Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.227 del 07/02/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.43 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interpellanza n. 1161 presentata dalla Consigliera Frediani, cui risponderà l'Assessore Marrone.
Chiedo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni e interpellanze di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula. Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo ancora che per le interpellanze è prevista l'illustrazione da parte dell'interpellante per cinque minuti, la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica, se richiesta, dell'interpellante per ulteriori cinque minuti. Prego fin d'ora i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 1161 presentata da Frediani, inerente a "Distasi dei retti addominali: patologia, diagnosi e interventi risolutivi"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame dell'interpellanza n. 1161 presentata dalla Consigliere Frediani, che ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la disponibilità alla lettura della risposta di questa interpellanza, depositata da luglio, se non ricordo male, quindi diciamo che attendeva da qualche tempo.
Nelle premesse dell'interpellanza descrivo rapidamente di cosa parliamo quando parliamo di diastasi.
Si tratta di una patologia - e sottolineo il termine "patologia" - poco conosciuta, poco conosciuta soprattutto dalle donne, che sono i soggetti colpiti in modo principale, soprattutto dopo la gravidanza, che comporta un aumento di peso, la dilatazione e l'allontanamento dei muscoli retti che non sempre, ma molto spesso, non tornano più nella loro posizione originaria. Cosa succede? Succede che gli organi interni non sono più protetti dai muscoli addominali; succede che il corpo cambia forma e si rimane con un addome che continua a sembrare quello di una donna in gravidanza; succede che arrivano i dolori alla schiena; succede che arriva l'incontinenza, il dolore alle anche, gonfiore, difficoltà digestive difficoltà respiratorie e, nei casi più gravi, anche ernie e che l'intestino diventi motivo di un intervento in emergenza.
Tutto questo succede, molto spesso, all'insaputa della persona che soffre di questa patologia, perché in gravidanza ci si preoccupa di molte cose dell'alimentazione, di non prendere eccessivamente peso e ovviamente come sta il bambino, ma nessuno si preoccupa di dire alla donna: "Attenzione che c'è questa possibilità". In particolare dopo il parto, nessuno si preoccupa di verificare, o anche solo di informare la donna, che potrebbe avere ci che io chiamo diàstasi (anche se in realtà sento che i medici usano l'accento in modo diverso, diastàsi, non ho mai capito quale sia l'accento giusto, immagino diastàsi).
Manca proprio un'informazione corretta alle donne che molto spesso si ritrovano ad avere questo residuo di gravidanza sul loro corpo e magari fanno attività fisica, vanno in palestra e fanno addominali, ma ci peggiora addirittura la situazione, perché anche l'attività fisica, per una donna affetta da diastasi, non può essere quella di una donna che non ha questa patologia, che non ha il problema. Fare esercizi che insistono sugli addominali può peggiorare la situazione e portare addirittura alla fuoriuscita di ernie; così come il sollevare pesi. Quale donna dopo la gravidanza e il parto non solleva pesi? Banalmente anche solo il bambino per caricarlo in macchina.
Il primo rilievo, quindi, è dal punto di vista di un'informazione che è carente, per non dire assente, proprio perché nessuno pensa di essere il soggetto deputato a informare la donna. Bisognerebbe capire, innanzitutto chi deve informare la donna in merito, ma, soprattutto, capire quale sia la soluzione.
Purtroppo la soluzione, nel momento in cui ci si accorge di avere questa patologia, è solo chirurgica. Si può solo intervenire e qui inizia il calvario delle donne, che innanzitutto devono capire chi fa la diagnosi come si fa la diagnosi e qual è il percorso da seguire. Dopodiché, se una donna è fortunata e vive in una Regione dove l'intervento è offerto dal Sistema Sanitario, senza nessun problema si cerca una struttura di riferimento, si sceglie il chirurgo e ci si può operare attraverso vari tipi di intervento. Ovviamente il Sistema Sanitario fornisce la chiusura dei retti; se poi si vuole un intervento più completo, che comprende anche l'addominoplastica, in quel caso ovviamente (dico ovviamente, ma in realtà non è così) si deve pagare.
Purtroppo in alcune Regioni - e temo che tra queste ci sia anche il Piemonte - ci sono dei criteri impostati diversamente: si passa dalla distanza in centimetri tra retti addominali, per cui al di sopra di due centimetri c'è il riconoscimento della diastasi, ma per avere accesso all'intervento occorre avere una distanza maggiore (almeno quattro piuttosto che sei centimetri). In alcune Regioni - e, ripeto, tra queste temo ci sia il Piemonte, ma ne avrò conferma dalla risposta dell'interrogazione - occorre avere anche un'ernia associata.
L'interrogazione, quindi, è finalizzata a sapere quali siano i criteri previsti dalla Regione Piemonte per ottenere l'erogazione dell'intervento in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale; quali tipologie di interventi siano eseguiti nelle strutture ospedaliere sul territorio regionale; in quale strutture ospedaliere o centri convenzionati sia possibile eseguire tali interventi; quali siano i tempi di attesa (altro punto dolente); quale sia la procedura di presa in carico della paziente e se sia prevista un'attività informativa rivolta alle donne, pre o post parto, per consentire di riconoscere prontamente i sintomi legati a questa condizione clinica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ringraziamo la Consigliera Francesca Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Vado a leggere la risposta che arriva dall'Assessorato alla sanità, che credo risponda ad alcuni, anche se temo non a tutti, i quesiti dell'interpellante.
La diastasi dei muscoli retti dell'addome di grado elevato costituisce uno dei cinque criteri già previsti dalla normativa regionale piemontese per poter essere sottoposti a intervento chirurgico di addominoplastica con sintesi dei muscoli retti dell'addome, in caso di eccesso cutaneo adiposo dell'addome, che prevede l'asportazione della cute in eccesso con la sutura a più strati della fascia di muscoli retti, associata o meno all'utilizzo di reti sintetiche o plastica autologhe della parete addominale (esempio tecnica di Ramirez).
Per la normativa si fa riferimento all'allegato D della DGR 4-2495 del 3 agosto 2011, allegato che definisce l'appropriatezza prestazionale della maggior parte delle patologie di riferimento per la chirurgia plastica ricostruttiva a carico del Servizio Sanitario Regionale.
Non vengono presi in considerazione criteri esclusivamente quantitativi come l'ampiezza in valore assoluto della diastasi, come nel caso dell'interpellanza, due centimetri, ma si richiede, invece, una valutazione clinica rapportata al singolo caso, essendo il danno proporzionato alla costituzione della paziente.
Negli altri casi, in assenza di eccesso di cute addominale, la condizione patologica, se sintomatica e di grado elevato, può essere corretta con tecniche endoscopiche o con accesso "aperto" diverso da quello bisiliaco della classica addominoplastica. Tale intervento viene effettuato regolarmente presso le strutture chirurgiche della Regione Piemonte con tempi d'attesa che variano in relazione alla sintomatologia del paziente.
Se l'intervento prevede l'associazione con l'addominoplastica, il/la paziente è asintomatico/a e ha finalità esclusivamente preventive normalmente viene effettuato da una struttura di chirurgia plastica e viene inserito in classe di programmazione D con tempo d'attesa di 12 mesi, salvo attuali criticità post Covid che possono averne allungato i tempi.
Non si tratta di una condizione patologica esclusivamente post gravidica essendo spesso secondaria a condizioni di aumentata pressione addominale come nel caso di grande obesità o conseguenza di iperdistensione iatrogena della cavità addominale (post interventi o procedure laparoscopiche).



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.
Ha chiesto di replicare all'Assessore la Consigliera Frediani.
Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta e adesso andrò a leggermi ovviamente, l'allegato della delibera.
Tuttavia credo che manchi una parte, quella sulla presa in carico, che è la parte, forse, più critica. So che mi sto rivolgendo a una persona che ha una sensibilità particolare nei confronti delle donne che devono affrontare o hanno affrontato un parto, ma bisogna dare informazioni alle donne; una donna, quando partorisce, deve sapere che cosa l'aspetta.
Normalmente ci preoccupiamo solo di alcuni aspetti, ma non ci preoccupiamo di informarla sul modo in cui il suo corpo potrà cambiare e quali potrebbero essere le conseguenze di un corpo che, invece, non cambia e non vuole ritornare a quello che era.
Credo che la parte di presa in carico e la parte informativa siano totalmente assenti, almeno anche dall'esperienza che ho visto e quella che ho potuto raccogliere nei mesi scorsi, quando ho sollevato la questione.
Credo che su questo potremmo lavorare come Consiglio e, di conseguenza come Regione, perché non si tratta di un impegno eccessivo dal punto di vista economico, ma semplicemente di strutturare un percorso di presa in carico e, soprattutto, di organizzare le informazioni e fare in modo che queste siano accessibili alle donne, esattamente come sono accessibili tante altre informazioni che troviamo, ad esempio, all'interno della "Agenda di gravidanza".
Quello potrebbe essere un modo per inserire e diffondere queste informazioni con dei contatti, magari per avviare un percorso eventualmente di presa in carico.
Avanzerò, comunque, delle proposte.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Francesca Frediani per la replica.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.
Alle ore 10.15 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 9.55 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.26)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che sono in congedo i Consiglieri Carosso, Cirio, Icardi, Leone Nicotra, Protopapa, Ricca e Stecco.
Il numero legale è, pertanto, 22.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime del terremoto in Turchia e in Siria del 6 febbraio 2023


PRESIDENTE

Tra domenica e lunedì due violentissime scosse di terremoto hanno colpito la Turchia e la Siria, causando un tragico bilancio che attualmente è di quasi 5.000 morti e un numero imprecisato di feriti, un bilancio in continuo aggiornamento.
Alle vittime di quest'immane disastro va la nostra vicinanza come Consiglio regionale e come piemontesi tutti; la perdita di vite umane e la distruzione di case e comunità per eventi naturali imprevedibili sono sempre difficili da accettare.
Il nostro pensiero e le nostre preghiere vanno ai familiari delle vittime ai feriti, alle comunità colpite.
Siamo solidali con il popolo turco e siriano e siamo pronti, insieme alle organizzazioni nazionali e internazionali, a fornire qualsiasi aiuto necessario.
Chiedo all'Aula di osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Comunico all'Aula che la discussione dedicata alla Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo sarà effettuata nella sessione pomeridiana, dopo la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata alla presenza dell'Assessore Chiorino.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Sono a richiedere nuovamente un'informativa da parte dell'Assessore Icardi in merito al tema dei Pronto soccorso, e su come si intende utilizzare il privato e le RSA da questo punto di vista.
Siamo stati informati che vi è una serie di opzioni e di strumenti che la Regione Piemonte sta mettendo in campo per alleggerire i reparti di medicina generale dei nostri ospedali, in modo tale da liberare dei posti letto e far sì che le persone possano permanere il meno possibile all'interno dei Pronto soccorso.
È la terza o la quarta volta che, come forza consiliare, chiediamo che l'Assessore, in una sede opportuna (in Aula, in Commissione o dove riterrà conveniente) soddisfi tale richiesta, perché i pronto soccorso rimangono nelle condizioni di cui si è letto sui giornali nelle scorse settimane. Del resto, non è perché non vi sono nuove notizie giornalistiche che la situazione è migliorata! Da questo punto di vista, chiediamo anche all'Assessore Marrone di voler approfondire, almeno per parte sua o insieme all'Assessore Icardi, il tema dell'utilizzo dei posti letto all'interno delle nostre RSA: questo potrebbe rappresentare un aiuto, anche perché - e concludo, Presidente - sappiamo bene che, con la fine della normazione legata al COVID, ci sono delle regole da rispettare all'interno delle RSA in termini di visite ai pazienti. Dunque, sul piatto abbiamo anche il tema dell'utilizzo delle RSA.
Potrebbe essere utile informare nel merito l'Aula e i Consiglieri, anche perché le scelte che verranno adottate potrebbero essere soluzioni sulle quali potremo essere assolutamente d'accordo, proprio perché andrebbero in alleggerimento dei Pronto soccorso.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Chiedo se vi siano altre richieste di modifica dell'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lanzo; ne ha facoltà.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Chiedo la possibilità di discutere in giornata l'ordine del giorno n. 920 già iscritto all'o.d.g. dell'odierna seduta, relativo a "Istituzione di un Tavolo Regionale permanente in materia di cybersicurezza", tema attualissimo e urgente dal momento che negli ultimi giorni si sono verificati degli attacchi ransomware in tutto il mondo che hanno messo in ginocchio molti sistemi informatici, sia privati che pubblici.
Credo davvero che sia il momento di porre un'attenzione focale sul tema della cybersicurezza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Nel caso venisse accolta la richiesta del collega Lanzo, chiedo se si possa attrarre anche il mio ordine del giorno sullo stesso tema. Ho chiesto la parola solo per questo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
La mia richiesta è di poter discutere nel pomeriggio il punto 7) all'o.d.g., che riguarda l'ordine del giorno relativo alla realizzazione della fermata dell'alta velocità a Novara, considerato che in questi giorni anche il Presidente Cirio ha pubblicamente espresso l'intenzione di metterlo al centro delle priorità dell'azione della Giunta. Pertanto sarebbe opportuno che anche il Consiglio possa esprimersi in giornata magari nel pomeriggio, in linea con quanto indicato dal Presidente.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Chiederei, se possibile, di ricevere un'informativa, o perlomeno di concordare un approfondimento nell'ambito della II Commissione, in merito all'incidente avvenuto all'interno dei cantieri del Terzo Valico. Credo che tutti abbiamo letto la notizia. È morto un operaio di 33 anni e un altro è rimasto gravemente ustionato. Tempo fa ho portato in Aula un'interrogazione per conoscere la condizione dei cantieri nell'area di voltaggio.
Ci sono già stati diversi problemi di sicurezza e credo che il Consiglio regionale abbia il dovere di monitorare attentamente la situazione. Oggi ci troviamo di fronte a un gravissimo incidente con una vittima, una vittima sul lavoro e una vittima all'interno di un grande cantiere, per un'opera che si dovrebbe realizzare sul nostro territorio.
Pertanto chiedo, se è possibile, un'informativa e, ancora meglio, un momento di approfondimento e confronto sulle condizioni in cui gli operai stanno lavorando all'interno dei cantieri del Terzo Valico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento all'o.d.g. della mozione che ho depositato questa mattina a oggetto "Misure di sostegno della Regione Piemonte alla circolazione dei crediti fiscali e superbonus 110".



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di modifica dell'o.d.g.
Sono state avanzate due richieste di informativa, una dal Consigliere Magliano sui Pronto soccorso, l'altra dalla Consigliera Frediani sugli incidenti sul Terzo Valico. Chiedo alla Giunta se intende intervenire.
Per quanto riguarda la richiesta del Consigliere Lanzo di inserimento all'o.d.g. del punto sulla sicurezza informatica, con relativi ordini del giorno (come quello del Consigliere Magliano), penso che possa essere integrato all'attuale elenco, così come la mozione presentata dal Consigliere Sacco sui crediti fiscali.
Se non ci sono contrarietà, s'intendono iscritti all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Per quanto riguarda la richiesta del Consigliere Rossi sulla discussione relativa al punto 7) all'o.d.g., se i lavori dell'Aula lo permetteranno, si potrà prevedere nella parte pomeridiana. La invito, collega Rossi, nel frattempo a relazionarsi con la Giunta per cercare di avere delle risposte concrete, perché il problema degli ordini del giorno sono le risposte da parte della Giunta.
Non essendovi richieste di altri interventi, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento, hanno chiesto congedo Carosso Cirio, Icardi, Leone, Nicotra, Protopapa, Ricca e Stecco.
b) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
c) Processi verbali precedenti sedute È a disposizione e visibile sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" il processo verbale relativo alla seduta del 31 gennaio 2023.
d) Non impugnativa del Consiglio dei Ministri Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 2 febbraio 2023 le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa: legge n. 19/2022 "Interventi economici a favore dei Comuni con alta incidenza di alloggi sociali"; legge n. 20/2022 "Promozione e valorizzazione della filiera agroalimentare brassicola regionale"; legge n. 21/2022 "Modifiche alla legge regionale n. 11/2018 'Disposizioni coordinate in materia di cultura'"; legge n. 22/2022 "Iniziative finalizzate al benessere sociale attraverso l'esercizio fisico strutturato e adattato - istituzione dei percorsi e delle palestre della salute"; legge n. 23/2022 "Disposizioni sulle Commissioni giudicatrici per l'accesso all'impiego regionale"; legge n. 24/2022 "Interventi urgenti in materia di diritto allo studio universitario".


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 24 gennaio 2023.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Chiedo se vi sono interventi sulle comunicazioni.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Presidente, in realtà vorrei intervenire sull'ordine dei lavori e chiederle di motivare la presunta inammissibilità del mio question time dal titolo "Utilizzo strumenti non istituzionali per misure di welfare pubblico: la Giunta chiarisca". Mi riferisco al buono scelta sociale a favore di persone non autosufficienti.
Lei mi ha mandato una mail con cui mi chiede di approfondire l'articolo 100 del nostro Regolamento. Io lo conosco, però, a scanso di equivoci e anche per lei, a questo punto lo leggerei: "Le interrogazioni a risposta immediata consistono in una sola domanda, formulata in modo chiaro e conciso, su un argomento connotato da urgenza e particolare attualità politica". Inoltre, l'articolo prosegue così: "Le interrogazioni a risposta immediata debbono pervenire al Presidente del Consiglio 24 ore prima della relativa seduta. Qualora il Presidente le giudichi inammissibili, in quanto sprovviste delle caratteristiche richieste, il presentatore può richiederne la trasformazione in interrogazione ordinaria".
Io non la trasformo in interrogazione ordinaria, perché non ritengo che ci sia una mancanza delle caratteristiche richieste per la presentazione del question time, anche perché la domanda era chiara, concisa e puntuale su un argomento d'urgenza, e gliela leggo. Ho chiesto se si ritiene appropriato che la Giunta richieda, con strumenti non istituzionali, i dati sensibili a chi intende accedere a una misura di welfare gestita da un ente pubblico.
Ritengo che sia più che urgente far verificare alla Regione se la privacy dei cittadini piemontesi venga effettivamente tutelata, a fronte del sistema messo in piedi dall'Assessore Marrone e da Fratelli d'Italia.
Mi riferisco alla famosa locandina comparsa sulla pagina Facebook dell'Assessore, che riporta l'indirizzo web e il sito istituzionale della Regione, più la mail, affiancati da un numero di cellulare.
Quel numero di cellulare (lo abbiamo verificato) può essere facilmente inteso come un servizio messo a disposizione dell'Ente. Però si tratterebbe di un numero di telefono riconducibile a Fratelli d'Italia rinvenibile anche su diverse locandine di propaganda e, in tal senso, tra le informazioni di contatto vi sarebbe anche un collegamento rapido alla pagina Facebook di un esponente del partito di Giorgia Meloni.



PRESIDENTE

Non siamo al punto relativo al question time, ma sull'ordine dei lavori.
Lei ha chiesto di intervenire sull'articolo 100 del Regolamento.



DISABATO Sarah

Sono intervenuta sull'articolo 100 perché ritengo che lei non avesse il diritto di escludere il mio question time dall'o.d.g. e ho riportato l'argomento, com'è lecito che sia, per dimostrarle che, in realtà trattare quest'argomento è più che urgente, perché ne va della privacy dei cittadini.
Inoltre, poiché è abitudine della sottoscritta verificare prima di giungere a delle conclusioni affrettate, data l'esclusione del mio question time non vorrei mai pensare che, com'è avvenuto in questo caso, Fratelli d'Italia stia mettendo su un sistema per raccogliere i contatti di quelle persone che chiedono l'accesso a un servizio perché si trovano in difficoltà, per inserirlo in un elenco.



PRESIDENTE

No, no, no.
Non è che lei mi dice.



DISABATO Sarah

Lo dico in virtù del fatto che ho verificato facendo delle telefonate.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Disabato, sono io che le dico di aspettare; sono io il Presidente e sono io che decido l'ammissibilità di un question time.



DISABATO Sarah

Sulla base di un Regolamento, però.



PRESIDENTE

Esatto, quello che ha appena citato lei; inoltre, non può fare riferimento al question time che ho dichiarato inammissibile, altrimenti il mio è un lavoro inutile.



DISABATO Sarah

Si potrebbe discutere nel pomeriggio.



PRESIDENTE

L'articolo 100 del Regolamento prevede che è il Presidente - non altri ripeto, il Presidente - che decide l'ammissibilità o meno. Ho ritenuto non ammissibile il suo question time, che però è ammissibile se lo presentasse come un'interrogazione ordinaria, utilizzando altri articoli del Regolamento. Ripeto, ho reso inammissibile il suo question time ai sensi dell'articolo 100, perché non ho ravvisato l'urgenza della risposta.
Lei sta travisando la situazione e la realtà dei fatti, perché mi sembra che l'attuale Presidenza.
Se mi cita quanti question time non sono stati discussi tra quelli da lei presentati e da me resi ammissibili in questi tre anni.



DISABATO Sarah

Le ho chiesto la motivazione, Presidente, non mi sembra di aver chiesto chissà cosa! Non si escludono i question time così, à la carte!



PRESIDENTE

No, no.
È mia facoltà e ho ritenuto opportuno renderlo inammissibile.



DISABATO Sarah

Opportuno è un'altra cosa! C'è un Regolamento che disciplina l'inammissibilità dei question time. Il Regolamento è stato rispettato? A mio avviso, no! Non c'è scritto che il Presidente ha facoltà di escludere un question time.



PRESIDENTE

È un suo parere e un suo giudizio e ne prendo atto.



DISABATO Sarah

Magari, è in imbarazzo per l'argomento in oggetto? Mi dica solo questo: se è in imbarazzo per l'argomento in oggetto, è un'altra cosa, ma non è un problema della sottoscritta.



PRESIDENTE

Guardi, non c'è nessun imbarazzo. Parliamo di Regolamento e il Regolamento toglie dall'imbarazzo chiunque, altrimenti non ci sarebbe un Regolamento.



DISABATO Sarah

Perché non è urgente? È successo la settimana scorsa! Mia nonna ha chiamato l'altro giorno e ha risposto il centralino di Fratelli d'Italia!



PRESIDENTE

Se c'è un bando ancora aperto, non c'è l'urgenza. Solo perché c'è un bando aperto non c'è l'urgenza.
Se lei ritiene che ci sia stato un illecito, l'Aula non è preposta a discutere sugli illeciti, qui stiamo facendo attività legislativa. Lei ha fatto un'interrogazione ben precisa e, in base all'articolo 100, che ha appena citato, è facoltà del Presidente rendere inammissibile un question time, se non lo ritiene urgente. Ho ritenuto che non fosse urgente.
Prendiamo atto che lei ricusa il mio rigetto del suo question time e proseguiamo con l'ordine dei lavori.



