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Dettaglio seduta n.224 del 17/01/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.30 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Saluto gli Alpini presenti in aula per la Giornata celebrativa del Valore Alpino.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la seduta delle interrogazioni ed interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interpellanza n. 1222 presentata dal Consigliere Magliano a cui risponderà l'Assessore Caucino.
Chiedo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni e interpellanze di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti ed all'Ufficio Aula. Ricordo agli interroganti che, nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo ancora che per le interpellanze è prevista l'illustrazione da parte dell'interpellante per cinque minuti, la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica, se richiesta, dell'interpellante per ulteriori cinque minuti. Prego fin d'ora i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 1222 presentata da Magliano, inerente a "Fondo sociale per gli inquilini morosi incolpevoli"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'interpellanza n. 1222 presentata dal Consigliere Magliano, che ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Un saluto a lei e un ringraziamento all'Assessora che è in Aula a rispondere; mi si permetta di salutare, a mia volta, la Sezione degli Alpini che sono presenti per una giornata così importante per il Piemonte e per il Consiglio regionale.
Premesso che, con il Fondo Sociale, la Regione Piemonte fornisce aiuto agli inquilini in difficoltà nel pagamento del canone ATC e dei servizi accessori, i beneficiari della misura sono gli assegnatari di alloggi di edilizia sociale in condizioni di morosità incolpevole, in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa di riferimento, cioè non coloro che non pagano perché non vogliono pagare, ma coloro che non possono pagare per una serie di condizioni normate.
Il Fondo Sociale è disciplinato dall'articolo 20 della legge regionale n.
3/2010 e dal decreto del Presidente della Giunta regionale del 4 ottobre 2011, n. 15/R, Regolamento regionale recante "Regolamento del Fondo Sociale in attuazione dell'articolo 20, comma 3, della legge regionale del 17 febbraio 2010, n. 3 'Norme in materia di edilizia sociale'".
Rilevato, inoltre, che ogni anno sono stanziate risorse regionali, poi ripartite dalla struttura competente alle rispettive Agenzie Territoriali per la Casa o ai Comuni gestori in proprio di alloggi di edilizia sociale lo scorso anno in Piemonte erano state 6358 le richieste di cancellazione dei debiti, per una spesa di 7,3 milioni da parte della Regione.
Considerato che, a causa degli effetti post-pandemia e del caro bollette si prevede un aumento delle domande e considerato, inoltre, che è necessario aumentare la dotazione del Fondo Sociale per gli inquilini morosi incolpevoli, al fine di allargare la fascia di inquilini che possono accedere al contributo, oggi ferma a chi ha un ISEE di 6.525,73 euro.
Dato atto che, in data 8 giugno 2021, è stata discussa l'interpellanza "Stangata sugli inquilini morosi delle case ATC" presentata dal sottoscritto, nella quale si chiedeva alla Giunta regionale di convocare un tavolo di confronto con i soggetti coinvolti, al fine di modificare le regole per l'accesso al Fondo Sociale per gli inquilini morosi assegnatari delle case popolari. L'Assessore competente, in quell'occasione, ha ribadito la sua disponibilità - e gliene diamo atto politicamente - a convocare un tavolo di confronto con i soggetti coinvolti e a valutare eventualmente le modifiche da apportare alle regole per l'accesso al Fondo Sociale per gli inquilini morosi assegnatari delle case popolari, proprio in una logica di equità e di sostenibilità del sistema.
Tenuto conto, inoltre, che i sindacati degli inquilini hanno sollecitato più volte la Giunta a modificare ed ampliare i criteri per l'accesso al Fondo Sociale per gli inquilini morosi incolpevoli, interpello la Giunta che ringrazio di essere presente - per sapere se sia intenzione dell'Assessore istituire finalmente un tavolo con i soggetti coinvolti, al fine di aprire un confronto con i sindacati di riferimento e con il mondo del volontariato per riformare le regole per l'accesso al Fondo Sociale per gli inquilini morosi assegnatari delle case popolari.
Presidente, lei lo sa bene perché di questa materia spesso si occupa parliamo anche di famiglie che hanno al loro interno persone con disabilità o anziani che sono talmente invecchiati e, per fortuna, sono vivi, ma che avendo una ridotta mobilità fanno fatica e devono decidere se pagarsi gli ausili e le medicine oppure far fronte, ancorché il canone sia comunque basso, a situazioni di disagio economico.
Pertanto, chiedo che su questo punto si apra un ragionamento, perché ormai le regole di accesso al Fondo Sociale sono state predisposte da alcune Giunte precedenti. Il problema economico è sotto gli occhi di tutti e sappiamo bene che, se non troviamo una soluzione da questo punto di vista avremo persone che incolpevolmente verranno sfrattate, di cui comunque le istituzioni regionali, cittadine e locali dovranno farsi carico e questo comporterà una maggiore spesa pubblica.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Magliano per l'illustrazione e anche perché rimane sempre nei tempi ed ha rispetto di questa Presidenza.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interpellanza, delegando l'Assessore Caucino, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche per la casa

Grazie, Presidente, sarò brevissima.
Con l'interpellanza in oggetto il Consigliere Magliano chiede se sia intenzione della Giunta istituire un tavolo con i soggetti coinvolti, al fine di aprire un confronto per riformare le regole in essere da tanti anni per l'accesso al Fondo Sociale per gli inquilini morosi assegnatari delle case popolari. A tal proposito, devo dire che, a distanza di dieci anni dall'entrata in vigore dell'attuale disciplina del Fondo sociale e in considerazione delle mutate condizioni socio-economiche della nostra Regione, si ritiene assolutamente condivisibile la proposta del Consigliere interpellante.
Peraltro, gli uffici del mio Assessorato mi hanno riferito ormai da tempo che, nel passato, è stata predisposta tutta una serie di proposte di modifica delle modalità di funzionamento del Fondo. Si tratta, però, di proposte che non sono state condivise negli anni dalle diverse parti coinvolte. Quindi, c'è stata anche una difficoltà di interlocuzione e di trovare sintesi. Spero che a breve queste difficoltà, in qualche modo possano essere superate.
Inoltre, è già in corso la rilevazione presso le tre ATC, le Agenzie Territoriali per la Casa, ed è anche in attuazione l'analisi, da parte dei miei uffici regionali, di dati finalizzati proprio a valutare l'impatto finanziario di eventuali ampliamenti del bacino di utenza del Fondo Sociale, perché l'obiettivo, da un lato, è quello di ampliare i beneficiari del Fondo e, dall'altro, cercare di incrementare il Fondo.
Come ben ricordava il Consigliere Magliano, il capitolo oggi prevede circa 7 milioni di euro; ho chiesto espressamente all'Assessore Tronzano di incrementare quel capitolo di 5 milioni di euro, vista la contingenza economica sociale che viviamo, per portarlo da 7 a 12 milioni di euro.
Questa è una promessa che mi sono fatta, quindi penso sia un passaggio importante; ho avuto anche un'assoluta rassicurazione da parte sia dell'Assessore che del Presidente Cirio.
Pertanto, sarà cura di questo Assessorato, non appena si disporrà di tutte le informazioni necessarie alle suddette valutazioni d'impatto, convocare un tavolo di confronto, nel quale si confida che i soggetti coinvolti presentino proposte concrete e migliorative dell'attuale procedura.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Magliano, per la replica.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessora, alla quale chiedo di avere la nota, proprio per poter riportare esattamente le sue parole.
Mi pare che questa sia una buona, anzi un'ottima notizia, perch l'ulteriore aggiunta di 5 milioni ai 7 milioni, come lei ha riferito troverebbe il nostro Gruppo assolutamente favorevole ad un maggiore supporto da parte nostra; è evidente che la spesa per il sostegno a coloro che non riescono a pagare l'affitto, di fatto, ci fa spendere meno su altre politiche.
Ovviamente, anche se non è una sua competenza, sarebbe importante che tutte le volte che questo campanello d'allarme inizia a suonare, ci sia il monitoraggio di tutte le ATC per capire le cause della morosità, perch queste possono portare con sé percorsi d'inserimento lavorativo o percorsi di reskilling di coloro che vivono questa condizione, anche perché, e devo dire che condivido la sua posizione politica: non possiamo vivere di assistenzialismo. Dobbiamo dare una mano a chi vive un momento di difficoltà, affinché possa ripartire nella sua vita, anche dal punto di vista lavorativo ed economico e non vivere solo di reddito di cittadinanza ma provare a lavorare, perché l'affitto possa essere pagato come frutto del proprio lavoro. Certo non è semplice in questa fase (lo capisco bene) seguire questo percorso, perché spesso chi si trova in queste condizioni vive già una seconda stagione lavorativa e, quindi, non è in grado di trovarne altre.
Ritengo, quindi, che questa sia un'ottima notizia.
A mio giudizio, proprio perché ho notato dalle parole dell'Assessora che negli anni ci sono stati tentativi di modifica, di cui anch'io ero stato informato, e a volte non si è trovata una sintesi, sarebbe forse importante dedicare una Commissione ad hoc, una volta che ci saranno le proposte di questa Giunta, per poterne discutere anche in Commissione con i sindacati che rappresentano gli inquilini e capire quali sono i punti nodali.
Certo l'aumento di risorse è un'ottima notizia. Ritengo comunque necessario che le regole sulla distribuzione delle risorse siano condivise e performanti, perché non possiamo permetterci che neanche un euro di questi ci auguriamo - 12 milioni finisca a chi non ne ha diritto. Questo è evidente.
Siamo decisamente soddisfatti della risposta e ringraziamo l'Assessora speriamo che questa promessa diventi realtà quanto prima (immagino nel primo assestamento di bilancio), per dare un segnale positivo e che queste risorse in più vadano di pari passo a una riforma del fondo sociale, che 10 anni fa era all'avanguardia, ma oggi, a causa della pandemia, della guerra del caro energetico e delle bollette e della crisi di alcune tipologie del mercato del lavoro, ha bisogno di un restyling, di una capacità di leggere la realtà in modo più ampio e concreto.



PRESIDENTE

Grazie.
Ringraziamo il Consigliere Magliano per la replica, sempre sensibile su questi temi.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni e interpellanze.
Alle ore 10, il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie a tutti e a tutti e buona salute.
Alle ore 9.42 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g.
inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.21)


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Celebrazione "Giornata regionale dedicata al Valore Alpino" (ai sensi dell'articolo 2 della legge regionale 5 luglio 2022, n. 8)


PRESIDENTE

Desidero innanzitutto ringraziare, per la loro presenza alla celebrazione della prima giornata regionale del Valore Alpino, il Comandante della Brigata Alpina Taurinense, Generale di Brigata Nicola Piasente; il Vicepresidente dell'Associazione Nazionale Alpini Gian Mario Gervasoni; i Consiglieri nazionali del Consiglio direttivo dell'Associazione Nazionale Alpini Daprea Gianpaolo, Maggioni Gian Piero, Trovant Alessandro e Vittone Corrado; le sezioni piemontesi dell'Associazione Nazionale Alpini presenti con il loro vessillo; la dottoressa Elena Cappai, dirigente tecnico del MIUR, delegata dal Direttore Generale dottor Stefano Suraniti, e la dottoressa Giuliana Giai, componente del Comitato consultivo del centro "Gianni Oberto".
Lo scorso 28 giugno il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato la legge che istituisce la "Giornata del Valore Alpino", che si celebrerà ogni anno il 16 gennaio, in memoria del sacrificio degli Alpini caduti nella Campagna di Russia del 1942-1943 e in particolare dei momenti legati alla ritirata nella "sacca del Don", dove il Corpo d'armata alpino lascia sul campo 43.580 uomini tra morti, dispersi, congelati, feriti, oltre ad alcune migliaia di prigionieri. Pagine drammatiche, sofferte, tragiche, scritte con il sangue di una generazione di giovani cuneesi. Un sacrificio lontano non meno di tre generazioni, che questo Consiglio intende preservare celebrare e tramandare.
Quella piemontese sarà una Giornata non solo celebrativa, ma di iniziative concrete per diffondere i valori del Corpo degli Alpini, che verranno realizzate con il supporto della Regione Piemonte e dell'Associazione Nazionale Alpini, e grazie alla partecipazione volontaria di enti e associazioni locali. Gli Alpini, con la loro storia, hanno molto da raccontare, soprattutto ai più giovani. Si tratta di racconti di legami, di amicizia e di solidarietà. Valori di cui abbiamo per fortuna ancora diversi testimoni diventati nel tempo vero e proprio patrimonio storico, esempio del senso di dovere, sacrificio, onore, fedeltà, famiglia e rispetto dell'altro. Valori per i quali i nemici di ieri diventano gli amici di oggi, in una condivisione che unisce e fa comprendere anche il dolore degli altri.
Parliamo di uomini le cui storie andrebbero studiate ancora più a fondo nelle nostre scuole, poiché ricordare, oltre ad essere un dovere morale, è oggi un'esigenza profonda per valutare fatti e avvenimenti con senso critico e senza pregiudizi e infondere un senso di identità e appartenenza.
Celebrare gli Alpini, dedicando loro una giornata, vuole dire avere l'occasione di porre al centro della vita della comunità piemontesi l'impegno civile dimostrato nel corso dei decenni dei tanti volontari protagonisti quotidianamente dell'attività di Protezione civile, di presidio e di intervento in caso di emergenza e di situazioni di criticità del territorio. A tutti i volontari va la nostra riconoscenza e gratitudine.
Le Alpi sono un simbolo unico del Piemonte, un patrimonio naturale di straordinaria e rara bellezza. Il Valore Alpino non è solo ritratto di tale bellezza, ma racchiude in sé anche le tradizioni e la cultura delle persone che quelle montagne le abitano e che hanno fatto del rispetto della natura un principio imprescindibile dal vivere quotidiano e dell'ospitalità il presupposto per la convivenza Essere parte di questa cultura unica, straordinaria, oltre ad emozionarci ci inorgoglisce. Proprio in virtù di questi sentimenti, siamo ancora più determinati a continuare a lavorare per preservare il significato del Valore Alpino e i nobili principi che rappresenta.
Grazie a tutti.



(Applausi)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente Allasia.
A nome del Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, porto in questa giornata importante il saluto della Presidenza della Giunta. Mi unisco ai suoi ringraziamenti e aggiungo il ringraziamento, anche a lei e a tutto il Consiglio regionale per la scelta di celebrare in questo modo, e con la giornata odierna, il corpo degli Alpini, regalandoci anche un colpo d'occhio che scalda il cuore, ovvero un emiciclo adornato da tutti i labari del Corpo Alpino.
La gratitudine che le nostre istituzioni civili vogliono, anche con gesti simbolici come quello odierno, manifestare nei vostri confronti parte proprio dei ragionamenti che ha portato nel suo intervento il Presidente: il contributo essenziale che nella storia d'Italia gli Alpini hanno reso alla nostra Nazione, nella difesa dei confini e nella condivisione anche di esperienze drammatiche come quelle legate ai conflitti mondiali.
Voglio, però, soffermarmi soprattutto sul contributo irrinunciabile che ancora oggi, nei tempi attuali, il corpo degli Alpini offre alla comunità nazionale. Non posso esimermi, come componente di questa Giunta, dal rinnovare ancora una volta il ringraziamento per lo sforzo profuso durante il periodo della pandemia, quando l'esperienza organizzativa logistica del corpo degli Alpini è riuscita far fronte, insieme alle istituzioni sanitarie piemontesi e italiane, a una sfida che mai avevamo visto prima e che quindi, inevitabilmente, aveva colto tutte le istituzioni in tutta Italia (ma mi viene da dire in tutto il mondo) inevitabilmente impreparate.
Se si è riusciti, non solo a fare fronte alle necessità in ambito sanitario, ma anche a fornire quella rassicurazione psicologica di rasserenamento nei confronti della popolazione civile, che in un momento di grande sconvolgimento di perdita dei riferimenti aveva bisogno di trovare anche visibilmente, il segno e la presenza delle istituzioni, questo lo dobbiamo anche e soprattutto al vostro Corpo.
Per non parlare delle missioni internazionali di pace. Oggi noi leghiamo questa data a eventi bellici che risalgono al 1942 e al 1943, ma ricordare oggi che quelle stesse terre sono nuovamente insanguinate dalla guerra deve ravvivare in noi la consapevolezza che i contingenti internazionali di deterrenza e di pacificazione, di cui spesso gli Alpini, e in particolare i nostri Alpini piemontesi, sono assoluti protagonisti, sono spesso determinanti e irrinunciabili, proprio per impedire che le tensioni internazionali sfocino in conflitto con grave e tremendo spargimento di sangue delle popolazioni civili.
La gratitudine si estende anche alla capacità che gli Alpini dimostrano, e continuano a dimostrare, di incarnare, nei confronti della comunità civile e dell'opinione pubblica della comunità nazionale, quel patriottismo genuino, spontaneo e scevro dalla retorica che ogni tanto accompagna le celebrazioni istituzionali che, con allegria e con goliardia, invece, si estende in modo positivamente contagioso nei confronti di tutte le nostre comunità territoriali, senza distinzione o barriera anagrafica, sociale o culturale.
Su questo concludo con un piccolo passaggio che vuole ricordare anche certe polemiche che ogni tanto inopportunamente colpiscono il vostro Corpo, che spesso poi dimostrano scarso respiro e assoluta mancanza di orizzonte e cadono sempre nel vuoto, proprio perché il Corpo degli Alpini non sarà mai e non è espressione di una fazione, ma, al contrario, è patrimonio comune di tutta la Nazione e, come tale, noi oggi ci teniamo a celebrarvi.



(Applausi)



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marrone.
Chiedo a tutti i Consiglieri di iscriversi se intendono intervenire.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nicco; ne ha facoltà.



NICCO Davide

Grazie, Presidente.
Saluto innanzitutto gli Alpini, sia in servizio che in congedo, presenti in Aula. In particolare, permettetemi di salutare il Sergente Maggiore Alpino Giovanni Alutto, classe 1916, che sarà con noi tra qualche minuto e che mi ha aiutato a scrivere questa legge, insieme al Tenente Alpino, avvocato Francesco Gambino, anch'esso seduto tra il pubblico.
Inizierei a spiegare a tutti qual è lo scopo di questa legge per come l'ho scritta e presentata in Consiglio regionale per la sua approvazione. Lo scopo è duplice. Principalmente, in via generale, è quello di diffondere e tramandare il Valore Alpino, specie tra i giovani. Valori quali spirito di servizio, amicizia, fedeltà alla Patria, senso del dovere, rispetto per l'autorità e solidarietà verso gli altri non sono soltanto valori militari ma, anzi, dovrebbero essere, in primis, valori civili, maggiormente presenti anche nella nostra società moderna, specie tra i giovani.
Più concretamente il secondo scopo è diffondere questi valori tramite il recupero e la valorizzazione dei simboli storici e dei luoghi della memoria della storia alpina piemontese, coinvolgendo in ciò le sezioni e i gruppi ANA del Piemonte.
A ciascuno di noi, soprattutto a voi Alpini, verrà in mente una targa, un monumento o una lapide che commemora gli Alpini e che avrebbe bisogno di una sistemata. Magari anche un bivacco, un rifugio, un sentiero in cui vi è stata una presenza importante storica degli Alpini. Sono luoghi simbolo che spesso non sono curati adeguatamente dagli enti istituzionali che li hanno in carico, non per cattiva volontà, ma perché le priorità vengono ritenute altre e, forse, manca anche quella sensibilità e, a volte, la conoscenza nei confronti della storia del Corpo degli Alpini che, invece, voi avete.
Dal 2023, grazie a questa legge, la Regione erogherà concretamente denaro per recuperare questi simboli e questi luoghi della memoria. È già stato deliberato uno stanziamento di 100 mila euro all'anno (somma che, se ci saranno le risorse, potrà anche essere aumentata), che verrà erogata a quelle Sezioni e Gruppi ANA che si proporranno per recuperare questi simboli.
Queste non sono, come sono state definite, mance o marchette che il Consiglio regionale vuole dare agli Alpini ma, al contrario, queste somme sono un ottimo investimento per la collettività. Tutti sanno che, se si dà un euro agli Alpini, la collettività ne riceverà almeno due. A quell'euro gli Alpini aggiungono il loro entusiasmo, la loro intraprendenza e non raramente la loro opera volontaristica, raddoppiando il valore dell'investimento.
Gli Alpini, rispetto ad un Ente pubblico, riescono a fare tutto, più in fretta, meglio e a costi minori. Questo è stato l'obiettivo che mi ha spinto a proporre questa legge, non solo quindi un astratto, seppur doveroso, omaggio al Corpo degli Alpini e dei suoi valori, ma un omaggio che, al pari proprio dello spirito alpino che è molto concreto, si traduce in qualcosa di concreto, come il recupero dei simboli della secolare storia del Corpo lasciando una traccia sul territorio di questa celebrazione annuale.
Spero che questa proposta possa essere, quindi, apprezzata e recepita dai gruppi e dalle Sezioni e che potremo essere qui, magari tra un anno, ad elencare tutti i simboli della storia degli Alpini che questa legge permetterà di recuperare e valorizzare, diffondendo così nel tempo quello spirito e quei valori che il vostro Corpo straordinariamente incarna.
Grazie per la vostra opera quotidiana e benvenuti.



