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Dettaglio seduta n.197 del 05/07/22 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(Alle ore 10.01 il Presidente Allasia comunica che i lavori inizieranno alle ore 10.32 per mancanza del numero legale)



(La seduta inizia alle ore 10.38)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che sono in congedo Carosso, Chiorino, Cirio, Dago, Icardi, Leone Marin, Mosca e Ricca.
Il numero legale, pertanto, è 22.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
La parola al Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Chiediamo l'inserimento di un ordine del giorno e chiediamo, motivando questa richiesta specifica, di votarlo entro la giornata.
L'ordine del giorno ha per oggetto "Torino sede della nuova Autorità dell'Unione Europea per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo (AMLA)" e arriva dopo un articolo dei giorni scorsi in cui l'ex Procuratore Giancarlo Caselli annunciava che chiedeva che Torino fosse candidata in maniera ufficiale e formale per ottenere la nuova sede dell'Unione Europea dell'Autorità alla lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.
Presidente, chiediamo di votarlo entro oggi, perché proprio questa mattina il Presidente Cirio ha condiviso quella richiesta da parte dell'ex Procuratore Giancarlo Caselli, dicendo che andrà oggi a Strasburgo e che tra le riunioni cui parteciperà metterà le basi per questa iniziativa.
Sarebbe opportuno - lo dico in particolare alla maggioranza, ma anche a tutto il Consiglio - che quest'atto fosse votato oggi per dare forza al Presidente nella contemporaneità degli eventi e, quindi, per dare maggiore sostegno a quella richiesta.
Presenterò le motivazioni specifiche quando - spero - potrò presentare l'ordine del giorno in oggetto.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere un'informativa alla Giunta in merito allo stato e alla condizione dei nostri ghiacciai. Questo lo diciamo perché, a seguito del disastro avvenuto sulla Marmolada, dove si stanno ancora cercando i dispersi e a seguito di una serie di dichiarazioni di autorevoli esponenti delle professioni che si occupano del monitoraggio dei nostri ghiacciai appare evidente che anche la nostra Regione rischia eventi di questo tipo.
A mio giudizio, sarebbe importante che l'Assessore competente potesse riferire in Aula su quali sono le misure che possiamo mettere in campo quali sono le attenzioni da porre in questa fase (soprattutto in una fase in cui in montagna spesso vanno anche coloro che non sono preparati ad affrontare certe sfide che la montagna pone a coloro che vi si approcciano), affinché si possa capire se in questo momento valga la pena alla luce del clima e alla luce delle elevate temperature che rischiano di creare distacchi, se e quali misure mettere in campo per interdire l'accesso alla montagna in alcune ore del giorno e in alcuni percorsi che forse, rischiano di avere le stesse conseguenza della Marmolada.
Pertanto, oltre a un doveroso ricordo delle vittime di questa tragedia che penso, Presidente, anche lei condivida, perché sono vite che sono state spezzate, sarebbe importante un'informativa da parte l'Assessore competente per capire e immaginare quali misure prendere, proprio perché un fatto del genere non capiti sui nostri ghiacciai e sulle nostre montagne.
Lo chiediamo con forza, perché ciò che è accaduto possa esserci d'insegnamento e permetterci di prendere le giuste contromisure.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
Per conto dei colleghi, il Vicepresidente Carosso e la collega Vittoria Poggio, chiedo l'anticipazione dei punti all'o.d.g. n. 7) e n. 8). Sono delle deliberazioni di Consiglio, rispettivamente la creazione di un nuovo Comune e, al punto 8), il Programma triennale della cultura, chiedendo di anticiparli al primo punto utile, quindi immagino dopo le proposte di legge.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Cane.



CANE Andrea

Grazie, Presidente.
Volevo fare un appunto, magari ridondante (mi ricollego alla richiesta di Sarno): se sarà ripresa oggi la trattazione degli ordini del giorno, com'è anche indicato nell'o.d.g., chiedo che, come primo punto della fase degli ordini del giorno, ci sia il proseguimento del n. 694, ovvero "Stipula di un protocollo di Intesa tra Regione Piemonte e l'Unione degli Istriani" che è fermo da gennaio.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ruzzola.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Anche noi abbiamo depositato (credo che stia arrivando agli Uffici) un ordine del giorno a sostegno di Torino quale sede europea dell'Autorità contro il riciclaggio. Speriamo che questo avvenga.
Chiediamo di discutere l'ordine del giorno testé illustrato dal collega Sarno e che, allo stesso tempo, sia discusso anche il nostro.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Disabato.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere un'informativa dell'Assessore Icardi sulla situazione pandemica nella nostra regione.
Il Piemonte si sta comportando come se nulla stesse succedendo in questi giorni; in realtà, ci troviamo in una fase epidemica acuta con un'incidenza e un aumento del tasso di occupazione dei posti letto, soprattutto in area medica, negli ospedali.
Tutto questo contestualmente alla chiusura delle USCA, le strutture che si sono occupate di evitare il collasso dei pronto soccorso, proprio nella fase di picco dell'emergenza. Questo è quanto è avvenuto su tutto il territorio nazionale, ma c'è da dire che alcune Regioni hanno preso dei provvedimenti onde evitare che si potesse ripetere l'emergenza, che non è quella del tasso di occupazione dei posti letto, ma quella della saturazione dei pronto soccorso, che sono già al collasso per altre ragioni, dovute alla carenza del personale e alla mancata riassunzione degli infermieri assunti per affrontare il COVID. Le USCA sarebbero state molto utili per evitare quel collasso che, invece, in questo momento si sta risvegliando nei pronto soccorso, come denunciato da parte di tutti i sindacati e le associazioni mediche.
Chiedo l'informativa dell'Assessore Icardi per capire qual è la situazione interna agli ospedali, qual è la situazione del personale all'interno dei pronto soccorso e come s'intenda gestire la questione a livello territoriale.
Ricordo che molte Regioni si sono attrezzate per prorogare praticamente le USCA sui territori regionali. Penso alla Sardegna, all'Emilia-Romagna e all'Umbria, ad esempio, che hanno adottato provvedimenti straordinari mettendo anche delle risorse per dotare il territorio di quel filtro che potrebbe evitare il collasso degli ospedali che si rivelerebbe, in un momento come questo, un'emergenza nell'emergenza, anche alla luce delle liste d'attesa, che continuano a essere chilometriche.
Ecco perché vogliamo sapere quali sono le soluzioni che intende adottare l'Assessore per porre rimedio a tutte queste carenze e a tutte queste criticità che ormai sono, nella nostra regione, endemiche.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stecco; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
A nome del Gruppo, su indicazione del mio Capogruppo, richiedo la possibilità di portare, tra i primi punti all'o.d.g. e discuterlo oggi, il punto 9), la mozione n. 839, avente a oggetto "Indagine su disagio psicologico post COVID e rischio suicidario nella popolazione con particolare riguardo a minori, soggetti fragili, persone esposte professionalmente".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Chiedo di inserire, al punto 13) dell'o.d.g., l'ordine del giorno "Nuova legge sulla cittadinanza e approvazione dello ius scholae".



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Grimaldi: l'ha depositato l'ordine del giorno?



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Se l'ha inviato un minuto fa, è un altro conto.
Sì, sì, è arrivato. È un inserimento.



GRIMALDI Marco

Vuole che lo motivi?



PRESIDENTE

No, no, è un inserimento.



GRIMALDI Marco

Vi ho voluto far risparmiare tempo; se vuole glielo spiego.



PRESIDENTE

No, no, è un inserimento del punto.



GRIMALDI Marco

Del punto 13).



PRESIDENTE

L'inserimento è a calce.
Ci sono altre richieste d'intervento?



GRIMALDI Marco

Sì, ma, come hanno fatto i colleghi, si può richiedere. Giusto?



PRESIDENTE

Gli ordini del giorno devono essere inseriti...



GRIMALDI Marco

Se vuole, e se non ci sono persone contrarie, viene inserito; se invece si chiede di metterlo al punto 13), si può anche votare. Decidete voi.



PRESIDENTE

Va bene, grazie.
Vi sono altre richieste di modifica all'o.d.g.? Ricapitolando, abbiamo due richieste d'informativa alla Giunta: una, del Consigliere Magliano, relativamente ai ghiacciai in Piemonte; l'altra della Consigliera Disabato all'Assessore Icardi, sulle USCA per l'emergenza pandemica COVID.
La Giunta è presente; se non intende intervenire, le lasciamo agli atti e sollecitiamo la Giunta sulle richieste d'informative presentate dai colleghi Magliano e Disabato.
Relativamente alle inversioni, ce ne sono due: una, dell'Assessore Marrone dei punti 7) e 8); l'altra è del Consigliere Stecco sul punto 9), la mozione n. 839.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, o mi venite in aiuto o è difficile, perché attualmente ci sono tre proposte di legge, il disegno di legge della Giunta sui trasporti, che a questo punto slitta, poi i punti 7), 8) e 9), che eventualmente si potrebbero discutere prima.
Chiedo ai Presidenti di Gruppo come vogliono muoversi: la richiesta è che i punti 7), 8) e 9) siano spostati, però ci sono tre proposte di legge ai punti 3), 4) e 5) dell'attuale o.d.g.) e un disegno di legge. Se visionate l'attuale o.d.g. avete più chiarezza di cosa si è chiesto, in modo da dare un aiuto alla Presidenza, altrimenti la Presidenza fa altro e decide autonomamente.
Indubbiamente, il disegno di legge n. 198 in materia di trasporti slitta a seguito della mozione n. 839, ma ci sono i punti 7), 8) e 9), che a questo punto vengono discussi prima delle proposte.
Vi sono contrarietà su queste richieste? GALLO Raffaele (fuori microfono) Può fare una sintesi?



PRESIDENTE

Facendo la sintesi, oltre alle richieste d'informativa, l'ordine del giorno n. 851 viene inserito, insieme con quello richiesto dal Consigliere Ruzzola, come primo punto all'o.d.g. dopo le mozioni, i disegni di legge e le deliberazioni, insieme all'ordine del giorno n. 853 del Consigliere Grimaldi, inserito al punto 13).
Oltre a queste richieste, i punti 7) e 8) richiesti dall'Assessore Marrone e il punto 9), relativo alla mozione sull'indagine del disagio psicologico sono trattati prima delle proposte di legge, quindi prima del punto 3).
Chiedo se siete tutti d'accordo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni e alle inversioni di punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

I punti 7), 8) e 9), quindi, saranno trattati prima del punto 3).
Vi ricordo che è consentita una proposta di modifica per Gruppo.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 10, 17 e 24 maggio 2022.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Carosso, Chiorino, Cirio, Dago, Icardi Leone, Marin, Mosca e Ricca.


Argomento:

b) Richiesta dichiarazione d'urgenza


PRESIDENTE

Ricordo che la Giunta regionale ha trasmesso il disegno di legge "Modifiche alla legge regionale 29 ottobre 2020, n. 26 - Assegnazione delle grandi derivazioni a uso idroelettrico".
Ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale ne è stata dichiarata l'urgenza.
Rammento che la dichiarazione d'urgenza comporta la riduzione di tutti i termini alla metà, nonché per le leggi l'autorizzazione alla Commissione di riferire oralmente.
Nell'adunanza consiliare del 28 giugno scorso, ai sensi dell'articolo 83 comma 2 del Regolamento interno del Consiglio regionale, si è provveduto a porre in votazione la richiesta e la votazione è stata dichiarata non valida per mancanza del numero legale.
Al termine della seduta odierna provvederò, pertanto, a rimettere in votazione la richiesta di urgenza.



PRESIDENTE

Vi sono richieste d'intervento sulle comunicazioni? Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Valle, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
La ringrazio per la parola, ma prima di iniziare rilevo che ci sono alcuni Consiglieri e Assessori che stanno dimenticando di indossare la mascherina.
Non so se è un'opzione.



(Commenti del Consigliere Gallo)



VALLE Daniele

Quella è una prassi, Consigliere Gallo: nessuna parte del Regolamento mi obbliga a spostarmi e visto che le prassi ce le dimentichiamo quando vogliamo, io preferisco intervenire da questi banchi.
Nella giornata di oggi dovevano svolgersi questa mattina le interrogazioni e oggi pomeriggio i question time. Mi è stato negato un question time perché - ho ricostruito in maniera informale - ne sarebbero mancate le ragioni d'urgenza.
Vorrei argomentare nel metodo e nel merito. Nel metodo, dico che sarebbe buona creanza avvisare e spiegare le ragioni del diniego, almeno informalmente; ma poi rilevo che per prassi - ce lo siamo già detti in quest'Aula - proprio perché la Giunta va molto a rilento nella risposta alle interpellanze, sul requisito dell'urgenza e dell'ammissibilità dei question time si è sempre usata una manica un po' più larga.
Faccio un esempio: sto ancora aspettando delle risposte a interrogazioni rivolte all'Assessore Icardi nel 2020. Ce n'era una, come ho visto l'altro giorno, che riguardava l'apertura di un reparto straordinario al San Luigi durante l'emergenza COVID (non so se vi ricordate: quando lo avevano allestito dentro la cappella, chiedevo con quali medici) che poi non è mai stato aperto, perché anche quello serviva soltanto per fare delle foto.
Sono passati due anni.
Nel merito, l'urgenza sta nel fatto che l'Assessore Gabusi, sul tema del mio question time, ha rilasciato dichiarazioni palesemente contrastanti con le stesse che aveva rilasciato in quest'Aula pochi giorni prima. In Aula aveva detto che avrebbe aperto il passante della Torino-Ceres nel 2023 mentre in pubblico, in conferenza stampa, all'inaugurazione del cantiere ha detto 2024.
L'esigenza di fare chiarezza mi sembrava palese. Se non c'è l'urgenza di un question time sulle dichiarazioni pubbliche di un membro della Giunta, non so su che cos'altro ci possa essere! A questo proposito, Presidente, oltre ovviamente a lamentarmi, chiedo che sul punto si possa poi esprimere l'Ufficio di Presidenza ai sensi dell'articolo 3 ("Statuto delle opposizioni") previsto nel Regolamento del Consiglio, che recita: "Qualora un Gruppo o un Consigliere di opposizione ritiene che sia impedito il pieno esercizio di un suo diritto" - in particolare rispetto all'esame di provvedimenti e trattazione del sindacato ispettivo - "è suo diritto sottoporre la questione all'Ufficio di Presidenza che decide all'unanimità entro dieci giorni o al Consiglio che decide a maggioranza assoluta dei suoi componenti".
Lo facciamo, non ho dubbi su come andrà la discussione in Ufficio di Presidenza, altrimenti non ci troveremmo in questa situazione e non ne discuteremmo di nuovo in'Aula. Il risultato qual è? È che per risparmiare due minuti di question time - forse neanche perché, come il Consigliere Segretario Gavazza ne è testimone, la metà delle volte io neanche le illustro - dovremmo discutere tutta la mattinata del prossimo Consiglio con quali criteri o meno ammettere i question time in Aula. Abbiamo forse risparmiato due minuti, oggi, per perdere tre ore la prossima volta con scorno, immagino, dell'Assessore Tronzano, che aveva l'ambizione di cominciare il lavoro sul bilancio.
Penso che se trovassimo il modo di condividere questo tipo di questioni diversamente, i lavori dell'Aula potrebbero proseguire in maniera più proficua.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Valle.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Intervengo a integrazione di quanto detto dal collega sull'ordine dei lavori solo per certificare che c'è l'esigenza immediata di rivedere il Regolamento.
Presidente, lei sta usando in modo troppo discrezionale il potere che le viene dato di ammissione o meno dei question time. Ben venga che portiamo questa discussione la prossima volta in Aula perché dobbiamo fissare dei criteri dell'Aula, e non del Presidente, per ammettere o meno i question time. In questo preciso caso, come ha già detto il collega, le questioni d'urgenza ci sono eccome, ma è evidente che se la decisione viene lasciata alla totale discrezionalità del Presidente, tutto può essere urgente e tutto può non esserlo.
Dobbiamo regolamentare questa vicenda con la modifica del Regolamento di gestione di quest'Aula su quest'aspetto e su tanti altri aspetti che purtroppo, in questi tre anni e mezzo, sono stati scavalcati e applicati in modo così saltuario e in modo diverso. Dobbiamo mettere un punto fermo.
Ben venga che si discuta il prossimo Consiglio su quest'aspetto.
Presidente, la invito a calendarizzare, nel più breve tempo possibile, la nostra proposta di modifica regolamentare, che forse in questa legislatura non ci sarà più utile, perché manca un anno e mezzo alla fine dei lavori ma lasceremo, per la prossima legislatura, almeno un Regolamento chiaro definito e applicabile in ogni sua parte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste d'intervento sulle comunicazioni? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Credo che il collega Valle non sia intervenuto né per sé stesso né per il fatto in sé. In queste settimane è successo troppo spesso di vedere sommarsi situazioni molto diverse, ma con un analogo risultato. Lo dico perché il collega Valle sa, e il Presidente Allasia e il Consigliere Segretario Gavazza lo sanno ancor meglio di noi, che stamattina io e il collega Magliano avevamo delle interpellanze che erano già previste da Regolamento, ci siamo sentiti informalmente con l'Assessora Caucino e con il dottor Balena, ma non credo che né io né il collega Magliano abbiamo alzato gli scudi o abbiamo detto qualcosa stamattina. Succede che ogni tanto alcune risposte non arrivino; succede che nell'interlocuzione fra noi ci siano delle differenze di vedute anche su queste risposte, ma tutto nel segno del rispetto.
Fin qui tutto bene. È andata così bene nelle scorse settimane? No. Abbiamo visto alcuni question time negati per motivi di non urgenza e di non rilevanza politica. La rilevanza politica ormai la state scegliendo nel contingentamento su qualsiasi cosa v'interessa. Siamo arrivati oltre al solco.
Avete dichiarato l'urgenza sulla legge che istituiva la giornata del Valore Alpino, facendo cadere il numero legale quattro o cinque volte, non presentandovi quasi mai all'appello, facendone durare l'esame due sedute quando, invece, avremmo potuto finire di votare gli emendamenti la seduta prima! Che cos'è questo, se non un delirio di onnipotenza, unito alla sciatteria anche istituzionale? Scusatemi, ma sono sotto indagine otto o nove Direttori delle ASL - si sono aperte delle indagini enormi! - e, sommessamente, si chiede non se qualcuno è stato rinviato a giudizio, non se qualcuno è iscritto nel registro degli indagati. Per carità, non si vuole entrare nelle procedure della magistratura, ma si chiede se l'Assessore Icardi sapeva di questa vicenda se era stato informato dei fatti, se è stato sentito.
Sarà ancora nostro diritto dibattere in pubblico quello che leggiamo sui giornali, o no? Ci saranno delle rilevanze politiche su quello che succede o no? Vale per una candidatura, vale per una dichiarazione. Se i question time non servono a questo.
Allora, trasformiamo le nostre interrogazioni in question time, che è esattamente il motivo per cui lei, invece, potrebbe opporsi dicendo "no guardi che questa è un'interrogazione e viene trattata come tale". Invece i question time servono per discutere di politica.
Mi taccio, concludendo su un punto.
Presidente, non discutiamo di niente qui dentro; il Presidente Cirio non è mai presente; l'Assessore Icardi viene una volta ogni tanto, se convocato d'urgenza. Quand'è che gli Assessori competenti sulle vicende scolastiche o sui grandi temi del lavoro sono qui a rilasciare delle informative o a parlarci delle crisi sociali di questo Paese? Passate il tempo a dirci che le cose importanti sono altre, ma di queste cose importanti non parliamo mai: non parliamo della siccità, non parliamo degli agricoltori che stanno perdendo tutto, non parliamo della transizione ecologica, non parliamo del PNRR.
Fateci almeno discutere di qualcosa, e fatecelo fare nei tre minuti dei question time. Non ci pare una richiesta insensata. Ci pare solo il frutto della democrazia che dovrebbe continuare a vivere qui dentro.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chiedo se vi siano altre richieste d'intervento sulle comunicazioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo sulle comunicazioni, rispetto a quello che ho sentito, soltanto per dire che gli spazi alle opposizioni o alle minoranze in quest'Aula per discutere di tutto e di più -giustamente e correttamente - mi sembra che non siano mai mancati e non manchino. Anzi, diciamo che a volte abbiamo dedicato intere giornate a tutti gli argomenti.
Devo rilevare che, se non in tutti i Consigli, sovente sospendiamo le sedute, seppure non sia dovuto, per prestare attenzione a qualsiasi istanza provenga non solo dagli eletti rappresentanti di quest'Aula, ma anche dal mondo delle istituzioni, delle professioni o dei lavoratori esterni (l'ultimo esempio credo sia quello dello scorso martedì, quando abbiamo ascoltato le RSU del Consiglio e della Regione).
Pertanto, le parole che ho sentito dire, per cui non si concedono spazi alle opposizioni, o la stessa espressione "sciatteria istituzionale" le rimando al mittente, perché credo che qui, al nostro interno, ci siano solo persone che nutrono grande rispetto per le istituzioni.
Il Vicepresidente Valle un attimo fa ha dimostrato che, forse, in previsione della candidatura, comincia già a utilizzare atteggiamenti arroganti, che mi sembra che da parte nostra non siano mai stati utilizzati. Credo che lo stesso Regolamento sia utilizzato anche nel Comune di Torino, quindi il rispetto, innanzitutto, dovrebbe valere per tutti.
Perché nel momento in cui si fa un intervento per richiamare l'attenzione o per richiedere maggior rispetto, e lo si fa usando un'arroganza di quel tipo, direi che nella stessa domanda c'è già una risposta.
Noi riteniamo che la Presidenza stia facendo un ottimo lavoro e crediamo che faccia le sue valutazioni come da Regolamento, in modo particolare relativamente all'articolo 100. La ringraziamo per questo, Presidente, e crediamo che sia un giusto modo di condurre i lavori.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chiedo se vi siano altre richieste d'intervento.



VALLE Daniele

Chiedo la parola per fatto personale.



PRESIDENTE

Non ho ravvisato alcun fatto personale.



(Commenti del Vicepresidente Valle)



PRESIDENTE

È un giudizio.
Prego, Vicepresidente Valle. Però si sieda all'interno dell'emiciclo.



VALLE Daniele

In base a quale articolo del Regolamento?



PRESIDENTE

Perché glielo dico io.
Si sieda nel posto dell'emiciclo riservato a lei come Consigliere. Se no le tolgo la parola.



VALLE Daniele

E mi tolga la parola, Presidente!



PRESIDENTE

Perché stiamo esagerando, dall'altra parte.
Ne discuteremo comunque in Ufficio di Presidenza, non si preoccupi.
Intervenga, ma.



VALLE Daniele

Va bene, Grazie.
Voglio solo contestare, rispetto al fatto personale, che non ho ravvisato arroganza nel mio intervento: è soltanto un gesto simbolico quello di parlare come Consigliere nel banco riservatomi come Vicepresidente del Consiglio, perché trovo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Colleghi! Colleghi! Scusate, fate intervenire il vostro collega! Consigliere Gallo, faccia mantenere la calma anche da quella parte dell'emiciclo, nel suo Gruppo.
Cerchiamo tutti di mantenere un corretto atteggiamento, dal momento che abbiamo di fronte una giornata abbastanza lunga di lavoro, perciò se possiamo proseguire e non soffermarci su delle comunicazioni che non sono avvenute.
Prego.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Ribadisco che parlare da qui non vuole essere una mancanza di rispetto al Consiglio, ma si vuole semplicemente rimarcare il fatto che le prassi valgono tutte, non soltanto quelle che piacciono.
La prassi è che i membri dell'Ufficio di Presidenza, quando intervengono intervengono dai banchi dei Consiglieri.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Collega.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale (fuori microfono)

Non c'è bisogno che fai la morale! Non veniamo a fare le sceneggiate!



PRESIDENTE

Assessore Tronzano!



(Commenti fuori microfono)



TRONZANO Andrea, Assessore regionale (fuori microfono)

Sto parlando di rispetto istituzionale!



PRESIDENTE

Assessore Tronzano! Scusate, Consiglieri!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consiglieri! Sospendo i lavori per cinque minuti.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 11.09, riprende alle ore 11.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Avevamo sospeso sulla richiesta del Vicepresidente Valle in base all'articolo 62.
L'articolo 61, comma 4, riporta che gli oratori parlano dal proprio banco in piedi e rivolti al Presidente.
Prego, prego. Vada!



