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Dettaglio seduta n.217 del 22/11/22 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GIANLUCA GAVAZZA



(I lavori iniziano alle ore 14.31 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la sessione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1225 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Chiorino; interrogazione a risposta immediata n. 1229 presentata dalla Consigliera Canalis, cui risponderà l'Assessore Chiorino; interrogazione a risposta immediata n.
1228 presentata dal Consigliere Giaccone, cui risponderà l'Assessore Tronzano; interrogazione a risposta immediata n. 1229 presentata dal Consigliere Sacco, cui risponderà l'Assessore Chiorino; interrogazione a risposta immediata n. 1227 presentata dalla Consigliera Accossato, cui risponderà l'Assessore Chiorino; interrogazione a risposta immediata n.
1223 presentata dalla Consigliera Disabato, cui risponderà l'Assessore Chiorino; interrogazione a risposta immediata n. 1224 presentata dal Consigliere Gallo, cui risponderà l'Assessore Chiorino.
Ricordo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo, inoltre, che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo, infine, che è prevista l'illustrazione, da parte dell'interrogante, per tre minuti, la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e che non sono previste repliche.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1225 presentata da Magliano inerente a "Il Pronto Soccorso dell'Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino è in collasso: sovraffollamento, ore e ore in attesa e medici in fuga. Cosa farà la Giunta in merito?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1225.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'Assessora per essere presente al posto dell'Assessore Icardi competente.
Il Pronto soccorso è un'unità operativa dell'ospedale dedicata ai casi di emergenza-urgenza; presso il pronto soccorso si effettuano le operazioni di diagnosi e cura e si garantisce la prima valutazione dei pazienti; presso l'Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino è attivo uno dei principali pronto soccorso di Torino e del Piemonte.
Rilevato che da numerose fonti giornalistiche - la scorsa settimana avevamo i giornali pieni - è emerso che i pronto soccorso sono diventati reparti con pazienti in attesa di essere ricoverati per giorni e giorni. I pazienti sono aumentati e i posti letto non bastano. I tempi di ricovero presso il Pronto soccorso del Mauriziano sono piuttosto lunghi (da due a quattro giorni). I tempi di rivalutazione del paziente in attesa di visite inoltre, sono resi complicati dalle condizioni di sovraffollamento e non sempre possono essere rispettati. Il personale è sotto organico, sempre più provato e demotivato, tant'è vero che c'erano dichiarazioni del personale rilasciate alla stampa. Non si effettuano solo esami di routine, ma accertamenti sofisticati che andrebbero eseguiti in reparti specialistici.
Constatato che in Piemonte dal 2010 al 2020 sono stati tagliati 2011 posti letto per acuti, con una riduzione del 14% e negli stessi anni, a fronte di un aumento di 173 posti letto in riabilitazione, sono stati tagliati 440 posti letto di lungodegenza, pari al 33% del totale, i sanitari dipendenti del servizio sanitario nel 2010 erano 58.934 e nel 2020 erano, invece 55.019 con una riduzione di 3.915 unità complessive. Nel mese di luglio 2022 si è registrato un incremento del 25% sui carichi di lavoro delle centrali operative con circa 1.000 chiamate al giorno, con un picco che ha superato le 1.200 il 25 luglio 2022: un carico esorbitante per la gestione di tale servizio. Rispetto al mese di luglio 2020, nel 2022 si registra un incremento del 30% nel trasporto presso i DEA pronto soccorso da parte del sistema territoriale.
Considerato che i cittadini prendono d'assalto il sistema 118 e i pronto soccorso, perché privi di orari di apertura e chiusura, si rendono necessari interventi strutturali per migliorare le condizioni di lavoro nei pronto soccorso e il servizio reso alla popolazione, in particolare l'aumento dei posti letto per pazienti acuti e post-acuti, con l'assunzione di adeguato personale. Distribuire barelle nei reparti e riconvertire degenze specialistiche in aree di attesa per i pazienti possono essere solo scelte emergenziali, in caso di improvviso e massiccio iperafflusso, ma non possono certamente rappresentare proposte concrete di gestione quotidiana dell'attesa di ricovero dei pazienti in DEA.
Considerato, inoltre, che i posti letto presso i pronto soccorso dovrebbero essere riservati solo a pazienti in fase acuta, interrogo per sapere quali misure intenda mettere in atto la Giunta regionale per permettere ai pronto soccorso del territorio piemontese - in particolare quello dell'Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino - di garantire ai cittadini un servizio pienamente funzionale ed efficiente.
Ben sappiamo quanto il Direttore generale (il dottor Dall'Acqua) stia lavorando su questo e sappiamo anche che al Mauriziano non vi sono barelle ma posti letto, cioè dei letti veri e propri. Questo rende un po' meno difficile la presenza di coloro che aspettano di essere visitati o che aspettano di giungere in un reparto a loro dedicato per la loro patologia.
Nonostante questo, chiediamo come la Giunta possa aiutare il Mauriziano a far fronte a queste problematicità che abbiamo riscontrato, non solo a mezzo stampa ma anche per segnalazioni che arrivano da cittadini.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Chiorino, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



CHIORINO Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente, e grazie al Consigliere Magliano per l'illustrazione.
Leggerò la nota trasmessa dall'Assessore Icardi, che rileva che, in riferimento al quesito posto, al fine di far fronte al sovraffollamento del Pronto Soccorso dell'Ospedale Mauriziano, si è provveduto a una serie di azioni e interventi, che sono i seguenti: espletare innanzitutto un concorso pubblico per il reclutamento di dirigenti medici di medicina e chirurgia di accettazione ed urgenza. Il concorso è stato espletato il 4 ottobre 2022 con una graduatoria utile di 11 medici urgentisti da assumere in qualità di dipendenti, con assunzioni ad oggi in corso.
È prevista l'attività aggiuntiva a favore dell'Azienda in pronto soccorso per turni fuori orario di servizio per medici, infermieri e OSS e la creazione di un ulteriore nuovo spazio per l'osservazione breve dei pazienti costituito da dieci posti letto. Sono in corso le attivazioni del fast track anche per ortopedia e otorinolaringoiatria, che sono già attive per ostetricia, ginecologia e oculistica. È stata potenziata l'attività di triage e rivalutazione con passaggio da due a tre postazioni nella fascia oraria 7-22 e sono state emanate ulteriori disposizioni per gestire l'iperafflusso in DEA. Questo è quanto.
Grazie, Presidente.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1226 presentata da Canalis, inerente a "La REMS di Bioglio si farà?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1226.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione a risposta immediata riguarda una struttura sanitaria situata nel Comune di Bioglio, in Provincia di Biella. È una struttura che in passato ha ospitato un ospedale e in seguito una RSA. Dal 2011 è stata definitivamente chiusa con una grave perdita sia occupazionale (di ben 40 posti di lavoro) sia artistico-culturale, perché l'immobile che ospitava questa struttura ha un grande valore storico e artistico.
La Giunta regionale del Piemonte nel 2013, 2014 e 2015 ha normato il tema delle REMS, cioè le residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza. È un tema molto specifico, che ha a che vedere con Bioglio, perché si era pensato di riconvertire quella struttura a REMS con l'obiettivo di creare due moduli da 20 posti ciascuno. Oggi, in Piemonte ci sono due REMS (perlomeno, a noi risultano queste), una a Bra, in provincia di Cuneo, e un'altra a San Maurizio Canavese, in Provincia di Torino.
Ebbene, perché l'urgenza di questo tema? Perché l'Amministrazione comunale di Bioglio, essendoci un vincolo formale su questa struttura immobiliare di proprietà dell'ASL, in questi anni non ha potuto riscuotere i tributi dovuti (IMU e TARI), non essendo, di fatto, la struttura attiva.
L'Amministrazione e l'intera comunità di Bioglio, che in questi anni si sono viste privare di 40 posti di lavoro, di un importante presidio sanitario, in seguito, socio-sanitario e, infine, anche delle entrate tributarie relative a tale immobile, oggi chiedono alla Giunta regionale un chiarimento in merito alle intenzioni sull'attuazione del Piano regionale delle REMS. C'è molta disillusione e lo vogliamo condividere con l'Aula quest'oggi, proprio per l'attesa che si è prodotta in questi lunghi anni e per l'inerzia cui, purtroppo, si è dovuto assistere.
La struttura che, tra l'altro, nella parte relativa al parco ospitava moltissime essenze raccolte in tutto il mondo, che oggi sono state divorate dall'incuria e dall'avanzare del bosco, oggi necessiterebbe di una riconversione o, comunque, di un utilizzo.
La domanda che poniamo alla Giunta è se la struttura di Bioglio rientri ancora effettivamente e non solo per mero vincolo formale nella programmazione relativa al Piano di realizzazione delle nuove REMS in Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Chiorino per la risposta.



CHIORINO Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Con DGR n. 49-3357 del 23 maggio 2016, "Programma regionale per gli interventi finalizzati al superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) ed utilizzo dei fondi di spesa corrente anni 2012-2013.
Modifica della DGR n. 26-2048 del 1° settembre 2015", e con la successiva DGR n. 18-944 del 24 gennaio 2020, "Modifica del programma regionale per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), di cui alla DGR 49-3357 del 23 maggio 2016. Revisione del fabbisogno posti letto REMS (Residenze Esecuzione Misure di Sicurezza) - Ampliamento REMS San Michele di Bra", la Regione Piemonte ha individuato due strutture sanitarie REMS con i relativi posti letto, confermando quanto appena detto dalla Consigliera Canalis: la REMS San Michele di Bra, con 20 posti letto nel territorio di competenza dell'ASL CN2, e la REMS Anton Martin Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese, con 20 posti letto nel territorio di competenza di ASL TO4, per un totale di 40 posti letto.
Le due REMS regionali sono state autorizzate con provvedimento dirigenziale del 16 settembre 2015, per la REMS San Michele di Bra, e del 1° giugno 2016 per la REMS di San Maurizio Canavese, a seguito della verifica circa il possesso di tutti i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, di cui al Decreto Ministeriale del 1° ottobre 2012.
Ogni eventuale evoluzione del modello come sopra descritto sarà eventualmente da ridefinire sulla base di nuovi bisogni sanitari e organizzativi.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione a risposta immediata n. 1228 presentata da Giaccone inerente a "Mancata presentazione SCIA sede unica"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1228.
La parola al Consigliere Giaccone per l'illustrazione.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
L'illustrazione è piuttosto semplice: ho messo insieme alcune dichiarazioni dell'Assessore Tronzano, che ringrazio della presenza.
Il 27 settembre 2022, l'Assessore affermava che il progetto Fuksas era finalmente giunto alla fine dei lavori e che, quindi, si poteva procedere con tutte quelle operazioni che avrebbero consentito l'entrata nella nuova sede di tutto il sistema regionale.
Nella stessa data, l'Assessore aveva dichiarato che il 14 ottobre 2022 sarebbe stata presentata al Comune di Torino la pratica SCIA antincendio però abbiamo poi appreso da un recente Consiglio comunale del 14 novembre scorso, in risposta all'interpellanza presentata dal mio collega di partito e di movimento, come tale SCIA, oggettivamente, non fosse stata ancora presentata. Peraltro, era necessario presentare la SCIA entro 15 giorni dall'ultimazione dei lavori.
Infine, in data 14 ottobre la sede unica è stata presentata alla stampa dal Presidente della Giunta e dall'Assessore al bilancio annunciandone l'avvenuta fine dei lavori e l'ottenuta fruibilità della stessa. Tuttavia questo sarebbe in conflitto con quanto avvenuto dal punto di vista dei termini necessari alle richieste dei permessi e, in particolare, della SCIA.
L'interrogazione è rivolta per sapere dall'Assessore quale sia la situazione attuale, quale impatto abbia tale circostanza, cioè questo ritardo, sulla fruibilità e sulla possibilità di utilizzare la sede unica e che cosa s'intenda fare al riguardo se non si è ancora fatto.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola Tronzano per la risposta.



TRONZANO Andrea, Assessore al patrimonio

Grazie, Presidente.
Naturalmente, ringrazio il Consigliere Giaccone.
Le procedure per la SCIA antincendio sono attualmente in corso, in linea con i passaggi previsti per legge, perché si tratta di una pratica che pu essere avviata solo una volta dichiarata la fine dei lavori.
Al momento, sono in corso le varie prove funzionali sugli impianti che, tra l'altro, stanno dando esito positivo. Una volta ultimate, come da programma, verrà depositata in Comune la segnalazione certificata di agibilità, pratica che una volta consegnata non richiede ulteriori passaggi o autorizzazioni.
Nel frattempo, procede il lavoro per la preparazione del palazzo al trasloco del personale; i primi di dicembre cominceranno ad arrivare gli arredi e inizieranno gli allestimenti dei piani 40 e 39, destinati al Presidente e al Vicepresidente, e dei piani destinati agli Assessori e Direttori.
Nel mese di dicembre inoltre, come sapete, il primo a trasferirsi sarà il Presidente Cirio e poi, nell'arco della prima metà del prossimo anno, si proseguirà con tutto il resto del personale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Andrea Tronzano per la risposta.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione a risposta immediata n. 1229 presentata da Sacco, inerente a "Qualifica di operatori socio-sanitari per le studentesse e gli studenti degli Istituti Professionali a indirizzo servizi per la sanità e l'assistenza sociale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1229.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Sean Sacco.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ho deciso di depositare quest'interrogazione per cercare di far luce su un aspetto che, a mio avviso, potrebbe sicuramente migliorare in Piemonte: mi riferisco, per l'appunto, all'adattamento di alcuni percorsi di formazione a quelli di altre Regioni.
Premetto che sul territorio nazionale esistono già accordi tra Regione e Ufficio Scolastico Regionale che prevedono il riconoscimento, al termine del percorso scolastico, della qualifica di Operatore Socio-Sanitario: un esempio su tutti è la Regione Toscana. La Regione Toscana, con la delibera di Giunta n. 706/2016 ha dato vita, in via sperimentale e con durata triennale, al protocollo d'intesa con l'Ufficio Scolastico Regionale per l'avvio al rilascio della qualifica di operatore socio-sanitario da attuarsi presso le istituzioni scolastiche autonome della Regione Toscana al fine di favorire l'occupazione giovanile e la professionalizzazione favorendo accordi con le Aziende Sanitarie Locali.
Viste le effettive ricadute occupazionali, la Regione Toscana ha rinnovato il suddetto protocollo con la delibera di Giunta n. 919/2019. La Regione Piemonte, con la determina n. 1088 del 30 luglio 2019, ha già riconosciuto l'importanza della formazione degli istituti professionali approvando le "Linee guida per il riconoscimento dei crediti in ingresso per i corsi di operatore socio-sanitario".
Attualmente, chi frequenta in Piemonte un istituto professionale a indirizzo servizi per la sanità e l'assistenza sociale, per vedersi riconosciuta la qualifica di operatore socio-sanitario deve seguire, dopo la maturità, un corso a pagamento di 1.000 ore (annuale o biennale), diviso in 545 ore di teoria, 440 ore di stage e 15 ore di esame finale.
La Regione deve mettere in campo tutte le risorse necessarie a favorire, e non scoraggiare, l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
Attualmente, non viene riconosciuta la professionalità e la formazione delle ragazze e dei ragazzi che frequentano gli istituti professionali dato che ci troviamo, di fatto, di fronte a un'equipollenza tra un corso di 1.000 ore e un percorso scolastico di cinque anni.
Chi frequenta l'indirizzo socio-sanitario all'interno del percorso dell'istituto professionale e, terminati i cinque anni, decide di iscriversi al corso regionale per OSS, ha un riconoscimento di 250 ore oltre che la valutazione delle conoscenze/competenze a cura della Commissione esaminatrice. Sarebbe invece auspicabile prevedere un percorso parallelo, a partire dal terzo anno, con un potenziamento delle materie professionalizzanti, allo scopo di acquisire, al termine del quinto anno un titolo professionale che risponda al fabbisogno di operatori qualificati nel settore socio-sanitario e assistenziale.
In Regione Toscana, attraverso accordi con le Aziende Sanitarie Locali, è permessa l'integrazione delle ore necessarie al conseguimento della qualifica di operatore socio-sanitario (alle studentesse e gli studenti) durante il triennio scolastico, escludendo, di fatto, il percorso privato.
Basta svolgere una rapida ricerca sul web per comprendere l'effettiva e importante carenza della figura dell'operatore socio-sanitario, sia nelle strutture private sia in quelle pubbliche. Attualmente, chi frequenta questi corsi non si vede riconosciuta la possibilità, al termine di questi cinque anni, di ottenere la qualifica.
Interroghiamo la Giunta per sapere per quale motivo non è ancora stato promosso un accordo tra Regione Piemonte e Ufficio Scolastico Regionale per il riconoscimento della qualifica di operatore socio-sanitario a chi frequenta gli istituti professionali a indirizzo servizi per la sanità e l'assistenza sociale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sean Sacco per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Elena Chiorino.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



