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Dettaglio seduta n.18 del 26/09/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



(Alle ore 9.59 il Vicepresidente Graglia informa che a causa del protrarsi della Conferenza dei Capigruppo l'inizio della seduta è rinviato)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.52)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Bongioanni e Tronzano.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 10, inerente a "Richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell'articolo 75 Costituzione e dell'articolo 29 della Legge 25 maggio 1970, n. 352 'Norme sul referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo', abrogazione parziale delle disposizioni in materia elettorale contenute nel D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 con particolare riferimento agli articoli 1 commi 2, 3 e 4; 3 comma 2; 4 comma 2; 14 comma 1; 17 comma 1; 18 bis commi 1, 1 bis, 2 bis, 3, 3.1, 3 bis; 19 commi 1, 2, 4, 5; 20 comma 1; 21; 22 commi 1, 2; 24 comma 1; 30 comma 1; 31 commi 1, 2, 3, 4, 5; 48 comma 1; 53 comma 1; 58 comma 2; 59 bis commi 1, 2; 68 comma 3; 69; 71 comma 1; 77 comma 1; 81 commi 2, 3; 83; 83 bis; 84; 85; 86 commi 1, 2; 106 comma 1; D.Lgs. 20 dicembre 1993, n. 533; articoli 1 commi 2, 2 bis, 2 ter, 4; 2; 9 commi 2 4, 4 bis; 10 commi 5 e 6; 11 commi 1, 3; 14 commi 1, 2; 16 comma 1; 16 bis 17; 17 bis; 19 comma 2; Legge 27 maggio 2019, n. 51, articoli 3 commi 1, 2 e Legge 3 novembre 2017, n. 165, articoli 3 commi 1, 2, 6 relativamente all'attribuzione dei seggi con metodo proporzionale nei Collegi plurinominali per l'elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 10, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta serale del 25 settembre è terminata la discussione generale.
Passiamo ora all'esame degli emendamenti ad essa proposti.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Comunico che l'Ufficio di Presidenza ha deliberato di utilizzare l'articolo 69, comma 6, per contingentare i tempi della discussione in merito alla deliberazione n. 10.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo attirato la sua attenzione rispetto a questo passaggio, non banale perché non solo l'Aula, ma anche i cittadini piemontesi devono sapere che si è scelto di ricorrere al contingentamento; noi condanniamo fermamente questa decisione, che riteniamo in contrasto con quanto previsto dal Regolamento del Consiglio regionale. Non ricorrono, dal nostro punto di vista, gli estremi per richiedere il contingentamento, in quanto non stiamo trattando un tema importante per i cittadini piemontesi e non stiamo discutendo l'approvazione di un atto importante per i cittadini piemontesi.
Avete occupato l'Aula del Consiglio regionale per giorni e noi abbiamo cercato di farvi capire quanto fosse inopportuno (per usare un eufemismo) utilizzare l'Aula del Consiglio regionale in questo modo, azzerando la programmazione ed impedendo la trattazione di temi veramente importanti per i cittadini piemontesi.
Ad oggi, non sappiamo nemmeno ancora quale sarà la programmazione per la prossima settimana. Sappiamo anche che l'assestamento di bilancio non è stato approvato nella Giunta di venerdì e non sappiamo quando sarà approvato in Giunta e, soprattutto, non sappiamo quando arriverà la trattazione in Commissione. E dal momento che avete deciso di umiliare le opposizioni durante il "non dibattito" - perché non possiamo parlare di dibattito in Aula - noi crediamo che, da adesso in poi, i rapporti tra maggioranza ed opposizione saranno irrimediabilmente deteriorati e vi assicuro che, quando ne avremo la possibilità, ogni vostro atto verrà discusso, ridiscusso, approfondito il più possibile con tutti gli strumenti a nostra disposizione. E se ci saranno dei ritardi nell'approvazione di documenti importanti per i cittadini piemontesi, sarà solo perché non ci fidiamo più del modo in cui affrontate i temi e anche del modo in cui scrivete i documenti. Infatti, il documento che è arrivato in aula oggi presenta vizi e difetti che abbiamo cercato di farvi notare e abbiamo cercato di correggere, depositando numerosi emendamenti che, purtroppo, non potranno essere illustrati con il dovuto approfondimento.
Il quesito della proposta di deliberazione probabilmente non passerà neanche il vaglio della Corte Costituzionale, quindi chiediamoci se avete fatto un buon servizio al Piemonte, consentendo a Salvini di occupare il Consiglio per tutti questi giorni. Se questo è il modo in cui intendete proseguire, noi non ci stiamo e ve lo diremo in tutti i modi. Noi non accettiamo che Salvini venga in Piemonte a dettare legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Intervengo a nome dei Gruppi della coalizione di centrosinistra. Ieri durante la discussione generale, crediamo di essere stati molto chiari rispetto all'azione che ha paralizzato e che sta paralizzando l'intero Piemonte. Dopo le vicende dell'Adriatico del mese di agosto con l'autoespulsione della Lega dal Governo, le ho detto ieri, Presidente, che noi ci aspettavamo una reazione piemontese della Lega. Ce la aspettavamo sui problemi dei piemontesi e anche sui problemi del Paese, utilizzando la Regione Piemonte per migliorare le condizioni dei piemontesi. Come le ho detto ieri, Presidente, noi ci aspettavamo, anche con l'aiuto del Presidente Cirio, di discutere dei tratti del leghismo e del nazionalismo degli ultimi anni, che hanno fatto della Lega il primo partito in Italia.
E, invece, no! E, invece, no! È capitato che avete utilizzato e state utilizzando l'Istituzione Regione Piemonte per finalità politiche che stanno nella Segreteria della Lega e il Presidente Cirio si è messo a disposizione, per consentire di ottenere risultati, esclusivamente di natura politica. Arrivate al punto di stravolgere il Regolamento! Non è vero che avete fatto una lettura del Regolamento e non è nemmeno vero che lo state interpretando: lo state calpestando! Voi state calpestando il Regolamento che è di tutti, per finalità politiche non di una coalizione ma di un solo partito, tant'è che il partito del Presidente Cirio ha dovuto chiedere la cortesia - per favore - di allegare al quesito una cosa che non servirà a nulla: un ordine del giorno per dire il contrario di quanto c'è scritto nel quesito! Una cosa mai vista prima! Ha ragione la collega Frediani: oltre a calpestare il Regolamento avete calpestato il buon rapporto tra i Gruppi in quest'Aula e nelle Commissioni! Cinque anni così! Cinque anni così! Questo è quello che avete fatto contro gli interessi dei piemontesi! Tra l'altro, non so se è chiaro, ma una collega ieri sera, a proposito di chi ha ideato questa "bellissima" - ovviamente, non è bella - idea dell'abrogazione di parte della legge elettorale per promuovere il referendum, rispetto a sue iniziative simili, ha definito "porcellum", una "porcata" ciò che è avvenuto nel passato. State facendo qualcosa di esattamente uguale rispetto a quanto già avvenuto in precedenza.
Inoltre, non vi rendete nemmeno conto che, da un punto di vista fisico, è un altro. Un'altra. trovatelo voi l'aggettivo. È evidentissimo da un punto di vista fisico che, dovendo inserire nel quesito, per legge - che non vi piace, l'abbiamo capito - tutto il quesito, i cittadini, i piemontesi saranno costretti ad entrare nelle urne con questo foglio! Guardate cosa state facendo, Presidente!



(Esibizione scheda referendaria)



PRESIDENTE

Chiedo ai Consiglieri di prendere posto. Consigliera Frediani, prego.
Invito i Consiglieri a prendere posto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.04 )



PRESIDENTE

riprende alle ore 11.06)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Ravetti.



(Commenti fuori microfono)



RAVETTI Domenico

Non ho capito se il collega Marrone mi ha dato del "buffone".



PRESIDENTE

La Presidenza non ha percepito.



RAVETTI Domenico

A proposito di "buffone", se mi ha dato del buffone, Presidente, valuti lei.
Però proprio su questo vorrei concludere. nella Capigruppo di ieri e in quella di oggi (lo dico in un minuto, davvero) è successo qualcosa che a noi non è piaciuto: ci siamo sentiti minacciati e intimoriti.



(Commenti fuori microfono)



RAVETTI Domenico

Però, Presidente.



PRESIDENTE

Fate concludere il collega.



RAVETTI Domenico

Lo so che dà fastidio, però quando qualcuno esprime un pensiero, anche se non lo condivide, a prescindere dai numeri,occorre avere la pazienza di ascoltare: nelle Aule funziona così; e anche per Forza Italia funziona così - aggrappata a Salvini: per evitare l'estinzione fa qualsiasi cosa.
Se posso, Presidente, mi rivolgo a lei per dire che.



PRESIDENTE

Deve rivolgersi a me.



RAVETTI Domenico

.le parole ascoltate ieri ed oggi nella Capigruppo dal suo Vicepresidente e dal Capogruppo della Lega, probabilmente, non le abbiamo comprese fino in fondo; l'idea che un'espressione di un nostro collega, durante un dibattito democraticamente aspro, possa essere oggetto di sanzioni semplicemente perché inserite in un contesto, nel quale potevano essere comprese anche dalla maggioranza, ci pare inopportuno. Così come ci è stato riferito, le chiedono di attivare, insieme all'Ufficio di Presidenza, un approfondimento per erogare eventuali sanzioni. Insomma, Presidente, nessuno ci potrà fare paura e noi continueremo a fare opposizione.
Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza: in questi giorni alcuni piemontesi che non ci hanno dato la fiducia a maggio, rispetto a questo scempio, ci stanno dicendo di andare avanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Chiedo di intervenire un solo minuto sull'ordine dei lavori per una piccola riflessione. Anch'io sono stato all'opposizione in quest'Aula e le proteste ci sono state, ma sinceramente una cosa non pensavo di ascoltare, ovvero che chi ha governato questo Ente, mi riferisco all'ex Presidente Chiamparino, che dà l'annuncio di un nobile passo indietro con l'annuncio delle dimissioni all'indomani della sconfitta passa, da quel livello di nobiltà, a comparsa della sceneggiata che abbiamo appena visto. Viene solo da commentare: sic transit gloria mundi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiamparino penso per fatto personale.