(Commenti del Vicepresidente Valle)



PRESIDENTE

No, no. Prego.
Rivolto verso il Presidente, secondo quanto recita l'articolo 61, comma 4.



(Commenti del Vicepresidente Valle)



PRESIDENTE

Vicepresidente Valle, la richiamo all'ordine!



(Proteste in aula)



PRESIDENTE

Non voglio essere preso in giro! La richiamo all'ordine!



(Proteste in aula)



PRESIDENTE

Collega Valle, intervenga dal banco come Consigliere.
VALLE Daniele (fuori microfono) Mi dica dove andare e io vado.



PRESIDENTE

Non "mi dica", perché lo sa benissimo! Frequenta da più tempo di me quest'Aula, quindi lo sa benissimo.
Prego.



VALLE Daniele

Lei sottovaluta la mia flessibilità nella capacità di voltarmi verso.



PRESIDENTE

Lei sottovaluta la mia pazienza!



(Proteste in aula)



PRESIDENTE

Colleghi! Collega Gallo, mantenga il suo Gruppo in modo dignitoso, se no la richiamo io.
Prego.



VALLE Daniele

Per finire, Presidente.
Il punto è esattamente questo: i regolamenti non possono prevedere tutto e per completarli ci si affida alla prassi, al buonsenso e alla condivisione.
In questa legislatura, mi spiace dirlo, molte delle prassi che nella scorsa (almeno, io non ho esperienza più addietro, ma lei ce l'ha) erano ritenute invalicabili e indiscutibili sono state travolte immediatamente e quella del question time è una di quelle.
Non si è mai messo in dubbio che ci fossero i question time tutti i Consigli, non si è mai messo in dubbio che i question time fossero tutti ammessi, salvo palesi ed evidenti violazioni e salvo condivisioni con il proponente. A quanti di noi in questi anni non è arrivata una telefonata per dire "guarda che il question time redatto in una certa maniera non va bene, per cui modifica l'interrogazione in maniera che sia ammissibile"? Basta veramente poco per condividere quel modesto spazio di discussione cui faceva riferimento il collega Grimaldi e, devo dire, con notevole risparmio di tempo e di economia dei lavori dell'Aula, che già questa mattina avete avuto modo di apprezzare.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Preioni, sulle comunicazioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Quando si dice che qui si silenzia la minoranza.
A me pare che in quest'Aula purtroppo il Regolamento ve lo concede, così abbiamo fiumi e fiumi di sedute dove "monogruppi" parlano tutto il giorno alcune volte, sicuramente parlano nel merito e nel contenuto, ma più volte capita che per un'ora o per una decina di ore si parla in maniera esclusivamente retorica e strumentale.
Pertanto, interi Gruppi di maggioranza devono essere assolutamente silenziati, ma non perché non vorrebbero partecipare alla discussione o perché non vorrebbero dare il loro apporto, ma perché vogliono approvare i provvedimenti e le ore hanno una scadenza e quindi.
Mi pare che tutto manchi in quest'Aula, fuorché gli spazi alle minoranze che sono ampiamente - ripeto, ampiamente - assorbiti dalla vostra capacità oratoria, secondo me un po' meno nei fatti e nella pratica, perché a livello oratorio la vostra capacità è molto consistente.
Chi ci segue, anzi quei pochi che ci seguono lo sanno, perché basta seguire una seduta di Consiglio per rendersene conto: mi pare che ci sia anche - e continuo a ribadirlo - un estremo equilibrio del nostro Presidente rispetto alle prerogative della minoranza. Al contrario, lo vedo un po' meno nella scelta del vostro Vicepresidente, perché mi pare che dalle ultime uscite sia un po' meno equilibrato nel rappresentare tutti, un po' più nella polemica e un po' più nella parte dell'oppositore.
Mi pare che il Presidente Allasia abbia sempre dimostrato doti di equilibrio anche dando risposte negative alla maggioranza, di cui fa parte giustamente, ma per il senso e il ruolo che gli è stato affidato.
Ribadisco che il 90% dei Consigli regionali italiani non funziona come il nostro e mi dispiace, ma il nostro Regolamento andrebbe purtroppo e fortunatamente aggiornato, perché ha ancora dei retaggi di una politica degli anni Settanta che non esiste più.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Disabato, sulle comunicazioni.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Cambio rapidamente argomento, perché torno sulle comunicazioni per far notare un'assenza, perché dei congedi è stato citato il nome dell'Assessora al lavoro, l'Assessora Chiorino, che ormai una settimana fa ha preso una decisione a nostro avviso davvero discutibile, quella di lasciare a casa 76 professionisti che hanno operato nei nostri Centri per l'impiego.
Ritengo sia un gesto inaccettabile quanto abbiamo letto a mezzo stampa: l'Assessora ha detto di voler potenziare in ogni modo i Centri per l'impiego per avviare i cittadini piemontesi in mancanza di lavoro a delle politiche attive e anche a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione a livello regionale per reinserire le persone nel mondo del lavoro. Tuttavia appena ha deciso di farlo, ha anche stabilito di lasciare a casa 76 navigator, ovvero i professionisti che hanno operato nei Centri dell'impiego a supporto della misura reddito di cittadinanza, ma non soltanto a supporto dei fruitori del reddito di cittadinanza al mondo del lavoro, perché sono operatori che sono stati selezionati secondo le loro competenze per essere utilizzati nei nostri Centri per l'impiego e per mettere in atto il programma goal e per accompagnare anche in futuro le persone che percepiscono la NASPI.
Ora, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, come dice il proverbio però reputo inaccettabile che questi professionisti siano stati lasciati a casa per meri motivi ideologici. Su un giornale abbiamo letto: "Nulla contro i navigator, ma il reddito di cittadinanza non ci piace".
Presidente, se mi sta ascoltando, le dico che di quello che pensano i partiti di maggioranza sul reddito di cittadinanza io me ne infischio, come se ne infischiano anche gli operatori e come se ne infischiano i cittadini piemontesi che hanno bisogno di quelle politiche attive per essere inseriti nel mondo del lavoro.
Ripeto, l'assenza dell'Assessora al lavoro Elena Chiorino oggi pesa e gradirei che fosse in Consiglio regionale per rendere edotti i Consiglieri regionali e, soprattutto, gli operatori dei Centri dell'impiego di questa scelta scellerata, perché bastava una comunicazione al Ministero del Lavoro per confermare per altri due mesi questi operatori nei nostri Centri per l'impiego.
Riteniamo che questo sia inaccettabile e chiediamo che l'Assessora Chiorino si presenti in Consiglio regionale per spiegarci le ragioni di questa scelta, che sappiamo essere meramente ideologiche.



PRESIDENTE

Grazie.
Vi sono altre richieste d'intervento sulle comunicazioni? No.
Cercherò di rispondere a quello per cui sono stato richiamato nella mia funzione da Presidente, applicando esclusivamente il Regolamento, come ho fatto fino a oggi e come continuerò a fare fino a quando questa legislatura me lo permetterà.
L'articolo 100 del Regolamento recita: "Le interrogazioni a risposta immediata consistono in una sola domanda formulata in modo chiaro e conciso su un argomento connotato da urgenza e particolare attualità politica", ed è facoltà del Presidente renderle inammissibili, non con discrezionalità ma con assoluta chiarezza. La disponibilità è stata talmente elevata che in più di 190 sedute in questa legislatura, in tre anni circa, su 672 interrogazioni a risposta immediata sono state dichiarate inammissibili quattro - ripeto, quattro - pari allo 0,59%.
Se questo è un utilizzo inappropriato dell'articolo 100 da parte del sottoscritto, mi dispiace, ma non l'avete proprio capito.
Detto questo, proseguiamo e continuerò a utilizzare lo stesso metodo: se poi non andrà bene, ci sarà un'ulteriore valutazione alla Conferenza dei Capigruppo.
Scusate, scusate, tenete la mascherina, dato che abbiamo prescrizioni mediche e sanitarie, strutturali di quest'aula, dovute alla situazione attuale della pandemia COVID, che ci obbligano ancora ulteriormente a tenere la mascherina. Pertanto, come giustamente qualcuno ha ripreso, devo chiedere a chi non utilizza in modo corretto la mascherina di allontanarsi dall'aula. Vi ricordo, dopo due anni di pandemia, come va utilizzata: la mascherina deve coprire naso e bocca.
Pertanto, se non andrà bene il metodo che ho utilizzato fino a oggi in più di 190 sedute, dichiarando inammissibili quattro interrogazioni su 672, la Conferenza dei Capigruppo valuterà come proseguire ulteriormente con le interrogazioni a risposta immediata, poiché il Regolamento non prevede la necessità costante di svolgerle. Se il metodo di lavoro della Presidenza non viene apprezzato, si procederà a svolgerle in altro modo.
L'attuale Presidenza sollecita continuamente la Giunta in occasione di ogni richiesta di Consiglieri di maggioranza o di opposizione. Vedremo se la Giunta ne prenderà atto, così come vedremo se trattare le interrogazioni in un altro modo, come ho già detto, a termini di legge e di Regolamento.
Se non vi sono altri interventi in merito, considero terminata la questione.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime della tragedia avvenuta domenica 3 luglio 2022 sul ghiacciaio della Marmolada


PRESIDENTE

Nella giornata di domenica 3 luglio, un seracco si è staccato dal ghiacciaio della Marmolada, provocando una grossa valanga che è piombata a valle, travolgendo numerosi escursionisti. L'enorme massa di ghiaccio e roccia ha restituito, finora, sette vittime e otto feriti, due dei quali in maniera grave, e mancano all'appello ancora circa tredici persone, che risultano disperse.
In questi giorni, un profondo senso di dolore ha accomunato l'opinione pubblica in tutta Italia ed è lo stesso sentimento che ci accompagna oggi nell'espressione della più sincera vicinanza ai familiari delle persone scomparse.
Uniti nella preghiera, chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni - Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 245, inerente a "Indizione, ai sensi del titolo III della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4 (Iniziativa popolare e degli enti locali e referendum abrogativo e consultivo), di referendum consultivo per l'istituzione del Comune di Moransengo-Tonengo mediante fusione dei Comuni di Moransengo e Tonengo in Provincia di Asti)"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 245, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato predisposto e licenziato all'unanimità dalla VII Commissione il 30 giugno 2022.
La parola all'Assessore Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alla delegificazione e

semplificazione dei percorsi amministrativi La delibera richiede lo svolgimento di un referendum consultivo regionale ai sensi e con le modalità di cui al Titolo III della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4, per istituire il nuovo Comune di Moransengo-Tonengo mediante fusione dei due Comuni, Moransengo e Tonengo, in Provincia di Asti, richiesta, peraltro, da quelle stesse amministrazioni comunali con le delibere consiliari n. 38 del 23 dicembre 2021 e la n. 48 del 23 dicembre 2021.
In realtà, non c'è molto altro da dire su questa delibera.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Non essendovi richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale e chiedo se vi siano interventi.
Non essendo stati presentati emendamenti, chiedo se qualche Consigliere intende intervenire per dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Il nostro Gruppo voterà favorevolmente al referendum su questi due Comuni.
Naturalmente l'intenzione della maggioranza è di rispettare la volontà dei cittadini se uno dei due Comuni voterà contro, anche se il nostro referendum a livello di Statuto è consultivo. Purtroppo l'Aula ha approvato la fusione di due Comuni, anche se entrambi avevano espresso il voto contrario. Vi parla uno che una fusione di Comuni l'ha fatta, ma con la popolazione nel mio paesello favorevole al 93% e nell'altro paese favorevole al 70%.
Il referendum è, per nostro Statuto, consultivo. L'Aula è sovrana, ma la fusione fra Comuni avviene solo se la popolazione di entrambi i Comuni attraverso il referendum che è lo strumento più bello della democrazia vota favorevole, altrimenti non si fa.
Facciano campagna elettorale i promotori del referendum e buon voto a tutti.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste d'intervento in dichiarazione di voto possiamo procedere con la votazione della proposta di deliberazione.
Ricordo che il numero legale è 22.
Indico la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 245, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva (Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame proposta di deliberazione n. 235, inerente a "L.r. n. 11/2018 art. 6. Approvazione del Programma triennale della cultura per il triennio 2022 2024" (Atto d'indirizzo collegato)


