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Dettaglio seduta n.157 del 02/11/21 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.05 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la sessione delle interrogazioni e interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione indifferibile e urgente n. 551 presentata dal Consigliere Domenico Rossi, cui risponderà l'Assessore Elena Chiorino; interrogazione indifferibile e urgente n. 747 presentata dal Consigliere Giorgio Bertola, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi interpellanza n. 764 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo fin d'ora che per le interrogazioni indifferibili e urgenti è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per due minuti, la risposta del componente della Giunta per tre minuti e non sono previste repliche.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione indifferibile e urgente n. 551 presentata da Rossi, inerente a "Cosa la Regione Piemonte intende fare per lo stabilimento 'Officine meccaniche Cerutti' di Vercelli e per i suoi lavoratori"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con la trattazione dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 551, presentata dal Consigliere Rossi, che ha facoltà di illustrarla per due minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Mi permetta di ricordare, senza alcuna polemica, solo nel rispetto di questo luogo, che quest'interrogazione è stata presentata il 22 dicembre 2020. Secondo l'articolo 99 del Regolamento - vado a memoria, Presidente alle interrogazioni per cui sia stata chiesta risposta scritta, la Giunta provvede entro quindici giorni, mentre se è stata richiesta risposta orale entro venti giorni (previa disponibilità della Giunta). In questo caso abbiamo superato i dieci mesi (quasi un anno) dalla data di presentazione.
Capisco che ci siano dei tempi tecnici, quindi nessuno di noi di solito insiste quando le risposte non arrivano proprio secondo i termini del Regolamento. Però è chiaro che il senso dell'interrogazione rimane - e quindi della risposta della Giunta - se la risposta ha un quesito ancora utile. So che l'Assessorato ha lavorato alla questione Cerutti, su cui adesso ascolteremo la risposta; peraltro, ne abbiamo parlato anche in Consiglio e abbiamo letto tutti i giornali. Però il senso delle interrogazioni - Presidente, lo dico a lei anche a tutela dei Consiglieri dev'essere un altro: o cancelliamo le interrogazioni, oppure bisogna rispondere in un tempo decente. Mi auguro che questo sia un caso isolato.
Purtroppo, nel mio caso non lo è, perché tante volte passano diversi mesi dalla data di presentazione all'effettiva trattazione. Forse questo è il più lungo in assoluto da quando sono in Consiglio, come tempo di risposta.
Devo ammettere, però, che dieci mesi è un tempo che svuota di significato l'istituto dell'interrogazione.
Detto questo, l'interrogazione verte sul tema delle Officine meccaniche Cerutti di Vercelli e dei suoi lavoratori. La faccio breve, Presidente perché ho già rubato molto spazio del mio tempo a disposizione.
Si tratta di una società storica, nata a Casale nel 1920, leader nel settore della stampa, che purtroppo, come altre realtà del nostro territorio, nel corso degli ultimi anni ha visto un ridimensionamento. Per esempio, i dipendenti sono passati progressivamente da 625 a 288 (dati aggiornati a dicembre 2020, non so adesso).
Lo scorso giugno - parliamo del 2020, perciò, nel frattempo, c'è stato un altro "giugno" in mezzo - era stata annunciata una ristrutturazione che prevedeva 163 esuberi. Chiaramente, tutto questo aveva messo in moto una serie di situazioni, sia sindacali sia d'intervento del Governo e della Regione.
Nell'interrogazione si chiedeva alla Regione cosa intendeva fare per un possibile ricollocamento dei 160 lavoratori in esubero - all'epoca, si parlava di cassa integrazione straordinaria, ma fino al 31 gennaio 2021, ma oggi siamo a novembre 2021 - e per non disperdere il grosso potenziale dello stabilimento Cerutti, anche sfruttando il contratto d'insediamento "Attrazione d'investimenti in Piemonte".
Non sappiamo se queste domande abbiano ancora un senso, per cui aspettiamo la risposta dell'Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Rossi per l'illustrazione.
Vorrei precisare che i solleciti da parte della Presidenza sono stati inviati nei dovuti tempi.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Elena Chiorino.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per tre minuti.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente, e grazie anche al Consigliere Rossi.
Comprendo bene quello che lei dice rispetto a quest'interrogazione. Nello specifico, devo rilevare che la situazione è stata veramente tanto in divenire, con continue modifiche piuttosto che imprevisti, piuttosto che ulteriori incontri, magari anche all'ultimo momento, per ridefinire determinate situazioni. Tutte le volte c'era quasi la sensazione di dare una risposta che rischiava di essere non dico smentita, ma risultante poi non esattamente aderente a come sarebbero andate le cose da lì alle quarantotto-settantadue ore successive. Pertanto, uno dei motivi rispetto ai tempi di risposta a quest'interrogazione è anche quello, cioè non si riusciva ad avere un momento di stabilità per dare una risposta che effettivamente, doveva essere puntuale e precisa, in un'ottica di serietà da parte dell'Assessorato stesso.
La comprendo bene, ma come lei sa - peraltro, la ringrazio per averlo riconosciuto - l'Assessorato ha sempre seguito fin dal primo momento la questione, addirittura con una corsa mia nella sera stessa in cui succede il grande patatrac sui due territori interessati, proprio per capire immediatamente lo stato della situazione.
Detto questo, oggi siamo a una fase dove, per quanto ci siano ancora degli sviluppi che si attendono, quantomeno riusciamo a dare una fotografia che è effettivamente quella.
Non sto a farle la cronistoria di quello che è stato fino a oggi, perch immagino che lei la conosca bene e, comunque, ci sarà nella parte scritta che le invierò. Però posso dirle, come ci siamo detti adesso, che la Regione ha supportato sin dall'inizio della vertenza tutte le richieste di CIGS di entrambe le aziende del gruppo Cerutti, con la messa a disposizione anche di un proprio intervento di politiche attive per il lavoro per favorire la ricollocazione dei lavoratori in esubero.
Quest'intervento è stato attivato con la presentazione dell'intervento stesso e delle modalità d'accesso all'assegno di ricollocazione, avvenuta presso le sedi aziendali nel mese di febbraio 2020, e precisamente il 20 febbraio 2020 a Casale Monferrato, con la partecipazione di ottantatr lavoratori, di cui quaranta facenti capo al fallimento della società OMC Cerutti e poi il 21 febbraio, quindi il giorno immediatamente successivo, a Vercelli, con la partecipazione di ottantadue lavoratori, di cui - come da essi dichiarato - trentotto sempre della società OMC. L'intervento poi è stato sospeso - e questa è un'altra criticità - a causa dell'emergenza pandemica ed è ripreso a partire da maggio 2020, quindi non appena si è potuto ritornare effettivamente e adeguatamente in campo.
Nel tempo intercorrente non ci si è fermati, ma si sono effettuate attività di supporto online e si sono mantenuti i contatti con i lavoratori; tutto questo per via informatica. Il 19 ottobre 2020 presso il Comune di Casale Monferrato si è svolto un ulteriore incontro anche con le Agenzie formative del territorio, per informare i lavoratori delle opportunità in essere, per aggiornare le loro competenze o avviare percorsi formativi finalizzati all'acquisizione di competenze per favorire la loro ricollocazione. A quell'incontro hanno partecipato una decina di lavoratori. Ricordo che tutte queste partecipazioni ovviamente sono volontarie, per cui noi le sollecitiamo e le consigliamo, ma sono volontarie.
All'intervento di politiche attive hanno aderito complessivamente settantadue lavoratori, di cui venticinque residenti a Vercelli quarantadue a Casale Monferrato, tre ad Alessandria e due ad Acqui Terme.
L'adesione ridotta all'intervento, da quello che abbiamo rilevato, è anche dovuta alle aspettative enunciate dai vari lavoratori nel corso dei colloqui, che erano interamente rivolte all'auspicata prospettiva di una soluzione della vicenda attraverso l'acquisizione da parte di terzi di quote della società o della totalità della stessa, con un conseguente rilancio. Di conseguenza, molti lavoratori speravano ancora nella possibilità di un rilancio dell'azienda stessa.
Detto questo, nel periodo tra febbraio e giugno 2020, presso l'Assessorato si sono svolti incontri anche con la partecipazione di Finpiemonte e con il management aziendale, volti a illustrare le opportunità delle misure regionali rivolte alle aziende per favorire la reindustrializzazione quindi, da una parte le politiche attive sui lavoratori e, dall'altra, il supporto alla reindustrializzazione del gruppo - e a fornire informazioni utili per accrescere eventualmente la possibilità di acquisizione da parte di terzi. In particolare, è emerso un potenziale interesse per eventuali misure legate all'innovazione e al risparmio energetico, ma non ci sono poi stati riscontri formali da parte dell'azienda.
In data 9 giugno 2020 si sono avviate trattative tra l'azienda e le organizzazioni sindacali per definire un possibile accordo per tutelare i lavoratori. In seguito si è giunti alla sottoscrizione di un accordo tra le parti, che prevedeva, in linea generale con molta sintesi, un piano d'investimenti per la NewCo che avrebbe occupato minimo 128 lavoratori, con il mantenimento dell'anzianità e delle retribuzioni salariali già percepite in precedenza; che i ricavi della produzione della NewCo fossero utilizzati in via primaria per saldare i crediti vantati dai lavoratori nei confronti dell'azienda; che per ventiquattro mesi dall'accordo eventuali nuove assunzioni della NewCo vengano effettuate nel bacino degli ex lavoratori del gruppo, con un incentivo all'esodo del valore di 15 mila euro per i lavoratori che decidessero di avvalersene. Gli esuberi del gruppo Cerutti dopo l'accordo risultavano complessivamente di circa 160 lavoratori, non solo vercellesi, ma diffusi sul territorio.
Successivamente si è costituita, con base operativa presso la sede di Casale, una NewCo, la cui proprietà è in quota parte delle precedenti società del gruppo, e che avrebbe poi dovuto passare a una nuova partnership per la produzione di speciali macchinari volti alla stampa di polimeri che avrebbe consentito il reimpiego di circa 130 lavoratori provenienti in quel caso in prevalenza dalla ex Cerutti Packaging.
Dopo il fallimento, a partire dal mese di ottobre 2020, l'Assessorato ha contattato la curatela fallimentare per avere informazioni in merito a eventuali manifestazioni d'interesse per lo stabilimento di Vercelli offrendo, come sempre, la disponibilità per accompagnare l'azione dei curatori e interloquire con eventuali potenziali acquirenti cui illustrare le misure regionali d'intervento a favore dell'impresa, tra le quali il contratto d'insediamento, ma anche per individuare eventuali ulteriori politiche da mettere in campo e utili alla causa.
La curatela ha formulato l'avviso pubblico, dopo aver ricevuto una manifestazione d'interesse vincolante dalla Bobst, azienda svizzera con sede a San Giorgio Monferrato in Alessandria, e che ha portato a un'asta tra la stessa Bobst e la compagine denominata "Rinascita", con rilanci di entrambe le parti conclusasi in data 15 luglio 2021, con l'aggiudicazione della Bobst come maggior offerente.
Nel mese di settembre 2021 è stato sottoscritto un accordo tra le parti quindi curatela, sindacati e Bobst, che è l'acquirente - cui ha aderito circa il 99% dei lavoratori interessati. L'accordo prevede, in sintesi incentivi per chi non troverà ricollocazione in Bobst (l'azienda aveva previsto l'assunzione di trenta lavoratori ex Cerruti) e l'attivazione della cassa COVID per tutti i lavoratori per un periodo di tredici settimane a datare dal 1° luglio 2021.
All'attualità ci risulta che la curatela abbia presentato la domanda di cassa, inviato le lettere di licenziamento ai lavoratori, presentato la domanda di NASpI, avviato il pagamento degli incentivi di competenza. La Bobst non ha ancora perfezionato le assunzioni previste, ma sta valutando i profili professionali, tant'è che il rogito notarile inizialmente previsto per il 26 ottobre - ecco perché i tempi di risposta all'interrogazione - è stato rinviato dalle parti per effettuare un'ulteriore integrazione documentale.
L'Assessorato, come sempre, segue l'evolversi della situazione ed è pronto ad avviare ulteriori confronti al termine di questa fase, anche con i sindacati, per verificare la possibilità di intervenire con un progetto di politiche attive per i lavoratori non ricollocati e per verificare anche la possibilità di creazione di un'ulteriore cooperativa formata da lavoratori ex Cerruti che operi per conto della Bobst.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 747 presentata da Bertola e Frediani inerente a "Stato di attuazione della legge regionale n. 17/2020 relativamente agli adempimenti previsti dall'articolo 4"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 747.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Buongiorno a lei e buongiorno all'Assessore Icardi.
Questa è un'interrogazione presentata il 17 maggio 2021 e siamo al 2 novembre. Il tema è questo. La legge regionale n. 17/2020 - che arriva da una mia proposta di legge approvata all'unanimità - contiene "Disposizioni concernenti l'istituzione dell'elenco regionale degli operatori socio sanitari e degli enti accreditati per la formazione". All'articolo 4 la legge n. 17/2020 demanda alla Giunta regionale l'adozione di un regolamento che possa disciplinare le modalità di redazione, gestione e aggiornamento dell'elenco, il modello di domande e iscrizione e le modalità di presentazione, le modalità di controllo e le cause di cancellazione, le modalità di comunicazione e d'iscrizione per gli enti di formazione accreditati dalla Regione e corsi attivi sul territorio.
Demandava alla Giunta regionale l'adozione di questo regolamento, previa acquisizione del parere della Commissione consiliare competente.
Alla data in cui abbiamo redatto l'interrogazione ciò non era ancora avvenuto, perché non era passato un anno, ma dieci mesi dall'approvazione della legge. L'articolo 4, come spesso accade, non dà i classici sessanta novanta giorni per attuare, ma ciò non voleva chiaramente dire sine die.
Alla data del 17 maggio non c'era notizia dell'adozione di tale provvedimento, quindi chiedevamo alla Giunta regionale quando intendesse ottemperare alla legge; a maggior ragione lo chiediamo oggi che sono passati, dall'approvazione della legge, quindici mesi, se la matematica non mi tradisce questa mattina.
Noi vorremmo che l'Assessore dicesse: ringrazio il Consigliere per l'interrogazione, noi lo abbiamo fatto, siamo tutti contenti e sereni e ci andiamo a prendere un caffè al bar, visto che, come dicevo, sono passati quindici mesi e questo provvedimento è piuttosto importante.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Bertola per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per tre minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente, e buongiorno al Consigliere Bertola.
In realtà, noi non l'abbiamo ancora fatto, ma c'è una ragione che adesso le spiego.
La legge regionale 22 luglio 2020 "Disposizioni concernenti l'istituzione dell'elenco regionale degli operatori socio-sanitari e degli enti accreditati per la formazione" prevede all'articolo 4, come diceva lei, che la Giunta regionale approvi, previa acquisizione del parere della Commissione consiliare competente e in conformità alle nuove disposizioni in materia di formazione previste dal decreto legislativo n. 13 del 2013 e ecco il punto dolente - al percorso di revisione dell'Accordo Stato Regioni del 2001 in merito all'ordinamento didattico della formazione per i profili professionali socio-sanitari, un regolamento concernente le modalità di redazione e gestione.
A oggi, questa proposta di revisione dell'accordo del 22 febbraio 2001 quindi un accordo molto vecchio, non ha concluso la procedura d'istruttoria (parlo del livello nazionale). È stato approvato in Commissione Salute dove abbiamo lavorato molto sul tema degli OSS, ed è stato trasmesso alla Commissione Nazionale Istruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca, la quale ha proposto alcuni emendamenti al testo, nonché la ripresa del confronto tecnico con i settori interregionali competenti e interessati alla materia quindi sanità, politiche sociali e formazione, con l'obiettivo di condividere un'unica proposta di accordo da discutere con le amministrazioni centrali, per trovare il percorso d'intesa presso la Conferenza Stato-Regioni.
Alla luce di quanto sopra, si segnala che la mancata approvazione dell'accordo di revisione del 2001, così come previsto nella nostra legge dall'intesa Stato-Regioni sulla nuova disciplina di formazione del profilo dell'operatore socio-sanitario, ha impedito, di fatto, l'avvio dei lavori tecnici tra i settori regionali competenti interessati alla materia, quindi sanità, sociale, socio-assistenziale e formazione professionale, proprio per l'adozione di quel regolamento di cui all'articolo 4 della legge 22 luglio 2020, n. 17.
Sarebbe opportuno, anzi, sarebbe obbligatorio attendere dapprima l'approvazione del nuovo accordo di revisione, come citato nella legge stessa nell'articolo 4, quindi l'approvazione del nuovo accordo da parte della Conferenza Stato-Regioni, allo scopo di adottare tutti i provvedimenti normativi in attuazione della citata legge n. 17 conformemente ai contenuti del nuovo accordo, che saranno sicuramente diversi da quello del 2001, che avrà il compito di definire la nuova disciplina di formazione per il profilo professionale dell'operatore socio sanitario.
Considerato il perdurare di tale situazione, tutti gli Assessori regionali competenti in materia cercheranno, attraverso una sollecitazione della Commissione Lavoro, di fare in modo che quest'accordo, questi emendamenti e tutta questa discussione volga al più presto al termine, per avere un'adozione del nuovo regolamento e poter procedere (quindi noi a livello regionale) a redigere sia l'elenco degli operatori socio-sanitari sia l'elenco degli enti accreditati.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 764 presentata da Magliano, inerente a "Casa della Salute Valdese, niente cure odontoiatriche da oltre un anno"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 764.
Prima di dare la parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione ricordo che per le interpellanze è prevista l'illustrazione, da parte dell'interpellante, per cinque minuti; la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e l'eventuale replica dell'interpellante per altrettanti cinque minuti.
Prego, Consigliere Magliano; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente, e ringrazio anch'io l'Assessore per la presenza.
Mi corre l'obbligo di segnalare che è un'interpellanza che avevo presentato il 4 giugno 2021: "Casa della Salute, niente cure odontoiatriche da oltre un anno". Con l'Assessore avevamo già discusso del tema.
A luglio 2017, dopo una chiusura di cinque anni, l'Ospedale Valdese è diventato Casa della Salute: non più un Ospedale, dunque, ma un poliambulatorio dotato di centro prelievi, ambulatorio infermieristico sportello dei servizi sociali, rete oncologica specialistica, chirurgia e altri servizi.
A causa dell'epidemia da COVID-19, le prestazioni odontoiatriche presso la Casa della Salute sono state sospese dai primi di marzo 2020. Dagli inizi di maggio 2020, la Regione Piemonte ha reso possibile la riapertura delle odontoiatrie sia private sia pubbliche, con l'utilizzo delle procedure e delle protezioni adeguate (per la disinfestazione della stanza tra un paziente e l'altro, la vestizione e la svestizione del personale addetto).
Alla fine di maggio 2020, nelle ASL piemontesi (per esempio, Pinerolo e Rivoli) sono riprese le prestazioni di cure odontoiatriche, con tempi più lunghi dedicati a ciascun paziente, a causa delle necessarie disinfezioni prima e dopo la visita.
L'8 settembre 2020, l'Assessore alla Sanità e la Direzione generale dell'ASL Città di Torino annunciavano la riapertura dei servizi di odontoiatria pubblica presso gli ospedali e gli ambulatori con apposito calendario, e cito i vari calendari di riapertura di tutte queste Case della Salute. Questo provvedimento è stato attuato in misura parziale e i pochi ambulatori aperti (corso Corsica e via Monginevro) sono stati chiusi il 3 novembre 2020, in seguito al passaggio a zona rossa del Piemonte. Da tale data, nessun ambulatorio odontoiatrico è stato più riaperto.
Risulta che, a oggi, è possibile programmare visite specialistiche tramite il CUP a eccezione delle cure odontoiatriche. Il problema della riapertura delle prestazioni odontoiatriche non riguarda soltanto la Casa della Salute, ma anche altre strutture nell'ASL Città di Torino; realtà analoghe quali Pinerolo e Rivoli, lavorano a pieno regime già da maggio 2020, fatta salva l'interruzione dello scorso autunno.
A fare le spese di questa situazione sono soprattutto le fasce di utenza con minori possibilità economiche, per le quali accedere alle prestazioni private è economicamente proibitivo, perché ci sono persone che da mesi rinunciano a curarsi e a risolvere i propri problemi odontoiatrici. Questa situazione, inoltre, avrà ripercussioni gravissime sulle liste d'attesa già attualmente molto lunghe, creando una concentrazione di richieste ingigantita da oltre un anno d'inattività.
Dalla nota dell'ASL Città di Torino si apprende: "La riapertura dell'odontoiatria presso la Casa della Salute sta subendo ritardi, rispetto ad altre sedi, a causa di complicati problemi di sanificazione dei 'riuniti' (riuniti che vengono sanificati nelle altre Case della Salute senza alcun problema), cui si è sopperito spostando i pazienti, secondo un'ottica distrettuale, presso la sede di corso Corsica".
Di conseguenza, interpello - il problema era di giugno, magari avete già risolto tutto, a me sono arrivate notizie che qualcosa si è mosso - la Giunta regionale per sapere quando riprenderanno le cure odontoiatriche presso l'ASL Città di Torino e in particolare presso la Casa della Salute di via Silvio Pellico; se i problemi di sanificazione presso la Casa della Salute siano stati risolti; per quale motivo oggi non sia ancora possibile programmare una visita odontoiatrica, non solo nel breve periodo, ma anche nel medio-lungo presso l'ASL Città di Torino, in particolare presso la Casa della Salute, e siano invece consentite altre visite specialistiche.
Nell'aggiornamento di quest'interpellanza, mi viene detto che vengono richiesti dei camici contro il rischio biologico da parte del personale che lavora in odontoiatria. Questo è stato segnalato anche ai dirigenti della struttura stessa. Tale problema, a oggi, risulta non risolto e il personale che è stato inserito per far fronte alle liste d'attesa non è seguito in modo adeguato da chi prima lavorava in quella struttura e il lavoro è aumentato in modo poderoso, anche alla luce delle liste d'attesa.
Mi permetto di evidenziare questo all'Assessore, poiché non ho potuto inserirlo nell'interpellanza perché era di mesi prima. Tuttavia, ci tenevo dirlo a verbale, perché le segnalazioni che mi giungono dagli operatori sono di questa natura.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere interpellanza delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interpellanza "Casa della Salute Valdese, niente cure odontoiatriche da oltre un anno", voglio precisare quanto segue.
L'ASL Città di Torino da gennaio 2021 ha impegnato moltissime risorse disponibili, non solo per contrastare l'infezione del coronavirus attraverso una massiva e onerosa campagna vaccinale presso le sedi vaccinali a domicilio che hanno portato via molto personale nelle RSA nelle comunità per disabili, depotenziando anche, a seguito della ripresa della pandemia nel periodo invernale, le attività di contact tracing e anche di esecuzione dei tamponi per gli operatori e la popolazione (l'ASL Città di Torino, anche fornendo personale del DIRMEI, ha veramente dato un apporto notevole).
C'è da sottolineare come l'attività odontoprotesica si caratterizzi per essere una specialità a maggior rischio di trasmissione del virus, proprio perché è necessario, a supporto del professionista, la presenza di un assistente alla poltrona e c'è una distanza molto ravvicinata rispetto al paziente. I "riuniti", effettivamente è vero, impongono, prima della riapertura e dopo l'interruzione prolungata, un loro campionamento che escluda la presenza di contaminanti patogeni, ma tutto questo è stato fatto ed è stato risolto.
L'attività odontoiatrica e odontoprotesica, comunque, del Distretto sud-est è sempre stata garantita dalle tre sale presenti nel poliambulatorio di corso Corsica, quindi è vero che il Valdese era chiuso, ma è anche vero che il poliambulatorio di corso Corsica sopperiva a tale mancanza.
Tuttavia, dopo aver risolto tutte le tematiche relative, da una parte, ai "riuniti" e, dall'altra, al personale, dal 22 ottobre è stato riaperto.
Faremo delle valutazioni, chiederò anche in merito ai camici, alla luce di quello che lei ha sottolineato, ma l'attività in questo momento è pienamente funzionante.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta e diamo la parola al Consigliere Silvio Magliano per la replica.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Sarò molto più breve.
Ringrazio l'Assessore e chiedo di poter avere la nota via e-mail che ha appena letto.
Che il poliambulatorio di corso Corsica fosse aperto questo è lampante ed evidente, ma ci chiedevamo perché corso Corsica sì e il Valdese no. Le soluzioni erano state trovate per corso Corsica, quindi si era trovata la modalità per poter sanificare in maniera precisa e puntuale i "riuniti" in corso Corsica. Non credo che con la distanza di qualche chilometro le stesse misure non fossero efficaci nella stessa misura (mi permetta un po' d'ironia).
Prendiamo atto che è stato riaperto, la prego però di verificare quanto ho detto rispetto ai camici contro il rischio biologico e la tipologia di affiancamento che può essere fatta ai professionisti che sono rientrati.
Detto questo, mi auguro e prendo atto, lo sappiamo bene tutti, che l'ASL Città di Torino ha dovuto affrontare in maniera poderosa il tema della pandemia, quindi su questo non c'è nulla da dire; c'era questa stranezza della riapertura di Casa della Salute in giro per la nostra provincia e questa che, invece, non riapriva.
Sono soddisfatto della risposta, ma continueremo a valutare con attenzione l'operato in quella struttura. Detto questo, mi auguro che con questa riapertura si possano, di fatto, risolvere tutti i problemi di liste d'attesa, ben sapendo che se uno ha un problema e la lista d'attesa lo porta a una visita o a un intervento dopo parecchi mesi, può scegliere di andare nel privato. Tanti di noi, penso tutti in questa sala, possono scegliere di recarsi da un dentista privato, ma persone che non vivono la nostra condizione non hanno quella possibilità. Sappiamo bene che l'unica chance che hanno è quella di rivolgersi al settore pubblico, ma se il settore pubblico non riesce a intervenire o non è a pieno regime d'intervento, diventa problematico.
In conclusione, sono soddisfatto della risposta e ringrazio l'Assessore per quanto detto in Aula.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per la replica.
Prima di chiudere la sessione, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta sarà trasmesso via e-mail in visione a tutti i Consiglieri e pubblicato in banca dati, dove sarà reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia dei componenti della Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.
Grazie a tutti e a tutte. Alle ore 10, dopo i quindici minuti di areazione il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Buona salute a tutti.



(Alle ore 9.37 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Per la gestione della seduta si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 14 ottobre 2021 n. 159, a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
La verifica delle presenze verrà effettuata mediante chiamata nominale. Le votazioni si svolgeranno attraverso l'introduzione del badge di ciascun Consigliere nell'apposito alloggiamento, con conseguente selezione del tasto presenza e della successiva espressione di voto.
Procedo ora all'appello nominale per la verifica delle presenze.
Ai soli fini dell'appello, comunico che sono in congedo i Consiglieri Carosso, Lanzo, Ricca e Tronzano.
Il numero legale è, pertanto, ventiquattro.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)



PRESIDENTE

Sono presenti quarantadue Consiglieri.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Le chiederei la possibilità di invertire i punti all'o.d.g., portando al primo punto di discussione il disegno di legge n. 156 "Istituzione di un Organismo regionale per il controllo collaborativo (ORECOL)", visto che riguarda in modo particolare la Giunta ed è presente sia il Presidente sia buona parte degli Assessori.
Chiederei, dunque, l'inversione del punto in oggetto, per garantire una buona partecipazione dalla Giunta alla relativa discussione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Nell'organizzazione dei lavori di oggi arriveremo a discutere alcuni ordini del giorno.
Al riguardo, poiché la settimana prossima è convocata l'assemblea dell'ANCI nazionale (inizierà il 9 novembre), c'è un ordine del giorno depositato rubricato al punto 22) dell'o.d.g., di cui chiederei l'anticipazione perché sarebbe utile, visto che è dedicato al tema del Sindaco. Mi riferisco, nello specifico, all'ordine del giorno n. 650, inerente a "Fare il Sindaco è sempre più difficile e rischioso. È urgente richiamare il legislatore a un articolato intervento normativo a tutela di questa funzione fondamentale".
Posto che è convocata l'Assemblea la settimana prossima, chiederei l'anticipazione della discussione su quell'ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cane; ne ha facoltà.



