizzazioni portatrici di interessi sopra menzionate".
I componenti della Commissione Piano regionale AIDS non sono ancora stati nominati; ricordo che la DGR è del 2019 e che siamo nel 2023.
La suddetta DGR ha assegnato alla Commissione le seguenti funzioni: predisposizione di proposte e di provvedimenti specifici necessari per l'implementazione o il consolidamento degli interventi previsti appunto dal Piano nazionale contro l'AIDS a livello locale e la loro integrazione e armonizzazione con gli obiettivi dei Piani regionali vigenti in materia sanitaria; monitoraggio degli indicatori di risultato degli interventi realizzati a livello locale; nella fase di programmazione e implementazione di monitoraggio degli interventi effettuare consultazioni periodiche dei soggetti e delle organizzazioni portatori di interessi.
L'infezione da virus dell'immunodeficienza umana HIV è una malattia grave e potenzialmente fatale. Tale infezione esercita un grande impatto sulla salute pubblica: sono circa 38 milioni le persone infette in tutto il mondo e circa 26 milioni in trattamento con farmaci antiretrovirali.
Oggi si stima che in Italia ci siano circa 120-130 mila persone che vivono con l'HIV, con circa 51.568 nuovi casi registrati tra il 2011 e il 2020. In Piemonte si possono stimare tra 8.400 e 9.100 persone che vivono con l'HIV, circa il 7% del totale in Italia. Di queste, l'88% (7.500) hanno ricevuto una diagnosi di HIV e si stima che 6.600 pazienti siano attualmente trattati con terapie antiretrovirali.
L'Italia deve affrontare la gestione del sommerso. Si stima che l'11 13% delle persone che vivono con HIV non abbiano ricevuto una diagnosi.
Secondo i dati della sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione dell'HIV, nel 2021 sono state riportate in Italia 1.770 nuove diagnosi di infezione, pari a tre nuovi casi per 100 mila residenti. L'incidenza più elevata si è riscontrata nella fascia di età 30-39 anni, colleghi. È un dato oggettivamente allarmante.
Sono stati 382 i nuovi casi di AIDS diagnosticati entro maggio 2022 pari a un'incidenza di 0,6 % per 100 mila residenti. In Piemonte, le nuove diagnosi registrate nel 2021 sono state 135, pari a 3,3 nuovi casi per 100 mila residenti (dato leggermente più alto della media italiana).
In rapporto ai residenti, Torino rappresenta l'incidenza più alta, con 3,5 casi per 100 mila abitanti.
Oggi, l'età mediana del paziente HIV positivo è di 41 anni ed è in continuo aumento. Attualmente, il 44% dei pazienti HIV positivi in Italia risulta avere più di 50 anni, dato più elevato rispetto ad altri Paesi europei. L'età sempre più avanzata dai pazienti HIV determina l'insorgenza di patologie età correlate e varie comorbidità, contribuendo ulteriormente alla fragilità dei pazienti HIV.
Evidenziato che all'aumentare dell'immunosoppressione dei pazienti è correlato l'aumento dei costi ospedalieri, il ritardo del trattamento di pazienti HIV porta a un peggioramento della condizione clinica e qualità della vita, con l'aumento della mortalità HIV correlata all'incremento dei costi diretti e indiretti con impatto sia sul sistema sanitario nazionale sia sulla società.
La costituzione della Commissione Piano regionale AIDS risulterebbe funzionale a implementare gli screening, la presa in carico dei pazienti HIV positivi sul territorio regionale e a colmare diverse criticità presenti sul territorio.
Non parliamo più di questa malattia perché siamo convinti che non vi sia, invece c'è e sta crescendo.
Con questo atto, impegno - e ringrazio i colleghi per averlo sottoscritto - il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi al fine di assicurare nel più breve tempo possibile la nomina dei componenti della Commissione Piano regionale AIDS, in attuazione di quanto previsto dalla DGR 22 febbraio 201 n. 328458.
Penso che su questo sia necessario procedere speditamente, anche perch questa Commissione e questo Piano potrebbero aiutarci a dare la giusta informazione anche rispetto alle nuove generazioni che hanno assolutamente bisogno di essere informate sui danni che l'HIV può produrre alla propria salute.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente Volevo dire che ho firmato anch'io l'ordine del giorno del Consigliere Magliano. So che l'Assessorato è in procinto di nominare la Commissione HIV. Il COVID aveva bloccato e ha portato altre priorità per due anni circa. Concordiamo in pieno sul fatto che in questo momento occorra fare partire la Commissione e so che l'atto è in procinto di essere promulgato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Solo per sostenere l'atto depositato e presentato dal collega Magliano aggiungendo un elemento, rivolgendomi soprattutto alla maggioranza e alla Giunta. Ci sono state comunicazioni ufficiali su alcuni dati che ci preoccupano, arrivate anche e non solo dall'Ufficio Scolastico Regionale ma anche da molte realtà e associazioni di docenti nelle scuole che si stanno ponendo il tema.
Lo dico al Consigliere Stecco: il problema dell'essere in procinto di non risolve il problema e la non capacità di aver messo, come strategica e urgente, quella nomina. Certo, non è quello che risolve il problema, ma sicuramente può aiutare. Lo sappiamo dalle indicazioni che arrivano soprattutto dalle scuole medie e superiori.
Lo dico in maniera molto chiara: il tema generale sull'educazione sessuale, e quindi dei rischi che comporta l'attività sessuale anche nei minori, è un tema che quest'Aula dovrebbe mettere al centro di un dibattito con l'Assessorato all'istruzione, con la IV Commissione e con la VI Commissione, perché i dati oggi presenti sono preoccupanti.
Oggi, l'elemento di rischio sull'HIV non è considerato prioritario e molti docenti (poi concludo, Presidente, perché capisco che questo tema non sia particolarmente di attenzione e di consenso, però credo che un'Aula con una Giunta che ha una mancanza, dovrebbe avere un po' più di attenzione) stanno ponendo il tema ai dirigenti scolastici e all'Ufficio Scolastico Regionale, perché le nuove generazioni, come diceva il collega Magliano, davvero non comprendono fino in fondo i rischi, non perché sono loro a non avere un'attenzione, ma perché nessuno gliene parla e nessuno gliene parla in maniera costruttiva, seria e puntuale, anche lasciando una serie di preconcetti culturali che molti adulti hanno.
Ovviamente voteremo a favore, ma speriamo davvero che questa nomina avvenga in fretta, visto il ritardo di più anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendovi altre richieste d'intervento in discussione generale dichiaro chiusa la discussione generale e chiedo il parere della Giunta.
Prego, Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alle politiche sociali e dell'integrazione socio-sanitaria

Il parere della Giunta regionale è favorevole.



PRESIDENTE

Possiamo procedere con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 939, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 752 presentato da Cane, Perugini, Marin Cerutti, Poggio, Gavazza, Zambaia, Stecco, Gagliasso, Demarchi, Leone e Dago, inerente a "Promozione di attività ed iniziative di comunicazione per una cultura che condanni ogni forma di violenza nei confronti dei lavoratori della sanità"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 752, di cui al punto 17) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Cane per l'illustrazione.