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 235, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla VI Commissione il 4 luglio.
La parola all'Assessore Poggio per l'illustrazione.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
L'Aula dovrà esaminare, se ritiene e come si è evinto dai passaggi in VI Commissione, il Programma triennale della cultura, che ha ricevuto l'approvazione del CAL e il parere all'unanimità della VI Commissione.
Questo piano è frutto, per la prima volta, di un lavoro costante concertato e condiviso tra l'Assessorato e i vari attori dei Tavoli della cultura, proprio perché è nato un contenitore delle peculiarità delle arti culturali. Le note che sono giunte dalle audizioni della Commissione consentono di raccogliere un risultato, quello che abbiamo raggiunto soddisfacente.
Intendo illustrare le principali novità rispetto al precedente programma 2018-2020, evidenziando in primo luogo gli aspetti generali che uniformano quello che è l'impianto del documento, che fa riferimento ovviamente alla legge 11, che concerne le disposizioni coordinate in materia di cultura.
Sicuramente questa legge, rispetto al passato, è un passo avanti nella semplificazione e nella razionalizzazione di un quadro normativo in materia di cultura. Previsione inserita all'articolo 7 comma 2, relativo agli strumenti attuativi della legge, che possono essere attivati su base annuale o pluriennale. Questa è la novità, nel senso che ai vari enti che afferiscono al mondo della cultura diamo la possibilità di fare una pianificazione e una progettazione, di avanzare delle proposte che possono avere una durata temporale di medio-termine, pur restando efficaci e soprattutto evidenti quelle manifestazioni straordinarie che hanno rilevanza annuale e che quindi vedono una proposta che va a incidere su un anno, che è quello della proposta che l'ente presenta. Mi riferisco, per esempio, a celebrazioni di morti o personaggi storici, giusto per fare un esempio.
La base triennale è quella che era richiesta e rivendicata dalle organizzazioni del nostro territorio. Voi sapete che il COVID ha chiaramente richiesto un ulteriore confronto con tutti i tavoli della cultura e con tutti gli operatori. La situazione ha portato a un ripensamento delle politiche pubbliche a sostegno della cultura con l'adozione di linee e criteri d'intervento che sono quelli pensati per il triennio '22-'24 proprio per favorire questa uscita dalla crisi e pensare a una prospettiva di maggiore sostegno e valorizzazione di tutto il territorio piemontese che esprime eccellenze, realtà più piccole e più grandi, che però sono patrimonio della Regione Piemonte.
Quali sono i punti cardine? Sviluppare e attuare concretamente reti e sistemi che, in un determinato ambito o territorio, consentano l'ottimizzazione non solo delle risorse, ma anche di professionalità e potenzialità sfruttando le sinergie tra enti di grandi dimensioni. Prestare attenzione al principio di trasversalità della cultura che, sicuramente, è un principio affermato dalla legge quadro 11 del 2018, peraltro anche presente in tutti i documenti di programmazione e indirizzo di carattere internazionale, nazionale e regionale e anche nell'Agenda 2030; quindi predisporsi a iniziative e strategie per lo sviluppo sostenibile, fino ai documenti di programmazione territoriale, che costituiscono la base per l'avvio di politiche che siano in grado di affrontare, sul territorio piemontese, le grandi questioni aperte di carattere ambientale, sociale ed economico.
In sintesi, il Programma triennale della cultura, in una logica sussidiaria e condivisa con gli attori presenti sul territorio, intende aiutare il sistema culturale piemontese, superare la crisi determinata dalla pandemia e, soprattutto, creare quelle condizioni per un modello più solido e solidale su cui costruire il futuro della cultura stessa della nostra Regione.
Questo come può avvenire? Può avvenire attraverso la possibilità di programmare le attività sul medio periodo e lo sviluppo di rapporti e di progettualità di settore tra enti a partecipazione pubblica e tessuto culturale del territorio.
In questo documento ho sottolineato l'importanza delle reti (reti tematiche, ma anche reti di territorio), che hanno l'opportunità, lavorando in maniera collaborativa e sinergica, di far crescere il valore di un territorio, che è quello che esprime la Regione.
L'attenzione è rivolta anche ai percorsi di crescita professionale e manageriale delle imprese culturali. Voi sapete che la professionalità e soprattutto, la formazione dei soggetti che operano all'interno delle varie realtà culturali è molto importante per ottimizzare i risultati che si vogliono perseguire. Nondimeno, è il consolidamento dei rapporti con il sistema delle autonomie locali e con le fondazioni di origine bancaria perché anche il coinvolgimento delle fondazioni e di realtà istituzionali di tipo privato è molto importante. Tale concetto è stato ribadito ancora oggi agli Stati Generali della Cultura.
Questi sono gli elementi su cui si basa il programma 2022-2024, in primis l'accessibilità, intesa come accessibilità fisica agli edifici culturali ma anche come possibilità di fruizione, la più diffusa e allargata possibile, da parte di tutti gli utenti. Questo è uno degli assi d'intervento della futura programmazione regionale, anche in linea con la programmazione del PNRR.
Agli enti partecipati e controllati viene chiaramente richiesto un programma triennale, che permetta di avere una visione prospettica e una progettualità che promuova e accresca il valore, come ho detto prima afferente al territorio o al comparto.
Nel corso della prossima programmazione uno dei fronti di lavoro dell'Assessorato sarà costituito dalle forme di gestione di beni pubblici anche da parte di soggetti privati che ne garantiscano una più efficace gestione in termini economici, pur rispettando le caratteristiche del bene il valore culturale e la destinazione d'uso che gli si attribuisce. Uno dei temi su cui la Regione continuerà ancora a lavorare, anche in collaborazione con le fondazioni di origine bancaria e soprattutto con gli atenei piemontesi, è lo strumento del crowdfunding, che ha come obiettivo la costruzione di una community di sostenitori. Orbene, reti e sistemi per la valorizzazione del patrimonio culturale diffuso e per la promozione delle attività su tutto il territorio piemontese diventano fondamentali all'interno di questo documento.
La promozione della dimensione internazionale delle attività e del patrimonio regionale è intesa, così come vuole la legge n. 11/2018, come opportunità di circuitazione della cultura piemontese. Questo concetto è sistematicamente ribadito dalla legge quadro stessa. Di conseguenza, la Regione vuole operare al fine di favorire e vigilare sulla corretta attuazione della normativa e sulle professioni culturali, incoraggiando anche i soggetti che operano nel mondo della cultura a comprendere l'importanza della presenza delle proprie attività di professionisti, come ho detto prima, perché le professionalità sono determinanti in tutti gli ambiti.
Nel corso della prossima programmazione si dovranno pertanto strutturare bandi con durata pluriennale, per consentire agli enti e alle associazioni culturali del territorio di effettuare anche una programmazione di medio periodo, in grado di garantire efficaci economie di scala e un generalizzato risparmio sulle gestioni e organizzazioni delle attività poste in essere.
Sarà invece mantenuta - lo ribadisco - l'abituale scansione annuale per alcune tipologie di istruttorie, finalizzate a interventi di conoscenza catalogazione e valorizzazione dei beni culturali di tempistica ridotta.
In sintesi, i progetti saranno valutati anche in base ai seguenti macrocriteri: rilevanza di ambito e qualità del progetto (quindi gli aspetti peculiari caratteristici delle attività e dell'intervento proposto); sostenibilità economica del progetto (quindi la dimensione economica del progetto stesso e anche la presenza di altri enti sostenitori per cui la Regione Piemonte svolge un ruolo di sostegno sussidiario) capacità di fare sistema (è l'elemento che emerge in ogni convegno e in ogni incontro, perché è proprio la capacità di fare rete l'elemento che va ad accrescere il valore culturale); ricaduta e promozione territoriale, che è poi la promozione e la valorizzazione in chiave turistica o di valorizzazione anche di patrimonio, accordi con enti e operatori turistici innovazione e sostenibilità ambientale (comunicazioni); struttura del soggetto proponente (cioè l'adeguatezza dell'impostazione della proposta progettuale e della pianificazione finanziaria presentata), quindi la capacità di spesa del soggetto stesso.
Ho ricevuto un grande aiuto, quindi ringrazio coloro che oggi sono presenti, perché ho avuto tanti contributi, anche attraverso un dialogo costruttivo con tutti e non solo all'interno di quelle che sono state le consultazioni nei tavoli della cultura e nel passaggio al CAL. È stato un contributo che ha permesso di perfezionare questo programma triennale quindi davvero ringrazio tutti coloro che hanno offerto in maniera significativa la loro capacità di arricchire questo "contenitore", che sarà poi di prospettiva per questo triennio.
Ho concluso, Presidente. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Vi sono Consiglieri che intendono intervenire? Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Questo piano è importante per la nostra Regione e per tutto il settore culturale che, così come tante realtà, sta uscendo da un momento di crisi ma sappiamo quanto alcuni elementi di questo settore ancora oggi stiano ripartendo con fatica.
I teatri hanno avuto molte difficoltà per quanto riguarda l'ingresso del pubblico nelle strutture, i grandi festival sono stati limitati negli ultimi anni e tutto il mondo del lavoro, in particolare il settore della cultura e non solo, oggi continua a vivere alcune difficoltà, perch fermare un settore così importante e farlo riprendere dopo due anni d'inattività o di attività a ranghi veramente molto ridotti è abbastanza complicato.
Pertanto, questo piano triennale, come diceva l'Assessora, pone alcune basi e arriva anche grazie a un lavoro portato avanti negli anni precedenti.
Infatti, è un piano che ha visto la sua gestazione durante la Giunta Chiamparino con l'Assessora Parigi, che aveva incominciato a costruirne le basi, in particolare con i primi Stati Generali della Cultura e con i tavoli della cultura che l'Assessora Poggio ha citato sia oggi in Aula sia in Commissione.
L'Assessorato e gli Uffici - che ringraziamo - hanno creato, anche negli anni passati, un rapporto sistematico con la realtà territoriale e molte delle cose che troviamo nelle pagine di questo documento corposo sono rispondenti proprio alle esigenze del territorio.
In alcune audizioni avvenute in Commissione, pur chiedendo delle attenzioni, si è detto in maniera chiara che l'impostazione generale e le linee programmatiche sono quelle che in questi anni e negli anni passati hanno caratterizzato l'interlocuzione con la Regione, con l'Assessorato competente e anche con tutti quegli Assessorati che, partendo dalla cultura, hanno delle connessioni importanti. Mi riferisco al turismo, al commercio e allo sviluppo economico, perché sappiamo che il comparto culturale è uno dei motori della nostra Regione, per costruire quanto più possibile una cultura accessibile con l'intervento del pubblico e con l'intervento in copartecipazione di alcuni settori importanti del privato culturale.
Ciò dimostra che, quando si costruiscono relazioni territoriali, le politiche pubbliche migliorano. Lo dico perché la maggioranza, a volte, in questi tre anni, non sulla cultura ma su altri settori, ha fatto un po' più fatica. Pertanto, dobbiamo prendere il buon esempio da questo lavoro iniziato nella passata legislatura e che oggi speriamo veda un voto unanime dell'Aula, proprio perché dobbiamo arrivare, come diceva l'Assessora, a pubblicare finalmente i bandi. Questa è un'altra grande novità già discussa e approvata informalmente negli atti anche in passato. È la novità importante dei bandi annuali e triennali, questi ultimi elemento fondamentale della programmazione culturale. Insomma, crediamo sia un ulteriore importante passaggio.
Per concludere, evidenzio quattro specifiche, Presidente.
La prima: alcune audizioni hanno ben rappresentato, come dicevo, le linee generali del programma. Dovremo fare attenzione - lo dico all'Assessora e agli Uffici, ma noi come Consiglio cercheremo di dare il nostro contributo affinché quelle linee generali ricadano tempestivamente sul territorio e siano coerenti. Lo dico perché, legato a questo, c'è un altro elemento che voglio sottolineare, cioè la valorizzazione dei piccoli Comuni e delle piccole realtà. Se tutto deve passare attraverso i bandi, è ovvio che una realtà strutturata e più grande, quindi con una ricaduta territoriale più importante, avrà molta più capacità di attrarre risorse.
Nell'arco dei prossimi anni, dobbiamo ragionare su come tutelare meglio le piccole realtà delle valli e delle comunità montane, perché lì ci sono presidi culturali fondamentali per la vita di quei territori, che continuano a vivere anche grazie all'azione di alcune realtà associative culturali e non solo.
Su questo evidenzio una nota, dal nostro punto di vista, parzialmente negativa, cioè il fatto che in questi tre anni non ci sia ancora stata una riflessione puntuale sullo strumento delle convenzioni. Noi crediamo - lo dico all'Assessora, agli Uffici e ovviamente a tutta la Giunta - che sul comparto cultura, ma non solo, il tema delle convenzioni debba essere ripreso, perché attivare delle convenzioni e non far passare tutto dai bandi significa dare un senso alla strategia politica e culturale di una Regione e alle politiche pubbliche del comparto culturale.
Se, invece, facciamo passare tutto dai bandi, non c'è poi una scelta. Credo che chi governa un territorio debba anche assumersi la responsabilità di una scelta, dicendo che per un determinato progetto, per un determinato luogo o quadrante di una Provincia o nella Città metropolitana, si sceglie una progettualità sulla quale la Regione e l'Assessorato scommettono di più e investono in maniera prioritaria, perché in quel momento è prioritario dare sostegno a un elemento territoriale regionale anziché passare esclusivamente dai bandi. Questa è una nota che abbiamo sollevato in questi tre anni e anche in Commissione.
Un altro piccolo elemento di positività - e ringrazio l'Aula e la Commissione, che ha votato all'unanimità alcuni emendamenti che abbiamo proposto come Gruppo del Partito Democratico - è quanto è emerso in occasione di un'audizione della Commissione Legalità, della cui convocazione ringrazio vivamente il Presidente, nella quale ci è stato detto che i beni confiscati alla criminalità organizzata in Piemonte sono poco utilizzati, anzi siamo la Regione con il più basso tasso di riutilizzo dei beni confiscati.
In quell'audizione abbiamo appreso che l'Università degli Studi di Torino in un progetto che si chiama "Beni in rete", ha proposto di mettere a regime una strategia (l'abbiamo proposto in questo piano triennale della cultura) dando delle premialità all'interno di questi bandi a quelle realtà o agli Enti locali che decidono di svolgere attività culturali all'interno di beni confiscati già assegnati o di beni che non sono ancora assegnati.
Valorizzare e dare una priorità vuol dire incentivare il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie, che sappiamo hanno un alto valore simbolico oltre che uno sviluppo per il nostro territorio. Questi emendamenti li ritrovate già nel testo del piano, perché sono passati in Commissione all'unanimità.
In ultimo, abbiamo riflettuto - e termino davvero - sul tema dei finanziamenti affinché siano più veloci e più immediati, perché sappiamo che le realtà culturali accedono ai bandi quando li vincono, ma abbiamo un problema d'erogazione di quei fondi perché, se arrivassero troppo in ritardo, come purtroppo in questi anni è accaduto, le realtà culturali sarebbero davvero in difficoltà.
Su questo tema il Vicepresidente Valle ha depositato, a nome del Gruppo e per chi vuole sottoscriverlo, un ordine del giorno che discuteremo e che lui illustrerà.
In conclusione, il nostro voto sarà favorevole e speriamo davvero che i bandi, in particolare, siano pubblicati il più in fretta possibile per dare nuovo ossigeno e nuova linfa alle realtà associative e culturali e non solo del nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Vorrei ringraziare del lavoro svolto, dell'attività di concertazione, di dialogo e di ascolto delle realtà del mondo della cultura.
Questo era stato richiesto e voluto con forza, cioè fare in modo che la nuova programmazione fosse anche frutto di un dialogo schietto e sincero che tenesse conto della complessità di questo mondo, perché è un mondo che nella sua complessità, porta ricchezza e opportunità e anche una certa visione di sviluppo nella nostra Regione.
Al netto di alcune cose, sulle quali si lavorerà insieme per trovare la modalità migliore per rendere questo piano ancora più effettivo ed efficace, mi sento di ringraziare per il lavoro svolto l'Assessora e anche i Dirigenti e il Direttore di comparto, perché è evidente che è un cambio di mentalità.
Un cambio da mentalità che, innanzitutto, passa dall'ipotesi della triennalità, come diceva bene il collega Sarno, perché la triennalità permette non soltanto più tranquillità, ma anche una maggiore efficienza dei costi. Questa è una delle cose che, arrivando dal mondo dell'associazionismo, ho sempre colto con grande attenzione, perché se si è certi di avere una certa visibilità sulla triennalità si è anche in grado di fare delle economie di scala che permettono alle istituzioni di dover contribuire, in alcuni casi, addirittura in maniera più ridotta, perché se si riescono a immaginare tre anni di tranquillità si è in grado di fare alcune economie di scala e di avere la certezza, soprattutto, che non s'inizia un'attività non sapendo ancora se si riuscirà a rientrare tra i soggetti beneficiari dei contributi.
Nello stesso tempo, sappiamo che il mondo della cultura non è soltanto come spesso è stato detto da chi non conosce la materia, un insieme di progetti che trovano il tempo che trovano, ma un insieme di professionisti di lavoratori, di uomini e di donne che hanno deciso d'investire la loro professionalità e il loro percorso di studi all'interno di questo settore con risultati che, a mio giudizio, in Piemonte hanno oggettivamente rappresentato delle vere e proprie eccellenze. Parlo anche di quelle realtà minori, perché la vera forza della cultura, la vera forza del Piemonte oltre alle grandi realtà culturali, sono anche le realtà minori che s'inventano un progetto per riqualificare un territorio o per riqualificare una certa tipologia di area presente nella propria provincia e nel proprio paese.
Secondo me, un tema vero sul quale dovremo lavorare, Assessora, e questo lei lo sa, è che ogni euro che spendiamo in cultura dev'essere un euro che vada in favore di realtà o soggetti che rendano completamente accessibile l'evento culturale per le persone con disabilità, nel senso che ogni denaro che mettiamo sul piatto per uno sviluppo culturale sia veramente inclusivo.
A tal fine, occorre che vi sia un criterio pregnante, un criterio che tenga conto di quanto queste risorse possano diventare una progettualità che sia completamente accessibile per le persone che vivono una disabilità.
Arriviamo da anni di COVID e ci sono state misure in continuità rispetto alla legge n. 11 e rispetto alla modalità con la quale la legge n. 11 veniva sviluppata. Adesso si lancia questo Piano triennale.
Mi soffermo sull'ultima parte dell'intervento del collega Sarno rispetto alla velocità di erogazione dei contributi.
Sappiamo che, a oggi, il quadro finanziario rispetto agli istituti bancari purtroppo, non permette più di avere strumenti pensati ad hoc per chi riceve un contributo grazie a una deliberazione e che quindi può, con la deliberazione, avere subito accesso ai fondi, perché di solito gli istituti di credito applicano un fido. Ora, come ben sappiamo, il mondo della cultura spesso lavora esclusivamente con marginalità praticamente esigue che gli servono per fare quei pochi investimenti che, di fatto, permettono di sopravvivere e sussistere.
Di questo si è parlato in Commissione e ne abbiamo parlato anche con il Presidente di Finpiemonte, Vietti: diventa importante immaginare formule per cui non siano le realtà del terzo settore a fare, di fatto, da banca all'istituzione. Pertanto, penso che la velocità nell'erogazione dell'anticipo, come la velocità dell'erogazione a seguito di un rendiconto che sia rispettoso e in linea rispetto ai budget, sia un elemento che ci deve contraddistinguere, perché spesso davvero questa tipologia di approccio, queste lungaggini e queste lentezze mettono in grande difficoltà le realtà associative.
Detto questo, il quadro di riferimento, il quadro politico che abbiamo davanti rispetto a questa misura lo definiamo positivo, come ho detto nel mio intervento. Ci auguriamo che tutte le misure possano uscire speditamente, affinché il mondo della cultura a tutti i livelli possa, da questo punto di vista, trovare la possibilità di una certezza di continuazione della propria attività, di una certezza del proprio sviluppo associativo e professionale dal punto di vista culturale e, nello stesso tempo, ci sia anche la possibilità di rilanciare una grande stagione. Mi è piaciuta - lo dico in chiusura d'intervento - anche la necessità che chi presenta progettualità abbia interconnessioni e che le reti che si costruiscono attraverso questi progetti non siano formali, ma sostanziali perché anche questo può permettere al comparto del mondo culturale di essere più pervasivo, più innestato nei nostri territori.
Pertanto, annuncio anzitutto il nostro voto favorevole. Avendo sottoscritto il documento del collega Valle, lo ringrazio per avere inserito quest'ulteriore appunto legato alla velocità dei contributi.
Ringrazio ancora l'Assessore e i suoi Uffici per il lavoro svolto e per la possibilità che vi è stata, per chi ha voluto, di collaborare alla creazione di questo piano della cultura.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha la facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Volevo anch'io esprimere apprezzamento per il documento che andiamo oggi a votare. Uno degli aspetti positivi dell'essere qui da due legislature è vedere i percorsi di certi provvedimenti e, quindi, coglierne l'evoluzione.
In particolare questo, come ricordava anche il collega Sarno, nasce da un percorso iniziato nella scorsa legislatura; un percorso nato - tengo a precisarlo - da un atto d'indirizzo a mia prima firma, che chiedeva di avviare gli Stati Generali della Cultura su richiesta, ovviamente, del Comitato Emergenza Cultura, uno dei promotori di questo percorso. Vorrei ricordare anche l'impegno di questa realtà in ambito culturale.
Oggi si stanno svolgendo gli Stati Generali della Cultura, un evento molto partecipato, in cui trovano ancora oggi piena rappresentanza quei tavoli della cultura che hanno contribuito alla stesura del documento attraverso una continua interlocuzione con l'Assessorato e con i Consiglieri regionali.
Si tratta di un documento molto importante in un momento in cui la nostra Regione necessita di rinascita. La rinascita attraverso la cultura è sicuramente un auspicio che tutti noi possiamo esprimere in quest'Aula.
Mi collego al fatto che più avanti discuteremo di una mozione legata al disagio psicologico per ricordare che la cultura può essere uno strumento di contrasto al disagio per porre l'attenzione sulla situazione dei giovani; dei giovani artisti che hanno visto le loro carriere limitate o interrotte a causa della pandemia; delle associazioni emergenti, che trovano adeguata attenzione all'interno del documento; dei giovani fruitori o possibili fruitori di cultura, che sono i nostri giovani e le scuole, che non hanno potuto neanche partecipare a eventi e gite scolastiche legate alla cultura e che rischiano di perdere una parte importante di quel che può contribuire alla formazione della loro identità.
L'auspicio è che, attraverso un documento come questo e una pianificazione triennale, si possa mettere in piedi un sistema che coinvolga pienamente le scuole e renda i ragazzi attuali e futuri fruitori di cultura. La cultura è, infatti, uno strumento molto importante di contrasto al disagio.
Sappiamo che ci sono famiglie e ragazzi che non possono, per vari motivi essere utenti e fruitori, anche per i costi della cultura.
In questo senso, la Regione deve sostenere le famiglie e i ragazzi per far sì che ci sia un vantaggio, sia dal punto di vista di chi la cultura la produce sia dal punto di vista di chi la cultura la fruisce.
Richiamo, sempre ripercorrendo il percorso iniziato nella scorsa legislatura, il comma 2 dell'articolo 11, che è un pezzo di una mia proposta di legge inserita all'interno del testo unico, che fa riferimento all'archeologia industriale, quindi al fatto di rivalutare, valorizzare e utilizzare, come orizzonti di cultura, tutti quegli spazi abbandonati sul territorio, dal punto di vista produttivo (magari in passato sono stati luoghi di produzione).
Mi viene in mente Ivrea, città che ha saputo riconquistare e valorizzare i suoi spazi.
Quegli spazi dismessi e abbandonati possono rinascere e ridare vita a nuove realtà che possono dare anche un sostegno economico alla nostra Regione oltre a riconquistare aree che altrimenti sarebbero abbandonate e, quindi lasciate al degrado.
Credo che anche quest'aspetto debba essere assolutamente considerato e tenuto sempre sotto controllo, soprattutto alla luce dei fondi che arriveranno nella nostra Regione, che speriamo possano trovare impiego anche in quest'ambito.
Un ultimo appunto rispetto a un tema che, per vari motivi, mi sta molto a cuore: le fortificazioni, un tema rispetto al quale recentemente ho presentato un'interrogazione, che può essere ricollegata anche al discorso delle convenzioni. Credo che realtà come quelle, presenti sul nostro territorio da secoli, abbiano bisogno di una visione d'insieme, magari mettendo in collaborazione tra loro le diverse realtà locali che si occupano della gestione e della valorizzazione.
È necessario un piano di rilancio e un qualcosa di più definitivo a lungo termine, perché non possiamo permettere che, di anno in anno, ci sia un'incertezza nella gestione e nell'assegnazione della valorizzazione di queste importantissime realtà del territorio. Spero che una visione più d'insieme da parte della Regione possa portare tutti i soggetti interessati al tavolo, che ovviamente sarà un tavolo virtuale, per cercare di garantire il rilancio di queste importantissima realtà.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Annuncio già in apertura il voto favorevole di Fratelli d'Italia su questo piano triennale della cultura, della cui elaborazione ringrazio l'Assessore Poggio, gli Uffici e il lavoro di coordinamento e di confronto condotto attraverso i tavoli della cultura. Tutto è servito per un disegno di ottimizzazione complessivo: ottimizzare le risorse a seguito dell'applicazione della legge 11, la legge quadro, una buona legge che ha aiutato il lavoro per la scrittura di questo piano.
Si arriva a una scrematura, a un lavoro di razionalizzazione di un sistema particolarmente importante e sentito per il Piemonte. Con questo piano triennale si dà la possibilità ai soggetti (agli enti e a tutte quelle componenti che giocano sul tavolo della cultura) di fare una programmazione a breve termine che permetta di avere quel minimo di respiro per cominciare a guardare al domani, a come muoversi, a cosa organizzare e a cosa attuare.
Direi che in questo modo il Consiglio regionale potrà, approvando questo piano, dare una risposta a un sistema importante che, oltre a chiedere dà: dà come eventi, come animazione del territorio, come conoscenza, come formazione e come gestione, aspetti importanti soprattutto per molti dei nostri beni, che senza l'aiuto degli enti preposti non avrebbero visibilità. Molti non ce l'hanno, ma occorre continuare a lavorare in questa direzione.
Pertanto, complimenti ancora e voto positivo.
Una piccola nota su quanto ho sentito dire da parte dei colleghi di minoranza. Per quanto riguarda l'utilizzo dei bandi, sono favorevole al 100% a questo sistema, perché è un sistema che dà garanzia di merito purché siano pubblicati nei tempi e nei modi adeguati, Assessore, quindi sollecitiamo gli Uffici affinché permettano agli attori interessati di accedere in tempi solerti.
Invece sarei sempre più prudente sul discorso delle convenzioni, che già in passato, da quando ci siamo insediati, ho contestato, perché le ritengo troppo soggettive e pericolose quando si cementano nel corso del tempo.
Grazie, Presidente.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Bongioanni per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Valle in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sul piano triennale, approfittandone per illustrare i contenuti dell'ordine del giorno, a riprova del fatto che quando ci si pu confrontare nel merito, com'è avvenuto su questo documento, i tempi cambiano. Anzi, l'Assessore ci sarà buon testimone che è stata l'opposizione a richiedere di anticipare la discussione alla seduta di oggi rispetto alla proposta iniziale della Giunta stessa.
Nel merito. È con soddisfazione che arriviamo oggi a discutere il primo piano triennale, come ricordava bene il collega Sarno prima, sulla base delle previsioni del testo unico per la cultura che abbiamo approvato nella scorsa consiliatura. Uno strumento che vuole offrire continuità, garanzie e sostenibilità alle istituzioni, alle associazioni culturali e a tutti gli operatori del mondo della cultura, in maniera tale che possano programmare le loro attività con un respiro pluriennale, esattamente come avviene con la programmazione culturale che porta avanti il Ministero per i Beni culturali, in maniera tale da uscire dall'emergenza e dalla contingenza che i bandi annuali e i piani annuali prima portavano a impattare in maniera importante sulla loro programmazione e ad avere un respiro differente.
Da questo punto di vista, nel merito ieri abbiamo avuto modo di fare alcune osservazioni, ma come primo piano triennale sarà anche importante in corso d'opera, poi alla fine di questo triennio, trarre un bilancio dell'esito e dell'apprezzamento anche presso gli operatori.
Mi si permetta di fare alcune considerazioni. Più che considerazioni, punti su cui andrà poi focalizzata l'attenzione nel momento in cui ci metteremo lì e vedremo un po' com'è andata, perché possono rappresentare alcuni elementi di dubbio o, comunque, di valutazione.
Il primo di questi è l'entità dei contributi. In realtà, è un processo che avevamo già addirittura cominciato noi, perché nel 2014 il taglio minimo dei contributi alle associazioni era di 10 mila euro e poi lo abbiamo progressivamente abbassato. L'abbiamo dovuto fare e l'abbiamo anche condiviso tra forze politiche, in parte perché era una stagione di difficoltà degli Enti locali e quindi la Regione, di fatto, è intervenuta come un supplente rispetto alle difficoltà economiche che i Comuni avevano nel sostenere le realtà culturali del loro territorio. Non dico che questa stagione sia alle spalle, ma sicuramente le finanze pubbliche vivono un momento di relativo miglioramento rispetto a quello di sei-sette anni fa per cui c'è da chiedersi se la Regione non debba tornare a occuparsi di progetti che non dico abbiano un grande respiro o un respiro necessariamente regionale, ma siano di un taglio un po' più significativo e un po' più importante.
Capite bene che la misura di due, tre o 4.000 euro riguarda progetti che evidentemente, possono essere supportati anche dall'istituzione locale.
Il secondo ragionamento in questo senso - e anche questo può diventare un punto su cui implementare poi il piano alla fine di questo triennio - sta nella possibilità e nell'eventualità di voler parametrare differentemente le percentuali di contributo rispetto al taglio del contributo. Giustamente e opportunamente, il piano oggi fissa il 50% come tetto massimo della contribuzione in una logica di risparmi e di aumento della platea dei beneficiari, che è assolutamente comprensibile. Dopodiché il 50 ovviamente, ha però misure differenti a seconda del valore assoluto cui si applica, quindi se può avere un senso quando il valore assoluto e l'entità del contributo è decisamente ampio e importante perché i contributi del settore cultura ammontano in alcuni casi anche a diverse decine di migliaia di euro, può invece diventare discutibile o superabile come limite quando noi, invece, andiamo a parlare di contributi molto piccoli.
In piccolo è quello che fa, ad esempio, il bando dei patrocini onerosi del Consiglio regionale, che parametra differentemente la percentuale di contributo a seconda della dimensione assoluta del contributo stesso.
Evidentemente in quel caso il risparmio di cui siamo beneficiari, se teniamo il tetto del 50%, è un risparmio molto piccolo, mentre per un'associazione piccola che ha più difficoltà a uscire e a recuperare cofinanziamenti, a recuperare sponsorizzazioni, a recuperare relazioni anche con altri enti, evidentemente può fare davvero la differenza.
Che cosa abbiamo ritenuto di sollecitare, d'accordo con la Giunta, nel nostro ordine del giorno? Abbiamo inteso porre l'attenzione su un tema su cui in quest'Aula abbiamo dibattuto a lungo e rispetto a cui ritengo che il Piano triennale darà comunque una parziale soddisfazione di per sé stesso e, comunque, rappresenterà un passo avanti, che è il tema dei tempi lunghi tra l'assegnazione dei contributi e la loro erogazione, da quando i soggetti fanno la loro attività, da quando richiedono il contributo a quando poi finalmente lo vedono. Questo è un problema annoso, ovviamente che non riguarda soltanto questa consiliatura, ma che continua a essere una spada di Damocle importante sugli operatori culturali e, soprattutto rappresenta un costo, perché questo si traduce inevitabilmente in un'esposizione bancaria che li porta a chiedere affidamenti, a pagare interessi e a pagare un costo di gestione delle pratiche.
Da questo punto di vista, il piano triennale consentirà sicuramente di anticipare i bandi nel corso dell'anno, il che se non altro avvicinerà i bandi ai tempi delle attività e consentirà di avvicinarsi all'obiettivo di restare, tra bandi ed erogazione, all'interno dell'annualità solare. Questo è sicuramente positivo. Verosimilmente avverrà nel senso che il piano triennale darà le chiavi in mano alla Giunta per far uscire i bandi immediatamente dopo l'approvazione del bilancio. Dipenderà dall'approvazione del bilancio, dipenderà dalla volontà della Giunta, ma la possibilità materiale ci sarà.
Immagino che si farà di tutto per cogliere quest'opportunità. In ogni caso aiuteremo l'Assessore a spingere affinché sia colta, ma da sola non basta.
Noi, comunque, abbiamo ancora un sistema di rendicontazione impegnativo differente da quello che usano le fondazioni bancarie, che richiedono di rendicontare soltanto l'ammontare del contributo richiesto mentre, invece noi chiediamo di rendicontare tutto il progetto, anche la percentuale che non viene poi riconosciuta.
Noi abbiamo un sistema di "doppio controllo", perché ovviamente prima le pratiche passano al vaglio da divisione cultura, poi si spostano in ragioneria e anche questo contribuisce all'allungamento dei tempi. Non ci nascondiamo che, a volte, quest'allungamento è dovuto al fatto che, non avendo risorse, si allunga anche un po' il brodo per aspettare che la cassa sia disponibile; altre volte, invece, non è così e le associazioni si perdono un po' nelle burocrazie.
Quello che chiediamo è un impegno a ragionare su procedure e procedimenti che semplifichino, per quanto possibile, sia la procedura amministrativa interna, sia la documentazione che le associazioni devono proporre lasciando ovviamente a chi ha la responsabilità dell'esecutivo di andare a individuare quali sono i punti su cui si può intervenire.
Solo ieri il Presidente Nicco ha assunto l'impegno, che sosteniamo con forza, di avere un'interlocuzione in Commissione con Finpiemonte e con gli altri istituti di credito piemontesi affinché, convenzionandosi con la Regione, possano mettere a disposizione degli strumenti finanziari che allevino, almeno in parte, il peso finanziario di quest'anticipazione che gli istituti, le associazioni e gli enti culturali sono costretti a fare ogni anno.
Mi sento di dire che bisogna anche incoraggiare il nostro sistema creditizio a riconoscere che la Regione non è un cattivo pagatore: semmai è un lento pagatore, ma non è un cattivo pagatore. Di conseguenza, chi ha un impegno di questo tipo da parte della Regione Piemonte sa che quei soldi li vedrà a un certo punto, e non può essere trattato alla stregua di chi arriva lì e ha soltanto una promessa in mano. Un impegno della Regione è un impegno della Regione.
Da questo punto di vista, ci si può aspettare e si può concordare un trattamento diverso, riservato e specifico per favorire chi quelle risorse le sta aspettando.
Chiudo su una considerazione che, comunque, svilupperemo anche in sede di assestamento, soprattutto nel prossimo provvedimento di bilancio. È evidente che quando approveremo una legge e un piano triennale (con bandi triennali) ci ritroveremo verosimilmente di fronte a una figura che conosciamo bene, già vista in altri ambiti e in altre materie: quella di soggetti ritenuti idonei, ma non finanziati. Alcuni non raggiungeranno il punteggio necessario per essere ritenuti idonei a un contributo; altri evidentemente sì, ma non tutti saranno finanziati, perché le risorse tenderanno a non bastare.
Ora, al di là delle buone intenzioni e dello sforzo, soprattutto dopo questo primo bando che ci permetterà di misurare quanti resteranno fuori e per quali quantità, dovremo impegnarci a trovare quelle risorse e far scomparire anche in questa graduatoria la figura degli "idonei, ma non finanziati".
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Daniele Valle per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale la Consigliera Alessandra Biletta.
Prego, collega; ne ha facoltà per dieci minuti.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
La delibera in discussione e approvazione oggi non solo rappresenta uno strumento di fondamentale importanza per il ricco e variegato panorama culturale piemontese, ma è anche il compimento e l'attuazione di una legge regionale molto importante, la n. 11/2018, il testo unico in materia di cultura, che ha riorganizzato l'intero corpo legislativo regionale per quanto riguarda l'intero settore.
La norma, infatti, ha introdotto il piano triennale quale strumento per la programmazione degli interventi della Regione in materia di beni e attività culturali attraverso l'individuazione degli obiettivi, delle priorità strategiche, delle linee d'intervento e della realizzazione delle iniziative.
Si tratta di uno strumento nuovo per la nostra Regione, che non poteva che essere aperto e dinamico dopo oltre due anni di pandemia, che hanno letteralmente messo in ginocchio l'intero comparto: basti pensare che gli esercizi cinematografici hanno registrato nel 2020 una riduzione del 72 delle presenze e degli incassi; i musei, chiusi anche loro per 173 giorni nel 2020, hanno accusato una flessione del 71%. Nel complesso, si stima che l'intero comparto abbia registrato perdite per circa 200 milioni di euro.
Sono dati che dimostrano e testimoniano un'estrema difficoltà dell'intero comparto, senza chiaramente voler dimenticare tutte le forze produttive del Paese, di cui necessariamente questo documento non poteva non tenere conto.
Ecco perché bene ha fatto la Giunta a dare un'impostazione dinamica; non ha alcun fondamento, infatti, l'ipotesi di una sola ricetta certa per il recupero, ma è necessario addivenire a una serie o a un mix di azioni e di interventi fortemente innovativi rispetto al passato, anche al fine di garantirne la sostenibilità nel futuro.
È un documento di programmazione che s'inserisce e compenetra con gli altri documenti di programmazione regionale, a partire dal DEFR e DSU, dando finalmente piena dignità all'intero sistema, che - è bene sottolinearlo ancora una volta - costituisce un elemento di crescita e coesione per un intero tessuto sociale, oltre che di sviluppo economico per interi territori.
Non dimentichiamo che la cultura in Piemonte rappresenta circa il 4,8% del sistema produttivo regionale, ovvero posti di lavoro e ricchezza. A un comparto di tali dimensioni non è possibile non dare risposte strutturali e strutturate quali quelle contenute in un documento di programmazione.
È un documento che convince, tanto che è stato approvato all'unanimità dalla Commissione. È un documento che considera intere filiere o sistemi quali quello museale, quello delle biblioteche, del patrimonio culturale e d'interesse religioso, ma che punta a valorizzare e sostenere realtà più locali e legate alle tradizioni, quali gli spettacoli dal vivo, le rievocazioni storiche e i carnevali.
Per queste ragioni, confermiamo il voto convintamente favorevole di Forza Italia a questo provvedimento.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Alessandra Biletta per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Marco Grimaldi.
Prego, collega; ne ha facoltà per dieci minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Credo che fin qui non sia stato analizzato fino in fondo lo stato in cui versa la cultura piemontese dopo i due anni più orribili del passato recente. Le perdite dirette del comparto culturale in Piemonte, soprattutto nel 2020, sono state oltre le migliori previsioni, nel senso che si è andati oltre 250 milioni in meno (si ipotizzano 44 in meno per i cinema, 26 per i musei, quasi 75 per lo spettacolo dal vivo).
Come sapete, molte imprese culturali sono andate a gambe all'aria, così come tantissimi luoghi dello spettacolo dal vivo, i piccoli gruppi teatrali e tutti gli operatori che lavorano nel mondo della cultura ne sono stati coinvolti. Parlo dei service, dei fotografi e delle agenzie di comunicazione.
Negli scorsi mesi abbiamo visto, con tutta la sua prepotenza, la voglia dei nostri concittadini di riprendere parte a un processo di riavvicinamento alla fine della recrudescenza delle prime ondate della pandemia e questo ha dato subito l'idea di quello che era l'effetto desiderato (chiamiamolo così). Spesso abbiamo parlato degli effetti indesiderati dei vaccini invece l'effetto desiderato era esattamente quello di rivedere le nostre piazze piene di spettatori e di concittadini, forse ogni tanto confondendo l'intrattenimento con il ritorno della cultura come motore di sviluppo.
Lo dico, perché sono anch'io entusiasta dei dati dell'Eurovision, così come di quelli che hanno visto pian piano la ripresa di un turismo di massa italianissimo, di nostri concittadini che visitano le grandi città d'arte.
Attenzione, però: anche lì dentro c'è un limite, perché la scelta di grandi luoghi del turismo e non la proliferazione di un'offerta turistica omogenea su tutti i territori e diffusa è un rischio anche per la nostra economia.
Infatti, paradossalmente, come hanno analizzato bene i nostri osservatori culturali (soprattutto quello piemontese), spesso quel tipo di offerta turistica, soprattutto nelle grandi città, da una parte non risponde pienamente ai veri desideri culturali di chi arriva, perché spesso trova code infinite e l'impossibilità di fruire al meglio del nostro patrimonio e, dall'altra, lascia scoperti tanti luoghi italiani.
Davanti a questa fotografia - l'ho riassunta in poche parole, perché non abbiamo molti minuti - che cosa possiamo fare noi? Con l'Assessora Poggio abbiamo discusso di tante vicende e voteremo anche favorevolmente a queste linee d'indirizzo, ma vorremmo analizzare per un attimo non solo quello che c'è, ma quello che, secondo me, deve ancora essere messo a disposizione nella nostra strategia post pandemia. Molti dicono che tornerà come prima ma basterebbe vedere che cosa è successo in questi anni per capire che non succederà. Non succederà perché basta vedere i dati diffusi anche pubblici: fino a dieci anni fa questo comparto era sostenuto con più di 450 milioni di euro pubblici, fra Stato, Regione e fondazioni bancarie. Oggi abbiamo a disposizione esattamente i milioni persi dal sistema, cioè la contribuzione nostra, delle fondazioni bancarie, dello Stato, delle donazioni liberali eccetera equivale più o meno a quei 200-250 milioni persi nella pandemia.
Quest'analisi che cosa mi porta a dire? La prima cosa: utilizziamo al meglio quello che ci ha insegnato questa forzata convivenza dentro alle nostre case e il difficile ritorno nello spazio pubblico. Lo dicevo proprio ieri all'Assessora Poggio anche parlando di Eurovision: siamo proprio sicuri che la modalità di fruizione pubblica sia quella di atterrare in luoghi semi aulici e centrali delle nostre città che, tra l'altro, hanno bisogno anche di una logistica e di una riorganizzazione ex post dell'evento? Non è, invece, questa l'occasione per dirci, insieme ai quadranti piemontesi, alle grandi città, ma anche alle zone vaste, che forse potremmo riprendere in mano una progettazione pubblica di alcuni spazi verdi, di alcuni spazi anche in aree che hanno meno attenzione, con i cittadini e con chi vive in quelle aree? Penso ad esempio - qui c'è l'ex sindaco Chiamparino - a uno dei motivi per cui l'evento Traffic è stato "sfrattato" dalla Pellerina. Lì c'era un conflitto con i cittadini che ci vivevano, ma anche dei problemi logistici di quell'area verde. Vi ricordate la bellissima foto del Traffic con tutte le persone in quella vasca di cemento immersa nel verde? Era perfetta perché in qualche modo si aveva tutto il senso di come si riprende uno spazio pubblico. Però c'erano dei limiti che molti non conoscevano, ad esempio che quella piastra era facilmente inondabile. Pensate alle bombe d'acqua che abbiamo oggi e a cosa significherebbero in quell'area: sarebbe difficilmente gestibile un'eventuale evacuazione. Il Comune di Torino all'epoca avrebbe dovuto fare un investimento mica da ridere per permetterlo e neanche in poco tempo.
Sono passati anni da allora e, come sapete, quell'esperienza è finita per mille altri motivi e io non auspico mai di tornare indietro, perché non si torna indietro se non per prendere la rincorsa e andare più avanti. Invece vi dico: non è questa la nuova stagione per ripensare quei luoghi? Altrimenti il modello è che chi ha le risorse e la finanza, ce la fa. Ad esempio, sono appena terminati tre giorni incredibili del Kappa Future Festival e loro ce l'hanno fatta, perché hanno imprenditorialmente degli sponsor che li sostengono anche nei momenti più difficili.
Non sarà mica normale pensare che tutto il mondo della cultura possa investire così tanti soldi per prendersi uno spazio pubblico e pian piano anno dopo anno, organizzare tutto quello che manca a un bellissimo parco pubblico come quello del Parco Dora? Anzi, spero del futuro Parco Enrico Berlinguer. Non succederà questo, non può succedere e non tutti gli operatori possono permetterselo.
Data la contrazione di finanza pubblica e di spesa corrente, credo che dobbiamo metterci nelle condizioni di disporre di un nuovo hardware, che in parte vuol dire far sì che i luoghi dello spettacolo dal vivo vengano messi in sicurezza e possano, a prescindere dalle restrizioni che abbiamo avuto in questi anni, riaprire non solo in totale sicurezza, ma anche con la possibilità di investire di più nella programmazione e meno nell'hardware.
Così come penso che quell'hardware non dev'essere solo privatizzato, ma messo a disposizione di tutti.
Credo che - ne abbiamo parlato già con l'Assessore Ricca anche sulle vicende sportive - la pandemia ci dica che lo spazio pubblico è il luogo dove rivedere il ritorno tanto dello sport quanto dell'aggregazione e dell'intrattenimento, ma anche della cultura.
Che cosa m'immagino, quindi? Voglio che "Settembre Musica" e MITO ritornino nei luoghi pubblici, dove deve arrivare anche la cultura di un altro livello. Va benissimo vedere gli "Eugenio in Via di Gioia" e i grandi artisti che, tra l'altro riempirebbero quei luoghi anche a venti/trenta euro, ma diverso è, come diceva Balmas, portare un certo tipo di cultura dove non arriverebbe e dove non la chiederebbero, perché è lì che la crescita culturale espande le nostre possibilità.
Credo che nei prossimi mesi dobbiamo impegnarci davvero a non essere ossessionati, come prima, dall'idea del ritorno. Non è detto che questa sia la soluzione e credo che tutti insieme, soprattutto con il mondo della cultura, dobbiamo fare due passi avanti per immaginare cosa serve al nostro territorio per far crescere quell'offerta e, soprattutto, per renderla più pubblica di quello che è.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Preioni, sulla discussione generale.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Voglio ringraziare l'Assessore Vittoria Poggio e rimarco con forza "Assessore", perché non riesco più a sentire parole come "Assessora" "ingegnera".
Questo politicamente corretto imperante veramente non lo sopporto più!



