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Dettaglio seduta n.147 del 07/09/21 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.03 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni ed interpellanze, come recitano gli articoli del Regolamento 99 e 100, oggi si provvederà a rispondere come segue: interpellanza n. 565, presentata dal Presidente Domenico Rossi, cui risponderà l'Assessore Andrea Tronzano.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Prima di dare la parola al Presidente Domenico Rossi, ricordo che per le interpellanze è prevista l'illustrazione da parte dell'interpellante per 5 minuti; la risposta del componente della Giunta per altrettanti 5 minuti e infine, la replica dell'interpellante per altrettanti 5 minuti.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interpellanza n. 565 presentata da Rossi, inerente a "Quali i tempi per i bandi di ristrutturazione e di riutilizzo sociale del Castello di Miasino?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interpellanza n. 565.
La parola al Consigliere Rossi, per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
La storia del Castello di Miasino, bene confiscato alle mafie nel nostro territorio, oramai purtroppo è nota e anche quest'Aula se ne sta occupando almeno dal 2014, perché la Regione Piemonte, da anni, ha deciso, in maniera lodevole, di fare uno sforzo importante per questo bene. Pensate che quando fu inaugurata l'Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati Napolitano, all'epoca Presidente della Repubblica, andò in visita e tra i beni più importanti per valore e per importanza che furono mostrati al Presidente della Repubblica c'era il Castello di Miasino.
È stata una storia che, per qualche anno, purtroppo, ha visto coinvolto il nostro territorio in maniera non positiva, perché, pur essendo stato confiscato in maniera definitiva nel 2007, il bene era stato assegnato in gestione a una società che era stata rilevata dalla moglie del boss cui era stato confiscato e, poi, veniva gestito dal nipote. Lo Stato, quindi, aveva tolto con una mano, ma dall'altro lato, come purtroppo spesso accade, era stato ripreso in qualche maniera dalla famiglia cui era stato sottratto.
Intervenne prima la società civile e ci fu un grande movimento di opinione pubblica, ma nessun ente locale si è fatto carico della gestione del bene perché i Comuni in cui è collocato sono molto piccoli e pertanto dal punto di vista del bilancio avrebbero fatto fatica. Ed ecco perché la Regione Piemonte, rispondendo un atto di indirizzo di questo Consiglio regionale votato all'unanimità, nel 2015, decise di scrivere all'Agenzia dicendo "Lo prendiamo noi".
In questi anni, sono stati messi a bilancio (l'Assessore Tronzano lo sa meglio di me) risorse importanti per la ristrutturazione; perché torniamo su questa interpellanza? Perché, da un punto di vista culturale del messaggio ai cittadini, nonostante lo sforzo delle istituzioni e della Regione Piemonte, in questi anni, rischia di passare un messaggio negativo e cioè che quando arriva lo Stato le cose si fermano. Da quando la Regione nel 2015, ha ripreso in mano il Castello (siamo nel 2021), il Castello ancora non è restituito alla collettività. Sappiamo che i problemi sono stati tanti: anzitutto bisogna metterlo in sicurezza, perché il castello non era in sicurezza, poi vi sono problemi legati anche ad alcuni abusi di natura edilizia, che vanno sistemati, per cui è passato del tempo, per svariati motivi che adesso qui non ricordiamo.
Tuttavia, abbiamo ancora questo compito, perché fino a quando il Castello non sarà restituito nessuno di noi può ritenersi soddisfatto e questa interpellanza torna a interrogare su due questioni. Sulla prima, in realtà sappiamo già, ma ci dirà l'Assessore nella risposta, infatti, abbiamo fatto un importantissimo passo avanti, finalmente, ma lo dirà poi l'Assessore.
Dicevo, la prima questioni riguarda l'intervento strutturale di riqualificazione e di messa in sicurezza, ma dobbiamo cercare di fare il più in fretta possibile e il più possibile contestualmente anche al secondo passaggio, che è quello della restituzione per il riutilizzo sociale affinché questo bene diventi occasione di lavoro e di sviluppo per i giovani, per le imprese e per i cittadini del nostro territorio.
Quindi, l'interpellanza serve a chiedere un'ulteriore rassicurazione sulle tempistiche sia relativamente al bando riguardo ai tempi della ristrutturazione, sia relativamente al bando sulla tempistica per il riutilizzo sociale del bene stesso.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Domenico Rossi, per l'illustrazione.
La parola all'Assessore Tronzano, per la risposta.



TRONZANO Andrea, Assessore al patrimonio

Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Consigliere Rossi per questa interrogazione, che ci consente di fare il punto.
Anzitutto, facciamo un po' di storia. Con determina dirigenziale n. 280 del 10 maggio 2018, è stato aggiudicato al raggruppamento di progettisti, con capogruppo l'architetto Pession, l'incarico per la progettazione inerente all'intervento di riqualificazione architettonica; nell'agosto 2018, è stato consegnato il progetto di fattibilità tecnico-economica. Durante l'elaborazione del progetto definitivo è emersa l'esigenza di effettuare alcuni approfondimenti mediante l'esecuzione di indagini diagnostiche finalizzate all'analisi e alla verifica strutturale. Nel corso delle verifiche sul progetto definitivo, ai progettisti sono stati richiesti chiarimenti e integrazioni; per quanto attiene alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, la stessa ha emesso, in data 2 dicembre 2019, un parere favorevole con prescrizioni, in particolare richiedendo di approfondire la metodologia di consolidamento strutturale delle volte del castello.
Essendo in possesso dei pareri dei Comuni di Ameno e Miasino e della Commissione locale del paesaggio per le province di Biella, Novara e Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, è stato disposto l'avvio della progettazione esecutiva da parte del raggruppamento dei progettisti. La Commissione interna di verifica del progetto esecutivo ha richiesto ai progettisti alcuni chiarimenti e integrazioni. Arriviamo quindi ai giorni nostri: i progettisti hanno presentato un'ulteriore revisione del progetto esecutivo il 22 dicembre 2020, che tuttavia non soddisfava la carenza degli aspetti di natura economica, nonostante le specifiche dettagliate richieste già evidenziate nelle comunicazioni intercorse. Parte dei documenti sono stati aggiornati, il progetto viene verificato dalla Commissione e successivamente, validato dal Responsabile unico del procedimento in data 23 marzo 2021.
Il progetto esecutivo redatto dal raggruppamento temporaneo dei professionisti, avente capogruppo l'architetto Pession, è approvato con determina dirigenziale del 23 marzo 2021. L'importo totale dei lavori del Lotto 1 e del Lotto 2 ammonta a 1.428.807,44 ed è prevista una durata complessiva di 12 mesi.
Perfezionata la variazione compensativa per gli anni 2021 e 2022 tra capitoli di spesa, si è proceduto alla determinazione dirigenziale del 7 maggio 2021 di indizione della gara, contenente il disciplinare di gara parte tecnica, il capitolato speciale d'appalto-norme amministrative e lo schema di contratto.
Con nota dell'11 maggio 2021 si è trasmesso al Settore contratti, polizia locale e sicurezza integrata la documentazione per l'avvio della procedura di gara.
In merito al quesito posto dal Consigliere Rossi "Quali tempi previsti per i bandi di ristrutturazione del Castello di Miasino", si precisa che il bando è stato approvato e già trasmesso alla Gazzetta Ufficiale per la sua pubblicazione. Il termine di ricevimento delle offerte da parte degli operatori economici è fissato per il giorno 27 settembre 2021, alle ore 23.00. L'apertura delle offerte avverrà il giorno 28 settembre 2021, alle ore 10.00.
Seguiranno le attività della commissione di gara.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Andrea Tronzano per la risposta.
Se il Consigliere Domenico Rossi lo richiede, ha facoltà di replica per cinque minuti.
Prego, Consigliere, ne ha la facoltà per cinque minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta; pongo solo una questione. Se non ho sentito male, rispetto alle due domande poste, forse la risposta dell'Assessore è stata solamente su una, cioè sul bando di ristrutturazione e messa in sicurezza.
Capisco che in questo momento sia complicato prevedere i tempi per il bando di un utilizzo sociale; uso una piccola parte del tempo della risposta Presidente, per ricordare all'Assessore - chiaramente in qualità di rappresentante della Giunta, perché non spetterà al suo Assessorato nello specifico -, quello che sarebbe un obiettivo già condiviso in altri momenti con la Giunta stessa, cioè non aspettare di finire i lavori e poi fare il bando per l'utilizzo sociale, perché passerebbero altri sei o otto mesi. Si potrebbe, nella fase conclusiva dei lavori di ristrutturazione di messa in sicurezza, mettere già gli Uffici al lavoro (gli Uffici delle Politiche sociali, Cultura e Turismo) per predisporre il bando, così che - la dico con un'immagine - il giorno dopo in cui il Castello verrà messo a posto e in sicurezza, potrà già essere consegnato all'ente sociale che si aggiudicherà il bando, proprio per evitare di far passare ulteriore tempo e dare finalmente un segnale ai cittadini. Dopo che lo Stato ha anche investito del denaro, finalmente questo bene torna alla collettività.
L'unica mia preghiera, su cui nei prossimi mesi ritornerò, è che, visto che si parla di circa dodici mesi di lavoro, quando ne mancheranno cinque o sei magari mettersi già al lavoro per fare uscire il bando di assegnazione così da non perdere ulteriore tempo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Rossi per la replica.
Prima di chiudere la seduta, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta sarà trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri e sarà pubblicato in banca dati, dove sarà reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia dei componenti della Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni ed interpellanze. Grazie a tutti e a tutte.
Alle 9.30, dopo i quindici minuti di areazione dei locali, il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Buona salute a tutti.



(Alle ore 9.15 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 09.41)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che, per la gestione della seduta, si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
La verifica delle presenze verrà effettuata mediante chiamata nominale.
Le votazioni si svolgeranno attraverso l'introduzione del badge di ciascun Consigliere nell'apposito alloggiamento, con conseguente selezione del tasto presenza e della successiva espressione di voto.
Procedo all'appello nominale e per verifica della presenza; ai soli fini dell'appello, comunico che sono in congedo i Consiglieri Caucino, Chiorino Cirio, Protopapa e Ricca.
Il numero legale è, pertanto, 24.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)



PRESIDENTE

Sono presenti 40 Consiglieri; è presente l'Assessore Marnati e non sono presenti gli Assessori Poggio e Gabusi.
Do atto che l'ordine del giorno è stato comunicato con la convocazione chiedo se vi siano proposte di modifica.
L' o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento hanno chiesto congedo i Consiglieri Caucino, Chiorino, Cirio, Protopapa e Ricca.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 07/08/20/27 luglio 2021.


Argomento: Piani pluriennali - Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 90, inerente a "Legge regionale 3 settembre 1991, n. 43 s.m.i. Approvazione del programma triennale di ricerca 2020-2022 e de programma annuale di ricerca 2020 dell'Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte (IRES Piemonte)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 90, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La Giunta vuole intervenire per illustrare la delibera? La delibera viene data per illustrata.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Chiedo l'illustrazione del provvedimento da parte della Giunta, così apriamo il dibattito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti e ben ritrovati dopo la pausa estiva.
La delibera in oggetto riguarda l'approvazione del programma pluriennale di ricerca 2020-2022 dell'IRES ed è una delibera di Consiglio regionale che discende e persegue gli obiettivi disposti dalla legge regionale 43 del '91, comma 4, articolo 3.
La delibera approva il programma triennale 2020-2022 sull'allegato A) della ricerca IRES che è, sostanzialmente, il piano di lavoro dell'IRES Piemonte 2020-2022; stabilisce che l'approvazione dei programmi non costituisce per la Regione assunzione di obbligazione giuridica e che, per quanto riguarda le attività non rientranti nei compiti istituzionali di cui all'articolo 3 della legge 43 del '91, l'affidamento compete alle singole direzioni regionali interessate, previa valutazione di congruità ai sensi dell'articolo 192 del decreto legislativo n. 50/2016.
La delibera dà atto che l'attività dei programmi, come risulta dagli allegati alla presente deliberazione, sono finanziati con il contributo annuo della Regione attraverso lo stanziamento del capitolo 168212 della Missione 01, programma 03, pari a 3.550,000 per gli anni 2020, 2021 e 2022 dà atto che i progetti di ricerca in ambito sanitario contenuti nei programmi del piano di lavoro dell'IRES sono finanziati con le risorse stanziate nella Missione 13 "Programma 01", capitolo 168049, pari a 1 milione 250 mila euro per ciascun anno 2020-2021-2022.
Inoltre, dà atto che gli interventi previsti nei programmi pluriennali 2020 2022 e annuale 2020 indicati possono trovare copertura, oltre che nel contributo ordinario e in quello sanitario di cui sopra, anche nell'ambito dei fondi europei e di altre eventuali risorse già stanziate o che verranno determinate con successivi provvedimenti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Tronzano.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Affrontiamo due delibere che hanno un significato importante per l'ente su cui vanno ad investire, cioè l'IRES. L'IRES è un ente che ha un'importanza che, a volte, forse non valutiamo in tutto il suo peso per la Regione Piemonte. E' l'ente che effettua le indagini, le ricerche e tutto il lavoro di archivio. Questi sono elementi che devono essere da noi considerati preziosi e che devono poi servirci, sia per il lavoro dei colleghi di Giunta sia per la nostra operatività in Consiglio regionale, per avere gli elementi per legiferare con coscienza e cognizione.
Non voglio esagerare facendo riferimento al mio passato manageriale cercando di traslare dentro l'Aula le linee operative aziendali, ma l'opportunità che ci offre l'IRES, cioè quella di fornirci i dati di una lettura socio-economica su tante realtà, compresa quella sanitaria, è un valore al quale tutti noi dobbiamo fare riferimento. Diventa quindi il via libera che daremo oggi a queste due delibere - e faccio una dichiarazione di voto che vale anche per quella successiva - perché è indispensabile per garantire all'IRES la funzionalità piena che deve avere.
Poi avremo un'altra delibera pesante, che è quella che riguarda i fondi comunitari del prossimo settennato e le risorse molto importanti, visto quello che è il nostro bilancio come ben ci racconta l'Assessore Tronzano a cui dobbiamo fare riferimento. È pertanto auspicabile che, nell'utilizzo di quelli che saranno i fondi comunitari per il prossimo settennato, l'IRES ci sia il suo apporto, aiutandoci a gestirli e fornendoci gli strumenti idonei per migliorare la qualità dell'erogazione dei fondi o l'efficacia delle linee operative nelle quali andremo a muoverci in modo ragionato.
Faccio un riferimento importante. Sappiamo che, quando il Governo lo sbloccherà, riceveremo oltre un miliardo e mezzo di euro per quanto riguarda il piano dell'edilizia socio-sanitaria. L'IRES su questo settore può darci una mano per decidere su dove andare a localizzare gli interventi, in base ai numeri e ai dati. L'IRES quindi con la sua capacità di visione - che deve essere il più possibile scevra da personalismi locali o territoriali - deve fornirci delle ricerche e delle indagini che noi dobbiamo utilizzare per prendere le decisioni in modo corretto, per il bene del Piemonte e dei nostri cittadini che amministriamo.
Teniamo conto che in questo momento l'IRES sta rivestendo anche un ruolo sensibile ed importante per quanto riguarda il discorso della pandemia facendo delle analisi che ci vengono trasmesse con puntualità e che hanno un significato importante dal punto di vista economico e sociale. Si parla tanto della ricerca, sia scientifica sia sociale, e del fatto che in Italia si debba investire di più in settori che devono essere indispensabili per garantire al Paese di posizionarsi in modo adeguato; dunque sostenere un ente come l'IRES diventa imprescindibile ed obbligatorio.
Concludo, dicendo che la politica, quella buona, non può più fare a meno delle indagini. Io ne sono convinto. Devono essere indagini approfondite sulle materie di cui ci andiamo ad occupare e non ci si può limitare, se vogliamo fare una politica seria; non ci si può affidare a ricerche superficiali, facendo dei copia-incolla da quello che si trova su Wikipedia.
Il lavoro dell'IRES ci insegna che non si può improvvisare quando si deve decidere e governare un territorio. Questa è una responsabilità che noi abbiamo, per cui dobbiamo fare tesoro di questo patrimonio.
Per queste ragioni, per garantire una continuità lavorativa ad IRES Piemonte, non possiamo che dare un voto favorevole a questa proposta di delibera, per cui anticipo quello che sarà il voto del Gruppo Fratelli d'Italia. Ne approfitto per ringraziare il Presidente Rosboch, tutto il Consiglio d'Amministrazione e i dipendenti per l'attenzione, la sensibilità e la puntualità nelle risposte che possono servire di esempio a molti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente e buongiorno a tutte e a tutti; dopo la pausa estiva saluto i dipendenti e gli Uffici.
Interveniamo per sottolineare con particolare convinzione e forza le parole del Presidente Bongioanni. Partendo da questo, crediamo che IRES sia uno strumento straordinario ed importante. Il Presidente Bongioanni ha usato la parola "imprescindibile" per un'azione politica buona, seria, non affidandosi a ricerche improvvisate.
Ringrazio il Presidente Bongioanni di queste parole, perché sono parole che, a fronte di questa delibera, mettono al centro a tutti i colleghi, in particolare a quelli della maggioranza, parole di verità, di senso e di profonda conoscenza di quello che è il buon modo di costruire politiche pubbliche e leggi che vanno poi a regolamentare la nostra vita. Per cui guardando il piano di IRES, notiamo con particolare piacere il fatto che lo studio maggiore su cui IRES approfondirà e ci darà strumenti per capire riguarda proprio l'efficacia dei fondi europei.
È evidente che i prossimi sette anni e i prossimi due anni saranno fondamentali, perché i soldi del Recovery, i soldi che arriveranno dai sette anni di programmazione europea saranno finanziamenti importanti che potranno cambiare le sorti della nostra Regione.
Ecco perché, Presidente Bongioanni, è molto importante quello che lei ha detto. Però, cari colleghi della maggioranza - lo dico in particolare ai colleghi della Lega - dobbiamo anche capire se le parole del Consigliere Bongioanni abbiano una ricaduta, perché se si dichiara con forza che IRES è uno strumento fondamentale - ripeto -come dice il Consigliere Bongioanni per costruire una politica buona, seria, senza affidarsi a ricerche improvvisate. Tuttavia, Consigliere Bongioanni, nel recente passato, la maggioranza non ha fatto esattamente questo; visto che fra qualche settimana ritorneremo a parlare del gioco d'azzardo patologico: ricordo che IRES diceva cose esattamente contrarie rispetto a quanto avete approvato con la nuova legge sul gioco d'azzardo patologico.
Consigliere Bongioanni, IRES è lo strumento imprescindibile, la capacità e strumento per effettuare una politica buona, seria, per evitare di affidarsi a ricerche improvvisate. Presidente, non so se, dopo la pausa estiva, queste parole possano servire per riprendere in maniera serena un confronto con la maggioranza. Ripeto, IRES non vale solo quando dice cose che ci stanno comode addosso, dentro i nostri vestiti. È evidente che IRES rispetto alle ricerche sulla legge - ahinoi, approvata - sul gioco d'azzardo patologico diceva cose che la maggioranza ha deciso di ignorare andando in altre direzioni e prendendo decisioni contrarie.
E allora sì, Presidente, il nostro voto sarà favorevole, perché avremo modo di mettere la maggioranza davanti ai dati che dovrà tenere in considerazione, sperando, come diceva il Consigliere Bongioanni, che i dati di IRES siano uno "strumento imprescindibile", uso parole della maggioranza e non delle opposizioni ".imprescindibile, per svolgere un'attività buona e giusta di quest'Aula". Sul gioco d'azzardo avete fatto esattamente il contrario: avete negato i dati raccontati, studiati, valutati e confrontati sul gioco d'azzardo patologico, li avete presi e buttati nel cestino, usato altre ricerche, magari non, Consigliere Bongioanni, ricerche improvvisate e, sicuramente, lei non si riferiva a quello - ma lo uso nella narrazione del mio e del nostro intervento.
Presidente, ci teniamo a dire che noi siamo, ovviamente, favorevoli a questa deliberazione, perché questa proposta ci mette nelle condizioni di avere dati veri e oggettivi su quelle che saranno le politiche e le leggi approvate da quest'Aula. Ecco perché voteremo a favore ed ecco perché vi rimetteremo a confronto, nelle prossime scelte che farete, quei dati imprescindibili per una buona politica.



