Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.137 del 15/06/21 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 14.06 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la sessione delle interrogazioni e interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 773 presentata dalla Consigliera Frediani, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 774 presentata dal Consigliere Sacco, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 776 presentata dal Consigliere Gallo, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 777 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 779 presentata dalla Consigliera Disabato, cui risponderà l'Assessore Icardi interrogazione a risposta immediata n. 772 presentata dalla Consigliera Canalis, cui risponderà l'Assessore Tronzano; interrogazione a risposta immediata n. 775 presentata dal Consigliere Avetta, cui risponderà l'Assessore Tronzano; interrogazione a risposta immediata n. 778 presentata dal Consigliere Grimaldi, cui risponderà il Vicepresidente Carosso.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo fin d'ora che per le interrogazioni a risposta immediata è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per tre minuti, la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e non sono previste repliche.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 774 presentata da Sacco, inerente a "Parere ANAC su nomina direttore amministrativo dell'AOU Città della Salute e della Scienza di Torino"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 774.
La parola al Consigliere Sacco per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



SACCO Sean

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
Ho deciso di depositare quest'interrogazione per denunciare un fatto che ritengo gravissimo e inopportuno. Mi spiego. Il 23 giugno 2020 è stata nominata la Commissione di esperti per la selezione dei candidati idonei alla nomina a Direttore generale di Azienda sanitaria regionale. Tali esperti sono indicati da qualificati istituzioni scientifiche indipendenti fra i soggetti che non si trovino in situazioni di conflitto d'interesse di cui uno designato dall'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, che propone al Presidente della Regione una rosa di candidati nell'ambito dei quali viene scelto quello che presenta i requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell'incarico da attribuire.
Dall'AGENAS è stata designata la dottoressa Beatrice Borghese.
Successivamente, con deliberazione di Giunta dell'11 settembre 2020 è stato nominato Direttore generale dell'AOU Città della Salute e della Scienza di Torino il dottor Giovanni La Valle, in quanto inserito nell'elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di Direttore Generale, nonch nella rosa dei candidati specificatamente dichiarati idonei alla nomina di Direttore per l'Azienda Ospedaliera universitaria.
Pochi mesi dopo lo stesso La Valle ha nominato Direttore amministrativo la dottoressa Beatrice Borghese, la stessa che lo aveva dichiarato idoneo a ricoprire il ruolo di Direttore generale. Un fatto decisamente inopportuno anche se devo dire che il Direttore generale non è nuovo a fatti che sono inopportuni da un punto di vista dell'immagine. Ricordo, infatti, che balz alle cronache quattro anni fa per aver vinto un concorso per Direttore del presidio di Chivasso bandito da lui stesso, in quanto Direttore sanitario dell'ASL. Nulla d'illegittimo, come venne stabilito, ma la questione di opportunità e l'immagine che se ne ricavò non fu certamente edificante.
C'è da aggiungere un'altra cosa: la dottoressa Borghese, all'epoca della sua designazione da parte di AGENAS, era membro dell'organismo di valutazione dell'ASL di Torino. Già questo sarebbe stato elemento tale da suggerire la richiesta dall'AGENAS di indicare un nome diverso, per evitare che dovesse giudicare la figura che sarebbe diventata il suo datore di lavoro all'ASL Torino 1.
I processi di nomina di conferimento degli incarichi in ambito sanitario devono assicurare il massimo del livello di trasparenza, soprattutto ove non sia previsto il ricorso a procedure di selezione comparativa, per assicurare un uso adeguatamente motivato dell'esercizio del potere discrezionale di scelta e, soprattutto, le nomine della Città della Salute di carattere amministrativo e contabile dovrebbero essere caratterizzate da una grande competenza in materia di efficienza, in considerazione del cronico deficit dell'Azienda.
Non solo; questa Direzione generale aveva il compito di seguire l'iter di realizzazione del più importante ospedale piemontese per un valore, alla fine degli anni di contratto, di quasi un miliardo di euro.
Colleghi, devo dire che ci sono i presupposti per rischiare di inficiare la nomina anche degli altri Direttori generali, considerando che c'era questa posizione di conflitto. Alla luce di questi eventi, sarebbe il minimo pretendere le dimissioni dell'intera Direzione Generale almeno per questioni di opportunità.
Oggi, poiché posso porre solo una domanda, chiedo all'Assessore quale sia stata la valutazione dell'ANAC, ma mi riserverò di porre osservazioni anche in altre sedi, perché non si può gestire così uno dei processi di nomina più delicato del panorama interregionale. È un danno d'immagine, a mio avviso, grave per tutta la nostra sanità.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sacco per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho preparato, insieme all'Avvocatura, un elenco di atti, quella consecutio di atti che hanno portato alla nomina che lei citava. Già questa sequenza di atti, soprattutto la sequenza cronologica degli atti, riporta in maniera completa e trasparente ed evidenzia anche - mi permetta di dirlo l'infondatezza sulla questione della nomina del Direttore amministrativo dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino.
Qui innanzitutto si specifica che la nomina a Direttore amministrativo non richiede alcun parere di ANAC né facoltativo né obbligatorio, in quanto c'è stata una valutazione interna dell'Avvocatura e del referente dell'Anticorruzione, ed è una nomina fiduciaria intuitu personae, avvenuta da parte di un Direttore generale presente nell'ambito degli idonei ben già prima della selezione fatta a livello regionale; esisteva già prima l'elenco degli idonei a coprire l'incarico di Direttore generale e non ho è stato aggiunto qualcosa in più.
L'ultima selezione per l'aggiornamento dell'elenco stesso, che ha visto in Commissione l'avvocato Borghese, ha semplicemente confermato il suo nominativo nel suddetto elenco, con la ripartizione nelle varie short list della Regione Piemonte.
Si sottolinea che non esiste alcuna normativa che preveda l'incompatibilità fra la partecipazione alla Commissione, peraltro in rappresentanza dell'allora Amministrazione di appartenenza, cioè di AGENAS e non a titolo personale, che predispone elenchi idonei e l'eventuale copertura d'incarichi nei contesti regionali considerati. L'avvocato Borghese è stata designata dal proprio ente di appartenenza (AGENAS) anche a partecipare alle Commissioni di altre Regioni, come Lazio e Calabria, e avrebbe potuto essere designata anche in ulteriori Regioni.
I lavori della Commissione si sono conclusi nel settembre del 2020 e sono esitati nella mera stesura di elenchi di idonei, elenchi molto ampi dato l'elevato numero di partecipanti, tutti qualificati a dette selezioni già a livello nazionale e, quindi, predisposti sulla base del possesso dei requisiti chiaramente definiti dalle normative vigenti.
Solo l'elenco dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza vede inseriti ben ventitré nominativi e quelli di altre Aziende caratterizzate da minore complessità prevedono l'indicazione fino a sessanta nominativi. La nomina del Direttore generale avviene a seguito di una scelta di tipo politico istituzionale - ripeto, intuitu personae - ed è correlata alla strategia specifica che l'organo politico intende proseguire all'interno dell'Azienda ospedaliera, agli obiettivi che intende assegnare alla valutazione dei risultati pregressi che hanno caratterizzato l'attività di numerosi soggetti presenti negli elenchi.
In sostanza, il Direttore generale era inserito nella Direzione strategica dell'Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza già dal 2018 come Direttore sanitario; successivamente, dal marzo 2020 come Commissario e, quindi, dal gennaio 2021 come Direttore generale. Sarebbe allora quantomeno singolare ipotizzare che lo stesso, già ai vertici di quest'Azienda, sia stato poi nominato Direttore generale grazie alla conferma della presenza del suo nominativo nell'elenco dei ventitr soggetti, predisposto in una Commissione - come ha citato - composta, tra gli altri, non in veste di Presidente, dalla dottoressa Borghese.
Si ritiene quindi utile riportare la motivazione dell'atto di nomina del dottor La Valle in qualità di Direttore generale, che risale all'11 dicembre 2020 (DGR 10-2522), dove si precisa: "In considerazione della valutazione positiva della gestione aziendale da parte del Commissario sino ad ora in carica, anche in considerazione della grave emergenza pandemica tuttora in atto, si ritiene di fare ricadere la scelta sullo stesso dottor La Valle".
In secundis, in questa sede, il dottor La Valle nomina come Direttore amministrativo l'avvocato Beatrice Borghese, solo a seguito della sopravvenuta circostanza della nomina da parte della Giunta regionale del precedente Direttore, il dottor Alpe, che è stato poi destinato all'Azienda ospedaliera di Alessandria e, quindi, in un secondo momento e solo grazie a quest'evenienza, è stata nominata Direttore amministrativo la dottoressa Borghese, attingendo il nominativo dagli elenchi della Regione Liguria (deliberazione della Giunta Regione Liguria n. 4021 del 29 gennaio 2021) e ciò nella massima trasparenza, non sussistendo analogo Albo dei Direttori amministrativi in Regione Piemonte.
Come emerge, in ultimo, dalla deliberazione di nomina, viene preso atto della dichiarazione resa dall'interessata (la dottoressa Borghese) di assenza di situazioni d'incompatibilità e d'inconferibilità o, comunque ostative alla predetta nomina, tutto ai sensi del decreto legislativo 39 del 2013.
Pertanto, la linearità e la consequenzialità degli atti sopracitati non ha indotto, né induce tuttora a richiedere alcun parere all'ANAC nemmeno a livello facoltativo e le spiego perché: non essendo ravvisabile nemmeno a livello potenziale un qualsivoglia conflitto d'interessi, in quanto la nomina è avvenuta nel pieno rispetto della normativa di riferimento.
Capisco la vostra ipotesi di scambio, ma è veramente un'assurdità e lo dico davvero in modo sincero.
Le mando l'atto scritto per tutte le valutazioni e le considerazioni che vorrà fare.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 773 presentata da Frediani, inerente a "Riapertura Punto Nascita Ospedale Martini"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 773.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Facciamo riferimento, come detto nell'introduzione dal Presidente Gavazza al Punto nascita dell'Ospedale Martini, che durante l'emergenza COVID è stato riconvertito per ricoverare pazienti COVID. Pertanto, il Dipartimento interaziendale a livello regionale malattie d'emergenza infettive (DIRMEI) in data 7 giugno 2021 ha inviato una nota al Commissario dell'Ospedale Martini, nonché al Direttore generale della città di Torino, inerente alla riconversione dell'Ospedale Martini.
Nella nota si apprende: "In considerazione della situazione epidemiologica attuale e della progressiva riconversione dell'Ospedale e della possibile apertura del pronto soccorso il 20 luglio, si chiede di attivare un reparto di 18 posti letto per ricoverare pazienti no COVID afferenti da altre strutture dell'ASL e, in particolare, dal pronto soccorso dell'Ospedale Maria Vittoria, attualmente in condizioni di criticità per l'importante boarding presente".
La preoccupazione principale è relativa al Punto Nascita, alla ginecologia perché non si capisce bene quali saranno i tempi di riapertura dei reparti e quale sarà la riorganizzazione dopo questo periodo d'emergenza che ha un po' modificato l'assetto stabile del Martini.
Pertanto, vorremmo sapere se l'Assessore sia a conoscenza di progetti rispetto alla riconversione e alla riapertura, nonché quali saranno le tempistiche della riorganizzazione di quest'importante struttura che serve una zona di Torino che altrimenti sarebbe privata di un importante servizio e costringerebbe le donne che devono sottoporsi a visite e poi, ovviamente partorire a recarsi in altre strutture, con notevoli difficoltà anche solo di spostamento e logistica.
Chiediamo all'Assessore quali siano le informazioni a sua disposizione e quali siano i progetti relativi a questo reparto e, più in generale, a quest'importantissima struttura della Città.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Francesca Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Come sappiamo tutti, il 31 ottobre, nel periodo di emergenza, l'Unità di crisi ha convertito il Presidio Ospedaliero Martini in COVID hospital e l'ASL ha provveduto, di conseguenza, alla riorganizzazione delle varie attività sanitarie che si trovavano all'interno dell'Ospedale Martini anche attraverso il trasferimento di alcune attività.
Preme ricordare che attualmente, a causa dell'impegno dell'Ospedale Martini, il pronto soccorso ostetrico-ginecologico e il Punto Nascita non sono attivi. È tuttavia attiva una serie di altre attività.
Non è tutto chiuso, dal punto di vista ostetrico-ginecologico. Per esempio vi faccio un elenco - gli ambulatori di ecografia ostetrica e screening prenatale sono attivi (con l'esecuzione di ecografie ostetriche di primo secondo e terzo trimestre; esecuzione dei test di screening prenatale: test integrato, test combinato e tritest); l'ecografia del secondo trimestre (prenotando al numero 800.000.500 sovracup); l'ambulatorio per la gravidanza fisiologica; l'ambulatorio di patologia della gravidanza (ripeto: tutte attività attive); l'ambulatorio per la somministrazione della profilassi anti-D in gravidanza e tutti gli esami batteriologici cervico-vaginale e vagino-rettale in gravidanza.
L'unità di ostetricia si avvale, in caso di necessità, anche della collaborazione dei consultori e dei servizi territoriali di psicologia mediazione culturale e assistenza sociale.
Inoltre, l'unità di ginecologia di secondo livello si occupa dell'assistenza delle pazienti affette da patologie ginecologiche di ogni livello di complessità.
Attualmente, a causa dell'impegno dell'Ospedale Martini nella gestione dell'emergenza COVID, sono chiusi - ripeto - il pronto soccorso ostetrico ginecologico e le attività chirurgiche non procrastinabili (emergenze/urgenze e patologie oncologiche) sono svolte presso altri centri (in particolare, presso l'Ospedale San Giovanni Bosco per i tumori ginecologici e l'Ospedale Oftalmico per i tumori mammari).
Approfittando del fatto di essere stato destinato ad attività COVID, per cui il pronto soccorso sarebbe rimasto comunque chiuso, abbiamo attivato una serie importantissima di lavori di ristrutturazione che renderanno alla città un pronto soccorso molto più efficiente e molto più funzionale, con i percorsi sporco e pulito e con tutte quelle garanzie che prima mancavano.
Potrà riprendere l'attività di ricovero e l'attività di DEA, i cui lavori sono ormai in fase di ultimazione e abbiamo già dato disposizione a tutti gli ospedali COVID di una progressiva chiusura dei reparti, per passare alle ordinarie attività. Facciamo gli scongiuri, ma dovrebbe essere prevista per il mese di luglio la totale e completa riapertura dell'Ospedale Martini, ivi compreso il pronto soccorso ostetrico ginecologico e il Punto Nascita di cui lei mi chiedeva.
Nel giro di un mese-un mese e mezzo dovrebbe ritornare tutto alla normalità, perché i lavori sono andati avanti anche durante tutta l'emergenza COVID. Ripeto: daremo alla città un pronto soccorso certamente migliore rispetto a quello pre COVID.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 777 presentata da Magliano, inerente a "Rendiamo accessibili anche agli studenti fuori sede le iniziative promosse da Regione Piemonte per velocizzare la campagna vaccinale anti COVID-19"

