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Dettaglio seduta n.218 del 29/11/22 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.35 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la seduta delle interrogazioni e interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione ordinaria n. 1122 presentata dalla Consigliera Canalis, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione indifferibile e urgente n. 1193 presentata dal Consigliere Valle, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione ordinaria n. 1199 presentata dal Consigliere Sacco, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione indifferibile e urgente n. 809 presentata dal Consigliere Avetta, cui risponderà l'Assessore Icardi; interpellanza n. 1143 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Icardi; integrazione ordinaria n. 1200 presentata dal Consigliere Rossi, cui risponderà l'Assessore Protopapa.
Chiedo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni ed interpellanze di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio d'Aula.
Ricordo ancora agli interroganti che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti che degli Assessori che rispondono.
Ricordo che per le interrogazioni ordinarie non è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante; è prevista la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica dell'interrogante per altrettanti cinque minuti.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione n. 1122 presentata da Canalis, inerente a "Introduzione dei nuovi sistemi ADAS sulle autovetture"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo, proponendo l'esame dell'interrogazione n. 1122.
La parola all'Assessore Gabusi, per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche la Consigliera Canalis, che ha portato all'attenzione un argomento che non tutti conoscono nelle sue specificità, per il quale il Governo nazionale, in questi ultimi anni e in questi ultimi mesi, sta predisponendo il nuovo Piano nazionale della sicurezza stradale. È il documento fondamentale, che consentirà a tutti noi di estrapolare le linee d'indirizzo che sono contenute in esso.
Per quanto è previsto dall'articolo n. 32 della legge n. 144 del 1999 i documenti che costituiscono il Piano nazionale della sicurezza stradale 2030 sono gli indirizzi generali e le linee guide di attuazione del Piano nazionale stesso e i programmi di attuazione. Il CIPES ha approvato, al momento, gli indirizzi generali e le linee guida di attuazione del Piano nazionale, in seguito al parere favorevole della Conferenza Unificata; è in corso di elaborazione il documento PNS-2030, che dovrà avere il parere delle Conferenze unificate e successive approvazione del CIPE. Una volta approvato il Piano, si procederà alla definizione di cinque programmi di attuazione; ciascun programma, concordato con gli enti centrali e territoriali e con la relativa dotazione finanziaria, verrà approvato previa consultazione della Conferenza Unificata e del CIPE attuato secondo i meccanismi definiti dal Piano stesso.
In sintesi, il Piano è finalizzato a ridurre del 50% le vittime e i feriti gravi degli incidenti entro il 2030, rispetto al 2019. Inoltre identifica azioni specifiche per ridurre l'incidentalità che colpisce le categorie esposte ad un maggior rischio come i ciclisti, gli utenti dei nuovi strumenti di micro mobilità e delle due ruote a motore, i bambini e gli anziani. Tra le azioni si segnalano l'aumento delle zone con limite 30 nei centri urbani; l'aggiornamento dei criteri di progettazione delle strade; il miglioramento dello stato d'illuminazione delle strade e la realizzazione di piste ciclabili; in particolare, il PNS 2030 avrà tra gli obiettivi la promozione delle dotazioni di sicurezza, citate puntualmente nell'interrogazione, di nuovi sistemi ADAS per rendere i veicoli più sicuri. In questo contesto, le azioni proposte dal Piano riguardano la campagna di sensibilizzazione all'acquisto di veicoli con maggiore dotazione di sicurezza, programmi di incentivi fiscali e assicurativi e azioni legislative di controllo sul veicolo.
Come ho spiegato, il procedimento è in corso; la Regione, attendendo queste nuove linee guida, che non ci sono ancora e su cui ci muoveremo negli ultimi anni, soprattutto quest'anno, ha deciso di reinvestire dopo tanti anni sulla sicurezza stradale, proprio partendo da due categorie (l'avrete visto nei comunicati) che sono i volontari della Protezione Civile, che sono esposti alla guida di mezzi, soprattutto in condizioni di criticità, anche di mezzi importanti, e gli autisti dei scuolabus che portano tutti i giorni i bambini a scuola, annunciando che già il prossimo anno, avendo a disposizione nuovamente uno stanziamento di quella natura vorremmo agire insieme con le scuole guida sui diciottenni, come si faceva tanti anni fa.
Colgo con favore la sollecitazione e la richiesta di spiegazioni da parte della Consigliera Canalis per dire che abbiamo ricominciato a investire anche economicamente, oltre che intellettualmente, sulla sicurezza stradale; non appena il Piano nazionale sarà approvato e ci consentirà di attingere a quelle risorse, e anche di capire esattamente quali saranno le linee guida, come ha citato lei nell'interrogazione partiremo dalle Amministrazioni comunali, provinciali e dagli Enti locali per diffondere e sensibilizzare su questi nuovi sistemi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Canalis, per la replica.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Gabusi per la risposta a questa interrogazione che, come ha già detto l'Assessore, pone l'accento e richiama l'attenzione su un tema che sta a cuore a tutte le famiglie, quello della sicurezza stradale; infatti, purtroppo, sono tante, anzi, troppe le vittime anche nel nostro territorio.
Nell'attesa di poter accedere anche alla copia scritta della risposta manifesto la disponibilità, mia e del mio Gruppo Consiliare, a collaborare su questo Piano, perché lo riteniamo un tema non soltanto concreto, di salvaguardia delle vite dei nostri concittadini, soprattutto di quelli più giovani, ma anche un tema culturale. Il tema della sicurezza non è soltanto qualcosa che riguarda le questioni penali, ma pure il rispetto che ciascuno di noi può avere per il resto della comunità anche in termini di mobilità.
Mi sembra, quindi, che sia un tema molto trasversale a più discipline.
Ringraziando anticipatamente per la trasmissione scritta, restiamo a disposizione anche noi.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 1199 presentata da Sacco, inerente a "Riattivazione linea ferroviaria Alessandria-Ovada"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione ordinaria n. 1199 presentata dal Consigliere sacco, inerente a "Riattivazione linea ferroviaria Alessandria-Ovada".
La parola all'Assessore Gabusi, per la risposta; ne ha facoltà per cinque minuti.
Scusi, collega Sacco, lei può replicare dopo.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente, e grazie Consigliere Sacco.
Per parlare della riattivazione della linea ferroviaria Alessandria Ovada, occorre contestualizzare, ma il Consigliere Sacco sa benissimo di cosa stiamo parlando. Finalmente il momento storico che viviamo è positivo perché è un momento che ci ha visto sottoscrivere da pochi giorni e concretizzare il contratto di servizio ferroviario regionale in cui finalmente e nuovamente, si parla di riattivazione di linee sospese.
Ho sbagliato a dire che si parla, perché si programma e si sa quali sono le linee sospese: una proprio nella provincia del Consigliere Sacco la Casale-Mortara; l'altra Asti-Alba, che riguarda le province di Asti e di Cuneo.
Dopo tanti anni di convegni e firme di protocollo, finalmente mettiamo mano al portafoglio. L'avete messa voi in Consiglio regionale, impegnando 250 milioni di euro in più degli anni precedenti su dieci anni, per consentire alla Regione e all'Agenzia della Mobilità di sottoscrivere questo contratto.
L'Alessandria-Ovada, nello specifico, è una di queste linee. Ricordo a tutti che avevo chiesto alla Commissione trasporti di fare un lavoro di analisi di queste linee, per consentire all'Assessorato e alla Giunta di decidere su quali investire in maniera prioritaria; lavoro che non c'è stato per comprensibili difficoltà della Commissione anche a evidenziare e determinare le priorità. Noi siamo andati avanti lo stesso: non ci siamo fermati.
Alessandria-Ovada è una linea chiusa dal 2011 al traffico commerciale è una linea che trasportava, su otto corse, circa 345 persone al giorno quindi una media di meno 50 persone a tratta che, come sapete, oggi vengono trasportate, non dico comodamente perché hanno quindici minuti in più di percorrenza, ma su un pullman. Questa è una delle valutazioni che noi faremo da domani, per i prossimi anni, insieme a tante altre linee che hanno giustamente l'ambizione di ritornare in apertura, con una condizione fondamentale che abbiamo messo in campo: avere un contratto di servizio per dieci anni, che ci consentirà di avere molti treni nuovi (il primo è in servizio da ieri sulla Torino-Milano) e di poter ragionare con Trenitalia di investimenti e finanziamenti aggiuntivi, che potranno essere reperiti in questo consesso, salvo altre valutazioni, possibilità e opportunità che ci darà il Fondo Nazionale Trasporti, ma che ci vedono finalmente avere una stabilità. Un po' di mesi fa, vi dicevo che con 4-5-6 milioni in più non saremmo stati in grado di implementare il servizio, perché c'era un contratto non equilibrato, quindi non compensato correttamente, e quei soldi sarebbero serviti per pagare il debito con Trenitalia; oggi non è più così. È un punto per noi di partenza, seppur significativo, perch aumentiamo di almeno 70 chilometri il servizio sulle linee (con quelle due che apriremo a settembre 2023), ma non ci fermeremo qui. L'Alessandria Ovada, insieme alle altre, sarà valutata rispetto a una serie di fattori sull'opportunità o meno di aprirla e, soprattutto, in base alle risorse che questo Consiglio ci metterà a disposizione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.
Ha chiesto di replicare alla risposta il Consigliere Sacco.
Prego, Consigliere, ne ha la facoltà per cinque minuti.



SACCO Sean

Grazie, Presidente, e grazie Assessore.
Auspico si voglia fare una valutazione non solo meramente economica rispetto a questa linea, ma inserendola in un contesto più ampio di reti di collegamento ferroviario. Sappiamo benissimo che un autobus rispetto a un treno non è la stessa cosa, in termini di comodità e garanzia di percorrenza. Le persone sono più portate a utilizzare una linea ferroviaria piuttosto che un autobus: basta parlare con chiunque per avere questo tipo di riscontro. Spesso, doversi muovere con un autobus su una tratta così lunga comporta diversi disagi. Anche per questo motivo, sappiamo che la quantità di utenti che possono utilizzare questo tipo di servizio è in parte determinato dal mezzo e dai tempi di percorrenza garantiti con questo tipo di linea.
Considerando la forte attenzione e la forte richiesta, a livello territoriale, per la riattivazione di questa linea, di cui si parla ormai da tantissimo tempo (perché c'è proprio la necessità di ritornare ad avere una comodità di un servizio pubblico che possa garantire la migliore qualità anche della vita delle persone che decidono di spostarsi da Alessandria a Ovada e viceversa), ho voluto approfondire in questi mesi il tema del trasporto pubblico. Ricordo che ci sono altri paesi dove determinati tipi di ragionamenti economici vengono limitati, perché ci si rende conto che un investimento su tutta l'intera linea consente un aumento dell'utenza totale, anche perché dobbiamo immaginare tutti questi collegamenti come dei vasi sanguigni, come una rete collegata e che una linea dipende, in parte, anche dall'esistenza o meno di un'altra.
Spero che si vada in questa direzione anche in Piemonte. Da parte nostra, c'è tutta la collaborazione possibile per trovare risorse, ma occorre avere una volontà politica per portare a casa questo determinato risultato. Noi speriamo di poter vedere questa linea, anche perch continueremo a richiederne la riattivazione, così come di altre linee, che sono comunque importanti e non possono essere derubricate a un semplice collegamento autobus, considerando la percorrenza e la distanza.



PRESIDENTE

La prego di concludere, Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Appunto, considerando il tempo di percorrenza richiesto da questa linea.
Auspico, quindi, che anche gli ovadesi e gli alessandrini interessati ad andare ad Ovada possano avere un servizio degno di nota e possano tornare a utilizzare il treno come avveniva in precedenza, anche per garantire un collegamento maggiore fra la parte sud della Provincia di Alessandria con il suo capoluogo. Sarebbe veramente un peccato lasciare morire questo tipo di collegamento, creando un enorme disservizio a un importante centro, a una zona come Ovada che non ha, a oggi, un collegamento ferroviario con il suo capoluogo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sacco per la replica.


Argomento: Boschi e foreste

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1193 presentata da Valle, inerente a "Il settore forestale è ancora strategico o no per la Regione Piemonte?" (risposta scritta)


PRESIDENTE

L'interrogante ha chiesto a questa Presidenza la predisposizione della risposta scritta.
Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la sua presenza e chiedo di far arrivare la risposta al Consigliere Valle.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 809 presentata da Avetta, inerente a "A Cuorgnè il Pronto soccorso è ancora chiuso. Quando riapre?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 809 ricordo che, per le interrogazioni indifferibili e urgenti, è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per due minuti e la risposta del componente della Giunta per tre minuti e non è prevista replica da parte dell'interrogante.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Alberto Avetta.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per due minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione risalente nel tempo e riguarda un tema molto sentito a Cuorgné e in quei territori. Si tratta del Pronto soccorso di Cuorgnè; dell'ormai "ex" Pronto soccorso di Cuorgné.
Non vedo l'Assessore, ma credo che ci risponderà raccontandoci che quel Pronto soccorso si è trasformato in un punto. Se non c'è l'Assessore, cosa devo fare? Tanto so già quello che risponderà.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Solo un attimo; lasciate procedere.
Si rivolga alla Presidenza, Consigliere Avetta.



AVETTA Alberto

Dicevo che quel Pronto soccorso è stato ormai trasformato in un punto di primo soccorso. Scusate il bisticcio di parole, ma certamente non è la stessa cosa, anche dal punto di vista delle garanzie del servizio sanitario che quel punto di primo soccorso può garantire ai cittadini cuorgnetesi e ai cavanesani che fanno riferimento a quell'ospedale.
Rilevo e registro il fatto che prima il Presidente, tutta la Giunta e la maggioranza che governa questa Regione hanno più volte assunto l'impegno affinché quel Pronto soccorso fosse prima o poi riaperto: mi pare che, nei fatti concreti, al contrario, registriamo che quel Pronto soccorso probabilmente, non sarà più riaperto.
Sarei ben lieto di essere smentito e che queste mie parole fossero smentite dall'intervento dell'Assessore.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Avetta per l'illustrazione; la Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione indifferibile e urgente delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Mi perdoni, Consigliere Avetta, ma sono dovuto risalire al piano superiore per poter scaricare l'interrogazione, perché in aula non riuscivo (qui la rete funziona poco, causa i potenti mezzi del Consiglio siamo ridotti a questo).
L'interrogazione fa riferimento al Pronto soccorso di Cuorgnè che è ancora chiuso e chiede quando riaprirà. Credo che, in questi giorni e in queste settimane, abbiamo dato dimostrazione di aver lavorato tanto. Posso segnalare che il servizio di emergenza e urgenza di Cuorgnè, dal 9 gennaio 2023, ripartirà presso il Pronto soccorso e sarà possibile, in deroga temporanea alla DGR 1-600, un punto di primo intervento (dalle ore 8.00 alle ore 20.00), presidiato nelle ore notturne.



(Brusìo in aula)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Scusate, ma non riesco parlare...



PRESIDENTE

Ho già richiamato l'Aula una volta. Chi non è interessato ad ascoltare le risposte alle interrogazioni, è pregato di uscire dall'aula. Non c'è obbligo di presenza.
Prego, Assessore; prosegua.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Come dicevo, un punto di primo intervento dalle ore 8.00 alle ore 20.00, in deroga temporanea alla DGR 1-600, e il presidio del 118, come da DM 70, nelle ore notturne.
Il punto di primo intervento è orientato al trattamento delle urgenze minori (codici bianchi e codici verdi) e ad una prima stabilizzazione dei codici più gravi, al fine di consentire anche il trasporto nell'ospedale per acuti di riferimento e più appropriato per la tipologia di intervento.
Sono previsti due ambulatori di visita, la presenza di un medico e di due infermieri.
Dal punto di vista organizzativo, il funzionamento prevede protocolli di collegamento tra la centrale operativa DEA e medici di medicina generale, prestazioni radiologiche di laboratorio analisi e, per le patologie non trattabili, l'invio e il coordinamento con altri Pronto soccorso e DEA, con l'attivazione di trasporti secondari tramite il 118.
Consulenze specialistiche non presenti in sede, ovviamente, verranno inviate in altre strutture con un coordinamento e, come ho detto prima previa stabilizzazione dei pazienti con patologie più gravi.
Le urgenze tempo/dipendenti (IMA, stroke, infarto, ictus, ecc) o politrauma sono gestite direttamente dalla centrale 118 e a questo affidate, se auto-presentate.
Non è previsto l'OBI - osservazione breve - né il ricovero. In tal senso, si sta ultimando la predisposizione dei locali e dei relativi percorsi (sapete che il disegno di legge n. 34 ha previsto percorsi differenziati di infetto, non infetto, cosiddetto sporco/pulito che sono stati adeguati) e quindi l'organizzazione del personale ed è stato attivato anche un servizio medico esternalizzato.
Ripeto, partenza il 9 gennaio, dopo le festività che, come tutti sanno sono sempre problematiche dal punto di vista dei turni e delle reperibilità, perché è un periodo di ferie che, con il personale scarso, è molto difficile. Dopo le festività natalizie, dal 9 gennaio, partirà presso Cuorgnè il punto di primo intervento, come già illustrato anche in conferenza stampa.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 1143 presentata da Magliano, inerente a "Rete Reumatologica e PDTA in Reumatologia, a che punto è il Piemonte?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 1143.
Ha chiesto di illustrare l'interpellanza il Consigliere Silvio Magliano. Prego, collega; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Premesso che la realizzazione di un Percorso Diagnostico-Terapeutico Assistenziale (PDTA) per le malattie reumatiche infiammatorie e auto-immuni nasce dalla necessità di standardizzare criteri condivisi per la diagnosi terapia ed assistenza dei pazienti affetti da tali malattie, il PDTA rappresenta uno strumento fondamentale che, attraverso la collaborazione multiprofessionale e multidisciplinare, consente di... E qui faccio l'elenco delle finalità e degli obiettivi del PDTA che l'Assessore ben conosce.La realizzazione di un PDTA permette quindi di definire in modo chiaro e condiviso un percorso di cura in grado di... E anche qui faccio l'elenco di tutto ciò che deve garantire un PDTA.
Dato atto che la delibera del 1 giugno 2018, n. 36-6977 avente oggetto "Recepimento Accordo Stato Regioni del 14/4/2016, per assegnazione alle Regioni risorse vincolate alla realizzazione degli obiettivi del PSN anno 2016, art. 1, c. 34 e 34 bis della L. 23/12/96 n. 662 e smi. Approvazione delle schede di progetto relative alle risorse vincolate per l'anno 2016 assegnate con DDGR 35-3152 del 11.4.16 e n. 42-4921 del 20.4.17 e presa d'atto rendicontazione schede di PSN dei progetti 2015" ha disposto, tra le varie linee progettuali, anche la "Linea progettuale 2. Sviluppo dei processi di umanizzazione all'interno dei percorsi assistenziali" avente titolo "PDTA in Reumatologia: sviluppo della rete reumatologica piemontese" per una durata pari a 36 mesi (2016- 2018), è emerso da varie fonti che dopo oltre cinque anni dall'avvio del progetto sopra indicato, le patologie reumatiche non abbiano ancora dei PDTA validati e condivisi...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Chiedo un po' di silenzio in aula, affinché il collega possa relazionare in merito alla sua interpellanza.



MAGLIANO Silvio

Chiederei anche agli Assessori di ascoltarmi.



PRESIDENTE

Sono colleghi anche loro!



