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Dettaglio seduta n.177 del 08/03/22 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 09.35 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Per incarico del Presidente Stefano Allasia dichiaro aperta la seduta delle interrogazioni ed interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni ed interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interpellanza n. 916 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, cui risponderà l'Assessore Andrea Tronzano interpellanza n. 952 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, cui risponderà l'Assessore Andrea Tronzano.
Chiedo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni ed interpellanze di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti ed all'ufficio d'Aula.
Ricordo ancora agli interroganti che, nel resoconto della seduta che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti che degli Assessori che rispondono.
Per le interpellanze è prevista l'illustrazione da parte dell'interpellante per cinque minuti; la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e l'eventuale replica dell'interpellante per altri cinque minuti.
Prego fin d'ora i Consiglieri di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Musei - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interpellanza n. 916 presentata da Frediani, inerente a "Designazione e successive dimissioni del prof. Tiradritti quale rappresentante della Regione Piemonte nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Museo Antichità Egizie di Torino"

Argomento: Musei - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interpellanza n. 952 presentata da Frediani, inerente a "Chiarimenti sulla presenza relatori coinvolti in violazione delle leggi e direttive del Ministero delle Antichità Egizie del Cairo nel ciclo di conferenze 2022 del Musei Egizio di Torino"


PRESIDENTE

Ha chiesto di illustrare l'interpellanza n. 916 la Consigliera Francesca Frediani.
Prego, Consigliera, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie Presidente; buongiorno Assessore e grazie per la disponibilità a rispondere a questa interpellanza che è stata depositata un po' di tempo fa, quindi si può pensare che sia superata ma, in realtà, può far luce su fatti che abbiamo esaminato in Commissione Nomine e rispetto ai quali crediamo sia necessario fare ulteriore chiarezza.
Parliamo della nomina del professor Tiradritti respinta dai Soci fondatori del Museo Egizio: credo che tutti ricordiamo quella vicenda. C'era stato un respingimento, proprio da parte degli altri membri del CdA, motivo per cui il professore Tiradritti aveva preferito rassegnare le dimissioni dal proprio incarico in data 28 giugno 2021. Il Presidente del Consiglio Allasia, aveva preso atto delle dimissioni ringraziando il professor Tiradritti "per la disponibilità data, sicuro che ci saranno altre occasioni per collaborare insieme. La decisione presa dimostra la convinta volontà da parte dell'egittologo di non ostacolare il buon operato della Fondazione" . Questo era stato il commento del Presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia che presiede anche la Commissione Nomine.
A seguito di queste dimissioni, si era proceduto, successivamente, a designare il signor Antonio Mario Ferrero, che ha occupato il posto che inizialmente era stato occupato dal professor Tiradritti.
Questa interpellanza si articola in diverse domande, dovrei avere il tempo per leggerle quindi, nel caso dovessi sforare, mi scuso (accorcerò i tempi nell'illustrazione della successiva interpellanza).
Innanzitutto, quali siano esattamente i riferimenti legislativi che avrebbero impedito al professor Tiradritto, come conseguenza alla partecipazione al bando per la direzione del Museo, di partecipare e di essere eventualmente designato come membro del consiglio di Amministrazione del Museo stesso; se le motivazioni dietro a tale esclusione siano invece "di opportunità" e si richiede che sia esplicitato in che cosa consisterebbero e in che termini la designazione di un professionista di fama internazionale sarebbe in contrasto con un suo contributo positivo al funzionamento dell'ente. Ricordiamo che abbiamo esaminato il curriculum del professor Tiradritto in Commissione Nomine e non mancava assolutamente di nessuna professionalità rispetto alle competenze richieste, che peraltro erano per un ruolo amministrativo; quindi, a maggior ragione, non abbiamo visto nessun motivo di non compatibilità o di inopportunità o di non competenza rispetto al ruolo che avrebbe dovuto ricoprire.
Come si spiegherebbe la mancanza delle competenze gestionali alla luce di un curriculum che, tra l'altro, riporta numerosi progetti museali espositivi e quindi anche la capacità di gestire dei fondi assegnati per le ricerche sul campo del professor Tiradritti.
Per quale motivo i soci fondatori del Museo Egizio non abbiano espresso rimostranza o presa di posizione ufficiale alla nomina del signor Goglio Daniele, che ha un curriculum con meno competenze rispetto a quello del professor Tiradritti. Ricordiamo che il signor Goglio Daniele era la persona che ricopriva precedentemente questo ruolo nel CdA ed erano apparsi degli articoli di giornale, più volte anche citati in modo ironico da alcuni Consiglieri durante la seduta delle Commissioni Nomine.
Se il professor Tiradiritti abbia denunciato o si sia sentito soggetto a forme di pressione dirette o indirette e se abbia fornito altre motivazioni a giustificazione delle sue dimissioni, nonostante fosse stato ufficialmente designato dalla Regione.
Ricordiamo questa espressione, il virgolettato che ho riportato precedentemente del Presidente Allasia, "la convinta volontà di non ostacolare il buon operato della Fondazione"; quindi ci chiediamo in che modo la nomina del professor Tiradritti avrebbe potuto intralciare il buon operato della Fondazione e poi a quali altre occasioni per collaborare insieme si riferisse il Presidente.
Collegata a queste considerazioni c'è una domanda, ossia se ci sia intenzione di avvalersi delle competenze del professor Tiradiritti nel Comitato scientifico, essendo la sua formazione e la sua preparazione orientata alle materie che sono oggetto dell'attività del Museo Egizio.
Successivamente illustrerò l'altra interpellanza.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani e, visto che l'interpellanza 916 e la 952 trattano lo stesso argomento, darei nuovamente la parola alla Consigliera Frediani per illustrare l'interpellanza n. 952.
Prego, Consigliera, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In questa interpellanza abbiamo semplicemente preso atto di una segnalazione che abbiamo ricevuto rispetto alla presenza in un ciclo di conferenze al Museo Egizio di una personalità, la dottoressa Morfini, che svolge attività di ricerca, studio e divulgazione sul campo, è stata coinvolta in diversi progetti proprio in Egitto ed è stata ospitata all'interno di un ciclo di conferenze. Nell'interpellanza facciamo riferimento ad un incontro che si è svolto il 27 gennaio (anche questa è un'interpellanza che viene evasa a posteriori rispetto ai fatti raccontati nelle premesse).
Ci risulta che la dottoressa Morfini sia stata coinvolta in un episodio piuttosto increscioso avvenuto in Egitto e che sia stata allontanata dagli scavi di cui si stava occupando, in seguito a un episodio che ha portato all'interno dell'area oggetto di studio a sfruttare la location - diciamo così - per una pubblicità o una promozione di un'auto, se non ricordo male.
C'è stato, dunque, questo incidente diplomatico, che ha inciso sicuramente sulla reputazione della dottoressa e che ci è sembrato delineare un possibile profilo di inopportunità nel momento in cui abbiamo visto questa studiosa coinvolta in questo ciclo di conferenze.
Ciò che chiediamo con questa interpellanza è se la Giunta sia a conoscenza delle violazioni che sarebbero state riscontrate dal Ministero delle Antichità Egizie del Cairo, che hanno decretato la sospensione immediata della missione della dottoressa Morfini e il deferimento dei responsabili coinvolti all'Ufficio Affari Legali; se si conoscono i motivi per cui l'Associazione della dottoressa Morfini non ha ottemperato agli obblighi di legge relativi alla comunicazione annuale delle attività e del bilancio dell'Associazione (è un altro aspetto che viene evidenziato rispetto all'attività della dottoressa Morfini), tanto da decretarne la cancellazione dal registro regionale delle organizzazioni di volontariato della Regione Toscana (parliamo di fatti avvenuti in altra Regione, ma chiediamo comunque alla Giunta se ne sia a conoscenza); se l'Associazione della dottoressa Morfini risulti ancora in attività e se sia stata mai coinvolta in consulenze, conferenze, progetti o attività di qualsiasi tipo del Museo Egizio di Torino o se abbia ottenuto finanziamenti, patrocini o qualsiasi altra forma di collaborazione dalla Regione Piemonte; se nella scelta dei nomi dei partecipanti al ciclo di conferenze ci sia stato un parere da parte del Comitato Scientifico del Museo Egizio (vorremmo quindi capire come sia avvenuta la scelta dei relatori); infine, se la Regione intende chiedere alla Direzione del Museo, attraverso il proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazione, di valutare l'opportunità che fra i relatori del proprio programma annuale di conferenze sia coinvolta la dottoressa Morfini.
Ovviamente, la conferenza si è già svolta, quindi immaginiamo che si possa trattare soltanto di una risposta a posteriori. Tuttavia, ci interessa comunque capire quali fossero le informazioni e quale sia stato il processo che ha portato alla selezione dei relatori in questo ciclo di conferenze. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Frediani per l'illustrazione.
Peraltro, trattiamo la risposta in modo normale, perché parliamo di fatti già trattati dalla stampa.
La Giunta ha chiesto di rispondere alle interpellanze n. 916 e n. 952 delegando l'Assessore Andrea Tronzano.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque/dieci minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Mi rendo conto di non poter rispondere a tutte le questioni sollevate dalla Consigliera Frediani, che ringrazio.
In particolare, sull'interpellanza n. 952, come peraltro anche sulla n.
916, la Giunta non ha dirette competenze, quindi si è avvalsa degli elementi forniti dalla Fondazione Museo Antichità Egizie, acquisita con nota protocollata del 31/01/2022.
La risposta è molto rapida e concisa, ma chiara.
"In merito all'oggetto le indichiamo che la direzione e lo staff curatoriale del Museo Egizio dispongono di piena autonomia nel determinare il ciclo di conferenze e i rispettivi relatori. Tutte le altre evidenze di cui si fa menzione nella lettera - cioè l'interpellanza della Consigliera Frediani - non riguardano in alcun modo la scrivente Fondazione".
Questa è la risposta da parte della Giunta all'interpellanza n. 952.
In merito all'interpellanza n. 916, la Giunta regionale, non avendo dirette competenze, si è avvalsa degli elementi forniti sempre dalla Fondazione Museo Antichità Egizie, che, in merito ai punti 1), 2) e 3) fornisce gli elementi tratti dal verbale della riunione del 3 maggio 2021: "Terminata la lettura, prende la parola il professor Profumo, al fine di condividere con gli altri fondatori alcune ragioni di inopportunità con riguardo alla nomina del componente designato dal Consiglio della Regione Piemonte, il dottor Francesco Tiradritti, tenuto conto che, ai sensi di statuto, spetta proprio al Collegio riunito l'atto di nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione.
Dalle informazioni assunte, risulta che il dottor Tiradritti vanti un'esperienza nel settore dell'archeologia egizia, tant'è che ha partecipato al concorso indetto dalla Fondazione per l'individuazione del Direttore, senza che la sua candidatura fosse premiata dalla Commissione giudicatrice. Proprio l'esperienza vantata e l'aspirazione a svolgere il ruolo di Direttore della Fondazione suscitano perplessità sulla sua nomina a membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione.
La Fondazione ha già un suo Comitato Scientifico composto da esperti egittologi e un Direttore che ha una elevata qualifica in tal senso. In tale contesto, continua il professor Profumo, come membro del Consiglio di Amministrazione, come è da sempre nella tradizione della Fondazione rilevano maggiormente le competenze amministrative e la gestione di beni culturali e non le esperienze di archeologo o curatore di mostre ed esposizioni.
A seguito di mia richiesta alla Presidenza della Fondazione di poter esaminare il curriculum del designato, prosegue il professor Profumo, mi è stata trasmessa, per dovere d'ufficio, anche una comunicazione della Presidente del Comitato Scientifico che evidenzia le stesse perplessità e inopportunità sopra esposte. Facendo mie le considerazioni della Presidente del Comitato Scientifico, professoressa Betrò, se il Consiglio regionale ha inteso privilegiare le competenze professionali rispetto a quelle gestionali, va ricordato che la Fondazione è già dotata di uno strumento importante e funzionale al giudizio e alla verifica sui suoi programmi indirizzi e attività scientifiche e culturali, ovvero il Comitato Scientifico. Oltre a ciò, comunque, la circostanza per cui il designato Tiradritti, come già detto, abbia aspirato al ruolo di Direttore della Fondazione, rende ulteriormente inopportuna la sua nomina.
Interviene - a questo punto - l'architetto Papotti, delegata del Ministero dalla cultura, che segnala che nei prossimi anni la Fondazione dovrà affrontare fasi molto difficili, delicate e cruciali che le chiederanno di riplasmare le proprie attività in considerazione del mutato contesto sociale.
In questo contesto tutti gli attori devono avere profili e competenze giuste ed appropriate per poter lavorare all'unisono, nel raggiungimento di questi obiettivi. Ella condivide pertanto, alla luce delle considerazioni testé indicate, le perplessità sollevate dal professor Profumo e dalla Presidente del Comitato Scientifico, per quanto riguarda la nomina del designato Tiradritti a componente del Consiglio di Amministrazione.
Interviene successivamente il professor Quaglia, condividendo le riflessioni formulate dal professor Profumo e dall'architetto Papotti circa l'inopportunità della nomina del dottor Tiradritti.
La Sindaca Chiara Appendino si associa alle ragioni di inopportunità condividendo l'opinione espressa anche dal Comitato scientifico e ricordando che, in linea con quanto già ricordato dall'architetto Papotti i prossimi anni rappresenteranno momenti di sfida molto difficili, nei quali occorreranno competenze ed armonia tra gli stessi organi della Fondazione".
Invece, per quanto riguarda la trattazione del punto 4), la Giunta regionale fornisce gli elementi tratti dal verbale della riunione del Collegio dei fondatori del 19 febbraio 2020 "Nomina del signor Goglio ai sensi dell'articolo 7, comma 1, lettera b) e comma 2 dello Statuto".
Sul secondo punto posto all'ordine del giorno, la Presidente ricorda al Collegio che, in data 24 luglio 2019, la dottoressa Antonella Parigi aveva rassegnato le proprie dimissioni in qualità di Consigliere della Fondazione. Dopo aver quindi pubblicamente ringraziato la dottoressa Parigi per l'impegno profuso e il proficuo lavoro svolto in questi anni a favore della Fondazione, la Presidente informa il Collegio che in data 5 febbraio 2020 il Consiglio regionale ha provveduto alla designazione del dottor Daniele Goglio quale candidato per la Regione Piemonte al Consiglio d'Amministrazione della Fondazione, in sostituzione della dottoressa Parigi. Dopo breve, ma attenta discussione, il Collegio all'unanimità ha preso atto di quanto precede e delibera di nominare il dottor Daniele Goglio quale Consigliere del Consiglio di Amministrazione della Fondazione fino alla scadenza dell'attuale Consiglio di Amministrazione prevista per il 28 novembre 2020".
In merito a quanto richiesto circa le affermazioni del Presidente Allasia si riporta quanto comunicato. "Sicuro che ci saranno altre occasioni per collaborare insieme" voleva essere un semplice attestato di stima nei confronti del professor Tiradritti, persona con inoppugnabili competenze. A tal proposito, una futura collaborazione con l'esperto cattedrato non potrebbe che portare lustro all'Assemblea legislativa come alla stessa Giunta regionale. Riguardo alle dimissioni del professore, si precisa che sono state volontarie e nessuno lo ha mai indotto a presentarle".
Il punto 8, sottoposto nell'interpellanza, non riguarda le dirette competenze della Giunta regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Andrea Tronzano per le risposte e ringraziamo la Presidente Frediani per le interpellanze.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni ed interpellanze.
Al fine del rispetto della normativa vigente riguardante il COVID-19, si invitano tutti i Consiglieri e tutto il personale dell'Assemblea ad uscire in modo ordinato dall'Aula per i quindici minuti di areazione dei locali.
Alle ore 10.10 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 9.54 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.14)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Per la gestione della seduta si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 10 gennaio 2022, n. 1, come modificata dalla deliberazione n. 2 del 17 gennaio 2022, a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Per il gruppo del Partito Democratico vorrei chiedere l'inserimento, nei lavori di questo Consiglio regionale, della mozione n. 758, il cui titolo è "Accordo di collaborazione tra la Regione Piemonte e la Provincia autonoma di Trento per la promozione di politiche e di servizi per il benessere delle famiglie e della comunità".
La ragione di questa richiesta risiede nel positivo movimento che si sta estendendo tra i Comuni della Regione Piemonte, in particolare il capofila il Comune di Druento, ma anche quelli che compongono il Consorzio CIdiS ossia Bruino, Volvera, Orbassano, Piossasco, Rivalta e anche, non ultimo il Comune di Torino, che recentemente hanno aderito al network nazionale family, un network finalizzato ad assistere i Comuni nella promozione di politiche in favore della famiglia, in generale minori, quindi politiche che aiutano i genitori nell'educazione e nell'assistenza dei minori.
L'iniziativa è volta a promuovere un ruolo di regia da parte della Regione Piemonte, soprattutto in un contesto, come il nostro, composto da tantissimi Comuni (più di 500 sotto i mille abitanti) che forse autonomamente farebbero fatica a seguire le orme dei Comuni più grandi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie.
Intervengo per chiedere se è possibile inserire, all'o.d.g. odierno l'ordine del giorno n. 755 "Progetti di Vita indipendente. La Giunta preveda linee guida uniformi e parità di trattamento economico in tutto il Piemonte".
Presidente, incontriamo spesso ragazzi e ragazze, cittadine e cittadini piemontesi, che provano a intraprendere percorsi di vita indipendente, cioè vivere da soli, nonostante le disabilità che hanno. Dal monitoraggio che abbiamo eseguito, come Uffici del nostro Gruppo politico, in base ai Comuni in cui ci si trova, si ha un trattamento economico piuttosto che un altro.
Non è più accettabile che la disabilità e l'idea di poter andare a vivere da soli, cioè vivere un consapevole "Durante noi", anche in vista di un "Dopo di noi", abbia una discriminazione economica in base a dove uno nasce nel territorio piemontese.
Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci altre richieste di modifica, se sono tutti concordi possiamo considerare inserita la mozione n. 758 della Consigliera Canalis e l'ordine del giorno n. 755 sulla parità retributiva.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione di punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Caucino, Chiorino, Cirio, Icardi, Lanzo e Protopapa b) Processi verbali precedenti sedute È a disposizione e visibile sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" il processo verbale relativo alla seduta del 02/03/2022.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 08-15-21 22/02/2022.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Comunicazione all'Assemblea


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta regionale, con decreto n. 12 del 4 marzo 2022 ha modificato e integrato le funzioni attribuite ai componenti della Giunta regionale Chiara Caucino, Marco Gabusi e Maurizio Marrone come segue: Caucino Chiara: Infanzia, genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino, Politiche della casa, Benessere animale, Pari opportunità, Personale ed organizzazione, Affari legali e contenzioso Gabusi Marco: Trasporti, Infrastrutture, Opere pubbliche, Difesa del Suolo Protezione civile, Gestione emergenza profughi ucraini; Marrone Maurizio Raffaello: Politiche sociali e dell'integrazione, socio-sanitaria Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Rapporti con il Consiglio regionale, Emigrazione, Cooperazione decentrata internazionale, Opere post-olimpiche.
Il medesimo decreto ha stabilito che permangono in capo al Presidente le funzioni relative a: Coordinamento politiche regionali, Conferenza Stato Regioni, Coordinamento politiche e fondi europei, Rapporto con UE Autonomia, Grandi eventi, Affari internazionali, Eventi olimpici, Diritti civili.



PRESIDENTE

d) Presentazione progetti di legge



PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni del Presidente ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Dopo aver ascoltato queste comunicazioni chiederei, se è possibile, un intervento da parte del Presidente della Giunta, che non è presente, o, in sua assenza, del Vicepresidente (che ho visto essere presente in aula) per capire quali siano le motivazioni alla base di questa riassegnazione di deleghe.
Vorremmo anche capire se c'è qualche nuovo indirizzo da parte della Giunta in merito alla realizzazione del programma di Governo, perché sono state riassegnate deleghe importanti. Mi riferisco alle politiche sociali e all'urbanistica; tra l'altro, stiamo iniziando ad affrontare una proposta di legge, a prima firma del Consigliere Marin, che riguarda proprio l'urbanistica, quindi ci troviamo a metà dell'iter della proposta con un cambio di deleghe, che vede l'avvicendarsi di due Assessori che potrebbero avere anche visioni differenti rispetto alla materia.
Credo sia opportuno e doveroso che il Consiglio venga informato rispetto alle motivazioni e alle conseguenze di questa decisione.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Abbiamo appreso dai giornali, e adesso ne abbiamo avuto la conferma, che il patto dell'opossum, così nominato dal Consigliere Bongioanni, è andato a buon fine.
Non so se chi ci ascolta lo sa, ma sono stati mesi di penultimatum sgambetti in Aula, minacce di appoggi esterni e di ostruzionismo che - lo possiamo dire - ha aiutato le opposizioni e non ha aiutato certo la chiarezza dei rapporti di quello che stava succedendo in questo consesso.
Di fatto, tutta questa vicenda, che ha visto rimandare la votazione dell'Ufficio di Presidenza per mesi e ha bloccato diverse leggi, ha partorito, come abbiamo appreso da lei, Presidente Allasia, il cosiddetto rimpastino. Così definito da tutti i giornali, perché è questo quello che soprattutto la Lega, ha voluto dire in giro, cioè non è successo nulla: tanto rumore per nulla.
Tuttavia, Presidente, l'assenza del Presidente Cirio, che è stato definito opossum dai suoi stessi alleati perché in silenzio, nel sonno, o fingendosi morto per usare una definizione del Consigliere Bongioanni, di fatto continuava a fare altro. D'altra parte, l'attività che abbiamo definito di "tele Cirio" è ben chiara, così come è chiara la patologica ricerca di visibilità da parte della destra in Regione, che è stata placata dando la delega del welfare al Fratello d'Italia Marrone.
Ci saremmo aspettati almeno un cenno o una parola del Presidente Ciro; di solito, quando si cambiano le deleghe, almeno ci sono delle motivazioni seppure finte, perché sappiamo benissimo qual era il braccio di ferro di fondo. Per questo abbiamo presentato un question time oggi, perché avevamo un po' il retropensiero che il Presidente Cirio lasciasse al Presidente del Consiglio queste comunicazioni.
Io non so di che cosa abbia paura; tuttavia qualche idea ce l'abbiamo e la ipotizzeremo oggi pomeriggio. Però, non si capisce ancora quale dazio devono pagare le politiche sociali dopo la crisi economica, la pandemia e l'impalpabile gestione dell'Assessore Caucino; a questo punto, il giudizio non era solo nostro, ma era anche del Presidente Cirio, tant'è vero che gli ha tolto le deleghe. Peccato che siamo passati dalla padella alla brace.
Poteva andare peggio? Certo, magari l'Assessore Marrone alla cultura e per molti di noi sarebbe stato un disastro; credo che anche qualche gestore delle attività culturali, che per due anni ha visto la pandemia, avrebbe pensato: "Oddio, anche Marrone no!".
Ci saremmo davvero aspettati da parte del Presidente del Consiglio almeno la richiesta alla Giunta di non lasciarla sola in queste comunicazioni così aride e così gelide, così come sono i rapporti nella vostra maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo anch' io sulle comunicazioni, perché, in linea con quanto hanno detto i colleghi prima di me, riteniamo quanto accaduto sicuramente inadeguato e anche, nelle modalità, non voglio dire offensivo perché forse sarebbe anche eccessivo per quest'Aula, ma poco rispettoso.
Come diceva adesso il collega Grimaldi, abbiamo dovuto rimandare delle nomine perché c'erano degli equilibri interni alla maggioranza che non si scioglievano, non trovavano una nuova forma di equilibrio: non era mai successo in quest'Aula, nella storia del Consiglio, che a metà legislatura non si rinnovasse l'Ufficio di Presidenza. Addirittura, noi abbiamo gli uffici di Presidenza delle Commissioni che, in questo momento, sono bloccati soltanto perché si aspettava di trovare questa via d'uscita. Ci preoccupa il fatto che, nonostante un dibattito politico, anche importante legato ad alcune deleghe, ad alcune figure, la logica sia stata solo una logica interna, senza tenere conto delle criticità che esistevano.
Ne rilevo due, Presidente: una è relativa al ruolo che l'Assessore Marrone per esempio, in alcuni temi etici o sanitari, ha giocato in questi primi due anni. Penso al tema dell'interruzione di gravidanza dove, senza alcuna delega in proposito, più volte è intervenuto, dettando lui la linea su cosa dovevano fare i consultori, cosa si doveva fare negli ospedali, nel silenzio assoluto dell'Assessore alla Sanità, dell'Assessore al Welfare e del Presidente Cirio. Abbiamo più volte chiesto: ma chi è l'Assessore alla Sanità? Chi è che decide le politiche di salute delle donne in questa Regione? A quanto pare aveva ragione l'Assessore Marrone; aveva ragione lui quando dava la linea alla Giunta, perché alla fine è stato premiato, alla fine ha preso anche la delega all'integrazione socio-sanitaria, come a dire: "Non solo hai fatto bene, ma adesso ti legittimiamo a intervenire pienamente su questi temi". Quando, invece, avrebbe dovuto essere richiamato al fatto che su alcune questioni importanti, non vale la linea del proprio partito, ma vale la linea dell'istituzione che si rappresenta.
Ma, vista la debolezza del Presidente Ciro, che chiaramente appartiene a un partito di maggioranza che non ha i numeri e quindi deve, in qualche maniera, barcamenarsi per trovare delle soluzioni interne, questo fa perdere il peso dell'istituzione: vincono i partiti, vince il peso dei partiti, perdono le istituzioni.
Mi lasci tornare, Presidente, anche sul tema della delega alla cooperazione internazionale. L'avevamo chiesto con forza in questi giorni; abbiamo presentato anche un question-time, diversi comunicati stampa; sono emerse delle contraddizioni enormi; c'era la possibilità di togliere questa delega senza togliere spazio a nessuno perché, addirittura, l'Assessore Marrone ha preso delle deleghe nuove, invece si è deciso di lasciarle. Questo è un errore gravissimo che, purtroppo, per quanto ci riguarda, avrà degli strascichi anche in futuro, perché non si può non tenere mai in considerazione nulla di ciò che il dibattito in quest'Aula, ma anche l'opinione pubblica, chiede al Presidente e alle istituzioni.
È una brutta pagina quella che abbiamo segnato in questi giorni per l'istituzione del Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Chiedo a tutti di rimanere nei tempi prestabiliti dal Regolamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sulle comunicazioni del Presidente.
Certamente il fatto che il Presidente, all'interno delle comunicazioni menzioni i cambiamenti di deleghe degli Assessori applicate dal Presidente Cirio, fa parte della forma e quindi è una questione di forma. Oggi avremmo voluto vedere, vorremmo vedere, anche la sostanza. La sostanza sarebbe il Presidente Cirio o, in sua assenza, il Vicepresidente della Giunta regionale, che relaziona anche brevemente all'Aula rispetto a quei cambiamenti di deleghe. Questo perché sono cambiamenti sostanziali; non sono state sostituite persone e non abbiamo avuto un cambiamento di deleghe in capo alla stessa forza politica. Alcune deleghe hanno cambiato casa sono sempre all'interno della maggioranza, ma sono state assegnate ad esponenti della Giunta di altra forza politica, che su alcuni aspetti hanno mostrato di avere delle posizioni magari differenti o con sfumature molto diverse da quelle della Giunta regionale e della maggioranza. Del resto quel rimpasto - o "rimpastino", se così si preferisce definirlo - risponde proprio a logiche di distribuzione e di rapporti di forza dei partiti all'interno dalla maggioranza.
Questa relazione, questa comunicazione all'Aula da parte dalla Giunta regionale, si renderebbe ancora più utile ed importante, alla luce del fatto che uno degli Assessori che sono stati oggetto di cambio delle deleghe si è trovato al centro dell'attenzione per alcune sue posizioni assunte nel presente, ma soprattutto in passato. Dunque, a maggior ragione sarebbe necessario fare chiarezza.
Ci auguriamo che ora sia tutto più chiaro e auspichiamo di non vedere Assessori che parlano, che decidono o che fanno capire di decidere, su deleghe che non gli appartengono. Questa chiarezza speriamo di vederla d'ora in poi. Certamente, per rispetto del Consiglio regionale, vorremmo comunque ricevere una comunicazione da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Grazie. Vi sono ulteriori richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per evidenziare come spesso (anche in questa occasione) ci sia uno scollamento tra il mondo esterno a quest'Aula e quello che avviene in queste stanze.
In questa circostanza abbiamo visto la maggioranza protrarsi e dibattersi per un tempo troppo lungo nel tentativo di riequilibrare elementi di nervosismo o di inquietudine interni che, alla fine, si sono riverberati anche sull'attività, che invece dovrebbe essere precipua di quest'Aula, quella di occuparsi delle questioni del territorio e dei cittadini piemontesi.
Invece, per lungo tempo, abbiamo ritardato l'elezione dell'Ufficio di Presidenza, e anche sulle nomine all'interno delle Commissioni siamo ancora in ritardo, nell'ipocrisia che vende al di fuori di quest'aula delle cose diverse rispetto a quelle che avvengono al suo interno. Per carità, sono legittime le richieste di alcune parti della maggioranza di essere rappresentate diversamente, ma almeno chiamiamo le cose con il loro nome: si tratta solamente di questioni di potere, di riequilibrare dei movimenti interni alla maggioranza e di presunti cambiamenti di numeri e di consenso a livello nazionale che dovevano essere riconosciuti nella struttura e nei ruoli della Giunta. Di fatto non succede niente, nel senso che le nomine che vengono spostate, come per gli ingredienti in una ricetta di cucina non cambiano sostanzialmente i risultati. Bisogna solo che ci diciamo il perché sono avvenute: non sono scaturite nell'interesse dei cittadini piemontesi e del territorio, quanto, piuttosto, dalla necessità di fermare nervosismi, pretese e desideri di veder riconosciuti numeri, anche quelli aleatori e non documentati.
Tutto questo è un po' triste e ci lascia perplessi il fatto che questo tipo di comportamento si riverberi poi sull'attività e sull'efficienza del nostro agire quotidiano.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo per sottolineare ulteriormente un passaggio che hanno già fatto i colleghi, in particolare il Consigliere Rossi: è vero che ci saremmo aspettati, in questa occasione, la presenza del Presidente Cirio per comunicare, appunto, il cambio di deleghe, il cosiddetto "rimpastino".
Tuttavia, mi preme rilevare che è comunque presente il Vicepresidente della Giunta. Le funzioni hanno un ruolo, quindi se non c'è il Presidente, c'è comunque il Vicepresidente Carosso, che ci può fornire elementi di informazione al riguardo.
La specifica è questa, Presidente: noi l'abbiamo chiesto attraverso un question time a prima firma del Consigliere Rossi, ma ci teniamo a ribadire in Aula che la Giunta deve fornirci una linea rispetto alle deleghe dell'Assessore Marrone alla cooperazione internazionale; la Giunta deve chiarirlo non solo ai componenti di quest'Aula, ma ai piemontesi.
In questo momento particolare e drammatico, al di là del voto sull'ordine del giorno approvato nella scorsa sessione, qual è la posizione sulle deleghe alla cooperazione internazionale nel conflitto che in questo momento vi è in Ucraina? Vorremmo capire se le dichiarazioni e le posizioni storicamente assunte dall'Assessore Marrone (forse, anche negli ultimi giorni) nel felicitarsi ad esempio per il riconoscimento dell'autonomia di quelle repubbliche, in particolare di quella di Donetsk, da parte dalla Federazione russa, sono o meno condivise dalla Giunta e se è una posizione ancora rivendicata dall'Assessore Marrone. Vorremmo capirlo, e non solo noi. Vorremmo capirlo perché l'Assessore Marrone ha una rappresentanza verso l'esterno. In quella funzione, non ha solo la rappresentanza di una parte politica, ma ha una rappresentanza istituzionale. Vorremmo dunque capire almeno dal Vicepresidente se quel posizionamento è ancora tale.
Ci saremmo aspettati, come alcuni colleghi hanno sottolineato, una spiegazione, un'informazione, un ragionamento in merito. Perché se sono vere quelle dichiarazioni, evidentemente c'è un problema non solo politico ma di rappresentanza istituzionale della Regione Piemonte nei rapporti verso l'esterno. E in questo momento storico, proprio perché guardiamo negli occhi quel dramma che ci arriva da quelle immagini tragiche - ho terminato, Presidente - non è una questione prettamente politica: è una questione di onestà intellettuale, da un lato, e di vicinanza reale e nei fatti a quelle persone e a quella popolazione che sta soffrendo. Per cui ho voluto specificare meglio qual è la richiesta che facciamo, a fronte delle sue comunicazioni, in particolar modo sulla delega alla cooperazione internazionale dell'Assessore Maurizio Marrone. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Anch'io vorrei intervenire sul rimescolamento delle deleghe della Giunta regionale, auspicando poi una replica del Vicepresidente della Giunta Carosso.
Parto da un primo argomento squisitamente tecnico. Presidente, che senso ha lo spezzettamento del sociale voluto dal Presidente Cirio? Ci rendiamo conto che adesso il direttore Mario Minola dovrà coordinarsi ed interfacciarsi con ben 4 Assessori? Icardi per la sanità, Marrone per le politiche sociali, Caucino per i minori e Ricca per giovani e immigrazione.
Come sarà possibile garantire l'efficacia e la tempestività di un settore così delicato e cruciale per la vita quotidiana dei piemontesi più fragili stiamo parlando degli anziani, dei disabili, dei minori, dopo due anni di pandemia, all'inizio di un'emergenza profughi inedita in Europa negli ultimi 70 anni - con queste deleghe spezzettate su quattro Assessorati? Come sarà possibile garantire efficacia e tempestività? È chiaro che il messaggio politico è di scarsa considerazione per le politiche sociali. Questo è il messaggio che ci è arrivato in questi giorni da tutti gli attori, spesso anche attori del privato sociale o attori del mondo del volontariato, che di politiche sociali si occupano gratuitamente tenendo in piedi la coesione sociale delle nostre comunità. Sono rimasti esterrefatti dalla scelta tecnica fatta dal Presidente Cirio.
La seconda annotazione, più di dettaglio, è che mi spieghiate che cosa vuol dire la delega assegnata all'Assessore Caucino, cioè delega al ruolo della famiglia nelle politiche del bambino. Ma che delega è? Io capisco che l'Assessore voglia continuare a fregiarsi di un unicum a livello nazionale ma questa definizione non ha alcun senso, da un punto di vista tecnico.
Domani mi sveglio e chiedo una delega ai fiori oppure chiedo una delega agli alberi. Non lo so! Ci vuole anche un po' di buonsenso nell'assegnare le deleghe.
Un'ulteriore argomentazione che vorrei sottoporre al Consiglio regionale questa mattina è che noi, in un ambito come le politiche sociali, che richiede grande capacità di mediazione e grande capacità di intessere reti con tutti gli attori che si occupano di sociale - che sono molto diversi l'uno dall'altro, sono numerosi, sono molto generosi, ma non hanno tutti la stessa idea - avremmo avuto bisogno di una persona più moderata dell'Assessore Caucino, che spesso è entrata in collisione con questi attori in questi anni. Invece, siamo passati dalla padella alla brace, cioè ad una persona ancora più faziosa e ancora più estremista. Guardate che vi attende un'acutizzazione dello scontro politico, non una diminuzione: un'acutizzazione dello scontro politico! Infine, lo hanno già detto molto bene i miei colleghi, c'è una questione di inopportunità politica nella designazione di Maurizio Marrone. La sua conclamata vicinanza politica ai separatisti del Donbass rendeva inopportuna la delega alla cooperazione internazionale già anni fa, quando nessuno parlava del Donbass; a maggior ragione oggi, che siamo immersi in questo conflitto atroce, è davvero scandaloso.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Presidente, abbiamo fatto un po' di interventi per certificare un momento e un passaggio politico che voi cercate di far passare in sordina, ma che denota una serie di cose. Prima di tutto che quest'Aula è stato oggetto di un braccio di ferro interno alla maggioranza, che ha vinto Fratelli d'Italia; la Lega l'ha perso, avete ceduto alle richieste di aumento di deleghe per Fratelli d'Italia. È un braccio di ferro che ha bloccato il Consiglio per un anno e mezzo almeno, negli ultimi tre mesi sostanzialmente su tutto, e che oggi cambia gli equilibri della maggioranza e cambia gli equilibri della Giunta regionale.
Il Presidente Cirio lo fa con un comunicato e lo fa non presentandosi oggi cercando forse di non farsene accorgere, ma questo certifica anche che le scelte che ha fatto il Presidente Cirio tre anni fa lui stesso le considera sbagliate. Noi stiamo denunciando il fallimento di questa Giunta su tutte le politiche e su tutti i temi. E il fatto che il Presidente Cirio cambi a metà di legislatura le deleghe e cerchi di rimescolare la macchina della Giunta è perché anche lui si rende conto che il ruolo di questa Giunta è insufficiente. E noi lo certifichiamo, lo denunciamo e lo annunciamo con forza.
Ma non è cambiando l'ordine dei fattori che il risultato cambia. Il risultato non cambia perché vi incrociate le deleghe, creando ancora più confusione. Prima i servizi sociali erano tutti insieme in un unico Assessore; oggi di fatto viene sparpagliato su più Assessori. Pensiamo quanto tempo ci vorrà negli uffici per riorganizzare l'organigramma e i direttori in funzione delle nuove deleghe. Tutto tempo che sottraiamo alle politiche per i cittadini piemontesi. Badate bene: per fortuna siamo alla fine della pandemia - ce lo auguriamo tutti - grazie ai vaccini e grazie alle politiche dure messe in atto in questi anni e quindi non ci sarà più la scusa del COVID che ha coperto gli errori e le mancanze di questa Giunta.
Citiamo altri temi, perché abbiamo parlato sempre di sanità, ma il tema del lavoro, dello sviluppo economico, della protezione sociale hanno registrato un voto insufficiente e sui quali non cambierà nulla con le modifiche della Giunta regionale, se non certificare una maggioranza litigiosa, una maggioranza che ha avuto un braccio di ferro che ha fatto vincere Fratelli d'Italia. I risultati li pagheranno i cittadini piemontesi, perché siamo stati fermi per un anno e mezzo, in attesa che voi vi metteste d'accordo non su deleghe che migliorassero i servizi ai cittadini, ma su equilibri di poltrone all'interno della maggioranza. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Io non ne farò una questione di nomine o di persone, ma di coerenze di attribuzione di queste deleghe. È evidente che, come è stato detto, la scelta di togliere le politiche sociali e l'integrazione socio-sanitaria dal pacchetto di deleghe che al loro interno avevano, ad esempio, il tema delle politiche abitative, è oggettivamente problematico, perché non si tiene conto di tutta la filiera che oggi impatta sui bisogni dei cittadini e delle cittadine piemontesi. È una scelta che, a mio giudizio, entra in contrasto e fa a pugni con l'idea di lasciare infanzia, genitorialità ruolo della famiglia e le politiche del bambino su un altro Assessorato perché sappiamo bene che le politiche sociali hanno necessità di un'integrazione con questo tipo di deleghe. Si tratta di un'area difficile complessa, con più elementi di criticità e una serie di incertezze e incognite legate al futuro dello sviluppo delle politiche sociali di questa Regione; un'area dove occorre più compattezza, più integrazione e più accentramento perché, come sapete - ce lo siamo detti tante volte - le politiche sociali sono, in parte, quello strumento che ci permette, se fatte bene e se gestite in modo corretto, di avere una minore spesa sanitaria, ma dentro il contesto socio-economico nel quale sono inserite.
C'è poi tutto il tema delle pari opportunità e delle politiche della casa per cui, su questo, forse si sarebbe dovuto fare un altro tipo di scelta.
Presidente, al di là del giudizio personale sulle persone, tanto è stato detto in quest'Aula e in parte condivido, c'è proprio un tema di come questa maggioranza pensa alle politiche sociali e, soprattutto, al fatto che l'integrazione socio-sanitaria non può essere avulsa dal tema delle famiglie.
Si vuole creare questo Assessore o Assessora alla famiglia, ma specificando che il ruolo della famiglia è nelle politiche del bambino. Secondo me, il ruolo della famiglia è in generale, perché se abbiamo il problema di parlare di famiglia quando c'è di mezzo un bambino, c'è poi anche il tema della famiglia che si fa carico del welfare, tenendosi a casa persone con disabilità o anziani che scelgono di stare con i propri figli a casa e di non andare in strutture o nelle RSA.
A me lascia un po' di stucco la scelta di dividere queste deleghe. Pare come sempre, purtroppo - che un certo tipo di approccio politico, a certe ideologie politiche, consideri le politiche sociali la "Cenerentola" della nostra politica e delle nostre politiche, purtroppo.
Grazie, Presidente; ho concluso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anch'io vorrei intervenire rispetto a questo impasto di deleghe, più che rimpasto di Giunta, iniziando con una riflessione.
Visto che si parlava molto di un possibile rimpasto di Giunta ormai da mesi, si è deciso di farlo in un momento in cui l'opinione pubblica è decisamente concentrata su altro, perché quattro giorni fa eravamo nel pieno della crisi ucraina.
La questione che mi lascia abbastanza sconcertato è il passaggio delle politiche sociali e l'integrazione socio-sanitaria sotto la direzione dell'Assessore Maurizio Marrone.
Stiamo uscendo da un momento di forte difficoltà, per le famiglie che godono dei servizi sociali e socio-sanitari forniti dalla Regione e oggi richiedono attenzione, per cui mi chiedo quale sia l'opportunità indipendentemente dalla valutazione che si possa avere dell'operato dell'Assessore Caucino, di modificare, in un momento del genere, una delega importante come questa. Vuole dire interrompere tutto un lavoro di relazione e di pianificazione, giusto o sbagliato che sia, svolto fino adesso, per passarlo a un nuovo soggetto che, nella migliore delle ipotesi riparte da zero, tra l'altro, senza neanche sapere quali sono le intenzioni del nuovo Assessore. Ogni tanto lo abbiamo visto fare qualche intervento spot in materie che non sono le sue, ma, per quanto riguarda le politiche sociali, non ho assolutamente idea di quale sia la visione dell'Assessore Maurizio Marrone. Speriamo che ce lo venga almeno a raccontare; sarebbe non solo corretto nei nostri confronti, ma anche nei confronti delle tante famiglie piemontesi che si aspettano delle risposte dalla politica risposte che fino a oggi non sono arrivate.
Resta il fatto che il Presidente Cirio ha tentato di far passare in sordina questa notizia, che sicuramente non passa in sordina e che, purtroppo porterà anche delle ricadute nei confronti dell'azione politica di questa Giunta, sicuramente nei rapporti all'interno di questo Consiglio. Quello che chiediamo, prima di tutto, è che si venga a riferire in Aula sulle intenzioni e qual è il programma di attuazione, per quanto riguarda le politiche sociali, di questa Regione da parte dell'Assessore Marrone.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Ho deciso di intervenire anch'io sul "toto" delega della Giunta regionale.
In realtà, mi sto interrogando ancora in queste ore rispetto all'affidamento delle deleghe. Parlavo giusto con il mio Capogruppo Sacco e cercavamo chiarimenti in merito alle deleghe affidate all'Assessore Marrone e tolte alla collega Caucino. Di fatto, non abbiamo ben capito cos'è successo. È tutto molto confusionario, ma penso che sia fortemente voluto.
Tutto è lecito; il Presidente può affidare le deleghe, come da Statuto, a chi ritiene opportuno, però ci sono delle scelte che sono opportune e altre che, a mio avviso, non lo sono. Mi riferisco in particolare a una.
Già a inizio legislatura ho ritenuto alquanto sbagliato dividere la sanità dall'integrazione socio-sanitaria, ma anche dalle politiche sociali. Se si vuole svolgere un buon lavoro e si vogliono concatenare le due questioni le due deleghe devono andare quantomeno di pari passo e gli Assessori devono almeno dialogare e lavorare in sinergia. Questo, devo dire la verità, a inizio legislatura non è accaduto.
Ammesso che sia una delega del welfare e dell'integrazione socio-sanitaria (sarebbe stato bello chiarirlo in questa sede di Consiglio regionale) sarebbe stato interessante capire a chi va. Sono avvenuti due fatti molto gravi in questa legislatura, che io ho sottolineato e denunciato quanto più possibile anche attraverso dichiarazioni e interrogazioni.
Uno, il mancato recepimento delle linee-guida ministeriali emesse dal Ministro Speranza, riguardo l'interruzione volontaria di gravidanza. Queste linee guida non sono state recepite da questa Giunta ed è un fatto grave.
Poi ce n'è stato un altro, ed è stato l'inserimento delle associazioni anti abortiste nei consultori familiari della Regione Piemonte con, ovviamente annesse dichiarazioni dell'Assessore Marrone rispetto al tema, con annunci del tipo "la vita vince sempre", quasi a sostenere che le donne, in realtà, non siano dalla parte della vita, con delle dichiarazioni a mio avviso davvero sgradevoli e abbastanza gravi.
Vorrei capire se veramente queste deleghe sono andate in capo all'Assessore Marrone. Io ho sempre ritenuto che i consultori familiari potessero far parte delle deleghe della sanità; mi è stato risposto no. In realtà, fanno parte dell'integrazione socio-sanitaria, in realtà si tratta di welfare.
Non si è mai capito chi se n'è occupato, ma si è sempre capito chi ha parlato in materia, chi ha anche spronato l'emissione di atti volti a mettere in campo queste misure, come l'inserimento degli antiabortisti nei consultori familiari, che è un attacco contro le donne. Soprattutto, mi dispiace ricordarlo oggi in cui invece si parla della giornata internazionale per i diritti, ma questo è e, se così fosse, per me è davvero un fatto grave.
Gradirei dunque su questo punto avere un chiarimento e capire quale sia stata la scelta del Presidente rispetto a questa delega.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Disabato Non ci sono altri iscritti a parlare sulle comunicazioni del Presidente.
La Giunta non intende intervenire, passiamo dunque al successivo punto all'o.d.g.