(Commenti fuori microfono)



PREIONI Alberto

Bene per questo Piano triennale, un piano triennale.



(Commenti del Consigliere Sarno)



PREIONI Alberto

Naturalmente, sono mie valutazioni personali, non voglio mica convincervi ci mancherebbe: io sono per la libertà.



(Commenti del Consigliere Sarno)



PREIONI Alberto

Siamo contenti di questo piano triennale, che da luglio darà l'opportunità di partire con i bandi che riguardano associazioni, enti no profit, enti pubblici e privati che possono partecipare per ricevere una contribuzione pubblica in un settore importantissimo qual è la cultura e gli eventi, un settore dove sempre di più serve anche l'apporto dei privati.
Il nostro Piemonte è un territorio laborioso, con tanti imprenditori e industriali. Il nostro auspicio è che, proprio in un momento storico complicato come questo, dove tutto costa di più, l'energia costa di più e dove i prezzi corrono a causa dell'inflazione importante, ci siano mecenati che dal territorio hanno ricevuto tanto e che possano investire per dare una mano per eventi culturali ed eventi di questo calibro.
Alcuni ce ne sono già, ma speriamo che il piano sia da stimolo. Facciamo un appello a loro e ai tanti mecenati che possono aiutare in un momento post COVID, in cui si esce dalla pandemia. La gente vuole uscire, vuole liberarsi dalla mascherina, vuole partecipare agli eventi, alle iniziative però le iniziative e gli eventi costano e, quindi, chi ha avuto la fortuna nella vita di fare grandi cose, è bello che reintegri. Il pubblico deve fare la sua parte, perché è naturale che il pubblico, per sua natura, deve contribuire a eventi culturali.
Sulla cultura in Piemonte, penso che bisogna scardinare quella dicotomia che la cultura dev'essere per forza "sinistra". La cultura è cultura: c'è la cultura tradizionale, c'è la cultura identitaria, c'è la cultura di destra, di sinistra, di centro, cristiana, cattolica, quindi anche il compito del nostro Assessore è quello di scardinare un sistema per cui, per troppi anni, la cultura era per forza ed è per forza appannaggio delle sinistre, soprattutto qui.
Inoltre, la cultura si può fare in montagna, in collina, in campagna e non dev'essere per forza appannaggio dei soliti, dei soliti circoli, delle blasonate piazze delle metropoli. Siamo una Regione Piemonte di 1.181 Comuni, municipi e campanili, con centinaia di associazioni culturali naturalmente a partire da quelle grandi e importanti, le associazioni storiche, con un bagaglio importante, ma mi auguro che questo piano triennale sia l'opportunità, per tanti che non conoscono questa possibilità, per affacciarsi, per chiedere una mano, per vincere un contributo pubblico. Questo deve valere anche per i piccolini, per i medi per chi deve iniziare il suo percorso, perché - ribadisco - la cultura dev'essere una cultura su tutto il Piemonte, su tutte le nostre particolarità e su tutte le nostre peculiarità.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi altre richieste d'intervento, chiudo la discussione generale.
Esaminiamo ora l'atto d'indirizzo collegato, l'ordine del giorno n. 852 presentato da Valle, Salizzoni, Sarno, Giaccone, Magliano, Gallo e Ravetti inerente a "Tempi certi per il sistema dei finanziamenti al settore cultura".
La parola al Vicepresidente Valle, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Sarò telegrafico, perché ne ho già illustrato il contenuto durante la discussione generale.
Come dicevamo poc'anzi, avremmo voluto inserire i vari "impegna" all'interno della narrativa della deliberazione, ma abbiamo convenuto con l'Assessore che era preferibile un atto d'indirizzo, quindi riepilogo i tre punti su cui chiediamo alla Giunta d'impegnarsi.
Il primo è attendere a emanare i bandi nella prima parte dell'anno.
Il secondo è lavorare alla possibilità di convenzioni con Finpiemonte con il sistema bancario per individuare strumenti d'ingegneria finanziaria che consentano di abbattere i costi per coloro che devono ricorrere ad anticipazioni di carattere bancario rispetto ai contributi che percepiscono.
Ringrazio per la disponibilità la VI Commissione, che, su suggerimento dell'Assessore, ha ritenuto di organizzare un'audizione di Finpiemonte in questo senso, dando, tra l'altro, in questo modo, attuazione a uno degli strumenti che il testo unico della cultura stesso prevedeva tra gli strumenti di contribuzione intersettoriale.
Infine, il terzo "impegna" è quello di lavorare sempre in ottica migliorativa sugli strumenti di semplificazione burocratica che consentano alle associazioni di semplificare l'iter di rendicontazione di partecipazione ai bandi.
È qualcosa che si può già fare nel corso di questo piano triennale e che in quota parte, al termine di questo percorso, potremmo valutare per farlo diventare parte integrante del prossimo piano triennale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Poggio.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Accolgo l'ordine del giorno, anche perché è stato frutto di considerazioni avvenute in Commissione, quindi chiaramente il mio parere è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 852, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione è annullata.
Ripetiamo la votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 852, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
I lavori riprenderanno alle ore 14 con la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.47)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.00 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1126 presentata dal Consigliere Diego Sarno, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi interrogazione a risposta immediata n. 1127 presentata dal Consigliere Domenico Rossi, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1128 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta immediata n.
1129 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1130 presentata dal Consigliere Marco Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone.
Ricordo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni a risposta immediata di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio d'Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo ancora che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta e non sono previste repliche.
Prego ancora i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1126 presentata da Sarno, inerente a "Applicazione della legge sul contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP) numero 19 del 15 luglio 2021"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1126.
Ha chiesto di chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Diego Sarno.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Era il 15 luglio 2021 quando quest'Aula, ahinoi, approvava una legge nefasta per il Piemonte e per la salute dei piemontesi. La legge oggetto della mia interrogazione è la legge sul contrasto - vedremo perché di contrasto c'è poco - al gioco d'azzardo patologico.
Solo per inquadrare di nuovo il tema, cito un dato prima di arrivare all'oggetto. Recenti stime dell'Istituto Superiore di Sanità parlano di una popolazione di circa 5,2 milioni di giocatori abituali, di cui 1,2 milioni sono considerati problematici, ovvero con dipendenze. Sappiamo che il Ministero della Salute ha dato di recente ulteriori linee d'azione per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle persone affette dal disturbo di gioco d'azzardo e, aggiungo, patologico. Queste linee coincidono con una parte della legge approvata il 15 luglio 2021. Ricordo l'articolo 5 sulla predisposizione di un Piano integrato al contrasto e alla dipendenza del gioco d'azzardo, come l'articolo 7, sull'istituzione di una giornata regionale e il logo regionale "Slot, no grazie". All'articolo 8 si prevede di aumentare la cosiddetta sezione tematica GAP presso l'Osservatorio delle dipendenze della Regione Piemonte, mentre all'articolo 9 di costruire del materiale formativo e informativo per un piano di comunicazione regionale straordinario, proprio per il contrasto al gioco d'azzardo patologico.
Sappiamo che, grazie alla legge votata dal centrodestra e da questa Giunta nel primo mese di attivazione di questa legge sono arrivate 230 autorizzazioni per l'inserimento di slot machine, videopoker e VLT all'interno di tabacchini e bar nella sola città di Torino. Presidente, 230 autorizzazioni, ma non sappiamo quante macchinette sono state installate per ogni singola autorizzazione.
Interrogo la Giunta e l'Assessore per sapere se davvero, alla fine, quella legge è una legge che voleva tutelare solo la lobby economica del gioco d'azzardo perché l'articolo 5, l'articolo 7, l'articolo 9 e l'articolo 8, a oggi, non sono applicati.
Vorrei proprio sapere a che punto sono questi articoli, perché se parliamo di contrasto, quegli articoli dovrebbero essere abbondantemente sviluppati e sappiamo anche che ci sono dei fondi del Ministero che, se non spendiamo entro fine anno, rischiamo di dover restituire.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Sarno per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente In premessa, Consigliere, le dico che non entro nel merito di una legge che è frutto della votazione di questo Consiglio né, tantomeno, sugli effetti che lei ha descritto.
Per quanto riguarda le attività di mia competenza, cioè contrasto al gioco patologico e in particolare gli articoli 5, 7, 8 e 9 della legge 19, le posso tranquillamente dire che tutte le attività previste dai citati articoli sono attualmente in corso di realizzazione.
In particolare, in relazione all'attivazione degli interventi di cui all'articolo 5, "Soggetti attuatori", s'informa che il Settore regionale con nota 13519 del 6 aprile 2022, "Avvio della campagna di comunicazione istituzionale e individuazione dei referenti aziendali dei Dipartimenti di prevenzione e dei SerD", ha formalizzato la costituzione di un gruppo di lavoro finalizzato al contrasto del fenomeno del gioco d'azzardo patologico. Questo lavoro, in vista anche dell'imminente campagna di comunicazione istituzionale regionale, è stato formalizzato con le competenze necessarie e rappresentative di tutte le realtà coinvolte a supporto della Direzione regionale.
Il gruppo di lavoro è composto da referenti tecnici delle ASL, esperti degli enti accreditati e delle associazioni scientifiche, esperti dell'Osservatorio epidemiologico regionale, esperti dell'IRES (se vuole, ho anche l'elenco dei nominativi).
Con riguardo all'attivazione degli interventi previsti all'articolo 7 "Prevenzione del gioco d'azzardo patologico a tutela dei minori", sono confermate, per quanto riguarda la tutela dei minori, le azioni già avviate in passato.
L'attuazione degli interventi di cui all'articolo 8, "Campagna di informazione nelle scuole", è tuttora in corso di realizzazione attraverso la prosecuzione della formazione di alunni e docenti nelle scuole del Piemonte, l'avvio del Centro regionale di prevenzione e promozione della salute presso la struttura Fondazione educatori della provvidenza in corso Trento 13 a Torino. Tale istituto inizierà le proprie attività ospitando le classi di studenti delle scuole superiori dal prossimo anno scolastico. In questa struttura sarà attivata una stanza appositamente realizzata per far sperimentare ai ragazzi l'importanza del gioco responsabile.
Inoltre, dal 2023 sono previste attività di prevenzione direttamente presso le sedi scolastiche, con mezzi attrezzati, permettendo ai giovani di crescere nella sensibilizzazione dei concetti di base inerenti alle probabilità statistiche del gioco d'azzardo.
Infine, in relazione all'attivazione degli interventi previsti all'articolo 9, "Logo regionale e istituzione della giornata regionale contro il gioco d'azzardo patologico", s'informa che il logo e i contenuti inerenti alla campagna istituzionale regionale di comunicazione sono stati individuati da parte di apposita Commissione regionale, che ha valutato le proposte di una serie di agenzie pubblicitarie che hanno aderito al bando regionale.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Linee elettriche

Interrogazione a risposta immediata n. 1127 presentata da Rossi, inerente a "Azioni urgenti per nuovo bando Città della Salute e della Scienza di Novara. Quali sono i tempi della Regione"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1127.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'Assessore sa meglio di me che, in data 20 settembre 2021, scaduta la gara d'appalto per la realizzazione della nuova Città della Salute e della Scienza di Novara, nonostante una precedente manifestazione d'interesse da parte di diversi operatori economici, nessuna offerta è però pervenuta in quella data.
Questa situazione, nonostante un certo ottimismo iniziale, quando si parlava di riproporre semplicemente la gara, in realtà, ha reso necessario un percorso un po' più lungo con la revisione dell'Accordo di programma con il Ministero, ma soprattutto (ciò che è stato più impegnativo) la redazione di un nuovo piano economico.
In prima battuta, la revisione del nuovo piano economico aveva previsto un aumento di 74 milioni, diventati successivamente 99, per un totale d'investimento di 419 totali, contro i 320 precedenti.
La nuova proposta è stata inviata al Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici che, purtroppo, in quel momento non era vigente perché erano scadute le vecchie nomine. Quando finalmente è stato rinominato, è arrivata la valutazione positiva, però non è stato sufficiente, perché dopo la valutazione (positiva) del Nucleo di valutazione, sappiamo che, per arrivare al nuovo Accordo di programma è necessario rivedere gli atti che la Regione aveva precedente adottato per il vecchio piano economico-finanziario e, sulla base di questi, bisognerà stilare un nuovo Accordo di programma. Infine, sulla base di questo nuovo Accordo l'Azienda ospedaliera potrà chiedere l'approvazione di un nuovo finanziamento e poi fare il nuovo bando di gara.
La nostra preoccupazione è legata a due elementi. Anzitutto, il territorio aspetta quest'opera da troppo tempo e ogni giorno che passa è un aggravio sia in termini economici, sia in termini di bisogni di salute non esauditi della popolazione. L'altra preoccupazione che abbiamo è legata al quadro politico: sappiamo che siamo a fine legislatura e sappiamo che se non dovesse arrivare il nuovo bando con questo Governo in carica, rischieremmo di dover ripartire con l'interlocuzione con un nuovo eventuale Governo.
Nonostante le affermazioni sia dell'Assessore sia del Presidente, quando ci fu l'approvazione del Nucleo di valutazione per un intervento tempestivo da parte della Regione sono passati 44 giorni e non abbiamo visto ancora nessun atto.
Per questo motivo, interroghiamo l'Assessore regionale per conoscere la tempistica reale per l'adozione degli atti necessari da parte della Giunta del Consiglio regionale e dell'Azienda ospedaliera, al fine di richiedere il nuovo finanziamento e sottoscrivere il nuovo Accordo di programma.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
È tutto corretto il quadro da lei descritto, tranne nella parte del finanziamento, perché ci sono 20 milioni a disposizione e sono nel quadro economico, ma non sono un intervento di spesa, perché rappresentano una garanzia che ci ha chiesto la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Come lei sa, abbiamo fatto questa maratona per avere il parere da parte del Nucleo di valutazione (quello più importante), che è pervenuto agli atti di questa Regione il 27 giugno, anche se avevamo avuto notizia di un parere positivo qualche settimana prima.
Il 27 giugno il Ministero della Salute ha trasmesso il parere del Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici in sanità, che si è espresso in tal senso: "Parere tecnico favorevole con raccomandazioni sulla proposta di revisione del quadro economico dall'Accordo di programma integrativo presentata dalla Regione Piemonte con nota n. 5089 del 9 febbraio 2022 e successiva integrazione del 10 maggio".
Precedentemente, il 27 aprile 2022, l'Assessorato aveva richiesto al Ministero della Salute, in accordo con il Ministero stesso (ovviamente c'era l'accordo) la revoca del vecchio Accordo di programma, soprattutto per la parte economica, ai fini di procedere con i provvedimenti relativi al nuovo accordo. Questo decreto è indispensabile per procedere.
In questo momento, il decreto di revoca è alla firma congiunta dei ministri del MEF e della Salute.
Abbiamo sollecitato più volte il decreto, anche per le vie brevi ultimamente, in modo ufficiale con una nota del 27 giugno al Ministero però alla data attuale non è ancora pervenuto il decreto di revoca che ci permetterebbe di procedere con gli altri atti.
In questa fase d'attesa, tuttavia, per quanto è di competenza della Regione, abbiamo predisposto i necessari atti, che sono pronti e firmati sulla mia scrivania: sono gli atti di competenza della Giunta, in particolare la deliberazione di Giunta da sottoporre all'approvazione del Consiglio, relativa alla modifica della precedente deliberazione di Consiglio regionale n. 286 dell'8 maggio 2018, per quanto concerne solo la scheda riferita alla Città della Salute della Scienza di Novara e, in particolare, al finanziamento.
Il secondo atto è la deliberazione di approvazione del nuovo documento programmatico, già inviato in bozza al Ministero della Salute e condiviso.
Nel momento in cui arriverà il decreto di revoca, più volte sollecitato magari potremmo risollecitarlo insieme). Abbiamo pronti tutti gli atti relativi alla procedura Città della Salute e della Scienza di Novara, per cui procederemo in tempi strettissimi alla loro approvazione, non appena arriverà il decreto. L'Azienda Ospedaliera è stata da me sollecitata a produrre, fin da ora, tutti gli atti necessari per attivare tutte le procedure relative (sono 14 documenti già pronti), nel momento in cui arriverà questo nuovo decreto.
Noi ci siamo mossi al massimo delle nostre possibilità. Attendiamo il Ministero e a quel punto le saprò dare un preciso cronoprogramma.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1129 presentata da Disabato inerente a "Ridimensionamento della radiologia nei Comuni di Grugliasco e Avigliana" (risposta scritta)