(Applausi)



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Nicco.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio

Grazie, Presidente.
Prima di tutto volevo salutare e ringraziare per la presenza le Sezioni ANA, salutare i loro vessilli decorati di Medaglia d'Oro, salutare con simpatia - ricordando una non lontana cena per i dieci anni dell'adunata di Torino - il Generale di Brigata Taurinense, Piasente, e tutte le altre autorità e gli amici Alpini presenti.
Volevo ringraziare anche il Consigliere Nicco che ha presentato questa proposta di legge, anche se, per non essere ipocriti, abbiamo discusso sulla data. Può darsi che, anche a livello nazionale - in considerazione di quello che ha detto a suo tempo, promulgando la legge che riconosce il Valore Alpino Nazionale, il Presidente Mattarella - ci sia una riflessione ma tant'è oggi è la giornata definita da una legge votata da questo Consiglio regionale e noi siamo qui a celebrare, insieme agli altri, il Valore Alpino.
Vorrei ricordare due cose che appartengono alla mia esperienza. La prima non può che essere, l'ho già accennata, l'adunata del 2011 a Torino. Per ragioni personali, perché - voi mi comprenderete e perdonerete - per me è stato il momento oserei dire che ha epicamente concluso la mia esperienza decennale di Sindaco di Torino. Credo che non poteva esserci un momento al tempo stesso, più significativo e più toccante, per uno che concludeva un'esperienza di responsabilità pubblica, che quella di avere quell'abbraccio di popolo accanto agli Alpini.
Ricordo ancora con i brividi la sfilata accanto al Generale Figliuolo di cui, per fortuna, l'amico Vercellino mi aveva fatto pervenire delle fotografie che tengo inquadrate sulla mia scrivania.
Mi sono chiesto: perché quell'adunata fu una vera manifestazione di popolo? Credo che molti di voi che erano presenti (il collega Valter Marin dà cenni di conferma) ne siano buoni testimoni, al di là degli schieramenti, delle appartenenze politiche e dei ruoli istituzionali. Io credo che lo sia stata perché coincideva con i centocinquant'anni dell'Unità d'Italia e perché nulla più del Corpo degli Alpini, in armi e in congedo, rappresenta, com'è già stato accennato dal Presidente Allasia e dal Consigliere Nicco, l'unità della patria e del Paese (non a caso uso i due termini): della patria come valore simbolico dello spirito italiano del Paese come insieme sostanziale di popoli, di comunità, di interessi.
Lungi da me anche solo sfiorare polemiche politiche, ma questo monito dell'unità sostanziale della patria e del Paese dev'essere per tutti un'indicazione nell'affrontare le scadenze politiche, amministrative e istituzionali che abbiamo davanti, in qualunque luogo noi ci troviamo impegnati.
La seconda e ultima considerazione che voglio fare è questa: il Corpo degli Alpini, in armi e in congedo, riflette, come poche altre cose (forse come nessun'altra cosa), lo spirito e la lettera della nostra Costituzione nata dalla Resistenza. Riflette lo spirito, perché nell'articolo 11 della nostra Costituzione - lo cito a memoria, per cui potrei sbagliare - si ripudia la guerra come strumento di offesa dei popoli. Ho ancora in mente quando, da Sindaco, insieme al compianto Generale Cravarezza, facemmo dal Teatro dei ragazzi di Torino un collegamento con la Brigata Taurinense che era in Afghanistan e stava costruendo asili che erano stati distrutti nella guerra fra i russi e gli afghani, i mujaheddin. Come ho detto, stavano costruendo asili, cioè stavano facendo quello che c'è di più vicino ai bisogni elementari dei cittadini.
Dall'altra parte è stato opportunamente ricordato l'impegno fondamentale da parte degli Alpini durante la pandemia; tutti ne siamo stati testimoni diretti, perché tutti siamo andati a farci le vaccinazioni e c'era un Alpino che ti indirizzava di qua o di là e si dava da fare. Non va però dimenticato il loro impegno anche in altri momenti: chiunque specie chi vive in comunità più piccole, sa che non c'è una festa di paese che non veda i volontari e la Sezione dell'ANA impegnata a garantire il funzionamento e la sicurezza della manifestazione, per assicurare quei principi di sicurezza che, specie dopo alcune tragedie che sono avvenute sono diventati anche più stringenti.
Come dicevo, lo spirito e la lettera della Costituzione, laddove ripudiamo la guerra come strumento di offesa, cosa che purtroppo non è così in Europa. In Europa abbiamo una nazione, la Russia, che offende un'altra nazione, l'Ucraina, mentre gli Alpini in tutte le missioni, luoghi e teatri di guerra costruivano simbolicamente asili, oltre ad essere operativamente impegnati per favorire i processi di pace. Lo spirito è quello della cittadinanza attiva, della partecipazione, del sentirsi impegnati a fianco della nostra comunità. A me piace ricordare così la festa del Valore Alpino: il valore della nostra Costituzione e il valore dell'unità del Paese, della patria, dell'Italia.



(Applausi)



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Mi unisco anch'io, come ha fatto chi mi ha preceduto, ad un saluto verso il mondo alpino, che oggi ci onora della sua presenza.
Al contempo, esprimo anche un ringraziamento al collega Davide Nicco che è stato l'estensore del provvedimento legislativo che oggi ci permette di dedicare questa giusta e doverosa giornata al mondo degli Alpini. Con questa iniziativa testimoniamo il grande valore storico e culturale che il Corpo degli Alpini ha rivestito e riveste tuttora per la nostra società.
Come il Presidente Chiamparino, ho avuto l'onore e la fortuna di essere un organizzatore e di rivestire un ruolo attivo durante l'adunata che si svolse nel 2007 a Cuneo.
Nel pensare e nel ricordare quella domenica della sfilata in corso Nizza, mi vengono ancora i brividi per quanto quell'evento sia stato un momento straordinario di coesione popolare e, allo stesso tempo, di onore e rispetto verso la patria e verso chi ci ha dato così tanto. Per questo motivo, rivolgo un grande ringraziamento al mondo degli Alpini, per quello che hanno fatto ieri, come diceva il Presidente Allasia, e per quelle migliaia di vite che sono state donate, affinché noi oggi possiamo camminare e parlare liberi come facciamo in questo momento in Aula. Il "grazie" che rivolgo a quei giovani che si sono sacrificati per noi non sarà mai abbastanza grande.
A fianco a questo, rivolgo un ringraziamento agli Alpini per quello che sono oggi. Come ho detto, provengo dalla provincia di Cuneo, e non più tardi di pochi mesi fa la Caserma Vian, un simbolo per noi cuneesi, è stata un hub durante la campagna vaccinale, fornendo un servizio efficiente e fondamentale in un momento difficilissimo com'è stato quello pandemico.
Ci sono tanti altri momenti in cui bisogna ricordare e ringraziare gli Alpini, come il terremoto in Friuli nel '76 o quando si sono egregiamente disimpegnati nelle difficilissime missioni umanitarie nel mondo (la più difficile di tutte penso sia quella in Mozambico, nel 1993), portando onore alla nostra Italia. Grazie, grazie e grazie.
Mi permetto di chiudere il mio intervento, ampliando il compasso anche verso il mondo dell'Esercito Italiano, richiamando le parole del collega Michele Mosca, intervenuto in occasione del voto della legge del collega Nicco, riportando la sua esperienza durante il servizio militare.
Io mi arruolai volontario nel 1988 - era il primo lunedì di marzo - e ricordo quella giornata come se si fosse svolta ieri. Mio padre mi accompagnò alla caserma degli Allievi Carabinieri di Fossano e ricordo il momento in cui entrai in quella caserma e si chiuse dietro di me quell'enorme portone. Mi vennero i brividi e pensai che non sarei mai più uscito da quella caserma. Ero entrato in quella caserma che ero un bambino e ne uscii 12 mesi dopo che ero diventato un uomo.
Credo che ognuno di noi sia il risultato di un'equazione dove ci sono tanti addendi, che sono quelli che ci hanno fatto diventare quello che siamo oggi: la scuola, la famiglia, lo sport, l'esercito.
Approfitto di questo momento solenne per ringraziare l'esercito per quello che mi ha donato e per quello che mi ha permesso di essere oggi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Fava; ne ha facoltà.



FAVA Mauro

Grazie, Presidente.
È con orgoglio che, in rappresentanza del Gruppo consiliare di Forza Italia, porto il saluto ed il benvenuto in Consiglio regionale alle autorità militari e civili presenti, ai vertici ANA e a tutte le Sezioni partecipanti alla Giornata del Valore Alpino. Accogliere questo prestigioso evento, la nascita di questa ricorrenza per onorare il vostro impegno e la vostra disponibilità che, con tanta umiltà, mettete al servizio della popolazione, costituisce un privilegio e non possiamo che esservi riconoscenti.
Nella solennità della Giornata, il Valore Alpino è il primo sentimento che vorremmo condividere con voi e ribadire il legame profondo, l'autentico affetto e il senso di vicinanza che ci unisce alle Penne Nere.
Nella fervida attesa di questi giorni, ci siamo domandati spesso quali fossero le parole giuste per rendere omaggio ai valori di cui vi fate interpreti quotidianamente e al vostro spirito di servizio nei confronti della collettività. Ci siamo domandati persino se fosse realmente possibile racchiudere nello spazio di un discorso ufficiale quel principio di solidarietà, altruismo e dedizione che ispira ogni vostra attività portandovi sempre in prima linea laddove vi sia bisogno di aiuto. Nulla di più lontano della retorica, dell'operosità costante e discreta degli Alpini ha la concretezza di chi è abituato a rimboccarsi le maniche ed agire anche nelle circostanze più difficili, senza mai risparmiarsi per la tutela e la promozione del bene comune.
Si è scelto di parlarvi con il cuore e non solo per restituirvi il calore che avete regalato al Piemonte in questi anni, richiamando alla memoria il vostro impegno per l'Italia intera e per il rispetto della semplicità l'immediatezza e l'umanità con cui da sempre mettete amore al vostro impegno per proteggere il territorio e le persone, perché è con l'onestà la coerenza e con il coraggio della responsabilità, che non vi fa arretrare di fronte al dovere e alle sfide che esprimete senso di appartenenza a quella Patria che celebriamo, grazie alla vostra straordinaria capacità di coinvolgimento nell'unità nazionale.
Del resto, la penna nera che adorna il vostro cappello è, per le giovani generazioni e per chi la indossa fieramente da decenni, un'icona che racconta l'altissimo sacrificio del Corpo degli Alpini, la complessità delle missioni di pace, la ricostruzione dei Paesi esteri segnati ancora oggi dalla violenza e dalla devastazione dei conflitti. Il lavoro infaticabile, nel tempo, vi ha condotto tra la gente, a fianco di chi ha perso ciò che aveva di più caro.
Abbiamo riletto in poche righe le motivazioni del riconoscimento che attribuiamo a questa Giornata: l'essere un punto di riferimento per tutti noi. Credo che questo sia il simbolo più efficace di ciò che gli Alpini continuano a rappresentare nella nostra società.
Concludendo l'intervento, vi ringrazio per il valore che date al Piemonte e all'Italia intera e, a nome di tutti i Consiglieri, siamo orgogliosi di tutti voi. Viva gli Alpini e viva l'Italia!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Mi unisco anch'io ai complimenti già espressi in questa giornata di festeggiamento. Oggi festeggiamo il Valore Alpino nell'anniversario della ritirata generale del fronte del Don e sarebbe sufficiente il silenzio.
Dovremmo metterci veramente tutti sull'attenti per rivolgere ai 40 mila caduti della guerra di Russia il nostro doveroso pensiero.
Oggi viviamo in una società che richiede spesso un surplus di diritti invece dovremmo imparare il senso del dovere di questo Corpo straordinario.
È una società che oggi ha perso il senso del dovere e con giornate come queste ricordiamo che non esistono solo i diritti, ma anche i doveri, per costruire una società forte e sana.
Voglio anche manifestare un'apertura, perché questa non è una giornata n di destra né di sinistra, come ha già detto il Presidente Chiamparino. È assolutamente lungi da noi fare polemica per rispetto ai numerosi martiri tra i quali possono esserci stati i nostri bisnonni, i nostri nonni o i nostri prozii. Non dobbiamo assolutamente sporcare questa Giornata con il revisionismo di parte, perché questa è la Giornata del Valore Alpino, il valore che è la forza d'animo straordinaria, uno sforzo che ha pochi eguali nella storia d'Italia, in pace e in guerra. È la prova dell'attaccamento supremo alla vita di chi non si è arreso quando tutto sembrava perduto nel deserto bianco della steppa, a 40 gradi sotto zero, senza mezzi di trasporto e senza vestiti adatti - e dove ha vinto l'incrollabile desiderio di vivere. Molti Alpini sono tornati a casa a piedi. Pensate allo sforzo sovrumano di persone che hanno vissuto a 40 gradi sotto zero e che sono tornate, a piedi, nella nostra Patria per ricostruirla.
A Nikolajewka c'è stato il massacro delle Divisioni Julia, Tridentina e Cuneense, quindi la nostra Divisione è diventata realmente martire in mezzo alla neve. C'è stato un abisso di dolore e si sono formati i principi della nostra Repubblica. Da lì è iniziato il ripudio della guerra, che oggi è ancora assolutamente attuale.
È anche da ricordare che numerosi Alpini sono stati protagonisti della nostra gloriosa storia, che è storia di tutti, della Resistenza. Erano Alpini reduci dalla campagna di Russia e hanno deciso di partecipare alla liberazione del nostro Paese. Quindi, vedete quante cose positive e quanta storia c'è dietro alla gloriosa armata degli Alpini.
Ci sono sempre gli Alpini nei momenti di difficoltà, rispondono sempre "presente" nell'ora del dovere. Sono quelli che non si tirano mai indietro e che sono sempre pronti a fare la loro parte in favore del prossimo.
Abbiamo testimonianza del Valore Alpino in tante situazioni, dal COVID al volontariato, dove c'è un'alluvione, una calamità, una sciagura: dove si impone l'onere della ricostruzione, loro ci sono.
Certamente, c'è anche l'aspetto della festa, perché la vita va festeggiata.
Memorabili sono le feste degli Alpini; quanto ci sono mancate nel periodo della pandemia? Anche da questo punto di vista gli Alpini sono encomiabili e insuperabili. La vita è gioia, è festa ed è bene che siano tornate preponderanti queste feste importantissime.
Vedo la presenza delle Sezioni di Domodossola, di Omegna, di Intra e del mio territorio, il Verbano-Cusio-Ossola, il che mi fa particolarmente felice e onorato.
A loro, a tutti voi presenti e a tutto il Corpo straordinario degli Alpini oggi va il ringraziamento del Gruppo della Lega, che mi onoro di rappresentare in Consiglio regionale. Un grazie sincero a chi non ha e non deve avere colore politico in una giornata che rappresenta il valore del senso del dovere che in questa società oggi manca un po'. Penso che tutti debbano prendere esempio da voi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marin.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
È difficile intervenire dopo i tanti discorsi dei colleghi che hanno evidenziato i vari aspetti dell'importanza di questa giornata. Lo voglio fare, per una prima parte, come uomo e voglio collegarmi a quanto detto dal collega Bongioanni: "Quando entri in caserma, per chi ha fatto il militare sei un "bocia", ma ne esci uomo". Questo è formativo. È formativo per come vedi la vita e la società; quindi, meno egoismo, molto più altruismo e rispetto delle regole.
Vorrei portare la mia esperienza di vent'anni di Sindaco.
Nel 2000, dopo un anno che ero Sindaco, è arrivata la disastrosa alluvione e ce n'è stata un'altra nel 2008; poi, si sono verificate le valanghe che hanno interrotto la vita del paese per quattro giorni. Io, che vivo e lavoro in montagna, avevo due numeri di telefono: il primo era quello degli Alpini. Quando, a qualsiasi ora, alzavo il telefono loro c'erano e mi dicevano, "Sindaco, di cosa c'è bisogno?" e il giorno dopo o poche ore dopo arrivavano i letti o venivano installate idonee strutture di protezione civile.
Bisogna ricordare (io non lo dimentico) i mondiali di sci del 1997 e le Olimpiadi del 2006: voi siete stati una colonna fondamentale; tutto il mondo le ha riconosciute come le migliori Olimpiadi della storia dello sci alpino.
Io ho vissuto anche le Olimpiadi successive (Vancouver, Salt Lake City) e quelle precedenti, ma tutti ricordano il vostro cappello alpino. Quella piuma è stata un segno con cui avete fatto capire che in Piemonte e in Italia attorno a voi c'era una comunità, una realtà che significava che un intero Paese voleva essere partecipe e far comprendere al mondo la nostra identità.
Personalmente, ho partecipato a tutte le adunate; tutte. Esperienze bellissime. Ho portato i miei figli affinché comprendessero che è il più bel raduno di pace che esista a livello nazionale. Ho perso il raduno di Catania, perché era mancato mio padre e poi la pandemia ha interrotto i raduni. Nel 2007, a Cuneo c'ero e anche nel 2011, quando c'era anche Sergio Chiamparino: io ero dietro di te con la fascia da Sindaco; c'erano veramente tanti Sindaci quel giorno, per dimostrare che una collettività era unita attorno a voi.
Io non posso che dirvi grazie ed è inutile dirvi di proseguire così: tanto siete sempre più avanti di noi. Grazie ancora per la vostra presenza.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Cane.



CANE Andrea

Grazie, Presidente.
Dopo il collega Marin, anch'io, a nome del Gruppo della Lega, posso dire di essere onorato di essere qui oggi; per me, è un doppio orgoglio, perch festeggio questa giornata anche come residente delle nostre montagne.
Da sempre, fin da quando sono bambino, vedo animare le nostre valli, non solo con lo spirito militare, ma anche con il senso del territorio, delle nostre tradizioni e della nostra storia. Quando si parla di Alpini si parla in senso totale e onnicomprensivo di tutta la nostra terra piemontese. Sono innumerevoli, infatti, le occasioni (raduni, commemorazioni, feste attività di volontariato) che coinvolgono la nostra società in senso generale e quando dico in senso generale, intendo dai bambini agli anziani.
Prima ho avuto il piacere di fare una foto con la rappresentanza di Ivrea che sicuramente è il punto di riferimento del mio Canavese, però volgendo lo sguardo ai territori più vicini a casa, dove abito, tantissimi sono i ricordi che riaffiorano; tanti ricordi dei raduni che d'estate animano i turisti e i residenti dei Comuni di Ronco Canavese e di Frassinetto, giusto per fare due esempi, e in generale di tutte le nostre montagne.
Inoltre, gli Alpini coinvolgono i nostri territori, non solo con quella spiccata serietà e fermezza, che è caratteristica di una forza armata, ma anche perché hanno quella marcia in più, quel valore aggiunto. E cosa sono? Sono i loro sorrisi, la loro positività e la loro proattività.
Come il collega Marin, ricordo anch'io l'alluvione del 2000 e ricordo che spalavamo fango insieme a Locana, in Valle Orco. Riprendo ancora quell'allegria contagiosa, che è caratteristica unica di tutti voi e anche un orgoglio per noi che abitiamo le montagne e, in generale, la nostra Regione.
Ricordo che la prima giornata regionale del Valore Alpino è stata istituita in Regione Piemonte con una legge; penso che per questa maggioranza di centrodestra sia una conquista, ma anche una conferma. Ricordo che in Consiglio regionale non ci fu un voto unanime, però sono sicuro, anzi spero che tutti noi abbiamo voglia di ricordare quanto operano le nostre forze armate, anche alla luce dei recenti accadimenti; per fare un esempio ricordo quanto è accaduto ieri: l'arresto che tutti aspettavamo da trent'anni. Ecco, oggi parliamo di forze armate come garanzia per questo Stato e come luce per il futuro democratico del nostro Paese.
Durante la in discussione, lo scorso anno, in quest'Aula ci si chiedeva perché proprio gli Alpini e non altri corpi militari. Verissimo. Tutti i corpi militari sono equivalenti agli occhi dei cittadini di questo Paese.
Il valore è certamente di tutti e non solo degli Alpini, però gli Alpini sono Piemonte; in Piemonte sono sinonimo, nel nostro dizionario, della tradizione, della cultura e della nostra storia.
Mi piace portare un esempio tra i mille che potrei fare. L'autore delle musiche dell'inno delle Penne nere, intitolato "Trentatrè - Valore Alpino" è di origine Trinese. Due storici locali, Franco Crosio e Bruno Ferrarotti dopo anni di ricerche sono riusciti a ottenere l'originale dello spartito su cui appare il nome di Eugenio Palazzi, musicista e insegnante di Trino Vercellese, vissuto a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. Oltre al compositore Palazzi, l'autore delle parole dell'inno, Camillo Fabiano, è originario di Susa.
Valore alpino è la marcia d'ordinanza delle truppe da montagna del nostro esercito ed è piemontese. Penso che questo sia una delle tante risposte ai dubbi sollevati, prima di far diventare questo giorno la commemorazione di un corpo che - ripeto - è parte integrante della storia della nostra Regione.
Per chiudere, voglio ripetere che, ovviamente, il valore dei militari in senso generale è equivalente, ma quello alpino, a mio pensiero, è una questione di DNA, di sangue, di radici, di valori e di spirito che ritengo primo fra tutti, piemontese.
Viva gli Alpini.



(Applausi)



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Buongiorno a lei, agli Assessori, ai colleghi Consiglieri, alle Autorità e agli Alpini che sono alle mie spalle.
Proverò ad aggiungere qualcosa, anche se non è facile, agli interventi precedenti, in particolare quello del collega Sergio Chiamparino, che ha evidenziato molto bene i due aspetti del grande contributo che il corpo degli Alpini ha dato e dà al nostro Paese, all'unità del nostro Paese e alla civiltà di questo nostro Paese.
Essere presenti laddove c'è bisogno di essere presenti per gli altri, nelle nostre comunità, nelle grandi calamità e nella vita di tutti i giorni significa farsi carico degli altri; significa contribuire ad accrescere il senso civico e la civiltà di un Paese democratico come l'Italia. A queste considerazioni vorrei sottolineare, in questa festa, tre valori che mi sembra siano significativi e che disegnano il tratto distintivo degli Alpini, siano essi in armi siano essi in concedo.
Il primo è la storia, una storia anche di dolore, una storia drammatica.
Provengo da Alba, dalla provincia di Cuneo, dove, soprattutto con la Divisione Alpina Cuneese, si è avuto un drammatico contributo in termini di sofferenza e di morti nella campagna di Russia, forse uno dei più drammatici nel nostro Paese. Probabilmente, non c'è famiglia, nella nostra provincia, che non abbia un parente, un papà, un nonno, uno zio che sia stato alpino (o che sia alpino). Purtroppo, ci sono tante famiglie che in quella campagna hanno perso, ma in particolare su tutti i teatri di guerra persone care. Non solo le hanno perse, ma essendo molte di loro disperse non le hanno più viste e continuano nel tempo, anche a distanza di 70-80 anni, ad attenderli nelle loro case, ad attendere che si possa, almeno fino a quando il tempo anagrafico lo consentiva, un segnale della loro presenza.
Oggi probabilmente attendono la piastrina, che ogni tanto viene ritrovata in qualche pianura o in qualche landa deserta della Russia.
Questo grande valore, quindi, è la partecipazione nei momenti difficili della vita di questo Paese e anche del contributo, finita la guerra, anzi nell'ultima parte della guerra, dopo l'8 settembre, che tanti Alpini hanno dato alla Resistenza. Tanti Alpini, tornati dal fronte, o Alpini nel nostro Paese, dopo l'8 settembre scelgono di mettere attivamente a disposizione della Resistenza le loro capacità e le loro forze per ribaltare definitivamente l'occupazione nazifascista e per costruire i presupposti affinché in questo Paese si potesse far nascere una democrazia e una Repubblica. Questo è un altro grande contributo che spesso dimentichiamo: dalle mie parti, tanti partigiani erano Alpini.
Il secondo valore, già sottolineato, riguarda l'impegno degli Alpini - in armi e in congedo oggi - relativa alla costante aspirazione al valore della pace. La presenza degli Alpini di alta professionalità, con i loro corpi in giro per il mondo nelle missioni di pace, è già stata ricordata, ma anche la presenza costante nella vita di una comunità rappresenta una testimonianza concreta della pace; una pace non a parole, ma una pace che come sapete, deve essere costruita nel quotidiano. Oggi sappiamo quanto il mondo abbia bisogno di pace, con tutti i teatri di guerra aperti.
Il terzo valore, come avevo già detto in un mio intervento quando è stata approvata la legge e che avrei voluto fosse sottolineato maggiormente nella legge, ma lo sottolineo oggi, è il valore della socialità. È un altro valore peculiare.
Il collega Chiamparino ricordava la dimensione della presenza nei paesi: se c'è una festa, un momento di ritrovo, un momento di ricreazione, lì trovi gli Alpini; trovi il gruppo, trovi le persone, che non vanno soltanto per divertirsi o per ricevere un servizio, ma perché sono loro i protagonisti sono loro che creano quell'occasione.
Oggi, e lo dico soprattutto dopo la vicenda del COVID, viviamo in una società sempre più individualista, perché eravamo già individualisti ed egoisti prima e lo siamo molto di più dopo l'esperienza del COVID, che non ci ha complessivamente migliorati (pensavamo che ci migliorasse, invece no).
Ritengo che, dal punto di vista sociale, questa grande pandemia abbia accentuato le distanze tra le persone, abbia ridotto le relazioni: siamo tutti più portati a stare chiusi in casa, soprattutto alla sera, a non avere più impegni di socialità. La socialità è fondamentale, le relazioni sono fondamentali e gli Alpini sono lì, anche questa volta, con la loro testimonianza e con la loro presenza a dircelo, specie in quelle comunità più piccole dove è vero che le relazioni sono ancora presenti, ma è anche vero che, stante anche il numero esiguo, specie di queste comunità, sono sempre più complicate e difficili.
Volevo dunque sottolineare i valori dell'esperienza alpina, il valore della storia, la loro presenza nella storia, la loro presenza nella Resistenza il valore della pace che testimoniano quotidianamente e il valore della socialità e della presenza tra le persone, che è sempre più importante.
Per questo aggiungo anche il mio ringraziamento e auguro naturalmente buona festa.



