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Dettaglio seduta n.198 del 12/07/22 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 10.04 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e delle interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, iniziamo con l'esame delle interrogazioni pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interpellanza n. 1090 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Gabusi interpellanza n. 968 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione ordinaria n. 1106 presentata dal Consigliere Sarno, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interpellanza n. 1108 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Caucino interrogazione indifferibile e urgente n. 1110 presentata dal Consigliere Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Caucino; interrogazione ordinaria n.
1109 presentata dal Consigliere Cerutti, cui l'interrogante chiede di ricevere risposta scritta.
Prego agli Assessori che rispondono alle interrogazioni e interpellanze di disporre l'invio, via mail, delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che, nel resoconto della seduta trasmessa via mail a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca data, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo che per le interpellanze è prevista l'illustrazione, da parte dell'interpellante, per cinque minuti; la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica dell'interpellante per ulteriori cinque minuti.
Prego gentilmente i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione n. 1109 presentata da Cerutti inerente a "Compensazioni per disagi causati dai trasporti nel comune di Borgone Susa (TO)" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Con il consenso dell'interrogante, verrà inviata risposta scritta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Norme generali sui trasporti - Trasporti pubblici

Interpellanza n. 1090 presentata dal Consigliere Magliano, inerente a "A quali enti locali sono state destinate le risorse regionali previste dall'articolo 15, comma 2, della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1?"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1090, presentata dal Consigliere Magliano, inerente a "A quali enti locali sono state destinate le risorse regionali previste dall'articolo 15, comma 2, della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1?" Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano per l'illustrazione.
Prego, Consigliere, ne ha la facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Per garantire diritti, integrazione e autonomia per il mondo della disabilità, le normative europee, nazionali e regionali prevedono delle precise tutele che abbracciano l'ampia sfera della vita familiare e sociale di ogni persona disabile. In questo quadro d'insieme è noto che la persona disabile può accedere a facilitazioni per la mobilità e il trasporto previste dai Comuni, dalle Regioni e dello Stato italiano.
Rilevato che la legge regionale 4 gennaio 2000, n.1, "Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422" (nel documento cito le varie applicazioni del decreto legislativo che pone e disciplina il sistema di trasporto pubblico locale) stabilisce che le finalità all'articolo 1, comma 1, della suddetta legge sono: promuovere un equilibrato sviluppo economico e sociale del territorio regionale, elevando l'accessibilità, in particolare nelle aree montane e collinari, garantendo un'equa ripartizione dei benefici e dei costi diretti e indiretti; incentivare, nella gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, il superamento degli assetti monopolistici introducendo regole di concorrenzialità mediante l'espletamento di procedure concorsuali per la scelta del gestore, in modo da acquisire una maggiore efficacia ed efficienza, intesa sia come più adeguata risposta alla domanda di mobilità sia come più favorevole rapporto tra i costi e i benefici nella produzione di servizi; raggiungere una maggiore qualità ambientale, riducendo i consumi energetici, le emissioni inquinanti e il rumore derivante dalle attività di trasporto sul territorio, tutelando la salute dei cittadini e migliorando la sicurezza della circolazione e promuovere l'uso della bicicletta ai sensi della legislazione vigente.
La Regione, per perseguire gli obiettivi di cui al comma 1, avvia iniziative idonee a garantire, attraverso il metodo della concertazione l'adeguamento dei servizi alle esigenze qualitative e quantitative della domanda, anche attraverso la massima integrazione tra diverse modalità di trasporto; il potenziamento delle infrastrutture a supporto del servizio con particolare riferimento ai nodi di interscambio; la promozione del trasporto pubblico locale attraverso azioni di politica tariffaria, di informazione agli utenti, di sviluppo del sistema di telematica per i trasporti; la centralizzazione e razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi nel sistema di trasporto pubblico locale.
Atteso che ad opera del comma 1 dell'articolo 47 della legge regionale n.
19 del 2018, nel comma 2 dell'articolo 15 della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1, dopo le parole "del trasporto pubblico locale deve essere destinata a" sono state aggiunte le parole "garantire l'accessibilità funzione e sicurezza dei mezzi adibiti al trasporto pubblico locale e delle infrastrutture ad esso correlate da parte delle persone disabili".
Dato atto che questa disposizione legislativa recita testualmente "una quota non inferiore al 3% delle risorse attribuite agli enti locali per l'esercito del trasporto pubblico locale deve essere destinata a garantire l'accessibilità, fruizione e sicurezza dei mezzi adibiti al trasporto pubblico locale e delle infrastrutture ad esso correlate da parte delle persone disabili, agli investimenti per le attrezzature di arredo delle linee e di controllo e monitoraggio dell'utenza e ad azioni di promozione e di informazione del trasporto pubblico locale, a decorrere dal 1° gennaio 2000".
Considerato che l'accessibilità in termini trasporti è un concetto molto ampio che fa riferimento sia alle strutture sia alle infrastrutture che forniscono, alle persone con mobilità ridotta, l'uso e il godimento dei trasporti pubblici e privati nelle stesse condizioni di sicurezza e comodità cui è soggetto qualsiasi altro passeggero, una città accessibile deve poter garantire, oltre a reti di trasporto accessibili (autobus metropolitane, tram, ecc.) anche stazioni, terminal e fermate adattate ai passeggeri con mobilità ridotta e le infrastrutture devono permettere a qualsiasi passeggero di entrare, uscire, salire o scendere in condizioni ottimali e le istruzioni fornite riguardanti l'uso di ascensori e piattaforme devono essere chiare, comprensibile e di facile utilizzo per chiunque.
Considerato, altresì, che è compito delle istituzioni mettere in campo misure per favorire l'accesso al trasporto pubblico delle persone con mobilità ridotta, interpella la Giunta regionale per sapere a quanto ammonta la quota destinata dalla Regione Piemonte nelle annualità 2019-2020 2021 e 2022, volta a garantire gli interventi previsti al comma 2 dell'articolo 15 della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 "Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422" e quale sia stato il riparto economico, nelle 2019-2020-2021 e 2022, delle risorse previste al comma 2 dell'articolo 15 della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 (che ho appena citato) relativamente a ciascuna delle seguenti voci: garantire l'accessibilità fruizione e sicurezza dei mezzi adibiti al trasporto pubblico locale e delle infrastrutture ad esso correlate da parte di persone disabili investimenti per le attrezzature di arredo delle linee; investimenti per il controllo e monitoraggio dell'utenza; azioni di promozione e di informazione del trasporto pubblico locale e se siano stati monitorati dalla Regione gli interventi realizzati dagli Enti locali attraverso la specifica attività di controllo di competenza regionale.
Insomma, c'è una percentuale di risorse che devono essere date agli Enti locali per fare questo tipo di interventi: l'abbiamo data? Si o no? In che quantità e se abbiamo controllato l'intera spesa.
Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per l'illustrazione; la Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
L'interrogazione del Consigliere Magliano sensibilizza su un tema peraltro a noi molto caro. Il Consigliere Magliano e il sottoscritto, forse di più il Consigliere Magliano, storicamente ha fatto battaglie e ha una sensibilità spiccata al tema. Il Consigliere pone una questione d'origine che non inizia oggi o ieri, ma inizia con il passaggio delle funzioni all'Agenzia della Mobilità e con il vulnus normativo che si è creato e ha consentito, cinque anni fa, a eliminare quei capitoli del bilancio regionale, ma non per mancata sensibilità dell'Amministrazione precedente o per altri motivi, ma perché, rispetto a quella norma, c'era un problema di fondo: non c'è più un passaggio di risorse agli Enti locali, ma il conferimento delle funzioni all'Agenzia della Mobilità ha, di fatto, fatto venire meno quella norma di legge.
Come ha letto bene il Consigliere Magliano, il 3% del conferimento agli Enti locali è zero oggi, perché è zero il conferimento agli Enti locali.
La mia risposta potrebbe interrompersi qui e sarebbe una risposta molto tecnica, ma anche molto stupida.
Invece il tema c'è, al di là della legge che certamente andrà riformata e andrà riscritta in un'ottica più aderente alla realtà; probabilmente, si dovrà capire qual è la giusta forma e qual è la giusta percentuale di rapporto rispetto ai conferimenti all'Agenzia della Mobilità, perché il tema dell'accessibilità rimane.
Rispetto a questo, devo dire che non sono venuti meno i finanziamenti complessivi che si possono riscontrare in due campi, minore quello rispetto all'accessibilità delle stazioni ferroviarie che, di fatto, è di competenza - in tal senso risponderò in seguito ad un'altra interrogazione di RFI, ma anche delle stazioni su gomma. Nel 2020, abbiamo finanziato con le Province una serie di fermate nuove, non tantissime, ma un piccolo investimento è stato fatto. Così come, invece, più riscontrabile e più documentabile sul materiale rotabile, si stima circa un 10-12% di investimento rispetto al costo complessivo dei mezzi che andiamo a sostituire (pedane ed altro).
Sull'ultimo dato disponibile, che è il 2017, parliamo di quattro milioni e mezzo di euro, a fronte dei 45 di investimento e si può fare tranquillamente una prospettiva e una proiezione rispetto ai 140 milioni di euro che abbiamo a disposizione ad oggi, già individuati per il rinnovo del materiale rotabile, che ci porta a un investimento di circa 15-16 milioni che possono afferire a quel comparto. Credo che il Consigliere Magliano sapesse bene che quella cifra era a zero, ma è zero da tempo immemore.
Addirittura, è stato consentito di cancellare un bilancio su una previsione di legge che è obbligatoria, perché non si viola una legge nel momento in cui, purtroppo, fondamentalmente, si riconosce che la percentuale di trasferimento agli Enti locali non c'è più.
Credo che l'interrogazione fosse volta alla sensibilizzazione su questo tema. Come sapete, abbiamo proposto e abbiamo in serbo una modifica, anche più importante, della legge sul trasporto pubblico, naturalmente anche un aggiornamento rispetto a quello che è successo dal 2000 al 2022. Nel 2015 c'è stato il passaggio delle funzioni all'Agenzia, che ha un po' stravolto queste cose; quindi, senza voler dare la colpa a chi c'era prima o a chi c'era dopo, certamente un aggiornamento consentirà anche di rendere trasparente una previsione normativa che cambierà, magari non sarà più il 3% di quello che trasferiremo, sarà una cifra fissa tutti gli anni (vedremo come il Consiglio si esprimerà in merito all'opportunità di identificare una cifra o una percentuale), che però deve essere riscontrabile, in qualche maniera, rispetto agli acquisti e agli investimenti che finanziamo o che cofinanziamo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Silvio Magliano ha chiesto di replicare.
Prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Solo per capire, Assessore, se ho compreso esattamente. Dopo che c'è stata la trasposizione delle deleghe all'Agenzia, evidentemente l'Agenzia non era tenuta a rispettare quel 3%; quindi, di fatto, noi abbiamo trasferito (non questa Giunta e questa maggioranza) quelle funzioni, ma all'Agenzia non è stato posto l'obiettivo del 3%.
Di fatto, avevamo una legge, a mio giudizio, pionieristica a suo tempo perché, comunque, permetteva un adeguamento con il 3% delle risorse di questa tipologia di interventi legati a una più fruibile accessibilità.
Ricordo, come sempre, che, se il trasporto pubblico è accessibile spendiamo meno in politiche sociali per il trasporto individuale delle persone con disabilità.
Ci auguriamo però - lo dico con grande forza - che, oltre agli interventi che RFI fa perché ha la responsabilità rispetto al trasporto pubblico locale e accessibile, e visto che è la seconda o terza volta che giustamente l'Assessore dice che vi è una sensibilità sulla riforma di questa legge, si possa iniziare a dare qualche indicazioni in più ad Agenzia, perché spesso ci siamo trovati in quest'Aula, a seguito di miei atti, a discutere di scelte tecniche di efficientazione del trasporto pubblico locale di Agenzia, che di fatto andavano in contrasto con il sistema locale di cui i cittadini avevano bisogno (abbiamo parlato ad esempio di Leini o di altre realtà di questo tipo).
Mi auguro che quanto prima si metta mano alla legge regionale, partendo dalle istanze che, in questi mesi e in questi anni, sono arrivate all'Assessore, proprio perché penso che una Regione moderna non possa immaginare, alla luce di quel montante di risorse, di strutturare un sistema di accessibilità che sia il più possibile all'avanguardia, perch si spende di più all'inizio e si spende meno dopo. Questo è evidente nel rapporto con gli utenti che vivono una condizione di ridotta mobilità o accessibilità.
Chiedo poi all'Assessore di avere la nota, come di solito mi invia, su cui faremo un approfondimento, prima o poi, quando inizieremo a ragionare di una legge di riforma di questo comparto e che chieda anche ad Agenzia di rispondere rispetto ad alcuni obiettivi, alcune finalità e alcune scelte che, il più delle volte, sono in contrasto con i desiderata o le esigenze concrete dei cittadini piemontesi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta e il Consigliere Silvio Magliano per la replica.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 968 presentata da Magliano, inerente a "Recepimento Intesa Conferenza Stato-Regioni del 4 agosto su autorizzazioni ed accreditamento erogatori ADI pubblici e privati, a che punto è la Regione?"


PRESIDENTE

Ha chiesto di illustrare l'interpellanza il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Gabusi di rispondere al posto dall'Assessore Icardi.
Premesso che le cure domiciliari rappresentano un bene fondamentale per i pazienti, soprattutto cronici e anziani, che necessitano di prestazioni di media e alta complessità e che spesso presentano anche fragilità sociali l'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) consiste in un insieme di trattamenti medici infermieristici e riabilitativi integrati con servizi socio assistenziali.
L'assistenza domiciliare è un servizio previsto dai livelli essenziali di assistenza (LEA) con l'obiettivo di dare risposte ai bisogni di salute delle persone fragili in generale e quindi degli individui non autosufficienti, anziani, disabili e minori, che necessitano di cure a domicilio in modo temporaneo e protratto nel tempo, ai fini della gestione della cronicità, della prevenzione della disabilità e del miglioramento della qualità di vita.
Considerato che l'assistenza territoriale, nonostante sia riconosciuta come lo strumento e il contesto più adeguato alla gestione della cronicità fenomeno di crescente impatto sul sistema sanitario nazionale e sulla sua tenuta, risulta oggi poco strutturata e non finanziata in modo adeguato.
L'emergenza da COVID-19 ha messo in evidenza quanto il sistema di assistenza territoriale abbia necessità di essere rafforzato; è dimostrato quanto l'attivazione dei percorsi di cura domiciliari garantisca sicurezza qualità di cure e consenta, al tempo stesso, di riservare il ricovero ospedaliero alle fasi più acute della malattia, in modo tale da non avere ricoveri impropri.
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede il superamento della logica prestazionale dell'ADI, con il raddoppio della copertura del servizio, per arrivare al 10% degli ultrasessantacinquenni (1,6 milioni in totale) entro il 2026. Dai dati relativi all'anno 2020 forniti dal Ministero della salute si evince, tuttavia, che il Piemonte sia tra le Regioni con le più basse percentuali di over 65 assistiti in ADI.
Lo scorso agosto la Conferenza Stato-Regioni ha sancito l'intesa sul percorso di autorizzazione e accreditamento per gli enti erogatori di cure domiciliari, precisando al punto a: "le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano entro 12 mesi dalla data di sottoscrizione della presente Intesa provvedono ad attivare, ai sensi dell'art. 8 ter e dell'art. 8 quater del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e s.m.i., il sistema di autorizzazione e di accreditamento delle organizzazioni pubbliche e private per l'erogazione di cure domiciliari, in coerenza con quanto previsto agli allegati A, B e C, determinando, in particolare, il fabbisogno secondo le funzioni di assistenza individuate in sede di programmazione sanitaria per garantire i livelli essenziali di assistenza". Dunque, restano alle Regioni solo 8 mesi per adeguarsi a detta intesa.
Le chiedo scusa, Assessore, perché a suo tempo avevo scritto "8 mesi" poi, come sa, il suo collega è noto rispondere con celerità alle interpellanze; ad oggi, quindi, mancano pochi giorni alla scadenza. Infatti risale allo scorso agosto la sottoscrizione dell'intesa da parte della Conferenza Stato-Regioni (da qui, anche l'imbarazzo del Consigliere che cerca di porre un tema che troverà risposta solo undici mesi dopo!).
Come dicevo, restano soltanto pochi giorni per adeguare la propria offerta al fine di garantire un sistema di cure domiciliari più strutturato, capillare, qualitativamente uniforme e adeguato alle nuove esigenze di salute.
Si è constatato che l'Assistenza Domiciliare agli anziani continua ad essere sottodimensionata rispetto ai bisogni di una popolazione che invecchia, con un aumento di cronicità, disabilità e non autosufficienza oggi il nostro servizio sanitario non è in grado di curare tutte queste persone negli ospedali - dove, peraltro, la cronicità costa molto di più come sa meglio di me, avendo ricoperto il ruolo di amministratore - già in sofferenza, con i Pronto Soccorso presi d'assalto in maggioranza da persone con cronicità, disabilità, non autosufficienza e anziani.
Per sviluppare un sistema sanitario più sostenibile è necessario aggiornare e potenziare il modello organizzativo e strutturale del sistema sanitario in modo da renderlo più vicino alle persone e ai nuovi bisogni di salute.
A tal riguardo, interpello la Giunta regionale - ringrazio ancora l'Assessore per essere qui a rispondere - per sapere: a che punto sia il Piemonte, nel rispetto di quanto stabilito nell'intesa tra il Governo e le Regioni, nel provvedere ad attivare il sistema di autorizzazioni e di accreditamento delle organizzazioni pubbliche e private per l'erogazione delle cure domiciliari e quale percorso abbia intrapreso o intenda intraprendere a tal fine con quali modalità e criteri la Giunta intenda recepire l'indirizzo dell'intesa, sancita dalla Conferenza Stato-Regioni, ai fini della gestione delle cure domiciliari ad opera delle organizzazioni pubbliche e private piemontesi se ritenga opportuna l'istituzione e la convocazione di un tavolo di lavoro con i rappresentanti delle rispettive organizzazioni, al fine di raccogliere specifiche indicazioni con riferimento alle modalità di presa in carico da parte degli erogatori, sapendo che, fondamentalmente, non siamo assolutamente vicini a quel 10% relativo agli ultrasessantacinquenni a cui dovremmo comunque garantire, come potenzialità di risposta, i loro bisogni.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Rispondo rispetto a quanto mi ha sottoposto l'Assessore Icardi.
Premesso che l'ADI (Assistenza Domiciliare Integrata socio-sanitaria) è in titolarità alle Aziende Sanitarie ed è stata istituita dal progetto nazionale obiettivo "Tutela della salute degli anziani 1991-1995" del 1992 ed è attiva da metà degli anni Novanta. L'ADI è presente in tutte le ASL piemontese e consiste in un insieme multidisciplinare di servizi medici infermieristici e riabilitativi che offrono continuità assistenziale a soggetti non autosufficienti o fragili di ogni età, affetti da patologie varie, per lo più cronico-evolutive. L'ADI afferisce ai percorsi di Cure Domiciliari Integrati (CDI) del sistema sanitario nazionale e fin dal 2001 costituisce un Livello Essenziale di Assistenza (LEA).
In relazione ai fabbisogni sanitari del paziente sono contemplati tre livelli di intervento (a bassa, alta e media intensità sanitaria) con anche un'area riguardante le cure palliative domiciliari.
Il servizio viene erogato secondo il Piano di Assistenza Individualizzato (il PAI, che stabilisce anche il livello di intensità assistenziale da garantire) autorizzato dalle ASL.
L'ADI su scala territoriale dovrebbe essere abbinato ed integrato con il SAD (Servizio di Assistenza Domiciliare e sociale comunale) che eroga a soggetti anziani e/o fragili, parzialmente o totalmente non autosufficienti, prestazioni socio-assistenziali e tutelari (prioritariamente igiene e cura della persona e, in misura minore, stimolo della socializzazione, aiuti domestici, servizi di supporto vari domiciliari, eccetera).
Il SAD è un servizio comunale che in Piemonte è in capo agli enti gestori dei servizi sociali, che, in sinergia con i distretti sanitari devono prendere in carico e seguire gli utenti nei singoli ambiti territoriali.
Ciò detto, il servizio ADI in Piemonte è oggi a totale titolarità pubblica, governato dalle singole Aziende Sanitarie, così come definito dalla DGR 7 maggio 2002, n. 41-5952.
In questo contesto, si inserisce l'accordo assunto in Conferenza unificata del 4 agosto 2021, che, di fatto, apre la strada nella nostra Regione per l'erogazione dell'ADI ad organizzazioni private (e anche pubbliche diverse dalle Aziende Sanitarie), che dovranno ottenere dal sistema pubblico l'autorizzazione all'esercizio di tali attività e anche il successivo accreditamento, per poter operare per conto dell'Azienda Sanitaria, che dovrà, con tali organizzazioni, stipulare un accordo contrattuale per l'espletamento della prestazione, che si dovrà basare su un tariffario delle prestazioni da definirsi.
L'intesa nazionale prevede espressamente che si identifichi un sistema tariffario omogeneo da parte della competente Commissione nazionale, che ad oggi non risulta comunque formata e che le Regioni hanno chiesto, per poter procedere in attuazione omogenea dell'intesa su scala territoriale.
Vi è comunque la possibilità che le tariffe, in assenza di linee di indirizzo omogenee nazionali, siano definite dalle singole Regioni. In tale direzione, la nostra Regione in questi mesi sta lavorando in un gruppo intersettoriale all'interno della Direzione sanità e welfare, che, nel definire il recepimento delle direttive contenute nell'intesa, definisca un tariffario delle prestazioni, auspicando quanto prima che si attivi la Commissione nazionale sopra citata.
Il lavoro è partecipato con dei referenti qualificati delle ASL, le quali saranno, stando all'intesa, gli enti che applicheranno concretamente il sistema autorizzativo e di accreditamento nei confronti degli operatori privati e pubblici che si proporranno in appositi procedimenti ad evidenza pubblica, sempre gestiti dalle Aziende Sanitarie stesse.
Con l'avanzamento dei lavori si attiveranno poi le opportune forme di confronto con le rappresentanze delle rispettive organizzazioni di categoria, con l'opportunità di raccogliere indicazioni e proposte prima di un'effettiva approvazione.
Sarà opportuno, nel caso in cui i lavori della Commissione nazionale sulla definizione delle tariffe si protraggano oltre l'anno di intesa prevedere un tempo di sperimentazione dell'applicazione di tale nuova metodologia autorizzativa e di accreditamento, al fine di poter recepire modifiche ed integrazioni rese necessarie dalla concreta applicazione su scala territoriale dei servizi.
Le misure di sostegno del PNRR, che anche per quanto riguarda l'ADI sono ancora da identificare su scala nazionale, sono un altro motivo per cui si ritiene di dover adeguatamente approfondire il tema, prima di recepire appieno l'intesa nazionale.
Da ultimo, pare opportuno evidenziare che su scala nazionale è in corso la discussione sulla proposta di accordo del Ministro della Salute sulla riforma del ruolo dei medici di medicina generale. Tale proposta condizionerà in maniera sostanziale la realizzazione dei servizi di ADI e dovrà essere anch'essa valutata nei riflessi diretti con i procedimenti autorizzativi e di accreditamento dei servizi domiciliari.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.
Ha chiesto di replicare il Consigliere Silvio Magliano; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Leggerò con attenzione la nota, anche perché l'Assessore l'ha letta molto velocemente. È certo che emerge un dato, cioè che, da agosto dell'anno scorso ad oggi, manca ancora una serie di passaggi e mi preme sottolineare a verbale l'urgenza, invece, dell'espletamento di questi passaggi. Infatti in altre Regioni il modello di compartecipazione e di collaborazione tra sistema pubblico e privato già esiste e questo permette di dare più servizi e di aumentare la percentuale di persone che sono seguite a casa.
Approfondirò dunque il tema per capire quali sono ancora gli ostacoli da superare in questa fase e quali i passaggi formali ministeriali e regionali che servono per sviluppare questo concetto di ADI integrato, questo nuovo sviluppo di supporto alla cronicità. Difatti, anche rispetto al dato demografico di cui parliamo tante volte, siamo forse una delle regioni più vecchie d'Italia. Per fortuna, curiamo i nostri nonni e le nostre nonne più a lungo, però dobbiamo garantire loro anche una qualità della vita ed è ormai chiaramente testato che passare un periodo di cronicità e di degenza presso la propria abitazione permette al paziente innanzitutto di vivere nel suo contesto familiare, ma gli dà anche qualche chance in più dal punto di vista psicofisico.
Ringrazio l'Assessore per la nota, che leggerò con attenzione, e mi auguro che si possa tornare con forza su questo tema, perché penso che per le politiche dei prossimi 20-30 anni un Paese come il nostro o immagina un sistema di gestione e di cura della cronicità adeguato oppure diventerà impossibile parlare di umanità nell'ultima parte della vita dei nostri anziani.
Grazie, Presidente, ho concluso.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Norme generali sui trasporti

