Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.2 del 09/07/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.07)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Chiederei di aggiungere all'o.d.g. odierno l'ordine del giorno "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale", ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Non essendo stato depositato, le chiederei di farlo avere agli Uffici.
È una proposta di modifica, in base all'articolo 58 del Regolamento: "La richiesta di iscrizione di punti non previsti nel programma o nel calendario definito ai sensi dell'articolo 13, deve fare riferimento a fatti o eventi che si siano verificati dopo la definizione dell'o.d.g.
della seduta e non può eccedere il numero di una per ogni Gruppo Consiliare. La proposta è approvata se ottiene il voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri assegnati al Consiglio" , quindi 34.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Presidente, la invito, se può, ad avvicinarsi di più al microfono semplicemente perché i colleghi di maggioranza non hanno sentito.
Spiego, per i Consiglieri di maggioranza, da ex Consigliere di maggioranza che all'inizio della seduta si possano aggiungere punti all'o.d.g. Se ovviamente la maggioranza è favorevole e, quindi, non c'è un nulla osta, il punto è aggiunto, altrimenti è un ordine del giorno depositato che verrà discusso nelle sedute successive.
Per cui - suggerisco - un Consigliere di maggioranza si dovrebbe alzare e decidere se questo è un punto in più all'o.d.g. Ripeto: è un ordine del giorno sul tema emergenza climatica in Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi, per la precisazione.
L'Ufficio di Presidenza non ha bisogno di precisazioni; penso che i Consiglieri di maggioranza e minoranza abbiano letto e studiato il Regolamento. L'ho anche letto poc'anzi ed è stata chiara la descrizione dell'articolo.
Qualche altro Consigliere intende intervenire a favore o contro? Prego, Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Probabilmente ci occorre un momento di riflessione.
Ringrazio il Consigliere che istruisce anche i banchi della maggioranza però non penso che se il Consiglio regionale, pur riconoscendo l'importanza mondiale della tematica, vorrà discutere questo tema tra una settimana o due, possa influire negativamente o positivamente sulla questione.
Ci prendiamo un attimo di tempo per analizzare e leggere il documento.



PRESIDENTE

Intuisco che il Consigliere Preioni proponga di inserirlo nell'o.d.g. della prossima Capigruppo e di non metterlo ai voti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Vorremmo esprimerci con un voto sulla proposta del Consigliere Grimaldi.



PRESIDENTE

Va bene.
Apro la votazione, ricordando che sono necessari 34 voti per l'iscrizione all'o.d.g. odierno.
Annullo la votazione per problemi tecnici e sospendo seduta momentaneamente i lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.15 riprende alle ore 10.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i Consiglieri e i signori Assessori a prendere posto, possibilmente celermente, perché abbiamo già perso, per problemi tecnici, alcuni minuti preziosi che verranno tolti dalla discussione.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.
Do atto che l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Icardi e Ricca.


Argomento:

b) Non impugnativa di leggi regionali


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 8 maggio 2019 la seguente legge regionale e ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 10 del 26 marzo 2019.
In data 30 maggio 2019 ha esaminato le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 11 del 27 marzo 2019 ("Modifiche normative e cartografiche alla legge regionale del 29 giugno 2009 n. 19 - Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità") legge regionale n. 12 del 5 aprile 2019 ("Modifiche alla legge regionale 14 ottobre 2008 n. 30 - Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto") legge regionale n. 13 del 5 aprile 2019 ("Disposizioni in materia di promozione e valorizzazione della famiglia e della genitorialità in ambito regionale. Modifiche alle leggi regionali 8 gennaio 2004 n. 1. Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento") e 15 gennaio 1973 n. 3 ("Criteri generali per la costruzione, l'impianto, la gestione ed il controllo degli asilo-nido comunali costruiti e gestiti con il concorso dello Stato a cui legge 6 dicembre 1971 n. 1044 con quello della Regione") legge regionale n. 14 del 5 aprile 2019 ("Disposizioni in materia di tutela, valorizzazione e sviluppo della montagna") legge regionale n. 15 del 9 aprile 2019 ("Disposizione per il consolidamento della rete di assistenza per la salute neuropsichica dell'età evolutiva e dell'adolescenza") legge regionale n. 18 del 9 aprile 2019 ("Disposizioni in materia di sostegno ai mutui destinate alla prima casa").
In data 26 giugno 2019 ha esaminato la seguente legge regionale ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 19 del 7 maggio 2019 Modifiche all'allegato e) della legge regionale 29 giugno 2019 n.7 ("Disposizioni urgenti in materia di bilancio di previsione finanziario 2018-2020").


Argomento:

c) Impugnativa del Governo avverso a leggi approvate dal Consiglio regionale


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri in data 20 maggio 2019 ha esaminato la legge regionale n. 9 del 19 marzo 2019 ("Bilancio di previsione finanziario 2019 2021") e ne ha deliberato l'impugnativa, ritenendo che essa presenta profili di non conformità alla Costituzione con riferimento a molteplici disposizioni.
In data 30 maggio 2019 ha esaminato la legge regionale n. 16 del 9 aprile 2019 istituzione ("Istituzione del fattore famiglia") e ne ha deliberato l'impugnativa, ritenendo che l'articolo 3, comma 1 e l'articolo 4 siano in violazione alla normativa statale in materia di Livelli Essenziali di Assistenza, di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m) della Costituzione, nonché dei principi fondamentali dettati dallo Stato in materia di coordinamento della finanza pubblica.
In data 30 maggio 2019 ha esaminato la legge regionale n. 17 del 9 aprile 2019 ("Promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo") e ne ha deliberato l'impugnativa, ritenendo che essa presenta profili di illegittimità al comma 3 dell'articolo 14, nella parte in cui limita alle sole associazioni di volontariato il ruolo consultivo assegnato dalla norma, ed all'articolo 12, comma 2, lettera c), in quanto invade la materia dell'ordine pubblico e della sicurezza, riservata alla legislazione statale.
Il Governo, nella seduta dell'8 agosto 2018, aveva impugnato la legge regionale n. 5 del 19 giugno 2018 ("Tutela della fauna e della gestione faunistico-venatoria") relativamente alle disposizioni contenute nell'articolo 6, comma 7 e 13 e comma 1.
In data 20 maggio 2019 il Consiglio dei Ministri, alla luce dell'intervenuta modifica legislativa, propone la rinuncia parziale del ricorso limitatamente all'articolo 6, comma 7, mentre viene mantenuto l'interesse al ricorso nei confronti della ulteriore disposizione censurata, contenuta nell'articolo 13, comma 1 calendario venatorio.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che copia del processo verbale della seduta del 1° luglio è a disposizione presso l'Ufficio Aula.
Se non ci saranno osservazioni, sarà posto in approvazione nella prossima seduta.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Illustrazione, da parte del Presidente della Giunta regionale, del programma di governo per la legislatura (ai sensi dell'articolo 50 dello Statuto) e relativo dibattito