CANE Andrea

Grazie, Presidente.
Circa un anno fa ho presentato tale ordine del giorno al fine di arginare il fenomeno degli episodi di violenza a danno di chi esercita le professioni sanitarie, intendendosi con esse ogni aggressione fisica comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro.
Sempre un anno fa, sono rimasto negativamente impressionato da quanto questo fenomeno fosse diffuso e direi anche non sempre agevolmente inquadrabile dal punto di vista numerico. Per la stesura di questo testo sono anche stato supportato da diversi interlocutori e ispiratori, che ringrazio, tra cui, in particolare, l'Assessore alle Politiche sociali del Comune di Cuorgnè, Elisa Troglia, e anche la scrittrice, poetessa e infermiera Maria Teresa Chechile.
L'attenzione mediatica negli ultimi anni ha portato a far emergere il problema in maniera allarmante e questo problema lo possiamo analizzare attraverso un questionario che è stato sottoposto agli operatori sanitari nel 2020. Quell'anno che tutti noi ricordiamo in modo molto negativo, ma anche d'esempio per il futuro della nostra sanità.
Quel questionario fu sottoposto nel 2020 dall'INAIL e risposero 1.144 operatori della sanità, di cui il 45% era costituito da medici e il 44% da infermieri. Il 40% degli interpellati aveva dichiarato di aver subìto un'aggressione, con 459 episodi di violenza dichiarati e il 27% di averne subìta più di una. La molestia è stata la tipologia di aggressione maggiormente segnalata (42%), seguita dalla minaccia (35%), infine dalle aggressioni verbali (10%). Quanto al luogo di accadimento, il 91% delle aggressioni è avvenuto negli ambulatori o nei centri medico-legali. Il 61 dei casi sono state compiute da parte degli assistiti, mentre il 21% da parte dei familiari di quest'ultimi. Gli aggressori erano, nell'85% dei casi, maschi.
Nel questionario che ho citato erano sollecitate anche le reazioni corrispondenti, ovvero il 33% dei partecipanti ha risposto di avercela fatta da solo, mentre il 27% degli aggrediti ha riferito di aver richiesto aiuto o di essere stato aiutato da un'altra persona.
Concludo dicendo che la denuncia di infortunio all'INAIL è stata comunicata dal 12% degli operatori, ma solo il 4% lo ha fatto alle forze dell'ordine. È chiaro che gli infermieri sono i professionisti della sanità che, in assoluto, sono stati più colpiti dagli atti di violenza sugli operatori sanitari, addirittura l'89% vittima di violenza sul lavoro e nel 58% dei casi si è trattato di violenza fisica.
Hanno subìto violenza in generale sul posto di lavoro circa 180 mila infermieri - ripeto, 180 mila infermieri - e per oltre 100 mila si è trattato di un'aggressione fisica.
La situazione si sta ulteriormente aggravando perché, accanto alle usuali violenze durante la recente pandemia, si sono create situazioni come quelle in cui non è stato possibile far avvicinare le persone e i familiari ai ricoverati e questo ha generato ulteriori tensioni e anche minacce di morte.
Di tutte le aggressioni al personale sanitario, secondo l'INAIL, il 46 sono rivolte a infermieri e il 6% a medici. Quindi, ripeto, gli infermieri sono ancora una volta i professionisti che più sono stati esposti a questo genere di problematiche, perché si rivolgono direttamente ai servizi e al triage, sia ospedaliero sia a domicilio.
Le aggressioni agli infermieri sarebbero state circa 5.000 in un anno ma spesso però non vengono denunciate (una media di 13-14 al giorno).
Tuttavia, le mancate denunce e gli episodi non rilevati dimostrano che il numero è sicuramente sottostimato e quindi, in realtà, le violenze possono essere anche 10-15 volte più numerose.
In questa situazione l'invito è ad attivarsi per questo ordine del giorno per promuovere azioni di formazione e informazione relativamente alla Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari, che sarà proprio fra cinque giorni (12 marzo).
Occorre pensare di valutare strumenti attuali e concreti per programmare e promuovere azioni volte a garantire la sicurezza del personale medico-sanitario, per esempio predisponendo un programma di prevenzione con sostegno particolare agli operatori vittime di violenza e promuovere, presso gli operatori della comunicazione, la rimozione di contenuti critici, falsi o scorretti che possano compromettere la professionalità degli operatori sanitari e sociosanitari.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cane.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Brevemente a sostegno dell'intervento del collega Andrea Cane che, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari del 12 marzo, giustamente ha proposto all'Aula questo importante tema.
Oggi gli operatori sanitari, a tutti i livelli, soprattutto anche a seguito dell'ultimo periodo dopo la pandemia, corrono un rischio maggiore di aggressioni per una sempre minore "pazienza", ma anche maggiore tensione da parte dell'utenza della sanità, un po' anche perché usciti da un periodo difficile come quello che abbiamo passato. Però questo è un problema che nel tempo sta aumentando a tutti i livelli e in tutte le Regioni (c'è infatti, chi propone di ripristinare un sito di Polizia all'interno dell'ospedale, rimosso negli ultimi anni, per garantire maggior presidio).
È certo che, in queste condizioni, questa tipologia di aggressioni, che sono verbali ma anche fisiche (in alcune Regioni persino maggiori di altre), emerge una componente non solo legata all'attenzione e al nervosismo dell'utenza, ma anche una componente psichiatrica o psicologica che porta i pazienti che hanno già un ridotto controllo delle loro azioni a sfogarsi nei confronti dell'operatore sanitario che ha di fronte.
Ben venga, dunque, questo ordine del giorno, perché in questo momento storico è ancora più importante parlarne.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Stecco.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Chiedo all'Assessore Ricca di esprimere il parere della Giunta regionale.



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

La Giunta regionale esprime parere favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Mi stavo confrontando con i colleghi, perché non vorrei essere io che a quest'ora, non riesco a capire l'italiano.
Volevo chiedere al primo firmatario di chiarirci meglio il terzo punto dell'impegno: che cosa significa "promuovere presso gli operatori della comunicazione - che già è una definizione vaga! - "la rimozione di contenuti critici, falsi o scorretti che possano compromettere la professionalità degli operatori sanitari e socio-sanitari"? Ma, poi "rimozione" da dove? Ci sembra un impegno poco definito anche rispetto ai destinatari delle azioni di promozione. Inoltre, come ho detto, non si capisce cosa si intende per "rimozione". Magari si potrebbe scrivere qualcosa del tipo "promuovere l'adozione di una terminologia che non." Vorremmo solo capire l'intento di questo terzo impegno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cane; ne ha facoltà.



