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Dettaglio seduta n.21 del 01/10/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 15.50)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Chiedo ai Consiglieri di prendere posto.
L'intesa nella Conferenza dei Capigruppo era di iniziare prima delle 16.30.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Chiedo una sospensione per un confronto con i Gruppi della maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Preioni, di quanto tempo ha bisogno?



PREIONI Alberto

Avremmo bisogno di 15 minuti per chiarimenti sui punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.51 riprende alle ore 16.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Icardi e Cirio.
Non sono presenti gli Assessori esterni Marnati e Poggio.


Argomento: Statuto - Regolamento - Ordine pubblico e sicurezza

Esame proposta di deliberazione n. 8, inerente a "Modifiche del Regolamento interno del Consiglio regionale ai fini dell'istituzione della Commissione permanente in materia di legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 8, di cui al punto 2) all'o.d.g.
La proposta di deliberazione è stata licenziata all'unanimità il 16 settembre 2019.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi accingo a leggere il testo della proposta di deliberazione n. 8 sottoscritta dai componenti dell'Ufficio di Presidenza, inerente a "Modifiche del Regolamento interno del Consiglio regionale ai fini dell'istituzione della Commissione permanente in materia di legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi".
La proposta di deliberazione del Consiglio regionale n. 8, avente ad oggetto "Modifiche del Regolamento interno del Consiglio regionale ai fini dell'istituzione della Commissione permanente in materia di legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi" è stata licenziata all'unanimità dalla Giunta per il Regolamento nel testo integrato a seguito dell'approvazione dell'emendamento presentato dal Consigliere Grimaldi.
Detta proposta trae origine dalla mozione n. 2, approvata anch'essa all'unanimità dal Consiglio regionale in data 1° agosto 2019, con la quale si impegnava l'Ufficio di Presidenza a predisporre adeguate modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale per l'istituzione di una Commissione permanente per la promozione della cultura della legalità e il contrasto ai fenomeni mafiosi.
La Commissione, operando in stretto contatto con l'Osservatorio regionale sul fenomeno dell'usura, ha il compito di monitorare e vigilare sul fenomeno della corruzione e delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'attività pubblica, e sul rispetto delle procedure di assegnazione degli appalti pubblici, caratteristiche dei mutamenti e delle trasformazioni del fenomeno mafioso e di tutte le sue connessioni, comprese quelle istituzionali, con particolare riguardo agli insediamenti stabilmente esistenti nella Regione Piemonte o che in essa hanno delle ricadute, verificando l'impatto negativo sotto i profili economico e sociale delle attività delle associazioni mafiose o similari sul sistema produttivo, con particolare riguardo all'alterazione dei principi di libertà dell'iniziativa privata di libera concorrenza nel mercato, di libertà di accesso al sistema creditizio e finanziario e di trasparenza della spesa pubblica comunitaria, statale e regionale finalizzata allo sviluppo e alla crescita del sistema delle imprese.
La Commissione può elaborare interventi normativi e amministrativi per il contrasto di tali fenomeni e promuovere contestualmente la conclusione di appositi protocolli con le Prefetture e le Forze dell'ordine. Promuove altresì, la cultura della legalità in collaborazione con le istituzioni scolastiche e ogni altra agenzia educativa.
La Commissione ha, inoltre, la facoltà di elaborare proposte relative alla formazione del personale politico, tecnico e amministrativo sui temi della lotta alla mafia e alla corruzione.
La nuova Commissione permanente può avvalersi, infine, di esperti, facendo in tal senso richiesta all'Ufficio di Presidenza.
La Presidenza della Commissione permanente per la promozione della cultura della legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi è attribuita alle minoranze.
A detta Commissione si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni dello Statuto e del Regolamento inerenti alle Commissioni permanenti.
Infine, la proposta di deliberazione precisa che in sede di prima costituzione dalla Commissione, la durata, di cui all'articolo 24, comma 3 in base al quale le Commissioni permanenti restano in carica trenta mesi, è da intendersi contestuale a quella delle Commissioni già istituite all'entrata in vigore della presente deliberazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Visti gli ultimi sviluppi, spero che siamo veramente arrivati alla conclusione di questo iter, che ha avuto inizio già nella scorsa legislatura, quando avevamo chiesto di istituire una Commissione legalità in Consiglio regionale e avevamo ricevuto, ovviamente, l'assenso del Consiglio, per cui la Commissione legalità ha lavorato per tutta la legislatura su tematiche molto importanti. Abbiamo affrontato diversi temi che abbiamo richiamato più volte anche in Aula: ricordo, ad esempio, la questione Finpiemonte, o, ancora, i roghi dei rifiuti; insomma, questioni sicuramente fondamentali per la nostra Regione che era giusto che il Consiglio regionale affrontasse.
Adesso facciamo un passo in più: grazie ad una mozione che ho presentato praticamente subito dopo l'insediamento del Consiglio regionale della nuova legislatura abbiamo chiesto l'istituzione di questa Commissione, questa volta con carattere permanente.
Per noi è un grandissimo risultato e una grandissima soddisfazione. Sono al mio secondo mandato, anche questo all'opposizione - secondo e ultimo mandato, perché sapete che le nostre regole, per ora, prevedono soltanto due mandati - ma credo che questo per me sarà il più grande risultato che potrò ricordare della mia attività in Consiglio regionale.
Sono veramente soddisfatta e orgogliosa di averlo condiviso con il mio Gruppo e oggi con tutto il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Sicuramente, il fatto di poter discutere in quest'Aula di legalità è un risultato importante. È un principio sacro che ci vede tutti unanimi, ci mancherebbe! Chi amministra e chi fa politica deve avere una spiccata visione della legalità, perché dev'essere così e perché è giusto che sia così.
Toppe cronache nazionali, locali e regionali sono infarcite di episodi negativi e di questioni che hanno riguardato veramente la mancanza di legalità.
Quindi il Gruppo della Lega si è visto subito favorevole alla creazione di una Commissione legalità che poteva approfondire questi temi. Abbiamo deciso di creare una Commissione permanente, che resti patrimonio di questo Consiglio regionale, proprio per approfondire permanentemente queste tematiche importantissime.