PRESIDENTE

All'interrogazione a risposta immediata n. 1129, l'interrogante chiede di avere risposta scritta.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione a risposta immediata n. 1128 presentata da Magliano inerente a "Utenti senza mascherine sui mezzi di trasporto pubblico, come intende intervenire questa Giunta?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1128.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Il 15 giugno 2022, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che stabilisce la proroga al 30 settembre 2022 dell'obbligo dell'uso delle mascherine FFP2 sui mezzi pubblici di trasporto, esclusi gli aerei. Lo scenario epidemiologico è in continua evoluzione, anche per effetto delle sottovarianti di Omicron BA.4 e BA.5, sempre più diffuse in Europa.
Rilevato che l'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo facciali filtranti FFP2 è un presidio importante per la tutela dalla salute ai fini della prevenzione del contagio in ambienti chiusi e condivisi da più persone, o aperte al pubblico, dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro, dal 1° aprile è stato ripristinato il pieno carico dei mezzi su gomma (più volte richiesto anche in quest'Aula, sappiamo che su questo l'Assessore si è impegnato, e non poco). Su autobus, tram e metropolitana, quindi, si viaggia nuovamente al 100% della capienza. Ciò significa mezzi trasporto molto affollati, con un conseguente elevato rischio di contagio.
Constatato che da numerose segnalazioni si apprende (anche a mezzo stampa Presidente, ecco perché la presentazione del question time) che frequentemente gli utenti non utilizzano o non indossano correttamente le mascherine sui mezzi di trasporto, in particolar modo su bus, tram e metropolitana.
Constatato che appare necessario garantire un maggior controllo sul rispetto delle normative di sicurezza imposte dalla legislazione nazionale al fine di assicurare il più possibile il contenimento dell'epidemia sui mezzi di trasporto pubblico locale.
Tenuto conto che i contagi sono in costante aumento e, come nelle ondate precedenti, un aumento complessivo dei casi può comportare un aumento dei ricoveri ordinari, di quelli in terapia intensiva e dei decessi.
Tenuto conto che il report COVID-19 DIRMEI del 10 giugno analizza i dati aggregati: l'analisi rielaborata tenendo conto dell'incremento dei casi totali, rispetto ai giorni precedenti, evidenza per la Regione Piemonte un incremento di casi COVID-19 positivi pari a 914.
Tenuto conto che il report COVID-19 DIRMEI del 3 luglio ha riportato un incremento dei casi COVID-19 positivi pari a 4339, giungendo a picchi di contagi mai raggiunti nel mese di giugno.
Considerato che i cittadini piemontesi hanno il diritto di fare affidamento su un servizio di trasporto pubblico affidabile e sicuro e responsabilizzare le persone a svolgere un ruolo nel contribuire a fermare la diffusione del virus è importantissimo e le mascherine hanno un ruolo fondamentale, interrogo per sapere, alla luce del continuo aumento dei contagi, come pensa questa Giunta di far rispettare le normative di sicurezza imposte dalla legislazione nazionale, garantendo agli utenti un trasporto pubblico locale in totale sicurezza e affidabilità.
È evidente, Presidente e Assessore, che se non vi fossero altre notizie più importanti (la siccità piuttosto che la guerra tra Russia e Ucraina o il caro energetico) avremmo le prime pagine dei giornali che parlerebbero solo di questa situazione.
Questo lo dobbiamo al nostro sistema d'informazione, ci mancherebbe, però è vero che i dati sono importanti.
Concludo, Presidente, dicendo che non abbiamo ancora uno stress molto elevato nelle sale di rianimazione, ma è evidente che sul trasporto pubblico c'è un problema. Le segnalazioni arrivano e ciò che viene scritto sui giornali riporta di una grande disattenzione nell'autotutela e nella tutela dei propri concittadini.
È per questo, Presidente, che ho presentato il question time.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Sposo in pieno le considerazioni del Consigliere Magliano, se non altro perché oggettive e testimoniate dai numeri in crescita.
Le immagini e le segnalazioni che ci arrivano, rispetto alla fortunata circostanza che i mezzi pubblici stanno tornando a una capienza simile a quella del pre COVID, quindi all'estate 2019, evidenziano che le regole non sono sempre rispettate, visto che fino al 30 settembre è ancora in vigore l'obbligo di mascherine FFP2 sui mezzi pubblici. Ciò aumenta la possibilità di contagio proprio in quei luoghi.
Naturalmente, leggo l'interrogazione come un grido d'allarme e un tentativo di sensibilizzare chi deve fare questi controlli, che certamente non pu essere e non è la Regione. Sono le Forze dell'ordine deputate a effettuare questi controlli, ma purtroppo li svolgono con fatica, per evidenti carenze strutturali di organico. Se consideriamo che il numero di contagi è alto vuol dire che, così come gli autisti e i controllori, si contagiano anche le Forze dell'ordine.
D'altro canto, le stesse aziende di trasporto possono sensibilizzare questo sì, lo faremo, chiameremo e sensibilizzeremo di nuovo a esporre maggiormente le comunicazioni, anche se ritengo che sia abbastanza chiaro a tutti che l'obbligo sui mezzi permane - anche le aziende di trasporto hanno in questo periodo, dopo aver passato due anni complicati, la programmazione delle ferie dei loro dipendenti.
È una contingenza particolarmente complicata da gestire. Dopodiché, visto che il problema è reale e dobbiamo porci l'obiettivo di non arrivare a quel picco e non aumentare le terapie intensive, le considerazioni fatte e le scelte dell'Amministrazione regionale possibili sono quelle di sensibilizzare le aziende del trasporto a una comunicazione maggiormente efficace e di immaginare, con i Prefetti piemontesi, un percorso condiviso di controlli che però - dobbiamo dircelo in maniera trasparente - sconta il presupposto di partenza, che è quello del delimitato organico a disposizione delle Forze dell'ordine. Il dato reale è che non ci sono strumenti o misure in più per finanziare più personale o attività di controllo, e certamente quest'attività non può essere messa in campo dalla Regione rispetto a una situazione che, come speriamo, sia contingente.
Richiamo - e concludo - alla sensibilità, all'educazione e al rispetto delle regole delle persone. Lo abbiamo visto in maniera estrema in pandemia, lo vediamo ancora oggi. Da questa situazione non ne usciamo con i controlli; ne usciamo se tutte le persone si rendono conto che rischiamo di trovarci di nuovo in una fase in cui toccheremo un picco di contagi e ci saranno, purtroppo, delle morti.
Compito di noi tutti credo sia quello di cercare di far comprendere che seppure in maniera più lieve, i numeri dei contagi stanno aumentando, così come, seppur in maniera meno invasiva, come ci ricorda l'Assessore Icardi i ricoveri in terapia intensiva.
In buona parte della nostra quotidianità abbiamo recuperato la "libertà" e credo che ci costi poco mettere le mascherine dove ci viene richiesto e quindi, dove il CTS ha studiato che è più opportuno indossarle.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento:

Interrogazione a risposta immediata n. 1130 presentata da Grimaldi inerente a "Mancato rinnovo dei contratti ai cosiddetti. 'Navigator' in Piemonte"


PRESIDENTE

Concludiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1130.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
La vicenda è emersa in tutti i suoi numeri e la sua urgenza in questi giorni.
Come sapete, è rimbalzata la notizia che cinque Regioni italiane, tra cui il Piemonte, avrebbero deciso di non avvalersi ulteriormente dell'assistenza tecnica dei cosiddetti "Navigator", lasciando senza contratto un terzo degli ex collaboratori, circa 538 lavoratori.
Alla scadenza di fine giugno - ne chiediamo conferma all'Assessore Marrone per voce ovviamente dell'Assessora Chiorino - Piemonte, Lombardia Campania, Veneto e Umbria avrebbero comunicato di non voler prorogare per tre mesi l'attività di assistenza tecnica nei Centri per l'impiego regionali.
Per quanto riguarda la nostra Regione, si tratterebbe di circa 75 persone (almeno così si stima), lavoratori a disposizione immediatamente impiegabili per le necessità delle politiche attive del lavoro, senza costi aggiuntivi per l'Amministrazione regionale, che finora si sono occupati di prestare assistenza tecnica nei Centri per l'impiego del territorio.
Per quanto possano esserci diversità di vedute sul reddito di cittadinanza noi crediamo che ogni qual volta abbia fatto da deterrente ai salari da fame e a delle offerte del mercato del lavoro più basse del reddito, sia stato comunque un bene. Ma a prescindere da queste distanze sull'utilità o meno dei redditi di dignità, che devono essere, appunto, strumenti di dignità contro la "ricattabilità" del lavoro, stiamo parlando di figure professionali che possono essere utili all'inserimento lavorativo degli inoccupati, disoccupati e precariamente occupati di questo Piemonte.
Secondo il monitoraggio periodico dell'attuazione delle assunzioni di personale a tempo indeterminato, in particolare del Piano straordinario di potenziamento dei Centri per l'impiego e delle politiche attive del lavoro il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali riporta che in Piemonte a fronte dei 716 posti assegnati dal piano potenziamento CPI, solo 187 erano stati coperti a settembre 2021 e entro dicembre erano previste solo nove assunzioni, con un deficit di ben 520 posti vacanti.
Ci sono tanti punti del programma che devono, appunto, raggiungere alcuni target. Il reddito di cittadinanza ha avuto l'indubbio il merito di creare una sacca di assistenza per le persone più in difficoltà e, al netto degli abusi e dei truffatori (ma sono davvero pochi), è un'importante occasione per creare quell'incontro tra domanda e offerta. Noi riteniamo che la scelta di privarsi di lavoratori già formati avverrebbe mentre il piano di potenziamento dei Centri per l'impiego del Piemonte è lontano dal suo completamento e nel momento in cui dovrà prendere il via il programma PNRR GOL (Garanzia Occupabilità dei Lavoratori), che comporterà nuovi obiettivi da conseguire entro la fine dell'anno per gli stessi Centri per l'impiego e, quindi, un carico di lavoro al quale i CPI, allo stato attuale, non sono in grado di far fronte.
In una situazione come quella descritta, chiediamo quali siano le motivazioni per cui, pur in carenza di personale e con alcuni progetti del PNRR in fase di definizione e con importanti obiettivi, la Regione Piemonte avrebbe deciso di rinunciare a 75 lavoratori già formati che non avevano alcun impatto negativo sul bilancio regionale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione.
La Giunta ha delegato l'Assessore Marrone per la risposta.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Leggo la nota che mi è pervenuta dall'Assessore Chiorino in risposta all'interrogazione.
Premesso che a quest'Assessorato al lavoro non risulta che il reddito di cittadinanza abbia agevolato l'incrocio tra domanda e offerta e che si sia convinti che l'incrocio tra domanda e offerta si ottenga, invece, tramite politiche attive quali orientamento e formazione, non possiamo non ricordare come in diverse occasioni è stato ribadito che il Piemonte non avrebbe accettato di prorogare i contratti dei 'Navigator' e nemmeno di metterli in una condizione preferenziale in sede concorsuale.
Ricordiamo, infatti, che i Navigator non furono assunti tramite concorso ma con procedura a evidenza pubblica con colloqui, in quanto inquadrati come collaboratori.
Riteniamo, dunque, discriminante che l'attività dei 'Navigator' sia un titolo preferenziale nei concorsi pubblici. La Pubblica Amministrazione ha sbloccato le assunzioni e c'è la possibilità di fare turnover inserendo elementi validi che possano efficientare la macchina amministrativa.
Pertanto, dovrebbe essere prioritario guardare al merito, dando a tutti eguali diritti d'accesso ai concorsi.
Se il Governo, dopo aver prolungato più volte il loro contratto, avesse ritenuto di dover stabilizzare i Navigator per occuparsi di servizi al lavoro, l'avrebbe potuto fare. Dal nostro punto di vista, non può la stabilizzazione dei 'Navigator' diventare un diritto acquisito per entrare in altri ambiti della Pubblica Amministrazione.
Agenzia Piemonte Lavoro, ente strumentale della Regione Piemonte che coordina 31 Centri per l'impiego, antenne regionali sui territori, sta attuando il piano di potenziamento dei suoi centri attraverso due distinti bandi di concorso, che prevedono complessivamente 165 nuove assunzioni a tempo indeterminato, 68 posti di specialista (politiche del lavoro categoria D) e 97 posti per tecnico (servizi per l'impiego, categoria C).
I Navigator assegnati alla Regione Piemonte in origine erano 174; di questi, 28 si sono collocati nei Centri per l'impiego tramite concorsi APL.
Considerato che alcuni hanno trovato opportunità occupazionali, al momento sono attivi 74, i quali avranno la possibilità di partecipare al nuovo bando di concorso appena approvato da parte di Agenzia Piemonte Lavoro.
Per fare in modo che le assunzioni siano rispondenti alle reali esigenze di rafforzamento dei singoli Centri per l'impiego, l'iscrizione ai concorsi e la redazione delle graduatorie avverranno su base provinciale. In particolare, ogni candidato potrà partecipare alla selezione con riferimento a una sola Provincia scelta al momento dell'iscrizione al concorso. Le graduatorie provinciali saranno utilizzate durante tutto il corso di validità delle stesse per la copertura dei posti che si rendessero vacanti nel profilo professionale di riferimento.
Come Assessorato al lavoro si sta investendo molto nel rinforzo e nella riconversione delle competenze dei lavoratori occupati o espulsi dal mercato del lavoro, per facilitare l'incontro della domanda e dell'offerta e contrastare il fenomeno del mismatch, che caratterizza anche le dinamiche della nostra Regione.
Anche questo bando di concorso si configura nei fatti come un'opportunità lavorativa per tutte le persone che intenderanno mettere la propria professionalità al servizio del pubblico, contribuendo concretamente non solo a rendere più efficace il sistema regionale delle politiche attive del lavoro, ma anche a rafforzare il valore che rappresenta l'essere occupati in una Pubblica Amministrazione.
In sintesi, chi tra i 'Navigator' ha titoli e caratteristiche per partecipare a bandi pubblici, ovviamente lo potrà fare come qualsiasi altro cittadino italiano.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta del Consiglio regionale riprenderà alle ore 15.



(Alle ore 14.33 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.03)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame proposta di deliberazione n. 235, inerente a "L.r. n. 11/2018 art. 6. Approvazione del Programma Triennale della Cultura per il triennio 2022/2024" (seguito) (Atto d'indirizzo collegato)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 235, di cui al punto 8) all'o.d.g.
È iniziato l'esame del provvedimento. Dopo l'illustrazione e la discussione generale è stata esaminato l'ordine del giorno n. 852, sul quale l'Assessore Poggio si è espressa favorevolmente.
La votazione dell'ordine l'ordine del giorno è risultata non valida per mancanza del numero legale.
Pongo nuovamente in votazione l'ordine del giorno 852.
Ricordo che il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 852, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 59, comma 5 del Regolamento, essendo la votazione non valida per mancanza del numero legale per la seconda volta, passo all'esame del punto successivo all'o.d.g.



(Commenti del Consigliere Ravetti)



PRESIDENTE

Non c'è nessuna interruzione, sono passato al punto successivo all'o.d.g.



(Commenti del Consigliere Ravetti)



PRESIDENTE

Ma io le rispondo, ho citato l'articolo del Regolamento che lo prevede..



(Commenti del Consigliere Ravetti)



PRESIDENTE

Sono qui anche per quello, oltre a prendermi gli insulti.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Ravetti ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Non mi arrogo il diritto di rappresentare nessuno, se non me stesso. Porti pazienza.
Le chiedo, senza farla più grossa di quella che è, se un Consiglio regionale può avere dignità politica, solo politica, con una continua mancanza del numero legale.
So che in sua coscienza, al di là del Regolamento, vorrebbe mandarci tutti a casa, almeno oggi, poi vedremo più avanti. Mantenere il numero legale è di vitale importanza per la maggioranza e se viene a mancare il numero legale continuamente, devo dirle, Presidente, che ci sono problemi non soltanto all'interno della maggioranza, ma ci sono problemi di tenuta del ruolo dei Consiglieri regionali che siedono tra i banchi della maggioranza.
Non garantire la piena operatività dell'Aula sul piano politico è un errore macroscopico che non possiamo soltanto denunciare nel dibattito interno.
Mi rivolgo ai colleghi presenti affinché possano portare questo punto di vista, se non è faticoso, a quelli assenti: voi fate venire meno l'importanza dell'Aula stessa.
Vedete voi, continuate pure così, ma brillate per assenza e avete brillato per assenza rispetto alla soluzione dei problemi dei piemontesi anche con l'assenza fisica, non soltanto con l'incapacità di mettere in atto delle politiche adeguate.
Presidente, passi pure al punto dell'o.d.g. che preferisce, ma l'assenza della vostra maggioranza continuerà a imperversare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Se non vi sono altri interventi sull'ordine dei lavori, passiamo al punto successivo.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la Consigliera Frediani ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Solo perché in due legislature non mi è mai successo di vedere il passaggio al punto successivo, assolutamente consentito dal Regolamento, ma non ricordo di essere passati.



(Commenti del Consigliere Ravetti)



PRESIDENTE

Colleghi, cerchiamo di far parlare e di fare ascoltare, almeno al sottoscritto, cosa dice la collega Frediani.



FREDIANI Francesca

Spero che interessi a tutti la domanda che sto per porre.
Non mi è mai successo di vedere una situazione per cui il Presidente decide di passare al punto successivo, anziché sospendere la seduta. Volevo capire il punto attualmente in trattazione che fine farà, capire quando sarà ridiscusso. Stiamo parlando di un provvedimento importantissimo, stiamo parlando del piano triennale per la cultura. Non so se sia il caso invece di sospendere mezz'ora la seduta e poi tornare su quest'importantissimo documento e non passare oltre, così come se niente fosse. Non si sa quando torneremo sul punto in oggetto che, ripeto, abbiamo detto tutti stamattina nei nostri interventi essere un punto su cui c'è unanimità e su cui c'è piena condivisione dell'importanza.
Propongo di valutare la sospensione della seduta e di rientrare provvedendo ad avere - mi rivolgo alla maggioranza - il numero legale e tornare in votazione su questo provvedimento. Mi sembra un segnale di rispetto verso l'Assessore e, soprattutto, verso tutto il mondo culturale che aspetta l'approvazione di questo testo.



PRESIDENTE

La soluzione che ho poc'anzi proposto di passare al punto all'o.d.g.
successivo è già avvenuta in altre sedute in questa legislatura. Non è nulla di illecito, ma lo prevede l'articolo 59, comma 5 del Regolamento. Mi sembrava ovvio e doveroso rispetto all'Aula procedere ad altro punto all'o.d.g. dato che non mi sembrava ci fossero le condizioni per proseguire. Adesso una parte della minoranza mi chiede di proseguire sul punto 8) all'o.d.g., ma non ha dato espressione di voto sul punto precedente. È evidente che proseguo con i lavori nelle modalità che mi consente attualmente il Regolamento.
Consigliere Ravetti, è già intervenuto.



RAVETTI Domenico

Sull'ordine dei lavori. Presidente veda lei, decida lei.



PRESIDENTE

Se c'è la volontà da parte di tutto il Consiglio di procedere sul punto successivo.



RAVETTI Domenico

Presidente, le chiedo di valutare questo. Sempre a nome personale, nemmeno a nome del mio Gruppo, figuriamoci se a nome delle opposizioni. Per uno stile sobrio di conduzione dei lavori le chiedo di valutare l'opportunità com'è consuetudine in quest'Aula, di sospendere, per il tempo che decide lei, i lavori. Al rientro la maggioranza garantisce la presenza del numero legale e votiamo tutti il piano triennale su cui l'Assessore ha lavorato e su cui anche le opposizioni hanno dato il loro contributo, così torniamo alla serietà di cui c'è bisogno in quest'Aula e in questa Regione Presidente! Eh no che passiamo al punto successivo all'o.d.g. perché qui preferiscono fare altro! Non esiste!



PRESIDENTE

Ribadisco il concetto, dato che, per prassi consolidata, alla seconda votazione che non è risultata valida per mancanza del numero legale, si è passati, anche in questa legislatura, al punto successivo all'o.d.g.: nulla di illecito e nulla di stravagante.
Se c'è la volontà, da parte dell'Aula e dei Capigruppo, di procedere al punto sul piano triennale sulla cultura al punto 8).
Ripeto, non ho nessuna intenzione di fermare la volontà dell'Aula. Come Presidente, ho la necessità di proseguire la trattazione dell'attuale o.d.g. Che si proceda sul punto 8) o sul punto 9), l'importante è che si possa proseguire.
Attualmente, la minoranza non ha assicurato, per due volte, i voti per il numero legale e questo è un altro dato di fatto.
La parola al Consigliere Preioni, sull'ordine dei lavori.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
La maggioranza si "comparge" o, come si dice.



(Commenti fuori microfono)



PREIONI Alberto

Come si dice?



