Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.209 del 18/10/22 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che sono in congedo Bongioanni, Carosso, Chiorino, Cirio Lanzo, Nicco, Ricca e Tronzano.
Pertanto, il numero legale è 22.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime incidenti sul lavoro


PRESIDENTE

Cari colleghi, domenica 9 ottobre si è celebrata la 72esima giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro, giornata che intende onorare la memoria di tutti i caduti.
Anche quest'anno il Consiglio regionale vuole dedicare uno speciale momento di ricordo a coloro che in Piemonte hanno perso la vita sul posto di lavoro.
Ringrazio anche a nome dell'Assemblea, per la loro partecipazione qui oggi, la dottoressa Vita Rocca Romaniello, vicario del Direttore dell'Inail dottor Giovanni Asaro; il dottor Roberto Sardo, Presidente regionale Piemonte e il dottor Giulio Garello, Presidente territoriale di Torino dell'ANMIL (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro).
In Piemonte, nel 2021, ci sono stati 64 infortuni mortali e la Giornata Nazionale per le Vittime degli incidenti sul lavoro deve essere un'ulteriore occasione per sensibilizzare l'attenzione su un fenomeno non accettabile in un Paese evoluto. I numeri ci dicono che tante, troppe persone sono morte a causa di incidenti sul lavoro e che è quindi necessario far crescere la cultura e l'impegno della sicurezza nei luoghi di lavoro. Non possiamo accettare passivamente queste tragedie. Sono stati compiuti importanti passi avanti nelle legislature passate, nella coscienza comune, nell'organizzazione stessa del lavoro. Ma tanto resta da fare e oggi lanciamo un nuovo forte richiamo.
Troppo spesso, purtroppo, la sicurezza, la prevenzione, la formazione sono considerati costi e impedimenti di cui fare a meno.
Il numero di questi incidenti, causati dal mancato rispetto di norme esistenti resta infatti inaccettabile, ma possono e devono essere evitati richiamando alla responsabilità tutte le parti, politiche, sociali e imprenditoriali.
Il nostro pensiero oggi va innanzitutto alle vittime e al profondo dolore dei loro familiari cui esprimiamo una sincera vicinanza.
Ora, in ricordo degli uomini e delle donne, residenti in Piemonte, che sono state vittime di incidenti sul lavoro nel 2021 darò lettura dei nomi con l'indicazione della data del tragico evento.
Dalma FELIZ, 12 ottobre 2020; Giuseppe MUZZUPAPPA, 25 ottobre 2020 Giacomo GULLO, 07 novembre 2020; Tommaso TACCARDI, 08 novembre 2020 Guglielmo TRUCCO, 31 dicembre 2020; Aldo VIVENZIO 08 gennaio 2021; Emilio FERRERO, 15 gennaio 2021; Silvano RISSO, 18 gennaio 2021; Angelo MANNINO 18 gennaio 2021; Patrizia ARZANITA',19 gennaio 2021; Gregory COSTANTINO, 03 febbraio 2021; Michele TESORO, 08 febbraio 2021; Bartolomeo TIBALDO, 12 febbraio 2021; Piercarlo ROMANETTO, 22 febbraio 2021; Diego MARENGO, 23 febbraio 2021; Cheickh THIAW, 24 febbraio 2021; Salvatore SCIVOLETTO, 24 febbraio 2021; Felice ZANDA, 26 febbraio 2021; Massimiliano FERRERO, 03 marzo 2021; Rino RICELI, 03 marzo 2021; Gianluca LAUNO, 10 marzo 2021 Cledi Fredy PLUAS BARRE, 11 marzo 2021; Roberto LAUDANI, 27 marzo 2021 Giovanni SECOLA, 01 aprile 2021; Isaura Elvira LANDIVAR, 12 aprile 2021 Giuliana ACOTTO, 12 aprile 2021; Gianpiero AGGERI, 14 aprile 2021; Giacomo CURTI, 18 aprile 2021; Sergio Piero BELLEZZA ODDON, 22 aprile 2021 Fiorenzo CANONICO, 31 maggio 2021; Gerardo LOVISI, 04 giugno 2021; Battista Giovanni MESSA, 04 giugno 2021; Stefano MAROLA, 07 giugno 2021;Luca AIMONE CESCHIN, 22 giugno2021; Arturo BALZA, 26 giugno 2021; Nicolas Francisco VALENZUELA 05 luglio 2021; Vincenzo Giovanni LA GRUA, 05 luglio 2021 Ernesta BOGLIO, 11 luglio 2021; Luigi BONINO, 15 luglio 2021; Pierwalter CATALDO, 15 luglio 2021; Salvatore SERRA, 16 luglio 2021; Giuseppe GHIO, 16 luglio 2021; Lorenzo MAIO, 31 luglio 2021; Giorgio TIBALDI, 10 agosto 2021 Massimiliano BONAFIN, 10 agosto 2021; Luigi Fiore ROSSETTO, 11 agosto 2021 Fabrizio VIALE, 19 agosto 2021; Maurizio RAGANATO, 15 settembre 2021; Ion PRISACARU, 21 settembre 2021; Giovanni FERRERO, 22 settembre 2021; Bruna GIOP, 04 ottobre 2021; Gaetano SCUTO, 11 ottobre 2021; Antonello LUPO, 13 ottobre 2021; Sabrina BOSCOLO, 26 ottobre 2021; Lidia Fiorina SERRA, 09 novembre 2021; Giovanni GALLO, 13 novembre 2021; Lukasz KRYSIAK, 22 novembre 2021; Davide TOMATIS, 26 novembre 2021; Giuseppe SILOTTO, 03 dicembre 2021; Umberto LEONE, 14 dicembre 2021; Stefano VENTRICELLI, 18 dicembre 2021; Filippo FALOTICO, 18 dicembre 2021; Giovanni PIAZZA, 20 dicembre 2021; Arian DOMI, 22 dicembre 2021.
Invito il Consiglio regionale a osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime sul lavoro.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.15, riprende alle ore 10.26)


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Le chiedo un'informativa urgente da parte dell'Assessore che ha le deleghe all'edilizia popolare, perché siamo stati raggiunti, a settembre da una nota da parte del SICET, dell'UNIAT e del SUNIA sulla condizione in cui versano i cittadini che vivono nelle case popolari.
Ci hanno scritto in merito al tema della morosità incolpevole, dicendo che c'è un problema legato al caro energetico e lamentando una mancanza di dialogo, soprattutto in questa fase così rischiosa. I giornali sono pieni di articoli che parlano di persone che non riescono a pagare le utenze, con il rischio di essere sfrattati.
Ci sono i Comuni che vogliono capire come utilizzare i fondi della morosità incolpevole; su questo, l'assenza di un dibattito, l'assenza di una discussione fa sì che siano qui fuori a manifestare.
Chiederei, pertanto, un'informativa dell'Assessore, perché, come ben sa, se non interveniamo su questo, è certo che poi le famiglie hanno problemi economici; è certo che se perdono la casa poi hanno un problema anche di gestire la vita familiare, tra cui i propri figli.
Per cui chiederei, se fosse possibile, di provare ad audirli noi come Consiglio o fare in modo che qualcuno della Giunta li possa audire, per riaprire un dialogo che - mi dicono - è fermo ormai da mesi. Questo secondo me, è quello che dovremmo fare, perché l'emergenza rispetto all'abitare, soprattutto nella residenzialità delle ATC, è un tema enorme e noi non possiamo guardarlo da fuori.
Sappiamo che i 25 milioni che sono arrivati dal Governo sono stati stanziati per sostenere l'affitto degli inquilini con contratti di locazione privati. Non abbiamo assegnato altre risorse come Regione e su questo un'informativa dell'Assessore sarebbe importante, così come sarebbe importante poter audire i sindacati che sono qui fuori pacificamente a manifestare, ma hanno desiderio di poter riaprire un dialogo con la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Siamo perfettamente allineati con il collega Magliano del Gruppo dei Moderati, perché anche noi chiediamo di ritagliare uno spazio in questa mattinata o in questa giornata per audire i sindacati che sono qui fuori e anche per chiedere all'Assessore di dar seguito alle richieste di incontro dei Sindaci - che ci risulta non incontri da parecchio tempo - sul tema della morosità incolpevole e sui vari argomenti legati al tema della casa.
Abbiamo davanti parecchie ore di lavoro in Consiglio regionale e credo questo sia uno dei temi fondamentali di cui dobbiamo discutere in questi momenti. Quindi, a differenza di quello che è successo due sedute fa, le chiediamo di prevedere uno spazio per ascoltare le persone che sono qui fuori a manifestare e per dar loro voce all'interno del Consiglio regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci altre richieste di intervento, chiedo alla Giunta se intende intervenire sull'informativa, altrimenti porremo il tema nella prossima Conferenza dei Capigruppo. Se tutti i Consiglieri sono d'accordo si potrebbero audire i manifestanti nella pausa. Non ci sono contrari pertanto accordatevi puntualmente come Capigruppo.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento hanno chiesto congedo Biletta, Caucino, Chiorino, Cirio, Icardi, Ricca e Tronzano.
b) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
b) Processi verbali precedenti sedute Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute del 27/09, 4-5/10/2022.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione n. 260 inerente a "Surrogazione del Consigliere Marco Grimaldi con la signora Silvana Accossato" (ai sensi dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108"


PRESIDENTE

Comunico che è pervenuta, in data 13 ottobre 2022, la lettera del Consigliere Marco Grimaldi, con cui comunica le proprie dimissioni dalla carica di Consigliere regionale a seguito della sua elezione alla Camera dei Deputati.
Trattandosi di dimissioni motivate da incompatibilità, ai sensi dell'articolo 122 della Costituzione, il Consiglio regionale non può che prenderne atto senza necessità di votazione.
Sulla proposta di deliberazione relativa a "Surrogazione del Consigliere Marco Grimaldi con la signora Silvana Accossato", a seguito delle dimissioni del Consigliere Marco Grimaldi, la Giunta delle elezioni ha formulato la proposta di surrogazione.
Ha quindi la parola la Consigliera Frediani, Vicepresidente della Giunta per le elezioni, per illustrare la proposta.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
La Giunta per le elezioni si è riunita in data odierna per gli adempimenti conseguenti alla presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Marco Grimaldi, a seguito della sua elezione alla Camera dei Deputati.
L'articolo 36, comma 2, dello Statuto prevede che la Giunta delle elezioni riferisca al Consiglio regionale sulle operazioni elettorali e sui titoli di ammissione.
Ai sensi dell'articolo 16, comma 1, della legge n. 108/68 "il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che, nella stessa lista e circoscrizione, segue immediatamente l'ultimo eletto".
Sulla scorta del verbale dell'Ufficio Centrale Circoscrizionale presso il Tribunale di Torino, la Giunta delle elezioni ha verificato che il Consigliere Marco Grimaldi era stato eletto nella quota proporzionale nella lista "Liberi Uguali Verdi" nella circoscrizione elettorale di Torino. Ha altresì, verificato che, in tale lista, all'ultimo eletto segue immediatamente la signora Silvana Accossato.
Pertanto, la Giunta delle elezioni ha formulato all'unanimità la proposta di deliberazione al Consiglio regionale di surrogazione del Consigliere Marco Grimaldi con la signora Silvana Accossato.
Se me lo consente, Presidente, porgo i miei auguri di buon lavoro sia al neo eletto deputato, Marco Grimaldi sia alla nuova entrante, Consigliera Silvana Accossato.



PRESIDENTE

Grazie.
Sentita la relazione della Presidente Frediani, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 260 della Giunta delle elezioni di surroga del Consigliere Marco Grimaldi con la signora Silvana Accossato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).



PRESIDENTE

In esito alla votazione effettuata, proclamo eletta Consigliera regionale la signora Silvana Accossato e la invito a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Benvenuta e buon lavoro, Consigliera Accossato.
Se non ci sono richieste di interventi sul punto, proseguiamo con l'o.d.g. odierno.


Argomento: Famiglie

Esame disegno di legge n. 64, inerente a "Allontanamento zero. Interventi a sostegno della genitorialità e norme per la prevenzione degli allontanamenti"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 64, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta del 5 ottobre sono state illustrate e votate sette pregiudiziali di legittimità costituzionale statutarie e tre pregiudiziali di merito.
La parola all'Assessore Caucino per l'illustrazione del disegno di legge n. 64.



CAUCINO Chiara, Assessore all'infanzia, genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino

Grazie, Presidente.
Vorrei iniziare questa mia relazione con un "finalmente", Presidente.
Finalmente, dopo quasi tre anni, il disegno di legge n. 64 del 2019 è approdato in quest'Aula e si appresta anche a essere approvato per diventare legge. Dico finalmente perché, purtroppo, tanti bambini - troppi bambini - e troppe famiglie hanno atteso troppo tempo per arrivare fin qui e poter vedere giustizia.
Credo comunque - e fino a qualche mese fa non ne avevo contezza - che questo tempo non sia passato invano, perché qualche giorno fa è stata approvata all'unanimità la relazione conclusiva di un'inchiesta parlamentare, un'inchiesta durata circa un anno presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minori. Si tratta di una relazione conclusiva molto interessante, da cui si evince che ci sono moltissime criticità e moltissime falle nel sistema. Solo due anni e mezzo fa avevano sfilato davanti alla mia scrivania personalità come la ex Sindaca Appendino, l'ex Consigliera Schellino e l'ex Garante per l'infanzia della Regione Piemonte per dirmi che il sistema era perfetto, che non c'era nulla che doveva essere corretto, che era tutto in ordine e che mi affannavo inutilmente.
Oggi, grazie a Dio, c'è l'esito di un'inchiesta parlamentare durata oltre un anno, che dà un quadro completamente diverso.
Cosa risulta da questa relazione (e vado velocemente)? Risulta che "i controlli delle Procure sulle case famiglia sono rari e inefficaci o addirittura inesistenti; i servizi sociali troppo spesso agiscono usando poteri illimitati; i giudizi dei Tribunali per i Minori vengono emessi senza un reale contraddittorio (anche su questo abbiamo posto in essere un correttivo nel disegno di legge n. 64); quasi mai, in caso di allontanamento - quasi mai - vengono coinvolti altri familiari dei bambini come nonni o zii; spesso, il collocamento nelle strutture supera i due anni (quante volte, in regione Piemonte, accade questa circostanza!) e non è previsto alcun controllo sulla spesa pubblica. Ho cercato, circa due anni fa, di introdurre la rendicontazione, perché stiamo parlando di risorse davvero ingenti. Le rette delle comunità piemontesi costano, mediamente, ai nostri bilanci 47 milioni di euro all'anno eppure nessuno ha l'obbligo di rendicontazione su queste spese.
Credo che qualcuno, a questo punto, debba chiedere scusa; quanto meno per avere, rabbiosamente - e a tratti quasi minacciosamente - cercato di osteggiare un disegno di legge che invece è sacrosanto. Sapete chi ha votato questa relazione conclusiva? Tutti i Commissari all'unanimità quindi anche quelli che rappresentano oggi le minoranze sedute a quei banchi: PD, 5 Stelle, Gruppo Misto, oltre ovviamente Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Pertanto, probabilmente il tempo non è passato invano, per determinare una maggiore coscienza rispetto a situazioni che, a me e al mio Assessorato, erano da anni evidenti, che al centrodestra erano evidenti, ma che, forse, a una parte della politica non lo erano altrettanto. Non è che non esistano norme: le norme esistono, esistono a livello regionale, a livello nazionale e a livello internazionale.
La legge 1 del 2004 prevede, all'art. 41, che la famiglia sia il luogo deputato, il luogo cardine per la formazione, l'educazione e la cura delle persone. Le linee di indirizzo emanate dal Ministero delle Politiche sociali e del lavoro indicano espressamente la necessità di lavorare sui bambini e sulle famiglie in situazioni di vulnerabilità.
L'obiettivo è quello di promuovere una genitorialità sana, è quello di prevenire l'istituzionalizzazione, di prevenire l'allontanamento.
L'obiettivo è quello di lavorare sulla famiglia anche in caso di vulnerabilità, anche in caso di disagio: ce lo dice il Ministero.
Così come il diritto di ascolto del minore è posto al centro anche delle linee di indirizzo e delle norme internazionali (pensiamo alla Convenzione sui diritti del fanciullo di New York e a quella di Strasburgo). Eppure avevamo bisogno di un disegno di legge regionale per fare in modo che queste norme venissero davvero - ripeto, davvero applicate, perché il problema non è - ripeto - che le norme non esistono.
Il problema è che queste norme non vengono applicate e, quando vengono applicate, vengono applicate in termini non omogenei sul territorio, voglio dire a questo punto ormai nazionale, ma certamente sul territorio regionale. Ci sono Enti gestori che applicano egregiamente le normative di settore e ci sono enti gestori che le applicano in modo disomogeneo, quindi noi abbiamo bisogno di uniformare il dettato normativo e questo disegno di legge ha questo obiettivo: salvaguardare in via prioritaria il benessere del minore a crescere in una famiglia in modo armonioso, ma attraverso quale strumento? Io ho sempre pensato che fosse sacrosanto sostenere la famiglia che, oggi, invece, è sotto attacco da una parte politica.
Mi occupo anche di adozioni internazionali e sappiate che, quando il bambino adottato diventa adolescente, chiede sempre di ricercare le proprie origini. Stiamo implementando proprio quel servizio a livello regionale, al fine di poter ricercare le radici di quei ragazzi e di quei tanti bambini che sono stati adottati e che, in età adolescenziale, chiedono di conoscere le proprie origini. Ecco perché dobbiamo salvaguardare la famiglia di origine. Noi vogliamo riportare una rivoluzione culturale: la famiglia non è, a priori, colpevole; la famiglia a priori è innocente e necessita di supporto, di accompagnamento e di aiuto.
Vogliamo diminuire drasticamente gli inserimenti nelle comunità vogliamo azzerare gli inserimenti nelle comunità per quella fascia di bambini che va da 0 a 5 anni, perché, nonostante la legge lo vieti e nonostante ci sia una DGR regionale che lo vieta, questo continua ad avvenire. Il problema è che le lacune esistono e chi sostiene, ancora oggi che non esistono, a mio avviso non ha più argomenti per dare valore a questa tesi.
Gli allontanamenti in Piemonte sono mediamente superiori agli allontanamenti che vengono posti in essere a livello nazionale; stiamo parlando del 3,4 per mille in Piemonte contro il 2,9 per mille in Italia.
L'80,9% delle cause di allontanamento, a nostro avviso, sono cause sulle quali possiamo lavorare: si tratta di incuria, di trascuratezza, si tratta di applicazione di stili educativi che, in qualche modo, non corrispondono alle necessità del minore. Dobbiamo insegnare ai genitori a fare i genitori? Forse, in alcuni casi, sì: iniziamo a insegnarglielo. In questi mesi, ho attivato una sorta di scuola per genitori - i media non ne parlano ma ci sono corsi in tutti i capoluoghi di Provincia del Piemonte; ci stiamo già attivando per formare i genitori, così come esattamente stiamo indicando in questo disegno di legge, dove poniamo in essere al centro la formazione delle famiglie oltre, ovviamente, alla formazione degli operatori.
Il 18,7% - e vorrei essere chiara sotto questo profilo - sono allontanamenti che si basano su cause che noi riteniamo assolutamente valide o, quanto meno, degne di approfondimento. Sto parlando di abusi o sospetti abusi per il 3%; sto parlando di maltrattamenti conclamati, di violenze reali. Beh, quando c'è di mezzo la vita del minore e il benessere psicofisico del minore in termini davvero reali ed importanti, nessuno ha mai detto, si è azzardato di dire che quel bambino o quella bambina non dovesse essere allontanato dal proprio nucleo familiare di origine. Anzi dobbiamo muoverci signori miei, perché spesso l'allontanamento è tardivo quindi deve essere precoce, deve essere strutturato, deve essere immediato.
"Allontanamento zero" è una battaglia politica, una visione di una società a cui io, in qualità di politica, voglio tendere. Lavoriamo ripeto, sulle famiglie.
Che cosa voglio brevemente realizzare? Che cosa abbiamo voluto realizzare come centrodestra con il supporto dei dati che non starò a indicarvi nuovamente per non tediarvi. Ho già avuto modo, anche nelle lunghe e numerosissime sedute di IV Commissione, di esplicitare tutti i numeri e i dati che sono alla base di questo disegno di legge, che non è nato da un impeto emozionale dell'Assessore Caucino, come qualche giorno fa qualche Consigliere ha sostenuto, ma è basato su dei dati e oggi su una relazione conclusiva di una Commissione di inchiesta parlamentare. Mettiamo al centro l'ascolto del minore, perché il minore non è ufficientemente ascoltato - articolo 1, comma 2 bis - nonostante, come ho appena detto norme internazionali lo prevedano.
Dirottiamo le cospicue ed ingentissime risorse di cui ho parlato circa 47 milioni, ovviamente non tutte, ma buona parte - al lavoro sulla famiglia, alla realizzazione di quello strumento che noi definiamo PEF (Progetto Educativo Familiare), che dovrà durare almeno sei mesi perché non possiamo pensare di lavorare 15 giorni con una famiglia e di ottenere risultati. Dobbiamo lavorare convintamente sulla famiglia, in modo determinato; dobbiamo creare su quella famiglia, su quel disagio, su quella vulnerabilità uno strumento fatto su misura, come fosse un vestito; da lì dobbiamo partire per scongiurare l'allontanamento, perché - ripeto - ogni volta che noi allontaniamo non abbiamo fatto il lavoro migliore, come diceva l'ex Garante per l'infanzia della Regione Piemonte.
Noi allontaniamo di più perché lavoriamo meglio: no, noi allontaniamo di più, perché non abbiamo fatto azione di prevenzione. Punto.
Il PEF è strutturato; è preventivo. Il PEF serve per mettere in piedi una serie di misure che non sono solo di aiuto economico, perché non sempre l'aiuto economico sarà previsto: dipenderà dalla vulnerabilità e dal disagio di quella specifica famiglia. Ci saranno famiglie che non avranno necessità di un supporto economico; ce ne saranno altre (a maggior ragione ravviso che questo disegno di legge è ancor più necessario ed urgente) che invece avranno necessità di quel supporto economico. Ci saranno misure di assistenza psicosociale, di socializzazione; ci saranno misure domiciliari di accompagnamento al lavoro, di aiuto e di supporto anche abitativo perché - guardate un po' - lo stesso Ministero del lavoro e delle politiche sociali ci dice che sono le cause primarie e principali di allontanamento a livello nazionale (il 2.3% per quanto riguarda i problemi abitativi, il 3 per quanto riguarda i problemi lavorativi). Dunque, questi problemi esistono: non ce li siamo inventati.
Diamo priorità a quelle famiglie che hanno minori disabili all'interno del proprio nucleo o soggetti disabili: questa è una conquista! Dovrebbe essere, ovviamente, un qualcosa di scontato, ma abbiamo voluto inserirlo a seguito di quel raffronto con le neuropsichiatrie infantili, con i dipartimenti di salute mentale e con tutte quelle realtà sanitarie con le quali mi sono raffrontata in questi ultimi anni.
Sulla formazione degli operatori della famiglia ho già detto (articolo 4, lettere f e f bis).
L'aiuto economico consisterà in un aiuto che dovrà essere almeno pari al contributo che viene erogato a favore delle famiglie affidatarie: stiamo parlando di circa 500 euro al mese, qualora quell'aiuto economico - lo ripeto - sia necessario per quella famiglia (è evidente).
Si parla di "affidamento familiare entro il quarto grado di parentela".
La stessa relazione conclusiva parlamentare ne parla; quasi sempre (o molto spesso), i nonni e gli zii non vengono nemmeno sentiti nella fase di allontanamento di un minore. Non sapete quanti nonni e quanti parenti prossimi ho accolto nel mio Assessorato, piangenti! Sostenevano di non essere stati in alcun modo coinvolti nel processo di allontanamento. I servizi sanitari accompagneranno e accosteranno costantemente i servizi sociali proprio per andare ad arginare quel potere che, sempre la Commissione parlamentare, in alcuni casi mi dice essere, da parte dei servizi sociali, assolutamente incontrastato e illimitato.
La valutazione multidisciplinare esiste già, ma noi la vogliamo implementare (articolo 7), perché non ci pare naturale che in moltissimi casi di allontanamento una sola relazione di un assistente sociale possa determinare il futuro di un minore. Ci sono tantissime altre figure che veicolano e che girano intorno a quel minore, che sono la comunità educante: stiamo parlando di un pediatra, di un catechista, di un insegnante, di un operatore sportivo. Perché mai tutte queste figure non dovrebbero relazionare e le loro relazioni non dovrebbero essere allegate a quella di un assistente sociale? A 180 giorni dall'approvazione di questa norma partiremo con la revisione dei requisiti strutturali, gestionali ed organizzativi delle strutture residenziali e semiresidenziali. Io ho già fatto un'azione abbastanza rivoluzionaria andando a prendere quella DGR di circa vent'anni fa sull'operatività della Commissione di vigilanza e riformandola ovviamente. Questo è il secondo passaggio: dobbiamo modificare anche tutto l'aspetto gestionale, organizzativo e strutturale delle comunità.
Istituiamo il Piano triennale regionale degli interventi per l'infanzia e l'adolescenza (articolo 10 bis).
Istituiamo finalmente un Osservatorio sugli allontanamenti dei minori al fine di monitorare le attività e le prestazioni sociali e sanitarie per programmare interventi mirati ed idonei.
Inoltre, per chi ancora si ostinasse a dire che non ci sono risorse destiniamo il 50% del sistema integrato dei servizi sociali alla realizzazione di questo progetto educativo. Ho individuato altri 90 milioni, che verranno ovviamente spalmati nel settennio a livello di nuova programmazione POR-FSE negli obiettivi specifici h) e k).
Le risorse ci sono, ma vanno usate bene; vanno indirizzate. Questo è importante: bisogna stabilire delle priorità. E che cosa c'è di maggiormente importante della salute psicofisica dei nostri figli, dei nostri bambini, dei nostri adolescenti? Ve lo sto chiedendo.
Che cosa c'è di più importante del benessere sociale di quello che è il nucleo fondamentale di una comunità, che è la famiglia? Certo, per qualcuno la famiglia dovrebbe essere cancellata. Il centrodestra risponde: "Anche no, grazie".
L'aspetto più importante sarà legato alle misure transitorie, perch andremo ad attuare tutta una serie di linee guida entro 120 giorni dall'approvazione di questa norma e quindi i servizi sociali dovranno fare degli sforzi importanti: dovranno, per esempio, sforzarsi di rivedere tutte quelle situazioni di allontanamento in cui i minori oggi sono collocati nelle comunità minorili, magari oltre i due anni prescritti dalla norma dovranno sforzarsi di chiedere a ciascun minore, che magari ha anche prestato il proprio consenso all'allontanamento di...