Interrogazione n. 1106 presentata da Sarno, inerente a "Adeguamento stazioni ferroviarie per rimuovere le barriere architettoniche"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione n. 1106.
Ricordo che per le interrogazioni ordinarie non è prevista illustrazione da parte dell'interrogante. È prevista la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica dell'interrogante per cinque minuti. La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore, ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Ho letto negli occhi del Consigliere Sarno la delusione per non poter illustrare l'interrogazione, ma avrà la possibilità di replicare. Cerco di essere breve e di fornire alcuni elementi che, almeno per la parte iniziale, sono sostanzialmente i soliti. Come sempre, è necessario specificare che l'infrastruttura ferroviaria nazionale, le stazioni e le reti sono di proprietà di RFI e non della Regione. Quindi, è evidente che la Regione non solo non ha le competenze - il che sarebbe il problema minore - ma non ha neanche le risorse economico-finanziarie per intervenire.
Detto ciò, secondo le indicazioni del piano commerciale di RFI (edizione di giugno 2022) riguardo alla situazione dell'abbattimento delle barriere architettoniche nelle stazioni piemontesi, si rileva che Rete Ferroviaria Italiana, con il programma Piano integrato stazioni, prevede di dare avvio entro il 2026 alla trasformazione e all'adeguamento di 60 stazioni medio grandi presenti sulla rete regionale piemontese, per renderle più accessibili e confortevoli ai viaggiatori.
Nell'ambito degli interventi previsti, RFI adotterà misure adeguate per garantire l'accesso in stazione alle persone con disabilità e alle persone con mobilità ridotta, secondo i requisiti definiti dalla normativa europea e in coerenza con i programmi e i finanziamenti disponibili.
L'accordo quadro stipulato tra Regione Piemonte e RFI a marzo 2022 per l'assegnazione e l'utilizzo delle capacità di infrastruttura ferroviaria per il periodo 2023-2027, include un allegato g), che è importante perché è l'allegato che identifica le condizioni minime di qualità dei servizi erogati da RFI. In tale documento vengono definite le condizioni minime con riguardo ad alcune categorie dei servizi offerti da RFI ai viaggiatori nelle stazioni ferroviarie e nelle fermate presenziate ed impresenziate e in particolare, le condizioni minime da garantire per consentire l'accessibilità in autonomia alle stazioni per tutti gli utenti, comprese le persone con mobilità ridotta, e anche le condizioni da garantire per un adeguato servizio di assistenza alle persone con mobilità ridotta.
L'allegato g) di cui sopra costituisce una prima applicazione delle disposizioni dell'ART e pertanto è passibile di affinamenti, ma offre finalmente alle Regioni uno strumento per intervenire su Rete Ferroviaria Italiana affinché garantisca i servizi minimi di accessibilità, prevedendo anche specifiche sanzioni. L'entità delle sanzioni sarà definita entro fine ottobre 2022. Pertanto, il quadro normativo si sta evolvendo in un senso di maggiore responsabilità anche di RFI, che ha pianificato gli investimenti e li sta attuando.
Voglio essere chiaro: le difficoltà ci sono per tutti e con queste nuove delibere ATA abbiamo un potere un po' più pressante nei confronti del proprietario dell'infrastruttura. Noi però abbiamo fatto altro; infatti, la Regione Piemonte, per provare a risolvere le difficoltà di accessibilità nelle stazioni ferroviarie piemontesi, ha sottoscritto e costituito un apposito protocollo di intesa sull'accessibilità e fruizione dei servizi con l'Agenzia della mobilità e le associazioni CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà) e la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali Disabili).
L'ultimo incontro, che si è tenuto il 22 marzo, aveva come oggetto "Ampliamento dei servizi alle persone con mobilità ridotta nelle stazioni ferroviarie". È un tema che spesso ci era stato sollecitato e che, anche per le difficoltà di incontrarsi durante la pandemia, si è dilatato nel tempo. In questo incontro abbiamo voluto coinvolgere - e siamo contenti di averlo fatto ma siamo anche contenti che abbia partecipato - RFI e la Direzione Circolazione dell'area di Torino. Nel corso dell'incontro i partecipanti, che sono quelli che vivono quotidianamente queste difficoltà o che ricevono segnalazioni, hanno potuto illustrare ai referenti e ai responsabili tutte le criticità delle stazioni piemontesi. Hanno altresì proposto la predisposizione di una mappatura delle necessità di accessibilità alle stazioni.
I rappresentanti di RFI si sono dimostrati interessati e hanno chiesto questa mappatura in termini rapidi e con un elenco di priorità. E' importante questo passaggio, perché le priorità non le deve definire la Regione o RFI, ma le priorità le devono definire chi tutti i giorni vive queste difficoltà; quindi, restiamo in attesa.
Probabilmente, entro il mese di luglio ci sarà un altro appuntamento, in cui il dettato sarà definito non tanto da noi, ma dal lavoro che sta completando l'associazione, perché abbiamo chiesto all'associazione di completare questo lavoro e di fornircelo. Siamo quindi in attesa (l'appuntamento era per la metà di luglio) che ci restituiscano il catalogo delle opere da eseguire, anche con l'individuazione delle priorità che RFI si è impegnata a recepire nella propria programmazione e, naturalmente, per farci sapere nelle prossime settimane il cronoprogramma dei lavori.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sarno, per la replica.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta a quest'interrogazione, già depositata qualche tempo fa.
Il primo passaggio che vorrei sottolineare, Assessore, è che, anche se è pur vero che non c'è una competenza diretta - questo è evidente - come lei ha ben dimostrato, c'è un accompagnamento a quella responsabilità. Un accompagnamento che credo sia doveroso da parte dell'istituzione pubblica qualunque essa sia (in questo caso, è Regione Piemonte), perch nell'interrogazione richiamo alcune stazioni dove vi sono state difficoltà di accesso e, in particolare, il caso, anche simpatico per metterla in termini più comunicativi, della recente segnalazione della signora Erminia di Nichelino, costretta a portare con sé una scaletta per poter effettuare la salita e la discesa dal treno, in quanto la banchina era molto alta e lontana.
Come diceva lei, ci sono state delle interlocuzioni, per cui è evidente che pongo una questione di metodo e svolgo un'ultima riflessione sul piano del contenuto - sarebbe il caso che il Consiglio avesse coscienza di tali problematiche. A questo punto, visto che lei - meno male - ci ha dato questa informazione, cioè che a luglio dovrebbe arrivare una prima disponibilità rispetto alla mappatura richiesta, a ottobre ci sarà una scelta rispetto alle possibili sanzioni derivanti dall'allegato G, cioè delle condizioni minime, allora anticipo, per lasciarlo a verbale - poi faremo richiesta formale, Assessore - che le chiederemo di venire a rilasciare quantomeno un'informativa in Commissione. Questo perché abbiamo bisogno di questa relazione costante, cosa che invece in questa legislatura, ahinoi, è mancata diverse volte.
Rispetto al protocollo d'intesa, come lei ha ben citato, sarebbe importante capire che cosa le stanno raccontando le realtà territoriali, perché ci sono alcune segnalazioni (credo che andremo a leggere l'allegato G rispetto alle condizioni minime) di moltissime situazioni dove non è possibile neanche prenotare, soprattutto da parte di chi ha una mobilità ridotta. Le persone devono prenotare un addetto che possa dar loro una mano, proprio perché strutturalmente le banchine sono troppo distanti o troppo alte, ma sovente l'addetto non c'è o non risponde.
Capite bene che, se l'addetto non risponde, per una signora anziana o una persona con una mobilità ancora più ridotta rispetto a una persona anziana si verifica una totale mancanza di accessibilità al trasporto pubblico.
Credo che la Regione e il suo Assessorato possano fare ben di più che coordinare l'accompagnamento a queste funzioni, cioè possano dare una sferzata agli impegni di RFI rispetto all'obiettivo di garantire le condizioni minime entro il 2026 per le 60 stazioni medio-grandi.
Termino, Assessore, di nuovo ringraziandola e cercando di farle capire che su questo tema, nei prossimi anni, non faremo sconti a nessuno. In Commissione, vorremmo davvero capire a che punto siamo, man mano che quei lavori arriveranno a compimento, sia in termini di decisioni che in termini concreti, perché crediamo che le segnalazioni che arrivano anche a mezzo stampa siano oggettivamente preoccupanti.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1110 presentata da Grimaldi, inerente a "Mancato scorrimento graduatorie bando 185 Regione Piemonte"

Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interpellanza n. 1108 presentata da Magliano, inerente a "Quali sono i motivi per prevedere un nuovo concorso dirigenziale pubblico nell'Ente Regione Piemonte per la copertura di un posto di 'Esperto Trasporti infrastrutture, logistica', quando si sarebbe potuto semplicemente effettuare lo scorrimento della graduatoria vigente del concorso settoriale già espletato?"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1110, presentata dal Consigliere Grimaldi, nonch dell'interpellanza n. 1108 presentata dal Consigliere Magliano, aventi lo stesso oggetto.
Il Consigliere Grimaldi illustrerà per due minuti e, a seguire, il Consigliere Magliano illustrerà per cinque minuti; a entrambe risponderà l'Assessore Caucino, per cinque minuti. Infine, ci sarà un'eventuale replica, se richiesta, da parte del Consigliere Magliano.
La parola al Consigliere Grimaldi, per l'illustrazione dell'interrogazione n. 1110.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessora di essere qui con noi.
Non credo che debba ricordarle le tanti fonti legislative, che sono esposte all'inizio della nostra interrogazione indifferibile urgente, ma intanto arrivo al punto.
In data 4 dicembre 2020, Regione Piemonte ha pubblicato il bando n. 185 relativo a un concorso pubblico per titoli ed esami per 10 posti di qualifica dirigenziale a tempo indeterminato.
Le rilevo pochissime cose. Come lei sa, le ultime pronunce del Consiglio di Stato in merito alle questioni di cui ha letto nell'interrogazione ribadiscono che, in presenza di graduatorie valide ed efficaci, alla provvista di nuovo personale l'Amministrazione deve procedere normalmente attraverso lo scorrimento delle stesse.
Tuttavia, a questo proposito, appare evidente che le scelte della Pubblica Amministrazione su questa tematica devono rispondere semplicemente alla necessità di rispettare l'articolo 97 della Costituzione nelle sue disposizioni che riguardano i principi di imparzialità e di buon andamento amministrativo.
Che cosa è successo? È successo che, successivamente, con determinazione dirigenziale n. 624 della Direzione della Giunta regionale, Settore Organizzazione, è stato integrato il bando concorso pubblico per titoli ed esami per un esperto tecnico della viabilità, trasporti, opere pubbliche assetto idrogeologico, estrattivo, ambientale ed energetico e con determinazione dirigenziale n. 182 della Direzione della Giunta regionale Settore Organizzazione, sono stati approvati i verbali della Commissione giudicatrice e della graduatoria finale del concorso pubblico per titoli ed esami di 10 posti di qualifica dirigenziale a tempo indeterminato, per il profilo professionale di esperto tecnico della viabilità.
Come si legge nell'interrogazione, l'utilizzo delle graduatorie concorsuali approvate stabilisce che la graduatoria del concorso rimane valida secondo i termini stabiliti dalla normativa vigente e può essere utilizzata per gli ulteriori posti di pari categoria e profilo professionale che si dovessero rendere vacanti e disponibili.
Con la D.G.R. n. 35-4966 del 29.04.2022 avente ad oggetto "Aggiornamento del PTFP 2020- 2022 di cui alla D.G.R. n. 41-3429 del 18.6.2021 e proiezioni finanziarie sulle annualità 2023 e 2024.", tra l'altro, è stato aggiornato il Piano triennale dei fabbisogni di personale e nell'allegato succitato è stato previsto, quale misura assunzionale aggiuntiva per soddisfare i bisogni 2020/2022, un nuovo concorso dirigenziale pubblico per la copertura di un posto di esperto trasporti, infrastrutture e logistica.
Sembra molto complicato, ma le domande lo risolveranno.
Quali sono state le motivazioni che giustificano la previsione di un concorso pubblico avente un profilo affine a quello del bando n. 185 atteso che la D.G.R. 35-4966 del 29.04.2022 non riporta alcuna motivazione in tal proposito? Non so se avete compreso.
Quali sono stati i motivi per prevedere un nuovo concorso dirigenziale pubblico per la copertura di un posto per il profilo professionale di esperto trasporti, infrastrutture e logistica, quando si sarebbe potuto semplicemente effettuare lo scorrimento della graduatoria vigente del concorso settoriale già espletato, di cui al bando n. 185? Quali sono state le motivazioni che hanno reso preferibile, per la Giunta regionale e la struttura dirigenziale regionale, l'indizione di nuovo concorso pubblico per la copertura di un posto per il profilo professionale di esperto trasporti, infrastrutture e logistica, ignorando la vigente graduatoria finale in merito del concorso pubblico per titoli ed esami? Infine le chiedo - e forse è la domanda più politica - se, a suo parere aver previsto un nuovo concorso, pure in presenza di soggetti idonei che potrebbero soddisfare le medesime esigenze, non risulti confliggere con i principi di efficienza, efficacia ed economicità costituzionalmente imposti, nonché desumibili dalla legislazione più recente.
La ringrazio, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione dell'interpellanza n.
1108.
Prego, Consigliere, ne ha la facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
La domanda è nel titolo dell'interpellanza, per cui non sto a citare tutti gli atti predisposti da Regione Piemonte: l'atto del primo concorso; l'atto della graduatoria; l'atto che indìce, nel piano di sviluppo - come diceva il collega Grimaldi - la figura di esperto trasporti, infrastrutture logistica.
Inoltre, anche le ultime pronunce del Consiglio di Stato (mi rivolgo all'Assessora, ma anche alla giurista, perché da questo punto di vista abbiamo la fortuna che, oggi, questa delega è incardinata su una persona che ha competenze tecnico-giuridiche) ribadiscono che, in presenza di graduatorie valide ed efficaci, alla provvista di nuovo personale l'amministrazione deve provvedere normalmente attraverso lo scorrimento delle stesse e che le scelte della Pubblica Amministrazione su questa tematica devono rispondere semplicemente alla necessità di rispettare l'articolo 97 della Costituzione e, precisamente, i principi di imparzialità e di buon andamento dell'amministrazione.
La domanda è molto semplice: avremmo avuto, come sempre, figure interne ed esterne con le caratteristiche per partecipare a questo bando (chi ha partecipato a questo bando avrà compiuto la sua prova al meglio possibile per cui penso che queste dieci figure risultino essere i migliori in assoluto, o le migliori in assoluto, da questo punto di vista), per cui non si capiscono le ragioni della riapertura di questo posto, di un ennesimo posto, invece che andare a pescare un undicesimo in graduatoria. Immagino forse, perché in questi dieci non era presente una figura di queste caratteristiche.
Non lo so ed è per questo che abbiamo posto delle domande alla Giunta: quali siano le motivazioni che giustificano la previsione di un concorso pubblico, avente un profilo affine a quello del bando n. 185, stante il fatto che il posto dirigenziale disponibile per il nuovo concorso pubblico previsto per la copertura di un posto di esperto trasporti, infrastrutture e logistica non risulta essere stato istituito o trasformato successivamente all'indizione del concorso di cui al bando n. 185; quali siano le motivazioni precise e non generiche che rendono preferibile l'indizione di un nuovo concorso pubblico per la copertura di un posto di "Esperto trasporti, infrastrutture, logistica", sacrificando le aspettative di tutti coloro che sono già entrati nella vigente graduatoria finale di merito nel concorso pubblico per titoli ed esami a n. 10 posti di qualifica dirigenziale a tempo indeterminato per il profilo professionale di "Esperto tecnico della viabilità, trasporti, assetto idrogeologico, estrattivo ambientale e energetico" (il bando n. 185) e se sia stato valutato il fatto che la volontà di bandire un nuovo concorso, pure in presenza di soggetti idonei che potrebbero soddisfare le medesime esigenze, non possa risultare confliggente con i princìpi desumibili da legislazione più recente ispirati da esigenze di contenimento della spesa pubblica e di rapidità ed efficienza dell'azione amministrativa. Come sappiamo, i concorsi hanno un loro iter e in questi anni abbiamo visto, a maggior ragione con il COVID quanto è stata protratta l'esecuzione degli stessi e, quindi, il ritardo dell'incardinamento delle figure professionali stesse.
Ho concluso, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per l'illustrazione; la Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'assessore Caucino.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



CAUCINO Chiara, Assessore al personale

Grazie, Presidente.
Ringrazio i Consiglieri Grimaldi e Magliano per darmi l'occasione e l'opportunità di chiarire alcuni passaggi rispetto a questa vicenda, onde evitare fraintendimenti di diverso genere. I dubbi erano sorti anche alla sottoscritta nel momento in cui ho acquisito questa delega qualche mese fa e in sede di aggiornamento del fabbisogno del piano triennale.
Pertanto vi ringrazio perché, a maggior ragione, i dubbi sorti in voi erano sorti anche in me. È necessario, però, essere molto precisi rispetto ai vari passaggi che dobbiamo comprendere.
La Direzione Opere pubbliche, Difesa del suolo, Protezione civile Trasporti e Logistica, nella fase di predisposizione dei profili professionali finalizzati alla successiva indizione dei bandi di concorso pubblico per l'assegnazione di personale nella qualifica dirigenziale preliminarmente aveva richiesto alla competente Direzione della Giunta l'attivazione di tali concorsi, definendo profili dirigenziali tecnici preferibilmente differenziati per l'ambito tematico delle funzioni settoriali di competenza della Direzione che manifestavano un fabbisogno organico specifico (trasporti, logistica e infrastrutture, opere pubbliche e assetto idrogeoligico).
Altre valutazioni sono, invece, state poste in essere dalla Direzione preposta all'organizzazione delle risorse umane e queste valutazioni comportarono, invece, la definizione del profilo di cui al bando di concorso n. 185, allegato C), avente un tenore che è quello dell'esperto tecnico della viabilità, trasporti, opere pubbliche, assetto idrogeologico estrattivo ecc., che non sto a rileggervi perché ben conosciamo.
In quel momento, fu privilegiata, pertanto, una scelta organizzativa per un profilo professionale dirigenziale, ancorché definito tecnico però di natura generalista e senza quindi particolari requisiti specialistici: quella era la necessità di quel momento. Per questo, per quanto ovviamente attiene ad esempio ai titoli di studio richiesti per l'ammissione alla procedura concorsuale, si parla di diploma di laurea, vecchio ordinamento oppure laurea specialistica o magistrale.
La Direzione Opere pubbliche, Difesa del suolo, Protezione civile Trasporti e Logistica ritenne, comunque, che la modalità così individuata dalla Regione potesse corrispondere al fabbisogno organizzativo di quel momento che era stato rilevato attraverso la ricognizione propedeutica alla definizione dei bandi, come previsto dal PTFP previgente.
Cosa succede in seguito? Succede che, in vista dell'operatività della riorganizzazione delle strutture regionali, disposta ai sensi della DGR 7 4281 del 10 dicembre 2021, con decorrenza dal 1° febbraio 2022, nelle more delle procedure di avviso di selezione per l'individuazione dei nuovi dirigenti responsabili, sono stati prorogati gli incarichi dirigenziali in scadenza al 31/12/2021 e nominati temporaneamente i dirigenti di alcuni settori di nuova istituzione, fino al 28 febbraio 2022. Incarichi successivamente prorogati al 31 marzo 2022, con DGR del 18 febbraio 2022.
Successivamente, con una DGR del 31 marzo 2022, la Giunta ha conseguentemente proceduto all'affidamento di 25 incarichi di responsabili di settore e di tre incarichi di responsabile di settore ad interim a dirigenti del ruolo della Giunta, a seguito dell'indizione di appositi avvisi di selezione secondo le decisioni assunte dalla Giunta, attestate dal verbale 273 del 14 marzo 2022.
Cosa succede in esito a questa procedura? Il dirigente responsabile del settore A1809B, quindi Settore Pianificazione e Programmazione, Trasporti Infrastrutture, è stato assegnato ad un incarico dirigenziale in altra direzione, mantenendo altresì l'incarico ad interim del predetto settore per un periodo non superiore ad un anno. Quindi, in quella fase e in quella sede, emerge sostanzialmente un nuovo fabbisogno. In considerazione del nuovo fabbisogno organizzativo emerso, la Direzione Opere pubbliche ha richiesto di contemplare la previsione di un nuovo profilo professionale dirigenziale tecnico, esperto trasporti, infrastrutture e logistica nell'ambito del nuovo Piano triennale del fabbisogno professionale che abbiamo adottato, come voi ben sapete, con DGR il 29/04/2022, avente ad oggetto: "Aggiornamenti del PTFP 2020-2022 di cui alla DGR del 18 giugno 2021 e proiezioni finanziarie sulle annualità 2023-2024".
Si è ritenuto necessario prevedere un nuovo profilo professionale dirigenziale, avendo valutato i requisiti di professionalità tecnica, le attitudini e le capacità specifiche richieste dal ruolo da ricoprire, che non trovano ancora corrispondenza nella definizione generalista del profilo di cui al bando di concorso 185, in quanto il fabbisogno organizzativo sotteso non era ancora stato contemplato. Questo è il passaggio.
Si evidenzia, infine, che il profilo dirigenziale esperto Trasporti Infrastrutture e Logistica dovrà prevedere dei requisiti di professionalità maturata in pluriennale esperienza di titolo tecnico e amministrativo nelle materie di competenza regionale, con riguardo alla pianificazione dei trasporti e alla programmazione delle diverse componenti trasportistiche di competenza regionale, alla consolidata conoscenza nel campo dei servizi di TPL e delle politiche tariffarie e alla elevata conoscenza degli aspetti tecnico normativi in materia di trasporti.
C'è un ulteriore passaggio che vuole, in qualche modo, riconfermare la rilevanza di urgenza di questo nuovo fabbisogno che è stato espletato dalla Direzione di riferimento e che è emerso a seguito della riorganizzazione della struttura della Giunta.
Il Direttore della Direzione Opere pubbliche, con nota del 4 maggio 2022 ha inviato una specifica richiesta al Direttore della Direzione della Giunta regionale affinché, proprio nelle more dell'espletamento dell'eventuale concorso per Dirigente esperto dell'area trasporti, in considerazione dell'incarico dirigenziale del settore A1809B affidato ad interim, fossero e venissero attivate le procedure previste dalla DGR dell'11 settembre 2020, che riguarda l'approvazione del provvedimento organizzativo per modalità di conferimento di incarichi dirigenziali a tempo determinato, ai sensi dell'articolo 22 bis, legge 23 del 2008, al fine di sopperire anche temporaneamente all'immediata esigenza organizzativa e funzionale del predetto settore.
Questa è una richiesta che è stata fatta dal Direttore della Direzione Opere pubbliche, richiesta a cui né la sottoscritta né il Direttore Frascisco abbiamo, congiuntamente intenzione di dare adito. Noi riteniamo che ci sia un bando che debba essere adottato, quindi non applicheremo la procedura ex articolo 22 bis.
In realtà, il bando 185 ha avuto un parziale scorrimento, perché oltre ai dieci vincitori, da quel bando sono state attinte altre tre figure, per cui c'è stato uno scorrimento di tre soggetti. Pertanto, uno scorrimento seppur parziale c'è stato e non riteniamo in alcun modo che ci sia stata la violazione di una qualche norma o di un qualche dettato normativo. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiara Caucino per la risposta.
Ha chiesto di replicare il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, collega; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Chiedo all'Assessore, visto che l'intervento è stato molto tecnico, di fornirci la nota scritta.
Ringrazio per la puntualità della risposta. Da sempre (ne parlavo anche con il collega Grimaldi) tutte queste funzioni ad interim rappresentano, di fatto, un carico di lavoro aggiuntivo, quando, forse, potremmo dare più responsabilità ai nostri dipendenti.
Dunque, questa logica per cui, in riduzione di personale, si va a fare una "mezza Direzione ad interim", di fatto crea una problematica. Ci dispiace questo dobbiamo dirlo - che all'interno della graduatoria non vi fosse una figura adeguata per ricoprire questo incarico. Questo, però, evidenzia una difficoltà di programmazione, diciamo così: forse le tempistiche non erano adeguate rispetto al nuovo insediamento di questa Giunta, che mirava ad una sensata riprogrammazione e riorganizzazione.
Detto questo, prendiamo atto, però, che l'Assessora non darà questa tipologia di risposta a chi ne ha fatto richiesta. Ci auguriamo, a questo punto, che venga fatto un bando quanto prima, viste le tempistiche. Nello stesso tempo, ci auguriamo che all'interno di questa riorganizzazione dentro l'input sulle politiche del personale che noi stiamo offrendo, vi sia un inserimento importante di nuovo personale in Regione Piemonte.
Perché Regione Piemonte, come tutti gli altri enti, vede un percorso di fuoruscita di dipendenti a tutti i livelli. Più saremo in grado di evitare figure a scavalco - figure ad interim che poi rischiano di non potersi occupare completamente delle grandi sfide che abbiamo davanti - e più la parte dei lavoratori e la rappresentanza degli stessi sarà soddisfatta da questo punto di vista, perché in base alle sfide, in base agli obiettivi e in base alle organizzazioni, non avremo dipendenti che si occupano di più aspetti.
Mi pare chiarito l'aspetto che ci lasciava in qualche modo dubbiosi: da quel che abbiamo colto - è per quello che chiedo la nota all'Assessora - la persona che era stata individuata è stata successivamente destinata ad altra Direzione, quindi quel posto è andato vacante all'interno della graduatoria e non vi era una figura con quelle competenze. Pertanto, è corretto non assegnare a tempo determinato la copertura di quell'incarico ma percorrere il percorso che lei ha testé descritto, perché ci pare più rispettoso per la trasparenza e per tutti coloro che, magari, a quel bando non erano riusciti a partecipare o non disponevano delle caratteristiche per farlo, ma in futuro potranno avere delle chance.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per la replica.
Ricordo all'Aula che alle ore 14.00 si apriranno i lavori delle interrogazioni a risposta immediata. Ringrazio il Presidente Stefano Allasia per l'incarico e dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni ed interpellanze.
Alle ore 14.30 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Comunico ancora all'Aula, per chi vorrà partecipare, che in Sala A discuteremo della proposta di legge n. 158.



(Alle ore 11.08 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(I lavori riprendono alle ore 14.03 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, iniziamo con l'esame delle interrogazioni pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1139 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 1140 presentata dal Consigliere Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 1135 presentata dal Consigliere Nicco, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1136 presentata dal Consigliere Avetta, cui risponderà l'Assessore Icardi interrogazione a risposta immediata n. 1137 presentata dal Consigliere Marello, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1138 presentata dal Consigliere Gallo, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1141 presentata dalla Consigliera Disabato, cui risponderà l'Assessore Icardi.
Prego gli Assessori che rispondono di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo inoltre che è prevista l'illustrazione, da parte dell'interrogante per tre minuti, la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e non sono previste repliche. Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1139 presentata da Magliano inerente a "La siccità incombe, le piogge non bastano più: è emergenza. Cosa intende fare la Giunta in merito?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1139, presentata dal Consigliere Magliano.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Negli ultimi mesi, in Piemonte si è evidenziato un andamento climatico irregolare con lunghi periodi di siccità e temperature elevate intervallate da rare e forti precipitazioni. I lunghi periodi di siccità stanno minando fortemente i comparti produttivi, in particolare quello agricolo.
La Regione.
Se lei parla con l'Assessore Gabusi, io mi fermo.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere, illustri l'interrogazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie.
La Regione autorizza e controlla la costruzione e la gestione di sbarramenti idrici. Il bacino o invaso è una struttura artificiale che ha lo scopo di raccogliere notevoli quantità d'acqua sia per usi agricoli sia industriali.
Premetto, altresì, che gli sbarramenti artificiali per la ritenuta idrica siano esse dighe di ritenuta o traverse, sono assoggettati a un'attività di controllo pubblica, che può essere di livello regionale o statale, sulla corretta gestione dell'opera da parte del concessionario, ai fini della tutela della pubblica sicurezza. Sono di competenza statale le dighe con un'altezza superiore ai quindici metri o con un invaso superiore al milione di metri cubi. I rimanenti sbarramenti sono di competenza regionale. La costruzione e la gestione di queste opere dev'essere autorizzata dal Settore Difesa del Suolo della Regione Piemonte, secondo le modalità stabilite dal Regolamento regionale n. 2/2022.
Allo stato attuale, gli sbarramenti idrici di competenza regionale censiti in apposito catasto sono circa 700, di varia dimensione, utilizzati principalmente per l'irrigazione o la produzione di energia idroelettrica ma anche per numerosi altri scopi secondari. Il livello di allerta idrico sta investendo un numero importante di corpi idrici piemontesi. Il Piemonte deve affrontare una siccità diffusa in tutto il territorio; già nella stagione invernale nel Lago Maggiore sono venuti a mancare due terzi dell'acqua normalmente invasata nel periodo e il deficit delle risorse idriche accumulate dalla neve è stato del 60%. Rispetto ai 1.600 milioni di metri cubi, ce ne sono appena 620, ma questo l'Assessore lo sa. Il Po nell'Alessandrino ha una portata dimezzata.
Da fonti giornalistiche si apprende che vi sono vari progetti relativi al Piano di Tutela delle Acque volti alla tutela quantitativa e al riequilibrio idrico, tra cui la realizzazione di cinque nuovi invasi artificiali a scopo multiplo, uno di questi è l'invaso di Viù-Combanera.
L'obiettivo sarebbe creare un bacino multiuso affinché l'acqua divenga un elemento di unione tra la montagna e la pianura.
Come riportato nel Piano di Tutela delle Acque, si rilevano sulla Stura di Lanzo deficit idrici a carico delle utenze rispetto alla capacità di prelievo assentite dalle concessioni di derivazione nell'ordine del 9% del fabbisogno teorico stimato dai termini di concessione. Tale situazione si è ulteriormente aggravata nelle ultime stagioni, come immaginiamo. È in previsione la realizzazione di un nuovo invaso a scopo irriguo da realizzare all'imbocco del torrente Stura di Viù, sul territorio di Traves Germagnano e Viù.
Vado alla conclusione, Presidente.
Appare necessario e opportuno assicurare una responsabilizzazione dell'uso dell'acqua in tutti i settori di utilizzo, tutti gli enti preposti al controllo dovrebbero aumentare il livello di attenzione, in modo tale da prevenire atteggiamenti indiscriminati che, in questo momento di scarsità si rivelerebbero particolarmente dannosi anche per la collettività.
L'agricoltura è l'attività economica che, più di tutte le altre, vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, con forti ricadute sui raccolti. La necessità di una migliore pianificazione dell'utilizzo della risorsa idrica sull'intero territorio regionale aiuterebbe ad affrontare meglio questa situazione di crisi. Il contesto climatico è sempre più incerto e sarebbe opportuno avviare un confronto tecnico coordinato dalla Regione con SMAT, Città metropolitana, Unioni montane e Comuni interessati dall'opera (Traves, Germagnano, Viù e altri citati).
Pertanto, interrogo per sapere se la Regione, alla luce dell'emergenza siccità che ha colpito il Piemonte, intenda attuare iniziative o progetti d'invasi finalizzati alla gestione ottimale della risorsa irrigua, in particolare un nuovo invaso all'imbocco di Traves- Germagnano del ramo della Stura di Viù, progetto che è stato anche condiviso negli anni passati tra la Regione Piemonte e la Città metropolitana. Da questo punto di vista forse bisognerà decidere se attuare questo tipo di progetto o quello di Comba Nera.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore alle opere pubbliche