CANE Andrea

Ringrazio per la domanda, perché ha un doppio contenuto.
Intanto, come ho evidenziato all'inizio della mia discussione, questo ordine del giorno, ahimè, ha già più di un anno di età, perché era stato depositato il 12 marzo per la ricorrenza dello scorso anno.
Adesso, per fortuna, siamo un po' più lontani da certe tendenze più diffuse nello scorso anno, ma la sintesi di questa frase era rivolta al diffondersi di fake news su tutto ciò che riguardava l'argomento del COVID e delle relative vaccinazioni. Dopo un anno siamo un po' più abituati a non parlare di questi argomenti, però se mi è stato chiesto un chiarimento su quella frase è proprio perché penso che anche la politica debba essere spronata alla totale eliminazione di tutto ciò che, come fake news, pu incitare alla violenza nei confronti degli operatori sanitari, quindi verso i medici e gli infermieri.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Ringrazio la collega Frediani, perché anche noi ci stavamo confrontando per capire meglio il senso di alcune frasi.
Colgo la positività dell'atto d'indirizzo. È trascorso ormai un anno dalla sua presentazione, come diceva il collega, e abbiamo anche visto nell'arco di quel periodo pandemico che sul tema dei vaccini alcune forze politiche non erano così convintamente a favore rispetto all'esempio che ha posto il collega Cane.
Siamo dunque contenti se il terzo impegno è relativo a una più chiara presa di coscienza contro le fake news legate in particolar modo ai vaccini, dal momento che altre forze politiche, o alcune forze politiche in quel periodo qualche dubbio sul tema dei vaccini l'avevano espresso.
Alla luce di questo chiarimento, voteremo convintamente a favore dell'ordine del giorno in discussione.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi spiace insistere su quel punto. Premetto che noi siamo convinti di votare favorevolmente l'atto d'indirizzo in discussione. Tuttavia, il terzo punto del dispositivo può essere letto come censura preventiva alla stampa che sappiamo non esistere più dallo Statuto Albertino, oppure come giudizio aprioristico. Per intenderci, parlando di fake news che sui vaccini purtroppo si sono largamente diffuse, un conto è la piattaforma privata come Facebook, che rimuove o filtra i contenuti che non desidera contrassegnandoli come fake news: in questo caso, non ci si appella (o meglio, ci si appella, ma fanno quello che vogliono perché Facebook è una piattaforma privata).
"Promuovere" è corretto come verbo; tuttavia, scrivere "promuovere presso gli operatori della comunicazione la rimozione di contenuti critici".
Intanto, chi sono gli "operatori della comunicazione"? Tutti i giornalisti? Tutti coloro che fanno comunicazione, pubblica e privata? Mi sembra una definizione vaga. Sembra quasi che il Consiglio regionale impegni gli Assessori competenti a chiedere di rimuovere contenuti che loro ritengono "falsi" all'interno di determinate comunicazioni.
Pertanto, sono d'accordissimo con l'ordine del giorno, ma mi permetto di far notare che forse questo impegno può essere meglio formulato, dicendo che si promuove una comunicazione più corretta.
In effetti, è difficile rimodularlo, perché è una dicitura altrettanto vaga. Però, in realtà, quando si parla di libertà di pensiero e di espressione, andiamo a toccare anche ambiti costituzionalmente tutelati.
Insomma, ritengo che questo punto possa ingenerare degli equivoci: magari l'ordine del giorno si potrebbe votare per parti separate; sono per trovare una soluzione, non per porre problemi.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi sono altre richieste di intervento. Non essendovi interventi, passiamo alla votazione.
Il parere della Giunta è favorevole.
Il presentatore accetta la richiesta di votazione per parti separate?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

O è "sì" o è "no". Non faccia il democristiano.



CANE Andrea

Lungi da me fare il democristiano, Presidente. Direi che è un "no" perché non ne vedo il motivo sostanziale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 752, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 940 presentato da Bongioanni, inerente a "Condanna alle violenze degli anarchici"; ordine del giorno n. 943 presentato da Allasia, Preioni, Zambaia e Mosca, inerente a "Disordini corteo a Torino del giorno 4 marzo"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del punto 51) all'o.d.g., inerente all'ordine del giorno n. 940 e all'ordine del giorno n. 943.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 940; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
L'articolo 17 della Costituzione prevede: "I cittadini hanno il diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica".
Tuttavia, quello che è accaduto a Torino alla manifestazione che si è svolta sabato 4 marzo presso piazza Solferino e nelle sue vicinanze contraddice lo spirito della Costituzione di manifestazione pacifica e senz'armi, poiché nel corteo vi è stata la presenza di elementi armati di sassi, bombe molotov, mascherine antigas, martelli, petardi e liquido infiammabile, con episodi di vandalismo e danneggiamento verso negozi attività commerciali e auto.
E qui un pensiero va rivolto ai nostri imprenditori del commercio che si alzano alle 5 del mattino per cercare di portare a casa uno stipendio per loro e per le loro famiglie, che si vedono le attività distrutte, così come per chi investe le proprie risorse e risparmi per acquistare un'auto che si ritrova bruciata o distrutta. Ma ci sono stati anche scontri fisici con le forze dell'ordine: due poliziotti feriti, un operatore del Reparto mobile di Milano colpito da una bomba carta a una gamba e un'operatrice della Polizia scientifica raggiunta alla mano da una bottiglia di vetro scagliata da alcuni dimostranti.
In seguito a questi fatti, cinque persone sono state arrestate, 33 portate in Questura per accertamenti, una denunciata per possesso ingiustificato di materiale esplodente e due per possesso ingiustificato di armi, oltre all'emissione di 11 fogli di via e sequestro di molto materiale.
A prescindere dal pensiero politico riguardante la misura del regime carcerario del 41 bis, la Costituzione vieta la violenza a fini politici da qualunque parte essa provenga, ed è quindi necessario mostrare rigore e fermezza verso chi si macchia di tali atti delinquenziali, mantenendo l'unità delle Istituzioni di fronte a minacce di elementi violenti che mascherano la loro attività criminogena sotto l'ombrello del diritto legittimo a manifestare, come ho detto in apertura, garantito dalla Costituzione.
Vi è, infatti, il rischio, a oggi non escluso da parte degli inquirenti, che possa esserci una saldatura tra due mondi storicamente divisi, l'anarchia e l'antagonismo. Il fine ultimo di questa unione potrebbe essere il tentativo di sovvertire l'ordine costituito, come dimostrano gli attacchi e le minacce alle rappresentanze dello Stato di ogni livello che come abbiamo visto in questi giorni, inaccettabili sotto ogni punto di vista.
La galassia anarchica fa capo al FAI-FRI, acronimo per Federazione Anarchica Informale e Fronte Rivoluzionario Internazionale. Si è resa responsabile di atti violenti contro le Istituzioni e contro i privati cittadini. Verso questi gruppi le Procure svolgono da anni indagini per reati di estrema gravità come terrorismo e propaganda al terrorismo, dalle quali si sono avute condanne di alcuni esponenti del FAI per diverse decine di anni di carcere.
Rilevato anche che il mondo facente capo agli anarchici insurrezionalisti legati alla Federazione Anarchica Informale si avvale di elementi di rinforzo che provengono da altri Paesi europei, quali Francia Germania e Grecia, che hanno dimostrato di poter colpire obiettivi anche al di fuori dell'Italia. Tramite un rafforzamento della cooperazione con Europol e Interpol si potrebbe arrivare a ridurre la presenza di questi elementi sul territorio nazionale e tentare così di prevenire questo tipo di manifestazioni violente.
Alla luce di quanto letto ed esposto, il Consiglio regionale impegna la Giunta e il Presidente a condannare fermamente gli atti di violenza urbana verificatisi in correlazione alla degenerazione del corteo tenutosi a Torino in piazza Solferino e nelle aree adiacenti il giorno 4 marzo esprimere solidarietà agli agenti di polizia feriti durante tali scontri e il sostegno alle Istituzioni di ogni ordine e grado; concertare con la Prefettura ed il Ministero dell'Interno un rafforzamento dei controlli ai valichi di frontiera e nelle aree di filtraggio in occasione di raduni e cortei, al fine di prevenire la presenza di elementi di particolare violenza provenienti da Paesi esteri; rafforzare la cooperazione con Europol e Interpol, al fine di facilitare lo scambio di dati e informazioni circa i soggetti più a rischio; costituirsi parte civile contro gli autori degli atti vandalici verificatisi in seguito al corteo che si è tenuto a Torino il giorno 4 marzo.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 943, presentato dal Presidente Allasia e collegato all'ordine del giorno n. 940.
La parola al Presidente Allasia, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