CHIORINO Elena, Assessore alla formazione professionale

Ringrazio il Consigliere Sacco per l'illustrazione ed evidenzio che l'accordo di cui parla in Toscana risale al 2016; anno in cui evidentemente, l'allora Giunta della Regione Piemonte decise di non andare nella medesima direzione.
Successivamente - nello specifico dal 2019 - è stato aperto un tavolo nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni per definire criteri omogenei e non creare disparità tra le Regioni, come invece sta avvenendo sulla base di alcune (pochissime) Regioni che, in tempi precedenti, avevano definito criteri differenti. Pertanto, per creare chiarezza e uniformità sul territorio, si è deciso di congelare e non portare avanti accrediti specifici, proprio perché tale aspetto è in sede di discussione di Conferenza Stato-Regione a livello nazionale.
Evidenzio, però, che in Piemonte da oltre 15 anni si riconoscono dei crediti agli allievi di questi istituti, che hanno diritto di vedersi riconosciute almeno 250 ore di credito all'iscrizione del corso di 1.000 ore (la Lombardia, ad esempio, giusto per indicare una Regione confinante non prevede crediti).
In Regione Piemonte, tra l'altro, è stata approvata di recente (maggio 2022) la direttiva con cui, proprio al fine di rispondere integralmente ai fabbisogni, l'offerta dei corsi è stata più che raddoppiata e l'accesso agli stessi è stato garantito a tutti coloro che ne abbiano i requisiti: gratuitamente se l'ISEE è inferiore a 10.000 euro, con un contributo parametrato all'ISEE (che in ogni caso non supera i 1.500 euro) per chi dovesse frequentare tutte le 1.000 ore.
La direttiva stessa ha previsto lo stanziamento di 23 milioni di euro.
Tutto questo rientra in una progettualità finalizzata, evidentemente, a individuare una garanzia per i nostri ragazzi, senza che si creino disparità regionali e, quindi, al tavolo della Conferenza Stato-Regioni che sta discutendo e lavorando su tale progettualità.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Elena Chiorino per la risposta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1227 presentata da Accossato inerente a "Carenza medici di base a Venaria"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1227.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Silvana Accossato.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte in merito alla carenza di medici di base, in particolare nella città di Venaria.
Ovviamente siamo consapevoli che si tratta di una questione che riguarda tutto il Piemonte (forse, più in generale, riguarda l'Italia intera): è una questione all'attenzione delle istituzioni e anche dell'Assessorato alla sanità, ma ha una serie di concause anche di natura strutturale del sistema. Ora, il question time, ovviamente, entra nello specifico di una situazione di particolare difficoltà, quella del Comune di Venaria Reale dove, nell'arco dell'ultimo anno, ci sono state o ci saranno, per una serie di motivi, cinque cessazioni e, ad oggi, un solo subentro, nonostante l'ASL Torino 3 ancora quest'estate avesse ipotizzato, non dico promesso, ma individuato una soluzione in tempi rapidi per trovare le sostituzioni dovute.
Ancora la scorsa settimana c'è stata una Commissione consiliare sul tema.
Numerosi cittadini vivono questa difficoltà e questa carenza nei quartieri perché vedono andare in pensione il proprio medico di base e non trovano un sostituto o una collocazione fuori quartiere o a distanza. Si stanno chiedendo quando e come ci potrà essere una soluzione.
La questione posta all'Assessore competente è di capire quali soluzioni Regione e ASL TO3 stanno ponendo in essere per risolvere in tempi brevi questo tipo di problematica.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Silvana Accossato.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Elena Chiorino.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Nel corso del 2022 sono stati pubblicati numerosi bandi per coprire le quattro carenze presenti da inizio anno. Delle quattro carenze, a oggi una sola è stata coperta, con un incarico temporaneo con decorrenza del mese di maggio ultimo scorso. Poiché il bando regionale per assegnare le quattro titolarità di medici di medicina generale convenzionato è andato deserto per le carenze di Venaria, l'ASL, a fine settembre, ha nuovamente aperto un bando per assegnare incarichi temporanei. A questo bando ha risposto un solo medico.
A livello regionale si è, dunque, proceduto a rimettere in pubblicazione tutti gli incarichi non assegnati, emanando la determinazione dirigenziale A141788 del 3 ottobre 2022. Sulla base di questo, in data 17 novembre 2022 è stata successivamente emanata la relativa graduatoria, la cui pubblicazione verrà effettuata giovedì prossimo venturo, quindi in data 24 novembre 2022. Nella stessa giornata si provvederà anche a inviare la lettera di convocazione a tutti i medici che hanno presentato domanda e, ai sensi della normativa del 20 gennaio 2022, la data di convocazione non potrà essere fissata antecedentemente ai 15 giorni successivi alla data di spedizione della lettera. Si prevede, pertanto, di assegnare i relativi incarichi intorno al 10 dicembre 2022. Qualora all'esito del nuovo bando regionale si rilevasse nuovamente la carenza, l'ASL procederà alla pubblicazione di un incarico temporaneo.
Nelle more della conclusione dei procedimenti di cui sopra, sono state applicate tutte le indicazioni contrattuali, tra cui la proposta ai medici attualmente convenzionati operanti nella città di Venaria di incrementare il numero degli assistiti sino a un massimo di 1.800. Ha aderito un solo medico.
Nonostante ciò, si tiene a sottolineare che il diritto all'assistenza di base è comunque garantito. I medici di medicina generale operanti nei Comuni limitrofi, con ambulatorio nelle città di Druento, Pianezza Alpignano e non massimalisti, sono disponibili ad accogliere i cittadini residenti in Venaria, ma sono impossibilitati, per convenzione, ad aprire un secondo ambulatorio in Venaria, perché è un diverso ambito di scelta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiorino per la risposta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1223 presentata da Disabato inerente a "Tutela dei lavori coinvolti nel cantiere del complesso Cemex a Saluggia"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1223.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà per tre minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Come da lei riferito nel titolo dell'interrogazione, parliamo del sito Cemex di Saluggia, dove sono presenti circa 300 metri cubi di rifiuti liquidi radioattivi, di cui 125 a più alta attività, che provengono principalmente dalle campagne di riprocessamento degli elementi di combustibile irraggiati condotte negli anni Settanta e Ottanta. Per solidificare i rifiuti liquidi vi è un progetto che prevede la realizzazione del complesso Cemex, all'interno del quale i rifiuti saranno cementati e condizionati. La complessità del progetto è dovuta alla particolare articolazione impiantistica che, dato il livello di radioattività dei liquidi da trattare, prevede la completa remotizzazione delle operazioni al fine di garantire la massima sicurezza per i lavoratori, la popolazione e l'ambiente.
Il 14 luglio 2020 è stato pubblicato, con avviso sulla Gazzetta Ufficiale Unione Europea, un nuovo bando di gara per i lavori di completamento del complesso Cemex, una nuova gara, perché c'è da dire che quella precedente che aveva visto un assegnatario, quindi un'azienda vincitrice, purtroppo ha anche visto il contratto recedere da parte di SOGIN. È per questo che si è arrivati a una nuova gara.
Le attività previste dalla gara riguardano la realizzazione dell'edificio di processo, dove verranno cementati i rifiuti radioattivi liquidi e l'installazione, nell'annesso deposito temporaneo D3, delle apparecchiature e dei sistemi ausiliari di controllo e movimentazione dei manufatti a media attività.
Il valore complessivo dell'attività prevista a base di gara è di 128,5 milioni di euro, da realizzare entro il 2023. Successivamente, verranno effettuate le prove dell'impianto finalizzate alla sua entrata in esercizio, prove che ovviamente prevedranno molto tempo per essere attuate.
Che cosa è successo? C'è stata la gara d'appalto e la gara d'appalto per il completamento della realizzazione dell'impianto di cementificazione di soluzioni liquide radioattive "Complesso Cemex" presso l'impianto Eurex di Saluggia è stata vinta da Cemex 2023 SCPA, che informalmente la potremmo intendere come un consorzio di aziende che insieme contribuiranno alla realizzazione dell'impianto.
Non so se avete avuto modo di leggere alcuni articoli di giornale, però si evince che i lavoratori Cemex 2023 sono preoccupati della situazione venutasi a creare nel sito SOGIN. Infatti, c'è stata proprio una denuncia e una lettera al Prefetto della Provincia di Vercelli da parte di FeNEAL UIL Piemonte, che ha presentato una nota ufficiale di proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori.
Sempre secondo fonti giornalistiche, l'azienda sin da subito (ovviamente l'azienda che ha preso in appalto i lavori) ha dichiarato che farà il possibile per dare continuità alla retribuzione dei lavoratori, nonostante il fermo del cantiere, ma, nello stesso tempo, non può garantire l'occupazione a lungo termine dei dipendenti, alla luce di una serie di problematiche createsi con la stazione appaltante SOGIN. A quanto pare, ci sono interlocuzioni tra SOGIN e l'azienda di cui scopriremo, immagino più avanti, la natura, nella speranza che non si arrivi a una situazione pari a quella prima della gara d'appalto del 2020, che ha visto recedere la SOGIN dal contratto per l'appalto.
Sono un centinaio le famiglie che rischiano di perdere un lavoro della durata di dieci anni, tra realizzazione dell'impianto e la fase di controllo e manutenzione. Pare, come dicevo prima, che non sia nemmeno il primo episodio che si verifica sul territorio per i lavori dello stesso sito.



PRESIDENTE

Consigliera Disabato, la prego di concludere. Venga alla domanda.



DISABATO Sarah

Arrivo alla domanda; intanto, la premessa pare sia stata compresa.
Chiedo all'Assessore se intende attivarsi, al fine di mettere in campo delle azioni volte a tutelare i lavoratori e le famiglie coinvolte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Sarah Disabato per la breve illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Elena Chiorino.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Sarò molto più breve per illustrare alla Consigliera Disabato che, in realtà, nessuna nota altrettanto ufficiale è pervenuta all'Assessorato n per quanto riguarda la proclamazione dello stato di agitazione, né per eventuale previsione di licenziamenti collettivi.
Come in tutte le situazioni di crisi o presunta crisi - nel senso che la crisi la si formalizza quando effettivamente poi si aprono dei tavoli, ma sempre su richiesta delle parti sindacali, quindi prima siamo in fase di pre-crisi o di presunta crisi - stiamo monitorando con interlocuzioni informali e come d'abitudine, ma non è in questo momento ancora ruolo formale della Regione rispetto alle deleghe in corso.
Mi spiego meglio. Un tavolo di crisi formale e ufficiale viene aperto nel momento in cui c'è la richiesta delle parti sindacali e ha un iter normato e ben preciso. Prima di tutto questo la Regione, che viene a sapere tendenzialmente in modo informale di eventuali criticità, provvede ad attivarsi per via altrettanto informali e per il tramite del mio Assessorato, per cercare di rimanere costantemente aggiornata e informata sulla situazione e prepararsi ad avere eventualmente la convocazione di quello che è il vero tavolo di crisi, se serve, oppure se procedere con ulteriori interlocuzioni informali. Ripeto, in questo momento non c'è stata nessuna richiesta di contatto ufficiale e formale da parte di alcuno degli interessati alla vicenda per tenere il panorama più aperto possibile.
L'Assessorato segue, l'Assessorato si informa ma, a oggi, non ha n segnalazioni ufficiali né richieste ufficiali di eventuale intervento.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Elena Chiorino per la risposta.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 1224 presentata da Gallo, inerente a "Chiarimenti in merito all'iter costitutivo della Consulta regionale per la salute mentale, come previsto dal PASM 2018"


PRESIDENTE

Concludiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1224.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Gallo.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Con tale question time torniamo a parlare di Consulta regionale per la salute mentale come previsto dal PASM 2018. Faccio un po' di percorso per arrivare alla domanda alla Giunta.
Nel 213 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso il Piano d'azione mondiale per la salute mentale 2013-2020. Questo piano raccomandava lo svolgimento di alcune azioni volte al rafforzamento e all'empowerment delle persone con disturbo mentale e disabilità psicosociali e, in particolare conteneva l'azione n. 42, avente l'obiettivo di agevolare il dialogo tra le associazioni di persone con disturbo mentale e dei loro familiari, gli operatori sanitari e le autorità governative preposte alla sanità, ai diritti umani, alla disabilità, alla giustizia e al sociale.
Sempre nel 2013 è stato approvato in Conferenza unificata, con accordo n. 4 del 24 gennaio, il Piano di azione nazionale per la salute mentale (PANSM) elaborato dal Ministero della Salute in collaborazione con il gruppo interregionale.
Nel 2017 IRES Piemonte ha avviato un percorso partecipato per l'elaborazione di un Piano d'azione regionale per la salute mentale. È stato costituito il Gruppo di lavoro composto da 12 esperti in materia proveniente dalle ASL, dagli enti gestori, dagli erogatori dei servizi dall'Università e da IRES Piemonte.
Il Consiglio regionale ha approvato, il 22 gennaio 2019, il Piano d'azione regionale per la salute mentale, che ha una serie di obiettivi, tra i quali l'Azione 1 prevede la costituzione di una Consulta regionale per la salute mentale "che veda la partecipazione degli attori che nei diversi territori hanno competenze in questo ambito".
Considerato che il percorso è partito nel 2013, quasi dieci anni fa, molte Regioni italiane si sono dotate in questi anni di organi consultivi in tema di salute mentale a livello locale; penso all'Emilia-Romagna che l'ha costituita nel 2004, come alla Regione Lazio, che l'ha costituita con la legge n. 3 del 2006.
Sottolineato che sono stati recentemente nominati anche i componenti del Coordinamento regionale area psichiatrica in conformità alla DGR del 2021 tra questi non compaiono le associazioni attive nel mondo della cultura e dello sport, i sindacati, le associazione di categoria, una serie di operatori, né a oggi risulta essere costituita in Piemonte la Consulta regionale per la salute mentale, che dovrà avere al suo interno i componenti citati precedentemente.
Ritenuto che è urgente e assolutamente necessario costituire una Consulta che metta insieme istituzioni, organizzazioni sociali e professionali per costruire politiche condivise sulla salute mentale, ci chiediamo che fine abbia fatto la Consulta regionale per la salute mentale ma, più che altro chiediamo alla Giunta chiarimenti esaurienti - lo ripeto, perché è necessario ripeterlo - in merito all'iter costitutivo di tale Consulta.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Raffaele Gallo per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Elena Chiorino.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



CHIORINO Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente Con riferimento al quesito posto, si evidenziano diversi elementi di risposta.
A oggi, l'unico organismo tecnico a supporto della Direzione regionale Sanità e Welfare è il Coordinamento regionale area psichiatria, in conformità alla DGR 84-4451 del 21/12/2021.
Il Coordinamento, di natura tecnico-consulenziale, nasce soprattutto con le finalità di raccolta e analisi dei bisogni del territorio; valutazione delle proposte degli organismi che, a livello ministeriale o di Conferenza Stato-Regioni, si occupano dei temi della salute mentale; approfondimento di temi d'interesse comune dei DSM e promozione di linee d'azione uniformi rispetto alle tematiche che coinvolgono gli stessi; monitoraggio delle azioni delle strutture che si occupano di salute mentale, anche mediante l'analisi dei dati rilevati attraverso i vari flussi informativi, di promozione di attività di informazione e formazione sulle tematiche d'interesse comune e di rapporti con i vari stakeholder (istituzioni utenti e associazioni).
Per quanto riguarda la Consulta di cui alla delibera del Consiglio Regionale n. 355-1817 del 22 gennaio 2019, nel prossimo incontro del Coordinamento tecnico da effettuarsi entro il prossimo mese di dicembre è stato inserito uno specifico punto all'ordine del giorno, recante "Supporto alla Direzione regionale nella proposta di un documento contenente indicazioni in merito alla realizzazione della Consulta regionale della salute mentale, documento da sottoporre all'attenzione della Direzione regionale Sanità e Welfare e, di conseguenza, all'Assessore Icardi per le dovute decisioni in merito".
Pertanto, a oggi, è stato dato mandato al Coordinamento tecnico di cui sopra di sviluppare una proposta organica che tenga conto sia dei contenuti di cui alla DCR 355-1817 del 22 gennaio 2019, sia di ulteriori elementi non espressamente indicati nel provvedimento regionale poc'anzi menzionato.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiorino per la risposta e nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.20 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 15.12 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 15.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Comunico che sono in congedo Cane, Carosso, Caucino, Fava, Icardi, Lanzo Protopapa, Ricca e Tronzano.
Il numero legale, pertanto, è 22.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
La parola al Consigliere Magliano, sull'ordine dei lavori.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere l'inserimento all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
910, "Decreti attuativi previsti dalla legge 81 del 14 luglio 2020". Questa è la legge che ha riconosciuto l'emicrania e la cefalea come patologie e serve che il Governo emani i decreti attuativi.
Si tratta di patologie assolutamente importanti che colpiscono migliaia di italiani, soprattutto italiane; questa patologia rende la vita complicata e difficile sia dal punto di vista sociale, che familiare. che lavorativo.
È un ordine del giorno che chiede fondamentalmente al Presidente e alla Giunta regionale di farsi promotori verso il Governo, al fine di sollecitare l'emanazione dei decreti attuativi previsti alla legge n. 81.
Una volta che vi saranno i decreti, queste patologie si potranno inserire nei LEA e ci sarà la possibilità, anche per noi, da questo punto di vista di iniziare tutto il percorso che possa sostenere coloro che ne sono affetti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bongioanni, sull'ordine dei lavori.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo di anticipare, se è possibile, l'ordine del giorno n. 898, "Sostegno a favore delle iniziative contro il cibo sintetico", primo firmatario Gagliasso, che attualmente si trova al punto 50) dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Gallo, sull'ordine dei lavori.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Mi incuriosisce il fatto che un altro Gruppo politico chieda di anticipare.



(Commenti del Consigliere Bongioanni)



GALLO Raffaele

No, ma la maggioranza.
Non l'annoierò, Consigliere Bongioanni; mi ascolti, però.
È possibile che un Gruppo politico chieda di anticipare la discussione di un ordine del giorno presentato da un altro Gruppo politico?



(Commenti del Consigliere Bongioanni)



GALLO Raffaele

La mia è una domanda. Secondo me, è una richiesta un po' particolare.



PRESIDENTE

Sa benissimo che il Regolamento prescrive che le richieste di modifica dell'o.d.g. (inversioni o inserimenti) possono essere presentate una per Gruppo. La maggioranza, in questo caso, ha chiesto di modificare l'elenco chiedendo l'inversione dell'ordine del giorno n. 898 per poterlo discutere anticipatamente rispetto ad altri. Non vedo ci nulla di male.
Poi, se il primo firmatario, il Consigliere Gagliasso, non concorda pu anche chiedere la parola sull'ordine dei lavori e dissentire, ma non mi sembra che ci sia questa agitazione da parte del Consigliere Gagliasso.
Sa benissimo, inoltre, che altri Gruppi, molto probabilmente quello di Fratelli d'Italia, non avevano altre richieste e gli altri Gruppi sono liberi di fare richieste di diversa natura. Per esempio, adesso il Consigliere Stecco del Gruppo della Lega ha chiesto la parola per una modifica all'o.d.g.
La parola al Consigliere Stecco, sull'ordine dei lavori.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere l'inserimento della mozione n. 882, che riguarda il grave problema dei dipendenti italiani presso la Consiglio europeo, perché hanno problemi di riconoscibilità dell'assistenza dovuti alla tessera sanitaria che, per motivi burocratici o anche convenzionali, in Italia funziona solo parzialmente e solo per alcune prestazioni.
Credo sia molto importante che questo Consiglio regionale, insieme con altre Regioni, possa chiedere allo Stato italiano di risolvere e sanare questo grave problema.
Come sapete, molti di loro risiedono in Piemonte e, quindi, il tema è anche di nostra pertinenza; attualmente possono rischiare di non avere l'assistenza, in quanto, per una questione puramente burocratica, si trovano ad avere una tessera con validità ridotta.



