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Dettaglio seduta n.140 del 29/06/21 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.01 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Dichiaro aperta la seduta delle interrogazioni ed interpellanze. In merito allo svolgimento delle interrogazioni ed interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione indifferibile e urgente n. 566 presentata dal Consigliere Daniele Valle, cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone; interrogazione indifferibile e urgente n. 689 presentata dal Consigliere Marco Grimaldi cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego il Consigliere e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà di questa Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che per le interrogazioni indifferibili e urgenti è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per due minuti e la risposta da parte del componente della Giunta per tre minuti e non sono previste repliche.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 566 presentata da Valle, inerente a "La Regione Piemonte chiarisca la sua posizione relativamente alla collaborazione e al sostegno nei confronti del Centro Studi Africani" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Il collega Valle ha chiesto alla Presidenza l'invio da parte della Giunta della risposta scritta.
Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone che provvederà ad inviare la risposta scritta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 689 presentata da Grimaldi, inerente a "Recovery Plan piemontese: mancato coinvolgimento e tutela dell'ambiente regionale"


PRESIDENTE

Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Marco Grimaldi.
Prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire per due minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è un po' datata. Evito tutte le considerazioni su come la Conferenza Stato-Regioni abbia deciso di costituire il gruppo di lavoro interregionale, le scadenze, qual è stata l'occasione della discussione dell'iter del Recovery Plan e di quello che sarebbe stato il Next Generation Piemonte.
Come sappiamo, la proposta del Piemonte comprendeva 1.273 progetti che secondo quanto abbiamo letto, sarebbero frutto del lavoro di una serie di incontri avvenuti sul territorio - non a caso ribattezzati "Roadshow" che dal 25 febbraio al 31 marzo avrebbe dovuto coinvolgere tutti i Comuni piemontesi.
Come l'Assessore avrà letto, alcune segnalazioni da parte dei Comuni piemontesi, specie quelli di più recente nomina, hanno denunciato che non vi sia stato da parte della Regione l'ascolto tanto pubblicizzato, ma neppure il tempo tecnico, per le nuove Amministrazioni. Tra i 1.273 progetti inseriti dalla Regione nell'elenco di progetti da finanziare si trova davvero un'esigua minoranza riguardante la rimozione dell'eternit, e non è in alcun modo previsto un Piano organico che permetta agli Enti locali di mettere in sicurezza gli edifici di cui sono proprietari e di cui debbano garantire la sicurezza e l'integrità.
Viceversa, tra il 1.273 progetti, ce n'è uno per cui si richiede un finanziamento di due milioni di euro pubblici, che interessa la costruzione di una discarica di amianto del Brianco, ossia un finanziamento per una società privata lombarda che realizzerebbe una discarica (non ancora autorizzata) sul suolo piemontese.
Nel solo Piemonte sono presenti coperture in eternit civili e industriali, pubbliche e private, per un totale valutabile tra i 50 e i 70 milioni di metri quadri. La rimozione di tali coperture, il loro smaltimento, la realizzazione di nuove coperture coibentate e l'installazione di pannelli fotovoltaici al loro posto, con una stima prudenziale di produzione di energia elettrica di più di un miliardo di kilowatt anno, potrebbe soddisfare i bisogni di 370 mila famiglie mediamente, 1,2 milioni di persone, più di un quarto della popolazione complessiva della regione Piemonte.
Un piano regionale per la bonifica totale della copertura in eternit inoltre, sarebbe un contributo vero alla decarbonizzazione e potrebbe garantire una filiera occupazionale per la sostituzione e lo smaltimento dell'inquinante, destinando i fondi agli Enti locali per la bonifica delle coperture in eternit e l'installazione di pannelli fotovoltaici sugli enti pubblici o in disuso, al fine di tutelare la salute di tutti.
Questo progetto è certamente più rispondente alle visioni del PNRR quindi la domanda è molto semplice: come è possibile che tra 1.273 progetti che la Regione ha inserito nell'elenco da finanziare nell'ambito del Recovery Plan ci sia poco o nulla sulla rimozione e si chiedono due milioni di euro pubblici per la discarica di amianto del Brianco, ossia per una società privata? Per questo chiediamo all'Assessore - anche se non è competente immagino abbia ricevuto la documentazione - se vi sia la possibilità di inserire nuovi progetti in questo documento, se la Giunta abbia considerato che chi ha redatto questo Piano ha veramente considerato tutte le istanze territoriali e se sia stato frutto di scelte politiche ponderate o solo una mera raccolta, come in parte l'Assessore Marnati ha già detto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione e la Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per tre minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Grazie, Presidente.
A seguito di richiesta da parte degli Enti territoriali è stato riaperto il termine per la presentazione di progetti PNRR, permettendo l'invio delle progettualità fino al 16 aprile del corrente anno.
Il Next Generation Piemonte è frutto di un semplice censimento delle progettualità presentate dal territorio piemontese e, attualmente, non è stata effettuata alcuna valutazione politica e/o tecnica dei progetti pertanto la Giunta, nella fase di redazione del Next Generation Piemonte non ha provveduto a valutare istanze territoriali a tutela dell'ambiente e delle produzioni locali di eccellenza della nostra Regione, ma ha preso atto di quanto comunicato dai diversi enti.
Si segnala che tra i progetti presentati per il Next Generation Piemonte, prima della riapertura dei termini, 672 progetti per un valore di oltre 15,5 miliardi sono riferiti alla Missione 2 "Rivoluzione verde e transizione ecologica", pari al 53% delle richieste, a dimostrazione del forte interesse del territorio per tali tematiche.
Sono in corso comunque interlocuzioni con i Ministri competenti per definire le priorità a livello nazionale e le modalità di gestione del Recovery Plan.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta e prima di chiudere la seduta ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta trasmesso via e-mail e in visione a tutti i Consiglieri, è pubblicato in banca dati dove è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti che dei componenti della Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni ed interpellanze.
Grazie a tutti e a tutte. Poiché sono le ore 9,15 chiedo il quarto d'ora di areazione e alle ore 9.30 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Buona salute a tutti.



(Alle ore 9.08 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Per la gestione della seduta si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 16 aprile 2021 n. 63, a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
La verifica delle presenze verrà effettuata mediante chiamata nominale.
Le votazioni si svolgeranno attraverso l'introduzione del badge di ciascun Consigliere nell'apposito alloggiamento, con conseguente selezione del tasto presenza e della successiva espressione di voto.
Procedo ora all'appello nominale per la verifica delle presenze. Ai soli fini dell'appello, comunico che sono in congedo i Consiglieri Carosso Chiorino, Icardi, Poggio e Ricca.
Il numero legale è, pertanto, 24.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Non ho capito se ha già svolto le comunicazioni dei congedi - non vorrei aver capito male.



PRESIDENTE

Non sono ancora state svolte le comunicazioni.



GRIMALDI Marco

Intervengo quindi dopo sulle sue comunicazioni, dopo i congedi. Nel frattempo, richiedo, se è possibile, di capire bene nella programmazione della giornata cosa ne sarà degli ordini del giorno, fra cui quello sulla gigafactory di Stellantis e se vogliamo affrontarlo subito in mattinata vista la presenza dell'Assessore Tronzano.
Chiederei, se possibile, per attrazione, di svolgere anche quello dei colleghi sullo stesso oggetto, però le chiederei, in generale, da subito la votazione sull'inversione degli ordini del giorno, cioè svolgere prima gli ordini del giorno e poi la legge. Spiegherò ancora meglio la motivazione dopo le sue comunicazioni, vista l'assenza della Giunta.



PRESIDENTE

Nel frattempo, sono entrati l'Assessore Protopapa e il Presidente Giaccone, che avevo già segnato presenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Siamo alla richiesta di inserimento di nuovi punti all'o.d.g.? Presidente, chiaramente nel caso si discutesse la richiesta del collega Grimaldi, che è la stessa del PD, noi chiediamo nuovamente l'inserimento dell'ordine del giorno sul tema della logistica che abbiamo presentato la scorsa settimana. Perché lo facciamo, Presidente? Lei mi dirà che è già stato bocciato la volta scorsa. Lo chiediamo, perché, come avranno visto tutti su "la Stampa" di lunedì mattina nella pagina regionale, il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, ha chiesto che si faccia un Osservatorio regionale sulla logistica.
Visto che si tratta di una delle richieste che abbiamo inserito nel nostro ordine del giorno, crediamo che la richiesta del Sindaco di Novara dirigente della Lega di altissimo livello rispettato da tutti, possa riaprire il dibattito e fare in modo che anche il Consiglio regionale possa esprimersi su questo tema così importante.
Per cui chiediamo nuovamente l'inserimento, sperando che la richiesta del Sindaco di Novara possa trovare una Lega in Consiglio regionale un po' più disponibile. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Il collega Grimaldi probabilmente è affetto da miopia, perché io vedo quattro Assessori presenti, e l'assenza della Giunta non la registro.
Inoltre, prima che si aprano le polemiche sull'assenza dell'Assessore Icardi, comunico che è malato. Non ha nulla di grave, però mi ha telefonato ieri per dirmi che è a casa malato.
L'altro aspetto è che come maggioranza non acconsentiamo a nessuna inversione; ci sarà la discussione generale del provvedimento sul gioco d'azzardo e poi siamo sicuramente disponibili a trattare gli ordini del giorno importanti, come quello inerente a Stellantis e alla gigafactory.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste d'intervento per richieste di modifica dell'attuale o.d.g.? Ricordo a tutti che all'o.d.g., già inviato il 23 giugno, dopo le "Comunicazioni" è presente il disegno di legge n. 144 "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico". Nella riunione dei Capigruppo si era inteso che, se ci fosse stata la volontà e l'intenzione, c'era la possibilità della Giunta di intervenire in merito agli ordini del giorno riferiti alla questione Stellantis, che abbiamo letto sui giornali e della quale conosciamo le vicende in Piemonte.
Possiamo lasciare lo spazio per discutere di questo argomento, se ci sono le condizioni politiche e di tempo, dato che si è deciso di chiudere il Consiglio alle ore 18 e di proseguire, dopo la discussione generale sul disegno di legge n. 144, con la discussione sugli ordini del giorno sui quali la Giunta voleva intervenire.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Grimaldi non sento. Può dirlo a microfono?



GRIMALDI Marco

Dicevo che ho compreso che la maggioranza non vuole invertire l'o.d.g.
però l'iscrizione che abbiamo chiesto io e il Consigliere Rossi.



PRESIDENTE

Allora è un'iscrizione; quindi, la intendo come iscrizione.



GRIMALDI Marco

Se diamo per inteso che è fatta bene, se no.



PRESIDENTE

Se la intendiamo come iscrizione, va bene, ma non come inversione.
Se intendiamo come iscrizione, se ci sono contrari, altrimenti pongo in votazione l'inserimento degli ordini del giorno n. 586, "Sostegno alla candidatura del capoluogo piemontese a ospita la nuova gigafactory di batterie del Gruppo Stellantis", presentato da Gallo e altri e l'ordine del giorno n. 600 di Rossi, "Cordoglio per la morte sindacalista Adil Belakhdim e "Azione per i diritti dei lavoratori del settore della Logistica in Regione Piemonte".



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Volevo anticiparle che ci sarà anche un ordine del giorno della maggioranza, a firma Andrea Cane su Stellantis e la gigafactory e ci sarà anche un ordine del giorno collegato, mi pare del Consigliere Stecco rispetto alla "Cerutti". È già stato depositato quello?



PRESIDENTE

Può ripetere l'ultima frase, perché non ho sentito.
Grazie.



PREIONI Alberto

C'è anche un ordine del giorno, già depositato, del Consigliere Stecco rispetto alla "Cerutti".



PRESIDENTE

Intende l'azienda "Cerutti", perché abbiamo anche il Consigliere Cerutti. Scusi, avevo interpretato male io.
Il primo è attratto, perché c'è l'ordine del giorno n. 586 e vengono attratti tutti quelli riferiti alla medesima tematica, che riguarda gigafactory e il gruppo Stellantis.
La parola al Consigliere Cane.



CANE Andrea

Vorrei specificare che l'ho spedito in questo momento sulla piattaforma.



PRESIDENTE

Va bene.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Una volta inseriti è possibile votare l'inversione dell'o.d.g.? Se poi c'è il parere contrario.



PRESIDENTE

Sì.
Consiglieri, abbiamo inserito gli ordini del giorno n. 586, il 600 e il 504.
Adesso viene chiesta l'inversione dell'attuale o.d.g., quindi di procedere prima con la discussione dei tre ordini del giorno e successivamente, con la discussione del disegno di legge n. 144.
Il numero legale è 24.
Per il verbale, sono entrati l'Assessore Ricca e i Consiglieri Salizzoni, Valle e Sarno.
Se non ci sono richieste ulteriori metterei in votazione l'inversione dell'o.d.g. che prevede prima la discussione degli ordini del giorno n.
586, 600 e 504 e successivamente del disegno di legge n. 144.
Indico la votazione palese sulla richiesta d'inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Carosso, Chiorino, Icardi e Poggio.


Argomento:

b) Sentenza Corte costituzionale


PRESIDENTE

In data 17 giugno 2021, la Corte costituzionale, nel giudizio di legittimità costituzionale promosso dal Consiglio dei Ministri in relazione agli articoli 23, comma 2, 52, 61, 62 e 79 della legge n. 13 del 29 maggio 2020 (Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da Covid-19), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 52 in materia di "Disposizioni in materia di autorizzazioni commerciali"; ha altresì dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli n. 61 e 62; dichiarato estinto il processo limitatamente alle questioni di legittimità costituzionale degli articoli 23, comma 2 e 79.



PRESIDENTE

Chiedo se vi siano richieste d'intervento sulle Comunicazioni.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Lei ha letto una comunicazione molto tecnica, ma dietro questa comunicazione credo ci sia la chiusura di un anno e mezzo di tira e molla sulla legge "bonus Piemonte", per intenderci, la "Riparti Piemonte", che abbiamo votato il 29 maggio 2020; su alcuni punti erano state sollevate questioni di legittimità costituzionale e noi l'avevamo dichiarato e più volte messo in allarme la maggioranza su molti articoli che sarebbero stati impugnati dal Governo e dalla Corte costituzionale. Avete voluto andare avanti; addirittura, davanti alla Corte costituzionale.
Si tratta dell'articolo 52 - se ricordo bene: non ho avuto tempo di aprirlo - relativo al blocco delle autorizzazioni per tutto quanto concerne le attività commerciali di medie e grandi dimensioni. Noi già allora sostenevamo che non era così che si aiutava il commercio al dettaglio e che si metteva una norma che sarebbe stata impugnata, perché violava qualsiasi norma anche di carattere europeo.
Così è stato: la Corte costituzionale ha dichiarato questa illegittimità.
Con questa dichiarazione credo si concluda il percorso del "Bonus Piemonte" che, per quanto ci riguarda, è stato un errore in generale, come impostazione di misura economica, ed anche come impostazione di misura di carattere urbanistico - lasciatemi dire - di semplificazione e di quant'altro. La dimostrazione sta nel fatto che avete corretto più volte quella norma, su almeno quindici articoli. Su alcuni, legittimamente, siete andati avanti a difendere la vostra posizione, che era sbagliata fin dall'inizio e la Corte costituzionale, oggi, ce lo certifica.
Chiudo dicendo: prestate molta più attenzione quando fate le norme e le leggi, e magari ascoltate le opposizioni, che a più voci vi hanno dichiarato fin dall'inizio, perché era palese, che alcune norme non rispettavano in alcun modo la normativa europea e nazionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
C'è ancora un intervento, Assessore Marrone, interviene dopo? Va bene.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ormai non ricordo neanche più se è la terza, la quarta o la quinta volta: ci avete sequestrato, vi ricordo, per ore, giorni e settimane. La nostra opposizione, non è solo stata giusta, ma sempre fondata.
Ricordo almeno cinque volte; oltre al cosiddetto "Papetellum" (lo ricordo, anch'esso bocciato dalla Consulta); siamo tornati in aula tre volte sui cosiddetti "Riparti Piemonte". Ci siamo opposti in maniera ferma con un ostruzionismo sempre nel merito della questione, per evitare l'approvazione degli scempi che Lega e soci hanno presentato qui in aula ma, come ha più volte ribadito il Consigliere Preioni stesso, la maggioranza ha preferito andare avanti per la propria strada, inchiodando il Consiglio regionale del Piemonte in sedute fiume. Oggi, Presidente siamo dinanzi all'ennesimo blitz.
Noi glielo diciamo preventivamente: questa ennesima figuraccia che oggi mettete in campo è figlia di una vostra strategia politica. Voi continuate a bluffare, a giocare d'azzardo (mettiamola così) contro la Costituzione. Ve lo diciamo preventivamente, visto che siamo dinanzi all'apertura di un dibattito in cui il testo che avete presentato è illegittimo costituzionalmente, perché quella che chiamate retroattività della legge che volete abrogare, in realtà, ha dato cinque anni di tempo ai soggetti per adeguarsi. Quello che fate voi è una sanatoria, una spugna che tra l'altro rischia di ledere e minare i rapporti istituzionali con i Comuni, con gli stessi imprenditori privati e, soprattutto, con tutti coloro che si sono adeguati.
Quello che si trova nelle sue comunicazioni, Presidente, è più di un monito; è, di fatto, la cifra del vostro stile istituzionale, però qui siamo davanti a un disegno di legge di Giunta. Il "Papetellum" era un po' una responsabilità politica di una forza di maggioranza. Io vorrei, così come vi abbiamo detto sul "Riparti Piemonte", visto che in questo caso c'è la sigla di alcuni Assessori, ma, come ci avete ribadito, di tutta la Giunta (qua c'è l'Assessore Ricca che credo li rappresenti tutti, per quello che sarà il "Riparti slot"), vorremo davvero che ci fosse, visto che non c'è stata occasione di dibattito e non c'è stato un minuto di discussione in Commissione, che la Giunta, prima delle nostre osservazioni ci desse davvero un parere tecnico, siglato dagli Uffici, in cui, questo parere sulla costituzionalità, è vergato da un'idea di fondo, cioè di come è possibile evitare quel ricorso che il Consiglio dei Ministri, secondo noi, farà su quel punto, soprattutto quando volete riammettere società che hanno dismesso le slot, facendo finta che abbiano concessioni di cinque anni fa, anche se i termini sono scaduti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Come si suol dire: non si butta via il bambino con l'acqua sporca.
Qualche piccolo aggiustamento tecnico e qualche rimarcatura alla legge dalla Corte Costituzionale naturalmente viene presa con grande attenzione però resta il fatto che questa maggioranza e questa Giunta hanno grande orgoglio in quello che hanno fatto nel "Riparti Piemonte", nel dare aiuto con centinaia di milioni di euro, aiuti diretti alle nostre partite IVA, ai nostri artigiani e ai nostri commercianti, quindi rivendichiamo con grande orgoglio una misura poi copiata anche da altre Regioni, che hanno anche disponibilità finanziaria e bilanci ben diversi dal nostro.
Pertanto, se ci sono gli aggiustamenti, vengono fatti, ci mancherebbe ma sta di fatto che la sostanza è molto positiva e nella politica, come nella vita, contano i fatti, i fatti sono l'aiuto diretto e veloce a tantissime aziende, in un momento di crisi economica pazzesca, in un momento di crisi Covid, quasi equiparabile a una guerra.
Questi sono i fatti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Nel frattempo, è entrato in aula il Governatore Cirio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Brevemente, vorrei richiamare anch'io l'attenzione alla comunicazione che lei ha fatto, perché purtroppo abbiamo avuto, e ne siamo tutti coinvolti (anche se la responsabilità è da richiamare più alla parte politica che aveva condotto quella battaglia), ai profili di incostituzionalità già rilevati in altri provvedimenti per i quali avete speso molte delle vostre energie, anche legittimamente, per i quali vi avevamo già indicato i profili di debolezza e quelli che potevano essere per noi, elementi dubbi che si sono poi rivelati ben più che dubbi, ma solidi e reali.
Come hanno richiamato i miei colleghi dell'opposizione, anche in questo caso, e anche con questo provvedimento, ci troviamo di fronte a elementi parimenti dubbi, dal punto di vista costituzionale. Non è un caso che solo una settimana fa più articoli della Costituzione siano stati richiamati rispetto al provvedimento di cui discuteremo in termini generali tra breve.
Vi invito anch'io a far tesoro di quanto successo in relazione a quanto lei ha appena comunicato, in prospettiva, per quanto potrebbe succedere a causa di quanto stiamo per approvare.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In realtà, vorrei fare anch'io una nota sulle sue comunicazioni circa la sentenza della Corte Costituzionale.
Come Aula, come istituzione legislativa, dovremmo cercare di portano a casa almeno un apprendimento. Noi possiamo legiferare con l'obiettivo di generare un risultato sul medio e lungo periodo, oppure con l'obiettivo di andare un po' di corsa e strappare sicuramente un buon titolo sui giornali senza però veder realizzati gli obiettivi che abbiamo votato e che ci siamo prefissati, perché interviene un organo superiore a dire che non si poteva fare.
Credo che questo debba diventare una sorta di "pre-requisito" di quello che facciamo qui, Presidente: cioè non possiamo far diventare questioni come queste delle circostanze delicate - delicate per i cittadini - perch qualcuno farà conto sulle cose che vengono decise e, ad un certo punto, non potrà più appoggiarsi a questo. Questo non è giusto, al di là del legittimo scontro politico che spesso c'è in quest'aula.
Almeno sulle questioni di natura costituzionale, Presidente, invito tutti ad ascoltarsi di più e a fare una legislazione che duri nel tempo cosicché i cittadini abbiano una certezza rispetto alle cose che decidiamo.
Diversamente, non stiamo facendo i loro interessi.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Come ha già fatto il mio collega Preioni, voglio anch'io ricordare e sottolineare che, al contrario, il "Riparti Piemonte" è stato un grande strumento. Sicuramente, non ha risolto tutti i problemi, come abbiamo sempre detto, ma ha dato un po' di ossigeno - indispensabile! - a decine, a centinaia e a migliaia di attività commerciali e di professionisti società, aziende e liberi professionisti che si erano trovati, da un giorno all'altro, privi di reddito o di vederlo decurtato in modo importante.
Devo rilevare, però, relativamente a quanto stanno sottolineando i colleghi dell'opposizione, che se rispetto al nostro operato ci vediamo un punto soccombente da parte della Corte Costituzionale, sugli articoli 61 e 62 che, al contrario, il Governo aveva impugnato, la Corte Costituzionale ci ha dato ragione. Se la mettiamo su questo livello, potremmo anche dire che il Governo ha preso una grossa cantonata, quindi ci possiamo permettere anche noi qualche piccolo errore rispetto al Governo che pensava di impugnare buona parte della legge! Al contrario, la Corte Costituzionale rispetto ai tre articoli impugnati, su uno ci ha dato torto e ci ha visti soccombenti, ma su due ci ha visti confermare la bontà del provvedimento che abbiamo assunto.
Da questo punto di vista, come sempre, bisogna mettere sulla bilancia tutti gli aspetti: in questo caso, mi sembra che il risultato sia favorevole rispetto a quanto il Governo voleva far passare. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Mi unisco anch'io alle riflessioni dei colleghi Capigruppo di maggioranza, soprattutto alla luce degli ultimi tre interventi dei colleghi dell'opposizione.
Qui bisogna focalizzare l'attenzione su quella che è la "locomotiva" della nostra economia. In Piemonte, il 60% delle aziende sono micro o piccole imprese. Io vengo dalla provincia di Cuneo, la terra di "Granda" che è la provincia in Italia col più alto numero in percentuale di partite IVA rispetto agli abitanti. Noi abbiamo 85.000 partite IVA per 560.000 abitanti. Ma cosa sono queste aziende? Sono aziende che non chiedono. Non sono, come qualcuno a questo punto penso sostenga, gruppi che pubblicizzano le perdite, privatizzano i guadagni e portano le proprie sedi legali all'estero, nei paradisi fiscali. Sono aziende tartassate dalla burocrazia grazie alle quali il Piemonte continua a crescere e continua a produrre.
L'auspicio è che un giorno qualcuno al Governo si svegli e provi a detassare un po' il lavoro d'impresa e ad alleggerire la burocrazia e che quel termine che nel PNRR ricorre costantemente, "green" (se cambiamo la prima lettera in Piemonte vuol ben dire un'altra cosa!) scompaia e lasci il posto ad infrastrutture logistiche che oggi mancano al Piemonte e che dovrebbero essere al servizio di queste imprese; imprese alle quali dobbiamo dire "grazie". Io credo che il "Riparti Piemonte" sia stato il minimo riconoscimento che il Governo regionale potesse attribuire a chi dovrebbe dire "grazie" al Governo nazionale che, invece, di queste aziende che generano tanto (lavoro e ricchezza) si dimentica. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Grazie, Presidente.
Direi doveroso il mio intervento. Comprendo come anche queste comunicazioni siano finite un po' nel vortice ostruzionistico delle minoranze, però bisogna anche riportare un attimo i fatti alle verità.
Il Presidente ha fornito comunicazione della declaratoria di incostituzionalità di un singolo articolo, su una legge che ne contava diverse decine. Tra l'altro, sottolineo - perché non vorrei che venisse oscurato, l'ha ricordato anche il Consigliere Ruzzola - che nella stessa sentenza è stato dichiarato sconfitto il Governo ricorrente su tutte le misure di urbanistica ed edilizia, pesantemente contestate dalle minoranze e che invece sono state confermate dal giudizio di costituzionalità e che sono state richieste a gran voce da tutti i protagonisti del mondo delle costruzioni per riuscire a sbloccare i cantieri in un momento di pesante stagnazione economica.
Cantare vittoria per la declaratoria di incostituzionalità di una misura legislativa che, di fatto, andava a limitare la proliferazione incontrollata, e spesso ormai addirittura impazzita a livello di regole di mercato, della grande distribuzione, in un momento in cui tutte - e sottolineo tutte - le associazioni del piccolo commercio di prossimità ci chiedevano a gran voce una misura di questo tipo, mi sembra davvero assurdo, oltre che del tutto infondato. Perché "infondato"? Perché, in realtà, questa misura, espressamente collegata al periodo dell'emergenza