Argomento: Problemi energetici

Esame proposta di deliberazione n. 37, inerente a "Approvazione del Piano energetico ambientale regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 37, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla III e V Commissione in sede congiunta il 25 novembre 2021.
Nella seduta consiliare del 2 marzo è iniziato l'esame del provvedimento la proposta è stata illustrata dall'Assessore Marnati; si è svolta la discussione generale ed è iniziato l'esame degli emendamenti. Sono stati illustrati gli emendamenti rubricati dal n. 1) al n.8) e dal n. 14) al n.
16).
Emendamento rubricato n. 17) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Cari colleghi e care colleghe, approfitto di questa possibilità per presentarvi l'emendamento n. 17. All'interno del testo della delibera in oggetto, dopo le considerazioni vorremmo aggiungere un tratto secondo noi importante, cioè che il contesto politico e culturale a cui è necessario fare riferimento sul tema del cambiamento climatico si è velocemente evoluto in questo ultimo biennio proprio a causa del perdurare dell'emergenza sanitaria e dell'inasprirsi del fenomeno del cambiamento climatico e delle sue conseguenze, così come evidenziato nel 6° Rapporto del Panel intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico - IPCC approvato il 6 agosto 2021 dai 195 Paesi aderenti.
In particolare, le sezioni pubblicate del Rapporto documentano quanto il fenomeno sia diffuso in ogni regione, sia rapido, si stia intensificando e come solo con forti e costanti riduzioni di emissioni di anidride carbonica, CO2 e altri gas serra, si potrebbe limitare il fenomeno.
Con questo emendamento si intende dare nel testo della delibera alcune indicazioni sullo stato attuale della crisi climatica ed ecologica, al fine di garantire che tali considerazioni vengano prese in considerazione all'interno del PEAR, affinché le azioni del Piano Energetico e Ambientale siano all'altezza della sfida posta da queste problematiche.
La giornata internazionale di lotta del movimento femminista - colgo l'occasione per ricordare a quest'Aula questa ricorrenza di lotta che ci riporta anche ai fatti drammatici di queste ore; tra l'altro nei giorni scorsi il Movimento femminista russo si è appellato a tutta la galassia femminista e globale per protestare contro la guerra e contro l'invasione dell'Ucraina - presente fuori dal palazzo ci ricorda di essere conseguenti.
Le rappresentanti di quel movimento femminista parlano del loro corpo contro le nostre menzogne, e uso la parola "nostre" perché di fatto parlano di quest'Aula.
Questi emendamenti servono soprattutto a ricordare a tutti noi di essere conseguenti. Se esiste un'emergenza e anche una drammaticità, dobbiamo rimetterla dentro i nostri documenti strategici e, tra l'altro, citare quali sono le evoluzioni più importanti di questa vicenda, cioè quelle di un rinnovato impegno e di richieste più stringenti da parte di un'organizzazione internazionale come l'IPCC.
Le chiedo, Presidente, quanti minuti ho per ogni emendamento e mi scuso se sono andato oltre.



PRESIDENTE

Ha tre minuti per ogni emendamento, oppure, se li vuole illustrare tutti insieme, può fare la somma dei minuti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Vista l'importanza del tema e vista la convinta sottoscrizione di questi emendamenti, ci tenevo anch'io a supportare il Consigliere Grimaldi nella sua illustrazione, che ci pone di fronte a una riflessione rispetto a quello che è successo in quest'ultimo biennio.
L'emendamento in esame chiede di inserire un paragrafo in cui si ricorda che il contesto politico e culturale a cui è necessario far riferimento sul tema del cambiamento climatico si è velocemente evoluto in questo ultimo biennio. Noi stiamo - speriamo - uscendo da una pandemia e, di fronte a noi, si aprono degli scenari molto preoccupanti, che ci pongono di fronte a un'urgenza di confronto e di dialogo in un momento in cui sentiamo addirittura parlare di ritorno al carbone. Ci troviamo quindi di fronte ad un'ipotesi di crisi energetica per il nostro Paese molto grave, con inevitabili impatti anche sul nostro ambiente. Noi crediamo che il riferimento al contesto attuale, il riferimento a tutto quello che è successo in questi ultimi due anni, ma ancor più una riflessione su quello che potrà succedere da qui in avanti, sia doveroso ed opportuno nel momento in cui andiamo a discutere e a confrontarci in Consiglio proprio su un tema che è strettamente legato agli ambiti testé citati.
Ciò che propone il nostro collega Grimaldi è proprio di inserire delle indicazioni sullo stato attuale della crisi climatica ed ecologica. Tra l'altro, abbiamo affrontato da poco questo tema in Consiglio e abbiamo sentito alcune considerazioni che ci sembra che non abbiano ben chiara la situazione, al punto che continuiamo a vedere dei presidi di giovani - oggi di donne, in occasione dell'8 marzo - che ci ricordano che non abbiamo ancora fatto abbastanza; anzi, che non abbiamo ancora fatto niente, in realtà, e sarebbe ora di iniziare a lavorare seriamente su questi temi e ascoltare di più le voci che arrivano da fuori palazzo.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Nel corso della discussione generale avevamo già fatto presente come, tra le altre cose, questo Piano nascesse già un po' vecchio, sia per ragioni tecniche legate all'iter che un simile documento di pianificazione necessariamente deve avere, sia probabilmente per ragioni politiche.
Ciò che possiamo fare noi è cercare di rendere il Piano il più aggiornato possibile rispetto alla realtà, renderlo "up to date" direbbe qualcuno senza andare a sconvolgerlo radicalmente o a riscriverlo totalmente giacché questo non sarebbe possibile. Almeno, apportiamo degli interventi correttivi che lo rendano il più aggiornato possibile. Certo, la situazione è in continua evoluzione, ma questo emendamento contribuirebbe a renderlo un po' più fresco, un Piano veramente nuovo.
Si chiede di aggiungere un paragrafo che parla del contesto politico e culturale che fa riferimento al VI Rapporto del Panel Intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico - IPCC, approvato il 6 agosto 2021 dai 195 Paesi aderenti. In particolare, le sezioni pubblicate del Rapporto documentano quanto il fenomeno sia diffuso in ogni regione, sia rapido e si stia intensificando, e come solo con forti e costanti riduzioni di emissione di anidride carbonica e di altri gas serra si potrebbe limitare il fenomeno.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 18) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come l'Assessore Marnati sa, questo emendamento è stato citato da diversi esponenti e autorevoli rappresentanti delle istituzioni piemontesi, ma anche nazionali e internazionali, proprio qualche settimana fa, durante il Consiglio regionale aperto sui cambiamenti climatici.
Che cosa si chiede di aggiungere? Nell'emendamento rubricato n. 18) a questa proposta di delibera, dopo le considerazioni, inseriamo un punto molto chiaro, e cioè che in linea con gli impegni di cui all'Accordo sul Clima siglato a Parigi nel 2015, nel corso della 21° Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro dell'ONU sul cambiamento climatico, l'Unione ha deciso di avviare l'Europa sul percorso di diventare il primo continente neutro in termini di emissioni di CO2.
Tutto questo perché noi crediamo che questo emendamento debba fornire anche nel testo della delibera alcune indicazioni sullo stato attuale della crisi climatica ed ecologica, anche al fine di garantire che queste considerazioni vengano vagliate all'interno del PEAR, affinché le azioni del Piano Energetico Ambientale siano all'altezza della sfida posta da queste problematiche.
Ricordo a tutti che questa vicenda ha dei problemi più generali: la costruzione della base informativa è il punto di partenza di ogni attività di pianificazione. Nel caso in ispecie, si tratta - ahimè - di dati quantitativi sul bilancio energetico regionale in tutte le articolazioni inerenti agli usi finali e la generazione di energia. Il PEAR fonda le sue analisi e la sua valutazione su un quadro informativo che, da una parte pare limitato, e, dall'altra, disorganico, in particolare per quanto concerne la base dati riportata nel preambolo. Perché dico questo? Perch ovviamente, ci deve essere una coerenza fra gli intendimenti globali quelli europei e nazionali, ma anche fra le nostre analisi e l'impegnativa.
Insomma, la serie dei dati ENEA dei bilanci regionali abbracciano un periodo tra l'altro molto limitato fra il 2005 e il 2009 e quelli fra il 2009 e il 2014 sono dati non omogenei rispetto al quadro precedente.
Analogamente - e chiudo, continuerò magari nell'illustrazione del prossimo emendamento - anche i dati GSE relativi alle fonti rinnovabili riportano informazioni per i soli anni 2012-2015, quindi non del tutto sovrapponibili a quelli dell'ENEA. Ma ci ritornerò fra pochissimo.



PRESIDENTE

Grazie. Le chiedo di rispettare i tempi, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà per due minuti.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
È chiaro che sul clima, così come su altre questioni, vengono stipulati degli accordi "generali" a livello internazionale. Poi, chiaramente, c'è la necessità - aspetto assai più difficile - di passare dal generale al particolare. Se si fissano degli obiettivi a livello nazionale e internazionale e le singole parti non li recepiscono oppure, se lo fanno non li raggiungono, questi obiettivi generali diventano pura utopia. Come diceva il principe Totò de Curtis "è la somma che fa il totale".
Quindi, in questo emendamento, che, convintamente abbiamo sottoscritto, noi chiediamo di aggiungere all'interno del testo della proposta di deliberazione dove sono inserite tutta una serie di considerazioni - ovvero di ciò di cui vogliamo tener conto e di cui è necessario tener conto all'interno di un Piano del genere - questa dicitura: "Considerato che in linea con gli impegni di cui all'accordo sul clima siglato a Parigi nel 2015 nel corso della 21° Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro dell'ONU sul cambiamento climatico, l'Unione ha deciso di avviare l'Europa sul percorso di diventare il primo continente neutro in termini di emissioni di CO2".
È già stato detto: è fondamentale che un simile riconoscimento sia all'interno della nostra PDCR giacché, come ha detto il collega che mi ha preceduto, all'interno di quella deliberazione vengono citati soltanto dati antecedenti al 2015, che quindi hanno poco senso. Per cui è importante inserire questa indicazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anch'io mi unisco a quanto evidenziato dai colleghi nell'illustrazione di questo emendamento. Crediamo sia una proposta di emendamento accoglibile e valutabile, se non altro da parte dell'Assessore Marnati, proprio perch crediamo che l'attività emendativa sia assolutamente utile e necessaria per cercare di migliorare qualsiasi provvedimento si vada a discutere in quest'Aula.
In questo caso, in particolare c'è un richiamo ad un impegno e un Accordo sul clima molto forte ed importante che ha coinvolto i Paesi europei. È stato siglato a Parigi nel 2015, durante la 21° Conferenza delle Parti della Convenzione quadro dell'ONU sul cambiamento climatico. Ed è qui che si è deciso che l'Europa deve avviare un percorso che la dovrebbe portare a diventare il primo continente neutro in termini di emissioni di CO2.
Quindi, si dà una cornice ideale, che poi ognuno deve declinare in base alle competenze dell'ente in cui opera. Noi, in particolare, abbiamo rilevanti competenze rispetto agli obiettivi posti, tant'è che oggi in Aula stiamo discutendo questo importante provvedimento.
Quindi, nell'ambito di questo contesto e di queste finalità inserite all'interno dell'Accordo, dobbiamo andare ad inserire tutte le azioni e tutte le previsioni che la Giunta, il Consiglio regionale e la Regione, più in generale, intendono attuare proprio per arrivare a questi obiettivi nei tempi che sono stati definiti. Per cui ognuno deve fare la propria parte.
Parliamo sempre dell'impegno di ogni cittadino per non impattare nella sua singolarità sul clima; qui parliamo, invece, di grandi temi, di grandi livelli all'interno dei quali l'azione della Regione deve inserirsi in modo lineare e coerente.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 19) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi e le colleghe che hanno sottoscritto questo emendamento, ma soprattutto chi ce lo ha suggerito. In particolare, l'hanno suggerito i due Atenei del nostro territorio e l'hanno ricordato nelle relazioni che hanno depositato ed illustrato in quest'Aula.
Che cosa dice l'emendamento n. 19)? All'interno del testo, dopo le considerazioni aggiungiamo "con comunicazione COM (2019) 640 (approvata dal Consiglio Europeo con le conclusioni del 12 dicembre 2019) la Commissione ha presentato un Green Deal per l'Unione Europea in cui l'azione per il clima è al centro di un pacchetto di misure atte a raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 per un'Europa dotata di un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva e in cui la crescita economica sarà dissociata dall'uso delle risorse;" Su questa vicenda c'è tanto anche di quella economia circolare di cui parliamo spesso, ma di cui vediamo poche azioni per promuoverla. L'economia circolare è quell'incentivo che favorisce la riconversione delle attività produttive verso un modello di economia che mantiene il più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse e che riduce al minimo la produzione di rifiuti. Con questo riduce anche al minimo l'impiego di energia; in questo senso, è un invito a riportare questa azione, ma anche provare a rielaborare e riposizionare il PEAR rispetto agli obiettivi più sfidanti che, negli anni successivi, all'inizio della costruzione del testo sono arrivati.
Lo dicevamo prima e volevo chiudere quello che è stato il preambolo dello scorso emendamento. Il quadro informativo di base del PEAR deve essere notevolmente ampliato e irrobustito. Lo diciamo all'Assessore, ma soprattutto agli uffici che ci stanno ascoltando: questa non è una critica legata al lavoro, che deve essere stato molto lungo, severo ed impegnativo ma il periodo temporale deve estendersi dal 1990 (riferimento per gli impegni di riduzione di emissioni climalteranti) ad almeno il 2019 che ho citato fino adesso come l'inizio di una nuova strategia.
Mi interrompo perché ho terminato il tempo.



PRESIDENTE

Chiedo se vi siano altri interventi in merito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anche in questo caso, come nel caso dell'emendamento precedente, chiediamo che si vada dal generale al particolare e che, quindi, in un documento di pianificazione importante quale è il Piano Energetico Ambientale regionale vengano citati i documenti a livello internazionale, perché noi siamo parte di quel generale, siamo parte di quel totale. Per cui è importante che all'interno del Piano, se non nei documenti di Piano almeno nella delibera che lo accompagna, dove c'è tutta una serie di considerazioni e di indicazioni, compaiano anche questi riferimenti che, a nostro avviso, sono fondamentali.
Come ha detto il Consigliere Grimaldi, è fondamentale anche il contributo del mondo accademico, portato sia in fase di consultazione rispetto al piano sia, negli ultimi tempi, con gli approfondimenti che abbiamo portato avanti come Consiglio regionale all'interno della seduta aperta che ha avuto luogo recentemente.
Qui chiediamo di inserire questa considerazione: "Considerato che, con comunicazione COM (2019) 640 (approvata dal Consiglio Europeo con le conclusioni del 12 dicembre 2019), la Commissione ha presentato un Green Deal per l'Unione Europea, in cui l'azione per il clima è al centro di un pacchetto di misure atte a raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 per un'Europa dotata di un'economia moderna efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva e in cui la crescita economica sarà dissociata dall'uso delle risorse".



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
È particolarmente difficile parlare oggi di questi temi, perché ci troviamo di fronte a una tale incertezza che ci sembra impossibile non riuscire a trovare una visione comune rispetto a queste sfide che emendamenti come questo ci pongono, rispetto ai quali possiamo assolutamente trovare un accordo e pensare di avere tutti una stessa visione e una stessa opinione.
Questo emendamento, in particolare, chiede di indicare anche nel testo della delibera alcune indicazioni sullo stato attuale della crisi climatica ed ecologica. C'è di nuovo un richiamo al fatto che occorre valutare il contesto attuale e capire quanto sia stato modificato, negli ultimi anni il contesto attuale dalle ultime vicende che hanno coinvolto tutto il mondo. Parliamo della pandemia, ovviamente, ma parliamo pure di altre questioni che stanno interessando proprio in questi giorni anche l'Europa e che rischiano di interessare tutti i Paesi che si trovano ai confini con la Russia; tutti Stati che rischiano di trovarsi di fronte a una crisi che possiamo affrontare soltanto dotandoci di strumenti adeguati e cercando di preservare il più possibile il nostro ambiente.
In questo caso, si ritorna all'obiettivo della neutralità climatica, quindi al fatto che entro il 2050 l'Europa dovrebbe migliorare ancora di più il proprio sistema produttivo e la propria economia, in modo da diventare un'economia moderna ed efficiente sotto il profilo delle risorse. Il tema delle risorse, dell'uso e della disponibilità delle risorse è quanto mai attuale in questi giorni e ci sta ponendo di fronte a scelte che non sono più rimandabili e che non sono sicuramente affrontabili con un ritorno al passato. Utilizziamo anche questa occasione per confrontarci su questi aspetti e per cercare di migliorare questo testo che guiderà le nostre scelte da qui in avanti a livello regionale.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 20) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
I colleghi, poc'anzi, hanno ricordato il dramma che stiamo vivendo e ne parleremo poi negli emendamenti successivi.
Il tema dell'eredità, della tassonomia, ma anche gli scenari di guerra cambiano ulteriormente la percezione del tempo che stiamo vivendo. Proprio per questo non vorrei che i venti di guerra ci facessero dimenticare in fretta le altre emergenze, le altre urgenze e anche i punti di avanzamento che nel frattempo sono arrivati.
L'Unione Europea, in data 30 giugno 2021, ha approvato il Regolamento UE 2021/1119, quale elemento centrale dei Green Deal di cui ho parlato poc'anzi. La nuova legge europea sul clima fissa un obiettivo climatico vincolante di conseguimento della neutralità climatica al 2050; un obiettivo intermedio di riduzione netta delle emissioni inquinanti del 55 entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e istituisce un quadro per progredire nel perseguimento dell'obiettivo globale di adattamento. Con questo Regolamento, l'Unione Europea intende anche garantire che tutte le politiche europee contribuiscano a tale azione e che tutti i settori dell'economia e della società facciano la loro parte.
Cosa sto dicendo implicitamente, che credo debba essere riportato in delibera? È che questo deve essere un atteggiamento conseguente di tutti i Paesi e di tutte le Regioni europee di cui facciamo parte. È per questo che non possiamo pensare che non ci siano riferimenti in tal senso.
Ritorno alle osservazioni sul PEAR, perché credo sia fondamentale ricordare il punto di fondo. Vi abbiamo spesso ricordato come mai è stato necessario emendare il PEAR. Intanto, per il quadro informativo, come dicevamo prima.
Il quadro informativo deve essere notevolmente ampliato e irrobustito.
Vi diamo anche degli spunti di emendamenti: la riorganizzazione della parte introduttiva, con questa integrazione del preambolo, come in parte stiamo facendo in questi emendamenti (ma che faremo poi negli allegati 5 e 6) l'estensione. Ho finito i secondi a mia disposizione, quindi continuerò nel prossimo intervento.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anche l'emendamento rubricato n. 20) propone di inserire un punto fondamentale all'interno della proposta di deliberazione n. 37. Considerato che l'Unione Europea, in data 30 giugno 2021, ha approvato il Regolamento UE 2021/1119 quale elemento centrale del Green Deal; la nuova legge europea sul clima fissa un obiettivo climatico vincolante (vincolante per tutti quindi anche per il Piemonte) di conseguimento della neutralità climatica al 2050 e un obiettivo intermedio di riduzione netta delle emissioni inquinanti del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e istituisce un quadro per progredire nel perseguimento dell'obiettivo globale di adattamento. Con questo Regolamento, l'Unione Europea intende anche garantire che tutte le politiche europee contribuiscano a tale azione e che tutti i settori dell'economia e della società facciano la loro parte.
Questo è utile per ribadire che, se il nostro Piano regionale non è allineato con gli obiettivi posti a livello internazionale, siamo già inadempienti ancora prima di iniziare, siamo già un passo indietro giacché non possiamo immaginare, nella fiducia che vogliamo riporre rispetto al raggiungimento degli obiettivi generali, un Piemonte che, pur adempiendo totalmente agli obiettivi del suo Piano, non è comunque allineato a livello generale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Continuiamo nella costruzione di questa cornice rispetto al provvedimento che stiamo discutendo. Una cornice che fa riferimento alle decisioni e alle linee d'indirizzo che l'Unione Europea si è data, quindi a delle scadenze ben precise, che prevedono il raggiungimento di un obiettivo di neutralità climatica al 2050. Come abbiamo già ribadito durante l'illustrazione degli altri emendamenti, noi riteniamo doveroso andare a porre tutte le azioni che verranno messe in atto a livello regionale nell'ambito di questa cornice più generale, perché è quella che ci dice qual è il cammino che dobbiamo fare, qual è il percorso che dobbiamo intraprendere.
Riteniamo che questi emendamenti - che abbiamo sottoscritto con convinzione - siano accoglibili da parte dell'Assessore Marnati trattandosi tra l'altro di aggiunte e di inserimenti, quindi non di modifiche rispetto a quanto previsto nel testo che stiamo esaminando, ma di precisazioni, di ampliamenti, di approfondimenti di temi, di inquadramenti di una situazione e di riflessione sulle finalità delle azioni che dovranno essere intraprese sul piano energetico.
Noi speriamo veramente che la Regione sappia posizionarsi al meglio soprattutto in questo momento in cui rischiamo di fare dei passi indietro nel momento in cui dovremmo non dico fare dei passi avanti, ma per lo meno fermarci e cercare di non peggiorare ulteriormente la situazione dal punto di vista climatico, non solo nel nostro Paese, ma ovviamente anche in ambito mondiale. La situazione riguarda tutti, un po' come ha riguardato tutti la pandemia, un po' come rischia di riguardare tutti anche il conflitto che abbiamo alle nostre porte. È il momento di fare delle scelte coraggiose.
Sinceramente, durante la discussione nel Consiglio aperto non abbiamo visto tante prese di posizioni coraggiose; quindi speriamo che attraverso un ragionamento sul tema dell'energia e dell'impatto ambientale si riesca perlomeno, a trovare una via di discussione o per lo meno una scintilla da cui possa scaturire una comunione di intenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 21) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo emendamento sembra, di per sé, più semplice degli altri, ma credo che sia da aggiungere alla nostra deliberazione. Devo dire, Assessore Marnati che mi sarei aspettato che nel PEAR, visto che è molto difficile cambiare la parte dei dati e delle analisi in corso, almeno nella parte introduttiva fosse aggiornato il testo.
Che cosa diciamo in questo emendamento? Che l'Italia ha avviato la traduzione a livello nazionale dei target europei nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (2020). In questo senso, ritorniamo ai nostri problemi, cioè al PEAR. Ogni attività di pianificazione ha lo scopo di definire come raggiungere gli obiettivi generali, quelli globali e europei, nel contesto territoriale di riferimento (ce lo ricordavano giustamente Poggio e Mercalli). Nel caso in ispecie, è chiaro da tempo come gli obiettivi della pianificazione energetica siano indissolubilmente legati a quelli di contrasto all'incombente crisi climatica in questo ambito. L'Unione Europea, quindi, ha impresso negli ultimi anni una forte accelerazione in termini di decarbonizzazione totale, cioè la cosiddetta "Net zero", sia dell'economia europea entro il 2050, ma soprattutto di tutti i sistemi integrati, cioè di tutta l'economia europea e di tutti i territori europei e poi l'innalzamento al 55%, base 1990, della riduzione di emissioni climalteranti entro il 2030, cioè la cosiddetta "Fit for 55" inizialmente fissato al 40%.
Queste linee di azione si stanno già traducendo in una significativa revisione degli obiettivi specifici in ambito energetico. Gliene dico uno perché non so se avrò il tempo di dirli tutti, ma è questo il senso dell'emendamento: l'innalzamento al 23%, base 2005, della riduzione dei consumi per usi finali di energia entro il 2030, di fatto la revisione della direttiva dell'Unione Europea inizialmente fissata al 17%. Sembra una stupidaggine, colleghi, ma questo scherzetto è il 6% di differenza fra i Piani europei e il nostro PEAR.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Cerchiamo sempre di aggiungere, nell'elenco di considerazioni presenti nel testo della delibera, qualcosa che abbia un riferimento con le azioni che a livello nazionale e internazionale vengono intraprese in questi anni in materia di clima, in materia di riduzione di emissioni climalteranti. In questo caso, chiediamo di aggiungere questo punto: "Considerato che l'Italia ha avviato la traduzione a livello nazionale di tali target europei nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (2020)" quindi c'è un piano Nazionale Energia e Clima che è datato 2020, un piano che non è lì da venire, ma è in vigore già da due anni. È il più aggiornato e quindi noi, facendo un Piano regionale, dovremmo legarci a quello e non a obiettivi antecedenti o a obiettivi del passato, quindi è un riferimento che noi riteniamo importante per inserire anche nel testo della delibera indicazioni sullo stato attuale della crisi climatica ed ecologica, al fine di garantire che tali considerazioni vengano prese in considerazione all'interno del PEAR, affinché le azioni del Piano energetico e Ambientale siano all'altezza della sfida posta da queste problematiche.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Siamo sempre nell'ambito dell'inquadramento generale delle finalità, ma ci siamo spostati a livello nazionale. Dopo aver fatto riferimento, negli emendamenti precedenti, agli accordi a livello europeo, e agli obiettivi che sono stati definiti attraverso questi accordi, adesso lo sguardo si rivolge verso il livello nazionale, quindi chiediamo di precisare che "l'Italia ha avviato la traduzione a livello nazionale di tali target europei nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (2020)".
Come sappiamo, dopo questo Piano è stato istituito il Ministero per la transizione ecologica, quindi probabilmente il Piano sarà fermo, se non addirittura cancellato, perché questo Ministro non ha dato grandi prove di capacità di avviare realmente questa transizione ecologica.
C'è poi il rischio, già citato nei precedenti interventi, di fare dei passi indietro proprio in vista di una crisi energetica e della difficoltà di approvvigionamento del gas. Abbiamo sentito parlare di ritorno al carbone abbiamo anche sentito parlare di invio di armi, quindi ormai non ci stupiamo più di nulla. Però non dobbiamo mai dimenticare quali sono i punti fermi che dobbiamo sempre avere sott'occhio nel momento in cui andiamo a definire qualsiasi iniziativa, anche a livello regionale.
Noi continuiamo a guardare ai buoni propositi che sono stati definiti a livello europeo e che sono stati recepiti a livello nazionale in questo Piano. In questo contesto, in questa cornice, andiamo quindi ad inserire i buoni propositi e le finalità positive che la Regione si pone, con tutti gli strumenti in cui si articoleranno le varie politiche.
In sostanza, noi chiediamo di aggiungere questo riferimento a livello nazionale all'interno del provvedimento che stiamo discutendo.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 22) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento ancora più tecnico, se possibile, degli altri.
Credo che siano stati sia i rappresentanti dell'IPCC sia quelli dell'Università degli Studi di Torino a ricordarci che la Commissione europea ha adottato il 14 luglio 2021 un pacchetto di n. 13 proposte legislative "Fit for 55", per rendere le politiche dell'Unione Europea in materia di clima, energia, uso del suolo, trasporti e fiscalità, idonei a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra del 55% entro il 2050.
Con queste proposte, "la Commissione presenta gli strumenti legislativi per conseguire gli obiettivi stabiliti dalla normativa europea sul clima e trasformare radicalmente la nostra economia e la nostra società per costruire un futuro equo, verde e prospero", così si dice.
a va sans dire, come dicevamo nelle relazioni, che con gli emendamenti che abbiamo presentato con le opposizioni - ringrazio ovviamente la collega Frediani e il collega Bertola - abbiamo semplicemente provato a riallineare gli obiettivi del PEAR con quelli dell'Unione Europea, niente di più e niente di meno. Ci saremmo aspettati - lo ripeto - che lo facesse la Giunta, ma siamo ovviamente felici che l'Assessore Marnati ci stia ascoltando attentamente e che condivida - spero - parte di queste armonizzazioni.
Cosa stiamo cercando di dirvi concretamente dal punto di vista emendativo? Nel frattempo, concludo il concetto iniziato nell'emendamento precedente.
Intanto, bisognerà innalzare al 40% la quota di copertura degli usi finali con fonti rinnovabili entro il 2030 (revisione della direttiva RED inizialmente fissata al 32%). Questa differenza sostanziale rappresenta quell'8% di disallineamento fra gli obiettivi precedenti e quelli attuali.
In secondo luogo, si dovrà provvedere all'innalzamento al 32% (base 2005) della riduzione dei consumi totali di energia primaria entro il 2030 (revisione della direttiva EED, inizialmente fissata al 25%), cioè un altro 7% che ci perdiamo rispetto al precedente obiettivo. Ancora, l'innalzamento al 23% (base 2005) della riduzione dei consumi per usi finali di energia entro il 2030 (revisione della direttiva EED, inizialmente fissata al 17%).