PRESIDENTE

Grazie.
Nel frattempo sono pervenuti in aula la Consigliera Disabato, il Consigliere Giaccone, l'Assessore Icardi, il Consigliere Martinetti e il Vicepresidente Graglia.
La parola al Consigliere Grimaldi, sulla discussione generale.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Credo che il lavoro svolto negli scorsi anni da IRES - e cogliamo l'occasione per ringraziare il già Direttore Sisti e il nuovo Direttore sia un lavoro che ha posizionato finalmente e nuovamente IRES non solo come un istituto di ricerca economico sociale, ma anche come un vero strumento di democrazia per quest'Aula, un vero strumento di analisi delle politiche pubbliche, come ha dimostrato anche il nostro lavoro nella Commissione permanente che analizza appunto le politiche pubbliche e la normazione.
Credo che i risultati che abbiamo davanti e anche gli studi che abbiamo richiesto, quelli che rivolgono più uno sguardo al sociale, che sono sempre stati dentro alla pelle, alle professionalità, alle intelligenze e alle capacità dei ricercatori di IRES, contribuiranno e speriamo aiuteranno anche a superare alcuni steccati delle contrapposizioni che ci sono fra noi. Penso al tema dell'emergenza abitativa, delle soluzioni abitative e dello stato del patrimonio pubblico delle nostre case ATC; penso allo stato della sottoccupazione, della precarietà, che spero ci porti ad analizzare un fenomeno assai diffuso che abbiamo provato a iniziare a contrastare nella scorsa legislatura, quello del ruolo del pubblico negli appalti per evitare di generare lavoro povero. Penso anche al tema spinosissimo che vede ancora una contrapposizione anche quotidiana del reddito di cittadinanza: è stata IRES in primis a studiare esattamente quali fossero le maglie degli ammortizzatori sociali, l'ASPI, la NASPI, la DISCOLL, i vari redditi d'inclusione che non coprivano tutte le emergenze e tutto lo stato della disoccupazione e della sottoccupazione italiana.
Ancora oggi, come avrete letto, ci sono forze politiche che continuano a insistere su temi che probabilmente non leggono. Lo dico, perché ieri una nota leader esponente della Destra ha spiegato che il reddito è il metadone, non leggendo che la vera eroina di questo Paese sono i salari da fame e la disoccupazione. Una destra, che non sa cosa sia la povertà e che ormai tutto è tranne che una destra sociale dovrebbe leggere gli studi che evidenziano appunto la disoccupazione giovanile al 31,7%, esattamente dove l'occupazione è sempre stata al centro di ogni pensiero politico soprattutto al Nord Italia e soprattutto qui nel Nord-Ovest. Noi siamo purtroppo una delle capitali, uno dei capoluoghi della disoccupazione giovanile, e anche questo possiamo leggerlo negli studi di IRES.
Altre cose però abbiamo richiesto in questi Piani pluriennali: per esempio di analizzare come muteranno i trasporti pubblici, che hanno visto dentro la pandemia, di nuovo, un po' di attenzione, come per la scuola (di cui parleremo fra pochissimo), ma che non hanno avuto la giusta analisi soprattutto su quello che rischia di essere uno dei contraccolpi più gravi.
Se da una parte oggi rivediamo, nelle denunce pubbliche, nostri concittadini pigiati come sardine in quei luoghi, dall'altra non abbiamo messo al centro neanche il Piano Nazionale di Resilienza, che rimetterà al centro gli investimenti da fare per il futuro e il trasporto pubblico, con tutti i problemi che ha, non solo in termini di sicurezza e salute, come è stato nella pandemia, ma proprio per ritrovare il giusto compromesso fra territori che necessitano di essere collegati fra loro e i grandi centri un po' come è successo sull'Alta Velocità: le metropolitane in Italia funzionano per chi se lo può permettere e per chi, invece, ogni giorno deve spostarsi per lavoro, le immagini della Deutsche Bahn o della RER francese non sono le stesse che vediamo nei nostri sistemi integrati ferroviari.
Anche questo sarà al centro delle riflessioni dell'IRES.
Ci sarà ovviamente il tema - speriamo - delle disuguaglianze nella scuola.
Lo diceva bene il collega Sarno: ci piacerebbe che ogni tanto leggeste quelle ricerche, quelle che vi parlano della bontà delle nostre leggi sul gioco d'azzardo o quelle che vi ricordano che i voucher, ancora oggi possono essere utilizzati meglio, per esempio nel mondo della scuola, per pagare parte del materiale informatico (che non è uguale per tutti, neanche in tutto il territorio piemontese); o quelle stesse ricerche che vi ricordano che ci sono problemi sulle mense e che c'è ancora molto lavoro da fare su quello che è un ascensore sociale che non funziona, come il diritto allo studio universitario. Troppi sono ancora gli esclusi. Lo ricordo in quest'Aula: le famiglie con un ISEE tra gli 8.000 e i 20.000 sono tantissime e sono tantissimi gli esclusi e quelli che non hanno avuto risposte da questo Consiglio.
Ancora una volta ringrazio tutti i ricercatori dell'IRES per la serietà con cui hanno costruito un rapporto con l'opposizione e con la maggioranza nelle nostre Commissioni. Sarebbe utile che, oltre alla Commissione per la formazione, anche le Commissioni permanenti continuino a valutare e a leggere tutti gli studi dell'IRES e aprano un confronto diverso con la vera analisi delle politiche pubbliche.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Ci tenevo a intervenire pochi minuti su un tema così importante.
Conosciamo il lavoro e l'utilità che in questi anni IRES ha avuto per l'analisi e come supporto al decisore politico, che deve fondare le sue scelte e le sue decisioni su analisi e sulla conoscenza del territorio e dei fenomeni. Su diversi temi, senza il supporto dell'IRES ci sarebbe mancata la base per le nostre decisioni. Anche da parte mia, quindi, il ringraziamento va a un ente davvero strategico per il Piemonte.
Questo mio breve intervento, Presidente, vuole sottolineare un aspetto: affinché ci sia la possibilità di un piano di ricerca stabile e approfondito occorrono ricercatori e personale. Purtroppo, sappiamo che la maggior parte dei ricercatori e del personale IRES lavora con contratti a tempo determinato, anche in quei settori - faccio l'esempio del Settore Salute - che, nonostante la legge regionale n. 8 del 2013, non si occupano più di progetti episodici, ma si occupano del tema Salute in maniera strutturale. È un supporto non collegato a una singola progettualità, ma nonostante questo, la maggior parte del personale ha un contratto a tempo determinato.
Se n'è discusso in quest'Aula in diverse occasioni, ma fino a oggi purtroppo, con esito negativo; mi auguro che la discussione di oggi faccia cambiare posizione alla maggioranza e si possa tornare sul tema. È stato discusso anche attraverso atti di indirizzo - purtroppo respinti - sulla necessità di stabilizzazione di questo personale, soprattutto per quanto riguarda il Settore Salute, ma non solo, dell'IRES, affinché IRES, di cui tutti oggi stiamo tessendo le lodi, giustamente e come è corretto che sia possa però svolgere il suo lavoro facendo affidamento su un personale che non deve, ogni due-tre anni, rivedere e sperare che ci sia uno stanziamento per il loro rinnovo, al di là del fatto che questi ricercatori sono persone che, come tutti, hanno diritto a una progettualità di vita e a una stabilità dal punto vista lavorativo.
Ci sono due questioni: il diritto dei lavoratori, ma anche quello di avere un gruppo di lavoro che possa lavorare in maniera stabile e duratura soprattutto in quei settori dove noi, per legge, abbiamo definito che la ricerca non è episodica, ma strutturale, per esempio quello della salute.
Da questo punto di vista, mi auguro che le parole che oggi stiamo sentendo in Aula a sostegno dell'ente si traducano al più presto in programmi, anche di investimento, per la ricerca e la stabilizzazione dei lavoratori.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io nella discussione sulla delibera perché, spesso tendiamo a dare per scontate alcune cose. Tendiamo a dare per scontati anche Enti e soggetti a supporto delle politiche regionali, mentre invece talvolta dovremmo fermarci e riflettere sull'utilità e l'importanza di questi strumenti.
Quindi, nel dichiarare ovviamente il voto favorevole rispetto a questo provvedimento, volevo sottolineare l'importanza di IRES e volevo farlo perché se ne sente veramente il bisogno, anche riflettendo su quanto accaduto recentemente. L'IRES fa parecchie ricerche, anche su commissione ricordiamolo - del Consiglio regionale che annualmente redige un programma di richieste per l'attività dell'IRES. Nell'ultimo anno e mezzo l'attenzione si è concentrata parecchio su alcuni studi che IRES, sempre su commissione del Consiglio regionale e peraltro perché lo dice una legge; mi riferisco alla legge n. 9 del 2016 sul contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico, all'interno della quale è presente una clausola valutativa che prevede che vengano valutati gli impatti di quella legge così come di molte altre: tale compito spetta ad IRES.
Quegli studi ci restituivano dati chiari e inequivocabili e fornivano una testimonianza scientifica, non un'opinione, perché le opinioni possono essere diverse: quando ci sono dati scientifici, sono dati scientifici. Si attestava, quindi, con dati scientifici l'efficacia e la validità di quella legge. Abbiamo sentito dire che erano meglio i dati molto più comodi benevoli e favorevoli per chi la pensava in un certo modo (dati provenienti da studi finanziati da chi è nello stesso settore per intenderci). Abbiamo addirittura sentito delle velate minacce qui in Aula nei confronti di IRES, dicendo che forse serve un cambio di rotta. Gli studi avevano prodotto dei dati che non facevano comodo a determinate scelte politiche allora abbiamo anche dovuto sentire in quest'Aula che forse serviva un cambio di rotta.
Non si può tornare in Aula dopo alcuni mesi e dire "Sì va bene", "IRES ok" perché, parafrasando quello che ha detto un Capogruppo di maggioranza precedentemente, non possiamo cercare i dati su Wikipedia. Ha ragione il Consigliere, ma se vale, deve valere sempre e non solo quando fa comodo.
Del resto, IRES Piemonte è attiva, così come il Consiglio regionale del Piemonte, nella valutazione delle politiche pubbliche; è in prima linea in progetti nazionali che riguardano la valutazione delle politiche pubbliche grazie anche al personale del Consiglio regionale che si occupa di questo.
Questo lavoro deve continuare perché la valutazione delle politiche pubbliche e la valutazione dell'impatto dei provvedimenti che approviamo in quest'Aula è funzionale all'esercizio anche della democrazia e quindi al fatto che le leggi che facciamo servano a qualcosa, abbiano degli effetti positivi e, soprattutto, abbiano gli effetti che erano nella mente del legislatore e non altri.
È importante che si prosegua così; chiaramente - l'hanno già sottolineato altri colleghi - non meno importante è che poi ci siano le risorse adeguate di fondi e di personale per portare avanti le ricerche. Non ricordiamoci di IRES solo quando c'è da fare questo passaggio un po' obbligato dell'approvazione della delibera in Consiglio regionale; ricordiamocene sempre e cerchiamo di dare scientificità a dati che sono scientifici e non lo sono solo quando fa comodo a qualcuno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Mi pare che parte dei contenuti che era necessario affermare in quest'Aula siano stati sviluppati in modo ottimale da una parte dei miei colleghi.
È evidente - lo dico soprattutto alla maggioranza - che mai come oggi nella complessità degli scenari che abbiamo davanti, avere dati, avere informazioni, avere studi approfonditi sulla condizione reale della società piemontese permette alla politica di scegliere. È sempre più complesso lo scenario che abbiamo davanti ed è sempre più complesso perché la conformazione sociale ed economica della nostra regione e delle nostre città è oggettivamente più complessa di un tempo.
Le diseguaglianze si fanno sentire e non sono solo esclusivamente quelle che appaiono di primo acchito quando si guarda la nostra società, ma mai come oggi appare necessario dare a un ente come questo, a una struttura come questa, tutta la dignità del caso e inoltre,visto che ho sentito da parte della maggioranza tutta una serie di elogi rispetto all'attività di questo Ente, rispettare il dato di realtà che emerge dagli studi che arrivano da un ente come questo.
Non c'è niente di peggio di provare a piegare la realtà a un proprio progetto politico, perché si incorre oggettivamente in due errori: il primo è di sbagliare le politiche; il secondo, invece, è di umiliare chi costantemente, con dedizione e con passione, prova a fornire all'ente Regione Piemonte tutti quei driver necessari per fare delle scelte adeguate.
Mi auguro, Presidente, lo dico ai colleghi che spesso ho sentito accalorati e attenti ai temi come, ad esempio, la natalità, la famiglia, la libertà di educazione, che poi chiedano uno sforzo, uno studio, un approfondimento alla presidenza dell'IRES e a coloro che all'interno dell'IRES dovranno occuparsi di questo. Sono temi di attività di ricerca presenti all'interno della documentazione che ci avete dato e presenti all'interno del loro programma.
Mai come oggi è necessario avere una fotografia chiara rispetto al tema demografico, rispetto all'invecchiamento della nostra regione e quindi quali politiche mettere in campo da questo punto di vista. Sono decisamente preoccupato di una politica che prova a ragionare sui prossimi sei mesi, il prossimo anno e continua ad evadere il problema dell'invecchiamento strutturale e pesante della popolazione piemontese e di cosa saremo in grado di offrire a quel tipo di persone che vedranno l'ultima parte della loro vita con un rischio importante, quello di trovarsi nella condizione di dover trovare luoghi e spazi nei quali vivere che rischiano, invece, di essere luoghi nei quali sopravvivere. Questo è un dato.
L'altro dato è come mettere in campo delle politiche per chi oggi vuole immaginare di realizzare la propria famiglia dal punto di vista umano, dal punto di vista genitoriale e anche dal punto di vista economico. Che cosa pensa di fare questa Regione? E poi c'è il grande tema della scelta della libertà educativa. Anche su questo non è più solo ed esclusivamente una questione ideologica, come poteva essere tanti anni fa, ma è la possibilità di rendere più competitivo il nostro sistema scolastico.
Per cui mi auguro che anche su questo la Giunta chieda uno sforzo di approfondimento ai nostri studiosi, ai nostri esperti e ai nostri ricercatori dell'IRES, perché questo connoterebbe oggettivamente una scelta di campo e di attenzione su temi assolutamente necessari.
Spesso in questi due anni - e lo dico con rammarico - mi sono reso conto che la mancanza di dati o la non gestione univoca dello stesso dato perch per ogni ente c'era un modo diverso di gestirlo ed assemblarlo, di fatto ha reso difficilissimo fare delle scelte per le politiche sanitarie e sociali e per le politiche pubbliche.
Su questo sarebbe interessante fare un lavoro affinché su tutti i temi e le materie di interesse e di ricerca di questa maggioranza e di questo ente regionale si possa trovare una condivisione su come si leggono i dati di realtà, su come si acquisiscono i dati e su quali strumenti utilizzare per certificarli, perché solo così la politica potrà fare scelte sensate, di buonsenso e il più possibile oggettive rispetto alla risoluzione di problemi.
In caso contrario, e concludo, rischiamo di complimentarci per un lavoro fatto, ma alla fine, quando arrivano le informazioni sviluppate dai ricercatori di IRES attraverso modelli di ricerca, queste poi non sono allineate con quello che pensa di realizzare la maggioranza e, di fatto sono messe da parte. Questo non sarebbe corretto.
Noi voteremo favorevolmente a questo provvedimento, però ci aspettiamo che un certo tipo di temi e di lavoro vengano messi al centro dell'azione e della ricerca anche di questo ente. Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Ringrazio IRES per il lavoro che svolge che, com'è già stato detto da molti colleghi, consideriamo indispensabile, soprattutto nei confronti di un legislatore che vuole interagire con le sensibilità, con le esigenze e con le stanze sociali che si modificano nel tempo e negli ultimi tempi si evolvono anche in modo più repentino di quanto capitasse nel passato.
Quando leggiamo il programma di ricerca con il quale IRES ci dà modo di valutare i risultati per testare l'efficacia delle politiche che la Regione mette in campo ed aiuta gli attori dello sviluppo economico e sociale a migliorare le proprie strategie di sviluppo, dobbiamo anche essere consapevoli che questo aiuto è efficace nella misura in cui chi sta al Governo e gestisce le redini di quelle politiche è disponibile a farsi aiutare.
Noi abbiamo la sensazione, peraltro confortata da molti interventi dei ricercatori IRES anche in Commissione, che in questi primi due anni di legislatura la quotidiana rincorsa alle urgenze abbia in qualche modo travolto ogni slancio di prospettiva e ogni strategia di medio e lungo periodo. E abbiamo la stessa sensazione rispetto al fatto che questa maggioranza non sempre si è dimostrata disponibile a farsi aiutare dalle analisi, dagli approfondimenti e dagli studi di IRES che tutti noi oggi abbiamo ricordato.
Rammento una lunga discussione avvenuta in quest'Aula per scrivere ed adottare una banale clausola valutativa alla legge sulla sanità territoriale. La clausola valutativa è la condizione propedeutica affinch IRES possa esprimere le proprie analisi sull'efficacia di un provvedimento.
Ricordo con rammarico quella discussione, perché probabilmente è frutto di una non comprensione dell'opportunità e della potenzialità che IRES mette in campo con i suoi studi e i suoi approfondimenti.
Per cui se, come diceva il collega Bongioanni, oggi non siamo più nelle condizioni di poter improvvisare, mi piacerebbe capire effettivamente come questa maggioranza intenda interpretare e soprattutto applicare l'aiuto che IRES ci può dare, cioè la valutazione dei risultati, i test di efficacia delle politiche che mettiamo in campo e l'aiuto che l'IRES, attraverso le sue competenze ed esperienze, ci mette a disposizione. Se "il buongiorno si vede dal mattino", quell'episodio è indicativo e significativo di quanto la retorica, che anche oggi ha caratterizzato gli interventi di ognuno di noi sia purtroppo (lo dico con rammarico) limitata al concetto stesso di retorica e che in realtà non sia applicata in concreto.
Per le parole che abbiamo sentito anche dai banchi della maggioranza, ci aspettiamo che da oggi ci sia un cambio di passo rispetto alla valutazione delle politiche e soprattutto alla disponibilità, da parte di chi governa e di chi mette in campo quelle politiche, a farsele valutare nell'interesse collettivo dei piemontesi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Come hanno già ricordato i colleghi, non possiamo che fare un plauso al lavoro che l'IRES fa costantemente. Pur condividendo tutte le parole che ha detto il collega Bongioanni, devo dire che prima di lui, qualche anno fa un illustre personaggio della nostra Repubblica, Luigi Einaudi, ha detto che per deliberare, bisogna prima conoscere. Esattamente le sue parole dicevano: "prima conoscere, poi discutere e poi deliberare". Credo dunque che la conoscenza della materia sulla quale si va a deliberare sia fondamentale. Ciò non vuol dire che il primato non resti poi nelle mani della politica, cioè dell'organo decisorio. Che si debba conoscere per decidere è fondamentale, altrimenti non sarebbero più necessarie le Aule di questo consesso, del Parlamento o di quant'altro, perché basterebbero i tecnici per decidere. Il fatto che la politica alla fine, dopo aver appreso le giuste e necessarie conoscenze, debba decidere, mi sembra che sia importante.
Ancora alcuni secondi per ringraziare in modo particolare il Direttore e il personale dell'IRES, ma voglio anche ringraziare i componenti del Comitato della qualità della normazione e, in modo particolare, il dottor D'Alonzo che ci segue da vicino e che ha svolto un ottimo lavoro per portare in Aula queste deliberazioni sia sulla programmazione annuale che su quella triennale.



PRESIDENTE

Grazie.
Poiché non ci sono altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Non essendoci dichiarazioni di voto, pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 90.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 90, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Procediamo con il successivo punto all'o.d.g.


