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Dettaglio seduta n.219 del 06/12/22 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.32 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la sessione delle interrogazioni e interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interpellanza n. 926 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Carosso.
Chiedo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni e alle interpellanze di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio d'Aula.
Ricordo ancora agli interroganti che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo che per le interpellanze non è prevista l'illustrazione da parte dell'interpellante per cinque minuti, la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica dell'interpellante per altrettanti cinque minuti.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 926 presentata da Magliano, inerente a "Reparto NPI dell'Ospedale Regina Margherita (OIRM) di Torino, sempre più richieste e meno posti letto: come intende intervenire questa Giunta?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interpellanza n. 926.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Mi si permetta di ringraziare il Vicepresidente di essere qui quest'oggi al posto dell'Assessore competente Icardi.
Stiamo iniziando a discutere le interpellanze legate alla sanità e mi auguro che non sia solo per il clima natalizio, però mi corre l'obbligo di ricordare, ancorché ringrazio l'Assessore per essere qui oggi, che questa interpellanza è datata 15 dicembre 2021; mi auguro, quindi, che le cose che ho chiesto trovino una risposta e che in questo anno si sia trovata una soluzione.
Premesso che, nella realtà italiana, i servizi psichiatrici per minori devono fare fronte al permanere di diverse criticità, come la cronica carenza d'investimenti, l'organizzazione non omogenea dei servizi e le carenze strutturali e organizzative.
Premesso che, in Piemonte, negli ultimi anni, sono emersi significativi incrementi del disagio e delle problematiche psichiatriche e psicologiche che iniziano in età precoce e con maggiore gravità clinica ed evolutiva e che la pandemia non ha fatto altro che incrementare questo fenomeno accelerando tendenze già in atto, purtroppo.
Considerato che fenomeni come l'isolamento in una stanza, la didattica spesso effettuata unicamente mediante PC o smartphone e le liti in famiglia sorte dalla convivenza forzata in spazi ridotti hanno innescato negli adolescenti una seconda epidemia, non da virus, ma da depressione, disturbi del comportamento alimentare, crollo della concentrazione e dell'autostima ansia e autolesionismo: tutti dati riportati dalle società scientifiche.
Sottolineato che, in Italia, le prescrizioni di metilfenidato, farmaco contro i disordini dell'attenzione, prescritto solo da specialisti e nel quadro di una terapia, hanno registrato, nel dicembre del 2020, un incremento di circa l'8% rispetto all'anno precedente.
Rilevato che i dati del servizio informativo regionale mostrano come i minori per i quali in Piemonte sono stati richiesti interventi da parte delle strutture di neuropsichiatra infantile sono passati, da 37.710 nel 2006, a 50.335 nel 2016, con un incremento del 40%.
Rilevato che nello stesso anno stesso arco di tempo i minori (fascia d'età 10-18 anni), presi in carico dalle medesime strutture per problemi specificamente psichiatrici, sono passati da 5.657 a 10.690 unità, dato quasi raddoppiato in dieci anni ed è andato ad aggravarsi nel periodo COVID e post COVID.
Accertato che l'attuale articolazione dei servizi territoriali non appare pienamente preparata a intercettare i bisogni della popolazione.
Accertato che in Piemonte, nell'anno 2020, le richieste di ricovero per tentativi anticonservativi di adolescenti, cioè ragazzi che volevano farla finita, Presidente, in particolare ragazze, è incrementata di cinque volte rispetto al 2019, ricordo che, in questo momento, presso l'Ospedale Regina Margherita di Torino, dove si registra l'occupazione stabile di tutti i 18 posti letto del reparto di neuropsichiatria infantile, i pazienti adolescenti affetti da disturbi psichiatrici affollano anche i posti letto delle pediatrie del pronto soccorso e voi immaginate la delicatezza di questa condizione clinica e i bimbi che non trovano posto. Questo dato è stato registrato alla fine dell'anno scorso, Presidente.
Tenuto conto che il ricovero di un paziente in età adolescenziale, in un reparto diverso da quello di neuropsichiatra infantile, richiede la presenza di uno dei genitori o di un loro sostituto, per assistere giorno e notte il minore e che, a causa della pandemia, il cambio tra genitori è consentito solo previo tampone molecolare e almeno ogni sette giorni dal ricovero ma, in alcuni reparti, anche ogni 15 giorni.
Tenuto conto che questa situazione genera ripercussioni sia sulla gestione familiare del paziente ricoverato, sia sulla situazione lavorativa del genitore che lo assiste a causa dei pochi permessi concessi per l'assistenza di figli adolescenti (questo è il dato che registravamo l'anno scorso, quando c'era ancora il tema della pandemia).
Considerato inoltre che i ricoveri a seguito di episodi di acuzie non devono essere visti come semplici soluzioni di emergenza, bensì vanno contestualizzati nell'ambito di servizi ospedalieri e territoriali fortemente orientati alla prevenzione e alla presa in carico precoce dei pazienti, è necessario potenziare la risposta sanitaria per ogni fase di cura. Pertanto, è essenziale attivare misure urgenti volti a incrementare il numero di posti letto nel reparto di neuropsichiatria infantile dell'Ospedale Regina Margherita di Torino e a investire maggiori risorse atte ad accogliere tale emergenza psichiatrica e neuropsichiatrica.
Interpello la Giunta regionale per sapere quali azioni intenda mettere in campo per garantire una risposta tempestiva ed efficace al crescente disagio psichico adolescenziale; quanti siano i ricoveri ordinari in adolescenza (14-18 anni) negli ultimi due anni nei reparti di neuropsichiatria dell'ospedale Regina Margherita di Torino e come s'intenda soddisfare il fabbisogno di posti letto di emergenza/urgenza e in degenza ordinaria, senza doversi appoggiare ad altri reparti o al pronto soccorso.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Carosso per la risposta.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione, la risposta è la seguente.
Con DGR n. 36-27998 del 2 agosto 1999, la Regione Piemonte, dando attuazione ai Piani Sanitari Regionali, istituì la rete di assistenza neuropsichiatrica infantile. Negli anni successivi, i provvedimenti delinearono sempre più modalità, caratteristiche e relazioni in rete interne ed esterne ai servizi di neuropsichiatria infantile. La Regione Piemonte ha una rete capillare di servizi pubblici di NPI che offrono assistenza territoriale e ospedaliera in rete con le pediatrie.
Il Piemonte, con DGR 1-600 di revisione della rete ospedaliera, ha definito la collocazione delle NPI presso quattro Aziende ospedaliere (Città della Salute, Alessandria, Novara e Cuneo). Le Aziende ospedaliere che hanno attivato i posti letto sono Città della Salute e Alessandria.
Va sottolineato che la capillare presenza di servizi territoriali rende spesso estremamente meno grave e significativo il ricovero in ospedale.
Certamente, la pandemia ha modificato parzialmente la domanda di accesso e di emergenza: spesso sono situazioni di minori non conosciuti precedentemente dai servizi e sui quali è quindi difficile attivare risposte di prevenzione.
Va peraltro sottolineato che proprio la situazione scatenata dalla pandemia, costantemente monitorata anche a livello nazionale, ha reso disponibili delle risorse con il Decreto Ministeriale 73/2021, che la Regione ha provveduto ad attribuire alle diverse Aziende.
Dai dati SDO per la branca 33 NPI risulta che, nel confronto 2019-2020 2021, i ricoveri ospedalieri ordinari siano stati 422 per il 2019, 419 per il 2020 e 437 per il 2021. Nello specifico, i ricoveri della fascia 14-18 anni sono stati 108 nel 2020, 154 nel 2021 e 154 fino a ottobre del corrente anno.
Per rispondere al crescente disagio si intende offrire una gestione sempre più organizzata e dotata sia di reparti in grado di gestire le acuzie neuropsichiatriche sia di reparti per gestire il lungo periodo di riabilitazione. Lo studio in merito al dimensionamento clinico-gestionale dell'Ospedale Infantile Regina Margherita ha dimostrato che i ricoveri presso la struttura di neuropsichiatria infantile sono oltre soglia anche secondo un confronto con le strutture di neuropsichiatria dei principali istituti pediatrici italiani (Gaslini di Genova, Meyer di Firenze, Burlo Garofalo di Trieste e Bambin Gesù di Roma) e che mancano i posti letto per la riabilitazione. Questi letti di riabilitazione saranno collocati all'esterno del nosocomio, ma funzionalmente collegati per offrire un percorso armonico ai pazienti.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Carosso per la risposta.
Ha chiesto di replicare il Consigliere Magliano.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per aver voluto portare la risposta dell'Assessore Icardi. È evidente che ci saremmo aspettati un aggiornamento del dato visto che l'interpellanza è stata presentata a fine dell'anno scorso.
Avremmo gradito avere anche i dati del 2022, proprio per capire l'effetto del COVID e cosa si è pensato di fare da questo punto di vista.
Leggerò con attenzione la risposta, anche rispetto al paragone con altri ospedali che si occupano di neuropsichiatria infantile, però penso - me lo faccia dire, Assessore - che il quadro, che, in parte, viene definito adeguato da parte dei nostri centri territoriali, così non sia.
Sarà anche mia cura capire perché delle quattro realtà ospedaliere che dovevano far partire le neuropsichiatria infantile alla fine ne siano partite solo due, da quanto risulta dalla sua risposta, Città della Salute e Alessandria. È evidente che non possiamo chiudere gli occhi di fronte a una seconda pandemia, quella legata al tema del disagio psicologico che diventa poi disagio psichiatrico.
Ho provato a raccontare in narrativa un fatto a mio giudizio increscioso anche se non ho trovato risposta e neanche un cenno da parte dell'Assessorato di Icardi. Ragazzi affetti da disturbi dell'alimentazione (peraltro, quest'Aula si pregia di aver votato una legge all'unanimità anche grazie ai colleghi che hanno sottoscritto questa legge proprio sui disturbi della nutrizione) venivano spostati in altri reparti o al pronto soccorso. C'è proprio un problema di posti letto su quest'area più che in altre. Questo è evidente parlando con i genitori e con le associazioni dei familiari. Mi auguro che questa interpellanza abbia sollevato la problematica.
Ogni due o tre mesi, all'Ospedale Regione Margherita si inaugura un reparto o un nuovo macchinario; non possiamo che esserne contenti e fieri, per sarà poi curioso capire se questo reparto o questo macchinario vedranno medici, o bimbi e bimbe che purtroppo vivono una condizione di malattia utilizzarli. Su questo, faremo molta attenzione.
Ci pare comunque, ancorché sia importante definire il fabbisogno dei posti letto e utilizzare al meglio le risorse, rendersi conto e prendersi carico di questa sfida drammatica che abbiamo davanti come istituzione e come sistema sanitario.
Oggettivamente abbiamo un incremento, in percentuale spaventoso, del disagio psicologico che poi diventa, purtroppo, disagio psichiatrico. Non possiamo lasciare le famiglie sole dopo la fase acuta in cui si cerca una stabilizzazione, dal punto di vista clinico, sui territori. A differenza di quanto esposto dall'Assessori Icardi, non vediamo questa tipologia di approccio così sistemico e così diffuso.
Su questo varrà la pena, se vogliamo definirci classe dirigente e legislatori attenti ai bisogni e alle realtà, fare un profondo ragionamento su come dare un segnale di forza. Il dolore è sempre qualcosa di drammatico, ma quando lo vivono i bambini lo è ulteriormente. La malattia psichiatrica, all'interno di una famiglia, a volte rende devastante il rapporto stesso nella famiglia, rischiando di mettere in discussione la tenuta dei legami sociali delle famiglie, come tutte le malattie che hanno a che fare con le dipendenze. Tutto ciò che ha a che fare con la mente, che di fatto trasforma il carattere e la personalità, rischia di mettere in grossa difficoltà i familiari.
Su questo mi auguro che ci sia, in questo ultimo scampolo di legislatura un'attenzione rinnovata o più forte, perché non possiamo consegnare un Piemonte con famiglie che si sentono abbandonate o alle quali, nonostante quello che noi diamo, viste le mutate condizioni, non riusciamo a dare una risposta adeguata.
Ringrazio nuovamente l'Assessore per essere venuto qui oggi a rispondere su questo tema.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per la replica.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni e interpellanze. Alle ore 10 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie e buona salute a tutte e a tutti.



(Alle ore 9.46 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 10.08 il Presidente Allasia aggiorna la seduta alle ore 10.30 per mancanza del numero legale)



(La seduta inizia alle ore 10.45)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Hanno chiesto congedo Chiorino, Cirio, Lanzo, Protopapa, Ricca, Stecco e Tronzano.
Il numero legale è 23.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Vorremo chiedere a lei, Presidente, non tanto un'informativa, ma produrre più velocemente una promessa che avevamo fatto ormai qualche giorno fa.
Stamattina ci siamo svegliati con le porte dell'Assessorato all'ambiente murate - ovviamente senza ostruire l'ingresso, ma lasciandolo libero ai dipendenti e anche all'Assessore per entrarvi - dai militanti di Extinction Rebellion. I militanti, vestiti da Minions come li avevamo visti fuori da questo palazzo, questa notte hanno costruito, anche con un'azione simbolica particolarmente interessante e simpatica, un muro su cui hanno scritto: "Crisi climatica. Chiuso per inadempienza".
Questo perché, Presidente, per tornare seri e per consegnare un dato di concretezza a questa azione, il 2022 è stato l'anno più caldo dal 1753.
Così ci dicono i dati ufficiali.



PRESIDENTE

Pensavo se lo ricordasse.



SARNO Diego

Me lo ricordo, perché sono rinato più e più volte.
Nei mesi di settembre, ottobre e novembre - dati ufficiali - la temperatura è stata più alta di 2,1 gradi. Questo testimonia l'elemento centrale della crisi climatica.
Sappiamo che la Regione, per essere chiari, non può risolvere da sola questo problema - ci mancherebbe altro - ma può contribuire in tale ottica.
Il 25 ottobre - mi rivolgo al Presidente del Consiglio e al Presidente della V Commissione - abbiamo ricevuto, dopo la manifestazione svolta davanti alla sede del Consiglio, i manifestanti e i militanti di Extinction Rebellion. In quella stessa data abbiamo richiesto l'audizione in Commissione degli stessi e tutti ci siamo detti, il Presidente in primis che eravamo disponibili nei giorni a seguire a organizzare un appuntamento molto probabilmente anche con l'Assessore.
Presidente, sono passati 41 giorni, ma a quella richiesta non è stata data nessuna risposta e non è stato dato seguito. Non so se l'Assessore non vuole presentarsi perché non ha piacere al confronto o forse perché troppo impegnato; non lo so, ma credo che sia doveroso individuare una data perch tutti ci eravamo detti disponibili, lei per primo, Presidente, insieme al Presidente della V Commissione.
Ecco che - l'Assessore Marnati non è presente - rinnoviamo la richiesta a lei, Presidente, e al Presidente della V Commissione, magari nella giornata di oggi, di individuare una data e quindi organizzare un'audizione dei militanti di Extinction Rebellion, perché crediamo che il tema sia particolarmente fondamentale e urgente.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dago; ne ha facoltà.



DAGO Angelo

Come si era detto, ci siamo presi tutti l'impegno. Ho avuto contatti con l'Assessore Marnati, che si è reso disponibile, ma il problema era trovare una data. Sapete che la V Commissione si riunisce sempre al giovedì pomeriggio, ma non si è mai riusciti a concordare una data.
So che il Consigliere Sarno ha sollecitato con una mail la V Commissione.
Mi sono sentito al telefono con l'Assessore, il quale mi ha riferito che magari nella prossima seduta.
Il 15 c'è l'audizione sul piano rifiuti, ma nella riunione successiva magari potremmo inserire l'audizione, perché quel giorno mi ero impegnato in tal senso, come tutti i presenti in quella sessione.
Credo che prima di Natale potremmo audire i richiedenti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dago.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Per chiedere un'informativa in Aula il prima possibile sul tema PNRR. Mi pare che la discussione che si sta sviluppando a Roma da parte del Governo centrale e che le posizioni che il nostro governatore, il Presidente Cirio ha preso sulla gestione del PNRR, inizino a farsi preoccupanti.
Innanzitutto perché i ritardi nella gestione del PNRR, di fatto, rischiano di mettere in difficoltà l'arrivo di queste risorse e la calendarizzazione delle gare dei bandi per le stesse.
Proprio in questi giorni in cui si parla anche di autonomia sarebbe opportuno provare a capire, nella sede più appropriata, come queste risorse sono in ritardo e se lo sono. Ricordo che il Governo uscente aveva consegnato un timing che, di fatto, sembrava aver rispettato quanto l'Europa chiedeva.
Se fosse possibile, Presidente, quest'oggi avere il Presidente Cirio o i colleghi che si occupano di questa materia, potrebbe essere importante perché non vorremmo, dopo la pausa natalizia, svegliarci nel nuovo anno e accorgerci che sono stati saltati alcuni punti importanti del GANTT che doveva essere rispettato e, quindi, non vedere l'arrivo delle risorse sul nostro Piemonte. In parte per quello che riguarda il PNRR sanità, ma su questo forse un approfondimento si potrà fare in IV Commissione.
Sul tema PNRR più in generale e dopo le affermazioni del Presidente, che chiede che le Regioni vengano maggiormente.



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, sento malissimo il Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Concludo per chiedere un'informativa sulla richiesta di maggior coinvolgimento delle Regioni sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienza da parte del Presidente Cirio e per capire che cosa s'intende fare su questo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Non ci sono altre richieste d'intervento in merito alle proposte di modifica dell'o.d.g.
Intanto, prendiamo atto della risposta del Presidente Dago alla richiesta del Consigliere Sarno, per rinnovare l'audizione in sede di Commissione.
Quanto alla richiesta di informativa avanzata dal Presidente Magliano sullo stato del PNRR, la Giunta è presente - vedo il Vicepresidente Carosso e l'Assessore Marrone - e può intervenire in qualsiasi momento.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Stavo ragionando insieme al Presidente Magliano in merito al fatto che oggi ricorre l'anniversario dell'incidente alla Thyssenkrupp e mi chiedevo se non fosse possibile trovare un momento per raccoglierci in silenzio per ricordare i caduti di quel tagico evento, e, più in generale, tutti i caduti sul lavoro. So che in Consiglio regionale c'è una giornata dedicata però mi sembra un anniversario importante, che dovrebbe farci riflettere. E poiché siamo in Aula proprio oggi, mi chiedevo se fosse possibile trovare un accordo su questo aspetto.



PRESIDENTE

Ha ragione.
Eventualmente, per non interrompere i lavori dell'Aula, all'inizio della seduta pomeridiana potremmo riservare un minuto di silenzio per questo tragico evento che ha colpito la Città di Torino.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, possiamo considerare l'ordine del giorno approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Ai sensi dell'articolo 55 del Regolanento hanno chiesto congedo Caucino Chiorino, Cirio, Lanzo, Protopapa, Ricca, Riva Vercellotti, Stecco e Tronzano b) Processi verbali precedenti sedute Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute del 22 e 29 novembre 2022.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali dell'8, 9, 15 e 16 novembre 2022.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Proposta di legge n. 203, inerente a "Disposizioni concernenti l'odontoiatria solidale e l'attivazione di reti di collaborazione per la co progettazione di azioni a fini di solidarietà sociale verso le fasce più deboli della popolazione con particolare riferimento alla c.d. 'vulnerabilità sociale'" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 203, inerente a "Disposizioni concernenti l'odontoiatria solidale e l'attivazione di reti di collaborazione per la co-progettazione di azioni a fini di solidarietà sociale verso le fasce più deboli della popolazione con particolare riferimento alla c.d. 'vulnerabilità sociale'", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Stecco, oggi assente, chiede il rinvio della trattazione del provvedimento perché indisposto. In qualità di primo firmatario teneva a presenziare all'esame dell'atto. È molto dispiaciuto, ma ieri aveva 40 di febbre a causa di una brutta influenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
A nome di tutta l'Aula (se qualcuno si vuole dissociare lo faccia adesso o mai più) auguro al Consigliere Stecco una pronta guarigione.
Alla luce di questa comunicazione, penso che nessuno sia contrario a sospendere il punto in oggetto e passare al punto successivo all'o.d.g.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame proposta di legge n. 184, inerente a "Modifiche alla legge regionale 1° agosto 2018, n. 11 (Disposizioni coordinate in materia di cultura)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 184, inerente a "Modifiche alla legge regionale 1° agosto 2018, n. 11 (Disposizioni coordinate in materia di cultura)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla VI Commissione il 23 novembre 2022. Il relatore di maggioranza è il Consigliere Cane; il relatore di minoranza è il Consigliere Sarno.
Ha chiesto la parola il relatore di maggioranza, Consigliere Cane; ne ha facoltà per 15 minuti.