Naturalmente, il tema della legalità riguarda l'approfondimento politico di questo Consiglio regionale, posto che la legalità e la giustizia riguardano altri organi del nostro Stato: non è che noi, con la Commissione legalità ci sostituiamo alla magistratura o ad altri organi demandati a ciò, che hanno molte più competenze di noi. Però è un'attenzione che il mondo dalla politica dà ad una tematica e ad una richiesta che viene da lontano.
Purtroppo, le statistiche e i numeri vedono sempre il nostro Paese tra i primi della classe, ma in maniera negativa, sui temi che riguardano appunto l'illegalità e la corruzione, pratiche poco edificanti da cui il nostro Consiglio regionale si vuole distanziare anni luce; pratiche che purtroppo, sono state diffuse negli anni nel nostro Paese.
Iniziamo oggi questo percorso di modifica del Regolamento per creare una Commissione che non vuole assolutamente rappresentare ulteriori "poltroncine" da occupare per i politici, perché quello che ci interessa è proprio il merito della questione: non dobbiamo affidare alcun incarico aggiuntivo ai nostri Consiglieri regionali e mi auguro che non ci sia questa polemica sterile su una tematica così importante.
Per la Lega - lo sa benissimo quest'Aula, lo sanno i giornalisti e lo sappiamo noi - è importantissimo arrivare anche all'approvazione di una Commissione permanente sull'autonomia, che è una tematica che ci vede protagonisti. Ci vede protagonisti per il nostro DNA politico, per le nostre origini, per quello che ci scorre nelle vene da quando il nostro movimento politico si è affacciato sullo scenario politico.
Riguardo all'autonomia, apprezziamo il lavoro svolto dalla precedente Giunta nella precedente legislatura, però riteniamo che sia stato fatto troppo poco, pertanto abbiamo deciso di ampliare la gamma di competenze e funzioni da richiedere a Roma.
Oggi c'è il nuovo Governo, c'è il nuovo Ministro, si è aperta una trattativa; il Presidente Cirio ha incontrato il nuovo Ministro per gli Affari regionali e le autonomie. Si è giunti alla conclusione di portare al pari del Veneto e della Lombardia la proposta piemontese e ne siamo felici.
Riteniamo che, su una tematica così importante, debba essere la Commissione autonomia, anch'essa permanente, a discutere di autonomia, perché la Commissione bilancio ha veramente molto da fare. Pensate al bilancio abnorme che ha una Regione italiana come la Regione Piemonte: figuriamoci se possiamo pretendere che la Commissione bilancio, con tutto quello che ha da fare e deve approfondire, con la complessità del bilancio di una Regione come la nostra, che è uno dei traini dell'Italia, si occupi anche di autonomia. Autonomia per una complessità di materie e di funzioni (l'abbiamo ripetuto un sacco di volte).
L'autonomia non è una parola vuota, che non vuole dire nulla. Richiedere maggiore autonomia regionale significa richiedere la competenza in molte funzioni, andare ad analizzare capitolo per capitolo, trovare i fondi: occorre un approfondimento veramente pesante.
Pertanto, chiediamo all'intelligenza e alla collaborazione di questo Consiglio regionale di poter approvare la Commissione permanente sull'autonomia in tempi stretti, che possa iniziare a lavorare con il nuovo Governo e discernere le materie, le competenze e funzioni che vogliamo richiedere a Roma.
Sappiamo che questa Regione è in grado di fare da sola e di gestirsi in casa propria, facendo risparmiare lo Stato italiano, perché autonomia vuol dire far risparmiare lo Stato italiano, farsi attribuire le funzioni cui le Regioni e gli Enti locali sono in grado di far fronte, mantenendo o addirittura riducendo la spesa.
Pertanto, è un modo di avvicinare lo Stato e le politiche di controllo ai cittadini.
Siamo felici dell'odierna discussione sulla Commissione legalità, che come Gruppo della Lega - ci vede protagonisti. Sappiamo che c'è stata una forte volontà del Gruppo del Movimento 5 Stelle su questa materia, che noi abbiamo compreso, fatto nostra e condiviso.
La maggioranza potrebbe nominare al proprio interno il Presidente della Commissione legalità, perché i numeri ci permettono di farlo. Noi, per ribadiamo in quest'Aula che, come Gruppo di maggioranza, come Lega, siamo disponibili e riteniamo opportuno che una Commissione che volendo pu essere anche di garanzia venga data al Gruppo delle minoranze.
Conosciamo benissimo la sensibilità dei colleghi del Movimento 5 Stelle sulla materia legalità e siamo sicuri che sarà una Commissione che ci vedrà lavorare veramente. Naturalmente, l'augurio e l'auspicio è che ci sia meno lavoro possibile, perché meno lavoro c'è e meno fascicoli ci sono su quella Commissione, più tranquilli e più sereni siamo e più sappiamo che la nostra Regione non è invischiata in tematiche poco edificanti.
Pertanto, noi ci siamo e daremo il nostro fondamentale apporto.
Ribadisco, però, che il Gruppo della Lega ha bisogno di una collaborazione da parte del Consiglio per arrivare alla creazione della Commissione definitiva permanente sull'autonomia, perché si tratta di un grande tema che anche questo Consiglio regionale non può esimersi dal discutere.
Probabilmente è la tematica di svolta della nostra Regione, soprattutto una Regione come la nostra, che ha grandi problemi di bilancio, soprattutto rispetto ai bilanci delle altre Regioni locomotive del Nord Italia.
Questo è il mio augurio: buon lavoro su questi temi, buon lavoro alle nuove Commissioni che presto vedranno la luce.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
La parola al Consigliere Grimaldi.
Collega, ha dieci minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Non ce l'ho con il Consigliere Preioni, ma mi spiace che abbia parlato per metà del tempo di un oggetto che non è l'oggetto della discussione odierna.
Lo dico, perché è bene non mischiare gli argomenti ed è bene stare all'oggetto dell'ordine dei lavori.
Intanto, ritengo sia bene che quest'Aula non sottovaluti l'importanza di questa deliberazione e anche degli intendimenti che abbiamo approvato con gli emendamenti in Commissione, dei quali ringrazio anche i Consiglieri Sarno e Rossi, che hanno scritto con me un pezzo del dispositivo che credo debba diventare l'oggetto vero della nostra indagine e analisi.
Fatemelo dire in premessa: le mafie, al Nord, sono una minaccia crescente da cercare di battere proprio in difesa della buona economia. Parlavo.
proprio in Commissione, della cosiddetta "vampirizzazione" (ne parlavo anche con alcuni colleghi della Lega): si tratta di un fenomeno non nuovissimo, ma sempre più pervasivo nella nostra economia reale, che ci fa finalmente accorgere che oltre alle mafie più tradizionali, oltre alle mafie che vengono anche da altri Paesi, è il modello della vampirizzazione quello più difficile da analizzare.
Di cosa parlo? In altri testi si parla spesso di socio occulto, cioè che si infiltra con una strategia di sostegni, aiuti, protezione, relazioni finanziamenti. Poi, si impossessa stabilmente dell'impresa, cacciando magari l'imprenditore originario. Da lì, si espande stravolgendo il mercato, la concorrenza, le strutture sociali e corrompendo anche la politica e la Pubblica Amministrazione.