(Applausi)



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Gavazza, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà



GAVAZZA Gianluca

Grazie, Presidente.
Saluto tutti gli Alpini presenti e soprattutto quelli che sono andati avanti, che hanno permesso che noi oggi fossimo qui a ricordare gli Alpini e questo momento.
Mi permetto una breve riflessione sui valori. Un tema che può apparire superfluo e scontato, ma non è così. In una società che li rifiuta, quando non li deride, è necessario riproporli, soprattutto se alla parola "valori" aggiungiamo una parola fondamentale: Alpini.
I valori sono il fondamento della comunità e il nutrimento delle norme che regolano il vivere civile; sono l'impegno civico, la solidarietà e la disponibilità verso gli altri. Questo gli Alpini lo sanno bene.
I valori sono raffigurati nel labaro, con le 207 Medaglie d'Oro espressione dell'impegno nobile e del sacrificio. È nei vessilli e nei gagliardetti sotto forma di medaglie, attestati, cittadinanze onorarie che la comunità nazionale e quella locale hanno voluto conferire come premio della messa in pratica dei principi quali - appunto - la solidarietà, la disponibilità e l'impegno civico.
Viva gli Alpini e viva le forze armate.



(Applausi)



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gavazza.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Perugini; ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Un intervento, caro Presidente, doveroso per il territorio di provenienza.
Innanzitutto, prima di esprimere un pensiero rispetto a questa giornata, il primo pensiero deferente va agli Alpini che sono andati avanti: a loro il primo saluto.
Un saluto agli Alpini qui presenti, in servizio e in congedo e al Generale Piasente, che rappresenta un'importantissima istituzione di questa regione tant'è vero che - e qui entro nel merito della mia riflessione - da novarese non possiamo che essere contenti ed orgogliosi che questa Assemblea abbia istituito la giornata del Valore Alpino, perché già oramai dieci anni fa, in occasione del 15° raduno dei raggruppamenti a Novara, il Comune di Novara concesse la cittadinanza onoraria alla Brigata Alpina Taurinense, facendo un po' seguito a quello che è stato l'intervento che mi ha appena preceduto.
Per argomentare cosa sono gli Alpini per il territorio da cui provengo, mi permetto di riprendere le parole del Presidente Favero che, in occasione dei 100 anni del Gruppo ANA di Novara, si è così espresso in un libro intitolato "Da un secolo in cammino - Storia della Sezione di Novara": "La maestosa mole del Monte Rosa, che si staglia sul vicino orizzonte, sembra testimoniare la natura alpina acquisita nel tempo dalla città di Novara adagiata tra le sue mille risaie. Una Alpinità che giunge felicemente a festeggiare i 100 anni di vita, traguardo storico prestigioso che ha raggiunto in piena salute".
Dopo la Seconda guerra mondiale Novara venne inserita nei territori di reclutamento e, di conseguenza, la sua Alpinità è sempre più radicata, pur non essendo terra di montagna, ma terra di Piemonte, terra ai piedi delle montagne.
Ho voluto sottolinearlo, caro Presidente, anche negli appunti che mi sono segnato, perché il territorio piemontese - rientro nel confine della nostra regione - di fatto, ha dato i natali a chi istituì, con la riforma del 1873, le truppe alpine e ne divenne comandante, cioè il Generale Cesare Ricotti-Magnani, nato a Borgolavezzaro e morto a Novara, che viene ricordato ogni anno. Per cui un piemontese - per andare nel senso di quello che rappresenta il Valore Alpino nel corso della storia - ha istituito, con la riforma, quelle truppe che dovevano essere di seconda linea ma che poi in realtà, sono diventate una vera prima linea e legate a truppe specializzate rispetto alle nostre montagne.
Il Valore Alpino non è solo ed esclusivamente un valore inteso come socialità, che è una delle sue espressioni e manifestazioni. Il Valore Alpino è anche quella solidarietà che è uno dei suoi impieghi in servizio e in congedo. È inutile evidenziare anche in questa occasione come la Protezione civile, di cui anche ANA fa parte, molto spesso si sostituisca al sistema Paese, quando non arriva a risolvere una serie di problemi quindi il volontariato è, di fatto, uno dei più grandi valori che appartiene agli Alpini.
Sono tanti altri i valori che, di fatto - torno a dirlo - sono la colonna portante del sistema Paese. A proposito di valori, è stato rimarcato più e più volte, anche in interventi precedenti, che la cosa di cui sentiamo maggior bisogno oggi è la pace. La salute è un valore a cui tutti teniamo (è fuor di dubbio), ma è altrettanto vero che la pace oggi è un valore di grande attualità, perché la guerra coinvolge anche i sani. La guerra, che coinvolge anche i sani, molto spesso vede protagoniste le forze armate; nel nostro caso, sappiamo - perché le operazioni di pace che hanno visto coinvolte le truppe alpine sono sotto gli occhi di tutti ed è inutile tornare a ripeterlo - che gli Alpini sono i primi protagonisti della pace.
Mi è piaciuta molto la citazione di un collega quando ha detto che uno dei più grandi raduni e sfilate di pace da lui vissuti sono le adunate alpine come quella di Rimini a cui ho avuto l'onore di prendere parte insieme al gruppo di Novara.
Era doveroso normare il Valore Alpino: il nostro impegno a ricordarlo insieme a tutta la comunità piemontese ci consentirà di mettere in evidenza gli aspetti che ciascuno di noi, con le proprie sensibilità, ritiene evidentemente di voler condividere.
Penso, caro Presidente, che possano terminare qui le riflessioni. Mi sia solo consentito ricordare la fanfara della Brigata Taurinense - lo rammento a chi ha avuto il piacere di ascoltarla - che molto spesso durante lo spettacolo (anzi, direi sempre, in chiusura) esegue la Marcia dij Cuscrit Piemuntèis, a sottolineare come anche le lingue e i dialetti siano di fatto, portatori di valori e di grandi messaggi. Per chi ricorda quel testo, parla di ragazzi del Piemonte che salutano le loro madri e vanno a prestare servizio. Quindi il vero grande valore di una comunità, che è costituita dalle Forze armate, da chi ha prestato servizio, da chi è andato avanti e da chi è in congedo, è la parola "servizio". La comunità piemontese è una comunità che sa mettersi al servizio degli altri: gli Alpini ne sono una chiara espressione.
Grazie, Presidente.



(Applausi)



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Mosca, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



MOSCA Michele

Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutti e buongiorno agli amici Alpini che oggi sono venuti a trovarci.
Sebbene gli episodi della gloriosa storia del Corpo degli Alpini che meriterebbero di essere ricordati, dalla data della sua fondazione, nel 1872, all'epoca moderna, sono veramente tanti, ritengo doveroso soffermarmi su quello che voi fate oggi, quotidianamente, per la nostra società.
Questa è una giornata che evoca ricordi in tanti di noi; me ne viene in mente un altro personale, quando da ragazzo svolsi la visita militare.
Ricordo che, con grande orgoglio, alla domanda "In quale Corpo vorresti svolgere il servizio militare?" io scrissi "Il Corpo degli Alpini", perch da sempre gli Alpini sono una presenza costante nella nostra vita quotidiana, sono un esempio per tutti noi.
Siete presenti in tutte le iniziative che si svolgono a livello locale siete soprattutto presenti durante le emergenze: grandi o piccole che siano, voi ci siete. Qui, evidentemente, il ricordo, com'è già stato detto va a quanto avete fatto per tutto il nostro Piemonte in occasione della pandemia, dell'emergenza COVID-19.
Le sezioni degli Alpini, i Gruppi, l'Associazione Nazionale degli Alpini, con la loro presenza capillare su tutto il territorio della nostra Regione, sono portatori di valori positivi, che garantiscono un arricchimento per la società e lo garantiscono in particolar modo per i giovani (non a caso nella nostra legge abbiamo voluto coinvolgere in maniera importante i giovani!).
Noi Alpini siamo a tutti gli effetti un tratto distintivo del nostro Piemonte e per questo meritiamo di essere riconosciuti e di essere valorizzati. La Regione Piemonte - il Consiglio regionale - ha deciso di farlo attraverso l'istituzione di una legge che abbiamo denominato proprio "Valore Alpino", così com'è già stato ricordato dal Presidente e dai colleghi che sono intervenuti prima di me. È una legge che intende promuovere e valorizzare quelle che sono le iniziative territoriali diffondendo i valori storici, sociali e culturali, ma anche iniziative volte al recupero di quello che è il patrimonio dei rifugi Alpini promuovere e sostenere le attività di formazione dei giovani - lo dicevo poc'anzi - dai campi scuola alla protezione civile, al soccorso alpino.
Insomma, tutta una serie di iniziative che partono proprio dal coinvolgimento dei giovani, anche attraverso la collaborazione con l'Istituto Scolastico Regionale, le università, le istituzioni locali e anche attraverso l'istituzione di una borsa di studio destinata agli studenti meritevoli under 30, che sono sicuro saprete valorizzare ed utilizzare al meglio, ovviamente attraverso le risorse che abbiamo potuto mettere a disposizione nel nostro bilancio.
Molti colleghi hanno ricordato le adunate degli Alpini; io voglio concludere con un passaggio personale, un passaggio credo doveroso da Alpino biellese: ritengo che lo scorso mese di dicembre sia stato fatto un grande torto non solo agli Alpini biellesi, ma a tutti gli Alpini piemontesi, perché Biella e il Piemonte meritavano l'adunata nazionale. Ma ancora una volta, a testimonianza di quello che è lo stile e il valore degli Alpini, non c'è stata una sola giornata di polemica: tutti assieme ci siamo rimessi al lavoro e abbiamo guardato avanti. In questo senso, mi fa piacere che l'Associazione degli Alpini biellesi stia ragionando di ripresentare la propria candidatura, proprio perché è stato fatto un grande lavoro, in particolar modo l'anno scorso. Avete voluto coinvolgere anche la Regione e di questo vi ringraziamo e vi siamo grati; un lavoro che non merita di essere disperso.
Dunque, utilizzando quello che è il nostro motto - tucc'un - mi auguro che tutti assieme si possa guardare avanti, si possa andare avanti lavorando uniti per riprendere in mano quello che noi abbiamo già fatto e per portare in Piemonte l'adunata nel 2025, perché sicuramente la meritiamo. Se questa sarà l'intenzione degli Alpini biellesi e piemontesi la Regione sarà al vostro fianco, come lo è stata nel recente passato cercando di dare il contributo migliore possibile per far sì che, ancora una volta, nei nostri territori si realizzi un grande evento di amicizia e di Valore Alpino. Grazie.



(Applausi)



PRESIDENTE

Se non vi sono ulteriori iscritti ad intervenire, sospendo la seduta dedicata alla Giornata regionale del Valore Alpino, per iniziare in Sala Viglione l'incontro stampa di presentazione delle attività dell'Associazione Nazionale Alpini; sarà presente il Vicepresidente nazionale ANA, Gian Mario Gervasoni.
I nostri lavori proseguiranno alle ore 14.00 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno, la commemorazione del Consigliere regionale Giovanni Caracciolo e il proseguimento della seduta di Consiglio regionale.
Per chi ha piacere di seguire l'incontro, comunico che inizierà in Aula (non in Sala Viglione) alle ore 12.00.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 11.25)



GAVAZZA GIANLUCA



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la seduta delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1284 presentata dalla Consigliera Frediani, cui risponderà l'Assessore Marnati; interrogazione a risposta immediata n. 1279 presentata dalla Consigliera Disabato, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1281 presentata dal Consigliere Valle, cui risponderà l'Assessore Icardi interrogazione a risposta immediata n. 1282 presentata dal Consigliere Avetta, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1283 presentata dalla Consigliera Accossato, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1285 presentata dal Consigliere Martinetti, per la quale è stata richiesta risposta scritta che perverrà dall'Assessore Poggio.
Ricordo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni a risposta immediata di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo, inoltre, che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione, prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti che degli Assessori che rispondono.
Ricordo, infine, che è prevista l'illustrazione, da parte dell'interrogante, per tre minuti, la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e non sono previste repliche.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 1284 presentata da Frediani inerente a "Truffa ai danni della Regione da parte della Società Dedalo Srl, quali aggiornamenti?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1284.
La parola alla Consigliera Frediani, per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente. Buongiorno, Assessore.
In realtà non avevo in mente di presentare un'interrogazione su questo tema, perché ne avevo già presentata una nel luglio dell'anno scorso; per nella scorsa seduta di martedì, un collega ha presentato un'interrogazione rispetto alla possibile apertura degli impianti del Frais, sia relativamente alle seggiovie che alle piste che, purtroppo, quest'anno sono rimaste chiuse per mancanza di neve. Il Frais non è una località che si trova a un'altitudine particolarmente elevata; infatti le carenti nevicate hanno già messo in difficoltà le grandi stazioni e quindi, a maggior ragione, una stazione piccola come quella del Frais ha subìto delle conseguenze pesanti.
Sono un po' di anni che questa stazione sciistica ha dei problemi; in particolare, nella precedente interrogazione di luglio, abbiamo fatto presente all'Assessore Ricca che la società Dedalo era stata accusata di truffa aggravata ai danni della Regione, in quanto avrebbe ottenuto oltre 140 mila euro di fondi regionali legati ai fondi della legge n. 2 presentando fatture per operazioni inesistenti e lavori mai eseguiti.
In quell'occasione, durante l'interrogazione, abbiamo chiesto all'Assessore che cosa intendesse fare rispetto a questa società probabilmente che aveva truffato la Regione; la risposta era stata che "A fronte della chiusura delle indagini del sequestro del contributo." - l'Assessore aveva detto che non risultava agli Uffici competenti, se non attraverso notizie apparse sugli organi d'informazione - ".il Settore sport e tempo libero in data 23 dicembre 2020 aveva interpellato il Settore Avvocatura chiedendo di valutare l'opportunità di costituzione della Regione Piemonte quale parte civile". Poi, con la stessa comunicazione era stata richiesta assistenza per attivare le procedure volte al recupero del contributo oggetto d'indagine, nonché per l'attività da intraprendere nel prosieguo dell'iter procedimentale.
Noi non abbiamo informazioni certe, però abbiamo saputo attraverso diciamo così - vie informali che, in realtà, la società Dedalo in questi anni ha continuato a percepire i fondi per l'innevamento e, in risposta all'interrogazione della scorsa seduta, l'Assessore Ricca ha addirittura proposto un tavolo per valutare la riapertura degli impianti con l'Amministrazione comunale di Chiomonte e i privati coinvolti.
Poiché immaginiamo che tra i privati coinvolti ci sia anche la società Dedalo, vorremmo capire intanto se l'Assessorato abbia qualche aggiornamento in merito a questa vicenda e, poi, se effettivamente intenda sedersi al tavolo con un privato che ha truffato l'Ente.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Marnati, per la risposta.



MARNATI Matteo, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La risposta è molto veloce. In risposta all'interrogazione 1284, con la quale si chiede "se la Giunta, alla luce della vicenda già oggetto di interrogazione discussa in data 6 luglio 2021 e di eventuali sviluppi recenti della stessa, ritenga opportuno convocare un tavolo con i gestori indagati per truffa ai danni da Regione Piemonte", si comunica quanto segue: l'Assessorato allo Sport si è già impegnato a convocare un Tavolo tra l'Amministrazione comunale e i proprietari di impianti privati, atto a trovare soluzioni utili, in data 13 aprile 2023.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Dica, collega. Non ha diritto di replica.



FREDIANI Francesca

So che non ho diritto di replica, ma questa non è una risposta.



PRESIDENTE

Allora, no. Se era per una replica, non ne ha diritto.



FREDIANI Francesca

Lo dico all'Assessore Marnati, ma l'Assessore Ricca non ha risposto alla domanda.