Argomento: Piani pluriennali - Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 153, inerente a "Legge regionale 3 settembre 1991, n. 43 s.m.i.. Approvazione del programma annuale di ricerca 2021 dell'Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte (IRES Piemonte)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 153, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Tronzano, per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

Grazie, Presidente.
Questa proposta di deliberazione è relativa all'approvazione del Programma pluriennale di ricerca 2021, con all'interno il programma, redatto seguendo l'impostazione già adottata nella stesura del programma 2020, con obiettivi del lavoro, metodo utilizzato, periodo di realizzazione, prodotti attesi responsabile dell'attività e gruppo di lavoro, fonti di finanziamento.
La deliberazione approva, secondo la legge regionale n. 43 del 1991, il programma annuale 2021 e stabilisce che l'approvazione del programma non costituisce per la Regione assunzione di obbligazione giuridica. Inoltre prende atto che le attività del programma, come risulta dall'allegato, sono finanziate con il contributo annuo che abbiamo già detto precedentemente e che gli interventi previsti nel programma possono trovare copertura anche nell'ambito dei fondi europei.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
È aperta la discussione generale e chiedo se vi siano interventi.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Più che un intervento è una richiesta di delucidazioni, se è ancora possibile - mi rivolgo all'Assessore - su un tema in particolare, sul quale IRES potrebbe ancora agire nei prossimi mesi e nelle prossime settimane.
Capisco che le tempistiche sono ridotte soprattutto per una questione, che dirò; sull'altra, invece, abbiamo molto più spazio per poter intervenire e quindi, Assessore, chiedo se è stato inserito e mi pare di no.
Il primo contesto riguarda uno studio sull'utilizzo dei fondi in Piemonte della Missione 6 del PNRR sull'allocazione degli ospedali di comunità e delle Case della salute, come meglio sono definite all'interno della progettualità del PNRR, perché a noi risulta che dall'Assessorato alla sanità sia partita una richiesta ai Direttori generali delle Aziende Sanitarie Locali, per restituire una sorta di Piano o di approfondimento non conosciamo il livello dell'approfondimento - su questo tema. A noi pare che l'utilizzo di IRES in questo senso possa risultare molto utile. Quindi tempistiche ridotte che io però non vedo in questo testo.
L'altra questione riguarda ancora la sanità, Assessore, e in particolare l'edilizia sanitaria. Abbiamo approvato, quest'Aula ha approvato un Piano per l'edilizia sanitaria che prevede le realizzazioni di nuovi ospedali. E' stata aperta una discussione, un dibattito pubblico per l'utilizzo di strumenti importanti come quelli di INAIL, per poter procedere in questo senso, ma come sappiamo tutti, abbiamo la necessità di utilizzare diverse fasi progettuali di approfondimento, anche qua, di natura progettuale studi di fattibilità, per esempio, sui quali IRES potrebbe giocare una partita che oggi viene giocata, invece, dai territori: non abbiamo ancora compreso, però, con quale efficacia.
A noi risulta che sull'edilizia ospedaliera in funzione anche di INAIL, in questa fase IRES non sia stata coinvolta; quindi, su questi programmi, non trovandoli, se c'è ancora tempo, chiediamo, anche con un documento d'accompagnamento, come un ordine del giorno o una mozione, di affidare a IRES questo compito. Il rischio, Assessore - e su questo chiudo - è che su questioni così significative, che riguardano i cittadini piemontesi, di cui noi ci occupiamo o dovremmo occuparci, dipende dai punti di vista, è di non utilizzare al meglio tutti gli strumenti che Regione Piemonte ha a disposizione; quindi, Presidente, se me lo concede, vorrei avere un chiarimento su questo punto.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

Sì, poi, se vorrà, lascio la parola all'Assessore Icardi.
Per quanto mi riguarda, per quanto riguarda l'aspetto economico sul PNRR certamente IRES è già stata coinvolta, perché a noi interessa molto capire l'impatto che le variazioni potrebbero avere sul territorio, anche nei fondi della programmazione, e quindi.



(Brusìo in aula)



TRONZANO Andrea, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

Sono io; è perché ho la mascherina. Allora, per quanto riguarda l'aspetto economico.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, tutti quelli che non sono interessati al dibattito possono tacere o uscire dall'Aula. Sappiamo benissimo che ci sono problemi di audio, non solo dovuti alla mascherina, ma a causa dell'obsolescenza del sistema audio, perciò dobbiamo fare tutti uno sforzo.
Chiedo eventualmente all'Assessore di avvicinarsi al microfono.
Mi scusi, ma il problema è questo.



TRONZANO Andrea, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

No, no, è giusto, Presidente: spero si senta.
Sull'aspetto sanitario lascerò poi la parola, se vorrà, all'Assessore Icardi, ma noi abbiamo già coinvolto IRES, perché teniamo a capire l'impatto che le varie misure, i vari bandi che attiveremo e le varie schede che faremo avranno sul territorio.
Li abbiamo già coinvolti e senz'altro IRES rappresenta, come già detto dal Consigliere Bongioanni e da altri Consiglieri, un fiore all'occhiello che non vogliamo perdere in questa occasione. Pertanto, siamo già in collegamento con loro.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Assessore Icardi.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In realtà, noi oggi abbiamo affidato a IRES delle valutazioni, soprattutto sull'edilizia ospedaliera. Sapete che abbiamo una serie di valutazioni di siti, di come procedere, di flussi di persone e di erogazione, e stanno eseguendo una serie di lavori sul VCO, sulla TO5 e su Ivrea. IRES ha già un carico importante di valutazioni sull'edilizia sanitaria.
Abbiamo addirittura richiesto un aiuto, attraverso le Fondazioni, a soggetti esterni e a ditte altamente qualificate per fare queste valutazioni, in aiuto a IRES. I tempi indicati dal PNRR e dall'edilizia sono questi e noi dobbiamo chiudere la valutazione in tempi rapidi.
Sul PNRR e, nello specifico, sulle Case di comunità e sugli Ospedali di comunità si è fatta una prima ricognizione con le ASL sulla valutazione degli edifici di proprietà, su tutto quello che è il patrimonio attualmente disponibile e sulla dislocazione della Casa della Salute, chiedendo all'ASL, attraverso le valutazioni di ogni Azienda, una prima proposta.
Entro il mese di settembre dovranno pervenire all'Assessorato, il quale farà le proprie valutazioni che, successivamente, saranno sottoposte al vaglio.
Diamo, quindi, un prodotto semilavorato per accelerare i tempi, ma è chiaro che chiederemo tutte le valutazioni anche a IRES o ai soggetti, tipo Politecnico e le Aziende specializzate. Abbiamo il termine del 31/12 tassativo sul PNRR. È un termine molto stringente, per cui abbiamo bisogno di lavorare velocemente.
Per questa ragione, abbiamo iniziato dal basso, dalle ASL, a fare le prime valutazioni, per scremare il ventaglio di possibilità e per dare una strada più veloce e più agevolata alle valutazioni, che certamente faremo anche con IRES.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi.
Non essendovi altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Non essendo stati presentati emendamenti, passerei alle dichiarazioni di voto.
Non essendoci dichiarazioni di voto, pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 153, sul programma annuale di ricerca dell'IRES Piemonte.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 153, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione

Esame proposta di deliberazione n. 159, inerente a "Documento Strategico Unitario della Regione Piemonte per la programmazione dei fondi 2021-2027"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 159, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

Grazie, Presidente.
L'argomento è stato ampiamente dibattuto all'interno del Consiglio e in Commissione. Sono state anche apportate modifiche puntuali a seguito dei suggerimenti dei Consiglieri regionali di tutti gli schieramenti, per cui siamo assolutamente soddisfatti. Non tornerei a parlare complessivamente del progetto, ma racconterei soltanto che questa è, sostanzialmente, la nostra politica industriale per il prossimo decennio, un settennio che certamente si amplierà anche per i successivi tre anni.
Abbiamo svolto questo lavoro con grandissima attenzione e abbiamo coinvolto tutti coloro che potevano essere coinvolti. Non abbiamo voluto far mancare alcun suggerimento, perché riteniamo indispensabile spendere bene e in armonia i soldi che arriveranno dall'Unione Europea, che saranno più di quelli della programmazione 2014-2020 già passata.
Pertanto, riteniamo di aver fatto, insieme a tutti i Consiglieri, a tutto il sistema Piemonte e a tutti i portatori di interessi, realmente un grande lavoro su tutte le questioni strategiche importanti che sono: l'Obiettivo Policy 1, un'Europa più intelligente attraverso la promozione di una trasformazione economica; l'Obiettivo di Policy 2, un'Europa più verde a bassa emissione di carbonio; l'Obiettivo Policy 3, un'Europa più connessa sull'Obiettivo Policy 4, che è un'Europa più sociale e inclusiva, sugli obiettivi di Policy 5, un'Europa più vicina ai cittadini, crediamo di avere realmente dato fondo a tutte le possibilità che il nostro ruolo ci consentiva.
L'approvazione di oggi è il compendio, la fine di un percorso che approva il Documento Strategico Unitario della Regione Piemonte per la programmazione 2021-2027, come dimostrato nell'allegato A); viene dato atto che nella definizione del Documento Strategico Unitario si è tenuto conto degli esiti del percorso di dialogo e consultazione partenariale condotto in coerenza con il codice europeo di condotta sul partenariato, di cui a Regolamento delegato dell'Unione Europea n. 240 del 2014.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie,Presidente, e ringrazio l'Assessore Tronzano per la sua illustrazione.
Sono molto contenta di poter intervenire quest'oggi, 7 settembre 2021 quindi a circa più di due anni dall'inizio di questo mandato, per questa che è una importantissima tappa del nostro lavoro di Consiglieri regionali.
Questa forse è la prima volta in cui, da quando siamo entrati in quest'Aula, nel 2019, davvero parliamo e ci confrontiamo seriamente su uno degli assi portanti del mandato della Regione, che è proprio quello della programmazione e della capacità di spesa sulle risorse comunitarie, sui fondi europei a gestione decentrata.
È una tappa importante quella di oggi, perché è la prima volta che si parla veramente di fondi europei, a dispetto dell'annuncio, forse un po' vacuo forse un po' a effetto, che il Presidente Cirio aveva fatto due anni fa quando, delineando gli obiettivi del suo mandato, aveva posto come tre obiettivi principali proprio: semplificazione, autonomia e fondi europei.
Diciamocelo: di questi tre obiettivi, chiaramente avendo anche un po' di comprensione a causa della pandemia, finora non si è molto discusso e su questi tre obiettivi non si è andati a fondo. È importante oggi confrontarci su questo tema, anche perché è vero, Assessore Tronzano, il metodo dell'ascolto dei territori è stato oggettivamente adottato da questa Giunta, in particolare con il tour "Piemonte cuore d'Europa"; purtroppo non si è accompagnato ad una dimensione strategica, ad una dimensione di guida che necessariamente deve provenire dall'istituzione più alta, cioè la Regione, per poter guidare le scelte degli attori che stanno più in basso.
L'appuntamento di oggi mi pare carico di significato e può determinare l'orientamento che avrà la legislatura nei prossimi tre anni; noi capiremo da questo appuntamento, se la legislatura sarà sprecata oppure se sapremo utilizzarla al meglio per orientare la programmazione del settennato 2021 2027.
Perché è anche importante la discussione di oggi? Perché spesso ce lo dimentichiamo, in una foga che, lo dobbiamo dire, ha riguardato tutte le forze politiche, una foga che ha spinto l'Ente regionale anche ad assumere delle funzioni più legate alla gestione; a volte, vittime di questa foga ci siamo dimenticati che, invece, la funzione precipua delle Regioni quella che è loro assegnata dalla Costituzione, è la programmazione.
Programmazione che noi possiamo esercitare soprattutto in tre campi: sanità, trasporti e fondi europei che poi atterrano su molti filoni, che sono quello della formazione professionale, delle politiche sociali dell'innovazione e via discorrendo.
Anche su questo, in questi più di due anni trascorsi dall'inizio della legislatura, forse non abbiamo ancora dato prova di una grande capacità di programmazione: oggi ne abbiamo l'occasione, è l'inizio di un percorso che è una grande sfida per tutti noi, una sfida che possiamo vincere oppure come dicevo, sprecare.
Che cosa il DSU, il Documento Strategico Unitario? È quel documento che dà il calcio d'inizio al percorso di programmazione per il settennato e contiene le scelte strategiche che sono molto guidate dall'Unione Europea.
Non possiamo, in questo documento - lo sappiamo bene avendolo letto definire liberamente le scelte dei prossimi anni, ma abbiamo un percorso estremamente guidato e devo dire anche vincolante. Un percorso che non pu essere demandato acriticamente ai nostri bravissimi tecnici, ai funzionari della Regione, ma che necessita di un apporto prettamente politico. Quindi sono le linee di intervento prioritarie dei programmi regionali cofinanziati.
In quale quadro si inserisce il DSU di quest'anno, che è molto diverso da quello delle programmazioni passate? Si inserisce nel quadro di una grandissima svolta europea che c'è stata lo scorso anno, nel 2020, una svolta in cui il Quadro di Finanziamento Pluriennale, il QFP, di 1.074 miliardi, si accompagna ad un altro settore di investimenti, il Next Generation EU, di 750 miliardi che, a sua volta, al suo interno, ha il Recovery Fund, il PNRR e i Fondi dello Sviluppo Rurale, ecc. A differenza degli altri anni, noi dovremo avere una grande capacità di coordinare le risorse la cui programmazione fa capo direttamente alla Regione, con le risorse del Next Generation EU la cui programmazione, invece, fa capo allo Stato. Anche su questo, si verificherà la nostra capacità di saper programmare e spendere bene.
In che cosa è consistita la svolta del 2020? Per la prima volta, i Paesi dell'Unione Europea hanno contratto un debito comune; questo è stato possibile, dobbiamo anche dire, grazie all'uscita del Regno Unito - Paese che notoriamente ha sempre frenato tutti i movimenti di progressiva unificazione e maggiore sinergia - dall'Unione Europea. Ed è anche stato favorito dal cambio del Governo italiano, il Governo precedente, che aveva una forte, come l'attuale, caratterizzazione europeista. Sono arrivate moltissime risorse aggiuntive, che non servono proprio come i fondi a gestione decentrata ad ingrossare i bilanci ordinari, a fare delle leggi di bilancio più grandi per intenderci, ma a intervenire sui nodi irrisolti, a fare quelle riforme di cui il nostro Paese e le nostre Regioni hanno quanto mai bisogno.
Scelte di questo genere - capiamo bene - non possono essere delegate acriticamente ai tecnici, ma necessitano di un esecutivo e di un potere legislativo estremamente consapevole e pronto ad assumere delle scelte sui nodi problematici del nostro territorio.
Avremo in questo settennato più fondi; è previsto per il Piemonte un più 25% circa di risorse - essendo il Piemonte tra le regioni più sviluppate ma è anche prevista una maggiore compartecipazione da parte delle istituzioni regionali e nazionali. Quindi, avremo più risorse, ma ne dovremo anche mettere di più. Sarà quindi necessaria una particolare attenzione a come li spenderemo.
Questo non credo che sarà così semplice, perché mentre per l'FSE, anche nelle programmazioni precedenti, il Piemonte ha dimostrato una notevole capacità ed addirittura un primato italiano, visto che siamo stati i più rapidi e i più bravi a spendere le risorse dell'FSE, per quanto riguarda il