Quest'analisi è stata fatta dopo le indagini in Lombardia ed anche in Piemonte, sul movimento terra. Si parla addirittura di quinta mafia, perch non c'è bisogno di avere una testa di legno e neanche di dover superare i vari protocolli antimafia o le interdittive. Spesso, alla fine, è il finanziamento, il sostegno che magari non arriva dal sistema creditizio o dal sistema pubblico che fa sì che le aziende vengano avvicinate da questi soggetti.
Alcuni colleghi ci hanno chiesto: "Perché volete uscire dalla sfera pubblica?". Non ne stiamo uscendo del tutto; vogliamo semplicemente che la nostra Commissione sia vicina ai tanti imprenditori, lavoratori e lavoratrici che vedono in modo molto più virulento la presenza di queste organizzazioni criminali di quella che è la percezione reale.
Come Commissione antimafia di Torino, abbiamo svolto un bellissimo lavoro sulla percezione della mafia, per i torinesi. Cos'è la mafia? Lo sono i pusher? Certo, in parte. Lo è la tratta? Assolutamente. Ma è chiaro che la percezione diffusa del tema della corruzione e della connivenza, in questo caso, ha anche un altro volto, che è quello di essere diventati, negli ultimi 15 anni, la lavatrice, la lavastoviglie (come dicono alcuni: utilizzate la metafora che vi piace di più) di soldi generati in altre economie. Sappiamo benissimo che il tema è la pervasività in mondi anche distanti.
Ne parlavamo nell'ultima Commissione: la vicenda ha riguardato l'inchiesta sugli Ultras di una delle più importanti e famose squadre di calcio internazionale che abbiamo qua, che vede, anche nell'indagine della Commissione Antimafia nazionale, forti infiltrazioni con le organizzazioni criminali, in particolare con la 'ndrangheta.
Questo ci porta a dire che gli interessi di queste organizzazioni sono ovunque. Lo sono certamente nel mondo degli appalti e dei subappalti, che abbiamo messo al centro del nostro lavoro, ma lo sono anche nell'economia reale, dalle pizzerie ai locali notturni, dal movimento terra ai mercati generali.
In questo spero - e mi auguro - che la Commissione faccia un salto di qualità. Lo dicevo già al Presidente Bertola: occorre un sostegno vero, non straordinario come era la Commissione l'altra volta; un lavoro che porti ad avere adeguate risorse e che abbia anche la capacità di interloquire con le altre forze in campo. Parlo ovviamente dei Prefetti. Parlo ovviamente delle Forze dell'ordine. In parte l'abbiamo fatto - lo diceva poc'anzi il Consigliere Bertola - in Commissione sul tema dei roghi e dei rifiuti.
Spesso purtroppo, possiamo dircelo, alcune indagini nel nostro territorio finiscono nel vuoto. Chi ha, in un solo anno, provato a mandare letteralmente in fumo così tanti stabilimenti? Sono le pressioni di alcune forze dell'impresa che non erano adeguatamente remunerate, o che vedevano a rischio i propri investimenti? O siamo davanti, anche lì, a un tentativo di estorsione pubblica (la chiamo così) di organizzazioni criminali verso un sistema pubblico e privato di gestione della raccolta rifiuti e del trattamento? Non so quanto la nostra Commissione, che spero oggi abbia il via libera abbia la stessa forza che hanno le Commissioni Antimafia nazionali, perch noi non abbiamo il potere d'inchiesta, che vorrei trovassimo il modo di dargli, qualora ci fossero delle inchieste in corso. Lo dicevo nella scorsa Commissione: come Piemonte abbiamo solo dei record negativi. Come sapete il Piemonte vanta anche un triste primato, il primato del primo Comune sciolto per mafia nel 1995 a Bardonecchia. Purtroppo ha alcuni omicidi che rimangono ancora oggi emblematici e non del tutto risolti, come l'uomo che dà il nome al nostro tribunale, Bruno Caccia; ma abbiamo anche inchieste molto recenti.
Negli ultimi vent'anni, da quando questa narrazione è venuta un po' meno (perché fino a qualche anno fa si diceva che in Piemonte la mafia non esisteva, non ce n'era traccia), ce ne sono state tante di operazioni dalla "Cartagine" del 1994 alle più famose "Minotauro" e "Pioneer".
Dico solo una cosa su un tema molto delicato che ha visto anche l'intreccio fra mafia-politica e affari. L'abbiamo visto in Comuni di provincia con alcune inchieste; tra l'altro questo Consiglio regionale ha visto anche sfiorati alcuni membri di questa comunità. Sono state indagini davvero brutte da tutti i punti di vista, non solo per il sistema criminogeno, ma per il tipo di relazione di poteri che era emblematico.
Spesso, queste indagine hanno dato una percezione un po' come "mafia capitale", di un'organizzazione di "cialtroni", quasi di mafia di serie B una mafia di provincia, una mafia non organizzata, una mafia che si accontenta delle briciole.
Secondo me è una percezione assai sbagliata. Se è vero che la mafia sa diversificare, ed è vero che spesso le inchieste hanno solo messo in evidenza alcune indagine della Magistratura, della polizia o alcune intercettazioni, penso che il radicamento delle mafie al nord sia molto, ma molto più consistente di tutto quello che abbiamo visto. Non ci vogliono le indagini sui grandi appalti, sull'Alta Velocità Torino-Milano, sul terzo valico o l'intercettazione sul TAV per farcelo capire.
Questo lo dico perché, a prescindere dalle argomentazioni ideologiche che abbiamo (e da quanto pensiamo siano importanti alcuni investimenti piuttosto che altri) io credo - e chiudo - che la cosa più importante sia avere delle stazioni appaltanti vere, delle stazioni appaltanti pubbliche che abbiano professionalità e, soprattutto, abbiano tutto l'interesse della politica nel renderle non permeabili. Non so come potremmo farlo, perché la Regione non può fare la stazione appaltante unica, anche se abbiamo alcuni strumenti che possiamo mettere in campo, e i grandi Comuni sono oberati da impegni (già la Città di Torino ogni tanto ha fatto da stazione appaltante per alcuni medi Comuni), però di sicuro è un tema.
Non possono fare tutto i piccoli e medi Comuni e non lo possono neanche fare, con quel poco personale che hanno, le DIA locali. Abbiamo visto, in termini di Interdittive Antimafia, quanti ne arrivano e quante sono le risposte, perché per fare delle informative, o per fare delle informative atipiche (cioè quelle in cui non si sa esattamente se l'indagine è in corso, ma la persona che sta dentro quell'impresa ha avuto delle relazioni magari non stabili ma le ha avute, per fare quel tipo di lavoro), non possiamo pensare che bastino le white list o le black list. Serve personale, altrimenti si rischia che l'antimafia sia solo un antimafia di carta che, tra l'altro, rischia di ledere gli interessi generali, cioè di quelli che fanno impresa correttamente. E poi, fidatevi, se c'è un'impresa che è stata "vampirizzata", avrà anche gli strumenti per superare i controlli - tra virgolette - cartacei.
Per questo credo che il ringraziamento vada a tutti i dipendenti pubblici non sono quelli che non si fanno corrompere, ma a tutti quelli che di giorno in giorno provano a far sì che le nostre amministrazioni non vengano interessate e inquinate.