MAGLIANO Silvio

Dicevo che è emerso da varie fonti che, dopo oltre cinque anni dall'avvio del progetto sopra indicato, le patologie reumatiche non abbiano ancora dei PDTA validati e condivisi, mentre la rete reumatologica sembra ferma alla linea di partenza solo con il censimento delle strutture (non suddivise in Hub, Spoke e ambulatori). In alcune Regioni d'Italia vi sono già reti reumatologiche attive da diverso tempo (Emilia Romagna, Lazio Puglia, Veneto e altre).
Una buona rete reumatologica è un importante strumento di governance in quanto da essa, attraverso una piattaforma informatica che collega le strutture reumatologiche di livelli diversi, si può realizzare uno scambio di esperienze e di dati necessari per l'elaborazione di percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali che siano più appropriati nella gestione del paziente reumatologico.
È evidente, quindi, la necessità crescente di utilizzare tutti gli "strumenti di governance" che consentano di rispondere allo stesso tempo alle urgenze e criticità espresse dai pazienti, garantendo qualità ed uniformità di cure su tutto il territorio nazionale. E uno degli strumenti che maggiormente risponde a queste necessità, in particolare quando si parla di patologie croniche, è rappresentato dal PDTA.
Considerato che in Italia le malattie reumatiche colpiscono più di cinque milioni di abitanti, cioè quasi un decimo della popolazione, con predilezione per le donne in misura di oltre 3 volte superiore agli uomini che le malattie reumatiche costituiscono la seconda causa più frequente di disabilità dopo le malattie cardiovascolari e che l'incidenza delle malattie reumatiche aumenta di anno in anno e le conseguenze per le persone affette da tale patologia sono preoccupanti, è fondamentale dare un ruolo da protagonista alla rete reumatologica piemontese nella definizione del percorso di cura per le patologie reumatiche, con lo scopo di ottimizzare ed uniformare in ambito metropolitano il processo di gestione del paziente reumatologico. La rete risulta quindi fondamentale nel processo di miglioramento della qualità di vita dei malati reumatologici e conseguentemente, nella riduzione dei costi socio-sanitari delle patologie di cui sono affetti, che nel caso delle patologie reumatologiche sono elevatissimi (meglio li curiamo, prima li curiamo e meno costano).
Appurato che il 63% delle associazioni ha ricevuto segnalazioni relative a licenziamenti, mancati rinnovi di contratti lavorativi o interruzioni del rapporto di lavoro della persona con malattia cronica e rara, proprio a causa della propria patologia; ad ottobre 2019 la Regione Abruzzo ha deciso di istituire un Tavolo tecnico, insediato al Dipartimento Sanità, per individuare percorsi immediati per la presa in carico e la terapia dei pazienti; anche altre Regioni, come la Lombardia e la Calabria hanno istituito dei Tavoli tecnici operativi specifici.
Per poter arrestare la malattia ai primi stadi è necessario ottenere una diagnosi e una terapia precoce, quindi il malato reumatico deve poter disporre di una organizzazione sanitaria integrata sul territorio di residenza, organizzata a più livelli, che veda collaborare fianco a fianco il MMG (medico di medicina generale) e gli specialisti: il reumatologo l'ortopedico, l'immunologo, il dermatologo, lo psicologo e altre figure professionali opportune per un'adeguata attività multidisciplinare.
Valutato che è indispensabile una fotografia del reale dalla quale partire per una ristrutturazione generale della reumatologia piemontese che consenta di razionalizzare la distribuzione della specialità sul territorio, eliminando al massimo la mobilità extra-regionale (questo è l'ulteriori rischio che corriamo), interpello la Giunta per sapere: se il progetto indicato e finanziato dalla delibera n. 36-6977 del 1 giugno 2018 "Linea progettuale 2. Sviluppo dei processi di umanizzazione all'interno dei percorsi assistenziali" avente titolo "PDTA in Reumatologia: sviluppo della rete reumatologica piemontese" si è concluso e con quali risultati a che punto è il PDTA per le malattie reumatiche se esiste una piattaforma informatica dedicata alla rete reumatologica e sia dotata di idonei software che permettano il collegamento e lo scambio di informazioni tra le varie strutture regionali chi sono i riferimenti medici e associativi coinvolti nel Coordinamento regionale Associazioni malati cronici se esiste anche in Piemonte, come nelle altre Regioni, un Tavolo tecnico e chi partecipa alle riunioni e con quale cadenza cosa intende fare questa Regione per adeguarsi al resto d'Italia e migliorare la qualità di vita dei malati reumatologici e conseguentemente, ridurre i costi socio-sanitari delle patologie di cui sono affetti, che nel caso delle patologie reumatologiche sono elevatissimi.
Grazie, Presidente. Ho concluso e mi scuso se ho sforato di qualche secondo.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
Ricordo all'interrogante che, dopo la risposta dell'Assessore, ha diritto alla replica per cinque minuti.
Chiedo ancora ai colleghi la cortesia di fare silenzio durante i lavori d'Aula. Grazie.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Condivido le preoccupazioni del Consigliere Magliano sul tema della reumatologia, che è importante, ma soprattutto affligge una popolazione numerosa di persone.
Proprio per questa ragione, con la determina dirigenziale n. 862 del 20 dicembre 2017, a seguito dell'accordo previsto dal Consiglio regionale relativo ai percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali nelle malattie reumatiche, infiammatorie e autoimmuni, è stata costituita, sulla base di questi provvedimenti, la Commissione regionale per la cura del paziente affetto da patologia reumatica, atta a definire e a supportare la rete assistenziale reumatologica.
Questa Commissione coinvolge molti reumatologi operanti presso il Servizio Sanitario Regionale e si occupa di ottimizzare i percorsi dei pazienti, l'utilizzo e l'accessibilità alle risorse.
In particolare, per quanto attiene i farmaci biologici e innovativi: 1. ridisegna, nello specifico, l'offerta con l'intento di ridurre i tempi di attesa, i disagi per i cittadini e la migrazione sanitaria che lei ha correttamente citato 2. definisce il percorso diagnostico-terapeutico 3. garantisce la presa incarico (follow-up) del paziente tra i vari centri di riferimento ospedalieri e le strutture territoriali soprattutto in presenza di severa progressione di malattia.
Nell'ambito della Commissione, sono stati costituiti tre sottogruppi il primo è sullo sviluppo del PDTA, l'offerta dei servizi, la raccolta dei dati applicativi e l'aggiornamento del sistema informatico, finalizzato alla presa in carico dei pazienti e una maggiore fruibilità del sistema Citrix. È stato effettuato un monitoraggio sull'appropriatezza nell'utilizzo delle classi di priorità per l'accesso.
Per quanto riguarda lo sviluppo del percorso diagnostico terapeutico già a partire dal 2013 è stato sviluppato un PDTA dedicato che, negli ultimi anni, ha subito vari aggiornamenti, tra cui l'ultimo nel marzo 2020.
Quindi, con nota 32201 del 1° settembre 2022, è stata effettuata e conclusa una ricognizione tra le varie Aziende sanitarie regionali, per l'aggiornamento dei dati sia delle strutture dedicate approvate dai vari atti aziendali sia per i nominativi dei soggetti referenti. Le strutture coinvolte sono: strutture complesse; strutture semplici dipartimentali e strutture semplici ospedaliere anche di reumatologia; strutture specialistiche in materia operanti negli ambiti ambulatoriali e ospedalieri e i distretti territoriali, compresi i medici di medicina generale.
Aggiungo in ultimo anche la clinicizzazione. Il fatto di aver portato all'interno, anche in collaborazione con l'Università, il Servizio di reumatologia del Mauriziano, è molto importante, perché affluiscono molti pazienti ed è un centro di riferimento. C'è l'intesa con l'Università che deve fare anche da centro di formazione per gli specialisti, proprio per avere quelle risorse umane necessarie a gestire questa tematica così complessa e così importante.
Preciso, inoltre, che nell'Area metropolitana è attivo un PDTA interaziendale per adulti, per la diagnosi e la cura dell'artrite reumatoide e spondiloartrite. Alcune Aziende sanitarie hanno sviluppato dei percorsi interni per la presa in carico e la cura dei pazienti anche per ciò che riguarda la fibromialgia.
Dal punto di vista dell'offerta dei servizi, le strutture operanti nell'ambito delle patologie reumatologiche - alcune di esse anche in ambito dei disturbi legati alla sindrome fibromialgica - coprono i diversi quadranti territoriali piemontesi, presso le seguenti Aziende ospedaliere: Città della Salute e della Scienza di Torino, Mauriziano, Alessandria Cuneo e varie strutture semplici afferenti a Medicina Interna (Alba e Vercelli), strutture complesse di Nefrologia e Dialisi (Città di Torino) e strutture complesse di pediatria ad indirizzo infettivologico.
In alcune realtà ospedaliere afferiscono ad altre specialità, quindi la distribuzione tra Aziende, ASL e servizi territoriali è molto articolata.
L'offerta assistenziale è ulteriormente arricchita sul territorio da specialisti ambulatoriali operanti nelle singole ASL (Torino, Collegno Ivrea, Vercelli, Biella e Novara). L'ASL Città di Torino ha istituito due ambulatori dedicati alle prime visite, ai follow-up: uno presso il Martini per l'area ovest e uno presso il San Giovanni Bosco per l'area nord della città.
Per quanto riguarda il resto dalla Regione, in linea generale, gli specialisti ambulatoriali e le strutture ospedaliere sono distribuiti perseguendo una logica di copertura territoriale diffusa e capillare per fornire una presa in carico del paziente quanto mai più possibile vicina alla propria residenza.
In ultimo, per quanto riguarda il sistema informativo - e chiedo l'indulgenza del Presidente per il tempo a disposizione - nella bozza di PDTA è previsto l'utilizzo del sistema informatico "Portale medici e pediatri Regione Piemonte", su cui già insiste la gestione del diabete che verrà implementato dalla componente specialistica reumatologica. Si fa inoltre, presente che le associazioni di pazienti coinvolti - di cui, tra l'altro, è stato dato riscontro con nota n. 21688 dell'8/6/2022 ed udienza in Assessorato - sono le seguenti: ANMAR-Italia-Onlus (Associazione Nazionale per i malati reumatici), GILS-Italia, ODV-AAPRA-Onlus, Gruppo LES-Italiano-ODV.
Per ciò che concerne l'utilizzo dei farmaci, si fa presente che la Regione Piemonte è stata tra le prime in Italia (già dal 2017) - merito della precedente Giunta, evidentemente - ad avere approvato le Linee di indirizzo sull'utilizzo dei farmaci biosimilari per le malattie reumatiche.
Adesso si è dotata di un Registro regionale pubblico per le biotechnology oltre ad essere una delle regioni all'avanguardia per l'utilizzo di farmaci biosimilari in reumatologia, con una forte riduzione della spesa pubblica.
Questi farmaci sono in costante aumento rispetto agli originari.
Sulla scorta delle precedenti considerazioni si conferma, dunque, che la Regione Piemonte è molto attenta al miglioramento della qualità dell'assistenza in ambito reumatologico, come negli altri contesti di riferimento. In tale ambito si conviene che sia necessaria, oltre alla garanzia dei LEA, anche il controllo dei costi nello specifico settore di riferimento, nella prospettiva (ovvia direi) di sostenibilità del sistema.
Presidente, ho concluso e la ringrazio per avermi permesso di sforare il tempo a disposizione.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.
Ha chiesto di replicare alla risposta il Consigliere Silvio Magliano ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Chiedo all'Assessore se può inviarmi la nota, visto che il numero di informazioni all'interno della sua risposta è corposo, e lo ringrazio. Sarà comunque nostra cura, a seguito di quanto ha detto in Aula, confrontarci e dialogare con le associazioni di pazienti e di malati che, evidentemente ci hanno spinto a portare in Aula questa interpellanza; ringrazio ancora l'Assessore di aver voluto rispondere ad ogni punto in modo completo.
Questo per capire se questa rete - che dalle parole dell'Assessore sembra una rete oggettivamente molto presente sul territorio - rappresenti effettivamente per i familiari e per i pazienti una risposta concreta.
Noi eravamo a conoscenza di un ritardo strutturale legato in parte anche al COVID. L'Assessore sa bene - e più volte lo ha ricordato in Aula che tanti tavoli, tante iniziative e tanti protocolli, di fatto, hanno scontato i tempi che il COVID ci ha dettato. Da questo punto di vista, mi auguro che ci sia un'accelerazione, per maggiore tranquillità e anche per consolidare un rapporto tra le istituzioni e il mondo del terzo settore. Mi fa piacere che l'Assessore abbia citato proprio le tre associazioni con le quali il nostro Gruppo collabora su questi temi e l'apertura che ha fatto anche sul tema della fibromialgia.
Come Gruppo consiliare abbiamo preparato una legge su questo tema e so che anche la collega Zambaia ne ha una in fase di presentazione. Mi fa piacere - e lo scopro oggi in Aula - che il nostro sistema sanitario, in qualche modo, si stia già occupando del tema, anche con dei protocolli.
Quindi, non sarà peregrino poi votare una legge che, di fatto, riconosce quello che già il nostro personale sanitario sta facendo sui territori. In altre Regioni non si fa, quindi va bene così.
Per cui la ringrazio per la risposta. Sarebbe importante - e concludo audire proprio queste tre realtà associative in Commissione IV, insieme a lei, proprio perché potremmo colmare, ove ve ne fossero, i gap che ci sono tra quello che le strutture fanno e la percezione o le preoccupazioni delle associazioni; magari, questa problematica potrebbe essere portata direttamente all'attenzione dell'Assessore che spesso, occupandosi di tantissimi aspetti relativi alla sanità, registra che cosa gli arriva dal territorio e che cosa gli arriva delle sue strutture.
Non è detto che quello che l'Assessore. Devo darle atto, Assessore, di quando ha chiesto di vedere le foto della piscina dell'Unità spinale forse, c'era stato un errore di comunicazione o una leggerezza di chi le faceva comunicare in Aula dati non precisi.
Sarà mia cura chiedere al Presidente Stecco di audire queste tre associazioni, partendo dalla risposta completa alla mia interpellanza, di confrontarci con trasparenza, per far sì che una malattia o delle patologie, che come sa l'Assessore stanno aumentando e che impattano molto di più sul genere femminile, trovino nella nostra Regione un'eccellenza una risposta adeguata, così da non vedere quell'odioso turismo sanitario che costringe i nostri piemontesi e le nostre piemontesi ad andare a curarsi in altre regioni, cosa che non si meritano loro e nemmeno la nostra sanità, che riconosco essere sempre stata d'eccellenza e vogliamo mantenerla a questo livello.



PRESIDENTE

Grazie.
Prima di procedere con l'ultima interrogazione, ricordo che per le interrogazioni ordinarie non è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante, ma è prevista la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica, se richiesta, dell'interrogante per altrettanti cinque minuti.


Argomento: Pesca

Interrogazione n. 1200 presentata da Rossi, inerente a "Attività di pesca nel bacino del Lago Maggiore"


PRESIDENTE

Concludiamo i lavori con l'interrogazione ordinaria n. 1200, presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Attività di pesca nel bacino del lago Maggiore".
La parola all'Assessore Protopapa, per la risposta.



PROTOPAPA Marco, Assessore alla caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Premesso che i diritti esclusivi di pesca costituiscono titoli patrimoniali di natura privatistica e di carattere reale e che hanno ad oggetto l'utilizzazione della popolazione ittica di un determinato comprensorio, la Regione Piemonte, con la legge n. 37 del 2006 all'articolo 14, ha stabilito che la competenza sull'esercizio delle funzioni amministrative concernenti i diritti esclusivi di pesca è conferita alle Province, le quali esercitano la vigilanza e il controllo sulla gestione dei diritti esclusivi di pesca.
Il citato articolo 14 prevede, inoltre, che i titolari di diritti esclusivi di pesca comunichino alla Provincia, entro il 30 settembre di ogni anno, il programma di gestione per l'anno successivo, che le Province approvino il programma con le eventuali prescrizioni e se ne dia notizia agli interessati entro il mese di gennaio di ciascun anno. Tale programma di gestione prevede anche l'eventuale piano di ripopolamento previsto per l'anno successivo. Per ciascun intervento di ripopolamento il titolare del diritto esclusivo dà preavviso al competente Ufficio provinciale, al quale trasmette il verbale di semina controfirmati da agenti di vigilanza.
Le Province, in caso di inosservanza delle norme del presente articolo previa diffida, dichiarano la decadenza del diritto esclusivo di pesca ossia viene meno l'esercizio del diritto, ma non l'oggetto dello stesso. In altri termini, il proprietario di un diritto di pesca, di cui sia stata dichiarata la decadenza, ne resta proprietario, ma non può esercitarlo.
La struttura regionale competente in materia di pesca, a seguito di confronti per vie brevi con i competenti Uffici della Provincia del VCO sulla materia "diritti esclusivi di pesca", informa che non risultano pervenuti negli ultimi due anni programmi dalla famiglia Borromeo segnalando, inoltre, che il diritto interessa in modo marginale tale Provincia.
I suddetti Uffici hanno confermato, inoltre, di aver proceduto al controllo del piano di gestione relativo al diritto esclusivo in questione che anche quest'anno hanno regolarmente ricevuto, comprendente il relativo piano di ripopolamento.
Questo è quanto potevo rispondere alla richiesta del Consigliere Rossi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Rossi, per la replica.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche l'Assessore per la risposta, anche se non ho compreso un aspetto fondamentale, ma quando leggerò lo scritto, magari mi diventerà più chiaro.
È vero che siamo di fronte a un fatto strano, che purtroppo esiste ancora nel nostro ordinamento: ci sono dei diritti che famiglie private si portano dietro, di fatto, dal 1400, quindi per pescare nel lago bisogna pagare a un privato. Questo è il tema che stiamo ponendo.
Fino a questo punto, nulla di male, perché siamo nella legge, ma l'interrogazione a che cosa voleva dare una risposta? Alla richiesta se c'è qualcuno che verifica che gli obblighi di chi ha ereditato questi diritti siano rispettati; gli obblighi sono soprattutto legati al ripopolamento della fauna ittica. È vero che l'autorizzazione è in capo alle Province, ma è anche vero che la vigilanza, in qualche maniera, riguarda anche la Regione. Dalla sua risposta (che leggerò bene), non ho capito se effettivamente la Regione, in questi anni, ha messo in campo delle iniziative di verifica rispetto agli obblighi di chi ha ereditato questi diritti. Tutto qua.
Abbiamo capito che le Province hanno alcune competenze, ma l'interrogazione, oltre a mettere in evidenza questa situazione, che ritenevamo di utilità anche per la collettività, ci serviva per capire se la Regione sta verificando effettivamente che chi, da un lato, incassa i diritti, dall'altro compia il suo dovere per la tutela della fauna ittica.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni ed interpellanze.
Alle ore 10.30 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 10.22 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.37)



PRESIDENTE

Comunico che sono in congedo i Consiglieri Carosso, Caucino, Chiorino Cirio, Giaccone, Nicotra, Ricca, Riva Vercellotti, Stecco e Tronzano.
Il numero legale è pertanto 21.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione e chiedo se vi siano proposte di modifica.
Prego, Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Chiedo che possa essere inserito all'o.d.g. di oggi, se si ritiene anche con un'inversione, l'ordine del giorno n. 914 "Ristabilire il diritto dei cittadini piemontesi a ottenere il passaporto in tempi ragionevoli".
Pongo all'attenzione di questo Consiglio una richiesta alla Giunta, o al Presidente, di farsi portavoce presso il Governo di una situazione che sta diventando davvero insostenibile per tantissimi cittadini piemontesi.
Probabilmente, la situazione non è solo regionale, ma sicuramente nella nostra Regione ormai i tempi per l'ottenimento del passaporto viaggiano tra i sei e i nove mesi. Forse è bene ricordare che la libertà di circolazione delle persone è un diritto garantito dalla nostra Costituzione e anche dall'Unione europea, che ha definito una cittadinanza europea. Da quasi un anno, si susseguono segnalazioni sulla stampa cittadina e ormai quotidianamente ci sono segnalazioni in questo senso.
In teoria, le modalità online di rilascio del passaporto per accedere agli Uffici sembrerebbero molto spedite, ma, in realtà, il cittadino si trova di fronte all'impossibilità, molto spesso, di prenotare un accesso per presentare i documenti. Quando lo trova, è a cinque-sei mesi e poi, una volta depositata la documentazione, il rilancio vero e proprio segue di 2/3 mesi la presentazione dei documenti stessi.
Questa situazione non può ovviamente essere considerata superata dalla disponibilità e dalla cortesia del personale che, a fronte di urgenze e di biglietti aerei, si attiva, però - torno a dire - non credo sia una situazione degna di un Paese civile.
Per questo, chiedendo anche ai colleghi se intendono sottoscrivere questo documento, credo sia opportuno segnalare al Governo (penso al Viminale) questa situazione che - ripeto - non è di oggi, quindi è imputabile evidentemente a un pregresso, per mettere mano a questa organizzazione e garantire ai cittadini il pieno diritto di esigibilità della possibilità di movimento a seconda delle loro condizioni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Non essendoci ulteriori richieste di modifica dell'attuale o.d.g.
possiamo sicuramente considerare inserita la proposta della Consigliera Accossato, l'ordine del giorno n. 914, nell'attuale o.d.g. Se ci sono le condizioni per trattarlo nella giornata odierna, penso sia un problema per cui tanti vengono sollecitati da più parti, perciò non è un problema politico, ma oggettivo che si possa anche discutere. È una richiesta al Governo: occorre trovare una soluzione per dare risposte concrete ai cittadini, perciò penso ci siano le condizioni, quando riterrete opportuno per discuterlo; lo terremo qua per ricordarcelo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento del Consiglio regionale hanno chiesto congedo Carosso, Caucino, Chiorino, Cirio, Giaccone, Nicotra Ricca, Riva Vercellotti, Stecco e Tronzano b) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
c) Processi verbali precedenti sedute Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute dell'8, 9, 15 e 16 novembre 2022.
d) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno In data 28 novembre 2022 la II Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato a maggioranza, la deliberazione legislativa avente ad oggetto "(Intervento economico a favore dei Comuni con alta incidenza di alloggi sociali)".


Argomento: Gruppi consiliari

e) Variazione denominazione Gruppi consiliari


PRESIDENTE

In data 24 novembre 2022 l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che, a decorrere dal 22 novembre 2022, il Consigliere Giorgio Bertola assume, in seno al gruppo Misto, la denominazione "Europa Verde". Conseguentemente a decorrere dalla stessa data la denominazione "Movimento 4 ottobre" contraddistingue, nell'ambito del Gruppo Misto, la sola Consigliera Francesca Frediani.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame proposta di deliberazione n. 259, inerente a "Esame proposta di deliberazione n. 259, inerente a "Legge regionale 51/1992, articolo 6 commi 6 e 7. Richiesta di modifica della denominazione del comune da 'Grana' a 'Grana Monferrato'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 259, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Si tratta di una richiesta di modifica di denominazione del Comune di Grana, con l'aggiunta della locuzione "Monferrato", in accoglimento all'istanza avanzata dal Comune stesso, con deliberazione del proprio Consiglio comunale nel maggio scorso, approvata all'unanimità in Consiglio comunale a Grana. Tale documento è allegato alla presente deliberazione unitamente alla relazione contenente le motivazioni a supporto della richiesta e alla deliberazione del Consiglio provinciale di Asti del luglio scorso, con l'espressione del parere favorevole in merito alla modifica per farne parte integrante e sostanziale, in virtù del quale si chiede di prendere atto della deliberazione.
L'atto in questione non comporta oneri a carico del bilancio regionale se questa era una preoccupazione dei vari Consiglieri. Questo è quanto richiesto dalla proposta di deliberazione n. 259.
Qualche Consigliere intende intervenire in discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, sul merito, la proposta non può che essere accolta, in quanto nasce da un senso di appartenenza ad un territorio che sta cercando di vincere una sfida, che è quella dell'identità, ma anche quella del posizionamento di quell'identità, pure come brand di richiamo turistico internazionale.
Detto che siamo d'accordo e voteremo a favore di questa proposta di deliberazione, mi permetterà, Presidente, poiché è stata licenziata all'unanimità dalla VII Commissione, di cogliere questa occasione per formalizzare in Aula la richiesta di un dibattito in VII Commissione, ma preferiremmo in aula, sul tema dell'autonomia differenziata, sul regionalismo che dovrebbe essere stato oggetto di un incontro da parte del Presidente della Giunta con il Ministro Calderoli e che noi vorremmo capire a che punto è.
Adesso non so se vale la pena, perché non so esattamente se interessa a quest'aula parlare di autonomia differenziata, ma credo di no a sentire il sottofondo. Ricordo l'enfasi con cui all'inizio di questa legislatura invece, alcuni colleghi trattavano il tema e anche durante la campagna elettorale del 2019; siamo ormai a fine 2022 e inizio 2023, il centrodestra ha il governo del Paese, c'è un Ministro che si è reso disponibile a tradurre in fatti una proposta che stava dentro la campagna elettorale.
Finita la campagna elettorale, vorremmo discutere anche in Piemonte di questo tema.
Credo che dedicare un Consiglio regionale ad un confronto sull'importanza e delle Autonomie locali, a partire dai Comuni e dalle Province, fino alle grandi questioni che riguardano la riorganizzazione dello Stato attraverso l'autonomia regionale differenziata, sarebbe utile anche per dare un senso alla VII Commissione.
È d'accordo con me, Presidente?



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Gavazza, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GAVAZZA Gianluca

Grazie Presidente e grazie colleghi.
Mi sento in dovere di intervenire su questa delibera, proprio perché da oggi Grana avrà un cognome: da oggi Grana sarà Grana Monferrato. È giusto come per le persone che hanno un cognome che segna le nostre origini e da dove arriviamo.
Mi permetto di fare questo intervento, anche perché la mia famiglia, la famiglia Gavazza, è da più di 300 anni che vive quel territorio. Era da delibere di Consiglio comunale del '71, che i colleghi hanno potuto vedere allegate alle documentazioni in Commissione, che Grana non era più definita Grana Monferrato.
Grazie a tutti e grazie anche all'intervento del collega Ravetti che ha, comunque, puntualizzato questo tema importante per i nostri territori.



PRESIDENTE

Grazie, Gianluca Gavazza.
Ci sono altre richieste di intervento? Dichiaro chiusa la discussione generale.
Non ci sono emendamenti.
Non essendovi richieste di intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 259, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di legge n. 203, inerente a "Disposizioni concernenti l'odontoiatria solidale e l'attivazione di reti di collaborazione per la co progettazione di azioni a fini di solidarietà sociale verso le fasce più deboli della popolazione con particolare riferimento alla c.d. 'vulnerabilità sociale" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 203, inerente a "Disposizioni concernenti l'odontoiatria solidale e l'attivazione di reti di collaborazione per la co-progettazione di azioni a fini di solidarietà sociale verso le fasce più deboli della popolazione con particolare riferimento alla c.d. 'vulnerabilità sociale" , di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Poiché il primo firmatario e Presidente della Commissione sanità Consigliere Stecco, oggi è impegnato in un convegno all'estero, chiedo all'Aula se è possibile sospendere questo provvedimento e trattarlo nella prossima seduta di Consiglio. È una proposta di legge presentata da lui mi pare molto condivisa.
Chiediamo, dunque, di poterla trattare nella prossima seduta di Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio

Chiedo solo se poteva aggiungere il mio voto favorevole alla delibera di prima, per tanti motivi.



PRESIDENTE

Sia messo a verbale che il Consigliere Chiamparino ha votato in modo favorevole sulla deliberazione n. 259.
Se non ci sono altre richieste, possiamo sospendere la trattazione del punto 3) all'o.d.g., relativo alla proposta di legge n. 203 "Disposizioni concernenti l'odontoiatria solidale e l'attivazione di reti di collaborazione per la co-progettazione di azioni a fini di solidarietà sociale verso le fasce più deboli della popolazione con particolare riferimento alla c.d. 'vulnerabilità' sociale'".