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 779 presentata da Disabato, inerente a "La Regione garantisca agli studenti fuori sede di aderire agli Open Day/Night e di prenotare la somministrazione del vaccino presso le farmacie del territorio al di là del fatto di non essere assistiti piemontesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
777.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Parto proprio da una dichiarazione che l'Assessore Icardi ha fatto pochi giorni fa, il 14 giugno, in cui sosteneva che, tra gli obiettivi che la Conferenza delle Regioni si era posta, c'era la vaccinazione dei giovani nella fascia di età tra i dodici e i ventitré anni, per consentire l'immunizzazione entro settembre ed evitare il più possibile chiusure di classi o d'istituti con l'apertura dell'anno scolastico.
Ben intende l'Assessore Icardi che, parlando di giovani dai diciannove ai ventitré anni, stiamo parlando di studenti universitari. Il mio question time verte proprio su questo.
C'è tutta una campagna che stiamo facendo con grande attenzione e con una serie d'iniziative (penso agli Open Day o agli Open Night organizzati negli hub cittadini). Da lunedì 14 giugno, ore 12, i cittadini piemontesi dai diciotto ai settantanove anni in buona salute (non i soggetti fragili) che non si sono ancora registrati su www.ilPiemontetivaccina.it, che si sono registrati ma non hanno ancora un appuntamento, oppure hanno già una data di convocazione dopo almeno dieci giorni, quindi non hanno ancora ricevuto la prima dose, potranno prenotare un appuntamento vaccinale anche presso le farmacie aderenti. Da venerdì 18 giugno inizieranno le inoculazioni con il vaccino Pfizer.
C'è tutta una serie di elementi che stiamo realizzando per permettere al maggior numero possibile di cittadini di cogliere l'opportunità, anche con modalità estemporanee, di vaccinarsi.
Come sa bene l'Assessore Icardi, la nostra è una regione a grande vocazione universitaria e che fa degli studenti fuori sede non solo un'eccellenza, ma anche un indotto economico, un indotto culturale, un indotto che permette di studiare all'interno del Piemonte. Una volta formati - perché no magari rimangono in Piemonte, oppure dopo un percorso all'estero ritornano perché qui gli studenti fuori sede hanno ricevuto una formazione, a mio giudizio, almeno su una parte importante dei dipartimenti, di grande eccellenza.
La percentuale della popolazione studentesca fuori sede in Regione Piemonte è alta, ammonta a circa il 23,3% del totale degli studenti iscritti.
Evidentemente, tale dato rappresenta motivo di grande vanto per la Regione Piemonte.
Appare quindi necessario, Presidente, garantire, prevedendo diverse soluzioni, che tutta la popolazione studentesca residente e non sia vaccinata nel corso dell'estate, proprio per non trovarsi nella condizione che questi studenti che non riescono a essere vaccinati nella loro Regione di origine possono essere vaccinati qui. Tra l'altro, ringrazio la lista di "Obiettivo studenti", che mi ha segnalato una serie di mozioni presentate negli organi di rappresentanza studentesca, che è alla genesi di questo mio atto.
Allora chiedo, proprio per l'importanza di vaccinare anche gli studenti fuori sede, di sapere se - e interrogo lei, Assessore, quindi la Giunta al fine di velocizzare e snellire la calendarizzazione ottenuta con la prima adesione alla campagna vaccinazione anti COVID-19, s'intenda garantire anche agli studenti fuori sede l'accesso a tutti i percorsi vaccinali previsti da Regione Piemonte, in particolare Open Day, Open Night e farmacie aderenti.
Possiamo dare anche a costoro - e concludo, Presidente - questa chance, che penso sia assolutamente utile e che sta portando a risultati importanti sulla vaccinazione, proprio perché rappresenta il 23,3% della popolazione universitaria della nostra regione.
Sarebbe un gesto doveroso di attenzione e anche un gesto che permetta la non trasmissione del virus, proprio perché andiamo a immunizzare anche questi soggetti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per l'illustrazione.
Poiché l'interrogazione a risposta immediata n. 779 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato ha lo stesso oggetto, chiedo alla Consigliera Disabato di illustrarla, così l'Assessore risponderà una volta sola.
Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Intanto possiamo dire che la campagna vaccinale tra i giovani sta riscuotendo grande successo e questo lo possiamo dedurre sia dal numero delle prenotazioni sia dall'entusiasmo con cui stanno rispondendo agli eventi che la Regione Piemonte sta organizzando, ai vari Open Day e Open Night. Dobbiamo dire che, effettivamente, possiamo essere fieri dei nostri giovani e contenti per questo fatto.
Tuttavia, ci sono arrivate delle segnalazioni sia sul tema dell'organizzazione di questi eventi open sia sulla campagna vaccinale e anche noi, come il Consigliere Magliano, portiamo all'attenzione proprio l'impossibilità degli studenti e delle studentesse fuori sede di accedere in particolare agli eventi Open Day al Valentino o Open Night alla Reale Mutua e altri eventi presenti sul territorio che hanno lo stesso scopo di accelerare la campagna vaccinale tra i giovani.
Molti studenti fuori sede hanno provato ad accedere a questi eventi ma inserendo i propri dati e le proprie credenziali, veniva visualizzato un messaggio del tipo "assistito non piemontese", oppure "codice fiscale" o "tessera sanitaria non valida".
Questo è un grande peccato. Speravo, anche a seguito dell'ordinanza emanata dal Commissario straordinario all'emergenza, Figliuolo che, almeno sugli studenti, non si facessero figli e figliastri e che tutti potessero perlomeno accedere nello stesso momento a questi eventi, senza alcuna distinzione.
Tuttavia, c'è anche da dire che, invece, il percorso normale di prenotazione per i giovani garantito dalla Regione Piemonte dava la precedenza, se non sbaglio, ai residenti e chiaramente i fuori sede erano registrati in seguito.
Il problema è che gli studenti fuori sede nel periodo estivo hanno anche l'esigenza di tornare nei propri luoghi d'origine, quindi è chiaro che se la prenotazione arriva a luglio o agosto, in quel periodo questi studenti nella maggior parte dei casi, sono nelle loro regioni di provenienza.
Sarebbe stato sicuramente un aiuto importante aprire questi eventi ai fuori sede, in particolare gli eventi "open" dal primo momento, come anche sollecita il Presidente del Comitato regionale di coordinamento dell'università piemontese che, tra l'altro, nelle ultime ore ha inviato una lettera all'Assessorato proprio per sollecitare l'apertura di questi eventi.
Anche noi vogliamo chiedere come l'Assessore intenda garantire la vaccinazione e l'accesso agli eventi Open Day e Open Night agli studenti e alle studentesse fuori sede presenti in Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Sara Disabato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere alle interrogazioni n. 777 del Consigliere Magliano e n. 779 della Consigliera Disabato delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente, ma sarò ancora più breve.
Innanzitutto devo dire che non è corretto dire che la Regione Piemonte non dà la possibilità ai fuori sede di vaccinarsi. Nelle oltre 200 strutture vaccinali delle ASL è possibile, per uno studente non residente, fuori sede, prenotarsi, preaderire ed essere vaccinato. È possibile farlo.
Una seconda modalità prevista dalla legge sia agli studenti fuori sede, sia ai lavoratori temporanei, sia a tutte quelle persone che, per motivi validi per studio o per lavoro - sono in Piemonte, è quella di iscriversi nel giro di pochi minuti al Servizio Sanitario Regionale, ricevere anche assistenza medica e, quindi, rientrare pienamente al pari dei residenti nelle liste dei piemontesi e accedere nella stessa maniera.
Possono iscriversi al Servizio Sanitario Regionale e, per quanto riguarda la vaccinazione nelle ASL, nel momento in cui - questo a seguito di una normativa nazionale condivisa in Conferenza delle Regioni - un fuori Regione viene vaccinato in una Regione terza, c'è una sorta di registrazione per la compensazione delle dosi che oggi sono distribuite con un calcolo sulla base della popolazione residente.
Se vacciniamo 10 mila non residenti, sono registrati e si chiede la compensazione delle dosi. Per questa ragione, i non residenti vengono vaccinati all'interno dei presidi ASL che hanno questo software e sono già organizzati per questo tipo di attività, mentre per quegli eventi estemporanei, come l'Open Day e l'Open Night, dove non c'è un sistema di preadesione e quindi controllo, ma c'è una prenotazione diretta, al momento, con il software attualmente realizzato dal CSI, non è possibile fare questo tipo di attività e quindi, al momento, non è possibile che si prenotino per gli Open Day e gli Open Night.
Se dovesse continuare questo tipo d'iniziativa, certamente potremmo prevedere, anche per queste tipologie di persone, la possibilità di prenotare per poi essere estratti per la compensazione delle dosi, ma oggi non è possibile farlo.
Anche le farmacie non utilizzano il software della Regione Piemonte, hanno un loro software autonomo e anche su questo sarebbe necessario fare quelle aggiunte per arrivare al tema della compensazione delle dosi, perché sono parecchi i non residenti che noi vacciniamo.
Visto che le dosi sono una risorsa scarsa, è necessaria questa compensazione. Ripeto, per qualche evento estemporaneo non era necessario fare l'adeguamento di software di questo tipo. Se dovesse proseguire stiamo valutando - la prosecuzione di questi eventi, visto anche il successo che hanno, è necessaria una modifica del software per permettere anche a loro di prenotarsi direttamente e a noi di fare quelle attività di compensazione delle dosi che sono indispensabili.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 776 presentata da Gallo, inerente a "Assunzione a tempo indeterminato del personale infermieristico"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 776.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Gallo.
Prego, Consigliere; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Con l'interrogazione a risposta immediata vogliamo riaccendere l'attenzione su un tema che era stato al centro del dibattito politico soprattutto nella seconda ondata COVID di ottobre e novembre, nonché nella prima, quando tutti ci siamo resi conto della necessità di far fronte alla carenza di personale infermieristico per potenziare il nostro sistema sanitario e la risposta che riuscivamo a offrire.
Già allora, soprattutto nei mesi di ottobre e novembre, avevamo discusso anche un po' animatamente in quest'Aula e nelle Commissioni per i piani di assunzione che erano stati messi in campo e per tutto quello che era stato programmato, a nostro avviso in modo tardivo, per far fronte alla seconda ondata.
Allora, come oggi, la figura dell'infermiere non è certamente tra le più numerose, quindi le Regioni fanno a gara per riuscire ad assumere più personale possibile. E, sempre allora, come oggi, le persone individuano giustamente l'opportunità di lavoro anche in funzione dei contratti che vengono loro offerti dalle varie Regioni.
Nei mesi di ottobre e novembre il Piemonte proponeva spesso dei contratti semestrali a tempo determinato; altre Regioni, invece, proponevano assunzioni triennali, quindi con più stabilità. I numeri ci dicono che altre Regioni sono riuscite, da questo punto di vista, ad assumere più personale.
Oggi, per quanto ne sappiamo, ci troviamo di fronte alla situazione per cui molte Regioni stanno avviando dei piani di assunzione a tempo indeterminato, anche perché, oggettivamente, quella dell'infermiere è una figura fondamentale e necessaria per il funzionamento del sistema sanitario, sia nel periodo pandemico, sia nel momento in cui dobbiamo ritornare a riaprire i nostri reparti ordinari e, quindi, dobbiamo tornare a offrire i servizi sanitari con ancora più intensità per abbattere le liste d'attesa.
Come dicevo, oggi ci risulta, appunto, che molte Regioni stiano avviando dei piani di assunzione a tempo indeterminato, offrendo un'opportunità migliore di lavoro per queste figure. Lo stesso personale del Piemonte sta optando per la partecipazione a questi bandi e a questi concorsi, lasciando sguarnito il nostro territorio.
L'interrogazione - utilizzo gli ultimi dieci secondi che ho a disposizione verte proprio su questo, ossia sulla necessità, a prescindere dalla pandemia, ma anche per la pandemia, di programmare, pianificare e definire un piano organico, in tempi rapidi, di assunzione di personale infermieristico a tempo indeterminato sul nostro territorio, non solo per far fronte al turnover, ma anche per incrementare la pianta organica e quindi, la capacità di risposta che offriamo, in termini di servizi sanitari regionali, attraverso questa figura così importante.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Gallo per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente e grazie, Consigliere Gallo, perché con quest'interrogazione mi dà la possibilità di spiegare e di illustrare nel dettaglio tutto quello che la Regione Piemonte ha fatto proprio in tema di assunzioni.
Una serie di azioni è già stata intrapresa a partire dall'anno 2020 proprio per risolvere la carenza di personale sanitario, in particolare di quello infermieristico.
Abbiamo avviato in Piemonte un processo dinamico di assunzioni a tempo indeterminato di personale infermieristico, al fine di consentire proprio l'erogazione di quei livelli essenziali di assistenza e garantire il reclutamento, in primis a tempo indeterminato, degli operatori sanitari per l'emergenza sanitaria, ovviamente, ma anche nelle more di ulteriori procedure concorsuali.
Con la DGR 1-2300 del 18 novembre 2020, viste le possibilità offerte dalla normativa di cui all'articolo 3, comma 61, della legge n. 350 del 24/12/2003, e all'articolo 4, comma 3 bis del decreto legge n. 101/2013 come convertito nella legge n. 125/2013, si è disposto l'obbligo per le Aziende Sanitarie Regionali di consentire l'utilizzo da parte delle altre Aziende Sanitarie della Regione Piemonte delle vigenti graduatorie di concorso pubblico per l'assunzione di personale a tempo indeterminato, in particolare di quello infermieristico.
A seguito della succitata DGR, la nostra Direzione ha acquisito da ciascun'ASR l'elenco di queste graduatorie, anche al fine di comunicarle e diffonderle tra le Aziende Sanitarie.
È dunque emersa la necessità di definire una programmazione di livello regionale non solo del personale, ma anche delle procedure concorsuali finalizzate all'assunzione a tempo indeterminato.
Per far questo, la Direzione sanitaria ha chiesto alle Aziende Sanitarie di definire, con riferimento alle quattro aree territoriali Torino e area metropolitana, sud-ovest Cuneese, sud-est/Astigiano e Alessandrino, Nord Piemonte Vercelli, Biella, Novara e VCO la programmazione delle procedure concorsuali per i sei mesi successivi (periodo dicembre 2020-maggio 2021).
Con la predetta nota, abbiamo chiesto alle Aziende di definire tale programmazione, individuando per ciascun profilo professionale la cosiddetta "Azienda capofila" che s'impegna a bandire il concorso, per evitare ovviamente la moltiplicazione delle procedure, garantendo nel contempo la possibilità di reclutare tutto il personale necessario attraverso l'utilizzo delle graduatorie delle Aziende capofila.
Successivamente, con DGR 1-2671 del 23 dicembre 2020 si è preso atto della programmazione relativa dell'indizione delle procedure concorsuali da parte delle Aziende sanitarie finalizzate all'assunzione a tempo indeterminato di personale e si sono fornite indicazioni di carattere generale con riferimento allo svolgimento delle procedure concorsuali.
In particolare, sono stati previsti alcuni importanti paletti: 1) le procedure già indette, per le quali sia già intervenuta la pubblicazione dell'estratto di bando nella Gazzetta Ufficiale, dovranno essere espletate entro 180 giorni, entro novanta giorni per i profili di dirigente medico disciplina di anestesia e rianimazione, medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza e, per i profili d'infermiere assistente sanitario e tecnico-sanitario 2) le procedure per le quali è stata programmata l'indizione nel semestre dicembre 2020-maggio 2021 dovranno essere espletate entro dodici mesi entro centottanta giorni per i profili di dirigente medico, eccetera (non sto a rileggerli tutti) e per i profili d'infermiere, assistente sanitario e tecnico di laboratorio.
Questo solo per significare come la Regione Piemonte sia stata attenta a una valutazione del fabbisogno di personale infermieristico e ha un'organizzazione di tutte le procedure di selezione a livello dei quattro quadranti che ho citato per assumere non solo infermieri, ma soprattutto infermieri, assistenti sanitari e tecnici di laboratorio, oltre a tutte le professioni mediche che abbiamo citato prima.
Pertanto, sono provvedimenti in corso d'attuazione e speriamo che producano l'effetto di molte assunzioni di personale di cui abbiamo estremamente bisogno.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 772 presentata da Canalis, inerente a "Adozione di un provvedimento definitivo per l'applicazione di soglie ISEE uniformi sull'intero territorio regionale"


PRESIDENTE

Congediamo l'Assessore Icardi e proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 772.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Il question time riguarda l'adozione di un provvedimento definitivo per l'applicazione di soglie ISEE - l'indicatore della situazione economica equivalente - uniformi nell'intero territorio regionale.
A cosa è dovuto il question time? Al fatto che, purtroppo, sebbene il tavolo di lavoro tecnico sia stato istituito addirittura sei anni fa (nel 2015), coinvolgendo, da un lato, le organizzazioni di rappresentanza sindacale e, dall'altro, gli enti gestori delle funzioni socio assistenziali, a oggi non si è ancora addivenuti a una decisione definitiva sulla soglia uniforme da applicare in tutto il Piemonte. Di conseguenza, i cittadini e le famiglie piemontesi sono oggi soggetti a un ISEE diverso a seconda del Comune in cui risiedono. Questa è veramente un'iniquità inaccettabile.
Facciamo presente che gli unici casi in cui viene applicato un ISEE uniforme sono quelli in cui ci troviamo di fronte a materie regolate direttamente dallo Stato, come ad esempio la non autosufficienza, che è soggetta a un ISEE uguale in tutto il territorio nazionale.
La materia è sicuramente attinente all'Assessorato alle politiche sociali per cui riguarda l'Assessore Caucino, ma direi che riguarda anche l'Assessore Tronzano, che oggi leggerà la risposta dell'Assessore Caucino perché ha a che vedere con la situazione finanziaria delle famiglie piemontesi, perciò la situazione economica.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Canalis per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Tronzano.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Come diceva la Consigliera Canalis, la risposta è dell'Assessore Caucino che provvedo a leggere.
"Posto che, come in parte rilevato dalla Consigliera interrogante ed eccepito più volte in occasione delle molteplici interrogazioni in materia non solo l'attuale disciplina regionale contenente linee guida per l'applicazione della normativa ISEE, di cui al DPCM 159/2013, non ha né pu contenere disposizioni in contrasto con quanto dettato in materia di compartecipazione alle spese da parte dei cittadini dalla normativa nazionale, ma che la Regione non è competente a dare indicazioni sull'applicazione dell'ISEE, essendo gli enti erogatori delle prestazioni sociali agevolate tenuti ad adeguarsi alle disposizioni normative in materia, ciononostante, con l'attivazione del citato Tavolo tecnico a composizione mista nel lontano 2015, la Regione Piemonte, in virtù delle oggettive difficoltà e criticità legate l'applicazione delle specifiche disposizioni de quo, ha operato nel corso del tempo una complessa attività di mediazione tra le divergenti e, spesso, collidenti posizioni dei soggetti coinvolti, addivenendo da ultimo a una bozza di provvedimento definitivo ("Linee guida per l'applicazione uniforme dell'ISEE nell'ambito del sistema regionale") in ordine al quale sono in corso ulteriori atti di mediazione volti al licenziamento del medesimo in un quadro di piena condivisione da parte di tutti i componenti del Tavolo tecnico e diretto a definire e superare le criticità sollevate nell'interrogazione in questione.
A oggi, sulla base di quanto dettato dalle vigenti disposizioni regionali in materia, l'ISEE dev'essere utilizzato dagli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, in prima valutazione, come criterio che individua gli utenti che possono essere eleggibili alle prestazioni sociali e socio sanitarie, tramite un valore soglia massimo ISEE definito in 6.000 euro per accedere ai contributi economici a integrazione del reddito familiare valore oltre il quale non sono erogati contributi economici; 38 mila euro per tutte le altre prestazioni sociali agevolate, valore oltre il quale la prestazione è erogata con totale compartecipazione del beneficiario.
Ogni ente gestore regola le modalità e i tempi dell'effettivo accesso alla prestazione, utilizzando i criteri già previsti nel proprio regolamento vigente con cui sono state regolate le singole prestazioni, anche con riferimento alle deliberazioni regionali in materia socio-sanitaria criteri che saranno temporaneamente adottati come "criteri ulteriori accanto all'ISEE", secondo quanto previsto dall'articolo 2, comma 1 del DPCM 159/2013.
In riferimento a una quantificazione temporale rispetto all'emanazione di un provvedimento definitivo, si ritiene prudente ritenere che esso possa vedere la luce in tempi ragionevolmente contenuti, laddove il percorso di sintesi sviluppato dagli Uffici regionali, cui gli stessi hanno alacremente lavorato nel corso del tempo, trovi una definizione condivisa fra le parti interessate".
Grazie.


Argomento: Ristrutturazione industriale

Interrogazione a risposta immediata n. 775 presentata da Avetta, inerente a "Italvolt: a che punto è il progetto della gigafactory canavesana?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
775.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
È un tema che l'Assessore Tronzano conosce bene. In questi mesi è cresciuta l'attesa nel territorio canavesano per questo progetto, denominato Italvolt, che è un progetto di gigafactory canavesana. È una gigafactory da settanta gigawatt per un investimento stimato in oltre quattro miliardi di euro che dovrebbe generare 4.000 posti di lavoro, ovviamente annunciati e potenziali. È un'opportunità che il Canavese accoglierebbe con grande entusiasmo.
La nostra interrogazione richiama anche le sollecitazioni che sono arrivate proprio ieri dal territorio, in particolare da Confindustria Canavese rispetto a quello che può fare il Governo su quest'idea progettuale.
Evidentemente sono sollecitazioni che traducono la grande attesa che c'è in quel territorio rispetto a un'idea progettuale che è stata annunciata, con la presenza anche del Presidente Cirio, e che ha generato comprensibilmente attese da parte di un territorio che ha queste attese.
Si tratta di un territorio che ha un passato industriale di grande rilievo dove c'è una cultura d'impresa e, soprattutto, d'innovazione industriale molto sviluppata, legata al periodo della ex Olivetti e di tutte le imprese generate dall'ex Olivetti, in cui sono cresciute, come sa bene l'Assessore competenze, ed è anche cresciuto il saper fare, che confermerebbe la coerenza di un progetto come quello dell'idea progettuale proposta con le conoscenze di quel territorio.
È per questo motivo che il Canavese, comprensibilmente e legittimamente, si aspetta anche qualche certezza da parte delle istituzioni pubbliche Regione compresa, ma, come ho avuto modo di sottolineare, si aspetta qualche certezza anche da parte del Governo. C'è un Ministro dello sviluppo economico, che è Giorgetti; confidiamo che se ne voglia fare carico e che se ne voglia occupare, in particolare, dopo la sollecitazione arrivata dalla Presidente di Confindustria Canavese.
Allora chiedo, per quello di cui può essere a conoscenza l'Assessore, quale sia lo stato dell'arte, per cercare di contribuire a dare qualche risposta a queste sollecitazioni e, comunque, ad assecondare attese che seguono un percorso iniziato ormai da più di sei mesi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Tronzano per la risposta.