FESR - le cui risorse sono trasversali a molti Assessorati - già nella

scorsa programmazione scontavamo un ritardo della spesa. Questo sarebbe particolarmente grave, perché le risorse del FESR sono concentrate su due degli obiettivi di policy, "Europa intelligente" ed "Europa verde", che sono tra i grandi obiettivi strutturali per questi anni.
Riconosciamo, come diceva l'Assessore Tronzano, un lavoro collegiale che è avvenuto in Commissione e che, in parte, ha anche consentito di colmare alcune lacune che avevamo ravvisato nella prima bozza del DSU. Però il nostro voto non sarà positivo, ma soltanto di presenza, perché continuiamo a ravvisare delle carenze che sono tutte politiche - in capo agli Assessori e non in capo ai tecnici - che riguardano, in particolare, le politiche per il lavoro. C'è pochissimo sulla formazione professionale e sulle modalità di riduzione della dispersione scolastica, che alla nostra forza politica stanno estremamente a cuore. C'è molto poco, e c'era proprio zero prima del nostro intervento, sulle comunità emarginate, sui cittadini provenienti da Paesi terzi, sulla comunità Rom. C'è un attacco diretto al reddito di cittadinanza, quando le misure di contrasto alla povertà sono presenti in quasi tutti i Paesi europei. E c'era pochissimo sul lavoro femminile.
Il nostro non sarà un voto contrario, ma sarà soltanto un voto di presenza.
Siamo preoccupati: in un documento tutto sommato ancora molto generico come il DSU - che però è propedeutico al documento più operativo che è il POR che dovremmo fare nei prossimi mesi - abbiamo rilevato degli elementi a tratti euroscettici e un latente fastidio per le chiare linee-guida europee, vedasi la completa esclusione di misure per le comunità migranti e per i Rom.
Questo ci preoccupa, perché dovremmo fare particolare attenzione affinch questo latente euroscetticismo e fastidio non comprometta la nostra programmazione e non ci penalizzi nel negoziato con le istituzioni europee.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Parto dall'inizio dell'intervento della collega Canalis, dove ha sottolineato giustamente il peso della delibera sul Documento Strategico che va ad impattare sui fondi comunitari come un primo passo cruciale per arrivare all'erogazione di questi fondi, ma soprattutto come uno dei punti cardine di tutta la legislatura, cioè la possibilità di andare a studiare una serie di interventi sul territorio con una progettazione di ampio respiro e a medio termine, che lasci qualcosa al territorio che amministriamo.
Teniamo conto del discorso che ho fatto in apertura, parlando della delibera sull'IRES. Abbiamo delle difficoltà ad avere delle entrate nostre proprie, soprattutto in questo momento, e, come ci ha spiegato più volte l'Assessore Tronzano, le entrate che abbiamo garantite dall'IRAP le utilizziamo soprattutto per finanziare il Sistema sanitario regionale.
Inoltre dobbiamo fare sempre i conti con la riduzione dei trasferimenti statali.
Alla luce di queste riflessioni, i fondi comunitari rappresentano forse con qualche dubbio su quello che sarà il PNRR - una delle poche possibilità di finanziamento vero per le politiche che andremo a fare e che ci permetteranno di attuare degli investimenti a lungo raggio. Quindi, per poter procedere con l'esecuzione dell'erogazione dei fondi dobbiamo andare avanti con questa delibera, facendo ben riferimento ed attenzione a quella che sarà poi la cabina di regia, perché sarà da quella che partirà tutto il discorso che verrà seguito prima dal Governo centrale e poi da quelle che saranno le cinghie di trasmissione, ovvero gli Enti locali.
Noi, come Regione Piemonte, saremo sicuramente la prima linea. I nostri funzionari e i nostri Direttori hanno maturato una grossa esperienza nelle passate legislature sulla gestione di questi fondi, vuoi i FESR, gli FSC o quelli del Piano di sviluppo rurale, quanto mai attesi ed indispensabili in un'economia come quella piemontese. I nostri funzionari hanno dimostrato di saper lavorare bene, ma si può lavorare sempre meglio, cercando di ottimizzare e migliorare la nostra capacità di spesa.
Ricordiamo che la Corte dei Conti regionale nello stato del bilancio regionale ha rammentato come il livello di attuazione della programmazione dello scorso settennato (dal 2014 al 2020) è ancora fortemente rallentato raggiungendo la spesa del FESR di appena il 35% di quelli che sono stati gli stanziamenti. È un 35% che ci dà un margine di lavoro, e mi riferisco a quello su cui il Presidente Cirio si è giustamente ed intelligentemente speso nei confronti del mondo rurale e soprattutto del mondo montano. Ma noi abbiamo un termine di rendicontazione che scade a giugno 2023 e siamo "andati lunghi".
Se guardiamo poi la situazione nelle altre regioni europee, cioè quelle regioni che hanno un'eccellenza nella gestione dei fondi comunitari - ne cito una per tutte, la Baviera - ci rendiamo conto che la nostra capacità di spendere i fondi è decisamente minore. Per cui sarà importante e responsabile da parte nostra aiutare i Comuni per la progettazione delle opere finanziabili, coinvolgendo le Province, come ricorda sempre il mio collega ed amico Carlo Riva Vercellotti. Le Province sono l'ente intermedio fondamentale in questa partita, ma, a seguito della riforma errata del 2014 dell'ex Ministro Delrio, hanno avuto meno strumenti per poter intervenire, mentre sarebbero stati gli enti privilegiati e fondamentali in questa sfida che ci attende e, fra l'altro, gli enti più vicini al territorio.
Ricordiamo che da tanti angoli del Piemonte, Torino è lontana; non dobbiamo, quindi, lasciare soli i nostri Sindaci, perché sono loro i primi attori del territorio. Non vengono supportati dal Governo centrale dovremmo quindi farlo noi, quantomeno nell'aiuto progettuale, nei consigli e nell'affiancamento. Dovremmo mettere il nostro personale regionale di competenza in grado di progettare e di semplificare anche l'uso dei fondi i nostri enti locali minori dovranno poi essere messi nelle condizioni di essere in grado di spenderli, rispettando le scadenze, altrimenti perderemmo un'occasione importante, perché questa è un'occasione storica.
Oggi non dobbiamo investire sui monopattini elettrici o su politiche passive difensive o su assistenzialismo fine a sé stesso che, come abbiamo visto a livello nazionale, non paga. E' tempo di rendere il Piemonte per quello che è: una delle terre più produttive e migliori che ci siano in Italia; ma non solo: è uno dei cuori dell'Europa, vicino alla Lombardia e al Veneto. Abbiamo tutte le caratteristiche vincenti: l'ambiente naturale le nostre piccole e medie imprese, il prodotto turistico che può crescere ancora in modo esponenziale.
Nell'ambito della programma Next Generation EU i progetti sono legati a uno strumento nuovo che, forse, non sarà seguito dalle future legislazioni comunitarie e quindi sono da auspicare interventi a favore delle zone marginali. E qui rivolgo un appello ancora una volta. Non più tardi di ieri pomeriggio ero in Alta Valle Tanaro, nelle zone montane. Le zone montane che per il Piemonte sono una risorsa, che può essere cruciale in termini non solo ambientali, ma per quello che rappresentano dal punto di vista storico, culturale, sociale e - ripeto, anche qui - per l'enorme potenzialità che hanno di sviluppo turistico.
È un mondo che va preservato e difeso: bisogna aiutare a rendere possibile lavorare e vivere in montagna, anche per chi ha il coraggio nelle nuove generazioni di farlo, partendo quindi da una serie di miglioramenti dei servizi socio-sanitari, ambulatoriali, scolastici, prima di tutto, se vogliamo mantenere il presidio, il trasporto e, non ultimo, quello che è diventato un bene fondamentale, che è la connettività digitale.
Se avremo la capacità di usare i fondi in questa direzione, potremo creare opportunità di lavoro per i nostri giovani, per le infrastrutture, di cui tutto il Piemonte necessita; mi riferisco in particolare alla provincia di Cuneo, dove vivo, perché lì è un disastro, è un'isola! È un'isola collegata alla terra ferma, ma senza le vie di comunicazione, senza infrastrutture e collegamenti stradali dignitosi che possano sostenere il valore della piccola impresa che produce in questo territorio.
Sui collegamenti stradali e ferroviari principali sarà opportuno ragionare collegando - speriamo - ogni capoluogo all'Alta velocità, così che in pochi minuti si possa raggiungere località da un capo all'altro del Piemonte dando così un'opportunità di prospettiva futura migliore a chi amministriamo e a chi verrà dopo.
In conclusione, il voto di Fratelli d'Italia, ovviamente, sarà favorevole a questa deliberazione, pur consapevoli che questa è solo la prima tappa di un viaggio che dev'essere lungo, gestito con intelligenza, attraverso il dialogo con le minoranze e il dialogo enorme con il territorio e, magari facendo riferimento a quei dati di cui parlavamo in apertura di Consiglio quando abbiamo approvato le deliberazioni dell'IRES. Quei numeri, quei dati, quei risultati sono fondamentali per costruire le strategie e le politiche per lasciare alle nuove generazioni un Piemonte migliore, che sia diverso da quello attuale, dove investire nel lavoro diventi proficuo, dove tutti possano lavorare in sicurezza - quando saremo usciti finalmente da questo infinito tunnel della pandemia - dove i visitatori stranieri italiani trovino un luogo meraviglioso, accogliente e di efficienza. Poich i presupposti ci sono nel territorio, credo che, se avremo la capacità di gestire bene questa partita e queste risorse, potremo raggiungere questo obiettivo e regalare, alla fine del nostro mandato, quando saremo nella parte iniziale di utilizzo di questi fondi, e avere compiuto un risultato positivo che faccia onore a questa legislatura.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Lanzo.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Il documento strategico unitario, possiamo dirlo, è una boccata l'aria fresca rispetto alla morsa nella quale siamo tuttora stretti, quella dell'emergenza della pandemia. È un documento di carattere pluriennale che ci permette di programmare l'uscita dalla crisi di un Piemonte che diciamolo senza nascondercelo - già anche prima della pandemia era in uno stato di difficoltà sotto il carattere produttivo e sociale. Questa crisi che ha attanagliato negli ultimi anni il Piemonte, sicuramente è stata aggravata dalla situazione pandemica dalla quale speriamo davvero di uscire per vedere la luce in fondo al tunnel, per noi, per la nostra gente, per i nostri artigiani che tuttora soffrono e per le attività e le aziende che tuttora non possono ancora aprire in completa libertà.
È una sfida assolutamente necessaria quella di costruire un piano di programmazione che deve intercettare la capacità del nostro territorio, che ci identifica anche in maniera particolarmente dal punto di vista culturale, nel saper cogliere le occasioni sotto il profilo della tenuta sociale e occupazionale: abbiamo bisogno di costruire e di saper fare squadra e reti.
Il percorso che ha portato il DSU nel Consiglio regionale è stato condiviso; penso al bel programma che c'è stato, nell'ultimo anno, di ascolto e discussione con i vari enti nelle varie Province e con tutti gli interlocutori e gli stakeholders che si sono avvicinati in questo percorso fornendo le loro idee e i loro contributi: è stato un momento di condivisione che tuttora serve per poter uscire dalla crisi, perché di questo si tratta.
Quando all'interno del documento strategico unitario leggo alcuni principi alcuni cardini, quali ad esempio quello della bioeconomia, dell'economia circolare, credo che siamo davvero sulla strada giusta, perché affronta il tema di un percorso, di un ciclo, che parte dalle nostre terre, dalla nostra agricoltura, fino a tutta l'attività trasformativa (ed è questo il senso dell'economia circolare) che, di fatto, raccoglie e intercetta tutte le esigenze che abbiamo sul territorio.
Come si fa a vincere una sfida così importante e così impellente di uscire da questa situazione, nella quale sapere, necessariamente, costruire una rete, in modo che i nostri imprenditori possano fare attività economica senza essere quotidianamente attanagliati da problemi di carattere finanziario e strutturale, sul tema dell'infrastrutturazione? Credo che il Documento Strategico Unitario raccolga idee importanti, idee che attraversano non soltanto l'infrastrutturazione fisica, ma anche quella fondamentale, che oggi è quella digitale.
Non so da quanto si parli in Piemonte di digital device, di tutto il problema che interessa le nostre zone montane per quanto riguarda la banda larga e il raggiungimento di una rete veloce, ad esempio, ma è quello che interessa a noi. Quando parliamo di digital device è veramente una divisione tra chi può permettersi di fare rete e impresa e chi ha ancora adesso difficoltà ad accedere a una connessione veloce. E questo non ce lo possiamo permettere.
Pertanto, quando leggo nel Documento Strategico Unitario che ci sono linee e misure atte proprio a limitare e strutturare maggiormente le nostre reti infrastrutturali anche digitali, non è soltanto un aspetto importante, ma è fondamentale. Se non abbiamo la struttura, oltre che fisica anche immateriale, non avremo un architrave sul quale poggiare le nostre politiche economiche. Occorre partire dalla base, dalle fondamenta.
E allora è giusto parlare di competenze e di intelligenza artificiale, del Data Science, dell'AIoT, , di tutto quel tipo di infrastrutturazione abilitante, ad esempio per la bio-economia.
Noi, le nostre competenze ce le abbiamo già sul territorio (penso al Politecnico di Torino e all'Università del Piemonte orientale), quindi la capacità di costruire una rete tra l'Università (ovvero chi conosce le materie), le nostre imprese e chi sa creare la domanda.
Le Amministrazioni pubbliche devono essere in grado di saper creare la domanda, di saper accogliere nuove realtà economiche, nuove realtà imprenditoriali; poi ci penserà il privato a colmare con l'offerta. È questo che deve fare una Regione, tra l'altro, assolutamente in condivisione con le Amministrazioni locali: saper mettere in campo politiche strategiche che siano in grado di intercettare l'esigenza. Se non crei domanda, non hai l'offerta del privato. Non possiamo permetterci neanche solo di pensare che il pubblico possa fare tutto.
Credo che questo Documento Strategico Unitario raccolga valutazioni e soprattutto, linee che devono essere la nostra traiettoria nei prossimi non sette o dieci, ma vent'anni, se pensiamo ai soldi che arriveranno con il PNRR. Non possiamo perdere questa grandissima occasione.
Il Consiglio regionale, luogo centrale dell'attività della Regione (non me ne voglia la Giunta, ma è qui che si presentano le leggi ed è qui che si approvano linee programmatiche così importanti) deve raccogliere la sua centralità, anche perché ognuno di noi raccoglie le esperienze e le necessità del proprio territorio. Ci hanno votato per questo, per rappresentare i nostri territori e, soprattutto, esprimere le nostre grandi esigenze.
Chiudo con un altro aspetto che penso sia fondamentale e che nei prossimi mesi andrà sempre più implementato. Purtroppo, la pandemia ci ha dimostrato che un investimento sano e puntuale sul settore dei servizi sanitari e di cura rivolta alle persone è necessario. Questo perché abbiamo necessità di saper colmare, proprio a livello sociale, il gap incredibile tra l'effettiva richiesta e il welfare familiare.
I piemontesi, come tutti i cittadini italiani, spendono ancora per le cure allora perché non cogliere la vera opportunità di creare un sistema di economia della cura - ripeto - nella maniera più sana e più visionaria possibile? Lo sviluppo del welfare e dell'economia non può e non ha soltanto una ricaduta sociale, può avere anche una ricaduta economica.
Penso alla disoccupazione giovanile; penso a modelli territoriali in cui l'economia sociale potrebbe crescere.
Il Piemonte ha una rete fantastica di società, di aziende e di cooperative che si occupano di sociale. Cosa può fare la Regione? Può fare rete; pu mettere a disposizione fondi e infrastrutturazioni affinché queste funzionino, in un'ottima commistione tra pubblico e privato e, quindi saper sfruttare, utilizzare e cogliere l'opportunità di rendere anche l'aspetto legato ai servizi sanitari un modo di fare economia sana. Non possiamo non accoglierla come sfida.
Personalmente, voterò in maniera convinta questo documento, sapendo che non è un documento statico, ma dinamico, perché vive e prende forma ogni giorno, senza dover vivere alla giornata. Abbiamo e subiamo cambiamenti anche per quanto riguarda l'aspetto pandemico. È giusto raccogliere una traccia e degli obiettivi. Sono soprattutto contento che in quest'Aula, e anche fuori, veniamo ascoltati.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Il Documento Strategico Unitario contiene tutta una serie di principi e prospettive che sono condivisibili, anche se sicuramente erano implementabili rispetto alle varie esigenze della nostra Regione che abbiamo anche sollevato in Commissione.
Il problema è che, come tutti i documenti generici, si condividono sempre gli intenti, ma è il come si applicano le politiche su cui poi ci si va a scontrare politicamente. Il come è tutto, e farò qualche esempio.
Ho letto nel DSU la forte impronta e la forte necessità - richiamando ovviamente tutti i vari principi che derivano anche dalla legislazione europea sull'economia circolare - sul riutilizzo di rifiuti; eppure oggi si sta parlando di costruire nuovi inceneritori in Piemonte, invece di ragionare su una politica alla quale abbiamo sottratto risorse - nonostante una legge parli chiaro - rispetto alle risorse che devono essere investite.
Mi riferisco a quelle risorse che vengono incamerate attraverso la tassazione dei conferimenti in discarica per impianti e tecnologie e prassi che hanno come obiettivo la riduzione del rifiuto indifferenziato ma anche incentivi verso i nostri Consorzi per raggiungere gli obiettivi che abbiamo prefissato; tali obiettivi devono essere ambiziosi, perché ogni rifiuto che andiamo a bruciare oggi è una risorsa che sottraiamo al domani e al presente. Le tecnologie non mancano, ma mancano gli investimenti e nemmeno le capacità di raggiungere obiettivi estremamente ambiziosi come ci dimostrano diversi Consorzi.
Spero che si utilizzi gran parte delle risorse che avremo a disposizione per la transizione energetica in questa direzione, per raggiungere i più alti livelli possibili di raccolta differenziata perché gli impianti di smaltimento che abbiamo attualmente, se si fa una buona politica sul recupero, sono più che sufficienti (anzi, potremmo addirittura ridurne l'utilizzo).
Un altro aspetto è legato all'idrogeno. Si parla molto di idrogeno ricordo, come anche riportato nel documento, che l'idrogeno non è una fonte di energia: l'idrogeno è un vettore energetico. Si trasforma l'energia da una fonte primaria in idrogeno, per poi utilizzarla in un secondo momento.
Ed è per questo che dobbiamo puntare unicamente sull'idrogeno che deriva dalle risorse rinnovabili.
In Piemonte abbiamo la fortuna di avere degli invasi che ci danno la possibilità di avere grosse quantità di energia idroelettrica, ma dobbiamo assolutamente investire anche nel comparto fotovoltaico e nel comparto eolico che ci consente di avere un incremento rispetto a quello che è il mix energetico rinnovabile che noi oggi utilizziamo. Come sappiamo, questi produttori di energia - parlo principalmente di eolico e fotovoltaico hanno il grosso problema che in diversi periodi dell'anno abbiamo dei picchi di produzione che superano addirittura la domanda e il rischio è di perdere questa energia. Bene: faremo un grande lavoro sull'idrogeno e daremo una seconda vita a questa energia che oggi viene sprecata, senza prima immagazzinare questo tipo di energia prodotta: l'energia verde e l'energia pulita.
La produzione dell'idrogeno da elettrolisi è estremamente dispendiosa e anche la sua trasformazione ha un rendimento non particolarmente alto, a meno che non si utilizzino delle celle a combustibile, ma anche in quel caso, comunque, abbiamo delle perdite. Ed è per questo motivo che non possiamo immaginare di utilizzare altri tipi di fonti energetiche per produrre l'idrogeno all'interno di questo Piano strategico unitario che non siano il fotovoltaico e l'eolico, altrimenti andremo semplicemente ad incrementare la CO2 per un progetto che è tutt'altro che sostenibile.
Soprattutto spero che tutte queste azioni vengano portate avanti prendendo in considerazione le aree omogenee, quindi con delle strategie condivise dal territorio che non può essere immaginato come un confine amministrativo definito dai confini comunali. Dobbiamo implementare le prerogative sull'energia e sullo sviluppo anche industriale e turistico delle nostre zone in base alle caratteristiche territoriali. Gli unici aspetti che possono fare una discriminazione fra un territorio e l'altro sono le caratteristiche orografiche e geologiche dei nostri territori e soprattutto, anche le caratteristiche comuni rispetto alla loro economia.
Per questo viene un po' difficile pensare che il documento che è stato trasmesso a Roma nei mesi successivi sia particolarmente utile, perch privo di una visione strategica e d'insieme; tutti quei progetti dovranno essere unificati, migliorati e implementati in base a delle aree strategiche che dovranno essere definite e basate principalmente su territori omogenei.
Ho apprezzato la parte di intervento del collega Lanzo rispetto alle infrastrutture digitali. Quella parte la condivido, in quanto non possiamo immaginare di vivere in una Regione dove, soprattutto la connessione Internet non sia garantita alla massima velocità per tutti, soprattutto quando stiamo cercando di decongestionare le città e di recuperare i borghi. Infatti, le persone si spostano nei borghi se hanno la possibilità anche di lavorare da questi luoghi.
Abbiamo scoperto che esiste lo smart working, per cui è possibile anche lavorare da casa, soprattutto per moltissimi lavori ad altissimo carattere intellettuale, che consente di spostare molti professionisti che oggi si recano tutti i giorni in ufficio - e per questo motivo magari sono obbligati a vivere nelle grandi città - in luoghi bellissimi della nostra regione, che hanno bisogno di essere rivalorizzati e soprattutto di avere un bacino di utenza sufficiente per poter garantire tutta una serie di servizi.
Il grosso problema è legato alla mancanza di copertura di un'infrastruttura Internet sufficientemente potente da consentire di svolgere alcuni lavori da casa. Questo si traduce in una difficoltà per molti professionisti che magari avrebbero la possibilità e la volontà di trasferirsi fuori città, ma che trovano, in primis, questo grosso ostacolo e, in secondo luogo, una carenza di servizi. Per cui, soprattutto per chi ha una famiglia, abitare fuori dai centri principali che garantiscono anche servizi legati all'infanzia e all'educazione dei figli, diventa complicato.
Sarà possibile superare questa situazione se si creeranno le condizioni idonee per trasferirsi nei nostri borghi, soprattutto per quelle coppie giovani, che magari non hanno ancora figli, ma che lavorano in settori che consentono di lavorare da casa. Per fare questo, però, bisogna dare la possibilità di avere una connessione decente per lavorare esattamente come avrebbero fatto nel caso in cui fossero rimasti in città e avessero avuto accesso allo smart working. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Sacco.
Non essendoci altre richieste di intervento in discussione generale dichiaro chiusa la discussione generale.
Non essendoci emendamenti, passerei alle dichiarazioni di voto.
Non essendoci dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 159, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Prima di passare all'esame del successivo punto all'o.d.g., mi sembra ci sia la volontà di svolgere una riunione dei Capigruppo.
Ha chiesto la parola l'Assessore Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente. Mi ha anticipato e la ringrazio. Avevo chiesto la parola per chiedere una breve sospensione per un confronto con i Capigruppo di maggioranza.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.30, riprende alle ore 12.08)


Argomento: Ordinamento regionale

Esame disegno di legge n. 143 "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale anno 2021" - Presentazione questioni sospensive


PRESIDENTE

Passerei al punto 6) relativo al disegno di legge n. 143, "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale anno 2021", richiamato in Aula, ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento; pertanto, in quanto non ancora licenziato dalla Commissione, il provvedimento non ha relatori.
Prima di dare la parola per l'illustrazione, ricordo che chi volesse intervenire può cominciare a prenotarsi presso la Presidenza.
Darei la parola all'Assessore Marrone, per l'illustrazione. Prego. No aspetti.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Capisco che la maggioranza ci considera forse alle volte di troppo, ma la maggioranza si è riunita interrompendo i lavori per mezz'ora; vorremmo capire cosa ci aspetta, quale sarà la programmazione dei lavori nelle prossime ore e nel prosieguo di questa giornata.