COVID - forse lo avete dimenticato - ha comunque svolto appieno la sua

efficacia; perché in ogni caso è bastata la deterrenza, rispetto ad un vigore che era già predeterminato come limitato al periodo di emergenza COVID, a frenare questa proliferazione impazzita e ha consentito di impedire una concorrenza assolutamente sleale, che Governi a cui la mia forza politica, Fratelli d'Italia, può vantare l'orgoglio di non aver mai fatto parte, ha invece dettato delle regole discriminatorie, consentendo l'apertura di luoghi di assembramento inevitabile, come la grande distribuzione, nello stesso periodo in cui costringeva alla chiusura piccoli negozi che avrebbero di sicuro garantito in modo migliore il distanziamento e la regolazione degli ingressi.
E' davvero una sorta di giubilo piuttosto infondato perché la norma ha comunque, esplicato i suoi effetti in un momento in cui le misure del "Riparti Piemonte" hanno consentito a sbloccare i cantieri.
Ricordo un'altra misura che ha vinto il giudizio di costituzionalità quello che consente l'ampliamento semplificato dei dehors; una misura che ci siamo visti contestare dalle osservazioni - faccio un esempio dell'Amministrazione comunale del capoluogo del Comune di Torino, che poi ha utilizzato questa nostra previsione legislativa, facendola sua con una delibera. Queste sono misure che hanno consentito alla ristorazione e al piccolo commercio di sopravvivere in questi mesi. Concludo felicitandomi semplicemente che il grosso delle misure di semplificazione abbia superato il vaglio di costituzionalità, che l'unica che, purtroppo, ci ha visto soccombere, abbia comunque esplicato tutti i suoi effetti fino pressoch alla fine, speriamo, dell'emergenza (alla luce dei dati dei contagi) e che quindi abbia, comunque, contribuito a tutelare, nel suo periodo di vigore e di efficacia, il piccolo commercio di prossimità.
L'unica nota stonata e un po' pessimista di questo mio intervento è che questo è lo strascico dell'atteggiamento del mai abbastanza vituperato Governo Conte bis, che ha impugnato sistematicamente non solo in Piemonte ma anche nelle regioni del centrosinistra, anche in Toscana e in Emilia Romagna, tutte le norme di autonomia legislativa regionale. Tutte indiscriminatamente. E fortunatamente, lo dico ancora una volta da esponente di un partito che non partecipa all'attuale Governo, devo ammettere, grazie al cielo, che il nuovo Governo Draghi ha interrotto come prassi. Se notate, le impugnative, sostanzialmente, sono diminuite in modo clamoroso.
Concludo dicendo che fortunatamente la nostra legge i suoi effetti li ha esplicati sia nella parte salvata sia in quella che, purtroppo, è stata abrogata. Comprendo - sono stato a lungo oppositore - che si possa contestare nel merito, in modo anche molto netto, il contenuto di una atto legislativo del Consiglio regionale e devo dire che tifare per l'abrogazione, da parte di un ente terzo, in questo caso lo Stato centrale è veramente dimostrazione di tenere in scarsa considerazione quella che è la missione legislativa dell'Ente.
Quando un atto di nostra autonomia legislativa viene meno - è capitato diverse volte anche ad atti legislativi della scorsa maggioranza, quando era Presidente Sergio Chiamparino che ricorderà - vi posso testimoniare che mai le opposizioni hanno esultato per il venir meno, per l'abrogazione di una sua legge sia che votassimo a favore sia che votassimo contro perché è una questione di orgoglio dell'istituzione. Spiace notare che se non in tutte, in una ampia parte dell'emiciclo, invece, questo senso di appartenenza a livello territoriale regionale non ci sia. Poco importa.
In ogni caso la "legge blocca centri commerciali" ha funzionato e devo dire che chi, almeno da sinistra, afferma di difendere i diritti dei lavoratori, forse dovrebbe tifare per le piccole aziende di prossimità spesso a dimensione familiare, che tutelano i diritti dei propri lavoratori rispetto alla grande distribuzione su forma cooperativa - facciamoci pure una risata, in tal senso visto che sono praticamente delle holding che, nel periodo dell'emergenza COVID, in certi casi hanno aumentato di un terzo e in certi casi raddoppiato il fatturato, mettendo, comunque, in cassa integrazione i propri dipendenti, che nelle sigle sindacali vengono a protestare per essere stati costretti a lavorare anche nelle feste comandate con un peso di contrattazione sindacale pari pressoché allo zero.
Se voi auspicate che il mondo del commercio vada in questa direzione, devo dire che è l'ennesimo impazzimento genetico, e non l'unico, a cui assistiamo nel campo della sinistra.
Effettivamente, almeno in questo caso, non è un nostro problema.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Mi ascolti, Assessore Marrone, parlo a nome dei geneticamente pazzi.
Inizio così, Presidente, perché se questa era l'occasione per fare dei comizi, allora li faccio anch'io.
A me è sembrato di ascoltare un comizio politico su sue comunicazioni ma stiamo sul punto, non sui comizi. Lei ha letto la sentenza della Corte Costituzionale, che è chiara. Gli interventi dei colleghi li capiamo tendono a giustificare un errore, perché di questo si tratta. Poi potete parlarci di quanto sono belle le vostre leggi, del coraggio che avete avuto andando contro le regole a favore delle partite IVA. A parole voi in particolare siete bravissimi.
Il tema è, Presidente, che la Corte Costituzionale sull'articolo 52 di quel "Riparti Piemonte" ha dichiarato l'illegittimità costituzionale. Tra l'altro, ciò è capitato spesso in questa legislatura, anche su altre leggi.
Diciamo che voi siete particolarmente coraggiosi nel sostenere le ragioni dei piemontesi, nonostante le leggi? La mettiamo così? E che ogni tanto vi incagliate rispetto a questo metodo che vi porta per un po' a riempire le prime pagine dei giornali - perché è questo che a voi interessa a proposito di comizietti - e adesso, rispetto a queste intenzioni, avremmo bisogno del medesimo spazio, dei medesimi titoli per dire "boc-cia-to: quell'articolo è stato bocciato", come è successo altre volte su altri provvedimenti.
Chiudo in questa parte finale che dedico non più al punto. Questa maggioranza ha una forza politica, Fratelli d'Italia, che oggi ha criticato il Governo nazionale di cui fa parte la Lega; ripeto: dentro c'è la Lega.
Questo non possiamo non tenerlo in considerazione. Il Piemonte non ha bisogno di divergenze all'interno della maggioranza sempre più evidenti evidenti: non ci sfugge il conflitto in atto tra Fratelli d'Italia e la Lega con Forza Italia, che anche in quest'Aula è sempre più forza marginale. Ed è la forza che esprime il Presidente che, in questa maggioranza, continua ad essere, lui per primo, sempre più marginale.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Proseguimento esame disegno di legge n. 144, inerente a "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 144, inerente a "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP)", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Nelle sedute del 22 e 23 giugno 2021 sono state trattate, votate e respinte le questioni pregiudiziali, sospensive e preliminari. Si è pertanto dichiarato aperto l'esame sul punto 2).
Ricordo che il provvedimento è stato richiamato in Aula dalla Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 37, comma 4, del Regolamento interno.
Chiedo se qualche componente della Giunta intende intervenire per l'illustrazione del disegno di legge. Ricordo che chi volesse intervenire in sede di discussione generale, può cominciare a prenotarsi presso la Presidenza.
Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Presidente, siccome io la ascolto sempre con molta attenzione e lei ha invitato un qualsiasi membro della Giunta regionale ad illustrare il provvedimento, io le chiederei di sospendere i lavori dell'Aula in attesa del primo firmatario, l'Assessore Ricca, per illustrarci il provvedimento richiamato in Aula e quindi senza ha neanche un relatore di maggioranza e di minoranza. Per cui attendiamo con molta attenzione la relazione della Giunta che ha scritto il provvedimento. Però non di un membro della Giunta: o del Presidente Cirio o dell'Assessore Ricca.



(Commenti fuori microfono)



GALLO Raffaele

Sì, adesso è presente, ma prima non era in aula. Attendiamo la sua relazione con molta attenzione.



PRESIDENTE

Presidente Preioni, chiede la parola sull'ordine dei lavori?



PREIONI Alberto

No, volevo prenotarmi per intervenire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ricca.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Grazie, Presidente e buongiorno al Consiglio.
Il disegno di legge "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP)" introduce una nuova disciplina del gioco lecito e, allo stesso tempo, si prefigge l'obiettivo di contenere e salvaguardare i soggetti affetti dal gioco d'azzardo patologico. Il testo consta di 20 articoli.
Vista anche la discussione emersa nel corso degli scorsi Consigli giusto per iniziare un approfondimento, segnalato anche dal fatto che se n'è parlato poco in Commissione, l'articolo 1 prevede le finalità della Regione Piemonte nel contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico e stabilisce le misure volte a contenere l'impatto negativo delle attività connesse alla pratica del gioco lecito sul tessuto sociale.
L'articolo 2 elenca le definizioni del gioco lecito, gioco d'azzardo patologico, sala da gioco, sala scommesse, spazi per il gioco e strutture ricettive per le categorie protette.
Gli articoli 3 e 4 sanciscono rispettivamente le competenze della Regione nel contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico, individuando i soggetti attuatori, al fine di perseguire le finalità di cui all'articolo 1.
L'articolo 5 disciplina il Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del gioco d'azzardo patologico.
L'articolo 6 indica le misure volte alla prevenzione del GAP a tutela dei minori.
L'articolo 7 prevede l'istituzione del logo regionale della giornata "Slot? No, grazie!".
L'articolo 8 istituisce presso l'Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze Patologiche (OEDP Piemonte) la sezione tematica sul GAP con funzione consultiva e ne disciplina la sua composizione.
L'articolo 9 prevede che la Regione renda disponibile, agli esercenti di sale da gioco e di locali in cui sono installati apparecchi per il gioco lecito, il materiale informativo sui rischi correlati al gioco e sui servizi di assistenza alle persone con patologie correlate al GAP, in attuazione dell'articolo 7, comma 5, del Decreto Legislativo n. 158/2012 un decalogo di azioni sul gioco sicuro e responsabile, oltre ai contenuti di un test di verifica per rapida valutazione del rischio di dipendenza.
E', altresì, previsto che la Regione promuova accordi con gli enti di servizio di trasporto pubblico locale e regionale per favorire l'adozione di un codice di autoregolamentazione che vieti gli spazi pubblicitari relativi al gioco lecito, sancendo infine il divieto di qualsiasi attività pubblicitaria relativa all'apertura o all'esercizio di sale da gioco e sale scommesse, ovvero qualunque forma di esposizione di cartelli, manoscritti e proiezioni video che pubblicizzino la possibilità di vincita, ovvero vincite di qualunque importo, appena accadute o risalenti nel tempo.
L'articolo 10 dispone come titolo di preferenza nella concessione di finanziamenti, benefici e vantaggi economici comunque denominati, l'assenza di apparecchi da gioco lecito, di cui l'articolo 110, comma 6, all'interno degli esercizi autorizzati all'installazione di tali apparecchi.
Gli articoli 12 e 13 disciplinano le regole di apertura delle nuove attività.
L'articolo 14 disciplina le fasce orarie di interruzione quotidiana del gioco delle sale da gioco, delle sale scommesse e degli spazi gioco, così come definiti dall'articolo 2, comma 1, lettere c), d) ed e).
L'articolo 15 disciplina le sanzioni conseguenti all'inosservanza delle disposizioni contenute nel presente disegno di legge.
L'articolo 16 introduce la clausola valutativa, prevedendo espressamente che la Giunta regionale presenti al Consiglio una relazione annuale che fornisca risposte documentate circa le attività realizzate e quali soggetti siano stati coinvolti, quali dimensioni, caratteristiche e distribuzione territoriale abbiano avuto la domanda e l'offerta di servizi di assistenza ai giocatori patologici e di sostegno alle loro famiglie; in quale misura i servizi offerti abbiano soddisfatto la domanda espressa e abbiano favorito il miglioramento delle condizioni personali, familiari e sociali dei soggetti affetti da forme di dipendenza del gioco d'azzardo patologico; in quale modo, nel periodo considerato, si è modificata la diffusione delle sale da gioco e dei luoghi dove sono installati apparecchi per il gioco lecito nel territorio regionale, rispetto alla situazione preesistente quali siano le principali criticità riscontrate nell'attuazione degli interventi previsti e quali iniziative attuate per farvi fronte, con particolare riferimento alla tutela dei minori e delle attività illecite di riciclaggio.
L'articolo 17 sancisce l'abrogazione della legge regionale del 2 maggio 2016 e l'articolo 18 la disciplina finale.
È fondamentale oggi, prima di iniziare la discussione generale, di spiegare bene, perché ho sentito durante le prime ore di Consiglio tante cose che però poi si vanno a smentire con le stesse parole. Ricordo quelle in Commissione di qualche Consigliere di minoranza che diceva che questa legge comunque non è una brutta legge. È ovvio che l'attività emendativa che il Consiglio ha effettuato in queste settimane sarà sicuramente per la Giunta uno spunto per poter migliorare.
Siamo consapevoli che tutto è migliorabile e perfettibile: siamo pronti a discutere nel merito con la maggioranza e con la minoranza su tutto quello che può rendere migliore questa legge.
Il problema della diffusione del gioco d'azzardo patologico per noi è fondamentale, tanto che abbiamo inserito ulteriori restrizioni, sempre per con il chiaro obiettivo che bisogna salvaguardare il diritto d'impresa bisogna salvaguardare i posti di lavoro; la relazione di Eurispes è stata molto chiara - anche se ho sentito qualcuno che è riuscito a contestare anche quella.
Ognuno ha un punto di vista diverso su questa legge e io capisco che la minoranza ne faccia un suo cavallo di battaglia per questa legislatura questa Giunta - e mi assumo la responsabilità di quanto dico - sarà aperta a qualsiasi tipo di miglioramento da apportare a questa legge.
Presidente, ascolterò con attenzione tutti gli interventi sul merito perché così dev'essere; sto già leggendo tutti gli emendamenti presentati dalle minoranze e, finora, sono arrivato a 90.000; ci sono anche emendamenti di maggioranza e di Giunta.
Sono convinto che potremo trovare una sintesi che possa chiudere questo capitolo e fare in modo che il gioco d'azzardo patologico sia davvero contrastato, ma sempre salvaguardando il diritto d'impresa.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Intervengo per rimarcare che parliamo di lavoro legale e di gioco legale. Non devono esistere lavoratori di serie B; purtroppo, ho sentito in quest'aula parole veramente fuorvianti del tipo "c'è lavoro e lavoro"; il lavoro, se legale, ha la stessa dignità.
Ho sentito tante strumentalizzazioni, tanta mistificazione. Ricordo, ad esempio, che gli amici del Movimento Cinque Stelle con il gioco legale finanziano il loro tanto amato reddito di cittadinanza. Se non ci fosse il gioco legale, ogni famiglia piemontese dovrebbe pagare quasi 300 euro in più di tasse per finanziare il reddito di cittadinanza che, al di là del fatto che è un sistema assistenzialista che assolutamente va rivisto e superato, è innegabile che in questo momento di crisi spaventosa è servito.
Si è parlato tanto delle fonti. Le fonti che ci hanno fornito i dati sono quelle che ho citato e la CGIA di Mestre, che tutti i Ministeri recuperano e studiano. Tutti i Ministeri hanno sempre tra le loro fonti quelli della CGIA di Mestre e tutti i telegiornali italiani hanno come fonte la CGIA di Mestre.
Si è parlato molto di IRES.
IRES è un ente strumentale della Regione Piemonte; massimo rispetto, ma probabilmente su alcuni temi deve avere un cambio di rotta, perché l'ultimo studio che ha fatto sul Piemonte è arrivato alla conclusione che in Piemonte servono più immigrati: probabilmente, un cambio di rotta è necessario, perché alle famiglie piemontesi serve più stato sociale, più asili nido gratuiti, meno tassazione alle famiglie. State tranquilli che i piemontesi i figli li fanno e sono in grado, assolutamente, di mantenerli! Il tema non è aprire ancora indiscriminatamente le nostre frontiere per creare nuovi cittadini italiani.
Abbiamo le dichiarazioni di Cafiero De Raho, che è il Procuratore nazionale antimafia; chi più di lui può conoscere i temi della legalità? Abbiamo visto che se non c'è il gioco legale, cosa c'è? C'è il gioco illegale. I vuoti vengono riempiti: se non c'è la legalità, dove c'è una tassazione che va allo Stato, dove c'è una vincita garantita e stabilita per il giocatore, ci sono i totem che viaggiano su piattaforme di paradisi fiscali, ad esempio, quello di Malta.
C'è lo smartphone, dove tutti noi e anche il patologico può giocare h24 qualsiasi cifra - e non esce sicuramente dalla sua patologia.
Ci sono le bische clandestine. Abbiamo visto nel filmato delle "Iene" che le bische portano introiti alla mafia, alla 'ndrangheta, abbiamo visto che portano all'usura e alla distruzione di famiglie e di persone.
In questi giorni abbiamo vissuto una vera e propria violenza verso la democrazia, perché 900.000 emendamenti "vomitati" da un software non sono democrazia. Il nostro Regolamento è fatto per un clima di concordia istituzionale, per anni dove gli emendamenti erano di merito, e venivano scritti e firmati a mano: vi sfido anche solo a firmarli 900.000 emendamenti! Vi sareste slogati i polsi! Questa non è democrazia. Sprecare ore e ore dei nostri dipendenti, sprecare quintali di carta, quando si vuole essere paladini dell'ecologia, per emendamenti puramente ostruzionistici: 900.000! Neanche voi li avete letti. Per cosa? Per una strumentalizzazione, una battaglia che non ha nulla rispetto ai concetti di questa legge. Stiamo parlando di eliminare una retroattività che riteniamo abominevole: dare una scadenza ad attività legali, ad attività di persone che hanno investito legalmente nella propria attività, secondo noi, è abominevole. Parliamo, ad esempio, dei tabaccai: zero macchinette fino a 25 metri quadri, una macchinetta da 25 a 50 metri quadri e massimo 2 sopra i 50 metri quadri. Stiamo parlando di questo! Stiamo parlando di un tabaccaio che già oggi vende Superenalotto, 10 e Lotto, Gratta e vinci e nessuno sta parlando di portare il Far West, di rimettere macchinette ovunque ad ogni angolo di strada.
La maggioranza sta facendo delle riflessioni e speriamo possa essere accolto il nostro emendamento che riguarda regole sulla retroattività e la parte riguardante i bar. Abbiamo una legge che, secondo noi, è equilibrata una legge che ha inserito nuovi luoghi sensibili, che non c'erano prima come i "Compro Oro" e ne eliminerà i luoghi di culto. Spiegatemi: cosa c'entra un luogo di culto con un'attività del gioco legale? Non c'entra assolutamente nulla.
Abbiamo la volontà, anzi "ho" la volontà di presentare una legge contro le dipendenze, che in primis sono le dipendenze dalle droghe, che uccidono i nostri ragazzi, ma anche le dipendenze dal gioco patologico. Una legge sul modello della Lombardia, già presentata dal nostro collega lombardo Monti, che servirà assolutamente a efficientare quel sistema verso l'aiuto dei patologici.
I pazienti patologici nel 2012 erano 1.012 - quelli e che facevano riferimento al SERD.
Ditemi voi come ha funzionato la vostra legge nel 2016. Sono addirittura aumentati! Sempre fonte CGIA di Mestre, le persone che hanno perso il lavoro sono stimate tra 1.870 e 3.800 - addetti del gioco lecito; le scommesse virtuali sono aumentate del 119%; il gioco on line del 71%; le scommesse clandestine via web sono passate da 1,8 miliardi (questo su base nazionale) nel 2015, a 4,5 miliardi nel 2019 (fonte Guardia di Finanza).
Il gioco illegale è stimato, in Italia, per 20 miliardi di euro; vuol dire che se non c'è il gioco legale, ma l'illegale, 20 miliardi di euro vanno in mano alle mafie, invece di essere gestiti, garantiti e utilizzati per fini anche nobili dello Stato.
Vogliamo assolutamente portare a termine - e riusciremo a portarlo a termine - questo importante disegno di legge, che parla di legalità e di gioco legale, perché siamo convinti della bontà di queste scelte. Non vogliamo cadere nella strumentalizzazione e nella mistificazione, che purtroppo abbiamo sentito in questi giorni e in queste ore in maniera preponderante. Abbiamo snocciolato dati; abbiamo snocciolato studi; abbiamo spiegato la bontà di questa legge, e che va tutelata quella piccola parte che è l'1,5%, che cade nel patologico (va aiutata seriamente e a questi va impedito di giocare, perché nessuno di noi vuole aumentare questa fascia).
Ho portato con me dati che dicono che la vostra legge del 2016 non ha avuto gli effetti sperati; ha avuto gli effetti di massacrare un settore lecito di perdere posti di lavoro, che non sono di serie B, ma sono lavoratori che hanno una propria dignità, perché ogni lavoratore legale, che lavora nel lecito, deve avere assolutamente la propria dignità.
Abbiamo snocciolato i dati che non sono emersi in Commissione - o in maniera troppo parziale: i dati del web, i dati del gioco illegale e delle bische. Abbiamo dati spaventosi e delle crescite spaventose: conta 20 miliardi di euro il bacino del gioco illegale. Purtroppo va sottolineato anche questo e va preso in considerazione.
Come Lega, quindi, siamo fermamente convinti della bontà della legge.
Abbiamo proposto una legge equilibrata. C'è una sintesi di maggioranza abbiamo registrato una presa di posizione e questo "sfornare" emendamenti in maniera, secondo noi, ingiustificata, su una legge che non porta assolutamente al Far West, ma vuole regolamentare un settore importante del nostro Piemonte.
Siamo convinti che la determinazione porterà, nei prossimi giorni, a votare finalmente, a dare un parere favorevole e a fare uscire dall'Aula questo testo, che guarda a non arricchire le mafie, a non impoverire le persone, ma a mantenere una cosa innata dell'uomo, qual è il gioco, nel campo legale, nel campo delle regole e nel campo di una gestione regionale e nazionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Verrebbe da cominciare con una battuta questo mio intervento, citando un proverbio conosciuto dai più: "Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".
Sembra che il mese passato a fare audizioni con diversi soggetti per qualcuno sia passato invano, come se non ci fosse stato. Abbiamo ascoltato uno disco che è lo stesso di un mese fa, di sei mesi fa. Per fortuna qualcun altro ha ascoltato.
Noi, per esempio, abbiamo ascoltato. Cosa abbiamo ascoltato durante questo mese di audizioni, Presidente? Abbiamo ascoltato le voci di tanti che ci hanno spiegato quali sono le conseguenze di un'eventuale entrata in vigore del disegno di legge n. 144, rispetto agli effetti della legge in vigore.
Per sintetizzare, potremo dire che con la discussione sul disegno di legge n. 144 cadono tutti gli alibi e spariscono tutti i dubbi, che pure avevamo. Provo a dire i principali.
Primo, la questione del lavoro.
Era ed è una delle questioni che sono state, almeno retoricamente portate sul banco della discussione, ma non abbiamo ancora capito una cosa Presidente, una cosa che richiediamo qui con forza. Come mai, in oramai due anni di discussione - non in 30 giorni - l'Assessora al lavoro della Regione Piemonte non ha mai fatto un'informativa in merito? Dove sono questi dati istituzionali che la Regione deve riavere? Come mai, nonostante abbiamo chiesto un'informativa dell'Osservatorio regionale del mercato del lavoro, strumento della Regione Piemonte, per confrontarci sullo stato reale dell'occupazione del settore del gioco legale, questa informativa non è mai stata effettuata in quest'Aula? Di cosa avete paura? Quali sono i numeri che non volete raccontarci? Guardate, non ci sono più alibi, avete avuto tutto il tempo per darci questi dati: o non li avete, oppure dobbiamo pensare che li avete, ma li tenete nascosti, perché probabilmente sono molto - molto, ma molto lontani da quelli che continuate sbandierare, citando fonti esterne che fra l'altro, molto più onestamente di voi parlano di stime e di mancati introiti per la copertura di costi per il lavoro. E non di posti di lavoro.
Sulla questione del lavoro bisogna essere seri e, mi spiace dirlo, non lo siete stati: potevate - possiamo ancora farlo - interrompere la discussione e presentarsi l'Assessora Chiorino, che ci dice quali sono i numeri, cos'è successo al settore in questi due anni; e poi ne riparliamo.
Potevate farlo e non l'avete fatto.
Poi c'è un altro tema che ancora abbiamo dovuto ascoltare in questo momento: il tema della legalità.
Nelle ultime audizioni abbiamo sgombrato il campo da qualsiasi dubbio.
Abbiamo chiesto esplicitamente, con domande dirette (non c'erano tanti esponenti della maggioranza, quindi forse qualcuno non ha sentito) sia alla Guardia di Finanza sia alla Procura che rappresentava qui la DDA di Torino se dal loro punto di vista esistesse una correlazione diretta tra l'aumento dell'illegalità e la legge regionale 9/2016: tutti hanno risposto in maniera chiara - è a verbale - che non sussiste alcuna correlazione. A questa domanda ha risposto nella stessa maniera anche il dottor Rinaudo quando è intervenuto come Eurispes. Gli è stata posta questa domanda e lui ha risposto: "Non ho mai sostenuto questa correlazione diretta. Faccio delle ipotesi". Quindi, mi dovete spiegare.
Anche in merito alla questione della legalità e della illegalità, la Guardia di Finanza ci ha spiegato (come aveva già fatto due anni fa) che sono aumentati i controlli e i numeri perché loro hanno aumentato le risorse, hanno migliorato i software e sanno cercare meglio. Lo ha detto il Generale intervenuto in quest'Aula poche settimane fa: certo, bisognava esserci per ascoltare. Almeno su questo, quindi, smettiamola di dire bugie.
Visto che viene richiamato spesso, cito anche il Procuratore De Raho. È appena uscito il libro "La pandemia d'azzardo", edizione Altreconomia (è uscito adesso, nel 2021, a me è arrivato la settimana scorsa), la cui prefazione è stata proprio firmata da De Raho. Vi leggo solo due suoi passaggi: "Di fronte all'espansione esponenziale dei giochi si accrescono i rischi delle dipendenze". Prosegue: "La partecipazione fisica ai punti di raccolta delle scommesse consente ad esponenti della criminalità organizzata di offrire ai giocatori patologici sostegno economico, che si attua con le tradizionali forme del prestito ad usura, cui si accompagnano le modalità estorsive di recupero, con grave danno economico e psichico per i soggetti deboli contagiati dalla malattia del gioco". Così scrive Federico De Raho, che viene citato spesso anche in quest'Aula, nella prefazione del libro "La pandemia d'azzardo", di Altreconomia. Andiamo avanti.
Le diverse audizioni hanno sgombrato il campo dalla questione del lavoro e della legalità, (non ve li ricito tutti, perché il mio tempo, fra l'altro, va verso la conclusione): l'Ordine dei medici, l'Ordine degli Psicologi, l'Ordine dagli assistenti sociali, le Associazioni antimafia, le Associazioni che operano nel mondo sociale (Caritas), le Fondazioni antiusura, il CAL - voi che siete così tanto attenti ai Sindaci e agli Enti locali! - ci hanno detto che non è opportuno cambiare la legge in vigore, e che il disegno di legge n. 144 è peggiorativo per la salute dei piemontesi.
Lo hanno detto anche i medici, perché oramai si dà per assodato in letteratura scientifica che l'esposizione all'offerta, quindi la quantità di offerta, e la qualità dell'offerta, quindi il gioco elettronico incidono pesantemente sulla diffusione della patologia. Questo dice la letteratura (è inutile richiamarvi tutti i documenti, lo abbiamo già fatto in questi mesi). Ma perché i medici lo dicono con chiarezza? Perché è assodato in letteratura: quantità e qualità dell'esposizione di un'offerta eccessiva fanno aumentare la domanda e fanno scattare la patologia patologia che pagano soprattutto le fasce più deboli. Ecco perché tutti ci dicono che è meglio limitare l'offerta e non aumentarla, come invece si fa col disegno di legge n. 144, che diminuisce le distanze dai luoghi sensibili (che passano a 400 metri), consente di rimettere le slot nelle tabaccherie, nonostante i limiti che sono stati citati, e riconosce meno potere ai Sindaci per poter intervenire sulle distanze e sugli orari.
Secondo uno studio del CNR, nei Comuni dove gli orari sono più intelligenti e più rigidi, diminuisce la percentuale dei giocatori patologici.
Mi sono dunque chiesto perché avete scelto questo iter. Siccome non vi manca né intelligenza politica né intelligenza tattica, perché, allora avete presentato prima una proposta di legge e poi un disegno di legge che va ad abrogare la legge attuale, per sostituirla, e non avete presentato invece, un disegno di legge di un solo articolo che cancellasse l'articolo della legge 9/2016 che voi chiamate "retroattivo" - che retroattivo non è? Bastava un disegno di legge di un articolo. Perché, quindi, vi siete ostinati con un iter controproducente rispetto all'esito? Mi sono detto che, forse, visto che avete intelligenza politica e tattica (il vostro, quindi, non è un errore) e poiché non vi mancano neanche i tecnici a darvi consigli, c'è un piano diverso, un piano simbolico: la legge 9/2016 va cancellata perché è un "laboratorio" troppo pericoloso per chi vuole una crescita senza limiti del gioco, incurante dei danni socio-sanitari. È un laboratorio che va spazzato via perché nessuno deve guardare quello che succede in Piemonte e dire "Si può fare! Si pu limitare il gioco senza uccidere un settore!".
Il settore del gioco fisico in Piemonte nel 2016 raccoglieva 5,1 miliardi di euro, nel 2019 4,5. Dunque, non c'è nessuna "uccisione" di un settore legale, semplicemente una leggera diminuzione. È bene che si sappia questo! Ma nessuno deve vedere quello che succedendo in Piemonte, perché è pericoloso per chi vuole che il gioco non abbia limiti. Allora, come qualcuno di voi ci ha detto nei corridoi, questo input arriva dal livello nazionale. Colleghi, penso che la disciplina di partito sia una cosa positiva: senza, non ci sarebbe possibilità di azione politica, è evidente saremmo in un'anarchia organizzativa. C'è un "ma", perché c'è sempre bisogno di equilibrio: ci sono casi, senza scomodare il grande don Lorenzo Milani, in cui l'obbedienza non è più una virtù. Quando non lo è più? Quando la coscienza si fa sentire; quando rischiamo di violare valori profondi in cui crediamo; quando per la nostra obbedienza cieca magari pagano un prezzo salato i più poveri e i più fragili.
Colleghi, è questo il caso. Non potrete usare l'obbedienza e la disciplina di partito come scudo: siete e sarete responsabili di quello che voterete in quest'Aula e delle conseguenze in ambito socio-sanitario che ci saranno se dovesse entrare in vigore il nuovo disegno di legge.
L'obbedienza che vi viene chiesta viola palesemente il diritto alla salute e fa pagare un prezzo salato ai nostri cittadini più fragili.
Presidente, chiudo con un appello che rivolgo a lei e, tramite lei, ai colleghi: oggi, in questi giorni, o quando voteremo, vi chiediamo di ascoltare la vostra coscienza. È il momento, per voi, non dell'obbedienza cieca, ma del pensiero critico, dell'obiezione. È il momento, per voi, di essere sovrani. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Rossi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio

Grazie, Presidente.
Ho già avuto modo di dire in un intervento precedente che se fosse possibile svolgere queste sedute con un sottofondo musicale - naturalmente non lo è! - la colonna sonora ideale sarebbe una famosa canzone degli anni Sessanta, "House of the rising sun", che racconta la storia di un giocatore d'azzardo che, a un certo punto, mentre ha già un piede sul treno e l'altro ancora sulla piattaforma e sta tornando al New Orleans per mettersi un cappio al collo e una palla al piede del gioco d'azzardo, fa un appello alle madri affinché impediscano ai figli di fare quello che ha fatto lui cioè di vivere una vita nel peccato e nella miseria.
Con questa premessa, probabilmente, Presidente del Consiglio Presidente Cirio e Assessore Ricca, che dovreste essere gli interlocutori ma soprattutto Presidente Cirio che ci abitua a queste sue presenze svolazzanti - come ho definito l'altra volta - sembrerebbe che io abbia un'inclinazione proibizionista, ma non è così. Mi permetto di dire filosoficamente che sono convinto che l'uomo, la donna e l'umanità, come ha detto un famoso filosofo, siano un albero storto e diffido da coloro che pretendono di raddrizzare quell'albero. Dove si è preteso di raddrizzarlo da tutti i punti di vista ideologici, sono successe tragedie, ma quell'albero lo si può aiutare a rialzarsi un po' o a diventare più storto.
Il primo punto sul quale voglio concludere è che con questa legge con cui voi abrogate la legge del 2016, fate una cosa molto semplice: date un contributo significativo affinché l'albero storto dell'umanità diventi ancora un po' storto anziché cercare, come ha detto egregiamente il Consigliere Rossi prima, di dare una mano perché si riduca il danno. Questo vale per tutte le dipendenze, e voi aiutate a diffondere una dipendenza pericolosa.
Secondo. Sul lavoro ha già detto tutto il Consigliere Rossi, io mi limito a dire questo. Ho grande rispetto per i lavoratori e ancor più, se posso, per quelli che sono usati dalle associazioni padronali, anche attraverso il finanziamento di ricerche ad hoc, che parlano sempre e solo e non potrebbero fare altrimenti, di stime, senza presentare i parametri su cui queste stime vengono fatte. Ma i dati veri sono quelli che ha osato dire l'IRES. Qui io mi permetto, Presidente mi rivolgo a lei, di invitare il Consigliere Preioni a fare una riflessione su quello che ha detto perché troverei pericoloso se fossimo noi - intesi come politica regionale a dire ai ricercatori dell'IRES quale deve essere l'esito delle loro ricerche. Un conto è dire su cosa devono ricercare, un altro cosa devono dirci. Basta, Presidente, o devo andare avanti? Mi pare che basti. Solo per capire dove siamo. Se siamo noi a dire ai ricercatori dell'IRES cosa devono dirci, se vanno bene o non va bene gli immigrati, eccetera. Suma bin ciampà (siamo ben presi).
Questo il secondo dato. Voi, insieme ad alcuni, che io chiamo "stimatori occulti", perché non dicono su cosa valgono quelle stime, ci dite che c'è stata una grande perdita di lavoro. Ma i dati dicono un'altra cosa.
Terza questione. Voi inferite un colpo mortale alla credibilità delle istituzioni. Voi dite, a chi non ha rispettato la legge, "bravi" e fate loro un applauso, premiando i furbetti del quartierino e, viceversa, a coloro che con sacrifici si sono adeguati, magari non d'accordo, che sono dei fessi. È chiaro che questo adesso vi fa comodo, perché su una legge che secondo voi vi porterà dei consensi, ma è chiaro che questo mina la credibilità dell'istituzione regionale in quanto tale. Al di là che ci siano o non ci siano dei profili di costituzionalità e che ci siano o non ci siano dei ricorsi, sostenete che quest'istituzione non è credibile non perché cambia le norme, (badate: solo gli stupidi non cambiano opinione) ma perché premia chi non ha rispettato la legge e punisce chi l'ha rispettata.
Ultima cosa. Personalmente non ho mai amato le battaglie ostruzionistiche sia perché le ho subite, da voi, ma perché in generale ritengo che, a un certo punto, una maggioranza risponde all'opinione pubblica e si assume la responsabilità, ognuno davanti alla propria coscienza e all'opinione pubblica. Non so se ci saranno ricorsi probabilmente sì, non lo so, quello che mi interessa è dire una cosa: tra non molto ci sarà una verifica elettorale importante a Torino, che per me è più importante persino di un ricorso davanti alla giustizia amministrativa o alla Corte Costituzionale. Il vostro capo Salvini ha detto che vincerete al primo turno e naturalmente non ve lo auguro, ma di una cosa sono certo che quello sarà un momento importante per decidere qual è il messaggio che questa maggioranza regionale vuole mandare all'opinione pubblica: "Torino bellissima? Con lo slot lo è di più", "C'è molto da fare? andiamo tutti a giocare alle slot", "Torino e il Piemonte ripartono? Ripartono dalle slot machine" Questo è il messaggio che voi volete mandare: un messaggio degradante dal punto di vista morale e dal punto di vista economico.
Noi la nostra battaglia la facciamo fino in fondo; se voi sarete in grado, sarete uniti, avrete i numeri, starete qui giorno e notte a votare gli emendamenti - quelli che saranno ammessi - e porterete a casa la legge risponderete davanti all'opinione pubblica di un messaggio di degrado economico, degrado istituzionale e degrado morale di cui questa legge è portatrice.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Salizzoni; ne ha facoltà.



SALIZZONI Mauro

Grazie, Presidente.
Torniamo ancora una volta in quest'Aula a discutere di gioco d'azzardo.
Si vuole modificare una normativa che tutti i dati dimostrano essere efficace, in termini di contrasto a questo tragico fenomeno, e lo si vuole fare nonostante sia a tutti chiaro come il gioco d'azzardo patologico sia un problema sanitario ed un problema sociale, con conseguenze devastanti sulla vita di relazione, sulla vita familiare e lavorativa e anche con gravi conseguenze sul piano legale. La diffusione di questa patologia è chiaramente legata alla sempre maggiore disponibilità e facilità di accesso alle nuove tecniche di gioco d'azzardo, in particolare slot machine e video poker.
Non voglio qui tornare a ripetere i numeri che confermano la bontà dell'impianto normativo in essere né ricordare le analisi dell'IRES o il parere delle Amministrazioni locali. Tutte cose ben note a quest'Aula.
Voglio, invece, richiamare la vostra attenzione su come il gioco d'azzardo è stato raccontato nella letteratura, nei classici. L'esperienza dimostra che raramente la storia è una maestra che siamo disposti a seguire, ma ascoltare la voce dei classici potrebbe essere cosa preziosa per distoglierci dall'impulso di commettere errori, negando le evidenze della realtà.
Il gioco d'azzardo patologico, infatti, mi richiama alla memoria il patetico gioco che impegnava le notti del "Giovin signore" di Giuseppe Parini. Parini; nel poemetto "Il mattino" del 1736, descrive lo stile di vita di un nobile: giornate trascorse in modo inutile ed improduttivo e le serate impegnate tra feste, bordelli e giochi d'azzardo, dove si perdeva l'aurea moneta. All'epoca del Giovin signore, l'azzardo era un passatempo per chi i soldi li aveva, per gli aristocratici e i ricchi, ai quali le perdite poco importavano.
Anche al protagonista de "Il giocatore" di Fëdor Dostoevskij del denaro non importava, ma non perché ricco, bensì perché impegnato in una sfida con il destino, il desiderio di mostrargli la lingua, di beffarlo, puntando e vincendo. Come sapete, "Il giocatore" è un racconto autobiografico, un vero e proprio trattato sulla psicologia del giocatore, dove viene descritta, in maniera realisticamente tragica, la trasformazione del giocatore occasionale in giocatore patologico, che perde, ripete la puntata nuovamente perde e, solo quando resta privo di denaro, allora si allontana dal tavolo, come instupidito. Dice Dostoevskij: "Avevo giocato sul pari tutti insieme, 12 federici e vinsi. Ripuntai di nuovo allo stesso modo ancora per due o tre volte. Ho l'impressione che, in un tempo all'incirca di cinque minuti, mi siano passati fra le mani qualcosa come quattrocento federici. Sarebbe proprio stato il momento di andarmene, ma si era prodotta in me una strana sensazione, una specie di sfida con il destino".
Dostoevskij coglie in modo mirabile l'impulso irrazionale che sta alla base del gioco d'azzardo patologico: ogni giocatore, proprio come lo scrittore, al Casinò di Baden-Baden è convinto di essere al di sopra di tutti gli assurdi colpi del destino.
È esattamente questo l'impulso che, contro ogni evidenza della realtà e suggerimento del buonsenso, spinge Franco Mattioli, ovvero Diego Abatantuono nel film "Regalo di Natale", a voler vedere le carte, anzich alzarsi dal tavolo e salvarsi.
Un passo ulteriore viene descritto da Luigi Pirandello ne "Il fu Mattia Pascal", in un brano in cui lo scrittore Premio Nobel descrive una sala in cui si gioca alla roulette. Dice Pirandello: "Vi seggono, di solito, certi disgraziati la cui passione del giuoco ha sconvolto il cervello nel modo più singolare. Stanno lì a studiare il cosiddetto equilibrio della probabilità e meditano seriamente i colpi da tentare. Tutta un'architettura di gioco, consultando appunti sulle vicende dei numeri".
La sala descritta da Pirandello non è diversa da quella del nostro tempo. Dice Pirandello: "Sono mattatoi per povere bestie. Luoghi per nulla belli e sontuosi, dove dei disgraziati si fanno scorticare. Donne e uomini a cui la passione del gioco ha sconvolto il cervello e, impossessati da un'ebbrezza estrosa, pensano di poter estrarre la logica dal caso. Perch questo è il gioco d'azzardo. Oggi, domani e dopodomani riusciranno a vincere e per questo puntano e continuano a puntare, giocano e continuano a giocare, di più, di più, senza contare".
Vedete, colleghe e colleghi, chi tiene il banco, il padrone di un casinò di ieri e di una sala gioco di oggi conosce bene questo istinto. Sa che, contro ogni evidenza della realtà e contro ogni suggerimento del buonsenso, il giocatore patologico non può che ripetere la frase - come Franco Mattioli (Diego Abatantuono) nel film prima citato: "Quella partita non è ancora finita".
Vorrei che quest'Aula, invece, facesse prevalere il senso di realtà e il buonsenso. Presidente, colleghi di maggioranza, questa partita è finita: abbiamo un'ottima legge, lasciamola così, passiamo ad altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Andrea

Grazie, signor Presidente.
Intervengo in discussione generale su questo disegno di legge, un provvedimento sul quale, in questi giorni, si è detto di tutto, tranne che è un buon disegno di legge, perché salvaguarda migliaia di posti di lavoro perché tutela un comparto lecito rigidamente controllato dallo Stato e che contribuisce per centinaia di milioni di euro alla fiscalità generale perché è un baluardo contro le mire della criminalità, perché, soprattutto va ad abrogare una legge che non ha prodotto gli effetti sperati ed è dovere di ogni buon legislatore intervenire ogniqualvolta in un quadro normativo vada a incunearsi una norma sbagliata, come appunto la legge 9 del 2016.
In queste settimane, durante l'iter in Commissione sul disegno di legge, abbiamo audito associazioni di categoria, Forze dell'ordine sindacati e altre realtà afferenti il mondo del gioco lecito. La convinzione della bontà del nostro disegno si è rafforzata, ascoltando, ad esempio, quanto esposto da un ente terzo, quale la CGIA di Mestre, che calcola tra 2.870 e i 3.800 gli addetti di un comparto legale - voglio ripeterlo, legale - cancellati dall'abominio giuridico di una retroattività che va a ledere l'imprescindibile diritto di fare impresa.
La legge che vogliamo abrogare, con la forza di un mandato che abbiamo espressamente ricevuto dagli elettori piemontesi, difatti espelle un intero settore produttivo dal tessuto economico della nostra Regione e con quale risultato? Quello di lasciare un deserto nel quale vagheranno migliaia di famiglie senza più una fonte di reddito onesto e dove potrà prosperare la criminalità che investe sui siti pirata e sul ritorno delle bische clandestine. Noi vogliano, invece, che il gioco torni ad essere lecito e che rimanga tale, controllato e tassato. Un buon disegno di legge, il nostro, che non lascerà nessuno indietro, nessuna attività e neppure un solo lavoratore della filiera e che, al contempo, fornirà nuovi e più incisivi strumenti per contrastare la ludopatia che nessuno ignora, ma che di certo la legge 9 non ha cancellato. La dimostrazione di quanto questa norma non abbia risolto nulla, ma al contrario abbia creato nuovi problemi e di quanto sia giusta la nostra volontà di abrogarla, suggellata dal voto di centinaia di migliaia di piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Inizierò con una frase forte che a qualcuno non piacerà: "Gli apparecchi automatici per il gioco sono delle droghe pesanti". Non lo dico io; lo abbiamo sentito dire da una persona, come il dottor Paolo Jarre, che possiamo considerare un pioniere nel contrasto al gioco d'azzardo patologico in Piemonte - ma non solo in Piemonte - ed anche a livello nazionale; una persona che attualmente è ancora attiva, sebbene ritirata dal lavoro, e partecipa all'attività della società italiana tossicodipendenze: "Le macchinette sono una droga pesante"! Anche altri soggetti che abbiamo audito del mondo scientifico, quali medici, psicologi, con un'esperienza pluriennale nel campo del contrasto al gioco d'azzardo patologico, alla domanda specifica: "Secondo lei gli apparecchi automatici per il gioco sono una droga pesante?" hanno risposto: "Sì".
Da una parte, abbiamo la droga pesante, dall'altra, abbiamo un'attività economica, l'iniziativa privata, l'iniziativa economica, tra l'altro già regolata dalle leggi dello Stato.
C'è un dubbio, c'è anche una dissonanza cognitiva e allora cosa fa il legislatore? Cosa può fare ognuno di noi? Si può fare una considerazione.
Domanda: c'è qualcosa che può essere in concorrenza con la salute? La mia coscienza dice "no", e non mi pronuncio sulla coscienza degli altri. Poi come sempre, quando abbiamo un dubbio, come cittadini, come rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni, come legislatori, c'è il libro delle risposte; io ho trovato il libro delle risposte. Quante volte ci siamo detti: ci fosse un libro con tutte le risposte... E c'è. Quando, da rappresentanti dei cittadini abbiamo un dubbio, c'è il libro delle risposte: la Costituzione italiana, signori: quello è il libro delle risposte.
L'articolo n. 41 della Costituzione recita: "L'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana". Ecco il libro delle risposte che risolve anche il nostro quesito, il nostro dubbio: da una parte, droga pesante; dall'altra, libera iniziativa economica.
Allora, ha ragione l'articolo 41 della Costituzione! Chi è deputato ad applicare questo articolo? Il legislatore! Il legislatore nazionale, per la sua competenza, il legislatore regionale per la sua e questo legislatore lo ha fatto, signori: lo ha fatto! Ha regolato - ma non già proibito, perch non poteva, perché ci sono leggi nazionali - l'esercizio, la distribuzione di una droga pesante; lo ha regolato con una legge, la legge 9 del 2016 approvata all'unanimità. Sì, approvata all'unanimità, dopo lunghi mesi di lavoro.
Non è una di quelle leggi fanno come accade in molte legislature, dove c'è una parte che governa e gli altri fanno opposizione; è la democrazia! Ci sono dei provvedimenti (tra virgolette) imposti da una parte politica all'altra; ci sono, ci sono sempre stati e sempre ci saranno. No! Questo no, perché questa legge è stata approvata all'unanimità e, quindi, era una legge che coglieva il consenso di tutto il Consiglio regionale.
Chi dice che la legge 9 del 2016 è una legge da difendere e da mantenere? Lo dicono i soggetti che abbiamo audito qui; una lunga serie di soggetti: lo dice IRES Piemonte. Tra l'altro, IRES Piemonte è nella legge 9 del 2016 ed è in tutte le leggi del Piemonte quando si parla di clausola valutativa. Se poi i dati non piacciono.
Signori, questa mattina abbiamo anche sentito fare una minaccia all'IRES! Abbiamo sentito dire: "Eh, va bene! l'IRES Piemonte. Forse, serve un cambio di rotta, dovremmo cambiare qualcuno all'IRES Piemonte"! Volete magari metterci qualcuno dei vostri, perché vi dica quello che volete sentirvi dire? O IRES Piemonte deve rimanere un ente che fa ricerca scientifica e che parla di dati, anche quando i dati non piacciono? Dicevo, ce l'ha detto IRES, che mette insieme i dati di altri soggetti come il CNR di Pisa. - anche il CNR di Pisa ha bisogno di un cambio di rotta? - o l'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro; non fa delle stime, mette insieme dei dati e dice delle cose. Abbiamo sentito IRES, CNR di Pisa, i SERD, che si occupano di dipendenze, la Società italiana tossicodipendenze, l'Ordine dei medici, l'Ordine degli psicologi, l'Ordine degli assistenti sociali, le Fondazioni antiusura, le Associazioni antimafia, la Caritas, Libera, Avviso Pubblico, ACLI, CGIL, CISL e UIL, i sindacati. Sì, perché li avete citati a sproposito, a volte, ma anche loro son venuti qui a dire che la legge 9 del 2016 va difesa. (Mi scuso se ho dimenticato qualcuno di coloro che sono venuti a dire qui che la legge 9 del 2016 va difesa (e ne avrò dimenticati sicuramente qualcuno tra quelli che hanno scritto).
E poi, signori, il CAL, il Consiglio delle Autonomie Locali; i Sindaci ricordo tutta la solita prosopopea sul federalismo, i Sindaci, eccetera ha bocciato questo disegno di legge.
Da una parte, c'è la legge 9 del 2016: alla destra della legge 9 del 2016 c'è un disegno di legge che l'abroga e alla sinistra della legge 9 del 2016 c'è una proposta di legge, la proposta di legge n. 53, a mia prima firma, che la difende e rafforza le tutele.
Preso tra due fuochi, il CAL dice: "Noi diamo parere favorevole alla proposta di legge n. 53, che rafforzare le tutele della legge 9 del 2016 e diamo parere contrario al disegno di legge 144, che la sminuisce". Il parere dei Sindaci, il parere delle Autonomie Locali del Piemonte mi pare evidente su questo disegno di legge. É più che evidente.
Dall'altra parte, chi c'è? C'è qualcuno che difende questo disegno di legge. Per carità, abbiamo sentito anche opinioni diverse dalla nostra perché noi siamo stati qua, io sono stato qua ad ascoltare tutte le audizioni. Mentre i banchi dell'opposizione erano pieni, i banchi della maggioranza erano semivuoti: prima tre, quattro, poi due e poi una persona ad ascoltare (forse, ad ascoltare).
Chi si ascolta solo? Il CGIA di Mestre, che fa delle stime, ed Eurispes, che fa delle stime.
Posso fare una domanda? Chi ha commissionato quello studio a Eurispes? Chi lo ha pagato? È troppo fare questa domanda? È una domanda che abbiamo fatto e non abbiamo ancora ricevuto risposta. Domandare è lecito.
Al di là di tutto, oltre alle questioni già evidenziate che, di fatto rilevano che questo disegno di legge è una sanatoria, c'è anche la questione dei minori.
Questo disegno di legge non tutela nemmeno i minori, perché sparisce anche l'articolo 8 della legge 9 del 2016,: non so se l'avete letto, ma è quello che vieta l'esercizio di apparecchi con il ticket transitino macchine che non sono slot. Sono uguali alle slot; le usano i ragazzini, ci mettono dentro dei gettoni e poi restituiscono dei tagliandi che danno diritto a dei premi.
La legge 9 del 2016 li proibiva.
C'era una sala giochi (di un centro commerciale che non pubblicizzo poco fuori da dove abito io) che aveva una ventina di apparecchi del genere. Un mio amico mi disse: "Guarda, mio figlio, dodici anni, non riuscivo a staccarlo da lì. Mio figlio diventava matto attaccato a quelle macchine". E allora è l'abitudine, si abitua a giocare, perché poi a diciott'anni ci si sposta sulle slot, che è esattamente uguale.
È esattamente uguale! Non c'è neanche quello nel disegno di legge n. 144: la tutela dei minori.
Ho sentito anche dire che il disegno di legge n. 144 aggiunge i "Compro Oro" tra i luoghi sensibili. Ma l'avete letta la legge 9 del 2016? L'avete letta voi o chi vi scrive i pezzi da leggere qui in Aula? L'articolo 5, comma 1 lettera h) "Esercizi di compravendita di oggetti preziosi e oro usati".
La legge 9 del 2016 ha i "Compra Oro" come luoghi sensibili, non li state mettendo voi. Non vi piace? Ma almeno leggetela. Almeno leggetela anche per criticarla, ma leggetela.
Poi la solita narrazione: ancora una volta dobbiamo sentire dire che limitare e regolare l'offerta del gioco legale fa un regalo alle mafie? Favorisce l'illegalità? Ma ancora una volta? Ancora? Lo hanno smentito tutti. Cafiero De Raho l'abbiamo sentito questa mattina; la Guardia di Finanza, che voi non avete ascoltato perché non c'eravate, ha detto: "Non ci sono evidenze di un aumento dell'illegalità in connessione con la legge regionale 9 del 2016". Non ci sono evidenze.
Sono aumentati i controlli. Sapete che c'è? Lavora bene.
Sono aumentati i controlli, sono aumentate le risorse e, quindi, anche le sanzioni. Anzi, ci è anche stato detto, dalla Guardia di Finanza, che l'illegale sfrutta proprio la confusione - la confusione - tra un apparecchio legale e un apparecchio illegale, apparentemente identici.
L'illegale, quindi, sta assai meglio dove c'è anche il gioco legale perché confonde. Perché confonde! Continuare a mettere in contrapposizione il gioco legale, quindi disegno di legge n. 144 (che poi la legge 9 del 2016 non lo vietava, lo regolava) è illegale, è falso ed è anche diffamatorio.
diffamatorio dire che il legislatore nel 2016 voleva favorire il gioco illegale e, quindi, le mafie.
diffamatorio, signori, diffamatorio! Noi siamo preoccupati. Siamo preoccupati perché tra i soggetti che si sono espressi in modo chiaro sul disegno di legge n. 144, in modo chiaramente contrario, c'è anche Avviso Pubblico.
Noi oggi ci chiediamo se la Regione Piemonte si sia iscritta ad Avviso Pubblico per convinzione. Vuole partecipare convintamente a un'Associazione di enti che optano per la lotta alla criminalità organizzata o è un'operazione di facciata, dopo il caso Rosso? Perché è dopo il "caso Rosso" che il Piemonte si è iscritto ad Avviso Pubblico. Non se ne parla più, ma è successo; è successo che un Consigliere regionale Assessore è andato sotto processo con l'accusa di aver avuto aiuti, in campagna elettorale, dalla criminalità organizzata. C'è un processo in corso. Lo faranno, non è più Assessore, non è più Consigliere, ma è successo.
E allora siamo preoccupati anche per questo. Siamo preoccupati se la Regione Piemonte si iscrive ad Avviso Pubblico e poi compie un atto in senso contrario anche all'opinione di un'Associazione così importante.
Ci chiediamo come mai, con tutti questi soggetti che si sono espressi per la difesa della legge 9 del 2016, se ne ascoltino solo alcuni principalmente gli operatori del gioco.
Guardate che il legislatore del 2016 si è mosso, non per un problema che poteva avvenire, ma per ciò che già c'era: un apparecchio ogni trenta metri. Ma quale amministratore pubblico vuole una situazione del genere? Io mi chiedo chi.
E allora perché si ascoltano solo questi soggetti? La domanda è: come mai? Non lo so, ma voglio capire il perché. Lo voglio capire, signori perché non lo so. Forse sarete maggioranza qui dentro su questo disegno di legge - non lo so, perché mancava Fratelli d'Italia all'approvazione del disegno di legge - che è stato assunto da un Assessore che - possiamo dirlo non detiene quelle deleghe. È la realtà,: non le ha! Non ha quelle deleghe.
Sappiamo di malumori all'interno dalla maggioranza, anche all'interno del partito principale di maggioranza. Peraltro, non sappiamo se in Aula su questo provvedimento, siete maggioranza. Sicuramente, non lo siete fuori da quest'Aula.
Non siete maggioranza su questo provvedimento! Per favore, fermatevi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi spiace che non sia presente l'Assessore Marrone, perché questa mattina ha richiamato il nostro senso di appartenenza alle istituzioni e il nostro orgoglio di far parte del Consiglio regionale. Penso che nessuno di noi qui dentro possa negare di provare un sentimento di appartenenza o un sentimento di orgoglio. Solo che questo sentimento l'ho provato molto forte nella scorsa legislatura, quando abbiamo lavorato tutti insieme, uniti, con impegno, maggioranza e opposizione, su un testo di legge che, alla fine infatti, è stato approvato all'unanimità; un testo di legge valido, un testo di legge che oggi stiamo cercando -disperatamente, direi - di difendere; un testo di legge che si vorrebbe cancellare con un colpo di spugna da persone che non hanno avuto nessuna intenzione di confrontarsi nessuna intenzione di riflettere, nessuna intenzione di valutare i danni che stanno facendo.
Diceva prima il Consigliere Chiamparino che ciascuno si assumerà le proprie responsabilità. In questi anni, però, ho imparato che alla fine nessuno veramente paga le conseguenze delle proprie azioni, perch sopraggiunge sempre un cambio di Giunta, un cambio di Consiglieri che siedono su queste poltrone e, alla fine, le responsabilità non si pagano mai per davvero. Forse, è anche per questo che state approvando così a cuor leggero un disegno di legge che avrà un impatto devastante sul nostro tessuto sociale; impatto che pagheremo tra qualche anno; impatto che pagheranno i cittadini piemontesi, sia quelli direttamente coinvolti sia quelli che vedranno sottratte risorse alla sanità. Perché - lo ricordiamo la discussione nella scorsa legislatura era avvenuta nell'ambito della Commissione sanità, sia pure in congiunta con altre Commissioni.
Principalmente, abbiamo trattato la materia dal punto di vista sanitario mentre in questa legislatura abbiamo visto il dibattito dal punto di vista sanitario totalmente azzerato (forse, perché disturba un po' valutare alcuni aspetti impopolari davanti ai cittadini piemontesi). In questa legislatura si è quindi tirato in ballo il lavoro, sebbene, in realtà l'Assessore Chiorino non ha pronunciato una sola parola su questo tema; tra l'altro, non abbiamo mai ho avuto conferma dell'impatto sul mondo del lavoro della legge 9/2016.
Costruirsi l'alibi del lavoro crediamo sia utile proprio per coprire il fatto che questa modifica (l'abrogazione della legge 9/2016) in realtà è campata in aria, non ha il minimo fondamento. È inutile che il Presidente Preioni si presenti oggi con un foglietto con quattro numeri scritti abbiamo avuto fior di sedute con interlocutori molto autorevoli che ci hanno fornito dati ben diversi e molto più credibili. Presentarsi oggi con un fogliettino con alcuni numeri buttati lì, a favor di telecamera, direi che svilisce di molto il lavoro di quest'Aula.
Mi spiace che in questo momento non sia presente il Presidente Preioni perché ha riportato una mia frase; frase che, come dicevo, sul mio territorio è molto sentita e che comprendiamo fino in fondo. La frase è "C'è lavoro e lavoro".
Questa frase ha una lunga storia alle spalle; oggi la utilizziamo proprio per dire che chi lavora in un'opera o in cantieri che devastano un territorio, in cantieri che vanno ad impattare pesantemente sul territorio e sulla salute dei cittadini, in cantieri che andranno ad occupare anche una bassa valle (perché non parliamo solo dall'alta valle) con un'area che corrisponde a 110 campi da calcio (questo aspetto non si considera mai; si parla sempre e solo del tunnel e mai dell'impatto sul territorio, con un'area grossa come 110 campi da calcio!), quello per noi non è lavoro. So che rispetto al TAV ci sono opinioni abbastanza unanimi da questa parte dell'emiciclo, per cui farò un altro esempio sulla differenza tra lavoro e lavoro. L'esempio è quello delle Officine Moncenisio, una fabbrica storica che si trova sul territorio del mio Comune, Condove. In questa fabbrica nel settembre del 1970 fu approvata una mozione, votata all'unanimità da tutti i lavoratori, che chiedeva di sospendere la produzione di armi, perché i lavoratori non se la sentivano più di produrre armi. Pensavano che fossero cambiati i tempi.
Vi leggo il testo di questa mozione, nel tentativo di chiarire meglio che cosa si intende con la frase "C'è lavoro e lavoro" (vediamo se qualcuno riuscirà a capire il nesso con il tipo di lavoro di cui stiamo parlando oggi).
Ecco i contenuti del documento: "I lavoratori dell'Officina Moncenisio considerando che il problema della pace e del disarmo li chiama in causa come lavoratori coscienti e responsabili, e che la pace è supremo interesse e massimo bene del genere umano, diffidano la Direzione della loro Officina dall'assumere commesse di armi, proiettili, siluri o di altro materiale destinato alla preparazione o all'esercizio della violenza armata, di cui non possono e non vogliono farsi complici".
Pensate alla presa di coscienza di questi lavoratori, che hanno capito che il settore in cui lavoravano non era più un settore utile alla comunità. Non lo era mai stato, ovviamente, perché parliamo di armi da guerra, parliamo di distruzione, di violenza e di morte. Pensate a quale atto di coraggio nel comprendere che il bene della collettività era un altro e nel votare questa mozione! Cos'è successo, dopo, in quella fabbrica? Semplicemente si è riconvertita: ha prodotto macchine per le calze, poi vagoni ferroviari; insomma, ha fatto altro, è cresciuta, è diventata una grandissima realtà del nostro territorio. Tutta la comunità di Condove è nata intorno a quella fabbrica.
Mi chiedo per quale motivo non abbiamo affrontato la crisi, come la definite voi, di questi lavoratori che presidiano davanti al palazzo del Consiglio regionale come le altre crisi che abbiamo dovuto affrontare in questi anni, trattando quelle persone come dei lavoratori che hanno bisogno di costruirsi o di trovare un nuovo futuro. Avente preferito, invece distruggere una legge che funziona e che tutela - parlo ancora al presente perché è ancora in vigore - veramente il benessere e la sicurezza di tutta la comunità. Questa è una scelta assolutamente scellerata, di cui spero un giorno pagherete le conseguenze. Spero che le pagherete dal punto di vista elettorale, ovviamente, e che i cittadini capiscano che le decisioni che state prendendo non sono per il bene del Piemonte, ma sono soltanto un tributo che dovete pagare nei confronti di qualcuno (non so chi, ma di qualcuno).