TRONZANO Andrea, Assessore allo sviluppo delle attività produttive

Grazie, Presidente.
Anzitutto, le chiedo un po' di pazienza, perché non ho risposte scritte e quindi vado a braccio. Più volte abbiamo avuto modo d'interloquire su questo tema; in particolare, l'ultima volta mi pare fosse il 20 aprile rispondendo anche a un'interrogazione di Marco Grimaldi sulla questione della gigafactory. La prima cosa necessaria da dire è che il Piemonte si sta battendo per avere una gigafactory: questa è la nostra missione.
Naturalmente, quest'operazione prevede finanziamenti a livello statale senza i quali è difficile proseguire. Tutti gli Stati europei stanno investendo pesantemente e si parla di una gigafactory di Stellantis in Francia, per esempio, e conseguentemente la Germania sta anch'essa investendo in maniera significativa.
Ci sono già state e continuano le interlocuzioni con il Governo. Occorre però che la differenza la facciano i progetti, Italvolt, in particolare. In questo caso, a partire dal 20 settembre, abbiamo ascoltato l'imprenditore che lei ha citato per verificare le disponibilità e le necessità per iniziare a valutare una gigafactory. Naturalmente, la Regione, attraverso Finpiemonte, ha cercato il sito e l'ha individuato in Scarmagno quello più idoneo.
Scarmagno ha una grandissima storia industriale e merita, anzi ritengo che si debba pretendere che vi ritorni un'industria di altissimo livello. Ora tutto quanto il territorio, assieme al Consigliere Avetta, ma non solo anche il Consigliere Cane e altri, stanno lavorando per cercare di fare in modo che Scarmagno torni a essere centrale.
All'interno di Scarmagno potrebbe nascere Italvolt. A oggi, so solo che Italvolt sta lavorando con serietà per raccogliere insieme le situazioni che consentano il decollo del progetto, che è molto difficile, perché sono quattro miliardi d'investimenti, quindi non è un progetto di cui domani mattina possiamo definire la gestazione e, conseguentemente, la nascita però certamente le notizie che abbiamo in nostro possesso sono moderatamente positive, comprendendo in "moderatamente positive" la necessità, da parte dell'imprenditore, di definire con più certezza il quadro finanziario che porterà allo sviluppo.
Una volta che l'imprenditore avrà necessità e avrà completato il suo screening complessivo sul progetto, certamente sarà nostro interesse, se lo riterremo significativo e degno d'attenzione, farlo conoscere al Governo perché il Governo dovrà darci una mano sulla gigafactory in maniera concreta.
Nel frattempo, nasce l'idea Stellantis, nel senso che non sappiamo se la fabbrica nascerà; intenzione di questa Giunta e, in particolare, mia è di incontrare il dottor Mele prossimamente in Assessorato, per capire (dopo l'incontro di oggi con il Governo, anche qui a livello più locale) quali siano le intenzioni di Stellantis. Si parla del progetto Stellantis e anche per loro l'intervento del Governo sarà determinante, quindi questo è da mettere certamente in chiaro.
La nostra preoccupazione, così come quella - credo - anche di Confindustria Canavese è che la fabbrica di batterie possa essere spostata in un'altra parte d'Italia, ed è per questo che monitoriamo con attenzione la situazione, perché certamente gli stabilimenti Stellantis del Sud sono oggi addirittura un pochino più preponderanti, secondo le informazioni che abbiamo sulla strategia dell'azienda stessa.
Pertanto, occorre innanzitutto far capire a Stellantis che questo territorio ha la necessità che la fabbrica confermi i modelli che ha in previsione e che, soprattutto, aumenti il numero di modelli, perché la nostra catena di fornitura è senz'altro prioritaria, è senz'altro importante, è senz'altro nella disponibilità di avere grandissime capacità e, pertanto, occorre che Stellantis inserisca nuovi modelli all'interno della produzione anche sugli stabilimenti piemontesi.
Avendo due progetti come Italvolt e Stellantis insieme, la nostra intenzione è non perderli entrambi, cioè vogliamo assolutamente che uno dei due, se dovesse essere significativo e accettabile, sia eseguito. La preoccupazione di Confindustria Canavese è che, se il progetto è adeguato Italvolt non sia calcolato dal Governo, essendo scesa in campo Stellantis.
Capiamo questa preoccupazione ed è oggettivamente significativa anche per la storia di quel distretto industriale ma, soprattutto, per quel sito industriale, sicché sarà nostra cura compendiare gli interessi.
Poiché la strategia di Regione è avere una gigafactory, certamente dobbiamo fare in modo che, se il progetto di Italvolt è significativo e se il progetto di Stellantis decolla, non si elidano e, soprattutto, magari che possano addirittura collaborare. Vediamo che cosa succederà nei prossimi mesi; da parte nostra, siamo disponibili a fare tutto quello che sarà necessario per avere una gigafactory sul territorio.
Oggi, Italvolt sta lavorando seriamente e sta andando avanti anche nella parte urbanistica. Non saprei dirle se questo progetto decollerà: compete al privato farlo decollare. Certamente, noi siamo disponibili a fare la nostra parte.
D'altra parte, aspettiamo che Stellantis manifesti il proprio interesse rivolto a una fabbrica di batterie a Torino e, nel momento in cui ci sarà realmente quest'evidenza, vedremo politicamente come comportarci e faremo in modo che il Governo faccia comunque nascere una gigafactory in Piemonte e in Italia, ma che sia in Piemonte.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Andrea Tronzano per la risposta.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione a risposta immediata n. 778 presentata da Grimaldi, inerente a "Tutelare i terreni agricoli del Comune di Orbassano"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
778.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per tre minuti.



GRIMALDI Marco

Chi mi risponde, Presidente?



PRESIDENTE

L'ho detto prima: le risponderà il Vicepresidente Fabio Carosso.
Prego, collega, proceda, ha tre minuti a disposizione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente, ma volevo l'attenzione del Vicepresidente.



PRESIDENTE

Ha la mia, come sempre.



GRIMALDI Marco

Ma se non mi ascolta il Vicepresidente Carosso, è difficile...
A Orbassano, il nuovo progetto di un polo logistico di una multinazionale di cui abbiamo parlato qualche volta anche in quest'Aula, cioè Amazon prevede una variante di piano regolatore, che trasformerà un lotto di circa 195 mila metri quadri. Vicepresidente Carosso, ha presente quanto sono 195 mila metri quadri? Andiamo allo Stadio delle Alpi, l'ex stadio Delle Alpi o decida lei un altro campo di calcio che si ricorda, e lo moltiplichiamo per venti.
L'aspetto interessante è che non siamo nemmeno in un rudere sportivo da rigenerare, ma siamo davanti a venti campi da calcio che hanno una destinazione agricola e la trasformazione deve passare da destinazione agricola a produttiva.
È possibile un tale cambio di destinazione? Che fine ha fatto lo stop al consumo di suolo? Proviamo a rispondere noi per lei.
Purtroppo è possibile, se le aree libere hanno già una destinazione edificabile e il piano regolatore di Orbassano non ha, al suo interno, la classificazione delle aree in "dense, libere e di transizione".
Mentre a Orbassano si stanno asfaltando prati per fare spazio ad Amazon, in assenza di un regolamento che lo impedisca, nella vicinissima Collegno il Comune vota una delibera con cui esprime parere negativo alla perimetrazione del Piano regionale delle attività estrattive, che prevede che l'intero territorio comunale rientri nel bacino di estrazione e realizzazione delle cave.
Ho raccontato tutto questo per dire alcune cose, Vicepresidente. La prima è che i Comuni possono agire in maniera virtuosa e decisa; aggiornare i propri piani regolatori e salvaguardare con i propri atti terreni agricoli e le aree libere, anche in opposizione alle scelte della Regione che tuttavia, una volta definite, prevarranno. Ma qui non si sa ancora che cosa ha in mente la Regione.
La seconda è che una programmazione più ampia di queste politiche, con l'obiettivo di ridurre a zero il consumo di suolo e salvaguardare il territorio agricolo, era in capo alle defunte Province, ma che, secondo noi, non è stato raccolto a sufficienza dalla Città metropolitana.
Che fare? Chi sostituisce il ruolo delle Province? La sintesi è che non c'è progettazione né dibattito pubblico, ma ogni Comune è lasciato a sé su un tema che ha a che fare con la sostenibilità ambientale e il cambiamento climatico, che riguarda tutti noi.
Tutto, purtroppo, è possibile, se non cambia il quadro normativo nazionale ma anche se la Regione non si mette in testa che ruolo vuole giocare. Si è svolta la Conferenza dei Servizi. Mi piacerebbe sapere che cosa ha detto la Regione la scorsa settimana, ma, soprattutto, abbiamo in mano una vicenda che potrebbe risuccedere tante volte. Se non saremo capaci di dare alternative a quegli imprenditori, se non utilizzeremo altre aree dismesse che possono essere rigenerate, ovviamente prevarrà sempre il profitto e, in questo caso, prevarrà il profitto su dei terreni agricoli.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere dall'interrogazione delegando il Vicepresidente Fabio Carosso.
Prego, Vicepresidente; ne ha facoltà per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
Intanto, voglio far presente che so quanto misurano venti campi da calcio.
Ogni tanto qualche misura l'ho fatta. Stia tranquillo, Consigliere Grimaldi, non si preoccupi. Vengo dalla provincia, misuro ancora anche con i passi qualche volta, ma so quanto sono.
Gli Uffici hanno preparato una risposta molto tecnica e ci tengo a leggerla, perché è giusto dare una spiegazione molto corretta.
Occorre, preliminarmente, premettere che l'intervento in argomento è stato formulato dei proponenti nella forma della variante semplificata, articolo 17 della legge 56/77, che a sua volta fa riferimento ai più generali dispositivi previsti dalla norma nazionale, volti a incentivare l'esercizio di attività produttive e di prestazioni di servizi, così come descritto dal DPR 160/2010, per tramite dello Sportello Unico per le Attività Produttive il SUAP.
Tale procedura prevede la verifica preliminare rispetto al fatto che lo strumento urbanistico non individua aree destinate all'insediamento d'impianti produttivi o individua aree insufficienti, circostanza da verificarsi all'esito della valutazione da parte del Comune. Tale verifica è stata esplicitamente dichiarata in sede di prima seduta della Conferenza dei Servizi il 7 giugno 2021 da parte dei rappresentanti tecnici dell'Amministrazione comunale e dovrà essere confermata in maniera formale.
Giova, quindi, ricordare che lo stesso Comune sarebbe libero di decidere di dar corso alla procedura di variante, seguendo l'iter normale anzich quello semplificato, previsto all'articolo 8 del DPR 160/2010, ma l'attiva partecipazione dell'Amministrazione comunale, sia nella Conferenza dei Servizi svoltasi il 7 giugno sia nella Conferenza preliminare svoltasi nei mesi scorsi, manifesta la volontà dell'Amministrazione a perseguire lo strumento procedurale semplificato, oggetto dell'istanza.
In riferimento all'utilizzo di suolo agricolo, il Piano Paesaggistico Regionale (peraltro, ricordo che in Italia attualmente solo due Regioni hanno un piano paesaggistico), trattandosi l'argomento in questione, è espressamente previsto che, nelle aree d'interesse agronomico, i piani locali possono prevedere eventuali nuovi impieghi di suolo a fini edificatori diversi da quelli agricoli solo quando si è dimostrata l'inesistenza di alternative di riuso e di riorganizzazione delle attività esistenti.
Come già descritto, tale verifica è parte integrante di svolgimento del procedimento.
Per quel che attiene alle obiezioni relative al consumo di suolo, sia nella fase della Conferenza preliminare sia nell'attuale fase d'istruttoria grande cura è stata prestata alla rigorosa verifica del rispetto dei disposti all'articolo 31, nelle norme di attuazione del Piano Territoriale Regionale rubricato "Contenimento di consumo di suolo". Tale norma rappresenta la vigente declinazione attuativa di dettaglio da parte della Regione Piemonte, proprio in tema dei pertinenti obiettivi di argomento dell'interrogazione.
Il combinato disposto di tale articolo, con il monitoraggio del consumo di suolo in Piemonte, edizione 2015, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 34 del 7 luglio 2015, ha guidato le verifiche degli Uffici che, sulla scorta di quanto esplicitamente dichiarato dall'Amministrazione comunale rispetto alla produzione urbanistica di autonoma competenza del Comune negli ultimi cinque anni, hanno evidenziato il rispetto di tali caratteristiche dimensionali che, notoriamente, prefigurano che "le previsioni d'incremento di consumo di suolo. per ogni quinquennio non possono superare il 3% della superficie urbanizzata esistente".
Sul punto, è opportuno sottolineare che tale consumo di suolo soggiace oltre agli oneri tipicamente connessi al tipo d'intervento, ivi compresi il "contributo straordinario" previsto all'articolo 16 DPR 380/2001, a un riequilibrio in termini di "compensazione ambientale", stimato in circa 272 mila euro.
Per dovuto rispetto delle reciproche competenze non si entra altresì nel merito delle annotazioni, fatte nell'interrogazione, rispetto all'applicazione delle norme del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.
Giova, infine, ricordare che lo ius variandi, secondo la vigente normativa è in capo all'amministrazione comunale, restando alla Regione la verifica sulle circostanze di propria competenza che, tuttavia, per quanto precedente e descritto, risultano ossequiate sotto il profilo strettamente tecnico.
Per quanto precedentemente descritto non si rilevano, per quanto a conoscenza di quest'organo e in riferimento alle argomentazioni descritte nell'interrogazione a risposta immediata, motivazioni adeguate all'espressione di un parere negativo.
Ci tengo ancora ad aggiungere che sappiamo tutti quanto, dopo la pandemia vi sia necessità d'investimenti da parte delle aziende. Concordo con il Consigliere Grimaldi che è molto importante il rispetto del consumo di suolo, ed è proprio per questo che stiamo lavorando alla legge n. 56 del 1977 tramite gli Uffici. Sono convinto che, proprio lavorando con una grande attenzione al riuso, potremo fare veramente molto bene.
A proposito di questo, sono convinto che alcune situazioni del tipo vecchie fornaci, piuttosto che altre situazioni di riutilizzo, possono essere valorizzate. Faremo in modo che si possano utilizzare con più attenzione queste strutture.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Carosso per la risposta.
Prima di chiudere la sessione, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta sarà trasmesso via e mail a tutti i Consiglieri e pubblicato in banca dati, dove sarà reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia dei componenti della Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Grazie a tutti a tutte. Alle ore 15.29, dopo il quarto d'ora di areazione il Presidente Stefano Allasia aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Buona salute a tutti.



(Alle ore 15.12 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 15.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Per la gestione della seduta, si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 16 aprile 2021 n. 63, a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
La verifica delle presenze verrà effettuata mediante chiamata nominale. Le votazioni si svolgeranno attraverso l'introduzione del badge di ciascun Consigliere nell'apposito alloggiamento, con conseguente selezione del tasto presenza e della successiva espressione di voto.
Procedo ora all'appello nominale per la verifica delle presenze. Ai soli fini dell'appello, comunico che sono in congedo i Consiglieri Caucino Cirio e Icardi.
Il numero legale è, pertanto, venticinque.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)



PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento interno del Consiglio regionale comunico che hanno chiesto congedo Caucino, Cirio e Icardi.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che è stato approvato il processo verbale del 9 aprile 2021.


Argomento: Attivita' di promozione

Esame proposta di deliberazione n. 121, inerente a "Fondazione Film Commission Torino Piemonte. DCR n. 556-11466 del 21.9.1999 e s.m.i. Approvazione di modifiche allo Statuto"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 121, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla VI Commissione il 9 giugno scorso.
La parola all'Assessore Poggio per l'illustrazione.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Le modifiche dello Statuto della Fondazione Film Commission Torino Piemonte vengono sottoposte al Consiglio regionale, che, ovviamente, come da procedura, deve deliberare in merito.
Si tratta di modifiche sostanziali, che vanno a incidere sull'articolo 3 finalizzato agli obiettivi e alle finalità, sull'articolo 7, relativo alla nomina del Presidente e del Vicepresidente, e sull'articolo 8, relativo al Consiglio d'Amministrazione.
Nello specifico, intendo sottolineare ai Consiglieri il lavoro relativo alle modifiche inserite all'interno dello Statuto stesso. Peraltro, lo Statuto è già stato approvato dalla Città di Torino nel mese di febbraio.
Proprio all'articolo 3, che stabilisce le finalità, s'intende soprattutto sottolineare l'importanza e il valore della Film Commission, che è quello di essere una fondazione che non ha scopo di lucro e si propone di promuovere e sostenere la produzione di opere cinematografiche, e, altresì di promuovere ovviamente la cultura e l'arte cinematografica in toto. È proprio qui che rientra la modifica, perché abbiamo aggiunto "audiovisiva in Piemonte, nonché le risorse professionali tecniche e artistiche attive sul territorio regionale".
Perché abbiamo aggiunto quest'ulteriore rafforzamento dell'attività della Film Commission? Perché, di fatto, abbiamo voluto mettere in evidenza il valore che la Fondazione stessa esprime nel far emergere i talenti attraverso tutte quelle risorse professionali, tecniche e artistiche che fanno parte dell'ente stesso.
Abbiamo anche aggiunto la parola "audiovisiva" proprio per sottolineare l'impegno che la Fondazione stessa s'impone, cioè quella di lavorare su documentari, cortometraggi e quant'altro. È un rafforzamento dell'attività stessa portata avanti dalla Fondazione.
Ovviamente, si è anche aggiunto: "La Fondazione agisce altresì nel campo dello sviluppo e della diffusione della cultura cinematografica e audiovisiva". Sempre all'articolo 3, viene risottolineato l'impegno e soprattutto, il fine che si dà la Fondazione stessa in Piemonte, perch promuove convegni e seminari, studi e ricerche, corsi e conferenze.
L'articolo 7, invece, riguarda il Consiglio d'Amministrazione, che va a individuare i suoi componenti, indicando un Presidente e un Vicepresidente.
Voi sapete che è stato deliberato in sede di Film Commission ma, in accordo con la Città di Torino, che le cariche politiche non faranno più parte del Consiglio d'Amministrazione. Pertanto, il Consiglio d'Amministrazione sceglie tra i suoi componenti un Presidente e un Vicepresidente individuati secondo le modalità che sono riportate all'articolo 8, i quali durano in carica quattro esercizi, scadono alla data di approvazione del bilancio consuntivo del quadriennio (quindi dell'ultimo esercizio della loro carica) e possono essere rinominati. Questo significa che possono essere rinominati, ma possono anche non essere rinominati.
Con l'articolo 8 si va a incidere sul Consiglio d'Amministrazione. Il Consiglio d'Amministrazione prevede cinque Consiglieri, secondo la seguente articolazione. Tenete conto che sono venute meno all'interno del Consiglio le figure politiche, quindi tre componenti sono nominati dalla Regione Piemonte, di cui uno assume la carica di Presidente, e due componenti sono nominati dalla Città di Torino, di cui uno assume la carica di Vicepresidente. Ovviamente nell'articolo 8 viene abrogato il comma che diceva che "gli Assessori alla cultura possono delegare la presenza alle riunioni del Consiglio a persona provvista di delega", perché non c'è più la figura né dell'Assessore regionale alla cultura né di quello comunale corrispondente.
Questa è, in sintesi, la modifica sostanziale inserita all'interno del nuovo Statuto. Però voglio sottolineare e quindi far presente che mi sono arrivati proprio pochi minuti fa degli emendamenti che vedono come prima firmataria la Consigliera Frediani. Posso dire che uno è un po' la sovrapposizione dell'altro. Se la Consigliera li vuole presentare, previa approvazione del Presidente, sono a disposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per una pregiudiziale, in modo informale, perché prima ho dato la parola all'Assessore Poggio.