(Commenti fuori microfono)



PREIONI Alberto

."cosparge" il capo di cenere. Scusate, ma la frenesia in questi minuti.
Adesso mi riprenderanno, mi farete il video, poi arriverà il nostro network piemontese che me ne dirà di tutti i colori, ma non me ne frega! Dicevo, il capo di cenere, però questo è un provvedimento importante perché lo aspettano tante associazioni, tanti enti no profit e siamo tutti d'accordo, cosa più unica che rara, quindi è colpa nostra se non c'è il numero legale. Certo è che voi un "votino" ogni tanto potevate anche darcelo, ma il compito della minoranza è metterci in difficoltà, ci mancherebbe, e l'ho capito.
Magari, sospendiamo, anziché di mezz'ora, soltanto di dieci o di quindici minuti.
Noi ora siamo autosufficienti, perché vedo che è entrato l'Assessore Tronzano e c'è l'Assessore Marrone, anche se fuori dall'aula, e c'è anche il collega Nicco, quindi i numeri adesso la maggioranza li ha ed è autosufficiente.
Non corriamo il rischio di rallentare i bandi e di andare oltre luglio perché sarebbe una sconfitta per tutti, una sconfitta per tutta l'Aula.
Fatemi svolgere per una volta il ruolo del mediatore e troviamo questa sintesi insieme, per votare fra dieci o quindici minuti un provvedimento importante per tutte le associazioni della cultura piemontese.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Grimaldi, sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

Credo che possiamo accogliere la richiesta del collega Preioni, altrimenti l'avrei invitata a convocare una Conferenza dei Capigruppo volante per addivenire a una soluzione.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono altri interventi, poiché sono già passati quindici minuti sospendo la seduta per altri quindici minuti.
Riprenderemo con l'esame del punto 8) con la votazione dell'ordine del giorno sul piano triennale e poi con la votazione finale sul piano triennale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.15, riprende alle ore 15.34)


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame proposta di deliberazione n. 235, inerente a "L.r. n. 11/2018 art. 6. Approvazione del Programma Triennale della Cultura per il triennio 2022/2024" (seguito) (Atto d'indirizzo collegato)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Avevamo messo in votazione l'ordine del giorno, la cui votazione è risultata non valida per mancanza del numero legale.
Pongo nuovamente in votazione l'ordine del giorno n. 852 e successivamente, la proposta di deliberazione n. 235.
Il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 852, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 235, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame mozione n. 839 presentata da Stecco, Gavazza, Perugini, Cane Zambaia, Marin, Cerutti, Nicotra, Gagliasso e Poggio, inerente a "Indagine su disagio psicologico post COVID e rischio suicidario nella popolazione con particolare riguardo a minori, soggetti fragili, persone esposte professionalmente"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 839, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La mozione è stata esaminata in sede di IV Commissione il 15 giugno 2022 e inviata all'Aula per la votazione finale.
Ai sensi dell'articolo 104, comma 3, del Regolamento, in tale sede sono consentite soltanto le repliche della Giunta e le dichiarazioni di voto.
Non essendovi Assessori che intendono interviene sulla mozione, lascio la parola al Consigliere Stecco per l'illustrazione.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Gentili colleghi, la mozione propone l'attivazione di una commissione d'indagine conoscitiva, in seno alla IV Commissione, per un'analisi puntuale del disagio psicologico post COVID e del rischio suicidiario nella popolazione, con particolare riguardo a minori, soggetti fragili e persone esposte professionalmente.
Premetto che gli studi realizzati a seguito della pandemia da COVID-19 hanno evidenziato in modo unanime il pesante impatto che la suddetta ha avuto sulla sfera psichica degli individui, il COVID ha anche provocato un'ondata di disagio psichico che si declina in depressione, ansia e forme di autolesionismo, colpendo in modo particolarmente duro donne e giovani senza risparmiare bambini e anziani, minando il benessere mentale delle persone.
Le stime mondiali riferiscono di 53 milioni di casi in più di depressione maggiore (pari a un +28%) e 76 milioni di casi in più di disturbi d'ansia (pari a un +26%) nel 2020, direttamente o indirettamente collegati alla pandemia. La pandemia ha colpito in vari modi, sia con il rischio e la paura di ammalarsi sia con le difficoltà insorte per contenerla.
Rilevato che alla malattia mentale può essere associato anche il suicidio tra i fattori di rischio negli adulti troviamo la depressione e l'uso di sostanze stupefacenti. Il suicidio è una tragica reazione a situazioni stressanti, che però può essere prevenuto: ecco perché è ancora più tragico quando avviene.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha prodotto nuove linee guida per aiutare i paesi a migliorare questo tipo di prevenzione verso il suicidio.
Nonostante gli sforzi, i dati non sono in miglioramento e i casi anticonservativi sono tra le prime cause di mortalità nel mondo. Le Forze dell'ordine, gli operatori sanitari e le persone che collaborano al benessere e alla tutela dei soggetti fragili (ad esempio i volontari) si ritrovano quotidianamente a gestire situazioni problematiche.
Considerato che studi scientifici dimostrano che essere esposti a eventi traumatici, sofferenza e violenza creano conseguenze psicologiche che possono essere anche croniche, o che comunque si protraggono a lungo, e generare una serie di condizioni che potrebbero portare a un disagio mentale, si demanda alla IV Commissione consiliare permanente, ai sensi dell'articolo 32 del Regolamento interno del Consiglio regionale, lo svolgimento di indagini conoscitive al fine di acquisire informazioni, atti e qualsivoglia documentazione utili a comprendere come migliorare la situazione ed essere di supporto nella programmazione delle politiche regionali a coloro che ne necessitano.
Nello specifico, si richiede di analizzare nel dettaglio la portata delle conseguenze psicologiche e psichiche dovute alla pandemia; il fenomeno dei suicidi nella popolazione, guardando le categorie a rischio e valutando i percorsi da intraprendere per agire in prevenzione; la possibilità di attivare forme di ascolto esterne alle categorie di rischio, oltre che, ad esempio, alle Forze dell'ordine.
Lo scopo dell'indagine è entrare nel dettaglio delle conseguenze della pandemia all'interno della sfera emotiva e psichica dei soggetti, con particolare attenzione alle categorie fragili e a quelle esposte professionalmente.
Tutto questo anche nell'ottica di quello che a livello nazionale sta avvenendo, dove sono stati intrapresi provvedimenti di supporto psicologico alla popolazione. Sarebbe quindi opportuno, secondo questa proposta che formuliamo, poter documentare la situazione piemontese, confrontandosi con ordini professionali, associazioni, enti, istituti e università, e tutti coloro che possono disporre di dati (sono tanti i dati che dobbiamo mettere insieme!) per fornire una reale fotografia della situazione piemontese anche per successive iniziative legislative di Giunta o di Consiglio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Stecco.
Procediamo ora con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Presidente, non intendo mettere in discussione la sua interpretazione sull'andamento dei lavori, ma ci risultava che in altre occasioni avessimo fatto una discussione generale anche per gli atti d'indirizzo. Però posso intervenire in dichiarazione di voto.
Credo che sia la prima volta che non apriamo una discussione generale però.



PRESIDENTE

La situazione richiama l'articolo 104, comma 3, del Regolamento: la mozione era già stata discussa in Commissione ed è stata portata in Aula solo per il voto finale.



ROSSI Domenico

Allora intervengo in dichiarazione di voto, se è possibile.



PRESIDENTE

Prego.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Come abbiamo già avuto modo di ribadire in sede di Commissione condividiamo l'obiettivo e l'intento dell'atto d'indirizzo che ha presentato il Consigliere Stecco.
Anche noi, come credo tutte le persone che si trovano in quest'aula riceviamo segnalazioni e leggiamo report e articoli che evidenziano gli aumenti dei sintomi di sofferenza psicosociale, soprattutto nei ragazzini e negli adolescenti, ma anche in tutte quelle categorie di persone adulte che in questi anni hanno avuto un contatto importante con la malattia, la sofferenza, il disagio e se ne sono fatte carico senza il dovuto supporto (nell'emergenza, infatti, non si riesce chiaramente a derogare tutti i servizi necessari): pensiamo, ad esempio, agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri, agli OSS, ma anche alle Forze dell'ordine e a tutti coloro che in questi anni hanno dovuto gestire la grave situazione pandemica facendosi carico anche di una sofferenza emotiva e psicologica.
Qual è il rischio, in prospettiva? Considerato che la pandemia non accenna a scomparire, anche se muta forma, il rischio è quello di far diventare "ordinaria" una situazione eccezionale. Questo rischio non possiamo affrontarlo solo con le risorse, senza farci carico del fatto che a queste categorie non possiamo chiedere lo stesso sforzo senza i dovuti supporti.
Allo stesso modo, se questa situazione dovesse perdurare nel tempo, anche nei confronti dei ragazzi e dei più giovani occorre mettere in campo tutti i sostegni necessari per arginare i fenomeni che stiamo vedendo purtroppo crescere.
Noi voteremo a favore dell'atto d'indirizzo e ci auguriamo che la Commissione possa essere d'aiuto anche alle ASL nella descrizione della situazione piemontese, al fine di mettere in campo gli strumenti più adeguati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, presidente.
Questo è un tema che abbiamo affrontato con il Presidente Stecco da subito: ricordo, ad esempio, l'audizione da noi richiesta dell'associazione La Tazza Blu, che si occupava dei suicidi in fase adolescenziale già in fase pre-COVID. Ancora di più, oggi, vale la pena provare a capire fino in fondo che cosa ha lasciato questa patologia. Ricordo che in Aula avevamo discusso anche di quest'aspetto, perché alcuni studi del San Raffaele dimostravano che c'è una percentuale altissima di persone che, essendo state in terapia intensiva, o comunque avendo vissuto momenti di difficoltà respiratoria a causa del COVID, avevano poi manifestato forme psicologiche, in alcuni casi anche psichiatriche, di sofferenza.
Si rende quindi opportuno capire fino in fondo quello che è accaduto e che sta continuando a capitare: pensiamo, ad esempio, al tema del long COVID e alla fatica che stanno facendo alcune persone per riprendere completamente la propria vita, sia dal punto di biologico e fisico, sia dal punto di vista mentale. Questo lavoro di approfondimento, partendo proprio dagli operatori indicati dal Presidente Stecco, è quanto mai utile. Peraltro, lo ringrazio per aver citato anche i volontari, perché sono stati una delle colonne portanti al tentativo di risposta ai disagi che vivevano in quei giorni e in quei mesi i malati (e non solo), sostenuti e aiutati proprio dai volontari che andavano a casa loro perché, magari, non potevano uscire.
Mi sembra, quindi, un approccio assolutamente sensato e mi auguro che questo tipo di lavoro ci consegni degli elementi che permettano poi di intervenire. Ce lo siamo detti già la volta scorsa parlando dei documenti di studio che ci fornisce l'IRES: sarà importante, alla luce di quello che emergerà da questa Commissione, fornire come Consiglio indicazioni molto chiare sulla neuropsichiatria infantile; sarà opportuno ragionare di un luogo sui territori, di uno spazio di riferimento e di un servizio dedicato a chi ha vissuto quei momenti cui potersi rivolgere, nella consapevolezza che siamo in grado di capire quali effetti ha lasciato il COVID ai piemontesi, sia dal punto di vista epidemiologico, sia dal punto di vista fisico, sia anche dal punto di vista psicologico e psichiatrico.
Il nostro voto sarà dunque favorevole. Ci auguriamo, quindi, di poter iniziare quanto prima tale approfondimento, cercando di audire il maggior numero di soggetti possibile per fornire alla Giunta e agli Assessori competenti degli strumenti di lavoro che permettano di contrapporre a questo disagio che viene vissuto, e che porta fino a forme estreme di atti non conservativi, delle soluzioni di prevenzione e di sostegno.
Mi si permetta un accenno anche sul sostegno alle famiglie. Perché spesso quando le persone che vivono questo disagio hanno una famiglia attorno, è evidente che il primo soggetto a patirne, oltre a chi vive questa fatica, è proprio il nucleo familiare, che si trova a vivere con qualcuno che, alla luce di questa patologia, cambia, si modifica nel carattere e nelle sue abitudini, mettendo in difficoltà la tenuta stessa della famiglia.
Mi auguro che questo possa rappresentare un aiuto anche per coloro che in questo momento post COVID stanno sostenendo chi vive questo momento di fatica.
Il nostro voto sarà favorevole, Presidente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola la Consigliera Biletta; ne ha facoltà.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Ci tenevo intanto a precisare che non sono indicata come firmataria credevo di averlo fatto, chiedo scusa - e colgo quindi l'occasione per dire adesso che sottoscrivo quest'atto.
Faccio anche una breve dichiarazione di voto, perché la mozione del collega Stecco pone l'attenzione su un tema molto delicato e molto importante finora, purtroppo, un po' sottovalutato. Mi riferisco alle conseguenze psicologiche derivanti e connesse al COVID. I dati indicati nella mozione sono inequivocabili e rappresentano un quadro probabilmente ancora parziale, forse anche arrotondato per difetto.
Accanto a tutti i fenomeni depressivi come conseguenze legate alle paure o alle misure restrittive, che tutti abbiamo dovuto affrontare in questi due anni, ci sono delle ricerche condotte dal San Raffaele di Milano che hanno evidenziato una correlazione diretta tra COVID e depressione. I pazienti COVID-19 con livelli d'infiammazione sistemica e più alti sono quelli a maggior rischio di soffrire di depressione e di sindrome da stress post traumatico nei mesi successivi alla guarigione.
Secondo uno studio pubblicato su The Lancet il marzo scorso, il 20,2% delle persone con COVID manifestava sintomi di depressione in confronto all'11,3 di quelle senza COVID. Il 29,4% di chi aveva avuto l'infezione soffriva di disturbi del sonno, in confronto al 18% del gruppo senza COVID. A fronte di studi e ricerche che caratterizzano un quadro conoscitivo in continua evoluzione, credo sia utile e opportuno un ulteriore momento di approfondimento, come quello proposto dal collega Stecco.
Pertanto, il voto di Forza Italia sarà favorevole.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come vede, siamo in tante e tanti a chiedere alla Giunta prima di tutto di guardare in faccia le conseguenze e quello che è successo nella pandemia che ha fatto semplicemente da detonatore a tantissime ingiustizie e diseguaglianze e, soprattutto, a tante sofferenze già presenti nella società.
Abbiamo chiesto alla Giunta ultimamente di affrontare le conseguenze psicologiche di questa crisi sanitaria tra i più giovani, con presidi e sportelli nelle scuole per il supporto psicologico, avviando da subito una sperimentazione per uno psicologo di comunità in ogni scuola. Siamo convinti, come il collega Valle che è il primo firmatario della legge, che dobbiamo fare di tutto affinché una sorta di psicologo di base entri dentro la discussione generale di questa lunga traversata della sanità pubblica italiana del dopo COVID.
Di certo l'emergenza psichiatrica in preadolescenza e in adolescenza è in esplosione. Non lo dice questa mozione, ma è la stessa Regione, che riporta i dati della Società di Neuropsichiatria infantile, secondo cui gli accessi in pronto soccorso tra i dieci e i diciassette anni sono aumentati di circa il 30% negli ultimi anni. Anche i ricoveri per tentativi di suicidio sono quasi quintuplicati.
È quello che ci dicevano le madri e gli animatori della Tazza Blu e tanti altri familiari o persone che hanno, ahimè, vissuto in prima persona questo dramma, spesso inspiegabile o, comunque, difficilmente comprensibile anche per le famiglie, perché non tutte sono figlie di allontanamenti o di fratture, non tutte sono figlie del disagio più assoluto e per quello ancora più inspiegabile. Spesso è il dramma nel dramma, cioè spesso anche l'allontanamento dai sentimenti, dalle emozioni, da quello che stanno vivendo questi ragazzi non sempre è responsabilità delle famiglie. Certo ognuno poi magari vive negli anni successivi con i sensi di colpa chiedendosi cosa si poteva fare. Credo che quel senso di colpa e d'inadeguatezza dobbiamo sentirlo noi, tutti insieme. Non possiamo, forse toglierlo del tutto, però possiamo lenire il dolore delle donne soprattutto mamme - che ci hanno raccontato queste esperienze drammatiche.
A loro dobbiamo parte di questa risposta e di questa discussione, perché in qualche modo quando le invitiamo dicendo loro che devono continuare a lottare e a vivere, loro ci dicono: "Sì, lo facciamo se quello che è successo ai nostri figli non succederà più". La risposta di questa mozione è piccola, però è un atto d'indirizzo che ci dice intanto di indagare fino in fondo su questa vicenda.
Non so se il Presidente Stecco l'abbia letto, ma ho visto un bel lavoro dell'IRES dell'Emilia-Romagna, fatto insieme alle organizzazioni studentesche e, paradossalmente, ai sindacati dei pensionati, i quali ci raccontano, con parte di questi questionari, dei loro nipoti. Il 73% degli studenti consultati nell'Emilia-Romagna si sente sottostimato da parte degli adulti; solo il 17,3% degli studenti universitari descrive la propria generazione come una generazione felice. Sappiamo bene che un'errata percezione dei più giovani da parte degli adulti può portare anche tutti noi ad azioni insufficienti e sbagliate.
Questi studi ci dicono che nove studenti su dieci hanno manifestato qualche forma di disagio psicologico, che il 28% ha dichiarato di avere disturbi alimentari, il 14% ha avuto esperienze di autolesionismo, il 10% ha assunto sostanze, il 12% ha abusato di alcol. Tutto questo ci deve far dire che la riduzione del danno passa anche dal fatto che per la prima volta, nelle differenze culturali e politiche, quella educativa di strada deve unirsi ai nostri SerD, a chi si occupa di riduzione del danno, a chi fa il drug checking, a chi si occupa di psichiatria.
Noi abbiamo bisogno che i nostri servizi evolvano verso un ascolto diverso e verso un'intercettazione anche di queste difficoltà, prima che sia troppo tardi. Pertanto, spero che queste analisi, seppure con i nostri punti di vista molto diversi, almeno ci portino a conoscere meglio il quadro di questa realtà.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per annunciare il voto positivo verso questa proposta, che è sicuramente importante, così come importante sarà il lavoro che andremo a svolgere, spero in tempi brevi, nell'ambito della IV Commissione. È un tema che tutti noi abbiamo ben presente e rispetto al quale abbiamo notizie e dati che ci arrivano per lo più attraverso la stampa, se non purtroppo attraverso anche esperienze dirette, così come quella portata dalle mamme dell'associazione La Tazza Blu, che tutti noi penso abbiamo incontrato anche prima di audire in Commissione. Sono sicuramente testimonianze che toccano da vicino soprattutto le persone che hanno a che fare nella loro vita privata con adolescenti e con figli. Ci s'interroga, dopo certi incontri, se veramente li conosciamo, se conosciamo i loro problemi, se li stiamo ascoltando e se siamo immuni da certi eventi che possono colpirci.
Credo che sia nostro preciso dovere capire la situazione e analizzare i dati, approfondire e vedere se possiamo dotare la nostra Regione e i nostri giovani e le famiglie, come diceva anche il Consigliere Magliano, di qualche strumento per contrastare questo fenomeno, che è un fenomeno che riguarda il disagio psichico, ma anche disturbi alimentari, quindi è un fenomeno coinvolgente che incide su più aspetti della vita. Dobbiamo anche cercare di avere un approccio il più possibile multidisciplinare e trasversale anche rispetto ad altre competenze regionali.
Abbiamo, ad esempio, proposto una proposta di legge, che ho portato ieri all'attenzione del Presidente Stecco, per istituire la figura dello psicologo scolastico, perché crediamo che sia una figura, a questo punto decisamente irrinunciabile perché, oltre alla famiglia, la scuola è l'ambito in cui i giovani trascorrono la maggior parte del loro tempo.
Riteniamo che un investimento su questa figura, che la renda una presenza costante, un riferimento per i nostri giovani sia, a questo punto e in questo preciso momento storico, assolutamente non più rinviabile.
Auspichiamo che, oltre a quest'approfondimento che porteremo avanti in IV Commissione, si possa al più presto arrivare alla discussione, oltre che della proposta di legge del Vicepresidente Valle, anche della nostra proposta, che è più mirata allo psicologo scolastico, quindi più indirizzata alle giovani generazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto intervenire il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Volevo comunicare la mia disponibilità a mettere agli atti la mia firma a questa proposta. Ho già segnalato agli Uffici una piccola correzione materiale al terzo rigo, se possono verificarla.
Ci tenevo in trenta secondi a esprimere il mio ringraziamento al collega Stecco per aver proposto questo tema, che riteniamo assolutamente importante, urgente e delicatissimo. Ho avuto modo di ascoltare molti medici, non soltanto della mia ASL, in occasione della predisposizione della proposta di legge sui disturbi alimentari e mi aveva colpito, in quel momento, come gli stessi mi avessero fatto notare un incremento esponenziale dei problemi psicologici di tanti ragazzi, ragazze soprattutto, che vivevano il periodo pandemico e post pandemico con assoluta gravità e anche sul tema dei disturbi alimentari, come dicevano poc'anzi anche altri colleghi.
Credo che questo studio e l'indagine sia assolutamente necessaria e urgente, quindi mi complimento ancora con chi l'ha presentata, anticipando il voto favorevole dell'intero Gruppo di Fratelli d'Italia.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riva Vercellotti.
Ha chiesto intervenire Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Sull'ordine dei lavori.
Volevo chiedere se fosse possibile apporre la mia firma in calce al documento sottoscrivendolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Se fosse possibile, sottoscriverei anch'io il documento, ovviamente con l'assenso del primo firmatario.



PRESIDENTE

Anche i Consiglieri Giaccone, Grimaldi e Bertola aggiungono la loro firma.
Chi vuole aggiungere la propria firma, lo può fare sulla piattaforma.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, possiamo votare l'atto d'indirizzo.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 839, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Benessere animale

Proposta di legge n. 35, inerente a "Modifiche alla legge regionale 26 luglio 1993, n. 34 (Tutela e controllo degli animali da affezione)" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 35, inerente a "Modifiche alla legge regionale 26 luglio 1993, n. 34 (Tutela e controllo degli animali da affezione)", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato richiamato in Aula ai sensi dell'articolo 37 comma 4 del Regolamento interno dalla Consigliera Frediani il 23 febbraio scorso.
Pertanto, in quanto non ancora licenziato dalla Commissione, il provvedimento non ha relatori.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Chiedo scusa, Presidente. Dal momento che non vedo la presenza dell'Assessore Caucino, chiedo se è possibile sospendere qualche minuto fino al rientro dell'Assessore.



PRESIDENTE

Sospendiamo cinque minuti i lavori.
La seduta è sospesa fino alle 16.10.



(La seduta, sospesa alle ore 16.05, riprende alle ore 16.18)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Caucino.