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leone; ne ha facoltà.



LEONE Claudio

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere conciso perché, in questi giorni d'Aula e non solo di tempo perso, a discapito di chi è fuori e chiede di lavorare con dignità, di lavorare sulla legalità, ne abbiamo già perso tanto. Tuttavia anch'io mi permetto, sarà per una mia deformazione professionale perché mi ritengo un piccolo imprenditore prestato alla politica - come dico sempre esternare qualche concetto.
Anch'io mi riallaccio ai lavoratori di serie A e ai lavoratori di serie B, ma non solo a questo. Ero presente in piazza Castello insieme a non so quanti - mille o ottocento - operatori del mondo del gioco lecito, di imprenditori che difendevano un diritto d'impresa. Un diritto d'impresa che è stato calpestato con l'entrata in vigore della legge 9/2016. Faccio sempre un esempio alla portata di tutti: con un piano regolatore che me lo consentiva ho costruito un grattacielo. Costruito un grattacielo nella legalità. Cambia amministrazione, cambia piano regolatore e mi dicono di distruggere il mio grattacielo e di portare via le macerie a mie spese.
Questo ce lo dice la CGIA di Mestre, e non solo, ma specialmente ce lo dicono quelle persone che sono fuori. In quel grattacielo c'erano migliaia di persone; qualcuno ne ha stimate tremila, altri cinquemila effettivamente, come dice qualcuno, sono stime, ma io ho imparato a fare politica ascoltando la gente e andando nei gazebo. Il mio partito mi ha insegnato, prima dei numeri, ad ascoltare la gente, ad ascoltare quello che ci chiedono, in questo caso quello che ci chiedono i lavoratori. Ce lo chiede il mondo fuori; ci dicono "fateci lavorare", togliete questo scempio dell'illegalità. Non c'è bisogno di essere dei soloni o di citare un poeta o quant'altro per capire che, dove non c'è la legalità, propende l'illegalità. Pertanto, come ho detto prima, rimango basito quando un Consiglio regionale perde sedute e mesi per parlare del nulla.
Nei preliminari nelle precedenti sedute ho sentito parlare di tutto tranne dei concetti fondamentali che porta questa legge. Noi siamo consapevoli che deve essere aiutato chi è ammalato, chi deve essere seguito, tant'è vero che l'Assessore Ricca ha detto che investiremo maggiori risorse perché oggi non abbiamo contezza di quante sono le persone malate e quante quelle guarite - io penso che un percorso si debba ritenere finito quando l'ammalate è guarito. Su questo ancora oggi non ho contezza ma ho certezza di capire quello che sento per strada e leggo nelle migliaia di e-mail che ci dicono di farli lavorare nella legalità. Questo non deve essere un Consiglio regionale completamente sordo e vedere solo ideologicamente una parte.
La demagogia politica deve finire; dobbiamo dare una risposta a chi è fuori, e non solo, e ci dice di cambiare questa legge che in altre Regioni mi ero ripromesso di essere il più conciso possibile - consente meno luoghi sensibili, un distanziometro minore e consente all'imprenditore del gioco lecito di poter operare.
Consentitemi ancora qualche punto sul gioco on line. Sono padre, ho due figlie, e so cosa vuol dire stare attento a che un figlio non intraprenda strade sbagliate, ma oggi controllarli su un'attività è un conto, ma controllarli sui telefonini (non so i vostri figli, ma sicuramente le mie li usano per molte ore della giornata) diventa difficile. Noi non abbiamo ucciso il gioco in toto, non abbiamo eliminato i "Gratta e vinci", non abbiamo eliminato tutte le forme di gioco, ma abbiamo eliminato il gioco legale, abbiamo eliminato chi ha investito, abbiamo ucciso un diritto d'impresa.
Mi auguro che nel più breve tempo possibile - la mia posizione penso sia nota a tutti, ho presentato due proposte di legge - si possa ripristinare quello che c'era prima affinché chi aveva un diritto acquisito nel tempo lo possa mantenere. Capisco le scelte di chi la può pensare in un modo e chi in un altro, però non dobbiamo mischiare gli appelli, non dobbiamo dimenticarci di chi è fuori e continua a chiedercelo.
Sulla questione dei numeri è stato già molto più preciso il mio Capogruppo, che ha esternato i numeri dati dalla CGIA di Mestre, da Eurispes e da IRES; numeri che, alle volte, possono essere discordanti ma sono concordi sul fatto che quella legge, almeno sotto certi aspetti va rivista.
Concludo, Presidente, facendo un appello a tutti i miei colleghi.
Diamo dignità a chi è fuori e deve mantenere una famiglia, a quelle madri che ci dicono di voler lavorare perché hanno sempre lavorato, che non hanno mai rubato, ma lavorato nella legalità.
Lo dico con il cuore in mano: portiamo a casa a nome del Piemonte una legge che ridà dignità a chi ce l'aveva prima.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Su due cose hanno ragione i colleghi della maggioranza, e tengo a dirlo in apertura, anche per favorire un dialogo che sia il più possibile costruttivo.
La prima cosa. E' vero, come diceva il Capogruppo Preioni, che il gioco d'azzardo è un'attività vecchia come il mondo. Ce lo ricorda anche la letteratura mondiale che ha riempito pagine memorabili, narrando le vicissitudini e, purtroppo, spesso anche i drammi del gioco (pensiamo a capolavori come "Il giocatore" di Fedor Dostoevskij).
Il gioco è parte della società umana da molti secoli, da molto tempo e nessuno di noi, esponenti delle minoranze, ha mai proposto, in nessuna occasione, di sopprimerlo o di eradicarlo del tutto.
La seconda cosa su cui i colleghi hanno ragione è che è riduttivo e, a tratti, anche stucchevole, permettetemi, che si faccia un dibattito giustamente così ampio ed approfondito sulla dipendenza da gioco e si lascino nel dimenticatoio altre forme di dipendenza.
Pensiamo a quella da alcol, da tabacco, da droga. Anche di questi malati, purtroppo, sono pieni i SERD del Piemonte.
Quindi, parto da questi due presupposti per cercare di lanciare un ponte verso i banchi dell'altra metà dell'emiciclo. Però, proprio su entrambe le questioni, credo che la ricerca del bene comune e anche il contesto di emergenza sociale in cui siamo piombati dopo la pandemia dovrebbe condurci a dei percorsi comuni e non divergenti, tra maggioranza e minoranza.
Partiamo dal primo tema: il fatto che il gioco fa parte della società umana da tantissimo tempo. Penso - e non lo dico da utopista o da ingenua che non ci si debba arrendere di fronte alle piaghe sociali, solo perché ci sono sempre state, ma si debba lavorare - questo è il compito della politica - per favorire il progresso della civiltà. Questo non è moralismo non è l'affermazione dello Stato etico o di un impianto statalista. Non è moralismo! E neanche di uno Stato confessionale, ma molto laicamente è un argine al liberismo selvaggio, come previsto dalla nostra Costituzione, che non è una Costituzione statalista, ma neanche una Costituzione liberista.
E' l'applicazione dell'articolo 41 della Costituzione, che afferma che "l'iniziativa economica privata è libera". Lo crediamo tutti, anche dai banchi della minoranza. Ma il secondo comma afferma anche che "questa iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale".
E allora è quello il punto! Qual è l'utilità sociale? Dobbiamo cercare un percorso comune che ci porti ad interpretare il primato della politica in quest'Aula sui poteri economici. Il primato del diritto alla salute sul dio denaro! Il primato dei rappresentanti del popolo eletti nelle istituzioni sulle lobby più o meno oscure che hanno sede molto spesso in altri Paesi! Perché le logiche corporative ci portano semplicemente a non essere più dei liberi rappresentanti del popolo, eletti in quest'Aula, ma dei meri esecutori dei dettami di queste lobby che invece, non sono state elette da nessuno! La politica, di fronte alle piaghe sociali, quale è la dipendenza da gioco d'azzardo, non deve arretrare. Non deve arretrare di fronte alle pressioni economiche, soprattutto se i numeri sulla perdita di posti di lavoro sono del tutto controversi. L'IRES, il tanto vituperato IRES ci ha parlato di 52 posti di lavoro persi tra il 2016 e il 2019, ampiamente compensati dai posti di lavoro creati nelle tabaccherie.
E non tirate in ballo neanche il diritto di impresa, per favore! Non lo tirate in ballo, perché il diritto d'impresa con questo disegno di legge voi lo violate, non lo difendete. Lo violate spudoratamente, perché andate a ledere la concorrenza leale tra quegli imprenditori onesti - e ce ne sono tanti - che alla legge regionale n. 9/2016 si sono adeguati.
Allora, cari colleghi della maggioranza, la ricerca del bene comune, di fronte ad un tema così delicato e in un momento di emergenza sociale come quello in cui siamo piombati dopo la pandemia, dovrebbe portarci innanzitutto ad allargare la riflessione alle altre forme di dipendenza.
Dovrebbe portarci alla revisione della normativa anche nazionale, perch altrimenti un esempio virtuoso come quello del Piemonte sarà sempre soggetto alle intemperie di qualche cambio di idea nazionale. E dovrebbe portarci non soltanto un investimento sulla prevenzione sanitaria in ambito di dipendenza, ma anche ad un investimento sull'educazione. E, ripeto sull'educazione, che è la prima e vera grande emergenza! Un'educazione al divertimento sano, perché in questi banchi non ci sono seduti tanti "tromboni bigotti e moralisti" - ve l'ho già detto - ma ci sono sedute persone che sanno divertirsi, ma che fanno una differenza tra divertimento sano, che fa star bene e che fa crescere, e divertimento che, invece, lede l'utilità sociale e getta sul lastrico migliaia di famiglie e porta nei SERD del Piemonte più di mille piemontesi.
Infine, un monito. Io credo che da come voterete su questo disegno di legge si delineerà l'agenda politica della seconda metà del mandato di questa Giunta Cirio e di questa maggioranza in Regione Piemonte, ma soprattutto emergerà in modo chiaro che la Lega - che è la prima forza politica di questo emiciclo - 5 anni fa (non 200, ma 5 anni fa) vot favorevolmente la legge regionale n. 9/2016. Oggi la Lega del Piemonte con questo disegno di legge abrogativo non solo sconfessa se stessa, ma fa ben altro: divide la sua maggioranza, dà uno schiaffo ai Sindaci del Piemonte e al CAL che su questo disegno di legge ha dato un parere negativo. Si espone ad una quasi certa impugnativa di un Governo nazionale di cui fa parte e soprattutto, chiarisce a tutti i piemontesi quali sono le sue priorità cara Lega del Piemonte.
E io ve lo dico in tre parole - perdonatemi il latinismo. Le vostre priorità sono tre parole: panem et circenses. Panem et circenses! Queste sono le vostre priorità per il Piemonte: evasione e mondanità che, in fondo, sono solo illusione e vincite ingannevoli. Questa è la cifra distintiva della Lega per il Piemonte, per Novara, per Torino, per tutte le città in cui presto si andrà al voto. Altro che lavoro e diritto d'impresa! Panem et circenses!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Care colleghe e cari colleghi, vorrei raccontarvi in poche righe e poche pagine la storia di come il Presidente Cirio e soci vogliono tornare al casinò per il Piemonte. Ma fatemi fare prima una premessa: in altre occasioni avrei chiesto la presenza del Presidente Cirio, la presenza dell'Assessore Icardi, che tra l'altro per il primo articolo è l'unico davvero competente per questa materia, che riguarda la sanità e salute pubblica; avrei chiesto l'aiuto dell'Assessora Chiorino per dirci davvero cosa si cela dietro quegli articoli e dietro le ricostruzioni sui tanti numeri sugli occupati, sui disoccupati e sugli inoccupati sul tema gioco d'azzardo legale. Avrei chiesto all'Assessora Poggio come mai nessuno dei suoi Uffici si è occupato dal punto di vista tecnico di tutte le questioni riguardanti il commercio, ma invece la fotografia degli Assessori Marrone e Ricca credo rappresenti al meglio questa ricostruzione. Una ricostruzione che ricorda come quei due "Golden Boy" della destra piemontese siano un po' l'immagine di questa storia, di questa Giunta e anche di come sta la destra al governo.
Ecco, fin dal suo insediamento, fra le file della maggioranza, la Lega ha tentato di fare arrivare in aula le sue promesse elettorali, passando i primi mesi a garantire al mondo del gioco d'azzardo, che la legge in vigore sarebbe stata congelata e poi abolita, invece, di chiedere che venisse rispettata, come avviene in tutto il mondo.
Nel febbraio 2020, la Giunta non aveva ancora mai - e dico mai incontrato i responsabili dei SERD e nemmeno chi si occupava di ludopatia in Regione; non la Giunta regionale e non le ASL. Nel frattempo, tutti i dati del 2019 confermavano il trend positivo legato, appunto, alla legge 9 del 2016 sul contrasto del gioco d'azzardo.
Vorrei rimetterli in fila quei dati. Erano 770 milioni giocati in meno ogni anno in Piemonte; con una sensibile contrazione delle perdite: meno 18%, contro soltanto il 3% a livello nazionale. Inoltre, la Regione Piemonte ha messo nero su bianco che l'eliminazione delle slot machine dalle città piemontesi non ha incentivato l'uso del gioco online.
Caro Consigliere Preioni, non sono parole delle opposizioni, ma sono parole della Giunta, sfuggite ogni tanto (a volte succede anche questo) ai dirigenti che, nel frattempo, costruivano le relazioni alla legge in vigore. Infatti, Preioni, in Piemonte, è aumentato del 3% in meno rispetto al quadro nazionale.
Nel giugno 2020, tutto ci saremmo aspettati, Presidente Allasia, tranne che, in piena prima ondata, nel mezzo di una crisi sanitaria ed economica senza precedenti, arrivava il tentativo di colpo di mano leghista. Eh, sì.
Nottetempo, di soppiatto, come solo, appunto, alcune persone indesiderate fanno, scrivono un emendamento all'"omnibus". Già! Una discussione che non c'entrava niente con il gioco d'azzardo: ed ecco che, invece, loro provano a fare tornare il Far West, con un emendamento soppressivo e una sanatoria scritta con poche parole.
Penso si ricorderanno i colleghi che presentammo oltre 4 mila emendamenti su un totale di 5.700, per superare il bavaglio che la maggioranza in Regione aveva messo alle opposizioni. Il tentativo allora venne rimandato, si dice, "a tempi migliori".
Arriviamo al gennaio 2021, quando osservatori regionali e nazionali sul gioco d'azzardo, IRES, CNR e l'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, esponenti della società civile, gli stessi funzionari della Regione, di nuovo, e anche quelli delle ASL (ringrazio tutti loro, perch hanno resistito alle tante pressioni, per continuare a dire quello che pensavano) vengono a dirci a una sola voce che la legge del 2016 non si deve toccare perché funziona e perché smantellarla sarebbe un atto irresponsabile e dannoso, soprattutto, per le fasce più fragili della popolazione. Una legge approvata all'unanimità dopo tanti anni di lavoro che ha significato meno slot, meno povertà e meno ammalati: quasi 2 miliardi di euro giocati in meno; diverse centinaia di milioni non persi e rimasti nelle tasche dei giocatori socialmente più svantaggiati, un impatto più basso sul Servizio sanitario.
La Giunta Cirio non soltanto ha boicottato quest'operazione di equità sociale, ma non ha neanche usato i fondi stanziati per la comunicazione e la prevenzione! A febbraio, anche altre associazioni e movimenti, tra cui ACLI, Azione Cattolica, Comunità di Sant'Egidio, Forum delle associazioni familiari del Piemonte, Gruppo Abele, Libera, SERMIG lanciano un appello perché si eviti di rispondere ai danni della pandemia riportando le slot nei centri abitati, vicino alle fragilità che lunghi mesi hanno fortemente accresciuto.
Sorda e assente ad ogni occasione di dialogo, la maggioranza ad aprile tenta un nuovo blitz e chiede di votare direttamente in Aula la legge della "Lega slot" sul gioco d'azzardo, scritta per concedere una sanatoria indegna verso i centri del gioco d'azzardo, in gran parte, ormai fuorilegge e la cancellazione totale della legge in vigore. Un vero e proprio attentato alla salute pubblica, come le opposizioni hanno definito perché significherebbe determinare la sofferenza di centinaia e centinaia di nuovi giocatori patologici e dei loro familiari, nonché dare una grossa mano all'usura. Altro che contrasto alla criminalità! Con più di 60 mila emendamenti le opposizioni preparano alla Giunta mesi lunghissimi: "Fratelli di gioco" si smarca, "Forza scommesse" alza le mani e "Lega slot" battono in ritirata. La fretta di votare "Riparti slot Piemonte" evapora e la stessa maggioranza si sfalda.
Arriviamo a questo terzo tentativo. Una sanatoria ex post, che rappresenta uno schiaffo a chi si è adeguato alla legge, fatta per riportare macchinette a ogni angolo della strada, come dei lobby di gioco chiedevano da tempo, come se la legge Sirchia fosse stata applicata solo ai locali di nuova apertura: immaginatevi ogni tanto le sciagure che potevamo avere davanti con questo tipo di destra al Governo! Come al solito, durante le consultazioni, la Giunta non si degna di venire in Commissione per ascoltare gli auditi; dopo la Caritas diocesana la Società italiana tossicodipendenze, la Fondazione antiusura ancora i SERD e la Guardia di Finanza ribadiscono le loro forti preoccupazioni sulla cancellazione della legge sul gioco d'azzardo patologico, ma appunto la maggioranza rimane sorda.
Le opposizioni, con un milione di idee (più di 800 mila emendamenti a mia prima firma, come ben sapete) si preparano a fermare questo scempio e impedire che Torino e il Piemonte ridiventino un casinò a cielo aperto per i più fragili.
La scorsa settimana, l'Assessore Tronzano perde la testa, come abbiamo detto, fino ad arrivare appunto ai tumulti in Aula. Probabilmente pensavate di batterci per sfinimento, ma come avete colto, non è così.
Faremo tutta l'opposizione possibile alla vostra sanatoria tombale sul gioco d'azzardo; è ciò che merita una maggioranza che cancella una legge votata all'unanimità; che non ha trascorso nemmeno un minuto a discutere in Commissione e ha liquidato i Sindaci, le istituzioni e tutti i soggetti auditi, oltre che gli studi scientifici; una maggioranza che al suo interno non si racconta nemmeno tutta la verità. Oltre al ritorno in ogni tabaccheria, oltre al regalo ai tanti che, invece di essere multati verranno premiati e diventeranno monopolisti, c'è altro.
Invito tutti, negli ultimi minuti, a leggere l'emendamento della legge all'articolo 18, il C1-59, primo firmatario Preioni, Capogruppo della Lega: "Il riparti Slot sarà esteso a ogni bar"; anzi, di più, la lettera e) dice che la sanatoria sarà allargata a tutti gli spazi per il gioco, cioè gli spazi riservati al gioco lecito all'interno degli esercizi pubblici e commerciali, e pure anche dei circoli privati.
Un gioco d'azzardo sulla pelle dei più deboli; ma i veri miserabili sono quelli che sulla pelle della povera gente parlano di poveri imprenditori che non ce la fanno a portare avanti le loro attività.
Ecco, in poche parole, la ricostruzione e la prova schiacciante di come tutte le ipocrisie della Lega si inseriscono in un emendamento che riporterà le slot in ogni bar, anche per tutti quelli che li hanno dismessi.
Ho finito, Presidente.
Qualche giorno fa, il moderato Presidente Cirio ha dovuto coprire, per l'ennesima volta, la sua maggioranza. Il moderato Damilano, di fatto, ha dato il suo imbarazzato "via libera" al ritorno delle slot nei tabaccai e alla sanatoria per i centri scommesse che non si sono spostati lontani dai luoghi sensibili.
Ecco il bluff della nuova destra al Governo.
Come sui consultori l'Assessore Marrone ha commissariato l'Assessore Icardi, ora l'Assessore Ricca, a nome della Lega, tenta una vendetta sul gioco d'azzardo, con una sanatoria sconsiderata e fuori tempo massimo.
Gli uomini miti si rivelano ostaggi di una destra reazionaria e spericolata. Le colombe non governano i falchi; di fatto, sono solo i loro complici.
Caro Cirio e caro Damilano, le slot a ogni angolo hanno portato solo miseria. Il Piemonte e Torino non possono essere un casinò a cielo aperto per i più poveri. Faremo di tutto - e dico di tutto - per impedirvelo.
Faremo di tutto per non tornare al Far West fatto di miseria e di rivincite senza dignità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
In questi giorni abbiamo ascoltato tantissime associazioni e tantissimi operatori che si occupano di gioco d'azzardo, e, soprattutto, della cura delle persone che cadono nel gioco d'azzardo patologico. Ci hanno detto cose molto chiare; le audizioni servono per ascoltare quelli che sanno più di noi in determinati ambiti per poi correggere il tiro rispetto alla legge che è in discussione.
Alla luce delle audizioni mi verrebbe da dire che ci sono diversi errori all'interno di questa legge, a partire dal titolo, che si chiama "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico". Direi meglio "Norme in favore della diffusione del gioco d'azzardo patologico", perché è questo che emerge.
Non solo, è stato dimostrato, in Commissione, che non esiste nessuna correlazione tra la legge del 2016 e l'aumento dei sequestri all'interno delle sale slot: da una parte, sono aumentati i controlli e, dall'altra parte, è evidente che nella maggior parte dei casi le irregolarità sono state riscontrate laddove si svolge il gioco lecito, non da altre parti. È dura costruire una bisca clandestina con delle sale slot; non è che siano particolarmente facili da nascondere, oltre al fatto che ci sono stati portati dati rispetto a una cruda verità, ovvero che buona parte, se non la maggior parte, delle persone che finisce in cura per gioco d'azzardo patologico sono proprio persone che giocano alle slot e alle videolottery.
Come si fa ad essere sordi davanti a un dato del genere? Come si fa a non capire che la riduzione del numero di persone, preso in carico dai SERD in Piemonte, è legata a questa legge? È anche legata a questa legge. Come si fa a dire che c'è stato l'effetto di sostituzione con il gioco on line quando è stato dimostrato, non con stime, ma con dati certi, che non vi è stato un effetto di sostituzione e quel poco di effetto di sostituzione che vi è stato non ha coperto il 100% della riduzione del gioco fisico? Il gioco fisico, infatti, si è ridotto molto più di quanto sia cresciuto il gioco on line in Piemonte; quando si fanno delle valutazioni non bisogna solamente prendere come oggetto di studio la propria Regione ma occorre anche a vedere cosa sta succedendo nelle altre Regioni. Se non si fa un raffronto non si può capire se qualcosa ha funzionato o non ha funzionato. Se facciamo un raffronto con altre Regioni (cosa che negli studi della CGIA di Mestre, se non se sbaglio, non è stato riportato, ma si è solamente fatto la fotografia sul Piemonte senza mettere in correlazione i dati delle altre Regioni, come invece ha fatto giustamente l'IRES, che ha fatto molto bene il suo lavoro) è stato di dimostrare che in Regione Piemonte, grazie a questa legge, c'è stato un miglioramento, rispetto ai dati che abbiamo sottomano dalle Regioni limitrofe al nostro Piemonte.
L'aspetto più devastante di questa legge sta proprio alla fine. Come nei contratti, la fregatura sta scritta solitamente in chiusura, scritto in piccolo in fondo. All'articolo 18, infatti, viene concessa una sanatoria deleteria, veramente deleteria dal punto di vista della correttezza legislativa, con tantissimi imprenditori che si sono adeguati, come giustamente diceva qualche collega prima, anche senza essere d'accordo a questa legge, ma si sono adeguati perché le leggi si rispettano. Hanno fatto un investimento e si sono spostati. Hanno semplicemente spostato la loro attività da un'altra parte, per evitare che venga messa sotto al naso sotto al naso - dei piemontesi la possibilità di giocare a queste macchinette mangia soldi, che sono la peggiore delle piaghe nella sfera del gioco d'azzardo, di spostarli in luoghi lontani da quelli che sono i luoghi sensibili, i luoghi frequentati principalmente da persone che potrebbero cadere vittima di questo gioco.
Vi racconterò un aspetto personale: mi hanno riferito che nell'asilo che frequentavo da piccolo c'era una sala slot, qualche anno fa (non era proprio una sala slot, era all'interno di un bar) e tantissime mamme accompagnavano i figli all'asilo e poi si chiudevano lì, a giocare. Il problema è che con questa legge questa pratica sarà di nuovo concessa.
Per quanto riguarda i dati sul lavoro, avete voluto incentrare questa legge sui lavoratori, con un Assessore al lavoro che, però, non ha mai partecipato alla discussione di questa proposta di legge, né ha mai espresso sostegno rispetto a questa norma (probabilmente, perché fa parte di uno schieramento politico che non è assolutamente d'accordo con questa proposta di legge: siete soli anche in questo).
Eppure, il fatto che ci sarebbe stata una scadenza era noto a tutti: si sapeva da anni che sarebbe arrivato il giorno della scadenza; giorno oltre il quale non si poteva andare; giorno entro il quale ci si sarebbe dovuti spostare, come hanno fatto coloro che hanno rispettato questa norma.
Perché, allora, in questi due anni, invece di scardinare una legge che ha funzionato (perché i dati dicono che ha funzionato!) non si è voluto "sistemare" quelle persone che, obiettivamente, rischiavano di perdere il posto di lavoro? In ogni caso, signori, non stiamo parlando delle cifre che avete riportato voi: sono molte meno le persone che rischiano di perdere il lavoro! E, se le mettiamo sullo stesso livello, facendo una valutazione non sulle decine o qualche centinaia di piemontesi, ma sulle decine di migliaia di piemontesi che si trovano in situazioni economiche difficili perché rischiano di ritrovarsi queste macchinette sotto il naso in un momento di crisi, qual è il danno che arrecheremo alle tante famiglie, alle tante imprese e ai tanti lavoratori che, in un momento di difficoltà, si avvicineranno al gioco d'azzardo? Sarà un problema da cui diventerà difficilissimo uscire.
In queste settimane ho girato il Piemonte con i nostri banchetti e i nostri gazebo. Abbiamo istituito una raccolta firme perché abbiamo voluto andare in mezzo alle persone e confrontarci con loro. Signori, guardate che non sono venuti solamente i nostri elettori a firmare la petizione contro questo disegno di legge, sono venuti anche i vostri elettori! Perché chi ha un dramma in famiglia, chi è stato vittima del gioco d'azzardo patologico spesso si vergogna ad andare in piazza a manifestare, si vergogna a dirlo in giro: sono in migliaia, se non decine di migliaia in questa Regione sono persone che sono state aiutate dalla norma del 2016, perché gli ha tolto da sotto il naso la possibilità di risedersi davanti a quelle videolottery e a quelle slot machine.
Noi non abbiamo impedito il gioco: lo abbiamo regolamentato.
Un'economia va regolamentata, altrimenti è vittima della sopraffazione delle lobby. Quello che state facendo non è altro che riconsegnare "chiavi in mano" un intero settore a chi lo controllava già da prima, con l'impossibilità addirittura di fare della nuova concorrenza. Perché oggi il numero di macchinette è quello, ma concedendo la possibilità di reinstallarne di nuove a chi prima già risiedeva vicino ai luoghi sensibili, riconsegnate le chiavi dell'intero monopolio delle slot machine e delle VLT che c'è oggi in Piemonte.
Io penso che non ci sia molto altro da aggiungere; del resto, i miei colleghi sono stati esaustivi. Così come sono state esaustive le Commissioni: sarebbe bastato parteciparvi e ascoltare; ma si sa che, a non ascoltare una Commissione, non si perde niente, purtroppo, con il Regolamento che abbiamo oggi in Consiglio regionale! Forse, bisognerebbe iniziare a ragionare anche su quello.
Concludo, Presidente. Noi continueremo con tutte le nostre forze a contrastare questa legge folle. Sarebbe una legge folle già in un momento normale, ma lo è ancora di più in un momento di crisi economica e di crisi pandemica per la leva che può dare il gioco d'azzardo e, soprattutto, le slot e le VLT, alle persone fragili.
Noi avremo la coscienza a posto, perché abbiamo fatto tutto il possibile per evitare questo scempio. Purtroppo non ci siamo noi a governare questa Regione: è una responsabilità che spetta a voi, ma ve ne assumerete oneri e onori!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Parto da una considerazione totalmente politica e spero che i giornalisti che stanno ascoltando abbiano la voglia di porre alcune domande che io rivolgerò in questo intervento a pezzi della maggioranza.
Perché l'Assessore Chiorino è in silenzio da mesi? Perché l'Assessore Icardi è in silenzio da mesi? Perché l'Assessore Poggio è in silenzio da mesi? Perché il Presidente Cirio sta abbastanza in silenzio da mesi? Perch l'Assessore che ha firmato questo disegno di legge non ha competenze in materia, se non quella di obbedire al partito e al suo capo nazionale? Perché in questo momento questo disegno di legge fonda le ragioni su dati sbagliati? Perché i dati vengono presi da questa ricerca della CGIA di Mestre? Rispondo io al collega Bertola, che chiedeva chi ha pagato la ricerca della CGIA di Mestre, testo e dati sui quali si fonda questo disegno di legge. Lo dice una ricerca un po' più autorevole consegnata a tutti voi ricerca che arriva da un professore emerito dell'Università di Helsinki con diversi ricercatori scritti in copertina, redatta ed editata grazie alla casa editrice Oxford Press.
Non è che se ogni tanto citiamo qualche esponente autorevole siamo dei soloni ma, in questa ricerca, a pagina 235 si dice, leggo testualmente "il primo studio curato da Eurispes e dalla Fondazione Unigioco, nata su iniziativa della stessa Eurispes e da Gamenet Spa" uno dei maggiori provider di gioco d'azzardo con apparecchi automatici sostiene che "sulla base di una metodologia di ricerca non esplicitata la legge piemontese è una legge inefficace".
Il secondo studio è promosso da Astro, Associazione degli operatori del gioco lecito e Sapar Associazione Nazionale Gestori Gioco di Stato.
Tuttavia la ricerca completa non è disponibile on line e la richiesta di poterne prendere visione da parte di chi scrive non ha ottenuto risposte.
Questo, Presidente, arriva sulla base delle vostre idee messe in questa legge. Il Consigliere Preioni attacca, io credo anche drammaticamente a livello istituzionale, IRES che, invece, è un istituto di ricerca regionale, nostro, a cui avete affidato anche altre ricerche, ma non è che va bene quando dice, magari, cose che a voi interessano e non va bene quando, invece, vi dice qualcosa non consono alla vostra idea.
In questo senso, il volume di gioco ridotto in Piemonte è di 225 milioni in meno e le perdite diminuite di 107 milioni. A pagina 236, si dice testualmente "si può affermare, senza tema di errore, che il dato non rappresenta un'evoluzione spontanea della domanda, ma l'esito dei provvedimenti normativi". La raccolta fisica in Italia è aumentata di tre miliardi e mezzo, in Piemonte è diminuita di mezzo miliardo.
Arriviamo al gioco on line? In Piemonte è cresciuto meno del resto d'Italia. A pagina 237 si legge: "in generale, nei territori delle ASL in cui si è giocato meno su apparecchi fisici, si è giocato meno anche on line". Questo a confermare ulteriormente l'assenza di un fenomeno a vasi comunicanti tra i due comportamenti.
I piemontesi dal 2016 hanno risparmiato due miliardi di euro.
Risparmiato vuol dire che non hanno perso quei soldi; grazie a queste norme, i piemontesi non hanno perso due miliardi di euro dalle loro tasche.
Sempre a pagina 237 c'è quello che, invece, è il fondamento della legge del 2016, la nostra legge ("nostra" del Consiglio regionale, non nostra di una parte politica): i comportamenti dei giocatori. Questa ricerca, non quella della CGIA di Mestre, è andata a intervistare i giocatori patologici; è andata a chiedere ai patologici che cosa ne pensano e come stanno. Sapete cosa dicono? Che "è l'interruzione di una routine quotidiana che li vedeva giocare alle slot machine ogni volta che si recavano" attenzione - "al bar per prendere un caffè o in tabaccheria a comprare le sigarette". La rimozione degli apparecchi in questi luoghi ha ridotto, di fatto, il tempo e i soldi spesi nel gioco d'azzardo (due miliardi di euro in meno persi in Piemonte). Sia perché dover percorrere lunghe distanze il distanziometro - per accedere alle sale da gioco non permette le frequenti diversioni verso il gioco che prima caratterizzavano la vita quotidiana di queste persone" Capita qual è il senso della legge del 2016? Sono gli intervistati sono le persone patologiche, sono le persone che sono andate ai SerD a chiedere aiuto. Questo è il senso della nostra proposto.
A pagina 238, sempre sui comportamenti, si legge: "Secondo i dati elaborati dall'Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze della Regione Piemonte" - non le associazioni del gioco che chiedono la ricerca - "a partire dal 2016 e fino all'ultimo dato disponibile 2019" - caro Consigliere Preioni - "i pazienti in carico ai servizi per le dipendenze per problemi con il gioco d'azzardo sono diminuiti" - non lo dice Diego Sarno del PD - "dopo un trend costantemente in crescita dal 2005". Quindi la legge 2016 funziona.
Ribadisco quello che ha detto il Consigliere Rossi perché dobbiamo ridirvelo costantemente: il procuratore De Raho dice "Di fronte all'espansione esponenziale dei giochi si accrescono i rischi delle dipendenze. La partecipazione fisica e i punti di raccolta delle scommesse consente ad esponenti della criminalità organizzata di offrire ai giocatori patologici sostegno economico, che si attua con le tradizionali forme dei prestiti e usura".
Tutte le audizioni hanno dimostrato, anche il Presidente dell'Eurispes che non c'è correlazione tra il 2016 e l'aumento dell'illegalità; c'è una correlazione, invece, tra il gioco lecito e l'infiltrazione mafiosa nel gioco lecito. Questo dicono le indagini, non quello che dite voi. L'unico aumento di gioco illegale deriva dalla pandemia e dal momento di totale chiusura del gioco. Infatti, questa legge del 2016, che voi volete smantellare e abolire, non cancellava il gioco in nessun modo.
Termino con il parere del CAL: i Sindaci vi hanno bocciato con una votazione. In quel CAL solo un Sindaco ha votato contro al parere negativo alcuni si sono astenuti, ma la maggioranza ha votato contro questo disegno di legge e l'ha fatto perché togliete valore ai Sindaci L'hanno scritto nel dispositivo e credo, Presidente, o almeno spero che tutti l'abbiano letto attentamente.
Concludo con questa riflessione. Caro Assessore Ricca, credo che ci ritroveremo qui fra qualche settimana - o forse qualche mese, quando questo disegno di legge sarà approvato - perché la vostra base non è sulla sanità ma è sull'attività economica, esclusivamente quella. E l'attività economica del gioco non è di competenza della Regione Piemonte, quindi approverete - forse, se e quando - un disegno di legge in contraddizione con le norme e le competenze nazionali. E quando arriveremo a discutere dell'impugnazione, dovrete chiedere scusa ai piemontesi e dovrete soprattutto chiedere scusa a tutte quelle famiglie che si sono rivolte ai SERD e che hanno chiesto aiuto, perché ogni persona in più che entrerà nel gioco d'azzardo patologico sarà una vostra responsabilità.



PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il Presidente Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Esordisco, riportando testé le parole del Senatore Debertoli, senatore di Fratelli d'Italia, che è intervenuto nella Commissione d'inchiesta dicendo che "Chiederemo a tutti ausilio sulla tutela dei nostri cittadini sulla lotta ad ogni forma di negatività e di ludopatia, ma d'altra parte sulla tutela delle nostre imprese nazionali e dei loro occupati".
In queste parole c'è la sintesi di quella che sarà la posizione di Fratelli d'Italia, di come io interpreto questo documento di legge. Non va dimenticato che è sicuramente differente dalla proposta di legge n. 99 dell'amico Leone, che oggettivamente creava delle difficoltà al mio partito, anche nell'approccio.
Questo è sicuramente meno impattante per quanto riguarda le modifiche che va ad apporre sulla legge n. 9/2016, una legge che sicuramente ha colmato quello che era all'epoca un buco normativo, ma che ha creato secondo me, questa situazione non sostenibile di andare a discriminare il diritto d'impresa con la retroattività.
Molte parti della legge n. 9/2016 sicuramente verranno conservate addirittura alcune rese ancora più stringenti, come il discorso riferito ai luoghi sensibili, ai quali vengono aggiunti banche, bancomat, impianti sportivi, "Compro Oro" e quant'altro.
Però qui c'è l'ennesimo gap da parte dello Stato, che deroga un compito come questo alle singole Regioni, quando credo che sarebbe stato, forse meglio se avesse promulgato una legge nazionale che avrebbe garantito un trattamento uniforme su tutto il territorio nazionale.
Di questo disegno di legge noi accetteremo e voteremo il discorso della retroattività. Questa mattina quando abbiamo parlato degli interventi del "Riparti Piemonte" e abbiamo un sostegno incondizionato da parte dei tre Capigruppo di maggioranza alla piccola e media impresa che, lo ripeto, è la struttura e l'ossatura portante dell'economia della nostra terra.
Credo che il discorso della retroattività vada eliminato. Non si pu penalizzare ulteriormente chi fa impresa in modo regolare e che, all'epoca dell'insediamento delle proprie attività, questa era legittima. Per questo motivo, il diritto alla libertà di impresa, nel rispetto ovviamente delle leggi vigenti, deve essere un valore assoluto per tutti.
Chi aveva fatto gli investimenti, stipulando dei mutui con le banche e che attingendo dalle proprie risorse, che avevano anche generato dei posti di lavoro, non può essere trattato com'è successo a seguito dell'applicazione della legge n. 9/2016. Deve poter riavviare la sua attività commerciale.
Ovviamente questo sempre con dei limiti che dovranno essere molto stringenti, e su questo vigileremo con grande attenzione. Il gioco d'azzardo patologico non si può diffondere, perché è una piaga e quindi la società piemontese non può diventarne vittima. Certamente non sarà un business sul quale la Regione Piemonte - perlomeno finché noi saremo in maggioranza - concederà agevolazioni fiscali, benefici o contributi a fondo perduto. E vigileremo affinché ci sia un rispetto della cultura della legalità del gioco, lavorando il più possibile con gli operatori del settore: devono essere loro a beneficiare della prima formazione, perch sono le prime antenne e i primi comunicatori sul territorio.
Un invito rivolto a Roma c'è sempre, sperando che il Governo si desti dal suo torpore e promulghi, come dicevo prima, una legge nazionale che vada ad impattare sul distanziometro e che ponga finalmente un argine alla piaga del gioco on line.
Qui ho sentito parlare da parte dei colleghi di opposizione di tutte le forme di gioco, tranne del gioco on line. L'opposizione si dimentica forse che viviamo nel 2021 e quindi siamo in un'epoca globale, dove tutti i nostri apparecchi - come quello che tengo in mano - sono connessi 24 ore.
Questo crea una prolificazione del gioco d'azzardo che non è assolutamente regolamentato, perché non c'è nessun impianto di legge che vada a normarlo e che ha dei proventi importanti che finiscono sicuramente in società off shore con sedi in paradisi fiscali. E' un'altra problematica con la quale non andiamo, a nessun livello istituzionale, a porre degli argini.
Per cui credo che, alla fine, questo documento di legge possa andare a coprire e a sanare una problematica su chi ha esercitato, in modo legittimo e con una legge che glielo permetteva, il suo diritto d'impresa.
Mi permetta, però Presidente, una riflessione sul Regolamento consiliare.
Alcuni in quest'Aula hanno prodotto la loro attività emendativa legittima e giusta da parte delle minoranze, creando, costruendo e lavorando su emendamenti di merito. Qualcun altro si è limitato a delegare ad un computer la creazione di un numero folle di emendamenti, che domani potremo trovare su Azienda Zero o quando andremo a fare degli interventi sui piani legati al Recovery Plan o sul bilancio.
Chi ha vinto legittimamente le elezioni deve poter governare e legiferare. Per cui auspico che, per ovviare a questo vulnus del nostro Regolamento, ci sia quanto prima - e venga posto nell'agenda al primo posto, una volta approvata questa legge - il discorso di una revisione del Regolamento consiliare, quanto meno in materia di leggi che verranno dichiarate urgenti.
Qui noi andiamo a dare spazio ad uno dei cancri dell'Italia: la burocrazia. Questa mattina parlavamo di piccole e medie aziende. Cosa vogliono le piccole e medie imprese? Vogliono una riduzione della tassazione d'impresa, una riduzione della tassazione sul lavoro, ma anche la semplificazione delle procedure e della burocrazia, che genera costi e produce ritardi, ed è il male dell'Italia.
Oggi noi siamo testimoni, vivendo queste giornate di Consiglio, come la burocrazia può imperversare e dominare quest'Aula. Dobbiamo fare in modo che questo non avvenga per noi che governiamo oggi e per chi domani andrà a governare. Grazie.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente Bongioanni per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il collega Ravetti; ne ha facoltà per dieci minuti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Riordino le idee e provo a partire da qui.
Proverò a spiegarvi un punto che dovrebbe tenerci uniti, maggioranza e opposizione.
È una convenzione, riguarda le leggi che una società addotta nel definire ciò che è lecito e ciò che non lo è.
La società italiana - non tutta nel mondo, alcune nazioni hanno norme differenti - definisce legale l'alcol, il gioco, un certo tipo di gioco, le sigarette e si preoccupa, nell'ambito delle politiche per la salute, di definire all'inizio dei suoi programmi, sempre, a prescindere dal governo anche quando Fratelli d'Italia è al Governo - la prevenzione come prioritaria rispetto alla diagnosi, alla cura, agli interventi, la riabilitazione, la prevenzione, salvo poi, rispetto a ciò che ha definito lecito, rendersi conto che è un costo, soprattutto per quanto riguarda la cura dei cittadini.
Tuttavia, ahimè, come hanno già detto alcuni colleghi dai banchi delle opposizioni, e ripreso anche dai colleghi di maggioranza: povero lo Stato che ha bisogno di queste entrate per garantirsi gli equilibri di bilancio.
Perché questo è un tema.
Tema che va trattato a prescindere dalle appartenenze politiche: il tema delle entrate grazie ad alcuni ambiti che, per convenzione, questa società ha definito leciti, legali, salvo poi allocare risorse, dal mio punto di vista, poche, per fare prevenzione, affinché i cittadini non diventino utenti del sistema sanitario. È un corto circuito: prima o poi dovremo discutere, forse, non in questo ambito, di un tema che riguarda la qualità dello stato in cui viviamo. Questa è la premessa, sempre mettendo in ordine le idee.
Questa volta mi rivolgo ai colleghi delle opposizioni. Colleghe e colleghi, lasciamo stare i numeri, il confronto con la maggioranza non pu essere sui numeri; per chi ci ascolta è evidente che i numeri sono quelli che abbiamo portato noi, che sostengono tutti, tranne la maggioranza e gli imprenditori del gioco lecito.
Quello che chiedo ai colleghi della maggioranza è di lasciarci fuori da questo confronto, di avere rispetto per noi; il confronto non avvenga sui numeri: abbiate rispetto della nostra intelligenza. Non è su quello che possiamo confrontarci, perché mi sembra di dover ascoltare l'eco del "questo lo dite voi". Non lo diciamo noi; lo dicono tutti! Lo dicono tutti! Non confrontiamoci sui numeri. I numeri sono quelli che gli istituti pubblici (l'elenco l'hanno già fatto tutti colleghi che sono intervenuti) dimostrano come numeri ufficiali, per quanto riguarda i lavoratori, per quanto riguarda i ludopatici, per quanto riguarda la mole di denaro che non viene più utilizzata da quando è in vigore la legge ad oggi, eccetera.
Per favore, chiedo ai colleghi delle opposizioni di non aprire più un contenzioso verbale con la maggioranza rispetto a ciò che è assodato perché sbaglieremmo. Chiedo alla maggioranza - ribadisco - di nobilitare questa discussione; chiedo alla maggioranza di nobilitare la discussione chiedendo di provare a inserire in questo dibattito le vere ragioni che vi hanno convinto a togliere dal sistema legislativo piemontese la legge 9 del 2016. Ragioni che non sono quelle dei numeri, non sono quelle di una legge che non funziona, eccetera. Proviamo a nobilitare questa discussione proviamoci.
Se non vi dispiace, vi offro un suggerimento: dal vostro punto di vista, Fratelli d'Italia compresa, la mano invisibile del mercato è quella regolatrice di tutti gli aspetti economici e sociali della nostra comunità.
Cioè il mercato, anche in questo ambito, che è lecito, regola pure il benessere della nostra società.
Se voi declinate in questo modo questa discussione, proviamo a fare un confronto tra chi pensa che lo Stato debba tutelare le parti più fragili di questa società e che debba mettere al principio i temi che riguardano la salute, da coloro i quali, invece, oggi in maggioranza in quest'Aula pensano che il primato dell'economia, del mercato, venga prima di qualsiasi altro ambito. Se nobilitiamo la discussione in questo modo, facciamo qualcosa di serio; se, invece, ci confrontiamo sull'interpretazione dei numeri, che vengono offerti nel modo in cui sono stati raccontati oggi, il dibattito scade, non è più un dibattito.
Addirittura, ascoltate cosa vi dico: se voi nobilitate il dibattito così come mi sono permesso di suggerire, comprenderei anche le ragioni di un eventuale contingentamento. Pensate un po'! Riuscirei a comprendere quelle ragioni, perché inserireste in un contesto comprensibile, un dibattito che oggi comprensibile non è. Oggi, comprensibile non è.
Sapete in questa storia cosa manca? Manca il vostro coraggio. Manca il vostro coraggio. Il coraggio di dire le cose come stanno. Il coraggio di dire che c'è un primato per voi e un altro per noi.
Per noi, il diritto alla salute è un primato ed è su questo che abbiamo trovato, nella scorsa legislatura, un voto unanime sulla proposta di legge.
Tutti, in quest'Aula, l'hanno votata, perché abbiamo messo come priorità il principio della tutela, soprattutto, delle parti più fragili della nostra società. Dite con coraggio che voi oggi invertite l'ordine dei pensieri e legittimamente, dimostrate di essere diversi da coloro i quali rappresentavano la minoranza nella scorsa legislatura, e offrite al Piemonte un contesto all'interno del quale voi avete, come priorità, il mercato.
Nobilitatela così questa discussione; altrimenti, altro che un milione di emendamenti, di fronte a questa confusione un milione è ancora poco.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Ravetti per l'intervento e ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il Consigliere Alberto Avetta.
Prego, collega, ne ha la facoltà per dieci minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Benché voi sosteniate il contrario, seppur con alcuni 'distinguo' espressi poco fa (non vedo nessuno del Gruppo di Fratelli d'Italia, ma bene espressi dal Presidente Bongioanni), noi dobbiamo essere consapevoli e cerchiamo, con questi interventi, di richiamarvi alla consapevolezza che tutti i dati di cui disponiamo e che conoscete bene anche voi, avendo partecipato, seppure a ranghi ridotti (e forse anche disinteressati) alle audizioni, in cui ci hanno spiegato gli effetti della legge in vigore, ma ci hanno anche richiamato alle conseguenze dell'eventuale entrata in vigore del disegno di legge di cui stiamo discutendo: il gioco d'azzardo patologico è un problema sanitario, un problema sociale, un problema che riguarda, in particolare, le fasce più deboli.
Colpisce, principalmente, le fasce più deboli della popolazione colpisce quelle più in difficoltà, quelle che stanno ai margini della nostra società, il cui peggioramento della qualità della vita a seguito dalla dipendenza da gioco (ed è su questo che sarebbe opportuno che tutti noi riflettessimo di più) si riverbera, anche come costo a cui siete molto attenti (costo inteso a 360 gradi), sul resto della popolazione.
Non è un caso che questa patologia, fin dal 2017, sia stata inserita dal Ministero, nei LEA, nei Livelli Essenziali di Assistenza, a prova che di questo si tratta: una malattia che, come tale, deve essere trattata.
In proposito sappiamo, ed è stato ricordato in tanti interventi, in particolare in quello del collega Rossi, che la letteratura medica ci dice che la quantità e la qualità dell'offerta del gioco favorisce la dipendenza e, quindi, favorisce l'aggravamento di questa patologia. Peraltro, anche quei dati, purtroppo in senso negativo, ci confortano, perché l'Italia è quarta al mondo per numeri di gioco dopo gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone; ma qui giochiamo molto di più che in altri Paesi, per esempio in molti altri Paesi europei.
Questa domanda di gioco è cresciuta sull'eccesso di offerta.
Di fronte a questa situazione, questo Consiglio regionale, non un altro Consiglio regionale (ed è stato anche questo più volte ricordato, quindi qualcuno che siede oggi in questo Consiglio regionale, anche dalla parte della maggioranza, probabilmente ha dovuto o sta per cambiare idea) nell'aprile del 2016 aveva approvato all'unanimità una legge regionale che prevedeva un piano di prevenzione di contrasto al GAP, che si basava su due principi cardine: da un lato, il divieto di installare apparecchi da gioco vicino ai cosiddetti luoghi sensibili (le scuole, gli ospedali, le case di cura e le cose che sapete anche voi) e, dall'altro, la possibilità, per i Sindaci, di regolamentare gli orari di apertura.
La legge che state proponendo, questa modifica legislativa che state proponendo, spazza via in modo netto sia l'obiettivo della prevenzione sia l'obiettivo del contrasto e sottrae ai Sindaci, come è stato più volte ricordato, la possibilità di intervenire e le loro prerogative. Non è un caso che il CAL abbia dato quell'esito negativo. E ricordo a tutti coloro che hanno frequentato, frequentano e conoscono l'attività del Consiglio delle Autonomie Locali, che si tratta di un evento abbastanza singolare che non capita spesso; anzi, io non ricordo sia mai capitato, almeno da quando lo frequento io e conosco l'attività del CAL, che si sia espresso negativamente, proprio perché con questo disegno di legge stiamo sottraendo ai Sindaci quelle prerogative cui ho fatto riferimento.
La legge che state proponendo, di fatto, favorirà il gioco, con tutte le conseguenze che tutti conosciamo bene e rispetto alle quali voi vi state ponendo in una - non riesco a definirla diversamente - faticosa posizione di connivenza.
L'inversione riguarderà tutti quei dati positivi che sono invece, al contrario, frutto della legge del 2016, ampiamente evidenziati anche nella discussione di questa mattina e che non richiamo. È evidente che nei due anni di applicazione di questa legge regionale, della 9 del 2016, in Piemonte c'è stata una forte contrazione di gioco con apparecchi automatici.
Credo che tra qualche anno, quando saremo qui a commentare i nuovi dati che testimonieranno, invece, l'inversione di tendenza dei numeri del gioco (che credo voi state auspicando, perché se così non fosse sarebbe difficile capire la ragione intima dell'ostinazione che state ponendo a base di questa vostra scelta), noi avremo una magra consolazione. Ci consoleremo con il fatto che vi potremo dire che noi questa inversione di tendenza quindi la negativizzazione di quei dati, l'avevamo ampiamente prevista perché era ampiamente prevedibile.
Ma a quel punto ormai il danno sarà fatto e quel danno si scaricherà su tutti i piemontesi, su tutto il sistema sociale piemontese.
Tentando di alleggerire un po' il ragionamento, la scorsa settimana abbiamo suggerito una lettura interessante, già citata più volte, "Il giocatore" di Dostoevskij, tra l'altro un testo del 1886, che descrive quanto questa patologia sia devastante. Descrivendo un giocatore - in realtà una giocatrice - scrive Dostoevskij: "Le persone come lei, infilata una volta quella strada, è come se scivolassero giù in slitta da una montagna nevosa con sempre maggior velocità".
Ho citato questo passaggio perché tra le file di questa maggioranza - è appena entrato il collega Valter Marin, che salutiamo - il tema della montagna è molto rilevante e ampiamente discusso. Ebbene, voi che state governando quest'Aula - non me ne vogliate - in qualche modo state battendo la pista a questo scivolamento.
Mi spiace non sia presente il Consigliere Bongiovanni, che ha dato prova, nel suo intervento, di essere un ottimo surfista (non so se va sulla tavola da neve!). Perché quell'intervento è stato un ottimo esempio di quanto si riesca a surfare tra una considerazione e l'altra. Però è evidente - non a caso, uso questa metafora della neve, per l'attenzione che giustamente quest'Aula riconosce alla montagna - che quella metafora che Dostoevskij usa in modo molto puntuale e plastico, come tutti i grandi scrittori, è ampiamente significativa e ci fa ben comprendere cosa significa "iniziare a ruzzolare" in quella patologia.
Come ha ricordato il Consigliere Chiamparino questa mattina, siamo ben consapevoli - perché non viviamo sulla luna, né sotto una bolla di vetro che non sarà una buona legge regionale a risolvere un problema, quello del gioco patologico, che da tempo immemore caratterizza l'animo umano; tant'è vero che lo scrittore che ho citato ne scriveva con quella lucidità e con quella plasticità già nel 1886 (quindi non proprio qualche anno fa, per essere chiari). Però siamo altrettanto consapevoli che una buona legge regionale - sicuramente i dati che abbiamo riscontrato in questi anni e negli ultimi mesi dimostrano che la legge regionale 9/2016 lo è - ci pu aiutare ad attenuare gli effetti di una dipendenza, senza affossare l'economia che sta dietro a questa attitudine. Perché i dati che abbiamo letto lo dimostrano: l'economia che sta dietro a questa attitudine, che noi ovviamente giudichiamo negativa, non è stata affossata dal punto di vista delle entrate, è semplicemente diminuita, c'è stata una contrazione contrazione che, nel rapporto costi/benefici, ha ampi margini di valutazione positiva per tutti gli effetti positivi rispetto alla contrazione della dipendenza.