PRESIDENTE

Assessore Caucino, la invito a concludere.



CAUCINO Chiara, Assessore all'infanzia, genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino

Ho aspettato tre anni, Presidente!



PRESIDENTE

Non deve dirlo a me.
In ogni caso, il Regolamento...



CAUCINO Chiara, Assessore all'infanzia, genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino

Adesso concludo, Presidente.
Mi scusi se mi lascio prendere dalla passione per quello per cui ho lottato per tre anni.



PRESIDENTE

Ma la legislatura non aspetta tre anni, finisce prima.
Aveva 15 minuti per l'intervento, siamo già arrivati a 20.



CAUCINO Chiara, Assessore all'infanzia, genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino

La ringrazio, Presidente. Mi appresto ovviamente a concludere.
Ci sarà un grandissimo sforzo da parte dei servizi sociali per rivalutare tutto il pregresso: questa è una promessa che ho fatto e che cercheremo assolutamente di mantenere.
Io non ho nessun interesse in questa vicenda - penso che ormai l'abbiate capito - né ce l'ha il centrodestra. Ho sicuramente svolto delle azioni peculiari: mi sono alzata dalla mia scrivania e sono andata personalmente a visitare moltissime comunità minorili del Piemonte. Forse non tutti lo hanno fatto. E mi chiedo, quando voi dovrete approvare o meno questa norma, se davvero avete parlato con questi bambini, se li avete ascoltati, se siete andati a trovarli.
Guardate, ho stretto tante manine, ho cercato di scrutare negli occhi di questi bambini le loro emozioni e, per lo più, mi chiedevano di tornare a casa; mi chiedevano di tornare dalla mamma; di tornare da una zia; di tornare da un nonno. E io ho fatto una promessa a quei bambini: farò di tutto per aiutarvi a tornare a casa.
Oggi, lo ripeto, non ho nessun tipo di interesse, se non l'interesse a rispondere a questo richiamo della mia coscienza e spero che sia anche il vostro interesse. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà per dieci minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Vorrei cominciare citando alcuni nomi: Diana, lasciata morire di fame pochi giorni fa a Milano; Fatima, lasciata cadere da un balcone pochi mesi fa qui a Torino; Leonardo, ucciso a Novara nel 2019; Gioele a Messina; Ivan a Modica; Loris in Sicilia; Samuele a Cogne; Nicolò a Belluno; Alessandro a Carignano, due anni fa. E molti molti altri.
Ogni bambino ucciso o maltrattato è un fallimento non di una parte politica, ma dell'intera società.
Anche per questa ragione, noi pensiamo che, di fronte ad un disagio minorile che esiste e che va contrastato unendo le forze, la risposta non possa essere "l'Allontanamento zero", non possa essere la propaganda perché dietro questo disagio ci sono volti di bambini in carne e ossa che fisicamente o anche psicologicamente, soffrono moltissimo. Abbiamo l'impressione che, invece di unire le forze, da più di tre anni ormai la Giunta Cirio strumentalizzi non solo le sofferenze di questi bambini, ma anche quelle delle loro famiglie. Perché - sì - noi siamo d'accordo con l'Assessore Caucino quando dice che dobbiamo stare accanto alle famiglie ma dobbiamo farlo sapendo capire qual è il punto, il crinale oltre il quale il bambino entra in pericolo per la propria incolumità fisica o per il proprio sviluppo.
Noi pensiamo che vada fermato il continuo attacco ai servizi sociali lo ha fatto anche poco fa l'Assessore Caucino, affermando che in Piemonte il potere dei servizi sociali sarebbe incontrastato ed illimitato. Ancora oggi c'è un attacco nei loro confronti. Andrebbe fermato l'attacco alle famiglie affidatarie, che sono così numerose nella nostra regione e rendono possibile il fatto che in Piemonte - e parliamo di Piemonte, non nascondiamoci dietro i dati delle altre Regioni - la maggior parte degli affidi avviene in famiglia, perché c'è una storia, una cultura un patrimonio - speriamo condiviso - di riconoscimento dell'importanza di offrire al minore un'altra famiglia, quando la sua attraversa un momento temporaneo di difficoltà.
E poi, basta anche agli attacchi alle autorità giudiziarie, perch l'allontanamento in ultima istanza non è una decisione presa in solitudine e non controllata dai servizi sociali, ma è una decisione delle autorità giudiziarie, che avviene tramite un atto giudiziario. Quindi, questo attacco agli allontanamenti a cui assistiamo da più di tre anni è anche un attacco alle autorità giudiziarie.
Noi chiediamo, invece, da più di tre anni, che venga ripristinato il rispetto nei confronti del lavoro degli operatori sociali, sanitari educativi e giudiziari; il rispetto nei confronti della generosità del volontariato e della professionalità della Magistratura. Qualcosa si pu migliorare e noi su questo siamo sempre stati disponibili a dare il nostro contributo, ma non si può negare che in Piemonte la qualità dei servizi è di primordine e ci è riconosciuta a livello nazionale. Quello che servirebbe non è un clima di discredito, ma è un deciso incremento dei fondi: fondi per le assunzioni, per la psicologia delle ASL, per la neuropsichiatria infantile, per i progetti di accompagnamento alle famiglie, Assessore, perché i progetti non si fanno senza le persone.
L'aiuto alle famiglie non si fa con gli slogan, ma si fa mettendo i servizi in condizione di lavorare e garantendo una maggiore omogeneità territoriale, anche sul territorio piemontese, ed integrazione tra il comparto sociale, educativo e sanitario.
Questo occorrerebbe, non la propaganda! Vogliamo parlare delle liste di attesa di mesi per poter avere accesso ad una visita da un neuropsichiatra infantile? Non è vietando gli allontanamenti che si risolvono questi ritardi e storture a cui oggi assistiamo. E se non si interviene su questi punti concreti, gli allontanamenti rischiano di essere non eccessivi, come sostenuto dalla destra, ma piuttosto tardivi. E avremo altre Diana, altre Fatima, altri Ivan, altri Loris sulla nostra coscienza! Parliamo di Piemonte, non parliamo di Commissioni d'inchiesta nazionali: parliamo di Piemonte. I dati aggiornati al 31 dicembre 2021 smentiscono le tesi della destra, secondo cui in Piemonte ci sarebbe un numero eccessivo di allontanamenti dalla famiglia di origine, per di più fatti con troppa facilità o per ragioni esclusivamente economiche. Non un solo allontanamento in Piemonte viene fatto per ragioni esclusivamente economiche! Lo abbiamo detto in tutte le sedi, lo hanno ribadito le autorità giudiziarie, sociali e sanitarie: c'è sempre un insieme di concause. Sulla povertà economica interviene l'assegno unico per i figli e il reddito di cittadinanza; non si allontanano i bambini per la mera povertà materiale. Questo lo prevede già la legge nazionale n. 184 del 1983.
Ma parliamo del Piemonte. In Piemonte, su 53.000 minori presi in carico dai servizi sociali (un dato molto alto, quasi il 9% della popolazione minorile piemontese), 2.484, a dicembre 2021, sono quelli seguiti fuori dalla famiglia d'origine, a riprova del fatto che la strada maestra è seguire il minore nella sua famiglia insieme ai suoi cari. Su questi 2.484 seguiti fuori dalla famiglia, che quindi rappresentano una minima parte 514 sono minori stranieri non accompagnati, che non hanno subito un provvedimento di allontanamento; 591 sono i minori in affido intrafamiliare, quindi nell'ambito della rete familiare fino al quarto grado di parentela (laddove ci sia ovviamente un'idoneità dei parenti, non basta il legame di sangue) e 287 sono gli affidi consensuali.
Visto che la maggior parte degli affidi piemontesi avviene in maniera consensuale all'interno della rete familiare, chiediamo, Assessore Caucino: vuole impedire anche questi affidi consensuali e intrafamiliari? Come pu sostenere le sue tesi di fronte a questi numeri oggettivi e scientifici? Ricordiamo la verità: il disegno di legge "Allontanamento zero" non stanzia un euro in più nel bilancio regionale per la tutela dei minori. È a saldo zero, a saldo invariato. È pieno di prescrizioni non attuabili perché l'obiettivo del disegno di legge sembra essere piuttosto quello di commissariare e ingabbiare l'operatività dei servizi sociali, con l'imposizione di un progetto educativo familiare molto rigido nei tempi e non personalizzato, quando invece ogni famiglia ha una storia a sé e necessiterebbe di un intervento modulato su misura.
Questa rigidità rischia di portare, in alcuni casi, a un ritardo negli interventi, con effetti molto gravi sul benessere dei minori. Inoltre, nel testo ravvisiamo un insieme di convinzioni che ci porterebbe indietro di molti anni, in maniera anacronistica, nel dibattito culturale sulla tutela dei minori. È un disegno di legge adultocentrico, che in più punti antepone l'interesse dell'adulto all'interesse del minore, entrando in conflitto con la norma nazionale che dice esattamente il contrario. La legge 184 del 1983 tutela il diritto del minore a una famiglia e a crescere nella famiglia d'origine. Questo diritto, quindi, è tutelato, ma quando questo non è possibile si dichiara necessario garantire che i minori siano collocati fuori dalla loro famiglia e possano averne un'altra.
La legge, quindi, pone al centro innanzitutto il diritto del minore non quello dei nonni, degli zii o dei genitori. Non quello degli adulti.
Assistiamo ad un'allarmante ritorno a questa impostazione adulto centrica impostata sulla difesa a oltranza dei legami di sangue, su una assolutizzazione del sangue a discapito dell'idoneità dell'adulto a prendersi cura del minore.
È chiaro che i bambini devono essere custoditi e protetti innanzitutto dai loro genitori, ma non sono di proprietà dei loro genitori. Ormai il diritto italiano, nonché internazionale, riconosce una responsabilità condivisa nei confronti dei bambini, perché i genitori sono i primi educatori responsabili, ma non sono i soli. Va superata e ricomposta questa dicotomia, che è stata esacerbata in questi tre anni, come se difendere i diritti dei bambini significasse non difendere la famiglia.
Noi rifiutiamo questa affermazione. Il punto, quindi, non è garantire ai genitori di tenere a oltranza sempre e comunque il bambino con sé, ma garantire al bambino, laddove è possibile, un ritorno in sicurezza nella sua famiglia dopo un periodo di allontanamento temporaneo.
In questa legge, oltretutto, c'è una contrapposizione continua con gli operatori. Non è stata ascoltata la ferma contrarietà degli ordini professionali, degli assistenti sociali, degli psicologi, alcune note degli neuropsichiatri infantili e della Camera degli Avvocati della Provincia di Torino. Non sono stati ascoltate CGIL, CISL e UIL, i consorzi socio assistenziali, i quasi 100 docenti universitari, non solo torinesi, che si sono espressi, le associazioni di famiglie affidatarie e 45 comuni del Piemonte, tra cui Torino, Verbania, Cuneo e Moncalieri, che rappresentano una grande fetta della nostra popolazione, nonché la Città metropolitana di Torino. Non c'è stata una disposizione al dialogo e al confronto con i corpi intermedi e con le parti sociali, quasi rappresentando quella che è la cifra distintiva del metodo a cui abbiamo assistito in questi anni: ricorrere alle prove di forza per portare avanti le proprie idee, come se la democrazia fosse una dittatura della maggioranza e, una volta espresso il voto nelle urne, si potesse sfuggire al confronto con chi, altrettanto bene, rappresenta la popolazione.
No. Noi pensiamo che il confronto debba continuare dopo il voto e questo confronto sul disegno di legge "Allontanamento zero" non c'è stato a sufficienza. Si è fermato, quasi come se si avesse paura a fare delle modifiche.
Noi, di fronte a questa che consideriamo una regressione culturale e anche tecnica per una Regione come il Piemonte, che molto aveva dato in questi decenni, da sinistra e anche da destra, in merito alla tutela dei minori, siamo preoccupati. Temiamo che uno strumento privo di dotazione finanziaria, fuorviante, rigido, in certi punti in contrasto con la legge nazionale e divisivo, possa diventare anche pericoloso. Lo diciamo ancora una volta: dietro i numeri ci sono i volti di bambini e di famiglie che soffrono. Il disagio minorile esiste e non è rifiutando la realtà ignorandola o liquidandola con l'offerta di un mero contributo economico che lo si risolve. Occorrono più servizi per le famiglie e occorre che ci si fermi - lo chiediamo anche in contumacia al Presidente Cirio - perch questo testo non è la soluzione al disagio minorile.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Monica Canalis per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il Consigliere Paolo Bongioanni; ne ha la facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Iniziamo il tratto finale di un lungo percorso per l'approvazione di un provvedimento estremamente importante, che ha visto un lavoro sinergico e coeso della maggioranza, con un'attenzione particolare da parte dei Fratelli d'Italia, nel rispetto assoluto del benessere dei minori.
Tuttavia, questo provvedimento, secondo me, rappresenta anche qualcosa di più: è la sintesi del motivo per cui noi Consiglieri regionali siamo qua in Aula. C'è chi dice che noi, che rappresentiamo il popolo piemontese abbiamo in mano un potere: io penso che non si tratti di potere, ma di responsabilità. La responsabilità diventa importante verso chi ci ha eletto, verso il territorio, verso le imprese, verso le aziende, verso le amministrazioni, verso le famiglie, verso i bambini e le bambine. Qui la responsabilità diventa enorme.
È di attualità un pensiero che io ripeto da inizio legislatura, che è quello che le politiche, e quindi di fatto le leggi - che quando le applichiamo vanno a interagire e decidere la vita dei cittadini, delle imprese, delle famiglie, delle amministrazioni e delle Province - non possono essere il frutto di un'agenda scritta dall'alto, non possono nascere dietro una scrivania, scritte da un burocrate o da un eurocrate, ma devono essere la sintesi di un dialogo costante con il territorio, con chi il territorio lo vive e con quei soggetti che ho citato prima. Quando si parla di bambini e bambine la responsabilità diventa enorme.
Proprio per dare vita a quello che dico, nella mia provincia, nella provincia di Cuneo, ho aperto dei punti di ascolto e il venerdì ricevo i cittadini. Un po' di tempo fa, un venerdì sera alle ore 19.00, si present nel mio ufficio una signora e io e i miei collaboratori l'ascoltammo a parlare fino alle 20.30. Questa signora ci raccontò una storia che poi è diventata di attualità ed è stata alla ribalta dei media. La signora ci raccontò dei suoi quattro figli; quando venne a parlarmi, tre si trovavano in tre diverse case di comunità, mentre la bambina più piccola era in una casa famiglia. Quando, dopo un'ora e mezza, questa signora finì il suo racconto, né io né i miei collaboratori aprimmo bocca: c'era lo strazio e il dolore di una madre che non aveva più i figli e c'era il pensiero di come stavano vivendo questo momento quei bambini divisi dalla loro mamma dai propri fratelli e dai propri affetti familiari. Era lì che andava il nostro pensiero e cosa si sarebbero portati in seguito, crescendo, di un'esperienza così drammatica.
Proprio sulla scorta del racconto che vi ho fatto, nascono le riflessioni che ci hanno portato ad avere la responsabilità più assoluta e l'attenzione più minuziosa nel leggere, affrontare e discutere con il primo firmatario, con l'estensore della legge, ogni articolo e ogni virgola di questo strumento di legge. Alla fine, io credo che noi abbiamo fatto il lavoro migliore possibile nel rispetto delle famiglie, dei bambini, delle madri e dei padri.
Quindi, quando fra qualche ora andrò a schiacciare quel tastino grigio con la lucetta verde, io lo farò con orgoglio e lo farò con più orgoglio di quando ho votato leggi, emendamenti o provvedimenti a firma mia, perché so che avrò onorato quel contratto che tre anni e sei mesi fa ho siglato stringendo la mano a centinaia e centinaia di piemontesi che mi hanno votato e mi hanno mandato qui in Consiglio regionale del Piemonte a rappresentarli.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Bongioanni per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire, sulla discussione generale, la Consigliera Frediani. Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire per dieci minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Il mio sarò un intervento più breve, anche perché su questo tema sono intervenuta diverse volte in Commissione e anche nelle prime sedute di Consiglio, per cui penso di aver già espresso la nostra posizione.
Auspicavamo un maggiore dialogo; anche adesso stavamo considerando che ascoltando l'intervento dell'Assessore Caucino e della Consigliera Canalis in particolare, noi potremmo individuare dei punti di convergenza, ma dovremmo sgomberare il campo intanto dall'ideologia che, purtroppo, si nasconde dietro alcune dichiarazioni, ad esempio pensare che la famiglia sia sempre un luogo felice o possa sempre diventare un luogo felice: purtroppo non è così. La genitorialità sana, di cui parlava l'Assessore Caucino, è un qualcosa che tutti noi auspichiamo, ma non è sempre un obiettivo raggiungibile. Purtroppo, a volte bisogna arrendersi, nel senso di comprendere le situazioni e capire che l'unica possibilità rimane quella dell'allontanamento, che è un qualcosa sicuramente di straziante, che soprattutto i minori vivono con estrema difficoltà, ma i minori non sempre hanno una visione lucida della situazione, ed è per questo che l'adulto ha la responsabilità di tutelarlo.
Proprio il titolo della legge è il primo problema. Noi abbiamo proposto con un emendamento di modificare il titolo "Allontanamento zero" per iniziare a sgomberare il campo da qualsiasi dubbio rispetto al fatto che nel momento in cui ci troviamo di fronte a una situazione non risolvibile e non migliorabile, l'allontanamento, purtroppo, deve esserci. Già modificare il titolo - che, tra l'altro, era oggetto anche di un emendamento dell'Assessore Caucino che speriamo di ritrovare tra gli emendamenti depositati e che, tra l'altro, non abbiamo ancora modo di vedere sulla Intranet - consentirebbe, forse, di iniziare a trovare qualche mediazione.
Credo veramente che l'obiettivo di tutti, alla fine, sia quello di arrivare ad un provvedimento che tuteli il minore. È vero che ci sono delle situazioni di allontanamento che sono vissute con disperazione, come raccontava il Consigliere Bongioanni: è logico che trovandosi di fronte a una madre disperata perché le hanno sottratto i figli tutti noi siamo colpiti, ma bisogna verificare che cosa c'è dietro quella storia verificare se veramente ci potesse essere un'alternativa. Verificare se l'allontanamento porterà a una soluzione e se sarà veramente la soluzione migliore per quei minori, così come è vero che ogni notizia che leggiamo sui giornali che ci riporta del ferimento o, addirittura, della morte di un bambino è qualcosa di straziante e rispetto a queste notizie noi sentiamo la responsabilità di intervenire nel modo migliore.
La domanda è: stiamo intervenendo veramente nel modo migliore? Forse se provassimo a fermarci ancora un attimo e a confrontarci su tutte le proposte di modifica emerse dopo le varie audizioni, dopo il Tavolo di lavoro, dopo il confronto in Commissione, che c'erano e sono sparite con il richiamo in Aula, potremmo veramente dare vita a un testo migliore che punterebbe maggiormente sulla reale serenità del minore e della famiglia (non dimentichiamo che anche le famiglie devono essere considerate "soggetto attivo" di questa norma).
Ovviamente, l'auspicio è di tornare a confrontarsi a margine di queste "sedute fiume" che avremo nelle prossime giornate e capire se veramente possiamo modificare qualcosa in questo testo per arrivare, non dico ad una piena condivisione - perché quella sarà molto difficile! - ma almeno ad un miglioramento che vada a correggere quelle storture che stiamo evidenziando nei nostri interventi di opposizione. Effettivamente - è un aspetto che ho sottolineato più volte in Commissione - sulle comunità c'è molto da lavorare. L'Assessore Caucino ha detto che è riuscita a visitarne molte tempo fa, invece, ricordo che le era stato vietato l'accesso in una di esse. Peraltro, non credo che i Consiglieri abbiamo accesso alle comunità quindi sarebbe interessante, ad esempio, avviare un confronto con queste strutture per capire come lavorano e, magari, scoprire cosa c'è in questo sistema.
Così come sarebbe auspicabile il confronto con le famiglie affidatarie: dal mio punto di vista, si è svelato un mondo di generosità e di disponibilità che non possiamo ignorare. Il fatto di mettere nello stesso calderone comunità e famiglie affidatarie, per poi dare la colpa del malfunzionamento ai servizi sociali o al tribunale, è un qualcosa che distoglie un po' l'attenzione dall'obiettivo ultimo. Cercare di individuare dei colpevoli, anziché individuare le storture e correggerle, credo che non sia un buon metodo per arrivare alla norma migliore.
Abbiamo ascoltato tantissimi soggetti durante le audizioni: da quei confronti siamo ancora in tempo a ricavarne qualcosa di buono e di positivo, e trasformare quello che rischia di essere un monologo delle opposizioni in Aula per le prossime giornate in un ulteriore momento di confronto per cercare di correggere questa norma, a partire dal titolo, che è fortemente divisivo e non rassicura assolutamente rispetto alle finalità di questo disegno di legge.
Il nostro obiettivo, come ricordavano tutti i colleghi (perché è emerso dagli interventi di tutti), è la tutela del minore e la garanzia di maggiore serenità possibile dell'ambiente in cui il minore vive. Invito nuovamente l'Assessore a trovare un margine di dialogo e a confrontarsi con le opposizioni per arrivare veramente ad un miglioramento del testo, più in linea con quelle che sono le nostre reali intenzioni (per "nostre" ovviamente, intendo quelle del Consiglio regionale, che poi avrà la responsabilità di questa legge). Da qui uscirà un testo di legge votato dal Consiglio regionale: non dimentichiamo, quindi, che la responsabilità sarà del Consiglio. È vero che noi siamo all'opposizione, quindi esprimeremo un voto che potrà essere contrario, di presenza o quello che sarà. Però sarà una legge applicata in tutta la Regione Piemonte e, a partire dal momento in cui la legge entrerà in vigore, noi sentiremo forte il peso di quella responsabilità per qualsiasi cosa succederà da lì in poi. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Frediani per l'intervento.
Ricordo ai colleghi che tutti gli emendamenti sono visibili sul disco condiviso denominato "Emendamenti".
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Chiamparino. Prego, collega; ne ha facoltà per dieci minuti.