CHIAMPARINO Sergio

Certamente sì.
Non meriterebbe risposta il Consigliere Marrone perché mi sembra banale e al tempo stesso, frutto del fatto che, non potendo più usare il posacenere per reggere la cenere di Bossi, usa questi bicchieri di carta che all'uopo, possono anche servire, ma siete sempre lì a reggere la cenere del sigaro o della sigaretta di Salvini. Cercate di nasconderla così.
Io non ho nessuna difficoltà, caro Marrone, a ripetere quello che ho ripetuto a fine luglio. Io ho fatto tutti i passi indietro dal punto di vista politico che ritenevo e ritengo giusto fare, tant'è che non ho cariche nel Gruppo e ritengo utile restare a disposizione del mio Gruppo e della coalizione che mi ha sostenuto, non vittoriosamente purtroppo fino a quando riterrà che il mio contributo possa essere utile.
Questo, se permette, lo decideremmo insieme noi e non lo deciderà lei.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Vi chiedo di rivolgervi alla Presidenza.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Continuiamo a non capire questo ostruzionismo che va oltre ogni limite, su una tematica importantissima: si parla della legge elettorale, di dare l'opportunità ai cittadini piemontesi e agli italiani di esprimere chiaramente un Governo.
Il referendum è la più alta forma di democrazia, cosa c'è di più bello di far votare i nostri cittadini? E' bellissima la forma referendaria. Anzi io invidio molto la Svizzera che ha anche i referendum propositivi: esempio fantastico di democrazia. Continuo a non capire. Sulla scheda non ci sarà tutto quel papiro srotolato dai Consiglieri di maggioranza in Aula, ma ci sarà semplicemente scritto: "volete voi abrogare quella parte di proporzionale nella legge elettorale?"



(Commenti fuori microfono)



PREIONI Alberto

Presidente, posso continuare? Ci sarà scritta esclusivamente quella domanda, poiché il nostro referendum prevede l'abrogazione della parte proporzionale, niente di complicato niente di così lungo e complesso; è un referendum che va ad abrogare la parte proporzionale per dare all'Italia un sistema esclusivamente maggioritario. Un sistema bello, come è quello dell'elezione dei Sindaci e del Presidente della Regione, dove i cittadini eleggono una maggioranza e chi prende un voto in più governa, per evitare scempi come il Governo attuale. Un Governo che rappresenta la minoranza degli italiani, oltretutto oggi in balìa di un partitino nato da Renzi. Noi stiamo cercando di bloccare la deriva proporzionale che abbiamo sentito vogliono portare avanti a livello romano. Questo referendum serve esclusivamente a dare chiarezza ai cittadini a agli italiani.
Un'altra cosa. L'ho detto prima in Conferenza Capigruppo, lo dico adesso in Aula e lo dico anche ai giornalisti. L'ostruzionismo è un'azione prevista dal Regolamento che le opposizioni possono fare, ma ieri e oggi abbiamo ascoltato dei termini che vanno oltre la misura della decenza e oltre al Regolamento. Mi auguro che l'Ufficio di Presidenza possa sanzionare quanto successo ieri e l'altro ieri in quest'Aula: abbiamo sentito dare del cialtrone alla Presidenza, abbiamo sentito dare del sciacqualattughe e, in ultimo, la cosa più grave che i giornali devono sottolineare, abbiamo sentito un Consigliere augurare la morte al nostro Presidente. Una cosa gravissima.



(Accesi commenti fuori microfono)



PREIONI Alberto

Ci sono le registrazioni.



(Accesi commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Fate concludere il Consigliere.



(Accesi commenti fuori microfono)



PREIONI Alberto

Non prendiamoci in giro. Era chiarissimo il senso di quella frase: dicendo che il Presidente doveva rimanere nel tunnel, cosa volevate dire? Voleva dire che doveva rimanere là, sotto: una cosa di una gravità inaudita. Una frase schifosa.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, non ho capito il fatto personale.
Non ho percepito che il Consigliere Preioni facesse un nome.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Me ne sono capitate tante nella vita. Faccio da diverso tempo il Consigliere, ho avuto la fortuna di entrare in Consiglio comunale a venticinque anni, non ho mai saltato una seduta, anche quando avevo quaranta di febbre, anche quando ho avuto lutti personali eppure, guardate non mi spaventa di perdere la prima seduta della mia vita per le vostre minacce o per le vostre sanzioni. Vi suggerirei di fare un concorso pubblico per entrare nella Polizia municipale, lavoro che rispetto tantissimo, per iniziare a considerare se siano i Capigruppo di maggioranza a proporre sanzioni o, addirittura, il Presidente della Regione.
Mi spiace, davvero, che il Presidente abbia interpretato il "resti a Chiomonte nel tunnel" come a dire "ci finisca sotto". Non ho detto questo! Non ho detto questo! Avrei potuto dire: "Resti in Piazza Castello".
Mi dispiace che l'idea del tunnel sia stata percepita come "ci finisca dentro". Se mi avesse sentito, visto che era fuori verbale, ho anche detto "Continui a scavare, e vada veloce come sa fare lei". Quindi, non ho detto di morire sotto il tunnel.
Però il punto non è questo. Guardi, non so se tutte le cose che si dicono in aula sono vere, perché non so neanche se sono capaci a sciacquare l'insalata. Non lo so.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Come non so se il Presidente Graglia abbia fatto bene.
Oggi mi ha detto che non mi era stata data la parola, ma il verbale riporta che me l'aveva data.
Seconda cosa: il Vicepresidente Graglia ha osato - ribadisco "ha osato" dire in Conferenza dei Capigruppo "La prossima volta vedi cosa ti succede".
Collega Preioni, non credo che mi abbia augurato la morte, anche se.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

No, lei ha detto "La prossima volta vediamo".



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lasciate intervenire i Consiglieri!



GRIMALDI Marco

No, no, no, Vicepresidente Preioni.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Infatti ha detto "Vediamo cosa ti succede".



PRESIDENTE

Non parlate fuori microfono!



GRIMALDI Marco

Poi ha detto "No, ma mica ti volevo augurare la morte! Mica ti volevo sodomizzare! Mica ti volevo picchiare! Volevo solo dire che la prossima volta ti espello!"



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Presidente, glielo dico sinceramente.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Presidente, glielo dico sinceramente: noi in questi giorni non abbiamo umiliato l'Aula. Siete voi che avete umiliato questa sessione di Consiglio.
Avete, per cento giorni, fatto poco e niente, e ci avete costretti qui dentro.
Di certo, trovo anch'io offensive le parole dette: siete intervenuti tre volte, e ci avete offesi tre volte! La prima volta siete intervenuti per dire che "siamo molto bravi nei preliminari, ma poi, alla fine, non sappiamo concludere". Questo per me è sessismo, ma nessuno di noi ha pensato di dire che avremmo preso in punta di diritto.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Sì, sì, bravo, bravo, collega Cane.



PRESIDENTE

Continui! Si rivolga alla Presidenza, Presidente Grimaldi.
Continui.



GRIMALDI Marco

Presidente, glielo dico sinceramente: con le minacce andate poco lontano ma col rispetto del Regolamento potreste, in qualche modo, salvarvi la faccia.
Oggi avete commesso un ulteriore errore, perché avete abusato del vostro potere. È un abuso d'ufficio quello che sta facendo, Presidente Allasia.
Sta contingentando i tempi e io avrò diciassette minuti (forse mi toglierà anche questi minuti per fatto personale) per illustrare i nostri emendamenti e le nostre mozioni.
Vi siete presi 6 ore e 40 minuti; in questi tre giorni, a parte aver occupato l'aula con una delibera che non sta in piedi, non abbiamo sentito la voce dei piemontesi. E sapete perché? Perché voi siete sudditi! E non c'è nessuna espulsione che mi penzola sulla testa che mi impedisca di usare queste parole: siete sudditi di altri, e non dei piemontesi!



PRESIDENTE

Chiedo rispetto per tutti. Sicuramente alcune frasi sono state male interpretate, ma è l'atteggiamento che sarà valutato in Ufficio di Presidenza appena ci saranno le condizioni per discuterne; atteggiamenti anche irrispettosi, a mio giudizio, verso il Presidente Cirio.
Il Consigliere Valle ha rinunciato all'intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello: per cosa interviene?



MARELLO Maurizio

Intervengo per trenta secondi sulla sua comunicazione in merito al contingentamento. Nel merito hanno già detto benissimo i colleghi.



PRESIDENTE

Prego.



MARELLO Maurizio

Intervengo per chiedere se il timer funzionerà o meno. Perché siccome il contingentamento prevede tempi puntuali e netti (bisogna misurare il tempo che effettivamente passa sia in termini di minuti che di secondi), la mancanza di un timer mi pare che non consenta un contingentamento a garanzia di tutti, in modo particolare a garanzia delle minoranze.