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente per avermi letto nel pensiero.
Illustriamo anche questo emendamento, il n. 23), con cui chiediamo di aggiungere delle parti che rendano questo Piano più credibile, non perch lo diciamo noi (questo da solo non basterebbe, nessuno di noi si vuole sopravvalutare!), ma perché più legato ad obiettivi assunti a livello nazionale e a livello internazionale, affinché lo rendano, come dicevo prima, una parte del tutto e non un documento fine a se stesso.
La parte che in questo caso proponiamo di aggiungere è la seguente: "considerato che la Commissione con Regolamento delegato (UE) 2021/2139 del 4 giugno 2021, fissa i criteri di vaglio tecnico che consentono di determinare a quali condizioni si possa considerare che un'attività economica contribuisce in modo sostanziale alla mitigazione o all'adattamento al cambiamento climatico e se non arreca un danno significativo a nessun altro obiettivo ambientale;".
C'è un importante legame anche relativamente alla tipologia delle attività economiche, che non possono essere in contrasto con gli obiettivi di riduzione climatica e di contenimento dei cambiamenti climatici.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Presidente, scusi, mi ricorda il numero dell'emendamento?



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 22).



FREDIANI Francesca

Grazie. Ritorniamo sull'emendamento n. 22), anche se il Consigliere Bertola ha anticipato parte del contenuto del successivo, ma è soltanto un'ulteriore occasione di approfondimento e torneremo poi sui temi posti.
Invece, nell'emendamento n. 22) si chiede di aggiungere "La Commissione europea ha adottato il 14 luglio 2021 un pacchetto di tredici proposte legislative per rendere le politiche dell'UE in materia di clima, energia uso del suolo, trasporti e fiscalità idonee a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra del 55% entro il 2050. Con le proposte della Commissione presenta gli strumenti legislativi per conseguire gli obiettivi stabiliti dalla normativa europea sul clima e trasformare radicalmente la nostra economia e la nostra società per costruire un futuro equo, verde e prospero".
Per cui ci sono più materie coinvolte in un discorso di risoluzione dei problemi climatici. La Commissione europea ci ricorda che, prima di tutto servono degli strumenti legislativi e li indica. Ci ricorda, inoltre, che le politiche idonee a ridurre le emissioni nette di gas riguardano più ambiti, cioè il clima, l'energia, l'uso del suolo - altro tema che affronteremo in Aula discutendo la proposta di legge n. 125 - i trasporti e la fiscalità. Durante il Consiglio aperto, Mercalli ha ricordato come, ad esempio, stiamo impegnando miliardi in un'opera climaticida, che è la nuova linea Torino-Lione.
Pertanto, ricordiamo innanzitutto la necessità di interazione anche a livello di competenze regionali fra tutte queste materie e, in secondo luogo, che ci sono degli strumenti legislativi ben precisi che vanno messi in atto per arrivare agli obiettivi che l'Unione Europea ha posto.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 23) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente Con l'emendamento n. 23) vorremmo ricordare che "La Commissione, con Regolamento delegato 2021/2139 del 4 giugno 2021, fissa i criteri di vaglio tecnici che consentono di determinare a quali condizioni si possa considerare che un'attività economica contribuisce in modo sostanziale alla mitigazione o all'adattamento al cambiamento climatico e se non arreca un danno significativo a nessun altro obiettivo ambientale".
Il senso, come nei precedenti, è che intendiamo dare nel testo della delibera alcune indicazioni sullo stato attuale della crisi climatica ed ecologica, al fine di garantire che questi aspetti vengano presi in considerazione dal PEAR. Ma c'è qualcosa di più. In che senso? Noi vorremmo che ci rendessimo conto di quello che stiamo provando a fare con i colleghi (che ringrazio), cioè dire che, ancorché queste scelte europee siano elaborate precedentemente, nessuna pianificazione locale, regionale e nazionale può prescindere dall'attuazione di questi obiettivi. Con l'Assessore Marnati spesso ci si divide su alcune scelte politiche e, non ho il timore di dire, anche ideologiche, nel senso che non ho, a differenza di alcuni colleghi, nessuna paura a parlare di ideologia. Il liberismo, di cui spesso molti colleghi vanno fieri ed ostentano, è un'ideologia, così come la mia cultura socialista ed ecologista.
Credo che sia giusto che nel preambolo siano indicati gli obiettivi regionali al 2020 derivanti dal cosiddetto decreto Burden sharing, ovvero la trasposizione nazionale del pacchetto per il clima e l'energia 2020 adottata a livello europeo nel decennio scorso; nella premessa gli scenari di riferimento per il PEAR al 2020 e al 2030 sono orientati al Clean Energy Package adottato a livello europeo nel 2016, limitati agli orizzonti 2020 2030. La medesima premessa cita anche la roadmap per il 2050, propedeutica a.
Mi fermo perché ho finito i secondi e non voglio abusare della sua lealtà Presidente Allasia, anche se non ho finito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi scuso anche per l'errore di prima, perché nella foga di leggere brevemente tutti gli emendamenti prima di illustrarli, mi ero portato avanti di uno e ho parlato del contenuto dell'emendamento n. 23) anticipandolo rispetto al primo firmatario. Per cui mi rimetto in pari parlando brevemente del contenuto dell'emendamento n. 22), che è ancora più cogente e più importante, perché fa riferimento al pacchetto di 13 proposte legislative, il cosiddetto "Fit for 55" che la Commissione europea ha adottato nel luglio 2021. "Fit for 2055" serve a rendere le politiche dell'Unione Europea in materia di clima, energia, uso del suolo, trasporti e fiscalità idonee a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra del 55% entro il 2050.
Con queste proposte, la Commissione presenta non solo obiettivi di piano ma gli strumenti legislativi per conseguire gli obiettivi stabiliti dalla normativa europea sul clima e trasformare radicalmente la nostra economia e la nostra società per costruire un futuro equo, verde e prospero. Per cui a livello nazionale e a livello comunitario si fissano degli obiettivi e gli Stati membri si prendono degli impegni rispetto agli obiettivi da raggiungere che poi chiaramente si declinano in soluzioni concrete, anche dal punto di vista legislativo, in linea con tali obiettivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ritorno sull'emendamento n. 23) e sul punto illustrato dal Consigliere Grimaldi, rispetto ai criteri di vaglio tecnico definiti dal Regolamento delegato 2021/2139 del 4 giugno 2021.
Questi criteri ci consentirebbero - ci consentono - di determinare a quali condizioni si possa considerare che un'attività economica contribuisce in modo sostanziale alla mitigazione o all'adattamento al cambiamento climatico e se non arreca un danno significativo a nessun altro obiettivo ambientale; si richiama alla necessità di valutare le attività economiche in relazione al loro impatto sull'ambiente e sul clima, e lo si fa attraverso criteri oggettivi.
Sentiamo spesso parlare di opinioni e di punti di vista, però non dobbiamo mai dimenticare che ci sono condizioni che sono misurabili. È di fronte a criteri e a misurazioni oggettive che la politica si dovrebbe basare, non sul proprio sentimento o sulla propria ideologia.
Il Consigliere Grimaldi citava le ideologie; le ideologie, ovviamente devono essere la base del pensiero politico. Quando si tratta di decidere di valutare l'esito di politiche attuate e di valutare, di fronte a diverse ipotesi, quali sono quelle auspicabili, applicabili e che possono portare benefici alla collettività, occorre sommare, all'ideologia, anche il ragionamento sui criteri e sui dati oggettivi. Se non si parte dall'analisi della situazione e da dati assolutamente condivisi e oggettivi, non si potrà neanche attuare una decisione politica incisiva ed equilibrata.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 24) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 24).



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Nell'emendamento 24) si indica che la Commissione, con raccomandazione del 9 aprile 2013, si era già espressa in merito alla necessità di utilizzare metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni. Questa raccomandazione aveva in allegato la guida sull'impronta ambientale del prodotto.
Perché proviamo a ricordarvi cose precedenti? Perché mi pare chiaro che ci siano, nell'armonizzazione di queste strategie, alcune vicende che ci sono sfuggite o che non abbiamo voluto comprendere, magari per scelta.
Ovviamente spero, Presidente Allasia, che l'Assessore Marnati avrà, su ogni emendamento, la pazienza e la cura di darci una restituzione di quello che abbiamo fin qui detto.
Dal punto di vista quantitativo, a una prima analisi preliminare Assessore - stanti i livelli particolarmente elevati dei valori al 2005 entrambi gli obiettivi quantitativi di riduzione dei consumi energetici indicati dal PEAR al 2030 appaiono sostanzialmente rispondenti a quelli più recenti e in fase di definizione da parte dell'Unione Europea.
Questa è una nota positiva, ma l'obiettivo quantitativo di copertura degli usi finali, con fonti rinnovabili indicati dal PEAR al 2030, pare inferiore a quello più recente, in fase di definizione da parte dell'Unione Europea ossia la revisione delle direttive EED e RED, di cui abbiamo parlato fin qui.
Per quanto concerne l'obiettivo quantitativo di riduzione di emissioni climalteranti entro il 2030, ci sembra che il PEAR - ripeto - non definisca alcun obiettivo specifico; tant'è vero che nell'allegato 5, l'evoluzione delle emissioni di CO2 in Piemonte, è riportata una stima del dato 2030, in base al quale il risultato di riduzione sarebbe inferiore a quello più recente definito dall'Unione Europea nel "Fit for 55".
Mi fermo qui e proseguirò nel prossimo emendamento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 24) chiede di inserire questa considerazione: "La Commissionare, con raccomandazione del 9 aprile 2013, si era già espressa in merito alla necessità di utilizzare metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni. Tale raccomandazione aveva in allegato la guida sull'impronta ambientale di prodotto".
Qui parliamo di quello che viene definito il life cycle assessment l'analisi del ciclo di vita di un prodotto, che da strumento puramente economico è diventato uno strumento di politica ambientale. L'impatto ambientale di un prodotto va considerato in tutte le sue fasi di vita quindi dalla produzione, se è legato all'utilizzo di materie prime, al suo utilizzo; se il suo utilizzo produce emissioni nocive e inquinamento o no fino alla fine della vita del prodotto; come viene gestito e, se diventa un rifiuto, come viene gestito questo rifiuto.
Questo è quello che poi porta, come passo successivo, all'economia circolare, dove non si parla solo di ciclo di vita del prodotto, ma si parla di C2C, Cradle to Cradle, quindi un prodotto dalla culla alla culla.
Siamo all'eliminazione della qualifica di rifiuto. È economia circolare quando un prodotto è tale dall'inizio a un nuovo inizio. È chiaro, per che in prima istanza è importante inserire, anche negli obiettivi di pianificazione relativamente alla necessità di ridurre le emissioni climalteranti, il riferimento all'analisi del ciclo di vita di un prodotto.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anche qui parliamo di un tema molto importante, che tra l'altro abbiamo lungamente analizzato anche nella scorsa legislatura, perché direttamente collegato ai rifiuti e alla gestione dei rifiuti. Più volte abbiamo richiamato la necessità di responsabilizzare le aziende nel momento in cui producono e mettono sul mercato dei prodotti. Occorre far capire che la responsabilità di quel prodotto, dalla nascita fino allo smaltimento, è dell'impresa stessa. Quindi, i cittadini devono fare la loro parte nel differenziare e nell'acquistare il più possibile prodotti che non impattino sull'ambiente e nel ridurre i rifiuti, ma più a monte il modo in cui si produce è ovviamente quello che più ha conseguenze sull'ambiente.
Bisogna iniziare a pensare già fin dalla nascita a prodotti che non necessitino poi di smaltimento, ad esempio in inceneritori, e che impattino il meno possibile sul nostro ambiente e di conseguenza anche sul clima perché di questo stiamo parlando.
Nell'emendamento rubricato n. 24) si fa riferimento a un'ulteriore aggiunta nelle premesse del PEAR, quindi la Commissione, con raccomandazione del 9 aprile 2013, si era già espressa in merito alla necessità di utilizzare metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni. Tale raccomandazione aveva in allegato la guida sull'impronta ambientale di prodotto.
Noi parliamo spesso dell'impronta che ognuno di noi ha sulla terra e sull'impatto che le nostre scelte hanno sul clima e sull'ambiente, ma dobbiamo sempre considerare anche che ogni nostra scelta di acquisto e di conseguenza ogni prodotto che acquistiamo lascia la sua impronta. Questa impronta va valutata e ridotta nel momento in cui eccede gli obiettivi che sono stati definiti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Passiamo ad esaminare il successivo emendamento.
Emendamento rubricato n. 25) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 25)