(Commenti della Consigliera Frediani)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione a risposta immediata n. 1280 presentata da Magliano inerente a "Carta Europea della Disabilità (CED, Disability Card) non riconosciuta dalle ASL del Piemonte: la Giunta è a conoscenza di questa situazione e come prevede di porvi rimedio?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1280.
La parola al Consigliere Magliano, per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Lo dico per amor di verbale: risponde l'Assessore Marrone, ma penso che poi sarà un lavoro da fare insieme all'Assessorato alla sanità e spiego perché.
Premesso che la Carta europea della disabilità (CED) denominata Disability Card è rilasciata dall'INPS, previo accertamento della sussistenza dei requisiti, a tutte le persone con disabilità medio grave e non autosufficienti appartenenti alle categorie individuate dal Decreto n. 159 del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 2013.
La Carta europea della disabilità, in accordo con quanto auspicato dagli Stati dell'Unione europea aderente all'iniziativa, può essere utilizzata per certificare la propria condizione di disabilità presso gli uffici pubblici, sostituendo a tutti gli effetti i certificati cartacei e verbali.
Chi si reca all'ufficio pubblico, Presidente, non deve portare tutto il faldone con tutti i certificati, ma porta questa card.
Premesso, altresì, che la Carta Europea della Disabilità è il documento che permette alle persone con disabilità di accedere a beni e servizi, pubblici o privati, gratuitamente o a tariffe agevolate, la Carta Europea della Disabilità dà inoltre accesso gratuitamente o a tariffe agevolate ai seguenti luoghi: a) musei statali su tutto il territorio nazionale; b) luoghi di cultura e non solo nei Paesi UE aderenti al progetto.
Constatato che la lettura della Carta, previo inserimento del codice fiscale e l'identificazione dell'utente tramite CIE o SPID, è effettuabile attraverso il relativo QR code (per leggere il quale è sufficiente uno smartphone con fotocamera o un lettore connesso al pc di sportello e una connessione internet), dal sito INPS è possibile visualizzare i dettagli aggiornati sulla percentuale di invalidità e la gravità della disabilità necessari per ottenere alcuni servizi e agevolazioni.
Dato atto che, dal mese di febbraio 2022, l'INPS ha iniziato a distribuire la Carta Europea della Disabilità ai cittadini italiani aventi diritto e avendo rilevato che la Carta tuttavia non risulta riconosciuta presso gli sportelli delle ASL del Piemonte (cioè i cittadini piemontesi arrivano con questa Card e i nostri operatori, i lavoratori all'interno delle ASL non sanno come utilizzarla), da alcune segnalazioni risulterebbe che gli operatori non abbiano ricevuto informazioni, istruzioni e strumenti utili al fine di accettare la Carta in sostituzione dei documenti cartacei.
Considerato che tale situazione vanifica a livello regionale una lodevole e utile misura nazionale ed europea, perché per certificare la propria condizione di disabilità, per qualsiasi cittadino, dovrebbe essere sufficiente esibire la Carta; considerato, inoltre, che sarebbe un grande vantaggio per l'operatività degli stessi Uffici pubblici e per i cittadini poter contare su una certificazione aggiornata e confermata in tempo reale da INPS della sussistenza dei requisiti richiesti, interrogo l'Assessore e la Giunta per sapere come intenda attivarsi la Giunta affinché la Carta Europea delle Disabilità possa essere non solo in teoria, ma anche nella pratica, utilizzata dagli utenti e accettata presso tutti gli sportelli regionali delle ASL e degli altri servizi pubblici piemontesi (servizi di mobilità, culturali, ecc.), in sostituzione dei certificati cartacei, per tutte le pratiche inerenti alle persone con disabilità.
Insomma, Presidente, questo è l'obiettivo: che questa Card sostituisca faldoni di carta che attestino la gravità e lo stato di disabilità del cittadino piemontese.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione; la Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La Carta Europea della Disabilità, denominata Disability Card, è sicuramente un grande vantaggio per il cittadino disabile, a cui potrebbe essere riconosciuto l'accesso a servizi e benefici in tutti i Paesi della Comunità Europea tramite la presentazione di tale documento. Il rilascio della Card è competenza dell'INPS. Le agevolazioni sono attivate mediante protocolli di intesa o convenzioni tra l'Ufficio per le Politiche a favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e i soggetti pubblici o privati erogatori di servizi.
Abbiamo verificato o, meglio, gli Uffici del welfare a cui l'Ufficio di Presidenza ha indirizzato l'atto di sindacato ispettivo hanno verificato in data odierna, direttamente con la dottoressa Isabella Aiello della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che nessuna Regione italiana ha attualmente stipulato un protocollo con i loro Uffici. L'attivazione di tali accordi è prevista dal DPCM del 6 dicembre 2020: "Definizione dei criteri per il rilascio dalla Carta Europea per la Disabilità in Italia" il cui articolo 6, comma 2, recita "Le agevolazioni sono attivate mediante protocolli d'intesa o convenzioni tra l'Ufficio per le Politiche a favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e soggetti pubblici o privati coerenti con i requisiti e le finalità dell'iniziativa".
Sul sito dell'Ufficio Politiche a favore delle persone con disabilità del Governo sono presenti i vari enti che hanno già stipulato un protocollo tra cui risulta anche, sul nostro territorio regionale, il Comune di Alessandria, che ha elencato i servizi e le prestazioni che sono fruibili dalla persona attraverso la CED e che sono stati validati dall'Ufficio del Governo dopo la loro valutazione.
La dottoressa Aiello ci ha consigliato, come Regione, di riconoscere le agevolazioni della CED solo per i servizi gestiti direttamente dal nostro ente, altrimenti la validità della tessera per una prestazione o servizio offerti da altri enti sarebbe ingovernabile, sottolineando che sarebbe auspicabile che tale comunicazione che circolasse tra le varie Regioni.
Dando ragione all'interpellante, al Consigliere Magliano (ma abbiamo la fortuna di avere qui con noi l'Assessore Icardi, Assessore alla sanità) effettivamente il problema veniva evidenziato proprio rispetto alle ASL quindi alla competenza strettamente sanitaria, in particolare per quanto riguarda il riconoscimento di questa Carta.
I nostri Uffici dicono che sarebbe effettivamente opportuna una comunicazione dell'Assessorato alla sanità, in cui si descrive l'utilizzo della Carta e si avalla il riconoscimento della stessa ai fini di una dichiarazione dello stato di invalidità della persona disabile. In realtà la comunicazione dovrebbe essere su più larga scala, in quanto non riguarderebbe solo gli sportelli ASL, ma anche altri erogatori di servizi come musei, cinema, trasporti e servizi sociali, di fatto sostituendo l'uso, nel caso dei trasporti, della Carta BIP di libera circolazione, che attualmente permette di viaggiare gratuitamente a specifiche categorie di persone nell'ambito della Regione Piemonte, senza limiti di orari e di corse, su tutte le linee del trasporto pubblico.
La Carta Europea della Disabilità, quindi, sempre su questo esempio potrebbe in futuro sostituire la BIP e ampliare l'accesso ad altri servizi che agevolano l'accesso della persona disabile ai servizi erogati o gestiti direttamente dalla Regione Piemonte.
Quello che posso aggiungere politicamente all'interpellante, rispetto a questa nota tecnica, è che, in particolare sulla sanità, visto che è l'Azienda zero a coordinare su certi servizi trasversali l'attività delle aziende, con l'Assessore Icardi potremmo effettivamente ottemperare, magari mandando una lettera o una circolare di informazione nei confronti dei Direttori, per fare in modo che loro possano attivare il riconoscimento rispetto agli utenti già in possesso della CED che la presentino.
Per questo, ringrazio l'interpellante.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Interrogazione a risposta immediata n. 1279 presentata da Disabato inerente a "Accesso di parenti e visitatori all'interno delle Residenze Sanitarie Assistenziali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1279.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.
Prego, Consigliera, ne ha la facoltà per tre minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Come ben sappiamo, la situazione di emergenza sanitaria determinata dal diffondersi del contagio da COVID-19 ha determinato, nell'anno 2020, la necessità dell'adozione di misure di carattere urgente e straordinario di separazione sociale e isolamento domiciliare, con la finalità di porre in essere un'efficace azione di prevenzione del contagio e di rafforzare la sorveglianza sanitaria dei soggetti ritenuti a rischio.
Nell'ambito dello scenario generale di emergenza, è emersa la particolare situazione di vulnerabilità degli ospiti ricoverati nelle RSA, che rappresentano la popolazione maggiormente esposta al rischio di complicanze conseguenti all'infezione da COVID-19 a causa dell'età avanzata degli stessi e delle particolari incidenze di fattori di comorbilità. Per queste ragioni, sono state poste in essere delle restrizioni sui visitatori nelle RSA, fattore che ha generato, tra l'altro, non poche tensioni tra i gestori e i familiari che volevano accedere alle strutture per poter far visita ai propri cari. Questo era lo scenario durante la pandemia.
Chiaramente adesso ci troviamo in una situazione diversa e ben delineata dove, ovviamente, la situazione pandemica è sotto controllo e il Governo ad inizio 2023, ha riaperto alle visite degli ospiti presenti nelle RSA mantenendo, comunque, fino al prossimo aprile, solo l'obbligo della mascherina. La situazione è cambiata e le visite adesso sono garantite.
Cosa succede nella nostra regione? Che sono pervenute delle segnalazioni anche a mezzo stampa, rispetto ad alcune strutture che, pare, non garantiscano l'accesso dei familiari e dei visitatori alle strutture stesse. Ci sono delle restrizioni messe in piedi da parte di alcuni gestori, tra cui il diniego di accesso in stanza degli ospiti oppure nei luoghi comuni della struttura; il contingentamento degli orari o il controllo di qualsiasi documentazione clinica sulla condizione sanitaria dei visitatori. Queste sono alcune delle segnalazioni che sono pervenute e che, ancora oggi, rendono difficile l'accesso alle RSA da parte dei parenti e dei visitatori.
Noi, sicuramente, concordiamo sul fatto che ci debba essere un equilibrio sia sul garantire le visite sia sulla tutela sanitaria degli ospiti ma come dicevamo prima - la situazione adesso è cambiata, il Governo ha preso delle decisioni e quindi ci aspettiamo che queste vengano applicate anche a livello regionale. In realtà, i gestori hanno chiesto un intervento da parte della Regione a livello di linee-guida e disposizioni ulteriori da applicare sul territorio regionale per avere dei paletti e delle regole comuni su cui agire.
Noi volevamo sapere dall'Assessore competente se, effettivamente, questo appello da parte dei gestori verrà preso in considerazione e se al più presto verranno fornite delle chiare e univoche linee di indirizzo alle RSA in merito all'accesso di parenti e visitatori all'interno delle strutture per garantire il diritto alle visite e quindi la possibilità di far visita agli ospiti presso le residenze.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Disabato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La risposta all'ultima domanda è no. Noi non possiamo emanare delle linee guida per un motivo molto semplice: ci sono già quelle del Governo. La legge 199 del 30 dicembre 2022 ha dato una disposizione chiara: l'accesso nelle strutture residenziali avviene con l'obbligo di indossare la mascherina.
Questa norma, come le precedenti norme COVID, aveva anche attribuito la responsabilità ai Direttori sanitari della struttura che, in caso di situazioni da tutelare più delicate o in caso di contagi, possono applicare misure più restrittive.
La Regione Piemonte, quindi, non può, per il principio di gerarchia delle fonti, modificare tout court e per tutto il territorio normative nazionali.
Quello che possiamo fare, attraverso le Commissioni di vigilanza delle Aziende sanitarie, è verificare la corretta applicazione della norma nazionale, posto che le restrizioni ulteriori, applicabili eventualmente dai gestori, devono trovare giustificazione in un quadro clinico presente nella struttura.
Se le strutture adottano comportamenti difformi più restrittivi, possono essere segnalati alle competenti Aziende sanitarie che, attraverso le Commissioni di vigilanza ma anche attraverso la Regione, verificheranno la correttezza dell'applicazione delle misure stesse. Di certo, non può essere una disposizione regionale, quand'anche invocata dai gestori delle RSA proprio perché c'è la norma nazionale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione a risposta immediata n. 1281 presentata da Valle, inerente a "Sede unica della Regione: slittamento del trasloco in vista?" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1281, presentata dal Consigliere Valle.
L'interrogante chiede la risposta scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1282 presentata da Avetta, inerente a "Risonanza magnetica per l'ospedale di Ivrea: quando sarà operativa?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1282.
Ha chiesto illustrare l'interrogazione il Consigliere Alberto Avetta.
Prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire per tre minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente e buongiorno Assessore; grazie per la risposta che ci vorrà dare.
Questo è un tema che abbiamo già affrontato più volte nei mesi scorsi e forse, addirittura negli anni passati. Un tema che inizia ad essere annoso e importante per l'ospedale di Ivrea, perché è richiesta una dotazione tecnologica da tutti riconosciuta come indispensabile, anche dalla Commissione dell'HTA che si era riunita su questa specifica questione e aveva ritenuto che ciò fosse indispensabile.
Ne stiamo parlando almeno dal 2020 e dal 2021; già allora c'erano state rassicurazioni sul fatto che si sarebbe arrivati in tempo e presto ad una soluzione, ma così non è stato. Ad oggi, noi non abbiamo notizie sull'esito di una gara che l'ASL TO 4 ha disposto nei mesi scorsi. All'ultima interrogazione che avevo depositato e che abbiamo discusso in Consiglio il 12 luglio 2022, lei stesso, Assessore, ci aveva detto e garantito che all'esito di questa procedura di gara, l'ospedale di Ivrea sarebbe stato dotato di apparecchiatura a risonanza magnetica.
L'interrogazione verte, quindi, sostanzialmente sui tempi. In sintesi chiediamo qual è lo stato di avanzamento della gara (perché sconta un ritardo che è stato anche evidenziato dagli organi di stampa a seguito di prese di posizione di alcune sigle sindacali), evidenziando anche, per quanto possibile, quali sono stati i problemi che si sono accumulati e che hanno generato questo ritardo. Soprattutto - cosa più rilevante e importante - in che tempi sarà definita.
Non riprendo le considerazioni rispetto alla modalità di gara che prevede di fatto, un'esternalizzazione del servizio. Un tema che abbiamo già affrontato e su cui l'Assessore si era già espresso condividendo l'impostazione che, a nostro avviso, poteva essere in qualche modo criticata oppure potevamo trovare soluzioni alternative. Quello che ci interessa oggi è quando quella dotazione tecnologica sarà nella disponibilità degli utenti dell'ospedale e dei sanitari, ma soprattutto dei cittadini dell'ospedale di Ivrea.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Alberto Avetta per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi. Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente. Grazie, Consigliere.
Da parte di Regione Piemonte è stata fatta un'analisi del territorio. La cabina HTA ha espresso parere favorevole all'acquisto, quindi c'è l'autorizzazione di Regione Piemonte all'acquisto della Risonanza Magnetica per l'ospedale di Ivrea. So che l'Azienda ha bandito una gara, che credo sia in corso; aggiungo, altresì, che il riparto 2023 che ci apprestiamo a deliberare (lei sa che abbiamo concluso le operazioni di riparto solo a dicembre, nel senso che la Conferenza delle Regioni ha concesso il nulla osta per il riparto solo a fine dicembre) conterrà ulteriori risorse, tali che l'Amministrazione, la Direzione dell'Azienda TO4 potrà anche scegliere l'acquisto diretto o il proseguimento della gara del service a noleggio.
Di più credo che la Regione Piemonte non avrebbe potuto fare per dotare Ivrea di quelle apparecchiature e per erogare un adeguato servizio alla popolazione residente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore per la risposta.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1283 presentata da Accossato inerente a "Nuovo Ospedale di Ivrea"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1283.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Silvana Accossato.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Anche questa interrogazione verte sull'ospedale di Ivrea, ma su quello nuovo.
Partirei dalla dichiarazione che proprio il Presidente Cirio, insieme all'Assessore Icardi, aveva fatto il 27 ottobre scorso, in un incontro pubblico a Cuorgnè, rispetto, appunto, all'intenzione di arrivare probabilmente entro dicembre, ad una decisione finale sul nuovo ospedale che si colloca, peraltro, all'interno di una serie di realizzazioni di nuovi ospedali di cui spesso si sente parlare.
Sul territorio le informazioni e gli aggiornamenti che circolano in merito ai nuovi nosocomi e ai nuovi ospedali (non ultime, per esempio, quelle sul nuovo ospedale di Vercelli) mettono in stato di preoccupazione alcune fasce di persone particolarmente interessate, che cominciano ad essere preoccupate sulle tempistiche e sulla conferma, diciamo così, della realizzazione del nuovo ospedale, magari non avendo colpevolmente intercettato un'ulteriore conferma di cui si era in attesa.
Molto semplicemente, questa interrogazione, che ha anche il vantaggio di avere l'Assessore direttamente in Aula, è volta ad avere informazioni in merito alle preoccupazioni che alcuni cittadini hanno espresso, e quindi un aggiornamento sulla realizzazione del nuovo ospedale di Ivrea o con la conferma definitiva o con eventuali osservazioni che l'Assessore vorrà e potrà fornire nella sua risposta, di cui ringrazio anticipatamente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Silvana Accossato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi. Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Intanto, in premessa, mi sento di rassicurare tutti sul fatto che l'ospedale di Ivrea certamente non è stato accantonato, ma prosegue l'iter della sua realizzazione.
Nel corso del 2022 è stato realizzato uno studio, coordinato da IRES Piemonte, al quale hanno partecipato i tecnici della Regione Piemonte e i tecnici dell'ASL TO4. Lo studio è stato fatto oggetto di ulteriori approfondimenti ed è stato presentato anche ai Sindaci. Peraltro, sono state accolte anche delle richieste di approfondimento, ed è stata presentata ulteriore documentazione dai Comuni interessati.
Questo studio comparativo ha altresì espresso una valutazione in termini di punteggio numerico ad ognuno dei siti oggetto di valutazione. Si stanno ulteriormente valutando, da parte dei competenti uffici regionali, gli approfondimenti legati ai rischi idrogeologici. È stata anche pubblicata la disponibilità dei fondi necessari.
Alla luce di quanto sopra, non risulta nessuna volontà di accantonare il progetto dell'ospedale di Ivrea, assolutamente. Anzi, riteniamo confermato l'impegno di rispondere meglio alle esigenze di salute del territorio, che trovano, nella realizzazione di una nuova ed efficiente struttura ospedaliera, una componente indispensabile.
Stiamo quindi lavorando sugli accertamenti idrogeologici.



(Commenti della Consigliera Accossato)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Assolutamente. Aggiungerei, anche, di particolare importanza.
Come dico sempre (sebbene, forse, lei non era ancora arrivata in questo Consiglio), purtroppo in Piemonte abbiamo costruito negli anni i nostri ospedali in siti spesso non idonei (basta analizzare i nomi di questi siti per rendersene conto!): abbiamo costruito ospedali in località Millefonti in località Fontanone, in località Rané, in località Paciarina Conseguentemente, abbiamo avuto numerose problematiche legate all'esecuzione e a quant'altro. Ricordo che per il solo ospedale di Verduno ci sono voluti 30 milioni in più.
Dunque, gli approfondimenti scrupolosi di carattere idrogeologico che stiamo facendo credo che siano necessari e doverosi. Magari sarà necessario del tempo aggiuntivo, ma almeno cerchiamo di costruirli nei luoghi idonei.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo e congediamo l'Assessore Luigi Icardi.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.15 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale sospesa alle ore 11.25.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 14.59 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento, comunico che sono in congedo i Consiglieri Bertola, Carosso, Cirio, Lanzo, Protopapa, Ricca e Tronzano.
Il numero legale è pertanto 23.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere e Assessore regionale Giovanni Caracciolo, deceduto il 25 marzo 2021


PRESIDENTE

È scomparso il 22 marzo 2021, all'età di 85 anni, Giovanni Caracciolo Assessore e Consigliere regionale nella VII ed VIII legislatura.
Nato il 9 giugno 1935 a Samo - in provincia di Reggio Calabria - nel 1955 giunge a Torino, dove consegue la laurea in Medicina e Chirurgia e la specialità in Pediatria. Dal 1966 è medico a Nichelino ed è aiuto ospedaliero presso il reparto di pediatria del Santa Croce di Moncalieri per 33 anni.
Consigliere provinciale del PSI e amministratore comunale a Nichelino per circa vent'anni, ricopre incarichi di Vicesindaco, Assessore alla sanità e all'istruzione.
Eletto nel 2000 in Consiglio regionale, ha il ruolo di Presidente del Gruppo consiliare dei Socialisti Democratici Italiani (Sdi) e componente delle Commissioni per il Regolamento, Giunta delle Elezioni, Nomine Cultura, Lavoro, Sanità, Affari istituzionali e della Commissione speciale XX Giochi Olimpici invernali 2006 e sport invernali.
Viene nominato Vicepresidente della Commissione speciale per lo Statuto della Regione Piemonte dal 13 novembre 2001.
Nella VIII legislatura, dal 28 aprile 2005 al 22 luglio 2008, diventa Assessore regionale al Commercio e fiere, Polizia locale, Promozione della sicurezza e Protezione civile.
Dal 28 luglio 2008 al 2 maggio 2010 torna ad essere Presidente del Gruppo Socialisti Democratici Italiani (Sdi), poi Socialisti Democratici Italiani (Sdi) - PSI (Partito Socialista Italiano), nonché componente delle Commissioni Sanità, Ambiente, Lavoro, Affari Istituzionali, Nomine e Giunta per le elezioni.
Chi lo ha conosciuto, come il sottoscritto, quelli con cui ha collaborato e gli sono stati colleghi, i familiari, i tantissimi pazienti che ha curato lo ricordano per l'impegno civile e per la grande correttezza professionale che ha esercitato con chiarezza e passione nei momenti più rilevanti dell'attività politica e della vita amministrativa della nostra Regione.
Alla moglie Maria e ai figli Alessandro e Francesco desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra più sincera vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del già Assessore e Consigliere regionale Giovanni Caracciolo.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.35, riprende alle ore 15.50)


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Chiedo d'inserire all'o.d.g. la mozione n. 918, a mia prima firma, sulla valorizzazione del Sempione.
Sappiamo che in Piemonte vi è un corridoio importantissimo per la logistica, perché la TAV passa sulla rotta Genova-Rotterdam e su quella Lisbona-Kiev, però bisogna fare attenzione a non dimenticare il Passo del Sempione. Il Traforo del Sempione è stata un'opera avveniristica del Novecento, che ancora oggi è importantissima, perché da dove passano le merci e la logistica passerà il futuro e l'economia del nostro Paese.
Chiedo, pertanto, l'inserimento all'o.d.g. della mia mozione, già concordata con la Giunta, che impegna il governo regionale a rimarcare appunto, l'importanza e la strategicità dell'asse del Sempione in tutti i tavoli che trattano della linea di Genova, con il porto internazionale, il retroporto di Alessandria, l'interporto di Novara, "Domo2", che è l'altro snodo della logistica, e appunto il Traforo del Sempione.
Il Traforo è una galleria elicoidale che, per questioni tecniche rappresenta un imbuto, perché al suo interno i treni possono circolare a 40 chilometri orari; penso vadano poste in essere tutte le azioni strategiche sia a livello regionale che a livello del Governo nazionale, ma anche a livello delle Ferrovie, perché da quel Traforo passa gran parte della nostra economia e quello snodo dev'essere assolutamente sviluppato, perch non è in contrapposizione con il Passo del Gottardo, anzi è funzionale.
Penso sia positivo per la nostra area e anche per quella di Milano se il Traforo del Sempione è funzionale ed attivo, perché il Gottardo, di fatto arriva a livelli di "full" rispetto alla sua capienza. Ripeto: la mozione n. 918.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Lo scorso Consiglio, quando si è lavorato su ordini del giorno e mozioni parecchio datate, mi sono accorto che non è stato inserito nell'o.d.g. un mio atto d'indirizzo che ho presentato qualche mese fa, che riguarda le problematiche e le politiche di rilancio del settore forestale regionale peraltro materia che continua a essere estremamente attuale.
Si tratta dell'ordine del giorno n. 862, che chiedo sia inserito all'o.d.g.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo anch'io l'inserimento all'o.d.g. dell'ordine del giorno a mia prima firma, che ho caricato on line, che ha come oggetto "Difesa della qualità del vino piemontese presso i consumatori comunitari e contrarietà alla nuova etichettatura sul vino prevista dall'Irlanda".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
La parola l'Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Chiedo anch'io d'inserire all'o.d.g. il disegno di legge regionale n. 241 "Disposizioni per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel sistema dell'emergenza-urgenza", che è già stata trattata ieri in IV Commissione.



PRESIDENTE

Grazie.
Penso che chieda di inserirlo dopo il punto 4) sulle nomine.
Sono quattro le richieste di modifica, che riguardano l'inserimento della mozione n. 918 del Consigliere Preioni, dell'ordine del giorno n. 862 del Consigliere Marello e n. 923 del Consigliere Bongioanni, che, se non ci sono contrari, lo inseriamo in calce all'attuale elenco; infine, c'è la richiesta d'inserimento del disegno di legge 241, dopo il punto 4) all'o.d.g. Non essendovi alcun parere contrario, è inserito dopo il punto 4).
L'o.d.g. è approvato, ai sensi articolo 58 del Regolamento consiliare.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 20/12/2022 e 22/12/2022.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento. hanno chiesto congedo Carosso Caucino, Chiorino, Cirio, Leone, Marrone, Poggio Giovanni Battista Protopapa e Ricca.



PRESIDENTE

b) Processi verbali precedenti sedute



PRESIDENTE

Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute del 10/01/2023.



PRESIDENTE

c) Presentazione progetti di legge



PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

d) Trattazione con urgenza del disegno di legge n. 241



PRESIDENTE

Comunico che sul disegno di legge 241, la Giunta regionale ha richiesto la trattazione con urgenza, ai sensi articolo 83, comma 3, che recita: "L'approvazione della dichiarazione d'urgenza comporta la riduzione di tutti i termini alla metà nonché per le leggi l'autorizzazione alla Commissione di riferire oralmente".
Poiché, in data 16 gennaio 2023, la Commissione ha già licenziato il provvedimento, il Consiglio prende atto della richiesta, senza ulteriore necessità di porla in votazione.



PRESIDENTE

e) Non impugnativa



PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato, in data 12 gennaio 2023, la non impugnativa della legge n. 18 del 2022, "Disposizioni finanziarie e variazione del bilancio di previsione finanziario 2022-2024".



PRESIDENTE

Se non ci sono richieste d'intervento sulle comunicazioni, procediamo con l'esame del successivo punto all'o.d.g.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 2) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 277 Associazione "Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra dei Diritti e della Libertà" Consiglio d'Amministrazione (Art. 13 Statuto dell'ente) - designazione di un rappresentante

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 276 Fondazione "Centro per lo Studio e la Documentazione delle Società di Mutuo Soccorso" - Onlus. Consiglio d'Amministrazione (Articoli 6 e 8 Statuto Fondazione) - nomina di un rappresentante

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 275 "Agenzia Regionale Piemontese per le erogazioni in Agricoltura - ARPEA" - Collegio dei Revisori (L.r. n. 10/2002 e s.m.i. e articolo 9, Statuto dell'Ente) - nomina di tre membri effettivi di cui 1 con funzioni di Presidente, e un membro supplente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 265 "Commissione di Garanzia" (Articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3 legge regionale n. 25/2006). Elezione di un avvocato con almeno quindici anni di esercizio


PRESIDENTE

Gli elenchi delle candidature, pervenute a seguito di avviso pubblico, sui quali la Commissione consultiva per le nomine ha espresso parere favorevole, ai sensi degli articoli 6 e 9, comma 6, della legge regionale 23 marzo 1995, n. 39, "Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione e i soggetti nominati", sono stati messi a disposizione dei Consiglieri tramite pubblicazione sul supporto delle sedute d'Aula.
Poiché in alcune schede possono essere presenti casi di omonimia, al fine di evitare problemi di identificazione del candidato prescelto, si invita a scrivere il cognome e nome del medesimo.
Ai sensi articolo 74, comma 2 del Regolamento interno, occorrere procedere alla votazione a scrutinio segreto, previo appello nominale.
Ricordo che, ai sensi del comma 4 dell'articolo 79 del Regolamento, nel caso si debba procedere alla nomina di non più di due persone, saranno eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti salvo che per i posti riservati alle minoranze. Se tale maggioranza non è raggiunta nella prima votazione, in seconda votazione saranno eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero di voti.
Ai sensi del Regolamento e della legge regionale n. 25 del 2006, ricordo che per l'elezione di avvocato, in seno alla Commissione di Garanzia, è necessario che il candidato ottenga un numero pari ai due/terzi dei componenti regionali, pari quindi a 34 voti.
Informo, inoltre, che ai sensi dell'articolo 79, comma 3, del Regolamento in caso di nomine regolate da norme di legge che garantiscono una riserva di posti per le minoranze, sono eletti i candidati proposti, sostenuti dalle minoranze, nell'ordine dei voti riportati, fino a raggiungere la riserva dei posti predetta.
Invito, pertanto, le minoranze e i Consiglieri a procedere, ai sensi dell'articolo 79, comma 3, del Regolamento, all'individuazione dei propri nominativi in riferimento alla designazione di propria competenza dei rappresentanti in seno all'Agenzia Regionale Piemontese per l'Erogazione in Agricoltura (ARPEA).
Non ci sono richieste di intervento, per cui dispongo che vengano messe in distribuzione le schede di votazione.
Nomino scrutatori i Consiglieri Mosca e Gavazza; il Consigliere Segretario Martinetti procederà all'appello.