Sulla base di questi dati e viste le considerazioni che nei tanti interventi della minoranza sono state ribadite questa mattinata, vi chiediamo di riflettere su ciò che state facendo, perché quell'inversione di tendenza dei dati a cui facevo riferimento prima, la scaricate sul piemontesi: quegli effetti saranno scaricati sul piemontesi! Alla luce di quelle previsioni, ampiamente note e documentate, che avete ascoltato fino alla noia in Commissione, vi chiediamo di riflettere su cosa ci state proponendo e su ciò che quest'Aula voterà. Riflettete, e valutate se vale la pena interrompere un percorso positivo, impostato nel 2016 grazie alla legge regionale 9/2016, per andare incontro a dati ampiamente previsti e prevedibili, e che vi sono stati ampiamente notificati - per così dire.
Sapete a cosa state andando incontro, per cui sarete conniventi rispetto a quella negativizzazione dei dati cui ho fatto riferimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Alberto Avetta per l'intervento.
Ha chiesto la parola, in discussione generale, il Consigliere Mario Giaccone.
Prego, collega; ne ha facoltà per dieci minuti.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Farò una cosa inconsueta; invertirò quello che, secondo le leggi della retorica, dovrebbe essere lo svolgimento dell'intervento, partendo subito dal nocciolo centrale della questione che è stata sollevata sia dai colleghi di maggioranza sia dai colleghi dell'opposizione: mi riferisco alla contrapposizione tra lo sviluppo economico e gli effetti che questo può avere sul bene collettivo, sul bene della comunità.
Come ha anticipato la collega Canalis, questa contrapposizione è lo sforzo, da parte del legislatore, di comporre la composizione contenuta nell'articolo 41 della Costituzione, quando si dice che ".l'iniziativa economica privata deve avere utilità sociale e non può svolgersi arrecando danno alla dignità, alla libertà e alla sicurezza".
Considerando - e non negando - il diritto alla libera impresa di tutti quegli imprenditori che hanno fatto una scelta secondo ciò che la normativa nazionale prevedeva, noi abbiamo cercato, con la legge che voi state tentando di modificare, di contenere gli effetti rispettando il mandato che l'articolo 41 ci aveva dato, e cioè abbiamo detto: "Guarda che quest'iniziativa economica ha degli affetti oggettivi sull'utilità sociale ha degli affetti sulla dignità", perché tutti noi abbiamo idea di come si riduca una persona, e soprattutto la sua dignità, nel momento in cui diventa succube del gioco, nel momento in cui diventa ludopatica: ruba i soldi in famiglia, non ha più rispetto di se stessa né dei suoi familiari tantomeno del suo essere persona. Se non è questo un danno alla dignità come l'articolo 41 ci chiama a tutelare, vorrei sapere che cos'altro lo è.
Arreca danno anche alla libertà: non a caso nelle tantissime audizioni che si sono tenute gli esperti hanno richiamato il concetto di "gabbia", di prigionia, di schiavitù del ludopatico nei confronti del gioco. Eppure l'articolo 41 ci richiama alla tutela della libertà di ciascuno, e con la legge 9/2016 neghiamo la possibilità di intensificare il gioco.
Infine si arreca danni alla sicurezza. Sappiamo che anche dal punto di vista metaforico la persona diventa più insicura: un senso di insicurezza generale pervade anche la comunità e le persone nel momento in cui sono vittime del gioco.
Eppure, rispettando la normativa nazionale e rispettando il mandato costituzionale, abbiamo cercato di contenere, di arginare, di limitare e di ridurre gli effetti negativi che il gioco d'azzardo può indurre nella società.
È stato detto a più voci - non l'abbiamo detto noi, ma voci diverse che adesso elencherò - che questo tipo di attenzione e questo tipo di limitazione, indicano che effettivamente questo è avvenuto, tanto che quella legge è diventata, non solo nel nostro Paese, un riferimento per chi voleva per l'appunto contenere i danni della ludopatia.
stato fatto un richiamo al concetto dell'ascolto da parte del decisore politico nei confronti delle persone e della gente - giustissimo lo condivido, è perfetto.
Mi domando: le associazioni che sono venute nelle audizioni a dirci quali sono le conseguenze della modifica di questa legge, gli ordini professionali, gli infermieri, i medici, gli assistenti sociali e gli psicologi, non rappresentano forse la gente? Eppure, in quest'Aula, quando voi avete delle preoccupazioni di natura sanitaria chiedete al professor Stecco e chiedete professor Salizzoni; se dovete farvi fare un tampone ve lo fate fare dal sottoscritto, da Salizzoni o da Stecco. Nel momento in cui avete chiesto loro, pur da parti diverse dello schieramento, qual era la loro opinione in merito, visto che hanno un mandato dal punto di vista professionale di garanzia della salute pubblica, vi hanno onestamente e correttamente risposto al riguardo, da qualunque parte si trovassero dell'emiciclo. Va dato atto che anche chi si trovava dall'altra parte dell'emiciclo rispetto alla mia è stato deontologicamente e professionalmente, dal punto di vista del suo mandato professionale corretto. Questa è una cosa che io non dimentico perché dimostra che il coraggio e la correttezza del singolo, in questo ambito, ha ancora un valore.
Non sono solo gli Ordini professionali che ve l'hanno detto; ve l'hanno detto i Centri studi che hanno misurato i dati, a meno che non consideriamo CNR e IRES organi di partito oppure organi che non riportano i dati corretti.
Ve l'hanno detto anche i Vescovi che, fino a prova contraria, non è che abbiano una parte politica ma, nel momento in cui loro sì, assolvono al loro mandato - consentitemi - professionale, cioè la tutela e l'attenzione all'uomo, nel momento in cui svolgono il loro lavoro come si deve, cioè tutelare il debole, dicono che se dobbiamo tutelare il debole, il fragile l'ultimo in questa società, questa legge non la dobbiamo modificare. Lo dicono i Vescovi come lo dicono le suorine del Cottolengo - e avete ricevuto lettere da tutti. Quando mi dite che ascoltiamo la gente e le persone, voglio sapere se le suorine rappresentano la gente e le persone e se i Vescovi rappresentano la gente e le persone. Secondo me sì, ma non sono solamente loro, ve l'hanno detto altri organismi istituzionali come il CAL; ve l'hanno detto i Comuni, cioè chi presidia il territorio ed è vicino quotidianamente ai cittadini. Sappiamo quali sono le conseguenze di ciò che sta per capitare, per questo che ci stiamo opponendo così fermamente.
Le conseguenze sono più sofferenza per i giocatori e per le famiglie più indebitamento per le famiglie, per i padri e anche per i figli. Sono più malattia e più sofferenza dal punto di vista psicologico per ciascuno sono perdita del lavoro per molti che non sono più in grado di sostenerlo.
Sono anche la possibilità di scivolare nell'usura e quindi di alimentare è stato richiamato più volte - il concetto dell'illegalità. Tuttavia l'usura, fino a prova contraria, mi sembra un tema che non è gestito da organismi istituzionali, ma gestito dichiaratamente da elementi illegali della nostra comunità.
Quali sono le conseguenze le abbiamo richiamate da tanti punti di vista, anche la perdita di quel rapporto fiduciario e di quel rapporto di credibilità che l'istituzione deve avere nei confronti del cittadino.
Moltissimi dei cittadini che ci hanno sollecitato dicono: come potete cambiare una legge che funziona? Come potete cambiare una legge che tutela il debole, che evita che la situazione precipiti? Non faccio neanche riferimento alla questione di credibilità rispetto a normative che modificano in corsa le regole del gioco rispetto a come era prima, dando dei vantaggi in ambito concorrenziale a un imprenditore piuttosto che a un altro.
Questa legge è un punto di riferimento nazionale e internazionale per il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico e le ricerche scientifiche ce lo confermano.
Richiamo un solo dato - il collega Sarno ne ha richiamati ben di più non mi rifaccio a quelli: 2017-2019 diminuzione del 20% delle persone che hanno contratto, perché di questo si tratta, la malattia. La riduzione dell'accessibilità è in relazione diretta con la riduzione del numero di persone che sviluppano il disturbo. Mi sembra che dopo la pandemia, in un momento di ripresa, non possiamo esporre tutti i cittadini a un rischio ulteriore e a una possibilità di sofferenze e malattia così elevata soprattutto perché stiamo parlando, ed è stato detto bene da tanti colleghi, di tutelare la fascia più debole, la fascia più in difficoltà la fascia che meno può formarsi, che meno può sostenersi anche nel percorso di recupero e di ripresa. Ci stiamo accanendo evitando di difendere i più deboli.
Queste modifiche portano sofferenza, povertà, divisione, patologie depressione e quant'altro. Quando misureremo gli effetti di ciò che va a essere deciso oggi, quando gli insegnanti e gli studenti, i medici e gli infermieri, le sorelle e i fratelli, i figli e genitori, le suore e i vescovi, i laici e i mangiapreti vi chiederanno ragione della loro sofferenza e di questa scelta, non potrete sentirvi assolti perché siete tutti coinvolti.
Grazie Preside.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Giaccone per l'intervento e visto l'ora sospendiamo la seduta.
La seduta riaprirà alle ore 14.30.
Ricordo che alle 14.00 si aprirà la seduta con i question time.
Grazie e buona giornata.



(La seduta, sospesa alle ore 12.56, riprende alle ore 14.11)



(I lavori proseguono alle ore 14.11 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la seduta delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 790, presentata dal Consigliere Maurizio Marello, cui risponderà l'Assessore Andrea Tronzano interrogazione a risposta immediata n. 791, presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, cui risponderà l'Assessore Andrea Tronzano interrogazione a risposta immediata n. 792, presentata dal Consigliere Ravetti, cui risponderà l'Assessore Andrea Tronzano; interrogazione a risposta immediata n. 794, presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Andrea Tronzano.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi, ed è espressa volontà della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo fin d'ora che per le interrogazioni a risposta immediata è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per tre minuti e la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e non sono previste repliche.


Argomento: Innovazione tecnologica

Interrogazione a risposta immediata n. 790 presentata da Marello, inerente a "Cellulari. Mancanza di segnale nelle valli montane e collinari del cuneese"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
790.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Maurizio Marello.
Prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire per tre minuti.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Saluto anche l'Assessore Tronzano, che ringrazio anticipatamente per la risposta.
So bene che l'argomento trattato in questa interrogazione non costituisce una puntuale e specifica competenza della Regione, ma credo che la stessa, come massima istituzione del governo del territorio piemontese non possa rimanere indifferente rispetto ad una problematica che ritengo essere alquanto rilevante.
Il 23 giugno, sul quotidiano La Stampa, cronaca di Cuneo, è stato pubblicato un articolo in cui si denunciava un fatto di pochi giorni prima e cioè che, a causa della mancanza di segnale per i telefonini cellulari vi erano state difficoltà nei soccorsi di un turista che si era smarrito in un canalone a Briga Alta, nel Parco delle Alpi Marittime. Per fortuna questa vicenda si è conclusa positivamente, con il ritrovamento della persona interessata. Tuttavia, sia il Sindaco di Briga Alta, sia il Direttore del Parco Alpi Marittime, sia l'UNCEM, nello stesso articolo sottolineavano per l'ennesima volta una problematica che da oltre a vent'anni (in pratica, da quando ci sono i cellulari) coinvolge una porzione rilevante del territorio piemontese, specie quello montano e collinare, ma anche talune zone di pianura, quella della carenza o mancanza del segnale per i telefoni cellulare.
Pensate che in Piemonte ci sono 600 Comuni che, totalmente o parzialmente, non sono coperti, di cui 100 in provincia di Cuneo. Questo fatto, come abbiamo visto, pone dei problemi di sicurezza, pone dei problemi per i cittadini e per le imprese che vivono e che operano in quelle zone, pone dei problemi per i turisti e credo costituisca un handicap rispetto alla desiderata ripresa sia demografica che economica delle aree interne, delle aree collinari e delle aree montane.
Poiché in questo frangente saremo chiamati a discutere, a parlare di forti investimenti sul digitale - lo abbiamo già fatto - anche in prospettiva dei Fondi europei (la banda larga, la connessione, i 5G e quant'altro), tanto più bisognerebbe che, almeno per quanto riguarda la copertura telefonica, nel 2021 i cittadini di questi territori potessero godere di un servizio ormai essenziale.
L'interrogazione ha lo scopo di coinvolgere la Regione, pur non avendo essa una competenza specifica, rispetto ad una problematica molto sentita in modo tale che tutti assieme si possa cercare di risolvere, almeno in parte, questo annoso problema.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Maurizio Marello per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Andrea Tronzano.
Prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Marello per il pertinente question time perché, oggettivamente, è un problema. Tuttavia, mi piace rispondere con una nota congiunta degli Assessori Carosso e Marnati, che informano che dal mese di febbraio 2021, è stato riattivato presso la Prefettura di Torino un Tavolo di lavoro con gli operatori di energia e telefonia.
Al Tavolo, dove hanno partecipato i funzionari della Regione, si è discusso sia del ripristino dei danni arrecati dalle violente precipitazioni riferite ai mesi di gennaio e febbraio scorsi, sia degli investimenti per infrastrutture moderne ed efficienti in territori montani.
La pandemia ha contribuito a far crescere sperequazioni territoriali che non sono più solo tra nord e sud, bensì aumentano tra aree urbane e zone montane.
Al Tavolo, oltre ai rappresentanti di Enel Energia, erano stati convocati dal Prefetto anche i rappresentanti delle principali aziende di telefonia. Naturalmente, la competenza sui segnali dei cellulari non è regionale, come il Consigliere ben sa. Comunque il Settore montagna sta seguendo con UNCEM tutte le iniziative nazionali atte al potenziamento delle reti e agli investimenti che si potranno mettere in atto. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Andrea Tronzano per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 791 presentata da Frediani, inerente a "Convocazione per vaccinazioni over 70 in orario serale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 791, presentata dalla Consigliera Frediani.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Francesca Frediani; ne ha facoltà per tre minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente e buongiorno, Assessore.
Sarò molto breve, perché la situazione è piuttosto semplice, pur generando, nella realtà, grandi complessità.
Abbiamo alcuni anziani over 60 che rappresentano una categoria che, al momento, non ha risposto positivamente all'invito alla vaccinazione.
Rispetto a questa categoria si stanno attuando delle politiche di persuasione o, comunque, di agevolazione nell'accesso ai vaccini, come ad esempio la possibilità di accedere senza prenotazione, e anche quella di scegliere il vaccino.
C'è, poi, la categoria degli over 70 che, nella gran parte dei casi, ha già ricevuto la prima somministrazione, e in questi giorni iniziano i richiami per la seconda dose.
Ho ricevuto diverse segnalazioni, principalmente dal mio territorio quindi dall'ASL TO3. Può darsi che questo dipenda dal fatto che risiedo in quel territorio, quindi è più facile che mi contattino da quella ASL, ma è probabile che il problema sia presente anche in altre ASL.
Il problema è che questi over 70 vengono convocati in orario serale, ma parliamo delle ore 22.00 e delle ore 23.00, addirittura delle ore 24.00.
Rispetto a Susa, credo che la spiegazione potrebbe trovarsi nel fatto che questo sito è l'Autoporto, quindi gli anziani vengono vaccinati direttamente in auto (poi devono rimanere in osservazione un quarto d'ora per verificare l'esistenza di reazioni avverse). Questo, ovviamente, se fatto in pieno giorno, potrebbe portare a dei malesseri dovuti alle alte temperature, perché è un luogo senza spazi alberati e senza possibilità di riparo dal forte sole e dalle calde temperature di questi giorni. Però, se così fosse, mi chiedo per quale motivo non si sia pensato ad una sistemazione alternativa. Abbiamo a disposizione degli spazi nei quali sarebbe stato possibile organizzare il giro di richiami di seconda dose delle vaccinazioni senza chiedere a persone over 70 di spostarsi in auto di sera, al buio.
È chiaro che l'obiettivo è quello di velocizzare la campagna vaccinale e dare la massima copertura. Tuttavia, considerando che, ad esempio, sul territorio di Avigliana è presente la Casa della Salute, dove molti giovani vanno a vaccinarsi, mi sembra che ci sia un po' di disorganizzazione (vorrei chiamarla così, ma non so nemmeno se sia imputabile a questo fattore). Era solo per capire se il fenomeno si verifica soltanto nell'ASL TO3, e sia legato a questo discorso dell'Autoporto di Susa, o se sia un fenomeno generalizzato, dovuto al fatto che si stanno accelerando le vaccinazioni, per cui gli orari per gli anziani coincidono spesso con quelli riservati ai più giovani.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Tronzano, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Prendo spunto dalle indicazioni della Consigliera Frediani e le trasmetterò naturalmente all'Assessore Icardi. La risposta per ora è la seguente.
La popolazione over 60 e ancor più quella over 70 rappresenta un target fondamentale della campagna di vaccinazione anti SARS-CoV-2, tenuto conto della maggior frequenza di forme gravi di patologia e di decessi da COVID 19. Per questo motivo è in via di definizione un accordo con i Medici di Medicina Generale della Regione per il recupero e la conseguente vaccinazione di tutti i soggetti over 60 non ancora vaccinati. Trattandosi pertanto di un intervento gestito dai MMG, la vaccinazione avverrà nei loro orari di ambulatorio, in accordo con il paziente stesso.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Ha risposto ad un'altra domanda. Io non ho chiesto questo. Ora l'Assessore Icardi non è presente e quindi chiederei.