GRIMALDI Marco

Sì, è informale, ma mi ero avvicinato e le ho chiesto la parola proprio per capire se ci sono le pregiudiziali sulle delibere, perché vorrei comprendere un dato. Vi spiego il punto.
Oggi trattiamo una modifica di uno Statuto e per mia curiosità sono andato a vedere le funzioni di questo Statuto, perché, come sapete, noi potremmo emendare i punti in oggetto, ma anche, Presidente, emendare, volendo, altri punti. Nella parte del Presidente, ovvero all'articolo 7, si dice: "Il Presidente del Consiglio d'Amministrazione sceglie tra i suoi componenti un Presidente, i quali durano in carica quattro esercizi e scadono alla data di approvazione del bilancio consuntivo dell'ultimo esercizio della loro carica e possono essere rieletti. Nomina, inoltre, un segretario..." eccetera.
Continua dicendo: "Il Presidente esercita altresì tutti i poteri attinenti l'ordinaria amministrazione della stessa, ivi compreso quello di nominare procuratori, determinando per esempio le attribuzioni. Il Presidente convoca e presiede il Consiglio d'Amministrazione e l'assemblea dei sostenitori, cura l'esecuzione delle deliberazioni, adotta in caso d'urgenza ogni provvedimento che si renda necessario e anche soltanto opportuno per la vita e l'attività della Fondazione. Il Presidente pu delegare tali compiti, può continuare sottoponendo il suo operato alla ratifica del Consiglio di Amministrazione".
Ok, Presidente? È chiara questa parte? Inoltre, noto sempre sullo stesso sito internet che c'è un codice etico che recita: "Ogni soggetto che si trova in conflitto d'interesse con altri ruoli pubblici deve dichiararlo". Presidente, mi faccia solo capire se anche a lei risulta questo dato. Sono andato sullo stesso sito e vedo che l'attuale Presidente è ancora tal Paolo Damilano, la stessa persona che, se capisco bene, è ufficialmente il candidato Sindaco di Torino per il centrodestra.
Pertanto, faccio una richiesta a lei e alla Giunta, visto che quest'ufficializzazione è arrivata dal tavolo di coordinamento di Lega Fratelli d'Italia e Forza Italia ed è un fatto pubblico, noto a tutti mentre finché stava scritto sui giornali e nei manifesti senza un vero via libera era un oggetto discutibile, ma in qualche modo stava, com'è successo tante volte, in quel campo un po' etereo del dibattito pubblico.
La richiesta è questa: è successo dalla data in cui è stata ufficializzata la candidatura a Sindaco di Paolo Damilano che, per caso, il Presidente della Film Commission ha depositato la sua lettera di dimissioni? O semplicemente non si ricandiderà? Sappiamo tutti che è in scadenza, proprio per le righe che ho letto in precedenza. E, proprio perché è in scadenza visto quello che ho letto in precedenza - semplicemente il candidato Sindaco del centrodestra aspetterà la fine del suo mandato per non ricandidarsi? Lo ripeto: per le funzioni che ci sono, essendo che è ufficializzato perch vedo i manifesti in giro, sarà in campagna elettorale, ma non potrà essere in campagna elettorale da Presidente di Film Commission. Lo dico, perch abbiamo colleghi Consiglieri regionali, che noi abbiamo difeso, che erano in Consigli d'Amministrazione molto meno importanti, che hanno mandato la lettera di dimissioni. Parlo del Consigliere Marrone, che non aveva neanche iniziato la campagna elettorale, siamo addirittura arrivati al terzo grado di giudizio e ha dovuto perfino smettere di fare il Consigliere regionale.
Adesso il punto è di opportunità politica: un candidato a Sindaco del centrodestra può essere ancora contemporaneamente oggi Presidente di un'istituzione come la Film Commission? Lo dico non tanto da Statuto, non lo dico neanche da codice etico - che mi pare di no - ma vi chiedo se avete ricevuto questa lettera e se non sia il caso e l'opportunità che il Presidente attuale della Film Commission, vista la "fucilizzazione" di un Tavolo così importante e visto che la campagna elettorale mi pare avviata non presenti questa lettera di dimissioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola all'Assessore Marrone, per fatto personale.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



MARRONE Maurizio Raffaello

Eh, sì, mi ha nominato, e credo anche che l'abbia fatto consapevolmente lei avrà tanti difetti, ma di sicuro sa quello che fa.
Voglio solo ricordare un paio di elementi. Il primo è che l'attuale Governo, cui, se non ricordo male, appartiene anche LeU, perché esprime ahinoi - il Ministro della Salute, ereditato dal precedente Governo, non ha ancora neanche ufficializzato la data di convocazione delle elezioni perché le ricordo, ma lo sa di sicuro, che sono state rinviate, perché non si poteva fare la campagna elettorale, che poi ha coinciso con la stessa data dello svolgimento delle primarie del centrosinistra; però, la data non è stata fissata.
Così come anche, sinceramente, le dico che questo intervento "puzza" un po' di paura addirittura a distanza da una parte dell'emiciclo all'altro.
Consigliere, non le fa tanto onore, sinceramente, però lasciamo a verbale anche questo momento.



(Commenti del Consigliere Gallo)



PRESIDENTE

Scusate! Non parlate fuori dal microfono; se volete intervenire, chiedete la parola ed eventualmente la Presidenza vi darà la parola.
Consigliere Gallo, su che cosa?



GALLO Raffaele

Non chiedo io per fatto personale.



PRESIDENTE

Allora, per quale motivo? Citi il Regolamento; se chiede la parola, deve citare il Regolamento.



GALLO Raffaele

Allora parlo fuori microfono, Presidente! Non c'è problema. Non capivo solo il fatto personale dell'Assessore.



PRESIDENTE

No, deve citare il Regolamento. Il Regolamento prevede che deve citare il Regolamento.



GALLO Raffaele

Io le parlo fuori microfono.



PRESIDENTE

Eh, no.



GALLO Raffaele

Non capivo l'intervento dell'Assessore Marrone, tutto qua.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori; glielo dico io.
Se la Giunta vuole.



(Commenti fuori microfono)



GALLO Raffaele

Presidente, guardi non facciamo i filosofi del Regolamento.



PRESIDENTE

Eh, no. Non c'è da fare filosofia sul Regolamento, Consigliere Gallo!



GALLO Raffaele

Allora, sull'ordine dei lavori.
Non capisco quale sia il fatto personale che ha citato l'Assessore Marrone.



PRESIDENTE

È stato citato e ha tutto il diritto di chiedere il fatto personale.
Non ho trovato nulla di strano che il Consigliere Grimaldi citasse l'Assessore Marrone e neanche che l'Assessore Marrone abbia voluto specificare.



GALLO Raffaele

Sì, diciamo che ha fatto un intervento politico legittimo, ma non per fatto personale.
Dopodiché, come Partito Democratico, sosteniamo la richiesta del Consigliere Grimaldi rispetto alla quale aspettiamo una risposta dal Consiglio regionale o dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Poggio.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Capisco anche che alcuni chiarimenti ci stanno.
Allora, la carica del Presidente Damilano scade con il bilancio consuntivo che sarà portato all'assemblea dei soci proprio il 29 giugno, quindi, il suo mandato è concluso e il suo incarico è finito.
Volevo dare indicazione ai Consiglieri sullo stato dell'arte, ed è per questo che è anche necessario ratificare e, soprattutto, approvare questa deliberazione, dando la possibilità al Presidente oggi in carica, ma che lascerà il suo ruolo e, soprattutto, dando la possibilità, con un nuovo Statuto, di procedere nei modi giusti grazie al consuntivo del 2020, che sarà portato all'attenzione dei soci il 29 giugno.
Questo è quanto ritengo di dare a voi come informazione.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, su che cosa?



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

È già intervenuto. In base all'articolo 71, ha tre minuti.



GRIMALDI Marco

Sull'ordine dei lavori, Presidente. Vorrei di nuovo la parola, visto che.



PRESIDENTE

Prego, sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

Ovviamente, la risposta non ci soddisfa perché vuol dire che il Presidente.



PRESIDENTE

Non può intervenire sull'ordine lavori per rispondere all'Assessore.



GRIMALDI Marco

Allora, intervengo sulla preliminare. Mi dica lei come vuole andare avanti sulla.



PRESIDENTE

Non può intervenire come vuole! C'è un Regolamento e l'articolo 71.



GRIMALDI Marco

Il Regolamento fa sì che, avendo chiesto una preliminare.
La Giunta sulla preliminare ha voluto prendere la parola, se ho capito bene.



PRESIDENTE

Ma non c'è un dibattito sulle preliminari.



GRIMALDI Marco

Benissimo. Ci dica lei come vuole procedere, allora!



PRESIDENTE

Dobbiamo votare.



GRIMALDI Marco

Su che cosa dobbiamo votare?



PRESIDENTE

Sulla preliminare che ha chiesto.



GRIMALDI Marco

E posso intervenire a favore o no?



PRESIDENTE

È già intervenuto, secondo l'articolo 71 del Regolamento: uno per Gruppo.



GRIMALDI Marco

Uno per Gruppo. Benissimo. Potranno intervenire gli altri Gruppi su questa replica dell'Assessora, visto che non abbiamo mai fatto così? Se la Giunta dà un'informativa, è possibile chiedere l'apertura di un dibattito, poiché ha dato un'informativa?



PRESIDENTE

Non è un'informativa, è una preliminare.
È lei che ha chiesto una preliminare e non ha chiesto un'informativa.



GRIMALDI Marco

Io ho chiesto una preliminare e la Giunta è intervenuta. Sulle comunicazioni della Giunta posso chiedere l'apertura di un dibattito.
È vero o no che, da Regolamento, posso chiedere l'apertura di un dibattito in quanto la Giunta ha dato un'informazione? Sì o no?



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, la richiamo.



GRIMALDI Marco

Quindi non posso fare il mio intervento?



PRESIDENTE

No! Secondo l'articolo 71, no! È già intervenuto oltre i tre minuti.



GRIMALDI Marco

L'unica cosa che ho capito è che il Presidente Damilano non ha trovato il tempo per fare quella lettera di dimissioni e ha chiesto.



PRESIDENTE

Non importa, non è una questione che interessa a noi.
Io devo fare rispettare il Regolamento.
Consigliere Grimaldi, la richiamo all'ordine!



GRIMALDI Marco

Va bene.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi sulla preliminare Grimaldi, procediamo con la votazione.
RAVETTI Domenico (fuori microfono) Ci dice che cosa stiamo per votare, Presidente?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ripeto, la preliminare Grimaldi, avete sentito benissimo! Scusate.
L'oggetto è se esiste un conflitto d'interesse fra il Presidente di Film Commission, Paolo Damilano e l'eventuale candidatura a Sindaco.
Il numero legale è venticinque.
Indìco la votazione palese sulla questione preliminare presentata dal Consigliere Grimaldi.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Poiché l'Assessore ha illustrato la deliberazione, procediamo con la discussione generale.
Non essendovi richieste d'intervento, dichiaro conclusa la discussione generale.
Sono stati presentati due emendamenti dalla Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Frediani e Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 2) presentato da Frediani e Bertola.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

L'emendamento rubricato n. 1) va a riproporre anche in Aula l'osservazione che ho posto all'Assessore durante la discussione in Commissione, perch questo provvedimento l'abbiamo esaminato proprio nell'ultima seduta di VI Commissione. Chiedeva, nella composizione, di mantenere l'esperto in materia, figura attualmente prevista nel CdA. Crediamo che, in un ente importante come Film Commission, l'esperienza sia un qualcosa da valutare valorizzare e, soprattutto, da mantenere.
Per cercare di mantenere questa figura chiediamo, con il nostro emendamento, di indicare due componenti della Regione, due componenti nominati dalla Città di Torino, ma di mantenere un esperto in materia.
L'emendamento rubricato n. 2), invece, riguarda i requisiti delle nomine perché diventando una nomina fatta direttamente dalla Regione o dal Comune non si capisce bene quali sono le figure che possono essere nominate nel CdA e, soprattutto, quali requisiti devono avere.
In Commissione ci è stato detto che, in generale, per i requisiti di esperienza e qualificazione professionale si fa riferimento alla DGR n. 44 29481 del 28 febbraio 2000, che è quella che identifica i requisiti necessari per la nomina, da parte della Regione, nelle società partecipate.
Continuiamo a ribadire che, secondo noi, andrebbero dettagliati meglio quindi definire che ci sia una competenza specifica nel campo, trattandosi proprio di Film Commission, di un ente con una finalità ben precisa e che richiede, per la sua gestione e amministrazione, competenza in materia.
Il nostro auspicio è che si continui (o si cominci) a nominare persone con competenze in materia e che le prossime nomine non siano unicamente legate a una spartizione politica, perché abbiamo visto che in alcuni casi ci possono essere anche dei problemi relativi ad alcuni nominativi posti in posizioni magari senza avere proprio le competenze necessarie.



PRESIDENTE

Grazie.
Sulla deliberazione sono pervenuti altri tredici emendamenti a sola firma del Consigliere Grimaldi. Essendo pervenuti a discussione generale chiusa sono necessarie tre firme, pertanto sono irricevibili.
Procediamo con le dichiarazioni di voto.
Il parere della Giunta regionale? Prego, Assessore.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Il parere della Giunta è contrario agli emendamenti, ma lo spiego, perch ho avuto modo di parlare con la Consigliera Frediani.
Nel merito ha fatto un buon lavoro, perché si va ad accertare che le figure, soprattutto di competenza, siano figure che conoscono la materia e siano individuate secondo criteri che sono proprio quelli di indicare figure propedeutiche al lavoro e al ruolo.
Con la proposta di modifica statutaria, che prevede questi tre componenti nominati dalla Regione e due nominati dalla Città, e proprio rispetto a quanto sottolineato dalla Consigliera Frediani, nella versione dello Statuto non compare più il termine "esperti".
Si rileva che, con deliberazione n. 44-29481 del 28 febbraio 2020, previo un parere preventivo della Commissione nomine del Consiglio regionale, la Giunta regionale ha deliberato l'approvazione dei criteri per le nomine in enti o istituzioni operanti nell'ambito della promozione di attività culturali e dello spettacolo, stabilendo che i criteri di carattere generale, di cui all'articolo 2, comma 3, della legge regionale n. 39/95 consistono, in maniera prioritaria, nella valutazione fatta da esperienze personali e professionali, specificatamente riferite all'oggetto e alla finalità dell'ente o istituzione per le quali devono essere effettuate le nomine e, in subordine, nella valutazione complessiva del curriculum di studio.
Ricordo che tale deliberazione era stata adottata dalla Giunta regionale in occasione della nomina del primo Consiglio d'Amministrazione della Fondazione Film Commission Torino Piemonte, che si era costituita nel 2020.
Da quel momento, tutti i comunicati del Presidente della Giunta regionale volti a raccogliere le candidature per la formazione o per il rinnovo del Consiglio d'Amministrazione, hanno esplicitato questi due criteri di valutazione.
Di fatto, ci sono Uffici preposti a valutare e ammettere le candidature secondo criteri indicati nella deliberazione e, di conseguenza, la valutazione passa poi in Giunta, ma alla luce delle figure individuate.
Tali criteri verranno e vengono ribaditi sino a una loro eventuale modificazione, confermando, pertanto, quale requisito, per la nomina dei rappresentanti regionali, una specifica competenza in materia, come ho sottolineato prima, garantendo il permanere della caratteristica di esperto, ovviamente posta in capo ai soggetti selezionati, o che verranno selezionati e nominati, a far parte dell'organo di governo della Fondazione stessa.
Ne avevamo già parlato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Procederei con la votazione dell'emendamento rubricato n. 1).
Ricordo che il numero legale è venticinque.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Chiedo scusa, Presidente.
Chiedo di inserire il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

Sia riportato a verbale che il Consigliere Rossi ha votato favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 121, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Caccia