Argomento: Difensore civico

Dibattito sulla relazione annuale del Difensore Civico (ai sensi della l.r. 50/1981)

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Dibattito sulla relazione annuale del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale (ai sensi della l.r. 28/2009)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Giovani

Dibattito sulla relazione annuale del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza (ai sensi della l.r. 31/2009)

Argomento: Benessere animale

Dibattito sulla relazione del Garante dei diritti degli animali. (ai sensi della l.r. 6/2010)


PRESIDENTE

La scorsa seduta avevamo sospeso i dibattiti relativi alla Relazione annuale del Difensore Civico, alla Relazione annuale del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, alla Relazione annuale del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza e alla Relazione del Garante dei diritti degli animali, svolte in data 22/11/2022.
Se non vi sono contrarietà, potremmo aprire un dibattito complessivo per poi procedere alla votazione dei singoli ordini del giorno a conclusione della discussione.
Diversamente, per ogni relazione si aprirà e si chiuderà il relativo dibattito.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Proponevo di svolgere un unico dibattito. Dato che le relazioni sono già state svolte nella scorsa seduta, si può fare un dibattito per ogni relazione oppure un dibattito generale unico.
Personalmente, mi sembra più logico e più veloce svolgere un unico dibattito: per carità, si può anche decidere di intervenire su ogni relazione per quattro volte, ma volevo evitare di aprire e chiudere un dibattito per ciascuna relazione.
Chiedo se vi siano richieste di intervento sul dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Rispetto alla situazione delle carceri, che è sotto gli occhi di tutti ci tenevo ad esprimere e a chiarire il pensiero del nostro Gruppo.
Naturalmente, questo Gruppo pensa che chi delinque debba andare in galera: su questo non c'è dubbio. Peraltro, abbiamo anche sentito narrare casi di femminicidio, donne che sono state uccise perché chi avrebbe dovuto stare in galera magari non lo era.
Però la nostra posizione è altrettanto favorevole alla riforma e alla revisione del sistema giudiziario. Noi abbiamo un Paese che mette in galera le persone prima che le stesse siano giudicate; i processi dovrebbero essere più veloci e più efficienti, ma in alcuni casi le persone dovrebbero andare in galera solo dopo il giudizio. Il tema è molto complesso. Tra l'altro, la Lega ha proposto dei referendum sulla giustizia molto importanti e molto discussi, che però non hanno raggiunto il quorum.
Certo, condividiamo anche noi la preoccupazione relativa all'aumento esponenziale dei casi di suicidio. Ho visitato anch'io delle carceri col Garante Mellano e mi sono reso conto delle condizioni difficili in cui versano alcune strutture italiane e piemontesi. La soluzione dev'essere appunto, una giustizia più efficiente e più celere, che preveda soprattutto maggiori investimenti. La soluzione non è il "liberi tutti", ma un investimento importante di risorse sulle carceri esistenti, sul loro aggiornamento e sulla costruzione di nuove strutture. Chi ha commesso dei delitti deve subire certamente delle restrizioni - ci mancherebbe! - ma deve comunque vivere in maniera dignitosa.



(Brusìo in aula)



PREIONI Alberto

Scusate, ma faccio un po' di fatica ad intervenire, perché percepisco un brusìo continuo.
Dicevo che la posizione del Gruppo della Lega da una parte è favorevole a riformare la giustizia, che nel nostro Paese ha molte lacune, per avere una giustizia celere che consenta di evitare la custodia cautelare preventiva, che è abusata nel nostro sistema giudiziario; al contempo però, vogliamo garantire delle condizioni di vita dignitose nelle nostre strutture. Molti dei punti che ha sottolineato il Garante sono assolutamente condivisibili, perché ci sono delle strutture che andrebbero realmente rifatte, rivisitate e ristrutturate in maniera pesantissima: tutto questo è sotto gli occhi di tutti, è innegabile.
Volevo solo aggiungere queste brevi considerazioni a quanto si è già detto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In quest'Aula, evidentemente, non discuteremo della riforma della giustizia, che riguarda ben altri livelli. Possiamo però confrontarci su alcuni aspetti che sono di impatto fortemente regionale, a partire dalla sanità (mi spiace non sia presente l'Assessore Icardi).
Tra l'altro, dal momento che oggi abbiamo...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliera Frediani, ma c'è un fastidioso rumore di fondo proveniente dal suo microfono: si sente la sua voce, ma si rischiano problemi con lo streaming. Le chiedo cortesemente di cambiare postazione.



FREDIANI Francesca

È un chiaro boicottaggio, questo! Stavo dicendo, che uno dei temi su cui dovremmo dibattere è legato agli aspetti sanitari. Durante i numerosi sopralluoghi che ho effettuato in questa legislatura, ma anche nella precedente, uno dei temi che è emerso in modo piuttosto pesante, e che è stato anche riproposto dall'onorevole Mellano durante tutte le sue relazioni, riguarda la situazione dei servizi sanitari all'interno delle carceri e la gestione dei detenuti con problematiche di tipo psichiatrico. Sono due temi assolutamente urgenti che riguardano strettamente la competenza regionale.
Ovviamente, c'è anche il fenomeno più preoccupante dell'alto tasso di suicidi all'interno delle nostre strutture; suicidi che sono sicuramente legati a problematiche di diverso tipo, quindi non si possono liquidare in modo rapido e senza un dovuto approfondimento, ma andrebbero anche visti in correlazione, probabilmente, con la situazione in cui i detenuti si trovano a vivere.
Tra l'altro, andrebbe fatta una riflessione anche su quanto è successo nel carcere di Ivrea. Io ricordo, nella scorsa legislatura, un sopralluogo che effettuai poco dopo gli avvenimenti che si erano verificati in seguito ad una protesta dei detenuti per l'assenza di TV. È chiaro che l'assenza di televisori è quello che ha fatto scaturire e ha fatto esplodere la questione. Però lì c'è proprio un problema strutturale di gestione da parte della direzione, come si vede dalle indagini che definiranno meglio le ipotesi di reato e i reati ed eventualmente - speriamo - le condanne.
In molte carceri mancano dei progetti di reinserimento dei detenuti.
Questo come cittadini dovrebbe interessarci ancora di più, perché il carcere dovrebbe essere un modo di far capire alle persone che sbagliano e che la società li accoglie se però riescono a reinserirsi nella società, in modo da poter recuperare una vita dignitosa, in primis per se stessi e poi per le persone che hanno accanto. In questo senso, in fase di discussione e di confronto con l'Assessore Chiorino e con la Presidente dell'Agenzia Piemonte Lavoro, avevamo chiesto i dati relativi agli sportelli di lavoro presenti nelle carceri. Su questo tema ci piacerebbe confrontarci ulteriormente con il Garante Mellano, soprattutto sui dati che abbiamo ricevuto relativamente alle progettualità che mirano a reinserire i detenuti all'interno della società, quindi i progetti di inserimento lavorativo.
Abbiamo chiesto i dati, li abbiamo ottenuti in tempi brevi e sarebbe interessante poterci confrontare in Commissione su questi aspetti, per capire se possiamo, come Regione - essendo anche questa, sia dal punto di vista della formazione sia dei servizi per il lavoro, una competenza regionale - cercare di potenziare i servizi e aiutare tutti i soggetti che sono coinvolti all'interno di questo percorso di reinserimento nella società.
Le carceri non sono un qualcosa di staccato dalla società, ne sono parte integrante, nel bene e nel male; cerchiamo di focalizzarci sulle nostre competenze a livello regionale e di sostenere tutto il sistema che vuole migliorare le condizioni dei detenuti. Ovviamente, nel momento in cui riuscissimo ad arrivare a questo obiettivo, potremmo vedere delle ripercussioni positive sulla società anche in termini di calo di recidive.
Pertanto, credo che dovremmo iniziare a guardare a quelle mura con uno sguardo diverso e sicuramente non possiamo escludere la finalità punitiva ma comunque di dover scontare una pena nel momento in cui si commette un reato. Uso il termine punitivo, ma lo associo immediatamente al termine "rieducazione" e, soprattutto, "reinserimento", perché il termine reinserimento è quello che fa bene alla nostra società. La possibilità di accogliere una persona che ha sbagliato e ha scontato la sua pena fa sì che la nostra società possa sentirsi più tutelata e più protetta. E noi dobbiamo concorrere in questo sistema e fare la nostra parte relativamente alle materie che ci competono.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
In primis, volevo ringraziare il Difensore Civico e i Garanti per i loro interventi sempre molto utili. Penso che il Difensore Civico e i nostri Garanti siano delle figure molto importanti e siano delle vere e proprie risorse per la nostra Regione, ciascuno per la sua specificità.
Hanno, a mio avviso, un doppio compito: da una parte, quello di Difensore Civico o Garante rispetto a un tema per i cittadini, ma dall'altra, in raccordo con il Consiglio regionale - che si esplicita annualmente con la loro relazione - il compito di evidenziare dei problemi e delle carenze e in qualche modo, far sì che la parte politica e il Consiglio regionale sia edotto di determinati problemi e magari cerchi, per quelle che sono le sue competenze, di porvi rimedio.
Sinceramente, non volevo intervenire all'interno del dibattito, per sono rimasto un po' disorientato dall'intervento del Presidente Preioni perché parlando dell'intervento del Garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà non parliamo di riforma della giustizia di processi e di questioni che attengono al prima, anche perché la figura si chiama Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà. Quindi, non è il Garante dei processi, della giustizia o altro, ma delle persone che sono già sottoposte a misure restrittive. Quindi, è di quello che dobbiamo parlare.
Com'è stato evidenziato dal Garante, onorevole Mellano, c'è purtroppo un caso Piemonte. Esiste un problema generale a livello nazionale e c'è un caso Piemonte. È un caso di sovraffollamento, legato a mancanza di personale a tutti i livelli (medici, psicologi, educatori, polizia penitenziaria). C'è mancanza di personale anche a livello apicale, perch mancano i direttori e alcuni sono a scavalco tra più sedi. Ci sono anche episodi di violenza diffusa un po' a tutti i livelli.
Quindi, se vogliamo contribuire a migliorare questa situazione - che sappiamo essere legata a competenze più nazionali che regionali - e se vogliamo provare ad essere parte della soluzione, dobbiamo concentrarci su quello e capire come si possa agire, dal punto di vista della politica regionale.
C'è un dato importante che non possiamo non evidenziare, commentando la relazione del Garante. È il dato relativo alla manovra che il nuovo Governo sta per varare. Abbiamo detto che c'è un problema di personale, anche per quanto riguarda la polizia penitenziaria. Purtroppo, quando c'è una situazione così complessa, l'agente di polizia penitenziaria è un po' il terminale ultimo di tutti i problemi, quindi si scatenano queste tensioni.
Dicevo che, purtroppo, la manovra che verrà varata dal Governo Meloni prevede una riduzione dei costi di 36 milioni di euro in 3 anni per la polizia penitenziaria, che è già sotto organico. Quindi, se già c'era un problema, certamente queste misure non contribuiscono a risolverlo, anzi rischiano di peggiorarlo, come abbiamo visto anche nella manovra dei tagli alla giustizia minorile.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; prego.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Brevemente, vorrei dire anzitutto che il Gruppo la Lega ha presentato un ordine del giorno in merito. Poi, visto che sono stato citato più volte vorrei dire che sembra quasi io abbia fatto una discussione (bench complessa, perché disturbato dall'Aula) che non fosse legata al mondo della giustizia e al mondo carcerario. Penso che nei miei interventi posso anche esprimere le mie opinioni in libertà, senza essere richiamato: questo mi pare palese, perché io non lo faccio con gli altri colleghi.
Per chiarire, la Lega, se deve scegliere tra Caino e Abele, sta con Abele. Noi stiamo dalla parte della Polizia penitenziaria, che vive anche momenti difficilissimi, però ribadisco che chi delinque e va in carcere deve vivere in maniera dignitosa, deve vivere in carceri che non sono certamente quelli attuali. Ribadisco che con l'onorevole Mellano ho visitato il carcere di Verbania, che può essere un fiore all'occhiello anche per le dimensioni e per il tipo di struttura; è mia intenzione andare a vedere anche quello di Torino.
Assolutamente, non siamo miopi rispetto all'aumento dei suicidi e alle condizioni di vita carceraria difficilissime; a questo va posto rimedio con lavori di tipo strutturale e con interventi sulle carceri, perché chi sbaglia deve stare in carcere, ma deve viverci in maniera dignitosa, non stando in ambienti che, in molti casi, lo fa diventare peggiore rispetto a quello che era all'inizio.



PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Bertola, io lascio intervenire più volte tutti, perch capisco che il dibattito è sulle tre relazioni dei Garanti e su quella del Difensore Civico; chiunque può intervenire più volte e non solo il Consigliere Preioni o il Consigliere Bertola, però non dev'essere un dibattito fra voi.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Io non chiedo per iscritto, perché se dovessi chiedere per iscritto esplicitamente prima dell'intervento, l'80% degli interventi non li farei fare, Consigliera Frediani.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lascio che il Consigliere Bertola intervenga, non è un problema.
Ho già detto all'inizio che non stiamo a guardare il numero di interventi, perché ci sono tre garanti e il Difensore Civico. Se si vuole dividere il dibattito personalmente in tre o più parti, ben venga specificare potrebbe essere utile per il dibattito stesso e per la comprensione di tutti anche per chi è all'esterno, dei Garanti e del Difensore Civico che sono qui presenti, purché non sia solo un dibattito a due, altrimenti penso che il Consigliere Preioni e il Consigliere Bertola starebbero delle ore a discutere fra loro.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi scusi. Non volevo intervenire nel dibattito, ma intervengo dirittura due volte, perché apprendo che si può intervenire anche due volte.
Il Consigliere Preioni ha espresso la sua libera opinione e ha fatto bene a farlo, come facciamo bene a farlo tutti quanti, però siamo in un'aula di Consiglio regionale e non può chiedere di non essere ripreso o criticato. Anche se è il Capogruppo di maggioranza, può essere criticato sul suo intervento dagli altri Consiglieri (funziona così in Consiglio regionale): non se la prenda se ho criticato il suo intervento.
Se vuole intervenire una terza volta, probabilmente le verrà data di nuovo la parola.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo per precisare alcuni aspetti, perché forse non mi sono spiegata bene.
Non ho detto che la giustizia non ha nulla a che vedere con il sistema carcerario, ma ho detto semplicemente che in quest'Aula, all'interno delle Commissioni e anche in occasione del confronto con il Garante, dovremmo concentrarci non tanto in generale sulla riforma della giustizia, che sicuramente è un tema di grande interesse, ma sulle nostre competenze, che sono relative ad aspetti ben precisi, quali gli aspetti sanitari e di reinserimento lavorativo; quindi su questi temi.
Non ho detto assolutamente che la giustizia non ha nulla a che vedere con il sistema carcerario. Se sono stata interpretata in questo modo, ho avuto un difetto di esposizione e di comunicazione. Volevo solo precisare questo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Vorrei cominciare anch'io la mia relazione, prima di tutto ringraziando i Garanti per il lavoro preziosissimo che fanno per le istituzioni, ma direi per tutti i cittadini piemontesi.
Interverrò in maniera particolare sulla relazione del Garante dei detenuti. Davvero, ritengo che questo lavoro di garanzia, portato avanti anche da un punto di vista dell'indipendenza, sia particolarmente prezioso quando parliamo di fragili e di persone che non hanno altra voce e altre strade per fare arrivare le loro denunce. Questo vale per i minori, vale per i detenuti, vale per chi subisce delle ingiustizie e spesso non ha degli strumenti per farsi ascoltare. Davvero grazie per il lavoro che portate avanti.
Entrando nel merito della relazione del Garante Mellano, comincerei con il ricordare a quest'Aula che, purtroppo, alcuni problemi (io sono qui da 8 anni) ce li portiamo dietro in maniera strutturale e non si accenna a un miglioramento. Dico purtroppo, perché rischia di diventare frustrante questa situazione, in cui si denunciano alcune cose, si fanno delle proposte puntuali, che il Garante, devo dire, in questi anni, non ha fatto mancare, ma poi i cambiamenti sì, ci sono, perché non dobbiamo neanche dire che non succede nulla, ma il sistema mantiene la stessa forma, e mi riferisco al sovraffollamento, prima di tutto, e poi alla mancanza di personale di tutti i tipi, come è già stato detto; mi riferisco chiaramente al tema della sanità penitenziaria, che è una questione in capo direttamente alla Regione, ma tornerò ancora su questi aspetti.
Mi chiedo, anche per la cronaca, stavo per dire di queste settimane, ma purtroppo di questi anni, come sarebbe la situazione se non ci fossero i Garanti dei detenuti regionale, nazionale e comunale. Mi sento di dire che sarebbe peggiore anche dal punto di vista della capacità di accendere i fari su situazioni che, quando rimangono al buio, tendono a rendere tollerabili delle situazioni che, invece, noi non possiamo tollerare come istituzione. Abbiamo bisogno di figure che possano accedere liberamente e raccogliere quelle che sono le criticità e questo a tutela non soltanto di chi sta scontando una pena, molto spesso, temporanea, ma anche a tutela della credibilità dello Stato. Noi non possiamo accettare che le nostre carceri diventino luoghi di sopruso. Mai! E non si tratta di fare il tifo per una categoria o per un'altra; si tratta di una cosa molto semplice: lavorare tutti insieme affinché lo Stato sia credibile per i cittadini.
Nessuno di noi che finisse nelle mani dello Stato, per qualsiasi motivo deve aver paura, per sé o per altri, dello Stato; deve sapere che, quando si entra nelle carceri dello Stato, si viene trattati con dignità.
Da questo livello non possiamo mai accettare, prima di tutto culturalmente, di scendere di un gradino. Non si tratta di fare il tifo per una categoria o per un'altra, dobbiamo lavorare per essere un paese civile in cui se a sbagliare è chi indossa una divisa, sbaglia due volte.
Indossare una divisa non ci dà un credito, ma richiede maggiore senso del dovere. Questo lo dico per tutti coloro che, indossando una divisa, hanno donato persino la vita per il senso dello Stato.
Per quanto riguarda la relazione del Garante, faccio alcune sottolineature su aspetti che personalmente mi hanno colpito di più. Mi sembra, se andate a leggere da pagina 22 in avanti, che il sovraffollamento sia, in realtà, il prodotto del fatto che al carcere deleghiamo la soluzione di altri problemi. Se togliessimo dal carcere le persone con determinati problemi di salute mentale e i tossicodipendenti, non per non occuparcene, ma per collocarli in strutture più idonee, avremmo risolto il problema del sovraffollamento carcerario. In questi anni, stiamo usando il carcere, non per - voglio citare il collega Preioni - imprigionare i cattivi, ma per, quando abbiamo un problema sociale, affrontare situazioni un po' al limite, togliendo così certe persone dalla società e dal nostro sguardo. Questo accresce, tra carenze di personale e di formazione, le difficoltà di chi lavora in carcere, al punto che gli addetti devono anche farsi carico di situazioni non gestibili in quel tipo di contesto (penso in particolare, alle malattie mentali).
La prima sottolineatura è dunque questa: non possiamo delegare al carcere interventi di natura sanitaria e sociale, soprattutto quando parliamo di tossicodipendenza o di salute mentale. Su questo, abbiamo ampi margini di manovra, ma è chiaro che serve una visione e investimenti.
La seconda sottolineatura è che in Italia (andate a pagina 30 e 31 dove ci sono grafici molto eloquenti) abbiamo il doppio dei detenuti per reati legati a sostanze stupefacenti rispetto all'Europa e al mondo (chiaramente nei Paesi che possiamo confrontare con l'Italia). Questo vuole dire che in Italia si consumano più stupefacenti? Direi di no evidentemente. È chiaro che la nostra politica nei confronti del consumo e dello spaccio di droga fa sì che li mettiamo tutti in galera, però abbiamo visto che questo non porta a una situazione migliorativa rispetto al resto del mondo, anzi peggiorativa, perché non aiutiamo né queste persone né il sistema carcerario. Il sistema è il primo a soccombere, per cui poi subentrano difficoltà anche per chi ci lavora dentro. Noi invece dovremmo anche guardando ad altri Paesi europei, avere una legislazione che ci fa superare questo tipo di criticità e non fare, per una battaglia ideologica scelte che non convengono neanche allo Stato.
Mi ha colpito anche la questione dei titoli di studio. In questi mesi gira una storia, forse raccontata da Corrado Augias in un'intervista, in cui un professore di filosofia, il primo giorno di liceo, chiede a cosa serve studiare filosofia. Nessuno sapeva rispondere, quindi il professore ha detto ad Augias: "La risposta è che serve a evadere dal carcere dell'ignoranza".
In realtà, se andiamo a vedere i dati che ci riporta il Garante dei detenuti nella relazione, possiamo dire che la scuola, non solo ci aiuta a evadere dal carcere dell'ignoranza, ma ci aiuta anche a non entrare nel carcere fisico. Se andate a vedere questo dato, vi renderete conto che quanto più elevato è il titolo di studio, tanto meno le persone sono detenute in carcere. È un dato che sottolineerei e che farei circolare di più, nel senso che studiare ci aiuta a impostare meglio il percorso della vita.
Questo è un elemento importante legato al tema (forse la settimana scorsa era più attuale, ma noi sappiamo che dobbiamo lottare tutto l'anno) della violenza sulle donne. Mi ha colpito la percentuale molto bassa di donne detenute in carcere: mi sembra il 4% rispetto al totale (forse anche meno, 3,85%). Il fatto che in carcere ci siano solo maschi dovrebbe indurre a interrogarci oggi (adesso non c'è tempo e non è il momento) sul rapporto tra i generi, la violenza, il potere e la visione che abbiamo della risoluzione dei conflitti; il 4% dei detenuti è donna. Questo si legherebbe a tutto il problema dei bambini, che adesso non ho tempo di affrontare, ma su cui dovremo intervenire.
Vado verso la conclusione. Due questioni pratiche che riguardano direttamente la Regione. La prima: da anni il Garante (quindi non dico nulla che non è scritto nella relazione) lamenta, secondo me correttamente anche per quanto riguarda gli altri Garanti, il fatto di avere strutture che non sempre, per questioni di quantità e non di qualità delle persone che vi lavorano, riescono a sostenerne l'attività che devono mettere in campo tutti i giorni. Richiamando l'ultima variazione di bilancio, ogni anno avanziamo milioni in questo Consiglio regionale. Se investissimo una piccola cifra per potenziare il personale, anche e non solo di questi Uffici, riuscendo a rimettere in piedi tutte le convenzioni necessarie per i tirocini, sicuramente faremmo, non un favore ai Garanti, ma a questa istituzione e ai cittadini più in difficoltà.
C'è poi il tema forse più importante per questo consesso: la sanità penitenziaria. La sanità carceraria è una questione di cui ci occupiamo noi, al 100%. Certo, è una difficoltà maggiore perché devono interagire istituzioni diverse (Ministero e Regione), quindi tutto funziona con più difficoltà, ma fatemi partire da una considerazione. La sanità nelle carceri non funziona al pari di quella esterna, perché il problema principale, anche in questo caso, è la mancanza di personale. Qual è la differenza? Fuori, una buona fetta della popolazione (abbiamo già detto chi sta meglio rispetto a chi sta peggio) può trovare soluzioni alternative perché può rivolgersi al privato o perché cambia Regione. Chi è in carcere non ha questa possibilità: se non c'è un medico in carcere, se non pu curarsi in carcere, è finita, non ha un'alternativa. Noi lì dobbiamo dare una risposta, ancora più pronta, ancora più veloce, altrimenti stiamo scaricando sui più deboli il costo dell'inefficienza del sistema.
Su questo non dico molto: abbiamo anche avviato delle iniziative come Ufficio di Presidenza della IV Commissione; siamo stati anche con il Garante in diverse carceri della provincia, siamo stati più volte anche nel Sestante, di cui si è parlato molto sui giornali.
Noi proponiamo, lo anticipo in questa relazione, una mozione collegata a questa discussione, che è quella di creare un gruppo di indagine conoscitiva, come abbiamo già fatto per altre materie in IV Commissione sul tema della sanità penitenziaria, con un obiettivo molto semplice e molto chiaro: un'analisi puntuale delle criticità e, magari, in prospettiva, un documento di proposta di miglioramento da consegnare alla Giunta, per provare a superare alcuni degli elementi critici. Qui non entro nel merito, anche perché ho già parlato a sufficienza, ma noi riteniamo che sia necessario, a questo punto, che si faccia un lavoro istituzionale chiaro, di analisi delle criticità e di alcune proposte di miglioramento.
Il margine di miglioramento è ampio e quindi riteniamo che questo Consiglio abbia il dovere di andare in questa direzione. Mi auguro che, da questo punto di vista, si possa lavorare insieme con i colleghi della maggioranza.
Consentitemi gli ultimi due passaggi, e cito anch'io il collega, ma non per fatto personale. Giustamente, nel suo intervento il Consigliere Preioni diceva che occorre investire. Sono d'accordo con lui, ma c'è un problema come ha già ricordato anche il collega Bertola: nella prima finanziaria del Governo di destra, che in questo momento governa il Paese, abbiamo un taglio sul tema delle carceri. Un taglio che, insieme a tutti i problemi di sovraffollamento, mancanza di personale e varie altre criticità, ci fa dire che non ci siamo. Se siamo d'accordo sul fatto che bisogna investire, ma poi tagliamo, significa che noi stiamo portando il sistema a peggiorare invece che migliorare.
L'abbiamo detto: mancano i direttori, mancano i poliziotti, mancano gli educatori. Mi ha colpito il fatto che Torino ha il rapporto educatori detenuti più alto (o più basso, dipende dal punto di vista in cui lo volete vedere) d'Italia dopo Catanzaro: uno ogni 143 detenuti, quando adesso il DAP, con le ultime circolari, ha dato come obiettivo uno ogni 65.
Già mi chiedo come si possa fare, per chiunque di noi si sia occupato di educazione e di formazione, un progetto educativo di un educatore ogni 65 detenuti: più che un educatore, è un super eroe; uno ogni 143 evidentemente non è possibile, non è neanche tappare i buchi perché è una sopravvivenza.
Chiudo con un appello molto semplice e molto chiaro. Non si tratta di fare il tifo per le categorie, l'ho già detto; si tratta di avere un faro che, spero - anzi, ne sono convinto - sia condiviso da tutti, che è la nostra Costituzione. Non è un caso che la nostra Costituzione, che arriva dopo un regime fortemente autoritario, dia al carcere e al tema della dignità delle persone detenute un'importanza fondamentale. Guardate come sono le carceri nei Paesi dove ci sono regimi autoritari: nessuno di noi sono certo, auspica condizioni di quel tipo.
Basta cercare il più possibile di realizzare e incarnare lo spirito della Costituzione e fare in modo che lo Stato porti avanti l'obiettivo principale, che è quello della rieducazione della persona e di una reimmissione in società in modo positivo e costruttivo, per evitare quello che abbiamo visto in questi anni, ovvero il doppio costo non soltanto di un sistema che non funziona, ma anche della recidiva che, quando un carcere non funziona, vediamo che è sempre molto alta.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
L'occasione delle relazioni annuali dei Garanti e del Difensore Civico è sempre una opportunità molto utile, innanzitutto per noi Consiglieri, per entrare nel merito di alcune tematiche che spesso possiamo correre il rischio di sottovalutare o di cui occuparci di meno. Sicuramente, anche un'occasione utile per gli organi di stampa, per la popolazione, per venire a conoscenza di determinate situazioni.
Anch'io mi unisco al ringraziamento per il lavoro prezioso che svolgono a favore di tutti noi. Mi fermerò su alcuni aspetti di quelli che ho avuto modo di leggere e di ascoltare la settimana scorsa che riguardano il lavoro dei Garanti. In particolare, forse quello che ci porta maggiormente alla discussione, è il lavoro del Garante dei detenuti per la complessità di questo tema e anche per l'urgenza che la materia della situazione carceraria nel nostro Paese ci presenta. L'opportunità di questo dibattito in Consiglio è di andare anche oltre agli organi di stampa e ai titoli, a situazioni scandalistiche e gravi a cui ogni tanto siamo chiamati a vedere.
Penso proprio alla situazione del carcere di Ivrea che ancora la scorsa settimana, con gli avvisi di garanzia, è venuta all'attenzione di tutti noi, proprio poche ore dopo il nostro ascolto della relazione del Garante.
Personalmente, questo lavoro, questa relazione puntuale, mi aiuta anche sulla materia cui spesso è facile, da fuori, far finta di nulla. Da fuori è facile - anche se magari si passa davanti al carcere "Lorusso Cutugno" (io ci passo anche spesso perché è vicino al mio territorio) - girarsi dall'altra parte e non essere coinvolti. Invece, è un tema in cui dobbiamo essere coinvolti, è la nostra responsabilità prima di tutto di cittadine e cittadini ma, soprattutto, di Consiglieri, di persone che fanno parte delle istituzioni pubbliche e che hanno deciso di dare un servizio al sistema pubblico.
Rispetto al tema delle carceri, non mi addentro in riflessioni di politica nazionale; i colleghi hanno già ben delineato alcune delle problematiche: il sovraffollamento, la situazione della polizia carceraria il tema, all'ordine del giorno, dei finanziamenti. È chiaro che non si possono fare politiche, se non ci sono le risorse adeguate. Sono anche consapevole che le risorse non sono sufficienti, perché ci vanno idee, ci vanno proposte; ci va, soprattutto, la volontà di ribadire il valore di recupero che il carcere deve avere; ci va la volontà di applicare quei principi costituzionali che sono stati prima richiamati e non, invece ribadire una volontà punitiva. Credo che, davvero, debba essere lontano da noi, così come è lontano dai principi costituzionali, l'idea di un carcere soltanto punitivo e repressivo.
Nella relazione che abbiamo avuto a disposizione, che abbiamo letto e ascoltato proprio rispetto a questo ruolo di recupero, di riabilitazione e di reintegrazione in società che il carcere deve porsi nei suoi obiettivi per ridurre le recidive (recidive che, invece, ci viene detto sono ancora molto, molto alte), particolare importanza è riservata al tema del lavoro tema su cui ci dobbiamo confrontare facendo però un distinguo tra ciò che possiamo lamentare e denunciare, e su cui possiamo fare attività politica nel nostro quotidiano, e ciò che invece è competenza di questo Consiglio regionale e della Regione.
Il Garante ci ha ricordato l'attivazione, con una legge del 2019, dello "sportello lavoro", finalizzato ad un'attività di formazione/informazione e di percorso al reinserimento lavorativo. Auspichiamo, al riguardo, che l'azione di questa Regione, vista anche la sollecitazione del Consiglio regionale, miri a stabilizzare questo percorso partito in modo sperimentale; anzi, punti a monitorarne gli affetti non solo attraverso l'azione del Garante, ma anche, come stiamo chiedendo sul versante sanitario, con un'attività della nostra Commissione apposita, perché il tema dello sportello lavoro, il tema degli inserimenti lavorativi e il tema della formazione professionale sono fondamentali. Dunque, formazione educazione e scuola.
Pensare che il nostro sistema della formazione professionale possa avere un ruolo attivo per le persone che vivono in carcere credo sia un nostro impegno e un nostro obiettivo a cui dovremmo dedicare appositi approfondimenti.
Mi unisco, poi, alle osservazioni che già sono state fatte rispetto all'altro tema che ci coinvolge direttamente, che è quello dell'assistenza sanitaria. Rispetto a questo, sarebbe bene focalizzarci tutti su un'altra questione sollecitata proprio dal Garante, che non riguarda solo le carceri piemontesi e il sistema carcerario in generale, ma che include anche il CPR: mi riferisco al tema del mancato rinnovo del protocollo di intesa tra Regione e Prefettura in quel contesto. È un tema sollecitato non soltanto dalle persone che sono lì trattenute (perché non si tratta di detenuti, ma di persone accolte e trattenute), ma è un tema che ci pongono le stesse persone che hanno delle responsabilità in quel centro, anche per facilitare il loro lavoro e la loro attività. Credo, quindi, che anche rispetto a questo tema dovrebbe esserci un impegno corale di questo Consiglio.
Consentitemi ancora un ultimo passaggio rispetto alla relazione e all'intervento del Difensore Civico.
Sia pure con un'interruzione di questi tre anni, sono ormai numerose le relazioni del Difensore Civico che ho avuto modo di ascoltare in quest'Aula, ed è con un po' di delusione o comunque di sconforto - grazie del suggerimento! - che apprendiamo, ahimè, che il tema del rapporto dei cittadini e delle cittadine con la sanità piemontese, soprattutto riguardo la presa in carico di persone non autosufficienti o di anziani da parte di strutture ospedaliere o di strutture sanitarie assistenziali (RSA) continua ad essere quello più presente, con le opposizioni alle dimissioni che i familiari o le stesse persone in gravi difficoltà presentano; tema rispetto al quale viene chiesta maggior tutela e garanzia. A mio avviso questo è un po' il segno di un fallimento, o comunque di una difficoltà che possiamo registrare complessivamente come personale politico che dovrebbe invece farsi carico di queste tematiche, rispetto alle quali credo ci sia ancora molto lavoro da fare e molta attenzione da riservare. Avremo comunque occasione di tornare a parlare in quest'Aula della non autosufficienza: certo è che la riduzione dei finanziamenti a cui abbiamo assistito in questi giorni non depone a favore di una diminuzione di queste procedure e di queste prassi, per cui probabilmente il nostro Difensore Civico dovrà continuare a ricevere segnalazioni di questo tipo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli studenti dell'Istituto d'istruzione superiore "Cigna-Baruffi-Garelli" di Mondovì