PRESIDENTE

Il timer, come sapete, non è ancora in funzione e non è disponibile per l'utilizzo. È un beneficio che l'Aula consiliare offre ai Consiglieri, ma non c'è l'obbligatorietà di disporre di un timer in sala. Pertanto, finch non sarà ripristinato, utilizzeremo da un lato il buonsenso, come si è fatto fino ad ora, senza lì conteggiare al secondo. Man mano che si dovrà andare a scalare il tempo, eventualmente la Presidenza preannuncerà il tempo residuo.
Poiché i tempi sono contingentati, il dispositivo è contingentato nel globale, ma non nell'intervento specifico.
Eravamo entrati nella discussione degli emendamenti del dispositivo rubricati ai numeri 205), 17) e 197).
Emendamento rubricato n. 205), presentato da Gallo, Martinetti, Valle Disabato, Magliano, Grimaldi, Sarno, Ravetti, Salizzoni, Chiamparino Frediani, Canalis.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 197) presentato da Martinetti, Bertola, Valle Sarno, Grimaldi, Ravetti, Frediani, Sacco, Disabato.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 17), presentato da Ravetti, Martinetti, Disabato Avetta, Grimaldi, Gallo, Frediani, Bertola, Magliano, Giaccone, Salizzoni Sarno, Marello, Chiamparino, Valle, Canalis, Sacco.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Sull'emendamento n. 205) qualcuno desidera intervenire?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Non avendo il timer, e non avendo capito come vogliamo affrontare il minutaggio che ci ha dato, come funziona? Ogni volta dobbiamo chiedere a lei quanti minuti mancano? Perché sono il primo firmatario di 108 emendamenti: cosa vuol dire? Che non li potrò presentare tutti, immagino.
Quindi, ad un certo punto, dirà: "Ha finito il tempo". E, allora, li presenteranno altri o non ci sarà possibilità per altri Consiglieri di presentarli al posto mio? PRESIDENTI Se sono tutti firmati, anche altri Consiglieri potranno illustrarli.



GRIMALDI Marco

Quindi possono presentarli al posto mio?



PRESIDENTE

Eventualmente, all'inizio dell'intervento, comunicherò il tempo a disposizione per il Gruppo specifico. Perciò non trovo nulla di particolarmente difficile da seguire come iter.
Comunque, siamo agli emendamenti n. 205), 17) e 192).
Siete riusciti a collegarvi? La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Presidente, ho tre minuti?



PRESIDENTE

Non c'è un limite di tempo. Il tempo è globale, perciò lei può utilizzare il tempo come meglio crede. Se vuole, imposto i tre minuti.



RAVETTI Domenico

No, era soltanto per capire come organizzarci.
Intanto, le annuncio (ma non c'è niente da annunciare) che questa mattina lavoreremo sugli emendamenti, poi - almeno per quanto riguarda il Gruppo del Partito Democratico (chiederemo anche una valutazione alle altre opposizioni) - decideremo come proseguire. Nel frattempo, molto banalmente utilizzeremo il tempo, da qui fino all'una, per presentare emendamenti.
Alcuni stanno nel canale dell'ostruzionismo, diciamo; altri tentano di entrare nel merito.
Io le presento l'emendamento n. 205), che recita: "Nella deliberazione abroga da '.di presentare richiesta di referendum.' fino a '.25 maggio 1920, n. 352'".
Come abbiamo scritto, l'emendamento ha lo scopo di modificare il testo del quesito referendario atto ad abrogare un complesso di norme che disciplinano la componente proporzionale dell'attuale sistema elettorale del Parlamento. Non c'è stata la possibilità - Presidente - di entrare nella discussione; qualche passaggio c'è stato, però utilizzo questo tempo per dirle che non abbiamo avuto modo di discutere del posizionamento politico che i Gruppi hanno nei confronti della legge nazionale, con una premessa: apra, prima o poi, il Tavolo per la modifica della legge elettorale per il Piemonte.
Sulla legge nazionale, gran parte del centrosinistra è convinto che vi siano delle condizioni assolutamente favorevoli rispetto a leggi elettorali che hanno come schema-guida il maggioritario. Tra l'altro, è di questo campo la paternità delle leggi elettorali, per esempio, nei Comuni sia al di sotto che al di sopra dei 15 mila abitanti, condivisa anche da parte di alcuni partiti del centrodestra, tra il 1990 e il 2000.
Noi pensiamo, Presidente, che rispetto a questa vicenda vi debba essere un testo iniziale su cui lavorare, dove poter modificare le percentuali. Con l'eliminazione di un numero significativo di parlamentari, sarà necessario riscrivere anche la geografia dei Collegi, per cui - in questo senso - si potrebbe ragionare sull'opportunità di mantenere (come faceva il Mattarellum) una quota significativa di proporzionale e una quota assolutamente non marginale, superiore al 50% degli eletti, di Collegi uninominali.
In questo senso, si potrebbe dare spazio anche ai partiti con percentuali elettorali non a doppie cifre e a rappresentanze territoriali significative.
Pertanto, come vede, entrando nel merito della discussione ci sono spazi per offrire anche il nostro punto di vista rispetto alla legge elettorale nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'emendamento n. 17), del quale sono firmatario, che propone di inserire nel testo le parole ", a seguito di richiesta di una forza politica nazionale,".
È chiaramente un gesto politico, quello di presentare un emendamento del genere, per evidenziare come questo Consiglio regionale sia stato umiliato in primis nella figura del Presidente Cirio, per imposizione della Lega.
Questa follia, questo delirio papeetiano dei pieni poteri, che si allunga anche sul Piemonte. Ma, in questi giorni si è scoperto che i pieni poteri lo sono un po' meno, perché queste opposizioni hanno dimostrato di saper reagire e, senza un gesto prepotente come il contingentamento, questo provvedimento non sarebbe mai passato, così come è accaduto e sta accadendo in altre Regioni.
Perché gesto prepotente? Perché il Regolamento permette alla Giunta regionale e alla maggioranza di chiedere il contingentamento su provvedimenti che riguardino il bilancio, le leggi di carattere finanziario e altri provvedimenti di rilevante importanza. Il concetto di rilevante importanza è stato qui interpretato, con il massimo della discrezionalità poiché non è assolutamente una "rilevante importanza" determinata né dagli effetti del provvedimento né dal collegamento di questo provvedimento con il mandato elettorale conferito dai cittadini piemontesi al Presidente Cirio e alla maggioranza che sorregge la Presidenza.
Pertanto, è un vulnus grandissimo, un precedente gravissimo che vi si ritorcerà contro, perché quando la Corte Costituzionale rigetterà questo quesito, sarà evidente la non rilevante importanza di quello che avete portato qui e non sarete nemmeno più credibili quando riterrete qualsiasi altro provvedimento di rilevante importanza per contingentarlo.
Quindi, questo vi tornerà indietro.
Ieri, poi, al culmine di questa vicenda, che a tratti è anche simpatica da raccontare, abbiamo visto comparire un ordine del giorno che contraddice il testo del quesito che si vorrebbe far passare, che recita: sì maggioritario, ma anche un pochino di proporzionale.
Per rimanere nel campo del centrodestra, alzando un po' il livello, cito una frase dell'ex Capogruppo Pichetto (politico di lungo corso del centrodestra piemontese), che diceva: "Un ordine del giorno non si nega a nessuno". Con questo, dichiarando il valore che attribuiva agli ordini del giorno. Quando ne passavano troppi, diceva: "Facciamone un po' meno, non risolviamo tutti i problemi noi; lasciamo anche qualcosa da fare agli altri!".
Pertanto, l'episodio dell'ordine del giorno presentato peraltro non solo in Piemonte, si colloca nella parte più comica di questa vicenda, ma rende chiara la confusione esistente e il fatto che ci sia una forza politica prepotente che ha umiliato anche la Presidenza di questa Regione.
Dall'altra, un'altra forza politica, Forza Italia, che si inchina e accetta qualsiasi cosa, pur di continuare a sopravvivere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'emendamento n. 205), che va ad abrogare le parole da "di presentare richiesta di referendum" fino a "25 maggio 1970" n. 352, che è il riferimento normativo. Va a chiedere di abrogare complessivamente la richiesta.
Uso un minuto e mezzo dei due a mia disposizione per chiedere alla Presidenza e alla maggioranza di depositare l'ordine del giorno annunciato ieri sera e ribadito oggi sugli organi di stampa, che avrebbe tenuto insieme tutta la maggioranza di centrodestra. Di fatto, reintroduce una quota e una misura proporzionale all'interno del referendum maggioritario sostanzialmente tornando indietro.
Per noi sarebbe interessante esaminarlo e leggerlo per entrare nel merito e per capire come avete fatto ad annunciare un referendum che va ad abrogare la quota proporzionale, per poi tornare indietro e presentare un ordine del giorno, che non ha alcun valore dal punto di vista referendario, per reintrodurre una quota proporzionale.
Ma allora mi chiedo: di cosa abbiamo discusso in questi due giorni e mezzo?



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, procediamo con gli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Preioni, Zambaia, Ruzzola Marrone, Lanzo.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Zambaia per l'illustrazione.



ZAMBAIA Sara

Grazie, Presidente.
Si tratta di emendamenti assolutamente tecnici. Sono dei puri adeguamenti formali, frutto di una concertazione con le altre Regioni. Noi abbiamo presentato complessivamente quattro emendamenti: due alla DPCR 10 e due alla DPCR 11.
In tutti i casi si tratta unicamente di pure formalità tecniche che vanno a non richiamare più articoli e i relativi commi richiamati in prima battuta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Vorrei precisare all'Aula che all'emendamento rubricato n. 1) sono stati presentati dei subemendamenti.



(Il Presidente Allasia elenca la numerazione degli )



PRESIDENTE

emendamenti e subemendamenti inerenti alla lettera A)



(Testi allegati al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Se un emendamento e un subemendamento sono uguali.



PRESIDENTE

No, si tratta di subemendamenti.