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 25) prova a spingere questa discussione verso un altro tema ancora più stringente, cioè il Consiglio europeo ha approvato la comunicazione della Commissione COM (2021) 82, "Plasmare un'Europa resiliente ai cambiamenti climatici - La nuova strategia dell'Unione Europea di adattamento ai cambiamenti climatici": di fatto ci porta alla fine delle premesse che vi facevamo di merito.
Nell'allegato 6, nel rapporto statistico sulle energie in Piemonte, sono riportate alcune traiettorie per il raggiungimento degli obiettivi del PEAR al 2020 e al 2030. Quest'analisi appare però disorganica, non vi offendete se diciamo questo, e tra l'altro lo diciamo dopo aver consultato diversi esperti e diversi soggetti che sono stati anche inizialmente coinvolti in questa realizzazione non completamente allineata, in termini di dati, con quanto riportato nelle premesse.
Assessore Marnati, vorrei che su questo ci fosse chiarezza fra noi. Per quanto stiamo provando a riallineare le premesse, le finalità e gli obiettivi, comunque non arriveremo a cambiare gli allegati, soprattutto il numero 5 e il numero 6. Tra l'altro, credo che abbiamo in parte capito dalle premesse iniziali dell'Assessore - lei ci dice di approvare in fretta il PEAR e in questa seduta o nelle prossime sarà approvato - di metterci subito al lavoro per aggiornare parte di questa strategia.
Le nostre proposte sono che gli obiettivi e le scelte del PEAR devono essere allineate alle più recenti strategie e indicazioni fissate a livello europeo, che gli scenari di pianificazione e i relativi obiettivi devono essere estesi agli orizzonti 2030-2040 e 2050 e che il PEAR deve definire anche in termini inequivoci e tracciabili, criteri e modalità di monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi. Forse questa è la sfida più grande. Oggi ve la ripeteremo più volte: modalità di monitoraggio, di raggiungimento degli obiettivi; senza dei termini inequivoci e tracciabili di questi criteri, difficilmente potremmo realizzare quello che scriviamo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Andiamo avanti nell'illustrazione degli emendamenti al Piano Energetico Ambientale Regionale. In questo caso, proponiamo di aggiungere il seguente punto: "Considerato che il Consiglio europeo ha approvato la comunicazione della Commissione COM (2021) 82 'Plasmare un'Europa resiliente ai cambiamenti climatici - La nuova strategia dell'Unione Europea di adattamento ai cambiamenti climatici". Questa comunicazione attiene all'Unione Europea per riuscire a plasmare un'Europa che sia resiliente ai cambiamenti climatici. In passato si usava poco il termine "resilienza" era un termine nuovo, ma non tanto per chi ha fatto degli studi di fisica giacché la resilienza è una caratteristica dei metalli. Qualche anno fa questo termine è stato trasposto ed è diventato patrimonio comune di chi già iniziava a parlare di transizione. In tutti i ragionamenti che si facevano più di 10 anni sulle Transition Town, già allora si cominciava ad usare il termine "resilienza". Adesso questo termine è diventato un po' inflazionato, perché viene utilizzato anche per altri contesti.
Certamente tornare al significato iniziale di questo termine ci aiuta a capire anche cosa vuol dire plasmare un'Europa resiliente ai cambiamenti climatici: significa cercare di adattare tutte le politiche e di rendere il contesto adatto a sopportare questi cambiamenti ed essere già pronti per questi cambiamenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ricordavamo prima. con il Consigliere Bertola. che questo termine da qualche anno ormai è utilizzato anche all'interno delle norme, come si vede in questa proposta emendativa. Parliamo di plasmare un'Europa resiliente ai cambiamenti climatici, quindi non subire passivamente questi cambiamenti e cercare di reagire e di guidare anche questi cambiamenti e di correggere la direzione. Ci vuole una strategia, ovviamente, altro termine abusato: sentiamo parlare di strategia un po' in tutti i campi, ma molto spesso le strategie rimangono solo sulla carta, perché poi non si riesce a trovare il coraggio di compiere quelle azioni che consentirebbero di metterle in atto.
Adattamento ai cambiamenti climatici: nel momento in cui ci si deve adattare a qualcosa, bisogna ovviamente conoscere quel qualcosa. Dunque nel momento in cui parliamo di "cambiamento climatico" dobbiamo anche avere contezza dell'impatto del cambiamento climatico e delle sue dimensioni cosa che purtroppo sentiamo spesso negare (mi spiace tornare a dirlo, ma lo abbiamo sentito negare anche in quest'Aula).
Come ho detto, bisogna avere prima di tutto la consapevolezza che il problema esiste, e poi la consapevolezza di essere parte del problema quindi non andare ad accusare o a puntare il dito verso l'esterno e dire che il problema non dipende da noi e, di conseguenza, non sta a noi risolverlo.
Questo è un primo punto che sicuramente dovremo nuovamente affrontare perché il Consiglio aperto non ha purtroppo dato gli esiti sperati - e nemmeno le risposte sperate - da chi ne aveva fatto richiesta con tanta determinazione.
Dopodiché, il cambiamento va monitorato, quindi servono, come diceva il Consigliere Grimaldi, degli strumenti che ci consentano di misurare e monitorare costantemente l'entità del fenomeno, in modo da poterci adattare e dimostrare di avere quella resilienza che ci permette di contrastare la degenerazione dal nostro ambiente.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 26) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo, forse, è l'emendamento più semplice fra quelli che abbiamo descritto finora. Si chiede di aggiungere nelle considerazioni che, a livello nazionale, si sta lavorando per l'allineamento della strategia nazionale per la biodiversità 2020 alle nuove indicazioni europee.
In questo senso, però, cogliamo l'occasione per ritornare e concludere la parte relativa alle analisi e alle osservazioni che abbiamo fatto fin qui anche con degli spunti, se l'Assessore avrà ancora pazienza di ascoltarci (in qualità di amministratore e di Assessore regionale, immagino che tutti questi spunti rientreranno già in una sua riflessione). Come abbiamo detto bisognerebbe riorganizzare questa parte introduttiva del PEAR con un'integrazione delle premesse (e questo mi pare che l'abbia capito), ma anche delle analisi, delle traiettorie e degli obiettivi sviluppati nell'Allegato 6 (su questo spero di essere stato chiaro).
Dall'altra parte, le stiamo suggerendo di riformulare gli obiettivi quantitativi di riduzione dei consumi di energia, quelli per usi finali e totali primari, del PEAR al 2030, al 2040 e al 2050, in accordo con quelli europei (revisione direttiva EED del 2050 Long-Therm Strategy).
La riformulazione degli obiettivi quantitativi di copertura degli usi finali delle fonti rinnovabili del PEAR al 2030, al 2040 e al 2050 deve avvenire in accordo con quelli europei della revisione RED 2050 Long-Term Strategy e la riformulazione degli obiettivi quantitativi di riduzione di emissioni climalteranti del PEAR al 2030, al 2040 e al 2050 deve avvenire invece, in accordo con quelli europei del "Fit for 55" e 2050 Long-Term Strategy, e nell'introduzione di una nota metodologica di monitoraggio degli obiettivi, nella quale siano riportate le fonti dei dati e le relative elaborazioni finalizzate ai calcoli degli indicatori inerenti il raggiungimento degli obiettivi. In questo senso le vogliamo offrire delle suggestioni, ma qualora l'emendamento venga approvato così com'è, vogliamo anche elaborare una road map per non commettere gli stessi errori. Da una parte - lei lo sa - c'è una farraginosità del processo; dall'altra, per non è possibile pensare che se in un anno succedono così tante cose, queste non vengano di fatto acquisite in un documento strategico come quello che stiamo discutendo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento chiede di aggiungere questa parte: "considerato che la Commissione Europea ha adottato con COM (2020) 380 del 20 maggio 2020 la 'Strategia dell'UE sulla Biodiversità per il 2030', quale una delle iniziative fondamentali del Green Deal europeo. Nelle conclusioni per l'approvazione di detta comunicazione, il Consiglio ha riconosciuto che la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico sono intrinsecamente collegati;".
È uno degli emendamenti più semplici, come diceva il Presidente Grimaldi: quanto è importante? Quanto è importante parlare di biodiversità e riconoscere che la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico sono intrinsecamente collegati? Guardate che questi affetti li stiamo già vedendo ora! Non è come l'inquinamento, che è un qualcosa che purtroppo si vede anche ora, ma è più visibile se si misura (anche se poi ha degli impatti sulla nostra salute).
Questo aspetto, invece, si vede anche se non si misura: quanto è importante per la nostra Regione la biodiversità? Lì dentro ci sono tutte le eccellenze della nostra Regione; c'è l'identità stessa del Piemonte nelle sue produzioni.
Come spesso diciamo, se questi obiettivi non si vogliono raggiungere, se non si vuole lavorare per il contrasto ai cambiamenti climatici per una supposta coscienza ambientale - perché magari qualcuno questa coscienza ambientale non ce l'ha e non se la vuole dare - si tenga presente di questo aspetto almeno per ragioni puramente economiche, perché qui sono a rischio le produzioni del Piemonte; è a rischio l'economia stessa della nostra Regione.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo sottolineare l'importanza di questo aspetto, che è stato portato all'attenzione della Giunta e dell'Aula: mi riferisco al tema della biodiversità, che, come ricorda l'emendamento stesso, è stato oggetto di un atto della Commissione europea.
La Commissione europea ha adottato con COM (2020) 380 del 20 maggio 2020 la "Strategia dell'Unione Europea sulla biodiversità per il 2030". Ritorniamo dunque, al tema della strategia, al fatto di porsi degli obiettivi e darsi degli strumenti per realizzarli. È una delle iniziative fondamentali del Green Deal europeo: ricordava il Consigliere Bertola l'importanza del mantenimento della biodiversità; l'importanza di tutelare il nostro ambiente e il clima; il fatto che la perdita di biodiversità sia uno dei primi sintomi del cambiamento climatico.
Abbiamo un ambiente molto vario nella nostra Regione, abbiamo dei contesti ambientali e, di conseguenza, dei climi molto diversi, diverse latitudini e soprattutto diverse altitudini. Ogni ambiente ha una sua propria vita e garantisce il mantenimento della biodiversità. Quindi, noi dobbiamo, in ogni caso, inserire questa proposta emendativa all'interno del testo proprio per garantire un'attenzione verso questo aspetto e poi cercare di perseguire il mantenimento e la tutela della biodiversità attraverso gli strumenti definiti proprio dalla Commissione europea, come gran parte degli obiettivi che abbiamo ricordato all'interno degli emendamenti a prima firma del Consigliere Grimaldi.
Si tratta dunque di un ulteriore spunto che non va a compromettere l'impianto normativo del Piano energetico, ma sicuramente ne arricchisce e definisce ulteriormente le finalità, che riteniamo condivisibili.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 27) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è per dire che a livello nazionale si sta lavorando per l'allineamento della strategia nazionale per la biodiversità 2020 alle nuove indicazioni europee.
In questo senso, lo dicevano poc'anzi i colleghi, tutto è connesso e credo che sia fondamentale ricordare che l'impatto delle nostre attività e del carico antropico cambia ogni giorno, non solo il nostro clima, ma anche quello che succede nelle nostre colline, nei nostri monti e nelle nostre riserve. Ovviamente, questo ha delle conseguenze che sono già in atto, che rischiano di cambiare irreversibilmente la nostra economia. Parliamo spesso di quei luoghi del Piemonte che stanno già pagando a caro prezzo questi cambiamenti, ma parliamo un po' meno di quello che succede dal punto di vista della nostra natura, delle nostre specie.
Hanno fatto scalpore e clamore le immagini dei laghi secchi del nostro Piemonte. Questo fa spesso discutere anche in Commissione e ringrazio i Presidenti che in queste settimane hanno acceso un riflettore sulla siccità e su quello che sta avvenendo anche nel silenzio non tanto dell'opinione pubblica, perché i giornali credo che abbiano ripreso bene quella che è un'emergenza nelle emergenze. Purtroppo, parliamo sempre di emergenza, ma è così. Non c'è stata solo la pandemia, non ci sono solo gli scenari di guerra, ma c'è anche la siccità, che non possiamo non vedere e non cogliere, perché lo scorso inverno è stato tremendo da questo punto di vista.
Come dicevo, ci fermiamo a quella fotografia e non vediamo la morte anche lì; invece, la morte c'è, ad esempio c'è la morte di alcune specie e di alcuni ecosistemi. Credo che sia fondamentale in un testo come questo ricordare quanto le strategie della biodiversità devono essere comprese in questo Piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 27) è fortemente collegato al n. 26) e verte sullo stesso tema, quello della biodiversità. In questo caso, si propone di aggiungere questo punto "Considerato che a livello nazionale si sta lavorando per l'allineamento della Strategia nazionale per la Biodiversità 2020 alle nuove indicazioni europee". Come dicevo prima, è un tema importantissimo anche per noi; anche in occasione del Consiglio aperto parlavamo della minaccia dei cambiamenti climatici sulla nostra biodiversità e sullo straordinario patrimonio del Piemonte. È una minaccia alle nostre produzioni, una minaccia alla produzione del vino. Ci sono produzioni che sono diverse dalle altre per via delle caratteristiche particolari di un territorio, del terreno e del clima. Se quelle condizioni cambiano, cambia anche quel prodotto, che non è più quello di prima.
Si è ragionato a livello internazionale della possibilità che fra qualche anno determinate produzioni vinicole siano disponibili solo sopra un certo parallelo e non siano più sostenibili per quantità e qualità ad altre latitudini, latitudini come la nostra. Questo ci deve spingere ad intervenire con misure che, ovviamente, non possono portare a risultati visibili dall'oggi al domani, ma ci mettono sulla strada giusta, ovvero nell'ottica di far parte della soluzione e non di far parte del problema.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie. Questo emendamento fa riferimento al livello nazionale, cioè al fatto che a livello nazionale si stia lavorando per l'allineamento della Strategia nazionale per la biodiversità 2020 alle nuove indicazioni europee. Ed è proprio sul sito del Parlamento europeo che troviamo le indicazioni rispetto all'importanza della biodiversità, cioè quelle che ci consentono di capire perché la biodiversità sia così importante e vada protetta: "Gli ecosistemi in salute ci forniscono cose essenziali che noi diamo per scontate"; stiamo comprendendo più che mai in questi giorni come non si possa più dare nulla per scontato. "Le piante convertono energia dal sole, rendendola disponibile ad altre forme di vita. I batteri e altri organismi viventi scompongono la materia organica in nutrienti che forniscono alle piante un terreno sano in cui crescere. Gli impollinatori sono essenziali per la riproduzione delle piante, garantendo a noi la produzione di cibo. Piante e oceani agiscono come principali pozzi di assorbimento delle emissioni di anidride carbonica. Anche il ciclo dell'acqua si basa fortemente sugli organismi viventi".
Qui c'è un forte richiamo al fatto che ogni organismo è importante e garantisce a un equilibrio più generale. Noi facciamo parte di questo contesto; facciamo parte di questo ambiente in cui siamo collegati a tutti gli altri esseri viventi, quindi più che mai è nostra necessità - e va soprattutto a nostro beneficio - la conservazione di questo equilibrio. Sta a noi, in primis, cercare di mantenere questo equilibrio, un equilibrio già molto compromesso negli anni, che adesso richiede interventi molto decisi e, come ho detto più volte, scelte coraggiose che la politica, ad oggi, non ha ancora dimostrato di voler fare.
Forse la politica non ha ancora neanche ben compreso quale sia il rischio che stiamo correndo.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 28) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Sono molto felice di presentare alle colleghe e ai colleghi questo emendamento.
L'emendamento, nelle considerazioni della delibera, ricorda che "La Regione Piemonte, consapevole da tempo dell'urgenza dell'agire a scala locale e in attesa del Documento di Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico, è già attiva in funzione del contrasto al cambiamento climatico sul proprio territorio sia in materia di comprensione del fenomeno sia di mitigazione e contrasto ai suoi effetti, con la realizzazione di azioni e interventi concreti nei diversi ambiti di competenza delle proprie politiche".
Assessore Marnati, se vuole, questo è uno degli emendamenti che giornalisticamente si definisce "switch", perché dice esattamente cosa possiamo fare, quanto siamo consapevoli, quanto già in essere abbiamo questa consapevolezza e quanto stiamo già facendo.
Da una parte, è un emendamento facile, un assist e immagino possa esserci anche un parere positivo; dall'altra, però, è anche un monito. Nel senso che, se noi vogliamo aggiungere questo emendamento che ci dice che siamo impegnati, che siamo consapevoli e che vogliamo riallineare gli obiettivi e le azioni concrete, è un monito al fatto che tutta la legislazione tenga in considerazione tale emendamento. Glielo dico perché non è certo lei il promotore della legge sull'eliski; non è certo il collega Marin; non è certo. Diciamo uno dei tanti sui colleghi che, magari, condivide in linea di principio questi obiettivi, ma poi ogni giorno, costantemente, ci chiede di tornare a modelli precedenti.
Lei giustamente, Assessore, ride sotto i baffi (anzi, in realtà non ha praticamente barba, diciamo che ride sotto la maschera), però il punto è questo, Assessore: non si può fare un documento allineato alle politiche internazionali ed europee e poi provare ogni giorno a ricordare che si pu tornare indietro, anche con azioni in contrasto con questo documento.
Per fortuna, lo dico ai colleghi, anche degli errori presenti nell'ordine del giorno che avete votato sui cambiamenti climatici non c'è traccia in questo PEAR.
Questa è una buona notizia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento 28) fa un riferimento importante, come ha detto il Consigliere Grimaldi: "La Regione Piemonte, consapevole da tempo dell'urgenza di agire anche a scala locale e in attesa del Documento di Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico (SRCC) è già attiva in funzione del contrasto al cambiamento climatico sul proprio terreno sia in materia di comprensione del fenomeno sia di mitigazione e contrasto ai suoi effetti, con la realizzazione di azioni e interventi concreti nei diversi ambiti di competenza delle proprie politiche".
È proprio questo: il riconoscimento e il comunicare che quel paradigma viene applicato su tutto il legiferare a livello regionale. Noi vorremmo tanto che fosse così; finora abbiamo visto che non è stato così.
Torno sull'argomento di prima, quello dei vini, che è molto importante.
Sono andato a recuperare un articolo che ho letto poco tempo fa da appassionato di vini (non mi definisco intenditore, lo devono fare altri) che parlava della produzione del vino in funzione dei cambiamenti climatici. "I vini di qualità si producono intorno al 45esimo parallelo (guarda caso il nostro: si producono intorno al nostro parallelo i vini di qualità) e gli estremi sono il 42esimo parallelo (la Puglia) e il 47esimo (la Loira). Oggi si inizia a produrre vino e si riconoscono dei vitigni oltre il 50esimo parallelo".
Siamo contentissimi che anche lì si produca del vino, che magari è anche buono, ma se si produce sempre più in là, sempre più in su, vuole dire che qui ci saranno sempre più problemi di questo tipo.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Intervengo dopo questo scenario catastrofico dipinto dal Consigliere Bertola. Lo dico con ironia, ma in realtà ho contezza della gravità del problema.
Con questo emendamento arriviamo finalmente al livello della Regione Piemonte. Dopo aver introdotto tutta la cornice a livello europeo e a livello nazionale, adesso parliamo proprio del luogo in cui operiamo e in cui siamo eletti.
Diciamo che "La Regione Piemonte, consapevole da tempo dell'urgenza dell'agire anche a scala locale e in attesa del Documento di Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico è già attiva in funzione del contrasto al cambiamento climatico sul proprio territorio sia in materia di comprensione del fenomeno sia di mitigazione contrasti e i suoi effetti con la realizzazione di azioni e interventi concreti nei diversi ambiti di competenza delle proprie politiche".
Gli ambiti sono molti e abbiamo già citato prima quali siano gli ambiti coinvolti che concorrono alle possibilità di contrasto dell'emergenza climatica. Abbiamo parlato di trasporti, di consumo del suolo, abbiamo parlato anche di produzione. Tutti questi ambiti vedono delle competenze importanti della Regione; infatti diciamo che intorno alla discussione di un provvedimento come questo ci sarebbe anche piaciuto vedere una maggiore partecipazione della Giunta, in base anche alle diverse e nuove competenze che sono state riassegnate e che ho citato nel mio intervento di apertura di seduta rispetto all'urbanistica e all'agricoltura.
Direi che questo emendamento è più che mai importante anche nella misura in cui va a richiamare la consapevolezza dell'urgenza dell'agire, quindi noi speriamo che questa consapevolezza ci sia e che, di conseguenza, si agisca in modo immediato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Passiamo ad esaminare il successivo emendamento.
Emendamento rubricato n. 29) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
"L'evolversi della situazione ambientale, sociale ed economica rende ad oggi, però, ancora più urgente un'azione in grado di garantire coordinamento e coerenza sui diversi fronti di impegno regionale e nello stesso tempo il coinvolgimento e l'impegno di tutti i soggetti della società civile piemontese in percorsi attivi e partecipati, verso un modello di sviluppo carbon free e più resiliente agli effetti del cambiamento climatico".
Colleghe e colleghi qui passiamo a un tema ben più generale, anche di critica ai nostri modelli di pianificazione. Che cosa intendo? Intendo che non c'è solo quello che può fare la Regione in quanto Ente che pianifica e mette in campo delle strategie, ma c'è tutto il fuori, c'è tutta quella comunità civile che deve essere parte di un pensiero più profondo e anche maggiormente consapevole di quello che sta avvenendo. Sembrerà non in linea con quello che di solito sono le tendenze delle istituzioni, cioè quello di dire "Intanto noi mettiamo in campo il nostro", ma in quel nostro c'è la società civile, ci sono le azioni di ognuno di noi.
Assessore Marnati, glielo dicevo l'altro giorno quando parlavamo di siccità; faccio un esempio perché il tema del consumo dell'acqua è in linea con quello del consumo energetico. L'altro giorno l'Assessore diceva: "Non drammatizziamo, siamo in allerta" - lei fra i primi con noi a ricordare costantemente i dati sulla siccità - "ma non c'è bisogno di urlare all'emergenza". Almeno così mi diceva. Tuttavia, Assessore, c'è bisogno di arrivare al 90° giorno in cui non cade un goccia di pioggia per ricordare a tutti gli abitanti del Piemonte che forse sarebbe meglio ridurre i nostri consumi d'acqua? Così vale per l'energia. C'è bisogno degli scenari di guerra, dell'aumento dei costi delle materie prime per arrivare a dire alla popolazione piemontese cosa bisognerebbe fare anche per arrivare a quegli obiettivi?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento che andiamo a illustrare, rubricato n. 29), si propone di aggiungere un punto importante all'interno delle considerazioni preliminari rispetto alla proposta di deliberazione, quindi elementi di cui necessariamente si deve tener conto in un piano del genere. In questo caso si propone di aggiungere questo: "Considerato che l'evolversi della situazione ambientale, sociale ed economica rende ad oggi, però, ancora più urgente un'azione in grado di garantire coordinamento e coerenza sui diversi fronti di impegno regionale e nello stesso tempo il coinvolgimento e l'impegno di tutti i soggetti della società civile piemontese in percorsi attivi e partecipati, verso un modello di sviluppo carbon free e più resiliente agli effetti del cambiamento climatico".
Questo è fondamentale. Non lo si fa da soli, non lo fa una Giunta regionale da sola, ma la Giunta regionale, il Consiglio regionale adotta un Piano, si pone degli obiettivi; da qui devono partire certamente iniziative legislative del Consiglio regionale, iniziative deliberative da parte della Giunta regionale, ma lo si fa tutti insieme, quindi coinvolgendo i cittadini nelle scelte. In qualche modo, convincendo anche i cittadini rispetto a scelte che devono essere più sostenibili di quelle attuali nell'interesse di tutti, allo stesso tempo anche cogliendo le opportunità che un simile cambiamento può portare. Parliamo di un cambio totale di paradigma di un Piemonte che si presenta in modo totalmente diverso e che attraverso il rispetto di determinati obiettivi, magari propone soluzioni economiche e di sviluppo diverse.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anche qui proponiamo un'aggiunta, quindi un paragrafo che prevede: "L'evolversi della situazione ambientale, sociale ed economica rende ad oggi, però, ancora più urgente un'azione in grado di garantire coordinamento e coerenza su diversi fronti di impegno regionale e nello stesso tempo il coinvolgimento e l'impegno di tutti i soggetti della società civile piemontese in percorsi attivi e partecipati verso un modello di sviluppo carbon free e più resiliente agli effetti del cambiamento climatico".
In questo paragrafo vengono condensati più principi, tutti importantissimi.
Il primo è quello della consapevolezza che l'azione sia urgente, quindi che i cambiamenti impongono delle scelte rapide e urgenti. Il secondo è che serve coordinamento e serve coerenza su diversi fronti; questo fronte vede impegnato, da una parte, le istituzioni, e quindi si fa riferimento all'impegno dell'ente Regione ma, nello stesso tempo, si richiama anche la necessità del coinvolgimento e dell'impegno di tutti i soggetti della società civile. Abbiamo parlato precedentemente dell'importanza, ad esempio, del produrre in modo sostenibile, cioè di pensare già al "fine vita" dei prodotti, quindi al modo in cui verranno smaltiti. Abbiamo già richiamato la necessità di coinvolgere i cittadini: anche nell'emendamento si richiama il fatto che questi percorsi debbano essere attivi e partecipati. Inoltre, si indica la direzione di sviluppo carbon free perché è inaccettabile sentire quello che abbiamo sentito nelle aule del Parlamento in questi giorni, cioè la riattivazione delle centrali a carbone. Rischiamo veramente di fare dei passi indietro per sopperire alla mancanza di una politica di transizione ecologica che in questi anni non è stata messa in atto da un Ministro che, evidentemente, non ne è all'altezza e non ha nemmeno la volontà di attuarla.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 30) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto, anche per ragguagliare i colleghi, comunico che sono gli ultimi sette emendamenti.
L'emendamento rubricato n. 30) prova di nuovo ad aggiungere a questa premessa e alla deliberazione un dato fondamentale, e cioè "che la crisi climatica, stante il nesso ambiente/salute che si è reso evidente con l'emergenza sanitaria, deve essere affrontata, sia in termini di mitigazione che di adattamento, congiuntamente ai programmi di azioni per la ripartenza post-pandemica quali il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e agli obiettivi del Piano Nazionale (PNP) e del Piano Regionale di Prevenzione 2020-2025, nell'ambito dello specifico Programma dedicato proprio alle interazioni tra Ambiente, Clima e Salute e per cui il PNP ha chiesto a tutte le Regioni un impegno dedicato;".
Siamo davanti ad uno degli emendamenti più politici, ma non meno istituzionali. Che cosa intendo? Intanto che è già ieri. Cioè il rischio che il PNRR si trasformi in una grande occasione persa, anziché essere una vera opportunità di cambiamento, ci impone di essere preparati nell'analisi e nell'azione politica. Proprio questo Piano - lo dico a chi è nella maggioranza di questo governo (noi non siamo fra queste forze) rappresenta ufficialmente la ragion d'essere dell'esecutivo stesso di Draghi. Noi crediamo che anche ai suoi più grandi sponsor appaia ormai come una storia già vista, con risorse indirizzate verso pochi interessi o dispersi in mille svuota cassetti, come li abbiamo definiti.
La direi così: se il Piano Energetico Regionale non è allineato con gli sforzi e con gli investimenti del PNRR, a cosa serve la strategia? Cioè, se mentre noi discutiamo di questo Piano energetico continuiamo a promuovere opere sbagliate, magari anche fuori dalla storia (penso, ad esempio, alla tangenziale est o al raddoppio degli inceneritori, come avete riportato nelle scorse settimane), e nel PNRR commettiamo - ahimè - i tanti errori ipotizzati dal centrodestra, come le mille rotonde.
Cerchiamo di essere conseguenti e ricordiamoci che il fiume di soldi che sta arrivando non può essere utilizzato per commettere gli stessi errori di ieri. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
C'è una premessa importantissima in questo emendamento: quella di ricordare il nesso tra ambiente e salute. Perché se proprio non vogliamo renderci conto dell'emergenza climatica, del suo impatto sul territorio e sulla vivibilità delle nostre città (e non solo delle nostre città), non possiamo non riconoscere il suo impatto sulla nostra salute e, di conseguenza, sul nostro sistema sanitario. Dobbiamo iniziare a ragionare in un'ottica che non dev'essere solo emergenziale, ma che deve prevedere anche i futuri sviluppi e i futuri impatti della degenerazione del nostro clima e del nostro ambiente sul nostro benessere, sulla nostra salute, sulla nostra condizione (nostra e, ovviamente, dei nostri figli, di chi verrà dopo di noi).
È una nostra precisa responsabilità, cui potremmo far fronte in questo periodo grazie alle risorse che vengono richiamate nell'emendamento, che sono quelle del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Anche qui però, non abbiamo visto grande coraggio nelle scelte messe in campo.
Ricordava il Consigliere Grimaldi che, purtroppo, si sono trovate risorse per realizzare delle opere che hanno una chiara incompatibilità con le finalità di salvaguardia e di rispetto dell'ambiente: si parlava di tangenziali, si parlava di inceneritori; io torno ovviamente a parlare della nuova linea Torino-Lione, per la quale sono stati trovati proprio in questi giorni dei fondi aggiuntivi. Dunque, in questi giorni abbiamo trovato fondi da impegnare per future opere inutili e anche per le armi perché abbiamo sentito il Ministro Guerini annunciare l'aumento degli investimenti in armi.
È davvero questa la direzione che vogliamo prendere nel nostro Paese? Si tratta di una retromarcia che assolutamente non può che trasportarci verso l'abisso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo emendamento chiede di tener conto anche di un'altra emergenza che è arrivata negli ultimi due anni in aggiunta a quella legata alla crisi climatica. Noi chiediamo di aggiungere questo punto: "considerato che la crisi climatica, stante il nesso ambiente/salute che si è reso evidente con l'emergenza sanitaria, deve essere affrontata, sia in termini di mitigazione che di adattamento, congiuntamente ai programmi di azioni per la ripartenza post-pandemica quali il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e gli obiettivi del Piano Nazionale (PNP) e del Piano Regionale di Prevenzione 2020-2025, nell'ambito dello specifico Programma dedicato proprio alle interazioni tra Ambiente, Clima e Salute e per cui il PNP ha chiesto a tutte le Regioni un impegno dedicato;".
Lo scoppio di questa pandemia ha reso evidenti le criticità nel rapporto tra uomo e ambiente, perché sappiamo che la causa scatenante di questa pandemia e della mutazione di questo virus Sars-COV2 è legata al rapporto che ha l'uomo con determinate specie animali; è qualcosa che, purtroppo potrebbe accadere in futuro con altre patologie ed aumenta la possibilità di pandemie in un prossimo futuro. Pertanto, un Piano energetico ambientale deve tenere conto anche di questo e adattare gli obiettivi decisi per un piano antecedente alla crisi pandemica a quelli nuovi espressi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 31) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Qual è il senso dell'emendamento n. 31)? Che "la particolare stagione di programmazione finanziaria sia di carattere eccezionale come il PNRR sia di programmazione ciclica dei fondi 2021-2027, rende quanto mai importante iniziare a dotare la Regione di primi strumenti conoscitivi e di supporto all'azione di contrasto al cambiamento climatico, strutturati al fine di orientare già da ora e monitorare le misure e gli interventi, in particolare per supportare le azioni per il raggiungimento degli Obiettivi climatici ai quali il bilancio dell'Unione Europea nelle ultime programmazioni chiede destinare il 30% degli investimenti totali e di darne conto".
Presidente, come i colleghi hanno appena ricordato, il senso è trovare ancor di più nel tema della programmazione energetica le ragioni di alcune scelte, soprattutto sugli investimenti strategici che vogliamo mettere in campo. Il primo, in qualche modo, a dover allineare gli intendimenti ovviamente è il Governo nazionale e questo lo ricordiamo da tempo. Crediamo che il PNRR rischi di essere un'occasione persa, se non proverà a mitigare esso stesso alcune nostre politiche. E lo diciamo proprio in un modo semplice, ragionando con i colleghi Bertola e Frediani nelle scorse Commissioni: se non è questo il momento di fare un piano straordinario per il trasporto pubblico locale e ripensare ai vettori veri che muovono e che muoveranno migliaia e migliaia di persone ogni giorno, quando lo sarà? Continuate ad essere ossessionati dalle grandissime opere, che è vero che faranno risparmiare qualche minuto a qualche centinaio di migliaia di turisti o di lavoratori transfrontalieri, ma ci ricordiamo ogni giorno quante sono le emissioni dei nostri pendolari? Ci ricordiamo ogni giorno qual è la difficoltà di ritrovare in Italia un sistema simile a quelli europei, in cui in superficie viaggiano le cosiddette "linee forti", che possono far risparmiare trasporto su gomma, perché il trasporto di ferro consuma meno in termini energetici? Continuerò nel prossimo emendamento.



PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Illustro l'emendamento n. 31), che propone di aggiungere questo punto: "considerato che la particolare stagione di programmazione finanziaria sia di carattere eccezionale come il PNRR sia di programmazione ciclica dei fondi europei 2021-2027, rende quanto mai importante iniziare a dotare la Regione di primi strumenti conoscitivi e di supporto all'azione di contrasto al cambiamento climatico, strutturati al fine di orientare già da ora e monitorare le misure e gli interventi, in particolare per supportare le azioni per il raggiungimento degli obiettivi climatici ai quali il bilancio dell'Unione Europea nelle ultime programmazioni chiede destinare il 30% degli investimenti totali e di darne conto".
Diceva il collega Grimaldi: quale migliore momento se non questo? C'è un certo allineamento dei pianeti, anche se è un allineamento non tanto positivo, perché siamo all'interno di una pandemia da due anni; adesso c'è una guerra e una crisi internazionale che avrà inevitabili ripercussioni economiche ed anche una possibile crisi energetica. Siamo nel momento di programmazione dei fondi europei, abbiamo un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Quale miglior momento per tirare una riga e cercare di portare avanti politiche diverse a tutti i livelli? Come sempre, i problemi portano anche delle opportunità e sta alla politica regionale saper cogliere queste opportunità per avere i migliori risultati in futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Con l'emendamento n. 31) chiediamo l'inserimento di questo paragrafo: "la particolare stagione di programmazione finanziaria sia di carattere eccezionale come il PNRR" e facciamo riferimento ai fondi citati nell'emendamento precedente e l'occasione che potrebbero fornire per dare una svolta alle politiche orientate al cambiamento climatico; "sia di programmazione ciclica dei fondi europei", perché ci siamo ritrovati in una congiuntura particolare per cui proprio in questa legislatura abbiamo affrontato il tema della riprogrammazione dei fondi europei; "rende quanto mai importante iniziare a dotare la Regione di primi strumenti conoscitivi e di supporto all'azione di contrasto al cambiamento climatico, strutturati al fine di orientare già da ora e monitorare le misure e gli interventi" e parliamo nuovamente della necessità di contrastare il cambiamento climatico attraverso il monitoraggio, verificando la validità e l'efficacia delle misure messe in atto, e anche all'eventuale correzione, con l'orientamento delle politiche correggendo anche il tiro, nel caso in cui alcune politiche non si rivelassero particolarmente efficaci; "in particolare, per supportare le azioni per il raggiungimento degli obiettivi climatici ai quali il bilancio dell'Unione Europea nelle ultime programmazioni, chiede di destinare il 30% degli investimenti totali e di darne conto".
C'è un forte richiamo alle richieste dell'Unione Europea e al fatto che abbiamo delle responsabilità anche nei confronti dell'Unione Europea, che ci chiede di dare anche conto degli investimenti, quindi della quantità degli investimenti e dell'efficacia delle azioni messe in atto con tali investimenti.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 32) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento 32) ritorna su alcune considerazioni fatte negli scorsi minuti.
"La particolare stagione di programmazione finanziaria, sia di carattere eccezionale come il PNRR sia di programmazione ciclica dei fondi europei 2021-2027, rende quanto mai importante iniziare a dotare la Regione di primi strumenti conoscitivi e di supporto all'azione di contrasto al cambiamento climatico strutturati, al fine di orientare già da ora e monitorare le misure e gli interventi, in particolare per: avere a disposizione elementi utili per indirizzare l'azione regionale verso investimenti in progetti verdi e sostenibili che possano concretamente contribuire a realizzare gli obiettivi del Green Deal, e strutturati in modo da soddisfare il principio di "non arrecare un danno significativo all'ambiente" (principio DNSH introdotto nella "Tassonomia per la finanza sostenibile" di cui al Regolamento UE 2020/852) anche attraverso l'attenzione verso gli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici".
Perché diciamo questo, Assessore? Perché a noi pare che ancora più importante dei nostri obiettivi è rendere edotta l'opinione pubblica, ma anche gli attori economici del sistema, di qual è la transizione in corso.
Non sfuggirà ai nostri colleghi che tante cose si possono fare e una di questa è far sì che ci sia una coerenza anche nella difesa dell'occupazione.
Siamo fra quelli che vedono anche di buon occhio che il Presidente Cirio e il Sindaco Lorusso chiedano a Stellantis quali sono i veri intendimenti del loro piano, in teoria il più grande insediamento produttivo d'Europa anche al centro, virtualmente, di un ripensamento.
L'idea di portare l'elettrico a Torino potrebbe essere oggetto di un grande ripensamento anche dell'uso del PNRR: quei milioni di metri quadri che dovevano essere dati a Intel, perché non possono essere l'oggetto di un ripensamento, anche produttivo, della nostra filiera della mobilità? Questo è uno degli esempi contenuti nell'illustrazione.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di interviene il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento 32) è simile, per alcuni aspetti, all'emendamento n. 31) però propone altri argomenti.
Si propone di aggiungere questo punto: "La particolare stagione di programmazione finanziaria, sia di carattere eccezionale come il PNRR sia di programmazione ciclica dei fondi europei 2021-2027, rende quanto mai importante iniziare a dotare la Regione di primi strumenti conoscitivi e di supporto all'azione di contrasto al cambiamento climatico strutturati, al fine di orientare già da ora e monitorare le misure e gli interventi, in particolare per: avere a disposizione elementi utili per indirizzare l'azione regionale verso investimenti in progetti verdi e sostenibili che possano concretamente contribuire a realizzare gli obiettivi del Green Deal, e strutturati in modo da soddisfare il principio di "non arrecare un danno significativo all'ambiente" (principio DNSH introdotto nella "Tassonomia per la finanza sostenibile" di cui al Regolamento UE 2020/852) anche attraverso l'attenzione verso gli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici".
Come per l'emendamento precedente, si chiede di approfittare e sfruttare questo momento di inizio di un ciclo di fondi europei e di PNRR, per adattare i nostri strumenti e cercare di trarre al massimo da questa opportunità, anche in funzione degli obiettivi di un piano come quello energetico e ambientale.



PRESIDENTE

Grazie.
Abbiamo concluso l'illustrazione dell'emendamento 32), per cui passerei alla parte pomeridiana l'illustrazione dell'emendamento 33) e i successivi.
Con questo, sospendo la seduta e riprendiamo alle ore 14.00 con la trattazione del question time.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.00 riprende alle ore 14.04)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.04 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1020 presentata dal Consigliere Daniele Valle, cui risponderà l'Assessore Fabio Carosso interrogazione a risposta immediata n. 1021 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Fabio Carosso; interrogazione a risposta immediata n. 1024 presentata dal Consigliere Raffaele Gallo, cui risponderà l'Assessore Fabio Carosso; interrogazione a risposta immediata n. 1025 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato, cui risponderà l'Assessore Fabio Carosso; interrogazione a risposta immediata n. 1026 presentata dal Consigliere Marco Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Fabio Carosso; interrogazione a risposta immediata n. 1022 presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui risponderà l'Assessore Fabio Carosso interrogazione a risposta immediata n. 1023 presentata dal Consigliere Sacco, cui risponderà l'Assessore Matteo Marnati.
Ricordo agli interroganti che rispondono alle interrogazioni a risposta immediata di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula. Ricordo ancora agli interroganti che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail e in visione tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Per quanto riguarda le interrogazioni a risposta immediata, ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha disposizione cinque minuti per la risposta.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1021 presentata da Magliano inerente a "Approvato l'ordine del giorno che ha introdotto anche in Piemonte lo screening gratuito per la malattia di Chagas: a quando i protocolli attuativi?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1021.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Vicepresidente Carosso per la sua presenza.
Non racconto ciò che c'è scritto nella premessa, che cosa comporta questa malattia, soprattutto che è una malattia che può essere congenita, ovvero trasmessa dalla madre infetta al figlio. Sappiamo che recentemente, a causa dei movimenti migratori della popolazione latino-americane - ricordo che è nelle popolazioni latino-americane che abbiamo il più alto tasso di casi di Chagas - verso altri continenti, la malattia di Chagas è comparsa anche in aree non endemiche, tra le quali diversi paesi europei, Italia compresa.
Pur se la prima fase acuta della malattia può spesso risultare asintomatica, come anche la fase latente successiva, che dura spesso anni circa il 30% delle persone infette sviluppa in seguito complicazioni debilitanti quali la cardiopatia di Chagas e disfunzioni motorie del tratto gastrointestinale, segni della localizzazione del parassita rispettivamente a livello cardiaco, e del tratto digestivo.
Circa l'1,5% delle donne infette in gravidanza trasmette l'infezione mediante la placenta causando aborto, nascita pretermine o malattia cronica neonatale con alta mortalità. La trasmissibilità materno-fetale della malattia di Chagas rende a maggior ragione fondamentale la necessità di una diagnosi precoce, volta a prevenire la trasmissione e a curare i neonati colpiti. Ricordo che attraverso lo screening s'individua la patologia e possono essere curate sia le mamme sia i bimbi che, oggettivamente, a quel punto si troverebbero in una condizione di totale salubrità e sanità.
Considerato che l'Italia è, a livello europeo, il secondo paese per popolazione latino-americana, sono circa 400 mila le persone di origine latino-americana residenti nel nostro Paese e i residenti in Piemonte di origine latino-americana sono circa 25 mila. La pratica dello screening sulla popolazione è fondamentale per identificare le persone infette.
Tralascio tutti gli altri punti dell'interrogazione, che penso l'Assessore abbia letto con attenzione.
Ricordo che il 3 maggio 2021 abbiamo approvato all'unanimità un ordine del giorno avente a oggetto "Sia introdotto anche in Piemonte lo screening gratuito per la malattia di Chagas", che impegnava la Giunta Regionale e l'Assessore competente a introdurre nei protocolli sanitari del Sistema Sanitario Regionale lo screening gratuito per la malattia di Chagas.
L'ordine del giorno sopra citato è stato approvato all'unanimità nel corso della seduta di Consiglio regionale del 14 dicembre 2021 ma all'approvazione dell'atto, non sono seguite misure attuative, cioè non si è fatto nulla.
Visto che si auspica che tali protocolli attuativi, che sono già presenti in altre Regioni, siano comunicati entro il 14 aprile, data nella quale si celebra la Giornata mondiale della malattia di Chagas, s'interroga la Giunta per sapere a seguito dell'approvazione dell'ordine del giorno e alla luce della Giornata mondiale del Chagas, che si celebra il 14 aprile, quali misure stia attuando la Regione al fine di garantire che entro tale data sia stato introdotto e reso operativo, nei protocolli sanitari del Sistema Sanitario Regionale, lo screening gratuito per la malattia di Chagas poiché all'unanimità abbiamo votato quell'atto che dava u'indicazione molto chiara alla Giunta.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando il Vicepresidente Carosso.
Prego, Vicepresidente; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, e buongiorno.
L'interrogante chiede per sapere, a seguito dall'approvazione dell'ordine del giorno sopra citato e alla luce della Giornata mondiale del Chagas che si celebra il 14 aprile, quali misure stia attuando la Regione al fine di garantire che entro tale data sia stato introdotto e reso operativo nei protocolli del Sistema Sanitario Regionale lo screening gratuito per la malattia di Chagas.
Al riguardo, occorre premettere che la malattia di Chagas non rientra nell'elenco delle malattie rare e che la valutazione in merito all'opportunità dell'introduzione di uno screening gratuito in gravidanza della Regione Piemonte presuppone un percorso valutativo da parte dei tavoli competenti, in particolar modo se risulta necessario un impegno economico extra LEA.
La normativa italiana sulle donazioni di sangue afferma che i soggetti nati (o con madre nata) in paesi dove la malattia è endemica, o che sono trasfusi in tali paesi, o che hanno viaggiato in aree a rischio (rurali) e soggiornato in condizioni ambientali favorenti l'infezione (ad esempio camping e trakking) possono essere ammessi alla donazione solo in presenza di un test per anticorpi anti Trypanosoma cruzii negativo. Il test prevede un prelievo di sangue venoso sul quale viene eseguito un esame sierologico per la ricerca di anticorpi contro tale parassita.
Il test sierologico per malattia di Chagas è raccomandato alle donne in stato di gravidanza nate nei seguenti Paesi: Argentina, Belize, Bolivia Brasile, Cile, Colombia, Costarica, Ecuador, El Salvador, Guatemala Guyana, Guyana Francese, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay Perù, Suriname, Uruguay e Venezuela, oppure nate da madri a loro volta nate in uno dei Paesi a rischio.
La Regione Piemonte aveva iniziato una valutazione costo/beneficio per introdurre questo test nelle donne in gravidanza o nei bambini nati da tali donne nel corso del 2019, ma tale iniziativa era stata successivamente interrotta per la pandemia.
A conclusione dalla fase emergenziale dovuta alla pandemia SARS CoV-2 sarà ripresa, tra le altre attività, anche quella di valutazione da parte dei tavoli regionali competenti degli interventi appropriati per contrastare la diffusione di malattie definite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come neglette. Un gruppo eterogeneo di almeno venti malattie, molte delle quali a carattere infettivo, causate da virus, batteri, parassiti, funghi e tossine, tra le quali rientra anche la malattia di Chagas.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente della Giunta regionale, Fabio Carosso, per la risposta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1024 presentata da Gallo, inerente a "Stabilizzazione di personale assunto mediante contratti interinali dopo l'emergenza da COVID-19" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In merito all'interrogazione a risposta immediata n. 1024, presentata dal Consigliere Gallo, inerente a "Stabilizzazione di personale assunto mediante contratti interinali dopo l'emergenza da COVID-19", il proponente chiede alla Giunta regionale la risposta scritta.
A questo punto, sospenderei i lavori per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.15, riprende alle ore 14.22)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Interrogazione a risposta immediata n. 1026 presentata da Grimaldi inerente a "Motivazioni delle riassegnazioni di alcune deleghe agli Assessori regionali"


PRESIDENTE

Continuiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1026.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come lei sa, stamattina abbiamo avuto le comunicazioni e abbiamo appreso che il "patto dell'opossum" è andato a buon fine. Mesi di penultimatum sgambetti in Aula e minacce di appoggi esterni hanno partorito il cosiddetto "rimpastino". La patologica ricerca di visibilità dell'ultradestra in Regione è stata placata, dando la delega al welfare all'Assessore Marrone.
Ma arriviamo proprio sul punto. Nel cosiddetto "rimpastino" appare evidente che la modifica più sostanziale sia proprio lo scambio di deleghe fra l'Assessora Caucino e l'Assessore Marrone. Dal punto di vista politico questo spostamento concede un maggior peso a Fratelli d'Italia, che in questi mesi ha minacciato più volte la maggioranza.
Nelle ultime settimane, i quotidiani piemontesi hanno in larga parte dato spazio a questi conflitti, al rinvio dell'elezione dell'Ufficio di Presidenza, ma tutto questo è avvenuto in un clima in cui l'Assessore Marrone, il "Black Boy" della destra piemontese, continuava a ripetere una gaffe istituzionale dopo l'altra. Quest'ansia l'ha portato prima a commettere un errore che credo sia molto grave, cioè quello di minacciare un Istituto storico come quello della Resistenza, dopo essere stato sbugiardato sul tema da chi la storia la conosce e la studia per davvero di sottrargli risorse in quanto esponente di una Giunta. Parlando, tra l'altro, per voce dell'Assessora Poggio, inconsapevole di questa minaccia.
Più di recente ricordiamo le sue prese di posizione, quando minacciava addirittura di tagliare i trasferimenti al Comune di Torino per compensare i maggiori introiti derivanti dal ritocco dell'IRPEF. La cosa più assurda è la notizia della riassegnazione delle deleghe alla Giunta, che ha avuto un carattere almeno di tempestività, proprio nelle ore in cui l'Assessore Marrone è al centro di gravi polemiche anche riguardo alle sue posizioni vicine all'estrema destra e agli indipendentisti del Donbass.
Ieri l'Assessore Marrone ci ha provato a spiegare, anzi ci ha ricordato che questa non è una spy story. Ha ragione: non è una spy story. Forse all'Assessore Marrone piacerebbe essere dentro un intrigo internazionale ma, ahimè, questa è, invece, la miseria di cose che abbiamo visto. Lui minaccia querele, ma l'unica cosa che dovrebbe ricordarsi e anche dire a tutti noi è che cosa ci faceva nel Donbass. L'unica cosa che sappiamo è che ha ricevuto una medaglia fake da un suprematista dell'estrema destra antisemita finlandese. Che cosa ci faceva lì? Ha ragione: non c'è niente di nuovo, l'avevamo già visto quel video, ma c'è sempre tempo per dirci qualcosa, perché l'unica novità che c'è è che, in questo contesto, lui è stato promosso. Pertanto, la richiesta è molto semplice, Presidente Gavazza: chiedo al Vicepresidente Carosso, visto che il Presidente Cirio non è presente, quali sono state le motivazioni che hanno portato a promuovere sul campo chi si è reso responsabile di gaffe istituzionale, in un momento in cui tutto si doveva fare, credo, meno che promuoverlo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando il Vicepresidente Fabio Carosso.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, e buongiorno.
Lo Statuto della Regione Piemonte, agli articoli 50, 51, 54 e 55 disciplina le attribuzioni del Presidente della Giunta regionale. Tali attribuzioni, peraltro, sono disciplinate anche dall'ultimo comma dell'articolo 122 della Costituzione. Al Presidente, quindi, è riconosciuta la possibilità di nomina e revoca degli Assessori regionali, così come delle modifiche in capo alle deleghe assegnate a ognuno di essi.
Esercitando le proprie funzioni, il Presidente ha così inteso ottimizzare l'azione amministrativa, garantendo un sempre più efficace coinvolgimento di tutte le competenze dei componenti della Giunta regionale.
Infatti, come evidenziato dallo stesso interrogante, sono tre i componenti della Giunta interessati dalle modifiche delle deleghe, quali l'introduzione della nuova delega sul benessere animale (in linea con il riconoscimento introdotto di recente a pieno titolo nella Costituzione italiana e con la sensibilità diffusa e crescente che su questo tema mostra l'intera comunità) e, vista l'emergenza in corso per la guerra in Ucraina e al fine di dare una risposta strutturata e coordinata all'aiuto di coloro che fuggono, la delega alla gestione dei profughi.
Pertanto, sottolineando che questa Giunta dimostra con i fatti il massimo impegno per il bene della Regione Piemonte, si ribadisce che ogni scelta è indirizzata a ottimizzare l'azione amministrativa a favore del nostro territorio e non, come ipotizzato dall'interrogante, a danno di qualcuno.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 1020 presentata da Valle, inerente a "Quale futuro per i Servizi Psichiatrici, Diagnosi e Cura (SPDC) presso l'Ospedale Mauriziano di Torino" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Continuiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1020, alla quale il Consigliere Valle ha chiesto risposta scritta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1023 presentata da Sacco, inerente a "Cosa sta facendo la Regione per far rispettare la propria pianificazione in materia di rifiuti e l'impegno di opporsi alla realizzazione dell'impianto di termovalorizzazione di Cavaglià?"