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere rapido.
Mai come in questo caso si tratta di un argomento pluridisciplinare e multidisciplinare, quindi sono delegato in quanto competente per una parte e cercherò di dare un quadro il più completo possibile, partendo da un inquadramento della tematica, che dal 1989 vede le Regioni come responsabili del controllo e della vigilanza.
La Regione Piemonte è tra le poche Regioni che si sono occupate di questo tema per esercitare questa competenza sin dal 1991 con la legge n. 23, nel 1995 con la legge n. 58, nel 1996 e nel 2003 dotandosi del Settore Difesa del suolo, che attualmente per l'area dighe ha le sue competenze per vigilare sulle strutture di sbarramento esistenti o di nuova costruzione per autorizzarne l'esercizio, con attenzione alla stabilità strutturale alla tenuta idraulica e, in generale, alla sicurezza delle opere, per evitare le - tanto citate in questo periodo - perdite d'acqua nei bacini e un naturale spreco di risorse, oltre che per scongiurare il crollo delle dighe e la distruzione dei territori a valle.
L'attenzione, infatti, deve essere posta agli accumuli esistenti che, come sta avvenendo in questi giorni, possono essere sfruttati anche per usi non programmati, come per il caso dei laghi artificiali idroelettrici, per supportare senza una rete esistente consorzi irrigui in affanno e proseguire sugli impianti con reti di distribuzione che veicolano l'acqua agli usi stabiliti.
Per questo, la Regione Piemonte è per gli invasi e segue società e consorzi irrigui e i privati cittadini proprietari di circa 850 sbarramenti artificiali di competenza regionale censiti, per un totale di circa 21 milioni di metri cubi di acqua cumulabili, che si vanno a sommare a quelli dei 56 invasi nazionali, citati dal Consigliere Magliano, presenti sul territorio piemontese, supportandoli con linee guida, regolamenti tecnici con procedura per varianti e opere di manutenzione che servono anche, come dicevo, per diminuire le perdite e scongiurare disastri peggiori.
Tuttavia, naturalmente è indispensabile programmare e predisporre nuovi accumuli multifunzionali, perché l'attuale disponibilità mostra ancora di più la sua inadeguatezza con il verso che ha preso il clima negli ultimi anni.
Consci di ciò, fino al 2017 si è seguita attentamente la programmazione nazionale annuale collegata al Piano invasi per disporre di finanziamenti indirizzati alla costruzione di nuovi invasi e reti di distribuzione ma ancora di più nel 2016, con i fondi PSC sono state previste specifiche linee rivolte alla ristrutturazione e manutenzione delle infrastrutture idrauliche, quali le dighe e, in ultimo, escludendo la costruzione di nuove dighe.
Anche nel PNRR sono state previste somme per invasi e rete di distribuzione.
Perché dico escludendo la costruzione di nuove dighe? Perché voglio porre l'accento su un problema: anche i finanziamenti come quello di Serra degli Ulivi, che ci sono e che sono stati indicati come priorità, non sono mai stati evidenziati solo come un nuovo invaso, perché sarebbero stati esclusi dalla programmazione sia dal Piano invasi 2020 sia dal PNRR.
Credo che sarebbe opportuno che nelle programmazioni si potesse anche parlare di nuovi invasi, perché non è e non deve essere un tabù naturalmente, noi abbiamo argomentato come una rete acquedottistica, una rete più importante che ha anche un accumulo d'acqua, ma non è solo quello.
Questo tenevo a rimarcarlo.
Regione Piemonte ha sempre seguito con attenzione queste programmazioni con un gruppo interdirezionale (agricoltura, ambiente, infrastrutture), come dicevo prima, per la molteplicità dei settori toccati, offrendo le proprie proposte regionali prioritarie al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, titolare dei suddetti programmi. Tra questi vi sono quelli accettati: lotti funzionali di Serra degli Ulivi, il nuovo invaso per l'irrigazione del Canavese, una ristrutturazione di una traversa sul fiume Tanaro e altri.
Vi è anche, purtroppo, l'intervento proposto dal Consorzio di secondo grado delle Valli di Lanzo, che ha presentato un progetto di fattibilità a valere sul Fondo per il rilancio degli investimenti dell'amministrazione centrale dello Stato per lo sviluppo del Paese (riparto 2020), promosso allora dal MIT. Si tratta di un intervento sul torrente Stura di Viù in località Murai nel Comune di Traves, avente una lunghezza di coronamento della misura di circa 315 metri e un'altezza di 75,5 metri.
L'invaso in progetto, oltre alle difficoltà economiche, per cui non è stato finanziato e non è ancora in quella graduatoria, seppure progettato e seppure ampiamente condiviso, sta scontando il fatto di essere solo un invaso, quindi dovremmo magari argomentare meglio, se non chiedere una modifica normativa, in base a un progetto per cui è previsto un utilizzo plurimo delle acque, tra cui l'idroelettrico. Una riduzione del rischio idrogeologico irriguo avrà un volume complessivo di circa 17,7 milioni di metri cubi con una lunghezza di 4.500 metri e una larghezza media di 180 metri, con un costo stimato complessivo di 35 milioni, che se aggiornato con gli ultimi aumenti dei costi, sicuramente crescerà.
Dicevo che attualmente, con una determinazione del Settore Organizzazione abbiamo formalizzato un gruppo interdirezionale per continuare ad aumentare il nostro lavoro e anche per collaborare con l'Autorità di distretto di fiume Po, che tutti noi conosciamo, ma che è assurta alle cronache per l'importanza di questo momento e per valutare in maniera più concreta ulteriori proposte di finanziamento.
Regione Piemonte, inoltre, sta ragionando con le altre Regioni e ha proposto una serie di modifiche e di semplificazioni normative al MIMS che a dire il vero, ce le ha richieste e che serviranno per provare a immaginare investimenti più importanti nei prossimi anni.
Concludo con una considerazione personale. Il Consigliere Magliano ha citato un esempio che conosce bene, che però non è l'unico e forse ha caratteristiche particolari. Tuttavia, se leggete i giornali in questi giorni, ci sono tante proposte che vengono e che ritornano alla ribalta dopo anni. Credo che questa Regione abbia dimostrato in passato (non c'eravamo né io né l'amico Magliano e, forse, nessuno di noi nel 1991-1995) di avere una sensibilità per la costruzione degli invasi. Credo che oggi quella sensibilità vada di nuovo tirata fuori, ma in un contesto nazionale che preveda questa come davvero una priorità. Questo è stato un anno particolarmente difficile, ma non ci aspettiamo che per i prossimi dieci anni non ne capitino altrettanti e credo che, comunque, la tendenza sia quella.
Siamo pronti. Ritengo che il Piemonte con il PNRR abbia argomentato e abbia ottenuto finanziamenti importanti che potevano andare bene in un periodo normale, ma quei finanziamenti dovrebbero essere costanti quasi tutti gli anni per arrivare, fra dieci anni, con un'infrastrutturazione migliore e più sostanziosa per scongiurare quanto non vi ho riferito sui danni in agricoltura.
Solo per segnalarvi un dato per la parte che attiene al collega Protopapa per quanto riguarda le colture autunno-vernine (frumento e orzo), rispetto alle annate ordinarie le perdite stimate in Piemonte sono del 20-30%.
Questo dato basta per riassumere tutto quello che abbiamo detto finora.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Montagna - Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1140 presentata da Grimaldi inerente a "Cambiamenti climatici e aggiornamento dei criteri di sicurezza nei ghiacciai piemontesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1140.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Proverò a correre e raccontare lo stato della situazione.
Come sapete, i ghiacciai in Piemonte sono distribuiti in otto gruppi montuosi, da sud verso nord. Li vediamo soprattutto nelle Alpi marittime nel Monviso, nel Moncenisio, nel Gran Paradiso, nel Monte Rosa, che è il gruppo che presenta la maggiore estensione glaciale (circa 12 chilometri).
Dal punto di vista tipologico, solo il 56% di questi ghiacciai è classificato come montano.
Confrontando i dati del Catasto dei ghiacciai italiani si scopre, infatti che dagli anni Cinquanta a oggi la superficie nel nostro paese si è ridotta del 30%; per intenderci siamo passati da 527 chilometri a 370. Si tratta circa di un ritmo di tre chilometri l'anno di riduzione, come se ogni anno sparisse il lago di Como.
In sostanza, i numeri sono paradossalmente aumentati: abbiamo più laghi (siamo passati da 838 a 903) perché, man mano piano che i ghiacciai si ritirano, si formano più laghi rispetto a quelli precedenti.
Per quanto riguarda il solo territorio piemontese, il confronto tra le superfici attuali con quelle del Catasto CGI (del 1958) evidenzia una netta riduzione areale: nell'ultimo mezzo secolo la superficie totale si è infatti, ridotta del 50%, passando dai 55 chilometri quadrati dei 115 ghiacciai riportati allora ai 28 di oggi.
Le perdite areali variano in maniera significativa in base al gruppo montuoso considerato. La riduzione maggiore è osservata nel Moncenisio dove l'aria glacializzata, che corrisponde attualmente al solo Ghiacciaio dell'Agnello, ha subito una contrazione addirittura del 95%.
Quando il 3 luglio abbiamo tutti visto cos'è successo al saracco del ghiacciaio della Marmolada, ci siamo chiesti quale fosse il vero stato di questi ritiri. Ne abbiamo visti tanti, ma non sapevamo, non avendo visto nessuna analisi, qual fosse il vero stato di allarme per ognuno di essi, n la mappatura di questo controllo.
Nella nota scritta dal Comitato Glaciologico Italiano qualche giorno fa si legge: "Il ritiro dei ghiacciai è la manifestazione più evidente di un cambiamento climatico in atto, in cui gli effetti sono visibili anche in molti altri fenomeni che interessano il Pianeta". Ciò che desta preoccupazione è il fatto che, per esempio sul Gran Paradiso, la neve si trova solo sopra i 3.700 metri, per cui lo zero termico lo troviamo sopra i 4.000.
L'altra questione che ci preoccupa è che sugli accumuli del Parco Nazionale del Gran Paradiso, così come in altri grandi complessi, l'accumulo di neve medio è risultato di 127 centimetri, cioè il valore più basso in assoluto della serie storica è inferiore di circa il 62% rispetto alla media dell'anno scorso.
Le alte temperature e la fusione dei ghiacciai provocano saracchi, ma anche slavine, che si staccano dalle pareti. Le fessurazioni all'origine delle formazioni si hanno quando si supera il limite di plasticità del ghiaccio.
Sono legate a una rottura di pendio del substrato roccioso o, nel caso dei ghiacciai sospesi, per la presenza di una parete rocciosa.
Questi saracchi possono essere di dimensioni differenti: da pochi metri a centimetri di metri nei ghiacciai più grandi.
All'interrogante risulta attivata da circa un anno un progetto pilota condotto dalla Regione Piemonte, dall'ARPA, dal CNRR e anche dal CAI del territorio, al fine di monitorare i cambiamenti climatici sulle vette piemontesi partendo, appunto, da alcuni avamposti.
Nei giorni scorsi è rimbalzata la notizia per cui la Regione Piemonte insieme al CAI, al Museo Nazionale della Montagna, al CNRR, all'ARPA e all'IRPI hanno siglato un accordo per il monitoraggio ambientale climatologico e geomorfologico.
A noi piacerebbe sapere se la Giunta regionale può illustrare questo piano di monitoraggio dello stato di salute di tutti i ghiacciai piemontesi, ma soprattutto, quali siano le azioni che, in relazione al monitoraggio dei ghiacciai piemontesi, la Giunta intende mettere in campo per identificare gli ambienti di alta montagna piemontesi più fortemente soggetti al crescente rischio di crolli di ghiacciaio e roccia, dovuti al riscaldamento climatico, ma, soprattutto, assicurare la loro fruizione in condizioni di sicurezza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente.
Intanto per dire che anche qui, purtroppo, il tema è tornato alla cronaca per i recenti fatti citati dal Consigliere Grimaldi. A tal proposito richiamo una convenzione da poco siglata tra l'Assessorato all'Ambiente della Regione Piemonte, il CAI, il Museo Nazionale della montagna "Duca degli Abruzzi", il CNRR e ARPA Piemonte. La convenzione ha, alla base un'attività per condividere la ricerca dei dati, al fine di potenziare la conoscenza dei nostri ambienti alpini e dei ghiacciai, anche in relazione ai cambiamenti climatici.
Non sono in grado di darvi tutti i dettagli oggi, ma vi posso dire che il primo studio sarà svolto a Balme (Torino), sul bacino glaciale della Bessanese al rifugio Gastaldi, area che si sviluppa tra i 2.580 e i 3.601 metri di quota, identificata quale area di studio perché l'evoluzione legata ai cambiamenti climatici lì risulta molto intensa e ben osservabile essendo concentrata in sei chilometri quadrati.
Il rifugio Gastaldi, oltre a fungere da luogo destinato a ricerche e studio, permetterà agli stessi visitatori di conoscere lo stato di avanzamento delle conoscenze e capire più a fondo la montagna e il ghiacciaio.
Naturalmente questo è il primo momento di studio, ma ne seguiranno altri e certamente il collega Marnati sarà in grado di argomentare e di spiegarvi più a fondo questa tematica.
Credo sia chiaro a tutti noi che un'azione indistinta di monitoraggio dei rischi connessi all'evoluzione dei ghiacciai è sostanzialmente impossibile o, di fatto, un'utopia, mentre abbiamo immaginato, anche alla luce di quanto è successo e in seguito a questa convenzione, una proposta operativa che, in collaborazione con ARPA Piemonte, possa proporre un inventario dei siti noti per criticità, legati alla dinamica glaciale, già oggetto di provvedimenti e/o d'interventi, con particolare attenzione ai beni esposti al rischio.
In più, un tavolo di confronto con i soggetti ordinariamente impegnati nello studio dell'evoluzione dei ghiacciai (alcuni li abbiamo già citati: l'Università, il Politecnico, il CNRR, il CAI) al fine di verificare l'attuale quadro conoscitivo, valutando la possibilità di approfondimento dello stesso in una direzione che consenta di individuare ulteriori situazioni di particolare vulnerabilità. Come dicevamo, una mappatura complessiva e un'analisi puntuale di tutti i punti sarebbero impossibili per cui dobbiamo scendere nel dettaglio e immaginare quali sono le criticità maggiori.
È evidentemente necessario un confronto e un coordinamento con le Regioni alpine. Da questo punto di vista, abbiamo anche sul Pitem Risk un rapporto consolidato con i Dipartimenti francesi e le Regioni Liguria e Valle d'Aosta sul tema della sicurezza e della prevenzione, che possiamo implementare da questo punto di vista. Lavoriamo per la valutazione di possibili approfondimenti per ambiti di rischio potenziale e per una valutazione, naturalmente con il coinvolgimento della comunità scientifica e dei centri di competenza nazionali, d'individuazione di puntuali misure provvisorie di cautela per i siti individuati maggiormente a rischio, che risulteranno da questa prima valutazione, senza dimenticare una campagna d'informazione e di sensibilizzazione rivolta agli escursionisti sui rischi naturali in ambienti ad alta quota.
Abbiamo scoperto e abbiamo la fortuna di avere una nuova vita con il turismo green, ma sappiamo che in certi luoghi ci vanno tante tutele e dobbiamo ricordarle.
Non dimentichiamo, infine, che in tutto questo contesto c'è un ruolo che la legge delega agli enti locali e alle Commissioni locali valanghe per l'esercizio dell'attività di sorveglianza di fenomeni nevologici, in qualità di organi tecnici consultivi dei Sindaci per la gestione di situazioni a rischio. Immaginiamo che anche le Commissioni locali valanghe che hanno delle responsabilità, debbano essere coinvolte in questo percorso, che naturalmente inizierà a breve, che sarà conseguente e complementare alla convenzione del collega Marnati. Sicuramente tale convenzione avrà un momento di approfondimento importante, che ci dovrebbe consentire una mappatura puntuale almeno dei siti più pericolosi tra quelli più esposti al rischio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1135 presentata da Nicco, inerente a "Chiusura Pronto soccorso Carmagnola"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1135.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Nicco.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



NICCO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione a risposta immediata prende il via da un comunicato stampa che preannunciava una quasi immediata chiusura del pronto soccorso di Carmagnola per oltre un mese e di cui io e molti Sindaci della zona siamo venuti a conoscenza la scorsa settimana.
Sono chiari i disagi della popolazione di Carmagnola la quale, in assenza di un pronto soccorso, non è dotata di un altro ospedale nelle zone limitrofe e deve quindi fruire necessariamente di quello di Moncalieri, che dista diverse decine di chilometri, peraltro su una via particolarmente trafficata.
Chiedo all'Assessore di conoscere le motivazioni che hanno portato alla chiusura improvvisa del pronto soccorso e che sono state sommariamente indicate nel comunicato stampa dal direttore e se è stata fatta un'attenta valutazione dei tempi di lavoro per garantire la riapertura senza problemi come indicato nel comunicato stampa il 29 agosto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Nicco per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
L'intervento presso il pronto soccorso di Carmagnola non è improvviso, come citato nel question time, ma segue una precisa programmazione, già condivisa con il Sindaco di Carmagnola, che si rende necessaria per completare l'adeguamento e le modifiche agli impianti elettrici, a seguito della separazione dei percorsi COVID e no COVID.
L'attività prevede la messa fuori servizio a blocchi dell'impianto elettrico per l'esecuzione degli interventi previsti in progetto e previsti anche dal decreto ministeriale 34 (il cosiddetto decreto Arcuri). A seguire, tutte le verifiche e le prove sugli impianti con l'esecuzione dei collaudi finali. A conclusione di questi lavori è prevista la tinteggiatura degli spazi del percorso COVID. La chiusura è necessaria e indispensabile al fine di garantire la sicurezza dei pazienti ed eseguire i lavori in tempi ottimizzati, riducendo i disagi per disporre di tutti gli spazi del pronto soccorso per le attività di cantiere.
La chiusura è prevista dall'11 luglio al 28 agosto ed esiste un dettagliato cronoprogramma dei lavori valutati con attenzione dall'ufficio tecnico e dell'ASL TO5, dalla Direzione sanitaria dei presidi riuniti e dalle ditte coinvolte, che garantisce la riapertura del pronto soccorso il 29 agosto 24 ore al giorno, sette giorni su sette.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1136 presentata da Avetta, inerente a "Nuova risonanza magnetica per l'ospedale di Ivrea"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1136.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Alberto Avetta.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente; grazie, Assessore.
Non è la prima interrogazione che discutiamo sulla risonanza magnetica di Ivrea e forse non sarà nemmeno l'ultima, considerati i tempi previsti per l'attivazione del servizio.
Il tema è quindi ricorrente, perché si tratta di uno strumento che riteniamo fondamentale - e mi fa piacere che lo ritenga tale anche la Giunta - in seno alla dotazione tecnologica di un ospedale, come quello di Ivrea, che è un ospedale spoke, con un DEA di primo livello.
È un tema ricorrente anche perché l'ASL TO4 da poco ha scelto le modalità con cui intende erogare questo servizio nell'ospedale di Ivrea. In realtà riguarda anche gli altri ospedali dell'ASL, ma con quest'interrogazione ci concentriamo su quello di Ivrea.
Sono proprio questa modalità che, di fatto - si tratta di una parziale esternalizzazione - hanno acceso la discussione tra i vertici dell'Azienda e le sigle sindacali, che hanno sollevato un allarme rispetto al percorso che li preoccupa e che preoccupa tutti coloro che hanno a cuore la sanità pubblica e l'implementazione della sanità pubblica.
La questione s'inserisce, tra l'altro, in una discussione che proprio la settimana scorsa il gruppo del PD ha portato all'attenzione pubblica sulle politiche della Giunta Cirio di questi anni e sugli effetti che queste politiche hanno avuto sulla riduzione sensibile, dal nostro punto di vista dei dipendenti pubblici in sanità. Questo è un dato che, a nostro avviso si pone in netta contrapposizione alla volontà dichiarata di tutelare e di sviluppare e di rafforzare la sanità pubblica, soprattutto dopo l'esperienza della pandemia.
Per questa ragione, nell'interrogazione ci concentriamo, al di là dei tempi di attivazione del servizio, su una scelta che, seppur di competenza della singola ASL, identifica o s'inserisce, a nostro avviso, in un contesto di un percorso ben preciso rispetto alle modalità di erogazione dei servizi sanitari.
Ci chiediamo come s'intenda affrontare la questione sollevata dai sindacati sull'esternalizzazione del servizio rispetto alle modalità con cui si vuole attivare questo tipo di servizio tecnologico e ci siamo anche chiesti se c'è la disponibilità a incontrare i sindacati.
Nell'interrogazione diamo atto che c'è una richiesta d'incontro cui, a oggi, non sarebbe stata data risposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Avetta per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione, si precisa che con la procedura che ha deliberato l'Azienda TO4 il territorio eporediese potrà finalmente avere la risonanza magnetica. Sottolineo che potrà avere un servizio che in passato non aveva.
Al termine della procedura di gara sarà dunque dotata di quest'apparecchiatura, con sicuri e positivi benefici in termini di abbattimento anche dalla mobilità passiva.
La tipologia di capitolato è stata adottata in ragione di alcuni vincoli e di alcune problematiche tuttora sussistenti, che posso riassumere in questi termini: estrema difficoltà a reperire fondi necessari per investimenti (spese in conto capitale per l'acquisto di attrezzature); difficoltà a reperire professionisti (medici, radiologi e tecnici di radiologia) necessità di aggiornamento tecnologico delle attrezzature e di manutenzione costante.
Questi sono gli elementi che hanno indotto l'Azienda a predisporre un capitolato nei termini che lei ha descritto.
Si sottolinea, inoltre, che questo capitolato, proprio a tutela delle professionalità interne all'Azienda, ha la possibilità di diminuire il numero delle prestazioni richieste a soggetti terzi, come lei ha indicato nella sua interrogazione, a fronte dell'assunzione di nuove risorse mediche e/o tecniche strutturate.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1137 presentata da Marello, inerente a "Case e Ospedali di Comunità dell'ASL CN2"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1137.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Marello.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Ringrazio anticipatamente anche l'Assessore per la risposta che fornirà.
Si tratta di una questione di cui si dibatte ormai da molto tempo (anche di recente sui giornali locali). Le Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità e le centrali operative finanziate con il PNRR sono state ormai individuate da mesi.
Tuttavia, in quest'ambito, sappiamo che nell'elenco che la Giunta ha presentato l'unica struttura finanziata e finanziabile (a parte le centrali operative) per quanto riguarda l'ASL CN2 è la Casa di Comunità di Santo Stefano Belbo, se ricordo bene, perché rientrava nei budget previsti dal Piano (per quanto riguarda le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità non doveva superare due milioni e mezzo, un milione e mezzo eccetera) mentre tutte le altre strutture (mi riferisco alle Case di Comunità di Alba, Bra, Canale e Cortemilia, e gli Ospedali di Comunità di Alba e Bra) richiedono interventi che esorbitano dal punto di vista finanziario dai requisiti per la finanziabilità con il PNRR. Nell'elenco sono state quindi indicate con la dicitura "altri finanziamenti".
Trattandosi di opere che richiedono investimenti significativi di svariati milioni, specie quelle su Alba e Bra, e siccome si discute spesso sui media su come finanziarli (con l'aiuto dei privati, autonomamente, con l'aiuto dalle fondazioni e quant'altro), la mia interrogazione intende semplicemente fare chiarezza su quest'aspetto, per cui chiediamo all'Assessore se la Regione, per quanto riguarda Alba, Bra, Cortemilia e Canale, abbia già individuato i canali di finanziamento ed entro quali tempi prevede di avviare i lavori e le opere, in modo tale che queste strutture possano poi entrare in funzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Maurizio Marello per illustrazione.
La Giunta ha chiesto di risponde all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Nella sua interrogazione c'è già una parziale risposta. Come ha evidenziato, Alba e Bra hanno un impegno finanziario superiore al milione e mezzo previsto dal PNRR. Di conseguenza, le strutture di Alba e Bra (Casa di Comunità, Ospedale di Comunità, centrale operativa territoriale e piazza ambulatoriale, sia nell'una sia nell'altra città) saranno realizzate attraverso un partenariato pubblico privato il cui finanziamento è composto per il 5% da fondi regionali, per il 40% circa (è ancora da definire, ma il quadro è questo) da fondi ministeriali ex articolo 20 della legge 67/1988 e la restante parte attraverso l'intervento di privati, che potranno essere restituiti in un lasso temporale molto lungo (circa vent'anni). Questo è il finanziamento di Alba e Bra.
Come previsto, in questi presidi saranno perfezionate le realizzazioni della Casa dalla Salute, la centrale operativa, l'Ospedale di Comunità e la piazza ambulatoriale; inoltre, tutta una serie di servizi già parzialmente presenti (perché ci sono già dei servizi funzionanti, come lei sa, come la centrale operativa territoriale e la piccola radiologia) sarà potenziata e rivista.
L'attuale Casa della Salute di Cortemilia verrà invece potenziata con fondi delle aree interne destinati per la Valle Bormida, già previsti e concordati con l'Amministrazione comunale.
La struttura di Canale verrà invece finanziata con fondi regionali.
Voglio sottolineare che non è nella delibera del PNRR che troverà queste strutture, bensì nella delibera del Consiglio regionale di programmazione dunque queste strutture sono già previste dalla programmazione regionale.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 1138 presentata da Gallo, inerente a "D.D. 1040/A1414D/2022 del 14 giugno 2022. Schema di contratto tra le Aziende Sanitarie e le strutture residenziali psichiatriche accreditate per soggetti adulti. Eco bilanciamento tra il rispetto della riservatezza degli ospiti e l'esigenza di controllo dei medesimi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1138.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Gallo.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Con la DGR n. 84-4451 del 22 dicembre 2021, l'attuale Amministrazione regionale ha previsto, tra gli adempimenti necessari per dare attuazione al riordino del sistema della residenzialità psichiatrica in Piemonte, la definizione, con determinazione della Direzione Sanità, dello schema di contratto che regola i rapporti tra le Aziende Sanitarie e le strutture residenziali psichiatriche.
Il 14 giugno 2022, con Determina Dirigenziale n. 1040, è stato approvato lo schema di contratto sopra richiamato ed è stato dato mandato alle Aziende Sanitarie per la stipulazione in relazione all'inserimento dei pazienti per tipologia di struttura.
L'articolo 1 di questo schema di contratto stabilisce che il contratto "è stipulato al fine di stabilire la disciplina economica di inserimenti disposti dai Dipartimenti di Salute Mentale nei limiti previsti dalla programmazione regionale e con la sottoscrizione dell'accordo e impegno di cura di cui alla delibera di Giunta regionale" citata prima.
Con riferimento alle prestazioni ospedaliere e farmacologiche e alle prescrizioni specialistiche, valgono le regole vigenti del Sistema Sanitario Nazionale. Il contratto ha durata a partire dal 1° luglio 2022 fino al 31 dicembre 2024. Se, da un lato, nel succitato schema si afferma che la struttura si obbliga a rispettare i diritti e la dignità di ogni utente in relazione alla riservatezza personale, alla libertà di movimento e alla libertà religiosa, favorendo lo sviluppo delle relazioni interpersonali all'interno e all'esterno della struttura, allo stesso tempo s'impone alla stessa oneri che sembrano andare in opposta direzione, che ci paiono di dubbia legittimità e che sono l'oggetto di quest'interrogazione urgente.
Infatti, all'articolo 2 ("Obblighi della struttura") si dice di "comunicare al Dipartimento di Salute Mentale senza ritardo e con contestuale comunicazione all'autorità di pubblica sicurezza, ai familiari e/o al rappresentante legale, l'allontanamento non concordato dell'utente". Al medesimo articolo 2 si afferma quale ulteriore obbligo quello di "garantire con oneri a proprio carico la copertura assicurativa degli utenti, ma anche la responsabilità civile per i danni causati da utenti ad altri ospiti".
Evidenziato come ciò che lascia perplessi nel merito è la considerazione degli adulti ospitati in struttura, in particolare tenendo conto che non si tratta di ricoveri e, men che meno, di TSO, la permanenza in tale struttura si fonda (bisogna sempre ricordarlo) sulla libertà di scelta del diretto interessato.
Non si ritiene, pertanto, accettabile che la struttura sia obbligata a comunicare senza ritardo l'allontanamento, magari anche solo temporaneo non concordato dell'utente, oltre che al Dipartimento di Salute Mentale (cosa ragionevole), anche all'autorità di pubblica sicurezza e ai familiari, senza distinguere caso per caso e situazione per situazione.
Dalla lettura dello schema di contratto emerge, quindi, una visione un po' manicomiale di tali strutture, come se chi è volontariamente ospite all'interno di un gruppo appartamento sia, per definizione, pericoloso e non abbia alcun diritto alla riservatezza e alla libera scelta. Ne emerge insomma, una visione della psichiatria non già come scienza che cura le persone, bensì come scienza che custodisce, controlla e limita.
Inoltre, per scrivere questa determinazione non ci risultano siano state audite le associazioni dei familiari, ma solo le associazioni di categoria dei gestori delle strutture. Pertanto, abbiamo chiesto anche in IV Commissione, oltre un'informativa, di audire le associazioni dei familiari.
Tutto questo per interrogare l'Assessore regionale competente e sapere quali azioni la Giunta regionale, anche in eventuale revisione degli atti di cui stiamo discutendo, intende porre in essere nei confronti delle strutture residenziali psichiatriche accreditate per soggetti adulti affinché sia attuato un corretto bilanciamento tra riservatezza degli ospiti e l'esigenza di controllo dei medesimi.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Raffaele Gallo per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La Delibera Dirigenziale n. 1040, che sostanzialmente approva lo schema di contratto tra le ASL e le strutture residenziali psichiatriche accreditate per adulti, è stata predisposta in attuazione di una DGR scritta sulla base di linee guida nazionali. Vorrei però ricordarle che è sostanzialmente uguale al precedente contratto previgente durante l'Amministrazione Chiamparino. Nella sostanza, quello che lei mi dice è la stessa cosa, nel senso che, se prende i contratti vecchi, vedrà che sono uguali.
Questa DGR, che ha come oggetto il riordino del sistema della residenzialità psichiatrica, fa riferimento a linee programmatiche nazionali ed è già frutto di un lungo lavoro di collaborazione che ha coinvolto tutti gli stakeholder, comprese le associazioni dei familiari che ha inoltre istituito il Coordinamento regionale di area psichiatrica, i cui componenti sono stati nominati con un'altra Delibera Dirigenziale il 29 marzo 2022 e di cui fanno parte, oltre ai rappresentanti dei Dipartimenti di Salute Mentale distinti per aree omogenee territoriali, anche i rappresentanti delle associazioni di enti locali, delle associazioni datoriali e del terzo settore e delle associazioni di utenti e familiari.
Queste sono tutte nel Coordinamento regionale di area psichiatrica.
Il Coordinamento si è riunito per discutere i differenti temi in data 5 aprile di quest'anno e, successivamente, il 19 maggio. Proprio in occasione di tale incontro, in cui erano presenti tutti i componenti del Coordinamento, compresi i rappresentanti delle associazioni dei familiari è stata letta, discussa e approvata la bozza di schema di contratto, che poi è stata licenziata con la Delibera Dirigenziale n. 1040 citata in oggetto.
Nella Delibera Dirigenziale si è fatto riferimento ai soggetti giuridicamente obbligati dal contratto, ma lo schema aveva già avuto in precedenza anche la condivisione di tutti gli altri soggetti potenzialmente interessati.
Per ciò che concerne l'obiezione relativa all'articolo 2, laddove si afferma quale obbligo in capo alla struttura quello di "garantire con oneri a proprio carico la copertura assicurativa degli utenti e responsabilità civile per danni causati da utenti ad altri ospiti e operatori", il riferimento è un obbligo di legge. La legge n. 24/2017 (la Gelli-Bianco) riguardante proprio l'argomento, riporta testualmente all'articolo 10 comma 1: "Le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e anche quelle private devono essere sprovviste di copertura assicurativa o di altre analoghe misure per la responsabilità civile verso terzi e per la responsabilità civile verso prestatori d'opera". Tale provvedimento è operativo e applicato dai contratti di tutte le tipologie di strutture sanitarie (comprese le Aziende Sanitarie) e socio-sanitarie. Pertanto, vale non solo per le strutture psichiatriche, ma per tutte le strutture.
La gestione dell'allontanamento non concordato di un utente psichiatrico inserito in una struttura interessa due tipi di principi di grande rilevanza: la libertà di scelta - che si lega al principio di autodeterminazione dell'assistito - e l'obbligo di salvaguardia della salute del paziente da parte dei professionisti sanitari, proprio in riferimento alla posizione di garanzia dei servizi sanitari verso il soggetto.
In relazione all'articolo 2 sull'obbligo di comunicare al Dipartimento di Salute Mentale e, contestualmente, all'attività di pubblica sicurezza, ai familiari e al rappresentante legale, l'allontanamento non concordato di un utente - che, tra l'altro, potrà essere oggetto di regolamentazione più specifica all'interno del piano terapeutico, all'accordo di cura cui partecipano il CSM, la struttura, l'utente e i familiari - è indicativo della necessità di offrire massima garanzia a tutela della salute del paziente stesso, non certo per controllarlo, ed è finalizzato alla tutela del soggetto e non a limitazioni o a forme di controllo.
Tale procedura è, peraltro, applicata da differenti tipologie di strutture residenziali, a prescindere dalla malattia psichiatrica degli assistiti quindi prevale certamente la salvaguardia della salute del paziente.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1141 presentata da Disabato inerente a "Lunghe liste d'attesa presso il Centro Interdipartimentale Disturbi di Identità di Genere dell'Ospedale Molinette"


