Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.172 del 15/02/22 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 09.36 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e delle interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, iniziamo con l'esame delle interrogazioni pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta orale n. 891, presentata dal Consigliere Maurizio Marello, cui risponderà il Vicepresidente Fabio Carosso; interrogazione a risposta orale n 942 presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta orale n. 965, presentata dal Vicecepresidente Daniele Valle, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà di questa Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che per le interrogazioni a risposta orale è prevista la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica dell'interrogante per altrettanti cinque minuti e non sono previste illustrazioni.


Argomento: Province

Interrogazione n. 891 presentata da Marello, inerente a "Carenza servizi essenziali (compresi quelli bancari) nei piccoli comuni"


PRESIDENTE

In merito al punto inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame dell'interrogazione n. 891.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando il Vicepresidente Fabio Carosso; Prego, Presidente, ne ha facoltà per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Com'è noto al Consigliere Marello, le Regioni e gli Enti locali hanno più volte tentato di svolgere un ruolo attivo nell'ambito della chiusura degli uffici bancari e anche di quelli postali. Più volte abbiamo condiviso le segnalazioni dei Comuni in merito alle chiusure, incontrando i prefetti, i rappresentanti delle associazioni bancarie italiane e i vertici di tutti gli istituti bancari presenti sul territorio.
Condivido le premesse esposte nell'interrogazione, soprattutto perché lo sforzo della Regione è quello di mettere in atto le politiche di sostegno ai piccoli Comuni e il mantenimento di servizi essenziali viene sempre vanificato se non si arrestano le politiche di chiusura di servizi essenziali, quali gli uffici postali, bancari e tanti altri.
Pur non avendo la Regione competenze dirette, comunico che già da diverso tempo sono stati attivati canali istituzionali attraverso l'ABI, per mantenere i servizi sul territorio. Inoltre, in particolare per i Comuni montani, attiveremo una serie di sportelli della Regione Piemonte presso le "Botteghe dei servizi", che è un bando che aprirà a giorni. Il coinvolgimento delle Poste Italiane e di qualche banca del territorio sarà indispensabile per garantire anche a queste botteghe la sopravvivenza.
Quindi, ci adopereremo anche per questa eventuale soluzione, perché quei Comuni che sono lontani dal servizio non possano mantenerlo tale. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente Fabio Carosso per la risposta.
Ha chiesto di replicare il Consigliere Maurizio Marello; Prego, collega, ne ha la facoltà per cinque minuti.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta a questa interrogazione, che ho depositato l'11 novembre 2021 E che ha come titolo completo "Carenza di servizi nei piccoli comuni - quali provvedimenti intenda prendere la Giunta regionale al fine di evitare la cessazione di un numero sempre maggiore di servizi essenziali quali uffici postali, bancari, negozi e luoghi di aggregazione".
Questo è un tema importante di cui spesso ci troviamo a discutere anche in quest'aula, ma è un'emergenza che ormai da anni procede in modo inesorabile e che sta svuotando i nostri Comuni - il Piemonte ha 1181 comuni soprattutto delle cosiddette aree interne, delle aree montane e di quelle collinari, ma non solo - di servizi fondamentali per i cittadini e per le imprese che lavorano su quei territori.
L'interrogazione ha preso spunto da un fatto preciso che si è verificato lo scorso mese di ottobre al comune di Monticello d'Alba che, per la verità, è un comune piccolo, ma già abbastanza grande, situato a metà strada tra Alba e Bra; quindi, non è neanche un comune isolato di montagna.
In questo comune, senza nessuna particolare comunicazione, neanche al Sindaco, è stato chiuso lo sportello ex UBI Banca, poi passata con la fusione a Intesa San Paolo. Tra l'altro, in questo Comune si era verificato un fatto abbastanza curioso. Poco tempo prima che si realizzasse questa fusione, Intesa San Paolo, che era presente su quel territorio, aveva chiuso il proprio sportello; quindi, lo sportello rimasto era quello di UBI Banca. Una volta acquisita UBI-Banca, è stato chiuso, proprio da Intesa San Paolo, l'ultimo sportello presente di quell'area bancaria.
È ovvio che tutto questo ha suscitato nell'amministrazione e in UNCEM, che da tempo denuncia questa situazione, delle reazioni molto vigorose, che hanno interessato le istituzioni, la Provincia, il Prefetto e la stessa Regione, mettendo in evidenza il progredire di questo venir meno dei servizi nei comuni, che sappiamo essere un presupposto essenziale se vogliamo mantenere una vitalità di tipo sociale, se vogliamo mantenere la presenza dei giovani in quei Comuni e contrastare quello spopolamento a favore delle aree urbane più grandi che, purtroppo, i dati ci dicono in continuo aumento, quanto meno negli ultimi 3-4 anni.
Già in altre occasioni, da questi banchi, mi è toccato il compito di sollevare questioni relative, ad esempio, alla marginalità digitale di questi piccoli Comuni, al fatto che in alcuni addirittura non solo non funziona internet, ma neanche il cellulare. In alcuni Comuni montani addirittura non si vedono tutti i canali nazionali della RAI. Siamo ad una situazione che è assolutamente incompatibile con il fatto di essere nel 2022, con il parlare di digitalizzazione, di grandi investimenti legati al PNRR e di grande rilancio. La stessa provincia da cui provengo, che è ricca di piccoli Comuni (quasi 250 in totale con le città) paga un prezzo molto alto su questo fronte.
È vero che la Regione non ha competenze specifiche, ma è comunque un ente importante dal punto di vista del coordinamento dei Comuni e delle politiche regionali. Per cui ho voluto sollecitare la Giunta ad un'attenzione particolare, perché usi tutti i mezzi e i canali che ha a disposizione nel rapportarsi con ABI e con le banche ma, più in generale anche con altri tipi di servizi, affinché le popolazioni che abitano in questi comuni non si vedano periodicamente sottrarre la comodità e la possibilità di avere dei servizi essenziali per continuare a vivere negli stessi.
Mi auguro che ci sia da parte della Regione un impegno ancora maggiore su questi temi, magari anche tentando, attraverso un'accurata legislazione, di sostenere la vita in queste realtà.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Maurizio Marello per la replica.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione n. 965 presentata da Valle, inerente a "Stato di avanzamento del bacino di laminazione della Dora"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 965.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Ricordo che per le interrogazioni non è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente.
Nel corso dell'ultimo anno, l'attività relativa all'attuazione della cassa di laminazione prevista dal Piano di assetto idrogeologico vigente a monte della Città di Torino sul fiume Dora Riparia è consistita nell'ulteriore miglioramento del progetto. Un progetto che ormai da molti anni è nella programmazione della Regione e dell'Autorità di Bacino e che ha, come tutte le opere importanti, notevoli difficoltà e notevoli articolazioni di inserimento nel territorio e che deve essere giustamente e correttamente studiato, al fine di ottimizzarne gli affetti e ridurne l'impatto. Proprio per questo fine, per diminuire l'impatto sui terreni agricoli all'interno della cassa stessa, è stato ulteriormente affinato un progetto che è in corso di ultimazione e che vedrà, nelle prossime settimane, i risultati degli ultimi sondaggi.
A seguito dei primi incontri della cabina di regia, AIPO ha rivisto completamente la progettazione delle opere, al fine di minimizzare gli impatti sulle aree agricole per le piene più frequenti. Lo studio ha analizzato in dettaglio la frequenza delle possibili esondazioni.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Assessore. Ricordo a tutti i colleghi che stiamo trattando il punto delle interrogazioni. Prendete posto con ordine e accomodatevi, oppure potete aspettare fuori fino alle ore 10.
Prego, Assessore, prosegua.



GABUSI Marco, Assessore alla difesa del suolo

Per raggiungere tale obiettivo è stato necessario lo spostamento di alcuni manufatti e una loro ridefinizione, con la realizzazione di una linea secondaria di arginatura che vada a proteggere i terreni fino alla piena con un tempo di ritorno ventennale, nonché la previsione di un manufatto di limitazione delle portate regolabili, che consenta di lasciare idraulicamente invariato il regime di allagamento delle golene agricole interessate per le portate di piena che, quindi, non presentano rischi per la città. Per le piene significative, invece, grazie all'azionamento degli organi mobili, si potrà limitare entro livelli compatibili con l'attraversamento, naturalmente senza esondazioni del centro abitato di Torino, che è l'oggetto cuore che si vuole difendere con la realizzazione delle casse sulla Dora.
Tali ipotesi, come dicevo, hanno richiesto una campagna ulteriore di indagini conoscitive che comporteranno un incremento dei costi, ma con un beneficio evidente sul territorio. Proprio per questo, considerato il bene dei valori esposti, il rapporto costi e benefici è comunque di gran lunga favorevole alla realizzazione di un sistema di laminazione rispetto a qualunque altra soluzione ipotizzabile, come già risultante dagli studi di fattibilità dell'Autorità di Bacino stesso.
La Società Chintana, incaricata per lo svolgimento della fase di progettazione partecipata, a giugno e a ottobre ha fatto degli incontri sul territorio propedeutici ai Tavoli di confronto sia con gli Agricoltori sia con gli Amministratori.
Il primo incontro è stato condotto da Chintana senza la presenza di funzionari regionali e di AIPO, che realizzerà l'opera, proprio al fine di presentare il progetto, il sito e fornire un questionario che potesse evidenziare e fare emergere la raccolta dei dubbi, oppure le proposte alternative.
Nel secondo incontro, invece, è stata presente AIPO, che ha illustrato il progetto e gli effetti sul territorio, alla presenza anche dei funzionari regionali, oltre che dei progettisti di Chintana: sono stati chiariti molti aspetti tecnici del progetto e si è aperto un dibattito serie e franco con gli agricoltori, rispondendo alle domande poste.
È emerso che l'effetto della revisione progettuale effettuata sulla base delle esigenze del territorio ha, in linea di massima, accontentato una notevole parte degli agricoltori presenti all'incontro, in quanto è emerso chiaramente ed è stato chiarito che, una volta terminati i lavori di costruzione della cassa, le aree agricole si allagheranno con minore frequenza rispetto a oggi.
Vi saranno ulteriori incontri volti a chiarire il tema degli indennizzi.
Da questo punto di vista, abbiamo avuto il piacere di incontrare i Dirigenti e l'Assessore Tresso, neo eletto, del Comune di Torino, con cui si è immaginato un percorso, perché è evidente che quest'opera non pu essere vista come un'opera avulsa dal territorio, sia per dove si realizza sia per quello che è il territorio che viene messo in sicurezza, ossia l'abitato di Torino. Quindi, insieme a Torino, troveremo il modo di rendere compatibile questa opera anche dal punto di vista degli indennizzi ribadendo - ripeto - che è nella programmazione da molti anni, ma deve essere messa a terra per tutelare davvero il centro abitato di Torino che come sappiamo e come abbiamo visto in questi anni, può essere soggetto come il resto del territorio, a piene di portata storica o che superano la portata storica e, quindi, può certamente essere messo a dura prova da eventi come quelli che abbiamo vissuto negli ultimi anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.
Ha chiesto di replicare alla risposta il Consigliere Daniele Valle; prego collega, ne ha la facoltà per cinque minuti.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Intanto, chiederei se è possibile avere il testo, perché non si è sentito proprio tutto, essendoci del rumore di sottofondo, ma non per colpa dell'Assessore.
Due considerazioni veloci.
La prima, rispetto alla progettazione definitiva dell'opera, è un'istanza che arriva forte dal territorio.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere, chiedo gentilmente ai colleghi di uscire dall'Aula.
Grazie.
Prego, collega, proceda pure.



VALLE Daniele

Rispetto alla progettazione definitiva, è un'istanza forte che arriva dal territorio, accantonando coloro che invece sono contrari all'opera.
Personalmente, condivido la necessità, espressa dall'Assessore, della messa in sicurezza di un territorio ampio e che la laminazione è l'unica strada percorribile; però occorrerebbe trovare, se possibile, altri piccoli spazi di laminazione, lungo il corso del fiume, per minimizzare l'impatto a valle di una laminazione così ampia che, invece, interesserebbe un territorio agricolo molto molto importante e, se fosse tutta concentrata lì, avrebbe un impatto molto forte.
Il secondo aspetto. Ho sentito degli incontri promossi dalla società; noi avevamo anche attivato una specie di cabina di pilotaggio in Regione rispetto all'infrastruttura con i rappresentanti degli Enti locali, ma lì i Comuni, in realtà, sono veramente pochi, perché c'è Alpignano, Rivoli Caselette e Torino. Comprensibilmente, immagino che questo tipo di iniziative e di incontri si siano anche rarefatti per via del periodo che abbiamo attraversato, ma sarebbe necessario rivedersi per rimettere tutti a pari circa l'iter del progetto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Daniele Valle per la replica.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 942 presentata da Canalis, inerente a "Il nuovo treno Frecciarossa Milano-Parigi trascura le montagne piemontesi e avvantaggia quelle francesi. Quali azioni intende intraprendere la Regione Piemonte?"


PRESIDENTE

Concludiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione n. 942 La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi; prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
La risposta qui è evidentemente o apparentemente molto meno tecnica. Come saprà la Consigliera Canalis, questa notizia ha destato stupore anche in noi, tanto che io e il Presidente Cirio nei giorni immediatamente successivi alla notizia abbiamo scritto relativamente a questa "non fermata" in Valle Susa per comprenderne i motivi e, soprattutto, per chiedere di rivedere questa scelta, compatibilmente con le difficoltà che ci possono essere sulle tracce. Provo a spiegare.
Dopo la lettera, abbiamo avuto la possibilità di incontrare i dirigenti, i vertici e l'Amministratore delegato di Trenitalia, a cui abbiamo ulteriormente cercato di far comprendere l'importanza, in questo momento di una fermata in valle. Ci siamo anche confrontati sulle problematiche tecniche che sono soprattutto legate alle tracce di ingresso in Francia nel senso che, probabilmente, non era stata valutata: essendoci già, sulla linea Napoli-Torino, una fermata in Val di Susa, questa fermata non era stata ipotizzata, non era stata inserita negli scenari.
I passaggi richiesti alla Francia hanno un certo tipo di minutaggio e c'è una difficoltà ulteriore che, quando si transita sulla linea francese, vi è sostanzialmente un cambio di equipaggio a Modane, ci si ferma per un cambio d'equipaggio tecnico; quindi ci sono affinamenti che vanno perfezionati e che probabilmente, se questo approfondimento fosse stato fatto con i territori e con la Regione nei mesi precedenti all'inizio del servizio sarebbero stati superati.
Tuttavia ci è stata dimostrata un'ampia disponibilità da parte dell'Amministratore delegato che ha compreso le nostre istanze; pertanto confidiamo che possa arrivare una risposta positiva, compatibilmente con gli aspetti tecnici che sono da approfondire.
Ci tengo a ribadire una cosa. Trenitalia non era tenuta, formalmente e ufficialmente, a confrontarsi con la Regione, essendo questo un servizio puramente commerciale, come sono i treni Frecciarossa e Frecciabianca, un servizio a mercato. Credo che non sia stata una mancanza di attenzione, ma forse una leggerezza dovuta probabilmente anche al momento complicato che stiamo vivendo come trasporto pubblico; ma - ripeto - l'Amministratore delegato si è prontamente reso a disposizione per rimediare.
Aspettiamo nei prossimi giorni una risposta che crediamo possa essere positiva e che rispettosamente abbiamo manifestato come esigenza, non di una parte politica o di un territorio, ma di una regione intera.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta; ha chiesto di replicare la Consigliera Monica Canalis.
Prima di dare la parola alla Consigliera, chiedo gentilmente ai colleghi di essere rispettosi dell'Aula.
Prego, Consigliera Canalis; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Gabusi per la risposta che ci ha dato e che credo possa essere considerata confortante.
Mi sfuggono soltanto due elementi che non so se possono essermi forniti anche in via informale. Il primo è la data dell'incontro avuto con l'Amministratore delegato di Trenitalia. Nel senso che, se questo incontro fosse avvenuto a fine dicembre, sarebbe diverso che non se fosse avvenuto a fine gennaio: potremmo anche dare un margine di tempo maggiore all'azienda per dare una risposta al territorio. Non so se questo dato può essere fornito.
La seconda riflessione che vorrei fare - una riflessione non polemica, mi sembra che su questo argomento le forze politiche che siedono in Aula siano allineate - riguarda gli ultimi punti della mia interrogazione, quelli che concernono la promozione del nostro territorio in Francia. Sono temi più turistici e culturali che possono avere anche un impatto sulla fruizione e sui flussi dei trasporti.
Gli ultimi due punti dell'interrogazione chiedevano se siano previsti dei Tavoli di confronto al fine di ottenere, in futuro, una maggiore sincronizzazione decisionale; quali attività di promozione del nostro territorio siano previste in Francia ; se si prevede di metterle in campo per far conoscere le peculiarità turistiche del Piemonte e quindi incrementare la domanda di trasporto ferroviario, in modo da risultare anche più convincenti nei confronti dell'azienda Trenitalia nel fare le nostre legittime richieste e pressioni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Monica Canalis per la replica e, prima di chiudere la seduta, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta verrà trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri e pubblicato in banca dati, dove è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti che dei componenti della Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni ed interpellanze.
Al fine e nel rispetto della normativa vigente riguardante il COVID 19, si invitano tutti i Consiglieri e tutto il personale dell'Assemblea di uscire in modo ordinato dall'Aula per 15 minuti di areazione dei locali successivamente, il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Buona salute a tutti.



(Alle ore 10.01 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.25)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Per la gestione della seduta si applicano le disposizioni delle deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza e delle relative modificazioni, a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; prego.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Chiediamo di inserire all'o.d.g. di questo Consiglio un atto di indirizzo che abbiamo depositato; io non ho il numero; ma cito il titolo dell'oggetto "Fondo straordinario a sostegno delle professioni infermieristiche". E' un ordine del giorno a fronte di una serie di comunicazioni che sono arrivate anche tramite manifestazioni pubbliche del comparto degli infermieri del Piemonte; quindi ne chiediamo l'inserimento all'o.d.g. di questo Consiglio ma chiediamo anche, nell'organizzazione dell'ordine dei lavori, di discuterlo entro la chiusura della sessione consiliare odierna.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di inserire la mozione n. 724 "Quali sono le intenzioni della Giunta regionale rispetto al riconoscimento della fibromialgia o sindrome fibromialgica?" E' un documento che ha già avuto la sottoscrizione dei colleghi e nell'impegno, chiede il riconoscimento di questa patologia all'interno delle patologie riconosciute, che quindi hanno un loro trattamento, visto che ad oggi su questo tema c'è ancora molto da lavorare.
Grazie; ripeto: è l'ordine del giorno n. 724.



PRESIDENTE

Grazie. Chiedo a tutti i Consiglieri e non Consiglieri di tenere un tono di voce più basso, perché si ha difficoltà a sentire chi interviene.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento dell'ordine del giorno n. 738 "Superbonus e bonus per l'edilizia - la Regione intervenga presso il Governo per correggere la normativa e porre fine alla confusione e rimediare ai danni causati al settore e ai cittadini", considerato quello che è successo nelle scorse settimane e la grande incertezza in cui vivono sia le ditte e gli operatori del settore sia le famiglie che hanno deciso di usufruire dei bonus per ristrutturare le proprie abitazioni.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Non vorrei che spostassimo la discussione da Palazzo Lascaris alla Sala Rossa, ma sono costretto a fare questo intervento. Come sapete sull'aumento dell'IRPEF per i redditi medi e alti dei torinesi - una condizione richiesta tra l'altro dal Governo al Comune per accedere a una linea di finanziamento dei 70 milioni di euro - è esplosa una polemica, sia fra opposizioni e maggioranza in Comune, ma anche dentro il centrodestra.
Non voglio usare epiteti che sono stati dati all'Assessore Marrone anche da suoi eminenti colleghi del centrodestra, però vorrei chiarire un punto e chiedere un'informativa al Presidente Cirio. Come l'Assessore Marrone sa, a differenza di altri Gruppi consiliari, noi pensiamo sia non solo legittimo ma auspicabile, che gli Assessori continuino a far politica e che continuino ad avere anche posizioni non solo istituzionali. Basta togliersi la giacchetta dell'istituzione nella quale in quel momento si hanno delle deleghe.
Quello che però l'Assessore Marrone dovrebbe comprendere e anche il Presidente Cirio, a cui chiediamo le comunicazioni, è che si possono avere anche per un attimo nella vita, degli auspici e pensare di voler fare altro nel proprio cammino. Però quando si decide di passare al ricatto nei confronti non solo di una persona - cosa che abbiamo già sentito la scorsa settimana - e poi di un'istituzione... E' successo all'ISTORETO (adesso qua c'è l'Assessora Poggio), ma a me è sembrato inaudito che su una polemica di natura culturale, storica e politica si arrivasse a dire ad un ente, che ha sbugiardato storicamente un Assessore, "Valuteremo se togliere le risorse o no".
Io lo trovo un fatto inaudito, soprattutto perché non stiamo parlando di tipologie di finanziamento legate alle opinioni culturali e storiche, per fortuna, e comunque non è l'Assessore Marrone a dover scegliere in questo senso. Ma la cosa ancora più grave è se i ricatti adesso passano da un'istituzione addirittura ad un'intera città.
La scorsa settimana ci scherzavo e ovviamente me la potevo cavare anche con una battuta, ma io trovo che sia inaccettabile che un Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale pensi di minacciare la Città di Torino di tagliare i trasferimenti al Comune per compensare i maggiori introiti derivanti da un ritocco dell'IRPEF, che tra l'altro si è reso necessario per riequilibrare il bilancio.



PRESIDENTE

Sono passati tre minuti. Il preambolo è più lungo della richiesta, non è accettabile.



GRIMALDI Marco

Ho finito. Dico solo che i ricatti sono sempre una cosa odiosa, ma il ricatto istituzionale è vergognoso e credo che qualcuno in quest'Aula, il Presidente o il Vicepresidente, dovrebbe prendere la parola per chiedere spiegazioni, perché non ho mai visto che un Assessore con deleghe diverse si rivolga ad un altro collega dopo una settimana - non più all'Assessora Poggio, ma all'Assessore Tronzano - per dire "Togliete le risorse alla Città di Torino". Ma dove siamo finiti?



PRESIDENTE

Presidente Grimaldi, siamo a 4 minuti: le devo togliere la parola.



GRIMALDI Marco

Ma dov'è il solco di demarcazione tra l'opportunità.?



PRESIDENTE

Chiedo se ci siano altre richieste di intervento sulle modifiche all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Biletta; ne ha facoltà.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Chiedo all'Aula di discutere nella giornata odierna l'ordine del giorno n.
722, di cui ho già chiesto l'iscrizione la scorsa settimana, che tratta il tema della situazione degli impianti natatori in Piemonte. La situazione adesso è diventata insostenibile. Domenica scorsa, il 6 febbraio, c'è stata la serrata delle piscine, con un grido di allarme del settore che non si è sentito considerato. Il tema non può più essere rinviato, per cui chiedo la discussione oggi e l'approvazione di questo ordine del giorno, con il quale si impegna la Giunta a consentire la prosecuzione delle attività e scongiurare la chiusura degli impianti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Chiedo se vi siano ulteriori richieste.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Come anticipato nella Conferenza dei Capigruppo e anche per una questione di ordine dei lavori, chiedo di discutere nella giornata odierna gli ordini del giorno collegati al disegno di legge n. 163 "Disposizioni finanziarie e variazione del Bilancio di previsione 2021-2023", che erano stati sospesi per consentire la chiusura del bilancio in tempistiche utili.
Sono comunque collegati a quel disegno di legge e sarebbe scorretto farli slittare ulteriormente. Grazie.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
E' stato richiesto l'inserimento di tre ordini del giorno e, se l'Aula acconsente, si intende accolto.
Per quanto riguarda la richiesta di informativa, la Giunta è presente e se intende intervenire, può richiedere la parola.
Sono state inoltre richieste alcune inversioni di punti all'o.d.g.; nello specifico, la richiesta di inversione dell'ordine del giorno n. 722 della Consigliera Biletta (non tanto la richiesta di inversione, ma soprattutto di discuterlo nella giornata odierna); dell'ordine del giorno del Consigliere Sarno "Fondo straordinario a sostegno delle professioni infermieristiche"; del punto 9), ordine del giorno n. 710 del Consigliere Sacco, con la richiesta di discuterlo nella giornata odierna.
Se nessuno è contrario, le modifiche si intendono approvate. È ovvio che poi ci dovrà essere l'impegno di tutti i Capigruppo a discutere gli ordini del giorno richiesti.



(L'Aula, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali dell'11 e del 18 gennaio 2022.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Avendo già, ai sensi del Regolamento, chiesto un punto, non posso chiederne un secondo, però ho un dubbio: la scorsa settimana abbiamo iniziato il punto all'o.d.g. relativo alla richiesta di modifica della denominazione del Comune di Casorzo in Comune di Casorzo Monferrato. Possiamo riprendere da lì, visto che avevamo sospeso il punto? Lo valutate come un'inversione? È solo per rispettare l'ordine dell'altra volta, dato che la seduta era terminata con quel punto.



PRESIDENTE

Grazie.
La Conferenza dei Capigruppo ha deciso di iscrivere prima le proposte di legge e poi le deliberazioni, come è sempre stato fatto. Se un punto viene sospeso non c'è, nel Consiglio successivo, l'assoluto automatismo di iniziarlo con il punto sospeso. Si procederà, quindi, con le proposte di legge e poi con le deliberazioni. Mi sembrava ci fosse la volontà di iniziare solo le discussioni sulle proposte di legge. Non so se c'è un accordo o una richiesta formale, comunque è prevista la discussione generale sulla proposta di legge n. 120 e l'inizio della discussione generale sulla proposta di legge n. 125; le deliberazioni successive, che sono quattro, e, infine, gli ordini del giorno.
Così come è stato inteso, verranno discussi prima i tre ordini del giorno richiesti con l'inversione, ossia quelli allegati al disegno di legge n.
163, l'ordine del giorno n. 722 e l'ordine del giorno del Consigliere Sarno.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento, comunico che sono in congedo i Consiglieri Cirio, Lanzo, Ricca, Tronzano.
Il numero legale è pertanto 24.


Argomento:

b) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 2 febbraio 2022, la seguente legge regionale: legge regionale n. 31 del 14 dicembre 2021 "Interventi urgenti in materia di diritto allo studio universitario"; e in data 11 febbraio 2022 le seguenti leggi regionali: legge regionale n. 32 del 15 dicembre 2021 "Modifiche alla legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2 (Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell'attività di volo in zone di montagna) e adeguamento al decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 40 (Attuazione dell'articolo 9 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante misure in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali)"; legge regionale n. 33 del 15 dicembre 2021 "Disposizioni finanziarie e variazione del bilancio di previsione 2021-2023"; legge regionale n. 34 del 27 dicembre 2021 "Modifiche all'articolo 24 della legge regionale 29 maggio 2020, n. 13 (Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da Covid-19)" e ne ha dichiarato la non impugnativa.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame proposta di legge n. 120, inerente a "Istituzione della giornata regionale del Valore Alpino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 120, inerente a "Valore Alpino ", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Comunico che il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla VI Commissione il 12 gennaio 2022.
La parola al relatore di maggioranza, Consigliere Demarchi. Prego Consigliere, ne ha la facoltà per un massimo di quindici minuti.



DEMARCHI Paolo, relatore

Grazie, Presidente.
Con la proposta di legge, che oggi io e il collega Nicco siamo a introdurre all'Aula, vogliamo promuovere l'attività del Corpo degli alpini e la sensibilizzazione sui valori culturali tradizionalmente rappresentati istituendo anche una giornata del valore alpino.
Credo che a nessuno sfugga il perché di questa proposta.
Il Piemonte è una terra di montagna; coltiviamo un naturale legame con il Ccorpo dell'esercito, che su questo territorio ha sempre operato fin dalla sua nascita e che ogni giorno è pronto a tendere la mano alla nostra Regione, come ha fatto in questa emergenza pandemica.
Viene naturale pensare che questa proposta di legge affondi la sua ragione nella storia che lega gli alpini e il Piemonte. Tra le prime diciassette Compagnie, dieci erano in Piemonte. Piemontesi erano gli ufficiali, i soldati, i fucili e i cannoni. Torino e Cuneo erano sedi di divisione e in tutta la Regione c'erano alpini e artiglieri in centinaia di caserme.
Combatterono in Africa più volte, due Guerre mondiali e ora sono qui e altrove a portare la civiltà e la democrazia. Tutte validissime ragioni che ognuno di noi conosce, ma quante ce ne propone il quotidiano? Senza scomodare la scelta del Commissario per l'emergenza COVID-19, Generale Figliuolo, alpino, voglio scorrere con l'Aula il diario pubblicato da Savio Massimo, coordinatore dell'ANA, sezione di Torino. Vi chiedo, però, di contestualizzarlo temporalmente perché si parla del lavoro di meno di due mesi, da febbraio ad aprile 2020. Due mesi che, senza timore di smentita hanno fatto precipitare il mondo in un inferno.
Leggo in Aula con voi il diario: "Dal 22 febbraio ad oggi, 18 aprile abbiamo svolto 10 diverse attività per un totale di 114 volontari e 14 mezzi impegnati per 715 giornate di lavoro. Le varie attività si sono diversificate nei seguenti interventi: montaggio tende pre-triage ospedali con il Nucleo Sezionale allestimento campi, supportato anche dal Nucleo Sezionale Autisti; consegna generi alimentari e di prima necessità sui Comuni di Torino, Castiglione, Chieri, Collegno, Rivoli e Pianezza con i volontari di tutte le squadre territoriali dei rispettivi Comuni. Call center per ricevere chiamate dalla popolazione per le loro richieste di aiuto, supporto al call center dell'Associazione Psicologi per i popoli per aiuto ai più fragili con i nostri volontari nel Nucleo psicologi supporto alla popolazione nei Comuni di Giaveno, Castiglione, Pianezza, Collegno Chieri, Rivoli, Torino con i volontari delle squadre territoriali. Cucina con preparazione pasti nel presidio territoriale del volontariato di Torino e per la SOR in corso Marche con la squadra di cucina Giaveno- Valgioie.
Cucina con preparazione pasti per i volontari e per i funzionari del Comune di Torino; magazzino Croce Rossa di Grugliasco; centro di smistamento per DPI medici, da parte del Nucleo Sezionale magazzino; ritiro e consegna in più occasioni di mascherine alle RSA di Torino, Giaveno e Moncalieri da parte del Nucleo Autisti con l'impegno del nuovo mezzo Iveco eurocargo acquistato con il bando della Fondazione UniCredit e con i fondi del 5 per 1000 alla Protezione civile. Ripristino locali per i medici presso la Casa dello Studente a Torino da parte del Nucleo Allestimento campi sezionale trasporto materiali e aiuto all'allestimento ospedale da campo presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino da parte del Nucleo Sezionale Autisti e del Nucleo allestimento campi.
Numerosi interventi di disinfezione e sanificazione del Nucleo Sezionale Disinfezione ai locali e ai mezzi presso altre associazioni di Protezione civile, presso il Presidio Territoriale del Volontariato di Torino, presso le strutture da campo ILMA montate in piazza d'Armi a Torino per i senzatetto, presso i dormitori del Gruppo Abele, anche grazie all'acquisto recente dell'ozonizzatore acquistato con i fondi del 5 per mille della Fondazione Protezione civile della Sezione di Torino.
Chiusura dei parchi su richiesta del Comune di Torino; montaggio tende ILMA in piazza d'Armi; manutenzione tende presso gli ospedali di Torino dalla squadra in pronta reperibilità su Torino. Intervento del nucleo elettricisti sezionale per installazione strumenti di diagnostica ospedaliera da campo presso l'ospedale Amedeo di Savoia. Ritiro materiale sanitario presso le ditte specializzate per l'operazione di raccolta fondi sezionale.
Inoltre, nella settimana che precede la Pasqua, alcune famose industrie dolciarie piemontesi hanno regalato uova di Pasqua ai volontari della Protezione civile. Pur commossi, abbiamo deciso di tenere per noi solo il gesto di riconoscenza al lavoro svolto e di regalare le uova di cioccolato ai bambini del Regina Margherita, Case famiglia e RSA di Torino e provincia, con un tour de force sul sabato prima di Pasqua per una tempestiva consegna".
Questa che ho letto è solo una testimonianza, ma pensiamo a quante penne nere abbiamo visto in questi due anni. laddove ce n'era bisogno. Queste sono state e sono un riferimento nella campagna vaccinale, a partire dal Generale Figliuolo.
A Torino onoreremo il 150° anniversario di fondazione del Corpo degli alpini, ma è solo una tappa, perché oggi abbiamo due secoli di buone ragioni per votare compatti questa proposta di legge. Una di queste è proprio la pandemia.
Sono stati gli alpini che, con il loro motto, ci hanno aiutato con il virus: "Di qui non si passa".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Demarchi.
La parola al Consigliere Nicco, relatore di maggioranza.