PRESIDENTE

Grazie.
Mi scusi Consigliere Stecco: chi ha presentato la mozione?



STECCO Alessandro

È a mia prima firma, Gruppo Lega.



PRESIDENTE

L'ho chiesto poiché il Consigliere Gallo ha chiesto che ognuno trattasse il proprio argomento. Mi sembrava doveroso che anche il Consigliere Gallo potesse essere più tranquillo e più sereno in questa fase.
Non vi sono altre richieste di modifica.
Riassumendo, due sono le richieste d'inserimento, che riguardano una richiesta del Consigliere Magliano relativamente all'ordine del giorno n.
910 e l'altra del Consigliere Stecco relativamente alla mozione a sua prima firma. Poi, vi è una richiesta d'inversione del punto 50) al primo punto all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 898; soprattutto, inoltre, la richiesta da parte del Consigliere Bongioanni è che la trattazione avvenga nella giornata odierna.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione e all'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Ai sensi dell'articolo 55 dal Regolamento, hanno chiesto congedo Cane Carosso, Caucino, Fava, Icardi, Lanzo, Protopapa, Ricca e Tronzano.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 19 ottobre 2022 e del 25 ottobre 2022.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento:

Nomine

Argomento:

Proposta di deliberazione n. 262 "Fondazione DOT - Donazione organi e trapianti Onlus" - Consiglio di Amministrazione (Art. 15 Statuto Fondazione) - nomina di un membro

Argomento:

Proposta di deliberazione n. 261 - Fondazione "Camillo Cavour" - Consiglio di Amministrazione (Art. 7 Statuto dell'Ente) - designazione di 3 membri

Argomento:

Proposta di deliberazione n. 265 Commissione di Garanzia (art. 91 Statuto della Regione Piemonte e art. 3 Legge regionale n. 25/2006) - elezione di un avvocato con almeno quindici anni di esercizio

Argomento:

Proposta di deliberazione n. 266 - Agenzia Piemonte Lavoro (art. 7, l.r. n. 34/2008) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 3 membri effettivi di cui 1 su indicazione dell'ANCI Piemonte, assicurando la rappresentanza della minoranza, e 2 membri supplenti di cui 1 indicato dall'ANCI Piemonte

Argomento:

Proposta di deliberazione n. 263 - Azienda Sanitaria Locale di Biella (art. 1, comma 2, l.r. n. 15/2014) - Collegio Sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente - II votazione

Argomento:

Proposta di deliberazione n. 267 - ORECOL - Organismo Regionale per il Controllo Collaborativo (Legge regionale n. 27 dell'8 novembre 2021) nomina di 3 membri di cui uno con funzioni di Presidente


PRESIDENTE

Gli elenchi delle candidature pervenute a seguito di avvisi pubblici, sui quali la Commissione consultiva per le nomine ha espresso parere favorevole ai sensi delle leggi regionali, sono stati messi a disposizione dei Consiglieri tramite pubblicazione su supporto alle sedute di Aula.
Poiché in alcune schede possono essere presenti casi di omonimia, al fine di evitare problemi d'identificazione del candidato prescelto invito a scrivere il cognome e il nome del medesimo.
Ai sensi dell'articolo 74 del Regolamento interno, comma 2, occorre procedere alla votazione a scrutinio segreto, previo appello nominale.
Ricordo che ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento interno, comma 4, nel caso si debba procedere alla nomina di non più di due persone, saranno considerati eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti, salvo che per i posti riservati alle minoranze. Se tale maggioranza non è raggiunta alla prima votazione, in seconda votazione saranno eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero di voti.
Ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale 25/2006, ricordo che per l'elezione di un avvocato in seno alla Commissione di garanzia è necessario che il candidato eletto ottenga un numero di voti pari a due terzi dei componenti del Consiglio regionale, pari quindi a 34 voti.
In relazione alla nomina del Collegio dei Revisori dei Conti dell'Agenzia Piemonte Lavoro comunico che, ai sensi dell'articolo 6 dello statuto dell'Agenzia, l'organo è composto da tre membri effettivi, di cui uno su indicazione dell'ANCI Piemonte, assicurando la rappresentanza delle minoranze, e due membri supplenti, di cui uno indicato dall'ANCI Piemonte.
Sulla scheda di votazione è pertanto necessario rispettare, nella scelta dei nominativi, le indicazioni formulate da ANCI indicate in grassetto nei primi nominativi della scheda stessa.
Informo, inoltre, che ai sensi dell'articolo 79, comma 3 del Regolamento nel caso di nomine regolate da norme di legge che garantiscono una riserva di posti per le minoranze, sono eletti i candidati proposti, sostenuti dalle minoranze, nell'ordine dei voti riportati, fino a raggiungere la riserva dei posti predetta. Invito pertanto le minoranze consiliari a procedere, ai sensi dell'articolo 79, comma 3 del Regolamento all'individuazione dei propri nominativi in riferimento alle seguenti nomine: Fondazione "Camillo Cavour", Agenzia Piemonte Lavoro e ORECOL.
Chiedo alle minoranze se intendono esprimere le candidature.
Non vedo alcuna espressione.
Dispongo che si proceda alla distribuzione delle schede di votazione per le nomine.
Nomino scrutatori i Consiglieri Segretari Gavazza e Mosca.
Prego il Consigliere Segretario Martinetti di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Martinetti effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.
Comunico che provvederò alla proclamazione nel corso della seduta, non appena concluse le operazioni di spoglio delle schede.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame proposta di deliberazione n. 257, inerente a "Disposizioni integrative alla deliberazione del Consiglio regionale 5 maggio 2020 n. 70 7674 (Programma triennale 2020-2022 per l'impiantistica sportiva e per la promozione delle attività sportive e fisico motorie) ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge regionale 1° ottobre 2020, n. 23"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 257, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla VI Commissione il 27 ottobre 2022.
La parola all'Assessore Ricca per l'illustrazione.



RICCA Fabrizio, Assessore allo sport

Grazie, Presidente.
In data 1° ottobre 2020 è entrata in vigore la legge regionale n. 23 "Norme in materia di promozione e di impiantistica sportiva", che ha riformato l'impianto normativo preesistente, cioè le leggi regionali n. 93, n. 95, n.
32/2002, n. 36/2003 e n. 13/2010. Nelle more dell'approvazione della legge sopracitata in vigenza della precedente normativa regionale di settore, con DCR n. 70-7674 del 5 maggio 2020, il Consiglio regionale ha approvato il Programma triennale 2020-2022 per l'impiantistica sportiva e per la promozione delle attività sportive fisico-motorie quale strumento attuativo delle politiche regionali per lo sport. Detto Programma pluriennale scadrà il 31 ottobre 2022.
Il Settore Sport e Tempo libero della Direzione Regionale Coordinamento Politiche Fondi Europei, Turismo e Sport sta lavorando alla predisposizione del nuovo Programma triennale 2023-2025, ma esso potrebbe non essere approvato entro il 31 dicembre 2022 e ciò potrebbe precludere l'attivazione di misure o azioni all'inizio del 2023, nonché il corretto e tempestivo impiego delle risorse finanziarie disponibili a bilancio.
Pertanto la Giunta Regionale, con DGR n. 37-5667 del 19 settembre 2022, ha ritenuto necessario proporre al Consiglio regionale di disporre che, quale integrazione alla DCR n. 70-7674 del 5 maggio 2020, la Giunta regionale nelle more dell'approvazione del Programma triennale 2023-2025 per l'impiantistica sportiva e la promozione delle attività sportive fisico motorie, possa adottare provvedimenti in attuazione alle misure già previste dal Programma 2020-2022, previa informativa alla Commissione consiliare competente.



PRESIDENTE

È aperta la discussione generale.
Chiedo se vi sia qualche Consigliere che intende intervenire.
Non essendovi interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Sul provvedimento non insistono emendamenti, pertanto chiedo se ci sono dichiarazioni di voto.
Non essendovi né interventi né atti d'indirizzo, passiamo alla votazione.
Il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 257, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Sia riportato a verbale che i Consiglieri Valle e Marello votano a favore della proposta di deliberazione.


Argomento: Distretti rurali e agroalimentari

Esame ordine del giorno n. 898 presentato da Gagliasso, Perugini, Demarchi Marin, Cerutti, Poggio, Stecco, Cane, Zambaia, Protopapa, Preioni, Mosca Gavazza, Nicotra, Leone, Dago e Riva Vercellotti, inerente a "Sostegno a favore delle iniziative contro il cibo sintetico"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 898, di cui al punto 50) all'o.d.g.
Chiedo al primo firmatario se vuole intervenire e se il Consigliere Bongioanni glielo concede.
La parola al Consigliere Gagliasso per l'illustrazione.



GAGLIASSO Matteo

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno chiede un sostegno a favore delle iniziative contro il cibo sintetico.
Leggerò brevemente le motivazioni per le quali, come Gruppo, abbiamo presentato questo documento e ringrazio i colleghi della maggioranza che lo hanno firmato.
Partiamo dal fatto che il cibo sintetico è un prodotto sintetico ed è prodotto in bioreattori; inoltre, non salva l'ambiente, perché per produrlo consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali e soprattutto, è meno efficiente di quelli oggi più performanti. Inoltre limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo, favorisce gli interessi di pochi operatori e spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura. Pochi giorni fa, con alcuni colleghi di Villanova e di Mondovì si parlava di territorio e sulla possibilità di continuare a promuovere i prodotti che vengono dalla natura, grazie anche a quelle speciali persone, che sono gli allevatori, che tutti gli anni vanno nei pascoli delle nostre montagne e cercano di tenere in ordine i nostri bellissimi paesaggi, partendo proprio dalle nostre montagne.
Il cibo sintetico non aiuta la salute. Sul tema della salute si sono espressi anche i pediatri italiani, che hanno detto che è molto pericoloso andare verso una direzione che prevede il cibo sintetico, perché non favorisce e non aiuterebbe per nulla la possibilità di crescita dei ragazzi in modo salutare e genuino, cosa che, ringraziando il cielo, come Regione Piemonte dobbiamo avere la possibilità di continuare a fare. Basti pensare che il Piemonte, con le DOP che abbiamo, è una di quelle Regioni che valorizza di più i propri prodotti del territorio, che li valorizza nel modo più corretto, cioè facendoli conoscere alle giovani leve. Basti pensare, ad esempio, a tutte quelle scuole che negli anni hanno cercato di valorizzarle all'interno delle proprie mense scolastiche o, addirittura anche nei distributori di frutta all'interno delle scuole; non è un passaggio irrilevante, perché se facciamo conoscere i nostri prodotti, che sono un unicum a livello mondiale, sicuramente in futuro il cibo sintetico non sarà all'ordine del giorno delle future generazioni.
Il Piemonte è una delle principali regioni agricole italiane. Infatti, il valore aggiunto dell'economia del cibo piemontese ammonta a circa 8,1 miliardi di euro. Il settore primario produce circa due miliardi, quello secondario 3,1 e quello terziario altri tre miliardi. Il settore secondario alimentare vede la presenza del 7% delle imprese nazionali attive nel settore del cibo e circa il 10% dell'industria delle bevande.
Mi onoro di rappresentare una provincia con la presenza di moltissime aziende che ogni giorno lavorano e producono cibi che sono veramente una peculiarità a livello internazionale. Non possiamo pensare che qualche illustre scienziato s'inventi dei cibi che non possono permettersi neanche di paragonarsi alle nostre prelibatezze; inoltre, il comparto contribuisce in misura pari al 2,5% alla ricchezza creata a livello regionale e rappresenta ben l'11,4% della manifattura piemontese.
Bisogna aggiungere la possibilità all'interno della nostra regione di avere tanti prodotti primari che arrivano dalle nostre aziende; questo non è un vantaggio esclusivamente economico per le aziende stesse, per chi li trasforma o li commercializzava, ma allo stesso tempo ha anche un valore turistico. Pensiamo a quanti turisti ogni anno si recano in Piemonte (il rapporto sul turismo è di pochi giorni fa, ne evidenzia ancora l'ulteriore crescita): tanti turisti che arrivano da tutto il mondo per degustare e per stare all'interno dei nostri bellissimi paesaggi piemontesi. Tutto questo è semplicemente un qualcosa di unico, che dobbiamo cercare di valorizzare.
Sicuramente, continuare a pensare a un cibo sintetico non potrebbe mai valorizzare quei paesaggi e le magnifiche colline, come quelle apprezzate dall'UNESCO, e non è possibile pensare di continuare a lavorare i propri campi e i propri pascoli pensando di commercializzare dei cibi sintetici.
In Piemonte, c'è un'ulteriore peculiarità, che direi unica, che sono le feste e le fiere dei nostri paesi; in alcuni Comuni le fiere sono ormai talmente storiche che superano anche l'età delle persone oggi in vita e tra pochi giorni nella nostra provincia ci sarà una fiera che ormai si avvicina ai cent'anni, quella del bue grasso di Carrù. Questo solo per dire quant'è importante la storia e la possibilità di continuare a far conoscere sempre di più i nostri prodotti.
Quest'ordine del giorno vuole impegnare la Giunta e anche il Consiglio a sostenere la petizione promossa da Coldiretti contro il cibo sintetico e tutte le iniziative di sensibilizzazione al riguardo sostenute dal mondo agricolo, accademico e scientifico, finalizzate a richiamare l'attenzione sui rischi della diffusione del cibo di laboratorio e difendere in sede di Conferenza Stato-Regioni e nei rapporti del MIPAF le filiere agro zootecniche piemontesi minacciate dalla diffusione del cibo sintetico.
Ringrazio sin d'ora tutti i Consiglieri che vorranno votare favorevolmente sull'ordine del giorno. Sicuramente, non sarà un favore che farete a me perché lo farete ai vostri figli e ai vostri concittadini piemontesi, ma soprattutto alle aziende che lavorano ogni giorno e che rendono grande il nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Demarchi.