(Il Consigliere Segretario Martinetti effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali. Si proceda allo spoglio delle schede.
Comunico che alla proclamazione provvederò nel corso della seduta, non appena concluse le operazioni di spoglio delle schede.
Nel frattempo, possiamo proseguire l'esame dei punti all'o.d.g.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame disegno di legge n. 241, inerente a "Disposizioni per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel sistema dell'emergenza-urgenza"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 241 inerente a "Disposizioni per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel sistema dell'emergenza-urgenza", la cui iscrizione al punto 4.1) all'o.d.g. è stata richiesta da parte dell'Assessore Icardi.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla IV Commissione il 16 gennaio scorso.
Poiché il primo relatore di maggioranza, il Consigliere Stecco, non è presente, darei la parola al secondo relatore di maggioranza, il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo, relatore

Presidente, do per illustrata la relazione del provvedimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Darei la parola alla relatrice di minoranza, la Consigliera Disabato.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah, relatrice

Grazie, Presidente.
Ieri è stato licenziato questo disegno di legge che ha come oggetto l'aumento degli straordinari dei medici operanti nelle strutture di emergenza-urgenza della Regione Piemonte (praticamente i Pronto soccorso).
Noi riteniamo che questa sia una misura quanto mai urgente e necessaria per riconoscere una giusta retribuzione a chi si ritrova in corsia - oserei dire quasi "in trincea" - ogni giorno per assistere i cittadini che si rivolgono alle nostre strutture.
È urgente, ma lo era anche prima, nel senso che se vogliamo riconoscerla come misura importante, la dobbiamo definire anche tardiva perché sappiamo bene quali sono le condizioni all'interno dei Pronto soccorso, con carenze ormai strutturali che si accumulano da anni.
Peraltro, conosciamo anche la condizione di alcuni presìdi, che non possono fare a meno di rivolgersi alle cooperative di medici "gettonisti", che ormai sono presenti nel 50% delle strutture sanitarie del Piemonte.
La riteniamo, dunque, una misura sicuramente importante, però ci teniamo a porre l'accento su un tema: questa non è una misura definitiva che cancellerà il problema delle cooperative e delle privatizzazioni in Piemonte, perché qui non stiamo sicuramente iniettando nuovo personale sanitario nelle strutture: stiamo semplicemente retribuendo al meglio gli straordinari di chi già vi opera. Le carenze strutturali in termini di personale non vengono certo colmate, perché immaginiamo che i bandi continueranno ad avere lo stesso esito, dal momento che non verranno effettivamente migliorate le condizioni di lavoro presso queste strutture (penso al tema della sicurezza, penso alla vivibilità nelle strutture penso ai numerosi interventi di edilizia sanitaria che il Piemonte attende da anni).
La nostra preoccupazione è soprattutto una ed è stata illustrata ieri in Commissione sia dalla sottoscritta, che dal collega Sacco: in questo disegno di legge, all'articolo 1, viene specificato che le ASL potranno, in deroga alla contrattazione, aumentare sino a 100 euro lordi omnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi a carico dell'Amministrazione, il compenso dei medici sanitari che sono operativi presso i nostri Pronto soccorso. In pratica, "possono aumentarlo", ma non c'è scritto che lo debbano fare.
A tal riguardo, se interessa a qualcuno, Presidente, richiamo alla...



(Brusìo in aula)



DISABATO Sarah

Non vado avanti, perché non riesco nemmeno a sentire quello che dico per cui attenderemo.



PRESIDENTE

Chiedo a tutti di mantenere un tono di voce più basso, perché si fa fatica ad ascoltare la Consigliera Disabato.
Prego, collega; può proseguire.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Le assicuro che si fa fatica anche a tenere il filo.
Questo, a nostro avviso, è un passaggio fondamentale, perché c'è scritto che le Aziende Sanitarie "potranno aumentare...", non che dovranno farlo.
A questo punto, sorge una preoccupazione relativa ai bilanci delle singole Aziende. Sappiamo benissimo, infatti, come riportano gli organi di stampa e come apprendiamo spesso anche in Commissione sanità, che non sono bilanci rosei, nel senso che chiaramente c'è bisogno di ogni euro in capo alla sanità per adempiere a tutte le mansioni e a tutte le operatività delle Aziende stesse; dunque, queste realtà sono in forte sofferenza.
Qual è, quindi, il rischio? Il rischio sarà che alcune Aziende sanitarie del Piemonte, dove i bilanci sono più virtuosi, saranno in grado di poter garantire questo aumento; altre, a nostro avviso, potrebbero non poterlo applicare, dal momento che rimane una facoltà. Insomma, è un potere, ma non un dovere.
Ci chiediamo, quindi, se questi aumenti fino a 100 euro lordi saranno omogenei in tutta la regione o riguarderanno magari soltanto certe ASL e ASO e altre no. Al riguardo, solo ieri abbiamo chiesto un chiarimento all'Assessore Tronzano per sapere se fosse stata fatta anche una revisione dei bilanci delle ASL, per capire, effettivamente, se questi aumenti siano fattibili.
Il problema è che noi stiamo facendo quest'operazione con clausola di invarianza finanziaria, il che significa che la Regione non sta mettendo un euro in più nelle casse delle Aziende Sanitarie. Questo aspetto è stato ribadito dallo stesso Assessore Tronzano: "I soldi sono quelli che già sono in capo alle Aziende sanitarie, gli stessi che già vengono erogati per altre funzioni, in particolare per il personale".
Qual è, quindi, la nostra preoccupazione? Che da una parte si vada a finanziare l'aumento degli straordinari dei medici operanti nei Pronto soccorso e, dall'altra si riducano i fondi destinati all'assunzione di personale; è un po' come il cane che si morde la coda, nel senso che da una parte si prende, dall'altra si toglie, ma non si prevedono risorse aggiuntive per garantire queste prestazioni.
Il Movimento 5 Stelle sull'oggetto di questo disegno di legge è favorevole, perché siamo ben propensi ad aumentare i fondi destinati agli straordinari dei medici di pronto soccorso. Però vogliamo delle rassicurazioni da parte dell'Assessore Icardi, ma anche da parte dell'Assessore Tronzano, che ci ha parlato della clausola di invarianza finanziaria. Queste risorse dove verranno tolte per andare a finanziare questa funzione? Sono previste risorse in più, magari in arrivo, per poter finanziare gli straordinari dei medici di pronto soccorso? Soprattutto questi fondi saranno garantiti in modo omogeneo in tutte le ASL, fermo restando che nel disegno di legge c'è scritto che le ASL potranno aumentare fino a..., e non che lo dovranno fare? Quindi, ciò che ci preoccupa è proprio lo stato di salute dei bilanci delle singole Aziende sanitarie. Voteremo a favore, però speriamo che l'Assessore ci dia delle rassicurazioni in merito e risponda alle nostre sollecitazioni. Grazie.



PRESIDENTE

Ha ora la parola il Consigliere Stecco, che interviene in qualità di relatore di maggioranza.



STECCO Alessandro, relatore

Grazie, Presidente.
Questo è un tema molto importante. È la prima volta che nella Regione Piemonte si riesce a prevedere un gettone per turno straordinario ai medici dipendenti del sistema sanitario regionale, ovviamente in una situazione di estrema emergenza come quella dei Pronto soccorso del sistema delle emergenze e urgenze. Questo avviene perché? Perché siamo di fronte ad una deriva, che nasce da lontano e che porta i medici ad abbandonare gli ospedali. Perché i medici abbandonano gli ospedali? Perché non sono assolutamente più remunerati a dovere, a fronte di responsabilità sempre crescenti e del fatto che spesso devono occuparsi anche di questioni non propriamente legate alla loro professione, ricoprendo sovente ruoli amministrativi.
Oltre a questo, la carenza di medici, che è strutturale e che proviene da lontano, fa sì che non possano più disporre di una vita privata che consenta di programmare delle attività, che sono quelle di tutti i giorni di ognuno di noi, con le proprie famiglie. È diventata dunque una situazione sempre più invivibile, per non parlare degli altri aspetti legati alle aggressioni e al rischio di azioni legali che sono sempre in numero crescente. È un sistema che prevede che ci si debba difendere e che si debba - a parte del proprio stipendio - avere delle assicurazioni ed una serie di responsabilità sempre crescenti.
A fronte di questo, oggi la giornata di un medico in ospedale, con tutte le responsabilità, vale circa 50 euro, cari colleghi e signor Presidente.
Peraltro, la cifra è uguale per chi lavora in emergenza e urgenza e per chi ha un'attività legata più ad aspetti laboratoristici e strumentali comunque sempre molto importanti e di responsabilità. C'è dunque un problema enorme, perché in Italia la contrattazione collettiva nazionale è ferma ad anni precedenti. Questo è un grosso tema, perché il gettone di 60 euro, che oggi è previsto per tutte le Regioni, nasce con il CCNL 2016 2019. Già all'epoca non era un gettone considerato appetibile e, ancor di più, non lo è tutt'oggi con l'aumento del costo della vita e gli estremi incrementi dei costi.
A fronte di questo, esiste tutto il fenomeno delle cooperative di medici a gettoni - che qui bisognerebbe approfondire - oppure dei medici che, da quello che si legge sui giornali, non necessariamente hanno una dimestichezza con la lingua italiana oppure hanno difficoltà di comunicazione. Sono scelti non sulla base di un concorso, ma attraverso una modalità privatistica, senza un processo di selezione, quindi pagati molto di più. Molto di più vuol dire che, sostanzialmente, il lavoro del medico che decide di rimanere in ospedale non è più comparabile con quello del medico che decide di licenziarsi o proviene da altre situazioni e che lavora per una cooperativa di medici. La remunerazione non è più comparabile, ma nemmeno la responsabilità, perché chi lavora in ospedale tutti i giorni vede quel paziente e lo segue in un iter clinico diagnostico e terapeutico, mentre chi lavora con accessi random, attraverso cooperative, vede il paziente una volta e molto spesso poi non lo rivede più, perché ruota in più sedi separate.
È chiaro che è un sistema che non può funzionare. A causa della carenza dei medici, ma anche a causa di come è strutturato il sistema sanitario alla base, dal contratto di lavoro ad una serie di farraginosità, le Regioni devono in ogni caso dipendere dalla contrattazione nazionale per le loro decisioni. Questo rende tutto difficilmente modificabile.
In tale contesto, la misura proposta dalla Giunta - in particolare, ieri abbiamo visto in Commissione il Presidente Cirio e l'Assessore Icardi - va ad innalzare il gettone orario per le prestazioni straordinarie. Cosa vuol dire? Che se trovassimo un medico ospedaliero - ed è difficile da trovare che abbia un giorno libero da riposi - perché, attenzione, devono essere fatti salvi i riposi sindacalmente e contrattualmente previsti e quindi non deve incidere sul riposo e su determinate altre situazioni - una giornata di 12 ore aggiuntiva può essere abbastanza comparabile con il turno di un medico gettonista.
Assessore Icardi, credo che questo debba essere il primo passo, ma non possa essere l'unico. Ho letto delle dichiarazioni e quanto è stato detto in Commissione si sta estendendo per forme diverse. Per i medici è necessaria una legge, ma per il personale infermieristico di comparto è un'altra formulazione legata alle diverse derivazioni contrattuali: anche questo è in corso ed è bene farlo, perché oltre ai medici c'è anche tutto il personale infermieristico di comparto.
Inoltre, una volta tamponata l'emergenza dei pronto soccorso - che, lo ricordo, è la porta d'ingresso degli ospedali ed è proprio da lì che nasce tutto il percorso - è necessario valutare, con l'ausilio di appositi tavoli, cosa fare per quelle specialità che sono carenti e che attualmente vedono attive a piene mani le cooperative di medici (ad esempio, i punti nascita).
Grazie, signor Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Stecco, per la relazione.
Relatrice di minoranza è la Consigliera Frediani, che ha facoltà di intervenire. Prego.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Anche noi, ieri, abbiamo manifestato il nostro favore rispetto a questo provvedimento, esprimendo però alcuni dubbi in merito alle risorse, gli stessi dubbi che hanno esposto anche altri colleghi delle opposizioni sulla questione "da dove arrivano i fondi".
L'Assessore Icardi e il Presidente Cirio (ieri presente in Commissione) hanno spiegato che provengono dalle risorse appartenenti al capitolo relativo alla sanità, quindi le risorse sono all'interno di quel capitolo che è già definito. Il problema è che non si possono quantificare le risorse che saranno necessarie per questo provvedimento; per due motivi: il primo, perché le ASL decideranno autonomamente quanto avvalersi di questa possibilità, quindi quante saranno le ore effettivamente retribuite con questa tariffa più alta e, poi, perché c'è un carattere di temporaneità.
Credo che risulti particolarmente complesso definire quale sarà la cifra effettivamente necessaria per portare avanti quest'iniziativa. Vedremo poi probabilmente a consuntivo, se le risorse saranno sufficienti e quale sarà l'efficacia di questo provvedimento; efficacia che si misurerà nei termini di effettivo riscontro tra il personale medico. Vedremo, cioè, se, alla fine, i medici decideranno di prestare servizio aggiuntivo per colmare le carenze all'interno dei Pronto soccorso e se l'incentivo sarà abbastanza appetibile per i medici che si trovano a vivere in condizioni piuttosto complesse, non soltanto dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista dello stress lavorativo cui sono sottoposti.
Si tratta, comunque, di un primo passo su una strada che è ancora molto lunga e che deve prevedere necessariamente degli interventi strutturali parliamo di assunzioni che possano colmare il gap di personale e, di conseguenza, sostenere il nostro sistema sanitario e offrire ai cittadini un servizio degno di questo nome, un servizio di buon livello e far sì che i nostri Pronto soccorso tornino ad essere dei luoghi in cui effettivamente, si possa essere curati con la massima attenzione. In questi ultimi mesi, anzi direi in questi ultimi anni, purtroppo, troppo spesso abbiamo letto di difficoltà nel prendere in carico tutti i pazienti e seguirli adeguatamente. Questa responsabilità, ovviamente, non può essere attribuita unicamente al personale medico.
Speriamo, oltre a questo, cioè al fatto che s'intervenga in modo strutturale, che iniziative di questo tipo siano estese ad altre aree della nostra sanità, perché sappiamo che la carenza di personale impatta negativamente anche in molti altri settori; ad esempio, il problema delle liste d'attesa va affrontato quanto prima e richiede sicuramente un investimento di risorse adeguato e interventi che, anche qui, siano strutturali.
Detto ciò, adesso sentiremo, se ci sarà, la replica dell'Assessore in merito alle risorse e speriamo che serva anche a togliere gli ultimi dubbi rimasti. Per il resto, riteniamo che sia un'iniziativa che potrebbe sicuramente incontrare anche il nostro favore, se adeguatamente coperta delle risorse necessarie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ringraziamo la Consigliera Frediani, per la relazione.
Relatore di minoranza è il Consigliere Ravetti, che ha facoltà di intervenire. Prego



RAVETTI Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Anticipo, così com'è avvenuto durante i lavori della Commissione di ieri che sul merito il Gruppo del Partito Democratico esprimerà un voto favorevole; però, Presidente e Assessore, vogliamo discutere il tema dei Pronto soccorso negli ospedali della nostra regione. Non vogliamo limitarci alla lettura dei due articoli che compongono questo disegno di legge: sono troppo pochi; è troppo poco rispetto all'articolato problema del pronto soccorso di ogni ospedale della nostra regione.
Il testo ha una premessa nell'articolo 1, che riguarda la carenza del personale medico presso i servizi d'emergenza-urgenza; ha un oggetto, le attività aggiuntive svolte su base volontaria presso il pronto soccorso e riguarda lo svolgimento di dette attività aggiuntive da parte dei dirigenti medici delle unità operative stesse.
La sostanza, come hanno già riportato i mezzi d'informazione, è che si passa (questo è il senso) da 60 a 100 euro lordi della tariffa oraria rientrando così - voi dite - nei limiti di spesa del personale, in base a norme nazionali e regionali.
Assessore, le anticipo che i Gruppi di opposizione rispetto al verbo "potere" le porranno all'attenzione un emendamento, cioè quello del verbo "dovere" al posto del verbo "potere" nell'aumentare da 60 a 100 euro il costo orario per le spese aggiuntive, perché c'è qualcosa che non torna.
Abbiamo bisogno di riflettere di più e meglio rispetto a uno scenario, dove in alcune Aziende sanitarie regionali, per lo stesso lavoro, le stesse figure professionali rischierebbero di percepire 60 euro orarie e altre 100 euro. Capirà che, con un'attività emendativa, noi oggi, insieme a lei proveremo a riflettere in maniera più approfondita questa opzione, che si rivelerebbe discriminatoria nei confronti di medesime figure professionali.
Detto questo, vorrei passare all'analisi del problema, Presidente; mi rivolgo a lei per parlare ovviamente all'Assessore.
Assessore, secondo AgeNaS, gli accessi inappropriati al pronto soccorso sono il 30% del totale; di questi, il 95% sono codici bianchi, ovvero non urgenti; cioè, i cittadini, non per colpa loro, non dovrebbero trovarsi lì.
Ma perché si trovano lì? Secondo AgeNaS, per scarsa fiducia nei medici di medicina generale; per comodità, nella convinzione che al pronto soccorso sia possibile ottenere risposte più celeri, a volte, anche superando così le liste d'attesa; per ansia e per scarsa fiducia rispetto alla guardia medica.
Cosa ci dice AgeNaS (lo dice anche il Piemonte)? Che prima del pronto soccorso, c'è un sistema territoriale che dovrebbe funzionare; prima di accogliere al pronto soccorso, una Regione dovrebbe preoccuparsi di organizzare o riorganizzare il sistema delle risposte socio-sanitarie adeguate ad affrontare perlomeno quel 30% di esigenze che vengono accolte impropriamente al pronto soccorso. Aggiungo, colleghe e colleghi, che secondo la Società italiana di Medicina d'emergenza-urgenza (fonte ricavabile dal sito ufficiale), la causa principale dell'affollamento del pronto soccorso è l'impossibilità di inviare nei reparti i pazienti che necessitano di ricovero.
Pertanto, Assessore, l'ingresso e la gestione del paziente al pronto soccorso sono nulla se il pronto soccorso non può avere immediatamente a disposizione il luogo adatto, all'interno dell'ospedale, dove può o deve farsi carico del bisogno di salute del paziente: cioè, sul territorio c'è un prima del Pronto soccorso (l'ospedale) e c'è un dopo il Pronto soccorso.
A questo, sempre rispetto alla valutazione della Società Italiana di medicina d'emergenza-urgenza, si associa il 118, che voi avete deciso di inserire nel contesto delle responsabilità e delle competenze di Azienda zero. Rispetto all'emergenza territoriale c'è, secondo la Società Italiana di medicina d'emergenza-urgenza, la necessità di mettere in relazione diversamente da come capita oggi, l'organizzazione con dipartimenti ancora più forti di emergenza territoriale, in grado di dialogare con l'emergenza e con l'urgenza allocata all'interno degli ospedali nel pronto soccorso.
Mi lasci dire, Presidente, colleghe e colleghi, che quel prima e quel dopo è esattamente tutto quanto voi non avete fatto in questi quattro anni. Il pronto soccorso è nelle condizioni in cui si trova ogni ospedale in Piemonte (ma non soltanto in Piemonte, questo lo ammetto, particolarmente in alcune zone piemontesi) per questioni evidentemente nazionali, ma anche per scelte politiche che avete rinviato nel tempo. La politica è quello strumento, quella disciplina che deve anticipare i problemi con soluzioni.
Le vostre assenze sono il racconto di questi quattro anni.
Guardi, Presidente, sono molto preoccupato rispetto alle dichiarazioni che ho ascoltato ieri nel dibattito della Commissione da parte del Presidente della Giunta regionale; dichiarazioni che non riporto, perché solo chi le dice può riportarle in Aula, ma l'assenza non consente il dibattito rispetto ad alcune questioni precise. Ammetto che quelle parole non sono state le stesse dell'Assessore, però non si può rimanere vaghi sul tema della privatizzazione dell'emergenza-urgenza. Non si può rimanere vaghi rispetto al tema dell'apertura di un pronto soccorso all'interno di un ospedale privato. Non si può cavarsela dicendo "non importa quanto costa un gettonista, se serve a un cittadino pago quel che c'è da pagare un gettonista". Non si può trattare in questo modo un problema così importante per la vita dei piemontesi.
Lo so, Assessore, che lei non ha questo approccio nei confronti del problema, però eravamo tutti presenti ad ascoltare quella che è una consuetudine politica, quella che voi avete dimostrato - è questo è il nostro punto di vista - in questi anni: parlate di un problema e attraverso la comunicazione, volete far credere ai piemontesi che voi oltre a parlarne, lo affrontate e lo risolvete.
Non basta parlarne, Questo provvedimento (ribadisco che depositeremo un emendamento, ma è un provvedimento che voteremo favorevolmente) ci permette però di aprire una discussione molto più ampia rispetto a tutto quello che avreste dovuto fare in questi quattro anni e non avete fatto. Il pronto soccorso è un problema, nonostante la bravura e la competenza dei nostri professionisti; dobbiamo fare il possibile per aumentare il numero degli infermieri e le risorse a disposizione per pagare di più e meglio le loro prestazioni.
Il pronto soccorso è un problema per i piemontesi: voi siete un problema più grande.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Ravetti per la relazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano come relatore di minoranza; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio, relatore