Per questo mi auguro che il nostro lavoro sia utile, soprattutto a loro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Credo e crediamo che questo sia un momento importante e fondamentale della vita democratica di questa istituzione della Regione Piemonte. Lo credo perché, Presidente, oggi, da quest'Aula, viene lanciato un segnale chiaro: viene detto a tutte le criminalità organizzate, in particolare a quella che fa più danni ed è più radicata sul nostro territorio, che è la 'ndrangheta che qui, in Piemonte, gli anticorpi ci sono; che ci si prende l'impegno di lavorare, quantomeno come elemento di sufficienza della nostra possibile azione in questi cinque anni e poi anche di quelli successivi, visto che questa sarà una Commissione permanente; che qui, anche solo alcuni piccoli pericoli non ci saranno e non entreranno.
Questa è l'idea del contrasto ed il messaggio chiaro alle mafie del nord. I termini credo siano importanti e fondamentali. Le mafie del nord rappresentano una storia diversa rispetto alle mafie in generale, in particolare la 'ndrangheta, che dal sud ad un certo punto ha diffuso la sua azione su tutto il territorio nazionale, europeo e mondiale.
Oggi noi abbiamo le seconde e terze generazioni. Chi oggi controlla - ed è elemento di responsabilità o irresponsabilità - quei gruppi delle 'ndrina locali, sono ragazzi della mia età, e anche più giovani, che sono cresciuti qui, che sono nati qui e che quindi oggi hanno avuto la capacità di inserirsi, come diceva il Consigliere Grimaldi e la Consigliera Frediani in questi contesti sociali e nei contesti economici. Quello che ha citato il Consigliere Grimaldi, uno dei primi elementi di questa Commissione, è lo studio e l'approfondimento sul tema delle curve. Ripeto, delle curve non della curva, altro elemento.
Dobbiamo avere chiaro in testa che le mafie del nord hanno delle caratteristiche diverse delle mafie al nord, non è solo una differenza lessicale, ma è sostanziale nell'azione criminale di queste organizzazioni.
Quando si verifica l'inserimento nelle curve, nell'economia sana, nel gioco d'azzardo, direttamente negli appalti (non più con dei prestanome, ma direttamente con aziende dei figli, dei figli, dei figli che non hanno almeno in prima battuta, problemi con la legge e vanno a vincere nei nostri contesti direttamente degli appalti, in particolare sul movimento terra, ma non solo), dobbiamo avere chiare che le mafie del nord sono un elemento ormai, purtroppo, sostanziale della nostra vita sociale.
La Commissione che approviamo oggi dà quel messaggio chiaro, quindi gli anticorpi ci sono. Questa affermazione e questo massaggio ci dà grande responsabilità perché, da oggi, inizia il lavoro, da oggi inizia l'impegno reale, come è già stato fatto nella passata legislatura, nel dimostrare che quegli anticorpi funzionano e possono funzionare.
La Commissione, ad esempio, dovrà magari rimettere mano alla legge n.14 del 2007, la legge che istituisce la 'Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie', ma che dentro, ad esempio, ha il tema del finanziamento diretto al recupero dei beni confiscati. Guardate che i beni confiscati, Giancarlo Caselli lo dice sempre, sono l'elemento fondamentale. Quella grande legge voluta con un'azione popolare attacca nel fondamento la criminalità organizzata perché gli toglie i soldi, gli toglie il patrimonio. Il fenomeno mafioso scusate il termine, si "incazza" - termine presente anche nei documenti della Procura - quando gli togli il patrimonio e gli togli i soldi. Puoi togliergli uomini, puoi togliergli altro, ma quando gli togli il patrimonio prendono un colpo vero. La Commissione può fare uno studio più approfondito della legge del 2007 e migliorarla, portare migliori accorgimenti, ma su questo dobbiamo, anche lì, fare una battaglia comune nel rifinanziare fortemente il tema dei beni confiscati come, rispetto a quello che diceva il collega Grimaldi, su tutto il tema della formazione.
Lo ribadiamo, quando il Consigliere Grimaldi parla e giustamente evidenzia il lavoro straordinario degli Uffici regionali, ma non solo, dobbiamo avere la capacità di capire insieme in Commissione come costruire dei percorsi di formazione per dare ancora maggiore strumenti agli Uffici e per rendere sempre più forte questa azione. Così, in questo modo, lanciando questo segnale, facciamo un'altra azione che è molto culturale, che non deve essere dimenticata, che è il lavorare su quel concetto, che Giancarlo Caselli cita molte volte, sul tema della zona grigia. Tu puoi essere un soggetto che non è colluso, puoi essere un soggetto che non ha mai compiuto atti illeciti all'interno del fenomeno criminale organizzato - e questo lo cita molte volte in alcuni suoi libri - ma oggi il fenomeno mafioso purtroppo continua a vincere nel nostro Paese perché la zona grigia vince cioè quelli che decidono di stare in mezzo e non reagire. Quelli che decidono di voltarsi dall'altra parte, quelli che decidono di non usare la propria forza, anche da singolo cittadino, quando si è al bar a prendere un caffè, nel comunicare che la legalità conviene.
Se, noi invece, diffondiamo il tema che la legalità può essere un'opzione questo è l'elemento della zona grigia che permette alla mafia, negli ultimi quattrocento anni, di vincere purtroppo in questo Paese. Da oggi sono davvero orgoglioso di sedere insieme a voi all'interno di quest'Aula perch credo che questo messaggio, per una volta, non abbia distinzioni politiche e non abbia distinzione di colori. Questo credo che sia il miglior modo per fare antimafia, per combattere le mafie e per lanciare un messaggio chiaro che da qui, nuovamente, riparte un'azione di monitoraggio e di anticorpi veri perché speriamo che, fra qualche anno, chi siederà su questi banchi dopo di noi, potrà dire: ci raccontiamo e conserviamo il fatto che finalmente abbiamo sconfitto le mafie.
Questo credo che sia l'elemento fondamentale e l'obiettivo fondamentale di chi siede in un'Amministrazione pubblica. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Ci tenevo intervenire dopo i colleghi delle minoranze. Non so se erano esauriti gli interventi da quella parte dei banchi, però non sentendone altri mi accontenterò di quelli che ho già ascoltato.
Questo lo voglio dire perché nel cominciare ad approfondire la disamina di questa delibera vorrei ricordare che la Giunta regionale, la Giunta Cirio dei segnali forti e importanti io credo che già nelle prime settimane di mandato li abbia dati. Devo essere sincero, avrei preferito che questi segnali trovassero maggiore cittadinanza e spazio rispetto a quello che invece, non ho sentito all'interno degli interventi dei colleghi di minoranza. E' giusto, quando serve, criticare, è giusto è il loro dovere doveroso, tuttavia bisogna anche mantenere una certa onestà intellettuale.