CAUCINO Chiara, Assessore al benessere animale

Grazie, Presidente.
Vorrei proporre di richiamare in Commissione le due proposte di legge che afferiscono alla tutela e al controllo degli animali di affezione, in qualità di Assessore che ha tale delega relativa, acquisita ormai da qualche mese.
Credo necessario operare in sinergia con tutte le forze politiche che hanno dimostrato interesse rispetto a questo tema, per addivenire nella Commissione preposta a una sorta di testo unificato che posta trovare coerentemente tra tutte le parti politiche, una visione d'insieme organica che possa aiutare a legiferare in modo coordinato su questa materia, che è tanto sensibile quanto importante per la collettività.
Ritengo necessario richiamare in Commissione le due proposte di legge, se non erro, della Consigliera Frediani e del Consigliere Gallo, per giungere alla previsione di un testo unificato.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sono per riassumere la situazione e il contesto.
La proposta di legge che è arrivata in discussione in Aula su mio richiamo arriva in Aula dopo un lungo percorso durato oltre un anno. Basta guardare il numero della proposta di legge (n. 35) per capire che si tratta di un testo depositato parecchi mesi fa e che ha già vissuto tutto il suo percorso in Commissione (audizioni, confronti, tavoli). L'iter si è concluso nell'ambito della Commissione con una serie di audizioni che sembravano aver portato a un accordo, soprattutto su alcuni aspetti che in Aula non trovavano piena convergenza, come ad esempio l'abolizione della catena. Questo è un tema rispetto al quale so che l'Assessore ha una posizione favorevole, mentre altri colleghi della maggioranza hanno espresso una posizione negativa quando è stato al momento di votare un emendamento in Aula nell'ambito di un altro provvedimento; un emendamento su cui, se non sbaglio, solo il collega Riva Vercellotti nell'ambito della maggioranza aveva votato a favore.
Di conseguenza, il ritorno in Commissione, ovviamente, non è quello che avevamo in mente. Nel senso che preferiremmo poter discutere sulla proposta di legge e poterla emendare, perché normalmente il lavoro che si fa in Aula è quello emendativo, cioè di proposta, soprattutto dopo un lungo confronto di mesi che ha coinvolto sia i Consiglieri interessati sia associazioni ed enti esterni al Consiglio regionale.
Detto ciò, poiché rispetto ad alcuni temi, come ad esempio la catena, si è arrivati - forse - ad avere una posizione abbastanza condivisa, anche se ce ne sono molti altri, e poiché alcuni Consiglieri della maggioranza hanno espresso una sensibilità sul tema, pur arrivando un po' dopo anche per motivi di elezione, nel senso che su questo tema personalmente ho lavorato fin dalla scorsa legislatura, avendo così avuto più tempo rispetto ai nuovi eletti di questa legislatura, non voteremo, ovviamente, a favore del ritorno in Commissione, avendo richiamato la proposta di legge in Aula però siamo assolutamente disponibili a lavorare su un testo condiviso, se questo è il modo migliore per arrivare a una soluzione, anzi a un qualcosa che dia soluzioni rispetto a un tema che c'interessa, che ci sta veramente a cuore e che speriamo trovi una vera convergenza, senza divisioni su aspetti che, invece, riteniamo debbano essere assolutamente condivisi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Non voterò per il richiamo in Commissione, anche se parteciperò con piacere e in modo costruttivo al tavolo di lavoro del testo unificato, perché anche la mia proposta di legge, che è ferma da un anno e mezzo, è stata richiamata in Aula, perché si era incagliata insieme con quella della collega Frediani e, quindi, abbiamo seguito lo stesso percorso.
Mi auguro che il lavoro svolto in Commissione sui testi di legge sarà rapido e che ci permetta di votare un testo unificato all'unanimità (com'è capitato alcune volte nella scorsa Legislatura, sulle cave, sul cyberbullismo e su alcuni temi) che vedrà tutto il Consiglio unito su un testo di legge rinnovato che faccia gli interessi del Piemonte.
L'auspicio è che rinviare il testo in Commissione non sia un modo per insabbiarlo nei lavori della Commissione, ma che permetta una vera discussione sul testo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Riva Vercellotti.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Anche noi siamo d'accordo sul rinvio in Commissione, ma collegandomi a quanto diceva poc'anzi il collega Gallo e richiamando anche il Regolamento penso sia importante mantenere tempi definiti e limitati.
Ritengo sia importante questo lavoro che andremo a realizzare in Commissione e concordo con il rinvio in Commissione, perché penso serva un testo coordinato e unitario che raccolga le varie sensibilità. Penso che siamo ormai molto vicini a trovare un punto d'incontro sui temi, anche quelli un po' più delicati e spinosi da un punto di vista politico.
Credo che questo lavoro possa avvenire quanto prima e l'invito che faccio ai colleghi è di provare a individuare entro la fine dell'estate, al massimo all'inizio dell'autunno, un periodo entro il quale concludere i lavori, non soltanto del gruppo di lavoro, ma anche della Commissione, in modo tale da approvare questo provvedimento - se riusciamo - già prima della fine dell'estate, altrimenti all'inizio dell'autunno.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi siano altri interventi in merito alla richiesta del rinvio in Commissione, in base all'articolo 37, comma 5, che recita: "Quando un argomento sia posto in discussione a norma del comma 4, il Consiglio, su richiesta motivata della Commissione o di almeno tre Consiglieri, pu deliberare, con la maggioranza dei membri assegnati, di rinviare l'argomento stesso alla Commissione, perché concluda o effettui la dovuta istruttoria, fissando alla stessa un termine non superiore a 30 giorni per riferire in Consiglio".
Procediamo con la votazione della richiesta effettuata dall'Assessore Caucino di rinviare in Commissione la proposta di legge n. 35.
Il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sul rinvio in Commissione della proposta di legge n. 35.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Benessere animale

Proposta di legge n. 154, inerente a "Modifiche alla legge regionale 26 luglio 1993, n. 34 - Tutela e controllo degli animali di affezione. Norme per incentivare l'adozione dei cani ospitati nei canili rifugio e dei gatti ospitati nelle oasi feline" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 154, inerente a "Modifiche alla legge regionale 26 luglio 1993, n. 34 - Tutela e controllo degli animali di affezione. Norme per incentivare l'adozione dei cani ospitati nei canili rifugio e dei gatti ospitati nelle oasi feline" di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato richiamato in Aula ai sensi dell'articolo 37 comma 4, del Regolamento interno il 24 febbraio scorso e, pertanto, non ancora licenziato dalla Commissione.
Il provvedimento non ha relatori ed è intitolato "Modifiche alla legge regionale 34 del 1993 - tutela e controllo degli animali di affezione.
Norme per incentivare l'adozione dei cani ospitati nei canili rifugio e dei gatti ospitati nelle oasi feline".
L'Assessore Chiorino ha richiesto il rinvio in Commissione.
Se non vi sono interventi in merito, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sul rinvio in Commissione della proposta di legge n. 154.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame proposta di legge n. 158, inerente a "Istituzione della festa del Piemonte e modifiche alla legge regionale 22 aprile 1980, n. 24 (Istituzione del Centro Gianni Oberto) e alla legge regionale 31 maggio 2004 n. 15 (Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera, del sigillo, della fascia della Regione Piemonte. Abrogazione delle leggi regionali 16 gennaio 1984, n. 4, 24 novembre 1995, n. 83, 17 giugno 1997 n. 36)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 158, inerente a "Istituzione della festa del Piemonte e modifiche alla legge regionale 22 aprile 1980 n. 24 (Istituzione del Centro Gianni Oberto) e alla legge regionale 31 maggio 2004 n. 15 (Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera del sigillo, della fascia della Regione Piemonte. Abrogazione delle leggi regionali 16 gennaio 1984, n. 4, 24 novembre 1995, n. 83, 17 giugno 1997 n. 36)", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Comunico che il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione il 16 marzo scorso.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

La parola al Presidente Allasia, che interviene in qualità di Consigliere come relatore di maggioranza.



ALLASIA Stefano, relatore

Grazie, Presidente.
Illustri Consiglieri, la proposta di legge n. 158, sottoposta oggi all'attenzione dell'Aula, è finalizzata a valorizzare la storia e la cultura che caratterizzano la Regione, promuovendo sul suo territorio la conoscenza non soltanto delle radici e delle identità storico piemontesi ma anche uno dei suoi simboli, in particolare della sua bandiera.
In tale ottica, la proposta di legge, in primo luogo, stabilisce l'istituzione della Festa del Piemonte. Si tratta, in realtà, di una reintroduzione della festività, in quanto già stata prevista in passato dalla legge n. 26 del 1990, poi abrogata qualche anno fa.
La proposta di legge in questione individua il 19 luglio quale giornata per la celebrazione della Festa del Piemonte poiché, nel 1747, in tale data il Colle dell'Assietta fu teatro di una storica battaglia in cui l'eroica resistenza dell'esercito austro-piemontese, di fronte al nemico numericamente molto superiore, decretò una vittoria eclatante che segn inoltre, le sorti generali della guerra, precludendo l'allargamento dei confini della Regione, poi sanciti dalla pace di Aquisgrana nel 1748, che vide assurgere a pieno titoli lo Stato sabaudo nel novero delle grandi potenze europee.
A seguito dell'istituzione della Festa, il provvedimento prevede il coinvolgimento del Centro Gianni Oberto (istituito con la legge regionale 22 aprile 1980, n. 24) nell'individuazione del calendario di ricorrenze celebrative, in considerazione della sua specifica esperienza e dell'impegno profuso per far conoscere la storia del Piemonte, le sue tradizioni locali e il suo patrimonio culturale. La proposta di legge n.
158 interviene, inoltre, sulla legge regionale 31 maggio 2004, n. 15 ampliando il novero delle sedi degli enti all'esterno delle quali esporre la bandiera del Piemonte in occasione di avvenimenti che rivestano particolare importanza e solennità regionale o locale.
Si è inteso, in tal modo, valorizzare un simbolo ufficiale del Piemonte quale la sua bandiera. Sul provvedimento, assegnato all'esame in sede referente alla I Commissione in data 13 settembre 2021, si sono svolte le consultazione online con tutti gli enti e i soggetti interessati alla materia.
In sede di Commissione sono stati presentati emendamenti al testo da parte dei Gruppi di maggioranza e di minoranza, di natura essenzialmente tecnica e recepiti nel testo finale. Il testo oggi all'esame è stato licenziato come già descritto dal Presidente in carica, a maggio di quest'anno e consta di sette articoli. È una legge che sicuramente non sarebbe impellente approvare entro luglio, ma certamente sarebbe opportuno approvarla quanto prima, perché è da troppi anni che in Piemonte se ne avverte la mancanza. Inoltre, tutte le associazioni chiedono di poter effettivamente fare una valutazione più attenta per il riconoscimento culturale e territoriale nel nostro Piemonte.
Grazie.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata ai Gruppi consiliari di maggioranza)



PRESIDENTE

Ringraziamo il relatore Stefano Allasia.
Do ora la parola al Consigliere Marco Grimaldi per la relazione di minoranza; prego.



GRIMALDI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Chiedo una sospensione sull'ordine dei lavori, perché non comprendo una vicenda relativa ai nostri emendamenti.
Le chiedo, dunque, una sospensione di pochi minuti.



PRESIDENTE

Sospendiamo i lavori per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.35, riprende alle ore 16.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha ora la parola il Consigliere Grimaldi, che interviene in qualità di relatore di minoranza.



GRIMALDI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Credo che questo sarà un lungo e proficuo dibattito, che ci porterà certamente a fare dei passi avanti nella ricollocazione di una storia, di un progetto, anche di più identità e della valorizzazione della terra in cui l'istituzione regionale è insediata.
Il Piemonte oggi è una regione italiana con una propria amministrazione e dei precisi confini ma, com'è successo per tutte le storie delle nostre Regioni, non è sempre stato così. Molte zone dell'attuale Piemonte sono appartenute in passato a Stati diversi e rivali; l'identità piemontese corrisponde da meno di un secolo ai confini geografici cui siamo abituati ma la storia ovviamente risale, come tutte le storie del Nord Italia, a insediamenti umani addirittura del neolitico.
Credo sia importante trovare un calendario di queste tappe, ma credo anche di non essere smentito nel dire che evitiamo - soprattutto perché in quest'Aula ci sono identità, culture e pensieri politici diversi - di narrare la nascita di una sorta di popolo piemontese, quando in realtà soprattutto la scelta del primo promotore di alcune associazioni cosiddette piemontesi, si sceglie una data che non vede nemmeno i confini del nostro "popolo sovrano" (se così si può dire) o del nostro patriottismo contro una nazione diversa dalla nostra.
Basterebbe guardare la storia della battaglia dell'Assietta per dire che di quei battaglioni, 32 di sicuro erano quelli francesi, ma tredici erano quelli austriaco-sardi (fatemelo dire, della mia seconda terra). Così si dice: non piemontesi, ma austriaco-sardi.
Questo non per sbeffeggiare il primo firmatario, anzi. Credo che sarebbe assurdo non mettere in questo calendario anche quella battaglia che ha reso perfettamente l'idea di un territorio che, di sicuro, ha contribuito, anche con quella tappa, alla ricostruzione di un'identità che è poi quella nazionale, che vedremo negli anni successivi nella lunga e turbolenta guerra (mettiamola così) d'indipendenza, ma in generale di quelle che sono state le tappe dell'unificazione e poi dell'Unità d'Italia, che vede questo territorio nuovamente fra i protagonisti.
Con i nostri emendamenti, abbiamo provato a fare una cosa molto simile a quella di cui abbiamo già discusso in Commissione, che è il lavoro di ricostruzione della Resistenza piemontese in una sorta di calendario che com'è stato per l'anniversario del cinquantennale della nostra Regione possa essere, in qualche modo, simbolo di quelle che sono state le tante storie; quindi, interprete dell'Unità d'Italia, interprete della capitale dell'industria e del lavoro italiano. Infatti, a nessuno sfugge che soprattutto nel dopoguerra, questo territorio è stato l'epicentro di grandi movimenti, fra cui quello operaio.
Credo che, nel rispetto delle diversità fra noi, nessuno possa negare che c'è stato un avanzamento dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e c'è stata una lotta per l'emancipazione. Penso a quello che già prima soprattutto in questo contesto, hanno conquistato le donne e penso a quelle 30 mila donne che, alla fine dell'Ottocento, manifestavano e invadevano il centro di questa città per chiedere le dodici ore di lavoro. Sì, perch qualcuno se lo dimentica, ma fino a cent'anni fa erano soprattutto le donne che lavoravano anche tredici, quattordici o sedici ore al giorno e mettevano le loro mani nell'acqua calda per lavorare in quelle che erano le filande torinesi.
Questa è la storia di un pezzo dell'industria nel nostro territorio. Così come questo è stato il territorio in cui c'è stata la prima conquista in Italia delle cosiddette otto ore. Penso alle mondine e a quello che è successo nel Vercellese; penso di nuovo ai metalmeccanici, che hanno conquistato il primo grande contratto collettivo nazionale, proprio per la conquista della giornata lavorativa con le otto ore e, pian piano, anche con il sabato libero per tutti.
Perché dico questo? Perché quelle battaglie avevano al centro un'idea di società e un'idea di mondo. Infatti, dietro alle otto ore c'erano le otto ore di sonno, le otto ore di lavoro e le otto ore per tutto il resto e quel "tutto il resto" era una dimensione non solo della vita familiare, ma dell'impegno civile, della ricostruzione di un Paese uscito dalla guerra.
Ci sarebbero tante cose da dire per capire come mai dagli anni Sessanta a oggi pian piano, dopo la vittoria dello Statuto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, molti di questi diritti e di queste conquiste si sono interrotti, anzi in qualche modo l'egemonia è passata dall'altra parte.
Qualcuno disse semplicemente che quella battaglia e quel conflitto fra il capitale e il lavoro non è finita e qualcuno l'ha vinto.
Questo per dirci che noi siamo stati una terra capitale storica di un Paese, capitale del lavoro e dell'industria; di sicuro, siamo stati una terra di migranti, di migranti nel senso proattivo. Penso che ognuno di noi abbia nella sua storia qualcuno che è andato fuori da questo Paese. Io, ad esempio ho un pezzo di famiglia piemontese dall'altra parte dell'oceano come tanti piemontesi che sono sbarcati agli inizi del Novecento a Buenos Aires per cercare una vita migliore. Così come siamo una terra di migranti nel senso che siamo senza dubbio una delle capitali del Sud al Nord del Paese.
Basta pensare alle storie delle nostre famiglie. Questa è stata identificata come terra dell'opportunità del lavoro o del conflitto nel mondo del lavoro. Di certo, dobbiamo prendere in considerazione la storia delle migrazioni italiane, non solo dal Sud ma anche dal Veneto e dal Centro Italia.
Perché dico questo? Perché mi sembrava giusto appuntare in questa discussione qualcosa che andasse oltre la dimensione dei popoli padani e della riscoperta delle sorgenti dei miei amici del Monviso. Come vedete, mi tengo stretto il mio amico Giaccone, ma il Monviso non è solo il simbolo di una parte politica, ma credo che lo sia di tutti.
È importante togliere l'identitarismo per ributtarci dentro una storia che va, come dicevo anche in occasione della discussione della legge sul valore alpino, raccontata tutta anche nei suoi fallimenti. Sarebbe assurdo non dirci anche cosa è stato negli ultimi vent'anni questo territorio.
Un'Assessora ha usato il termine "vedovanza", come dire che abbiamo perso la televisione, abbiamo perso la manifattura.
Senza vivere questo senso infinito di perdita o, addirittura, la sindrome di chi si è fatto scappare o scippare queste occasioni, con un senso anche di giustizia dobbiamo dirci che queste situazioni spesso sono figlie delle scelte dell'uomo. Lo dico sempre: non è che i capitali si sono volatilizzati, hanno deciso di remunerare i loro investimenti altrove.
Spero che questa discussione ci porti un po' più avanti, anche solo nel dirci fino in fondo cos'è diventato questo territorio e non solo per festeggiare i fasti di un tempo o essere "bogia nen", che di per sé è un valore come tanti altri, ma, come diceva Calvino, il problema è sempre "il deserto a cui si oppone". Credo che la conquista del nostro spazio pubblico venga sempre in antagonismo ai deserti a cui ci opponiamo.
Spero che questa discussione ci porti un po' più avanti rispetto a come si è svolta qualche settimana fa la discussione su un Corpo di cui non vorrei neanche più citare il nome per non richiamarlo in una battaglia che, in questo caso, non può fare.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Grimaldi per la relazione.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Prima di tutto, vorrei capire dov'è finito il primo firmatario della proposta di legge, che è dell'Ufficio di Presidenza ma che però, con tutto il rispetto per chi presiede in questo momento, ha letto la relazione ed è uscito dall'aula.
Siamo abituati a discutere proposte di legge senza l'Assessore competente per materia. Ci viene detto che dev'esserci il primo firmatario, ma stavolta non è presente né l'Assessore Poggio e neanche il primo firmatario.
GAGLIASSO Matteo (fuori microfono) Non è obbligatorio!



FREDIANI Francesca

È chiaro che non è tenuto o obbligato a stare in Aula, ma se parliamo di rispetto per il Piemonte, magari iniziamo a portare rispetto per l'Aula del Consiglio.



PRESIDENTE

Solo un attimo. Comunque, se vuole può iniziare il suo intervento.



FREDIANI Francesca

Ho presentato alcuni emendamenti su questa proposta di legge e poi vedremo andando avanti nella discussione, se ci sarà modo di avviare un'interlocuzione, così com'è avvenuto rispetto ad altre proposte di legge.
Ho una perplessità che è molto simile a quanto appena espresso dal Consigliere Grimaldi, ed è sempre un problema di date e di significato che si vuole attribuire alle date. Abbiamo sempre un po' la sensazione che ci sia un sottofondo che non ci convince in pieno quando andiamo a parlare sia del valore alpino sia, come in questo caso, della festa del Piemonte.
La battaglia dell'Assietta, sicuramente, ha rappresentato un momento fondamentale nella storia non solo piemontese, perché ha coinvolto anche delle potenze come la Francia e ha segnato la storia piemontese. È stata anche un momento di eroismo, di dimostrazione di grande valore delle truppe che sono riuscite, pur essendo in numero inferiore, a prevalere sui nemici francesi. Tuttavia, non riusciamo a capire questa valenza che viene data nell'ambito del percorso della creazione dei confini piemontesi. Saremmo grati al primo firmatario se dopo avesse modo di spiegarci meglio il perch della scelta di questa data che, tra l'altro, è una data che viene già celebrata con una rievocazione storica che coinvolge sia gli abitanti del territorio sia le istituzioni, quindi è una data che ha già un suo valore e ogni anno viene celebrata anche con costumi storici.
È una rievocazione di grande richiamo e di grande valore. Tuttavia, non capiamo questo legame con la creazione dei confini del Piemonte soprattutto se guardiamo quello che è successo dopo. Non dimentichiamoci che dopo la battaglia dell'Assietta è arrivato Napoleone e Napoleone ha occupato il territorio piemontese per diversi anni. Tra l'altro, se parliamo di confini, ricordiamoci che Napoleone, con il Trattato di Parigi ha disposto la distruzione, ad esempio, delle fortificazioni di frontiera come il Forte d'Exilles e il Forte della Brunetta. Non mi sembra che sia un momento storico da assegnare come creazione dei confini, quindi dal punto di vista storico non comprendo il senso della scelta di quella data se la riferiamo alla costruzione di un territorio regionale.
D'altra parte, credo che il Piemonte abbia anche altre caratteristiche per cui debba essere valorizzato, per cui debba essere, in qualche modo ricordato e debba essere celebrato attraverso delle giornate che non devono essere sempre necessariamente collegate a eventi bellici. C'è, infatti, una tendenza a ridurre tutto a un percorso che riguarda sempre scontri e battaglie.
Come diceva anche il collega Grimaldi, credo che una festa del Piemonte dovrebbe guardare anche un po' più all'attualità, quindi va bene il ricordo della storia, che va sicuramente mantenuto, però - ripeto - è già in qualche modo, anzi in ottimo modo valorizzato dalla rievocazione del Colle dell'Assietta, così come da mille altre rievocazioni che sono presenti sul nostro territorio. Penso che ognuno di noi abbia assistito nel suo paese a rievocazioni che sono mantenute in vita da associazioni locali culturali e che consentono di mantenere vivo il ricordo degli avvenimenti importanti.
Se parliamo però delle caratteristiche del Piemonte, credo che potremmo avere mille spunti di eccellenze che potremmo valorizzare con un calendario molto ricco nell'arco dell'anno e che abbiano un valore più di attualità peraltro non sempre riferiti soltanto a eventi bellici.
Vorrei richiamare l'attenzione sulla data e sul contenuto che vogliamo valorizzare con l'istituzione di questa giornata, che sostituirei con più giornate che consentano di valorizzare eccellenze del Piemonte.
Per questo motivo, ho presentato una serie di emendamenti, anche per capire se ci sia un margine di confronto e di discussione sulla proposta di legge.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bongioanni, sulla discussione generale.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Anzitutto, mi complimento con lei per il lavoro che ha svolto su una proposta di legge che non parla di economia, non parla di amministrazione ma d'identità.
Come diceva nel suo intervento, quello che lei ha fatto con questa proposta è un richiamo importante verso la conoscenza dell'identità del Piemonte. È un valore che non abbiamo mai portato avanti, che penso vada valorizzato e spinto. Con l'istituzione di questa festa, che richiama un momento storico importante rappresentato da questa battaglia, si può cercare di portare a ognuno di noi, ai piemontesi e ai cittadini che amministriamo un motivo di orgoglio per quello che rappresenta la nostra terra.
L'orgoglio dobbiamo averlo, secondo me, prima di tutti noi, perché noi siamo gli eletti, noi siamo coloro i quali i piemontesi hanno scelto per rappresentare una grande terra che, a volte, noi non valutiamo e non valorizziamo per quello che è dal punto di vista imprenditoriale manifatturiero, artigianale, turistico e dell'innovazione.
Non più tardi di venerdì ho accompagnato il Presidente Cirio e il Presidente dell'AIAD agli stabilimenti Leonardo, in corso Francia, dove ho assistito alla presentazione di un progetto formidabile che, se avremo la capacità di bypassare i vincoli e i lacciuoli della burocrazia che l'Italia e l'Europa ci impongono, potrà portare alla nascita in Piemonte della cittadella dell'aerospazio, che sarà uno strumento all'avanguardia in Italia, in Europa e nel mondo. Per tutto questo e per quello che genera dal punto di vista economico, il Piemonte è una regione straordinaria, che si colloca come la seconda regione italiana, con una sfaccettatura di proposte dall'Ossola fino alla fine della Valle Tanaro, che deve rendere ognuno di noi orgoglioso e ambasciatore per trasmettere questa coscienza e questa identità del territorio.
Presidente, anticipo il voto favorevole dell'intero Gruppo di Fratelli d'Italia e il plauso verso di lei, verso questa iniziativa, verso l'esposizione che ci sarà della bandiera del Piemonte per creare una cultura dell'identità di un territorio di cui abbiamo particolarmente bisogno, per far diventare noi e quelli cui trasferiremo questo messaggio ambasciatori della nostra terra.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Penso sia importante ricordare le nostre origini e la nostra identità in un momento di disvalori, in un momento di una società degenerata per molti versi. Tornare alle radici è sempre una cosa importante, in momenti molto difficili come questi.
Il Piemonte è una grande regione che ha dato tanto; il Piemonte con la Repubblica di Sardegna ha dato anche i natali all'Italia, ha fatto nascere l'Italia, di cui Torino è stata la prima capitale, sede del primo Parlamento. Insomma, ha dato tantissimo.
Ci sono una cultura e una storia ancora più antiche, ci sono comunità culturali importantissime. Penso alle valli occitane, penso alla cultura Walser, penso a tante culture che si sono mescolate in tante patrie piemontesi. Riconoscere e riconoscersi tutti in una legge del genere è assolutamente importante.
Il mio auspicio è che le minoranze rivedano la loro posizione. Infatti pure sulla legge del Piemonte ci sono 400 e più emendamenti. Si tratta di una legge presentata dal Presidente del Consiglio regionale, onde evitare giustamente paternità politiche, però l'opposizione vuole snaturarla e utilizzare la politica con 400 e passa emendamenti, con relative ore di discussioni, presentazioni e dichiarazioni di voto. Ci aspettiamo tante parole sull'ordine dei lavori e tanti bla-bla, quindi mi auguro che si ritorni a una dialettica normale su una legge che deve unire tutti per com'è concepita.
Ci auguriamo che, finita la maretta di oggi, a mente fredda e tranquilla la legge del Piemonte non sia utilizzata ai fini del ricatto o ai fini della diatriba o dell'incavolatura su un provvedimento di turno o sulla mancata risposta su qualcosa che è fermo per qualche motivo, perché è la legge del Piemonte, quindi mi auguro, penso e spero che tutti i piemontesi possano assolutamente riconoscersi e quest'Aula possa dare un voto, questa volta, unanime.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Biletta; ne ha facoltà.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Sull'ordine dei lavori, Presidente, se posso.
Poiché questa mattina il collega Sarno ha richiesto la discussione di un ordine del giorno sul tema dell'Autorità europea sull'antiriciclaggio e il Consigliere Ruzzola ha presentato un documento avente lo stesso tema chiedo se è possibile, una volta terminata la discussione generale sulla proposta di legge, illustrare gli ordini del giorno, votarli e poi passare alla votazione della dichiarazione di urgenza sul disegno di legge relativo all'idroelettrico. Dopodiché, eventualmente, continuare su questo progetto di legge o rimandarlo alla prossima seduta e terminare i lavori dell'Aula.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo ai colleghi se sono d'accordo sulla proposta della Consigliera Biletta.
Prego, Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Per quanto ci riguarda, la proposta della Consigliera Biletta è accoglibile, ovviamente compatibilmente con le volontà di chi sta più animando la discussione sulla proposta di legge, in particolare i primi firmatari e quelli che hanno presentato emendamenti. Credo che la discussione, almeno fino a questo momento, sia stata utile, anche se il Capogruppo Preioni la racconta in maniera diversa, perché è ovvio che ci sono differenze di vedute.
Potremmo procedere nel modo descritto dalla collega Biletta anche perch come dicevo a inizio mattinata, sul tema dell'Autorità proprio domani il Presidente Cirio, come ha già comunicato agli organi di stampa, inizierà a interloquire a Strasburgo sul tema. Sarebbe importante, almeno per noi, che il Presidente Cirio abbia anche l'appoggio non soltanto della Giunta, ma anche del Consiglio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Siamo anche noi d'accordo, anche se sarei voluto ancora intervenire in discussione generale. Decidete voi se è il caso di terminarla così, senza repliche, o tenerla aperta, fermo restando che siamo in mezzo.