DISABATO Sarah

Quindi lei può giudicare non urgente qualsiasi argomento non sia opportuno trattare in Aula secondo il suo giudizio?



PRESIDENTE

In base all'articolo 100, assolutamente sì.



DISABATO Sarah

Io non credo proprio, Presidente, non credo proprio! A questo punto, le consegnerei il Regolamento, perché non riesco a capire se stiamo parlando dello stesso testo. Davvero! C'è un problema, è evidente! Il tema è urgente, perché la confusione dei contatti è successa la scorsa settimana: i cittadini chiamano un numero di telefono pensando di chiamare la Regione, ma non chiamano la Regione chiamano un partito. Questo è un problema, Presidente, e va affrontato in modo urgente.



PRESIDENTE

Sì, ma non stiamo parlando dell'interrogazione, si sta parlando sull'ordine dei lavori e sulla conduzione dell'Aula.



DISABATO Sarah

Si tratta di misure di welfare per persone non autosufficienti.



PRESIDENTE

Stiamo parlando della conduzione dell'Aula. L'articolo 100 si riferisce che sia "connotato da urgenza e particolare attualità politica". Ho ritenuto che non fosse urgente e di attualità politica questa interrogazione; questa è facoltà del Presidente e non di altri. La questione non è discutibile, è molto semplice e lo prescrive il Regolamento. Se vuole, gliene do una copia.
Proseguiamo, grazie.
Comunque, ha la facoltà di tramutarlo in interrogazione ordinaria.
La parola al Consigliere Bertola, sull'ordine dei lavori.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Non volevo intervenire sulle sue comunicazioni, però, il suo messaggio all'Aula un po' mi preoccupa, perché questo significa che l'articolo 100 del Regolamento è da lei interpretato nel senso della possibilità, in capo al Presidente del Consiglio regionale, di poter imporre una sorta di filtro alla possibilità per i Consiglieri regionali di proporre interrogazioni a risposta immediata su problemi di stretta attualità. Non si può certo dire che l'argomento in questione non sia di attualità politica, poiché non solo la Consigliera Disabato ha presentato un'interrogazione, ma altri colleghi hanno ritenuto la comunicazione su quanto accaduto un fatto politicamente rilevante, oltre che, a nostro avviso, abbastanza grave, considerando che non è nemmeno il primo.
Potrei capire il rigetto di un'interrogazione a risposta immediata che si focalizzasse su un argomento che non è di stretta attualità (anche lì, si può fare un discorso a parte), ma non è questo il caso.
Dico di fare un discorso a parte, perché il Presidente sa benissimo che, a volte, i Consiglieri sono obbligati a presentare dei question time su problemi che non sono di strettissima attualità, ma sono importanti, perch diversamente la risposta all'interrogazione non ce l'hanno nei 15/20 giorni previsti dal Regolamento, ma in due, tre, quattro, cinque o sei mesi, e allora sono costretti a usare lo strumento del question time.
Il Presidente sa bene che questa è una discussione che è già stata affrontata in questa legislatura e anche in quella precedente; ma qui, che piaccia o no, siamo nella stretta attualità. Allora, viene da pensare che la facoltà del Presidente diventi quella di bloccare interrogazioni che possano risultare particolarmente scomode. Noi vorremmo veramente toglierci questa impressione e toglierci questo sospetto, perché a noi questa sensazione non piace affatto.



PRESIDENTE

Grazie.
Per evitare equivoci ulteriori, cito nuovamente il comma 3 dell'articolo 100: "Le interrogazioni a risposta immediata devono pervenire al Presidente del Consiglio 24 ore prima della relativa seduta. Qualora il Presidente le giudicasse inammissibili in quanto sprovviste del carattere richiesto, il presentatore può richiedere la trasformazione in interrogazioni ordinarie".
È il Presidente che le giudica, che le può giudicare; non c'è un altro organo e non c'è un automatismo nella richiesta e nella risposta, in base al comma 3 dell'articolo 100. È già successo altre volte, in questa legislatura come nelle altre, che alcune interrogazioni venissero rese inammissibili e, quindi, non discusse con lo strumento del question time.
Non c'è molto da discutere. Ripeto: in questa legislatura l'inammissibilità è stata utilizzata pochissime volte, rispetto alla percentuale globale; se poi mi si accusa che la utilizzo a tagliola per altri motivi, rimando sicuramente al mittente l'affermazione, perché non è assolutamente realistica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Sì, grazie, Presidente, sull'ordine dei lavori.
Guardi, prendo atto di quello che lei ha appena letto e della sua risposta ma prendo anche atto del fatto che ha usato questa sua facoltà poche volte in questa legislatura. Resta il fatto che se scorriamo i giornali di oggi (anche soltanto i titoli) leggiamo: "Il welfare di Marrone diventa un caso", "Mugugni tra Lega e Forza Italia", "La maternità è un diritto, ma c'è polemica sulla campagna", "Marrone, scoppia la polemica: anziani usati per avere voti".
Questi soltanto i giornali di oggi.
È evidente, Presidente, che la questione di cui stiamo discutendo, al netto che debba essere affrontato o meno in un question time (e nel definire che non c'è urgenza se ne assumerà lei la responsabilità) essendo un argomento urgente, richiede comunque un intervento. Se non in un question time, ci dica la Giunta come intende rispondere e come politicamente risponderà al fatto che si sta utilizzando una questione istituzionale per procacciare voti per un partito. Questo, al di là del question time, resta un problema politico odierno e urgente. Oggi, infatti, ne parlano tutti i giornali.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io a sostegno del tema posto dalla collega Disabato.
Diventa veramente difficile capire il motivo per cui non dovrebbe essere urgente l'interrogazione, considerando che comprende un argomento che tocca direttamente la Regione, coinvolge comunque un Assessore e anche la privacy dei cittadini. Pertanto, vogliamo capire se tutto questo è corretto dal punto di vista istituzionale.
Questo dovrebbe essere fra le priorità di un'opposizione che controlla l'operato di una maggioranza e lei dovrebbe essere garante anche delle opposizioni, in quanto Presidente di tutti. Proprio per questo bisognerebbe essere quasi più di manica larga rispetto alle interrogazioni che sono atti ispettivi delle minoranze, piuttosto che gli interessi della maggioranza che ha già il grande privilegio di governare questa Regione e di decidere tutta una serie di iter e di procedure.
Mi sembra un ridurre ulteriormente le già poche possibilità dell'opposizione di intervenire sulle questioni relative alla Giunta.
Considerando la puntualità dell'interrogazione e anche l'urgenza sottolineata nel testo dell'interrogazione stessa, mi viene difficile capire in che modo si possa essere giunti a una valutazione di non congruità con le caratteristiche che dovrebbe avere un.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Sì, sull'ordine dei lavori per questo argomento.
Molto brevemente. Lei correttamente ha citato il comma 3 dell'articolo 100 che le conferisce il potere di ammettere o meno i question time, di giudicarli ammissibili o meno, ovviamente sulla base dei criteri del comma 1. Secondo i criteri del comma 1, la domanda dev'essere una sola, quindi una domanda secca (e qui c'è una domanda secca, perché si chiede alla Giunta di sapere se ritiene appropriato che con strumenti non istituzionali i dati sensibili, per chi intende accedere a una misura di welfare gestita da un ente pubblico, vengano comunicati non dagli Uffici preposti) dev'essere formulata in modo chiaro (e mi pare che non ci siano dubbi sull'oggetto della richiesta), in modo conciso (è una domanda di tre righe ovviamente preceduta da una premessa che inquadra l'argomento) e l'argomento dev'essere connotato da urgenza (il bando è in corso).
L'indicazione dei contatti, così come ben spiegato dalla Consigliera Disabato, è un fatto di stretta attualità e urgenza; il fatto che non si tratti di una domanda che interessa pochi, ma ormai oggetto di dibattito pubblico, ce lo ha detto poc'anzi il Consigliere Rossi citando i giornali.
Questi sono i criteri cui lei si deve attenere e con cui deve motivare il fatto di non aver ammesso questo question time.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Ho seguito attentamente i vostri interventi, non voglio riprendere la solita attività sull'articolo 100, ma il Regolamento non prescrive che il Presidente deve motivare l'inammissibilità e il suo giudizio sul question time. Ripeto, ho reso inammissibile perché ritengo che non sia un argomento connotato da urgenza, di particolare attualità politica e ci può essere assolutamente la possibilità di presentare un'interrogazione ordinaria. Se poi qualcun altro pensa che ci sia un altro illecito, ripeto, non è l'Aula a doverlo stabilire, perché questa è un'Aula legislativa, per cui si cerca di proseguire con l'attività preposta per cui siamo stati votati ed eletti.
Pertanto, se non ci sono altri interventi sull'ordine dei lavori proseguiamo.



(Commenti della Consigliera Disabato)



PRESIDENTE

È già intervenuta sul punto.



(Commenti della Consigliera Disabato)



PRESIDENTE

"Però" no, non c'è il "però", è già intervenuta sull'argomento. Non è un dibattito ed è intervenuta sull'ordine dei lavori.
Proseguiamo con il prossimo punto.



(Commenti della Consigliera Disabato)



PRESIDENTE

Non c'è un dibattito.
Proseguiamo con il punto 3) all'o.d.g., la proposta di legge n. 208.
Consigliere Bertola, intende intervenire sull'ordine dei lavori?



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, sul punto che lei ha appena aperto, sul disegno di legge n. 236.



PRESIDENTE

No, mi scusi, mi riferivo alla proposta di legge n. 208 della Consigliera Canalis.



BERTOLA Giorgio

Ah, va bene.



PRESIDENTE

Vuole presentare una pregiudiziale sulla proposta di legge n. 208?



BERTOLA Giorgio

Non voglio inimicarmi la Consigliera Canalis, sarebbe un atto sprovveduto.
Se ho ben interpretato, la Consigliera Disabato intendeva, sulla questione precedente, richiedere la convocazione di una Giunta per il Regolamento.
Richiesta che, qualora lei fosse riuscita ad avanzare, mi sarei sentito di sostenere.
Grazie, Presidente.


Argomento: Giovani

Esame proposta di legge n. 208, inerente a "Norme per il sostegno e il riconoscimento della funzione sociale ed educativa del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi, quale strumento di partecipazione istituzionale delle giovani generazioni alla vita politica e amministrativa" (richiesta rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 208, inerente a "Norme per il sostegno e il riconoscimento della funzione sociale ed educativa del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi, quale strumento di partecipazione istituzionale delle giovani generazioni alla vita politica e amministrativa", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato richiamato in Aula, ai sensi dell'articolo 37 comma 4 del Regolamento interno, dalla Consigliera Canalis il 24 gennaio scorso. Pertanto, in quanto non ancora licenziato dalla Commissione, il provvedimento non ha relatori.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Buongiorno, Presidente; buongiorno, colleghi.
In merito al progetto di legge n. 208, vorrei ricordare all'Aula e alla Presidenza l'iter che ha seguito questo progetto di legge.
Il provvedimento è stato depositato il 27 maggio 2022 e la discussione è iniziata lo scorso mese di dicembre in VII Commissione consiliare ed è stata chiusa dal Presidente Lanzo lo scorso 18 gennaio.
In seguito, nella giornata del 6 febbraio 2023 - quindi ieri - è stato depositato un disegno di legge della Giunta regionale insistente sullo stesso argomento, sul sostegno ai Consigli comunali dei ragazzi.
Per quanto la data di ieri sia decisamente a ridosso della seduta odierna in cui era stato richiamato il progetto di legge, per amor di pace ma soprattutto, perché ritengo che un tema come quello dei Consigli comunali dei ragazzi possa essere un patrimonio condiviso tra le forze politiche e non debba essere oggetto di uno scontro, di una divisione o di una discussione dialettica ma, piuttosto, di una discussione in cui tutte le forze politiche possono concorrere alla costruzione di un testo finale unico e per quanto il Regolamento mi desse, a tutti gli effetti, il diritto di proseguire la discussione in Aula, richiamo io stessa, prima firmataria nuovamente il testo in Commissione consiliare chiedendo che la Presidenza e tutto l'Ufficio di Presidenza di quella Commissione, possa procedere al più presto alla calendarizzazione per riaprire la discussione generale e procedere alla definizione di un testo unico.
L'ho detto agli interlocutori: non mi preme tanto essere l'unica firmataria o l'unica proponente su un tema così importante, quindi al centro non metterei la vanità e la legittima soddisfazione di un Consigliere che si fa portatore di un'istanza quanto, piuttosto, che il tema passi. Passi assolutamente anche con il concorso di chi, magari, è arrivato dopo sul tema.
Soprattutto darei la priorità ed una celerità sulla discussione e sull'inserimento nel bilancio di previsione di prossima discussione della piccola somma che avevo proposto di stanziare su questo tema. Sappiamo che sui circa 200 Consigli comunali dei ragazzi esistenti in Piemonte, alcuni stanno cessando di essere attivi perché i Comuni, a fronte dell'inflazione del "caro energia", non sono in grado neppure di allocare le poche risorse necessarie per le esigenze logistiche dei Consigli comunali dei ragazzi.
Credo che la Regione possa essere di valido supporto alle Amministrazioni comunali piemontesi, soprattutto di quelle piccole o con difficoltà economiche, per mantenere in vita questo che è uno strumento di educazione civica ma, io direi, in questi anni post pandemici, è anche uno strumento di aggregazione sociale per le giovani generazioni. È un modo per coinvolgerle alla vita pubblica e per renderle responsabili della sorte delle loro comunità.
Richiamo in Aula il testo, spero che il mio intervento sia stato apprezzato anche dalle forze di maggioranza, c'è un'intenzione di massima concordia istituzionale per quanto, in punta di diritto, il testo possa già essere discusso oggi perché, ricordo, è stato depositato il 27 maggio e la discussione generale in Commissione si è conclusa il 18 gennaio.
Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Consigliera Canalis, le ricordo che, ai sensi dell'articolo 88 del Regolamento, il richiamo è in Commissione, non in Aula.



CANALIS Monica

Mi scusi, Presidente: "in Commissione". È stato un lapsus.



PRESIDENTE

Si è compreso assolutamente il suo intervento.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi in merito, ai sensi dell'articolo 37 comma 5 del Regolamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Mi si consenta un brevissimo intervento su ciò che accade in relazione alla proposta di legge della collega Canalis.
Ho ascoltato le sue parole e ne ho apprezzato il valore, anche civico, di orientamento generale in coerenza, tra l'altro, con il contenuto della legge, che è proprio quello di diffondere una cultura civica e far crescere nelle giovani generazioni la consapevolezza importante delle istituzioni cosa che è nobilitata ed è confermata dall'atteggiamento che la collega ha in relazione alla disponibilità a riportare in Commissione il suo testo.
Questa legge non faceva senz'altro parte del programma della maggioranza e di per sé, l'Assessore avrebbe avuto tutte le occasioni per proporla in tempi ben precedenti, quindi prendo atto del fatto che non è la prima volta che la maggioranza va a rimorchio dell'opposizione e mette delle opzioni su iniziative avanzate dall'altra parte dell'emiciclo.
Niente in contrario, al riguardo, ma mi premeva sottolinearlo perch ancora una volta, si conferma da una parte il senso di responsabilità e il richiamo a più elevate intenzioni in ordine al riconoscimento dei valori istituzionali; d'altra parte, si avvalorano più atteggiamenti non dico opportunistici, ma comunque legati alla contingenza e all'urgenza di coprire argomenti sui quali non si erano ideate progettualità in precedenza.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Intervengo per rafforzare la posizione del Partito Democratico e, dunque la richiesta della collega Canalis. Oggi siamo i primi a chiedere il ritorno in Commissione del testo di legge per la concordia istituzionale (è un termine che va di moda, per cui lo usiamo anche noi) e per favorire l'approdo in quest'Aula di un testo di legge e di una discussione unitaria su questo tema, per il bene del Piemonte e affinché si possa istituzionalizzare il Consiglio comunale dei ragazzi, facendo il bene anche dei nostri ragazzi.
Segnalo, però, che è un'apertura di credito che facciamo alla Giunta, dal momento che il testo della collega è stato depositato il 27 maggio (è stato già ricordato), la discussione generale è stata chiusa il 18 gennaio e il disegno di legge della Giunta regionale è arrivato ieri. Siamo favorevoli quindi, nel comune intento, a promuovere una norma che ci veda concordi su questo tema e che favorisca il Consiglio comunale dei ragazzi. Tuttavia, ne chiediamo il ritorno in Commissione - con la volontà e l'intesa di prevedere un iter veloce in quella sede - insieme al disegno di legge della Giunta, per poi tornare in Aula e farlo diventare legge.
Diversamente, proseguiremo l'iter della proposta di legge della collega Canalis, che, sostanzialmente, è già da un anno che attende la discussione in Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Devo dire che ritengo questa proposta di legge molto importante per il sostegno e il riconoscimento della funzione del Consiglio comunale dei ragazzi. Spesso - giustamente - ci si lamenta del crescente distacco tra i cittadini e le istituzioni. Crescente, purtroppo, è anche il fenomeno dell'astensionismo. C'è crisi anche nei meccanismi rappresentativi delle forme partitiche, e su come trovare il modo di poter sviluppare, in ambienti diversi, fisici o virtuali, delle discussioni che possano contribuire innanzitutto all'educazione alla cittadinanza, ma anche discussioni che possano poi portare a un dibattito ampio sui temi politici e possano favorire delle decisioni da parte degli amministratori.
Il Consiglio comunale dei ragazzi, a nostro avviso, rientra in questa fattispecie, così come altre iniziative, ad esempio "Ragazzi in Aula".
Fa un po' sorridere che, a fronte di una proposta di legge presentata mesi fa, che ha seguito un normale iter in Commissione, poi arrivi all'ultimo momento un disegno di legge quasi a "coprire" o a fermare la possibilità da parte di un Consigliere regionale, di proporre una norma. In questo senso, il ritorno in Commissione richiesto dalla prima firmataria vuole andare, appunto, nel senso di trovare un testo condiviso, un testo unico da portare successivamente in Aula: non vorremmo che la presentazione di un disegno di legge all'ultimo momento fosse un tentativo o una volontà di prevaricare le prerogative dei Consiglieri, soprattutto dei Consiglieri di opposizione.
Ci auguriamo, quindi, che il richiamo in Commissione possa aprire un dibattito più ampio, che comprenda chiaramente anche questo testo.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente. Intervengo in difformità dal Gruppo, se mi è permesso.
Sono convinto che la collega Canalis abbia svolto un ottimo lavoro nel confronto in Commissione; tra l'altro, ho partecipato a una seduta in cui si era aperta una bella discussione rispetto a un tema molto significativo che riguardava la partecipazione (lo ha ricordato anche il collega Bertola). Sappiamo delle solitudini del legislatore, non certo per colpa dei cittadini, ma per il distacco che si è venuto a creare soprattutto negli ultimi anni tra la politica, le istituzioni e i veri e reali bisogni dei cittadini. Questo è uno strumento necessario per provare a riavvicinare i luoghi delle decisioni alla vita reale.
L'altra questione riguarda le nuove generazioni. È evidente che un Consiglio comunale dei ragazzi potrebbe essere un luogo all'interno del quale le nuove generazioni possono "abitare" fisicamente le istituzioni possono compartecipare e condizionare in positivo, con uno sguardo nuovo per esempio le relazioni tra la Regione Piemonte e il Consiglio comunale stesso.
Rivolgo uno sguardo alla Giunta presente in questo momento in Aula, che mi sta guardando, mi sta fissando negli occhi, con molta attenzione.



(Commenti fuori microfono)



RAVETTI Domenico

Io li vedo, sono sempre.
Ah no, non ci sono, ma è la stessa cosa.
Però, al di là di quello, veda lei, Presidente, se è il caso di dibattere in Aula nella totale assenza della Giunta.
Il prestigio della Giunta è fondamentale per la discussione in quest'Aula.
La sua assenza è molto significativa, tra l'altro su un tema che riguarda l'attività degli Assessori. Se la collega ha deciso di ritirare la proposta di legge e di riportarla in Commissione perché, nel frattempo, è stato presentato un disegno di legge da un Assessore, che è assente insieme a tutti gli altri.
Vi capisco: ancora una volta - l'ho già detto l'anno scorso e lo ripeto anche quest'anno - la vostra assenza in quest'Aula è esattamente la vostra assenza nelle dinamiche piemontesi che riguardano i problemi delle persone.
Questa è la fotografia della vostra legislatura, né più, né meno. Il vuoto è pari alla vostra presenza.
Io, però, vorrei andare avanti per motivare le ragioni del mio dissenso.



PRESIDENTE

Sì, ma il Presidente la sta ascoltando. Non c'è necessità che ci sia la Giunta.
Poi parliamo di una proposta di legge, non di un disegno di legge.
Prosegua, prosegua.



(Commenti della Consigliera Canalis)



RAVETTI Domenico

Sì, ma sto parlando di una proposta avanzata dalla mia collega che è una reazione al deposito di un disegno di legge della Giunta avvenuto ieri. Lei capirà che la presenza della Giunta è fondamentale. Poi, se per lei, come per noi, la presenza della Giunta è insignificante, questa è la sua testimonianza. Per lei è insignificante la presenza della Giunta, per noi sono stati insignificanti in questi quattro anni. Pertanto, noi e lei la pensiamo nello stesso modo.



PRESIDENTE

Mi permetta una battuta: so che è presente la RAI, perciò può salutare anche a casa, se vuole. Però, se il Presidente del Consiglio l'hanno messo sopra la Giunta, ci sarà un motivo.
Prosegua.



RAVETTI Domenico

Lei ha appena detto che conta più del Presidente Cirio.



PRESIDENTE

In quest'Aula lo prescrive il Regolamento e lo Statuto.
Prego.



RAVETTI Domenico

No, lei conta più politicamente del Presidente Cirio e l'affermazione della Lega nei confronti di Forza Italia o di quel che è il partito del Presidente Cirio.
Lo dico con rispetto, non è una mia interpretazione, ma è una sua dichiarazione e ne prendo atto. Però continuo a parlare nella totale assenza della Giunta. È alla Giunta che mi sto rivolgendo e lei continua a non interrompere i lavori dell'Aula, lasciando i banchi vuoti della Giunta nell'imbarazzo non mio - secondo la sua interpretazione, dovrei salutare casa - ma nell'imbarazzo dei colleghi, anche della maggioranza.
Posso continuare per ore, Presidente, ma finché non c'è la Giunta.