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto superiore "Cigna-Baruffi Garelli" di Mondovì, che ho già avuto modo di incontrare in Sala Viglione.
Vi rinnovo il benvenuto a Palazzo e vi auguro buona permanenza.
Vi informo che stiamo svolgendo il dibattito generale sulle relazioni annuali del Difensore Civico, del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, della Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, oggi presenti, e del Garante dei diritti degli animali.


Argomento: Difensore civico

Dibattito sulla relazione annuale del Difensore Civico (ai sensi della l.r. 50/1981) (seguito)

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Dibattito sulla relazione annuale del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale (ai sensi della l.r. 28/2009) (seguito)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Giovani

Dibattito sulla relazione annuale del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza (ai sensi della l.r. 31/2009) (seguito)

Argomento: Benessere animale

Dibattito sulla relazione del Garante dei diritti degli animali. (ai sensi della l.r. 6/2010) (seguito)


PRESIDENTE

Atti d'indirizzo collegati (seguito)



PRESIDENTE

Chiedo se vi siano ulteriori richieste di intervento sul dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Mi unisco anche ai ringraziamenti che già altri colleghi hanno espresso nei confronti dei Garanti.
Per parte mia, mi concentrerò sulla relazione del Difensore Civico, che ringrazio, perché abbiamo avuto modo di apprezzare sia la relazione che il suo intervento di commento alla stessa.
Siamo convinti che il Difensore Civico sia uno strumento indispensabile nel qualificare il livello di attenzione che un governo (nel caso di specie un governo regionale) esprime nei confronti della sua comunità e lo qualifica, a nostro avviso, nella misura in cui è lo stesso governo a riconoscere un ruolo e un'autorevolezza a questo Ufficio, sia negli obiettivi che si pone, sia, soprattutto, negli strumenti di cui dispone per tutelare le istanze dei cittadini piemontesi. Perché se è vero, come riteniamo sia vero, che il Difensore Civico è una figura che ha il compito di raccogliere il disagio, le sofferenze e le istanze del cittadino che si confronta con la Pubblica Amministrazione. Se questo è vero, la conseguenza logica è che questo ufficio deve essere messo nelle condizioni di poter operare al meglio e di poter svolgere al meglio la sua funzione. E noi registriamo che non sempre questo accade.
La relazione annuale tratta tante questioni; mi soffermerò su quelle che ritengo particolarmente interessanti dal mio punto di vista. Però ci dice anche qualcosa che era peraltro ampiamente prevedibile e che si ripete ogni anno, cioè che la gran parte delle istanze pervenute attengono ad un campo largo, che è quello dei servizi alla persona, con particolare riferimento ai servizi di tipo sanitario o socio-assistenziale. Questo è un indicatore che dovremmo tenere bene a mente e che non possiamo sottovalutare, perché conferma un dato di fatto, cioè che la nostra popolazione sta invecchiando. È un tema, per certi aspetti, universale o quanto meno europeo. Eurostat ci dice che il 20% dei cittadini dell'Unione Europea supera ormai i 65 anni e ci dice anche un altro dato, o meglio una previsione, una proiezione rilevante, cioè che gli over 80 saranno nel 2080 il doppio di oggi.
È una proiezione ampiamente nota, che assume particolare rilevanza e addirittura contorni ancora più netti in Piemonte; la Regione dovrebbe tenere molto in considerazione questa proiezione quando assume atti normativi e regolamentari che incidono sulla sanità, sul sociale e sull'assistenza, così come sono necessari strumenti normativi adeguati. Al tempo stesso, dal nostro punto di vista riteniamo sarebbe utile, più di quanto questa Giunta abbia fatto nei suoi ormai quattro anni di governo incentivare e sostenere anche ogni forma di volontariato, coinvolgendo in modo sempre più strutturale e forse anche "professionale" - uso questo termine che apparentemente è incoerente rispetto al coinvolgimento del volontariato - le espressioni del cosiddetto quarto settore.
Su questo fronte, con l'obiettivo di garantire sempre migliori servizi ai cittadini, l'ufficio del Difensore Civico, a nostro avviso, può dare un contributo molto importante e significativo. Lo può fare in tanti modi e nella relazione sono ben delineati. Ne richiamo uno, che è quello previsto dall'articolo 3 (se non ricordo male), che è il diritto di iniziativa, cioè in particolare quel diritto che è previsto dalla legge istitutiva del Difensore Civico che riconosce all'ufficio stesso una certa autonomia di movimento. Quindi, se, come abbiamo detto, le istanze prevalenti riguardano la sanità e l'assistenza, prendiamo anche atto con favore del passaggio in cui il Difensore nella sua relazione ci riferisce il fatto che è iniziata un'interlocuzione con l'Assessorato alla sanità, in particolare. Mi pare tuttavia, altrettanto opportuno che il Difensore Civico, così com'è avvenuto negli anni passati, si avvalga con determinazione di questo suo potere di iniziativa, a cominciare proprio da quelle situazioni ampiamente diffuse e anche documentate che hanno caratterizzato il periodo del COVID ed oggi caratterizzano il periodo del post COVID.
Penso, ad esempio, alle condizioni delle RSA che tanto dibattito hanno suscitato in quest'Aula e sui giornali e tanto interesse hanno anche suscitato tra i piemontesi per ovvie ragioni, perché ognuno di noi direttamente o indirettamente ne ha avuto a che fare o comunque è molto probabile che ne avrà a che fare, quanto meno dal punto di vista dei nostri rapporti familiari. Lo stesso ragionamento vale per tutti quei disservizi sanitari che, purtroppo, caratterizzano ancora oggi in modo negativo le condizioni attraverso le quali noi, da un lato, esercitiamo il nostro diritto alla salute e, dall'altro, questo diritto ci viene garantito.
Al tempo stesso - e proseguo sugli altri punti che ho ritenuto più significativi - sarebbe molto interessante dal nostro punto di vista se proprio in Piemonte fossimo capaci di mettere in campo un'iniziativa di collaborazione sempre più stringente con gli Enti locali. Questo è un altro tema che abbiamo più volte sollecitato ed evidenziato e che, a nostro avviso, resta ancora non sufficientemente sviluppato. Il Piemonte ha una realtà molto variegata, ce lo siamo detti più volte. Ci sono 1181 Comuni e di questi molti sono piccoli e piccolissimi ed è ovvio che sarebbe opportuno (e lo sappiamo) un intervento del legislatore nazionale in tal senso per dare facoltà specifica al Difensore Civico di potersene occupare.
Ma, nell'attesa che si sviluppi l'intervento del legislatore nazionale che evidentemente è non soltanto auspicabile, ma ci auguriamo che accada nulla ci vieta di sperimentare forme di collaborazione che possiamo definire innovative e che tengano conto, dimostrino ed esprimano la consapevolezza di questa "geomorfologia" amministrativa particolare che c'è in Piemonte e in poche altre Regioni d'Italia.
Capisco la difficoltà a rapportarsi con così tanti Comuni, che sono guidati da altrettanti sindaci e Amministrazioni locali, ma dobbiamo essere consapevoli al tempo stesso che gli Enti locali si organizzano anche in associazioni. Per cui pensare ad una proposta di convenzione con ANCI Piemonte mi parrebbe un'idea interessante, soprattutto in sintonia con quel principio di leale collaborazione che dovrebbe ispirare ed ispira l'attività della Pubblica Amministrazione nel suo complesso. Evidentemente molto dipende dalla sensibilità politica, anche dei vertici dell'associazione piemontese e dall'iniziativa che questa associazione è in grado di assumere a nome e per conto dei Comuni rappresentati, ma credo che da qualche parte si debba pur incominciare a ragionare.
Se non c'è un'iniziativa da parte dell'associazione, nulla vieta che possa essere assunta dalla Regione. Tra l'altro, questa iniziativa, a mio avviso, contribuirebbe anche a qualificare quel dibattito che a lungo abbiamo svolto in quest'Aula sulla pretesa, annunciata e - mi pare di poter dire, senza nessuna polemica - non particolarmente praticata autonomia regionale. Noi siamo assolutamente dalla parte di chi sostiene le autonomie locali. Il tema dell'autonomia metterebbe ulteriormente in stretta relazione la Regione e gli Enti locali.
Come dicevo, noi siamo dalla parte di chi sta con le Autonomie locali ma certamente alla condizione che in questa autonomia, parlando di autonomia regionale, non prevalga un neocentralismo regionale che addirittura, a nostro avviso, potrebbe aggravare la situazione che già si è venuta a creare con la destrutturazione del sistema delle amministrazioni provinciali; un tema sul quale tutti noi abbiamo più volte dibattuto e affrontato e che conosciamo tutti molto bene.
Queste sono due questioni importanti; sono tutte importanti quelle che ha sottolineato il Difensore Civico nella sua relazione, però volevo puntualizzare questi due temi ai quali tengo particolarmente, perché credo potrebbero implementare e qualificare ulteriormente il lavoro apprezzabile che fin qui ha fatto il Difensore Civico. È evidente che, per tutte queste ragioni che ho cercato di sintetizzare, l'attività del Difensore Civico è importante, ma laddove e solo laddove questa maggioranza sia disposta a valorizzarla in modo adeguato e, soprattutto, sia disposta a trarne le conseguenze di quella valorizzazione.
Insomma, le indicazioni nella relazione del Difensore Civico sono molto precise e molto dettagliate; ci aspettiamo nel prossimo anno e mezzo di legislatura che questa maggioranza sia nelle condizioni di esprimere la volontà politica e di voler non solo mettere a disposizione del Difensore Civico gli strumenti necessari, non solo ascoltare e approfondire le indicazioni che dà, ma soprattutto dare anche conseguenza concreta a quelle indicazioni.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Fava.



FAVA Mauro

Grazie, Presidente.
Volevo ringraziare i Garanti, ma in modo particolare vorrei ringraziare l'onorevole Mellano per il lavoro che sta svolgendo ormai da molti anni con risultati egregi.
Circa trent'anni fa, ho avuto la fortuna di svolgere il servizio di Polizia penitenziaria presso due carceri italiani molto importanti a livello militare, che sono il carcere di Peschiera del Garda e il carcere di Gaeta. Oggi, si sente tanto parlare su quanto succede dentro le carceri.
Sicuramente, ci sono tante cose da migliorare, ma quando uno ci vive dentro e tocca di persona quello che succede capisce che queste strutture sono state dimenticate per molti e molti anni, e non solo le strutture, ma anche il personale che deve essere il garante di chi è dentro.
Quello è il lavoro che sta svolgendo il Garante (io me ne accorgo perché conosco alcune persone che lavorano nel settore): quello di cui hanno bisogno è la fiducia che dev'essere trasmessa ai detenuti, perch quando il detenuto dovrà uscire e varcherà quel cancello tornando in libertà, sarà una soddisfazione per lui, ma anche per chi è stato dentro come educatore, come vigilante, come quelle che chiamavamo le "guardie" (noi eravamo 31B). Per noi era una soddisfazione quando usciva il militare che aveva commesso un piccolo reato, perché si trattava di piccoli reati che era rimasto all'interno della struttura penitenziaria per quindici giorni o tre settimane, sapere che quel militare aveva capito il reato commesso e non tanto perché usciva tornando in libertà (perché magari il giorno dopo va di uno a delinquere).
Quello che serve oggi è che lo Stato italiano possa formare più persone, oltre che rivolgere la sua attenzione alle strutture; è necessario formare le persone affinché si possa garantire che la persona che esce dalla struttura sia di nuovo messa in contatto con la società e abbia compreso il suo comportamento, che sia una persona sana; il fatto di essere stata in carcere non significa che si abbiamo delle cose diverse dagli altri, ma che purtroppo, si sono avute delle difficoltà e si sono commessi dei reati. Oggi quella persona deve uscire da quell'ambiente ed essere riportata alla situazione normale, come tutti i cittadini.
Concluderei proprio ringraziando, perché avendo seguito per molti anni alcune parti di queste strutture, posso dire: "Onorevole Mellano, lei sa fare il suo lavoro molto bene e per questo la ringrazio".