CANE Andrea

Chiedo che sia iscritto all'o.d.g. dell'odierna seduta l'ordine del giorno n. 674, avente a oggetto "Riforma del Catasto".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Chiedo di iscrivere all'o.d.g. dell'odierna seduta l'ordine del giorno n.
677, avente a oggetto "Sugar e plastic tax, misure da ripensare" presentato lo scorso 15 ottobre.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Facendo seguito a quanto richiesto dal collega Avetta, ricordo che è depositato un ordine del giorno legato alla figura dei Segretari comunali sul quale ci sono le firme sia dell'opposizione sia della maggioranza.
Poiché mi pare sia un tema assolutamente dirimente, credo sia necessario sbloccarlo per la buona gestione dei tanti Comuni. Chiederei, se fosse possibile, Presidente, collegarlo e avanzarne la trattazione, affinch l'Aula lo possa votare prima dell'assemblea ANCI.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In realtà, vorrei prendere la parola anche a nome degli altri colleghi di opposizione, per ringraziare lei e l'Ufficio di Presidenza per aver costruito, dopo le nostre aperture, una prima bozza e delle linee guida che credo e spero saranno discusse con le rappresentanze dei nostri dipendenti e con chi, anche in quest'Aula, ha contribuito a realizzare tutte le condizioni in questi difficili due anni per dare un'alternativa anche agile durante la pandemia, e far sì che, come ha dimostrato anche quest'Assise, i lavori continuassero a essere svolti.
Questo ringraziamento però - lo dico sinceramente e vorremmo che, in qualche modo, il Presidente Cirio ci ascoltasse - è un po' anomalo. Perch è vero che esiste un'autonomia di questo Consiglio regionale rispetto alla Regione Piemonte, soprattutto nella costruzione di relazioni sindacali, di obiettivi di lavoro e di qualità dei rapporti fra le istituzioni e i nostri dipendenti. Però, Presidente Cirio, come avrà capito venerdì in un incontro che ha avuto informalmente con i sindacati, noi vorremmo che questi piani venissero presentati dall'Assessore Gabusi prima di tutto nelle relazioni sindacali più opportune.
A questo proposito, Presidente Allasia, come Capigruppo le chiederemmo se intende convocare l'Assessore Gabusi in Conferenza dei Capigruppo invece che dare un'informativa qui, che credo non sia il luogo più idoneo, per dire a che punto è questa vicenda, anche per avere lei stesso e l'Ufficio di Presidenza una copertura, che credo immagino ci debba essere, visto che i dipendenti sono dipendenti di un solo ente, che è la Regione Piemonte.
Credo - lo abbiamo ripetuto - che, anche per preservare gli obiettivi di sicurezza che ancora esistono e anche per far sì che al meglio questa struttura continui ad avere la possibilità dello smart working, la diciamo in modo semplice: bisogna evitare sia le strumentalizzazioni sia un utilizzo anche sbagliato di una retorica che non serve a nessuno. Non c'è nessun ritorno al lavoro, tutti hanno continuato a lavorare, anche nelle difficoltà e spesso con i propri strumenti privati e nelle condizioni anche difficili grazie a quello che, come sapete benissimo, è stato il lavoro agile in questi due anni.
Per questo siamo convinti, Presidente, che la Conferenza dei Capigruppo sia il luogo più giusto in cui l'Assessore Gabusi ci possa raccontare cosa intende fare in questo senso e come - così come hanno fatto tante altre Pubbliche Amministrazioni - si possano valorizzare al massimo gli strumenti che abbiamo messo a disposizione in questi due anni, ma soprattutto il lavoro di tutte e di tutti in piena sicurezza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere una modifica dell'o.d.g. con l'inserimento della mozione che ho appena depositato, inerente a "Indirizzi per la tutela e il risanamento della Valle Dora", considerato che c'è un dibattito aperto rispetto alla proposta della realizzazione di un impianto di termovalorizzazione. Inoltre, c'è il dibattito aperto rispetto a tutta quella che è la filiera e la gestione dei rifiuti e lo stesso Presidente Cirio nelle passate settimane ha dichiarato che la Valle Dora ha già dato molto, se non troppo, in termini di bilancio ambientale.
Chiedo, pertanto, di poter inserire quest'ordine del giorno che, ripeto s'intitola "Indirizzi per la tutela e il risanamento della Valle Dora" all'o.d.g. odierno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni.
Il suo Gruppo però ha già richiesto una modifica.



PREIONI Alberto

Volevo chiedere di anticipare un nostro ordine del giorno, al posto di un altro sempre a nostra firma...
No, non si può. Grazie.



PRESIDENTE

Se vuole, può lasciarlo a verbale, oppure se trova poi un'intesa.
Chiedo se si può procedere all'accoglimento delle richieste senza metterle in votazione.
Faccio un breve sunto. È stata avanzata la proposta del Consigliere Ruzzola di discutere prima il disegno di legge n. 156 per l'istituzione dell'ORECOL e poi la proposta di deliberazione n. 136.
Il Consigliere Avetta ha chiesto l'anticipazione dell'ordine del giorno n.
22, inerente alle funzioni fondamentali dei sindaci e delle amministrazioni comunali.
Il Consigliere Cane ha chiesto l'inserimento all'ordine del giorno n. 674.
Il Consigliere Riva Vercellotti ha chiesto l'inserimento dell'ordine del giorno n. 677.
Il Consigliere Magliano ha chiesto di anticipare l'esame dell'ordine del giorno inerente alla figura dei Segretari comunali.
Il Consigliere Sacco ha chiesto l'inserimento della mozione su Valle Dora.
Infine, il Consigliere Grimaldi è intervenuto sull'ordine dei lavori sulla questione dello smart working in Consiglio regionale e in Giunta.
Ricordo, a tal proposito, che le due strutture legislative esecutive hanno piena autonomia e indipendenza gestionale con una differenza di lavoro delle due strutture. Oggi il Consiglio regionale, l'Ufficio di Presidenza e il sottoscritto non hanno derogato null'altro che quello che concede oggi la legge dello Stato italiano. Perciò potremmo, vista la presenza della Giunta, sentire direttamente il Presidente Cirio o l'Assessore Gabusi in Commissione o nella Conferenza dei Capigruppo. Sentiremo l'Assessore Gabusi se è disponibile per la prossima Capigruppo a venire a interloquire sullo smart working per gli Uffici della Giunta.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g. e all'inversione di punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Hanno chiesto congedo Carosso, Lanzo, Ricca e Tronzano.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 6, 7, 20 e 21 ottobre 2021.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Controlli amministrativi: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 156, inerente a "Istituzione di un Organismo regionale per il controllo collaborativo (ORECOL)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 156, inerente a "Istituzione di un Organismo regionale per il controllo collaborativo (ORECOL)", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Comunico che il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione l'11 ottobre 2021.
Relatore è il Consigliere Nicco, che ha facoltà di intervenire per un massimo di quindici minuti.



NICCO Davide, relatore

Grazie, Presidente, ma ne utilizzerò molti di meno.
Il presente disegno di legge mira a rafforzare il sistema dei controlli interni della Giunta regionale, previsto dalla legge regionale 11/4/2001 n. 7, e dei relativi provvedimenti attuativi mediante l'istituzione dell'Organismo regionale per l'attività di controllo, più brevemente definito ORECOL.
Esso persegue i seguenti obiettivi: una maggiore efficienza ed efficacia della Pubblica Amministrazione, soprattutto nei termini d'innalzamento della produttività e qualità delle attività amministrative; la promozione di forme di accontability interna ed esterna e la trasparenza e l'integrità nelle amministrazioni pubbliche.
In particolare, l'istituzione del citato organismo, che ha natura collaborativa, opererà al fine di verificare il corretto funzionamento delle strutture organizzative della Giunta regionale, di valutare l'efficacia del sistema dei controlli interni, anche attraverso un'attività di vigilanza sulla trasparenza e regolarità della procedura di affidamento di lavori, servizi e forniture, nonché sull'esecuzione dei contratti stipulati dalle strutture regionali e dagli organismi in house e in controllo regionale.
Il testo del disegno di legge n. 156, nel corso dell'iter in I Commissione è stato oggetto di quattro emendamenti. È stato, inoltre, sottoposto al parere consultivo della Commissione permanente per la promozione della cultura della legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi, la quale si è espressa, in data 5 ottobre 2021, con un parere favorevole all'unanimità suggerendo due proposte emendative (poi depositate formalmente in I Commissione), finalizzate a meglio precisare gli elementi attuativi attraverso cui la suddetta Commissione potrà svolgere il ruolo a essa attribuito dal disegno di legge in oggetto.
Il disegno di legge, nel testo licenziato dalla I Commissione, si compone di sette articoli.
L'articolo 1 individua l'oggetto dell'intervento normativo e le finalità perseguite sopra esposte.
L'articolo 2 disciplina la composizione e la modalità di costituzione dell'ORECOL, quale Organismo indipendente di controllo interno, connotato da indipendenza funzionale, di giudizio e di valutazione, composto da cinque membri esterni all'amministrazione regionale, di cui tre nominati dal Consiglio regionale e due nominati dalla Giunta regionale.
L'articolo 3 disciplina le funzioni del nuovo Organismo regionale per le attività di controllo e, in particolare, la definizione degli indirizzi e le linee guida dei sistemi di controllo interno e delle funzioni di audit della Giunta regionale e degli organismi in house e in controllo regionale oltre a fornire indicazioni in merito alle metodologie e alle procedure adottate, rispetto all'individuazione e valutazione dei rischi di corruzione effettuate nei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, favorendo il necessario coordinamento tra le diverse attività di controllo in ambito regionale. Viene, altresì, previsto che l'ORECOL relazioni annualmente al Consiglio regionale e alla Giunta regionale in ordine allo svolgimento delle funzioni a esso attribuite evidenziando le eventuali criticità e irregolarità riscontrate.
L'articolo 4 disciplina il raccordo dell'ORECOL con il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza della Giunta regionale con l'Organismo indipendente di valutazione della performance, con il Collegio dei Revisori dei Conti, oltre a prevedere la promozione di attività di collaborazione con la Corte dei Conti, previa apposita intesa stipulata con la Regione.
L'articolo 5 prevede che l'ORECOL, per lo svolgimento delle proprie funzioni, si avvalga di una struttura organizzativa da istituire con apposito provvedimento della Giunta regionale, mentre l'organizzazione e il funzionamento della stessa vengono demandati all'approvazione di apposito regolamento interno.
L'articolo 6 dispone in merito alle indennità spettanti ai componenti dell'Organismo e l'articolo 7 contiene la norma finanziaria.
Il provvedimento definitivo è stato licenziato dalla I Commissione permanente in data 11 ottobre 2021 ed è rimesso ora all'Aula per la definitiva approvazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al relatore di minoranza, Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio, relatore

Grazie, Presidente.
Anch'io userò meno tempo di quello che mi è concesso come disposizione per la relazione.
Il disegno di legge n. 156 riguarda l'istituzione di un Organismo regionale per il controllo collaborativo (ORECOL) ed è un disegno di legge redatto sulla scorta di quanto già avviene in altre Regioni (in particolare, si notano fortissime somiglianze del testo rispetto alla legge adottata nella Regione Lombardia).
Il disegno di legge consta di sette articoli.
Nel primo, vengono definiti oggetto e finalità di quest'organismo.
L'articolo 2 riguarda la costituzione dell'ORECOL, come vengono nominati i componenti (una parte dei componenti sono nominati direttamente dal Consiglio regionale e altri dalla Giunta).
L'articolo 3 parla delle funzioni dell'organismo.
L'articolo 4 spiega il raccordo con altri organismi di controllo.
L'articolo 5 descrive la sua organizzazione.
L'articolo 6 specifica l'indennità spettante ai componenti dell'ORECOL e infine, nell'articolo 7 è contenuta la norma finanziaria.
Di fronte a un provvedimento del genere, mi sono approcciato con opinioni differenti. Ero e sono anch'io un po' combattuto, perché, da una parte, non si può non riconoscere l'attenzione verso il tema della trasparenza e legalità con l'istituzione di un organismo di questo tipo, così come esiste già, ad esempio, in Lombardia, per cui certamente le finalità di questo organismo non possono non trovare il nostro favore. Dall'altra parte, c'è un po' la sensazione che si voglia portare avanti il discorso della semplificazione come uno slogan, applicando semplificazioni normative dove forse non servirebbero, e che si continui a creare delle strutture.
Questa è la sensazione che abbiamo dall'operato di questa Giunta regionale a quasi metà legislatura. Come sempre, sono importanti i provvedimenti normativi e le leggi, ma poi occorre vedere come si applicano, perch spesso, tra il dettato della legge e l'applicazione passa del tempo e anche le modalità di applicazione non sono poi così attente.
Pertanto, ci poniamo di fronte a questo disegno di legge con un atteggiamento in parte di fiducia, ma anche di grande attenzione.
Siamo poi intervenuti come Commissione legalità, che ho l'onore di presiedere, perché c'erano e ci sono articoli del disegno di legge che coinvolgono le competenze della Commissione legalità. Abbiamo inteso presentare, anche con la collaborazione degli Uffici del Consiglio regionale, due emendamenti in Commissione legalità (poi approvati in modo unanime), che vanno a meglio definire queste competenze. Questo perché il comma 2 dell'articolo 3, dove vengono definite le funzioni dell'ORECOL diceva: "Le funzioni sono svolte secondo il Piano annuale delle attività redatto anche sulla base di indirizzi forniti dalla Commissione consiliare competente in materia di legalità e in coerenza con le previsioni del Piano triennale di prevenzione, corruzione e trasparenza".
Abbiamo inteso chiarire meglio le competenze della Commissione, modificando il comma 2 in "redatto anche sulla base degli indirizzi forniti dalla Commissione consiliare competente e anche sulla base di indirizzi forniti dalla relazione annuale di cui al comma 5". La Commissione, quindi, darà il suo indirizzo, ma dopo aver ricevuto e sentito la relazione annuale dell'attività dell'ORECOL, in modo che tale attività d'indirizzo si possa collegare all'attività che l'organismo ha avuto l'anno precedente.
Certamente il primo anno sarà più difficile dare degli indirizzi perché non c'è uno storico, ma poi a regime sarà molto più agevole.
Un altro emendamento approvato in Commissione, che ha modificato il testo presentato dalla Giunta, è quello che al comma 2, dell'articolo 5 definisce meglio le Commissioni competenti. Quando si dice "sentito il parere alla Commissione consiliare competente in materia di legalità", noi abbiamo ritenuto di estendere il novero delle Commissioni competenti su quell'argomento, perché certamente è competente la Commissione legalità ma parlando di organizzazione degli Uffici, pensiamo che le Commissioni consiliari competenti debbano essere anche altre, in particolare la I, ma anche la VII Commissione. Anche lì la Commissione legalità ha migliorato il testo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore agli affari legali