Credo che quando il Presidente della Regione decide di celebrare, proprio con "Libera" se non vado errato, il 19 luglio giorno dell'anniversario della morte di Paolo Borsellino, alla villa confiscata di San Giusto, lì si assume l'impegno di velocizzare la pratica impantanata di confisca riassegnazione e rivalorizzazione di quel bene e poi quell'impegno viene tempestivamente mantenuto, io credo che tutta questa uniformità trasversalità, unità di intenti auspicata poteva, e potrebbe ancora partire dall'ammettere che quello è stato un passo giusto e condiviso.
Ricordo in quelle fasi la presenza anche di Consiglieri di minoranza presenti che, però, forse, l'hanno dimenticato dovendo dire già molto nei dieci minuti, penso che sia andata in questo senso. Lo voglio ricordare e lo voglio ribadire perché sono davvero convinto che sulla legalità e sul contrasto ai fenomeni criminali e mafiosi, soprattutto quelli delinquenziali organizzati, bisogna dimostrare un'unità granitica delle istituzioni non per piantare bandierine, ma proprio per sventolare alta quella bandiera che dovrebbe rappresentarci tutti, cioè quella nazionale un tricolore che rappresenta le tante persone, prima ancora che figure ciascuno nei suoi ruoli di forze dell'ordine, magistrati, giornalisti imprenditori che hanno deciso di sfidare il fenomeno mafioso. In certi casi, purtroppo, l'hanno fatto in solitudine e hanno trovato la morte in questo, in certi altri hanno invece trovato la presenza dello Stato al loro fianco, ma purtroppo sono casi ancora troppo limitati.
Senza voler deviare dal tema è notizia di oggi che, addirittura, scopriamo che esponenti di un terrorismo fin troppo recente, neanche quello degli anni di piombo, ma quello di periodi a noi più vicini, sicuramente senza alcun dolo politico, ma per delle storture normative, vanno addirittura a beneficiare del reddito di cittadinanza (parliamo di persone che hanno sulla coscienza il sangue di D'Antona). Io credo che dovremmo davvero tutti impegnarci nei nostri limiti e nelle nostre competenze, affinch ingiustizie di questo tipo, che gridano vendetta di fronte al sangue delle vittime e di fronte alla disperazione e al dolore dei familiari, non debbano mai più verificarsi. Quello che mi sento di dire è che l'azione di contrasto ai fenomeni criminosi, per quel che riguarda la nostra istituzione, che è un'Assemblea legislativa, un organo politico legislativo, quindi normativo e amministrativo in certi sensi, credo che debba misurarsi più che sul tema di una legittima retorica, sul tema dei risultati di politiche molto efficaci. E, quando serve, anche di dibattiti piuttosto scomodi, se giovano, però, ad aprire pagine che fino adesso non sono state necessariamente approfondite.
In particolare, condivido l'importanza attribuita al tema della valorizzazione e della sottrazione all'economia delinquenziale dei beni delle mafie. È vero che gran parte dell'evoluzione recente di queste organizzazioni si basa sui reati dei "colletti bianchi", e quindi assume più l'aspetto di una holding che non quello di una gang.
È anche vero, però, che affinché i segnali siano giusti, affinché ci sia il massimo coinvolgimento di tutte le energie pulite della società credo che il nostro compito debba essere quello di vigilare sull'efficienza di queste confische e di queste rivalorizzazioni, così come mantenere sempre alto il principio della trasparenza, del pluralismo e dell'evidenza pubblica di tutte queste rivalorizzazioni. È un passaggio fondamentale perché se legalità dev'essere, dev'essere al cento per cento! Le politiche di contrasto ai fenomeni delinquenziali hanno un grande ruolo anche a livello normativo e legislativo. So che questo ha un ritorno mediaticamente limitato, perché il lavoro legislativo spesso è oscuro, poco glorioso e faticoso. Però in questo breve intervento vorrei anche offrire uno spunto a questa Commissione per ragionare sul giusto utilizzo di normative che già esistono.
Per esempio, nei confronti di tutte le impresa (quindi non solo private, ma anche e soprattutto private) che sono invitate ma non obbligate a dotarsi di quegli strumenti di trasparenza e di prevenzione dei reati all'interno degli enti stessi, per esempio con l'adozione di codici etici e modelli organizzativi ai sensi del decreto 231 del 2001, perché non pensare a degli strumenti di incentivazione all'adozione di questi strumenti di raccordo e, magari, anche di fornitura per certi versi gratuita di informazioni su come ottemperare a queste adempimenti nel migliore dei modi? Non è l'unica normativa: c'è anche la legge n. 190 sull'anticorruzione.
A mio avviso, anche questa norma dovrebbe essere maggiormente soggetta alle nostre attenzioni, anche in termini propositivi e di maggior approfondimento. Perché spesso anche i passaggi di ottemperanza a questi oneri si fermano al formale.
Apro una piccola parentesi, del tutto personale e professionale: quante volte ho visto dei codici etici che prevedono delle indicazioni del tutto di principio, a cui penso nessun essere vivente si troverebbe a dissentire ma che poi non forniscono all'interlocutore e alla controparte privata (lo dico da amministratore regionale pubblico) quelle garanzie di reale trasparenza del soggetto con il quale si ha a che fare! Dall'altra parte, dobbiamo anche ragionare sull'efficacia delle norme regionali che già abbiamo adottato. Non voglio aprire nessuna polemica, ma credo che a distanza ormai di un po' di tempo, come Regione Piemonte e come Consiglio regionale del Piemonte, sia il caso di approfondire in modo scientifico, per esempio, se la norma di contrasto alla ludopatia rispetto alle slot, per essere molto chiari e per capirci - abbia funzionato o meno.
La ludopatia è stata contrastata? Si è registrato un calo di questo fenomeno? O, piuttosto, come molti operatori segnalano, al di là di un crollo vertiginoso di alcuni esercizi che sono del tutto legali, ci ritroviamo in una semplice evasione e fuga dei ludopatici nel gioco completamente illegale e non sottoposto a nessun controllo? Credo che sia indispensabile farci queste domande se vogliamo che le nostre azioni a favore della legalità siano efficaci, efficienti e concrete.
Andando a concludere, lancerei ancora un altro sasso nello stagno (perdonatemi, ma approfitto di questo intervento per toccare questi temi): concordo - l'ho detto già in precedenza - che le mafie, in particolare quelle italiane, abbiano sibìto una sorta di evoluzione.
Da quello che si sente, rimangono ancora molto ferrate sul tema della droga, però è vero che diversificano ed entrano nel mondo dell'edilizia degli appalti (spesso anche pubblici) e delle infrastrutture.