PRESIDENTE

No, perché ha già finito il tempo.



RAVETTI Domenico

Allora mi deve togliere la parola.



PRESIDENTE

Però è anche piacevole, a volte, ascoltarla.



RAVETTI Domenico

Dovrebbe togliermi la parola.



PRESIDENTE

Entri nel merito dell'intervento e concluda.



RAVETTI Domenico

Dato che è stato depositato ieri un disegno di legge che ha un'intenzione politica, cioè quella di sovrapporsi alla proposta di legge depositata dalla collega Canalis, dato che questa è l'intenzione e non altro, io lo capisco. Se ci fosse il merito, cioè la volontà di riavvicinare, attraverso la partecipazione, i cittadini e soprattutto le nuove generazioni, al massimo la Giunta proporrebbe attività emendative al testo depositato. Per questo, voterò contro il ritorno in Commissione, perché c'è una sovrapposizione di natura politica.
Sono contento che l'Assessore.



PRESIDENTE

Adesso può concludere, altrimenti le tolgo la parola.



RAVETTI Domenico

Sono contento che l'Assessore Caucino sia ritornata in aula. Sarà stata impegnata.
Grazie, posso concludere.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chiedo se vi sono altre richieste d'intervento rispetto alla richiesta presentata dalla Consigliera Canalis in base all'articolo 37, comma c), che prevede che un argomento in discussione in Consiglio, su richiesta motivata dei Consiglieri e con l'approvazione a maggioranza, può essere rimandato in Commissione.
Non essendovi interventi, passiamo alla votazione.
Il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge n. 208.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata ai Gruppi di minoranza)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori, perché ribadisco che la mia intenzione era quella di contribuire, nello spirito di concordia istituzionale, a scrivere un testo unico su un tema che ritengo delicato quanto prioritario, come il sostegno ai Consigli comunali dei ragazzi riprendendolo in Commissione consiliare. Pertanto, sebbene il Regolamento desse, a tutti gli effetti, la prerogativa di richiamare la mia proposta di legge in Aula, ho offerto questo ramoscello d'ulivo per tornare in Commissione.
Visto che non c'era il numero legale, quindi non si può comprendere con chiarezza la volontà della maggioranza, propongo di soprassedere oggi sulla mia proposta di legge e di passare a discutere il punto successivo all'o.d.g. del Consiglio. Mi lasci però mettere a verbale, Presidente, che la prima firmataria del disegno di legge, depositato ieri in Giunta, cioè l'Assessore Caucino, non ha votato favorevolmente sul richiamo in Commissione. Di conseguenza, credo che la maggioranza debba confrontarsi e capire qual è la propria intenzione.
La mia intenzione è di dialogare e di scrivere un testo unico che raccolga il contributo di tutte le forze politiche, sebbene ci sia un ordine temporale diverso. Discutiamone alla prossima seduta di Consiglio.
Ribadisco che la mia volontà e la mia disponibilità c'è in modo completo.
Grazie.



PRESIDENTE

Essendo mancato il numero legale, non si è potuto deliberare. Interpreto che la Consigliera Canalis chiede di passare al punto successivo all'o.d.g.
L'articolo 59 del Regolamento prevede che se c'è almeno un Presidente di Gruppo che richiede la sospensione di trenta minuti, si può procedere.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Io sono presente in quest'Aula da nove anni ed è sempre interessante scoprire le interpretazioni diverse del Regolamento del Presidente attuale.
Però, in forza del Regolamento, chiedo di sospendere la seduta trenta minuti per la mancanza del numero legale.
Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.20, riprende alle ore 11.58)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo dopo la sospensione per mancanza del numero legale per deliberare.
Procediamo nuovamente con la votazione della richiesta della Consigliera Canalis, ai sensi dell'articolo 37, di rinviare in Commissione della proposta di legge n. 208.
Il numero legale è 23.
Indico la votazione palese sulla richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge n. 208.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Poiché la proposta di legge n. 234 è iscritta con il preavviso e non è stata licenziata dalla Commissione, passiamo al successivo punto all'o.d.g.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame disegno di legge n. 236, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale anno 2022" (richiesta rinvio in Commissione e presentazione questioni sospensive)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 236, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale anno 2022", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato richiamato in Aula, ai sensi dell'articolo 37 comma 4, del Regolamento interno, dal Presidente Cirio, il 2 febbraio scorso. Pertanto, in quanto non ancora licenziato dalla Commissione, il provvedimento non ha relatori.
Prima di lasciare la parola per l'illustrazione, ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Analogamente a quanto accaduto prima sulla proposta di legge della collega ai sensi del comma 5 dell'articolo 37 del Regolamento, propongo il rinvio in Commissione del disegno di legge n. 236 e vado a motivare la richiesta.
Ritengo veramente grave e inconcepibile che questo disegno di legge sia stato richiamato in Aula. È un gesto di una gravità inaudita, che dimostra un profondo spirito antidemocratico in capo alla Giunta regionale.
Ricordo che il disegno di legge è stato presentato nella seconda metà del dicembre 2022, in un momento in cui vengono sospese le attività. È stata richiesta la procedura d'urgenza, quindi è stato anticipato il richiamo in Aula, perché viene detto che vi sono contenute misure urgenti. D'altra parte, il disegno di riordino è del 2022, tuttavia non è colpa nostra se il disegno di legge di riordino del 2022 viene presentato alla fine del 2022! Anzi, ci sentiamo di dire che, probabilmente, è un'inefficienza della Giunta regionale.
Non stiamo ancora parlando nel merito del disegno di legge, che pure ha degli aspetti che non ci trovano d'accordo. D'altronde, se un disegno di legge è composto da 91 articoli è difficile che si possa essere d'accordo proprio su tutto! Ripeto, non stiamo parlando nel merito della questione: anche se tutti i 91 articoli fossero pienamente condivisibili, riterremmo comunque necessario un passaggio in Commissione con tutti gli Assessori competenti.
Quando criticammo la richiesta di procedura d'urgenza rispetto a questo provvedimento, l'Assessore Marrone si affrettò a dire: "State tranquilli perché le Commissioni si faranno". Ebbene, sedute di Commissione ne sono state fatte due: una per lanciare le consultazioni - ci mancherebbe altro l'altra, per negare alle opposizioni di discutere con tutti gli Assessori in modo articolato. Infatti, com'è stato detto, trattandosi di un disegno di legge omnibus, i capi sono diversi, diverse sono le sezioni e anche le tematiche regionali. Ripeto, anche senza opposizione, senza ostruzionismo senza nulla, vorremmo parlare di questioni di merito con gli Assessori competenti, cosa che non è avvenuta, perché il provvedimento è stato portato direttamente in Aula.
Sappiamo bene che l'Aula è certamente un luogo di confronto, di votazione di approvazione dei provvedimenti ed è il momento più importante, perché si esprime un voto, ma si sa benissimo che i provvedimenti nascono in Commissione e che è la Commissione il luogo dove si discute e si formano i provvedimenti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Vorrei sostenere la richiesta di ritorno in Commissione del Consigliere Bertola, come da Regolamento, perché crediamo che un testo di legge così articolato, corposo e differente nei vari temi che tratta non possa essere discusso in Aula, senza gli opportuni approfondimenti con gli Assessori competenti.
Siamo ormai al quarto anno di omnibus e di leggi di riordino sistematicamente, voi fate finta di scriverlo in Commissione e di discuterlo un po', ma sostanzialmente non si approva e non si discute mai nel merito in Commissione. Poi, attendete 60 giorni e lo richiamate in Aula.
Su questo provvedimento che, probabilmente è l'ultimo omnibus che faremo in questa legislatura, ci sono tanti temi su cui noi siamo fermamente contrari (cave, gioco d'azzardo, caccia), ma che vorremmo approfondire nel merito perché in alcuni capitoli di questo provvedimento voi riscrivete completamente alcune norme.
Se vogliamo veramente discutere nel merito, perché noi non vogliamo fare prove di forza, ritengo non ci sia modo migliore se non quello di tornare in Commissione competente e aprire la discussione con i singoli Assessori sui singoli temi.
Su questo siamo a fianco del Consigliere Bertola e vi chiediamo di votare a favore del ritorno in Commissione, per guadagnare tempo a discutere nel merito e non per avviare una prova di forza in Aula, che ci porterà a stare fermi ore e ore a discutere su questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anch'io vorrei sostenere la richiesta del collega Bertola sul richiamo in Commissione di un provvedimento così articolato e importante.
In passato, abbiamo sempre discusso in maniera articolata con i vari Assessori il provvedimento di riordino regionale, anche perché, data la sua complessità, va a toccare tutta una serie di aspetti importanti di riordino della normativa regionale, su cui è fondamentale trovare un'intesa in Commissione prima di approdare in Aula.
Ci pare che non sia stato dedicato il giusto tempo, nella stessa Commissione, al confronto e a trovare una mediazione su un testo che addirittura prevede più di 90 articoli, che va a toccare tantissime branche della normativa regionale. Alcuni di questi temi pesano su aspetti che ci hanno visto protagonisti di un acceso dibattito all'interno di quest'Aula consiliare, aspetti che incidono anche sulla vita dei piemontesi; motivo per cui non possiamo certo liquidare una corposa discussione in Commissione con un richiamo in Aula e un'approvazione celere della norma. È proprio all'interno delle Commissioni che si ha il tempo e il modo di approfondire in maniera completa la tematica presentata all'interno di questo tipo di provvedimento. In Aula viene difficile fare un lavoro di approfondimento e di mediazione su alcuni temi in cui, a causa del regolamento dell'Aula (anche un po'più rigido, perché è importante garantire un certo tipo di andamento dei lavori all'interno dell'Aula), diventa complicato.
È proprio per questo che solamente in Commissione si può fare questo tipo di ragionamento, dove abbiamo anche la possibilità di una gestione più informale, con le varie sospensioni e il tempo necessario per approfondire i vari temi, per giungere a una soluzione di sintesi migliore per tutti, in modo che in Aula possano approdare solamente quegli elementi su cui non si è riusciti a trovare un'intesa, mentre gli altri elementi, su cui si è trovata un'intesa, scorrano in maniera rapida.
Questo aumenta sicuramente la qualità della normazione della nostra Regione ed è proprio per questo che chiedo al Consiglio di accogliere la richiesta del collega Bertola, al fine di consentire a tutti quanti una corretta discussione e il giusto tempo di discussione di un provvedimento, come quello di riordino regionale, che può essere tranquillamente discusso con maggiore calma.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani: ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io a sostegno della richiesta del collega Bertola. Ricordo anch'io quando abbiamo manifestato la nostra contrarietà rispetto alla dichiarazione d'urgenza di questo testo di legge e ci era stato assicurato dall'Assessore Marrone che ci sarebbe stato un ampio confronto in Commissione. Non è la prima volta che il confronto viene a mancare purtroppo ultimamente ci sembra che le forzature della Giunta, ma anche della maggioranza, siano state numerose. Sappiamo che il collegato è un testo che va a toccare diverse materie, quindi mai come in questo caso un approfondimento su tutte le materie coinvolte e un'analisi precisa delle modifiche proposte all'interno del testo sarebbero stati auspicabili.
Tra l'altro, vediamo che nell'articolo 90 si fa riferimento a un elenco di leggi regionali che vengono abrogate e questo elenco di legge regionale è contenuto in un allegato B, che però non vedo caricato sulla intranet.
L'abbiamo visto caricato nell'iter di Arianna, quindi sappiamo quali sia l'elenco di queste leggi, però ci piacerebbe approfondire con l'Assessore Marrone i motivi per cui le leggi vengono abrogate, il loro contenuto e anche essere rassicurati rispetto al fatto che non rimangano dei vuoti normativi, quindi che alcune materie non abbiano più una legiferazione coerente che possa consentire ai cittadini di essere certi che ci siano delle direttive e delle indicazioni precise su alcuni argomenti. Credo sarebbe doveroso nei confronti del Consiglio.
Noi, quindi, andremo ad abrogare una serie di leggi senza neanche sapere quali sono e senza avere avuto modo di confrontarci con gli Assessori competenti per comprendere come verrà aggiornata la normativa di riferimento su alcune materie. Non sappiamo nemmeno quali, se non andando a vedere l'allegato.
Tra l'altro, colgo l'occasione per chiedere, se è possibile, di caricare l'allegato sulla Intranet. Mi pare che gli allegati citati nel testo siano due, l'allegato A e l'allegato B; mancano entrambi, quindi se fosse possibile avere l'elenco senza doverli andare a cercare nelle sedute di Commissione, che peraltro non ci sono state. Per noi sarebbe sicuramente un aiuto.
L'invito, quindi, non è solo quello di riportare il testo in Commissione ma, più in generale, di recuperare quel dialogo che viene sempre più a mancare e che nel corso di questi anni abbiamo visto sempre più indebolito da diversi strumenti come il contingentamento o le forzature sui tempi di Aula. Noi crediamo fortemente nella necessità di ricomporre l'Aula, nel senso che è giusto che maggioranza e opposizione giochino la loro parte e tengano ovviamente la loro linea (quella di Governo e quella di opposizione), ma il tutto deve avvenire sempre in una cornice di rispetto reciproco.
Francamente, questo rispetto ultimamente lo vediamo sempre meno.



PRESIDENTE

Gli allegati sono stati caricati, perciò tutte e due le tabelle sono in linea.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Brevemente, Presidente.
Anche nel caso del nostro Gruppo, per sostenere la proposta del collega Bertola. Le materie trattate in questo provvedimento sono di interesse generale talmente rilevante che in alcuni casi connotano proprio i nostri differenti schieramenti e la diversa visione che abbiamo della comunità e del bene della collettività.
È chiaro che ogni visione è legittima, però su alcune materie, sia di natura più quotidiana sia di natura più generale, oggettivamente le nostre visioni sono opposte, quindi non riflettere più approfonditamente in Commissione e non approfondirne gli aspetti con gli Assessori competenti denota, a nostro avviso, una mancanza di senso di responsabilità e anche una mancanza di senso di responsabilità e anche la mancanza del giusto modo di affrontare le problematiche.
Se andiamo a scorrere rapidamente gli aspetti di cui si richiedono le modifiche, ce ne sono alcuni sui quali ci siamo veramente confrontati a lungo in quest'Aula e abbiamo avuto grosse difficoltà a trovare sintesi e se proprio non le abbiamo trovate, si è dovuto ricorrere al voto e in alcuni casi, addirittura, all'imposizione per far prevalere le ragioni degli uni sugli altri.
Se scorriamo questi argomenti, che vanno dalla caccia alle attività estrattive, ai movimenti migratori, all'edilizia sociale, all'assistenza non tanto alle professioni intellettuali, sulle quali magari possiamo avere maggiore coincidenza di vedute, ma anche al gioco d'azzardo, all'ambiente e alle pari opportunità, sono proprio i temi su cui si connotano i due emicicli che compongono quest'Aula.
Se non prevediamo un approfondimento in Commissione rispetto a temi così divisivi e così delicati non solo, a mio avviso, ci impantaniamo in Aula relativamente alla mancanza di un minimo di sintesi, ma neghiamo anche uno dei nostri compiti fondamentali, che è quello di trovare in Commissione con i giusti tempi e i giusti elementi per tutti di approfondimento, almeno un minimo di sintesi e un minimo di terreno comune, per non arrivare poi in Aula a uno scontro frontale che sottrarrebbe tempo e risorse e che darebbe l'idea di un'Aula che non riesce a trovare accordi e non riesce a trovare elementi comuni. È, infatti, molto difficile, soprattutto se lo facciamo all'ultimo momento qui, farlo sulla maggior parte dei temi trattati da questo provvedimento.
Rinnovo anch'io la nostra intenzione di sostenere quanto proposto dal collega Bertola, perché non si rifà solamente a un principio di responsabilità, ma anche a un principio di democrazia che dovrebbe connotare il nostro lavoro in quest'Aula, ogni qualvolta ci ritroviamo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giaccone.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Caccia, agricoltura, attività estrattive, edilizia sociale, movimenti migratori, assistenza sociale, professioni intellettuali, gioco d'azzardo ambiente, foreste, governo del territorio, trasporti, pari opportunità, usi civici, commercio, sanità, impegni istituzionali: queste sono le materie che trattano questi 91 articoli che spaziano su un fronte molto ampio. Un fronte troppo ampio, così come ha ricordato il collega Bertola che giustamente e correttamente - noi siamo d'accordo - ha sollecitato un approfondimento in Commissione.
È un fronte troppo ampio, che mortifica. Se così non fosse, se non riportassimo in Commissione questo provvedimento, rischieremmo di mortificare il lavoro delle Commissioni, quel lavoro di approfondimento che qualifica l'azione del nostro impegno in Consiglio regionale. Si sa che in Aula il contesto è diverso: è un contesto pubblico, è un contesto dove le appartenenze politiche molto spesso vengono esasperate. Invece quel lavoro di approfondimento che avviene in Commissione molto spesso è un lavoro proficuo, che si fa anche indipendentemente dalle appartenenze politiche.
Dal nostro punto di vista, è un po' la linfa vitale del lavoro che facciamo. È in quel contesto che si sviluppa la discussione necessaria per consentirci di fare bene il nostro lavoro, di svolgere bene il nostro lavoro e il nostro impegno di legislatori. Svolgere bene questo impegno di legislatori è significativo per noi che siamo correttamente appagati dalle cose che facciamo, dai provvedimenti che sosteniamo, dai provvedimenti che discutiamo, dalle idee che, a volte, cambiamo anche grazie proprio a quel confronto.
Fare bene il nostro lavoro è significativo soprattutto per i piemontesi che ci hanno eletti, per tutti i cittadini che ci hanno mandato qui e che si aspettano da noi quell'approfondimento necessario.
Se quelle sono le materie che tratta questo provvedimento, è giocoforza naturale che qualsiasi persona di comune buonsenso si aspetterebbe un approfondimento che non può essere quello che, invece, non siamo in grado di fare quest'oggi con la fretta di chiudere, di definire, di portare a casa il provvedimento. Fretta comprensibile dal punto di vista della maggioranza politica, ma certamente incomprensibile, soprattutto inefficace e forse anche dannosa per quanto riguarda, invece, l'effetto che noi nell'accondiscendere a questa fretta, produrremmo sulla bontà di quel lavoro.
Anche dal mio punto di vista, credo che la sollecitazione del collega Bertola sia assolutamente da sostenere e da perseguire.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Avetta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Molto brevemente. Ascoltando gli interventi dei colleghi, è chiaro che emerge un quadro piuttosto complicato sul discorso che andremo ad affrontare in Aula.
Prendo spunto da quello che ha detto adesso il collega Avetta: dovremmo essere appagati dal lavoro che facciamo. In realtà, non mi sento completamente appagato. Anche perché torniamo a insistere su leggi che sono tuttora inapplicate, nonostante siano state approvate magari un anno o due fa.
Abbiamo anche provato ad avere delle interlocuzioni con la Giunta e con i colleghi. Interlocuzioni che non sono avvenute nelle sedi preposte e che comunque, non hanno dato gli esiti che speravamo.
Spero che con gli emendamenti che andremo poi a discutere in quest'Aula ci sia veramente lo spazio per correggere il tiro perché, come ricordavano i colleghi, abbiamo un preciso compito, cioè quello di creare le migliori leggi possibili per i nostri concittadini.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste d'intervento.
Ai sensi dell'articolo 37, comma 5 del Regolamento, metto in votazione la richiesta di ritorno in Commissione del disegno di legge n. 236 Indìco la votazione palese sulla richiesta di rinvio in Commissione del disegno di legge n. 236.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consiglio respinge, dunque, la richiesta di rinvio in Commissione del disegno di legge n. 236 "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale anno 2022".
. Questione sospensiva sollevata dal Consigliere Sarno



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Coerentemente al Regolamento, chiedo di avanzare una questione sospensiva rispetto al provvedimento in oggetto.
La questione sospensiva riguarda una notizia che abbiamo letto sui giornali, in particolare sulla Gazzetta d'Alba, della quale volevamo comprenderne l'attendibilità, perché crediamo sia fondamentale per il concetto che andrò a esprimere in questa sospensiva.
L'articolo in questione - è per questo motivo che stiamo proponendo una questione sospensiva, per capire se l'articolo è veritiero rispetto alla realtà dei fatti - ha per titolo "Regione, assistenza spirituale nelle RSA" e recita: "Una recente nota dell'Assessorato alla sanità della Regione Piemonte ha reso obbligatoria la presenza dell'assistente religioso".
Ammettendo che sia giusto, utile e comprensibile l'assistente religioso all'interno delle RSA, la seconda parte dell'articolo e, quindi, del mio intervento, pone un'attenzione esclusiva su un particolare, quindi crediamo che sia doveroso discutere prima di questo.
Secondo questa nota dell'Assessorato e, quindi, dell'Assessore Icardi l'obbligo della presenza spirituale riguarda la Chiesa diocesana, cioè prevede una sola confessione religiosa, perché non prevede, giustamente e legittimamente, anche le altre? Se nelle residenze RSA abbiamo persone e anziani che credono e professano una fede diversa da quella cattolica, li trattiamo da serie B? Incominciamo a fare le differenze? Presidente, crediamo che sia doveroso da parte nostra chiedere una piccola sospensione di questo provvedimento e chiedere spiegazioni in merito alla Giunta, anche se al momento è presente l'Assessore Tronzano, che però non ha competenza in merito. Qualcuno, almeno, ci dica se questa nota circa l'obbligatorietà della presenza spirituale della Chiesa diocesana nelle RSA è vera o meno e ci spieghi perché le altre confessioni religiose non sono previste.
L'articolo ci ha fatto un po' sobbalzare sulla sedia: è per questo motivo che, rispetto al provvedimento che stiamo andando a discutere, che peraltro abbiamo chiesto di riportare in Commissione, crediamo davvero che sia un problema, se fosse veritiera la notizia.
Peraltro, molti Comuni, compresa la Città di Torino, stanno sviluppando una serie di progettualità proprio con alcune stanze dedicate a tutte le confessioni religiose.
E poi, Presidente, perché renderla obbligatoria? Guardo il collega Magliano, su cui abbiamo approfondito il tema più e più volte in queste ore. Perché renderla obbligatoria? È un altro tema che vorremmo chiarire: l'obbligatorietà in quella nota dell'Assessore, così com'è scritta, in che tipologia rientra? Siamo un po' preoccupati e vorremmo approfondimenti in merito, se fosse possibile, visto il tema urgente emerso sui giornali locali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, e grazie anche al collega Sarno per aver posto la questione sospensiva, che mi sentirei di sostenere.
Apprendo in questo momento della notizia e se è nei termini nei quali è stata posta, lascia sgomenti, perché c'è una serie di aspetti da valutare in merito all'assistenza spirituale per coloro che sono in una RSA. Io ho un approccio laico, giacché non professo alcuna confessione religiosa, per mi chiedo: chi sono io per impedire a una persona, anche in difficoltà, di ricevere assistenza spirituale? È un suo diritto. Ma, allora, se è un diritto, è un diritto di tutti, non solo di coloro che professano la religione cattolica; è un diritto dei protestanti, dei valdesi, dei musulmani, dei buddisti, degli induisti, dei pastafariani; è un diritto di tutti.
Stupisce anche il fatto che sia un obbligo. Verrebbe da pensare che mentre uno è lì, a un certo punto arriva un sacerdote e l'altro dice "no, guardi che a me non serve", ma il sacerdote risponde "no, è obbligatorio, quindi lo dobbiamo fare".
Penso che la tematica proposta meriti un approfondimento; approfondimento che ritengo non richieda tantissimo tempo, solo la giusta volontà politica di effettuarlo da parte dell'Assessore Icardi, che però al momento non è presente. Ovviamente, siamo disponibili anche ad aspettarlo (tanto siamo vicini alla chiusura della sessione antimeridiana), quindi va benissimo affrontare il provvedimento anche nel primo pomeriggio. Riteniamo, per che sia un approfondimento da svolgere in Aula, in modo che la Giunta regionale chiarisca l'atto emanato, oltre che la sua posizione relativamente alla questione.