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del punto 3) all'o.d.g. inerente a "Illustrazione da parte del Presidente della Giunta regionale del programma di governo per la legislatura (ai sensi dell'articolo 50 dello Statuto) e relativo dibattito".
Prima di dare parola al Presidente Cirio per l'illustrazione del programma di governo, invito i colleghi che intendono partecipare al dibattito di richiedere l'iscrizione con mano alzata e venendo alla Presidenza.
L'intervento, a norma dell'articolo 69, ha una durata massima di dieci minuti.
L'ordine degli interventi sarà definito dalla Presidenza tenendo conto della composizione del Gruppo nonché garantendo, ai sensi dell' articolo 48, comma 2 del Regolamento interno, la prevalenza di interventi alle opposizioni.
La parola al Presidente della Giunta regionale Alberto Cirio per l'illustrazione del programma di governo.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, colleghi e Presidente.
Proseguo con piacere l'intervento della settimana scorsa quando, all'atto dell'insediamento, mi ero limitato ai cosiddetti saluti istituzionali e alla presentazione della Giunta regionale. Giunta che oggi è qui presente per l'illustrazione dei punti programmatici del nuovo governo regionale attraverso l'indicazione, non sicuramente esaustiva, dei punti programmatici che noi intendiamo porre in essere durante il nostro mandato ma toccando quelli che noi crediamo siano i punti principali e soprattutto, maggiormente caratterizzanti la nostra attività di governo.
Il programma elettorale con il quale noi ci siamo presentati ai cittadini piemontesi è un programma scritto a cinque mani, nel senso che è stato scritto dalle forze della coalizione. L'illustrazione mi dà anche la possibilità di ringraziare tutte le forze che hanno sostenuto e che hanno avuto fiducia nella mia candidatura a Presidente, nella candidatura di questa squadra, a incominciare anche da chi oggi non è rappresentato in Consiglio regionale, ma che voglio ricordare per il contributo: le forze civiche della lista Sì TAV per il Piemonte, le forze dell'UDC, per arrivare poi alle forze del centrodestra tradizionale, al partito di Forza Italia ai Fratelli d'Italia e, in particolare, alla Lega che, con il suo risultato così importante, ha permesso un successo così ampio della nostra coalizione.
Il nostro programma è stato scritto insieme e contiene diversi punti determinanti, che vogliono anche evidenziare che se da una parte si ribadisce la necessità di mantenere ciò che funziona, noi vogliamo cambiare.
Vogliamo cambiare questo Piemonte nelle cose che riteniamo non vadano vogliamo cercare di cambiare un'impostazione che abbiamo voluto raffigurare nella definizione "Un'altra velocità per il Piemonte", proprio per cercare di segnalare un punto di svolta rispetto al passato nel modo di approcciarsi al governo di questa Regione.
Vorremmo che i cittadini piemontesi toccassero con mano che si è voltato pagina nel modo di ascoltare quelle che sono le loro istanze, ma anche nel modo con cui il Governo della Regione si rapporta con la sua capitale quindi con Torino - e con tutte le Province del nostro Piemonte.
Da parte di alcune Province più periferiche del nostro Piemonte - peraltro anche i risultati elettorali credo che lo abbiano riscontrato - abbiamo avvertito quasi un senso di abbandono; io provengo, forse, da una di queste, ed è per questo motivo che sento anche un po' mio questo senso di lontananza.
È un senso di lontananza che qualcuno aveva definito "torinocentrismo", che non è un aspetto né di destra né di sinistra; credo, semmai, che sia un'impostazione sbagliata di come si vuole governare la Regione.
Noi non sostituiremo al "torinocentrismo" il "provinciacentrismo", perch sarebbe altrettanto sbagliato. Crediamo, infatti, che in Piemonte ci sia pari dignità per i cittadini che vivono in un piccolo Comune del VCO o della Provincia di Cuneo ai confini con la Francia, rispetto a quelle che sono le esigenze e i diritti (tutti) dei cittadini che vivono a Torino o nelle città più grandi.
Questa è un'impostazione di lavoro che vuole già segnare la differenza rispetto al passato. Credo che oggi si avverta la necessità di far sentire sempre di più ai cittadini del Piemonte la vicinanza e la credibilità delle istituzioni, sia sui grandi temi, sia sulle grandi opere, quindi sia quando parliamo di TAV o di Terzo Valico, sia quando parliamo dei bisogni reali delle persone e delle famiglie, dei bisogni di tutti i giorni, che sono quelle necessità che la gente ci evidenzia quando ci ferma per strada quando la incontriamo nei mercati, quando viaggiamo con loro sul treno, o ancora, quando ci ricordano che i problemi delle persone sono quelli che uno vive tutti i giorni nella propria famiglia e nella propria attività lavorativa.
Questo segno di cambiamento, che noi vogliamo rivendicare, viaggia su tre temi principali, sui quali abbiamo chiesto la fiducia ai piemontesi e sui quali crediamo si possa davvero impostare una nuova velocità per il Piemonte.
Il primo - voglio per questo ringraziare la sensibilità del Presidente Allasia - riguarda l'autonomia.
L'autonomia è un tema a noi carissimo - non solo caro! - per cui ringrazio il Presidente Allasia, perché l'idea di istituire un gruppo di lavoro, un organismo o comunque un soggetto che segua dall'interno del Consiglio regionale i lavori e i passaggi nella rivendicazione dell'autonomia per il Piemonte credo che sarà un elemento di grande aiuto e di grande sostegno per quello che il nostro governo regionale vuol fare. Perché sulla battaglia dell'autonomia noi intendiamo giocarci una partita importante del futuro del nostro Piemonte.
Al riguardo, c'è un dibattito in corso a Roma, è vero. C'è stato un rallentamento, peraltro denunciato anche dagli stessi Governatori dalla Regione Lombardia e della Regione Veneto; ritardo che però ci pu permettere di recuperare il tempo che è stato perduto in passato.
Abbiamo sempre sostenuto che ritenevamo sbagliata la timidezza con la quale il Governo regionale precedente ha affrontato il tema d'autonomia: oggi la Costituzione italiana ci dà la possibilità di ricontrattare il modo con cui il Piemonte sta in Italia e di ricontrattarne il "prezzo", se vogliamo anche se sappiamo bene che il residuo fiscale da dieci miliardi di euro cioè i soldi che i piemontesi ogni anno pagano in più a Roma rispetto a quelli che ricevono - non verrà modificato dall'autonomia. Sarà comunque una leva importante da mettere sul piatto della trattativa con il Governo per rivendicare l'autonomia per il nostro Piemonte.
L'autonomia, evidentemente, è responsabilità e responsabilizzazione.
L'autonomia non va confusa con la mancanza di solidarietà verso le Regioni più povere d'Italia, che noi non vogliamo in alcun modo scalfire. Riteniamo che la solidarietà sia necessaria, ma che per fare solidarietà uno debba stare bene: un Piemonte in salute può essere solidale con le altre Regioni d'Italia; un Piemonte malato non è solidale con nessuno, anzi ha bisogno che altri facciano solidarietà nei nostri confronti! Il 19 luglio - data evocativa dalla festa del Piemonte - convocheremo la Giunta monotematica sull'autonomia. Sarà una Giunta all'interno dalla quale interverrà l'Assessore regionale della Regione Lombardia Galli, che è considerato un po' l'ideologo delle procedure di autonomia, che ci verrà a raccontare le modalità, i temi e i tempi con cui la Lombardia ha approcciato il tema dell'autonomia. Abbiamo altresì invitato il Presidente Allasia, che ci ha confermato la sua adesione e che verrà a illustrare alla Giunta e al Governo più nel dettaglio quelle che saranno le modalità con cui intenderà far seguire in prima persona - quindi da protagonista - al Consiglio regionale del Piemonte il tema della rivendicazione dell'autonomia.
Sarà per noi l'occasione per fare il punto della situazione, ma già vi posso anticipare che usciremo dalla Giunta del 19 luglio rivendicando innanzitutto, la richiesta di cambiare il passo - quindi di maggior velocità per recuperare il tempo passato - ma anche di cambiare il numero delle materie.
Riteniamo infatti limitativo il numero delle materie su cui la Giunta precedente ha richiesto l'autonomia del Piemonte, tant'è che mancano alcuni aspetti a nostro avviso importanti, come l'innovazione e il commercio estero, materie che giudichiamo fondamentali e che riteniamo che il Piemonte possa, in qualche modo, riattribuirsi.
Infine, inizieremo questa trattativa serrata con il Governo italiano mettendoci non più in coda - perché noi in coda a Lombardia e Veneto non ci vorremmo stare - ma accanto a Lombardia e Veneto (ma anche all'Emilia) nel rivendicare questo ruolo, che sarà davvero un passaggio fondamentale - ne siamo convinti, ma i dati lo dimostrano - non soltanto per noi piemontesi ma anche per tutta Italia.
L'idea della responsabilizzazione delle Regioni d'Italia è fondamentale: le Regioni devono essere responsabili del loro rapporto nei confronti con Roma. L'autonomia è responsabilità. Noi non abbiamo timore di questa responsabilità, quindi agiremo da subito per portare i risultati che purtroppo in passato sono stati approcciati, io credo, con una timidezza così l'abbiamo definita - che però non ci ha permesso di fare i passi avanti necessari.
Accanto all'autonomia - vengo al secondo tema su cui ci giochiamo il futuro della nostra Regione - ci sono i fondi europei: parliamo, quindi, del rapporto con l'Europa.
Vogliamo mantenere con l'Europa un rapporto con la schiena dritta, di un Piemonte che si fa rispettare, ma, nel contempo, di un Piemonte che non spreca le opportunità che l'Europa gli offre.
L'altro giorno la Corte dei Conti ci ha ricordato, insieme alle cose buone anche le cose meno buone del bilancio regionale. Parlavamo del bilancio 2018: sono stati riscontrati alcuni dati che ancora oggi dimostrano come sul Fondo Sociale Europeo abbiamo un livello di spesa del 50% (ragionato sulla data dell'audizione, per cui oggi è leggermente aumentato e arriva al 64%-65%), quello su cui tradizionalmente il Piemonte è più veloce.
Invece sul FESR (Fondo Europeo dello Sviluppo Regionale) a oggi abbiamo speso poco più di un terzo delle risorse che avevamo a disposizione. È vero che siamo nella media delle altre Regioni d'Italia (quindi non siamo né i più bravi né i meno bravi), ma non siamo nella media delle altre Regioni d'Europa: il Rhône-Alpes ha speso quasi tutto; il Baden-Württemberg e la Baviera hanno speso quasi tutte le risorse che avevano a disposizione.
Dobbiamo quindi cercare di recuperare questo aspetto: è stato il motivo della mia prima missione a Bruxelles dieci giorni fa (ancora da parlamentare europeo), quando ho incontrato il Capo unità della DG EMPL che è la Direzione Generale che si occupa del Fondo Sociale - per chiedere l'autorizzazione a rimodulare alcuni fondi sui quali noi abbiamo ancora una disponibilità finanziaria rilevante.
Mi è stata data questa disponibilità e mi è stato fissato anche un termine di 30 giorni, con il quale l'Europa ci autorizza a rimodulare le spese nel momento in cui le risorse che oggi abbiamo non ancora impegnate debbano essere impegnate al di fuori degli assi di riferimento autorizzati nella vecchia programmazione.
Questo è un dato estremamente importante. Faremo la stessa cosa per il FESR: pensate, ad esempio, che sull'asse 5 della Cultura, che è un asse da 34 milioni e mezzo, a oggi sono stati spesi soltanto dieci milioni.
Soprattutto, i 24 milioni e mezzo che sono allocati su questo Fondo sono per spese di investimenti (per carità, legittimi e anche utili) che non potranno però essere realizzati, perché sono - per capirci - su interventi strutturali e su beni di proprietà regionale, per i quali la procedura autorizzativa della Soprintendenza delle Belle Arti e di tutti i soggetti interessati farà sì che noi tecnicamente non riusciremo a spenderli nei termini prefissati dall'Unione Europea. Per spendere questi 24 milioni e mezzo in modo diverso, se stai all'interno degli assi di programmazione non hai bisogno del parere di nessuno; se vuoi andare al di fuori, hai bisogno che Bruxelles ti autorizzi. Questa è la strada che noi stiamo percorrendo oggi, instaurando questo rapporto diretto.
Io, peraltro, sono lieto di comunicare al Consiglio che, mercoledì scorso la Conferenza delle Regioni mi ha nominato come membro effettivo del Comitato europeo delle Regioni, dove sono rappresentate otto Regioni italiane. Prenderò servizio in questo ruolo da settembre. Il Comitato europeo delle Regioni è un organo consultivo che, insieme al Parlamento europeo e alla Commissione europea, ha sede a Bruxelles. Quel ruolo sarà strategico e determinante soprattutto per la programmazione a venire: non solo rimodulare il presente, ma programmare, dal 21 in avanti, quando noi dovremo essere protagonisti nel saper indirizzare le risorse provenienti da Bruxelles dove crediamo che effettivamente servano.
Il terzo asse su cui noi ci giochiamo questo nuovo Piemonte è quello della semplificazione e della delegificazione. L'Assessore Rosso ha una delega specifica su questa materia. Oggi, in Piemonte, noi abbiamo un migliaio di leggi in vigore. Da quando sono nato io (nel 1972) a oggi, questo Consiglio regionale ha approvato 2.000 leggi (1.000 in vigore sono tante) e oltre 300 regolamenti attuativi rispetto a tali leggi. Io ritengo che noi dovremmo essere ricordati più per le leggi che avremo abrogato che per quelle che avremo emanato. Questo è un obiettivo che ci poniamo.
La delegificazione, evidentemente, va attuata con attenzione, perché non bisogna fare danni. Noi la realizzeremo ascoltando tutti i soggetti interessati e non parlo solo delle piccole e medie imprese, che sono le prime a patire sulla propria pelle la burocrazia e l'eccesso di leggi, ma anche dei Comuni. La delegificazione e la sburocratizzazione può esserci anche nei rapporti tra la Regione e gli altri Enti pubblici.
Fondi europei, autonomia, semplificazione: questi sono i tre assi portanti su cui noi intendiamo muoverci per affrontare le tematiche principali, che oggi pongono ancora, purtroppo, il nostro Piemonte in un cono d'ombra rispetto alla situazione esistente nelle altre Regioni del Nord Italia. A me fa sempre male pensare che, ogni 100 ragazzi, il Piemonte ne ha dieci in più, rispetto alla Lombardia, senza lavoro e la Lombardia non è dall'altra parte del mondo, ma accanto a noi. Questa è una responsabilità che ritengo - dobbiamo evidentemente assumerci e fare nostra ed è il motivo per cui abbiamo indicato il lavoro come priorità assoluta della nostra attività.
La scorsa settimana, la Giunta aperta a Novi Ligure era una Giunta monotematica, sul lavoro. Abbiamo scelto Novi Ligure, perché è il luogo della Pernigotti; abbiamo scelto Novi Ligure per ribadire con forza che questa Regione si batterà con tutte le forze che avrà affinché nessuno pensi di venire qui, in Piemonte, magari prendendo anche soldi pubblici, a insediare aziende per poi rubarci non solo la capacità produttiva, ma anche il marchio, i nomi, e andare a produrre in Turchia. Lo faremo nel rispetto delle leggi esistenti, ma lo faremo facendo sentire che, su questo evidentemente non intendiamo piegarci; lo faremo per quegli investimenti fatti dai piemontesi nel corso degli anni, nel passato, nei decenni, che hanno portato a marchi come la Pernigotti, ma non solo. Nella zona di Andezeno, abbiamo un'importante realtà del caffè (il caffè Hag), che adesso verrà prodotto in Olanda, per capirci. Sono marchi che sono nati grazie allo sforzo delle generazioni piemontesi e questa dovrà essere una battaglia assoluta sulla quale, insieme all'Assessora Chiorino, ci impegneremo, peraltro non dimenticando l'importanza degli ammortizzatori sociali, verso i quali garantiremo sempre la presenza della Regione.
Sono felice di aver chiuso, anche raccogliendo il lavoro che era stato svolto in passato, questo accordo, questo primo accordo, che abbiamo presentato la scorsa settimana e che permetterà di anticipare la cassa integrazione straordinaria a tutti i lavoratori del Piemonte attraverso un sistema di convenzione con le banche. Al momento, ha già aderito Intesa San Paolo, ma stanno aderendo anche le altre banche del Piemonte, perché voi sapete che, dal momento in cui un lavoratore inizia la cassa integrazione formale a quando sostanzialmente riceve l'accredito della cassa integrazione possono passare da cinque a sei mesi.
Noi siamo partiti con i lavoratori del Mercatone Uno, perché l'immagine di 264 lavoratori (molte volte moglie e marito lavorano nella stessa azienda) che dovessero affrontare sei-sette mesi della propria vita senza l'ossigeno mensile, in attesa dell'erogazione della cassa integrazione era un qualcosa di non accettabile, così come non è accettabile per nessun lavoratore del nostro Piemonte. Questa convenzione ci permette, attraverso l'apertura del conto corrente da parte del lavoratore, di avere immediatamente erogata mensilmente, anticipata, la cassa integrazione. La Regione paga, con il proprio intervento, il costo del denaro (gli interessi su questo anticipo) e per il lavoratore c'è la possibilità di avere immediatamente, a costo zero, il sostegno al reddito.
Evidentemente, non è la soluzione: tutti vorremmo fare a meno degli ammortizzatori sociali e vorremmo che i lavoratori venissero ricollocati immediatamente in nuovi luoghi di lavoro, ma, poiché questo non è possibile, quantomeno la certezza del paracadute sul reddito questa Regione intende continuare a darla.
Collegato al tema del lavoro, c'è tutto il tema dell'istruzione: tema a noi molto caro, che va di pari passo con l'autonomia.
La materia dell'istruzione è già tra le materie richieste dal Governo precedente, sull'autonomia. Noi riteniamo che la possibilità di curvare il curriculum formativo dei nostri ragazzi piemontesi sulla base delle istanze che le aziende e il mondo dell'impresa ci chiedono sia un valore aggiunto importantissimo, così come investire maggiormente sulle specializzazioni post laurea, sugli ITS, sulla formazione professionale.
Crediamo occorra fare un grosso lavoro di riqualificazione culturale dell'approccio alla formazione professionale. Io, provocatoriamente, a volte mi permetto di dire che i test di orientamento per iscrivere i figli a scuola non bisognerebbe farli ai ragazzi, ma ai genitori, perché con la "liceizzazione" della scuola tutti i ragazzi frequentano il liceo, come se la formazione professionale venisse considerata un'educazione di serie B meno qualificata, quando, invece, è quella che ci chiede il mondo dell'impresa e su cui noi dobbiamo, anche qua con risorse europee, fare investimenti.
Così come sull'istruzione, la nostra battaglia per raggiungere un'effettiva parità all'interno della scuola pubblica tra scuola statale e scuola paritaria è un obiettivo che consideriamo importante, perché la libertà dalla scelta educativa è tale soltanto se le condizioni di accesso al mondo della scuola sono parificate: che uno scelga la scuola statale o paritaria purché stia all'interno della scuola pubblica.
Per fare questo, è necessaria anche una riorganizzazione della macchina amministrativa della nostra Regione, attraverso i nuovi strumenti di incentivo al pensionamento. Noi abbiamo registrato numerosi pensionamenti anche tra le cariche più importanti, dirigenziali, della nostra Regione.
Siamo convinti che il personale della Regione Piemonte sia qualificato e che ci sia voglia di partecipare, insieme a noi, a questo Piemonte del cambiamento, nuovo, ma riteniamo che tutto ciò vada riorganizzato, ed è un qualcosa di cui l'Assessore al personale si occuperà (adesso sta studiando la situazione) già da settembre. Tutto ciò lo vogliamo fare, naturalmente mettendoci in ascolto: lo faremo con le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori, ma soprattutto lo faremo con i lavoratori stessi.
C'è un tema, parlando di lavoro e di aziende, che riguarda le aziende di cui fa parte la Regione: le famose partecipate. Su questo, la Corte dei Conti è stata profondamente critica, credo anche giustamente. L'Assessore Ricca sta eseguendo opportunamente un censimento delle partecipate della nostra Regione, perché ci sono due ragionamenti: uno, è quello della polverizzazione (così la chiamano tecnicamente), cioè dove la Regione partecipa a società con quote minuscole, che non danno alcun tipo di reale possibilità d'incidenza, sulle quali evidentemente sarà necessario fare un ragionamento rispetto all'opportunità di rimanere.
Noi crediamo che la partecipazione pubblica nelle società private debba seguire una ratio di principio, che è la seguente: è giusto stanziare soldi pubblici quando devi innescare un meccanismo, far scoccare una scintilla, e allora ci sta che la Regione partecipi con il privato. tuttavia, quando, la scintilla è innescata, a meno che si tratti di società partecipate all'interno delle quali la presenza dell'istituzione regionale è fondamentale (parliamo della logistica, ad esempio, cioè società che si occupano di grandi scelte che interessano la Regione), una volta data la scintilla iniziale con i soldi pubblici le partecipate devono stare sul mercato. Se sono in grado di stare sul mercato, devono starci da sole; se non sono in grado di stare sul mercato, è giusto che chiudano. Non ha senso che i cittadini, con i propri soldi, con il pagamento delle tasse, che riguardano i due terzi del proprio stipendio, debbano sostenere realtà imprenditoriali che non hanno la forza per stare sul mercato. Questo è il principio con cui vogliamo agire ed è l'impostazione che daremo da subito con un piano di razionalizzazione che sia soprattutto un piano concreto che vada in questa direzione.
Porremo naturalmente grande attenzione al rapporto con i nostri Sindaci e con gli Enti locali. La settimana di lavoro che questo governo si è voluto dare è impostata al martedì con i lavori del Consiglio, al mercoledì e giovedì con i lavori o in Conferenza Stato-Regioni oppure a Bruxelles nel Comitato delle Regioni; al venerdì c'è una riunione della Giunta regionale mentre il sabato e la domenica sono dedicati alle manifestazioni ed iniziative sul territorio.
Abbiamo voluto riservare il lunedì senza impegni torinesi, perché lo vogliamo chiamare "il lunedì del Sindaco", nel senso che tutti gli Assessori e tutti gli amministratori della Giunta regionale, ma anche tutti i Consiglieri dedicheranno il lunedì al rapporto con i Sindaci del nostro territorio. Anche questo è un segnale che vuole essere un cambiamento, un nuovo modo di impostare il rapporto del Governo regionale con i territori.
Nel corso dei mesi scorsi è stato lamentato da tanti Sindaci un senso di lontananza e crediamo che, anche attraverso questa figura plastica di un giorno dedicato fisicamente e materialmente al rapporto con i sindaci del territorio, sarà estremamente utile.
La sanità è evidentemente l'argomento principale, soprattutto se parliamo degli interessi, dei desiderata e delle sensibilità dei nostri cittadini ma anche se parliamo di soldi e del bilancio regionale. Oltre l'80% del nostro bilancio regionale riguarda la sanità. È bene che tutti sappiano che il bilancio della sanità è un bilancio che corre parallelamente al bilancio della Regione, perché da quando c'è stata la cesura a livello nazionale, i soldi che vengono dati sulla sanità devono essere spesi sulla sanità.
Abbiamo registrato il buon governo dei conti pubblici, che ci hanno permesso di uscire dal piano di rientro, quel piano di rientro nei cui confronti, però, il primo obiettivo è quello di non rientrarci. L'aver messo sotto controllo i conti della sanità è sicuramente un risultato positivo. A noi spetta adesso l'onere e l'obbligo di consolidarlo continuando con un atteggiamento di profondo rigore per quanto riguarda l'amministrazione dei conti pubblici, in particolare di quello che rappresenta i due terzi dei conti della sanità piemontese, partendo da una considerazione d'insieme positiva sulla sanità del nostro Piemonte, di cui dobbiamo essere evidentemente consapevoli. Abbiamo una buona sanità, in alcuni casi addirittura di eccellenza, perché la sanità è fatta di persone è fatta di donne e di uomini, di medici, di infermieri e di professionisti che hanno un ruolo importante e che hanno fatto della sanità piemontese sicuramente un qualcosa di positivo.
Quello che dobbiamo porci oggi come obiettivo è naturalmente di far sì che i problemi della sanità nel nostro Piemonte, in qualche modo, possano essere risolti, perché paradossalmente sono i problemi che sente maggiormente la gente comune. Mia mamma sente il problema delle liste d'attesa, così come sentono i problemi tutte le persone normali, quelle che ti fermano al mercato e che magari non hanno ben capito che cos'è la TAV anche se sanno che è importante, ma sentono che hanno prenotato una visita per la cataratta e gliel'hanno fissata sei mesi dopo, oppure una visita alla prostata e gliel'hanno fissata quattro mesi dopo. Queste sono le cose che sente la nostra gente.
Sappiamo che c'è un problema di personale. Il problema del personale esiste, è un problema che ci segnalano i nostri Direttori. In questo momento l'Assessore Icardi non è presente, ma i dati relativi ai bandi che vengono emessi per reperire medici all'interno degli ospedali (e vale anche per gli infermieri) del nostro Piemonte sono dati che ci danno molto da pensare. Quando si fanno due o tre bandi cui nessuno partecipa, ci si rende conto direttamente che ci sono dei problemi strutturali di programmazione che sono i problemi del passato; non del passato recente, ma del passato storico di questa Italia, non di questa Regione, perché non abbiamo medici ma abbiamo il numero chiuso alla facoltà di Medicina. Non abbiamo medici ma non investiamo nella specializzazione dei nostri laureati in Medicina perché non ci sono risorse economiche.
Sapete quanto costa specializzare un medico? 25.000 euro all'anno. Sapete quanto costa prendere un medico privato che venga a tenere aperto un servizio pubblico in un nostro ospedale chiamato in emergenza? 75 euro all'ora che, calcolati per sette-otto ore, ammontano quasi a 1.000 euro al giorno. Quindi, noi non spendiamo 25.000 euro all'anno per avere un medico nostro nella sanità pubblica per spendere 1.000 euro al giorno per far svolgere quel servizio da un gettonista (così si chiamano) che viene presta il servizio e se ne va. Questa è follia, perché non è neanche un buon governo economico. E per quanto riguarda lo Stato, ogni anno sembra che questi soldi un po' aumentino, un po' non aumentino.
Abbiamo introdotto la scorsa settimana il meccanismo delle borse di studio regionali, che c'era già, per 20 borsisti pagati con risorse del Piemonte.
A questo abbiamo aggiunto un elemento in più, perché il problema reale è che quando un medico viene a specializzarsi nella nostra regione, una volta che si è specializzato, preferirà andare a lavorare all'ospedale di grido a Milano che non andare all'ospedale di montagna di Cirié, perch professionalmente tutti guardano evidentemente anche alle prospettive di carriera, cioè una legittimazione anche professionale oltre che economica.
Per questo abbiamo introdotto il vincolo - lo abbiamo notificato al Ministero della Salute - che chiunque si specializzerà in Piemonte pagato con i soldi dei cittadini piemontesi, nei cinque anni successivi alla specializzazione dovrà rimanere a prestare servizio nelle ASL e nelle Aziende sanitarie piemontesi. Non ce lo siamo inventati, lo abbiamo copiato, perché copiare va bene quando lo si fa da chi è più bravo. Abbiamo preso la delibera dell'Emilia Romagna da una parte e della Valle d'Aosta dall'altra, ma abbiamo cercato di fonderle, perché una è una Regione Autonoma mentre l'altra no. Pertanto, abbiamo introdotto questo meccanismo e, attraverso il decreto Calabria - che è quel decreto che permetterà d'inserire gli specializzandi negli ospedali già dal quarto anno di specializzazione - avremo la possibilità, se partiamo con la forza con cui vogliamo partire, nel corso di tre o quattro anni d'inserire nel sistema della sanità pubblica piemontese le risorse necessarie. Si tratta evidentemente di risorse umane, ma anche di specializzazione.
Il dottor Bono, insieme all'Assessore Icardi, sta raccogliendo addirittura non solo la specializzazione generica, ma anche il settore, a seconda di quelle che sono le esigenze del nostro Piemonte, ricordando che il diritto alla salute è un diritto di tutti, sia che si abiti in un piccolo paese di montagna sia che si abiti in una piccola realtà di collina oppure in una grande città. Ed è quello che dobbiamo garantire attraverso questo tipo d'investimento, che crediamo possa dare e darà sicuramente i suoi frutti dato che lo apriremo anche alle partecipazioni dei privati. Le Fondazioni bancarie si sono già dimostrate molto sensibili sul tema.
Vi ricordo che, per quanto riguarda l'Assessore Icardi, il suo battesimo con l'Assessorato è stato il caso di Novi Ligure. A Novi Ligure, purtroppo recentemente è deceduto in servizio l'ortopedico e il giorno dopo il servizio è stato chiuso, perché non c'era nessun medico e non c'era un modo per individuarlo. Pertanto, in maniera veloce l'Assessorato, attraverso la Direzione, ha presentato un bando per reperire dei medici privati (i famosi medici pagati 75 euro all'ora), i quali adesso terranno aperto l'ospedale di Novi Ligure, pagando dieci volte di più di quello che ci sarebbe costato avere in sede un ortopedico specializzato. Questa è la follia che crediamo debba essere evitata.
Sappiamo che non è facile e non vogliamo essere superficiali considerandolo facile, ma proprio perché è difficile iniziamo fin da subito a lavorare e partiamo reperendo anche dai privati quelle che sono le risorse necessarie.
Il rapporto con i privati è un rapporto in cui noi crediamo. Quando diciamo che, anche nella sanità, bisogna superare il pregiudizio del rapporto col privato, credo di dire una cosa molto giusta. Ieri l'Assessore Icardi ha usato una metafora molto bella e anche molto calzante quando ha detto che il privato nella sanità è come una medicina: se la prendi con dosi troppo basse non serve a niente, ma se la prendi con dosi troppo alte, diventa tossica. Per cui è necessario un ruolo che dobbiamo dare ai privati, almeno in questi tre anni, con un nuovo patto con i protagonisti della sanità piemontese, figlio dello stato di necessità in cui ci troviamo. Chi dice "non voglio il privato a prestare il servizio di ortopedia a Novi Ligure" alla fine se lo ritrova ugualmente, perché quando ci si trova in emergenza il servizio bisogna garantirlo. Quindi, sarebbe molto più opportuno anticiparlo.
Allo stesso modo, crediamo si possa ridurre questo danno della mobilità passiva che abbiamo sul nostro Piemonte, che quest'anno vale quasi 90 milioni di euro nei confronti della Lombardia.
È in corso una trattativa all'interno della Conferenza, perché noi abbiamo anche una mobilità attiva sulla Valle d'Aosta, la quale ci deve dare 17 milioni di euro, ma mentre quelli che noi dobbiamo pagare ce li prendono subito, quelli che dovremo prendere vorrebbero dilazionarceli nel tempo; lì sarà un'altra battaglia che in Conferenza faremo con la schiena molto dritta, perché non possiamo fare da banca alle altre Regioni d'Italia.
Nello stesso tempo, il rapporto con i privati ci servirà anche nel mondo dell'edilizia sanitaria: immaginare di costruire ospedali nuovi, senza inventarsi un meccanismo di rapporto con i privati, così come fare scuole nuove senza immaginare un rapporto nuovo con i privati diventerà difficile perché non ci sono le risorse.
Noi sull'edilizia sanitaria ci poniamo come obiettivo il completamento degli ospedali; uno, l'Ospedale di Alba e Bra, mi sta molto a cuore, perch ci abito (l'ex Sindaco di Alba conosce bene la vicenda), ma stesso discorso vale per la questione edilizia e, soprattutto, vale per i due progetti principali su cui ci giochiamo l'immagine della sanità piemontese nel mondo, che sono i Parchi della salute di Torino e di Novara, che sono in assoluto i due temi su cui ci giochiamo l'immagine e il prestigio a livello di tutta la sanità piemontese e anche a livello internazionale. Tant'è che a Novara, su richiesta dell'Assessore Marnati, il 13 settembre ci sarà la Giunta monotematica sull'edilizia sanitaria, in particolare sul tema della Città della salute, sul quale non possiamo accettare ulteriori ritardi da parte di Roma.
Nello stesso tempo, ragioneremo anche sul Parco della Salute di Torino e sulla necessità non soltanto dei posti letti e del mantenimento dell'identità del Regina Margherita (per noi elementi imprescindibili), ma anche sulla necessità di fare tutte le verifiche propedeutiche, cioè le bonifiche necessarie per far sì che se iniziamo un lavoro pubblico quantomeno possiamo immaginare di finirlo in una data non dico certa, ma quantomeno probabile. Il che sarebbe già un passo avanti rispetto a oggi in cui il pubblico, in generale, inaugura cantieri per poi finirli 10-15 o vent'anni dopo.
Importante è il tema dei trasporti. L'Assessore Gabusi è già al lavoro per quanto riguarda un maggiore processo d'integrazione dei trasporti su rotaia e su gomma. Abbiamo necessità, anche in questo caso, di maggiori risorse che però crediamo di poter trovare nei fondi europei, che sul trasporto pubblico sono stati utilizzati poco rispetto alle loro potenzialità, perch il nostro territorio presenta ampie zone di montagna e ampie zone marginali e, quindi, in questo campo potremmo intervenire con risorse economiche importanti, così come la liberalizzazione per quanto concerne i concessionari delle tratte locali, una strada già auspicata in passato e che oggi dovremmo ricalcare.
I trasporti comprendono anche le infrastrutture e la TAV, di cui si è parlato tanto. Sono stato felice di partecipare, due martedì fa, al Consiglio d'amministrazione di TELT di Parigi, dove la Regione ha un posto da uditore, ma ha un posto! - quindi, credo che sarà importante essere sempre presenti. In quell'occasione, peraltro, era presente la coordinatrice del Corridoio Mediterraneo nominata dalla Commissione europea, che poi abbiamo portato a Torino. In quell'occasione, abbiamo pubblicato i bandi anche per la realizzazione del tratto italiano della TAV. Questo è un momento storico importante.
Quando dico che sono certo che realizzeremo la TAV ne sono certo non soltanto perché abbiamo una procedura per rispettare gli accordi internazionali, ma anche considerando la presenza della Lega all'interno della mia maggioranza, perché avere un piede nel Governo nella gestione di tematiche come la TAV è fondamentale: la TAV la fa il Governo e non la Regione. Allora, è essenziale avere un piede all'interno del Governo che deve decidere, seppur con difficoltà e bracci di ferro interni, però quel martedì mi sono tenuto in contatto più volte con il Vicepremier Salvini durante il Consiglio d'amministrazione di TELT. Ripeto, la possibilità di avere una voce autorevole nel Governo, che comunque spingeva in questa direzione, era, è e rimane una garanzia di realizzazione di un'opera fondamentale per il nostro futuro, così come lo è il Terzo Valico, la cui la situazione è più fluida.
Anche su TAV e Terzo Valico faremo un incontro specifico entro l'estate perché ci sono degli accordi per assumere i lavoratori delle aziende che realizzano quest'opera in Piemonte. Sul Terzo Valico, per darvi un'idea c'era un accordo di assumere 100 persone in provincia di Alessandria, ma è stato totalmente disatteso. In Liguria l'hanno fatto rispettare, ma nella nostra provincia l'hanno disatteso, perché non si trattava solo di 100 persone che potevano lavorare nell'edilizia e nelle imprese impegnate nell'opera, ma anche per quanto riguarda tutta la materia dell'accomodamento, cioè dove gli operai alloggiano, dormono e mangiano.
Queste sono risorse che devono rimanere in Piemonte, perché quando diciamo che le opere pubbliche servono, queste serviranno quando saranno finite, ma anche quando si realizzano, perché lasciano risorse importanti su cui noi crediamo si debba investire.
TAV e Terzo Valico non sono però le uniche priorità, non dimentichiamocelo mai, perché dobbiamo realizzare l'Asti-Cuneo; abbiamo dei problemi nel VCO con una strada che, ahimè, l'ANAS ha ritenuto non urgente: la strada di collegamento tra Verbania e Locarno, che è l'unico collegamento per i frontalieri che quotidianamente devono recarsi in Svizzera e per i quali c'è uno studio del Politecnico che dichiara che vi è il rischio di frane dal versante montano. Tuttavia, non è stata ritenuta urgente e penso che in un Piemonte autonomo questo non sarebbe accaduto, perché non arrivava uno da Roma a dirti se la tua strada è urgente o non urgente, ma sarebbe stato il Piemonte a definire se la sua strada era urgente o no! Questo intervento vale per il VCO, come per la Provincia di Novara vale il tema del collegamento ferroviario con Milano. L'altra settimana l'Assessore Gabusi e il Sindaco di Novara sono saliti sul treno che da Milano conduce a Torino, perché le cose vanno anche vissute, viste e toccate con mano. La dignità dei nostri pendolari è il tema su cui dobbiamo investire di più.
Così come ci sono opere, che magari non sono strategiche, ma sono fondamentali e importanti, come il raddoppio della Vercelli-Novara, che è stata considerata un'opera non strategica; oggi, invece, la nostra Regione la considera un'evidente opera strategica, su cui fare gli opportuni investimenti per il futuro. Insieme a questo c'è la Pedemontana di Biella ma anche tutta la viabilità del nostro Piemonte.
Noi abbiamo il problema che i cittadini vanno dai Sindaci quando le strade hanno i buchi. Ai cittadini non interessa sapere se la strada è di ANAS della Regione o della Provincia, anzi se gliela metti così si arrabbiano pure e a ragione. Abbiamo un sistema di viabilità ordinaria del Piemonte come nel resto d'Italia, che dopo la sciagurata riforma delle Province (che le ha tolte, anzi non le ha tolte, ha tolto i soldi affinché funzionino) ha fatto sì che quelle strade non sono più di nessuno e sono le strade percorse tutti i giorni dagli scuolabus con i nostri figli sopra; sono le strade che percorrono gli artigiani, i padroncini, i commercianti, quelle che percorriamo noi per andare a lavorare. Bisogna attuare un Piano Marshall sulla viabilità, ma va fatto solo con Roma, perché noi queste risorse non le abbiamo. Possiamo farci autorizzare da Bruxelles, ma attualmente non è possibile, per investire queste risorse sulla nostra viabilità ordinaria, oppure questo è un problema enorme che scoppierà (se non è già scoppiato) in tante delle nostre realtà del nostro Piemonte.
Tralascio alcuni aspetti, per non farla troppo lunga, ma un passaggio sulle attività produttive va fatto, perché se parliamo di lavoro, il lavoro non lo si sostiene con l'assistenza: non è lo stipendio a fine mese che dà la dignità, ma è il lavoro che dà la dignità e che permette anche di avere lo stipendio a fine mese.
Gli Assessori Tronzano e Marnati si occupano delle attività produttive di comune accordo; abbiamo voluto inserire per la prima volta la voce "piccole e medie imprese" nelle deleghe, per iniziare a dare anche una testimonianza plastica di quello che vuole essere l'attenzione non solo ai grandi, perch molto spesso i grandi si difendono e si aiutano da soli, ma soprattutto al mondo dei piccoli, delle piccole e medie imprese. L'ultimo bando, che abbiamo pubblicato nelle scorse settimane proprio sui fondi europei della nostra Regione, è stato frutto di concertazione del passato, ma anche di alcuni aggiustamenti che abbiamo voluto inserire, per rendere questo bando più permeabile ai piccoli, affinché i piccoli potessero parteciparvi.
Lo stesso vogliamo fare anche per i bandi rivolti ai Comuni; vogliamo differenziare i portafogli di accesso: non è possibile che un Comune di 500 abitanti partecipi a un bando e concorra con un Comune di 50.000 abitanti perché quel Sindaco "poveretto" non ha l'ufficio tecnico e, probabilmente il bando se l'è fatto lui, aiutato gratuitamente dal figlio dall'Assessore che studia architettura, perché funziona così nella vita di tutti i giorni del nostro Piemonte. Dobbiamo differenziare i bandi in modo che i portafogli abbiano spazi per i Comuni più piccoli, per i Comuni intermedi e poi per i Comuni più grandi, altrimenti finisce sempre che il Comune più grande prende anche la fetta del Comune più piccolo. Questo non è sicuramente equo, non è giusto, ma non sarebbe neanche utile.
Saremo una Regione che punterà tanto sul turismo. Insieme all'Assessore Poggio e all'Assessore Ricca stiamo ragionando sulla modifica della legge regionale 75/96 sul turismo; una legge - pensate - fatta quando non c'era internet o, meglio, quando non c'erano gli smartphone. Oggi i due terzi delle prenotazioni alberghiere vengono fatte dal telefono e noi abbiamo una legge che, purtroppo, era figlia di quei tempi. È stata un po' rimaneggiata, ma abbiamo bisogno di rivederla e di rivedere anche l'organizzazione delle ATL del nostro Piemonte, che non vuol dire farne una sola, ma vuol dire fare un ridimensionamento dei numeri (così andiamo anche in linea con le indicazioni della Corte dei Conti di ridurre le partecipate), facendo le ATL di prodotto turistico, cioè quelle che hanno un'omogeneità territoriale e non solo geografica e amministrativa. Chi va in vacanza a Canelli, non ci va perché Canelli è in Provincia di Asti, ma ci va per il prodotto turistico che trova in quel determinato posto. Non è per la Provincia amministrativa che, purtroppo, è frutto dell'impostazione ancora vecchia della nostra legge 75.
Così come lavoreremo per le nostre manifestazioni, stando vicino al mondo delle organizzazioni (e voglio citare anche il mondo delle Pro Loco) perché oggi tutta la sicurezza delle manifestazioni è un tema su cui, con il Vicepremier Salvini, abbiamo già fatto passi molto importanti. Siamo riusciti, sul decreto sicurezza, a ottenere, non dico allentamenti, perch la sicurezza non si allenta, ma interventi di buonsenso che permettano di distinguere le manifestazioni a fini di lucro da quelle non a fini di lucro, e che permettano di capire quando stai parlando con la Pro Loco di un paese di 450 anime e non con una società che organizza concerti in una città di un milione di abitanti, perché sono diverse le realtà.
È un patrimonio da preservare, ma su cui dobbiamo mettere anche qualche risorsa economica, perché quelle risorse, date al mondo del nostro volontariato (che si chiami Pro Loco, che si chiami AVIS, Protezione Civile o Alpini), vengono moltiplicate dieci volte tanto, offrendo tanti servizi che oggi il settore pubblico non riesce evidentemente più a svolgere.
Con lo stesso ragionamento lavoreremo per distinguere, tra le manifestazioni culturali, quelle che necessitano della presenza e del sostegno del settore pubblico, perché strutturalmente non hanno la possibilità di camminare da sole. Dall'altra parte, però, pensiamo che tanti eventi culturali debbano imparare a stare sul mercato e abbiano senso a continuare a esistere solo se sanno stare sul mercato. È una via di equilibrio. Qualcuno diceva che nella cultura si crea la coscienza civile di una comunità. È una frase vera, giusta, e noi crediamo che in questo si debba lavorare.
Nello stesso tempo, però, crediamo ci debba essere una regola di mercato sull'autosufficienza di alcune manifestazioni e, soprattutto, sul ritorno che queste effettivamente possono dare anche in termini di presenza, di promozione culturale e di crescita di questa coscienza.
Sullo sport abbiamo allo studio la realizzazione della Sport Commission.
La Sport Commission è l'equivalente della Film Commission. La Film Commission è quella realtà che in Piemonte esiste, funziona bene e va ad attrarre investimenti nel campo cinematografico. Sulla Sport Commission creeremo un organismo che andrà ad attrarre eventi sportivi in Piemonte.
Dal momento che crediamo che gli eventi sportivi debbano essere svolti occorre una programmazione nel tempo; i soldi la Regione non li ha più, e per cercarli nel settore privato occorre avere un programma pluriennale serio e certo.
Con questo organismo affiancheremo le attività regionali, in modo da intercettare le manifestazioni, iniziando dagli eventi olimpici su cui questo Governo, anche se insediato da poche settimane e avendo ereditato una situazione a mio parere non positiva, dovute alle scelte della Città di Torino, ritiene siano un valore.
In tal senso continueremo a candidarci: l'Assessore Ricca ha già quasi pronto il dossier e lo presenteremo al Sottosegretario Giorgetti, certi - e vi ribadisco certi - che qualcosa di buono anche dalle Olimpiadi potrà arrivare per il nostro Piemonte e per le nostre montagne.
L'Assessore Fabio Carosso si occupa direttamente della montagna: abbiamo un progetto di rivalorizzazione e potenziamento dei GAL, che sono le governance delle montagne del nostro Piemonte; così come abbiamo, con l'Assessore Protopapa, un progetto sull'agricoltura, basato sull'ascolto e sull'interazione tra i contadini e l'Assessorato. Quando i bandi in agricoltura non funzionano, è perché non sono stati realizzati insieme ai contadini.
Noi vogliamo l'agricoltura dei contadini.
Quando bisogna investire i soldi assegnati da Bruxelles per l'agricoltura in Piemonte, lo si deve fare ragionando su quelle che sono le esigenze degli agricoli, e le esigenze degli agricoli te le danno i protagonisti della nostra agricoltura piemontese.
Chiudo su due temi per noi molto importanti: uno è quello del sociale, così do anche il benvenuto al nostro Assessore Caucino, che la scorsa volta non era ancora nella sua veste di Assessore, che si occuperà di casa, famiglia e bambini.
Sul tema della casa abbiamo le idee molto chiare: abbiamo la volontà di rivedere la legge di assegnazione delle case popolari, perché attualmente la legge di assegnazione delle case popolari fa registrare una situazione paradossale, per cui le famiglie italiane sono penalizzate nell'assegnazione delle case. Lo dicono i numeri.