ALLASIA Stefano

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere meno tecnico e meno preciso e puntuale.
Essendo io di Torino, la manifestazione del 4 marzo scorso mi ha toccato emotivamente, come tanti altri torinesi qui presenti in Aula.
Sappiamo benissimo che la manifestazione non era riferita a un evento torinese, ma abbiamo la sfortuna di avere qui a Torino un importante gruppo antagonista anarchico, quindi siamo un po' abituati; alle volte, però, "il troppo stroppia" e, sia pur con atti democratici, bisogna mettere un limite e una linea di demarcazione ben precisa.
Colleghi, il sottoscritto ha manifestato tanti anni, sicuramente, nel mio partito, la Lega. Adesso sono ospite del Gruppo di Forza Italia momentaneamente solo per parlare, però ho sempre manifestato in modo democratico, alle volte anche con toni accesi, ma mai lanciando nulla contro altri, mai spaccando una vetrina, mai imbrattando.
No, forse. Mi autoaccuso, perché qualche imbrattamento con qualche adesivo l'ho fatto, però forse il reato è caduto in prescrizione, perci posso autodenunciarmi. Qualche scritta notturna tipo "Padania libera e indipendente" l'ho fatta, ma non mi sono mai nascosto dietro, l'ho fatto sempre in termini e in luoghi assolutamente non privati.
In questa manifestazione, però, si è esagerato, perché è stata danneggiata la proprietà privata, come ha già descritto il Consigliere Bongioanni, oltre alle vetrine di negozi distrutte. Persino le forze dell'ordine, cui tutti noi, e spero tutto il Consiglio regionale esprimiamo pienamente solidarietà, come anche ai cittadini che hanno subito danni, non capiscono la motivazione per cui si sono accaniti contro le proprietà private.
Io non voglio distinguere proprietà privata e proprietà pubblica perché nelle scorse manifestazioni di anarchici a Torino andavano contro degli obiettivi sensibili che erano le banche, che erano gli istituti di forza pubblica, cosa che il mio Gruppo politico e la parte del centrodestra hanno sempre difeso a spada tratta; non tanto le banche, ma quello è un altro capitolo, perché secondo me è un'altra questione da trattare, però in modo democratico e legislativo.
Sicuramente, non è lanciando un tombino che si risolvono le questioni però correttamente, com'è già stato descritto e definito anche dallo stesso Sindaco di Torino, bisogna porre dei limiti, bisogna fare in modo che chi ha avuto danneggiamenti seri, privati e pubblici, sia ripagato al più presto.
Ho sentito dire da qualcuno che ci sono le assicurazioni, quindi, come dire, chi se ne frega! Ho capito, ma perché si deve andare a danneggiare? Andiamo a penalizzare e a colpire effettivamente chi ha fatto gli atti "travosi", tenendo conto che la protesta può essere legittimata da un proprio pensiero.
Non entro nella discussione su Cospito libero o in galera, Cospito al 41 bis o Cospito fuori dal 41 bis; se è lì, ci sarà un motivo. Dico sempre che se qualcuno è in galera, ci sarà un motivo. Non è che adesso la Magistratura la si utilizza a proprio piacimento o la si guarda come meglio si crede nelle varie situazioni. Oggi come oggi, Cospito è in galera e detenuto in restrizione con il 41 bis per determinati eventi e fatti. Molto probabilmente, chi manifestava e chi sbandierava lo striscione al fianco di Alfredo, aveva più piacere di stare in galera che fuori per le strade.
A mio giudizio, è molto meglio stare al di fuori e operare come si opera in modo democratico all'interno del Consiglio regionale. Se uno ha qualcosa da esprimere, lo può esprimere con manifestazioni in piazza in modo democratico, come tanti di noi abbiamo fatto e anche il mio Gruppo politico ha fatto e continua a fare costantemente, che sia al Governo o all'opposizione, però qui ci sono degli atti da condannare da parte di tutti, perché si è devastata una parte della città da parte di alcuni cittadini torinesi, e non solo.
Questa manifestazione è stata organizzata da tempo chiamando in adunata personaggi da varie parti d'Italia, da varie città d'Italia e, soprattutto anche al di fuori dei nostri confini. Avete letto le cronache, avete interloquito con le forze dell'ordine in questi ultimi giorni, per cui sapete benissimo che i gruppi antagonisti stranieri esteri, francesi e spagnoli, sicuramente non sono venuti con un mazzo di rose o con le mimose da portare domani alla Festa della donna, ma sono venuti con i caschi, con i manganelli e con oggetti per offendere. Offendere e deturpare il bene pubblico, quello privato e, in qualche caso, purtroppo, com'è successo e anche si è descritto, le persone a livello fisico. In questo caso fortunatamente, la violenza fisica è rimasta circoscritta solo all'interno della manifestazione, anche se purtroppo sono stati feriti due agenti di polizia, la cui prognosi spero sia sciolta al più presto.
È necessario far capire ai cittadini, da parte nostra, qual è il modo corretto per manifestare, perciò rivendico l'assoluta volontà e la possibilità che il Consiglio regionale esprima, come nell'ordine del giorno, la richiesta di impegno da parte della Giunta, tramite gli Assessori competenti, affinché ci sia la possibilità che la Regione si costituisca parte civile in un processo futuro, come farà sicuramente anche la Città di Torino. Inoltre, che ci possa essere la soluzione per cui chi ha effettivamente danneggiato paghi di tasca propria e chieda anche scusa a chi è stato danneggiato, perché l'immagine risultata da questa vicenda è stata negativa per Torino e tutto il Piemonte.
Noi, tutti i giorni, nell'ambito della maggioranza e dell'opposizione cerchiamo costantemente di migliorare il sistema Piemonte, il che pu essere interpretato in modo positivo o negativo, però si cerca sempre di dare un'immagine positiva della nostra città, del nostro Piemonte e poi arrivano quattro.
Non so come poterli definire, perché se li definisco come ho pensato l'altro giorno offenderei l'Aula, ma indubbiamente non sono persone perbene. Pertanto, per quattro persone non perbene, per non chiamarle in altro modo, l'immagine della nostra città non è stata sicuramente un buon tornaconto d'immagine verso quello su cui si sta lavorando per recepire e avere sempre un livello turistico sul nostro territorio.
Ben vengano le manifestazioni sportive; se nel prossimo futuro ci sarà di ospitare a Torino le Olimpiadi, saremo tutti ben contenti (spero che anche la sinistra sia contenta e che l'attuale opposizione, senza offendere nessuno, sia tutta felice), però sicuramente eventi come quelli di cui parliamo oggi, che hanno ridondanza ed eco quasi quanto un evento sportivo come le Olimpiadi, sicuramente non giovano alla nostra immagine.
Pertanto, ci dev'essere la parte politica e la parte amministrativa regionale che si fa parte civile per chiedere i danni a chi effettivamente ha occupato quegli spazi e la cronaca nera cittadina in questi giorni.
Oltremodo, rivendichiamo come posizione, ma è già stato descritto dal mio collega Bongioanni, la possibilità di chiudere i centri sociali a Torino e non solo, soprattutto un centro sociale specifico come quello di Askatasuna, e chiudere le radio antagoniste, volano di pubblicità all'interno di quel mondo lontano dagli atti democratici di questo Consiglio, per fare in modo che eventi come quelli non si ripetano.
La mia richiesta è che possa essere accolta dalla Giunta, ma direi dall'intero Consiglio, quest'ordine del giorno, per voltare pagina, per far vedere che la parte buona del Paese, la parte buona del Piemonte, siamo noi come Consiglio, come atti legislativi, come atti democratici.
Grazie dell'attenzione e, rubandovi ancora qualche secondo, ringrazio la Presidenza pro tempore della disponibilità e della possibilità di avermi dato la parola.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Presidente.
Dichiaro aperta la discussione generale congiunta sugli ordini del giorno n. 940 e n. 943.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il Consigliere Silvio Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente, per annunciare che entrambi gli altri avranno il nostro voto favorevole.
Ieri si è espresso anche il Sindaco della Città di Torino Lorusso. Su questo non possono esserci infingimenti e distinzioni, occorre essere tutti compatti per dire che la libertà di espressione e di manifestazione è sacrosanta fino a quando quella libertà non è violata nella sua dimensione più grande, cioè la libertà di coloro che in quel momento avevano negozi aperti o delle famiglie che stavano vivendo una giornata a Torino. Il giorno prima c'è stata una manifestazione sull'ambiente che si è conclusa in modo assolutamente pacifico, mi raccontava il collega Sarno; invece sabato abbiamo visto una città messa a ferro e fuoco.
Sono stati lesi i diritti di coloro che lavorano e pagano le tasse negozi che sono stati indiscriminatamente massacrati, indipendentemente dalla tipologia di beni venduti. A mio avviso è stata violata, e lo dico con profondo rammarico, anche l'integrità di uno dei simboli più importanti della nostra città: il Santuario della Consolata. Sono riusciti, proprio coloro che chiedevano misericordia e grazia per un loro compagno, a imbrattare la Consolata, forse simbolo della più grande misericordia che ci sia stata da 2.000 anni a questa parte.
Questa è una riflessione mia personale: bene ha fatto l'Arcivescovo a sottolineare che i torinesi sono andati a mettere dei fiori malgrado le bestemmie scritte sulla pavimentazione della Consolata.
Detto questo, oltre alla solidarietà alle forze dell'ordine e a costituirci parte civile, noi, come Gruppo dei Moderati, abbiamo chiesto e lo faremo in maniera più esplicita (l'abbiamo fatto ieri a mezzo stampa) di immaginare un fondo per possa sostenere chi ha subito danni.
Ho parlato con diversi assicuratori di coloro che hanno subito danni. I premi assicurativi non copriranno i danni che questi delinquenti hanno arrecato a coloro che volevano solo vivere di quello che potevano produrre e vendere, per cui sarebbe importante che Regione Piemonte e il Comune di Torino dessero un segnale di questo tipo, aperto anche alla cittadinanza in modo che la parte buona di questa regione e di questa città possa contribuire con euro personali, affinché coloro che hanno subito questi danni, che non verranno pagati interamente dalle proprie assicurazioni possano vedere ristorati questi danni dopo anni di Covid, dopo anni di crisi, durante l'inflazione e durante l'aumento dei prezzi.
Noi voteremo convintamente a favore di questi due atti e riteniamo che ciò che è accaduto sia grave e su questo non possono esserci né divisioni né distinguo.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il Consigliere Mauro Fava; ne ha facoltà.