PRESIDENTE

Grazie.
Vi sono ulteriori richieste d'intervento? Diversamente, possiamo porre in votazione la questione sospensiva testé avanzata.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Però non è che devo.
Consigliere Gallo, siamo in Consiglio regionale, in Aula. Il suo Gruppo sta proponendo una serie di questioni sospensive: o le richiedete in tempo oppure le pongo in votazione.
Come richiamate costantemente il Presidente, richiamo anch'io chi deve intervenire.
Non sono io che posso chiedere ai Consiglieri.
. Questione sospensiva sollevata dal Consigliere Ravetti



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

C'è sempre un margine d'interpretazione e quindi volevamo sfruttarlo.



(Commenti del consigliere Gallo)



PRESIDENTE

Consigliere Gallo, lei ricorda costantemente che è in quest'Aula da nove anni, ma io presiedo da quattro anni e sapete benissimo che vengono votate tutti alla fine, perciò potete svolgerla tranquillamente.
Prego, Consigliere Ravetti, prosegua.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente, per avermi dato la parola.
Intervengo per chiedere il rinvio del dibattito all'o.d.g. per anticipare una discussione che riteniamo fondamentale, che riguarda la peste suina africana. Tra l'altro, i Presidenti di tre Commissioni su sette hanno ricevuto una comunicazione formale da almeno un'associazione di categoria del mondo agricolo. In ogni modo, leggendo tutti noi la rassegna stampa al mattino quando ci svegliamo, abbiamo chiara la dimensione del problema della diffusione della peste suina africana, che nemmeno le reti metalliche sono riuscite a contenere, come speravamo. Dato che tutti leggiamo la rassegna stampa, avremmo bisogno di discutere in Aula del problema perlomeno nei tempi e nei modi opportuni.
Siccome ci è chiaro che la Giunta ha attivato una relazione con il territorio piemontese - che è molto preoccupato e che, al di là del dialogo, riscontra moltissime difficoltà nel migliorare le condizioni che alcune porzioni, soprattutto del sud del Piemonte, subiscono da più di un anno - un dibattito in Aula aiuterebbe a individuare soluzioni anche migliorative. Lo dico, perché possono essere utili, in vista della previsione di bilancio che dovremo discutere prossimamente, le posizioni anche condivise dai vari Gruppi consiliari su allocazioni di risorse più importanti. Ma, aggiungo, una posizione unitaria di quest'Aula nelle relazioni con l'Unione Europea e con il Governo potrebbero rafforzare la Giunta, il Presidente e gli Assessori competenti.
Ci tengo a precisarlo, Presidente, perché non è soltanto il mio conterraneo Protopapa, l'Assessore competente in materia, ma c'è anche l'Assessore Icardi che ha competenze specifiche. Rispetto alle sue competenze e rispetto anche alla pubblicazione di articoli sui giornali, non troviamo l'Assessore Icardi presente così com'è presente - ahimè, senza soluzioni adeguate - l'Assessore Protopapa.
È per questo che riteniamo opportuno discutere del tema subito e lo avevamo chiesto in Commissione, Presidente, ma per ragioni politiche evidentissime non si vuole discutere di peste suina africana. Fino adesso ha messo in ginocchio una parte del territorio che presenta una percentuale di allevamenti di suini non pari alla percentuale di allevamenti di suini di altre zone del territorio piemontese (penso al Cuneese). Se la peste suina africana dovesse arrivare in altri territori dove la percentuale di allevamenti è più significativa rispetto all'attuale, riscontreremmo enormi difficoltà sul prodotto interno lordo piemontese.
Fermiamoci e discutiamo di questo. Se vuole fermarmi anche lei.



PRESIDENTE

Sì, la fermo perché ha già superato abbondantemente i tre minuti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis sulla questione sospensiva Ravetti; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire a sostegno della questione sospensiva presentata dal Vicepresidente di Gruppo, Ravetti, che riguarda la peste suina africana. È un tema all'ordine del giorno ormai da più di un anno nella nostra Regione avendo fatto la sua comparsa a fine dicembre 2021 in provincia di Alessandria e, contemporaneamente, anche in provincia di Genova.
Chiediamo che questo tema venga discusso, sospendendo i lavori del Consiglio regionale, quindi che non si prosegua, perché abbiamo bisogno di più chiarezza su diversi punti, innanzitutto sull'estensione della recinzione metallica, che non era ancora stata completata quando aumentavano i rinvenimenti di carcasse infette. Chiediamo maggiore chiarezza sul coinvolgimento delle istituzioni territoriali, in particolare dei Sindaci, ma anche delle associazioni di categoria competenti sull'argomento. Chiediamo maggiore chiarezza sui ristori per gli imprenditori coinvolti e, soprattutto, maggiore chiarezza sui progressi fatti negli abbattimenti di capi di cinghiale. Sappiamo che questa è la specie che sta veicolando il morbo della peste suina, che rischia di contaminare i numerosi allevamenti della nostra Regione.
Il comparto suinicolo è rappresentato in Regione Piemonte da più di 1,4 milioni di capi, che sono concentrati principalmente in provincia di Cuneo e in provincia di Alessandria. Questo comparto rappresenta il 9% del totale nazionale, quindi la nostra Regione contribuisce in misura molto consistente alla produzione nazionale e il comparto di produzione piemontese ha un valore di circa 700 milioni di euro annui. Pertanto, il tema ha una valenza legata all'agricoltura e all'allevamento, ma ha una valenza fortemente sanitaria e, come giustamente diceva il collega Ravetti non riguarda soltanto l'Assessore Protopapa, ma anche l'Assessore Icardi.
Siamo nel mezzo di un'emergenza sanitaria.
Inoltre, il tema ha un valore ambientale, perché la proliferazione indiscriminata delle specie di ungulati (in particolare dei cinghiali) avvenuta nell'ultimo decennio mette a rischio anche altre specie, per non parlare della sicurezza dell'ordine pubblico per gli automobilisti e per la specie umana.
Pertanto, crediamo che un tema come questo sia stato dibattuto in maniera insufficiente in quest'Aula nell'ultimo anno e mezzo. È una priorità non soltanto per la popolazione cuneese e alessandrina, ma per l'intera Regione Piemonte. Per questa ragione, chiediamo la sospensione dei lavori per trattarlo in maniera urgente e prioritaria.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bertola, sulla questione sospensiva sollevata dal Consigliere Ravetti.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno della richiesta di sospensiva, presentata dal collega Ravetti, che ritengo sia più che motivata e di buonsenso.
È notizia degli ultimi giorni l'aumento di casi di peste suina nell'area interessata da quel tipo di epidemia; sono dati che preoccupano, perch com'è stato giustamente sottolineato, attualmente la peste suina è circoscritta in una zona della nostra regione dove, in proporzione, vi è un numero di allevamenti di suini inferiore rispetto ad altre province del Piemonte, quindi se questa epidemia si dovesse espandere ulteriormente, ci sarebbero conseguenze molto gravi per il tessuto economico piemontese.
Com'è stato giustamente detto, riteniamo necessario e urgente un approfondimento sul tema con gli Assessori competenti e, quindi, non soltanto con l'Assessore Protopapa, ma anche con l'Assessore Icardi trattandosi anche di un problema sanitario.
Sulla necessità di interventi per contenere l'epidemia di peste suina siamo tutti d'accordo; magari ci sono modulazioni diverse e toni diversi riguardo alla tipologia d'interventi da portare avanti. Certo è che ciò che è stato fatto finora, probabilmente, non è risultato sufficiente a contenere l'epidemia; a maggior ragione, è urgente un confronto in Consiglio regionale, magari per individuare misure che possano portare a risultati migliori.
Questo argomento è in contrapposizione con un articolo dell'omnibus che riguarda l'attività venatoria: qualcuno ritiene più urgente discutere sull'attività venatoria, mentre nella nostra Regione c'è un'emergenza sanitaria relativa a una popolazione di animali. Se mettiamo i due temi su un piatto della bilancia, capiamo che è più urgente occuparsi della peste suina, anziché discutere se abbattere i galli forcelli anche quando c'è la neve.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Disabato, sulla questione sospensiva Ravetti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Sosteniamo anche noi la richiesta di sospensiva Ravetti, perché riteniamo che, in qualche modo, si debba fare luce sulla gestione della peste suina nella nostra Regione.
La Giunta dovrebbe venire a riferire in Aula per dirci quali sono stati i risultati ottenuti con questo tipo di interventi, perché i numeri, che sono allarmanti, dicono che questa epidemia è in forte crescita e, quindi, molte delle azioni portate avanti fino a oggi non sono risultate funzionali.
Indipendentemente dall'idea che si possa avere sulle azioni da mettere in campo per il contenimento dell'epidemia, direi che è giusto fare luce su quelli che sono stati i metodi e le attività portate avanti fino a oggi.
C'è addirittura un'ampia fetta di comunità scientifica che sostiene che l'attività venatoria abbia portato a una diffusione maggiore del virus della peste suina in Piemonte e che, quindi, quel tipo d'azione possa comportare soltanto l'ulteriore dispersione degli individui, contribuendo così a una conseguente dispersione del virus.
Questo sarebbe da accertare, come sarebbe altrettanto necessario accertare l'efficacia della recinzione posizionata in una parte di territorio della nostra regione piuttosto vasta, per ottenere una riduzione della diffusione della malattia. Probabilmente, questo non è avvenuto o, se è accaduto, pu avere avuto luogo soltanto in quell'area, però il dato di fatto è che, a oggi, i casi sono in aumento ed è, quindi, evidente che si debba mettere mano ad altre strategie o, comunque, valutare l'efficacia delle azioni in Consiglio regionale. Questa è una priorità, perché l'intero sistema economico soffre e intere attività attendono risposte.
Se il Consiglio regionale ritiene che questa non sia una priorità, direi che non si debba parlare di altri argomenti, ma soprattutto di una norma che poteva approdare prima in Commissione per seguire il suo iter di approfondimento anche a livello emendativo. Invece, oggi la troviamo in Aula, togliendo tempo necessario per approfondire altre tematiche ben più importanti.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste sulla questione sospensiva Ravetti.
. Questione sospensiva sollevata dal Consigliere Gallo.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Volevo aggiungere una questione sospensiva nel merito.
Ieri, in Commissione abbiamo discusso sul tema Azienda Zero, un argomento che, come ha visto, Presidente, avete preiscritto nell'o.d.g. del Consiglio regionale odierno, nonostante il fatto che ieri non ci sia stato modo di discuterlo per essere licenziato dalla Commissione. Come abbiamo detto ieri (rendiamo pubblica la discussione), il vero tema è che il disegno di legge relativo all'istituzione dell'Azienda Zero prevedeva che, su proposta dell'Assessore, in Consiglio regionale, venisse discusso il Piano Socio Sanitario, entro un anno e mezzo, all'interno del quale veniva inserito il nuovo organismo, la nuova Azienda, per fare anche un quadro d'insieme di quelle che sono le strategie, le visioni e le previsioni per la sanità piemontese.
Lo chiediamo da quattro anni; ora siamo arrivati al fondo.
Un anno e mezzo fa, vi abbiamo dato il via libera o, comunque, abbiamo approvato, anzi, avete approvato l'Azienda Zero senza programmare il Piano Socio Sanitario che prevedesse chi, come e dove svolgere le funzioni, ma su richiesta dell'opposizione abbiamo inserito proprio questo vincolo.
Ecco che, passato un anno e mezzo, voi avete depositato un nuovo disegno di legge per aumentare le funzioni di Azienda Zero, ma vi siete dimenticati o avete voluto dimenticare il Piano Socio Sanitario, che è previsto per legge.
Allora, questa mia sospensiva si basa su quest'aspetto. Vi diciamo che non c'è nessuna priorità all'omnibus se prima non discutiamo il Piano Socio Sanitario regionale che continuiamo a rimandare ma che, se non lo discutiamo adesso, in questi mesi, tra febbraio marzo aprile, insomma in questo quadrimestre, non riusciremo a discutere e ad approvare all'interno di questa legislatura, perché ricordo che stiamo andando verso la fine della legislatura.
Forse è volontà di questa maggioranza non scriverlo, non discuterlo, ma neanche proporlo in Consiglio regionale e dare la colpa all'opposizione che non l'ha fatto passare per l'ostruzionismo che facciamo. Almeno depositatelo, così vediamo, dopo quattro anni, quali sono le vostre idee sulla sanità e cosa pensate di fare sulla sanità, altrimenti vi rimarrà soltanto la proposta, che ormai incominciate a fare in giro e continuate a proporre nei vari consessi in cui intervenite, di aprire un tavolo con le parti sociali per discutere insieme di questo o di quell'aspetto, facendo una chiara mossa elettorale. I tavoli non dovrebbero essere aperti oggi dovrebbero essere chiusi con delle proposte concrete, come il Piano Socio Sanitario, ma dopo quattro anni di legislatura, non si vede nulla.
Oggi vi chiediamo di sospendere questo provvedimento e di discutere veramente di sanità e del disegno a 360 gradi che avete in testa sul Piano Socio-Sanitario.



PRESIDENTE

Grazie.
Qualche Consigliere intende intervenire sulla questione sospensiva proposta dal Consigliere Gallo? Prego, Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Gallo è stato convincente, ma anche l'argomentazione è molto convincente, perché è diventata veramente una questione macroscopica: più di un anno fa abbiamo approvato la proposta di legge che istituiva l'Azienda Zero e già al tempo dicemmo: "Basta proseguire, fermiamoci, non continuiamo a proseguire con dei provvedimenti spot, ma andiamo a monte e facciamo un nuovo Piano Socio Sanitario regionale e poi, al limite, a questo seguiranno interventi per dare attuazione al Piano".
Nulla! È stato approvato quel provvedimento nel quale è scritto che entro un anno bisognava adottare un Piano Socio Sanitario regionale.
È passato il tempo, siamo di nuovo sul tema dell'Azienda Zero e non si vede il Piano Socio Sanitario regionale. Siamo nel 2023, l'ultimo Piano Socio Sanitario è stato approvato due legislature fa. Di mezzo c'è stato un periodo di commissariamento, in cui il Piemonte era in piano di rientro. I presenti, in primis il Presidente Chiamparino, ricorderanno che alla fine della scorsa legislatura dicemmo: "Benissimo, il Piemonte è uscito dal Piano di rientro, è necessario restituire le deleghe al Consiglio regionale e fare un nuovo Piano Socio Sanitario".
Si era quasi alla fine della legislatura e non si è fatto. Dal 2019 c'erano cinque anni di tempo per iniziare, invece non è stato fatto nulla e si continua a proseguire con interventi a spot, addirittura a riformare la sanità piemontese a colpi di proposte di legge della maggioranza e il Piano Socio Sanitario ancora non ha visto la luce.
Riteniamo che sia una questione importante e urgente da porre sicuramente avanti rispetto a un provvedimento come questo di riordino, questo omnibus che viene definito urgente perché ci sono dentro misure che dovremmo approvare entro un certo tempo perché è richiesto a livello nazionale.
Benissimo, se ci sono quegli adempimenti urgenti, si isolano da tutto il resto del provvedimento omnibus; si stralcia tutto il resto, si va veloce all'approvazione di quelle parti e poi si passa ad argomenti più importanti come il Piano Socio Sanitario, che non solo non stiamo trattando in Commissione, ma non c'è, non esiste proprio, che quindi è quanto mai urgente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anch'io per sostenere la richiesta del Consigliere Gallo, perché credo che non ci sia un tema più importante di quello posto nella richiesta, cioè andare finalmente ad affrontare il tema più importante per i cittadini piemontesi, in generale per i cittadini. In Piemonte, in particolar modo l'assenza di un Piano Socio-Sanitario ha delle ripercussioni gravissime sulla qualità del servizio che offriamo alle persone che necessitano di usufruire di prestazioni. Stiamo andando avanti senza avere una visione chiara e completa delle intenzioni e neanche degli indirizzi precisi.
Ieri abbiamo audito in Commissione il dottor Picco e abbiamo avuto degli aggiornamenti sull'attività di Azienda Zero. Noi eravamo fortemente contrari all'inserimento di questa innovazione nell'ambito sanitario, senza aver preventivamente discusso una programmazione più a lungo termine e ad ampio raggio, che andasse a considerare tutte le necessità del sistema sanitario. Ci troviamo ad affrontare, ad esempio in Commissione, un provvedimento su Azienda Zero che va ad aggiungere altri pezzi di funzioni a quelli già previsti quando Azienda Zero è stata istituita. Questa è un'ulteriore dimostrazione del fatto che si sta navigando un po' a vista e su un tema importante come quello sanitario non possiamo permetterci di navigare a vista.
La nostra richiesta è di fermare la discussione su questo provvedimento che, come abbiamo già detto durante l'intervento precedente, è un provvedimento che va a toccare vari ambiti, molti ambiti, troppi ambiti, e concentrarci invece sulla principale competenza regionale, cercando di dotare la nostra Regione, finalmente, di un Piano che possa dare una prospettiva ai cittadini che si trovano a dover affrontare ogni giorno difficoltà legate a lunghi tempi di attesa e al fatto di non sapere quali siano esattamente i riferimenti territoriali (ad esempio relativi ad alcune patologie). Anche ieri, sempre in Commissione, abbiamo audito alcune associazioni che ci hanno spiegato come stia mancando un confronto con l'Assessorato e come sia sempre più difficile parlare con l'Assessore Icardi. Anche la settimana scorsa, le audizioni con le associazioni di disabili sono state un'ulteriore conferma dell'impossibilità di confrontarsi con questa Giunta.
Credo, quindi, che dovremmo riaprire il dialogo con i cittadini, cercare di comprendere le esigenze che dopo la pandemia sono sicuramente sempre più urgenti e pressanti e poi finalmente mettere mano a una programmazione che possa dare stabilità e visione al nostro sistema sanitario.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno della richiesta fatta dal Consigliere Gallo con coscienza di causa.
Anche noi, a fine della scorsa legislatura, abbozzammo una proposta di Azienda Zero. Non è un mistero per nessuno, perché è una misura che, tra l'altro, è presente in altre Regioni, anche di diverso colore e orientamento politico. Il problema è come la si fa e come la si concatena con la programmazione sanitaria.
Noi allora ci fermammo esattamente per due motivi fondamentali: uno di opportunità. perché ci sembrava inopportuno, in limine mortis, a fine legislatura, presentare una proposta che era indubbiamente destinata ad avere un impatto significativo sugli assetti strutturali della gestione sistema sanitario. Soprattutto - secondo motivo - perché ci sembrava inopportuno e sbagliato presentare una proposta di legge che necessariamente e obbligatoriamente sarebbe stata sganciata da una programmazione regionale che recuperasse, ma non fosse solo figlia della sferza del piano di rientro. Quella era stata la delibera n. 1-600 approvata prima in Giunta e successivamente in Consiglio regionale.
Apro una parentesi, Presidente. Sul tema del piano di rientro dedicherei un po' più di attenzione. Allora era un'ossessione dei media e dei talk show adesso non ne parla più nessuno. Non vorrei che prima o poi questo tema quando meno te lo aspetti, rientrasse dalla finestra, anche se non ne parla più nessuno. Chiusa parentesi.
Questi sono i motivi per cui noi ci siamo fermati. Il collegamento con la programmazione sanitaria mi pare evidente. Azienda Zero, se non vuole essere - lo dico francamente senza infingimenti e senza polemiche pregiudiziali - una mera ridistribuzione di potere all'interno sia dei partiti che compongono la maggioranza sia delle strutture e delle figure apicali della sanità, o perlomeno della prima tramite i secondi; se non vuole essere questo, se non vuole essere solo questo (a me non scandalizza che sia anche questo), ma se non vuole essere solo questo, deve necessariamente legarsi con l'avvio, l'innesco, le prime determinazioni su una linea di programmazione sanitaria che ci dicano che cosa succederà. Ci sono tante ipotesi spot, alcune ragionevoli, altre meno, alcune sensate altre no, ma sono tutte ipotesi spot.
Credo che la richiesta avanzata dal Consigliere Gallo sia non strumentale e quantomai urgente.
Con questo la ringrazio per il tempo che mi ha concesso e la saluto Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiamparino.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Sostengo anch'io la richiesta di sospensiva del collega Gallo, parlando di un tema importantissimo, quello della sanità. Non a caso, in Commissione stiamo per procedere alla modifica della legge che istituisce l'Azienda Zero, con l'aggiunta di altre funzioni rispetto a quelle stabilite dalla norma originaria. Parliamo di questioni importanti per la nostra Regione forse delle più importanti, perché la prima è l'edilizia sanitaria, la seconda è la gestione dell'emergenza dei Pronto soccorso. Direi che il focus oggi su questi due temi richiede un approfondimento importante. Lo dico anche alla luce del fatto che molte richieste di approfondimento delle minoranze sui due temi che ho citato poc'anzi, sono state ignorate.
Penso alla richiesta fatta questa mattina dal collega Silvio Magliano, che chiedeva un'informativa sull'emergenza dei Pronto soccorso, ma noi abbiamo chiesto diverse informative, sia in Commissione sia in Aula, sulla questione della carenza di personale dei fondi destinati alle assunzioni.
Temi che noi solleviamo quotidianamente. Io addirittura ho fatto un accesso agli atti per avere una panoramica sugli interventi di edilizia sanitaria previsti per la nostra Regione, ho chiesto quali fossero gli accordi di programma in essere e ancora oggi attendo risposte dall'Assessore Icardi.
Direi che prima di procedere all'inserimento di queste nuove deleghe all'interno dell'Azienda Zero, si debba fare chiarezza e rispondere a quelle che sono state le domande poste in Consiglio regionale. Non soltanto stiamo andando a modificare una norma che deve ancora vedere i primi passi dopo la sua approvazione e istituzione in legge, ma lo facciamo in totale assenza di programmazione in ambito sanitario. Mi riferisco all'assenza di un Piano Socio Sanitario aggiornato perché, come dicevano poc'anzi i colleghi, non si vede modifica da ben due legislature: una grave mancanza della Regione Piemonte. Portare avanti delle azioni senza prevedere una programmazione porterà sicuramente a una gestione non ottimale della situazione sanitaria nella nostra regione.
A maggior ragione, se parliamo dei due temi, quelli che ho citato prima, di interventi sui pronto soccorso e dell'emergenza dei pronto soccorso. Ogni giorno ci arrivano notizie davvero poco confortanti sul fenomeno del boarding, sull'attesa in barella, sul mancato trasferimento negli ambulatori, sui Pronto soccorso che sono a oggi popolati da molte cooperative - ne abbiamo parlato recentemente - di medici gettonisti, un fenomeno in forte ascesa nella nostra regione. Sull'edilizia sanitaria sono al palo tutti i principali interventi di edilizia ospedaliera. Noi non sappiamo quali fondi verranno utilizzati, non sappiamo se per le progettazioni saranno effettivamente stanziati fondi per procedere con i progetti che poi permetteranno di dare alla luce le nuove strutture ospedaliere. Tutto questo in assenza di programmazione.
Direi che è quantomai urgente trattare queste questioni e rimandare questo collegato, il disegno di legge omnibus, in Commissione per i dovuti approfondimenti e prenderci il tempo per andare a capire che cosa intenda fare la Giunta all'interno di questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Disabato.
Non vi sono altre richieste d'intervento sulla sospensiva del Consigliere Gallo, su cui sono intervenuti tutti i Gruppi.
Sono le ore 13. Suggerisco di sospendere i lavori, che riprenderanno alle ore 14 con le interrogazioni a risposta immediata e, successivamente, con la ripresa del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 13.02)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori riprendono alle ore 14.04 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1301 presentata dal Consigliere Daniele Valle, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi interrogazione a risposta immediata n. 1303 presentata dal Consigliere Diego Sarno, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1305 presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n.
1302 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, cui risponderà l'Assessore Chiara Caucino; interrogazione a risposta immediata n. 1304 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Chiara Caucino.
Ricordo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo ancora agli interroganti che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta. Prego ancora i Consiglieri di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1301 presentata da Valle, inerente a "Cure materne e neonatali: quali sono le regole attualmente previste per l'ammissione dei caregiver al fianco delle neomamme durante la degenza ospedaliera?" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1301.
L'interrogante, il Vicepresidente Valle, ha richiesto la risposta scritta e sarà cura dell'Assessore Icardi l'invio della risposta via mail.