Grazie, Presidente.
Ringrazio intanto i Consiglieri relatori che hanno correttamente presentato questo testo, che è stato voluto in modo convinto da tutta la Giunta, in particolare dalla Presidenza.
Con questo disegno di legge, abbiamo scelto di raccogliere un appello davvero importante che da diversi mesi risuonava da parte di tutti i soggetti istituzionali deputati al mantenimento della legalità e al rispetto delle leggi. Dai vertici della Magistratura, sia contabile sia penale, fino al mondo anche che, da un punto di vista culturale, combatte per salvaguardare lo svolgimento dell'attività istituzionale ma soprattutto, l'attività della cosa pubblica - soprattutto quella che presenta dei profili di natura finanziaria - dai tentativi d'infiltrazione della malavita organizzata che sappiamo essere, comunque, un rischio sempre forte in territori anche come il nostro che, ahimè, abbiamo scoperto essere decisamente infiltrato.
Il controllo collaborativo, sostanzialmente quello interno, presenta da un lato, come avrete potuto leggere dal testo, profili di assoluta autonomia e indipendenza dei componenti che svolgeranno questa funzione ma, dall'altro anche il fatto che sia un controllo in itinere e, quindi, non successivo all'azione amministrativa, bensì concorrente alla formazione degli atti amministrativi e, aggiungo, soprattutto allargato anche agli organismi in house. In un sistema istituzionale, che ormai è sempre più decentrato in termini di attribuzione di competenze a società partecipate, a fondazioni e a enti strumentali, sicuramente prevedere, come hanno già fatto anche altre Regioni, un organismo che vigili sulla correttezza amministrativa di tutte queste componenti, sicuramente è una garanzia del rispetto della legalità da parte della Regione Piemonte in tutte le sue articolazioni e in tutti i suoi aspetti più operativi.
Guardate, non è casuale l'urgenza con cui il Presidente Cirio e la Giunta hanno deciso di portare avanti, anche in un clima di concordia e di massima partecipazione senza alcuna forzatura di passaggio d'Aula, questo disegno di legge in questa tempistica urgente. Sappiamo benissimo che il futuro ci ha prospettato delle sfide avvincenti, delle sfide che presentano l'impiego di risorse davvero importanti: penso al PNRR, che chiaramente concerne fondi che arrivano dal Governo centrale, pur di origine europea, ma anche al futuro settennato dei fondi strutturali europei, che porranno questa Regione nelle condizioni di mettere in campo delle leve di ripresa economica davvero importanti, in collaborazione con tutte le autonomie locali del territorio.
Dotarci di un organismo di esperti che affianchi la Giunta regionale, gli Uffici della Giunta regionale e tutti gli enti strumentali e gli organismi in house per riuscire a mettere in campo un'azione amministrativamente efficace, ma contemporaneamente rispettosa al 100% della legalità, coniuga le esigenze di un'azione politica che è davvero concretamente apprezzabile dai cittadini nella loro quotidianità, ma che non indugia minimamente in alcun minimo compromesso con quello che è il rispetto assolutamente cristallino di tutte le normative in vigore.
Guardate, davvero auspico che questo testo di legge raccolga il massimo consenso trasversale. È stato aperto a modifiche migliorative anche nei passaggi in Commissione legalità, che ha sicuramente prodotto un contributo propositivo apprezzabile, anche se resta chiaramente aperto ad altre modifiche migliorative. Chiaramente, importante è salvaguardarne lo spirito.
Preciso, in conclusione, che non c'è alcuna intenzione di ridondanza organizzativa, perché è vero che esistono già altri organismi di controllo interno, menzionando uno che è stato evocato nei passaggi di Commissione ovvero il Nucleo Interno di Valutazione, che in particolare ha il compito di fissare nel dettaglio i criteri di valutazione, soprattutto delle performance, quindi la correttezza dei processi nell'utilizzo dei premi per esempio, della metodologia di graduazione delle posizioni dirigenziali e non, correlate al sistema retributivo. Questa è chiaramente tutta un'altra cosa e lo si può evincere anche nei requisiti per i soggetti che lo andranno a comporre.
Nel caso dell'ORECOL, si parla di riconosciuta esperienza nel settore pubblico e privato, di accertate competenze nelle materie di controllo e di regolarità amministrativa e contabile, di analisi del rischio, di analisi dei processi ai contratti pubblici, di analisi e organizzazione dei sistemi sanitari, di diritto amministrativo, costituzionale, civile e penale. Per contro, per esempio, nel Nucleo Interno di Valutazione si richiede la comprovata esperienza in management e valutazione della performance organizzazione e valutazione del personale e controllo di gestione.
È un organismo nuovo, è un organismo utile, mi viene da dire che è un organismo essenziale in questa particolare congiuntura storica per poterci a fine legislatura, voltare indietro ed essere con la coscienza a posto per aver impresso l'impegno massimo possibile per garantire il massimo impegno di legalità e di rispetto delle normative nella nostra quotidiana azione politica.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti i colleghi.
Sicuramente, giudico positivamente l'attenzione che si vuole rivolgere al contrasto alla corruzione. Tuttavia, su questo disegno di legge nutro qualche perplessità, che ho trasformato in emendamenti che sottoporrò alla discussione.
In Italia, nel settore privato gli strumenti preventivi alla corruzione sono stati introdotti a partire dalla legge 231/2001, mentre nel settore pubblico, in attuazione a quelle che sono le convenzioni internazionali in materia di contrasto alla corruzione, sono stati introdotti dalla legge che immagino tutti conosciamo, che è la 190/2021, "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella Pubblica Amministrazione".
C'è un Piano nazionale anticorruzione che individua quelle che sono le attività, i settori e gli uffici esposti a quello che potrebbe essere il rischio di corruzione; che prevede obblighi d'informazione nei confronti del responsabile della prevenzione della corruzione; che definisce le modalità di monitoraggio del rispetto delle prescrizioni e definisce altresì, le modalità di aggiornamento dello stesso.
Il suddetto Piano rappresenta lo strumento attraverso il quale l'Amministrazione organizza e regole un processo destinato a formulare una strategia di prevenzione del fenomeno, quindi è un processo di gestione del rischio di corruzione, che prevede in ogni singola Amministrazione tre macro fasi: l'analisi del contesto di riferimento, la valutazione del rischio e il conseguente trattamento del rischio stesso.
La guida di gestione è un sistema di anticorruzione che è definito a livello mondiale dalla norma ISO 37001, nota come "Sistemi di gestione per la prevenzione della corruzione", e grazie anche ai chiarimenti forniti da ANAC, ogni ente pubblico deve avere un servizio interno responsabile dell'anticorruzione, cosa di cui la Regione Piemonte si è dotata con una struttura apposita denominata "Settore Trasparenza e Anticorruzione", le cui finalità possono essere consultate sul sito web.
Come ho detto, giudico positivamente questo impegno, ma quasi ogni giorno sentiamo dichiarazioni reboanti in termini di semplificazione e di sburocratizzazione nella Pubblica Amministrazione, mentre oggi siamo qui a discutere della creazione di un nuovo organo consultivo, che prevede costi di struttura e costi strumentali. Non ne faccio solo una questione economica, perché se calasse l'attenzione sulla corruzione i danni che ne deriverebbero sarebbero ben superiori a quelli che potrebbero essere i costi descritti in questo disegno di legge. Tuttavia, non possiamo non sottolineare che si tratta di una struttura che dovrebbe già essere operativa. Per colpa mia non ho potuto partecipare ad alcune sedute di Commissione, però mi piacerebbe sapere, rispetto a una serie di punti che sono fondamentali in questo processo di gestione, a che punto siamo. Di seguito, alcuni punti su cui vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula.
La trasparenza rappresenta una delle misure di maggior impatto in materia di anticorruzione, intesa come accessibilità totale dei dati e dei documenti detenuti dalle Pubbliche Amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche.
I codici di comportamento adottati dalle Pubbliche Amministrazioni, dalle loro controllate e partecipate costituiscono una misura di prevenzione di quelli che potrebbero essere dei fenomeni di corruzione. Questo strumento assume peculiare importanza, in quanto le norme in esso contenute regolano il rispetto dei doveri costituzionali, di diligenza, di lealtà e d'imparzialità.
Le procedure di rotazione: la rotazione del personale all'interno delle Pubbliche Amministrazioni è stata introdotta come misura di prevenzione all'articolo 1, comma 4, lettera e) della legge 190/2012. In particolare le Pubbliche Amministrazioni devono definire e trasmettere all'ANAC le procedure per selezionare e formare i dipendenti chiamati a operare in quelli che sono i settori particolarmente esposti al rischio di corruzione.
C'è poi la gestione del conflitto d'interesse: il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto d'interesse, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale.
La gestione delle commissioni di gara: al momento dell'accettazione dell'incarico, o in una fase antecedente, i commissari di gara devono dichiarare l'inesistenza delle cause d'incompatibilità o di astensione. In particolare, occorre che non sussistano cause d'incompatibilità di cui all'articolo 77, comma 4 del Codice dei contratti.
La protezione dei testimoni (importantissimo punto): l'Italia ha introdotto nel proprio ordinamento norme a tutela delle persone che segnalano condotte illecite. Le condotte illecite di cui il dipendente sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro possono essere inviate al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, ove si sia verificata una presunta condotta illecita.
Veniamo, poi, alla prevenzione del pantouflage, meglio conosciuto come "camuffamento": esiste un vincolo per tutti i dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle Pubbliche Amministrazioni a non poter svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto con il pubblico impiego, attività lavorativa e professionale presso i soggetti privati destinatari di attività della Pubblica Amministrazione svolti attraverso i medesimi poteri.
Gli emendamenti che ho presentato riassumono un po' le considerazioni test esposte.
Spero veramente che siano valutati con la massima attenzione. Siamo aperti alla discussione, però crediamo che si possa creare una sorta di conflitto d'interesse tra l'organo vigente, quello del settore regionale, e il comitato esterno.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Oggi ci accingiamo a votare l'istituzione dell'Organismo regionale per il controllo collaborativo (ORECOL).
È sicuramente un passo avanti che andiamo a fare nella direzione della trasparenza, della chiarezza amministrativa, del monitoraggio, del controllo e, quindi, di riflesso, della qualità di questa legislatura.
Se andiamo a scavare nel nostro Statuto regionale, agli articoli 47 e 48 si cita espressamente la necessità di un controllo sulla qualità degli atti che la legislatura va a produrre. Credo, quindi, che ORECOL sia una notevole e importante opportunità, affinché quelle centinaia di delibere e di provvedimenti che vengono redatti, vengano curati nel modo più corretto e preciso possibile, in ottemperanza alle normative vigenti che, come sappiamo, sono difficili da interpretare, anche per la loro continua mutevolezza. Pertanto, bisogna prestare una precisa attenzione a quelle che sono le formulazioni giuridiche e muoversi in linea con esse, tenendo anche conto che ci accingiamo a gestire il settennato 2021-2027, nel quale andremo a impegnare decine di milioni di euro sul territorio regionale.
Questo dovrà essere fatto nel modo più limpido e trasparente possibile.
Pertanto, avere un organismo terzo che possa monitorare ed effettuare quell'attività di auditing diventa necessario per prevenire quelli che potrebbero essere dei rischi che andrebbero a pesare sulla legislatura. Non dimentichiamo che la legge n. 33/2013 impegna le pubbliche amministrazioni e quindi anche la Regione Piemonte, a ottemperare ai piani triennali anticorruzione. Questo vale per la Regione Piemonte così come per le nostre partecipate. È quindi necessario che un organismo terzo ci aiuti a prevenire i rischi che potrebbero insorgere.
Leggendo il disposto di legge all'articolo 2, i requisiti per far parte di ORECOL sono estremamente selettivi e severi, per cui rendono quest'organismo, una volta che sarà costituito, realmente indipendente e terzo. Questo è un requisito fondamentale affinché ORECOL possa funzionare bene e darci le risposte per le quali è stato concepito. Dovrà sicuramente raccordarsi con quelli che sono i custodi dei conti finanziari della Regione, quindi i Revisori dei conti e la Corte dei Conti. Per questo avere un organismo di questa tipologia che sia costituito da persone competenti e indipendenti non potrà che far bene al lavoro che sta facendo e che continuerà a fare la Giunta regionale e farà bene sicuramente all'intera legislatura. Noi, come Gruppo Fratelli d'Italia, siamo i primi a dire che dobbiamo essere in prima linea a combattere in ogni modo la corruzione e le infiltrazioni clientelari e, di riflesso, andare a migliorare la qualità degli atti normativi.
Concludo, Presidente, annunciando il voto positivo di Fratelli d'Italia citando, con una battuta, un vecchio detto che recita "quattro occhi vedono meglio di due". È un detto sempre attuale e, come succede spesso per i vecchi detti, contiene indicazioni ottime per il passato, ma anche per il presente e per il futuro.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo in merito alla proposta di costituzione di ORECOL.
Crediamo che sia un passaggio importante e fondamentale per quello che i colleghi hanno ben rappresentato. È uno strumento che, in particolare in questo momento storico, come bene ha dichiarato l'Assessore Marrone, è utile proprio per alzare la guardia e per costruire le condizioni migliori rispetto all'arrivo dei fondi europei, ma non solo. Molte realtà istituzionali e associative pongono e hanno posto l'attenzione a questa fase importante. Pertanto, avere uno strumento in più è sicuramente utile soprattutto se è uno strumento che ha nei suoi obiettivi quello del controllo, della verifica e dell'attenzione proprio sul tema degli appalti ma non solo.
Però fatemi fare un passaggio in più e lo faccio soprattutto perché è presente il Presidente Cirio. Tutti gli strumenti, Presidente, sono utili ma servono a poco se poi non sono alimentati dalla voglia di occuparsene di animarli, di portarli avanti e di farli funzionare. Nel nostro Paese, al riguardo ci sono molte leggi: pensiamo al Codice etico che era uscito bipartisan dalla Commissione parlamentare antimafia; pensiamo ad alcuni codici che proprio lei aveva citato all'inizio di questa legislatura che arrivavano dall'esperienza importante e straordinaria al Parlamento europeo.
Abbiamo oggi l'occasione di ribadirle, Presidente, che anche questo strumento, che è utile, deve però essere animato, dev'essere sviluppato dev'essere semplicemente attuato, altrimenti, come capita spesso in questo Paese, delle buone leggi rimangono su carta, perché poi il personale politico o anche amministrativo fa fatica a mettere tra le priorità della propria azione pubblica, amministrativa e legislativa il fatto di costruire e di animare strumenti del genere.
Lo dico perché ormai siamo quasi a metà di questa legislatura e ricordo alcuni buoni propositi che la Giunta e il Presidente Cirio avevano fatto in quest'Aula. Ad esempio, dopo il caso Rosso o dopo alcune notizie emerse rispetto all'infiltrazione della 'ndrangheta e di alcune famiglie di 'ndrangheta all'interno del tessuto economico della nostra Regione, c'erano stati degli ottimi propositi.
Dobbiamo avere la capacità, Presidente, di cambiare marcia, di mettere la quinta e anche la sesta, dipende da quale macchina si ha. In questo senso ci ricordiamo molto bene quando a un certo punto in Aula si era annunciato anche un bel piano di formazione. Io sono d'accordo con l'Assessore Marrone: se dobbiamo avere maggiore capacità per evitare le infiltrazioni questo passa, cari colleghi, nel costruire percorsi di formazione non solo per il personale politico, ma forse e soprattutto per il personale tecnico per gli uffici, per i livelli amministrativi.
Costruire un grande piano di formazione, come detto in alcuni documenti e in alcuni annunci anche del Presidente Cirio, credo che sia oggi una decisione non più rinviabile. Noi siamo qui per darle una mano. Il collega Bertola l'ha detto molto bene: la Commissione legalità è uno strumento.
Così come lo è l'adesione - la cito a titolo di esempio - rinnovata ad avviso pubblico di cui lei è referente, insieme al sottoscritto e al collega Perugini (che ringrazio) di costruire un piano sul livello regionale della formazione in particolare, come hanno fatto in Veneto piuttosto che in Toscana: un Piano regionale sulla formazione di quei dipendenti che si occupano proprio del livello della sanità pubblica, degli atti e degli appalti inerenti, in particolare, la sanità pubblica. Oggi più che mai, è elemento fondamentale e non più rinviabile.
Dato che venerdì abbiamo sentito che arriveranno i primi fondi e i primi milioni sul nostro territorio, occorre accelerare quel percorso disponibili, insieme all'Assessore Marrone, al Presidente Cirio e al collega Perugini a lavorare su quel Piano, su questo nuovo strumento che andremo ad approvare e sui cui, come dichiaro da subito, il Gruppo del Partito Democratico voterà a favore.
In questo senso, occorre un'animazione reale, un'applicazione reale di quello che oggi andiamo ad approvare, di quello che questo disegno di legge ci obbliga, fortunatamente e meno male, a fare per i prossimi mesi e per i prossimi anni.
Per questa ragione, e termino Presidente, scusandomi per il last minute depositerò un emendamento all'articolo 3, comma 1, aggiungendo la lettera h) (ovviamente, mi sono confrontato sia con l'Assessore Marrone sia con il relatore di maggioranza), dove inseriamo, all'interno dell'ORECOL, la possibilità di collaborare, proprio su queste funzioni, con realtà associative competenti in materia e autorevoli a livello nazionale.
Ovviamente non facciamo riferimento, grazie agli Uffici che mi stanno aiutando, ad Avviso Pubblico, ma a tutte quelle realtà istituzionali e non per portare a compimento, entro la fine di questa legislatura, questo grande Piano di formazione e quest'aumento dell'attenzione, in particolare sugli appalti. Ecco perché crediamo che sia fondamentale questo lavoro e questo disegno di legge, però dobbiamo avere la capacità di applicarlo, di portarlo a termine e di metterci persone e risorse, per far muovere questo strumento dell'ORECOL e far vedere ai piemontesi che in questo territorio c'è attenzione per alzare i muri rispetto all'infiltrazione delle illegalità in generale e della criminalità organizzata.
Crediamo che in questo momento storico sia elemento ancora più importante e da mettere in testa all'agenda politica e istituzionale della nostra Regione Piemonte e del nostro Consiglio. Se così non fosse, sarebbe un problema. Noi vogliamo una Regione all'avanguardia da questo punto di vista e, come negli altri anni è capitato, lavorare bipartisan per questi due anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Vorrei sottolineare l'importanza di un disegno di legge che va nella linea della trasparenza e della legalità, linea che ha contraddistinto il nostro mandato con l'approvazione della Commissione legalità. Pertanto è possibile, in un momento storico come questo, vedere la Giunta intervenire in maniera intensa rispetto ai fondi che arriveranno dal PNRR (nell'ordine di miliardi di euro) per tutta la programmazione europea che partirà.
L'abbiamo detto e lo sappiamo: ci sono i due anni di riconferma dei vecchi bandi, a causa della pandemia COVID, però c'è tutta la programmazione che procede.
Dotarsi, quindi, di un'attività di controllo interno che controlli le delibere, la documentazione e dia anche consigli per evitare qualsiasi lato oscuro e qualsiasi negatività, è assolutamente positivo.
Questo testo ha avuto l'unanimità della Commissione legalità e ci vede assolutamente favorevoli, soprattutto per il momento storico che viviamo un periodo drammatico che ha sconvolto le nostre vite, ma topico rispetto all'avanzata di risorse e a quelle che avremo a disposizione nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Oltretutto, sappiamo che queste risorse vanno spese in pochi mesi e in pochissimi anni, per cui occorre essere, da un lato, veloci e avere una gestione delle risorse snella e rapida, come vediamo molte volte, anche con invidia, in tanti Stati europei; dall'altro avere trasparenza, legalità e l'aiuto di figure in house, ma terze, che possano tenere tutto nell'alveo della legalità, anche dal punto di vista della Corte dei Conti e del bilancio.
Questa Regione è uscita da pochi anni dal Piano di rientro della sanità quindi sa sulla propria pelle cosa vuole dire avere i conti sbilanciati quanto è doloroso trovarsi in un Piano di rientro, avere una gestione commissariale e non avere competenze e gestioni autonome. Quegli anni ce li lasciamo alle spalle ed è bene l'approvazione di ORECOL, un organismo che può dare una mano a questa maggioranza, alla Giunta e all'intero Piemonte per avere il massimo della trasparenza quando si gestiscono miliardi di euro in risorse dei cittadini piemontesi, italiani ed europei.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un breve intervento, ovviamente per pronunciare il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia a questo disegno di legge.
Le finalità di quest'organismo sono state ampiamente esplicitate e illustrate sia nella relazione di maggioranza e di minoranza, sia negli interventi che mi hanno preceduto in quest'Aula e non solo. Ritengo opportuno soffermarmi sul fatto che stiamo istituendo un organismo non in ottemperanza di qualche altra norma nazionale, ma in virtù di una proposta della Giunta - e credo questo sia un valore aggiunto - di costituirlo. Non saremmo obbligati a istituirlo, per cui la volontarietà dell'organismo per fare un autocontrollo che, come viene indicato nella legge stessa, sarà di tipo collaborativo.
Credo stia qui l'importanza del provvedimento: creare un'autogestione, un autocontrollo in cui gli stessi organismi interni siano disposti e disponibili a mettersi a confronto con persone esterne che verificheranno la correttezza degli atti che vengono fatti, in questo caso in modo particolare dalla Giunta, con le funzioni di controllo delle strutture organizzative della Giunta, dell'efficacia dei sistemi di controllo interni, piuttosto che della regolarità degli appalti che la Giunta stessa fa, piuttosto che i piani di prevenzione della corruzione e quant'altro.
Oltre a quello che è già stato detto da tutti i colleghi, credo che l'aspetto fondamentale e importante sia quello che la Giunta abbia scelto in modo autonomo di creare un organismo di autocontrollo senza che questo fosse stato imposto, ma come valore aggiunto per ottemperare non solo negli annunci, ma per cercare concretamente di darsi uno strumento che possa essere utile ed efficace a migliorare gli strumenti e a controllare gli atti interni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ruzzola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Perugini; ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Intervengo perché il collega Sarno mi ha coinvolto e perché è stato chiesto alla nostra parte politica di essere proattivi rispetto alla prospettiva dell'approvazione della legge che istituisce ORECOL.
Da parte nostra, non può che esserci disponibilità per tutta una serie di motivi, che partono, innanzitutto, rispetto a quest'Assemblea - e lei Presidente, lo può confermare - con l'istituzione della Commissione permanente per la cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi. Primo atto significativo di salvaguardia, tutela, cura e protezione della spesa pubblica e, perché no, anche della legiferazione da parte di quest'Aula.
In secondo luogo, per fare alcune piccole considerazioni che spero siano sottoscritte e probabilmente anche rafforzate con il voto (questo perch auspichiamo che sia un voto assolutamente unanime dell'Aula).
Negli interventi precedenti qualcuno ha detto che è un testo abbastanza sovrapponibile a quello di un organismo paritetico della Regione Lombardia.
È vero, perché poi i contenuti e gli obiettivi non possono che avere lo stesso significato quando si svolgono le stesse attività e nel perimetro delle autonomie delle diverse Regioni. Per contro, però, questo significa che oggi quest'Amministrazione regionale sta recuperando un gap del passato, perché la Regione Lombardia lo ha istituito nel 2018-2019 (non ricordo esattamente, ma credo di non sbagliarmi) e la Regione Veneto nel 2017.
Oggi la Regione Piemonte con l'Amministrazione Cirio sta recuperando qualcosa che non è stato fatto. Non appena si è riusciti a tirare un sospiro di sollievo o a rallentare un attimo la morsa sulla pandemia, che non è ancora terminata, ci si è occupati di quest'attività legislativa che ha un significato davvero molto importante per la protezione, tutela e salvaguardia della spesa pubblica che interverrà in Piemonte.
È già stato detto da molti che il PNRR porterà molte risorse di provenienza europea, ma se guardo al mio territorio, alla zona del Novarese, noi abbiamo anche la Città della Scienza e della Salute e sono di nuovo risorse pubbliche impiegate, c'è già un'importante attività di salvaguardia per evitare infiltrazioni e oggi, a maggior ragione, si aggiunge anche quest'organismo che probabilmente potrà mettere, tra i vari vocaboli del suo dizionario, anche quello dei protocolli con non solo delle associazioni (ho sentito prima parlare di un emendamento in tal senso), ma anche di quegli organismi nazionali che già svolgono un'attività dove nella filiera istituzionale, ferma la nostra autonomia, potranno certamente rafforzare e mettere in campo gli anticorpi necessari.
Sempre guardando al Novarese, penso proprio all'incrocio del territorio alla Genova-Rotterdam piuttosto che alla Lisbona-Kiev; un territorio dove ci sono importanti insediamenti di logistica; una logistica differente dal classico deposito perché lì le merci, in questo incrocio, si fermano e vengono trasformate, ma ci sono tanti soldi, non solo privati, anche pubblici, che contribuiscono, come attività legislative che favoriscono gli insediamenti produttivi e quindi l'occupazione. In questo caso, ORECOL sarà di grande attualità.
Chiudo dicendo che c'è un dibattito sui vaccini che non piace molto per come viene declinato, ma possiamo dire che ORECOL, quando sarà approvato diventerà il vaccino della spesa pubblica, della buona spesa pubblica; quel vaccino sia dell'attività governativa e amministrativa, sia della verifica che quell'euro che viene destinato da parte pubblica al proprio territorio e alle proprie comunità è messo in salvaguardia e se ne verifica il raggiungimento degli obiettivi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Spero che i prossimi mesi sapranno rispondere agli interrogativi che abbiamo posto all'Assessore Marrone. Ne ricordo solo al Presidente Cirio alcuni. Noi capiamo che l'istituzione di un nuovo organismo regionale per il controllo collaborativo possa, di fatto, modificare anche la natura di quello che è successo negli scorsi mesi. tuttavia, vorrei solo che ci ricordassimo alcune questioni che abbiamo posto in Aula e su cui non abbiamo ancora ricevuto risposta, Presidente Cirio.
Non so se ha avuto un minuto di tempo per ascoltare tutta la discussione che abbiamo fatto, per esempio, sulla Commissione d'indagine conoscitiva.
Alcuni dubbi, per intenderci, sono dubbi che abbiamo posto a lei e all'Amministrazione e su cui alla fine nessuno ha risposto. Gliene dico uno: "Ci muoviamo in autonomia, dopo essere stati la prima Regione a produrre mascherine, che già oggi stiamo distribuendo gratuitamente a tutto il Piemonte. Chiediamo a Roma che autorizzi le nostre certificazioni senza ulteriore burocrazia che ci fa solo perdere tempo e tempo purtroppo non ne abbiamo". Lo dichiarava lei e non un altro Presidente.
Un importante quotidiano, in un reportage, qualche settimana fa, a proposito dei prezzi delle mascherine che sarebbero aumentati dopo i passaggi di assegnazione fra aziende cinesi, ci diceva come in una delle più importanti gare lanciata da SCR per l'Unità di crisi, la 39 dall'importo complessivo - lo ripeto a verbale - di 118 milioni e 576 mila euro circa, aperta il 22 marzo, tante assegnazioni sarebbero finite in subappalti ad aziende cinesi, molte a partecipazione statale, con l'esito che le offerte sarebbero cambiate in corso e sarebbero arrivate da altre aziende.
Sarà anche vero, Presidente, che le direttive europee consentono flessibilità negli appalti e affidamenti diretti in situazioni di emergenza. Tuttavia, in queste circostanze saremmo stati più tranquilli se gli Uffici avessero risposto puntualmente alle osservazioni che abbiamo fatto. Questo era uno degli esempi; però, alla fine, nessuno qui ha risposto su questo tema. Così come nessuno ha risposto sulle famose mascherine made in Piemonte, secondo voi, ma prodotte, per intenderci vicino al Vesuvio da subappaltatori che, come ha dimostrato l'inchiesta di Fanpage, tutto sono meno che in odore di aziende piemontesi. E mi fermo qui.
Ho posto due esempi solo per capire se l'ORECOL arriverà a risponderci anche in merito a quello di cui non abbiamo ricevuto risposta. Lo chiedo perché alla fine si rischia sempre che per armonia, anzi per il controllo regionale nella formazione e nell'attuazione dei piani di prevenzione della corruzione, al fine di garantire il rispetto dei principi di trasparenza legalità e buon andamento dell'azione amministrativa, gli unici che non sanno mai niente siamo noi.
Ho scoperto che lei ha nominato Vietti: qualcuno in quest'Aula ha ricevuto un'informativa dal Presidente Cirio (o da qualcuno dei suoi delegati) nell'ultimo mese che lo abbiamo chiesto, su quello che era emerso a proposito di trasparenza in Finpiemonte? Qualcuno ha saputo qualcosa? Io no. Ci serve l'ORECOL? Forse no, perché non è questo il punto.
Gliene potrei fare altri di esempi, Presidente. L'altra settimana ne abbiamo segnalato uno sulla vicenda ATC: sui giornali sono uscite delle dichiarazioni su delle gare che sono già in odore di un vincitore, perch la Commissione è tutta interna e non si vuole arrivare, come abbiamo chiesto più volte, a delle commissioni esterne di valutazione. È un oggetto da ORECOL? Dobbiamo inviare a quella sede una segnalazione? Giustamente l'Assessore Marrone dice: "No, quello è un potere che ciascuno di voi continua ad avere, come Consigliere, di richiesta di maggiori informazioni eccetera eccetera".
Perché ho fatto quest'intervento? Glielo dico subito: perché speriamo che l'ORECOL funzioni. Visto che la nostra capacità di richiedere chiarimenti tramite interpellanze, interrelazioni e informative è praticamente nulla.
Presidente Allasia, mi rivolgo proprio a lei: la nostra capacità è nulla perché chiediamo informative e non riceviamo risposte. Ancora questa mattina abbiamo chiesto all'Assessore Gabusi un'informativa, ma non è detto che se la chiediamo in Aula ci verrà data per forza, o che qualcuno ci risponderà! Si risponde: "Le faremo sapere". Ecco, questo "le faremo sapere".
Ho riportato solo le prime cose che mi sono venute in mente, che per c'entrano anche con la trasparenza. Ripeto che sono sempre fonti giornalistiche che hanno pubblicato queste vicende e noi, da buoni Consiglieri regionali, chiediamo di saperne di più.
La diciamo in modo semplice: voteremo a favore di ORECOL, sperando che questo serva come strumento in più per analizzare i processi, per avere sotto controllo tutto quello che.
Credo che l'amministrazione pubblica e i nostri dirigenti e direttori anche tramite i nostri piani anticorruzione, siano già nelle condizioni di valutare tutto questo. C'è uno strumento in più? Va benissimo. Facciamo solo notare al Presidente Ciro che, a mio avviso, il primo passo per costruire una vera trasparenza è la rendicontazione pubblica.
Se ci sono dei dubbi, non vi infastidite: basta rispondere in Aula, perch probabilmente la metà delle cose che abbiamo detto anche in questi ultimi minuti si possono risolvere rispondendo semplicemente: "Non è così Consigliere, perché quella gara è andata così. Lì è stato fatto tutto il necessario. Lì la Commissione sarà di esterni" e così via. Sto facendo tre esempi di risposte che non ho avuto.
Sono sicuro, Presidente Cirio, che se lei fosse al mio posto, vorrebbe esattamente le stesse rassicurazioni, senza polemiche e senza ulteriori momenti di confronto. Perché la cosa bella di un'amministrazione pubblica è che, a parte questi plexiglass trasparenti, i rapporti fra noi siano trasparenti e siano più sinceri possibili.
Quando si chiedono informazioni e non vengono date in Aula, quello è il primo passo perché, in qualche modo, non ci sia questa fiducia totale, che spero ritorni.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, lascerei la parola al Governatore Cirio; prego.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, e grazie a tutti i Consiglieri che sono intervenuti.
Grazie anche a tutti i presenti che hanno comunque ascoltato un dibattito interessante in merito a un disegno di legge che ritengo particolarmente importante e significativo in questo preciso momento storico.
Basta leggere la relazione di parifica della Corte dei Conti dello scorso luglio, ma anche quelle degli anni precedenti: la Corte dei Conti fa un richiamo costante all'Amministrazione regionale, quello di alzare il livello dei controlli sull'attività della Regione, ma anche sull'attività delle Partecipate.
È un richiamo - lo ripeto - costante negli anni, che oggi assume maggior rilevanza, soprattutto nel non procrastinare ulteriormente una decisione alla luce di quello che sta accadendo nella nostra regione, nelle altre regioni d'Italia, ma anche nelle altre regioni d'Europa.
Il PNRR è una realtà estremamente significativa in termini di valore economico e, grazie al Governo Draghi, anche di anticipi che questo Governo è riuscito a ottenere rispetto alle altre nazioni d'Europa: siamo coloro che hanno ricevuto la maggior quantità di risorse come anticipo sull'utilizzo dei fondi del PNRR. Questo lo collegate ai fondi complementari al PNRR, che è PNRR anch'esso - così evitiamo di confonderci sui nomi - solo che è finanziato non da risorse dell'Europa, ma da risorse dello Stato, che hanno il compito di essere complementari negli obiettivi.
Il PNRR non finanzia strade, ad esempio. È il motivo per cui i fondi complementari dello Stato possono finanziare strade.
Il PNRR non finanzia interventi in aree che non abbiano determinate caratteristiche, soprattutto quelle dei Comuni più piccoli. In questo caso i fondi complementari sono proprio finalizzati a coprire anche quelle aree geografiche, per cui i fondi del Piano di Ripresa e Resilienza, i fondi dello Stato collegati al Piano, i fondi europei delle tre programmazioni: questi soldi arriveranno e stanno arrivando tutti nelle casse delle Regioni per quanto riguarda i fondi europei nella totalità, mentre per quanto riguarda i fondi del PNRR in varie tranche che verranno assegnate.
Sempre di più si verificherà quello che è successo con l'ultimo stanziamento, quello da trentacinque milioni di euro che è stato fatto dalla Regione. Pensate che il 20 ottobre è arrivata la comunicazione che diceva che entro il 31 ottobre (quindi entro undici giorni) la Regione avrebbe dovuto indicare l'elenco delle destinazioni di questi fondi, che non erano più undici milioni com'erano previsti e che avrebbero fatto scorrimento sulla 18, ma venivano integrati di ventiquattro milioni in più.
Perché accade questo e accadrà sempre di più? Perché sono risorse che vanno rendicontate in fretta, quindi lo Stato si trova sempre di più nella necessità di assegnarle talvolta con tempi molto brevi. I tempi molto brevi sono contrastanti con la capacità di garantire, nelle condizioni normali un controllo che sia davvero efficace, non solo sugli atti regionali, ma anche su quelli cui vai a dare i soldi, perché questi sono soldi che entro giugno 2022 vanno assegnati, nel senso che i lavori devono essere partiti entro giugno 2022. Insomma, c'è fretta da Roma e fretta da Torino, ma tutta questa fretta ricade poi sul destinatario finale.
La fretta è cattiva consigliera ed è questo il motivo per cui abbiamo cercato di muoverci per tempo già nella primavera scorsa, per raccogliere ciò che era necessario nel sistema di bottom-up, cioè di raccolta dal basso delle istanze. Ma questo non è sufficiente per quanto riguarda tutta la macchina amministrativa che deve, invece, alzare le barriere il più possibile, a fronte di questa nuova ondata positiva di risorse che arrivano nella nostra regione.
Questo è il motivo per cui abbiamo ragionato sull'istituzione di quest'organismo, che è un organismo indipendente. Vorrei che fosse chiaro: questa non è una Commissione, non è una task force, non è un organismo di esperti nominati dal Presidente, dall'Assessore o dal Consiglio. Questo è un organismo autonomo e indipendente, nominato nella sua maggioranza da questo Consiglio regionale, con potere d'iniziativa autonomo e indipendente e anche con ruoli di affiancamento dell'attività amministrativa regionale per quanto concerne pareri, consigli e valutazioni.
È vero che esiste già un sistema nella nostra Pubblica Amministrazione, che è il sistema dell'anticorruzione interno, però questo fa sempre i conti con le difficoltà del personale della Pubblica Amministrazione. Sapete quali sono le difficoltà che abbiamo nei dirigenti e nel personale. La mole di lavoro che arriva per il nostro sistema anticorruzione fa sì che avere un organismo autonomo e indipendente che possa, in qualche modo, aiutare in questo percorso di garanzia della trasparenza e della legalità è davvero importante e utile.
Dico cose che credo condividiate, perché ho sentito i vostri interventi che vanno tutti in questa direzione; di questo sono particolarmente lieto.
Ringrazio il Presidente Bertola per la sua funzione nella Commissione specifica sul tema della trasparenza e della legalità. Ringrazio il mio Assessore Maurizio Marrone per avere portato avanti nel rapporto con voi questa iniziativa. Ringrazio anche il Presidente del Consiglio di aver accolto l'inversione dell'o.d.g. Oggi alle ore 13 incontrerò Johannes Hahn che è il Commissario europeo alle finanze e al bilancio dell'Unione Europea, persona assai preziosa anche per quanto riguarda i destini dei fondi europei nella nostra regione.
Quest'organismo, come vedete, ha peraltro funzioni ben precise e anche una composizione ben precisa. Ha una composizione di alto valore professionale che fa sì che dovremo tutti quanti lavorare per inserire al suo interno non solo persone indipendenti - perché questo è il ruolo che l'organismo deve avere - ma che abbiano una professionalità ben specifica nella Pubblica Amministrazione, così come nelle professioni forensi, così come nel mondo dell'autorità giudiziaria.
Su questo, mi permetto anche di comunicare al Consiglio che nella giornata di ieri mattina il Ministro Brunetta ha visitato la sede della Fondazione Cavour di Santena e noi candideremo Santena a essere sede dell'Alta Scuola della Pubblica Amministrazione. Al momento ce n'è una sola in Italia, a Caserta. Il Governo Draghi ne vuole istituire tre; una è indirizzata verso L'Aquila e per l'altra abbiamo ieri mattina candidato formalmente questo spazio. Domani incontrerò il Sindaco di Torino e gli illustrerò questo progetto cui noi crediamo molto e sul quale credo che ci siano degli spazi importanti per avere qui in Piemonte, nello specifico a Santena, una delle tre scuole di Alta Formazione per la Pubblica Amministrazione italiana.
Credo che questo sia un provvedimento normativo importante, perché ci aiuterà molto. Per questo, sarà nostra cura attivare immediatamente, per quanto riguarda la Giunta, le procedure per la nomina dei due rappresentanti. Chiedo anche al Consiglio se potrà farlo il più celermente possibile. Le nomine sono importanti, Consigliere Grimaldi. Venerdì scorso ho chiesto all'opposizione di indicare il nome per Finpiemonte.
Probabilmente non l'hanno informata, ma i suoi colleghi sono stati informati delle procedure di nomina di Finpiemonte, perché uno dei tre membri è rappresentante dell'opposizione.
La scorsa settimana si è chiuso il bando, sono stati indicati e comunicati i nomi messi a bando e mi è stato chiesto dall'opposizione di avere tempo fino a martedì (quindi oggi) per potermi comunicare formalmente il nome dell'opposizione, per cui il tema della nomina che lei sollevava probabilmente a lei non l'hanno riportato, ma i suoi colleghi sono stati informati.
Detto questo, ogni organismo che poniamo in essere, più alto è, più indipendente è e più autonomo è, meglio è per tutti. I latini dicevano quis custodiet custodes?, che è un concetto importante, che fa sì che noi nonostante i sistemi interni della Pubblica Amministrazione, poniamo in essere un organismo di questo tipo, cui diamo anche il controllo di ciò che accade nelle nostre partecipate, dove ci sono stati problemi di capacità di controlli in passato (credo proprio di sì).
Mi auguro - e ne sono convinto - che, in questo senso, l'Organismo regionale di controllo avrà davvero una grande utilità.
Chiudo rispondendo al Consigliere Sarno: sono molto favorevole sul fatto che possa collaborare a pieno titolo con tutte le associazioni. Penso ad Avviso Pubblico, con cui la Regione ha instaurato un rapporto formale di collaborazione, ma penso anche a Libera e alle altre grandi realtà che abbiamo sul territorio torinese e piemontese, con le quali credo sia giusto e doveroso che l'ORECOL lavori e lavori quotidianamente.
Pertanto, ancora grazie per il sostegno che vorrete dare a questo disegno di legge e soprattutto, se sarete d'accordo, definiamo le procedure di nomina in tempi molto brevi, in modo da dare operatività immediata corrispondente all'avvio formale e sostanziale dell'attività del Piano di Ripresa e Resilienza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Cirio.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Proseguiamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 L'articolo 1 non ha emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 2 L'articolo 2 non ha emendamenti.
Non essendoci richieste d'intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 3 All'articolo 3 sono stati presentati quattro emendamenti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Martinetti, Disabato e Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 2) presentato da Martinetti, Disabato e Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Martinetti per l'illustrazione.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Se lei è d'accordo, presenterei l'emendamento rubricato n. 1) e l'emendamento rubricato n. 2) insieme, visto che le motivazioni sono simili.



PRESIDENTE

Prego, le è concesso.



MARTINETTI Ivano

Grazie.
Con l'emendamento n. 1) all'articolo 3 chiediamo che la lettera a) del comma 1 dell'articolo 3 venga sostituito con il seguente testo: "Definisce gli indirizzi e le linee guida della gestione dei sistemi di controllo interno in accordo alle disposizioni legislative, alle indicazioni dell'ANAC e alla norma UNI ISO 37001 del 2016".
L'emendamento n. 2), sempre sull'articolo 3 comma 1, chiede che alla lettera g) venga aggiunta una nuova lettera, g bis): "Verifica che i controlli siano svolti per gli organismi in house, in accordo alla legge 190/2012, ai pareri ANAC e alla norma ISO 37001:2016. Per le organizzazioni in controllo regionale, siano svolte in accordo alla legge 190/2012, ai modelli organizzativi 231 e alla norma ISO 37001".
A nostro giudizio, sono chiarimenti normativi necessari per le funzioni principali e fondamentali di ORECOL. Nel testo è scritto che si definiscono gli indirizzi e le linee guida della gestione dei sistemi di controllo interno e delle funzioni audit della Giunta regionale e degli organismi in house e in controllo regionale, fornendo indicazioni in merito a metodologie e procedure, mentre con quest'emendamento vogliamo chiarire che i metodi sono già definiti nel quadro delle norme attuali e nelle indicazioni fornite dall'ANAC e dal modello internazionale che ho citato prima, l'UNI ISO 37001, che a sua volta richiama, per quella che è la gestione del rischio, un'altra norma ISO.
Crediamo che per il controllo degli enti partecipati e controllati, in ottemperanza alla legge 231, il controllo si debba eseguire a partire dal Codice etico dell'ente stesso.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Martinetti, Disabato e Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Martinetti per l'illustrazione.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 4) chiediamo che dopo la lettera b) del comma 1 vengano inserite le seguenti parole: "A ORECOL, in stretta collaborazione con il Responsabile della Prevenzione della corruzione e della trasparenza, spettano la definizione delle metodologie di controllo di regolarità amministrativa e contabile, di controllo strategico, di controllo di gestione e di valutazione del personale, nonché dei modelli organizzativi delle organizzazioni da verificare della valutazione e gestione del rischio nei vari settori dell'Amministrazione e delle attività di formazione e sensibilizzazione delle risorse umane".
Riassume quanto ho detto nella parte finale del mio intervento, ossia un chiarimento che riteniamo necessario sugli aspetti relativi alle metodologie di controllo, come chiedono di essere definite, nel quadro della legge 190. Ho fatto riferimento agli obiettivi da valutare: la trasparenza, i codici di comportamento, le procedure di rotazione, la gestione del conflitto d'interesse e la gestione delle commissioni di gara la protezione dei testimoni (importantissima) e la prevenzione del pantouflage, meglio conosciuto come sistema delle porte girevoli o camouflage.
Tutti gli aspetti che ho riportato nella discussione dell'emendamento credo siano rilevanti, ma in modo particolare la protezione dei testimoni e la sensibilizzazione del personale a tutti i livelli rivestono un ruolo notevole e non ci risultano citati nella legge.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Martinetti.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Sarno e Bertola.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Illustro l'emendamento rubricato n. 5), anche se ne avevo già parlato all'interno del mio intervento.
Dopo la lettera g) del comma 1 dell'articolo 3 del disegno di legge è aggiunta la lettera g ter): "Attiva collaborazioni con le associazioni che operano nell'ambito della tutela della legalità per la realizzazione di percorsi formativi, eventi e seminari rivolti agli amministratori e ai dipendenti per la crescita della cultura della legalità e della buona amministrazione".
Quello che ho presentato nell'intervento iniziale si realizza attraverso l'emendamento rubricato n. 5).



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Non vi sono altri iscritti a parlare.
La parola all'Assessore Marrone per il parere della Giunta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore agli affari legali

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta sugli emendamenti rubricati n. 1) e 2), che si assomigliano, è contrario, perché sostanzialmente opera da un lato un richiamo tautologico dell'efficacia di leggi nazionali che sono efficaci di per sé; nel senso che se il controllo collaborativo è disciplinato, oltre che da questa legge regionale, anche da leggi nazionali, ovviamente operano anche senza un bisogno di richiamo nella norma regionale.
Dall'altra parte, il timore è che inserire un richiamo esplicito a norme nazionali che sono in vigore in questo momento poi si trascini anche in un momento successivo in cui, invece, le norme nazionali siano aggiornate e cambino.
Sostanzialmente, è un tema che condividiamo, ma non è tecnicamente corretto da un punto di vista solo normativo.
Per quello che riguarda l'emendamento rubricato n. 4), il parere è contrario perché va ad aggiungere delle competenze in capo all'ORECOL. Ne cito una in particolare: il controllo di gestione e di valutazione del personale sono già in capo ad altri organismi già previsti, tipo per esempio il Nucleo Interno di Valutazione. Questo lo dico proprio rispetto al timore che era stato palesato, soprattutto da alcune minoranze, nel corso dei lavori di Commissione, di una sovrapposizione di funzioni, ma se approvassimo quest'emendamento allora sì che si realizzerebbe questa sovrapposizione.
Sull'emendamento rubricato n. 5), il parere è favorevole. Da un lato non solo se ne condivide la finalità, com'è già stato anticipatamente detto dal Presidente Cirio nel suo intervento, ma anche rispetto a com'è scritto perché apre all'attiva collaborazione con le associazioni, quindi rappresenta assolutamente anche quella generalità che è richiesta da un testo di legge regionale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marrone.
Non vi sono ulteriori richieste d'intervento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 3) presentato da Martinetti, Disabato e Sacco.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Martinetti per l'illustrazione.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Noi chiediamo che il comma 2 dell'articolo 4 sia sostituito dal seguente: "2. L'ORECOL collabora con la Corte dei Conti a livello regionale e con l'ANAC a livello nazionale".
Lo scopo dell'emendamento è chiarire che la Corte dei Conti e l'ANAC rappresentano gli enti cardine con cui collaborare.
È sempre positivo accogliere i suggerimenti di associazioni e quant'altro.
Tuttavia, torno a dire che gli strumenti ci sono, bisogna farli funzionare bene.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Se non vi solo ulteriori richieste d'intervento, chiedo alla Giunta regionale di esprimere il parere sull'emendamento testé illustrato.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore agli affari legali

Pur condividendo la finalità perseguita, il problema di inserire in legge una collaborazione con degli organi istituzionali esterni alla Regione come la Corte dei Conti o l'ANAC, ci mette a rischio di dichiarazione d'incostituzionalità. È già successo rispetto alla legge sul gioco d'azzardo patologico per le collaborazioni con la Prefettura, ed è successo anche su altre leggi in passato.
Purtroppo, da un punto di vista proprio tecnico-giuridico, il parere dev'essere non favorevole, quindi contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, nel testo originale.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Solo per segnalare un errore nella votazione.
Il mio è un voto di presenza.