NICCO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
È noto l'eccezionale contributo umano che i piemontesi hanno dato ai vari Corpi d'armata ed è altrettanto evidente il notevole contributo militare in difficili periodi passati, e civili, in più recenti tempi di pace, che le Forze armate hanno dato alla nostra regione.
Fermo restando il senso di gratitudine a tutte le forze armate, è innegabile che da un punto di vista quantitativo e geografico l'Arma degli alpini è quella in cui i piemontesi hanno maggiormente servito e militato.
Per questo ritengo opportuno proporre questa legge, finalizzata a riconoscere l'attività sul territorio, i valori di solidarietà e l'impegno degli alpini, sempre caratterizzata da operatività silenziosa quanto efficace, al fine di promuovere le attività solidaristiche e di volontariato.
Questo dovrebbe servire a diffondere i valori storici, sociali e culturali che vanno sotto il nome di "valore alpino", che non sono prettamente militari, ma che ben si adattano e che in misura maggiore servirebbero all'interno della società civile, in particolare tra le giovani generazioni che, con la cessazione della leva obbligatoria, non hanno più modo di acquisirli in modo sistematico come un tempo.
Per queste premesse e per questi obiettivi, la legge prevede l'istituzione della "Giornata regionale del valore alpino" da celebrarsi ogni anno il 16 gennaio, data di inizio della ritirata della campagna di Russia, in ricordo del tragico sacrificio degli alpini e di tutti i caduti in quel drammatico avvenimento storico.
La giornata potrà essere accompagnata da iniziative sul territorio regionale di informazione e di sensibilizzazione sul valore alpino, nonch da attività formative da realizzarsi in collaborazione con le Sezioni territoriali e i Gruppi dell'Associazione Nazionale Alpini del Piemonte anche con la partecipazione volontaria di altri enti e associazioni, anche a livello locale.
La proposta di legge che oggi esaminiamo è stata oggetto di approfondimenti in Commissione e di consultazione da parte di Enti e Associazioni interessate e ha ottenuto il parere favorevole del Consiglio delle Autonomie Locali.
Nel corso delle sedute di Commissione sono stati accolti emendamenti all'articolato presentati dalle forze di maggioranza e di minoranza che pur senza stravolgere l'impianto, l'hanno migliorato, e di questo ringrazio i proponenti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Nicco.
Ci son interventi in discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Approfitto per ringraziare e complimentarmi con il collega e amico Davide Nicco per questa proposta di legge che intende istituire la "Giornata regionale del valore alpino", che va a colmare un piccolo deficit nel nostro ordinamento legislativo. Perché? Perché si tratta di un riconoscimento obbligato - forse si poteva far prima, ma non è mai troppo tardi! - alla storia e alla cultura degli alpini, che è un corpo che in Italia richiama tanta stima e affetto.
Io sono legato al corpo militare in cui mi arruolai volontario, che è quello dell'Arma dei Carabinieri, ma ho avuto la fortuna, nel 2007, di organizzare l'80° Adunata degli alpini.
Cosa rappresentano gli alpini? Sono un fenomeno popolare di affetto e di riconoscimento nella bandiera da parte di tutti gli italiani; non sono solo il mezzo milione di persone che partecipavano all'adunata, ma abbracciano tutto ciò che ho visto vivere e nascere intorno. E questo vale sia per quello che è stato il grande sacrificio di vite umane che gli alpini hanno dovuto patire durante le due guerre mondiali, dove sono stati ovviamente protagonisti di atti eroici nella difesa della nostra nazione sia per le tante occasioni in cui si sono distinti nel portare pace e soccorsi in giro per l'Italia e per il mondo.
Da bambino ricordo che mio zio, che era negli alpini, fu inviato in Friuli per il terremoto: a distanza di tanti anni dalla tragedia, quella popolazione continuava ancora ad inviare lettere di ringraziamento e di affetto per l'impegno che gli alpini avevano saputo dimostrare con quel messaggio di pace, di bontà e di aiuto.
Gli alpini vengono anche ricordati per le missione umanitarie all'estero: prima fra tutte, ricordo quella del 1994 in Mozambico. In quell'occasione, vennero premiati i nostri soldati proprio per questo encomiabile senso di professionalità, di spirito di iniziativa, ma soprattutto di umanità, che hanno sempre saputo trasmettere. Credo che si addica ad una Regione come la nostra, che è alpina per definizione. E credo, altresì, che questo traguardo legislativo che ogni anno andrà a valorizzare la cultura e la storia degli Alpini sia un atto bello. Proprio per questo, mi auguro che quando andremo, tra poche ore, a votare la legge ci sia una condivisione assoluta in aula.
Concludo ringraziando ancora il collega Nicco per quest'iniziativa.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bongioanni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo, ovviamente, in merito alla proposta di legge in oggetto.
Come già detto, in Commissione, quando ne abbiamo discusso con i proponenti e con i primi firmatari, abbiamo cercato anche di migliorare il testo - lo dico per raccontarlo all'Aula - tentando di concentrarci principalmente su quello che pure il collega Bongioanni stava argomentando, puntando, cioè più sul "valore alpino" in termini di affezione del nostro popolo, e quindi del nostro Paese, nei confronti di una figura generalmente intesa come positiva.
Abbiamo dunque voluto, attraverso alcuni emendamenti che abbiamo condiviso con i proponenti, concentrarci specificatamente sul tema dell'impegno, del volontariato e dell'aiuto, che molte volte hanno visto coinvolgere le nostre città, anche in riferimento ad iniziative sulla tutela dell'ambiente, sull'accompagnamento delle nuove generazioni a sostegno di progetti che negli Enti locali e con gli Enti locali si costruiscono.
Abbiamo anche chiesto di eliminare alcune funzioni, che a nostro avviso erano un po' parallele e che avevano bisogno, eventualmente, di una formazione specifica, come l'accompagnamento sul cyberbullismo piuttosto che su altre figure; figure che, ovviamente come ho detto, necessitano di una formazione. Al riguardo, ringrazio i primi firmatari per aver raccolto queste proposte e questi nostri emendamenti.
Sottolineiamo, altresì, un'esigenza che era scaturita a seguito delle audizioni: a nostro avviso, sarebbe stato più utile proporre una giornata dedicata ai diversi corpi, e non solo al tema del "valore alpino", che peraltro riconosciamo e che il mio Gruppo, grazie anche agli emendamenti che sono stati accolti, voterà favorevolmente, con alcuni cambiamenti rispetto a quello che era il testo originario.
In questo senso - lo dico alla maggioranza, lo dico al Consiglio auspichiamo che ci possa essere un'iniziativa pari per altri corpi e per altri gruppi, perché ciò che è emerso dalle audizioni è che ci sono altri gruppi che hanno un valore positivo a livello nazionale. Dunque, il Consiglio regionale deve avere la capacità di valorizzare anche quegli elementi, e non solo il valore alpino, che, come ho detto, riconosciamo e andremo a sostenere con questa proposta di legge. L'unico appunto che vogliamo riportare, che è arrivato da fuori di quest'Aula, è che una proposta di legge generale, e non solo specifica, sarebbe stata sicuramente un'iniziativa migliore. Tuttavia, al netto di questo aspetto, e confrontandoci anche con i colleghi, esprimeremo un voto favorevole su questa proposta di legge. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani, sempre in discussione generale; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anche noi abbiamo seguito l'iter di questa proposta di legge in Commissione e credo che risultati evidente a tutti la nostra contrarietà che abbiamo espresso anche attraverso il voto finale; una contrarietà che ovviamente, non è rivolta ai valori che vengono proposti dal Corpo degli alpini, e nemmeno rispetto allo stesso Corpo degli alpini, che oggi vediamo per lo più impegnato in attività di volontariato sul nostro territorio attività che sicuramente fanno bene alla collettività.
La nostra era un'opposizione derivante soprattutto da quello che ci sembra essere lo spirito che sta sotto questa proposta di legge, ossia la valorizzazione di alcuni principi e di alcuni aspetti che, invece, non ci sembra debbano trovare spazio in una legge regionale.
Intanto ricordiamo tutti, ad inizio legislatura, il Presidente Cirio che, insieme ad un Assessore, si recò al macero per annunciare che avrebbe semplificato e ridotto il numero di leggi presenti nella nostra Regione. In realtà, credo che una legge come questa non sia assolutamente necessaria in primo luogo perché il corpo degli alpini è universalmente riconosciuto e ha già delle sue celebrazioni, delle sue ricorrenze, una sua adunata nazionale, quindi credo che non avesse certo bisogno di una legge regionale per riconoscere il suo valore.
C'è poi un altro aspetto che non ci ha particolarmente convinti, che è quello del coinvolgimento delle scuole. Ormai tendiamo sempre a far pesare (uso questo termine appositamente) tutto sulla scuola; qualsiasi proposta di legge che poi diventa norma viene collegata, in qualche modo, alla scuola.
Se parliamo di una proposta di legge o di una legge riferita, ad esempio al bullismo - come abbiamo approvato nella scorsa legislatura - credo che sia doveroso il coinvolgimento della scuola. Quello che non capisco è per quale motivo dobbiamo coinvolgere le istituzioni scolastiche, che già vivono delle difficoltà incredibili nel portare a termine i loro programmi e nel gestire tutte le attività scolastiche ed extrascolastiche, cercando di far combaciare tutte le esigenze.
Peraltro, in questi giorni vediamo i nostri studenti che stanno occupando le scuole, chiedendo di ascoltarli, chiedendo di poter partecipare alla costruzione di una scuola nuova, che sia in grado di ascoltare quello che gli studenti vogliono, una scuola che si sappia rinnovare; una scuola, ad esempio, che non sia più così strettamente legata al lavoro e così orientata al lavoro, ma un mondo scolastico che torni a formare degli uomini e delle donne e non soltanto dei lavoratori. In questa prospettiva avremmo magari dovuto ascoltare le scuole, quando abbiamo inserito questi continui riferimenti anche ai campi scuola, ad esempio.
Inoltre, si parla di addestramento. I valori degli alpini sono condivisibili e trovo che ci sia in qualche articolo della proposta di legge una retorica che stona con l'attualità. È una retorica che, talvolta stona anche con la storia che il nostro Paese ha vissuto, con quello che le Forze armate hanno rappresentato nel corso della nostra storia. Però, in generale, credo che non dovremmo neanche discutere di questa proposta di legge, ma dovremmo dare il giusto riconoscimento a tutti coloro che si sono sacrificati e l'hanno fatto non sempre volontariamente, perché la maggior parte dei giovani che sono morti in guerra non erano certo lì per loro volontà. Ogni volta che parliamo di guerra, parliamo di sacrificio e di tragedie che dovremmo assolutamente ricordare, ma anche mostrare in tutta la loro crudezza. Sarebbe auspicabile insegnare ai nostri giovani una cultura di pace e non una cultura di guerra.
Pertanto mi aspetterei di vedere valorizzata in una proposta di legge, allo stesso modo, qualche associazione che promuova la pace. Potremmo lavorare da adesso in poi, sull'istituzione di una giornata regionale che sappia valorizzare la pace e promuova iniziative nelle scuole e diffonda una cultura di pace, cosa che, soprattutto in questi giorni, ci auguriamo guardando allo scenario internazionale, che purtroppo diventa sempre più preoccupante.
Noi non daremo un voto favorevole a questa proposta di legge; abbiamo sottoscritto alcuni emendamenti del Consigliere Grimaldi e cercheremo ancora di migliorare il testo, però la nostra posizione è che noi questa proposta di legge non avremmo nemmeno dovuto discuterla, senza nulla togliere al valore che riconosciamo all'impegno degli alpini che sono sempre presenti ogni volta che c'è bisogno di esprimere solidarietà e impegno nella nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come abbiamo provato a dire in Commissione e anche in Aula quando ne abbiamo avuto l'opportunità, ci sarebbe piaciuto contestualizzare la storia di questo corpo e togliere dal campo alcuni dubbi che continuano ad esserci, anche perché nascosti nel testo. Arrivo al punto, perché non vorrei girarci troppo attorno.
È noto che il ruolo dei militari e degli ex militari nella Resistenza è stato importante, per il loro apporto di esperienza, soprattutto nell'uso delle armi e degli esplosivi, nell'organizzazione delle formazioni, nella tattica, nelle azioni e anche nella tecnica di guerra. Prima dell'8 settembre i giovani soldati nelle nostre zone, inquadrati per lo più nelle formazioni alpine, hanno vissuto esperienze importanti e devastanti, come quelle nella campagna di Grecia. Forse non è stata ricordata, ma anch'essa mi pare abbia avuto all'incirca 14 mila morti, solo delle formazioni alpine. Lo dico solo per ricordare le varie tragedie di quel periodo di cui spesso parliamo impropriamente. Come, ad esempio, la Jugoslavia; a proposito di quei confini che qualcuno non ricorda mai, anche in quel caso il tributo degli alpini fu altissimo, un altro disastro. Per non parlare della Russia e ci arrivo, Presidente.
Ricordo, visto che nel testo non è scritto da nessuna parte, che dopo l'8 settembre 1943 - ricordatevi questa data, se vogliamo ricollegare tutti i punti - molti di loro rifiutarono di ritornare nuovamente sotto le armi della Repubblica Sociale; si diedero alla macchia e aderirono al Movimento di Resistenza al nazifascismo, fornendo un contributo fondamentale, talora eroico, alla liberazione del nostro Paese, in alcuni casi con gli alleati in alcuni casi con i partigiani al nord del Paese. Per fare solo qualche esempio, basti ricordare il capitano Antonio Giuriolo (Toni) o l'ingegner Giacomo Chilesotti (Nettuno) o l'artigliere Germano Baron (Turco), il colonnello Giovanni Fincato, tutti vicentini, tutti alpini, poi partigiani e tutti decorati con medaglia d'oro al valore della resistenza.
È vero, Presidente, ci sono stati anche alpini che hanno fatto scelte diverse o furono obbligati a farle dopo l'8 settembre, ma, com'è scritto nei libri di storia, che noi continuiamo a proporvi come insegnamento massimo e che, almeno nella nostra cultura, è quello di continuare a ricercare, a studiare e ad approfondire, erano sicuramente una minoranza.
In ogni caso, abbiamo notato che nelle manifestazioni e nei raduni la storia riguardante il periodo del 1943 e del 1945 non trova generalmente spazi, forse perché non è stata abbastanza approfondita o, in particolare quella degli alpini, sembra fermarsi alla ritirata di Russia.
E arrivo di nuovo al punto. Vorrei fare un passo indietro sul 16 gennaio giornata del valore alpino che ci propone il Consigliere Nicco. Capiamoci colleghi, solo per ricordare il punto: il 16 gennaio 1943, giorno di inizio della ritirata, il corpo d'armata alpino contava 61 mila uomini; dopo la famosa battaglia di Nikolaevka si contarono 13.420 uomini. Avete capito: circa 40 mila uomini rimasero indietro, morti nella neve, dispersi o catturati.
Il 17 gennaio, il giorno dopo, inizia il ripiegamento delle truppe italiane sul fronte orientale, per l'ARMIR e la dolorosa ritirata di Russia. In dieci giorni, i soldati percorreranno 120 chilometri a piedi nella neve, in condizioni climatiche atroci e l'equipaggiamento - voglio che sia scritto nella nostra relazione, altrimenti tanto vale non parlarne - criminalmente inadeguato.
Non è stata sfortuna; non c'entra niente che voi siate atei o credenti; non c'entra niente il Fato o Dio: qualcuno gli ha criminalmente dato delle dotazioni sbagliate, perché bisognava dare il tributo di sangue. Mussolini ha supplicato Hitler dicendo: "Fatemi mandare un tributo di sangue", perch pensavano di spezzare - spezzare - il fronte russo, dissolverlo e di finire così nella storia. Ma nella storia, nell'oblio e nelle lacrime di centinaia di migliaia di famiglie sono morti 40 mila alpini.
Valore alpino sì, ma i veri criminali di guerra non sono neanche citati in questa discussione ed è chi lì ha mandati a quel fronte a morire. Dolore per l'altissimo numero di perdite umane; umiliazione subita a causa delle scelte ciniche e sconsiderate del regime fascista; desiderio di rivalsa verso l'alleato nazista che, salvo isolate eccezioni, li aveva traditi nel momento peggiore. Ecco, non è un caso se proprio dagli alpini provengono numerosi uomini che al ritorno in Italia fecero parte della Resistenza italiana.
Colleghi, vi invito a stare con noi, a ricostruire la storia che è giusto ricordare, ma non in parte. Ve lo chiedo, perché ogni volta che noi prendiamo la parola qui dentro, non è solo per difendere la nostra parte ma è per difendere la Costituzione e una storia che dovrebbe essere ancora condivisa. Qualcuno, invece, continua, anche in quest'Aula, a spostare l'oggetto della discussione per non ricordare i crimini di quegli anni e tutto quello che è successo: gli alpini li abbiamo mandati a combattere nelle guerre coloniali; li abbiamo mandati in Grecia, in Jugoslavia e in Russia a morire, per dare un tributo di sangue del nostro Paese. Se volete farlo, se volete ricordare quel valore, facciamolo insieme, ma contestualizzando la storia.
Non c'è una storia di parte; i libri - tutti i libri, andateveli a leggere ricordano cosa è successo e l'inadeguatezza di quegli equipaggiamenti continua a rimanere un crimine, forse poco raccontato dai media, dalle storie che si leggono e dai podcast (forse ci sono stati pochi film sul punto). Proviamo a ricordarlo per quello che è stato, anche grazie al valore di molti concittadini italiani.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo in discussione generale per dire, innanzitutto, che da parte nostra c'è stata, non solo piena condivisione, ma immediatamente una sottoscrizione della proposta di legge presentata. Lo abbiamo fatto cogliendo soprattutto ciò che essa diceva nel titolo, "valore alpino". Non si stava istituendo una nuova giornata in ricordo o una nuova festa per gli alpini, che comunque se lo meriterebbero, ma si stava cercando di provare a portare questo valore all'attenzione della comunità piemontese, che per sua natura è un territorio montano che, storicamente, ha visto gli alpini essere veri protagonisti, nel bene e nel male, delle nostre montagne È vero, si ricorda soprattutto il periodo storico in cui forse la guerra li ha visti coinvolti in prima persona, ma in quel titolo il nostro Gruppo ricordando il valore alpino, ha visto ciò che gli alpini, e non solo, in questi anni hanno operato, dando sempre il loro presente in ogni situazione di difficoltà della nostra Nazione.
sufficiente, visto che oggi siamo abituati a usare tutti gli strumenti informatici che abbiamo a disposizione, digitare su Google "valore alpino" per leggere: amicizia, fedeltà alla Patria, senso del dovere, solidarietà verso gli altri. Questi sono i veri motivi per cui credo abbia senso discutere e poi approvare questa legge, un riconoscimento che diamo a dei valori, che in modo particolare gli alpini hanno saputo incarnare in questi anni.
Come ho detto prima, non abbiamo mai visto una loro assenza in tutte le calamità naturali che in questi decenni hanno attraversato l'Italia, dalle alluvioni ai terremoti, fino alla pandemia. Sono sempre stati presenti insieme a tante altre Associazioni, che non sto a ricordare perché non vorrei dimenticarne qualcuna. Credo che in questa legge si possano riconoscere anche tutte le altre Armi e gli altri volontari, perché stiamo riconoscendo dei valori essenziali che si possono ricordare e racchiudere nella parola "solidarietà": solidarietà nei confronti di tutti gli altri concittadini, non solo piemontesi, ma italiani.
È per questo che noi sosteniamo convintamente la proposta di legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Inizio il mio intervento con una doverosa premessa che dovrebbe essere ben comprensibile dal senso totale del mio intervento, ma è una premessa che faccio comunque, perché la tendenza a strumentalizzare parole che vengono pronunciate in un'aula politica di Consiglio, è sempre lì in agguato.
Premessa: non ho nulla contro gli alpini, anche se ho fatto una scelta di vita diversa, perché sono un obiettore di coscienza, ma mio papà era alpino, mio nonno era alpino, quindi nulla contro gli alpini a cui riconosciamo il loro tributo a questo Paese e riconosciamo le attività che ancora vengono fatte. C'è stato anche un giusto riferimento a pagine tragiche della storia del nostro Paese che dovrebbero anche trovare un maggior riconoscimento e un maggior riferimento, anche quando si fanno proposte di questo tipo.
Ciò premesso rivolgo una domanda: dove sono finiti gli angeli? Mi riferisco agli angeli della semplificazione. Dove sono finiti gli angeli della semplificazione? La Giunta regionale è retta da una maggioranza che poi può attraversare fasi più o meno positive e produttive, ma è pur sempre una maggioranza che è composta dalle stesse forze politiche che ci sono in Giunta. Era stata annunciata una massiccia semplificazione normativa, la creazione di angeli della semplificazione: 50 esperti che avrebbero ridotto al massimo le leggi presenti nella nostra Regione.
Diceva il Presidente Cirio e l'allora Assessore Rosso. "Questa Regione ha mille leggi, le ridurremo di un terzo, le dimezzeremo, non si può approvare una legge, se non ne vengono abrogate almeno due". Questa sembrava diventare la regola per fare attività legislativa in questa Regione giacché ciascuno di noi si era preso anche un po' paura. Si diceva: "Ho in mente di presentare una proposta di legge, solo che ne devo trovare almeno due da cancellare, altrimenti forse non me l'accettano nemmeno, diventa quasi inammissibile una proposta di legge se non ne cancelliamo altre".
Invece poi - è chiaro - c'è la politica e quindi, dopo due anni e mezzo di legislatura, proprio al giro di boa della legislatura, vediamo ancora le solite leggi da 100 mila euro o da 200 mila euro; i soliti riconoscimenti che si vanno a dare a soggetti che chiaramente possono essere più o meno vicino a determinate forze politiche e fare delle legittime richieste. Chi ha un po' di sensibilità politica, di esperienza e di lavoro di Aula e di Commissione avrà notato, all'inizio del percorso legislativo di questa proposta di legge, che c'era un po' anche una piccola disputa, invidia e gelosia, riguardo alla paternità di un provvedimento del genere, perch qualcuno voleva averlo presentato prima, qualcun altro lo sentiva più suo ecc.(tutto comprensibile).
Tuttavia, siamo di nuovo di fronte a questi provvedimenti legislativi che certamente non vanno a cambiare la vita di una Regione e non vanno a peggiorare i conti di una Regione perché - ripeto - è una legge che stanzia 100 mila euro l'anno, ma certo non si inseriscono in quel solco di semplificazione di cui parlavamo.
Non cambiano la vita della Regione Piemonte ma, mi viene da dire, proprio per il rispetto che porto verso gli alpini, non cambiano neanche la vita del Corpo degli alpini, giacché penso che non abbiano bisogno che la Regione Piemonte si ricordi di loro e faccia una legge per promuovere delle attività con 100 mila euro all'anno. Attualmente, hanno una realtà forte come corpo militare, hanno una realtà culturale storica forte, hanno i loro momenti di celebrazione; sono stati ricordati i raduni annuali e noi ci auguriamo che possano tornare quei mega raduni degli alpini, quelle grandi feste. Ci auguriamo che, così come possano tornare tutte quelle grandi manifestazioni pubbliche in cui ci sono tante persone che stanno insieme, ritornino anche i raduni: non abbiamo nulla in contrario.
Però, come è già stato rilevato, nel voler riconoscere dei soggetti che portano avanti anche diverse attività di volontariato utili ed importanti magari si dovrebbe presentare un provvedimento più complessivo per sostenere determinate attività di volontariato.
Sono anch'io poco propenso ad accettare previsioni come quelle presenti all'articolo 3, di valorizzare attività di campi scuola. Sono fatto così: che corpi militari organizzino campi scuola a me non piace moltissimo quindi non sono d'accordo con quel tipo di attività, mentre certamente è importante ciò che fanno per il volontariato, la Protezione civile e altro.
Ripeto: pieno riconoscimento di quella realtà, anche se non vediamo l'importanza e l'utilità di un provvedimento del genere. Se si vuole valorizzare il volontariato e quelle attività che poi alla fine sono un pubblico servizio, si poteva pensare ad un provvedimento più complessivo perché ci sono anche altri soggetti che portano avanti attività di questo tipo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Mosca, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



MOSCA Michele

Grazie, Presidente.
Ricordo benissimo quella giornata del mese di maggio del 1994, nonostante ormai siano passati un po' di anni. Ricordo che, come tanti altri ragazzi poco più che ventenni, trovammo i commilitoni ad aspettarci alla stazione di Cuneo, ci caricarono sugli ACM e ci portarono in caserma. Io ero dentro l'ultimo ACM: mi girai e vidi il cancello della caserma chiudersi dietro di me. Fu un'immagine bruttissima in quel momento; un'immagine che non dimenticherò mai (infatti ce l'ho ancora ben presente e scolpita nella mente).
Fu un mese duro quello del CAR. Successivamente, venni trasferito alla caserma Monte Grappa, qui a Torino, nel reparto Sanità Aviotrasportabile.
Per poco scampai il Mozambico. Dico "scampai", perché ero figlio unico di madre vedova, quindi già all'epoca non capivo perché, rispetto ad altri dovessi fare il militare. Come dicevo, lo scampai proprio perché ottenni il trasferimento, con un avvicinamento a casa.
Nell'autunno e nell'inverno partecipai agli aiuti per l'alluvione: ricorderete tutti l'alluvione che colpì il Piemonte, in particolare la provincia di Alessandria. Noi andammo a prestare servizio alla popolazione proprio lì.
La primavera successiva mi congedai, quindi tirai una riga, feci la somma di quell'esperienza: ebbene, se l'avvio fu, per qualche verso, traumatico un'esperienza che vissi, evidentemente, malissimo - alla fine la annovero tra quelle positive.
È stata un'esperienza in cui tutti noi ragazzi siamo cresciuti, abbiamo imparato a cavarcela da soli, abbiamo imparato a rispettare delle regole.
Guardate che oggi non è cosa da poco: noi lo sappiamo, perché tutti qua dentro (o, meglio, la maggior parte di noi) hanno svolto il servizio militare. Saper convivere con della gente e con dei ragazzi che non hai mai visto prima, che arrivano da realtà diverse, con cui devi trascorrere giorno e notte, con cui devi condividere delle nuove esperienze, non pu che portare ad un arricchimento personale. Non posso che parlare bene quindi, della mia esperienza nel militare. È stato un anno difficile, è stato un anno duro. Però dico sempre che sono entrato ragazzino e sono uscito uomo. Questo, probabilmente, mi ha preparato a quelle che sono state, poi, le esperienze della vita che si sono susseguite negli anni.
Io non credo che qui si debba dimenticare la storia degli alpini. Noi non siamo qui per giudicare se le guerre sono giuste o sbagliate. Non siamo qui per giudicare il lavoro che hanno svolto i corpi militari dell'esercito nel corso delle guerre, perché, come spesso accadeva, c'erano degli ordini superiori e ciascuno doveva assolvere il proprio compito.
Oggi, noi siamo qui per dire che gli alpini sono portatori di valori; sono portatori di valori sani; sono portatori di valori che hanno dato a tutti noi un qualcosa in più e che certamente oggi rappresentano la pace.
Fortunatamente, sono trascorsi più di settant'anni da quando è finita la guerra. Da allora gli alpini si sono sempre distinti per le attività che hanno svolto a favore della cittadinanza.
Non vi nascondo che all'inizio ero un pochino scettico rispetto a questa proposta, perché mi sembrava che, in qualche modo, andasse a discriminare gli altri corpi. In realtà, nulla più degli alpini è rappresentativo della nostra Regione, quindi non vuole essere una proposta che discrimina gli altri corpi, ma vuole essere una proposta che mette in risalto le azioni e le attività che gli alpini hanno compiuto e continueranno a compiere in appoggio alle nostre popolazioni.
A mio avviso, proprio il fatto di coinvolgere i ragazzi rappresenta un valore aggiunto, perché Dio solo sa quanto in questi anni avremmo bisogno di ripristinare il servizio militare! Oggi vediamo delle scene che, per certi versi, sono incredibili: ragazzi che si mettono a fare flessioni davanti ai tram, che bloccano dei servizi; ragazzi che non hanno un minimo di disciplina, che non hanno un minimo di cultura e che non hanno un minimo di educazione nei confronti degli altri e nei confronti di quello che è il patrimonio pubblico.
Spiegare ai ragazzi che cosa sono gli alpini, che cos'era il servizio militare e come ci si deve comportare per convivere tutti assieme, in modo civile e dignitoso, credo che sia un valore aggiunto per tutti noi e per le generazioni che verranno.
Quando parliamo di "valorizzare l'attività" delle sezioni territoriali dell'ANA non diciamo nulla di negativo; allo stesso modo, grazie al Centro Gianni Oberto, parliamo di incentivare e diffondere la conoscenza della cultura letteraria, storica e musicale legata al Corpo degli alpini e quindi, legata alla nostra Regione.
Sono tutti aspetti positivi; non ci sono certamente accezioni negative e comunque stiamo parlando di valorizzare un patrimonio della nostra Regione.
In più, il fatto di portare l'attività di questa proposta di legge all'interno dell'Ufficio di Presidenza costituisce, a mio avviso, garanzia di pluralità. Questo ci permetterà di valutare le varie iniziative che verranno sottoposte in maniera collegiale, in modo da capire, con il punto di vista di tutti i componenti, quel che si ritiene meglio e quel che si ritiene in qualche modo da correggere.
Veramente, non facciamo della retorica su questa iniziativa: è una buona iniziativa, colleghi. È un'iniziativa che valorizza la nostra Regione, che valorizza un corpo che ha dato tanto, non solo al Piemonte ma a tutto questo Paese. Di conseguenza, mi auguro che questa proposta di legge possa essere approvata con un voto unanime il più ampio possibile. Lo dice uno che certamente non può essere tacciato di essere fascista.
Permettetemi, quindi, di chiudere così: non sono certamente un fascista.
Ritengo, però, che un minimo di disciplina alle future generazioni e ai giovani di oggi non possa che giovare e fare del bene per tutta la nostra società.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.