Argomento: Giovani - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1303 presentata da Sarno, inerente a "Grave e ingiusta chiusura del Progetto Neutravel"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1303.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Sarno, che ha pertanto facoltà di intervenire per tre minuti.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Siamo oggi in fase di question time per ritornare su un tema che avevamo già sollevato qualche settimana fa, dichiarando con quelle interrogazioni il rischio in cui sarebbe incorsa la Regione Piemonte nel fermare un progetto particolarmente innovativo ed efficace. Infatti, in quella data non vi era la copertura dei fondi necessari per continuare lo svolgimento del progetto. Pertanto, chiedevamo all'Assessorato e alla Regione di proseguire, cosa che non è avvenuta.
Avevamo manifestato la necessità di reperire quei fondi con un'assegnazione per una continuità progettuale oppure attraverso altre forme di assegnazione. Stiamo parlando del Progetto Neutravel, che cito per rendere tutti nuovamente edotti sulla sua importanza e valore. Al di là dei molteplici riconoscimenti mediatici, il Progetto Neutravel collabora direttamente con l'Istituto Superiore di Sanità. Abbiamo avuto modo di ritornare sull'Istituto Superiore di Sanità, perché il nostro Assessore Icardi è stato nominato all'interno di questo importante ente, che riconosce in Neutravel un cardine alla tutela della salute pubblica, quindi chiedeva alla Regione Piemonte di darne continuità.
Perché si chiedeva questo? Perché tale progetto ha permesso di raggiungere circa 20 mila persone l'anno, di analizzare poi 2.540 sostanze, portando all'individuazione di 40 tipi di diverse sostanze su 121 campioni di NPS e conducendo quindi alla decisione - questo è un dato fondamentale - nel 60 70% dei casi in cui l'analisi conduce a un risultato difforme, di rinunciare all'uso della sostanza e riflettere sulle possibilità di rinunciarvi. Questo lo dico perché il concetto della riduzione del danno è fondamentale se non si vuole solo punire, ma si vuole diminuire, attraverso la coscienza da parte delle persone, il consumo delle sostanze analizzate.
Sappiamo che il progetto aveva una copertura finanziaria di 150 mila euro per cui non stiamo parlando di cifre esorbitanti. In seguito all'interrogazione del 20 dicembre, l'Assessorato ci aveva risposto che doveva fare delle verifiche e che era intenzionato ad avviare e continuare la progettualità, cosa che non è avvenuta. Infatti, il progetto dal 1 febbraio è fermo.
Per queste motivazioni, interroghiamo la Giunta e l'Assessore per sapere quando - quindi speriamo di ricevere una risposta su una data precisa - il progetto sarà rifinanziato e potrà tornare a essere immediatamente operativo sul territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Diego Sarno per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Non ritornerò sui contenuti e sulla risposta data il 20 dicembre. Condivido il contenuto tecnico, però, come ho già comunicato nella risposta del 20 dicembre, Neutravel è un progetto nazionale, non della Regione Piemonte che in questo momento non è più finanziato dal Ministero e che, nel caso del Piemonte - e qui vengo agli accertamenti - richiederebbe ben più di 150 mila euro per renderlo applicabile in modo capillare su tutto il territorio regionale.
Non c'è nessun problema, nulla osta da parte della Regione Piemonte alla riattivazione dell'iniziativa, qualora il Ministero disponga la sua prosecuzione e, di conseguenza, destini nuove risorse per rifinanziarlo.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1305 presentata da Canalis, inerente a "San Luigi di Orbassano. L'infermiere 'a gettone' arriva anche in sala operatoria?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1305.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione scaturisce da una deliberazione del direttore generale dell'Azienda speciale ospedaliero-sanitario San Luigi Gonzaga di Orbassano risalente al 28 novembre 2022.
Questa deliberazione prevedeva di poter ricorrere a un servizio infermieristico per sedute operatorie da distribuirsi su diverse specialità chirurgiche, nel blocco operatorio del San Luigi Gonzaga di Orbassano, per 61 giornate lavorative, nel periodo che intercorre tra il 1° dicembre 2022 e il 28 febbraio 2023. L'importo corrispondente a questa prestazione contenuto nella deliberazione, era di 67.405 euro: si tratterebbe di otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana, per una squadra di tre infermieri, uno strumentista e due di sala anestesia.
Pertanto, è certificato, con questa iniziativa, ma forse me ne sono sfuggite altre, che ormai il ricorso agli operatori sanitari esterni al Sistema Sanitario Regionale è arrivato non soltanto nei pronto soccorso dei nostri ospedali, ma anche nelle sale operatorie, con forti perplessità derivanti dal fatto che questo ricorso determina un aumento dei costi perché la cooptazione di personale esterno a gettone costa molto di più rispetto a personale interno; ad esempio, la reperibilità passiva arriva a costare sei volte tanto rispetto a quella degli operatori interni. Questi costi aggiuntivi sono tecnicamente ammissibili, perché imputati alla voce "beni e servizi" dei bilanci delle nostre Aziende sanitarie, e non alla voce "personale", quindi è un modo, un escamotage, di fatto, per aggirare il limite di spesa per il personale.
La perplessità è derivante anche dal fatto che il ricorso a personale esterno ci appare inadeguato, considerando che la sala operatoria necessita di competenze molto specialistiche e di una grande intesa d'équipe: pensiamo al tipo di operazioni che devono essere svolte in questo contesto.
Operatori esterni che operano un giorno in un ospedale e un altro giorno in un altro ospedale, chiaramente non conoscono a dovere i colleghi e neanche l'organizzazione logistica dei nostri ospedali, quindi temiamo che venga messa a rischio la correttezza e la fluidità dell'operatività necessaria nelle sale operatorie. Inoltre, riteniamo che il ricorso agli operatori esterni sia incoerente con il recente decreto del Ministero dell'Economia e di quello della Salute, che consente un innalzamento del 5% dell'attuale tetto di spesa per il personale sanitario.
Allora ci chiediamo perché non estendere il personale interno come consentito dai Ministeri, invece di continuare a ricorrere a personale esterno.
È vero che il Direttore dell'Ospedale San Luigi ha aperto a procedure di mobilità ma, consentitemi, mi pare, che tale apertura sia tardiva e quindi, insufficiente a contrastare questo ormai crescente processo di privatizzazione della nostra sanità, con appunto il coinvolgimento di operatori cottimisti che non possono garantire la stessa qualità degli operatori interni e nemmeno gli stessi costi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In premessa, mi permetta di dire che parlare di "infermiere a gettone" non è corretto, perché l'Azienda ospedaliera, in questo caso, ha attivato un servizio e non infermieri a gettone; poi, ovviamente, ho chiesto delucidazioni e una serie di informazioni, che adesso le elenco, che mi sono state fornite dall'Azienda ospedaliera.
Alla fine del 2022, per sopperire all'uscita di tre infermieri (una seduta operatoria è composta da tre infermieri) è stata affidata temporaneamente dal 1° dicembre 2022 al 28 febbraio 2023, a uno studio associato al puro fine di garantire l'attività operatoria su dieci sedute al giorno, evitando la perdita di 60-80 interventi chirurgici al mese e l'ulteriore allungamento dei tempi d'attesa, in particolare per gli interventi urgenti anche oncologici, che rappresentano una criticità cui è doveroso ed è un obbligo dare una risposta.
Con il provvedimento in questione, che lei ha citato, non si è pensato di esternalizzare un'attività nevralgica, né tantomeno di bypassare dei limiti di spesa e nemmeno di privatizzare la sanità, ma la Direzione intende garantire un servizio esclusivamente con personale interno. Inoltre, si è cercato di non pregiudicare i pazienti in attesa d'intervento nelle more del reperimento di personale strumentista che necessita, com'è noto, di una formazione specifica avanzata in sala operatoria, in particolare di almeno sei mesi sulla specialità chirurgiche.
Nonostante l'oggettiva difficoltà nel reperire personale - questo è il vero tema - disponibile a essere assegnato alla sala operatoria, dopo aver contattato una quarantina di candidati presenti in graduatoria, si è riusciti ad assumere due unità di personale, dal 1° febbraio scorso, e un'altra unità, con decorrenza dal 1° marzo prossimo venturo; queste unità sono assegnate alla sala operatoria, con il vincolo di permanenza nella stessa per almeno tre anni, quindi nessuna rotazione, nessun cambiamento e nessun disservizio legato al cambio di personale, da lei citato.
Contestualmente, si è emanato un bando di mobilità esterna e anche un bando di trasferimento interno, che non si ritengono affatto tardivi quest'ultimo si è appena concluso con la raccolta di disponibilità di tre unità di personale che andranno a sostituire le tre cessazioni, con decorrenza 1° maggio 2023.
A fronte degli spostamenti interni si provvederà, quindi, ad assumere infermieri in modo da iniziare al più presto la formazione specifica specialistica, senza sguarnire i reparti, senza ritardare interventi e senza allungare la lista d'attesa.
Per quanto concerne le competenze, tema anch'esso delicato, e le capacità professionali specifiche dei professionisti in argomento, finalizzate a prestazioni chirurgiche complesse come la sala operatoria, le stesse sono state accertate e verificate da parte della Direzione delle professioni sanitarie dell'Azienda, quindi da parte della ditta; trattasi di personale iperspecializzato su tutti gli ambiti chirurgici.
Quanto alle prestazioni aggiuntive del personale strutturato, che sono state prese in considerazione, non sarebbero comunque sufficienti e idonee a garantire orari così lunghi, quindi la funzionalità completa della sala operatoria, e graverebbero eccessivamente come carichi di lavoro su infermieri a tempo indeterminato, con riflessi sul rispetto della normativa in materia di orario di lavoro, senza rappresentare, peraltro, un risparmio rilevante.
Per ciò che concerne i costi, è da aggiungere che l'importo così determinato garantisce la presenza di professionisti senza interruzioni e senza soluzione di continuità, per cui eventuali assenze per malattie riposi, congedi e quant'altro non graverebbero come costi sull'azienda proprio perché questa ha inteso e ha acquisito un servizio e non, come dicevo prima, degli infermieri a gettone.
Relativamente ai tetti di spesa, la Direzione generale sta attivando le procedure di assunzione nel rispetto del piano dei fabbisogni e dei relativi vincoli di spesa. Le misure adottate - si ribadisce - rivestono carattere di temporaneità e, ovviamente, di eccezionalità, avendo l'unica e sottolineo l'unica - finalità di garantire cure e assistenza a pazienti che attendono interventi chirurgici, in molti casi di particolare gravità tra cui anche interventi oncologici.
In tutta la vicenda, ovviamente, l'Azienda non ha fatto da sola, ma ha discusso ai tavoli sindacali, riscontrando comprensione circa le effettive intenzioni e le finalità dell'operazione, che si ribadisce essere stata gestita con la massima trasparenza e con l'informazione alle organizzazioni sindacali.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta immediata n. 1302 presentata da Frediani inerente a "Chiarimento rispetto all'iter autorizzativo relativo alla Cava di Caselette, gestita dalla società Cave Druento S.r.l."


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1302.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà per tre minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Chiedo conferma del tempo, perché si tratta di una situazione un po' complessa, quindi vado subito al sodo evitando tutte le premesse, che comunque sono inserite nel documento che ho depositato.
Parliamo di una cava che si trova a Caselette, gestita dalla Cave Druento S.r.l.
Nelle premesse ho citato alcune informazioni in nostro possesso, quindi proprio in estrema sintesi, le delibere che hanno autorizzato, intanto, il subentro della società Cave Druento alla società che prima era detentrice dei diritti sulla cava, che poteva esercitare attività su questo sito e che ha ceduto la possibilità di lavorare su quel terreno alla Cave Druento. Uso questi termini perché, in realtà, non sono così chiari i passaggi formali avvenuti. In primis perché ci risulta, da una precedente interrogazione che avevo presentato in Consiglio regionale qualche mese fa, che l'attività all'interno di quella cava non fosse stata mai avviata, poi perch l'attività prevista all'interno della cava era in deroga, ma in deroga rispetto a cosa? Alla tutela che si trova su quel terreno in particolare che è un Tenimento di Sant'Antonio di Ranverso.
Ricapitolando: ci troviamo di fronte a un terreno tutelato nell'ambito del Tenimento di Sant'Antonio di Ranverso; la società che prima aveva in gestione la cava poteva lavorare nella cava o, meglio, avrebbe potuto lavorare nella cava in virtù di una deroga dovuta al fatto che il Piano paesaggistico non era ancora stato approvato. In realtà, c'è stato poi un subentro nella gestione della cava a favore di questa Cave Druento, quindi ad attività ancora non iniziata.
Noi, quindi, ci chiediamo per quale motivo sia stata concessa una deroga ad avviare un'attività così impattante su un terreno che, di fatto, era un meraviglioso prato che si trovava proprio di fronte all'abitato di Caselette. Non ho le parole giuste per descrivere quel luogo, quindi le rubo a Luca Mercalli, che ha pubblicato un bellissimo articolo sul Fatto Quotidiano il 2 febbraio, dal quale estraggo soltanto una frase, una brevissima fase di tre righe: "Che sciagura inaudita, 15 mila anni di vita spazzati via in una settimana. Ed ero pure tra i terreni migliori! Ma perché, perché? Vorrei ribellarmi, oppormi, lottare contro quei distruttori, ma non posso".
Chiaramente il prato non può ribellarsi, non può lottare contro quei distruttori, ma possiamo farlo forse noi per lui, perché riteniamo che questo sia uno scempio, un crimine, un crimine ambientale, uno dei tanti che abbiamo visto sul nostro territorio. Non possiamo fare altro che andare a fondo e cercare di capire, in questo complesso quadro di autorizzazioni se tutto sia regolare e lecito. Iniziamo con quest'interrogazione, ma annuncio già che andremo avanti e non ci fermeremo qui, perché questo è veramente uno scempio che grida vendetta! Da questa prima interrogazione vorremmo comprendere bene il contesto autorizzativo che ha portato anche il Comune a dare l'autorizzazione per compiere quel crimine ambientale su un terreno tutelato: ricordo tutelato perché fa parte dei terreni dell'Ordine Mauriziano.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Francesca Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Chiara Caucino.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



CAUCINO Chiara, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In risposta all'interrogazione della Consigliera Frediani avente a oggetto "Chiarimenti rispetto all'iter autorizzativo relativo alla cava di Caselette gestita dalla società Cave Druento S.r.l.", in merito agli argomenti di competenza del Settore Polizia mineraria, cave e miniere, si rappresenta quanto di seguito riportato.
Prioritariamente si osserva che sono corretti i riferimenti di cui alle autorizzazioni ex legge regionale 23/2016.
Oltre al sopralluogo citato nell'interrogazione, è stato effettuato, in data 1° agosto 2022, un ulteriore controllo, successivo al subingresso nella titolarità della cava da parte della società Cave Druento S.r.l., dal quale è emerso che erano iniziati i lavori di preparazione alla coltivazione.
L'autorizzazione comunale n. 7 del 2010 prevede vari punti, tra cui il punto 19 e il punto 20.
Il punto 19 prevede che per il riempimento, in particolare per quanto riguarda la produzione e l'apporto di terre e rocce da scavo in fase di cantiere, occorre rispettare quanto previsto dall'articolo 186 del decreto legislativo 152/2006, così come modificato dal decreto legislativo 4/2008 mentre al punto 20 si prevede che il ritombamento deve avvenire con materiale inerte con caratteristiche geomeccaniche e di permeabilità simili a quelle del materiale in posto.
In merito al punto 19 dell'autorizzazione comunale, si evidenzia che l'articolo 186 del decreto legislativo 152/2006 risulta abrogato dall'articolo 39, comma 4, decreto legislativo 3 dicembre 2010 n. 205.
Attualmente, la gestione delle terre e rocce da scavo è disciplinata dal DPR 120 del 13 giugno 2017. Per quanto riguarda il riutilizzo di terre e rocce da scavo gestite in regime di sottoprodotto, come descritto al Titolo II del DPR 120, esso è subordinato all'esecuzione della caratterizzazione ambientale, finalizzata ad accertare la sussistenza dei requisiti di qualità ambientale delle terre e rocce da reimpiegare.
La caratterizzazione dev'essere effettuata prima dell'inizio degli scavi nel rispetto di quanto riportato agli allegati 2 e 4 del DPR innanzi citato. Ciò premesso, i materiali che verranno allocati nel sito di destinazione, indipendentemente dal sito di produzione, devono essere conformi alle prescrizioni dettate nell'atto autorizzativo.
In riferimento al vincolo pubblicistico di cui al decreto legislativo 42/2004, la ditta esercente ha ottenuto l'autorizzazione paesaggistica n.
18/2020 dell'8 ottobre 2020, rilasciata previa acquisizione del parere vincolante della Sovrintendenza competente per territorio.
Infine, per quanto riguarda la sottrazione di terreno agricolo al territorio, si evidenzia che l'autorizzazione vigente prevede il riporto di 50 centimetri dopo assestamento di terreno vegetale, il riutilizzo, a fini agricoli, preparando il fondo per semine e impianti e ripristinando le funzionalità irrigue in tutta l'area.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiara Caucino per la risposta.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 1304 presentata da Magliano inerente a "Condominio ATC al civico 36 (interno 7) di corso Mortara a Torino: sono necessari interventi risolutivi contro gli atti di vandalismo per garantire vivibilità e accessibilità. Cosa farà la Giunta in merito?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1304.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Le Agenzie Territoriali per la Casa sono enti pubblici che, tra le varie attività, gestiscono e forniscono appartamenti in edilizia sociale sovvenzionate ai cittadini che ne hanno diritto.
L'ATC del Piemonte centrale gestisce, tra gli altri stabili, quello all'interno 7 del civico 36 di corso Mortara a Torino, di proprietà della Città di Torino, Divisione Edilizia Residenziale Pubblica. Lo stabile consta di 20 piani oltre ai due livelli sotterranei, vi risiedono 90 famiglie e alcuni inquilini con disabilità motoria o ridotta mobilità.
Il portoncino d'ingresso, già sostituito da ATC alla fine di novembre 2022 è stato nuovamente divelto; da alcune settimane, approfittando della mancanza del portoncino stesso, accade che ignoti si introducono negli spazi comuni del condominio per sostarvi, consumare alcolici e commettere ripetuti atti di vandalismo; oggetto della maggior parte degli atti vandalici sono i tre ascensori e le loro pulsantiere. Gli ignoti soggetti abbandonano negli spazi comuni del condominio rifiuti di ogni tipo.
Una parte degli inquilini si è autotassata per dotare lo stabile di telecamere di sicurezza, misura che tuttavia non si è dimostrata risolutiva. Il nono e il dodicesimo piano sono raggiungibili soltanto usando le scale, essendo stati manomessi i relativi numeri sulle pulsantiere di tutti e tre gli ascensori. Il secondo piano sotto terra non è a sua volta, per la stessa ragione, raggiungibile con l'ascensore: i condomini con disabilità che vi posteggiano l'auto - l'auto trasformata per le loro esigenze - sono costretti a raggiungerlo passando dalla strada.
I residenti riferiscono che, recentemente, un intervento urgente del 118 presso una delle unità abitative è stato rallentato proprio dalle condizioni degli ascensori (ha aspettato 45 minuti per trasportare il paziente, che pare avesse avuto un infarto all'ospedale).
Considerato che abitare in un contesto adeguato per accessibilità e sicurezza è un diritto che dovrebbe essere garantito, non possiamo permettere che persone con disabilità rischino di rimanere bloccate in casa o si trovino nell'impossibilità di accedere al proprio appartamento in caso di nuovi e più gravi atti di vandalismo.
Osservato, inoltre, che, infine, la situazione descritta è stata oggetto di recente cronache giornalistiche sulle testate locali (mi sono recato personalmente venerdì mattina sul luogo per constatare che tutto fosse esattamente come descritto in narrativa), interrogo la Giunta per conoscere il cronoprogramma degli interventi che ATC effettuerà presso lo stabile all'interno 7 di corso Mortara 36 a Torino per porre rimedio agli atti vandalici commessi e per prevenirne di nuovi.
Considerato che anche sull'impianto antincendio pare che ci siano delle problematiche, forse urge, per la tranquillità di tutti, intervenire velocemente sia su un aspetto sia sull'altro.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Chiara Caucino.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della casa