CANE Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Oggi siamo finalmente giunti a discutere e a votare l'iter finale di una legge che ha visto il coinvolgimento di tanti attori. Il ringraziamento infatti, è rivolto ai tanti colleghi, amici di partito, ma anche solo appassionati di cultura piemontese, volontari delle associazioni funzionari del Consiglio regionale e dell'Assessorato alla cultura, che mi hanno supportato in questi anni nella definizione di questo progetto di legge. Non a caso ho precisato "in questi anni", perché l'ispirazione di questi temi e obiettivi va molto indietro nel tempo, nasce da battaglie culturali che la Lega porta avanti da ormai tanti decenni.
Non ultimo, ovviamente, il mio ringraziamento va alla collega e amica Assessore Vittoria Poggio, sempre attenta a tutte le tematiche che riguardano la storia e le tradizioni della nostra splendida terra che si chiama Piemonte.
Per introdurre ciò che mi ha mosso nella proposizione di questo progetto di legge mi piace partire da una definizione che si trova anche su Wikipedia alla voce "bogia nen".
"Bogia nen" in italiano significa letteralmente "non ti muovere". In realtà, è un soprannome popolare che si riferisce ai piemontesi e che rimanda a un temperamento caparbio, capace di affrontare le difficoltà con fermezza e determinazione. L'espressione però viene spesso confusa con una produzione letterale che rimanderebbe, invece, a una presunta passività troppo succube e prudente. L'espressione, invece, avrebbe origine dalle gesta di soldati sabaudi durante la battaglia dell'Assietta (parlo di un episodio della guerra di successione austriaca che ebbe luogo il 19 luglio del 1747). In quell'occasione, 4.800 soldati austro-piemontesi si trincerarono in due bastioni e una serie di muri a secco per fermare l'avanzata di 40.000 francesi. Sottoposto a una serie continua di assalti il comandante generale Giovanni Battista Cacherano di Bricherasio decise di chiamare a raccolta tutte le truppe a difesa del bastione del Grand Serin.
Ma nonostante l'ordine di ritirata fosse arrivato per tre volte all'avamposto della Testa dell'Assietta, il comandante dell'avamposto Paolo Federico Novarina, Conte di San Sebastiano,, pronunciò la frase: "In faccia al nemico le guardie non possono volgere le spalle", aggiungendo, secondo tradizione, in piemontese: "Noiàutri i bogioma nen da sì".
Il risolversi della battaglia a favore degli austro-piemontesi fece in modo che quella frase diventasse un motto popolare - il nostro motto popolare per eccellenza - molto diffuso e la parola "bogia nen" è usata per indicare i piemontesi, con riferimento alla loro testardaggine e risolutezza.
Pensate a quanto una parola piemontese possa rappresentare uno scrigno, un simulacro, un contenitore di storia, di cultura e di spirito identitario pensate a quanto valore didattico, didascalico e divulgativo possa contenere. Questo perché il dialetto, che personalmente preferisco definire "lingua", penso sia un bagaglio culturale che ognuno di noi porta sulle spalle, e non più una zavorra che ha come alternativa l'italiano.
Penso che sia l'inevitabile segno che ci fa dire che apparteniamo a un certo luogo, a un certo territorio, a un certo paese, a una certa valle, a una certa provincia, a volte a una certa frazione, a un certo tempo, che ci identifica e ci colloca nel posto preciso della nostra storia personale.
È per questo che nella proposta di legge n. 184 andiamo a promuovere la conservazione, lo studio, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale del Piemonte, anche di natura religiosa - perché no? - compreso il patrimonio linguistico e dialettale e anche le espressioni culturale di nuovi cittadini e delle comunità di tutti i piemontesi residenti, non solo nella nostra Regione, ma anche in altre Regioni e anche all'estero.
Certamente si dirà - com'è già stato anche detto - che questa è una proposta che piace soprattutto ai leghisti; però penso che questa proposta invece, debba piacere ed essere rispettata da tutti i cittadini che abitano la nostra Regione. La stessa Assemblea generale dell'ONU sancisce che la diversità linguistica è un elemento importante della diversità culturale e che occorre promuovere il rispetto e la protezione di tutte le lingue, in particolare quelle a rischio di estinzione, inclusi i dialetti. I dialetti sono certamente un bene culturale immenso da studiare e preservare, per continuare a sentire quel legame con le nostre radici della nostra cultura millenaria.
Mi piace citare il linguista e filosofo del linguaggio, Tullio De Mauro che, parlando della tutela delle minoranze linguistiche, aveva sottolineato che il plurilinguismo caratterizza la storia e la cultura della società contemporanea. Cito testualmente: "Riconoscere le dignità delle parlate minori è un fatto di diritto civile, di rispetto dell'ambiente linguistico ma è anche un fatto pedagogicamente decisivo per l'apprendimento della stessa lingua italiana. Una lingua, voglio dire, una lingua materna in cui siamo nati e abbiamo imparato a orientarci nel mondo, non è un guanto, uno strumento 'usa e getta'. Essa innerva la nostra vita psicologica, i nostri ricordi, associazioni, schemi mentali e, dunque, la trama della nostra vita sociale e di relazione. Stiamo assistendo a un rimescolamento etnico linguistico senza precedenti nella storia umana, che spinge anche le scuole a salvaguardare l'identità dei nuovi arrivati, favorire e promuovere il loro effettivo inserimento".
Dopo queste parole, arriviamo all'impianto di legge, che ci dice cose semplici, ma ritengo fondamentali, ossia che il patrimonio linguistico e dialettale del Piemonte è un patrimonio culturale e immateriale che costituisce elemento qualificante di tutta la nostra identità piemontese. E cosa fa, quindi? Lo tutela, lo tutela con azioni di sostegno e specifiche iniziative condotte dagli enti del sistema delle autonomie territoriali, da istituzioni, enti e associazioni che svolgono un'attività qualificata e continuativa e che dispongono di un'organizzazione adeguata.
Interventi diretti e indiretti della Regione saranno indirizzati alla conoscenza, alla promozione, alla valorizzazione, all'uso e alla fruizione anche nell'ambito di complessivi progetti di sviluppo sociale, economico e turistico delle aree interessate. Inoltre, saranno previste attività didattiche extracurriculari e facoltative, finalizzate alla diffusione dell'apprendimento sia orale sia scritto del patrimonio linguistico e dialettale; forme di collaborazione con gli atenei del Piemonte e con qualificate associazioni, istituti e centri culturali universitari pubblici e privati.
Evidenzia la ricerca storica e scientifica, che dovrà essere fatta sul patrimonio linguistico e dialettale del Piemonte e la relativa pubblicazione di dati e documenti, anche e soprattutto in formato digitale.
Infine, le attività culturali e formative a sostegno, anche attraverso appunto - l'istituzione da parte della Giunta - e qua faccio un riferimento diretto all'Assessore Poggio - di borse di studio per la tesi di laurea.
Questo sarà un passaggio penso fondamentale per il futuro di questa legge.
Ricordo infine che, grazie a questa proposta, sarà istituita la Consulta per la valorizzazione e la promozione del patrimonio linguistico e dialettale del Piemonte. Questo dovrà essere il vero e proprio motore propositivo, cuore pulsante di questa legge. Magari qualcuno non sarà d'accordo con le priorità di queste idee, però mi preme evidenziare ancora un breve appunto. Il dialetto non è di centrodestra o di centrosinistra non è leghista, non appartiene a un partito, non è povero, non è ignorante: è semplicemente parte integrante della nostra storia, della cultura dei nostri territori, dei nostri nonni, dei nostri bisnonni e dei nostri avi la vera e propria linfa linguistica delle nostre radici. Ciò vale per il piemontese in senso allargato, quindi in generale, anche per tutte le altre lingue minoritarie che compongono il nostro Piemonte.
Visto che ho ancora qualche minuto, mi preme fare ancora una considerazione sull'utilità della cartellonistica bilingue, considerato che fa parte integrante di questa legge.



(Registrazione mancante a causa del non funzionamento del microfono)



PRESIDENTE

Provi.



(Commenti fuori microfono)



CANE Andrea

Si era autospento.
Riprendiamo l'ultima parte: un focus - come dicevo - sull'utilità della cartellonistica bilingue, ma anche dell'insegnamento dei dialetti nelle scuole. Abbiamo assistito, negli ultimi decenni, a diverse diatribe sui cartelli bilingue; magari, questi cartelli bilingue, in alcuni Comuni venivano apposti da una Giunta di un certo colore, poi tolti da un'altra e poi ricollocati. Mi viene in mente un esempio di qualche anno fa (ne parlavo solo poco fa con il collega Perugini): proprio a Novara successe che ci furono addirittura tre fasi. Pensate: furono apposti i cartelli bilingue sulla cartellonistica stradale, poi furono tolti da un'altra Giunta e poi furono rimessi.
A fronte di questo esempio, penso che l'unico modo per salvare una lingua sia salvaguardarla e tramandarla alle generazioni successive; bisogna dare alle lingue locali prestigio e dignità. Questo viene fatto come? Ovviamente, dev'essere fatta una campagna di sensibilizzazione e sostegno costante.
Penso che i cartelli bilingue possano contribuire a dare rilevanza pubblica alla lingua locale, quindi non diventa soltanto un fatto privato, qualcosa di nascosto, ma penso sia un elemento importante della vita pubblica di una comunità. Pertanto, penso che la toponomastica bilingue rappresenti appieno l'identità di una comunità. Accanto alla lingua nazionale viene presentata quella storica, che nel territorio è parlata da secoli e che è ancora presente anche se, purtroppo, con maggiore fatica, soprattutto nella nostra regione.
Penso che in questo concetto non ci sia nessuna chiusura o discriminazione anzi credo che, paradossalmente, il fatto di apporre all'interno delle nostre città cartelli della toponomastica che indichino una doppia denominazione anche in dialetto, la lingua locale, sia un'azione che possa promuovere molto il multilinguismo e la diversità culturale più di quanto possa rappresentare un cartello scritto soltanto in italiano. Ritengo sia necessario riflettere su questo concetto, perché penso possa essere un'apertura ulteriore al concetto del multilinguismo.
Per concludere, ancora due domande.
Perché alcune lingue potrebbero avere la dignità di essere apposte sui cartelli e altre no? Perché alcune comunità linguistiche sono più importanti? Potrebbero essere più importanti per l'utilizzo della toponomastica e altri, invece, no.
Queste sono alcune domande che mi sono posto. Penso che molto spesso dietro a queste domande si nascondano diatribe o calcolo politico; penso che invece, queste diatribe non dovrebbero mai essere contenute nelle polemiche tra i vari partiti politici, perché l'unica vittima di questi dispetti legati ai cartelli in dialetto è la lingua stessa. Se si avesse davvero a cuore la lingua locale, come tutti i partiti assicurano, i cartelli bilingue non desterebbero alcuna polemica.
In conclusione, ritengo che la parte polemica sia la più triste, perch penso che le nostre lingue non dovrebbero avere colore: sono un patrimonio di tutti e dell'intera comunità. La salvaguardia dev'essere un valore per chiunque e non materia di scontro. Ritengo, quindi, necessario che tutte le forze politiche facciano uno sforzo per superare le contrapposizioni che ci sono da decenni su questo tema.
Infine, ringrazio fin d'ora i colleghi di tutte le forze politiche, sia di maggioranza sia di opposizione, che contribuiranno nei loro territori a spingere azioni che possano salvaguardare questa parte rilevante della nostra cultura, a partire anche dalla Consulta stessa, che ho citato prima e che spero sarà presto istituita, i cui componenti, primi fra tutti, mi auguro che possano lavorare con costanza, impegno e soprattutto passione.
Grazie e permettetemi di chiudere con "Piemunt liber".



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sarno, relatore di minoranza.



SARNO Diego, relatore

Grazie, Presidente.
Presidente, ho difficoltà a prendere la parola, perché il Consiglio.



PRESIDENTE

Se vuole rinunciare.



SARNO Diego, relatore

No, no. Mi sforzo.



PRESIDENTE

Ah, va bene.



SARNO Diego, relatore

Mi sforzo perché i piemontesi.



PRESIDENTE

Non troppo, però.



SARNO Diego, relatore

I piemontesi mi hanno chiesto uno sforzo per essere qui e sopportare alcune dichiarazioni, ma questo lo vedremo alla fine del mio intervento.
Presidente, credo e crediamo che il Consiglio regionale si possa meritare di meglio e di più; forse, sarebbe stato più utile convocarci per festeggiare magari il suo compleanno e quello del Presidente Cirio, anzich discutere questa proposta di legge. Non lo dico a mo' di battuta Presidente, ma con coscienza di aver letto la proposta di legge a prima firma Cane, di aver provato a contribuire, non perché, personalmente e il Gruppo del Partito Democratico, in particolare, condividevano questa proposta ma, come abbiamo fatto in questi tre anni, per ridurre il danno. E penso che questa legge alcuni potenziali danni potrebbe crearli.
Se è vero, com'è vero che nella legge quadro sulla cultura - lo dico ai colleghi e a tutti noi - c'è una parte che tiene conto della diffusione e della salvaguardia delle tradizioni locali, perché c'è stato un lavoro a monte nella passata legislatura che ragionava su questo tema e che l'ha inglobato all'interno di una legge quadro - cari colleghi, ripeto, legge quadro, che quindi ha avuto un'elaborazione in quegli anni condivisa con le associazioni, con gli enti istituzionali e con quest'Aula - credo che invece questa proposta di legge esageri un po' e non vorrei dire "esageruma nen" (spero che la pronuncia sia corretta) ma, come dire, mi fermo a "esageri un po'".
È vero che le tradizioni locali devono essere salvaguardate e diffuse tra le nuove generazioni, però questo deve avvenire in termini culturali e di racconto, perché è vero che molti pensano che il detto "bogia nen" abbia una connotazione negativa - non è così? - ma sappiamo che quella storia parla di resistenza all'interno di un conflitto. E allora questo sì Presidente, che può essere d'aiuto per contribuire a una riflessione culturale, anche nelle nuove generazioni, ma la proposta del Consigliere Cane fa almeno due errori: uno di contenuto e uno di metodo.
Il primo errore è di contenuto; si sostiene che per diffondere la tradizione locale della lingua dialettale si debba vincolare potenzialmente, per chi lo vuole, la traduzione in piemontese dei "cartelli" e attenzione a questo passaggio, colleghi. Dicevo, dei cartelli turistici, ma anche dei cartelli stradali, che certamente saranno conformi alla norma nazionale, e va bene, ma quando si cita potenzialmente la conformità dei cartelli stradali, questo significa che i cartelli stradali non saranno tradotti in piemontese, così restano soltanto i cartelli turistici già presenti sul nostro territorio, altrimenti qualcuno potrebbe valutare, al posto di cartelli con scritto "stop", sostituirli con "bogia nen". Capite che diventa difficile, rispetto all'iniziativa legislativa comprendere un pericolo.
Secondo elemento, Presidente, è che stiamo diffondendo la cultura della tradizione.
In questa cultura della tradizione, un elemento in articolato della legge è che - attenzione colleghi - andiamo a costruire un protocollo di intesa con l'Ufficio Scolastico Regionale per insegnare il dialetto.
Nel 2022, con un'Unione Europea, Paolo Di Stefano, docente universitario e scrittore giornalista, scrive sul Corriere della Sera (se non avete la rassegna stampa, ve la inoltro) che sta crescendo la difficoltà di comprendere e di scrivere in italiano, da parte delle nostre nuove generazioni. Non lo dice Diego Sarno, lo dicono gli studi, lo dicono i docenti, lo dicono le scuole.
A fronte di questo - intanto saluto la scolaresca appena entrata in aula a questi allievi, oltre a imparare l'italiano e l'inglese (speriamo sempre di più), gli chiederemo di imparare il dialetto piemontese. Mi giro e c'è già qualcuno che sorride, Presidente.
Scrive testualmente Paolo Di Stefano, docente, scrittore e giornalista su la Repubblica e sul Corriere della Sera, in merito alla nostra linea culturale e ai dialetti: "È importante trasferire la tradizione, pur tuttavia insegnarli è impossibile, visto che non trattandosi di lingue scritte, mancano di una grammatica codificata e le varietà degli stessi dialetti sono tali che a distanza di pochi chilometri da una città all'altra si dovrebbero insegnare dialetti differenti".
Ma come, siamo in un'Italia e in un'Unione Europea dove crediamo che la condivisione della lingua sia fondamentale per fare in modo che i nostri studenti siano competitivi in Europa e poi, a distanza di tre o quattro chilometri tra un paese e l'altro dovremmo individuare.
Presidente, come? Come li individuiamo questi insegnanti di comprovata esperienza? Gli facciamo sostenere un esame? L'Ufficio Scolastico Regionale cosa fa, un corso semi-laurea, un master che non c'è, che non esiste? A livello nazionale non c'è una cosiddetta professionalità del dialetto piemontese. Chi sono gli insegnanti - e qui credo che ce ne siano - che sanno il dialetto? Mia nonna che ha novant'anni conosce il dialetto (mia nonna è piemontese, quindi sono piemontese per metà, solo per metà). Mando mia nonna, mia mamma o qualche altro insegnante? Come li individuiamo questi insegnanti? Forse il Consigliere Chiamparino potrebbe essere titolato, ma perché non il collega Rossi, che magari ha fatto un percorso di studi, o il collega Gavazza? È per questo che crediamo che forse la convocazione di questa seduta sarebbe stata più utile per festeggiare il suo compleanno e quello del Presidente Cirio.
Termino con due riflessioni.
Il terzo emendamento che abbiamo depositato è perché, nonostante il Consiglio regionale si sta occupando di questo e non di altre urgenze avete pure messo il carattere di urgenza. Questa legge è urgente per il Piemonte? Urgente? Abbiamo sommessamente presentato un emendamento in cui chiediamo, almeno per dignità di quest'Aula, di non mettere il carattere di urgenza, perch crediamo che le urgenze siano altre. Forse, Presidente, gli amici e i compagni di viaggio di quest'Aula del Gruppo della Lega, visto come ha terminato il proponente di questa legge con l'espressione "Piemunt liber".
Presidente, traduco, per chi ci sta ascoltando e non conosce il piemontese le parole del collega Cane, che ha terminato questa grande riflessione con "Piemonte libero". Forse sta davvero emergendo la vecchia Lega, quella dell'era bossiana, visto che leggiamo sui giornali che c'è uno scontro intelligente all'interno del vostro partito? Forse questa è una proposta di legge rivendicativa del tema storico della Lega, perché la Lega.
Non continuo, ma "Piemonte libero". libero da cosa? Dall'insegnamento dell'inglese? Dall'insegnamento dell'italiano? Dall'autonomia? Crediamo che questa proposta abbia, nell'incipit, una ragione, ma che è già prevista nella legge quadro della cultura. Abbiamo quindi depositato tre emendamenti che ho cercato di raccontare su questi tre temi: i cartelli stradali, l'insegnamento del dialetto e il carattere d'urgenza. Tre emendamenti non perché condividiamo il testo, ma perché cerchiamo di ridurre il danno.
Davvero il Piemonte, magari non così libero, meriterebbe di discutere di altre proposte e di affrontare questioni più utili, non serie, ma utili e d'urgenza per il Piemonte e per i piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media "Gianfranco Re" di Condove (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola media "Gianfranco Re" di Condove in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame proposta di legge n. 184, inerente a "Modifiche alla legge regionale 1° agosto 2018, n. 11 (Disposizioni coordinate in materia di cultura)" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo con l'esame del disegno di legge n. 184.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Quanta paura di questo piemontese e di questi piemontesi! Quanto ci volete omologati, tutti uguali, e quanta paura delle nostre differenze! Questa è la nostra storia: il Piemonte rurale è ancora un Piemonte importante, un Piemonte agricolo, un Piemonte di montagna e di collina, un Piemonte che questa Regione sta valorizzando.
Il piemontese è una lingua, una lingua che ha assolutamente una sua grammatica e ci sono fior di studiosi che hanno dedicato la loro vita a questa lingua. Riguarda le tradizioni, le nostre radici, una diversità che ci differenzia dal pensiero unico e da chi ci vuole omologati pregando un Dio denaro, un Dio della plastica. Invece noi siamo assolutamente radicati sul nostro territorio e siamo convinti che sia assolutamente fondamentale che in una società fatta di disvalori anche i nostri giovani devono ricordare da dove arrivano.
Ci sono delle diversità anche nel Piemonte: penso ai walser, penso alla lingua franco-provenzale, penso agli occitani. Ci sono alcune zone del Piemonte dove si parla il ligure e il lombardo. Valorizzare questo non vuol dire essere contro l'italiano, perché mi sembra di banale e di infimo livello. Imparare a conoscere le lingue dialettali porta il cervello di tutti noi e dei giovani ad avere anche più capacità nell'apprendimento dell'inglese, che è assolutamente fondamentale. I giovani che oggi vanno all'estero e guardano al mondo devono conoscere l'inglese, devo conoscere le lingue, ma devono anche sapere da dove arrivano e devono avere radici ben franche, in un mondo così complesso, in un mondo che ci sottopone a sfide indicibili.
Bene questa legge del Piemonte e peccato che parte di questo emiciclo invece, si scagli con questa veemenza contro il nostro Piemonte. Noi per i piemontesi e per il Piemonte ci saremo sempre! Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Volevo offrire il mio punto di vista su una discussione che apparentemente, Presidente, rischia di essere, se posizionata sulle bandiere da sventolare, poco interessante. Invece ritengo interessante questa discussione, però non ho trovato nelle motivazioni politiche presentate dal relatore, primo firmatario, l'intensità di un argomento che invece, può essere utile nel dibattito del Consiglio regionale.
Le bandiere da sventolare mi piacciono poco, quando, in realtà, si parla di storie, di tradizioni, di approfondimenti e di ricerche che riguardano il nostro territorio, che devono essere raccolte, tenute in vita e trasferite alle nuove generazioni perché è storia. Non è una storia vincolata alla storia di qualche partito, ma è la storia delle nostre comunità. Non bisogna avere la tessera della Lega in tasca per aver vissuto i racconti degli anziani contadini d'inverno, vicino alla stufa a legna mentre dialogavano tra loro in dialetto. Bastava avere nonni piemontesi che d'inverno, non potendo andare a lavorare nei campi, si raccontavano le storie del passato oppure, semplicemente, costruivano insieme le condizioni per affrontare la primavera.
Storie dei nostri territori oppure basta andare al Polo del Novecento . lo dico al Capogruppo della Lega - e verificare qual è il bugigattolo all'interno del quale operano ancora gli amici dell'associazione del Centro Ricerca Etnomusica Oralità piemontese e, magari, tenere in considerazione particolarmente loro, le loro ricerche, i loro approfondimenti e quanto non avete fatto in questi tre anni e mezzo, anziché sventolare le bandiere.
Lo dico con rispetto, perché anche noi del Partito Democratico siamo in un momento di trasformazione: una trasformazione che anche la Lega vive. Lo dico davvero con rispetto: del vostro nazionalismo ne stanno parlando Bossi e i vostri iscritti, quindi non venite qua a dire "Piemonte libero". Avete da farvi perdonare anche voi qualcosa rispetto ai vostri iscritti, quindi non usate le bandiere, non parlate il dialetto, ma fate politica. Mettete nelle condizioni i ricercatori di fare il loro mestiere, cosa che non state facendo. Non basta raccontare che al Piemonte serve mettere i cartelli in dialetto all'ingresso dei paesi per dimostrare il vostro attaccamento alla storia e alla tradizione, ma è necessario ben altro.
Tuttavia, Presidente, credo che sia opportuno tenere in considerazione la bontà della ricerca, ma vorrei dire qualcos'altro: degli archivi storici che devono vivere di presenze, di persone che entrano per raccogliere all'interno di quegli archivi, il senso delle storie. Ma c'è un tema che deve affascinarci, altrimenti manca un pezzo. Lo dico agli amici della Lega, non Nord, ma della Lega Salvini, quelli del ponte dello stretto di Messina, quelli lì. È interessante in questa fase riuscire a capire come si fa a mettere a sistema quella storia e quella tradizione che non va dimenticata, ma dobbiamo fare in modo che viva e continui a vivere mettendola in relazione con un mondo che sta cambiando, con una società quella piemontese, che deve, in parte, anche capire e conoscere l'italiano altro che il piemontese. Non parlo soltanto di quelli che arrivano da altre zone del mondo, ma parlo anche di quelli che hanno padri e madri piemontesi e che devono approfondire l'italiano quando si esprimono.
C'è una perdita del senso del linguaggio, ne stiamo utilizzando altri che con la lingua italiana non hanno nulla a che vedere e anche, ovviamente come quelle storie e quelle tradizioni, devono essere messi a sistema e a vantaggio di una società che è multiculturale, voluta anche dalla Lega.
Come si fa? Questa è la sfida, questa è la storia molto più profonda che dobbiamo imparare a conoscere.
Nelle storie e nelle tradizioni - Presidente, lei sarà d'accordo con me se andiamo a risentire i canti delle mondine del Vercellese o del Novarese o se andiamo a sentire i canti delle filandiere del Piemonte del sud, lì riconosciamo non soltanto una storia, ma anche le battaglie sociali che hanno determinato le evoluzioni della nostra storia e che ci mettono nelle condizioni, nella nostra contemporaneità, di raccogliere il senso profondo di quelle rivendicazioni che devono essere ancora al centro della nostra azione politico-sociale.
Lasciatemi dire almeno questo, proprio per provare a rendere più seria quella proposta, raccogliendo un passaggio del collega Sarno che vorrei fosse oggetto di una discussione senza bandiere. Non tutti - lo dico per serietà - sono nelle condizioni di arrogarsi il diritto di potersi definire "depositari del sapere dialettale". Non tutti! Dovete codificare questa appartenenza al sapere. Non potete raccontare che vi occupate di una cosa importante senza dire come. Almeno questo! Spiegateci come fate a inserire in un elenco coloro che potranno occuparsi della riapertura e della tenuta del Registro dei dialetti piemontesi.
Diteci almeno questo; altrimenti, come al solito, come capita spesso voglio essere più sereno in questa chiusura d'intervento - ci troviamo di fronte all'ennesimo tentativo di raccontare a quel Piemonte interessato che vi state occupando di loro, ma in verità avete fatto solo un intervento di dieci minuti e niente più.