PRESIDENTE

Chiedo se qualche Capigruppo di maggioranza desidera intervenire.
Proseguirei con l'illustrazione.
Prego, Assessore Marrone. Ah, no.
La parola al Consigliere Grimaldi.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Posso farlo anche io, se ritenete, come Assessore ai Rapporti Giunta Consiglio.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

. Questione sospensiva presentata dal Consigliere Grimaldi



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi, sulla questione preliminare.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ai sensi del Regolamento, non avendo ancora iniziato il punto, vorrei porre una questione preliminare.
Abbiamo già avuto un confronto in Conferenza dei Capigruppo e l'Assessore Marrone ci ha ricordato che ci sono stati dei tempi, secondo lui, molto molto prolungati su questo disegno di legge. Noi crediamo, invece, che, per l'ennesima volta, la maggioranza si sia dimenticata un pezzo di questo racconto.
Avete voluto, anche lì, richiamare in aula il disegno di legge sul gioco d'azzardo patologico; l'avete fatto non volendo ascoltare niente e nessuno neanche le tante osservazioni che vi abbiamo fatto, che vi ha fatto IRES che vi hanno fatto i tanti soggetti che in un mese di audizioni vi hanno detto di non toccare quella legge; avete voluto bloccare per l'ennesima volta tutte le attività di Commissione e di Consiglio, per fare una forzatura che presto si rivelerà per quello che è: l'ennesima scommessa l'ennesimo gioco d'azzardo sulla pelle di questo Consiglio regionale! E in tutto questo vi siete dimenticati che c'erano dei disegni di legge più urgenti! Peccato che continuate - e dico "continuate" - senza, tra l'altro, neanche più avere quel poco di remore che avevate all'inizio di questa legislatura ogni 30/60 giorni, a richiamare i testi, tant'è vero che non ci sono neanche più i relatori, cioè la gran parte delle nostre leggi non hanno più i relatori! Abbiamo solo la possibilità di presentare gli emendamenti con tre firme dei Capigruppo. Perché, cosa succede? Succede che i richiami portano a quello che abbiamo assistito la scorsa settimana, cioè in poco tempo avere la possibilità di rimetterci a fare emendamenti, cogliendo almeno parte della discussione, tra l'altro, abbandonata in Commissione quasi due mesi fa! Ecco, Presidente, le chiedo, come ho chiesto in sede di Conferenza dei Capigruppo, che almeno prima del richiamo in Aula ci sia un confronto in Commissione sulla quale è atterrato il disegno di legge; almeno un confronto in I Commissione, per capire le priorità che vogliamo mettere in campo in questo collegato. Se non sarà così, i diversi Gruppi di opposizione hanno già iniziato a produrre emendamenti, che stiamo firmando ovviamente, emendamenti di merito, perché per adesso ci sono centinaia di emendamenti pronti su questo argomento.
Vorremmo capire l'atteggiamento della maggioranza e, poiché siete stati voi a fermare questo Consiglio per mezz'ora, confrontandovi fra voi, sarebbe altrettanto opportuno, Presidente, che oltre a chiedere se ci sono Capigruppo di maggioranza che vogliono prendere la parola, che sia espresso un pensiero politico da parte della Presidenza del Consiglio su questo fatto; ripeto, se la Presidenza del Consiglio vuole iniziare a svolgere quella funzione di - chiamiamola così - "mitigazione", d'interposizione e di mediazione, noi siamo sempre disponibili all'ascolto.



PRESIDENTE

Grazie.
Scusi, Consigliere Grimaldi, solo per capire se ho interpretato bene: chiede un rinvio in Commissione in base all'articolo 37, che ha bisogno di tre Consiglieri; mi pareva che fosse una richiesta di sospensiva ai sensi dell'articolo 71.



GRIMALDI Marco

Come sa, le sospensive possono prevedere anche la richiesta, per esempio di confronto in Commissione o in Capigruppo; quindi, se lei vuole pu interpretarlo, altrimenti chiedo ai colleghi Capigruppo Giaccone, Frediani Gallo e Sacco di chiedere il richiamo in Commissione: a questo punto, si mette ai voti (si può sempre fare), se la questione è chiederci su quale parte del Regolamento si vuole iniziale.



PRESIDENTE

Possiamo procedere, perché sull'articolo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

. Questione sospensiva presentata dal Consigliere Rossi



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che vogliono intervenire? La parola al Consigliere Rossi, sull'ordine dei lavori.



ROSSI Domenico

Presidente, vorrei presentare una sospensiva, ma prima vorrei capire.



PRESIDENTE

Sulla sospensiva del Consigliere Grimaldi, ci sono altri Consiglieri che vogliono intervenire, ai sensi dell'articolo 71?



GRIMALDI Marco

Presidente, se preliminarmente l'Assessore Marrone vuole darci una risposta, siamo disponibili a fermare un attimo il punto; se lei è d'accordo, ovviamente.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi sull'ordine dei lavori, lascerei la parola all'Assessore Marrone; prego.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
In realtà, lo potevo fare prevenendo forse tutta questa dinamica, anche per riferire quello che è stato l'incontro tra la Giunta e i Capigruppo di maggioranza.
Lo dico con un piccolo passaggio politico, proprio perché non c'è stata sin dall'inizio, nessuna volontà di forzatura sul testo di questa legge annuale di riordino (e lo dimostra il fatto che è stata illustrata, da tutti gli Assessori competenti per le singole materie trattate nel testo in reiterate e numerose sedute di Commissioni competenti): era già stata concordata l'idea di procedere alla discussione generale del testo e poi di sospendere il punto.
Chiaramente, questa è un'idea da discutere meglio in Conferenza dei Capigruppo, ma era quella condivisa dalla maggioranza: ragionare di rinviare a una futura seduta del Consiglio il punto attualmente già presente all'o.d.g. e quello successivo, il disegno di legge "Azienda Zero", ricavandoci del tempo, non solo una settimana, ma un paio di settimane, per ragionare tutti insieme sulle proposte emendative. Lo dico senza polemica: potevamo già farlo nella pausa estiva, visto che erano state chieste delle Commissioni per entrare nell'articolato della legge di riordino, ma non voglio polemizzare. Mi limito a dire che non è stato fatto e, quindi, si è optato per il richiamo in Aula. È un richiamo di diverse settimane, per non dire un mese, proprio per consentire ai diversi Gruppi consiliari di confrontarsi, anche al di fuori delle sedute di Consiglio sulle proposte di merito, in termini emendativi (tra l'altro, non è un'esigenza solo delle minoranze, ma anche dei gruppi di maggioranza perché, se avete visto, hanno presentato emendamenti). A quel punto credo possa essere una proposta di lavoro condivisibile.
Concludo, visto che è un intervento sull'ordine dei lavori, nel rilevare che questo intendimento politico della Giunta lo potreste già aver notato e riscontrato dal fatto che, nel massimo rispetto delle sensibilità politiche di chiunque, non è che ci siano temi particolarmente provocatori o misure così tremendamente divisive, come magari era capitato in anni passati di questa legislatura all'interno del collegato, quindi della legge di riordino.
Confermo che questo metodo di lavoro potrebbe evitare strappi, forzature e anche di arroccarsi su un ostruzionismo che, credo, non gioverebbe né alla Giunta né alla maggioranza e neanche, permettetemi, alle finalità legittime delle minoranze e delle opposizioni di provare poi a influire sul merito del testo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi siano interventi sull'ordine dei lavori.
Il Consigliere Rossi aveva chiesto di intervenire su una richiesta, in base all'articolo 71, di sospensiva.
Prego, Consigliere, ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione dell'inizio della discussione per chiedere che si rinvii la discussione, anche solo di qualche ora, per rinnovare una richiesta che stiamo portando avanti da giorni in diverse sedi, relativamente a un'informativa della Giunta sul tema della disponibilità dei posti di terapia intensiva in Piemonte.
Sappiamo che da questo dato, oltre che dipendere la capacità di cura dei cittadini piemontesi, dipende anche la colorazione della zona in cui le Regioni vengono inserite.
Perché lo chiedo qui in Aula, Presidente? Perché, in maniera un po' anomala, e che rischia di diventare un vulnus enorme per quest'Aula (per cui chiediamo anche la sua attenzione), ci è stato risposto dall'Assessore nonostante la richiesta sia stata avanzata anche nella Conferenza dei Capigruppo, che non c'è nulla da dire, in quanto il DIRMEI avrebbe già risposto.
Tengo a sottolineare un aspetto, Presidente. È vero che il DIRMEI ha risposto a mezzo stampa a un nostro comunicato stampa, ma non vorrei che qualcuno interpretasse il ruolo delle Commissioni del Consiglio come inutile, in quanto basta una nota stampa di un organismo tecnico per superare ogni forma di discussione e di approfondimento nelle uniche sedi opportune e previste, che sono le Commissioni e il Consiglio regionale tanto più su temi così importanti come quello di cui sto chiedendo l'intervento.
Potrei accettare una risposta del tipo "il DIRMEI ha già risposto" in Commissione" o, dopo un'informativa del DIRMEI in Commissione "Basta, non ho niente da dire"; ma se il DIRMEI fa una nota stampa, l'Assessore non pu e non deve permettersi di dire che quello è esaustivo, perché i Consiglieri di maggioranza e di minoranza hanno il dovere di avere le informazioni, di porre delle domande e di potersi confrontare.
Perché pongo oggi la questione, Presidente? Perché, e lo diciamo sin dall'inizio della legislatura, a piccole dosi uno rischia di abituarsi. Noi non vogliamo abituarci. Non so a quale numero di provvedimenti richiamati in Aula siamo arrivati, però sta diventando una regola, Presidente.
Al di là del fatto che non ci sono blitz, come diceva l'Assessore, ci sono argomenti che meritano un confronto. Ne cito uno: ci sono interventi in ambito estrattivo. Lo abbiamo appena visto in Commissione con l'Assessore Tronzano, sul tema del Regolamento, del riempimento degli estrattivi: occorre una discussione, altrimenti non arriviamo a una sintesi, neanche tra le forze di maggioranza. Se saltiamo i luoghi del confronto, oltre a metterci su un crinale pericoloso, rispetto al ruolo delle Commissioni, del Consiglio e dei Consiglieri regionali, non facciamo neanche un buon servizio ai piemontesi, senza fare blitz e senza arrivare a temi che ci dividono per questioni politiche. Rischiamo di non trovare la sintesi migliore per i piemontesi. Pertanto, Presidente, anche un invito a lei se può darci una mano a rimettere sui corretti binari la discussione.
Le informative e i provvedimenti non possono essere superati dai comunicati stampa in nessuna forma e in nessuna maniera, tranne quelli estremamente urgenti per cui ci sono scadenze che non possiamo superare, ma devono seguire il percorso per intero, passando prima nelle Commissioni e poi in Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altri interventi sulla richiesta di sospensiva? Non essendoci altre richieste, procediamo con le votazioni.
Prego, Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Con parere contrario della Giunta, chiaramente.



PRESIDENTE

Sì, grazie.
Se non ci sono ulteriori richieste, metto in votazione la richiesta di sospensiva del Consigliere Grimaldi con il parere contrario della Giunta.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di sospensiva del Consigliere Grimaldi, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Prima di passare al disegno di legge n. 143, passerei alla votazione sulla richiesta di sospensiva del Consigliere Rossi relativa alla richiesta di informativa dell'Assessore Icardi sui numeri di terapia intensiva. Ricordo il parere contrario della Giunta.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di sospensiva del Consigliere Rossi, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Grimaldi ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Può aggiungere il mio voto favorevole?



PRESIDENTE

Registriamo il voto favorevole del Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Anch'io vorrei segnalare il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

Registriamo il voto favorevole del Consigliere Martinetti.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame disegno di legge n. 143 inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale anno 2021"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marrone per l'illustrazione sul disegno di legge n.
143.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alla delegificazione e