PRESIDENTE

Concludiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1141 della Consigliera Disabato, avente a oggetto "Lunghe liste d'attesa presso il Centro interdipartimentale disturbi di identità di genere dell'Ospedale Molinette".
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Come ho già avuto modo di spiegare, l'oggetto del question time riguarda le lunghe liste d'attesa presso il Centro interdipartimentale delle Molinette che offre un servizio a chi intende intraprendere un percorso di transizione.
Si tratta di un centro nato a Torino nel 2005 ed è stato riconosciuto nel 2008 come centro di riferimento regionale per la presa in carico multidisciplinare, dal punto di vista psicologico, medico e chirurgico, di tutte quelle persone che vivono la condizione di non coerenza in un'ottica binaria tra il loro sesso, il ruolo di genere e la propria identità.
Parliamo di persone che esprimono un'euforia di genere che vogliono semplicemente poter vivere in armonia con loro stesse e che si potevano rivolgere a questo istituto.
Da sempre abbiamo posto un focus per assicurarci che chi si reca presso questa struttura goda di un servizio d'eccellenza, fino a quando, nel novembre 2021, abbiamo assistito a un primo presidio davanti all'Ospedale Molinette a tutela della salute delle persone trans, in cui si denunciavano i lunghi tempi d'attesa per chi intraprende il percorso di transizione.
Si tratta di liste d'attesa già lunghe di per sé che, dopo il periodo COVID, ovviamente, sono andate a peggiorare e, quindi, per accedere anche solo al primo colloquio dallo psicologo si è costretti ad attendere oltre un anno. Tra l'altro, per quanto riguarda il servizio di endocrinologia, è importante intervenire in modo celere per garantire il servizio, perché si tratta di un passaggio chiave nel percorso della transizione: serve per evitare che il corpo possa risentire delle cure ormonali cui si sottopone e, quindi, necessita di essere monitorato nel tempo, ma se il servizio viene frammentato, questo può avvenire.
La situazione, a oggi, si è aggravata ulteriormente in quanto, nel dicembre 2021, è andata in pensione l'endocrinologa che prestava servizio presso SPOT (servizio offerto negli ultimi dieci anni dall'associazione Maurice).
Pertanto, si è piuttosto carenti a livello di medicina e di endocrinologia rischiando così di andare incontro agli ostacoli che descrivevo prima.
Risulta necessario e fondamentale garantire il diritto alla salute delle persone trans e non binarie, come stabilito dalla nostra Costituzione essendo necessario investire in ricerca e assistenza e garantire risorse personale e la presenza di sedi decentrate negli altri capoluoghi del Piemonte e, inoltre, un'adeguata formazione per il personale sanitario che opera all'interno del centro, ma non soltanto.
Si tratta di prestazioni sanitarie legate a percorsi di affermazione di genere che devono essere considerate servizi essenziali nella nostra Regione, dunque chiediamo alla Giunta e all'Assessore Icardi, nello specifico, quali misure ha adottato o intenda adottare, al fine di abbattere o, quantomeno, ridurre le liste d'attesa presso il Centro Interdipartimentale Disturbi di Identità di Genere dell'Ospedale Molinette.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il Centro da lei citato (in acronimo, CIDIGeM) è una struttura estremamente operativa che ultimamente ha preso in carico anche gli utenti che erano seguiti in ambito territoriale, il che ha determinato un incremento delle liste d'attesa. L'allungamento dei tempi d'attesa è legato soprattutto all'incremento di pazienti da gestire, cui si associa la criticità del turnover per pensionamento.
Lei mi chiede quali provvedimenti abbiamo adottato. In previsione di questo, l'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza ha già provveduto a bandire un concorso per psicologi, al fine di potenziare il servizio che, attualmente, è in corso di svolgimento.
Pertanto, non appena saranno concluse, come contiamo - mi auguro in tempi brevi - le procedure d'assunzione degli psicologi dedicati attingendo dalla relativa graduatoria, conseguentemente vi sarà un abbassamento e una riduzione dei tempi d'attesa.
Mi auguro che i concorsi si concludano rapidamente.



PRESIDENTE

Grazie.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15 il Presidente Allasia aprirà la seduta del Consiglio regionale.



(Alle ore 14.57 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 15.11)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che sono in congedo i Consiglieri Caucino, Cirio, Dago, Icardi Lanzo, Preioni, Ricca e Stecco.
Il numero legale, pertanto, è 22.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Gabusi per aver detto, in una breve informativa quello che in parte chiedeva anche il Consigliere Magliano nella scorsa seduta.
Come lei sa, la vicenda che ha visto coinvolti tantissimi nostri concittadini alla Marmolada ha scioccato tutti, ma non ha stupito chi, come noi e molti altri colleghi, da mesi raccontano lo stato dei cambiamenti climatici in atto. C'è chi continua a essere, purtroppo anche in quest'Aula, negazionista su questi fatti, ma i dati sono incontrovertibili.
Per fortuna, anche oggi abbiamo avuto le prove, almeno, di una coerenza istituzionale rispetto alle parole.
Il ritiro dei ghiacciai è la manifestazione più evidente di un cambiamento climatico, i cui effetti sono visibili in molti altri fenomeni. Ciò che desta maggior preoccupazione è la progressiva accelerazione del ritiro che impone anche una revisione degli scenari climatici più ottimistici. Basti pensare, come abbiamo detto tante altre volte, che ormai lo zero fisso è oltre i 4.000 metri e che le nevi si trovano anche in Piemonte solo sopra i 3.700. L'aspetto più grave è ciò che abbiamo visto, non solo in termini di neve accumulate (come sapete, ce n'è il 62% in meno rispetto agli altri) ma anche il fatto che le temperature e la fusione dei ghiacciai provocano quei seracchi che fanno precipitare la gran parte di queste superfici o provocano slavine che si staccano dalle stesse pareti.
Io vorrei, Presidente, che questo diventasse un tema di dominio pubblico.
La risposta dell'Assessore Gabusi è, giustamente, parziale, perché un question time non può avere più di qualche minuto di risposta, ma l'altro giorno, proprio dopo la tragedia della Marmolada, Regione Piemonte, insieme al CAI, al Museo Nazionale della Montagna, al CNRR e l'ARPA ha siglato un accordo sul monitoraggio. Credo che questo sia il luogo giusto per illustrare il Piano di monitoraggio sullo stato di salute di tutti i ghiacciai piemontesi.
Come dicevamo con il collega Magliano, l'altro tema che interessa ai piemontesi è cosa s'intende mettere in campo. Lo dicevamo anche con il collega Giaccone: il punto non è esasperare questa vicenda per dire "non andiamo più in montagna" o dare messaggi controproducenti, però occorre sapere qual è lo stato di allerta, qual è l'accordo con i Comuni, con i Sindaci coinvolti e con le comunità montane.
Pertanto, Presidente, per la seconda volta le chiedo un'informativa della Giunta su questi temi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Abbiamo appena terminato dei question time legati, almeno nel mio caso, al tema della siccità, degli invasi e di nuove strutture che permettano di contenere l'acqua nei momenti in cui l'acqua c'è, per poi utilizzarla in altri servizi.
Dalle parole dell'Assessore Gabusi è emerso che in questo momento forse avremmo necessità di ri-pensare a investimenti, dal punto di vista ambientale, del PNRR. Tra l'altro, come ha detto il collega Demarchi la volta scorsa, c'è un problema di urgenza e di programmazione veloce.
Per questo motivo, chiederei un'informativa, non tanto su come siamo in grado di gestire l'emergenza in questo momento (perché, come vedete, nelle cronache dei giornali iniziamo a vedere aziende o agricoltori che provano a sottrarre acqua dai nostri fiumi pur di mantenere attiva la loro attività d'impresa), ma su come pensiamo di interloquire per immaginare velocemente un piano che nei prossimi due o tre anni possa creare invasi, partendo da progetti che già ci sono.
Nel mio question time citavo un progetto legato alla Valle di Lanzo nelle zone di Traves e di Viù, ma ce ne sono tanti altri che hanno già uno studio di fattibilità e che vorrebbero capire come realizzarli, per non trovarsi tra due o tre anni nella stessa condizione che viviamo in questo momento.
Sarebbe importante un'informativa per capire quanti studi di fattibilità abbiamo nei nostri cassetti che hanno a che fare con invasi, con dighe o comunque, con strumenti di contenimento dell'acqua che potrebbe essere utilizzata nei momenti di difficoltà. A oggi non è chiaro e la risposta dell'Assessore un po' ci preoccupa, perché è un rilanciare al Governo la possibilità di intervenire o meno, immaginando di ripensare la parte legata all'ambiente del PNRR.
Penso che questa informativa sia importante; poi ognuno, a vario titolo e grado, potrà fare la propria parte per inaugurare una stagione d'investimenti che ci aiuti a costruire infrastrutture che contengano l'acqua per poi erogarla nei momenti di bisogno.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono altre richieste d'intervento, ha chiesto di intervenire l'Assessore Marrone.
Prego, Assessore; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
Solo per chiedere, se è possibile, l'anticipazione, come primo punto all'o.d.g., del disegno di legge n. 198 dell'Assessore Gabusi, sulle modifiche alla legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1, relativa ai trasporti che porterò io in sua vece.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Avrei chiesto la parola sull'ordine lavori, ma vista la richiesta dell'Assessore Marrone, mi inserisco in questo momento, se per lei va bene Presidente.
La nostra richiesta è di cercare di capire, anche con lei, visto che c'è un'intesa trasversale tra le forze di maggioranza e di minoranza, che fare del testo unificato delle proposte di legge n. 148, 149, 162 e 167 "Disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e per il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie".
La motivazione è legata al fatto che il testo unico era fermo perché si aspettava il riparto dei fondi nazionali in Conferenza Stato-Regioni. Il riparto è arrivato ed è stato sancito un accordo che prevede anche che entro 60 giorni dall'accordo, le Regioni presentino un piano d'intervento per questi fondi. Sarebbe molto importante per valorizzare il lavoro che in questi mesi, quasi un anno, tutte le forze politiche hanno portato avanti per arrivare a un testo unico condiviso, che questo testo di legge fosse approvato dall'Aula per dare un segnale molto importante alla cittadinanza e di attenzione di tutte le forze politiche a questo problema che sappiamo è emerso e cresciuto ulteriormente durante la pandemia. Sarebbe importante che ci fosse un'approvazione, se possibile, prima dell'estate.
Chiaramente non sta a me a dirlo, ma se durante la giornata ci fosse la possibilità di capire, magari anche con una piccola Conferenza Capigruppo se ci fosse lo spazio almeno per cominciare la discussione generale e magari approvarlo da qui al 2 agosto.
Grazie.



PRESIDENTE

Abbiamo altre richieste di modifica? Abbiamo due richieste d'informativa all'Assessore Gabusi sul piano di monitoraggio dei ghiacciai in Piemonte e una richiesta d'informativa sugli invasi da parte del Consigliere Magliano.
Chiedo se la Giunta intende intervenire e farsi portavoce delle istanze del Consiglio.
Poi c'è una richiesta d'inversione del punto 4) all'o.d.g. con il punto 2).
Attualmente sono pervenuti ulteriori 28 emendamenti sull'articolo 1 della proposta di legge 158 che gli Uffici stanno caricando.
Per evitare di sospendere la seduta, propongo di mandare avanti la richiesta dell'Assessore Marrone sul disegno di legge n. 198, proseguire con la proposta di legge 158 e poi, Consigliere Rossi, vedremo a che punto saremo arrivati nello svolgimento dell'o.d.g. Se vi sarà condivisione inizieremo la trattazione del punto che lei ha indicato.
C'è stata una riunione preliminare prima del Consiglio sulla proposta di legge n.158. Vediamo se proseguire con l'iter della legge, oppure se sospenderla e proseguirla in altra seduta. Se c'è condivisione eventualmente potremmo approvarla già nella giornata odierna.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione di punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ai sensi dell'art. 55 del Regolamento consiliare hanno chiesto congedo Caucino, Cirio, Dago, Icardi, Lanzo, Preioni, Ricca e Stecco.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

È a disposizione e visibile sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" il processo verbale relativo alla seduta del 31 maggio 2022.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Proseguimento esame disegno di legge n. 198, inerente a "Modifiche alla legge regionale 23 giugno 2021, n. 17 (Disposizioni urgenti in materia di trasporti)"


PRESIDENTE

Procediamo proseguendo l'esame del disegno di legge n. 198, inerente a "Modifiche alla legge regionale 23 giugno 2021, n.17", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla II Commissione il 18 maggio scorso. Il relatore di maggioranza è il Consigliere Dago, che non è presente in Aula.
Chiedo all'Assessore Marrone di illustrare la relazione.
La parola all'Assessore Marrone per la relazione.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Chiaramente chiedo indulgenza all'Aula perché non è un tema di mia competenza e quindi farò le veci dell'Assessore Gabusi, che mi ha consegnato la relazione d'illustrazione.
Il disegno di legge numero 198 ha la finalità di prorogare la sospensione di alcuni adempimenti a carico delle aziende di noleggio autobus dei gestori dei servizi di trasporto pubblico locale regionale, disposta dalla legge regionale 17 del 2021 al fine di evitare ricadute sull'attività delle imprese che garantiscono tali servizi di trasporto, già fortemente colpite dalla crisi economica conseguente all'emergenza epidemiologica.
Con il disegno di legge 198 si interviene modificando sia l'articolo 1 della legge regionale 17 del 2021, così sospendendo anche per il 2022 gli adempimenti a carico delle aziende di noleggio di autobus di cui alla legge regionale 22 del 2006, al fine di evitare ricadute sull'operatività delle aziende stesse sia modificando nuovamente l'articolo 19 della legge 1 del 2000, relativo alle penali e sanzioni a carico dei gestori dei servizi di trasporto pubblico locale regionale prevedendo che le verifiche di adempimento degli obblighi informativi siano effettuate a decorrere dal 1 gennaio 2023.
Il provvedimento sottoposto alla vostra attenzione è stato assegnato all'esame in sede referente della II Commissione consiliare il 5 maggio 2022 e licenziato a maggioranza dalla II Commissione in data 18 maggio 2022.
Nel corso del dibattito le forze di maggioranza e quelle di minoranza hanno concordato sulla necessità di evitare nel futuro ulteriori proroghe successive alla presente in esame, ribadendo che dal 2023 si torneranno ad applicare tutti gli adempimenti normativamente previsti.
Nel dettaglio dell'articolato l'articolo 1 del disegno di legge modifica al comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 17 del 2021 al fine di prevedere, anche per l'anno 2022 che, ai fini dell'esercizio delle attività di noleggio autobus con conducente, l'impresa richiedente di cui all'articolo 4 della legge regionale 22 del 2006, debba essere in possesso dei requisiti indicati al comma 2 del medesimo articolo, con esclusione del requisito di cui alla lettera d) tramite il quale viene accertato sia il numero dei conducenti e la natura giuridica del rapporto di lavoro del personale sia la percentuale di dotazione di personale in relazione degli autobus destinati al noleggio con conducente.
L'articolo 2 modifica nuovamente il comma 2 bis dell'articolo 19 della legge regionale 1 del 2000, relativo a penali e sanzioni a carico dei gestori dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale al fine di prevedere che le verifiche di adempimento degli obblighi di cui al suddetto comma siano effettuate a decorrere dal 1° gennaio 2023.
L'articolo 3 contiene la clausola di neutralità finanziaria del disegno di legge 198, esplicitando che dal provvedimento non derivano oneri a carico del bilancio regionale.
L'articolo 4, infine, prevede la dichiarazione d'urgenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola il Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di relatore di minoranza; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano, relatore

Grazie, Presidente.
Chiedo gentilmente una sospensione di cinque minuti.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Martinetti.
Sospendiamo i lavori fino alle ore 15.30.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.28, riprende alle ore 15.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego, Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Ivano, relatore

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge presentato dalla Giunta, in particolare dall'Assessore Gabusi, è un testo che abbiamo fin da subito trovato di difficile comprensione. Se da una parte possiamo comprendere le esigenze della proroga per le aziende di noleggio autobus e quello che riguarda il trasporto pubblico locale e regionale, in realtà le motivazioni non ci hanno convinti un granché e qualche dubbio ci è rimasto anche sulla questione della sospensione del debito informativo.
C'è già la legge regionale n. 17/2021, che andava a sospendere fino al 1 luglio di quest'anno l'applicazione delle penali e le sanzioni per l'attuazione dell'articolo 19 della legge regionale n. 1/2000 (legge sui trasporti). In particolare, si sospendevano le penali ai gestori che non fornivano alla Regione le informazioni o i dati nei termini e nelle modalità stabilite.
Con questo nuovo provvedimento l'Assessore Gabusi intende estendere ulteriormente queste penali fino al 2023. Abbiamo spiegato che questo era un momento delicato, in cui si andavano anche a rivedere i contratti con le Ferrovie e forse bisognava fare una discussione più ampia che non c'è stata.
L'Assessore Gabusi ormai abbiamo imparato a conoscerlo: tira dritto per la sua strada. Ci auguriamo che questa ennesima sospensione a favore degli operatori del trasporto - che, come abbiamo già ribadito, ha delle basi piuttosto fragili e poco concrete - non rischi di creare nuovi e gravi problemi ai pendolari, ai quali dobbiamo garantire il massimo sforzo per farli muovere per quelle che sono le esigenze quotidiane.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Com'è stato detto sia dall'Assessore sia dal relatore di minoranza, questo è il disegno di legge n. 198 che, di fatto, prevede una proroga di condizioni più agevoli per le aziende di noleggio, per tutte le ragioni già illustrate. Queste condizioni più agevoli sono state introdotte a seguito delle restrizioni legate alla pandemia, quindi sono assolutamente comprensibili. Non è un caso che nella discussione avvenuta in Commissione in presenza dell'Assessore tutte le forze politiche abbiano, in qualche modo, indirizzato la discussione politica su due obiettivi: da un lato comprendere queste necessità e queste esigenze in un momento ancora complicato, a causa di una drammatica pandemia con tutte le conseguenze che abbiamo conosciuto in questi anni e soprattutto nelle fasi di lockdown dall'altro lato, quella discussione è stata finalizzata anche per porre un limite oltre il quale non sia più possibile derogare.
Infatti, com'è stato ricordato, le forze politiche sia di maggioranza sia di minoranza hanno concordato sulla necessità di evitare altre deroghe in futuro e anche sull'opportunità di dirlo fin da ora, in modo che tutti gli attori interessati da questo disegno di legge possano organizzarsi rispetto al termine che scade alla fine del 2022. Da gennaio 2023 si riprenderanno le condizioni normali.
Anticipo, Presidente, che il nostro voto sarà un voto di presenza per tutte le ragioni che ho cercato brevemente di esporre.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Riprendendo l'intervento fatto dal collega Avetta, quando abbiamo discusso in Commissione è giusto dire, per amor di verbale, che questa proroga è in parte legata al COVID, ma in parte è legata ad una norma che da tempo che non si applica nella sua totalità.
Pertanto, se il motivo di questa proroga, che è stata chiesta per l'adempimento agli obblighi di cui alla norma, era il COVID era assolutamente accettabile e sostenibile - e tante volte come opposizione l'abbiamo fatto - ma si sappia, lo dico per onestà intellettuale, che questi adempimenti risalgono a una norma che li prevedeva già prima del COVID.
Magari bisognerebbe ragionare sul dimensionamento, perché è evidente a tutti, e su questo anche il collega Avetta era intervenuto, che non tutte le realtà del trasporto hanno un dimensionamento tale per cui gli adempimenti possono essere rispettati in egual misura. Se serve, ragioniamo in Commissione su questo per modificare la norma, ma ci auguriamo che da quest'Aula arrivi il segnale che questa è l'ultima volta in cui si sospendono e si prorogano i termini d'inadempimento a un dettato normativo.
Poiché tanti comparti sono obbligati a rispettare le norme, è importante che anche questo comparto lo faccia e, nel caso vi siano discrezionalità legate alla tipologia di dimensionamento delle aziende, piuttosto ragioniamo insieme.
Per queste ragioni, anche noi come Gruppo dei Moderati daremo solo presenza alla votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ci tenevo a intervenire perché qui è tutta una proroga e poi, quando sono chiesti i dati, purtroppo non arrivano mai alla Commissione. Non solo adesso si parlava della difficoltà nell'esercizio del trasporto pubblico locale durante il COVID, però ricordo anche che durante il periodo pandemico.



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri. Se tenete un tono di voce più basso mentre parlate al telefono o fra di voi, si riesce a sentire il Consigliere che sta intervenendo.
Prego, collega Sacco, prosegua.