DEMARCHI Paolo

Grazie, Presidente.
Ringrazio il mio collega per aver portato all'attenzione di quest'Aula la questione del cibo sintetico.
Un tema del quale si sente molto parlare in questi giorni, anzi in questi mesi, perché ormai è sulla bocca di tutti.
Si cerca di sostituire il cibo naturale, il cibo che viene prodotto nei nostri allevamenti e nelle nostre campagne con del cibo sintetico, il quale è assolutamente diverso e non ha le stesse proprietà nutrizionali del cibo reale.
Io sono anche produttore di latte e proprio in questi giorni si è visto come in Danimarca sia nata una start-up israeliana, il primo centro dove viene prodotto il latte sintetico: 70 mila metri quadri di capannoni, al cui interno si produce l'equivalente di 50 mila vacche in lattazione. Lì viene prodotto il latte sintetico. Chi è che mette i soldi per fare questo tipo di investimento? Perché parliamo di un progetto enorme, che richiede un investimento di oltre 120 milioni di dollari. Dietro quell'investimento ci sono delle multinazionali (Google, Paypal, Bill Gates, eccetera) insomma ci sono i big della finanza mondiale che investono nel cibo sintetico. Anche in America, la Wilk Technologies è destinataria di un finanziamento di due milioni di dollari da parte della Coca-Cola, appunto per produrre cibo sintetico.
Soffermiamoci, però, su quelli che sono i centri di ricerca italiani, come il CREA. Secondo il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA), la zootecnia italiana è assolutamente sostenibile. L'attuale zootecnia è una carbon neutrality: in pratica, le nostre foreste italiane assorbono tutto il quantitativo di CO2 emesso dagli allevamenti, quindi non è vero che gli allevamenti sono fonte di inquinamento di CO2, perché davvero non è una cosa possibile.
L'altro giorno, mentre ero con mia figlia dal pediatra, ho avuto modo di apprendere da quel medico che la loro associazione, la Federazione italiana dei medici pediatri, che conta oltre 5.000 professionisti e segue circa cinque milioni di bambini in tutta Italia, ha sostenuto la petizione della Coldiretti contro il cibo sintetico, perché è proprio nei bambini piccoli che si vedono i primi danni da questo cibo.
Insomma, vogliamo fare un riassunto di quello che ci propagandano come cibo sintetico? Intanto non salva gli animali, perché la carne viene fabbricata dai feti dei bovini; non salva l'ambiente, perché richiede un consumo di acqua e di energia maggiore rispetto agli allevamenti tradizionali, quelli che siamo abituati a vedere nelle nostre campagne; non aiuta la salute perché non c'è una garanzia sui prodotti chimici impiegati; in ultimo, non è nemmeno accessibile a tutti, perché ha un costo esorbitante, dal momento che per produrlo servono dei bioreattori e altri macchinari che richiedono spese insostenibili.
Anch'io ho firmato convintamente la petizione di Coldiretti, innanzitutto per salvare la nostra economia, l'economia italiana ed europea degli allevamenti, ma soprattutto perché noi cittadini vogliamo poter mangiare del cibo salutare, che faccia crescere senza problemi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marin; ne ha facoltà.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
Intervengo per manifestare un plauso a tale iniziativa, che, fra l'altro arriva da giovani cittadini piemontesi della pianura. La montagna non pu che associarsi a questa iniziativa. L'intera Aula, a gran voce, dovrebbe essere partecipe e condividere quest'ordine del giorno, perché se il Piemonte vuole essere leader mondiale nel food e nella qualità - al riguardo, credo che Terra Madre ci insegni veramente qual è la direzione da intraprendere - questo è uno dei temi su cui dovremo puntare, per un Piemonte veramente sostenibile, che investe sulle sue attività migliori che sono per l'appunto food and beverage.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Credo che quest'iniziativa assunta da alcuni colleghi di maggioranza, che riprende quella dalla Coldiretti, sia lodevole e meriti l'appoggio di questo Consiglio regionale.
"Cibo sintetico" è una locuzione assimilabile alla figura retorica dell'ossimoro: parliamo, cioè, di due concetti che sono tra loro antitetici come dire, ad esempio, lucida follia, silenzio assordante, eccetera quantomeno per noi, per le nostre generazioni.
Al riguardo, sono in corso alcuni studi: diverse start-up e multinazionali stanno studiando le differenti tipologie di cibo sintetico, dalla carne creata in laboratorio fino addirittura alle proteine prodotte con l'energia elettrica (non chiedetemi di che cosa si tratta perché non lo saprei spiegare), il tutto, tra l'altro, finalizzato a cercare di sconfiggere la fame nel mondo, ad avere cibo per tutti. È un obiettivo senz'altro lodevole, però si tratta sempre di vedere come viene raggiunto.
Dicevo prima con i colleghi che parlare di "cibo sintetico" mi fa tornare in mente quei film di fantascienza che vedevamo da bambini, dove ci si nutriva con le pastiglie o con le bustine nello spazio.
Il cibo, però, dovrebbe essere un'altra cosa: sicuramente dovrebbe essere fonte di sostentamento, di sopravvivenza e di alimentazione. Scollegare il concetto di cibo dalla natura e dalla produzione, sia pure migliorandola perché abbiamo bisogno sempre più di allevamenti che producano meno CO2 e di produzioni ambientalmente più compatibili - non è francamente condivisibile.
Credo, però, che si debba prestare molta attenzione al riguardo, perché, se ho capito bene, nell'ordine del giorno si impegna la Giunta a farsi promotrice di azioni in questo senso. E sappiamo bene che abbiamo organismi sovranazionali (penso alla stessa Unione Europea) che stanno finanziando dei progetti di cibo sintetico. Inoltre, la vendita del cibo sintetico non è vietata né in Italia, né in altri paesi. E questo è un altro elemento che desta preoccupazione. Forse bisognerebbe che il nostro legislatore intervenisse in maniera un po' risoluta rispetto a questa vicenda.
Detto questo, credo che il Consiglio regionale debba agire secondo le proprie competenze, quindi non credo che possa fare altro che impegnare la Giunta a farsi parte attiva e a sostenere delle politiche in tal senso politiche che, tra l'altro, com'è stato ribadito, vanno in difesa del sistema piemontese, del sistema agricolo, del sistema agroalimentare di assoluta eccellenza; politiche che puntano sempre di più sul cibo sicuro e sul cibo di qualità, senza scollegarlo dai processi produttivi, dalla natura e da tutto ciò che da millenni conosciamo.
Come Partito Democratico, garantiremo l'appoggio all'ordine del giorno e lo voteremo favorevolmente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola l'Assessore Chiorino; ne ha facoltà.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Sarò velocissima, ma ci tengo a evidenziare la condivisione di quanto detto da chi mi ha preceduto.
Il cibo sintetico ritengo sia un attacco al nostro made in Italy, insieme al "Nutri-score"; un attacco a una dieta mediterranea che, mi preme ricordare, è patrimonio dell'umanità. Non penso che una nazione come l'Italia, che può vantarsi di aver esportato la grande eccellenza dei nostri prodotti, prima agricoli e poi culinari, in giro per il mondo, possa pensare di accettare da nessuna parte politica l'arrivo sulle nostre tavole di cibo sintetico, anche per profondo rispetto a quel mondo agricolo che ancora oggi è un modello. Sono convinta che tutti insieme continueremo a lavorare affinché sia adeguatamente valorizzato per tutto quello che è capace di produrre.
Oggi come oggi sappiamo bene che anche il settore dell'agricoltura è flagellato dal tema energetico, per cui non possiamo pensare di non alzare gli scudi a tutti i livelli per proteggere e valorizzare quell'agricoltura che garantisce la salute dei nostri bambini, la nostra salute, la salute dei nostri anziani, e che esporta un modello che si tenta continuamente di replicare in giro - ben lo sappiamo con l'Italian Sounding - ma senza mai riuscire ad arrivare alla medesima qualità che le nostre terre e i nostri territori sono in grado di dare.
Per questo motivo, mi unisco anch'io al ringraziamento a tutti i sottoscrittori dell'ordine del giorno che non da ultimo, evidentemente valorizza la nostra agricoltura e i lavoratori dell'agricoltura, ma pone anche le basi per incrementare l'attrazione di un settore che ha bisogno di giovani, di nuove forze che, di certo, sarebbero fiaccati nell'entusiasmo se il cibo sintetico arrivasse sulle nostre tavole.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi per questo argomento all'o.d.g.
L'anticipo mi ha un po' preso alla sprovvista: ho dovuto andare a rivedere alcuni temi perché, da agronoma, sentire parlare di cibo sintetico mi ha un po' allertata e anche essere fuori dal lavoro da un paio d'anni non mi aveva dato contezza di un dibattito che vedo essere anche abbastanza attivo.
Voglio farla breve. È evidente che la ricerca di nuove soluzioni per affrontare la risposta alimentare su questo pianeta non può essere bloccata. La ricerca ha sempre una sua utilità e può dare soluzioni che, in prospettiva, possono essere utili. Dopodiché, sulla questione del cibo dell'alimentazione e della produzione alimentare condivido il profondo rispetto per le produzioni agricole, non solo del nostro paese.
Non penso sia giusta e utile una difesa acritica delle produzioni agricole.
Il mondo agricolo deve mettersi in discussione rispetto al suo impatto ecologico, perché anche il mondo agricolo ha un suo impatto ecologico e la soluzione sta nell'individuare nuove metodologie di coltivazione o di allevamento, che esistono. La soluzione sta sicuramente in stili di vita diversi che, senza ovviamente imporre diete alimentari, prevedano un utilizzo più equilibrato delle diverse forme degli alimenti.
Siamo quasi tutti affetti da super alimentazione proteica, soprattutto di proteine animali. Non voglio fare qui lezioni in questo senso, ma credo sia utile un giusto riequilibrio e trovare alternative sia alle proteine animali sia ad alcune forme di allevamento che sono - mi spiace contraddire il collega - impattanti (lo sanno gli allevatori). È anche una questione di stili di vita: mantenere forme di allevamento tradizionali e in buona condizione è importante, garantendo il benessere animale e rispettando abitudini e tradizioni che fanno parte delle nostre diete e della nostra cultura.
Credo che il tema proposto non sia una questione di parte politica, ma è la tutela delle produzioni, così come le conosciamo, del rispetto della natura e del lavoro degli uomini e delle donne nei campi. In questo senso, una soluzione che prescinda dalla terra, dalla natura, dalla storia e dalla cultura mi vede ovviamente non d'accordo e mi può anche allertare.
Voterò quest'ordine del giorno e valuterò nel merito della votazione perché non condivido alcuni passaggi e alcune premesse. Quando si vota, si vota anche la premessa e alcune premesse, che ho anche provato a esprimere non le condivido. Condivido, questo sì, l'obiettivo finale di sostenere una campagna che il mondo agricolo ci pone e che pone all'attenzione e soprattutto, un'allerta e un allarme per alcune degenerazioni che non servono a migliorare la sostenibilità ecologica nel nostro pianeta e che possono, invece, portarci verso una deriva che non ritengo utile.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Salizzoni; ne ha facoltà.



SALIZZONI Mario

Grazie, Presidente.
Dopo avere votato tutti, me compreso, questo documento, inviterei i colleghi a fare una riflessione: al mondo ci sono due miliardi e mezzo di persone che da mangiare non ne hanno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Credo sia un argomento estremamente interessante, ma un po' mal posto con queste premesse. È notizia dell'altro giorno l'aumento della popolazione mondiale: siamo otto miliardi su questo pianeta, un pianeta che riusciamo a deturpare già a giugno con la giornata nella quale abbiamo consumato più risorse di quanto il nostro pianeta è in grado di restituirci.
Credo che le eccellenze del nostro Piemonte non siano minimamente messe in discussione dalla carne sintetica. Mi spiace, anzi penso che le nostre eccellenze agricole vengono messe in discussione da un mercato eccessivamente libero per il commercio delle carni dell'Est che invadono i nostri banchi alimentari: su questo forse bisognerebbe fare una battaglia.
Vedo che si sta già cercando di individuare un altro nemico, perché la mobilitazione di carni da altre nazioni e da altri continenti forse non preoccupa più come dovrebbe preoccupare. Queste sì che hanno un impatto importante.
Ricordo solo che per garantire l'alimentazione di tutti bisognerà andare incontro a nuove soluzioni e, forse, quella della carne sintetica è sicuramente meno pericolosa, per esempio, di quella degli organismi geneticamente modificati che, dal punto di vista politico, se gestiti nelle mani di pochissime aziende, possono veramente creare un problema a singole multinazionali, dal punto di vista della dipendenza alimentare di alcune nazioni.
Detto questo, penso che non sia un rischio reale ma, anzi, credo che la ricerca su questo campo vada sostenuta, perché un domani bisognerà garantire per tutti quanti un'alimentazione la più diversificata possibile senza distruggere il nostro pianeta. Se vogliamo garantire la nostra stessa alimentazione a tutto il resto del mondo, questo significherebbe distruggere le varie foreste per dare spazio a nuovi campi da coltivare e a nuovi pascoli.
Pongo un'altra questione. Non so se qualcuno di voi ha mai avuto la possibilità di assaggiare la carne Grass Fed, cioè quella prodotta non da animali che vengono alimentati in maniera, comunque, artificiale principalmente con mangimi di derivazione da mais e altro (gli animali non sono in natura portati ad avere questo tipo di alimentazione, ma principalmente mangiano erba). Questa carne ha un gusto totalmente diverso rispetto a quello che noi siamo abituati a mangiare. Già adesso c'è un'industria particolare della carne che si è basata, nel tempo, su un determinato tipo di filiera che non è proprio sostenibile, anzi è una di quelle meno sostenibili a livello mondiale.
Dobbiamo dirci le cose come stanno, perché se non ci diciamo le cose come stanno non siamo né in grado di tutelare realmente gli interessi degli agricoltori né, tantomeno,di tutelare l'interesse del nostro paese e degli altri esseri umani. Ricordo che, secondo le previsioni di diverse organizzazioni non governative, nei prossimi anni ci troveremo a dieci e poi a dodici miliardi di abitanti, ma se non troviamo soluzioni che siano in grado di garantire risorse equilibrate e per tutti, le tensioni internazionali che abbiamo visto in questi mesi saranno purtroppo un bel ricordo rispetto alle sfide che ci troveremo ad affrontare nei prossimi anni.
Non sono mai contro le innovazioni e non sono mai contro la ricerca, ma cerco sempre di dargli il giusto spazio senza permettere - e questa è la parte che condivido - che alcune nuove soluzioni alimentari possano avere un impatto troppo forte e incontrollato a livello di mercato, e non solo a livello di salute, ma anche a livello economico. Se mi posso permettere vedo maggiori rischi per i nostri prodotti d'eccellenza da produzioni "naturali", ma che avvengono senza delle regole precise e i dovuti controlli in altre nazioni, a differenza di quanto avviene nelle nostre campagne.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo intanto per ringraziare Coldiretti per quello che sta facendo per la politica che sta portando avanti di salvaguardia della nostra agricoltura e per ringraziare i colleghi che hanno presentato l'ordine del giorno.
È molto semplice ed è molto facile sostenere un ordine del giorno di questo tipo, quando siamo pienamente consapevoli che la nostra nazione è un'eccellenza in campo enogastronomico e in campo culturale rispetto all'enogastronomia. Noi questa eccellenza la vogliamo difendere. Sappiamo che da anni siamo in qualche modo attaccati, come giustamente veniva ricordato prima, anche dall'Unione Europea piuttosto che da altri paesi che copiano e imitano i nostri prodotti e le nostre eccellenze. Mi sembra giusto e doveroso continuare a difendere questa nostra cultura: la cultura come ci ha ricordato il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini, del cibo buono, pulito e giusto. Credo che tutti possiamo riconoscere le sensibilità che sono state esposte prima per questo tipo di cultura cui vogliamo guardare e cui vogliamo mirare.
Siamo una regione e una nazione che cerca le eccellenze. Non per niente abbiamo molti presidi Slow Food, non solo italiani, ma mondiali. Presidi che vogliono tutelare e fare apprezzare, in modo particolare ai giovani che non hanno avuto la possibilità di beneficiare di quello che le generazioni precedenti hanno potuto beneficiare, quei sapori, quei gusti e quelle eccellenze che addirittura non sono solo locali in termini di regione o città, ma addirittura di micro località: là dove si può addirittura apprezzare un formaggio piuttosto che un altro prodotto che arriva da un determinato territorio dove gli animali hanno mangiato quel particolare fieno, piuttosto che quella particolare erba.
Noi non possiamo che difendere questo che, peraltro, rappresenta anche ovviamente un'economia non indifferente che la nostra nazione pu esprimere, senza avere competizioni a livello mondiale. Mi sembra più che giusto sia in termini economici sia enogastronomici, ma anche di salute poter difendere questo nostro valore, quindi ben venga questa mozione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Molto brevemente perché, tra l'altro, la Consigliera Accossato ha anticipato molte delle idee che avevo in mente.
Voterò probabilmente presenza su quest'ordine del giorno, in primis perch non ne condivido alcune premesse, in particolar modo quando si parla dell'impatto degli allevamenti sull'ambiente e, per certi versi, si nega l'impatto degli allevamenti sull'ambiente. Inoltre, in particolare quando si dice "può avere impatti socioeconomici molto pericolosi in quanto figlio di una fascinazione ecologica che non ha finora consentito riflessioni ben più approfondite". Vorrei capire cosa sia questa "fascinazione ecologica".
Avrei più volentieri votato o perlomeno considerato un ordine del giorno che tutelasse sì le eccellenze piemontesi, come le ha definite e come probabilmente sono - anche se io non apprezzo, non essendo consumatrice però in opposizione, ad esempio, con degli allevamenti intensivi o l'importazione di animali dall'estero. Ci sono tanti modi di difendere le nostre eccellenze e quello di additare la ricerca - perché è di questo stiamo parlando - che cerca di dare risposte ad un'esigenza che il mondo ha (non solo il Piemonte), mi sembra sia un po' limitante e riduttivo.
Credo che dovremmo porci ben altri temi e ben altre questioni e confrontarci seriamente sul tipo di allevamento che vogliamo promuovere (se vogliamo promuoverlo), perché dovremmo avere anche il coraggio di iniziare a pensare che, forse, sarebbe ora di consumare meno o non consumare del tutto carne, perché non ce lo possiamo più permettere, da nessun punto di vista.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Un brevissima considerazione annunciando il voto favorevole a quest'ordine del giorno (del quale ho chiesto l'anticipazione) da parte di Fratelli d'Italia che, con il Ministro Lollobrigida, si sta impegnando nella difesa e nella tutela dell'italianità.
Noi abbiamo venduto il nostro Piemonte come la terra dei grandi prodotti tipici, la terra dove la laboriosa azione dei nostri agricoltori, dei nostri produttori e dei nostri artigiani regala un ventaglio di produzioni formidabili invidiate in tutto il mondo.
Oggi ci vengono proposti dei surrogati biotecnologici, spacciati come alimenti che aiutano l'ambiente. Noi diciamo di no, noi stiamo ancora dalla parte degli italiani e stiamo dalla parte del cibo vero, quello che viene prodotto da quel patrimonio che sono le aziende agricole di pianura e, in questo caso, di montagna, che ci regalano produzioni formidabili, come quelle che con il Governatore abbiamo assaggiato a Villanova Mondovì sabato sera quando, insieme alla Coldiretti - che ringrazio per il grande impegno che ha profuso - abbiamo firmato una petizione che verrà consegnata al Ministro Lollobrigida non più tardi di giovedì prossimo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi inserisco nella scia degli interventi dei colleghi di opposizione che mi hanno preceduto, le Consigliere Accossato e Frediani, per dire che anch'io darò un voto di sola presenza a questo atto d'indirizzo, soprattutto per ciò che contiene nelle premesse. C'è il riconoscimento delle produzioni tipiche del nostro paese e della nostra regione, ma le nostre produzioni non sono sempre e comunque, a tutti i costi, produzioni sostenibili. Questo lo sappiamo e certamente da parte di alcuni c'è anche uno sforzo per lavorare andando verso una maggiore sostenibilità. È uno sforzo apprezzabile, che però non si vede in tutti.
Sottolineo, tra l'altro, non per fare del benaltrismo, che, oltre a questo c'è anche altro. Visto che pare ci sia il desiderio e la volontà di tutelare i nostri prodotti e le nostre eccellenze, metto nuovamente sul tavolo anche la questione dei cambiamenti climatici, perché una delle eccellenze della nostra regione è il vino e - qualcuno lo sa - ormai si fa il vino al 50° parallelo. Di conseguenza, se i vini d'eccellenza erano tra il 40° e il 45° (più che altro il 45°), i cambiamenti climatici stanno spostando questo asse e dove c'era una vite che non era molto utilizzabile adesso ci si fa il vino.
Questo vuol dire che, in futuro, non si farà questo e anche quello; forse vuol dire che si farà solo quello. Pertanto, bisogna riflettere, ma pare che questo tema, invece, non sia nell'agenda dei politici che governano il Piemonte. Forse è più facile fare degli ordini del giorno per fermare la ricerca anche in campo alimentare.
Per tutte queste ragioni, darò un voto di sola presenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Perugini; ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Qualcuno ha detto oggi in quest'Aula che per tutelare i prodotti agricoli del nostro territorio non dovremmo occuparci del cibo sintetico, ma dovremmo probabilmente occuparci di altro. Forse, in parte, avete anche ragione, perché in effetti, dopo la caduta dei dazi e le clausole di salvaguardia - penso, ad esempio, al riso che è una produzione tipica del territorio novarese e vercellese - si conta un +2.400% di arrivo del riso dalla Cambogia.
A proposito anche dell'ultimo intervento, le nostre produzioni agricole sono frutto di disciplinari che hanno centinaia di anni, che sono stati curati, stratificati, migliorati e hanno un grandissimo valore aggiunto.
Pertanto, non è solo un'eccellenza di qualità o dentro un pacchetto, ma è un'eccellenza organolettica, è un'eccellenza nutrizionale, è un'eccellenza nella produzione. Chi ci garantisce rispetto a quel riso, che oggi è 2.400%? Evidentemente anche in quel caso ci sono degli interessi.
Rispetto all'ordine del giorno che andremo a votare tra poco - mi pare, con una amplissima convergenza - un paio di cose devono essere corrette. In fondo, il dispositivo è molto chiaro: tutelare i nostri prodotti. Noi non vogliamo il latte senza mucche, la carne senza produzione animale. Noi non le vogliamo e questo significa anche tutelare i produttori, vuol dire tutelare un'economia e i consumatori.
Infatti, vorrei sentire qualche scienziato che ci dicesse che qualcosa che è prodotto in modo non naturale faccia bene all'uomo. Mi spiace, non è così, non può essere così! Ditemelo, visto che qui ci sono farmacisti e medici. Non può essere così, perché non può essere un bioreattore che fa la carne; non può essere un bioreattore che fa il latte. Il latte lo fanno le vacche. La produzione animale è a seguito di un processo naturale: un vitellino che nasce e viene cresciuto. E comunque abbiamo un sistema paese e un sistema regione che controlla queste produzioni e dobbiamo semmai insistere e lavorare in questa direzione. Evidentemente l'associazione agricola che l'ha promossa, insieme con altri soggetti, ha anche l'obiettivo di garantire delle produzioni sane.
A proposito di ambiente, i primi veri custodi dell'ambiente sono gli agricoltori. Non ce ne sono altri. Pertanto, questi devono vivere, esistere appena fuori dalle nostre città e continuare a custodire il nostro ambiente.
Qualcuno ha anche citato l'Europa. Beh, se guardiamo a tutto quello che l'Europa fa sul Nutri-score, sui dazi, sul sostegno del cibo sintetico, mi pare di poter affermare che capiscono poco di cibo e che noi in Piemonte ne capiamo un po' di più.
Oggi, al di là di qualche astensione annunciata, proviamo a sostenere in modo compatto quest'ordine del giorno, proviamo a difendere il Piemonte, i piemontesi e le nostre produzioni e, insieme con altre Regioni, proviamo a dare quell'esempio di compattezza che difenda una volta e per sempre il sistema Paese.
Diventiamo sempre più attrattivi, tuteliamo i nostri territori: questo è il vero obiettivo e con il nostro voto possiamo raggiungerlo, ma tutti insieme. Se cominciamo qui dentro ad avere delle diversità, probabilmente stiamo abbandonando e voltando le spalle, perdendo l'obiettivo principale alle nostre produzioni agricole e ai nostri produttori.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono altre richieste d'intervento in merito all'ordine del giorno n. 898, chiedo il parere della Giunta.
La Giunta non intende intervenire.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 898, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) A questo punto, sospendiamo i lavori del Consiglio per consentire la relazione annuale del Difensore civico.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 16.55)