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ruzzola.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
A nome mio ma, soprattutto, di tutto il Gruppo che rappresento (Gruppo Forza Italia) vorrei intervenire per ringraziare il Difensore Civico e i Garanti.
Ringrazio il Difensore Civico, avvocato Paola Baldovino, il Garante per l'infanzia, la dottoressa Serra, il Garante dei detenuti, l'onorevole Mellano e il Garante per gli animali, il dottor Guiso.
Il mio non vuole essere un ringraziamento di routine, ma vorrei rivolgere a loro un caloroso ringraziamento per il lavoro proficuo e soprattutto, professionale che hanno svolto in questo anno; un lavoro che evidentemente si può percepire dalla loro relazione, dove ci hanno evidenziato i punti di forza, i punti di debolezza, le criticità e le sofferenze, tra l'altro, creando a noi, Consiglio, ma credo anche alla Giunta, importanti spunti su cui possiamo riflettere e sui quali possiamo intervenire per migliorare le condizioni delle persone che a loro si rivolgono.
Il loro lavoro è importantissimo, perché rappresentano il front office della Regione Piemonte nei confronti delle persone più deboli, delle persone che hanno bisogno di sentire che le istituzioni ci sono, che le istituzioni sono loro vicine, non solo per imporre norme, regolamenti o tasse, ma ci sono anche quando loro hanno bisogno, quando non sono in grado di rivolgersi alle istituzioni private, ma possono, in questo caso, sotto tutti i punti di vista, rivolgersi al Garante dei detenuti: i più deboli e più fragili come i bambini, ma anche tutte le altre categorie di cui abbiamo parlato, si possono rivolgere ai Garanti e, ovviamente, al Difensore Civico.
Peraltro, sono tutti settori su cui stiamo già intervenendo. Per quanto riguarda gli animali, questa maggioranza, ma devo dire in modo più ampio anche questo Consiglio, sta lavorando alla stesura di un Testo unico sugli animali. Credo che anche questo sarà importante, ma siamo anche intervenuti con delle leggi specifiche, ad esempio, per riconoscere al ruolo dei dog sitter, quelle persone che in modo puntuale si rivolgono per dare un contributo a quelle persone che non possono farlo in prima persona e offrire loro quei servizi che possono essere utili per gli animali d'affezione.
Nella relazione abbiamo sentito parlare di sovraffollamento nelle carceri, ma come hanno ricordato i colleghi, purtroppo, non è un problema di oggi, è un problema annoso del quale sicuramente ognuno di noi deve farsi carico, in base ai propri ruoli e alle proprie competenze, di cercare di superare.
Nella relazione del Garante per i minori, ad esempio, abbiamo sentito parlare di cercare di lavorare per sanzioni penali a misura di minorenni, e questo mi sembra anche che sia un ruolo importante, proprio per cercare di svolgere quel ruolo di recupero di quelle persone che in momenti particolari possono avere sbagliato.
Nella relazione del Difensore Civico abbiamo letto e sentito sottolineare - cosa in cui noi crediamo - l'importanza di dare ampio sviluppo al ruolo di garante per il diritto alla salute, conferito sempre al Difensore Civico. Nel ringraziarli, presteremo particolare attenzione a quanto ci hanno scritto, non solo nelle parti che già funzionano, ma soprattutto negli aspetti che ci hanno sottolineato e rispetto ai quali è nostro dovere lavorare per migliorarli.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano, ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Non vado a ripetere ciò che i miei colleghi hanno detto, rispetto all'impegno, all'energia e alla credibilità che i Garanti e il Difensore Civico hanno posto in questi mesi e in questi anni di lavoro, però mi pare importante sottolineare alcuni aspetti.
Primo. I Garanti per parte loro, e il Difensore Civico che ha altra funzione, rappresentano quel collegamento necessario tra l'istituzione e la cittadinanza. Spesso, rappresentano quel punto in cui i cittadini trovano per i Garanti e grazie ai Garanti, uno sguardo diverso, disinteressato, non politicamente schierato sull'oggettività delle questioni in campo. Su questo, è evidente che, ognun per loro e per parte propria, ha rappresentato un'attività propulsiva, in alcuni casi, e un'attività di denuncia in altri. Non possiamo che partire da queste relazioni e da ci che ci hanno scritto per immaginare una legislazione o un cambio di rotta legislativa.
Diventa sempre di più necessario, almeno per le materie di nostra competenza o per ciò che possiamo fare in sussidio e in aiuto alle loro relazioni, usare fino in fondo queste relazioni, affinché il loro non sia solo meramente un resoconto e la nostra una presa d'atto, con tanti ringraziamenti e auguri di un proficuo lavoro per il futuro. Mi pare fondamentale ribadirlo con forza: anche noi dobbiamo essere leali con quello che vi è scritto in queste relazioni e, nel caso, inserire ciò che viene posto come ulteriore sprone per un'attività legislativa sempre più attenta alle circostanze che loro vivono tutti i giorni nella loro funzione di Garante.
D'altra parte, mi pare che il lavoro del Difensore Civico abbia posto a tema, leggendo la relazione, tantissimi dei punti oggetto del nostro lavoro come Consiglieri regionali, in termini di interpellanze e di interrogazioni: l'accesso alle RSA, l'accesso al sistema sanitario e le liste d'attesa. Tutti i punti inseriti in questa relazione rappresentano attività che, per parte nostra, per i nostri compiti, abbiamo svolto all'interno della nostra azione legislativa. Forse anche su questo varrebbe la pena, da parte nostra, usare di più e meglio l'attenzione nei confronti di questa funzione e di questo importante incarico.
Lo dico perché quest'Aula sa bene che in I Commissione si è incardinato un ragionamento sul numero e sul ruolo dei Garanti. Auspico, anche alla luce di ciò che è emerso dalle relazioni, che si possa (ne parlammo a suo tempo) provare a immaginare una riforma della legge legata al Difensore Civico, cioè attualizzare il più possibile la nostra norma (ho avuto modo di seguire alcuni convegni, uno in particolare a livello nazionale) anche alla luce di ciò che è accaduto in altre Regioni, migliorandola e sviluppandola, dando fino in fondo poteri e azioni concrete da sviluppare al nostro Difensore Civico.
Oggi tutto ciò diventa fondamentale, soprattutto in una fase storica in cui al netto del Difensore Civico, che ha una funzione ben predefinita, c'è una proliferazione di Garanti su tantissimi temi. Possiamo anche essere d'accordo ad aumentare il numero dei Garanti, ma poi bisogna dare loro la possibilità di lavorare. È evidente che se queste funzioni non hanno attorno uno staff e una possibilità di interazione indipendente con l'Amministrazione, diventa tutto oggettivamente più complicato.
Mi auguro che entro la fine di questa legislatura l'Aula, soprattutto la maggioranza, voglia fare chiarezza su cosa intenda fare sul tema dei Garanti, sul numero e su come predisporre un Ufficio che metta loro nelle condizioni di agire in maniera efficace ed efficiente. Dall'altra parte, mi pare giusto cogliere l'opportunità, anche parlando con i Consiglieri di maggioranza e di opposizione, e capire, insieme alla nostra Difensore Civico, se vale la pena dare una svolta o una riforma sensata, utile ed efficace anche alla nostra legge legata al Difensore Civico. Pensiamo dalla chiacchierata che abbiamo fatto a suo tempo e dalle discussioni fatte con il predecessore dell'attuale Difensore Civico, che sia importante farlo, soprattutto con la capacità di accedere velocemente presso le strutture, di avere velocemente la documentazione e, quindi, di avere un potere rafforzato. Loro, come noi, ma in una funzione diversa, provano a fare il bene e il meglio sia delle competenze che hanno sia dei cittadini che a loro si rivolgono.
Oltre a questo ringraziamento, mi auguro ci sia la possibilità di dedicare nelle Commissioni adeguate un ragionamento più profondo, affinch questa non sia solo la celebrazione di un lavoro, il loro, e che i nostri ringraziamenti poi non portino a sviluppi ulteriori di cui, dalle loro relazioni, emerge che c'è assoluta necessità.
Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Voglio ringraziare il Difensore Civico e i Garanti per il lavoro che svolgono con competenza ogni giorno a sostegno e tutela degli ultimi e dei più fragili, ovviamente di chi non ha voce.
Leggendo alcune relazioni, non soltanto relative a questa annualità, ma anche quelle passate, mi rendo conto che c'è tanto da fare per mettere nelle condizioni questi professionisti di operare al meglio. Lo dico perché nelle diverse relazioni c'è sempre un richiamo a una carenza di strutture e di personale dedicato all'attività del Garante e del Difensore Civico. Avere dei Garanti e non metterli nelle condizioni di lavorare è, a mio avviso, un danno che facciamo alla loro operatività, a chi è oggetto della loro attenzione, ma anche al Consiglio regionale che istituisce queste importanti figure.
La prima riflessione che farei è cosa possiamo fare per rendere del tutto operative queste figure e del tutto operativi quegli Uffici. Da qui vorrei partire per dire che anche il momento delle relazioni dei Garanti non deve essere vissuto come un'occasione per schierarsi da una parte o dall'altra, come è stato fatto a inizio seduta. Ascoltare e leggere le relazioni dei Garanti ci deve servire per prendere coscienza di determinate problematiche e, compatibilmente con le nostre competenze e le nostre possibilità, provare a risolverle perché, soprattutto in ambito sanitario c'è tanto che possiamo fare su tutte le deleghe dei Garanti. Mi soffermer in particolare, su quella del Garante dei detenuti, che è molto completa a livello di approfondimento. Nel frattempo voglio anche ringraziare i Garanti per l'importante lavoro che fanno a sostegno delle proposte di legge che vengono portate avanti dal Consiglio regionale, in particolare lo faccio con il Garante dell'infanzia e dell'adolescenza che si è espressa anche su una legge a mia prima firma, ma viene fatto per tanti testi che riguardano le competenze dei Garanti. È importante per noi poter sentire la loro voce per migliorare l'attività legislativa dell'aula: su questo non ci fanno mai mancare il loro supporto.
Detto ciò, partirei dalle affermazioni che ha fatto il Consigliere Preioni ad inizio seduta. Non è chiaramente il ruolo del Consiglio regionale poter avere manovre di azioni sulla riforma della giustizia assolutamente no. Il Consigliere sostiene che servono più carceri per contenere più detenuti, ma in quali condizioni noi vogliamo mettere in piedi queste carceri? Senza personale competente? Senza risorse? Senza i servizi sanitari da mettere al loro interno? Direi che per averne di più bisognerebbe iniziare a tenere bene quelle che abbiamo e lo dobbiamo fare in completa carenza di risorse a livello nazionale.
Non è possibile dire nell'Aula del Consiglio regionale che noi dobbiamo investire nelle carceri e poi vedere che, a livello nazionale, il nuovo Governo non stanzia nemmeno un euro, come ha richiamato anche il collega Domenico Rossi poc'anzi. Le risorse o ci sono o non ci sono; o c'è il personale o non c'è il personale; o c'è intenzione di occuparsi del sistema penitenziario della Regione Piemonte, in generale, oppure non c'è interesse. Questo lo possiamo dedurre semplicemente delle azioni che vengono portate avanti, non soltanto a livello locale ma, soprattutto, da parte del Governo.
L'onorevole Mellano ha denunciato carenze strutturali all'interno del nostro sistema carcerario e situazioni di violenza (ci sono delle indagini e delle inchieste quasi all'ordine del giorno che parlano di una situazione critica per il Piemonte). Ci sono carenze nel sistema sanitario penitenziario che abbiamo potuto verificare anche dal vivo, toccandole con mano, in numerosi sopralluoghi che ci sono potuti essere (io stessa ho partecipato ad un sopralluogo che mi ha particolarmente colpito). C'è il tema del sovraffollamento e c'è il tema della carenza dei progetti di rieducazione, ma anche di abilitazione e di reinserimento lavorativo (anche su quello, noi possiamo fare molto e dobbiamo lavorare).
Dobbiamo interrogarci ufficialmente, e non soltanto in occasione delle relazioni, su quello che possiamo fare. È stato anche richiamato, durante lo scorso Consiglio aperto dedicato al tema del contrasto alla violenza di genere, l'importanza di dover andare incontro alla rieducazione dei sex offenders: quanti progetti effettivamente sta portando avanti la Regione Piemonte? Ho visto un bando quest'anno; spero che le risorse siano state messe a disposizione per poter andare in quella direzione, altrimenti avere tante carceri per avere tanti detenuti, ma non rieducarli, non reinserirli nel mondo del lavoro non rende un ottimo servizio e, soprattutto, non rimetterà in libertà cittadini consapevoli e incapaci di reiterare il reato. Per questo ci sono molte recidive ed è su quello dobbiamo lavorare altrimenti le carceri rimarranno sempre piene.
L'obiettivo non dovrebbe essere quello di avere più carceri, ma averle vuote perché abbiamo agito in modo giusto per poter rieducare quelle persone e reinserirle nel contesto sociale del nostro Paese. Questo lo possiamo fare mettendo risorse adeguate e fornendo personale. Mancano direttori, figure apicali all'interno delle carceri, comandanti sovrintendenti; mancano gli educatori (questa è una figura fondamentale per poter rieducare i detenuti); manca tutta la parte contabile, i mediatori culturali, gli agenti. Noi abbiamo delle cattedrali vuote, in cui vengono continuamente inserite persone che vengono lasciate a sé stesse, senza la possibilità di avere un approccio con il mondo esterno o, comunque, una possibilità di essere rieducati.
Ci sono, comunque, dei progetti guida all'interno della Regione Piemonte che sono ritenuti assolutamente virtuosi e sono riconosciuti anche a livello nazionale (ho letto del progetto dei ricamatori nel carcere di Biella).
Ovviamente c'è anche tutto un sistema che ruota intorno al reinserimento lavorativo, che però può accogliere più persone di quelle che in questo momento sono destinate a quei progetti. Noi, su quello, dobbiamo lavorare ed estendere questa rete, anche insieme al Terzo settore, perch molte associazioni partecipano alla vita carceraria per rendere questi servizi alla collettività. In quest'ottica, potenziando il personale andando a lavorare sui progetti, noi potremmo fare molto per migliorare le condizioni.
C'è poi il tema sanità, che ha dimostrato tutte le sue fragilità durante il periodo COVID, con focolai che sono nati in tutto il Piemonte e anche nelle sezioni più isolate possibili. Lì qualcosa non andava e ce ne rendiamo conto perché, se andiamo a vedere quali sono i servizi sanitari dedicati all'interno delle strutture carcerarie, troviamo non dico il vuoto, ma carenza di medici e carenza di specialisti. Ricordo che la sanità è in capo alla Regione e noi, come Regione, dobbiamo farci garanti del diritto alla salute non soltanto sul territorio, ma anche in quei luoghi che spesso vengono dimenticati. A tale proposito, mi piacerebbe sapere se a posteriori, dopo i nostri sopralluoghi, qualcosa è migliorato anche dopo il periodo COVID, magari con un ritorno all'ordinarietà. Qualcosa siamo riusciti a fare, però ci sono - anche lì - delle cose che vengono fatte e che non dovrebbe essere appannaggio del personale carcerario, ma di competenza sanitaria anche al di fuori di quelle strutture.
Ero rimasta molto colpita dalla cosiddetta sezione "filtro" della casa circondariale Lorusso e Cutugno, destinata all'espulsione di ovuli, che è stata chiusa (me lo conferma anche il Garante). Durante quel sopralluogo noi l'avevamo detto: "Quella struttura non ci deve essere; non è un ruolo che deve svolgere la polizia penitenziaria, ma deve essere controllata da personale sanitario". C'è un pericolo ma, soprattutto, c'è un sovraccarico di lavoro in capo a personale che non dovrebbe svolgere quelle funzioni. È come un cane che si morde la coda, se così vogliamo definirlo, una catena che non cessa di spezzarsi.
Pertanto, soprattutto grazie ai Garanti e al Difensore Civico che ci pongono nell'ottica di poter affrontare determinati argomenti, noi dobbiamo sollevare l'attenzione, ma non lo dobbiamo fare soltanto in questo periodo in cui arriva la relazione del Garante e ci rendiamo conto di certe cose: quelle relazioni ce le abbiamo disponibili tutto l'anno, c'è lavoro da fare per una legislatura intera, se prendessimo in considerazione quello che viene scritto in quelle relazioni. Lo diceva bene il Consigliere Ruzzola: stiamo lavorando su dei temi, ma attenzione a non dedicare soltanto questo periodo alle questioni che ci vengono sollevate; dobbiamo occuparcene sempre, altrimenti arriveremo ad un punto in cui la situazione esploderà come sul tema delle carceri, e noi ci renderemo conto che potevamo fare tanto ma, in realtà, non abbiamo fatto niente.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Sarah Disabato per l'intervento.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli studenti dell'Istituto d'istruzione superiore "Cigna-Baruffi-Garelli" di Mondovì


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti delle classi II ACMB e II CAT dell'Istituto superiore Cigna-Baruffi-Garelli di Mondovì, in visita a Palazzo Lascaris.
Informo i presenti che stiamo svolgendo il dibattito generale sulle relazioni annuali del Difensore Civico e dei Garanti regionali.
Auguro a tutti buona permanenza.


Argomento: Difensore civico

Dibattito sulla relazione annuale del Difensore Civico (ai sensi della l.r. 50/1981) (seguito)

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Dibattito sulla relazione annuale del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale (ai sensi della l.r. 28/2009) (seguito)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Giovani

Dibattito sulla relazione annuale del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza (ai sensi della l.r. 31/2009) (seguito)

Argomento: Benessere animale

Dibattito sulla relazione del Garante dei diritti degli animali. (ai sensi della l.r. 6/2010) (seguito)


PRESIDENTE

Atti d'indirizzo collegati (seguito)



PRESIDENTE

Chiedo se vi siano ulteriori richieste di intervento sul dibattito generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Come avrà constatato, come Gruppo consiliare del Partito Democratico ci siamo suddivisi il commento alle relazioni dei quattro Garanti regionali.
Io cercherò di soffermarmi maggiormente sulla relazione che è stata svolta la scorsa settimana dalla Garante per l'infanzia e per l'adolescenza del Piemonte, che ringraziamo per l'approfondimento che riguardava addirittura due annualità, il 2020 e il 2021.
Vorrei innanzitutto soffermarmi su un aspetto: quello delle segnalazioni. Uno dei compiti specifici della Garante è proprio quello di raccogliere, prendere in considerazione e analizzare le segnalazioni che provengono dalle fonti più disparate. Ci è stato riportato come nel 2020 le segnalazioni siano state 137, mentre nel 2021 questo numero è aumentato arrivando a 306. Siamo felici che ci sia stato questo aumento e riteniamo che sia necessario, magari con un'interlocuzione successiva con la Garante capire come rendere ancora più conosciuta questa possibilità di rivolgere alla stessa le proprie segnalazioni, perché pensiamo che una quantità non indifferente di situazioni di disagio minorile siano purtroppo sconosciute.
Dunque, aumentare le possibilità di far presente queste situazioni di disagio crediamo sia un servizio importante per i minori del Piemonte e per l'intera comunità. Dobbiamo capire insieme, anche con strumenti finanziari messi a disposizione dal Consiglio regionale, come far conoscere meglio la funzione della Garante rispetto alle segnalazioni. Questo mi sembra un aspetto importante.
Anche quando abbiamo redatto la relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva sulla tutela dei minori in Piemonte nel 2020 avevamo sottolineato come, purtroppo, alcune delle figure che hanno l'obbligo di inoltrare segnalazioni sul disagio minorile (tra queste ci sono i medici gli insegnanti, ma anche ogni cittadino, anche un vicino di casa può fare segnalazioni all'autorità competente) non espletino questo obbligo, che è un vero e proprio "obbligo".
Il fatto di avere una Garante - che, tra l'altro, potrebbe coordinarsi con i Garanti di livello provinciale - che ha, tra le sue funzioni, questa mansione specifica, credo che vada valorizzato e potenziato, anche eventualmente con un maggior supporto da parte del Consiglio regionale supporto che può avvenire o con una dotazione finanziaria maggiore o con una dotazione di risorse umane. Una segnalazione, quando viene presa in carico, dev'essere approfondita: si deve capire se dietro c'è una situazione urgente, che quindi merita un'attenzione più immediata, e decidere quali sono le istituzioni con cui interfacciarsi. Questo è il primo aspetto che mi sento di sottolineare e che può essere un lascito della discussione di questi giorni.
Il secondo aspetto riguarda la salute mentale dei minori del Piemonte.
Purtroppo, quella che viene considerata un'epidemia di cattiva salute rispetto alle condizioni mentali non riguarda solo i minori, ma tutta la popolazione, in particolare a seguito della pandemia da CIVID-19, che ci ha costretti a condizioni di vita anomale. Questo aspetto è stato sottolineato anche dalla Garante nel suo intervento: ci sono sempre più minori in carico ai servizi di psicologia o di neuropsichiatria infantile. A fronte di questa sottolineatura e di questa denuncia, abbiamo la responsabilità, come Consiglio regionale e come ente regionale in generale, di potenziare i servizi per la salute mentale, quindi di potenziare le figure degli psicologi all'interno delle ASL (ci sono anche delle proposte di legge per renderli disponibili all'interno delle istituzioni scolastiche) e soprattutto, di potenziare il servizio di neuropsichiatria infantile, che oggi in Piemonte è così debole e carente da costringere spesso le famiglie a rivolgersi al sistema privato. Credo che questo sia davvero un altro aspetto importante su cui soffermarsi.
Un altro aspetto riguarda la dispersione scolastica, sulla quale purtroppo, ha nuovamente inciso in maniera negativa la pandemia. Il Piemonte era riuscito a portare la dispersione scolastica sotto il 10 quindi in linea con i parametri indicati dall'Unione Europea. Oggi purtroppo, questo dato è peggiorato, come ci ha detto la Garante la scorsa settimana. Credo che anche da questo campo (pensiamo, ad esempio, alla formazione professionale, che è una competenza esclusiva della Regione) ci arrivi un segnale che dobbiamo fare di più e meglio, per evitare, poi, che il numero dei NEET, cioè dei giovani che non sono impegnati né nello studio né nel lavoro, o addirittura dei giovani che non assolvono all'obbligo scolastico, nella nostra Regione torni a crescere.
Infine, l'altro aspetto su cui mi piace soffermarmi è quello dei minori fuori famiglia. È un tema di cui abbiamo dibattuto ampiamente in questi anni, per via dell'esame della legge su "Allontanamento zero". È un tema che è stato analizzato anche dalla Garante, con l'illustrazione di numeri e di dettagli. Al riguardo, credo che sia molto preoccupante il fatto che n l'altra settimana né questa settimana l'Assessora Caucino abbia voluto assistere ai lavori dell'Aula e alla relazione della Garante. Credo che il Consiglio regionale sia il momento più ufficiale e solenne in cui affrontare questi temi: mi dispiace, quindi, segnalare nuovamente questa assenza, che purtroppo si era già verificata in occasione della relazione della Garante per l'anno 2019.
Rispetto a quello che ci ha detto la Garante la scorsa settimana relativamente al tema dei minori fuori famiglia, credo che il compito della Garante non sia tanto quello dell'ascolto, perché la popolazione minorile piemontese è molto ampia, quindi il rischio è quello di selezionare in modo arbitrario i minori da ascoltare. L'ascolto è più un compito delle autorità educative, dei servizi sociali, dei servizi sanitari, della famiglia e laddove necessario, delle autorità giudiziarie.
Non credo che ci sia materialmente la possibilità di fornire uno sportello di ascolto per i minori del Piemonte. Quello che, invece, credo vada potenziato è il ruolo di terzietà, di indipendenza della Garante e di interlocuzione con le istituzioni preposte, in primis i servizi educativi e i servizi sociali. Solo con la garanzia dell'equilibrio della funzione della Garante si può contribuire alla fiducia e alla legittimazione dei professionisti che sono preposti all'ascolto, alla cura e alla vigilanza che sono i servizi sociali, sanitari, educativi e, laddove necessario anche i servizi giudiziari. Quindi, sul punto dell'ascolto credo che dobbiamo forse chiarire un po' meglio se c'è un'estensione delle funzioni che a noi non era nota. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Canalis per l'intervento.
Non ci sono altre richieste di intervento sulle relazioni dei Garanti.
Pertanto, dichiaro chiusa la discussione generale.
Alle relazioni sono collegati due atti d'indirizzo: mozione n. 912 presentata dal Consigliere Rossi, Canalis, Gallo Valle, Avetta, Bertola, Frediani, Accossato, Chiamparino, Giaccone Sacco inerente a "Indagine conoscitiva sulla sanità penitenziaria in Piemonte" ordine del giorno n. 913 presentato dalla Consigliera Zambaia, Stecco Gagliasso, Cane, Perugini, Preioni inerente a "Sovraffollamento delle carceri piemontesi: continuare a sensibilizzare per garantire la sicurezza dei detenuti e della polizia penitenziaria" Chiedo se i primi firmatari intendono illustrare gli atti di indirizzo.
La parola al Consigliere Rossi, che illustra la mozione n. 912.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Ritorno su questo tema che, in realtà, abbiamo già presentato prima durante la discussione generale sulle relazioni. Brevemente, riprendo le motivazioni che ci spingono a chiedere un intervento di questo tipo. La prima questione è legata al fatto che la sanità penitenziaria è di competenza delle Regioni; quindi, questo ci consegna una responsabilità su quello che succede dal punto di vista sanitario dentro le nostre carceri.
Da quindici anni oramai il sistema è andato completamente a regime perché mentre nei primi anni avevamo chiaramente il passaggio di consegna dal livello dello Stato a quello delle Regioni, che ha creato delle difficoltà, oggi sappiamo che, invece, tutto ciò che funziona o non funziona dipende dalle scelte che le Regioni fanno.
Come dicevo prima, c'è una differenza tra i problemi sanitari in carcere e quelli fuori, perché mentre fuori le persone possono mettere in campo altre azioni per risolvere i problemi della carenza, soprattutto di personale, le persone detenute questo non possono farlo. Per cui, nel momento in cui manca l'offerta sanitaria in carcere, è evidente che queste persone non si curano.
Inoltre, il fatto di spostare tutto questo carico sugli ospedali ha un aggravio anche sul carico di lavoro del personale che lavora nelle carceri.
I vari Direttori - ma anche il Provveditore regionale - ci hanno più volte segnalato che spostare un detenuto dal carcere all'ospedale di riferimento implica uno sforzo organizzativo e anche di natura economica non indifferente. Quindi, è evidente che far funzionare la sanità in carcere ha un vantaggio prima di tutto per il detenuto, ma anche per l'intero sistema.
Dobbiamo anche trovare il modo affinché nelle professioni mediche ci sia una maggiore consapevolezza sulla necessità e sull'importanza di andare a lavorare in carcere; inoltre, dobbiamo mettere in discussione alcune formule organizzative esistenti che, come tutte le formule organizzative dopo anni di impiego vanno verificate, discusse e anche modificate, se necessario. Infatti, abbiamo visto che il collegamento diretto tra una singola ASL e le singole Case circondariali spesso mette in fondo alla classifica delle priorità dei Direttori il tema del carcere. Anche perch lo sappiamo, c'è pure un tema di opinione pubblica e di consenso e permettetemi di dirlo - del carcere ci si occupa sempre per ultimo, perch lì c'è meno consenso. Questo non lo possiamo accettare; anzi, al contrario dobbiamo partire da chi sta peggio e ha meno strumenti per difendersi.
Da questo punto di vista, c'è tutta una serie di motivi, senza elencare le situazioni limite. Ho già citato prima le visite che abbiamo fatto al Sestante o ad alcuni reparti non solo al Cutugno, ma anche in giro per il Piemonte; al Cutugno, in particolare, abbiamo visto sezioni con muffa, con docce non funzionanti e con situazioni al limite del rispetto dei diritti umani.
È chiaro che qui si innesta una difficoltà, cioè il fatto che la ristrutturazione degli edifici non spetta alla Regione, ma allo Stato.
Questa è una delle difficoltà principali quando parliamo di sanità penitenziaria, cioè il fatto che devono parlarsi diverse istituzioni.
Riteniamo che un'organizzazione che sia più centralizzata - adesso non voglio anticipare eventuali esiti di una relazione. Però è chiaro che la frammentazione organizzativa della sanità penitenziaria rende ancora più complicato il dialogo con un'istituzione come quella del Ministero che invece, è molto più verticale come tipo di organizzazione.
Poi c'è il PNRR di cui abbiamo parlato con il Garante e penso anche al dossier sulle carceri del dicembre scorso. Faccio un esempio per tutti: la vecchia palazzina del carcere femminile di Novara, che potrebbe essere ristrutturata con i soldi del PNRR e che potrebbe dare una risposta importantissima dal punto di vista della sanità penitenziaria. In questo momento, c'è una palazzina vuota, abbandonata che potrebbe diventare un polo dedicato a questo tema. Era solo per fare un esempio.
Con l'Ufficio di Presidenza e con i colleghi Cane e Stecco abbiamo fatto diverse visite ispettive e abbiamo riscontrato che i problemi sono tanti. Perché serve un gruppo di indagine conoscitiva? Abbiamo bisogno, in maniera istituzionale e coerente, di fare una fotografia dello stato attuale, di evidenziare le criticità e di provare a fare delle proposte anche con l'aiuto di professionisti, di chi lavora tutti i giorni in questo campo, magari comparando il nostro sistema con quello delle altre Regioni per arrivare a fare una proposta di prospettiva sul futuro e fare in modo che la sanità penitenziaria funzioni meglio in Piemonte. È necessario fare in modo che, per i detenuti, da un lato, ma anche per il sistema dall'altro, il costo in termini di mancanza di cure o di eccesso di costo non ricada sulla collettività.
Riteniamo, quindi, che ci siano gli elementi, anche perché il percorso della necessità di approfondire è condiviso, per un approfondimento in IV Commissione, come è già avvenuto con altri argomenti (stiamo concludendo un'indagine di questo tipo proprio sul rischio suicidario post Covid), che possa essere utile per questa istituzione e per la collettività.