Mi vorrei soffermare, però, sui fenomeni criminosi che si manifestano in strada, quelli che si manifestano anche nei territori economicamente più disagiati, e che quindi risultano particolarmente odiosi perché vanno a colpire quella fascia di popolazione meno abbiente, quella che non si pu permettere le cancellate ai bordi della propria abitazione o dei giardini quella che non si può permettere gli antifurti di ultima generazione quella che non si può permettere la vigilanza privata: ebbene, quelli che vivono nelle nostre borgate, che siano metropolitane o non, siamo così sicuri che davvero non soffrano ancora di questa illegalità diffusa, che comunque, li va a colpire con truffe, con rapine, con scippi, con lo spaccio di strada, con la diffusione capillare della prostituzione anche da marciapiede? Io penso che chiunque abbia un contatto col territorio - qua mi sento di dire che tutti i colleghi ce l'hanno, a prescindere dall'appartenenza politica - si possa evidentemente rispondere che questi problemi ci sono sono quanto mai diffusi e sono, soprattutto, davvero avvertiti con estrema insofferenza (più che legittima) da parte dei cittadini, perché tradiscono una sorta di assenza dello Stato. Anzi, più che di assenza, una sorta di sconfitta dello Stato, addirittura di incapacità di controllo del proprio territorio.
Allora, io, per quello che ancora può riguardare le competenze di una Commissione regionale, che non è un organo della magistratura o dell'ordinamento giudiziario, che non è un'espressione delle Forze dell'ordine, ma è un organo semplicemente politico e legislativo, vorrei ricordare, visto che si parla anche di sensibilizzazione culturale, che non esiste solo la mafia, non esiste solo la 'ndrangheta e non esiste solo la camorra.
Le mafie straniere esistono, spesso sono subentrate rispetto a quei traffici diciamo di strada che le mafie italiane hanno un po' abbandonato per dedicarsi a traffici più redditizi, meno compromettenti e più da colletti bianchi. Però quei fenomeni che citavo ci sono e spesso non vengono nemmeno ancora accettati culturalmente dalle strategie di contrasto intendo quelle giudiziarie e delle forze dell'ordine - perché spesso mancano gli interpreti, perché spesso manca una comprensione proprio culturale di quelle mentalità criminali, perché spesso mancano anche le competenze e le cognizioni.
Allora, visto che si tratta veramente di commercio di morte con gli stupefacenti, visto che si tratta anche di schiavismo, visto che si tratta comunque di sfruttamento della prostituzione, visto che si tratta spesso di reati anche ad alto livello di violenza, direi che è il caso davvero di far cadere ogni convenzione rispetto al fatto che queste mafie esistono, di smetterla di ritenere che lo straniero sia sempre e solo la mano d'opera semplice per le mafie italiane - perché in passato è stato così, forse in parte è ancora così, ma non è solo più così - e deciderci al fatto che quelle mafie ci sono, esistono e approfittano (perché è stato dimostrato) dei flussi incontrollati di immigrazione - non li causano ma li cavalcano e di sicuro respirano anche grazie a questi fenomeni. La politica deve quindi assumersi delle responsabilità, anche qui in Regione Piemonte.
Torino - io sono di Torino, quindi a costo di essere additato come "torinocentrico" porterò sempre anche il punto di vista del mio capoluogo si è confermata in diverse occasioni una sorta di "capitale" del nord-ovest della mafia nigeriana e della mafia senegalese. I primi processi che prevedono incriminazioni per crimine organizzato che riguardano cittadini africani si sono svolti a Torino.
A Torino è emerso che addirittura nell'ex villaggio olimpico (MOI) aveva messo radici la malavita organizzata africana.
Se vogliamo puntare, per esempio, sulle incentivazioni al rimpatrio volontario, per cercare di favorire anche l'imprenditorialità di persone che qui non hanno trovato una possibilità di sviluppo e di autorealizzazione e vogliono raccogliere la sfida di provare a farlo in patria (io continuo a ribadire che condivido questa impostazione), direi che è obbligo della politica andare a verificare, però, chi sono i destinatari di questi ipotetici benefici.
Perché chi può essere stato coinvolto anche solo marginalmente da queste strutture mafiose deve essere escluso da qualsiasi beneficio statale.
Concludo con il rammarico di aver scoperto, in questi anni in Consiglio regionale, ma prima anche in Comune di Torino, che spesso non c'è un dialogo tra Prefettura e Procura nell'informarsi a vicenda sui soggetti che sono contemporaneamente titolari di protezioni internazionali o richiedenti asilo e che, contemporaneamente, sono anche incriminati o addirittura condannati per reati di malavita organizzata.
Ritengo sia opportuno intervenire, come Commissione, in questo raccordo d'informazione, in modo da sfrondare un po' quello che è l'assistenzialismo del nostro Ente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
La parola alla Consigliera Biletta.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Salutiamo con favore la delibera in discussione, che intende istituire una Commissione permanente in materia di legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi. La salutiamo con favore, perché eleva di rango una Commissione che già esisteva, però in una definizione differente in quanto - in questo caso Commissione speciale.
Non siamo di fronte a un semplice esercizio stilistico letterario, ma si tratta di un importante segnale che questo Consiglio regionale vuole dare nella sua interezza, in modo assolutamente trasversale. È un messaggio e un segnale che intende lanciare a tutte le criminalità organizzate. Non che in passato ci sia stata un'attenzione minore sul tema, però il passaggio che stiamo affrontando oggi segna un indubbio salto di qualità nel contrasto alle mafie.
È indubbio che, nonostante tutte le attività di contrasto portate avanti in modo profondo dalle Forze dell'ordine, dalla Magistratura, dagli imprenditori e dagli amministratori locali e, in una prospettiva più ampia da tutti i cittadini onesti, la criminalità organizzata riesce purtroppo ad addentrarsi nella nostra società.
Non sottovalutiamo l'istituzione di questa Commissione permanente, perch accanto alla dovuta e necessaria azione di contrasto appena richiamata, la battaglia contro le mafie si vince soprattutto sul piano culturale. Non dimentichiamo due importanti lezioni di due grandi italiani, due grandi figure nella lotta alla mafia: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Falcone diceva, nel descrivere la mafia: "La mafia non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano: vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli, maestri e cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società".
Se non partiamo da questa fotografia, non potremo affrontare e vincere questa battaglia, che parte quindi da un approccio culturale e da una rivoluzione che investe anche i giovani.
A proposito dei giovani, Borsellino diceva che se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente misteriosa mafia svanirà come un incubo.
Questa frase può racchiudere tutto il nostro sentire, la filosofia del dibattito in corso, che ha portato all'approvazione della delibera che istituisce la Commissione.
Questo rappresenta un vero e proprio salto di qualità nella lotta alla criminalità organizzata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Biletta.
La parola al Consigliere Cane.