PRESIDENTE

Segnaliamo per il verbale la votazione di presenza per il Consigliere Ravetti sull'articolo 7.
ARTICOLO 7 bis Emendamento rubricato n. 6) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Non essendovi interventi, passiamo alla votazione sull'emendamento n. 6) che introduce l'articolo 7 bis con la dichiarazione d'urgenza.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).



ROSSI Domenico

Chiedo scusa, Presidente.
Comunico a verbale che volevo votare la presenza e non favorevole.



PRESIDENTE

Non essendovi altri emendamenti e avendo espletato le votazioni su tutti gli articoli, passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero provvedimento.
Non vi sono dichiarazioni di voto, per cui passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame proposta di deliberazione n. 136, inerente a "Riassunzione della proposta al Consiglio regionale di approvazione del Piano di tutela delle acque ai sensi dell'art. 121 del d.lgs. 152/2006 e dell'art. 7 della l.r. 56/1977, di cui alla DGR n. 64-8118 del 14 dicembre 2018"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 136, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla V Commissione il 14 ottobre scorso.
La parola all'Assessore Marnati per l'illustrazione; ne ha facoltà per quindici minuti.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Oggi spero che venga approvato un piano che è in linea con tutte le discussioni mondiali dedicate all'ambiente. In questo caso si tratta dell'acqua che, insieme all'aria, è tra gli elementi più preziosi che abbiamo. Questo va a rinnovare un piano che è addirittura del 2007, quindi molto datato e non più in linea con gli aggiornamenti di quello che sta accadendo in tutto il mondo, compreso il Piemonte.
La Regione ha principalmente competenze di tipo pianificatorio, che incidono sulle scelte di fondo per il migliore utilizzo della risorsa idrica. Ormai sono vent'anni che la gestione è trasferita alle Province e alla Città metropolitana, con le quali vi sono frequenti momenti di confronto tecnico, ma anche politico, nell'ambito delle varie sedi istituzionali, quali la Conferenza regionale dell'ambiente, nella quale sono convocati tutti gli ambiti territoriali ottimali preposti ai servizi idrici integrati.
La revisione del PTA (d'ora in poi lo chiameremo non più Piano di Tutela delle Acque, ma PTA, che è più semplice) si colloca proprio nelle competenze pianificatorie della Regione, revisione per la migliore gestione di una risorsa che è per sua natura necessaria alla vita dell'uomo all'equilibrio degli ecosistemi e, allo stesso tempo, costituisce fattore essenziale per molti ambiti produttivi, dall'agricoltura (fondamentale nella nostra regione) alla produzione di beni e servizi, alla produzione di energia rinnovabile come l'idroelettrico, senza dimenticare che l'acqua è indispensabile per la fruizione di attività di sport e svago, che sono di grande valore per la collettività e per tutti i nostri territori.
Il PTA individua le misure di miglioramento di tutte le acque piemontesi.
Partiamo dalle acque del Po, le acque di tutti i suoi affluenti, fiumi e torrenti, nel ripercorrere tutto il reticolo naturale delle acque fluenti.
Le acque dei canali di maggiore importanza o che abbiamo caratteristiche di naturalità, anche se artificiali, di valenza per gli ecosistemi e per le aree umide, e poi anche le acque di tutti i principali laghi piemontesi naturali (Maggiore, Orta, Viverone, Candia e i laghi di Avigliana).
Oltre alle acque superficiali, il PTA si occupa anche della tutela delle acque sotterranee, che sono le nostre falde, sostanzialmente riconducibili a un sistema superficiale, che spesso è molto sfruttato e impattato in tutta la Pianura Padana. È un sistema molto più profondo, da tutelare con ogni mezzo, perché fornisce l'acqua per gli utilizzi potabili.
Il PTA non si occupa, invece, di rischio idraulico, di dissesti e di prevenzione delle alluvioni, compito che è assegnato a panificazioni specifiche, "gemelle" del PTA e anch'esse valutate nell'intero distretto del fiume Po.
Al tempo stesso, però, il PTA collabora con i Piani di Gestione delle Alluvioni, proprio perché parte dal presupposto che per risanare le acque occorre risanare l'intero bacino, anche dal punto di vista morfologico. È quanto Regione Piemonte sta ponendo in essere da qualche anno con i bandi di riqualificazione che attuano il PTA. A breve, il 24 novembre p.v.
faremo la presentazione degli ultimi progetti approvati recentemente quindi inviteremo anche tutti i Sindaci e ogni anno riapriremo questo bando che riteniamo fondamentale e, forse, unico di questo tipo a livello nazionale.
La riqualificazione dei fiumi, dei laghi, delle sponde e delle rive è e continua quindi ad essere un punto fermo di questa revisione del PTA.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore, le chiedo solo di indossare la mascherina.
Grazie.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Va bene, mi scusi.
Il PTA intende migliorare le funzioni ecosistemiche del sistema fiume-fasce laterali, riconnettere ed estendere la zone boscate perifluviali potenziare le fasce filtro erbacee ed arbustive. Tutto questo significa avere territori più resilienti, con maggiore protezione dall'inquinamento diffuso, con maggiore capacità naturale di trattenere l'acqua e affrontare quindi le siccità. Significa avere territori più pregevoli dal punto di vista paesaggistico e più votati alla fruizione.
Il PTA semplifica il quadro normativo, eliminando le sovrapposizioni con le regole che provengono dall'Autorità di Bacino del Po e che sono soggette ad aggiornamenti continui, in relazione alle esigenze di tutela e razionalizzazione degli utilizzi; illustra le misure d'intervento con descrizioni molto più chiare che in passato, in modo tale che ogni Sindaco ogni stakeholder e ogni soggetto interessato possa aver chiaro cosa si deve fare e chi deve farlo.
Il PTA estende la tutela a tratti del reticolo particolarmente importanti.
Qui cito il Torrente Mastallone, affluente dall'Alto Sesia, che viene ricompreso finalmente nelle aree di particolare tutela. Per la prima volta dopo aver scontato un ritardo pesante a livello ministeriale, i "siti reference" assumono forme di tutela espressa.
Il PTA recepisce, nella pianificazione, un'importante operazione attuativa del precedente PTA (che, ricordo, è del 2007) attraverso un'esplicita normazione di tutela delle acque per il consumo umano, con particolare attenzione alle aree di ricarica degli acquiferi profondi.
Il PTA contrasta l'inquinamento diffuso da nitrati e da prodotti fitosanitari, ottemperando alle norme comunitarie e statali. Dà la possibilità di estendere la protezione da sostanze nocive e da inquinanti specifici e ciò ha reso possibile l'introduzione, nella legge di riordino amministrativo appena varata, dei limiti per lo scarico dei famosi PFAS, i nuovi inquinanti emergenti nelle acque: il Piemonte è l'unica Regione in Italia a essere intervenuta in modo così diretto.
Il PTA declina in modo estremamente pratico e concreto le strategie di adattamento dei cambiamenti climatici, per la tutela quantitativa delle acque, cercando di porre razionale equilibrio all'annosa questione degli invasi, che nel piano del 2007 non hanno trovato invece alcun inserimento penalizzando tutto il sistema piemontese, come del resto si è purtroppo rilevato in più di una situazione e, ahimè, con i cambiamenti climatici si rischia che possa accadere di nuovo nella nostra Regione.
Pertanto, con coraggio, rigore e attenzione ai dati oggettivi del PTA che oggi viene presentato in Consiglio, si propone di costituire un punto fondamentale di miglioramento della qualità, non solo delle acque, ma della qualità delle condizioni di vita per ogni cittadino della nostra Regione sia pure in tempi difficilissimi e di cambiamenti epocali.
Voglio ringraziare il Presidente della Commissione, Dago, che ci ha permesso di arrivare a questo punto, ma anche tutti i Consiglieri che hanno contribuito a migliorare il testo, cui faccio i complimenti per un'azione che è stata pragmatica e non ideologica.
Grazie mille, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
In merito al PTA, abbiamo avuto modo di confrontarci in Commissione rispetto a una serie di emendamenti che abbiamo proposto come Movimento 5 Stelle, ovviamente per migliorare il testo e per garantire una maggiore tutela ambientale per una risorsa, l'acqua, che fino a oggi non ha avuto abbastanza.
Purtroppo questi emendamenti sono stati rifiutati e questa mattina considerando che non mi aspettavo una parte di discussione sul PTA durante questa seduta di Consiglio, ho deciso di ripresentarli, con l'ausilio della sottoscrizione da parte dei Capigruppo delle opposizioni.
Rispetto a quanto inserito e alle richieste avanzate dal Consiglio regionale, non possiamo considerarci totalmente soddisfatti. Avremmo richiesto una tutela molto più ampia e più incisiva rispetto alle aree di ricarica di falda. Avremmo richiesto una tutela maggiore, soprattutto per quanto riguarda gli agricoltori: mi vengono in mente gli agricoltori del riso biologico, che abbiamo audito in V Commissione, che ci hanno chiesto maggiore tutela rispetto alla risorsa idrica che scorre nei canali d'irrigazione.
Anche per questo, abbiamo presentato degli emendamenti migliorativi che ahimè, sono stati rifiutati. Inoltre, poiché parliamo spesso di cambiamento climatico, abbiamo delle importantissime aree umide che, fra l'alto, mi permetto di ricordare che secondo diversi studi hanno un impatto enorme dal punto di vista della riduzione di CO2, quindi dell'assorbimento di gas climalteranti. Abbiamo chiesto una maggiore tutela delle stesse soprattutto una ricognizione in modo che possano essere ben definite e inserite in un documento di tutela, ma anche su questo non abbiamo avuto modo di ricevere un feedback positivo da parte della Giunta.
Abbiamo presentato sei emendamenti e la nostra di proposta di modifica rispetto a questa norma è stata un'attività puntuale e precisa, non ostruzionistica. Tuttavia, purtroppo, devo rilevare che questo tipo di atteggiamento costruttivo non ha prodotto nessun tipo di effetto: nessuna delle nostre proposte è stata attualmente accolta.
Auspico che ci possa essere un ripensamento, almeno in Aula, rispetto ad alcune delle proposte di modifica che abbiamo presentato, considerando anche le risposte - ringrazio l'Assessore per avermele date in Commissione assolutamente non esaustive e non giustificabili.
Posso capire che non si accettino tutti gli emendamenti delle minoranze ci mancherebbe altro - anche se questi vertono sulla tutela della risorsa più importante che abbiamo, ma almeno poteva essere tranquillamente accolto qualche suggerimento di miglioramento, considerando che abbiamo presentato emendamenti molto precisi e puntuali e alcuni costruiti con una relazione tecnica anche abbastanza approfondita.
Spero che nelle prossime ore di discussione si possa entrare nuovamente nel merito, insieme anche agli altri Consiglieri di quest'Aula, per capire in che modo possiamo ulteriormente tutelare una risorsa che, ricordo, nel momento in cui viene compromessa, è sempre più difficile da recuperare.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Lo dico ancora una volta. Continuiamo a ricevere sollecitazioni nel fare indossare correttamente la mascherina - si prenderanno dei provvedimenti e spiace constatare che sono sempre i soliti Consiglieri. Vi chiedo, per favore, di coprire il naso con la mascherina.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, anche per il suo richiamo.
Come abbiamo già avuto modo di dire durante l'esame in Commissione, il nostro parere relativamente a questo PTA è negativo. Abbiamo chiaramente letto con attenzione le norme di Piano e, soprattutto, anche le osservazioni portate da molti soggetti consultati. Emerge una questione, in particolare, che riguarda le deroghe al deflusso minimo vitale, la definizione della quantità minima di acqua che ci dev'essere in un corso d'acqua per far sì che possa esserci la vita in quel corso d'acqua, quindi è qualcosa di assai importante.
Qui la regola più rilevante, purtroppo, è ancora quella che consente, in diversi corpi idrici che non raggiungono gli obiettivi fissati dalla direttiva sulla qualità delle acque, la 2060 CE, di praticare nella stagione irrigua la deroga di un terzo del deflusso minimo vitale fissata dal regolamento regionale 8/R del 2007.
Tale questione si fa sempre più importante perché il vecchio Piano di tutela delle acque è del 2006, approvato poi nel 2007: sono passati quattordici anni nei quali purtroppo le cose non sono migliorate, anzi sono andate peggiorando perché i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti. Qualcuno si ostina a non addebitarli all'attività antropica all'attività umana, ma i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti, così come sono evidenti da una parte gli eventi forti, intensi puntuali di tipo alluvionale che fanno danni incommensurabili e, dall'altra parte, la siccità. Lo vediamo bene adesso, l'abbiamo visto bene quest'estate: ci sono dei corsi d'acqua che mesi prima hanno fatto dei danni, ora li vediamo veramente quasi inesistenti, irrilevanti, ridotti a piccoli rivoli.
Noi pensiamo che la questione delle deroghe vada presa in mano con attenzione e già nella scorsa legislatura, a settembre del 2017, era stata approvata all'unanimità una mozione a mia prima firma che dava indirizzi alla Giunta regionale di andare un po' a rivedere quelle deroghe.
Sempre in tema di deflusso minimo vitale, c'è anche la proposta di ricorrere alla deroga per gli impianti idroelettrici con potenza nominale pari o superiore a 3,5 megawatt, indifferentemente dal contesto e dallo stato del corpo idrico. A nostro avviso, anche questo è sbagliato, perch non va presa in considerazione solo la tipologia dell'impianto, ma anche le condizioni specifiche del corso d'acqua (se su quel corso d'acqua sono praticabili, ad esempio, delle deroghe oppure no). In generale, questo Piano di tutela delle acque sembra voler mantenere un po' lo status quo: è un documento poco coraggioso e anche poco in linea con i cambiamenti non positivi, purtroppo, che si sono registrati negli ultimi anni.
Certo, qualcuno dirà che serve una deroga al deflusso minimo vitale nella stagione degli irrigui per permettere l'attività agricola: lo comprendiamo bene. Dall'altra parte, però, lo stesso problema che si avverte per le attività agricole - di poca acqua, di poche precipitazioni - si percepisce anche per i corpi idrici, perché quando parliamo di "deflusso minimo vitale" parliamo veramente di un qualcosa che dev'essere garantito affinch ci sia la vita stessa nell'acqua. Pertanto, praticare delle deroghe in periodi già difficili di siccità, a nostro avviso mette in crisi i corsi d'acqua.
In generale, concordavamo anche con gli emendamenti presentati dal collega Sacco. A nostro avviso, erano tutti condivisibili; purtroppo, non hanno trovato approvazione. Questa è la ragione per cui, in questo momento, il nostro parere su questo Piano è contrario.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Siamo di fronte a uno strumento assolutamente importante, che necessita di un minimo di riflessione. Il Piano di tutela delle acque sicuramente è uno strumento indispensabile alla Regione Piemonte per garantire lo sviluppo di tutta una serie di attività, ma anche per una gestione ottimale di quella che in Piemonte è forse la risorsa naturale più importante, cioè l'acqua.
Chiaramente, per essere esaustivo questo Piano dovrà prendere in considerazione il discorso acqua a 360 gradi, a partire dalle attività quelle imprenditoriali, quella agricola e quella industriale - per arrivare alla tutela dell'inquinamento, per finire alla necessità di salvaguardia delle biodiversità (mi soffermerò successivamente su questo punto) contemplando, altresì, l'uso turistico dell'acqua.
Sicuramente, abbiamo l'onere di preservare e tutelare l'acqua per le future generazioni. Chiaramente, dobbiamo approcciarci con una visione che non sia eccessivamente ideologica e che non vada a minare lo sviluppo economico.
Ricordiamo che è fondamentale per la sussistenza stessa dell'economia del Piemonte, quella che viene a interagire con il sistema acqua.
Com'è scritto nel documento, la Regione Piemonte ha nel suo territorio 633 corpi idrici superficiali (torrenti, fiumi e laghi) e trentaquattro sotterranei, che sono le falde superficiali e le falde profonde, sia in montagna, sia in pianura, sia in collina, e facciamo parte del bacino del Po. Tutto questo ci impone delle politiche di gestione e di valorizzazione che siano comuni e concordate con le altre Regioni del Nord Italia. Sarà cruciale, quindi, innestare delle politiche condivise con le Regioni limitrofe del bacino padano.
Per quanto riguarda il discorso più a livello territoriale, è sicuramente importante incentivare dei sistemi condivisi della risorsa fluviale con gli Enti locali, andando ad attivare quelli che sono presentati come i "contratti di fiume".
Gli assi fluviali partono dalla montagna: ricordiamoci sempre che è lì che i fiumi nascono ed è da lì che arriva l'acqua. È quindi auspicabile che quel progetto sui fondi comunitari, il n. 1748, che ricadrà sul settennato 2021-2027, inerente al sostegno ai contratti di fiume, che prevederebbe per la Regione Piemonte trentadue milioni di euro, diventi poi realtà e non resti sulla carta.
In secondo luogo, c'è sicuramente la necessità di garantire al sistema agricolo e industriale l'approvvigionamento di acqua. Come diceva il collega Bertola, abbiamo delle variazioni climatiche sempre più evidenti con estati sempre più torride, quindi c'è sempre più bisogno di acqua conseguentemente, c'è sempre più il rischio di rimanerne senza.
C'è sicuramente il problema enorme della dispersione idrica, che è uno dei degli argomenti su cui si deve basare questo Piano, se è vero, come ci viene raccontato, che un terzo delle risorse idriche sono disperse perch abbiamo una rete obsoleta o inadeguata. Pertanto, bisognerà intervenire su una dotazione infrastrutturale prima di tutto con il discorso degli invasi perché si rischierà poi di fare i conti con un futuro in cui l'acqua per l'uso agricolo e industriale non ci sia più.
Auspico che arrivi finalmente un Piano regionale lungimirante e serio sugli invasi, che vada a calcolare le reali necessità che hanno le nostre aziende in termini di fabbisogno idrico. Accanto agli invasi, è sicuramente importante sfruttare le risorse che arriveranno dai fondi comunitari per intervenire sul problema che ho citato prima della dispersione idrica. Al riguardo, esiste un progetto (il n. 1751 del PNRR) di 250 milioni per interventi volti ad adeguare la nostra rete e tamponare il problema relativo alla dispersione.
C'è sicuramente da intervenire sull'inquinamento delle acque: occorre prestare grande attenzione alle acque reflue e alla mancanza dei depuratori. È un problema estremamente complesso, così com'è complesso il problema relativo alla tutela della biodiversità. Abbiamo dei dettami europei che ci impediscono di introdurre nei nostri fiumi le specie ittiche che s'immettono da quando ho memoria (pesco da quando ho sei anni!): la trota Fario mediterranea, ad esempio, era presente e abituale nei nostri corsi d'acqua. Adesso non possiamo più fare l'immissione delle trote che vengono allevate negli allevamenti ittici, mettendo in ginocchio il sistema stesso degli allevamenti e quello delle riserve di pesca, che avevano anche un risvolto turistico, impedendo l'attività ludica della pesca sportiva.
Di contro, abbiamo specie come il siluro, che cominciano a imperversare nei nostri corsi d'acqua. Addirittura non ci sono da parte nostra, che dobbiamo intervenire su questa partita con il nostro Assessorato all'agricoltura alla caccia e alla pesca, degli interventi di contenimento per una specie alloctona assolutamente invasiva qual è il cormorano, che io vedo quando vado da Cuneo verso Alba, attraversando il fiume Tanaro. Ci sono dei gruppi di pesci che sono dei predatori formidabili alloctoni e che hanno devastato la nostra fauna idrica.
Sicuramente l'acqua va anche inquadrata per quanto riguarda i problemi e i rischi connessi al dissesto idrogeologico. Su questo, dovremmo avere dei piani regionali ad hoc, con interventi contributivi a favore dei Comuni per le operazioni di disalveo, ma anche una legislazione. Su questo bisognerà avere la forza, prima o poi, di riuscire a intervenire a livello nazionale per approvare una legge che sia più chiara e precisa e che consenta un ampliamento degli interventi consentiti oggi per la pulizia e la manutenzione degli alvei.
Ho parlato prima del turismo. Non va dimenticata la potenzialità che ha l'acqua anche dal punto di vista turistico. Ci sono tre assi: quello termale, quello sportivo con gli impianti natatori per gli sport acquatici e il turismo lacuale. Per rendere questi tre tipi di turismo efficienti e per potenziarli servirà sostenere a livello regionale la ricerca e la qualità delle acque termali. Questi sono impianti che possono essere utilizzati anche per le cure, ma prima di tutto erano nati come impianti turistici. Noi abbiamo in Piemonte una potenzialità straordinaria, però con stabilimenti termali o chiusi o in ginocchio con una dispersione enorme di potenzialità turistiche.
Gli impianti natatori sono i più importanti dell'impiantistica sportiva e sono quelli che dopo una pandemia, che ha causato perdite fortissime al comparto e l'aumento dei costi delle materie prime, hanno più necessità di sostegno e di salvaguardia. Infine, c'è il turismo dei laghi, quello lacuale. Su questo dovremmo cercare di fare un intervento per mantenere la qualità dei nostri laghi, mantenendo pulite da inquinamenti le acque dei nostri laghi, in modo da consentirne tutte le fruizioni sportive e balneari. Abbiamo un gioiello sul quale dovremo investire, di concerto con le politiche delle altre Regioni, perché confinanti. Mi riferisco al Lago Maggiore.
In conclusione, Presidente, avere un Piano di Tutela delle Acque sicuramente è una cosa importante e significativa, ma dev'essere moderno efficace ed efficiente e, come dicevo, deve guardare alla risorsa acqua non tanto dal punto di vista ideologico, ma con un moderato e attento pragmatismo che sappia mediare tra le necessità del comparto agricolo e industriale, con un occhio attento alla salvaguardia della risorsa idrica anche in termini qualitativi e ambientali.
Sicuramente dovremo avere in futuro una costruzione d'invasi sicuri, che servano per lo stoccaggio, ma anche per la laminazione delle piene, ma sono, di fatto, un passaggio obbligato se vogliamo affrontare le sfide che ci attendono dal punto di vista imprenditoriale, tenendo anche conto che di questi invasi ne sento parlare da anni. Ce n'è addirittura uno progettato nel territorio dove vivo io, a Serra degli Ulivi, ma oltre alle parole non ho visto nulla.
Chiaramente sarà necessario il ripopolamento delle specie animali, di tutte quelle specie ittiche che popolavano - ad esempio, il gambero di fiume, che non c'è più - i nostri fiumi fino a qualche anno fa, con un'attenta gestione di quelle che sono le specie alloctone, che stanno producendo una valanga di danni nei nostri corsi d'acqua. Dovrà esserci una grossa attenzione alle politiche, che andranno condivise con gli Enti locali, con le Regioni confinanti e con tutte le Regioni del bacino padano, con le quali dovremo confrontarci per arrivare a un programma condiviso ed efficace.
Dobbiamo arrivare ad avere un programma che permetta un uso delle risorse comunitarie, che arriveranno nei prossimi mesi, tale da dare alla Regione una prospettiva nella quale l'acqua sia una risorsa che non manca, ma che produce ricchezza qualora se ne sappia fare un uso accorto e serio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Discutiamo oggi di un documento molto qualificante per i compiti che i piemontesi hanno assegnato a quest'Assemblea. Quest'importanza la avrebbe in condizioni normali, ma a maggior ragione in un momento storico in cui gli effetti dei cambiamenti climatici sono all'ordine del giorno sia perché, come sappiamo, molti capi di Governo ne hanno discusso pochi giorni fa in Scozia, sia perché nel nostro Paese stiamo vivendo sulla nostra pelle eventi alluvionali che hanno colpito, in questo caso, il Sud, ma l'hanno colpito in modo molto violento. A maggior ragione, dimostrano quanto sia ancora fragile il nostro sistema territoriale.
Per questo, credo sia fondamentale l'aggiornamento di un Piano che si pone l'obiettivo di perseguire la protezione e la valorizzazione delle acque superficiali e sotterranee, che risponde a una direttiva quadro europea importantissima, la n. 60/2000, che ha dato le linee d'indirizzo rispetto alle tematiche che stiamo sviluppando nella discussione di questa mattina.
Credo sia fondamentale se vogliamo davvero che lo sviluppo delle nostre comunità sia quanto più sostenibile e quanto più compatibile con l'esigenza e la necessità di affrontare in modo efficace i cambiamenti climatici in atto che sono sempre più evidenti.
Per questa ragione, credo che la revisione del Piano sarà uno strumento efficace, nella misura in cui la Regione intenda qualificare la sua azione concreta e quotidiana, diffondendo dei comportamenti virtuosi che siano finalizzati a una gestione sostenibile della risorsa idrica che, com'è stato ricordato questa mattina, è un bene sempre più prezioso e sempre più importante.
Raccogliendo alcune considerazioni espresse, in particolare, dal collega Sacco, che sono state riportate puntualmente in alcuni emendamenti - che mi spiace che, per ora, non siano ancora stati accolti - o anche quelle più critiche espresse dal collega Bertola, tuttavia resta in noi l'auspicio che quantomeno gli obiettivi alti e condivisibili del Piano di Tutela delle Acque siano davvero messi a terra da questa Giunta regionale e da questa maggioranza che governa il Piemonte, cioè siano praticati in modo concreto e possano qualificare davvero in modo trasversale tutti i provvedimenti che questa Regione adotterà nelle materie di sua competenza.
Lo dico perché abbiamo notato che, in questi primi due anni e mezzo di legislatura, su molti temi, dall'urbanistica all'ambiente, dai temi che riguardano la montagna, l'agricoltura e addirittura, se vogliamo allargare il campo, i trasporti, non sempre i provvedimenti assunti sono stati coerenti con i principi e gli obiettivi espressi da questo Piano; obiettivi di carattere generale, seppur specificamente destinati alla tutela delle acque, e nemmeno coerenti con le parole ascoltate questa mattina dai banchi della maggioranza.
Chiediamo, quindi, che ci sia maggiore coerenza con i principi espressi condivisibili - di tutela delle acque, finalizzati a contrastare i cambiamenti climatici in atto e a garantire ai cittadini piemontesi una migliore qualità della vita. Dobbiamo prendere atto che per garantire questa coerenza la dobbiamo applicare in concreto rispetto a quei provvedimenti che, come sappiamo, segneranno, nel bene e nel male, il futuro e la qualità della vita dei piemontesi. Auspichiamo che le considerazioni ascoltate questa mattina, tutte condivisibili, a cominciare dalla relazione dell'Assessore Marnati, siano poi calate nel concreto di provvedimenti che assumeremo nella seconda parte di legislatura.
Tengo a ribadire - e ne prendiamo atto con rammarico - che così non è stato in questa prima parte di legislatura, o non sempre. Credo sia importante sottolinearlo, perché le parole hanno un loro significato, un loro peso e le dichiarazioni lasciate a verbale in quest'Aula hanno una loro consistenza, anche formale, per cui mi auguro che da qui in poi ci sia la presa di coscienza di una situazione che sta evidentemente degenerando e sta capitando sotto i nostri occhi e, a volte, anche con la nostra inerzia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io su un tema fondamentale in questo momento storico. Per fortuna è aumentata.
Chiedo scusa, Presidente, non riesco a parlare perché c'è del brusio che arriva anche da fuori. Non riesco a parlare perché c'è molto brusio.
Presidente, chiederei un suo intervento, per cortesia.



PRESIDENTE

Sì, scusi, ha ragione.



ROSSI Domenico

No, ma adesso in Aula il mio silenzio ha riportato.
No, non era riferito alla Presidenza, arriva anche da fuori.



PRESIDENTE

Chiedo a tutti il massimo rispetto per chi sta intervenendo, perch dev'essere messo nelle condizioni di poter parlare, e quei pochi che vogliono ascoltare lo devono poter fare in modo idoneo.
Prego.