PRESIDENTE

Questa è la risposta dell'Assessore.
Al limite, riponga la domanda.



FREDIANI Francesca

Non c'entra nulla con la domanda che ho posto. Qui parliamo di richiami già definiti e già fissati in orari che non sono praticabili per persone anziane. A questo punto, o sospendono le vaccinazioni per queste persone e li rimandano agli ambulatori, altrimenti è una risposta che non ha il minimo senso.
Grazie comunque all'Assessore per averla riportata.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione a risposta immediata n. 792 presentata da Ravetti, inerente a "La Regione Piemonte sostiene economicamente il Festival dell'associazione Cultura - Identità 'Noi che amiamo la Patria'?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 792.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione. Ne ha facoltà per tre minuti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente, utilizzerò anche meno tempo.
Come lei ha detto, interrogo l'Assessore con una premessa. Abbiamo saputo, attraverso i mezzi di informazione, che nei giorni 2, 3 e 4 luglio a Casale Monferrato l'Associazione Cultura e Identità organizza il Festival "Noi che amiamo la Patria". Si evince, sempre dagli organi di informazione che è giunto alla IV edizione e che sarà dedicato ad una importantissima figura casalese, lo statista Giovanni Lanza, a cui sarà intitolato un concorso nazionale.
Dai manifesti è chiaro che la manifestazione ha il Patrocinio della Regione Piemonte e, sempre sugli organi di informazione, abbiamo letto alcune dichiarazioni che testimoniano delle perplessità esposta da qualche soggetto che è stato intervistato.
Non ho idea se la Regione Piemonte abbia previsto un sostegno economico a questa associazione o al Comune di Casale, pertanto interrogo l'Assessore per sapere cosa ne pensa la Giunta di quello che sta succedendo in questi giorni, attraverso gli organi di informazione, e di questa manifestazione.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Ravetti per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Tronzano, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Parto dalla fine, nel senso che la risposta è sì, in coerenza con quanto previsto dalla legge regionale n. 25/2009. La Regione sostiene interventi finalizzati a sviluppare forme di marketing pubblico e territoriale, promuovendo iniziative che contribuiscano alla conoscenza del Piemonte e della sua identità, come ad esempio l'iniziativa in oggetto.
Si conferma quindi che l'iniziativa, per le ragioni sopra indicate vedrà anche la compartecipazione economica della Regione alle spese del Festival relative alla promozione e alla comunicazione.
Per quanto concerne l'Assessorato alla Cultura, al Turismo e al Commercio, i criteri di intervento a sostegno delle iniziative a carattere culturale per l'anno 2021 sono in corso di approvazione e l'uscita del bando concernente la promozione delle attività culturali è prevista per la seconda metà del mese di luglio.
Nel caso in cui l'Associazione Cultura - Identità avanzasse una richiesta di contributo, anche ai sensi della legge regionale n. 11/2018 in materia di attività culturali, l'istanza verrebbe valutata ai sensi di tali criteri, tenuto conto, ovviamente, dell'intervento eventualmente già assegnato ai sensi della sopracitata legge regionale n. 25/2009.
Il tema è anche politico. Adesso io ho letto le dichiarazioni di un esponente del Partito Democratico che dice: "Vorremmo sbagliarci, ma a giudicare dagli ospiti previsti è praticamente certo che ci si prepari ad una carrellata quasi esclusiva di negazionisti, ultrasovranisti, sessisti il cui orientamento politico non è un mistero per nessuno".
Mi faccia dire, Consigliere Ravetti, che queste parole sono oggettivamente una mancanza di rispetto molto forte. Una valutazione politica è sempre legittima, perché la politica è libertà di fine, per certamente questo è un elemento che mi consenta di stigmatizzare, perch assolutamente il Festival Culture-Identità non è quello che questo esponente del Partito Democratico dice.
Naturalmente, poi, per l'amor di Patria, si sono spese anche persone come Mazzini, Garibaldi, Cavour, per cui credo che l'identità culturale del Piemonte abbia le sue giuste valutazioni e le sue giuste radici. Pertanto nell'ambito della nostra giusta valutazione ecumenica (chiamiamola così) o comunque pluralista, certamente anche questo Festival merita attenzione come gli altri che sono stati organizzati in precedenza.
Oggettivamente, queste dichiarazioni ci mettono profondamente in imbarazzo e non sono all'altezza di un giudizio di un partito come il vostro, il Partito Democratico.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ravetti, per la replica.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente, soltanto una breve replica.
Ovviamente, io non ho espresso alcun tipo di giudizio; ho semplicemente chiesto cosa ne pensa l'Assessore delle polemiche e se c'è un contributo economico.
Scusi, Presidente, ma volevo sottolineare questo passaggio.



PRESIDENTE

Le è concesso, vista la particolarità della domanda.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione a risposta immediata n. 794 presentata da Magliano, inerente a "Aumentiamo anche sui bus turistici la capienza massima consentita dei passeggeri"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 794.
La parola al Consigliere Magliano, per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Nella premessa scriviamo che, ai sensi del DPCM del 2 marzo 2021, nelle zone bianche è prevista la cessazione delle misure restrittive previste per la zona gialla, ad eccezione del distanziamento e dell'obbligo di mascherina (anche la mascherina, poi, ha trovato altre sue modulazioni come ben sappiamo).
Dallo scorso lunedì 14 giugno, c'è stato il passaggio della Regione Piemonte in "zona bianca", reso possibile dal miglioramento dei dati relativi ai contagi da COVID-19 e dalla crescente copertura vaccinale della popolazione. Grazie a tale passaggio, dallo scorso lunedì 14 giugno, il trasporto pubblico è tornato a viaggiare all'80% della sua capacità; la capienza massima consentita per autobus, tram, metro e treni è salita dal 50% all'80%.
Rilevato che i bus turistici sono, al momento, ancora esclusi dalla nuova misura e che durante l'epidemia l'attività dei bus turistici è stata ferma per lungo tempo e ciò ha causato ingenti perdite al settore, e che è fondamentale aumentare la capienza massima dei passeggeri anche sui bus turistici, essendo il periodo estivo il momento di maggiore operatività del settore. In quest'Aula, poche ore fa, si discuteva di come aiutare il mondo dell'impresa sul tema del gioco d'azzardo e il tema però di sostenere anche questo tipo di imprese è fondamentale.
Considerato che la situazione pandemica è in continuo miglioramento ci auguriamo - ed è pertanto stata disposta la generale riapertura di tutte le attività, pare opportuno fare chiarezza relativamente alla capienza massima dei passeggeri consentita attualmente sui bus turistici.
Interrogo la Giunta regionale - ringrazio l'Assessore Tronzano per essere qui oggi, perché è evidente che questa non è una sua delega - per sapere se abbia intenzione, come già previsto per il trasporto pubblico che però è all'80%, di estendere la capienza massima dei passeggeri consentita anche sui bus turistici, al fine di favorire gli spostamenti e la ripresa di un settore da tempo in crisi.
Il nostro trasporto pubblico è all'80% della capienza, però è importante capire, nei mezzi della nostra città, come si sviluppi nella realtà questo 80%, sapendo che buona parte di chi è sui nostri pullman sta in piedi e non c'è nessun controllo: di fatto, lì siamo al 100%, perch nessuno è in grado di dire se con i passeggeri che stanno in piedi si supera l'80%.
Dall'altra parte, invece, i bus turistici vivono in questa condizione quindi non si capisce se possono riempire i 52 posti, i 16 posti o i 30 posti, perché, evidentemente, hanno un'altra tipologia di conformazione del mezzo (cioè le persone non possono sostarvi in piedi) e su questo le associazioni di categoria ci chiedono di far sì che la Regione Piemonte, in Conferenza Stato-Regioni o con suo atto, decida di garantire il 100%; non l'80%, perché sarebbe a nocumento della piena occupazione di questi mezzi tenuto conto che il mezzo pubblico, che è all'80%, supera di fatto questa capienza dal momento che manca un controllo vero e proprio. Da qui, il question time.



PRESIDENTE

Grazie.
Ringraziamo il Consigliere Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Andrea Tronzano.
Prego, Assessore, ne ha facoltà per cinque minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Come ricordato dal Consigliere Magliano, la delega è dell'Assessore Gabusi, che mi invita a leggere questa nota.
Purtroppo, per inquadrare il problema rispetto alla sua domanda dobbiamo fare riferimento al DPCM del 2 marzo 2021, che all'articolo 7 relativo alle misure che si applicano alle cosiddette "zone bianche" prevede quanto segue: "Nelle regioni classificate zona bianca cessano di applicarsi le misure di cui al Capo III relative alla sospensione o al divieto di esercizio delle attività ivi disciplinate. A tali attività si applicano comunque le misure anticontagio previste dal presente decreto nonché dai protocolli e dalle linee guida allo stesso allegati concernenti il settore di riferimento o, in difetto, i settori analoghi".
Nello stesso DPCM, all'articolo 54, relativo alle ulteriori misure di contenimento del contagio sulle aree del territorio nazionale concernente i trasporti, si legge: "L'applicazione delle linee guida, di cui l'allegato 15, che consentano l'incremento dell'offerta load factor, fino all'80% dei posti consentiti dalla carta di circolazione dei mezzi stessi alle condizioni ivi previste".
In tale contesto, che vede ormai da diverse settimane i mezzi del trasporto pubblico viaggiare con la possibilità di riempimento fino all'80%, pare assurdo che analogo coefficiente non sia applicato da subito anche ai bus turistici.
Per tale motivo le Regioni, tramite la Conferenza delle Regioni, hanno richiesto un provvedimento urgente del Governo affinché ci sia un'equiparazione dei diversi mezzi di trasporto e si metta fine a questa anomalia.
Purtroppo, nessuna singola Regione è nelle condizioni di poter derogare a questa normativa in autonomia. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'assessore Andrea Tronzano per la risposta.
Prima di chiudere la seduta dedicata alle interrogazioni a risposta immediata, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta sarà trasmesso via e-mail a tutti i Consiglieri e pubblicato in banca dati, dove sarà reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti, che dei componenti della Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.00, dopo il tempo dedicato all'areazione dei locali, il Presidente Allasia aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Buona salute a tutti.



(Alle ore 14.33 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.07)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Proseguimento esame disegno di legge n. 144, inerente a "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP)" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nella mattinata odierna, l'Assessore Ricca ha illustrato il disegno di legge n. 144 e sono intervenuti, in sede di discussione generale, vari Consiglieri.
Prima di chiudere la discussione generale, chiedo se vi sono altre richieste di intervento.
Prego, Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Provo ad aggiungere anch'io qualche considerazione sul disegno di legge n. 144, abrogativo della legge 9 del 2016. Ormai sono leggi che abbiamo imparato a conoscere e che anche i nostri concittadini hanno imparato a conoscere, perché è da più di un anno che il tema del gioco d'azzardo occupa una parte significativa dei lavori di quest'Aula.
Senza scomodare la storia (già altri colleghi hanno ricordato la storia millenaria del gioco, una storia che nessuno potrà in futuro cancellare; o meglio, il gioco non è ovviamente cancellabile, questo lo sappiamo tutti) vorrei provare a ricordare alcuni passaggi degli ultimi decenni, che credo abbiano cambiato in maniera radicale anche le caratteristiche del gioco d'azzardo. Intanto, il fatto di essere stato liberalizzato negli ultimi decenni. Il gioco d'azzardo prima era una questione che poteva riguardare specifici luoghi (in particolare, pensiamo ai casinò), mentre negli ultimi decenni c'è stata una forte liberalizzazione, a cui si è accompagnata una larga diffusione delle opportunità di gioco e la collocazione delle slot negli esercizi commerciali, sotto casa, agli angoli delle nostre vie è stata uno di questi fenomeni, forse il principale, che ha contribuito alla loro diffusione, a rendere il gioco accessibile alle masse, anche a chi, magari, non avrebbe mai pensato in vita sua di recarsi in un'apposita sala o in un apposito casinò per praticare il gioco.
Questa diffusione è stata anche alimentata dalla diversificazione delle tipologie di gioco: le slot, le lotterie, poi sono arrivati i "gratta e vinci", che hanno un grande successo, poi il gioco online, ormai anche da qualche lustro, che ha preso sempre di più piede.
Un altro elemento che ha contribuito alla sua diffusione, accanto alla liberalizzazione, è stata l'attenzione al gioco dei Governi, l'attenzione degli Stati, direi un po' di tutti gli Stati. Attenzione legata ovviamente, al fatto di cercare di contrastare il gioco illegale, ma anche legata al fatto che ci si è accorti che il gioco legale produce per il sistema fiscale delle entrate molto significative. Ecco che allora i vari Stati - ripeto, un po' tutti - hanno iniziato a finanziare delle loro attività, spesso legate alla cultura, spesso legate al welfare; attività tese a risolvere delle questioni sociali, con i proventi fiscali derivanti dal gioco. Quindi, in qualche misura, hanno alimentato la crescita stessa del gioco e il nostro Paese non è stato esente da questo tipo di pratica.
Tutto queste cose messe assieme hanno fatto sì che nel suo complesso il gioco abbia avuto una crescita esponenziale. Si è passati da un qualcosa che poteva riguardare persone più o meno abbienti, o, comunque, persone che avevano una predisposizione, una indole, un desiderio, una passione per il gioco (come si può avere la passione per il gioco del calcio, piuttosto che per altre forme di evasione), ad un fatto di massa che ha toccato diciamocelo pure, anche persone che si sono accostate al gioco per ragioni economiche, persone disperate, persone povere che cercavano nel gioco un riscatto anche di tipo economico.
Per gli Stati il gioco è diventato nel tempo una sorta di "tassa volontaria"; qualcuno la chiama "la tassa dei poveri". Ovviamente, è una tassa che si paga senza protestare, che non ha ritorni particolari in termini di servizi, ma soltanto in termini di sofferenza.
In questo quadro siamo arrivati al 2016, anno in cui il nostro Paese, a livello mondiale, era al terzo posto per la presenza di numero di slot (rapporto tra popolazione e slot): vado a memoria, ma il dato era di 122 slot a persona. In questo quadro, il Piemonte aveva un riguardo particolare, addirittura ancora in crescita.
Quindi non le politiche degli Stati, non le politiche a livello globale e internazionale, ma le politiche degli Enti locali, quelle più vicine ai cittadini, quelle che percepivano lo sfascio sociale e personale che quel gioco di massa stava producendo (e sta producendo tutt'ora), hanno cercato di fare qualcosa. Hanno iniziato i Sindaci, esercitando, come potevano poteri di ordinanza, poteri regolamentari, disciplinando le ore di gioco iniziando ad imporre qualche distanziometro come potevano.
Poi hanno iniziato le Regioni: è qui che si colloca la legge n. 9 del 2016, che è stata la legge più rigorosa - è vero! - nel nostro Paese, ma è stata una legge profondamente sentita da tutti, tant'è che fu approvata all'unanimità. È stata una legge che ha cercato di porre rimedio, di porre un freno a un andazzo che stava generando più costi che benefici. Su questo aggiungo un concetto: dite che è scandaloso che quella legge fosse retroattiva, ma adesso vogliamo togliere quella retroattività e ritornare con le lancette dell'orologio al 2016. A parte il fatto che non era retroattiva, perché, complessivamente, concedeva cinque anni ai vari soggetti (esercizi commerciali e sale) per togliere le macchinette vicino ai luoghi sensibili e ricollocarle altrove. Ma se quella legge non avesse fatto così, si sarebbe limitata a fotografare la situazione, a chiudere la stalla quando i buoi erano già scappati. Invece fece un tentativo, quello di fare rientrare non dico tutti i buoi, ma almeno una parte. Così facendo si è ridotto il numero di slot presenti sul territorio piemontese, così si sono ridotte le somme complessivamente giocate di parecchi milioni di euro così si sono ridotte le patologie del 20%.
Oggi riaprite semplicemente la stalla e fate uscire i buoi, in considerazione di un unico aspetto di tutta questa vicenda: l'aspetto imprenditoriale, l'aspetto del lavoro, sul quale si è già detto molto e su cui non voglio aggiungere nulla. Ma questo è un aspetto.
A mio avviso, la politica dovrebbe cercare di fare uno sforzo per affrontare la tematica nella sua giusta dimensione, mettendo in fila tutte le questioni che comporta, quindi guardandola sotto il profilo dalla salute pubblica, innanzitutto, della salute dei singoli cittadini, della sofferenza, delle patologie, guardandola come una questione sociale vera e propria (sappiamo che cosa produce il gioco a livello familiare), e poi guardandola anche come una questione economica, pensando che la riduzione del gioco comporta sì un danno economico per chi lavora su quel gioco e per chi vive di quel gioco, ma pensando allo stesso tempo a come fare per cercare di riconvertire queste situazioni. È un pensiero che aveva la stessa legge n. 9/2016, che non eliminava le sale gioco, semplicemente diceva loro: "Mettetevi un po' lontano dai luoghi sensibili. Togliamo le occasioni di gioco. Facciamo sì che chi vuole giocare, debba cercare il luogo in cui andare ad esercitare questo suo desiderio".
Credo che la politica, per dirla con una parola, dovrebbe lavorare a tutti i livelli per limitare il gioco d'azzardo, sapendo, da un lato, di non poterlo cancellare, ma sapendo anche di non doverlo incrementare.
Voi oggi tornate indietro; fate tornare indietro il Piemonte assumendovene anche i rischi. Voi non prendete in considerazione la dimensione oggettiva del problema, ma semplicemente le istanze, sia pure legittime, di una parte del problema, quella relativa alla dimensione economica.
Da questo scaturisce - e, concludo, Presidente, perché ho esaurito il mio tempo - il lavoro che abbiamo cercato di fare in quest'Aula, che sappiamo essere un lavoro di ostruzionismo, ma, del resto, gli strumenti che abbiamo a disposizione sono questi.
Al Consigliere Bongioanni, che non è presente, dico anche che i regolamenti sono importanti, ma la politica è più importante. Se in quest'Aula ritornasse la politica, ritornasse una reale capacità di dialogo e di ragionamento, credo che i problemi che possono derivare dai regolamenti e, magari, dal loro uso, più o meno distorto, sarebbero completamente risolti. Invece, su tale questione una parte sconfitta è sicuramente la politica, perché voi non avete accettato alcun tipo di dialogo su questo. L'altra parte sono i piemontesi, sono i cittadini, che lo ripeto, non credo desiderino un ritorno al passato, e i nostri Sindaci che non potranno più intervenire, e se crescerà la domanda, rivedranno le slot ad ogni angolo della loro città e del loro paese. È stato sconfitto anche quel buonsenso che voi spesso invocate, ma che in questa circostanza scusatemi se lo dico, mi pare che non state praticando. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo in questa discussione generale. Possiamo dire che già la discussione di questo disegno di legge ha avuto un effetto positivo, che è quello di fare ribadire al Consigliere Preioni quanto sia stato fondamentale il reddito di cittadinanza durante l'emergenza.
Condivido assolutamente, ma ritengo sia importante non solo in periodo di emergenza, ma anche in periodi normali, perché quando qualcuno esce dal mondo del lavoro perdendo il proprio impiego (per diverse motivazioni) dev'essere aiutato e supportato per rientrarci con tutti i mezzi possibili.
Lo Stato deve farsi promotore di questa iniziativa, per cui direi che è assolutamente fondamentale. Tra l'altro, è una misura che la Lega ha anche sostenuto al Governo, quindi questa era l'unica nota positiva della discussione.
Peraltro, ho sottomano la norma finanziaria del reddito di cittadinanza: ho cercato il passaggio dove, a detta di qualcuno, si dice che viene finanziato con i proventi del gioco d'azzardo, ma non l'ho trovato. In ogni caso, se qualcuno volesse leggerla, è a vostra disposizione.
Cosa dire, in aggiunta, sul provvedimento? Molto è stato detto durante la discussione in Commissione; sono venuti tanti auditi a ripeterci molti dati; dati che, purtroppo, sono stati utilizzati per ribaltare la discussione, perché considerati strumentali e non corretti. Dire che i dati sono "di parte" è, ovviamente, offensivo e lesivo. Ma è anche un becero vittimismo che si cerca di mettere in atto, adducendone la falsità e il loro uso strumentale, soltanto per dare contro ad un disegno di legge.
Invece no: chi ha portato e sostiene quei dati, lo ha fatto estrapolandoli con delle ricerche; sono dati scientifici. Sarebbe come dire che, ad esempio, i medici e gli scienziati manipolano i dati del COVID per permettere a Salvini di diffondere un meme che dice che finalmente si potrà togliere la mascherina. È la stessa cosa. È come se si dicesse che i dati vengono fatti per noi solo per darvi contro. Lo capite che è un paradosso incredibile? Parliamo di questi dati perché sono importanti. Ho tirato in ballo una ricerca che ha studiato i dati del 2008, quando i volumi di gioco sono aumentati dell'85% a seguito di una crisi economica ingente. Dai 47 miliardi che erano stati giocati nel 2008 si è passati all'87,5% del 2012 perché i cittadini, dopo la crisi, hanno cercato di ritornare ad avere delle risorse e si sono riversati, sbagliando, nel gioco d'azzardo diventando anche patologici.
Questo è lo scenario che potrebbe avvenire se, in un momento di crisi approvassimo un disegno di legge di questo tipo, perché non c'è differenza.
Nel 2008 c'era la crisi, esattamente come c'è adesso.
In sostanza, ripristinando queste slot nei luoghi dove ora non ci sono più, aumentandone il numero sul territorio, stiamo dando uno strumento in mano ai cittadini per potersi potenzialmente rovinare, esattamente com'è successo nel 2008. Di questo ne abbiamo contezza, perché ci sono i dati.
Così come ci sono i dati relativi agli effetti della legge del 2016, che dicono che ha funzionato: dalla riduzione del 15,2% dei volumi di gioco, al 19,1% della riduzione delle perdite (nel 2008, invece, le percentuali erano aumentate), per arrivare alla riduzione del 20% dei pazienti in carico alle ASL. E la riduzione del 20% tiene conto dei patologici, ma non dei pazienti problematici, che sono quelli che potrebbero diventare patologici in un momento di crisi come quello del dopo emergenza COVID, ritrovandosi in un contesto totalmente cambiato con la cancellazione di questo disegno di legge.
I dati dell'IRES parlano chiaro, ma anche le relazioni di tutti gli auditi che sono venuti in Commissione, compresa la Guardia di Finanza. Si continua a dire che questa legge ha contribuito ad aumentare il gioco illegale in Piemonte, quasi come se fossero aumentate le bische o quei luoghi dove si va a giocare in modo illegale. È venuta la Guardia di Finanza in Commissione, a cui abbiamo posto proprio queste domande. Abbiamo letto anche la relazione della CGIA di Mestre, che dice che effettivamente gli illeciti negli ultimi anni sono aumentati. Letto così, uno potrebbe dire: "Beh, effettivamente questa legge ha prodotto più illeciti". No. Lo abbiamo chiesto alla Guardia di Finanza, che era qua presente ringraziandola per il lavoro che è stato svolto in questi anni, e ci ha detto che sono aumentati i controlli su esercizi che operano nell'ambito del gioco, che quindi sono accreditati e riconosciuti perché operano nell'ambito del gioco. Non stiamo parlando di luoghi che non sono adibiti a questo, come le bische clandestine, se così vogliamo chiamarle, o altro.
Questo ce l'ha detto la Guardia di Finanza in merito ai dati della CGIA di Mestre, che attestavano l'aumento degli illeciti, ma anche l'aumento dei controlli.
Occorre ovviamente ringraziare la Guardia di Finanza e tutti coloro che si adoperano per i controlli nella nostra Regione, ripristinando la legalità anche in quei posti adibiti al gioco, laddove essa non ci sia.
Si continua a dire che questa norma va incontro agli imprenditori.
Penso, però, che ci siano due problemi: il primo è che potevamo normare questo settore in ambito sanitario, e non in ambito economico (con la legge del 2016 avevamo disciplinato la materia del contrasto al gioco d'azzardo patologico come norma sanitaria, quindi l'avevamo trattata in ambito sanitario, per prevenire una patologia; non avevamo disciplinato la materia dal punto di vista economico, non l'abbiamo fatto per le imprese). Cosa implicherà questo? Ci metterà a rischio di ricorsi o altro.
Vorrei porre una domanda alla maggioranza, sperando di ricevere una risposta: come si pone la Regione nei confronti di tutte quelle attività e di tutti quegli imprenditori che, in modo serio, si sono adeguati a questa normativa spostandosi e convertendosi? Perché, anche su questo, i dati confermano che il calo dei posti di lavoro non c'è stato; c'è stata una riconversione, una migrazione verso altre attività. Questo vuol dire che la legge ha avuto degli effetti anche nei confronti delle attività che hanno deciso d'intraprendere la strada dell'adeguamento e della riconversione.
Come si pone la Regione nei confronti di questi imprenditori che hanno investito magari anche tante risorse per potersi mettere in regola con questa norma? Se fossi uno di quegli imprenditori, la prima cosa che farei domani, quando verrà approvata questa legge, è intentare subito una bella causa alla Regione Piemonte che mi ha causato un danno. Penso che questo sia chiaro.
Questa è un'altra ragione per cui questa norma potrebbe essere tranquillamente impugnata e per cui la Regione potrebbe subire un danno di tipo economico da parte di imprenditori che, appunto, si sono adeguati alla normativa del 2016. Ed è per questo che dico che voi, forse, dalla parte degli imprenditori, come dite di essere, effettivamente non lo siete abbastanza. Perché questa normativa, invece, va a danneggiarli.
Inoltre, ho sentito parlare di emendamenti che mirano a ripristinare le slot nei bar. Io ricordo la situazione di Torino prima del 2016, ad esempio nel 2012, quando era disponibile una slot machine ogni 150 abitanti praticamente ad ogni angolo della città.
È una strada che non è ripercorribile, soprattutto se queste macchinette vengono ripristinate vicino ai luoghi sensibili, alla portata di giovani e di ragazzi che potrebbero esserne danneggiati, perch potrebbero entrare nel circolo del gioco d'azzardo patologico, andando ad aumentare quel drammatico numero di giocatori patologici.
Purtroppo, c'è anche tanto "sommerso" in questo dato, perché in realtà non possiamo sapere quante sono le famiglie e le persone che effettivamente si rovinano e che non entrano nel circuito delle ASL, della Regione o dei SERD. per essere assistiti. Questo non lo possiamo sapere, però possiamo pensare che si ripresenterà una situazione analoga a quella del 2008: è questo che spaventa! Perché oltre ad essere ingiusta questa norma, perch andate a cancellare una legge che era stata creata per tutelare i cittadini, voi consentite a delle attività che in questo momento sono fuori regola (perché in questo momento sono inadempienti nei confronti della legge) di poter operare. C'è una norma a cui delle attività non si sono adeguate: cosa facciamo? Anziché farla rispettare, la cambiamo! Allora facciamolo per tutto! Che cosa esistiamo a fare? Non facciamo più leggi tanto ci rimpalliamo: un anno la cambiamo, un altro la facciamo.
Anche questo, per quanto mi riguarda, è un meccanismo davvero poco serio da parte delle istituzioni. È poco serio emanare una normativa di questo tipo, soprattutto adesso, in un momento economico delicato, dove i cittadini sono provati per gli effetti di una pandemia senza precedenti dove magari hanno subito delle perdite, hanno perso il lavoro, hanno perso gli affetti, subiscono i danni della solitudine. Noi che cosa facciamo? Qual è la risposta che diamo loro? "Viva le slot!", cioè le mettiamo dappertutto, "Potete ricominciare", tanto fanno gettito, ci finanziamo le misure economiche. Anzi, magari non ce le finanziamo nemmeno, perché se andiamo a verificare la maggior parte delle fake news che compaiono sul web sono facilmente smentibili con gli atti. Questo, però, è un pessimo messaggio che diamo ai cittadini e alla Regione.
Sono stata eletta in questa legislatura e mai mi sarei sognata di poter assistere ad uno spettacolo di questo tipo, dove una norma viene cancellata così, solo perché, magari, in campagna elettorale qualcuno aveva detto che quella norma sarebbe stata cambiata, senza però fare i conti con quei cittadini fragili che invece potrebbero esserne danneggiati e che potrebbero entrare nel circuito del nostro sistema sanitario. Se da una parte i soldi si prendono, dall'altra parte si investono per esempio per curare i giocatori patologici.
Presidente, sono tante le cose che sono state dette dagli auditi, dai colleghi e non voglio nemmeno stare qui un minuto di più a dire perché si dovrebbe tornare indietro su questa norma. Se però in quest'aula è rimasto un briciolo di cuore o un briciolo di ragione, li userei probabilmente per difendere i cittadini che potrebbero essere effettivamente danneggiati da questa normativa. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Il mio, probabilmente sarà l'ultimo intervento del mio Gruppo (sicuramente lo sarà per le opposizioni, quindi credo si concluda qui la discussione generale).
Non ripeterò le tante buone motivazioni che i colleghi, che ringrazio hanno illustrato nei loro interventi, sotto tanti punti di vista, partendo sempre da dati scientifici e da considerazioni di studi fondati sostanziali e certificati, e mai di natura politica.
Abbiamo cercato di dimostrarvi con fatti, con numeri, con la storia con la letteratura, con riflessioni ideologiche e politiche, come ha fatto il collega Ravetti, il motivo per cui continuiamo ad essere fermi nella nostra posizione, in difesa della legge vigente, che non vogliamo modificare. Vi abbiamo dimostrato - lo hanno comprovato le tante audizioni che abbiamo convocato - che il tema in discussione non è il lavoro.
Avevamo scritto tutti insieme quella norma, basandola su due principi: il primo riguarda la tutela delle persone più fragili e la riduzione di una malattia, che è la ludopatia; il secondo è la tutela del lavoro. Lo dico perché non accettiamo insegnamenti sulla tutela dei posti di lavoro dal centrodestra! Questa è la nostra storia, la nostra tradizione, noi anche oggi siamo da quella parte.
Anche quando abbiamo scritto la legge che è tuttora in vigore, e che abbiamo votato tutti insieme, abbiamo cercato di contemperare la tutela della salute all'esigenza della tutela del lavoro. I tempi più lunghi che abbiamo concesso per l'applicazione delle norme andavano in quella direzione. Sia nella discussione di oggi che in quella di due mesi fa ci siamo sempre resi disponibili a valutare, insieme a voi, votando anche i vostri emendamenti, delle misure, degli strumenti che andassero nella direzione di tutelare il lavoro e di superare insieme la fase pandemica che ha toccato anche questo settore, facendo dei ragionamenti complessivi. Non abbiamo voluto chiudere gli occhi, così come non abbiamo voluto espungere la parola "lavoro" da questo ragionamento sul disegno di legge. Per ascoltando i vostri tanti interventi in una lunghissima discussione che occupa quest'Aula dall'anno scorso (insomma, ci siamo detti tutto quello che pensiamo su questo provvedimento di legge: voi siete da una parte e noi siamo da un'altra; voi la pensate in un modo, noi in un altro) dovreste cercare di spiegarci perché avete cambiato idea. Non me ne voglia il collega Graglia, ma nella scorsa legislatura l'ha votata con noi questa legge! Vorrei capire perché i vostri Partiti hanno cambiato idea su questo tema. Perché, se la volta scorsa è stata votata all'unanimità? Anche se eravate minoranza, avete votato con noi e avete contribuito a scrivere questa norma.
Cerchiamo di non utilizzare il tema del lavoro e dei lavoratori per non discutere della questione centrale che sta dietro questo disegno di legge che è la volontà della vostra parte politica (legittima, non dico che sia sbagliata, ma noi la pensiamo diversamente) di reintrodurre l'offerta delle slot machine e delle varie macchinette anche nei tabaccai e nei bar che sono i luoghi di pervasività che in questi anni hanno fatto crescere questa malattia, la ludopatia, che noi abbiamo pensato di ridurre, quanto più possibile, per andare nella direzione della tutela dalla salute.
La pensiamo diversamente.
Voi, però, con questo disegno di legge introducete di nuovo le macchinette nei bar e nei tabaccai. Anche nei bar, perché è depositato un emendamento a firma Lega (che potrebbe avere i voti, perché se è depositato, non è un caso) per reintrodurre l'offerta di gioco anche nei bar. Noi siamo totalmente contrari a questa impostazione e ci batteremo fino alla fine.
Non utilizzerò tutti i dieci minuti a mia disposizione, ma ci tenevo a riassumere il nostro punto di vista nel merito delle questioni, fondato su dati scientifici, per i quali abbiamo fatto un'attività ostruzionistica enorme, che ci porterà a discutere in quest'Aula per tante giornate. Se mai arriverete alla fine di questa discussione e riuscirete ad approvare questa norma, noi pensiamo che il Piemonte, il giorno dopo, sarà una Regione peggiore rispetto ad oggi.
È per questo che faremo tutto quello che sarà nelle nostre armi regolamentari per bloccare questa norma, per convincervi anche a ritirare questa proposte di legge e a non modificare la legge 9 del 2016.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, prima di chiudere la discussione generale chiedo se la Giunta intende intervenire in sede di replica.
Consigliere Grimaldi, su cosa interviene? Sull'ordine dei lavori?