(Applausi in aula)



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Lo dicono i numeri, lo dicono i numeri.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, e mi scusi, signor Presidente, non c'è nessun riferimento nel Regolamento sulle esternazioni politiche. È un'esternazione di felicità politica. Questa Presidenza ha una sensibilità diversa dalla vostra e me ne dispiace.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non dovete disturbare l'intervento. Non mi sembra che l'intervenuto abbia richiesto l'intervento della Presidenza, per ciò può continuare, signor Presidente.



CIRIO Presidente, Presidente della Giunta regionale

Sì, mi avvio a concludere.
Sul tema della casa.
CHIAMPARINO Sergio (fuori microfono) Se vale l'applauso, vale anche la contestazione!



PRESIDENTE

Consigliere Chiamparino, deve essere l'intervenuto a richiedere l'intervento della Presidenza.
Prosegua pure, Presidente.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Sul tema della casa, al di là di quelle che possono essere le diverse sensibilità emotive, se guardate i numeri sono impressionanti. I numeri non sono giustificati solo dal fatto che sono aumentati gli stranieri che fanno domanda, ma è che l'assegnazione agli stranieri è esponenziale dieci volte tanto rispetto all'aumento delle loro domande. Questo significa che nel meccanismo di assegnazione ci sono strumenti di assegnazione che penalizzano e non tengono in considerazione altri elementi e altri aspetti.
Vi invito a guardare la legge di assegnazione delle case popolari della Regione Toscana, per darvi un dato, per vedere come questi correttivi sono stati posti.
Non è solo una questione di sensibilità politica, è una questione, io credo, di giustizia, perché le case popolari sono fatte con i contributi GESCAL, che così si chiamavano.
Mio padre mi spiegava che erano i contributi che servivano per pagare le case a quelle famiglie che non avevano la possibilità economica di comprarsi una casa residenziale. Ritengo sia doveroso, per una Regione, far sì che i figli di quei signori che le hanno pagate abbiano almeno pari libertà e pari condizioni di accesso alle case che sono state pagate con il sacrificio dei loro genitori.
Detto questo, c'è un ultimo tema, per noi molto importante, relativo alla sicurezza. È un tema su cui crediamo che la Regione possa fare di più perché la Polizia locale è un tema di competenza della nostra Regione. La Polizia locale è un tema che personalmente ho seguito molto anche a Bruxelles, perché la dignità lavorativa dei nostri vigili e dei nostri agenti di pubblica sicurezza deve essere considerata almeno alla stregua e alla pari di quella dei loro colleghi delle altre Forze dell'Ordine, perch quando un malvivente si trova davanti una divisa, la sua reazione non è proporzionata a seconda che sia la divisa di un vigile, di un poliziotto o di un carabiniere. La reazione è a una divisa che rappresenta l'autorità per cui vogliamo investire maggiormente per dotare le nostre forze di Polizia locale di quelle che sono le loro necessità, per quanto riguarda le strutture e i mezzi, ma soprattutto per quanto riguarda la considerazione e la loro integrazione in generale nelle politiche di sicurezza della Regione Piemonte.
Insieme a questo, abbiamo la necessità di investire maggiormente sul controllo delle telecamere. Noi pensiamo a telecamere non solo nei luoghi pubblici, ma stiamo ragionando sulla possibilità d'inserire telecamere obbligatorie in tutte le strutture assistenziali dove ci sono persone non autosufficienti o non in grado di difendersi da sole. Sui minori c'è una competenza dello Stato, quindi dobbiamo essere più cauti, mentre su tutto il settore della socio-assistenza, essendo una competenza regionale potremmo avere maggior voce in capitolo.
Anche sul tema dei migranti, in questi giorni stiamo trattando il tema dei "migranti della frutta". Su questi temi noi vogliamo essere molto chiari: la Regione farà la sua parte e adempirà ai propri doveri istituzionali, ma per noi non esiste la solidarietà se non c'è la legalità. La solidarietà deve far sempre rima con legalità; il rispetto delle regole e delle leggi viene prima della disponibilità, anche a usare le nostre risorse - poche dei nostri cittadini, cosa che faremo quando saremo obbligati dall'emergenza, ma per le quali noi vogliamo lavorare, perché le emergenze che stiamo vivendo - il caso di Saluzzo è un esempio chiaro - non debbano più accadere per il futuro.
Finisco con il tema dell'ambiente. L'ho lasciato per ultimo, perché è un tema su cui l'Assessore Marnati sta lavorando molto e sta lavorando bene. È un tema su cui noi crediamo, così come su tutti i temi, in particolare quello della sanità e dell'istruzione, debba prevalere il buonsenso e non l'ideologia. In questo momento, i giornali stanno un po' enfatizzando il rapporto tra la Regione e il Comune di Torino, ma c'è un problema di fondo.
Il problema di fondo è che le scelte sull'ambiente si fanno sulla base dei dati scientifici di cui si è in possesso. I dati scientifici sono quelli che ci devono indicare se le nostre scelte sono efficaci e le scelte devono essere fatte, sempre ricordandoci che da una scelta che noi faremo all'interno di quest'Aula o di un palazzo della nostra Regione, dipenderà poi la vita dei cittadini, la vita delle persone, che dovranno subire la nostra scelta.
Quando uno pensa alla ZTL, così come la pensa oggi il Comune di Torino che nel dirlo, si paragona a città come Milano o a città del nord d'Europa, è una base di partenza profondamente insensata. La città di Milano ha cinque metropolitane che portano al centro della città; noi ne abbiamo una che ci porta alle porte del centro di Torino. Il sistema dei mezzi pubblici di queste grandi città, e delle piste ciclabili in esso esistenti, è un sistema che Torino non ha, ma neanche lontanamente. Ciò oltre al fatto che gli ultimi rilievi che l'ARPA ci ha comunicato - i numeri dipendono sempre da che parte uno li legge, ma io li so leggere dalla parte diretta - ci hanno detto che buona parte dell'inquinamento di questa città non è dato dal traffico veicolare, ma è dato dall'inquinamento dei nostri palazzi dalle nostre case, dai nostri impianti di riscaldamento, dalla dispersione termica di impianti vecchi. È per questo che l'Assessore Marnati sta lavorando per fare un bando, perché aiuti i condomini a investire per rifare - si chiamano "cappotti" in termine tecnico - i meccanismi di dispersione termica, in modo da avere strutture più efficienti che costino meno e, in questo modo, anche di far lavorare maggiormente la nostra edilizia.
Sull'ambiente provvederemo a modificare, entro l'estate, il protocollo confermando le deroghe che, peraltro, il Governo precedente aveva già inserito, che riguardavano l'età e i mezzi di lavoro, ma introducendo anche la deroga dell'ISEE. Noi non possiamo obbligare, oggi, una famiglia o una persona a cambiare la macchina o impedirle di usare la macchina, dicendo che ha la macchina troppo vecchia. Ma dove siamo? La gente non riesce ad arrivare alla fine del mese e tu vai a dire che una macchina di 15 anni non la si può usare da un giorno all'altro perché in questa bella Aula noi, con la cravatta, abbiamo deciso che non la può più usare perché inquina? Ci quando l'ultimo bando che questa Regione ha fatto per dare gli autobus al Comune di Torino è stato fatto con tutti mezzi diesel? Dal primo all'ultimo, perché costavano meno e potevamo prenderne di più. Lì valeva il fatto che costavano meno e potevamo prenderne di più, ma nei confronti di quel cittadino andiamo a dire: "Sì, ma se cambi la macchina ti do il 30% di sconto". Ma lui non ha l'altro 70%: questo è il problema, che noi oggi rischiamo di non sentire come problema nostro.
Sono quelle decisioni che rischiamo di prendere nell'aria condizionata dei nostri uffici, dimenticando quello che invece poi le deve subire quotidianamente. È per quello che noi introdurremo l'ISEE, il meccanismo per cui se uno non ha le risorse economiche per cambiare la macchina continuerà a usare quella che ha e non ci potrà essere nessuna normativa che glielo vieterà, perché il buonsenso, quella rivoluzione del buonsenso che un manifesto della Lega raccontava per l'Italia, io credo sia anche la rivoluzione del buonsenso che noi vogliamo adottare per la nostra Regione.
Grazie.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



PRESIDENTE

Ricordo che il pubblico non può applaudire, per il decoro dell'Aula.
Consigliere Ravetti su cosa vuole intervenire? Scusi, ho interpretato male che era per fatto personale. Sul Regolamento?