Grazie, Presidente.
Grazie, Consigliere Magliano, per aver posto la questione, perché sa quanto sono sensibile al tema e quanto mi preoccupo per le persone disabili.
Insieme, sicuramente troveremo il modo per risolvere questo ennesimo problema che investe, purtroppo, ATC.
Mi sono attivata anche personalmente per avere quantomeno delle informazioni e per poter dare delle risposte, le più esaustive possibili. I problemi manutentivi segnalati sono noti ad ATC, che si è già attivata per risolverli. Il complesso è, purtroppo, da tempo vittima di gravi e ripetuti atti vandalici e danneggiamenti.
Il portoncino d'ingresso, sostituito con uno nuovo da poco tempo, è stato danneggiato nuovamente ed è stato rimosso poiché pericolante - quindi veramente elemento di pericolo anche per gli inquilini - e verrà presto riparato e ripristinato.
A più riprese sono state, inoltre, danneggiate le pulsantiere degli ascensori, così come il Consigliere giustamente ricordava. Purtroppo i pulsanti sono reperibili solo presso la ditta che ha prodotto l'impianto e ATC ha dunque provveduto a ordinarli da qualche settimana, per cui arriveranno a giorni e verranno sostituiti.
Questo è quanto mi è stato riferito da ATC. Il Consigliere sa che comunque, io mi muovo anche personalmente, quindi se c'è necessità che io intervenga direttamente e personalmente con un sopralluogo, lo farò, magari anche sotto sua sollecitazione.
Il problema è quello della dignità di quei luoghi abitativi e del fatto che ATC, per quanto agisca positivamente per mantenere quei luoghi decorosi alla fine ci sono atti vandalici, c'è un atteggiamento, spesso da parte dell'inquilinato e non, che produce costanti problemi di difficile soluzione perché, evidentemente, assegniamo degli immobili assolutamente decorosi, ma poi ci vengono restituiti completamente devastati.
È un problema di educazione civica: sotto questo profilo, mi sto muovendo per cercare di modificare anche la cultura degli inquilini, perché è evidente che ci sia un problema. Ho già convocato un tavolo con i sindacati degli inquilini proprio per affrontare il tema delle manutenzioni, che riguarda ovviamente tutto il panorama regionale. Su un patrimonio di oltre 53 mila alloggi i problemi esistono e sono sicuramente da affrontare. La Regione non si sottrae e non si è mai sottratta a questo.
Davvero, se c'è necessità di un intervento anche personale, sono assolutamente pronta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiara Caucino per la risposta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15 il Presidente riaprirà la seduta del Consiglio.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 14.38 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta riprende alle ore 15.14)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prima di proseguire l'esame del disegno di legge n. 236, come preannunciato, procederei al ricordo della Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo.


Argomento: Giovani - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo


PRESIDENTE

Oggi, 7 febbraio, ricorre la Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo. È una giornata importante fissata con l'obiettivo di sensibilizzare bambini, ragazzi, genitori, educatori e insegnanti su questo delicato tema.
Da anni si parla e si discute di bullismo, un fenomeno preoccupante, sempre più diffuso e caratterizzato da odiose prevaricazioni che partono dalle semplici derisioni, ma che in alcuni casi sconfinano in episodi di vera e propria violenza. Troppo spesso si è sottovalutata la gravità del bullismo o perché affiora in luoghi a torto ritenuti al riparo da certi comportamenti, oppure perché si è tentati di confondere tali atteggiamenti con la casistica di scherzi e derisioni che fanno parte delle memorie scolastiche di ciascuno. Il bullismo non è un gioco da ragazzi, non è da sottovalutare, per le pesanti conseguenze che si determinano per chi subisce e per chi si rende autore di questi soprusi.
Il numero delle implicazioni sociali, culturali e psicologiche non consente di rispondere con ricette facili a un problema tanto complesso. Secondo una ricerca dell'Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e OneDay, realizzata tramite un questionario sottoposto a 6.000 adolescenti dai 13 ai 23 anni, i giovani hanno rilevato che il 68% di loro dichiara di aver assistito a episodi di bullismo o di cyberbullismo, mentre ne è vittima il 61%. La violenza psicologica è quella più diffusa da parte di coetanei (oltre il 42%) e, in particolare, il 44% delle ragazze ha segnalato un forte disagio preoccupato dal ricevere online commenti non graditi di carattere sessuale.
I nostri giovani sono stati capaci di azioni inimmaginabili. Ricordiamo tutti le immagini di pochi giorni fa del quindicenne spinto sotto un treno in transito alla stazione di Seregno: una vera e propria spedizione punitiva di alcuni coetanei, intenzionati a castigare il ragazzo colpevole di aver mandato dei messaggini a una ragazza. Un'azione che ha turbato le nostre coscienze, perché quei ragazzi, fino a quando non avevano commesso quelle terribili azioni, erano considerati normali, andavano a scuola avevano una famiglia, uscivano e si divertivano come chiunque altro. Nessun presagio sul fatto che sarebbero diventati autori di un tentato omicidio.
Prima erano giovani normali, in scuole normali e in famiglie normali, ma la normalità non ci salvaguardia da ciò che non vorremmo che accadesse.
Vivere in gruppi più somiglianti a cerchie ristrette, incrementare gli istinti peggiori e infondere quel presunto coraggio che singolarmente non sarebbe neppure pensabile possedere, un coraggio di gruppo che si è probabilmente consolidato grazie alla connessione nel mondo di intrattenimento e socialità fornito dalla rete, con quello dello studio della formazione e della cultura. Sono sorte nuove opportunità per la scuola di offrire strumenti per corrette relazioni in rete, una rete che sempre più spesso contribuisce, invece, a fornire ai bulli strumenti che possono stravolgere la vita di giovani ragazze e ragazzi, più velocemente e con maggiore potenza che mai.
Alla base di questo fenomeno ci sono interpretazioni sbagliate e fuorvianti dei valori della ribellione, scarsa (se non nessuna) considerazione del valore dell'uomo, dell'inviolabilità della persona.
Il bullismo è violenza cerebrale, è libertà senza obblighi e doveri, è isolamento. In quest'ottica la scuola e, in generale, il mondo degli adulti deve svolgere un ruolo di cerniera; gli insegnanti non si limitino a impartire lezioni, ma siano educatori, dialogando con gli alunni con il necessario rigore che deriva dalla propria funzione. Gli adulti sappiano osservare e intervenire, anche costruendo un dialogo coi ragazzi, creando così un'alleanza tra scuola e famiglia, in grado di cogliere e segnalare tempestivamente situazioni di criticità.
Tutte le istituzioni, invece, hanno l'obbligo di guardare a questa realtà hanno il dovere di vigilare affinché nulla sia lasciato di intentato. Ci che dobbiamo riconoscere, e stentiamo a farlo, è che troppi adulti non sono stati capaci di trasmettere adeguatamente ai giovani quei valori di convivenza che consentono il vivere civile dei popoli. Parlo di etica quotidiana alla base di qualsiasi società.
La qualità della vita di una città e di un Paese si misura in grande parte sulla normalità della vita quotidiana dei cittadini, quindi su questi piccoli gesti e conflitti che, apparentemente insignificanti, possono, in realtà, essere fattori determinanti per la crescita di una persona. Questa situazione desidera mettere al centro lo sviluppo, la crescita e la condivisione di intenti, con particolare riguardo a una più elevata qualità della vita.
Questo Consiglio non ha competenze in campo penale, ma può fare molto sul fronte della prevenzione perché, a mio avviso, il dovere delle Istituzioni non si può esaurire con la produzione legislativa. La sfida sta nell'educare a comprendere il fenomeno e promuovere interventi di sensibilizzazione per far acquisire alle persone giovani e meno giovani la consapevolezza delle problematiche connesse al disagio.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Chiorino; ne ha facoltà.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Ringrazio tutto il Consiglio per questo momento, che dev'essere di profonda riflessione che penso possa vedere unito tutto il Consiglio regionale nell'affrontare una tematica che, come lei ha ben detto e come si è detto più volte in quest'Aula, è una piaga della nostra società. È evidente che gli esiti del bullismo sono drammatici, ce lo siamo detto più volte e più volte ci siamo confrontati su questo tema. Evidentemente, non è ancora abbastanza: bisogna fare di più e dobbiamo imparare a farlo tutti insieme.
Penso che il bullismo sia la fotografia plastica di una deriva alla quale si arriva quando si rischia la desertificazione valoriale fondamentalmente, è questo. Il bullo è colui che non sa distinguere tra che cosa è forza e che cosa è violenza: è questo un passaggio fondamentale che dobbiamo riuscire a trasmettere, perché essere forti vuol dire avere anche la forza di accompagnare i più deboli, di prenderli per mano e di tirarli a sé. Un bullo non è forte, perché fa l'esatto contrario. Un bullo è violento, esprime violenza fisica, morale o psicologica, e questo è un primo passaggio da evidenziare.
Penso che la forza non vada demonizzata, anzi ritengo che sia l'esatto opposto: la forza dei propri valori, la forza della rettitudine morale, la forza di capire che non è una società di diritti e che i doveri stanno agli altri: troppo spesso abbiamo il sentore di vivere in una società del "dirittismo", tutti i diritti a me e tutti i doveri a qualcun altro.
Penso che sia compito di ognuno di noi, per quello che rappresentiamo in quest'Aula e per quello che dobbiamo rappresentare fuori, lavorare su queste tematiche, ben consapevoli che tre anime sono assolutamente in prima linea tutti i giorni su questo tema e sono i nostri ragazzi, il personale scolastico, docente e non docente, i nostri bambini, i nostri figli e i nostri studenti. A loro dobbiamo dare anche il buon esempio, sicuramente di tutto quello che, anche in quest'Aula, in un confronto che, a volte, è particolarmente serrato, ma che deve sempre essere rispettoso anche in alcune situazioni di evidenti valori che ci dividono, ma su cui ci dev'essere, appunto, un dibattito che risulti essere sempre costruttivo.
Come Regione Piemonte, ritengo che tutti insieme abbiamo dato buoni segnali; in seguito elencherò soltanto i primi esiti, per citare qualche cifra e qualche azione e per dire che dobbiamo proseguire su questa strada.
Consentitemi, però, di dire che un altro compito importante, che ritengo che dobbiamo svolgere tutti insieme, sia quello di restituire autorevolezza ai docenti, perché ritengo non si debba avere paura, in determinate situazioni, di pensare che un bimbo (lo dico da madre) non possa prendere un'insufficienza; anche in quei casi ci si fortifica, si aiuta a crescere si assumono delle responsabilità, per intenderci. Ritengo, quindi, che anche in quest'ottica si debba lavorare e che, a volte, quando un docente perde autorevolezza, non è soltanto la capacità dell'istruzione in aula che viene meno, perché i ragazzi non ti ascoltano, ma viene meno ciò che dev'essere il valore formativo a 360 gradi della scuola, che è una delle missioni più importanti che ha, insieme a quello dell'istruzione.
Detto questo, vorrei riferire alcuni dati.
Nell'anno scolastico 2022-2023, come ben sapete, abbiamo stanziato 310 mila euro destinati alle scuole e agli istituti superiori statali e paritari prevedendo progettualità che verranno finanziate, con un importo massimo di 6.000 euro per ogni scuola ammessa e l'esito è stato di 32 scuole superiori piemontesi che si sono aggiudicate il contributo, su 17, di cui due paritarie, tra Torino e Città metropolitana, cinque nel Novarese, quattro nel Cuneese, tre nell'Astigiano, due nell'Alessandrino e una nel Verbano Cusio Ossola.
Per quanto riguarda le misure dedicate ai docenti, perché il tema è anche accompagnare i docenti affinché abbiano una formazione tale per prevenire cogliere e sapere come gestire gli episodi di bullismo anche attraverso i social, un altro grandissimo tema è quello dei social e della tematica legata al cyberbullismo. In questo caso, i destinatari della misura sono state le scuole polo regionali della formazione: 24 scuole, individuate nell'ambito dei poli regionali, individuate dall'Ufficio Scolastico Regionale.
Per l'anno scolastico 2020-2021, nonostante, tra l'altro, le difficoltà dettate dalla pandemia e dalla didattica a distanza - colgo l'occasione per ringraziare la progettualità e tutte le scuole che, in un momento particolarmente drammatico - invece hanno lavorato anche a progetti come questo, sono stati realizzati 33 percorsi formativi con il coinvolgimento di 1.214 docenti.
Inoltre, sono stati avviati 20 progetti formativi in 20 scuole secondarie di secondo grado, che hanno coinvolto circa 680 docenti di ogni ordine e grado, per una spesa complessiva rendicontata a oggi pari a 40 mila euro.
Nel 2020-2021, sono stati attivati altri 45 progetti presso altrettante istituzioni secondarie di secondo grado, per promuovere il benessere scolastico fra gli studenti, con l'intento di approfondire anche l'aspetto socio-relazionale.
A oggi, non abbiamo ancora tutte le rendicontazioni, ma ci risultano essere stati coinvolti più di 8.000 studenti e circa 310 docenti.
Penso che la strada che tutti insieme abbiamo intrapreso, anche con lo stimolo delle opposizioni, che ringrazio perché hanno sempre assunto un atteggiamento particolarmente costruttivo e collaborativo, anche nell'ambito scolastico (per gli studenti, per i docenti, per le famiglie) come dicevo all'inizio, abbia attivato misure che sicuramente non sono ancora abbastanza, ma questa è la strada che abbiamo iniziato a tracciare e auspico che si continui in questa direzione, con la collaborazione di tutti.



PRESIDENTE

Grazie.
È aperto il dibattito.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Celebrare questa giornata è molto importante, come già è stato detto da lei nel suo intervento e com'è stato ricordato anche dall'Assessora Chiorino per cui mi permetto di contribuire con una mia piccola riflessione, anche a nome del Gruppo.
Inizio facendo riferimento a un'affermazione dell'Assessora, che è certamente condivisibile, quando parlava del problema di una desertificazione valoriale, di fronte ad alcuni fenomeni che ci troviamo a gestire, quando parliamo di cyberbullismo e di bullismo, ma mi sento di dire, Presidente, che non è soltanto una questione di educazione etica dei nostri ragazzi e provo a spiegare perché.
Credo che giornate come queste debbano aiutarci a comprendere che siamo di fronte a un importante cambiamento epocale, che riguarda proprio la visione che l'uomo ha di sé e in relazione agli altri, sia quando parla con i pari sia quando parla con le diverse generazioni. Per anni abbiamo pensato che gli smartphone fossero strumenti da utilizzare con una certa cura, una certa attenzione; in realtà, stiamo vedendo sempre di più, e non possiamo più permetterci di sbagliare in questo, che non sono uno strumento neutro ma sono una porta di accesso a un mondo che ha delle regole diverse dal mondo off-line, dove i nostri ragazzi, spesso molto giovani, vengono proiettati e paracadutati senza gli strumenti necessari per affrontare quello che è un vero e proprio ambiente dove vi abitano tante ore al giorno. Non è un caso che siamo in un'epoca caratterizzata contemporaneamente da tantissime persone connesse, ma mentre sono connesse sono anche molto sole.
Non è un caso che i nostri servizi sociali, le nostre associazioni del terzo settore e tutti coloro che si occupano di ragazzi ci raccontano di povertà che non sono solo economiche, ma di povertà ancora più insidiose: povertà psicologiche, solitudine di tante ragazze e ragazzi che fanno fatica ad affrontare la crescita nel benessere, avendo un'idea positiva di sé e del rapporto con gli altri.
Quando parliamo di giornate come quella di oggi dobbiamo mettere a fuoco la portata dei fenomeni del problema ed è una portata che ci sta travolgendo: basta vedere i numeri delle persone connesse sulle piattaforme; delle ore che sempre di più giovani e meno giovani passano sulle piattaforme; del ruolo che queste piattaforme hanno nella vita delle persone e di come questo stia profondamente cambiando anche gli aspetti emotivi delle relazioni tra gli esseri umani. Anche la questione della ferocia, in alcuni casi addirittura l'efferatezza e la violenza di certi comportamenti, è legata a questa nuova modalità di relazionarsi. Il fatto che una persona sia davanti a me o meno, che ci sia un corpo o uno sguardo, il fatto è che la stessa non potrà andare via. Sul web non può allontanarsi, nel senso che diventa oggetto di insulti e di rincorsa da parte di tutti in ogni parte del mondo, rendendo la situazione particolarmente problematica per chi incappa in situazioni di questo tipo.
Perché sto facendo tutta questa premessa, Presidente? Perché nel 2018 quando abbiamo approvato in questo Consiglio una legge regionale sul tema (posso dire, umilmente, in maniera pionieristica, perché nel 2018 non avevamo la consapevolezza che abbiamo oggi su questi fenomeni), i numeri erano diversi. Tutti prendevamo un po' sottogamba quello che stava succedendo e anche la legge nazionale del 2017 arrivava in un momento in cui, a differenza di oggi, alcune cose non erano così evidenti.
In questi anni abbiamo investito e le risorse economiche impegnate sono cresciute. Questo è un bene e dobbiamo continuare in questa direzione.
Personalmente anticipo, ne approfitto perché c'è anche l'Assessora che sta ascoltando, che ho presentato un emendamento alla legge di riordino che rivede la legge finanziaria, perché in questi anni ci siamo accorti che pur avendo noi previsto bandi per le scuole, per tutte quelle agenzie educative extrascolastiche come le società sportive, per fare un esempio, e gli oratori, la norma finanziaria faceva riferimento solamente alla missione dell'istruzione. Pertanto, qualora avessimo voluto fare in questi anni dei bandi anche per le società sportive, magari ai fini della prevenzione di alcune situazioni, non avremmo potuto, come ci hanno detto gli Uffici, perché la norma finanziaria si riferiva solamente al capitolo Istruzione.
Ho presentato un emendamento che allarga i riferimenti così, qualora nella legge di bilancio dovessimo trovare risorse aggiuntive, si potrebbe immaginare, nei prossimi anni, di prevedere progettualità che non coinvolgano solamente le scuole, ma anche tutte quelle realtà che si occupano di educazione, di politiche giovanili e di psicologia dello sviluppo, in modo da allargare sempre di più l'intervento della Regione su questo tema, non soltanto per quanto riguarda l'educazione dei ragazzi, ma soprattutto - e su questo chiudo - l'educazione tra le generazioni. È un patto che deve coinvolgere famiglia, scuola, ragazzi e tutti coloro che si occupano dei ragazzi fuori dalla scuola, perché ci si educa insieme. Anche gli adulti hanno bisogno di crescere e di formarsi su questi temi. Troppo spesso, i problemi che vediamo ricadere sui ragazzi nascono proprio dal fatto che gli adulti che hanno attorno sono i primi a non avere gli strumenti per vivere con consapevolezza e con positività i rapporti online.
La Regione ha già fatto molto, ma possiamo e dobbiamo fare di più, proprio perché purtroppo i fenomeni sono in crescita ed è corretto rivedere gli strumenti che ci siamo dati in questi anni, rafforzandoli e rendendoli ancora più adatti a leggere il presente e a dare risposte concrete ai nostri cittadini.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente. Molto brevemente.
Intanto volevo spiegare il motivo per cui sono rimasta in piedi, stile commemorazione, quando ha iniziato il suo intervento. Quando abbiamo discusso la proposta di legge nella scorsa legislatura, nell'articolo 7 al comma 2 abbiamo previsto un momento di raccoglimento. L'emendamento l'avevo proposto io, intendendo il ricordo dei ragazzi vittima di bullismo come facciamo per i caduti sul lavoro.
Quando parliamo di vittime sul lavoro possiamo leggere i nominativi e la data del decesso. Quando parliamo di ragazzi vittime di bullismo non possiamo dire i loro nomi e rimangono figure a noi sconosciute: possiamo solo immaginare le loro storie e il loro dolore, ma non possiamo citarli.
L'idea, quindi, era di ricordarli senza nominarli, motivo per cui per me era un momento di ricordo e di commemorazione, oltre che di riflessione.
Mi ricordo, tra l'altro, che prima del COVID in questa giornata venivano coinvolte le scuole e c'era la possibilità di vedere video realizzati dalle scuole, spesso molto toccanti e molto efficaci. Non so se sia una scelta dell'Ufficio di Presidenza non coinvolgere quest'anno il Consiglio in attività insieme alle scuole e aprire le porte di Palazzo Lascaris ai ragazzi e ai giovani per confrontarsi con loro.
Non so se sia una decisione dovuta ancora a un retaggio del COVID, se non ci sia stato il tempo di organizzarsi o se semplicemente sia un'impostazione differente rispetto agli anni pre COVID, ma sarebbe bello tornare a confrontarsi con i ragazzi, anche per far sentire la vicinanza dell'istituzione, al di là dei progetti attuati tra le mura scolastiche e far sentire comunque i ragazzi a casa loro anche qui, far capire loro che anche questo può essere uno spazio di ascolto e che siamo pronti a confrontarci con loro e, soprattutto, ad ascoltarli.
Credo che l'ascolto sia uno dei temi chiave quando si parla di giovani.
L'Assessore citava il tema dei diritti e dei doveri, ma quando si parla con i giovani è molto difficile parlare di doveri e so perfettamente che una buona educazione dovrebbe prevedere anche l'aspetto relativo ai doveri e quindi far presente ai giovani che hanno dei doveri.
Tuttavia, credo che in una società come la nostra, dove abbiamo tolto tantissimo ai nostri giovani ma, soprattutto abbiamo tolto una prospettiva di futuro (non abbiamo parlato d'altro che di pandemia, di guerre, di lavoro che manca e di futuro incerto), dovremo, anziché pensare soltanto a ricordare i loro doveri, cercare di restituirgli un po' di prospettiva e soprattutto, dargli il nostro ascolto e la nostra attenzione. Negli ultimi anni sono state le prime vittime della pandemia e di tutte le scelte che sono cadute sulla loro testa, spesso in modo anche incomprensibile alla loro età e, a volte, anche alla nostra (abbiamo visto anche degli adulti comportarsi in modo molto più irresponsabile dei giovani).
Credo che questa istituzione dovrebbe aprirsi maggiormente verso i giovani e ho provato a farlo attraverso una proposta di legge, quella sullo psicologo scolastico. Tra l'altro, colgo l'occasione per chiedere all'Assessore Chiorino di dare attenzione a questo testo e di confrontarsi in Commissione con noi (sarà in VI Commissione in questa settimana). Credo che la figura di un professionista all'interno dell'istituzione scolastica quindi nel contesto in cui i giovani passano la maggior parte del loro tempo e di vita, la presenza di un professionista, anche capace di cogliere alcuni segnali oppure semplicemente una presenza competente cui potersi rivolgere, possa essere di grande aiuto anche nella prevenzione e nella gestione dei fenomeni di bullismo. Colgo l'occasione, senza nessuna polemica, per invitare l'Assessore a confrontarsi su questa proposta perch non abbiamo ancora avuto occasione di parlarci.
Chiudo con una piccola nota sulla figura dei docenti. Una categoria che rispetto tantissimo, perché hanno avuto nella mia vita, ma credo nella vita di tutti, un ruolo fondamentale, un ruolo educativo, un ruolo di riferimento. Sono figure che, da quando siamo bambini finché diventiamo adulti, rappresentano punti di riferimento e anche modelli, nel bene e nel male, per tutti noi. Forse queste figure, in alcuni casi, hanno perso effettivamente un po' di autorevolezza, ma questa mancanza di autorevolezza deriva anche dal fatto che negli ultimi anni alcune scelte della politica hanno contribuito a svilire questo ruolo. Parliamo della precarietà parliamo di bassi stipendi, parliamo di docenti che sono diventati "vittime" e di dirigenti scolastici che si comportano come se stessero gestendo la loro azienda. Si è creato, quindi, tutto un contesto che ha contribuito a svilire la figura del docente.
Credo che dovremmo fare delle scelte ben precise, anche dal punto di vista politico, non solo a questo livello, ma mi riferisco ovviamente soprattutto anche ai livelli più alti. Pensiamo all'introduzione dell'autonomia, che colpirà anche l'ambito scolastico, quindi, semmai si avvererà una qualche forma di autonomia scolastica. Non dimentichiamoci che la figura del docente dev'essere messa al centro delle nostre decisioni, devono essere coinvolti soprattutto nelle decisioni della politica e ogni decisione dev'essere finalizzata a rendere questo ruolo sempre più centrale e sempre più importante, affinché queste persone possano lavorare in modo dignitoso per tornare ad avere quell'importanza che hanno avuto, ad esempio, nelle nostre vite e così deve essere anche per i nostri ragazzi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La Consigliera Frediani faceva giustamente notare che, rispetto ad altri momenti pre COVID, in Consiglio non c'è stata la possibilità di avere un'interazione con le scolaresche. Il problema è che, oltre a essere in un periodo post COVID - e spero che si rimanga in questa situazione - abbiamo un problema di sicurezza con l'allestimento dei cantieri. Per esempio, oggi nelle sale al primo piano ci sono gli addetti che stanno lavorando e il cortile è stato messo in sicurezza perché c'è una gru e non c'è la possibilità di fare entrare persone estranee al palazzo. Alcuni incontri come quelli che avvengono in questa settimana, si riescono a fare perch avvengono in Aula, ma in condizioni diverse, non sicuramente in una giornata di seduta di Consiglio perché, come sapete benissimo, è difficile da gestire a livello non personale, ma di sicurezza e professionale da parte di tutti i dipendenti del Consiglio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cane; ne ha facoltà.