ROSSI Domenico

La ringrazio, Presidente.
Questo è un atto fondamentale non solo per la Regione Piemonte: tutela delle acque significa tutela della vita in tutte le sue forme. Come abbiamo sentito anche dai colleghi intervenuti prima di me, la tutela delle acque può significare anche salute; può significare anche sviluppo; pu significare anche turismo.
Oggi, parlare di acqua - ne abbiamo discusso in quest'Aula anche in altre occasioni - significa mettere al centro la salute dei cittadini e il futuro della qualità della vita del Piemonte e del Mondo.
Non ripeterò quanto già richiamato dai colleghi, ma faccio un passaggio su tre aspetti puntuali.
Il primo riguarda il cambiamento climatico.
Il Piano che stiamo approvando (lo dico per i colleghi che in altri momenti hanno affermato cose diverse da quelle che stiamo affrontando oggi) rileva che anche in Piemonte, negli ultimi anni, si sta assistendo a un intensificarsi di eventi climatici estremi, quali piogge concentrate in brevi periodi di tempo che causano esondazioni dei corsi d'acqua alternate a prolungate siccità, con potenziale crescente rischio di desertificazione di porzioni del territorio e fragilità di molte aree a rischio sotto il profilo del dissesto idrogeologico. Non lo abbiamo soltanto letto purtroppo l'abbiamo visto negli anni scorsi.
Il Piano che stiamo discutendo oggi in Aula riporta quanto cito: "L'analisi storica dei dati misurati negli ultimi sessant'anni in Piemonte conferma la tendenza di aumento della temperatura". Vado al sodo: "Sull'intero periodo dei sessant'anni si è quindi determinato un incremento medio di circa un grado e mezzo, con punte maggiori fino a circa due gradi sulle zone montane e pedemontane".
Anche in Piemonte, quindi, abbiamo gli effetti di quella che è una vera e propria emergenza climatica che va a creare effetti negativi anche sul nostro patrimonio idrico, come per esempio (ed è già citato da alcuni colleghi) la conservazione dell'acqua. Abbiamo un ritiro dei ghiacciai e in prospettiva, avremo sempre meno riserve naturali, per cui occorre immaginare, progettare e cambiare una nuova modalità di contenimento di quest'acqua perché, diversamente, sia l'acqua per uso potabile sia l'acqua per uso industriale sia l'acqua per l'agricoltura rischieranno, nel giro di qualche decennio, di diventare risorsa non più sufficiente al fabbisogno.
Questo non possiamo permettercelo. A questo serve la progettazione e a questo deve servire fare un Piano di Tutela delle Acque; non soltanto per adempiere una questione imposta anche da un cambiamento legislativo; non soltanto per aggiornare un piano vecchio, ma perché su questo ci giochiamo strategicamente, la qualità della vita e anche la possibilità di crescita del nostro territorio.
Questo, forse, è uno degli atti più importanti che quest'Aula sta affrontando dall'inizio della legislatura.
Il primo punto riguardava il tema del cambiamento climatico. Lo dico ai colleghi di maggioranza: stiamo votando un documento che sostiene che anche in Piemonte c'è un'emergenza climatica e un aumento della temperatura, che hanno risvolti negativi anche sulla risorsa idrica. Pertanto ricordiamocelo quando discuteremo di questi argomenti.
C'è un altro tema che volevo toccare in questa mia breve relazione Presidente, che riguarda l'inquinamento di questa risorsa. Qui si dovrebbe fare un discorso più approfondito, ma provo a stare in quello che, anche nella sintesi non tecnica, si può facilmente riscontrare, anche per chi volesse e per chi ci sta ascoltando. La situazione non è drammatica, nel senso che poteva essere peggio, però c'è ancora molto da fare. C'è ancora molto da fare, perché c'è una puntuale descrizione, sia per quanto riguarda lo stato ecologico sia per quanto riguarda lo stato chimico.
Adesso non sta a me in questa fase di discussione generale entrare nel merito tecnico, ma certamente abbiamo un problema, soprattutto per quanto riguarda le acque sotterranee, che hanno bisogno sicuramente d'interventi importanti nel tempo affinché si elimini l'inquinamento.
Su questo voglio fare un richiamo. Quando parliamo di acque, dobbiamo ricordarci che questo è un tema trasversale a tutte le altre attività che portiamo avanti in Regione. Faccio riferimento, non me ne vogliano i colleghi che da anni devono sopportare questi miei continui riferimenti, al tema delle cave, per esempio. Il tema delle cave è fondamentale. Quando parliamo, per esempio, di riempimento dei vuoti estrattivi - e non è un caso che la discussione sul regolamento dei vuoti estrattivi è ferma perché, per fortuna, anche con l'aiuto della maggioranza, ci siamo accorti che si poteva scrivere qualcosa in maniera tale che fosse più tutelante anche da questo punto di vista - dobbiamo ricordarci che non è che esiste il settore ambiente, il piano delle acque e poi esistono le attività produttive e le attività estrattive. Queste situazioni a "canne d'organo" vanno superate. Il mondo è interconnesso, le attività sono interconnesse tutelare l'acqua, applicare il Piano di Tutela delle Acque, parlare d'inquinamento delle acque sotterranee significa che, quando parliamo di attività produttive, di attività estrattive e di attività turistiche dobbiamo avere a cuore e al centro dalla discussione la tutela delle acque diversamente fra qualche anno piangeremo delle lacrime amare.
Ecco perché la preghiera è di far lavorare insieme i settori ma soprattutto, noi Consigliere legislatori, avere in mente che le questioni sono collegate, quindi ricordarcelo ed evitare di leggere i provvedimenti in maniera separata.
La questione dell'inquinamento va, insomma, trattata dove già esiste, ma vanno poste le condizioni affinché in futuro non ci sia più inquinamento e la nostra attività antropica inquini sempre di meno, altrimenti la nostra capacità di intervenire e di sistemare i danni non sarà mai all'altezza invece, dei danni che provochiamo. Dobbiamo andare in una logica di prevenzione.
Chiudo, Presidente, con un ultimo passaggio. Si faceva riferimento, per esempio, ai contratti di lago e di fiume. Questo lo voglio dire come ultimo passaggio di questo mio breve intervento. Questo documento può essere un adempimento normativo, l'ho già detto, e può essere, invece, un'occasione di lavoro serio sugli aspetti che ho già citato, ma anche sugli aspetti relativi alla progettualità condivisa sui territori. I contratti di lago e i contratti di fiume sono già stati nella nostra Regione un elemento fondamentale di coinvolgimento sia degli Enti locali sia del mondo dell'associazionismo; sono già stati dei luoghi di sperimentazione di quello che oggi è una coscienza ecologica più diffusa (dieci anni fa lo era di meno), ma con i contratti di lago e di fiume abbiamo già delle eccellenze sul nostro territorio.
Mi auguro che questo Piano delle acque, oltre a dare degli indirizzi perché abbiamo visto che in questi anni poi sono cambiate le deleghe e gli affidamenti, è cambiato un po' la gestione del sistema - come Regione dobbiamo anche sostenere gli Enti locali, che sappiamo essere sempre più in difficoltà, ad avere risorse proprie, risorse progettuali; a fare in modo che anche in vista del PNRR, delle risorse che arriveranno e di ciò che abbiamo scritto come finalità in questo Piano delle acque, i contratti di fiume e di lago siano occasione per cui i sistemi sui nostri territori siano, da un lato, tutelanti della risorsa idrica, ma dall'altro trasformino anche l'acqua in un'occasione in cui le persone, da un punto di vista ecologico, riescono a lavorare. Mentre tutelano il sistema, lo fanno diventare un luogo vissuto, partecipato e animato dai protagonisti e dalle persone che devono diventare parte attiva dei processi di sviluppo e manutenzione di queste cose.
Da questo punto di vista, facciamo in modo che questo Piano non resti sulla carta e che sia davvero un'occasione, per tutti i cittadini piemontesi, per mettere al centro l'acqua, perché è in gioco la vita di tutti noi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
A nome del Gruppo della Lega, volevo ringraziare l'Assessore Marnati che ha la delega all'ambiente, che ha redatto, insieme ai suoi Uffici, il Piano Territoriale delle Acque. Voglio anche ringraziare il Presidente della Commissione, Dago, e il Consigliere Gagliasso, che hanno seguito questo provvedimento, così come la Lega e i colleghi di Fratelli d'Italia e di Forza Italia.
Un provvedimento equilibrato, che sottolinea l'importanza dell'acqua in un momento di cambiamenti climatici, come tutta l'Aula ha sottolineato; un documento che tratta anche di energia pulita, perché quando parliamo di idroelettrico, parliamo di energia pulita, quindi se abbiamo l'obbligo di azzerare la CO2 e di abbandonare le energie fossili, dobbiamo anche essere seri nel guardare all'idroelettrico. Lo dice un Consigliere che arriva dal Verbano Cusio Ossola, che è la prima Provincia per produzione idroelettrica.
Un provvedimento che ha anche dei vantaggi economici, perché sapete benissimo della battaglia che quest'Aula ha fatto rispetto ai canoni idrici, e sapete anche che molte comunità locali, molti Comuni e molti enti hanno entrate significative per quanto riguarda battaglie che sono ormai patrimonio di questo Paese e di riconoscenza a livello ambientale.
Riconoscenza economica nei confronti delle comunità che hanno sopra le loro teste le dighe e i grandi impianti idroelettrici.
Questo Piano sintetizza le necessità di tutela ambientale e di tutela per quanto riguarda, ad esempio, i deflussi minimi vitali, perché è naturale che dev'esserci un equilibrio assolutamente da rispettare. Ma guarda anche al futuro, all'energia che dev'essere sempre più predominante nel nostro Paese, perché ce lo impongono le nuove generazioni e ce lo impongono i cambiamenti sempre più devastanti che stanno flagellando, di fatto, tutto il mondo.
Un ringraziamento a tutti i protagonisti per questo Piano di Tutela delle Acque.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sul punto è già intervenuto il collega Bertola, che ha seguito tutti i passaggi in V Commissione. Vorrei solo ricordare che qualche settimana fa ho chiesto un'informativa in Aula - di cui non ho più ho avuto notizia rispetto a quanto accaduto all'interno del cantiere di Chiomonte, cioè al fatto che il cantiere si sia allagato probabilmente perché quello che stanno incontrando le talpe e i macchinari che hanno scavato all'interno del tunnel geognostico è acqua. Alla fine, si sta andando a perforare una montagna mettendo a serio rischio le falde.
Collegandomi a questo tema, richiamo l'attenzione sul fatto che alla mia richiesta d'informativa non c'è stata risposta né in Aula né in Commissione. Spero che si possa al più presto porre rimedio, perché non è possibile che richieste che vengono avanzate da parte dei Consiglieri che siedono sì nei banchi dell'opposizione, ma che rappresentano pur sempre i cittadini che hanno affidato loro un mandato, siano totalmente ignorate e cadano nel vuoto.
Credo che sia vero quanto riportava il Consigliere Rossi. Questo è un tema assolutamente trasversale. La tutela delle acque è una materia che ricade su più tematiche collegate e sarebbe un'enorme ipocrisia ignorare che si ripercuote anche sul tema dei cantieri che occupano il nostro territorio: parlo di Chiomonte, ovviamente, ma anche del cantiere del Terzo Valico, che a marzo ha visto un incidente che ha portato alla creazione di un vero e proprio lago artificiale nell'area dei cantieri.
Vorrei richiamare la vostra attenzione, oltre che la vostra memoria, su quello che è successo nell'area del Mugello: credo che l'Assessore conosca bene quello che si è verificato in Toscana con i lavori della tratta Alta Velocità e non ignori sicuramente il fatto che questi lavori hanno impattato fortemente sulle falde, con gravi conseguenze per tutti gli abitanti, ma anche per l'ambiente e la vegetazione di quelle zone. A mio avviso, sarebbe un'enorme ipocrisia parlare di tutela delle acque senza affrontare questo tema; tema che, prima o poi, ricadrà su qualche Amministrazione regionale, perché in Toscana così è successo. In Toscana poi è arrivata la prescrizione e il Presidente Rossi, all'epoca, non ha potuto neanche ottenere i risarcimenti che sarebbero spettati sia all'Ente sia ai cittadini. Qui cosa aspettiamo? Che si vada avanti negli anni? Che tocchi a qualche altra Amministrazione scontare le conseguenze di quello che questi cantieri provocano sui nostri territori? Credo che un tema come questo non possa assolutamente essere ignorato, al di là delle posizioni che si possono avere sul fatto di costruire o meno delle opere inutili, rispetto al fatto che quell'opera possa invece portare benefici. Questo è totalmente irrilevante.
Il tema delle falde acquifere dev'essere affrontato e spero che ci sia spazio, in una prossima Commissione, per confrontarci con l'Assessore magari anche con i tecnici e con il soggetto promotore, per capire che cosa è successo all'interno di quella galleria e comprendere quale sarà il reale impatto sulle falde acquifere della nostra regione di quest'opera e anche ovviamente, del Terzo Valico.
È inutile approvare dei piani che poi, come direbbe Greta, rimangono dei bla bla bla, quando sul nostro territorio abbiamo dei casi così enormi e così impattanti che fingiamo di ignorare soltanto perché si parla di grandi opere, e allora bisogna essere tutti zitti e tutti d'accordo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale e procedo con l'esame dell'articolato.
Sono stati presentati alcuni emendamenti, che invito a illustrare.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Riva Vercellotti.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti per l'illustrazione ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Mi è propizia l'occasione per ringraziare l'Assessore per il lavoro svolto lo hanno già fatto i Capigruppo, il mio in particolare, Paolo Bongioanni.
Mi consenta di ringraziarla, Assessore, per il lavoro che è stato svolto anche in questi ultimi mesi.
L'emendamento rubricato n. 5), che troverete modificato alla luce di un confronto proprio con l'Assessore e la sua struttura, sostanzialmente allinea il testo del comma 6 dell'articolo 19, delle Norme tecniche all'ordine del giorno che abbiamo approvato lo scorso febbraio in Aula, che si pone l'obiettivo di garantire una maggiore tutela per le aree di ricarica di falda. Visto che parliamo di tutela delle acque, credo che sia doveroso trattare il tema.
È una vecchia battaglia portata avanti da molti territori del Piemonte, in particolare Vercelli e Alessandria, ma anche Torino e molti Comuni piemontesi. E credo che il combinato disposto di questo emendamento, del testo complessivo e, soprattutto, dell'allegato alla DGR che a breve dovrebbe arrivare in Commissione, sarà il completamento di un percorso che mi rende orgoglioso di far parte di una squadra di governo di questa Regione, perché vede un'attenzione reale a tutela della falda acquifera, e non soltanto a parole.
Nell'emendamento che ho presentato c'è un ulteriore allineamento, alla luce di una verifica fatta dagli Uffici, con una DGR del 2018. Quando si tratta di allinearmi alle DGR della passata legislatura, sono sempre poco propizio, Assessore. Però c'è e dagli approfondimenti che lei per primo mi ha fatto pervenire in queste settimane, che ho studiato e verificato, il tema dell'amianto riguarda certamente la dispersione in atmosfera, mentre sulla possibilità di impattare sulla falda acquifera esistono studi del Ministero, studi recenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, studi fatti anche da altre Regioni del Nord Italia, che evidenziano come non ci siano interferenze con le acque sotterranee.
Abbiamo espunto anche il richiamo all'ordine del giorno proprio alla luce del fatto che la DGR prevede criteri localizzativi, e perch l'approfondimento e la concertazione con il sistema delle autonomie locali di queste ultime settimane conferma come quell'ordine del giorno abbia avuto un esito favorevole. Conferma, altresì, come ci sia stata molta attenzione da parte sua, Assessore - di questo la ringrazio ancora - e da parte di tutto il suo Assessorato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Sacco, Disabato e Martinetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 7) presentato da Sacco, Disabato e Martinetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 8) presentato da Sacco, Disabato e Martinetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 9) presentato da Sacco, Disabato e Martinetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 10) presentato da Sacco, Disabato e Martinetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 11) presentato da Sacco, Disabato e Martinetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco, per l'illustrazione dei propri emendamenti; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Scusi, Presidente: li posso illustrare tutti?



PRESIDENTE

Se vuole, sì.



SACCO Sean

Inizierei dall'emendamento rubricato n. 6), che ricalca uno degli aspetti che ha toccato durante la discussione generale, ovvero quello delle aree umide.
Chiediamo che dopo l'articolo 21 del Capo II "Aree a specifica tutela delle norme di Piano di Tutela delle Acque", venga aggiunto il seguente: "(Aree umide) 1. Allo scopo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ripristinare i servizi ecosistemici e contrastare la perdita di biodiversità, le disposizioni di attuazione del presente piano prevedono misure di gestione, conservazione, ripristino e creazione di aree umide regionali.
2. Vengono ricomprese nelle aree umide di cui al comma 1 tutte le zone umide naturali e seminaturali, nonché le zone umide artificiali presenti in Regione Piemonte.
3. La Regione censisce le aree umide regionali, anche quelle non tutelate dalle direttive comunitarie.
4. Al fine di assicurare il mantenimento o il ripristino della vegetazione spontanea nella fascia immediatamente adiacente alle aree umide, le disposizioni di attuazione del presente piano individuano i relativi divieti e disciplinano gli interventi di trasformazione e di gestione del suolo e del soprassuolo previsti nella fascia di almeno 10 metri delle aree umide.
5. In prossimità delle aree umide di cui al comma 2, è fatto divieto di utilizzo delle munizioni al piombo, come previsto dal Regolamento (UE) 2021/57".
La nostra attenzione rispetto alle aree umide, quindi questa richiesta d'integrazione, è principalmente legata al fatto che queste aree umide (nello specifico paludi, stagni, torbiere e fontanili e anche bacini creati artificialmente), man mano si sono naturalizzate negli anni (per esempio, i laghi artificiali). La più recente letteratura scientifica, contenuta nell'ultimo report IPCC, riconosce le Wetlands come fondamentali per la mitigazione del cambiamento climatico.
Oggi parliamo tantissimo di cambiamento climatico. C'è stato un G20 recentemente su questo tema e abbiamo la possibilità di mitigarlo attraverso le nostre azioni di tutela nei confronti anche delle aree umide.
Fra l'altro, con dei costi che, rispetto ai benefici, sono estremamente bassi. Pensate che si stima che siano in grado di assorbire il doppio di CO2 rispetto alla biomassa forestale, con costi che si aggirano intorno ai 6.000 euro a ettaro e costi di manutenzione inferiori ai 200 euro all'anno.
Ricordiamo infine che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il decennio dell'Ecosystem Restoration, 2021-2030. Le Nazioni Unite si sono impegnate a fermare il degrado degli ecosistemi e ripristinarli per raggiungere gli obiettivi globali. Solo con ecosistemi sani possiamo pensare di migliorare i mezzi di sussistenza delle persone contrastare i cambiamenti climatici e fermare il gravissimo collasso della biodiversità attualmente in corso.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha concluso, oppure deve ancora intervenire?



SACCO Sean

Se vuole, può intervenire il Consigliere Gagliasso, altrimenti continuo con i miei emendamenti.



PRESIDENTE

Se vuole, può concludere l'illustrazione dei suoi emendamenti.
Prego.



SACCO Sean

Con l'emendamento n. 7) invece chiediamo che il comma 6 dell'articolo 19 ("Zone di protezione delle acque destinate al consumo umano"), delle Norme di Piano del Piano di Tutela delle Acque, è così modificato venga così modificato: "6. Nelle aree di ricarica degli acquiferi profondi di cui al comma 3 lettera a) non è ammessa la realizzazione e l'ampliamento di discariche per rifiuti, nelle more dell'approvazione della Delibera di Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare, dei criteri per l'individuazione delle zone idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, con indicazioni plurime per ogni tipo di impianto, tenendo conto degli effetti e impatti cumulativi sull'ambiente, della conformazione territoriale prevedendo criteri di attenzione ed esclusione, in particolare per gli impianti che possono interferire con la tutela della risorsa idrica sotterranea".
Questo è un emendamento che per noi è estremamente tutelante e servirebbe a dare attuazione alle indicazioni che il Consiglio regionale ha espresso all'unanimità nell'adunanza consiliare per 3 febbraio 2021 attraverso la votazione dell'ordine del giorno "Tutela della risorsa idrica".
Gli impatti prevalenti causati dagli impianti di smaltimento rifiuti rappresentano la possibile percolazione nella falda d'inquinanti specifici in relazione alla tipologia di impianti. Pertanto, è necessario evitare il ripetersi di casi d'inquinamento della falda idropotabile, tutelando maggiormente le aree di ricarica delle falde.
Con l'emendamento 8) torniamo a un problema che affligge diverse zone del Nord Italia, fra cui l'area dell'Alessandrino. Purtroppo parliamo di sostanze perfluoroalchiliche, che hanno la caratteristica principale di essere estremamente resistenti e non biodegradabili. La loro persistenza all'interno delle acque è un problema enorme, considerando il fatto che è stato dimostrato che moltissime di queste sostanze hanno un impatto negativo sulla salute umana.
Chiediamo che dopo il comma 3 dell'articolo 22 ("Valori limite di emissione degli scarichi"), delle Norme di Piano del Piano di Tutela delle Acque vengono aggiunti i seguenti: "4. Il piano pone particolare attenzione alle sostante perfluoroalchiliche (PFAS)" - proprio legato alla motivazione che abbiamo un problema in Piemonte legato ai PFAS - " caratterizzate da elevata mobilità, persistenza e bioaccumulabilità, al fine di evitare la contaminazione delle acque superficiali, sotterranee e potabili. Sino a diversa determinazione delle disposizioni di attuazione del presente piano si applicano i valori limite di emissione determinati dalla Regione.
5. Il soggetto responsabile di uno scarico contenente PFAS è tenuto a comunicare al soggetto competente al controllo, secondo specifiche modalità fornite dallo stesso, i dati relativi alle analisi periodiche di controllo allo scarico dei PFAS. I controlli mensili operati con apposito autocampionatore dal titolare dello scarico devono essere resi accessibili attivabili e verificabili anche da remoto dal soggetto competente al controllo. I controlli istantanei dello scarico da parte del soggetto competente al controllo saranno sempre possibili, applicando come limite i valori stabiliti dalla Regione. Per gli impianti di produzione, il soggetto responsabile è altresì tenuto a comunicare al soggetto competente al controllo l'elenco di tutti i PFAS in utilizzo nello stabilimento".
È una questione non da poco; ve lo dice uno che ha seguito da vicino le varie vicende susseguite rispetto al polo chimico di Spinetta Marengo, dove sono stati approvati i valori limite allo scarico in acque superficiali per sostanze perfluoroalchiliche.
L'emendamento che ho presentato rappresenta un raccordo con la normativa regionale, prevedendo un regime di controlli che permetta alle autorità competenti di eseguire controlli e accertamenti anche istantanei, perché il problema non è solo nel fare una legge e indicare delle emissioni, ma poi queste emissioni devono essere verificate e, attualmente, i controlli non sono sufficienti. Si vuole porre l'accento sui PFAS anche all'interno del Piano di Tutela delle Acque, in quanto in Piemonte è presente uno dei siti di produzione tra i più importanti a livello mondiale.
Dal 2002, lo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo produce composti fluorurati, molti dei quali noti per le loro caratteristiche di persistenza, bioaccumulabilità, mobilità e tossicità.
Dai monitoraggi effettuati nel 2019 e nel 2020 da ARPA Piemonte viene evidenziata una presenza di diversi composti nelle matrici ambientali in alcune aree interne allo stabilimento e in concentrazioni variabili nelle aree esterne.
Nel 2020 è stata riscontrata la presenza di PFBA, PFPeA, PFOA e cC6O4 in diversi punti di prelievo dell'acquedotto comunale di Montecastello (Alessandria), per il quale è scattata la chiusura dopo alcuni mesi in cui la popolazione è stata esposta.
Vista la grande mobilità di questi composti, la dispersione nel bacino del Po rappresenta un potenziale di rischio, in quanto espone la popolazione a queste sostanze.
Presidente, sono le ore 13. Vado avanti?



PRESIDENTE

Se vuole concludere, sì.



SACCO Sean

Dovrei rubare troppo tempo all'Aula.



PRESIDENTE

Non penso sia un problema per nessuno per qualche minuto, perché non ha cinquanta minuti di tempo per intervenire, per cui, se conclude, andiamo avanti con la fase emendativa.



SACCO Sean

Va bene.
Per quanto riguarda l'emendamento 9), chiediamo che il comma 5 all'articolo 28 ("Tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici") nelle Norme di Piano del Piano di tutela delle acque, venga così modificato: "Nell'areale risicolo, oltre ad assicurare il mantenimento o il ripristino della vegetazione spontanea nella fascia immediatamente adiacente ai corpi idrici per le finalità di cui al comma 1, la gestione degli argini di risaia in prossimità dei corpi idrici superficiali naturali e artificiali avviene senza l'uso di prodotti fitosanitari. Il divieto è esteso a tutti i canali di irrigazione. Le disposizioni di attuazione del presente piano possono individuare ulteriori fattispecie per le quali la finalità del ripristino di condizioni di naturalità può essere perseguita attraverso la gestione del suolo e del soprassuolo, nelle fasce di cui al comma 1, senza l'uso di prodotti fitosanitari".
Nella prima modifica si prevede il divieto di diserbo chimico per tutti i canali d'irrigazione. Il 29/04/2021, il Biodistretto del riso, in audizione presso la V Commissione, ha espressamente richiesto la cogenza di un divieto che impedisca il diserbo chimico in tutti i canali di irrigazione in quanto causa di danni ambientali ed economici all'intero settore produttivo.
La seconda modifica chiede di togliere la deroga al mantenimento e ripristino della vegetazione nella fascia immediatamente adiacente ai corpi idrici che è prevista per le risaie. Diverse associazioni segnalano come il comma 5 dell'articolo 28 abbia causato numerosi e documentati problemi di dissesto idrogeologico. Il comma consente di eliminare la vegetazione spontanea nella fascia immediatamente adiacente ai corpi idrici naturali e artificiali per le aree risicole, ma la finalità dell'articolo sarebbe proprio quella di assicurare il mantenimento o il ripristino della vegetazione spontanea per la funzione di filtro per i solidi sospesi e gli inquinanti di origine diffusa, di stabilizzazione delle sponde, di conservazione e sviluppo della biodiversità delle specie autoctone e di azione di mitigazione al cambiamento climatico, oltre che con finalità di miglioramento paesaggistico. Questo è assolutamente importante anche dal punto di vista turistico, perché non è molto edificante la visione attuale.
Con questo tipo di tutela, avremmo sicuramente un'area molto più bella anche da vedere.
Con l'emendamento 10), invece, chiediamo che il comma 3 dell'articolo 38 ("Misure per il risparmio idrico") delle Norme di Piano del Piano di Tutela delle Acque, venga così modificato: "Al fine di promuovere comportamenti virtuosi nell'uso della risorsa idrica, la determinazione della misura dei canoni di concessione e di attingimento è effettuata in attuazione del principio di adeguato recupero dei costi ambientali e in conformità ai principi di 'chi inquina paga' e 'chi usa paga', in attuazione dell'articolo 9 della direttiva 2000/60/CE e secondo i criteri contenuti nel decreto del 24 febbraio 2015, n. 39 'Regolamento recante i criteri per la definizione del costo ambientale e del costo della risorsa per i vari settori d'impiego dell'acqua'".
L'emendamento specifica il riferimento al regolamento recante i criteri per la definizione del costo ambientale e del costo della risorsa per i vari settori d'impiego dell'acqua, al fine di determinare correttamente a livello regionale la misura dei canoni di concessione, evitando che ci sia uno sfruttamento della risorsa non adeguatamente remunerato.
Infine, con l'emendamento 11) chiediamo che dopo il comma 10 dell'articolo 38 venga aggiunto il seguente: "10 bis. Per le finalità di cui al comma 10, i Consorzi di irrigazione, di cui all'articolo 45 della l.r. n.21 del 9 agosto 1999 (Norme in materia di bonifica e d'irrigazione): a) calcolano il Bilancio Idrico al fine di fornire consigli irrigui sul momento di intervento e sui volumi da impiegare per ottenere un prodotto di qualità risparmiando risorse idriche b) forniscono supporto per la corretta progettazione degli impianti irrigui; c) suggeriscono i metodi e i sistemi irrigui tenendo in considerazione i fattori agronomici, climatici, di qualità dell´acqua e del suo tipo di approvvigionamento; d) forniscono supporto per la concimazione e) informano sullo stato di salute dei corpi idrici superficiali sotterranei e delle falde acquifere ricompresi nel proprio territorio di competenza; f) promuovono la creazione di aree umide. La Regione Piemonte può stipulare con i Consorzi di irrigazione appositi accordi di programma di cui al comma 4".
La motivazione dell'emendamento, che ritengo estremamente importante anche rispetto alle parole sentite in precedenza dai colleghi, è che, vista la frequenza sempre maggiore di annate caratterizzate da una siccità severa ed estrema nella nostra regione che determinano gravi problemi dal punto di vista ambientale e produttivo, perdita di reti trofiche, concentrazione di inquinanti, carenza degli usi irrigui e altre serie di problematiche, il seguente emendamento è volto a perseguire, nel più breve tempo possibile misure per risparmio idrico adottate già da molti anni in altre Regioni, in grado da far risparmiare milioni di metri cubi d'acqua.
Abbiamo portato anche l'esempio di alcuni Consorzi, per esempio in Emilia Romagna, che hanno veramente risparmiato milioni di metri cubi d'acqua attuando quelle che sono delle semplici e buone pratiche. A volte basta coordinarsi per raggiungere dei risultati e penso che per tutelare l'acqua oltre a non inquinarla, dobbiamo sederci intorno a un tavolo e capire in che modo risparmiarla, soprattutto per quanto riguarda l'uso agricolo che ha un consumo molto importante.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Dovremmo proseguire con l'illustrazione degli altri emendamenti, ma avendo superato le ore 13, sospenderei i lavori per riprenderli, se siamo tutti d'accordo, alle 14.30.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.07, riprende alle ore 14.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Questa mattina l'Assessore Marnati ha illustrato la proposta di deliberazione e si è svolta la discussione generale. Sono stati illustrati gli emendamenti rubricati n. 5), 6), 7), 8), 9), 10) e 11).
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Capisco che non siamo riusciti ancora a "ingegnerizzare", dal punto di vista della sicurezza, l'evoluzione della firma, ma una volta avremmo tutti firmato per la seconda entrata in Aula. Non ho ben compreso come sia possibile aprire la seduta pomeridiana con l'opposizione presente, ma con la maggioranza non in prevalenza in Aula. Non ho capito perché dovremmo garantire noi il numero legale. Se vuole, Presidente, usciamo e così lo pu verificare, ma comprende che è un assurdo dal punto di vista giuridico e politico.
Le chiederei di rinviare, se è possibile, il Consiglio alle 15 verificando se c'è il numero legale della maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Non vi sono altre richieste d'intervento sull'ordine dei lavori.
Essendo una seduta unica, non c'è la verificare del numero legale. Sapete benissimo che la verifica del numero legale a inizio seduta è una prassi non regolamentata, ragion per cui si potrebbe anche evitare di farla.
Oggettivamente ci dev'essere un quorum strutturale del Consiglio che attualmente vedo, perché la stragrande maggioranza dei Consiglieri, di maggioranza e opposizione, è presente in Aula. Il numero legale è salito a venticinque, per cui possiamo proseguire con l'iter dei lavori.
Passiamo a esaminare gli emendamenti rubricati n. 1), 2), 3) e 4) del Consigliere Gagliasso.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Gagliasso.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 2) presentato da Gagliasso.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 3) presentato da Gagliasso.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 4) presentato da Gagliasso.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Gagliasso per l'illustrazione.
Ricordo che ha tre minuti per ciascun emendamento, oppure può fare un'illustrazione unica.