SACCO Sean

Ricordo che, durante il periodo pandemico, nonostante alcuni abbiano comunque continuato a incassare i sussidi regionali legati all'esercizio del trasporto pubblico, tante aziende hanno messo in cassa integrazione del personale. Inoltre, ricordiamo che quello era un periodo in cui il costo degli idrocarburi era estremamente basso. Perdipiù, ricordo che in Aula avevamo discusso di un'altra questione, perché è vero che a sostegno di queste aziende sono arrivati i contributi, però erano vincolati, perch bisognava dimostrare di aver avuto effettivamente non soltanto una riduzione di fatturato, ma anche una perdita che doveva essere compensata dall'erogazione di questi contributi.
Di questi bilanci non abbiamo avuto la minima contezza e nessuna illustrazione da parte dell'Assessore. Prima sono stati erogati dei fondi e non conosciamo quanto fosse dovuto. In secondo luogo, adesso viene chiesta un'ulteriore proroga che andrà a ricadere sulla qualità del servizio e sulla qualità di risposta che forniamo ai piemontesi come trasporto pubblico. Mi sembra l'ennesima legge che avvantaggia un settore; si cerca di avvantaggiare sempre i privati, ma non si capisce mai quanto sia effettivamente importante per questa Giunta la tutela, invece, di chi noi siamo qui a rappresentare, coloro che pagano le tasse per i servizi, coloro che dovremmo maggiormente tutelare.
A oggi, non abbiamo informazioni. Non abbiamo informazioni sulle perdite delle aziende e non abbiamo informazioni sulla congruità dei sostegni erogati, poiché mi sembra di avere illustrato in maniera chiara le motivazioni che mi portano a pensare che non tutti abbiano subito una vera e propria perdita. Infatti, come abbiamo letto su alcuni giornali, abbiamo visto che. durante il periodo pandemico tantissime sono state le aziende che hanno abusato della cassa integrazione.
Poiché stiamo parlando di contributi pubblici, che sono stati ulteriormente erogati e stiamo cercando di dare un ulteriore vantaggio, cioè quello di non rispettare una prescrizione che era stata data a queste aziende, il contesto mi sembra quantomeno surreale e, ancora una volta, quest'Aula è stata esautorata dal suo diritto di conoscere i dati e, ancora una volta sono erogati dei fondi senza che noi abbiamo avuto la possibilità di capire quanto e dove effettivamente fossero necessari.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi siano ulteriori interventi in discussione generale.
La parola al Consigliere Grimaldi, sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori o sulla discussione generale, se è possibile.
Ho un dubbio, perché stavo leggendo la legge di allora, circa la disciplina da applicare in caso di subaffidamento dei servizi complementari al trasporto pubblico, previa autorizzazione dell'ente: i soggetti subaffidatari devono sottostare alle medesime condizioni contrattuali dell'azienda che ha ottenuto l'affidamento principale. Questa era la legge originale, poi cambiata, nella quale, appunto, come dice la relazione, si spiega che viene accertato il numero dei conducenti, la natura giuridica del rapporto di lavoro del personale e la percentuale di dotazione del personale in relazione agli autobus destinati a noleggio con conducente. Se si leggono entrambi gli articoli, con l'aggiornamento (stavo verificando con i colleghi), di fatto, abbiamo una deroga su un punto molto importante.
Se è possibile, chiederei, visto che non ne abbiamo traccia, se abbiamo delle evidenze pubbliche su questa vicenda, perché se, di fatto, derogando a questo principio, non abbiamo il numero dei conducenti, né la natura giuridica del rapporto di lavoro del personale e nemmeno le percentuali di dotazione del personale, ma soprattutto - se capisco bene - se si va in deroga, non abbiamo nemmeno la disciplina da applicare in caso di subaffidamento dei servizi e l'autorizzazione dell'ente dei soggetti subaffidatari.
Pertanto, non capisco, ed è una domanda che pongo all'Assessore Marrone, se devono sottostare oppure no alle medesime condizioni contrattuali dell'azienda che ha ottenuto l'affidamento principale, cioè se nella deroga c'è anche la parte principale della lettera i) del comma 4 dell'articolo 10 della legge n. 422 del 1997.



PRESIDENTE

Grazie.
Non vi sono altri interventi in discussione generale.
Prima di chiudere la discussione generale, chiedo se intende intervenire la Giunta.
Dichiaro conclusa la discussione generale e procediamo con l'articolato.
ARTICOLO 1 Non essendovi emendamenti presentati, procediamo con la votazione dell'articolo 1.
Il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 2 La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Intervengo sull'articolo 2.
Poiché sono intervenuto in discussione generale e visto che con l'articolo 2 si rinvia di un ulteriore anno quello che stavo chiedendo in precedenza in merito alle deroghe al comma 2 bis dell'articolo 19 della legge 4 gennaio 2000, chiedo all'Assessore se ha una risposta. Se non ce l'ha chiederei di trattare queste materie con gli Assessori competenti. È del tutto legittimo che l'Assessore Marrone non conosca la materia, però per noi è importante sapere se abbiamo un'analisi di questo fenomeno e se conosciamo, a prescindere dalle sanzioni e dalla parte proattiva della Regione rispetto a inadempimenti, il quadro della situazione, cioè se abbiamo verificato quanti sono coloro che hanno gli stessi contratti.
Come hanno evidenziato diversi colleghi, la vicenda del COVID ha sicuramente complicato molte delle dinamiche nel nostro settore, per stiamo parlando di un qualcosa che è in campo da tempo. Credo sia importante conoscere il numero di conducenti e la natura giuridica dei rapporti di lavoro, come anche comprendere cosa è stato fatto e cosa si metterà in campo. Siamo quasi a metà anno, per cui, rinviando anche solo di sei mesi le sanzioni, credo e spero che tutti i provvedimenti siano già in corso o, comunque, ci sia un'analisi della situazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi altre richieste d'intervento sull'articolo 2, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 3 Non essendovi richieste d'intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 4 Non essendovi richieste d'intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ci sono dichiarazioni di voto sull'intero testo? Prego, Consigliere Cerutti.



CERUTTI Andrea

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Gabusi e l'intera Giunta per avere voluto fortemente questo provvedimento, il disegno di legge n. 198, la cui finalità è prorogare la sospensione di alcuni adempimenti a carico delle aziende di noleggio autobus e dei gestori di trasporto pubblico locale o regionale, al fine di evitare ricadute sull'attività delle imprese che gestiscono tali servizi di trasporto, già fortemente colpite della crisi sia economica sia epidemiologica.
Per queste ragioni, il Gruppo della Lega voterà favorevolmente.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi richieste d'intervento, procediamo con la votazione dell'intero testo.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Proseguimento esame proposta di legge n. 158, inerente a "Istituzione della festa del Piemonte e modifiche alla legge regionale 22 aprile 1980, n. 24 (Istituzione del Centro Gianni Oberto) e alla legge regionale 31 maggio 2004 n. 15 (Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera, del sigillo, della fascia della Regione Piemonte. Abrogazione delle leggi regionali 16 gennaio 1984, n. 4, 24 novembre 1995, n. 83, 17 giugno 1997 n. 36)"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame della proposta di legge n. 158, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Nella seduta consiliare del 5 luglio scorso è iniziato l'esame del provvedimento, sono state svolte le relazioni ed è terminata la discussione generale.
Proseguiamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Sull'articolo 1 insistono centinaia di emendamenti.



(Il Presidente Allasia enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 1 della proposta di legge n. 158, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 198 del 12 07-2022)



PRESIDENTE

Dopo aver elencato tutti gli emendamenti che insistono sull'articolo 1 chiedo se vi sia volontà di illustrarli. Credo di sì.
Consigliere Sacco, lei ha presentato numerosi emendamenti. Se crede, pu illustrarli tutti insieme.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 4) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 2) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 15) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 9) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è di identico contenuto dell'emendamento rubricato n. 58) presentato da Frediani e Bertola.
Emendamento rubricato n. 8) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è di identico contenuto all'emendamento rubricato n. 388) presentato da Frediani e Bertola.
Emendamento rubricato n. 7) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è di identico contenuto all'emendamento rubricato n. 360) presentato da Frediani e Bertola, e all'emendamento rubricato n. 422) presentato da Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 11) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è di identico contenuto all'emendamento rubricato n. 117) presentato da Frediani e Bertola.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è di identico contenuto all'emendamento rubricato n. 330) presentato da Frediani e Bertola.
Emendamento rubricato n. 12) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è di identico contenuto all'emendamento rubricato n. 148) presentato da Frediani e Bertola.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è di identico contenuto all'emendamento rubricato n. 300) presentato da Frediani e Bertola.
Emendamento rubricato n. 13) presentato da Sacco, Disabato, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è di identico contenuto all'emendamento rubricato n. 178) presentato da Frediani e Bertola.
Emendamento rubricato n. 14) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è di identico contenuto all'emendamento rubricato n. 209) presentato da Frediani e Bertola.
Emendamento rubricato n. 16) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 17) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 18) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 19) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 20) presentato da Sacco, Disabato, Gallo, Grimaldi e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sacco, che interviene per un'illustrazione globale degli emendamenti da lui presentati che insistono sull'articolo 1).



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Farò un discorso generale, in modo da utilizzare meno tempo rispetto al necessario.
Come Consigliere, ho voluto depositare diversi emendamenti a questa legge non tanto perché fossi contrario alla norma - non la ritengo né una legge positiva, né una legge negativa - quanto, piuttosto, perché la ritengo una legge abbastanza inutile, visto il contesto in cui ci troviamo oggi.
Voglio cogliere l'occasione per cercare di riportare un attimo l'Aula a un minimo d'ordine.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Consiglieri, lasciate intervenire il Consigliere Sacco, tutti! Vi chiedo di liberare l'emiciclo e di accomodarvi ai vostri banchi.
Prego, Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Dopo essere stati in Aula a discutere di leggi come quella sul Valore alpino, oggi ci troviamo a discutere di un'altra emergenza piemontese ovvero la Festa del Piemonte, litigando su quale sia la giornata migliore il metodo più corretto e quant'altro. Tutto ciò quando, al di fuori di quest'assise, c'è la vita reale, fatta di persone che, per riuscire ad accedere a una prestazione sanitaria, impiegano più di dieci mesi (qualcuno anche più di un anno o un anno e mezzo!), persone che hanno problemi non solo a pagare le bollette, ma proprio a fare la spesa, aziende che chiudono per il caro energia.
E noi, invece di occupare minuti d'Aula a discutere di come sostenere la transizione energetica, di come sostenere queste imprese, di come intervenire all'interno della sanità - materia che, forse, al di là di una questione di personale, risente anche di un problema di gestione, ma abbiamo visto anche altre Regioni intervenire a gamba tesa contro le liste d'attesa - non stiamo facendo assolutamente niente.
Per quanto riguarda i piani di recupero delle liste d'attesa non sappiamo nulla, non se ne discute, quindi i piemontesi dovranno ancora aspettare dei mesi, ovviamente se sono poveri, perché se invece se lo possono permettere cioè se sono persone abbienti, possono tranquillamente accedere al servizio privato senza grossi problemi. Ma noi siamo qui soprattutto per difendere gli ultimi, per dare voce a chi è in difficoltà, chi non ha alternative.
Ritengo quindi assolutamente vergognoso il fatto che si stia calendarizzando provvedimenti assolutamente irrilevanti per le necessità del Piemonte: fossimo in un momento di boom economico, fossimo in un momento in cui non abbiamo liste d'attesa, vivessimo in una sorta di "paradiso terrestre" potrei anche comprendere che si voglia discutere di leggi come quella sul Valore alpino, sulla Festa del Piemonte e quant'altro. Mi sembra, invece, che siamo alquanto fuori da ogni logica e abbiamo completamente perso il contatto con la realtà.
Il rischio di perdere il contatto con la realtà è di ritrovarci quest'inverno o fra qualche mese con rilevanti disordini sociali non solo nella nostra Regione, ma sulla nostra Regione abbiamo responsabilità anche noi.
Abbiamo perso più un anno, anzi è da almeno un anno e mezzo che chiediamo di discutere sulla questione energetica, sulle liste d'attesa e sull'edilizia sanitaria, perché sappiamo benissimo che, una volta realizzati gli ospedali di comunità e le case di comunità e anche i nuovi ospedali, avremo problemi a trovare il personale.
In che modo riusciamo a coinvolgere l'università per formare i professionisti di cui abbiamo bisogno? In che modo riusciamo a mantenerli sul territorio? Di questo non si sta assolutamente discutendo. Ancora una volta, stiamo discutendo dell'ennesima ricorrenza, festa o festicciola di cui il Piemonte può tranquillamente fare a meno. O, meglio, sono questioni che possiamo rimandare ad altri momenti, momenti in cui, forse, ci potremo permettere di perdere tempo a discutere di queste cose. Oggi non ce lo possiamo permettere, ma nonostante questo stiamo continuando a investire tempo e risorse, che i cittadini piemontesi in forte difficoltà ci stanno lautamente concedendo e pagando, per discutere di questioni per fare permettetemi la parola - delle marchette singolari per qualche territorio mentre le risposte che dovremmo dare ai nostri concittadini rimangono nel cassetto, perché forse qualcuno è a corto d'idee o di coraggio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi è spiaciuto cogliere il suo ostruzionismo su questo provvedimento quando ha elencato tutti gli emendamenti depositati. La ringrazio per averci sostenuto in quest'azione.
Ci siamo parlati a margine della seduta e mi era parso di capire che ci fosse un'apertura da parte del primo firmatario rispetto all'accoglimento di alcuni emendamenti.
Noi abbiamo posto un tema prioritario, che è la data, perché riteniamo che la data della battaglia dell'Assietta non sia rappresentativa per tutta la Regione Piemonte, cioè che non indichi una tappa fondamentale nel percorso di formazione. È una tappa fondamentale, ma non è il momento culminante della formazione della Regione.
Pertanto, abbiamo proposto, attraverso alcuni emendamenti di merito, date alternative riferite allo Statuto, riferite alla seduta del primo Consiglio. Le nostre proposte ci sembravano un pochino più legate all'istituzione regionale e sarebbero state il fulcro attorno al quale si sarebbe potuto costruire quel calendario d'iniziative che sarebbero state più rappresentative di diversi aspetti storici, culturali e più legati all'evoluzione della società, magari di valorizzazione delle eccellenze, e anche più rappresentative dei diversi territori. La battaglia dell'Assietta ci sembra un momento storico assolutamente importante, ma troppo riferito a un territorio particolare e non decisivo nel processo di creazione della Regione, almeno così come oggi la conosciamo.
Pertanto, abbiamo presentato delle proposte e abbiamo provato a rallentare il dialogo, in modo da trovare degli spazi di condivisione ed eventualmente di approvazione di alcuni emendamenti. Se possibile, chiederei una sospensione per capire se ci sia stato l'accoglimento, come mi è parso di capire in qualche interlocuzione, di alcune nostre proposte, per arrivare poi a una rapida approvazione.
Penso che nessuno di noi abbia una contrarietà di principio rispetto all'istituzione della Festa del Piemonte, anzi abbiamo la volontà di valorizzare le nostre eccellenze, la nostra storia, la nostra cultura e tutto quello che il Piemonte rappresenta. Però abbiamo già fatto qualche errore su una proposta di legge precedente in riferimento proprio a una data, quindi ci sembrava giusto dare il nostro contributo e il nostro punto di vista rispetto a una data che, secondo noi, non è particolarmente indicata per festeggiamenti, anche perché ci piacerebbe per una volta valorizzare il Piemonte per un qualcosa che non sia legato a una battaglia che comunque è un evento che ha portato morte. È vero che ha portato morte più sulla parte francese, però parliamo sempre di scontri, di guerre e di confronti molto aspri sul nostro territorio.
Ci piacerebbe far ripartire il Piemonte, soprattutto in questo periodo, con altri principi e ricordando altre caratteristiche della nostra regione perché ce ne sono molte e molte altre da valorizzare.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi siano altri presentatori degli emendamenti che vogliono intervenire per illustrarli.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Presidente, io li presenterei uno per uno, ma sono solito ascoltare le parole dei miei colleghi. La collega Frediani ha fatto una richiesta e volevo capire se.



PRESIDENTE

Adesso siamo all'illustrazione degli emendamenti, poi ci sarà il parere sugli emendamenti da parte del relatore.



GRIMALDI Marco

Non mi è parso di capire questo dalle parole della Consigliera, la quale le ha chiesto la sospensione per capire il suo parere su alcuni emendamenti.



PRESIDENTE

Ritengo sia il caso di andare avanti, perché non è accoglibile la richiesta di sospensione.
Prego, Consigliere Grimaldi. Nell'illustrazione degli emendamenti all'articolo 1 mi sembra che abbiate citato anche la riunione svolta prima della seduta di Aula. Ora siamo in una fase non interlocutoria, ma ufficiale del Consiglio. C'è già stata la parte non ufficiale e mi sembra che non abbia risolto nessun punto richiesto.
Ho già detto nella riunione che non sono accoglibili gli emendamenti che modificano la data del 19 luglio. Io, più di questo, non so cosa dirvi.
Se non volete illustrarli, proseguiamo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori.
Non capisco la motivazione per cui lei ha dato parere negativo considerando non accoglibile la richiesta della Consigliera Frediani titolare, tra l'altro, della maggior parte degli emendamenti - di una sospensione per capire come affrontare questa fase.
Credo sia la prima volta che capiti un evento di questo tipo e vorrei capire su quali basi si è presa questa decisione: se è una sua unica decisione, com'è evidente, però vorrei fosse riportato agli atti. Tuttavia vorrei capirne il motivo.



PRESIDENTE

Consigliere Sarno, lei è più esperto dei lavori dell'Aula rispetto a tanti altri e al sottoscritto e sa benissimo che le richieste di sospensione possono essere accettate o respinte dal Presidente in carica.
L'ho già comunicato e, poiché non ascoltate ciò che dice il Presidente, lo ribadisco: gli emendamenti che modificano la data del 19 luglio non sono accoglibili. L'ho detto durante la riunione precedente al Consiglio regionale, l'ho ripetuto 45-60 secondi fa e ora non so più che fare.
Se volete fare una riunione di minoranza per valutare diversamente la situazione, va bene, ma su nessun nuovo atto, perché alle ore 16.30 non è cambiato nulla. Alle ore 16.30 la posizione del sottoscritto, che è il presentatore della legge, è identica a quella delle ore 11.30. Durante la riunione è già stato detto che se non c'è la volontà di arrivare a un compromesso, si procederà con l'iter della legge; non vedo quale sia il problema.
Non è vero che, come diceva qualcuno, il sottoscritto non vuole approvare la legge, perché gli emendamenti non sono a firma di Allasia o della maggioranza, ma sono a firma della minoranza.
La parola alla Consigliera Frediani, sull'ordine dei lavori.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Se posso, vorrei dare un suggerimento.
Anzitutto, per cercare di rasserenare un po' gli animi e anche per lavorare meglio in Aula, è il caso che sia il Presidente Allasia a presiedere una discussione in cui si chiede una sospensione dell'attività che lui nega e non si sa se in qualità di primo firmatario o di Presidente del Consiglio? Credo che servirebbe una figura neutrale rispetto al provvedimento, per consentire una migliore interlocuzione, un migliore equilibrio e anche una migliore tutela delle minoranze.
Poi, lei dice che non c'è volontà di arrivare a un compromesso, ma in realtà abbiamo proposto una serie di date alternative che certo non erano la data del compleanno del mio gatto, perché abbiamo proposto date importanti per l'istituzione; diciamo che, invece, è lei che non ha dimostrato grande volontà di arrivare a un compromesso.
Nonostante questo, abbiamo detto che se non c'è margine sulla data arriviamo almeno a discutere sugli emendamenti che possono essere accoglibili, ma lei si irrigidisce anche su questo! Allora, viene sì il dubbio che sia lei a non voler approvare provvedimento oggi.



PRESIDENTE

Ricordo a tutti che la presente legge non è soltanto del sottoscritto che presiede l'Aula, ma è l'intero UdP che l'ha sottoscritta.
È stata portata in Commissione, dove non è passata all'unanimità, perch c'erano differenti visioni, però non ha avuto una discussione così ampia.
Mi sembra, invece, pretestuoso l'ostruzionismo che si fa su questa legge.
Poi, la volontà di non approvarla non è del sottoscritto, che è il primo firmatario.
La parola al Consigliere Bertola, sull'ordine dei lavori.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La ringrazio perché, involontariamente, il suo intervento è stato propedeutico a ciò che sto per dire, perché vorrei comunicare il ritiro della mia firma da questa proposta di legge; se è necessario, lo formalizzerò nelle modalità più opportune.
L'ho sottoscritta a suo tempo, in quanto allora componente pro tempore dell'Ufficio di Presidenza, per due ragioni. La prima, perché la ritenevo una legge neutra: non potevo fare un punto politico della mia opposizione rispetto a un provvedimento che stava per assumere l'Ufficio di Presidenza e, quindi, marcare una differenza, poi perché, conseguentemente alla prima cosa che ho detto, la ritenevo abbastanza innocua e irrilevante.
Ora, però, non posso non dissociarmi non tanto da quella proposta di legge che, come tutti i provvedimenti che arrivano in Aula, sono suscettibili di modifiche migliorative, proposte da una parte o dall'altra dell'emiciclo ma dall'atteggiamento del primo firmatario.
Pertanto, marco la differenza, per il fatto che sono firmatario, rispetto all'atteggiamento del primo firmatario, che non posso più condividere; per sentirmi più libero, a scanso di equivoci, ritiro la mia firma dal provvedimento.
Presidente, eravamo tutti presenti all'incontro di questa mattina: lei è stato chiaro nel dire che non vuole modificare la data. Okay. Peraltro, non sono soltanto le opposizioni a chiedere di modificare la data. In secondo luogo, lei stesso, Presidente, ha detto che aveva visto degli emendamenti che non riguardavano la data, che potevano risultare accoglibili.
La collega Frediani, in quanto firmataria della maggior parte degli emendamenti, poco fa ha detto che era disponibile a conoscere gli emendamenti che, al limite, sarebbero stati approvati per valutare di ritirare tutti gli altri emendamenti, già sapendo che la data, nelle intenzioni del primo firmatario, non era modificabile. Questo preludeva in modo chiaro all'approvazione del provvedimento in tempi certi, leggasi approvazione del provvedimento oggi.
Non posso non constatare che il suo atteggiamento è portato - per qualche ragione che noi non conosciamo - a non voler approvare oggi questa proposta di legge. Noi non partecipiamo a questo gioco, io non partecipo a questo gioco, ritirando la firma dal provvedimento.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Proseguimento esame proposta di legge n. 158, inerente a "Istituzione della festa del Piemonte e modifiche alla legge regionale 22 aprile 1980, n. 24 (Istituzione del Centro Gianni Oberto) e alla legge regionale 31 maggio 2004 n. 15 (Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera, del sigillo, della fascia della Regione Piemonte. Abrogazione delle leggi regionali 16 gennaio 1984, n. 4, 24 novembre 1995, n. 83, 17 giugno 1997 n. 36)" (seguito)


PRESIDENTE

Sia riportato a verbale che la firma del collega Bertola è stata ritirata dal provvedimento. Me ne dispiaccio, perché mi sembrava, come descritto, ci fosse un'ampia condivisione della legge.
Vorrei ricordare che la data del 19 luglio non è un vezzo del Presidente o di altri: già 15 anni fa, il Centro Pannunzio, l'associazione che si è dedicata alla cultura e insignita nel 1979 dal Presidente della Repubblica della Medaglia d'Oro ai meriti della scuola, della cultura e dell'arte aveva definito il 19 luglio come possibile data per la Festa del Piemonte.
A parte quello, è difficile andare oltre con altre date, consapevole che c'è una richiesta del Gruppo Movimento 4 Ottobre, nella veste della Consigliera Frediani, di trovare un'intesa su altre date. È difficile individuarle: ci sono 365 giorni possibili utilizzabili come Festa del Piemonte, ma per più associazioni, come ho già detto da relatore e anche in altre sedi, quella indicata è la data migliore. Per di più, anche il Centro Pannunzio ha definito quella come la data meglio utilizzabile per la Festa del Piemonte.
Precedentemente c'era la data, ritenuta non simbolica, del 22 maggio come Festa del Piemonte, corrispondente all'approvazione del primo Statuto della Regione Piemonte.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.
Inizia a illustrare gli emendamenti, Consigliere? Emendamento rubricato n. 416) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



GRIMALDI Marco

Inizierei con l'emendamento rubricato n. 416).
Lei ritiene che i nostri emendamenti sono ostruzionistici (ha usato un termine anche più grave, che non voglio ripetere), però dando epiteti ai nostri emendamenti non svolge la funzione di Presidente.
Il Presidente non dovrebbe mai esprimere un giudizio nel merito degli emendamenti: brutti, belli o accoglibili che siano. Da primo firmatario sì, quindi chiederei al Vicepresidente Graglia di presiedere al suo posto.
Lei, in quanto primo firmatario, potrà, quanto il sottoscritto, prendere la parola ogni volta che vorrà per dire se quello che abbiamo poc'anzi presentato è ricevibile, irricevibile, non troppo intelligente secondo i suoi canoni, ostruzionistico, surreale o pleonastico. Può anche ricorrere a epiteti più coloriti (non ho problemi, perché spesso anch'io mi lascio andare: ovviamente oggi non le darei mai della "sciacqua lattuga" come ho fatto in passato, ho sbagliato e le ho già chiesto scusa), ma certamente dal suo ruolo dovrebbe evitare di utilizzarli nei nostri confronti soprattutto se stiamo svolgendo le nostre funzioni. Tra l'altro, ricordo che noi abbiamo pochissimi emendamenti e sono tutti di merito.
Quando lei vorrà, soprattutto quando cederà la Presidenza a chi avrà voglia di svolgerne le funzioni nel modo più istituzionale possibile, inizier l'illustrazione di tutti gli emendamenti, uno per uno, ma a questo punto preferirei farlo senza ulteriori indugi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ritengo di poter svolgere tranquillamente il ruolo di Presidente anche in questa fase. Non trovo nulla, dato che in questi ultimi tre anni sono state utilizzate terminologie ben peggiori sull'attività ostruzionistica rispetto a quelle che ipoteticamente avrei detto. Non so cosa posso aver detto di così grave.
Come vi ho già detto nell'incontro precedente al Consiglio regionale alcuni emendamenti possono essere accoglibili, perché interessanti e migliorativi della legge. Oggettivamente, quando si presenta una serie di emendamenti, non a scalare, ma che modificano solo la data, uno dietro l'altro, è evidente che sono ostruzionistici. Non so come definirli in altro modo.
Procediamo con l'emendamento rubricato n. 416).
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani.
Intende intervenire sull'ordine dei lavori, Consigliera? FREDIANI Francesca (fuori microfono) Veda lei, sono firmataria, quindi intervengo quando posso.



PRESIDENTE

O andiamo in ordine di emendamenti. Adesso siamo al n. 416). Avevate iniziato facendo un discorso generale. Per prassi, si è sempre proceduto con un discorso generale, non quantificabile in minuti, perché sono tre i minuti a disposizione, per il primo firmatario, su ogni emendamento. Questo criterio si è utilizzato in modo abbastanza lasco, oppure, come ha chiesto il Consigliere Grimaldi, a ogni emendamento si richiede sistematicamente la parola in modo preciso.
Eravamo all'emendamento n. 416). C'è anche l'1) identico al 33), al 34) e al 416). Poi c'è il 417) del Consigliere Grimaldi.
Prego, Consigliere.