CHIAMPARINO Sergio

Grazie, Presidente.
La Consigliera Canalis, con dovizia di argomenti, di dati e con la competenza e la passione di chi segue da vicino il tema, ha già illustrato quali sono i limiti di questa legge, e lo ha fatto con grande razionalità.
Vorrei ricordare all'Assessore Caucino ciò che ho avuto modo di dirle in privato nel corso dell'ultima seduta: in quell'occasione, le dissi che in realtà, non saremmo così distanti sulle posizioni di merito se la maggioranza, come peraltro diceva poc'anzi anche la Consigliera Frediani rimuovesse o fosse disposta a rimuovere quello che è il vizio di origine di questa legge. Perché non possiamo dimenticare gli striscioni che sono apparsi sulla facciata della Giunta regionale del Piemonte (e non di una sede di partito!) due anni fa, che riportavano la scritta "Mai più Bibbiano". Questo è il vizio di origine di questa legge.
Se dovessi definirla, questa sarebbe una legge "bandiera", una legge "drappo da sventolare", che, come tutte le leggi bandiera, chiunque le abbia fatte - a livello nazionale abbiamo degli esempi trasversali anziché rafforzare e correggere eventuali difetti nell'operatività delle strutture (perché ci sono sicuramente), rischiano soltanto di alimentare contrapposizioni, ingabbiare e rendere più difficile l'attività di coloro che si impegnano e che, se fossero messi nelle condizioni di farlo, lo potrebbero fare ancora meglio e con risultati migliori.
Lo dico in un altro modo, Assessore e Presidente, citando me stesso.
Nel corso dell'illustrazione di una questione pregiudiziale avevo riportato le parole del Presidente Cirio, che, in un dibattito a Piazza dei Mestieri a proposito del bene comune, aveva detto che il vero politico che cerca il bene comune deve saper rinunciare al consenso a breve per ricercare il consenso a lungo. Naturalmente, fu applaudito dalla piazza (anch'io mi unii all'applauso), perché non c'è espressione sintetica più efficace di quella che dovrebbe essere la ricerca del bene comune da parte di chi ha responsabilità pubbliche. Detto in altri termini, non bisogna correre dietro a chi urla più forte; non bisogna correre dietro, ad esempio, a quei due o tre che davanti al Consiglio regionale hanno accusato di assassinio persone che, con decenni e decenni di esperienza nel campo della neuropsichiatria infantile e in altri campi delle politiche e nel sostegno all'infanzia, cercavano soltanto di argomentare le ragioni per cui questa legge non avrebbe funzionato. Questo intendevo dirlo.
Il vizio di fondo di questa legge è quello di essere una legge bandiera, che insegue un momento indubbiamente grave - sul quale, tra l'altro, c'è un'inchiesta ancora aperta e un processo del quale vedremo quali saranno gli esiti - che riguardava un'altra Regione e che ha avuto come era giusto che fosse, un grande clamore mediatico, che voi avete ritenuto di cavalcare.
Un conto è cavalcarlo politicamente, un conto è tradurre il clamore mediatico in una legge. Questo è il vizio di fondo che lei, con la passione che le riconosco, tra l'altro ha tradito anche nella sua esposizione questa mattina davanti all'Aula.
Su questo vorrei essere chiaro e, anche se l'ha già detto la Consigliera Canalis, io lo risottolineo: noi non siamo a favore dell'allontanamento e contro le famiglie. Attenzione, perché qui si sta costruendo un'immagine che plasticamente c'era anche due settimane fa davanti al Consiglio, in base alla quale noi saremmo quelli che vogliono strappare i bambini alle famiglie in difficoltà e saremmo quelli che sono contro il ruolo della famiglia. Noi siamo per le politiche, come ha detto bene la collega Canalis; quindi, siamo per le risorse, la formazione, gli investimenti - anche più di quelli che siamo riusciti a fare noi quando avevamo la responsabilità e l'onore di governare - per i servizi sociali per le politiche che devono affrontare, forse, la questione più difficile complessa e delicata con cui si trovano a misurare contemporaneamente i servizi sociali e le autorità giudiziarie.
Io lo riconosco: nulla è più delicato e difficile da affrontare, se non il rapporto che c'è all'interno di una famiglia con i propri figli.
Lei dà per scontato, nella sua introduzione, che la famiglia sia naturaliter il luogo dell'armonia e della concordia. Non è così e lo sa meglio di me. Basterebbe allargare un po' lo spettro dell'osservazione anche ad altri fatti di cronaca per scoprire che, purtroppo, spesso la famiglia e il modo come vive la famiglia è il luogo dove covano i rancori le invidie, le cattiverie e, spesso, emergono anche i delitti peggiori purtroppo.
Quindi, il problema sono le politiche che aiutino le famiglie; per attenzione, lei nel suo intervento è tornata più volte su questo: questo aiuto alle famiglie diventa sempre soltanto - l'ha detto anche al TG3, io la seguo con attenzione e spero non si stupisca. L'ha detto anche al TG3: quando parla di aiuto alle famiglie torna sempre quel tema "aiuto economico".
Certo, però è un'illusione pensare che le problematiche che portano a fatti efferati, come quelli che ha ricordato la collega citando dei nomi.
Io ho presente quello successo in Via della Basilica a Torino della piccola buttata in aria per gioco. Il fatto economico è relativo, non è quello principale. Certo, il fatto economico ci condiziona tutti, sempre e comunque, ma è relativo. Ci sono altre questioni che devono essere affrontate e non possono essere affrontate a colpi di accetta o solo dando un contributo, perché spesso il contributo economico, se viene dato in certe condizioni, può addirittura peggiorare la situazione, perché pu alimentare i comportamenti devianti e viziosi, che creano ulteriormente una problematicità e una situazione grave per le bambine e i bambini.
So che la mia è una vox clamantis, quindi non avrà nessun effetto, come temo quella degli altri colleghi che interverranno, però la pregherei di fare una riflessione supplementare prima di decidere di andare dritta come un filo alla meta, che - sia ben chiaro - è nel suo e nel vostro diritto.
Le chiedo di riflettere ancora un attimo e, se è possibile, un soprassalto di approfondimento per rivedere quel vizio di fondo che ho cercato di enunciare all'inizio, quel carattere di legge bandiera che rischia di fare il danno peggiore, che non è tanto quello di alimentare la contrapposizione fra di noi, perché è il nostro mestiere (adesso forse farete o meno il canguro, la giraffa, quello che sarà sarà nella zoologia politica). Non è tanto questo il problema; il problema è che questa legge ha già alimentato, sta alimentando ed alimenterà una contrapposizione fra operatori e famiglie interessate e fra operatori, famiglie interessate e famiglie affidatarie. E qualunque risorsa voi mettiate in campo, qualsiasi strumento, se cala in un campo, se cala in una situazione in cui, anzich fiducia, c'è diffidenza, c'è ostilità fra questi soggetti fondamentali delle politiche per l'infanzia, voi avrete fallito.
Vi prego, pensateci ancora un attimo.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente Chiamparino per l'intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avetta; ne ha facoltà per dieci minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Aggiungo qualche considerazione rispetto a quelle già esposte in modo puntuale dai colleghi Chiamparino e Canalis. Lo faccio rivolgendomi all'Assessore e alla maggioranza, per sottolineare che dai banchi di questa opposizione sta salendo una voce che è contraria, ma che non è l'unica voce contraria a livello piemontese.
L'abbiamo verificato in modo molto evidente nei giorni scorsi, con i presidi molto partecipati fuori dalla nostra sede, che hanno offerto la misura di quanto la comunità piemontese abbia avuto modo di esprimere contrarietà e quanto la comunità piemontese sia contrariata da questo disegno di legge.
C'erano associazioni di famiglie affidatarie; c'erano le Camere minorili; le associazioni di magistrati; la CGIL; i sindacati; la CISL e la UIL del Piemonte. La contrarietà è stata espressa dall'Ordine degli psicologi, degli assistenti sociali e degli avvocati. E soprattutto - tengo a sottolinearlo - c'è stata un'espressione di contrarietà molto evidente anche da parte di tanti Sindaci, partendo dal Comune di Torino a quello di Cuneo, Verbania, Savigliano, Bra, Saluzzo, Pinerolo, Chieri, Moncalieri Collegno, Settimo, Grugliasco, Rivalta, Piossasco, San Mauro, Alpignano Rivarolo, Santena, Druento, Bruino, Cumiana, None, Strambino Sant'Antonino, Airasca, Piobesi, Massello, Rueglio, Lauriano, Baveno Castelletto Ticino, Vigliano Biellese, Valdilana, Calamandrana.
Potrei continuare con l'elenco dei tanti Comuni in cui è stato depositato e votato un ordine del giorno che assume, come dato politico, la contrarietà a questo disegno di legge. Una contrarietà così diffusa e così profonda tra i Sindaci non succede spesso, perché i Sindaci - lo sappiamo sono persone che non mettono la faccia su questioni prettamente politiche ma guardano sempre alla sostanza e al merito dei problemi.
Questa contrarietà così diffusa e così profonda tra gli amministratori dimostra che è mancato quel confronto più volte sollecitato da questi banchi dell'opposizione e più volte sollecitato da tutte quelle persone che nei giorni scorsi hanno manifestato di fronte alla nostra sede. Credo che i Sindaci abbiano espresso quella contrarietà perché vivono sulla loro pelle le conseguenze. Sanno di cosa stiamo parlando e vivono sulla loro pelle le conseguenze del disagio delle famiglie e, purtroppo, della situazione che molti bimbi sono chiamati a vivere. Temono, quindi, che questa legge possa peggiorare, come noi abbiamo più volte evidenziato, questa condizione anziché migliorarla.
Questa proposta si basa su un convincimento errato, sul convincimento che in Piemonte ci siano troppi allontanamenti. Lo diceva prima con grande efficacia il Consigliere Chiamparino: questa legge nasce sulla scorta e sull'onda emotiva dei fatti di Bibbiano, ma in Piemonte non è mai esistita nessuna Bibbiano, che noi sappiamo.
I dati analizzati - guardo quelli del 2020 - in cui i servizi sociali piemontesi seguivano oltre 55.000 minori (di cui 1.435 risultavano allontanati e gli altri seguiti nella loro famiglia) dimostrano, come ha già detto in modo molto puntuale la collega Canalis, che anche in Piemonte soprattutto in Piemonte - l'allontanamento dalla famiglia è sempre stato considerato l'estrema ratio, così come previsto dalla legge nazionale. Qui nessun allontanamento è stato motivato da ragioni esclusivamente legate alla povertà materiale delle famiglie, a cui si provvede con i sussidi esistenti.
Crediamo che per il Piemonte, nel caso di specie, sia molto fuorviante parlare di allontanamenti facili; sia molto fuorviante parlare di allontanamenti in numero eccessivo o di allontanamenti motivati dalla povertà economica. Questo approccio, che, come ho detto, è fuorviante, ha come unico effetto quello di mettere in cattiva luce il lavoro dei nostri servizi sociali, dei magistrati e dei giudici. Al contrario, noi qui dovremmo occuparci del disagio provocato ai minori dalle separazioni conflittuali (elemento e condizione che si sta ampiamente esacerbando) dalla fragilità psichica o da quella determinata, per esempio, dalle dipendenze dei genitori.
Noi, invece, affrontiamo questo tema in modo molto demagogico, in modo molto - fra virgolette - populista. Il fatto stesso di aver accettato la definizione del disegno di legge come "Allontanamento zero" significa, dal nostro punto di vista, accettare scientemente, o addirittura favorire, una percezione diversa dalla realtà qui in Piemonte. È errato, lo diceva prima il Consigliere Chiamparino e ne sono totalmente d'accordo, utilizzare questa definizione, perché quel vulnus ce lo stiamo portando dietro ed è quello che ha contribuito a generare questa contrapposizione, che non è utile a nessuno.
In Piemonte, la realtà non è quella che ci racconta questa nostra destra, la destra che governa questo Piemonte. Noi qui avremmo bisogno di potenziare il lavoro dei consorzi, magari quelli più deboli, dove è più difficile, per mancanza di risorse sia umane sia economiche, esprimere e mettere in campo tutta la necessaria attenzione e prevenzione sui nuclei familiari più esposti. Fino a quando ci saranno liste d'attesa come quelle che, purtroppo, abbiamo registrato in questi anni e in questi mesi; fino a quando sarà necessario attendere mesi, o addirittura anni, per avere una visita dal neuropsichiatra infantile o dallo psicologo, è evidente che si farà fatica ad aiutare le famiglie con la necessaria efficacia.
Tra l'altro, non è negando queste sofferenze che siamo nelle condizioni di poterle eliminare; non è liquidando frettolosamente il numero degli allontanamenti piemontesi come frutto inefficiente o lasciare percepire che questa sia la ragione (perché la contrapposizione cui ho fatto riferimento prima lascia percepire che questa sia la ragione, cioè il fatto che ci siano inefficienze e irregolarità), che facciamo l'interesse dei minori e delle loro famiglie, come è stato correttamente evidenziato nell'intervento dell'Assessore Caucino, come obiettivo di principio.
Crediamo che questo approccio abbia come unico effetto quello di denigrare il lavoro degli operatori che si occupano di minori, dai servizi sociali al Tribunale. Questo non è il modo corretto, a nostro avviso, di affrontare la questione, una questione di grandissima delicatezza e di grandissima sensibilità.
Mi avvio a concludere, Presidente. Siamo ancora in tempo per ragionare e trovare un punto di equilibrio, nell'interesse dei più piccoli che hanno la sfortuna - purtroppo ci sono e sono un numero importante - di vivere situazioni di disagio che spesso, come è stato ricordato in modo efficace assumono toni drammatici. A fare le spese di questa contrapposizione che è stata, dal nostro punto di vista, creata ad arte, purtroppo, sono sempre i più piccoli.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Avetta per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale la Consigliera Sara Zambaia; ne ha facoltà.



ZAMBAIA Sara

Grazie, Presidente.
Finalmente siamo qua, dopo tre anni, a parlare di "Allontanamento zero", tra una pandemia e tante emergenze che sicuramente ci hanno visti impegnati. È un arco temporale - e questo lo devo dire, Presidente sicuramente inaccettabile, perché stiamo parlando di un disegno di legge che, inevitabilmente, entrerà nella vita dei bambini, nella vita delle famiglie, soprattutto sul futuro dei bambini, ed è per questo dico che tre anni sono un tempo inaccettabile.
Come ha detto l'Assessore Caucino che si è fatta prendere dall'enfasi di cose da dire ce ne sono tante e ce ne sono tante, perché in questi tre anni, su questo tema, comunque, non siamo stati fermi e lo vedremo adesso nell'arco del mio intervento. Partiamo però dalla genesi. Da dove nasce questo provvedimento? Dai capricci dell'Assessore Caucino? Onestamente Presidente, non credo proprio.
Il Consigliere Chiamparino ha detto che, probabilmente - parlo volutamente al plurale perché, comunque, l'Assessore Caucino rappresenta e porta avanti le istanze della nostra maggioranza - questo provvedimento nasce dal nostro sentimento politico, forse strumentalizzato dalla vicenda di Bibbiano. Mi dispiace ricordarglielo, Presidente, ma purtroppo Bibbiano è esistita. Con questo noi non vogliamo dire, e sono sicura che neanche l'Assessore Caucino voglia dirlo, che in Piemonte c'è stata o c'è una seconda Bibbiano, ma quello che è emerso - ed è emerso bene nell'arco dell'indagine conoscitiva che è nata proprio su richiesta dell'Assessore Marrone nel 2019 e che ha visto noi Commissari di IV Commissione e successivamente noi Consiglieri in quest'Aula impegnati per mesi, mesi e mesi di audizione - è che, fondamentalmente, questo sistema aveva qualche stortura e qualche difetto.
Presidente, io penso che il Consigliere Chiamparino faccia un po' di confusione, perché sicuramente stiamo tutti parlando della stessa cosa e cioè del benessere dei bambini e delle loro famiglie, ma continuare a focalizzarsi sulla volontà di questa maggioranza di voler strumentalizzare un bene così importante, che è proprio la tutela del minore, io ho la percezione che sia un po' come guardare il dito e non la luna. Con quello che è successo a Bibbiano, quindi con il sistema Bibbiano (se così possiamo definirlo), semplicemente è nata all'interno delle Regioni la necessità di andare a guardare qual era la salubrità del sistema.
Come dicevo prima, nel 2019 è nata un'indagine conoscitiva, durata molti mesi, in cui abbiamo udito tantissimi soggetti: dalle università con i docenti, alle associazioni, ai Tribunali. Veramente mesi e soprattutto centinaia di pagine che sono poi sfociate in due relazioni, una di maggioranza e una di minoranza. Me la ricordo molto bene quella relazione già solo per il fatto che io sono stata la relatrice di maggioranza di quell'indagine conoscitiva. Presidente, io non voglio rubare tempo all'analisi del provvedimento "Allontanamento zero", ma ci sono dei passaggi all'interno di quella relazione, soprattutto quello che è emerso all'interno di quella indagine, che io non posso non ricordare. Ho un po' la percezione che, di fronte a certe cose, stiamo dicendo la stessa cosa: semplicemente ci approcciamo con parole diverse.
In prima battuta, ci tengo a citare i dati di IRES Piemonte del 2017.
Dati sintomatici che indicano che la strada dell'Assessore Caucino è sicuramente quella giusta, ma capiremo insieme perché. Che cosa dicono i dati IRES? Che il 13,6% dei minori versa in una situazione di povertà relativa. Benissimo, noi sappiamo che la legge nazionale dice chiaramente che per motivi di povertà non si può allontanare un minore, ma allora ci devono spiegare perché i numeri ci dicono che, invece, dei casi di allontanamento per motivi economici - ahimè - sono avvenuti. Su questo il disegno di legge dell'Assessore Caucino non dice un qualcosa in più, va semplicemente a focalizzare questo punto. Da questo punto di vista il disegno di legge "Allontanamento zero" è una legge quadro. Punto. Non capisco perché su questo continuiamo a coprirci dietro al dito della verità.
Che cosa dicono ancora i dati di IRES? Che il 27,9% era a rischio di povertà ed esclusione sociale. Tra le famiglie povere, risultano particolarmente colpite quelle dei giovani e con dei bambini piccoli. Altro dato importante: 1.131, cioè lo 0,25% della popolazione minorile, è inserita all'interno di strutture residenziali e, tra questi, 343 sono minori stranieri non accompagnati.
Centododici giovani adulti, tra i 18 e i 21 anni, non sono mai potuti rientrare nelle famiglie di origine. Dei 1.397 affidamenti familiari, circa la metà, 769, attuati con famiglie terze; 628 parenti; solo un quarto sono consensuali; tre quarti sono attivati per via del provvedimento dell'autorità giudiziaria.
A proposito di autorità giudiziaria, Presidente, un po' sorrido perch si parla di "Allontanamento zero" come se fosse un provvedimento dell'autorità giudiziaria, ma è semplicemente un disegno di legge, quindi semplicemente si va a mettere i puntini sulle "i" su quello che semmai poi dovranno essere i provvedimenti dell'autorità giudiziaria. Continuare a strumentalizzare questo disegno di legge, dicendo che l'Assessore Caucino e di conseguenza la maggioranza, il Presidente Cirio e la Regione, non vogliono allontanare è una gigantesca bugia, quindi continuare a sentir parlare di Sindaci che vengono con le fasce tricolori, altro non indica che sono dei politici che fanno il gioco delle parti.
I Sindaci presenti, esattamente come i Sindaci di centrodestra, sono Sindaci che tendenzialmente rispondono ad una chiamata politica, ma io vorrei capire, tra questi Sindaci, quanti effettivamente hanno letto il provvedimento "Allontanamento zero"; io oserei dire non tutti, perlomeno non tutte le maggioranze che rappresentano all'interno delle loro assise comunali. Questo è sintomatico, perché continuiamo a strumentalizzare un disegno di legge che, in verità, ha una genesi buona ma, soprattutto, un obiettivo di bontà, con delle gigantesche bugie. Questo - mi dispiace Presidente - ci tengo a dirlo nel mio intervento.
Continuo a citare la relazione dell'indagine conoscitiva. Abbiamo audito, come dicevo prima, tantissimi soggetti, tra cui anche la precedente Garante regionale per l'infanzia, la dottoressa Turino. La dottoressa Turino ci ha detto che: "Tra i diritti riconosciuti dalla Convenzione e dalle leggi nazionali e internazionali spicca quello di essere allevato cresciuto ed educato dai propri genitori. In caso di difficoltà nell'assolvere tale funzione, spetta agli Stati e ai loro Governi l'impegno di adottare delle azioni e investire risorse per rimuovere le difficoltà.
Solo se tali difficoltà permangono anche di fronte a interventi di supporto" - sottolineo interventi di supporto - "si cercherà una famiglia idonea per il tempo necessario alla rimozione delle cause che hanno determinato l'allontanamento dalla famiglia di origine".
Presidente, mi viene da dire: di che cosa stiamo parlando? Ci sono innumerevoli casi, invece, dove famiglie terze non ci sono state e ci sono stati affidamenti direttamente nelle comunità; affidamenti che addirittura sono durati o durano da anni, perché la rimozione di quel problema di origine non si è stati in grado di rimuoverlo, a volte perché la famiglia non è una famiglia su cui si riesce a lavorare (questo è chiaro), ma tante altre volte perché le istituzioni potrebbero fare uno sforzo in più, che non hanno fatto, magari perché non hanno avuto gli strumenti per farlo, ma non l'hanno fatto. E stiamo pur sempre parlando della vita e del futuro dei minori.
Proseguo con le citazioni. Sono emerse tantissime cose da quella relazione; ad esempio, delle proposte che, in un qualche modo, ho letto all'interno di "Allontanamento zero": un aiuto reale e concreto alle famiglie. Combattere la povertà. Progetti centrati sul bambino, che pongano l'accento sui punti di forza e non sui fattori di rischio, mantenendo l'attenzione sulla protezione e sulla tutela". Penso che "Allontanamento zero" di questo parli.
Quali sono le difficoltà riscontrate? "Mancanza di risorse economiche per la formazione delle varie figure chiamate in causa; commissioni di vigilanza che sono in affanno"; quest'ultimo aspetto era emerso più che chiaramente dall'indagine conoscitiva.
Sono emerse altre richieste: "valutare l'attivazione di una ricerca mirata al monitoraggio dei provvedimenti di limitazione della responsabilità genitoriale emessi dall'autorità giudiziaria per verificare le motivazioni che inducono l'allontanamento dei minori dal proprio contesto familiare". Questo non l'ha scritto l'Assessore Caucino e nemmeno la Consigliera Zambaia: lo hanno scritto i soggetti auditi.
Ci sono altri aspetti che potrei citare all'interno dell'indagine conoscitiva, ad esempio le criticità che erano emerse dall'audizione dell'ANFAA: "servizi costretti a lavorare in continuo stato di emergenza scarsità e precarietà delle risorse economiche del personale; progetti di affido non rispettati, a volte non concordati e scritti"; questa è una cosa importante, è una cosa grave. Ancora, "tempi lunghi dei servizi socio sanitari e dell'autorità giudiziaria, quindi poco rispettosi dei tempi dei bambini". Mi pare che, su questo, l'Assessore Caucino sia stata abbastanza chiara. "Inserimenti di minori sotto i 6 anni in comunità educative": mi pare che questo non debba accadere.
Le minoranze non ci facciano passare come "la maggioranza che non vuole allontanare", o come "la maggioranza che dice alle istituzioni che non fanno delle cose che invece dovrebbero fare". Noi non diciamo niente di che: semplicemente, ci sono delle regole, peraltro nazionali, che vanno rispettate. Perché è chiaro dai dati, e soprattutto delle audizioni, che queste cose non sono state fatte.
Concludo, Presidente - non voglio dilungarmi eccessivamente - mettendo un po' i puntini sulle "i" su quello che ha detto invece la collega Canalis, perché anche qua, probabilmente, un po' di confusione è stata fatta. Io rispetto il ruolo e il gioco delle parti - ci mancherebbe facciamo tutti politica - però non raccontiamo delle bugie.
La Consigliera Canalis ha citato inizialmente dei casi di bambini che sono deceduti, ma sono dei casi di fatalità. Ha citato, ad esempio, il caso di Fatima: è un caso di fatalità; non risulta che ci fossero stati dei procedimenti particolari in corso per i quali quei bimbi dovevano essere allontanati. In alcuni casi sì, in altri casi no, quindi non possiamo fare confusione su questo o dire, addirittura, che questo disegno di legge è "adultocentrico". Sono tre anni, Presidente, che sento dire all'Assessore Caucino che vuole tutelare il bene dei minori e il futuro dei minori. Per quanto su certi aspetti la vediamo in modo diverso, non si può dire che sia un provvedimento adultocentrico.
Andrei avanti, Presidente, ma sto sforando.