GAGLIASSO Matteo

Grazie, Presidente.
Credo di stare ampiamente nei tre minuti.
Mi permetta solo di ringraziare anche l'Assessore e tutta la struttura dell'Assessorato per il lavoro che abbiamo svolto nelle sedute della Commissione presieduta dal Consigliere Dago. Una Commissione che ci ha visto più volte d'accordo anche con linee su cui, magari, si pensa di essere leggermente contrari per visioni politiche, ma che poi abbiamo cercato di riassumere in alcuni emendamenti.
Gli emendamenti che il Gruppo della Lega oggi porta all'attenzione dell'Aula, rubricati al n. 1 e al n. 4), sono assimilabili tra di loro, in quanto spostano semplicemente una data dal 31 dicembre 2021 al 31 dicembre 2024. Questo perché il testo della proposta di deliberazione sul PTA che oggi andremo ad approvare doveva essere approvato nel 2018, ma lo approviamo a fine 2021. Per questo motivo, le date sono spostate anche in vista di alcuni lavori che le Province hanno iniziato a fare negli anni e che devono ancora finire. Spostando queste date, diamo la possibilità a tutti quei territori che hanno già iniziato un lavoro e l'hanno fatto in modo esemplare, di poterlo continuare a fare nei termini previsti dal PTA.
L'emendamento rubricato n. 2) è stato modificato questa mattina dopo un colloquio con l'Assessorato, in quanto l'emendamento determina la maggiore gestione della situazione di carenza idrica. Prima si è anche parlato del deflusso minimo vitale e di tutto quanto ne concerne. È vero che all'interno del PTA si parla molto del deflusso minimo vitale ma, allo stesso momento, abbiamo visto anche come quest'anno, specialmente nella provincia di Cuneo, ci siano state grosse difficoltà nell'irrigazione dei campi e il deflusso minimo vitale. Purtroppo, in alcuni casi addirittura non esisteva più perché avevamo dei fiumi in secca.
Di conseguenza, chiediamo semplicemente alla Giunta che emani un elenco di quelle priorità e di quelle possibilità per andare in deroga al deflusso minimo vitale solo esclusivamente in quei casi in cui veramente si rischia la siccità perenne in alcuni territori, anche visti i cambiamenti climatici degli ultimi anni.
L'emendamento rubricato n. 3) riguarda proprio un elenco in cui tutte le persone che hanno a che fare con il mondo agricolo e con il mondo dell'irrigazione, abbiano la possibilità di capire in tempo la possibilità di avere una deroga temporanea - non si parla di una deroga per anni - che permetta in quell'anno di coltivare i propri terreni e poterli irrigare come si è sempre fatto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gagliasso.
Se non vi sono altre richieste d'intervento, la parola all'Assessore Marnati per il parere della Giunta.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Poiché avete modificato in corsa gli emendamenti, ricordo in ordine quali sono gli emendamenti presentati: 5), 7), 6), 1), 8), 9), 3), 2), 4), 10) e 11).
Per quanto riguarda l'emendamento rubricato n. 5) del Consigliere Riva Vercellotti, il parere è favorevole. Per gli emendamenti rubricati n. 7) e 6) del Consigliere Sacco il parere è contrario.
Relativamente all'emendamento rubricato n. 1) del Consigliere Gagliasso, il parere è favorevole. Anche per l'emendamento rubricato n. 3) il parere è favorevole, ma con una richiesta di modifica che vado a leggere, se poi il Consigliere accetta. Il punto g) dell'emendamento originale recitava: "L'elenco dei casi specifici per cui sono previste discipline o deroghe particolari". Con la modifica diventerebbe: "L'elenco delle casistiche per le quali siano da applicarsi discipline particolari".
Il parere sull'emendamento rubricato n. 2) è favorevole, così come per l'emendamento rubricato n. 4). Per gli emendamenti rubricati n. 10) e 11) del Consigliere Sacco, il parere è contrario.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, manca il parere sugli emendamenti rubricati n. 8) e 9).



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Sugli emendamenti rubricati n. 8) e 9) del Consigliere Sacco il parere è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marnati.
Chiedo al Consigliere Gagliasso se accoglie le modifiche.



GAGLIASSO Matteo

Sì, Presidente. Accolgo le modifiche proposte dall'Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

La invito ad avvicinarsi al banco della Presidenza per sottoscriverle.
Chiedo se vi siano interventi sul complesso degli emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Il mio intervento era per ringraziare l'Assessore per l'accoglimento dell'emendamento rubricato n. 5), che ho modificato secondo le indicazioni che abbiamo concordato insieme. Ringrazio l'Assessorato per la disponibilità ad accogliere gli emendamenti non solo miei, ma anche della maggioranza.
In merito agli emendamenti dell'opposizione, ho già espresso un pensiero su alcuni di quelli presentati dal Consigliere Sacco, in particolare sull'emendamento rubricato n. 9), legato al tema dall'areale risicolo. Al momento, non è presente il collega Sacco, ma so che conosce bene il tema.
Ho avuto modo di confrontarmi anche con alcune associazioni agricole, che sono molto preoccupate per quest'emendamento, quindi credo che il parere negativo della Giunta sia anche legato al fatto che non ci sia una condivisione con le categorie.
Ritengo, però, che la rinaturazione delle sponde arginali delle aree risicole sia, invece, un tema di evidente attualità, se vogliamo rafforzare l'identità dei luoghi, se vogliamo valorizzare il paesaggio, se vogliamo imprimere anche una valenza turistica al nostro territorio.
Ne parlavo ancora prima non solo con l'Assessore Marnati, ma anche con l'Assessore Protopapa: si condivideva il fatto che ci sia un percorso che è già iniziato, in realtà, ma che deve proseguire incentivando sempre più l'utilizzo di prodotti non chimici, prodotti naturali, prodotti biologici prodotti che vanno nell'ottica di preservare la naturalità, l'ambiente, la salute, ma soprattutto un territorio che storicamente è sempre stato ricco di biodiversità.
L'invito che mi permetto di rivolgere alla Giunta è di lavorare in futuro in questa direzione, perché lo ritengo un aspetto importante per il futuro del nostro territorio, dell'ambiente, della salute, ma anche della nostra agricoltura.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ho sentito il parere della Giunta sugli emendamenti che ho presentato e me ne dispiaccio, in quanto c'era realmente la volontà di contribuire alla tutela di uno dei beni più preziosi che abbiamo il dovere di preservare che è l'acqua.
Ringrazio il collega Riva Vercellotti per l'apertura rispetto ad alcuni temi che ha sottolineato più volte sia in sede di Commissione sia adesso in Aula; sono aspetti che, prima o poi, dovremo affrontare, ma più li rinviamo, meno sarà efficace il nostro intervento.
Mi spiace che la maggior parte degli emendamenti recepiti - se non quasi tutti, a parte quello del collega Riva Vercellotti - siano sostanzialmente relativi alle deroghe; deroghe che, a mio avviso, non sono mai positive quando si parla di "tutela", perché quando si deroga, si tutela sempre un po' di meno. Ma anche questo, comunque, è un dato di fatto: vedo che c'è maggiore apertura rispetto alle deroghe piuttosto che verso le restrizioni.
Non saremmo qui a parlare di tutela delle acque se non fosse un tema particolarmente sentito anche a livello di Unione Europea. Dal punto di vista ambientale, se non ci fosse l'Unione Europea a controllare quello che facciamo, sarebbe rimasto molto poco della natura. Spero, quindi, che si possa essere sempre di più vicini alle indicazioni del legislatore europeo anzi, qualche volta non sarebbe male essere un passo avanti! Prendo atto della mancanza di volontà da parte della Giunta di intervenire rispetto agli elementi che ho sollevato; elementi che ci avrebbero consentito di fare un Piano più organico e più attento rispetto alla tutela della risorsa.
Da parte nostra, la battaglia di sicuro non si ferma qui. Continueremo in tutte le sedi a chiedere una maggiore tutela per l'ambiente, una maggiore tutela per l'aria e, in questo caso, una maggiore tutela per le nostre acque.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, procederei con le votazioni.
Ricordo che il numero legale è venticinque.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).



MARELLO Maurizio

Presidente, mi scusi. Non in quest'ultima operazione, ma in quella precedente ho votato a favore, ma non sono certo che il voto sia stato registrato.



PRESIDENTE

Facciamo un controllo e, in caso non l'abbia registrato, lo inseriamo.
Pertanto, per il verbale sull'emendamento rubricato n. 8) il Consigliere Marello ha votato a favore.
Passiamo ora alla votazione dell'emendamento rubricato n. 3) del Consigliere Gagliasso, così come modificato dall'Assessore Marnati.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), come modificato, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Non ha recepito il mio voto negativo, è rimasto presenza.



PRESIDENTE

Segnaliamo per il verbale il voto contrario della Consigliera Frediani sull'emendamento rubricato n. 4).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Non essendovi richieste d'intervento sull'intero provvedimento, procediamo con la votazione finale.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 136, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Con questa votazione, abbiamo concluso il punto 3) dell'o.d.g.
Passiamo ai successivi punti all'o.d.g.
Consiglieri, dobbiamo discutere gli ordini del giorno e votare gli atti d'indirizzo. Ricordo a tutti che sono in sospeso gli ordini del giorno sulla questione ex Embraco.
Tratterei prima gli ordini del giorno più vecchi.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Visto che c'è la necessità di fare una sintesi degli ordini del giorno che vertono sullo stesso tema, chiediamo una sospensione di cinque minuti.



PRESIDENTE

Se può essere utile per buon andamento dell'Aula, sospendiamo la seduta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.11, riprende alle ore 15.38)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 667 presentato da Sarno, Canalis, Gallo, Rossi Avetta, Chiamparino, Valle, Salizzoni e Marello, inerente a "Sostegno del Consiglio regionale del Piemonte ai lavoratori ex Embraco"; ordine del giorno n. 668 presentato da Grimaldi, Bertola e Frediani, inerente a "Richiesta di assunzione di responsabilità da parte del Ministro dello Sviluppo Economico nella vicenda dei lavoratori ex-Embraco"; ordine del giorno n. 670 presentato da Cane, Nicotra, Perugini, Mosca, Preioni Stecco, Icardi, Gavazza, Gagliasso, Poggio, Cerutti, Marin E Leone inerente a "Embraco - richiesta alla Giunta Regionale e all'Assessore al Lavoro di avviare il prima possibile un nuovo tavolo di concertazione in sinergia col Ministero dello Sviluppo Economico a supporto dei lavoratori ex Embraco"; ordine del giorno n. 671 presentato da Bongioanni, Chiorino Nicco, Marrone e Riva Vercellotti, inerente a "Situazione Lavoratori Embraco"; ordine del giorno n. 682 presentato da Disabato, Martinetti e Sacco, inerente a "Ex Embraco - salvaguardia del lavoro e della produzione industriale piemontese"


PRESIDENTE

Avevamo sospeso la trattazione degli atti d'indirizzo legati al sistema lavoro ex Embraco, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Dopo l'esame di questi atti d'indirizzo esamineremo anche l'ordine del giorno n. 504, presentato da Stecco, Preioni, Cerutti, Gagliasso, Cane Marin, Perugini, Riva Vercellotti e Dago, inerente a "Impegno della Regione Piemonte per la reindustrializzazione delle Officine Meccaniche Giovanni Cerutti S.p.A.", di cui al punto 10) all'o.d.g Se siete d'accordo, procederei con l'illustrazione di tutti gli atti d'indirizzo, per poi aprire la discussione generale.
. Ordine del giorno n. 667 presentato da Sarno, Canalis, Gallo, Rossi Avetta, Chiamparino, Valle, Salizzoni e Marello, inerente a "Sostegno del Consiglio regionale del Piemonte ai lavoratori ex Embraco" Chiedo al Consigliere Sarno se desidera illustrare l'ordine del giorno n.
667, inerente a "Sostegno del Consiglio regionale del Piemonte ai lavoratori ex Embraco".
Prego, Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie Presidente.
L'atto d'indirizzo arriva con un po' di ritardo, perché era settembre quando avevamo svolto quel Consiglio regionale straordinario; in quella sede avevamo appunto depositato.



PRESIDENTE

Mi scusi per l'interruzione, Consigliere Sarno.
Invito tutti i Consiglieri a indossare correttamente la mascherina affinché siano coperti naso e bocca. Grazie.
Prego, Consigliere.



SARNO Diego

Ci mancherebbe, Presidente.
Dicevo che quest'ordine del giorno era stato depositato in occasione di quel Consiglio regionale straordinario, proprio per continuare questa battaglia e questo sostegno nei confronti dei lavoratori cosiddetti ex Embraco.
All'epoca, con quest'atto d'indirizzo avevamo sostanzialmente ripercorso la storia nelle premesse e nei "considerato che" - ovviamente, non vado a riproporveli - per poi concludere con un impegno volto a richiedere un tavolo di concertazione al Ministero dello Sviluppo economico.
Poiché è trascorso più di un mese da quella data, ci sono ovviamente delle piccole evoluzioni in materia, quindi l'ordine del giorno in questione è stato modificato soprattutto nella parte dell'impegno.
Leggerei i tre punti che abbiamo riscritto. Il primo recita: "impegna il Presidente e il Consiglio regionale a farsi promotore presso il Ministero dello sviluppo economico di un nuovo tavolo di concertazione tra parti sociali, che possa affrontare efficacemente la questione prima" - qui c'è una piccola modifica rispetto al precedente testo - "della data limite del 22 gennaio, data in cui termineranno gli ammortizzatori sociali".
Il secondo, scaturito sentendo i sindacati, è una richiesta molto puntuale e precisa: "a sostenere dinanzi al MISE la richiesta dei sindacati per l'utilizzo di ciò che resta del fondo Escrow verso quei lavoratori che decidono di trovare altra strada per il loro futuro e/o per gli imprenditori che vogliono assumere del nuovo personale".
Visto quello che è capitato alle molte proposte non andate a buon fine questa è una richiesta che arriva direttamente dai sindacati, che mira a utilizzare quello che rimane di quel fondo per avere un'exit strategy differente - seppur non la migliore - per non lasciare i lavoratori completamente senza tutele. Crediamo che sia fondamentale utilizzare quel fondo in questo modo per quei lavoratori che decidono di prendere un'altra strada o per gli imprenditori che vogliono assumere nuovo personale.
Terzo e ultimo impegno: "avviare attraverso l'Assessorato al lavoro della Regione Piemonte un percorso di politiche attive per il lavoro per trovare soluzioni occupazionali per gli ex lavoratori Embraco".
Purtroppo, anche questa è una "riduzione del danno", perché di questo stiamo parlando, nel senso che una delle prerogative dell'Assessorato è di provare a costruire dei percorsi per tutelare i livelli occupazionali dei 400 lavoratori ex Embraco. Alcuni hanno già deciso di intraprendere un altro percorso; per quelli che rimangono occorre incentivare, avviare studiare e, quindi, proporre delle politiche attive per il lavoro.
C'è un dato di fatto riconosciuto da tutti: l'ultimo tavolo convocato e poi non sviluppato all'interno del Ministero risale al 23 aprile; anzi addirittura a novembre il primo svolto fisicamente. Il 23 aprile c'era stata una prima convoca, poi disattesa e annullata.
Noi crediamo fortemente che il MISE non abbia rispettato gli impegni e in questo senso chiediamo alla maggioranza e a questo Consiglio di farsi promotore rispetto al MISE di costruire finalmente un tavolo adeguato per affrontare i temi che ho appena descritto.
Grazie.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sarno per illustrazione.
. Ordine del giorno n. 668, inerente a "Richiesta di assunzione di responsabilità da parte del Ministro dello Sviluppo Economico nella vicenda dei lavoratori ex-Embraco" presentato da Grimaldi, Bertola e Frediani Procediamo con l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 668, presentato da Grimaldi, Bertola e Frediani, inerente a "Richiesta di assunzione di responsabilità da parte del Ministro dello Sviluppo Economico nella vicenda dei lavoratori ex-Embraco".
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Credo che tutti noi abbiamo ben chiaro che gli sforzi che le organizzazioni sindacali e i lavoratori hanno compiuto, insieme alle forze politiche e istituzionali di quest'Aula e a fianco agli Enti locali, per tenere viva l'attenzione su questo tema, per ora non siano stati ancora sufficienti.
È per questo che continuiamo a unirci all'appello di chi, in questo mese davanti a Piazza Castello e in tanti altri presidi, ha continuato a chiederci di mettere in atto tutto ciò che è nelle nostre facoltà per difendere il diritto al lavoro dei 391 lavoratori ex Embraco e per evitare i licenziamenti.
Ci chiedono, in primo luogo, di seguire questi tavoli, ma lo fanno sia verso il neoeletto Sindaco della Città di Torino, sia verso il Presidente della nostra Regione, e ovviamente verso la nostra Assessora Chiorino. Ci chiedono, però, di fare qualcosa di più.
Gli incontri molto deludenti con il Ministro Giorgetti ci portano a dire come abbiamo provato a spiegare nelle ultime riunioni, che se c'è bisogno si faccia anche un salto ai piani più alti. Di conseguenza, condividiamo anche questa necessità di trovare il modo che ci sia un interlocutore, ma che si occupi di che cosa? Noi enunciamo quattro punti in particolare.
Occorre sostenere con forza la necessità di un intervento da parte degli istituti di credito territoriali, affinché possano farsi parte in causa di un rilancio dell'intero settore dell'elettrodomestico nella nostra regione e del suo indotto, con l'obiettivo di rilanciare le competenze produttive nazionali sia in Piemonte sia nel Veneto, che è la regione capo filiera del settore dell'elettrodomestico nel Nord Italia.
Inoltre, si tratta di chiedere con urgenza al Governo, in particolare ai Ministeri competenti, la convocazione di un nuovo tavolo di crisi presso il MISE per sostenere i lavoratori ex Embraco e adempiere alle funzioni proprie del Ministero dello Sviluppo Economico; di chiedere al Ministro dello Sviluppo Economico, Giorgetti, di assumersi le proprie responsabilità dinanzi all'Unione Europea e ai lavoratori ex Embraco; di esigere da parte del Ministero dello Sviluppo Economico l'assunzione di una sua prerogativa che consenta di mettere sul tavolo un'iniziativa industriale necessaria a evitare i licenziamenti in scadenza nei prossimi mesi e a sostenere con forza le emergenti dichiarazioni d'interesse seguite alla volontà del Commissario Castro e dei lavoratori nel realizzare un nuovo prodotto industriale, cioè il compressore a velocità variabile unico nel settore. È una situazione che permetterebbe di confermare la piena salvaguardia occupazionale nell'immediato e un futuro stabile sul luogo di lavoro.
Non solo. L'obiettivo della protesta dei lavoratori era richiedere un incontro urgente per trovare una soluzione e per rivendicare che il fondo Escrow e la dote finanziaria di nove milioni di euro lasciata da Whirlpool per la reindustrializzazione non sia dispersa e venga destinata ai lavoratori. Questo credo sia uno dei primi obiettivi.
Pertanto, continuiamo a ribadire la mancanza di una soluzione concreta considerato che tra tre mesi gli ammortizzatori sociali andranno in esaurimento e quindi vorremmo, anche dal possibile documento unitario che potrebbe uscire da questa ennesima discussione, che almeno sia scritto nero su bianco quali sono i tentativi che dobbiamo almeno provare a espletare fino in fondo.
Spesso tra noi ci dividiamo su cos'è davvero l'interesse industriale e cos'è l'interesse nazionale e quello dei lavoratori e delle lavoratrici. Io so solo che se difendessimo un progetto di idea industriale, che c'era dietro all'idea del compressore e del distretto dell'elettrodomestico faremmo già un passo in avanti rispetto a quelle sono le prerogative degli Enti locali, delle Regioni e dei Ministeri competenti.
Spero che, insieme ai colleghi di maggioranza e di opposizione e all'Assessora, troveremo un documento che possa non solo essere una buona sintesi da portare all'opinione pubblica, ma soprattutto la richiesta che ci sia qualcuno nel Governo che se ne occupi dall'inizio alla fine e che dia delle vere alternative a uno stato che non possiamo più accettare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Grimaldi per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 668.
. Ordine del giorno n. 670 presentato da Cane, Nicotra, Perugini, Mosca Preioni, Stecco, Icardi, Gavazza, Gagliasso, Poggio, Cerutti, Marin E Leone, inerente a "Embraco - richiesta alla Giunta Regionale e all'Assessore al Lavoro di avviare il prima possibile un nuovo tavolo di concertazione in sinergia col Ministero dello Sviluppo Economico a supporto dei lavoratori ex Embraco" Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 670 che ha come primo firmatario il Consigliere Cane, che ha pertanto facoltà di intervenire.



CANE Andrea

Grazie, Presidente.
In questo caso, mi auguro che si possa trovare una quadra, come si diceva prima durante l'interruzione dei vari testi. Penso che il fine comune sia trovare una soluzione reale per queste 391 famiglie che aspettano oramai da troppo tempo una soluzione.
Non mi dilungherò più di tanto in questo intervento, poiché si sta lavorando per trovare un testo unitario e penso che a tutti interessi una soluzione pratica a questo problema che dura ormai da troppo tempo.
. Ordine del giorno n. 671 presentato da Bongioanni, Chiorino, Nicco Marrone e Riva Vercellotti, inerente a "Situazione Lavoratori Embraco"



PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 671, che ha come primo firmatario il Consigliere Bongioanni, che ha pertanto facoltà di intervenire.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
È nota a tutti la vicenda della ex Ventures Embraco durante la quale, dopo una reindustrializzazione di fatto inesistente operata dalla Ventures e poi il fallimento della stessa, si era giunti a una possibile svolta in chiave positiva e sperata da tutti, tanto dai lavoratori quanto dalle istituzioni con la proposta del Sottosegretario Todde del settembre 2020 inerente alla creazione di un polo italiano per la costruzione di compressori. Questo avrebbe anche dato vita all'unione fra le due realtà imprenditoriali, la ACC-Wambao di Mel e la ex Embraco di Riva di Chieri, in un'unica impresa che avrebbe assunto il nome di Italcomp.
Successivamente il Ministero dello Sviluppo Economico, dopo aver dichiarato di considerare chiuso questo progetto, ha altresì affermato pubblicamente che la via da percorrere è quella della partnership con i privati e che la ricerca del Ministero in questo senso prosegue per giungere all'obiettivo di salvare sia ACC sia Embraco. È chiaro che la soluzione è ancora da definire ed è importante, perché risolverebbe il problema di entrambe le aziende e dei lavoratori coinvolti, indipendentemente poi dalla soluzione scelta, stante anche i tempi abbastanza stretti nei quali si trova a operare.
Fatta questa premessa, con l'ordine del giorno si richiede al Presidente della Giunta un impegno a chiedere al Governo, in particolare al Presidente del Consiglio dei Ministri, la convocazione di un Tavolo MISE e Ministero del Lavoro, al fine di arrivare a un piano di reindustrializzazione della ex Embraco di Riva di Chieri che preveda adeguate coperture economiche sia per l'attuazione dello stesso sia per il mantenimento dei livelli occupazionali, andando così a garantire il massimo supporto possibile alle 391 famiglie coinvolte in questa situazione critica.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Bongioanni per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 671.
. Ordine del giorno n. 682 presentato da Disabato, Martinetti e Sacco inerente a "Ex Embraco - salvaguardia del lavoro e della produzione industriale piemontese" Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 682, che ha come prima firmataria la Consigliera Disabato, che ha pertanto facoltà di intervenire.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Anche noi abbiamo voluto contribuire in modo attivo a questa discussione che ormai si protrae da troppo tempo sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici dell'ex Embraco.
Abbiamo seguito la vicenda dall'inizio e, in particolare nell'ultimo anno non possiamo non notare come il tempo scorra inesorabile. Dal momento in cui sono stati rinnovati gli ammortizzatori sociali per i lavoratori, sono già passati circa tre mesi e, purtroppo, meno di tre mesi ci dividono dalla scadenza degli stessi, che porterà a ritrovarsi in un limbo di cui la politica è sicuramente responsabile.
Noi siamo qui a rinnovare la richiesta di un incontro urgente al MISE, dove partecipi anche in modo attivo la Regione, tenendo ovviamente informato il Consiglio regionale, coinvolgendo i lavoratori e i sindacati per conoscere il proprio futuro. Siamo qui anche per chiedere quale possa essere il destino di questa regione dal punto di vista dell'industrializzazione. È vero che i lavoratori sono mobilitati da quattro anni per cercare di salvaguardare un posto di lavoro, ma sono anche mobilitati per cercare di salvaguardare la produzione industriale nell'area piemontese che purtroppo a giudicare dalle ultime politiche di Governo, rischia di rimanere ai margini delle decisioni importanti, anche a fronte degli ingenti fondi stanziati con il PNRR. È un grosso problema, perché preclude la possibilità al Piemonte di tornare strategico, com'era una volta, sotto il punto di vista industriale e, quindi, di accedere a nuovi posti di lavoro e a nuove opportunità in altri ambiti per i lavoratori.
Non vorrei che chiedendo una politica di promozione e delle politiche attive di lavoro per ricollocare i lavoratori in altri settori passi invece, il messaggio che noi stiamo agendo in modo autonomo e che il Governo debba disinteressarsi dei lavoratori dell'Ex Embraco, perché così non è. Quella è l'extrema ratio; noi chiediamo un progetto - e penso che tutto il Consiglio regionale lo chieda - serio e sostenibile, non come si è visto in passato con il progetto Ventures, ma che sia effettivamente utile a salvaguardare, nel tempo, i posti di lavoro e che non sia un rattoppo.
Questa dev'essere la prima richiesta che dobbiamo fare; come dev'essere la prima richiesta quella di chiedere un futuro industriale per la nostra regione e, solo in ultima istanza, salvaguardare, per quanto possibile, i posti di lavori con un ricollocamento in altri settori. È vero che la Regione può fare tanto, ma non può fare tutto.
Su quella strada sicuramente occorre procedere, ma senza dare indicazioni al Governo che si sta mettendo mano all'emergenza e che il Governo, quindi se ne possa disinteressare.
Le nostre richieste sono queste e chiediamo anche alla Regione di farsi promotrice con risorse di bilancio, compatibilmente con quanto è disponibile, per progetti propri di re-industrializzazione, che per sappiamo bene che non potranno andare a ovviare a quelli che sono progetti su più larga scala, su cui il Governo può effettivamente andare a incidere.
Ribadisco che il tempo è poco: sono due mesi e mezzo, ne sono già passati altrettanti e rischiamo di arrivare con l'acqua alla gola, com'è successo nell'ultimo step, quando gli ammortizzatori sono stati rinnovati all'ultimo.
Questo non rende sicuramente giustizia e non è giusto nei confronti di quei lavoratori che fino all'ultimo hanno visto il proprio futuro piombare nell'incertezza, come lo è stato, d'altronde, anche negli ultimi quattro anni.
Le nostre richieste sono anche sovrapponibili a quelli degli altri ordini del giorno, per cui auspichiamo che si possa uscire con un testo condiviso e che si possa andare tutti insieme a battere i pugni per dare un futuro a questi lavoratori, ma, soprattutto, alla nostra regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Disabato per l'illustrazione.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Chiorino.
Prego, Assessore.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Ringrazio tutti i Gruppi per i vari ordini del giorno. Chiederei di andare avanti con la votazione degli altri e, nel frattempo, stiamo lavorando a un documento unico di sintesi, rispetto alle consultazioni che ci sono state prima, per cercare di capire se riusciamo ad arrivare a un documento condiviso all'unanimità da tutto il Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.59, riprende alle ore 16.01)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Assestamento di bilancio - Montagna

Esame ordine del giorno n. 498 presentato da Fava, Cane, Mosca, Marin e Demarchi, inerente a "Individuazione, in sede di assestamento di bilancio di previsione finanziario 2021-2023, di risorse per il servizio sgombero neve con particolare riguardo ai territori dei Comuni montani"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno 498, di cui al punto 6) all'o.d.g., a prima firma del Consigliere Fava.
Prego, Consigliere Fava; ha facoltà di intervenire per dieci minuti per l'illustrazione.