RAVETTI Domenico

Solo una domanda per le regole che normano il nostro stare in Aula.
D'ora in poi si può applaudire? Noi possiamo applaudire gli interventi e possiamo, come lei ha detto, mostrare giubilo. Ci sono diversi modi per poterlo fare, magari ballando, magari rotolandoci per terra, fischiando se non siamo d'accordo: dica lei, Presidente, quelle regole sono fondamentali nel rapporto tra colleghi.



PRESIDENTE

Grazie della precisazione, Consigliere Ravetti, poi eventualmente svolgeremo un approfondimento in Ufficio di Presidenza. L'attuale Regolamento non prevede che non ci possa essere un'esternazione formale della maggioranza o dell'opposizione su un intervento (indubbiamente si deve mantenere il decoro).
A mio giudizio, l'applauso si può considerare un "accrescimento" della discussione, nell'eventualità che l'intervenuto non ponga e non richieda l'intervento della Presidenza. Nello stesso modo, se l'opposizione o la maggioranza dissente, in altro modo, non solo esclusivamente con l'applauso, ma con i cosiddetti fischi o, com'è successo adesso, dicendo parole fuorvianti alla Presidenza, ci deve essere la Presidenza stessa o l'intervenuto che richiede l'intervento della Presidenza. Di certo, non si può fischiare in aula.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, signor Presidente.



(Applausi in aula)



PREIONI Alberto

Gentilissimi colleghi, inizio il mio primo discorso ringraziando tutti i cittadini che ci hanno dato questa grande fiducia, così come Matteo Salvini, Riccardo Molinari e i colleghi della Lega che mi hanno voluto come Presidente del Gruppo formato da 23 Consiglieri e sette Assessori. Questo mi onora e mi carica di grande responsabilità.
Voglio ricordarvi alcuni fatti della terra da cui provengo perché fanno parte della storia di tutti noi. Un territorio di confine diventato per 40 giorni un vero e proprio Stato: la Repubblica dell'Ossola, con un governo ed una capitale: Domodossola. Questa esperienza della Repubblica dell'Ossola e i suoi protagonisti divennero i principali artefici della Costituzione ai quali furono dati importanti incarichi nella neonata Repubblica Italiana. Umberto Terracini fu addirittura nominato Presidente dell'Assemblea costituente e firmò la Costituzione insieme con il Capo dello Stato Enrico De Nicola e il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.
La mia terra, ancora, ha anticipato la storia nazionale con l'UOPA (Unione Ossolana per l'Autonomia) che, a partire dal 1977, avanzò la richiesta di federalismo e autonomia, lanciando il primo urlo di disagio delle terre alte. Gli autonomisti rivendicarono la creazione di una Regione autonoma a Statuto speciale, raccolsero 55.000 firme che all'epoca non vennero prese in considerazione, ma che furono di ispirazione per la nascita delle Province montane. Ciò fece sì che le caratteristiche peculiari di quei territori e le difficoltà legate al vivere quotidiano in aree svantaggiate diventassero punti di forza nella loro specificità. Da qui, oggi, da questa esperienza storica della mia terra, dalla Carta di Chivasso, che già nel dicembre del 1946 rivendicava il rispetto delle minoranze, ma anche un'esigenza di autonomia nel campo economico e sociale, siamo partiti per arrivare all'autonomia così com'è delineata dall'articolo 116 della nostra Costituzione.
Questa strada è stata purtroppo bloccata e ritardata per la poca convinzione delle forze politiche che hanno governato negli ultimi anni. Il loro è stato un totale disinteressamento o, al massimo, una timida richiesta di una maggiore autonomia solo per alcune materie o funzioni.
Dobbiamo seguire l'esempio di Lombardia e Veneto e ripartire con la massima convinzione verso quello che è un importante obiettivo della Lega finalizzato al bene del Piemonte.
Pur consapevoli di non avere un residuo fiscale pari a quello del lombardo veneto, registriamo comunque e sempre una significativa differenza, che si assesta intorno agli otto miliardi e mezzo di euro.
È falso e ideologicamente strumentale affermare che l'autonomia regionale porterà squilibri tra Regioni del Nord e Regioni del Sud. "Autonomia" significa responsabilizzare i centri di costo e ottenere dallo Stato il trasferimento delle funzioni e delle risorse necessarie per le stesse anche se attuate a livello regionale. Si avrebbe un costo inferiore, che permetterebbe d'investire così la differenza prodotta in altre attività regionali o di potenziare gli stessi interventi.
Con l'autonomia verranno definite funzioni ben precise e chiare responsabilità, cancellando sprechi e duplicazioni negli ambiti più importanti: dalla scuola al lavoro, dall'edilizia universitaria alla sanità. Si arriverà a una responsabilizzazione di ogni singola funzione regionale, a premiare i meritevoli e a rimuovere i vincoli statali oggi inaccettabili.
Dobbiamo crederci, come ci hanno creduto i cittadini che ci hanno votato in larghissima maggioranza.
Ogni territorio deve essere rappresentato all'interno del Consiglio regionale. Sono stato eletto dal popolo, ma il VCO avrebbe potuto non essere rappresentato a causa di una legge regionale basata sulla densità di popolazione, e non solo sulla rappresentatività dei territori.
Il Piemonte è rimasto al palo, troppo spesso autoreferenziario e troppo spesso chiuso nel suo torinocentrismo a causa della Giunta precedente, che si è dimenticata dei territori marginali, delle gravi crisi industriali o dei rischi di delocalizzazione.
Gli atti di indirizzo della precedente Giunta in tema di autonomia vanno profondamente revisionati, in quanto scollati dalle reali esigenze del Piemonte, sia coi principi che con le concrete azioni.
Chiamparino non ha mai affrontato il tema vero dell'attribuzione dei costi standard rispetto al criterio della spesa storica: questo divario, sia culturale che ideologico, lo paghiamo ad esempio sulla sanità, dove le ASL più virtuose soffrono di disparità rispetto a realtà meno efficienti.
Chiamparino e la sua Giunta nulla hanno detto circa la liberazione di risorse per investimenti destinati ai Comuni, fermi da troppo tempo.
Apriamo una vera e propria stagione costituente, in cui tutti gli enti e le comunità locali (dai Comuni montani fino alla Città metropolitana di Torino) diventano attori principali.
Occorre condividere ogni percorso per rispondere in maniera adeguata al mondo produttivo, totalmente escluso per l'incapacità di ascolto della precedente azione di governo. Occorre far sì che le realtà virtuose della nostra Regione diventino un valore aggiunto per il buongoverno e per fornire risposte adeguate alle domande delle comunità locali.
È fondamentale la costituzione di una Commissione permanente sull'autonomia, che comprenda, come materie, anche tutto il pacchetto di misure per la sburocratizzazione e per il processo di delegificazione.
Vogliamo davvero cambiare velocità: i piemontesi si aspettano che ora si agisca e si metta in soffitta il vecchio, per portare alla luce un'azione di governo forte, determinata e di buonsenso, come fa la Lega di Matteo Salvini.



(Applausi in aula)



PREIONI Alberto

È giunta l'ora che l'articolo 8 dello Statuto regionale trovi piena attuazione, che Torino riprenda il suo ruolo di "capitale del Piemonte" e che i territori periferici ritornino protagonisti.
È il momento di dare a tutti i territori la rappresentatività e le risorse per poter concretamente svolgere quelle funzioni fondamentali che direttamente si ripercuotono su ognuno di noi.
È il momento di snellire la macchina burocratica a favore di una migliore qualità della vita dei cittadini e delle nostre attività imprenditoriali.
È il tempo di evitare i vincoli e i bizantinismi che creano danni, limitano l'operare e impediscono fortemente il generarsi di ricchezza nei territori siano essi a vocazione agricola, industriale o turistica.
Un occhio di riguardo, in tal senso, dovrà essere dato all'agricoltura, per poter garantire qualità, competitività, innovazione e sviluppo rurale sostenibile. Perciò si rende necessario fornire gli strumenti agli agricoltori, che devono poter facilmente accedere ai fondi europei, oggi di difficile gestione per gli stessi.
È doveroso il rispetto dell'ambiente, ci mancherebbe! Ma gli estremismi non giovano a nessuno. Per questo motivo, è indispensabile coniugare le attività di sviluppo con quelle ambientali, in un'equa ponderazione di interessi, senza prese di posizione aprioristiche a prescindere.
Ogni territorio ha delle specificità che vanno valorizzate, avendo cura di preservare le peculiarità industriali o turistiche di ciascuno, non dimenticandosi di incentivare quelle infrastrutture necessarie allo sviluppo, quali il completamento della TAV e del Terzo Valico, avendo particolare attenzione per alcune opere, come il CIM di Novara e Orbassano o il completamento della Pedemontana piemontese di Biella, o ancora della Asti-Cuneo, per la quale ci vuole una risposta concreta e di buonsenso.



PRESIDENTE

Concluda, per cortesia.



PREIONI Alberto

Ho quasi terminato.
Nel 2026 ci saranno le Olimpiadi invernali: partiamo in ritardo a causa di chi non ha creduto fosse un'opportunità, ma dobbiamo essere pronti a tentare di cogliere ogni occasione ed essere presenti nella partita olimpica.
Un cenno doveroso lo meritano le società partecipate regionali, per le quali, dopo le recenti pagine buie di Finpiemonte, è necessario un rilancio quali motori del tessuto economico piemontese.
Così come il nostro pensiero deve andare prima ai cittadini italiani, a iniziare dalla vigente normativa sulle case popolari. Chi c'era prima di noi non ha mai pensato di intervenire su questo punto, generando storture contrarie a quello che prevedrebbe il buonsenso. È indispensabile rivedere la legge regionale affinché finalmente non discrimini gli italiani nell'assegnazione degli alloggi.
Combatteremo il degrado e punteremo sulla sicurezza.



PRESIDENTE

La invito a concludere.



PREIONI Alberto

Ho finito, solo più due pagine.
Punteremo sulla sicurezza per prevenire e gestire le emergenze, combattendo l'immigrazione clandestina, come sta dimostrando il nostro Ministro dell'Interno. Interverremo per migliorare dal punto di vista legislativo la legge regionale n. 58 del.



(Brusìo in aula)



PREIONI Alberto

Ma non vi interessa il pensiero del Gruppo di maggioranza? Non vi interessa? Questa è la vostra democrazia?



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Presidente Preioni, concluda.



(Commenti fuori microfono)



PREIONI Alberto

Interverremo per migliorare la legge regionale n. 58/1987, aggiornando le norme in materia di polizia locale, per migliorare la sicurezza dei cittadini.
Infine, è necessaria una doverosa verifica di quella che è la reale situazione del bilancio regionale, su cui grava un debito causato anche dai derivati Bresso, di cui siamo fortemente preoccupati, che rende ancora più difficile il nostro agire.
Non dimentichiamoci del "grattacielo delle grane", la nuova sede regionale il cui costo, dopo diverse varianti, sarebbe lievitato di circa 300 milioni di euro, ma che attualmente non è ancora in uso e chissà quando lo sarà mai. Noi, però, ci crediamo e lavoreremo con tutte le nostre forze, anche se il disavanzo storico potrebbe rendere difficoltoso il completo raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti.
Ci s'impone, prima di tutto, un lavoro legislativo importante, che snellisca le procedure e ci renda competitivi. Ascolteremo tutti, in un processo di sinergia che vogliamo porti il Piemonte a cambiare velocità, in un'ottica di buonsenso, sull'esempio delle Regioni virtuose.
Ci attende una grande sfida, Presidente, che ci vede tutti uniti per lo stesso obiettivo. Do la mia piena disponibilità alla collaborazione.
A voi tutti, Presidente e Giunta, auguro buon lavoro. Da noi, un sostegno pieno e leale. Viva la Lega, viva il Piemonte! A legar-e.
Grazie.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni. Toglieremo il tempo superiore ai dieci minuti agli interventi successivi del suo Gruppo, per rispettare i tempi della discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi.
Consigliere, interviene sull'ordine dei lavori?



GRIMALDI Marco

Devo dire che è meglio delle mutande verdi e dei campanacci, però chiedo di non inventare le regole in corso. Io non posso prendere tre minuti da altri colleghi, perché sono mono Gruppo; in ogni caso, non funziona esattamente così. Glielo spiegherà l'Ufficio di Presidenza, ma va bene così.
La ringrazio.



PRESIDENTE

La ringrazio della precisazione.



(Commenti in aula)



GRIMALDI Marco

Poi, ce le inventeremo anche noi le regole: applaudiremo spesso, staremo a quello che dice lei, guardi!