GRIMALDI Marco

Quindi il 416) prima? Grazie.
All'articolo 1, dopo le parole "favorisce la conoscenza della storia del Piemonte" sono aggiunte le seguenti parole "anche e soprattutto riguardo il contributo piemontese alla Liberazione dall'invasione nazifascista dell'Italia e della nostra regione; favorisce inoltre" e via di seguito.
L'emendamento ha lo scopo di contestualizzare la storia del Piemonte per la formazione della Repubblica Italiana. Come le abbiamo detto, essendo tutti appassionati della nostra storia, lo ricordiamo in questa seduta per la prima volta: non abbiamo nessun problema con la battaglia dell'Assietta che rappresenta una parte della memoria storica e culturale della nostra regione. Nella fattispecie - lo diciamo solo per chi ha voluto mischiare le carte come, ahimè, anche il Presidente del Consiglio - su questa legge non abbiamo l'atteggiamento di denuncia che abbiamo avuto rispetto a una battaglia sbagliata come quella di Nikolaevka, ma abbiamo semplicemente espresso il timore - ed è un timore fondato - che questa vicenda sia mal compresa, non solo dall'opinione pubblica, ma anche, in generale, dalla comunità scientifica.
Per carità, lei cita il Centro Pannunzio come se fosse tutta la comunità internazionale. Legittimo il lavoro fatto dal Pannunzio e dalla Fondazione Oberto, che però non si è espressa sulla vicenda, ma noi abbiamo ipotesi alternative che ricordano, meglio della sua proposta, la definizione dei confini geografici e la definizione di un'identità di un popolo. In questo caso - lo ribadiamo solo per chi avesse voglia di ripassare un po' la storia - non stiamo neanche parlando degli italiani contro gli invasori francesi. È un momento importante della definizione della nostra autonomia dalla Francia o dalla sfera d'influenza francese, ma lo si fece insieme agli austriaci. Lo ricordo solo perché non è che i piemontesi abbiano fatto tutto, né c'erano battaglioni italiani e piemontesi insieme.
Il senso dell'emendamento è contestualizzare la vicenda della battaglia dell'Assietta in un contesto ben più ampio, che è la storia della formazione dell'Italia, dell'Italia come nazione nel processo di unificazione (ovviamente del Regno di Sardegna, ecc. ecc.) e in quella che è stata l'evoluzione successiva di una prima parte di un'Unità d'Italia non compiuta fino in fondo. C'è poi la vicenda repubblicana che vive e nasce nei moti di resistenza, che vogliamo richiamare, come altri punti successivi, che descriverò negli emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 417) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Stavo solo guardando se altri firmatari volessero intervenire. Lei chieda perché non vorrei che se lo scordassero.
All'articolo 1, dopo le parole "favorisce la conoscenza della storia del Piemonte" sono aggiunte le parole "ricordando il contributo dei piemontesi alla liberazione dell'invasione nazifascista dell'Italia e quello delle donne e degli uomini corregionali eletti nell'Assemblea Costituente favorisce inoltre".
C'è questa vicenda che, secondo me, è importantissima. Come si sarà capito nei miei intendimenti e in quelli della Consigliera Frediani e di diversi membri dell'opposizione, c'è l'idea di costruire un calendario del Piemonte, ma non sarebbe bellissimo che quel calendario si arricchisse di chi sono davvero i Padri e le Madri costituenti? Perché diciamo questo? Perché l'Assemblea Costituente, tra l'altro, è l'unica assise che dà origine alle Regioni. Lo ricordo, perché sembra che in qualche modo, diamo molta forza all'immagine del "bogia nen". Inoltre c'è da capire se è giusto richiamare l'Assietta o se forse non andrebbe meglio la figura di Pietro Micca che, ricordo, non è esattamente collocabile nello stesso contesto, seppure storicamente non distante dalla battaglia dell'Assietta.
Ripeto, chi è che ha davvero dato vita al Piemonte se non le Madri e i Padri costituenti? Guardate che prima di allora è difficile trovare un equivalente. È con la nostra Costituzione che nascono le Regioni, poi ci vorrà del tempo - e lo ricordiamo, perché ci sono altri passaggi in merito nei nostri emendamenti - per arrivare a quel che è quest'Aula e al senso e alla dignità di questa istituzione.
Dentro quella storia, che è figlia di una lotta partigiana, figlia di un Governo che è stato una sorta di grande momento di unità nazionale per la costruzione di quella Costituzione italiana che, tra l'altro, ci ha pienamente introdotto nell'era repubblicana, sarebbe importantissimo riconoscere quegli uomini e quelle donne che hanno reso un servizio alla nostra patria uscita dilaniata dalla guerra. Sarebbe, inoltre, una bellissima cosa onorare i Padri e le Madri costituenti a Palazzo Lascaris celebrando quei nomi e quelle storie all'interno di un calendario che dev'essere sempre di più parte della Festa del Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 418) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 418) è simile all'emendamento rubricato n. 417).
Nell'emendamento, dopo le parole "favorisce la conoscenza della storia del Piemonte" sono aggiunte le parole "ricordando il contributo dei piemontesi eletti nell'Assemblea Costituente; favorisce inoltre", poi c'è un collegamento con l'emendamento successivo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 419) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 419), che spero sia votato prima degli altri mette insieme i due emendamenti che abbiamo descritto all'inizio.
Dopo le parole "favorisce la conoscenza della storia del Piemonte", sono aggiunte le parole "in particolare riguardo la Resistenza al nazifascismo e l'attività dei piemontesi eletti nell'Assemblea Costituente; favorisce inoltre".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 35) presentato da Frediani, Bertola, Grimaldi Gallo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Stavo giusto segnalando un refuso, perché l'emendamento recita: "La Regione, nel rispetto dei principi fondamentali della Costituzione e in attuazione degli articoli 3, 4 e 7 dello Statuto regionale, favorisce la conoscenza della storia del Piemonte, la conservazione, la salvaguardia e la valorizzazione dell'originale patrimonio culturale e del sapere scientifico, dell'innovazione e dello sviluppo economico," - qui manca la parola "contribuisce", che chiedo di aggiungere - "contribuisce a mantenere viva la memoria delle tradizioni storiche e culturali della Regione".
Proponiamo di aggiungere quell'inciso per cercare di allargare un po' l'orizzonte e quindi dare valore anche al sapere scientifico all'innovazione, allo sviluppo economico con tutto quello che ne consegue quindi anche agli avvenimenti più recenti che hanno reso il Piemonte protagonista del settore industriale, del settore tessile, del cinema della moda: tutte le ricchezze che caratterizzano il nostro territorio, ma unitamente al mantenimento della memoria delle tradizioni storiche e culturali della Regione.
Questo è sicuramente un emendamento di merito, che cerca un po' di ampliare la visione contenuta nel comma 1 dell'articolo 1.



PRESIDENTE

Grazie.
Le chiedo di venire a siglare le modifiche presso il banco della Presidenza.
Sugli emendamenti rubricati n. 3), 4) e 2), il Consigliere Sacco aveva già fatto un intervento generale.
Emendamento rubricato n. 36) presentato da Frediani, Bertola, Grimaldi e Gallo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La Consigliera Frediani mi fa cenno che lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 425) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Di fatto, proponiamo una riscrittura in tal senso: "2. Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto, dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte' che ricorre il 4 marzo di ogni anno a ricordo della promulgazione dello Statuto Albertino avvenuta in tale data nel 1848 quale momento finale dei moti di insurrezione derivato da un crescente fermento patriottico e liberale che ha connotato la società piemontese in quel periodo storico".
Credo sia importante, in qualche modo, capire quali sono le altre possibilità che lei aveva davanti. In questo caso, proponiamo la data di promulgazione dello Statuto del Regno, lo Statuto fondamentale della monarchia dei Savoia, che è stato siglato il 4 marzo 1848, noto a tutti come "Statuto Albertino".
Forse è una delle poche cose di quegli anni che tutti noi abbiamo imparato a scuola. Perché dico "di quelle poche cose"? Perché se c'è un avvenimento e quindi una data - che viene ricordato, è proprio quello. Invece, la battaglia dell'Assietta - non lo dico perché non fossi molto attento alle lezioni di storia perché, come avrete capito, erano quelle che mi piacevano di più - anche i più appassionati di storia, ahimè, non la ricordano. Lo dico sommessamente, ma se chiedete a qualche studente del quinto anno delle elementari, così come del terzo anno delle scuole medie o del quarto o quinto anno di scuola superiore, ne sanno poco. Discorso diverso, invece vale per questo Statuto costituzionale, adattato e adottato dal Regno di Sardegna (lo dico rimarcando le mie origini sarde, come avrete capito). È stato un po' il simbolo dell'inizio di una storia che ha portato, poi all'unificazione del Paese.
Quel preambolo, autografo dello stesso Carlo Alberto, viene definito come legge fondamentale, perpetua e irrevocabile, della monarchia sabauda.
Lungi da noi fare elogi ai regnanti - siamo repubblicani, pensiamo che i re dovessero essere allontanati dai loro scranni ben prima di quanto è successo - però è importante, soprattutto dal punto di vista storico riconoscere che, se c'era un'unità del Piemonte, oltre che un ritrovato senso di nazione, questa potrebbe essere rinvenibile in una data alternativa assai conosciuta anche dalla comunità scientifica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 439) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Visto che è simile, lo diamo per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 434) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Proponiamo una riscrittura in tal senso: "2. Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto, dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte' che ricorre il 5 marzo di ogni anno a ricordo del primo sciopero, avvenuto nel 1943, di 100.000 operai torinesi che, oltre alle rivendicazioni economiche, sommano rivendicazioni politiche: la fine della guerra e il crollo del fascismo".
Il 5 marzo è una data storica non solo per il Piemonte, ma per tutti i moti di insurrezione del Nord Italia. È una data che ha reso anche dignità oltre che quella medaglia al valore civile e militare che arriverà poi per i moti resistenziali. Se volete, è ancora più importante, perché prima della costruzione del Comitato di Liberazione Nazionale, prima del grande lavoro delle Brigate Garibaldi e Matteotti, delle Brigate Giustizia e Libertà e delle altre componenti cattoliche (perfino monarchiche) della Resistenza, fa vedere che nella società piemontese c'era un senso di liberazione che andava oltre le forze organizzate.
Quei 100.000 operai torinesi, che uniscono le rivendicazioni dei loro salari da fame con le difficoltà di anni di guerra e, ovviamente, le repressioni di quegli anni alle attività sindacali, in qualche modo disegnano la traiettoria del Piemonte del futuro.
Per questo motivo, ci piacerebbe ricordare una dignità altrettanto autorevole: non sono "bogia nen" questi operai; anzi, rischiavano tutti tantissimo. Sapete benissimo quali erano le repressioni fasciste soprattutto negli anni di guerra: spesso si rischiava di essere fucilati internati o mandati nei campi di concentramento, così com'è accaduto a tanti leader politici, soprattutto sindacali.
Ci piace pensare che il 5 marzo del 1943 diventi una delle tappe imprescindibili per ricordare da dove veniamo e, soprattutto, qual è stata l'eredità storico-culturale che i piemontesi hanno dato ai nostri figli.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 448) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
È una riformulazione sempre del 5 marzo. Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Emendamento rubricato n. 431) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Questa, invece, è un'altra possibilità che le diamo, che diamo a tutti noi e ai piemontesi.
"Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto, dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte', che ricorre il 13 novembre di ogni anno a ricordo dell'istituzione dell'obbligo scolastico attraverso la legge Casati approvata in tale data nel 1859, la n. 3725, che articolava l'istruzione elementare, gratuita, in due gradi, inferiore e superiore, ciascuno della durata di due anni.".
Quest'emendamento ha lo scopo di contestualizzare la storia del Piemonte indicando una di quelle date che, in qualche modo, è diventata simbolo anche dell'Unità d'Italia e di quello che avrebbe dovuto essere un paese civile della nascente Europa.
Ci sarebbero stati tanti sommovimenti e tantissime tensioni e guerre, ma in qualche modo si capiva fin da allora che per uscire da un passato buio, in cui le disuguaglianze erano al centro di una società fatta di vere e proprie caste, l'unico modo era costruire un servizio e un'istituzione pubblica d'istruzione. Di conseguenza, l'obbligo scolastico, attraverso la legge Casati, è, di fatto, una delle tappe di avvicinamento a quella che sarebbe stata l'Italia del 1861.
Nel novembre del 1859 questa legge viene accolta come una delle grandi rivoluzioni civili del nostro Paese, perché la gratuità, i due gradi (inferiore e superiore) e la durata di questi due anni d'istruzione obbligatoria diventano un primo passaggio importantissimo per quella che sarà la costruzione non solo dei piemontesi, ma dell'Italia di domani.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 445) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 427) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
"Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto, dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte che ricorre il 2 aprile di ogni anno a ricordo della prima riunione, nel 1860, del Parlamento a Palazzo Madama".
Questa, come sapete, è una delle idee più suggestive che vi abbiamo in parte già proposto. Sarebbe stato bellissimo vedere anche questo Consiglio regionale dentro quel luogo così storico e così importante.
Non so se sarà possibile farlo nell'anno in cui saremo lontani da qui. Era il "Parlamento di un regno che non era ancora quello di Sardegna e non d'Italia, ma i cui rappresentanti, accanto a quelli delle antiche province erano ora eletti pure dalle province lombarde, toscane, emiliane e romagnole annesse".
L'emendamento ha lo scopo di contestualizzare la storia del Piemonte indicando delle tappe fondamentali della nostra storia. Credo che quel 2 aprile 1860 - momento di festa per tutti i piemontesi, perché a fianco al Palazzo Madama erano migliaia le persone accorse per vedere il primo Parlamento del Regno - sarebbe una data anch'essa molto simbolica, grazie alla quale probabilmente sarebbe anche facile spiegare perché il Piemonte è stato al centro dell'Unità d'Italia.
Do un suggerimento e lo dico al Presidente: capisco che le pressioni delle associazioni con cui lei festeggerà l'Assietta sono forti. Non vorrei che questa battaglia venisse in qualche modo degradata - no, non è il termine giusto - o interpretata in una chiave meno importante.
Quella dell'Assietta è una battaglia importantissima e lo ribadiamo anche oggi. Non crediamo, però, che sia la data unificante di tutti i piemontesi ma questo non è tanto il problema. Diciamo che non assolve molte delle funzioni che si mettono al centro di una festività che dev'essere il simbolo di un'istituzione. Ribadiamo che non lo è né per confini né per storia né per popolo né per conoscenza. La data alternativa che propongo invece, potrebbe esserlo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 441) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie.
È semplicemente una riformulazione del 2 aprile, quindi lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 430) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
"Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto, dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte', che ricorre il 9 aprile di ogni anno a ricordo delle Leggi Siccardi promulgate nel 1850 che abolirono i privilegi goduti fino ad allora dal clero cattolico, allineando la legislazione piemontese a quella di altri stati europei.".
Badate che è importante, perché la storia del Piemonte è legata tantissimo alla nostra religione più diffusa, quella cattolica. Però dobbiamo anche dirci che non è un caso che alcune comunità molto importanti (ad esempio la comunità valdese) e anche altre religioni (ad esempio, quella ebraica) abbiano trovato nel Piemonte di Carlo Alberto un Piemonte molto aperto alla dimensione dell'integrazione e dell'accoglienza delle altre religioni. In qualche modo, il primo passo è stato proprio quello di togliere al clero cattolico i privilegi goduti fino allora, allineando la legislazione piemontese a quanto succedeva già in altri paesi europei. È stato uno dei meccanismi che hanno convinto le comunità di altre religioni a credere che il Regno di Sardegna avrebbe potuto essere parte di un processo di unificazione che avrebbe accolto la storia di un paese che aveva dentro di sé uno Stato che non può essere trattato solo come uno Stato, che è quello della Chiesa cattolica.
Ricordo che allora lo Stato della Chiesa era parte del conflitto finale dell'Unità d'Italia, ma non voglio andare troppo avanti in questo breve ripasso di storia e non ho nessuna competenza per ricordarvi tutti i passaggi. Era importante ricordare la legge Siccardi del 9 aprile 1850 per dire quanto anche il Piemonte fosse centrale in quell'idea non soltanto di laicità, ma anche di gestione della cosa pubblica legata al rispetto delle nostre tradizioni culturali, ma soprattutto religiose, che sono parte integrante della nostra storia e delle nostre comunità.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 444) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Si tratta della stessa data, ma semplicemente scritta con una diversa formulazione.
Do per illustrato questo emendamento.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 435) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
"2. Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto, dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte' che ricorre il 18 aprile di ogni anno a ricordo dello sciopero generale del 1945 che paralizza Torino, Biella, Vercelli, Novara, uno sciopero preinsurrezionale, la prova generale per cacciare fascisti e nazisti che rassicurò il CLN sulla bontà delle azioni che si sarebbero dovute intraprendere allo scopo".
Insomma, senza il 18 aprile 1945, senza quello sciopero che paralizzò i grandi centri industriali e senza quel movimento operaio, difficilmente ci sarebbe stato quell'ultimo comando di insurrezione espresse con le famose parole "Aldo dice 26 x 1", il moto finale e lo stop al regime dittatoriale fascista e della collaborazione di quel Governo con i nazisti.
Credo sarebbe davvero non solo rivoluzionario, ma così fondamentale ricordare come piemontesi le parole del 18 aprile del 1945 come simbolo della nostra storia e il contributo alla liberazione italiana. Ahimè, è uno sciopero generale meno conosciuto rispetto a tanti altri, ma di certo è stato parte di una storia che andrebbe ancora di più indagata, conosciuta ricostruita e messa a disposizione della nostra comunità. Credo che assieme ai moti di due anni prima, sia la dimostrazione che le grandi masse del movimento operaio e agricolo del Piemonte avevano già deciso di stare in un'Italia repubblicana, avevano già deciso di chiudere la stagione fascista nel nostro Paese e avevano ispirato quella che sarebbe stata l'insurrezione del 24 e 25 aprile.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 449) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
È la stessa data, ma con una diversa riformulazione e do per illustrato l'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 426) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi, per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
"2. Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto, dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte' che ricorre il 27 aprile di ogni anno a ricordo delle prime elezioni che si svolsero nel 1848, dopo la promulgazione dello Statuto da parte del re Carlo Alberto (4 marzo) e l'emanazione del Regio editto sulla legge elettorale del 17 marzo 1848 n.
680".
Anche in questo senso, il Piemonte, nella sua storia, ha una parte nell'evoluzione verso il processo di unificazione, ma soprattutto verso la democrazia della rappresentanza, che aveva nei primi Parlamenti alcuni luoghi simbolici che fanno ancora pienamente parte della nostra storia.
Sarebbe bellissimo che Palazzo Madama, Palazzo Carignano e quelli che sono stati i luoghi più importanti della storia dell'Italia e anche del Piemonte fossero ricordati in questa legge ma, ahimè, abbiamo visto poco e niente.
Adesso io lo dico, è da qualche minuto che parlo, perché a noi sembra una legge senz'anima della quale, come abbiamo già detto, nessuno di noi sentiva l'esigenza - lo dobbiamo dire onestamente - dopo un mese di discussioni sul valore alpino. Questa legge poteva essere figlia di tutta un'altra storia e anche di alcune discussioni diverse in Commissione e fra di noi.
In generale, se proprio si volesse dare centralità ai nostri cinquant'anni qui dentro rispetto a quella che è stata una storia che viene dagli insediamenti preistorici, perché abbiamo una storia di un antico Piemonte che arriva dal Paleolitico ed entra nella storia moderna, avremmo avuto mille altri tasselli da aggiungere, però è chiaro che, dovendo scegliere una data, essa non può essere unica se consideriamo diversi episodi.
Vogliamo farvi intuire che ci sono ben altri episodi che hanno dato l'idea della costruzione di una comunità e di un tessuto sociale. Poi ci saranno gli avvenimenti più istituzionali, che richiamerò.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 440) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente, ma è la stesso testo che ho appena letto.
È semplicemente riscritto in un'altra modalità e lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 429) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
"2. Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto, dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte' che ricorre il 12 ottobre di ogni anno a ricordo della data nel quale, nel 1848, si registra la fondazione della prima società di Mutuo Soccorso di matrice operaia l'Associazione Generale degli Operai di Pinerolo, allo scopo di sussidiare i soci in caso di malattia e provvedere alle loro cure mediche; sussidiare i soci inabili al lavoro; provvedere agli onori funebri dei soci oppure accordare sussidi alle famiglie dei deceduti; somministrare ai soci (per mezzo di un magazzino di previdenza) a prezzi bassi generi di prima necessità; favorire l'istruzione attraverso una biblioteca circolante".
Abbiamo provato a spiegare - lo spiegheremo negli emendamenti successivi che queste tante tappe fanno parte di un Piemonte che ha svolto un ruolo centralità nel corso dell'Unità d'Italia e della Resistenza. Adesso entriamo nella fase successiva, quella della costruzione di movimenti sociali e civili che hanno costruito l'immagine del nostro dopoguerra.
Senza le società operaie di mutuo soccorso non ci sarebbe stata quella grande rete che ha intercettato un'ennesima vicenda centrale della nostra storia, quella che ha fatto diventare la regione più del Sud al Nord.
Arriverà l'emigrazione di massa, perché arriverà il boom economico con grandi insediamenti industriali. Le grandi industrie c'erano già, perch ovviamente le migrazioni non arrivano tutte nel dopoguerra. Tuttavia, con l'Italia degli anni Cinquanta e Sessanta ci sarà il compimento non solo degli investimenti del Piano Marshall e della ricostruzione di un paese uscito dalla guerra, ma lo sviluppo di quella società di massa che vede nell'immaginare una crescita che in quel momento sembrava quasi infinita l'arrivo di centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze provenienti dal Sud che vedevano in questo Nord produttivo parte del proprio futuro.
Per questo è importante ricordarci come, in quel caso, le società operaie di mutuo soccorso, in particolare quelle del Piemonte, caratterizzavano questa nuova storia e questo nuovo periodo del nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 443) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è dato per illustrato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 432) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
"2. Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto, dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la "Festa del Piemonte" che ricorre il 1 maggio di ogni anno a ricordo della nascita della Camera del Lavoro di Torino nel 1891 ad opera dell'operaista Osvaldo Gnocchi Viani che su iniziativa di alcuni esponenti del Partito operaio e di alcune personalità della Lega democratica e sociale, dal disegnatore meccanico Dante Racca al gasista Pier Giorgio Daghetto, dal commesso Paolo Alessi al tipografo Vittorio Chenal, costituirono prima una 'Confederazione operaia' per istituire nella città una "Borsa del lavoro", sull'esempio della Bourse du travail parigina".
Questo è stato un altro dei momenti storici di questa terra.
La storia delle Camere del lavoro e della tradizione solidale del nostro territorio sono poco conosciute; mi piace pensare che in questo calendario civile di ricorrenza delle feste del Piemonte ci sia anche un fatto unico.
Questa vicenda, ovviamente, ricorda gli esempi della Borsa del lavoro parigina, ma è un unicum in Italia, perché fu la prima Camera del Lavoro istituita in una grande città del Nord.
Siamo molto lontani dai fatti che ho prima descritto, che risalgono al 1 maggio 1891. Quella di allora era una società (adesso lo dico a braccio) in cui si lavorava ben più di 12 ore, in cui spesso le donne lavoravano anche di notte e lavoravano anche i bambini. Nel 1897, 60 mila donne piemontesi e torinesi invasero via Garibaldi, con le loro famiglie, per chiedere semplicemente che ai loro figli sotto i 12 anni fosse impedito di lavorare.
La conquista delle 12 ore arriverà a breve, così come il divieto di far lavorare i minori.
Tutto questo nasce perché a Torino c'è un primo movimento operaio, ci sono le prime rivendicazioni internazionali e saranno quelle stesse rivendicazioni che poi porteranno alla lotta per le otto ore, che è una lotta in qualche modo manifesto: il manifesto di un mondo operaio che è un monito per tutti, perché quelle otto ore di lavoro, quelle otto ore di sonno e quelle otto ore di svago rappresentano, in parte, la società del futuro che solo in parte stiamo vivendo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 446 presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Lo do per illustrato, perché è una riscrittura.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Emendamento rubricato n. 450) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento recita: "Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto, dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la Festa del Piemonte che ricorre il 7 giugno di ogni anno".
L'emendamento ha lo scopo semplicemente di contestualizzare la storia del Piemonte indicando quanto la data proposta ricordi le prime elezioni regionali, che consentirono l'elezione dei primi 50 Consiglieri regionali piemontesi.
In parte questa data l'abbiamo festeggiata due anni fa. Ahimè, abbiamo dovuto farlo nei limiti di un calendario che è stato un po' azzoppato dalle difficoltà del momento storico. Certo è che l'elezione dei primi 50 Consiglieri regionali piemontesi è una data importante, una data che ricorda il senso di quest'Aula, il senso dell'evoluzione dell'Italia repubblicana e di quella che sarà poi la storia effettiva del nostro Statuto, delle nostre leggi e anche di Palazzo Lascaris.
Adesso vi porto su una cosa probabilmente meno simbolica per alcuni, ma assai più concreta. Se dobbiamo festeggiare questa istituzione qui dentro non è proprio la data del primo Consiglio o delle prime elezioni libere.



PRESIDENTE

Abbiate pazienza, ma faccio fatica a sentire.
Se qualcuno ha piacere di scambiare due parole, vi prego di farlo fuori dall'aula.



GRIMALDI Marco

Il Presidente Paolo Vittorelli, Gianni Oberto, cui abbiamo dedicato la Fondazione, Aldo Viglione - che ricorderete bene, anche perché a lui è dedicata una delle sale della nostra Regione - fanno parte di quella storia. Credo che sarebbe importante non solo ricordare tutti loro, ma ricordare in qualche modo quella che è la.



PRESIDENTE

Per favore, se riusciamo a tenere un comportamento degno...



GRIMALDI Marco

Dicevo che secondo noi questa vicenda potrebbe, in qualche modo ricostruire anche una narrazione istituzionale che ci vede tutti uniti.
Chi sarebbe contrario a quella data? Chi, in qualche modo, potrebbe dire che le prime elezioni regionali in Piemonte non fossero proprio in quella data? È un momento particolare. La Democrazia Cristiana prese un milione di voti con il 36%; il Partito Comunista e il Partito Socialista insieme arrivarono più o meno alle stesse cifre. Il PCI allora era al 25% con oltre 700 mila voti, così come con i 300 mila voti il Partito Socialista Italiano, di fatto, equivaleva come forza. Erano i tempi di un difficile passaggio storico, quella del 1970 era un'Italia anche dello Statuto dei lavoratori e l'Italia, in qualche modo, che veniva dopo il ''68, quando i movimenti giovanili, insieme a quelli universitari e operai, non solo scaldavano le piazze, ma in qualche modo ridisegnavano anche dei confini politici.
È un'Italia che non è ancora vicina al compromesso storico; anzi, in qualche modo, sono gli anni più duri dello scontro dei fronti. Il Piemonte di allora è un Piemonte in cui si fronteggiano i grandi padri di questa storia. In questo senso, vogliamo ricordare alcuni di essi, non solo i Presidenti che ho citato prima, ma pensiamo anche a parte delle minoranze.
Penso a volti come Adalberto Minucci o del Partito Socialista come Paolo Battino Vittorelli o Nerio Nesi, che è ancora un esponente di spicco della nostra comunità. Ricordo ancora Terenzio Magliano. Ci sono tanti personaggi storici che, come dicevo prima, possono essere in qualche modo ricostruiti in una festa che può essere tanto dell'istituzione quanto della democrazia per cui credo che sarebbe una data che tutti noi potremmo accogliere favorevolmente.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La faccio sempre andare un po' oltre, ma se riesce a stare nei tre minuti mi fa una cortesia.
Emendamento rubricato n. 437) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente Si tratta più o meno di una riscrittura dell'emendamento precedente, quindi lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 433) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento proponiamo una riscrittura in tal senso: "2. Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte' che ricorre il 13 luglio di ogni anno a ricordo dello spaventoso bombardamento che ha interessato la città di Torino nel 1943 (causando 792 morti) e, nei giorni successivi moltissime città piemontesi".
Ci sembrava giusto, in alcune tappe del calendario civile dei festeggiamenti del Piemonte, aggiungere anche quella a ricordo dello spaventoso bombardamento che ha interessato la città di Torino nel 1943. Lo dico solo perché è uno dei ricordi, a mio avviso, più importanti dei nostri nonni. Non tutti hanno avuto la fortuna di sentire dalle loro voci alcune di queste memorie. Di certo, chi ha avuto dei nonni in quegli anni ricorderà uno degli eventi più tremendi vissuti in questa città.
Oggi vediamo le immagini delle città ucraine distrutte dai bombardamenti.
Anche allora era difficile scappare, anche perché eravamo in un'Europa in guerra mondiale, per cui c'era poco da fare: non c'erano metropolitane sotto di cui nascondersi; c'erano sì dei luoghi antiaerei che la città di Torino aveva costruito negli anni passati, ma quei 792 morti del 13 luglio rappresentano la pesantezza di quell'attacco e descrivono cosa ha voluto dire quel bombardamento per la nostra città.
Visto che è una parte di storia non dico poco conosciuta, ma non ricordata con la stessa dignità con cui si ricordano altri momenti, mi sembrava giusto inserirla nel nostro calendario civile.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 447) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Lo do per illustrato, perché è la stessa formulazione, solo riscritta.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 451) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

L'emendamento 451) mi pareva di averlo già illustrato, perché si riferisce alla data del 13 luglio del 1970.