PRESIDENTE

Grazie.
Aveva chiesto di intervenire il Consigliere Rossi, che però non vedo quindi rinuncia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Mi consenta due considerazioni su questa proposta, più che altro sulle modalità con le quali è stata portata in Aula.
Il Capogruppo della Lega ha fatto riferimento in quest'Aula all'idea che alcuni di noi possano avere paura del dialetto o di questa tipologia di tradizioni. Penso che non ci sia nessuno - voglio che sia chiaro a tutti in quest'Aula - che non riconosca nel linguaggio dialettale le radici, le tradizioni, i valori e l'identità della nostra Regione e del nostro territorio. Penso che qui tutti, dall'opposizione estrema alla maggioranza più convinta, condividano il modo di intendere quel patrimonio culturale che ci lega e che ci tiene insieme.
Guardi, collega, io non ho per niente paura del dialetto (penso che nessuno in quest'Aula ce l'abbia). Semmai, ho paura dell'ignoranza.
Ho paura dell'ignoranza dell'italiano: due italiani su tre non sanno utilizzare il linguaggio scritto per comporre messaggi con un discorso di senso compiuto (purtroppo in quest'Aula ogni tanto ne abbiamo anche conferma), né comprendono o gestiscono informazioni necessarie alla vita di tutti i giorni. Secondo l'OCSE, in Italia c'è la più alta percentuale di analfabeti funzionali d'Europa e quasi la più alta al mondo: errori di grammatica sono all'ordine del giorno anche fra l'8% dei laureati. Un tempo l'analfabetismo era fonte di vergogna; ora la bassa istruzione è vissuta in modo inconsapevole come "pericolosa normalità", a volte mi sembra addirittura come "elemento di vanto".
A rischio - qui sì il discorso si fa più delicato in relazione al vivere della nostra comunità - c'è il futuro democratico del Paese, che ha bisogno di cittadini consapevoli per essere difesi. "Consapevoli" vuol dire che comprendono ciò che leggono, che sanno tradurlo, che sanno correttamente informarsi.
Più di 11 milioni di italiani tra i 16 e i 65 anni sono analfabeti funzionali: a scuola hanno imparato a leggere e a scrivere, ma le loro competenze sono scarsissime; conoscono le lettere dell'alfabeto, leggono le singole parole, ma non sono in grado di comprendere compiutamente testi elementari indispensabili alla vita quotidiana. Sono - questo è l'elemento più delicato - a rischio di esclusione sociale, perché le loro competenze alfabetiche sono scarsissime, nonostante abbiano ricevuto l'istruzione scolastica per un certo numero di anni, quindi non ci stiamo neanche riferendo a quelli che, invece, per un certo numero di anni l'istruzione scolastica non l'hanno neppure ricevuta! Che cos'è, a mio avviso, che tradisce le intenzioni che sottendono questa legge? Non tanto e non solo la valorizzazione di un'identità, che, come ho detto all'inizio per fugare eventuali malintesi, ci tiene insieme (peraltro, è un aspetto che potremmo anche condividere), ma la fobia e l'ossessione di sentirsi liberi. Soprattutto, liberi da che cosa? So che è stato già chiesto, ma rinnovo la domanda: liberi da "Roma ladrona"? Perch mi sembra un argomento ormai superato, visto che nessuno può affermare di non essere stato coinvolto, diciamo così, nelle tentazioni romane. Liberi dall'essere servi dell'Europa? Mi sembra, anche in questo caso, che la destra, nel momento in cui è andata al Governo, abbia ragionevolmente modificato i suoi ragionamenti.
Sono nipote di una maestra elementare che conosceva benissimo il piemontese, ma che prima del piemontese insegnava benissimo l'italiano a chi sapeva solamente il piemontese, per potersi esprimere, per poter vivere in un Paese democratico e per essere veramente libero - questo sì - ma non tanto da Roma o dall'Europa, ma libero dall'ignoranza, libero dall'incapacità di tradurre ciò che gli capita intorno, di saperlo leggere e di saperlo interpretare in maniera critica. Ecco ciò di cosa ho paura.
Ecco cosa mi preoccupa in questa legge.
Sebbene il primo firmatario abbia fatto considerazioni peraltro condivisibili nella relazione, non posso però dimenticare la chiosa finale "Piemunt liber", che non significa, appunto, libero dall'ignoranza, ma libero da ben altro.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Avessimo avuto paura di questa legge non ci saremmo presentati nemmeno in Commissione per poter fare delle proposte di modifica alla maggioranza. Non abbiamo il timore di esprimere la nostra opinione; anzi, abbiamo tutta la volontà di contribuire ad un testo che oggi è arrivato in Consiglio regionale e che, inspiegabilmente, reca il carattere di urgenza.
A nostro avviso, le urgenze per il Piemonte sono altre: dovremmo parlare urgentemente delle problematiche inerenti alla sanità, come le mancate assunzioni (proprio nella puntata di ieri di Report è stato trasmesso un servizio molto interessante su come non siano stati utilizzati i fondi per le assunzioni del personale sanitario in Piemonte).
Dovremmo parlare delle lunghissime liste d'attesa. Dovremmo parlare della tutela ambientale, e infatti ci sono dei ragazzi che stanno manifestando fuori dall'Assessorato all'ambiente perché hanno il timore - quella sì che è una paura reale! - di vedere il nostro mondo devastato da calamità naturali, dall'inquinamento e dalle avversità atmosferiche.
Del caro bollette, che sta tediando i cittadini, non soltanto quelli piemontesi, ma credo quelli di tutta Italia, e non solo, si è parlato pochissimo in Aula. Ultimamente, abbiamo anche parlato di trasporto pubblico nelle Commissioni. Insomma, il carattere d'urgenza va messo se ce n'è bisogno realmente, ma su questa legge, a mio avviso, non ce n'è, bench appunto - io conosca gli intenti del collega Cane che ha proposto questa modifica alla legge sulla cultura e che ha anche un'attinenza e un interesse specifico verso la tutela del patrimonio linguistico e dialettale.
Riconosco la passione con cui il collega Cane affronta questo tema, per secondo me le urgenze per il Piemonte sono altre, ma credo che questo possa essere un concetto condiviso anche da parte della maggioranza.
Detto questo, abbiamo portato alcune proposte in Commissione, senza presentare in realtà degli emendamenti, perché - è anche presente l'Assessora Poggio - so che certe segnalazioni sono state prese in carico.
Avevamo ribadito la criticità riguardante la presenza della toponomastica sulla segnaletica stradale; meno perplessità ci sono sulla cartellonistica turistica, che anche oggi è già ben presente sul territorio piemontese specie in quei paesi che sentono e sono impregnati di quella cultura e di quella tradizione relativa alla lingua piemontese dialettale. Quei paesi già riportano nei loro cartelli turistici anche il nome in piemontese del luogo e non credo ci siano criticità per i cittadini di perdersi: francamente, non la vedo come una problematica.
Diverso è se parliamo di segnaletica stradale, dove c'è un Codice della Strada che disciplina la tipologia, dove cambiare la cartellonistica in un determinato luogo e non in tutto il resto del territorio nazionale potrebbe rappresentare un problema. Io direi che su questo tema si debba fare assolutamente un distinguo, per cui, magari, parlare di cartellonistica turistica e non di segnaletica stradale. Ricordo che le modifiche a livello territoriale dei cartelli stanno in capo alle amministrazioni che abbiano voglia di affrontare questo tipo di discorso perché, come abbiamo visto grosse risorse non ce ne sono a disposizione, per cui il Sindaco che vorrà modificare il cartello lo potrà fare, se avrà le risorse economiche, per adeguare il territorio ai dettami di questa legge.
Ci tengo, però, a dire un'altra cosa: con l'approvazione in Consiglio regionale di una proposta di legge regionale di questo tipo, non stiamo facendo qualcosa di incredibile: la legge nazionale del 15 dicembre 1999 la n. 482, definisce già le norme in tutela delle minoranze linguistiche riporta molte delle azioni contenute in questa proposta di legge regionale.
Pertanto, se vogliamo, potrebbe essere, come al solito, un doppione che riportiamo in Consiglio regionale, che già fa riferimento a una norma nazionale, per cui è previsto uno specifico bando che assegna contributi nazionali per la tutela delle minoranze linguistiche.
Se devo dire la verità, da Consigliera regionale sono stata contattata da molte di queste associazioni, costituite soprattutto da ragazzi giovani che hanno la volontà di proseguire ad apprendere la cultura del proprio territorio, di realizzare anche dei progetti relativi alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio linguistico. Confesso che sono stata piacevolmente colpita; mi chiedevano quali fossero appunto le opportunità che la Regione metteva in campo per poter ricevere questi fondi sia di carattere nazionale sia di carattere regionale.
Personalmente - poi non so se il movimento di cui faccio parte avrà altre idee in merito - ritengo che comunque ci siano - è vero - degli strafalcioni, ma grosse criticità su questa legge non ne vedo, proprio perché non abbiamo paura della tradizione, non abbiamo paura del dialetto.
Condivido pienamente tutte le indicazioni che ha dato il collega Giaccone: quelle sono delle criticità di cui dovremmo veramente preoccuparci rispetto al livello di cultura soprattutto dei giovani, del livello di analfabetismo presente nel nostro Paese, che va affrontato con misure specifiche, con una specifica attenzione al tema della scuola e dell'istruzione: quella non pu mancare, quella ha davvero carattere d'urgenza, ed è un'urgenza che metterei all'interno del Consiglio regionale. Benché l'autonomia scolastica abbia delle specifiche peculiarità, ritengo ci si debba concentrare assolutamente su questo tema e anche noi, come Regione, possiamo fare tanto.
Tra l'altro, oltre alle criticità che abbiamo evidenziato fino adesso sulla cartellonistica, vorrei segnalare una mancanza che è presente all'interno del testo sull'insegnamento del piemontese nelle scuole, che sta in capo agli istituti scolastici: come Regione, Piemonte non possiamo obbligare a insegnare il piemontese; se un istituto scolastico vorrà attivare un progetto, immagino lo farà senza danneggiare e senza andare a sostituirlo all'insegnamento della lingua inglese o dell'italiano. Io non credo che le ore di italiano saranno sostituite dalle ore di piemontese (lo spero e me lo auguro); anzi, credo che l'Assessora alla cultura abbia più interesse di me che questo non succeda.
Vorrei aggiungere un altro elemento: nei Consigli comunali del Piemonte non so se i colleghi hanno assistito alla stessa cosa cui ho assistito io è stato presentato un ordine del giorno, approvato da molti Consigli comunali e votato anche all'unanimità, rispetto all'istituzione della Giornata della lingua e della letteratura piemontese. Ovviamente, sono quei classici "copia-incolla". Se posso dirlo, la Lega di solito ne deposita due: deposita quello anti gender o deposita quello per l'istituzione della Giornata della lingua e della letteratura piemontese.
Mi stupisce che non ci sia stato dialogo tra il livello comunale e il livello regionale rispetto all'istituzione di questa importante giornata.
Io ero presente; casualmente, passavo dal Consiglio comunale della mia città e si stava discutendo proprio di questa mozione proposta dalla Lega.
Ovviamente i Consiglieri comunali di quel Comune mi hanno chiesto: "Sarah che cosa dobbiamo votare?". Io ho detto loro: "Secondo me, dovete votare a favore, perché comunque riporta l'istituzione di una giornata che ricalca la valorizzazione del patrimonio". Poi - per carità - di giornate ce ne sono tante, alcune andrebbero depennate anziché istituite, a mio avviso però ho detto: "Noi non abbiamo nulla in contrario rispetto a votare questo atto".
Quello che mi stupisce è che la Lega, a livello comunale, abbia proposto un'azione che a livello regionale non è stata recepita, nel senso che l'ordine del giorno impegnava testualmente la Regione Piemonte a istituire la giornata per la valorizzazione della lingua e della letteratura piemontese.
A questo punto, sono due le cose: o si ascoltano i Consigli comunali che chiedono l'istituzione di questa giornata, oppure nei Consigli comunali non si presenti più questo atto, perché chiaramente, non essendo stato recepito a livello di legge regionale, dobbiamo dire chiaramente quello che è successo. Quello che è successo è che questo atto, depositato dalla Lega nei Consigli comunali, non è stato preso in considerazione dal partito Lega a livello regionale. Questo è evidente, altrimenti ne troveremmo contezza nella modifica di legge.
Lungi da me l'idea di depositare un emendamento, perché secondo me è un'azione che avrebbe dovuto essere intrapresa dal partito proponente di questa legge. Personalmente, non avevo grosse problematiche ad assistere alla presentazione di quest'ordine del giorno all'interno dei Consigli comunali, però quello che volevo evidenziare è che mi sembra singolare che si porti avanti un'azione a livello locale che a livello regionale non viene ascoltata.
Detto questo, ribadisco tutte le criticità che abbiamo sollevato in Commissione, nella speranza che possano essere sanate a livello di lavori d'Aula e, soprattutto, che possa essere rimosso il carattere d'urgenza perché questa legge, benché possa contenere al suo interno degli incipit lodevoli, però non è assolutamente urgente.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Questo per me è il sesto anno di presenza in Consiglio regionale, seppur con le interruzioni, e ho verificato che questa è la terza volta che mi trovo a discutere di una legge sulla valorizzazione del patrimonio linguistico. Credo sia quasi un record, quasi come il bilancio, una volta all'anno.
Evidentemente, è un tema molto sentito, però a me fa dire che, anche in questa legislatura, la proposta del Consigliere è quella di una legge identitaria, una legge bandiera, dove a ogni legislatura qualche componente del Consiglio (in particolar modo, il Gruppo della Lega Nord, ma non solo se si va a vedere la storia delle presentazioni delle proposte di legge in questa direzione) pensa di poter apportare un contributo e magari di migliorare quello che già esiste.
Presa dalla curiosità, ho fatto una piccola ricerca storica (io non sono molto capace, quindi sicuramente non sono andata così indietro nel tempo) e ho trovato la legge n. 11 del 2009 a firma del compagno Travaglini, e uso il termine "compagno" apposta, un esponente, allora credo dei DS, che presentò una legge che fu votata (allora eravamo in maggioranza) sulla difesa e la tutela del patrimonio linguistico, ma, forse, non sono stata abbastanza accurata nella ricerca e, probabilmente, ce n'erano già di precedenti. Prima facevo riferimento alla legge unitaria n. 20 del 2016 confluita nel testo unico sulla cultura, sulla quale oggi s'interviene di nuovo con soppressioni e modifiche con questa proposta di legge.
Questo significa che c'è un'attenzione che è dovuta e doverosa, perché la tutela del patrimonio linguistico è importante (prima si diceva del Piemonte e delle lingue minoritarie, walser, francoprovenzali e occitane) poi, si è tentato d'introdurre il piemontese, anche dopo - di nuovo l'intervento di questo Consiglio regionale, credo nel 2011, con la richiesta di introduzione del piemontese fra le lingue a livello nazionale.
Precedentemente, la legge di Travaglini fu impugnata dal Governo e ci fu un pronunciamento, perché appunto non si riteneva che il piemontese fosse una lingua.
Al di là della storia, c'è sicuramente l'interesse e c'è anche la nuova proposta del Consigliere Cane e della Lega Nord; ma cosa apporta di nuovo questa proposta rispetto a un dibattito e a un impegno che questo Consiglio regionale negli anni aveva preso? Io ci vedo soltanto - davvero, scusatemi la volontà di segnare una posizione, segnare una presenza e caratterizzarsi. Questo è legittimo, si fa sempre in Consiglio in Consiglio regionale, però ho anche un po' la convinzione che, invece, dovremmo addirittura sfoltire il numero delle nostre leggi e non farne di nuove semplificare e svolgere un'azione legislativa più programmatoria, come compete alla Regione.
Detto questo, nel merito, la Consulta e tutta una serie di organismi c'erano già ed erano già presenti; certo è che ci sono alcuni aspetti che con questa legge si vogliono particolarmente sottolineare nel dibattito sulla cartellonistica. Sappiamo bene tutti quali sono le problematiche, sia economiche sia anche d'intasamento di comunicazione sulle nostre strade, ma da questo punto di vista voglio ricordare che la legge n. 11 del 2009 aveva una missione, per me più valida, che riguardava il ripristino dei vecchi toponimi che il fascismo aveva cassato; per esempio, Druento si chiamava Druent, oppure Sauze d'Oulx diventò Salice d'Ulzio, ma è stato il fascismo a italianizzare i toponimi. Così quella legge, più che valorizzare o dire "qui abitano dei piemontesi", prendeva in considerazione un'identità dicendo che c'è una storia che il fascismo, invece, ha voluto cassare e mettere fuori campo.
Sono madrelingua piemontese e con il Presidente Chiamparino e altri, per esempio con il Consigliere Gavazza, mi viene spontaneo conversare in piemontese, perché per me è sempre un piacere poterlo fare; riesco a capire il franco-provenzale, che era la lingua di mia mamma e di mia nonna ma ahimè - non lo parlo. Ecco, ricordiamoci che una lingua o un dialetto stanno in piedi se sono parlati, se fanno parte del vissuto quotidiano delle persone e delle famiglie e difficilmente e con fatica soltanto attraverso un'imposizione, attraverso la scuola, attraverso l'istruzione.
Si danno dei rudimenti, ma una lingua, soprattutto se è una lingua dialettale, nasce dal cuore, perché è la lingua delle proprie origini quella con cui viene spontaneo esprimersi, ma noi dobbiamo pensare, come diceva il collega Giaccone, che anch'io voglio citare, dobbiamo fare in modo che le nostre cittadine e i nostri cittadini sappiano riconoscere le loro tradizioni, ma sappiano anche esprimersi bene in piemontese.
Adesso non c'è il Capogruppo Preioni, ma riferendomi alla lingua del cuore volevo dire che anche gli operai torinesi parlavano in piemontese, anche Togliatti e anche nelle riunioni del PCI si parlava in piemontese e Sergio Chiamparino ce lo può dire, quindi, non è soltanto la lingua contadina, ma certo è il modo di esprimersi di un territorio. Ciascuno ha il suo, ma il piemontese, rispetto alle altre lingue minoritarie che abbiamo citato (walser, la lingua francoprovenzale e l'occitano) ha però un'altra caratteristica, che è quella di essere uno e multiplo (e non uno e trino) perché il piemontese che parlo io a Collegno è molto diverso da quello di Alpignano; se vado nel Canavese, a volte, faccio fatica a comprenderli e a me fanno un po' sorridere - mi scusino i canavesani - perché hanno una pronuncia completamente diversa, e così via. Ad Asti, il paese d'origine dell'altro mio nonno, dicevano "matot" per dire bambino e noi ci stupivamo dicendo "è vero che sono di Collegno, ma non sono matta". Scusate per i piccoli aneddoti, però il tema porta un po' a queste considerazioni.
Non ci può essere un'avversione rispetto a un impegno o a un provvedimento che questo Consiglio regionale ha fatto suo negli anni, modificando e tirandolo, magari a seconda delle maggioranze, su un versante più proto leghista o su un versante, come dire, più di sinistra, con maggiore attenzione alla multiculturalità, però è stato sempre presente, secondo il mio punto di vista, che è quello che condizionerà anche il mio voto. Non si sentiva l'esigenza di un ulteriore intervento che in alcuni passaggi normativi può soltanto creare difficoltà e fatica per i territori e non portare quell'utilità che, invece, i proponenti pensano e credono esista nella loro proposta.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto intervenire il Consigliere Segretario Martinetti in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.



(Il Consigliere svolge un intervento in piemontese)



MARTINETTI Ivano

Concludo questo piccolo siparietto - mi consenta, Presidente - dicendo che le tradizioni non vanno dimenticate e occorre coltivarle. Quando ero ragazzino, i miei genitori parlavano il dialetto in casa, ma assolutamente non volevano che noi lo parlassimo, perché poi a scuola avremmo avuto dei problemi.
Per contro, ci sono episodi che dovrebbero essere ricordati.
Ho visto un film, "Windtalkers", sulla guerra in Indocina, in cui venivano reclutati Indiani Navajos perché parlavano una lingua che solo loro riuscivano a interpretare: usando questo tipo di comunicazione per i codici di guerra, gli avversari non riuscivano a decifrare quanto detto.
Credo davvero che non si debba dimenticare da dove arriviamo, però sono anche convinto che ci siano altre questioni più importanti da discutere.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
È un po' difficile intervenire dopo il collega Martinetti, anche perché non sono piemontese (tranne un nonno che è nato per caso a Novara), quindi non lo capisco e non lo parlo. Se volete, vi faccio un intervento in genovese ma credo che faremo veramente fatica a comprenderci.
Come faceva notare anche la Consigliera Accossato, non state facendo nulla di rivoluzionario. Se pensate a una secessione che parta da qui, state sbagliando. Non è questo. Abbiamo già parlato tante volte di questo tema e il Piemonte è sempre al suo posto, non ha una muraglia intorno ed è rimasto sempre saldamente in Italia e in Europa, quindi questa proposta di legge non fa paura. Non stiamo vedendo chissà quale cambiamento e quale rivoluzione all'orizzonte.
Solo due osservazioni.
Primo, stiamo mettendo mano al testo unico sulla cultura.
Chi, come me, era presente nella scorsa legislatura, sa bene che storia travagliata ha avuto e che lungo percorso di confronto sul territorio, con tavoli tematici, c'è stato con gli Stati Generali, Stati Generali che hanno visto anche il coinvolgimento di tutte le realtà citate dal Consigliere Cane.
Vedere tutto questo lavoro e questa attività modificata con una proposta di legge che va a incidere anche su alcuni articoli concordati con i territori mi fa pensare che, forse, tutta questa necessità di intervenire su un testo elaborato e giunto dopo un lungo confronto tra maggioranza, opposizione territori e associazioni non c'era, se è stato modificato con questa fretta e con questa inutilità, perché - diciamolo - non cambierà nulla dopo l'approvazione della legge.
Il secondo aspetto che mi preoccupa è l'impatto che avrà sulla scuola. In quest'Aula abbiamo preso l'abitudine che ogni volta che si approva una legge coinvolgiamo le scuole. Va benissimo per temi come cyberbullismo bullismo, disagio e contrasto al disagio giovanile, ma mi chiedo dove possano trovare il tempo, questi poveri ragazzi e i loro insegnanti, di aggiungere ulteriori materie di studio. Va benissimo l'Ufficio Scolastico Regionale, però consideriamo che i nostri ragazzi, i nostri studenti e soprattutto, i loro insegnanti affrontano difficoltà pazzesche anche solo per arrivare a finire i programmi. Manca proprio materialmente il tempo quindi non credo si possa prevedere un ulteriore inserimento di attività extracurricolari o attività previste in orari diversi rispetto a quello scolastico, facoltative. Non capisco per quale motivo si vada sempre a impattare sulla scuola.
Se qualcuno ha un interesse personale ad approfondire certi temi, avrà tutti gli spazi e tutte le possibilità di confrontarsi con le associazioni che per l'appunto si occupano del tema, per approfondire volontariamente un suo particolare interesse.
Preferirei, ad esempio, che nelle scuole si approfondissero maggiormente aspetti di storia locale. Questa mattina ci hanno fatto visita due classi della scuola media di Condove (in una c'era anche mio figlio, che non so stasera cosa mi dirà dopo aver assistito alla discussione). Sarebbe utile chiedere a loro chi era Gianfrancesco Re, che dà il nome alla scuola.
Prima si citava la battaglia dell'Assietta e, sempre in quel periodo storico, Gianfrancesco Re ha contribuito alla campagna di vaccinazione contro il vaiolo. È stato un botanico e un medico, ma quanti in quest'Aula lo conoscono? Vi assicuro che questi aspetti della storia, che sono dei tasselli importantissimi e che danno lustro veramente alla storia della nostra regione, non sono così conosciuti. Tuttavia, non siete così preoccupati di quest'aspetto, ma siete piuttosto preoccupati di portare avanti questa bandiera e questo vessillo per poter dire che il Piemonte è libero.
Credo che la cultura e la conoscenza delle proprie radici passi anche dalla conoscenza della propria storia. Spero che i ragazzi che oggi erano in aula abbiano la voglia di approfondire il loro passato, soprattutto per comprendere il loro futuro e per capire che il loro futuro non è chiuso nella loro regione - che è una regione bellissima, che va valorizzata conservata e promossa - ma un futuro che si apre verso orizzonti ben più ampi di quelli che anche solo noi, fino a qualche anno fa, potevamo immaginare.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Voglio ringraziare i colleghi che sono intervenuti finora e, sulla fiducia quelli che interverranno dopo perché mi stanno, in qualche modo, aiutando a formarmi un'idea e un'opinione su un provvedimento che arriva oggi in Aula.
Non ho seguito l'iter di questo provvedimento in Commissione, giacché non sono membro della VI Commissione, e confesso che, oggi, all'atto di dover esprimere un voto consapevole, mi trovo di fronte a un dubbio, perché da una parte l'argomento m'interessa ma, dall'altra, vengo sempre anche molto colpito non solo da ciò che si presenta, ma anche dal come lo si presenta.
Faccio una premessa. Sono piemontese di nascita e di famiglia non so dire da quante generazioni, ma non ritengo di avere qualcosa in più o di meglio di chi ha genitori o nonni che non sono nati in questa regione. Tuttavia se penso alla valorizzazione del piemontese che passa attraverso le scuole ho qualche dubbio. Nella mia vita ma, soprattutto, nella mia infanzia fino all'adolescenza - purtroppo i nonni negli anni si perdono, non ci sono più penso di aver sentito parlare nella mia famiglia almeno quattro o cinque versioni di piemontese.
Questo è già un tema. I miei nonni materni - la nonna originaria della provincia di Asti e il nonno di una zona di confine tra la provincia di Torino e la provincia di Asti, una distanza tra i loro luoghi di nascita mal contati, di 15-20 chilometri - in casa parlavano due piemontesi diversi. Per dire "tra una settimana succederà questo", lo dicevano in due modi diversi.
I miei genitori, tra di loro, parlavano due piemontesi diversi perché mio papà era della provincia di Cuneo e parlava un piemontese diverso, ma poi negli anni il loro piemontese è cambiato. Ad esempio, mio papà parlava un piemontese diverso da quello di mia nonna paterna che era rimasta nel luogo di origine e mio papà si era trasferito in città. Io sono figlio di un'immigrazione interna e tante persone hanno lasciato la campagna per venire a lavorare in città perché in campagna, probabilmente, in quel momento, non ce n'era abbastanza per tutti.
Allora, qual è il piemontese? Sono stato abituato al piemontese che parlavano i miei genitori tra di loro in casa, anche se parlavo italiano.
Forse so parlare un po' piemontese, tuttavia mi è capitato, per ragioni più legate a interessi personali e anche di cultura torinese e piemontese, di sentir parlare il torinese e di non capirne alcune parti - io che pensavo di capire il piemontese - perché è ancora una parlata diversa.
Tutto questo che vi ho detto è per dire che questo fa parte della nostra cultura, ma anche per ciò che abbiamo vissuto della nostra cultura personale e della nostra educazione, ma è piuttosto difficile replicarlo in una scuola. Anche perché, ad esempio, come ha già sottolineato qualcuno, è difficile codificare..