FAVA Mauro

Grazie, Presidente.
È necessario avere il coraggio di constatare che più di qualche cosa non ha funzionato nella gestione del corteo anarchico che ha attraversato sabato scorso le vie del centro cittadino di Torino. È stato innalzato un livello di guardia a protezione delle Istituzioni e dei rappresentanti. È evidente che la tensione conosciuta era alta. Da settimane, i servizi denunciano che la radio di questi estremisti e le proteste sono in procinto di fare un salto di qualità con atti dimostrativi.
Come Forza Italia pensiamo fosse necessario prevenire invece che intervenire a cose accadute. Non si arriva a un evento tipo sabato quasi per caso; c'è da domandarsi chi pagherà i danni compiuti da questi delinquenti, che spesso risultano nullatenenti. Il tutto diventa surreale se si pensa che proprio ora molti dei fermati alla fine della manifestazione sono tranquillamente in libertà. Quale messaggio si manda alle forze dell'ordine che arrestano e dopo poche ore vedono vanificato il loro proprio lavoro? Troppo spesso, le forze dell'ordine sono lasciate sole nell'ambiguità delle dichiarazioni di alcuni partiti politici che, da un lato, condannano e, dall'altro, accarezzano l'elettorato anarchico.
Questi due ordini del giorno, che approviamo, hanno il pregio di fare chiarezza su quanto accaduto e di chiedere, senza distinguo, che vi sia una risposta forte dello Stato, oltre di chi ha commesso errori e paghi i danni arrecati, perché i cittadini, specialmente i cittadini di Torino, non devono essere lasciati soli in queste circostanze.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Mauro Fava per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il Consigliere Sarno.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per aggiungere un elemento all'ordine del giorno in particolare quello a prima firma Bongioanni ma, nella parte coincidente anche a quello a prima firma Allasia.
Al punto 5) dell'ordine del giorno del Consigliere Bongioanni, il punto relativo alla costituzione di parte civile, vorremmo aggiungere, come Gruppo del Partito Democratico e in scia a quello che stava dicendo il Consigliere Magliano, le parole "impegnandosi a devolvere la somma ricevuta ai commercianti colpiti dagli atti violenti". Sostanzialmente non solo costituirsi parte civile, ma se, come conseguenza, si raccogliesse una somma, devolverla, come diceva il collega Magliano, direttamente ai commercianti che hanno subìto quegli atti. Questa è la prima considerazione, Presidente.
La seconda. Condividendo ovviamente l'incipit dell'ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale della Città di Torino, come ricordato, con i proponenti abbiamo identificato la "parte buona" della città. In tale atto, è evidente la condanna per il metodo al netto dei contenuti. È vero Presidente, che se parliamo di parte buona, lo dico con estrema chiarezza se ci fosse domani un presidio per la difesa dell'ordine pubblico e per la difesa di quei commercianti contro quella violenza, quella piazza, in risposta a quei fatti, sarebbe occupata e animata da tutte le forze politiche presenti in quest'Aula.
Tuttavia, voglio far notare che a Firenze, per altri atti violenti e squadristi, quella piazza, la "parte buona", non era animata da tutte le forze democratiche di questo Paese. Credo che questo sia un male per il nostro Paese, non per le parti politiche in causa o che sto richiamando, ma per il nostro Paese repubblicano non violento e antifascista. Quando ci sono delle mancanze in una piazza del genere, credo che ci sia un problema all'interno del nostro Paese, quindi crediamo fortemente che nelle prossime settimane ci debba essere una discussione in quest'Aula anche sui fatti di Firenze.



(Commenti fuori microfono)



SARNO Diego

Presidente, sto parlando e non ho interrotto nessuno, chiedo ai colleghi di non farlo.



PRESIDENTE

Colleghi, fate silenzio e fate finire il collega Sarno.



SARNO Diego

Credo che ci sia una riflessione e in quella riflessione, come stavo dicendo prima di essere interrotto da qualcuno seduto nei banchi delle prime file alla mia sinistra, credo che quella mancanza, quei vuoti, quella non presenza.



(Commenti fuori microfono)



SARNO Diego

Io non ho interrotto. Forse qualcuno dovrebbe imparare a stare in aula ad ascoltare anche coloro che...



PRESIDENTE

Collega, si rivolga a me.