PRESIDENTE

Ho introdotto l'emendamento rubricato n. 451).



GRIMALDI Marco

Non so perché, ma fa sempre riferimento al 13 luglio 1970, che è la data della prima seduta del Consiglio regionale del Piemonte e dell'elezione del primo Presidente dell'Assemblea.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 438) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Con quest'emendamento proponiamo una riscrittura in tal senso: "2. Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte' che ricorre il 23 luglio di ogni anno a ricordo della elezione del primo presidente della Giunta regionale del Piemonte".
Questa vicenda è in parte successiva all'emendamento precedente, ma ricorda, in qualche modo, quelle che sono state le tappe di avvicinamento al Consiglio regionale del Piemonte che conosciamo oggi, ma soprattutto alla Regione Piemonte, figlia della Costituzione italiana e, soprattutto figlia dello Statuto che ancora oggi utilizziamo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 452) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento proponiamo una riscrittura in tal senso: "2. Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte' che ricorre il 23 luglio di ogni anno a ricordo della".
Parliamo, dunque, del 23 luglio 1970, data della prima elezione del Presidente della Giunta regionale del Piemonte, che, proprio a Palazzo Lascaris, ha un pezzo della sua storia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 428) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo è uno degli ultimi emendamenti che illustrerò.
Con questo emendamento proponiamo una riscrittura in tal senso: "2. Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto dei simboli e delle tappe importanti che hanno segnato la storia della Regione è istituita la 'Festa del Piemonte' che ricorre il 17 luglio di ogni anno a ricordo dei primi subbugli registrati tra i tessitori biellesi i quali costituivano il nucleo numericamente più consistente della manodopera delle manifatture laniere ed erano addetti alla fase centrale e fondamentale del ciclo di produzione e la cui condizione di operai accentrati in fabbrica era molto recente e foriera di recriminazioni".
Questa è una delle tante battaglie per la riduzione dell'orario di lavoro ma soprattutto per la dignità nei luoghi di lavoro. Questi anni di sottoccupazione, di disoccupazione e di precarietà ci hanno reso meno chiaro quanto era importante lottare dentro quei luoghi di lavoro per renderli migliori, per renderli sicuri, per evitare le morti sul lavoro, ma soprattutto per rendere quei luoghi parte di un disegno della società in cui la Repubblica sarebbe stata fondata proprio sul lavoro e sulla sua dignità.
Sarebbe molto importante ricordare altre storie, come quella dei tessitori biellesi o come quella delle mondine vercellesi, per rammentare da dove veniamo e da dove vengono tanti avanzamenti che ci sono stati in questo territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 442) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

È lo stesso emendamento, è solo riscritto.
Con questo, ho finito di illustrare gli emendamenti.



PRESIDENTE

Procediamo.
Emendamento rubricato n. 39) presentato da Frediani, Bertola, Grimaldi e Gallo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Illustro l'emendamento n. 39) semplicemente per riportare l'attenzione sulla questione principale che ci ha portato a predisporre così tanti emendamenti, ed è la questione della data. Ritorniamo sul tema delle date che abbiamo già affrontato con la proposta di legge sul Valore alpino.
L'emendamento n. 39) chiede di sostituire la data del 19 luglio (battaglia dell'Assietta), per i motivi che abbiamo illustrato precedentemente, con il 10 novembre, data di approvazione del primo Statuto dalla Regione Piemonte.
Crediamo necessario individuare una data che identifichi uno dei passaggi costitutivi della nostra Regione e poi nel calendario andare a evidenziare attraverso varie date, le ricorrenze e le celebrazioni connesse, tutte le caratteristiche della nostra Regione, tutte le eccellenze, tutte le ricorrenze importanti, il valore culturale, il valore storico e le date significative.
Pertanto, crediamo che sia meglio scegliere una data neutra, che non abbia una connotazione particolarmente territoriale o particolarmente legata a un evento storico, in questo caso una battaglia, che però non è stata risolutiva o costitutiva e, soprattutto, non ha posto le basi per la formazione della nostra Regione, ma è stata "soltanto" uno dei passaggi storici fondamentali. Sicuramente ha inciso sulla nostra identità, ma non ha contribuito a costituire il nucleo della nostra Regione. Crediamo che una data più neutra, ma sicuramente fondamentale e fortemente segnante nel percorso di costituzione del nostro Ente, possa essere il fulcro attorno al quale costruire il calendario delle ricorrenze che sono previste anche dalla presente legge.
Pertanto, dopo aver illustrato questo emendamento, do per illustrati tutti gli altri emendamenti sull'articolo 1 e chiedo al primo firmatario di esprimere il suo parere e indicare quali saranno gli emendamenti che potranno essere recepiti e quali no.



PRESIDENTE

Pertanto, diamo per illustrati tutti gli emendamenti presentati dalla Consigliera Frediani sull'articolo 1.
Il Consigliere Sacco ha già illustrato tutti gli emendamenti presentati a sua firma.
Emendamento rubricato n. 420) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Tale emendamento è di identico contenuto dell'emendamento rubricato n. 40) presentato da Frediani, Bertola, Grimaldi e Gallo.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Semplicemente, la data proposta dall'emendamento è il 1° gennaio, che è una data importante. Voi mi chiederete perché. Perché, una volta approvata la Costituzione, dal 1° gennaio nascono le Regioni. Pertanto, l'emendamento non ha solo lo scopo di contestualizzare la storia del Piemonte nella Repubblica Italiana, ma di indicare anche come data simbolo il giorno nel quale è entrata in vigore la Costituzione repubblicana, che prevedeva proprio l'articolazione delle Regioni stesse.
È una delle ipotesi che vi abbiamo proposto e, tra l'altro, è un'ipotesi suggestiva, ma anche una delle più vere. Infatti, quando nasce la Regione Piemonte? Nasce all'alba della nuova Repubblica, all'alba dell'operazione della Costituzione e, quindi, di quello che i nostri Padri e Madri costituenti hanno stabilito.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 422) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Semplicemente, all'articolo 1 le parole "19 luglio" sono sostituite con "19 novembre".
L'emendamento ha lo scopo di contestualizzare la storia del Piemonte indicando quale data fondamentale il 19 novembre, cioè la data in cui, nel 2004, è stato approvato dal Consiglio regionale del Piemonte il nostro nuovo Statuto della Regione Piemonte, cioè quello che leggiamo, che abbiamo nello zainetto o qui sul banco.
È una data importante e, come avrete capito, fa parte di un calendario ben più ampio delle date da ricordare e da mettere in una storia molto approfondita della nostra istituzione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 424) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In questo caso, abbiamo indicato come data il 22 marzo.
L'emendamento ha lo scopo di contestualizzare la storia del Piemonte indicando quale data fondamentale il 22 marzo, data nella quale nel 2005 è entrato in vigore il nuovo Statuto della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 421) presentato da Grimaldi.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 421) propone la data del 22 maggio.
Questo emendamento ha lo scopo di contestualizzare la storia del Piemonte indicando quale data fondamentale quella della prima approvazione dello Statuto, avvenuta il 22 maggio 1971 con la legge dello Stato n. 338.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendovi altri emendamenti da illustrare sull'articolo 1, passerei alle dichiarazioni di voto.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Vorrei intervenire, ma prima vorrei sentire la maggioranza esprimere una propria opinione su tutto quanto è stato detto.



PRESIDENTE

Ci sono interventi per dichiarazione di voto? La parola al Consigliere Grimaldi, per dichiarazione di voto.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Non è per maleducazione, volevo semplicemente avere contezza che qualcuno fosse stato presente in Aula, magari con un'opinione diversa da quella del Presidente, nel senso che è giusto che lei possa svolgere anche il ruolo di Consigliere regionale, ma non vorrei che debba fare tutte le parti in commedia, perché sarebbe stato utile avere un'indicazione generale su questo dibattito.
Torniamo su un punto molto semplice. Come avrete capito, vorremmo un calendario civile di festività del Piemonte, che ne ricordino la storia.
Tra l'altro, possiamo andare anche ben più in là nel tempo delle storiche battaglie che hanno visto finire l'influenza francese nei nostri confronti.
È una vicenda che durerà ancora diverso tempo, poi ci saranno le dinamiche ben più complesse dell'Unità d'Italia.
Dicevo, ci piacerebbe ricordare le tappe fondamentali dell'Unità d'Italia in quanto il Piemonte è stato ben più centrale rispetto ad altri momenti storici. Inoltre, ci piacerebbe attraversare la Resistenza e gli inizi della storia di quel glorioso movimento operaio che fa parte dell'insurrezione armata contro il nazifascismo e che diventerà anche la guida delle più grandi rivoluzioni. Non è un caso, secondo me, che le Regioni e lo Statuto dei lavoratori nascono nello stesso anno, il 1970.
Presidente, oltre a rendere più ampia questa storia raccontandola tutta proviamo anche a ricordare alcune semplici motivazioni per cui la battaglia dell'Assietta non rappresenta nessuna delle tre caratteristiche storiche per cui si scelgono date rappresentative di uno Stato o di una Regione.
Non lo è per confini, come abbiamo detto. Non lo è per le popolazioni coinvolte, tant'è vero che non c'è l'Italia o l'Italia che verrà, ma ci sono la Francia e l'Austria, che hanno ancora una grandissima influenza nei nostri confronti. Non lo è dal punto di vista delle dinamiche istituzionali, perché quel momento non rappresenta, per esempio, la nascita del Regno di Sardegna. Infine, non è una battaglia popolare, nel senso che non è conosciuta, almeno negli ultimi cinquant'anni, come una festa popolare dai più e, quindi, semplicemente da inserire tra le festività civili, ma è assolutamente da ricordare come una delle grandi tappe di avvicinamento a quello che il Piemonte oggi è.
È giusto ricordare quell'avvenimento, così come altre date che abbiamo richiamato, ma sarebbe stato più utile - per questo ci appelliamo a tutti voi - la data scelta dai Padri costituenti, ossia il primo giorno in cui la Costituzione entra in campo con l'articolazione delle Regioni (1° gennaio) oppure la date del nostro Statuto, o date relative alle prime elezioni svolte qui in Piemonte.
Insomma, vi abbiamo dato delle possibilità e potrebbero essere delle date molto utili anche per costruire una storia molto più ampia e più rappresentativa di quello che è stato il Piemonte e di quello che sarà.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani, per dichiarazione di voto.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Spiace sempre un po' vedere la mancanza di dibattito in Aula, perché credo che ogni Consigliere - mi rivolgo soprattutto alla maggioranza - avrebbe potuto dare un contributo, perché tutti noi rappresentiamo un territorio con la sua cultura e la sua coscienza storica, quindi sarebbe stato interessante capire dalla viva voce dei Consiglieri quanto la battaglia dell'Assietta sia conosciuta nei vari territori e quanto sia considerata rappresentativa dell'identità piemontese o, meglio, della storia di costruzione dell'identità piemontese.
Come dicevo durante l'incontro di questa mattina, se vado nel mio territorio a chiedere qualcosa sulla battaglia dell'Assietta, non dico che tutti mi sapranno rispondere. Guardo il Consigliere Marin e penso che condividiamo un territorio con una coscienza storica, tra l'altro, molto forte, e se andiamo in giro a chiedere cosa rappresenti la battaglia dell'Assietta, sicuramente tutti hanno almeno una vaga idea di cosa è successo lassù.
Tuttavia, mi sarebbe piaciuto avere un contributo da parte di tutti e che tutti potessero esprimere il loro parere e la loro visione ed eventualmente, fare proposte alternative. Non dico di istituire un tavolo per decidere la data, però mi sarebbe piaciuto che fosse stato un confronto minimo tra le varie proposte, perché sarebbe stato sicuramente un buon momento per conoscere la visione delle altre parti che rappresentano la nostra regione che, magari, avrebbero potuto proporre eventi più rappresentativi, più condivisibili o più significativi della storia della Regione Piemonte.
Comunque, adesso ascolteremo dalla voce di un proponente, uno dei primi firmatari, perché ricordiamo che è una proposta dell'Ufficio di Presidenza quali possono essere le istanze accoglibili, anche se abbiamo già capito che sulla data non c'è margine.
Eh, niente: siamo destinati a pasticciare un po' sulle date in questa legislatura.



PRESIDENTE

Grazie.
Sospendo brevemente i lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 17.58, riprende alle ore 17.59)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Scusate l'interruzione, c'è stato un problema tecnico.
L'intervento della Consigliera Frediani era concluso.
Ci sono altre richieste d'intervento? Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Vorremmo sapere se c'è un'opinione da parte sua.
Tra l'altro, le ribadiamo che se vorrà sedersi qui accanto per.



PRESIDENTE

Se il Consigliere Segretario Gavazza prende posto in Presidenza, possiamo esprimere il parere sugli emendamenti.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Allasia in qualità di relatore di maggioranza; ne ha facoltà.



ALLASIA Stefano

Grazie, Presidente.
Siamo ai pareri sui 542 emendamenti che insistono sulla proposta di legge n. 158, in gran parte riferiti all'articolo 1 e alle sue modifiche.
Indubbiamente, gli emendamenti abrogativi sono respinti, così come sono respinti tutti quelli modificativi della data del 19 luglio. Negli ultimi due anni, come ho già detto più di una volta da questi banchi, a livello informale si era trovata un'intesa sulla data con le associazioni audite durante le audizioni in Commissione, le quali non hanno mai fatto nessun riferimento ad altre date. Hanno tutte acconsentito a questa festa proprio il 19 luglio; così come hanno acconsentito anche sulle proprie esternazioni e sui propri commenti.
Mi riferisco a varie associazioni di tutto il Piemonte, non solo di una parte rispetto all'altra, che dichiaravano la necessità di avere, già da tempo, una rimodulazione sull'istituzione del Centro Gianni Oberto istituto che lavora da anni per il Consiglio regionale su temi culturali storici e scientifici. Pertanto, sono state apportate modifiche alla proposta di legge iniziale, anche con emendamenti relativi sull'ampliamento delle manifestazioni che il Centro Gianni Oberto potrebbe prendere in considerazione in un calendario futuro. Ci sarà sicuramente la possibilità affinché siano approvati dall'Aula.
Gli emendamenti su cui il parere è favorevole sono: il 35) aggiuntivo della Consigliera Frediani; il 3) del Consigliere Sacco; il 4) del Consigliere Sacco e il 2) del Consigliere Sacco sul comma 1.
Sull'emendamento 15) del Consigliere Sacco, relativo al comma 2, chiederei una modifica. Sapete benissimo che avrei piacere di avere una denominazione esclusivamente in piemontese, però il Piemonte del 1747 è lontanissimo, per cui oggi dev'essere svolta anche nella cosiddetta lingua franca, in italiano.
Chiederei al presentatore una modifica sull'emendamento 15): "Per le finalità di cui al comma 1 e per diffondere la conoscenza dello Statuto e dei simboli della Regione è istituita la Festa del Piemonte denominata 'Piemont an festa'". Eventualmente direi "Festa del Piemonte" fra parentesi o detta "Piemont an festa", in modo da ricomprendere sia la lingua franca sia la lingua autoctona piemontese. Ci sarebbe la doppia denominazione per non stravolgere la natura stessa della festa, che non è solo ed esclusivamente una festa dei piemontesi per i piemontesi, ma una festa di tutti i piemontesi, quindi deve essere allargata.
Mi spiace dirlo da questi banchi della Lega, però, oggettivamente e istituzionalmente, dev'essere una festa ad alto livello istituzionale pertanto dev'esserci il riconoscimento da parte di tutti, anche al di fuori dell'ambito regionale. Adesso eventualmente lo rimoduliamo. Se interessa la modifica, si può prendere in considerazione.
Come vi dicevo già la volta scorsa, possiamo anche prendere in considerazione modifiche di date. Ho già fatto la battuta l'altra volta: c'è l'emendamento 377), giorno del mio compleanno, il 6 dicembre. Potrebbe essere interessante, però penso che sia un po' riduttivo per l'estensione della legge stessa che si vuole approvare, però rimetto all'Aula; così come anche il 2 agosto, festa degli uomini, dato che tutti gli emendamenti facevano riferimento a un giorno dietro l'altro.
C'è poi anche l'emendamento 246), giusto per stemperare gli animi che si sono scaldati a inizio seduta: dev'esserci un attimo di calma istituzionale per fare una buona legge. Non me ne voglia la Segreteria della Presidenza del Consiglio regionale, ma l'emendamento 246) eventualmente lo rimetto all'Aula, essendo relativo alla data di nascita della Segretaria generale del Consiglio regionale. Eventualmente, il Consiglio valuterà attentamente se approvare l'emendamento 246).
A parte le battute, continuando c'è l'emendamento 17) del Consigliere Sacco, sempre sull'articolo 1. L'emendamento 239) della Consigliera Frediani è inammissibile perché ripropone la stessa data. Sull'emendamento 17) Sacco, aggiuntivo sul comma 3, esprimo parere favorevole, come sull'emendamento 404) sul comma 3.
Questi sono gli emendamenti che ritengo possano essere di modifica della legge e che vanno a modificare e ampliare lo spettro della legge stessa soprattutto sul Centro Gianni Oberto. Si è detto a più priori riprese che tale istituto è da rivedere, rivalutare e rivitalizzare nelle proprie funzioni e questa legge va in tal senso.
Detto questo, suggerisco all'Aula queste proposte.
Indubbiamente, quelle sulla modifica della data sono battute e rimangono tali.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 18.08, riprende alle ore 18.17)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sembra che vi sia l'intesa di sospendere la trattazione della proposta di legge n. 158 inerente a "Istituzione della festa del Piemonte e modifiche alla legge regionale 22 aprile 1980, n. 24 (Istituzione del Centro Gianni Oberto) e alla legge regionale 31 maggio 2004 n. 15 (Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera, del sigillo, della fascia della Regione Piemonte. Abrogazione delle leggi regionali 16 gennaio 1984, n. 4 24 novembre 1995, n. 83, 17 giugno 1997, n. 36)", di cui al punto 2) all'o.d.g.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame Testo unificato delle proposte di legge n. 148, 149, 162 e 167 inerente a "Disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e per il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 148 149, 162 e 167, inerente a "Disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e per il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatori di maggioranza sono la Consigliera Zambaia e il Consigliere Riva Vercellotti; relatori di minoranza sono i Consiglieri Rossi, Magliano e Martinetti.
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla IV Commissione in data 27 giugno 2022.
La parola alla Consigliera Zambaia, relatrice di maggioranza.



ZAMBAIA Sara, relatrice

Grazie, Presidente.
Mi permetta, innanzitutto, di esprimere la mia contentezza per il fatto che, finalmente, iniziamo la discussione in Aula di questo importante testo unificato, che nasce dal deposito di ben quattro proposte di legge. Si è trattato, quindi, di un lavoro assolutamente trasversale su un tema importante, dedicato appunto ai disturbi alimentari.
Perché ci siamo approcciati a questo tema? Innanzitutto perché siamo di fronte a una di quelle patologie che provengono, sostanzialmente, da un disagio psicologico, che, soprattutto a seguito della pandemia e del lockdown, è cresciuto molto a livello numerico, destando un vero e proprio allarme soprattutto per le nuove generazioni, quelle dei più giovani (si è visto che, purtroppo, questi disturbi iniziano già dalle scuole elementari).
Come dicevo prima, abbiamo deciso di approcciarci a questo tema in modo assolutamente trasversale, perché ci siamo resi conto di una cosa fondamentale: si tratta di un disturbo che, all'interno delle patologie psichiatriche, necessitava di un approccio specifico e, soprattutto, di una specifica suddivisione e specializzazione, sia dal punto di vista della presa in carico, sia nei confronti della cura.
È stato un lavoro sinergico: sono stati mesi di lavoro molto proficui all'interno della IV Commissione, e di questo voglio ringraziare i colleghi primi firmatari dei loro provvedimenti, ma anche tutti quei colleghi che hanno deciso di partecipare al nostro gruppo di lavoro portando il loro contributo; peraltro, un contributo assolutamente ancora in itinere.
Il testo unificato che alla fine abbiamo elaborato anche grazie al prezioso ausilio degli Uffici è composto da 14 articoli.
L'articolo 1 parte chiaramente dai principi e dalle finalità: la finalità non può che essere quella di potenziare l'offerta dei servizi e delle prestazioni, ma anche creare un nuovo supporto, se così possiamo definirlo nei confronti delle famiglie. Perché quando si ha un figlio o, comunque una persona della propria famiglia che vive questi disagi - che sono disagi notevoli, spesso cronici se non sono diagnosticati per tempo e curati in una determinata maniera - si coinvolge nel disagio tutta la famiglia. Su quest'aspetto ci tengo a mettere un accento politico notevole: la famiglia è un contesto di cura che abbiamo voluto istituzionalizzare e riconoscere per la cura di questa malattia, e lo abbiamo specificato all'interno di diversi articoli della nostra proposta di testo unificato di legge.
Abbiamo stabilito diversi interventi che dovrà poi attuare la Regione Piemonte, nella fattispecie la Giunta regionale. Quali, in particolare? Innanzitutto, delle misure finalizzate al sostegno del nucleo familiare come dicevo prima, per tutte le ragioni esposte; in secondo luogo l'attivazione di strategie adeguate per andare a ridurre gradualmente la cronicità di questa patologia.
Abbiamo poi istituito all'articolo 4, "Rete dei servizi regionali per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione" con cui la Giunta regionale andrà a creare una sorta di "livelli differenziati" di presa in carico e di cura del paziente: a) centro esperto regionale (è il primo livello di approccio); b) livello di base: medici di medicina generale e pediatri di libera scelta; c) primo livello: ambulatori e consultori; d) secondo livello: day hospital; e) livello ospedaliero; f) strutture residenziali e semi-residenziali dedicate ai pazienti cronici e non responsivi, con necessità di percorsi di riabilitazione psico nutrizionale e psico-sociale; g) percorsi domiciliari di cura e assistenza.
Come ho anticipato, la famiglia è un contesto di cura, quindi è chiaro che anche le cure domiciliari devono essere ben definite all'interno di questa legge. Sono livelli assolutamente essenziali, perché si tratta di patologie che possono avere diversi livelli d'intensità; di conseguenza, anche il contesto di cura cambia necessariamente (sui contesti di cura non cito l'articolo di riferimento perché, di fatto, l'ho riassunto adesso nell'intervento).
Abbiamo poi stabilito altri aspetti assolutamente importanti. Innanzitutto sempre dal punto di vista dei lavori che dovrà svolgere la Giunta regionale, occorre istituire delle linee guida specifiche all'interno delle quali attivare le misure che ho citato poc'anzi.
La Giunta dovrà poi andare in una direzione ulteriore, che è quella della formazione. Abbiamo scelto, pertanto, di mettere l'accento anche sul ruolo della scuola e delle associazioni sportive ricreative. Perché? Sostanzialmente perché le fasce più colpite sono chiaramente quelle giovanili, che non passano il loro tempo solamente all'interno della scuola, ma anche all'interno di associazioni. E visto che la finalità di questa legge è anche quella di lavorare molto dal punto di vista della prevenzione - onde evitare che si arrivi a un grado ormai cronico e difficile da trattare - bisogna mettere anche le scuole e gli operatori che lavorano all'interno delle associazioni nella condizione di riconoscere precocemente questo disturbo. A tal fine, abbiamo voluto dedicare un articolo specifico proprio alla formazione.
Mi ricollego a quest'articolo anche per menzionare il valore che abbiamo voluto riconoscere a tutte le associazioni del terzo settore che operano nello specifico, nella gestione di questa patologia, supportando, di fatto gli enti e le istituzioni (articolo 9).
Oltre alla Rete dei servizi regionali, abbiamo istituito anche un Osservatorio regionale per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, composto, oltre che dall'Assessore regionale di riferimento alla sanità, da una serie di professionisti, che avranno proprio il compito di proporre delle raccomandazioni specifiche al fine di arrivare a una gestione sempre più appropriata dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione.
Come dicevo prima, è stato un lavoro assolutamente trasversale, di cui tengo ancora a ringraziare i miei colleghi di quest'assise che hanno lavorato fattivamente in questi mesi. So che dovremo fare chiaramente ancora un passaggio per quel che riguarda la norma finanziaria, ma il motivo per il quale siamo arrivati in Aula solamente oggi deriva proprio da questo passaggio formale e tecnico.
Con questa legge, il Piemonte finalmente si dota di una norma moderna della quale vi era necessità, perché, come dicevo all'inizio, questa patologia ha bisogno di essere differenziata con tutta una serie di parametri che abbiamo inserito nella legge, ad esempio, con l'istituzione del Codice Lilla, che non avevo ancora citato. Proponiamo l'istituzione del Codice Lilla all'interno dei pronto soccorso, in modo tale che quando arriva un giovane paziente o non giovane che vive questi disagi, possa essere preso in carico immediatamente dal personale dedicato ed essere curato secondo le cure specifiche. Diamo anche mandato agli ospedali e alle Aziende sanitarie di differenziare i reparti anche solo a livello visivo con delle pareti viola, perché la componente psicologica e di serenità è assolutamente fondamentale per i pazienti che vivono questo tipo di disagio.
Non mi dilungo, Presidente, visto che è stato un lavoro che abbiamo svolto in rete con altri colleghi che interverranno dopo di me, per cui concludo la mia illustrazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Considerato che il relatore di maggioranza Riva Vercellotti chiede intervenire successivamente, do ora la parola al primo relatore di minoranza, Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio, relatore