PRESIDENTE

Continuiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1023.
La parola al Consigliere Sacco per l'illustrazione.



SACCO Sean

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
Nella seduta consiliare del 9 novembre 2021, il Consiglio regionale ha approvato la mozione n. 681 a mia prima firma, recante "Indirizzi per la tutela e risanamento della Valle Dora". Come primo punto il Consiglio regionale ha impegnato la Giunta a opporsi alla realizzazione dell'impianto per la produzione di energia elettrica e termica mediante combustione di rifiuti speciali non pericolosi, proposto da A2A nel Comune di Cavaglià.
La vigente pianificazione regionale sulla gestione dei rifiuti urbani non prevede la realizzazione di nessun nuovo termovalorizzatore in Regione anzi negli indirizzi programmatici di medio e lungo termine prevede la dismissione degli impianti di TRM di Torino, ovvero alla scadenza del vigente contratto di servizio nel 2033, ritenendo possibile riprogrammare completamente il ricorso a forme di recupero energetico di rifiuti indifferenziati, adottando metodologie che non prevedano più la combustione di rifiuti.
Valutato che ormai da quasi più di otto mesi è in corso l'iter per il rilascio delle autorizzazioni ambientali richieste da "A2A Ambiente S.p.A." per il progetto di un nuovo impianto di termovalorizzazione nel Comune di Cavaglià, con opere da localizzare nei Comuni di Cavaglià, località Gerbido e Santhià, tale procedura sta impegnando notevoli risorse pubbliche da parte di ben due amministrazioni provinciali, Provincia di Biella e Provincia di Vercelli, nonché di tutti gli Enti pubblici a vario titolo coinvolti (ARPA e ASL).
Se è pur vero che non è possibile impedire la libera iniziativa del privato, è altrettanto vero che la pubblica amministrazione è chiamata a tutelare l'interesse della collettività, secondo i principi di partecipazione, imparzialità e buon andamento. Nel caso specifico, la Pianificazione regionale ha espressamente previsto che non è strategico e non sono necessari nuovi impianti d'incenerimento nella Regione Piemonte e che, implicitamente, in tal modo intende tutelare gli interessi pubblici sottesi, quali quelli ambientali e della salute.
Interessi ancora più importanti se parliamo dell'area Valledora, già fortemente compromessa dal punto di vista ambientale, per cui le diverse istituzioni ormai convergono sulla necessità di un recupero morfologico complessivo, la bonifica e lo sviluppo territoriale sostenibile che ne valorizzi il comparto agricolo e turistico. Pertanto, non è assolutamente chiaro su quali basi continui questo iter di approvazione, che fa spendere ingenti risorse pubbliche, quando basterebbe dare attuazione alla pianificazione e alla volontà espressa dalla nostra Regione.
In caso contrario, verrebbero completamente rese vane le funzioni del Consiglio regionale e della Giunta regionale, anch'esse costate anni di lavoro e di risorse.
Per questo motivo, interrogo per sapere cosa stia facendo la Regione Piemonte per far rispettare la propria pianificazione regionale in materia di rifiuti, ovvero in che modo stia dando attuazione al primo impegno contenuto nella mozione n. 681, in cui il Consiglio ha impegnato la Giunta "a opporsi alla realizzazione e dell'impianto per la produzione di energia elettrica e termica mediante combustione di rifiuti speciali non pericolosi, proposto da A2A nel Comune di Cavaglià".
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sacco per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Matteo Marnati.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
In relazione alle competenze attribuite alle Province e alla Città metropolitana di Torino, gli Uffici regionali competenti in materia di rifiuti non hanno titolo per partecipare direttamente alle conferenze dei servizi indette in proposito. È possibile, per contro, quando ciò dovesse risultare necessario, anche su richiesta dell'amministrazione competente fornire gli elementi utili per la verifica della coerenza dei progetti presentati con gli strumenti programmatori operativi a livello regionale.
In quest'ambito, su richiesta della Provincia di Biella, gli Uffici della Direzione hanno inviato alla conferenza dei servizi una nota, nella quale sono stati evidenziati gli aspetti pianificatori legati all'installazione del nuovo impianto di Cavaglià, di cui di seguito si riportano le principali considerazioni.
Sulla base della documentazione progettuale, l'impianto prevede l'avvio a combustione di rifiuti speciali non pericolosi, suddivisi in due distinti flussi: un flusso, costituito da rifiuti speciali classificati come rifiuti speciali, già da parte del produttore iniziale del rifiuto e rimasti tali anche dopo eventuali trattamenti intermedi, e un flusso costituito da rifiuti speciali derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani.
Inoltre, il progetto prevede anche la combustione dei fanghi di depurazione. Ne consegue che la valutazione sulla coerenza, rispetto alla pianificazione, dovrà tenere conto non solo della pianificazione in materia di rifiuti speciali, ma anche di quelli di parte di pianificazione relativa ai rifiuti urbani derivanti dal trattamento dei rifiuti indifferenziati.
Giova richiamare che la pianificazione vigente in Regione Piemonte si compone di due documenti integrati che vanno a costituire a pieno titolo la pianificazione regionale in materia di rifiuti, cioè il Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali e il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione.
Per quanto riguarda i rifiuti speciali, il Piano regionale non può avere una connotazione vincolante, in considerazione delle limitate competenze attribuite alle Regioni dalla normativa nazionale. Uno degli obiettivi del Piano rifiuti speciali è quello di favorire la realizzazione di un sistema impiantistico territoriale che consenta di ottemperare al principio di prossimità, garantendo la sostenibilità ambientale ed economica del ciclo dei rifiuti.
Rispetto alla gestione dei rifiuti speciali, i risultati del primo rapporto di monitoraggio ambientale sul Piano rifiuti speciali rilevano un'effettiva carenza impiantistica, di cui occorre tenere conto nelle scelte strategiche di attuazione della pianificazione, al fine di evitare che i rifiuti speciali non pericolosi, se non avviati a recupero di materia o di energia siano oggi avviate alle discariche. Tale carenza impiantistica va tuttavia preliminarmente esaminata, non solo in relazione al principio di prossimità, ma anche rispetto agli effetti sul traffico, all'inquinamento atmosferico e ad altri elementi di pressione ambientale dovuti allo spostamento dei rifiuti; tutti elementi tipici della valutazione d'impatto ambientale attualmente in corso presso la Provincia.
Va, inoltre, specificato che il principio di prossimità, secondo quanto contenuto in due recenti sentenze del Consiglio di Stato del 24/12/2020 e dell'1/07/2021, ha una valenza che, territorialmente, è da ricondursi alla Regione all'interno della quale è presente l'impianto.
Il vigente Piano regionale di gestione rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione del 2016, invece, prende in considerazione il fabbisogno di trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati, dei relativi scarti e sovvalli, i fanghi di depurazione e una prospettiva programmatica relativa agli anni 2015-2020. Tale Piano ha, inoltre, provveduto a introdurre indirizzi di medio e lungo termine cui tendere nel 2025-2030.
Occorre rilevare che la Regione ha in corso un aggiornamento della pianificazione sui rifiuti urbani, a seguito della DGR del 12 marzo 2021 che considera un orizzonte temporale di breve termine al 2025, di medio termine al 2030 e a lungo termine nel 2035, in linea con i termini di raggiungimento degli obiettivi delle direttive europee.
L'atto d'indirizzo, a partire da alcune considerazioni riguardanti il principio di autosufficienza nello smaltimento e nel recupero energetico dei rifiuti urbani indifferenziati, l'aumento degli scarti derivanti dalla sezione, il trattamento della raccolta differenziata e la riduzione a valori inferiori al 10% di rifiuti urbani in discarica entro il 2035 evidenza le criticità relative l'attuale sistema impiantistico regionale e dà indicazioni specifiche per la redazione della pianificazione regionale affinché la stessa consideri anche gli scarti da raccolta differenziata.
Nello specifico del provvedimento autorizzativo in corso, l'atto d'indirizzo prevede che nella nuova programmazione il recupero energetico dovrà essere opportunamente preso in considerazione, così come la produzione e il recupero di combustibile solido secondario, nel rispetto dell'ordine gerarchico previsto dalle normative comunitarie e nazionali. In particolare, si dovrà indirizzare la valorizzazione energetica verso le tecnologie che consentano un'ottimizzazione della stessa, quale il teleriscaldamento e/o lo stoccaggio di energia. Si renderà, pertanto necessario rivalutare e confrontare in sede di VAS i possibili scenari in relazione ai fabbisogni di trattamento di rifiuti urbani non riciclabili.
L'affermazione sopra citata e il recupero energetico dovrà essere opportunamente preso in considerazione, trova fondamento nel recepimento delle direttive sull'economia circolare riguardante la gestione dei rifiuti, degli imballaggi e delle discariche confluite nei decreti legislativi n. 116 del 2020 e n. 121 del 2020.
Occorre, inoltre, specificare che la programmazione regionale non andrà comunque, a indicare la localizzazione degli impianti necessari a coprire il fabbisogno di trattamento, ma questa troverà attuazione nel futuro Piano d'ambito regionale, che dovrà garantire la dotazione impiantistica necessaria per il trattamento dei rifiuti all'interno del suo territorio.
Pertanto, se da una parte la produzione di scarti derivanti dal trattamento di raccolta differenziata dev'essere tenuto in conto nella pianificazione regionale, dall'altra l'individuazione dei fabbisogni delle scelte impiantistiche e della localizzazione degli impianti sono propri di un percorso di pianificazione prettamente pubblico che dovrà essere completato nei prossimi mesi. Ne consegue che l'impianto di cui trattasi nei confronti della frazione di rifiuti urbani o derivanti dal loro trattamento, non pu configurarsi come un'anticipazione di scelte strategiche da effettuarsi da parte del sistema pubblico, secondo un percorso lineare oggettivo e trasparente.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Matteo Marnati per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1022 presentata da Canalis, inerente a "Qual è il futuro dei SerD del Piemonte?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1022.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Monica Canalis.
Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte sul rischio concreto che i dipartimenti per le patologie da dipendenze del Piemonte, che sono un patrimonio storico della nostra Regione, siano inglobati all'interno dei dipartimenti per la salute mentale delle nostre ASL.
Diciamo questo sulla base dell'atto aziendale che è già stato emanato dall'ASL CN2, a seguito del quale c'è già stato questo inglobamento, e anche della comunicazione diramata dal Direttore Minola lo scorso 7 dicembre ai Direttori delle ASL piemontesi in cui, di fatto, si annullava un'autonomia di spesa per i dipartimenti per le dipendenze, facendo confluire questo budget specifico all'interno del budget della salute mentale.
Pensiamo che dietro a queste modifiche sia sottesa la volontà, neanche troppo implicita, di unire gli organici di questi dipartimenti consideriamo che nel 2020 gli operatori dei dipartimenti per le dipendenze in Piemonte erano circa 640 - e i budget in un momento critico per i conti della sanità piemontese. In questo modo, tuttavia, si rischia davvero di annullare un patrimonio sia di prassi sia di esperienze cliniche scientifiche, che hanno fatto del Piemonte un buon esempio a livello nazionale e, forse, non soltanto nazionale.
È evidente che le Regioni hanno proceduto a unire i dipartimenti delle dipendenze a quelli della salute mentale, provocando una restrizione dell'assistenza per le persone affette da dipendenza. Queste persone in Piemonte - dato del 2019 - sono più di 21.700 e la maggior parte di queste sono affette da dipendenza da droghe (circa 13 mila). Stiamo parlando davvero di moltissimi pazienti la cui patologia non ha una sovrapposizione molto ampia con quella della salute mentale. L'overlapping è stimato soltanto a circa il 6,6%. Questo vuol dire che la relazione clinica tra il dipartimento di dipendenze e quello della salute mentale è molto limitata.
Non vediamo, quindi, una giustificazione scientifica per la strada che alcune ASL piemontesi stanno intraprendendo, se non ragioni meramente di spesa.
Chiediamo quindi alla Giunta regionale quali misure intenda attuare per garantire, così come fissato dall'ultima Conferenza nazionale per le dipendenze che si è svolta nel novembre 2021 a Genova, l'autonomia tecnico gestionale dei dipartimenti per le dipendenze e per potenziarli, a differenza di quanto sta accadendo in Piemonte in linea con le direttive ministeriali.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Canalis per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Fabio Carosso.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
L'epidemiologia dei disturbi mentali e da dipendenza evidenzia una correlazione sempre più stretta tra i due fenomeni, che richiede sempre maggiori sinergie e un utilizzo integrato delle risorse.
Allo scopo di superare talune difficoltà connesse agli aspetti organizzativi dei SerD, in particolare con riguardo al reperimento del personale necessario, proseguono le valutazioni per gli accorpamenti a livello interaziendale dei dipartimenti delle dipendenze delle ASL, come peraltro già avvenuto in alcune realtà regionali quali l'ASL di Novara Vercelli, Biella e Verbania Cusio Ossola.
Tale modello favorisce un maggior coordinamento e omogeneizzazione delle attività, nonché il superamento delle difficoltà connesse al reperimento di personale, con particolare riguardo alle figure mediche specialistiche in farmacologia e tossicologia delle dipendenze, nonché delle figure psichiatriche e infermieristiche, considerato che, attualmente, numerose procedure concorsuali sono andate deserte.
In merito alle procedure concorsuali per i Direttori di Strutture complesse SerD, si precisa che sono state avviate le relative procedure per le ASL TO4 e TO5 e comunque, laddove in scadenza, le Aziende regionali procederanno a bandire i relativi incarichi.
Si sta anche valutando un modello alternativo a quello poc'anzi delineato che prevede la costituzione di dipartimenti integrati salute mentale dipendenze che, pur mantenendo una specificità dei relativi ambiti disciplinari, favorirebbe sinergie di azioni per gestire i bisogni complessi, con un efficace coordinamento delle risorse dedicate alla salute mentale e dipendenze.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente Carosso per la risposta.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione a risposta immediata n. 1025 presentata da Disabato inerente a "Quali azioni da parte della Giunta regionale per porre fine allo stato di agitazione del personale dell'Ente Regione Piemonte?" (rinvio)


PRESIDENTE

Permettetemi di fare una comunicazione di servizio.
L'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1025 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato viene rimandata alla prossima seduta.
Nel ringraziare il Presidente Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazione a risposta immediata.
Al fine e nel rispetto della normativa vigente riguardante il COVID-19 s'invita tutti i Consiglieri e tutto il personale dell'Assemblea a uscire in modo ordinato dall'aula per i quindici minuti di areazione dei locali e alle ore 15 il Presidente Stefano Allasia riaprirà la seduta.
Grazie a tutti e a tutte.



(Alle ore 14.45 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.08)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Problemi energetici

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 37, inerente a "Approvazione del Piano energetico ambientale regionale" Atti di indirizzo collegati (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 37, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Questa mattina è proseguito l'esame degli emendamenti. Sono stati illustrati gli emendamenti fino al n. 32).
Emendamento rubricato n. 33) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente, il mio intervento è sull'ordine dei lavori, se pu farmi intervenire.
So che abbiamo tutti le schede dentro, anche i colleghi di opposizione. Non ho verificato la presenza sufficiente dei colleghi del centrodestra in questo momento. Ci può essere spiegato a verbale come si fa a richiedere il numero legale senza arrivare alla prima votazione?



PRESIDENTE

Deve chiedere una votazione. Se chiede una votazione, incominciamo a votare l'emendamento rubricato n. 2).



GRIMALDI Marco

No, perché vorrei illustrarli. Quindi, mi sta dicendo che finché non finir l'illustrazione, la maggioranza può anche non essere presente in Aula? Questo mi sta dicendo?



PRESIDENTE

Esattamente. Sa benissimo meglio di me che il Regolamento prevede quello.



GRIMALDI Marco

Guardi, come le ho già detto più volte, vorrei che ritornassimo alle firme e vorrei che ritornassimo in questo senso a una modalità normale.



PRESIDENTE

È un'unica seduta e non c'è la questione delle firme.
Se vuole illustrare l'emendamento n. 33), ne ha facoltà, altrimenti passiamo alle votazioni.
Prego, ha la parola per tre minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 33) prova ad aggiungere nella deliberazione delle considerazioni importanti, soprattutto sul senso più generale di dover contestualizzare il Piano energetico regionale con gli accordi internazionali. In particolare, in linea con gli impegni all'Accordo sul clima siglato a Parigi nel 2015, nel corso della 21° Conferenza delle Parti della Convenzione quadro dell'ONU sui cambiamenti climatici, l'Unione ha deciso di avviare l'Europa sul percorso di diventare il primo continente neutro in termini di emissioni di CO2.
Oggi ho provato a spiegare più volte perché è importante che la decarbonizzazione totale dell'economia europea al 2050 (definita Long Term Strategy) necessita di una transizione energetica basata su due presupposti: una rilevante riduzione dei fabbisogni di energia e il loro soddisfacimento esclusivamente con fonti rinnovabili.
Per la costruzione di scenari di pianificazione funzionale al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, occorre prendere in esame in termini contestuali e sinergici le seguenti famiglie di azioni: 1) la riduzione dei consumi di energia per usi finali, quindi gli edifici, i processi produttivi e i trasporti anche attraverso l'efficienza energetica 2) la sostituzione di vettori energetici negli usi finali, ad esempio attraverso la cosiddetta elettrificazione o uso di calore di combustibili da fonti rinnovabili; 3) l'incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare in termini di autoproduzione, autoconsumo e condivisione in comunità energetiche; 4) la riduzione dei consumi di energia primaria totale; 5) la riduzione a zero, Net zero, dell'impatto in termini di emissioni climalteranti.
Credo che queste considerazioni debbano far parte del Piano energetico regionale e tutti i risultati attesi in termini energetici e di emissioni sono fortemente correlati fra loro. I risultati conseguiti da ogni singola azione devono necessariamente essere esaminati congiuntamente, al fine di cogliere gli effetti di sinergia o divergenza rispetto agli obiettivi complessivi.
Purtroppo, e proviamo a dirlo in quest'Aula, l'impostazione attuale del PEAR prevede scenari e obiettivi che prendono in esame separatamente le singole componenti. Tra le tante critiche che abbiamo fatto al tipo di paradigma che c'è dietro al PEAR, questa è una delle più centrali, perché a titolo di esempio si citano due casi specifici relativi al capitolo "Efficienza energetica".
Continuerò nei prossimi emendamenti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Stiamo proseguendo il lavoro di questa mattina sugli emendamenti presentati alla proposta di deliberazione n. 37, che hanno come obiettivo quello di rendere questo provvedimento il più possibile al passo con i tempi. Di conseguenza, ben conoscendo la difficoltà che ci può essere nell'andare a modificare i documenti di Piano, cerchiamo perlomeno nel testo della delibera di andare a inserire dei riferimenti al mondo attuale. In questo caso, chiediamo di aggiungere questo punto: "Considerato che in linea con gli impegni di cui all'Accordo sul clima, siglato a Parigi nel 2015 nel corso della 21° Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro dell'ONU sul cambiamento climatico, l'Unione ha deciso di avviare l'Europa sul percorso di diventare il primo continente neutro in termini di emissioni di CO2".
È un obiettivo importante quello della neutralità rispetto all'emissione di CO2 ed è un impegno preso a livello europeo.
Come dicevo stamattina, considerato il fatto che noi siamo una parte del tutto, i nostri obiettivi di piano non possono prescindere dagli impegni presi dal nostro paese e dagli impegni assunti a livello comunitario altrimenti siamo a discutere un documento che, nel momento in cui verrà approvato, avrà una validità e una cogenza a livello regionale, ma i cui obiettivi, anche se rispettati, non rientreranno nell'ambito di quelli più generali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 34) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Vi illustro l'emendamento n. 34) al Piano energetico ambientale regionale.
Questo emendamento dovrete collegarlo e aggiungerlo dopo le considerazioni.
"L'efficientamento energetico del parco edilizio esistente, in particolare quello pubblico, rappresenta un settore con elevate potenzialità d'investimento e un alto grado di ritorno degli investimenti, sia in termini di riduzione dei consumi di energia, e quindi della spesa pubblica per l'acquisto di energia e dell'impatto ambientale degli edifici, sia in termini di ricadute positive per tutto l'indotto regionale e locale collegato agli interventi di riqualificazione degli edifici pubblici, anche dal punto di vista della sicurezza sismica".
L'emendamento intende dare, anche nel testo della deliberazione, alcune indicazioni sullo stato attuale della crisi climatica ed ecologica ma ancora di più, Assessore Marnati, prova a contestualizzare l'allarme e il grido disperato dei nostri funzionari regionali.
Non so se è stato aggiornato, ma ieri, in una Commissione che doveva essere convocata per tutt'altro (tra l'altro, su un mio progetto di legge per istituire un medico di medicina generale, quindi un medico di base per tutti i senza dimora), un funzionario, spiegandoci il parere economico sul testo, che più o meno era di 290 mila euro, ci ha spiegato che, in questo momento, quelle risorse non si troverebbero nei capitoli di bilancio della spesa regionale della sanità, perché sta per esplodere la bolletta energetica. In poche settimane c'è il rischio che tutti i conti delle ASL vadano in pre-dissesto, perché, a oggi, non è calcolabile di quanto sarà l'aumento - così ci è stato detto - soprattutto sulla bolletta energetica e sulle variazioni di mercato, tra l'altro, dettate non solo dai nuovi scenari di guerra. Non so se i mercati prevedevano questa stangata prima dell'arrivo della guerra, ma era già in essere.
Assessore, perché ho fatto un preambolo così lungo? Perché è incredibile che questa vicenda non sia centrale in tutta la narrazione del PEAR. È chiaro che il tema dei consumi, ma soprattutto di investimenti in grado di ritorni così importanti, ossia quelli dell'efficientamento energetico, nel patrimonio pubblico edilizio, dovrebbero essere centrali in tutto il Piano energetico regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento 34) richiama l'attenzione sull'efficientamento energetico del parco edilizio esistente, in particolare quello pubblico, dicendo che rappresenta un settore con elevate potenzialità d'investimento e un alto grado di ritorno degli investimenti, sia in termini di riduzione dei consumi di energia, quindi della spesa pubblica per l'acquisto di energia e dell'impatto ambientale degli edifici, sia in termini di ricadute positive per tutto l'indotto regionale e locale collegato agli interventi di riqualificazione degli edifici pubblici, anche dal punto di vista della sicurezza sismica.
Certamente questo è importante per gli edifici pubblici, ma assai più importante ancora per gli edifici privati. Abbiamo assistito nell'ultimo anno, in particolari negli ultimi mesi, a una situazione diventata preda di una sorta d'isterismo di massa.
Una misura utile e importante come quella del superbonus (perch ricordiamolo, com'è stato detto da persone molto più esperti di noi durante il Consiglio aperto, che a essere particolarmente energivori sono gli edifici), che poteva e può ridurre in maniera sostanziale e sostanziosa la necessità di gas, negli ultimi mesi è stata oggetto di una sorta di "terrorismo decretizio" da parte del Governo, che è andato a cambiare le regole con cadenza quasi settimanale, mandando in crisi i cittadini, le imprese e i professionisti.
Assai più importante, quindi, inserire un richiamo del genere all'interno del Piano.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anche quest'emendamento lo riteniamo particolarmente importante, perché fa riferimento all'efficientamento energetico, in particolare con riguardo agli edifici pubblici; edifici che sicuramente, se si decidesse di investire e di migliorare le potenzialità, in termini di riduzione di consumi di energia, farebbero sentire sicuramente il loro impatto, in termini di miglioramento. Parliamo anche di edifici pubblici come le scuole, ad esempio, i cui riferimenti alla sicurezza sismica, in particolare, ci sembrano particolarmente attinenti.
Sappiamo che molti edifici scolastici nel nostro paese avrebbero bisogno di interventi, quindi sarebbe un'occasione per l'adeguamento dal punto di vista energetico e anche dal punto di vista sismico, oltre a un intervento in termini di miglioramento della qualità dell'aria all'interno degli istituti. Quest'ultimo punto, tra l'altro, è stato oggetto di un nostro atto d'indirizzo approvato poche settimane fa, che ha visto un impegno preciso da parte della Giunta, proprio per cercare di migliorare la qualità dell'aria all'interno delle aule scolastiche, collegato ovviamente al discorso della pandemia che, purtroppo, ha costretto e costringe tuttora gli studenti, così come noi, a indossare la mascherina in luoghi chiusi.
Interventi che consentono un riciclo e un monitoraggio costante della qualità dell'aria all'interno delle aule scolastiche sicuramente sarebbe di aiuto, non solo in periodo di pandemia, che speriamo sia superato, ma anche normalmente, per garantire una buona qualità di vita dei nostri ragazzi all'interno delle aule in cui passano tantissimo del loro tempo.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 35) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
"Il quadro clima-energia 2030 della Commissione europea e la recente Strategia energetica nazionale definiscono obiettivi di medio termine che dovranno essere declinati a livello di singole Regioni. In quest'ottica risulta fondamentale una corretta pianificazione territoriale in campo energetico che punti ad armonizzare gli interventi su scala regionale e locale con gli obiettivi assunti a livello nazionale".
Questa premessa, che ci sembrava doverosa introdurre nelle considerazioni del Piano energetico regionale, ci porta ancora di più nel quadro più generale degli avvenimenti di queste settimane. Ahimè, come sapete, gli scenari di guerra di cui abbiamo in parte discusso anche nelle scorse sedute, invece che accelerare una strategia di autonomia energetica a partire dalle uniche fonti di pace, che sono le energie rinnovabili abbiamo assistito anche in quest'Aula a un dibattito davvero miope sul ritorno a ricette molto vecchie, come quelle del nucleare. Ricordo a tutti che l'eredità nucleare è ancora in campo in questo momento con il 97% delle scorie in un triangolo d'acqua, quello di Saluggia, in un sito che continuiamo a dire che è temporaneo (ormai è lì da più di trent'anni), con ovviamente anche gravi rischi. Anche se è stato bunkerizzato, è un sito considerato molto protetto, ma ricordiamo benissimo cosa è successo nell'alluvione del 2001.
Un sistema italiano che non riesce ancora a individuare il sito di stoccaggio per queste scorie di una breve eredità nucleare continua a riproporre, anche grazie alla vicenda, che riguarda tutti, della crisi ucraina e russa, di questa guerra che sta ovviamente cambiando molti degli scenari anche di stabilità dell'economia europea, a partire dal nucleare.
Invece di ritornare a parlare di una strategia energetica a partire dal solare, dall' eolico offshore e di tante cose di cui discuteremo fra qualche minuto, c'è il rischio di inserire, in un quadro assai fallace, il ritorno addirittura al carbone o, almeno, di non chiusura di alcune centrali che era già previsto chiudere, così come quella di continuare a rimanere attaccati al gas, come si dice in termini giornalistici e non solo.
Per questo, ci sembrava doveroso ricordare la contestualizzazione del nostro Piano con quello nazionale ma, soprattutto, con le linee europee.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 37) proponiamo di aggiungere un altro punto alle considerazioni all'interno del testo della proposta di deliberazione n. 37 che è questo: "Considerato che il quadro clima e energia 2030 della Commissione europea e la recente Strategia energetica nazionale definiscono obiettivi di medio termine che dovranno essere declinati a livello di singole Regioni, in quest'ottica risulta fondamentale una corretta pianificazione territoriale in campo energetico che punti ad armonizzare gli interventi su scala regionale e locale, con gli obiettivi assunti a livello nazionale".
Questo è il tema principale di oggi: armonizzare gli interventi nazionali e regionali con i più recenti e ambiziosi obiettivi assunti a livello nazionale e sovranazionale, quindi nazionale e comunitario.
Questo è ciò che è necessario per licenziare un Piano energetico ambientale regionale che, oltre a poter sviluppare una reale utilità nell'ambito della sua attuazione, abbia degli obiettivi effettivamente in linea con il contesto generale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Emendamento rubricato n. 36) presentato da Grimaldi, Frediani, Giaccone Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento 36) semplicemente introduce nelle premesse dopo le considerazioni: "Una corretta pianificazione energetica regionale, che punti a un elevato livello di decarbonizzazione del sistema economico ed energetico, in maniera coerente con gli obiettivi di sensibilità definiti a livello europeo, deve necessariamente prevedere un aumento della quota di energia rinnovabile consumata rispetto al totale dei consumi energetici della Regione, e quindi un aumento del contributo alla produzione regionale e locale, degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili".
Questa premessa è centrale, se vogliamo dare seguito a quelle che saranno poi gli emendamenti di merito ai piani dei prossimi anni, se vorremo insieme provare a mettere al centro, per esempio, una strategia. Noi l'abbiamo definita così. Crediamo che la Regione Piemonte, entro il prossimo anno, debba non solo censire tutti i tetti e le superfici assolate del Piemonte, ma debba, di fatto, fare una strategia per inserire questo piano di efficientamento da una parte e di produzione da fonti rinnovabili dal solare al solare termico dall'altra. L'idea è quella proprio di far sì che tutte le ASL si dotino, di fatto, di impianti fotovoltaici, a partire da tutte le partecipate, da tutto il patrimonio pubblico della Regione.
Quello che chiediamo all'Assessore Marnati è di far sì che questa ricognizione sia fatta anche da tutti i Comuni.
Dobbiamo trovare il modo di unire le grandi possibilità che potrebbero avere i privati con le comunità energetiche, con un piano da 10 mila tetti fotovoltaici da mettere in campo per tutto il Piemonte. Questa strategia può far sì che la quota di energia rinnovabile consumata rispetto al totale dei consumi aumenti considerevolmente nei prossimi anni, portandoci anche più vicini a quelli che sono gli obiettivi e le strategie dell'attuale Piano energetico ambientale regionale.
Cogliamo questi ultimi secondi per fare un appello alla maggioranza affinché anche quest'emendamento venga accolto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento intendiamo inserire il seguente punto: "Considerato che una corretta pianificazione energetica regionale, che punti a un elevato livello di decarbonizzazione del sistema economico ed energetico, in maniera coerente con gli obiettivi di sostenibilità definiti a livello europeo, deve necessariamente prevedere un aumento della quota di energia rinnovabile consumata rispetto al totale dei consumi energetici della Regione, e quindi un aumento del contributo della produzione, regionale e locale, degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili;".
Abbiamo capito che l'efficientamento energetico e l'aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili non sono ulteriormente rinviabili. Chi ancora non lo sapeva - o non l'aveva capito - l'avrà certamente compreso con gli aumenti del gas che si sono visti negli ultimi periodi. A maggior ragione, lo comprenderà adesso, visti gli scenari di guerra in Ucraina, che hanno fatto schizzare in alto i prezzi delle materie prime del petrolio e del gas (peraltro, non sappiamo ancora dove arriveranno, perché possibili, preannunciati, minacciati e paventati tagli delle forniture di gas potranno ulteriormente aggravare la situazione).
Non è più rinviabile l'idea di produrre più energia da fonti rinnovabili in primis nella nostra Regione, com'è stato detto, il fotovoltaico.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
L'aspetto più rilevante di questa proposta emendativa sta proprio nelle prime parole: "Una corretta pianificazione energetica regionale". Di conseguenza, oltre al riferimento al termine "corretta", cioè alla necessità di non dover compiere errori, il concetto centrale è la "pianificazione".
Troppo spesso, purtroppo, abbiamo assistito anche in questa legislatura a decisioni prese in modo un po' impulsivo e poco ragionato anche in ambito sanitario, ad esempio senza avere una visione complessiva e globale, senza avere una visione di sviluppo futuro rispetto a certe politiche. La pianificazione dovrebbe essere il primo passo, che dovrebbe precedere qualsiasi decisione. L'abbiamo ribadito, ad esempio, quando abbiamo parlato di sanità e di Azienda Zero senza avere alle spalle il Piano Socio Sanitario.
In campo di pianificazione energetica il discorso è simile: bisogna avere ben chiaro il contesto; bisogna avere ben chiari quali sono gli interventi necessari, programmare una serie d'iniziative e dotarsi degli strumenti adeguati. In questo emendamento lo strumento che viene proposto è quello dell'energia rinnovabile, che riteniamo debba essere un punto cruciale nei futuri investimenti in tutto il Paese, in particolare nella nostra Regione.
Ricordava il Consigliere Bertola che proprio in questi giorni abbiamo più che mai toccato con mano come il nostro sistema si regga troppo su fattori esterni. Dal punto di vista energetico dipendiamo troppo da fonti che si trovano al di fuori del nostro controllo e quindi, di colpo, possiamo ritrovarci senza alcuna possibilità di accesso. Il fatto di dotarsi di una politica e di una pianificazione ragionata ci consentirebbe di avere maggiore autonomia, maggiore indipendenza e, di conseguenza, maggiore forza decisionale rispetto alle proprie politiche.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 37) presentato da Grimaldi, Bertola e Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Con quest'ultima proposta, concludiamo la parte degli emendamenti relativi alla delibera.
In questo, aggiungiamo una considerazione che ritengo accoglibile da parte della Giunta: "La Commissione europea ha adottato un ambizioso pacchetto sull'economia circolare per orientarla verso una direzione più sostenibile e offrire alle imprese la possibilità di realizzare importanti vantaggi economici, oltre a diventare più competitive. Interventi rivolti a un maggior grado di 'circolarità' dell'economia regionale e locale, infatti contribuiscono a chiudere il ciclo di vita dei prodotti, aumentando il riciclaggio e riutilizzo delle materie prime e degli scarti e apportando importanti benefici sia a livello economico che ambientale;".
Di questa vicenda ci siamo occupati più volte, anche con il Consigliere Rossi. Crediamo che almeno un cenno all'economia circolare andava ovviamente inserito in questa deliberazione. Crediamo anche che questa vicenda sia centrale, per diversi motivi: l'Unione Europea sta aggiornando la legislazione sulla gestione dei rifiuti per promuovere la transizione verso un'economia verde, un'economia circolare. Nel 2020 - sono già trascorsi due anni - ha presentato quel Green Deal che più volte abbiamo giudicato centrale anche nel ripensamento di questo PEAR. Questa vicenda include proposte anche sulla progettazione di prodotti più sostenibili sulla riduzione dei rifiuti e nel dare più potere ai cittadini, per esempio attraverso il diritto alla riparazione. I settori ad alta intensità di risorse, come l'elettronica e le tecnologie di informazione, e la comunicazione, così come le plastiche, il tessile e la costruzione, godono di una specifica attenzione.
Il Parlamento europeo, tra l'altro, nel 2021 ha votato il nuovo Piano d'azione per l'economia circolare chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un'economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche. Che cosa intendiamo? In questo modo vogliamo estendere il ciclo di vita dei prodotti contribuire a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto devono essere reintrodotti, laddove è possibile, nel ciclo economico.
Per questo, la grande riduzione di energia nel produrre questi prodotti è centrale in tutta l'economia circolare e ci sembrava giusto - ho concluso Presidente - ricordarla e rimetterla al centro dell'illustrazione di questa delibera.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il presente emendamento è l'ultimo del pacchetto relativo al testo della deliberazione e fa riferimento a un particolare molto importante, qualcosa di cui abbiamo parlato prima in un altro intervento, che è l'economia circolare. La Commissione europea ha adottato un ambizioso pacchetto sull'economia circolare, per orientarla verso una direzione più sostenibile e offrire alle imprese la possibilità di realizzare importanti vantaggi economici, oltre a diventare più competitive. Si tratta di interventi rivolti a un maggior grado di circolarità dell'economia regionale e locale: infatti, contribuiscono a chiudere il ciclo di vita dei prodotti aumentando il riciclaggio e il riutilizzo delle materie prime e degli scarti, portando importanti benefici sia a livello economico sia ambientale.
È quello che dicevamo prima: è un'opportunità. Puntare sull'economia circolare non solo va incontro a obiettivi di maggiore sostenibilità quindi è coerente con obiettivi di sostenibilità a livello regionale nazionale e comunitario, ma rappresenta anche un'opportunità di sviluppo per la nostra Regione. Le aziende che lavorano nell'ambito dell'economia circolare, le aziende che riescono a chiudere il ciclo di vita dei prodotti oggi sono aziende più competitive, che riescono a stare sul mercato, che fatturano e che riescono a creare posti di lavoro.
Pertanto, questo è un po' per chiudere il cerchio e a dimostrare, in realtà, come tutto ciò di cui stiamo parlando oggi sia globale, perché non stiamo solo parlando di ambiente, ma stiamo parlando anche di possibilità di salute e di sviluppo per la nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Al pari del termine resilienza, il tema dell'economia circolare ci accompagna ormai da due legislature, forse tre con una vista da spettatori.
È un tema di cui si parla da tempo ed è sicuramente uno degli obiettivi e degli argomenti su cui le istituzioni hanno in questi anni ragionato per cercare di guidare il cambiamento e per attrarre le aziende verso questo tipo di economia per far sì che entrino in un circuito virtuoso di reti che consentano di produrre senza impattare sull'ambiente, aumentando il riciclo e il riutilizzo delle materie prime e degli scarti. Si tratta, ovviamente di far dialogare tra loro anche aziende che lavorano e che producono in modo differente, ma che possono ritrovarsi all'interno di un sistema che consente di ottenere dei benefici per tutta la collettività.
In Regione, soprattutto nella scorsa legislatura, se ne era parlato parecchio e, sempre collegandolo al tema dei rifiuti, si erano fatte diverse proposte. Adesso la Commissione europea ha adottato l'ambizioso pacchetto citato nell'emendamento, rispetto proprio al modo di orientare l'economia circolare verso una direzione ancora più sostenibile e garantire anche alle imprese di ottenere dei vantaggi economici. Chiaramente le imprese devono realizzare dei profitti e bisogna saper conciliare questa loro esigenza con il rispetto per l'ambiente. E noi riteniamo che l'economia circolare possa essere un ottimo strumento, se il cambiamento viene guidato nel modo più corretto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 9) presentato da Grimaldi, Frediani, Gallo, Sacco Giaccone, Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è uno degli emendamenti più tecnici. All'interno del testo della proposta di deliberazione n. 37 nella parte della deliberazione, dopo la parola "delibera", è aggiunto il punto "di mettere in atto azioni in grado di innalzare al 23% (base 2005) la riduzione dei consumi per usi finali di energia entro il 2030 (revisione Direttiva EED)".
Per fare un punto anche per la Giunta, questo è uno di quegli emendamenti per noi fondamentali. Se tanti emendamenti nei preamboli potevano essere in qualche modo superati l'uno dall'altro, - difatti, abbiamo provato a fare tante ipotesi - e posto che tutti gli emendamenti sono stati di merito ed erano centrali per aggiornare il testo, l'emendamento n. 9), al contrario è fondamentale.
Queste linee d'azione si stanno già traducendo in una significativa revisione degli obiettivi specifici in ambito energetico e l'innalzamento al 23% su base 2005 è uno di questi. La decarbonizzazione totale entro il 2050 e l'innalzamento al 55% della riduzione di emissioni climalteranti entro il 2030 possono essere in qualche modo messe dentro la strategia del PEAR, solo se innalzeremo al 23% la riduzione dei consumi per usi finali di energia, solo se innalzeremo al 40% la quota di copertura degli usi finali solo se aumenteremo al 32% la riduzione dei consumi totali di energie primarie entro il 2030.
In tal senso, ancorché elaborata precedentemente alle scelte europee nessuna pianificazione locale può prescindere dall'attuazione di questi obiettivi. Il PEAR appare riferito prevalentemente a obiettivi europei più datati. Abbiamo provato a spiegarvelo in ogni emendamento, ma questi tre emendamenti, in cui vi chiediamo di riaggiornare le strategie per allinearle alla cosiddetta 2020 Long Term Strategy e al "Fit for 55", cioè l'innalzamento al 55% della riduzione delle emissioni climalteranti entro il 2050, sono fondamentali anche per la discussione sugli ordini del giorno che ci sarà dopo gli emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anche quest'emendamento ha come scopo quello di migliorare gli obiettivi del Piano. In questo caso, siamo in un'altra parte della deliberazione. Con gli emendamenti precedenti eravamo alla parte riservata a tutte le considerazioni e lì abbiamo chiesto che il Piano tenesse conto di tutti i più recenti obiettivi assunti a livello nazionale e comunitario.
Qui siamo proprio nel dispositivo della deliberazione, quindi sono assai più importanti gli emendamenti tecnici e specifici inseriti in questa parte del documento.
In questo caso, si chiede "di mettere in atto azioni in grado di innalzare al 23%, su base 2005, la riduzione dei consumi per usi finali di energia entro il 2030 (revisione della Direttiva EED)".
Chiaramente si parla, in un piano del genere, di produzione di energia da fonti rinnovabili, mentre l'altra gamba del tavolo è soprattutto la riduzione dei consumi attuali. È importante fissare un paletto come quello posto dall'emendamento, di innalzare al 23%, su base 2005, la riduzione dei consumi per usi finali entro il 2030.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 10) presentato da Grimaldi, Frediani, Gallo Sacco, Giaccone, Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
È uno dei tre emendamenti più importanti di tutti, perché prova a deliberare e ad aggiornare la deliberazione, nel senso di tutto quello che abbiamo detto nello scorso pomeriggio e in questa mattinata, ossia " di mettere in atto azioni in grado di innalzare al 40% la quota di copertura degli usi finali con fonti rinnovabili entro il 2030 (revisione della Direttiva RED)".
Ritorno sul punto, perché non vorrei che i colleghi non avessero colto, e ripetere credo possa aiutare.
Ogni attività di pianificazione ha lo scopo di definire come raggiungere gli obiettivi generali nel contesto territoriale di riferimento. Nel caso in specie, è chiaro da tempo come gli obiettivi della pianificazione energetica siano indissolubilmente legati a quelli di contrasto all'incombente crisi climatica.
Per questo, ripeto, l'Unione Europea ha messo in campo obiettivi più sfidanti che non sono - ahimè - adeguati a quelli del PEAR, perch probabilmente è un testo che viene dal passato e non si è avuto il tempo immagino, per rimodularlo.
In particolare, parliamo d'innalzamento al 40% della quota di copertura degli usi finali con fonti rinnovabili entro il 2030, mentre inizialmente era fissata al 32%. Questo innalzamento, quindi, ci dice che il PEAR è in ritardo di una quantità che non è l'8%. La differenza fra trentadue e quaranta è otto, ma percentualmente vuole dire che abbiamo un piano che è quasi al 20% in meno delle possibilità che dovrebbe darsi.
È così! Di fatto, questo 8% rappresenta esattamente una sfida più bassa un'asticella più bassa. È come se, per raggiungere gli obiettivi dell'Unione Europea, noi con il PEAR ci mettessimo venti centimetri sotto l'asticella che dobbiamo saltare.
Per non far fare brutte figure, questi tre emendamenti di merito sono fondamentali per adeguare la nostra strategia ai dettami dell'Unione Europea. Per questo spero che, per quanto elaborate precedentemente da queste scelte, ci sia la volontà che in questa pianificazione locale si raggiungano gli stessi obiettivi e si uniformino così come dovrebbe essere.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Nell'emendamento precedente si parlava di obiettivi riguardanti la riduzione di consumi; qui si parla dell'altro aspetto. Da una parte quindi, si parla di riduzione dei consumi; dall'altra, dell'innalzamento della quota di copertura degli usi finali con fonti rinnovabili. Nello specifico, si chiede "di mettere in atto azioni in grado di innalzare al 40% la quota di copertura degli usi finali con fonti rinnovabili entro il 2030".
Si parla di obiettivi in linea con i tempi. Questo piano fissa obiettivi che ci pongono qualche passo indietro a impegni già assunti. Dal 32 al 40 ci sono otto punti percentuali.
In realtà, chiedendo di innalzare da trentadue a quaranta, stiamo chiedendo di aumentare del 25% questi obiettivi. Non sono dettagli e non è campato in aria quello che chiediamo, ma è in linea con gli impegni più recenti assunti.
Pensiamo che un Piano energetico regionale, vigente da qui in poi per i prossimi anni, debba tenere conto di questi più recenti sviluppi.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