SARNO Diego

Sto parlando con lei.
Se qualcuno ha dei dubbi sui valori fondativi della nostra Repubblica non è sicuramente un mio problema, ma di chi solleva dubbi su chi dovrebbe stare in una piazza che ha dichiarato fortemente che l'antifascismo è un valore fondativo della nostra Repubblica.
Votiamo questi ordini del giorno, ma l'atteggiamento di alcuni.
Noi non siamo così, non ne facciamo una questione strumentale di parte ma di contenuti.
Credo che quando ci sono e vediamo delle mancanze con la stessa foga e importanza con cui sono stati legittimamente presentati questi atti d'indirizzo, speriamo, Presidente, che nelle prossime settimane si abbia la stessa volontà di tutelare l'ordine pubblico, di condannare la violenza magari la violenza su alcuni giovani: su quello ci misureremo in quest'Aula.
Se c'è una parte buona, c'è sempre, non a correnti alternate. È per quello che crediamo fortemente nel valore democratico degli atti d'indirizzo in quest'Aula, ed è per quello che abbiamo voluto mettere insieme un ragionamento più complesso dichiarando, a differenza di altri che sui contenuti di quegli ordini del giorno abbiamo contribuito con una modifica che chiediamo al primo firmatario, se è d'accordo, di accogliere.
In tal caso, voteremo a favore.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Sarno per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire, in discussione generale, la Consigliera Francesca Frediani.
Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Annuncio il voto di presenza rispetto a questi due atti d'indirizzo, ma per due motivi molto semplici.
Il primo riguarda l'atto, a prima firma del Consigliere Bongioanni, che mi sembra che in alcune parti faccia un po' confusione tra i concetti di anarchia e antagonismo. Mi sembra che questo denoti una tendenza, che si vede da qualche tempo, di criminalizzare tutti i movimenti di protesta. Lo dico perché da anni appartengo a un movimento di protesta che si muove in modo assolutamente pacifico e che viene continuamente criminalizzato dai media e dalla politica, anche da quelli che in questo momento stanno ridacchiando senza conoscere minimamente il mio territorio.
Questa confusione credo che sia strumentale e che segua dei fatti che devono essere assolutamente condannati, che sono infatti oggetto di attenzione da parte di chi è preposto ad approfondire i fatti, che si danno anche per scontati. Io non so, non ero neanche presente, perché l'area anarchica non mi appartiene, altrimenti non sarei neanche qui a parlare (credo che questo sia chiaro a tutti).
Credo che lo scopo di questo atto d'indirizzo sia quello di criminalizzare, in generale, tutte le forze che si oppongono a vario titolo e anche con metodi assolutamente pacifici nel nostro Paese. Non mi sento di condividere questa impostazione e questa confusione rispetto ai vari movimenti che ci sono nel nostro Paese e con una generalizzazione che trovo assolutamente banale.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno presentato dal Presidente Allasia, tra l'altro - lo ricordava anche il collega Bertola - quando si presenta un atto d'indirizzo di questo tipo, normalmente se ne chiede la sottoscrizione ai Capigruppo (almeno così si faceva nelle precedenti legislature). Comunque, al di là di questo aspetto, mi sembra che ricavare delle premesse da articoli di giornale non sia proprio un atto degno di un Consiglio regionale.
Mi aspettavo, nelle premesse, almeno qualche riferimento in più rispetto alle competenze regionali, che tra l'altro non sono chiare n negli impegni dell'atto d'indirizzo del collega Bongioanni, né nell'impegno del Presidente Allasia. Cioè in alcuni impegni non vediamo grande attinenza con quelle che sono le attività del Consiglio e della Giunta. Ad esempio non so se al momento ci sia cooperazione con l'Europol e con l'Interpol per facilitare lo scambio di dati e informazioni circa i soggetti più a rischio. Non so se sia un'attività della Giunta già in essere, per scrivere "rafforzare la cooperazione", induce a pensare che questa attività sia già in essere.
Confermo, evidenzio e sottolineo, ovviamente, la solidarietà a tutti i commercianti e ai cittadini che si sono ritrovati coinvolti nelle manifestazioni.
Condanno assolutamente qualsiasi gesto di violenza anche verso le proprietà di queste persone. Però questi atti d'indirizzo li trovo assolutamente strumentali e non condivisibili nella loro finalità.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Francesca Frediani per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Giorgio Bertola.
Prego, collega; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi unisco alla ferma condanna dei gravi episodi di violenza verificatisi nella giornata del 4 marzo.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi: potete prendere posto? Stanno proseguendo i lavori d'Aula con la trattazione degli ordini del giorno n. 940 e n. 943. Grazie.
Prego, collega Bertola, proceda.



BERTOLA Giorgio

Io procedo quando finiscono loro!



PRESIDENTE

Al suo posto, userei il tempo per.
Lei sta colloquiando con me.
Sono fiducioso e con tanta voglia di.



BERTOLA Giorgio

Prendo atto che si possono fare riunioni fra i banchi della Giunta quando un Consigliere interviene: ne prendo atto, Presidente! Stavo solo rispettando il suo diritto ad ascoltarmi senza essere disturbato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Proceda.



BERTOLA Giorgio

Tanto le cose che devo dire le dico lo stesso, non è che cambia qualcosa! Dicevo, mi unisco alla condanna dei gravissimi fatti di violenza delle manifestazioni del 4 marzo; condanna che si esprime negli atti d'indirizzo che legittimamente sono stati presentati.
Sono contrario a qualsiasi espressione di violenza, anche nella politica. Peraltro, sono preoccupato per l'aumento della violenza nella politica: non l'abbiamo visto solo nella manifestazione di sabato, ma anche nei fatti di Firenze. Posso capire che qualcuno in quest'Aula, quando sente parlare di "violenza fascista", si senta toccato e venga infastidito da chi parla di antifascismo. Però c'è stata violenza fascista a Firenze.
Sono dunque contrario all'una e all'altra violenza, perché nessuna delle due appartiene al mio modo di concepire la politica e il confronto con chi ha delle opinioni diverse dalle mie.
Detto ciò, ho letto attentamente entrambi gli atti d'indirizzo, sia quello presentato dal Presidente del Gruppo Fratelli d'Italia, il Consigliere Bongioanni, sia quello presentato dal Presidente Allasia in qualità di Consigliere regionale. Ma al di là dell'unirmi alla ferma condanna, nutro qualche dubbio sulle competenze della Regione in materia di sicurezza e di polizia.
Analizziamo la Costituzione, guardiamo chi detiene le competenze sulla sicurezza. Esaminiamo anche lo Statuto regionale; lo stesso menziona la sicurezza in termini di "sicurezza sociale", che - lo sapete meglio di me è un qualcosa di un po' diverso. Ebbene, tutte queste competenze in materia di sicurezza e di polizia in capo alla Regione non le vedo, ma tant'è.
Mi spiace - lo dico in maniera molto tranquilla - che né al Consigliere Bongioanni, né tantomeno al Presidente del Consiglio Allasia (in questo caso, mi dispiace persino un po' di più) sia venuto in mente di esprimere una condanna da parte del Consiglio regionale. Per me è il Consiglio regionale che condanna gli episodi di violenza: lo possiamo fare come Consiglio! Invece, in entrambi gli atti d'indirizzo il Consiglio regionale impegna la Giunta a condannare gli atti di violenza. Perché non possiamo farlo noi? Poi, chiaramente, ci sono altre questioni rispetto alle quali chiaramente dobbiamo impegnare la Giunta: già nutro dei dubbi sul fatto che lo possa fare la Giunta, ma sicuramente non siamo noi, come Consiglio regionale, a collaborare con l'Interpol e con l'Europol.
In merito all'atto d'indirizzo presentato dal Consigliere Bongioanni nutro anche qualche perplessità sul terzo punto dell'impegnativa, che recita "concertare con la Prefettura e il Ministero dell'Interno un rafforzamento dei controlli ai valichi di frontiera e nelle aree di filtraggio in occasione di raduni e cortei, al fine di prevenire la presenza di elementi di particolare violenza provenienti da Paesi esteri".
Mi sembra una dicitura un po' vaga, perché ci possono anche essere altre manifestazioni sicuramente non violente, quindi mi sembra un po' troppo vago, al di là di quello che ho già detto sugli altri punti relativi alla cooperazione con Europol e Interpol.
Per quanto riguarda l'atto d'indirizzo presentato dal Presidente Allasia, laddove parla di "costituzione a parte civile", faccio presente che sarebbe più corretto scrivere "costituzione di parte civile", ma questo è un dettaglio.
Dove si fa riferimento a "impedire preventivamente lo svolgersi di manifestazioni che ictu oculi contravvengano a tutti i criteri di sicurezza per la città e i cittadini", farei un riferimento specifico al comma 3 dell'articolo 17 della Costituzione, così com'è stato fatto nello stesso atto d'indirizzo sopra. Perché, altrimenti, sembra un impedimento preventivo. Invece, se viene espressamente collegato al comma 3 dell'articolo 17 della Costituzione, come peraltro si fa sopra, è più comprensibile.
Per quanto riguarda l'atto d'indirizzo presentato dal Consigliere Bongioanni, chiedo se è possibile votarlo per parti separate, giacché siamo d'accordo con il complesso del documento ma nutriamo, come ho detto qualche dubbio sul punto 3) e anche sul punto 4), relativamente alle competenze in materia di sicurezza e polizia che ha la Regione.
In generale, cerco di non andare troppo a cercare il pelo nell'uovo anche se mi corre l'obbligo di farlo nel mio intervento, essendo favorevole, in linea generale, alla condanna delle violenze.
Chiaramente preferirei che si potesse votare l'ordine del giorno del Consigliere Bongioanni per parti separate.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Bertola per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Sulla richiesta del collega Sarno di integrare il punto 5) con l'impegno a devolvere le risorse, che speriamo si possano recuperare costituendosi parte civile, ai commercianti, sono favorevole.
Sono contrario alla richiesta del Consigliere Bertola di effettuare la votazione per parti separate, ma chiedo il voto per appello nominale.