PRESIDENTE

Concluda, collega Zambaia.



ZAMBAIA Sara

Concludo, Presidente.
Tengo a ringraziare comunque l'Assessore Caucino per il lavoro svolto durato veramente tre anni! Sono stati convocati tanti Tavoli, e anche i soggetti che abbiamo audito in ultima battuta, che hanno detto che non erano mai stati auditi, sono stati invece presenti ai Tavoli dell'Assessore Caucino. Penso, quindi, che un disegno di legge più concertato di questo non poteva essere possibile farlo. Grazie.
(Commenti fuori microfono della Consigliera Canalis)



PRESIDENTE

Collega Canalis, le ricordo che se la collega Zambaia si è fermata a 12 minuti e 37 secondi, lei ha concluso il suo intervento a 14 minuti e 41 secondi.
CANALIS Monica (fuori microfono) Chiedo la parola per fatto personale.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Canalis; può intervenire per fatto personale.



CANALIS Monica

Presidente, intervengo per fatto personale, perché mi è stata attribuita "confusione". Credo, però, che chi ha fatto questa dichiarazione dovrebbe riflettere su affermazioni ben più gravi: dire che il caso di Fatima è un caso di fatalità, quando sulla morte di questa bambina è in corso un'inchiesta giudiziaria, credo sia gravissimo. Credo che ci sia un limite alle affermazioni che possiamo fare in quest'Aula, così come credo che ci sia un limite ai diritti che i Consiglieri regionali hanno nonostante siano stati eletti. Non è stato un caso di fatalità: lasciamo alla Magistratura la verifica su quanto accaduto. Quel che è certo, è che la bambina è morta. E non è morta per un caso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Canalis.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Magliano. Prego, collega; ne ha facoltà per dieci minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Siamo dunque giunti in Aula dopo tre anni di confronti, tre anni di dibattiti, tre anni di audizioni in Commissione volte a chiarire qual era la condizione minorile nella nostra regione e comprendere il tema dell'affido fino in fondo.
Da questo quadro, è evidente che emerge tutta una serie di elementi che, in alcuni casi, ci mette veramente dalla stessa parte. Noi riteniamo che l'attenzione ai minori, l'attenzione alla famiglia e la capacità genitoriale siano al centro delle politiche di questa Regione. Forse, ci dividiamo su come raggiungere questo obiettivo.
Sono convinto che ci sia stato, da entrambe le parti, il desiderio di perseguire quel bene comune di cui parlava prima il Presidente Chiamparino.
Chi in quest'Aula ha avuto esperienze di amministrazione, piuttosto che esperienze associative, sa bene qual è la frattura, qual è il dramma, qual è la ferita per un padre o per una madre nel non riuscire ad esserlo fino in fondo, e quali sono, a loro volta, le ferite che vengono lasciate nel percorso di questi bimbi e di queste bimbe nel non avere un papà e una mamma in grado di esserlo fino alla fine.
È evidente che tutta la cultura, tutta la formazione e il processo di sviluppo che negli anni ha visto la nostra Regione prima in alcuni casi in Italia sullo sviluppo del tema degli affidi è una ricchezza. Sono assolutamente d'accordo con lei: tante volte, durante i Consigli, mi avvicinavo e lei mi raccontava dell'ennesima segnalazione che arrivava su una comunità. Cerchiamo, però, di tenere divisi questi due settori. Noi siamo sempre stati d'accordo sul fatto che se vi sono comunità che si comportano in modo non adeguato, che non rispettano le DGR, che lasciano questi bimbi o queste bimbe senza un numero adeguato di operatori, che sono sporche, queste vanno chiuse! Anzi, dovremmo essere noi a denunciare queste persone, perché non si può fare lucro sulla pelle di bimbi e bimbe che già vivono una condizione di fatica! Su questo, però, ci sono tutti gli strumenti per intervenire, e mi auguro che, quando tutto questo polverone sarà scemato, si possa intervenire su queste comunità e togliere loro il diritto di esserlo.
In un paese moderno, non devono essere le televisioni o i programmi televisivi a fare questo tipo di inchiesta: deve essere l'istituzione, deve essere la politica, deve essere la Magistratura, perché quella è una sconfitta di tutti. A maggior ragione - questo lo dico riprendendo un suo intervento - se ci sono delle norme, se ci sono delle DGR, se non vengono rispettate, come lei ha detto a verbale, la responsabilità di chi è? Dell'ente che emana le DGR e di tutti gli enti che, a cascata, devono farle rispettare. Noi siamo sempre stati, da questo punto di vista, molto attenti nel dividere la bontà della norma che c'è già e del complesso di norme che ci sono dagli abusi di potere e dagli eccessi; se ve ne sono, devono essere perseguiti e l'ordinamento giudiziario ci dà gli strumenti per farlo.
Certo, Assessora, abbiamo sentito nelle audizioni che vi sono dei problemi; ci pare, però, che in parte i problemi emersi lei abbia provato ad affrontarli con questa norma. Il suo è un tentativo e ci prova nella sua convinzione politica. Ma vi è tutta un'altra serie di problemi che ci sono stati raccontati in maniera puntuale nelle audizioni, che però non vengono affrontati dalla norma. È evidente che se facciamo una norma di questo tipo a saldo zero e spostiamo solo risorse, non diamo maggior garanzie al sistema famiglia e al sistema di coloro che aiutano le famiglie di trovare una soluzione.
Quando si è parlato di un numero irrisorio di assistenti sociali: quello è un tema. È vero, sono pochi e, come è normale che sia, è evidente che chi ha troppo lavoro - soprattutto se il lavoro è di questa natura, che è altamente usurante - incontra difficoltà anche dal punto di vista dell'approccio ai casi.
In Aula, durante le audizioni, si è parlato di alcune problematicità che ha il Tribunale dei minori. Ci è stato detto che un numero esiguo di giudici rischia di far sì che quello che viene esaminato dagli assistenti sociali - che poi trovano nel giudice il soggetto che deve decidere per allontanamento - si traduca in scelte non approfondite (lo dico in via potenziale). Sono d'accordo con lei che possono essere anche altri soggetti ad entrare nel merito (lei ha citato alcune delle categorie che potrebbero avere titolo a discutere della situazione del minore), però su questi temi non c'è risposta in questa legge.
Tante volte in quest'Aula - lei mi è testimone - io ho posto il tema della neuropsichiatria, cioè il fatto che spesso queste famiglie non trovano un aiuto da parte delle istituzioni e che quando i bimbi e le bimbe iniziano ad avere, purtroppo, anche nella fase preadolescenziale, alcuni disturbi psicologi non sanno a chi rivolgersi, perché la rete sui territori è troppo fragile. Se chiedono una visita per avere un confronto su alcune anomalie che vedono nel proprio figlio o nella propria figlia, devono aspettare mesi. E spesso sono famiglie che non sono in grado di andare dal privato o attraverso la sanità privata.
Per cui questo è l'altro pezzo che manca, a nostro giudizio, sul quale sarebbe stato importante lavorare, perché siamo sempre più convinti che anche le sfide che ha di fronte una famiglia oggi sono diverse, perché il mondo è veramente diverso, gli impulsi che arrivano da fuori sono decisamente diversi. Una famiglia ha bisogno di una comunità attorno a s per essere fino in fondo famiglia.
Una volta era normale: c'erano luoghi di aggregazione dove le mamme e i papà si potevano aiutare vicendevolmente. Oggi c'è una solitudine della famiglia e questo è evidente a tutti. E il fatto che la famiglia abbia bisogno di avere attorno sia una comunità educante sia anche la possibilità di accedere a professionisti capaci in tempi brevi è una garanzia, è un'opportunità in più per la famiglia. Sono tutti elementi che non troviamo in questa norma.
Noi siamo anche preoccupati dal quadro epidemiologico (definiamolo così) sul tema delle dipendenze. In quest'Aula abbiamo parlato di ludopatia e di tutta una serie di dipendenze che stanno aumentando; queste sono una delle cause per cui i bimbi vengono allontanati, ancorché i numeri citati dalla collega Canalis parlino di un fenomeno che è oggettivamente minore dal punto di vista dei numeri rispetto a quello che viene raccontato. Ma anche fosse un solo allontanamento sbagliato, quello è un errore. Non possiamo dire in quest'Aula che un allontanamento non fatto per tempo non sia un errore o un allontanamento sbagliato sia un errore. Lo è, perché non penso che nessuno in quest'Aula abbia bisogno di approcciare ideologicamente questo tema e affrontare ciò che dovrebbe essere rispetto alla realtà che viviamo, perché è una realtà assolutamente complessa.
Mi auguro quindi che si trovi la modalità per poter valutare alcuni di quegli emendamenti. Io non nego - e questo lo dico per onestà politica che lei abbia fatto un lavoro di ascolto. Ha ascoltato chiunque abbia voluto in qualche modo dirle "Guardi che su questo si può cambiare" c'erano degli emendamenti a sua firma o che forse oggi sono a firma di uno dei Capogruppo in maggioranza. Si tratta di emendamenti che potevano trovare una sintesi, alcuni di questi sono assolutamente sostenibili o comunque, a nostro giudizio, riducono alcuni punti di questa legge che non ci convincono.
Mi auguro che nelle prossime ore di lavoro si possa trovare ancora una possibilità di sintesi e di mediazione, perché tanto quanto io ho usato parole forti sulle comunità, tanto quanto però, Assessora, non possiamo non rimanere colpiti e commossi dal lavoro di affetto, di solidarietà e di accoglienza che viene fatto dalle famiglie affidatarie, perché quella è una scelta.
Io ho conosciuto tante famiglie affidatarie e loro sanno benissimo che stanno facendo compagnia a questi bimbi e a queste bimbe in attesa che la famiglia d'origine torni ad essere una famiglia accogliente, torni ad essere la famiglia che quei bimbi e quelle bimbe si meritavano il giorno in cui sono nati. Il fatto di aver messo insieme entrambi i soggetti non ha di sicuro lasciato un bel segnale sulla scelta di uomini e di donne di diventare delle mamme e dei papà per un certo periodo, che è forse - lo dico da padre - una delle cose che rappresenta la più alta forma di carità.
È sapere che accompagni un bimbo o una bimba che non sarà mai tuo figlio ma ti stai sostituendo a chi il padre e la madre non è riuscito a farlo.
Per cui l'idea di mettere tutto insieme, secondo me, non ha portato un beneficio, tant'è vero che tante di queste famiglie hanno pensato veramente se continuare ad esserlo. Mi auguro che ci sia la possibilità di discutere di dibattere e di fare in modo che questa norma trovi una sintesi, sapendo che il lavoro da fare è in parte questo, ma c'è tanto altro, come ho provato a spiegare, e spero di esserci riuscito, con il mio intervento.
Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente Magliano per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Rossi ne ha facoltà per dieci minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Mi accingo anche io ad intervenire su un tema molto delicato e cercher di farlo con la massima attenzione possibile. Assessora, lei ha concentrato buona parte del suo intervento, ma anche della discussione di questi anni ricordandoci che ci sono dei problemi. Ed è vero, ci sono dei problemi, non lo dice solo lei, lo abbiamo detto anche noi in questi anni e in questi mesi.
Come tutti i sistemi che si occupano di situazioni delicate, in cui andiamo a cercare di intervenire su situazioni dove c'è sofferenza, dove non c'è una soluzione o un algoritmo che possa risolvere il problema, ma entriamo nel campo delle relazioni, tanto più quando abbiamo a che fare con soggetti fragili come i bambini, noi sappiamo che, in un sistema anche più rafforzato del nostro,non potremmo essere esonerati da problemi. Di fronte a questi problemi che, sì, ci sono, ma, come hanno ricordato alcuni colleghi, in Piemonte sono fortunatamente meno presenti che in altre Regioni, lei, ma non solo lei come persona, perché lungi da me personalizzare questo intervento Assessora, la sua Giunta e la maggioranza avevano due strade.
La prima: chiamare a raccolta il variegato mondo che si occupa delle famiglie dei bambini in difficoltà e con loro mettere a punto un'analisi dei problemi e costruire, con loro, un percorso di miglioramento di soluzione a questi problemi. Questa strada avrebbe, prima di tutto, portato a un riconoscimento dei tanti soggetti, istituzionali e non, che da anni condividono con lei, Assessora, e con noi, l'obiettivo di far stare meglio i bambini o di sostenere le famiglie che lei ha citato.
C'era un'altra strada, davanti alla maggioranza, Assessora, ed era quella di cavalcare l'onda di una brutta vicenda di cronaca nazionale per sfruttare ancora una volta le emozioni presenti nella nostra società.
Questo lo dico a partire dal titolo del disegno di legge, che lei stessa poi a un certo punto, correttamente, aveva proposto di modificare (adesso non sappiamo se è ancora valida la proposta) e dagli striscioni, come ha detto il Consigliere Chiamparino, dove abbiamo visto in diretta Presidente, concretizzarsi una scelta precisa da parte della maggioranza ossia utilizzare questo tema per dividere l'opinione pubblica e creare ancora una volta, come era successo in passato, un doppio schieramento: da una parte noi, dall'altra parte loro.
Mi permetta, Assessora, di tutto il suo discorso, che ho ascoltato con attenzione, il passaggio che ho apprezzato di meno, e che è in linea con quanto sto dicendo, è proprio quello in cui lei ha cercato di descrivere quest'Aula con una dicotomia che non esiste, come se lei e la sua maggioranza (ha citato più volte il centrodestra) foste i soggetti che vogliono sostenere la famiglia e gli altri, a partire dalle forze politiche di centrosinistra e tutti coloro che si sono permessi di criticare il disegno di legge, contro la famiglia.
Questo, Assessora, non funziona, non per le discussioni legittime che ci possono essere tra diverse forze politiche, ma mette in secondo piano per forza di cose, quello che dovrebbe essere l'oggetto e il centro dei nostri sforzi: il benessere dei bambini. Non ho dubbi, Assessora, del fatto che lei persegua davvero quell'obiettivo. Non ho dubbi, però il risultato di una scelta di metodo e di toni, purtroppo, ci ha portato a una guerriglia ideologica, di cui i bambini non hanno bisogno, e anche - mi permetta di dirlo, Presidente - a uno scontro istituzionale, per quanto non esploso in maniera eccessiva. In quest'Aula abbiamo sentito esponenti di diverse istituzioni dire che il disegno di legge andava modificato, cioè non ritirato. Da un lato, quindi, abbiamo assistito a una guerriglia ideologica e, dall'altro, uno scontro istituzionale su un tema che tutto chiedeva tranne che questo.
A mio avviso, Assessora, avrebbe dovuto, per quello che vale la mia opinione, cercare di più una collaborazione con i soggetti che da anni si occupano di questi temi, partendo dal presupposto che anche loro, come lei hanno a cuore il benessere dei bambini. In questa maniera, invece, tra le righe è passato un altro messaggio: chi non la pensa come lei, chi non ha il suo punto di vista non ha a cuore il benessere dei bambini. Questo chiaramente, non mette i diversi soggetti che - ripeto - da anni, per mandato istituzionale si occupano di questo, a essere nella condizione di cercare con noi, come istituzioni, soluzioni. Questo è il vulnus più grave del percorso di questi anni, al netto dei contenuti della legge.
Ma torniamo ai problemi. Come hanno già detto altri colleghi, questa legge non li risolve, cambia poco e forse, per quelli più importanti che anche lei citava, non cambia nulla. Non voglio tornare su questioni già toccate da altri colleghi, ma avremmo potuto e dovuto fare cose che nella legge non ci sono: avremmo dovuto, ad esempio - ne cito alcuni, senza voler nulla togliere ad altre questioni - potenziare i servizi di neuropsichiatra infantile. È una cosa che se la Regione vuole, non può risolvere tutti i problemi, ma può farlo: in questa legge, non vedo il potenziamento dalla rete di neuropsichiatria infantile. Avrebbe potuto sostenere, con maggiori risorse e con un progetto innovativo di riorganizzazione di alcuni percorsi, i servizi sociali: anche di questo, purtroppo, nella legge non c'è traccia. Poi ci sono altre questioni che non afferiscono alla Regione: avrebbe potuto, com'è successo per altre situazioni in cui diversi Consigli regionali di centrodestra si sono uniti per iniziative di carattere nazionale, promuovere insieme ad altri Consigli regionali delle modifiche al sistema nazionale. Anche di questo non c'è traccia.
È evidente, almeno dal nostro punto di vista (poi vedremo quali mediazioni, perché ancora non sappiamo bene come si chiuderà questo testo lo scopriremo, immagino, nelle prossime ore) che, pur condividendo il fatto che ci sono alcuni problemi, pur condividendo la finalità di sostenere le famiglie e mettere al centro il benessere del bambino, che la strada che lei ha scelto. A partire dal titolo del disegno di legge e da come ha deciso, non solo lei, ma anche la sua maggioranza perché non dimentichiamo che su questa questione - è uscito su tutti i giornali - c'è stato uno scontro, una riconciliazione e una mediazione tra Lega e Fratelli d'Italia.
Il modo in cui all'inizio è stato deciso di impostare questa campagna esponendo striscioni che richiamavano, lo ripeto, una brutta vicenda di cronaca nazionale - ha fatto sì che andassero sullo sfondo le questioni invece, necessarie, come il riconoscimento del lavoro delle famiglie affidatarie; il sostegno ai servizi sociali che lavorano spesso con scarso personale; il potenziamento della neuropsichiatria infantile e, magari delle linee guida che avrebbero potuto anche andare a verificare meglio quelle situazioni che sono sul nostro territorio e che avremmo potuto risolvere anche semplicemente con degli atti di Giunta, senza arrivare a presentare una legge. Invece si è scelto, come ho detto prima, di cavalcare l'onda della propaganda e questo non aiuta certamente rispetto all'obiettivo.
Al netto del riconoscimento nei confronti dell'Assessore di voler davvero perseguire gli obiettivi che lei ha dichiarato, la strada che ha scelto, quella che si chiama anche eterogenesi dei fini, non solo non aiuta a realizzare quegli obiettivi, ma è controproducente, perché produce una divisione nella società, fra le istituzioni e in questo Consiglio, di cui questo tema non ha bisogno.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Rossi per l'intervento;.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale la Consigliera Disabato. Prego, Consigliera, ha facoltà di intervenire per dieci minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
In Italia, nel 2020, i bambini e le bambine in povertà assoluta erano un milione e 346 mila; il reddito di cittadinanza, soprattutto durante la pandemia, ha salvato quei bambini. Non lo dico io, non lo dice il Movimento 5 Stelle, ma lo dicono numerosi enti, tra cui Save the Children. Vede Assessora, la differenza è che noi i soldi su questi importanti temi li mettiamo davvero, perché si tratta di salvare dei bambini. Mettiamo miliardi, non soltanto fondi semplici, e nessun saldo zero per le nostre leggi, chiaramente, perché vogliamo dare copertura economica, altrimenti non si possono intraprendere le azioni.
In quelle famiglie beneficiarie del reddito di cittadinanza, quelle che da molti esponenti, soprattutto appartenenti alla maggioranza, vengono definite di nullafacenti, di poltronari, i bambini ci sono, sono tantissimi e rientrano in quei due terzi di percettori di reddito di cittadinanza che non possono lavorare. Questo non viene mai detto da nessuno. Noi saremo anche i nemici di quelle famiglie, come ho sentito poc'anzi; saremo quelli che vogliono disintegrare le famiglie o quelli che dell'odio contro la vita ne fanno una professione, come forse ho letto recentemente su una pagina di un Assessore - così siamo stati additati, in tutti questi modi - ma io direi che, invece, forse la maggioranza dovrebbe prendere appunti dal Movimento 5 Stelle o, in generale, dalle opposizioni, quando si tratta di stendere delle misure.
Questa legge parte da un avvenimento che c'è stato, un avvenimento drammatico che colpisce l'opinione pubblica perché colpisce minori e innocenti. Su questo, la legge è stata scritta con un titolo puramente ideologico, per toccare la mente, il cuore delle persone e soprattutto la pancia. Ma poi dobbiamo andare a sviscerarla nei suoi contenuti, perch questa legge parte da un punto: viene detto che gli allontanamenti avvengono per motivi economici. Abbiamo detto che sono intervenute numerose norme e aiuti a livello nazionale, che agiscono proprio sul tema della povertà. Di fondi, se non altro, da altri Enti ce ne sono stati e sono stati messi, ma è vero che questi allontanamenti avvengono per motivi economici? Tutti i nostri auditi - e devo dire che se ne sono presentati tantissimi in Consiglio regionale - dicono di no. In particolare, ho letto una memoria che mi ha colpito, che è quella dell'Ordine degli avvocati e chi. meglio di questi professionisti, può avere il polso della situazione sui motivi reali che conducono l'autorità giudiziaria ad effettuare un allontanamento.