(Applausi)



PRESIDENTE

Invito tutti i Consiglieri a rivolgersi alla Presidenza, non ai banchi dei colleghi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Rivolgendomi a lei, vorrei esprimere anch'io alcune considerazioni su questa proposta di legge all'esame del Consiglio regionale.
Penso sia fuori discussione per tutti l'importanza oggi (non ieri) di quello che i gruppi alpini sui nostri territori, in particolare attraverso la Protezione civile ma non solo, fanno quotidianamente e settimanalmente soprattutto nelle piccole comunità. Così com'è fuori discussione anche la professionalità dei corpi militari alpini che, da anni, sono impegnati nelle missioni di pace che il nostro Paese porta avanti insieme a tutti gli altri Paesi democratici. E sappiamo, proprio in questi giorni, quanto la parola "pace" abbia un valore particolare. Così com'è fuori discussione il passato che è stato evocato anche in quest'Aula, un passato nel quale soprattutto in questi territori, gli alpini hanno svolto un ruolo nell'assetto militare italiano.
Da questo punto di vista credo che, mettendo assieme queste due cose, si possa anche giustificare un'individuazione specifica in questa legge che riguarda gli alpini. Probabilmente, se fossimo in altri territori, dove altre componenti sono maggioritarie, parleremmo di queste altre componenti però, come diceva il collega Sarno, senza dimenticare anche il ruolo che altre componenti di natura militare e di natura civile hanno svolto e svolgono tutt'oggi nelle nostre comunità.
Detto questo, credo che sia fuori discussione il fatto che la Regione possa avere un occhio di riguardo e di aiuto, anche attraverso la norma finanziaria che è prevista in questa legge, con una dotazione di 100 mila euro all'anno per tre anni, rispetto alle tante attività che oggi gli alpini svolgono nelle nostre comunità.
Penso anche che questa legge sia migliorabile in Aula proprio sui valori di cui si fa portatrice. Mi riferisco ai valori individuati nell'articolo 1 nel quale si dice che si vogliono promuovere le attività solidaristiche e di volontariato (e di questo ho già parlato) e che questa legge ha l'obiettivo di diffondere i valori, la storia, i valori sociali, storici e culturali, in particolare per le nuove generazioni. Anche questo credo sia un obiettivo condivisibile, dal momento che, essendo stata abolita da anni (e, io dico, positivamente) la leva obbligatoria, gli alpini e coloro che hanno fatto il militare per ragioni anagrafiche vengono meno, ma i valori che appartengono alla loro storia e al nostro presente credo sia giusto e condivisibile trovare il modo di poterli condividere con le nuove generazioni. Poi, sul modo, si può evidentemente discutere.
La domanda che mi pongo è: ma quali sono questi valori che vogliamo, in qualche misura, a livello simbolico concentrare nell'istituzione della Giornata del valore alpino? Penso che ci siano tre valori. Certo, è stato evocato l'impegno, la solidarietà, il volontariato. Il collega Ruzzola evocava il senso del dovere, la fedeltà alla Patria e il sacrificio; sono parole importanti, che però, forse, dobbiamo declinare per renderle più comprensibili anche alle nuove generazioni.
Mi permetto di citare tre valori, che sono i seguenti: il senso civico, che forse è un modo "attuale e moderno" di tradurre i valori citati dal collega Ruzzola. È indubbio che gli alpini ci danno testimonianza oggi di un senso di appartenenza allo Stato e ad una comunità, e lo fanno concretamente.
Questo credo che si possa chiamare in maniera molto serena "senso civico".
Sappiamo di quanto ci sia bisogno oggi di senso civico, che è l'esatto contrario dell'individualismo, del menefreghismo, del vivere in una dimensione esclusivamente personale.
Un secondo valore è quello della socialità, dello stare insieme. Chi non riconosce questo valore ai nostri gruppi alpini? Credo sia oggi, forse, il valore più importante; lo stare insieme è già una cosa buona di per sé: lo stare insieme in un momento di festa, in un momento di difficoltà o di solidarietà. Quindi, il valore della socialità direi che è un valore che è nel DNA degli alpini. Per cui, magari con un po' di attività emendativa cercheremo di inserire le parole che sto dicendo, per dare più concretezza al punto 2 dell'articolo 1.
C'è un terzo valore che credo non sia un bene il fatto che sia assente da questa legge ed è il valore della pace. Se andiamo a leggere la legge, così com'è approdata in Aula, non troviamo la parola "pace". Pensando soprattutto al passato e a ciò che accadde nel secondo conflitto mondiale (ma anche nel primo), pensando a quella vicenda che, in particolare nella mia provincia di Cuneo, ha visto un vero e proprio martirio di una divisione (quella alpina cuneense), cioè la vicenda di Russia, gli alpini hanno pagato forse più di tanti altri corpi militari italiani l'essere stati carne da macello, mandati al macello, al servizio di una cultura di guerra.
Credo sia capitato a tutti, di tutti gli schieramenti politici o quasi nella giornata del 4 novembre o in altre circostanze, di fronte ad un monumento degli alpini, di dire che facciamo questo per costruire pace affinché questo non accada più.
Per questo credo che dovremmo inserire tra le finalità della legge la promozione di una cultura di pace, della quale oggi gli alpini sono indubbiamente autorevoli portatori, proprio perché nella loro storia sono stati le prime vittime della cultura di guerra, vittime che hanno pagato loro stessi e le loro famiglie, in maniera decisamente significativa.
Proporremo concretamente, per migliorare l'impostazione di questa legge che ci sia un riferimento esplicito alla promozione del senso civico, della socialità, ma, in particolare, della cultura di pace, come un elemento che non credo possa essere disgiunto dalla storia e dall'impegno attuale degli alpini stessi.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Vorrei partire dalla consapevolezza che la Regione Piemonte è, tra le tante regioni dell'arco alpino italiano, quella che probabilmente più di tutte ha buone ragioni per valorizzare anche in quest'Aula, attraverso una proposta di legge, il significato, la storia, le tradizioni, l'approccio con la socialità e la difesa che in tutti questi decenni hanno dimostrato gli alpini e che continuano a dimostrare con le loro Associazioni in tempi di quiete e in tempi di difficoltà anche recenti. Penso a quanto hanno fatto in termini di volontariato, nel supportare l'azione della Protezione Civile piemontese durante la pandemia, per come è stato possibile. Quanti sacrifici anche da parte loro.
In questa storia c'è la necessità - sì, è vero - di raccogliere, nell'arco di una giornata, l'intera comunità piemontese nella riflessione rispetto a quanto è stato importante e quanto può ancora essere importante tenere in considerazione quanto è stato fatto. Nelle piccole comunità piemontesi è fondamentale, per un Sindaco, la presenza di una sezione degli alpini perché riescono in silenzio (lo dico senza enfasi, ma raccontando i fatti per quello che sono), senza dover mostrare alcunché, a essere il primo supporto quando si devono affrontare situazioni spesso anche complicate: alluvioni, distribuzione di materiale di natura sanitaria, ma anche viveri.
Mi riferisco a tutte le volte che occorre un volontariato organizzato e abituato ad affrontare con determinazione momenti difficili di una comunità.
Se è questo l'obiettivo della proposta di legge, se è anche un sostegno alla capacità di archiviare, da un punto di vista culturale, per mettere a disposizione delle generazioni future quanto è stato fatto, oltre che condivisibile è anche necessario.
Ho tenuto in considerazione - e lo voglio fare in questo intervento - anche gli aspetti trattati da alcuni colleghi che rilevano l'opportunità, o l'opzione di inserire in altri contesti normativi già presenti quanto definito in questa legge. Non è un dettaglio quanto detto in quest'Aula però ritengo condivisibile, nella sostanza, l'impianto complessivo, se saranno tenute in considerazione anche alcune questioni poste, per esempio dal collega Marello, che ha posto l'attenzione di tutti noi sul senso civico, sulla socialità e sulla pace, di cui ovviamente gli alpini sono portatori.
C'è però un tratto che voglio riprendere tra gli interventi che ho ascoltato fino a ora e che mi convince meno, forse perché è intriso di retorica, dal mio punto di vista, una retorica alquanto discutibile, e cioè che educazione e disciplina siano quasi esclusivamente legate, per le nuove generazioni, al fare il militare o che il fare il militare, per le nuove generazioni, sia la via esclusiva per diffondere educazione e disciplina.
Per un attimo, dopo aver ascoltato l'inizio di alcuni interventi che provengono da una formazione culturale che è, nella dimensione nazionale e internazionale, nazionalista o sovranista, ho avuto l'impressione che fossimo di fronte a un'apertura rispetto alle necessità di garantire una pace, una socialità e un senso civico (per riprendere le parole espresse in precedenza), rispetto a ciò che manca, cioè un esercito europeo per garantire la pace nel mondo e per affrontare con realismo le relazioni internazionali, garantendo - lì sì - un ordine pacifico tra i vari bilanciamenti, tra le differenti potenze. Invece no, ho ascoltato ben altro.
Sono assolutamente favorevole - l'ho detto con chiarezza - a difendere tutelare, valorizzare e rendere esigibili a tutti i valori di cui gli alpini sono portatori; però, rispetto alle nuove generazioni, non accetto in quest'Aula quanto comprendo, ma non accetto, anzi combatto, ovvero la visione espressa da alcuni colleghi. Penso che le nuove generazioni rispetto alla possibilità di sviluppare meglio il senso civico, la socialità e la pace, abbiano anche altre opportunità.
Guardate: le esperienze di tantissime ragazze e di tantissimi ragazzi che si adoperano nelle associazioni di volontariato - penso ai tanti nostri oratori, alle Caritas, alla Protezione civile e ai luoghi della socialità che incontra la fragilità - il protagonismo dei nostri giovani pu migliorare il senso civico, la socialità e la pace dell'intera nazione.
Vorrei confrontarmi su questo e non su altro, che ha il senso acre della retorica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
All'inizio non era mia intenzione intervenire, ma la discussione che sta avvenendo in quest'Aula mi suggerisce di portare un mio piccolo contributo.
Ringrazio il collega Ravetti e il collega Marello per le parole che hanno usato nei loro interventi, per aver riportato la discussione - mi permetta, Presidente - sui giusti binari.
A guardare e a leggere il testo che oggi andiamo a discutere, si parla chiaramente di volontariato, collettività, formazione, Protezione civile si parla di questioni corrette. Invece, a sentire alcuni interventi dei colleghi di maggioranza, mi sembrava di essere ritornato in alcuni momenti a dibattiti che l'Italia ha affrontato e superato, direi egregiamente negli anni Sessanta. Non vorrei citare "L'obbedienza non è più una virtù" di don Lorenzo Milani - che immagino e mi auguro che ciascuno di voi abbia potuto leggere, approfondire e meditare - dove, in maniera molto seria e profonda, in un periodo delicato in cui gli obiettori di coscienza pagavano un prezzo altissimo con la prigione la loro scelta (scelta animata da una forte disciplina, perché non è facile pagare un prezzo così alto), in quella lettera, tra le tante cose che dice don Lorenzo Milani, a un certo punto si dice: "Attenzione a giudicare, perché un giorno riconoscerete in quelle persone dei profeti". Così è stato.
Perché oggi dico questo? Non perché io abbia nulla in contrario rispetto al testo di legge che stiamo discutendo, ma perché la retorica militarista anche no. Grazie. Non in quest'Aula e non oggi la retorica della disciplina per i giovani e il servizio militare: questo oggi non lo possiamo sentire.
Siamo nel 2022: tutti i Paesi civili hanno fatto una scelta in cui gli eserciti sono eserciti di professione e in cui, nel percorso di vita dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, per apprendere le regole necessarie al vivere comune, non serve il servizio militare. Questo è un dato acquisito. È davvero assurdo, fuori tempo e fuori luogo oggi riascoltare in quest'Aula questa discussione.
Non è neanche un servizio al corpo degli Alpini che oggi ha modificato, ha cambiato anche la sua funzione sociale, ed è di quello che stiamo oggi discutendo: non di servizio militare, di disciplina, di cose che davvero non meritano, in questo momento, una discussione perché torniamo indietro di 40-50 anni. Sono discussioni che - davvero - questo Paese ha superato per fortuna; oggi non abbiamo bisogno di dire che i nostri ragazzi hanno bisogno di fare il militare per imparare la disciplina, perché significa anche ridicolizzare tutto il nostro sistema educativo, tutte le scelte fatte anche per quanto riguarda il servizio civile nazionale e internazionale, che invece è un'occasione importantissima di crescita personale per tantissime ragazze e ragazzi.
Stiamo dentro i ranghi che il testo di legge racconta, che sono quelli della Protezione civile, dell'educazione ambientale e di un servizio alla collettività, che nulla ha a che vedere con la retorica militarista che purtroppo, qualcuno oggi in Aula ha voluto richiamare.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non ho altri iscritti a parlare in discussione generale.
Se non ci sono altre richieste di intervento, sospendo il provvedimento e passo al provvedimento successivo.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di legge n. 125, inerente a "Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 125, inerente a "Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia", di cui al punto 4) all'o.d.g.
I relatori di maggioranza sono i Consiglieri Marin e Ruzzola; i relatori di minoranza, i Consiglieri Marello, Martinetti e Frediani.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Frediani ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Mi scusi, Presidente, forse mi sono persa qualche comunicazione a inizio seduta. Non ho capito il motivo della sospensione del provvedimento: me lo può chiarire per cortesia?



PRESIDENTE

C'era un'intesa con i Capigruppo di sospendere la proposta di legge e poi intervenire sulle deliberazioni. Se qualche Consigliere di maggioranza interviene, forse può spiegare le ragioni.
Sospendiamo la seduta qualche minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 11.55, riprende alle ore 12.16)



PRESIDENTE

Procediamo dunque con l'esame del disegno di legge n. 125, inerente a "Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Comunico che il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla II Commissione il 9 febbraio scorso.
La parola al Consigliere Marin, relatore di maggioranza.
Prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire per 15 minuti.



MARIN Valter, relatore

Grazie, Presidente.
Devo partire dal dicembre 2019, quando ho depositato la proposta di legge n. 70 che interveniva modificando la legge regionale n.16 del 2018.
La legge regionale n.16/2018, secondo me, è ispirata sicuramente da buoni e sani principi, è una bella legge ma, di fatto, ha alcuni articoli di appesantimento e di burocratizzazione, tra cui il passaggio di ogni intervento nell'ambito dei Consigli comunali. Una legge che, a distanza di quattro anni, non ha visto un utilizzo da parte dei piemontesi per i motivi che vi dicevo.
Nel 2020 arriva la pandemia; la politica si confronta ancora di più con il mondo reale che corre velocissimamente e viene approvata la legge regionale n. 13 del 2020 che, per alcuni aspetti, inserisce molti passaggi che ho poi ripreso nella mia proposta di legge, che però dà una scadenza per alcune opportunità al 31 gennaio 2022, prorogata, con legge n. 25 del 2021, al 2023.
Nel 2020 lo Stato approva una legge, la n. 120, e modifica l'articolo 3 e l'articolo 10, in cui si definisce cos'è una ristrutturazione edilizia.
L'articolo 13 della legge regionale n. 56 dice che la ristrutturazione edilizia sul territorio nazionale è da intendersi anche come possibilità di totale demolizione, ricostruzione e anche spostamento dal punto di vista planimetrico. La proposta di legge n. 70 deve essere adeguata, deve essere aggiornata relativamente a questi interventi di legge.
La mia proposta è composta da cinque Capi e 44 articoli totali. Il Capo I riguarda "Norme di semplificazione in materia urbanistica"; all'articolo 1 chiede l'istituzione di un Tavolo di coordinamento dello sportello unico telematico perché, per chi opera in questo settore, in 1.161 Comuni non si trova un'uniformità di pratiche dal punto di vista procedurale.
L'articolo 2, che è fondamentale, dice che, per fare l'adeguamento dei propri Piani regolatori al Piano paesaggistico regionale, ad oggi, serve una variante generale al Piano regolatore. Chi è stato amministratore pu immaginare cosa significa in termini di tempi e costi fare una variante generale allo strumento urbanistico, con denari che i Comuni non hanno più come qualche anno fa e rispetto alla quale la Regione non può certo sopperire con incarichi da centinaia di migliaia di euro per 1.161 Comuni.
La nostra proposta è che la variante di adeguamento al Piano paesaggistico regionale sia una variante cosiddetta semplificata, ai sensi dell'articolo 17. Chi ha fatto l'amministratore sa che mi riferisco a quello che era l'adeguamento al Piano di assetto idrogeologico.
Il Capo II interviene modificando la legge n.16 del 2018 (Misure per il riuso, la riqualificazione dell'edificato e la rigenerazione urbana).
All'articolo 3 vi è una definizione di "rustico", quindi è possibile il recupero di un rustico chiuso su tre lati; all'articolo 4 si definisce il carico antropico: non è aumento di carico antropico quando si recupera un volume e al suo interno si possono fare tutte le unità immobiliari che servono. Diverso è se costruisco ex novo, ma all'interno di un volume che esiste, per cui devo poter mettermi nella condizione di fare liberamente quello che ritengo.
All'articolo 7 vi è la definizione di ristrutturazione. Nella mia prima proposta, l'avevo definita "sostituzione edilizia", ma la legge dello Stato è arrivata prima e quindi c'è un adeguamento in questo senso. Al comma 5 dell'articolo 7 inserisco delle premialità. Da un confronto che c'è stato anche con le minoranze in Commissione, queste premialità sembravano quasi uno scandalo. Le premialità sono date nel momento in cui si recupera un volume che viene poi demolito; il premio viene dato se si deimpermeabilizza il sedime che occupava il fabbricato. Ciò significa che noi diamo un incentivo perché chi demolisce e rilocalizza ha comunque dei costi, così come eventualmente chi deve bonificare; poiché il denaro pubblico è finito occorre recuperarlo.
Le premialità vengono date se si restituisce alla natura quel suolo, quel sedime; anzi - e a questo proposito avevo recepito favorevolmente un emendamento della collega Frediani - il premio arriva al 50% se tu deimpermeabilizzi il 50% oppure al 100% se alla natura restituisci il 100 di suolo che prima era impermeabilizzato e lo riporti alla permeabilizzazione.
Chiaramente - mi riferisco all'articolo delle esclusioni - evito le premialità per quanto riguarda gli interventi nelle aree definite dal punto di vista dell'assetto idrogeologico come aree 3A), 3B4, 3)C; il che significa che su quei sedimi, che sono frane o aree sondabili, questo non è consentito.
Inserisco anche delle novità. Ad esempio, se l'edificio si trova su un'area pericolosa, credo che nessuno spenda denari per rifare un tetto o eventualmente, ristrutturarlo nel momento in cui non posso recuperarlo quindi quell'edificio viene abbandonato; di conseguenza, i nostri paesaggi le nostre pianure, colline e montagne hanno centinaia di migliaia di fabbricati. Il Piemonte ha oltre diecimila vecchi nuclei, dalla pianura alla collina, alla montagna; se noi diamo anche solo il contributo per una cinquantina di edifici, vuol dire che andiamo oltre il mezzo milione di edifici che ad oggi sono ancora da recuperare. Questo è il motivo per cui inseriamo le ricostruzioni, quelle che sono le aree definite dal PRG.
Nel Capo III sono inserite delle norme necessarie. L'articolo 10 della legge n. 120 fa riferimento a un decreto ministeriale del '75 in merito alle altezze utili nette interne. Ringrazio l'Assessorato alla sanità che mi è stato vicino in un paio di incontri sulle tematiche sanitarie e ha fornito anche un parere favorevole in Commissione. Solo nel 1975 è stato stabilito a livello nazionale che i fabbricati devono avere altezze minime di 2.70 metri e di 2.55 metri per i territori oltre i mille metri di quota.
Ma dal 1934 al 1975 non sono intervenute normative.
Ho quindi ritenuto di andare ad indicare che, quando recupero ristrutturo o cambio la destinazione d'uso di un immobile che ha avuto un inizio lavori antecedentemente al 5 luglio del 1975, posso preservare l'altezza interna di 2.20 metri in tutto il territorio regionale (che pu scendere a 2 metri per i territori montani oltre i mille metri di quota).
Questo cosa significa? Perché tante volte non si recuperano certi immobili? Perché era un classico nella nostra storia piemontese - io sono bilingue per natura, perché prima ho imparato a parlare piemontese e poi ho imparato a parlare italiano - dormire sopra le stalle, nel senso che le camere di abitazione erano ubicate sopra le stalle (sia in collina che in montagna) e quei locali avevano tutti un'altezza di 2 metri. Dunque, se volessi recuperare quell'immobile, cosa faccio? Demolisco i solai? Sposto le altezze? Cambio le facciate? Questo è il motivo per cui ci ritroviamo decine di migliaia di fabbricati su cui nessuno metterà mai mano! Sono convinto che già solo questa norma possa mettere i Comuni, i professionisti e i cittadini piemontesi nelle condizioni di recuperare il nostro patrimonio, un patrimonio che fa parte della nostra storia: prima as pudia nen, ades as pöel [prima non si poteva, adesso si può]. È proprio l'articolo 17 che regolamenta, in modo particolare, questo aspetto.
Un breve accenno anche all'articolo 20. La legge n. 16/2018 prevede che tutte le pratiche passino in Consiglio. No. Io ritengo che i Comuni, in autonomia, possano in qualsiasi momento, con deliberazione del Consiglio comunale, motivata in relazione a specifiche esigenze di tutela paesaggistica o igienico-sanitaria, di difesa del suolo e di rischio idrogeologico, disporre l'esclusione di parti del territorio dall'applicazione di queste disposizioni. In pratica, i Comuni possono decidere che, con la legge proposta dal Consigliere Marin, la n. 125 (auspicando che diventi legge) in quell'area - perché c'è quell'edificio perché c'è quella cascina storica, perché quel centro storico è bello così com'è e non voglio che si tocchi, perché quella parte di paesaggio va tutelata - quelle disposizioni non si applicano. Si va quindi in Consiglio comunale e si dice: "In quella zona o per quel fabbricato quella legge non la voglio applicare". È ora di finirla che la Regione dica cosa fare al mattino, a colazione, a pranzo e a cena, CHE pianifichi tutto! A forza di pianificare, si è creato questo immobilismo, che ha portato alla crisi nell'ambito dell'edilizia. Credo, quindi, che intervenire su questi aspetti sia fondamentale.
Per quanto concerne il cosiddetto "bonus allargamento", relativamente alle distanze tra edifici, di fatto in molti Comuni non viene consentito cioè in alcuni Comuni non esiste una norma che lo consenta. Diciamocelo chiaramente: se allargo di 10 centimetri la casa per applicare un "pacchetto isolante" e questo pacchetto mi farà migliorare la classe energetica e, magari, mi farà anche consumare meno gasolio, visti i costi di questo periodo, si capisce il motivo per cui sono intervenuto in questo senso (mi ricollego, in particolare, all'articolo 42, "Misure per promuovere l'efficienza energetica").
L'articolo 41 rappresenta un altro aspetto di grande civiltà - al riguardo, ringrazio il collega Magliano - perché consente l'installazione in edifici privati di una vasca riabilitativa per idroterapia fino a 16 metri quadrati, in deroga allo strumento urbanistico (non credo che 16 metri quadrati vadano a sconvolgere la pianificazione!).
Sono sicuro che dagli interventi delle minoranze, che ringrazio per la collaborazione, verranno fuori riferimenti a "speculazione", "consumo di suolo", e chissà cos'altro. Al riguardo, inviterei tutti a leggere in particolare l'articolo 32 (Norme in materia di compensazione del consumo di suolo): è la prima volta che in Regione Piemonte una legge dice che, per quanto riguarda le modifiche degli strumenti urbanistici, il bilancio di consumo di suolo dev'essere pari a zero. Dobbiamo riuscire ad intervenire sul patrimonio esistente, che è immenso, in modo chiaro e libero.
Vale anche per il sottotetto: se non ho le altezze, magari le posso alzare. In questo modo, anziché comprare una villetta nuova, consumando suolo, potrei recuperare il volume esistente.
Concludo, perché non voglio assolutamente sforare i quindici minuti a mia disposizione. Ovviamente, dietro queste proposte c'è sempre un grande lavoro, che è iniziato esattamente a luglio del 2019. Al riguardo, devo ringraziare innanzitutto i colleghi per la collaborazione. Tra l'altro vedo davanti a me il collega Gagliasso, che è stato l'ispiratore di norme sull'utilizzo dei seminterrati e degli interrati: è stata un'intuizione intelligente, a mio avviso, che andava inserita proprio in questo frangente.
Come dicevo, dal luglio 2019 ho costituito un gruppo di lavoro, che si è messo a disposizione gratuitamente, per grande senso civico: ne hanno fatto parte tecnici comunali, che cito per primi perché sono quelli che alla fine firmano i permessi, sono quelli che hanno la responsabilità di ciò che eventualmente rilasciano, seguiti da avvocati amministrativisti esperti in materia, liberi professionisti, pianificatori esperti in questo ambito. Li ringrazio veramente, perché questa non è una mia legge, è una legge "nostra"; è una legge di chi ci ha creduto, è una legge di chi vivendo nel mondo reale tutti i giorni, sentiva la necessità di semplificare e migliorare la norma.
Ringrazio, inoltre, tutti i componenti della II Commissione. In quella sede ci siamo scontrati anche in maniera un po' aggressiva, molto libertina, ma quando si parla di recupero dell'esistente, credo che dal dialogo possa venir fuori una proficua collaborazione, che infatti ha dato vita ad un buon risultato.
Ringrazio anche i colleghi di partito, perché non mi hanno mai fatto mancare la presenza in II Commissione, anche quando qualcuno aveva dei problemi. Il Presidente di Commissione ha dato una grande accelerata al provvedimento: mi complimento! Ringrazio ancora il Mibact per le osservazioni, e gli ordini professionali, in particolare i collegi dei geometri, che sono stati i più attivi, i più propositivi, i più preoccupati e i più volenterosi in questo progetto.
Infine, ringrazio l'Assessore Carosso per la sintonia, per gli utili consigli e per la giusta collaborazione, che è indispensabile quando si cerca di varare una legge che ha l'obiettivo di migliorare le opportunità del nostro patrimonio. Grazie.



(Applausi)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola, in qualità di relatore di maggioranza; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo, relatore

Grazie, Presidente.
Come Gruppo di Forza Italia abbiamo fattivamente lavorato alla stesura e alla successiva fase di implementazione dei contenuti dell'originaria proposta di legge n. 70; convintamente abbiamo sollecitato l'esame di questo testo in Commissione e l'iscrizione all'o.d.g. del Consiglio, perch siamo convinti che sia una risposta efficace ed urgente agli obiettivi politici di questa Amministrazione.
La proposta di legge n. 125 rappresenta l'attuazione concreta - con riferimento ai tempi ed alla qualità dei procedimenti amministrativi volti alla cantierabilità di investimenti pubblici e privati - dell'obiettivo di garantire un'altra velocità al Piemonte, il motto e la sintesi della campagna elettorale con la quale è stata insediata dai cittadini l'attuale Amministrazione.
In secondo luogo, rappresenta un tassello essenziale della strategia che deve essere la nostra preoccupazione prioritaria, ovvero recuperare il ritardo, rispetto alle altre grandi Regioni del Nord, che il Piemonte manifestava già al momento del nostro insediamento, nello sforzo di recupero dei danni causati dalla grande crisi internazionale imperante sin dal 2008.
La proposta di legge n. 125 interviene proprio su queste criticità, sotto una molteplicità di profili. Mi limito in questa sede ad accennare i più rilevanti, essendo poi l'esame del testo la sede idonea per valutare l'effettiva e puntuale portata della norma in questione.
Si incentiva il riuso e la riqualificazione del patrimonio edilizio dismesso, con una revisione della legge regionale n. 16/2018, che riprende peraltro gli emendamenti che Forza Italia aveva presentato in sede di esame, specie con riguardo alla previsione degli atti applicativi del Consiglio comunale e con ragionate ottimizzazioni delle premialità.
Si interviene esercitando la potestà legislativa regionale in merito alla facoltà di permessi di costruire in deroga, dell'articolo 5 della legge n.
106/2011, mettendo rimedio in particolare al vero problema che sinora ha impedito che tale opportunità potesse produrre tutti gli effetti di incentivo del PIL e dell'occupazione possibili, ossia i tempi di assunzione del provvedimento finale. Appare, infatti, evidente l'irragionevolezza con la quale spesso si richiedono anni per ottenere la cantierabilità di interventi che il legislatore ha voluto - io direi in questo caso avrebbe voluto - affrettare, evitando le varianti.
Si assicura effettiva attuazione agli interventi di decostruzione previsti dalla legge regionale n. 16/2018 e dall'esigenza di delocalizzare edifici posti in situazioni incongrue o caratterizzate da rischio e, proprio grazie alla possibilità di utilizzarle allo scopo, il permesso di costruire in deroga è accompagnato da rilevanti premialità. Così si prosegue effettivamente la politica di rinaturalizzazione di aree compromesse ed a rischio.
Una cosa è certa: la proposta di legge n. 125 non programma direttamente l'utilizzo di nemmeno un metro quadro di aree inedificate, ma agevolando il riuso e la rigenerazione attua concretamente la politica di contenimento del suolo, azzerando possibili investimenti ma al tempo stesso agevolandoli.
Il testo unificato delle norme in materia di rigenerazione urbana ora all'esame del Senato segue questa stessa impostazione, prevedendo che i progetti di recupero possano essere attuati anche mediante accordi di programma, ossia senza ordinarie procedure di variante e, in più - e questo credo sia un passaggio fondamentale - stanzia finalmente cospicui investimenti pluriennali per sbloccare aree strategiche affette da costi di bonifica o di infrastrutturazioni che finora hanno impedito l'effettiva attuazione di investimenti qualificanti.
Il Capo IV della proposta di legge contiene una serie di interventi che ottimizzano le prime risposte date all'esigenza di semplificazione che è il Riparti Piemonte, ad esempio rendendo definitive le maggiori potenzialità di intervento assegnate alle varianti parziali. Si tratta delle procedure semplificate che in questi anni hanno consentito di dare risposte effettive, perché rapide, all'esigenza di conciliare la necessità di interventi non compatibili con la pianificazione vigente, caratterizzata dalla rigidità del vecchio impianto della legge Astengo, al fine di dare risposte ad esigenze della società, incrementando il PIL e sostenendo le imprese del settore pubblico nel pubblico interesse.
La lungimirante previsione in tal senso introdotta dalla legge regionale n.
13/2020 - quindi la nostra - è stata, di fatto, vanificata dal ricorso del Governo che ha impedito che, nel periodo transitorio di efficacia della nuova facoltà, le stesse potessero essere utilizzate. La proroga di un anno disposta con il "Milleproroghe" è stata una prima risposta, ma ora che la Consulta ha respinto le pretestuose eccezioni governative è importante che i maggiori spazi operativi previsti diventino definitivi.
A questo proposito, mi sia consentito rilevare come occorra anche avere il coraggio di utilizzare pienamente la facoltà assegnata a questo Consiglio dalla Costituzione, in termini di legislazione concorrente, senza censurarsi preventivamente o fare acritiche acquiescenze ad eventuali rilievi governativi. Perché le impugnative si possono anche vincere - e questo è l'esempio - se si opera con ragionevolezza nel rispetto delle competenze regionali, senza farsi limitare da eccessi centralistici ed arbitrari dei Ministeri.
Il Capo V contiene, infine, una serie di importanti innovazioni legislative, che non solo prevedono ma rendono effettivamente perseguibili importanti semplificazioni delle procedure organizzative di competenza della mano pubblica. Di fondamentale importanza, in questo senso, è il combinato disposto degli articoli 31, 33 e 38 che sono stati pensati per rispondere alla domanda di fondamentale importanza che ogni imprenditore che approccia un Ente pubblico per proporre un investimento ci fa e che è semplicemente: "Quando potrò aprire il cantiere?". E' una domanda alla quale spesso non è possibile dare una risposta fondata, a causa della complessità della disciplina pianificatoria vigente, connessa sia alla stratificazione dei vari atti pianificatori sia alle rigidità e complessità della pianificazione locale.
Tante volte, rispetto alle istanze di un imprenditore e di un territorio non si arriva a dare una risposta in tempo utile e, il più delle volte passano i tempi, cambiano le esigenze prima che queste possano essere soddisfatte.
Con l'approvazione di queste tre norme sarà data la possibilità di garantire, con tempi certi, la compatibilità di progetti ritenuti opportuni dalla mano pubblica, che dunque resta sovrana nel decidere, senza che si configuri un "liberi tutti".
Questa è la vera modalità con la quale si può garantire la competitività del nostro territorio, consentendo agli amministratori locali di poter cogliere effettivamente tutte le possibilità di crescita della loro comunità, senza che, per effetto di lungaggini, vadano persi importanti investimenti.
A questo proposito, merita fare una considerazione sul cosiddetto "Decreto Liberalizzazione Draghi", ora legge n. 108, che ha certamente introdotto novità importanti in termini di semplificazione e di riduzione dei tempi soprattutto con la sistematica possibilità di avocazione allo specifico organismo ministeriale, ma ciò a valere solo sui progetti del PNRR: una limitazione grave, perché si è persa la possibilità di semplificare il complesso dei procedimenti. Ed è ben evidente come occorra intervenire su tutte le procedure che attivino interventi di molto superiori alle cifre del PNRR.
La seconda riforma fondamentale è disposta dall'articolo 39, in materia di giusto procedimento, perché qui è in gioco la fondamentale questione delle lungaggini che tutti lamentano, direi lamentiamo, a ogni livello.
Occorre dire che le norme statali della legge n. 241 del 1990, così come previste dal Decreto presidenziale n. 127 del 2016 in materia di Conferenza dei servizi, è migliorata con le leggi n. 120 del 2020 e n. 108 del 2021.
Sono già praticamente perfette e idonee a garantire l'emanazione del provvedimento finale in tempi certi, quindi perché le procedure continuano a essere annose? Perché tali norme sono ampiamente disattese nella prassi.
Quello che serve non sono, dunque, ulteriori riforme, ma norme applicative che impediscano comportamenti istruttori difformi o che garantiscono al soggetto richiedente di far valere, con efficacia, la lesione dei propri diritti. Questo fa l'articolo in questione, incidendo sui più diffusi casi di mancato rispetto delle regole del giusto procedimento.
Una riforma effettiva di determinante rilevanza: per questo confidiamo, al di là di legittime diverse valutazioni, che vi sia una consapevolezza generale della necessità di una sollecita approvazione di questa importante proposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al relatore di minoranza, Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio, relatore