Grazie, Presidente.
Ci pare che il provvedimento vada nella direzione, quanto meno, di dare un segnale politico forte per coloro che, all'interno delle strutture pubbliche e dei nostri ospedali pubblici, continuano a credere, non solo ed esclusivamente nella funzione pubblica della sanità, ma nel loro mestiere e in quel giuramento che hanno fatto quando sono diventati medici - il giuramento di Ippocrate - e cercano di dare il massimo. Ciò sapendo che viviamo una grande difficoltà, in parte raccontata dal collega Ravetti, che ringrazio, ma che in parte è anche frutto di quello che regolarmente ascoltiamo quando l'Assessore ci racconta che vengono fatti i concorsi, ma poi non abbiamo medici che hanno voglia di impegnarsi all'interno del sistema sanitario pubblico.
Questo apre, spesso, un ragionamento che dovremmo fare come Consiglio. È evidente che dovremmo ragionare sul contratto, ma lo dovrà fare il Governo perché questo è uno dei temi veri. Se oggi andiamo a guardare quanto guadagnano - e l'abbiamo spesso discusso in Commissione con i colleghi che svolgono questa professione - uno strutturato e un primario, ci rendiamo conto che, rispetto all'attività che oggi primari e strutturati svolgono all'interno dei nostri ospedali, il carico di lavoro amministrativo, quello manageriale e quello di rendicontazione, certamente non fa onore alla qualità e alle prestazioni che regolarmente vengono profuse dai nostri professionisti.
Pertanto, bene questa misura. È evidente che ci possono essere approcci diversi rispetto al ruolo del privato: ci sono approcci che vedono il privato come un soggetto non in grado di essere controllato fino in fondo da parte della pubblica amministrazione. Io arrivo da una cultura politica che, invece, pensa che sia necessario utilizzare l'efficienza del sistema privato, ancorché il sistema pubblico sia in grado di controllarne l'efficacia.
È evidente che se nessuno controlla l'efficacia a quel punto ci sarà solo l'efficienza e la massimizzazione dei profitti da parte del sistema privato. Noi sappiamo che in Piemonte oggi vi è una scuola d'eccellenza, la scuola di Specializzazione Medicina d'Emergenza-Urgenza, nata ormai da qualche lustro, che, di fatto, ha formato giovani medici capaci di essere un'eccellenza. Fa male vedere tanti di coloro che hanno preso la specialità sul nostro territorio lavorare o nel sistema privato o, addirittura all'estero.
Da questo punto di vista, sappiamo che il percorso è lungo e voteremo convintamente a favore di questa misura, ma da tempo chiediamo che misure come queste possano rientrare nella dimensione, come ci è stato spiegato ieri in Commissione, di sostegno e aiuto alle professioni infermieristiche.
Rispetto agli OSS, c'è un tema che deve essere affrontato e che non ha bisogno di una norma, ma bisogna differenziare il percorso infermieristico da quello dell'OSS. Occorre anche iniziare a ragionare su come potenziare e valorizzare chi decide di occuparsi di una parte di territorio, ad esempio la guardia medica (ne abbiamo discusso a suo tempo e sappiamo che, da questo punto di vista, vi sono delle problematicità). Se poi vogliamo parlare di territorio, il collega Ravetti giustamente diceva nel suo intervento che se una persona va al pronto soccorso, di fatto, è perché ha una serie, come diceva Agenas, di dubbi o necessità che non trovano risposta sul territorio.
Penso anche, Assessore, che chi si rivolge al pronto soccorso lo fa anche per effettuare in fretta quelle analisi che, tendenzialmente, non riesce a fare in tempi normali. Non arrivo a spingermi a dire che cosa dovremmo intraprendere per tutti i codici bianchi che troviamo nei Pronto soccorso ma spesso viene utilizzato sia per non tranquillità rispetto all'offerta e alla risposta data sul territorio, ma anche per avere in fretta analisi che invece vedono mesi e mesi di attesa.
C'è pure il tema dei medici di famiglia nelle aree esterne, altro tema che abbiamo affrontato. Tuttavia, mi pare che l'approccio utilizzato per far fronte a un'emergenza sia corretto. Il tema è nazionale, non può essere solo fronteggiato da una Regione, in questo caso la Regione Piemonte soprattutto se a saldo zero.
Una delle cose che mi pare dovremmo fare - mi rivolgo al collega Rossi come Vicepresidente di Commissione - è monitorare ogni tot tempo quante ASL hanno utilizzato questa opportunità, in che termini, in che modalità e quante risorse sono state effettivamente spese. In seguito, dovremmo capire dal punto di vista delle direzioni sanitarie chi ha voluto utilizzare questa opportunità (è in fase di redazione un emendamento che cambia anche rispetto a ciò che proponeva il collega Ravetti per trovare l'accoglimento della Giunta perché su questo non possiamo dividerci), quanti medici hanno voluto utilizzare questa opportunità, invece che - visto che non si pu fare dal punto di vista dei pronto soccorso - utilizzare altre formulazioni o lavorando in parte all'interno del mondo privato.
Chiaro è, questo lo dico per amor di verbale, che la parte emergenziale di pronto soccorso non può essere un'attività privata, ma solo pubblica.
Quindi, bene questa misura, ma apre un ragionamento molto più vasto e mi auguro che quest'Aula e la Commissione competente lo possano fare, ognuno con le sue convinzioni. Certo è che ci accomuna il fatto che noi dobbiamo dare di più, dobbiamo essere più rispondenti alle aspettative di chi costantemente, non lavora solo nei pronto soccorso, che sono una trincea ma - come è stato detto in Commissione - rappresentano l'ingresso e la bocca dei nostri ospedali; se poi il resto del corpo dell'ospedale è decisamente minuto, difficilmente noi riusciremo a destinare chi arriva in pronto soccorso e ha bisogno di essere ospedalizzato nel reparto di riferimento, perché anche i reparti risultano pieni.
Presidente, ho voluto illustrare la norma dando il nostro contributo e ci auguriamo che questo sia l'inizio di un percorso di riconoscimento di queste professioni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano.
Con l'intervento del Consigliere si chiudono le relazioni di minoranza e maggioranza.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire, in discussione generale, il Consigliere Preioni ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Questo è un atto molto importante conseguente a tanti altri che questa amministrazione regionale ha fatto per la sanità piemontese. Ricordo che la sanità è una delle competenze principali delle Regioni. Penso ad "Azienda zero", provvedimento di cui ho avuto l'onere di essere il primo firmatario come Gruppo, con la collaborazione del Presidente, dell'Assessore alla Sanità Icardi e del Presidente della Commissione, Stecco. È stato un atto importante che ha portato la Regione Piemonte al pari di altre e che oggi sta facendo i primi passi verso una ristrutturazione Questa amministrazione regionale ha avuto, per oltre due anni, l'incombenza di una pandemia che ha sconvolto il mondo; abbiamo stabilizzato più di 1100 sanitari - tutti quelli che ci consentiva lo Stato - con fondi anche regionali. E questi sono fatti e atti, non solo parole.
Stiamo riorganizzando la medicina territoriale con fondi PNRR, le case della salute, le case di comunità, gli ospedali di comunità. Abbiamo detto più volte che, se ci sono dei ritardi, sono a Roma, ma sono partiti i bandi per individuare i professionisti che andranno a progettare queste nuove strutture.
Quello che si fa oggi è innalzare il pagamento delle prestazioni aggiuntive dei medici di emergenza e del 118 che da 60 euro orari passa a 100 euro orari. Un riconoscimento cospicuo e importante, per far sì che i medici del sistema ospedaliero siano incentivati a effettuare prestazioni aggiuntive che aiutano a recuperare le liste d'attesa, perché durante la pandemia non si sono fatti gli screening, non si sono fatte le analisi e si è accumulato ritardo su ritardo.
Questo è un altro atto concreto e importante e ne sono felice. Penso che tutta l'Aula, con sfaccettature diverse, voterà unanimemente, perché è un provvedimento molto importante.
I medici delle emergenze e urgenze sono quelli più sfortunati di tutti perché a volte vengono picchiati e denunciati. Sono quelli che non possono svolgere, per loro natura, l'attività in libera professione, quindi sono anche ingessati. Probabilmente, deve nascere una riflessione in proposito anche a livello nazionale, perché una volta i vari chirurghi lavoravano in emergenza e nei DEA, oggi invece sono specialisti. Probabilmente bisogna tornare alla pratica di una volta, perché è una professione che purtroppo sempre meno giovani e nuovi laureati vogliono fare e siamo di fronte ad un'atavica mancanza di numeri.
Come si è detto, questo Governo sta lavorando per eliminare il numero chiuso alla Facoltà di Medicina, perché se non abbiamo medici il numero chiuso è una follia. È naturale che qualche colpa - anzi, molte colpe - in termini di scelte sbagliate i baronati universitari negli ultimi decenni l'abbiano avuta, così come i Governi che negli ultimi decenni hanno avallato tali scelte. Siamo quindi convinti che ci sia bisogno di un intervento normativo anche nazionale per risolvere la situazione.
Torniamo poi sul tema di cui parliamo sempre: i medici ospedalieri delle nostre strutture devono essere meglio pagati. Ho infatti intenzione di presentare una proposta di legge per il Verbano-Cusio-Ossola - mi auguro, anche in questo caso, di incontrare l'unanimità dell'Aula - perch come sapete, è l'unica nostra Provincia a specificità montana ed è l'unica Provincia che confina quasi interamente con due cantoni svizzeri, il Canton Vallese e il Canton Ticino. Un medico o un infermiere dei cantoni svizzeri guadagna quattro volte lo stipendio di quelli italiani: pensate al gap salariale! Purtroppo, ci troviamo spesso a formare infermieri a Verbania che, di fatto, vanno tutti a lavorare in Canton Ticino, o a Locarno insomma a pochi chilometri di distanza. Dovremmo quindi riconoscere un quid o un aiuto in più all'ASL del VCO, per far sì che dreni questa emorragia continua di medici che vanno oltre confine, dove godono di trattamenti economici decisamente più favorevoli che l'Italia non riesce a garantire.
Sono convinto che anche su questo versante si possa lavorare.
Con questo provvedimento iniziamo a scardinare con i fatti il sistema delle coop, che è un sistema di "mangiatoie", ma legale, senza il quale non riusciremmo a garantire i servizi fondamentali nei nostri ospedali. Oggi però, è un sistema totalmente deregolamentato, che va disciplinato, perch il sistema pubblico nazionale e regionale arriva a pagare 1.200 euro alle cooperative, seppure lordi (lo dico per giustizia di cronaca): alla cooperativa resta dall'8% al 10%, mentre al professionista va il resto (naturalmente il professionista si deve pagare l'assicurazione, l'IRPEF e tutte le tasse). Però, al sistema pubblico il professionista costa 1.200 euro a turno notturno! Mettiamo una soglia (o abbassiamo quella attuale) come ha già chiesto ANAC al Ministro dell'economia e al Ministro della sanità, però paghiamo meglio il nostro personale sanitario, perché lo merita, sia per il lavoro encomiabile che svolge, sia perché negli altri Paesi i trattamenti economici sono assolutamente diversi.
Accogliamo con favore il fatto che l'Assessore Icardi abbia già ribadito che ci sarà un accordo sindacale e contrattuale per permettere l'innalzamento delle prestazioni aggiuntive anche per il personale infermieristico (è molto importante che questo aspetto sia riconosciuto anche per il personale infermieristico).
L'ultima riflessione la riservo alle valutazioni che abbiamo fatto sui privati (quando si parla di "privati" parliamo sempre di privati convenzionati): pensate alla sanità lombarda, che è la migliore di tutta l'Europa, sebbene abbia registrato anche degli scandali e qualcuno sia andato anche in galera; del resto, chi ruba e chi lucra sulla sanità deve andare in galera, ci mancherebbe! Però, come dicevo, è innegabile la funzionalità: se qualcuno di voi è stato all'Humanitas, al centro tumori o in qualche grande ospedale con partner privati convenzionati lo saprà di certo. Ribadisco che "privato" non vuol dire che si va con la carta di credito, perché parliamo comunque di centri convenzionati. Non dev'essere un dogma, ma può essere un efficientamento del sistema pubblico.
Guardo positivamente l'esempio della sperimentazione (che ormai non è più sperimentazione, ma è certezza) del COQ di Omegna, che è un centro ortopedico, dove il 51% è in capo all'ASL VCO, quindi è il pubblico che controlla, mentre il 49% è detenuto dal Gruppo Générale de Santé, un grande gruppo francese oggi internazionale della sanità privata, che efficienta il sistema, ebbene, in questo centro si entra e in un quarto d'ora si esce con l'ecografia o la radiografia in mano: vi assicuro che è un centro di assoluta eccellenza.
Il pubblico deve controllare, ma è innegabile che il privato efficienti. Il privato convenzionato - ribadisco "convenzionato" - a mio avviso non dev'essere più un dogma, ma deve rappresentare un aiuto per la buona sanità del nostro Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Alberto Preioni per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Mario Giaccone.
Prego, collega; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Riprendo rapidamente alcuni aspetti già richiamati dai miei colleghi soprattutto quelli di questa parte dell'emiciclo.
Intanto chiarisco subito la posizione del Gruppo, come quella della maggior parte dei Gruppi dell'opposizione: noi accogliamo in modo positivo ed opportuno il provvedimento.
Fatta però questa prima considerazione, abbiamo altre riflessioni da aggiungere che non sono altrettanto positive. Nella fattispecie, sono rimasto abbastanza stupito dalle dichiarazioni non tanto dell'Assessore che ha fornito risposte di natura più tecnica, ma del Presidente in Commissione, che, a fronte del fatto che si fosse fatto notare che si stava agendo ancora una volta in una circostanza di ritardo, di emergenza e di urgenza, ha risposto "perché così si fa", come se l'aspetto programmatorio o la possibilità di avere un quadro delle problematiche del nostro sistema sanitario regionale a monte non consenta di anticipare - visto che ormai i tempi di governo di questa Giunta sono piuttosto lunghi - o comunque di correggere in corso d'opera i problemi, ma si arrivi a correggerli a poco più di un anno dalla fine della legislatura. E comunque si arrivi a correggerli non in maniera definitiva, ma con dei provvedimenti per l'appunto di emergenza-urgenza che non sono contestualizzati all'interno di un disegno complessivo, ma danno invece più l'impressione di un "rimedio dell'ultimo momento".
Riepilogo - richiamando, invece, dal punto di vista tecnico, le dichiarazioni dell'Assessore - le due domande che ho posto in Commissione alle quali non ho ricevuto risposte (o, qualora siano state fornite, pu darsi che non le abbia capite, ma a quel punto gradirei riceverle nuovamente, magari formulate in maniera diversa).
La prima era la seguente: visto che siamo in carenza di ore all'interno di questo servizio, se ipotizziamo quante sono le ore che ci mancano possiamo anche prevedere (per carità, in maniera grossolana e non nel dettaglio) quale sia il costo dell'operazione che stiamo affrontando.
Dunque, una volta tanto, anche se in termini più previsionali e non certo puntuali, a posteriori della realizzazione dell'operazione, potremmo immaginare quanto oggettivamente questo tipo di operazione ci venga a costare, anche per ragionare su cosa capiterà in seguito e per capire come saremo in grado di sostenere queste spese.
La seconda domanda alla quale non ho ricevuto una risposta soddisfacente in Commissione, ma che educatamente ripropongo, è legata al fatto che con questo tipo di soluzione, in realtà, chiediamo un maggior impegno ai sanitari che sono già presenti, andando incontro alla possibilità di enfatizzare il problema del burnout e dell'eccessivo affaticamento dei nostri operatori, tra l'altro con conseguenze molto rischiose legate al fatto che, in uno stato di maggiore stanchezza, un professionista pu incorrere in errore molto più facilmente. Di fatto, stressiamo di più il medesimo sistema con una soluzione che, alla fine, non è definitiva; anzi può sì temporaneamente fronteggiare il problema, ma non è la soluzione definitiva. Per cui chiediamo all'Assessore quale ragionamento ha fatto per affrontare in questo modo il problema, perché, in realtà, non gli si dà una soluzione definitiva.
Infine, ribadisco l'invito già espresso da altri colleghi. Questo atto, pur andando nella direzione di una maggior equità dei compensi per i professionisti che lavorano in ospedale rispetto a quelli che lavorano sul territorio - in particolare, i medici di medicina generale - genera però un problema di difformità e di disomogeneità dei compensi, creando dei delta significativi che, in prima battuta, non sono equi e, in secondo luogo determinano una scarsa attrattività verso quel tipo di attività da parte dei migliori professionisti. Se l'Assessore si orienterà verso un riequilibrio e una maggiore omogeneizzazione di questa evidente asimmetria senz'altro lo seguiremo su quella strada e lo sosterremo .



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Giaccone per l'intervento.
Ha chiesto la parola in discussione generale il Consigliere Rossi, che ha pertanto facoltà di intervenire.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo su una questione che non solo è presente sui giornali ormai da diverse settimane, ma (cosa più importante) con la quale si scontrano tantissimi cittadini piemontesi ogni giorno. Per cui è bene mettere in campo tutte le iniziative e le attività che possano migliorare la situazione.
Inoltre, vorrei richiamare il fatto che la proposta di stralciare l'articolo dalla legge di riordino, per anticipare la discussione e portarla in Aula con urgenza, è arrivata anche dal nostro Gruppo politico.
Questo a riprova del fatto che, quando si mettono in campo soluzioni concrete per i cittadini, noi siamo presenti.
Non aggiungo molto alle questioni già trattate dai colleghi. Dico solamente ma questo l'Assessore Icardi lo sa meglio di me - che siamo di fronte ad una situazione straordinaria, in questo caso nel senso negativo del termine. Le piccole soluzioni, seppure utili, che sosteniamo con forza, ci faranno fare qualche piccolo passo avanti, ma non risolveranno il problema.
Per cui è importante che tutti insieme chiediamo al Governo di aprire con le Regioni un tavolo straordinario sul tema della sanità e so che le Regioni stanno già avanzando una serie di richieste al Governo.
La prima questione riguarda il tema del finanziamento. Fino a quando continueremo a sottofinanziare e a definanziare il sistema sanitario, le Regioni non saranno in grado di affrontare il tema. Ma non basta solo stanziare dei soldi, perché sappiamo che il tema della riforma della formazione medica è al centro delle strategie di risoluzione di questa situazione.
Non è solo una questione di numero chiuso o non chiuso, anche se è un aspetto della vicenda, e provo a spiegare il motivo. Sappiamo benissimo che il tema non è la mancanza di medici, ma la mancanza di medici specialisti.
Che cosa è successo negli ultimi due anni? Che pur avendo il Governo aumentato il numero delle borse di specialità, purtroppo il numero delle persone che ha scelto le specialità di cui oggi abbiamo maggiormente bisogno è insufficiente, perché le persone legittimamente hanno scelto delle specialità che permettono loro di farsi meno carico di situazioni di tipo particolare. Ad esempio, hanno escluso soprattutto le specialità dell'emergenza/urgenza, che è una di quelle che, oltre a richiedere uno sforzo particolare quando si è in corsia, non permette loro di praticare la libera professione. Per cui, di fatto, chi si specializza in medicina di emergenza/urgenza non solo affronta dei turni più stressanti e pesanti al pronto soccorso, ma non può neanche praticare l'attività di libera professione, a differenza di altri colleghi.
Da questo cosa si evince? Che serve una strategia nazionale da mettere in campo subito, altrimenti iniziative come queste non serviranno. È necessario finanziare maggiormente il Sistema sanitario nazionale arrivando almeno al 7,5 del PIL, e prevedere una riforma seria della formazione medica, facendo in modo che, pur con la revisione del numero chiuso, ci sia una programmazione seria delle borse di specialità.
Programmazione seria significa che magari per qualche anno saremo obbligati a mettere a bando soltanto alcune borse e non altre, perché se sono necessarie alcune specialità, bisognerà che il sistema pubblico governi questa situazione.
In terzo luogo, è necessaria una revisione delle politiche salariali anche nell'ambito sanitario, perché dobbiamo rendere appetibili delle professioni e delle mansioni, in particolare - che oggi sempre meno persone vogliono praticare, ma di cui il sistema ha profondamente bisogno. La questione "privato o non privato" sul problema dei pronto soccorso c'entra poco perché se anche liberalizzassimo la professione nei pronto soccorso - cosa su cui non siamo d'accordo - rimarrebbe il fatto che quell'attività specifica è meno appetibile ed è incompatibile con la libera professione.
È evidente che nella contrattazione, anche dal punto di vista salariale dobbiamo prevedere degli incentivi e delle modalità che, da un lato rendano più appetibile l'esercizio della professione e, dall'altro, la rendano più compatibile con la vita delle persone. Dico questo, perché chi di noi ha incontrato i sanitari in questi anni si è accorto che il tema economico è solo in minima parte la questione sul tavolo. La parte economica ci serve, forse, per risolvere il problema nel medio periodo, ma in questo momento la questione più importante è che le persone sono al limite, sono in burn-out, sono stressate e non reggono più i ritmi di lavoro. Questo è il motivo per cui molto spesso abbandonano, perch moltissime altre situazioni lavorative sono più vivibili e garantiscono una migliore qualità della vita.
Concludo con un appello, che mi auguro sia condiviso da tutte le altre forze politiche. Il tema non è tanto il rapporto con il privato - il privato faccia il privato - ma è che non possiamo permetterci di favorirlo fittiziamente, definanziando il sistema pubblico. Dobbiamo fare in modo che il sistema pubblico nazionale sia universale, di altissima qualità e che i nostri professionisti possano vivere un'esperienza lavorativa che non li porti al limite, ma che li metta nella condizione, come tutti i lavori, di avere degli orari umani, di poter tornare a casa se hanno dei figli, di poter fare delle ferie e non di dover lavorare in maniera tale da scappare alla prima occasione.
Questo può accadere se aumentiamo le risorse e se aumentiamo i professionisti; nel frattempo, dobbiamo chiaramente continuare a mettere in campo tutto quello che possiamo, come stiamo cercando di fare anche oggi.
Dobbiamo continuare a farlo, però serve una strategia straordinaria nazionale e immediata, altrimenti fra qualche anno non basterà nulla di tutto quello che stiamo facendo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Con piacere andiamo a discutere su questo provvedimento, del quale mi auguro vedremo oggi l'approvazione, che nasce da una delle necessità più urgenti ed impellenti del nostro sistema sanitario, che è la carenza di personale medico. Questa è una difficoltà che ci viene sollecitata ogni qualvolta nel nostro ruolo di amministratori regionali incontriamo i vertici dirigenziali delle varie ASL. Inoltre, durante la pandemia, abbiamo sperimentato quanto sia stata delicata la mancanza di personale medico.
Serviranno risorse importanti, che ovviamente non possono essere soltanto regionali, perché ci vorranno risorse statali. Il problema del personale non è soltanto del Piemonte, ma di tutte le Regioni italiane. A fianco di questo aspetto, nel corso degli ultimi tempi, si è vista insorgere un'altra problematica, che è quella del ricorso da parte delle ASL alle esternalizzazioni. Questo è un tema assolutamente delicato, perch interseca il privato con il settore sanitario, che è quello che, insieme alla scuola, deve rimanere pubblico, per garantire un accesso universale alle cure mediche. Questo è un onere che ci dobbiamo assumere sempre.
È ovvio che nel settore privato vi sono contratti che diventano sempre più allettanti per i medici, per i maggiori guadagni, con la conseguente riduzione del personale pubblico dei nostri ospedali a causa della migrazione di addetti verso il servizio privato. Come ha già detto qualche collega che mi ha preceduto, sicuramente ci siamo molto adoperati verso la stabilizzazione del personale sanitario con 1.100 unità in più, ma questo non basta. Le esternalizzazioni sono un rischio potenziale per la nostra sanità che crea un'eccessiva dipendenza dalle aziende private.
Questo disegno di legge non basta da solo a risolvere questo problema, per va nella giusta direzione, partendo dalla possibilità, all'articolo 1 del disegno di legge, di prevedere da parte delle ASL un aumento della tariffa per chi lavora negli ospedali, per quanto riguarda le prestazioni aggiuntive: se ho capito bene, si passerà da 60 euro all'ora a 100 euro all'ora. Questo comunque è già un segnale importante nei confronti del personale che dedica ore, impegno, oltre quello che è chiaramente l'orario stabilito, per aiutare a salvare le vite. È un passo per cercare di ridurre quel gap, quel divario che vi è fra chi oggi opera nel pubblico e chi si è mosso verso il discorso privatistico.
La sintesi, quindi, è che con questo disegno di legge riusciamo a migliorare l'intervento pubblico nella gestione sanitaria; ridurre parzialmente il potenziale rischio di dipendere troppo dalle aziende private che stanno acquisendo uno spazio, secondo me, in questo momento eccessivo, per un servizio socio-sanitario che deve restare pubblico facendo sempre riferimento a quanto dice la nostra Costituzione, per mettere al centro dell'attenzione il paziente e le sue esigenze.
Annuncio fin da ora il voto favorevole del Gruppo di Fratelli d'Italia.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di Consigliere.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, intanto vorrei sottoscrivere l'intervento della nostra Capogruppo, la Consigliera Disabato, e le sue argomentazioni, perché sono anche le nostre.
È chiaro che, com'è già stato detto un po' da tutti, questo è un provvedimento necessario e urgente; tuttavia, con questo provvedimento andiamo solo a tamponare, perché, in realtà, il problema è molto più complesso. Gli interventi dei colleghi di minoranza, in parte, hanno evidenziato che questo - diciamo così - è un placebo che potrà dare un po' di respiro. Penso che dovremmo pensare anche ad altre categorie, come quella degli infermieri, perché anche loro stanno subendo questa contingenza.
Una riflessione che voglio fare è che, al netto dell'aumento degli straordinari, si parla di medici, di persone che si occupano della vita degli altri: quanti straordinari può fare un sanitario, indipendentemente da quanto lo paghiamo? Ascoltando gli interventi che sono venuti dalla maggioranza e faccio riferimento a quanto detto dal Consigliere Preioni, credo che il rimedio su cui bisogna ragionare a tutti i livelli è uno solo: bisogna rendere questa specializzazione più appetibile; queste persone devono essere pagate di più, anche il doppio, perché se non rendiamo appetibile questa professionalità non possiamo pensare di risolvere il problema con degli aumenti random.
Tra l'altro, ho sentito la proposta di un intervento mirato nel Verbano Cusio Ossola; questo è un intervento che dobbiamo fare sicuramente a livello nazionale, altrimenti non risolveremo mai questo problema. È vero che non è solo un problema economico, come ha detto qualche mio collega, ma sicuramente - lo ribadisco - se non siamo in grado di capire che dobbiamo rendere più appetibile questa specializzazione anche per le nuove generazioni, per chi verrà, non riusciremo mai a risolvere questo problema.



PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono altre richieste d'intervento in discussione generale.
Prima di chiudere la discussione chiedo se l'Assessore Icardi intende intervenire.
La parola all'Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Permettetemi di ringraziare tutto il Consiglio, maggioranza e minoranza perché mi pare che su questo provvedimento ci sia una convergenza molto forte; tutti riconosciamo la necessità di affrontare la tematica del pronto soccorso che, oggi, pare essere quella più difficile da risolvere, più importante perché più a contatto con le persone.
Vi ringrazio, perché in Commissione avete già espresso il voto favorevole avete già dato il vostro sostegno, il vostro contributo, anche con emendamenti che condivido - grazie Consigliere Gallo e grazie Consigliere Rossi - che avranno certamente l'approvazione; però.
Scusi Presidente.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, faccio difficoltà a sentire io l'Assessore Icardi che sono a meno di due metri.



(Commenti del Consigliere Gallo)



PRESIDENTE

Consigliere Gallo, sa benissimo cos'è l'ostruzionismo: è per quello che ne parla a pieno titolo, perciò ha ragione.
Prego, Assessore Icardi; continui pure.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Vorrei mutuare un'espressione del Consigliere Chiamparino: non vogliamo farci venire il torcicollo guardando indietro le colpe di tanti che hanno lavorato sulla sanità e che oggi ci portano a questa situazione. Non ci facciamo venire il torcicollo, ma certamente un minimo di analisi storica la dobbiamo fare.
Se oggi mancano i medici (mancano in particolare gli urgentisti, ma un po' tutta la categoria) è perché una sciagurata politica della formazione che dura da decenni ci ha portato a questa situazione. Quando siamo arrivati nel 2019, c'erano 357 borse di studio per le specialità; abbiamo fatto un lavoro (perché non è stato il Ministero, ma la Conferenza delle Regioni a insistere) e oggi il Piemonte dispone di 1050 specialità. Ahimè, non tutti i posti sono occupati e il numero chiuso, il blocco a medicina certamente diventa un ostacolo, ma non è solo quello, è anche l'attrattività di certe specialità.
Se prendiamo gli urgentisti, certamente siamo di fronte a un'attività stressante, a un front line, a lavorare tutti i giorni con carenza di personale. Lo ricordava il Consigliere Rossi: gli urgentisti non hanno la possibilità di fare attività professionale al di fuori, per cui è una di quelle specialità meno attrattive e certamente più difficile, con più burnout e abbandoni. È per questo che oggi affrontiamo il problema, ma lo dobbiamo affrontare in modo coordinato con altri provvedimenti.
La legge che approviamo oggi, perché c'è il consenso di tutti, ci serve per incentivare il personale medico. Dobbiamo per forza fare una legge essendoci una norma nazionale, che faccia da veicolo per applicare questi 100 euro.
Parallelamente, pensiamo anche agli infermieri e agli OSS. C'è uno stanziamento di 4 milioni di euro per il comparto degli infermieri e già giovedì prossimo avremo un incontro con i sindacati, proprio per attribuire questo stanziamento agli infermieri e al personale che lavora in pronto soccorso. Valorizzeremo anche il lavoro degli OSS, perché tutti quelli che respirano la stessa area devono avere un incentivo, un premio, un riconoscimento (forse è meglio dire un riconoscimento) per il duro lavoro che stanno affrontando in condizioni difficili e straordinarie. Dico straordinarie, riferendomi a quanto è stato accennato su cosa è diventato oggi il pronto soccorso. Oggi al pronto soccorso - e mi permetto di contestare il dato AgeNaS - abbiamo il 78% di codici verdi e bianchi. Tanti codici sono verdi per la pietà del medico, perché il codice bianco prevede 50 euro di pagamento; spesso il medico vede la situazione e il codice diventa verde (un verde chiaro), ma gli accessi impropri sono di più del 30%. Il pronto soccorso sta risolvendo casi sociali; sta diventando un posto dove la parte sanitaria pura è minoritaria rispetto a una serie di altri interventi.
Il pronto soccorso, però, risente anche della carenza di posti in meno dei reparti. Non credo che sia un vezzo dagli urgentisti o di chi lavora in pronto soccorso tenere i pazienti sulle barelle. Li tengono perché non trovano sfogo nei reparti, perché sono pieni.
Dobbiamo anche dirlo: questa è una Regione che ha applicato il DM 70, il taglio di posti in acuzia in modo sabaudo. È corretto, è stata applicata la legge, ma forse altre Regioni l'hanno fatto meno e hanno più posti. Oggi corriamo ai ripari e trasformeremo posti di post-acuzie in posti per acuzie. Non sto facendo accuse, sto solo dicendo che noi siamo stati molto sabaudi e molto precisi, ma i posti per acuti ci mancano. Li incrementeremo, anche perché abbiamo un adempimento LEA che, tra le altre cose, ci impone di ridurre alcune tipologie di posti di post acuzie.
È evidente, però, che i problemi che oggi stiamo affrontando hanno una radice antica, come i tagli sulla medicina territoriale e la mancata risposta, che i nostri cittadini non trovano sul territorio, per cui si indirizzano al pronto soccorso. Lo smantellamento della medicina territoriale non è di oggi, non è di ieri, ma dura da decenni. È vero che è stato detto che occorre affrontare, risolvere e che la politica deve anticipare i problemi, ma qui ha ragione il Presidente Cirio: ogni intervento è tardivo, perché sono decenni di destrutturazione. Oggi ci siamo accorti che tagliare sulla sanità è improduttivo e sbagliato, per recuperare non è così semplice.
Mi auguro che il progetto di legge oggi diventi legge e che sia coordinato con altri interventi, quali l'incremento e la valorizzazione delle prestazioni degli infermieri degli hospice e del personale che lavora in pronto soccorso, insieme alla rivisitazione delle linee di indirizzo per il controllo e la gestione del sovraffollamento del pronto soccorso e del boarding, approvato in Giunta lunedì scorso. Si tratta di elementi coordinati che ci permettono di dare una prima risposta, certamente imparziale e non sufficiente, perché il tema va affrontato - lo avete correttamente ricordato - a livello nazionale.
Questa norma ci permette di dare due risposte, anche se parziali. La prima favorire, premiare e riconoscere almeno economicamente il valore del loro lavoro dei nostri urgentisti. La seconda, limitare il ricorso ai gettonisti: più paghiamo i nostri professionisti, minore bisogno avremo di ricorrere a cooperative di gettonisti. Questo è certamente un fatto positivo.
Quindi - ripeto - è una risposta parziale, è una risposta d'emergenza, ma un intervento più strutturale a livello nazionale è il lavoro che stiamo facendo in Commissione Salute e Conferenza delle Regioni, che io mi auguro e spero possa portare dei risultati.
Abbiamo già chiesto una prima cosa all'ex Ministro Speranza. Noi avevamo bisogno di un provvedimento emergenziale almeno di tre anni, che ci permettesse di assumere i neolaureati - cosa che ci era stata promessa riconoscendo loro il periodo di lavoro come formazione professionale abilitante per le scuole di specialità. Il decreto Calabria dà una risposta parziale a questo, ma non sufficiente, quindi c'è tanto ancora da lavorare per risolvere il problema. Credo che su questo tema una collaborazione tra forze di maggioranza e di minoranza, come è stato dimostrato in Commissione, e come spero si ripeta oggi, sia sicuramente fondamentale.
Raccolgo anche alcuni suggerimenti che voi avete offerto e illustro i tre emendamenti.
Il primo che ho proposto è di eliminare all'articolo 1, nella prima riga "Presso i servizi di Emergenza e Urgenza ospedalieri" la parola "ospedalieri". Questo ci permette anche di dare un riconoscimento non solo a chi opera nel pronto soccorso, ma anche a tutto l'entourage del 118 e dei medici sulle ambulanze che fanno parte, a pieno titolo, del servizio di emergenza e urgenza. Questo ragionamento lo faremo anche per l'ospedale del comparto.
Il secondo emendamento, che abbiamo condiviso con il Consigliere Rossi, è finalizzato a rendere più pregnante e più obbligatoria l'azione sostituendo le parole "possono ricorrere" con la parola "ricorrono" e le parole "può essere" con la parola "è", in modo che le Aziende non abbiano dubbi sul fatto che i 100 euro vanno applicati sempre e a tutti sulle prestazioni aggiuntive. Vi comunico che questi 100 euro li stiamo già pagando per coloro che fanno prestazioni in altre Aziende; tuttavia, mi sembra molto corretto permettere una remunerazione di questo tipo nella propria Azienda.
Non voglio dilungarmi troppo, ma credo che questo tema ci occuperà ancora per i prossimi mesi. L'argomento è la carenza di personale e come dare risposte adeguate alla sanità ma, soprattutto, come studiare insieme e trovare delle soluzioni a problemi che si sono creati nel corso degli anni grazie a tagli, grazie a politiche sbagliate sulla formazione, cosa che vale anche per gli infermieri, non solo per i medici.
Mi auguro e spero si possano condividere soluzioni efficaci, che ci permettono di dare risposte adeguate ai piemontesi.
Grazie davvero per la vostra collaborazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Procediamo con l'esame dall'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 2) presentato da Gallo, Disabato, Accossato Frediani, Magliano, Rossi, Marello e Valle.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 3) presentato da Gallo, Disabato, Accossato Frediani, Magliano, Rossi, Marello e Valle.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento 1) è già stato illustrato dall'Assessore Icardi.
L'emendamento 2) e l'emendamento 3) sono sostitutivi del comma 1 dell'articolo 1 (primo firmatario, il Consigliere Gallo).
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In realtà gli emendamenti li aveva già illustrati l'Assessore. Aggiungo solo un elemento. Vedevamo un rischio nella formulazione precedente legata anche a un'applicazione disomogenea sul territorio, per cui avremmo avuto magari delle Aziende in cui lo straordinario veniva pagato 100 euro, in altre 60 e questo non avrebbe aiutato a sistemare le cose.
Ringraziamo anche l'Assessore per aver accolto la nostra proposta.
Chiaramente, voteremo favorevolmente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Ci sono altri Consiglieri che intendono intervenire? Passiamo alla votazione degli emendamenti.
Ricordo che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Non essendovi richieste di intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Abbiamo concluso l'esame dell'articolato; possiamo procedere con le dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo non è intervenuto prima, ma intendiamo farlo in questa fase, annunciando ovviamente il voto favorevole a questo provvedimento. Al riguardo, ci preme ringraziare il Presidente Cirio, l'Assessore Icardi e il Presidente Stecco per aver portato avanti questo disegno di legge, che ieri hanno ben illustrato in Commissione.
È un segnale molto preciso che comprova che questa Amministrazione questa Giunta e questo Consiglio - ci tiene in modo particolare alla sanità pubblica, che resta al centro, resta il punto di riferimento, senza per questo demonizzare la sanità privata, che in molti casi ci serve, è un utile alleato, è un prestatore d'opera indispensabile per alcune situazioni.
Siamo pienamente consapevoli che stiamo approvando un provvedimento che sicuramente non sarà la panacea o la risoluzione di tutti i problemi della sanità in generale, tanto più di quella sanità legata all'emergenza urgenza, che è ormai diventata strutturale nei Pronto soccorso.
Io credo che la risposta che ha fornito prima l'Assessore Icardi, con tutta la pacatezza di cui è capace, in replica a chi vuole provare a cercare le ragioni di questo disastro nell'ultimo mandato... Noi siamo in carica da tre anni e mezzo: lo ricordo, perché già dopo sei mesi da inizio mandato dalla minoranza sentivamo già dire: "Ormai siete voi i responsabili di tutto ciò che è successo". Parliamo esattamente di tre anni e mezzo su cinque di legislatura, di cui più di due passati ad affrontare una pandemia mai vista prima! Resto quindi veramente esterrefatto quando sento verbalmente puntare il dito contro questa Amministrazione, e renderla responsabile di ciò che la sanità sta attraversando in questi anni.
Ha detto bene l'Assessore - voglio ribadirlo - quando ha risposto: "Di certo, non si può imputare a noi il taglio drastico dei posti letto negli ospedali". Anzi, dirò di più: il taglio e la chiusura degli ospedali periferici, che servivano a dare delle risposte in tal senso; la distruzione - letteralmente - di tutti i laboratori che avevamo sul territorio, al punto che ci siamo trovati ad affrontare la pandemia con soli due laboratori in grado di processare i tamponi in tutto il Piemonte.
Sicuramente questo non lo abbiamo fatto noi; sicuramente non siamo noi che abbiamo ridotto così drasticamente i posti all'università e le borse di studio. È vero che queste ultime in parte sono sostenute dal Governo, ma se avessimo destinato qualche milione alle borse di studio, anziché per sostenere gli studenti che vengono da fuori sede, forse oggi non saremmo nella situazione in cui siamo.
Aggiungo di più, cari colleghi, perché quello non è l'unico problema. Oggi è difficile trovare un anestesista, a volte è difficile poter fare un intervento chirurgico perché non abbiamo più a disposizione un numero adeguato di anestesisti. Oggi semplicemente raccogliamo il frutto di un intervento dissennato che è stato fatto nella sanità pubblica, cioè aver tagliato drasticamente i posti letto e gli specializzandi. Quando è stato fatto tutto ciò, probabilmente si parlava di ristrutturazione, quando l'unico obiettivo, in realtà, era tagliare i costi.
Purtroppo, la pandemia ha messo in evidenza in modo drastico che la distruzione della sanità territoriale ha fatto sì che il pronto soccorso sia ormai l'unico riferimento per il cittadino quando ha bisogno di una prestazione sanitaria, ma quando arriva lì, non ci sono le persone che possano dargli una risposta.
Personalmente ho ricevuto ormai decine di segnalazioni da parte di sindaci amministratori e cittadini che lamentano il fatto che in molte situazioni non hanno più a disposizione nemmeno il medico di base. E noi pensiamo di risolvere il problema, dicendo che invece di 1500 mutuati può averne 1800 o addirittura 2000?



(Commenti fuori microfono)



RUZZOLA Paolo

Siamo al Governo, è vero, e non ci sottraiamo alle nostre responsabilità ma credo che abbia un coraggio incredibile chi di voi dice che questa e l'Amministrazione regionale sia responsabile di tutto ciò.
Condivido quello che avete detto, sia l'analisi che è stata fatta sia la necessità di trovare soluzioni tutti insieme a livello regionale governativo e territoriale. Per quello che ci è possibile, nell'ambito delle leggi vigenti, credo che stiamo mettendo in campo tutto quello che era possibile. Sicuramente, non è risolutivo, perché per risolvere quei problemi sono necessari anni. Se aumentiamo le borse di studio da 300 (numeri vostri) a 1000, prima che quei 1000 medici siano operativi ci vorranno 4-5 anni, quindi i frutti li raccoglieranno le prossime Amministrazioni. Naturalmente, poi qualcuno dirà che sarà merito di quella Amministrazione, magari operativa da pochi mesi. No: questa inversione l'abbiamo fatta noi! Vi ricordo che il sottoscritto, in qualità di Consigliere comunale e poi della Città metropolitana, quando ha provato a chiedere un confronto con l'allora Assessore alla sanità, non è mai stato ascoltato.
Spero, cari colleghi, che possiate apprezzare quello che questa maggioranza sta affrontando e sta mettendo in campo per affrontare un disastro provocato non da noi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Non voglio scendere nelle provocazioni che il collega Ruzzola ha fatto anche se qualcosa da dire ci sarebbe, per cui parto dall'intervento dell'Assessore che, nella sua prima parte, ha detto una cosa condivisibile cioè che in questo Paese nella sanità sono decenni che non si fa programmazione. Non anni, ma decenni: almeno negli ultimi 20-25, anche 30 anni.
Tutto questo ha determinato una pesante carenza di risorse umane, in termini di infermieri, di medici di medicina generale e di specialisti che, unito ad una sistematica politica di tagli sulla sanità, ha portato ad una situazione drammatica.
Aggiungo un terzo fattore: purtroppo nel nostro Paese, nell'ultimo trentennio, anche la sanità è stata oggetto di sprechi e, in talune realtà anche di ruberie. Questo va anche detto, non dobbiamo dimenticarcelo e dobbiamo essere veritieri nel dirlo. Direi però che i primi due elementi sono stati centrali.
Oggi questa drammatica situazione la pagano i cittadini, che passano ore al pronto soccorso, che non riescono a farsi visitare dal medico di base in tempi ragionevoli, che prenotano degli esami, delle visite o delle operazioni e attendono mesi. Questa è la situazione in cui ci troviamo, per cui mi sento di condividere la visione d'insieme espressa dall'Assessore.
Quello che condivido molto meno - lo dico con franchezza - e che è contraddittorio con questa visione d'insieme sono le periodiche conferenze stampa che lei e il Presidente Cirio fate per annunciare che avete risolto il problema delle liste d'attesa, per annunciare che avete risolto il problema del personale della sanità in Piemonte e che il problema delle urgenze sarà risolto in tempi rapidi. Questo lo condivido un po' meno perché si illudono i cittadini e perché questa politica, che è propaganda è fatta sulla pelle delle persone che non stanno bene.
Ha ragione, Consigliere Ruzzola, che bisogna guardarsi indietro, ma non bisogna fermarsi ai 5 anni precedenti ai vostri, bisogna andare ancora un po' indietro. Infatti, le voglio ricordare, caro collega, che l'Amministrazione Chiamparino ha dovuto uscire dal commissariamento in cui la Regione era entrata quando c'era un'altra Amministrazione. Quindi, se cominciamo a metterla su questo piano, ce n'è per tutti! Allo stesso modo, voglio anche sottolineare che le borse di studio che lei ha citato, mi pare che, in larga parte, siano borse di studio del Governo legate al Ministro Speranza. Voglio anche ricordare che, sul piano delle borse di studio regionali, noi veniamo da un'ultima variazione di bilancio alla quale abbiamo presentato degli emendamenti (mi pare dal collega Rossi) e li abbiamo presentati dall'inizio della legislatura. Perché i 6 milioni di euro di quella variazione del bilancio, di avanzo di amministrazione anziché dissiparli a destra e a sinistra nelle famose marchette, non avete deciso di stanziarli per le borse di studio? Dico questo, perché se questa è la priorità - e questa è effettivamente la priorità - dobbiamo concentrarci tutti nella stessa direzione. Lasciamo perdere per una volta le responsabilità del passato, perché - ripeto - ce n'è per tutti. Penso che dobbiamo guardare al presente. Penso che da chi ha delle responsabilità di governo (oggi, voi state governando il Piemonte da quasi quattro anni e il Paese da quattro mesi, come dite tutti i giorni) certo non dopo soli quattro mesi, ma nei mesi che verranno, ci si debba aspettare provvedimenti anche importanti. Lavoriamo sul presente e sul futuro.
Oggi, stiamo facendo qualcosa che noi condividiamo, perché, da un lato, si va incontro ai sanitari dal punto di vista economico, in qualche misura tentando di evitare l'emorragia, con l'uso delle cooperative, nella gestione dell'emergenza e, dall'altro, si tenta di andare incontro ai cittadini. Guardate che questo è un atto dovuto! È un atto dovuto nei confronti dei medici, è un atto dovuto nei confronti degli infermieri, è un atto dovuto nei confronti dei cittadini. Non stiamo facendo nulla di straordinario e neanche nulla di risolutivo: è una piccola parte, ma è qualcosa di concreto.
Concludo, dicendo che il nostro voto sarà favorevole, ma è un voto convinto, che va in una direzione, quella che ha già citato il collega Rossi. Ho sentito dire, con cautela e con prudenza, dal Consigliere Ruzzola, che questo non è un atto - diciamo così - negativo nei confronti della sanità privata. Io non mi pongo questo problema, perché penso che dall'esperienza del COVID dovremmo aver compreso che, quando ci sono delle emergenze, alla fine, in ballo c'è la sanità pubblica; quando c'è da fare il lavoro (scusatemi) "sporco", c'è la sanità pubblica. Dopodiché, ci sono realtà private, private e convenzionate che funzionano molto bene, ma dobbiano fermare la deriva di questi anni che ha portato a una dissipazione (mutuo il termine usato dal Consigliere Rossi) di quel grande valore che questo Paese ha del servizio sanitario pubblico: dobbiamo fermarla! Con questo non sto dicendo che i privati non debbano contribuire o che non stiano contribuendo - diciamo così - al complesso del sistema sanitario piemontese; sto dicendo però che per la politica di quest'Aula, dal nostro punto di vista, la centralità della sanità pubblica dev'essere un elemento che non deve più essere messo in discussione nei nostri provvedimenti e nelle nostre decisioni politiche.
Quindi, votiamo con favore, ma crediamo che la strada da percorrere sia ancora molta e pensiamo che vada percorsa con fatti concreti, perch ripeto - occorre uscire dagli annunci e dalla propaganda.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono altri interventi, procedo con la votazione, per appello nominale, del disegno di legge 241.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Con questo abbiamo concluso l'iter del disegno di legge n. 241.
Procediamo quindi con la proclamazione delle nomine effettuate nella giornata odierna.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 277 Associazione "Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra dei Diritti e della Libertà" Consiglio d'Amministrazione (Art. 13 Statuto dell'ente) - designazione di un rappresentante.
Votazione non valida per mancanza del quorum richiesto.
Proposta di deliberazione n. 276 Fondazione "Centro per lo Studio e la Documentazione delle Società di Mutuo Soccorso" - Onlus Consiglio d'Amministrazione (Articoli 6 e 8 Statuto Fondazione) - nomina di un rappresentante.
Proclamo nominato, quale rappresentante in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione "Centro per lo Studio e la Documentazione delle Società di Mutuo Soccorso" Onlus, il signor Beccaria Michelangelo.
Rammento, inoltre che, ai sensi dell'articolo 20 del Decreto legislativo n.
39 del 2013, la presentazione di dichiarazione da parte di soggetti nominati sulla insussistenza di una delle cause di inconferibilità, di cui al citato decreto, è condizione per l'acquisizione dell'efficacia dell'incarico.
Do atto che, ai sensi degli articoli 9 e 5 del Decreto legislativo n. 95 del 2012, recante "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario", il collocamento in quiescenza del Signor Beccaria Michelangelo comporta il conferimento dell'incarico a titolo gratuito.
Proposta di deliberazione n. 275 "Agenzia Regionale Piemontese per le erogazioni in Agricoltura - ARPEA" - Collegio dei Revisori (L.r. n. 10/2002 e s.m.i. e articolo 9, Statuto dell'Ente) - nomina di tre membri effettivi di cui 1 con funzioni di Presidente, e un membro supplente Proclamo nominato, quale membro del Collegio dei Revisori dei Conti dell'"Agenzia regionale piemontese per l'erogazione in Agricoltura (ARPEA)", quale membro effettivo con funzioni di Presidente, il signor Mello Rella Gabriele; membri effettivi Scavone Sara e Marzano Marziano quest'ultima in rappresentanza delle minoranze consiliari; quale membro supplente, il signor Ciravegna Marzio.
Proposta di deliberazione n. 265 "Commissione di Garanzia (Art. 91 Statuto della Regione Piemonte e art. 3 legge regionale n. 25/2006) elezione di un Avvocato con almeno quindici anni di esercizio".
Votazione non valida per mancanza del numero legale previsto dall'articolo 30 della Legge regionale 25/2006.
Con questo, è concluso l'esame delle nomine.
Non mi sembra ci siano le condizioni per proseguire sulla seconda votazione nella giornata odierna, per cui verrà effettuata in altra seduta.
Passiamo al prossimo punto all'o.d.g., se non ho indicazioni diverse da parte dell'Aula.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di legge n. 187, inerente a "Disposizioni relative alle attività di tatuaggio e percing"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 187, inerente a "Disposizioni relative alle attività di tatuaggio e percing", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla IV Commissione.
Do la parola alla relatrice di maggioranza, Consigliera Zambaia.
Prego, Consigliera, ne ha la facoltà.