(Registrazione mancante a causa del non funzionamento del microfono)



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere, si è spento il microfono.



BERTOLA Giorgio

Approcciandoci a questo tema, certamente qualche notizia la dobbiamo dare.
Ricordo che siamo a dicembre, quasi all'Immacolata, il Natale ormai è alle porte (anche se il consumismo ce lo propone sempre prima, ce lo propone più o meno ad agosto) e in quest'Aula non si sta parlando di bilancio. È una notizia. Il bilancio previsionale non c'è. Qualcuno mi sa dire il numero del disegno di legge del bilancio di previsione dei prossimi tre anni? Io non lo conosco perché non c'è.
In quest'Aula non stiamo parlando di sanità - in quest'Aula non si parla mai di sanità - che è il tema della Regione, ma non si parla mai di sanità.
Stiamo facendo un interessante dibattito sulla valorizzazione della lingua e della cultura piemontese. Va benissimo, ma a volte bisogna anche dirle certe cose. I cittadini piemontesi pensano di mandarci qui a occuparci dei loro problemi, innanzitutto. Tuttavia, se parliamo di bilancio e, in generale, di sanità, che è la competenza principale della Regione e se qualcuno che, legittimamente, non segue il Consiglio regionale quotidianamente perché ha, per sua fortuna, una sua vita, un suo lavoro e una sua attività, va a leggersi i resoconti d'Aula delle ultime "enne" sedute, vedrà che, se non è per qualche interrogazione, di sanità qui non si parla. Secondo me, ai cittadini piemontesi questo non va molto bene.
Poi, magari, se ne ricorderanno al momento di andare al voto oppure no, per carità, però questa è anche una notizia.
Concludendo, ritorno al punto iniziale: è importante questo dibattito, ma per me è importante non solo cosa si propone, ma anche come lo si presenta.
Perché le conclusioni del relatore, il Consigliere Cane del Gruppo Lega contraddicono le sue premesse. Infatti, prima dice: "Non bisogna aver paura di questo provvedimento" - che è quasi un brandire una clava, come a dire "non dovete avere paura di questa clava" - dandogli un'identità forte dal punto di vista della nostra cultura, e togliendogli, in qualche modo un'identità politica o una bandiera politica principale. Poi, per conclude dicendo "Piemunt liber", ma non si capisce bene libero da cosa.
Non si comprende se intende "via da Roma" o da altro, perché forse un certo nazionalismo dalla Lega che abbiamo visto negli ultimi anni è stato probabilmente sorpassato a destra, e allora bisogna tornare un po' indietro e cercare di tenere i buoi che scappano dalla stalla (anche se ormai è aperta, e chiuderla è tardi!), tornando a temi di antica memoria, come "Piemunt Liber", "via da Roma", "secessione" e quant'altro.
Questo, però, dà un'impronta diversa al provvedimento, perché si denuncia un qualcosa che, facendo politica, è pienamente legittimo (del resto, fare politica vuole anche dire fare politica di parte). Tuttavia, nell'essere legittimo è chiaramente un provvedimento bandiera, del quale noi, in questo momento, non ne sentiamo il bisogno.
Si consideri, altresì, che all'inizio della legislatura c'era un Assessore che, insieme al Presidente Cirio, diceva che bisognava promuovere la semplificazione. Ebbene, hanno fatto una baracconata! Mi scuso per il termine, anche se non è una parolaccia, ma è stata una baracconata quella di portare delle leggi al macero della carta, non sapendo, forse, che le leggi si possono abrogare, non serve bruciarle! Quell'Assessore, poi, non lo abbiamo più visto (o, almeno, non l'abbiamo più visto qui, ma lo abbiamo intravisto in altri contesti). Anche il Presidente, che sembrava crederci così tanto, poi non ha più portato avanti provvedimenti legislativi che dicevano che per ogni legge proposta bisognava abrogarne una: infatti andiamo ad aumentare, ad accrescere.
Per tutte queste ragioni, e per quanto sia un dibattito interessante, salvo cambi idea in corso d'opera, per quanto mi riguarda non esprimerò né un voto favorevole né un voto contrario su questa proposta di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Fava; ne ha facoltà.



FAVA Mauro

Grazie, Presidente.
Oggi mi appassiona stare in Aula. Io sono nato nel 1970 in una vallata franco-provenzale, dove, prima di tutto, mi hanno insegnato a parlare il dialetto, perché non si parlava altro.
Oggi mi accorgo che tante "strafalcionate" che dico in italiano arrivano proprio da quella carenza di insegnamento, ma purtroppo l'infanzia ha portato a quello. Crescendo, ogni giorno si impara qualcosa in più; ciò che si impara a scuola e nell'infanzia lo si porta avanti tutta la vita. Posso tranquillamente affermare che trascorro gran parte della mia giornata a parlare piemontese e franco-provenzale, e cerco di adattarmi a parlare l'italiano, per cui non vorrei fare strafalcionate, visto che è la nostra lingua principale, e dobbiamo conoscerla.
Intanto vorrei ringraziare il Consigliere Cane per aver portato questo provvedimento in Aula, perché il dialetto è un aspetto importante per i territori, soprattutto per il Piemonte, considerato che in questo momento stiamo parlando proprio di eccellenze, di territori, di quanto di meglio il nostro Piemonte possa offrire.
Il franco-provenzale, la lingua della mia zona d'origine, non si parlava tanto per parlare. Era una lingua che permetteva di creare delle differenze, specialmente nel mondo dell'immigrazione. Anche soltanto venendo nella città principale, che era a Torino, per fare il vedrijè o il magnin, che veniva per stagninare, non ci si doveva far capire dagli altri.
Si cercava di parlare qualcosa di diverso non tanto per isolarsi, ma per avere una certa identità. Oggi quell'aspetto non esiste più. Oggi, quando si va in un mercato come quello di Porta Palazzo, manca il "cerea madamin" o altre piccole frasi piemontesi, come "ven da çi c'a custa meno" o "va da là". Insomma, quelle tipiche espressioni che portava il piemontese, così come i vari dialetti sui territori.
Oggi è difficile portare a scuola il dialetto e insegnarlo ai ragazzi, ma bisogna farlo, perché è una cultura che non deve svanire nel nulla.
Sicuramente, non c'è più bisogno di parlare il dialetto per non farsi capire dagli altri, ma è comunque da portare avanti insieme alle tradizioni che le nostre vallate, la nostra gente e i nostri avi ci hanno insegnato proprio per essere differenti ma uguali agli altri, per creare delle situazioni importanti. Soltanto in ambito agricolo ci sono dei detti in piemontese che non sono neanche tradotti in italiano: è quello che bisogna insegnare! Sui tempi e sui metodi non intendo entrare nel merito, ma sicuramente sono favorevole a questo provvedimento, sia pure modificato, affinché si possa insegnare ai nostri figli, a chi viene dopo, ma anche agli stranieri quanto abbiamo imparato come patrimonio.
Raccontavo prima alla collega che tanti anni fa ho avuto la fortuna di lavorare con dei turchi, che erano venuti da me parlando in piemontese.
Sapete perché? Perché la Cogefar, che era un'azienda della FIAT, si era sviluppata anche in Turchia, e i nostri lavoratori che andavano lì a insegnare loro a fare il lavoro parlavano solo in piemontese. Quei turchi hanno dovuto imparare prima il piemontese dell'italiano! Oggi, per fortuna non è più così. Tra l'altro, ringrazio anche queste persone, perché è stato un gesto che ci ha fatto crescere e ha permesso al nostro patrimonio linguistico di essere valorizzato.
Questo provvedimento non è una bandierina, perché il Piemonte non è occupato da nessuno. Bisogna fare una modifica, come hanno proposto i relatori, portarla avanti e dare al Piemonte l'identità che si merita rispetto a tutte le altre lingue. Perché noi qui parliamo il piemontese, ma lo si può parlare anche altrove. Pensate, ad esempio, al napoletano, che si parla in tutto il mondo! Quello, a mio avviso, è un aspetto molto importante per la nazione Italia. L'Italia è una moltitudine di lingue, che vengono esportate anche fuori dalla nostra nazione.
Concludo annunciando che voterò favorevolmente su questo provvedimento, ma ricordando sempre a tutti che il Piemonte non è occupato da nessuno: il Piemonte è libero, per le sue lingue e per le sua cultura. Viaggiamo così che andiamo bene! Grazie a tutti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Fava.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Gavazza, che interviene in qualità di Consigliere regionale.



GAVAZZA Gianluca

Grazie, Presidente.
Oggi è in discussione in Aula quest'importante provvedimento. Mi ha fatto piacere essere qui a far parte di quest'Assemblea dopo anni che ascoltavo per radio le nostre assemblee su una cabina di un camion, prima magari in macelleria; mi faceva piacere questo dibattito politico che veniva fatto su temi importanti, come tutt'oggi è.
Oggi penso che questo sia un provvedimento importante; importante perch voglio dire che i piemontesi sono delle persone importanti, sono delle persone che meritano tutto il rispetto. Penso ai nostri nonni, ai nostri bisnonni, ai nostri avi; parlo anch'io degli anni Settanta, quegli anni Settanta in cui noi bambini della provincia non venivamo scuola a Torino perché era un problema politico. Stavamo rintanati nei nostri paesi, dove in quegli anni (non in tutti, ma nel mio), non mi insegnavano l'inno nazionale perché era da fascisti, forse; mi insegnavano "O bella ciao" onorato di conoscerla e potrei cantarvela tutta in aula.
Oggi il problema è ancora un altro; oggi è ricordare quello che in questi cinquant'anni abbiamo fatto scemare, lasciato perdere. Vi faccio un paragone, un esempio (perché paragone è piemontese e poi Sarno potrebbe non capirlo). Le faccio un esempio, Consigliere Sarno: io vivo a Torrazza Piemonte; Torrazza Piemonte, in piemontese, è la "tor"; invece qualcuno dice che è la "trassa". E vengo al cartello: sul cartello scriveremmo la "tor". Non parlo in dialetto, perché io ne ho due e vige e la regola di chi mi ha preceduto: la mia mamma parlava in torrazzese e mio papà parlava in granese. Grana Monferrato non si scriverebbe Grana Monfrat, ma Gran-a, con il trattino (il Consigliere Chiamparino sa).
Noi, a Grana, diciamo: "porta c-me"; invece a Portacomaro dicono "porta cu me". Ognuno ha le sue tradizioni; il fatto di scrivere il nome in piemontese su un cartello è dunque un elemento di cultura. Qui dentro mi avete insegnato - avendo io fatto tutt'altro negli ultimi 56 anni - quanto sia importante la cultura e - vivaddio - se per una volta parliamo della cultura di dove siamo nati, di dove sono nate persone importanti per l'Italia e per il mondo, non muore nessuno.
Con questo voglio esprimere - usando una parola del collega Ravetti - un concetto distensivo, che non sia polemico. Io non voglio polemizzare con nessuno: voglio dire che queste sono cose importanti. Poi vado anch'io un po' sul personale: la mia mamma e il mio papà, a tavola, quando si rivolgevano a me, mi parlavano con due dialetti; a mia sorella parlavano in italiano, perché noi piemontesi siamo rispettosi di quelli che allora erano gli emigranti.
Andavamo a scuola - è vero, come avete già detto - e parlavamo in dialetto.
Io ho un'inflessione piemontese e purtroppo ho fatto altro nella vita, non ho studiato, non ho insegnato, non sono andato all'università, forse non sarei arrivato qui, ma lasciamo perdere. A parte tutto, il problema è che oggi dobbiamo valorizzare quello che è stato.
Anch'io, come diceva il Consigliere Bertola, sono emigrante di piccola tratta; il mio papà è emigrante anche lui. Abbiamo ricevuto e rispettato gli emigranti del Piemonte, ché all'epoca a Torino c'era il lavoro; abbiamo industrializzato queste nostre terre della pianura, che oggi faticano un po', perché le nostre terre, quelle della collina e della montagna, in quegli anni avevano delle serie difficoltà, quindi questa pianura piemontese ha aiutato la sua collina e la sua montagna. Oggi avremmo bisogno un po' del gioco inverso, che venissero anche ad aiutare un po' noi nella pianura, ma questo è ancora un altro il discorso.
Ritengo che, nel globale di tutto quello che abbiamo detto oggi, ben venga questo provvedimento, che non fa nient'altro che ricordare le proprie origini ai ragazzi che sono nati qui, dopo gli anni Settanta, ma anche a mia sorella, che parla italiano, e a mia moglie, che è nata nel 1963, ma visto che era femmina i genitori le parlavano in italiano, perché non si pensasse che fossimo dei contadini: a volte eravamo talmente preoccupati che si vedessero le nostre origini che le camuffavamo parlando tutti in italiano.
Oggi, invece, diciamo a tutti i piemontesi: siamo piemontesi, abbiamo imparato - come ho fatto io - un po' di italiano (io sono di madrelingua piemontese, perché la mia mamma mi ha parlato piemontese, seconda lingua italiano). Sono contentissimo oggi di essere qui con voi e imparare delle cose, perché in quest'Aula, sia dal centrosinistra sia dal centrodestra, ho imparato tantissimo e l'ho messo sulla mia cultura. Pertanto, se cultura dev'essere, cultura vuol dire portare avanti questo provvedimento. Grazie a tutti voi.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservato ai Consiglieri dei Gruppi di maggioranza)



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Perugini; ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Questa proposta di legge è, in fondo, la modifica di un altro testo di legge, che va a rafforzare i temi culturali legati alle vicende della storia e della lingua piemontese; i motivi per cui va sostenuta, in realtà li hanno detti tutti i colleghi di minoranza nei loro interventi.
Se andassimo a estrapolare, a spot, dai più alti aulici interventi a quelli anche un po' più semplificati, in realtà, si è parlato di custodire la memoria, la cultura, le lingue; si parla del piemontese, ma noi sappiamo che in Piemonte ci sono molte lingue con radici diverse, che vengono parlate e che peraltro in questo testo di legge sono specificate. Per dire che cosa? Per dire sostanzialmente che, proprio perché negli interventi dei colleghi di minoranza ci sono le risposte, non potrà che accadere, anche rispetto a questo provvedimento - e talvolta è accaduto - che ci sia un voto unanime.
In fondo - e credo che ipocritamente se non sottoscriveste quello che sto per dire, allora non andrebbe bene quello che facciamo, di essere a servizio del pubblico e di presentarci di fronte i cittadini - tutte le volte, ciascuno di noi, nessuno escluso, 51 su 51, quando partecipiamo alle cosiddette feste comandate o alle più importanti cerimonie nazionali piuttosto che regionali, diciamo sempre che un elemento fondamentale è custodire la memoria e custodire i valori che accompagnano quel singolo momento. Potremmo fare l'elenco; un collega prima parlava delle canzoni delle mondine del Novarese o del Vercellese, che contengono rivendicazioni sociali e sono canzoni in dialetto. Peraltro, le mondine arrivavano anche da altre regioni, ma cantavano quelle canzoni nel dialetto della nostra terra, ma allora anche quella è la custodia.
Dov'è quindi il problema di avere un testo di legge che, passando attraverso le scuole, le associazioni o le associazioni dei Comuni, intende custodire e valorizzare elementi che appartengono alla nostra regione? Credo che non ci sia nessun problema. E non si tratta di elevare nessuna bandiera o vessillo; penso che voi soffriate, e dovete concedermelo di dirlo, del riflesso pavloviano e credo che tutti voi sappiate cos'è. È un riflesso condizionato: quando la Lega presenta un testo di legge o una proposta di legge sono immediate le reazioni condizionate che arrivano da una parte di questo emiciclo. È veramente incredibile.
Allora, anziché avere delle reazioni, perché più volte è stata citata la Lega, la bandiera, il vessillo e i nostri problemi.
A proposito, una notizia a beneficio di tutti: della Lega ce ne occupiamo noi e non se ne occupano gli altri, quindi, grazie per le sollecitazioni ma il nostro corso, il nostro percorso e anche i nostri obiettivi li conosciamo bene e saranno sempre condivisi. Ma non è questo il tema ed è per questo credo che non potrete che convergere.
Peraltro, a proposito di quei temi che si conservano nel tempo e direi che si perpetuano nei secoli, anch'io ho fatto una piccola ricerca, ma solo per le traduzioni e non peraltro, perché non ero fortissimo il latino: termini come sponsor, che vuol dire garante, lo usiamo quotidianamente e qualcuno pensa che sia addirittura inglese; agenda vuol dire "da fare" e virus significa veleno. Sono tutti termini che usiamo nella lingua italiana, che in realtà appartengono a un'altra lingua, ma appartengono alla nostra storia, non dico a un'altra storia, ma alla nostra storia.
Allora, se attraverso questo rafforzativo inserito nella legge saremo capaci di consegnare ai nostri ragazzi e mi riferisco alla collega Frediani che parlava delle scuole: sì, ha ragione, perché forse gli insegnanti non hanno il tempo per esaurire tutto il programma del Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca (il famoso POF). Infatti se ci dessero l'autonomia anche su quello, probabilmente, rivoluzioneremmo un po'.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PERUGINI Federico

No, no. Continueremmo a studiare la storia, l'abbiamo appena detto.
Continueremmo a studiare la storia, caro Presidente, continueremo a fare così, ma magari correggendo un po' il POF, ad esempio, mettendo qualche ora di sport in più, visto che la sanità è una delle materie principalmente da noi trattate e, forse, è da lì che passa la prevenzione salutistica.
Professor Salizzoni, credo che almeno questo potrà confermarmelo.
Vedete bene che dentro gli interventi che ci sono stati da parte di tutti c'è la risposta, per cui forse tutti potremmo votare per un pezzettino questa legge e trovare una convergenza per conservare i nostri valori.
Perché ho provato a dire tutto questo? La risposta, e penso anche a chi è intervenuto in dialetto, sta in una citazione, che credo conosciate tutti ed è riferita alle "Memorie di Adriano". Adriano, che è stato un grande viaggiatore e peraltro un cittadino del mondo, quindi mettiamo in evidenza che Adriano era cittadino del mondo, ha governato l'impero romano parlando in latino, ma pensando in greco. Allora ciascuno di noi pensi a qual è il suo "greco": se la lingua italiana è il must, è la linea che noi dobbiamo seguire ed è ciò che ci accomuna per essere cittadini di questo paese (qualcuno ha aggiunto l'inglese per essere cittadini del mondo, e io direi anche lo spagnolo, visto che è la lingua più parlata al mondo), ciascuno di noi, caro collega Sarno, sia che abbia i nonni di Napoli, di Bari o di Salice d'Ulzio (Sauze d'Oulx), ha dentro di sé un "greco", con cui probabilmente conduce la propria vita, pensando a quello che i propri nonni, magari in una forma dialettale, qualunque essa sia, gli hanno detto come fare o risolvere una cosa. Tradotto: ciascuno di noi dirà "mio nonno cosa avrebbe detto?" e gli viene in mente quella formula in dialetto e visto che noi oggi siamo qui a legiferare per la nostra terra.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, fate intervenire il Consigliere Perugini.



PERUGINI Federico

Visto, caro Presidente, che oggi siamo qui a legiferare per la nostra terra di Piemonte, custodire la nostra tradizione anche attraverso il testo legislativo non può che essere un dovere, in piccola o in grande parte, e poi da domani mattina (anch'io m'interrompo qui) avremo il tempo per continuare sulle nostre cose.
A proposito, è stato incardinato il bilancio di previsione in I Commissione, ma non è ancora stato assegnato il numero, quindi, caro collega Bertola, non sono in grado di risponderle.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro conclusa la discussione generale.
Poiché la Giunta non intende intervenire, proseguiamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Segnalo per il verbale il voto di presenza della Consigliera Disabato, del Consigliere Sacco e della Consigliera Accossato.
Vi chiedo di rimanente nelle vostre postazioni per votare in tempo.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
La votazione è conclusa.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, scusate, scusate.
CANALIS Monica (fuori microfono) L'Assessore Caucino!



CAUCINO Chiara, Assessore regionale (fuori microfono)

Ero in aula! Ero in aula, probabilmente non sono stata.



PRESIDENTE

Scusate!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, come si concede di votare a tutti in aula, anche verbalmente anche l'Assessore Caucino ha tutti i diritti di inserire il proprio voto.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Se ritiene di inserirlo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No, non è Presidente.
DISABATO Sarah (fuori microfono) Non siamo in una pista di atletica!



PRESIDENTE

Consigliera Disabato, non faccia queste sceneggiate.



(Commenti della Consigliera Disabato)



PRESIDENTE

Consigliera Disabato, non è a casa sua o in un asilo. Per piacere!



(Commenti della Consigliera Disabato)



PRESIDENTE

Non è un asilo questo, è un Consiglio regionale.



(Commenti della Consigliera Disabato)



PRESIDENTE

Bene. E allora se ha qualche problema può anche uscire, Consigliera Disabato.
Prego, Assessore Caucino.



CAUCINO Chiara, Assessore regionale

Scusate il ritardo e scusate la corsa. Esprimo parere favorevole.



PRESIDENTE

Parere favorevole. Essendoci il numero legale, la votazione è valida.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Frediani, sull'ordine dei lavori.



FREDIANI Francesca

Mi aiuti lei, Presidente, a ricordare, però, da quello che mi sembra di avere imparato in queste quasi due legislature, in genere diciamo che non ha funzionato il pulsante, quindi chiediamo di aggiungere il voto, oppure che abbiamo sbagliato e quindi correggiamo il voto, ma l'aggiunta di un voto che contribuisce a raggiungere il numero legale non l'ho mai visto.
Non so se i colleghi che hanno una memoria storica più lunga della mia anche se io ormai è già qualche anno che sono in quest'Aula, se lo ricordano. Sarebbe un precedente piuttosto notevole, per non usare un altro termine.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Scusi, Presidente, ma se vale il criterio di essere in aula, non votare e poi dirlo a verbale a votazione chiusa, ci ha dato un altro strumento per fare opposizione.



PRESIDENTE

Come avete fatto fino adesso.



MAGLIANO Silvio

Le chiedo di segnare il mio voto presenza. Grazie.



PRESIDENTE

Presenza, va bene.
Prego, Consigliere Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio

Potendo dire di avere, forse insieme a qualcun altro, una memoria storica minima, non ricordo - non ricordo - che ci sia mai stato un caso in cui uno dell'allora maggioranza, o chicchessia, che era fuori dall'aula, anche solo per telefonare, venisse richiamato in Aula (non so, magari l'Assessore Marrone può essermi testimone). Non è mai successo.
Come Vicepresidente della Giunta per il Regolamento, le chiedo formalmente una riunione per dirimere questa questione.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata ai Consiglieri dei Gruppi di minoranza)



PRESIDENTE

Va bene.
Per il richiamo dei Consiglieri c'è anche un campanello, perciò non è una questione di novità.
Avete discusso un'ora e mezza in cui volevate evitare l'introduzione di nuove norme sul piemontese. Non mi sembra ci sia un cambiamento epocale se un Consigliere ha tutti i diritti di partecipare al voto in aula, com'è successo in situazioni precedenti dove la minoranza, per far mancare il numero legale, non votava e si introduceva il voto legale, perciò era un'introduzione forzata. Anche in questa situazione non trovo nulla d'illogico.
Se volete iscrivere il vostro voto lo dite a verbale, lo inseriamo e poi essendo quasi le ore 13, chiudiamo la seduta, che riprenderà dopo la trattazione dei question time. Anche l'Assessore Caucino era in aula; prima che scadesse il tempo era in aula.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) La frittata l'ha già fatta!