GRIMALDI Marco

Chiedo la parola sull'ordine dei lavori. Grazie, Presidente.
Ci mancherebbe altro che l'Assessore Ricca non possa decidere se intervenire o meno, però volevo chiederle una cosa. C'è stata l'illustrazione un mese fa di questo disegno di legge: non ci crederà, ma l'Assessore Ricca, a parte la chiosa finale, aveva espresso le stesse cose scritte nel documento. Anche lì, legittimo.
Noi, purtroppo, in quella illustrazione non abbiamo potuto rivolgere le domande. Lo sto dicendo a lei, Presidente.
Perché non abbiamo potuto fare domande? Perché il Consigliere Stecco e il Consigliere Leone ci hanno spiegato che non si poteva aprire la discussione generale. Purtroppo, tutte le domande le abbiamo attese fino a questa discussione generale; peraltro, anche durante le audizioni sono state inevase, non sono state ascoltate dalla Giunta.
Adesso, se tanto mi dà tanto e se capisco bene i vostri intendimenti terminata la discussione generale vorrete addirittura contingentare i tempi? Quando sarà possibile sapere - glielo chiedo umilmente, sommessamente e pacatamente - cosa intende la Giunta, per esempio, sull'articolo 18? Perché l'articolo 18 prevede determinate cose sulla retroattività, e l'Assessore Ricca non le ha neanche citate, né nella prima, né nella seconda illustrazione. C'è tutto il tema delle comorbilità dei tabaccai.
Lo chiedo a lei, Presidente: quando potremo sapere l'orientamento della Giunta? L'Assessore Icardi non interverrà; l'Assessore Chiorino non interverrà; l'Assessore Poggio non interverrà. Abbiamo capito che è l'Assessore Ricca l'unico portatore di questi interessi, chiamiamoli così.
Vorremmo capire se a tutte le nostre domande e sollecitazioni ci sarà una risposta.
Non ci sarà? Va bene, ne prendiamo atto.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola l'Assessore Ricca, per una replica.
Prego, Assessore; ne ha facoltà



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Mi sono permesso di ascoltare tutti gli interventi di questa mattina e al netto di alcune inesattezze, tipo quella del Consigliere Capogruppo Grimaldi, che parla di "manine che nella notte fanno cose".



(Commenti fuori microfono)



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Mi suggeriscono di chiederle di mandarci la foto, fatta a me e all'Assessore Marrone, giusto per capire se siamo venuti bene.
Quando uno intende azioni notturne. alle 7.05 di sera la gente lavora ancora ed è normale che carichi gli emendamenti. Lo dico giusto per sfatare questo mito e questa bugia che viene messa anche in rete, dove la maggioranza lavora con il favore delle tenebre. Alle 19.05 di dicembre è tenebre perché è buio: se si fosse a luglio, probabilmente ci sarebbe ancora il sole. Raccontiamo le cose come sono.
Anche questa mattina ho sentito disquisizioni su Dostoevskij, citazioni altissime, ma domande davvero poche, se non le stesse identiche e pretestuose sentite durante tutta la trattazione delle questioni pregiudiziali.
Mi permetto di dire che se la minoranza, oggi, avesse voluto fare un ragionamento di merito, anziché attaccare a testa bassa quelle che erano le considerazioni emerse dalle audizioni, ci chiedeva un confronto.
Anche oggi, purtroppo, si è persa l'occasione, in quest'Aula, per potersi confrontare; confronto che io addirittura l'ho messo come base all'inizio del mio intervento. Se questo testo è migliorabile miglioriamolo insieme.
Durante l'ultima Conferenza dei Capigruppo chiesi ai Capigruppo di minoranza di segnalare alcuni emendamenti su cui poter fare dei ragionamenti concreti: è passato qualche giorno, e io questi emendamenti non li ho ancora visti. Mi sono permesso, incontrandolo fuori dal palazzo di segnalare al Consigliere Rossi che un paio dei suoi emendamenti mi piacevano molto e che li avrei condivisi con la maggioranza. Non c'è nessuna pretestuosità nel voler portare avanti questo disegno di legge, ma anzi, c'è la volontà di poter essere più inclusivi possibili.
Un'ultima considerazione: una parte dei cari Sindaci del CAL, che hanno utilizzato il CAL per fare politica e non per amministrare o per portare avanti le istanze dei loro cittadini, quando gli abbiamo chiesto di darci il parere condizionato alle loro richieste, la risposta è stata: "No".
Perché? Perché non sono Sindaci che lavorano per il proprio territorio.
Sono Sindaci che lavorano, probabilmente, per prendere il vostro posto perché magari hanno tutta la volontà di poter..



(Commenti fuori microfono da parte dei Consiglieri dell'opposizione)



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Detto questo, Presidente, chiederei la convocazione di una Conferenza dei Capigruppo.
Grazie.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Poiché dall'intervento dell'Assessore Ricca sembra che qua si voglia fare soltanto ostruzionismo e perdere tempo, faccio notare che prima ho posto una domanda, ma forse l'Assessore non era presente. Io volevo che fossero quantificate le attività che fino ad oggi si sono adeguate alla normativa, e capire come la Regione intenderà garantire un risarcimento o comunque, un contributo per poterle fare rientrare delle spese che hanno dovuto sostenere per adeguarsi alla normativa. Cosa che, invece, molte altre attività non hanno fatto e godranno della sanatoria.
Se questo è pretestuoso ed è un modo, come diceva prima l'Assessore per portare acqua al proprio mulino. No, io penso che questa sia una risposta doverosa, che si deve dare principalmente a chi investe e a chi ha un'attività, ma anche a noi delle minoranze. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
C'è chi, in quest'Aula, fa politica da più tempo di me. Sono alla mia seconda e ultima legislatura in Consiglio regionale, ma da quando sono in quest'Aula - ero presente anche prima, in altre vesti - la discussione generale non è il luogo dove porre domande, non è un dibattito tra i Consiglieri (anche perché, in un dibattito, si interviene una volta e poi si reinterviene, al limite) e non è neanche in dibattito con la Giunta.
Peraltro, di domande ne ho anche poste nel mio intervento in discussione generale: capisco che possano essere domande non molto comode. A fronte di questo, comunque, ho sentito cose palesemente false e inesatte, come che grazie alla Giunta regionale, si inseriscono i "Compro oro" tra i luoghi sensibili. Signori, almeno leggetela la legge n. 9 del 2016, perché sono già inseriti (mi rivolgo ai Consiglieri Preioni e Bongioanni).
Prima ci siamo sentiti dire che presentare emendamenti non è democratico; adesso ci sentiamo dire che avremmo dovuto porre domande. Ci sentiamo anche un po' presi in giro, perché il luogo dove fare domande, al limite, è dopo la discussione generale in Commissione. Discussione generale che in Commissione non c'è stata! C'è stata l'illustrazione da parte della Giunta regionale, e lì non c'era discussione generale. Dopo sapete cosa ha fatto la Giunta e la maggioranza? Hanno detto: "Tempo un mese da oggi e richiamiamo il provvedimento. Vi lasciamo un mese di tempo, fate tutte le consultazioni che volete; noi non ci veniamo, ma voi state lì ad ascoltare.
Noi, Giunta e maggioranza, ci presentiamo quando c'è qualcuno dei nostri riferimenti (allora, saremo lì seduti a far vedere che ascoltiamo) e poi richiamiamo il provvedimento in Aula, vada come vada)". E adesso ci dite che dobbiamo porre delle domande? Noi di domande, volendo, ne abbiamo anche milioni! Anche di emendamenti che vorremmo fossero approvati, perch vanno a migliorare il provvedimento. Insisto, sono monotono: la tutela dei minori, emendamento 799.509.
Sono rimasto abbastanza male nel sentire le ultime parole dell'Assessore Ricca. Guardate, lo dico così, come se fossimo al bar (io non rappresento nessun Sindaco, attualmente la forza politica al quale faccio riferimento non ha Sindaci, quindi sono proprio libero nel giudicare): potete offendere in questo modo i Sindaci? Anche i vostri? Se i Sindaci dicono qualcosa che non vi piace è perché vogliono far politica e prendere il vostro posto? Assessore Ricca, sono sicuro che questo non era il suo intento, ma il suo intervento nell'Ufficio di Presidenza del CAL l'ho percepito come un ricatto (poi, magari, sono io ad averlo percepito così). Non era sua intenzione, ma io l'ho percepito come un ricatto, come a dire: "Se mi date parere favorevole e condizionato, poi magari qualcosa lo aggiusto. Se invece fornite parere contrario, non dialogo più". O le osservazioni che le hanno portato sono giuste e condivisibili, e allora si raccolgono, oppure non lo sono. Perché quello lo ripeto - da me è stato percepito come un ricatto (le posso dire che anche da altri con cui ho parlato è stato percepito come tale) e i ricatti da che mondo è mondo, non piacciono a nessuno.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Assessore Ricca. La Giunta può intervenire quando vuole, però se c'è un dibattito, normalmente lo si conclude.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Solo per sottolineare che le proposte che sono arrivate dal CAL, cioè il parere condizionato che abbiamo richiesto, era a fronte di un emendamento che avevamo presentato. Noi l'emendamento lo abbiamo presentato lo stesso: la differenza è che i Sindaci, per fare politica hanno deciso di esprimere un parere contrario, non assumendosi la responsabilità di poter modificare in meglio un provvedimento.
Responsabilità che invece alcune forze di questo Consiglio hanno deciso di assumersi presentando degli emendamenti di merito che noi stiamo attentamente visionando.
È questa la differenza: c'è chi presenta emendamenti tanto per fare, e chi, invece, si assume la responsabilità di provare a fare qualcosa di meglio.
La Giunta - ma son convinto anche la maggioranza - con chi ha piacere di fare qualcosa di merito e di discutere sul punto, si confronterà senza problemi, così come anticipato nell'ultima Conferenza dei Capigruppo. Con chi, invece, decide a testa bassa di caricare senza neanche avere un'idea di cosa sta dicendo, non lo farà.
Presidente, chiedo scusa e chiedo se può convocare una Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Presidente, lascio intervenire il mio Capogruppo.



PRESIDENTE

Rinuncia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Adesso l'Assessore Ricca ha corretto un po' il tiro, ma vorrei una sua presa di posizione circa le parole rivolte ai nostri Sindaci e al CAL, in merito al rispetto di quell'istituzione.
Come fa l'Assessore Ricca a giudicare un atteggiamento dei Sindaci nel merito dicendo che son venuti qua a fare politica? Hanno assunto una posizione, l'hanno assunta negativamente. Probabilmente, alla Giunta non piace la posizione dei Sindaci, ma questa è.
Presidente Allasia, assuma lei una posizione, perché è inaccettabile questo atteggiamento dell'Assessore Ricca verso i Sindaci che partecipano al CAL, che è un organismo istituzionale del nostro Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altri interventi sull'ordine dei lavori? Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un intervento velocissimo. Ho apprezzato l'apertura dell'Assessore sulla questione degli emendamenti di merito. C'è, però, una questione di metodo che ci tengo a sottolineare: normalmente, è la maggioranza che fa una proposta e che pone le condizioni per un dialogo con le forze di minoranza, ma credo che qui ci sia una difficoltà di fondo, nel senso che se ci sedessimo ad un tavolo, la maggioranza non avrebbe una posizione univoca da presentarci e su cui lavorare insieme. Questo, almeno non è mai accaduto, perché abbiamo sentito dire dalle varie forze di maggioranza che voteranno articolo per articolo. In questo momento, quindi non sapremmo neanche su che cosa confrontarci con la maggioranza.
Di fronte a migliaia di emendamenti, la maggioranza, fino al discorso che ha fatto adesso l'Assessore, non ci ha mai chiesto davvero se c'era la volontà di trovare un punto di incontro o una mediazione, cosa che probabilmente, avremmo già trovato sulla proposta di legge del Consigliere Leone. Anzi, in realtà, ce n'era una sul tavolo, che è stata rifiutata.
Se adesso le cose sono cambiate, per carità, va bene, ma troviamoci e proviamo a parlarne. Fino ad ora, però, non è mai successo.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Grimaldi ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Solo per rispondere positivamente all'Assessore Ricca: abbiamo tre emendamenti di merito che vorremmo che accogliesse (anzi, sono due).
Con uno chiediamo alla Lega Nord, anzi alla Lega Premier Salvini, di ritirare l'emendamento sulla sanatoria sui bar o, per dirla meglio, su tutti quei luoghi che avevano le slot fino a tre anni fa, che rappresentavano il 97% dell'offerta, e che erano ubicati ogni 27 metri quadrati di questa città. Sono due emendamenti di merito.
Assessore Ricca, le chiediamo di togliere la sanatoria sulle tabaccherie, perché se il 96% delle tabaccherie aveva le slot prima, dire che quei distanziometri valgono solo per il futuro è una presa in giro.
In terzo luogo, le chiediamo di rispettare un patto siglato con gli imprenditori. Quando una legge viene approvata all'unanimità da una Sala come questa, in cui si chiede ad imprenditori che, tra l'altro, nei primi anni avranno un vantaggio, come quelli delle sale scommesse. Come vi abbiamo detto, la gran parte dello switch off è stata fatta nei bar e nei tabaccai. Le sale scommesse hanno avuto, addirittura, più introiti e avevano cinque anni per spostarsi. Oggi, scaduti i termini di quello spostamento, invece di dargli una multa, invece di fare come hanno fatto altri governi di centrodestra, che hanno detto "Facciamo un condono tombale, ma lo pagate", voi fate un condono tombale, li premiate, li fate diventare monopolisti e, in più, fate sì che l'offerta continui ad essere concentrata nelle grandi città, anche a minime distanze dai Compro oro dalle scuole e da tanti luoghi che noi abbiamo definito "sensibili".
Se l'Assessore Ricca accetterà questi tre emendamenti - sono solo tre! e verrà incontro alle opposizioni, noi saremo felicissimi di ritirare il nostro ostruzionismo.
Se non sarà così, capiamo il muro contro muro. Difatti l'Assessore Ricca ha dimostrato quello che ha in testa, cioè far politica, cosa che fanno anche i Sindaci. Vi rassicuro sul fatto che i Sindaci possono far politica; la differenza è che loro pensano, prima di tutto, alla difesa della salute pubblica, motivo per cui abbiamo legiferato bene, e tutto il Paese, con tutti gli auditi, ce lo riconosce. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Essendo ormai conclusa la discussione generale e sentita la proposta dell'Assessore Ricca - che poi compete più a noi - accogliamo la richiesta di convocazione di una riunione dei Capigruppo.
Volevo solo fare un piccolissimo inciso sulla vicenda CAL. Da parte della Lega c'è il massimo rispetto verso le autonomie locali e verso i Sindaci, ci mancherebbe. Non siamo così stolti da non capire l'importanza dei Sindaci.
Quello che è successo al CAL però - per rifare una breve cronistoria è che l'Ufficio di Presidenza dello stesso aveva espresso un parere favorevole condizionato, ma poi la seduta successiva ha bocciato questo parere. È successa una procedura totalmente inusuale, che non era mai avvenuta nel CAL.
Sicuramente, qualche spinta politica è avvenuta, visto che questo provvedimento è molto divisivo, ideologizzato ed è stato molto strumentalizzato e mistificato. Il CAL naturalmente esprime un parere consultivo. Però ribadisco, anche da parte della nostra forza politica, la volontà e l'interesse di valutare gli emendamenti di merito, che naturalmente non vadano a stravolgere la nostra proposta. Le proposte del Presidente Grimaldi sono inaccoglibili da parte della maggioranza, ma su tanti altri punti, ritenendo la nostra proposta equilibrata e rivista rispetto a quella precedente, siamo assolutamente disponibili. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Vista anche la richiesta espressa dal Consigliere Preioni di una riunione dei Capigruppo, vorrei solo capire se c'era l'intenzione di proseguire con l'esame degli ordini del giorno inseriti all'o.d.g. oppure di chiudere i lavori del Consiglio e convocare la Conferenza dei Capigruppo. Eviterei di sospendere la seduta per riprendere i lavori dopo la riunione dei Capigruppo, per correttezza verso i colleghi che non partecipano alla riunione e anche verso tutto il sistema di funzionamento dell'Aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Stante la delicatezza del provvedimento e non potendo sapere quanto durerà la Conferenza dei Capigruppo, credo sia opportuno liberare i nostri colleghi. Naturalmente, è interesse di questa maggioranza parlare di gigafactory e della possibilità di collocare sul territorio di Torino la fabbrica delle batterie. Però avremo tempo sicuramente in un prossimo Consiglio regionale di parlare e di votare un documento, magari anche unitario e all'unanimità.



PRESIDENTE

Sospendiamo i lavori relativi al disegno di legge n. 144, di cui al punto 2) all'o.d.g., per convocare la Conferenza dei Capigruppo alle ore 16.15, sempre in questa sala.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 15.57)



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