CANE Andrea

Grazie, Presidente.
Farò un focus su un argomento che mi sta molto a cuore, incentrato sugli Enti locali. Penso che tutti i Comuni debbano essere informati, dai Sindaci fino ai Consiglieri di minoranza, nel collaborare e farsi parte integrante di questa Commissione, non solo come parte attiva, ma soprattutto come segnalazione della lotta alla criminalità.
È mia ferma intenzione (parlo a nome di tutta la Lega) informare, nelle prossime settimane e mesi, direttamente i Comuni tramite un ordine del giorno che sia bipartisan, quindi non solo un manifesto politico, ma soprattutto un atto inteso a preservare la sicurezza dei nostri cittadini in particolar modo delle fasce più deboli.
È stata citata Bardonecchia, nel 1995, per quanto riguarda la provincia di Torino. Io arrivo dal Canavaese e ricordo, anche in questo territorio, lo scioglimento per mafia del Comune di Leinì e - nel 2012 - quello di Rivarolo Canavese.
La prima speranza è sicuramente che, grazie ai lavori di questa Commissione, possano diminuire quelle prime pagine dei giornali in cui non si legge solo di appalti truccati (ovviamente c'è una scala di gravità di ogni notizia), ma anche soprattutto del peggior finale che la nostra società si possa augurare, ovvero la morte dell'individuo. Leggere di cittadini che per colpa della mafia e della criminalità hanno perso ogni speranza e vengono non solo assassinati direttamente, ma arrivano addirittura a suicidarsi è la sconfitta più grossa per una Regione, ma anche per tutti gli Enti locali e la società in generale.
Pertanto, ritengo che anche i Comuni debbano conoscere direttamente l'esistenza di questa Commissione. Quello che intendo comunicare a tutta l'Aula regionale è che questa Commissione non diventi solo uno strumento della Regione, di quest'Aula consiliare, ma sia uno strumento ben conosciuto da tutti i Comuni, in modo bipartisan.
Voglio anche riprendere un concetto bipartisan riguardante le polemiche che erano scaturite a maggio (avevo già fatto una riflessione mesi fa, quando si parlò per la prima volta dell'istituzione di questa Commissione), in occasione dei 27 anni della strage di Capaci. Cito direttamente le parole del nostro Segretario federale Matteo Salvini, che diceva: "Chi si divide sulla lotta alla mafia, sbaglia. Sbaglia, perché chi usa una giornata di memoria e di futuro per fare la sua piccola battaglia politica sbaglia e fa un torto a Falcone. Chi ha ucciso Falcone e Borsellino ha provocato tanto dolore, ma ha anche svegliato il popolo italiano, perché penso che dopo quella bomba nulla è più stato come prima".
Perché ho voluto citare queste parole? Perché sia ancor più chiaro il concetto, fin da oggi, che la battaglia che vogliamo iniziare insieme in modo bipartisan contro la criminalità non sia mai strumentalizzata né in Aula né sui media per far sì che questo argomento sia inteso più di destra o di sinistra. Ritengo che questi siano concetti antiquati; ancor di più (nel vero senso della parola) quando si parla di lotta alla criminalità.
Faccio un ultimo inciso, senza prendere troppo tempo, poiché il collega Grimaldi ha detto che si è parlato troppo di autonomia: ritengo che queste due parole, questi due concetti (autonomia e lotta alla criminalità), siano due proposte che non sono nate a caso (nate, cioè messe all'o.d.g.) insieme. Penso che debbano essere unite anche in futuro nel vero senso della parola: non ci possa essere autonomia senza lotta alla criminalità e viceversa, non ci possa essere lotta alla criminalità senza autonomia.
Una Regione veramente autonoma al 100% deve anche essere autonoma nella lotta alla criminalità. Pertanto, in questo senso mi auguro che il concetto di lotta alla criminalità sia legato all'autonomia in modo - ripeto bipartisan, senza polemiche.
Cito ancora le parole di poco fa del Consigliere Sarno, quando ha detto che la legalità conviene. Esatto, la legalità conviene, come conviene l'autonomia, senza distinzioni politiche.
Chiudo, dicendo che sconfitta delle mafie e vittoria dell'autonomia in futuro non debbano essere solo uno slogan, ma anche e soprattutto un obiettivo condiviso da tutti noi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cane.
La parola al Consigliere Marin.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
Ritengo sia un bellissimo segnale iniziare la legislatura parlando di legalità. Qualche precisazione, però, va fatta e avrei piacere che dell'esempio di Bardonecchia per scioglimento per mafia, nel 1995, non se ne parlasse più. Quello scioglimento per mafia ha associato il nome di una realtà turistica ad un evento che ha lasciato degli strascichi anche dal punto di vista personale ad Alessandro Gibello, stimatissimo e capacissimo Sindaco di allora, che è stato poi completamente prosciolto da qualsiasi accusa, indennizzato dopo numerosi anni di quello che è stata un'ingiusta detenzione, sia in termini di carcerazione sia in termini di arresti domiciliari.
A tutti gli effetti è stato verificato che quel Comune non andava sciolto per mafia.
Lo dico perché a volte è facile associare un evento a quella che è stata una giusta posizione rispetto a quella che era allora l'operazione "Cartagine", ma non dimentichiamoci che sono stati fatti dei danni a delle persone, danni non indifferenti, per cui chiedo, per cortesia, di non continuare a fare questa associazione con Bardonecchia. Fra l'altro, si fa del male ad una realtà che vive esclusivamente di turismo.
Quel periodo è finito, non c'è più, non esiste più, gli anticorpi li abbiamo, andiamo oltre. Credo sia un ottimo esempio e noi Consiglieri regionali - e molti sono stati Amministratori - siamo già attrezzati. Siamo in una realtà, quella piemontese, che ha dimostrato di essere capace di affrontare questi problemi.
Cito un esempio che pochi ne parlano, perché se non fa notizia i media non ne parlano: lo svolgimento delle Olimpiadi invernali Torino 2006, gestite per due miliardi di euro con una legge dello Stato, la n. 285 del 2000 attraverso un organismo, il Consiglio direttivo e Agenzia Torino 2006, non ha avuto nessun caso di mafia o di infiltrazione nell'ordine degli appalti.
Perché? Forse pochi lo sanno: da Agenzia Torino 2006 è nato il modello, che poi hanno usato anche per Expo 2015 (un po' in ritardo, ma è stato utilizzato), con cui è stato fatto, attraverso la Prefettura e attraverso uno specifico Comitato di controllo costituito da Prefetti e Forze dell'ordine, in cui, in modo preventivo, si è intervenuti con quelli che erano le gare di progettazione, le gare di costruzione e i subappalti, dove veramente in tempo zero, in collaborazione con la DIA, è stato fatto un grandissimo lavoro di concertazione che ha prodotto che cosa? Che la mafia se ne sia stata assolutamente al di fuori.
Poiché il Piemonte è strutturato - e condivido con quello che dice lei collega Sarno - e abbiamo gli anticorpi, possiamo veramente approvare all'unanimità, perché non c'è nessuna preclusione, questo ordine del giorno. Dobbiamo essere una Regione che dimostra ai cittadini piemontesi che lo vogliamo in modo concreto e ci batteremo perché non si parli di mafia al nord.
Questo è quello che ci chiedono i nostri cittadini piemontesi ed è per questo che mi fa piacere andarlo a votare maggioranza e minoranza insieme.
Così facendo, dimostriamo che su questi temi, non solo non c'è divisione ma c'è una grande concertazione.
Partiamo a lavorare in modo unitario perché ci sono tante idee, tantissime buone idee, ma anche le capacità di essere in grado di prevenire quello che si ritiene.
La legalità parte prima di tutto dai nostri comportamenti come Amministratori comunali, provinciali e come Amministratori della Cosa pubblica. I cittadini ci hanno dato la loro fiducia per rappresentare il Piemonte; noi dobbiamo dimostrare che siamo capaci, strutturati organizzati e in grado di farlo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Intervengo sull'ordine dei lavori.
Sappiamo che ci sono altri Consiglieri della maggioranza che vogliono parlare. In quest'Aula abbiamo il collega Rossi, noto esponente di "Libera": ci piacerebbe conoscere il suo punto di vista e sapere il quadro per quanto riguarda la Regione Piemonte. Per questo chiediamo che la discussione venga rinviata al prossimo Consiglio, perché stiamo arrivando al termine.
Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Io scherzavo quando dicevo che il Presidente Cirio è nelle mani del Presidente Preioni, perché non vorrei che il Presidente Preioni pensasse che anch'io mi sento nelle sue mani.
Lo dico perché lei ha tutelato un Consigliere componente il Gruppo di cui sono Presidente, del tutto pro tempore. Immagino che lei non ci inviti a collegare l'oggetto della Conferenza dei Capigruppo, avvenuta in precedenza, con il suo desiderio di non chiudere oggi la Commissione con un voto, che è un voto unanime, perché io credo che si possa concludere questo dibattito con un voto, per poi destinare ai lavori della I Commissione permanente sulla legalità, dopo la votazione del Presidente, la possibilità di un ulteriore confronto con i Consiglieri che eventualmente avrebbero voluto, o vogliono intervenire in questo dibattito.
Glielo dico perché lei ha associato la questione Commissione Permanente per l'Autonomia - libero di farlo - con la discussione di oggi. Mi creda, non voglio pensare che lei attenda l'esito della Giunta per il Regolamento di domani; il comportamento delle minoranze rispetto a quel dibattito.
Non credo che lei voglia farci pensare che intende piegare il voto sull'istituzione della Commissione permanente sulla legalità al destino dei lavori per la Giunta sul Regolamento, altrimenti sarebbe davvero un comportamento molto discutibile.
La prego, Presidente, ci permetta di votare all'unanimità oggi l'istituzione di questa Commissione. Il segnale che tutti insieme vogliamo dare è un segnale molto più forte di qualsiasi altro contenuto di natura politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Non per mancare di rispetto al collega Rossi, che, anzi, sarebbe molto più felice di sapere che abbiamo finalmente ottenuto questo importante risultato, piuttosto che sapere che l'abbiamo aspettato per un intervento anche perché poi sappiamo che preziosissima sarà la sua attività in Commissione, più che i dieci minuti che potrebbe utilizzare in Aula oggi seppur importantissimi anche quelli.
Visto che siamo tutti d'accordo e abbiamo il tempo di votare, io voterai.
Non vorrei che si pensasse, fuori da qui, che in quest'Aula si stia mercanteggiando una Commissione Autonomia con la Commissione Legalità perché questa volta daremo veramente una pessima immagine di questo Consiglio. Altro che dare un segnale forte e far capire che ci sono gli anticorpi; sarebbe veramente un segnale di cui dovremmo vergognarci per tutta la prossima legislatura e anche oltre.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.
Ricordo che sono le 18.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Penso che tutti abbiamo degli impegni dopo e avevamo programmato.