semplificazione dei percorsi amministrativi Come ho detto anche nel precedente intervento sull'ordine dei lavori questo testo che, come sapete, si presenta ogni anno - non a caso si chiama legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale per l'anno 2021 - è forse di difficile comprensione all'esterno di questo palazzo, ma in realtà è un testo che ha una funzione davvero strategica e fondamentale, ed è quello di razionalizzare e coordinare all'interno dell'ordinamento regionale tutte quelle leggi approvate da questa Assemblea, che contengono specifiche discipline di settore. La finalità è quella di aggiornarle attualizzarle, renderle più coerenti con il riparto delle competenze Stato Regioni; in certe situazioni, risolvendo anche talune incertezze interpretative oppure attuative, nonché alcune possibili situazioni di contenzioso con lo Stato e quindi su temi che sono davvero importanti all'interno della competenza gestionale, da un lato, ma anche legislativa del Consiglio regionale. Li elenco brevemente: il turismo, lo sport, la cultura, l'artigianato, il commercio, così come anche, lo ricordava il Consigliere Rossi, le attività estrattive piuttosto che l'assistenza e l'edilizia sociale. Effettivamente c'è periodicamente la necessità di aggiornare leggi che, magari, erano datate e che richiedono un aggiornamento rispetto, per esempio, a norme più recenti di rango statale o che magari richiedono un maggiore coordinamento tra loro rispetto a norme che abbiano invece tutte rango regionale.
Spesso si trova davvero necessaria quest'opera, proprio per mettere il destinatario della norma, quindi l'interlocutore privato, il cittadino l'impresa, l'azienda, il corpo intermedio nelle condizioni di poter comprendere fino in fondo l'interpretazione autentica e anche la corretta applicazione di quello che è il portato normativo e quindi potere, da un lato, anche adempiere in modo più certo e più sereno a quelli che sono gli oneri, le condotte contenute nelle norme, ma dall'altro anche di potere essere maggiormente favoriti e beneficiare di un maggior livello di semplificazione, proprio nel rispetto di queste norme e nell'adempimento degli obblighi contenuti nelle norme.
Il fatto che, comunque, ogni singolo Assessore abbia anche lavorato con i propri Uffici e con i Direttori - che ringrazio - per portare il proprio contributo all'interno di questo testo e che non si sia - sarò noioso, ma lo sottolineo ancora - minimamente sottratto nell'ambito della Commissione, dove è stata fatta una esposizione più puntuale di ogni singolo articolo (sono oltre 70, per cui sono decisamente numerosi) di questa norma per confrontarsi, senza assolutamente sottrarsi, con tutti i Consiglieri di ogni forza politica di maggioranza come di minoranza, io credo che sia un passaggio fondamentale.
Non nascondo che in passato ci siano stati degli attriti perché è ovvio che un documento collegato multidisciplinare, che in gergo istituzionale viene spesso liquidato come omnibus, possa essere considerata una scorciatoia appetibile per cercare di evitare gli iter normali di approfondimento di riforme legislative. Posso però rivendicare con orgoglio - non solo a nome mio, ma di tutti i colleghi di Giunta che hanno condiviso, in certi casi anche a fatica e anche con qualche sacrificio, questa impostazione - di poter offrire al Consiglio regionale il mantenimento di questo impegno.
Auspico che questo avvenga, pur nella legittima non approvazione di alcune norme di merito, ma quanto meno considerato e ammesso da quelli che sono i nostri avversari politici. Questo lo dico proprio perché, anche la volontà di non affrettare l'esame degli emendamenti, bensì di lasciare spazio di confronto, risponde proprio alla volontà di arrivare a norme condivise. Non abbiamo interesse ad approvare norme che poi, un domani, con dei cambi di colore di maggioranza, vadano invece incontro all'abrogazione. La sintesi che è il naturale sviluppo dei lavori consiliari, noi la teniamo in grande considerazione ed è per quello che vogliamo entrare nel merito.
Ringrazio i Gruppi per aver già anticipato anche un discreto numero di emendamenti - che confermo essere tutti di merito e non ostruzionistici su tanti temi, quelli chiaramente anche più caldi come i rifiuti e la caccia. Certo, ci sono temi su cui evidentemente non tutte le forze politiche hanno la stessa opinione, però è giusto confrontarsi e cercare anche di far valere le proprie opinioni. In certi casi può funzionare - lo sappiamo - e questa Giunta non ha mai avuto pregiudizi su questo; in altri casi diventa più complicato. Però l'importante è confrontarsi.
Concludo con un passaggio a cui tengo, perché nel dettaglio tutti i singoli passaggi sono stati già illustrati e penso che verranno analizzati nel dibattito successivo sull'articolato, quindi vorrei evitare delle inutili ripetizioni. Sono spesso norme che cercano di rendere più fluide certe procedure che vedono la partecipazione di più istituzioni o che rendono, ad esempio, più agevole l'attività imprenditoriale dei soggetti che si muovono tra più tematiche, come quella del turismo rispetto a quella del commercio e della ricettività.
Dall'altro lato, credo però che questo testo contenga anche delle norme di carattere più politico (e spero particolarmente non divisivo) che, secondo me, sono degne di nota e anche di dignità di dibattito. Mi riferisco, ad esempio, a tutte le opere messe in campo insieme all'Assessore Caucino, che sono discipline che riguardano le figure dei genitori separati, che sappiamo essere un tema sempre di maggiore attualità. Con alcune delle novità inserite in questo testo di riordino, credo che il Piemonte possa ambire a ricavarsi un ruolo di avanguardia nella tutela della genitorialità in caso di separazione e quindi anche di salvaguardare dal rischio di esclusione dal rapporto familiare singoli genitori che davvero rischiano con situazioni personali anche disperate, questa possibilità che noi assolutamente vogliamo scongiurare.
Inoltre, c'è un tema che abbiamo già dibattuto negli ultimi mesi, quello per esempio dell'emergenza casa, che sappiamo rischia di riaffacciarsi con drammatico aumento anche quantitativo, con la fine graduale, ma ormai giunta al pettine, del blocco degli sfratti e con una crisi economica che purtroppo, ancora stenta a finire, anche per effetto della pandemia e dei blocchi delle attività economiche.
Oggettivamente, il fatto di ottimizzare tutti i meccanismi di assegnazione a partire da quelle forme all'avanguardia di recupero del patrimonio immobiliare, credo che sia una finalità che possiamo provare a perseguire in modo bipartisan, andando a migliorare una legge che, tra l'altro, era figlia della scorsa legislatura, frutto di un dialogo proficuo tra maggioranza di allora e minoranza di allora. E, a ruoli invertiti, credo che si possa migliorare, proprio per cercare di impedire che il patrimonio immobiliare di residenza sociale inutilizzato possa, da un lato, non essere prontamente messo a disposizione dei tanti cittadini che rischiano in futuro di aumentare le fila delle persone in emergenza abitativa e dall'altro, anche - lo dico soprattutto per il capoluogo - porre un freno a quell'altro fenomeno altrettanto preoccupante delle occupazioni abusive che poi rischiano chiaramente di portare ulteriore tensione sociale.
Lo dico, perché questo è un testo che non ha solo una portata tecnico giuridica, MAAA ha anche una portata politica. Noi abbiamo provato a volare alto, a scegliere dei temi di grande attualità, cercando di proporre delle soluzioni che possano essere anche condivise e trasversali e che non siano invece, l'ennesima arena di conflitto tra maggioranza ed opposizione. Non ne sentiamo il grande bisogno, perché già ne abbiamo visti abbastanza nei tempi più recenti.
Sono convinto che dai Gruppi consiliari arriveranno ulteriori proposte emendative, degne di massima nota ed approfondimento e per questo ringrazio tutti i Gruppi consiliari, sperando - e concludo con questo auspicio - che si comprenda comunque la necessità, anche con le altre emergenze sul fronte sanitario che chiedono l'attenzione di quest'Aula sul tema della riorganizzazione sanitaria, di provare ad arrivare entro il mese di settembre all'approvazione, con tutte le modifiche che riterremo di condividere insieme, di questo testo di riordino che la Giunta ha già liberato addirittura quasi nella scorsa primavera (neanche nell'estate in corso). Tante di queste misure sono attese dagli uffici e da interlocutori privati che le agognano, le hanno richieste e chiaramente hanno delle legittime aspettative su un'approvazione più ponderata da un lato, ma anche la più tempestiva possibile. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente, buongiorno a lei e a tutti i colleghi.
Ho preso atto del programma dei lavori che l'Assessore ci ha illustrato e nonostante il richiamo in Aula, rispetto al quale mi associo alle valutazioni che hanno fatto poc'anzi i miei colleghi dell'opposizione cercheremo di svolgere su questa legge di riordino un'attività emendativa di merito, che avremmo già voluto perfezionare in Commissione, volta possibilmente a migliorare questo testo, ma soprattutto ad inserire alcune questioni nelle materie sottoposte alla nostra attenzione, che non abbiamo trovato nel testo di legge.
Intanto faccio una considerazione di carattere generale su questa tipologia di norma, perché è vero che si chiama "legge di riordino", e come tale dovrebbe essere una legge in cui il numero degli articoli, possibilmente contenuto, fa riferimento a delle situazioni che debbono essere corrette aggiustate ed adeguate magari a delle norme di rango superiore e adeguate a realtà che, nel frattempo, si sono manifestate.
Se, invece, si tratta di una legge che ha 73 articoli come questa, che tratta un po' tutte le materie di cui ha competenza la Regione, che va a disciplinare, anzi va a modificare in maniera significativa anche talune leggi di recente approvazione - penso, ad esempio, alla materia delle cave alla legge n. 23/2016 - diventa difficile inquadrare in concreto e correttamente questa proposta di legge nell'ambito del riordino. Diventa di più - forse è più corretto usare il termine più volgare che si impiega in questi casi - un omnibus, cioè un provvedimento in cui c'è di tutto, ma nel quale con una incisività significativa si vanno a modificare, al di fuori dei normali percorsi legislativi, delle leggi molto importanti.
Sotto questo profilo della metodologia, non possiamo che non essere d'accordo, perché diventa un modo surrettizio, diventa una scorciatoia per affrontare questioni o modificare questioni di fondamentale importanza che andrebbero, invece, collocate nell'ambito di leggi specifiche con tutto il percorso che queste leggi devono fare in Commissione e, poi, in Consiglio così come dev'essere, se si vuole cercare di legiferare con una buona qualità e soprattutto con una coerenza, nel quadro del programma che una maggioranza vuole portare avanti.
Questi 73 articoli sono suddivisi in 8 settori, 8 comparti, 8 tematiche importanti. I primi 17 articoli trattano di turismo e cultura; dal 18 al 34 si tratta della caccia e dell'agricoltura; dal 35 al 37 del personale; dal 38 al 45 delle attività estrattive; dal 46 al 56 ci sono 10 articoli decisamente significativi in materia di ambiente; dal 57 al 60 si parla di commercio e di artigianato; poi, 6 articoli sull'assistenza e l'edilizia sociale e, in conclusione, 5 articoli su altre disposizioni, tra le quali segnalo una disposizione, quella dell'articolo 70, che induce a una qualche preoccupazione, perché si va a limitare l'ambito di applicazione delle cosiddette "compensazioni" allorquando si fa attività di disboscamento e di deforestazione, che è un tema molto, molto delicato.
Qui troviamo, appunto, materie che sono coerenti con una legge di riordino.
Cito ad esempio gli articoli 35 e 37, che riguardano il personale, in modo particolare; pensiamo al personale, come ci è stato illustrato dall'Assessore Protopapa in Commissione, che fa capo ai settori del controllo dell'agroalimentare, che era in una situazione di limbo, perch prima era personale provinciale e adesso dipende dalla Regione, ma non è ancora passato alla Regione. Finalmente questa situazione si sistema e questo personale diventa pienamente a carico della Regione: questo è un esempio di come dovrebbe essere utilizzata questa norma. Se invece guardiamo, ad esempio, alle competenze relative alla caccia all'agricoltura, all'ambiente o alla stessa materia delle cave, andiamo sostanzialmente a legiferare in maniera innovativa e non sempre (questo lo diremo dal punto di vista del merito) in maniera coerente con le leggi già in vigore e, soprattutto, in maniera coerente, ad esempio, con il modo che noi abbiamo di pensare e di vedere questi temi e questi argomenti.
Concludo, dicendo che nel merito faremo, come ho detto, una seria attività per migliorare e implementare queste norme; però, dal punto di vista complessivo, questo modo di legiferare mi pare per certi aspetti emergenziale, forse un mezzo alibi e una giustificazione, dettato dal fatto che veniamo da un anno e mezzo di pandemia e quindi dall'avere dovuto affrontare altre questioni che non pensavamo di affrontare. Io mi auguro personalmente che, in questa seconda metà, di mandato si possa tornare a percorsi legislativi che non soltanto rispettino la dignità del Consiglio regionale, ma soprattutto che mettano il Consiglio regionale nelle condizioni di legiferare nel modo migliore possibile e non con queste perdonatemi il termine, "macedonie" normative, così come sono contenute in questo omnibus, ma con dei provvedimenti che siano coerenti e possibilmente monotematici, che riguardino comparti e settori omogenei e consentano di porre in essere politiche coerenti e lungimiranti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Iniziamo con trepidazione e con grande attenzione il percorso che ci accompagnerà alla discussione, alla fase emendativa e, poi all'approvazione della legge di semplificazione annuale, che fra di noi chiamiamo il "collegato". È uno degli appuntamenti sicuramente tradizionali nel calendario legislativo regionale ed è una pratica necessaria. Perché è necessaria? Perché la legge è come la Natura; la Natura ha i suoi cicli che vanno aggiornati e la legge è uguale: bisogna semplificare, bisogna abrogare, ci sono provvedimenti che sono sicuramente datati, oppure ci sono normative statali e comunitarie che impongono un adeguamento legislativo.
Pertanto, da un lato, siamo obbligati a fare questo percorso e, dall'altro abbiamo lo strumento e la possibilità di migliorare alcuni strumenti legislativi in atto, a favore di chi? A favore del territorio e dell'impresa.
In questi tanti articoli, circa 70, ci sono alcuni passaggi importanti e uno di questi è sicuramente l'introduzione della modifica della legge del 2016 sulla governance del turismo, che introduce un tema, già sviluppato nei territori, che è già foriero, soprattutto, prima dell'epidemia, di risvolti economici importanti: quello del concetto del turismo sportivo che va assolutamente inserito nelle politiche attive del marketing territoriale, cosa che fino adesso non c'era.
Ci sono differenti articoli; cito l'articolo 59 di questo disegno di legge che è un semplice adempimento delle normative vigenti. Il COVID sicuramente è andato a impattare, obbligando aggiornamenti, come in questo caso, quello che ho appena citato, che consente le riunioni del Consiglio regionale anche in modalità di videoconferenza, alla quale la pandemia ci ha obbligati per tante settimane.
Direi però che questo mio breve intervento è un'occasione per proporre anche una riflessione che, di fatto, è un auspicio e sarebbe quello che, a fianco delle leggi che ci accompagneranno per tutta la legislatura, le leggi annuali di semplificazione, possa arrivare anche un incremento dei testi unici in settori, ad esempio, come quello che ho appena citato quello del turismo, dove diventa essenziale dotarsi di uno strumento legislativo che sia un testo unico, come hanno già fatto da molto tempo Toscana e Lombardia, che sono delle Regioni avanzate. Dobbiamo farlo anche noi e mi farò sicuramente portavoce di questa istanza che arriva dai territori e dalle associazioni competenti di categoria.
Credo che la qualità legislativa, una delle eredità che lasceremo a fine legislatura, debba passare da un percorso di razionalizzazione di un numero, ancora troppo vasto, di leggi regionali.
La legge di semplificazione annuale potrebbe essere il punto di partenza di questo percorso, un percorso che dobbiamo fare nell'interesse dei cittadini e di tutte le classi imprenditoriali, ma non deve rappresentare il punto finale. È una tappa, un percorso che ci deve portare a un sistema legislativo più moderno, più efficace, più snello e meno burocratico di quello che viviamo oggi. Gli aspetti di semplificazione sono talmente vasti che dovremmo avere la forza e la capacità di produrre una legge di semplificazione al mese. Questo chiaramente non è possibile.
Sono perfettamente cosciente, da Presidente di Commissione, della complessità e della mole di lavoro che le Commissioni consiliari devono costantemente portare avanti per far fronte alle modalità legislative che cambiano, per cui sarebbe di attuazione molto difficile, però come Consiglio regionale dovremo cercare di operare, accanto alla legge di semplificazione annuale, un incremento dei testi unici. Il cittadino medio non addetto ai lavori, sicuramente apprezzerebbe uno snellimento burocratico e sarebbe anche un forte intervento di razionalizzazione e di chiarezza. Questo dovrebbe essere alla base del nostro sistema normativo come, tra l'altro, ci rammenta anche un articolo, se non sbaglio il n. 48 dello Statuto.
Termino ricordando che in una settantina di articoli, più tutta la fase emendativa che li accompagneranno, si parla di turismo, di cultura, di ambiente, di commercio, di edilizia sociale e di impresa, quindi tutta una serie di interventi che, la Giunta da un lato, e il Consiglio, con la fase emendativa, dall'altro, hanno studiato e studieranno nel percorso che ci avvicinerà alla votazione, per dare una risposta a tante esigenze che arrivano dal territorio, rammentando sempre che le politiche non dobbiamo costruirle dietro una scrivania o calarle dall'alto, ma devono nascere con il confronto con i Sindaci, con gli Amministratori e con le categorie produttive.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo all'ennesimo provvedimento richiamato in Aula in questa legislatura.
È un disegno di legge definito di riordino (alcune volte viene chiamato collegato, quando è collegato a provvedimenti finanziari; in altri casi viene chiamato omnibus) e tratta una pluralità di temi in più di 70 articoli. Purtroppo, non ci sono le relazioni in Aula essendo stato richiamato, quindi anch'io non farò una relazione, seppur di parte, del provvedimento, ma mi limiterò a sottolineare alcuni aspetti che riguardano il provvedimento, aspetti di carattere più generale.
Vede, Assessore Marrone, l'intervento che ha fatto lei prima della votazione sulle sospensive, separato da altre questioni, era anche carico di buonsenso. Lei ha detto: "Mandiamo avanti questo provvedimento, lo incardiniamo e poi lo sospendiamo un attimo per darci il tempo di parlare tempo che avremmo avuto anche prima della conclusione dei lavori per la pausa estiva, ma questo tempo non si è utilizzato".
Se scindiamo quello da tutto il resto, viene voglia di darle ragione peccato che poi siamo in un contesto un po' diverso. Ci sono cose che vanno dette. Certamente è un disegno di legge di riordino che va fatto una volta all'anno - vero! - e che contiene una serie di misure più tecniche che politiche, ma certamente contiene articoli che, dal punto di vista politico, richiedono una certa discussione e un certo confronto.
Leggendo rapidamente gli emendamenti presentati dalla maggioranza troviamo questioni anche significative, dal punto di vista politico, legittime, ma non solo tecniche.
C'è da dire altro: raccontiamo una storia un po' diversa dalla realtà perché questo provvedimento non è stato posposto per esigenze legate a volontà delle opposizioni che volevano trattare altro; non è stato posposto per trattare questioni più attinenti alla stretta attualità di una pandemia in corso e della necessità di misure emergenziali legate alla pandemia, ma è stato posposto per trattare altri temi di forte interesse politico di questa maggioranza.
Non l'abbiamo spostato noi più avanti; non abbiamo nemmeno avuto la possibilità di fare un po' di sano ostruzionismo in Commissione sull'emendamento. Questo bisogna dirlo, altrimenti mandiamo a verbale una storia un po' diversa da ciò che è accaduto: è stato posposto per via di altre questioni prettamente politiche, legittime, sebbene non condivisibili, da parte della maggioranza: il gioco d'azzardo, lo ricordiamo ancora, ma anche l'Azienda Zero, dove, in un caso, avete concentrato l'attenzione del Consiglio regionale e occupato l'agenda politica della Regione Piemonte su una questione come l'azzardo, proprio in un momento come questo (e non torniamo sul tema perché ce ne sarebbe da parlare per ore); nell'altro caso, un provvedimento come quello sull'Azienda Zero interviene - e non entro nel merito - in un momento in cui servirebbe un nuovo Piano Socio Sanitario Regionale. Ecco, quello ha occupato il tempo e lo spazio di un collegato.
Se, come dite voi, è un provvedimento importante e strategico che una volta all'anno va fatto (l'hanno detto l'Assessore Marrone e il Consigliere Bongioanni), non gli avete dedicato il tempo giusto. Non vogliamo nemmeno che quella che dovrebbe rappresentare un'eccezione, il richiamo in Aula legato a diversi fattori - ad esempio, che si sia già trovata una soluzione in Commissione, che ci sia un accordo di massima ampio sul testo finale oppure che ci sia una legittima e forte attività emendativa di ostruzionismo in Commissione - diventi la norma.
In quel caso, ci si può aspettare un richiamo in Aula, ma qui, ripeto, non è accaduto nulla di tutto questo e noi non vogliamo che, insieme a tutta un'altra serie di questioni legate all'applicazione del Regolamento, anche questa diventi una regola: non abbiamo il tempo di trattarla e quindi la richiamiamo in Aula. Non dovrebbe essere così, bisognerebbe trovare il tempo di trattare la questione.
Assessore Marrone, sa benissimo che il tempo per discutere in maniera proficua non poteva essere quello subito precedente alla sospensione estiva, perché sa benissimo da cosa arrivavamo e quanto fosse difficile per molti di noi, confrontarsi con una maggioranza e con una Giunta. È ancora difficile adesso per quello che è successo, ma come sempre si fa tutti uno sforzo anche nell'interesse della collettività piemontese e non solo delle singole forze politiche.
Volevo ristabilire, non dico la realtà, perché ciò che dico rappresenta una mia opinione e la mia visione dei fatti, ma riequilibrare un po' la questione perché, ripeto, emergeva un disegno un po' diverso da come poi le cose sono in realtà.
L'attività emendativa arriverà (per quanto mi riguarda ho un numero limitato di emendamenti sostanzialmente di merito), ma, a seconda di come si sviluppa il dibattito, le questioni sono molte; i capi del disegno di legge sono molti e ci sono questioni, come la caccia o altro, che fanno venire voglia di scrivere. Ci auguriamo anche noi di poter svolgere un confronto se non più in Commissione almeno in Aula; un confronto proficuo che possa portare a migliorare il provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Manca poco alle ore 13.00; è iscritta a parlare la Consigliera Disabato ma riprenderei il dibattito sulla discussione generale dopo la pausa e dopo l'esame del question time.
Sospendo la seduta per riprendere alle ore 14.00 con il question time e successivamente, con la discussione sul disegno di legge n. 143.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.59)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.08 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 838 presentata dal Consigliere Alberto Avetta; interrogazione a risposta immediata n. 839 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani; interrogazione a risposta immediata n. 840 presentata dalla Consigliera Monica Canalis interrogazione a risposta immediata n. 841 presentata dal Consigliere Raffaele Gallo; interrogazione a risposta immediata n. 842 presentata dal Consigliere Silvio Magliano; interrogazione a risposta immediata n. 843 presentata dal Consigliere Marco Grimaldi; interrogazione a risposta immediata n. 844 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato.
Risponderà a tutte le interrogazioni l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà di questa Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che per le interrogazioni a risposta immediata è prevista l'illustrazione, da parte dell'interrogante, per tre minuti, la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e non sono previste repliche.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 838 presentata da Avetta, inerente a "Fondi PNRR per la sanità territoriale. Come e in che tempi intende procedere la Regione Piemonte?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame dell'interrogazione n. 838, presentata dal Consigliere Avetta.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Avetta; ne ha facoltà per tre minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente, e grazie all'Assessore Marrone per la presenza.
Questo è un tema ricorrente nel dibattito di quest'Aula e anche questa mattina ne abbiamo parlato. Il Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza porterà sulla sanità pubblica in generale una quantità importante di denaro, oltre 15 miliardi di euro. Di questi fondi che arriveranno - che saranno destinati all'implementazione del nostro sistema sanitario - per quanto riguarda il tema della sanità di territorio, il Piemonte potrà contare su 270 milioni di euro, con i quali si stima possano essere realizzate novantatre case di comunità e ventisette ospedali di comunità.
Com'è evidente a tutti - e lo è a maggior ragione a chi ha il compito l'onere e l'onore di governare una tale quantità di risorse e di far ricadere sul territorio questi fondi nel migliore modo possibile certamente si tratta di un'opportunità straordinaria per tante aree della nostra regione, per la particolare caratteristica del nostro territorio regionale fatta di alcune grandi città, ma prevalentemente di aree rurali e montane, nelle quali la sanità di territorio la fa da padrone.
I tempi del Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza sono definiti e sono molto ravvicinati. Pertanto, è opportuno - e noi vogliamo capire come intende muoversi l'Assessore - definire il piano degli investimenti indicando le strutture idonee e adeguate, oggetto degli interventi sulla base di quelle risorse, ma certamente questa definizione dev'essere elaborata e realizzata in sintonia con i territori.
Con l'interrogazione chiediamo se, in quali tempi e con quali modalità l'Assessorato intenda coinvolgere i territori, a cominciare evidentemente dalle ASL e dai sindaci che contribuiscono a governarle, allo scopo di definire questi investimenti, che saranno finanziati in Piemonte con i fondi del PNNR e, soprattutto, come intende l'Assessore individuare il percorso di definizione della conseguente dotazione di personale sia amministrativo sia medico e infermieristico.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Alberto Avetta per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Maurizio Marrone, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
L'Assessore Icardi, competente per materia, ci risponde che il piano dei fabbisogni regionale, previsto in attuazione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finalizzato all'ammodernamento del digitale ospedaliero delle strutture sanitarie, è in continuità al percorso per l'attuazione dei processi di digitalizzazione della sanità piemontese di cui alle "Linee di indirizzo della sanità digitale Piemontese" approvate con DGR n. 27-6517 del 23 febbraio 2018.
I progetti proseguono il percorso regionale avviato, rafforzando l'approccio inclusivo e partecipativo dei principali attori del sistema. In particolare, al fine di garantire l'attuazione di interventi organici, i progetti sono stati concepiti come elementi inseriti in un "ecosistema" inteso come insieme di diversi soggetti, pubblici e privati, che partecipano e collaborano all'erogazione dei servizi sanitari ai cittadini piemontesi, ciascuno supportato da sistemi in parte comuni (regionali), in parte propri.
Nello specifico, la declinazione degli interventi finalizzati all'ammodernamento del digitale ospedaliero delle strutture sanitarie è oggetto di un processo che tiene conto sia delle esigenze aziendali (che sono state oggetto di una specifica ricognizione), sia di specifiche valutazioni definite sulla base della programmazione regionale e normativa nazionale di settore.
Per quanto riguarda i macro-interventi, sono state individuate le seguenti ipotesi di intervento: evoluzione anagrafe unica regionale degli assistiti e integrazione con i sistemi ANA/ANPR sistema unico di gestione dell'identificazione professionale degli operatori del servizio sanitario regionale cartella clinica elettronica integrata (comprensiva delle funzionalità order entry, prescrizione e gestione PDTA) applicazioni clinico-sanitarie delle aziende (ADT, blocco operatorio pronto soccorso, anatomia patologica, trasfusionale (SIMT), ecc.) cloud e connettività conservazione legale sostitutiva HW (PC, palmari/tablet, carrelli digitalizzati) ed elettromedicali.
La Regione, in estrema sintesi, promuoverà un percorso di evoluzione dell'ecosistema della sanità digitale per giungere alla realizzazione di un "sistema informativo sanitario" che valorizzi il potenziale informativo del fascicolo sanitario elettronico, potenzi i servizi online al cittadino valorizzi e potenzi l'interoperabilità e la fruizione di servizi attraverso la realizzazione di appositi cataloghi rivolti al cittadino e all'operatore.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 839 presentata da Frediani, inerente a "Nomina del Direttore amministrativo e del Direttore sanitario dell'Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
839.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio, Assessore.
Parliamo per l'appunto di due nomine, quelle riferite al Direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino, il Direttore sanitario, dottoressa Maria Carmen Rita Azzolina, e del Direttore amministrativo, il dottor Roberto D'angelo.
Abbiamo già indicato nelle premesse dell'interrogazione, che non ripeto per mancanza di tempo e anche perché immagino che l'Assessore ne sia perfettamente a conoscenza, le normative che fanno riferimento a queste nomine. Le normative affidano esclusivamente al Direttore generale le nomine del direttore amministrativo e del Direttore sanitario di un'Azienda Sanitaria.
L'interrogazione nasce dall'esigenza di conoscere i motivi che hanno portato a un percorso così lungo e travagliato (parliamo di un periodo di oltre due mesi), per scegliere due figure così importanti per la vita di un'Azienda qual è quella dell'Ordine Mauriziano di Torino.
In questi giorni, abbiamo letto, tra l'altro, alcuni articoli su un quotidiano torinese, che fanno riferimento a una possibile ingerenza della politica rispetto alle nomine della Direzione generale dell'ASL di Biella e un'analoga situazione è stata denunciata in riferimento (sempre ovviamente in questi articoli di stampa) relativamente alle Aziende sanitarie della Provincia di Cuneo.
In questo caso, ci troveremmo di fronte a una terza ipotesi di possibile ingerenza della politica in queste nomine. Tuttavia, come dicevo prima, la normativa indica direttamente da chi debbano essere eseguite e, quindi, ci chiediamo, per l'appunto, quali siano le motivazioni e, soprattutto, le cause che hanno portato a un percorso così lungo e travagliato nella scelta di queste due importantissime figure in un momento in cui la pandemia ha messo in evidenza come ai cittadini servano persone competenti per materia e, in questo caso, per materia sanitaria, ma non abbiano certo bisogno di nomine che vengano, invece, dettate dall'appartenenza politica.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Marrone per la risposta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
Con comunicazione protocollo n. 9848 del 6 settembre 2021, il Direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano ha rilevato quanto segue.
Premesso che, a seguito della nomina del Direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano, con DGR 16-3292 del 28 maggio 2021, non c'è comunque mai stata vacanza nei posti di Direttore sanitario, nonché di Direttore di presidio e di Direttore amministrativo, la nuova nomina di tali figure (peraltro confermate nelle stesse professionalità) è stata effettuata entro i termini e con le modalità stabilite dal decreto legislativo 502 del 1992 e dagli articoli 18 e 19 della legge regionale del Piemonte n. 10 del 1995.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 840 presentata da Canalis, inerente a "Abusi elicottero soccorso alpino piemontese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 840.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Penso sia un po' strano trovarsi qui, nel mese di settembre, a discutere di un question time relativo a un abuso nell'utilizzo degli elicotteri del soccorso alpino regionale, quando, poche settimane fa, in questa stessa Aula, abbiamo licenziato un nuovo testo normativo regionale, proprio su questa materia.
Ho preso spunto da un episodio accaduto in Valle Po in Provincia di Cuneo lo scorso 11 luglio, per denunciare una pratica, purtroppo non isolata, ma abituale, di abuso di questi mezzi: stiamo parlando degli elicotteri in carico al SASP-CNSAS che vengono utilizzati per il soccorso in aree alpine.
In una regione come la nostra, occupata per il 50% da territorio montano dovremmo essere particolarmente attenti al ricorso a mezzi che sono estremamente onerosi e che sono a carico del Servizio Sanitario Regionale al pari degli ospedali, della medicina di territorio e di tutte le altre prestazioni sanitarie che eroghiamo.
Che cosa è successo l'11 luglio? A fronte di una richiesta di soccorso da parte di alcuni alpinisti che non lamentavano difficoltà sanitarie, ma che erano rimasti bloccati con difficoltà a scendere da una parete del Monviso a quote di 3.500 metri, si alzava in volo l'elicottero del Soccorso alpino che non riusciva a effettuare l'intervento e che, soprattutto, non impiegava il personale sanitario a bordo. Il risultato è stato che un elicottero, il cui il costo è di 100 euro al minuto, è stato praticamente inutilizzato per ben cinque ore, con il relativo personale sanitario e tecnico a bordo e i malcapitati, che non avevano alcun problema di salute e che potevano essere tranquillamente soccorsi dai Vigili del fuoco, come previsto dalla procedura, sono stati recuperati appunto da un mezzo così costoso e dopo un lasso di tempo molto elevato.
La denuncia, insomma, riguarda un episodio specifico, che però non è unico.
Purtroppo, ci sono diverse testimonianze, e non solo in quella parte del Piemonte, di un ricorso smisurato a mezzi così costosi, privo di controlli e di un'attenzione alla spesa pubblica in un settore così dedicato, in particolare, com'è in questo momento la sanità.
La domanda che ho posto alla Giunta è perché sia stato impegnato questo mezzo del Servizio Sanitario Regionale per il recupero di persone senza alcuna problematica sanitaria. Un'altra domanda implicita è perché, da quando è stata licenziata la DGR del 2015 sull'aggiornamento delle tariffe per l'attività di elisoccorso nell'ambito per la mobilità sanitaria e anche sulla compartecipazione al costo degli interventi, questa DGR non sia mai stata applicata e, quindi, perché non si richieda una compartecipazione a chi usufruisce di questi mezzi, senza avere alcuna necessità sanitaria.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Marrone per la risposta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale L'Assessore Icardi ci invia gli elementi di risposta forniti dal Direttore della SC Elisoccorso.
La Base Elisoccorso di Torino veniva allertata dalla centrale operativa 118 di Torino per il recupero di due alpinisti bloccati in apparente stato di panico sul Torrione San Robert, in quanto l'elicottero di Cuneo risultava impegnato in altra missione.
L'intervento, classificato come di tipo sanitario, veniva richiesto a causa della condizione dei chiamanti e meteorologica a evoluzione negativa. In talune situazioni, data la quota e le condizioni meteorologiche avverse risulta quanto mai necessaria l'evacuazione nel minor tempo possibile, onde evitare fenomeni di panico dei chiamanti che potrebbe compromettere la loro sicurezza (rischio di caduta per scarsa conoscenza di terreno impervio e delle corrette tecniche di movimentazione) ed eventuale ipotermia, laddove il recupero via terra comporti molte ore per l'avvicinamento (non meno di tre ore dal rifugio Quintino Sella e non meno di quattro ore e mezza da Crissolo) e per il rientro, considerando lo stato di affaticamento e potenziale disidratazione degli incrodati.
Giunti sul target, dopo una prima ricognizione, il pilota in comando rilevava, in quota, elevata temperatura esterna e turbolenza. Questi due fenomeni hanno generato una diminuzione delle prestazioni dell'elicottero.
A tal fine, lo stesso riteneva, ai fini della sicurezza del volo, di dover sbarcare il personale e il materiale sanitario non necessario in quel momento, per effettuare il recupero nel minor tempo possibile.
Dopo aver calato il tecnico del Soccorso alpino in una zona prossima ai due alpinisti, l'elicottero effettuava un primo atterraggio, in attesa che lo stesso li raggiungesse per metterli in sicurezza.
A seguito della chiamata del tecnico del Soccorso alpino, l'elicottero decollava rapidamente, vista la rapida evoluzione negativa del meteo che tuttavia, ne impediva il recupero.
Poiché la componente sanitaria si trovava "in zona sicura" e vista la necessità di rifornimento di carburante, il pilota proseguiva verso l'aeroporto di Cuneo.
Effettuato il rifornimento, l'elicottero si dirigeva direttamente sul target e tentava nuovamente il recupero, senza successo per meteo avverso posandosi poi a Crissolo, in attesa di miglioramento meteorologico.
Nel contempo, ai primi due alpinisti si aggiungeva, sullo stesso target una seconda cordata di alpinisti francesi con segni di sfinimento fisico.
Successivamente, a seguito del miglioramento meteorologico, i cinque alpinisti venivano recuperati e, visto il protrarsi delle operazioni di recupero e la necessità di fare nuovamente carburante, gli stessi venivano trasportati presso l'aeroporto di Cuneo.
In seguito, l'équipe sanitaria veniva recuperata al Rifugio Quintino Sella per fare rientro in base.
A tre dei cinque alpinisti recuperati è stato applicato l'articolo 3 della DGR 2 novembre 2015, riguardante la compartecipazione ai costi degli interventi di soccorso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 841 presentata da Gallo, inerente a "Istituzione dell'Osservatorio regionale 2021-2024 delle professioni sanitarie. A che punto siamo?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
841.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per tre minuti.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Oggi poniamo all'attenzione della Giunta un tema latente e fermo dal 2019 riguardante l'istituzione, quindi proprio la messa in opera dell'Osservatorio regionale delle professioni sanitarie.
Ricordo che con delibera della Giunta regionale del gennaio 2019 fu deliberato di istituire, presso la Direzione regionale della Sanità l'Osservatorio regionale di tutte le professioni sanitarie, che ha una funzione importantissima per avere sotto controllo l'andamento delle singole professioni, quindi il polso della situazione delle singole professioni, in base al quale programmare le assunzioni, i bandi e i concorsi, quindi parlare di risorse umane in campo sanitario con numeri e situazioni aggiornate che l'Osservatorio può fornire.
Tale Osservatorio ha fondamento nel Piano Socio Sanitario 2012-2015, che dovremo aggiornare a breve, almeno a quanto dice l'Assessore Icardi ormai da qualche mese, ed è stato approvato a seguito del Piano Socio Sanitario con DGR n. 167 dell'aprile 2012, che al punto 2.5, "Qualità delle professioni sanitarie", stabilisce "la necessità di promuovere azioni per il pieno coinvolgimento dei professionisti sanitari nei processi decisionali aziendali, nell'ottica di assicurare la qualità delle prestazioni e dei servizi del sistema sanitario, all'interno del quale le professioni operano e si sviluppano".
Nell'allegato alla DGR sono stati specificati gli ambiti d'interesse dell'Osservatorio, la sua composizione e la modalità di funzionamento quindi tutto pronto per la sua istituzione. L'Osservatorio resta in carica per tre anni, al termine dei quali può essere rinnovato e nel febbraio 2021, quindi sei mesi fa, è stata approvata la nuova composizione di tale Osservatorio.
La determina del febbraio 2021, che istituisce la nuova composizione dell'Osservatorio, determina la carica per tre anni, ma rinvia a un atto successivo dirigenziale l'approvazione del Regolamento dell'Osservatorio con cui saranno definite le modalità di funzionamento dello stesso.
È evidente che senza quest'ultimo atto, che è la determina dirigenziale relativa all'atto n. 255 del febbraio 2021, l'Osservatorio rimane sulla carta, perché non entra pienamente in funzione, in quanto manca l'atto dirigenziale che ne determina il regolamento. Mancando tale atto, tutto è fermo ormai da una serie di anni.
Noi ci chiediamo cosa sia successo da febbraio a oggi o quanto dobbiamo aspettare per avere questa determina dirigenziale che metterebbe in moto un meccanismo che, ricordo, non è volontà di singola persona, ma è previsto da una legge - il Piano Socio Sanitario 2012-2015 - che ha seguito tutto l'iter e ha tutti gli atti legislativi, dirigenziali e le determine necessarie, eccetto quest'ultimo atto dirigenziale.
La domanda - chiedo scusa se ho rubato trenta secondi in più - è quando sarà presentato l'atto dirigenziale che approva questo regolamento, in modo che l'Osservatorio possa finalmente e veramente entrare in funzione e non solo sulla carta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Raffaele Gallo per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
Riporto quanto scrive l'Assessore Icardi. Con determinazione dirigenziale n. 255 del 23 febbraio 2021 è stata definita la composizione dell'Osservatorio regionale delle professioni sanitarie, in attuazione della DGR n. 20-8335 del 25 gennaio 2019.
Considerato il particolare impegno richiesto ai vari rappresentanti in relazione al periodo pandemico, il primo incontro dell'Osservatorio in oggetto è stato programmato per il prossimo 28 settembre.
Poiché il regolamento dell'Osservatorio dovrà disciplinare, in particolare la periodicità delle convocazioni e le sue modalità, come l'identificazione del supporto per lo svolgimento delle attività di segreteria, di verbalizzazione e di reportistica periodica, si ritiene opportuno redigere il regolamento dell'Osservatorio in esito al confronto del 28 settembre e successivamente approvare con apposito atto dirigenziale il regolamento.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 842 presentata da Magliano, inerente a "Salute mentale del Piemonte: carenze strutturali e professionali, come porre rimedio?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
842.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Silvio Magliano prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Marrone, che ormai dopo tre anni è competente su tutto, perché sostituisce i colleghi anche su temi oggettivamente delicati.
Nel "premesso che" dell'interrogazione pongo il tema che le caratteristiche di "novità", "gravità" e "ampiezza" della pandemia COVID-19 hanno comportato misure necessarie e drastiche per il suo contenimento rivoluzionando la vita di tutta la popolazione (bambini, adolescenti e adulti): servirà ancora tempo prima di tornare alla piena normalità.
Le attività scolastiche, ricreative, ludiche e sportive sono state, durante la crisi pandemica, ridimensionate e per lunghe fasi completamente interrotte, quindi abbiamo cambiato lo stile di vita con restrizioni importanti di tante persone in questi ultimi due anni. La pandemia ha messo fortemente a rischio non solo la salute fisica delle persone, ma anche e soprattutto la salute mentale.
L'isolamento, la paura, l'incertezza e le difficoltà economiche sono elementi che, specie se protratti nel tempo, causano gravi sofferenze psicologiche, determinando un aumento dei casi di malattie mentali confermato da diversi autorevoli studi.
Il Sole 24 Ore nell'aprile 2021 stimava che il dato relativo ai pazienti presi in carico dal Sistema Sanitario Nazionale per questioni di salute mentale sia aumentato almeno del 30% (parliamo di un milione di pazienti in più) dall'inizio della pandemia.
Il rapporto realizzato da IRES Piemonte ha evidenziato come in Piemonte si assista a un aumento delle nuove povertà, in crescita di circa il 2 l'anno, con picchi del 5% l'anno nelle famiglie con minori. Questo apre già un altro tipo di ragionamento.
Prima della pandemia il rischio povertà per tutte le famiglie era del 15 a fine 2020 era del 19%. Più difficile ancora risulta la situazione delle famiglie con minori, per le quali il rischio povertà è passato dal 18,3 nel periodo pre COVID, all'attuale 25,5%.
Tenuto conto del fatto che questo periodo di emergenza sanitaria da COVID 19 ha fatto emergere o esacerbare paure e/o disturbi mentali già presenti nella popolazione; la sofferenza può peraltro manifestarsi anche in forma meno visibile; è doveroso sostenere psicologicamente le persone più vulnerabili, sia durante sia dopo la pandemia, fornendo risposte concrete supporto e prevenzione.
Rilevo che con delibera del 23 aprile 2021 è stato stanziato un milione per il potenziamento del supporto psicologico a favore delle istituzioni scolastiche a seguito dell'emergenza COVID-19.
È fondamentale offrire a chi ne ha bisogno un sostegno psicologico continuativo che consenta la ripresa della vita quotidiana.
L'articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa dal titolo "I ragazzi e l'eredità del COVID: in pediatria metà dei posti occupati da minorenni con disturbi mentali", evidenzia come la nostra regione sia carente di neuropsichiatri infantili e di strutture idonee per la cura dei disturbi mentali nei bambini e negli adolescenti. È necessario conoscere nel dettaglio l'esatta situazione in cui versano attualmente i servizi di salute mentale del Piemonte nella loro totalità per meglio comprendere quali manovre attuare, al fine di fornire una risposta concreta ed efficiente, sia a livello legislativo sia a livello attuativo all'aumentato bisogno di cure in questo settore così importante per il benessere individuale e collettivo.
Interrogo per sapere come questa Giunta intenda porre rimedio alle carenze strutturali e professionali dell'assistenza psichiatrica piemontese eventualmente emerse dalle verifiche effettuate.
Assessore Marrone - chiedo di avere la risposta scritta appena possibile sappiamo che ci sono carenze strutturali di personale; sappiamo che sarà forse, una delle malattie del nuovo secolo, le malattie che hanno a che fare con l'ambito della salute mentale, ma cosa intendiamo fare prima di renderci conto una volta di più che una malattia di una certa gravità pu creare alcune tipologie di problematiche in una famiglia? La malattia mentale, di sicuro, mette in crisi anche il tessuto familiare il tessuto dei rapporti personali. Su questo ci batteremo molto come Gruppo Moderati e abbiamo presentato il question time in oggetto perché ci rendiamo conto che su questo vi è una sensibilità oggettivamente troppo ridotta per la portata del problema.
Grazie, Presidente. Ho concluso e mi scuso per aver usato qualche secondo in più.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Gli Uffici del Consiglio, come vedete, stanno già provvedendo a distribuirvi le risposte scritte.
In ogni caso, in particolare, su questa interrogazione a risposta immediata del Consigliere Magliano, l'Assessore Icardi ci comunica che la pandemia da COVID-19 si configura come un fattore di forte rischio per la salute mentale della popolazione in quanto l'isolamento, la paura, l'incertezza e le turbolenze economiche sono elementi che, specie se protratti nel tempo causano gravi sofferenze psicologiche (questa è una citazione dal rapporto ONU uscito di recente, intitolato "COVID-19 and the Need for Action on Mental Health").
Le prime indagini psicologiche effettuate sulla popolazione evidenziano un aumento delle richieste di aiuto psicologico, in particolare rispetto ai minori, che sono fra i soggetti più fragili della nostra società, perch risentono delle loro difficoltà personali, ma anche di quelle strettamente connesse a quelle dei propri genitori.
Tra le varie iniziative messe in campo con finanziamenti ad hoc vanno indicate quelle che andranno a sviluppare aree fortemente connesse alla prevenzione e tutela della salute mentale e, nello specifico: area di prevenzione e contrasto al bullismo e cyberbullismo con la redazione del Piano triennale con azioni concrete da sviluppare nelle scuole col supporto dei servizi specialisti delle ASL e di tutti i soggetti con competenze specifiche finalizzate a sensibilizzare l'importanza di metodi di prevenzione del fenomeno attraverso l'utilizzo di strumenti educativi, ad esempio il progetto "Patentino per lo smartphone" che dovrà essere diffuso a livello regionale; area di supporto alle famiglie cosiddette fragili e ai minori inseriti in comunità socio-assistenziali (potenziamento, quindi degli interventi di tipo psicologico con personale ad hoc indirizzato sia a famiglie cosiddette fragili sia in strutture socio-assistenziali con minori particolarmente necessitanti di interventi di questo genere); prevenzione e contrasto alle forme di dipendenza da sostanze e/o da comportamenti (ad esempio, il disturbo da GAP) orientati a prevenire problemi di salute mentale verso i giovani, ma non solo. I soggetti coinvolti sono le scuole i Comuni e i luoghi di aggregazione sociale.
Con la DGR n. 9-3124 del 23 aprile 2021 sono stati stanziati un milione di euro da utilizzare entro il 31 dicembre 2021, eventualmente prorogabili in funzione della situazione pandemica da COVID-19 al termine dell'anno scolastico 2021-2022, così come previsto dall'articolo 4 del protocollo d'intesa siglato da Regione, Ufficio Scolastico Regione per il Piemonte e Ordine degli psicologi del Piemonte, finalizzato al potenziamento del supporto psicologico a favore delle istituzioni scolastiche in relazione all'emergenza COVID-19.
I predetti fondi sono indirizzati a mettere in rete gli sportelli di ascolto già presenti presso gli istituti scolastici del Piemonte coordinare gli sportelli di ascolto di cui sopra per meglio articolare gli interventi con gli studenti e il personale scolastico, formare il personale scolastico e gli insegnanti sulle dinamiche relazionali e la gestione della classe, in integrazione con gli sportelli di ascolto, supportare il personale scolastico sui problemi attinenti alla straordinarietà della situazione.
Con determina dirigenziale n. 998 del 6 luglio 2021, sono stati ripartiti i fondi alle ASL ed è stato approvato il progetto sintetico di avvio delle azioni di cui alla DGR n. 9-3124 del 23 aprile 2021.