PRESIDENTE

Assolutamente, quello che decide la Presidenza.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Ho dieci pagine: quanti minuti mi dà, Presidente? Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta regionale buon lavoro! Buon lavoro a voi, alla Giunta, a tutti i colleghi e al personale del Consiglio regionale e di tutti i settori della Regione Piemonte.
Una sola premessa: il 26 maggio, il voto al Segretario nazionale della Lega, attuale Ministro dell'Interno, è stato determinante per il risultato elettorale che ha interessato il Piemonte. Tuttavia, è giusto ammettere la nostra sconfitta e la vostra vittoria netta e priva di altre interpretazioni. Riconosciamo un risultato prevedibile, ma non con queste dimensioni e che - ne siamo certi - è andato anche oltre le vostre aspettative.
Avete il diritto e il dovere di proporre e realizzare l'idea di futuro che avete presentato agli elettori. Noi saremo seri e responsabili: due qualità originali per le opposizioni. Eviteremo pregiudizi, agevoleremo le scelte che riterremo opportune e faremo il possibile per convincervi a cambiare idea su quelle che giudicheremo sbagliate. Dedicheremo il giusto tempo alle analisi e alle proposte e proveremo a non rincorrere la propaganda utile solo al consenso del giorno dopo. Anche così - ci capisca, Presidente Cirio risulteremo diversi, originali.
Sul merito, lei che ha esperienza, aiuti i suoi Assessori a comprendere che pazienza e ascolto saranno doti fondamentali; ne facciano buon uso da subito, a partire dai lavori in Commissione fino alle sedute del Consiglio.
Partiamo dal vostro programma e non a caso dall'ambiente, dalla tutela dell'aria, dell'acqua, del suolo. Partiamo dal titolo di un capitolo del vostro programma: "Piemonte green". Capirà, signor Presidente della Giunta che presto sarete obbligati ad andare oltre l'enunciazione dei principi.
Dall'evocazione di un cielo che con voi sarà sempre più blu, passerete alle scelte, le vostre scelte. Per esempio, dovrete scegliere se rispettare pedissequamente l'Accordo di Programma fra le Regioni del Bacino padano e il Ministero dell'Ambiente, con tutte le limitazioni, le prescrizioni e i divieti che miglioreranno di sicuro le condizioni dell'aria, per esempio meno i vostri rapporti con i soggetti che tenderanno a conservare stili di vita e culture non adeguati ai nuovi tempi. Per essere chiari, non penso non pensiamo, alle attività produttive ed economiche del nostro Piemonte.
E l'economia circolare? Avete annunciato modifiche alla legge regionale n.
1 del 2018: vorremmo capire quali modifiche. E, soprattutto, in questo momento di confusione (se preferisce, diciamo "di passaggio"), vorremmo capire cosa risponderete a quei Sindaci che hanno dubbi, che mettono in discussione il sistema di raccolta porta a porta in alcune aree del Piemonte. E poi, proporrete oppure no una legge contro il consumo del suolo? Dovrete scegliere da che parte stare, Presidente, o dovrete scegliere di stare da nessuna parte. Vi chiediamo di investire in prevenzione, a partire dalla diffusione di una nuova cultura in tema di tutela e rispetto dell'ambiente, perché la prevenzione in quest'ambito riguarda anche le politiche per la salute.
Il welfare europeo e italiano sono inadeguati a rispondere ai nuovi bisogni. La società è cambiata, ma il sistema è stato modificato con tempistiche differenti, molto più lente. Inoltre, esiste un problema di sottofinanziamento del sistema sanitario pubblico e, in troppi territori del Paese, una discutibile allocazione di risorse che, pur legittima rischia l'inefficacia sanitaria. Mancano professionisti, mancano infermieri, mancano OSS e ora manca anche personale amministrativo, ancor più al tempo di "quota cento".
Il processo di risanamento della sanità piemontese non è terminato. Noi vi chiediamo di aprire un fronte con il Governo nazionale per difendere il diritto alla salute e le caratteristiche democratiche del nostro sistema sanitario nazionale, e di avere coraggio in Piemonte.
Gli amici leghisti si sono abituati agli slogan a effetto; ne regaliamo due (vogliate accettarli): prima la salute e prima il sistema sanitario pubblico. Anche per questo, vi chiediamo di non fermare il programma di edilizia sanitaria approvato nella passata legislatura: ci sono le condizioni per realizzare contenitori in grado di ospitare la sanità pubblica del futuro. Piuttosto, ampliate quel programma, rafforzatelo, ma non smontatelo. Sulle reti ospedaliere, siate altrettanto coraggiosi e coerenti con la scienza. Fate ciò che è giusto, cioè ciò che indica l'evidenza scientifica, non ciò che conviene a qualcuno. Sappiate investire sulla medicina territoriale, in connessione con le politiche sociali: quelle dell'abitazione, della formazione professionale e del lavoro.
Troverete, cammin facendo, un nesso e pure le risposte fondamentali per una società che invecchia, anche se caratterizzata da più patologie che insistono sullo stesso individuo.
Vi accorgerete che la rivendicazione generale che avete portato a sintesi con la frase "più posti letto" mal si attaglia alla sanità del futuro e alle condizioni date, ma sappiamo che è inutile convincervi ora.
Aggiungiamo che avete il diritto di reimpostare un nuovo patto con il privato convenzionato e non convenzionato. Verrete in Commissione a spiegarci i contenuti. In questo senso, mi permetta una battuta: abbiamo maturato una cultura economica compatibile con le regole del libero mercato. Torno serio: qui, però, stiamo parlando di diritti non mercificabili.
Le anticipo che chiederemo di elaborare il Piano regionale della ricerca scientifica e biomedica, per programmare su tutto il territorio piemontese politiche per l'innovazione tecnologica, la formazione del personale e per la ricerca scientifica, anche attraverso gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.
Presidente Cirio, abbiamo conosciuto il Piemonte solidale e competitivo della seconda metà del secolo scorso, quello della FIAT e del suo indotto ma non solo: quello di Adriano Olivetti, un imprenditore di infinita cultura e di senso pragmatico, che investiva sull'innovazione e su una società più giusta, garantendo valore al lavoro. Il Piemonte solidale e competitivo di Pietro e Giovanni Ferrero, con la loro sfida dolciaria internazionale coniugata a saldi legami tra azienda e dipendenti, volti a proteggerli e sostenerli durante e dopo il lavoro, o il Piemonte della famiglia Borsalino, che, nella città dove producevano cappelli realizzavano con gratuità ospedali, orfanotrofi e luoghi di socializzazione. Il Piemonte solidale e competitivo della diversificata massa di micro imprese specializzate in diversi settori economici, che generavano stabilità e benessere. Era un Piemonte che non aveva paura e che concretamente permetteva a tutti di avere un sogno: che il giorno seguente sarebbe stato un giorno migliore.
Lei, Presidente, si è candidato a questo, a garantire un sogno, che è qualcosa che va oltre gli annunci di giornata. Vincerà o perderà la sua sfida nel governo del Piemonte se saprà indicare un percorso per lo sviluppo economico e per il lavoro e se, ad un certo punto, non si ritroverà solo. Ci pare interessante ciò che ha proposto in campagna elettorale, ma - francamente - non risolutivo rispetto alla mole dei problemi. E cioè: bene l'esenzione IRAP per tutte le imprese che apriranno in Piemonte una nuova attività e bene l'abbattimento IRPEF per i nuovi residenti che inizieranno qui una nuova attività economica. Ancora, bene l'abbattimento dell'IRAP quinquennale per l'apertura dei negozi nei centri storici abbinata a una politica tendente a non autorizzare nuovi insediamenti commerciali extraurbani. Benissimo tutto. Sappia solo che dovrà rivolgersi al suo Assessore al bilancio, il quale dovrà dirle qualcosa in più. Ad esempio, quello che costano queste scelte e se ci sarà sostenibilità economica.
Nel frattempo, a proposito di domande, noi ne facciamo una banalissima forse per lei marginale, su imprese ed economia. Avete assicurato che cambierete la legge sulla ludopatia approvata all'unanimità nella scorsa legislatura. Avete il diritto di provarci, ma lei quale cambiamento vuole intestarsi, possibilmente condiviso con i SAR delle ASL che hanno come riferimento il suo Assessore alla sanità? Nel programma elettorale abbiamo letto che era vostra intenzione individuare un Assessorato specifico per le Autonomie; poi al primo discorso in Aula del signor Presidente del Consiglio, egli ha letto una sorta di proclama politico per l'istituzione di una Commissione consiliare per l'autonomia. Ci torneremo sul finale di questo intervento, ma per adesso, in quest'epoca del nazionalismo che affossa ogni anelito di federalismo, vi consigliamo di trovare un accordo sull'argomento. Sarà lei, Presidente Cirio, l'attore in questo film, oppure sarà una delle tante comparse? Ai colleghi della maggioranza consigliamo la lettura degli atti approvati in Consiglio sul tema e, in attesa di capire bene cosa intendete per autonomia, ci pare ragionevole parafrasare una nota pubblicità che rischia di essere un ulteriore slogan che vi caratterizzerà: ci sono cose che proverete a fare, per tutto il resto c'è l'autonomia.
Come anticipato nella riunione dei Capigruppo, formalizzeremo la nostra richiesta per istituire la Commissione Legalità, nelle forme e con gli obiettivi che condivideremo. Le assicuriamo la nostra disponibilità a modificare la legge elettorale, inserendo l'opzione della doppia preferenza di genere, parità nelle candidature di genere, l'eliminazione del listino del Presidente e criteri funzionali a garantire le rappresentanze territoriali. Vorremmo, inoltre, discutere di modifiche al Regolamento ed eventualmente di adeguamenti statutari.
Ci rivolgiamo ancora a lei, Presidente Cirio: difenda per primo ciò che di buono è stato fatto nel passato. Ha già riconosciuto il buon lavoro svolto sul bilancio generale, ha riconosciuto la bontà della scelta compiuta per garantire il 100% delle coperture delle borse di studio universitarie agli aventi diritto; ha riconosciuto il lavoro svolto per riportare sobrietà nell'uso dei fondi pubblici per i costi della politica. Questo atteggiamento è un segnale di eleganza istituzionale che abbiamo apprezzato. Non se ne abbia a male se non leggerà medesimo stile nelle nostre conclusioni, ma è doveroso da parte nostra inserire nel dibattito generale alcune preoccupazioni.
Concludo, Presidente Allasia. Un tempo si usava una metafora per dare il senso a un auspicio, quello di non dividere la società. È una metafora chiara, che aiuta a comprendere che è dannoso, irrimediabilmente dannoso mettere gli uni da una parte e gli altri dall'altra, soprattutto se da una delle due parti vengono costretti i più deboli, quelli che hanno più bisogno. In questa Italia con caratteristiche meno solidali di un tempo, in questa Europa dove il filo spinato sembra prendere piede con un'idea sbagliata di protezione sociale, in quest'epoca dove troppe volte si difendono gli interessi di pochi, calpestando i diritti delle moltitudini signor Presidente Cirio, noi usciamo fuori dalla metafora e le chiediamo di non costruire nuovi muri.
Infine, torniamo alla questione autonomia. Le resta quella delega tra le altre, una delega che, nello scenario che prima ho descritto, ha tinte evidentemente verdi e nelle sue disponibilità appare come una scatola vuota o, se preferisce, come una delega alla ricerca di un senso, anche se ha un senso non ce l'ha. Ascolti il nostro consiglio, perché noi in materia di consenso - che dal 40%, nell'arco di qualche anno, è precipitato sotto al 20% - ce ne intendiamo: non si identifichi completamente con le politiche leghiste, alimenti la sua autonomia politica e programmatica dal partito momentaneamente più forte della sua coalizione, sviluppi la delega assessorile e l'autonomia come uno strumento utile a lei nelle dinamiche politiche piemontesi e nazionali e utile al Piemonte nella dimensione europea. Sia lei autonomo per primo, ci ascolti.
È solo un consiglio, ma sarà più semplice andare ad un'altra velocità avendo cura di non lasciare indietro nessuno e senza correre il pericolo di andare fuori strada alla prima curva.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Ravetti.
Ha chiesto la parola il Presidente Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente, gentili colleghe e colleghi.
Il centrodestra, quel centrodestra naturale e che ben governa tanti Comuni e tante Regioni, ha vinto anche in Piemonte e lo ha fatto non per un'eccezionale ondata nazionale, ma perché la precedente Giunta, che si era presentata nel 2014 come quella che avrebbe ridato dignità all'Ente, ha semplicemente fallito il suo impegno.
Sappiamo quale Piemonte ereditiamo e da dove parte questa legislatura. La nostra regione, infatti, è arretrata in tutti i principali indicatori economici rispetto alle altre regioni del Nord Italia. Siamo ultimi in termini di PIL reale, di PIL pro capite e per reddito delle famiglie. La spesa sull'innovazione e sulla ricerca ha fatto un passo indietro. In qualcosa sì, siamo primi: per la disoccupazione generale e giovanile e per le imprese che tirano giù la serranda. E ora con la nuova ZTL, se attuata la situazione non potrà che peggiorare.
Ma il centrosinistra non ha tradito gli elettori solo dal punto di vista economico: i servizi alla salute non sono migliorati, anzi c'era un'intera regione che, da un paio di anni, denunciava quotidianamente le carenze del nostro sistema sanitario dopo la "cura Saitta", per via di tempi di attesa eccessivi, standard qualitativi sotto la media in determinate Province servizi di pronto soccorso al collasso in diversi periodi dell'anno assenza di una programmazione sanitaria degna di questo nome, capace cioè di riformare e rafforzare il 118 e, in modo particolare, la medicina territoriale. Questa denuncia non arrivava solo dai cittadini, ma anche dagli operatori sanitari, senza che venissero minimamente presi in considerazione né gli uni né gli altri. Anzi, i miei colleghi che provavano a riportare questo grido d'allarme all'attenzione del Consiglio, venivano prontamente tacitati.
Un discorso analogo potrebbe essere fatto anche sulla scuola, sui servizi di assistenza alle fasce deboli della popolazione, sull'ambiente, sullo sport, sulla riorganizzazione delle partecipate e del personale della regione. Tutti temi sui quali abbiamo assistito ad uno sconsolante blackout, poca concertazione e scarse soluzioni.
Anche argomenti strategici come la TAV, le Olimpiadi e l'autonomia differenziata, che tanto hanno occupato il Presidente Chiamparino nei rapporti con i giornalisti negli ultimi mesi, sono finiti così, in uno sterile rapporto a fini propagandistici con tante veline, tanti post sui social, tante mail, ma poche azioni amministrative degne di questo nome. E gli elettori se ne sono accorti, nonostante ci fosse una parte di élite del sistema Torino che tifasse per la continuità. Questo è il Piemonte che viene lasciato in eredità e dal quale dobbiamo ripartire.
Vorrei soffermarmi alcuni istanti sul tema dell'autonomia, che ha tenuto banco anche nella prima seduta di questa XI Legislatura. Si tratta di un argomento che, a me e al Gruppo di Forza Italia, sta particolarmente a cuore. Se non fosse stato per un ordine del giorno presentato proprio da noi negli scorsi mesi, in Piemonte sarebbe ancora l'anno zero. Non è un caso che il nostro Presidente della Regione, Alberto Cirio, abbia voluto mantenere la delega ad interim. Da troppo tempo parliamo di autonomia, di devolution e di federalismo, senza però restituire agli elettori una riforma degna di questo nome. Forza Italia crede fortemente e fermamente che proprio dall'autonomia differenziata si possa ripartire, per ridare dignità e credibilità alla politica.
In questa legislatura sono ben 41 i neo Consiglieri regionali che hanno già rivestito l'incarico di amministratori locali. Sono convinto, quindi, che capiranno la battaglia che faremo per ottenere la giusta autonomia che spetta al Piemonte dal Governo centrale e confido che sosterranno con noi questa riforma in modo trasversale, a beneficio di tutti i piemontesi, per assicurare una Regione più efficiente e più moderna.
Devo essere chiaro che ho ricordato il Piemonte che ereditiamo per non farlo più in seguito; anzi il mio auspicio, Governatore Cirio, è che si volti pagina una volta per tutte, assicurando, come recitava il nostro slogan in campagna elettorale, una nuova velocità per il Piemonte. Lei ha presentato molto bene il nostro programma, che sarebbe superfluo ripetere visto che abbiamo contribuito tutti insieme a scriverlo e che i giornalisti hanno avuto modo, già durante la campagna elettorale, di selezionarlo e sviscerarlo.
Presidente Cirio, da domani non dovremo più voltarci indietro, cercando giustificazioni su quello che non hanno fatto i nostri predecessori; solo adottando questo approccio ridaremo credibilità alla politica e alle Istituzioni. Dobbiamo guardare, invece, in avanti mettendo in pratica punto su punto, il contratto che il 50 per cento dei piemontesi ha voluto sottoscrivere con noi.
Dovremo essere in grado di assicurare una sanità migliore e rispettosa delle nostre eccellenze, di far tornare il Piemonte locomotiva del Nord Italia attraendo investimenti industriali, per creare occupazione delegiferando e sburocratizzando la Regione.
Dovremo saper programmare i fondi comunitari in modo da evitare di restituire ingenti risorse all'Unione Europea; assicureremo un futuro i nostri figli e nipoti se sapremo ridare fiducia alle famiglie piemontesi e se ci spenderemo per ritornare laboratorio d'innovazione e capitale umano del Paese.
Daremo gambe a un Piemonte moderno, se sapremo valorizzare i nostri Comuni le nostre Province la nostra Città metropolitana; in particolare, dobbiamo partire proprio dai piccoli Comuni, che costituiscono l'ossatura principale della nostra Regione e che spesso suppliscono al progressivo arretramento dello Stato nell'erogazione dei servizi. È con loro che dovremo concertare e costruire una programmazione per valorizzare al meglio ciò che sanno esprimere.
Daremo nuova speranza al Piemonte se ritaglieremo adeguate risorse per le politiche della prevenzione che ci restituiscono scuole e posti di lavoro più sicuri. Torneremo a essere credibili, infine, se riterremo in zona Cesarini di mettere toppe a quanto non fatto quando era il tempo di decidere, evitando magari l'abolizione dei ticket in campagna elettorale lasciando a chi arriva i conti da pagare, e che conti! Sono certo che insieme possiamo farcela; abbiamo il dovere di farlo dopo lo storico risultato raggiunto. Lo dobbiamo fare insieme con gli Uffici che compongono questo Ente. Deve essere chiaro che remiamo tutti nella stessa direzione. Quando fuori di qui si dice che la politica non funziona, siamo tutti messi in discussione. Per dare un'altra velocità al Piemonte abbiamo bisogno di ogni singolo nostro funzionario, anche loro devono essere partecipi e convinti di poter far tornare la nostra Regione dove merita anche grazie alla loro professionalità e alle loro insostituibili competenze.
Un "in bocca al lupo" alla nuova Giunta e, in particolare, agli Assessori di Forza Italia, Marco Gabusi e Andrea Tronzano, che hanno deleghe strategiche e delicate e che so già essere in pista sul territorio per ascoltare le istanze dei cittadini, ma soprattutto mai come in questo momento dico: "Forza Alberto e forza Piemonte!".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ruzzola.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Solo per tenere alta la bandiera delle donne in questo Consiglio, poich siamo poche, le chiederei di chiamarmi Presidente come fa con gli altri Presidenti dei Gruppi consiliari, essendo tra l'altro l'unica Presidente donna presente in Aula.



PRESIDENTE

Mi scuso.