PRESIDENTE

Grazie.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 913 presentato dalla Consigliera Zambaia (prima firmataria), inerente a "Sovraffollamento delle carceri piemontesi: continuare a sensibilizzare per garantire la sicurezza dei detenuti e della Polizia Penitenziaria" La parola alla Consigliera Zambaia, per l'illustrazione.



ZAMBAIA Sara

Grazie, Presidente.
Anche noi, come Gruppo Lega, abbiamo deciso di depositare un ordine del giorno su questo importante tema; anzi, non essendo intervenuta prima durante la discussione generale sulle relazioni annuali dei Garanti, colgo l'occasione per ringraziare l'onorevole Mellano per il suo lavoro quotidiano, ma soprattutto per la passione, la professionalità e la precisione con cui ci porta annualmente i dati, ma anche con cui quotidianamente - ripeto - lavora su questo problema.
Abbiamo deciso, come dicevo prima, di depositare quest'ordine del giorno e non l'abbiamo fatto casualmente in questa fase dell'anno, perch volevamo depositare un testo che continuasse a tracciare il percorso che come Consiglio regionale, e soprattutto come IV Commissione sanità stiamo già facendo su questo tema. Da questo punto di vista, l'ausilio del Garante Mellano è un quid in più, assolutamente indispensabile - quindi, ripeto, lo ringraziamo - però tengo a precisare che la sensibilità della IV Commissione e dei Consiglieri tutti è elevatissima su questa partita.
Non voglio dilungarmi, perché siamo intervenuti in tantissimi sulla discussione, però volevo dire questo: che cosa vuole dire l'ordine del giorno? L'ordine del giorno va ad approcciarsi al problema, al vasto macroproblema delle carceri, che possiamo suddividere in due sotto problemi, altrettanto macro. Ovviamente, il primo riguarda il sovraffollamento, che abbiamo già detto, e il secondo riguarda la carenza d'organico della Polizia penitenziaria, con tutte le conseguenze anche sanitarie che abbiamo sentito nella mattinata di oggi.
Partiamo dal primo, Presidente. Si pensi che il tasso di sovraffollamento ammonta al 114% e si attesta molto al di sopra della media europea; questo provoca degli evidenti problemi, sia in termini di sanità che in termini di sicurezza; ciò nonostante l'articolo n. 5 della legge n.
354 del 26 luglio 1975 dica chiaramente che gli istituti penitenziari devono essere realizzati in modo tale da cogliere un numero non elevato di detenuti o internati. Oltretutto, da questo punto di vista, a livello europeo, la Corte europea per i diritti dell'uomo a più riprese ha condannato lo Stato italiano per la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per i diritti umani, censurando proprio la condizione in cui versano i nostri detenuti, a causa di questo grave problema di sovraffollamento.
L'altro problema, però, anche in questo caso, è un problema strutturale e riguarda, come dicevo all'inizio del mio intervento, la carenza di organico della Polizia penitenziaria. Infatti, il personale di Polizia penitenziaria presente attualmente nelle carceri italiani e piemontesi anche alla luce di questa situazione e dell'attuale sovraffollamento risulta numericamente insufficiente.
Noi come Regione Piemonte non abbiamo alcun tipo di competenza da questo punto di vista, però sono due problemi, due macrosistemi che si vanno a intersecare e vanno a creare questo difficoltà che annualmente registra dei dati sempre più allarmanti, oltretutto, con una situazione, a livello delle cronache che leggiamo, spesso molto allarmante. Oggi la situazione nelle carceri piemontesi, così come in quelle dell'intero Paese desta molta preoccupazione; infatti, dall'inizio dell'anno, in solo poco più di 10 mesi, si sono verificati all'interno degli istituti penitenziari ben 77 suicidi, escludendo peraltro tutti quelli tentati, di cui, quattro di questi nel carcere di Torino "Lorusso Cutugno". Si tratta di una situazione alla quale va aggiunta l'evidente problematica del sovraffollamento legata a quella della carenza di personale.
Giungo a conclusione del mio intervento, Presidente, nel dire che cosa? Non riporto tutti i dati legislativi e normativi che abbiamo voluto inserire all'interno dell'ordine del giorno, soprattutto per dimostrare che da questo punto di vista la normativa è abbastanza fitta, anche se - lo diciamo sempre - forse, un intervento un po' più strutturale e una vera riforma sul sistema penitenziario potrebbe aiutarci anche a livello piemontese a gestire meglio questa partita. Come IV Commissione e come Consiglio regionale l'attenzione è elevatissima, come ha detto anche il collega Rossi. Come Ufficio di Presidenza di IV Commissione, siamo reduci da sopralluoghi effettuati all'interno delle carceri piemontesi; abbiamo approfondito e continueremo a farlo le problematiche; abbiamo il nostro Garante regionale, proprio su questa partita, sui detenuti, quindi io penso che il lavoro che sta facendo la IV Commissione sia il giusto lavoro e non servono ulteriori indagini conoscitive.
Sono la prima a promuovere le indagini conoscitive, se si tratta di strumenti, come non sarebbe in questo caso, che permettono di approfondire le tematiche che non vengono approfondite nell'ordinario; invece - ripeto il problema delle carceri piemontesi lo stiamo approfondendo; oggi è assente il Presidente Stecco, ma il Presidente ha tutta l'intenzione di continuare ad andare in questa direzione.
Non sta certo a me dare dei giudizi sulla mozione e sul documento presentato dal collega Rossi, però come Gruppo Lega volevamo mettere un po' i puntini sulle "i". Come Gruppo Lega, ma anche come Consiglio regionale siamo assolutamente consci dei problemi e delle competenze regionali in tal senso. La strada che abbiamo iniziato a battere come IV Commissione, come Commissari e Consiglieri è la strada giusta, ovvero quella di un giusto approfondimento e di mantenere sempre alta l'attenzione: io penso Presidente, che questa sia la strada che dobbiamo continuare a intraprendere.



PRESIDENTE

Grazie.
Apro la discussione generale.
La parola al Consigliere Frediani, sulla discussione generale.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervento annunciando il voto, ovviamente, a favore dell'ordine del giorno del Consigliere Rossi, che tra l'altro ho sottoscritto, perch ritengo che la sua proposta sia molto importante che ci. È sempre il mio microfono che fa questo rumore?



(Rumori di sottofondo)



PRESIDENTE

Prego, Consigliera; proceda.



FREDIANI Francesca

Si sente?



PRESIDENTE

Si sente, ma già questa mattina abbiamo avuto un problema di audio adesso si sente bene. Prego, proceda.



FREDIANI Francesca

Con questo ronzio.



PRESIDENTE

Di nuovo! Scusi, Consigliera, provi a spegnerlo; al limite usi il microfono situato nel banco del Consigliere Magliano.



FREDIANI Francesca

Volevo avere, se è possibile, un chiarimento.
Tutta questa attività relativamente al tema della sanità nelle carceri in IV Commissione non l'ho colta, non l'ho vista. Non mi risulta sia stato effettuato nessun sopralluogo dell'intera Commissione sanità; non ho ricevuto nessuna convocazione. Normalmente, sono presente in Commissione seguo l'o.d.g e non mi risulta che la IV Commissione sia stata coinvolta in nessun sopralluogo all'interno della struttura e delle strutture penitenziarie piemontesi.
Mi ricordo, a inizio legislatura, che posi una domanda all'Assessore Icardi sulla sanità nelle carceri e l'Assessore non era ancora informato del fatto che fosse una sua competenza. Da lì in poi non ne abbiamo più sentito parlare, nel senso che in IV Commissione non mi risulta essere stato fatto alcun approfondimento in materia. Se mi sono persa qualche convocazione o qualche sopralluogo chiederei, a chi appartiene all'Ufficio di Presidenza di questa Commissione, di chiarire quando sono stati fatti questi sopralluoghi e quando si è svolto un dibattito su questo tema. In tal caso, vorrebbe dire che sono stata disattenta e non ho preso parte n al sopralluogo né alla discussione.
Per questo motivo, invece, credo sia fondamentale approfondire il tema con un gruppo di lavoro e con tutti i Consiglieri iscritti alla Commissione che dimostrino interesse per questo tema, in modo che ognuno possa portare il suo contributo e riuscire tutti insieme a presentare delle proposte (che poi è la finalità dell'atto di indirizzo del Consigliere Rossi) che andremo a realizzare con l'aiuto, ovviamente, della Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
In merito all'indagine conoscitiva, sembra un po' di scavalcare e di andare contro le prerogative del Garante Mellano, tra l'altro molto attento (è proprio un radicale nel suo DNA). Tutta l'Aula è concorde nella passione e nell'impegno che ci mette su queste materie e sulla puntualità delle sue relazioni, quindi potrebbe sembrare di andare un po' oltre e contro le sue prerogative. Di fatto, è lui che fa le indagini e le fa realmente, tastando quotidianamente nelle carceri piemontesi. Questo è un primo aspetto.
Il secondo aspetto è di aggiunta al nostro ordine del giorno.
Volevo evidenziare il perché abbiamo delle carceri sovraffollate: abbiamo un terzo dei detenuti che sono extracomunitari.



(Commenti in aula)



PREIONI Alberto

Eh, non vi piace il dato, ma è la realtà. Sono dati, sono fatti: l'Italia ha un terzo dei detenuti extracomunitari. Ci sono carceri, in Italia, che hanno l'80% di stranieri.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Frediani, lasci esporre.



PREIONI Alberto

Eh, non vi piace la realtà.



(Commenti del Consigliere Sarno)



PREIONI Alberto

No, è solo la realtà.



(Commenti del Consigliere Sarno)



PRESIDENTE

Collega Sarno per cortesia.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Preioni, proceda.



PREIONI Alberto

Dicevo che un terzo dei detenuti nelle nostre carceri è di provenienza extracomunitaria. Abbiamo carceri dove ci sono percentuali incredibili, ben oltre il 50%. Questo è un dato importante e andava assolutamente sottolineato. Meno male che chi spaccia e chi dà la droga e la morte ai nostri ragazzi finisce in carcere, perché penso che sia il posto assolutamente adeguato.
Sappiamo benissimo, in merito alla discussione che facevamo prima sulla riforma della giustizia, che purtroppo in Italia si delinque per 10 anni e poi si va in carcere quando ti arriva il cumulo delle pene. Purtroppo sulla delinquenza di quartiere e sulla delinquenza nelle nostre città abbiamo delitti che si perpetuano per dieci anni; arriva poi il cumulo delle pene (i processi sono molto lenti) e giustamente finiscono nelle patrie galere.
Volevo fare un focus su questi tre aspetti, che delineano molto bene la questione del sovraffollamento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Preioni per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Mi scuso per l'intervento fuori microfono, ma il Consigliare Preioni le tira proprio fuori queste.



(Commenti del Consigliere Preioni)



SARNO Diego

Eh, ma poi ci arrivo, Consigliere Preioni, con la verità e i dati su quello che lei ha appena affermato.
Bisognerebbe studiare un po' di più, leggere un po' di più e non parlare per cose o slogan fatti e utili per la vostra campagna elettorale che evidentemente è già partita. Su questo tema, invece, occorrerebbe essere rispettosi dei Garanti. Tutti voi avete parlato di grande lavoro e dedizione dei Garanti, ma poi dalle parole bisognerebbe passare ai fatti e rispettare, con interventi puntuali e precisi, l'ordine del giorno e i contenuti che i Garanti, in particolare il Garante dei detenuti, hanno portato in quest'Aula da sempre.
Solo per essere abbastanza chiari e disponibili alla riflessione nonostante alcuni interventi: il tema dell'indagine conoscitiva è proprio un tema per approfondire e per allargare la discussione a tutti coloro che sono interessati al tema. È un tema per dare forza al Garante (credo; poi ci dirà il Garante, magari formalmente, se su questo può avere un'indicazione positiva o meno, come strumento di lavoro rispetto a un'indagine).
Poi, Presidente, se il problema è la Presidenza di quella Commissione gruppo di lavoro, nessun problema, perché su questo non si fa battaglia politica elettorale; di certo si fa battaglia politica, ovviamente anche con i ruoli sovraregionali. Se il tema è la paura di utilizzo strumentale delle opposizioni, credo che tutti qui siano disponibili a condividere il percorso dell'assetto di quel gruppo di lavoro dell'indagine conoscitiva.
Altrimenti, non possiamo, Presidente, fare due pesi e due misure: per alcune indagini conoscitive, perché proposte dal Presidente Stecco, abbiamo detto di sì, senza problemi; per altre diciamo di no. Perché? Non è così.
Siamo disponibili a fare un ragionamento su chi deve comporre il gruppo di presidenza, il gruppo di lavoro, chiamatelo come volete, ma ha ragione la collega Frediani: l'Ufficio di Presidenza, legittimamente, fa un percorso come Ufficio di Presidenza. Punto e a capo.
Se vogliamo allargare la riflessione sull'indagine conoscitiva, il gruppo di lavoro è lo strumento migliore e più aperto con cui andare ad analizzare, in maniera condivisa, alcuni problemi per poi, magari, andare insieme a livello governativo a sollevare alcune questioni attraverso quell'indagine conoscitiva. Ecco perché non capisco l'intervento della collega Zambaia, che non pone l'attenzione sui contenuti, ma sulla forma.
Il problema è la forma? Condividiamola, non ci sono problemi. Vogliamo che il gruppo di lavoro - adesso non ho parlato con il primo firmatario sia condiviso nell'Ufficio di Presidenza e da lì si possa partire? Parliamone, non è un problema, ma non abbiate paura di un possibile strumento diverso. Se il problema sono il metodo e il gruppo, lo facciamo e lo condividiamo; invece, il problema è approfondire, vis a vis, in maniera diretta, i temi che il Garante pone ogni anno e farne una forza condivisa per chiedere riscontri, anche a livello nazionale.
Faccio la specifica sul fatto che bisognerebbe studiare un po' di più perché chi oggi.



(Commenti in aula)



SARNO Diego

Lo dico a me stesso. Tranquilli, colleghi, lo dico a me stesso: devo studiare un po' di più; non sono così attento come il collega Preioni quindi imparo dagli interventi dei colleghi.
LANZO Riccardo (fuori microfono) Allora sei "nato imparato"!



SARNO Diego

Cosa dice, Consigliere Lanzo? Sono "nato imparato"?



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, non è un dibattito.
GALLO Raffaele (fuori microfono) Però, Presidente.
LANZO Riccardo (fuori microfono) Ascolta, ma è mezz'ora che ciancia.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Consigliere Gallo, sono io il Presidente, non gridi anche lei.



SARNO Diego

A cianciare? Non sto cianciando.



PRESIDENTE

Mi sembra che quando interveniva il Consigliere Preioni c'era un bel vociare nella parte dall'emiciclo di sinistra, perché pensavate che stesse dicendo una falsità. Poiché i detenuti extracomunitari in Piemonte - dati del Ministero della Giustizia - sono 1.483 su 4.400, quindi il 37 giustamente avete ragione: il Consigliere Preioni sbagliava, non era un terzo, ma di più.
Prosegua, Consigliere Sarno.



(Applausi e proteste in aula)



PRESIDENTE

Scusate, faccio io il Presidente: voi continuate a fare la vostra parte; ognuno faccia la propria. Per correttezza delle parti, come giustamente il Consigliere Sarno chiedeva di studiare, ho studiato, a differenza del Consigliere Preioni.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Non ha precisato un bel niente!



(Rimostranze in aula)



PRESIDENTE

Cerco di gestire l'Aula al meglio. Dato che mi sembra che non riusciate ad autogestirvi, c'è un Presidente, giustamente, che cerca di gestire l'Aula. Se lasciate intervenire il Consigliere Sarno, che ha chiesto una precisazione, io come Presidente, ho precisato la questione.
Consigliera Frediani..
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Cosa fa? Mi butta fuori?



PRESIDENTE

Non posso.



(Proteste della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Se vuole che venga espulsa, al prossimo Ufficio di Presidenza valuteremo la sua espulsione.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) È una vergogna! Uno che non apre bocca dall'inizio della legislatura non si capisce perché non possa.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Sarno, interrompiamo la seduta perché mi sembra veramente indecoroso per l'Aula che rappresentiamo, per il nostro rapporto.



(Proteste in aula)



PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 12.49, riprende alle ore 12.53)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta.
Mi sembra che vi siano le condizioni per sospendere la seduta e riprendere i lavori alle ore 14.30, con la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Successivamente, riprenderà il dibattito, partendo dall'intervento del collega Sarno, seguito dalla collega Accossato.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.54)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la sessione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si risponderà come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1231 presentata dalla Consigliera Frediani, cui risponderà l'Assessore Tronzano; interrogazione a risposta immediata n. 1234 presentata dal Consigliere Marello, cui risponderà l'Assessore Tronzano; interrogazione a risposta immediata n. 1232 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Icardi interrogazione a risposta immediata n. 1233 presentata dalla Consigliera Canalis, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1235 presentata dal Consigliere Gallo, cui risponderà l'Assessore Icardi.
Ricordo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni a risposta immediata di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo, inoltre, che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo, infine, che è prevista l'illustrazione, da parte dell'interrogante, per tre minuti, la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e non sono previste repliche.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1231 presentata da Frediani inerente a "Definizione delle misure compensative e impatto della Nuova Linea Torino-Lione, quali possibilità di dare risposte in futuro alle criticità che emergeranno sul territorio?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1231.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Assessore.
Cercherò nei pochi minuti che ho a disposizione, evitando tutti i discorsi sulle cifre e sulla storia delle compensazioni, di chiarire qual è il concetto cui mi sono attenuta quando ho depositato l'interrogazione.
Normalmente, parliamo di compensazioni, un termine al quale ormai ci siamo abituati, che in realtà ha una definizione precisa, e mi riferisco all'opera Nuova Linea Torino-Lione. Inizialmente, queste opere venivano denominate "Opere e misure compensative dell'impatto territoriale e sociale"; poi, a partire dalla deliberazione CIPE del 7 agosto 2017, è comparsa una nuova definizione: "Misure di accompagnamento".
Sono sfumature, ma cosa nascondono queste sfumature di significato? Nascondono un vuoto normativo, perché nessuno, in realtà, ha mai detto chiaramente cosa siano le compensazioni - le chiamo così per brevità - e quale debba essere il loro rapporto rispetto all'impatto di un'opera sul territorio. Potremmo immaginare che un'opera di mitigazione e di compensazione possa fare riferimento a un impatto sul territorio, quindi le falde acquifere rischiano di essere prosciugate, compensando in questo modo l'impatto dell'opera. Andando a vedere, invece, le opere che sono state previste per la Val di Susa vediamo numerosi interventi, incluse rotonde o sentieri di montagna, che non hanno nulla a che vedere con l'impatto sul territorio.
Allora, quello che ci siamo chiesti (parlo al plurale, perché sono riflessioni che ho fatto con altre persone che seguono la vicenda da tempo) relativamente a tutti i possibili impatti che potranno manifestarsi nei prossimi anni, è quale sarà la posizione del Governo e della Regione, che ha preso in carico la gestione delle compensazioni.
Potremmo immaginare che tra qualche anno potrebbero verificarsi molti disagi (li ho elencati nelle premesse). Si possono verificare, per esempio rumori generati dall'esercizio della linea. In tal caso, bisogna tenere conto che sul lato francese si accetta che entro 150 metri da una parte e dall'altra dei binari si ha diritto al rimborso della casa a prezzi di mercato, se viene richiesto. Invece, dal lato italiano questo non è previsto; si possono verificare danni alla salute per le polveri sottili la stessa TELT, nel 2010, ha previsto un aumento del 10% delle malattie respiratorie e della mortalità.
Ovviamente, l'impatto sarà più forte sulle fasce più deboli, come gli anziani e i bambini. Inoltre, si potranno verificare emissioni di radiazioni ionizzanti per la diffusione nell'aria di fibre di amianto oltre i limiti di legge, danni per la captazione e la sottrazione delle acque della montagna e dell'inquinamento del fiume a fondovalle, ma anche danni connessi al disturbo creato dal traffico, dalla vasta presenza di cantieri e dalla devastazione paesaggistica.
Ecco, sappiamo che probabilmente, nel momento in cui si andranno a manifestare questi impatti, con tutte le conseguenze, i responsabili saranno altrove e non si troverà più nessuno a quale chiedere conto. Il nostro dubbio è che, avendo utilizzato le compensazioni oggi in modi che hanno a che vedere con l'impatto delle opere, non solo nessuno si prenderà la responsabilità dei danni conseguenti alla realizzazione dell'opera, ma nessuno risarcirà nemmeno le persone realmente danneggiate.
Pertanto, ci è venuto questo dubbio e chiediamo alla Giunta quali dei danni provocati dall'impatto dei cantieri sul territorio valsusino (sono ricordati nell'elenco che ho appena letto, che non è neanche esaustivo purtroppo) saranno definiti "non riconoscibili" e "non rimborsabili" in seguito all'accettazione delle misure compensative.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Tronzano per la risposta.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
A nome del collega Gabusi, rispondo alla Consigliera Frediani.
In merito all'iter amministrativo del progetto, si rileva che l'opera è assoggettata alle deliberazioni CIPE, che riportano al loro interno i pareri, completi delle prescrizioni, delle amministrazioni alle quali è demandato il controllo con il supporto di ARPA-Piemonte.
Per quanto riguarda le matrici ambientali, risulta redatto, verificato e approvato il Piano di monitoraggio ambientale, che prevede la raccolta e l'analisi dei dati nelle fasi ante opera, corso d'opera e post opera sui quali ARPA-Piemonte effettua il controllo.
Nel caso in cui si abbiano superamenti rispetto a quanto indicato nel Piano di monitoraggio ambientale, a fermo lavorazione di cantiere imputata come causa, devono essere posti in essere tempestivi correttivi per il rientro dei superamenti.
Per quanto riguarda le opere di compensazione, non risulta inserito in nessun atto che l'accettazione delle opere sia tacitazione preventiva di eventuali danni.
Questo è quanto riportato nella nota dell'Assessore Gabusi.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interrogazione a risposta immediata n. 1234 presentata da Marello, inerente a "Bonus Piemonte: controlli"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1234.
La parola al Consigliere Marello per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha la facoltà per tre minuti.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Saluto l'Assessore Tronzano.
Questa interrogazione ha come titolo "Bonus Piemonte: controlli", ma c'è un sottotitolo non scritto - lo dico come battuta - perché i nodi prima o poi vengono al pettine. Mi spiego meglio.
L'interrogazione ha uno scopo conoscitivo, cioè sapere a che punto sono i controlli che Finpiemonte sta facendo sui beneficiari dei cosiddetti Bonus Piemonte (quanti, quali campioni e quali percentuali), elargiti subito dopo il COVID a diverse categorie pesantemente colpite nel 2020 durante il periodo pandemico, con tempi di chiusure anche abbastanza lunghi (pensiamo alla ristorazione, ai parrucchieri, agli alberghi e al settore del turismo). Sappiamo che questo bonus si è poi allungato nel tempo e mi pare - ce lo dirà l'Assessore - che siano state raggiunte quasi 60 mila pratiche.
Ero fermo al fatto che, mi pare nel corso del giudizio di parifica fatto dalla Corte dei Conti l'estate scorsa, la Corte aveva sottolineato che occorresse incentivare più controlli, perché ne erano stati fatti pochi (un migliaio di controlli all'epoca).
Il caso ha voluto che mi sia imbattuto in alcuni beneficiari di questi bonus che hanno ricevuto la lettera da Finpiemonte, lettera sulla quale era scritto che dovevano giustificare la somma che hanno preso (1.000 euro 1.500 e 2.000 euro) con fatture di spese e investimenti durevoli. Per durevoli s'intende un investimento che dura nel tempo: se sono titolare di un bar, ho cambiato la lavastoviglie o la macchina del caffè. Accanto ci sono tutti i beni ovviamente non durevoli, tra cui, si cita espressamente anche tutte quelle cose che nel periodo COVID sono servite (tralascio le mascherine, che ovviamente non sono un bene durevole, piuttosto che i dispenser dei disinfettanti o gli stessi plexiglass inseriti nei locali pubblici, anche questi non contemplati tra i beni durevoli).
Al di là di questa specificazione, qual è stata la reazione delle aziende che stanno ricevendo questa verifica? Una reazione di stupore. In parte lo comprendo questo stupore, perché queste persone erano convinte di aver ricevuto un aiuto da parte della Regione per essere stati chiusi per un mese, due mesi o tre mesi e non avere lavorato.
Perché erano convinte di questo, Assessore? Perché - e lo abbiamo denunciato sin dall'inizio da questi banchi e nelle Commissioni - nella comunicazione ufficiale, e anche meno ufficiale della Giunta, questo bonus è passato come un ristoro a fondo perduto per il fatto che non si era lavorato in quel periodo. Oggi, quindi, chi riceve il controllo giusto e corretto, ci mancherebbe, dice: io non ho fatto investimenti, avrei dovuto farli, magari li posso fare entro la fine dell'anno e sono ancora in tempo ma questo non era lo scopo per cui ho ricevuto quei 1.000 euro, 1.500 o 2.000 che mi hanno aiutato, aziendalmente, a sopravvivere in quel periodo perché non lavoravo.
Forse bisognava dire con più chiarezza, Assessore, che quelli erano fondi di Finpiemonte per investimenti; che i 100 e rotti milioni (150 o 130) erano fondi con quella destinazione e che, quindi, chi li prendeva doveva fare investimenti durevoli. Non erano soldi dati per un ristoro di danni avuti per il fatto che non si era lavorato. Voglio condividere con lei questo sentimento diffuso tra coloro che stanno ricevendo giustamente, perché non si poteva fare diversamente - i controlli, però le chiedo anche quanti saranno i controlli, in quale percentuale e con quale campione.
Voglio cogliere l'occasione dell'interrogazione per denunciare il fatto che tutta questa partita è stata gestita in un modo che ha ingenerato attese nelle aziende fortemente colpite dal COVID; attese che, invece, si stanno rivelando, almeno per coloro che sono stati sfortunati nel ricevere i controlli a campione, infondate.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Maurizio Marello.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Andrea Tronzano; prego.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Marello.
Noi siamo sempre stati chiari, nel senso che nel modulo di domanda i beneficiari hanno sottoscritto una dichiarazione con cui attestavano di essere consapevoli che il bonus doveva essere impiegato per beni strumentali.
Nelle FAQ, perché poi abbiamo pubblicato domande frequenti, era riportato un elenco delle spese ammissibili, ampliato e dettagliato nel rispetto delle norme. Perché abbiamo fatto questo? Perché essendo a conoscenza che, comunque, non tutti potevano sapere che cosa stava succedendo con questo bonus, abbiamo riportato sul nostro sito tutto ci che poteva essere rimborsabile, oltre, naturalmente, aver fatto firmare una dichiarazione per beni strumentali.
Tra agosto e settembre 2021 è stata mandata una PEC a tutti i beneficiari, ricordando che il bonus doveva essere destinato all'acquisto di beni strumentali, rimandando alle FAQ. Anche su questo, quindi, abbiamo messo una terza via di approfondimento per coloro che erano destinatari del bonus.
Infine, a ottobre 2021 con la legge annuale di riordino abbiamo posticipato il termine al 31 dicembre 2022 e Finpiemonte ha inviato la richiesta di rendicontazione ai soggetti campionati in anticipo rispetto al termine inizialmente ipotizzato (ossia gennaio 2023), per permettere ai percettori di avere ulteriore tempo a disposizione.
Questa è la parte di chiarimento su eventuali, giuste e legittime perplessità.
Sulla cronologia dei controlli, invece, campioneremo il 10% (secondo me arriveremo al 15%), ovvero circa 5.000/6.000 soggetti da controllare. Il piano è stato avviato nell'ultima parte del 2020 ed è stato aggiornato a seguito della proroga della scadenza. Abbiamo avviato i controlli per quanto riguarda l'essere in vita delle imprese, perché le imprese, per poter ricevere questo bonus, dovevano essere comunque in vita e non prenderlo e poi scappare, quindi verificare se fossero ancora in vita e poi, aggiornando alle nuove date, faremo i controlli prossimamente, vista la proroga della scadenza.
Si è quindi stabilito di procedere con le richieste di rendicontazione a ridosso della scadenza del termine di fine 2022 concentrandosi, oltre che sulla conclusione dei procedimenti di controllo avviati, sul monitoraggio dello stato di attività dei beneficiari.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Andrea Tronzano per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1232 presentata da Magliano inerente a "Campagna di vaccinazione antinfluenzale: le dosi in arrivo basteranno per tutti i piemontesi?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1232.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Premesso che l'influenza si colloca tra le dieci principali cause di morte in Italia (ogni anno interessa tra il 4 e il 12% della popolazione italiana), l'influenza rappresenta un problema di sanità pubblica che pu essere contrastato con il vaccino: strumento efficace per prevenire la malattia e le sue complicanze.
In Piemonte la campagna vaccinale contro l'influenza è iniziata il 24 ottobre. È condotta con la collaborazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta e con le farmacie che ne abbiano fatto richiesta e che rispondano a definiti criteri organizzativi e strutturali.
Rilevato che la vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente alle persone dai sessant'anni in su, a chi soffre di patologie gravi, a soggetti ricoverati in strutture per lungodegenti, a donne in gravidanza e donatori di sangue, ma è consigliata anche a chi svolge attività lavorative d'interesse collettivo o a chi potrebbe trasmettere l'influenza a persone ad alto rischio di complicanze.
Constatato che la strategia della campagna vaccinale non consiste nel ridurre la circolazione del virus vaccinando tutta la popolazione, bensì nel vaccinare le categorie di soggetti a rischio per evitare complicanze legate all'influenza.
Verificato che in data 18 luglio 2022, a seguito dell'espletamento di procedura aperta (la gara 20-2022), sono stati sottoscritti gli Accordi quadro, a favore delle aziende del Servizio Sanitario della Regione Piemonte, dell'azienda USL Valle d'Aosta e dell'ASREM Molise, per la fornitura di vaccini antinfluenzali per la campagna di vaccinazione 2022 2023, al 24 novembre sono state consegnate in Piemonte quasi 700 mila dosi in base ai cinque tipi disponibili. Dovrebbero arrivare nei prossimi giorni altre 20 mila dosi di rinforzo.
Appurato che da fonti giornalistiche è emerso che diversi medici di famiglia, per soddisfare le richieste dei propri assistiti, avendo esaurito i vaccini a loro disposizione, nei giorni scorsi non sono riusciti a ordinare delle nuove dosi.
Osservato che dai primi monitoraggi i casi di sindrome influenzale quest'anno risultano in crescita (dovuti al fatto che ci siamo iperprotetti negli anni precedenti con la mascherina a causa del COVID), il Piemonte è tra le Regioni che hanno un'incidenza più alta rispetto alla sindrome influenzale.
L'influenza quest'anno sarà più aggressiva. Non tanto per i sintomi, ma per il fatto che da due anni l'influenza si è manifestata meno e le persone sono meno immunizzate. Non si sa ancora quando l'influenza raggiungerà il picco massimo ma, in ogni caso, il momento migliore per vaccinarsi è tra novembre e dicembre.
Anche per questa stagione è attesa una co-circolazione di virus influenzali e COVID, vista la somiglianza tra i sintomi, e una copertura vaccinale diffusa può aiutare il sistema sanitario a distinguere meglio i casi sospetti di COVID-19 e pazienti affetti da influenza, semplificando la diagnosi e la gestione degli accessi al Pronto soccorso ed evitando un sovraccarico di pazienti negli ospedali.
Interrogo l'Assessore competente per sapere se l'arrivo delle nuove dosi basterà a soddisfare le richieste dei medici di medicina generale e consentire ai cittadini di ricevere il vaccino e proteggere così se stessi e chi li circonda.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Risponderò subito alla domanda se le forniture saranno sufficienti e la risposta è sì, saranno ampiamente sufficienti.
La Regione Piemonte si è aggiudicata una gara per la fornitura di un milione e 100 mila vaccini, che può essere incrementata del cosiddetto quinto d'obbligo, o sesto quinto, cioè del 20% che il fornitore ha l'obbligo di fornire. Sostanzialmente avremmo a disposizione un milione e 300 mila dosi di vaccino. Oggi siamo a 700 mila, arrivano degli ordini progressivamente di 20 mila o più per consegne quasi quotidiane proprio per evitare di fare degli stoccaggi e degli accumuli, ma il numero è stato determinato sulla base di una valutazione, anche storica, dei consumi che abbiamo in Piemonte.
Non siamo mai andati oltre poco più del milione, quindi i numeri che abbiamo e la gara che abbiamo espletato coprono ampiamente le necessità anche se c'è un lieve incremento delle persone che vanno, fortunatamente, a farsi vaccinare per l'influenza. Quest'anno abbiamo sia i medici di base sia i farmacisti che possono vaccinare, quindi questo amplifica anche un po' la nostra offerta, con anche la possibilità di parcellizzare in modo capillare sul territorio l'offerta di vaccinazioni (mi auguro si incrementi).
La garanzia della nostra gara è ampiamente sufficiente a coprire tutte le necessità. Può darsi che ci sia stato qualche leggero ritardo nelle consegne dovuto all'applicazione, da quest'anno, di un nuovo software gestionale per le vaccinazioni, ma è stata risolta in poche ore.
Abbiamo i vaccini e abbiamo il sistema per vaccinare le persone.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1233 presentata da Canalis, inerente a "Scarsità di medici nel Pronto soccorso di Ciriè. Come intende agire la Regione Piemonte?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1233.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Monica Canalis.
Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Il focus di quest'interrogazione a risposta immediata è il reparto di Pronto soccorso dell'ospedale di Ciriè, ma lo stesso testo, purtroppo avremmo potuto applicarlo anche ad altri ospedali del Piemonte.
Infatti, ormai da diversi anni assistiamo a una cronica carenza dei medici negli ospedali, ma anche nella sanità del territorio e, in particolare, nei Pronto soccorso, dove gli specialisti di emergenza e urgenza, purtroppo, scarseggiano, proprio perché questa disciplina, così faticosa, così difficile e anche così esposta a ritmi incalzanti, non ha forti adesioni da parte degli studenti di medicina.
Nell'interrogazione ho citato i progressi che sono stati fatti recentemente, in particolare l'incremento delle borse di specializzazione a partire dal 2021, e anche gli interventi per inserire all'interno dei nostri ospedali gli specializzandi degli ultimi anni di formazione.
Non ci sono delle contestazioni specifiche alla Giunta regionale, ma il problema esiste e, in particolare, esiste in un ospedale come quello di Ciriè, su cui oggi vorrei attirare l'attenzione. Come alcuni altri ospedali del Piemonte, è collocato in un'area geografica particolarmente cruciale e delicata, perché non serve soltanto la zona omogenea del Ciriacese, ma anche una zona periferica orograficamente montana, come le Valli di Lanzo che, a loro volta, per una complessità un po' più elevata, gravitano su questo ospedale.
Volevo capire se ci sono delle novità, se ci sono degli interventi che la Giunta sta prevedendo di mettere in atto per rassicurare il territorio e anche per poter eventualmente collaborare come opposizione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Canalis per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In premessa, la Consigliera ha detto che potrebbe essere una situazione paragonabile a tutti gli ospedali del Piemonte, ma io dico paragonabile agli ospedali dell'intero territorio nazionale. Oggi la carenza di urgentisti è un tema trasversale a tutte le Regioni. Infatti, si sta facendo una serie di ragionamenti e anche di provvedimenti a livello nazionale, perché la situazione sta veramente diventando difficile da gestire, per tutte le ragioni che ha identificato. Ed è tanto più acuta quanto più sono periferici e marginali gli ospedali, per i quali si fa ancora più fatica a trovare professionisti che vogliano andare a lavorare in queste sedi.
Il tema meriterebbe una trattazione non da question time, ma molto più approfondita, se vogliamo fare una panoramica a 360 gradi. Oggi mi limiter a elencare quei provvedimenti specifici che la Giunta regionale ha adottato insieme all'Azienda sanitaria proprio sul Pronto soccorso di Ciriè.
Dal punto di vista organizzativo, è stata creata la struttura operativa complessa DEA di Ciriè, quindi con un primario e con un'organizzazione autonoma. Da aprile 2022 è in servizio, come dicevo, il nuovo Direttore della struttura complessa DEA di Ciriè e per l'acquisizione di personale sono stati banditi tre concorsi (l'ultimo in questi giorni) per assumere medici di specialità non solo urgentisti, ma anche di specialità equipollenti (chirurghi o medici internisti) che possano prestare servizio presso il Pronto soccorso.
Per quanto riguarda l'annoso problema dei gettonisti delle cooperative che costano carissime, la Regione Piemonte ha autorizzato il pagamento di 100 euro l'ora per gli specialisti che prestano servizio da altre ASL presso i Pronto soccorso regionali. Pertanto, cerchiamo di pagare anche i nostri di più, in modo da incentivarli a restare nella sanità pubblica.
È stata aggiudicata una gara a evidenza pubblica per garantire attraverso l'impiego di società esterna, la continuità del servizio.
Purtroppo siamo costretti a fare questo e qui parliamo di cooperative con i gettonisti, dei quali con queste condizioni non possiamo fare a meno. Poi c'è il contributo degli altri specialisti dell'ospedale, che ringraziamo che effettuano turni presso il Pronto soccorso. Infatti, il problema è far effettuare dei turni anche agli internisti e ai chirurghi in Pronto soccorso. Possono farlo, ma certamente a svantaggio degli interventi in elezione e quindi delle liste d'attesa.
A fronte di tutti questi interventi, la situazione sta migliorando tra tante difficoltà, quindi anche il DEA sta migliorando le proprie performance. È chiaro che il problema sussiste a livello regionale e a livello nazionale. Di conseguenza, spero e credo che, nei prossimi mesi, si possa trovare una linea di condotta, soprattutto per risolvere il problema.
Oggi parliamo di Ciriè, ma potremmo parlare di qualsiasi Pronto soccorso del nostro Paese.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1235 presentata da Gallo, inerente a "Chiarimenti in merito agli ampliamenti sull'offerta dei servizi CUP e Centro prelievi dell'ASL TO3 di Piossasco"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1235.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Parliamo di Piossasco, ma in generale dell'ASL-TO3, quindi un'altra ASL, in particolare del distretto dell'area metropolitana sud all'interno dell'ASL-TO3, di cui fanno parte i Comuni di Beinasco, Bruino, Orbassano Rivalta, Volvera e Piossasco. Perché parliamo di questo distretto? Perch dopo molti mesi di attesa, il 20 settembre sono stati aperti i nuovi locali dell'ASL a Piossasco, nella nuova sede di via Trento, totalmente ristrutturata, e sono entrati in funzione in quel giorno i servizi del centro prelievi e del CUP, con i medesimi orari pregressi prima del COVID e dell'apertura della nuova sede.
Se però guardiamo con più attenzione la distribuzione dei servizi all'interno del distretto dell'area metropolitana sud dell'ASL-TO3, abbiamo rilevato - ci è stato anche segnalato e siamo concordi in questo - un disequilibrio nella distribuzione dei servizi di base. Ad esempio, nel poliambulatorio di Orbassano il servizio di prelievo del sangue ad accesso diretto è dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 8,45; a Piossasco è soltanto un giorno, il martedì dalle 8 alle 8,45. Il servizio CUP, quindi amministrativo, a Orbassano è garantito tutti i giorni, mentre a Piossasco solo due giorni, ma, al di là delle città, il territorio di quest'area del distretto attorno a Piossasco ha un disequilibrio rispetto alla distribuzione dei servizi di base.
Nel momento in cui è stata inaugurata la nuova sede ed è avvenuto il trasferimento dei servizi, proprio l'ASL aveva preventivato l'opportunità di ampliare con alcune novità l'offerta dei servizi di quest'area, con l'apertura dei nuovi locali. L'interrogazione verte proprio su questo, cioè su quali modalità e quando s'intendono riequilibrare all'interno del distretto i servizi di base, in particolar modo senza ampliare i servizi di altra tipologia, ma ampliando i servizi attualmente in vigore, che sono quelli del centro prelievi e dei servizi CUP almeno ad altre fasce orarie o almeno progressivamente per andare a garantire un servizio in questo territorio e nella nuova sede totalmente ristrutturata messa a disposizione dell'ASL.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Gallo per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Luigi Icardi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho assunto informazioni dal Direttore dell'ASL-TO3 ed è emersa una serie di indicazioni.
Nel corso del mese di settembre 2022 i servizi ASL del Comune di Piossasco sono stati trasferiti dalla sede di via Torino alla nuova sede di via Trento (ex Casa San Giacomo). Oggi hanno trovato ubicazione presso la palazzina ristrutturata il Centro Unico di Prenotazione (CUP) e il punto prelievi, con tutte le attività consultoriali.
È in via di realizzazione, al piano terreno di questo stabile, una palestra a uso del Servizio Recupero e Rieducazione Funzionale (RRF).
Nella seconda ala dell'edificio sono presenti gli Uffici dell'ente gestore dei servizi socio-assistenziali (CIDIS), in un'ottica anche d'integrazione tra i servizi sanitari e quelli sociali. Il CUP è operativo nelle giornate di martedì e giovedì, con orario dalle 8 alle 12; il punto prelievi, ad accesso diretto (quindi senza prenotazione), è operativo il martedì con inizio attività alle ore 8.
L'attuale organizzazione distrettuale garantisce la presenza di un CUP e di un punto prelievi in ogni Comune del distretto, quindi in tutti i Comuni c'è un punto prelievi (Bruino, Beinasco, Orbassano, Piossasco Rivalta di Torino e Volvera).
Bisogna sottolineare, però, che il numero di utenti che settimanalmente si presentano a Piossasco per esami di laboratorio in accesso diretto si aggira intorno alle 40 unità, mentre gli utenti del CUP sono circa un centinaio al giorno; numeri che non giustificano ulteriori aperture (40 prelievi si fanno in tempi rapidi!). Ovviamente siamo disponibili ad incrementarli, qualora ce ne fosse la necessità, ma con questi numeri l'offerta è ampiamente sufficiente a coprire il fabbisogno.
Per quanto concerne il CUP, negli ultimi tempi sono state attivate modalità anche alternative di erogazione dei servizi, come ad esempio il CUP regionale. Come dicevo, qualora la domanda dovesse aumentare, e come già comunicato anche al Sindaco con nota ufficiale da parte dell'Azienda sanitaria, sarà nostra cura (certamente non ci saranno problemi al riguardo) aumentare le giornate o, eventualmente, la fascia oraria delle stesse. Ripeto, però, che 40 prelievi del sangue e 100 accessi giornalieri al CUP sono ampiamente coperti con l'attuale organizzazione del servizio.
Vi è, comunque, la nostra totale disponibilità a rivedere un'eventuale riorganizzazione insieme alla Direzione qualora se ne ravvisasse la necessità.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.15 il Presidente riprenderà la seduta del Consiglio regionale sospesa alle ore 12.54.
Grazie che buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 15.05 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente alle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 16.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Difensore civico

Dibattito sulla relazione annuale del Difensore Civico (ai sensi della l.r. 50/1981) (seguito)

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Dibattito sulla relazione annuale del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale (ai sensi della l.r. 28/2009) (seguito)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Giovani

Dibattito sulla relazione annuale del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza (ai sensi della l.r. 31/2009) (seguito)

Argomento: Benessere animale

Dibattito sulla relazione del Garante dei diritti degli animali. (ai sensi della l.r. 6/2010) (seguito)


PRESIDENTE

Atti d'indirizzo collegati (seguito)



PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulla relazione annuale del Difensore Civico che abbiamo accorpato con i dibattiti sulle relazioni dei tre Garanti della Regione Piemonte.
Sono stati esaminati gli atti d'indirizzo collegati alla relazione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, la mozione n. 912 e l'ordine del giorno n. 913. Dopo l'illustrazione di entrambi è iniziata la discussione generale.
È rimasto in sospeso l'intervento del collega Sarno, che era stato interrotto.
Consigliere Sarno, vuole concludere il suo intervento? La parola al Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Mi pare che sia tornata la serenità. Avremo modo, quindi, di discutere anche di altri argomenti.
L'Aula è ritornata serena, ma senza ascolto; questo era evidente che accadesse. Proverò a intervenire cercando di farmi quantomeno sentire, più che ascoltare, dai colleghi.
Ribadisco alcuni passaggi del precedente intervento, così si comprende il contesto.
L'intervento era sull'ordine del giorno a prima firma Rossi sull'istituzione di un'indagine sulla situazione carceraria, legata soprattutto al tema sanitario, ma alcuni colleghi della maggioranza avevano risposto che quello non era il metodo per approfondire.
Presidente, volevo ribadire, invece, l'importanza di questo strumento anzitutto perché non si può dire che esso non sia un modo per approfondire anzi è esattamente il contrario: si può approfondire con un'indagine di questo tipo o con un gruppo di lavoro all'interno della Commissione.
Lo abbiamo già detto in mattinata: siamo disponibili a una mediazione prevedendo anche un diverso strumento. Il tema, però, è costituire un gruppo a livello collettivo, al netto del fatto che l'Ufficio di Presidenza della IV Commissione abbia già visitato alcune strutture, pur mancando una condivisione del percorso collettivo all'interno del Consiglio. Sarebbe utile costituire uno strumento di questo tipo per approfondire il tema ovviamene, insieme al Garante, per avere la possibilità di audire persone certamente con maggiori competenze, che lavorano all'interno di quelle strutture.
Ecco perché, come cercavo di dire questa mattina, alla collega Zambaia questo è uno strumento di approfondimento, anziché no, contrariamente a quanto sosteneva la collega questa mattina. Altrimenti, delle due l'una: non possiamo avere due pesi e due misure, perché alcune indagini conoscitive proposte dal Presidente di IV Commissione Stecco sono state accettate di buon grado anche dalle opposizioni e può così valere la stessa cosa per questo strumento che ha lo stesso obiettivo. Speriamo, quindi, che ci sia questa volontà.
In ultimo, non vedo più il Capogruppo Preioni, ma l'Aula è ovviamente sovrana anche in sua assenza.