Grazie, Presidente.
Il lavoro che abbiamo svolto ha messo al centro l'attenzione che ognuno di noi ha esposto con la propria norma. Come Moderati, abbiamo incardinato e proposto per primi questo tema, poi ripreso dal Partito Democratico con il collega Rossi. Infine, ieri sono arrivate le proposte dei colleghi.
Ci è parso opportuno e necessario mettere insieme le quattro proposte cercando di tenere il meglio di quello che innanzitutto ci era stato esposto dalle associazioni, dalle famiglie e da coloro che, purtroppo, con i DNA (disturbi della nutrizione e dell'alimentazione) hanno avuto a che fare, spesso perdendo dei figli oppure, ancora in questa fase, cercando di sostenere il cammino di guarigione. Infatti, una delle cose che è emersa con grande forza è che, se prese in tempo, queste patologie possono trovare una cura e, soprattutto, una guarigione.
I racconti dei ragazzi e delle ragazze che sono usciti da questo percorso sono stati oggettivamente toccanti, ma è emersa con grande chiarezza che era necessaria una riorganizzazione o, comunque, una scelta politica, cioè prendere sul serio questo tema e provare a farlo diventare una norma.
Era uscita una DGR in merito scritta dai nostri Uffici e dalla sanità regionale, ma nonostante questo abbiamo voluto provare a scrivere una legge che includesse e ampliasse il contenuto della DGR. Tutto questo per un motivo: come ha detto la collega Zambaia, abbiamo sottolineato con forza che tra i luoghi di cura necessari per una guarigione di queste persone era fondamentale immaginare anche la domiciliarità, la casa.
Presidente, diventa un po' difficile intervenire in queste condizioni. Se questa è l'attenzione dei colleghi, forse non era l'ora di iniziare la discussione.
Stavo dicendo che era necessario vedere nella domiciliarità e nella casa un luogo di cura, perché dopo la prima fase acuta di queste patologie poi vi sono le comunità e, dopo le comunità, c'è il ritorno a casa.
Abbiamo ascoltato con grande attenzione che cosa ci veniva detto dalle famiglie in relazione all'assistenza al pasto, cioè quel momento in cui i ragazzi e le ragazze tornano a casa e tornano in quel luogo in cui, forse si sono addirittura ammalati. Di conseguenza, il fatto di non lasciare sole e soli loro e i familiari rappresentava oggettivamente una necessità.
Da questo punto - e ringrazio il collega Riva Vercellotti - si è aperto tutto il dibattito e la proposta la facciamo a invarianza, quindi senza risorse, provando a indirizzarle sul riparto nazionale del fondo dedicato a questo tipo di patologie, dove abbiamo trovato le risorse.
Sarà importante che la Giunta e gli Uffici competenti utilizzino al meglio le risorse che sono state ripartite a livello nazionale e le utilizzino lo diciamo con grande chiarezza e magari su questo presenteremo un ordine del giorno quando si potrà votare la norma - soprattutto sul tema della domiciliarità, del sostegno ai territori, alle famiglie e a quel luogo di cura, che è la casa.
Oltre alle definizioni, abbiamo previsto una serie d'interventi in termini d'informazione, di formazione e di sostegno anche ai luoghi dove i ragazzi vivono la loro vita, nei quali può avvenire una diagnosi precoce. È emerso con grande chiarezza che prima ci si rende conto di questa tipologia di disturbo, prima è possibile averne coscienza sia per chi lo vive sia per il nucleo familiare. Questo è un altro aspetto sul quale sarà importante lavorare per approcciare il più velocemente possibile tale patologia.
Certo, c'è un altro dato: abbiamo poche realtà sul territorio che si occupano di questo tema. Su questo vi è una suddivisione inserita nella norma di chi dovrà occuparsi di queste strutture. È una suddivisione che per noi va rafforzata e implementata, perché non possiamo immaginare o tollerare che, in base al luogo in cui un ragazzo o una ragazza vive, potrà avere un servizio di qualità o meno, un servizio complessivo totale o meno.
Da questo derivano i livelli sviluppati all'articolo 4, comma 2, come diceva la collega: il centro esperto regionale, il livello di base (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta), il primo livello (ambulatori e consultori), il secondo livello (day hospital), il livello ospedaliero, strutture residenziali e semi-residenziali dedicate ai pazienti cronici e non responsivi, con necessità di percorsi di riabilitazione psico-nutrizionale e psico-sociale.
Anche su questo sarà importante aprire un ragionamento e una discussione franca, sincera e concreta con il privato sociale per aumentare il numero di luoghi in cui possano nascere comunità di questo tipo, considerato che abbiamo un turismo sanitario enorme. Su questo, bisognerà ragionare e fare attenzione su come dare un'offerta sanitaria e sociale rispetto a un fenomeno i cui numeri sono in espansione. Il COVID ha permesso, purtroppo di valutare fino in fondo i numeri di coloro che vivono questa patologia e sono in aumento.
Fino a questa parte del mio intervento abbiamo discusso di adolescenza, ma sappiamo bene che c'è una cronicità di DNA molto importante anche nelle persone adulte, che non avendo affrontato il tema durante il periodo dell'infanzia o dell'adolescenza, rischiano di convivere, purtroppo con questo tipo di patologia.
Ritengo importante che la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla sia legata al tema della sensibilizzazione e dell'informazione; certo è che questa giornata serve da volano per un'attenzione maggiore su questo tema affinché famiglie, parenti, amici o chi ritiene di avere un caso all'interno del proprio nucleo familiare possano prendere il coraggio per affrontare il problema.
Sul tema della formazione, abbiamo già detto della necessità di avere su questa patologia la formazione anche dei nostri medici. Spesso, discutendo con coloro che abbiamo audito, c'è anche un'innovazione nell'approccio come sempre avviene, riguardo questo genere di patologie, quindi è importante promuovere l'idea di una formazione continua dei nostri medici com'è importante, ad esempio (comma 3, articolo 8), che la Regione promuova forme di collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale, finalizzate all'attivazione di iniziative di formazione sui disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e rivolte al personale docente. Penso che debba essere la comunità a farsi carico di questi ragazzi e queste ragazze che vivono momenti oggettivamente drammatici.
L'articolo 9 sul rapporto con gli enti del terzo settore è assolutamente importante e fondamentale. Spesso gli enti del terzo settore sono tra coloro che sono stati pionieri di battaglie, raggiungendo traguardi grazie alla loro attività d'impulso. In questo caso, sono veramente un'altra parte della risposta ai bisogni. Abbiamo incontrato associazioni che, di fatto rappresentano luoghi in cui le famiglie si aiutano in termini di peer education, sia se purtroppo hanno subito lutti a causa di queste patologie sia se stanno seguendo un percorso comune, sia se, arrivati alla guarigione, aiutano coloro che rientrano in questa condizione.
L'Osservatorio regionale per noi è molto importante, perché ci permetterà di capire fino in fondo come si sta applicando questa norma e come quella progettualità di cui parlavo prima, quella che dobbiamo presentare in fretta e lo dico politicamente. Mi auguro che la maggioranza e la Giunta siano in grado di scrivere il progetto, affinché quelle risorse non siano perse. Ci siamo detti che 1.800.000 euro devono essere utilizzati il più possibile sulla domiciliarità e sarebbe gravissimo - ripeto, gravissimo se la Giunta non fosse in grado di scrivere quella progettualità che, di fatto, abbiamo costruito con il lavoro di tutti questi mesi.
È importante la presenza di tutti coloro che saranno all'interno dell'Osservatorio regionale e mi piace vedere che siamo riusciti a mantenere i rappresentanti delle associazioni dei familiari, perché come sempre, quando si parla di malattie o quando si parla, come abbiamo visto altre volte, di disabilità (non è questo il caso), vale sempre uno dei motti dei movimenti legati alla disabilità: "Niente su di noi senza di noi". Il fatto che ci siano le famiglie all'interno di quest'Osservatorio è fondamentale.
Le disposizioni attuative le valuteremo successivamente.
Sulla causa valutativa, per noi è stato molto importante inserirla all'interno di un monitoraggio e che l'attività sia fatta in tutti i presidi che abbiamo elencato, ma soprattutto che ci sia un'attenzione massima su come queste risorse diventeranno un sostegno, un aiuto sul territorio e, soprattutto, per le famiglie appunto come casa, come luogo di cura, ove è possibile, evidentemente, perché non può esserci neanche l'ideologia del "sostegno al pazzo" se in casa ci sono i problemi da cui è nata la patologia.
Il fatto di non lasciare sole le famiglie è fondamentale, perché lo sappiamo bene: se salta la famiglia per il rischio di burnout da parte dei familiari che non riescono a capire le ragioni e i motivi, spesso si sentono a loro volta in colpa per quello che sta vivendo il proprio figlio o la propria figlia. Dicevo, se saltano le famiglie, diventa un problema enorme da gestire, perché da una patologia si rischia di averne molte altre.
In conclusione, Presidente, sono oggettivamente contento, perché questa è la prima legge che ho contribuito a scrivere, la prima legge che ho presentato. Il fatto che questa legge abbia avuto un percorso comune significa che, almeno su questo documento, abbiamo voluto mettere da parte ogni tipo di personalismo e abbiamo costruito un'ottima legge. Se penso alle altre leggi dalle quali siamo partiti per immaginare la legge sui DNA forse, in questo momento, questa è la legge più avanzata a livello italiano, perché tiene conto di tutti gli aspetti e, soprattutto, ha un approccio totale rispetto alla persona che vive la condizione di malato di DNA.
Secondo me, l'idea di seguirla con attenzione, approvare in fretta i regolamenti attuativi, valutare bene lo sviluppo e usare bene le risorse che si sommeranno alle risorse che già Regione Piemonte mette in tema di politiche sanitarie sui disturbi della nutrizione e dell'alimentazione sarebbe bello, alla fine di questa legislatura, vedere come tutto questo lavoro svolto insieme abbia portato a risultati significativi, giudicati da chi questa condizione la vive, dalle associazioni e magari - perché no? anche dal personale sanitario, che mi auguro abbia trovato nelle nostre indicazioni un aiuto, un conforto e un'attenzione.



PRESIDENTE

Grazie.
Relatore di maggioranza è anche il Consigliere Riva Vercellotti, che ha facoltà di intervenire; prego.



RIVA VERCELLOTTI Carlo, relatore

Grazie, Presidente.
Sono particolarmente felice e orgoglioso del percorso e del risultato finora intrapreso nella stesura della prima norma della nostra Regione su un tema così delicato e attuale come quello relativo ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione.
Sono contento non soltanto del confronto e della condivisione avvenuta in Commissione, ma lo sono altresì per due aspetti importanti. Il primo è la potenza del messaggio che viene dato, perché per la prima volta la Regione definisce una cornice legislativa che inquadra il problema ed espone le linee, la visione per la prevenzione e il contrasto dei disturbi di nutrizione; in secondo luogo, perché, e mi lego alle parole che diceva il collega Magliano poc'anzi, si tratta anche, a mio avviso, di quello che non ho difficoltà a definire il miglior testo legislativo sulla materia oggi in Italia.
È vero che la Lombardia ha presentato una buona legge nel recente passato ma è altrettanto vero che noi siamo partiti dallo studio e dal confronto non soltanto con tutte le leggi regionali in vigore e non soltanto con tutti i piani diagnostici e terapeutici di tante Regioni d'Italia, non soltanto dalle linee guida ministeriali, ma anche dall'ascolto del mondo sanitario e associativo. Abbiamo collocato la legge nel contesto piemontese, abbiamo creato una legge su misura alle esigenze e alle necessità piemontesi.
Noi piemontesi siamo abituati a essere sobri e a non esaltarci anche quando otteniamo grandi risultati, ma attenzione, qui non si tratta di autocelebrarsi, ma oggettivamente di spiegare alla nostra regione e all'Italia che il Piemonte, quando vuole, sa essere unito, sa legiferare con chiarezza e con decisione, sa legiferare bene: perché una cosa è scrivere una legge, un'altra è scrivere una buona legge e questa è un'ottima legge nella forma e nella sostanza.
Lo scorso autunno avevo depositato la proposta di legge con il medesimo titolo di quella che andiamo a discutere oggi, alla luce del fatto che, pur apprezzabili, le prime risposte date in questi anni non si sono comunque rilevate sufficienti ed efficaci. Questo per l'elevata mobilità passiva verso le altre Regioni, le lunghe liste d'attesa, la mancanza di un centro regionale e le criticità poste delle associazioni delle famiglie ascoltate in questa legislatura, famiglie che non possono e non devono sentirsi sole.
È noto, infatti, che la bulimia e l'anoressia sono ormai problemi strutturali per centinaia e centinaia di famiglie piemontesi. A ciò va aggiunto l'effetto pandemia. Negli anni parliamo di un incremento del 30% a livello nazionale, un trend aggravato dal periodo pandemico, che ha provocato non solo una crescita esponenziale delle richieste di cura, ma ha anticipato l'età dell'inizio dei disturbi, coinvolgendo, ora, bambini e preadolescenti.
L'emergenza COVID, non solo ha visto l'aumento dei casi, ma ha messo in difficoltà il sistema sanitario, drenando risorse personali verso l'emergenza stessa. Ecco perché abbiamo ritenuto fondamentale dare centralità a questo problema, che riguarda soprattutto l'età evolutiva.
Sono poi molto contento dell'impegno del nostro Gruppo. Già l'estate scorsa avevamo incontrato il mondo associativo e raccolto le idee e le proposte.
Ancora recentemente, grazie all'interrogazione del parlamentare di Fratelli d'Italia, Onorevole Delmastro, abbiamo interrogato il Governo per velocizzare il riparto delle risorse incagliate in Conferenza Stato Regioni. Bisognava dare il parere entro gennaio e sono arrivati a darlo alla fine del mese di giugno, quindi poche settimane fa: nonostante questo ritardo sono contento per il lavoro, fatto da tutti, su questo testo che si compone di 14 articoli.
Ci tengo a citarne alcuni.
L'articolo 1 non posso non richiamarlo, perché raccoglie le finalità: informare, sensibilizzare, formare, prevenire e riconoscere. A nostro parere, questi sono i punti chiave della norma, che pone un'attenzione particolare all'età evolutiva. La centralità è proprio per migliorare i servizi: una cornice legislativa che metta in evidenza l'importanza di armonizzare i servizi in tutto il Piemonte; l'omogeneità di trattamento e la definizione di protocolli e requisiti strutturali e organizzativi attraverso standard minimi, applicati in ogni angolo del Piemonte. Non possiamo pensare che ci siano persone malate di serie A e di serie B in base al luogo in cui abitano.
Ciò si lega al principio di prossimità, sempre richiamando l'articolo 1 come anche l'importanza dell'umanizzazione e dell'integrazione socio sanitaria come principi di riferimento.
L'articolo 3 contiene molti contenuti della norma che necessitano di risorse che andranno stanziate, mentre l'articolo 5 si esplica nell'attivazione di iniziative funzionali e il riconoscimento della presa in carico di soggetti affetti da disturbi della nutrizione.
L'articolo 6 riprende la necessità di promuovere l'attivazione di nuove strutture e contesti di cure dedicati, promuovendo la domiciliarità e la riduzione delle liste d'attesa, che rappresentano oggi un grosso problema che spinge alla mobilità fuori regione.
L'articolo 6, a nostro avviso, è un altro punto centrale, perché mette in luce la necessità di contesti di cura dedicati. Userei anche il termine "strutture" (ne parlerò con i colleghi, eventualmente presentando un emendamento) perché serve proprio, in base alle richieste pervenute dai familiari, la necessità di definire dei percorsi riservati di specificità l'esigenza sentita di staccare, percettivamente, le strutture e i contesti di cura dalla psichiatria, senza lasciarli nello stesso ambiente condiviso.
L'articolo 7 riguarda l'informazione e la sensibilizzazione anche mediante la cooperazione e il coinvolgimento delle famiglie e delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Informazione e sensibilizzazione possono attuarsi anche con progetti di educazione alimentare da proporre e promuovere, sempre d'intesa con e nelle istituzioni scolastiche immaginando anche la collaborazione di altri soggetti sul territorio, dai Comuni, ai consorzi socio-assistenziali e alle Province con i Nodi antidiscriminazione.
L'articolo 8, a mio avviso ugualmente centrale, parla di formazione. Prima di ogni altro intervento - ripeto, prima di ogni altro intervento - occorre formare e aggiornare il personale, arrivando anche ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, oltre che al mondo scolastico.
Arrivo rapidamente alla conclusione con l'articolo 9, che riguarda l'attenzione al mondo associativo, e l'articolo 10 sull'Osservatorio regionale. Importante è il fatto che all'Osservatorio sia demandato, tra gli altri, un compito nel proporre raccomandazioni e revisionare le linee guida adottate dalla Giunta. È un tema certamente molto importante, come l'articolo 11 sulle disposizioni attuative.
L'articolo 12 riguarda il controllo dell'attuazione della legge e, infine la norma finanziaria, di cui i colleghi hanno parlato poc'anzi, che meriterà una modifica emendativa all'interno dalla I Commissione.
Concludo, vista l'ampia condivisione in Commissione alla proposta, con l'auspicio che si possa velocizzare l'iter in Consiglio, ringraziando ancora i colleghi per il clima collaborativo e proattivo che ha portato alla scrittura di quest'ottimo testo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Rossi, secondo relatore di minoranza.



ROSSI Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Ringrazio anch'io, prima di tutto, i colleghi, in particolare il collega Magliano, per aver presentato per primo questa proposta di legge. Siamo contenti che le iniziative delle opposizioni (la n. 148 di Magliano e la n.
149 a mia prima firma) abbiano visto l'attivazione in positivo dei colleghi Riva Vercellotti e Zambaia, che ringrazio davvero, perché in quest'ultimo anno abbiamo lavorato in maniera proficua, mettendo al centro i problemi delle famiglie e dei cittadini piemontesi.
Sono contento, anche se immagino che la Giunta stesse lavorando in maniera autonoma sul tema, che in qualche mese sia riuscita a vedere la luce una DGR importante su questi temi. Sicuramente ci sono cicli virtuosi che mettono in moto energie positive, ma sicuramente quello che è stato fatto con la presentazione di questa proposta di legge ha fatto in modo che tutto il sistema della Regione Piemonte si attivasse per dare risposte migliori e più efficaci ai cittadini.
È stato detto molto sulla legge, quindi, Presidente, non entrerò nel merito dell'articolato, perché molto è stato detto, se non su una questione. Mi riferisco al fatto che, rispetto a quanto già in questo momento è previsto dalla DGR della Giunta e anche dalla prassi che in questa Regione c'è per la risposta ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, la legge tra le tante cose che hanno già detto i colleghi, vuole mettere al centro e vuole dare più forza al percorso post acuto, alla presa in carico del momento dopo le acuzie. Succede troppo spesso - questa è la denuncia che ci viene fatta dai familiari - che, una volta curato il momento acuto, le persone, una volta tornate a casa, non vengono seguite adeguatamente quindi questo fa sì che ci siano molte recidive. Questo vanifica anche l'intervento del sistema sanitario sul lato delle acuzie.
Mi permetto di dare solo qualche numero, ma sarò velocissimo. Solamente pochi mesi fa è uscito uno studio pubblicato sull'International Journal of Eating Disorders, che fa la sintesi di 53 ricerche condotte sul tema.
Ricerche che hanno coinvolto circa 36 mila pazienti, con un'età media di 24 anni, di cui oltre il 90% donne. Possiamo attestare, purtroppo, che durante il periodo del COVID c'è stato un aumento del fenomeno del 36%, un aumento dei sintomi dei disturbi dell'alimentazione e della nutrizione con un boom di ricoveri aumentati del 48%per questo fenomeno.
È chiaro, come ci dicono i professionisti, che questi sintomi sono la punta di un iceberg, di una fragilità psico-emotiva che è rimasta sommersa e che durante la pandemia è emersa: sentimenti di forte solitudine, abbandono allontanamento dal contesto reale, peggioramento dell'umore, idee suicidarie, atti di autolesionismo con anche maggiori accessi al pronto soccorso. Come ha giustamente denunciato la Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, potremmo definirla una fame di cibo e dell'anima un male del fisico e della mente. È chiaro che anche il Piemonte, in un contesto nazionale che ha visto molte Regioni legiferare in quest'ambito deve fare la sua parte, sta già facendo molto, ma da quello che abbiamo potuto ascoltare sia dai professionisti sia dalle famiglie, possiamo e dobbiamo fare di più.
Adesso cogliamo anche l'opportunità di questi fondi che il Governo ha stanziato, perché abbiamo visto che uno dei motivi per cui la legge non era stata approvata fino a questo momento in Regione era per la difficoltà della Regione di finanziarla con fondi propri. Prendiamo, quindi, come una buonissima notizia l'arrivo di questi fondi governativi, così possiamo mettere in campo un sistema che sia in grado di dare risposte maggiori rispetto a quelle che ha dato fino adesso (al netto che in molti casi quelle che ha dato sono state di aiuto a tantissime famiglie e cittadini) ma ci auguriamo, nei prossimi due anni, di essere in grado, anche come Regione, di rendere strutturale questo tipo di sostegno aggiuntivo che oggi andiamo ad approvare.
Chiudo ringraziando ancora una volta i colleghi e gli Uffici che ci hanno supportato nella stesura di questo testo unificato, che è la prova che quando si lavora mettendo al centro i bisogni dei cittadini, si trovano delle soluzioni, al di là delle polemiche di parte. Mi auguro, ed è molto importante, che questa legge regionale sia approvata entro la chiusura estiva, anche perché l'accordo Stato-Regioni che sancisce la divisione delle risorse intima alle Regioni il fatto che esse devono presentare un progetto operativo entro 60 giorni dall'accordo stesso. Accordo che è già stato siglato nelle settimane scorse.
Pertanto, è importante, anche per non vanificare il lavoro delle Commissioni e delle forze politiche che in questi mesi hanno lavorato, fare in modo che questi fondi e quest'atto di programmazione siano fatti a vigore di legge e non in assenza di legge. Questo per valorizzare anche il lavoro importante che ha fatto quest'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Martinetti, che interviene in qualità di relatore di minoranza.



MARTINETTI Ivano, relatore

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi per le parole che ho sentito e per il lavoro che ho avuto la fortuna di fare insieme con loro.
Sappiamo che comunemente si è soliti usare l'espressione "nulla è come appare" e mai come in questo caso, parlando di questa patologia, le cose lo sono ancora di meno. Ad esempio, non è scontato il fatto di avere a disposizione del cibo con il quale nutrirsi e anche quando chi è fortunato lo ha, non è certo scontato che nutrirsi tutti i giorni con una quantità di cibo definito normale a orari regolari sia qualcosa di ovvio, qualcosa di automatico, qualcosa di scontato, qualcosa di piacevole.
Spesso anche tra di noi, per trovare un momento conviviale, andiamo a mangiare qualcosa perché è un momento di gioia, è un momento che vogliamo condividere con qualcuno. Quando una persona non sta bene con sé stessa anche le azioni più automatiche, naturali e spontanee vengono meno. Succede qualcosa prima di iniziare a mangiare in modo irregolare o si smette di farlo, oppure si mangia prendendo troppo peso oppure addirittura perdendo peso. Tutto ciò ha a che fare con la salute mentale perché, oltre ai danni fisici che i disturbi del comportamento alimentare portano, vi sono anche forti impatti sulla psiche, collegati principalmente a depressione e ansie.
Va anche ricordato che le patologie mentali rientrano tra quelle patologie che hanno il più alto indice di mortalità. Ecco quindi che è un dovere ribadire quanto i disturbi del comportamento alimentare siano qualcosa di molto serio, che va affrontato con le giuste cautele.
Sappiamo che esiste una serie di comportamenti del disturbo alimentare.
Alcuni casi come l'anoressia nervosa, la bulimia e l'obesità hanno già una definizione riconoscibile a livello universale, ma molte altre patologie altrettanto letali stanno ancora emergendo e sono poco conosciute.
Non sta sicuramente a me o a noi elencare quelle che sono le varie caratteristiche, ma sta a noi invece prevedere i migliori servizi di prevenzione, i migliori servizi di diagnosi, di assistenza e di cura, non solo "pre", ma anche "post". Lo sottolineo, perché è soprattutto il "post" a preoccupare le famiglie, com'è emerso durante i lavori che abbiamo portato avanti, ed è un aspetto su cui dobbiamo assolutamente lavorare.
Le fasi iniziali di verifica di questo fenomeno sono cruciali, perch nessuno è in grado di ammettere di star male; d'altra parte, però, non sempre si trova l'attenzione dovuta per le cure e per la comprensione.
Anzi, spesso ci si scontra con quelle che sono le solite frasi fatte. Non aiutano nemmeno i contesti sociali, quei contesti che continuano a dare suggerimenti su come si dovrebbe essere fisicamente.
Superata questa fase iniziale, si arriva poi al punto in cui il disagio mentale diventa evidente, è sotto gli occhi di tutti, per via del cambio della forma fisica. A questo punto, ci si aspetta comprensione dagli altri una presa in carico, qualcuno che ci aiuti a sconfiggere questa patologia.
Invece, troppo spesso sembra che aumentino le barriere interpersonali questa volta sotto forma di stereotipi, che sono difficili da abbattere. In questa fase, si vede il problema e non la persona, mettendo ancora di più nell'ombra la sua angoscia, la sua paura, il suo disagio psicologico.
I disturbi del comportamento alimentare non solo sono gravi, sono anche molto comuni. In questo percorso abbiamo consultato parecchi testi e da alcune ricerche su studi americani e tedeschi emerge che durante il 2019 circa 13 milioni di persone nel mondo sono state diagnosticate in condizioni critiche di anoressia nervosa e bulimia nervosa. L'Europa occidentale registra uno 0,8% nella fascia tra i 15 e i 49 anni; in questa stessa fascia di età è stato stimato che in Italia a soffrire di questi disturbi è esattamente il doppio: l'1.6% delle donne e lo 0.4% degli uomini. Appare anche difficile associare i disturbi alimentari al numero preciso di decessi, in quanto in queste condizioni particolari subentrano altre patologie che vanno a complicare il quadro clinico delle persone, con un tasso molto alto di morti per suicidio.
Se guardiamo all'aspetto della salute mentale, ammettere di soffrire per un disagio psicologico di qualunque tipo rimane molto complesso, e i motivi per cui si ha paura di uscire allo scoperto sono diversi e cambiano da persona a persona. Ma alla base vi è la paura del giudizio altrui, la vergogna per non riuscire a trovare da solo una via d'uscita, la stessa sottovalutazione del problema. Ecco perché è importante che anche noi, come istituzione, si faccia la nostra parte, abbattendo il muro del silenzio.
Prendere questi temi sul serio significa affiancare queste persone in una lotta che non si può vincere senza strumenti validi a disposizione. E noi questi strumenti, se abbiamo la volontà politica, possiamo metterli a disposizione del singolo e anche della collettività.
Ricordiamo che queste patologie non hanno ricadute solo sul singolo individuo, ma anche sulle loro famiglie - abbiamo parlato a lungo di questo documento - che si trovano catapultate in un mondo che non conoscono e che troppo spesso fanno fatica ad affrontare, anche perché non hanno gli strumenti per farlo. Questo dato è stato evidenziato ancor di più durante la pandemia, quando i ragazzi erano chiusi nelle loro case che facevano fatica a trovare dei punti di riferimento.
Dobbiamo essere capaci di non tenere tutte le sofferenze e la solitudine al nostro interno, ma è necessario che vi sia una vera e propria condivisione delle nostre storie di vita. Dobbiamo parlare dei disturbi alimentari: per qualcuno può essere un qualcosa di sofferente, ma è necessario per aiutarsi, perché dobbiamo comprendere anche quello che è il lato umano di questa esperienza, che è veramente drammatica.
Oltre a ciò, bisogna restituire, per dimensione e complessità, un discorso che altrimenti andrebbe avanti basandosi esclusivamente su immagini trite e ritrite, abusate. Per questo motivo, è così prezioso per chi soffre o ha sofferto di disturbi alimentari, per evitare che questa discussione si fossilizzi in definizioni di "indici di massa corporea" così lontani da quello che è il lato umano e da quella che è la sofferenza umana di chi prova queste esperienze.
Per queste ragioni, abbiamo da subito voluto che ci fosse su questo tema una sinergia tra le varie e diverse forze politiche, affinché si arrivasse alla produzione di un testo che, se non è perfetto, sarà sicuramente il migliore possibile che in questo Consiglio avevamo il dovere di redigere.
Quando parliamo di salute, non esiste solo il colore politico. Ci muoviamo in uno spazio delicato e strettamente correlato al diritto alla vita: è per questo che dobbiamo agire pensando di riuscire nell'impresa di garantire le migliori condizioni di salute alle persone che cadono in questo tunnel. Sosteniamo quindi la necessità di agire ispirandoci ai principi di umanizzazione, prossimità e integrazione sanitaria e socio sanitaria, secondo un modello multidisciplinare integrato; la necessità di creare strutture ad hoc, con un occhio di riguardo ai minori, e di sostenere quelle che già attualmente hanno progetti in questa direzione e la necessità di implementare su tutta la Regione l'adozione di posti letto il regime ospedaliero, oltre alla necessità di affrontare queste patologie a trecentosessanta gradi.
Troppo spesso si fa riferimento alla psichiatria, quando, invece, è necessario un confronto più ampio anche con psicologi, psicoterapeuti dietologi, dietisti e tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi in questo settore.
Ringrazio ancora tutti i colleghi per lavoro svolto.
Grazie per l'attenzione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
Avendo terminato le relazioni introduttive di maggioranza e di minoranza, sospenderei qui i lavori dell'Aula. Nel corso della prossima seduta, che calendarizzeremo domani in Conferenza dei Capigruppo, apriremo la discussione generale sul provvedimento.
Auguro a tutti una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.04)



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