Argomento: Difensore civico

Relazione annuale del Difensore Civico (ai sensi della l.r. 50/1981)


PRESIDENTE

Come concordato, procediamo con l'esame del punto 7) all'o.d.g., la relazione annuale del Difensore civico, ai sensi articolo n. 8 della legge regionale 50 del 1981, che recita: "Il Difensore civico invia ogni anno entro il 31 gennaio, al Consiglio regionale una relazione sugli accertamenti espletati, sui risultati di essi e sui rimedi organizzativi e normativi di cui intende segnalare la necessità.
La relazione del Difensore civico è sottoposta a discussione del Consiglio regionale, secondo le norme del Regolamento interno".
Il Difensore civico ha depositato la relazione annuale riferita all'attività svolta nel 2021; il documento è reperibile nella banca dati.
Invito il Difensore civico, la dottoressa Paola Baldovino, a svolgere l'annuale relazione al Consiglio, richiedendo di rimanere nei tempi (20 minuti).



BALDOVINO Paola, Difensore civico della Regione Piemonte

Grazie, Presidente.
Buon pomeriggio a tutti. Saluto il Presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, gli Assessori presenti, i componenti dell'Ufficio di Presidenza e tutti voi Consigliere e Consiglieri.
Ringrazio il Presidente per avermi dato la possibilità d'illustrare la relazione relativa all'attività svolta dal mio ufficio nell'anno 2021.
Peraltro, questa è anche la mia prima audizione di fronte al Consiglio regionale; sono stata infatti disegnata Difensore civico il 27 luglio 2021 e mi preme pertanto ringraziare codesta Assemblea per la fiducia accordatami.
La mia nomina ha coinciso con il compimento di quarant'anni dell'istituzione del Difensore civico e, inoltre, sono la prima donna ad aver ricevuto questa carica statutaria ed è per me ulteriore motivo di orgoglio.
In questi quarant'anni la difesa civica è stata rappresentata da illustri Difensori civici che hanno saputo far crescere l'Ufficio, a supporto del quale ho trovato una solida struttura amministrativa, coordinata e composta da persone preparate che svolgono il loro compito con professionalità dedizione e passione.
Questa relazione, avendo assunto io l'incarico nel mese di settembre 2021 rappresenta la fotografia del lavoro svolto egregiamente e con competenza dal mio predecessore. Nell'intraprendere l'esercizio della funzione di Difensore civico regionale ho da subito apprestato le potenzialità di questo istituto, al quale tutti i cittadini piemontesi possono rivolgersi essendo un servizio gratuito e facilmente accessibile.
La difesa civica costituisce una forma di tutela precontenziosa intervenendo ogniqualvolta il cittadino si trovi in difficoltà nel dialogare con uffici dell'amministrazione regionale, compresi gli enti strumentali della Regione e delle amministrazioni periferiche dello Stato oppure s'imbatta in disfunzioni, inefficienze di servizio o discriminazioni, svolgendo in questo modo anche importante ruolo deflattivo del contenzioso giudiziario.
Naturalmente, il Difensore civico agisce attraverso la moral suasion essendo privo di poteri coercitivi; l'azione del Difensore civico si mostra, quindi, più flessibile, duttile e anche, se vogliamo, in un certo senso, più creativa nelle sue modalità d'intervento e vicina ai bisogni delle persone.
La difesa civica perciò contribuisce a migliorare l'azione amministrativa e mi piace dire che la umanizzata maggiormente e concorre, quindi, a rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione che, a seguito dei suggerimenti e dei rimedi evidenziati, può correggere il proprio modo di agire adottando comportamenti virtuosi e garantendo, in tal modo, una buona amministrazione in grado di soddisfare gli interessi e i bisogni dei cittadini.
L'intervento del Difensore civico, quindi, comporta un ausilio concreto alle Pubbliche Amministrazioni che vengono sollecitate nel loro impegno ad attuare i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa.
Per tali ragioni, la relazione annuale innanzi a codesta Assemblea, oltre a dare contezza dell'attività svolta dal Difensore civico, contribuisce a questo compito di ausilio e supporto alla Pubblica Amministrazione evidenziando altresì modifiche a prassi, regolamenti e norme che possano rendersi necessarie per migliorare l'agire pubblico.
Veniamo ora a esaminare i dati relativi alle segnalazioni che sono pervenute all'Ufficio nell'anno 2021.
Le istanze presentate nell'anno 2021 sono state complessivamente 581 suddivise come segue: il 60% di tali segnalazioni riguarda i servizi alla persona (351 istanze); il 12% riguarda la partecipazione al procedimento (67 segnalazioni); l'1% delle segnalazioni riguarda il territorio e l'ambiente (otto istanze); il 3% delle segnalazioni riguarda i tributi regionali (18 domande); l'1% delle istanze riguarda il personale (una segnalazione); il 23% delle segnalazioni riguarda altre materie (136 istanze).
Per quanto concerne le istanze relative ai servizi alla persona, in esse vanno ricomprese sanità e ospedali, assistenza, disabilità, assicurazioni obbligatorie e pensioni, tutela dei diritti fondamentali.
Segnatamente, l'ambito relativo a "sanità e ospedali" riguarda, tra le altre, questioni attinenti all'assistenza sanitaria di base, alla concessione di farmaci, alle protesi, all'assistenza ospedaliera, ai ticket sanitari.
Di gran lunga prevalente è il dato numerico riguardante l'assistenza socio sanitaria agli anziani non autosufficienti, in particolare la predisposizione di appropriati percorsi di continuità assistenziale, ovvero i casi di opposizione alle dimissioni. Ovviamente, sulle opposizioni alle dimissioni l'Ufficio non può entrare nel merito circa l'affermata dimissibilità, ma fornisce un orientamento agli istanti in ordine alla facoltà di farsi assistere dal proprio medico di medicina generale innanzi alla Commissione di valutazione geriatrica, per meglio valutare le conseguenti esigenze terapeutiche.
Inoltre, essendosi rilevate segnalazioni di criticità in ordine al diritto e alla continuità alle cure, su questo tema si è avviata una interlocuzione con gli Uffici della Direzione regionale della sanità.
Oltre a ciò, 42 istanze hanno riguardato l'ambito della "disabilità", nel quale sono ricomprese questioni connesse alla presenza di barriere architettoniche, alla somministrazione di ausili, a problematiche di natura scolastica, ovvero attinenti all'applicazione delle disposizioni previste dalla legge 104/1992, in particolare quelle concernenti la disciplina dell'ISEE per la compartecipazione ai costi per prestazioni socio sanitarie.
Va evidenziato che recentemente il legislatore piemontese ha attribuito al Difensore civico regionale la funzione di "Garante per il diritto alla salute", istituto cui intendo dare ampio sviluppo.
Essendo la sanità un settore delicato e importante per la comunità piemontese, soprattutto a seguito dell'emergenza sanitaria, ritengo che tale funzione vada esercitata stabilendo con la Pubblica Amministrazione un dialogo costruttivo e proficuo, dal quale possano derivare risposte puntuali e soddisfacenti alle istanze trasmesse dai cittadini.
Pertanto, nell'ottica di fornire un valido supporto, si è dato l'avvio a un'interlocuzione con l'Assessorato alla sanità, al fine di sottoporre all'attenzione degli Uffici le segnalazioni pervenute al Difensore civico così da trovare una soluzione alle problematiche più ricorrenti e di interesse generale.
In concreto, il Difensore civico, in qualità di Garante per il diritto alla salute, per l'appunto, unitamente alla Garante per l'infanzia e l'adolescenza (per la parte relativa ai minori), ha avviato incontri periodici con la Direzione regionale della sanità, riproponendosi di affrontare in quella sede i temi più ricorrenti tra le segnalazioni, quali per l'appunto, l'opposizione alle dimissioni, i tempi d'attesa per visite specialistiche, l'applicazione normativa nazionale su ISEE e le segnalazioni attinenti alla disabilità.
In ultimo, ma non perché meno importante, si rileva come le istanze relative alla tutela dei diritti fondamentali (complessivamente 27) abbiano riguardato, tra le altre, segnalazioni di presunta discriminazione connesse al green pass, nonché segnalazioni relative a disservizi delle piattaforme informatiche in uso alle amministrazioni sanitarie; tematica, quest'ultima che ha costituito oggetto di disamina con il Coordinamento nazionale dei Difensori civici regionali nell'ambito del tavolo di lavoro in cui rivesto il ruolo di coordinatrice.
Ritengo, infatti, che il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione sia molto importante per rendere più efficienti i servizi erogati ai cittadini. La realizzazione di tale processo risulta essenziale per la ripresa economica del nostro Paese, ma richiede una certa attenzione relativamente a tutti quei cittadini che, privi di un'adeguata cultura e disponibilità digitale, potrebbero essere esclusi dall'accesso a determinati servizi, e questo con una conseguente violazione dei diritti.
Pertanto, il mio compito in questa delicata fase di passaggio sarà vigilare e farmi portavoce di anomalie, disfunzioni o discriminazioni, contribuendo in tal modo a salvaguardare diritti e pari dignità dei cittadini.
Per tale ragione, come ho già detto poc'anzi, ho in primo luogo aderito al tavolo di lavoro istituito dal Coordinamento nazionale dei Difensori civici, che, in considerazione della mancata istituzione di un Difensore civico nazionale, ha ritenuto opportuno segnalare le problematiche riscontrate dialogando direttamente con il Ministero per l'Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, poiché tali disservizi si ripercuotono inevitabilmente anche su quelli erogati dalle Pubbliche Amministrazioni a livello regionale e locale.
Concretamente, si è dato quindi l'avvio a interlocuzioni sia con il Sottosegretario del Ministero competente, sia con l'AgID. Inoltre, intendo farmi interprete di tutte quelle situazioni in cui si possono prospettare possibili profili di discriminazioni e disuguaglianze, esercitando le funzioni attribuite al Difensore civico dalla legge regionale 5/2016 a tutela dei diritti delle persone e del principio di pari opportunità attività, questa, che potrà comprendere anche interventi per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere, in linea con quanto sancito dalla legge regionale 4/2016, in merito ad azioni di sensibilizzazione che la Regione promuove e sostiene anche con il concorso del Difensore civico.
Infine, con riferimento alle funzioni previste dalla legge 4 sull'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità, la cosiddetta legge 104 del 1992, è mia precisa volontà adoperarmi attraverso la costituzione di parte civile nei procedimenti penali, al fine di tutelare le persone più deboli.
Per quanto concerne la seconda macroarea, relativa alla partecipazione al procedimento, si rileva che nel 2021 sono state ricevute 63 istanze per gli esami di dinieghi parziali o totali di accesso, presentati da cittadini a seguito di dinieghi opposti dall'Amministrazione regionale o da istituzioni pubbliche locali. Le istanze di riesame in questione hanno riguardato, per un numero di 56, i dinieghi di accesso documentale; mentre, per i restanti sette casi, dinieghi di accesso civico generalizzato.
Infine, volendo fare una panoramica, seppur sintetica, sulla provenienza territoriale delle segnalazioni ricevute, si evidenzia la netta preponderanza di quelle provenienti dall'area della Città metropolitana di Torino, che risultano essere 418, quindi pari al 72% del totale, rispetto al numero delle istanze provenienti dalle altre Province che sono invece per la Provincia di Cuneo 33, di Alessandria 28, del Verbano Cusio Ossola 25, di Novara 22, di Vercelli 14, di Asti 13 e di Biella 12. Un numero nettamente inferiore.
Alla luce di questi dati, pertanto, sarà mia cura dare maggiore visibilità alla figura del Difensore civico, ricorrendo anche a social e media locali e contribuire, così, a realizzare quel ponte tra cittadini e Pubblica Amministrazione, cercando di far venire meno questo senso di sfiducia dei cittadini verso le istituzioni, sentimento oggi, purtroppo, molto diffuso.
Ho terminato. Rimango comunque a vostra disposizione per qualsiasi approfondimento o confronto.
Grazie per l'attenzione.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo la dottoressa Paola Baldovino per la relazione.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Relazione annuale del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale (ai sensi della l.r. 28/2009)


PRESIDENTE

Passiamo alla relazione annuale del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ai sensi dell'articolo 6 della legge regionale 28/2009, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Ricordo che l'articolo 6 della legge regionale 28/2009, che istituisce il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, prevede che egli presenti ogni anno, entro il 31 marzo al Consiglio regionale una relazione sull'attività svolta e sui provvedimenti organizzativi e normativi di cui intende segnalare la necessità. Il Consiglio regionale discute la relazione in apposita sezione convocata entro due mesi dalla presentazione della stessa.
Il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale ha depositato la relazione annuale riferita all'attività svolta nel 2021 nei primi sei mesi del 2022. Il documento è reperibile nella banca dati.
Invito il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Onorevole Bruno Mellano, a entrare in aula per svolgere l'annuale relazione al Consiglio regionale.
Chiedo di mantenere l'intervento nei venti minuti.
Prego, Onorevole Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno, Garante regionale delle persone sottoposte a misure