GRIMALDI Marco

Sì, sono subemendamenti.
Stavo dicendo, se i subemendamenti sono uguali agli emendamenti, di per s spero che non vengano trattati come uguali.
Per spiegare meglio all'Aula, abbiamo emendato per i primi due giorni la delibera. Va bene? Voi, non rispettando quest'Aula, avete fatto il cosiddetto "canguro" con l'emendamento n. 1).
A tal proposito lei ci ha detto che potevamo tranquillamente considerare accettati gli emendamenti come subemendamenti.
Bene, ma noi li abbiamo presentati come subemendamenti, pensando che potreste anche cadere sull'emendamento 1), quindi mantenendo quelli sulla deliberazione e facendo i subemendamenti.
La domanda è: sono separati? Non vengono considerati la stessa cosa, visto che fino a prova contraria l'emendamento 1), che avete presentato, potrebbe non passare? Giusto? Perché noi formalmente lavoriamo sulla delibera fatta in un modo, che poi avete riscritto in un solo emendamento e che noi abbiamo subemendato. E' corretto dire che non verranno cancellati gli emendamenti e i subemendamenti, seppur identici, perché fatti su due oggetti diversi, cioè sulla delibera e sull'emendamento 1)? Sì o no? Questa è la richiesta che faccio al Presidente. Sono stato chiaro?



PRESIDENTE

Sì. Nessuno ha cancellato niente, sono stati resi ammissibili tutti gli emendamenti. Se sono identici vengono trattati nello stesso modo nella stessa votazione.



GRIMALDI Marco

Però mi scusi.



PRESIDENTE

Se vuole sospendiamo un attimo.



GRIMALDI Marco

Mi scusi, prima verrà affrontato l'emendamento 1). Giusto?



PRESIDENTE

Sì.



GRIMALDI Marco

In cui riscrivete tutto.



PRESIDENTE

Prima è affrontato.



GRIMALDI Marco

Il loro emendamento, dico.



PRESIDENTE

I subemendamenti.



GRIMALDI Marco

Va bene. Dunque, prima verrà affrontato l'emendamento 1) che noi abbiamo subemendato. Quindi, tratteremo prima tutti i subemendamenti a quell'emendamento. Chiaro! Dopodiché noi potremo presentare successivamente, anche gli emendamenti alla deliberazione, seppure identici a quelli del subemendamento; formalmente, non è detto che passino quelli del subemendamento e neanche il vostro emendamento n. 1). Sì o no?



PRESIDENTE

I termini per la presentazione sono terminati con.



GRIMALDI Marco

Per presentazione intendo l'illustrazione in aula.



PRESIDENTE

L'illustrazione sì. Non è stato cancellato nessun emendamento.



GRIMALDI Marco

Vogliamo solo che non vengano considerati medesimi, nel senso che faremo una discussione sui subemendamenti e un'altra sulla deliberazione. Sulla votazione vedremo come.



PRESIDENTE

Sospendo un minuto la seduta e se si avvicina ai banchi della Presidenza ci spieghiamo meglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.42 )



PRESIDENTE

riprende alle ore 11.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Subemendamento rubricato n. 29) presentato da Ravetti, Magliano, Avetta Grimaldi, Salizzoni, Frediani, Rossi, Giaccone, Marello, Gallo.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Prima avevo alzato la mano per il n. 29), se non ricordo male. C'era il 29), anche se la mia illustrazione è soltanto finalizzata a chiarire quale sia il principio base della nostra attività emendativa, che è proprio quella d'intervenire su un testo che non è corretto neanche formalmente.
Tra l'altro, colgo l'occasione per ringraziare i nostri collaboratori per il grande lavoro svolto in questi giorni, per chi ha voluto approfondire questo testo ed è riuscito anche a trovare difetti di forma, che non sono difetti banali e che potrebbero anche portare a problemi successivamente nel momento in cui si andrà a sottoporre al giudizio della Corte Costituzionale un quesito non corretto; il che potrebbe invalidare tutti i vostri sforzi di questi giorni.
Leggo una delle motivazioni che abbiamo riportato in molti emendamenti perché è un errore che si ripete formalmente più volte; mi dispiace che la maggioranza sia totalmente o quasi assente o, perlomeno, non attenta a quanto stiamo illustrando, perché credo che sia un dato importante.
Leggo la motivazione così com'è e la troverete ripetuta in molti emendamenti che abbiamo depositato: "L'emendamento si rende necessario in quanto il testo non rispetta le disposizioni della Legge del 25 maggio 1970, n. 352, articolo 30. La deliberazione per richiedere il referendum deve essere approvata dal Consiglio regionale con il voto della maggioranza dei Consiglieri assegnati alla Regione e deve contenere l'indicazione della legge o della norma della quale si proponga l'abrogazione, in conformità delle prescrizioni dell'articolo 27. Quest'ultimo articolo 27, al comma 3 reca." - questo è il punto importante che non è stato rispettato della scrittura del testo del quesito che andrete ad approvare, quindi ho un quesito scorretto, non scritto secondo legge - ".qualora si richieda il referendum per l'abrogazione di parte di uno o più articoli di legge, oltre all'indicazione della legge e dell'articolo, di cui ai precedenti commi primo e secondo, deve essere inserita l'indicazione del comma e dovrà essere, altresì, integralmente trascritto il testo letterale delle disposizioni di legge delle quali sia proposta l'abrogazione.".
Questo dettaglio di legge manca in tutto il testo. Voi non avete riportato il virgolettato, il riferimento preciso al testo che intendete abrogare.
Quindi questo quesito, così com'è scritto, non rispetta quanto previsto dalla legge n. 352 del 1970.
Noi crediamo sia un problema enorme, per voi, ovviamente! Perché se voi respingerete i nostri emendamenti che chiedono di adeguare alla norma il testo secondo la legge, renderete vostra testo nullo. Se li approverete ovviamente, cambierete il testo e dovrete lavorare di conseguenza.
Quindi, credo che dovreste prestare attenzione ai nostri emendamenti e prendervi le vostre responsabilità nel momento in cui, se e quando deciderete di bocciarli, perché non è un dettaglio secondario.



PRESIDENTE

Grazie.
Torniamo all'elencazione degli subemendamenti.



(Il Presidente Allasia riprende l'elenco della numerazione degli )



PRESIDENTE

emendamenti e subemendamenti inerenti alla lettera A)



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Subemendamento rubricato n. 45), presentato da Ravetti, Magliano, Grimaldi Gallo, Valle, Rossi, Giaccone, Sarno, Canalis.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento n. 45) a prima firma Ravetti è irricevibile, perché cita una parte errata del testo. Vuole ritirarlo? La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Il testo del subemendamento, dispositivo della PDCR, alla lettera a), dove si fa riferimento all'articolo n. 77, primo comma, la parola "ed" è sostituita dalle seguenti: "comunica all'Ufficio elettorale centrale nazionale di cui all'articolo 12 del Testo Unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale regionale di ciascuna lista nonché il totale dei voti validi della Regione".
Presidente, il tema lo abbiamo esposto "fisicamente" all'inizio della seduta, cioè non è possibile, a prescindere da quello che pensano alcuni colleghi, evitare di scrivere l'intero testo del quesito referendario. Nel caso in cui la Consulta dovesse, per caso, accettare la vostra proposta sarete costretti ad inserire tutto il testo e quindi la dimensione, più o meno, sarà quella che abbiamo esposto questa mattina. Voi capite che queste cose capitano quando non si dialoga sin dal principio con costituzionalisti che possono offrire un contributo nell'interesse del Paese quando, invece, la proposta nasce, matura e viene offerta dalle segreterie di un partito.
La proposta può anche essere legittima; è legittimo che un segretario di un partito faccia questa proposta. Probabilmente il consiglio che dovevate dare, a lui o alla sua segreteria nazionale, era di confrontarsi preliminarmente con costituzionalisti di rango, sobri (sobri nel comportamento, per carità del cielo!) e in grado di offrire un contributo utile ad un testo che forse avrebbe incontrato, in quel caso, più interesse anche da parte delle opposizioni.



PRESIDENTE

L'emendamento 45 è stato reso irricevibile dagli Uffici perché il testo non è conforme alla lettera l). Se vuole, dato che ho percepito l'interesse politico dell'emendamento, potremo apportare una correzione formale per modificarlo, cancellando la parte in eccesso, e il Capogruppo viene a siglarlo in modo da renderlo ricevibile, e proseguire. E' solo una frase aggiuntiva, una svista, che non è sfuggita agli Uffici del Consiglio regionale.
Abbiamo enunciato i subemendamenti alla lettera a) qualcuno vuole intervenire in merito? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Chiedo scusa, Presidente, solo per capire la tabella degli emendamenti: quando parliamo di subemendamento 1) stiamo parlando di quell'elenco?



PRESIDENTE

La tabella non è ancora completata.



ROSSI Domenico

Quella caricata è incompleta. Tutti questi, anche se incompleti, sono presentabili come subemendamenti all'emendamento 1) presentato dalla collega della Lega?



PRESIDENTE

Esattamente.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Martinetti, Disabato, Ravetti Avetta, Grimaldi, Gallo, Giaccone, Magliano, Bertola, Frediani, Marello Chiamparino, Valle, Canalis, Sarno, Sacco.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 200) presentato da Martinetti, Frediani, Disabato Grimaldi, Magliano, Ravetti, Gallo, Sarno, Sacco, Rossi, Valle Chiamparino.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 176) presentato da Ravetti, Avetta, Grimaldi Gallo, Giaccone, Magliano, Bertola, Marello, Chiamparino, Valle, Canalis Sarno.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Posso illustrare l'emendamento 3) Presidente?



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, ha facoltà.
Ricordo che l'emendamento n. 3 è identico agli emendamenti n. 200 e n. 176.