PRESIDENTE

Siamo in discussione generale, quindi procediamo con la discussione generale.



GRIMALDI Marco

Decida lei allora. Chiedere se ci sono ulteriori.



PRESIDENTE

Ho detto che chi deve intervenire in discussione generale intervenga e poi proseguiamo. Siamo ancora sulla proposta di legge n. 158: proseguiamo o chiudiamo la discussione generale. La Consigliera Biletta ha chiesto, dopo la discussione generale, di sospendere la proposta di legge n. 158, di proseguire con gli ordini del giorno dei Consiglieri Sarno e Ruzzola e poi di votare la dichiarazione di urgenza del disegno di legge sull'idroelettrico.
Se siamo tutti d'accordo, possiamo proseguire così.
Come Presidente posso essere d'accordo di sospendere il provvedimento e proseguire su altro, però se c'è l'Aula che decide, non dico che è sovrana.



GRIMALDI Marco

Le ho detto che sono d'accordo, però, non avendo sentito le repliche abbiamo espresso delle considerazioni. Lei, giustamente e legittimamente può intervenire o no.



PRESIDENTE

Siamo ancora in discussione generale, le repliche si fanno alla fine della discussione generale.



GRIMALDI Marco

Mi dia la parola, se è possibile.



PRESIDENTE

Prego.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Sia io sia la collega Frediani abbiamo espresso considerazioni e siamo anche fra i primi firmatari di diversi emendamenti. Le abbiamo implicitamente chiesto di accogliere ciò che le avevamo già chiesto in Commissione: verificare se è il caso di identificare la Festa del Piemonte in un momento simbolico che non rappresenta, secondo noi, appieno il cuore della nostra storia. Di sicuro è un momento importante, fra le tante battaglie avvenute in questo territorio, ma non è una battaglia combattuta solo dai piemontesi contro un paese straniero e non può neanche essere considerata come una tappa di avvicinamento all'Unità d'Italia. Non è in quel contesto.
Niente in contrario, mandiamo un abbraccio alle associazioni che ogni anno fanno rivivere quel momento, ma credo sia molto importante ricordare tantissime altre vicende della nostra storia.
Anche noi pensiamo che questa storia non sia solo figlia - per fortuna - di quel tipo di azioni che servivano per ridefinire confini politici e interessi economici. Per fortuna siamo dentro una Repubblica, che non è quella sarda, Consigliere Preioni, ma è quella italiana (anche allora non era sarda, ma era un regno), che ripudia la guerra e che ha tante altre vicende da ricordare, fra cui, banalmente, la nascita delle Regioni.
Non l'abbiamo detto, ma forse una data significativa potrebbe essere quella della nascita delle Regioni. Quando nascono le Regioni? Con la Costituzione italiana. E da che giorno? Dal giorno che diventano parte attiva, quindi mi pare, dal 1° gennaio.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Sì, sì, appunto, potevamo scegliere quello.
Potevamo scegliere gli anni Settanta, cioè potevamo scegliere l'inizio di una storia. Tra l'altro, abbiamo festeggiato da poco, due anni fa, la nascita delle Regioni, contesto che era quello del cinquantennale della creazione della Regione Piemonte. Potevamo mettere quella data lì. È meno conosciuta, ma non credo che se andiamo qua fuori e chiedessimo ai passanti se conoscono la data della battaglia dell'Assietta, secondo voi ci sarà qualcuno che se la ricorda? Io credo di no, così a spanne. Con tutto il rispetto, se non vi ricordavate la differenza fra il 26 gennaio e il 16 gennaio per quanto riguarda Nikolaevka, se dovessi interrogare adesso in questo istante i Consiglieri, molti non saprebbero di quale battaglia e di quale data stiamo parlando.
A parte questo, è la grande festa dei piemontesi. Stiamo parlando di un elemento unificante, ma - lo dico sommessamente - mi sarei aspettato una replica in questa discussione generale.
Non l'ha voluta fare, Presidente. Pazienza, coglieremo l'occasione per richiederle il parere sugli emendamenti. Spero, però, che condivida lo spirito, cioè, come ci stavamo dicendo informalmente prima, di condividere un grande calendario che metta assieme queste tappe, che per noi sono tante e diverse, e che vedono al centro le battaglie per i diritti civili, i diritti sociali e, soprattutto, la storia del Piemonte, che è densa di significati e di appuntamenti, come lo sono tanti altri luoghi di questo territorio, che merita di essere conosciuto, tutto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendovi ulteriori richieste di'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale e chiedo alla Giunta se intende intervenire in replica.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Allasia, che interviene in qualità di relatore per una breve replica; ne ha facoltà.



ALLASIA Stefano

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione e con piacere gli interventi dei colleghi in discussione generale, che dimostrano la sensibilità del sottoscritto e dei proponenti nel condividere questo percorso; percorso di cui si discute in questa Regione da molto tempo.
Parlare di date non è sicuramente un aspetto semplice, come si è visto anche sul Valore Alpino: ciascuno ha la propria opinione, la propria idea ciascuno pensa di poter festeggiare il proprio compleanno con una festa istituzionale. Io, ad esempio, sono nato il 6 dicembre, ma mi sarebbe piaciuto nascere il 25 dicembre! Ahimè, mia madre ha partorito prima gliel'ho sempre detto che poteva resistere, ma così non è stato, per cui in una situazione di normalità, il mio compleanno lo devo festeggiare ahimè per me o per voi - assieme al Presidente Cirio (non siamo coetanei ma siamo nati lo stesso giorno).
Ognuno ha le proprie disgrazie, Presidente Chiamparino! Vede che non è solo lei in cattiva compagnia? Battute a parte, devo però muovere un appunto: questa legge non nasce da un'idea o da un pensiero leghista del sottoscritto, anche perché altrimenti avrei proposto date molto più consone a un pensiero autonomista.
Chi ha trattato l'argomento nelle scorse legislature sa benissimo che non è semplice trovare, con le associazioni culturali piemontesiste, un'intesa su una data specifica, perché ognuno, giustamente, ha la necessità di portare nel proprio orto un piccolo risultato.
Non nascondo che, come torinese, avrei preferito il 6 o il 7 settembre date che rievocano i festeggiamenti di quando il re rientrava a Torino, o altre date più consone alla capitale del Piemonte. Oggi, però, siamo qui a discutere di una data che ha rappresentato una linea di definizione ben precisa, non del sottoscritto o dei presentatori, ma degli storici, che hanno definito il 19 luglio come una data che ha sancito le sorti del futuro Piemonte.
Pochi di voi hanno avuto il piacere di partecipare all'evento del Colle dell'Assietta. Ormai da un decennio partecipo tutti gli anni con l'associazione privata alla rievocazione al Colle dell'Assietta: vi ricordo che non sono le istituzioni, né Comuni, né le amministrazioni a organizzare quella manifestazione. Solo da qualche tempo a questa parte il Consiglio regionale vi partecipa direttamente. Precedentemente, e per oltre sessant'anni, erano i privati a ricordare questo evento. E non è neanche l'associazione Amici del Colle dell'Assietta a chiedere di istituzionalizzare la loro manifestazione: è un sentire comune, globale.
Pertanto, decine e decine di associazioni piemontesiste di tutto il Piemonte si sono trovate d'accordo su una data specifica. Sicuramente, per alcuni non sarà piacevole, nel senso che avrebbe preferito una data diversa, com'era la data della Festa del Piemonte abrogata nella scorsa legislatura, o due legislature fa. Non ricordo se è avvenuto nella Giunta Chiamparino o nella Giunta Bresso; forse nella Giunta Bresso. Presidente Chiamparino, non voglio additarle una benevolenza o un demerito nell'abrogazione di quella legge, che già identificava una data istituzionale, cui qualcuno faceva riferimento prima in discussione generale. Era una cosa assolutamente lodevole, ma non riconosciuta per decenni dalle associazioni, per cui bistrattata. È per quello che si è cercato di trovare un'intesa su una data storica come quella della battaglia al Colle dell'Assietta.
Non nascondo che sono stati presentati alcuni emendamenti, che possono essere interessanti e valutabili nella loro approvazione. Indubbiamente non voglio dire che il punto fermo sia la data. Il punto fermo è la festa.
Il punto fermo, come ho già descritto nell'illustrazione, è la proposta del calendario di festività. Avendo ricoperto il ruolo di Presidente del Comitato Resistenza per due anni e mezzo, ho copiato lo stesso lavoro che il Comitato Resistenza compie nel collegio ristretto per identificare a inizio anno tutta una serie di festività.
Sarebbe piacevole utilizzare il Centro Gianni Oberto rivisitato.
Purtroppo, dopo due anni e mezzo non ha ancora espletato appieno le proprie funzioni, forse anche per colpa della pandemia, per cui ci si ritrova oggi con un'istituzione come quella intitolata a Gianni Oberto ancora depotenziata. Per rivitalizzarla, le si assegnano maggiori competenze e maggiori risorse, proprio per fare quel lavoro che serve per rivitalizzare quel settore, come abbiamo sempre detto tutti, fondamentale per il rilancio anche dei nostri territori e anche del turismo, perché si decanta sempre la necessità di rilanciare il turismo sui nostri territori e poi non utilizziamo quello che abbiamo già in capo.
Fa piacere vedere lo svolgimento di manifestazioni internazionali sui nostri territori, ma non fa piacere che arrivino e se ne vadano indisturbate, senza lasciare nulla al territorio. Fa ancora più specie avere manifestazioni già esistenti non valutate con attenzione dallo stesso Consiglio regionale e dalla Regione Piemonte. È per questo che c'è la necessità di fare il punto con il Centro Gianni Oberto, per valutare attentamente e sinergicamente il lavoro da svolgere nei prossimi anni senza disperdere le energie dei privati e senza perdere le risorse economiche della Regione Piemonte.
Pertanto, i due fondamenti della proposta sono istituzionalizzare la Festa del Piemonte e modificare la legge sul Centro Gianni Oberto.
Indubbiamente, bisogna trovare una data. Si è discusso per settimane sulla data della Giornata del Valore alpino e in quel caso poteva essere lecita una data rispetto a un'altra. Oggi siamo qui a trattare un'altra data, per mi sarebbe piaciuto che in tutte le discussioni che si sono svolte in questi anni e non solo in questa legislatura si potesse discutere ampiamente di valutare una data rispetto a un'altra. Però, ahimè, mi sembra che ci sia un pregiudizio culturale della parte politica a sinistra dell'emiciclo verso le proposte che fa il centrodestra, anche a livello culturale. Naturalmente, come si suol dire, ognuno se ne assume la responsabilità e anche voi vi dovrete assumere la responsabilità di fermare l'iter di questa proposta di legge.
Sarebbe stato sicuramente piacevole oggi, essendo il 5 luglio, approvare all'unanimità la proposta di legge esattamente a due settimane effettive dalla data del 19 luglio. È una cosa che le associazioni si stanno aspettando. So che stanno ascoltando con piacere la discussione e ho ricevuto apprezzamenti sul fatto che non è stata una discussione sterile.
Fa piacere, perché significa che c'è interesse su una legge, però, come si suol dire, c'è poi da fare sintesi e procedere celermente.
Sicuramente, com'è stato già detto, non cambia le sorti del Piemonte dal punto di vista economico e sociale il fatto di celebrare la Festa del Piemonte il 19 luglio piuttosto che il 28 aprile, data proposta da qualcuno in ricordo di eventi simili (avvenuti nel 1859) alla battaglia sul Colle dell'Assietta.
Però oggi siamo in Aula a discutere con un volume pesante di emendamenti.
Parliamo di 450 emendamenti, perciò sono ore e ore di discussione. È un atteggiamento legittimo da parte dell'opposizione - che io riconosco sempre però fino a un certo punto e a un certo limite. Si può svolgere una discussione utile su sette articoli con un numero congruo di emendamenti.
Sicuramente non sono né io né qualcun altro né tantomeno un algoritmo matematico a stabilire quanti emendamenti si possano presentare su ogni articolo. Però a tutto c'è un limite, in qualsiasi ente istituzionale democratico di questo Paese.
C'è la volontà di affossare la legge. Ne prendo atto come presentatore e relatore della proposta di legge stessa, nonché come Presidente del Consiglio regionale; e mi arrogo tale diritto, essendo stato votato dall'Aula anche per questa ultima parte della legislatura. Però c'è la necessità di svolgere celermente la discussione per far capire effettivamente chi sta da una parte e chi sta dall'altra. È inutile che poi ci si nasconda dicendo "no, non è vero, noi siamo per." e poi fare altro in Aula. Ognuno si assuma legittimamente la responsabilità nei confronti dei propri elettori e dei cittadini, ai quali democraticamente si potrà dire quello che vuole.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



ALLASIA Stefano

Consigliere Grimaldi, non m'interrompa.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, faccia terminare l'intervento al Presidente Allasia.



ALLASIA Stefano

Grazie, Presidente, vado verso la conclusione.
Spero di essere stato chiaro sulla questione e che ci sia la possibilità di dialogo con i proponenti degli emendamenti, per fare sintesi e trovare una modalità per arrivare a una decisione.
Adesso, dopo il lavoro che si è svolto e, lo ribadisco, con le associazioni che hanno espresso il loro piacere nel vedere approvata una legge che le tuteli ulteriormente, chiedo che ci sia la possibilità di proseguire celermente con l'approvazione di questa legge. Si tratta di sette articoli che non vanno sicuramente a minare né la cultura né l'economia di questa Regione.
Abbiamo la necessità di valutare attentamente gli emendamenti presentati sulla proposta di legge. Vedo però che non ci sono le condizioni per proseguire, perché dovremmo proseguire con altre cose che la maggioranza e la minoranza ritengono più utili da approvare nella giornata odierna.
Lascio mandato al Presidente in carica di trovare la modalità più veloce per approvare questa legge.
Vi ringrazio e buon lavoro.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente Allasia per la replica.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.29, riprende alle ore 17.38)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La discussione generale sulla proposta di legge 158 è terminata con la successiva replica del relatore.
Prima di iniziare la discussione sull'esame dell'articolato della legge 158, la collega Biletta ha chiesto di sospendere il provvedimento e proseguire con l'ordine del giorno n. 851 del Consigliere Sarno e l'ordine del giorno n. 854 del Consigliere Ruzzola.


Argomento: Antimafia

Esame ordine del giorno n. 851 presentato da Sarno, Valle, Rossi Chiamparino, Salizzoni, Magliano, Gallo e Giaccone, inerente a "Torino sede della nuova Autorità UE per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo (AMLA); ordine del giorno n. 854 presentato da Ruzzola, Biletta e Fava, inerente a "Torino sede dell'Autorità Europea antiriciclaggio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine degli ordini del giorno n. 851 e n. 854 di cui al punto 43) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione ordine del giorno n.
851.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Ringraziamo l'Aula e i colleghi per aver accolto l'ordine del giorno all'inizio della mattinata e per trattarlo nella giornata odierna.
Quest'ordine del giorno, come abbiamo detto a inizio mattinata, sostiene un'azione che anche il Presidente Cirio ha deciso di sostenere, cioè la richiesta di Torino come sede della nuova Autorità dell'Unione Europea per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.
A luglio 2019 la Commissione europea ha adottato una comunicazione importante atta a indicare la necessità di dotarsi di strumenti comuni per contrastare fenomeni quali il riciclaggio di denaro e il finanziamento delle reti terroristiche, la cui natura internazionale richiede uno sforzo coordinato a livello europeo.
A maggio 2020 la Commissione europea ha dato quindi seguito a tale comunicazione accompagnandola a una consultazione pubblica che ha coinvolto la popolazione dell'Unione Europea, quindi un tema che è stato sollecitato anche dalla stessa popolazione dell'Unione Europea.
A questa è seguita, a luglio 2021, la presentazione di un ambizioso pacchetto di proposte legislative per rafforzare l'azione europea in tale senso, tra le quali, tra le più importanti, la proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, che istituisce l'Autorità europea per la lotta contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo (AMLA) e che modifica tre regolamenti europei del 2010.
In data 29 giugno 2022, il Consiglio dell'Unione Europea ha concordato la sua posizione parziale sulla proposta, con ciò compiendo un ulteriore passo verso l'istituzione dell'AMLA.
Il 1° luglio 2022 l'ex Procuratore Gian Carlo Caselli al Corriere della Sera rilascia un'intervista importante e fondamentale, perché pone l'attenzione su tale organo, sull'Autorità, e chiede alle istituzioni regionali e nazionali di proporre Torino come sede dell'AMLA.
In quell'intervista, che condivido, pone a fondamento di questa richiesta alcuni argomenti: l'elemento geografico, che vede in Torino non solo un'importante area transfrontaliera, ma anche una relativa vicinanza a paesi ad alta attrattività finanziaria (Svizzera, Montecarlo) e immobiliare (Francia e Costa Azzurra), dai quali deriva una lunga esperienza di collaborazione intergiurisdizionale.
Torino vanta anche iniziative giudiziarie di assoluto rilievo contro la criminalità mafiosa, anche sul piano economico-finanziario, come testimoniato dall'operazione Minotauro (da quella sono partite altre operazioni, fino all'ultima Carminuis Fenice).
Ricordiamo la compresenza anche potenziale e sinergica di un'importante e qualificata agenzia ONU di ricerca sui fenomeni criminali (UNICRI), ivi compreso il riciclaggio, e di altri organi sempre coerenti al tema oltreché lavorare con il Politecnico e con l'Università di Torino.
Questo sarebbe un importante segnale. In particolare, il nostro territorio è un luogo purtroppo adatto e predisposto al riciclo di denaro sporco.
Sappiamo quanto molte volte le indagini abbiano manifestato particolarmente la capacità delle mafie e delle criminalità organizzate a inserirsi dentro al tessuto legale, al tessuto economico proprio attraverso quest'azione.
Sappiamo che su questo non solo la Procura, ma tutti gli enti istituzionali, stanno lavorando e devono lavorare molto di più.
Ecco perché abbiamo voluto da subito presentare quest'ordine del giorno depositato stamattina. Abbiamo colto con piacere l'azione, almeno a mezzo stampa, del Presidente Cirio, che afferma di condividere quanto affermato da Gian Carlo Caselli, quindi di portare immediatamente a Strasburgo questa richiesta.
Con quest'ordine del giorno il Consiglio impegna la Giunta a proporre formalmente Torino come sede dell'AMLA e informare il Consiglio sulla procedura in questione e illustrare la strategia che s'intende attuare per assicurarsi il raggiungimento di tale obiettivo.
Per queste ragioni, chiediamo il voto favorevole sull'ordine del giorno.
Sappiamo che è stato depositato subito dopo un altro documento a prima firma Ruzzola, quindi crediamo che l'Assise regionale può essere concorde su questo punto, con cui diamo mandato al Presidente Cirio di portare a casa un importante risultato, perché sarebbe un ottimo segnale verso l'attività contro la criminalità organizzata che qui, almeno con alcune azioni, si fa davvero sul serio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Biletta per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 854.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
All'interno di un processo costante di evoluzione che vede le autorità impegnate a ogni livello nella lotta al terrorismo, la Commissione europea il 21 giugno scorso ha presentato un ambizioso pacchetto di proposte legislative volto a consolidare le norme dell'Unione Europea per contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Tra le principali novità, registriamo il via libera alla creazione di una nuova autorità europea per la lotta al riciclaggio di denaro (AMLA), che sarà la centrale di coordinamento delle autorità nazionali tesa a garantire che il settore privato applichi in modo corretto e coerente le norme dell'Unione Europea.
L'Autorità europea, la cui istituzione è prevista a partire dal 1° gennaio 2023, avrà potere di vigilanza, d'indagine e la facoltà d'imporre sanzioni amministrative, penali e pecuniarie nei confronti dei soggetti obbligati selezionati, vale a dire enti creditizi e finanziari o gruppi di enti creditizi finanziari.
Questo è un passo avanti decisamente significativo verso la standardizzazione dei presìdi, dei processi, delle verifiche e dei controlli in ambito europeo che ci avvicina alla straordinaria attività delle Authority statunitensi, verso le quali è auspicabile un progressivo allineamento.
L'obiettivo è migliorare l'individuazione di transazioni e attività sospette e colmare le scappatoie utilizzate dai criminali per riciclare proventi illeciti o finanziare attività terroristiche attraverso il sistema finanziario.
In tale contesto, Torino ha tutte le carte in regola per essere sede di quest'importante istituzione, soprattutto per il sentiment che ha sempre contraddistinto questa città. Bene ha fatto, quindi, il Presidente Cirio proporre Torino quale città ospitante l'AMLA e noi riteniamo che una condivisione corale da parte del Consiglio possa rafforzare l'azione della Regione in questo senso.



PRESIDENTE

Grazie.
Non vi sono richieste d'intervento sui due ordini del giorno, per cui possiamo procedere con la votazione di entrambi i documenti.
Il numero legale è 22.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 851, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 854, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Prego, Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Presidente, vorrei dare il voto favorevole a quest'ultima votazione.



PRESIDENTE

Sarà riportato a verbale.
La parola al Consigliere Preioni, sull'ordine dei lavori.



PREIONI Alberto

Vorrei chiedere una sospensione per un chiarimento di maggioranza per dieci/quindici minuti.



(Commenti del Consigliere Gallo)



PRESIDENTE

Consigliere Gallo, è una richiesta più che legittima, che viene accolta.



GALLO Raffaele

È legittimo qualche minuto di sospensione e non 25 minuti per aspettare che arrivi l'ultimo!



PRESIDENTE

Scusate.



GALLO Raffaele

La invito a ridurre i tempi, tutto qui.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Gallo, lei ha perfettamente ragione, però preferisco una persona onesta come il Consigliere Preioni, che mi chiede più tempo del necessario rispetto ad altre riunioni che sono state svolte in questi mesi quando si chiedevano cinque minuti e dopo quaranta minuti non si era ancora in aula.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.53, riprende alle ore 18.12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Problemi energetici - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame disegno di legge n. 212, inerente a "Modifiche alla legge regionale 29 ottobre 2020, n. 26 (Assegnazione delle grandi derivazioni a uso idroelettrico)" (dichiarazione d'urgenza)


PRESIDENTE

Avendone data comunicazione in apertura della seduta, ricordo che la Giunta regionale ha trasmesso il disegno di legge inerente a "Modifiche alla legge regionale 26/2020: assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico".
Ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale ne è stata dichiarata l'urgenza. Ricordo che "la dichiarazione d'urgenza comporta la riduzione di tutti i termini alla metà nonché per le leggi l'autorizzazione alla Commissione di riferire oralmente".
Nell'adunanza consiliare del 28 giugno 2022, ai sensi dell'articolo 83 comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale, si è provveduto a porre in votazione la richiesta. La votazione è stata dichiarata non valida per mancanza del numero legale, quindi pongo nuovamente in votazione la dichiarazione d'urgenza.
Se non vi sono interventi o dichiarazioni di voto, possiamo procedere alla votazione.
Indìco la votazione palese sulla dichiarazione d'urgenza relativa al disegno di legge n. 212.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Mi pare che ci sia l'accordo di sospendere i lavori e di programmarli in occasione della prossima Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.15)



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