Grazie, Presidente.
Siamo in presenza di una proposta di legge che contiene 44 articoli suddivisa in alcuni Capi.
Il Capo I fa riferimento alle modifiche normative avvenute a livello nazionale in materia più generale, anche per quanto riguarda la possibilità di utilizzare i meccanismi delle varianti strutturali per l'approvazione dei piani di livello superiore. Il Capo II incide pesantemente su una legge recente della nostra Regione, la n. 16 del 2018, che cercava di incentivare il riuso, la rigenerazione urbana e la riqualificazione del tessuto edilizio esistente; un Capo che va addirittura a incidere su norme recentissime approvate da voi, dalla vostra maggioranza, nel luglio del 2020, contenute nella normativa di rilancio del Piemonte a seguito dell'inizio della pandemia. Si tratta di una serie di norme che vanno a incidere su parametri molto delicati, il fulcro della materia edilizia e urbanistica (le altezze, il recupero degli interrati, dei seminterrati e dei sottotetti) e poi c'è una serie di norme conclusive che arrivano fino all'articolo 44.
Rispetto a questa legge, mi sento di condividere il titolo, che parla di semplificazione in materia urbanistica, ma mi fermo lì. È un caso di scuola in cui, al titolo, poi non corrisponde il tema: ti danno il titolo di un tema, ma poi prendi un'insufficienza perché vai fuori tema.
D'accordo con il titolo, perché chi non è d'accordo di semplificare in questo Paese? Non soltanto nell'urbanistica e nell'edilizia. È un Paese che ha avuto legislazioni farraginose, sovrapposte una all'altra in tante materie, creando incertezza, difficoltà e disorientamento in coloro che le leggi poi le devono applicare, a partire dai semplici cittadini.
L'edilizia e l'urbanistica, non soltanto a causa delle normative regionali ma soprattutto a causa di copiose normative nazionali, negli ultimi venti anni sono andate incontro a uno stato confusionale, dal punto di vista dei riferimenti normativi. Una semplificazione quindi si impone, ma il problema è che poi in questa legge non troviamo una semplificazione delle procedure per quanto ci è consentito di incidere sulle procedure, perché chiaramente c'è una competenza concorrente e c'è lo Stato che ci guarda sempre con attenzione (e speriamo che continui a guardarci anche in questo caso).
Troviamo altro, come ha descritto, sia pure in maniera edulcorata, il primo firmatario Marin. Troviamo premialità; troviamo deroghe; troviamo regolamentazioni ardite in tema di recupero di sottotetti, ancora di più in tema di seminterrati e interrati, quando addirittura si arriva a dire che tutti i seminterrati e gli interrati sono recuperabili, anche in deroga ai piani regolatori e ai regolamenti attuativi. Incredibile! Cosa mai sentita! Dopodiché, subito dopo c'è una norma che dice che i Comuni hanno 120 giorni per disapplicare questa regola, se ci sono problemi idrogeologici e di paesaggio.
Negli ultimi anni, nei Comuni abbiamo combattuto, dopo le grandi alluvioni per non avere più seminterrati e interrati, soprattutto per non averli più abitabili, e oggi andiamo a dire ai nostri cittadini, al Piemonte, "liberi tutti"? Come se l'alluvione del '94, Consigliere Marin, o le ultime alluvioni, fossero un fatto di 300 anni fa, che non che non capiterà più quando abbiamo bombe d'acqua in continuazione? Vi rendete conto della responsabilità, non solo politica, ma etica, che vi assumete? Ho fatto un esempio, ma ne faremo tanti durante questa discussione.
Non siamo in presenza di una semplificazione, perché la semplificazione si fa in un altro modo (e mi permetterò di dire dopo come, a mio modesto parere, andrebbe fatta); siamo in presenza di una legislazione modello anni '60-'70, quando i Piani regolatori o non c'erano o erano Piani regolatori di dieci articoli (con l'indicazione dell'altezza, del volume); anni di boom economico importantissimo per il nostro Paese, ma che ha costruito quei disastri ambientali e paesaggistici che abbiamo pagato caramente fino ad oggi. Di lì in poi, per fortuna, le cose sono cambiate e per fortuna i Comuni si sono dotati dei Piani regolatori che sono piano piano diventati sempre più di nuova generazione.
Per fortuna, da pochi anni, i piccoli Comuni stanno lavorando ai Piani regolatori sovracomunali per evitare quello scempio per cui il confine di un Comune finiva con una zona industriale e quello successivo iniziava con le villette o un parco. Per fortuna la Regione si è dotata, con gravissimo ritardo, di un Piano paesaggistico. Ripeto, per fortuna.
Adesso cosa diciamo? Diciamo che torniamo agli anni Sessanta? Diciamo quello che ha detto il Consigliere Marin, che ho trovato molto interessante, anche dal punto di vista culturale. Citando la norma sui seminterrati, si è detto che noi diamo la possibilità al cittadino di fare sostanzialmente quello vuole, ma il Sindaco si deve assumere la responsabilità di non applicare questa legge. Ma vi rendete conto? Noi, che siamo l'organo che a livello regionale dovrebbe dare le linee chiare di pianificazione su cui poi i Comuni si muovono, diciamo "liberi tutti"; poi tu, Sindaco, assumiti la responsabilità per il tuo territorio, di fronte ai tuoi cittadini di non applicare la legge, non il contrario. Invece dovremmo dire: "Attento! Lì non puoi costruire, perché quella zona è sottoposta a tutela; là neanche perché può essere allagata dal fiume Tanaro, e quindi muoviti in quell'arco e in quell'arco hai ovviamente la tua potestà regolamentare".
Noi diciamo esattamente il contrario e questo non va bene. Semplificare è un'altra cosa; semplificare è mettersi al lavoro per un testo unico in materia urbanistica che parta dalla legge n.56 e che raccordi le norme che sono state costruite in questi anni. Questo è semplificare. Oppure si fa una nuova legge urbanistica. Voi l'avete già annunciata e, con queste premesse, spero che non la facciate, perché sono estremamente preoccupato.
I Piani regolatori, la pianificazione esce umiliata da tutto questo - e il collega Avetta, che ne sa più di me, potrà anche evidenziarlo - con tutti i rischi del caso.
Leggendo queste norme noi daremo il nostro contributo - l'abbiamo già dato in Commissione e lo daremo anche in Aula da un punto di vista costruttivo presentando degli emendamenti - ma ce ne sono alcune che riteniamo estremamente lesive: su queste faremo tutto quello che l'opposizione pu fare in questi casi.
Mi sono ricordato di un certo periodo anche lungo della mia esperienza politica di Sindaco, specie ai primi anni, e di Assessore all'urbanistica quando certi professionisti arrivavano nell'ufficio dall'Assessore all'urbanistica con una borsa molto spessa e io mi preoccupavo già perch lì dentro c'erano un sacco di fascicoli. Quei professionisti tiravano fuori fascicoli di pratiche che un vecchio sindaco di Alba definiva "pratiche impossibili", cioè quelle che si tramandavano da Sindaco a Sindaco perch erano impossibili, ma per una ragione: non potevi rendere abitabile un seminterrato, se le acque del fiume Tanaro lo sommergeva. Consentitemi questo esempio. Ovviamente il professionista andava via e poi, se era possibile, si faceva.
Mi sono ritrovato, lo dico sinceramente, una serie di quelle pratiche in questa legge, una serie di casi particolari, irrisolti, ma non irrisolti per causa della burocrazia, non irrisolti per cattiva volontà, ma irrisolti perché finalmente c'era una pianificazione e c'erano dei piani regolatori attenti alle questioni, attenti alle persone, attenti all'ambiente. Casi irrisolti che vengono portati all'interno della legge e vengono magicamente risolti. Ma è una tecnica legislativa molto pericolosa, ripeto, molto pericolosa. Noi dobbiamo essere attenti alla realtà per legiferare in maniera che poi la legislazione sia coerente; la legislazione ha una direzione generale e allora un caso specifico che può essere risolto in un certo modo in un Comune di montagna, di pianura o da qualche altra parte evidentemente, non può essere risolto allo stesso modo e può creare dei problemi da altre parti.
Dobbiamo essere molto attenti e questo non è il nostro compito. I Comuni hanno degli strumenti: le varianti, i permessi di costruire in deroga. Il Consigliere Marin, nei suoi interventi, mette sempre avanti una necessità: devo fare queste modifiche perché la legge nazionale me lo impone. La legge nazionale ha detto che nel concetto di ristrutturazione si può anche demolire, ma la giurisprudenza lo diceva da anni. Non c'è bisogno di fare nessun adeguamento normativo: l'ha detto la legge nazionale; dopodiché, se io lì sopra comincio a ricamarci, a dare premialità e a consentire di rilocalizzare anche su aree che sono adiacenti a aree urbanizzate, magari agricole - poi lo vedremo nel dettaglio - significa che comincio a introdurre degli elementi di inquinamento nella stessa normativa nazionale.
Questo titolo è una grande foglia di fico rispetto a una legge, che valuto in maniera molto molto pericolosa e che consacra una tendenza - lo dicevo prima al Consigliere Chiamparino - che non è di oggi. In questo Paese, a un certo punto, all'inizio degli anni Duemila, si è pensato che l'edilizia si riprendeva con le deroghe (piani casa, un piano in più); tutte deroghe ai Piani regolatori, salvo poi, ogni tanto, sentire dire da qualche cittadino: "Sindaco, come mai in quel quartiere con palazzi a due piani adesso c'è un palazzo che ne ha quattro? Che schifo ha fatto?". E il Sindaco risponderà che con quello schifo non c'entra niente perché quello schifo è stato fatto grazie a una legge della Regione Piemonte. Edilizia e urbanistica significano bellezza e costruire armonicamente dei quartieri.
Questo fa parte anche della qualità della vita dei cittadini.
Quindi, io non mi addentro più sulle norme perché avremo modo di farlo aggiungo solo un aneddoto, un simpatico siparietto che c'è stato alla fine del percorso in Commissione. Un fuori onda dell'Assessore Carosso carino, simpatico, ci mancherebbe - che a microfono acceso inavvertitamente, rivolgendosi ad una persona che stava entrando, ha detto: "Gli abbiamo dato una bella legnata". Quella persona era il Presidente Cirio. Dopodiché, l'Assessore Carosso è intervenuto chiedendo scusa dicendo che non voleva dire legnata, ma accelerata. Notoriamente accelerato è sinonimo di legnato: è evidente questa cosa! Al di là dell'espressione di gioia - io la interpreto così - per aver legittimamente portato a termine un cammino in Commissione, io credo che con questa legge la "legnata" non la diate a noi, ma al Piemonte e ai piemontesi. E poiché non credo che siate stati eletti per "legnare" coloro che vi hanno eletto (neanche noi, per la verità), nelle prossime settimane cercheremo di migliorare questa proposta di legge, laddove sarà possibile cercando di fare meno danni possibili: questo sarà il contributo che cercheremo di offrire, fermo restando - lo diciamo con chiarezza - che n la qualità normativa, né la cultura che c'è alla base di questo tipo di legislazione ci appartengono.
Noi crediamo che l'edilizia e l'urbanistica vadano trattate in un'altra maniera: non voglio invocare i tempi di Astengo, che sono tempi molto lontani, perché la qualità di quei tecnici e di quei politici oggi forse non c'è più, ma credo che tra questa legge e la legge Astengo almeno una via di mezzo ci poteva essere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Mancano due minuti alle ore 13.00: Consigliere Martinetti, a meno che non voglia intervenire per due minuti, sospenderei la seduta e rinvierei il suo intervento nel pomeriggio.
Per motivi tecnici, i lavori riprenderanno alle ore 14.30, con la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata. A seguire riprenderemo i lavori consiliari con la trattazione della proposta di legge n. 125 e con l'intervento del Consigliere Martinetti.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.58)



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la seduta delle interrogazioni e interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, iniziamo con l'esame delle interrogazioni pervenute.
Interrogazione a riposta immediata n. 994, presentata dal Consigliere Sarno, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a riposta immediata n. 997, presentata dal Consigliere Rossi, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a riposta immediata n. 998 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 999, presentata dalla Consigliera Sarah Disabato, cui risponderà l'Assessore Vittoria Poggio interrogazione a risposta immediata n. 1000, presentata dal Consigliere Raffaele Gallo, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1001, presentata dal Consigliere Marco Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n.
995, presentata dal Consigliere Paolo Bongioanni, cui risponderà l'Assessore Protopapa; interrogazione a riposta immediata n. 996 presentata dal Consigliere Martinetto, cui risponderà l'Assessore Gabusi.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo fin d'ora che per le interrogazioni a risposta immediata è prevista l'illustrazione, da parte dell'interrogante, per tre minuti, la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e non sono previste repliche.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 994 presentata da Sarno, inerente a "Distribuzione diretta dei farmaci ASL TO5"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
994.
La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.
Prego, Consigliere, ne ha la facoltà per tre minuti.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Il servizio di distribuzione diretta dei farmaci, regolamentato dal Decreto del Ministero della Salute del 31 luglio 2007, è fondamentale per molti abitanti del Piemonte che ne usufruiscono, in particolare persone affette da patologia cronica e/o anziani, che hanno più patologie e, talvolta, più o meno gravi problemi di mobilità.
Preso atto che per la zona ASL TO5 viene ormai palesato, dall'attuale maggioranza regionale, un disimpegno sulla progettualità sanitaria e che la decisione, presa negli ultimi giorni dall'ASL TO5, di eliminare il punto di distribuzione diretta dei farmaci a Nichelino presso il Polo Ambulatorio di via Debouchè, e anche quello di Moncalieri, creando un unico punto a Moncalieri in strada Vignotto, porta grave disagio ai cittadini dell'area in particolare, ma non solo, a quelli della città di Nichelino, più volte sollecitati nel chiedere conto di questa scelta.
Consideriamo, tra l'altro, che sull'Ospedale Unico in ASL TO5 ad oggi non è stata presa, dalla maggioranza regionale, alcun tipo di decisione e che questa mancanza crea un danno alla sanità regionale e cittadini che ne devono usufruire.
Consideriamo ulteriormente che, per la maggior parte delle persone che usufruiscono del servizio di distribuzione diretta dei farmaci, il punto di distribuzione di strada Vignotto è più difficile da raggiungere rispetto ai due preesistenti.
In questo senso, e in particolare, Presidente e Assessore, facendo anche una considerazione molto concreta e particolare, per dimostrare quanto ho appena riportato, ovvero che per chi arriva con il pullman 35 è necessario scendere in via Sestiere, percorrere 500 metri a piedi per raggiungere la nuova sede di via Vignotto, mentre per chi parte da via XXV Aprile, sempre a Nichelino, una delle due direttrici principali, tra l'altro della città è necessario cambiare ben due pullman, quindi due mezzi di trasporto pubblici.
Non sono arrivate ad oggi, a nostra conoscenza e al momento, indicazioni da parte dell'ASL in merito a un possibile passo indietro sulla decisione di eliminare i due punti di Moncalieri e di Nichelino e farne uno solo. Al momento abbiamo citato che non c'è stata nessuna comunicazione perché sia i giornali locali, ma non solo, hanno posto la questione che diventa un disagio importante per i cittadini, soprattutto quelli che hanno problemi di mobilità.
Per queste ragioni, per questi "considerati", interroghiamo la Giunta regionale, e ovviamente l'Assessore, per conoscere come intenda affrontare il problema della mancanza di un punto di distribuzione sul territorio di Nichelino e se vi è l'intenzione di tornare ad averne uno centrale rispetto alle esigenze del territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Diego Sarno per l'illustrazione; la Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In premessa devo dire che il disinteresse sulla sanità della TO5 lo vede solo lei. In realtà, è esattamente il contrario, basta andare a vedere la delibera del PNRR e l'avanzamento dei lavori che si stanno facendo, per una corretta determinazione dell'ospedale, ma non voglio fare qui polemiche.
Quello che invece voglio dire, in risposta alla sua interrogazione, è che dal mese di giugno è attivo il nuovo sito di strada Vignotto 23 a Moncalieri, per la distribuzione nel distretto di Moncalieri.
L'attività della farmacia ospedaliera, proprio in merito alla distribuzione diretta, ha determinato alcune criticità. In passato, l'analisi dei siti dove veniva fatta la distribuzione diretta ha determinato criticità.
Le leggo le criticità e anche cosa è stato fatto per superarle.
Presso la sede della farmacia ospedaliera del presidio di Moncalieri non può essere organizzata la distribuzione diretta, poiché è difficile da raggiungere, non vi è posteggio e, per tale ragione, è scomodo per i pazienti. In questa sede veniva garantita solo la distribuzione di farmaci in dimissione da ricovero o da visita ambulatoriale, mentre la distribuzione diretta per il distretto di Moncalieri deve essere organizzato in un posto diverso dalla sede ospedaliera, con farmacista dedicato, quindi con un incremento di costi.
La distribuzione dei farmaci a Nichelino avveniva in uno spazio molto piccolo, destinato anche ad altri servizi dell'ASL nei restanti giorni della settimana, costringendo la distribuzione in fasce orarie più ristrette.
Per cercare di risolvere queste criticità l'ASL ha ritenuto di realizzare un accorpamento tra la sede di distribuzione di Nichelino con la sede di Moncalieri, destinando quest'ultima ai locali di strada Vignotto determinando una serie di vantaggi. Innanzitutto, i locali di strada Vignotto sono più ampi; vi è una sola sala d'aspetto capiente adeguata all'utenza e vi è un comodo parcheggio.
Accorpando la distribuzione diretta delle due sedi si possono garantire più giorni alla settimana, per venire incontro alle esigenze degli utenti. La consegna dei farmaci urgenti può essere gestita direttamente dalla sede di Moncalieri, sicuramente più comoda rispetto a quella di Cambiano.
Rileviamo, infine, che il Distretto sanitario di Nichelino, dove attualmente avviene la distribuzione diretta dei farmaci, si trova decentrato rispetto al Comune di Nichelino e dai calcoli aritmetici effettuati dall'ASL si è potuto rilevare che non vi è significativa differenza tra la distanza dal Municipio e dai Comuni afferenti il distretto (Candiolo, None e Vinovo), rispetto alle due sedi di distribuzione; quindi, non si è creato alcun aggravio di percorso.
In conclusione, si ritiene che l'accorpamento dal prossimo mese di marzo delle sedi di Nichelino e Moncalieri apporti un miglioramento significativo del servizio offerto alla popolazione.
Un'ulteriore miglioria - ma questo investe la sfera di competenza dei servizi comunali - può essere apportata con l'eventuale attivazione di una navetta dedicata o la diversa modulazione di una linea già presente, che attualmente percorre via Sestriere, per venire incontro all'utenza che afferisce alla sede di strada Vignotto, non solo per la distribuzione dei farmaci, ma anche per le vaccinazioni immunologiche dell'infanzia, essendo l'unica sede del SISP di Moncalieri (una valutazione da parte del Comune sarebbe una risposta adeguata ai bisogni di popolazione).
Per quanto riguarda l'accorpamento delle sedi, non causa che miglioramenti del servizio.
Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 997 presentata da Rossi, inerente a "Reparto terapia del dolore dell'Ospedale della Carità di Novara"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
997.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Domenico Rossi.
Prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire per tre minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Come il Presidente ha preannunciato parliamo del servizio di terapia del dolore presente all'interno dell'ospedale Maggiore della Carità di Novara.
Sappiamo che dal 2010 esiste una legge, la n. 38, che disciplina e regolamenta l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore e che finalmente ha introdotto in tutto il territorio nazionale un quadro organico di principi e disposizioni normative per superare una condizione che, purtroppo, persiste ancora in alcuni luoghi del nostro Paese e che potremmo definire a "macchia di leopardo" e che non ovunque riesce a dare una risposta dignitosa alle tante persone che soffrono.
Per quanto riguarda il Piemonte noi sappiamo che la rete regionale prevede una distribuzione all'interno di centri hub, ma anche di centri spoke. In particolare, l'assetto piemontese prevede tre hub sul territorio identificati nell'Azienda Ospedaliera di Torino, Novara ed Alessandria sono inoltre operativi 15 hospice in quasi tutte le Province: sette a Torino, due nel cuneese, due nell'alessandrino e uno per le province di Biella, Vercelli, Novara e VCO.
Per quanto riguarda, invece, il reparto specifico di cui stiamo parlando in questo momento, si tratta del reparto "Cure palliative e hospice" dell'Ospedale Maggiore dalla Carità di Novara che si occupa di malati affetti da tumore e non più in fase attiva di trattamento. La struttura è articolata in quattro ambiti: ambulatorio, dove afferiscono le persone con autonomia motoria e psicofisica; consulenza presso tutti i reparti assistenza domiciliare e collaborazione con il servizio di cure domiciliari dell'ASL. È inoltre funzionante in pieno regime l'hospice, struttura dinamica per ricoveri di sollievo limitatamente a situazioni particolari così come previsto dalla Regione Piemonte.
In questi due anni, come per altri servizi per questioni anche legate alla pandemia, il servizio ha visto una riduzione di personale specializzato, ma anche di spazi dedicati alle prestazioni. Questo ha creato nei pazienti pazienti in una condizione particolare, che hanno bisogno di una cura e di un'attenzione ancora più specifica - delle preoccupazioni, oltre che dei disservizi. Sono tanti i pazienti che segnalano a noi rappresentati delle istituzioni, ma anche alla stampa in più occasioni, purtroppo, un peggioramento del servizio. Addirittura, sulla scia di queste preoccupazioni, è nato anche un comitato spontaneo che si è dato il compito di segnalare all'Azienda le preoccupazioni e comunicare i disservizi.
Questa interrogazione ha l'obiettivo di fugare preoccupazioni e paure rispetto a un eventuale spostamento, chiusura o ridimensionamento del servizio.
Interroghiamo l'Assessore per conoscere quali sono le condizioni in cui versa il servizio di terapia del dolore presso l'Ospedale Maggiore della Carità di Novara relativamente a spazi, numero di specialisti dedicati e prospettive di sviluppo dello stesso.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Rossi per l'illustrazione; la Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In premessa voglio dire che non c'è nessuna intenzione di delocalizzare spostare o ridurre questo servizio importante. Oggetto dell'interrogazione è la struttura complessa, la direzione ospedaliera di terapia del dolore dell'Ospedale Maggiore di Novara.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, la invito ad indossare la mascherina.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Scusi, Presidente.
L'oggetto dell'interrogazione è la struttura complessa, direzione ospedaliera di terapia del dolore dell'ospedale di Novara, che non va confusa con la struttura di "Cure palliative e di hospice" che è dettagliata nella premessa dell'interrogazione. La struttura di terapia del dolore è ubicata al secondo piano della sede staccata di Viale Piazza d'Armi.
Effettua un'attività ambulatoriale (day hospital), procedure invasive presso le sale operatorie della sede centrale con supporto radiologico e da circa sei mesi sono attive le procedure di tecnica ecoguidata.
L'organico è composto da quattro medici specialisti in anestesia e rianimazione, da cinque infermieri e da una unità di personale amministrativo. Da circa sei mesi la riorganizzazione della struttura ha consentito di svolgere una serie di attività di supporto e di servizio al cittadino.
Sono attivi quattro ambulatori dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 15.30 in cui vengono eseguite principalmente attività programmate prime visite, visite di controllo e procedure mini invasive, per prestazioni prioritarie e urgenti con distribuzione diretta dei farmaci.
È attivato un ambulatorio dedicato esclusivamente all'agopuntura a scopo antalgico, gestito con la collaborazione della struttura di anestesia e rianimazione, che permette anche la risposta al bisogno assistenziale dei pazienti ricoverati con monitoraggio e controllo del dolore acuto post operatorio, oltre ad attività formativa per gli specializzandi e attività di ricerca.
È attivo il gruppo multidisciplinare neuromodulazione dell'azienda (neurochirurghi, fisiatri, neurologi, psicologi, neuropsichiatri infantili) con il compito di seguire i casi complessi di neuromodulazione.
Dal gennaio del 2022 è stato ricostruito il locale Comitato ospedale senza dolore, coordinato proprio dalla struttura complessa di terapia del dolore.
Dall'inizio della pandemia il reparto ha sempre rispettato tutte le misure di prevenzione e protezione richieste dall'azienda, rimodulando l'attività per la sicurezza dei pazienti (per l'emergenza COVID, ovviamente) e alla fine del 2021 erano recuperate tutte le prestazioni ambulatoriali precedentemente sospese per indicazioni regionali derivanti dalla pandemia.
Il numero di prestazioni erogate nel 2021, rispetto al 2020, è stato di 81% di prestazioni per esterni, con recupero di tutte le prestazioni sospese per pandemia (insomma, un ottimo risultato!).
Circa la prospettiva futura, la destinazione di questa struttura complessa rimarrà dove si trova - come dicevo in premessa - proseguendo nella riorganizzazione per consentire un ulteriore incremento delle attività ambulatoriali e un potenziamento delle attività di secondo e terzo livello tipiche di un hub (per esempio, impianto pompa a infusione intratecale e una serie di altre attività), e nel corso del 2022 è previsto anche l'accreditamento istituzionale dei percorsi specifici della struttura (low back pain e altri percorsi specifici del settore). Mi pare, quindi, un risultato più che soddisfacente.
Le posso inviare la nota scritta con il dettaglio di queste attività.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 998 presentata da Magliano, inerente a "Vaccino Novavax, come si sta organizzando la Regione Piemonte in vista dell'arrivo del nuovo vaccino?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
998.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Magliano.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Premesso che l'azienda americana Novavax ha prodotto un nuovo vaccino anti COVID, commercializzato con il nome di Nuvaxovid e Covovax (in India), il Novavax è un vaccino a base di proteine ricombinanti anti COVID, che contiene minuscole particelle ottenute da una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike, che si trova sulla superficie del virus Sars-CoV-2, la quale, mediante tecniche di ingegneria genetica, viene purificata.
Le Spike vengono assemblate in nano particelle, riproducendo la struttura del virus senza però la capacità di replicare o causare la malattia. Il siero contiene anche un adiuvante, la saponina, una sostanza che contribuisce a rafforzare le risposte immunitarie indotte dal prodotto.
Dato atto che, una volta somministrato questo vaccino, il sistema immunitario identificherà le particelle proteiche come estranee e produrrà difese naturali tramite anticorpi IgG ed IgM selettivi e tramite la produzione dei linfociti T e B, qualora la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il COVID, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike originale, presente sulla superficie del virus, e sarà pronto a combatterla.
Diversamente dai vaccini Pfizer, Moderna, Astrazeneca, Johnson&Johnson Sputnik - che hanno portato nel nostro Paese tutta una serie di polemiche alle quali il nostro Gruppo politico non ha mai dato seguito - che usano tecnologie a mRNA o vettore virale, quello prodotto dalla Novavax non è un vaccino genico ed è stato creato attraverso la tecnica delle proteine ricombinanti, tecnica in uso dagli anni '80 (in pratica il vecchio vaccino quello che la mia mamma e il mio papà si sono fatti, perché era il modello di vaccino che veniva applicato) che ha permesso di produrre vaccini come quello contro l'epatite B, la meningite e il papilloma virus.
Poiché è basato su una tecnologia ipertestata che sfrutta, per l'appunto la tecnica delle proteine ricombinanti, in uso da tempo contro malattie come la pertosse, l'epatite B e il meningocco, Novavax è un vaccino che potrebbe trovare il consenso - è questo il punto politico - anche da parte di coloro che per paura o per ideologia non si sono ancora vaccinati.
Tenuto conto che il nuovo vaccino dovrebbe arrivare il 24 febbraio e potrebbe incentivare un altro milione e mezzo di persone a vaccinarsi.
Presidente, le chiedo scusa, ma non essendo partito il timer, non so quanti minuti sto utilizzando.
Dicevo, la fascia di popolazione più refrattaria risulta essere quella dei quarantenni, dei quali circa il 12,03% non si è ancora vaccinato.
Nonostante l'obbligo vaccinale che diventerà operativo a partire dal 15 febbraio (cioè da oggi) per gli over 50 che dovranno recarsi a lavoro, al netto dei guariti, il 5% risulta ancora non vaccinato.
Peraltro, la Regione Piemonte non si è ancora espressa in merito alle modalità, tempistiche e ai criteri di accesso alla somministrazione del nuovo vaccino. Assessore, le chiedo scusa, ma ho provato a capire se c'erano note a mezzo stampa o indicazioni fornite alle strutture, ma non abbiamo trovato nulla; invece ho segnalazioni di cittadini che chiedevano agli Uffici, senza ricevere risposte.
La Regione Lombardia ha già illustrato la procedura che utilizzerà nella somministrazione del nuovo vaccino, come appreso dall'articolo su Il Giorno del 24/01/2022, che recita: "Arriva vaccino Novavax: come funziona e come sarà usato in Lombardia". E proprio per il fatto che un question time deve avere un'attinenza con la stretta realtà, ho scritto che il coordinatore della campagna vaccinale della Regione Lombardia ha dichiarato che "[...
Non verrà data la possibilità di scegliere a chi verrà a vaccinarsi nel mese di febbraio. Quando sarà disponibile probabilmente anche questo ulteriore vaccino verrà dato in modo random. Chi si prenota potrà essere vaccinato con Pfizer, Moderna oppure con il nuovo vaccino che verrà messo a disposizione", cosa che, a mio avviso, è assurda. Se uno ha deciso di vaccinarsi perché vuole proprio quel tipo di vaccino. alziamo la capacità vaccinale della nostra Regione anche per coloro che non l'hanno fatto.
Al riguardo - ho concluso, Presidente e mi scuso se ho usato qualche secondo in più - interrogo l'Assessore competente per conoscere criteri di accesso, modalità e tempistiche relative alla somministrazione in Piemonte del nuovo vaccino Novavax, il quale potrebbe trovare il consenso anche da parte di coloro che non si sono ancora vaccinati, per le ragioni di cui in premessa.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Consigliere Magliano, sono convinto che lei non abbia trovato indicazioni né sui media né sul sito della Regione perché non ne abbiamo fornite. Sono desolato, ahimè, ma non posso darle informazioni precise perché io stesso non ne ho.
Noi abbiamo ricevuto dalla struttura commissariale la rassicurazione che entro il mese di febbraio, avremmo ricevuto il vaccino Novavax. Però non ci hanno comunicato né il quantitativo, cioè quante dosi, né quale sarà la popolazione target, a quali persone farlo e con quale modalità. Quindi, ci siamo astenuti dal dare informazioni che sicuramente sarebbero state.
SACCO Sean (fuori microfono) Perché in Lombardia sì?