FAVA Mauro

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno 498 prevede l'individuazione di risorse in assestamento di bilancio per il servizio dello sgombero neve, in particolar modo per quanto riguarda i territori dei Comuni montani. È un ordine del giorno un po' datato, perché è della scorsa primavera, e consiste nell'individuare delle risorse per l'acquisto dei mezzi spazzaneve, una questione molto delicata. Già una legge del 1979, la n. 59, riconosceva la pubblica utilità del servizio di sgombero neve. In particolare quella legge favoriva la costituzione di un adeguato parco di mezzi per l'esercizio di tale servizio e la formazione di personale addetto attribuendo le risorse finanziarie soprattutto ai Comuni di area montana.
Le esigenze di sgombero neve non sono uguali per tutti i Comuni, ma variano dalle effettive precipitazioni, dall'altitudine, dalla morfologia del territorio e dall'assetto abitativo. Se calcoliamo che più del 42% dei Comuni piemontesi sono classificati come Comuni montani, gran parte di questi non riescono a provvedere adeguatamente al servizio perché i mezzi che dispongono sono ormai vecchi, datati e non più idonei a prestare tale servizio.
Molti Comuni hanno affidato il servizio a enti esterni, ma in certe realtà montane il servizio viene ancora fatto tramite l'esercizio del Comune tramite i propri cantonieri. Questo è un servizio che non sempre si pu definire ottimo, perché quando è eseguito da una ditta esterna lo fa in determinato modo, ma quando se ne occupa il cantoniere, che conosce le frazioni più isolate, quel servizio viene dato in modo continuo. Isolare una frazione vuol dire isolarla per giorni, ma se il servizio viene prestato dai cantonieri del Comune dov'è c'è un'esigenza, è molto più facile risolvere il problema dell'abbandono delle montagne.
Chiediamo che la Giunta individui delle risorse da destinare per agevolare il soccorso civile per interventi a seguito di calamità naturali che molto spesso accadono quando le precipitazioni sono più abbondanti nei Comuni più piccoli delle zone montane.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Fava per l'illustrazione.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Figuriamoci se non siamo d'accordo con la proposta del collega! Ci sembra una proposta ragionevole se puntiamo gli occhi solo verso i Comuni montani ed è come se non ci rendessimo conto che in Piemonte, se nevica, nevica anche in pianura o in collina, la situazione diventa caotica e le amministrazioni comunali, per quanto di loro competenza, vanno tutte in difficoltà.
C'è un tema che riguarda anche l'impossibilità anzi, la speranza - tradotta non so come - di come i Presidenti di Provincia si affidano alla speranza che non nevichi nelle zone dove i Presidenti di Provincia hanno competenza per quanto riguarda lo sgombero della neve.
Peraltro, chiediamo al primo firmatario di riflettere anche, oltre a inserire tutto il Piemonte e non soltanto una parte, sul fatto che questo nella tecnica legislativa, attiene molto più a un emendamento al bilancio che a un ordine del giorno. Magari quest'ordine del giorno l'ha presentato nella previsione di bilancio dell'anno scorso, ma se questa è un'occasione per soffermarci sulle difficoltà degli Enti locali, soffermiamoci sulle difficoltà di tutti gli Enti locali: questa è la proposta che noi ci sentiamo di fare.
Dopodiché, le questioni importanti sono altre, non so se ci intendiamo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Fava; ne ha facoltà.



FAVA Mauro

Volevo dire al Consigliere Ravetti che condivido quello che dice, ma in questo momento l'esigenza maggiore ce l'hanno quei Comuni montani che nello scorso inverno, hanno trovato una situazione un po' più delicata rispetto a quelli di pianura o con altre esigenze d'interventi a causa delle nevicate.
L'anno scorso eravamo in piena pandemia, ma nel mese di febbraio e marzo sono scese nevicate copiose su tutti i territori montani. Alcuni Comuni si sono interfacciati con me o con altri Consiglieri perché hanno una problematica: mezzi ormai datati e privi di sicurezza per fare determinati servizi. Tuttavia, alcune frazioni che sono abitate solo in estate, con la pandemia sono anche arrivate a essere abitate in inverno e sono state isolate, ragion per cui è emerso il problema di alcuni Comuni. Sicuramente sono molti Comuni, anche quelli della collina, che hanno questo problema e bisogna intervenire perché la pulizia della neve fatta nei Comuni piccoli di montagna molte volte viene effettuata proprio dai cantonieri del Comune per rendere un servizio.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Fava, si deve rivolgere alla Presidenza, non a un Consigliere.



FAVA Mauro

Dicevo che era un servizio dato in queste circostanze. Ho verificato che c'era una legge, la n. 59, che prevedeva un finanziamento e mi sono preoccupato di presentare quest'ordine del giorno da portare in valenza su quello che era più importante.
Sicuramente i Comuni di pianura o di collina sono importanti tanto quanto quelli di montagna, ma oggi l'esigenza è in quei Comuni che in primis devono mettere in sicurezza i mezzi, soprattutto gli uomini che vanno effettuare tali servizi (quando c'è una nevicata normale, parliamo di oltre un metro di neve). L'esigenza per questi Comuni mi sembra un po' più importante rispetto all'esigenza di Comuni in pianura dove, quando nevica la neve si scioglie dopo poche ore o alcuni giorni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Fava.
La Giunta vuole intervenire in merito? No.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 498, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Comuni

Esame ordine del giorno n. 650 presentato da Avetta, Ravetti, Canalis Marello, Gallo, Salizzoni e Rossi, inerente a "Fare il Sindaco è sempre più difficile e rischioso. È urgente richiamare il legislatore a un articolato intervento normativo a tutela di questa funzione fondamentale"


PRESIDENTE

Com'è stato concordato questa mattina, procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 650 del Consigliere Avetta, che dal punto 22) è anticipato al punto 7) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avetta per l'illustrazione; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Partirei dalla fine, quindi dall'impegno che quest'ordine del giorno richiede al Presidente Cirio e alla sua Giunta: ad attivarsi, in ogni modo possibile e presso ogni sede competente, per sostenere tutte le modifiche legislative finalizzate a tutelare i Sindaci e gli Amministratori locali nello svolgimento del loro compito, che in quest'atto d'indirizzo è definito "delicato e fondamentale".
Si tratta di due aggettivi che, a nostro avviso, qualificano la funzione del Sindaco nel nostro ordinamento; funzione che, peraltro, lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ogni anno, partecipando all'Assemblea dell'ANCI - abbiamo chiesto l'inversione dei punti all'o.d.g.
proprio perché la settimana prossima a Parma inizierà l'annuale assemblea dell'Associazione dei Sindaci - definisce come "il presidio più prossimo ai bisogni immediati delle persone, delle famiglie, delle attività imprenditoriali e commerciali", che sono in affanno, evidentemente riferendosi al periodo di emergenza sanitaria.
Se così è, cioè se siamo tutti d'accordo, come credo, con le parole del Presidente della Repubblica, qualche domanda ce la dobbiamo pur porre. Per esempio, ci dobbiamo chiedere perché in tanti Comuni (non solo quelli piccoli, l'abbiamo visto anche nelle recentissime elezioni amministrative) sempre più spesso non si trovano candidati, oppure, se si trovano, questi candidati che si dedicano all'attività amministrativa locale sono costretti non a vedersela con un "avversario", come prevedrebbe una forma comune di regola democratica, bensì contro il quorum del 40%, quello che consente l'elezione del Sindaco anche senza un avversario.
Questo la dice lunga sulla percezione che i cittadini hanno di questo ruolo. Se vogliamo essere altrettanto onesti, qualche risposta forse ce la possiamo anche dare rispetto all'esperienza che abbiamo vissuto in tutti questi anni.
Oggi chi sceglie di fare il Sindaco sa che assumerà un ruolo che pu comportare delle conseguenze anche personali, causate, nella maggior parte dei casi, da eventi che sono estranei al potere di controllo di ogni amministratore locale.
Al contrario, se vogliamo invertire questa tendenza che genera quelle condizioni cui ho fatto riferimento, di disaffezione nei confronti del ruolo, abbiamo il dovere di scrivere delle regole chiare che definiscano in modo netto - meglio di quanto siamo stati capaci di fare finora - quali sono i doveri e quali sono i poteri di un Sindaco, in modo che sia sempre garantita la certezza sulla legittimità dell'agire a tutela bisogni dei bisogni di carattere collettivo.
Per questo motivo, riteniamo che sia urgente e necessario ristabilire delle regole certe e omogenee su tanti aspetti dell'agire quotidiano del Sindaco.
Penso, tra questi, alla disciplina dell'inconferibilità dell'incompatibilità e dell'ineleggibilità; penso ad alcune fattispecie molto discusse negli anni, come quelle dell'abuso d'ufficio; penso, ancora alla necessaria revisione del testo unico dell'ordinamento degli Enti locali, per chiarire, come dicevo poc'anzi, meglio di quanto abbia saputo fare il legislatore in questi anni, visto il coacervo e il ginepraio di norme che si sono accavallate nel tempo, le cui conseguenze hanno contribuito a generare quella disaffezione.
Dicevo, occorre chiarire meglio qual è il quadro e le responsabilità che sono in capo agli organi politici e quelle che, invece, sono in capo agli uffici tecnici delle nostre Amministrazioni. Mi riferisco, per fare un esempio concreto e specifico, a quello che possiamo definire il combinato disposto tra l'articolo 54 del testo unico degli Enti locali, che prevede che il Sindaco, quale ufficiale di governo, adotti con atto motivato provvedimenti contingibili e urgenti, e l'articolo 50 sempre del testo unico, che precisa che, salvo quanto previsto dall'articolo 107, i Sindaci e gli amministratori esercitano le funzioni attribuite dalle leggi, dallo Statuto e dai Regolamenti, con la chiosa sempre all'articolo 107 che afferma il principio di separazione tra l'indirizzo e la gestione prevedendo che spetti ai dirigenti la direzione degli uffici e dei servizi secondo i criteri e le norme dettati dagli statuti e dai regolamenti.
Nonostante queste norme appaiano sufficientemente chiare, negli ultimi anni, proprio in funzione di quel coacervo di norme che si sono aggiunte e alle quali mi sono appena riferito, c'è stata un'evoluzione della giurisprudenza, sia amministrativa sia penale, che ha riorientato questo quadro normativo così come abbiamo cercato sinteticamente di descrivere.
A nostro avviso, in forza di questo riorientamento, s'impone un ripensamento dello strumento delle ordinanze sindacali, per fare in modo che i Sindaci non siano coinvolti in fattispecie di responsabilità che spesso sono estranee alle loro prerogative o anche solo alle loro facoltà di controllo. Guardate che sono purtroppo numerose le vicende giudiziarie che hanno coinvolto tanti amministratori locali di Comuni piccoli, medi e anche grandi, che finiscono evidentemente per rovinare l'esistenza delle persone che si trovano coinvolte in queste vicende e finiscono per delegittimare il loro ruolo, generando quelle condizioni che, di fatto allontanano i cittadini da questo servizio civico.
La settimana prossima si parlerà di questi temi e di altri, ma in particolare di questi, all'Assemblea nazionale dell'ANCI a Parma. Al di là della retorica che comprensibilmente, e forse anche correttamente accompagna questi appuntamenti, mi auguro che le proposte di riforma depositate in Parlamento siano prese nella dovuta considerazione e siano finalmente messe a sistema, al di là delle tante parole di apprezzamento di affiancamento e di vicinanza nei confronti dei Sindaci che durante lo svolgimento del loro mandato, purtroppo, sono incappati in qualche guaio tipo quelli che ho ricordato.
Considero doveroso, e concludo, che una Regione come la nostra, che conta 1.200 Comuni rivendichi con forza e con determinazione una posizione netta a tutela dei nostri Sindaci. È per questo che chiediamo - e mi riferisco all'impegno che ho ricordato all'inizio del mio intervento - che questa Regione assuma una posizione a tutela e a difesa dei Sindaci, in ogni sede opportuna e con ogni mezzo opportuno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Intervengo per dire che quest'ordine del giorno è assolutamente condivisibile. Io, come alcuni di voi, ho fatto l'esperienza di Sindaco per dieci anni, seppure in un piccolo Comune di montagna, e mi ritrovo appieno nelle parole del collega Avetta, perché oggi siamo arrivati veramente a un estremo e a un'esagerazione. È di qualche settimana fa il caso di un Sindaco rinviato a giudizio perché un bambino a scuola si è schiacciato le dita in una porta. Ormai siamo a degli assurdi del genere.
Lo dicevamo prima: un rinvio a giudizio o un abuso d'ufficio non si nega a nessuno. Invece si parla di Sindaci che hanno delle responsabilità incredibili e fortunatamente hanno ancora, da parte della popolazione e dei cittadini, una percezione alta di gradimento. Tra i Sindaci ci sono tantissime brave persone e tantissime persone che lo fanno quasi su una base di volontariato.
Oggi c'è in discussione o in dirittura d'arrivo un aumento delle loro indennità, perché per molti si parla veramente di indennità ridicole e bassissime. Se pensiamo a Sindaci di città di una certa dimensione, di fatto, se vuoi essere incisivo e farlo bene devi prenderlo come primo lavoro e non può essere l'hobby o il terzo o il quarto lavoro, altrimenti chi ne risente è il territorio e la città.
Fortunatamente il clima oggi è maturo e alcune distorsioni degli ultimi anni si stanno smorzando, per cui è assolutamente opportuno riconoscere il valore, il lavoro e la costanza, altrimenti si andava verso l'eventualità di trovarsi senza Sindaci e senza persone di valore che si vogliono candidare. Lo vediamo tutti quando facciamo le liste, com'è difficile farle rispetto al passato, quando c'era più intraprendenza. Questo è dovuto al fatto che si è ormai creato un clima di terrore rispetto alla firma e alle troppe responsabilità che ci sono. Pertanto, è bene che ci siano gli organi di controllo, ci mancherebbe; va bene la legalità e la trasparenza, per bisogna tornare anche a un certo limite, perché un Sindaco non pu prendersi un avviso di garanzia perché un ragazzino a scuola si è schiacciato le mani in una porta. Questo è uno dei tanti esempi che potremmo citare nella cronaca giudiziaria quasi quotidiana.
Di conseguenza, va bene dare un supporto reale, che deve arrivare dal legislatore regionale e dal Governo. Qualcosa si sta muovendo, quindi siamo contenti di appoggiare un ordine del giorno che è al fianco dei nostri Sindaci in una Regione che, come si è detto, ha più municipi n Italia.
Questo è un valore e un patrimonio, così come il fatto che il Comune deve confrontarsi con enti più grandi.
Abbiamo visto com'è andata a finire la battaglia fatta negli anni scorsi contro le Comunità montane e adesso probabilmente dobbiamo mettere mano alle Unioni montane. Abbiamo visto la battaglia assurda contro le Province.
È stata una delegittimazione incredibile il fatto di averle portate a essere enti non con elezione diretta, ma di secondo grado, buttando fumo negli occhi della gente e non facendo comprendere che questi enti sono istituzioni che hanno delle funzioni fondamentali per quanto riguarda le strade e le scuole superiori in particolare. Se non vengono erogati i contributi, di fatto non si fa un torto alla classe politica in generale ma si fa un torto al territorio e ai cittadini che tutti i giorni fruiscono di strade e di scuole superiori.
Chi vuole tutelare la buona politica e la buona amministrazione non può che essere favorevole a un nuovo ordine del giorno che sottolinei questi principi cardine della nostra società e della nostra democrazia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Sono contento di intervenire dopo i colleghi Avetta e Preioni, che dimostrano, se ho ben inteso, che quest'Aula si appresta a votare all'unanimità un documento che consegneremo ai lavori dell'ANCI nazionale che si terranno dal 9 all'11 di questo mese. Ed è utile per i Comuni italiani avere a disposizione un documento votato all'unanimità proprio dalla Regione Piemonte, che nei decenni si è dimostrata particolarmente attenta - forse anche per il numero dei Comuni presenti al suo interno - al tema degli Enti locali e all'importanza di rimettere al centro le esigenze e le istanze, diciamolo bene, non degli amministratori comunali, ma dei cittadini che hanno bisogno di Comuni funzionanti, di norme e risorse adeguate, affinché gli amministratori comunali possano erogare servizi di qualità indispensabili per la vita dei cittadini.
Non saprei esporre meglio, rispetto a loro, il contenuto di quest'ordine del giorno, per cui evito di addentrarmi nel testo. Voglio solo utilizzare un po' di tempo per provare a inserire l'ordine del giorno in un contesto più ampio, che ci riguarda, e di cui anche questo Consiglio regionale è competente.
Se andate alla ricerca storica dei vari pensieri politici che hanno animato la nostra umanità negli ultimi secoli, non troverete alcun filone o alcun pensatore che, alle questioni che riteneva prioritarie per la società, non affiancasse un modello di Stato. Non esiste, nella storia del pensiero politico, un'idea che non affiancasse, a essa, la concretezza e la pratica di governo amministrativo di un territorio.
Noi viviamo in una fase emergenziale (speriamo di vivere la coda della fase emergenziale) che ha dimostrato una tendenza - questo è il mio punto di vista, Presidente - neocentralista che ha coinvolto tutte le forze politiche, in Italia, presenti nel Parlamento. Credo che non sia sfuggita a nessuno la necessità di un controllo sempre più stringente della spesa degli Enti locali. È inutile ripeterlo, forse, ma gli Enti locali, i Comuni e le Province in particolare, e per alcune circostanze anche le Regioni hanno contribuito più del Governo centrale ad abbattere, o perlomeno a diminuire, il costo della spesa pubblica, il debito pubblico. La libertà delle scelte è stata compressa negli ultimi decenni. È un modello di gestione del territorio quello del centralismo, quello che riporta i poteri al Governo centrale.
L'ordine del giorno permette di dire a molti che forse è proprio ora di ripensare all'importanza del decentramento.
L'importanza del decentramento amministrativo definisce, oltre una qualità differente della democrazia in un Paese, anche competenze, risorse e libertà degli amministratori nelle decisioni di loro competenza. È un tema complesso che non possiamo affrontare con profondità e con intelligenza in cinque o in dieci minuti. È evidente che in questo Consiglio regionale proprio in Piemonte, qualche messaggio nazionale dobbiamo provare a consegnarlo, offrendo, possibilmente, un punto di vista unitario. Questo sta capitando su un contesto normativo che interessa le responsabilità degli amministratori comunali, ma crediamo vi siano le condizioni, proprio qui dal Piemonte, per provare a ricostruire un modello di Stato con il protagonismo degli Enti locali: un'Italia che, per chi ama la storia non può dimenticare, ha dimostrato che i primi processi democratici sono nati dentro i Comuni. L'importanza dei Comuni, quindi, è nella nostra storia.
Crediamo che da lì, proprio perché è lo stato di prossimità, i servizi più vicini ai cittadini, si possano trovare le ragioni per rimettere in discussione quello che è avvenuto - ahimè - negli ultimi decenni, cioè il tentativo di portare il livello decisionale a un livello che non è quello dei territori.
Non voglio dilungarmi, perché è evidente che non risolveremo la questione qui oggi pomeriggio e solo con quest'ordine del giorno, ma credo che quel segnale di cui vi parlavo vada davvero formulato meglio e consegnato, da un lato, all'ANCI dal 9 all'11 novembre, a sostegno delle loro tesi e dimostrando la nostra vicinanza e, dall'altro, alle segreterie nazionali dei nostri partiti, affinché si possano trovare i tempi migliori, proprio ora, per avere il coraggio di modificare quanto pare, a molti di noi, non essere più all'altezza delle esigenze dei cittadini.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marin; ne ha facoltà.



MARIN Valter

Ne approfitto per chiedere la riparazione del microfono che è qualche giorno che non funziona, anche in Commissione, grazie.
Mi pare doveroso intervenire anche da Sindaco.
Il mio Capogruppo ha fatto la dichiarazione di voto del Gruppo Lega, cui chiaramente mi assocerò, ma non è casuale che la proposta arriva da chi ha svolto il ruolo di Sindaco, quindi anche convalidata, in modo trasversale dalla nostra parte politica.
Credo sia la migliore scuola politica perché, in assoluto, chi ha svolto il ruolo di Sindaco è stato in prima linea per quanto riguarda la gestione amministrativa della cosa pubblica.
Ho ascoltato attentamente l'intervento del collega Ravetti e direi che la Francia in questo ci insegna, perché la Francia ha un collegamento diretto Comune-Stato, in cui il Prefetto si fa garante di questo, ma dove il Comune è il centro di tutta la costituzione della Repubblica francese. Non dico che questa debba essere la soluzione, ma mi pare giusto sottolineare che dal Piemonte, debba comunque partire un messaggio al Governo di consapevolezza di cosa significa essere in prima linea in modo costante ventiquattro ore su ventiquattro.
La pandemia ha evidenziato questa situazione ancora di più. Credo che questo debba arrivare a voce alta dal Piemonte, ma auspichiamo che anche le altre Regioni lo facciano per arrivare comunque a rivedere la normativa e sicuramente anche delle maggiori tutele nei confronti di chi amministra finché si trovano ancora amministratori - i Comuni piemontesi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marin.
Vi sono altre richieste d'intervento in merito all'ordine del giorno n.
650? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Solo per una modifica, che è doverosa, all'ordine del giorno. Nel testo originale, quello depositato, nella seconda parte nel "inoltre considerato che" scriviamo: "a tal fine, in occasione della prossima riunione del Consiglio Nazionale ANCI, che si terrà mercoledì 7 luglio 2021". Chiederei se siamo tutti d'accordo, di poter modificare con "a tal fine, in occasione della riunione del Consiglio Nazionale che si è tenuta mercoledì 7 luglio 2021".
Credo che così sia più coerente rispetto al trascorrere del tempo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno viene modificato come proposto dal Consigliere Avetta.
La Giunta chiede di intervenire? No.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 650, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Presidente, non sono riuscito a votare.
Chiedo se può mettere a verbale il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

Consigliere, se tiene la mascherina calzata è un bene e se state in Aula per votare è ancora meglio, così non dobbiamo inserire i voti a mano.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Viabilità

Esame ordine del giorno n. 666 presentato da Bongioanni, Poggio, Perugini Cerutti, Cane, Zambaia, Nicco, Chiorino, Marin, Nicotra, Mosca, Gavazza e Riva Vercellotti, inerente a "Obbligo casco per uso monopattino elettrico"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 666, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Viviamo tutti la situazione delle strade congestionate dal traffico, quindi vediamo positivamente l'arrivo di mezzi ecologici, come i mezzi elettrici.
Tuttavia, questo congestionamento e la mancanza di regole sull'utilizzo del monopattino fanno sì che ci troviamo ogni tanto - io lo vivo tutte le mattine entrando in Torino - in situazione di potenziale rischio. Qualche incidente, di fatto, si è già verificato.
Il monopattino elettrico, che sicuramente è uno strumento di oggi e probabilmente lo sarà anche di domani, non è ancora stato del tutto regolamentato dalla legislazione italiana e permane - di fatto, lo sperimentiamo quotidianamente - la non obbligatorietà del casco per i fruitori del monopattino maggiorenni.
L'utilizzo del casco è stato, per chi come me è motociclista e ha vissuto la stagione in cui il casco non era obbligatorio, uno strumento che ha salvato vite, quindi sarebbe opportuna l'estensione anche al monopattino soprattutto proprio per la mancanza oggi di un'assicurazione, di un bollo e di altri strumenti che vadano a regolamentare questo mezzo, che è diventato un mezzo di trasporto a motore.
Se teniamo conto che l'articolo 1 del Codice della strada recita che la sicurezza delle persone nella circolazione stradale rientra tra le affinità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato, come Regione non possiamo venir meno a questo dettato.
Ragion per cui con il presente ordine del giorno si chiede alla Giunta regionale di introdurre, sul modello di quanto sta avvenendo in altre Regioni italiane, come ad esempio in Toscana, l'obbligo del casco per l'uso del monopattino elettrico anche da parte dei maggiorenni, tramite un provvedimento legislativo o un provvedimento di Giunta, previa convocazione di una Commissione consiliare, in concerto con i rappresentanti degli Enti locali, della Polizia stradale e della Polizia locale, al fine di raccogliere pareri e idee sull'estensione dell'obbligatorietà dell'uso del casco per i fruitori dei monopattini elettrici maggiorenni e di valutare ulteriori modalità per rafforzare la sicurezza di fruitori di tali strumenti di micromobilità.
La richiesta è di attivarsi, insieme alle altre Regioni e ai rappresentanti degli Enti locali, al fine che il Parlamento italiano adotti una legislatura chiara inerente all'obbligatorietà del casco, anche per i fruitori maggiorenni dei monopattini elettrici.
Questo è il tema di quest'ordine del giorno, che sicuramente va nella direzione di un miglioramento della sicurezza sia per i fruitori del mezzo sia per chi guida le auto e/o un semplice pedone che può venire a contatto con questi mezzi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bongioanni.
Vi sono richieste d'intervento in merito all'ordine del giorno n. 666? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Perugini; ne ha facoltà.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Essendo stato anche sottoscrittore di quest'atto, è un tema di attualità sicuramente cogente, perché in molte città oramai il monopattino è un mezzo di locomozione che viene sempre più usato, ma come in tutte le cose ci vuole una certa responsabilità.
Volevo riallacciarmi a quanto è stato approvato poco fa sul ruolo dei Sindaci, sulla sensibilità dei Sindaci, sulla conoscenza del territorio e sulla responsabilità dei Sindaci, perché proprio in questi giorni anche nella mia città, Novara, sono stati introdotti i monopattini. Tuttavia, in un tempo ragionevolmente breve - per non dire in tempo zero - il neo rieletto e riconfermato Sindaco Canelli, a tutela dei cittadini (quindi sia chi utilizza il monopattino, sia chi vive la città pedonale, piuttosto che in auto), ha emanato fin da subito un'ordinanza che entrerà in vigore il 1 dicembre per l'utilizzo obbligatorio del casco, la riduzione delle velocità, l'utilizzo responsabile anche il giorno in cui il centro cittadino (ZTL) è maggiormente frequentato.
Questo per dire che cosa? Che quest'Assemblea - è giusto che lo faccia anche con quest'atto - sostiene le azioni dei Sindaci e degli amministratori locali, soprattutto quando hanno buonsenso e senso di responsabilità. Anche perché il Sindaco è la figura che tutela la salute dei cittadini, per cui immaginare di prevenire qualunque criticità o problema legato a incidenti dei fruitori dei monopattini o conseguenti è sicuramente un atto che ha la sua sostenibilità.
Ecco perché oggi quest'Assemblea, approvando tale atto, va incontro ad azioni che sono già in corso, rafforzandole. Di conseguenza, ci si aspetta che anche il Governo nazionale, con le proprie attività legate al Codice della strada (perché è l'unico soggetto che può legiferare in questo senso), vada subito a introdurre quegli elementi che saranno utili per la tutela dei fruitori e dei cittadini in generale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, chiedo alla Giunta regionale di esprimere il parere in merito all'ordine del giorno n. 666.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale La Giunta esprime parere favorevole.