restrittive della libertà personale Grazie, Presidente Gavazza; sicuramente mi richiamerà all'ordine sui tempi.
Per essere preciso e puntuale, questa relazione è una relazione su un biennio, perché a causa giustificata dalla pandemia e da una scelta che abbiamo operato anche con la Garante dell'infanzia, nella scorsa ultima relazione avevamo presentato la relazione del 2019. Sono agli atti due relazioni, quella del 2020 e quella del 2021 ma, per malcostume di questo Garante, in genere, facendo le relazioni all'inizio dell'anno, finisco sempre per aggiungere dei dati, il più possibile di attualità, proprio per evitare di venire qua e commentare dati troppo risalenti. Come diceva il Presidente Gavazza, l'ultima relazione riguarda tutto il 2021 e i primi sei mesi del 2022, avendola consegnata all'inizio di agosto.
Precisazione agli atti.
Secondo punto, richiamo e ricordo, soprattutto a me stesso, che l'area d'intervento del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, per come l'abbiamo definito e codificato in tutte le ultime relazioni, ha quattro punti di interesse, quattro ambiti di interesse: l'area dell'esecuzione penale, quella più propriamente conosciuta sui detenuti, ma non solo, anche l'esecuzione penale esterna l'area della sicurezza, quindi legata a una vicenda molto più limitata nei numeri, ma significativa nella sostanza, legata alle celle di sicurezza dei vari corpi di Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e locali di Frontiera; l'area del controllo delle migrazioni, essenzialmente il CPR di corso Brunelleschi; l'attività, che ormai ho intrapreso da tre anni con un progetto del Garante nazionale, di monitoraggio dei rimpatri forzati azione molto significativa, molto delicata e anche molto forte dal punto di vista di coinvolgimento emotivo.
Dando per scontato i ringraziamenti già fatti da Paola Baldovino anche a nome mio, rispetto alla struttura e agli Uffici, credo sia doveroso citare che su questo particolare tema si sono coinvolti anche alcuni collaboratori dell'ufficio che hanno seguito il Garante, non tanto nelle missioni internazionali, che pure io ho fatto, di monitoraggio del rimpatrio forzato, ma almeno nella fase di partenza dal CPR nella fase di pre partenza, come viene definita, quindi nella fase in cui al trattenuto viene comunicata la decisione dell'espulsione e vengono restituiti gli oggetti (i pochi vestiti) e si costruisce il percorso di partenza. Mi permetto di scegliere un ringraziamento non formale, ma molto sostanziale rispetto a questo delicato tema.
Infine l'area sanitaria, non tanto legata all'esecuzione penale interna alle carceri, quindi all'esecuzione della sanità penitenziaria, ma le vicende riguardanti in particolare le REMS (Residenze per le Esecuzioni di Misure di Sicurezza) e le limitazioni delle libertà personali per i cittadini sottoposti a TSO.
Lo sottolineo tutte le volte, ma credo sia doveroso, che molte cose che questo Ufficio e questo Garante ha potuto fare sono state anche realizzate in rete con i Garanti comunali del Piemonte. Vi assicuro - potete crederlo che in ogni riunione e a in ogni contesto cui partecipo e in cui intervengo come Garante, ricordo sempre che la realtà piemontese è l'unica in Italia che ha, per ogni città sede di carcere, un Garante comunale nominato per delibera, ovviamente sua sponte, dell'amministrazione comunale.
Questa rete e questo coordinamento dei Garanti comunali permette un lavoro in sinergia molto più efficace e si possono fare molte più cose di quelle che potrebbe fare il singolo Garante regionale, come muoversi o rispondere anche soltanto alle richieste di colloquio o situazioni poste dal punto di vista anche amministrativo o legate ai servizi del territorio che possono essere, in qualche modo, più facilmente e in molti casi esclusivamente risolte con un intervento del Garante comunale.
In più c'è una rete di Garanti nazionali. Abbiamo un coordinamento, una Conferenza dei Garanti regionali e dei Garanti territoriali che è stata accolta nell'ambito della Conferenza nazionale dei Presidenti di Assemblee legislative e che ha permesso, in qualche modo, un riconoscimento e un'interlocuzione che, su alcuni aspetti, ovviamente travalicano l'ambito di intervento del singolo Garante, anche dei Garanti regionali.
Nell'interlocuzione con il Ministero di Giustizia, con il Dipartimento di Giustizia, con il Ministero dell'Interno o con il Ministero della Sanità ha un ruolo importante ed efficace la presenza di una conferenza che, con il Garante nazionale, cerca di far sentire la voce e le problematiche del nostro territorio.
Alcuni numeri sui carceri. A oggi, 22 novembre 2022, abbiamo 4.118 detenuti nelle 13 carceri per adulti. Nello stesso tempo, abbiamo 36 giovani reclusi nell'istituto penale minorile di Torino che, ricorderete, può ospitare detenuti fino a un'età di 25 anni se la condanna e il reato è stato commesso da minorenne.
Abbiamo due persone, a oggi, nel centro di prima accoglienza, che è la struttura filtro proprio per i minori in attesa di una soluzione diversa rispetto al carcere. La comunità, il centro di prima accoglienza, permette di dare davvero seguito a quello che è un modello di esecuzione penale minorile, che è un modello prezioso a livello nazionale e a livello europeo, per cui nell'ambito minorile si finisce in carcere per extrema ratio; si tenta sempre prima una soluzione diversa, di affidamento ai servizi, di affidamento alla famiglia, se possibile, di gestione in comunità o gestione in strutture attrezzate che non siano il carcere minorile.
Stamattina ho abbandonato un attimo l'interessantissimo e importante Consiglio regionale aperto perché avevo promesso alla direttrice del carcere minorile di Torino di essere in istituto perché, dopo anni di lavoro e di iniziative, si apriva uno spazio per le attività culturali teatrali e formative dentro l'istituto con un importante realizzazione di uno spazio che permetterà, speriamo a breve, un contatto fra il territorio e l'istituto penale minorile che vive davvero, anche più che il carcere per adulti, in una sinergia e in una simbiosi con il tessuto sociale del territorio e della città.
Un numero sulla questione storica e cronica dell'affollamento in carcere. I dati nazionali che ho riportato nella relazione si riferivano al 31 dicembre 2021 e ci parlavano, a livello nazionale, di 54.329 detenuti, ma siamo già oltre 56.000. Ripeto questi numeri per dare il senso delle percentuali perché, in quel momento, a quella fotografia, quella ufficiale del Ministero di Giustizia, corrispondevano 50.800 posti regolamentari quindi già 4.000 posti in meno di quelli delle persone presenti, ma con una previsione di posti effettivi di 47.000. Da un tasso ufficiale di affollamento del 106% si passa ad un tasso reale del 114%.
Per quanto riguarda le tredici carceri del Piemonte, a fronte dei 4.140 detenuti di quell'epoca, avevamo una capienza regolamentare di 3.951 posti ma una capienza reale effettiva di 3.626. La cosa interessante è che nel dato di luglio di quest'anno, l'ultimo dato che ho potuto avere riportato nella relazione, il Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria documentava una presenza di ben 269 stanze di pernottamento non disponibili, corrispondenti a oltre 320 posti letto non disponibili (320 è il numero corrispondente a un altro carcere medio grande del Piemonte). Se escludiamo Torino, che ha una capienza di 1.000 e una presenza di 1.450 persone in questo momento, gli altri istituti sono quasi tutti su una dimensione tra i 200 e i 300, poi arriviamo a 400 a Saluzzo e a 400 Biella ma questa è la dimensione media di un carcere.
In quest'Aula abbiamo fatto un interessante convegno nazionale sull'architettura penitenziaria e sull'edilizia penitenziaria.
L'adeguamento, le ristrutturazioni e le rimessa in opera delle stanze presenti negli istituti attivi ci darebbero la possibilità di 320 posti in più che adesso non sono disponibili. Questo è un dato importante da segnalare, perché credo che l'intervento dei fondi che sono stati messi con l'ultima legge finanziaria, con l'attività del Governo precedente, che sicuramente l'attuale Governo si troverà a dover gestire, rappresenta un numero di milioni di euro particolarmente significativo.
Negli ultimi anni abbiamo sempre registrato una disponibilità sulla manutenzione ordinaria e straordinaria a capo del Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria, corrispondente ai tre-quattro milioni di euro, quando le analisi di tutti gli organismi tecnici e degli architetti competenti ci hanno ribadito che, solo per mantenere le strutture, occorrerebbe spendere 50 milioni all'anno. Quest'anno arriviamo a 50 milioni e, con un intervento dei fondi europei, si potrebbe addirittura arrivare a spendere 50 milioni all'anno.
Quest'anno arriviamo ai 50 milioni e addirittura con un intervento dei fondi europei si potrebbe arrivare a 75 milioni di euro. La cosa è significativa soprattutto se diventa una scelta stabile, una scelta di lungo o di medio periodo, perché obiettivamente le nostre carceri, quelle piemontesi in particolare, sono davvero molto appesantite e gravate da una gestione e da una vita dove il sovraffollamento non è stato soltanto un dato personale dei detenuti e degli operatori penitenziari che hanno dovuto gestire la vita e le attività dentro strutture previste per 1.500 detenuti ma le stesse strutture ovviamente sono logore.
Si pensi all'esempio classico, che è quello dei locali doccia. L'altro giorno ero con i collaboratori al carcere di Biella e i detenuti ci facevano vedere i locali doccia che sono, come spesso capita in quelle strutture di cemento armato con scarsissime prese d'aria, locali assolutamente insalubri. Infatti, non raramente l'intervento dell'Ufficio di Igiene dell'ASL segnala e, in alcuni casi, chiede interventi di immediato ripristino, perché banalmente in quei locali, invece di fare la doccia in 25, la fanno in 75. Poi, certo, la gestione e la dinamica probabilmente non è quella che si potrebbe auspicare in un contesto di vita collettiva, però quello è il dato reale.
Pertanto, c'è un problema di spazi, di capienza e di affollamento. Questo l'ho scritto anche nella Relazione nazionale che il Garante nazionale fa ogni anno al Parlamento e ho chiesto ai Garanti regionali un intervento. Ho focalizzato il mio intervento dell'ultima relazione presentata alla Camera dei Deputati da Mauro Palma su un caso Piemonte. Esiste, secondo me, un caso Piemonte più che per altre Regioni che sono gravemente sofferenti nell'amministrazione penitenziaria, perché esiste una dinamica nell'amministrazione centrale e nell'amministrazione penitenziaria che ha concorsi nazionali e ha scelte nazionali per il personale, per cui alcune Regioni, alcuni istituti e alcune città vengono vissute come sedi disagiate, sedi periferiche dove nessuno vuole andare; ovviamente non i detenuti che ci vanno obtorto collo, ma i direttori, i comandanti, il personale qualificato, ispettori e sovrintendenti. E questo è un dato molto grave, perché ci espone a istituti penitenziari che hanno gravi difficoltà gestionali e spesso sono senza un direttore stabile, con direttori a scavalco.
La mia previsione tragica è che con l'inizio dell'anno, a seguito di interpelli nazionali - che logicamente permetteranno alle figure professionali apicali di scegliere sedi diverse da quelle che in questo momento occupano - e a seguito dell'applicazione di una norma che prevede dopo un certo periodo di anni, la rotazione sulla struttura, avremo molto probabilmente cinque o sei direttori su tredici istituti. Pertanto, la regola di direttori che avranno due o tre sedi di competenza.
Questa, ovviamente, è una questione più volte segnalata, ma il caso Piemonte è un caso che incide, ad esempio, anche sull'organico attualmente attivo. Vi cito dei numeri che ho pubblicato, grazie al Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria, a pagina 94 della relazione. È la prima volta che ho avuto questi dati, quindi li ho voluti valorizzare, perché c'è una giusta recriminazione e lamentela degli operatori penitenziari che segnalano la carenza assoluta. Ad esempio, in Piemonte su un organico di 44 persone fra dirigenti e funzionari apicali, abbiamo 26 figure attive a vario livello - alcuni sono anche impegnati su altri territori - con una carenza di 18. Mancano 18 figure apicali fra direttori, comandanti responsabili amministrativi, tecnici di area contabile.
Per quanto riguarda gli ispettori di polizia penitenziaria, su una pianta organica di 380 ne abbiamo 122, con una carenza di 258 ispettori. Gli ispettori sono, insieme ai sovrintendenti, le figure decisive nel governo di una comunità penitenziaria, perché è chiaro che il direttore e il comandante hanno dei ruoli, delle competenze e degli impegni che non sono dentro la sezione, non sono dentro il padiglione - o almeno non sempre e non costantemente.
I sovrintendenti da pianta organica dovrebbero essere 497 e la presenza organica a luglio 2022 è di 121; ne mancano 376.
C'è, però, una notizia forse un po' in controtendenza anche rispetto a una serie di notizie che possiamo avere avuto dai giornali. Non mancano gli agenti semplici, gli assistenti, anzi ne abbiamo qualcuno in più della pianta organica; sono 2.207 in pianta organica e 2.453 in organico, con una presenza in positivo di 246. Questo lo segnalo, anche perché questi sono in genere i nuovi arrivati, quelli delle ultime infornate, quelli della scuola di formazione di Verbania o della scuola di formazione di Cairo Montenotte.
Sono quelli che, in qualche modo, dopo un percorso di formazione veloce e accelerato durante la pandemia, per permettere un implemento delle risorse della polizia penitenziaria, avrebbero davvero bisogno di essere seguiti dagli ispettori e dai sovrintendenti e, in qualche modo, continuare una formazione on the job, che è essenziale. Difatti, alcune cose si apprendono stando lì, capendo le dinamiche, vedendo le reazioni e cercando di governare una situazione nel pratico, non nella teoria.
Questi sono dati allarmanti, che però si affiancano a quelli dei direttori e a quelli degli educatori. Abbiamo un sistema penitenziario che dal 1975 prevede una figura filtro essenziale, che è quella degli educatori. C'è stato un concorso nazionale per 210 educatori, ne sono arrivati in Piemonte otto e ne sono andati via sei. Adesso hanno riaperto la formazione e faranno un altro corso per altre 140 figure di educatori. Ma il problema vero è che a Verbania non ci vuole andare nessuno, a Cuneo non ci vuole andare nessuno, a Saluzzo non ci vuole andare nessuno. Magari ce ne va uno o due, quindi numeri assolutamente carenti, ma sappiamo che quello è un imbuto decisivo per tutte le progettualità e per tutte le iniziative che rendono il carcere efficace, efficiente, utile e importante dal punto di vista del trattamento.
Velocemente, vorrei citare la questione dei suicidi. A metà dell'anno avevo segnalato che non avevamo avuto suicidi in Piemonte. Appena l'ho detto, ne abbiamo avuti cinque: quattro a Torino e uno a Saluzzo. La cosa interessante, che vi segnalo e che non è uscita sui giornali, è ch, tranne un caso, erano tutte persone di medio-basso rischio suicidario. Esiste un protocollo nazionale, uno regionale e alcuni protocolli locali di gestione del rischio del suicidio, però è chiaro che, non avendo risorse, non avendo personale, non avendo educatori, non avendo psicologi, non avendo mediatori culturali l'attività di prevenzione giustamente si focalizza su chi ha un rischio segnalato medio-alto. Noi, però, registriamo suicidi tra i medio bassi, tra quelli che non davano segnali di pericolo, tra quelli da cui non ci si aspetta che abbiano una crisi e che rischiano il suicidio.
Ancora un dato sugli stranieri. A livello italiano, su 56.000 detenuti, in questo momento, oltre 17.000 detenuti sono stranieri, con una percentuale del 31%, ma in Piemonte la media è significativamente più alta, perché è del 37%, 1.484 stranieri, ma con situazioni molto diversificate da istituto in istituto.
Se consideriamo che alcuni istituti, come Asti o Saluzzo, che sono adesso dedicati all'alta sicurezza e che ospitano solo italiani (con una percentuale di stranieri a una cifra), nel contempo vi sono istituti con il 46%, il 56% o il 65% di stranieri (Alessandra, Don Soria Casa circondariale). È chiaro che pongono problemi e questioni anche di tipo di gestione molto diverse.
Vado a un focus finale, cui tengo moltissimo, nel senso che salto tutte gli altri argomenti.
C'è una segnalazione sul fatto che sono cresciute in modo significativo anche le persone in esecuzione penale esterna, che alla fine del 2021 erano circa 6.000, però la cosa interessante che vi volevo segnalare è che tutti gli eventi di cronaca, tutte le segnalazioni di dati che sono usciti in questi mesi, in questo biennio di pandemia, hanno indubbiamente segnalato una criticità sulla sanità penitenziaria.
La legge di riforma della sanità penitenziaria è della fine degli anni Novanta e diventa DPCM il 1° aprile 2008; da allora è diventato Servizio Sanitario Nazionale e Servizio Sanitario Regionale con una competenza diretta ed esclusiva della Regione.
Lo sanno benissimo in Assessorato, fa parte del mio compito e tento d'interpretarlo al meglio. Ho rotto molto le scatole in Assessorato durante la pandemia, per la questione del virus, per la questione dei contagi, per la questione delle vaccinazioni, però indubbiamente sia i suicidi in carcere, sia la gestione del Sestante (l'articolazione psichiatrica in carcere), sia il crescente disagio mentale in carcere, sia la questione della carenza cronica degli specialisti e dei medici segnalano la necessità di un'attenzione nuova e innovativa della Regione Piemonte.
Prendendo atto che sono passati 15 anni dalla riforma sanitaria, occorre trovare strumenti e modalità che, peraltro, sono state anche anticipate in un'importante audizione in IV Commissione sanità, all'inizio del 2022, con l'intervento della Presidente del Tribunale di sorveglianza, del medico responsabile del presidio di Torino, con la responsabile del coordinamento dei medici sul Piemonte. Sicuramente però, in un contesto di difficoltà esterna che non disconosciamo, ma di cui siamo tutti consapevoli, è indubbio che c'è bisogno di un punto di verifica, di un punto di ricaduta.
Nelle conclusioni di questa relazione ho cercato di enucleare anche dei suggerimenti; magari, il coinvolgimento dell'IRES Piemonte per fare un monitoraggio e un focus di attenzione sulla sanità penitenziaria. Citavo prima Vercelli: il medico responsabile del presidio di Vercelli dice che dal 2013 hanno 300.000 euro per gestire il Servizio di sanità penitenziaria, che non bastano neanche per l'ordinario della gestione dei medici di base.
Il problema vero è che, nel frattempo, la deliberazione del 2016 e il quadro dei servizi hub, spoke e di base hanno chiesto alle ASL, anzi chiedono alle ASL di dotarsi di strutture di risposta molto significative.
La telemedicina sarebbe ed è una risposta su cui si sta riflettendo. Mi permetto di dire che molto probabilmente ci vuole una cabina di regia regionale, dove si possa sedere anche l'amministrazione penitenziaria, per decidere assieme le strategie, altrimenti abbiamo - lo voglio qui citare il caso di direttori di carcere che ritengono di non avere personale sufficiente per portare fuori dal carcere le persone in visita, così con un colpo di penna annullano in un colpo solo 90 prenotazioni mediche, anche di persone oncologiche.
È un problema di quel carcere specifico, è un problema di quella particolare interpretazione del ruolo di una direzione di carcere. Certo è che il rapporto e il dialogo fra l'amministrazione penitenziaria e l'amministrazione sanitaria regionale dev'essere in qualche modo ricostruito su basi di chiarezza e di forza, altrimenti il rischio vero è che continuiamo a registrare soltanto il dato fallimentare, nonostante l'impegno e nonostante la disponibilità degli operatori che vivono, anche loro, in un contesto molto difficile come quello della sanità penitenziaria in carcere.
Devo chiudere, per cercare di rispettare un minimo i tempi.
Una parte significativa è sulle misure di sicurezza e le REMS. Vi anticipo che il 14 luglio faremo in Sala Viglione un approfondimento sui dieci anni di applicazione della legge n. 9 del 2012, che è quella che ha chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari e ha fatto nascere le REMS. La valutazione di questi dieci anni, tra l'alto fatta dall'Università di Torino, con i dati della Regione Piemonte e con i dati nazionali del sistema di monitoraggio, ci può dare indicazioni significative, che potrebbero essere molto utili anche alla stessa Magistratura, chiamata a collocare in quelle strutture dei soggetti che, secondo me, hanno fornito risposte positive (penso alla REMS di Bra o alla REMS di San Maurizio Canavese), pur nella difficoltà del tema.
Concludo con almeno un cenno sulla questione del CPR. È una questione aperta quella del Centro per il rimpatrio di Corso Brunelleschi. A oggi sono 126 le persone lì trattenute in attesa di verifica d'identificazione e di eventuale espulsione. Negli anni le persone espulse attraverso il sistema dei CPR sono state in genere meno della metà di quelle lì trattenute, perché subentrano valutazioni diverse, perché subentra magari la non identificazione, perché subentrano magari situazioni oggettive, come quella di avere famiglia, di avere legami, di avere reti sul territorio che suggeriscono o impongono per legge la non espulsione, perché subentra la fragilità della persona, il contesto di provenienza non adeguato all'accoglienza della persona. È però importante riflettere, perché il CTR è soltanto la punta di un iceberg che riguarda la questione dell'immigrazione.
Anche in questo caso, la problematica che ci riguarda direttamente è quella della sanità: è un medico del presidio sanitario pubblico che deve decidere chi può rimanere trattenuto in quel contesto. Negli anni passati, la valutazione era in capo al medico dell'ente gestore. Lo abbiamo segnalato più volte, ma nel frattempo è cambiata la circolare del Dipartimento delle libertà civili del Ministero dell'Interno; si sta ricostruendo una rete sulla base della nuova circolare; è cambiato l'ente gestore. Ci sono prospettive a mio avviso positive in un contesto comunque di grave fragilità umana, personale e anche etico-morale.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Onorevole Bruno Mellano per la relazione.