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Non so perché in Lombardia sì. La struttura commissariale al Piemonte non ha dato alcuna informazione di questo tipo e da questo dipendono le modalità di applicazione, dal numero di dosi, dalla popolazione target che sarà identificata, se sarà identificata. Abbiamo tutti gli hub vaccinali sia quelli attivi in questo momento sia quelli attivabili nelle 24 ore pronti a somministrare anche il vaccino Novavax, secondo le indicazioni che la struttura commissariale ci darà. E da questo dipende anche la modalità di accesso, se è diretto o con preadesione o prenotazione. Non appena avremo una contezza del numero di dosi che ci destineranno e della popolazione target, nel giro di 24 ore potremo determinare le modalità di erogazione e di somministrazione del vaccino, le prenotazioni per adesioni e tutto quello che ne consegue. Al momento rimaniamo in attesa di conoscere queste informazioni, prima di emettere comunicati o dare indicazioni che potrebbero essere smentite nel giro di poco tempo.
La nota gliela mando. Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1000 presentata da Gallo, inerente a "Assunzioni di risorse qualificate tecniche e amministrative per l'attuazione e l'organizzazione dei progetti sanitari del PNRR e di edilizia sanitaria"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1000.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
L'interrogazione n. 1000 verte sul tema del PNRR e delle opportunità a disposizione come Piemonte e come Paese a valere su questi fondi, ma più in generale su quello che possiamo fare come Regione Piemonte. Sappiamo che nei prossimi mesi, la sanità piemontese dovrà affrontare sfide straordinarie legate alla disponibilità dei Fondi europei e nazionali, che porteranno a ridisegnare il modello di sanità e dei servizi che offriremo ai cittadini. Sono state definite le risorse di cui stiamo discutendo relativamente alla delibera di indirizzo sulle Case di comunità, ma in generale non ci sono solo le risorse del PNRR sulle Case di comunità in discussione. Ci sono risorse anche per la telemedicina (circa 200 milioni) ci sono risorse per l'ammodernamento tecnologico e digitale degli ospedali (circa 2 miliardi e mezzo), per la sicurezza e la sostenibilità ospedaliera (600 milioni). Altri investimenti riguardano le infrastrutture tecnologiche, l'analisi dei dati, la vigilanza sui Livelli Essenziali di Assistenza. Quindi, parliamo dello sviluppo di tutte quelle che sono le nuove tecnologie e le nuove opportunità che la telemedicina ci mette a disposizione per migliorare i nostri servizi ai cittadini.
Oltre a tutto questo, abbiamo le grandi sfide dell'edilizia sanitaria.
Parliamo sempre della nuova Città della Salute e della Scienza di Torino che sta entrando nel vivo e nella parte più pienamente esecutiva. La seconda riguarda sicuramente tutto il piano di edilizia sanitaria della scorsa legislatura, ma anche quello che abbiamo approvato nei mesi scorsi di questa legislatura. Inoltre, c'è tutto il piano Arcuri con l'implementazione delle terapie intensive legate all'emergenza COVID-19.
Sono tantissime le sfide che devono essere assolutamente colte dal sistema sanitario e dalla Regione Piemonte, ma per fare in modo che siano colte c'è bisogno di persone nelle Aziende ospedaliere, nelle ASL nell'Assessorato - non nell'Azienda Zero perché non è ancora operativa.
Sostanzialmente abbiamo bisogno di professionalità che, oltre all'ordinario quindi all'attività ordinaria per far funzionare gli ospedali e la quotidianità del nostro servizio sanitario - possano impegnarsi per mettere mano a questi progetti e a questi bandi e trasformarli in fatti concreti cogliendo tutte le opportunità che tali risorse offrono.
A noi risulta che non solo sul tema medico (dei medici e degli infermieri) ci sia una carenza di personale e ne abbiamo discusso tantissime volte anche in quest'Aula, ma anche dal punto di vista dei tecnici e degli amministrativi, ovvero chi poi deve seguire costantemente questi progetti nella quotidianità, per rispondere ai bandi e per poter rendere effettivi gli investimenti. Nelle Aziende ospedaliere e nelle ASL questo personale altamente qualificato e di alta professionalità oggi è in numero molto ridotto.
Per cui interrogo l'Assessore - e chiedo scusa se ho utilizzato qualche secondo in più - per sapere come l'Amministrazione regionale intenda far fronte a queste sfide a cui ho accennato brevemente, in assenza di una corposa integrazione di professionalità tecniche ed amministrative. Non parliamo di medici e infermieri di cui l'emergenza è costantemente denunciata da tutte le forze politiche, ma di tecnici e di amministrativi che vadano a rinforzare le strutture delle ASL e delle ASO, al fine di evitare che le ingenti risorse economiche che ho citato prima siano disperse o non vengano utilizzate al meglio, per carenza di personale che possa seguire i progetti.
Questa è una situazione che, in generale, come Consiglio regionale del Piemonte non possiamo assolutamente permetterci. Per cui la nostra preoccupazione, dalla quale deriva questa interrogazione, è capire come mettiamo nelle migliori condizioni le Aziende di cogliere tutte le opportunità per trasformarle in progetti e fatti concreti. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Gallo per l'illustrazione.
Prima di dare la parola all'Assessore, ricordo a tutti i colleghi che la modalità che ci permette di andare in giro all'esterno senza mascherina, ci obbliga però ad indossarla all'interno dell'Aula. Grazie.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi. Prego, Assessore, ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La preoccupazione espressa dal Presidente Gallo è anche la mia; avere una struttura efficiente con professionalità adeguate per dare risposte non solo sulle Case di comunità, sugli ospedali di comunità, ma anche sulla partita della telemedicina e su tutti gli altri progetti che saranno sviluppati con il PNRR, è stata una preoccupazione fin dall'inizio.
Per questa ragione, con DGR 74281 del dicembre dell'anno scorso, è stata attivata, presso la Direzione regionale di sanità e welfare, una specifica struttura dirigenziale denominata "Coordinamento e attuazione del PNRR missione 6", istituita per dare attuazione a quegli interventi in materia sanitaria o socio-sanitaria, previsti dalla missione 6 del PNRR.
Alla struttura compete la programmazione, il coordinamento nell'ambito del Servizio Sanitario Regionale di misure di riforma di investimento previste dal PNRR, finalizzate ad allineare i servizi ai bisogni di cura del paziente, nonché in materia di innovazione, ricerca, digitalizzazione (pensate al fascicolo sanitario) del Servizio Sanitario Nazionale interventi di tutela della fragilità; sviluppo reti di prossimità strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale e aggiornamento strutturale, tecnologico e digitale degli ospedali.
A questo settore compete anche la programmazione delle risorse destinate agli interventi e all'attuazione delle misure previste dal PNRR, compresa la rilevazione di eventuali criticità presenti nelle Aziende sanitarie regionali.
Questo settore, oltre a dotarsi di dirigenti e di personale proprio, si avvale anche di personale in convenzione dalle ASL e in stretta collaborazione con i servizi tecnici delle Aziende, proprio per le fasi più esecutive e più necessarie per l'attuazione del PNRR.
Ci siamo dotati di un'adeguata struttura e mi auguro che riesca a fare tutto quello che è necessario fare per non mancare all'importantissimo appuntamento di giugno, nella Milestone Europea sul PNRR.
Condividiamo la stessa preoccupazione, ma ci siamo attivati per avere gli strumenti idonei ad affrontare tutte le sfide del futuro.
Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1001 presentata da Grimaldi inerente a "Stato di applicazione della DCR 30027935 indirizzi e criteri per garantire l'effettivo accesso alle procedure per l'interruzione della gravidanza, ai sensi dell'articolo 9, comma 4, della 22 maggio 1978 n. 194"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1001.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.
Prego, Consigliere, ne ha la facoltà per tre minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
A fine novembre dello scorso anno si è appreso da alcuni organi di stampa che, dal 1° ottobre di quell'anno, non sarebbe stato più possibile usufruire delle visite ginecologiche, sia di prevenzione sia di cura, da parte del Consultorio Familiare di Casale, senza impegnativa del medico curante e senza pagamento di ticket, a causa di una determina dirigenziale della Regione Piemonte resa operativa dall'ASL.
Sempre a novembre, 27 Associazioni, come lei sa, aderenti alla rete "Più di 194 Voci Torino" e LAIGA (Libera associazione italiana ginecologi per l'applicazione della legge 194), hanno rivolto alla Regione Piemonte una diffida per il mancato impegno a far applicare la legge 194.
Il 19 gennaio, io stesso ho depositato l'interrogazione n. 964, di cui attendo ancora risposta, sull'obiezione di coscienza all'ospedale di Ciri attualmente inevasa.
Come lei sa, abbiamo appreso, anche a seguito di acquisizione di alcuni dati dell'Associazione Luca Coscioni, che presso l'Ospedale di Cirié, punto di riferimento sanitario per almeno centomila persone dalle alte Valli di Lanzo a Venaria, su nove ginecologi in organico, la totalità erano tutti obiettori di coscienza.
A quanto ci risulta, la situazione sarebbe non meno drammatica nell'ASL TO3: in tutta l'ASL, le IVG si effettuerebbero soltanto presso l'Ospedale di Pinerolo.
In tutta l'ASL, inoltre, non sarebbe mai stata attivata la possibilità di effettuare le IVG per via farmacologica.
La situazione non è migliore in Valle di Susa, dove vede, inoltre, la presenza attiva di soltanto due consultori familiari.
In Piemonte, al 2019, su 364 ginecologi, solo 131 praticano l'interruzione di gravidanza -ovvero, gli obiettori di coscienza erano il 64%.
Arrivo al punto della delibera.
Come lei sa, qualche anno fa è stata votata una delibera di Consiglio "Indirizzi e criteri per garantire l'accesso alle procedure di interruzione di gravidanza", in cui il Consiglio si impegnava a demandare alla Giunta l'istituzione di un Tavolo di lavoro per individuare la percentuale di obiettori di coscienza presso le strutture sanitarie regionali e la loro distribuzione, al fine di predisporre le misure volte a riequilibrare il numero di obiettori.
Inoltre, il Consiglio si è impegnato ad approvare gli indirizzi e criteri per garantire l'effettivo accesso delle procedure; abbiamo definito che le Aziende sanitarie, al fine di riequilibrare sul territorio il rapporto fra personale obiettore e non obiettore, nelle zone con una concentrazione di obiettori sopra il 50%, potessero avviare procedure di mobilità; abbiamo definito che, nel caso in cui permanessero oltre il 50%, le ASL possono bandire concorsi relativi a medici specialisti che pratichino l'IVG abbiamo stabilito che tutte le prestazioni e le attività erogate dei consultori non possono essere soggette a obiezione di coscienza, come da articolo 9 della legge 194.
Inoltre, abbiamo mantenuto l'accesso libero, diretto e gratuito per tutte le prestazioni erogate nei consultori, come da codice di esenzione 93A, per tutte le cittadine e i cittadini italiani e stranieri residenti, con particolare attenzione agli adolescenti. A tal proposito, diciamo anche che tra l'età inferiore a 26 anni e per le donne di età compresa fra i 26 e i 45 anni, con l'esenzione EO2, nel post IVG sarà garantita la possibilità di erogazione gratuita dei seguenti metodi contraccettivi: contraccettivi ormonali, impianti sottocutanei, dispositivi intrauterini, contraccezione d'emergenza e preservativi femminili e maschili per tutti, anche adolescenti.
Infine, abbiamo impegnato la Regione a un'apposita strategia capillare di sensibilizzazione e informazione relativa all'ubicazione e agli orari di apertura dei consultori.
La domanda è semplice: cosa ne è di quella delibera e qual è lo stato di applicazione di ciascun impegno? Vorremmo avere adesso una risposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione; la Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Con riguardo ai fatti esposti e in merito a quella che è la situazione nell'ASL TO3, mi preme fare alcune precisazioni.
Per motivi organizzativi già dal 2018 le interruzioni volontarie di gravidanza nell'ASL TO3 si fanno sia a Pinerolo sia a Susa. Negli ultimi due anni non ci sono stati interventi a Susa per una diminuzione delle richieste. Anche durante il periodo della pandemia l'assistenza alle pazienti dell'ASL è sempre stata garantita con la presenza di medici non obiettori sia a Rivoli, dove ce ne sono tre, sia a Pinerolo, dove ce ne sono altrettanti.
È operativo da novembre 2021 un protocollo per l'impiego della pillola RU486 in caso di aborto spontaneo; è pronto anche il protocollo per l'utilizzo della pillola nel caso di interruzione volontaria di gravidanza la cui attivazione è prossima ed è stata rimandata fino ad oggi esclusivamente in seguito al rallentamento delle attività sanitarie imposte dall'emergenza pandemica.
In Valle di Susa i consultori sono quattro (Avigliana, Oulx, Giaveno e Susa) e in tutti i consultori sono presenti un ginecologo e un'ostetrica, e a Giaveno anche una psicologa. Il "Punto giovani" è aperto al pubblico una volta alla settimana, necessariamente su appuntamento da quando è iniziata la pandemia, altrimenti l'accesso è libero (presto sarà nuovamente così).
Con riguardo, invece, alla seconda parte dell'interrogazione, alle strategie regionali per dare attuazione alla DGR 300, voglio rilevare quanto di seguito. È stato istituito, come previsto dalla DGR, con nota protocollo 3303 del 12 febbraio 2019, un gruppo di lavoro con il compito di verificare e analizzare le azioni necessarie da adottare per la distribuzione di metodi contraccettivi gratuiti citati dal Consigliere secondo quanto indicato dalla DGR sopracitata al punto e).
Il gruppo di lavoro ha previsto il coinvolgimento dei responsabili del Settore Assistenza Farmaceutica integrativa e protesica, un dirigente farmacista con incarico presso il settore farmaceutico, un funzionario regionale della programmazione e dei servizi socio-sanitari, nonché il responsabile dei consultori e il referente consultoriale dell'ASL di Novara.
Questo gruppo di lavoro si è riunito più volte per valutare l'utilizzo dei farmaci delle diverse aziende (la documentazione può essere reperita agli atti). Da questa analisi si evidenzia una disomogeneità del costo dei farmaci di cui trattasi sul territorio regionale e l'esigenza, ovviamente di uniformare le relative procedure di acquisizione. Tutte queste prestazioni consultoriali continuano, comunque, ad essere esenti dal ticket ai sensi del codice 93a). A breve avremo anche il dettaglio tecnico che il Consigliere mi chiedeva, per quanto riguarda l'utilizzo e la distribuzione di questi farmaci.
Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione a risposta immediata n. 999 presentata da Disabato, inerente a "Eurovision Song Contest ed eventi "OFF" diffusi sul territorio"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
999.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Disabato.
Prego, Consigliera, ha facoltà di intervenire per tre minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
A distanza di trent'anni l'Eurovision tornerà a svolgersi in Italia. Il Regolamento del Contest, infatti, prevede che il Paese ospitante sia quello di provenienza dei vincitori dell'anno precedente. Non soltanto, la RAI ha deciso che l'edizione del 2022 dell'Eurovision Song Contest si tenga a Torino, il nostro capoluogo. Ciò comporterà, ovviamente, una grande opportunità di rilancio per la città, e non solo, e offrirebbe un'importante opportunità lavorativa per tutti i settori che ruotano attorno all'organizzazione dell'Eurovision Song Contest, soprattutto pu far conoscere la produzione artistica dei giovani talenti emergenti del territorio.
Noi stiamo parlando di un Festival musicale internazionale, nonch dell'evento non sportivo più seguito al mondo trasmesso in diretta televisiva, radio, sui canali digitali in Europa, oltre che in alcuni Paesi Asiatici, Oceanici, Africani e dell'America del Nord. Anche i dati di ascolto sono piuttosto favorevoli, negli ultimi anni a livello internazionale sono stati stimati tra i cento i seicento milioni.
In data 3 agosto 2021 noi abbiamo depositato un ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale, che impegna la Giunta a proporre contestualmente alla candidatura della Città di Torino, un insieme di eventi "OFF" diffusi sul territorio al fine di incentivare la produzione artistica della città in cui si possono esibire giovani musicisti emergenti.
Veniamo da un periodo estremamente difficile per il comparto della cultura e dello spettacolo, l'emergenza COVID, di fatto, ha messo in ginocchio gli operatori, le imprese, i lavoratori e gli artisti, ragion per cui ritengo che lo svolgimento dell'Eurovision non possa rimanere fine a se stesso, ma debba rappresentare un'occasione per un tessuto intero, in particolare per le giovani generazioni di artisti che possono trovare una vetrina importante, proprio affiancandosi a questo importante Festival musicale.
Poiché c'è stato un impegno da parte della Giunta, chiedo all'Assessora Poggio qui presente che so essere molto sensibile nei confronti di questo tema, per sapere come intenda dare attuazione all'ordine del giorno n. 590 in merito all'organizzazione di eventi off diffusi sul territorio in cui si possano esibire i giovani artisti emergenti durante il periodo in cui prenderà forma l'Eurovision Song Contest, capire quali saranno le azioni che metterà in campo la Giunta per favorire tutto questo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Sarah Disabato per l'illustrazione; la Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Vittoria Poggio.
Prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
In risposta all'interrogazione della Consigliera Disabato che condivido essendo questo evento molto importante e di respiro molto alto internazionale e anche con la volontà di coinvolgere il più possibile gli artisti emergenti giovani, io le posso comunicare che la Regione, quale partner organizzativo dell'evento Eurovision Song Contest, insieme all'Amministrazione comunale di Torino, fa parte di una Cabina di regia congiunta, volta a definire quello che è il programma e quindi il coinvolgimento dei territori di tutte le realtà cui la Consigliera faceva riferimento.
Al momento, però, non è ancora stata definita una programmazione puntuale degli eventi "OFF" sulla quale si sta lavorando attualmente, di concerto con gli Assessori della Città di Torino, Purchia e Carretta.
Sarà cura della Regione Piemonte, di concerto con il Comune di Torino fornire una comunicazione coordinata per dare la più ampia visibilità dell'offerta complessiva. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Vittoria Poggio per la risposta.


Argomento: Pesca

Interrogazione a risposta immediata n. 995 presentata da Bongioanni inerente a "Immissione trota fario ed iridea"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
995.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Paolo Bongioanni ne ha facoltà per tre minuti.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
L'oggetto di questa interrogazione, che di fatto vede una parte del Consiglio regionale già impegnata da più di un anno, è relativa agli interventi regionali a seguito dell'approvazione degli articoli 835 e 838 della legge di bilancio 2022, per quanto riguarda l'immissione delle due specie ittiche che lei ha citato, ovvero la trota fario atlantica e la trota iridea (ometto la menzione in latino).
Si tratta di due specie di trote senza dubbio alloctone, che sono state introdotte nelle nostre acque diversi decenni fa (io, che sono pescatore da quando ho memoria pesco queste due tipologie di trota). Fra l'altro l'inserimento di queste due specie ittiche va a ridurre il prelievo su quelle che sono le specie autoctone, quali la marmorata e altre specie sempre meno diffuse, come la salmerino o il temolo.
Nell'articolo 2 del DPR n. 102/2019 è stata introdotta la possibilità di deroga al divieto di immissione della trota iridea e della trota fario, che possono essere autorizzate per motivate ragioni di rilevante interesse pubblico, connesse ad esigenze ambientali, economiche, sociali e culturali.
Ricordo che la pesca anche di tipo sportivo è un'attività rilevante nell'ambito dell'economia alpina, e si può configurare come una vera e propria esigenza economica, sociale e persino culturale. Inoltre, il turismo ittico sportivo genera sulle nostre montagne dei numeri importantissimi e ha dato vita ad una nuova forma di turismo legato al turismo outdoor, con ritorni notevoli, soprattutto per quanto riguarda l'economia delle terre alte. Questo tipo di economia è stato messo a dura prova in Piemonte dal divieto di immissione scattato dall'inizio del 2021.
Questi divieti hanno avuto delle ripercussioni estremamente negative anche su una fetta della nostra impresa, quella dell'allevamento ittico in vivai che ha subito danni economici tali da mettere in ginocchio decine di aziende che operano sul territorio regionale.
Nell'ambito della conversione del decreto Milleproroghe dovrebbe uscire un emendamento che per due anni andrà a sterilizzare questo divieto sulle specie ittiche alloctone. Tuttavia, in attesa del decreto Milleproroghe e alla luce della legge di bilancio 2022, con gli articoli 835 e 838, si chiede alle Regioni di confermare i sistemi di gestione ittica entro centottanta giorni dalla conclusione del nucleo di valutazione che è stato individuato all'interno del MiTE. Alcune Regioni (vedi la Lombardia) grazie a questi articoli e rilevando l'importanza economica del comparto ittico, hanno provveduto alla possibilità di reimmissione nelle acque territoriali di competenza delle due specie, quali la trota iridea e la trota fario atlantica.
Con questa interrogazione si chiede alla Giunta regionale se, a seguito dell'approvazione degli articoli 835 e 838 della legge di bilancio 2022, e in attesa del decreto Milleproroghe, la Regione intenda consentire l'immissione nelle acque piemontesi, su modello similare di quanto fatto dalla Regione Lombardia, le specie salmo trutta (trota fario ceppo atlantico) e della trota iridea. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Paolo Bongioanni per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Protopapa. Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



PROTOPAPA Marco, Assessore alla caccia e pesca

Grazie, Presidente e grazie, Consigliere Bongioanni per questa sua attenta disamina di un problema che sicuramente interessa tutto il comparto dei pescatori piemontesi e, di conseguenza, è giusto anche verificare tutte le evoluzioni che sono in corso, partendo dal Ministero e dal citato decreto Milleproroghe, che speriamo possa dare risposte certe.
Proprio perché conoscevo l'oggetto del question time e, di conseguenza quella che poteva essere la risposta, che comunque abbiamo già preconfezionato, mi segnalano che per ora il Milleproroghe per la pesca è ancora tra i "segnalati", ma poiché il Ministero ha chiesto una modifica del testo, si sta aspettando la proposta di modifica per verificare prossimamente cosa fare. Tutto questo per confermare la difficoltà di interpretazione e di scelta di azioni che di conseguenza dobbiamo intraprendere.
Come Regione dobbiamo prendere atto di ciò che altre Regioni possono fare e che sicuramente faranno. Ma lo possono fare prima di tutto perché, parlando ad esempio della Lombardia, a differenza del Piemonte, ha la competenza delle immissioni. Noi, invece, abbiamo una situazione differente, perch sono demandate alle Province; inoltre, poiché il Piano ittico regionale è appunto, in capo alle stesse, si fa presente che queste ultime sono prive di piani ittici operativi, a differenza della Lombardia.
Questi i due punti essenziali che, a nostro avviso, fanno la differenza in questa confusione normativa. Speriamo che il Milleproroghe ci aiuti soprattutto a far sì che diventi attuabile quello che è stato richiesto nell'emendamento, ossia poter creare un Tavolo tecnico-operativo che possa nell'arco di due anni e mezzo (o quello che, più o meno, è stato indicato) fare definitivamente chiarezza sull'attività possibile per quanto riguarda le immissioni.
Nel merito, per chi ancora non lo sapesse, segnalo che il Piemonte è riuscito ad individuare e ad indicare un proprio rappresentante esperto e gradito, condiviso da tutte le persone e le associazioni coinvolte su questo tema, che possa rappresentare degnamente le istanze del Piemonte.
Per quanto riguarda la materia, dobbiamo soltanto segnalare ciò che, in effetti, siamo riusciti a fare momentaneamente. A breve, vorremmo avviare una procedura di delibera che possa permettere almeno quanto su cui paradossalmente, il Piemonte si trova in vantaggio rispetto agli altri vedi, ad esempio, la Lombardia, che non ha tra l'altro sulle spalle l'esposto arrivato ad una trentina di enti coinvolti in una segnalazione di non condivisione di alcune applicazioni in merito alle immissioni. Tra questi c'era anche il Ministero della transizione ecologica, che si è premurato di scriverci - su un altro aspetto, non le due specie indicate dall'interrogazione, ma sulla salmo ghigi; ma questa risposta ci ha permesso una volta tanto di avere nero su bianco le zone sulle quali operare, a differenza delle altre Regioni citate che hanno cercato di fare questa azione in maniera un po' forzosa. Ma loro potevano farla per le motivazioni che ho espresso prima; noi siamo differenti dalla Lombardia.
Faremo una DGR con la quale permetteremo almeno le immissioni certe per quanto riguarda la possibilità regionale e lasciando libere le Province per quanto riguarda le loro competenze. Con questo riteniamo di fare un primo passo, in attesa di ulteriori valutazioni fondamentali per arrivare ad aiutare, come ho detto in premessa e com'è sicuramente nell'intento dell'interrogante, le nostre associazioni e i nostri pescatori, perché non è soltanto pesca, non è solo passione, ma è anche turismo e quindi economia. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Protopapa per la risposta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 996 presentata da Martinetti inerente a "Gravi ulteriori disservizi sulla linea Cuneo-Limone segnalazione associazioni dei pendolari"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
996.
Ha presentato l'interrogazione il Consigliere Martinetti, al quale vanno i miei auguri per la recente nomina a Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
Ha facoltà di illustrare l'interrogazione per tre minuti.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente, anche per gli auguri.
Come preannunciato, abbiamo raccolto le istanze pervenute dai pendolari che utilizzano questa linea ferroviaria, sempre al centro delle nostre attenzioni. Mi riferisco alla linea ferroviaria che da Cuneo va a Limone e prosegue per Ventimiglia per arrivare poi in Francia. Abbiamo ribadito più volte quanto sia importante questa tratta ferroviaria che collega due Stati e che insiste sul territorio di Limone Piemonte, fiore all'occhiello del turismo piemontese. In diverse interrogazioni avevamo sollecitato l'Assessore Gabusi ad intervenire per migliorare il servizio su quella tratta.
Qualcosa è stato fatto, ma da quello che ci viene riferito, credo che ci sia ancora molto da fare. Per questo abbiamo raccolto le istanze pervenute da un'associazione di pendolari che si chiama "Gruppo Oltre", che abitualmente utilizza questa tratta ferroviaria. Ci segnalano una serie di problematiche. In primo luogo, il bus sostitutivo messo in campo per correre ai ripari alla cancellazione dell'importante treno delle ore 7.32 non arriva in orario alla stazione di Fossano, per permettere ai pendolari di prendere la coincidenza per Torino. Di conseguenza, tale servizio, per buona parte delle persone che salgono sul treno, risulta inutile costringendole a muoversi con mezzi propri. A dimostrazione di tale situazione, vi è la scarsa presenza di persone sui bus sostitutivi, che viaggiano vuoti considerata l'inutilità del servizio, mentre prima il treno si riempiva.
Ci segnalano, inoltre, che non vi è stata alcuna campagna comunicativa che permettesse di sapere della presenza dei bus sostitutivi; informazioni che a dire dell'associazione "Gruppo Oltre", sono assenti anche sul sito di Trenitalia e in biglietteria.
Si segnala, inoltre, la totale chiusura da oltre due mesi della sala di attesa della stazione di Vernante, senza alcuna comunicazione o tempi di ripristino. Considerato che il manifesto degli orari e il monitor sono all'interno della sala di attesa, si è creato un enorme disservizio, anche in virtù del fatto che i visitatori sono costretti ad attendere al freddo l'arrivo del treno e dei mezzi.
Ci segnalano, inoltre, che non sono state ripristinate le linee soppresse durante il periodo pandemico; infatti, nei giorni di sabato e di domenica vi sono gravi disservizi. In particolare al sabato, vi è un vuoto di circa 5 ore al mattino, mentre alla domenica l'ultimo treno in partenza verso la valle risulta essere nel pomeriggio avanzato, verso le 16, limitando di fatto la possibilità di viaggiare con i mezzi pubblici e costringendo all'utilizzo di mezzi privati.
Abbiamo raccolto queste istanze anche durante un'audizione. La domanda che rivolgiamo all'Assessore Gabusi è molto semplice, ovvero quale sia la situazione relativamente alle segnalazioni che ho appena esposto, che ci sono giunte dall'associazione "Gruppo Oltre", e se ha già pensato alle possibili azioni da mettere in campo per risolvere queste problematiche.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Segretario Ivano Martinetti per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore, ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Cerco di ricapitolare la vicenda, perché essendo articolata, va contestualizzata. Quella valle ha un'evidente difficoltà viabilistica viste le conseguenze della tempesta Alex e dell'interruzione dei lavori e anche del collegamento minimo che c'era sul Colle di Tenda. Per cui abbiamo dapprima garantito dei servizi d'urgenza agli abitanti di Tenda e poi lavorato insieme al Governo francese, RF e SNCF, affinché si potesse ripristinare completamente la linea, cosa che è successa esattamente il 12 dicembre scorso.
Nel frattempo, consapevoli che c'erano due esigenze ed urgenze - una di garantire, nel periodo invernale, un transito, una viabilità e un collegamento agli operatori transfrontalieri, soprattutto coloro che lavorano nell'ospedale di Tenda, e l'altra di tenere in piedi la stagione sciistica di quei territori - abbiamo immaginato un servizio navetta che collegasse Limone con Tenda.
Non è particolarmente semplice nella nostra condizione. Comprendo le audizioni, i Comitati e anche i Consiglieri, ma ricordo sempre a tutti che siamo in causa con Trenitalia, che siamo inadempienti, che abbiamo un buco nei loro confronti e che non abbiamo ancora un Contratto di servizio regionale, che speriamo di sottoscrivere a breve. Siamo in queste condizioni ed è inutile che a ogni piè sospinto ci venga ricordato che le corse non sono state ripristinate. Lo sappiamo bene, ma le corse non si ripristinano chiedendole; si ripristinano come si fa in tutte le Amministrazioni, con dei fondi a bilancio che consentano di farlo.
Su questo tipo di servizio, che per noi è importante, abbiamo lavorato insieme a RFI e a Trenitalia, in maniera che potesse partire da dicembre subito dopo la festa dell'Immacolata. Abbiamo corretto gli orari, ma in quella fretta probabilmente non siamo riusciti a collegare al meglio i collegamenti con i francesi, quindi abbiamo ulteriormente modificato gli orari, in maniera che fossero cadenzati con i servizi ferroviari francesi.
Oggi ci viene rappresentato che un pullman arriva a Tenda dieci minuti prima (un pullman, non treno). È chiaro che ci saranno sempre dei servizi non cadenzati; siamo fallibili, lo abbiamo dimostrato, nel senso che siamo consapevoli di avere impostato un lavoro che era perfettibile e l'abbiamo modificato. È difficile riuscire a raccogliere tutte le istanze, perché i servizi ferroviari hanno dei limiti e non si sposta solo un treno, ma se ne spostano, a cascata, sette o otto.
Diverso è il collegamento del mattino, che probabilmente si potrà leggermente modificare in maniera che ci siano le coincidenze; ma il tema complessivo e generale è questo: ci sono le associazioni che vanno rispettate, i numeri che vanno analizzati, rispetto agli utenti, che sono quelli che poi determinano e hanno un nome e un cognome. Tuttavia vi devo dire, con estrema soddisfazione, che ho sempre detto che è un problema internazionale, visto che è una tratta internazionale.
È un problema che coinvolge tre Regioni (di cui due italiane) e due Stati ma alla fine, dopo che tutti hanno parlato e hanno proposto le loro idee e indicato la via, gli unici che metteranno i soldi sono seduti qua in Consiglio regionale: siamo noi piemontesi.
Finalmente credo ci sia un buon segnale, perché la settimana prossima avremo un incontro, non chiesto da noi, ma da loro, con il Prefetto francese, che ha dimostrato apprezzamento per questo servizio e che vorrebbe continuasse. Confermo che questo servizio continuerà, al netto che non si veda ancora nei sistemi operativi e che magari potrà esserci qualche buco informativo nei sistemi, ma credo che per la prima volta si possa registrare, oltre alla soddisfazione da parte francese, anche una compartecipazione simbolica alle spese, non solo per le migliaia di euro che potrebbero aiutarci a offrire un servizio migliore, ma anche perch gratificherebbe lo sforzo fatto, sia nell'emergenza sia in seguito.
Ci sono poi i temi che potrebbero sembrare minori, ma che per quegli utenti sono importanti, come la stazione di Vernante, che chiederemo a RFI di riattivare.
Sappiamo bene che, oggi, tutti i treni sono visibili sui siti e sulle applicazioni web, al netto di quelli che implementeremo e che stiamo implementando. È inutile dire che ci potranno sempre essere situazioni da perfezionare e che siamo qui a raccogliere, come abbiano fatto la volta scorsa, le istanze, però credo, visto che ci sono toni che non riconoscono il lavoro, non tanto mio, perché io raccolgo e cerco di portare qualche messaggio, ma di chi si è impegnato, dal giorno dopo la tempesta, o dai giorni immediatamente dopo, assumendosi anche delle responsabilità, a portare, a dieci chilometri orari su una rete infrastrutturale molto compromessa, viveri ai francesi. Sono persone che si sono messe in opera dal primo giorno per ripristinare quella linea. Pertanto, non tanto a noi quanto a loro, va riconosciuto lo sforzo.
Anche i consigli e i suggerimenti dovrebbero essere composti in maniera collaborativa e non pensando che da una parte ci siano i furbi e dall'altra gli inetti o gli inefficienti.
Al netto dell'Assessore, che ha certamente le sue responsabilità (ci mancherebbe altro, ma siamo qui anche per essere attaccati), credo esista un sistema che non merita questo atteggiamento, in particolare su un caso come questo, in cui davvero abbiamo modificato gli orari e continueremo a farlo, per venire incontro alle esigenze di coloro che hanno solo quel mezzo e solo quella possibilità per andare a lavorare, prima ancora che per andare a sciare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.
Prima di chiudere la seduta, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta sarà trasmesso via mail a tutti i Consiglieri e pubblicato in banca dati, dove sarà reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia dei componenti della Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni a risposta immediata.
Al fine e nel rispetto della normativa vigente riguardante COVID-19, si invita tutti i Consiglieri e tutto il personale dell'Assemblea a uscire in modo ordinato dall'aula, per i quindici minuti di areazione del locale.
Alle ore 16.10 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale sospesa alle ore 13.00 Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(La seduta, sospesa alle ore 15.42, riprende alle ore 16.18)