L'Ordine degli avvocati dice questo: "Nell'esperienza dei legali che oltre a difendere gli adulti, sono curatori speciali e difensori dei minori, non si rinviene alcuna casistica di allontanamento disposto dai servizi sociali per mere ragioni economiche. In tali casi, la normativa vigente, sin dai primi anni '80, prevede un articolato sistema di sostegno economico alle famiglie, laddove ritenute portatrici di valori genitoriali adeguati".
Qua c'è il primo dato che ci dice che i minori non vengono allontanati per motivi economici, ma c'è sempre un qualcosa in più. Inoltre, la legge nazionale rischia addirittura di entrare in contrasto con una norma regionale che andrebbe a creare soltanto confusione, e l'ha detto anche l'Assessore prima. L'Assessore ha detto che esistono delle norme che, a suo modo di vedere, non vengono applicate in modo corretto, ma non è la soluzione quella di presentare un'ulteriore norma, che può andare, invece ad incidere e a creare confusione nel dettato normativo. C'è già la norma nazionale che dice che il rispetto del diritto del minore a crescere nella propria famiglia - che viene invocata come ratio di questo disegno di legge regionale - è già un principio cardine dell'ordinamento, così come espresso dalla legge n. 184 del 1983 che abbiamo richiamato numerose volte durante le discussioni sia in Commissione sia in Aula. Dunque, già adesso si devono conformare tutti gli operatori socio-sanitari di giustizia: questo è un principio già affermato.
Abbiamo detto anche prima che gli allontanamenti non avvengono per meri motivi economici, ma andiamo anche ad approfondire ulteriormente quelli che sono i principi richiamati in questa norma. Si dice che il Piemonte risulta sopra la media nazionale per gli allontanamenti dalla famiglia d'origine.
Questi dati sono difficili da reperire, soprattutto se si tratta di suddividerli in macrocategorie, che possono definire le cause degli allontanamenti: però, quello che noi sappiamo è che a livello nazionale negli ultimi dieci anni, c'è stato un aumento del più 134% delle violenze e degli abusi sui minori.
A questo punto mi viene da pensare: non è che il Piemonte, forse, è stata la Regione in grado di capire meglio e di andare ad intercettare quell'aumento di violenza che c'è stato all'interno di alcune famiglie che non si possono assolutamente definire virtuose? Che quei casi siano dunque stati intercettati prima che si arrivasse addirittura ad un evento peggiore, ad una fatalità, ad un infanticidio (anche quelli sono numeri drammatici).
Personalmente, potrei interpretarla addirittura in questo modo: forse gli allontanamenti, in quel caso, sono intervenuti proprio in virtù di un aumento che c'è stato a livello nazionale di quei casi di violenza che spesso, purtroppo, non emergono. Noi ci rapportiamo con dei dati che abbiamo quando emergono, ma la violenza e gli abusi sui minori spesso e volentieri rimangono azioni sommerse, non vengono intercettate prima.
Forse potrei anche dire che l'autorità giudiziaria e i servizi sociali siano intervenuti per tempo per evitare delle tragedie.
Vi è un altro punto riportato come "cardine" nel sostegno a questo disegno di legge regionale: "Il 60% degli allontanamenti possono essere superati se si lavora con la famiglia d'origine e se si aiutano economicamente le famiglie biologiche con un contributo almeno pari a quello dato alle famiglie affidatarie o ai presidi".
Abbiamo detto che ci sono delle norme nazionali fortemente volute dal partito di cui faccio parte che intervengono già sulla situazione economica delle famiglie. Peraltro, non vengono abbandonate a se stesse, perch spesso quelle famiglie, che sono fruitrici o beneficiarie del reddito di cittadinanza, sono ben conosciute dai servizi sociali, ma anche dagli stessi Sindaci. C'è da dire, infatti, che i Sindaci e gli Amministratori rappresentano il primo punto di contatto con il territorio e con queste famiglie, dunque ben conoscono tali situazioni.
Al Presidente Bongioanni, che in questo momento non vedo presente vorrei rispondere che anche alla sottoscritta sono pervenuti appelli da parte di famiglie e genitori che si sono visti sottrarre i figli; certo, il cuore viene toccato, dispiace. Quando però si va ad approfondire la questione, si capisce che talvolta non c'è soltanto la motivazione economica, ma c'è ben di peggio. Come ho detto, è capitato anche a me, e immagino che sia capitato a tantissimi altri amministratori comunali e regionali. Ma non possiamo essere noi a dire: "Guardate che i servizi sociali stanno sbagliando, stanno facendo...", perché non disponiamo di dati al riguardo, quindi non ne abbiamo contezza. E se si andasse ad approfondire la questione, ci si renderebbe conto che non è una questione meramente economica.
La tabella tratta dal Rapporto nazionale sui bambini e adolescenti in accoglienza in Italia evidenzia che la maggior parte dei casi di allontanamento (circa l'80%) è riconducibile principalmente a gravi carenze nelle capacità genitoriali e a problematiche legate alle dipendenze, a patologie psichiatriche, a maltrattamento fisico e psicologico, trascuranza grave o abusi sessuali. Rimane circa un 20% di situazioni caratterizzate da trascuranza materiale ed affettiva e altri problemi residuali di natura logistica, su cui spesso l'autorità e i servizi sociali possono intervenire.
Però, per affermare i principi contenuti in questo disegno di legge possiamo dire che dobbiamo lasciare, magari per anni, un bambino in una famiglia gravemente trascurante, in attesa di valutare se i genitori riescono a recuperare un adeguato standard e capacità di cura? A mio avviso, è un'operazione rischiosa per il minore, perché mette davanti il diritto del genitore ad essere genitore a tutti i costi - quindi anche se non si possiede una capacità in tal senso - e ad avere sul minore un diritto che quasi nessuno può toccare: quello di essere detenuto presso la famiglia, costi quel che costi. Spesso e volentieri, invece, l'affido rappresenta una soluzione immediata per preservare l'incolumità del minore e consente ovviamente alla famiglia di "ricostituirsi" e di risolvere tutte le problematiche riscontrate, ma comunque in un tempo idoneo per poter far fronte a queste criticità. Non si parla, quindi, di "domani" o "dopodomani", perché spesso ci vogliono addirittura anni per eliminare le cause, appunto, dell'incuria o della trascuratezza in generale.
I dati, quindi, ci dicono che i pilastri fondanti di questa legge in realtà non esistono. Ci dicono che è nata per far fronte ad una spinta avvenuta a seguito di un fatto grave a livello di cronaca. Su questo tema convergo con chi dice che bisogna implementare i controlli, fare verifiche e denunciare quei luoghi di affidamento che magari non posseggono degli standard adeguati: quei casi ci sono, e sono anche finiti sui giornali agli onori della cronaca. Ma non è con questo disegno di legge che andiamo a rimuovere quelle problematiche. Non è la politica che può intervenire.
Possiamo segnalarlo - quello sì! - ma non possiamo intervenire con un disegno di legge in questo senso: lì deve intervenire l'autorità giudiziaria. La politica, per quanto può, deve supportare e denunciare quei casi dove non persistono le condizioni per poter ospitare dei minori.
Questo disegno di legge sembra quasi una giustizia fatta da soli.
Io invece auspico che siano riconosciute maggiori risorse ai servizi socio-assistenziali e sanitari per mettere in piedi tutte quelle azioni di prevenzione e implementazione degli interventi, perché senza soldi non si va da nessuna parte. Noi continuiamo a denunciare che ci sono dei presidi sanitari e sociali che sono sguarniti di personale, ma ogni volta l'azione della Giunta non va ad implementare le risorse umane o ad erogare fondi alle strutture per poter assumere; va invece nella direzione contraria com'è successo la settimana scorsa, quando avevamo chiesto di dotare i consultori familiari di personale adeguato per far fronte a tutte le esigenze di cura e benessere a tutela della salute della donna.
Quei fondi, invece, vengono destinati alle associazioni: praticamente è un drenaggio di risorse dal pubblico al privato. Tra un po' avremo delle strutture sanitarie o dei servizi sociali che saranno delle vere e proprie "cattedrali nel deserto", sguarnite di personale e incapaci di poter far fronte a tutte le operatività che si dovrebbero invece mettere in campo soprattutto in questo caso, per la tutela dei minori. Le azioni di prevenzione sono importanti e vanno rafforzate. Ma per essere efficaci devono ricevere adeguate risorse e strumenti. Mi spiace dirlo, ma questo non lo stiamo facendo, e lo denunciamo ogni giorno.
Approfitto di questa occasione per esprimere già il parere del mio Gruppo su questo disegno di legge, che sarà contrario per tutte le ragioni che ho espresso fino ad ora.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Disabato per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Gallo.
Prego, collega; ne ha facoltà per dieci minuti.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Molto è stato già detto; molti colleghi sono già intervenuti. Peraltro ringrazio la collega Canalis che ha lavorato e lavora su questo provvedimento da anni, portando avanti le nostre battaglie.
Siamo in quest'Aula tutti uniti, come opposizione, per contrastare questo disegno di legge: lo siamo stati fin dal primo giorno, lo siamo anche oggi, quando ormai si è incardinata la discussione vera in Consiglio regionale, e lo saremo in questi tre giorni di sedute convocate fino a tarda sera. Ma non lo siamo solo noi, come forze politiche, che rappresentiamo coloro che ci hanno votato tre anni fa.
Riparto proprio da quello che diceva il collega Avetta, perché tante cose sono state dette, ma vorrei soffermarmi in particolare su alcune di queste, per dare maggior forza alle considerazioni già svolte, perch talvolta, quando si interviene in tanti, si perdono nella discussione generale o non vengono ascoltate con attenzione, anche se devo dare atto all'Assessore di mostrarsi attenta ad ogni nostro intervento, e questo mi fa piacere.
Noi siamo qui ad esprimervi una posizione che è stata manifestata non solo dai partiti di opposizione, ma - lo ripeto - anche dalle Associazioni delle famiglie affidatarie, dalle Camere minorili, dall'Associazione dei magistrati per i minorenni e per la famiglia, da CGIL, CISL e UIL del Piemonte, dall'Ordine degli psicologi, dagli assistenti sociali, dagli avvocati, dall'Alleanza delle cooperative, dalla Procuratrice dall'incaricato regionale per la tutela dei minori della Conferenza episcopale piemontese, da tanti docenti universitari e da tantissimi sindaci, a partire dalla Città di Torino, dalla Città metropolitana di Torino e tanti altri Comuni, tra i quali Cuneo e anche Verbania (lo dico perché so che dopo interverrà il collega Preioni). Sono tanti Comuni, che non cito, che hanno depositato un ordine del giorno in contrasto a questo disegno di legge.
Non è dunque una contrapposizione politica ideologica tra forze politiche che stanno all'opposto, e che, quindi, la pensano diversamente su tantissime cose e ancora di più su questo disegno di legge. Voi, su tante ricette per il Piemonte, la pensate in un modo e noi la pensiamo totalmente all'opposto. Però, su questo disegno di legge c'è un tessuto di sindaci che, di solito, non manifestano su posizioni politiche, ma conoscendo bene il tema, in quanto lo vivono quotidianamente, due martedì fa sono scesi in piazza sotto il Consiglio regionale. C'è un sistema di associazioni, c'è tutto il mondo che opera in questo ambito che è contrario.
Quindi, la prima cosa che dico è: facciamoci delle domande, proviamo a fermarci un attimo, proviamo a capire il perché c'è questo ostruzionismo fuori da quest'Aula, perché non è una questione di tecnica di Aula o di ostruzionismo di Aula. È una questione che è nella società, nasce dalla società ed è fuori di qui. A partire dal titolo di questo disegno di legge "Allontanamento zero", che è uno slogan, una sintesi molto comunicativa che esprime bene la vostra posizione, ma che va a cercare di sintetizzare una soluzione per un problema così complesso come quello delle famiglie dei minori in difficoltà, rispetto alla quale ci dividiamo proprio su questo cioè su come si sta accanto alle famiglie e ai minori in difficoltà.
Noi pensiamo che il modello sia dentro il perimetro della norma nazionale; noi non siamo contro le famiglie. Pensiamo sia sbagliato partire dall'attacco al sistema dei servizi sociali attuali; pensiamo sia sbagliato partire dallo smantellamento di tutto quello che è stato fatto in tanti anni in Piemonte. Pensiamo sia necessario parlare di Piemonte, non generalizzare su tutto il nostro territorio nazionale.
Oggi parliamo di 55 mila minori che sono seguiti dai servizi sociali a fine 2020 su 632 mila, quindi è l'8%. Di questi 55 mila solo 1.400 risultano allontanati e tutti gli altri sono seguiti all'interno della loro famiglia. Quindi, riconosciamo come caso massimo, come extrema ratio, la decisione di allontanare il minore dalla famiglia; tra l'altro, non lo decidono neanche i servizi sociali, è stato ben detto e lo ribadisco, ma è una decisione congiunta con l'autorità giudiziaria, è una valutazione approfondita dei casi, è una valutazione non sommaria delle situazioni perché abbiamo a cuore tutti il bene dei minori e il ruolo delle famiglie.
Crediamo che su questo tema sia sbagliato contrapporre e dividere così il Piemonte e i cittadini e fare un attacco del genere ai servizi che, in questi anni, hanno svolto un ruolo fondamentale. Crediamo sia necessario partire da un potenziamento dei servizi sociali, perché in ogni ambito (anche in questo) c'è sempre qualcosa da migliorare e noi ne siamo consapevoli. C'è sempre qualcosa da progredire, da correggere: ci mancherebbe! Non pensiamo sia da smantellare, ma che i servizi sociali siano da mettere nelle migliori condizioni per svolgere al meglio il proprio compito e il proprio ruolo, partendo da uno stanziamento maggiore di risorse, per le assunzioni, per il funzionamento dei servizi sociali.
È il leitmotiv di questa Amministrazione in questo triennio il fatto che si fanno interventi, ma non si stanziano mai risorse in più per migliorare alcuni ambiti e alcuni settori. Se veramente vogliamo metter mano a questo ambito, vogliamo correggerlo e vogliamo migliorarlo, si deve partire da un aumento delle risorse e da una migliore omogeneità dei servizi sul territorio. Se partiamo da qui e partiamo da un ragionamento meno divisivo e meno contrapposto su posizioni ideologiche, riconoscendo il buono che si è fatto in questi tanti anni di attività in Piemonte, si pu fare bene per il nostro territorio.
Crediamo che questo disegno di legge vada ritirato; vi chiediamo che venga ritirato, perché non ci sono emendamenti, correzioni o sostituzioni di articoli che potreste depositare anche nelle prossime ore che possano convincerci a votare a favore di questo provvedimento, perché l'impianto del provvedimento è da modificare radicalmente. Noi vi chiediamo di ritirarlo e tornare a riascoltare le tante persone che ci hanno manifestato contrarietà e, insieme, capire veramente se c'è qualcosa da migliorare e come migliorarlo per il bene del minore e della famiglia. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Gallo per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Preioni; ne ha facoltà per dieci minuti.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Inizio con una premessa, forte ma vera. Bibbiano è anche in provincia di Torino e anche in Piemonte. Claudio Foti, lo psicoterapeuta condannato in primo grado lo scorso novembre a quatto anni, è stato condannano per lesioni gravissime e abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta "Angeli e Demoni". Lo aveva anche portato agli arresti domiciliari ed è responsabile della cooperativa Hansel e Gretel, con sede a Moncalieri.
Secondo l'inchiesta, è emerso un meccanismo che portava, attraverso l'intervento dei servizi sociali e poi alla onlus Hansel e Gretel l'allontanamento non giustificato di bambini dalle loro famiglie. Dopo la segnalazione ai servizi sociali, i bambini venivano inviati presso la struttura pubblica "La Cura", gestita dalla cooperativa Hansel e Gretel e diretta da Foti.
Qui i bambini erano sottoposti a sedute pagate dai Comuni della Val d'Enza fino a 130 euro l'una. Secondo i Gip, durante le sedute, avvenivano significative induzioni, suggestioni, contaminazioni e, in alcuni casi preparavano i bambino ai colloqui nelle sedi giudiziarie che dovevano decidere sull'eventuale affido, con modalità che rischiavano fortemente di contribuire alla costruzione di falsi ricordi. In particolare, le sedute venivano condotte da Foti e dai suoi collaboratori secondo il metodo EMDR una tecnica utilizzata addirittura dai veterani del Vietnam, che ha anche forti contrarietà da parte del mondo scientifico. Il caso più simbolico è quello di una ragazza di Reggio Emilia, alla quale è stato indotto un falso ricordo ed è stata convinta di essere stata abusata dal padre e dal socio.
Il fatto che la cooperativa Hansel &Gretel avesse sede a Torino, non è però l'unico nodo al quale la triste vicenda di Bibbiano si intreccia con la nostra Regione: Foti, infatti, è stato purtroppo giudice onorario del Tribunale dei Minori di Torino dal 1980 al 1993, per poi diventarne consulente tecnico dello stesso Tribunale. Nel 1999, il Tribunale dei minori di Torino è stato condannato dalla Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo per violazione del diritto a un processo imparziale. Il nome di Foti compare in una delle più torbide e controverse vicende giudiziarie una vicenda che ha riguardato il suicidio di persone a cui sono stati sottratti i figli. Si arriva, quindi, anche a gesti estremi e tragici.
Rispetto all'indagine conoscitiva è stato evidenziato che un caso su due è relativo all'incuria e a motivi economici. Non può essere questo un motivo per allontanare i bambini dalle proprie famiglie. I risultati dell'indagine, a dispetto delle rassicurazioni fornite negli anni passati dalla sinistra, hanno evidenziato, proprio rispetto ai soggetti auditi nel corso delle sedute, che il 56% avviene per cause inerenti alla trascuratezza o all'incuria; il 21% alle condizioni fisiche dei genitori il 15% per problemi psicologici e solo il 14% per maltrattamenti in famiglia, a discapito di quanto è sempre stato detto.
Da questo, emerge che le difficoltà economiche non possono rappresentare una ragione valida in più di un caso su due, dove persiste il problema. Va fatto un grande lavoro di prevenzione e c'è una disquilibrio tra il lavoro dei Tribunali e dagli assistenti sociali, a favore di quest'ultimi, nel motivare gli allontanamenti. C'è una lentezza eccessiva delle misure emergenziali e del rientro dei minori nelle famiglie d'origine; manca una Commissione di vigilanza regionale e mancano risorse economiche e umane per evitare un turnover eccessivo del personale. Serve un organismo di controllo che verifichi cosa fanno tutti questi soggetti coinvolti; un'uniformità delle segnalazioni; una risoluzione ai conflitti di interesse, oltre all'istituzione di comunità protette "padre e bambino" che, ad oggi, purtroppo, non ci sono o sono assolutamente sottostimate.
Nessuno vuole dire che i bambini che hanno subito violenze devono rimanere con i loro genitori, ci mancherebbe; nessuno vuole criminalizzare il settore dei servizi sociali e degli assistenti sociali, perché la stragrande maggioranza svolge un servizio degno e lavora con cuore verso i bambini e le famiglie, ma ci sono state, e purtroppo ci sono state anche nella nostra Regione, situazioni devianti di un guardare esclusivamente alla natura economica a sprezzo della legge (sono arrivate condanne già in primo grado). Questa Regione deve assolutamente limitare ed eliminare certe condotte, affinché non si ripetano mai più.
Occorre sostenere la famiglia perché non si vedano strappati i propri figli a causa delle fragilità economiche. È anche per questo motivo che, a livello nazionale, occorre copiare le politiche del Nord Europa, dove garantiscono una contribuzione pesante alle coppie giovani che vogliono avere figli, garantendo una contribuzione "pesante" di aiuti verso famiglie che decidono di avere più figli. La Regione questo deve e può fare a favore degli asili nido, degli asili nido aziendali, degli asili nido interni.
La legge è mossa da questi sentimenti, però non bisogna chiudere gli occhi verso fatti gravissimi che hanno avuto connessione anche con il nostro Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Preioni per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il Vicepresidente Valle, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha la facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Non posso che condividere i due assunti da cui è partito e ha concluso il suo intervento il collega Preioni. Mi pare che tutti, in quest'aula possiamo trovarci d'accordo: da una parte, è evidente che non dobbiamo costruire un sistema che non tuteli situazioni di pericolo, quindi non intervenga laddove i bambini sono esposti a un rischio concreto dall'altra, però, non dobbiamo permettere che il sistema allontani bambini dalle loro famiglie senza un reale motivo. Su questo penso sia davvero difficile non essere d'accordo, ma il problema vero è che da questi due assunti sull'analisi della realtà arriviamo a considerazioni differenti.