PRESIDENTE

No, no, ho guardato, era in aula. Era in aula e ha tutti i diritti di esprimere il proprio voto, come invito sempre tutti a stare nelle loro postazioni. Ripeto, se avete piacere e voglia di inserire a verbale la votazione all'articolo 2 lo inseriamo e poi sospendiamo la seduta, che riprenderà dopo la trattazione dei question time.
Prego, Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente, lei sa meglio di me che ha introdotto una nuova norma regolamentare in questo momento. Lei lo sa, perché l'Assessore Caucino poteva intervenire a microfono per correggere il voto, dire che non funzionava la tastiera e tutto quello che è sempre capitato, ma non pu nel momento in cui.
Tra l'altro, si è messa a correre in aula per schiacciare il pulsantino non è arrivata in tempo e ha detto: correggo il voto, introduco il voto.
Lei sa benissimo che questa situazione è fuori dal Regolamento. Siccome in quest'Aula, per fortuna, esiste la Commissione per il Regolamento, vorrei che lei la convocasse, dato che il suo Vicepresidente ha chiesto di convocarla.
Dato che è piena facoltà del Presidente, a fronte di una divisione di interpretazione dell'Aula (come ha già fatto sul gioco d'azzardo patologico), alla fine chiudere la discussione e scrivere un'interpretazione, vorrei che lei lo facesse, altrimenti sospendiamo l'Aula, perché il voto non era valido. Lo sappiamo tutti, ma almeno diciamocelo: il numero legale non è accettabile con un voto a microfono.
Ristabiliamo e non generiamo un fatto che anche in futuro potrebbe essere replicato. Le chiedo gentilmente di farlo per il metodo. Dopodiché, sulla legge noi la pensiamo in un modo, voi la pensate in un altro, ma mi sembra ci sia un dibattito sereno e tranquillo. Non stiamo facendo ostruzionismo sulla norma, per cui non ci induca, alle 14.30 o alle 15, quando riprenderemo la seduta, a bloccare i lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io chiedo la convocazione di una seduta di Giunta per il Regolamento perché il Consigliere Chiamparino è stato chiaro sul punto.
In secondo luogo, volevo sottolineare che spesso noi chiediamo la rettifica del voto, ma seduti e saldi al nostro posto, magari quando capita di sbagliare il voto (si voleva votare a favore e si è votato contro). A volte chiediamo di aggiungere il nostro voto dopo, ma siamo seduti qui dall'inizio; a volte magari non è neanche vero che non siamo riusciti a votare, stavamo aspettando e chiediamo di aggiungerlo dopo.
Invece, qui è palese che c'era un Assessore - che, nel frattempo penso sia tornato nel metaverso dove era prima, perché non è più in aula - che, nel momento in cui è finito il tempo di un minuto per votare - a volte il Presidente può anche interrompere il tempo prima - allo scadere di quel minuto non era nelle condizioni di poter votare perché non era fisicamente nella sua postazione.
La scorsa settimana ci è stato presentato un nuovo metodo di votazione che servirà sia per gestire la fase in cui andremo in un'altra aula a causa dei lavori che si svolgeranno qui dentro sia, in un futuro ancora successivo come innovazione tecnologica. Lei, Presidente, come ho detto l'altra volta ha modellato un'innovazione tecnologica a uso e consumo della maggioranza probabilmente nel silenzio di Consiglieri che la circondano, ma qui si sta modellando a uso e consumo della maggioranza il Regolamento e la prassi consiliare. Ritengo che questo sia molto grave.
Ribadisco la richiesta della convocazione di una Giunta per il Regolamento.
diversamente, sia oggi pomeriggio sia quando, magari, ci saranno 500-600 emendamenti da votare ci metteremo in un angolo dell'aula, faremo scadere il minuto, dopo alzeremo la mano uno per volta e chiederemo di aggiungere il nostro voto favorevole o contrario, così vediamo quanto durano le giornate qui in Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.
Mi scusi, Consigliera, ma è il Consigliere Martinetti che la impalla, lo dovremmo spostare.



DISABATO Sarah

Infatti non riesco capire, sono campionessa regionale di alzata di mano e finisco sempre per intervenire per ultima. Presidente, si metta un cannocchiale sul banco! Non so se intervenire per fatto personale o sull'ordine dei lavori, perch non è la prima volta che in quest'Aula mi si dice che non sono in un asilo.
Potrei rispondervi che non siamo nemmeno su una pista di atletica, perch qui si vedono gli sprint ogni settimana dalla mattina al pomeriggio, quindi cerchiamo di capire chi è nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Detto questo, vorrei non essere più definita come una lattante che va all'asilo se è possibile. Questa è una primissima richiesta che vi faccio, perch inizio a essere non soltanto offesa, ma anche indignata.
La settimana scorsa siamo rimasti qui un'ora e mezza per testare un nuovo metodo di voto che prevede l'inquadramento con una telecamerina e l'impossibilità di aggiungere il voto, ma lei oggi, Presidente, ha avallato quello che dovrebbe essere la violazione di tutte le norme dettate dal nuovo metodo di voto. Se lei crede a questo nuovo sistema, dovrebbe intanto cercare di sollecitare la maggioranza a essere ottemperante già oggi, anche se non è vigente quel metodo, ma voglio dire che nemmeno il suo nuovo "sistemino" riuscirà a sanare le carenze sulla tenuta del numero legale durante le votazioni.
Di questo prenda atto. Mi dispiace per lei, Presidente, ma il suo "sistemino" non funzionerà!



PRESIDENTE

Il "sistemino" non è mio, ma è dell'Aula e la richiamo all'ordine quando grida fuori microfono!



(Commenti della Consigliera Disabato)



PRESIDENTE

Consigliera Disabato, per piacere.
Non voglio fare polemica, ma non ascoltate quando parlo. Prima avevo detto una cosa ben esplicita e avremmo finito la discussione venti minuti fa.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Condivido l'intervento del Consigliere Gallo e del Consigliere Chiamparino.
Credo che ci sia stato un errore di valutazione su un provvedimento su cui c'era stato un dibattimento tranquillo e un confronto anche intenso e nei toni giusti.
Credo davvero che la convocazione della Giunta per il Regolamento, una disamina di quanto accaduto e un rientro delle valutazioni sia la condizione migliore per consentirci di continuare a lavorare bene, anche in momenti più difficili di contrapposizione che, per forza di cose, in un'Aula consiliare avvengono.
Penso che lo richiede una rivalutazione e una condivisione con i Consiglieri delegati a questo compito per ricomporre il giusto funzionamento e il rispetto regolamentare in Aula, che è a vantaggio di tutti, Presidente. Il rispetto delle norme e delle regole aiuta tutti maggioranza e opposizione, a seconda del momento, per svolgere bene il proprio compito qui dentro.
A questo punto, non chiedo di aggiungere il mio voto anche se ero qui seduta: non è necessario, avremo altre occasioni di voto nella giornata.
Presidente, capisco, lei aveva detto di chiudere.
Un attimo, finiamo, siamo in orario.



PRESIDENTE

Ripeto, vorrei capire chi non ha segnalato il voto elettronicamente.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

So posso permettermi, faccio un intervento sull'ordine dei lavori.
Non voglio giudicarla in quanto Presidente, ma mi permetto di giudicarla in quanto persona e la trovo sempre molto simpatica. Mi lasci dire, le do un consiglio, poi lei non lo utilizzi.
Per evitare di interpretare diversamente dal solito il Regolamento, siamo arrivati alle ore 13 e mi permetto di consigliarle di riprendere oggi pomeriggio dalla votazione successiva, o da quella precedente in cui non c'era il numero legale, perché non cambia nulla.
Per i lavori dell'Aula forse è meglio riprendere alle ore 14.30 dopo i question time, ripartendo da quella votazione che, oggettivamente, non ha ottenuto il numero legale.
Lei è un uomo simpatico, ma da Presidente non si impunti su ciò che è impossibile. Perché, davvero, è impossibile dire che l'Assessore Caucino per quanto velocissima (anzi, dirò al Presidente Cirio di conferire la delega allo sport all'Assessore Caucino!), fosse presente al momento della votazione. È molto più veloce di Ricca! Un'ultima battuta, Presidente, per arrivare alle ore 13: collega Gavazza lei è Segretario d'Aula, non è Segretario d'Aula della Lega! Glielo dico perché vederla correre in quel modo...
Scherzando, il collega Gavazza aveva detto alla collega Disabato, poi ammettendo di aver sbagliato, che non bisognava fare come all'asilo.
Siccome lei ha un'età per cui non possiamo più far riferimento all'asilo, e poiché le vogliamo tutti bene, vorremmo che la smettesse di correre alla ricerca dei colleghi, soprattutto di Giunta, che non sono mai presenti! Le vogliamo bene, ma vorremmo che rimanesse con noi fino alla fine, come dicono, ahimè, i tifosi juventini, quindi la smetta di correre per l'emiciclo e per i corridoi! Se il Presidente è d'accordo, poiché mancano pochi minuti alle ore 13 direi di riprendere dall'ultima votazione. Non facciamo del male a nessuno non presentiamo altri emendamenti, non convochiamo la Giunta per il Regolamento. Siamo tutti felici e contenti e andiamo a mangiare qualcosa.



PRESIDENTE

Grazie.
Ribadisco un concetto, dato che alle volte si usano i modi di dire: l'invito a "non essere all'asilo" non era riferito a una persona che si comporta in modo fanciullesco o bambinesco, ma è un modo di dire.
Avevo esplicitamente chiesto chi non aveva votato, per capire le condizioni di voto e per dare la possibilità a tutti di esprimersi al meglio. Dato che mi sembra che ci sia una stragrande maggioranza di Consiglieri che nonostante ci fosse il numero legale, non ha votato, annullo il precedente voto e rimetto in votazione l'articolo 2.
Consigliere Gavazza, stia seduto! Stia in Aula! Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Dopo la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata, prevista per le ore 14.30, proseguiremo i lavori con la ripetizione della votazione.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.56)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la seduta delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1238 presentata dal Consigliere Valle, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1239 presentata dal Consigliere Rossi, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1241 presentata dalla Consigliera Accossato, cui risponderà l'Assessore Icardi interrogazione a risposta immediata n. 1242 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1243 presentata dalla Consigliera Disabato, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1240 presentata dalla Consigliera Canalis, cui risponderà l'Assessore Carosso.
Ricordo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni a risposta immediata di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo, inoltre, che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti che degli Assessori che rispondono.
Ricordo, infine, che è prevista l'illustrazione, da parte dell'interrogante, per tre minuti; la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e non sono previste repliche.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1239 presentata da Rossi, inerente a "Riapertura linea ferroviaria Arona-Santhià"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1239.
La parola al Consigliere Rossi, per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Come tutti sanno, la ferrovia a Santhià-Arona è una linea regionale lunga 65 chilometri che tocca le stazioni di Santhià, Carisio, Buronzo, Rovasenda Alta, Gattinara, Romagnano Sesia, Cureggio, Borgomanero, Comignano e Arona.
Il servizio su questa linea è stato interrotto dalla Giunta Cota nel giugno del 2012.
Perché torno su questa interrogazione, proprio oggi, Presidente? Perché, nonostante il fatto che nel nuovo contratto con Trenitalia, che la Regione ha stipulato pochi mesi fa, non si parli della riattivazione della linea Arona-Santhià, abbiamo letto sulla stampa di Novara del 1° dicembre quindi pochissimi giorni fa, che la linea ferroviaria potrebbe riaprire addirittura fra due anni: questo lo ha annunciato il deputato leghista Alberto Gusmeroli, nonché Vicesindaco di Arona. Addirittura, si parla di un periodo particolare in cui dovrebbe avvenire questa apertura, cioè alla fine del 2024 o, al massimo, all'inizio del 2025.
Si potrebbe dire: "Cavoli! Come mai, nonostante il contratto non preveda la riapertura, invece, l'onorevole Gusmeroli sa che la linea riaprirà?". Si apprende dalla stampa che addirittura c'è stata una riunione con l'Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, alla quale erano connessi da remoto anche l'Assessore regionale del Piemonte ai trasporti Marco Gabusi, i Consiglieri regionali Riccardo Lanzo e Angelo Dago, più altri.
È emerso anche che sarebbero necessari investimenti per ripristinare la linea, come sappiamo da anni; questo è uno dei motivi per cui la linea non è mai stata riaperta, Presidente, ma dopo questa riunione probabilmente si farà.
Inoltre, è emerso che si potrebbero usare i soldi del PNRR per reperire le risorse che servono, ma non è emerso un aspetto, che è il fattore che veramente sta tenendo ferma non soltanto quella linea, ma anche tutte le altre linee sospese. Lo stesso Assessore Gabusi, in diverse occasioni prima di questa magica riunione, l'ultima con l'onorevole Gusmeroli, ha sempre detto, correttamente e come noi sappiamo da tempo, che per riattivare quella linea servono circa 3,5 milioni all'anno; ciò perché RFI dice - giustamente - "Investo per riattivare la linea, ma poi la Regione mi deve garantire il servizio" e la Regione ha sempre detto: "Io volentieri garantisco il servizio, però il Governo mi deve garantire l'aumento del Fondo nazionale per i trasporti, altrimenti dove li prendo i 3,5 milioni?". E siamo sempre daccapo.
Concludendo, Presidente, considerato che tali questioni le conoscevamo già considerato che in questo momento il Governo e la Regione condividono lo stesso colore politico e che chi ha promosso questa riunione è parte attiva di una maggioranza sia al Governo che in Regione; visto che si parla addirittura di una data (fine del 2024), si interroga l'Assessore competente in materia per conoscere quale sia il cronoprogramma di atti formali e lavori che porteranno alla riapertura della linea nel 2025.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi, per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Leggo la nota dell'Assessore Gabusi e la aggiorno volentieri sulla questione relativa alla linea ferroviaria Arona-Santhià.
La scorsa settimana e, precisamente, mercoledì 30 novembre, si è tenuto un incontro in videoconferenza tra i vertici del gruppo Ferrovie dello Stato e Rete Ferroviaria Italiana, con gli Enti locali e l'Assessorato ai trasporti della Regione Piemonte.
Preso atto del nuovo contratto di servizio recentemente sottoscritto tra Regione e Trenitalia, si è analizzata la prospettiva di una riapertura della linea, ora possibile proprio grazie al contratto stesso. RFI proprietaria dell'infrastruttura ferroviaria, ha quindi preso l'impegno di coordinare il tavolo tecnico che dovrà comprendere quali lavori siano necessari per la riapertura e i tempi in cui questi lavori potranno essere realizzati.
All'esito di questo tavolo, che si riunirà nel mese di gennaio, sapremo più precisamente in quale annualità saranno necessarie le risorse per la riattivazione della linea; questo ci consentirà di individuare il corretto percorso per il finanziamento.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1241 presentata da Accossato inerente a "Ridefinizione degli ambiti territoriali per al scelta del medico di base"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1241.
La parola alla Consigliera Accossato, per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
È anche gradita l'occasione di sentire direttamente l'Assessore Icardi su questa interrogazione, che torna su un tema posto quindici giorni fa (non perché la risposta non fosse esauriente).Si tratta della carenza di medici di base.
Sono stata sollecitata sulla questione di Venaria, sapendo benissimo che è un tema di rilevanza quanto meno regionale e che riguarda molti altri Comuni. Proprio in questi giorni, infatti, mi hanno ricordato che la mia stessa città, Collegno, e anche Grugliasco, vivono una situazione che sta diventando critica (poi conosciamo la situazione dei territori ancora più marginali o montani).
Nello specifico, si tratta di un'iniziativa territoriale che sta dando avanti, che vede insieme il Sindaco, forze di maggioranza e di opposizione.
Alcuni colleghi del territorio di maggioranza hanno considerato questo intervento un eccessivo protagonismo, ma non è così e nemmeno un'accusa nei confronti di chi gestisce il servizio sanitario. È la messa a disposizione di una situazione; è la richiesta dell'individuazione di soluzioni che possano dare quantomeno un beneficio.
Torno sull'argomento, perché abbiamo verificato la soluzione o, comunque un tentativo di andare incontro alla problematicità della carenza di medici di base affrontata, dall'ASL di Novara, con la modifica della definizione degli ambiti territoriali (in realtà credo voglia dire riduzione del numero), per consentire una maggiore mobilità dei medici sul territorio. È vero che già oggi, con delle deroghe, i medici di Alpignano piuttosto che di Druento (nel caso specifico) si sono resi disponibili, ma con l'attuale normativa sembra essere insormontabile la possibilità di aprire uno studio medico o farsi ospitare presso studi medici locali. È quindi il paziente che si deve spostare, situazione che rende indubbiamente più difficile, più ardua e poco gradita dalla popolazione la soluzione, ed è comprensibile.
L'Assessore ha già avuto modo di darmi fuori microfono qualche anticipazione, però credo sia opportuno dirlo in questa sala, durante l'orario destinato alla trattazione del question time. La domanda è sapere se la Regione sta valutando la possibilità di intervenire anche nel territorio dell'ASL TO3, provando a dare una soluzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Silvana Accossato per l'illustrazione. La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha la facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente, e grazie Consigliera.
A riscontro dell'interrogazione in oggetto, vorrei evidenziare che l'istituto della definizione degli ambiti territoriali per la scelta e revoca del medico è disciplinato dall'articolo 32, comma 4, dell'ACN (Accordo Collettivo Nazionale), per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale, siglato il 28 aprile 2022.
Leggo testualmente l'articolo: "L'ambito territoriale di iscrizione del medico, ai fini dell'esercizio della scelta da parte del cittadino e dell'apertura degli studi medici, è costituito sulla base di determinazioni regionali da uno o più Comuni con popolazione di almeno settemila abitanti." e poi continua.
Faccio presente che il provvedimento costitutivo di modifica degli ambiti è di competenza della Regione, ma, nel caso di specie, l'iter amministrativo viene avviato non dalla Regione, ma dall'ASL competente per territorio, a seguito di una puntuale istanza da parte dell'ASL che, nell'ambito della propria autonomia, alla luce delle diverse variabili legate alla conformazione del territorio e per rispondere maggiormente ai bisogni del territorio per garantire una maggiore efficacia di erogazione del servizio individua una soluzione che propone alla Regione che l'adotta.
Ovviamente, solleciteremo anche l'Azienda TO3, ma c'è la più completa e totale disponibilità a valutare e a modificare gli ambiti, qualora le Aziende lo ritengano necessario e più utile all'erogazione del servizio.
Pertanto, totale disponibilità, se ce lo chiedono.
Grazie, Presidente; ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1238 presentata da Valle, inerente a "Prestazioni odontoiatriche ASL TO3"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1238.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Sarò telegrafico, perché in realtà sul tema abbiamo già avuto modo di confrontarci con l'Assessore con un question time un paio di settimane fa a proposito del numero di posti e a come venivano organizzati, la presenza del sovraCUP, primi e secondi accessi all'ASL TO3.
Torno sull'argomento, perché continuano ad arrivarmi segnalazioni di persone che hanno tentato di prenotarsi e hanno trovato come barriera informalmente spiegata dagli operatori, il fatto di non essere residenti all'interno dell'ASL. Sono a chiedere, quindi, se esiste davvero una disposizione di questo tipo, se è una prassi, se è un'esposizione organizzativa di questo tipo e le ragioni per cui si impedisce ai non residenti all'interno del distretto, in particolare dell'ASL TO3, di prenotarsi per i servizi all'interno di quell'ASL.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Valle per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente, e grazie Consigliere.
Vorrei precisare che l'attività odontoiatrica è una prestazione fruibile dal cittadino in accesso libero, come previsto dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e non richiede prescrizione del medico curante. Questa attività ambulatoriale si articola con una prima visita medica specialistica (normalmente il tempo di prima vista si aggira sui trenta minuti) per la valutazione successiva e la calendarizzazione, a titolarità dello specialista, di accessi di cura (dai quattro agli otto accessi).
In particolare, voglio sottolineare che non è mai stata data alcuna indicazione agli operatori addetti alle prenotazioni, né formale n informale né per scritto né a verbale, circa l'impossibilità di accedere alle prestazioni per pazienti non residenti nell'ASL TO3. Non ha alcun fondamento giuridico. A maggior ragione, considerando anche di poter contare su un'ampia offerta aziendale di oltre 300 ore settimanali, delle quali poco meno dalla metà nell'ambito territoriale di Collegno e Rivoli.
È una notizia spero infondata ma, se fosse vero, certamente interverremo sull'Azienda per evitare che possano verificarsi queste storture.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1242 presentata da Magliano inerente a "Potenziamento dei servizi GTT. La Giunta vuole intervenire per supportare gli studenti a raggiungere la propria scuola in orario?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1242.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
L'Agenzia della Mobilità Piemontese è stata istituita nel 2003, ai sensi dell'articolo 8 della legge regionale 1/2000, ed è l'ente responsabile per la Pubblica Amministrazione della mobilità collettiva su tutto il territorio piemontese. Regione Piemonte possiede il 25% delle quote. Il Gruppo Torinese Trasporti S.p.A.-GTT fa capo a FCT Holding S.r.l. società finanziaria controllata dal Comune di Torino.
Constatato che alcuni studenti frequentanti il Liceo Einstein, l'istituto Beccari, l'istituto Bodoni, l'istituto Birago spesso arrivano in ritardo a scuola e tale ritardo non è da attribuire alla condotta degli studenti bensì dei pullman che "saltano" le corse o sono così colmi da non permettere la salita e il mezzo successivo passa dopo molto tempo, non consentendo ai ragazzi di arrivare puntuali a scuola.
Tenuto conto che le linee maggiormente interessate da tali problemi sono la linea 75 (direzione cimitero monumentale), la linea 49 (da Settimo direzione Torino) e la linea 8 (da San Mauro direzione Torino); siamo ormai ad oltre quattro mesi dall'inizio dell'anno scolastico e la situazione dei trasporti in questa zona di Torino è molto critica (come se fosse rimasto il vecchio orario, quello legato al periodo estivo).
Rilevato che l'affluenza che ogni mattina c'è in queste zone è davvero elevata: asse corso Novara/via Bologna fino a largo Croce Rossa se si viene da Torino, oppure asse da Strada Settimo/Strada San Mauro fino a Piazza Sofia se si viene dalla periferia. Le linee 75, 49 e 8 lungo il percorso hanno numerose scuole superiori; solo il liceo Einstein, considerando tutte le sue sedi, ha circa 1.600 studenti. Gli stessi istituti scolastici ormai accettano la giustificazione per il ritardo dei pullman (questo è un caso più unico che raro).
Considerato che gli studenti hanno il diritto di fare affidamento su un servizio di trasporto pubblico affidabile, puntuale e costante nella sua operatività, a maggior ragione alla luce di tutto l'incentivo che viene fatto per l'utilizzo del trasporto pubblico anche come trasporto sostenibile dal punto di vista ambientale, è importante incrementare il servizio nelle fasce più richieste dall'utenza e favorire così l'accesso a scuola dei ragazzi nella fascia oraria 7.00-8.00, interrogo l'Assessore competente per sapere quali iniziative intenda assumere nei confronti dell'Agenzia della Mobilità Piemontese e di GTT, per assicurare che gli studenti possano arrivare in orario a scuola e beneficiare di un adeguato servizio, evitando così la perdita di momenti di lezioni importanti.
Sono tante le segnalazioni che mi sono arrivate, non solo dagli studenti ma dagli insegnanti che, dopo l'ennesima riprova, parlando anche con le famiglie, che questo è oggettivamente un problema, mi sono permesso - quasi fosse un'interpellanza da Consigliere comunale di Torino - di riproporla in questa sede proprio perché, invece, l'Agenzia della mobilità piemontese pu intervenire.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ringraziamo il Consigliere Magliano per questa segnalazione. La mancata erogazione di un servizio da parte dell'Azienda di trasporto, nel caso specifico di GTT, è un fatto grave, soprattutto se è ripetuto e se non è frutto di un episodio singolo e casuale.
Segnalerò all'Agenzia per la Mobilità Piemontese il fatto, in modo che lo verifichi e prenda gli opportuni provvedimenti: da un lato, l'immediato ripristino del regolare esercizio e, dall'altro, le eventuali sanzioni per le mancate corse.
Rispetto al potenziamento del servizio, se questo fosse un ulteriore problema, ci muoviamo per incrementare la disponibilità del fondo trasporti su gomma nel prossimo esercizio finanziario. Ricordo che negli ultimi due anni abbiamo messo a disposizione di questo settore due milioni di euro aggiuntivi rispetto alla spesa storica. Se sarà necessario, l'Assessore Gabusi incrementerà ulteriormente.
Ho concluso; grazie, Presidente. Invierò la nota scritta.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Problemi energetici