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di legge n. 125, inerente a "Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia" (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 125, inerente a "Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella mattinata odierna è iniziato l'esame del provvedimento. I Consiglieri Marin e Ruzzola hanno svolto la relazione di maggioranza, il Consigliere Marello quella di minoranza.
La parola al Consigliere Martinetti, relatore di minoranza.
Prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire per 15 minuti.



MARTINETTI Ivano, relatore

Grazie, Presidente.
Ricordo all'Aula che il provvedimento che ci apprestiamo a discutere oggi è stato presentato in sostituzione di un altro, della proposta di legge n.
70 a prima firma del Consigliere Marin. La proposta di legge n. 70 è stata ritirata perché presentava, così come ha riconosciuto anche il primo firmatario, troppi problemi e non era in linea con le leggi vigenti.
Il provvedimento di oggi va a modificare la legge 16 del 2018; una legge che è stata approvata neanche quattro anni fa da tutte le forze politiche dopo un'attenta discussione che è durata quasi un anno, in cui sono state ascoltate le istanze di tutte.



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, faccio fatica a sentire il Consigliere.



MARTINETTI Ivano, relatore

Al contrario questo progetto di legge, come abbiamo già più volte detto durante l'esame in Commissione e nei lavori svolti durante il Tavolo che avevamo istituito per rendere questo percorso più snello, a nostro giudizio presenta grosse criticità che non sono state affrontate nel modo corretto. Basti pensare alle decine di osservazioni contro questa norma e le decine di modifiche che sono state richieste sia da Enti e da associazioni sia dai Consiglieri di opposizione. Questo dovrebbe dimostrarci chiaramente come vi siano dei problemi concreti e radicati all'interno della norma che dovevano essere risolti ben prima di iniziare la discussione del testo in quest'Aula.
Non neghiamo assolutamente che vi sia la necessità di semplificare e migliorare le norme regionali che trattano le materie dell'urbanistica e del recupero dell'usato, ma la soluzione non è di certo questa legge, che presenta molteplici problemi di incostituzionalità, di sforamento di competenze e prevaricazione su chi effettivamente governa il territorio. Mi riferisco agli Enti locali e ai Sindaci che rischiano di trovarsi in una situazione di totale incertezza sull'applicazione di molte norme contenute in questo progetto.
Se pensiamo che alcuni articoli approvati in fretta e furia risultano essere modificativi di leggi che non sono neanche più in vigore, gli Enti locali, con questo provvedimento, rischiano di trovarsi nella condizione di non poter impedire scempi edilizi nel proprio Comune, considerato che questa nuova legge toglie, di fatto, il diritto al Comune di decidere, ma si deve asservire a chiunque voglia modificare la città o derogare agli strumenti comunali.
Abbiamo presentato molti emendamenti di modifica su questa nuova legge per cercare di aggiustare le storture che vi sono al suo interno, cercando di mantenerci in linea con la normativa esistente e migliorare la già ottima legge n.16 del 2018. Gli emendamenti sono stati quasi tutti respinti, ma ci proveremo ancora in Aula e presenteremo tutti gli emendamenti che saranno necessari affinché questa legge possa effettivamente semplificare la vita dei cittadini e non creare contenziosi, prevaricare od ostacolare l'attività degli Enti locali nel loro duro lavoro che portano avanti sul nostro territorio.
Speriamo che questa maggioranza, e l'Assessore Carosso in primis, ci diano retta. Ci aspettiamo una valutazione e un parere completo su ogni emendamento che presenteremo per cercare di fare quanto non si è riusciti a fare nei mesi passati, discutendo, analizzando e modificando, se necessario, ogni virgola del testo.
Credo che noi dovremmo mostrare in quest'Aula ai cittadini che stiamo veramente lavorando per i loro interessi e non per complicargli ulteriormente la vita.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
La parola alla relatrice di minoranza, Consigliera Frediani.
Prego, Consigliera, ha facoltà di intervenire per 15 minuti.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Impiegherò molto meno tempo perché di parole ne abbiamo già fatte tante soprattutto in Commissione. Il primo firmatario la sa: fin dall'inizio abbiamo cercato di presentare degli emendamenti, alcuni dei quali sono stati anche accolti e hanno trovato il favore sia del primo firmatario sia della Giunta. Da questo punto di vista, possiamo dirci soddisfatti per il lavoro svolto in Commissione, ma non ancora pienamente soddisfatti per il testo che è approdato in Aula e che tenteremo ancora di modificare auspicando un continuo dialogo con la maggioranza, così come avvenuto nelle sedute di Commissione.
I rilievi che hanno fatto i miei colleghi sono ovviamente condivisibili e corrispondono alle perplessità che abbiamo già espresso nei mesi scorsi quando abbiamo discusso sulle criticità che, dal nostro punto di vista continuano a permanere nel documento approdato all'esame del Consiglio.
Il nostro più grande timore è che con il tentativo di attuare una semplificazione, si vadano anche a concedere eccessive deroghe e anche premialità. Sul termine premialità, che ritorna più volte nel testo abbiamo lavorato con attività emendativa e in alcuni casi ci sembrava che potesse andare a liberare troppe concessioni per coloro che hanno in mente non tanto un recupero dell'esistente, quanto una nuova cementificazione.
Uno dei nostri grandi timori era questo, che questa norma potesse concedere ulteriore spazio a chi non ha in mente di rispettare il territorio, ma pensa unicamente a speculare, in particolare con nuove colate di cemento sui nostri territori e, in particolare, sulle nostre montagne.
Abbiamo pensato di intervenire andando a limare e correggere il testo andando a modificare le percentuali di premialità, andando a ridurre le possibilità di deroga e, soprattutto, abbiamo cercato di dare un ruolo preciso ai Comuni cercando di far valere quanto previsto dai Piani regolatori e, soprattutto, cercando di rendere il più possibile le norme chiare. Quando si va a lavorare suo aspetti legati all'urbanistica e su aspetti dove sono richiesti dei percorsi di approvazione di disegni, di progetto, di valutazione di impatto, in tutti questi casi, crediamo che sia assolutamente necessario che la Regione possa emanare delle norme il più possibile chiare e non fraintendibili. Questa per noi è la semplificazione non tanto il fatto di saltare dei passaggi, non tanto il fatto di omettere dei controlli, ma semplificare chiarire le norme: sapere con chiarezza quando la norma si applica, in che modo va applicata e, soprattutto, di chi è la responsabilità dell'applicazione della norma e dei controlli collegati.
Noi riteniamo che in alcuni passaggi questa proposta di legge non sia tanto una revisione del sistema normativo, quanto, piuttosto, una sua parziale demolizione; demolizione che potrebbe andare in netto contrasto con quello che è l'indirizzo che si era data la Regione nella scorsa legislatura, in particolare quando, con un lungo lavoro di confronto e collaborazione tra le diverse forze politiche, abbiamo approvato il Piano paesaggistico, che ha consentito di andare a legiferare nel rispetto di quella cornice prevista dalle intenzioni della Regione, ad esempio rispetto alla cementificazione o rispetto al paesaggio, quindi come non bisogna andare a distruggere il nostro paesaggio (faccio riferimento sempre alle aree montane, anche perché il primo firmatario vive in area montana quindi sicuramente avrà avuto modo di vedere l'enorme impatto della cementificazione che, in alcuni anni, sui nostri territori è stata particolarmente devastante e che, in un certo senso, molte norme più recenti erano riuscite ad arginare).
Per quanto concerne i riferimenti che faceva il collega Marello rispetto al rischio legato a degli edifici e a delle costruzioni che possono non essere sicuri, si consideri che il nostro territorio purtroppo è stato spesso vittima di dissesto idrogeologico: dunque, andare ad agire su alcune parti di edifici o andare a liberalizzare troppo l'utilizzo di alcune parti di edifici che, in alcuni casi, hanno dato purtroppo origine a delle tragedie, non ci sembra un'indicazione coerente con le finalità normative che la nostra Regione si è data.
Noi continueremo ad avanzare delle proposte: solo adesso abbiamo depositato alcuni emendamenti (sono quelli che non sono stati approvati in Commissione), ma ne depositeremo degli altri nelle prossime giornate.
Contiamo di riuscire a confrontarci ancora con il primo firmatario, che comunque non ha mai fatto mancare il suo ascolto e la sua disponibilità anche se, in realtà, lo stesso ascolto molte volte non l'abbiamo visto da parte della Giunta, che forse ha un po' delegato la materia al primo firmatario, che sicuramente ha la competenza adeguata per affrontare il tema. Però un minimo di indirizzo politico in più ce lo saremmo aspettati.
Speriamo che almeno in Aula questo indirizzo politico da parte della Giunta sia un pochino più palese e un pochino più chiaro, e riesca a direzionare meglio il confronto fra tutte le forze politiche; speriamo soprattutto, che non ci arrivi un'altra bastonata, o legnata, insomma un qualcosa che abbiamo già visto in Commissione, che ricadrà, come abbiamo già sottolineato, non tanto sulle opposizioni, ma in generale su tutti i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Grazie per la parola e anche per l'opportunità di commentare la proposta di legge n. 125 che, com'è stato ricordato questa mattina in apertura, ha un titolo accattivante: parlare di semplificazioni in materie urbanistiche ed edilizie è certamente un titolo che piace anche noi (l'ha detto anche il nostro relatore, il collega Morello), perché richiama il concetto di semplificazione; concetto che è stato molto inflazionato negli ultimi anni, ma altrettanto spesso abusato o utilizzato a sproposito (l'ha detto bene sempre il nostro relatore).
Credo che questa proposta di legge sia da annoverare tra i testi normativi che tendono a fare di questo concetto un uso strumentale, un uso che può essere accattivante, come ho detto, senza però considerare, per quanto invece sarebbe opportuno, a nostro avviso, gli effetti concreti che questa legge produrrà.
Leggendo le tante osservazioni pervenute da chi ogni giorno applica norme urbanistiche vigenti (quindi, diciamo così, da chi subirà direttamente le conseguenze di questa proposta legislativa), non è un caso che si ravvisi una generale e trasversale preoccupazione, che è il rischio che prima paventava la stessa collega Frediani, sottolineato più volte negli interventi dalle minoranze: quello di una diffusa deregolamentazione che si esprime attraverso uno stile legislativo che, a nostro avviso definiamo episodico, settoriale e anche eccessivamente emergenziale eccessivamente legato al momento. Lo ha detto anche ricordando alcune affermazioni e considerazioni che ha fatto il collega Marin nella sua esposizione; lo stesso, all'inizio, ha detto apertamente che si tratta di una norma che va a rispondere ad un'emergenza che è legata alla contrazione di questo settore, del settore delle costruzioni (la semplifico un po') legata, appunto, all'emergenza COVID e che si rivela, a nostro avviso l'esatto opposto di ciò che la pianificazione e la gestione urbanistica dovrebbero perseguire. Infatti, a nostro avviso, attraverso la norma urbanistica dovremmo perseguire un ordinato e armonico governo del territorio. Semplificare è un obiettivo condiviso, come abbiamo detto, ma non può essere condiviso ad ogni costo, ad ogni prezzo. Io non credo che semplificare sia utile nella misura in cui si mette a rischio la qualità urbana del nostro territorio.
Allora, nel momento stesso in cui la proposta di legge, in nome della necessaria semplificazione, sottrae questa facoltà ai Sindaci, ai Comuni e soprattutto, ai Consigli comunali - dove, di fatto, si confrontano le istanze democratiche e la normale dialettica tra i rappresentanti dei cittadini (molti di noi sono stati o sono tuttora consiglieri comunali sono stati Sindaci e amministratori), e dove si forma quella volontà collettiva attraverso la quale le comunità locali hanno il diritto e anche il dovere di contribuire alle decisioni che riguardano il governo del loro territorio - escludendo in deroga il passaggio deliberativo, non si risponde a quella necessità prioritaria di governare in modo ordinato ed armonico il nostro territorio. Perché questa deroga mortifica l'attività di pianificazione comunale e, soprattutto, sovra comunale, rispetto alla quale i nostri Comuni, negli ultimi anni, si sono strutturati, non senza fatica e non senza la capacità di evolversi e di avere una crescita in questo senso nel rapporto tra colleghi e tra Amministrazioni comunali.
Credo, inoltre, che l'agire in deroga funziona quando tutto va bene. A questo proposito, richiamo le considerazioni già espresse da collega Marello, perché quando succedono degli eventi naturali - che, purtroppo, il Piemonte ha drammaticamente vissuto anche recentemente - in quel momento il concetto di deroga, strumentalmente celata sotto il tema della semplificazione, assume un'accezione negativa. A quel punto, ovvero quando succede un problema, la deroga non ha più padri, diventa orfana e più nessuno di chi ha posto quel tema se ne vuole occupare. Quando succedono questi eventi drammatici, si fa il punto.
In quest'Aula ci apprestiamo a realizzare nelle prossime settimane un Consiglio aperto dedicato al tema delle crisi climatiche, ma tante volte ho ascoltato in questa sede moltissime parole condivisibili a tutela dell'ambiente anche dai banchi la maggioranza, la stessa maggioranza che oggi presenta una proposta che, a nostro avviso, in quel senso è sicuramente contraddittoria ed incoerente. E quando poi succede un problema, si condivide la necessità e l'urgenza di approcciarsi in maniera più rigorosa alla gestione del dissesto idrogeologico. Mi riferisco proprio all'approccio a cui stiamo derogando attraverso questa proposta di legge.
Aggiungo un'altra osservazione che richiama il concetto giuridico di organicità. Tra tutte le materie di competenza regionale, credo che quella urbanistica sia, forse, quella più esposta, più fragile e più vulnerabile rispetto ad una riforma che non è organica. Questa proposta di legge, a nostro avviso, non è organica, perché ha una modalità episodica e, ripeto e sottolineo, emergenziale, che di fatto è la sua ratio ed è la ragione per la quale siamo qui a discuterne, in quanto si affianca e non si sostituisce completamente alla normativa precedente.
Forse sarebbe stato opportuno - anche in questo caso ripeto cose già dette dal collega Marello - affrontare in modo più organico la materia, che è alquanto complessa, perché anziché semplificarla, di fatto, rischiamo di renderla ancora più complessa e per quanto possibile ancora più bizantina anche nella sua interpretazione. Rischiamo di caricare i Comuni e gli amministratori locali di una materia ancora più complicata e soprattutto di responsabilità. Stiamo caricando sugli amministratori locali, sui sindaci e sui Consigli comunali delle responsabilità importanti, com'è stato ampiamente sottolineato.
L'urbanistica ha uno straordinario valore economico, culturale e sociale cioè è attraverso una buona urbanistica che si attua sviluppo del territorio e sviluppo sociale ed economico. E le norme servono nella misura in cui traducono un disegno ed una strategia complessiva, che non può non rispondere ad un concetto tanto semplice quanto drammaticamente attuale che è il concetto di sostenibilità. Dobbiamo avere questo faro che ci guida rispetto alle nostre proposte di carattere legislativo.
Siamo tutti d'accordo sul fatto che bisogna predisporre delle norme che ci consentano di recuperare gli edifici dismessi, di abbattere gli edifici fatiscenti, di recuperare le aree degradate e di favorire gli spazi verdi e pubblici. Sono tutte azioni molto condivisibili, nella misura in cui dovrebbero rientrare in quel disegno complessivo a cui ho fatto riferimento. In questo senso non è solo opportuno, dal nostro punto di vista, ma è necessario un approccio organico e non settoriale a questa materia fondamentale. È un approccio che deve oltretutto considerare anche la sua compatibilità giuridica con le norme nazionali. È un altro aspetto più volte considerato in quest'Aula, che spesso ha dato ragione a chi da questi banchi ha sollevato problemi, ha evidenziato criticità, ha anticipato considerazioni che mesi dopo sono state raccolte dagli organi competenti, bocciando le proposte di legge proposte.
Ci sono tanti aspetti di questa proposta di legge che non ci convincono, a cominciare dal fatto che sottrae potere alle Assemblee legislative cittadine e le carica di una responsabilità di scelta, rispetto alle quali probabilmente non hanno strutture e competenze adeguate. Da parte nostra cercheremo di contribuire a migliorare la proposta di legge con degli emendamenti che stiamo depositando ed altri già depositati e mi auguro davvero che siate disponibili a leggerli. Peraltro riconosco al proponente collega Marin, di averlo già fatto in parte. A nostro avviso, però, non è sufficiente, quindi gli chiediamo un'ulteriore disponibilità a leggere i nostri emendamenti, di provare a prendere in considerazione le nostre proposte nell'interesse di quell'obiettivo, sul quale però, essendo una questione di principio, non possiamo derogare in questo periodo storico.
L'obiettivo è proprio quello di mirare alla migliore sostenibilità possibile, obiettivo che non solo sta a cuore a tutti noi, ma deve stare a cuore a tutti noi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Preioni; ne ha facoltà per dieci minuti.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per esprimere la felicità di un provvedimento così all'avanguardia e così importante che va a semplificare una materia complessa quale è l'urbanistica. Questo provvedimento vede la luce grazie al nostro Consigliere Marin e grazie alla collaborazione dell'Assessore Carosso e a tutti i tecnici che hanno partecipato ai Tavoli di lavoro.
Abbiamo un mondo economico privato che viaggia a cento chilometri l'ora e un'Amministrazione pubblica sempre troppo lenta. I piemontesi ci hanno dato fiducia per cercare di ridurre questo gap. Nonostante le difficoltà dovute al COVID, siamo in una congiuntura economica importante, perché i fondi del PNRR e i bonus che sono arrivati sono assolutamente un'opportunità da cogliere.
Naturalmente siamo Italia e alcuni fanno i furbi, l'abbiamo letto sul Corriere della Sera. I furbi devono essere bastonati e devono essere presi perché hanno rubato 4 miliardi e mezzo alla collettività. I furbi vanno messi in galera e i soldi vanno recuperati, ma il tessuto economico che è grande ed è onesto deve essere incentivato, perché genera ricchezza per tutti.
Queste norme vanno a semplificare una materia molto complessa, ed anche a rivedere alcune scelte passate: un piano paesaggistico che il 99% dei Comuni piemontesi non ha potuto, anche per ovvie ragioni di costi (perch un aggiornamento dei piani costa 100/200 mila euro per alcuni Comuni) attuare e aggiornare. Alla fine, è rimasta una legge scritta, ma non applicata.
Con questa riforma si va a utilizzare una variante semplificata: una semplificazione per gli Enti pubblici importantissima.
Il piano regolatore della nostra piccola valle, un piano semplicissimo perché non ha zone industriali, artigianali e commerciali, è rimasto quindici anni in Regione prima di essere approvato. La buona politica e il buon senso, che penso abbiamo tutti in quest'Aula, deve lottare conto questo, perché c'è un privato che viaggia a mille all'ora e ha sulle spalle tutto e c'è un pubblico che viaggia veramente in maniera troppo lenta. In quindici anni il mondo cambia e un piano regolatore non può rimanere fermo in Regione per quindici anni, soprattutto quello di una vallata alpina che non ha nulla di complesso e di particolare.
Semplificare non significa fare tutto quello che si vuole, vuole dire lavorare con criterio e con testa, evitando speculazioni.
Quando si parla di riuso e di rigenerazione, soprattutto in zone montane e collinari, che sono oltre il 50% del nostro territorio piemontese e hanno una grandissima attrazione turistica, un turismo lento che ammira le bellezze architettoniche di una volta, il paesaggio e la natura, si ha la necessità di avere una normativa più snella, perché le case costruite nel 1600 o nel 1700 avevano criteri di abitabilità e di altezze che non sono quelle del 2022.
Per questo, è giusto che la normativa si renda conto che ci sono strutture degli anni Settanta che possono essere recuperate in una certa maniera, ma ci sono altezze (quando si parla delle altezze, ad esempio) di mondi rurali assolutamente diversi rispetto al mondo attuale. Se vogliamo far sì che queste splendide abitazioni vengano recuperate e che le persone non utilizzino éscamotage o infrangano la legge volontariamente, è giusto che ci siano semplificazioni. Le altezze, ad esempio, nel 1700 erano diverse vuoi per un mantenimento del calore, vuoi per condizioni di vita totalmente diverse da oggi.
Ben vengano piani come questi, molto articolati e molto complicati, che hanno preso spunti anche da molti emendamenti delle minoranze, ma che vanno in questa direzione. Siamo ben lieti di parlarne e sarà nostra premura insieme al Consigliere Marin e a chi ha più contezza in materia, parlarne ai piemontesi, ai nostri amministratori, ai Sindaci e ai professionisti per far capire le opportunità che si possono aprire. Potrebbe essere un veicolo di sviluppo in zone marginali e difficili; un veicolo di sviluppo in un momento storico come questo, dove i bonus possono aiutare, stanno aiutando e hanno ridato fiato all'edilizia, settore assolutamente importante, perché sappiamo che se parte l'edilizia, si tira dietro tutto.
Con questo, un invito allo Stato che monitori ancora di più: il Governo Draghi lo sta già facendo con alcuni blocchi e con alcuni controlli a tappeto, perché chi truffa deve essere punito, ma la restante parte onesta che vuole investire e dare lustro ai nostri paesi, deve avere una mano dalla buona politica e questo è un ottimo strumento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In soffitta! Direi che, in nome della semplificazione e della ripartenza del Piemonte, mandate in soffitta leggi, norme, controlli e vincoli urbanistici. Sì, proprio in soffitta, dove si potranno alzare le travi del tetto per guadagnare volume e ricavare più spazio; dove si potranno ricavare appartamenti dai ruderi, dalle stalle, dai fabbricati di ogni tipo, cambiandone destinazione d'uso. Praticamente siete una brochure del mattone che ci spiega cos'è che non ha funzionato in questi anni.
Per voi è sempre la stessa regola: il mattone libero aveva troppi paletti e troppi vincoli, infatti si potrà riempire tutto - tutto - anche dove in teoria, come diceva il collega Marello, il buon senso e alcune regole hanno permesso di evitare disastri. Si potrà trasformare in locali abitabili anche i piloti, ovvero i piani terra dei palazzi realizzati con pilastri e spazi vuoti immaginati - come si potrebbe pensare, soprattutto nelle zone alluvionali - per consentire all'acqua di defluire senza allagare gli alloggi.
Qualcuno li avrà realizzati per un motivo, invece noi li riempiamo, come se le alluvioni, i disastri, i cambiamenti climatici e le morti che ogni tanto qui commemoriamo (perché a noi piace commemorare, parlare e dire che le cose devono cambiare per poi, se è possibile, farle peggio di prima), non avessero insegnato nulla.
Per fortuna, lo dico ai colleghi di maggioranza, che il Consigliere Marin è più onesto di tutti voi; almeno lui dice le cose come stanno nel suo piano nel suo grande manuale del costruttore: vi spiega cosa si potrebbe fare in più rispetto a questo modello di sviluppo che ha ancora bisogno di un minuto in più, di un'ora in più.
Basta dire che è la pandemia e la crisi, perché loro non ci credono, quindi non rompetegli le scatole. Consigliera Frediani, ma perché è qui a rompere? Il loro piano era abbastanza chiaro, solo lei non l'ha capito. Per quello spariscono i vincoli per le dimensioni dei bagni, si allentano quelle per le altezze dei soffitti e poi, davanti alle nostre umili domande, perch non siamo dei tecnici, al Consigliere Marin: mi scusi, mi spieghi bene, ci sono 100 Comuni che hanno fatto un Regolamento che chiedono se almeno il bagno lo possiamo fare di tre metri quadri.
Il Consigliere Marin è talmente onesto che mi risponde: "Se hai fatto una ristrutturazione, l'avrai comunque migliorato rispetto a prima". Io dico: " Ma magari non c'è neanche il bidet", e la sua risposta è stata: "Vabbè fosse anche di un metro quadro, è comunque migliorato. Se si fa un intervento edilizio, sarà comunque migliorativo; non si fanno le ristrutturazioni per peggiorare".
Boh, forse il Consigliere Marin è un sognatore e non sa che cosa succede in Piemonte: non sa cosa succede nei nostri sottotetti, non sa cosa succede nelle grandi città, non sa che la gran parte di quella popolazione migrante vive, per esempio, in condizioni terribili, spesso in soffitte di italianissimi che, magari, l'anno prima hanno fatto le ristrutturazioni con bagni piccolissimi, altro che tre metri quadri! Facciamoli di un metro e mezzo, tanto ci vivono i migranti, chi se ne frega.
Questa è un po' la filosofia che c'è dietro all'idea del recupero edilizio e della rigenerazione urbana. Per noi rimane una "picconata" definitiva all'impianto urbanistico regionale e alle norme relative alla tutela del paesaggio approvate dall'Amministrazione di centrosinistra. Giustamente voi avete meno remore di altre forze politiche e quello che avete detto e promesso in campagna elettorale. Perché poi bisogna dire che anche il Presidente Cirio è stato onesto, perché aveva promesso vincoli più leggeri nel 2020, insieme al bonus per le imprese colpite da pandemia, ci aveva spiegato a proposito del "Riparti Piemonte", che l'importante era fare alcune semplificazioni. Salvo, poi, quando si approvano leggi sulla sicurezza dello sport, grazie al collega Marin - che, ripeto, è efficacissimo - trovarsi in un dehor di nuova edificazione, magari vicino ad una curva di un impianto di sci.
Per noi "semplificare" ha un significato preciso: noi siamo i primi a dire che se si possono evitare lungaggini e risparmiare tempo.Ricordatevi per lo diciamo sommessamente - che ogni volta che qualcuno ha detto una cosa del genere, in Italia, poi si sono visti gli effetti. Ricordate cosa si diceva fino a qualche mese fa a proposito del sul superbonus del 110%? Sarebbe stato facilissimo, bastava cedere il credito e i lavori sarebbero ripartiti. Per non parlare di altre pratiche. In pratica si passa da un estremo all'altro. Tutte le persone che hanno fatto bene, adesso si trovano fregate due volte: chi doveva, in qualche modo, tirare il bidone l'ha già fatto; gli altri - la gran parte degli italiani - si trovano in condizioni disastrose, anche davanti a leggi emanate dallo Stato.
Diceva bene il collega Marello: possiamo promuovere i territori UNESCO e poi favorire cemento e costruzioni senza vincoli? Senza dimenticare - anzi senza ricordare - i troppi disastri fatti negli anni '60 e '70? È vero sembra che la Giunta abbia forse le radici in quell'epoca, magari perch siete stati giovani in quegli anni, non lo so. Ma è chiaro che avete in testa qualcosa di profondo, un'idea di società. Invece non so cosa avesse in mente il Vicepresidente Carosso quando si è lasciato sfuggire di aver dato all'opposizione "una bella legnata", commentando l'approvazione in Commissione.
Alla fine la legge Marin sull'urbanistica fa della deroga non più l'eccezione, ma la norma. Se il Vicepresidente Carosso crede che la nostra opposizione sia finita in Commissione, si illude (lo dico per farvi capire cosa ci aspettano le prossime settimane!).
Con la scusa del COVID tutti voi avete perseguito un progetto di deregolamentazione della legislazione urbanistica vigente e di bavaglio all'indirizzo del controllo pubblico, fino ad arrivare con questa legge, a consentire bagni minuscoli e altezze minime nei locali, con effetti decisamente problematici sulla salubrità dei complessi residenziali. Se ci non bastasse, questi provvedimenti deresponsabilizzano chi ha funzioni di indirizzo, come dicevano i colleghi, scaricano ogni responsabilità sui Comuni e complicano le singole attività in capo alle amministrazioni pubbliche e ai professionisti, anche di questo ambito.
Non pensiate di fare un gran regalo al Piemonte. Il nostro lavoro di un anno non è bastato - mi rivolgo ai colleghi di opposizione, con cui ho condiviso diverse ore di lavoro per provare a rimodulare il testo, a ridisegnarlo - perché, ahimè, molti dei nostri emendamenti di merito sono stati respinti. Continueremo a scriverne; continueremo, per quanto sarà possibile, a provare a farvi cambiare idea; soprattutto, continueremo a dirvi di non far finta che le vicende non siano collegate.
Mancano solo due settimane al Consiglio aperto sui cambiamenti climatici e su quello che dovremmo fare per la transizione ecologica. Abbiate solo l'onestà intellettuale di ricordare tutto quello che avete costruito quest'anno ("costruito" in senso lato). Abbiate l'onestà di dire che non ci credete: non credete che i cambiamenti siano in atto e non comprendete il fatto che si debba ripensare il nostro modello; anzi, voi avete un'idea quasi ossessiva di come tornare alle origini di questo male. Anzi questo male, se è possibile, volete che non abbia più controllo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
La legge che iniziamo a discutere adesso è importante, perché va a incidere su un settore cruciale della nostra economia; ha un'importanza economica fondamentale per sviluppare il territorio. Il fatto che il collega Marin abbia previsto tutta una serie di semplificazioni di norme che regolano questo comparto, non potrà che fare bene, anche perché si tratta di un comparto che ha sofferto in modo particolare a seguito di tutta l'emergenza epidemiologica e che, in alcune aree del nostro territorio, viveva una certa difficoltà già prima della pandemia.
Noi siamo in momento che possiamo definire drammatico per tutta la piccola e media impresa; piccola e media impresa che si trova un po' dimenticata dal Governo nel momento in cui aumentano i costi, anche quelli delle materie prime, dei costi fissi, dell'energia elettrica che sale alle stelle raddoppiando, e con una serie di riflessi che possono anche andare ad impattare sugli appalti pubblici. Questo può rischiare di far fermare dei cantieri che sono già avviati almeno fino a quando non verranno aggiornati i prezziari per quanto riguarda le opere pubbliche, con l'adeguamento al vero costo delle materie prime, mettendo in difficoltà i nostri Comuni, che dovranno cercare di completare nei tempi previsti le opere per cui hanno iniziato il lavoro.
Questa legge sarà importante, perché andrà a modificare un disposto legislativo - quello varato nel 2018 - che non è riuscito a produrre gli effetti che si prefiggeva proprio a causa di una serie di appesantimenti applicativi. Qui, invece, sottolineiamo alcuni punti che ritengo siano positivi per il Piemonte e per la nostra economia. Parto, innanzitutto, da quello a me più caro, che è l'aspetto turistico. Nell'ambito del settore turistico-ricettivo questa legge scomputa dal calcolo del carico antropico gli edifici a destinazione turistico-ricettiva. Questo è un intervento importante, perché consente l'aumento delle camere. È inutile pensare di incrementare il turismo se poi non abbiamo la capacità di posti letto per ricevere i turisti che domani speriamo tornino copiosi! C'è un altro punto importante sul quale sono state fatte molte osservazioni anche in aula: mi riferisco all'eccessivo utilizzo del suolo o, come qualche associazione che definisco pseudo-ambientalista aveva denominato in Commissione, di "rapina del suolo". Se gli ampliamenti previsti sono fino al 20%, penso che siamo nella norma di quello che il nostro territorio richiede. Inoltre, questa legge all'articolo 31 parla chiaramente di "necessità di compensazione" per la perdita del suolo, per arrivare ad una soluzione di equilibrio.
Ritengo che il collega Marin abbia ben illustrato anche il discorso inerente la deroga allo spessore delle murature esterne, per migliorare l'isolamento termico, e, di conseguenza, per andare a migliorare l'efficientamento energetico (che, fra l'altro, è una tematica che oggi viene iscritta ai primi posti in tutta una serie di disposti legislativi e di potenziali finanziamenti che dovremo andare ad intercettare).
Sulla semplificazione sicuramente un passo avanti è quello inerente la procedura della VAS, che permette una contrattazione molto più veloce con gli organi competenti (penso sia un aspetto migliorativo).
Per concludere, direi che siamo in un momento in cui diventa decisivo per salvare posti di lavoro (e, semmai, per incrementarli), il rilancio economico. Il settore edilizio, come l'artigianato, diventa cruciale. Non possiamo, in questo momento storico, andare a complicare la vita a chi lavora e a chi crea lavoro; dobbiamo, semmai, cercare di semplificare le cose.
Guardo il Vicepresidente Carosso, che ha la delega in materia: sarebbe anche auspicabile riuscire a mettere mano alla legge n. 56 del 1977, ormai vetusta, sostituendola con un disegno quadro che vada nella direzione che il territorio chiede. Sono sicuro che l'Assessore ci porterà sul tavolo una proposta legislativa in questa direzione, semplificando ancora di più, se possibile, la materia urbanistica.
Andiamo avanti con questa discussione, accogliendo ovviamente in modo favorevole questa legge, con un auspicio: che anche a livello nazionale si agisca per rendere la vita più facile a chi fa impresa in questo settore nel settore edile - e si metta mano, perché diventa obbligatorio, visto che i tempi cominciano a stringere, al prezziario delle opere pubbliche.
Altrimenti ci potranno essere dei rischi enormi per gli appalti pubblici e di riflesso, per i nostri Enti locali. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gagliasso; ne ha facoltà.