FREDIANI Francesca

Normalmente, non guardo molto alla forma, però in questo caso tengo a sottolinearlo, proprio per evidenziare il primo passo indietro fatto in questa legislatura, cioè la drastica riduzione della presenza femminile in Aula. È un qualcosa che credo non possa essere addebitato al nostro Gruppo che percentualmente è riuscito a mantenere una buona presenza, ma forse le altre forze politiche dovrebbe iniziare un certo ragionamento.
Tra l'altro, è un ragionamento che noi abbiamo già cercato di proporre unitamente al discorso della rappresentanza dei territori nella prima riunione dei Capigruppo, quando il collega Giorgio Bertola ha chiesto di rimettere da subito in discussione la legge elettorale, cosa che non siamo riusciti a fare nella scorsa legislatura, anche perché siamo partiti forse un po' tardi ad affrontare questo discorso, ma crediamo sia necessario ed urgente iniziare ad affrontare fin da subito, istituendo un apposito Tavolo, così come richiesto per l'appunto nella prima riunione dei Capigruppo.
Mi appello al Regolamento, anzi mi rivolgo in questo caso direttamente al Presidente del Consiglio, non perché io sia particolarmente infastidita dagli applausi in aula; noi per primi molte volte abbiamo compiuto gesti dimostrativi in aula che sono stati censurati dalla Presidenza, in passato.
Ricorderete in particolare nella legislatura dal 2010-2014 qualche episodio che è rimasto nella storia del Consiglio, credo. Tuttavia, non è tanto la violazione del Regolamento in queste occasioni che mi preoccupa, quanto il fatto che si possa adoperare il Regolamento in modi che potrebbero danneggiare in particolare le opposizioni. Il Regolamento è uno degli strumenti principali di tutela delle opposizioni.
Ovviamente, oggi è la prima seduta effettiva del Consiglio dopo quella dell'insediamento, quindi si può comprendere che magari ci sia un'applicazione un po', diciamo, più interpretativa del Regolamento, per chiedo veramente che da adesso in poi non ci siano più deroghe, proprio per cercare di tutelare il più possibile le opposizioni e cercare di mantenere un rapporto corretto tra tutte le forze politiche e il Regolamento consente proprio questo: anche nell'ambito delle differenti vedute e dello scontro politico, che comunque ci sarà, si mantengano delle condizioni di correttezza e di rispetto reciproco. Questa è una raccomandazione, se posso, dalla mia umile apposizione di Consigliera alla seconda legislatura di rivolgere alla Presidenza.
Ho ascoltato, ovviamente, come tutti, con attenzione il discorso del Presidente. In particolare si dà grande rilievo, come forse ci aspettavamo al tema dell'autonomia. Nella scorsa Legislatura questo tema è stato affrontato, sia in Commissione che in Aula, da parte nostra con la dovuta attenzione, tant'è che siamo la forza politica che ha presentato più emendamenti; infatti, mi chiedo come mai nel momento in cui si è affrontato questo argomento, la Lega, che pure era presente già nella scorsa Legislatura - ovviamente, anche in quelle precedenti, però in particolare nella scorsa legislatura - quando il tema è stato affrontato non mi risulta che si siano presentati emendamenti. Magari nella scorsa legislatura non c'era sufficiente attenzione, oppure ci troviamo di fronte a una Lega diversa che ha riscoperto l'importanza dell'autonomia.
Noi in ogni caso siamo, ovviamente, disponibili a discutere questo tema e ad affrontarlo, così come sta facendo con grande serietà il nostro Governo e saremo comunque molto attenti che il tema dell'autonomia sia affrontato in modo corretto, in particolare relativamente ad alcuni temi. Mi riferisco al tema che ho seguito nella scorsa legislatura, che intendo seguire anche in questa attuale, che è il tema dell'istruzione. Questo è un tema che sta portando parecchie discussioni anche a Roma nell'ambito del Governo, perch è un tema molto delicato. Il tema dell'autonomia nell'istruzione è un tema molto delicato, perché la scuola è quell'elemento che unisce il nostro Paese e il rischio, dal nostro punto di vista, è che si possa creare un diritto allo studio differenziato nelle varie Regioni d'Italia. Noi questo vogliamo assolutamente evitarlo, perché lo vediamo come un grande pericolo e un grande rischio.
Si è fatto riferimento al tema della semplificazione. Speriamo che semplificazione non diventi delegificazione e, di conseguenza deregolamentazione. Nella scorsa legislatura (mi scuso se faccio riferimento sempre a quella, ma è l'esperienza che posso portare anche come contributo per i prossimi anni) abbiamo affrontato il tema del testo unico della cultura. Io credo che quel tipo di percorso, che tra l'altro era stato avviato anche grazie a un nostro atto d'indirizzo con quelle modalità, possa essere un buon punto di riferimento.
Il testo unico è nato con un percorso di dialogo con i territori, che si è materializzato negli Stati generali della cultura, seguito da diversi tavoli di confronto a livello informale, poi ovviamente ha avuto il passaggio formale in Commissione e, successivamente, in Aula. È stato un bel percorso, che ha portato a un testo che noi riteniamo piuttosto valido che è andato ad abrogare tutta una serie di leggi ormai obsolete. Ricordo tra l'altro, che è un testo che adesso aspetta piena attuazione e, quindi ci aspettiamo che - mi spiace che non ci sia l'Assessora alla cultura - che adesso si affronti questo tema in modo tempestivo e serio, per dare subito piena attuazione a quanto contenuto all'interno di questo testo di legge.
Auguriamo che lo stesso percorso si voglia seguire nel caso in cui si volesse andare ad alleggerire normative anche rispetto ad altri temi quindi che non ci sia solo una semplice abrogazione di leggi, ma che si vada seriamente a riprendere in mano le diverse materie e che si arrivi attraverso un percorso (quello ovviamente che si utilizza nell'ambito normativo in Consiglio regionale), a testi altrettanto validi anche su altri temi.
Si sono citate le imprese e il rapporto con le imprese.
In particolare, il Presidente Cirio ha fatto riferimento a quelle imprese che dal nostro territorio portano via il lavoro, magari dopo aver ricevuto fondi pubblici. Ecco, su questo tema credo che ripresenterò subito una proposta di legge che è arrivata fino alla discussione in Aula - la proposta di legge per il contrasto alle delocalizzazioni - arrivata proprio nell'ultimo giorno di legislatura ma che poi, per un'inversione dell'o.d.g.
in Aula provvidenziale, non è stata nemmeno discussa. Sarà, quindi, uno dei primi atti che andrò immediatamente a ripresentare e a questo punto mi aspetto di incontrare il favore della maggioranza.
L'altro atto che il nostro Gruppo intende ripresentare al più presto, già presentato e approvato all'unanimità nella scorsa legislatura, è relativo all'istituzione della Commissione legalità. Era stato approvato all'unanimità. Noi avevamo Presidenza e Vicepresidenza della Commissione abbiamo lavorato su alcuni temi in modo serio e approfondito (si è trattato anche il tema di Finpiemonte, quindi è stato anche provvidenziale il fatto che ci fosse un ambito del Consiglio regionale in cui discutere del tema) quindi chiederemo di re-istituirla, però questa volta rendendola permanente.
L'impegno era già contenuto nell'atto di indirizzo approvato nella scorsa legislatura, ma che purtroppo alla fine non è stato mantenuto.
Più o meno questi sono i temi principali, almeno quelli che personalmente sento più vicini alla mia attività passata e all'attività che porter avanti.
Sul lavoro, una frase del Presidente Cirio mi ha colpito: "Lo stipendio, i soldi non diano dignità, ma dia dignità il lavoro".
Va benissimo, concordo anch'io sul fatto che sia il lavoro a dare dignità però il lavoro dà dignità se le condizioni lavorative sono dignitose. È chiaro che, quando parliamo di condizioni lavorative, facciamo riferimento sia alle condizioni fisiche materiali in cui si opera, sia anche allo stipendio e alla retribuzione adeguata, che credo sia uno dei principali problemi nella nostra Regione, ma credo in tutto il Paese, soprattutto quando pensiamo ai nostri giovani.
Continueremo a lavorare seriamente.
Questa è la nostra terza legislatura, quindi siamo presenti come Gruppo consiliare da tre legislature, con numeri diversi (adesso siamo ridimensionati rispetto alla scorsa), però continueremo ad affrontare i temi con la serietà che credo ormai tutti abbiano imparato a conoscere.
Saremo propositivi, ma riusciremo anche a farci sentire quando vedremo che le discussioni andranno a intaccare alcuni dei nostri principi, in particolare relativamente ai temi ambientali e ai temi della ludopatia, di cui probabilmente vi parlerà successivamente il mio collega Giorgio Bertola, e in generale a tutti i temi che riguardano i servizi essenziali ai cittadini, quelli che interessano tutti i giorni: sanità, trasporti e istruzione.
Mi spiace che anche il Presidente Cirio voglia fare del tema TAV una sua bandiera. Si fa riferimento a territori marginali e dimenticati. Noi ci chiediamo perché nella nostra Regione debba esistere invece un territorio sacrificabile: la Val di Susa, che è considerata un territorio sacrificabile.
Sappia che noi questa cosa non l'accettiamo: non l'accettiamo noi in Aula e non l'accettano gli abitanti della Val di Susa. È per questo che credo che lei sappia, così come lo sanno tutte le persone presenti in quest'Aula, che se anche il Governo - cosa che ovviamente non mi auguro - decidesse di andare avanti, credo comunque che quest'opera troverà di fronte a sé muri invalicabili.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello Vincenzo

Grazie, Presidente.
Non me ne vorrà il Governatore Cirio, ma io comincerò, con un tocco di originalità, con un ringraziamento all'ex Presidente Chiamparino. Lo ringrazio, con sincerità, di iniziare questa legislatura sedendo al nostro fianco. Io ho avuto l'onore e anche l'onere di passare qualche anno in questo Consiglio in opposizione alla sua Presidenza e adesso avere lui sui banchi, non solo, badate bene, perché così blocca l'ingresso di "+Europa" in Consiglio regionale, ma anche e soprattutto perché effettivamente, in attesa che anche il centrosinistra maturi un rinnovamento della sua classe dirigente in senso generazionale, sono convinto che l'ex Presidente Chiamparino sarà comunque un ottimo e autorevole interlocutore, a garanzia di un contributo franco, ma di alto livello, anche dell'opposizione che auspichiamo e confidiamo, assolutamente non si ridurrà all'applausometro o al limitare momenti di apprezzamento politico nei discorsi di inaugurazione.
Siamo convinti, invece, che il dibattito avverrà sui temi e in questo vogliamo ribadire la centralità di quest'Aula, di questo Consiglio regionale. Ricordiamo che la Regione è anzitutto un'assemblea legislativa che si relaziona con una Giunta, con un esecutivo. Questa sua funzione legislativa è un grandissimo onore, ma anche una grandissima responsabilità e, nel farlo, noi maggioranza di centrodestra dobbiamo sentire tutto il peso, anche positivo, di una sfida che ci ha consegnato il nostro elettorato. La vittoria di Alberto Cirio e del centrodestra non è stata l'abbiamo ricordato in diverse occasioni e anche stamattina - una vittoria di misura; è stata una vittoria molto netta che è anche molto responsabilizzante, cioè garantire questa assoluta discontinuità di linea politica, di garantire quella che è stata correttamente, con un discorso che ci riempie di entusiasmo e ci soddisfa pienamente del Governatore in questo insediamento, una rivoluzione del buonsenso, ma, anzitutto, una rivoluzione.
Il Consiglio regionale, lo ribadisco ancora una volta, dovrà essere protagonista di questa rivoluzione su tanti temi fondamentali. Parto da uno che non è stato toccato, se non marginalmente, questa mattina, che però noi Fratelli d'Italia riteniamo fondamentale: la famiglia e il sostegno alla famiglia e alla natalità. È un tema che, se non è l'agenda mediatica a porci di fronte agli occhi, sono i dati dell'ISTAT a imporci, e ci rappresenta una situazione piuttosto desolante della nostra regione, con in un unico anno, un calo demografico di 25.000 persone, come se un Comune di media-grande dimensione fosse scomparso da un anno all'altro. Questo avviene anche perché la famiglia deve smettere di essere, come purtroppo è stato sinora, semplicemente teatro di baruffe ideologiche, palcoscenico di pittoresche provocazioni, ma deve invece essere un campo in cui la politica fa sentire la presenza concreta e solida delle Istituzioni al fianco di quelle persone, in particolare di quei giovani che hanno ancora quella lucida follia e quel coraggio di mettere al mondo dei figli, nonostante il carovita, nonostante le incertezze sul futuro. La Regione lo deve fare con delle misure di cambiamento radicale, partendo dal quoziente familiare.
Occorre andare a sostenere le famiglie anche con le incentivazioni fiscali e con i risparmi rispetto al bilancio familiare con cui si arriva a fine mese. La Regione deve far capire, insieme al diritto allo studio e a tante altre politiche sanitarie orientate alla cura del bambino (quindi indirettamente alla natalità e alla famiglia), il peso di un indirizzo politico, che è quello del sostegno alla famiglia e alla natalità.
Non è l'unico tema fondamentale, noi toccheremo anche altri temi importantissimi: si è parlato, per esempio, dell'autonomia.
Noi condividiamo con il Governatore Cirio (l'ha detto questa mattina) una visione dell'autonomia che non vada assolutamente in contrasto con la coesione nazionale e con la solidarietà che deve necessariamente mantenersi tra territori.
Noi riteniamo che l'autonomia debba declinarsi proprio secondo quel principio, che è anche patrimonio consolidato in Europa, della sussidiarietà, cioè quel buonsenso, quel pragmatismo e quella razionalità che vada a lasciare maggiori risorse o a incentivare lo sviluppo proprio in quelle aree dove serve, dove magari la crescita stenta a decollare.
Guardate, lo dico nella consapevolezza che Torino, al netto delle visioni ideologiche come capoluogo della nostra Regione, ma anche altre aree della Regione Piemonte, purtroppo riportano dati di disoccupazione, soprattutto giovanile, che assomigliano più a realtà metropolitane del Sud che non invece, ad altri territori del Nord Italia. Allora sì a un'autonomia che vada a creare maggiori possibilità di attrattività, di competizione nel nostro territorio nella sfida globale tra territori stessi e, soprattutto a un'autonomia che veda in Consiglio regionale il protagonismo di questa battaglia che fino adesso è stata tenuta poco e, comunque, chiusa all'interno delle stanze della Giunta.
Mi rivolgo alle minoranze: il fatto che la Lega, con una proposta che noi condividiamo assolutamente, intenda invece istituire in Consiglio un luogo permanente di discussione su quel tema, riteniamo che sia intanto un segnale positivo per questa Assemblea legislativa, ma anche un segnale di apertura al coinvolgimento delle minoranze, perché una Commissione è sempre garanzia di dibattito. Mi auguro che ci possa essere convergenza quantomeno sulle regole del gioco di funzionamento dell'ente. Poi magari nel merito politico, com'è giusto che sia, ci confronteremo e ci contrasteremo anche duramente, ma almeno sulle Commissioni e sull'istituzione di Commissioni come luoghi di dibattito venga apprezzata la buona volontà.
Devo dire che la discontinuità sul protagonismo del Consiglio regionale la vorremmo vedere anche su temi strategici come la sanità. Devo ricordare anche ai colleghi di maggioranza che nella scorsa legislatura il centrodestra, addirittura, promosse, o tentò di promuovere - il centrosinistra lo impedì - un referendum regionale rispetto alla delibera di organizzazione degli ospedali, proprio perché contestava che il Consiglio regionale fosse escluso come luogo di programmazione del servizio sanitario. L'ex Assessore Saitta e la Giunta Chiamparino non fecero questo.
Personalmente, con un'analisi del voto, penso che questo sia stato uno dei principali fattori della sconfitta della scorsa maggioranza ma, al netto dei giudizi che ognuno può avere, è fondamentale intanto plaudire all'iniziativa del nuovo Assessore Icardi, che è partito con il piede giusto: ha detto fermiamo un attimo le bocce, cerchiamo di capire stoppando gli atti aziendali, qual è la situazione per dare modo alla nuova maggioranza di imprimere quel cambiamento che abbiamo promesso ai cittadini piemontesi. Questo è stato fatto con grande responsabilità.
Per esempio le gare sul Parco della Salute, com'è stato ricordato, non sono state fermate, ma rivendichiamo assolutamente - e l'abbiamo promesso noi Fratelli d'Italia, in particolare, portando il nostro leader Giorgia Meloni davanti al Regina Margherita e agli ospedali pediatrici - per la politica per noi come maggioranza e per questa maggioranza consiliare, di riaprire un confronto con tutti gli operatori; un confronto, perdonatemi, anche con noi Consiglieri come rappresentanti dell'utenza, che sono i cittadini e i pazienti, per il diritto di ripianificare e rimettere mano al progetto definitivo di quell'ospedale, come di altri. I posti letto vanno garantiti perché le specialistiche vanno difese. Questo lo abbiamo detto in campagna elettorale e, Presidente, ovviamente, intendiamo mantenere questo impegno in Consiglio regionale.
Sulla sanità ci sono tanti altri temi, che non toccherò proprio perch condivido il suo intervento, Presidente. Tuttavia, mi limito a dire che le liste d'attesa sono una macchia nel nostro sistema e bisognerà imprimere un principio di efficienza. Penso che quello sarà il primo ambito in cui il cittadino dovrà percepire un'altra velocità nella sua quotidianità, così come più coraggio nel rapporto di partenariato pubblico-privato. Infatti fino adesso - mi permettano i colleghi dell'opposizione - c'è stata ancora un po' di ostilità ideologica che ha impedito di seguire dei modelli virtuosi che vi sono anche in Regioni a noi confinanti, in cui il servizio è stato mantenuto a livelli quantitativi e qualitativi anche di eccellenza perché il pubblico ha avuto la responsabilità, e anche il pragmatismo, di assumersi il ruolo fondamentale di certificatore a monte di decisore delle regole e degli standard che vanno rispettati, ma smettendola di essere un imprenditore pubblico. Cosa che ormai la storia ci insegna essere effettivamente un modello poco funzionante.
Faccio ancora un passaggio, e mi avvio poi alla conclusione, anche sul tema della sicurezza. Tante sono le aspettative dei cittadini, soprattutto del capoluogo. Rispetto a questo tema, devo dire che già in questi primi giorni ci sono dei temi su cui Fratelli d'Italia vuole comunque far arrivare alla Giunta il suo punto di vista. Il capoluogo è colpito da fenomeni come quelli dei suk, fenomeni che portano estremo degrado in intere aree della città, lo dico per i non torinesi, dove addirittura si viene sgozzati e uccisi per futili motivi solo perché si è calpestato l'angolo di un tappeto di un venditore abusivo. Noi abbiamo promesso ai cittadini di vietare dando efficacia ad una norma regionale che, ribadisco, c'è già - quella vergogna. Penso che al Prefetto e alla Prefettura si debba ricordare questo nostro impegno e invece non accettare che ci siano stabilizzazioni come videosorveglianze o azioni che vadano a stabilizzare quel fenomeno.
Concludo anche sui rimpatri volontari. Al Governo dobbiamo portare un messaggio chiaro. Questo messaggio è che in realtà di grande disoccupazione e disagio economico, come la nostra, personalmente ritengo poco sensato mettere in tasca 5.000 euro a ogni immigrato che non ha titolo per stare nel nostro Paese, per incentivare il suo rimpatrio con le buone, quando invece esistono le leggi sui 600 mila clandestini presenti sul nostro territorio. Alzare i livelli di efficienza del rimpatrio coatto dai 5.000 ai 6.000 attuali, alla cifra totale, penso che debba essere la priorità.
Su questo, come anche il MOI, per esempio, in cui milioni di euro delle Fondazioni bancarie, così come anche del Viminale, sono stati investiti e messi nelle tasche delle solite cooperative, già sotto inchiesta, anche per il business rom per assistere poi poche decine di persone, io penso che bisogna rispolverare un po' di sano sovranismo.
Agli amici e ai colleghi della Lega voglio dire che potrà capitare, magari in un esecutivo inevitabilmente di compromesso, come quello gialloverde che ogni tanto il Governo sul nostro territorio dimentichi la ruspa nei box. Noi però come Fratelli d'Italia saremo al fianco dei leghisti piemontesi per garantire ai cittadini, che ci hanno dato un mandato molto forte di discontinuità, di andare invece a scaldare i motori di quella ruspa.
L'ultimo punto, e poi ho concluso, è quello del lavoro. Il lavoro è, veniva ricordato, un tema strategico. Siamo felici ed entusiasti che sia stata affidata la delega all'Assessore Elena Chiorino, cui auguro i migliori in bocca al lupo del Gruppo. Saremo al fianco della Giunta e dell'Assessore Chiorino proprio per trasformare la visione con cui si affronta il tema lavoro. Non solo tavoli di concertazione sindacale quando le crisi sono ormai irreversibili. Certo quello si farà per stare vicino ai lavoratori e le loro famiglie, ma non è sufficiente.
Bisogna riportare qui l'autonomia, ma sarà una partita fondamentale il tema della prevenzione di queste crisi e quindi, insieme all'Assessorato alle Attività produttive, la valorizzazione della nostra piccola e media impresa, dando grande impulso - lo voglio dire come ultimo suggerimento all'internazionalizzazione. Fingiamo di non essere in un mercato globale e ci troviamo in un Paese in cui i flussi commerciali e l'export, per esempio tra Italia e Cina, sono sostanzialmente la metà delle importazioni. Noi dobbiamo incentivare l'internazionalizzazione delle imprese piemontesi.
Abbiamo un livello eccellente di qualità da offrire al resto del mondo quindi dobbiamo essere al fianco anche dei piccoli e dei medi per consentirgli di avere la solidità e la forza di affacciarci sui mercati.
Con la grande qualità della nostra eccellenza saremo sicuramente in grado di competere con mostri che hanno meno attenzione alle tematiche del lavoro e alle tematiche ambientali, ma sono convinto che poi le ricadute positive sul territorio le vedremo.
Presidente Cirio: in bocca al lupo, noi siamo al suo fianco.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Anche il mio augurio al Presidente Cirio e a lei che governa l'Aula, a tutti i colleghi e le colleghe e alla Giunta di questa maggioranza.
Ho ascoltato con attenzione l'intervento che lei ha fatto, Presidente, ed è evidente che lo scenario che abbiamo davanti forse è uno scenario diverso da quello che 30-40 anni fa avevano i nostri colleghi. I flussi macroeconomici e i flussi finanziari italiani, oggi europei e globali, di fatto, chiedono a quest'Aula e alla classe dirigente di questa Regione, e non solo, di guardare non ai prossimi cinque anni, ma a che cosa accadrà nei prossimi vent'anni in questa Regione.
Mi ha colpito, nella premessa che il Presidente ha fatto nel suo documento programmatico, un'attenzione al dato demografico. Se la politica oggi non guarda al dato demografico dal punto di vista delle nascite, dei decessi e del numero di persone over 65 e 75, è evidente che farà delle politiche che serviranno a rafforzare un po' di elettorato per i prossimi tre o quattro anni, ma non disegnano un Paese che, invece, ha bisogno di un profondo cambiamento. Perché dico questo? Lo dico perché è evidente che le sfide che noi avremo davanti sono sfide che hanno a che fare, fondamentalmente, anche con due soggetti, con due realtà della nostra società che producono futuro che sono le imprese e le famiglie. L'impresa perché continua con i suoi imprenditori a scommettere maggiormente rispetto a quello che può essere il profitto. Sono convinto che chi fa l'imprenditore metta, nella propria anima e nella propria azienda, un qualcosa di gratuito, che è legato al concetto di mantenere famiglie, innovare, fare sviluppo, creare sempre di più welfare aziendale (anche in virtù del fatto che il welfare dello Stato in parte si ritrae).
Veniamo, poi, alle nostre famiglie e ai nostri giovani. Non è stato detto ma il vero problema di questo Paese non è quanta gente arriva, ma quanta gente va via.
Il deflusso dei ragazzi che formiamo nelle nostre università (università di eccellenza!) e che poi, però, vanno a cercare opportunità all'estero (non mi riferisco solo agli universitari, ma anche alle tante persone che cercano un futuro avendo un mestiere per le mani) è decisamente alto.
Torniamo alla questione demografica: a mio giudizio, questa tematica ci porrà alcune sfide. La prima sarà legata alla natalità, lo diceva anche il Presidente Marrone.
Il Presidente Marrone, però, sa bene che le Regioni possono varare delle misure: mi riferisco, ad esempio, al bonus bebè, che lo stesso ha inserito nel suo programma; mi colpisce e mi fa piacere che sia una misura ideata già dal "concepimento" (così è scritto, e le fa onore, per cui la ringrazio). Dall'altra parte, però, sappiamo che il problema della fiscalità sulla famiglia è centrale. Negli ultimi tre anni ho fatto parte dell'Osservatorio nazionale della famiglia: è evidente che ogni Regione e ogni Comune provi a varare delle micro o macro misure sul tema della famiglia, ma il tema è di fiscalità nazionale.
Il fattore famiglia - il quoziente familiare - dovrà, prima o poi, essere preso in considerazione, visto che lo stesso Vicepresidente Salvini su questo si è speso molto. Su questo aspetto bisognerà quindi chiedere al Governo, perché noi possiamo metterci un piccolo accento, ma se non ripensiamo completamente all'IRPEF, ad esempio come il Forum delle famiglie chiede, prevedendo, per ogni figlio, una no-tax area, è evidente che alle famiglie daremo sempre e solo dei contentini. Bisognerà invece iniziare a ragionare - questo la Regione lo può certamente fare - su tutti quelli che sono i servizi che ruotano attorno alla famiglia: mi riferisco agli asili alle scuole materne, soprattutto al sostegno alle scuole materne, comprese quelle paritarie della FISM.
C'è poi un altro grande tema legato sempre alla famiglia, che in questa parte del mio intervento è intesa come "realizzatrice di futuro", e che, di fatto, collabora a proporre nuove possibilità. Su questo aspetto, quindi maggiore attenzione all'ascolto, perché è evidente che la politica ha bisogno di ascoltare quali sono i problemi reali della famiglia.
La famiglia è il primo vero soggetto di welfare che abbiamo in questo Paese. Da qui, tutto il grande tema degli anziani.
Presidente, lei sa come me che un anziano tende a diventare un disabile anche grazie al progresso della nostra medicina. Ho sentito poche volte negli interventi di questa mattina, parlare di persone con disabilità. Su questa tematica, invece, un lavoro deve essere fatto: non basta una legge approvata nella scorsa legislatura; occorre che quella legge abbia una roadmap. Cioè quando iniziamo a considerare le persone con disabilità come priorità? Lo dico per un motivo: fortunatamente, come dicevo poc'anzi, oggi le persone con disabilità possono avere una vita accettabile, una vita addirittura normale grazie allo sviluppo della medicina e allo sviluppo della protesica.
Su questo aspetto è calato il silenzio in aula, per cui ci tenevo a riportarlo alla vostra attenzione, perché le famiglie spesso e volentieri si devono far carico di quella persona, che, invece, cerca un'autonomia (mi collego al tema della vita indipendente e della legge regionale che bisognerà sostenere e affrontare). Dall'altra parte, però, questa autonomia deve essere anche sostenuta (ricordo che stiamo parlando di disabilità motorie).
L'altro aspetto che mi preoccupa particolarmente, sul quale mi auguro che in materia di sanità si faccia un lavoro importante, riguarda la cronicità perché è evidente che sulla fase acuta delle nostre patologie - non neghiamocelo! - il nostro sistema sanitario e i nostri medici sono ancora un'eccellenza, fortunatamente! Sull'alta intensità, quindi, siamo oggettivamente un sistema sanitario forte. Mi preoccupa, invece, la cronicità: la diagnosi di Alzheimer per una famiglia è un dramma. A oggi non abbiamo ancora pensato (bisognerà farlo tra Regione, Comuni e ASL) un percorso di non abbandono di quelle famiglie che, di fatto, si trovano di fronte un parente che, pian piano, come dice appunto la malattia, va degenerando (in questa categoria vanno ricomprese purtroppo anche tutte le demenze senili).
Auspico che in questi anni si riesca a ridisegnare un'idea di società con al centro le persone; soprattutto, le persone che si fanno carico non solo di chiedere allo Stato o di chiedere alla Regione, ma quelle che dicono: "Io mi assumo la responsabilità della sfida che mi è toccata nella vita quella di mettere al mondo un figlio oppure di avere un parente malato che mi tengo a casa. Tu però aiutami: innanzitutto informarmi, dammi la possibilità di stare continuamente in collegamento". L'obiettivo è che non si perda quell'umanità - che penso che qualcuno di voi abbia visto, per cui non me ne vogliano quelle tante realtà che lo fanno o che provano a farlo bene - che si smarrisce quando si vedono quelle "batterie di letti" di anziani, uno di fianco all'altro, con tempi ridicoli per cambiarli, pulirli e lavarli. Mi auguro che questa non sia la nostra idea di sanità, e nemmeno la nostra idea di accompagnamento all'ultima parte della vita di queste persone.
Un altro tema cui tengo molto - lo ha citato anche lei - riguarda la formazione in generale nella nostra Regione. Pensiamo a quanto il comparto universitario possa essere una leva di sviluppo, Presidente: è evidente che le università piemontesi sono un'eccellenza. Bisogna quindi lavorare per sostenerle, anche rispetto al diritto allo studio. Positive, quindi, le borse di studio e tutti gli altri servizi: oggi lo studente le sceglie sia per qualità della docenza (quindi è una scelta accademica), sia per quello che i nostri territori offrono. Mi permetta, però, in tema universitario di invitare tutti alla massima attenzione anche a come permettiamo ai nostri studenti di raggiungere le aule di lezione, perché se non disponiamo di un trasporto pubblico decoroso, uno studente non si può svegliare alle 5.00 per essere a lezione alle 8.00! Perché, a quel punto, privilegerà la macchina; peccato che poi si allargano le zone con strisce blu e la Sindaca Appendino li multa. È con questi presupposti che invogliamo e agevoliamo l'abbandono scolastico.
Al di là della battuta, la formazione professionale e l'ITS rappresentano a mio giudizio, due risposte a due grandi esigenze: innanzitutto quella avere dei ragazzi formati in modo importante dal punto di vista del diritto dovere; mi riferisco, soprattutto, a quei ragazzi che rientrano nella sfera dell'abbandono scolastico, quelli che forse, come diceva Don Bosco, il talento ce l'hanno nelle mani, e prima li metti alla prova, cioè prima gli fai capire che sono degli ottimi idraulici, degli ottimi pasticceri o quant'altro, meglio è. In tal modo, si evita che inizino un percorso universitario dove poi non troveranno sbocchi.
Allo stesso modo, gli ITS rappresentano una formula mutuata dai modelli europei più sensati, perché di fatto si va a disegnare il loro percorso grazie al rapporto con le imprese.
Ultimi due punti, poi ho veramente concluso.
Sul tema della scuola si è dato grande risalto alla libertà di educazione.
Noi ci conosciamo da tempo, Presidente, e sa che è sempre stata una mia battaglia. Su questo sarò oggettivamente vostro alleato tutte le volte che la libertà di educazione sarà al centro della scelta delle famiglie. Perch a scegliere devono essere le famiglie.
Avendo avuto la fortuna di diventare papà da sei mesi, mi rendo conto che forse, la cosa più importante che dobbiamo garantire è la loro formazione più ancora di quello che gli daremo dal punto di vista economico: quanto il capitale umano potrà svilupparsi. Su questo mi troverà concorde.
I padri fondatori europei dicevano: "Ciò che ci unisce è più forte di ci che ci divide". Però le detterò il tempo. Perché avete chiesto alle persone di credere in quel programma, per cui è importante che quel programma venga realizzato, e in fretta.
Ancora due passaggi: il primo riguarda il tema dell'agricoltura.
Presidente, so che su questa materia è particolarmente ferrato. C'è tutta una parte legata all'agricoltura sociale come possibilità di seconda chance per chi si è perso. Sono tante le cooperative sociali che provano a utilizzare le agricolture, quindi le coltivazioni, per concedere una seconda chance a chi magari, per percorsi di dipendenza, o per percorsi che la vita purtroppo gli ha riservato, si era oggettivamente smarrito. Varrà quindi la pena pensare a un'agricoltura che produce reddito e utile, ma che rappresenti, al contempo, anche come seconda occasione per gli "ultimi".
Veniamo, infine, al patrimonio delle case ATC. Non entro nel merito dell'assegnazione: chiaro è, però, che dovremo dare una bella sterzata perché abbiamo centinaia gli alloggi inutilizzati. Su questo, forse, avendo la massima disponibilità e la massima esperienza.