CANE Andrea

Grazie, Presidente.
Mi preme fare una breve sintesi di aggiornamento sul tema. Il 2022 dei giovani, descritto dai numeri del portale "Scuola in chiaro" del Ministero dell'Istruzione, che sono anche stati ripresi dal Corriere della Sera, è molto a tinte fosche.
La quasi totalità delle scuole di Torino e provincia registra almeno un episodio problematico nel corso dell'anno: oltre il 50% delle elementari e delle medie ha chiamato almeno una volta i servizi sociali. In quasi il 20 delle medie e degli istituti professionali c'è stato bisogno delle forze dell'ordine e il 50% delle elementari e medie ha chiamato almeno una volta i servizi sociali. Nei licei, l'83% degli istituti ha dovuto convocare almeno una volta i genitori dell'alunno per casi problematici, il 45% ha fatto ricorso a sospensioni con obbligo di frequenza e il 32% con allontanamento dalle lezioni. Infine, l'8,5 % ha chiesto un risarcimento economico per danni arrecati alla scuola.
Ma non basta. Lo psicoterapeuta Mauro Martinasso, iscritto all'Ordine degli Psicologi del Piemonte, ha scritto le seguenti parole: "Nella pandemia il parziale regresso dei ragazzi e poi si è fatto finta che nulla fosse successo. Ragazze e ragazzi sono stati riassorbiti entro dinamiche domestiche bloccando quel processo di aggressiva emancipazione e distanziamento dalla famiglia tipico dell'età pre-adolescenziale".
Questo è un fatto che non solo può aver rallentato il loro percorso evolutivo ma che, in qualche modo, ha poi portato anche a una regressione seppur parziale.
Cito anche Anna Maria Palmieri, attuale preside dell'Istituto professionale Birago. Hanno anche difficoltà di relazione tra loro: i ragazzi, dopo essere stati isolati, non riescono a gestire l'aggressività a parole e passano sempre più di frequente ai fatti al minimo spintone.
Ci sono, poi, alcuni focus di casa nostra, non direttamente riconducibili al mondo delle scuole, che fanno comunque riflettere. Cito il caso accaduto a Carmagnola la sera del 2 febbraio, quindi pochissimi giorni fa: un sessantottenne è stato malmenato a sangue da un branco di ragazzini solo per aver chiesto loro - pensate! - di giocare a calcio lontano dalle auto che rischiavano di essere danneggiate dalle pallonate. Forse questo è il caso che mi ha fatto più riflettere, perché se pensiamo al nostro passato chi di noi, da bambino o da ragazzino, non necessariamente giocando a pallone ma facendo altre cose, non è stato redarguito da qualche adulto? Oppure, all'opposto, ci siamo trovati da adulti a redarguire dei bambini.
Ritengo, però, che mai, da ragazzini, avremmo pensato di malmenare degli adulti o, all'opposto, nel redarguire, potevamo pensare di essere poi malmenati da dei bambini! Penso che in passato quegli episodi rientrassero nella normalità delle nostre vite. Ahimè, al giorno d'oggi non sono più normali.
Ancora più vicino al sottoscritto, nel Canavese, era solo il 30 dicembre quando a Chivasso, nel parcheggio sopraelevato del centro commerciale Bennet, c'è stata un'aggressione a una ragazza minorenne a opera di un gruppo di coetanei. Ricordo che anche il Segretario Matteo Salvini era intervenuto su questo caso, evidenziando quanto fosse pazzesco il fatto che delle ragazze avessero picchiato e pestato una coetanea, rubatole le scarpe, il tutto mentre dei ragazzi vicino ridevano, sghignazzavano e filmavano con i cellulari la scena per poi condividerla sui social.
Vado a concludere. Penso che oggi, in quest'Aula, siamo tenuti a rispondere due volte a questi segnali di allarme, sia come adulti sia come eletti, e lo dobbiamo fare su tre dimensioni: con misure di prevenzione, seguite da misure per la rilevazione, e infine con misure per la gestione delle problematiche relative al bullismo e al cyberbullismo. Penso che sia fondamentale uscire da quest'Aula con un messaggio chiaro, che alzi l'asticella del nostro operato.
Bullismo e cyberbullismo sono, dopo la pandemia, un problema di salute pubblica cui deve dare risposte in coro il sistema economico, sociale educativo e giudiziario della nostra Regione. Non dimentichiamo mai che fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo, se portati all'esasperazione possono trasformarsi da una semplice ed estemporanea presa in giro a episodi di suicidio, autolesionismo e disturbi alimentari, fino ai casi più gravi di anoressia e bulimia, che rischiano di rovinare gran parte delle future generazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, a volte ci chiediamo quale sia l'utilità di iniziative e giornate del genere. La giornata sul bullismo e il cyberbullismo è senz'altro una giornata importante, direi fondamentale, ma non dev'essere solo una semplice ricorrenza per accendere temporaneamente i riflettori su un problema che è serio e che dilaga. Deve, invece, essere un'occasione importante a tutti i livelli: al nostro, cioè a livello normativo e regionale, ma anche a livello degli insegnanti, dei dirigenti, così come delle famiglie, per avere un quadro sempre aggiornato e preciso del fenomeno, per coordinare tutte le azioni di contrasto e prevenzione, e per delineare strategie future di intervento.
Sappiamo - è già stato ricordato in quest'Aula - che la "piazza virtuale" ha amplificato la diffusione e la gravità del bullismo. È stato detto che ciò che una volta si manifestava in un rapporto diretto in un ordine numerico di un certo tipo è stato moltiplicato in maniera esponenziale nel momento in cui questo tipo di confronto e di compresenza a livello di milioni di contatti possibili avviene dietro uno schermo.
È sempre esistito questo fenomeno, come dicevo, in vari ambiti. Ma risulta particolarmente pericoloso in età scolare, perché aggredisce personalità ancora fragili che stanno costruendo il proprio bagaglio emotivo e psicologico con conseguenze sempre pesanti e talvolta anche drammatiche.
Sia nelle sue forme tradizionali sia in quelle spesso più devastanti del cyberbullismo, occorre un impegno educativo costante e capillare, una completa presa di coscienza del grado di emergenza del fenomeno, che mantenga sempre alto il livello di attenzione di tutti gli attori in campo e un quadro normativo costantemente aggiornato all'evoluzione del problema capace non solo di contenerlo, ma di contrastarlo al meglio.
Ben vengano, dunque, le iniziative come il libretto che era stato a suo tempo pubblicato, "Bulli e pupe: no, grazie", pubblicazione che nella sua nuova edizione si rivolge a dirigenti, insegnanti, genitori e studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado della Regione; iniziativa che, oggettivamente, tra le altre, si iscrive a pieno titolo nella strategia concreta d'intervento sul piano della consapevolezza e dell'educazione della nostra comunità.
Aggiungo ancora una riflessione, visto che ho fatto riferimento a dirigenti, a insegnanti e a genitori: il rispetto per l'altro, il rispetto per la persona che si ha davanti (che non è necessariamente fisicamente davanti) si impara primariamente in famiglia e a scuola.
In attesa di formare i genitori, i dirigenti e gli insegnanti di domani formando i giovani di oggi, vediamo di formare invece - come stiamo cercando di fare faticosamente, che è senz'altro l'aspetto più urgente genitori, insegnanti e dirigenti di oggi! Perché se non modifichiamo nel manico il problema, avremo nuove generazioni che obbediscono a vecchie logiche che ripetono gli stessi errori.
Vigiliamo sugli atteggiamenti che sono precursori del fenomeno, di cui spesso possiamo anche noi essere inconsapevolmente attori: mi riferisco al concetto di un malinteso senso di forza, a una serpeggiante idea di virilità, a una progressiva cultura della manipolazione che arriva alla prevaricazione e alla prepotenza.
Ci sono anche in luoghi alti - in luoghi in cui si presuppone che questi aspetti non debbano contaminare il dibattito - atteggiamenti maschilisti sessisti e forme di razzismo molto sottili che, in realtà, distinguono e discriminano. Se questa cultura impregna anche i luoghi in cui le normative devono essere concepite e quelli in cui l'istruzione dev'essere programmata e trasferita, difficilmente riusciremo a trasferire nelle future generazioni un nuovo modo di rapportarsi unito al concetto, antico e così prezioso, del rispetto e continueremo, invece, seppur inconsapevolmente, a trasferire una cultura della "legge del più forte", che può sempre dominare sul più debole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lanzo; ne ha facoltà.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Bullismo e cyberbullismo sono le facce della stessa medaglia, anche perch il web e la propalazione di video, foto e commenti diventa incontrollata sulle piattaforme social e, in generale, su internet. In tal modo diviene ancora più devastante l'azione di prevaricazione e di umiliazione nei confronti delle vittime di bullismo e cyberbullismo. Ricatti, umiliazioni messe alla gogna, tramite pubblicazioni di video e foto e con gesti sicuramente inqualificabili, talvolta spingono, purtroppo, i nostri ragazzi e ragazze a compiere gesti anche estremi. In Piemonte è successo diverse volte. Forze di polizia e autorità giudiziarie fanno veramente il massimo per poterlo contrastare, con gli strumenti che hanno a disposizione.
In questo mio intervento lancio un appello alle piattaforme social, a tutte queste big tech. Queste grandissime realtà possono veramente fare molto di più nella lotta al bullismo e al cyberbullismo, perché hanno un sistema di segnalazione che dovrebbe impedire o limitare in tempi strettissimi la divulgazione e la propalazione di foto, commenti e video. Purtroppo, questo tipo di servizio è spesso e volentieri un servizio automatizzato che non riesce a filtrare adeguatamente questi tipi di contenuti.
I social facciano la loro parte. Lo possono fare, hanno le risorse, hanno la possibilità di investire su risorse umane che intervengano immediatamente, perché in questo caso è importante non tanto condannare o individuare il colpevole, ma tutelare la vittima, perché minore è la permanenza di questi contenuti sui social e maggiore è la tutela nei confronti della vittima. Infatti, purtroppo, internet non dimentica, i social network non dimenticano, per cui è importante e fondamentale ribadisco, che i social network facciano la loro parte, con investimenti atti a tutelare un patrimonio inestimabile, che è la nostra libertà.
I social network non sono gratuiti, seppure non si paghi l'accesso, ma vengono remunerati con un costo altissimo, che è il prezzo che paghiamo tutti i giorni inserendo i nostri dati, le nostre preferenze, le nostre attitudini, il nostro stile di vita. Tutto questo viene raccolto e diventa commercializzabile. Questo aspetto, collegato alla realtà dei nostri giovani che vivono quotidianamente i social, diventa ancor più devastante quando la piattaforma si trasforma in un modello di vita.
Altro aspetto fondamentale, già dibattuto tantissime volte (forse troppo) è la necessità di autorizzare l'iscrizione ai social tramite un'identificazione certa, ovvero tramite l'utilizzo di documenti di identità. Questo non è mai stato fatto per due motivi. Il fronte del no lo argomenta con due motivi: il primo è perché limiterebbe l'autodeterminazione e il diritto di critica sui social; il secondo perch sarebbe individuabile il soggetto che compie il gesto, tramite l'identificazione dell'IP e, quindi, sostanzialmente sempre rintracciabile la persona. Nel concreto non è così, perché pensare di gestire centinaia di migliaia di denunce per questo tipo di reati, se non si interviene subito diventa semplicemente un ingolfamento per le autorità giudiziarie e la maggior parte di questi casi finiscono in richieste di archiviazione.
Inoltre, quando bisogna intervenire per bloccare un profilo colpevole di gesti diffamatori, denigratori e relativi ad atti di cyberbullismo, bisogna chiedere delle rogatorie agli uffici internazionali di queste piattaforme.
Infatti, su quest'aspetto non ci sono degli interlocutori in Italia, ma sono tutti dislocati all'estero e, quindi, al vaglio di autorità diverse dalla nostra, che ci mettono settimane e mesi, durante i quali perdurano foto e pubblicazioni sui social che non vengono cancellate. Questo è l'aspetto più importante e pragmatico da attuare e che le istituzioni devono mettere in atto: obbligare i social a sistemi di gestione e controllo che limitino immediatamente i profili e i contenuti oggetto di cyberbullismo e, inoltre, che permettano un'immediata identificazione dei soggetti che si iscrivono a queste piattaforme.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Credo che sia importante parlare sempre di più di bullismo o di cyberbullismo che, come ha ricordato il collega Lanzo - e questa volta sono d'accordo con lui - sono le facce della stessa medaglia. È questa una spia forse la più grave, del disagio dei nostri giovani, dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. È importante parlarne, perché non è accettabile che sempre più ragazzi subiscano questo fenomeno e addirittura arrivino a perdere la vita. Sì, perché di bullismo e di cyberbullismo si può anche morire.
Ieri sera ho partecipato a una serata che si è svolta nella mia città, ad Alba, organizzata dall'associazione dei commercianti, durante la quale ho avuto il piacere di conoscere Paolo Picchio, il papà di Carolina.
Carolina è una ragazza di Novara che nel 2013 decise di togliersi la vita dopo essere stata vittima di atti di bullismo da parte dei suoi compagni a una festa. Provò una vergogna così grande e una sofferenza così devastante che non trovò altra soluzione se non quella di togliersi la vita. Cito lei perché il ricordo mi è ben presente nelle parole del papà e, come diceva la Consigliera Frediani, sarebbero forse anche da citare tutti gli altri.
Non possiamo permettere che i nostri ragazzi muoiano di bullismo e di cyberbullismo. Non possiamo più permettere che i nostri giovani siano vittime di violenze, di soprusi e umiliazioni. I nostri ragazzi ci danno grandi soddisfazioni, ma talvolta anche qualche preoccupazione; i ragazzi e le ragazze, molto spesso sono vittime, ma talvolta carnefici, artefici di vergognosi fatti che, sempre più spesso hanno conseguenze terribili non solo per loro, ma anche per le loro famiglie.
Nella sua lettera di addio Carolina scrisse che le parole fanno più male delle botte; infatti, si usa dire che le parole sono pietre, ma sono dei veri e propri macigni, quando vengono scagliate contro le persone più fragili.
Signor Presidente, penso che noi adulti, soprattutto come membri appartenenti alle istituzioni, tra gli altri doveri, ne abbiamo uno: il preciso dovere di aiutare i nostri ragazzi non solo nella loro crescita non solo nel loro sviluppo o nell'accompagnarli nella ricerca di un loro futuro, ma anche nel proteggerli e nel metterli in guardia. Sono d'accordo con lei quando si dice che molto si sta facendo anche come istituzioni, ma si deve lavorare ancora di più per arrivare a delle soluzioni.
Il nostro Consiglio regionale, come qualcuno ha ricordato, nel 2018, ha varato una legge che prevede misure di contrasto al cyberbullismo e al bullismo; misure che vanno assolutamente potenziate e su questo sono d'accordo con il collega Rossi. Inoltre, credo che sia necessario fare passare un messaggio: ognuno di noi è diverso, così come un'opera d'arte come un capolavoro e, quindi, esattamente come un'opera d'arte o un capolavoro, ognuno di noi va protetto e valorizzato.
È anche vero che ci sono alcune forze politiche che pensano che per proteggerli sarebbe meglio insegnare loro a sparare a scuola. Ma questa è un'altra storia dalla quale mi dissocio completamente.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questa è una ricorrenza importante che nasce da una legge approvata dalla nostra Regione.
Tra l'altro, ricorre quest'anno (poco più di un mese fa) il decimo anniversario da quando, purtroppo, Carolina Picchio decise di togliersi la vita nella notte tra il 4 e 5 gennaio 2013. Certamente non è il primo episodio di bullismo o di cyberbullismo e, purtroppo, nemmeno ultimo, per è l'episodio che ha dato vita al movimento che ha portato all'approvazione di un'importante legge nazionale.
L'anno dopo, nel 2018, è stata approvata anche una legge regionale; mi piace ricordare anche l'impegno dei ragazzi, degli studenti piemontesi perché la nostra legge regionale parte certamente da una proposta di legge consiliare, che è a prima firma del collega Rossi, ma nella discussione c'era anche una proposta di legge formulata dai ragazzi che partecipavano all'iniziativa "Ragazzi in Aula". È bello ricordare che degli studenti hanno contribuito a scrivere un atto che è diventato una legge regionale del Piemonte che riguarda soprattutto loro.
Cos'è cambiato in questi anni? Cosa è migliorato? Purtroppo, nulla, perch ci sono episodi ancora gravi.
Tra l'altro, nel frattempo c'è stato lo "tsunami" della pandemia, che ha cambiato i rapporti tra le persone, influenzando anche alcuni episodi e ancor più alcune menti che sono in formazione, come quelle degli studenti.
Ci sono stati episodi ancora gravi verso studenti di pari età, episodi gravi nei confronti dei disabili e atti di bullismo, addirittura nei confronti degli insegnanti. Negli ultimi 15 giorni è stata diffusa la notizia che un'insegnante è stata bersaglio di colpi sparati con una pistola ad aria compressa, mentre teneva una lezione in aula. Ecco forse come giustamente qualcuno ha ricordato, sarebbe meglio, non insegnare ai ragazzi a sparare a scuola, come vorrebbe qualcuno.
A fronte di questo, abbiamo sentito da parte di un personaggio televisivo che, in quanto tale, è influente, colpevolizzare l'insegnante; è stato detto che se l'insegnante non ha empatia magari poi gli sparano addosso.
Un'affermazione un po' singolare, perché penso che l'educazione all'empatia sia proprio quella che, invece, dev'essere rivolta ai ragazzi, che devono essere accompagnati ed educati anche l'accesso alla rete. La rete non è ovviamente neutra, ma è uno strumento potentissimo che permette di accedere al mondo. Se pensiamo che un bambino o un ragazzo che cresce e si affaccia al mondo attraverso gli educatori, i genitori, gli insegnanti, gli amici, i fratelli maggiori e i nonni può accedere a un altro mondo, che è quello della rete, anche da solo. La rete, purtroppo, è un'arma potentissima e pu essere molto, molto pericolosa.
Allora è bene che ci siano una legge nazionale e una legge regionale, per non bisogna adagiarsi. Ritengo sia giusto il richiamo del Presidente perché non bisogna limitare la nostra attività agli atti normativi e pensare che, fatta una legge, ci siamo occupati di qualcosa, perché è giusto portare avanti iniziative, anche come Consiglio regionale.
Soprattutto, è bene, continuare a cercare di mettere in rete tutte le esperienze migliori a livello regionale e a livello nazionale, per continuare a fare le iniziative che possano essere efficaci e soprattutto appunto, non bisogna adagiarsi sugli atti normativi.
È stato detto che, negli anni, si è acquisita una nuova consapevolezza e magari, alcune leggi vanno modificate alla luce di una nuova consapevolezza. Bisogna continuare a destinare delle risorse e bisogna a continuare a tenere viva l'attenzione su questo problema.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente, e grazie per questo momento opportuno di confronto e di approfondimento, dove ogni intervento dei colleghi che mi hanno preceduto che ho ascoltato con attenzione, è degno di approfondimento ed è spunto di riflessioni e di idee per dare il nostro apporto e cercare di migliorare quella che, come ha detto nel suo intervento di apertura l'Assessore Chiorino, è una piaga.
La piaga del bullismo e del cyberbullismo, come ha detto anche lei Presidente, è aumentata durante i due anni della pandemia, che ha visto ridursi, se non azzerarsi anche per molto tempo, la socialità, con pesanti riflessi psicologici sui ragazzi. Allo stesso tempo, però, una ricerca verso quel problema sollecitato dal collega Lanzo nel suo intervento, verso il web, i social network, i telefonini, diventati lo strumento di comunicazione di socialità, ma anche un momento quasi alienante per i nostri ragazzi e i nostri figli.
Ricerche degli ultimi mesi parlano di quasi il 15% di adolescenti che hanno subito, e dichiarano di averli subiti, fenomeni e atti di bullismo e di cyberbullismo. È un dato molto alto, ma un dato che sta crescendo. Ieri sera ero ospite a una serata organizzata dalla squadra di calcio di Cuneo la Cuneo Calcio, dedicata proprio al bullismo. Durante la serata, vari relatori hanno segnalato questo momento esponenziale di crescita, andando a evidenziare una serie di fattori caratterizzanti e pesanti: la violenza, la prevaricazione, l'intenzionalità, la ripetitività e la debolezza cercata in chi subisce.
Dobbiamo cercare di fare tutto quanto è nelle nostre forze per cercare di mettere un argine a questo problema. A livello regionale c'è una legge citata anche dal collega Bertola, la n. 2 del 2018, una legge che promuove un piano diffuso di contrasto al bullismo: un tavolo tecnico e finanziamenti annuali per sensibilizzare (quindi tutte cose positive). Noi chiaramente dobbiamo cercare di lavorare nei punti che possono essere nevralgici, per cercare di andare incontro al tentativo di risolvere e di arginare il più possibile questa problematica.
Una delle basi sulla quale si deve partire per contrastare il bullismo è sicuramente la scuola: serve che i nostri ragazzi e ragazze possano frequentarla con continuità, tranquilli e sereni, con insegnanti che siano preparati e che sappiano cogliere e recepire i segnali del disagio che possono sorgere in quei ragazzi vittima di episodi di bullismo. Non più tardi di tre settimane fa sono stati stanziati 173 mila euro a 32 istituti piemontesi dall'Assessore Chiorino, per progetti di educazione e prevenzione contro il bullismo.
Cito un fatto personale: sabato ho portato mio figlio a sciare e mentre andavamo verso la stazione sciistica in macchina mi ha chiesto (mio figlio ha nove anni) se ero stato vittima di episodi di bullismo. La domanda mi ha un po' sorpreso e gli ho chiesto per quale motivo me la facesse. Mi ha risposto che ne stavano discutendo a scuola.
Ciò che è stato particolare è che questa domanda mi ha richiamato alla memoria, con estrema vividezza, gli episodi di bullismo che ho subito piccolissimi ovviamente, pochi, però sembrava fossero successi ieri. Questo vuole dire che anche a chi ha una certa forza, e io credo di averla psicologica, sono ferite che non si cancellano, restano e diventano un pensiero forte di riflessione che mi ha coinvolto: chi non ha una grande solidità psicologica e viene attaccato e subisce queste situazioni, poi se le porterà dietro tutta la vita, andranno a condizionare la sua formazione.
Qui la nostra responsabilità diventa più importante. È importante quella della scuola, ma altrettanto maggiore è quella della famiglia, il ruolo di educatori che abbiamo noi genitori. Se è possibile, l'impegno più grande che dobbiamo avere è l'ascolto, dobbiamo sapere ascoltare i nostri figli e dobbiamo avere la capacità di ascoltare e leggere i silenzi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non avendo altre richieste d'intervento, possiamo dichiarare chiusa la discussione sul punto.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola sull'ordine dei lavori perché poco fa, circa alle 14:30, è stata battuta una notizia estremamente preoccupante, che ho condiviso anche con il collega Matteo Gagliasso, della mia stessa provincia.
Leggo testualmente: "Il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato: sulla realizzazione dell'Asti-Cuneo il sovrintendente ha detto no. Questa mattina mi sono imbufalito".
Al di là dello stato d'animo del Ministro, la notizia sarebbe che il parere del Ministero dei Beni culturali, l'ultimo parere, da quanto aveva riferito in quest'Aula 15 giorni fa l'Assessore Gabusi rispondendo a una mia interrogazione, l'ultimo parere riguardante il lotto 26A (il lotto da Verduno a Carasco, quello che doveva essere fatto in galleria, poi è stato cambiato il progetto), l'ultimo parere che sembrava essere - a detta di Gabusi - una mera formalità, è stato negativo. Notizie di questa mattina.
Non sappiamo nulla di più dalle notizie giornalistiche; non sappiamo la motivazione ed è per questo che chiedo con urgenza - e mi rivolgo in particolare, tramite lei, all'Assessore Marrone che ha la delega per i rapporti col Consiglio, che la Giunta anche oggi stesso, tramite l'Assessore Marrone (poi gradiremmo la presenza del Presidente Cirio e dell'Assessore Gabusi) potesse darci maggiori delucidazioni su ciò che è accaduto e sui motivi. Questo è un fatto molto molto grave e molto preoccupante.
Ricordo a tutti i colleghi e a questo Consiglio che il lotto mancante della Asti-Cuneo da Alba a Cherasco, un lotto tutto quanto approvato e cantierabile, è stato scorporato, su richiesta della concessionaria, in due sub lotti: il primo tra Alba e Verduno, che è in corso di celere realizzazione; mentre per il secondo, poiché non si è più voluti passare in galleria, ma in superficie, è necessario di nuovo tutto l'iter di valutazione d'impatto ambientale e l'approvazione di tutti i progetti.
Le dichiarazioni ottimistiche provenienti dal Governo, dal Ministro e dal Presidente Cirio ci dicevano che, senza soluzione di continuità, i lavori sarebbero proseguiti nei prossimi mesi già sul secondo lotto.
Credo che sia importante sapere che cosa è accaduto e quali siano le motivazioni, Presidente, perché questa è una vicenda nota a tutti, molto molto lunga, l'eterna incompiuta, ma è un'infrastruttura d'importanza strategica, non solo per la nostra provincia, ma per tutto il Piemonte.
Chiedo che la Giunta riferisca in merito urgentemente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello. La Giunta è presente in Aula.
Su cosa voleva intervenire, Consigliere Martinetti?