Questi mi paiono già i presupposti su cui opera il sistema attuale e mi pare che li attui pienamente. Abbiamo un sistema estremamente cauto quando decide di intervenire, che ha una progressività di interventi adatti alla realtà e che quando ritiene che debba essere l'ultimo dei rimedi che si mettono in campo per la salute, il benessere e la tutela del minore interviene con l'allontanamento.
Certo, trattandosi di valutazioni sulle persone e sulla realtà, ogni sistema, in particolare quello che si occupa di persone umane, pu sbagliare valutazioni e possono esserci conseguenze non previste in partenza o casi non valutati adeguatamente. Ci sono mille questioni sul tavolo (risorse umane, personale, anche problematiche di formazione continua e risorse economiche), ma è evidente che, dal nostro punto di vista, è a questi due obiettivi che il nostro sistema cerca di tendere e lo fa il meglio possibile. Se a quegli obiettivi oggi non siamo in grado di tendere, i problemi sono altri e proverò a dirne qualcuno.
Ci sono due punti che mi lasciano estremamente perplesso nell'impostazione che sta alla base dei motivi che hanno portato a presentare questo progetto di legge e che ci ha esposto l'Assessore. Il primo riguarda questa ossessione (non saprei definirla diversamente) rispetto al legame di sangue, come se questo dovesse prevalere su qualunque altro tipo di considerazione e debba vincere anche sulla realtà fattuale.
Penso che nessuno, in quest'Aula, possa negare il ruolo fondamentale nella società della famiglia come cellula base, ma, indubbiamente, ci sono dei casi in cui questa cellula impazzisce ed è il caso di intervenire esattamente come avviene in medicina. Il rapporto di sangue che lega un genitore ad un figlio è qualcosa più che profondo ed è talmente personale che io, pur da padre e pur da figlio, cerco di non intrattenervi, perch ciascuno di voi lo prova come figlio e, se ha avuto la fortuna e l'occasione di provarlo come genitore, sa bene di che cosa sto parlando.
Condivido un altro percorso personale, che è quello della mia vita: ho un padre che non ha il mio cognome; ho due fratelli su quattro che non hanno il mio cognome; ho una figlia su tre che non ha il mio cognome, ed è tutto antecedente alla famosa sentenza della Corte Costituzionale.
Avendo potuto provare più esperienze familiari sulla mia pelle, diverse da quelle ordinarie, da quelle che conosciamo tutti, mi sento di dire che questa ossessione continua rispetto al tema del legame di sangue che deve prevalere rispetto a qualunque altro tipo di considerazione quando noi valutiamo il benessere dei figli è francamente fuori luogo, perché quello è sicuramente l'elemento forse anche più importante, ma non è l'unico che noi dobbiamo prendere in considerazione; soprattutto, non è un fattore necessario: è fondamentale, ma non necessario in alcuni casi.
E' evidente che se è la famiglia quella che noi dobbiamo tutelare, dal mio modesto punto di vista, il nostro Paese e anche la nostra Regione hanno passi da gigante da fare per mettere le famiglie nelle condizioni di essere sollevate da rischi, tensioni, fatiche specialmente di natura economica, ma anche di sostegno a 360° intorno ai servizi su cui devono per forza far conto per portare avanti la complessa vita di una famiglia, che oggi il nostro Paese non dà, perché si appoggia molto a quelle relazioni di famiglia allargata, ai nonni e a tutta la tradizione che ci porta giustamente a mettere la famiglia al primo posto, ma poi dall'altra parte lo Stato è decisamente assente. Decisamente assente sulle politiche fiscali; decisamente assente sui servizi alla famiglia, su tutti quei servizi che sollevano la donna dalle fatiche della gestione della famiglia che ancora ricadono prevalentemente su di lei.
Lo Stato, in particolare quello italiano, da questo punto di vista è ancora molto assente. I dati sulla natalità italiana, anche paragonati a Paesi che ci sono vicini per cultura, ci sono vicini anche dal punto di vista del benessere economico, ci sono vicini, ma mi sento di dire anche lontani rispetto alla tradizione cattolica cui appartengono anche meno di noi - penso, per esempio, ai vicini francesi - ci dicono qualcosa in questo senso, cioè che noi siamo molto carenti rispetto a questo tipo di politiche e ben altri sostegni potremmo mettere in campo. Tuttavia, lo dico con chiarezza, vale anche per le politiche regionali, perché sono diversi i servizi e i correttivi che noi mettiamo in campo rispetto all'appartenenza o meno ad una famiglia, al numero di figli che sono in carico alla famiglia sono stati più volte annunciati, più volte se n'è discusso, ma poi non si è mai arrivati a niente di concreto.
Ricordo che è istituito, presso questa Regione, un gruppo di lavoro permanente e votato in Consiglio sul tema del quoziente familiare, il cui contenuto è tutto da perimetrare e da costruire a livello regionale, ma che sarebbe sicuramente un correttivo in aiuto alle famiglie, in particolare a quelle più numerose - che per loro natura, ovviamente, sono quelle più esposte soprattutto alle fatiche di carattere economico e gestionale - e su questo ancora non si è mossa una virgola. È più facile fare dichiarazioni di principio che non intervenire concretamente. Intervenire concretamente vuol dire spostare soldi da una parte all'altra; vuol dire fare delle scelte; vuol dire trovare dei soldi e mi rendo conto che questo è più complesso.
Il secondo punto che mi lascia davvero perplesso è che individuare i problemi è sicuramente il primo modo per poi procedere ad individuarne anche la soluzione; tuttavia mi sembra che di nuovo non sia questo il caso.
Noi qui non individuiamo i problemi:, qui mi sembra che abbiamo individuato dei nemici contro cui scagliarci, nemici che appartengono all'organizzazione dello Stato, che sono leali collaboratori dello Stato.
Penso, innanzitutto, a tutti quelli che lavorano nei nostri servizi sociali, nei nostri Consorzi socio-assistenziali, penso alla Magistratura e al lavoro delicatissimo che questa porta avanti. Metterli nell'angolo immaginando che facciano tutti parte di un grande complotto volto ad alimentare un sistema perverso di natura economica e anche con un disegno criminale dal punto di vista sociale, mi sembra il modo peggiore per sedersi al tavolo e individuare insieme quali possono essere le eventuali criticità e i correttivi che si possono mettere in atto.
Un errore in questo campo è già troppo. Io sono d'accordo con chi lo diceva questa mattina: un bambino tolto ad una famiglia che non meritava di essere tolto è già troppo, esattamente come è già troppo un bambino che viene lasciato in un contesto pericoloso e poi viene raggiunto da un danno o un pericolo che si poteva evitare. Nessuno ha intenzione di difendere un sistema che è lungi dall'essere perfetto, ma c'è sicuramente necessità invece, di operare tutti quei correttivi che ci portino a tendere, per quanto possibile, ad un sistema che sbaglia il meno possibile, mettendo in conto che qualche sbaglio può capitare. Criminalizzare, creare dei problemi e spaccare la comunità che dei minori, dei più piccoli e dei più fragili di noi si occupa, è il modo peggiore per provare a farlo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Valle per l'intervento.
Essendo arrivati con i lavori alle ore 12.57, sospendo la seduta. I lavori d'Aula riprenderanno alle ore 14.30.
Ricordo a tutti che sono già in scaletta i Consiglieri Sarno Accossato, Salizzoni, Ravetti e Giaccone.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.57, riprende alle ore 14.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo i lavori con l'esame del disegno di legge n. 64, inerente a "Allontanamento zero. Interventi a sostegno della genitorialità e norme per la prevenzione degli allontanamenti", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella mattinata odierna è iniziato l'esame del provvedimento con l'illustrazione da parte dell'Assessore Caucino, ed è iniziata la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Sarno.
Prego, collega; ne ha facoltà per dieci minuti.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Riprendiamo la discussione sul disegno di legge in oggetto dopo la pausa. Il mio intervento, ovviamente, va in scia a quello dei miei colleghi delle opposizioni.
L'Assessora Caucino ha iniziato il suo intervento dicendo: "Finalmente dopo tre anni". Partirei, quindi, da questa affermazione. Assessora, se sono dovuti passare tre anni, trascorsi in discussioni, rivisitazioni del testo, mediazioni con la vostra parte politica, emendamenti annunciati, poi ritirati, poi depositati e poi ritirati di nuovo, forse dovrebbe porsi qualche domanda e, magari, poteva aspettare ancora due anni e non compiere questo danno.
Quando si parla di bambini, credo che gli stessi debbano avere innanzitutto degli adulti responsabili, non degli adulti che ascoltano semplicemente quello che loro chiedono. Perché anche mio figlio mi chiede di mangiare la Nutella a mezzanotte o alle 11 di sera, ma non è perché me lo chiede con gli "occhioni" e mi fa il "faccino" che gli devo dire di sì! Bisogna avere adulti responsabili, cara Assessora, che vadano oltre quel sentimento. Bisogna avere adulti responsabili che mettano al centro appunto, il bene dei bambini.
Anche negli interventi dei colleghi della maggioranza, come nel suo, è emerso che possono esserci delle difficoltà, dei problemi o delle questioni da risolvere anche nel sistema di gestione. Ma si tratta di questioni eventualmente parziali, particolari. Voi state affrontando eventualmente dei problemi parziali - ribadisco con molta chiarezza il termine "eventualmente" - con un provvedimento quadro. Cioè state sostanzialmente ribaltando quello che è l'obiettivo, come hanno detto alcuni colleghi stamattina. Se ci sono delle questioni, saranno da affrontare puntualmente.
Se le norme esistono, si fanno rispettare. Se quella norma deve migliorare miglioro quella norma specifica, senza rimettere in discussione tutto il sistema.
Questa proposta di legge - lo hanno già detto, ma ci teniamo a ribadirlo - mette drammaticamente al centro l'adulto e non il bambino, e lo avete dimostrato nei fatti: quando si mette al centro il legame di sangue e non la tutela del minore, che può andare anche oltre il legame di sangue...
Se ho dei parenti di secondo grado (e non di quarto) che non funzionano per lo stesso minore, non considero prioritariamente il legame di sangue come elemento cardine di discussione per un'eventuale affido fuori dalla famiglia di origine. Questo state facendo: state di nuovo ribaltando un'idea che metteva al centro la tutela di quel minore, di quel bambino. E come per il gioco d'azzardo patologico (GAP), per attivare questo ribaltamento avete negato...
Lo ha dimostrato la collega Canalis con i dati, che vorrei ripetere. I dati che ha citato la Consigliera Zambaia sono del 2017. I dati che invece abbiamo citato noi sono aggiornati al 2021. Se devo costruire una legge, lo faccio basandomi su dati più aggiornati, non su dati vecchi. E in questi dati abbiamo visto che dei 2.484 bambini seguiti fuori dalla famiglia 1.399 erano in famiglie affidatarie e solo 1.085 in una comunità; 514 erano minori stranieri non accompagnati; 512 erano minori in comunità mamma bambino, quindi esterni, quindi ancora con un legame (mamma e bambino).
Insomma, abbiamo dei dati da cui si evince, ad esempio, che circa il 78% degli affidi vengono comunque ragionati e condivisi con la famiglia di origine. È un po' come quando, a proposito di GAP, si parlava di questi fantomatici 5.000 lavoratori che nessun istituto - nessuno! - aveva puntualmente rendicontato. Avete negato, evidentemente, i dati. Avete eliminato quello che nelle audizioni vi hanno raccontato. Avete preso un elemento parziale.
Apro e chiudo una parentesi: citare costantemente Bibbiano - lo dico rivolgendomi in particolare al Capogruppo Preioni - in relazione alla provincia di Torino, in particolare a Moncalieri perché lì vi è una residenza, è come dire una cosa senza dirla. Non c'è nessun elemento di ricaduta su quel territorio di quell'indagine condotta in un territorio diverso dal territorio di Torino.
È un discorso tendenzioso quello che si è fatto in quest'Aula Presidente. Sono state le istituzioni pubbliche a raccontare che quel collegamento non esiste, non c'è. Continuare a farlo, vuol dire prendere in giro da quest'Aula, da un punto di vista comunicativo, mediatico e narrativo, le persone che quando sentono questi ragionamenti - quei pochi purtroppo - si creano in testa una narrazione che non è vera, che non esiste; significa solleticare l'attenzione e la pancia rispetto a un collegamento che non esiste. Non esiste! Lo ribadisco di nuovo con un paragone: sul GAP, ad esempio, a proposito del rischio di infiltrazioni mafiose e illegalità, avete detto che il gioco d'azzardo era concentrato sui livelli delle bische clandestine e che limitarlo avrebbe aumentato l'illegalità delle bische. Non è così secondo la relazione semestrale della DIA sul gioco d'azzardo patologico pubblicata il 4 ottobre scorso. Che cosa capita, infatti? La criminalità organizzata dove investe? Nel gioco legale. Non lo dice Diego Sarno, lo dice la DIA.
Pertanto, nello stesso modo state solleticando l'attenzione dei piemontesi a pensare una cosa che non è vera. Perché lo fate? Io non sono d'accordo con il collega Rossi quando nel suo intervento ha detto che qui siamo tutti animati per tutelare e per mettere mano, nel bene, ad una nuova normativa. Eh no! Secondo me, invece, l'avete fatto solo per tutelare e consolidare un vostro consenso elettorale, perché è questo che avete fatto.
L'obiettivo di questa legge non è un obiettivo nobile tradotto male, non è così. Come avete fatto con il gioco d'azzardo, avete tutelato e voluto conservare un vostro consenso elettorale! Questo è capitato, nulla di più e nulla di meno. Questo è successo.
Ecco perché siamo qui a fare battaglia e se dobbiamo farla, la faremo per tutti e tre i giorni fino a mezzanotte, perché dobbiamo far capire ai piemontesi che state sbagliando, per le cose che abbiamo detto nei contenuti e nella riflessione culturale.
Concludo, Presidente, con due sollecitazioni sempre relative all'intervento dell'Assessora Caucino. Che cosa c'è di più importante chiedeva l'Assessora - della salute dei nostri figli? Anche qui: nulla, e ci mancherebbe altro. Ma se si mette in discussione l'idea cardine di ridare speranza a questi bambini che devono avere, magari per un certo tempo, una dimensione altra dalla famiglia d'origine, nella quale poter ritornare quando ci saranno le condizioni, non è così che si tutela la salute e la felicità dei nostri figli e dei nostri nipoti. Non è così! State sbagliando concretamente nella realizzazione di un'idea ulteriormente sbagliata.
Termino, Presidente, con una battuta: si vede che abbiamo incominciato una nuova fase in questo Paese con un Presidente della Camera dei Deputati che dimostra tutta la sua inadeguatezza.
L'Assessora Caucino - forse l'ha già citato il collega Rossi - sostiene che qualcuno di noi vorrebbe cancellare la famiglia. Ma come si fa a esprimersi in questo modo? Come si può anche solo pensare di dividere quest'Aula tra chi vuole sostenere la famiglia e chi vuole non sostenerla e arrivare addirittura a cancellarla? Credo che questo non solo dimostri la vostra inadeguatezza ad assumere un ruolo di governo e istituzionale, ma che sia un'offesa a gran parte delle persone sedute in questi banchi. Credo che quest'affermazione sia dovuta, forse, alla foga, dopo tre anni d'attesa, di voler parlare e liberarsi di qualcosa, ma indubbiamente rappresenta un ulteriore riprova di quanto sia stata molto bassa la discussione di questi tre anni e l'arrivo di questo provvedimento - che, purtroppo, passerà. Perché non c'è qualcuno che tiene di più o di meno alla tutela delle famiglie dei piemontesi. Credo che questo sia stata la dimostrazione di quanto fondamentalmente questa legge sia sbagliata e di quanto i suoi fondamenti culturali siano totalmente sbagliati per il Piemonte e per il nostro Paese.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Sarno per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Il mio ritorno in Aula coincide con un provvedimento importante, cioè questo disegno di legge che ho avuto modo di seguire da lontano come cittadina, condividendo la preoccupazione e la contrarietà di molti (operatori e Sindaci), a partire dal titolo fortemente ideologico. Oggi il Presidente Chiamparino ha parlato di legge bandiera e condivido.
Questa preoccupazione è confermata anche dalla lettura attenta dell'articolato e della presentazione ascoltata in Aula questa mattina come anche dai tanti interventi che i Consiglieri di opposizione hanno svolto, con dovizia di numeri e di dati, che non richiamerò, anche perch mi approccio formalmente a questo tema in questo momento.
Però il tema di questo disegno di legge mi ha riportata un po' indietro negli anni, al mio impegno da Sindaca, alle tante situazioni che ho incrociato, ai tanti sforzi che pensavo e cercavo di fare insieme ai servizi sociali e alle associazioni, sia economiche sia di sostegno a queste politiche. Penso ai tanti percorsi fatti per le famiglie, per renderle davvero più forti e più consapevoli.
Penso anche a quel senso di responsabilità, ma a volte anche di inadeguatezza, che si provava e che si prova quando si affrontano temi di questo genere e spesso anche alla domanda che ci si pone, che è normale: "Stiamo facendo il massimo? Ci stiamo comportando nel modo migliore?".
Perché sicuramente - lo dico adesso e lo ripeterò ancora - la verità in tasca su questi temi è difficile da trovare.
Questa discussione mi ha riportato alla mente un singolo episodio, che era un po' sepolto. Mi ha riportato alla mente Silvia, una bimba di otto anni che era compagna di classe di mia figlia alla scuola primaria. Questa Silvia una mattina di Pasqua si presentò a casa mia con il suo zainetto dicendo che lei a casa non voleva tornare. Lei non aveva sbagliato, perch tra tutti i genitori di quella classe, aveva scelto i genitori di mia figlia, di Irene, sapendo che quella mamma aveva qualche responsabilità in più in quella città e poteva forse fare qualcosa per lei. Questo lei l'aveva capito.
Fu triste spiegarle, insieme ai servizi sociali, che ovviamente furono prontamente allertati, che lei doveva tornare a casa, perché noi adulti sapevamo che c'erano situazioni difficili, ma sapevamo anche che non erano state fatte tutte le verifiche e che era necessario, per la sua sicurezza e il rispetto di tutti, fare ulteriori approfondimenti, però l'allontanamento ci fu e ci fu dopo (chissà, speriamo non troppo tardi per Silvia, che oggi sarà una giovane donna di cui non conosco più la storia). Lei, però, non capì quel farla tornare a casa e si sentì tradita.
Ho raccontato queste piccole esperienze personali per spiegare che su questi temi ci sono tanti punti di vista, non c'è solo il bianco o il nero.
Non sempre allontanare è la situazione giusta e non sempre la permanenza in famiglia è la situazione che davvero fa gli interessi delle bambine e dei bambini.
Approcciare questi temi vuole dire mettere in campo umiltà, capacità di ascolto e professionalità. Ci vanno costanti aiuti alle famiglie, a tutte le famiglie, e questo lo dobbiamo ribadire con forza, come hanno fatto questa mattina i tanti colleghi, ma ci va anche la consapevolezza che la famiglia e i rapporti familiari non sono buoni a prescindere. Ci sono tante relazioni non familiari, amicali o di altra natura, che, a volte, con ben più forza sono in grado di prendersi carico dell'altro o dell'altra e assumere responsabilità che, a volte, la famiglia non è in grado di assumere.
Tutto non può essere risolto soltanto con più soldi alle famiglie. Noi che operiamo nel settore, ma anche nella nostra vita personale, sappiamo bene come accanto, o anche a differenza di una povertà economica, ci siano povertà e fragilità di tipo culturale, sociale ed educativo, la cui presenza non può ricadere sulle bambine e sui bambini, se davvero pensiamo e crediamo che le bambine e i bambini siano al centro della nostra attenzione e delle nostre politiche.
Proprio per questo voglio unirmi all'invito delle opposizioni a ritirare il provvedimento e a lavorare ancora insieme ascoltando, non tanto e non solo la voce di noi Consiglieri, ma ascoltando e confrontandoci con i Sindaci, gli operatori sociali e le associazioni delle famiglie affidatarie che si sono mosse in questi anni e hanno provato a portare la loro voce che però, ahimè, mi sembra di capire, ovviamente con tutta l'umiltà di novizia oggi in questa sala, non sono state ascoltate e recepite.
Voglio anche comunicare alla Presidenza che sottoscrivo tutti gli emendamenti della minoranza presentati sul disegno di legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Accossato per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il Consigliere Salizzoni; ne ha facoltà.