Esame ordine del giorno n. 417 presentato da Perugini, Preioni, Gagliasso Cane, Lanzo, Gavazza, Demarchi, Poggio, Leone, Zambaia, Fava, Marin, Mosca Cerutti, Nicotra e Dago, inerente a "Problematiche sicurezza e contenimento relative alla fauna selvatica; ordine del giorno n. 580 presentato da Bertola, Frediani e Sacco, inerente a "Moratoria del prelievo venatorio per le specie appartenenti alla tipica fauna alpina e per l'allodola"; ordine del giorno n. 595 presentato da Canalis, Avetta, Ravetti e Salizzoni inerente a "Misure urgenti per il contenimento dei capi di ungulati in sovrannumero"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 417, n. 580 e n. 595, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Perugini per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 417.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Di fatto, è un ordine del giorno datato, ma riguarda sicuramente un tema che, da ottobre 2020 a oggi, è di grandissima attualità e senza soluzione di continuità. Ha occupato le pagine dei giornali, ma anche momenti critici delle varie comunità del Piemonte.
Intanto il titolo di quest'ordine del giorno, che è stato sottoscritto da moltissimi colleghi, riguarda problematiche di sicurezza e contenimento relative alla fauna selvatica. Per circoscrivere ancora di più, stiamo parlando di cinghiali. Ancora oggi, sulle pagine de La Stampa di Novara e del VCO, un titolo recita: "Cinghiali in strada da giorni. La gente di Torchiedo ha paura".
Perché nasce quest'ordine del giorno? Quest'ordine del giorno nasce a seguito di un momento e una situazione tragica. Il 1° ottobre, nel Novarese, sulla A26, si è verificato un incidente che tutti ricorderanno e in cui hanno perso la vita due persone: un trentanovenne di Bogogno e un trentaduenne di Gattinara dopo che la vettura su cui viaggiavano si è scontrata con alcuni cinghiali presenti in carreggiata.
Il giorno successivo a Torino, nel quartiere Aurora, un cittadino ha segnalato la presenza di alcuni cinghiali nelle vicinanze di via Pacini. La polizia locale è intervenuta con una squadra, disponendo una vera e propria scorta per allontanare questi animali. Un po' lo stesso fatto che è accaduto ieri nel Verbano.
Questi ungulati, si sa, producono sistematicamente una serie di danni ingenti alle culture, perciò un'azione preventiva sarebbe meno onerosa rispetto a quanti sono i danni conseguenti o, meglio, i risarcimenti. Solo per l'anno 2020, stiamo parlando di 3.114.669 euro: numeri davvero importanti.
Danni che, rispetto alle colture e ai risarcimenti, non rappresentano il prezzo economico di ciò che generano e con le conseguenze che hanno. In realtà una coltura, quando è danneggiata, per essere ripristinata, richiede un lavoro molto più complesso, quindi non si tratta soltanto del mero numero economico o di una questione di prezzo.
Ciò detto e considerato, nelle varie premesse abbiamo visto che sempre più imprenditori agricoli, in certe zone, si sono visti costretti ad abbandonare le loro colture perché la situazione si è molto acuita e complicata. Credo che tutti sappiano che le leggi di riferimento per contenimenti e abbattimenti datano 1992, ovvero un momento in cui tutto il Paese, ma anche in Piemonte, i numeri di cinghiali non era così elevato. In seguito, sono intervenute tante novità anche fino ai giorni nostri.
Con quest'ordine del giorno, che cosa chiediamo? Proprio perché tra gli obiettivi della Regione si vuole e si deve garantire una corretta convivenza tra animali e uomo, è evidente che non ci dev'essere una prevalenza tale per cui ci siano addirittura le conseguenze tragiche da cui ha preso le mosse tale documento.
Alla luce dei fatti inseriti in premessa, il Consiglio regionale, con quest'ordine del giorno - formulo da subito l'invito affinché tutti possano votare tale atto - non solo esprime il proprio cordoglio alle famiglie delle vittime dell'incidente del 1° ottobre 2020, ma impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore competente, eventualmente di concerto con gli enti territoriali interessati, a mantenere l'attuazione dei piani di contenimento degli ungulati, con misure che li rendano efficaci alla luce dei fatti di cronaca che abbiamo riportato.
Tuttavia, su questo dobbiamo subito fare una considerazione: ho definito quest'ordine del giorno un po' datato e - lo ripeto - forse anacronistico.
Ma quest'atto d'indirizzo - se me lo concede, Presidente, rivolgo lo sguardo direttamente all'Assessore Protopapa, così come al Vicepresidente Carosso, che per competenza si occupano di questa criticità del nostro territorio - vuole essere l'energia e la forza propulsiva che da questo Consiglio regionale vi viene consegnata per proseguire nell'azione che già puntualmente state cercando di tradurre in atti che poi diventano fatti sul territorio, sia per la competenza parchi, dove so essere stati assegnati degli obiettivi migliorativi rispetto a quelli del passato, sia per il resto dei territori governati dalle competenze dell'agricoltura.
L'atto d'indirizzo, inoltre, impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore competente a verificare che il recepimento da parte del Governo circa l'indifferibile necessità di legiferare fornisca nuovi ed efficaci strumenti per l'adozione di tutti gli interventi necessari. Attenzione quindi, affinché ci sia una preservazione delle culture, contemperando la sostenibilità dell'ecosistema (l'ho precisato anche nelle premesse: animale e uomo devono assolutamente convivere, non ci può essere una prevaricazione, che diventa peraltro innaturale).
Con l'ordine del giorno s'impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore competente a continuare la già costante interazione con le associazioni di categoria e gli enti preposti, al fine d'intraprendere azioni più ampiamente condivise a salvaguardia delle aziende agricole e di tutto il relativo indotto.
Come vedete, l'agricoltura, la convivenza tra uomo e animale, l'equilibrio dell'ecosistema e la sicurezza delle persone sono tra gli obiettivi dell'energia propulsiva che vi vuole essere consegnata come indirizzo da parte di questo Consiglio regionale (quantomeno, è nell'intenzione di tutti i sottoscrittori, che di nuovo ringrazio).
Sono intervenuti degli eventi, nel frattempo? Sì, ad esempio la sentenza della Corte costituzionale n. 21 del 2021, datata 14 gennaio, con cui si va a integrare l'elenco per i contenimenti e per le azioni che le Province e la Città metropolitana di Torino possono fare, ovvero quei soggetti autorizzati a compiere le azioni d'intervento per contenere, quindi per raggiungere quegli obiettivi.
Già il 21 aprile l'Assessore competente è intervenuto con una sua delibera per recepire questo fatto normativo. Nello stesso tempo, con la legge di riordino delle leggi regionali del Piemonte n. 143/2021, che in questo momento è incardinata in Commissione, all'articolo 20 viene richiamata proprio quella sentenza, al fine di rafforzare maggiormente e legiferare nel merito, perché questo noi facciamo.
In sostanza, caro Presidente - lo dico a lei, ma naturalmente mi sto rivolgendo al Governo della nostra Regione - noi vi riconosciamo il serio lavoro che fin qui avete svolto e che state svolgendo; proviamo a darvi il sostegno che, purtroppo, ha preso le mosse da un fatto tragico. Sappiamo che tutti condividete la volontà di prevenire questo tipo di situazioni affinché non capitino mai più; ma ciò deve avvenire in modo un po' più veloce, perché è accelerata la presenza dei cinghiali sul nostro territorio.
Come ho detto in Commissione, per chi era presente quando abbiamo parlato del Titolo II all'articolo 20 del riordino delle norme della Regione in materia, sono due anni che questo Governo regionale è insediato: non esiste la bacchetta magica, ma dai fatti tragici di ottobre a oggi sono intervenute delle cose. Si stanno recependo, si stanno traducendo in quelle norme necessarie. Allora, ricevete anche quest'atto e - perché no? - oltre alla normativa regionale per quanto di competenza, agite il più possibile verso un Governo che credo non possa che essere sensibile rispetto a queste problematiche.
Auspico che le varie parti politiche contribuiscano per rispondere alle esigenze e alle necessità dei territori (imprese agricole, cittadini e varie comunità), affinché si adegui e si modernizzi la normativa: che il 1992 diventi il 2022 (perché ormai nel 2021 non ce la facciamo). Mi auguro che questo'atto d'indirizzo rappresenti quell'utile strumento di risposta quell'utile strumento di prevenzione per cui, quando questo Consiglio avrà votato favorevolmente quest'ordine del giorno (lo spero), riceviate quanto necessario per agire con piena legittimità, anche da parte di tutti noi che rappresentiamo la comunità e il popolo piemontese.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Adesso darei la parola ai primi firmatari degli altri atti d'indirizzo partendo dall'ordine del giorno n. 580 del Consigliere Segretario Bertola che interviene per l'illustrazione in qualità di Consigliere regionale.
Prego, ha facoltà di intervenire.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno è collegabile al precedente perché riguarda comunque, la fauna selvatica, ma interessa un tema diverso o, meglio, una specie diversa: in un caso parliamo di cinghiali, di ungulati, di animali che interferiscono con le attività umane, creando spesso problemi di sicurezza e di ordine pubblico; in questo caso, invece, parliamo di specie che non danno fastidio proprio a nessuno, ma che vengono cacciate e uccise per il diletto di qualcuno e il guadagno di qualcun altro.
Chiaramente, in discussione generale interverrò volentieri anche sugli altri due atti d'indirizzo.
Quest'ordine del giorno, depositato poco più di un mese fa, raccoglie un appello accorato delle associazioni ambientaliste e delle associazioni animaliste. Appello che, tra l'altro, proprio in data odierna, secondo la comunicazione che tutti abbiamo avuto modo di leggere, è stato seguito anche da una vera e propria diffida alla Giunta regionale rispetto alla cacciabilità di specie come l'allodola e la tortora.
Quest'ordine del giorno, nello specifico, riguarda una richiesta di moratoria dal prelievo venatorio per le specie appartenenti alla tipica "fauna alpina", nonché per l'allodola, ovvero la loro esclusione dalla cacciabilità nella stagione venatoria 2021-2022. La stagione venatoria 2019 2020 è stata un po' particolare, perché ha coinciso con l'inizio della pandemia.
Certamente, la situazione sanitaria della primavera del 2020 ha impedito da una parte, l'attività venatoria, e, dall'altra, anche lo svolgimento regolare delle operazioni molto importanti di censimento faunistico operazioni che sono essenziali per definire i piani di prelievo venatorio per non incidere troppo negativamente sulla sopravvivenza delle popolazioni della fauna selvatica.
C'è una situazione particolarmente delicata per le specie appartenenti alla tipica fauna alpina (il gallo forcello, la coturnice, la pernice bianca) il cui prelievo è avvenuto in numerosi casi sulla base di dati non adeguatamente verificati sul campo. Ricordiamo che queste specie sono soggette a un prelievo limitato ad alcune unità per la stagione venatoria.
Nel frattempo, lo scorso anno purtroppo c'è stata anche un'innovazione legislativa fortemente negativa da quel punto di vista, perché specie che nella scorsa legislatura in buona parte erano rientrate tra le specie protette, anche grazie a provvedimenti e a emendamenti a mia prima firma e lo rivendico con orgoglio - sono, invece, tornate cacciabili con la legge n. 15/2020, il famigerato omnibus. Infatti, la legge n. 15/2020 reintroduce sette specie tra quelle cacciabili: l'allodola, il fischione, il codone, la folaga, la canapiglia, la marzaiola e la pernice bianca. Tra queste specie ce ne sono alcune classificate come in declino o a rischio.
La Regione Piemonte, tra l'altro, a nostro avviso, non ha recepito in pieno i contenuti e le raccomandazioni comprese nel piano di gestione dell'allodola, prodotto dall'ISPRA e accettato dalla Conferenza Stato Regioni nella seduta del 15 febbraio 2018, nella quale si specificano precise indicazioni per la conservazione e la razionale gestione della specie.
Nello specifico, l'attività venatoria è considerata un fattore rischio e vengono riportate alcune azioni ritenute importanti per il miglioramento della situazione dell'allodola, tra cui, ad esempio, il divieto della pratica del debbio e il relativo invito agli ATC, ai CIA e alle aziende faunistico-venatorie a destinare i fondi a questo scopo. Nello stesso piano di gestione dell'allodola prodotto dall'ISPRA viene rimarcato, inoltre, il rischio che la possibilità di cacciare l'allodola - possibilità che purtroppo, è ritornata lo scorso anno - abbia conseguenze negative su specie simili, ma in situazioni ancora più a rischio, quali, ad esempio, la cappellaccia, la tottavilla, la calandrella e la calandra.
Per questo motivo, avevo inteso presentare quest'ordine del giorno per impegnare la Giunta regionale a predisporre una moratoria del prelievo venatorio per le specie appartenenti alla tipica fauna alpina, nonché per l'allodola, ovvero l'esclusione della loro cacciabilità nella stagione venatoria 2021-2022.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 595; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Ho voluto anch'io intervenire in questa discussione, depositando un ordine del giorno che si collega a quello del Consigliere Perugini, che ringrazio per aver ricordato la tragedia dello scorso ottobre avvenuta nel Novarese.
Innanzitutto cito qualche dato: negli ultimi trent'anni in Italia siamo passati da circa 900 capi di ungulati a più di due milioni di capi esistenti oggi sul territorio nazionale. Nei primi cinque mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020, c'è stato un aumento del 63% delle richieste d'indennizzi da parte degli agricoltori del Piemonte.
Questi dati ci indicano come sia necessaria un'azione straordinaria rispetto a quelle che sono applicate abitualmente. Siamo di fronte a una vera e propria invasione di cinghiali, ma anche di caprioli. Chi abita fuori città o fuori dai centri urbani lo sa bene, perché ha fatto molti incontri ravvicinati con queste specie, talvolta anche pericolosi. E soprattutto, oltre a constatare il soprannumero di queste specie, bisogna anche riconoscere che le misure messe in campo finora si sono rivelate insufficienti e inefficaci.
Facciamo un esempio: nel 2017 in Piemonte sono stati soppressi 20 mila capi di cinghiale a fronte dei 90 mila della Toscana, che è una regione con una popolazione inferiore alla nostra. E soprattutto tra i 20 mila capi del Piemonte soltanto 5.000 derivano dai piani di controllo e dai piani di contenimento provinciali che, invece, dovrebbero essere lo strumento madre e prioritario per contenere questa tipologia di fauna selvatica.
L'ISPRA, che è l'ente scientifico che ogni anno dà delle indicazioni sulla proliferazione e sulla presenza della fauna selvatica, ma anche su altre cose, per il 2021 ha dato alla caccia di selezione un obiettivo di 11 mila capi. È la prima volta che viene dato un obiettivo minimo, segno del fatto che anche gli istituti scientifici riconoscono come il sovrannumero di cinghiali e di caprioli possa arrecare un danno sotto vari aspetti, quindi non riguarda soltanto l'Assessore Protopapa.
Sicuramente la prima criticità riguarda l'agricoltura perché, come abbiamo detto, c'è una crescita abnorme delle richieste d'indennizzi. Ci sono agricoltori che si ritrovano a seminare tre volte di seguito, perché i semi sono mangiati dai cinghiali. Ma, attenzione, l'unico problema non è l'agricoltura. Questo tema riguarda anche l'Assessore Icardi, perché c'è una questione sanitaria legata alla peste suina africana, che è facilmente trasmissibile a queste specie. Riguarda inoltre la sicurezza, perché c'è un evidente problema di ordine pubblico, non soltanto per gli automobilisti e per chi va in bicicletta, ma anche per chi cammina in un centro abitato.
E poi c'è un problema ambientale. Sì, perché quando una specie diventa eccessivamente dominante, come sta accadendo con i cinghiali e con i caprioli, viene arrecato un danno anche al resto dell'ecosistema, in particolare a quegli animali che nidificano a terra. Ad esempio, c'è una riduzione dei fagiani e di starne. Ci sono altri animali che, purtroppo vengono danneggiati dalla presenza eccessiva del cinghiale.
Che cosa chiediamo con quest'ordine del giorno, che va ad ampliare notevolmente quanto espresso dal Consigliere Perugini? Chiaramente, fermo restando il Piano Faunistico Venatorio Regionale, chiediamo di prendere in considerazione tutta una serie di correttivi - che mi rendo conto siano abbastanza consistenti - su tutti e tre gli strumenti che oggi sono adottati, cioè la caccia programmata, la caccia di selezione e anche i piani di controllo e contenimento, e aggiungiamo anche ulteriori strumenti.
Sulla caccia programmata, chiediamo di prendere in considerazione una riforma degli ATC e dei CA, migliorando il controllo e il monitoraggio con linee guida regionali chiare e che non escludano un meccanismo di rotazione delle squadre dei cacciatori. Evidentemente come sono oggi non funzionano perché se funzionassero non ci troveremmo di fronte a questa proliferazione abnorme.
Per quanto riguarda la caccia di selezione, che non dura soltanto tre mesi ma inizia ad aprile e finisce nel mese di marzo dell'anno successivo, è necessario potenziare il controllo e il monitoraggio su base regionale verificando che gli obiettivi dati ai cacciatori siano realizzati, perch oggi non lo sono, anche con delle sanzioni.
Per quanto riguarda i piani di controllo e contenimento, ripetiamo quello che abbiamo proposto in numerose sessioni di bilancio: è necessario stanziare a livello regionale, trattandosi di una materia conferita alle Province, i fondi per aumentare le assunzioni di operatori faunistico ambientali. Non ci stancheremo di dirlo: lo strumento prioritario per regolare la convivenza tra l'uomo e gli ungulati è quello dei piani di contenimento! Come fanno poche unità di operatori faunistico-ambientali delle Province a fare fronte a un'emergenza di questo genere? Eppure questi operatori sarebbero veramente le figure più qualificate, più stabili e che garantirebbero una maggiore sicurezza per affrontare quest'emergenza.
Gli emendamenti che abbiamo sottoposto nelle passate sessioni di bilancio sono stati bocciati, ma chiediamo nuovamente di prenderli in considerazione e di valutarli. In alternativa - attenzione - le vostre sono solo parole: se non mettiamo i soldi per assumere il personale delle Province, vuol dire che non crediamo veramente che questa sia un'emergenza per il nostro Piemonte, un'emergenza di vario genere, come ho detto prima.
Inoltre, dobbiamo prevedere, sempre nei piani di controllo e di contenimento, dei percorsi di formazione omogenei e validi per l'intero territorio regionale, per le guardie venatorie volontarie e per i proprietari conduttori di fondi che siano disponibili a fare fronte in autonomia a quest'emergenza. E ancora dare maggiore valorizzazione alla figura del tutor, prevista dalla DGR 20 del marzo 2019; interloquire con i Prefetti (ecco perché dico che la questione riguarda anche la sicurezza) per verificare la possibilità in capo ai Sindaci di adottare specifiche ordinanze volte ad autorizzare specifici piani di abbattimento, per tutelare la sicurezza e la sanità pubblica.
Infine, le sollecitazioni che non riguardano la Giunta, ma che chiedono alla Giunta di farsi parte attiva con il Governo nazionale, per la revisione e l'attualizzazione della legge 157 del 1992.
Siamo d'accordo anche noi che è necessario fare il punto su questa legge.
Forse, è datata e non è più aggiornata rispetto ai numeri odierni, ma non solo questa legge, perché ho emendato il testo e dovrebbero già essere disponibili, perché chiedo anche di rivedere la legge 353 del 2000, che impone un divieto di ben dieci anni nelle aree interessate dagli incendi.
Penso, ad esempio, alla pedemontana pinerolese, che purtroppo nel 2017 ha subito un incendio molto grave e oggi i Sindaci sono disperati perché hanno una presenza di cinghiali assolutamente sopra i numeri consueti e non possono neanche farvi fronte perché aree d'incendio.



PRESIDENTE

Grazie.
È aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Demarchi.