PRESIDENTE

Consigliere Bongiovanni, può avvicinarsi alla Presidenza? Ha chiesto di intervenire il Presidente Allasia in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



ALLASIA Stefano

Grazie, Presidente.
Mi sono annotato puntualmente le richieste. Per quanto riguarda la richiesta del Consigliere Sarno di devolvere le eventuali risorse derivanti dalla costituzione di parte civile, concordo sul fatto che, forse, la costituzione di parte civile della Regione è difficile poterla attuare. Ne sono consapevole, però, come ha sempre detto dall'inizio dei tempi il Sottosegretario Vegas, un ordine del giorno non si nega a nessuno.
Pertanto, mi scuso se eventualmente era un errore, ma era una puntualizzazione politica. Non mi aspettavo che l'eventuale rimborso venisse utilizzato per altri scopi, anche perché dobbiamo capacitarci sul fatto che, oltre ai danni strutturali, per tutta una serie di commercianti del centro c'è stato il mancato guadagno di un'intera giornata importante come il sabato. Forse qualcuno non sa che il sabato è un giorno importante per il guadagno di una qualsiasi attività nella nostra città. Anche in quell'ottica ci dev'essere la puntualizzazione delle Amministrazioni, che non sia solo il danno alle vetrine, il danno al lunotto della macchina o quant'altro, ma anche discutere del mancato guadagno e la richiesta di danni a chi effettivamente ha effettuato il danno. E sappiamo benissimo che cosa è avvenuto, perché giravano su internet i filmati live, secondo per secondo.
Personalmente, come vi ripeto, la volontà di presentare questo ordine del giorno è stata data dall'impeto, perché l'impeto di sabato sera era proprio andare lì fisicamente e cercare di fermarli, perché ritenevo inaccettabile che avvenisse una situazione del genere nella mia città.
Poi ci può essere eventualmente la possibilità di modificare l'ordine del giorno, trasformandolo in una condanna del Consiglio regionale. Quella assolutamente è una modifica che posso trovare di buon accordo coi proponenti, perché mi sembra anche logica.
Non ho sentito la solidarietà di tutti verso le forze dell'ordine e a me questo spiace. A tal proposito, chiedo anch'io la votazione per appello nominale del mio ordine del giorno per capire; non perché ci sia da capire chi è buono e chi è cattivo, chi sta da una parte o dall'altra.
Consiglieri, il sottoscritto non è né fascista né comunista, ve lo dico. Posso essere brutto, possono essere grasso, posso essere calvo, così come posso essere disdicevole e sgradevole, però darmi del fascista no!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Colleghi, fate terminare il Presidente, per cortesia.



ALLASIA Stefano

Per ciò rimando le accuse, perché qui stiamo parlando di eventi. Poi com'è successo in altre situazioni, se si vuole, si può trattare l'argomentazione dell'antifascismo sul nostro territorio. Io faccio parte del Comitato Resistenza e Costituzione, come tanti altri. Partecipo costantemente e rivendico la volontà di rimarcare e di non dimenticare come si dice sempre costantemente. Anche all'interno del Comitato, come Presidente ho cercato di dare un'impronta non dico diversa rispetto a quella precedente, però cercando effettivamente di rinnovare il Comitato perché c'è necessità di rinnovare, non solo a parole. Tante volte si dice che dobbiamo rinnovare il Consiglio con forze giovani, con forze vincenti e quant'altro. Anche i comitati del Consiglio devono essere rinnovati e rinvigoriti per continuare il lavoro che svolgono.
Pertanto, c'è la necessità da parte mia di modificare l'ordine del giorno, in modo tale che il Consiglio regionale condanni gli atti di violenza di sabato scorso a Torino, sapendo benissimo che quella parte la mantengo, visto che è già stato scritto e i collaboratori hanno lavorato e utilizzato del tempo per farlo. Però se ci fosse la possibilità remota di poter chiedere dei soldi fisicamente a chi ha effettuato i danni, sarei ben felice, come Consigliere regionale, per dare dei ristori a chi ha subito i danni, non solo danni fisici e morali, ma anche di mancato guadagno.
Pertanto, se il Presidente me lo permette, mi avvicino dolcemente presso i banchi dell'Ufficio di Presidenza per sottoscrivere le modifiche.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente, ne ha la facoltà.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.31, riprende alle ore 17.33)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Se posso intervenire in maniera che si possa sentire, preferisco.
A nome del Gruppo della Lega, votiamo convintamente i due ordini del giorno che rispettano un principio di normalità e di democrazia di questo Paese.
I nostri movimenti hanno fatto centinaia di manifestazioni e non si sono mai macchiati di crimini; quello che è successo a Torino sono atti criminali da parte di criminali che devono andare in galera, perché hanno distrutto auto.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Prego, colleghi! Proceda, Consigliere, proceda.



PREIONI Alberto

Hanno distrutto auto di torinesi, cittadini onesti, di piccole e di medie partite IVA e commercianti, che non rappresentano di certo la grande industria, i grandi poteri e i poteri forti.
Questi non sono rivoluzionari, ma delinquenti che nei Paesi moderni europei stanno in galera. Purtroppo, in alcuni casi, c'è un estremo garantismo e i nostri poveri operatori delle forze dell'ordine sono relegati a cercare di contenere i facinorosi, perché se rispondono alle violenze, il rischio è sempre di agitare i violenti, quindi, devono restare sempre molto cauti. La giurisprudenza è piena di cause nei confronti di operatori della sicurezza rispetto a eventi come questo.
Siamo qui a confermare la vicinanza verso la gente onesta, perch abbiamo visto delle scene a livello di terrorismo in questa città, questa povera città e, purtroppo, non è la prima volta. Abbiamo visto la partecipazione anche dei soliti noti dei centri sociali, Askatasuna su tutti; i soliti noti dei centri sociali che hanno partecipato anche a queste manifestazioni.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Ma non è vero!