PRESIDENTE

Presidente, la invito a concludere.



MAGLIANO Silvio

Vado a concludere, Presidente. Le chiedo scusa.
Si cercherà, appunto, di ristrutturarli tutti.
Mi avvio alla conclusione. Vorrei citare una frase bellissima di Adenauer: "Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non abbiamo tutti lo stesso orizzonte".
L'orizzonte sarà comune se avremo a che fare con chi oggi pensa alla sua Regione come ad un'opportunità per sé, per i suoi figli e per le sue imprese.
Su questo l'opposizione dei Moderati sarà responsabile, sensibile e perché no? - cercheremo di dare adito a quello che lei ha chiesto, ovvero formulare proposte, sfidarla sui temi sui quali nutriamo un particolare apprezzamento, per fare dei passi avanti per tutti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Magliano.
Prima di dare la parola al prossimo oratore, volevo fare una proposta: essendoci ancora gli interventi di due Capigruppo iscritti a parlare e successivamente, altri Consiglieri, se mi si permette, proporrei di concedere ai Capigruppo di concludere gli interventi e, se c'è la possibilità e la volontà, far intervenire il Presidente Chiamparino, come ex governatore della Regione. Sforeremo qualche minuto dopo l'una eventualmente potremmo spostare l'inizio delle attività pomeridiane alle 14.30, affinché ci siano tempistiche certe per tutti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Un saluto a tutti i colleghi.
Permettetemi, in questo inizio d'intervento, di unirmi alle sollecitazioni che sono già venute dal Presidente Cirio e, questa mattina - apprendo anche dal collega Marrone, di invitare il Presidente Chiamparino a prolungare il più possibile la sua permanenza in questo Consiglio considerato che la stima non arriva solo da questa parte dell'emiciclo, ma anche dall'altra, e quindi continuare a confermare in questi anni la sua esperienza, il suo carisma e la sua figura di riferimento per noi, per il bene di tutta l'Aula e della Regione stessa.
Dopo cinque anni di maggioranza, mi trovo a interpretare il ruolo dell'opposizione; ho svolto qualche ragionamento su cosa questo significhi e, in particolare, su cosa questo non significhi o non significherà per me in questi cinque anni.
Il ruolo dell'opposizione non è quello di rappresentare gli interessi di una minoranza, perché tutto il Consiglio e tutti noi rappresentiamo tutti i piemontesi. Piuttosto, l'opposizione ha il compito di rappresentare una visione del bene collettivo, che, in alcune occasioni, può essere diversa da quella della maggioranza. Il ruolo dell'opposizione non è quello di garantire la democrazia, perché la democrazia deve essere garantita dalla maggioranza e, in ultima ratio, eventualmente dagli organi di controllo.
All'opposizione spetta un ruolo d'interpretazione dialettica del rapporto tra le varie parti di quest'Assemblea. Infine, non è quello di assistere in maniera silente a ciò che la maggioranza fa, ma non è neanche quello (almeno, io così lo interpreterò) di avere un atteggiamento pregiudiziale nei confronti delle iniziative e delle idee della maggioranza. Certo, non farò, e penso che questa parte dell'emiciclo mai lo farà, né l'una n l'altra cosa.
Il ruolo dell'opposizione (ed è questo il punto su cui spero ci troveremo d'accordo, maggioranza e opposizione) è quello di contribuire al bene della comunità, coerentemente con la propria idea di benessere e di comunità. È qui, probabilmente, che troveremo le differenze, perché forse già questa mattina non siamo completamente d'accordo riguardo al concetto di comunità che caratterizza parte di quest'Aula, come anche su cosa intendiamo per benessere del nostro territorio.
In merito ai temi che per noi rimangono fondamentali, uno è il pareggio di bilancio. Riconosco al Presidente di aver apprezzato com'è stato gestito il bilancio dal precedente Assessore, qui presente, Aldo Reschigna, che ringrazio: una gestione economica dei beni collettivi condotta con la diligenza del buon padre di famiglia. Senza questa solidità, noi rischiamo di sottrarre futuro ai nostri figli, perché se noi - com'è già successo nella storia di questa Regione - non abbiamo i soldi per investire sui nostri figli, non possiamo trattenerli qua né possiamo garantire loro il miglior futuro possibile. Pertanto, con il nostro comportamento ipotizziamo il futuro delle generazioni successive.
Il secondo tema per noi importante è il rispetto dell'ambiente, che è - sì prima di tutto rispetto di noi stessi, ma che deve realizzarsi con una mentalità che permea ogni nostra scelta e tutte le nostre scelte future.
Probabilmente, questo sarà un altro argomento su cui avremo da confrontarci con opinioni non del tutto sovrapponibili: la sfida ambientale non si vince dipingendo di verde attività che hanno un'impostazione ottocentesca, ma ripensando il modello di sviluppo, ripensando il modello di consumo ripensando il modello di mobilità. Questa scelta ha dei costi e la sfida non è solo nel passare da un modello all'altro, ma anche nel non lasciare vittime sul campo dopo essere passati da un modello all'altro. Penso che il Presidente sappia a cosa mi riferisco, perché se noi decidiamo che cambiamo il modello - anche se via via - di consumo e di sviluppo, significa che ci saranno aziende, competenze e persone che dovranno tradursi e riproporsi.
Ed è questa, secondo me, la vera sfida.
Penso a un'ecologia, non solo delle nostre risorse, ma anche del rapporto tra le persone, tra i Gruppi che caratterizzano quest'Aula e che rappresentano diverse sensibilità della Regione. Penso a un'ecologia dei rapporti tra i forti e i deboli, tra chi ha il controllo delle risorse e chi non ce l'ha, tra chi controlla il lavoro e chi aspira ad averlo.
Un altro aspetto riguarda il modello di assistenza sanitaria: occorre un modello che diffonda eccellenze e nuove pratiche, più rispettose dei bisogni e della dignità delle persone malate in tutto il territorio. Noi abbiamo fatto la nostra parte, ma ci siamo trovati in una circostanza (è stato riconosciuto da più parti, in quest'Aula) di ristrettezze economiche.
Ritengo, ed è stato detto, che le prime cose da fare siano quelle di reinvestire nell'edilizia sanitaria, ma ancor più nel recupero dei rapporti con le associazioni dei malati, con le associazioni dei familiari e con gli operatori stessi. Questo tipo di lavoro si realizza attraverso l'ascolto rispettoso, l'elaborazione delle proposte e, di conseguenza, delle soluzioni.
C'è un tema più specifico, che ha caratterizzato la nostra legislatura ed è caro, è già stato espresso nel corso della mattinata a noi tutti: l'aiuto alle vittime di situazioni di dipendenza, che sia dipendenza da sostanze tossiche (alcol, stupefacenti, fumo, e così via) o da comportamenti compulsivi. Noi abbiamo un atteggiamento nei confronti di queste problematiche che deve pesare e dare peso agli aspetti di prevenzione e non di persecuzione della vittima, in una lotta senza quartiere a chi sfrutta spietatamente le debolezze degli altri e a chi si arricchisce sulle debolezze degli altri.
Infine, la lotta alla disoccupazione. È già stato detto (ne ha parlato il collega Magliano), ma mi piace sottolineare la lotta alla disoccupazione delle persone più fragili, non solo dei disabili, ma di chi è al fondo della scala sociale e fa ancora più difficoltà degli altri a trovare un impegno e un motivo per essere riassorbito nel mondo del lavoro.
Con chi faremo questo lavoro? Con gli Ordini professionali, con il mondo universitario, con la nostra migliore imprenditoria che aspetta da noi le proposte, con il settore no profit e con le associazioni e tutti i volontari. Mi piace sottolineare, alla fine di questa lista, anche il mondo della Chiesa: a me ha sorpreso che nella visione del bene comune espressa nel Laudato Sì, l'Enciclica del 2015 di Papa Francesco, che, tra l'altro nella legislatura passata ha regalato a tutti i Consiglieri regionali, si anticipassero molte delle tematiche ambientali che sono diventate attuali adesso, grazie all'impegno dei giovani in tutta Europa.
In definitiva, quello che auspichiamo è che quest'Assemblea rappresenti tutti e, se la maggioranza dovesse dimenticarne alcuni, daremo una mano a coprire quel tipo di distrazione.
Non ho pregiudizi sul Governo che al momento gestisce la nostra Regione e apprezzo che il Presidente abbia già, in alcuni cenni, fatto riferimento alla possibilità di dare continuità e un'impostazione collaborativa al nostro lavoro. Ci sarà da rendere compatibili alcuni aspetti, che vedremo come verranno realizzati nel corso del tempo.
Voglio capire come si coniugherà la visione europeista che il Presidente manifesta, confortata dal suo lungo periodo di permanenza a Bruxelles, come anche dalla sua intenzione di recuperare ancor meglio i fondi europei, e come entrerà in relazione con una visione decisamente meno europeista di una larga parte della sua maggioranza, ma sono qui per imparare.
Abbiamo anche apprezzato (l'ho già detto in precedenza) come sia stato lodato e riconosciuto dal Presidente Cirio, anche nel corso del rendiconto di parifica della Corte dei Conti, la settimana scorsa, il rigore con il quale la precedente Giunta ha gestito il bilancio. Ci chiediamo se dietro la svolta autonomista prontamente rilanciata dal partito di maggioranza ci sia la medesima visione di continuità, che noi auspichiamo. Penso che questi siano temi che anche per lui rappresentano una sfida.
Nell'attesa di verificare - e vado a concludere, ma ho un minuto e 15 secondi, dovrei farcela - queste, che forse per me sono solo apparenti contraddizioni, voglio rifarmi a quanto avvenne nel 1946, quando i padri costituenti furono chiamati a redigere il documento su cui si fonda il nostro vivere civile: vi ricordo, in estrema sintesi, che ci si trovava di fronte a tradizioni di pensiero profondamente differenti. Per sintesi, era presente una sensibilità liberale, una democratica, una cattolica e una socialista marxista. Tralascio il metodo con il quale fu affrontato il problema delle differenze di opinioni, ma di fatto il 9 settembre l'ordine del giorno di Giuseppe Dossetti, in cui si affermava che la tutela della persona e dei suoi diritti costituivano il nucleo essenziale dell'antifascismo e che proprio questo era il principio base su cui fondare la nuova Costituzione, trovò l'assenso - detto per primo da Dossetti cattolico - di Togliatti e di seguito di tutti gli altri rappresentanti. Su queste premesse di lavoro, si trovò terreno comune e si arrivò ad una sintesi.
Tornando a noi, tutte le volte che la maggioranza avvierà ragionamenti e progetti che si ispirano al rispetto della persona, al rispetto della socialità della persona, tutte le volte che la maggioranza lavorerà per la tutela dei diritti delle persone, piemontesi e non, forti e deboli, sani e malati, disoccupati ed impiegati, troverà la nostra collaborazione. In tutti gli altri casi, ci troverà decisamente, fermamente e direi ostinatamente dall'altra parte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Giaccone.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Un applauso a lei, Presidente Cirio, e un applauso a lei, Presidente Allasia - ma non sono ironico, lo dico sul serio - e fischi a noi, che se siamo qui da questo lato in così pochi, c'è poco da girarci attorno, come ci facevate notare stamattina.
Sì, non siamo riusciti a fermare l'onda nera in Piemonte. Il Presidente Chiamparino e il centrosinistra hanno subito una dura sconfitta e questo certo, non si può neanche archiviare solo con il trend di crescita al cubo della Lega Italia firmata Salvini. Perché sarà pur vero che abbiamo portato fuori questa istituzione dal baratro di Cota, i suoi scontrini e i suoi fratelli, i conti disastrosi della precedente Giunta a guida leghista di cui lei si ricorderà qualcosa, Presidente. E nessuno potrà obiettare, come diceva lei, che, grazie alle nostre politiche, migliaia di ragazzi hanno finito gli studi e che, grazie ai nostri sforzi, si sia fermato da subito il "delitto" allo studio che voi avete perpetrato per anni, mandandoci come per la sanità, in quelle Regioni con il bollino nero della retrocessione ai piani più bassi. Ricordatevi la vostra storia e da dove venite, che potrebbe essere già un primo punto per quelle prossime sinergie di cui lei parlava, Presidente.
Ma se abbiamo perso è perché la gente non ha trovato sufficiente questo cambiamento o semplicemente non l'ha nemmeno sentito, ma ce lo siamo detti tante volte. Di certo, vale per i 200 mila piemontesi in cerca di lavoro così come i tanti sottoccupati e precariamente occupati che non sono nemmeno andati a votare. Parole che, fino adesso, tra l'altro, non ho sentito da nessuno. Non so se le liste d'attesa, aggravate da anni di piano di rientro e di blocco del turnover, abbiano peggiorato le cose. Di certo non è bastata all'uscita dalla griglia del commissariamento.
Ho davanti un Consiglio regionale molto al maschile, come temeva chi, come noi, ha portato avanti, e purtroppo perso, la battaglia per introdurre la doppia preferenza di genere nella legge elettorale, che di certo ripresenteremo, come ho sentito anche dalle parole di questa minoranza e del Consigliere Ravetti. È inutile dire che in questa situazione tutto per noi sembra più difficile, ma non ci sottrarremo, Presidente. La nostra opposizione sarà di sana e robusta costituzione, per non far arretrare il nostro territorio dai diritti e dalle opportunità conquistate. Tra queste vi è il 100% delle borse di studio, il fondo salvasfratti e il fondo salvamutui che va in fretta reso agibile per tutte le persone che, per assenza di reddito, anche oggi stanno perdendo la loro prima casa. Vi sono inoltre, il contrasto al gioco d'azzardo patologico, il divieto del cottimo per i lavoratori delle piattaforme digitali, la giusta retribuzione negli appalti e molto altro ancora, come la difesa della legge n. 194, dei consultori, della libertà riproduttiva delle donne. Ecco, rimarremo una Regione "Pillon free", fatevene una ragione! Gli unici muri che vogliamo alzare sono quelli per difendere la sanità e il trasporto pubblico. Costruiremo ponti e reti per arginare la vostra piccola secessione mascherata dietro la vostra autonomia differenziata in salsa veneta, e non smantelleremo le politiche di accoglienza e di integrazione.
Al contrario, Presidente Cirio, il Nord - ha ragione lei - ha bisogno di unirsi, ma per due altre grandi emergenze, di cui lei non ha parlato. La prima: migliorare la qualità dell'aria e cancellare la nuvola nera che incombe sulla Pianura Padana. Lo scivolone di oggi non è di per sé grave però si informi prima di emettere le sue sentenze, Presidente, perché di certo le misure della Città di Torino sono insufficienti e sono d'accordo con lei, ma non, per come lei ha detto, per le fonti più inquinanti. Basta vedere l'ARPA, sperando che anche il segno dei tempi non faccia cambiare idea all'ARPA, altrimenti è un problema se si pensa davvero che il riscaldamento sia l'unica fonte di emissione negativa.
La seconda, Presidente: vogliamo fermare l'unica migrazione che ci spaventa. Sì, anche noi, ma è l'unica che ci impoverisce per davvero, ed è quella dei troppi giovani che, finiti gli studi, dopo aver preso le nostre borse di studio, se ne vanno via da questo Piemonte, e sono ben più degli immigrati che entrano in questa terra. Non so se questo racconto vi interessa e non so se lo vivete come reale, ma quell'assenza di opportunità è una delle più grosse ferite che tutto il nord Italia ha addosso. E dovremo ritrovare il modo di ridare dignità a quell'economia della promessa, che ha reso prima precari, poi senza grande reddito e poi magari ha costretto addirittura a dover pagare per potersi formare e per poter lavorare. Spero che su queste cose potremo almeno imbastire una discussione insieme, perché purtroppo ho ascoltato tante parole e, ve lo dico sinceramente, per nostra fortuna, non sono e non saranno fatti.
Lei è un bravo commerciale, Presidente, non si offenda se glielo dico; è un democristiano di Publitalia, non saprei come dirla diversamente. Ma lei è il buco, anzi è il centro con la Lega attorno. Devo dire che sono bastate poche settimane dall'insediamento della sua nuova Giunta per sentire tante dichiarazioni. Però sa com'è? La Lega è molto "chiacchiere e diversivi", e lei dovrebbe saperlo. Sì, dichiarate anche qua in Aula di voler dare più case agli italiani, di chiudere i mercati di libero scambio, di cambiare la legge sulle slot, di rendere il Piemonte più lombardo sulla sanità e più veneto nella richiesta d'autonomia. Più telecamere, più pistole, più sicurezza. Mamma mia! Per fortuna, vi siete dimenticati che ci siamo anche noi e presto ve ne accorgerete. Questa credo che anche per voi sia una buona notizia, perché vi faremo commettere meno errori possibili. Lei è un mite, Presidente, ma conosciamo bene il volto della sua maggioranza e anche lei presto se ne accorgerà. Si accorgerà di non essere Ghigo, ma un sottoprodotto di questa era leghista, e prima se ne accorgerà, prima capirà che i veri problemi li ha tutti attorno a sé. E lo dico ai miei vecchi compagni di banco, Ricca e Marrone: più sensazionalistiche e - come dice Salvini - "sbruffoncelle" saranno le vostre esternazioni e più calda sarà questa stagione, e non parlo di cambiamenti climatici.
Infine, ringrazio i nostri; grazie al sostegno, anche straripante, di tanti concittadini ho avuto un risultato fuori scala. Con più di 4.300 preferenze sono l'unico eletto di Liberi Uguali Verdi. Se da una parte sono orgoglioso di aver riportato la parola "ecologista" e di averla unita al mondo progressista, non sono certo felice di quello che è lo stato della sinistra, di tutto questo mondo progressista. Spesso il voto d'opinione non ci arriva perché l'opinione è negativa, e questo lo dico non solo come forte autocritica: quando si è poco credibili e poco utili, spesso si ottengono questi risultati. Spero che il mio risultato controtendenza dimostri che la credibilità e l'utilità di tanti di noi possa rintracciare una speranza più grande.
Come avete capito, se è vero che continueremo le nostre battaglie per migliorare la qualità dell'aria e per fermare i cambiamenti climatici credo che la questione locale non si potrà slegare da una critica profonda come siamo abituati a questo sistema ultraconsumista, che sacrifica spesso la qualità della vita e delle persone, la giustizia e il futuro del pianeta per il profitto di pochissimi.
Ha ragione, Presidente, i poveri non si possono permettere il cambiamento delle auto, ma sono poi loro a pagare la crisi più profonda perché i ricchi posso permettersi le ibride, possono permettersi anche di pagare un voucher più alto per il centro, ma a proposito di migrazioni, 0,5 gradi in più equivale a 200 chilometri in più di deserto e quelle persone sono milioni di persone che si spostano, perché sono Homo sapiens e cercano acqua e cibo. E in un'Italia di armamenti, di cui voi continuate a parlare in modo solo positivo, forse, anche il tema delle migrazioni dovrebbe essere aggiornato, anche tenendo conto dei cambiamenti climatici.
Insomma, difenderemo innanzitutto il nostro punto di vista sul mondo e nel concreto le conquiste degli ultimi anni che vanno nella direzione di un Piemonte più giusto, aperto e solidale. Penso che sarà una lunga traversata, magari difficile, ma non saremo soli: continueremo a studiare agitarci e organizzarci, con tutta la nostra forza.
Allora, viva il Piemonte, l'Italia tutta, la nostra Costituzione e la nostra Repubblica antifascista.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola al Consigliere Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio

Grazie, Presidente.
La ringrazio insieme a tutta l'Aula per questa deroga all'o.d.g. che sinceramente mi onora e di questo la ringrazio.
Ci tenevo anche a dirle che mi scuso se prima l'ho interrotta fuori microfono, però lei sa meglio di me che le regole sono importanti, proprio perché consentono di difendere la minoranza. Perché chi ha tanti volti ha la maggioranza e teoricamente può fare quello che vuole. Le regole servono a quello, ma io sono sicuro che lei ci porterà, nelle prossime sedute, un quadro chiaro in cui si capisca. Nessuno di noi è spaventato né dagli applausi e neanche dai "bu", però bisogna solo sapere quali sono i limiti entro cui ci si deve comportare - ripeto - per difendere proprio quelli che hanno meno. Poco fa il Consigliere Preioni, rivolto a Grimaldi, diceva che deve prendere più voti. In democrazia, le regole servono proprio per difendere quelli che hanno meno voti.
Presidente Cirio, intanto le rinnovo i complimenti per la vittoria netta rinnovo a lei e anche agli Assessori della Lega, di Fratelli d'Italia e di Forza Italia, così evito che sia ogni Capogruppo a doverlo fare; un augurio sincero di fare davvero meglio di quello che abbiamo fatto noi. Perché se abbiamo perso un motivo c'è: è evidente che c'è l'onda nazionale e tutto quello che volete, ma ci sono anche stati degli errori fatti da noi.
Quindi, mi auguro, sinceramente, da torinese e piemontese, di saper fare.
Lei lo ricordava e io la ringrazio di questo, perché so che, anche fuori da quest'Aula, in ambienti in cui non era neanche tenuto a farlo, lei ha usato toni di apprezzamento parziale su quanto svolto in passato. La Corte dei Conti ha certificato una cosa fondamentale e cioè che questa Regione, che noi abbiamo preso in uno stato semifallimentare sia sul bilancio sia sulla sanità, l'abbiamo restituita in grado di camminare sulle proprie gambe.
Presidente Ruzzola, io voglio che facciate di più, ma almeno non restituitecela come ce l'avete data cinque anni fa; almeno quello! Ho apprezzato alcune mosse che lei ha fatto: per quanto riguarda il lavoro glielo dico onestamente, in alcuni casi in continuità, come ha detto anche lei, sulla questione della cassa integrazione in questo caso relativa a Mercatone. Addirittura, quand'ero Sindaco di Torino avevamo fatto un primo accordo in questo senso riferito agli operai in cassa integrazione della FIAT. La presenza sulle realtà di crisi più significative: purtroppo, lei sa meglio di me che non basta fare le Giunte itineranti, ne abbiamo fatte anche noi ma, purtroppo, nel giorno in cui voi eravate a Novi, quel pezzo di trattativa che si era imbastita ha segnato il passo e io mi auguro che si possa riprendere.
Ha dimostrato una sensibilità su un tema e io gliene do atto: so che va a Mirafiori a inaugurare la prima linea della Cinquecento elettrica e fa bene, perché lì vedrà una parte di quei fondi europei che non sono stati sprecati e che sono serviti per attrarre e per far diventare il polo automobilistico di Torino un possibile polo sull'elettrico.
Dico due cose e poi lei le usi come vuole. In primo luogo, trovo strano che l'investimento sull'elettrico cresca e vada di pari passo con la vendita della Magneti Marelli, che era l'azienda del gruppo ex FIAT (FCA) che opera nel settore elettrico, ma che è stata ceduta, se non sbaglio, a un gruppo giapponese. In secondo luogo, nel migliore dei casi, se l'elettrico va veramente bene, farà 50.000 pezzi. Ma per saturare la capacità produttiva del polo automobilistico in produzione diretta ce ne vogliono almeno 200 mila! Quindi attenzione, perché il progetto del polo del lusso per l'auto a Torino sta segnando drammaticamente il passo. E questo rischia di essere una "botta" significativa e una zavorra importante sul futuro non solo per la produzione diretta, ma anche per l'intero comparto dell'automotive e per il sistema delle subforniture. Sono due considerazioni che le propongo perché so che lei che saprà utilizzarle nel modo giusto.
Sulla vicenda delle Olimpiadi, ho condiviso, ci siamo anche sentiti e penso di non svelare nessun segreto se dico che cerchiamo di rientrare con dignità dalla porta di servizio, visto che non siamo entrati da quella principale. È certamente vero che la Sindaca di Torino e la sua maggioranza locale e nazionale non volevano farle, tuttavia non è che gli altri componenti di Governo siano del tutto esenti da trucchi e inganni: aver detto che le Olimpiadi sarebbero state pagate tutte dai privati è stata una menzogna che, difatti, si è rivelata tale, perché giustamente prima della riunione di Losanna è stata fatta la lettera di garanzia degli interventi pubblici. È stata una manovra abile, lo riconosco, per riuscire a spostare secondo me, grazie a un'intesa già in atto, sulla Lombardia, sul Veneto e su Milano il peso di tutte le Olimpiadi. Ripeto, se riusciamo a rientrare con dignità dalla porta di servizio, se posso darle una mano, io ci sono.
Per quanto riguarda l'autonomia, bisogna che vi chiariate fra di voi perché lei, Presidente Cirio, ha detto una cosa giusta: l'autonomia prevista da questa Costituzione (articolo 116) non c'entra niente con il residuo fiscale. Il Consigliere Preioni ha detto un'altra cosa, ha detto che la questione è quella del residuo fiscale. Se il tema è quello che dice lei, cioè quello che riguarda l'articolo 116, intanto vi do un consiglio (poi lei lo usi come vuole): più che correre veloce lei, spinga il Governo.
Poi, vuole chiedere più materie? Le chieda. Io sono contrario alle 20 repubblichette scolastiche, però è legittimo e fa parte della discussione magari si può trovare una ragionevole via di mezzo.
Se, invece, parliamo di un'altra storia - mi riferisco al Presidente Allasia, che ha citato un amico, che a me è stato caro, da leale avversario politico, cioè Gipo Farassino - e fa riferimento a quel federalismo, di cui la Lega è stata interprete all'inizio, chi ha affossato quel dibattito su quel federalismo, su cui si può essere d'accordo oppure no, ha un nome e un cognome e si chiama Matteo Salvini, si chiama sovranismo. Chiaro? Quindi bisogna capire in che direzione ci si muove: se si vuole riprendere un dibattito su quel tema, bisogna sapere che le condizioni politiche sono quelle; se invece vogliamo lavorare in quella direzione, discutiamone e ben venga la Commissione. Noi ci saremo e porteremo i risultati dell'intesa che abbiamo già fatto con la Ministra Stefani.
Sull'ambiente - e mi avvio a concludere - faccio una sincera autocritica non di questi cinque anni, ma di quando ho svolto il ruolo di Sindaco. Per affrontare i temi ambientali, che sono difficili, è importante il consenso e io non ho nessuna difficoltà a dire che, specie nella seconda legislatura, in cui avevo un consenso alto, avrei dovuto e forse potuto fare di più.
Oggi, però, è stucchevole vedere che si discute se inquinano di più le caldaie o le auto. È stucchevole questa discussione, perché dovrebbe essere una discussione su chi fa di più e su chi non lo fa solo per fare entrare soldi al Comune, ma lo fa per costruire condizioni che davvero intervengono su tutti i fattori inquinanti. Ognuno di questi temi porta con sé fattori inquinanti diversi, che tutti insieme compongono quella nuvola.
Qui c'è un particolare, Presidente Cirio. Lei è giovane e sa che ai giovani, quelli più giovani di lei, il tema del miglioramento ambientale e climatico è ancora uno degli argomenti che li lega alle Istituzioni e alla politica. Non deludiamoli. Qui non si può andare il venerdì da Greta e poi tutti gli altri sei giorni della settimana da "Mammona". Bisogna essere coerenti, ci vuole coerenza sapendo che questo può costare consenso, per l'ambiente è una delle grandi sfide che abbiamo davanti.
Infine - e lo chiariremo, perché è un tema troppo delicato - non si pu contrapporre i diritti, per chi ha diritti esigibili, alle etnie o alle nazionalità, come ha dichiarato in un'intervista, non lei, ma il suo Assessore Ricca, perché questo vuol dire fare passi indietro nella civiltà di una comunità. Per quel che mi riguarda, ma credo di poter dire "per quel che ci riguarda", su questo saremo inflessibili nel capire meglio e nell'essere determinati a impedire che si faccia scempio della civiltà che bene o male, tutti quelli che siedono in quest'Aula - tutti - in forme diverse hanno contribuito a costruire.
Mi permetta ancora un minuto su una questione che mi riguarda più direttamente. Ringrazio i Consiglieri che mi hanno espresso stima e leggo la parte finale di quello che avevo detto e scritto il 26 maggio con un sms, ossia il giorno dopo la sconfitta contro di lei: "Mi assumo la responsabilità" - non la faccio lunga - "Evidentemente la mia proposta programmatica e la mia persona non sono state sufficientemente convincenti per i piemontesi. Ne trarrò le conseguenze verificando opportunità, tempi e modalità con le forze della coalizione, non appena si sarà insediato il nuovo Consiglio regionale".
Questo solo per dimostrare la coerenza fra quello che ho detto il 26 maggio e quello che mi appresto a dire ora.
Non era, il mio, un atteggiamento irrispettoso verso il Consiglio, come di un bambino che perde la partita e scappa a casa dalla mamma con il pallone anzi, il mio è un atteggiamento politico di chi si assume la responsabilità e vuole dare un segnale, prima di tutto per il periodo che starò qui svolgendo un ruolo da gregario; visto che siamo in tempi di Tour de France lo dico in questo modo, il ruolo di chi porta le borracce a questi giovani esperti ed è capace di portarle.
Mi permetto di dire, ai tanti miei elettori che si sono rivolti a me dicendo di restare, di guardare, non a oggi o a domani, ma a dopodomani e di guardare a questi giovani che sono qui con me, perché sono loro il futuro di una qualsiasi riscossa democratica di sinistra in Piemonte.
Ho posto una questione politica che è quella di liberare...
Io sono portatore del passato, orgogliosamente e non acriticamente, e il passato può essere, per un certo periodo, una risorsa, ma c'è un momento in cui diventa un peso. Per cui io, insieme alla coalizione, a cominciare dal mio partito, verificheremo insieme quando questo passato cesserà di essere una pur piccola risorsa e diventerà un peso.
Grazie ancora e buona legislatura a tutti. Buona legislatura anche al personale del Consiglio regionale.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiamparino.
Dichiaro chiusa la seduta e ricordo che la seduta pomeridiana avrà inizio alle 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.17)



< torna indietro