(La seduta riprende alle ore 17.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 262 "Fondazione DOT - Donazione organi e trapianti Onlus" - Consiglio di Amministrazione (Art. 15 Statuto Fondazione) - nomina di un membro Proclamo nominato, quale membro in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione DOT, il signor Cozza Giuseppe.
Rammento, inoltre, che ai sensi dell'articolo 20 del d.lgs 39/2013, la presentazione della dichiarazione, da parte dei soggetti nominati sull'insussistenza delle cause di inconferibilità di cui al citato decreto è condizione per l'acquisizione dell'efficacia dell'incarico.
Do atto che, ai sensi del comma 9 dell'articolo 5 del decreto legge n.
95/2012 "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario", da ultimo modificato dall'articolo 17, comma 3, della legge n. 124/2015, il collocamento in quiescenza del signor Cozza Giuseppe comporta il conferimento dell'incarico a titolo gratuito.
Proposta di deliberazione n. 261 - Fondazione "Camillo Cavour" - Consiglio di Amministrazione (Art. 7 Statuto dell'Ente) - designazione di 3 membri Proclamo designati, quali membri in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione "Camillo Cavour" i signori Seppilli Ludovico Maria D'Angelo Domenico e Tamagnone Edoardo.
Rammento, inoltre, che ai sensi dell'articolo 20 del d.lgs 39/2013, la presentazione della dichiarazione, da parte dei soggetti nominati, sulla insussistenza delle cause di inconferibilità di cui al citato decreto è condizione per l'acquisizione dell'efficacia dell'incarico.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 265 Commissione di Garanzia (art. 91 Statuto della Regione Piemonte e art. 3 Legge regionale n. 25/2006) - elezione di un avvocato con almeno quindici anni di esercizio



PRESIDENTE

Il componente non risulta eletto per mancanza del numero legale previsto dall'art. 3 della legge 25/2006, che richiede due terzi dei componenti assegnati (34 Consiglieri).



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 266 - Agenzia Piemonte Lavoro (art. 7, l.r. n.
34/2008) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 3 membri effettivi di cui 1 su indicazione dell'ANCI Piemonte, assicurando la rappresentanza della minoranza, e 2 membri supplenti di cui 1 indicato dall'ANCI Piemonte



PRESIDENTE

Proclamo nominati, quali membri in seno al Collegio dei Revisori dei Conti e quali membri effettivi i signori De Gregorio Alberto, in rappresentanza di ANCI Piemonte, Schiavone Laura e Savino Andrea (quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze consiliari), quali membri supplenti i signori Alessandro Giovanni, in rappresentanza di ANCI Piemonte, e Dutto Lorenzo.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 263 - Azienda Sanitaria Locale di Biella (art.
1, comma 2, l.r. n. 15/2014) - Collegio Sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente II votazione Il componente non risulta eletto per mancanza del numero legale.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 267 - ORECOL - Organismo Regionale per il Controllo Collaborativo (Legge regionale n. 27 dell'8 novembre 2021) nomina di 3 membri di cui uno con funzioni di Presidente



PRESIDENTE

Proclamo nominati in seno all'ORECOL - Organismo Regionale di Controllo Collaborativo, quale membro con funzioni di Presidente il signor Soprano Arturo e quali membri del Consiglio i signori Libra Luca e Fantini Roberto.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento, possiamo rimettere nuovamente in votazione le nomine in cui non si è raggiunto il numero legale.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 265 "Commissione di Garanzia (art. 91 Statuto della Regione Piemonte e art. 3 Legge regionale n. 25/2006) - elezione di un avvocato con almeno quindici anni di esercizio



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 263 - Azienda Sanitaria Locale di Biella (art.
1, comma 2, l.r. n. 15/2014) - Collegio Sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente II votazione



PRESIDENTE

Ricordo che, ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale 25/2006, per l'elezione di un avvocato in seno alla Commissione di Garanzia è necessario che il candidato eletto ottenga un numero di voti pari ai due terzi dei componenti del Consiglio regionale, pari quindi a 34 voti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Non so se vuole rimetterla in votazione. Non ho capito la nomina, ma posso chiederle di sospendere per alcuni minuti la seduta? Grazie.



PRESIDENTE

Sì, era mia intenzione, se non ci sono controindicazioni, rimettere in votazione la nomina della Commissione di Garanzia e dell'Azienda sanitaria di Biella, non avendo raggiunto il numero prescritto di legge per l'elezione di candidati, però possiamo sospendere la seduta se non ci sono altre richieste d'intervento.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.48, riprende alle ore 17.57)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Vi sono richieste d'intervento? Mi sembra che ci sia l'accordo per non votare per la Commissione di Garanzia.
Si proceda alla distribuzione delle schede.
Nomino scrutatori i Consiglieri Gavazza e Mosca.
Prego il Consigliere Segretario Martinetti di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Martinetti effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.
Comunico che provvederò alla proclamazione nel corso della seduta, non appena concluse le operazioni di spoglio delle schede.
Adesso sospendiamo i lavori per passare alla relazione annuale del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 18.10)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Famiglie

Relazione annuale del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza (ai sensi della l.r. 31/2009)


PRESIDENTE

Procediamo con la relazione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La legge prevede che egli presenti ogni anno, entro il 31 marzo, al Consiglio regionale una relazione annuale sulla propria attività e, in particolare, sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza nella Regione e sullo stato dei servizi assistenziali, sulle risorse utilizzate sui risultati raggiunti e sulle attività in programma per l'anno successivo, corredata da osservazioni, suggerimenti e proposte circa le nuove azioni normative e amministrative da adottare.
Il Presidente del Consiglio regionale dispone l'iscrizione della relazione all'o.d.g. del Consiglio affinché il Consiglio la discuta.
La Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, dottoressa Ylenia Serra, ha depositato le relazioni annuali riferite alle attività svolte nel 2020 e 2021. I documenti sono reperibili nella banca dati.
Ha ora la parola la Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza dottoressa Ylenia Serra; prego.



SERRA Ylenia, Garante per l'infanzia e l'adolescenza

Grazie, Presidente, e buonasera a tutti.
Vista la giornata veramente impegnativa, cercherò di essere breve, ma nello stesso tempo cercherò anche di fornirvi un quadro il più possibile esaustivo sia dell'attività dell'ufficio, concentrandomi ovviamente sul 2021, sia della situazione delle persone di minore età all'interno della nostra Regione.
Partirò proprio dalle segnalazioni, che sono uno strumento molto importante per il Garante, per renderci conto della situazione, all'interno del nostro territorio, di concreta attuazione dei diritti delle persone di minore età.
E, soprattutto, consentono, partendo proprio dai casi specifici che vengono segnalati all'ufficio, di farsi portavoce di determinate esigenze o disagi nei confronti delle istituzioni regionali.
Nel 2020, le segnalazioni ricevute sono state 137, di cui 64 hanno riguardato singole problematiche.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri. Capisco che la seduta è sospesa, ma dovete permettere al Garante d'intervenire.



SERRA Ylenia, Garante per l'infanzia e l'adolescenza

Grazie.
E 73 sono state le segnalazioni seriali, una novità per l'ufficio, che hanno riguardato l'obbligo di utilizzare la mascherina e il perdurare della didattica a distanza.
Nel 2020, ben il 30% ha riguardato criticità nei rapporti con i servizi sociali e sanitari, nel caso di presa in carico disposta dall'autorità giudiziaria. Seguono le problematiche nell'ambito della tutela dei minori stranieri non accompagnati: criticità nell'accesso alle terapie ABA criticità nelle strutture di accoglienza e problemi relativi a minori con disabilità.
Nel 2021, le segnalazioni sono state 306, di cui 220 relative a doglianze nei confronti del servizio sociale che ha la presa in carico del minore; di queste 199 sono state segnalazioni collettive, quindi petizioni per i bambini o per il diritto dei bambini del Piemonte alla propria famiglia.
Ci sono state 19 segnalazioni relative a situazioni di minori stranieri non accompagnati: criticità nelle strutture di accoglienza residenziali, quindi nelle comunità per minori; problemi nel diritto allo studio e al trasporto di minori con disabilità e, poi, contenuti lesivi del contesto dei media violazione della privacy e, ovviamente, questioni legate al COVID. Per quanto riguarda i soggetti che si rivolgono all'ufficio, le percentuali sono più o meno stabili negli anni, per la maggior parte da genitori, cui seguono i tutori e le associazioni, il Difensore civico e il Garante dei detenuti e anche gli eletti nelle istituzioni, quindi i Consiglieri.
Ho analizzato all'interno della mia relazione le segnalazioni maggiormente complesse che, come ho anticipato, nel 2020, ma anche nel 2021, hanno riguardato la presa in carico dei nuclei familiari da parte dei servizi. Ho analizzato il tipo di provvedimenti giudiziari di queste tipologie di casi quali sono le contestazioni che vengono mosse ai servizi sociali e sanitari e quali sono le attività che il Garante può porre in essere nei limiti stabiliti non soltanto dalla legge istitutiva, ma anche dalle linee guida auspicando in questa materia una riflessione anche di carattere nazionale perché su questo mi sono confrontata anche con molti altri Garanti, proprio sul ruolo che il Garante può avere in questa tipologia di segnalazioni che rappresentano una nuova emergenza.
Nel capitolo dedicato ai minori stranieri non accompagnati ho dato conto della convenzione che è stata rinnovata per il 2021 e 2022, di cui fanno parte il Consiglio regionale, la Regione Piemonte e altre istituzioni, che consentono al Garante di adempiere la funzione di individuazione, selezione e formazione dei tutori volontari per minori stranieri.
La nostra Regione continua, grazie a questa Convenzione, a distinguersi nel panorama nazionale per l'attenzione dimostrata nei confronti dei tutori e quindi, dei minori stranieri non accompagnati, non limitandosi a fornire una formazione dei tutori, ma accompagnandoli e sostenendoli anche durante l'esercizio dei loro incarichi.
Ho fornito alcuni dati sui tutori e sui minori stranieri non accompagnati il cui numero nel 2021 è stato nettamente superiore rispetto alle annualità precedenti. Durante tutto il 2021, ad esempio, sono stati seguiti dai servizi ben 1.000 minori stranieri non accompagnati a fronte di 660 nel 2020 e di 779 nel 2019; si tratta per lo più di ragazzi tra i 15 e i 17 anni che sono accolti all'interno di una struttura.
Per quanto riguarda i tutori, la stragrande maggioranza proviene dalla provincia di Torino e, quindi, abbiamo una carenza in alcune province tra cui Novara, Vercelli, Biella e Alessandria, per cui nel 2022 è stata posta in essere un'attività di sensibilizzazione.
Nella seconda parte della mia relazione ho analizzato, in prosecuzione delle relazioni precedenti, non soltanto l'attività dell'ufficio, ma anche la condizione delle persone di minore età in sei ambiti prestabiliti, che chiaramente nel 2020 come nel 2021 sono stati indubbiamente connotati da tutte quelle che sono state le conseguenze della pandemia.
Partendo dal diritto alla salute, riporterò brevemente alcuni dati, però, a mio avviso, molto indicativi della sanità che mi sono stati forniti dalla Direzione Sanità e Welfare, secondo cui nel 2021 il dato di minori presi in carico dai servizi di psicologia è pari a circa il 3,8% dell'intera popolazione a fronte del 3,1% del 2019; un dato sicuramente in crescita che tiene conto delle sofferenze che si sono accentuate negli anni a seguito della pandemia.
Per quanto riguarda le strutture di neuropsichiatria infantile, vi è un calo del totale dei minori in carico dal 2020 al 2021, mentre vi è un aumento dei nuovi accessi: quindi, tra il 2020 e il 2021 i nuovi accessi stanno crescendo e credo che anche questo dato vada nella stessa direzione del precedente.
Un altro elemento importante e indicativo è che i nuovi accessi si caratterizzano soprattutto per criticità legate al contesto scolastico (scarso profitto, problemi di lettura, problemi di scrittura), ma nel momento in cui andiamo a vedere il dato delle prese in carico, cioè la diagnosi, prevalentemente questo riguarda un lieve ritardo cognitivo.
Questo dato ci fornisce, da una parte, l'importanza della scuola come sentinella, dall'altra anche il fatto che spesso, dietro alle problematiche di scarso apprendimento scolastico, ci possono essere problematiche di diverso tipo. Inoltre, ho analizzato tutte le misure che sono state previste a livello regionale a tutela della salute e del benessere psicologico dei minori.
Per quanto riguarda il capitolo dell'istruzione e dell'educazione, su richiesta della struttura, l'Ufficio scolastico regionale ha comunicato che il 23% dei giovani nella fascia d'età tra i 18 e i 24 anni ha lasciato la scuola prima di effettuare l'esame di Stato o, comunque, l'ha terminata senza acquisire competenze di base minime. Nel 2019 questo dato era pari al 22%, cioè quasi uno studente su quattro.
Nel capitolo dedicato ai minori con disabilità ho trattato la normativa regionale esistente e, in particolar modo, la collaborazione con il Difensore civico avente a oggetto l'attività di tutela delle persone di minore età, per garantire il divieto di discriminazione e il principio di pari opportunità. Ho analizzato alcune segnalazioni e molte riguardavano la gestione delle quarantene e l'obbligo di green pass rafforzato per l'esercizio delle attività sportive, asserendo una presunta discriminazione tra chi era vaccinato e chi non lo era; inoltre, alcuni disservizi sulla piattaforma Salute Piemonte, alcuni disordini nell'effettuazione dei tamponi, problematiche di bullismo e problematiche relative alla mensa scolastica.
Nel capitolo sulle relazioni familiari sono partita invece dai dati sulla natalità: il Piemonte, purtroppo, conferma un tasso di natalità inferiore alla media italiana e anche inferiore rispetto all'insieme delle Regioni del Nord-Ovest.
Nel 2018 e nel 2019 abbiamo avuto il picco più basso, mentre nel 2020 vediamo una piccolissima ripresa (nella relazione potrete visionare il relativo grafico), ma non ci sono ancora degli indicatori che suggeriscano che ci sia effettivamente un'inversione del trend. Con la sua età media di 48,8 anni la nostra Regione, ahimè, è sest'ultima nella graduatoria e occupa la posizione immediatamente precedente per quanto riguarda l'incidenza delle persone di minore età sul complesso della popolazione residente (14,7%).
Anche nella popolazione straniera residente registriamo una diminuzione delle nascite, ma sulla popolazione straniera la percentuale di persone di minore età rappresenta il 21,5%.
Un tema particolarmente caro è sicuramente quello dei minori che si trovano fuori famiglia. I dati al 31 dicembre 2021 forniti dalla Direzione Sanità e Welfare ci trasmettono una fotografia dei minori che sono inseriti all'interno di strutture oppure sono in affidamento a quella data. Quelli accolti in servizi residenziali sono in totale 1.085 (nel 2020 il dato era di poco inferiore, cioè 1.054); per quanto riguarda l'età, diciamo che oltre il 60% sono ragazzi e adolescenti tra i 15 e i 17 anni. Andiamo poi a scendere con le percentuali fino ad arrivare all'1,5%, cioè 16 bambini da zero ai due anni inseriti all'interno di una comunità.
Le comunità sono per circa il 50% comunità educative residenziali; seguono ovviamente molto distanziate, anche le comunità terapeutiche (anche perch solo il 20% dei minori inseriti all'interno delle comunità ha una disabilità certificata).
Un dato certamente indicativo è la durata di questa accoglienza: circa il 55% rimane in comunità per meno di un anno; il 21% da uno a due anni; il 17% da due a quattro anni; il 7% più di quattro anni.
Dopo le dimissioni, che nel 2021 due sono avvenute per 581 minori, quasi il 30% rientra in famiglia; il 3% va in affidamento preadottivo; segue l'affidamento familiare, il servizio residenziale e la vita autonoma.
Per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati c'è una buona percentuale di destinazione ignota, nel senso che i minori si allontanano volontariamente dalle struttura.
Per quanto riguarda i minori che sono accolti in affidamento, il 58% è in affidamento eterofamiliare, il 42% in affido intrafamiliare (quindi ai parenti entro il quarto grado). Ben il 79% sono in affidamento giudiziale (c'è stato quindi un provvedimento dell'autorità giudiziaria) e solo nel 20% dei casi l'affido è consensuale (cioè coloro che hanno la responsabilità genitoriale hanno espresso il loro consenso in tal senso).
Qui, invece, durano molto di più rispetto agli inserimenti in comunità: il 33% dura più di quattro anni.
Concludo la mia esposizione con un cenno al diritto su cui maggiormente sto cercando di concentrare anche la mia attenzione: mi riferisco al diritto all'ascolto e alla partecipazione dei minori, non soltanto perché è uno dei quattro principi della Convenzione ONU, ma perché ascoltare i ragazzi e renderli partecipi delle nostre scelte è ciò che loro chiedono, e lo chiedono a gran voce. Credo che sia importante ascoltarli, ma con un ascolto costruttivo, fornendo loro delle informazioni adeguate affinché si formino anche un pensiero e possano contribuire, in qualche modo, a partecipare alle scelte che vengono compiute nei loro riguardi.
Un tema in particolare su cui chiedono maggior ascolto - in effetti, ne ho dato conto nella relazione - riguarda il bullismo e il cyberbullismo, dove le normative ci sono, ma spesso e volentieri non sono conosciute dai ragazzi. È importante cercare di ascoltarli per riuscire a comprendere quello che è stato fatto fino a questo momento e che tipo di conseguenze hanno avuto in concreto nei loro riguardi.
Nella mia attività sto cercando di dialogare molto con i ragazzi. Ci tengo a ricordare, in particolare, un importante evento del 2022, anche in applicazione del rinnovo del protocollo con UNICEF, tenutosi proprio in quest'aula alla fine di settembre: in quell'occasione alcuni ragazzi partendo proprio da una ricerca UNICEF denominata "Vite a colori", hanno sviluppato dei loro pensieri, delle loro richieste e delle loro raccomandazioni su quattro filoni fondamentali, quattro ambiti, e ne hanno discusso con professionisti, esperti l'Autorità garante nazionale. Il progetto europeo cui mi riferisco, Children Digi-CORE, di cui il Consiglio regionale è partner, si fonda proprio sull'importanza dell'ascolto e della partecipazione. È un progetto molto importante che si sta avviando alla sua fase conclusiva, che è molto di più del suo prodotto finale. Il prodotto finale è un'applicazione che i ragazzi potranno scaricare sul proprio telefono; attraverso questa applicazione potranno rivolgere delle istanze al Garante del Piemonte.
È un'iniziativa molto importante, innanzitutto perché è partecipata, cioè le ragazze e i ragazzi sono stati coinvolti proprio nell'ideazione di questa app affinché fosse il più possibile vicina alle loro esigenze, ai loro desiderata, alle loro richieste. Si è partiti dai ragazzi, sia italiani sia di Cipro, che è l'altro paese partner di questo progetto, per cercare di rendere tale applicazione molto semplice nel suo utilizzo, ma allo stesso tempo per consentire una segnalazione guidata. Perché i ragazzi spesso non sono consapevoli di quelli che sono i propri diritti soprattutto, non sempre riescono a rendersi conto di quando questi diritti sono da considerarsi violati o non sanno che, pur non avendo raggiunto la maggiore età, esistono delle autorità, come appunto il Garante per l'infanzia, che può ricevere le loro segnalazioni e le loro richieste di aiuto.
Con questo ho terminato. Vi ringrazio molto per l'attenzione.