SALIZZONI Mauro

Grazie, Presidente.
Voglio fare un richiamo alla memoria di tutti noi, ricordando che abbiamo speso un mese, il mese di febbraio del 2020, quando i collegamenti erano ancora in remoto, facendo ben 27 audizioni con le associazioni più impegnate sul tema. In allora sono state dette cose che qui, purtroppo, non vengono ricordate e sostenute.
Ne voglio ricordare alcune (ho preso le più significative).
L'associazione "Se non ora" ci dice chiaramente che, troppo spesso, nei tanti casi di violenza contro le donne c'è anche un bambino che quantomeno assiste a quella violenza, quando non la subisce direttamente. Ricordiamo che dal 2000 ad oggi sono circa 500 i bambini in Italia uccisi da un genitore. Quelle 500 vittime sono, di tutta evidenza, la punta di un iceberg di violenze e abusi che i bambini di ogni età e di ogni fascia sociale subiscono quotidianamente.
Sottolineo alcuni passaggi interessanti espressi dall'ordine degli psicologi del Piemonte. "Il concetto veicolato dall'espressione Allontanamento zero risulta quindi essere altamente distorcente a livello sia culturale sia scientifico, poiché implicitamente orientato a delegittimare gli interventi della magistratura minorile e ad inasprire le relazioni delle famiglie con i servizi, riducendo in modo significativo le possibilità di cura e recupero delle relazioni con i figli. I dati relativi al maltrattamento nell'infanzia sono allarmanti. La comunità scientifica degli psicologi e dei psicoterapeuti è concorde nel sottolineare come i traumi e le carenze vissute nell'infanzia producano anche esiti a medio e lungo termine, fortemente invalidanti la salute personale e le relazioni familiari".
L'Ordine degli psicologi del Piemonte conclude chiedendo un complessivo ripensamento della questione in discussione.
Città della Salute e della Scienza, attraverso il Dipartimento di patologia e cura del bambino Regina Margherita, diretto dalla professoressa Fagioli, sostiene: "Il titolo Allontanamento zero esprime il desiderio che non si arrivi mai ad allontanare il bambino dalla famiglia. È un desiderio comprensibile, ma poco attuabile nelle situazioni in cui la presenza di gravi compromissioni psichiche, o di altro genere, non rimediabili impediscano un appropriato accudimento del minore all'interno del nucleo familiare". Dice anche che c'è enfasi su come aiutare economicamente i genitori: "Non è chiaro quanto i fattori economici siano frequenti motivi di allontanamento del bambino dalla famiglia. Non compaiono criteri che definiscano la necessità di allontanamento nei casi in cui non sia sufficiente il sostegno economico e sociale alla famiglia di origine". Non si parla, per esempio, di casi evidentemente gravi, abusi e maltrattamenti la maggior parte dei quali giunge al DEA dell'OIRM.
L'Osservatorio nazionale del diritto di famiglia ha sottolineato, nella sua audizione del 2020, come non possa non essere di preoccupazione l'inserimento di vincoli che imporrebbero rigidità e modalità di azione tali da determinare tempi incompatibili con la tutela dell'interesse dei minori nei casi d'urgenza.
Cito ancora l'ASL di Vercelli, che attraverso il servizio sociale aziendale e la struttura complessa di psicologia dice chiaramente: "Possono verificarsi situazioni di tale gravità, quali accessi al DEA per violenza abusi. che richiedono interventi urgenti di protezione, a volte della stessa famiglia, con l'invio di segnalazioni alle Procure dei Tribunali dei minori per la messa in protezione del minore. In questi casi non è possibile non allontanare il minore e occorre predisporre un intervento congiunto e tempestivo" (servizi sanitari e sociali, congiunto in questo senso). Allorquando la condizione di psicopatologia evidente, chiara e riconosciuta dai genitori sia gravemente patologica e malgrado gli interventi massicci che vengono fatti in sostegno di queste situazioni, il servizio sociale aziendale di psicologia dell'ASL di Vercelli aggiunge: "In alcune situazioni, però, possono risultare non efficaci in quanto si presentino dinamiche relazionali, individuali, complesse e invischiate che non permettono al contesto familiare di utilizzare in modo proficuo degli interventi predisposti".
Potrei citarne altre, ma queste osservazioni mi sembrano sufficienti ma soprattutto voglio rivolgere un invito ad andare a rileggere quelle audizioni, che furono così sentite ed importanti ben due anni fa. Forse per il fatto di essere trasmesse in remoto non sono rimaste impresse, ma sono stampate, scritte e possono essere rilette.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Salizzoni per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il Consigliere Ravetti.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per dieci minuti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Imposto l'intervento in questo modo. Nella prima parte tenterò di prefigurare quello che molti di noi pensano rispetto all'organizzazione dei servizi sociali e dei servizi erogati dal sistema sanitario pubblico sul nostro territorio. In questo modo, riprendo anche un po' del lavoro che avevamo fatto qualche anno fa sulla necessità di distribuire uguaglianza diciamo così, sul territorio regionale piemontese, laddove i servizi hanno anche qualità differenti, che non sono la conseguenza di qualità professionali individuali, ma molte volte sono il frutto di una sequenza di scelte che gli amministratori hanno effettuato negli anni e che hanno determinato, per esempio, differenze numeriche.
Ovviamente ragiono con il criterio della proporzione del numero degli abitanti e del numero degli operatori, ma ci sono delle differenze sostanziali in alcuni territori del Piemonte paragonate ad altri, ma non solo. Presidente, lei sa - tanto quanto ne sono a conoscenza io e ancor più l'Assessore - che, a seconda del territorio piemontese in cui ci troviamo i servizi, oltre ad avere qualità differenti, hanno anche costi differenti.
Sa cosa determina questo? Che a parità di esigenze, un cittadino ha servizi differenti in Piemonte. Questo è un dato di fatto, è una verità, non è un punto di vista e so molto bene che è una verità condivisa anche dalla Giunta.
Credo che ritornare a discutere dell'esigenza di evitare disuguaglianze costruendo sistemi sociali e sanitari in grado di offrire medesimi livelli qualitativi possibilmente alti debba essere centrale soprattutto al tempo della sommatoria di crisi che il nostro Paese e la nostra regione vive e dove tutte le analisi e tutti gli istituti di ricerca dimostrano che da qui ai prossimi mesi gran parte della popolazione, anche quella non abituata a vivere momenti di difficoltà, a vivere nelle difficoltà, sarà invece costretta a ricercare, soprattutto nel sistema pubblico, le risposte necessarie per - la dico in questo modo - non diminuire il livello della dignità delle persone, delle loro dignità, della dignità che spesso, nei momenti di crisi, viene negata soprattutto a quella fascia di popolazione più in difficoltà.
Questo significa garantire - Assessore, sarà d'accordo con me - un numero adeguato di operatori sanitari nelle nostre aziende sanitarie. So che non è una sua competenza, ma nei momenti difficili le parti politiche condividono alcuni obiettivi e definiscono gli ordini delle priorità: chi è in maggioranza ha qualche priorità in più rispetto a chi è all'opposizione però ci si confronta su questo. Per esempio sulle politiche territoriali nel momento in cui discutiamo degli interventi sul PNRR, la Missione 6, le case di comunità, gli ospedali di comunità, lì ci saranno operatori sanitari, operatori socio-assistenziali che avranno almeno una base dove poter iniziare a leggere i bisogni della società. Si converrà che, oltre a esserci disuguaglianze territoriali rispetto al numero di operatori sanitari, abbiamo sia le Aziende sanitarie sia gli enti gestori delle politiche sociali che difettano di personale: manca personale.
Crediamo che la prima grande discussione che dovremmo fare prima di impostare gli obiettivi successivi e quindi di far programmazione, è essere certi che le nostre strutture abbiano un numero sufficiente di operatori in grado di garantire quei livelli minimi qualitativi dei servizi che vengono erogati. Siamo certi, Assessore, che questa discussione non è stata fatta neanche in Giunta, figuriamoci in Consiglio! Si dà per scontato che quel che c'è sia sufficiente.
Noi li definivamo i "distretti della coesione sociale": il tema non è il nome; il tema è provare ad avere un'idea. Ecco da dove vorremmo partire rispetto al futuro.
Assessore, negli ultimi quattro minuti che ho a disposizione non le chiederò di ritirare il suo provvedimento, perché è lo specchio del suo pensiero ed è lo specchio del pensiero della maggioranza; è il pensiero della destra sociale, perché voi siete questo. Noi lo diciamo nell'accezione negativa, però voi lo pensate realmente e state traducendo con una legge il vostro pensiero. Voi non volete altro: voi volete orientare e condizionare (in senso positivo, dal vostro punto di vista) le politiche che sono contenute in questo provvedimento. E siete per nulla interessati (lo avete dimostrato più che legittimamente, dal vostro punto di vista, perché siete coerenti con voi stessi) a tutto ciò che non solo noi sosteniamo, ma anche a tutto ciò il mondo là fuori vi sta dicendo; un mondo che voi considerate non sufficientemente in grado di svolgere un'analisi utile a migliorare le condizioni di quei cittadini di cui voi vi occupate con questo provvedimento. Questo è il tema.
Voi siete coerenti. Voi volete quella società. Voi siete questo.
Assessore, il nostro impegno - lo dico rivolgendomi al Presidente - non è quello di chiedervi di fermarvi, perché non vi fermerete: non avete una buona ragione per farlo, perché voi siete questo. Non potete fermarvi: siete esattamente quello che avete scritto; la società che volete è questa.
Presidente, l'impegno nostro, perlomeno di questa parte delle minoranze, è di chiamare tutto il Piemonte che non si riconosce in questo disegno di legge, che non si riconosce in questa lettura di società e che non vuole orientare le scelte in questo modo, a costruire un'alternativa perché noi abbiamo in mente un'altra società. Noi - l'ho detto nella prima parte dell'intervento - abbiamo in mente una società per cui, come si suol dire, "a ciascuno il suo mestiere". E il nostro mestiere è quello di mettere i professionisti, ciascuno per competenza, nelle condizioni migliori di assumere la scelta migliore rispetto a soggetti che meritano le risposte migliori che possono essere messe a disposizione in questo caso dalla Regione Piemonte.
D'ora in avanti, con le mie colleghe e con i miei colleghi dovremo preoccuparci molto di più non della società che vuole la destra, ma della società che vogliamo noi, che è diversa dalla loro; società che, nel dialogo che va ricostruito e rinnovato con il Piemonte, vogliamo dimostrare essere migliore, più inclusiva, più adatta alle esigenze di chi non ce la fa e più adatta anche alle esigenze di chi ha talento per continuare a farcela.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Ravetti per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Giaccone.
Prego, collega; ne ha facoltà per dieci minuti.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Sono numerosi gli elementi di perplessità che sono stati espressi in questi mesi e in questi anni di dialogo tra opposizione e maggioranza.
Voglio comunque entrare nel merito e dire che già dal titolo e dallo slogan che prefigura questa legge si riscontra un elemento di difficoltà e di inciampo. Infatti, la lingua e la parola hanno una funzione preformativa: orientano la realtà e la modificano. Nel momento in cui decidiamo di chiamare un provvedimento "Allontanamento zero" non pensiamo solamente a un obiettivo, ma pensiamo anche a un modo di perseguirlo.
Dal primo momento che mi sono avvicinato al testo di questa legge mi ha colpito il titolo, perché mi ricorda il concetto di "tolleranza zero", che è un'espressione che si riferisce a "zero gradi di flessibilità", cioè a comportamenti e atteggiamenti drastici e rigorosi. Una risoluzione a tolleranza zero significa affrontare la questione di un problema particolarmente delicato con rapidità e urgenza, stabilendo regolamenti rigorosi. Non è un caso che questo termine in paesi come Perù, Argentina e Messico sia legato a politiche di tolleranza zero per temi sensibili sull'opinione pubblica, come la guida in stato di ebbrezza, la tratta delle donne, il traffico di droga, la corruzione e così via. Questo patrimonio culturale, legato all'affermazione di base, presuppone, almeno nell'immaginario di una parte della nostra popolazione, una misura particolarmente repressiva, punitiva e intransigente, che voglia tagliare con le esperienze precedenti; atteggiamento che il più delle volte attacca il problema non tanto alla radice, ma solo nelle sue conseguenze.
C'è un'altra riflessione rispetto al titolo che voglio portare all'attenzione di quest'Aula: mi riferisco alla preoccupazione che nutrivo fin dal principio, quando, con l'Assessore, abbiamo provato a dialogare su quali potessero essere gli elementi di incontro sul merito di questa legge.
"Il messaggio che rischia di arrivare" - non sono parole mie, ma cito un magistrato che ha approfondito questo tema - "sia ai professionisti dei servizi sia alla popolazione è che gli allontanamenti debbano essere ridotti a zero perché ontologicamente sbagliati. Eppure esistono nella pratica situazioni in cui i genitori, anche non consapevolmente, tengono condotte pregiudizievoli per la prole e in cui la rottura della convivenza si configura dunque come soluzione necessaria per la tutela dell'integrità psicofisica della prole stessa. In conseguenza, se certo auspichiamo tutte e tutti che gli allontanamenti siano sempre meno numerosi e che si riesca a sostenere i nuclei di origine 'vulnerabili' prevenendo le separazioni appare irrealistico" - non lo dico io, ma un magistrato dell'ambito minorile - "pensare che possano essere esclusi del tutto. Ricordiamoci poi che l'esistenza di un dovere pubblico di ingerenza nella vita familiare del nucleo, anche mediante interventi invasivi come l'allontanamento, è stata una conquista degli Stati contemporanei ed è alla base del diritto minorile".
Sul fatto che non debba esserci una simmetricità tra i diritti della prole e dei minori e i diritti degli adulti tornerò più avanti. Ci sono almeno tre categorie di criticità in questa legge rimanendo nel merito, al di là degli aspetti ideologici.
La prima categoria riguarda l'impostazione generale. Purtroppo, il modo in cui è stata impostata la legge e il conseguente dibattito pubblico ha in qualche modo, sfiduciato il sistema dei servizi preposti a occuparsi dell'argomento. Questa è una cosa particolarmente grave, perché quel servizio è un patrimonio di tutti, è un bene di tutta la collettività. E che gli effetti di un dibattito particolarmente acceso siano stati negativi sulla dignità e anche sul fatto che potesse essere messo in dubbio il modo in cui questi professionisti - e parlo degli assistenti dei servizi sociali e dei magistrati ma anche delle famiglie, delle cooperative e delle tante associazioni che s'impegnano in questo senso - è senz'altro un residuo negativo di questa legge e di questo esperimento.
Il secondo aspetto nell'impostazione generale che ha profili critici è legato al fatto che la legge si rifà - l'avevo detto già nell'incipit di questo intervento - a una logica in base alla quale i figli sono dei genitori e che i loro diritti sono secondari a questi, quasi come se la lamentela e la sofferenza del genitore - assolutamente legittima e comprensibile - avesse una preponderanza e un maggior peso rispetto ai diritti individuali del minore, quando, invece, il nostro ordinamento li riconosce ormai da quarant'anni.
La seconda categoria di criticità è, invece, legata al metodo, cioè al modo in cui questi principi e questo modo di intendere il problema viene applicato. Su questo riporto i punti che il Comitato "Zero allontanamento zero" ha posto all'attenzione dell'Assessore e di chiunque dibatteva di quest'argomento. Ricordo che di questo Comitato fanno parte professionisti famiglie e associazioni tutte coinvolte nell'argomento.
Non è negando che esistono nuclei familiari in difficoltà che si tutelano i minori, cioè non è dicendo che non esistono famiglie che hanno problemi educativi che realmente tuteliamo i minori. Sicuramente dobbiamo accettare che la fragilità umana e le difficoltà di tante famiglie non siano la soluzione migliore per la crescita di quei minori.
Il secondo aspetto, riportato sempre dal Comitato, riguarda le malattie psichiatriche, le tossicodipendenze e gli altri disturbi che, purtroppo sono caratteristiche dei genitori di alcuni di questi minori. Sono problematiche che anche se si risolvono - e noi siamo in un'ottica positiva, cioè che ci sia tutto un sistema che li assiste e possa aiutare a risolverli - comunque hanno tempi di risoluzione lunghi. Di conseguenza, è inevitabile che, in alcune occasioni, nei periodi in cui i genitori devono risolvere le loro problematiche, i figli possano essere allontanati.
Altro aspetto che va chiarito e che, purtroppo, è stato anche oggetto di confronto e non sempre di chiarezza: i giudici decidono l'allontanamento dopo una valutazione approfondita e il confronto con gli altri professionisti della filiera.
Un ulteriore elemento è legato all'affido, che è una risorsa e come tale andrebbe vissuta. È una risorsa sia per il minore sia per la famiglia perché consente per un periodo di alleviare le fatiche della famiglia stessa e di consentirle di risolvere i problemi. Non è certamente un'appropriazione indebita o un ricercato vantaggio da parte di chi - e devo dire che ne conosco tanti - invece con sforzo, con fatica e spesso con assistenza minima per mancanza di risorse, si prendono carico di cammini e di percorsi del genere.
Da questo consegue che bisogna aumentare le risorse finanziarie per garantire gli interventi a sostegno, mentre in questo provvedimento non è prevista l'aggiunta di risorse particolarmente significative che riescano realmente a risolvere la mancanza alla radice.
Inoltre, c'è il tema, già enunciato più volte anche nel corso della mattinata, legato al sostegno economico. Sappiamo tutti - chi per averlo studiato, chi se ne occupa per averlo vissuto in prima persona - che i problemi di convivenza a rischio per i minori non si risolvono solamente con un sostegno economico, perché hanno diverse matrici. Sono, come tutti sappiamo, problemi di natura multifattoriale, che contengono sì le deprivazioni, ma insieme anche dipendenze, disagio psicologico, incapacità genitoriale, violenza assistita e così via. A detta di tutti gli esperti che se ne occupano, questi non sono mai motivi che si manifestano in maniera singola.
Infine, c'è una terza categoria di fragilità della legge, che è quella più pratica rispetto al merito della questione. È legata - e nuovamente non parlo per bocca mia ma per valutazione degli esperti - a un approccio standardizzato e rigido che, nella sostanza, rallenta e rende molto più difficoltosi gli affidamenti o la possibilità di togliere rapidamente il minore alla famiglia nei casi d'urgenza.
Mi riferisco alla durata semestrale del PEF, ma anche alla priorità all'affidamento familiare fino al quarto grado, che richiede un tracciamento e una ricerca che, se fatta in maniera vigile, è lenta e difficile, perché sappiamo che le geografie familiari sono piuttosto complesse. E non è neppure detto che i legami di sangue, come ha ricordato un collega questa mattina, garantiscano rapporti di maggior qualità dal punto di vista affettivo e dal punto di vista dell'idoneità all'accoglienza.
Ci sono altri profili di criticità, come la mediazione familiare e quella fondamentale cui ho fatto già riferimento, cioè la mancanza di risorse.
Concludo, Presidente, dicendo che in questo provvedimento ci sono molte evidenze - e di questo siamo rattristati e colpiti - di criticità formali e sostanziali. Il rimpianto non è solo e tanto per gli aspetti formali quanto per una legge, secondo noi, non necessaria in questa formula e sbagliata nell'applicazione, che riverserà i suoi effetti negativi sul sistema di assistenza, che già esiste e fa fatica a lavorare, ma soprattutto sui minori dei quali si occupa.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Giaccone per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Stecco; ne ha facoltà per dieci minuti.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Avevo piacere di intervenire anch'io nella discussione generale su questo disegno di legge "Allontanamento zero", perché sono state dette delle cose che, secondo me, non corrispondono a verità, per cui volevo riportare, in modo pacato, ma anche preciso, i contorni dell'iter che ci ha portati oggi a discutere e ad analizzare il problema.
Avendo sentito parlare di onestà intellettuale, di umiltà e di capacità di ascolto, ricordo che sono doti che credo debbano essere di tutti noi, in qualsiasi banco siamo seduti. Quando viene sollevato il problema, il 4 ottobre 2019, in Aula e viene proposta dall'attuale Assessore Marrone l'attivazione di una Commissione d'indagine conoscitiva (votata l'8 ottobre in Consiglio regionale), non c'è stata un'approvazione con voto favorevole da parte della minoranza.
La deliberazione è stata approvata ed è stato permesso di fare un importante approfondimento che tutti hanno poi detto essere stato un percorso importante (la stessa minoranza) per acquisire informazioni relative al sistema regionale piemontese di segnalazione e presa in carico di abusi e maltrattamenti a danni di minore, nonché per capire i criteri di allontanamento e di collocazione in comunità residenziali.
Capire le cose e misurarle è sempre molto importante e il fatto di non volerlo fare lascia un po' perplessi. Se si propone di analizzare un problema, si può dire "no, non sono favorevole"; certo, c'è la dialettica politica, la proposta è di una parte politica, l'altra parte è la controparte e magari non vuole dare soddisfazione. Però, quando parliamo di capacità di ascolto, di umiltà e di analisi delle situazioni, occorre anche parlare di questo: c'è chi ha voluto fare un approfondimento? È vero che poi, alla fine delle tredici audizioni, è stata fatta una relazione di minoranza con una posizione diversa e una relazione di maggioranza, che è quella approvata dal Consiglio regionale, però anche nella relazione di minoranza era scritto che ci sono cose da rivedere e da sistemare.
Questo è il punto. Posso relativamente capire, per essere qui con voi che esistono aspetti ideologici e di posizione, però che questo tema non andasse analizzato non sono d'accordo. Sono emersi spunti molto importanti bene espressi dalla mia collega Zambaia, ma ricordo che la relazione finale approvata dice cose anche di buonsenso: va rivisto, nel complesso, tutto il sistema; vanno potenziate le Commissioni di vigilanza o, comunque, va dato loro un coordinamento; si parla di un potenziamento delle risorse fino ad allora mancanti - su questo concordano anche i colleghi di minoranza intervenuti anche poco fa - e si punta verso la creazione - cosa che poi è stato fatta - un osservatorio.
Le risorse non sono solo quelle indicate nella legge, c'è anche il piano '21-'28, portato avanti dall'Assessorato, che prevede tantissime risorse a disposizione di questo capitolo. Quindi non si tratta solamente di quello contenuto nella legge, ma c'è una serie di provvedimenti circostanti, nell'attività della Giunta, che si possono tracciare e ritrovare. Infine, l'omogeneizzazione dei dati e, ovviamente, il ridisegnare il sistema.
Che questo sistema andasse perfettamente com'era prima, credo che non fosse vero e lo testimoniano la relazione di minoranza e di maggioranza.
Credo che non si possa dire che la relazione di maggioranza abbia volutamente nascosto e occultato delle parti, com'è stato detto, prendendo solamente la parte che potesse interessare più un lato che l'altro. Quanto contenuto nella relazione di maggioranza è esattamente quello che emergerà al di là degli aspetti ideologici e di posizione, da un po' tutte le relazioni fatte. In effetti, se andiamo a vedere chi rappresenta le famiglie affidatarie o le famiglie numerose, ci dicono che il sistema va migliorato.
Pertanto, non farlo o non averlo fatto sarebbe stato un grandissimo errore. Se fossimo rimasti impantanati o non avessimo avuto i numeri come maggioranza, non avremmo mai avuto queste relazioni e questi approfondimenti, né in un senso né nell'altro. Questo solo per circoscrivere l'ambito in cui abbiamo lavorato, dal 2019 al 2020, peraltro anche con difficoltà per il fatto di essere anche in piena pandemia; sono stati proposti dei miglioramenti, alcuni dei quali avvengono attraverso provvedimenti di Giunta esterni, altri passano attraverso l'attività legislativa.
Questo mi premeva dire, anche per una questione di correttezza nei confronti dei contenuti emersi finora.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Stecco.
Se non ci sono altre richieste d'intervento in discussione generale prima di chiudere la discussione generale chiedo se la Giunta intende intervenire.
Non essendoci richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Prima di passare all'esame dell'articolato, ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, sull'ordine dei lavori.
Come maggioranza, chiediamo la sospensione dei lavori per procedere a una Conferenza dei Capigruppo. Credo che conosciate la volontà, o la comprenderete, di contingentare il testo, però sarà motivo di discussione in sede di Capigruppo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Prego, Consigliere Gallo, sull'ordine dei lavori.



GALLO Raffaele

Presidente, durante gli ultimi interventi ero fuori dall'aula e quindi non li ho ascoltati. Tuttavia, prima di procedere alla Conferenza dei Capigruppo, che mi pare convocata con un preciso intento (ci dispiace se sarà quella la direzione), voglio rilevare che abbiamo fatto 18 interventi in discussione generale, siamo entrati nel merito, abbiamo parlato di posizioni chiare e abbiamo fatto delle critiche nel merito al disegno di legge.
Pertanto, prima di chiudere la discussione, gradiremmo almeno una risposta da parte dell'Assessore o la possibilità di interloquire per capire insieme cosa pensa lei di tutto quello che abbiamo sollevato noi.
Ce lo aspettiamo, Presidente, ma non vedo l'Assessore in aula, quindi suggerisco di chiudere la seduta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Ci sono altre richieste d'intervento sull'ordine dei lavori? Ricordo che la Giunta è ben rappresentata da vari Assessori. Sono presenti il Vicepresidente Carosso, l'Assessore Protopapa e, non ultimo l'Assessore Marrone, che riceve gli applausi dell'Aula per il suo incessante lavoro su questo provvedimento.
Poiché la Giunta non chiede di replicare agli interventi dei Consiglieri, sospenderei i lavori d'Aula e convocherei la Conferenza dei Capigruppo in Sala A.



(Commenti del Consigliere Gallo)



PRESIDENTE

La Presidenza non può obbligare la Giunta a intervenire, è una sua facoltà. Il Regolamento prevede che la Presidenza chieda alla Giunta se vuole intervenire; la Giunta adesso non intende intervenire, eventualmente daremo la parola alla Giunta se intende intervenire dopo la Conferenza dei Capigruppo.
Sospendiamo la seduta e convochiamo una Conferenza dei Capigruppo in sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.34, riprende alle ore 16.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Avevamo sospeso la seduta con la chiusura della discussione generale.
Il Capogruppo Preioni aveva chiesto la convocazione di una Conferenza dei Capigruppo, durante la quale è stato richiesto il contingentamento relativamente al disegno di legge n. 64.
La tabella relativa ai tempi prescritti per ogni Gruppo è caricata nella sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula".
Vi sono richieste d'intervento in merito? Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente: capisco che lei si comporti come se ormai il contingentamento fosse un atto d'ufficio, però è francamente inaccettabile che su ogni provvedimento su cui persiste una contrapposizione tra maggioranza e opposizione voi arriviate sempre a chiedere il contingentamento, che sostanzialmente significa porre la fiducia sul provvedimento e mettere il bavaglio alle opposizioni.
Noi abbiamo discusso tre giorni di fila e non ci avete degnato neanche di una risposta, non ci avete neanche ascoltato. Oggi applicate nuovamente il contingentamento senza dirci neanche cosa pensate di quello che vi abbiamo detto.
Siccome il contingentamento bloccherà i lavori delle opposizioni perché si spalmano le ore che rimangono sulle votazioni, con un tempo definito che non ci permettete di andare avanti col lavoro - magari approverete questo provvedimento perché in quest'Aula sarete ancora maggioranza per qualche mese; ma là fuori, su questo provvedimento come su altri, sarete minoranza e c'è una nuova sensibilità contro questo provvedimento.
Vi dirò in più: quando torneremo a governare nel 2004, questo sarà il primo punto del nostro programma; lo cancelleremo e modificheremo la legge statene sicuri!



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Incassiamo l'ennesimo bavaglio che decidete di mettere alle opposizioni. Mettere un bavaglio dopo aver risposto alle nostre sollecitazioni avrebbe avuto un senso, ma voi state in silenzio e imbavagliate chi ha qualcosa da dire, questo è il fatto ridicolo.
Abbiamo fatto interventi di 15 minuti ciascuno, tutti nel merito toccando ogni articolo, toccando ogni punto. Ma a questi 15 minuti d'intervento a testa avete risposto con il silenzio.
Avevamo posto delle semplici domande. Avete detto, ad esempio, di voler dare degli aiuti economici alle famiglie in difficoltà, e noi vi abbiamo chiesto un chiarimento in merito. Perché su questa legge, in realtà, se andiamo a vedere la norma finanziaria, non avete messo un euro! Ci avete detto che vogliamo smantellare e distruggere le famiglie: leggo sulla pagina dell'Assessore Marrone che ci sono addirittura dei "nemici della vita" (peraltro, non so se si riferisse alle opposizioni di quest'Aula), quindi ci prendiamo anche tutte le etichette di questo mondo e dobbiamo pure stare zitti! A mio avviso, avete sbagliato nome, perch anziché chiamarla "Allontanamento zero", questa legge dovevate chiamarla "Finanziamento zero". Evidentemente, avete finito il "fondo marchetta" con gli ultimi contributi alle associazioni antiabortiste, o sbaglio? Anzi, in realtà il "fondo marchetta" lo avete esaurito con il bilancio di previsione, perché anche lì troviamo dei finanziamenti assai poco interessanti.
Detto questo, incasso il vostro bavaglio e prendo atto che non avete alcuna argomentazione - non le avete mai avute! - per portare a casa le vostre leggi: sono marchette ideologiche! Ne prendiamo atto e saremo qui a votare tutti i nostri emendamenti, dal primo all'ultimo. Ma diciamo: "Vergogna!".



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Credo che sia gravissimo - a maggior ragione considerato l'iter prolungato di questo disegno di legge - che la maggioranza si sottragga a un confronto dettagliato sul merito degli emendamenti.
Dietro questi emendamenti c'è stato un lavoro fatto in parte in Aula in parte in Commissione, ma molto là fuori, nella società, con i corpi intermedi, le associazioni, le espressioni migliori della società piemontese. Voi non state contingentando le minoranze: voi state chiudendo la porta al dialogo con la società civile piemontese, questo dev'essere chiaro! Perché questi emendamenti non derivano solo dallo studio dei Consiglieri di minoranza: derivano da un confronto serrato con chi tutti i giorni, spesso a titolo gratuito e con un'opera di grande generosità e volontariato, si occupa dei minori più fragili.
State chiudendo la porta a queste realtà e il conto, presto o tardi arriverà. Ci avete aiutato a scrivere il primo pezzo del programma con il quale torneremo al governo della Regione Piemonte nel 2024!



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato questi caldi e veementi interventi dei colleghi dell'opposizione e, a differenza loro, le porgo invece i complimenti: bravo Presidente, perché ha accettato la proposta della maggioranza, la maggioranza del Consiglio regionale e la maggioranza dei piemontesi (perché, altrimenti, saremmo dall'altra parte; invece, se siamo qui, è perché governiamo noi) di velocizzare i tempi.
Consigliere Gallo, avete detto che vi abbiamo messo il bavaglio quando avete parlato e annoiato quest'Aula per tre giorni, Quindi questo contingentamento serve per dare una risposta veloce...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, scusate!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, scusate! Consiglieri! Consigliere Gallo!



BONGIOANNI Paolo

E vi siete annoiati pure voi! Collega Gallo, lei fa questa previsione ottimistica di tornare al governo regionale nel 2024: alla luce di quello che è successo il 25 settembre - le chiedo, quindi, di andare a rileggere i dati scaturiti delle azioni politiche! - credo che quel 2024 dovrete traslarlo al 2034.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo a tutti il rispetto reciproco negli interventi.
Vi sono altre richieste d'intervento sull'ordine dei lavori? GALLO Raffaele (fuori microfono) Presidente, chiedo la parola.



PRESIDENTE

Consigliere Gallo, è già intervenuto sull'ordine dei lavori.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente, intervengo per fatto personale, dato che il Consigliere Bongioanni dice che l'abbiamo annoiato - parlo a nome di tutto il Gruppo del PD - con i nostri argomenti e le nostre puntualizzazione sul vostro disegno di legge.
Presidente, chiedo se anche lei si è annoiato ad ascoltarci. Perch siamo in quest'Aula per raccontare le nostre idee, anche se sono diverse da quelle di chi è temporaneamente in maggioranza.
Presidente, però mi dia una risposta.