ROSSI Domenico

Anche in questo caso l'emendamento n. 3 è di natura soppressiva: con questo emendamento noi chiediamo che la lettera a) del dispositivo venga soppressa. Questo il motivo per cui è uguale agli altri emendamenti, per la questione che prima spiegava il Capogruppo Grimaldi.
La motivazione dell'emendamento è dovuta al fatto che noi vogliamo mantenere in vigore il Testo Unico della legge recanti 'Norme per l'elezione della Camera dei Deputati', approvato con decreto del Presidente della Repubblica il 30 marzo del 1957, n. 161 nel testo risultante dalle modificazioni successivamente apportate. Nel caso in cui venissero abrogate le parti inserite nella lettera a) sarebbe necessario disporre nell'immediato, 630 collegi per la Camera rispetto ai 232 attualmente istituiti.
Questo, signor Presidente, è anche uno dei motivi per cui molti costituzionalisti ci dicono che questo testo non risponde ai criteri di costituzionalità e che con ogni probabilità verrà bocciato. Ed è uno dei motivi per cui, anche durante la discussione generale - lo ripeto a commento di questo emendamento signor Presidente - abbiamo ritenuto che questa discussione si fondasse su una forzatura del Regolamento nonch della prassi istituzionale dei lavori di questo Consiglio. In altre Regioni abbiamo visto dei passaggi in Commissione, per quanto riguarda la proposta e l'audizione di costituzionalisti. La Regione Piemonte, invece, ha imposto un tour de force in aula senza neanche chiedere un'audizione di esperti tantomeno offrendoci la possibilità in Commissione di approfondire il testo. Addirittura, siamo stati convocati in sedute notturne, lo abbiamo detto ieri sera.
È questo uno degli elementi che rende l'attuale situazione una forzatura da parte della maggioranza. Non c'è nessuna contrarietà, da parte nostra, a far sì che i cittadini si esprimano; ci mancherebbe! Ma le istituzioni non si devono piegare alla volontà di una singola parte politica, perché ne va della garanzia che le istituzioni devono garantire a tutti i cittadini.
Ciascuno di noi può essere in maggioranza o in opposizione a seconda della tornata elettorale, ma quando ricopre incarichi elettivi o incarichi di responsabilità deve porsi la questione non solo degli obiettivi della propria parte politica, ma anche della tutela dell'istituzione l'istituzione è a garanzia dei cittadini, anche di coloro che non ci hanno votato, anche di coloro che vorrebbero che noi fossimo da un'altra parte.
Questo è il ruolo delle istituzioni. Diversamente, trasformeremmo le istituzioni in un luogo di scorribande o di guerra tra bande, cosa che non farebbe bene né alla qualità della nostra democrazia né alla qualità dei servizi che riusciremo a portare ai cittadini.
Perché è noto a tutti che in un clima di collaborazione istituzionale i provvedimenti potranno vedere un intervento dell'opposizione volto a migliorarli, e non a bloccarli. Se, invece, il clima è quello che la maggioranza ha voluto istituire in questi giorni, è chiaro che gli interventi delle opposizioni difficilmente potranno essere costruttivi.
Come ho fatto ieri sera, invito la maggioranza a cambiare questo atteggiamento e a mostrarne uno maggiormente collaborativo e propositivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sull'emendamento n. 3), che, per il suo contenuto, mira a modificare profondamente l'impianto della proposta di deliberazione avanzata da questa maggioranza, perché sopprimendo la lettera a) del dispositivo, di fatto, lo rende praticamente inattuabile.
La lettera a) del dispositivo si riferisce al decreto del Presidente della Repubblica del 30 marzo 1957, n. 361 e successive modificazioni. Di fatto è quello che nella vostra proposta riguarda l'abrogazione dei 232 collegi istituiti dalla legge elettorale ora in vigore, con lo scopo di risulta di avere soltanto più una quota maggioritaria e, quindi, di far emergere la necessita di suddividere il territorio nazionale in 630 collegi. Perch tutti i seggi della Camera, stando a questa proposta, verrebbero eletti ed individuati tramite un meccanismo di carattere maggioritario.
Perché, a nostro avviso, questo emendamento è importante, oltre che per minare alla base la proposta di questa delibera, che, come abbiamo già avuto modo di spiegare "n" volte, non ci convince per niente? Per un motivo ulteriore, che è proprio quello dell'immediata applicabilità della norma in oggetto.
Uno dei profili di incostituzionalità - l'abbiamo già accennato, ma in questa occasione possiamo ritornare di più nel merito e nel dettaglio - si riferisce proprio alla necessità dell'ordinamento, statuita da giurisprudenza e dottrina costante, di avere sempre pronta, in qualunque momento e in qualunque evenienza, una legge elettorale per permettere alle istituzioni di proseguire senza soluzione di continuità.
È chiaro, infatti, che se un referendum sulla legge elettorale dovesse tout court abrogare la legge elettorale senza lasciare vivente alcuna norma che regoli il meccanismo di elezione delle Camere, nel caso inopinato di una crisi, nell'impossibilità di formare una nuova maggioranza in Parlamento o comunque, di trovare una convergenza su un nuovo testo elettorale, pure in costanza di maggioranza, nel caso del termine naturale della legislatura o del venir meno delle condizioni di proseguimento della legislatura per l'impossibilità di costituire una maggioranza, bisognerebbe immediatamente tornare al voto. Ed è necessario che sia sempre pronto lo strumento per trasformare la volontà popolare in una rappresentanza adeguata nelle due Camere. In particolare, in questo caso, per quello che riguarda la Camera dei Deputati.
È vero - perché è stato ricordato sia dell'opposizione che della maggioranza - che la legge attualmente in vigore prevede una delega permanente al Governo per il disegno dei nuovi collegi uninominali e quindi, si potrebbe arguire che, nel caso in cui questo referendum venisse prima approvato dalla Corte di Cassazione e Costituzionale, e poi dai cittadini (e prima ancora dalle 5 Regioni, perché questo non è ancora avvenuto), sarebbe immediatamente possibile per il Governo intervenire ed individuare i collegi necessari al funzionamento di questa legge, e quindi nella fattispecie, i 630 che compongono la Camera dei Deputati. Ma è altrettanto vero che la delega permanente non implica né un obbligo, né una necessità, né un termine, né una scadenza per il Governo ad adempiere.
È vero anche che la stessa attività di Governo potrebbe improvvisamente trovarsi impossibilitata a proseguire, perché i meccanismi della politica sono questi. Non è più il tempo dei colpi di sole d'estate, ma non sappiamo quali altri imprevisti questo Governo potrà affrontare nei prossimi mesi.
Anzi, penso che ci sarebbe soddisfazione, da parte dei proponenti di questa delibera, se il Governo si trovasse mai nell'impossibilità di poter emanare il decreto che suddivide il territorio in 630 collegi.
Con questa proposta di emendamento miriamo a sopprimere l'intera lettera a) e lasciare viventi i 232 collegi attualmente istituiti, e a lasciare vivente, parallelamente, la quota proporzionale prevista, e lasciando quindi in vigore l'impianto della normativa attualmente vigente. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ho la percezione, magari mi sbaglio. No, non faccia presiedere il Vicepresidente Graglia, che finisce a schifìo!



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Finisce a schifìo!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Dicevo, ho la percezione che il centrodestra non si prenderà le 9 ore che ha a disposizione.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Ci state pensando, bene.
Vorrei capire, Presidente, se prima della votazione finale è possibile richiederle la presenza del numero legale in aula, garantito dalla maggioranza: sì o no?