Interrogazione a risposta immediata n. 1240 presentata da Canalis, inerente a "Parchi fotovoltaici su terra, quali azioni per salvaguardare il suolo agricolo?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1240.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Monica Canalis.
Prego, Consigliera, ha facoltà di intervenire per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione a risposta immediata riguarda un tema molto caro agli agricoltori piemontesi, ma credo a tutti i cittadini che hanno a cuore l'ambiente e il nostro paesaggio. Riguarda, infatti, i parchi fotovoltaici su terra e le iniziative che la Giunta regionale intende intraprendere per la salvaguardia del suolo agricolo e quindi, in generale, del suolo della nostra regione.
La norma di riferimento è la delibera di Giunta regionale n. 3/2010, quindi è una norma che ormai ha anche una certa risalenza nel tempo. Questa norma definisce quali sono le aree e i siti sui quali non è possibile, in Piemonte, installare impianti fotovoltaici a terra e spiega anche molto bene quali sono le aree in cui, invece, questa pratica è possibile.
È molto importante intervenire su questo argomento, visti gli aggiornamenti delle modalità di coltivazione che incrementano la produttività dei terreni meno fertili, che quindi li rendono anche più appetibili per l'agricoltura piemontese.
I dati dell'ARPA Piemonte, risalenti al 2000, ci restituiscono una fotografia piuttosto preoccupante, cioè il consumo del suolo in Piemonte sarebbe pari al 6,67% della superficie totale regionale (quindi 2.540.000 ettari), con un incremento nel periodo 2019-2020 di 439,40 ettari. Quindi il suolo pro-capite per ciascun abitante è di 392 metri quadri, con un incremento pro-capite, nello stesso periodo considerato, equivalente a 1,02 metri quadri per abitanti all'anno.
Considerando anche che in questa fase storica le politiche europee spingono, da un lato, sulla velocizzazione del processo di trasformazione energetica verso fonti rinnovabili (pensiamo, ad esempio, alla strategia 20 20 20) e, dall'altro, sulla necessità di una maggiore produzione agricola per evitare crisi alimentari causate dalla siccità, dalle guerre, da intoppi commerciali, noi chiediamo alla Giunta regionale quali azioni intenda intraprendere per limitare il consumo di suolo da parte di parchi fotovoltaici, per favorirne eventualmente l'installazione su edifici privati e anche - perché no? - sui numerosi edifici pubblici presenti nel nostro territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Monica Canalis per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Fabio Carosso.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente e buongiorno a tutti.
In risposta all'interrogazione, il decreto legislativo 199/2021 in materia di promozione delle fonti rinnovabili di energia, modificato dal decreto legge 17/2022, convertito dalla legge 34/2022 e dal decreto legge 50/2022, convertito dalla legge 91/2022, all'articolo 20 (Disciplina per l'individuazione di superfici e aree idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili), demanda a decreti ministeriali attuativi di prossima emanazione l'individuazione di principi e criteri omogenei per l'individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee all'installazione di impianti a fonti rinnovabili. L'area idonea è definita dal decreto citato come "l'area con un elevato potenziale atto ad ospitare l'installazione di impianti di produzione elettrica da fonte rinnovabile".
In linea con i principi e i criteri statali, le Regioni individueranno con legge le superfici e le aree idonee nel rispetto dei "principi della minimizzazione degli impatti sull'ambiente, sul territorio, sul patrimonio culturale e sul paesaggio".
Conseguentemente all'aggiornamento delle linee guida nazionali saranno aggiornate le linee guida regionali. Nelle more dell'approvazione del decreto interministeriale , contenente gli obiettivi di sviluppo della fonte fotovoltaica, in ciascuna Regione italiana la Direzione ambiente energia e territorio, sulla base di uno specifico accordo di collaborazione siglato con Ricerca sul Sistema Energetico (RSE SpA) nello scorso mese di gennaio ha lavorato per simulare alcune prime ipotesi di "scenari tecnici" tesi a soddisfare un ipotetico target di sviluppo cumulato della fonte fotovoltaica in Piemonte al 2030 (pari a circa 5.000 MW, triplicando l'attuale potenza installata).
Tali prime ipotesi di scenario sono state sviluppate in piena coerenza con gli indirizzi localizzativi del PEAR per la fonte fotovoltaica, in modo da minimizzare il consumo di suolo atteso dal forte incremento di tale fattispecie impiantistica.
In particolare, le tipologie di aree prese in considerazione nell'ambito della macro-categoria delle aree impermeabilizzate sono state le aree industriali dismesse, i piazzali, i parcheggi, le discariche di rifiuti esaurite e le porzioni di cave non più coltivabili e non ancora oggetto dei previsti ripristini ambientali, nonché tutte le coperture di qualsivoglia tipologia.
È stata quindi fornita un'indicazione all'utilizzo delle aree a destinazione d'uso agricola solamente in via residuale, con la finalità di soddisfare gli eventuali ammanchi di produzione correlati al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle FER al 2030, e comunque limitatamente alle classi di capacità d'uso del suolo di minor fertilità dei terreni (IV e V) con preferenziale ricorso alla soluzione "agrivoltaica".
A conclusione di tali simulazioni tecniche è emerso con chiarezza che l'ambizioso obiettivo ipotizzato al 2030 di triplicazione della potenza installata sarebbe a malapena conseguito, utilizzando i coefficienti più ottimistici, nel caso dello scenario che prevede l'interessamento delle aree impermeabilizzate: considerati gli extra costi realizzativi che tali aree richiedono, si evidenzia l'esigenza di prevedere lo stanziamento di cospicue risorse atte a compensare gli operatori economici degli extra costi.
È altresì emerso con chiarezza che, in assenza di adeguate risorse economiche destinate a orientare il mercato verso le soluzioni localizzative desiderate, il ricorso all'interessamento di superfici agricole, seppure di minore rifrattività dal punto di vista della classificazione d'uso del suolo, sarebbe irrinunciabile per poter conseguire il target di sviluppo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente Fabio Carosso per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1243 presentata da Disabato inerente a "Guardia Medica Pediatrica, quali azioni intende intraprendere la Giunta per garantire il servizio su tutto il territorio regionale"


PRESIDENTE

Concludiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1243.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Disabato.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
In realtà, impiegherò molto meno tempo per l'illustrazione.
Com'è riportato sul sito ufficiale della Regione Piemonte, il Servizio di continuità assistenziale integra l'attività del medico di famiglia e del pediatra di libera scelta nelle ore notturne, prefestive e festive, al fine di garantire un'assistenza medica per tutto l'arco della giornata e per tutti i giorni della settimana, dalle ore 10.00 del giorno prefestivo alle ore 08.00 del giorno successivo al festivo, dalle ore 20.00 alle ore 08.00 di tutti i giorni feriali. Il servizio è rivolto a tutta la popolazione, di ogni fascia di età ed è assicurato a tutti gli assistiti del servizio sanitario della Regione Piemonte.
Chiaramente, la condizione di "non differibilità" riguarda problemi che richiedono un intervento del medico e non possono essere rinviati all'orario di presa in carico del medico curante. Si tratta, quindi, di una situazione diversa dall'emergenza/urgenza, che è sempre assicurata dal servizio 118. Però ci siamo detti tantissime volte, anche in Consiglio regionale, che è sempre bene decongestionare i nostri pronto soccorso perché vengono spesso presi d'assalto anche da accessi impropri.
Per prevenire questo fenomeno occorre garantire l'assistenza a livello territoriale; anche la continuità assistenziale dev'essere garantita in modo omogeneo su tutto il territorio regionale. Sappiamo che ci sono delle "aree d'ombra" in Piemonte, ovvero delle zone di criticità dove questo servizio non viene garantito o viene garantito, viceversa, a pagamento, con grossi problemi per chi ha delle criticità di tipo economico. Nel testo dell'interrogazione non abbiamo riportato le aree critiche, perché abbiamo ricevuto diverse segnalazioni; anche sul territorio di Torino sono state rilevate delle problematiche nel reperire la guardia medica pediatrica.
Con questa interrogazione intendiamo chiedere all'Assessore quando la Regione interverrà a livello omogeneo su tutto il territorio regionale per garantire l'attività del pediatra di libera scelta, assicurando di fatto ai minori di essere assistiti gratuitamente dal servizio sanitario della Regione Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Sarah Disabato per l'illustrazione. La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne la facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente, e grazie Consigliera.
L'interrogante chiede alla Giunta quando il servizio di continuità assistenziale (la Guardia Medica) integrerà l'attività del pediatra di libera scelta, assicurando ai minori di essere assistiti gratuitamente dal Servizio Sanitario Regionale, se ho ben capito la domanda.
A riscontro di questa interrogazione, vorrei precisare che il servizio di Guardia Medica Pediatrica non è previsto dalla legge e non è previsto dall'Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici pediatri di libera scelta.
L'Accordo Nazionale del 28 aprile 2022, all'articolo 28, comma 6, elencando le funzioni delle aggregazioni funzionali territoriali, specifica che l'assistenza pediatrica è dovuta nei giorni feriali e nella fascia oraria dalle ore 8 alle ore 20. Al di fuori di questa fascia oraria l'assistenza è comunque garantita dal medico del ruolo unico di assistenza primaria, ai sensi dell'articolo 29, comma 6 lettera b) del citato Contratto Collettivo Nazionale dei medici di medicina generale del 28 aprile 2022.
Non si può fare. Vorrei avere la Guardia medica pediatrica, ma la norma disciplina che si dà l'assistenza durante la settimana e nei giorni festivi la garantisce la Guardia medica nel ruolo unico, quindi per adulti e bambini.
Questa è la norma e, finché sarà in vigore, ci adeguiamo.
Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni a risposta immediata. Alle ore 15.15 il Presidente riaprirà la seduta sospesa alle ore 13.00.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 15.04 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione delle vittime del rogo della Thyssenkrupp in occasione del quindicesimo anniversario


PRESIDENTE

Ieri, 5 dicembre, è ricorso il quindicesimo anniversario dell'incidente allo stabilimento ThyssenKrupp di Torino, che causò la morte, tra la notte del 5 dicembre 2007 ed il 30 dicembre del medesimo anno, di sette operai collocati presso la linea 5 dell'acciaieria: Antonio Schiavone, Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino e il ferimento di un altro operaio, Antonio Boccuzzi, del quale mi onoro della sua amicizia.
L'esplosione avvenuta all'interno dello stabilimento è considerata il peggior incidente sul luogo di lavoro della storia dell'Italia contemporanea. Un dramma che ripropone drammaticamente la questione della sicurezza sui luoghi di lavoro e sul quale bisogna interrogarsi per capire se, da allora, si sia fatto abbastanza perché non riaccada. A quindici anni esatti da quel tragico evento è ancora forte la rabbia e il senso di ingiustizia che vivono i familiari delle sette vittime. "Stiamo morendo senza giustizia per i nostri cari", gridano; un appello, questo, al quale è ora che la politica e la giustizia non si sottraggano, perché non c'è solo il dramma della singola morte: il dolore si espande alla famiglia, alla comunità, a tutti.
In Italia e nel mondo le morti e gli infortuni sul lavoro hanno assunto proporzioni da vera e propria emergenza nazionale. Nel nostro Paese, i soli infortuni sul luogo di lavoro causano più di 1.400 morti l'anno. Nel 2022 al 1° dicembre, vi sono stati ben 1.003 morti, un lavoricidio, a fronte di 600.000 denunce di "incidenti". I numeri restano alti, soprattutto se si considera che molti incidenti sul lavoro vengono tenuti nascosti particolarmente nell'ambito del lavoro nero.
Commemorazioni come quella di oggi devono rappresentare un momento di richiamo forte al tema della sicurezza sul lavoro, che costituisce un indicatore importante del livello di civiltà di un Paese. Sul tema non è accettabile alcun calo di attenzione da parte delle istituzioni e delle forze sociali. Qualsiasi incidente sul lavoro è, infatti, intollerabile e anche una sola vittima infligge al corpo sociale una ferita non rimarginabile. Occorre insistere, ancora e di più, affinché si realizzi pienamente l'osservanza di tutte le tutele utili a garantire la salute e l'integrità fisica dei lavoratori.
Ai familiari dei sette operai e a tutti coloro che in ogni altra tragedia sul lavoro hanno perso un familiare, un collega, un amico, rivolgo, a nome di tutto il Consiglio regionale, un affettuoso e solidale saluto.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame proposta di legge n. 184, inerente a "Modifiche alla legge regionale 1° agosto 2018, n. 11 (Disposizioni coordinate in materia di cultura)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 184, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella mattinata odierna è iniziato l'esame della proposta di legge n. 184 "Modifiche alla legge n. 11 del 2018 (Disposizioni coordinate in materia di cultura)".
Dopo lo svolgimento della relazione e la discussione generale si è passati all'esame dell'articolato; è stato votato l'articolo 1. È stato posto in votazione l'articolo 2, però la votazione è stata dichiarata non valida per mancanza del numero legale.
Se non ci sono interventi per dichiarazione di voto sull'articolo 2 procediamo con la votazione; ricordo che il numero legale è 23.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



(Commenti del Consigliere Rossi fuori microfono)



PRESIDENTE

Mettiamo a verbale il voto contrario del Consigliere Rossi.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 7 Sull'articolo 7 insistono alcuni emendamenti.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Cane (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 1) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 2) presentato da Sarno (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 4) presentato da Cane (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Li illustrerei insieme, così non perdiamo troppo tempo.
L'emendamento 1) vuole abrogare, all'articolo 7, comma 3, lettera b) l'intero punto della lettera b) che recita: "Apposizione di segnali stradali che utilizzino toponimi e odonimi conformi alle tradizioni e agli usi locali, nel rispetto della normativa vigente in materia di circolazione e sicurezza stradale".
È quanto abbiamo detto in discussione generale, ovvero si vuole togliere il pericolo di avere cartelli stradali differenti, come recita la lettera b) rispetto a quanto invece è previsto dalla lettera a). Crediamo debba essere abrogato questo punto proprio per non incorrere in pericolose interpretazioni, come abbiamo detto in discussione generale, dove cambiamo anche la segnaletica o, comunque, inseriamo il dialetto piemontese nella segnaletica stradale.
L'emendamento 2), invece, al comma 5 dell'articolo 38 bis è così integralmente sostituito: "Fatto salvo quanto previsto dagli articoli 4 e 5 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, la Regione promuove, in collaborazione con le autonomie scolastiche e l'Ufficio scolastico regionale, lo svolgimento di percorsi extracurricolari e facoltativi volti alla diffusione e alla conoscenza delle tradizioni linguistiche e culturali della Regione Piemonte. Tali attività sono svolte nell'esercizio dell'autonomia organizzativa e didattica di cui all'articolo 1, comma 8 e 9, della legge 15 marzo 1997, n. 59".
Lo spiego oltre la dicitura formale: sostanzialmente modifichiamo l'articolato per non svolgere lezioni di dialetto piemontese, bensì per svolgere - sì - interventi in orario extra curriculare, come dicevamo nella facoltà delle autonomie scolastiche e locali, sulla diffusione e la conoscenza delle tradizioni linguistiche e culturali della regione Piemonte. Quindi richiamo l'intervento svolto in mattinata, con il quale chiediamo di togliere tale possibilità, anche perché - Presidente - chi sono gli insegnanti, tra l'altro, definiti dall'Ufficio Scolastico Regionale? Non essendoci un albo, un corso di laurea specifico per individuare gli insegnanti, sarebbe davvero difficile trovare degli insegnanti di comprovata esperienza, visto che abbiamo detto che il dialetto piemontese, come tutti i dialetti, trattandosi di lingue non scritte, manca di una grammatica codificata e consta di molte varietà anche tra Comuni differenti, ma vicini e a distanza di pochi chilometri.
Questo è il secondo emendamento che abbiamo depositato.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di illustrare gli emendamenti rubricati n. 5) e 4) il Consigliere Cane, che ha facoltà di intervenire.



CANE Andrea

Illustro i miei emendamenti, a parziale accoglimento delle proposte del Consigliere Sarno, che ringrazio per essersi appassionato al tema.
Anche con l'Assessore alla cultura, Poggio, abbiamo convenuto di scrivere due emendamenti e poi accogliere un'altra istanza, per dare segno di buonsenso e di condivisione di una legge che, alla fine, possa essere condivisa da tutti noi nei suoi intenti.
Arrivando al testo dei miei emendamenti per quanto riguarda l'emendamento rubricato n. 5 il comma 3, dell'articolo 7, è integralmente sostituito dalla seguente dicitura: "La Regione interviene, inoltre, indirettamente a sostegno di iniziative finalizzate al recupero e all'utilizzo dei toponimi conformi alle tradizioni linguistiche del luogo, in particolare mediante il sostegno allo svolgimento di ricerche su toponomastica e odonomastica locali, anche diacroniche, finalizzate alla divulgazione al pubblico innanzitutto mediante installazione di apposita cartellonistica o segnaletica turistica, nel rispetto della normativa vigente in materia di circolazione e sicurezza stradale, che utilizzi i toponimi e odonimi conformi alle tradizioni linguistiche del luogo".
Questo emendamento serve a meglio raccordare la normativa in materia di Codice della strada.
Il secondo emendamento rubricato n. 4) al comma 5, dell'articolo 7, dopo le parole "sia orale che scritta" dell'ultimo capoverso viene inserita la seguente frase: "verificata sulla base di criteri definiti nella convenzione stessa".
L'emendamento serve a meglio specificare quali sono le caratteristiche necessarie all'insegnamento.
Infine, penso di parlare anche a nome dell'Assessore Poggio, come azione di condivisione e di buonsenso, concordiamo nel votare a favore della proposta del Consigliere Sarno. Ripeto: concordiamo nella proposta di votare l'emendamento che toglie la dichiarazione d'urgenza.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cane.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Ricca, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



RICCA Fabrizio

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per portare all'attenzione dell'Aula che il piemontese essendo dotato di grammatica, non è un dialetto, ma è una lingua e sarebbe utile che tutti utilizzassero il termine "lingua" e non "dialetto" quando si deve parlare di lingua piemontese.
Ritengo che, oltre alla tradizione storica della lingua piemontese, la parola dialetto vada anche a denigrare la storia della nostra gloriosa regione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ricca.
La parola all'Assessore Poggio per il parere della Giunta.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta è favorevole all'emendamento del Consigliere Cane perché fa decadere l'emendamento del Consigliere Sarno.
Abbiamo appurato con i nostri Uffici - perché abbiamo fatto un iter di confronto, anche in relazione a quanto accaduto in altre regioni - che non sussistono criticità di competenze tra Regione e Amministrazione centrale relative al Codice della strada. Tuttavia, per scongiurare qualsiasi errata interpretazione, la Giunta accoglie la soppressione del punto b) del comma 3 dell'articolo 7, integrando il punto a) per specificare meglio il rispetto della normativa vigente in materia di circolazione stradale.
Parere favorevole sull'emendamento rubricato n. 4), in quanto la Giunta intende valorizzare e promuovere, anche tramite l'insegnamento nelle scuole, perché riteniamo sia un principio importante e condiviso.
Tutto ciò premesso, l'osservazione sui criteri per l'individuazione dei soggetti preposti all'insegnamento merita attenzione. Pertanto determinati criteri saranno definiti all'interno di una convenzione con gli istituti scolastici e con l'Ufficio Regionale Scolastico, anche alla luce di una libera scelta, coinvolgendo i presìdi che accoglieranno questa iniziativa.
Concludendo: parere contrario sull'emendamento del Consigliere Sarno e parere positivo sull'emendamento del Consigliere Cane.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Solo una specifica rispetto a quello che il Consigliere Ricca ha poc'anzi detto: io ho specificato "lingua dialettale non riconosciuta", perché la grammatica, come ho ribadito, non è codificata. Guardate che non lo dico io! Quindi, che sia riconosciuta la "lingua dialettale", e non la lingua e basta, come abbiamo detto in premessa e come ho ribadito in fase di discussione generale. Inoltre, non si può parlare di "lingua", perché la grammatica non è codificata. C'è una sottile differenza, e in un'Aula credo che sia doveroso sottolinearla. Ecco perché non riconosciamo il fatto dell'insegnamento della "lingua": perché non c'è una grammatica codificata che è una cosa differente rispetto a quello che è stato detto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Dopo l'approvazione dell'emendamento rubricato n. 5), che verteva sul comma 3, l'emendamento rubricato n. 1) decade.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 7, così come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente: volevo correggere il mio voto in contrario.



PRESIDENTE

Diamo atto a verbale che il Presidente Gallo ha espresso voto contrario alla votazione sull'articolo 7.
ARTICOLO 8 Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 11 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Volevo solo specificare che è vero che è invarianza finanziaria, cioè non si aggiungono risorse ma, sulle risorse già stanziate in bilancio di previsione, si modifica la destinazione di quelle risorse: semplicemente non stiamo facendo qualcosa che avevamo programmato, ma altro.
Solo per essere chiari: è vero che non si aggiungo quei circa 80 mila euro di copertura, ma li stiamo distraendo da altro...



(Commenti in aula)



SARNO Diego

Li stiamo distraendo: è italiano. Per me li state distraendo politicamente su altro.



(Commenti Consigliere Ravetti)



SARNO Diego

In piemontese come si dice? Forse lo capiscono.
Vengono spostati, distratti rispetto al loro obiettivo iniziale per fare altro, legittimamente e politicamente, ma li state distraendo per coprire un'altra spesa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 3) presentato da Sarno (primo firmatario) (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Siamo contenti che il primo firmatario, insieme alla Giunta, abbia accolto l'emendamento depositato, perché almeno condividiamo l'onestà intellettuale di tutto il Consiglio di non dichiarare questa una proposta di legge urgente per il Piemonte: legittima politicamente, ma non urgente. Nella sostanza cambia poco, cambierà di qualche settimana, ma almeno non abbiamo detto ai piemontesi che questa era una legge urgente e abbiamo condiviso almeno questo elemento.
Ringrazio la maggioranza per aver raccolto questo emendamento, che ci mette nelle condizioni di avere tutti una buona onestà intellettuale nel dichiarare questo elemento.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
La parola all'Assessore Poggio per il parere della Giunta.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Il parere della Giunta è favorevole. È stata abrogata l'urgenza, condivisa dall'Aula che ringrazio. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro tutti insieme.
Grazie a tutti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Poggio.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Con l'approvazione dell'emendamento decade l'articolo 12 Chiedo se ci siano dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Prego, Consigliere Sarno; la vedevo che bramava di fare quest'intervento conclusivo da questa mattina.
La parola al Consigliere Sarno per dichiarazione di voto.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
No, Presidente, non bramavo. Intervengo solo per coerenza rispetto alla discussione in Aula e in Commissione.
Ci sono stati alcuni accoglimenti, come abbiamo detto all'inizio della seduta, secondo noi, di riduzione del danno rispetto a questa proposta come abbiamo già detto, avete eliminato almeno la dichiarazione d'urgenza.
Crediamo che si potessero occupare queste ore del Consiglio in maniera più utile, quindi, per queste ragioni e, nonostante un emendamento e mezzo accolti, pensiamo che questa proposta di legge non sia così urgente o particolarmente utile rispetto al Piemonte. Per questa ragione, come è già stato evidenziato, anche i Gruppi avevano legittimamente idee e approcci differenti.
Per quello che mi riguarda, il voto sarà contrario all'impianto della legge, nonostante che su alcune cose abbiamo anche compattamente espresso voto di presenza, ad esempio, sulla costituzione della Consulta.
Crediamo e andremo a verificare nei prossimi mesi e anni come saranno andate in particolare le lezioni in lingua dialettale piemontese nelle classi, per verificare l'andamento e l'efficacia della legge stessa.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Accossato, per dichiarazione di voto.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Anche da parte da parte mia l'espressione del voto è contraria su una proposta di legge, i cui contenuti erano in gran parte già presenti nell'attuale legislazione piemontese.
Dal mio punto di vista, dopo aver ascoltato il dibattito di oggi, rilevo che queste stesse tematiche, la valorizzazione del nostro patrimonio linguistico, la nostra storia e la nostra tradizione, rispetto alla quale c'è una valutazione positiva, sono valori che erano già espressi nella legislazione attualmente in vigore in modo più coerente, più rispondente alle esigenze e più condivisibile, soprattutto. L'inserimento all'interno del Testo unico sulla cultura dava maggiore rilevanza, perché faceva di questo tema un pilastro delle politiche complessive culturali.
Per questo motivo - e torno a volerlo sottolineare, affinché sia anche a verbale - il voto sarà contrario, non per una contrarietà rispetto alle tematiche di valorizzazione delle minoranze linguistiche e delle tradizioni linguistiche, che sono un patrimonio della nostra Regione, ma per le modalità che sono state scelte.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Il Gruppo della Lega è contento di approvare questa legge, una legge che parla di cultura, di tradizione e delle nostre radici.
Siamo contenti e orgogliosi per il popolo piemontese, per la sua lingua e per quello che rappresenta in un momento in cui la società va in disfacimento ed è piena di disvalori. È sempre opportuno che i nostri giovani abbiano ben chiare le proprie origini: le radici vanno conservate e curate, perché da lì siamo arrivati. Con quel mondo, con quella visione e con quel pragmatismo che ci hanno insegnato i nostri nonni e i nostri avi potremo andare lontano e riuscire a superare le sfide che ci aspettano in futuro.
Siamo contenti di avere una legge che riconosce la lingua piemontese con le sue sfumature, per rendere onore a tutti i grandi che in questi anni hanno studiato la grammatica e la lingua.
Mi spiace molto per il voto contrario di quest'Aula, perché mi pare sia un voto contro i piemontesi e contro il Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sarno, sull'ordine dei lavori.