Argomento: Acque minerali e termali

Interrogazione a risposta immediata n. 843 presentata da Grimaldi, inerente a "Questioni relative ai canoni di concessioni di acque minerali e di sorgente destinate all'imbottigliamento"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
843.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione per tre minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Lei sa che in Italia è in espansione la commercializzazione delle acque in bottiglia ma, purtroppo, a questa tendenza non ha corrisposto un adeguamento del canone annuo per i titolari delle concessioni per tanto tempo. È un tema non solo di giustizia fiscale, ma politico e di tutela del territorio, perché canoni più alti garantirebbero agli Enti locali di far fronte all'impatto ambientale di queste attività. Non solo: crediamo che i tanti fiumi di denaro - perché stiamo parlando di un vero e proprio "oro blu" - potrebbero servire, ad esempio, per i servizi idrici integrati e per tante iniziative pubbliche volte a tutelare l'acqua.
Sapete benissimo che i nostri territori, proprio per i cambiamenti climatici, sono sempre più coinvolti da momenti in cui non solo vediamo bombe d'acqua che riempiono i nostri fiumi, le nostre vallate e le nostre montagne, ma spesso anche gravi momenti di siccità.
Ogni anno ho chiesto alla Regione di adeguare l'importo del canone, andando oltre agli adeguamenti dell'inflazione. Per intenderci - Assessore Marrone lei c'era e ha seguito i diversi question time che avevamo presentato nella scorsa legislatura - eravamo proprio la maglia nera delle Regioni italiane perché chiedevamo neanche l'1% di queste entrate stellari. Noi siamo anche fra le Regioni che hanno più concessioni. Abbiamo tantissimi produttori e tra l'altro, la legge regionale n. 12/94 ("Ricerca e coltivazione di acque minerali") era anche fra quelle che chiedeva di meno sia in termini di volumi sia in termini di estrazione per litro. La quota variabile di canone per ogni mille litri di acqua imbottigliata adesso è pari a un euro per i primi sessanta milioni di litri di acqua imbottigliata e a 1,10 euro per quantitativi superiori.
Che cosa succede? Succede che quando l'inflazione, com'è avvenuto durante la legislatura Chiamparino, è all'1,7 o all'1,8, questi sono gli aumenti.
Non so se l'Assessore Marrone ha già letto i quotidiani, ma oggi l'inflazione è stimata all'1,8 e l'adeguamento del canone annuo quest'anno è stato dello 0,5, perché immagino che la Giunta, anche da regolamento regionale, sia andata a vedere le stime dello scorso anno, molto basse. Tra l'altro - lo dico senza polemica - con l'1,6, con l'1,7 e l'1,8, gli adeguamenti tariffari negli ultimi due anni erano 0,4-0,5.
Assessore, non ci giro attorno: secondo gli ultimi dati disponibili, il Piemonte è la Regione italiana con il numero maggiore di concessioni attive per l'imbottigliamento delle acque minerali. Attualmente non solo c'è il Pian della Mussa, ma anche le Alpi Guizza e la Pontevecchio. Quest'ultima ha quasi 500 mila ettari ed è la società che, attraverso i suoi cinque marchi di acqua minerale, ha sul mercato la gran parte delle superfici concesse per lo sfruttamento. È noto che all'interno della Pontevecchio società di proprietà della famiglia Damilano, siede nel Consiglio di Amministrazione proprio Paolo Damilano, che attualmente è il candidato sindaco del centrodestra. Ed è una fattispecie che vorrei che qualcuno della Giunta affrontasse, soprattutto rispetto alla nostra legge regionale ma non so se l'Assessore ha studiato la materia.
Facciamo l'ipotesi che Damilano sarà il più votato al primo turno, ma soprattutto, portiamoci avanti, facciamo l'ipotesi che vincerà il ballottaggio: rischierebbe di assumere l'incarico della Presidenza della Città metropolitana di Torino.
La prima domanda che ci viene da fare è: sarà poi la Regione o la Città metropolitana a concedere quella concessione? Perché, in teoria formalmente negli ultimi anni almeno le concessioni sono state rilasciate proprio dalla Città metropolitana. Poi, visto che la nostra legge non è così dettagliata come quella lombarda, per il conflitto d'interesse sarà magari la Regione Piemonte a prendersi carico di questo conflitto. Non sappiamo qual è la soluzione, ma magari mi risponderà, Assessore, ma il conflitto d'interesse è evidente: questa persona spesso siederà, per via delle sue sponsorizzazioni, perfino anche dentro alcuni enti che sono partecipati proprio dalle grandi società d'imbottigliamento, che sono quelle che sponsorizzano di più le attività pubbliche.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