È un emendamento più tecnico e si entra più nel dettaglio. Siamo in un'altra parte del provvedimento, dove si va proprio a definire le azioni e gli obiettivi. Si propone di alzare la quota di copertura degli usi finali con fonti rinnovabili e si pone il termine del 2030, quindi si va a modificare la percentuale di copertura, ponendosi un obiettivo più ambizioso.
È sicuramente un passo che siamo costretti a fare, non è più questione di scelta. Gli sviluppi degli ultimi giorni, e quelli che vedremo ancora nei prossimi giorni, ci portano necessariamente verso questa direzione e ci portano a grandi passi. Non abbiamo tanto tempo per riflettere, anche perché la decisione è chiaramente quella giusta, quella che ci serve in questo momento, e neanche per realizzare. Siamo già ritardo, avremmo già dovuto essere un passo avanti.
L'emendamento non fa altro che porre un obiettivo, una percentuale di copertura, e porre il termine entro il quale raggiungerla, cercando di continuare un percorso che sta partendo un po' troppo lentamente e che rischia di lasciarci scoperti per un periodo che, purtroppo, le ultime vicende hanno reso ancora più immediato, più vicino e ci sta obbligando ad assumere decisioni in stato emergenziale, quando avrebbero dovuto essere parte di una politica lungimirante e attuata da diverso tempo.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 11) presentato da Grimaldi, Frediani, Gallo Sacco, Giaccone, Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo è il terzo e ultimo degli obiettivi che proviamo a rivedere.
Vi do una notizia: questi tre obiettivi non sono stati scritti dai Consiglieri Grimaldi, Frediani e Bertola e da tutti i colleghi del Partito Democratico e del centrosinistra che hanno sottoscritto quest'emendamento ma ci sono stati suggeriti dal Politecnico di Torino, dall'Università degli Studi di Torino e dall'Università del Piemonte Orientale, che nelle scorse sedute ci hanno ricordato di dover costantemente aggiornare la nostra pianificazione a quello che stava avvenendo nell'Unione Europea.
Che cosa è successo? Lo ricordiamo per l'ultima volta. Di fatto, ma per fortuna, anche la pressione internazionale della comunità scientifica e dei grandi movimenti ambientalisti hanno portato, soprattutto negli ultimi tre anni, l'Unione Europea a cambiare considerevolmente gli obiettivi generali.
E in questo l'innalzamento al 32% su base 2005 della riduzione dei consumi totali di energia primaria entro il 2030 fa parte della revisione della direttiva EED.
Qual è il punto? Che l'innalzamento previsto, di fatto, nella nostra deliberazione è quella del 25% e questo shift, questo innalzamento del 7 non è stato secondo noi registrato dentro l'impianto deliberativo. Ragion per cui, ancorché elaborate precedentemente, queste scelte europee, nessuna pianificazione locale può prescindere dall'attuazione di questi obiettivi quindi il PEAR appare riferito prevalentemente a obiettivi europei più datati, come abbiamo detto. Soprattutto, se guardiamo nel preambolo della nostra deliberazione, è citato il decreto Burden sharing, ovvero la trasposizione nazionale del pacchetto per il clima del 2020. Nelle premesse sono chiari gli scenari al 2020 e al 2030, ma mancano gli orizzonti più importanti della programmazione al 2040 e 2050; nella medesima premessa si cita la roadmap per il 2050, ma non esprime scenari e obiettivi al 2050.
Da questo punto di vista credo, Assessore Marnati, che questi ultimi tre emendamenti rappresentino per lei un'opportunità più unica che rara di adeguare il PEAR a quel che, in qualche modo, non solo è la discussione e lo scenario in campo europeo ma, soprattutto, le sfide nazionali.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento chiede di mettere in atto azioni in grado di innalzare al 32% su base 2005 la riduzione dei consumi totali di energia primaria entro il 2030, quindi la revisione della Direttiva EED. Voglio rimarcare che questa non è politica. Questo è il luogo della politica? È un'assemblea legislativa e si fa politica, ma queste modifiche sono suggerite dalla comunità scientifica e lo voglio ribadire.
In occasione del Consiglio regionale aperto, l'Assessore Marnati ha detto che non bisogna - lui, come altri - avere approcci ideologici alla questione, a parte il fatto che oggi si usa dire che si ha un approccio ideologico quando si vuole un po' offendere e sminuire l'avversario o sminuire ciò che vuole dire, ma non c'è nulla di male ad avere un approccio ideologico, perché vuol dire avere una visione. Al di là di quello, non è un approccio ideologico, ma è quanto suggerito dalla comunità scientifica.
Il vero approccio ideologico è chi dice "no, non lo facciamo".
Poiché, a maggior ragione, queste non sono idee che sono venute ad alcuni Consiglieri, pur legittime, idee che sono emerse nel corso di una nota dei Consigliere di opposizione che volevano fare degli emendamenti, ma sono migliorie specifiche a un piano suggerite dal Politecnico di Torino probabilmente varrebbe la pena tenerle in considerazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Passiamo al successivo emendamento.
Emendamento rubricato n. 12) presentato da Grimaldi, Frediani, Gallo Sacco, Giaccone, Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Di questo abbiamo parlato più volte anche in Commissione. Credo che sia un emendamento molto semplice, lo ripeto per tutti. Chiediamo, infatti, di aggiungere all'interno del provvedimento, dopo le parole "delibera" il seguente punto: "di mettere in atto azioni che facilitino la creazione e lo sviluppo di comunità energetiche sostenibili attraverso l'istituzione di sportelli a livello provinciale dotati del personale e dei mezzi necessari per un efficace funzionamento".
Assessore, come lei sa, esiste una legge sulle comunità energetiche l'abbiamo approvata nella scorsa consigliatura. Ringrazio, tra l'altro tutti i colleghi che hanno lavorato allora su questa legge e continuano anche in questa legislatura a chiederne un accesso anche più semplice. Per questo, ci è sembrato giusto raccogliere le osservazioni degli auditi e delle discussioni che abbiamo fatto in Commissione, cioè come possiamo aiutare la costituzione delle comunità energetiche? Noi pensiamo che, per esempio, a livello metropolitano e a livello delle Province potremmo istituire degli sportelli per facilitare non solo il funzionamento, ma l'istituzione.
Come sapete, è una vicenda più complicata di quanto si pensi, non pu essere demandata solo alla libera partecipazione dei cittadini. Pertanto auspichiamo che questo tipo di emendamento, fra i più semplici di quelli che abbiamo presentato, sia accolto, anche perché nella parte deliberativa vorremmo che la Regione s'impegnasse in prima persona a sostenere le comunità energetiche, anche attraverso un sostegno di personale ed economico, perché crediamo che questo acceleri considerevolmente una svolta, ovviamente sia per le energie rinnovabili ma, soprattutto, per l'efficienza energetica.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo sempre al dispositivo della delibera. In questo caso, chiediamo di mettere in atto azioni che facilitino la creazione e lo sviluppo di comunità energetiche sostenibili attraverso l'istituzione di sportelli a livello provinciale, dotati di personale e di mezzi necessari per un efficace funzionamento.
Questo Consiglio regionale ha già dimostrato di credere nelle comunità energetiche: al riguardo, è stata approvata una legge nella scorsa legislatura; legge che non aveva uno specifico colore politico, ma la cui approvazione è stata l'atto finale di un tavolo di lavoro al quale hanno partecipato tutte le forze politiche. Del resto - lo riconosco anche nelle parole dell'Assessore - anche questa Giunta sembra credere nella possibilità, nell'efficacia e nell'utilità delle comunità energetiche.
Allora, dobbiamo tutti lavorare perché sia più semplice, dal punto di vista burocratico e amministrativo, costituire queste comunità, e perché sul territorio ci siano degli strumenti che possano agevolare la loro costituzione.
È più che giusto chiedere l'istituzione di sportelli a livello provinciale che abbiano personale adeguato e formato, oltre che i mezzi necessari per un efficace funzionamento. La costituzione di comunità energetiche è uno degli elementi a nostro avviso più importanti, soprattutto nei territori marginali, per far sì che si possa arrivare a consumare meno, ma soprattutto a produrre energie da fonti rinnovabili e ad abbassare la bolletta energetica di tutti.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Bertola ricordava l'iter svoltosi nella scorsa legislatura relativamente all'approvazione di questa proposta di legge sulle comunità energetiche. Su questo tema abbiamo lavorato soprattutto con l'apporto dei nostri ex colleghi di Gruppo.
È un tema che ha raccolto sensibilità trasversali, perché tutti noi ci siamo resi conto dell'importanza di legiferare in materia e di sostenere la nascita di queste comunità energetiche. Adesso, a maggior ragione, crediamo che all'interno di un piano che si occupa proprio di energia si debba ritornare a valorizzare le comunità energetiche e ci si debba dotare di nuovi strumenti per facilitarne la creazione e lo sviluppo.
L'emendamento propone semplicemente l'istituzione di sportelli a livello provinciale, dotati di personale e di mezzi necessari per un efficace funzionamento.
Molto spesso ci sono delle ottime idee, seguite da buone leggi che consentono di svilupparle. Poi, però, ci si trova a dover affrontare degli iter complicati o delle procedure che non sono facilmente accessibili o comprensibili, quindi la buona legge rischia di diventare soltanto uno strumento inutilizzato, un qualcosa di scritto sulla carta e di non attuato.
Con quest'emendamento chiediamo, invece, di fornire ulteriori strumenti per far sì che questa idea ben espressa in legge diventi qualcosa di ancor più reale e possa contribuire a sostenere il sistema energetico della nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 13) presentato da Grimaldi, Frediani, Gallo Sacco, Giaccone, Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ringrazio ovviamente tutti i colleghi, soprattutto i Consiglieri di maggioranza, che immagino abbiano ascoltato attentamente l'illustrazione dei nostri emendamenti per due pomeriggi e per tutta la mattinata.
L'abbiamo fatto perché, come l'Assessore Marnati sa, ci teniamo ad approvare quanto prima, tutti insieme, il Piano energetico ambientale regionale. Abbiamo provato a contribuire a nostro modo a questo testo.
L'abbiamo fatto con tanti emendamenti che provano a migliorarlo, per quanto ovviamente sia possibile.
Con quest'emendamento chiediamo di aggiungere un punto alla deliberazione cioè "di mettere in atto azioni in grado di incentivare l'adozione di energie rinnovabili anche per affrontare il problema della povertà energetica, sostenendo gli investimenti delle famiglie proprietarie di case con redditi bassi;".
Perché diciamo questo? Si fa presto a dire che, in qualche modo, gli incentivi devono essere demandati ai privati. In realtà, già il Bonus 110 prevede una considerevole opportunità per tanti di cambiare il quadro energivoro delle case (cambiare le caldaie, fare i cappotti termici cambiare classe energetica, installare il fotovoltaico sui tetti).
Il Bonus 110% però ha tanti limiti: il primo è che, per quanto si pensi che non ci sia bisogno di anticipare risorse (anzi, lo Stato dovrebbe restituirti più di quanto hai speso), in realtà scopriamo che la gran parte dei soggetti che ne hanno tratto beneficio è spesso la parte più abbiente di questo Paese, per tanti motivi: innanzitutto, mettere d'accordo i condomini è assai difficile; inoltre, non si è probabilmente capito che la corsa contro il tempo avrebbe generato una bolla speculativa infinita infine, verosimilmente non si è pensato fino in fondo cosa sarebbe successo con la cessione del credito (basta vedere le frodi). Io, però, non sono per buttare via tutto. Anzi, sono favorevole a trovare, in qualche modo, un sistema per incentivare questa pratica, per migliorarla. Ma sono anche per sostenere le fasce più deboli e i redditi più bassi, e provare a far sì che la produzione di energie alternative, anche grazie ai proprietari di case con redditi bassi, possa essere fatta a partire da una normazione straordinaria regionale.
Per questi motivi, spero che l'emendamento rubricato n. 37) venga accolto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento si chiede di mettere in atto azioni in grado di incentivare l'adozione di energie rinnovabili anche per affrontare il problema della povertà energetica, sostenendo gli investimenti delle famiglie proprietarie di case con redditi bassi. L'aumento di produzione di energia da fonti rinnovabili passa soprattutto dall'autoproduzione, quindi dalla produzione di energia da fonti rinnovabili dei condomini, ma anche delle piccole unità immobiliari.
Ci sono famiglie che potrebbero trarre un gran beneficio dal produrre energia da fonti rinnovabili, che potrebbero abbassare radicalmente la loro bolletta energetica ma non hanno i fondi necessari per fare gli investimenti che servono per dotarsi di strumenti che permettano di produrre l'energia da fonti rinnovabili. C'è il superbonus, non ci sarà per sempre, ma in più abbiamo visto che in un certo momento si può fare la cessione del credito, poi arriva un decreto che dice che si può fare una sola volta. Ovviamente, quando a fare tutti questi castelli di carta e di cessione di crediti sono i mercati finanziari e le banche va sempre bene quando invece questi giri e questi castelli di carta vanno a vantaggio dei cittadini, a un certo punto c'è qualcuno che dice "no, la cessione del credito si fa una sola volta".
Per fortuna, si è tornati parzialmente indietro rispetto a quella decisione, però è chiaramente una difficoltà, perché è chiaro che chi non ha la possibilità di fare cessione del credito per accedere al superbonus deve avere la capienza fiscale. E qui torniamo al problema di prima, di famiglie a basso reddito che potrebbero avere un vantaggio a fare determinati investimenti, un vantaggio duraturo nel tempo, ma nell'immediato non possono farvi fronte.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Quest'ultimo emendamento pone l'attenzione sul tema della povertà energetica, quindi ha un occhio di riguardo verso le famiglie proprietarie di case con redditi bassi. Ricordava il Consigliere Bertola i bonus che negli ultimi mesi hanno consentito ad alcune famiglie - non a tutte, perch nelle ristrutturazioni una parte d'investimento è prevista - che diversamente non avrebbero avuto possibilità di intervenire sulle loro abitazioni, di accedere a risorse che consentano di migliorare dal punto di vista energetico, e non solo, le loro case.
Purtroppo ci sono stati dei problemi, ci sono state delle difficoltà, c'è stata l'interruzione dei bonus; poi, per fortuna, la situazione si è sbloccata, però in un clima d'incertezza diventa difficile fidarsi nuovamente e affidarsi a queste iniziative, investendo delle risorse e rischiando di trovarsi nei guai nel momento in cui il Governo cambia direzione. Però credo che andare a sostenere le famiglie che decidono di investire per migliorare il rendimento energetico delle abitazioni porta di conseguenza, a benefici per tutta la collettività, quindi che quella sia la direzione giusta. Consente di migliorare l'edilizia nel nostro Paese consente di migliorare la vita delle famiglie che, all'interno delle loro case, vivono e, più in generale, ha un impatto sull'ambiente in cui tutti noi viviamo.
Pertanto, l'emendamento chiede di mettere in atto azioni in grado di incentivare l'adozione di energie rinnovabili anche per affrontare il tema della povertà energetica, sostenendo gli investimenti delle famiglie proprietarie di case con redditi bassi. Di conseguenza, è perfettamente in linea con la visione che abbiamo appena espresso.



PRESIDENTE

Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa l'illustrazione degli emendamenti.
Passerei alla discussione generale, pertanto chiedo se vi siano interventi in discussione generale sugli emendamenti. Sono tre minuti su tutti gli emendamenti.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Chiedo solo una cosa sull'ordine dei lavori. Adesso c'è la discussione generale sugli emendamenti.



PRESIDENTE

Poi ci sono le dichiarazioni di voto e le votazioni.



GRIMALDI Marco

Ma non sarebbe più opportuno - lo chiedo - che la Giunta intervenga prima così capiamo anche.



PRESIDENTE

Prima della discussione generale, no.



GRIMALDI Marco

E alla fine della discussione generale è chiesto l'intervento della Giunta o nemmeno?



PRESIDENTE

Se volete che sia fatto prima della dichiarazione di voto, non è un problema. Penso che la Giunta sia preparata a rispondere; infatti l'Assessore Marnati annuisce.
È, pertanto, aperta la discussione generale.
Chiedo se vi siano interventi in discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente. Proverò in cinque minuti a mettere insieme tutte le considerazioni che abbiamo provato a descrivere in tanti emendamenti.
Presidente, c'è però un rumore assordante.



PRESIDENTE

Sì, ma il rumore arriva da fuori dall'aula. Purtroppo non possiamo ancora chiudere le porte, però chiedo agli uscieri e agli addetti di far tenere un comportamento idoneo nella sala antistante all'Aula.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Abbiamo provato a spiegare che il quadro informativo di base del PEAR dev'essere, secondo noi, notevolmente ampliato e irrobustito. Il periodo temporale di analisi deve estendersi dal 1990, come riferimento per gli impegni di riduzione di emissioni climalteranti, almeno al 2019, cioè l'ultimo anno pre-pandemia.
Le differenti fonti di dati devono essere integrate in modo omogeneo e come abbiamo spiegato in tanti emendamenti, tracciabili. Alcuni spunti: la riorganizzazione della parte introduttiva del PEAR con un'integrazione del preambolo, l'estensione dei dati su base annua, l'introduzione di una nota metodologica delle serie storiche.
Arriviamo poi alle osservazioni più generali. Come abbiamo detto più volte l'attività di pianificazione ha lo scopo di definire come raggiungere gli obiettivi generali nel contesto territoriale di riferimento; nel caso di specie, è chiaro da tempo come gli obiettivi di questa pianificazione energetica siano indissolubilmente legati a quelli di contrasto all'incombente crisi climatica.
In quest'ambito, l'Unione Europea ha impresso negli ultimi anni un'accelerazione che abbiamo provato a spiegare e che non è solo quella della decarbonizzazione totale o dell'innalzamento al 55% delle riduzioni delle emissioni climalteranti entro il 2030. Sono tante strategie, tanti pacchetti e tante politiche che abbiamo provato a inserire, emendamento dopo emendamento. In particolare, se posso riassumere, ci sono tre punti nella deliberazione, che vanno assolutamente aggiornati.
Primo, l'innalzamento al 23% base 2005 della riduzione dei consumi per usi finali di energia entro il 2030, inizialmente fissata al 2017 (la revisione della Direttiva EED dev'essere dentro questi emendamenti).
Secondo, l'innalzamento al 40% della quota di copertura degli usi finali con fonti rinnovabili entro il 2030, cioè la revisione della Direttiva RED inizialmente fissata al 32%.
Terzo, l'innalzamento al 32% su base 2005 della riduzione dei consumi totali di energia primaria entro il 2030, cioè la revisione della Direttiva EED, inizialmente fissata al 25%.
Per concludere, Presidente, ancorché elaborate precedentemente queste scelte europee, nessuna pianificazione locale può prescindere dall'attuazione di questi obiettivi. Per questo, abbiamo provato a presentare proposte, allineandole alle più recenti strategie e indicazioni fissate a livello europeo.
Gli scenari di pianificazione e i relativi obiettivi devono essere estesi agli orizzonti 2030, 2040, 2050 e, come abbiamo provato a spiegare, deve definire, in termini inequivoci e tracciabili, criteri e modalità di monitoraggio del raggiungimento di questi obiettivi.
Per questo chiediamo all'Assessore Marnati, se possibile, di prendere la parola prima delle dichiarazioni di voto, perché farebbe, intanto, piacere sapere se ha condiviso la gran parte delle nostre osservazioni, e poi se vuole dirci come, metodologicamente, superare questo quadro del PEAR, che probabilmente è frammentario, ma non per colpa degli Uffici e non certo solo per colpa del tempo che è passato.
Crediamo - lo diciamo anche per il futuro - che se vogliamo migliorare la qualità della nostra formazione, dobbiamo aggiornare anche le modalità di revisione di questi piani.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto interviene il Consigliere Bertola in discussione generale; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente, non per riassumere il contenuto degli emendamenti illustrati, ma semplicemente per ribadire che questi non hanno una fonte ideologica o un'intenzione di andare a inserire visioni diverse, visioni di parte, ma vanno semplicemente a integrare il Piano con i più recenti impegni e sviluppi, a livello nazionale e internazionale, sul tema della riduzione dei consumi, delle emissioni climalteranti e della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Queste proposte di modifica si possono chiamare "aggiornamenti" e si spiegano con la volontà di avere un Piano che non parta già in ritardo e indietro di qualche anno, non tanto come approvazione, ma rispetto agli obiettivi, ma che sia un qualcosa che possa veramente essere ritenuto valido e la cui attuazione non rischi di portarci a una situazione che non ci veda in linea con obiettivi presi a livello più alto di quello regionale.
Penso valga la pena prendere in considerazione questi emendamenti e di trovare il modo per integrarli all'interno del Piano.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi altri iscritti a parlare, chiedo all'Assessore di esprimere il parere della Giunta regionale sugli emendamenti.
Prego, Assessore.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Innanzitutto volevo sottolineare che molte cose dette, in realtà, o sono già scritte o sono negli emendamenti già approvati in Commissione.
L'emendamento 50), ad esempio, prevede il rapporto statistico sull'energia in Piemonte 2020, che va ad aggiornare i dati che oggi avete sottolineato essere vecchi.
Tutti gli emendamenti non sono accoglibili per alcune motivazioni. Alcuni sono anche condivisibili, ma non pertinenti, nel senso che non appaiono inseribili nel punto proposto. Alcuni sono ridondanti, ripetitivi e per alcuni siamo in attesa di avere la Strategia Energetica Nazionale. Come ben sapete, aspettiamo i decreti proprio per aggiornare il nostro Piano ai famosi nuovi dati e obiettivi previsti dalla Commissione europea. Appena il Governo lo andrà a definire, anche noi, attraverso il Piano stralcio (appena approvato questo Piano), andremo ad aggiornare molte delle cose che avete sottolineato; alcune, devo dire, forse non erano coerenti e sbagliate, però, nel contesto, tutti gli emendamenti non sono accoglibili così come scritti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Vi sono dichiarazioni di voto in merito agli emendamenti? Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto, colleghi, solo per un po' di verità: da settimane abbiamo l'opportunità di discutere del PEAR e mi spiace di non aver sentito pronunciarsi tanti colleghi, perché credo che questa strategia sia una strategia che vincolerà e indirizzerà molte delle nostre scelte. Mi spiace altrettanto, che alcuni emendamenti definiti accoglibili, adesso siano tutti bocciati, in quanto, immagino, non si è voluto trattare sulla fine della discussione.
Avevamo proposto di concludere la nostra illustrazione la scorsa settimana non l'avete voluta cogliere e credo che, per ripicca, bocciare tutti gli emendamenti sia un atto infantile e anche inutile, che tra l'altro non porterà bene neanche alla discussione di questo Piano energetico.
A differenza vostra, noi rimaniamo nel merito e credo che sarebbe stato almeno opportuno dire a verbale quali sono i limiti di tutto questo.
Intanto, la lunga gestazione del PEAR ne comporta, necessariamente, un suo deficit di adeguatezza, perché il lento e macchinoso processo stesso di elaborazione del PEAR lo rende strutturalmente inadeguato alle dinamiche incrementali di cui abbiamo parlato e che pongono le sfide correnti in materia di clima ed energia.
Diciamo anche altro. A valle della discussione sul PEAR, è di fondamentale importanza ripensare radicalmente alla modalità di gestione nella pianificazione energetica regionale e locale, quindi l'attuale fragilità del quadro regionale in materia di energia è causato da una storica sottovalutazione italiana di come, in qualche modo, aggiornare anche il quadro dei dati sulle emissioni. Tra l'altro, in questo senso è un deficit che risale a tempi anche molto lontani.
La transizione energetica e il contrasto alla crisi climatica sono partite da giocare soprattutto a livello locale. Per questo ci sembrava giusto adeguare non solo le sfide, ma aggiornare gli obiettivi, ma solo l'istituzione di un'attività sistematica e strutturale di osservatorio regionale su energia e clima può fornire il supporto affidabile e adeguato alla pianificazione locale.
Per questo, parte della discussione proveremo a spostarla sugli ordini del giorno, perché non avete accolto niente delle nostre proposte perché le dichiarate ridondanti o superficiali e inutili. Visto che credo che né io né il Consigliere Bertola né la Consigliera Frediani né tutti i colleghi di opposizione siano superficiali e ridondanti, proveremo, durante la discussione dei venti ordini del giorno, a farvi cambiare idea.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Scontata la dichiarazione di voto favorevole agli emendamenti illustrati.
Anche noi ci rammarichiamo per il parere contrario della Giunta regionale sugli emendamenti che abbiamo illustrato che, ripeto, non riflettevano particolari visioni di parte, ma semplicemente la volontà di dotare la Regione di un piano migliore.
Non abbiamo neanche noi trovato particolari ridondanze, anche perché una possibile ridondanza poteva giungere dalla presentazione di alcune centinaia di emendamenti che su alcuni temi rischiavano di suonare come ridondanti, ma con un numero limitato a meno di quaranta è difficile che risultino ridondanti se approvati tutti, nemmeno se approvati in parte.
Chiaramente l'Aula è sovrana, voterà; poi ci sono anche gli atti d'indirizzo, che chiaramente hanno una cogenza molto inferiore rispetto al contenuto normativo di una delibera piuttosto che di una legge, però anche questi possono essere utili per dare indirizzi alla Giunta regionale nell'attuazione del Piano e di politiche che devono essere collegate al Piano.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Non essendovi altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto passerei alla votazione degli emendamenti.
Ricordo che l'emendamento rubricato n. 1) è stato ritirato.
Ricordo che il numero legale è ventitré.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).