GAGLIASSO Matteo

Grazie, Presidente.
Visto che è la prima volta che prendo la parola dal suo insediamento consentitemi innanzitutto di ringraziare e di salutare il nuovo Ufficio di Presidenza, a cui auguro buon lavoro.
Oggi siamo chiamati a discutere di una proposta di legge la cui trattazione in Commissione, secondo qualcuno, è stata addirittura breve: personalmente, ricordo circa venti sedute di Commissione in cui si è parlato di questo tema; venti sedute che hanno abbracciato un arco temporale di circa un anno per modificare varie leggi; leggi che poi, come abbiamo sentito soprattutto dalla voce della minoranza, probabilmente erano in regola per chi riteneva che il mondo avesse una visione giusta e noi una sbagliata, a partire dalla semplificazione. Qualcuno sostiene che rallentiamo o addirittura appesantiamo i Comuni, sebbene lo stesso CAL che è quell'organo che dovrebbe fornire dei pareri non vincolanti, ma comunque autorevoli al Consiglio regionale e alle Commissioni, tante volte invocato anche dalle minoranze - abbia espresso parere positivo in merito.
A nostro avviso, il parere favorevole del CAL è un qualcosa di importante perché raccoglie la rappresentanza dei Sindaci, delle Province e di tutti quegli organi che oggi, per mezzo delle parole delle minoranze, abbiamo sentito quasi minacciati da questa proposta di legge; legge che, invece non mi sembra vada a minacciare proprio nessuno; anzi, dà la possibilità ai Sindaci di poter decidere all'interno del proprio Comune cosa poter fare e cosa non poter fare.
Quando si è parlato delle fasce fluviali, nei discorsi delle minoranze si è ipotizzato che andremo di nuovo a creare quei problemi che in questi ultimi trent'anni, con tante difficoltà, si erano risolti. Al riguardo consiglio semplicemente di leggere il testo della proposta di legge, perch vi assicuro che nelle fasce fluviali A e B, per chi conosce la materia, non si potranno fare determinati interventi, come ad esempio andare ad edificare o comunque a chiudere il piano pilotis; non si potranno fare seminterrati abitativi e neanche gli interrati. All'interno della proposta di legge, quindi, quelle osservazioni sono già scritte. Pertanto, quando si fa riferimento a quell'aspetto, non vorrei che ci sia semplicemente una mera opposizione, senza una volontà concreta di modificare il testo.
Si è detto che siamo tornati ad un modello degli anni Cinquanta o Sessanta: io, purtroppo o per fortuna, non me lo ricordo, perché in quegli anni non ero ancora nato, semmai erano appena nati i miei genitori. Ma in quegli anni per una modifica di un piano occorrevano circa dieci anni (ancora oggi occorre quel tempo): ciò significa che quando qualcuno chiedeva una modifica, doveva aspettare dieci anni per poter iniziare i lavori.
Probabilmente chi voleva investire nel territorio o chi voleva fare un intervento, non lo fa più, perché abbiamo degli strumenti che non permettono di accelerare su determinati temi.
Concludo, citando il tema delle altezze, del quale ci siamo occupati approfonditamente con il collega Marin. Abbiamo delle regioni vicine che hanno già un nuovo Regolamento e hanno già la possibilità di fare determinati investimenti. Poi non andiamo a dire nient'altro, perch edifici costruiti ante 1975, ovvero autorizzati ante 1975, possono continuare ad avere determinate altezze. Probabilmente nelle grandi città non succede, ma nelle piccole città, specialmente chi arriva dalle zone di campagna sa cosa vuol dire avere una cascina. Le cose brutte che si sono viste in tutti questi anni non arrivano dalle grandi città, perché nelle grandi città il buonsenso dei sindaci ha fatto in modo che si attuassero delle normative che permettono e permetteranno di costruire edifici sempre più belli. Mentre nelle campagne abbiamo sempre visto, a fianco di una vecchia cascina lasciata andare nel tempo, una bellissima villetta che nulla c'entrava con il paesaggio. Oggi diciamo a quelle persone che anzich costruire la villetta a fianco della cascina vecchia, si può finalmente recuperare la cascina con le altezze che avevano costruito i loro antenati.
Non stiamo dicendo null'altro.
Concludo, ringraziando il Presidente Fava che ha condotto in modo esemplare il lavoro all'interno della Commissione. Ringrazio, inoltre, il collega Marin che, in questi due anni nei quali abbiamo iniziato a collaborare su questo tema, ha dato spunti e ci siamo dati reciproci spunti di riflessione.
Secondo noi, questa proposta di legge aiuterà i piemontesi non solo in questo momento, ma anche in futuro. Oggi a livello nazionale si discute tanto dei bonus al 110%, però ricordiamoci che i bonus finiscono, mentre questa legge rimarrà e i piemontesi potranno utilizzarla. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Io ho molto rispetto per le posizioni dei colleghi di maggioranza. Ho molto rispetto perché sono davvero delle convinzioni che hanno prodotto questo testo che spero sia oggetto di sincera ed aperta discussione durante i lavori del Consiglio regionale, in maniera tale che si possa modificare e dal vostro punto di vista, arricchire il testo, per evitare invece, dal nostro punto di vista, alcune evidenti derive.
Intanto faccio una riflessione di sistema. Credo che il tema della casa della proprietà e il tema dell'edilizia debba essere affrontato con priorità differenti rispetto a quelle che hanno animato la maggioranza nel proporre questa proposta di legge. Non lo dico perché sono colpito da benaltrismo, ma perché ritengo che, rispetto alle priorità, i proprietari di una casa sono molto più interessati a provvedimenti anche regionali per contenere i costi che una casa presenta mensilmente e che grava sul bilancio di ogni famiglia.
Devo dire che, rispetto alla gestione dei costi, il Consiglio regionale del Piemonte e questa maggioranza in questi anni avrebbe potuto dedicare più tempo, per offrire al dibattito elementi migliorativi del sistema. Mi pare di poter considerare in questo intervento questioni che sono di competenza del Consiglio regionale del Piemonte (e non soltanto dello Stato), che riguardano alcuni interventi che possono meglio efficientare da un punto di vista energetico la casa.
Se, invece, vogliamo riflettere, è bene farlo insieme. Per quanto riguarda il comparto dell'edilizia - e mi riferisco alle imprese e al settore delle costruzioni - credo che il proprietario di un'impresa edile sia molto più preoccupato della burocrazia che deve affrontare, che questa proposta di legge non tiene nemmeno in considerazione. Anche in questo caso non si tratta di benaltrismo, ma del fatto che i problemi dell'impresa rispetto ai processi di semplificazione sono completamente altri rispetto a quelli che voi ponete all'attenzione del Consiglio regionale.
Questo per dire cosa? E' vero che i bonus termineranno, non c'è dubbio, ma siamo convinti che siccome sono altre le priorità rispetto ai problemi, la vostra legge non inciderà in maniera significativa e positiva rispetto al sistema edilizio del Piemonte. Ma soprattutto - e vengo al punto Presidente - questo è il vero tema: c'è un compito che riguarda un profilo costituzionale della Regione Piemonte e di tutte le Regioni, che è la programmazione, cioè linee chiare rispetto a competenze precise che definiscono le programmazioni non soltanto per il giorno dopo, ma possibilmente triennali o, meglio ancora, per il futuro.
Questo è il punto che riguarda la struttura e la visione di questa legge: si è indebolito il ruolo programmatorio del Consiglio regionale e, quindi si è indebolito il ruolo della Regione Piemonte in questo ambito, tra l'altro scaricando in questo senso le responsabilità, non con un piglio di decentramento amministrativo, ma con un lasciar fare, che è tipico di chi deregolamenta, scaricando le responsabilità, che sono nostre, e frammentandole in mille rivoli, tutti sulle spalle dei Sindaci - tutti sulle spalle dei Sindaci - lasciando legittimi interessi privati sulla soglia della stanza di ogni Sindaco del Piemonte.
Questo è il tema: il venir meno di un principio che è la programmazione che riguarda il Consiglio regionale.
C'è un altro tema che riguarda le proposte che discutiamo in quest'Aula: l'orientamento, la direzione verso cui, chi propone una legge, vuole fare andare questa comunità. Il senso di marcia di questa legge non è un'individuale interpretazione. Se componiamo i valori e gli ideali che stanno dentro questa legge, noi, in questo periodo storico particolarmente non possiamo non rilevare un orientamento che sicuramente non va a tutela del fattore ambientale. É un orientamento.
Il tema del consumo del suolo lo capisco, il rischio di strumentalizzare un tema che dovrebbe essere oggetto di altre riflessioni in altri contesti, ma ovunque, quindi anche qui, manca una legge nazionale sul consumo del suolo.
Questo è il vero tema, perché l'orientamento di questa legge non è a consumo zero e non porta verso l'obiettivo "consumo zero" del 2050.
Questo è evidente ed è evidente per voi, perché sta nelle vostre caratteristiche politiche, ma perché negarlo? Non negatelo nei vostri interventi; non negatelo, perché è un orientamento che vi contraddistingue nel dibattito pubblico, non solo di questo Consiglio regionale, ma nel dibattito pubblico internazionale di coloro che non ritengono che l'orientamento delle norme approvate nei tantissimi luoghi della democrazia non debba andare verso il contenimento del suolo, del consumo del suolo.
Voi siete in quel filone ideologico lì, è inutile negarlo.
Per noi, nella discussione generale era fondamentale inserire questi elementi di discussione. È evidente che nell'articolato ci batteremo, nello specifico, per provare a convincervi che vale la pena arricchire il testo o cambiare direzione e senso di marcia su alcuni punti specifici. Troveremo il tempo per confrontarci; troveremo davvero il tempo per confrontarci.
Non concluderemo in breve tempo questa discussione perché noi, come voi, la riteniamo importante.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ho seguito questa prima parte di dibattito in merito alla discussione generale del progetto di legge presentato dal collega Marin e ho seguito anche alcuni passaggi in Commissione. L'aspetto legato all'impegno dell'impermeabilizzazione del suolo, attualmente occupato e cementificato dovrebbe essere un aspetto che ci lega tutti quanti. Dovrebbe essere un obiettivo chiaro a chiunque sieda in questa Assise, qualunque sia la posizione politica.
Conosciamo le attuali, enormi problematiche, considerando che negli anni passati si è costruito troppo e ovunque; si è costruito in luoghi attualmente soggetti a calamità e ogni volta ci ritroviamo a discutere di risarcimento danni e di ristori, tante volte non per la forza dell'evento atmosferico, quanto dell'incongruità rispetto alla decisione di realizzare un determinato fabbricato in una determinata zona.
Certo, questo comporta un costo. Sono stati fatti importanti investimenti pubblici a livello italiano: pensiamo al bonus 110, un intervento eccezionale, dal punto di vista dell'edilizia, che ha dato una spinta verso quello che è uno degli obiettivi che dobbiamo raggiungere, relativo alla riduzione dei consumi energetici dei nostri edifici; ha dato un forte impulso all'attività economica, essendo nate decine di migliaia di imprese e abbiamo più di 150 mila nuovi posti di lavoro che ruotano intorno a questo indotto. Pertanto, dobbiamo chiederci quanto sia effettivamente necessario intervenire ulteriormente sull'edilizia e, soprattutto, cosa stiamo andando a fare. È pur vero che questo bonus potrebbe finire, è un bonus a termine che, fortunatamente, è stato prorogato negli anni, ma è pur vero che la discussione politica si sta orientando nei confronti di una riduzione della quota detraibile dalla tassazione. Questo vuol dire che l'impianto, e quindi il sostegno all'attività economica delle imprese rimarrà nel tempo, magari con un incentivo minore, ma rimarrà e di sicuro ci saranno ancora tante famiglie, anzi, la maggior parte delle famiglie in Italia, che avranno bisogno di efficientare la loro casa attraverso questa opportunità garantita dallo Stato, che già attualmente non ha ricadute negative sul bilancio dello Stato in quanto genera un introito, a livello di tassazione, grazie anche all'aumento degli investimenti e della domanda aggregata e consente anche lo stesso quantitativo di entrate, rispetto alla riduzione di entrata prevista con tale previsione fiscale.
Tornando al provvedimento di legge che stiamo discutendo in Aula, che ha come obiettivo il sostegno del settore edilizio all'interno della nostra regione, chiediamoci quanto sia opportuno approvare tutto quanto è inserito all'interno di questo progetto di legge. Purtroppo devo fare un'osservazione: quando si è detto che c'era un parere favorevole del CAL diciamo che non è propriamente così; c'è stato un parere favorevole al CAL ma questo parere era vincolato all'accoglimento di tutta una serie di osservazioni, non poche e non accolte tutte quante. Bisognerebbe capire effettivamente i nostri enti locali quanto siano d'accordo, eliminando quelle osservazioni che sono state presentate, a procedere su un progetto di legge come questo.
La legge che va a toccare questa norma è stata portata a casa con un lungo lavoro di discussione all'interno delle Commissioni durato degli anni.
L'attuale legge che abbiamo nell'ordinamento regionale piemontese riassume anche una sintesi politica che ha visto un importante impegno di risorse e di tempo di quest'Aula. Se ci devono essere delle modifiche rispetto a quella norma, sicuramente negli anni successivi all'applicazione emergerà tutta una serie di problematiche che non sia era previsto si potessero verificare. Il compito di quest'Aula è sicuramente quello di intervenire su queste problematiche, non certo stravolgerle con delle norme che non sono riscrittive della totalità della materia di cui stiamo disquisendo attualmente in Aula, ma, soprattutto, non hanno avuto il giusto tempo di essere calibrate con quanto, invece, prevede la Giunta. Mi sembra sia intenzione della Giunta presentare un ulteriore disegno di legge che deve essere discusso in quest'Aula per intervenire anche sulla materia urbanistica e nel campo edilizio.
Per questo motivo mi chiedo se sia opportuno andare avanti su una proposta di legge che impatta in un settore importante come quello delle costruzioni e va a modificare le attuali regole dell'urbanistica, quando non siamo di certo in un momento di difficoltà delle imprese edili e, soprattutto stiamo ancora aspettando di confrontarci con l'Assessore rispetto alla sua idea di modifica e di ammodernamento dell'attuale legge in vigore in Regione Piemonte.
Concludo, Presidente, dicendo che sui princìpi possiamo anche essere d'accordo, ma la modalità con cui vengono messi in campo questi principi fanno la differenza e portano ad un miglioramento o un peggioramento della situazione attuale.
Noi temiamo che, con questa proposta di legge, questo miglioramento della situazione non ci sarà, ragion per cui, come abbiamo già anticipato in Commissione, presenteremo emendamenti, soprattutto di merito, proprio perché questa legge l'abbiamo analizzata, l'abbiamo studiata e pensiamo che vada quantomeno profondamente modificata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Non vedo altri iscritti a parlare sul provvedimento, perciò chiuderei la discussione generale sul provvedimento e ne sospenderei l'esame.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame proposta di deliberazione n. 183, inerente a "Art. 6 commi 6 e 7 della L.R. n. 51/92 - Richiesta di modifica della denominazione del Comune da Casorzo a Casorzo Monferrato"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 183, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla VII Commissione il 23 dicembre 2021.
La parola all'Assessore Carosso per l'illustrazione.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Molto velocemente.
La Giunta del Comune di Casorzo ha deliberato, secondo quanto previsto dalla legge, di modificare la denominazione del Comune di Casorzo, in Casorzo Monferrato. Come diceva giustamente anche il Presidente, c'è anche il parere della VII Commissione, quindi direi che possiamo portare all'approvazione del Consiglio, se i Consiglieri lo desiderano, questa modifica al fine semplicemente di approvare la richiesta del Comune che è condivisibile per il fatto che il Comune sarebbe immediatamente identificabile con la zona caratterizzante del Monferrato.
Tengo anche a dire che il Comune, quando era in provincia di Alessandria negli anni '50, aveva già la denominazione di Casorzo Monferrato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Dichiaro aperta la discussione generale e chiedo se vi siano Consiglieri che intendono intervenire sulla deliberazione n. 183.
Non essendo pervenute richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale. Non essendoci stati interventi, non chiedo neanche alla Giunta se intende replicare.
Non sono stati presentati emendamenti, perciò pongo in votazione la deliberazione n. 183, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 132, inerente a "Legge regionale 63/1978, articolo 13, comma 3. DCR n. 826-6658 del 12 maggio 1988. Modifica della classificazione e ripartizione del territorio regionale fra montagna collina depressa, collina e pianura relativamente al Comune di Borgofranco d'Ivrea"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 132, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla VII Commissione il 23 dicembre 2021.
La parola all'Assessore Protopapa per l'illustrazione.



PROTOPAPA Marco, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Il provvedimento riguarda la modifica della delibera del Consiglio regionale del 12 maggio 1988 sulla classificazione, ripartizione del territorio regionale tra montagna, collina depressa, collina e pianura.
In particolare, la modifica della classificazione proposta riguarda esclusivamente il Comune di Borgofranco d'Ivrea, in provincia di Torino, ed è motivata dall'istanza di un privato presentata il 22 luglio 2020 all'Assessorato all'agricoltura e cibo, per ottenere la modifica della suddetta deliberazione del Consiglio regionale.
A seguito di una specifica valutazione, gli uffici della Direzione agricoltura hanno riscontrato che tale deliberazione non prevede la suddivisione del Comune di Borgofranco d'Ivrea nelle due sezioni censuarie di Borgofranco d'Ivrea e di Baio Dora presenti, invece, nel catasto terreni. Quindi, si è trovata una mera disfunzione della documentazione in atto, soprattutto perché c'era una ripartizione del territorio comunale tra le zone altimetriche di montagna, collina depressa e collina, cioè le varie sezioni che non erano state bene individuate sui specifici territori.
Per quanto sopra risulta necessario modificare, sulla base delle risultanze dell'analisi effettuata, tale situazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie per l'illustrazione.
È aperta la discussione generale.
Chiedo se qualche Consigliere intende intervenire sulla proposta di deliberazione n. 132 relativa al Comune di Borgofranco d'Ivrea.
Non essendoci richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione.
Non insistono emendamenti, pertanto chiedo se ci sono dichiarazioni voto.
Non essendoci dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione.
Comunico che il numero legale è 26.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 132, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Esame proposta di deliberazione n. 79, inerente a "Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. Modifiche allo Statuto"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 79, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla VI Commissione il 19 gennaio 2022.
La parola all'Assessore Poggio per l'illustrazione.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Il passaggio odierno in Aula consiliare ha per oggetto l'approvazione delle modifiche statutarie dell'Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, di cui alla DCR del 23 dicembre 2010.
Faccio una breve cronistoria. In data 10 gennaio 2011 è stata costituita l'Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato con finalità di sostegno e promozione del progetto di candidatura del sito del Piemonte, i cui soci fondatori sono stati la Regione Piemonte, le Province di Alessandria, Cuneo ed Asti.
Con la predetta DCR, ovvero con la delibera del Consiglio regionale, si è provveduto all'approvazione sia dell'atto costitutivo sia dello Statuto dell'associazione stessa, su richiesta dell'associazione che ha lavorato in collaborazione con gli uffici giuridici della Giunta. Però il problema è che l'associazione, per una serie di motivi, non è stata fino ad oggi iscritta nel Registro regionale delle persone giuridiche private.
Nel 2014 i paesaggi vitivinicoli e la stessa associazione sono stati iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità, quindi c'è stato un riconoscimento UNESCO. Si è trattato chiaramente di un momento importante, ma si rendono necessarie alcune modifiche statutarie, perch chiaramente prima c'era esclusivamente una candidatura del sito, mentre oggi è necessario, su sollecitazione dell'associazione stessa, l'iscrizione nel Registro regionale delle persone giuridiche.
Nel 2016 era stata proposta al Consiglio regionale l'approvazione delle modifiche statutarie, come erano state condivise nel Consiglio di Amministrazione dell'associazione stessa in data 9 marzo 2016. Il procedimento era stato istruito per accogliere le modifiche che dovevano essere apportate allo Statuto stesso, ma tale procedimento non è mai stato portato a conclusione. Pertanto oggi sottoponiamo all'Aula - dopo il passaggio in Commissione che l'ha licenziata a maggioranza - l'iter per dare la possibilità all'associazione stessa di essere iscritta nel Registro regionale delle persone giuridiche private.
Ho presentato e depositato un emendamento, che ho raccolto all'interno della Commissione, che vuole meglio chiarire all'articolo 9 la figura del Presidente, soprattutto nelle modalità di rieleggibilità. Era stato scritto "rinnovabile per un periodo di ulteriori quattro anni" ed è stato sostituito con "rieleggibile, per un periodo di ulteriori quattro anni" ovviamente nel rispetto delle procedure di disegnazione di cui all'articolo 8. Questo per meglio esplicitare che se il CdA ritiene che il Presidente che è uno dei componenti del CdA, possa essere rieletto, questo pu avvenire.
Questa è stata la richiesta che ho condiviso e raccolto. Di fatto, le modifiche apportate all'interno dello Statuto riguardano, per la maggior parte, articoli che vanno meglio a chiarire, in termini lessicali, alcune disposizioni richieste proprio per il riconoscimento della personalità giuridica.
Ci sono alcune modifiche sostanziali, che ho posto all'attenzione della Commissione, che riguardano l'articolo 8.
La composizione del Consiglio di Amministrazione prevedeva cinque componenti; resta confermato il numero di cinque componenti, però due designati dalla Regione (mentre prima ce n'era uno) e uno per le tre Province socie fondatrice, quindi la Provincia di Asti, Alessandria e Cuneo.
Viene eliminato il Comitato scientifico, perché era propedeutico ad arrivare al riconoscimento UNESCO. L'Associazione, mi piace sottolinearlo non ha considerato il fatto di mantenere il Comitato scientifico perch dal 2019, esistono protocolli di intesa attivi per le progettualità portate avanti dall'Associazione con l'Università di Torino, con il Dipartimento di Agronomia DISAFA di Grugliasco e con il Polo Universitario Astiss di Asti, coinvolti proprio sui progetti.
Viene eliminato il Comitato scientifico, ma all'articolo 10 viene inserito l'articolo sulla figura del Direttore, che prima non c'era.
All'articolo 9, invece, il Presidente non è più previsto a rotazione tra i rappresentanti degli Enti, ma viene eletto dall'Assemblea, all'interno dei componenti del CdA.
Ho concluso e vi ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Morello; ne ha facoltà



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per l'illustrazione di queste modifiche statutarie dell'Associazione Paesaggi Vitivinicoli, che è l'ente gestore del sito patrimonio UNESCO, Statuto che ricordo bene quando fu elaborato e approvato. Erano gli anni in cui era partita la candidatura e poi, nel giugno 2014, durante l'Assemblea generale dell'UNESCO avemmo la notizia di essere diventati il 56esimo sito e il secondo sito dopo le Cinque Terre relativo ai paesaggi del vino.
Mi pare che siano, nel loro complesso, modifiche statutarie che, in parte recepiscono requisiti di legge e, in parte, vanno a snellire il funzionamento dell'Associazione e prevedono, come ci ha spiegato bene l'Assessore, modalità di elezione del Presidente; istituzionalizzano la figura del Direttore, che di fatto c'era già e prevedono, da ultimo l'abolizione del Comitato scientifico. L'unico elemento di perplessità che evidenzio è proprio l'abolizione del Comitato scientifico stesso.
È vero che questo Comitato era nato per la predisposizione del dossier di candidatura, ma, come recita l'articolo 10, che adesso abrogheremo, ha una sua funzione anche durante la fase della vita del sito, posto che ha due funzioni: Comitato scientifico e organo - leggo testualmente - "Consultivo dell'Associazione, sulle materie problematiche attinenti alla gestione e alla conservazione del bene UNESCO", quindi non solo al dossier, ma alla gestione e conservazione, che è il compito precipuo dell'Associazione.
Inoltre, il suo parere è addirittura obbligatorio quando si tratta di definire gli obiettivi del piano di gestione, indicare le priorità degli interventi e, infine, si esprime sul monitoraggio della gestione attività di ricerca, con la facoltà di proporre gli adeguamenti opportuni.
Questo Comitato scientifico, di cui fa parte anche il Direttore regionale dei beni culturali del Ministero, mi rendo conto che possa, per certi aspetti, costituire un appesantimento nell'azione dell'Associazione, che per quanto riguarda la consulenza so bene, l'ha detto anche lei, Assessore è sostituito da queste consulenze fatte da soggetti esterni, quale l'Università, tecnici e altri collaboratori, ma c'è anche un aspetto relativo alla sua pronuncia di parere importanti che riguardano proprio gli obiettivi del piano di gestione, quindi che riguardano proprio, in concreto, la vita dell'Associazione e del sito.
Nutro qualche perplessità che un sito così grande e così importante non abbia più questa figura tecnico-scientifica, che mi pare sia, all'interno dell'Associazione stessa, un elemento di estrema importanza. So che alcuni di questi compiti non vengono meno perché, come lei ci ha detto e ripeto anch'io, vengono esercitati da altri soggetti a livello consulenziale, ma avrei preferito che questo organo rimasto rimanesse all'interno della compagine. Sarebbe stato utile, per questo esprimeremo voto di presenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
In scia a quanto detto dal collega Marello, sicuramente un'Associazione così importante, che ha fatto un gran lavoro sul territorio, meritava di vedere la modifica dello Statuto. Tuttavia vorrei soffermarmi, l'avevo già fatto in Commissione rivolgendomi all'Assessore Poggio senza ricevere una risposta completa, sul punto che riguarda l'eliminazione dell'articolo 10 e l'eliminazione del Comitato scientifico.
Forse abbiamo affrontato questo articolo con troppa superficialità, non so se il Comitato scientifico avesse un costo che non si riusciamo più a sostenere - potrebbe anche essere - ma in linea di massima non ha esaurito il suo compito, così come ha già detto chi ha parlato prima di me. Qui si parla di pareri obbligatori che il Comitato scientifico doveva esprimere si elimina un articolo e si carica un direttore, una sola persona, di tale incarico, ma se questo Comitato fosse stato composto da persone non dico completamente volontarie, ma anche solo con dei minimi rimborsi spese forse bisognava valutare l'opportunità di continuare a mantenerlo.
Avevo espresso queste perplessità all'Assessore Poggio in Commissione e credo che adesso riuscirà a darci qualche risposta in più, magari approfondita. Invece ho notato con piacere che la parte che riguarda il rinnovo della Presidenza è stata modificata, per cui questo aspetto credo abbia migliorato in sé il testo. Se non ci fossero delle novità rispetto alla questione dell'articolo 10, credo che anche per il mio Gruppo il voto sarà un vuoto di presenza.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Farò un intervento veloce.
Intanto per ringraziare l'Assessora per aver depositato l'emendamento che specifica meglio le modalità di rielezione del Presidente. Credo che, anche da un punto di vista giuridico, sia più comprensibile, anche in linea con il pensiero originale di chi voleva due mandati e non uno e poi altri quattro anni.
Rimango sulle posizioni del collega Marello e del collega Martinetti per quanto riguarda i dubbi esposti sull'impossibilità di utilizzare il Comitato scientifico. Dubbi che ci portano ad una posizione già espressa con il voto. Non sono solito ringraziare gli Assessori, come è noto quando sono seduto sui banchi delle opposizioni, non soltanto per ragioni di parte politica, ma anche perché spesso l'azione della Giunta non coincide con la nostra posizione.
Tuttavia voglio ringraziarla per l'apertura che ha fatto circa la necessità di incontrare i soggetti pubblici in Commissione, in particolare i Sindaci dei siti UNESCO del Piemonte, affinché si possa comprendere meglio come la Regione Piemonte può collaborare con i territori per valorizzare, da un punto di vista turistico e culturale in genere, le straordinarie bellezze della nostra regione.
Spero, con il Presidente della Commissione cultura che è vero rileggeremo prossimamente, nel mese di marzo al massimo di poter incontrare questi Sindaci.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Emendamento rubricato n. 1 presentato dalla Giunta regionale.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Tale emendamento della Giunta è già stato illustrato.
Ci sono richieste di intervento sull'emendamento? Indìco la votazione palese sull'emendamento presentato dalla Giunta.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 79, il cui testo, come emendato, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Relativamente alla votazione precedente, diamo atto che i Consiglieri Ravetti, Gallo, Bertola, Frediani, Giaccone e Valle esprimono la presenza.
Faccio tuttavia notare che disponiamo di un sistema di votazione elettronico che funziona, per cui dovreste usare quello per esprimere il voto. Diversamente, sospendiamo i lavori e verifichiamo che funzionino le postazioni.
Ricordo che la proposta di deliberazione n. 37 "Approvazione del Piano energetico ambientale regionale" è sospesa.