PRESIDENTE

Ci mancherebbe, a un numero del genere non si può essere contrari! Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 666, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
L'ordine del giorno n. 666 è approvato anche con il voto favorevole del sottoscritto, che non è stato rilevato dal sistema elettronico.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali - Comuni

Esame ordine del giorno n. 649 presentato da Magliano, Avetta, Ravetti Rossi, Graglia e Marello, inerente a "Carenza di Segretari comunali negli Enti locali piemontesi"


PRESIDENTE

Per alternanza fra maggioranza e opposizione, procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 649, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente, anche per quest'inversione dell'ordine dei lavori.
Ringrazio, altresì, i colleghi che hanno voluto sottoscrivere quest'atto perché pone all'attenzione di quest'Aula un problema molto sentito da parte dei Sindaci delle nostre Amministrazioni.
Sulla scia con quanto annunciato dal collega Avetta, qui affrontiamo un altro tema che in sede ANCI dovrà essere trattato in maniera importante.
L'ordinamento giuridico-amministrativo vigente prevede negli Enti locali la figura del Segretario comunale, come ben sappiamo, che ha funzione centrale ed essenziale per una corretta gestione dell'attività dell'ente.
Il Segretario comunale svolge compiti di sovraintendenza allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti e dei responsabili, coordinando la loro attività così da consentire l'attuazione del programma amministrativo del Comune.
Questo compito, fondamentale in tempi di ordinaria amministrazione, diviene insostituibile in una fase nella quale i Comuni sono chiamati a cooperare con lo Stato per attuare il PNRR.
Il decreto prefettizio del 19 settembre 2019 n. 12499 segnalava anche che il numero totale dei Segretari in servizio è inferiore a quello delle sedi e che l'attuale carenza di Segretari comunali e provinciali è quantificata in 1.944 unità, derivanti dalla differenza fra le 4.762 sedi di segreteria e i 2.818 Segretari in servizio. Inoltre, una comunicazione del Ministero dell'Interno rendeva noto il dato previsionale delle cessazioni relative all'anno 2019 (i pensionamenti), stimato in 215 unità, e all'anno 2020 quantificato in circa 200 unità.
I media del territorio (ma talvolta anche di tiratura nazionale) pubblicano spesso articoli che riportano la notizia di Sindaci che, alla quasi disperata ricerca di Segretari, denunciano l'insostenibilità della situazione. Aumentano, di conseguenza, le situazioni critiche nella gestione delle funzioni che andrebbero assolte da un Segretario titolare: si registrano casi di sedi presso le quali le funzioni sono assolte da lungo tempo dal Vicesegretario o casi in cui sono gestite in modo temporaneo, per brevi periodi, non garantendo uno svolgimento ottimale delle funzioni.
Stante la cronica carenza di Segretari comunali, sono state emanate recenti disposizioni di cui all'articolo 16 ter, commi 9 e 10, del decreto legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito nella legge 28 febbraio 2020, n. 8, che dispongono di incaricare per un periodo comunque non superiore a dodici mesi lo svolgimento delle funzioni di Segretario Comunale al Vicesegretario solo se in possesso di stringenti requisiti (nel testo dell'atto d'indirizzo riporto l'elenco dei criteri che devono avere coloro che ricoprono temporaneamente la carica di Vicesegretario, ed è personale rientrante nella pianta organica dei nostri Comuni).
Tale difficoltà si aggrava ancor più per i Comuni di piccole dimensioni (in Piemonte ci sono oltre 1.000 Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti), che si ritrovano a dover fronteggiare tali carenze per l'indisponibilità degli attuali Segretari comunali abilitati a poter stipulare convenzioni con più Comuni.
Nella recente pronuncia del Ministero dell'Interno (circolare Albo Nazionale prot. 5946 del 19 marzo 2021, "Regime Giuridico dei compensi erogabili. Pareri ARAN e Dipartimento Funzione Pubblica"), viene specificato che non risulta possibile la valorizzazione della funzione svolta del Vicesegretario sotto il profilo economico, attraverso l'erogazione di compensi economici ad personam. Non risulta altresì possibile per gli Enti locali senza dirigenza incrementare, derogando agli stringenti limiti di bilancio, il trattamento accessorio per posizioni organizzative di nuova istituzione, così come stabilito dalla recente sentenza della Corte dei Conti.
Di conseguenza, prendiamo atto del fatto che, se da un lato il legislatore e le Prefetture hanno incentivato i piccoli Comuni a utilizzare la figura del Vicesegretario per sopperire alla mancanza di Segretari comunali dall'altro hanno relegato queste figure fuori da ogni tipo di tutela sia dal punto di vista normativo sia economico. Gli attuali Vicesegretari infatti, sono stati già autorizzati dalle Prefetture del Piemonte e risultano essere già funzionari di ruolo presso gli Enti locali. Sono responsabili dei servizi che dirigono e hanno una formazione pluriennale sulle materie di competenza e supportano operativamente i Segretari comunali abilitati dagli amministratori comunali e il personale operante negli enti, nonostante il Ministero dell'Interno, come dicevo prima, abbia già disegnato quale sarà l'impressionante carenza di organico per il 2020 e 2021.
Considerato, inoltre, che questa situazione perdura ormai da troppo tempo e sta determinando in molti casi il blocco o il rallentamento delle attività amministrative, occorre una diversa e immediata soluzione che eviti la paralisi amministrativa di moltissime amministrazioni comunali e garantisca un indispensabile supporto a garanzia della legittimità degli atti assunti dagli enti presso i quali sono già incaricati a sostegno dell'azione amministrativa, giuridica e contabile dei sindaci e del loro personale.
L'ordine del giorno impegna il Presidente della Giunta regionale, a fronte di tale carenza e gravità della situazione che si è creata soprattutto per i piccoli Comuni piemontesi e al fine di garantire la copertura delle sedi vacanti, a intraprendere iniziative nei confronti dei Ministeri competenti per velocizzare le procedure di reclutamento dei Segretari comunali.
Infatti, sappiamo che rappresentano una sezione ad hoc del personale della pubblica amministrazione.
Il secondo punto recita: "a segnalare alle Prefetture in attesa e in concomitanza dell'espletamento delle procedure di reclutamento a livello nazionale, l'adozione di misure volte a superare i limiti della normativa a oggi vigente, di cui all'articolo 16 ter, commi 9 e 10, del decreto legge 30/12/2019, n. 162, prorogando per ulteriori dodici mesi gli incarichi a coloro che attualmente già svolgono l'incarico di Vicesegretario, ove non sia possibile reperire un Segretario comunale di ruolo".
Di fatto, invitiamo la Giunta a farsi parte diligente da una parte nei confronti del Governo e, dall'altra, delle Prefetture tramite il Governo per sbloccare una situazione che oggettivamente i nostri Sindaci ci dicono e raccontano come insostenibile. Questo lo diciamo con forza, perché non possiamo immaginare che i Sindaci siano il terminale di governo dei territori, per poi non riuscire a dare loro la possibilità di governare attraverso i Segretari comunali, che non sono esclusivamente i custodi dello statuto e del regolamento del Comune, ma hanno funzioni, soprattutto nei piccoli Comuni, di governo vero e proprio della macchina.



PRESIDENTE

Chiedo se vi siano richieste d'intervento in merito all'ordine del giorno n. 649 presentato dal Consigliere Magliano.
Ha chiesto la parola l'Assessore Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
Durante l'illustrazione, mi sono confrontato con il Vicepresidente Carosso.
Sottolineando, come peraltro richiamato nell'impegnativa, che si tratta di competenze dirette del Governo e che l'azione della Regione può essere tutt'al più quella di far presente queste esigenze e sollecitare delle misure concrete d'intervento, il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 649, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Ristrutturazione industriale - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 504 presentato da Stecco, Preioni, Cerutti Gagliasso, Cane, Marin, Perugini, Riva Vercellotti e Dago, inerente a "Impegno della Regione Piemonte per la reindustrializzazione delle Officine meccaniche Giovanni Cerutti S.p.A."


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 504, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Stecco per l'illustrazione.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno riguarda l'impegno per la reindustrializzazione delle Officine meccaniche Cerutti, una società per azioni italiana con sede a Casale (aveva anche un'importante sede a Vercelli) che opera nel settore della progettazione e costruzione di macchine e attrezzature per la stampa in particolare rotocalco e flexografica.
Quest'ordine del giorno ha qualche mese, per cui nel frattempo l'iter riguardante la crisi lavorativa è proseguito. In data 5 giugno 2020 era stata annunciata una ristrutturazione societaria che prevedeva la chiusura dello stabilimento di Vercelli, in particolare con 163 lavoratori in esubero. Il gruppo ha inizialmente approvato un piano industriale della durata di tre anni, ma successivamente sono avvenuti altri fatti che hanno portato a una previsione iniziale di un congelamento della struttura di Vercelli, che non sarebbe più stata operativa dopo mezzo secolo di vita.
Il gruppo Cerutti rappresenta una componente socio-economica fondamentale del nostro territorio, impiegando centinaia di persone negli stabilimenti e nel centro di ricerca. Tale crisi, tra l'altro, si è inserita in quella socio-economica determinata fortemente dalla diffusione dell'epidemia COVID 19. In seguito, i 130 dipendenti della NewCo Gruppo Cerutti, nata lo scorso autunno dalle ceneri delle Officine meccaniche Cerutti e della Cerutti Packaging, sono stati poi messi in cassa integrazione COVID a zero ore. È stato poi annunciato il blocco della produzione e il rischio dell'interruzione dell'affitto del ramo d'azienda con la possibilità, se non ci saranno acquirenti, della messa in liquidazione. Queste sono tutte cose pregresse.
La Regione, con l'Assessore Chiorino, ha seguito questa difficile crisi che ha colpito tantissime famiglie e ha certamente una funzione centrale nella gestione di questa crisi, ponendosi come serio interlocutore tra azienda parti sociali, Prefetture e amministrazioni locali, in modo da facilitare il dialogo e giungere a una qualche soluzione. Nel frattempo, come dicevo sono andati avanti, rispetto a quest'ordine del giorno depositato, gli eventi, e ci sono stati dei problemi. Innanzitutto, è stata condotta un'asta che ha determinato l'acquisto, da parte di una multinazionale svizzera per sette milioni di euro, del gruppo, con la garanzia del mantenimento di un certo livello occupazionale.
Inizialmente, aveva già vinto l'asta il 30 giugno; successivamente era stata richiesta una miglioria ed era comparsa una seconda cordata. Questo ha portato a un ulteriore incremento dell'impegno della multinazionale svizzera verso la storica azienda meccanica vercellese e casalese. I lavoratori hanno subito gravi problemi relativamente al loro percorso e agli ammortizzatori sociali, in quanto, inizialmente, la ditta che si era aggiudicata l'asta, questa multinazionale svizzera, aveva garantito la riassunzione di trenta di questi lavoratori per indirizzarli verso un proprio stabilimento e anche una gestione di una cooperativa di altri quaranta lavoratori provenienti dalla precedente azienda. Il problema è nato dalla messa in opera della cassa retroattiva per i lavoratori della Cerutti, 188 in totale, e anche di competenze tra Ministero e Regione riguardo a questa tematica.
Successivamente - ed è argomento abbastanza recente - nel mese scorso è partita la procedura di licenziamento collettivo alla Cerutti, un passo necessario per permettere agli ex dipendenti di incassare le buonuscite e chiedere l'indennità di disoccupazione, la cosiddetta NASpI. Ci sono stati ulteriori problemi tra i curatori e l'azienda, quindi questo non riguarda la Regione in primis, in quanto riguarda tutto questo percorso.
Ultima notizia di qualche giorno fa è la difficoltà di completare il contratto di compravendita, quando alle procedure fallimentari comunicheranno di avere completato le necessarie operazioni preliminari anche riguardanti i lavoratori.
La situazione è stata un'evoluzione abbastanza rapida, rispetto ad altri scenari, che ha certamente visto una piena operatività della Regione e dell'Assessore Chiorino, che ringraziamo per l'attenzione a questo delicato tema che ha colpito il Casalese e il Vercellese.
Con l'ordine del giorno, chiediamo di impegnare la Giunta regionale ad attivarsi presso i Ministeri competenti, per quanto riguardava gli ammortizzatori sociali; nel frattempo, è avvenuto quanto ho enunciato quindi chiediamo al Ministero di mantenere un costante raccordo informativo con la Regione Piemonte in merito a eventuali erogazioni di finanziamenti necessari e alla ricerca di concrete soluzioni per il mantenimento dei livelli occupazionali.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Dieci secondi.
Comprendo le ragioni per cui il collega Stecco ha elaborato un testo molto centrato sul Vercellese nelle premesse, ma non nelle conclusioni finali per cui chiedo all'Assessore se può considerare l'insieme degli stabilimenti produttivi dell'ex Cerutti.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Chiorino.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Stamattina ho già avuto modo di rispondere a un'interrogazione del Consigliere Rossi, dando un quadro della situazione attuale. Per me c'è un parere favorevole, sull'ambito dell'ordine del giorno, anche perché sono due le questioni che ho già anticipato nella risposta all'interrogazione di stamane: la prima è che la Regione si riserva la possibilità di valutare e di intervenire sia con un progetto di politiche attive per quei lavoratori eventualmente non ricollocati; la seconda è verificare la possibilità della creazione di una cooperativa, quindi di una newco, formata da lavoratori ex Cerutti, che operi poi per conto della Bobst.
Sono due i passaggi rispetto ai quali abbiamo già dato la disponibilità per cui c'è parere favorevole all'ordine del giorno che interviene su tutta la questione Cerutti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 504, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 600 presentato da Rossi, Canalis, Chiamparino Salizzoni, Sarno, Valle e Marello, inerente a "Cordoglio per la morte del sindacalista Adil Belakhdim - Azioni per i diritti dei lavoratori nel settore della logistica in Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 600, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Finalmente arriviamo alla discussione di quest'ordine del giorno presentato diversi mesi fa, dopo la tragica morte - lo ricorderete tutti - del sindacalista Adil Belakhdim a Biandrate, in Provincia di Novara.
In realtà, l'ordine del giorno voleva fare in modo che, a partire da quella tragedia, si sviluppasse un ragionamento anche sul settore della logistica e sulle condizioni di lavoro per i lavoratori del settore e non solo.
Perché diventa importante fare un ragionamento su questo settore? Oramai sono anni che questo complesso settore della logistica è diventato centrale nel nostro paese, in particolare in Piemonte e in alcune zone del Piemonte come, ad esempio, il Novarese. È notizia di pochi giorni fa che anche nel position paper di Confindustria Piemonte il Novarese viene indicato come luogo centrale per questo settore. Lo stesso Presidente Cirio ha ripreso le dichiarazioni presenti nel position paper rilanciandole e condividendole.
È un settore che è cresciuto, oggi rappresenta il 9% del PIL a livello nazionale ed è cresciuto in maniera tale che i siti di logistica stanno trasformando le politiche di urbanizzazione e anche il paesaggio dalla nostra regione.
Sappiamo che per collocazione geografica la nostra regione ha sviluppato in questi anni una vocazione per il settore; oramai è noto a tutti il famoso incrocio tra i due corridoi europei di cui spesso si parla anche negli ultimi anni. È chiaro, tuttavia, che tutto questo non può giustificare in nessuna maniera il fatto che si possa morire per difendere i diritti dei lavoratori, non certo nel 2021. Purtroppo quello che emerge anche dal dialogo con i sindacati e le imprese è che non sempre le trattative riescono a risolversi in poco tempo e durano nel tempo, anche a causa di risposte insoddisfacenti da parte di alcune delle imprese.
Questa dinamica spesso fa sì che il conflitto si alzi di livello e che i toni diventino più esasperati, com'è successo anche nel caso novarese di cui dicevo prima.
La logistica in Piemonte continuerà a crescere, aumenteranno le persone impiegate nel settore. Si stima, infatti, un trend in crescita addirittura fino al 2030. Le spedizioni generate dall'e-commerce nel periodo di lockdown sono aumentate del 103%, ma nel post lockdown si sono comunque assestate a un più 68,5%.
È evidente che, per quanto ci riguarda, questo settore assume una rilevanza presente e futura tale per cui merita di avere un occhio di riguardo perché esso deve crescere, ma deve crescere compatibilmente con il rispetto dell'ambiente, dei diritti dei lavoratori e del paesaggio.
I grandi gruppi non possono più deresponsabilizzarsi rispetto a quanto accade o nei loro capannoni direttamente o quelli che sono gli stakeholder ma anche le istituzioni devono giocare un ruolo proattivo affinché ci sia rispetto integrale sia del diritto dei lavoratori, sia dei buoni rapporti tra le aziende e i sindacati.
Detto tutto questo, Presidente, con quest'ordine del giorno, si esprimeva all'epoca, e si esprime anche oggi chiaramente, il cordoglio per il sindacalista Adil Belakhdim che è morto nelle situazioni tragiche di Biandrate, ma anche solidarietà nei confronti delle sigle sindacali che si occupano di tutelare i diritti dei lavoratori.
Al di là del cordoglio, l'ordine del giorno vuole impegnare la Regione a fare delle azioni concrete in questo settore; in particolare, a promuovere un protocollo interistituzionale con la collaborazione di parti sociali ed enti datoriali per il lavoro regolare nell'ambito della logistica al fine di favorire legalità, sicurezza, dignità e salute per i lavoratori; a inserire all'interno dei contratti d'insediamento della Regione Piemonte clausole e strumenti che permettano di verificare e garantire il pieno rispetto dei contratti dei diritti dei lavoratori; a istituire un Osservatorio permanente regionale sui diritti dei lavoratori nel settore logistico, in collaborazione con tutte le altre istituzioni e le forze sindacali.
Credo che l'Assessora voglia promuovere delle proposte modifica e noi siamo disponibili ad ascoltarle per arrivare a una sintesi condivisa sull'argomento.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Non essendovi richieste d'intervento in merito all'ordine del giorno 600 la parola all'Assessore Chiorino.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Per l'accoglimento dell'ordine del giorno, avremmo bisogno di alcune modifiche. Innanzitutto, chiederemmo di eliminare il protocollo interistituzionale per il lavoro regolare nell'ambito della logistica nell'ambito della logistica e di farlo valere su tutti gli ambiti e i settori.
Ricordo che un osservatorio esiste già, che è l'Osservatorio regionale del mercato del lavoro insieme anche al servizio monitoraggio Studi e Ricerche presso Agenzia Piemonte Lavoro. Quello per noi potrebbe monitorare i dati inerenti alla situazione del settore e, sulla base di quello, valutare eventuali interventi successivi.
Queste sarebbero le modifiche proposte. Possiamo vedere di lavorarci un attimo in questi termini e, se vanno bene, possiamo procedere con l'approvazione dell'atto d'indirizzo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Chiorino.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In aggiunta a quello che diceva l'Assessore Chiorino propongo, sul secondo punto, la possibilità di aggiungere "a valutare se inserire".
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Accetto le proposte di modifica se questo serve a dare un indirizzo. Ci riteniamo soddisfatti anche con le modifiche.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Le modifiche vengono accettate da parte del presentatore.
Non vi sono ulteriori richieste d'intervento in merito all'ordine del giorno n. 600.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 600, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente.
Visto che abbiamo trattato molti temi legati al lavoro e alle crisi occupazionali, annuncio che ho presentato questa mattina un atto d'indirizzo proprio su un tema di attualità. Recentemente, la Regione ha presentato un convegno su Plastic tax e Sugar tax, che riguarda proprio il tema occupazionale: approfittando della presenza dell'Assessore Chiorino, e visti i temi trattati negli ordini del giorno testé discussi, volevo solo capire se anche il mio atto d'indirizzo poteva essere trattato nella seduta odierna.



PRESIDENTE

Chiedo l'attenzione di tutti i Capigruppo, per capire se c'è un'intesa a discutere anticipatamente l'ordine del giorno n. 677, presentato da Riva Vercellotti, Bongioanni, Chiorino, Nicco e Marrone, inerente a "Sugar e Plastic tax, misure da ripensare", di cui al punto 28) all'o.d.g.
Lo chiedo perché il Regolamento prevede che le richieste di modifica dell'o.d.g. siano avanzate a inizio seduta, salvo accordi diversi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Ha paura che non si arrivi alla trattazione di quel punto all'o.d.g.? Poiché ormai abbiamo già affrontato la scaletta e, come lei ha ricordato c'è un'alternanza tra maggioranza e opposizioni, qual è il problema di fondo? Lo chiedo solo per capire, perché dipende anche quando chiudiamo questa seduta.
Per esempio, io e la collega Frediani stiamo aspettando diligentemente il nostro turno di discussione del punto 11) all'o.d.g., giusto per cogliere l'esito di questa possibile inversione.
Lo chiedo anche a lei, Presidente.



PRESIDENTE

Da quanto posso capire, la richiesta di anticipare la trattazione dell'ordine del giorno n. 677 è giustificata, come ha già ribadito il Consigliere Riva Vercellotti, dalla presenza dell'Assessore Chiorino in questo momento. Non c'è certezza, nelle prossime ore, della sua permanenza.



GRIMALDI Marco

Poiché anche i nostri atti d'indirizzo riguardano l'Assessore Chiorino quell'ordine del giorno potrebbe seguire i nostri, sempre garantendo l'alternanza fra maggioranza e opposizioni.



PRESIDENTE

Si può procedere, ai sensi del Regolamento, con la scaletta approvata a inizio seduta. Oppure, se c'è un'intesa dei Capigruppo, si può anticipare la trattazione di un ordine del giorno rispetto a un altro.
Poiché non mi sembra che ci sia un'intesa, procederei con.



GRIMALDI Marco

Presidenti, solo perché resti a verbale.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, innanzitutto per rispetto alla Presidenza e all'Aula ci si alza. In secondo luogo, si chiede la parola e si attende che sia concessa.
Detto questo, attualmente non c'è nessuna intesa per concludere i lavori anticipatamente. Lo preciso giusto per fugare il dubbio a tutti, dal momento che si continua a chiedere al sottoscritto.
Il Presidente ha autonomia decisionale di chiudere la seduta: dunque, pu farlo immediatamente o può decidere di proseguire fino alle ore 19. Se non c'è un'intesa dei Gruppi, si prosegue fino alle ore 19.
Al momento, non essendo stata accolta all'unanimità la proposta del Consigliere Riva Vercellotti, procederei con l'esame dell'ordine del giorno del Consigliere Mosca; a seguire, verrà trattato l'ordine del giorno del Consigliere Sacco, poi quello del Consigliere Bongioanni, poi quelli della Consigliera Frediani e del Consigliere Grimaldi, poi quelli del Consigliere Giaccone, e così via.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Avanzerei una proposta al Consigliere Riva Vercellotti.
Siccome il punto 14) prossimo in discussione riguarda un atto d'indirizzo del Consigliere Bongioanni, che, se non erro, ne ha già illustrato uno, si potrebbero magari invertire gli spazi. Anche perché mi pare che l'ordine del giorno del Consigliere Bongioanni richieda la presenza dell'Assessore Marnati, più che dell'Assessore Chiorino.
Per carità, non voglio inserirmi nei vostri rapporti di Gruppo, per potrebbe essere una proposta per trovare un equilibrio.



PRESIDENTE

Può essere sicuramente una proposta equilibrata.
Nel frattempo, procediamo con l'esame del punto 12) all'o.d.g.


Argomento: Viabilità

Esame ordine del giorno n. 656 presentato da Mosca, Preioni, Gagliasso Demarchi, Caucino, Nicotra, Poggio, Cane, Perugini e Marin, inerente a "Progettazione di adeguamento della SP 400/a Ponderano-Cerrione e collegamento con la SP 143 attraverso la così detta Bretella Lancia (NSA12) tra le opere prioritarie finanziate dalla Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 656, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Mosca, che interviene in qualità di Consigliere regionale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MOSCA Michele

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno che oggi porto all'attenzione dell'Aula ha per oggetto "Progettazione di adeguamento della SP 400/a Ponderano-Cerrione e collegamento con la SP 143 attraverso la così detta Bretella Lancia (NSA12) tra le opere prioritarie finanziate dalla Regione Piemonte".
La storia di questa infrastruttura parte da lontano. La progettazione del cosiddetto "Maghettone", così come viene comunemente definito, è iniziata tra gli anni Novanta e gli anni Duemila. Gli interventi di realizzazione dell'infrastruttura sono stati suddivisi per lotti successivi.
Oggi il lotto che portiamo all'attenzione di quest'Assise è quello che, di fatto, va a completare l'infrastruttura nella sua interezza. Dispone dei progetti preliminari, ma manca ancora la progettazione, che comprende l'aggiornamento definitivo (ovviamente, sono passati vent'anni dalla progettazione preliminare), il progetto esecutivo e quindi le indagini che è necessario svolgere per poterlo cantierare.
Si tratta di completare un asse in direzione sud della città di Biella e della Valle Elvo verso i caselli di Santhià e di Carisio della A4 favorendo pertanto il territorio occidentale della provincia di Biella.
Tale asse ha una duplice finalità: oltre a migliorare l'accessibilità alle aree produttive sviluppatesi sull'asse pedemontano occidentale, favorisce la migliore accessibilità al tessuto sociale e turistico dell'area montana biellese e anche dell'ospedale che si è trasferito da qualche anno nel Comune di Ponderano, pertanto nelle immediate vicinanze di questa infrastruttura.
Il progetto, come accennavo, è suddiviso in più lotti (tre lotti, per la precisione): il primo è stato realizzato nella sua interezza; risultano ancora da effettuare il secondo e il terzo lotto, che sono rappresentati da un adeguamento della carreggiata con relative complanari per il tratto già esistente sulla strada provinciale Ponderano-Cerrione e compreso tra le intersezioni delle provinciali Sandigliano-Borriana e Vergnasco-Cerrione.
Il lotto finale, ovvero il lotto numero 3, è la congiunzione tra la bretella Lancia, la strada provinciale 143 Biella-Santhià e la provinciale Vergnasco-Cerrione nei pressi del municipio dello stesso Comune di Cerrione.
Com'è noto a tutti, il territorio biellese soffre di una carenza di collegamenti veloci e quindi di un gap infrastrutturale che penalizza l'intera provincia. Il progetto di adeguamento della strada provinciale 400/a è stato inserito tra le priorità fondamentali che il territorio ha indicato nel Recovery Fund piemontese, con gli obiettivi di adeguare il sedime stradale a oggi privo di banchina e raccordarlo con le due arterie principali di adduzione all'autostrada A4, cioè i caselli di Santhià e Carisio, andando in questo modo a elevare la sicurezza stradale per tutti i veicoli che la percorrono e agevolare la messa sul mercato di quelli che sono i siti industriali e commerciali dismessi lungo l'arteria e l'aria industriale del Comune di Mongrando che, a suo tempo, anch'essa venne finanziata attraverso un contributo della Regione Piemonte.
Pertanto, tenuto conto di quella che è stata l'attività dell'Assessore Gabusi negli ultimi mesi, ovvero la richiesta a tutte le Province di indicare alcune priorità tra i temi ritenuti di principale interesse per i vari territori, in modo da procedere alla progettazione - cosa che purtroppo, in questo caso non è avvenuta per un motivo a me sconosciuto immagino una semplice dimenticanza da parte della Provincia di Biella, che ha altresì indicato altre opere e altri interventi da realizzare - chiedo che anche questo progetto sia inserito tra le opere prioritarie, così come a suo tempo dibattuto dal sottoscritto con l'Assessore Gabusi, e possa quindi trovare il finanziamento per la progettazione da parte della Regione Piemonte tra le opere prioritarie.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chiedo se vi siano richieste d'intervento in merito.
Non essendovi interventi, chiedo se la Giunta vuole intervenire.
Non essendovi dichiarazioni di voto, metterei in votazione l'ordine del giorno n. 656.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 656, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori. Visto che è arrivata la sintesi degli ordini del giorno Embraco da parte dell'Assessore Chiorino, chiedo se pu concedere un paio di minuti ai Capigruppo per poterla leggere.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.25, riprende alle ore 17.38)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 683 presentato da Allasia, Bongioanni, Frediani Gallo, Grimaldi, Magliano e Preioni, inerente a "Situazione lavoratori ex Ventures Embraco"


PRESIDENTE

C'è una proposta d'intesa sull'ordine del giorno che avete già visionato come Gruppi. Possiamo caricarlo in piattaforma? Essendo un ordine del giorno condiviso da tutti i Gruppi di maggioranza e di opposizione, se va bene a tutti, lo sottoscriverei io e poi, sotto, le firme di tutti i Capigruppo in ordine alfabetico.
C'è l'intesa? Proseguiamo? Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Lo dico solo per chi non sta seguendo i lavori d'Aula: il testo che abbiamo condiviso racchiude le istanze degli ordini del giorno precedenti e unisce sia gli interventi nel dibattito sia le richieste avanzate qualche minuto fa, per cui saremmo tutti d'accordo, come Capigruppo d'opposizione, di sottoscriverlo sotto la firma della Presidenza del Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Chiorino; ne ha facoltà.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Sarò velocissima. Un doveroso ringraziamento, come sempre, a tutto il Consiglio regionale, a lei, Presidente, e a tutti i Gruppi, perché non è la prima volta che arrivano ordini del giorno differenti, soprattutto su Embraco, sui quali riusciamo a trovare una sintesi. Questo significa che c'è una grande attenzione, un grande rispetto e una grande dinamicità di tutti i Gruppi consiliari rispetto alla vicenda Embraco e ai suoi lavoratori.
C'è, quindi, il mio ringraziamento - ribadisco - a tutti i Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

Grazie.
L'ordine del giorno n. 683 sostituisce e riassume tutti gli altri ordini del giorno di analogo tema, che pertanto sono ritirati.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 683, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Mi pare che l'intenzione sia di proseguire.
Dopo l'ordine del giorno del Consigliere Mosca c'è la mozione n. 575 del Consigliere Sacco "Percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali per pazienti post COVID".
Lo vuole illustrare, Consigliere Sacco? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni sul'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Volevo chiedere, se tutti i Capigruppo sono d'accordo, di sospendere. Il prossimo punto sarebbe una mozione di materia sanitaria, ma ritengo sia anche più interessante per il primo firmatario la presenza dell'Assessore Icardi. Mi dica il Consigliere Sacco.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Sì, solo se era possibile registrare il mio voto favorevole all'ordine del giorno sottoscritto da tutti i Capigruppo.
Le chiedo scusa, Presidente, e la ringrazio.



PRESIDENTE

Sì, inseriamo per il verbale il voto favorevole del Consigliere Magliano e per l'ordine del giorno precedente, anche il voto favorevole del Consigliere Demarchi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco sulla richiesta del Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Considerando il fatto che questo è un mio atto d'indirizzo che riporta addirittura dei dati di aprile, quindi è da un po' che non discutiamo atti d'indirizzo, se ci fosse la volontà, anche da parte della maggioranza, di proseguire con gli ordini del giorno e con le mozioni, anche con un tempo dedicato, nella prossima seduta di Consiglio, sono d'accordo a sospendere adesso, nella speranza che sia presente l'Assessore alla sanità, anche perché penso sia utile discutere con lui rispetto al contenuto di quest'ordine del giorno, in quanto si parla di alcuni percorsi diagnostici che non funzionano particolarmente bene.
Se tutti gli altri Capigruppo sono d'accordo, accolgo la richiesta, ma mi rimetto all'Aula.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Chiederei, se è possibile, di arrivare a votare almeno l'atto d'indirizzo sulla dispersione scolastica, essendo presente l'Assessore Chiorino.
Considerando che nell'alternanza, alla fine, non è stato votato nessun atto d'indirizzo del mio Gruppo, e mi sembra neanche del Consigliere Grimaldi se fosse possibile vorrei approfittare della presenza dell'Assessore Chiorino per avere il suo parere e votare.



PRESIDENTE

Possiamo proseguire con gli ordini del giorno n. 459 e 465 ed eventualmente dopo sospendere la trattazione degli ordini del giorno.
Li volete illustrare? Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, ma sarò brevissima, anche per venire incontro alle esigenze dei colleghi.



PRESIDENTE

Consigliere Sacco?



SACCO Sean

Scusi, Presidente, se non concludiamo, io vado avanti.



PRESIDENTE

Le ricordo che l'Assessore Icardi non è presente.



SACCO Sean

Se non ho la possibilità di discutere nella prossima seduta di Consiglio non posso aspettare ancora. Sono stati votati ordini del giorno anche in assenza degli Assessori.



PRESIDENTE

Sospenderei per qualche minuto la seduta, così fate chiarezza tra Capigruppo. La maggioranza chiede alcune cose e la minoranza altre. Se trovate l'intesa, mi fate pervenire al più presto qual è la decisione unanime.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.48, riprende alle ore 17.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, credo che la pausa di riflessione abbia trovato un'intesa nel sospendere la trattazione degli ordini del giorno e rinviare alla prossima seduta l'attuale scaletta, che sarà sviluppata nella giornata di domani in sede di Conferenza dei Capigruppo.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la seduta e auguro a tutti una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.57)



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