GRIMALDI Marco

Presidente, scusi, rettifico il voto.
Il mio sarà un voto di presenza.



PRESIDENTE

Segnaliamo il voto di presenza del Consigliere Grimaldi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Volevo esprimere voto favorevole.
BONGIOANNI Paolo (fuori microfono) Comunico che il sistema non ha preso la mia votazione.



PRESIDENTE

Adesso verifichiamo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Con questa votazione abbiamo concluso l'attività emendativa.
Adesso passerei all'esame e alla discussione degli atti d'indirizzo collegati.
Sono stati presentati venti ordini del giorno a prima firma del Consigliere Grimaldi.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Presidente Allasia, chiedo che quest'Aula si esprima e voti per riportare in fondo all'o.d.g. - mi perdoni il giro di parole - gli ordini del giorno collegati alla proposta di deliberazione.



PRESIDENTE

Gli ordini del giorno, per Regolamento e per prassi, sono sempre stati trattati contestualmente alle proposte di legge, alle delibere e agli atti del Consiglio. Occasionalmente, se c'è l'accordo di tutti, si possono trattare in seduta successiva, però ci dev'essere un accordo di tutti, non si fa una votazione per spostare la trattazione degli ordini del giorno ad altra seduta.
Pertanto, se sono tutti d'accordo, si spostano ad altra seduta e si passa alla votazione finale, altrimenti proseguiamo con la trattazione e votazione dei venti ordini del giorno e, successivamente, alla votazione finale. C'è il silenzio-assenso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto la ringrazio perché ha espresso bene l'articolo 87, che probabilmente in questo momento sfuggiva al collega Preioni, per due motivi. Intanto non possiamo cambiare l'ordine dei lavori generali in corso, c'è una seduta mattutina in cui si può chiedere come si spostano gli argomenti. Certo, potete sospendere il Piano - questo sì, è lecito - e passare ad Azienda zero, oppure nei limiti dell'articolo 87 succedono due cose: che alcuni ordini del giorno, ahimè, forse decadranno perché ci sono gli emendamenti che sono stati respinti, e di questo sono consapevole. Ce ne sono ancora quindici e credo che avrò la possibilità di illustrarveli per dieci minuti, quindi i prossimi 150 minuti vorrei dedicarli a questo.
Colgo il fastidio e l'insofferenza da parte del collega Preioni. Mi dispiace davvero, avrebbe potuto cogliere la nostra proposta di mediazione la scorsa settimana e, tra l'altro, lo ricordo, avremmo finito già da tempo. Non è stato così, ci sarà stata un'incomprensione, però queste incomprensioni forse andrebbero risolte in una sede più opportuna, che è quella della Conferenza dei Capigruppo.
Sono disponibilissimo anche a rivedere, perché non ho nessuna intenzione di rimandare all'infinito la votazione del Piano. Credo che non abbiate colto del tutto le opportunità che vi abbiamo dato, perché stiamo parlando di trentasette emendamenti; l'ostruzionismo è un'altra cosa. Sono trentasette emendamenti di merito che abbiamo illustrato perlopiù in tre colleghi, tra l'altro non sempre e non tutti.
Colleghi, eviterei di ricordare male l'articolo 87; tante altre volte abbiamo deciso insieme di rinviare in un momento successivo gli ordini del giorno. Non è questo il caso, perché non c'è un consenso unanime a derogare sul Regolamento. Però, Presidente, se la richiesta è di confrontarci nella riunione dei Capigruppo, sono d'accordo e possiamo farlo, così magari comprenderemo meglio qual è il destino anche dei prossimi Consigli regionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Possiamo proseguire con l'illustrazione degli ordini del giorno.
. Ordine del giorno n. 760 "Riduzione delle emissioni climalteranti" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 761 "Risparmio energetico" presentato da Grimaldi.
L'ordine del giorno è inammissibile, ai sensi dell'articolo 87, comma 2 del Regolamento, poiché riprende testualmente l'emendamento rubricato n. 9).
. Ordine del giorno n. 762 "Fonti rinnovabili" presentato da Grimaldi.
L'ordine del giorno è inammissibile, ai sensi dell'articolo 87, comma 2 del Regolamento, poiché riprende testualmente l'emendamento rubricato n. 10).
. Ordine del giorno n. 763 "Contrasto alla povertà energetica" presentato da Grimaldi.
L'ordine del giorno è inammissibile, ai sensi dell'articolo 87, comma 2 del Regolamento, poiché riprende testualmente l'emendamento rubricato n. 13).
. Ordine del giorno n. 764 "Comunità energetiche" presentato da Grimaldi.
L'ordine del giorno è inammissibile, ai sensi dell'articolo 87, comma 2 del Regolamento, poiché riprende testualmente l'emendamento rubricato n. 12).
. Ordine del giorno n. 765 "Transizione ecologia delle imprese" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 766 "Mappatura delle aree idonee all'installazione di pannelli fotovoltaici" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 767 "Riduzione dei consumi totali" presentato da Grimaldi.
L'ordine del giorno è inammissibile, ai sensi dell'articolo 87, comma 2 del Regolamento, poiché riprende testualmente l'emendamento rubricato n. 11).
. Ordine del giorno n. 768 "Promozione delle fonti rinnovabili" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 769 "Taglio dei sussidi dannosi per l'ambiente" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 770 "Semplificazioni per promuovere le fonti rinnovabili" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 771 "Effetti della guerra russo-ucraina sul piano energetico" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 772 "Promozione del biometano" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 773 "Promozione dell'eolico offshore" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 774 "Efficienza energetica per le imprese e le famiglie" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 775 "Fondo di garanzia per le comunità energetiche" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 776 "Decarbonizzazione" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 777 "Progetto Elettrificazione verde" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 778 "Risparmio, efficientamento e smartworking" presentato da Grimaldi.
. Ordine del giorno n. 779 "Denuclearizzare e demilitarizzare l'energia" presentato da Grimaldi.
Chiedo se vi sia l'intenzione di illustrarli e proporrei di fare un'unica illustrazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Le chiederei di non fare un'unica illustrazione, anzi le chiederei di volta in volta di chiedermi se intendo illustrarlo, perché vorrei concentrarmi sull'oggetto e non ho voglia di parlare per due ore e mezzo del più e del meno.
Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 760 presentato da Grimaldi, inerente a "Riduzione delle emissioni climalteranti".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente e colleghi.
Questo è uno dei quindici emendamenti che abbiamo ancora in oggetto ed è sulla riduzione delle emissioni climalteranti. Parte di questa discussione l'avete già compresa, ma credo che sia bene, visto l'atteggiamento di chiusura dell'Assessore Marnati e di assoluta indifferenza rispetto alla crisi climatica, che io prenda la parola per ricordarvi l'oggetto di quest' ordine del giorno.
La crisi climatica ed ecologica è oggi un tema prioritario che coinvolge scienza, società e politica. Credo che l'evidenza scientifica dell'entità del riscaldamento globale si è andata sempre più consolidando negli ultimi anni, così come la consapevolezza che a causarlo sono le emissioni di gas climalteranti derivanti, perlopiù, dall'impiego dei combustibili fossili e l'uso non sostenibile del territorio e delle risorse naturali.
Il Rapporto speciale sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5°C pubblicato dall'Intergovenmental Panel on Climate Change (IPCC) nel 2018 stima che "le attività umane abbiano causato un riscaldamento globale di circa 1,0° C rispetto ai livelli preindustriali, con un intervallo probabile fra 0,8 e 1,2°C", e aggiunge che "è probabile che il riscaldamento globale raggiungerà 1,5° C tra il 2030 e il 2052 se continuerà ad aumentare al tasso attuale".
Qual è il senso di tutto questo? Rallentare il tasso attuale.
È quello che abbiamo provato a fare in tanti emendamenti del Piano energetico ambientale ed è quello che proveremo a fare anche con questi ordini del giorno.
Dopo l'approvazione, nel biennio 2018-2019, delle iniziative previste dal pacchetto "Energia pulita per tutti gli europei", presentato dalla Commissione europea con l'obiettivo di rendere competitiva l'Unione nella transizione energetica, e del Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC), si sono verificate significative evoluzioni in Europa con la definizione del Green Deal, che vede gli obiettivi al 2030, che ha innalzato il target di riduzione delle emissioni di CO2 dal -40% al -55% nel 2030 rispetto ai dati del 1990 e ha posto l'obiettivo di zero emissioni nette entro 2050 per tutto il continente europeo.
Spesso ci lamentiamo del nostro vecchio continente e anche delle leadership europee, ma, ancora oggi, venti di guerra ci portano a vedere plasticamente quant'è la distanza fra la politica, anche multilaterale, che in tanti invocano. È un'Unione Europea che avrebbe dovuto rendersi conto del suo ruolo ben prima dei fatti che stiamo vivendo.
Possiamo dire, altrettanto, che sui temi della riconversione ecologica dell'economia e della transizione l'Unione Europea ha avuto il merito di accelerare molte sfide, anche inadeguate dal punto di vista nazionale.
Inoltre, è recentissimo il recepimento nella legislazione europea degli effetti più nefasti del nostro carico antropico e anche del sistema predatorio, che questo capitalismo ha nella sua matrice originaria.
Questo è successo anche con un recentissimo recepimento, nella legislazione nazionale, della cosiddetta Direttiva sulla promozione delle fonti rinnovabili, che è la RED 2, certamente in una forma più edulcorata e forse meno efficace e stringente di quella pensata dal Piano Integrato Energetico dell'Unione Europea.
Nell'ottica di fare propria l'accelerazione impressa dall'Unione Europea al processo di decarbonizzazione totale (il cosiddetto net to zero) dell'economia europea entro il 2050 e l'innalzamento al 55% (base 1990) della riduzione di emissioni climalteranti entro il 2030 e tradurre queste linee di azioni in un'efficace azione politica e amministrativa, noi abbiamo pensato l'impegnativa di quest'ordine del giorno.
Abbiamo fatto tutto ciò perché sappiamo benissimo che, nella maggior parte delle regioni continentali, gli estremi caldi saranno più numerosi rispetto a quelli freddi, e su scala giornaliera e stagionale ci saranno davvero ancora tanti cambiamenti. È probabile che le ondate di calore saranno più frequenti e dureranno più a lungo. Ciononostante, si avrà comunque degli estremi freddi occasionalmente anche in inverno.
Questa è un'occasione per dire ancora una volta che la crisi climatica ed ecologica è già qui alle nostre porte, provoca ogni anno danni per centinaia di milioni di euro e mette a rischio interi settori produttivi e la vita delle persone. Per risolverla, occorre innanzitutto uscire dalla visione di ambiente come di una responsabilità settoriale ed entrare in un'ottica per la quale tutte le politiche devono essere funzionali all'obiettivo della riconversione ecologica della società improntata alla giustizia sociale e ambientale.
Occorre avere piena consapevolezza che il tempo per agire e per evitare effetti irreversibili disastrosi sul clima è molto breve e che è compito della Regione contribuire a raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo fissati da regolamenti che abbiamo citato in questo documento.
Occorre anche prendere coscienza che quelle che fino a poco tempo fa erano considerate soluzioni radicali nel campo della mobilità, delle energie e della gestione dei rifiuti, oggi sono strumenti ordinari. Anche se sembra che tutto non cambi, ci sono diverse spinte che ci portano a dire che l'attenzione è comunque diversa rispetto ad alcuni anni fa. Occorre prendere coscienza che quelle che fino a poco tempo fa venivano considerate soluzioni radicali nel campo della mobilità, dell'energia e della gestione dei rifiuti, oggi sono strumenti ordinari condivisi e anche portati avanti con determinazione in molte parti d'Europa e del mondo.
Vale per l'Italia? Vale per il Piemonte? Credo di no, ma basterebbe vedere le nostre città per capire quanto alcune soluzioni, soprattutto della mobilità, sono considerate un lusso che non ci possiamo permettere. Pensate al campo dei trasporti. Girate per l'Unione Europea e troverete delle linee forti con mezzi quasi sempre nuovi e che ogni quattro-cinque minuti collegano intere parti delle metropolitane e delle città. Noi siamo ancora legati a un approccio davvero vecchio rispetto a quello che, invece, si dovrebbe fare.
Chiudo il mio intervento perché non vorrei prendere più di dieci minuti per questa illustrazione. Questo è l'impegno che chiediamo: ridurre le emissioni di gas climalteranti del 55% entro il 2030 e azzerarle entro il 2050, nonché approvare entro tre mesi la strategia regionale sui cambiamenti climatici, integrando i documenti esistenti sulla base degli obiettivi assunti al punto precedente e portando a termine il percorso avviato con la deliberazione della Giunta del 3 luglio 2017.
La ringrazio, Presidente, e mi scusi se ho preso diciotto secondi in più del previsto.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Gli ordini del giorno n. 761, 762, 763 e 764 sono inammissibili.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno 765 presentato da Grimaldi inerente a "Transizione ecologica delle imprese".
Prego, Consigliere Grimaldi; ha facoltà di intervenire per l'illustrazione per dieci minuti.



GRIMALDI Marco

Scusi, Presidente, gli ordini del giorno sono inammissibili o già respinti? Solo perché l'oggetto potrebbe essere lo stesso.



PRESIDENTE

Perché riprendono testualmente emendamenti già respinti: gli emendamenti rubricati numeri 9), 10), 13) e 12).
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 765.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Credo che sia importante che quest'Aula approvi l'ordine del giorno avente a oggetto "Transizione ecologica delle imprese".
Lo credo perché il Rapporto speciale sugli impatti del riscaldamento globale ci indica dei dati ormai conosciuti dalla gran parte della popolazione e un po' meno da quest'Aula. I dati ci dicono che il rapporto dell'IPCC nel 2018 stimava che le attività umane abbiano generato e contribuito all'aumento di un grado rispetto ai livelli preindustriali e ci dicono, come ho detto poc'anzi e non voglio ripetermi anche per i colleghi che stanno ascoltando, che se non cambierà lo stato delle cose, questo grado diventerà presto 1,5 gradi e forse si andrà oltre i due gradi dopo il 2030.
Secondo un'analisi di Deloitte, le imprese italiane mostrano spesso una prospettiva positiva nei confronti del cambiamento climatico, con quasi il 50% delle aziende che considera le opportunità di business legate al clima come driver chiave per l'azione, rispetto, invece, al 23% delle aziende che considera il cambiamento climatico puramente come un rischio.
In realtà quest'analisi non ci porta tanto lontano, nel senso che il problema è esattamente quello di togliere il tema della riconversione ecologica dell'economia solo dal driver privato, cioè come se fosse un'opportunità di riconversione della propria immagine.
Avete sentito spesso parlare del greenwashing, parlare dei meccanismi di comunicazione. Quando un oggetto o un brand è positivo, tutti provano in qualche modo ad avvicinarsi. Il campo ambientale della riconversione ecologica è quanto più di distante da questo meccanismo del capitalismo perché non è un'opportunità tout court, dentro ci sono dei conflitti. Dei conflitti su chi continua a volere alcuni profitti a ogni costo e chi pensa, in qualche modo, che quei profitti debbano essere intanto ridistribuiti e anche ripensati in una nuova forma di economia.
L'analisi di Deloitte sottolinea che le imprese italiane trovano le questioni tecnologiche e normative molto più rilevanti rispetto ad altre imprese intervistate a livello globale; le barriere più citate includono e/o il costo della tecnologia, i lunghi processi autorizzativi, la mancanza di piani nazionali chiari e adeguati e l'incertezza normativa.
A tutto questo contribuisce anche il clima d'incertezza generale. Non sono certo dalla parte delle aziende. Nel conflitto tra capitale e lavoro dobbiamo avere ben chiaro da che parte stiamo e io credo che sia giusto che la nostra parte politica continui a stare dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici, ma è abbastanza chiaro a tutti noi, soprattutto dopo le immagini e gli scenari di guerra, quanta incertezza sia legata, per esempio, a una parte consistente della produzione.
Presidente, anche lei l'altro giorno ha letto su tutte le ANSA e tutti i giornali la notizia che, se dovesse esplodere la centrale nucleare di Zaporizhzhia, sarebbe peggio di Chernobyl. I twitter soprattutto delle armate ucraine dicevano che le forze russe stavano colpendo quella centrale nucleare, cioè la maggiore centrale nucleare in Europa. Queste parole, di fatto, per fortuna poi sono state smentite dalle notizie successive perch in realtà, i reattori non sono stati colpiti e la situazione è tornata sotto controllo in mattinata, ma questa vicenda - scusi se ho fatto un passo indietro, ma credo che sia importante contestualizzare - ci dice che l'escalation di guerra e la crisi internazionale drammatica che si è aperta ci stanno mostrando ancora più chiaramente quali potrebbero essere le conseguenze della nostra dipendenza energetica.
C'è chi dice che dobbiamo semplicemente rivolgerci ad altri paesi per la fornitura del gas. Altri dicono che, in qualche modo, dovremmo provare a trattare addirittura con la Russia anche sulla vicenda del gas, oltre che per chiudere il conflitto. Io sono fra coloro che pensano che bisogna aprire tutti i canali di comunicazione, ma ritengo che l'oggetto di discussione non possa essere ovviamente la questione energetica e del gas.
Il Governo Draghi cosa sostiene? Sostiene che si debbano riattivare addirittura le centrali di carbone che stavano andando in esaurimento, per evitare, appunto, contraccolpi più forti. La Lega, come sa, Presidente Gavazza, rispolvera la ricetta del nucleare, quando ancora non sappiamo che ne sarà della nostra eredità, cioè dove smaltiremo le scorie radioattive rimaste sul nostro territorio. Apro un inciso (lo farò ancora nell'illustrazione dei prossimi atti d'indirizzo): non si ha nemmeno notizia di quando e come si avvierà la trattativa con il Governo sulla candidatura di otto luoghi del nostro Piemonte.
Ma ritorniamo alla nostra premessa.
Siamo davanti a un giudizio universale ambientale e climatico e c'è chi ancora pensa che il Piano energetico possa essere un remake delle politiche che ci hanno portato a questo disastro. Gli operatori energetici italiani si dichiarano in grado di installare quasi sessanta GW di rinnovabili in tre anni. Perché, invece - lo dicevo ben prima dell'attacco russo l'Unione ha voluto inserire nella sua tassonomia verde gas e nucleare? Se l'obiettivo è lo stesso che altri paesi europei si sono già posti, quello di approvvigionarci interamente da fonti rinnovabili entro il 2035, non è questa l'unica indipendenza energetica possibile? Per questi motivi ritorniamo alle parole delle nostre imprese - il tema del costo dell'energia diventa ovviamente centrale. Ma lo deve essere anche rispetto a tutti gli obiettivi di cui abbiamo parlato; lo deve essere rispetto alla nostra dipendenza dagli altri paesi; lo deve essere rispetto a quello che possiamo fare.
La dico così, Presidente Gavazza: che cosa c'è di più democratico di un'energia che viene dalla natura e che può essere "captata", soprattutto in un paese come l'Italia, quasi ovunque? Mi riferisco, ad esempio, al fotovoltaico su quasi tutti i tetti delle medie e grandi aziende italiane.
Questo, in parte (perché non risolverà del tutto il problema), pu costituire un perno anche per gli investimenti nel settore produttivo e nel cosiddetto PNRR.
Per questo motivo, l'impegnativa dell'ordine del giorno in oggetto impegna la Giunta regionale del Piemonte "ad accompagnare la transizione ecologica delle imprese di ogni dimensione orientandone e incentivandone gli investimenti verso le energie rinnovabili e verso processi e prodotti basati sui principi dell'economia circolare, attraverso aiuti mirati semplificazioni normative, sgravi fiscali e misure che ne sostengano il cambiamento".
Ho recuperato i secondi sforati nella precedente illustrazione.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione.
Passiamo ora all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 766 presentato da Grimaldi, inerente a "Mappatura delle aree idonee all'installazione di pannelli fotovoltaici".
Prego, Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà per dieci minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo è uno degli ordini del giorno cui tengo di più. Ringrazio ovviamente i colleghi rimasti. Non so se il Presidente vuole richiamare i colleghi in aula, o se c'è un modo per non rimanere soli e soletti per le prossime due ore in Aula.
Perché dico che è uno degli ordini del giorno cui tengo di più? Perché la mappatura delle aree idonee all'installazione di pannelli fotovoltaici dovrebbe essere, a mio avviso, la prima azione che la Giunta regionale mette in campo davanti a un piano energetico, ma anche davanti alle cose che dicevamo poc'anzi sugli scenari di guerra e sul tema dell'indipendenza energetica (ritornerò successivamente sull'argomento).
Intanto vorrei fare un passo indietro, Presidente Gavazza, e riportarvi alla data del mio compleanno, l'8 novembre, in particolare quello dello scorso anno, del 2021.
La legge n. 199 attua la direttiva UE 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2018 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. In particolare, all'articolo 20 disciplina l'individuazione delle aree idonee, e all'articolo 21 l'istituzione di una piattaforma digitale.
Intanto vorrei ringraziare i nostri uffici - non lo farò mai abbastanza in particolare la dottoressa Jannelli e la dottoressa Salvai, perché con loro abbiamo cercato di capire quanto si possa legiferare in questa materia, che, come sapete, ha degli aspetti concorrenti, ma per lo più è una materia principalmente centrata sulla norma nazionale e sulle vocazioni nazionali.
Dicevo, questa legge ci mette di fronte a delle vicende che devono essere centrali: l'articolo 21 stabilisce, infatti, che con decreto del Ministero della Transizione ecologica, di concerto con il Ministero della Cultura e il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, da emanarsi previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabiliti principi e criteri omogenei per l'individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee all'installazione di impianti a fonti rinnovabili aventi una potenza complessiva almeno pari a quella individuata come necessaria dal PNIEC per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili.
Con questi decreti si prevede, di fatto, di dettare i criteri per l'individuazione delle aree idonee all'installazione della potenza eolica e fotovoltaica indicati nel PNIEC e indicare anche le modalità per individuare superfici, aree industriali dismesse e altre aree compromesse aree abbandonate e marginali magari idonee alla stessa installazione di impianti a fonti rinnovabili. Entro 180 dalla data di entrata in vigore di questi decreti, le Regioni individuano con legge le aree idonee.
Per questo, credo che siamo davanti ad un'occasione unica e credo che il Presidente Gavazza sappia che il PNRR è un'opportunità che rischia di essere persa e si trasformi in una di quelle grandi occasioni perse anziché essere una vera opportunità di cambiamento. Per questo ci impone di essere tutti più preparati sia nell'analisi sia nell'azione politica.
Proprio questo piano era centrale nella discussione politica di un anno fa e, invece, rischia di essere una pratica abbastanza conosciuta in Itali cioè finanziare quello che sarebbe già stato finanziato e, dall'altra essere un sogno per tanti amministratori di togliersi progetti che, in realtà, non erano cantierabili e non erano finanziabili. Credo che il PNRR dovrebbe essere tutt'altro, lo dico sinceramente, e credo che per questo dovremmo aiutare soprattutto gli Enti locali a costruire delle opportunità che possono poi essere utili di bando in bando.
Che cosa dice quest'ordine del giorno? Che se proviamo a costruire questa mappatura, individuando tutte le superfici utili da oggi ai prossimi anni magari non tutto riuscirà a esser fatto dal pubblico e non tutto potranno fare i privati nelle loro imprese, non tutto potrà essere fatto col bonus 110, però in qualche modo a ogni opportunità, a ogni bando e a ogni finestra intanto ci sarà un pezzettino di questa strategia.
Che cosa dice l'impegno? "Impegna la Giunta regionale del Piemonte a provvedere all'approvazione di una legge regionale volta a effettuare la mappatura degli edifici di proprietà della Regione, degli enti strumentali e delle società partecipate idonee all'installazione di impianti a fonti rinnovabili, estesa eventualmente anche agli edifici di proprietà degli Enti locali, non appena i decreti governativi in materia entreranno in vigore".



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.
L'ordine del giorno n. 767) decade perché riprende testualmente l'emendamento rubricato n. 11).
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 768 presentato da Grimaldi, inerente a "Promozione delle fonti rinnovabili".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Prendo la parola per illustrarle l'ordine del giorno che ha come oggetto "Promozione delle fonti rinnovabili". Credo che, prima di tutto, bisogni introdurre le premesse.
Come sapete, le fonti pulite costituiscono la parte del settore energetico indispensabile per la transizione, che potrebbe aiutare a mitigare i rincari e che in parte lo sta già facendo. Ne abbiamo parlato durante il PEAR e, ahimè, la lunga gestazione del Piano energetico ambientale ne comporta necessariamente un suo deficit di adeguatezza. Il processo stesso di elaborazione del PEAR, lento e macchinoso, lo ha reso strutturalmente inadeguato ad alcune dinamiche incrementali che ci pongono le sfide correnti in materia di clima e di energia.
A valle di questa discussione sul PEAR, è però di fondamentale importanza ripensare radicalmente le modalità di gestione di questa pianificazione energetica regionale. Per questo crediamo che sia fondamentale che ci sia un'evoluzione storica dei bilanci energetici regionali, che le trasformazioni indotte da ciascun'azione pianificatoria, in termini di riduzione dei consumi e di cambio di fonti di energia utilizzata, sia trasparente davanti a tutti.
Però, Presidente, possono non stare in Aula, non è che possono.



PRESIDENTE

Chiedo ai colleghi presenti in aula di accomodarsi.
Guardi, collega, le stiamo garantendo una rappresentanza di tutti i Gruppi come lei può vedere. I colleghi che sono in aula si accomodino, oppure escano.
Prego, Consigliere Grimaldi, prosegua.



GRIMALDI Marco

Grazie, non ce l'avevo certo con chi era presente in aula, ma con i tumulti qui fuori.
Stavo dicendo che l'altro dato da tenere in considerazione sono gli effetti congiunti sugli obiettivi energetici ed emissivi di pianificazione. Il riscontro attraverso un modello energetico territoriale è condizione necessaria affinché il PEAR possa comprovare la sua reale capacità di raggiungere gli obiettivi prefissi, nonché della possibilità di monitorare il futuro.
Che cosa diciamo nei nostri documenti? Intanto che bisogna avere piena consapevolezza che il tempo per agire ed evitare effetti irreversibili e disastrosi sul clima è molto breve e che il compito della Regione è contribuire a raggiungere gli obiettivi del Green Deal fissati dal Regolamento europeo per il clima.
Lo diciamo sia sulla base dei dati per il 2030, sia anche di quelli fissati per il 2050. Diciamo anche che occorre prendere coscienza che quelle che venivano fino a poco tempo fa considerate soluzioni impraticabili, oggi sono diventate realtà e che, di pari passo con la crisi climatica ed ecologica, è cresciuta e deve ulteriormente crescere la consapevolezza della necessità di porre in atto politiche globali per ridurre drasticamente le emissioni di gas climalteranti, per mitigare l'aumento delle temperature, per avviare strategie di adattamento per limitare gli impatti climatici che, comunque, si verificano.
Vorrei, poiché non l'ho fatto finora, illustrarvi alcune recenti analisi in particolare quelle svolte dall'ARPA in Piemonte, relative alle variabili climatiche, così come l'aumentata frequenza di eventi estremi (ondate di calore, precipitazioni e periodi di siccità prolungata).
Come lei sa, Presidente Allasia (vedo che non c'è più il Consigliere Segretario Gavazza, sano contento di poter interloquire anche con lei), le previsioni del tempo ci dicono che sta tornando l'inverno, anche se dovrebbe essere quasi finito, ma la siccità continua a esistere, anzi aggrava lo stato già malconcio della nostra regione. Tutto questo dimostra come, in larga misura, il territorio sia già esposto agli effetti dei cambiamenti climatici.
Il Piemonte è caratterizzato da una geografia molto differenziata e sono molteplici le organizzazioni sociali, i modi di vivere e le attività qui sviluppate. Questa complessità si traduce anche in ambito climatico e richiede un'attenta analisi della vulnerabilità dei diversi territori e degli impatti. Il 43% circa del territorio regionale del Piemonte è montuoso e le Alpi costituiscono un hotspot dei cambiamenti climatici ovvero un'area dove le temperature crescono più rapidamente e dove gli effetti si manifestano in modo più evidente. Perché questo? Intanto, perch sono luoghi che trattengono di più i nostri venti, quindi anche i cambiamenti (spesso si parla di barriera), ma anche per un altro tema non indifferente, oltre quello delle tante emissioni, relativo al particolato e ad altre sostanze nocive.
Sono un hotspot naturale perché vediamo, più plasticamente, come quella concentrazione di calore fa sì che oggi nelle nostre Alpi, ad esempio, ci sia più o meno la neve che troviamo nelle nostre estati, soprattutto in termini di quello che dovrebbero contribuire i ghiacciai proprio al reperimento di acqua in tutto l'anno. Il 43% circa del nostro territorio ha questo destino; un destino che rischia di essere inesorabile se non cambiamo in fretta alcune ricette della nostra economia.
La conoscenza di come il clima sia cambiato negli ultimi anni, di come potrà cambiare negli scenari futuri e di quali relativi impatti potrà produrre, è fondamentale per comprendere quali azioni intraprendere per contrastare il cambiamento climatico.
I dati raccolti da ARPA evidenziano principalmente che, oltre al riscaldamento, un'aumentata variabilità del clima con frequenti venti fuori stagione e un'intensificazione degli eventi estremi, sia sui trend di più lungo periodo sia sulla variabilità interannuale, rischiano di sconvolgere definitivamente anche alcune economie più solide come quella agricola, in cui i cambiamenti sono minori, rispetto ad altri settori produttivi.
Pensi, Presidente Allasia, che, negli ultimi sessant'anni in Piemonte, le temperature massime giornaliere mostrano già l'incremento del 2% di cui abbiamo parlato fin qui, accelerato negli ultimi trentacinque anni, tant'è vero che le temperature minime sono aumentate, solo in questi trentacinque anni, di 1,5 gradi.
Le precipitazioni hanno andamenti meno regolari, come le dicevo, con anomalie locali nelle precipitazioni cumulate nelle medie annue e con periodi di scarsità sempre più frequenti, alternati a precipitazioni intense e molto concrete, mentre i giorni piovosi, considerati gli ultimi diciotto anni circa, risultano in diminuzione pressoché in tutta la regione.
Per questo, crediamo che il PEAR, a causa di ciò che dicevamo nelle premesse, può contribuire a un cambio di rotta vero. Pertanto, chiediamo un impegno alla Giunta di investire sulle fonti rinnovabili, sull'efficienza sul risparmio energetico, sui sistemi di accumulo, sull'innovazione e sui cosiddetti sistemi smart grid.