DEMARCHI Paolo

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Perugini per aver presentato quest'ordine del giorno che mi vede convintamente cofirmatario.
Arrivo dalla provincia di Cuneo, dove l'area pedemontana, l'area collinare e le aree vicine ai fiumi sono invase dai cinghiali. Questi animali non solo provocano danni alle aziende agricole e, soprattutto, in primavera alle coltivazioni di mais, ma anche purtroppo provocano dei danni a tutti i cittadini, perché attraversano le strade e gli incidenti sono all'ordine del giorno. Ringrazio anche del lavoro che stanno svolgendo gli Assessori competenti e vedo il Vicepresidente Carosso e l'Assessore Protopapa, con i quali ci confrontiamo quotidianamente, come anche il Presidente della III Commissione, il collega Claudio Leone.
Quest'ordine del giorno permette di creare dei piani di contenimento per questo tipo di animali; piani di contenimento che, in un momento d'emergenza, come quello attuale, significano piani di abbattimento evitando così il proliferare di questi animali, perché stanno causando danni ingenti soprattutto al comparto agricolo, che non vuole risarcimenti ma vuole lavorare, senza che questi animali selvatici distruggano i raccolti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo di un nuovo del tema degli ungulati in generale, un tema che ritorna spesso in Aula durante la discussione riguardo a provvedimenti legislativi presentati.
Lo dico in premessa, a scanso di equivoci: è chiaro ed è logico che anche noi esprimiamo pieno cordoglio ai familiari delle vittime dell'incidente di mesi fa, e anche solidarietà a tutte le altre persone che hanno avuto incidenti d'auto anche rilevanti, per incontri inaspettati di animali nelle strade, Questo è palese, ma a noi non serve un ordine del giorno per dirlo.
Il tema è un altro: si continua a parlare del proliferare di questi animali, dei cinghiali, dei caprioli, eccetera. Tutti citano i numeri e i numeri sono numeri. È un dato di fatto che la popolazione del cinghiale è cresciuta in modo esponenziale: i numeri son quelli e nessuno può dire che sono di meno, quelli sono, ma nessuno dice mai il perché. Perché? Non perché qui si vogliono trovare dei colpevoli e fare un processo, non è questo il luogo, ma perché c'è qualcuno che è parte del problema, qualcuno che vuole essere parte della soluzione e poi - per citare il film - c'è anche qualcuno che è parte del paesaggio.
Siamo di nuovo al punto in cui chi è parte del problema vuole essere anche parte della soluzione! Allora, perché ci sono così tanti i cinghiali? Vogliamo dire qual è il vero disastro? Perché gli ungulati fanno disastri ed è vero che interferiscono con le attività umane, danneggiano le colture e, purtroppo, rischiano di diventare e diventano anche un problema di ordine pubblico, quando si scontrano le auto. Tutto ciò è vero, ma il disastro è la caccia! Perché se i cinghiali sono proliferati così tanto, è a causa dell'attività venatoria! Anche qualcos'altro è oggettivo: sono aumentati per quel motivo lì, tra l'altro cinghiali completamente diversi da quelli che avevamo sul nostro territorio. Sono specie ibridate con altri esemplari dell'Est Europa o di altre parti; specie che si riproducono molto di più.
In Italia, signori, sono arrivati cinghiali all'Isola d'Elba, che non c'erano mai stati. Sono arrivati. Ma come sono arrivati? Il cinghiale non vola (fanno tante cose, ma non volano) e non nuota. Forse nuotano, perché è notizia di ieri che un pescatore in Sicilia ha visto due cinghiali che nuotavano al largo, però, da nuotare un po' ad arrivare dalla Maremma stupenda, dove ci sono i cinghiali maremmani (lì sì, sono storici), fino all'Elba ce ne vuole ancora, ma sono arrivati anche lì.
Ci troviamo con questa situazione e si continua a sbagliare. Sul cinghiale si continua a sbagliare; si continua a dire che bisogna cacciarlo di più si continua a cacciare e si continua a sbagliare. Ci sono studi scientifici ne cito uno in particolare, pubblicato dalla rivista scientifica Pest Management Science, firmato da diversi autori italiani, ma non solo - che dice che, negli ultimi anni, la popolazione di cinghiali in tutta Europa nonostante la forte pressione venatoria e a dispetto dei tanti metodi di caccia messi in atto, è cresciuta in modo esponenziale. L'attività venatoria colpisce soprattutto gli adulti e innesca risposte compensative all'interno delle famiglie dei cinghiali, dei clan dei cinghiali, e li diffonde maggiormente nel territorio.
La destrutturazione della popolazione attraverso l'azione dei cacciatori comporta l'aumento del tasso riproduttivo, la riproduzione precoce delle femmine e un maggior tasso di dispersione tra i giovani, cosa che invece non avviene con la loro mortalità naturale e con l'attività di predatori ad esempio il lupo. Guarda un po': il lupo è un predatore dei cinghiali; il lupo, l'altro nemico pubblico.
Da questo punto di vista, a mio avviso, si continua a sbagliare, perch ancora una volta tutta l'attenzione per risolvere il problema legato alla proliferazione dei cinghiali è dedicata all'attività venatoria. La soluzione viene collegata all'attività venatoria.
Il contenimento, invece, è un'attività di tipo pubblicistico, però non viene fatto o viene fatto in modo insufficiente, anche lì, perché non si assume il personale. Non lo si fa.
Più di una volta - forse ho anche smesso ultimamente - abbiamo presentato emendamenti in quel senso, ma ci è sempre stato detto di no. È successo anche con un atto d'indirizzo come questo (per quel che servono) e con un ordine del giorno alla Giunta. L'Assessore all'agricoltura diceva "ah, eh sì, sarebbe buono" ma poi, chi aveva i cordoni della borsa, ha detto no.
Quindi non si fa. Ma allora di cosa stiamo parlando? E poi si continua a sbilanciare la questione verso l'attività venatoria. E allora - torno al discorso di prima - chi è parte del problema è stato parte del problema e adesso dovrebbe diventare parte della soluzione.
Noi a questo, mi spiace, non crediamo. Crediamo certamente che ci vogliono azioni coordinate sul territorio di contenimento del problema, anche attraverso modalità incruente esposte decine di migliaia di volte in questi anni. Non si vogliono portare avanti e nemmeno si sperimentano, però poi come sempre, la soluzione è la "doppietta". Non è così.
Per questo motivo, non esprimeremo voto favorevole rispetto ai due atti d'indirizzo presentati sul tema.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Siamo di fronte a un proliferare di questa specie che non è autoctona quantomeno in Piemonte, perché non parliamo del cinghiale italiano che arriva al massimo a ottanta chili, ma di un "mezzo porco", spesse volte incrociato con razze dell'Est, quindi anche dal punto di vista venatorio non parliamo di nulla di pregiato.
I cinghiali vanno assolutamente eradicati dalle zone agricole e dalle zone antropizzate. Possono rimanere nei boschi o nelle zone non popolate, dove non c'è la presenza dell'uomo, perché sono incompatibili: abbiamo danni incredibili all'agricoltura che salgono nell'ordine di decine e decine di milioni di euro. L'agricoltore, come ha ben detto, per la sua esperienza personale, il Consigliere Demarchi, avendo un'azienda agricola, non vuole il ritorno economico, vuole coltivare e vendere i suoi prodotti.
L'ha detto anche la Consigliera Canalis, di cui ho apprezzato in grande parte l'intervento di presentazione dell'ordine del giorno: questi agricoltori non possono coltivare quattro volte il mais sullo stesso terreno, perché possiamo dare tutti i rimborsi che vogliamo, ma non saranno mai rimborsati interamente.
Sappiamo benissimo che c'è anche il de minimis, quindi abbiamo anche i nostri agricoltori che non ricevono neanche il corrispettivo del danno perché c'è la regola europea del de minimis, secondo cui oltre una certa somma non ricevono neanche tutto il dovuto; senza parlare della drammaticità espressa dal Consigliere Perugini rispetto agli incidenti stradali mortali, una pericolosità incredibile, perché se su autostrade o superstrade abbiamo gli attraversamenti di questi animali, che possono arrivare quasi ai 200 chili, essendo appunto incrociati, abbiamo eventi drammatici che troppo spesso si ripetono e che non devono assolutamente più accadere.
Non è che questi animali spariscano; questi animali razzolano, si riproducono, anche due volte all'anno (fanno anche sei piccoli, perché è la loro natura), ma non spariscono. Sono arrivati in Piemonte all'inizio degli anni Novanta e l'unico metodo per eradicarli è l'utilizzo del fucile (più precisamente la carabina, o un'arma ad anima liscia come il fucile a pallettoni, che può essere, me lo insegna poi il mio collega Leone, un sovrapposto o un semiautomatico). Vanno abbattuti per evitare tragedie e per evitare che l'agricoltura piemontese, una delle voci principali del nostro PIL, abbia questi gravissimi danni.
Naturalmente, in primis, vanno fatti i contenimenti, vanno ampliati.
Abbiamo le forze di Polizia provinciale e le Guardie venatorie. Sono e devono essere implementate le loro azioni; devono poter intervenire di giorno e di notte. Abbiamo la possibilità di attivare sui territori privati gli agricoltori, ovviamente gli agricoltori che hanno il porto d'armi, ci mancherebbe, perché quando si parla dell'utilizzo di un'arma da fuoco, se ne deve fare un uso consapevole, va fatto un corso e la procedura per il rilascio del porto d'armi è sicuramente complessa. Dopo, naturalmente devono esserci delle squadre di cacciatori locali che vivono sul territorio e che rispondono al proprio territorio, quindi sono consapevoli dei danni che creano e sono consapevoli che non devono fare i furbi; per esempio sanno che devono il cacciare il maschio e non la femmina, perché potrebbe essere gravida.
I cittadini e gli agricoltori chiedono delle risposte e i metodi sono questi. Sono rimedi contenitivi che vanno assolutamente aumentati e implementati, per cui ci vuole sicuramente più personale delle Province, ma c'è anche l'utilizzo di squadre di cacciatori che possono provenire dai CA se sono comprensori alpini o dagli ATC se sono delle zone di pianura.
Tutto passa attraverso una presa di coscienza seria, scevra da ideologie di estremismi ambientali, che assolutamente non calzano per i tanti danni e le tragedie che, purtroppo, abbiamo visto nelle cronache degli ultimi anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leone; ne ha facoltà.



LEONE Claudio

Grazie, Presidente.
Mi riallaccio anch'io all'intervento fatto dal mio Capogruppo Alberto Preioni su cui voglio aggiungere due considerazioni.
Il Piemonte oggi è una delle regioni con il numero più basso di cacciatori circa 18 mila, in base alla popolazione. Questo è sicuramente frutto di gestioni esercitate precedentemente in modo errato; la legge n. 5 del 2018 ha tagliato tutto quello che poteva essere l'attività venatoria precludendo specie e precludendo periodi. Questo lo stiamo pagando adesso lo stanno pagando gli agricoltori; lo sta pagando la Regione Piemonte con l'incremento di denaro stanziato per risarcire i danni da fauna selvatica lo stanno pagando gli automobilisti, questo per ricordare il brutto episodio che ci ha raccontato il Consigliere Perugini.
Penso che siamo arrivati a un punto in cui tutti noi dobbiamo fare un'azione di coscienza, perché non possiamo pensare di arginare il fenomeno cinghiale con libri e con favole. Oggi il problema cinghiale - perché lo consideriamo un'emergenza, pertanto un problema - lo si deve riaffidare come si faceva prima dell'entrata in vigore della legge 2018, a chi ha competenza e contezza del territorio, a chi conosce il territorio, non a chi sta seduto dietro una scrivania, che vive in città, nel cemento armato.
Dobbiamo dare fiducia e dobbiamo dare i mezzi a chi conosce la natura, il mondo venatorio e il mondo rurale, e questi non possono che essere i cacciatori, non mi viene altro da pensare. Si possono utilizzare, come ha detto prima il Consigliere Preioni, a titolo gratuito, squadre organizzate di cacciatori; si possono utilizzare quelle figure a differenza di chi dice che, magari, dobbiamo aumentare gli agenti venatori.
È importante aumentare gli agenti venatori, ma non dimentichiamo che gli agenti venatori devono fare presidio antibracconaggio. Oggi il bracconaggio è cresciuto in modo esponenziale nella nostra regione, ce lo dicono i dati.
Pertanto, è giusto aumentare gli interventi di contenimento, ma le Polizie provinciali devono essere usate, in primis, per il loro scopo naturale cioè fare prevenzione, non distogliendo l'attenzione dal motivo per cui erano state create.
Oggi, con il recepimento della sentenza 21 della Corte Costituzionale, è ampliata la platea dei soggetti aventi titolo. Ringrazio l'Assessore Protopapa per la sua attenzione, per essere sempre sul pezzo, come dico sempre, e sulle problematiche, ma oggi ci siamo trovati in una situazione difficile.
In Piemonte, se non ricordo male, ci sono circa 18 mila cacciatori.
Immaginate che in una sola Provincia della Toscana, tipo Grosseto, ci sono 20 mila cacciatori: questo la dice lunga sul presidio del territorio.
Poiché negli anni abbiamo sempre abbassato l'attenzione verso il mondo venatorio, oggi i risultati sono questi. Stiamo cercando di recuperare e di mettere insieme quei cocci che abbiamo perso con l'entrata in vigore della legge Ferrero, forse la legge più restrittiva in Italia per quanto riguarda il mondo venatorio.
Mi auguro che, nel breve periodo, il Consiglio regionale possa mettere mano alla gestione del contenimento del cinghiale e non solo. Ci sono tante specie opportuniste che hanno minato il patrimonio faunistico regionale, le specie autoctone sono state surclassate dalle specie alloctone. Su questo bisognerà mettere mano nel più breve tempo possibile per arginare anche questo fenomeno, prima che ci troviamo in un'altra emergenza cinghiali.
Prima ho sentito parlare dai banchi della minoranza della gestione del capriolo. In determinate aree del Piemonte non solo il cinghiale crea problemi all'agricoltura e alla vivibilità, ma anche il capriolo. Prima di ritrovarci in altre emergenze, faccio veramente un appello a cuore aperto alla Giunta di mettere mano alla gestione del regolamento del contenimento che faccia gestire il contenimento a chi di caccia se ne intende. È inutile far gestire, in qualche modo, a chi s'improvvisa, non ci s'improvvisa nella vita e nel lavoro, come anche in tematiche importanti e difficili come queste.
Penso che chi ha seguito le dinamiche delle attività venatorie negli ultimi anni non possa che capire che è un mondo difficile che dev'essere gestito da chi ha conoscenza, da chi sa come muoversi sul territorio, da chi è padrone di casa. È inutile che facciamo gestire un intervento di contenimento notturno a persone che non conoscono il territorio.
Sentivo parlare dai miei colleghi cacciatori - con orgoglio dico che sono un cacciatore - di andare la notte, laddove non c'è sicurezza. Penso che insieme alla gestione del contenimento, dobbiamo tenere conto della sicurezza e la sicurezza la conosce solo chi conosce il territorio. È inutile, non ci s'improvvisa, non possiamo pensare che si dà un'arma rigata, come diceva prima il Consigliere Alberto Preioni, che spara a qualche migliaio di metri, a chi non sa che cosa c'è dietro.
Pertanto, dobbiamo stare attenti, dobbiamo fare una legge, dobbiamo rivedere questa legge sulla gestione del contenimento, ma con coerenza.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Leone.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato tutti gli interventi dei colleghi, ho ascoltato la lettura degli ordini del giorno e temo che questo tema sia trattato, per l'ennesima volta, in modo incompleto, parziale e non scientifico. Trattarlo in questo modo equivale quasi a far gestire la pandemia COVID da personale non medico, non specializzato: è la stessa cosa! Sono anni che ormai questo tema è ricorrente in Consiglio regionale: noi l'abbiamo affrontato dall'inizio, da quando siamo entrati in quest'Assise, facendo anche delle proposte di tipo operativo alla Giunta, di fatto senza poi ottenere vere risposte.
Nella stessa discussione sono state trattate diverse questioni. Proverò a riportarle entrambe, perché il problema degli incidenti stradali è una cosa, il problema dei danni all'agricoltura è un'altra; peraltro, sono anche diverse le cause, se così vogliamo dire. Oggi, per esempio, è stato citato un caso specifico, un evento che ha coinvolto degli automobilisti e un cinghiale, che ha portato alla morte di persone.
Certo, il cinghiale non è l'unico animale che causa incidenti stradali, ce ne sono tanti altri. In Europa il tema è molto sentito, non soltanto per la questione degli incidenti che producono vittime, ma anche perché ci sono delle specie di fauna selvatica protette che spesso sono coinvolte in incidenti stradali. Dunque, questi incidenti recano un danno anche alla biodiversità. Per ogni argomento, quindi, bisogna affrontare la questione sotto tutti gli aspetti, osservando tutti i punti di vista.
Dobbiamo però porci alcune domande: come mai si verificano questi incidenti stradali? Perché un animale finisce sulla strada o su determinati percorsi? Un animale può attraversare, ad esempio, perché ne è stata provocata la fuga da parte di qualche attività umana; perché è stato spaventato; perch sta cercando una popolazione per riprodursi e per disperdere la specie magari sta cercando cibo. C'è anche da dire che, secondo alcuni studi, gli incidenti si verificano soprattutto in alcuni periodi dell'anno, dopo l'inverno, quando gli animali scendono in aree più basse del territorio per cercare cibo e potersi nutrire. Conseguentemente, proprio per cercare il cibo, attraversano determinate zone e incontrano le strade.
A livello europeo, quindi a livello comunitario, questi eventi vengono studiati dalla comunità scientifica, perché meritano soluzioni di tipo scientifico. Ad esempio, prima di prendere dei provvedimenti (badate che qua non si parla di caccia, ma di monitoraggio; si parla di dissuasori, si parla di sensibilizzazione della popolazione), dev'esserci una mappatura del territorio e degli incidenti.
Chiedo alla maggioranza, per esempio, se ha verificato quali sono le aree della nostra regione maggiormente soggette a questi incidenti. Sappiamo dove si sono verificati questi incidenti, soprattutto quelli che hanno causato delle vittime? Sappiamo se sono ricorrenti, se sono legati alla presenza di una determinata strada o alla mancanza di vie di fuga? Perch c'è da dire anche questo: se gli animali non hanno vie di fuga, il territorio è frammentato e l'animale passerà per la strada, per cui potrà incontrare una persona, una macchina o un qualsivoglia ostacolo alla sua fuga. In quel caso, non servono tantissimi ungulati o tantissimi animali ne basterà uno solo per provocare l'incidente.
Vogliamo continuare con questa narrazione del tutto parziale, ideologica negazionista da una parte, o vogliamo cercare di risolvere il problema? Perché a me sembra che tutto si voglia fare tranne che risolverlo. Vogliamo continuare a parlarne? Vogliamo continuare a dire che gli abbattimenti sono la soluzione, per cui metteremo a punto delle squadre di volontari? Parliamo, per l'appunto, dei volontari: noi stiamo delegando una funzione quella del controllo dei piani di contenimento degli ungulati, a dei volontari, a dei cacciatori. ISPRA sostiene che, in realtà, anche questi abbattimenti vanno eseguiti in modo scientifico, privilegiando, magari determinati animali rispetto ad altri.
Pertanto, è opportuno stabilire dei criteri; criteri che, con tutto il bene che i volontari possano fare (non certo a mio avviso, perché non lo penso) non è detto che siano attuati in modo scientifico, o comunque seguendo il parere dell'ISPRA. In quel caso, però, non abbiamo agito per supportare le nostre Province e la Città metropolitana per l'assunzione del personale.
Tant'è - lo dico da sempre, da quando sono entrata qui dentro - che gli ungulati stanno aumentando, mentre le guardie faunistiche stanno diminuendo! Non solo il territorio non è presidiato, ma anche l'attività di antibracconaggio viene meno, per cui siamo qui ogni volta, ormai da quasi due anni e mezzo, a ripeterci che serve dotare le Province di personale.
Oggi saremmo di nuovo qui a votare gli ennesimi atti, che non tengono conto sicuramente della questione a 360 gradi. Se volessimo considerare la questione degli abbattimenti, dove vengono effettuati? Magari dove ci sono tantissimi ungulati, ossia nelle aree boscate, dove non creano danni. Li creano, invece, quando scappano, quando fuggono e arrivano ai campi, dove non trovano un metodo di protezione, una barriera fisica che impedisce appunto, il loro passaggio. Perché, anche in quel caso, per arrecare danno ne basta soltanto uno, non ne servono tanti! Allora, vogliamo continuare a dire che è un problema numerico? Diciamolo ma tra cinque anni saremo di nuovo qui a parlarne, perché nel frattempo non avrete risolto niente. Perché voi non volete affrontare il problema dal punto di vista scientifico, secondo quello che dicono gli scienziati secondo quello che dice l'Unione Europea. Votatevelo, allora, l'ordine del giorno! Che cosa vi devo dire? Starò qua nuovamente a dirvi che servono dei metodi alternativi, dei metodi di prevenzione, delle sperimentazioni nuove.
L'Assessore mi risponderà, "va bene, Disabato, lo approviamo", ma poi non si approverà.
Se siete convinti di risolverla così, allora votatevi questi atti. Io non lo credo, così come non credo che la pandemia possa essere risolta da personale non qualificato. Penso che anche questo problema non si possa risolvere in questa sede con noi che ce la raccontiamo senza andare a vedere cosa dicono la comunità scientifica, la scienza o l'innovazione.
Perché ci sono anche dei metodi innovativi che sono sperimentati. Peccato che qui non ho sentito parlare di niente.
Diremo: "Oggi il Consiglio regionale ha approvato l'atto che prevede il contenimento". Tuttavia, quando l'Assessore Tronzano dovrà emettere il bonifico per pagare i danni, scoprirà nuovamente che i danni sono aumentati, non si sono ridotti e sarà un problema.
Se volete, affrontiamo una discussione ben fatta sul perché dovremmo applicare dei metodi differenti, sul perché la comunità scientifica e l'Unione Europea adottano metodi differenti per evitare gli incidenti, per evitare i danni e quant'altro, o sul perché la Regione dovrebbe pagare del personale qualificato alle Province e non affidarsi ai volontari.
Va bene, Presidente: votateveli! Continuate a chiudere gli occhi. Alla fine faremo un applauso e l'Assessore Tronzano mi dirà quanto avrà speso tra tre anni.
Diversamente, convochiamo delle Commissioni e iniziamo a parlarne; iniziamo a sentire magari che cosa ci dicono dall'Europa, da dove provengono quegli studi, e proviamo a risolvere il problema.
Sinceramente, non ho intenzione di metterci la faccia e votare questi atti che parlano, in senso unico, soltanto del fatto che dovremmo sparare sparare e sparare, senza risolvere il problema.
Soprattutto, dovremmo concentrarci su un'altra emergenza, che colpisce gli agricoltori più dell'emergenza cinghiali. Mi riferisco all'emergenza climatica, ma lì siamo negazionisti! Va bene, oggi sarò negazionista. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola l'Assessore Protopapa; ne ha facoltà.