PRESIDENTE

Collega!



PREIONI Alberto

Eh, li abbiamo visti, li abbiamo visti.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Scusi, collega Frediani! Prego, collega Preioni, concluda.



PREIONI Alberto

C'erano esponenti di quel mondo.
Oltre a quanto chiediamo nel dispositivo degli ordini del giorno crediamo che questa città, prima o poi, dovrà liberarsi, con degli sgombri dei centri di illegalità e di delinquenza.



PRESIDENTE

Grazie.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata ai Consiglieri dei Gruppi di maggioranza)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Non sono intervenuta fino a questo momento e lo ribadisco, però voglio cogliere l'occasione per mettere a verbale e esprimere a microfono ovviamente, la mia condanna dei gravi episodi che sono successi sabato, la solidarietà alle vittime, che sono le forze dell'ordine e sicuramente sono le attività economiche, i negozianti e chi appunto ha avuto dei danni da questa manifestazione. Tuttavia, il procedere del dibattito ha confermato un mio sentimento di non adesione agli ordini del giorno presentati, per lo spirito che è stato confermato in questa conclusione di dibattito, per una presa di posizione che, ahimè, è a senso unico e che non ho visto, non abbiamo visto in relazione ad altri episodi di violenza.
Pertanto, il procedere del dibattito mi ha confermato nella difficoltà e nell'impossibilità, da parte mia e del mio Gruppo, di aderire a queste proposte, a questi ordini del giorno, di cui - ripeto - condivido la condanna, ma non condivido lo spirito che li anima e il retroterra culturale che li porta in questo Consiglio.
Ovviamente, si tratta di posizioni politiche, si tratta di un sentire che ancora fino a qualche minuto fa mi potevano portare a sostenerli, ma davvero l'epilogo della discussione e alcune ulteriori affermazioni mi portano a non partecipare al voto, ma votare presenza.
Non mi preoccupa certo la votazione per appello nominale, perché vado a testa alta e lo ribadirò nel condannare gli episodi di violenza e quelli di sabato, in particolare. Io non ho problemi, e nemmeno li ha il mio Gruppo da questo punto di vista, ma l'epilogo del dibattito ha messo in evidenza quello che prima pensavo nascosto, ma che è emerso con molta chiarezza quali sono - torno a dire - i retroterra culturali, politici e di pensiero degli estensori e di chi voterà questo ordine del giorno.
Mi spiace, mi spiace davvero, ma voterò presenza.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio

Grazie, Presidente.
Rubo pochi minuti solo per dire che, in quest'Aula, credo di essere l'unico che avrebbe, anzi ha avuto titolo a costituirsi parte civile contro Cospito, ma che, poi, non l'ha fatto.
Nel 2007 (mi pare), fui destinatario di una bomba carta inserita all'interno del noto libro "L'idiota" di Dostoevskij. Il titolo voleva essere simbolico, ignorando però che, nel romanzo, la figura del principe protagonista è una figura positiva, come sa chi l'ha letto. Per fortuna fu innescata male, fu scoperta dagli Uffici della vigilanza del Comune e tutto finì in quel modo. Non ritenni di costituirmi parte civile, quindi credo di avere titolo anche personale per capire il tipo di violenza che genera da quel tipo di posizioni politiche.
Ne approfitto per dire - mi rivolgo anche alla Consigliera Accossato che sarebbe importante che, al di là delle diverse valutazioni ci che sono in questo emiciclo, diverse sul contesto, dessimo tutti un segnale di voto positivo per una ragione.



(Applausi)



CHIAMPARINO Sergio

Perché non ci possono essere dubbi, al di là delle valutazioni sul contesto che sono diverse.
Le mie valutazioni sono diverse da quelle di Paolo Bongiovanni e di Stefano Allasia. Potrei anche polemizzare perché - me lo permetterà l'amico Presidente - sono d'accordo con le sue analisi sulla legittimità e sulle tipologie di proteste possibili, e anche andare sotto casa di una Ministra non è un tipo di manifestazione accettabile da un punto di vista della legittimità della violenza. Si fanno le manifestazioni contro la riforma delle pensioni.
ALLASIA Stefano (fuori microfono) Lo dica agli esodati!



CHIAMPARINO Sergio

Glielo dico.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



(Commenti in aula)



CHIAMPARINO Sergio

No, glielo dico.



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



(Commenti in aula)



CHIAMPARINO Sergio

Glielo dico a lei e a Salvini, va bene? Glielo dico a lei e a Salvini.



PRESIDENTE

Consigliere Chiamparino, concluda.



(Commenti in aula)



CHIAMPARINO Sergio

Sono stato interrotto inopinatamente e violando il Regolamento dal Presidente Allasia, quindi la prego, Presidente facente funzione, di ripristinare le regole interne al dibattito di quest'Aula. Perché lei non può accettare supinamente quello che le viene imposto da una parte politica, prima di tutto.
Secondo. Ripeto, il battibecco.



(Commenti in aula)



CHIAMPARINO Sergio

Lo declassiamo a battibecco? Ci sta, non ho problemi, ero abituato a ben altro, ma dimostra che c'è una valutazione diametralmente opposta su alcuni elementi di contesto. Ciononostante, e nonostante lo scontro verbale con il Presidente Allasia, io voterò a favore dei due ordini del giorno perché non possiamo, in questo momento, dopo quello che è successo a Torino sabato, dare un segnale che ci sono delle divisioni sulla condanna dei danneggiamenti e degli scontri e non dare un segnale di piena, ampia e completa solidarietà alle forze dell'ordine.



(Applausi)



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Chiamparino per il suo intervento.
La Giunta ha chiesto di intervenire.
Prego, Assessore Ricca.



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Grazie, Presidente.
Viste le richieste di impegno da parte del Consiglio e della Giunta credo che serva fare alcune precisazioni e spiegare alcune cose che invece, sono già in campo dopo gli atti violenti di sabato scorso per dare poi il parere favorevole.
Ovviamente mi permetto di dire che il fascismo è lontano da quest'Aula quindi smettete di perdere tempo perché qui non lo troverete.
Ovviamente la Giunta regionale esprime solidarietà alle donne e agli uomini delle forze dell'ordine che costantemente devono lottare contro questi delinquenti; ai commercianti che si sono trovati le loro attività sfasciate da quei delinquenti e alle persone che hanno visto i loro beni privati, come auto, devastate da quei delinquenti.
Stiamo ragionando insieme all'Assessore Poggio per creare un fondo per risarcire quelle persone, ma anche di scrivere al Ministro dell'Interno per chiedere che vieti completamente le manifestazioni di quei delinquenti su tutto il territorio piemontese. Ci siamo stufati di vedere manifestazioni che nascono come pacifiche, ma poi si trasformano in atti di guerra e insubordinazione. Quella gente va allontanata anche con la forza e speriamo di non vederla mai più passeggiare sul territorio piemontese. È inaccettabile che si nascondano dietro manifestazioni per scatenare guerriglie urbane che non portano altro che problemi al territorio in cui insistono.
Siamo assolutamente d'accordo con entrambi gli ordini del giorno e quindi, Presidente pro tempore, il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ricca.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 940 il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 943 il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Mi sembra che ci sia l'accordo per chiudere i lavori del Consiglio regionale. Buona salute a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.49)



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