PRESIDENTE

Ringrazio la dottoressa Ylenia Serra per la relazione.



(La seduta riprende alle ore 18.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti (seguito)


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 263 "Azienda Sanitaria Locale di Biella" Collegio sindacale (Art. 1, comma 2, l.r. 15/2014) -individuazione di un componente con funzioni di Presidente.
In seconda votazione proclamo individuato, quale componente con funzioni di Presidente del Collegio Sindacale Azienda Sanitaria locale di Biella, il signor Palagio Amedeo.
Ora dobbiamo sospendere nuovamente i lavori del Consiglio per consentire lo svolgimento della relazione annuale del Garante regionale per il diritto degli animali.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 18.26)


Argomento: Benessere animale

Relazione annuale del Garante regionale per il diritto degli animali, ai sensi dell'articolo 20 della legge regionale 6/2010


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della "Relazione annuale del Garante regionale per il diritto degli animali, ai sensi dell'articolo 20 della legge regionale 6/2010", di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ricordo che la legge istituisce il Garante per i diritti degli animali e prevede che esso invii ogni anno al Consiglio regionale, entro il 30 aprile, una relazione sulle attività svolte, sulla condizione degli animali in Piemonte, nonché sull'attuazione dei relativi diritti.
La relazione è sottoposta a discussione del Consiglio regionale, secondo le norme del Regolamento interno. Il Garante ha depositato la relazione annuale riferita all'attività svolta nel 2020 e nel 2021. I documenti sono reperibili nella banca dati.
Invito il Garante, dottor Paolo Guiso, a svolgere l'annuale relazione al Consiglio; prego.



GUISO Paolo, Garante regionale degli animali

Grazie, Presidente, e un caro saluto a tutti.
Saprete che la mia nomina è molto recente, solo di qualche mese, quindi la mia relazione sarà una disamina delle azioni del mio predecessore, ma anche una considerazione sulla situazione propositiva dei prossimi mesi e, mi auguro, dei prossimi anni.
Innanzitutto, essendo un neofita, devo ringraziare chi mi ha accolto negli Uffici del Consiglio regionale, quindi dirigenti, impiegati e funzionari nonché gli altri Garanti, che sono stati estremamente cortesi e gentili con me. Non è detto che il prossimo anno, nella prossima relazione, possa dire le stesse cose, però mi auguro di sì.
Che cosa è successo l'anno scorso e l'anno prima ancora? Gli animali, nella loro dinamica non strettamente legata all'influenza dell'uomo, hanno cambiato le loro caratteristiche ambientali a causa del COVID. Ci sono stati i selvatici in città e ci sono stati cittadini che hanno ha avuto la necessità di avvicinarsi agli animali per motivi legati alla loro solitudine e al confinamento, quindi il numero degli animali in città è aumentato moltissimo. Se andiamo a vedere le istanze arrivate al Garante e alle istituzioni che hanno partecipato alla gestione delle istanze, vediamo che il Garante ha a che fare con settori importanti, tra cui quello istituzionale, che fa riferimento, in particolare, a quelle organizzazioni che hanno funzione di controllo e di repressione del maltrattamento degli animali, controllo e repressione delle forme di maltrattamento che rientrano nel Codice penale (la cattiveria nei confronti degli animali e la violenza nei confronti degli animali, che poi hanno anche risvolti sociali se andiamo a vedere bene, ma questo ce lo spiegheranno altri, non un veterinario come me).
In trent'anni di lavoro nell'igiene urbana di un'azienda sanitaria mi sono accorto che queste istituzioni hanno funzioni importanti (Carabinieri Forestale, Polizia territoriale, Polizia statale, Associazioni e Aziende sanitarie), ma non sempre sono in grado di collaborare in maniera corretta tra di loro. Forse uno dei compiti che potrebbe avere il Garante è cercare di uniformare i comportamenti poiché, molte volte, l'intervento di quelle istituzioni, quando è in simbiosi, è un intervento difficile.
Poi ci sono altre istituzioni estremamente importanti, legate agli Assessorati regionali, ma non necessariamente gli Assessorati che si occupano di animali, perché gli animali influiscono sul mondo degli anziani, dei bambini e nell'educazione dei bambini. Capire gli animali pu essere la porta per capire gli altri, la famosa empatia. O anche dell'economia: chi ha visto com'era gestita l'economia dei negozi di articoli per animali trent'anni fa sa che era un'altra cosa, perché oggi ci sono i supermercati. L'economia dell'assistenza agli animali è un'economia in grande espansione: pensate all'alimentazione, alle cure, a volte addirittura eccessive (ma ne parleremo nella seconda parte della mia relazione).
Questo mondo è un mondo che ha bisogno di tecnici e i tecnici ci sono: ci sono nell'Istituto profilattico, nell'università, negli uffici per gli adempimenti comunitari e al Ministero della Salute, che ha centri di referenza nazionali per il benessere degli animali e maltrattamento. Anche qui il coordinamento non è facile, perché ognuno guarda al suo compito specifico e, spesso, è difficile correlare gli interventi, metterli insieme e dare risposte alle autorità giudiziarie.
Facciamo sequestri e notizie di reato che poi finiscono nel nulla perché li abbiamo fatti male.
Solo qualche giorno fa si è svolta la relazione annuale sulla zoomafia della LAV, Lega Antivivisezione Italiana. Quello è un problema e lavoriamo per cercare di reprimere dei reati, ma poi gli errori che facciamo nella gestione sono determinanti per annullare il nostro lavoro. Occorre, quindi che il coordinamento e una maggior cultura in certi tipi di procedure siano allargati e vengano sostenuti.
Ritorniamo al COVID, al periodo in cui tutti eravamo in casa e guardavano dalla finestra. Gli animali che normalmente vivono attorno a noi si dividono in quattro grandi categorie: i sinantropi, quelli che vivono con noi, ma che non vogliamo (i topi, i colombi, le nutrie, che vivono in simbiosi con l'uomo, ma sono animali liberi); i selvatici, che non vivono in simbiosi con l'uomo, ma sono animali liberi; poi gli altri, che sono i domestici, i zootecnici o i domestici d'affezione, che noi confiniamo, per amore o per interesse, all'interno di luoghi che si chiamano luoghi d'allevamento o anche nelle nostre case. Se tutti gli animali che sono nelle nostre case avessero dovuto scegliere alla nascita dove andare, se correre dietro ai fagiani o alle lepri nei boschi o stare a casa nostra e uscire due ore al giorno, forse non avremmo animali in casa, però ci sono.
È importante perché le istanze per buona parte, ma vi direi quasi il 90 sono di associazioni, meno di istituzioni, di liberi cittadini, ma sono relativi agli animali da compagnia, cani e gatti in particolare, perché la sensibilità nei confronti di questi animali è molto più alta che nei confronti degli altri, perché li abbiamo vicino, li vediamo per strada e vediamo anche i comportamenti, non sempre corretti, dei nostri compagni di strada a due zampe, che non sempre li deteniamo in maniera corretta. Non gli si fa del male, anzi li si ama forse persino troppo.
Questa situazione del detenere gli animali da compagnia in maniera scorretta è un nodo che verrà al pettine (forse prima al mio pettine che al vostro). Ho sentito, ma ho anche visto, che è nell'aria l'idea di rimodulare la legge regionale n. 34, e io ne sono molto felice, ma bisogna ricordarci che la legge regionale 34 ha trent'anni, è stata studiata dieci anni prima e se noi le diamo una ripulita e la rinforziamo, dobbiamo tener conto che è un lavoro che faremo per i prossimi dieci, venti o trent'anni.
Solo negli ultimi dieci anni il tipo di detenzione degli animali domestici degli animali cui fa riferimento in particolare la legge, è cambiato tantissimo. È cambiato perché il cuore di mamma ha fatto sì che gli animali domestici diventassero degli ometti, ha fatto sì che gli animali domestici diventassero dei componenti della famiglia, ma ha fatto anche sì che non tutti coloro i quali hanno animali domestici in casa - mi riferisco per buona parte a cani e a gatti - sappiano che cosa hanno in casa.
Che cosa vuol dire? Non sanno che i cani vedono con il naso perché hanno una sensibilità olfattiva migliaia di volte maggiore rispetto alla nostra che non sentono la temperatura come noi, che hanno i denti da carnivori per cui non possiamo dare loro sempre una pappetta da mangiare. A fronte di certi comportamenti legati all'amore e alla sensibilità, noi ci dimentichiamo che il loro modo di vedere il mondo, e di stare al mondo, ha dieci milioni di anni e noi, in trent'anni, abbiamo pensato che un cappottino, magari anche di una lana particolarmente pregiata, faccia la felicità del nostro cane, ma non è così. Questo comportamento nell'arco del tempo, soprattutto negli ultimi anni, sta cominciando a configurare qualcosa in più rispetto al maltrattamento generico.
Perché il Garante degli animali vi fa questo discorso? Perché devo contrastare, attraverso la cultura e l'educazione - non posso farlo con il fucile e neanche con le sanzioni - la detenzione di certi animali che sono malati dal giorno in cui nascono o che per selezione sono allergici a tutto (ci sono cani allergici al pollo) o che introduciamo nelle nostre famiglie non soltanto per motivi estetici, ma anche per motivi legati a un'immagine sbagliata.
Quando vediamo un bel cane macchiato bianco e nero correre nella campagna diciamo: quello è un cane che mi piacerebbe avere. Ma quello è un cane da pastore, che deve correre tutto il giorno, che è attento a tutto quello che succede e che quando lo lascio in casa tutto il giorno mi rosicchia i mobili, i tappeti e ha comportamenti innaturali. Ed è in quel momento che subentra un altro mondo.
Raccontavo di quel cane che un mattino si svegliò e disse: oggi è una bella giornata perché adesso vado all'asilo, poi andrò in piscina (una piscina per cani), ma prima andrò dall'educatore cinofilo, anche se mi hanno già detto che non basta; dovrò probabilmente andare dallo psichiatra (il veterinario comportamentale) e sabato e domenica andrò al circolo dei cani (il nuovo tipo d'impianto sportivo per animali).
Bisogna cercare di capire se stiamo facendo una cosa giusta o sbagliata, se fa bene a noi o fa bene agli animali. Non possiamo fare domande agli animali e non lo possiamo fare perché l'anello di Re Salomone non esiste e anche Lorenz ci ha dato un'interpretazione comportamentale molto particolare degli animali, che è di tipo etologico. Non possiamo chiedere agli animali: come stai? che cosa vorresti fare? Sì, forse la cibernetica e l'intelligenza artificiale un giorno ce lo faranno capire (l'altro giorno ho visto una foto di un bel robot che è programmato per intrattenere un cane).
C'è qualcosa di sbagliato in questo sistema e l'errore che non dobbiamo fare è di non informare la gente su cosa sta comprando. Informare vuol dire ricordare che se si comprano animali di certe razze, se si comprano animali che arrivano dall'estero o se si introducono animali che hanno delle caratteristiche comportamentali non idonee al nostro stile di vita, si commette un errore, ma anche un errore etico. Gli animali esotici diventano dei carcerati. Un serpente, un'iguana, una tartaruga li chiudiamo in una scatola che può essere chiamata gabbia, acquario, terrario: ha tanti nomi ma sempre scatola è. Un po' come gli uccelli, gli animali più libero che ci sono nell'universo. Li chiudi in una gabbia per guardarli? Anche per gli esotici è la stessa cosa.
È giusto che quegli animali abbiano una vita magari difficile, che vengano mangiati, che muoiano, ma in un ambiente nel quale, se non altro, un serpente si possa allungare tutto e non rimanere accartocciato tutta la vita.
Chiedo di essere interpellato e anche la vostra collaborazione, affinch sulla detenzione di animali domestici si introducano dei concetti. Non so come si possa fare, ma ricordo che in altri paesi chi decide di possedere un animale domestico in casa, un cane in particolare, è soggetto a un controllo, non quando già lo possiede, ma prima. Si deve sapere cosa si porta in casa, devono dirci se siamo idonei. Se un ragazzino di 16 anni vuole un molosso americano, non glielo lascio prendere perché i morsi da animale - cani in particolare, ma adesso anche i gatti - aumentano ogni anno.
Quando la mamma bacia un cane - scusate se uso il termine mamma, ma questo rapporto affettivo con il cane mi richiede il termine a mamma - e il cane la morde.
Vi assicuro che ho delle fotografie di persone con 70 punti in faccia a causa del morso di un molosso. È importante che chi entra in quel mondo per sé stesso e per l'animale, dev'esserne consapevole, ma anche per la convivenza con gli altri esseri umani, non posso avere un cane libero che scorrazza per le scale o per strada e morde qualcuno, perché se quel qualcuno è una persona anziana con una flebite, questo diventa molto complicato! Il mondo degli animali domestici è legato anche ad altre problematiche dovute al malcostume e alla maleducazione: la fecalizzazione ambientale l'aggressività, il maltrattamento generico, l'accanimento terapeutico. I nostri cagnolini sono ormai dei consumatori di farmaci, perché facciamo l'automedicazione a noi stessi e la facciamo anche ai nostri cani. Crediamo che abbiano mal di gola, perché magari non abbaiano perfettamente per un paio di giorni, oppure ci spaventiamo se vomitano due volte. Il cane vomita d'ufficio, perché i carnivori mangiano in fretta e non sono come i ruminanti che stanno ore al pascolo. I cani vomitano e subito gli somministrano l'antiemetico, ma soprattutto gli somministrano antibiotici.
C'è un grosso problema di somministrazione di antibiotici, ma c'è anche un grosso problema di maltrattamento legato all'accanimento terapeutico.
Noi compriamo cani che sono ammalati dal momento in cui nascono, perch hanno la colonna vertebrale troppo lunga, il naso troppo corto, le gambe troppo storte, il cuore troppo piccolo e via di seguito, e li curiamo per tutta la vita, fino a situazioni estreme.
Ad esempio, una persona che conosco molto bene ha un cane con la maschera dell'ossigeno. Ma non è il primo e non sarà sicuramente l'unico.
Concludo dicendo che queste cose devono essere considerate e segnalate, ma vengono risolte solo con l'educazione, che incomincia dalle scuole incomincia dall'avere un eventuale patentino, incomincia da un controllo dell'importazione.
È da ricordare che se si prende un cane da un canile del Sud - che è una cosa onorevole - quel cane molto probabilmente non ha mai visto un uomo o l'ha visto molto poco, quindi non ha socializzazione. Questo sarà un problema, quindi ci si deve organizzare.
In ultimo, quella risorsa che sono gli animali si riflette ovviamente nel mondo economico, come accennavo prima. Ci scontriamo con un mondo economico quando facciamo riferimento a certi comportamenti per quanto riguarda l'alimentazione. Noi non siamo ancora a livello degli Stati Uniti come quantità di carnivori, cioè cani e gatti in famiglia. Ma se i cani e i gatti statunitensi fossero uno Stato, sarebbero il settimo consumatore di proteine animali del mondo. Di conseguenza, dobbiamo tenere conto anche del fatto che c'è un impatto ambientale e l'industria scrive sulle confezioni dei prodotti: qui c'è il 30-40% di carne. E va benissimo, perché abbiamo dei carnivori, che però non sono nati per mangiare le pappette, altrimenti avrebbero i denti piatti, ma così non è.
La fortuna, però, è che questo mondo ha dato anche occasione di lavoro a un po' di persone: ad esempio, i dog sitter (c'è una norma che la Regione Piemonte sta mettendo in piedi), e gli educatori cinofili di vari livelli.
Gli educatori cinofili sono come gli insegnanti universitari, ognuno ha il suo settore e sono molto articolati. Poi ci sono quelli che hanno gli asili per cani, che è un'attività che una volta non esisteva. Ci sono anche le attività sportive oppure la danza con i cani, la ginnastica con il cane.
Infine, c'è un mondo che mi è molto caro, che è quello degli interventi assistiti con animali. Il termine inglese è pet therapy. Mi è caro, perch i nuovi educatori di cani da pet therapy stanno cercando di sviluppare un rapporto con l'utente/paziente di tipo particolare, cioè si cerca di fare in modo che il cane giochi come se fosse con un altro cane, ma in modo che questo rapporto si crei senza influenze esterne, almeno apparenti.
Ho visto molti lavori in questo settore, vi ho partecipato e lo trovo un mondo che, soprattutto adesso e soprattutto nei confronti dell'infanzia che ha problemi legati anche alla pandemia, può essere un'opportunità di correlarsi non solo con il mondo animale, ma con gli altri bambini. E dev'essere un mondo al di fuori, se è possibile, della famiglia, dev'essere un cugino alla lontana del cortile. Oggi cosa si dice a un bambino? "Smettila di stare al telefono", oppure "smettila di stare al computer", e lui risponde: "Cosa faccio?". Non si può più dire "va a giocare in cortile" né al cane che è confinato in appartamento, né al bambino. Quindi, questa sarebbe una grande occasione.
Personalmente, anche per motivi istituzionali, vi offro la mia collaborazione e vi ringrazio dell'attenzione.



PRESIDENTE

Ringrazio il dottor Paolo Guiso per la relazione.



(La seduta riprende alle ore 18.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Manca qualche minuto alle ore 19, pertanto possiamo chiudere i lavori della seduta odierna. Il dibattito sulla relazione del Difensore civico si svolgerà nella prossima seduta, così come i dibattiti sulle relazioni dei Garanti ascoltate oggi e la discussione degli ordini del giorno collegati.
Ringrazio tutti e auguro una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.48)



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