PRESIDENTE

No, non mi sono annoiato, se vuole saperlo. Poi ciascuno ha una sensibilità diversa e magari non ha trovato piacevoli gli interventi della discussione generale e gli interventi ostruzionistici che sono stati svolti la scorsa settimana. Il Capogruppo Bongiovanni ha espresso, in modo assolutamente legittimo e democratico, che ci dev'essere rispetto istituzionale.



(Commenti della Consigliera Disabato)



PRESIDENTE

Consigliera Disabato, adesso sto intervenendo io. Se vuole interrompermi, me lo dice chiaramente, sospendiamo i lavori dell'Aula e facciamo altro. Se mi fa concludere, possiamo proseguire l'iter del disegno di legge n. 64.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Quando il Consigliere Bongioanni interviene in questo modo, vuol dire che, forse, il Capogruppo di Fratelli d'Italia è un po' irritato, perch magari voleva essere da un'altra parte; magari voleva avere un ruolo diverso da quello di Consigliere regionale. Di conseguenza, capisco che il Consigliere Bongioanni abbia un vigore maggiore, perché magari si sente un po' chiuso in quest'Aula e voleva essere in un'altra Aula un po' più grande.
Però, Presidente, il Consigliere Bongioanni le ha fatto i complimenti e penso che questo sia un grande errore. Lo dico a lei, ma lo dico soprattutto all'Assessora Caucino, perché credo che, al netto di chi si è annoiato o meno, se ci sono degli interventi non ostruzionistici, ma di contenuto rispetto a questo disegno di legge, ci dev'essere almeno di fondo l'onestà intellettuale - e lo ribadisco al Consigliere Stecco, che ora non è presente - di rispondere nei contenuti.
Invece voi avete ascoltato un'opposizione che ha fatto una quindicina di interventi, entrando nel merito della proposta. Sì, siamo entrati nel merito, poi magari lei non lo condivide, ma nel rispetto dell'Aula ci stava che, negli ultimi cinque minuti dell'ultimo intervento, l'Assessora chiarisse definitivamente le motivazione del no.
Sono passati tre anni, durante i quali abbiamo provato a interloquire con lei e qualche volta alcune parti della maggioranza avevano dichiarato di condividere alcuni nostri emendamenti e contenuti. Ma all'interno della maggioranza c'era evidentemente un conflitto, che è stato imbavagliato quindi avete deciso di non rispondere ai contenuti che, ripeto, erano condivisi anche da alcune parti della sua maggioranza.
Sarebbe stato istituzionalmente corretto intervenire alla fine della discussione generale, per dire che cosa non andava dei nostri interventi.
Invece no: silenzio, come in tutte le altre leggi che avete proposto e che avete portato a termine esclusivamente con lo stesso strumento, il contingentamento. Non avete dato risposte e avete fatto questa scelta perché non avete voglia di discutere e di confrontare le vostre idee.
Caro Consigliere Bongioanni, non siete soli, siete la maggioranza e la maggioranza non è la totalità. Poi magari qualche altro leader politico internazionale vicino ad alcuni di voi, invece, concepisce significativamente che la maggioranza è la totalità del pensiero, ma non è così.
Abbiamo bisogno di capire, anche perché i piemontesi, da un'Aula ufficiale come quella del Consiglio regionale, si aspettavano qualche risposta alle nostre domande. Ma voi continuate a dimostrare, come avete sempre fatto in questi tre anni, che quest'Aula è un orpello fastidioso che dovete sopportare. Questa è la vostra idea di democrazia e di pubblica istituzione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste d'intervento, proseguiamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 2) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 458) presentato da Frediani, Bertola, Gallo Grimaldi, Rossi, Gallo, Valle, Sarno, Canalis, Giaccone, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 459) presentato da Frediani, Bertola, Gallo Grimaldi, Rossi, Gallo, Valle, Sarno, Canalis, Giaccone, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 38) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 140) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 38) e n. 140) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 39) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 148) presentato Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 145) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 144) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 150) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 147) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 154) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 146) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 149) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 142) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 143) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 151) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 152) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 141) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 153) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 40) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 156) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 40) e n. 156) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 155) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 1) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 454) presentato da Preioni.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento n. 454) è stato ritirato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 459) presentato da Frediani, Bertola, Gallo Grimaldi, Rossi, Gallo, Valle, Sarno, Canalis, Giaccone, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 474) presentato da Preioni, Ruzzola, Bongioanni.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 41) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 157) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 41) e n. 157) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 2) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 42) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 158) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 2), n. 42) e n. 158) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 475) presentato da Preioni, Ruzzola, Bongioanni.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Vi sono Consiglieri che vogliono intervenire sugli emendamenti? Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Posso illustrare l'emendamento rubricato n. 1)?



PRESIDENTE

Prego.



CANALIS Monica

Vorrei illustrare l'emendamento rubricato n. 1) all'articolo 1, comma 2, che riguarda, in particolare, il tema dell'ascolto del minore nel processo di definizione del progetto di sostegno alla sua famiglia.
Noi abbiamo proposto di aggiungere una locuzione che valorizza i bisogni che il minore può esprimere nella fase di ascolto, ma valorizza i suoi bisogni più che la sua volontà, proprio perché trattandosi di un minore, non può essere il minore autonomamente a decidere rispetto all'allontanamento o rispetto alla permanenza nella sua famiglia, ma è corretto e importante che ci sia questa fase di ascolto.
La decisione delle autorità giudiziarie, sociali e sanitarie non pu dipendere automaticamente dalla richiesta del minore. Come ha ricordato la Garante nazionale per l'infanzia, audita alla Camera in occasione della riforma della giustizia minorile, l'ascolto non è finalizzato a trarre elementi da utilizzare in favore o in danno di una o dell'altra parte, ma deve servire a capire come sta il minore e quali sono le sue esigenze.
Pertanto, è finalizzato a capire quali sono le sue condizioni, il suo stato di salute e il suo stato psicologico.
Per questo, abbiamo proposto la seguente locuzione: "La persona minore di età in considerazione dell'età e della sua fase di sviluppo cognitivo deve essere ascoltata con riferimento agli interventi pianificati e proposti dai servizi sociali e sanitari rispetto alla sua tutela e alla sua crescita, in quanto ha diritto alla valorizzazione delle proprie capacità di comprensione e alla espressione dei propri bisogni, in modo consono alle sue capacità".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Altri Consiglieri intendono illustrare gli emendamenti? Prego, Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno dell'emendamento, per far capire ancora meglio l'errore che state commettendo.
L'emendamento racconta, come ha ben specificato la collega Canalis, il tema dell'ascolto del minore, che è centrale, ma va accompagnato e raccontato rispetto alla situazione generale della sua vita. Ecco perch l'ascolto deve andare di pari passo con la pianificazione e il tema dello sviluppo del minore, ovviamente in collaborazione con i servizi sociali e sanitari, proprio perché questi danno la possibilità di capire meglio come tutelare la crescita del minore, e non solo.
Questo primo emendamento è davvero esemplificativo dell'elemento che questo disegno di legge ribalta, con il quale si può andare a costruire un percorso di affido: ascoltare semplicemente il minore in quanto tale, senza una collaborazione e un percorso di accompagnamento, sarebbe parziale.
Pertanto, un affidamento non può partire esclusivamente da quell'elemento.
Ecco perché nell'emendamento c'è davvero la centralità di quello che per noi è il contesto e il modo opportuno con cui si sta e si deve sempre meglio operare, contrariamente a quello che questo disegno di legge invece fa, ribaltando il termine di ascolto del minore stesso.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Prego, Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Vorrei illustrare l'emendamento n. 2), che riguarda il comma 4 dell'articolo 1.
Il comma 4 recita, nella versione originale del testo: "Per genitori si intendono le figure parentali o i titolari della responsabilità parentale".
Durante le audizioni avvenute nei mesi di novembre e dicembre 2021 dell'associazione di famiglie affidatarie, della Procuratrice del Tribunale per i minori del Piemonte e Valle d'Aosta, dell'Ordine degli assistenti sociali e del coordinamento dei consorzi socio-assistenziali del Piemonte è emerso che la definizione presente nel comma 4) non corrisponde a quanto contenuto nel Codice Civile italiano e, pertanto, sarebbe in contrasto con il nostro ordinamento.
Con l'emendamento n. 2) proponiamo di sopprimere per intero il comma 4), proprio perché giuridicamente difforme da quanto previsto dall'ordinamento italiano.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ho due emendamenti, il n. 458) e il n. 459), tra l'altro ripresi dal lavoro svolto con l'Assessore Caucino durante il confronto in Commissione quindi credo che potrebbero trovare anche una condivisione da parte della Giunta.
Il primo emendamento, in particolare, riprende quanto già detto dai colleghi del PD in riferimento all'ascolto del minore, dando valore anche alla sua sensibilità e al suo punto di vista, interloquendo con lo stesso senza dare l'impressione di calare le decisioni dall'alto senza la dovuta fase di ascolto, considerando il contesto in cui il minore si trova a vivere.
Occorre comprendere le sue sensazioni e, soprattutto, cogliere la sua volontà, quindi considerando anche l'età e la fase di sviluppo cognitivo del minore.
Il secondo emendamento va a sostituire il comma 1) dell'articolo 1. In particolare, andiamo a definire i riferimenti ai parenti fino al quarto grado, ove disponibili e in condizioni idonee ad assumersi la responsabilità del minore. Non basta, come abbiamo più volte ribadito durante le precedenti discussioni, il legame di sangue: i parenti devono essere figure idonee e capaci di farsi carico delle esigenze del minore oltre a offrire un ambiente che sappia dare al minore sostegno e soprattutto, affetto.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi altre richieste d'intervento sull'illustrazione degli emendamenti, chiedo alla Giunta di esprimere il proprio parere sugli emendamenti.
Prego, Assessore.



CAUCINO Chiara, Assessore all'infanzia, genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino

Il parere della Giunta regionale è contrario.



PRESIDENTE

Su tutti gli emendamenti il parere è contrario?



CAUCINO Chiara, Assessore all'infanzia, genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino

No. Il parere è contrario per tutti, tranne quello sottoscritto dai Capigruppo di maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 474) a prima firma Preioni?



CAUCINO Chiara, Assessore all'infanzia, genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino

Sì.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Rispetto all'articolo 1, sono quattro i punti su cui ci siamo soffermati.
Il primo riguarda la dicitura "famiglia d'origine" scritta nel comma 1). Ci pare un'espressione pletorica; sarebbe sufficiente esprimersi con l'espressione "propria famiglia", come già accade nella legge nazionale 184/1983, alla quale una legge regionale dovrebbe aderire in maniera precisa.
Secondo, l'insistenza, che inizia proprio dal primo comma dell'articolo 1, sulla ricerca del quarto grado di parentela. Se si andasse a fare una ricerca sui parenti fino al quarto grado, sappiamo bene che potrebbero essere necessari molti mesi, molti di più di quelli necessari per rispettare i bisogni del minore. C'è questa esasperata sottolineatura quasi un'esaltazione assolutistica, del legame di sangue a detrimento senza che sia contemperato con una definizione della idoneità della figura adulta, oltre che della figura parente.
Il quarto comma è in difformità con la norma nazionale, quindi a tal fine noi saremmo intervenuti a correggere con un emendamento puntuale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendovi altre richieste d'intervento, mettiamo in votazione gli emendamenti sull'articolo 1.
Ricordo che il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38), identico all'emendamento rubricato n. 140), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 458), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 148), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 145), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 144), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 150), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 147), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 154), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 146), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 149), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 142), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 143), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 151), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 152), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 141), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 153), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), identico all'emendamento rubricato n. 156), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 155), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 459), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 474), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41), identico all'emendamento rubricato n. 157), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), identico all'emendamento rubricato n. 42), identico all'emendamento rubricato n.
158), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 475), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 3) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 4) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 159) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 43) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 43) e n. 159) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 44) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 166) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 44) e n. 166) sono di identico contenuto.
L'emendamento rubricato n. 184) è inammissibile.
L'emendamento rubricato n. 188) è inammissibile.
Emendamento rubricato n. 160) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 167) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 168) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 169) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 163) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 170) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 163) e n. 170) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 171) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 172) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 165) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 183) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 161) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 164) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 162) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 173) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 175) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 176) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 177) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 178) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 179) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 180) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 181) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 182) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 174) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 419) è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 477) presentato da Preioni, Ruzzola, Bongioanni.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 45) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 186) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 45) e n. 186) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 476) presentato da Preioni, Ruzzola, Bongioanni.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 187) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 185) è inammissibile.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 46) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 195) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 46) e n. 195) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 192) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 196) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 189) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 5) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 193) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 191) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 194) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 190) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 418) è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 478) presentato da Preioni, Ruzzola, Bongioanni.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis per l'illustrazione degli emendamenti rubricati n. 39 e n.4); ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Non vorrei annoiare, Presidente, non so se è possibile intervenire.
A parte le battute, vorrei illustrare due degli emendamenti che riguardano l'articolo 2, in particolare l'emendamento n. 3) e l'emendamento n. 4).
L'emendamento rubricato n. 3) riguarda il comma 1) di questo articolo.
Più volte ci siamo soffermati sulle nostre perplessità rispetto alla rigidità del progetto educativo familiare. Fermo restando che già attualmente i servizi sociali e le Commissioni multidisciplinari delle ASL attuano progetti a sostegno della famiglia, siamo però contrari alla previsione di una durata standardizzata e fissa, non personalizzata e non misurata alle esigenze specifiche di quel nucleo familiare.
Inoltre, abbiamo dubbi sull'espressione "costruito con la famiglia" come se fosse sempre possibile costruire un progetto con il consenso dei genitori. Sappiamo che, purtroppo, talvolta questo non è possibile, proprio per la situazione problematica che i genitori stanno attraversando.
L'altro aspetto che contestiamo è l'espressione "che abbia almeno la durata semestrale". Già oggi i progetti hanno una durata molto più che semestrale, però possono esserci casistiche in cui il progetto deve durare molto meno, per salvaguardare l'incolumità e il benessere del minore.
La formulazione che proponiamo, in sostituzione del comma 1) è la seguente: "Al fine di tutelare l'interesse psicofisico del minore, qualora non sussistano gravi condizioni che rendano necessario l'allontanamento gli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali devono predisporre tramite i propri servizi e in collaborazione con i servizi sanitari specializzati, programmi integrati per ciascun minore in difficoltà, tesi a ridurre e rimuovere le condizioni di disagio individuale, familiare e sociale e a promuovere la valorizzazione e il sostegno delle funzioni genitoriali. Tali programmi sono soggetti a una verifica periodica semestrale", quindi anche noi abbiamo introdotto la semestralità, ma per la valutazione e la verifica.
L'emendamento rubricato n. 4) riguarda il comma 2 dell'articolo 2 quello in cui si prevedono le tipologie d'intervento che vengono messe in atto per accompagnare e sostenere la famiglia, quindi l'assistenza socio educativa territoriale, quella domiciliare, l'assistenza economica e quella legata alla socializzazione. Noi proponiamo un'aggiunta, il comma 2 bis che recita: "Tra gli opportuni interventi di sostegno figurano gli interventi nel settore dei servizi primari come, ad esempio, la priorità di accesso e l'accesso facilitato nei servizi educativi di collocamento lavorativo-abitativo".
Riteniamo, infatti, che assistere i genitori in difficoltà nel percorso di accesso al lavoro, all'abitazione e anche nel percorso di frequenza della scuola possa essere uno strumento molto efficace per prevenire il disagio dei minori che fanno parte di quel nucleo familiare. Sostenere i genitori che, magari, hanno una minor consuetudine, una minor facilità a districarsi o ad accedere a questi servizi pubblici di vario genere.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Ci sono altre richieste d'intervento sull'illustrazione degli emendamenti sull'articolo 2? La parola all'Assessore Caucino per il parere della Giunta sugli emendamenti all'articolo 2.



CAUCINO Chiara, Assessore all'infanzia, genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino

Parere favorevole sugli emendamenti rubricati n. 477), n. 476) e n.
478) e parere contrario sui restanti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Caucino.
Vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto sugli emendamenti? Passiamo alle votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43), identico all'emendamento rubricato n. 159), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44), identico all'emendamento rubricato n. 166), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 184) e n. 188) sono inammissibili.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 160), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 167), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 168), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 169), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 163), identico all'emendamento rubricato n. 170), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 171), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 172), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 165), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 183), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 161), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 164), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 162), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 173), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 175), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 176), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 177), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 178), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 179), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 180), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 181), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 182), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 174), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 419) è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 477), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 45), identico all'emendamento rubricato n. 186), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 476), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 187), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 185) è inammissibile.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 46), identico all'emendamento rubricato n. 195), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 192), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 196), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 189), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 193), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 191), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 194), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 190), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 418) è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 478), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Scusate, interrompo la votazione per un chiarimento tecnico.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.33, riprende alle ore 18.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo con l'iter del disegno di legge n. 64.
Eravamo alla votazione dell'emendamento n. 478), su cui era stata chiesta una sospensione per una correzione lessicale.
Se sono tutti d'accordo, all'emendamento n. 478), "Particolare attenzione va posta nei confronti dei minori con disabilità o con disturbi del comportamento, al loro diritto e fruizione delle cure sanitarie di partecipazione alla vita scolastica in generale ed al particolare bisogno di sostegno delle loro famiglie", viene accettata la formulazione più corretta nella forma: al posto di "e" viene inserita la parola "di".
Pertanto, la nuova formazione è la seguente: "Particolare attenzione va posta nei confronti dei minori con disabilità o con disturbi del comportamento al loro diritto di fruizione delle cure sanitarie di partecipazione alla vita scolastica generale e al particolare bisogno di sostegno delle loro famiglie".
Procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 478), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



AVETTA Alberto

Presidente, può aggiungere il mio voto contrario? Grazie.



PRESIDENTE

Segnaliamo per il verbale anche il voto contrario dei Consiglieri Avetta, Gallo, Sacco e Disabato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente, colgo l'occasione, poiché domani saremo ancora qui per continuare questo lavoro, per ricordare che per la seduta di domani sono state calendarizzate le interrogazioni.
Sono circa sei mesi che ogni volta che si calendarizzano le interrogazioni non date alcuna risposta o, come in questo caso, è arrivata la disponibilità della Giunta a rispondere a una risposta su 200 interrogazioni inevase e arretrate (peraltro con risposta scritta). Capisco tutto, Presidente, ma ci contingentate i tempi, non ci rispondete, non ci fate discutere, non rispondete alle interrogazioni, vi annoiate ad ascoltare le cose che dicono le opposizioni. Capisco che avete vinto il 25 settembre, colleghi di Fratelli d'Italia, ma la politica.
No, non va bene in questo modo, Presidente.
Colgo l'occasione di essere in aula - e lo dico anche pubblicamente dato che nelle Conferenza dei Capigruppo lo ripetiamo da mesi e da settimane - per annunciare che se su tutti i provvedimenti dobbiamo bloccare i lavori del Consiglio per avere delle risposte sulle interrogazioni, ditecelo, così ci attrezziamo per le prossime settimane!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
La Giunta è rappresentata da vari esponenti che hanno ascoltato per cui, per correttezza, vedete se è possibile trovare un'intesa fra maggioranza e opposizione. Il punto sarà comunque discusso nella prossima Conferenza dei Capigruppo, proprio per cercare di trovare una soluzione.
Se non vi sono altre richieste d'intervento sull'ordine dei lavori proseguiamo con l'esame dell'articolo 3.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 7) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 8) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 9) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 10) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 47) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 197) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 47) e n. 197) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 7) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 55) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 7) e n. 55) sono di identico contenuto.
L'emendamento rubricato n. 420) è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 479) presentato da Preioni, Ruzzola, Bongioanni.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 479.1) presentato da Preioni, Ruzzola, Bongioanni.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 198) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 199) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 200) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 48) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 233) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 48) e n. 233) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 201) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 203) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 232) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 49) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 234) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 49) e n. 234) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 211) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 49) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 234) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 49) e n. 234) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 211) presentato da Canalis (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 213) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 214) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 212) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 481) presentato da Preioni, Ruzzola, Bongioanni.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 8) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 480) presentato da Preioni, Ruzzola, Bongioanni.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 50) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 235) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 50) e n. 235) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 210) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 209) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 51) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 236) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 51) e n. 236) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 225) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 52) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 237) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 52) e n. 237) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 202) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 229) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 215) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 216) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 226) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 218) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 219) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 220) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 221) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 222) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 220), n. 221) e n. 222) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 231) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 230) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 217) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 227) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 228) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 53) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 238) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 53) e n. 238) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 204) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 224) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 54) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 239) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Gli emendamenti rubricati n. 54) e n. 239) sono di identico contenuto.
Emendamento rubricato n. 10) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 56) presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Avetta, Rossi, Marello, Gallo, Canalis, Ravetti, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 205) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 206) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 223) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 208) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 207) presentato da Canalis, Gallo, Avetta Chiamparino, Marello, Ravetti, Rossi, Salizzoni, Sarno, Valle, Accossato.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Qualche Consigliere chiede di intervenire per l'illustrazione degli emendamenti? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Vorrei illustrare gli emendamenti rubricati n. 7), n. 8), n. 9) e n.
10).
L'emendamento rubricato n. 7) propone di sopprimere le parole "per evitare la separazione dei minori dalla famiglia e dal contesto di origine al comma 1 dell'articolo 3". Riteniamo, infatti, che tale espressione sia pletorica rispetto al testo successivo, in cui più volte si ripete l'obiettivo di prevenire gli allontanamenti, quindi ci pare un'espressione assolutamente evitabile.
Il secondo emendamento che vorrei illustrare è quello rubricato n. 8) che propone, dopo la lettera b) del comma 1 dell'articolo 3, di inserire il comma b) bis: "Potenziare nelle situazioni in cui non sia possibile ricorrere agli interventi di cui ai precedenti punti a) e b) i progetti di affido flessibili e modulabili sulle necessità dei minori e della sua famiglia".
L'emendamento rubricato n. 9) sull'articolo 3 propone di sostituire la lettera c) del comma 1 dell'articolo 3 con l'espressione: "Sviluppare l'affidamento familiare consensuale come strumento di aiuto alle famiglie di origine". L'obiettivo di quest'emendamento è di incentivare gli affidamenti familiari consensuali che, come abbiamo visto questa mattina sono già discretamente presenti in Piemonte, realizzati d'intesa con le famiglie d'origine, in alternativa agli inserimenti in struttura.
Infine, l'emendamento rubricato n. 10) riguarda la lettera g) del comma 1 dell'articolo e proponiamo di sostituirlo con le seguenti parole: "Garantire il rientro del minore nella famiglia d'origine, qualora ne esistano le condizioni, alla luce degli interventi di sostegno adeguatamente documentati dei servizi competenti, in tempi il più possibile brevi nel rispetto del principio di continuità affettiva e dei rapporti familiari parentali in seguito alla verifica delle capacità genitoriali e all'accertamento della risoluzione delle problematiche familiari".
L'obiettivo di quest'ultimo emendamento è di specificare le modalità di rientro nella famiglia d'origine, a suprema tutela del minore.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Altri Consiglieri intendono illustrare gli emendamenti sull'articolo 3)? Se non vi sono altre richieste di intervento, la parola all'Assessore Caucino per il parere della Giunta; prego.



CAUCINO Chiara, Assessore all'infanzia, genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino

Parere favorevole sugli emendamenti rubricati n. 479), n. 479.1), n.
481) e n. 480); parere contrario sui restanti emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 47), identico all'emendamento rubricato n. 197), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), identico all'emendamento rubricato n. 55), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento rubricato n. 420) presentato dal Consigliere Preioni è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 479), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 479.1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 198), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 199), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Mi sembra che vi sia un accordo fra Capigruppo di sospendere la seduta...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Diciamo, allora, per facoltà della maggioranza.
Per evitare di annoiare con le votazioni, il Presidente di Gruppo Bongioanni chiede di sospendere i lavori, che riprenderanno domani mattina.
Buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.01)



< torna indietro