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Può richiamare i Consiglieri in aula, senza dover fare nessuna votazione? Grazie. Altrimenti possiamo anche chiedere la votazione e il numero legale.
La prossima volta chiederemo la verifica del numero legale formalmente però le ho richiesto questo, perché - come lei sa - nelle pregiudiziali noi avevamo richiesto non solo l'esame in Commissione, ma anche l'esame attraverso un'audizione di noti costituzionalisti.
Ringrazio i tanti professori, docenti, ricercatori, che in queste ore ci hanno aiutato a scrivere quegli emendamenti, che - come avete capito - non potremo neanche illustrare del tutto; dall'altra, ringrazio chi oggi ci ha inviato delle note che vorremmo almeno farvi pervenire prima del voto, come monito, visto che fra pochi mesi - ritengo - la figuraccia che avete fatto in queste ore verrà riverberata per almeno dieci volte.
Vorrei almeno partire da quanto dicevano i professori Besostri e Pallante in un punto molto importante di queste relazioni. Dicono: "Purtroppo, le proposte di deliberazione sono prive di una relazione illustrativa delle Regioni per le quali la Regione Piemonte dovrebbe farsi promotrice di un'iniziativa con almeno altre quattro Regioni. Bisognerebbe ricordarsi che i Consiglieri rappresentano, in primo luogo, la comunità regionale, senza alcun vincolo di mandato e che non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni (articolo 18 dello Statuto della Regione Piemonte). Ebbene, non si coglie e non è stato in nessun modo illustrato il nesso tra la proposta di deliberazione e gli interessi della comunità regionale piemontese".
Agli atti, vorremmo che venisse messo anche il nostro rifiuto a questa fase di contingentamento, perché respingiamo anche i motivi d'urgenza per cui avete richiamato la Costituzione italiana, tanto è vero che anche nella Costituzione italiana si parla di decretazione d'urgenza per casi, ma i casi sono oggettivi. Non si dà la discrezionalità politica a un Presidente perché se in un Regolamento c'è scritto: "Questo tipo di misura può essere adottata per il bilancio, per leggi regionali di particolare rilevanza e urgenza", non si parla di decisioni politiche, altrimenti nel Regolamento sarebbe bastato scrivere che è possibile farlo ogni volta che la maggioranza lo richiede. Così non è scritto.
Vado avanti e provo a risparmiarmi ancora dieci minuti (purtroppo) per le dichiarazioni finali: "In secondo luogo" - il tema del quesito referendario "il sistema di elezioni alla Camera dei Deputati costituisce sin dall'origine del nostro Stato unitario la principale delle leggi politiche (Cadorna). Giuseppe Zanardelli la definì la legge delle leggi, dopodich essa è la legge da cui, per mezzo dei rappresentanti che conduce a eleggere, scaturiscono tutte le altre, onde è manifesto che la materia delle elezioni è l'oggetto più geloso su quale l'ordinatore dello Stato deve deliberare. Questo principio è entrato nella Costituzione repubblicana in virtù del principio di legalità che governa la materia. La delimitazione della discrezionalità del legislatore nazionale non è l'unico obiettivo perseguito dalle distinte riserve di legge introdotte dalla Costituzione, all'articolo 48 e 51. Esse sono anche funzionali da prestare un baluardo a tutela del principio costituzionale di legalità, che non pu essere messa a repentaglio da iniziative manipolatorie con cui eludere la necessaria trasparenza della produzione normativa in materia, anche quando come nella sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo del 28 aprile del 2009, Savino e gli altri contro l'Italia, si è acceduto a una nozione di legge in senso sostanziale: si è richiesto che la normazione non legislativa discenda comunque da una fonte giuridica sottratta alla mutevole discrezionalità del potere esecutivo e che sia ragionevolmente conoscibile e prevedibile dai consociati. Insomma, dubbi serissimi sul fatto che i consociati siano in grado di comprendere l'effetto di un quesito manipolativo futuro, sollevati da giuristi autorevoli come Carlo Mezzanotte, ostile da sempre alla surrettizia introduzione dei referendum propositivi mediante l'abrogazione di semplici parole".
Non so se avete compreso; il senso è quello che abbiamo srotolato stamattina e oggi: voi state surrettiziamente utilizzando un referendum abrogativo per fare proposte di legge al Parlamento, eppure voi avreste la possibilità di fare proposte di legge al Parlamento anche tramite il Consiglio regionale, presentare queste stesse proposte in Aula, perch Salvini si è sbattuto all'opposizione da solo, ma guardate che esistete ancora in Parlamento! Potete ancora lavorare. Inoltre, cosa molto più dignitosa, invece che utilizzare male il tempo dei piemontesi, dei veneti dei liguri, dei sardi, dei lombardi e degli abruzzesi, avreste potuto fare una cosa semplice: rivedervi come coalizione, risiglare un bel patto e andare nei gazebo a proporre un referendum abrogativo, oppure raccogliere altrettante firme e fare una bella proposta popolare al Parlamento.
Invece no, avete voluto fare "il patto del Negroni sbagliato": una proposta che non sta in piedi. Il vostro socio, ormai di minoranza, Cirio e Forza Italia, vi hanno detto: guardate che sia nel merito sia nel metodo non è che siamo proprio sicuri che vada a buon fine e che possiamo escludere del tutto la parte proporzionale.
E' come in un cocktail sbagliato - e di cocktail sbagliati ne ha bevuti Salvini quest'estate - avete fatto l'ordine del giorno. Mi dispiace che i giornalisti non abbiano sentito la Consigliera Disabato: ieri non vi prendeva in giro perché è successo qualcosa di strano. Voi davvero pensate che in un ordine del giorno, che riscrive l'intera proposta, possiate cavarvela davanti all'opinione pubblica? Anche se alla fine la Regione Piemonte farà il "servo sciocco" di questa vicenda, a questo punto arriverete - immagino - ultimi o penultimi.
State controllando? Eravate primi, poi abbiamo fatto opposizione, scusateci scusateci.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Non ci avete ancora espulso dall'aula.. Come sapete, mi nasce una bambina fra poco: se mi date la paternità per qualche mese, me la prenderò, per fatevelo dire: io non so se arriverete ultimi o penultimi, ma fate comunque una figura pessima e questa figura, tra l'altro, si lega ad altre due cose (e finisco e poi mi prendo gli ultimi minuti per le dichiarazioni finali).
Primo. Nullità del resto.
Non avete neanche preso cinque giorni per dire: guardate, facciamo anche altro.
Non vi siete neanche immaginati di pensare che in cinque giorni di Consiglio avremmo potuto cambiare una legge, fare una proposta di delibera discutere di trasporti, di sanità. Tra l'altro, contingentate i tempi semplicemente perché non ci avete pensato prima. Vi abbiamo detto dei nostri dubbi sul fatto che le Regioni intervengano in questo senso su quel punto della Costituzione, perché non vediamo un legame stretto fra gli interessi regionali e una proposta di legge di fatto nazionale.
In un sol colpo avete commesso almeno altri due errori: primo, ledere definitivamente alcuni rapporti di fiducia. Non ho timore che proverete, o proveremo insieme (vi do anche questa possibilità) a ricostruire questi legami, ma, fatevelo dire, io non ho mai visto una Giunta chiedere il contingentamento per un atto fatto dal Consiglio . "Eh va bene" - mi direte "è stato un errore" però, Preioni, se lo faccia dire: lei ha il beneficio del dubbio e come vede noi siamo molto disponibili, perché lei ci dirà: è la prima volta, adesso stiamo imparando.
L'errore la Giunta l'ha fatto e, fatevelo dire, non sono personaggi di primo pelo quelli che l'hanno commesso.
Due. Errore ben più grave: vi siete persi una grandissima opportunità; vi siete giocati tutte le fiches per un atto che, con la vostra attività legislativa e con il vostro mandato elettorale, c'entra poco o niente. Noi abbiamo fatto palestra in questi giorni; e sapete come funziona nel precampionato? Se fai bene il precampionato, poi hai fiato per fare quellil campionato, le coppe, la Champions e magari qualcuno di noi potrà anche essere convocato in Nazionale (lo auguro ai miei colleghi).
Ecco, voi avete commesso l'errore più grande: potete contingentare tutto d'ora in poi; avete calpestato il nostro Regolamento, ma ci sono alcune cose che non si possano contingentare. Voi sapete quanto tempo deve passare in Commissione prima di contingentare l'assestamento? 90 giorni.
Il tempo sta scadendo, Consiglieri. Presto 90 giorni diventeranno fine anno e l'assestamento non vi servirà più a niente. Vi terrete il bilancio che abbiamo fatto noi.
Pensateci. Pensateci ancora, perché, con questo atto, stata buttando via questa legislatura che si è appena aperta.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, a dimostrazione che in fondo in fondo le voglio bene lei ha utilizzato 19 minuti dei suoi 17, ma non l'ho interrotta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Solo per svolgere alcune considerazioni sempre sull'emendamento di cui stiamo discutendo.
Il Consigliere Grimaldi ha citato autorevoli pareri di giuristi che dovrebbero aiutare tutti noi a farci evitare di commettere errori che sono evidenti e sotto gli occhi di tutti: errori marchiani - se così possiamo definirli.
Questo emendamento vi aiuta, perché vi offre una scialuppa di salvataggio offre a voi, che avete proposto questa delibera che ha dei profili di illegittimità evidenti anche ai giuristi neofiti, la possibilità di evitare questa brutta figura e questi errori marchiani. E non ci sono solo i pareri di autorevoli giuristi che dicono questo, ma ci sono anche delle sentenze che indicano esattamente il percorso che dovrebbe fare un referendum che non sia considerato illegittimo rispetto ai dettati normativi e ai dettati della Costituzione.
C'è la sentenza n. 16/78 che afferma in modo chiaro quali sono le leggi che possono essere sottoposte a referendum abrogativo e quelle che non possono essere sottoposte a referendum abrogativo. È un tema che abbiamo già affrontato più volte, che è ripreso da questa sentenza, ma in realtà ricorre anche in altre sentenze: la sentenza n. 47 del 1991, la sentenza n. 5 del 1995, la sentenza n. 26 del 1997, la sentenza n. 13 del 1999.
Tutte queste sentenze dicono una cosa, cioè che noi non possiamo incorrere nel rischio di lasciare un vuoto normativo.
Inoltre, ci sono altre ragioni giuridiche che dovrebbero suggerire a tutti noi - ed evidentemente a voi prima di tutto che la state proponendo - molta cautela nell'adottare questa deliberazione, perché sempre secondo una sentenza della Corte (la n. 32 del 1993) "Il referendum è ammissibile su norme contenute in una legge elettorale relativa ad organi costituzionali o a rilevanza costituzionale, assoggettata alla duplice condizione che i quesiti siano omogenei, che siano riconducibili ad una matrice razionalmente unitaria e che ne risulti una coerente normativa residua immediatamente applicabile, tale da garantire, pur nell'eventualità di inerzia legislativa, la costante operatività dell'organo.", organo le cui modalità di costituzione si intende modificare. Quindi, il quesito referendario deve essere omogeneo, coerente ed intellegibile.
Mi rivolgo a tutti voi, sollecitando anche i vostri interessi e le vostre competenze, ma me lo consenta, Presidente, mi rivolgo in particolare a quelli di voi - ne conosco qualcuno - che si sono sempre dimostrati molto sensibili al rigore normativo. In particolare, non me ne voglia - lo dico simpaticamente - l'amico Riva Vercellotti. È un Presidente di Provincia che e penso di non sbagliarmi nel dire questo e mi corregga il collega se sbaglio - ha impugnato tutti gli atti emessi dal precedente Consiglio regionale, nell'interesse della sua Provincia, nell'interesse dell'Ente che rappresentava. Li ha impugnati tutti, e mi corregga se sbaglio; quasi tutti, diciamo che ne ha impugnati tanti - mi correggo da solo. Ne ha impugnati tanti, rilevando profili di illegittimità anche dove nessuno era nelle condizioni di rilevarli; eppure lui li ha rilevati. Quindi, mi rivolgo in particolare a quei colleghi che hanno espresso questa sensibilità nel corso degli anni, che io sono più sicuro che condividono nel loro intimo, ma non lo possono affermare, le ragioni che stiamo esponendo attraverso l'esposizione (scusate il bisticcio di parole) di questo emendamento. Se non fosse così, vorrebbe dire che io insieme a tanti altri non avremmo capito nulla del lavoro corretto, legittimo, costante ed anche apprezzabile che questi nostri colleghi hanno fatto negli anni impugnando degli atti rispetto ai quali molto spesso abbiamo rilevato profili di illegittimità, atti che sono stati corretti grazie alla sensibilità, alla competenza e all'impegno di questi colleghi che le hanno espresse nell'interesse degli Enti che rappresentavano in quel momento. In particolare, mi rivolgo a loro.
Se questo quesito deve essere omogeneo, deve essere coerente e soprattutto deve essere intellegibile, succederà quello che questa mattina plasticamente il nostro Capogruppo e gli altri Capigruppo hanno fatto vedere: succederà quella cosa lì. Ce la potete raccontare come volete, ma in realtà quel quesito referendario sarà quella cosa lì, perché la legge n.
352 del 25/5/1970 dice esattamente quello. Quindi, il Parlamento modifichi questa legge, dica che nel quesito referendario non è necessaria l'intellegibilità prevista dall'articolo 27, se non ricordo male, dica che non è necessario trascrivere in modo chiaro ed ovviamente identico e definito il dettato normativo che s'intende abrogare. A quel punto potremmo avere un quesito referendario un pochino più corto e i 22 fogli A4 che abbiamo srotolato questa mattina, magari si trasformerebbero in un foglio A3 o due fogli A4. Però bisogna modificare la legge n. 352 del 1970 che prevede la possibilità dell'intellegibilità, a tutela dei cittadini, delle norme che intendono o non intendono abrogare quando entreranno nella cabina elettorale.
Concludendo, accogliete questo emendamento. Accogliere questo emendamento evita a tutti noi e, in particolare, ai colleghi più sensibili e più competenti di fare una brutta figura di fronte ai piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio

Intervengo anch'io sull'emendamento n. 3) che, proponendo la soppressione del Testo Unico della legge elettorale del 1957, di fatto, è un po' l'"emendamento madre", in quanto sopprime una delle proposte del vostro testo deliberativo, alla base di tutto quello che viene proposto successivamente in quel lungo tabulato che abbiamo mostrato nella sua fisicità. E quindi si presta anche a qualche considerazione più generale che faccio approfittando anche della presenza del Consigliere Marrone, non per ricambiarlo della sua cortesia, ma perché riconosco in lui uno degli esponenti del centrodestra qui presenti che ha una cultura politica che gli consente di distinguere la politica dalla propaganda. Dico questo perché è stato l'unico, nella discussione di ieri, che oltre a ripetere il refrain che sta diventando un luogo comune - chi prende un voto in più, governa ha detto una cosa giusta: se si vuole quello quel risultato, bisogna fare delle riforme di tipo costituzionale. Infatti, come espresso ampiamente da vari punti di vista, non c'è legge elettorale al mondo che, di per s possa garantire che questo avvenga. C'è poco da fare, anche girandolo da sotto o da sopra.
Quello sì, ma è un altro discorso che nulla c'entra con il referendum nulla c'entra con quello su cui, da ormai tre giorni, siamo impegnati in quest'Aula.
La questione sulla quale sono già intervenuti altri colleghi è importante: tutti sanno che i referendum in materia elettorale sono ammissibili in quanto consentano l'immediata autoapplicabilità della legge che residua perché potrebbe verificarsi il caso che, dando per scontato che si vada al referendum, che una domenica si vada a votare, che passa il vostro referendum e che ci si trova con una legge elettorale che teoricamente dovrebbe vedere la riscrittura dei collegi, basandosi su quello che ha ben ricordato il consigliere Valle, cioè su una norma introdotta da una misura se non sbaglio, nel marzo scorso, che prevede una delega permanente al Governo in materia di ridefinizione dei collegi elettorali. Il punto, per che io mi permetto di sottoporre è questo: se la domenica X di aprile si va a votare e passa questo referendum e il lunedì successivo (adesso banalizzo) si apre la crisi di Governo perché il risultato del referendum ha un effetto politico tale che sconquassa.



(Commenti fuori microfono)



CHIAMPARINO Sergio

Io non lo penso e non penso neanche che si arriverà al referendum, anzi penso che verrete qui a chiedere scusa per averci fatto perdere tempo su una cosa che non sarà resa ammissibile. Ma ammettiamo che abbiate ragione voi: si arriva la domenica X di aprile o di maggio, si vota il referendum l'effetto della vostra vittoria è tale che sconquassa la maggioranza che regge l'attuale Governo, come fa il Governo che va in crisi e il premier Conte che salirà al Quirinale per presentare le dimissioni a esercitare una delega in materia elettorale? Quindi, voilà: la legge elettorale non è autoapplicabile dall'esito del referendum.
Questo è il tema sul quale vi pregherei di riflettere, ma ormai la riflessione è fatta: questa è una voce nel deserto, come quella degli altri colleghi, che non fermerà la china. Tuttavia, vi prego, nel momento in cui con ogni probabilità, come hanno asserito anche con interviste sui quotidiani autorevoli costituzionalisti, dovrete prendere atto che la Consulta non renderà ammissibile per queste motivazioni, ripeto perché per riscrivere i collegi c'è una delega, ma se il Governo cade, il comma 22.
Avrete letto tutti, nella vostra gioventù, il famoso bestseller di Joseph Heller "Comma 22", per cui se uno è pazzo non può volare, ma se chiede di volare significa che è pazzo. Qui è la stessa cosa: voi dite che il Governo esercita la delega, ma se il Governo cade come fa a esercitare la delega? Questo è il tema che, secondo me, mette a rischio seriamente l'autoapplicabilità di questa legge e, quindi, è quello che alla fine minerà dal profondo l'ammissibilità e io mi auguro che quando questo avverrà voi abbiate l'umiltà di tornare in quest'Aula per darci semplicemente atto - se volete, chiedete scusa - che avevamo ragione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Vorrei ringraziare il Presidente Allasia per aver ammesso questi emendamenti, ai sensi del parere dell'Ufficio Legislativo del Consiglio fornito a quest'Aula la scorsa settimana. Quindi, la possibilità anche in materia di una delibera inerente a una richiesta di referendum abrogativo di una legge elettorale di poter fare emendamenti, sebbene il Regolamento del nostro Consiglio regionale non prevedesse esplicitamente la facoltà emendativa anche su questa materia. Quindi, di fatto, l'ammissibilità era pienamente ed esclusivamente nelle sue mani e noi riteniamo che aver manifestato un'apertura così ampia, perché quasi tutti gli emendamenti sono stati accettati, è un segnale non soltanto di dialogo con le minoranze consiliari, ma anche di credito per il futuro. Tuttavia, lo stesso atteggiamento non l'abbiamo riscontrato dai banchi della maggioranza, ma almeno da lei, Presidente, in questi giorni abbiamo ricevuto un segnale d'attenzione e di sostanziale imparzialità. Ci tenevo a dirlo in premessa perché questo atteggiamento pone anche le basi per una discussione serena su questi emendamenti, su cui ci stiamo concentrando in questa fase della discussione consiliare.
Ebbene, l'emendamento n. 3) oggetto del mio attuare intervento, secondo me potrebbe anche sanare alcune lacerazioni, alcuni conflitti che si sono creati tra le forze politiche in questi giorni. È chiaro che è molto scarsa la possibilità e la speranza che l'emendamento venga accolto, ma credo comunque che meriti rispetto e attenzione.
Con questo emendamento chiediamo alla maggioranza di riservare un supplemento di riflessione sul testo che ha depositato, di accettare o perlomeno, di prendere in considerazione il nostro emendamento che riteniamo potrebbe migliorare il testo ed eventualmente fare addivenire a una soluzione condivisa, una soluzione che vede una convergenza tra le forze consiliari.
La vicenda di questi giorni, arrivata così frettolosamente nell'agenda politica del Consiglio regionale, abbiamo visto che non ha dato modo di una approfondimento preventivo in Commissione, così come normalmente accade e quindi, nella fretta, si sono anche creati probabilmente dei fraintendimenti; per esempio, noi in origine avevamo capito che la maggioranza o perlomeno due delle tre forze politiche che compongono la maggioranza fossero orientate a un maggioritario completo, un maggioritario secco, invece, nel corso del dibattito, probabilmente, questi giorni in più che abbiamo avuto per discutere sono stati utili non soltanto a noi esponenti della minoranza, ma anche a quelli della maggioranza perché nel corso dei giorni, nel corso del dibattito è emerso l'elemento proporzionale che, all'inizio, non faceva parte della proposta.
Credo che l'emendamento vada preso in considerazione; invitiamo la maggioranza, eventualmente anche con una sospensiva, a fermarsi, ad entrare un po' di più nel merito, a capire se può essere votato proprio. In tutto questo susseguirsi di proposte maggioritarie e proposte proporzionali alla fine non si capisce bene qual è l'idea di fondo tra la delibera e l'ordine del giorno che voteremo in seguito.
Chiedo se, eventualmente, la maggioranza possa prendere in considerazione l'eventualità di fermarsi un attimo per approfondire questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Volevo intervenire nella quota riservata al mio Gruppo per rimarcare e sottolineare quanto esposto in precedenza dalla Consigliera Frediani perch è passato un po' così, nella scarsa attenzione e nella scarsa voglia che ormai ha la maggioranza di stare anche minimamente ad ascoltare, magari evitando gesti fastidiosi come quelli che ho visto qualche minuto fa.
Oltre ai palesi vizi di costituzionalità che abbiamo evidenziato, quando la Corte Costituzionale rigetterà il quesito noi saremo qui a ricordarvelo e magari a fare una bella bicchierata insieme. Oltre a questo, quindi, ieri ci si interrogava anche sul nome che avrebbe potuto assumere questa legge elettorale; visto che Porcellum è già stato usato una volta, il nome poteva essere il papetellum. Tuttavia il papetellum non vedrà mai la luce e tristemente si cambierà spiaggia - anche perché pare che quello stabilimento balneare avesse qualche problema di licenze; e mi dicono che c'è un processo: noi non ci sostituiamo alla Magistratura.