MARTINETTI Ivano

Chiedo scusa, Presidente, pensavo fosse una sospensiva.



PRESIDENTE

No, era un intervento sull'ordine dei lavori. Poteva essere interpretato come sospensiva.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame disegno di legge n. 236 "Legge di riordino dell'ordinamento regionale anno 2022" - Presentazione questioni sospensive (seguito)


PRESIDENTE

. Questione sospensiva sollevata dal Consigliere Bertola



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Presidente, in realtà la mia richiesta di sospensiva è molto semplice. La domanda più semplice che possiamo fare oggi è questa: che fine ha fatto il bilancio? Siamo nel mese di febbraio, come tutti gli anni abbiamo approvato l'esercizio provvisorio a fine anno e chiaramente questo è il periodo in cui si dovrebbe discutere il bilancio. Ebbene, il bilancio è approdato in Commissione, poi è sparito e adesso pare che l'urgenza non sia quella di dare un bilancio alla Regione, ma di approvare un disegno di legge di riordino presentato in ritardo, che ha 91 articoli sulle più varie tematiche e competenze della Regione, anziché occuparci di bilancio e quindi fare una discussione come andrebbe fatta in Commissione sul bilancio e sulle necessità, sulle esigenze che, secondo ogni forza politica, ha il Piemonte. Decidere insieme come stanziare le risorse necessarie per mandare avanti la nostra regione.
Questo non avviene e come sempre, probabilmente all'ultimo momento ci verrà detto che non c'è più tempo, che il bilancio è urgente e quindi verrà fatto di nuovo atterrare in Aula tagliando i tempi della discussione.
Questo non lo accettiamo più e pensiamo che oggi, veramente, invece di occupare il tempo in Aula a parlare del disegno di legge di riordino, si dovrebbe passare del tempo in Commissione a parlare di bilancio.
La richiesta di sospensiva è molto chiara, oltre che, come ho detto prima molto semplice: occupiamoci del bilancio di previsione, anziché del disegno di legge di riordino.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ci sono altri Consiglieri che intendono intervenire sulla sospensiva presentata dal Consigliere Bertola? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Intervengo per sostenere convintamente la sospensiva che il collega Bertola ha posto perché, tra l'altro, si fonda su un'esigenza oggettiva: siamo ai primi di febbraio e non solo siamo in esercizio provvisorio perché il bilancio di previsione, come quasi sempre, non è stato approvato entro il 31/12/2022 ma, addirittura, l'iter del bilancio stesso non è ancora iniziato. Siamo ancora molto lontani e, verosimilmente, con grande fatica arriveremo per la sua approvazione all'ultimo momento utile, che mi pare sia la fine di aprile.
Voglio ricordare che circa un anno e mezzo fa - eravamo nel 2021 l'Assessore Tronzano disse che quella era l'ultima volta che si andava in esercizio provvisorio perché si impegnava già nel 2022 ad approvare il bilancio per tempo. Prendiamo atto che il 2022 è passato, il 2023 passerà e andremo in esercizio provvisorio anche nel 2024.
Tutto questo ha delle conseguenze, come diceva bene il collega Bertola sulla programmazione della Regione, sulla programmazione di natura economica. Conseguenze tanto più rilevanti e tanto più importanti se facciamo riferimento all'attuale congiuntura che stiamo vivendo, che è una congiuntura particolare, impegnativa e complessa sotto diversi profili. Non avere un bilancio di previsione impedisce, sostanzialmente, a questa Regione, di riuscire, per quel che resta di questo mandato, a mettere in fila una serie di cose dal punto di vista programmatorio da realizzare entro il 2024, ma anche dopo.
Tutto questo mi pare, peraltro, che abbia una coerenza con lo stile di questa Amministrazione di centrodestra, che non è stato sicuramente improntato alla programmazione e alla sostanza, ma spesso e sovente improntato all'annuncio, alla comunicazione, poi magari, di volta in volta smentita o rispetto alla quale comunque non sono succeduti fatti concreti.
Credo che prima di affrontare, come diceva bene il collega Bertola, questi 90 e più articoli nell'omnibus - che, francamente, non sono pochi, anzi sono tantissimi - sarebbe bene, a livello innanzitutto di Commissione iniziare un lavoro serio sul bilancio preventivo, rispetto al quale le opposizioni non soltanto daranno battaglia rispetto alle loro battaglie, ma cercheranno costruttivamente di fare la loro parte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Non ci sono altri interventi in merito alla questione sospensiva presentata dal Consigliere Bertola.
. Questione sospensiva sollevata dal Consigliere Marello



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
La mia sospensiva riguarda un tema di stagione, nel senso che è ormai di ogni stagione, non soltanto dell'estate, ma lo è diventato anche dell'inverno, cioè quello della siccità e della carenza d'acqua.
Ancora in questi giorni si continuano a vedere servizi televisivi in merito, continuiamo a leggere articoli di giornali e approfondimenti sul tema. Di recente (proprio tre o quattro giorni fa) sono state divulgate delle dichiarazioni molto preoccupanti di ARPA Piemonte: emerge un quadro drammatico dal punto di vista della siccità e della carenza d'acqua; quadro drammatico che ha una particolare intensità nel sud del Piemonte.
Il quadro che ARPA Piemonte ha delineato proprio pochi giorni fa è decisamente allarmante: viene citata una serie di fiumi che registrano portate mediamente del 50%-60% in meno, il che vuol dire, sostanzialmente fiumi in secca; si cita il Po, per il quale si dice che dalla sorgente in giù manca circa il 70% della portata rispetto alla stagione corrente; si citano anche il Tanaro e il Maira, fiumi della provincia di Cuneo, ma anche altri corsi d'acqua del Piemonte.
Non a caso, nonostante la neve che è caduta sulle Alpi, che non è stata certo copiosa, in certe zone - anche nella provincia di Cuneo - sono entrate in servizio le autobotti, cosa mai accaduta, che stanno girando nei paesi delle bassi valli montane per portare l'acqua. È un quadro complessissimo e decisamente preoccupante.
Sempre nel dibattito di questi giorni emerge con forza che non si sta facendo nulla, che sono problemi irrisolti da tempo, che tutto il tema dei piccoli e dei grandi invasi è fermo ormai da anni, che le occasioni che ci vengono offerte oggi dai fondi del PNRR rischiano di andare sprecate.
Insomma, si delinea un quadro rispetto al quale, non avendo chiaramente il potere di far piovere, dobbiamo interrogarci sulla possibilità che invece abbiamo di non sprecare l'acqua, di avere delle reti idriche efficienti, di trattenerla quando c'è e di utilizzarla, in settori strategici come l'agricoltura, in maniera più parsimoniosa. Evidentemente, tutto questo richiede delle politiche, e queste politiche devono essere messe in pista.
Mi pare, quindi, che questo tema sia assolutamente prioritario rispetto ai contenuti della legge di riordino di cui stiamo discutendo, rispetto alla quale mi sento di dire, non con spirito polemico ma con una constatazione, che al di là di qualche tavolo di discussione - vanno di moda oggi! - la stessa Regione non mi sembra che al momento abbia messo in atto delle politiche concrete che, nell'arco di qualche tempo, possano dare dei risultati. Pertanto, chiedo che si sospenda la trattazione di questo disegno di legge per affrontare, a livello di Commissione e a livello consiliare, questo drammatico tema della società.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Chiedo se vi siano interventi in sostegno alla questione sospensiva proposta dal Consigliere Marello.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
La questione che pone il collega Marello è certamente urgente preoccupante e drammatica, anche per gli effetti che abbiamo già avuto modo di vivere tutti noi, sulla nostra pelle e sulla pelle dell'economia piemontese (mi riferisco, in particolare, all'economia che trae le sue fonti dall'agricoltura).
Tutti abbiamo conosciuto un 2022 particolarmente anomalo. È proprio di questi giorni una notizia che dovrebbe destare preoccupazione in una realtà come il Piemonte: pare che proprio il Piemonte, quindi la nostra regione, è addirittura tra le più siccitose in Europa. Sono dati che ha elaborato l'Organizzazione Meteorologica Mondiale, confrontandoli con le medie climatologiche dell'ultimo triennio. Sintetizzando questi dati, emerge come la nostra sia una delle regioni addirittura più siccitose in tutta Europa.
È un allarme: credo che una regione come la nostra, con quelle caratteristiche, e per le considerazioni che prima ha già espresso in modo molto puntuale il collega Marello, non possa far finta di niente rispetto a quello che sta capitando e rispetto all'allarme lanciato dalle associazioni, compresa l'ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), che certifica anche un dato su cui dovremo fare qualche ulteriore riflessione, sebbene, probabilmente, non ci abbia ancora allarmati abbastanza (lo dico rivolgendomi ovviamente ai banchi della maggioranza, in particolare alla Giunta Cirio).
Secondo l'ANBI, abbiamo ormai superato quel punto oltre il quale non si può più tornare indietro, cioè stiamo certificando l'impossibilità di recuperare il deficit idrico con le attuali precipitazioni. È un po' come dire che se anche pioggia e neve nei prossimi mesi dovessero cadere copiosamente - ricordo a tutti che oggi è il 7 febbraio, quindi ci auguriamo che nelle terre alte piemontesi ancora nevichi per qualche tempo sebbene ci avviamo verso la fine dell'inverno; per quanto ce lo auguriamo quindi, è abbastanza improbabile che ci siano ancora grandi e copiose nevicate - probabilmente quelle precipitazioni non sarebbero comunque più in grado di ristabilire l'equilibrio dei bacini idrici di cui, peraltro, il Piemonte è ricco.
Evidentemente, pensando ai nostri corsi d'acqua, è facile comprendere quanto ne possa soffrire una Regione come la nostra: pensiamo al Po, il fiume che avete tutti sott'occhio, che ha ridotto la sua portata di oltre la metà lungo la tratta cittadina torinese, e comunque lungo il percorso piemontese.
Credo che sia un tema che non può essere sottaciuto, rispetto al quale bene ha fatto il collega Marello a sollecitarne l'approfondimento e l'interesse. Mi auguro che questa sua richiesta di sospensiva sia accolta da questa Regione. Credo che sia doveroso da parte nostra.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Avetta.
Chiedo se vi siano altri colleghi che intendono intervenire sulla questione sospensiva avanzata dal Consigliere Marello.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Intervengo in merito alla questione sospensiva proposta dal Consigliere Marello, in quanto la considero interessante.
Com'è stato detto, è un argomento urgente che desta preoccupazione anche perché si tratta di un problema che nel nostro territorio non eravamo abituati ad affrontare. Come hanno detto i miei colleghi, è un problema irrisolto ormai da troppo tempo, che va a impattare in maniera importante sull'economia, soprattutto quella del settore agricolo.
Come citava giustamente il collega Marello, pur con l'opportunità data dai fondi del PNRR, non sono state trovate delle soluzioni per andare nella direzione di risolvere il problema. C'è, infatti, il grosso punto interrogativo sui diversi invasi dei nostri territori e tutto questo sta creando un'incertezza, oltre ai problemi già citati.
Bisogna poi fare un grande lavoro sul risparmio dell'acqua, cercando di farne un utilizzo accurato per non sprecarla. Ricordo che durante la discussione su quella che chiamiamo la legge Marin, avevamo proposto un emendamento (che era stato accettato) con il quale imponevamo, in fase di nuove ristrutturazioni, l'installazione di contenitori per raccogliere l'acqua piovana, come si fa già in tantissimi posti, per poi riutilizzarla sicuramente non per i comuni usi alimentari, ma per tutto il resto.
Come diceva il collega, sarebbe veramente importante cercare di mettere a punto delle politiche che vadano nella direzione di un risparmio dell'acqua e di un suo utilizzo più consapevole. A questo proposito, voglio ricordare all'Assemblea che ho proposto una legge - che è in discussione ma con la quale non mi sembra di aver scaldato molto gli animi - sulle colture fuori suolo, sulle colture idroponiche e aeroponiche. Si tratta di colture che limitano in maniera importante l'utilizzo dell'acqua, grazie anche a tutte le nuove tecnologie.
Mi rendo conto che viviamo in una Regione dove le eccellenze dell'agricoltura sono riconosciute ed esportate non solo in tutta Italia ma in tutto il mondo, però dobbiamo cominciare, in qualche maniera, a intraprendere, per quello che riguarda l'agricoltura, dei percorsi diversi più virtuosi, che magari sono anche economicamente più costosi rispetto alle colture tradizionali. Ma lo sono solo in parte, perché facendo un ragionamento a lungo termine sui benefici che si ottengono in termini di risparmio idrico e di risparmio sull'uso dei diserbanti, si otterrebbe un ritorno anche sul piano ambientale. Di conseguenza, credo che dovremmo veramente cominciare a fare un discorso serio su questi argomenti.
Pertanto, Presidente, credo che sia importante a questo punto sospendere il dibattito in corso per provare a intavolare un discorso in maniera trasversale e consapevole su queste nuove tecnologie e questi nuovi sistemi di coltura, che favorirebbero il risparmio di acqua e proverebbero a contrastare la terribile siccità che già abbiamo affrontato nel 2022, ma non è detto che il 2023 sarà migliore da questo punto di vista.
Dovremmo accogliere la richiesta del Consigliere Marello, che credo abbia centrato appieno un problema assolutamente da affrontare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
Se non ci sono richieste sulla sospensiva sollevata dal Consigliere Martinetti, dichiaro conclusa la trattazione delle questioni sospensive.
Procediamo, quindi, con la votazione.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione, ai sensi dell'all'articolo 71, comma 4 sulle questioni sospensive, che recita: "In caso di concorso di più questioni sospensive comunque motivate ha luogo un'unica discussione e il Consiglio decide con un'unica votazione e quindi, se questa è approvata sulla durata della sospensione".
Riassumo brevemente le cinque questioni sospensive sollevate.
Sospensiva del Consigliere Sarno sull'assistenza religiosa all'interno delle RSA; sospensiva del Consigliere Ravetti sul tema della peste suina africana; sospensiva del Consigliere Gallo sull'Azienda Zero e il quadro d'insieme sulle strategie della sanità; sospensiva del Consigliere Bertola sull'approvazione del bilancio 2023-2025; infine, sospensiva del Consigliere Marello sul problema della siccità.
Ricordo che il numero legale è 23.
Indico la votazione palese sulle questioni sospensive sollevate in merito al rinvio della discussione del disegno di legge n. 236.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Presidente, scusi, chiedo di aggiungere il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

Sia inserito a verbale che il Consigliere Sacco ha espresso voto favorevole.
Inoltre, i Consiglieri Dago e Bongioanni esprimono voto contrario sulle questioni sospensive.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 236, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale anno 2022", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Questo provvedimento è stato richiamato in Aula, ai sensi dell'articolo 37.
Prima di procedere con l'illustrazione, ha chiesto la parola il Consigliere Preioni, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Se mi conferma che siamo all'esame del disegno di legge n. 236 chiedo a nome della maggioranza, una riunione della Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Se me lo chiede, dato che anche lei poco fa era presente in Aula, siamo entrati nel punto; però non so cosa voglia intendere.
Sì, siamo entrati nel punto. Se i Capigruppo sono presenti.
Vorrei però capire il prosieguo della giornata.
Sono quasi le ore 17 e, poiché una Conferenza dei Capigruppo dura mediamente un'ora, giusto per non dare orari falsati al resto dell'Aula e soprattutto ai funzionari, possiamo chiudere la seduta in modo molto sgarbato, perché non c'è un modo garbato.
In modo molto formale, chiuderei i lavori per convocare la Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 16.45)



< torna indietro