ZAMBAIA Sara, relatrice

Grazie, Presidente.
La presente proposta di legge, licenziata all'unanimità dalla IV Commissione nella giornata di ieri, ha un duplice scopo: disciplinare l'attività di tatuaggio e di piercing, con la finalità di assicurare che siano svolte nel rispetto delle misure igieniche-sanitarie preventive, di sicurezza e di educazione sanitaria e prevedere (politicamente è il cuore pulsante della legge, una misura molto apprezzata) il finanziamento del tatuaggio per la ricostruzione dell'areola mammaria per le pazienti che, a seguito di malattia oncologica e di conseguenti interventi invasivi, hanno il desiderio, ma soprattutto la necessità morale, di effettuarlo per tornare a riacquisire quella dignità di donna che, purtroppo, talvolta, le malattie gravi tolgono senza esitazione.
Per questo motivo, Presidente, abbiamo come maggioranza ritenuto assolutamente necessario che si lavorasse trasversalmente e sinergicamente alla proposta di legge d'impulso della collega Disabato, perché lo dovevamo e lo dobbiamo, in primis, alle donne che meritano tutta la nostra attenzione e sensibilità anche politica.
Entrando maggiormente nello specifico, la legge si compone di 15 articoli volti principalmente a normare l'attività di tatuaggio e di piercing nel rispetto della normativa nazionale vigente.
Innanzitutto, il testo definisce i concetti di tatuaggio artistico e di tatuaggio con finalità medica; disciplina specifici percorsi formativi per gli operatori, al fine per garantire l'acquisizione di competenze specifiche, prevedendo, altresì, periodici corsi di aggiornamento della Regione Piemonte; prevede l'obbligo di informazione preliminare, da parte degli operatori nei confronti dei clienti e dei pazienti; norma i luoghi ove è consentito effettuare l'attività di tatuaggio e di piercing; norma l'attività, da parte degli operatori provenienti da altri Paesi dell'Unione europea; disciplina l'attività di controllo e di vigilanza e introduce un'attività sanzionatoria per i trasgressori.
Infine, contiene disposizioni rivolte alla Giunta regionale.
La prima è contenuta all'articolo 9, con cui viene disposto che la Giunta regionale, entro 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge deve dotarsi di un regolamento attuativo. In questo senso, la legge si pone come una legge quadro che dà mandato alla Giunta regionale di specificarne il contenuto.
La seconda è prevista all'articolo 12, che prevede l'organizzazione di specifiche campagne informative rivolte principalmente ai giovani e alle scuole, finalizzate a sensibilizzare sui rischi derivanti dall'attività di tatuaggio e di piercing svolte in modo non corretto e non conforme alle normative igienico-sanitarie e, di conseguenza, molto pericolose soprattutto tra le giovani generazioni.
Compete, infine, alla Giunta regionale l'attività di monitoraggio sull'attuazione della legge.
Relativamente alla dotazione finanziaria, per la copertura degli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, quantificati in 60 mila euro per ciascuna delle annualità 2023, 2024 e 2025, si attinge alla missione 13 "Tutela della salute" e alla missione 20 "Fondi accantonamenti".
Concludo, Presidente, ringraziando la collega Disabato per la leale collaborazione. Come anticipato all'inizio del mio intervento, la giornata di oggi giunge dopo un'importantissima opera di mediazione, di ragionamenti, di aggiustamenti e di volontà di operare trasversalmente su un tema così sensibile, motivo per il quale, come gruppo Lega, voteremo favorevolmente.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Do la parola alla relatrice di maggioranza, Consigliera Biletta.
Prego, Consigliera, ne ha la facoltà.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
In Italia, l'attività di tatuaggio e di piercing non è al momento regolata da una specifica legislazione nazionale. Tale lacuna, ben nota, è stata peraltro evidenziata anche da diversi soggetti che hanno presentato memorie e contributi in fase di consultazione della proposta di legge in esame.
L'unico riferimento a livello nazionale è rappresentato dalle circolari emanate dal Ministero della Salute, contenenti le linee guida per l'esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza, che si limitano a fornire indicazioni sui requisiti igienici per praticare i tatuaggi in sicurezza, introducendo anche adeguata formazione obbligatoria degli operatori attraverso appositi corsi di formazione.
Come già altre volte in situazioni analoghe, a livello regionale la situazione risulta articolata e frammentata, in quanto solo alcune Regioni (Marche, Lazio, Lombardia, Abruzzo e Toscana) sono intervenute in merito attraverso la disciplina di percorsi formativi estremamente differenti tra loro. Per fare un esempio: si passa da corsi di 14 ore a corsi di 800 ore.
A livello piemontese, è stato il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 46 del 2003 a fornire le prime indicazioni tecnico-sanitarie per l'esecuzione dell'attività di tatuaggio e di piercing. Con la DGR 3738 del 2016, la Regione Piemonte disciplina, invece, i corsi di formazione sui rischi sanitari delle attività di tatuaggio, piercing e trucco permanente mentre la legge regionale 54 del 1992 disciplina l'attività di estetista.
La proposta di legge in oggetto, quindi, si inserisce in questo contesto.
Grazie a un lavoro approfondito in Commissione, anche di riscrittura (ringrazio la collega Disabato per essersi resa disponibile a un confronto a 360 gradi che ci ha permesso anche di apportare alcune modifiche rispetto al testo originariamente presentato), si mira a garantire il diritto degli utenti a fluire di questi servizi.
È utile ricordare che queste pratiche non rispondono solo a un vezzo estetico, ma in alcuni casi derivano proprio da esigenze di salute ed esigenze psicologiche. A questo proposito - e credo sia proprio uno dei punti qualificanti della proposta di legge - nelle disposizioni di attuazione viene stabilito che, per alleviare il disagio psicologico delle donne sottoposte a interventi di asportazione e ricostruzione dell'areola mammaria, siano previsti contributi per la realizzazione di tatuaggi con finalità mediche.
Ecco, quindi, che la Regione interviene a sostegno delle donne che hanno subìto un intervento di asportazione del seno per tumore della mammella.
Data la delicatezza di questo tipo di tatuaggio, abbiamo voluto che questo debba necessariamente essere eseguito sotto stretto controllo medico e soprattutto, in una struttura sanitaria. Questo per evitare esecuzioni improvvisate e garantire, a chi ha già subìto un momento di sofferenza, un risultato adeguato e sicuro sia sotto il profilo della salute sia sotto il profilo estetico.
Il provvedimento, inoltre, nel rispetto delle disposizioni statali, va a disciplinare la formazione degli operatori, prevedendo l'acquisizione di adeguate conoscenze tecnico-professionali sotto gli aspetti igienico sanitari e di prevenzione, in relazione ai rischi di infezione e di danno dell'apparato cutaneo che possono derivare dalle tecniche impiegate. Nello specifico, quindi, si va a prevedere un corso teorico pratico di almeno 1500 ore di cui 500 di tirocinio per l'esercizio delle attività di tatuaggio e un corso di almeno 500 ore per l'esercizio dell'attività di piercing, di cui almeno 200 di tirocinio.
Ai fini della tutela della salute della persona, si prevede che sia vietato l'esercizio dell'attività senza aver esperito i percorsi formativi richiamati in forma ambulante e sui minori senza il consenso informato reso personalmente da chi esercita la responsabilità genitoriale.
Di interesse è anche la previsione secondo cui la Regione sarà chiamata a promuovere delle specifiche campagne informative rivolte in particolare ai giovani, finalizzate alla conoscenza dei rischi connessi ai trattamenti effettuati senza rispetto delle disposizioni igienico-sanitarie, nonch alle precauzioni da adottare e alle pratiche non corrette di tatuaggi e di piercing.
Si tratta, quindi, di un provvedimento che pone un ordine legislativo in un settore dove c'è una frammentazione delle disposizioni che regolano questo tipo di attività. La Regione Piemonte ha voluto intervenire sia a tutela delle persone che si sottopongono a tatuaggio o piercing, per garantire loro degli adeguati standard tecnico-professionali. sia a tutela di chi svolge questa attività, assicurando gli opportuni percorsi formativi rafforzandone così anche la professionalità.
Sin da ora, dichiaro che il voto di Forza Italia sarà favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biletta.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato, relatrice di minoranza.
Prego.



DISABATO Sarah, relatrice

Grazie, Presidente.
La proposta di legge n. 187 a mia prima firma "Riconoscimento delle attività di tatuaggio e di dermopigmentazione" ha subìto diverse modifiche in Commissione sanità. Modifiche che però non hanno intaccato i principi cardini contenuti all'interno del testo, vale a dire la tutela della salute dei cittadini e la lotta all'abusivismo relativo all'attuazione di queste professioni.
Perché si è resa necessaria una legge sull'attività di tatuaggio e piercing? Perché, come hanno detto bene le colleghe relatrici di maggioranza Zambaia e Biletta, ad oggi non esiste una norma nazionale di riferimento in grado di poter garantire, come dicevo prima, la tutela della salute. Basti pensare che, per diventare parrucchieri, nel nostro Paese sono necessari due anni di corso, varie specializzazioni e in più un anno di tirocinio; per diventare estetisti servono due anni di corso più specializzazioni e un anno di impresa. Sono dei corsi corposi che vedono coinvolti i partecipanti in più anni di corso.
Per diventare tatuatore, ad oggi, bastano invece 90 ore di corso igienico sanitario, che nulla ha a che vedere con l'affinare l'arte e la pratica relativa al tatuaggio. È chiaro che qualcosa non quadrava nell'ordinamento nazionale. Penso a tutti i rischi connessi a questo tipo di attività. Per le attività che ho citato prima, chiaramente, non c'è un contatto interno dell'epidermide e del derma; in questo caso, invece, si utilizzano degli strumenti che sottopongono chi pratica questa attività e anche il soggetto che la riceve a potenziali rischi di infezione e patologie.
In particolare, i possibili rischi per la salute associati al tatuaggio e al piercing possono essere causati dalla contaminazione microbiologica della presenza di sostanze chimiche pericolose negli inchiostri o dalle procedure stesse, se eseguite in malo modo. È fondamentale, oltre a rispettare le norme di carattere igienico-sanitario e di sicurezza relative all'ambiente di lavoro, porre massima attenzione alle modalità di esecuzione e alla sicurezza dei materiali e dei colori utilizzati (oggi c'è addirittura una normativa europea di riferimento), nonché alla preparazione, all'esperienza e all'abilità del tatuatore che dovrà effettuare dei corsi di formazione.
Come dicevo prima, a differenza di altre pratiche estetiche, con la procedura del tatuaggio viene lesa la barriera cutanea e la ferita pu anche essere soggetta ad infezioni, in particolare se non vengono rispettate raccomandazioni appropriate sull'igiene e sull'aftercare.
L'esecuzione del tatuaggio può dar luogo a tre potenziali origini di infezione: in primo luogo i patogeni possono proliferare per vari motivi l'inchiostro del tatuaggio può essere contaminato già nella fase di produzione o preparazione e, una volta che la bottiglia è stata aperta, pu essere utilizzata senza rispettare le norme standard di sepsi.
Ci sono dunque, come dicevo prima, gravi rischi per la salute se l'operatore non è messo nelle condizioni di poter operare a seguito di una formazione. Qui rientra tutto il tema della tutela della sicurezza e della salute e della lotta all'abusivismo. C'è da dire che questo settore, più di altri, vede una cospicua percentuale di chi effettua il tatuaggio non a norma o comunque abusivo, operante addirittura negli spazi domestici.
Questo la Regione può impedirlo, andando a creare una normativa di riferimento.
La legge prevede attualmente 15 articoli per la disciplina dell'attività.
Il primo è volto a definire le finalità, quindi la tutela della salute, per promuovere tutte le azioni necessarie ad assicurare adeguati standard tecnico-professionali; le definizioni del tatuaggio sia a fini correttivi o tatuaggio artistico o piercing, che è stato inserito successivamente nel testo di legge.
All'articolo 3 ci sono i percorsi formativi. Vorrei soffermarmi su questo punto, perché la modifica principale della legge riguarda proprio i percorsi formativi che passano, per l'attività di tatuaggio, a 1500 ore complessive per l'esercizio dell'attività, di cui 500 ore di tirocinio. Si passa da 90 ore di corso igienico sanitario a 1500 con anche una parte pratica, volta ad affinare la tecnica. Per il percorso di piercing, invece saranno necessarie 500 ore, di cui 200 di tirocinio.
Scompare dalla legge l'attività di dermopigmentazione perché, a seguito di un ampio lavoro di confronto all'interno della Commissione consiliare abbiamo convenuto, con le associazioni di categoria riguardanti l'artigianato e l'estetica, di depennare questa attività in quanto, per la dermopigmentazione, esiste effettivamente una norma nazionale: risulta attività propria degli estetisti. Quindi, essendo un'attività già disciplinata, noi abbiamo deciso di depennarla per non causare confusione all'interno del testo e non andarla ad inserire in una legge che tratta invece, di altro tipo di attività, benché anche nella dermopigmentazione vengano utilizzati degli aghi che entrano bene all'interno della cute.
All'interno dei percorsi formativi verranno definiti anche i soggetti formatori accreditati autorizzati dalla Regione, conformemente alle norme vigenti in materia di formazione; ogni quattro anni verranno previsti ovviamente degli aggiornamenti da offrire a chi deciderà di operare in questo settore (chiaramente, trattandosi di una norma non retroattiva varrà dalla data di vigenza).
All'articolo 4 sono esplicitati i divieti.
L'articolo 5 prevede l'informativa che dovrà essere rilasciata dagli operatori alla clientela relativa ai rischi sanitari e l'operatività rispetto al tatuaggio.
L'articolo 6 contiene tutta la disciplina dell'esercizio dell'attività dalla presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) presso gli sportelli SUAP alla relativa procedura per dare avvio all'attività in modo legale.
All'articolo 7 sono disciplinate le manifestazioni pubbliche, che comprendono, ovviamente, anche gli eventi fieristici sul nostro territorio e che vedono la partecipazione di professionisti provenienti da tutta Italia e non solo.
Anche per questo, all'articolo 8 abbiamo deciso di disciplinare gli artisti provenienti da territorio extra-regionale o provenienti da altri Stati che vengono ad operare sul nostro territorio, ma anche a partecipare a fiere e ad eventi.
All'interno della legge verrà inserito un nuovo articolo, l'8 bis, che a mio avviso, rappresenta un passaggio importantissimo di questa norma perché riguarderà i contributi per tatuaggi a fini correttivi relativi alla ricostruzione del complesso areola-capezzolo. Nella nostra Regione, ogni anno, circa 4.000 donne vengono operate per tumore al seno e oltre 500 donne subiscono una mastectomia. Alcune di loro rinunciano ad un nuovo intervento per la ricostruzione del capezzolo e dell'areola mammaria, anche perché si tratta di interventi piuttosto invasivi, optando invece per il tatuaggio a fini correttivi.
Questo tatuaggio, ad oggi, viene eseguito a macchia di leopardo nella nostra Regione e il relativo costo è a carico delle donne, bench rappresenti un Livello Essenziale di Assistenza garantito a livello nazionale. Purtroppo, non sono state fornite delle vere e proprie linee guida a livello nazionale, per cui la situazione a livello regionale risulta disomogenea sul territorio. Per questi motivi, abbiamo chiesto un impegno economico alla Regione Piemonte per poter garantire questa prestazione alle donne che ne facciano richiesta, per cancellare i segni fisici e psicologici relativi alla malattia.
All'articolo 8 bis definiremo quindi i contributi da erogare alle strutture sanitarie per effettuare questo tatuaggio a fini correttivi, per cui ci sarà un regolamento attuativo che ne stabilirà i criteri e le modalità di erogazione.
A mio avviso, è un passo molto importante per la nostra Regione, perch si va verso l'attuazione di un Livello Essenziale di Assistenza che garantisce un diritto importante a delle donne che vogliono superare definitivamente la malattia e che intendono farlo in modo sicuro, sotto le mani di professionisti preparati e competenti e sotto stretto controllo medico. Come tante situazioni, anche il tatuaggio del complesso areola capezzolo richiede un monitoraggio, sia per verificare che i benefici siano superiori ai rischi sanitari, sia per non interferire con quelle che sono le attività di screening post-intervento e post-malattia. Quindi il tutto sarà svolto con la massima sicurezza, sotto controllo medico e per mano di professionisti del settore, che verranno adeguatamente formati grazie alla nostra legge.
L'articolo 9 disciplina i contenuti del regolamento di attuazione, che disciplinerà le materie di insegnamento teorico/pratico; i contenuti dei percorsi formativi; i requisiti per lo svolgimento delle attività di tatuaggio e piercing; i requisiti minimi strutturali e igienico-sanitari dei locali adibiti alle attività di tatuaggio e piercing; le modalità di preparazione, utilizzo e conservazione dei pigmenti e, ovviamente, i criteri e le modalità per erogare i contributi per i tatuaggi a fini correttivi.
L'articolo 10 disciplina le modalità procedurali per l'esercizio delle funzioni di vigilanza e controllo previste dalla proposta di legge e attribuite ai Comuni e alle ASL (quando di competenza) per la verifica dei requisiti igienico-sanitari.
L'articolo 11 contiene le sanzioni per chi violerà le disposizioni contenute all'interno di questo testo.
L'articolo 12 prevede le campagne informative.
All'articolo 13 è stato recepito il parere del Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche (quindi verrà inserito un monitoraggio rispetto all'attuazione di questa norma).
L'articolo 14 contiene le disposizioni transitorie e finali.
L'articolo 15 reca la disposizione finanziaria della proposta di legge che dà attuazione a questa legge, con 180.000 euro distribuiti nel triennio, con la garanzia dell'Assessore Tronzano a riadeguare la cifra anche in base alle richieste che perverranno da parte delle donne per quanto riguarda l'accesso alla prestazione del tatuaggio a fini correttivi.
In conclusione, ci tengo a ringraziare in particolare gli uffici del Consiglio regionale per tutta l'attività che hanno svolto affinché questa legge potesse uscire nel migliore dei modi, anche recependo le modifiche pervenute durante le audizioni; ringrazio gli uffici legislativi del Consiglio regionale, ma anche il Centro studi e gli uffici della Regione Piemonte, con cui c'è stato un proficuo confronto soprattutto a livello di Settori di formazione, di artigianato e di sanità. Insomma, c'è stato un vero e proprio lavoro di squadra intorno a questa legge.
Ringrazio le relatrici di maggioranza, le Consigliere Biletta e Zambaia, per le migliorie apportate alla legge, perché è stato un testo assolutamente condiviso e scritto a più mani per far sì che il risultato fosse il migliore possibile.
Lascio ovviamente all'Aula la decisione finale e le eventuali proposte di modifica che potremo valutare insieme in fase di esame degli emendamenti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non vi sono altri relatori, per cui dichiaro aperta la discussione generale.
Chiedo se vi siano interventi in discussione generale o se ci sia l'intenzione di sospendere la trattazione del provvedimento e di chiudere la seduta, anche in attesa delle valutazioni della Giunta regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Andrea

Grazie, Presidente.
Dopo un confronto con i colleghi di maggioranza e di opposizione, è emersa la volontà di sospendere i lavori.



PRESIDENTE

Grazie.
Sospendo, quindi, la trattazione del punto 5) all'o.d.g., inerente alla proposta di legge n. 187 "Riconoscimento delle attività di tatuaggio e dermopigmentazione".
Mi sembra che vi sia, altresì, l'intesa di sospendere i lavori odierni e di convocare in Sala A la Conferenza dei Capigruppo per decidere il programma dei lavori della prossima settimana.
Auguro a tutti una buona serata e buon lavoro.
I Capigruppo sono convocati in Sala A per la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è chiusa.



(La seduta termina alle ore 18.24)



PRESIDENTE

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