(Applausi in aula)



BERTOLA Giorgio

Mi rivolgo alla Presidenza chiedendo di poter parlare perché siamo in Consiglio regionale e non siamo alla gara internazionale di rutti che promuove un collega dall'altra parte dell'emiciclo.



PRESIDENTE

Permettete al Consigliere Bertola di concludere.



BERTOLA Giorgio

Chiedo scusa se ho citato la parola "rutti" in aula, ma nella mia limitata esperienza politica, mai più avrei pensato che un giornalista mi avrebbe chiamato per fare un commento politico su una gara internazionale di rutti.
E' accaduto anche questo.
Ringrazio i colleghi dell'altra parte dell'emiciclo.
In ogni caso volevo rimarcare quanto detto dalla Consigliera Frediani signori, oltre al palese vizio di costituzionalità, questa delibera scritta da Calderoli che, ripeto, è già una garanzia, ha anche vizi di forma. Basta leggersi la legge n. 352 del 1970, l'articolo 27 che recita: "Qualora si richieda referendum per l'abrogazione parziale di parte di uno o più articoli di legge, oltre all'indicazione della legge e dell'articolo di cui ai precedenti commi primo e secondo, deve essere inserita l'indicazione del comma, e dovrà essere altresì integralmente trascritto il testo letterale delle disposizioni di legge delle quali sia proposta l'abrogazione". E non come leggiamo in quella bellissima delibera, all'articolo 69, comma 2, 3 e il comma 4, secondo cui bisogna trascriverlo integralmente. Ma perché? Non era stupido il legislatore del 1970, perché il cittadino che si reca in cabina elettorale a votare il quesito referendario, ammesso che abbia 57 minuti di tempo per leggerlo tutto, deve sapere quale parte della legge sta cancellando. Il cittadino comune, se non ha una laurea in giurisprudenza presa da poco perché dopo si cancella tutto anche nella mente delle persone, non sa che cosa dice il comma 4 dell'articolo 69, deve leggere integralmente le parti che lui, se vuole, può andare a cancellare di quella legge.
Oltre ai vizi di costituzionalità, non è scritta bene. Vi abbiamo anche voluto dare un'occasione e un'opportunità, di stoppare questa operazione totalmente sbagliata dall'inizio, di far passare la data del 30 settembre di farsi aiutare da uno bravo a scrivere il quesito, magari da uno capace di raccogliervi le vostre firme, di farvi i vostri gazebo e di arrivare in fondo a un percorso con qualcosa di chiaro ed intelligibile, in modo che i cittadini possano esprimersi con un sì o con un no, e non questo pateracchio annacquato da un ordine del giorno ridicolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Sarò brevissimo e uso questi due minuti sull'emendamento per fare una richiesta.
Chiedo gentilmente al Presidente Allasia, che ha condotto egregiamente i lavori in questi giorni, se si può depositare l'ordine del giorno presentato, in modo da poterlo leggere.
Ricordo che è un ordine del giorno che ci state proponendo da due giorni e mezzo, che avete annunciato urbi et orbi ai giornali, che ha ricompattato la maggioranza di centro destra, che richiede di modificare parzialmente l'abolizione del proporzionale per tornare al maggioritario e salvare i cittadini in modo che possano scegliere chi governa con il voto, ma che poi correggete con un ordine del giorno reintroducendo una quota di proporzionale, almeno questa è l'intesa che avete raggiunto. Questo affinché, nelle ultime ore di contingentamento che ci avete imposto, lo si possa commentare o discutere assieme, dato che è parte integrante e sostanziale di quello che noi stiamo andando ad approvare (non noi come opposizione). Poiché è annunciato anche dettagliatamente sugli organi di stampa, ma non è ancora caricato sulla intranet, a me piacerebbe capire come correggerete il maggioritario che volete proporre ai cittadini italiani come referendum, con l'integrazione del proporzionale. Mi sembra che, a naso, indicativamente, torniamo alla legge vigente.
Lo stiamo continuando a chiedere da ieri sera ma non è ancora disponibile vi chiederei gentilmente o di sospendere i lavori, Presidente, in attesa che questo ordine del giorno venga depositato o se si può caricare. Ci potete dire qualcosa su questo? Se esiste, perché stiamo andando verso la fine della discussione. Grazie.



PRESIDENTE

È nelle nostre mani - della Presidenza - e sarà caricato. Occorrono solo i tempi tecnici. Se abbiamo difficoltà con un timer, figurarsi col resto! Ci affidiamo alla Provvidenza.
Vi sono altre richieste di intervento in merito alla lettera a)? Emendamento rubricato n. 62) presentato da Frediani, Grimaldi, Bertola Rossi, Sacco, Martinetti, Valle, Disabato, Sarno, Ravetti, Gallo, Giaccone Chiamparino.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Consigliere Sacco, ha facoltà di intervenire.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Io vorrei discutere dell'emendamento rubricato n. 62), che verte sempre su una questione posta precedentemente dai colleghi.
L'emendamento recita: "Nel 'deliberi' lettera a), nella parte di modifica dell'articolo 77, dopo le parole 'primo comma, lettere c), d), e), f), g) h), i) ed l)' sono aggiunte 'l) comunica all'Ufficio centrare nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna lista nonché il totale dei voti validi della circoscrizione'".
La motivazione di questo emendamento è la medesima, Presidente. Considerato che nelle disposizioni della legge 25 maggio 1979, n. 352, l'articolo 30 recita: "La deliberazione di richiedere referendum deve essere approvata dal Consiglio regionale con il voto di maggioranza dei Consiglieri assegnati alla Regione e deve contenere l'indicazione della legge o della norma della quale si proponga l'abrogazione, in conformità delle prescrizioni dell'articolo 27", quest'ultimo articolo 27, al comma 3 reca: "Qualora si richieda referendum per l'abrogazione di parte di uno o più articoli di legge, oltre all'indicazione della legge e dell'articolo di cui ai precedenti commi primo e secondo, deve essere inserita l'indicazione del comma e dovrà essere altresì integralmente trascritto il testo letterale delle disposizioni di legge delle quali sia proposta l'abrogazione".
Non è un eccesso di burocrazia il fatto di dover trascrivere una parte della legge. Semplicemente, mettetevi nei panni dell'elettore che viene chiamato ad abrogare una parte di legge, che arriva al seggio, riceve la scheda, la apre e trova il quesito referendario sull'abrogazione di una determinata legge, di un determinato articolo e di un determinato comma.
A meno che uno non si porti dietro il cellulare e cerchi su Normattiva tutte le varie disposizioni, diventa un po' difficile andare a capire per cosa si sta andando a votare. Dunque, non è un aspetto di poco conto, ma è abbastanza rilevante.
È necessario mettere l'elettore nelle condizioni di ricevere tutte le informazioni possibili nel momento in cui va ad esprimersi su un quesito referendario, in questo caso di importanza rilevante, visto che stiamo andando a modificare la "legge delle leggi", come l'ha definita qualcuno ossia la legge elettorale, la legge attraverso la quale si dà la possibilità ai nuovi eletti in Parlamento di modificare le leggi esistenti.
Mi sembra evidente, dunque, la superficialità con cui è stato trattato questo tema già in partenza. Non stiamo nemmeno approvando una delibera che rispetta un requisito di legge fondamentale: è normale descrivere ai cittadini che sono chiamati al voto che cosa stanno andando a modificare.
Cioè non è che si può sempre vivere di propaganda e credere sulla parola: è necessario anche capire cosa si sta facendo nel momento in cui ci viene chiesta un'opinione.
Presidente, torno di nuovo a dire che, a mio avviso, è sbagliato l'intero processo. È già partita male questa iniziativa, al di là del fatto che sia stata approvata o meno in altri Consigli regionali. Anche il fatto di costringere il Consiglio regionale a deliberare su un provvedimento palesemente viziato e scritto male, un atto puramente politico che non andrà ad incidere minimamente sulla vita dei piemontesi, perché non ha le possibilità di andare avanti scritto così com'è.
Ma oltre al fatto di far perdere tempo e di far fare una brutta figura nemmeno il minimo! Al di là del contenuto, la forma! Non è che ci siamo dimenticati di un cavillo, ci siamo dimenticati di una parte fondamentale: ci siamo dimenticati, cioè, di andare ad inserire nella delibera il testo a cui viene sottoposto il cittadino.
Non ci fosse questa disposizione di legge, i cittadini si troverebbero ad abrogare tutta una serie di disposizioni senza avere la possibilità di andarle ad approfondire.
Anche dal punto di vista della partecipazione democratica dei cittadini alla proposta referendaria questa intenzione sembra essere veramente zoppa.
Presidente, concludo l'intervento, anche perché siamo in chiusura dei lavori della mattinata, dicendo che mi spiace che si sia arrivati a questo punto e con questi modi a discutere su un testo che non doveva nemmeno essere presentato all'interno dei Consigli regionali, in quanto non attiene a quella che è la nostra competenza e la nostra attività legislativa. Ma almeno mettere nelle condizioni il Consiglio regionale di approvare una delibera che non sia viziata in modo così palese nella forma. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Poiché sono le ore 13.00 Chiudiamo i lavori dell'Aula, che riprenderanno alle ore 14.30.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata alle ore 14, in sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.59)



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