(Commenti fuori microfono)



SARNO Diego

Infatti, ho detto "ovviamente".
In seguito a quanto annunciato dal collega Preioni, lui è intervenuto ma non ho capito con quale obiettivo, su alcuni dati relativi alla presenza di stranieri all'interno delle nostre strutture carcerarie.
Quei dati sono stati poi puntualizzati dal nostro amato Presidente Allasia, il quale ha precisato sul contenuto e non sul metodo. Caro Presidente, visto che lei, prima di essere interrotto, ha detto che svolge una funzione di aiuto all'Aula e di puntualizzazione (in ogni caso, su un contenuto e non su un metodo), da parte mia ho osservato che bisognerebbe studiare questi numeri. Ovviamente, non nel senso di stabilire se i numeri sono corretti oppure no, ma perché quei numeri, Presidente, quand'anche fossero più alti, rappresentano persone con delle storie. Quelle persone in particolare, arrivano all'interno delle strutture carcerarie giustamente, perché hanno commesso un reato, ma i numeri si devono argomentare e studiare.
Il numero in sé non è asettico, i numeri non sono mai asettici. Mi chiedo perché, soprattutto alcune categorie di persone, vengono utilizzate per.
Perché nelle carceri vi è una presenza maggiore di alcune categorie sociali? Perché, in alcuni casi, sono quelli più in difficoltà; perché in alcuni casi - ripeto, alcuni casi - sono quelli che hanno minore accesso a una vita quotidiana dignitosa, ma soprattutto con riferimento al caso citato dal Consigliere Preioni, coloro che usano quelle persone hanno nomi cognomi e chiara nazionalità. Chi spaccia nelle nostre strade, per usare l'esempio del Consigliere Preioni, viene utilizzato da organizzazioni criminali che hanno nomi e cognomi e sono 'ndrangheta, mafia e camorra, in particolar modo sul nostro territorio 'ndrangheta e camorra. Ora, a capo della 'ndrangheta e della camorra, collegate alle mafie straniere, ci sono italiani, ripeto, italiani; non sono stranieri, ma sono italiani "italianissimi"! Per questo motivo, ho tentato di dire che bisognerebbe studiare i numeri, non per offendere qualcuno, ma perché i numeri non sono mai asettici.
Se si vuole entrare in quella discussione, Presidente, bisogna avere la capacità di analizzare i motivi per i quali nelle nostre strutture carcerarie vi è, in proporzione, una prevalenza di alcune categorie, non solo in termini di paesi d'origine, ma anche di alcune categorie sociali ripeto, sociali.
Pertanto, o si fa così e, allora, l'indagine, cara collega Zambaia, ci aiuta a capire anche questi aspetti con un lavoro puntuale, preciso e di studio, altrimenti si fa altro! Non era questo però l'obiettivo del collega Rossi, perché era quello di predisporre uno studio per capire e comprendere quale sia la fenomenologia che c'è all'interno delle nostre strutture, sia sul piano strutturale, sia sul piano sanitario.
Ecco perché si rende necessaria un'indagine conoscitiva, un gruppo di lavoro all'interno della Commissione, che però possa chiamare le persone a raccontarci dei fatti, delle cose, delle intuizioni e dei progetti svolgendo così un approfondimento tematico che ci aiuti a comporre anche un'interlocuzione con i livelli nazionali che devono avere la prima responsabilità su alcune scelte.
Forse, sono stato un po' più chiaro, lo spero almeno.
Non avevo concluso, perché quando ho pronunciato la parola "studio" c'è stata un po' di agitazione, ma non mi riferivo soltanto allo studio dei numeri, ma al fenomeno che sta dietro a quei numeri.
Credo davvero che la Commissione d'indagine sia particolarmente utile per fare un passo in più oltre il grande lavoro del Garante, che ogni anno ci relaziona e che ogni giorno è disponibile a confrontarsi con noi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve. Ho sottoscritto quest'ordine del giorno e pensavo di intervenire con un invito per supportare questa proposta, un invito a una votazione condivisa e unanime, ma poi un collega di maggioranza fuori microfono mi ha spiegato perché non è possibile. Ho capito, quindi, di essere un po' ingenua nella mia richiesta di condivisione di un momento di approfondimento che mi sembrava potesse essere utile al Consiglio e soprattutto, al nostro lavoro di Consiglieri.
Probabilmente mi sfuggono pezzi di lavoro di questi anni e prendo atto della non disponibilità della maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo a commento del dibattito di questa mattina per alcune mie considerazioni e per aggiungere qualcosa sulla questione della mozione e dell'ordine del giorno.
Mi permetta di dire, Presidente, che questa mattina, per una volta sono stato contento che ci seguissero in pochi perché, su un argomento così delicato, finire a litigare, mettendoci in mezzo un po' di propaganda e un po' di urla, non ci fa tanto onore. Dovremmo imparare, soprattutto su queste questioni, quando parliamo di chi non ha voce, a entrare più in punta di piedi. Visto che sono state dette cose non completamente corrette vorrei fare alcune precisazioni anche sui numeri.
Parto da una citazione di un autore che si chiamava Elvio Fassone, che nel 1976 scrisse un libro, "Carcere e criminalità: il cittadino interroga le prigioni".
Da questa indagine venne fuori che il carcere era destinato in prevalenza a utenti di una determinata classe sociale, quella emarginata che nel carcere trovava l'ultimo anello di un continuum di risposte negative ed escludenti ai problemi dell'esistenza. Questo nel 1976, quando in Italia gli stranieri erano molto meno presenti di adesso.
Se vogliamo andare indietro nella storia, potremmo vedere con molta facilità che le carceri sono sempre state piene di due categorie di persone: poveri e oppositori del regime dominante in quel dato periodo soprattutto quando è un regime autoritario.
Oggi possiamo dire che è diverso; possiamo dire che non sono i poveri ad andare in galera, ma diventa una questione etnica, com'è stato sostenuto, secondo me erroneamente, in quest'Aula. Se analizziamo i numeri e facciamo uno sforzo per superare la questione della propaganda e della ricerca dei voti, scopriamo, secondo l'ISTAT, che il 90% delle persone detenute sono sotto la soglia di povertà. In Italia, vi sono poco più di cinque milioni di persone sotto la soglia di povertà.
Il primo dato dell'ISTAT, quindi, è che il 9% della popolazione italiana fornisce il 90% dei detenuti. Il 90% dei detenuti è composto da persone che vivono sotto la soglia di povertà.
Primo dato (e già questo ci dovrebbe fare pensare).
Di questi cinque milioni circa che vivono sotto la soglia di povertà sempre per approssimazione, tre e mezzo sono italiani e uno e mezzo stranieri.
Se prendiamo il dato assoluto - vado subito alla conclusione, perché ne abbiamo discusso tanto oggi e poi magari ne riparleremo nel gruppo di lavoro - abbiamo una percentuale alta di stranieri, ma se come base del calcolo prendiamo la percentuale di povertà, scopriamo una cosa semplicissima in statistica e negli studi sociali: non è che vanno in galera perché sono stranieri, vanno in galera perché sono poveri.
In Italia, in questo momento, gli stranieri sono, in percentuale, più poveri degli italiani, anche perché arrivano e non hanno una rete relazionale, non hanno la famiglia alle spalle, non tutti si integrano e non tutti vengono inseriti.
Che cosa voglio dire, quindi? Dobbiamo superare la propaganda, che magari porta qualche voto, ma non aiuta a comprendere i fenomeni. Dobbiamo dire che ancora oggi in carcere, purtroppo, ci finiscono i poveri. Infatti in Italia la percentuale di stranieri in carcere è più alta perché gli stranieri sono mediamente più poveri degli italiani. Sappiamo che se una persona straniera è inclusa e inserita nella società, è più facile che non delinqua rispetto a una persona che non s'inserisce, quindi il contrario di alcune conclusioni oggi espresse. Va bene avere posizioni diverse, però vi chiedo almeno lo sforzo di non criminalizzare i poveri, al di là dell'etnia cui appartengono.
Detto questo, per quanto riguarda la mozione sulla questione della sanità penitenziaria, da parte nostra, come abbiamo sempre detto sin da questa mattina, l'obiettivo è di dare un supporto a chi ogni giorno lavora in tale ambito e, se serve, anche alla Giunta. Noi, quindi, alla luce di scambi e confronti avuti durante la pausa dei lavori, siamo tranquillamente disposti a ritirare la nostra mozione e a scriverne una insieme alle forze di maggioranza. Siamo d'accordo a non fare un'indagine conoscitiva, se alla maggioranza risulta più gradito un gruppo di lavoro, e siamo disposti a cedere la Presidenza di questo gruppo, nel senso che non abbiamo nessun interesse in tal senso: l'importante è che si faccia il lavoro. L'unica cosa che chiediamo è che il gruppo di lavoro si faccia con un programma condiviso di audizioni, che ci sia una relazione sulle criticità, che ci sia una relazione sulle proposte migliorative e che questo venga discusso e messo agli atti del Consiglio. Di più non possiamo fare.
Ci auguriamo - e ringrazio anche la collega Zambaia per essersi resa disponibile al confronto e il collega Sarno per averci dato una mano - che già nella giornata di oggi si possa votare un documento condiviso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Zambaia; ne ha facoltà.



ZAMBAIA Sara

Grazie, Presidente.
Mi permetta una provocazione, Presidente: ogni giorno dobbiamo avere lo scopo di imparare qualcosa di nuovo e oggi abbiamo imparato che in carcere ci vanno i poveri! Ringrazio i colleghi, ma permettetemi almeno questa battuta, voglio proprio ben sperare mal spiegata dai colleghi.
Ovviamente, l'oggetto del mio intervento non è quello di provocare tantomeno di recepire le provocazioni, anche perché non è che quando il Consigliere Preioni e i colleghi di maggioranza fanno delle affermazioni e guardo volutamente i colleghi, in particolare il collega Sarno automaticamente quelle sono frutto di persone che studiano poco: sono semplicemente dei punti di vista, anzi, nemmeno. In questo caso, come poi ha ben ribadito il Presidente Allasia, erano semplicemente dei dati. Che poi ci siano delle chiavi di lettura dietro a quei dati non ci trovo veramente nulla di misterioso, tantomeno dire che poi abbiamo dato adito in un qualche modo, a una vergogna istituzionale che, semmai, si è verificata dopo per fatti assolutamente slegati ai lavori di questa mozione e di questo ordine del giorno.
Detto questo, Presidente, il senso del mio intervento era di, in qualche modo, rifarmi a quello che ha detto il collega Rossi. Chiaramente il testo del Consigliere Rossi non poteva andare bene così come era strutturato, ma l'avevo già detto nel mio intervento precedente, perché non poteva avere un senso la proposta d'istituzione di un'indagine conoscitiva.
L'indagine conoscitiva ha un senso - spesso sono stata io la prima a proporne l'istituzione in altri contesti e su altre tematiche - se si tratta di dover approfondire delle tematiche che, generalmente, non vengono trattate in modo particolare all'interno della Commissione di riferimento oppure se non ci sono degli organismi che già lo fanno nel quotidiano.
L'attenzione della IV Commissione sul tema è alta.
Approfitto anche per rispondere alla collega Frediani e ricordare che nella relazione del Garante Mellano, a pagina 50 si cita proprio la data della Commissione di febbraio in cui abbiamo parlato della situazione sanitaria delle carceri, quindi, in verità, oltre ai sopralluoghi degli Uffici di Presidenza, c'è stato anche un dibattito specifico in IV Commissione. Lo dico tra parentesi unicamente perché la collega lo aveva chiesto e poiché è assente il Presidente della Commissione, quindi mi sento di doverlo ricordare.
Ripeto, stiamo facendo questi approfondimenti in IV Commissione e oltretutto, abbiamo un Garante specifico, l'onorevole Mellano, che, di fatto, l'indagine conoscitiva la fa quotidianamente e professionalmente bene da tanti anni. Ben venga l'offerta e la possibilità di strutturare un documento insieme.
Come maggioranza siamo assolutamente disponibili, troveremo una sintesi, ma la direzione non è quella dell'indagine conoscitiva, ma è quella di istituire un gruppo di lavoro all'interno della IV Commissione.
Non c'è bisogno di cedere alcun tipo di presidenza, perché viene naturalmente presieduta dal Presidente della IV Commissione, il collega Stecco. Quella sarà l'occasione, con tutti i colleghi Commissari che vorranno approfondire, di audire, piuttosto che recepire informazioni e documenti, finalizzati ovviamente a effettuare poi una relazione congiunta con tutti i Commissari che parteciperanno a questo gruppo di lavoro.
Presidente, recepiamo favorevolmente la proposta dei colleghi di strutturare un documento insieme, al netto delle provocazioni. Sicuramente abbiamo punti di vista diversi, ma probabilmente anche questo contesto ci rende forse la parte più democratica dell'emiciclo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Zambaia.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Solo per alcune precisazioni, visto che può capitare, quando s'interviene in Aula, spesso con un livello di rumore di fondo troppo alto che non ci si capisca. Può capitare che qualche Consigliere faccia un intervento riportando interventi di colleghi che, magari, erano diversi. Lo dico perché ho ascoltato il dibattito, l'intervento della Consigliera Zambaia che mi ha appena preceduto, così come quelli precedenti e anche quello della Consigliera Frediani.
La seduta per approfondire la situazione carceraria c'è stata in IV Commissione perché l'aveva chiesta la Consigliera Frediani, che si ricordava di averla fatta, quindi non c'è bisogno che venga ricordato oggi.
La Consigliera Frediani non si riferiva all'approfondimento in Commissione ma si riferiva ai sopralluoghi. Oggi si è parlato di questi sopralluoghi come se fossero della Commissione, ma quando è la Commissione che li fa c'è una specifica convocazione, ma così non è stato. Alcuni Consiglieri hanno fatto dei sopralluoghi a titolo personale. Probabilmente - questo forse è un fatto politico - tali sopralluoghi sono stati coordinati dalla Presidenza della Commissione ma, di fatto, non sono stati sopralluoghi della Commissione.
Volevo precisare questo punto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Si sfogherà la parte alla mia destra dell'emiciclo, ma ho ascoltato delle cose veramente scollegate dalla realtà. In Aula arriviamo a dire che in carcere ci finiscono i poveri, che la povertà è un requisito per andare in carcere. Prima si parlava, sicuramente al passato, rispetto agli oppositori politici, ma in carcere ci finisce chi delinque. Non è giustificabile delinquere perché si è poveri. Mio nonno era povero lavorava per il benessere della sua famiglia e non è andato in carcere.
Naturalmente i proventi illeciti non sono in chiaro, ma in nero. Mi pare che i proventi dello spaccio siano di milioni e milioni di euro. Ci sono spacciatori che guadagnano milioni e milioni di euro sulle vite dei nostri giovani.
Naturalmente c'è il sistema delle mafie che esercita delle pressioni e arruola queste persone in alcuni casi, ma c'è la mafia nigeriana (pensiamo alla tratta delle donne), c'è la mafia albanese e ci sono altre mafie che si sono insediate, purtroppo, nel nostro paese.
Ribadisco che abbiamo un sistema, a livello giuridico, che andrebbe rivisto, perché abusiamo della carcerazione preventiva e dopo abbiamo processi penali che durano decenni. Ci sono persone che arrivano ad accumulare un sacco di condanne e poi finalmente, dopo decenni, finiscono in carcere.
Andate a chiedere alla gente per bene e onesta che abita in Barriera di Milano o nelle nostre periferie quanta gente dovrebbe restare in carcere e invece, è fuori che delinque e fa sì che la gente onesta non possa scendere di casa perché vittima della micro e macro criminalità dello spaccio! Non bisogna allontanarsi molto, basta fare qualche centinaio di metri dal centro di Torino e scoprirete che la realtà è assolutamente scollegata da quella che voi rappresentate in Aula.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Ho visto che il collega Preioni è intervenuto più volte, quindi mi sento anch'io in diritto di farlo. È l'ultima volta e prometto che non interverrò più sul tema.
Collega Zambaia, come lei sa, anche oggi tendo alla mediazione in ogni situazione, perché ci interessa l'obiettivo. Però le provocazioni il sottoscritto non le ha fatte, ma qui continuo a sentirne parecchie.
Una mi permetto di farla anche io. Non sono d'accordo con il collega Sarno: non bisogna studiare, perché non siamo noi a dirlo; però, collega Preioni, legga la relazione del Garante, non la studi, la legga, perché lei non ha detto una parola sulla relazione. Ha parlato di macrofenomeni con opinioni nelle quali non ci riconosciamo, ma qui nessuno ha mai detto che un povero è giustificato nel delinquere, come lei in maniera fuorviante sta cercando di far passare. L'ha detto lei, mettendo in bocca queste parole a qualcuno, parole che qui nessuno ha mai pronunciato! Noi stiamo dicendo, e lo ribadiamo, che c'è un dato che è sociologico e storico, che lei può far finta di non vedere perché le conviene elettoralmente non vederlo, strumentalizzando il tema. C'è un dato storico e sociologico che non ha nulla a che fare con la responsabilità individuale. Lo dice l'ISTAT - non lo dice Domenico Rossi - cioè che se lei va a vedere il reddito di coloro che sono finiti in galera, come dice lei sono persone che vivevano per il 90% dei casi sotto la soglia di povertà.
Allora, lei questa cosa come la chiama? Io le dico che la condizione d'indigenza e di povertà favorisce, non giustifica. Favorisce, non giustifica..



(Commenti fuori microfono)



ROSSI Domenico

Lo dice l'ISTAT!



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, non è un dibattito.



ROSSI Domenico

E i dati li deve prendere non sempre per ricercare i voti.
Per quanto riguarda la questione della droga, che lei non ha compreso perché non ha letto la relazione, non si tratta.
Nessuno dice che gli spacciatori non devono andare in galera e non lo dica più riferendosi a noi, non si permetta! Nessuno lo ha detto! Noi stiamo parlando, e lo abbiamo detto dall'inizio, di tossicodipendenti, di micro e piccoli spacciatori che, in realtà, sono più tossicodipendenti di piccole dosi, persone che hanno problemi mentali, gente che è in attesa di giudizio per queste cose, non di gente che aspetta dieci anni per poi non andare in galera. Ma dove le legge queste cose lei? C'è un problema legato a tutt'altro problema. Allora, ci faccia la cortesia, non strumentalizzi questi temi, legga le relazioni se vuole intervenire sulle relazioni e poi il dibattito sulla giustizia lo facciamo in un altro momento!



PRESIDENTE

Colleghi, adesso interrompo il dibattito, perché mi sembra che non sia un dibattito.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri.
Consigliera Disabato, non mi deve parlare sopra! Consigliere Gallo, per piacere, non faccia l'avvocato, perché ne abbiamo già abbastanza di avvocati! Interrompo la discussione perché mi sembra che ormai sia un dibattito a due fra il Consigliere Rossi e il Consigliere Preioni, perciò andiamo avanti.
Ci sono delle modifiche, delle quali però non abbiamo il testo.
Pertanto, o le esponete a microfono, oppure vi avvicinate alla Presidenza.



ZAMBAIA Sara

Possiamo sospendere per un paio di minuti?



PRESIDENTE

Sospendiamo per apportare le modifiche all'ordine del giorno e alla mozione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.14, riprende alle ore 17.27)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sugli atti d'indirizzo si è trovata un'intesa per un nuovo testo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In accordo con il Gruppo Lega - in particolare, ringrazio la collega Zambaia - ritiriamo la mozione n. 912 a mia prima firma, avente a oggetto "Indagine conoscitiva sulla sanità penitenziaria in Piemonte" (chiaramente in questo momento parlo per me), perché abbiamo appena ripresentato una nuova mozione che non parla più di "indagine conoscitiva", ma di "gruppo di lavoro", sottoscritta trasversalmente dalle diverse forze politiche del Consiglio. Chi non fosse ancora riuscito a sottoscrivere il testo pu chiaramente farlo nelle prossime ore.
Questo testo è condiviso. La nuova mozione, rubricata n. 916, ha per oggetto "Gruppo di lavoro sulla sanità penitenziaria in Piemonte", ed è già stata inviata al Settore competente.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Informo i Consiglieri che la mozione n. 916, avente a oggetto "Gruppo di lavoro sulla sanità penitenziaria in Piemonte", è già stata caricata sulla piattaforma.
Vi sono ulteriori richieste d'intervento? Consigliera Zambaia, intende ritirare l'ordine del giorno a sua prima firma? Prego, ha facoltà di intervenire.



ZAMBAIA Sara

A questo punto, sì.
Visto che abbiamo depositato quest'atto condiviso, ritiro formalmente l'ordine del giorno n. 913, a mia prima firma, avente a oggetto "Sovraffollamento delle carceri piemontesi: continuare a sensibilizzare per garantire la sicurezza dei detenuti e della Polizia Penitenziaria".
Ovviamente, come ha detto il collega Rossi, la mozione depositata è un atto trasversale e condiviso (ma soprattutto trasversale).
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
La Giunta intende esprimersi in merito, o si rimette all'Aula?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Si rimette all'Aula. Possiamo procedere con la votazione e ricordo che il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 916, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva all'unanimità.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Chiedo ai Capigruppo se vi sia l'intesa di proseguire i lavori con l'esame di ulteriori atti di indirizzo. Mi pare di capire che si possa concludere la seduta.
Grazie a tutti del lavoro fin qui svolto. Ringrazio, altresì, il Difensore Civico e i Garanti per la loro presenza. Auguro a tutti buon proseguimento di lavoro e buona serata.
Nella Conferenza dei Capigruppo di domani, convocata alle ore 12 verranno calendarizzati i lavori della prossima settimana.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.30)



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