SARNO Diego

Scusi, Presidente.
Intervengo sull'ordine lavori, perché credo che la discussione sia stata consona rispetto ai posizionamenti legittimi e diversi. Qui nessuno è contro i piemontesi o il Piemonte! Neanche chi vota contro questa legge che non funziona.



PRESIDENTE

Però questo non è sull'ordine dei lavori.
Ribadite il concetto che bisogna rispettare il Regolamento e dovreste essere i primi a rispettarlo. Questo intervento non era sull'ordine lavori.
Poiché non ci sono altre dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione dell'intero testo.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Chiedo se ci siano interventi.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; prego.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Non ho avuto tempo di avere un'interlocuzione informale, perché è una cosa dell'ultimo secondo, quindi, non me ne abbiano i Capigruppo di minoranza ma evidenzio l'opportunità, se siamo tutti d'accordo, come da prassi, di anticipare la deliberazione sul presidio ospedaliero "Valle Belbo" e poi proseguire con il disegno di legge sui piccoli birrifici del Consigliere Ruzzola.
Questa è una nostra richiesta per una mera questione tecnica di appuntamenti contingenti.
Grazie.



(Commenti del Consigliere Gallo fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì; sospendiamo la seduta per cinque minuti.
La seduta riprenderà alle ore 16.20.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.14, riprende alle ore 16.28)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Abbiamo sospeso i lavori del Consiglio per un'interlocuzione fra maggioranza e opposizione al fine di sospendere il punto n. 5) all'o.d.g.
"Progetto di legge n. 137".
Mi date l'esito dell'incontro fra maggioranza e opposizione? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Mi pare ci sia l'intesa della sospensione momentanea del punto 5) all'o.d.g. per passare al punto 6).



PRESIDENTE

Sospendiamo il punto 5) all'o.d.g. e passiamo al punto successivo.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 270, inerente a "Sostituzione dell'allegato 7 (Scheda Presidio territoriale della Valle Belbo) della deliberazione del Consiglio regionale 8 maggio 2018, n. 286 - 18810 (rete ospedaliera regionale. Programma di interventi in edilizia sanitaria), come già sostituito dall'allegato A della deliberazione del Consiglio regionale 18 febbraio 2021 n. 121-3141, con la scheda avente ad oggetto 'Scheda ospedale unico plurisede ASL AT - Presidio ospedaliero Valle Belbo"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 270, di cui al punto 6) all'o.d.g. Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla IV Commissione il 5 dicembre.
L'illustrazione della proposta la svolge l'Assessore Icardi. Prego Assessore; ne ha facoltà.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Come ho già ho illustrato in IV Commissione, da parecchi mesi (in realtà da più di un anno), stiamo lavorando per far ripartire un cantiere fermo dal 2010, relativo alla costruzione dell'ospedale della Valle Belbo in un sito - ahimè - non esattamente ottimale, in località Raneto. In allora, scavarono e trovavano l'acqua. Ci furono molte spese non previste per le palificazioni e per quanto necessario; arrivarono fino al secondo piano, poi finirono i soldi e ci fu una serie di contenziosi. In sostanza il cantiere si bloccò.
Lo scorso anno abbiamo stanziato circa 13.900.000 euro (quasi 14 milioni) per il completamento di questa struttura. Si tratta di una struttura territoriale importante per la Valle Belbo.
Scusatemi, ma non riesco neanche a parlare...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Assessore Icardi, mi fa piacere che lo noti anche lei: queste sono le condizioni in cui normalmente presiedo l'Aula tutte le settimane.
Prego, Assessore.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Dicevo, lavori fermi, una struttura rimasta grezza, parzialmente tamponata dall'esterno, che però certamente non fa merito alla nostra Regione, perché dovremmo concluderla per dare un segnale che noi non lasciamo opere incompiute.
Sono passati dodici anni - lo ripeto - dal "fine lavori". Abbiamo fatto un esame molto approfondito dalla struttura: volevamo sopraelevarla ulteriormente; è stata collaudata dal punto di vista statico per l'antisismica nel 2016. Nel 2018 è intervenuta una nuova legg, che ha modificato in modo molto più severo i parametri dell'antisismica. Poich dal punto di vista strutturale è considerato un edificio concluso, se oggi volessimo sopraelevarlo, occorrerebbe prevedere una serie di irrigidimenti terra-cielo (quindi partendo dalle fondazioni) che, oltre ad essere molto costosa e richiedere tempo, minerebbe anche la funzionalità degli spazi progettati e oggi realizzati nei piani sottostanti. Dunque, la scelta che è stata operata con i tecnici della Regione e dell'ASL è quella di lasciarla così com'è stata completata su due piani, concludendo le aree esterne, e utilizzare una parte di quei soldi per la riqualificazione del presidio attualmente ospedaliero di Nizza Monferrato, dove lasciare tutta una serie di servizi territoriali.
Il modello clinico-gestionale previsto per l'ospedale della Valle Belbo è un modello sperimentale, condiviso con la Direzione sanitaria: prevede sostanzialmente, l'ubicazione di un reparto di medicina, quindi un reparto per acuti, più tutta una serie di servizi territoriali che adesso andrò ad illustrare. Si prevede invece che nell'ospedale di Nizza Monferrato (che ovviamente è un ospedale centrale rispetto alla cittadina) rimarranno tutti quei servizi e quegli ambulatori utilizzabili il più possibile dalla popolazione senza doversi spostare in località Calamandrana, che comunque è in una zona baricentrica tra Nizza Monferrato e Canelli. Ciò che fu fatto in allora fu proprio prevedere questi servizi come unici territoriali. Oggi cambiamo la struttura prevedendo un servizio per acuti, quindi un reparto di medicina. Dei tre ubicati ad Asti, uno finirà in questa sede realizzando quell'ospedale di Asti plurisede per la parte di area medica.
Tutte queste operazioni (finire il secondo piano, fare i collaudi e procedere come se l'accordo iniziale fosse quello di realizzare due soli piani fuori terra) sono state fatte dall'impresa e dal Comune, dimenticando però un passaggio, e cioè la modifica di quella scheda allegata alla delibera di programmazione che oggi è ancora vigente: mi riferisco a quella scheda che prevedeva la realizzazione di tre piani.
Oggi, sostanzialmente, modifichiamo quella scheda e definiamo i due piani dell'ospedale, più la riqualificazione del vecchio nosocomio di Nizza Monferrato, quindi dividiamo in due i servizi.
Il Consigliere Ravetti mi aveva chiesto una precisazione sui servizi che saranno ubicati nell'ospedale della Valle Belbo...
Scusate, ma io non riesco a parlare.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri! O prendete posto o uscite dalla sala, veramente! Mi riferisco a tutti, sia ai membri della Giunta che del Consiglio.
Se vi crea fastidio stare seduti, vi alzate e uscite dalla sala. Tanto non siamo in un momento di votazione che dovete correre al vostro posto.
Chi deve fare dei colloqui esca dalla sala! Abbiamo ampi spazi al di fuori dell'Aula. Così, almeno, spero che rimanga chi è realmente interessato al provvedimento.
Prego, Assessore.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

La composizione degli spazi nel nuovo ospedale prevede 46.000 metri di superficie e 6.400 metri coperti.
Partendo dal basso, nel seminterrato ci sarà: radiologia, guardaroba e spogliatoi, farmacia, camera mortuaria, servizio mensa, locali tecnici.
Al piano rialzato: un punto di accoglienza, un reparto dialisi, un punto di primo intervento, tre blocchi di ambulatori specialistici recupero riabilitazione funzionale, direzione sanitaria e amministrativa e altri studi medici.
Primo piano: sala del silenzio, 83 posti di area medica, 35 stanze doppie più 13 stanze singole, punto di controllo infermieristico.
Sul presidio territoriale Santo Spirito: Casa della Salute, altri ambulatori specialistici, punto prelievi, ricollocazione di tutti i servizi riconducibili all'area Ser.D. (psicologia e quant'altro, ora localizzati in strutture esterne, facendo anche un lavoro di accorpamento), servizi vaccinali e altri servizi prettamente territoriali, in modo da realizzare una Cittadella della Salute con tutti i servizi e gli uffici.
Si prevede la sistemazione della viabilità di tutta l'area esterna dell'ospedale, per circa 1 milione e mezzo di euro; 2.200.000 rimarrebbero per la ristrutturazione del presidio Santo Spirito. Il resto dei 14 milioni è destinato al completamento della struttura (parliamo di fondi sufficienti al completamento di una struttura e alla riqualificazione della restante a Nizza Monferrato).
Non si tratta quindi di una modifica sostanziale, se non per un piano fuori terra che viene ricollocato a Nizza Monferrato, e la trasformazione di un ospedale previsto come territoriale in un ospedale che diventa un'articolazione plurisede dell'ospedale di Asti.
Consigliere Ravetti, spero di aver soddisfatto le richieste che aveva avanzato in sede di Commissione. Sono comunque a disposizione per ogni integrazione che vogliate richiedere.
Voglio sottolineare l'importanza dell'approvazione di questa delibera cui seguirà una determinazione o una delibera dell'ASL di Asti e la firma di un contratto che è stato rivisto nei prezzi, validato da un soggetto esterno e condiviso dall'Azienda e dalla ditta appaltatrice, che ha dato la disponibilità alla firma veloce. Nelle prime settimane del prossimo anno potrà ripartire il cantiere per la conclusione dall'ospedale e poi, a seguire, verrà effettuato il trasferimento, per la riqualificazione dell'ospedale Santo Spirito oggi di Nizza Monferrato.
Io mi fermerei qui. Se vi sono delle integrazioni o delle richieste ben volentieri sarò lieto di fornirvele.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Chiedo se vi siano Consiglieri che intendono intervenire.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Intervengo fuori territorio, per così dire, però sono stata sollecitata rispetto a questo tema. Visto che in Consiglio comunale a Nizza Monferrato c'è stato un pronunciamento unanime e trasversale del Sindaco e dei Consiglieri di tutte le forze politiche, che sollecitavano la conclusione di questo iter, credo che questo provvedimento sia una risposta che possa essere accolta con attenzione e con disponibilità.
Già ieri in Commissione l'Assessore aveva spiegato e sottolineato una serie di questioni. Ne approfitterei soltanto per chiedere ulteriori chiarimenti (peraltro, ce li ha già forniti qui fuori, in modo informale) relativamente alla gestione scelta e al personale che sarà destinato sia alla nuova struttura che finalmente vedrà il completamento sia agli ambulatori ( possiamo immaginare). Vorrei inoltre qualche precisazione sulle tempistiche, che credo siano vicine visto che oggi siamo andati in urgenza ad affrontare questo tema. Però, magari, me le chiarisce nuovamente, in modo definito.
Un'altra questione che viene posta dal territorio (così mi è sembrato di cogliere) è che questo nuovo ospedale avrà un punto di primo intervento come già era nella struttura situata nel centro storico di Nizza. Quello che viene messo in evidenza da molti cittadini, oltre che dagli operatori del servizio del 118, è che comunque per tutta la provincia di Asti un vero e proprio pronto soccorso è quello della città di Asti, che ha oltre 214.000 abitanti. In pratica, lamenterebbero una soluzione per quel pezzo di Piemonte e di territorio non sempre adeguata, che talvolta mette in difficoltà anche i soggetti che intervengono. A tal proposito, chiediamo comunque all'Assessore di valutare almeno l'opportunità di un'estensione dell'orario di questo punto di primo intervento, che oggi forse ha soltanto otto ore di apertura. Auspicheremmo almeno un'apertura più ampia, come avviene in altri punti di primo intervento sul territorio piemontese, per rispondere in modo più adeguato quantomeno a quella tipologia di situazioni meno gravi che si devono rivolgere in quella sede.
Mi sembra di aver sottolineato e chiesto le cose che per me non erano ancora ben chiare. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
In linea con l'intervento della collega Accossato, sottolineo anch'io la necessità di ottenere alcuni chiarimenti fondamentali circa la programmazione relativa alla gestione dei servizi che verranno allocati nel nuovo e nel vecchio ospedale di Nizza.
Lei sa, Presidente, che in quest'Aula, di fronte alla programmazione dell'edilizia sanitaria piemontese, il nostro atteggiamento non solo è stato collaborativo, ma abbiamo sempre trovato le ragioni per condividere un percorso.
Nel caso di specie, è evidente che quando si sblocca un cantiere non possiamo che esserne felici: è una buona notizia, nel senso che si mettono in circolo risorse non soltanto per l'economia, ma in questo caso per portare a termine un progetto di edilizia sanitaria che consentirà di migliorare la qualità dei servizi socio-sanitari che saranno garantiti ad una popolazione che, in questo momento, dal nostro punto di vista - perdoni la critica - meriterebbe più attenzione, in particolare per quanto riguarda le politiche territoriali nel nostro Piemonte collinare e montano - lo ha sottolineato molto bene la collega Accossato - dove, in emergenza e urgenza, noi dovremmo garantire coperture h24 molto più di come stiamo facendo sino ad ora.
Prendiamo atto, quindi, della volontà della Giunta rispetto alla necessità di sbloccare un cantiere, su cui da un punto di vista tecnico non possiamo fare altro che prendere atto della proposta della Giunta, non avendo avuto altri giorni, se non ieri e oggi, per tentare un approfondimento. Come si sa, nelle Assemblee legislative capita a volte, nel pieno rispetto delle norme, di ricevere il giorno prima la documentazione e doversi esprimere il giorno dopo; pertanto, gli approfondimenti non sono stati effettuati in un arco temporale molto ampio.
Preso dunque atto di questo atteggiamento, felici per il fatto che si sblocchi e che porteremo a termine i lavori di un cantiere, ci restano molti dubbi rispetto all'allocazione dei servizi; mi sia, anche qui consentito di esprimere qualche dubbio in più rispetto al profilo della gestione successiva, ovvero, dato che non è parte di questa discussione, se gli stessi saranno garantiti completamente con il personale alle dipendenze della nostra Azienda oppure se saranno progettati più in là nel tempo degli interventi per privatizzare i servizi stessi.
Nel caso che l'Assessore dovesse rassicurarci nella discussione odierna rispetto alla gestione pubblica, noi manterremmo la nostra posizione, in un alveo di dubbio.
Detto questo, mi sembra di poter dire, anche dopo averne parlato con il mio Capogruppo, che faremo di tutto tranne che attività ostruzionistica rispetto a questo provvedimento e che ascolteremo la sua replica Assessore; per le ragioni che le ho appena detto, però, non potremo votare a favore, ma daremo un voto di presenza.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi sono ulteriori richieste di intervento, prima di chiudere la discussione generale, chiedo se la Giunta intenda replicare.
La parola al Consigliere Icardi, per la replica.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche per avermi ricordato di precisare alcuni aspetti.
Consigliera Accossato, con il Comune di Nizza Monferrato abbiamo sempre avuto un filo diretto, proprio per seguire tutte le fasi. Nell'ultimo anno e mezzo abbiamo fatto molti incontri, proprio per definire un percorso e per sciogliere i molti nodi che per un decennio sono rimasti lì a bloccare la costruzione. Li abbiamo risolti e attendiamo soltanto che il Comune rinnovi quella che mi pare sia una concessione edilizia, che è scaduta ed è semplicemente da rinnovare: un passaggio molto rapido dal punto di vista delle formalità.
Per quanto riguarda il punto sul primo intervento, certamente l'obiettivo è di trasformarlo in h24; ricordo che oggi non è h8, ma h12; è evidente per che andiamo verso un servizio h24.
Inoltre, la Provincia di Asti è già servita dal Pronto soccorso soprattutto in quell'area; per esempio, c'è un'area dell'Astigiano che gravita su Casale, un'altra area che gravita su Alessandria; insomma, la distribuzione dell'utenza del Pronto soccorso è già ripartita in modo corretto. Quello che certamente non potrà essere realizzato lì è un Pronto soccorso che, secondo le regole del decreto ministeriale n. 70, prevede comunque la presenza di quattro reparti, la chirurgia e una serie di servizi in questo ospedale che - ricordo - è un presidio territoriale, ai sensi della DGR n. 600. Noi oggi, invece, facciamo un passo in avanti, una sorta di sperimentazione, perché metteremo una parte delle acuzie, cioè un reparto di medicina, nello stesso edificio dove ci saranno dei letti di continuità assistenziale, dei CAVS, anche per testare i percorsi ospedale territorio-ospedale; questo rappresenta un primo passaggio importante. Il personale che utilizzeremo per questo servizio c'è già, non faremo quindi ricorso al personale esterno; nonostante le carenze di oggi, abbiamo le condizioni per garantire questi servizi.
Aggiungo, però, che per quelle strutture previste dal PNRR, Ospedale di comunità, Casa di comunità (escluderei la COT- Centrale Operativa Territoriale - che prevede personale più laico, non sanitario) problemi non ce ne sarebbero: la copertura con il personale di queste strutture, non soltanto per Nizza, ma per tutta Italia, è oggetto di una trattativa con il Governo, che si è interrotta per le elezioni, e che prevede come nucleo fondamentale il nuovo Contratto Collettivo dei medici di medicina generale.
Dal punto di vista della ripartizione dei tempi tra il loro ambulatorio e tempo dedicato al distretto, la bozza di oggi prevede il 45% del loro tempo al servizio del Distretto per le attività territoriali; questo ci darebbe un'ampia possibilità di coprire molte postazioni mediche oggi carenti e mancanti e di coprire per la parte medica tutte le strutture di comunità.
Sono calcoli che non abbiamo fatto noi, ma Agena, che li ha fatti per tutta Italia, sulla base del nuovo contratto che prevede che i medici ricevano già dal primo giorno non più la quota capitale, perché non sarebbero più pagati per singolo paziente assistito, come avviene oggi, ma già dal primo giorno verrebbero pagati con stipendio pieno e, più aumentano i pazienti più diminuisce, fino al 45%, il loro tempo dedicato in strutture pubbliche.
Se non hanno ancora utenti, faranno il 100% del loro tempo in struttura.
Questo ci permette, come dicevo, nel momento in cui sarà approvato, di avere veramente un po' di respiro sulla popolazione di professionalità all'interno delle strutture territoriali.
Quello del medico di medicina è un primo aspetto, poi ci sono gli infermieri e le professioni sanitarie in genere che, come sapete, sono carenti, ma su cui si sta correndo ai ripari, aprendo nuove scuole e cercando di incentivare la formazione a tutti i livelli per avere la copertura di queste figure, in particolare, degli infermieri.
Alla luce di tutto questo, mi permetto di sottolineare che la previsione del personale di servizi erogati in entrambe le strutture potrà essere sostenuta da personale direttamente alle dipendenze del Servizio sanitario convenzionato o comunque personale pubblico, senza ricorrere, mi auguro dico mi auguro perché siamo tutti sotto il cielo - a esternalizzazione di servizi, men che meno a cooperative.
Spero di aver fugato i vostri dubbi e vi ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendoci richieste di intervento per dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 270, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



GRAGLIA Francesco

Scusi, Presidente, voto favorevole.



PRESIDENTE

Mettiamo a verbale il voto favorevole del Consigliere Graglia.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame progetto di legge n. 137, inerente a "Promozione e valorizzazione della filiera agroalimentare brassicola regionale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 137, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla III Commissione il 1° dicembre 2022.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Ruzzola, che ha facoltà di intervenire.



RUZZOLA Paolo, relatore

Grazie, Presidente.
Come lei ha anticipato, parliamo della proposta di legge n. 183, presentata quasi due anni fa; una proposta di legge che ha seguito tutto l'attento iter in Commissione.
Il testo di oggi è un testo condiviso, frutto dell'attenzione che abbiamo posto sia agli stakeholder auditi sia a tutti i Consiglieri di maggioranza e minoranza sia agli Uffici, a cui va il mio ringraziamento.
È una legge di pochi articoli, molto sintetici, ma con obiettivi estremamente chiari: la valorizzazione dei prodotti e dei produttori locali piemontesi. In questo caso, parliamo della filiera brassicola, ovvero la filiera che ha come ultimo prodotto finale la birra. Parliamo ovviamente di una birra artigianale, una birra prodotta da piccoli e micro birrifici artigianali e non, che quindi danno un prodotto di nicchia, un prodotto di alta qualità, quella qualità e quell'attenzione che solo alcune sedute fa di Consiglio abbiamo sottolineato.
È un settore che negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo non indifferente tant'è che il nostro territorio può contare circa 80, tra piccoli e medi birrifici agricoli sul territorio piemontese. L'obiettivo finale che ha portato il sottoscritto, come primo firmatario, ma l'intero gruppo di Forza Italia, a presentare e a condividere con l'Aula questo testo, non è tanto il prodotto birra come prodotto singolo finale, ma è il prodotto birra come ultimo prodotto di una filiera che si vuole incentivare.
Come vogliamo provare a farlo? Facendo sì che quei birrifici che volessero produrre una birra in cui tutta la filiera, sia di produzione agricola sia di lavorazione, resti e rientri nel territorio piemontese, potranno marchiare il loro prodotto con un logo che identificherà che il prodotto è stato realizzato utilizzando prodotti, dall'orzo al luppolo, alla maltazione, a tutti i prodotti collegati, realizzati qui.
Nello scrivere e nell'approfondire il testo abbiamo scoperto che ci sono grandi spazi per il mondo agricolo sotto questo aspetto; un aspetto che ci tengo a sottolineare perché credo sia tra i più importanti. Abbiamo scoperto che, in buona parte, i prodotti principali utilizzati provengono dall'estero, per poi permetterci di produrre un nostro prodotto.
La riflessione è di provare a incentivare, soprattutto in un mondo agricolo in cui alcune produzioni, non fosse altro che per la carenza idrica e il cambio di clima che abbiamo, diventa difficile produrre, i produttori agricoli ad andare anche verso altri prodotti che potrebbero racchiudere un valore aggiunto. Se servono a creare un prodotto locale e un prodotto che può avere un valore ben diverso sul mercato, potrebbe essere un grosso incentivo anche per loro.
Noi ci proponiamo la valorizzazione e la produzione birraria artigianale e le sue tradizioni metodologiche di lavorazione; proviamo a incentivare lo sviluppo della coltivazione e la qualità della lavorazione delle materie prime; proviamo a sostenere la creazione e lo sviluppo della filiera locale, ma ci impegniamo anche a promuovere la qualificazione delle competenze professionali degli operatori del settore, qualificando il produttore e gli operatori.
Nell'articolato proviamo a dire che saremo pronti, con questa legge, a sostenere anche quei piccoli e medi birrifici che volessero migliorare la loro qualità, nella tecnologia della produzione.
Questo, in sintesi, l'obiettivo della legge.
L'abbiamo ampiamente discussa in Commissione, quindi da parte mia, come relatore di maggioranza, terminerei qui la relazione per lasciare la parola ai colleghi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ruzzola.
La parola alla Consigliera Frediani, relatrice di minoranza.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Fin dalla discussione in Commissione abbiamo manifestato un atteggiamento positivo nei confronti di questa norma che, tra l'altro, impatta anche sul territorio, e che condividiamo con il Consigliere Ruzzola. Crediamo che sia un buon modo di tutelare le eccellenze del territorio sia dal punto di vista della filiera, quindi dei prodotti coinvolti, sia dal punto di vista delle attività che possono nascere intorno a questa filiera agroalimentare la filiera brassicola.
Ci piace, in particolare, l'attenzione al mondo dei giovani, perch riteniamo che è attraverso politiche come questa che si possa contribuire al mantenimento della vivibilità di alcuni luoghi che altrimenti rischiano di essere desertificati. Il fatto che alcuni giovani possano intravedere delle prospettive può essere sicuramente uno stimolo e un incentivo a continuare a mantenere la vivibilità dei territori e, di conseguenza ovviamente, i servizi che sui territori devono sempre essere garantiti.
Noi abbiamo proposto unicamente un emendamento che, in realtà, non va ad aggiungere nulla di nuovo alla proposta di legge, ma semplicemente a meglio definire un aspetto che risulta per noi essere piuttosto importante, che è quello dell'educazione del pubblico. Per poter promuovere un prodotto di qualità e per poterlo commercializzare, crediamo che sia necessario far capire al consumatore - chiamiamolo così - che quel prodotto è un prodotto di qualità.
Succede anche, ovviamente, con le produzioni vitivinicole, quindi il fatto di creare un pubblico, un target, di destinatari consapevoli che sanno apprezzare la qualità e sanno distinguere la differenza tra un prodotto industriale e un prodotto artigianale, ci sembra un presupposto imprescindibile per riuscire a sostenere e promuovere il prodotto di qualità.
Nel nostro emendamento noi specifichiamo che tra le attività finanziabili c'è anche quella di formazione del pubblico, quindi di creazione di quella consapevolezza di poter consumare un prodotto di qualità e un prodotto legato al territorio. L'emendamento è stato depositato e lo illustrerò poi brevemente quando sarà il momento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola Consigliere Magliano, relatore di minoranza.