Argomento: Trasporti pubblici

Esame ordine del giorno n. 710 presentato da Sacco, Martinetti e Disabato inerente a "Collegato al disegno di legge 163 'Disposizioni finanziarie e variazione del Bilancio di previsione 2021-2023' - Estensione dell'uso dei Voucher Scuola per l'acquisto degli abbonamenti del servizio di Trasporto Pubblico Locale per gli studenti"

Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

ordine del giorno n. 711, presentato da Sacco, Martinetti e Disabato inerente a "Collegato al disegno di legge n. 163 'Disposizioni finanziarie e variazione del Bilancio di previsione 2021-2023' - Rifinanziamento del bando per incentivi per la mobilità sostenibile dei cittadini piemontesi PRQA"

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

ordine del giorno n. 714, presentato da Gallo, Sarno, Canalis, Valle e Salizzoni, inerente a "Individuazione di nuove frontiere di diagnosi e di cura dell'amidiosi cardiaca attraverso il potenziamento della rete per la prevenzione e cura delle malattie rare"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 710, n. 711 e n. 714, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco per l'illustrazione degli ordini del giorno n. 710 e n. 711; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Sarò rapido, anche perché l'atto di indirizzo n. 710 l'avevo già presentato precedentemente: verte sull'estensione dell'uso dei voucher scuola per l'acquisto degli abbonamenti del servizi di Trasporto Pubblico Locale per gli studenti. Al riguardo, pare che in diverse parti della nostra Regione non si riescano ad acquistare questi titoli di viaggio attraverso l'utilizzo del voucher scuola. Per questo motivo, ho presentato questo ordine del giorno. Peraltro, ho avuto anche un'interlocuzione con l'Assessore Chiorino, che mi ha.
Mi scusi, Presidente, ma non riesco ad intervenire con questo brusìo.



PRESIDENTE

Ha ragione.
Vi chiedo di mantenere un tono di voce più pacato e contenuto, perché anche la Presidenza ha difficoltà a sentire.
Prego, Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Come dicevo, ci risulta che in alcune parti del Piemonte non ci sia un'effettiva erogazione di questo voucher trasporti, soprattutto in alcune Province. Nella città di Alessandria, ad esempio, che è pure capoluogo di provincia, le famiglie non hanno la possibilità di accedere a questo voucher, perché l'azienda che ha in capo il servizio di Trasporto Pubblico Locale non ha stipulato le convenzioni per poter erogare questo tipo di servizio.
Peraltro, mi è stato chiesto dall'Assessorato una diversa formulazione rispetto all'impegno precedente, che recitava: "A verificare le problematiche relative all'utilizzo dei voucher scuola per l'acquisto dei titoli di viaggio, modificando se necessario la norma e garantendo la fruibilità del servizio attualmente affidato a terze parti, anche per le altre provincie piemontesi, incentivando le aziende di trasporto ad associarsi al sistema". Non so se la Giunta ha già ricevuto la proposta di riformulazione da parte dell'Assessore Chiorino, quindi aspetterei un attimo di capire se c'è o meno questa proposta di riformulazione.
Io ho accettato di circoscrivere in maniera più specifica la problematica legandola al Comune di Alessandria, con l'impegno dell'Assessorato, per ad attivarsi anche per trovare delle soluzioni che incentivino maggiormente le aziende a stipulare queste convenzioni. Perché, altrimenti, c'è il rischio che ci siano dei cittadini piemontesi di serie A e dei cittadini piemontesi di serie B, nel senso che se si abita in alcuni luoghi, si ha la possibilità di utilizzare il voucher per il trasporto pubblico, mentre se si abita in altri, questa possibilità non c'è. Visto che dovrebbe essere un diritto garantito a tutti, penso che sia corretto lavorare (spero anche con l'Assessore Gabusi) per raggiungere questo obiettivo.
L'ordine del giorno n. 711 è relativo al rifinanziamento del bando per incentivi per la mobilità sostenibile dei cittadini piemontesi. È un bando di cui abbiamo già discusso, in merito al quale c'erano diverse linee: si partiva dalla sostituzione dei veicoli con nuovi mezzi a basso impatto ambientale, alla sostituzione dei ciclomotori e motocicli con nuovi ciclomotori e motocicli a trazione elettrica; si finanziava l'acquisto di velocipedi e si parlava di rottamazione dei veicoli e ciclomotori senza l'acquisto di un nuovo mezzo. C'erano dei contributi a fondo perduto che arrivavano addirittura a coprire 10.000 euro.
Abbiamo analizzato il fabbisogno che è stato richiesto dalle varie linee abbiamo inoltre valutato che, al netto di 257 istanze respinte, risultano non finanziate 568 domande.
Avevamo sollevato il caso già in Commissione, sottolineando il fatto che il problema di questa misura era legato al fatto che molti acquistavano l'auto elettrica senza avere la certezza di poter rientrare in questa linea di finanziamento. Avevamo anche sollevato alcune perplessità rispetto alle modalità di erogazione.
Detto questo, ci sembra corretto che tutti coloro che abbiano partecipato al bando, visto che sono già state valutate le domande, possano ottenere accoglimento, tranne, ovviamente, per incapienza del fondo; trattandosi però, di fondi che vengono erogati ogni anno per questo tipo di attività proponevamo uno scorrimento della graduatoria, prima di attivare un nuovo bando. Inoltre - questo lo aggiungo io, è una riflessione al di fuori di questo ordine del giorno - sarebbe auspicabile che nel nuovo bando si faccia anche riferimento a dei limiti ISEE, in modo da garantire l'acquisto di mezzi elettrici privilegiando persone che hanno magari più difficoltà economiche ad accedere a questo tipo di mobilità sostenibile.
Per questo motivo rispetto alle premesse che ho poc'anzi illustrato, chiedo che alla base delle disponibilità del bilancio della Regione Piemonte, si preveda lo stanziamento di fondi necessari al completamento della graduatoria e, quindi, al soddisfacimento delle 587 domande presentate al bando di cui in premessa, previa verifica ovviamente di effettivo acquisto di un autoveicolo in linea con quanto prescritto dal bando stesso. Questo per garantire un'equità di trattamento a tutti coloro che hanno deciso di aderire a questo bando della Regione Piemonte.
Nel frattempo, Presidente, attendo la proposta di riformulazione dell'Assessore Chiorino rispetto all'ordine del giorno n. 710. Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 714 inerente a "Individuazione di nuove frontiere di diagnosi e di cura dell'amiloidosi cardiaca attraverso il potenziamento della rete per la prevenzione e cura delle malattie rare".
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Con questo ordine del giorno vogliamo accendere un faro di attenzione su una malattia rara, che è l'amiloidosi cardiaca, che rappresenta un ampio gruppo di malattie rare caratterizzate dal deposito patologico di materiale proteico insolubile, l'amiloide. Questo va ad intaccare tessuti ed organi di cui il cuore è uno degli organi maggiormente colpiti e bersagliati. È una malattia rara e a livello piemontese si sta cercando da tempo di avviare delle prime cure e anche dei percorsi terapeutici dedicati. Cito come caso più importante quello della provincia di Cuneo che ha il terzo cluster a livello europeo per numero di casi. In quella provincia si sta già lavorando su questo tipo di malattia rara.
È una malattia non ancora conosciuta e spesso ancora viene sotto diagnosticata, quindi non si riconoscono le caratteristiche e i dettagli e talvolta, non essendo diagnosticata in modo precoce, non si riesce ad avviare un percorso di cura adeguato. Per cui anche solo l'avviare e il formare i nostri medici ed operatori nel riconoscerla è già un passo in avanti che dovremmo fare, in modo che si possa intervenire nel tempo più rapido possibile.
In Italia solo alcune Aziende sanitarie o singoli presidi ospedalieri si sono dotati di un PDTA, cioè un percorso diagnostico terapeutico assistenziale. Alcuni esempi sono l'Emilia Romagna, con il reparto di cardiologia dell'Ospedale Infermi di Rimini, la Lombardia con il Centro per lo studio e la cura della amiloidosi del Policlinico San Matteo di Pavia.
Tutto questo per dire che cosa? Che nel campo della sanità ci sono tantissime questioni da affrontare, ma è sicuramente importante approvare questo ordine del giorno del Consiglio per impegnare la Giunta alla realizzazione di adeguate campagne di informazione sul nostro territorio coinvolgendo, prima di tutto, i presidi ospedalieri, in modo che possa essere conosciuta questa malattia e formati i nostri operatori e, di conseguenza, alla realizzazione di una rete di specialisti strutturata ed integrata che tratti la patologia, soprattutto nella fase della diagnosi.
Questa è una delle questioni più importanti per accedere al trattamento riducendo anche la mobilità passiva dal Piemonte alle altre Regioni, dove questo tipo di attività è già stata avviata. Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo alla Giunta se intende intervenire in merito agli ordini del giorno.
Ha chiesto la parola l'Assessore Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Sull'ordine del giorno n. 710 del Presidente Sacco non c'è riformulazione della Giunta, quindi il parere è negativo. Sull'ordine del giorno n. 711 il parere è negativo.
Sull'ordine del giorno n. 714 interviene l'Assessore Icardi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Mi sono segnato alcune valutazioni su questo ordine del giorno. Queste forme di malattia possono essere di vari tipi, genetiche, non genetiche sistemiche o limitate al cuore. Nella maggior parte dei casi, sono suscettibili di terapia e sono terapie spesso ad altissimo costo.
L'Assessorato, in collaborazione con il Coordinamento delle malattie rare del Piemonte e Valle d'Aosta - quindi c'è un coordinamento unico - in vista della registrazione di farmaci molto onerosi per il sistema sanitario ha riattivato un gruppo tecnico che aggiorna le problematiche diagnostiche e terapeutiche di questa malattia cardiaca, già affrontate in un precedente PDTA specificatamente dedicato alla materia.
Un aggiornamento di queste raccomandazione regionali, che vengono diffuse a tutte le Aziende, è in corso di pubblicazione sul sito www.malattierarepiemonte.it Ancora recentemente i centri partecipanti alla stesura delle raccomandazioni, caratterizzati da un'adeguata attività di segnalazione documentata dal Registro Regionale delle Malattie Rare, sono stati indicati quali potenziali centri prescrittori di farmaci ad alto costo con specifica indicazione di queste malattie. Quindi, c'è già un'indicazione di quali possono e devono essere i centri prescrittori.
Una maggiore conoscenza di queste patologie e delle complesse problematiche di presa in carico potrebbe giustificare l'estensione dei centri prescrittori, così com'è possibile avviare, in collaborazione con il Consorzio che ha redatto le raccomandazioni, nuovi programmi di formazione.
Alla luce di queste informazioni, credo che la richiesta di creare una rete sia certamente accoglibile e che sia possibile; tutto l'allargamento del sistema dovrà poi essere subordinato a questa fase di studio, a questa fase di conoscenza che il Gruppo tecnico ha come oggetto di lavoro. Pertanto emendato aggiungendo "alla conclusione dei lavori del Gruppo tecnico", noi possiamo dare parere favorevole.



PRESIDENTE

Grazie.
Sospenderei cinque minuti la seduta per le correzioni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.14, riprende alle ore 18.18)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Concordiamo con le modifiche proposte all'ordine del giorno n. 714 dall'Assessore Icardi: ".ordinamento delle malattie rare per dare poi seguito, in coerenza con gli esiti del gruppo di lavoro, agli impegni previsti all'interno dell'ordine del giorno".
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Se non vi sono altre richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 710, con il parere contrario della Giunta, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 711, con il parere contrario della Giunta, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Ricordo che il numero legale è 26.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 714, così come modificato, e il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Contributi allo sport e al tempo libero

Esame ordine del giorno n. 722 presentato da Biletta, Ruzzola e Graglia inerente a "Salvaguardia del sistema dei grandi impianti sportivi pubblici piemontesi"; ordine del giorno n. 735 presentato da Disabato, Sacco e Martinetti inerente a "Rischio chiusura impianti natatori in Piemonte: garantire ristori ai gestori di impianti natatori"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 722 e ordine del giorno n.
735 di cui al punto 24) all'o.d.g.
La parola alla Consigliere Biletta per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 722



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Con questo ordine del giorno pongo nuovamente all'attenzione del Consiglio regionale un tema che ho già proposto e su cui credo sia giusto insistere data la situazione che si è creata.
Ho già avuto modo, infatti, di intervenire sul tema degli impianti natatori, delle piscine, e della situazione in cui versano a causa della pandemia, sin dall'inizio. Sappiamo che nei periodi di lockdown le piscine hanno chiuso e hanno vissuto una condizione tale per cui, però, hanno mantenuto gli impianti attivi al pari dei momenti precedenti la pandemia.
Mi riferisco alle vasche piene, quindi al loro riscaldamento, manutenzione e ricircolo dell'acqua. Attività che si sono dovute svolgere a prescindere dalla chiusura al pubblico, quindi sono stati sostenuti costi energetici di riscaldamento e le classiche utenze.
Successivamente, le piscine sono state riaperte, ma con possibilità ridotte di accesso del pubblico. Questo a causa delle limitazioni, legittime, a cui si è aggiunta la bassa affluenza per la minore propensione alla frequentazione da parte dell'utenza per il timore del COVID.
Consideriamo, inoltre, che negli anni si è assistito al passaggio dalla gestione diretta degli enti pubblici all'affidamento delle strutture in gestione a società sportive senza fine di lucro, che hanno reinvestito gli utili negli impianti stessi. In alcuni casi, gli affidamenti sono arrivati a comportare la gestione degli impianti a totale carico delle società sportive. L'aumento dei costi dell'energia si aggiunge alle difficoltà dovute alla crisi sanitaria, aggravando la situazione economica già compromessa degli impianti che si trovano oggi a dover affrontare aumenti quantificati fino al 300% delle spese connesse alle utenze.
A oggi molte convenzioni stanno scadendo, c'è il rischio che le società non le vogliano rinnovare con la conseguenza che i Comuni rischiano di trovarsi a dover gestire, con ogni difficoltà che ne consegue, impianti di considerevole entità Domenica scorsa, 6 febbraio, c'è stata la serrata delle piscine: un grido di allarme da parte di un settore che si sente e si è sentito non considerato e che ora non riesce ad andare avanti. I mesi di gennaio febbraio e marzo sono storicamente i più difficili per questi impianti, la situazione oggi non è più sostenibile e molti impianti, infatti, scelgono la chiusura immediata. Risulta che oggi su circa 70 impianti in Piemonte nove abbiano già chiuso. Un intervento non può essere più rimandato e con questo ordine del giorno, quindi, noi chiediamo l'istituzione di un Tavolo di confronto tra Regione, Enti gestori e ANCI per individuare ogni iniziativa, sia livello nazionale sia a livello regionale, che possa scongiurare la chiusura degli impianti natatori e garantire, quindi, lo svolgimento delle attività.
Rispetto alla versione originaria, avevo inviato una proposta di modifica che penso possa essere utile ripetere a verbale, relativa all'impegno, laddove si chiedeva l'istituzione di un Tavolo di confronto con i gestori e una delegazione dei Sindaci dei Comuni interessati. Nello specifico, chiedo che le parole "una delegazione dei Sindaci dei Comuni interessati" vengano sostituite con la parola "ANCI". In pratica, anzich interessare i singoli Comuni che hanno scritto lamentando la situazione vogliamo il coinvolgimento di tutti gli Enti locali, e quindi chiediamo il coinvolgimento di ANCI.



PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 735 presentato da Disabato, Sacco e Martinetti.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Il tema è il medesimo sollevato dalla collega Biletta: riguarda la crisi degli impianti natatori a livello nazionale (nel caso specifico, ci riferiamo soprattutto al tessuto piemontese).
La pandemia e le chiusure hanno messo in ginocchio questo settore; per mesi, infatti, gli utenti non hanno potuto accedere all'attività; a questo si aggiungono i costi di gestione delle piscine, che è altissimo.
Dobbiamo considerare che in questi due anni di pandemia gli impianti, a tratti sì e a tratti no, sono rimasti chiusi. In realtà, le macchine deputate alla purificazione e al riscaldamento dell'acqua, dell'aria e quant'altro, hanno comunque continuato a girare, perché dismettere un impianto natatorio a tratti costa anche di più rispetto a mantenerlo in funzione, per quanto chiuso. Dobbiamo quindi tenere conto di questi ingenti costi che sono andati a gravare sulle società sportive. Non ultimo, si è aggiunto il problema del rincaro delle bollette avvenuto ad inizio anno del 2022, l'ennesima stangata sempre a danno delle associazioni e delle società sportive, che, ovviamente, porterà non solo ad un aumento, ma a quasi un raddoppio del costo delle utenze. Se esaminiamo i costi energetici sostenuti da questi impianti, ci rendiamo conto che parliamo di cifre non sostenibili. Di norma una piscina o un impianto natatorio difficilmente riesce a mantenersi con i soli accessi degli utenti e con le attività ordinarie. Gli impianti pubblici, in particolare, hanno spesso bisogno di sovvenzioni da parte degli Enti locali. Vista l'emergenza COVID, e a fronte di un aumento dei costi delle bollette, questi impianti sono destinati a chiudere (a mio avviso, Presidente, riguarda quasi il cento per cento di questi impianti), perché effettivamente stiamo parlando di costi di gestione non sostenibili.
A fronte di questo, dobbiamo anche tenere conto del calo degli utenti e degli iscritti alle attività sportive. Questo aspetto riguarda tutto il tessuto, non soltanto l'ambito delle piscine. Si parla di numerosi giovani che non hanno più avuto la possibilità anche economica di poter accedere alle attività. Noi non teniamo conto di questo dramma che si abbatte sulle famiglie; famiglie che non hanno più la disponibilità economica, anche a fronte della pandemia, di poter sostenere le rette per l'iscrizione dei propri ragazzi alle attività sportive. E questo si traduce ovviamente in un calo degli utenti e degli iscritti.
Al riguardo, occorre non soltanto un'attenzione da parte della Regione ma anche un'azione ingente in due direzioni (anzi, in tre, a dire il vero): la prima, attraverso interventi economici a sostegno delle associazioni e delle società sportive pubbliche detentrici di impianti privati, per far sì che si possa far fronte ai rincari e agli aumenti delle utenze degli ultimi tempi, e ovviamente far fronte anche alla crisi economica. In secondo luogo, chiediamo di dare un sostegno - lo chiediamo da tanto tempo - per.



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, Consigliera Disabato.
Chiedo a tutti - e sottolineo "tutti" - di calzare la mascherina in modo idoneo, coprendo naso e bocca.
Se siete impossibiliti per esigenze fisiche, potete chiedere all'Ufficio di Presidenza mascherine di varie dimensioni.
Grazie.



DISABATO Sarah

Se i colleghi hanno sistemato la mascherina procedo con l'illustrazione.
Come dicevo, chiediamo anche un sostegno economico per le famiglie per poter sostenere le rette di iscrizione dei ragazzi e quindi per consentire loro di accedere nuovamente alle attività. Questo si traduce, ovviamente anche in minori costi sanitari futuri - dobbiamo tenerne conto - sia per i giovani che per gli adulti.
In terzo luogo, chiediamo alla Giunta di attivarsi nei confronti del Governo per andare ad incrementare quelle che saranno le risorse destinate sia agli impianti natatori sia in generale a tutto il tessuto sportivo, che ha patito due anni d'inferno per colpa della pandemia e che rischia di patirne altrettanti nel prossimo futuro proprio a causa dei fenomeni che ho descritto finora. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Velocemente, per dichiarare che i due atti di indirizzo vedono il Gruppo del Partito Democratico ovviamente d'accordo, con due specifiche (mi rivolgo alla maggioranza e all'Assessore competente). La prima è che i due impegni vanno di pari passo. Apriamo un tavolo specifico col territorio per capire, come diceva la collega Biletta, dove e come andare ad intervenire su quegli impianti che hanno evidentemente patito e che continuano a patire. Perché molti territori ci pongono questa domanda, ma la pongono anche al Governo; infatti l'atto di indirizzo della collega Disabato fa un richiamo anche a livello governativo, proprio perché le limitazioni ancora presenti per l'accesso a questi impianti non consentono la totale funzionalità degli stessi, quindi i loro incassi oggi sono ancora molto limitati. Peraltro, è una delle pochissime attività che oggi subisce ancora delle limitazioni importanti (a volte anche sotto il 50% della capienza).
Facciamo quindi un appello alla maggioranza, in particolare alla Giunta e all'Assessore, perché avvii un tavolo di confronto per avere maggiori dettagli, ma anche un impegno chiaro sulle risorse, come avevamo fatto precedente, quando avevamo ragionato sulle variazioni di un bilancio importante, dove avevamo presentato degli emendamenti per sostenere gli impianti natatori anche con definizioni economiche differenti, per dare la possibilità alla maggioranza di andare su livelli differenti anche di impegno.
Poiché riteniamo che questo tavolo debba poi produrre un impegno concreto, ci vogliono le risorse per sostenere davvero un comparto il cui utilizzo oggi è ancora sotto il 50%.
Il nostro voto sarà favorevole su entrambi gli atti di indirizzo sperando che non ci sia il voto favorevole per il Tavolo e il voto contrario per il sostegno vero, in termini di risorse, agli impianti natatori. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Perugini; ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Ritengo obbligatorio e doveroso intervenire, soprattutto a fronte di quest'ultimo intervento, per specificare quanto siano corretti i principi che sottendono ambedue gli ordini del giorno. Evidenzio, in particolar modo, il dispositivo dell'ordine del giorno n. 722 ovvero "Salvaguardia del sistema dei grandi impianti sportivi pubblici piemontesi" con il quale il Consiglio invita la Giunta regionale ad avviare il Tavolo di confronto con i rappresentanti delle società affidatarie della gestione di grandi impianti sportivi pubblici e una delegazione dei Sindaci dei Comuni interessati, finalizzato all'individuazione delle soluzioni tecniche ed economiche atte a garantire il proseguimento delle attività.
È sicuramente un ordine del giorno che rappresenta l'elemento fondante per poter costruire le soluzioni, perché non si può immaginare che ci sia solo una richiesta di carattere economico, senza andare ad individuare tutte quelle che sono state le criticità. Non possiamo parlare solo del costo dell'acqua, delle bollette e tutto quello che si è generato, ma della vera gestione dei grandi impianti sportivi, in particolar modo delle piscine.
Quindi, pur condividendo tutto quello che è stato detto nelle premesse credo di poter sottoscrivere e sottolineare il fatto sia opportuno avviare un tavolo, in particolar modo da parte della Giunta - vedo in Aula l'Assessore Ricca - con ad esempio ANCI, che è l'interlocutore per conto di tutti i Sindaci, a cui immagino, nel momento in cui verrà avviato il tavolo, sarà esteso l'invito, per trovare adeguate soluzioni. A quel punto ad una sola voce la Regione Piemonte, con tutti i suoi Comuni che hanno impianti importanti, potrà farsi ascoltare e non solo sentire dal Governo il quale, vista la sensibilità che ha nel voler sostenere la continuità del sistema Paese dopo il periodo pandemico, potrà fare in modo che quelle risorse vengano riservate al Piemonte, come speriamo anche per le altre Regioni. Ma noi ci occupiamo delle nostre cose, quindi la sottoscrizione e il sostenere l'avvio del tavolo, spero anche da parte delle minoranze, è l'elemento principale, fermi restando tutti i principi detti nella premessa di ambedue gli ordini del giorno. Per dare concretezza e sostegno alla Giunta, questo sicuramente può rappresentare un elemento di priorità.
Da quel dialogo si arriverà ad una sintesi che deve portare delle soluzioni. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, chiederei il parere della Giunta.
La parola all'Assessore Ricca.



RICCA Fabrizio, Assessore allo sport

Grazie, Presidente.
Questo è un tema assolutamente importante, perché la crisi portata dal COVID sugli impianti natatori ha inciso davvero tantissimo sulla loro attività. In questi giorni il Governo sta discutendo insieme al Parlamento la possibilità di poter intervenire in maniera forte su quelli che sono gli aiuti da poter dare a questo mondo. Dato che la maggior parte delle forze politiche che compongono quest'Aula sono rappresentate all'interno di questo Governo, mi permetto di chiedere, Presidente, di sospendere l'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Disabato, per capire la prossima settimana, quando ci troveremo di nuovo in Consiglio regionale, cosa sarà successo con gli emendamenti presentati questa settimana.
Nel caso il parere fosse negativo sugli emendamenti proposti da ANCI potremmo fare un'azione più forte per far sentire la nostra voce. Per cui chiederei alla Consigliera Disabato di sospendere l'ordine del giorno e poterlo discutere e, magari, migliorare tutti insieme, nel caso in cui gli emendamenti di ANCI che saranno in discussione questa settimana verranno bocciati.
Invece per quanto riguarda l'ordine del giorno della Consigliera Biletta apriremo il tavolo il prima possibile, anche questo con l'ANCI, ovviamente appena l'Ufficio di Presidenza nazionale e quello regionale ci daranno la possibilità di poterlo fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Accetterei la proposta dell'Assessore Ricca, perché si tratta di attendere delle risorse da parte del Governo e capire poi come procedere con le misure da mettere in atto, però non ritengo giusto sospendere solo il mio ordine del giorno. Se si deve fare una valutazione dell'argomento a 360 per capire quali possono essere le misure e le azioni da mettere in campo ritengo che a questo punto questo debba rimanere come primo atto da discutere nel prossimo o.d.g., in quanto si tratta di una crisi urgente da affrontare. Però a questo punto sospendiamo entrambi gli ordini del giorno.
Non capisco perché si debba discriminare uno dei due, pur affrontando lo stesso tema. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Biletta; ne ha facoltà.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Sono tre settimane che ho presentato questo ordine del giorno. Siccome è propedeutico all'individuazione di misure per risolvere la situazione, come diceva l'Assessore Ricca, nell'attesa anche di conoscere quali risorse arrivano dal Governo, continuerei a portarlo avanti proprio per istituire il più presto possibile questo Tavolo di confronto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Sarò telegrafica, solo per un chiarimento. Io ho tutta l'intenzione di votare favorevolmente l'ordine del giorno della collega Biletta e non c'è assolutamente alcuna preclusione. La mia è una nota di merito, cioè si tratta di rinviare - non per non votarlo, ma per verificare le azioni da mettere in campo - al prossimo Consiglio, se non al primo punto comunque nell'arco della seduta, per poterli affrontare entrambi. Non ha senso riproporre la stessa discussione la prossima settimana soltanto per un ordine del giorno. Tanto vale rinviarla, verificare quali saranno le azioni da mettere in campo e poi votarli entrambi, fermo restando il mio parere comunque positivo all'ordine del giorno della collega Biletta. Non è assolutamente mia intenzione non votarlo o farlo slittare per ragioni che non siano non attinenti al tema.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ricca.



RICCA Fabrizio, Assessore allo sport

Ovviamente non posso sostituirmi ai proponenti, ma se questi decidono di mandarli in votazione, il parere della Giunta è favorevole sull'ordine del giorno della Consigliera Biletta e contrario su quello della Consigliera Disabato. Se, invece, la Consigliere Disabato ha piacere di sospenderlo per verificare, alla fine di questa settimana, cosa sarà successo in fase di votazione degli emendamenti a Roma, la prossima settimana possiamo riscriverlo a più mani, valutando tutta la nuova situazione.



PRESIDENTE

Grazie.
Sospendiamo un minuto, va bene.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.44, riprende alle ore 18.48)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Eravamo sulla discussione degli ordini del giorno n. 722 e 735, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 722, con il parere favorevole della Giunta, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 735, con il parere contrario della Giunta, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Con queste votazioni mi sembra che ci sia l'intesa per concludere i lavori qualche minuto prima.
Buona serata.
La seduta è tolta.
(La seduta termina alle ore 18.51) [pic][pic (La seduta termina alle ore 18.51) [pic][pic



< torna indietro