PROTOPAPA Marco, Assessore alla caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Direi che è stata una discussione molto completa, affrontata, naturalmente sotto tutti i vari punti di vista, però non vorrei che il messaggio che potrebbe uscire da questa sala è che dobbiamo metterci in mano alla scienza per risolvere dei problemi che invece, secondo me, si devono risolvere con atti concreti e oggettivi, soprattutto quando il problema esiste, è alla luce di tutti e tutti concordiamo che c'è.
Esiste un problema, ma perché? Non m'interessa andare a fare il processo alla storia del perché ci sono tanti cinghiali. Oggi ci sono troppi cinghiali e bisogna risolvere il problema oggi. C'è un'urgenza e, una volta risolta, come in tutte le situazioni ci si siede intorno a un tavolo e si accettano anche tutte le soluzioni, se efficaci. Non credo che l'uso degli anticoncezionali possa risolvere il problema che abbiamo oggi. Potrebbe risolvere il problema di domani, ma gli incidenti e i danni ci sono oggi quindi bisogna risolvere.
Non vorrei neanche che passasse un messaggio del tipo "vorrei ma non posso". Mi fa piacere anche sentire che ci sono diverse parti politiche che concordano sul fatto che c'è un problema da risolvere con un certo metodo.
Quali sono i metodi? Sono quelli che la legge ci consente e sappiate che la Regione sta facendo di tutto e di più nel rispetto della legge. Se la Regione molte volte si trova con le mani legate è perché la legge non consente di andare oltre.
Di conseguenza, cosa succede? Succede che, quando si parla di caccia programmata, ci si riferisce a un periodo ben preciso. Da chi è svolta la caccia programmata? Dai cacciatori, quei "brutti e cattivi" che svolgono quest'azione criticata da tutti. I numeri ci dicono che abbiamo soltanto più 18 mila cacciatori. La Consigliera Canalis faceva il raffronto con la Toscana e si è detto che soltanto 18 mila cacciatori sono all'interno di una sola Provincia della Toscana.
Oggi la caccia programmata è un'azione, ovviamente criticabile per chi ama agli animali. Io non sono un cacciatore, quindi sto parlando come facente funzioni di Assessore alla caccia che deve programmare e cercare di gestire il problema. Di conseguenza, la caccia programmata diventa l'unica azione efficace a livello di caccia e, ribadisco, a livello di caccia, perch tutto il resto non è caccia; la selezione e il contenimento non è caccia e molte volte si confonde. Sono azioni ben precise e specifiche che servono e sono, tra l'altro, giustificate e dettate da dei regolamenti dell'ISPRA che dice chiaramente cosa si può fare e cosa non si può fare.
Il problema qual è? Il problema è che la caccia di selezione, se vogliamo essere oggettivi, è vero che è concessa da aprile a marzo o viceversa, ma ha regole ben precise e rigidissime. Molte volte si dice che c'è la teoria ma non la pratica. Perché? Perché purtroppo le regole che si danno servono per limitare le azioni nei periodi in cui i nostri boschi e i nostri territori sono invasi dalla vegetazione e non è efficace l'azione, sebbene l'ISPRA ci dica che ci sono minimo 11 mila capi da abbattere. Pertanto anche l'ISPRA dice che c'è un problema. Senza parlare poi dei caprioli e di altri temi che sono ancora più delicati e sensibili.
La Regione cosa può fare? Può soltanto fare un regolamento che cerchi di aiutare l'azione di selezione e di contenimento, recependo una sentenza.
Abbiamo dovuto aspettare una sentenza della Corte Costituzionale, per che cosa? Per avere una risposta che avevamo chiesto da ben due anni al Ministero dell'Ambiente, che doveva semplicemente concedere di risolvere il problema dell'assunzione di guardie venatorie che non vengono più assunte dalle Province da tempo immemorabile. Ma se non ci sono i fondi che ci permettono di assumere queste persone, siamo costretti a risolvere il problema con altre soluzioni. Ecco perché ci sono le guardie venatorie volontarie.
Da chi dipende il fatto di assumere nuovo personale? Dagli uffici del personale, dai concorsi e da tutto quello che ben sapete. Il problema dell'amministrazione pubblica oggi è un problema generalizzato e colpisce anche le Province che, volenti o nolenti, sono quelle che hanno la problematica di dover gestire la caccia in Piemonte e sono - ve lo ricordo Province smantellate da precedenti Amministrazioni, per cui è come dare i fucili senza le cartucce.
Il problema è grave ed è sentito, ma cercheremo di risolverlo con delle linee guida che non pretendo siano accolte all'unanimità, ma almeno con lo spirito di voler veramente, come Consiglio, come Regione e come Giunta risolvere un problema, per arrivare ad allinearsi nuovamente a quello che auspichiamo, cioè ritornare a un equilibrio di un ecosistema stravolto per mille motivi - sui quali non entro nel merito, come diceva il Consigliere Bertola - che hanno fatto aumentare i cinghiali in numero smisurato.
Non dimentichiamo che c'è stato un fermo di più di un anno cui siamo stati costretti, che non ha permesso anche alla caccia di svolgere la sua azione.
Dopodiché tutte le iniziative che potranno essere opportune per risolvere certi problemi - anche nei principi di teoria e di sensibilizzazione che capisco che una certa parte politica ha - sicuramente potranno essere valutate e comprese anche le azioni che possono partire dai parchi, che sono un altro luogo dove certe azioni potrebbero anche essere una specie di fucina di prova.
Sono convinto che possiamo trovare delle soluzioni, ma oggi, ritorno a dire, siamo in emergenza. Pertanto, dobbiamo capire che le azioni devono essere forse un po' più determinate, anche se non accettate da una parte di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste d'intervento, passiamo alla votazione degli ordini del giorno, partendo dall'ordine del giorno n. 417.
Prego, Consigliere Cerutti.



CERUTTI Andrea

Presidente, sull'ordine dei lavori.
Possiamo sospendere i lavori per pochi minuti?



PRESIDENTE

Consigliere Cerutti, in piedi.



CERUTTI Andrea

Scusi, Presidente.
Chiedo una sospensione dei lavori per tre minuti, per consultarci sulla votazione.



PRESIDENTE

Va bene.
Sospendiamo i lavori fino alle ore 17.20.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.17, riprende alle ore 17.46)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sono state apportate delle modifiche all'ordine del giorno n. 595.
Consigliera Canalis, desidera illustrarle all'Aula?



CANALIS Monica

Spero di ricordarle a memoria, perché non ho più il foglio sottomano.
Abbiamo modificato l'impegnativa, in particolare il punto 2), eliminando la frase finale "considerare anche un allungamento della giornata venatoria" perché andrebbe in contraddizione con la legge vigente.
Inoltre, abbiamo modificato il punto 4) aggiungendo "nel rispetto delle disponibilità del bilancio".
Infine, abbiamo modificato il punto 5), citando anche la DGR 4-3212 del 14 maggio 2021, che ha recepito la sentenza della Corte Costituzionale del 14 gennaio 2021, che amplia le figure che possono essere coinvolte nei piani di controllo e contenimento, estendendole anche alle guardie venatorie, ai volontari e ai cacciatori che abbiano ricevuto una specifica formazione.
Insomma, abbiamo citato anche questa recente delibera regionale.
Gli altri emendamenti, invece, li avevo depositati per iscritto in precedenza e riguardano la modifica del punto 8), con le parole "farsi parte attiva con il Governo nazionale per la revisione della durata decennale del divieto di caccia nelle aree interessate da incendi o previste dalla legge 353/2000".



PRESIDENTE

Grazie.
La Giunta vuole esprimersi su queste modifiche?



PROTOPAPA Marco, Assessore alla caccia e pesca

Il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 417, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 580, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 595 della Consigliera Canalis, che ha apportato delle modifiche, sulle quali la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 595, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 545 presentato da Rossi, Marello, Valle Salizzoni, Sarno, Canalis e Magliano, inerente a "Adesione alla campagna nazionale 'Figli costituenti' per introdurre nella Costituzione della Repubblica italiana i principi di equità generazionale e tutela dell'ambiente"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 545, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno richiede l'adesione alla campagna nazionale denominata "Figli costituenti", che chiede l'introduzione nella Costituzione della Repubblica italiana dei principi di equità generazionale e tutela dell'ambiente.
Si tratta di un ordine del giorno che in queste settimane è particolarmente adeguato, perché è stato già approvato in Senato in prima lettura un disegno di legge costituzionale che affronta gli stessi temi e che ora dovrà affrontare l'iter legislativo che prevede i quattro passaggi.
Nello specifico, l'ordine del giorno che propongo si richiama intanto all'articolo 5 dello Statuto della Regione Piemonte, il quale prevede: "La Regione nella politica di programmazione adotta le misure necessarie a conservare e a difendere l'ambiente naturale, per assicurare alla collettività e ai singoli condizioni che ne favoriscano lo sviluppo civile e ne salvaguardino la salute".
Per quanto riguarda la questione dell'equità generazionale, cito alcuni dati che ci danno contezza del fenomeno. Secondo i dati ISTAT relativi al 2018, la povertà assoluta riguarda il 10,4% delle famiglie in cui la persona di riferimento ha un'età compresa tra diciotto e trentaquattro anni, mentre scende al 4,7% se la persona di riferimento ha sessantaquattro anni.
Sempre secondo i dati ISTAT, nel 2018 il reddito medio di una famiglia con capofamiglia sotto i trentacinque anni è calato del 60% rispetto al 1990 mentre quello di una famiglia con capofamiglia sopra i sessant'anni, con riferimento allo stesso anno, è cresciuto altrettanto.
Secondo il rapporto "Poveri in attesa" presentato da Caritas nell'ottobre 2018, un povero su due in Italia ha meno di trentacinque anni. La spesa pubblica italiana per il sostegno alle famiglie e ai bambini è pari al 2 del PIL (dato del 2015) e quella per l'educazione è pari al 3,8% (dato del 2016), mentre quella per l'erogazione delle pensioni è pari al 16,1% (dato del 2016). Nel complesso, solo il 4% della spesa sociale italiana viene destinata a chi ha meno di quarant'anni.
Nel 2019 il tasso di disoccupazione giovanile in Piemonte tra i quindici e i ventiquattro anni superava il 26%, maglia nera delle Regioni del Nord con la punta del 35,8% della Provincia di Novara. Nel 2020 il dato è sceso al 24,6%, ma è comunque molto al di sopra della media europea, che è al 15,2%, con la Città metropolitana di Torino che si classifica all'ultimo posto con il 30,3% di disoccupazione giovanile. Tutto questo in un quadro nazionale in cui la disoccupazione giovanile nel 2020 sfiora il 30%, sempre secondo i dati ISTAT.
Inoltre, a questi dati vanno aggiunte altre considerazioni. La schiera dei cosiddetti NEET, ovvero i giovani che non studiano, non lavorano e non si formano, è da analizzare a fondo e da affrontare con misure efficaci e produttive. Su questo serve un vero e proprio cambiamento di rotta a livello culturale.
Secondo gli ultimi dati ISTAT, nel 2018 in Italia, i giovani inattivi (NEET) nella fascia tra i quindici e i ventinove anni sono più di due milioni e rappresentano il 23,4% del totale dei giovani della stessa età presenti sul territorio. In Piemonte, i NEET in età compresa fra i quindici e i trentaquattro anni erano 185 mila, pari al 19,2% della popolazione interessata, una delle percentuali più alte tra le Regioni industrializzate del Nord.
La difficoltà principale nel combattere il fenomeno si scontra anche con il fatto che non esiste ancora un'anagrafe degli studenti, uno strumento da cui attingere informazioni utili a intercettare i soggetti a rischio caduti nella sindrome NEET. La problematica è sotto attenzione dei Governi nazionali e molto sentito dalla Commissione europea, che attraverso i Fondi strutturali comunitari propone agli Stati membri cospicue linee di finanziamento.
In Italia è noto il programma "Garanzia giovani", predisposto per avvicinare i giovani al mondo della formazione e anche al lavoro attraverso proposte di valutazione delle competenze e delle capacità, per delineare un tirocinio, un percorso formativo oppure anche la possibilità di incontrare una risposta nel contratto di apprendistato. Il programma Garanzia giovani ha avuto anche un'edizione precedente, che ha permesso la presa in carico di circa 90 mila giovani, dei quali l'85% ha avuto almeno un avviamento in impresa.
Il Piemonte dispone di un sistema della formazione professionale che fino allo scatenarsi della pandemia COVID ha ottenuto risultati molto importanti. La percentuale NEET indicata dalle rilevazioni ISTAT relativa al Piemonte, nel 2016, era scesa a una media regionale del 12,8% per i ragazzi e dell'8,9% per le ragazze; risultato molto positivo, se confrontato con altri territori. Sicuramente, la formazione professionale è uno degli antidoti principali a questo fenomeno. Le istituzioni scolastiche rimangono in assoluto i punti di contatto attraverso cui il sistema dalla formazione ha potuto attivare i percorsi formativi.
Per quanto riguarda la tutela dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile Presidente, è noto a tutti come il surriscaldamento climatico abbia generato una vera e propria emergenza climatica. Il pianeta si sta riscaldando e, purtroppo, continuerà a riscaldarsi nei prossimi decenni; le attività umane ne sono la causa principale, come testimoniano le diverse pubblicazioni scientifiche e ormai anche i rapporti istituzionali.
Peraltro, negli ultimi quarant'anni la Terra ha perso metà delle sue specie animali e metà delle forme di vita che abitavano gli oceani; ha perso una quantità di foreste per un'estensione pari all'intera Europa; ha visto ridursi del 50% i ghiacciai artici e ancora di più quelli in alta quota; ha subito la desertificazione di una fascia di territorio immensa; ha assistito a eventi climatici estremi resi possibili da una concentrazione di energia negli oceani, senza precedenti; si è ritrovata 250 mila tonnellate di plastica che galleggiano sul piano dell'acqua; ha vissuto i fenomeni delle emissioni di gas serra, della deforestazione, dello sversamento dei rifiuti, dell'uso irrazionale dell'acqua, del consumo di suolo che non accenna purtroppo a diminuire.
Nel 2015 è stato sottoscritto tra gli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici l'Accordo di Parigi riguardo alla riduzione dell'emissione di gas serra, a partire dall'anno 2020, con lo scopo di stabilire un quadro globale per evitare pericolosi e ulteriori cambiamenti climatici.
L'obiettivo di lungo periodo è di contenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei due gradi centigradi oltre i livelli pre industriali e delimitare tale incremento a 1,5 gradi, poiché questo ridurrebbe sostanzialmente i rischi e gli effetti del surriscaldamento globale. Tali riduzioni dovrebbero consentire di raggiungere l'obiettivo generale dell'UE, un taglio del 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.
Nel 2019, inoltre, il Parlamento europeo ha peraltro dichiarato un'emergenza climatica ambientale in Europa e nel mondo ed esortato l'UE a presentare alla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici una strategia per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
È chiaro che i problemi correlati al riscaldamento globale sono risultati evidenti recentemente anche in Piemonte, considerato il registrarsi di eventi climatici estremi, quali alluvioni e violenti nubifragi intervallati da lunghi periodi di siccità provocati da un aumento delle temperature massime giornaliere di due gradi negli ultimi sessant'anni secondo quanto riportato da ARPA, con riferimento al 2019.
Anche le associazioni, in primis Legambiente, in occasione dalla pubblicazione, per esempio, di "Mal'aria di città 2021" che è un report annuale nel quale l'associazione ambientalista traccia, sulla scorta dell''elaborazione dei dati di Regione e ARPA, un doppio bilancio sulla qualità dell'aria nei capoluoghi di provincia, stilando una classifica delle città cosiddette "fuorilegge" per aver superato i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili, sia la graduatoria delle città che hanno superato il valore medio annuale per le polveri sottili suggerito dalle Linee guida dell'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), che stabilisce in venti microgrammi per metro cubo la media annuale da non superare contro quella di quaranta della legislazione europea. Questa classifica assegna a Torino la maglia nera per le concentrazioni di polveri sottili con novantotto giorni di sforamento registrati.
Inoltre, ormai sta diventando sempre più diffusa la consapevolezza che la transizione ecologica è considerata un obiettivo strategico, tanto che tutte le massime istituzioni, compresi il Governo e l'Unione Europea l'hanno inserito nel Next Generation EU e quindi nel nostro Piano nazionale di ripartenza.
Come dicevo all'inizio, Presidente, è stata presentata anche una legge costituzionale d'iniziativa parlamentare, chiamata "Figli costituenti" perché è corretto che anche le leggi prendano atto e si adeguano anche ai cambiamenti culturali, tanto più se positivi, come quelli che stiamo vivendo e, quindi una maggiore consapevolezza su questi temi, sia sull'equità intergenerazionale, sia sullo sviluppo sostenibile a tutela ambientale.
Questa campagna nazionale ha visto già l'approvazione e l'adesione del Consiglio regionale del Veneto, della Lombardia, del Trentino Alto Adige assieme a numerosi Comuni che hanno aderito con ordini del giorno dedicati.
Il 17 febbraio 2021 il Presidente del Consiglio Mario Draghi, in occasione della replica avvenuta durante il dibattito sulla fiducia all'attuale Governo, presso il Senato, ha apertamente sostenuto l'iniziativa affermando: "C'è un punto sull'ambiente e sul concetto di sviluppo sostenibile, alla base della giustizia tra generazioni, che so che il Senato sta discutendo nella forma di progetto di legge costituzionale, per inserire tali principi nell'ordinamento. Il presente Governo conferma l'impegno di andare in questa direzione".
Le Nazioni Unite, anche grazie a un preventivo lavoro dei Paesi membri dell'Unione, hanno diramato nel 2015 l'Agenda 2030, che ho già citato prima, che elenca diciassette obiettivi legati a 169 traguardi da raggiungere e raggruppati in cinque aree, chiamate "le cinque P" (Persone Prosperità, Pace, Partnership, Pianeta).
Tutto ciò premesso, Presidente, s'impegna il Presidente e la Giunta regionale a farsi promotrice presso il Governo della necessità d'introdurre il principio di equità generazionale a difesa dell'ambiente nella Costituzione della Repubblica italiana, a inserire all'interno del proprio Statuto il principio di equità generazionale, perché la tutela ambientale c'è già, a promuovere nuovi strumenti di controllo sull'effettiva sostenibilità dei provvedimenti approvati da Regione Piemonte, a intraprendere tutte le iniziative necessarie per sensibilizzare la cittadinanza in merito ai principi di equità generazionale, crescita sostenibile e difesa dell'ambiente.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Vi sono richieste d'intervento sull'ordine del giorno n. 545? Non essendovi richieste d'intervento, la parola alla Giunta regionale per il parere in merito.
Prego, Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
Riporto chiaramente quanto mi ha indicato l'Assessore Marnati, competente per materia. Lo faccio con piacere, rispetto alla mia delega sui rapporti Giunta-Consiglio.
L'Assessore Marnati conferma che i principi cui si richiama questa campagna sono gli stessi che, per le competenze regionali, questa Giunta, e il suo Assessorato in particolare, ha inserito a fondamento della prima bozza del documento di Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS) peraltro già presentato in data 10 giugno, nell'ambito dell'evento "Traiettorie di sviluppo sostenibile".
Sinceramente, confrontandosi anche con la maggioranza (se poi confermeranno quest'orientamento), si riteneva che, essendo quella campagna già in stato avanzato e avendo la Giunta regionale già sposato questi principi negli atti di propria competenza, non ci sia un parere favorevole, ma giusto rispetto al fatto che la Giunta si è già attivata in tal senso.
Pertanto, valuti il Consiglio, e in particolare la maggioranza, se astenersi o no. Non c'è assolutamente una contrarietà nel merito ma, anzi un lavoro già iniziato con quest'impostazione, che guarda ai principi che il Consigliere proponente ha esposto prima.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marrone.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 545, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Viabilità