PRESIDENTE DEL



PRESIDENTE ALLASIA



ALLASIA STEFANO



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione.
Passiamo ora all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 769 presentato da Grimaldi, inerente a "Taglio dei sussidi dannosi per l'ambiente".
Prego, Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà per dieci minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno "Taglio dei sussidi dannosi per l'ambiente" è un altro dei volti che dobbiamo conoscere. Se fino adesso abbiamo provato a spiegare su cosa dobbiamo puntare, non è vero che il sistema attuale non abbia incentivi pubblici, cioè non sia stato sostenuto fortemente anche dal contributo delle nostre tasse, dall'energia dei nostri lavoratori e lavoratrici e dalle nostre imprese.
Premesso che le fonti rinnovabili, le fonti pulite, costituiscono la parte del settore energetico indispensabile per la transizione, che potrebbe aiutare a mitigare i rincari che in parte lo sta già facendo. Posto che come sapete, rischiano di essere supertassati i profitti di chi usa fonti rinnovabili, mentre sono incentivate le imprese che hanno partecipazione statale, ma che invece contribuiscono, ahimè, più di altre, ai dati sulle emissioni, gli impianti rinnovabili, incentivati con le ultime aste forniscono al gestore dei servizi energetici energia a un prezzo fisso decisamente inferiore rispetto al prezzo spot degli ultimi mesi.
Tuttavia, il Governo italiano è in procinto di varare un nuovo intervento contro il "caro bollette" nella direzione di un incremento della produzione italiana di gas, tentando di risolvere la crisi energetica attuale con la stessa dipendenza fossile che l'ha generata. Non so se mi spiego e se comprendete fino in fondo il corto circuito.
Eppure raddoppiare la produzione made in Italy non farà scendere il prezzo del gas, spinto al contrario dalla stagione fredda, dalla ripresa, dai venti di guerra e dalle speculazioni. Non so se avete notato i dati trend sulle borse, ma credo che oggi in una sola ora sia schizzato il costo di quelle materie che si definiscono beni durevoli, quelle in cui ci si rifugia, in particolare l'oro, in particolare l'alluminio e lo zinco. In un'ora il nichel è raddoppiato del 100% e, come ho letto in giornata, a un certo punto hanno addirittura fermato le quotazioni in borsa. Questa è una spirale infernale.
L'inverno ovviamente finirà, la ripresa rischia di essere fortemente ridimensionata dalla sfiducia generale di questo conflitto, ma i venti di guerra e le speculazioni rischiano di essere un moto circolare ben più devastante di quello che abbiamo in testa. Ecco perché l'aumento della produzione arriverebbe fuori tempo massimo, rischia di avvenire dopo l'inverno 2021-2022 quando, secondo le previsioni, i prezzi del gas europeo dovrebbero calare: un paradosso nel paradosso.
Anche se la discesa fosse più lenta, gli osservatori parlano comunque di un ritorno alle energie fossili entro fine anno e di un'inversione della curva dell'inflazione a cominciare dal 2023. Affrontare il "caro bollette" puntando sul gas è, secondo noi, una scelta miope e anche priva di effetti reali che ci lega al passato e va in direzione opposta rispetto agli impegni assunti sul clima a livello internazionale. In questo non ha contribuito la discussione avvenuta negli scorsi mesi sulla tassonomia. Un equilibrio di potenza che rischia, in qualche modo, di legarci a degli interessi nazionali e a delle ripercussioni anche molto gravi.
Leggevo l'altro giorno cosa se ne sarà della tassonomia alla prova della guerra in Ucraina, come, di fatto, cambierà. Si diceva ironicamente che più che la tassonomia, poté la guerra. A volte le coincidenze sono fondamentali. Per mesi l'Unione Europea ha rinviato la decisione sulla tassonomia e quindi, per chi non avessi seguito tutto il dibattito, la classificazione delle attività da considerare sostenibili. Per mesi si è discusso di pressione delle lobby, di interessi nazionali, di questo o quell'altra forma di energia da considerare green.
Poi il 2 febbraio, dopo una lunga serie di rinvii, la Commissione europea ha reso pubblico ciò che, in realtà, era già trapelato, cioè che nell'atto delegato complementare si definiscono verdi anche gli investimenti nel gas e nelle energie nucleari, a patto che rispettino determinate condizioni. Ma la cosa davvero assurda - e qui dicevo che più che la tassonomia, poté la guerra - a tre settimane di distanza da quelle scelte il premier russo Vladimir Putin dava l'avvio alle operazioni militari contro l'Ucraina dando, di fatto, risalto, tra gli altri aspetti, alla dipendenza energetica del Vecchio Continente nei confronti della Russia e mostrando a tutti un fianco molto scoperto dell'Europa.
Ricordo che l'Europa importa dalla Russia circa il 40% del gas, che usa principalmente per i nostri consumi. Dal 24 febbraio il timore degli stati europei è che Putin possa tagliare i rifornimenti: io non credo che avvenga, ma questo timore, quello di gettare letteralmente nel buio milioni e milioni di persone, ha reso quella bolla speculativa di cui vi parlavo ancora più chiara. Pur non essendo risolutiva una diversa e più rapida scelta sulla tassonomia, avrebbe potuto comunque favorire una costruzione di una maggiore indipendenza da parte dell'Europa.
Dove e quando si applicherà questa tassonomia? L'approvazione dell'atto delegato complementare sulla tassonomia che ha scatenato le proteste di tanti ambientalisti come noi e degli stessi tecnici chiamati dalla Commissione europea a collaborare alla stesura del documento, non è l'ultimo passaggio normativo della costruzione della tassonomia e, più in generale, dell'impalcatura della finanza sostenibile. È bene chiarire invece, che la tassonomia sarà operativa gradualmente, a partire dal 2022.
Mentre, per quanto riguarda i green bond, se è vero che qualsiasi emittente desideri chiamare le proprie obbligazioni green bond europei, sarà obbligato a stanziare i proventi per attività economiche che soddisfano i requisiti della tassonomia. Per il momento, si tratta di un'adesione su base volontaria.
Restano dunque quattro gli obiettivi principali: protezione delle acque transizione dell'economia circolare, prevenzione e controllo dell'inquinamento e della biodiversità. Sarà il tema del secolo e quindi sarà il tema del secondo atto delegato previsto nel 2022, su cui sta già lavorando la piattaforma europea, e che introdurrà le attività e i relativi criteri permettendo un sostanziale contributo a questi obiettivi.
Arrivo alla fine, solo per dire che vorremmo impegnare la Giunta a invertire la tendenza e invitare il Parlamento e il Governo italiano ad avviare un taglio dei sussidi dannosi per l'ambiente, a partire ovviamente da tutte quelle aziende anche italiane, anche partecipate dallo Stato, che producono ancora da fonti non rinnovabili.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passerei all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 770 presentato da Grimaldi, inerente a "Semplificazione per promuovere le fonti rinnovabili".
Prego, Consigliere Grimaldi; ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come vola il tempo quando si parla di cose così importanti come i cambiamenti climatici! Farei un passo indietro. Come abbiamo già detto - non voglio ripeterlo troppe volte - la crisi climatica ed ecologica è oggi un tema prioritario che coinvolge, come avete compreso, scienza, società e politica. L'evidenza scientifica dell'entità del riscaldamento globale si è andata sempre più consolidando negli ultimi anni, così come la consapevolezza che a causarlo sono l'emissione di gas climalteranti derivanti dall'impiego di combustibili fossili e l'uso non sostenibile del territorio e delle risorse nazionali.
Credo che sia giusto ricordare un dato prima di arrivare all'impegno: dopo l'approvazione del biennio 2018-2019 delle iniziative previste dal pacchetto "Energia pulita per tutti gli europei", presentato appunto dalla Commissione europea con l'obiettivo di rendere competitiva l'Unione della transizione energetica e del Piano Nazionale Integrato (PNIEC), si sono verificate delle significative evoluzioni in Europa con la definizione del Green Deal 2030, che ha innalzato il target di riduzione delle emissioni di CO2 dal 40% al 55% nel 2030, rispetto appunto ai dati storici del 1990, e ha posto anche l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050 per il continente europeo. Inoltre, è recentissimo il recepimento nella legislazione nazionale della direttiva sulla promozione delle fonti rinnovabili.
Tutto questo ci porta a un dato: l'Unione Europea, attraverso la finanza sostenibile, di fatto, intende orientare i flussi di denaro dei mercati finanziari verso attività economiche definite "sostenibili". Questo lo vuole fare in raccordo con la tassonomia di cui vi parlavo prima, in modo che anche i cosiddetti capitali privati possano contribuire a rendere l'ambiente in cui viviamo più pulito, più sano e raggiungere così gli obiettivi del Green Deal.
La dico così: Bruxelles avrebbe potuto imporre direttamente delle regole per le banche e i fondi d'investimento, ad esempio tassando o chiedendo extra capital requirement nel caso di prestiti ai settori più inquinanti oppure stabilendo una quota standard d'investimenti obbligatori in attività ecocompatibili. Ha scelto invece la strada dell'adesione volontaria dei partecipanti ai mercati. L'unico obbligo che l'Unione Europea impone è la cosiddetta "trasparenza" - disclosure - cioè la pubblicazione da parte di aziende, banche e fondi d'investimento di dati sensibili, in modo che i mercati e gli investitori abbiano informazioni chiare e comparabili sulla sostenibilità, evitando il prodursi di un "ecologismo di facciata".
Non so se sono stato chiaro: è il cosiddetto greenwashing. Come si integra la tassonomia alle norme dell'Unione Europea sulla trasparenza? Facciamo un ripasso insieme, visto che abbiamo un po' di tempo e chi rimane in questa sala, se ha voglia di ascoltare, può anche approfondire questa materia.
L'articolo 8 del Regolamento europeo 852/2020 sulla tassonomia impone alle società finanziarie e non finanziarie di fornire agli investitori le informazioni sulle prestazioni ambientali. E questo lo devono fare sia sui loro attivi, sia sulle loro attività di fatto economiche. Per quanto riguarda le imprese di grandi dimensioni, cioè quelle con più di 500 dipendenti, le informative di carattere non finanziario che sono tenute a pubblicare sono specificate nella direttiva 2014/95/EU, la cosiddetta NFRD.
La tassonomia, quindi, è complementare alla direttiva NFRD. Cioè i criteri tecnici contenuti nell'atto delegato sono quelli necessari perché le imprese possano stabilire il grado di allineamento alla tassonomia in base alle informazioni che dovranno obbligatoriamente comunicare ai sensi della stessa direttiva NFRD utilizzando alcuni indicatori, come il fatturato, la spesa in conto capitale, la spesa operativa.
Per quanto riguarda gli istituti finanziari, come i fondi d'investimento le banche, le assicurazioni e i fondi pensione, la norma di riferimento è il Regolamento dell'Unione Europea 2019-2088 SFRD, già applicativo e impostato per essere introdotto in diverse fasi tra il 2021 e il 2022, e integrato con il Regulatory technical standards, in cui saranno specificati i criteri di allineamento alla tassonomia per i prodotti finanziari. Per prima cosa le società finanziarie dovranno indicare la quota delle attività economiche ecosostenibili nel totale delle attività che finanziano o in cui investono. Requisiti di disclosure specifici sono previsti per i prodotti che promuovono caratteristiche ambientali o sociali.
Inoltre, gli attori economici soggetti alla SFRD sono obbligati a dichiarare se i rischi di sostenibilità sono inclusi nelle scelte d'investimento e spiegare ai propri clienti come un evento o una condizione di tipo ambientale, sociale o di governance, se si verificasse, potrebbe impattare sul valore dell'investimento. Che cosa cambia? La tabella di marcia nell'applicazione della tassonomia per le società finanziarie, non finanziarie, per chi propone gli investimenti sostenibili e responsabili è strettamente legata al momento in cui saranno disponibili i dati da comunicare.
Arriviamo al punto. L'Unione Europea ha, infatti, intenzione di ampliare il campo di applicazione dell'articolo 8 della tassonomia anche alle piccole e medie imprese con più di 250 dipendenti per venire alle richieste e alle esigenze degli investitori. C'è una proposta e una direttiva e si stima che allargherebbe la comunicazione societaria sulla sostenibilità quasi a 50 mila imprese. Tanti sono gli obiettivi e le strategie che possono cambiare anche in corso, la strategia dell'Unione Europea e anche della nostra Regione.
Per questo, chiediamo che la Giunta regionale del Piemonte s'impegni a ridurre le emissioni di gas climalteranti del 55% entro il 2030 e ad azzerarle entro il 2050, nonché ad approvare entro tre mesi la strategia regionale sui cambiamenti climatici, integrando il documento esistente sulla base degli obiettivi assunti nei punti precedenti e al termine del percorso avviato già con la delibera 3 luglio 2017.
Grazie, Presidente. Le chiederei solo una pausa tecnica per il cambio della mascherina, proprio pochi secondi.



PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 771 presentato da Grimaldi, inerente a "Effetti della guerra russo-ucraina sul piano energetico".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In parte questa vicenda l'abbiamo affrontata nei documenti precedenti, cioè la guerra scoppiata tra Russia e Ucraina ha portato in primo piano il tema energetico. L'Europa e l'Italia dipendono al momento non solo dalle fonti fossili, ma è una dipendenza che andrebbe cambiando radicalmente il paradigma.
All'inizio di questa discussione, dicevamo che gli scenari di questa escalation hanno reso ancora più chiaro che quel 40% del nostro fabbisogno che arriva dal Paese russo doveva essere al centro di una strategia d'indipendenza energetica ben prima di questo scoppio. Anzi, molti ritengono che questa vicenda sia stata anticipata soprattutto dagli operatori economici, cioè come se gli operatori economici, soprattutto quelli del gas, avessero in qualche modo già intuito parte di questa escalation.
Che cosa ci fa dire questa vicenda? Ci fa dire che, intanto, si è aperta mostrando ancora più chiaramente quali potrebbero essere le conseguenze di questa dipendenza, in parte dalla spirale che dicevamo negli interventi precedenti, ma anche da quello che potrebbe voler dire rispetto a una lotta fra le sanzioni e gli effetti di un sistema che ormai è alle corde e dà i suoi ultimi colpi di coda.
C'è chi dice che semplicemente tutta questa crisi può essere superata da forniture di gas di altri paesi. Altri ci dicono che, per elaborare una strategia di riduzione del danno, bisogna puntare su delle tecnologie più di matrice europea. Peccato che anche la vicenda nucleare sembra un destino, perché è un po' questo: c'è l'equilibrio di potenza della tassonomia, come avrete colto, e un po' gli interessi di chi aveva nelle tecnologie nucleari il centro e il focus della propria iniziativa - parlo in particolare, della Francia, ma anche della Germania - e chi aveva interessi soprattutto sul tema del gas, fra cui anche l'Italia. In questo equilibrio di potenza, sembra che non ci sia una strada tutta europea all'indipendenza energetica con degli obiettivi più chiari.
Che cosa dice, ad esempio, l'impegno di quest'ordine del giorno? Impegna la Giunta regionale del Piemonte a invitare il Parlamento e il Governo italiano a elaborare un piano e un pacchetto energia seri e concreti totalmente green e sostenibili, che abbiano al centro l'eolico offshore e a terra, fotovoltaico sui tetti, anche l'agrivoltaico, biometano, accumuli pompaggi, reti, efficienza in edilizia e per le industrie, pompe di calore e la creazione di un fondo di garanzia per le famiglie, per incentivare l'efficientamento energetico e la diffusione delle comunità energetiche rinnovabili; nonché, lo dicevamo alla fine della discussione sul PEAR semplificazioni e una strategia energetica che vada nella direzione di quanto proposto da Elettricità Futura, anche attraverso l'autorizzazione entro l'estate, di nuovi sessanta gigawatt di rinnovabili, da realizzare per i prossimi tre anni.
Arriviamo al punto.
Il tema dell'eolico offshore è un tema molto dibattuto ed è una di quelle vicende che potrebbero cambiare lo scenario. Richiamo un articolo del Sole 24 Ore del 7 novembre 2021.
"Sul battello da lavoro Vortex, Oceano Atlantico al largo del Portogallo.
il battello ormeggia all'acciaio verniciato giallissimo di una delle tre colossali torri eoliche galleggianti Vestas da 8,4 megawatt della EdP Renovàveis".
La società delle rinnovabili della portoghese Energias de Portugal ci dice che questo è uno degli investimenti più sicuri degli ultimi anni.
"Il fondale è di 92,5 metri, quella profondità alla quale non conviene piantare il pilone sul fondo e si preferisce l'incostanza dell'impianto galleggiante. A levante, sul filo dell'orizzonte, tra le nuvole traspaiono le montagne di Viana do Castelo. Qui finalmente sull'onda lunga dell'Atlantico tocco con mano - in senso non di metafora - . cos'è l'eolico offshore di cui si parla in tutta la Cop26".
Se venissero realizzati i trentanove progetti in lista d'attesa in Italia più o meno 17 mila megawatt e centinaia di elica al largo delle coste di Romagna, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, Lazio e Toscana, darebbero energia pulita per parte considerevole degli obiettivi del Paese.
Proseguo con l'articolo: "Mi pare che fino al 31 agosto Terna, la S.p.A.
dell'alta tensione, aveva censito un lunghissimo elenco delle 39 richieste di investitori che chiedono di connettere alla rete di alta tensione progetti futuri pari a complessivi 17 mila megawatt di centrali eoliche da posare in mezzo al mare. Alcune sottocosta, con il pilone ben piantato nel fondo, e altre galleggianti".
Anche se molti sono stati gli annunci in Italia, non esiste ancora nessuna centrale eolica in mare. Sono tutte e 39 sulla carta, tranne quella in realizzazione a ridosso della spiaggia di Taranto, nel cui porto sono distesi piloni ed eliche già pronte da montare.
Per certi versi, la generosità dei progetti ricordava quei - uso un'impropria metafora - rigassificatori del metano liquido proposti una quindicina di anni fa. Sui mari europei rotolano già eliche, per complessive 12 mila megawatt, con gli obiettivi di 60 mila megawatt per il 2030 e 300 mila per il 2050. Sono investimenti stimati per 800 miliardi di euro.
L'Italia, lo diciamo anche in quest'ordine del giorno, è molto più timida e non coglie l'occasione, anche in questa recrudescenza di guerra, per tirarsi fuori con le sue ricette, con un suo know how, con la sua capacità anche espansiva. Il Piano nazionale integrato energia e clima, che ora dovrebbe essere aggiornato, prevede appena 900 megawatt al 2030.
Lo diciamo in un ordine del giorno che è più in chiave nazionale, perch abbiamo voluto collegare, idealmente, il PEAR a una discussione che non si sta facendo, perché c'è chi parla di ritorno al carbone, chi addirittura al nucleare (fra cui, ahimè, alcune forze anche di questa maggioranza), ma non vogliamo mettere al centro un pacchetto di energia "popolare" alla luce del sole. Questo è quello che credo manchi a questo Paese ed è quello che abbiamo provato a scrivere indegnamente in questo documento.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GAVAZZA



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Grimaldi per l'illustrazione.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 772 presentato da Grimaldi inerente a "Promozione del biometano".
Prego, Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà per dieci minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto, chi produce biometano in Italia? Biometano in Italia lo produce soprattutto il Consorzio Italiano Biogas che rappresenta un comparto della produzione di biogas e biometano in agricoltura. Ha più di 800 soci su tutto il territorio e intende essere un punto di riferimento dell'intera filiera agricola.
Noi pensiamo - non so se tutti gli ecologisti la pensano come noi, mi rivolgo anche ai colleghi Bertola e Frediani, con cui abbiamo più volte discusso di altri temi altrettanto importanti - che la produzione del biometano sia una grande opportunità per l'economia circolare e per la lotta alla crisi climatica del nostro Paese. Crediamo che lo sviluppo degli impianti a biometano sia fondamentale e comporti anche notevoli vantaggi ambientali sui diversi fronti.
Ne richiamo alcuni: lo sviluppo degli impianti a biometano è fondamentale e comporta vantaggi, per esempio, sulla chiusura del ciclo dei rifiuti organici, degli scarti agricoli, dei sottoprodotti dell'agroalimentare e dei fanghi di depurazione; ma anche restituzione al suolo del carbonio per fermare i processi di desertificazione, produzione di energia da fonte rinnovabile, decarbonizzazione del settore della mobilità e dei trasporti e lotta all'inquinamento atmosferico.
L'Italia, con i suoi 2.000 impianti, è il secondo produttore di biogas in Europa e il quarto al mondo, ma il potenziale produttivo di biometano potrebbe essere ancora più elevato: si stima, infatti, che al 2030 il contributo del biometano potrebbe essere di dieci miliardi di metri cubi all'anno (di cui almeno otto da matrici agricole), pari a circa il 15 dell'attuale fabbisogno annuo di gas naturale e ai due terzi della potenzialità di stoccaggio della rete nazionale.
Noi pensiamo che la Giunta debba, di fatto, agevolare e snellire tutte le procedure e anche promuovere e sostenere nuovi progetti per la creazione di impianti.
Pensiamo anche che in qualche modo questa vicenda ci dice che c'è un'arretratezza, probabilmente culturale: perché usare il biometano in autotrazione? Quali sono le conseguenze del suo utilizzo per l'ambiente e la collettività? Queste sono alcune delle domande che Federmetano si faceva sullo scenario attuale e sulle prospettive future del gas naturale per autotrazione.
Noi crediamo che il gas naturale sia la soluzione a portata di mano per traguardare nell'immediato la sostenibilità ambientale, che già nella sua accezione fossile il metano sia meno impattante rispetto agli altri carburanti tradizionali, poiché contribuisce drasticamente al calo degli inquinanti locali, cioè PM 10, PM 2,5, NOx e ovviamente anche lei SOx. La sua valenza trova maggiore espressione nell'utilizzo del biometano combustibile 100% rinnovabile ed è totalmente made in Italy. Un esempio di economia circolare che consente di ottenere energia dagli scarti, derivando dall'upgrading del biogas prodotto da matrici quali il FORSU, i funghi di depurazione, i reflui zootecnici di scarti agricoli e il biogas di discarica.
Il biometano è utilizzabile esattamente come il CNG e LNG di origine fossile, ma con emissioni di CO2 pari a zero su ogni veicolo attualmente alimentato a gas naturale, senza tra l'altro - almeno così mi risulta, non vorrei sbagliarmi - necessità di modifiche motoristiche, quindi rappresenta secondo noi un vettore energetico virtuoso, dotato di un'infrastruttura esistente capillare (mi pare che attualmente siano 1.500 i punti vendita) che non richiede ulteriori investimenti ed è pronta anche per le future miscele metano da una parte e idrogeno dall'altro, consentendoci quindi di guardare molto avanti anche nella transizione energetica.
Considerando il sistema wet towel, cioè il biometano sia compresso sia liquefatto, di fatto consente una riduzione complessiva delle emissioni di CO2 che può andare dall'80 fino al 180%. Tutto questo rispetto ai carburanti tradizionali. Non solo, ma permette anche di intercettare il gas prima della sua dispersione in atmosfera e quindi di ridurre - adesso non so se l'Assessore Marnati lo ritiene effettivamente così efficace l'effetto serra. A oggi, crediamo sia una delle poche soluzioni a emissioni negative, addirittura di CO2: un risultato che l'elettrico, in teoria, non potrebbe ottenere.
Non so se avete compreso la portata di questa vicenda, ma credo che le opportunità economiche e ambientali insite nell'utilizzo della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, cioè il FORSU e di sottoprodotti per la produzione di biometano in ambito urbano, oltre che metropolitano, sono state evidenziate anche nello studio condotto dai ricercatori dell'Università de La Sapienza di Roma incentrata su "Roma capitale", cioè un'idea di come si possa ripensare alla nostra economia circolare.
Dallo studio si evince che l'Amministrazione capitolina avrebbe a disposizione trentasette milioni di biometano e la domanda attuale di gas naturale per il trasporto in questo territorio, potrebbe essere soddisfatta solo a Roma con esso.
Lo studio fornisce inoltre interessanti spunti di riflessione sulla potenziale redditività di questa soluzione e sui costi del non fare. La profittabilità degli impianti di biometano può arrivare a 63,3 milioni di euro, mentre il ritardo di un anno nella realizzazione degli impianti di biometano provocherebbe perdite economiche fino a circa due milioni di euro; la produzione e l'utilizzo del biometano favorirebbe anche il Paese nel traguardare l'indipendenza energetica. In questo senso, Federmetano sta lavorando e sensibilizzando anche il Governo e le istituzioni per far fronte all'attuale crisi dei prezzi, con soluzioni che abbiano anche efficacia nel breve periodo.
Chiudo, Presidente, visto che sul biometano non credo di aver fatto grandi proselitismi. Credo che sarebbe importante che anche quest'Aula provasse a dare un contributo, ragion per cui abbiamo voluto impegnare la Giunta ad agevolare e snellire le procedure; promuovere e sostenere nuovi progetti per la creazione di impianti a biometano e anche per l'ammodernamento degli impianti esistenti.
Spero che l'Assessore Marnati nelle prossime settimane voglia agire con concretezza anche su questo settore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani, sull'ordine dei lavori.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Non so se ci sia ancora qualcuno che ci sta seguendo da casa. Ne dubito però dal momento che non esiste un'inquadratura dell'aula nella sua interezza, volevo solo sottolineare come in questo momento la maggior parte delle poltrone sia vuota (ci sono pochi colleghi presenti, sia da parte dell'opposizione sia da parte della maggioranza).
Credo che il collega Grimaldi stia esercitando le sue funzioni di Consigliere, perché sta illustrando degli atti d'indirizzo che ha lecitamente collegato a un provvedimento che stiamo discutendo.
Trovo sbagliato il fatto che, non dovendo partecipare alle votazioni, sia considerato "indice di presenza", perché questa è un'Aula in cui si deve discutere e ci si deve confrontare: è corretto? Vedo che in questo momento l'Aula si sta di nuovo riempiendo un pochino però il Consigliere Grimaldi ha parlato nel vuoto per diversi minuti. Per rispetto al collega Grimaldi, alle persone che stanno ascoltando con interesse e, più in generale, ai cittadini piemontesi, chiedo se non sia il caso di sospendere la seduta e di riprenderla quando ci sarà la volontà di ascoltare le proposte del Consigliere Grimaldi. Perché lo trovo veramente una mancanza di rispetto far passare il tempo così, senza che ci sia neanche la possibilità di verificare il numero legale. Perché se potessimo verificarlo, in questo momento il numero legale cadrebbe. Lo so che non è previsto dal Regolamento, però per la nostra correttezza e per sentirci a posto con la coscienza credo che dovremmo sospendere la seduta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Chiedo di mettere ai voti questa richiesta sull'ordine dei lavori di chiudere anticipatamente la seduta.



PRESIDENTE

Scusi, al momento non possiamo mettere ai voti la richiesta.



GRIMALDI Marco

Mi pare che la Consigliera Frediani abbia avanzato una proposta: visto che c'è il silenzio-assenso, o si chiude la seduta o si mette ai voti.
Questo le chiedevo.



PRESIDENTE

È una richiesta di sospensiva, ma non sono pervenuti motivi per sospendere la trattazione degli ordini del giorno che lei intende illustrare.
Lei illustri i suoi atti d'indirizzo collegati e andiamo avanti; voteremo a tempo debito. Vi ricordo che sono le ore 18.50.
Proseguiamo i lavori con l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 773 presentato da Grimaldi, inerente a "Promozione dell'eolico offshore".
Prego, Consigliere Grimaldi; ha facoltà di illustrarlo per dieci minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Alle ore 19 chiuderà questa seduta, quindi questo è l'ultimo ordine del giorno che illustrerò. Tuttavia, solo per chiarirci sull'ordine dei lavori quando una collega avanza una richiesta, se sono presenti gli altri Capigruppo e si oppongono, tale richiesta decade. Se però non è così, credo sia legittimo chiedere che questa proposta avanzata da una Capogruppo sia esaminata dall'Aula. Ma tant'è, poco cambia.
La ringrazio comunque, Consigliera Frediani.
Passerei all'illustrazione dell'ultimo ordine del giorno della giornata e della seduta.
Quest'atto d'indirizzo riguarda in parte uno dei temi che abbiamo affrontato poco fa, quello della promozione dell'eolico offshore. Come emerge dai rapporti più chiari di questa vicenda, il censimento della transizione ecologica ci dice che a fine settembre al Ministero della Transizione ecologica si era svolta una riunione sugli impianti eolici offshore galleggianti, coordinata dal Capo di Gabinetto Roberto Cerreto per esaminare le manifestazioni d'interesse raccolte dopo un avviso pubblico del 25 luglio.
Come dicevo, i progetti italiani sono collocati soprattutto nel basso Adriatico, in faccia alla Puglia, dal Gargano a Santa Maria di Leuca (solo in quella parte di Puglia ci sono circa dodici progetti). Nello Ionio e nel Canale di Sicilia circa sei. Attorno al dorso meridionale della Sardegna ce ne sono otto. Fra il Cagliaritano e le coste dell'Iglesiente, c'è un altro nucleo denso di proposte. Invece, fra la Sardegna e la Toscana, in quel tratto del Tirreno, ci sono sette progetti, Elba compresa. C'è poi tutta la parte collegata all'Emilia-Romagna: solo da parte della Saipem ci sono circa otto progetti, e un terzo delle richieste a Terna per il collegamento alla rete di alta tensione e per progetti collocati sui mari meno profondi di 100 metri, in cui i piloni possono essere piantati nel fondo. Il resto deve galleggiare nei mari profondi, ancorato.
Come vi dicevo, mi pare che siano state sessantaquattro le manifestazioni d'interesse, di cui cinquantacinque da imprese e tre da parte di associazioni ecologiste (per la prima volta WWF, Legambiente e Greenpeace).
Presidente, non so cosa sta succedendo: abbiamo chiesto la sospensione dei lavori; poiché non l'avete voluta, almeno sedetevi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo di non sostare in mezzo all'emiciclo, almeno possiamo far continuare in modo ordinario il lavoro d'Aula.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie.
Dicevo, sono state sessantaquattro le manifestazioni d'interesse; alcune di esse addirittura da parte delle associazioni ecologiste, cioè da parte del WWF, di Legambiente e di Greenpeace, e sei di associazioni di settore e Università, fra cui l'ANEV, Elettricità Futura, CNA, CGIL, Politecnico di Torino. Sedici proposte sono già corredate da progetti per la realizzazione di specifici impianti offshore flottanti, cioè da collocare in sei casi anche in acque oltre le dodici miglia, a proposito della percezione del tema dell'impatto rispetto ai nostri litorali e alle nostre bellezze naturali.
Ci sono diverse tecnologie galleggianti posate sul fondo. Le colossali turbine eoliche portoghesi di cui vi parlavo qualche minuto fa sono allestite perlopiù su piattaforme galleggianti, ancorate sul fondale del mare. Questa impronta triangolare ha un vantaggio indiscutibile: in questo modo, lavorando sulle zavorre e sui bilanciamenti, l'asta è sempre inclinata nel modo giusto, in modo che l'elica affronti il vento in posizione perfetta.
Sto provando, come avete compreso negli ultimi due ordini del giorno, a dirvi che ci sono delle tecnologie che oggettivamente potrebbero far fare il salto di qualità al nostro ambiente, ma anche al nostro sistema produttivo. Voi mi chiederete: qual è il vantaggio per la Regione Piemonte in questo settore? Intanto c'è tutto il tema della produzione, cioè di chi può produrre quelle pale stesse. Come sapete, altre eliche offshore sono monopalo, cioè galleggiano su un cilindro; altre ancora, se il fondale è vicino, sono pali piantati sul fondo. La start up irlandese Gazelle Wind Power, guidata dall'amministratore delegato Pier Paolo Maza, ha inventato un sostegno galleggiante addirittura a basso impatto ambientale.
Alcuni limiti. Perché posare in mare queste eliche possenti su piloni che sviluppano uno sbraccio alto di 200 metri con costi decisamente alti rispetto all'eolico sulle colline? Perché dobbiamo cercare il vento dove è più forte, si dice. E in questo senso per l'Italia, povera di vento e ricca di comitati locali riottosi anche alla devastazione del nostro paesaggio si aggiunge un motivo del difficile consenso. Insomma, lo scopo primario dell'eolico offshore italiano è evitare i crinali sovraffollati di pale eoliche e anche i tantissimi casi in cui questa tecnologia è stata respinta nella gran parte del nostro Paese.
Tutto nasce da un fatto, cioè vallate intere trasformate in laghi idroelettrici, decine di mulini a vento sui canali delle colline, terreni laminati con il nero opalescente del silicio. Sono impianti ad altissima visibilità. I comitati per la tutela del paesaggio sono l'anima altrettanto nobile del nostro ambientalismo; invece nel voler conservare il clima che amiamo, motivo per cui ci impegniamo per le fonti rinnovabili, questa vicenda lega le caratteristiche del nostro Paese e ci dà una prospettiva anche per andare incontro ad alcuni pregiudizi e alcuni giudizi che si stanno consolidando su questo tema.
È sufficiente ricordare il primo progetto italiano di eolico in mare quattordici anni fa (era la primavera del 2007): la proposta di qualche pala eolica di fronte a quelle spiagge incappò nel rigore dell'allora Presidente molisano, Antonio Di Pietro.
Credo che questa vicenda ci ricordi, invece, che cosa si potrebbe fare. Noi crediamo che questo lunghissimo elenco che vi abbiamo finora illustrato possa dare speranza al Paese, dare delle alternative vere e anche, in qualche modo, restituire una dignità a quella che è stata la discussione sull'eolico.
Concordiamo nell'esigenza che il processo di sviluppo dell'eolico offshore sia gestito in modo da ridurre al minimo gli impatti sull'ambiente e garantire, al contempo, la massima trasparenza, ma d'altronde pensiamo che sia una delle possibilità che abbiamo per ridurre l'impatto sul clima e ovviamente, la dipendenza energetica dagli altri sistemi.
Per questo, chiediamo nell'impegno che la Giunta regionali inviti il Parlamento e il Governo italiano a mettere in campo tutte le azioni necessarie per la promozione dell'eolico offshore, a partire dalla semplificazione delle procedure per i nuovi progetti di eolico a terra e a mare e all'ammodernamento degli impianti esistenti.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi altri interventi, possiamo chiudere la seduta.
Domani ci sarà la Conferenza dei Capigruppo alle ore 12 per aggiornare il calendario della prossima settimana.
Auguro a tutti una buona serata e un buon lavoro. Anche se il momento non è dei migliori a livello internazionale, auguro a tutti un buon 8 Marzo, una buona festa delle donne, che quest'anno è dedicato sicuramente alle donne ucraine. La dedico a tutte le donne, mamme, mogli e figlie che con coraggio stanno difendendo la propria vita.
Grazie e buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.00)



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