GRIMALDI Marco

Ho concluso, Presidente, mi scusi.
Poi c'è il grande tema dei canoni. Questo conflitto d'interesse porterà o no il centrodestra a discutere sull'adeguamento di questi fuori dagli adeguamenti ISTAT? Perché, alla fine, i conflitti d'interesse di natura economica sono più pesanti del dimettersi o no da una fondazione come Film Commission.
Pertanto, le chiedo se ritiene utile aprire un confronto anche in Consiglio proprio sul tema delle acque minerali e sull'adeguamento di questi canoni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Marco Grimaldi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Personalmente mi concedo solo di dire, magari un po' ironizzando, che sicuramente farà piacere a Paolo Damilano che una delle forze politiche principali avversarie dia già per scontata la sua vittoria a Sindaco (Sindaco metropolitano), però visto che non è l'oggetto dell'interrogazione, faccio il mio dovere, riportando la risposta dell'Assessore competente per materia, che è il collega Matteo Marnati.
Relativamente all'interrogazione del Consigliere Grimaldi, che suggerisce alla Giunta di mettere in campo modifiche normative che consentano di rivedere al rialzo l'importo del canone annuo a carico dei titolari di concessione di acque minerali e di sorgente del Piemonte destinata all'imbottigliamento, si evidenzia che la Regione Piemonte aggiorna regolarmente l'importo del canone ogni anno, tramite determina dirigenziale, maggiorando gli importi relativi all'annualità in corso, in misura pari al tasso d'inflazione programmato, come previsto dall'articolo 5 del Regolamento regionale n. 8R del 2013.
È evidente che, rispetto alla situazione pandemica, che ha colpito duramente anche le nostre imprese, nel 2020 e nel 2021 gli adeguamenti effettuati dalla Regione Piemonte rispetto all'anno precedente, pur registrando comunque un rialzo, sono stati pari a più 0,8% nel 2020 e più 0,5% nel 2021, mentre negli anni precedenti, per dare un esempio concreto si è registrato un adeguamento pari a più 1% nel 2016, più 0,9% nel 2017 più 1,7% nel 2018 e più 1,2% nel 2019. Lo strumento che permette di adeguare i canoni, quindi, già sussiste ed è correttamente applicato.
In ogni caso, nell'interrogazione del Consigliere Grimaldi si fa impropriamente riferimento al finanziamento degli interventi in favore di servizi pubblici idrici integrati e per la tutela delle acque. A tale proposito, va considerato che le acque minerali e termali sono soggette a una normativa specifica differente da quella disciplinante l'uso delle acque pubbliche. Gli interventi cui fa riferimento il Consigliere Grimaldi traggono la loro fonte di finanziamento, per quanto riguarda i servizi idrici integrati, dall'apposita tariffa prevista per il servizio, mentre la tutela delle acque è garantita dall'introito dei canoni per l'uso delle acque pubbliche, anche in funzione del principio di derivazione comunitaria "chi inquina paga".
In particolare, l'articolo 21 del regolamento regionale n. 15 del 6 dicembre 2004 prevede che una quota non inferiore al 5% dell'introito dei proventi relativi all'uso dell'acqua pubblica è destinata al finanziamento delle attività regionali di attuazione del Piano di tutela delle acque.
A sua volta, l'articolo 15, comma 2 della legge regionale 26, del 29 ottobre 2020, "Assegnazione delle grandi derivazioni a uso idroelettrico" dispone che una quota non inferiore al 10% degli introiti derivanti dall'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche è destinata al finanziamento delle misure del Piano di tutela delle acque; la tutela è finalizzata alla rinaturazione e al ripristino ambientale dei corpi idrici interessati dalla derivazione. Si precisa, inoltre, che in Piemonte le concessioni attive, ovvero attualmente destinate all'imbottigliamento, sono trenta e riferibili a tredici società d'imbottigliamento.
Per quanto riguarda ulteriori maggiorazioni nei confronti delle aziende concessionarie, questa Giunta, in linea con il Governo Draghi, sostiene fermamente che non sia questo il tempo di prendere altri soldi dai cittadini e dalle nostre imprese, ricordando anche che per queste ultime costituiscono un tassello fondamentale per l'uscita dalla crisi. Riteniamo che il miglior sostegno per i nostri Enti locali sia, invece, costituito da un tessuto economico florido, rappresentato da imprese che possano lavorare senza essere oberate da tasse e canoni al rialzo.
Questo è quanto scrive l'Assessore Matteo Marnati.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta immediata n. 844 presentata da Disabato, inerente a "Quali azioni regionali da seguire in caso di fuga di animali"


PRESIDENTE

Concludiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 844.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Sicuramente, non sarà passata inosservata la notizia di qualche mese fa relativa alla fuga di cinque esemplari di tori di razza Camargue da una fattoria di San Gillio. Questi imponenti e forti animali riuscirono a scappare dalla stalla del maneggio in cui vivevano e, dividendosi, scelsero alcune zone in cui stazionare, sottraendosi a ogni tentativo di cattura con gabbie e sonniferi.
Premetto che ho deciso di portare questa tematica all'attenzione della Giunta e dell'Assessore competente, perché si tratta di un fatto che potrebbe ripetersi per tanti motivi. Per esempio, per forti incendi, come quelli avvenuti in Val di Susa, che provocarono la fuga di tanti animali che, ovviamente, scesero verso le zone abitate; una fuga di animali da una struttura potrebbe succedere anche a seguito di un'alluvione e anche in casi analoghi a questo; potrebbe succedere anche presso i circhi, spero mai, perché sarebbe bene che questi spettacoli finissero, però sono fatti che possono capitare e che meritano un'attenzione anche per la gestione che bisognerebbe riservare a questo tipo di eventi.
Tornando al caso specifico, nel corso delle settimane successive, un toro morì in un incidente stradale, causando anche il ferimento delle persone che transitavano su un'automobile, e un altro fu ritrovato morto, per malnutrizione è un altro ancora fu abbattuto.
So che sono state organizzate numerose battute per cercare di recuperare i due tori rimanenti, con il sistema della telenarcosi, grazie anche all'ausilio dei veterinari dell'ASL TO3 e TO4. Infatti, c'è da dire che esistono servizi regionali di competenza dell'ASL: si tratta di servizi e presidi multizonali per le profilassi e di polizia veterinaria e immagino che i veterinari siano stati reclutati da queste strutture di competenza regionale.
Di fatto, il tentativo iniziale, che perdurò per diverse settimane, perch questi animali rimasero in libertà circa tre mesi, un tempo abbastanza lungo, fallì e tramite il Prefetto fu assunta la decisione di demandare ai Sindaci e al tavolo prefettizio di ricorrere all'abbattimento, per evitare ulteriori pericoli alla collettività.
È chiaro che bisognerebbe essere preparati alla gestione di un evento simile, senza arrivare a situazioni che coinvolgano il Prefetto o enti istituzionali che magari hanno difficoltà ad attuare piani di questo tipo.
Bisognerebbe avere un piano a monte che garantisca innanzitutto - io penso il benessere degli animali, perché è sempre bene cercare di tutelare quanto più possibile il benessere animale, facendo coincidere questa scelta anche con la tutela della sicurezza della collettività. È chiaro, quindi che bisognerebbe improntare un servizio veterinario, magari di competenza dell'ASL, con le competenze adatte e necessarie per affrontare questo tipo di problema.
Non so se sia stato coinvolto il servizio dell'Università di Veterinaria che ha già svolto servizi simili, intervenendo nella cattura di animali, o se sia stato preso in considerazione l'appello della LAV, che si era offerta di ospitare i superstiti di questa fuga in uno spazio sicuro lanciando un appello affinché si catturassero senza ricorrere all'uccisione degli esemplari: è chiaro che per catturare gli animali ci vanno delle competenze specifiche.
La mia preoccupazione nasce anche dal fatto che, secondo me, forse sarebbe il caso di mettervi mano e che la Regione impugni questo problema, avvenuto il fatto in questione, intanto per fare una ricognizione dei servizi dell'ASL, per capire se abbiamo il personale e le competenze necessarie per affrontare un problema analogo e, soprattutto, per non arrivare a coinvolgere Prefetto, Sindaci o amministratori locali, che a volte non hanno neanche il personale o le competenze per gestire il problema.
In questo caso, ho deciso di interrogare l'Assessore per chiedergli se la Regione, per quanto di propria competenza, trattandosi di un tema che coinvolge diversi enti, intende adottare un protocollo d'intervento volto a tutelare l'ordine pubblico, ma, soprattutto, a rispettare i diritti degli animali, onde evitare che questi siano sottoposti a pratiche cruente o all'abbattimento che, speriamo, venga scongiurato in un'ulteriore casistica.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Sarah Disabato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Ci risponde l'Assessore Icardi.
La fuga da un allevamento intensivo di animali di grossa taglia come i vitelloni rappresenta un grave rischio per la collettività e rientra nelle procedure che le ASL hanno predisposto per la gestione di emergenze non epidemiche.
Le modalità operative messe in atto nel caso in questione sono, pertanto assolutamente condivisibili e occorre tener conto che si tratta di animali di proprietà e che quindi, anche in caso di cattura, devono essere riconsegnati al legittimo proprietario.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per delega alla risposta.
Prima di chiudere la sessione, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta sarà trasmesso via mail a tutti i Consiglieri e pubblicato in banca dati, dove sarà reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia dei componenti della Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Grazie a tutte e a tutti. Alle ore 15.20, dopo i quindici minuti di areazione dell'aula, il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale, sospesa alle ore 13.
Buona salute a tutti.



(Alle ore 14.59 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame disegno di legge n. 143, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale anno 2021" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 143, di cui al punto 6) all'o.d.g.
In quanto non ancora licenziato dalla Commissione, il provvedimento non ha relatori.
Nella mattinata odierna, il provvedimento è stato illustrato da parte dell'Assessore Marrone ed è iniziata la discussione generale con gli interventi dei Consiglieri Marello, Bongioanni e Bertola.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sul disegno di legge n. 143 per introdurre alcuni concetti che poi ho condiviso anche con i miei colleghi sotto forma di emendamenti, ma prima di iniziare vorrei soffermarmi un attimo sul metodo che è stato adottato per questo disegno di legge che confuta l'ennesimo richiamo in Aula.
Questo, devo dire la verità, non agevola né il confronto con le minoranze né il dialogo su alcuni temi e nemmeno l'approfondimento di alcune questioni che sono puramente tecniche e presenti all'interno del disegno di legge.
Mi chiedo che cosa potesse costare alla maggioranza cercare di organizzare qualche Commissione in più, richiamando magari anche i tecnici su determinati temi. Mi vengono in mente, per esempio, quello delle cave e delle foreste; alcuni articoli trattano questioni ambientali molto tecniche, quindi si poteva pensare di approfondire sia l'argomento in Commissione, sia iniziare un'analisi e uno snellimento degli emendamenti magari quelli più condivisibili, in Commissione, per arrivare in Aula sicuramente più preparati, ma anche con un'idea di quelli che sono, invece i provvedimenti e i temi che si vogliono portare all'interno di questo disegno di legge.
Quello che viene meno è sicuramente il confronto politico su alcune questioni e anche l'approfondimento dal punto di vista tecnico. Tuttavia se questo è il metodo che è stato scelto, noi ne prendiamo atto, ma questo non preclude il fatto che abbiamo affrontato questo disegno di legge nel merito, perché molti emendamenti di quelli che sono stati presentati, la stragrande maggioranza, introducono degli argomenti sia in ambito di ambiente, rifiuti e agricoltura, si di tutela della fauna selvatica e di alcune misure relative allo sport. Questi sono gli emendamenti che poi andremo a discutere nelle prossime ore e con cui ci confronteremo con la maggioranza, ben consapevoli che si sarebbe dovuto fare tutto questo prima (il metodo non aiuta sicuramente ad approfondire i singoli emendamenti).
È chiaro che un'analisi di questo tipo sarebbe stata preferibile da parte delle minoranze. Spero che sicuramente questa prassi - perché ormai è diventata tale - venga modificata nel futuro. Non possiamo pensare che si farà sempre così.
Adesso questo è un disegno di legge particolare, perché include tanti temi e tanti punti che possono essere anche critici e che andrebbero affrontati in questo modo, ma questo non dovrebbe ripercuotersi anche su provvedimenti futuri, perché metterebbe veramente a rischio l'attività del legislatore e anche la buona riuscita di alcuni provvedimenti.
In realtà, il mio intervento sarà breve, perché gli emendamenti li discuteremo nelle prossime sedute. Ovviamente attendiamo anche gli emendamenti da parte della maggioranza perché, sebbene ci sia una settantina di articoli che abbiamo già potuto approfondire, su alcuni abbiamo anche potuto fare una riflessione in Commissione, ma su altri emendamenti che dovranno pervenire e che, a nostro avviso, magari saranno anche più politici che non tecnici, sicuramente dovremmo confrontarci sia come Gruppo sia con le altre minoranze, anche per capire un po' quali sono gli indirizzi che la Giunta vorrà dare all'intero provvedimento.
Detto ciò, continuiamo, a ogni modo, a rimanere fiduciosi e speranzosi appellandoci anche a una modifica di metodo, a un ritorno che, se non altro, potrebbe agevolare il confronto e il dibattito su alcune questioni.
Non entrerò nel merito degli articoli, mi soffermerò magari su alcune questioni come possano essere quelle dell'articolo 20, che recepisce la sentenza n. 21 del 2021 che amplia, per esempio, i soggetti deputati al contenimento della fauna selvatica. Il recepimento di una sentenza all'interno di un disegno di legge, che non è nemmeno tematico sull'argomento, ma che diventa un mero strumento per introdurre in legge una sentenza, è un fallimento da parte della politica, per quello che posso dire.
È chiaro che il problema del numero dell'aumento degli ungulati sul territorio è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo sempre fatto proposte costruttive per l'adozione di metodi di prevenzione che siano efficaci e possibilmente non cruenti con l'aumento dei soggetti deputati al controllo che non siano ovviamente cacciatori, perché la questione diventa anche critica dal punto di vista della sicurezza.
Come abbiamo ben potuto avere modo di confrontarci con il Ministro, insieme all'Assessore Protopapa, anche quest'ampliamento dei soggetti deputati al contenimento preoccupa dal punto di vista della sicurezza. Questo per dire che su alcuni punti presenti all'interno di questo disegno di legge si sarebbe dovuto fare non soltanto un approfondimento insieme alle minoranze in sede di Commissione, ma anche eventualmente con organi sovraregionali con altri enti che avrebbero potuto indicarci delle tematiche da affrontare insieme, eventualmente anche dei punti da inserire all'interno di questo omnibus.
Ovviamente ci sarà anche la parte inerente al turismo e allo sport. Ho letto, per esempio, un articolo che introduce una modifica normativa alla legge sull'impiantistica sportiva che demanda alla Sport Commission, che era un organo su cui tutto il Consiglio forse si era espresso in modo favorevole per l'attrazione di eventi importanti sul territorio. Penso ovviamente, a tutto il grande lavoro che è stato fatto a Torino con le ATP Finals, con il baseball, con la Champions League femminile, ma non ci si ferma ovviamente soltanto a questo, ci sono anche tantissimi altri eventi minori.
C'è un articolo su cui avrei voluto confrontarmi con l'Assessore Ricca tra l'altro, al momento nemmeno presente in aula - che demanda questa Sport Commission a VisitPiemonte che, invece, è un ente che si occupa di promozione del turismo, per cui anche su questo, per esempio, si sarebbe potuto fare un approfondimento in Commissione, per capire se VisitPiemonte fosse d'accordo e in grado di adempiere il ruolo che, per legge, era dato alla Sport Commission.
Faccio anche un cenno, per esempio, sulla tutela della fauna. Con mia grande sorpresa sono stati introdotti gli articoli 21 e 22 che disciplinano la raccolta dei palchi, che è un'attività fatta da alcuni appassionati della pratica, ma che però mina gli equilibri naturali e la tutela di alcune specie, non soltanto delle specie dei cervidi che sono oggetto di questo provvedimento, perché arreca disturbo alla fauna selvatica, quindi c'è anche una disciplina in merito che cerca di ridurre al minimo il disturbo recato a queste specie.
Non andrei oltre, perché altrimenti dovrei approfondire qualsiasi articolo.
Certo rimane il grosso rammarico e il dispiacere di non averli potuti approfondire uno per uno con i colleghi in Commissione, magari anche con le parti tecniche coinvolte per capire la ratio di alcune di queste misure. Di conseguenza, rimandiamo la discussione quando saranno illustrati gli emendamenti, sperando di trovare condivisione laddove sia possibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chiedo se vi siano altre richieste d'intervento in discussione generale.
Non essendovi richieste, dichiaro chiusa la discussione generale.
Chiedo all'Assessore se intende intervenire.
La parola all'Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Solo un minuto per ringraziare tutti i Consiglieri intervenuti nel dibattito e per rinnovare l'impegno in questi giorni che abbiamo davanti di sospensione su questo punto, proprio per provare a fare una quadra sugli emendamenti che saranno proposti.
Chiaramente, dico quasi un'ovvietà: prima si riesce a presentarli, qualora alcuni debbano ancora essere formalmente depositati, più diamo tempo ai singoli Assessori, ai miei colleghi competenti per la singola materia e ai loro Uffici di approfondire ed elaborare una risposta.
Il mio ringraziamento va a tutti.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Mi pare ci fosse l'intenzione di passare al punto successivo all'o.d.g.
inerente a "Azienda Zero 'Sostituzione dell'articolo 23 della legge regionale 6 agosto 2007, n. 18 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale)'".
Non essendoci l'Assessore Icardi, lo sospenderei e lo rimanderei alla prossima seduta.
Chiedo alla Giunta se c'è un'intesa per proseguire con l'esame degli ordini del giorno. Non c'è l'intesa, pertanto sospendo i lavori, che riprenderanno nella prossima seduta, in base alle decisioni assunte nella Conferenza dei Capigruppo convocata nella giornata di domani.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 15.42)



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