MAGLIANO Silvio, relatore

Grazie, Presidente.
Brevemente per ringraziare il collega perché, di fatto, in questo disegno di legge ha messo un po' tutto quello che è accaduto negli ultimi venticinque anni: lo sviluppo di una parte del nostro territorio che ha deciso di fare dell'arte brassicola un'eccellenza. Tutti ricordano cosa è capitato a Piozzo tanti anni fa, ma da quell'esperienza, che non cito perché non è necessario fare pubblicità in questa sede, in tanti hanno iniziato a sviluppare una capacità e una professionalità che oggi fa vincere premi internazionali ad alcune birre piemontesi Ha fatto bene il collega, anche perché è una possibilità e una capacità lavorativa per tanti giovani che si stanno approcciando a questo tipo di mestiere; una capacità di sviluppo e di orgoglio piemontese, utilizzando prodotti piemontesi, per cui non potevamo che sostenere con forza questa norma, perché dice anche della capacità di riconversione di alcuni dei nostri territori. Penso alla Val Susa, ad esempio, che inizia ad avere una serie di realtà che da questo punto di vista hanno fatto non solo una capacità di sviluppo e di prodotto di eccellenza, ma anche uno sviluppo tecnologico di come fare la cotta della birra e di qual è il macchinario che serve per sviluppare una birra di qualità.
Siamo assolutamente a favore perché, di fatto, parla di una piemontesità che non conoscevamo e che sta trovando la sua identità. Pensiamo che negli annuari della Città di Torino, alla fine dell'800, Torino produceva più birra che Monaco di Baviera e aveva una tradizione molto importante legata a quella parte di San Donato che aveva nei mulini elementi di connotazione urbanistica e che quindi aveva questa eccellenza. Ritornare, oltre alla capacità legata all'enologia della nostra regione, ad investire anche su questo comparto, ci pare sia assolutamente doveroso.
Ringraziamo il collega e sosteniamo anche noi questo atto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti, relatore di minoranza.



RAVETTI Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Anch'io utilizzerò più o meno il tempo utilizzato dagli altri relatori per dire che abbiamo collaborato dal deposito in Commissione ad oggi per condividere questo percorso. Un percorso convincente, un percorso che pu aiutare un settore che è in espansione e che può rappresentare anche un'occasione di lavoro e di impegno per le nuove generazioni e, in particolare, anche per l'imprenditoria femminile. Lo ricaviamo dai dati che ci sono stati forniti di recente rispetto alle aperture dei nuovi microbirrifici piemontesi.
Peraltro, anch'io voglio ringraziare il collega Ruzzola, perché mi ha dato la possibilità di fare alcune ricerche e alcune verifiche, anche nella provincia da cui provengo e anche alcune ricerche di natura storica. È interessante ricordare che il Piemonte ha visto, sul finire del '700, uno dei primi birrifici italiani; tra l'altro, l'Italia ha sempre cercato di sfidare il mercato interno ed esterno giocando sulla qualità e non solo sulla grande produzione. La notizia attuale che riguarda le attività che esportano all'estero è che i nostri microbirrifici stanno guadagnando fette di mercato in Europa, dove la birra ha una tradizione e una storia molto più antica e importante di quanto lo sia qui in Italia. Questo significa che sulla qualità noi possiamo mettere nelle condizioni migliori le nostre piccole e medie imprese di stare bene sul mercato.
Tra l'altro, il Piemonte, da un punto di vista dei prodotti tipici locali è sfidante tutte le volte che lavora sulla qualità: si distingue per la qualità e viene riconosciuto esattamente perché la qualità dei prodotti che vengono lavorati è, di norma, migliore rispetto a tanti altri territori.
Mi sia concesso anche di dire in questo intervento che, rispetto, invece alle questioni nazionali, Assobirra chiede a tutte le istituzioni, quindi anche a noi, di prestare particolare attenzione all'aumento dei costi energetici delle loro produzioni (è evidente, capita a tutte le imprese) perché è un aspetto che sta mettendo particolarmente in difficoltà un settore che ha come approvvigionamento l'acqua, ma soprattutto l'energia elettrica. Dunque, questo tema incide particolarmente sui costi di produzione. In ogni caso, la Presidenza di Assobirra nazionale ci dice che questo è il momento di scommettere su questo settore, su questa filiera badando alle opportunità che potrebbero nascere qualora decidessimo di ridurre ovunque la fiscalità che grava sui bilanci di queste imprese.
Insomma, è una proposta di legge convincente.
Noi voteremo a favore, perché anche quando arrivano dalla maggioranza provvedimenti o documenti interessanti, crediamo che si debba lavorare per il bene del Piemonte senza pregiudizi e noi speriamo - anzi, ne siamo certi di aver dimostrato che questa è la nostra attitudine.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi siano ulteriori interventi in discussione generale.
Prego, Consigliere Bongiovanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Non si può che essere favorevoli ad una proposta di legge che mira a sostenere un comparto imprenditoriale relativamente giovane, ma che sta cominciando a regalare dei risultati positivi ed importanti al sistema dei prodotti tipici del Piemonte.
In Piemonte abbiamo più di cento birrifici artigianali che ci collocano fra le prime regioni italiane nella produzione di questa birra di nicchia, che fra l'altro, è stata anche contemplata da un decreto ministeriale che incentiva e favorisce con dei finanziamenti la produzione e la coltivazione dell'orzo (quello che serve per la birra). Sono tutti elementi che ci inducono a pensare che questa legge sia necessaria e giusta per valorizzare il più possibile la "birra artigianale" e i suoi derivati e per inserirla nella filiera dei prodotti tipici, guardando con lungimiranza, com'è stato fatto anni fa - e con un successo clamoroso, soprattutto per quanto riguarda la parte sud Piemonte, quindi la Provincia che io rappresento con le strade del vino e tutto quello che l'enologia sta regalando in termini di immagine, di economia e di turismo al Piemonte.
Sicuramente è un primo passo. Il percorso per questi birrifici artigianali molte volte a conduzione familiare, sarà lungo, ma regalano un prodotto di eccellenza certamente apprezzato. Per chi è nato in provincia di Cuneo cito il primo birrificio, Birra Baladin, dell'amico Teo Musso, che più di vent'anni fa cominciò a teorizzare, dopo aver appreso dai maestri belgi la lavorazione del luppolo, la produzione di birre che nascevano a casa nostra.
Io credo che sia importante aiutare queste piccole realtà imprenditoriali ad aumentare la loro capacità produttiva, offrendogli questo aiuto per inserirle sempre di più nel tessuto e nel circuito turistico enogastronomico regionale. Ricordiamo che la nostra enogastronomia (prima parlavo dell'enologia, ma poi a cascata includiamo tutti i prodotti lavorati della terra) viene considerata come la prima o la seconda a livello europeo (e, di riflesso, possiamo dire a livello mondiale).
Dobbiamo quindi fare un passo avanti nel qualificare la produzione e riuscire, come diceva il primo firmatario, a certificare la qualità di produzione dei birrifici artigianali, dando vita sicuramente ad un marchio che la identifichi e favorendo il più possibile questa filiera corta della birra a chilometri zero.
Sicuramente sarà compito della Regione e delle nostre strutture partecipate promuovere le produzioni brassicole di qualità, sia nel mercato nazionale che nel mercato internazionale, vista la maturità produttiva. Bisogna avere il coraggio di cominciare a presentarsi alle fiere di settore, dove già il nostro Assessorato è presente per promuovere le grandi produzioni vinicole magari dal 2023 anche con quelle brassicole. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono ulteriori interventi in discussione generale, possiamo procedere con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Gagliasso (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Gagliasso, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GAGLIASSO Matteo

Grazie, Presidente.
L'emendamento verte sull'articolo 1, comma 1, e va a sostituire interamente la lettera b), semplicemente per valorizzare la produzione di luppolo e orzo, ma non solo. Sappiamo che ormai le birre, specialmente quelle artigianali, vengono fatte con vari prodotti, per cui si intende valorizzare anche quelle coltivazioni che servono proprio per produrre la birra artigianale.
È una semplice modifica in questo senso.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato da Frediani (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Poiché abbiamo apportato una piccola modifica lessicale, volevo darne lettura.
Il testo recita: "Al comma 2, dell'articolo 1, lettera i) della pdl 137/2021, dopo le parole 'favorisce la corretta informazione al consumatore' si aggiungono le parole 'anche attraverso attività finalizzate a promuovere la giusta consapevolezza delle caratteristiche qualitative del prodotto'".
È il discorso che facevo prima rispetto alla creazione di un pubblico di consumatori consapevoli, che sappiano apprezzare la qualità del prodotto che consumano, ma che si avvicinino con la dovuta responsabilità ad un prodotto che comunque è alcolico; anche quello è un aspetto non secondario.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono ulteriori richieste di intervento chiederei il parere del relatore.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Oltre a preannunciare il parere favorevole ad entrambi gli emendamenti voglio ringraziare i colleghi per l'attenzione che hanno posto fino ad oggi a questa tematica. In questo momento siamo in Aula, perché il prossimo emendamento sarà peraltro del sottoscritto, per correggere un refuso di cui mi sono accorto; la particolare attenzione che anche oggi c'è in Aula ci permette di migliorare ancora il testo.
L'emendamento del collega Gagliasso permette di evitare di escludere qualche prodotto tra quelli che sono possono essere utilizzati nella filiera; come ricordava la collega Frediani, sul territorio della Val di Susa, oltre a tante altre tipologie, è prodotta anche la birra alle castagne e in altri territori utilizzano anche il riso o altri prodotti.
Ringrazio, quindi, il collega per aver avuto questa attenzione, evitando di escludere qualche prodotto.
Ovviamente, il parere sull'emendamento della collega Frediani è favorevole anche perché migliorare il consumo consapevole non può che essere un vantaggio, sia nella sua accezione più ampia, perché il consumo consapevole significa tante cose, sia per poterne apprezzare le qualità e farne un uso moderato.



PRESIDENTE

Grazie.
Il parere del relatore di maggioranza è favorevole.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione dell'emendamento n. 1 di Gagliasso sull'articolo 1. Ricordo che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ruzzola.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente.
Poiché c'è stata unanimità alla prima votazione, se i colleghi sono d'accordo, chiedo di dare la stessa votazione su tutti gli altri emendamenti e gli articoli.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Vicepresidente Graglia, che interviene in qualità di Consigliere.



GRAGLIA Francesco

Scusi, Presidente, stavo rientrando. Dichiaro che il mio voto è di presenza.



PRESIDENTE

Sia inserita a verbale l'espressione del voto del Vicepresidente Graglia sull'emendamento n. 1.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 3) presentato da Ruzzola (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ruzzola, per l'illustrazione.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Vorrei soltanto spiegare ai colleghi, perché non so se hanno avuto il tempo di leggerlo, perché, come dicevo, l'abbiamo presentato prima dell'inizio dall'esame della legge.
Al comma c) dell'articolo 2, "definizioni", è indicato cosa s'intende per "microbirrificio", e cioè "l'attività che, salve le caratteristiche di cui la lettera b) del comma 1, produca meno di 10.000 ettolitri all'anno".
Con l'emendamento intendiamo cancellare questa parte, perché di fatto riporta alla definizione dei birrifici agricoli; il titolo precedente parla dei birrifici agricoli, ma all'articolo 2, per microbirrifici dovranno intendersi quei birrifici che non sono agricoli, ma che non producono più di 10.000 ettolitri all'anno.
È stata una dimenticanza che mi era già stata sottolineata, ma ci siamo dimenticati di eliminare questa frase in Commissione.



PRESIDENTE

Grazie.
Poiché l'emendamento n. 3) è stato presentato dal Consigliere Ruzzola penso che il parere sia favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Procediamo con la votazione dell'articolo 8.
La votazione è aperta.
Scusate, annullo la votazione per un mio errore.
Concluso l'articolato, chiedo se ci sono interventi in dichiarazione di voto Prego, Consigliere Ruzzola.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente; sarò rapidissimo.
Vorrei ringraziare tutti per il lavoro svolto e vorrei che il voto unanime espresso, almeno per quello che riguarda fino adesso, potesse essere un punto di orgoglio per l'intero Consiglio.
Sappiamo che altre Regioni stanno lavorando su questo tipo di leggi, ma la nostra Regione è la prima a essere giunta a conclusione (e per una volta anche prima della Lombardia). Come vedete, abbiamo fatto un qualcosa di utile.
Grazie a tutti.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gagliasso; ne ha facoltà.



GAGLIASSO Matteo

Grazie, Presidente; cercherò di essere rapido anch'io.
A nome del Gruppo della Lega vorrei ringraziare il Consigliere Ruzzola perché, portando questo tema prima in Commissione e oggi in Aula, ha evidenziato una sensibilità su un settore come i birrifici piemontesi, per la realizzazione di birra artigianale, che negli ultimi anni ha visto un aumento sia a livello di produzione sia a livello di occupazione e di valorizzazione di un qualcosa che forse negli anni il Piemonte aveva dimenticato di fare. Negli ultimi 25-30 anni, anche grazie al genio di alcuni imprenditori della Provincia di Cuneo, si è iniziato di nuovo a lavorare su questo prodotto, a trasformarlo e a creare un indotto che oggi non vede esclusivamente la bevanda come fine ultimo, ma ci sono aziende che lavorano e producono anche per l'imbottigliamento.
Ci sono aziende importanti in tutto il nostro territorio che lavarono su questo settore, per cui ringrazio il Consigliere Ruzzola per la sensibilità avuta sul tema.
Vorrei aggiungere un aspetto che da Vicepresidente della Commissione ambiente mi preme un po' di più: negli ultimi anni, i produttori di birra artigianale, di birra in generale, a fronte di consumi energetici e di costi sempre più alti per l'ambiente, sono riusciti a ridurre, a livello italiano, del 35,5% l'utilizzo di acqua, del 58,6% l'emissione di CO2 in atmosfera e a diminuire del 26% l'energia consumata.
Pertanto, oltre a fare bene per le nostre aziende che lavorano per la produzione delle birre, stiamo facendo un bene anche l'ambiente che è a tutti noi caro.
Grazie, Presidente; il provvedimento vedrà sicuramente il nostro voto favorevole.
Grazie.



PRESIDENTE

Prima di procedere con la votazione della proposta di legge, è stato presentato l'ordine del giorno n. 904 del Consigliere Bongioanni dal titolo: "Sostegno alla filiera brassicola".
Prego, Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente, intervengo velocemente perché ho già espresso in discussione generale il pensiero di Fratelli d'Italia su questo intervento legislativo, che consideriamo positivo per l'economia di microimprese del Piemonte.
Con questo ordine del giorno, che raccoglie tutta una serie di istanze provenienti da questo mondo produttivo, che sta regalando un prodotto tipico di qualità eccellente, ma che ha bisogno di essere sostenuto (si potrà attingere a fondi europei e al sistema turistico delle nostre aziende per la promozione), chiedo alla Giunta di impegnarsi nell'ambito di un processo partecipato con le associazioni che rappresentano questi birrifici artigianali, per costituire una rete regionale dei birrifici piemontesi, al fine di valorizzare la qualità della produzione brassicola regionale aumentare le capacità produttive e competitive della filiera e inserire i prodotti brassicoli nel circuito del turismo enogastronomico regionale.
A fianco di ciò, chiedo di sostenere le certificazioni di qualità da parte dei birrifici artigianali regionali, anche incrementando sul territorio piemontese le culture agricole necessarie per le materie prime per rafforzare quella produzione che abbiamo detto in tanti, a km zero, quindi quella della filiera corta.
Infine, occorre promuovere le produzioni brassicole di qualità presso i principali mercati nazionali e internazionali, anche con azioni di marketing comunicativo presso le fiere di settore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Devo ammettere che non capisco il senso di questo ordine del giorno.
Abbiamo appena approvato una proposta di legge della maggioranza discussa in Commissione, che va a definire un certo sistema di valorizzazione promozione e un logo regionale, per cui che senso ha presentare un atto di indirizzo che va solo a confondere il quadro?



(Commenti in aula)



FREDIANI Francesca

Cosa?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, fatte continuare la Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Non ho capito cosa ha detto, ma non importa, tanto non cambio la mia idea nel senso che lo trovo assolutamente assurdo. Non so se la maggioranza si sia confrontata sul tema, ma mi sembra anche una mancanza di attenzione verso il Consigliere Ruzzola, che ha approfondito il tema, si è confrontato in Commissione e ha presentato una proposta di legge che ha incontrato l'unanimità dell'Aula. Non riesco veramente a capire cosa stiamo andando a votare, che cosa aggiunge, in che cosa migliori e, soprattutto, perché non si sia presentato un emendamento alla proposta di legge come abbiamo fatto noi. Se si voleva definire meglio qualcosa, bastava presentare un emendamento alla proposta di legge.
Tutto questo per dire che ovviamente voterò in modo contrario a questo ordine del giorno, che trovo assolutamente inutile, se non dannoso.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Presidente, viviamo con un leggero imbarazzo - lo dico anche ai colleghi e alle colleghe - il distinguo che c'è all'interno della maggioranza, anche rispetto alla birra. Capisco che avete trascorso tre anni e mezzo (quasi quattro) a marcare un territorio differente, perché i rapporti di forza attuali tra Fratelli d'Italia e la Lega sono differenti rispetto a quelli del 2019, ma anche sulla birra mi sembra davvero un po' troppo, su un ordine del giorno che, in realtà, riprende il testo della legge, né più e né meno.
Mettiamola così: personalmente non intendo partecipare ai conflitti politici tra i colleghi di maggioranza. Se c'era bisogno di fare un ordine del giorno per poi fare uscire un comunicato stampa differenziandosi vabbè: cosa devo dire? Mi rivolgo a Fratelli d'Italia: siete al governo del Paese, lasciate al Consigliere Ruzzola la birra.



PRESIDENTE

È anche un po' offensivo poiché il Consigliere Ruzzola è completamente astemio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Ci siamo confrontati con il Consigliere Bongioanni e credo che questo ordine del giorno fosse stato presentato in considerazione dei tempi ormai estremamente lunghi da quando era stata presentata la legge all'approvazione finale. Il Consigliere Bongioanni mi aveva comunicato la presentazione dell'ordine del giorno, ma credo che fosse uno strumento per cercare di accelerare l'approvazione dalla legge.
Il fatto che oggi sia stata presentata la legge, che immaginavamo di portare nell'anno nuovo, ha fatto sì che i due testi coincidessero nella stessa giornata. È evidente che, dopo aver approvato il testo di legge, io credo che possiamo ritenere superato l'ordine del giorno e lascio ovviamente al collega Bongioanni di valutare l'eventuale ritiro, essendo superato nei tempi.
Ovviamente, il testo dell'ordine del giorno è pienamente condivisibile: era solo un modo per sollecitare l'accelerazione dell'approvazione della legge. La legge che verrà approvata, compreso il voto del collega Bongioanni, va esattamente nella direzione di quello che era chiesto nell'ordine del giorno.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Credo veramente di essere confusa anche dopo la dichiarazione del Consigliere Ruzzola perché non ho capito cosa succederà con l'ordine del giorno del Consigliere Bongioanni.
Mi stavo confrontando prima con il collega Sarno e mi stavo complimentando proprio nei confronti della maggioranza, perché ho pensato: è stata una giornata perfetta, la maggioranza porta a casa due leggi e un provvedimento. Diciamo che state mettendo la ciliegina su questa torta facendo anche una figura, a mio avviso, molto spicciola, perché una legge che parla della promozione di una filiera non necessita anche di un ordine del giorno che ribadisce quelli che sono gli intenti contenuti all'interno della legge stessa.
Cinque minuti fa potevate vantare un risultato grandioso come maggioranza due leggi e un provvedimento - ma a fine giornata ve ne andate come una maggioranza divisa in due. Questo è il dato di fatto politico che dobbiamo ribadire in aula e che va oltre gli intenti ottimi del Consigliere Ruzzola.
A me dispiace, avrei voluto partecipare maggiormente a questa discussione ma da una vittoria netta su due provvedimenti utili (uno di più, l'altro di meno) per la Regione Piemonte, andate via divisi da quest'Aula.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Voglio che sia messo a verbale che io non partecipo al voto di questo ordine del giorno, che trovo assolutamente ricompreso e i cui contenuti sono non solo recuperati, ma ampliati dalla legge.
Tuttavia, non mi sento di votare contro l'ordine del giorno perché dice delle cose condivisibili, infatti voto a favore della legge; però, non partecipo a questa votazione che non ritengo coerente.



PRESIDENTE

Grazie.
Stavo leggendo l'impegno dell'ordine del giorno, perché mi state facendo venire un dubbio sulla sua legittimità. Tuttavia, come sapete, un ordine del giorno non si nega a nessuno, neanche al Consigliere Bongioanni: è un impegno alla Giunta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Almeno certifichiamo il fatto che la Lega non si è ancora espressa, al netto delle parole del Presidente, che è il Presidente di tutti. Forza Italia, nei fatti, ha sostanzialmente chiesto il ritiro; se il Consigliere Bongioanni non ritira un ordine del giorno, come dicevamo tutti, superato quindi inutile, credo che dobbiamo evincere, da un punto di vista politico che chi governa questa maggioranza è solo ed esclusivamente Fratelli d'Italia che detta completamente la linea anche su un ordine del giorno totalmente superato da una proposta di legge che tutti abbiamo votato. Vi chiedo un minimo di dignità vostra e nostra.
Sicuramente, voterò contrariamente e mi sembra doveroso votare in tal senso perché voterei un atto inutile. Vi chiedo davvero di ritirare l'atto oppure chiedo alle forze di maggioranza, se non sono totalmente in linea con il Governo di. rispetto a Fratelli d'Italia.
Chiediamo se il Consigliere ritira o meno l'ordine del giorno.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Ravetti ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, facciamo così: o il Consigliere Bongioanni ritira l'ordine del giorno oppure lo mette al voto; ma se vi contate non avete il numero legale e non chiudiamo neanche la legge.
Suggerisco di ritirare l'ordine del giorno e votiamo tutti la legge.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 904, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Non essendovi richieste di intervento per dichiarazioni di voto, indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Annullo la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Mi sembra che non vi siano le condizioni per proseguire i lavori della giornata odierna, pertanto chiudo la seduta e invito i Capigruppo a recarsi in Sala A per una Conferenza dei Capigruppo, convocando, ovviamente, la riunione prevista per domani.
Auguro a tutti una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.55)



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