PRESIDENTE

Sono le 18.
Consigliere Preioni sull'ordine dei lavori.



PREIONI Alberto

Abbiamo Consiglieri che devono andare e abbiamo altri interventi da fare come Gruppo di maggioranza. Siamo arrivati alle 18. La volontà di approvare questa Commissione, è ferma, però passiamo al prossimo Consiglio. Ne faremo di Consigli.



(Applausi in aula)



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Come lei sa, e abbiamo detto che è una prassi consolidata, se tutti i Gruppi sono d'accordo, e noi, come le abbiamo appena detto, come Gruppi di minoranza lo siamo, si può andare avanti e ascolteremo tutti i colleghi di maggioranza finché non si voterà. È legittimo.



(Commenti del Consigliere Marrone)



GRIMALDI Marco

Il Consigliere Marrone giustamente dice sempre sottovoce le cose che pensa. Sul Suk noi eravamo.



(Commenti del Consigliere Marrone)



GRIMALDI Marco

No, no, noi non eravamo d'accordo ad andare avanti. Io dico se siamo davvero tutti d'accordo possiamo proseguire fino alle 18.00; se non è così basta dirlo a verbale e si va alla prossima seduta. Non si vuole andare avanti, ma non si dica che noi non vogliamo dare la parola ai Consiglieri maggioranza e andare al voto. Si è sempre fatto, se siamo tutti d'accordo.
Se la Lega non è d'accordo si andrà alla prossima seduta. E' un fatto politico.



PRESIDENTE

Consiglieri, fatemi almeno un cenno dall'emiciclo. Mi sembra non ci sia l'intesa all'unanimità dei Gruppi.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Consigliere Perugini ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori. Come molti altri colleghi, mio malgrado ho degli impegni successivi a questa seduta e, ovviamente, non essendo di Torino e non avendo altri mezzi di trasporto, devo utilizzare il treno. In seconda battuta, ho impegnato altri soggetti. Vedo che i colleghi che vorrebbero fermarsi, in realtà si stanno alzando.



PRESIDENTE

Prego, continui Consigliere. Sono legittimati ad alzarsi.



PERUGINI Federico

.e non posso disdire con altri soggetti che ho impegnato. Tuttavia, poich vorrei intervenire sul dibattito, caro Presidente, io interverrei sul dibattito e poi mi assenterei dall'Aula e non vedo perché, con una certa prepotenza, rimanendo nei tempi stabiliti all'o.d.g., io poi non debba poter partecipare al voto. Tutto qui.



PRESIDENTE

Da quello che ho capito e percepito da tutti i Gruppi presenti della maggioranza, si chiede la chiusura dei lavori.
Concludo la seduta, con preiscritta al primo punto dell'o.d.g. del prossimo Consiglio regionale la deliberazione n. 8, ai sensi del Capo X del Regolamento interno. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.03)



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