Esame ordine del giorno n. 587 presentato da Bongioanni e Nicco, inerente a "Completamento dell'anello della Tangenziale di Torino"; ordine del giorno n. 597 presentato da Preioni, Cane, Mosca, Gavazza, Zambaia, Demarchi Leone, Marin, Nicotra, Gagliasso, Ricca e Allasia, inerente a "Tangenziale di Torino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 587, di cui al punto 6) all'o.d.g., collegato all'ordine del giorno n. 598.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 587; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno insiste sul completamento dell'anello della Tangenziale di Torino e fa riferimento ai rapporti dell'OTI, l'Osservatorio della Regione Piemonte, e a un'analisi abbastanza recente dell'Osservatorio Territoriale Infrastrutture Nord-Ovest di Confindustria sullo stato dell'arte delle opere da realizzare, per quanto riguarda il Piemonte e l'intero Nord-Ovest. Tra queste, si evidenzia la mancata realizzazione dell'anello della Tangenziale di Torino, quella che viene chiamata "Tangenziale est", che oggi non ha ancora seguito.
Diventa opportuno, quindi, richiamare l'attenzione del Governo a inserire tra le priorità delle infrastrutture di cui necessita ovviamente il Piemonte, anche quest'importante collegamento, che andrà a mettere in sistema le autostrade A4 Torino-Milano e la A21 Torino-Piacenza.
Pertanto, inserire questo tema all'o.d.g. dell'attuale agenda politica, sia a livello nazionale sia a livello regionale, diventa prioritario.
Arriva finalmente, insieme con tante altre opere che il territorio sta richiedendo, un'opera strategica, se si riesce a mettere in cantiere, che di fatto, per le necessità che la nostra Regione ha, diventa non più rinviabile.
Occorre anche dire che vi è stata, in questa fase, una serie d'interrogazioni parlamentari, ma a oggi, nonostante queste sollecitazioni importanti, non è ancora stata definita la gara per il rinnovo delle concessioni autostradali per le tratte inerenti al sistema tangenziale torinese.
Bisogna anche considerare il fatto che, tra le soluzioni economiche e finanziarie, esiste la possibilità d'inserire quest'opera nelle concessioni autostradali piemontesi che sono in fase di rinnovo, per cui diventa un tema di estrema attualità.
Per tutto questo, si chiede l'impegno al Presidente e alla Giunta della Regione regionale di sollecitare il Governo nazionale ad assumere, tra i provvedimenti di massima urgenza, il completamento dell'anello tangenziale di Torino, con il contestuale potenziamento delle varie vie di accesso, in particolare per quelle (io arrivo dalla provincia di Cuneo) che arrivano dal Cuneese, al fine di rilanciare l'economia in termini d'investimenti infrastrutturali e occupazionali, prevedendo l'inserimento del progetto in un nuovo bando, per il rinnovo delle concessioni autostradali piemontesi in rete con il sistema tangenziale di Torino.
Grazie.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 597, collegato al n. 587.
La parola al Consigliere Preioni per l'illustrazione.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
L'oggetto è la Tangenziale est di Torino.
Premetto che, come riportato dal Rapporto 2020 predisposto da OTI Piemonte la Regione risulta essere una delle realtà industriali tra le più potenti e multisettoriali in Italia e in Europa, contribuendo al conto economico del Paese con l'8% del PIL, il 9% dell'export e il 7% dell'import italiano quindi dati importantissimi che il nostro Piemonte dà all'economia italiana.
Il Piemonte, assieme alla Lombardia e alla Liguria, è tra le Regioni che costituiscono il cuore manifatturiero nel Nord-Ovest e rappresentano il 32,2% del PIL, il 40% dell'export e il 50% dell'import italiano. Dal punto di vista della dotazione infrastrutturale, le comunicazioni stradali del Piemonte sono garantite da una rete di 14.159 chilometri di strade di diverso livello.
I principali indicatori della dotazione infrastrutturale che riportano la disponibilità di strade rispetto alla superficie e alla popolazione evidenziano una regione con una buona dotazione complessiva se paragonata agli indicatori medi del Nord-Ovest.
Prendendo a riferimento la popolazione (chilometri/100 mila abitanti), gli indicatori presentano valori decisamente più elevati rispetto alla macroarea, mentre risulta meno performante se rapportata alla superficie territoriale e gli indicatori migliori sono quelli delle strade regionali e provinciali.
Il Piemonte si caratterizza per un tasso di motorizzazione elevato, pari a 889 veicoli ogni 1.000 abitanti, superiore al tasso medio della macro ripartizione, pari a 848. Tra questi, il nodo stradale di Torino risulta essere il più trafficato della regione, con ripercussioni negative che comportano notevoli disagi sull'intera tratta regionale nel Nord Italia.
La crisi economica conseguente alla pandemia da COVID-19 ha costretto sia l'Unione Europea sia il Paese a intervenire sul fronte delle risorse per superare il crollo del sistema economico e produttivo.
Tra gli strumenti d'intervento predisposti vi è il piano "Italia Veloce" che verrà attuato attraverso investimenti concordati tra diversi strumenti: le annuali leggi di bilancio, il Fondo per il Finanziamento degli investimenti e lo Sviluppo Infrastrutturale del Paese, i Programmi Operativi Nazionali, il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e altri Fondi destinati al rilancio infrastrutturale, Marebonus, Ferrobonus e Fondi Strutturali di Investimento Europeo, in particolare il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo Sociale Europeo (FSE).
A tali risorse si aggiungeranno le risorse provenienti dal Next Generation EU verso i progetti identificati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e i finanziamenti relativi al nuovo ciclo di programmazione di bilancio europeo 2021-2027, per il quale la Regione ha predisposto il DSU (Documento Strategico Unitario) di linee d'indirizzo e obiettivi per l'utilizzo delle stesse.
Tra gli obiettivi, vi è l'intervento che prevede la realizzazione dell'ultimo tratto mancante del sistema tangenziale torinese per collegare l'autostrada A4 Torino-Milano e A21 Torino-Piacenza. Un'opera che ha attraversato nei decenni lunghi iter, sviluppandosi all'inizio con la creazione della Società di diritto pubblico Concessioni Autostradali Piemontesi, in attuazione dell'articolo 2 della legge finanziaria 2008 costituita al 50% da ANAS e al 50% dalla Società di Committenza della Regione Piemonte, SCR, che aveva il mandato e l'obiettivo di realizzare in tempi brevi le infrastrutture essenziali per il territorio, fra cui la Tangenziale est di Torino.
Consideriamo che CAP (Concessionario Autostradale piemontese) ha realizzato lo studio di fattibilità tecnico-economico per il completamento della Tangenziale est di Torino tra la statale 590 e la A4, in sezione autostradale, attivando tavoli di pilotaggio tra Provincia e Sindaci dei Comuni interessati per l'individuazione del "Corridoio centrale", ossia l'ipotesi di percorso, dimostrando capacità di rapporto con i territori affidando infine al Politecnico di Torino la progettazione del tracciato definitivo.
Dopo numerose vicissitudini, il 13 dicembre 2017, presso la sede della CAP l'assemblea degli azionisti ha approvato il bilancio finale per la chiusura della società, dopo che è stata posta in liquidazione, di concerto con la Regione Piemonte.
La norma, inserita nella legge finanziaria 2008, stabilisce esserci la possibilità di carattere generale di creare nuove società miste, tra ANAS e Regioni, con il solo decreto di trasferimento del Ministero delle Infrastrutture.
Tutto quanto sopra premesso e considerato, la proposta è che il Consiglio regionale impegni il Presidente e la Giunta regionale ad attivarsi presso gli enti preposti - naturalmente anche il Governo - affinché secondo le disposizioni di cui in narrativa, si costituisca una società che si occupi della realizzazione dell'opera, con il preciso mandato di coinvolgimento degli Enti locali su cui ricade, con la possibilità di utilizzare il materiale di analisi e progettazione prodotto dalla società CAP prima della liquidazione, velocizzando, così, i tempi di realizzazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Preioni per l'illustrazione ed è aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ha facoltà di intervenire per dieci minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Il tema posto, in particolare quello della tangenziale da parte del collega Bongioanni, è un tema molto rilevante; tra l'altro, è anche un tema molto annoso, soprattutto per le comunità di quella zona, che vivono in quella zona e che sopportano il traffico tra il Chivassese e il Chierese (quella è un po' la linea di traffico che scorre in quelle aree del territorio).
È evidente che negli anni sono state sviluppate tante idee progettuali rispetto alla soluzione da dare all'anello est e certamente soluzioni progettuali che, come sapete, hanno comportato, comportano e comporterebbero costi d'investimento molto rilevanti. Se non ricordo male l'ipotesi di Tangenziale est progettuale, cui fa riferimento il Consigliere Bongioanni, cubava oltre un miliardo e mezzo d'investimento, oltre a portare con sé anche tante criticità che, non a caso, sono state molto spesso evidenziate dal punto di vista della sostenibilità e, non a caso sono state evidenziate e condivise, per esempio, dagli amministratori locali e dalle persone che abitano in quelle aree.
Noi comprendiamo certamente le esigenze che sono richiamate in quest'atto d'indirizzo rispetto ai collegamenti della zona est di Torino. Tuttavia vanno considerati anche i più recenti studi sul traffico che riguarda quell'area, in particolare quelli sviluppati da Città metropolitana sul traffico potenziale che, alla luce delle valutazioni più recenti, non giustificherebbero un'opera di quelle dimensioni, di quella grandezza e di quella portata e anche di quel costo d'investimento.
Proviamo, magari, a riconsiderare il tema rispetto a un obiettivo più specifico (e, forse, realizzabile in tempi anche più ragionevoli), che è quello di riaffermare certamente l'esigenza di sistemare il collegamento con la zona a est di Torino, ma ponendo l'esigenza di una nuova progettazione da definire - è un tema che vorrei rimarcare con attenzione in piena sintonia con i Sindaci del territorio e con il massimo coinvolgimento dei Sindaci interessati, per migliorare nel modo più efficace e più efficiente tutti i tracciati già esistenti (mi riferisco evidentemente, alle parti della cosiddetta "Gronda", che possono essere utilizzati adeguandoli alle esigenze di traffico che sono state evidenziate e cui ho fatto riferimento). Un progetto, cioè, che attualizzi queste esigenze e, soprattutto, che tenga conto del suo inserimento tenendo conto di una premessa molto particolare, molto delicato e naturalisticamente molto importante, che è quello della sostenibilità ambientale.
Sulla base dei presupposti che ho cercato sinteticamente di esporre siamo disponibili a ragionare sul tema specifico e ad approfondire la questione; questione che però si deve porre quel tipo di obiettivo con la massima condivisione dei territori interessati e risolvere un problema che è annoso - lo comprendiamo - ma che va risolto con soluzioni adeguate alle reali esigenze di quei territori.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Avetta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi per aver portato in Aula questi atti, che hanno l'obiettivo di rimettere al centro del dibattito il tema di un'infrastruttura che penso interessi molto chi, come noi, vede nel non completamento dell'anello della tangenziale un problema logistico, un problema legato anche a ciò che accade regolarmente nel Chierese e in tutte quelle zone.
Sappiamo di trasporti pesanti che passano in mezzo ai paesi; sappiamo di trasporti pesanti che spesso rimangono incastrati e bloccati per queste vie e per queste strade, che, oggettivamente, non sono in grado di garantire né la sicurezza, né una portata adeguata.
È giusto, quindi, parlare di Tangenziale est o, comunque, della possibilità, da questo punto di vista, di trovare un'altra soluzione.
Concordo con il collega Avetta, che, anche per esperienza e per storia politica, di questo tema si è occupato anche in qualità di Consigliere provinciale. Penso che i colleghi che hanno scritto quest'atto conoscano bene quel progetto da oltre un miliardo, che aveva diverse decine di chilometri in galleria.
Ebbene, alla luce di quel progetto, se veramente il tema è ragionare di un percorso di chiusura dell'anello (chiamiamolo "Tangenziale est", ma pu essere una gronda o una qualsiasi tipologia di soluzione che fa sì che quando i mezzi pesanti debbano attraversare i paesi di quei territori invece possano avere delle bretelle che tagliano fuori il centro abitato) forse mi sarei aspettato dai sottoscrittori di questi atti la richiesta di un aggiornamento di questa tipologia d'infrastruttura. Perché, in alcuni casi, ha il sapore dell'entrare nel dibattito che c'è, invece, a livello nazionale sulla gara d'appalto, su cui ci sono stati dei problemi e su cui alcune forze politiche si stanno esprimendo, mettendo insieme una nuova possibilità di gara d'appalto e la Tangenziale est. È un gioco, è un artificio retorico.
Forse, valeva la pena provare a discutere con quei Sindaci, perché è evidente che un miliardo e fischia è giusto un atto che facciamo in Aula.
Forse, era opportuno discutere con quei Sindaci per immaginare un nuovo tracciato che tenga conto delle esigenze di oggi, del carico di oggi rispetto a quello che invece s'ipotizzava ieri.
Forse, avremmo potuto ragionare - questo sì - su una modalità d'intervento e di lavori che fosse meno dispendiosa, perché, di fatto, le impegnative che voi, colleghi, state proponendo, lasceranno la situazione esattamente com'è.
Forse - e concludo - sarebbe stato opportuno provare a immaginare un Tavolo con tutti i Sindaci interessati, inserendo anche, come giustamente viene riportato in alcuni atti, le realtà imprenditoriali e le realtà di Confindustria che chiedono che ci sia la possibilità per le merci di trovare una continuazione e viaggiare in sicurezza nel retrocollina di Torino. Questo me lo sarei oggettivamente aspettato, perché avrebbe dato più il sapore del volerla fare veramente quest'opera; opera che dà sollievo e sostegno a quel tipo di cittadinanza, a quel tipo d'impresa, a quel tipo di logistica.
Il mio è un intervento per dire che, invece, mi asterrò su quest'atto perché mi sembra che abbia più il sapore del dire "abbiamo parlato anche noi di Tangenziale est" quando, forse, l'opera dovrebbe raccordare l'attuale tangenziale con la parte del Chierese e tutta quella zona. Forse valeva la pena adottare un approccio un po' diverso, meno semplicistico e un po' più interessato a trovare le condizioni per fare quest'opera e per dare, quindi, una risposta ai Sindaci del territorio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Gavazza, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



GAVAZZA Gianluca

Grazie, Presidente.
Oggi ci troviamo qui a parlare di un'infrastruttura di cui il Piemonte ha bisogno da sessant'anni. Certo che se negli anni Sessanta avessero detto a quelli di Chivasso che per andare a Carmagnola avrebbero dovuto fare il giro da Rivoli, avrebbero risposto che sarebbe stata una pazzia! Per cinquant'anni così è stato.
Iniziamo dal 1976, quando venne inaugurata la tangenziale di Torino che collegava Santena a Settimo: lì s'iniziò a parlare dell'anello di ventidue chilometri (o venticinque o venti) che avrebbe collegato la parte est della provincia di Torino. Peraltro, non sarebbe stata solo utile alla provincia di Torino, perché quando uno parte da Aosta e deve andare a Cuneo, da anni deve fare la circumnavigazione di Torino. Invece, sarebbe bastata la Tangenziale est per risolvere molti di questi problemi.
Negli anni Novanta (1992 o 1995, non ricordo con esattezza), abbiamo di nuovo preso in mano la situazione. All'epoca si parlava di destinare cinquanta miliardi per la circonvallazione che sarebbe passata sopra Verolengo. Era il prolungamento dell'uscita di Chivasso est e sarebbe andata verso Caserma e Casalborgone e poi sarebbe comunque arrivata tra Santena e Villanova D'Asti. Da anni abbiamo ben chiaro che cosa serve a questo territorio. Ma arriviamo, dulcis in fundo, al 2009.
Nel 2009 avevo già percorso tre milioni di chilometri, avendo preso la patente nel 1981. Quando mi sono trovato su quel ponte - che oggi serve a quelli di Brandizzo per andare a prendere il caffè alla Piana di San Raffaele - vedevo questo prolungamento, che sarebbe stato il prolungamento della A5 e con svincolo della A4 che portava alla A21. Tra me e me dissi: "Abbiamo speso 30 milioni di euro per fare questo ponte che collega la A11 alla SP590 e sicuramente ci sarà un prosieguo". Così non è stato, quindi tutto è stato taciuto e oggi sono passati dodici anni.
In questi dodici anni ci sono tante carte in cui si parla di questo progetto. Pertanto, oggi ringrazio per la presentazione di questi due ordini del giorno, che vorrei non servissero solamente per dire alla Giunta che si faccia partecipe, insieme con questa maggioranza e il Consiglio regionale, presso gli organi governativi, perché possano riprendere in mano questo importante tratto che per il Piemonte è basilare.
Sia chi ha studiato fino alla terza media sia chi è arrivato alle scuole superiori la geografia l'ha studiata su dei libri. Poi c'è chi ha dovuto mettere in pratica la geografia e ha capito che era diverso. C'è chi invece, andando a fare degli investimenti importanti sulle biblioteche, ha continuato, forse, a vedere la geografia piana! Quella zona di cui stiamo parlando è un po' la base dell'imbuto, dove la collina e la montagna s'incrociano. Lì abbiamo grosse difficoltà. Non voglio andare fuori tema, ma c'è un ponte sulla ex SS11, che è il ponte tra Verolengo e Crescentino, sul quale, ahimè, si è verificata la stessa situazione di quei cinquantasette chilometri di tangenziale torinese. Mi riferisco alle code, ai tamponamenti, ai feriti e ai morti. Tutto questo per quaranta-cinquant'anni è successo anche su quel ponte.
La situazione che abbiamo patito tutti in quest'anno e mezzo che abbiamo passato ha fatto sì che oggi si debba parlare di ripartenza. Secondo me per ripartire dobbiamo mettere in primis questo progetto. La ripartenza per il Piemonte sarà molto più facile, così come lo scambio di cose. La logistica è la base dell'interesse e del territorio.
In questi giorni abbiamo ricordato Cavour. Quando Cavour pensò il famoso canale Cavour - che non riuscì a vedere realizzato - lo pensò perché voleva salvare il riso. Il riso non ha bisogno di acqua per vivere; il riso vive all'asciutto. Però pensare di conservarlo con l'acqua aumentava la produttività e con quell'acqua lo si conservava contro le intemperie.
Una strada è come un canale, è come l'acqua: fa sì che una zona possa rivivere e portare ricchezza al territorio, ma che diventi anche un grande collegamento per l'Europa, per l'Italia e per i mercati.
Ringrazio ancora i colleghi che hanno presentato quest'ordine del giorno e sono fiducioso sul fatto che questa volta ci possa essere un prosieguo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nicco; ne ha facoltà.



NICCO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo innanzitutto per esprimere il mio parere assolutamente favorevole a entrambi gli ordini del giorno. Non mi dilungherò sull'utilità dell'opera, perché l'hanno già fatto egregiamente i colleghi che mi hanno preceduto, anche se con sfumature diverse riguardo al concetto di tangenziale oppure di gronda. Poca differenza fa, l'importante è risolvere il problema. Non mi dilungherò nemmeno su una digressione storica come quella del collega Gavazza: pur essendo coevo, ho una memoria storica meno risalente della sua, per cui prendo per buono quello che ha detto.
Vorrei, invece, enfatizzare un inciso che ho chiesto al mio Capogruppo di inserire - e generosamente, con spirito collaborativo egli ha inserito cioè che accanto alla costruzione dell'anello della gronda - o come la si vuol chiamare - della Tangenziale est di Torino, è necessario un contestuale potenziamento delle vie d'accesso limitrofe al nuovo tratto della tangenziale. Questo perché la zona del Carmagnolese, del Poirinese e del Santenese, che è un cuscinetto tra la zona del Cuneese e quella d'accesso all'eventuale costruenda nuova tangenziale, è una zona che già soffre di limiti e di difficoltà viabili. Tant'è che proprio nel piano Next Generation della nostra Regione vi sono alcune opere di viabilità previste per questa zona.
Pertanto, sottolineo il fatto che se questa - come spero e, mi pare di capire, come tutti speriamo - nuova opera della Tangenziale est e della chiusura dell'anello est vedrà la vita negli anni prossimi, è necessario fin da subito un potenziamento anche della viabilità di quell'area. È chiaro, per entrare nello specifico, che i fruitori del nuovo anello della tangenziale che dovessero arrivare dal Cuneese, invece di passare dalla zona di Moncalieri per imboccare l'attuale tangenziale, attraverserebbero sostanzialmente il Carmagnolese e il Poirinese per recarsi a Chieri. Questo ovviamente necessita di un potenziamento di quelle aree.
Ringrazio per l'inserimento di questo inciso e ribadisco il mio parere favorevole su entrambi gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Non ricordo che abbiamo trattato questo tema nelle varie Commissioni quindi sono andato a guardare quanto avevano fatto i miei colleghi negli anni addietro.
L'idea che mi sono fatto è che stiamo parlando di un'opera faraonica; qui siamo di nuovo alle grandi opere a discapito delle cose più pratiche. Si potrebbe risolvere il problema, così come hanno spiegato i miei colleghi di minoranza, probabilmente con un progetto diverso, ottenendo gli stessi risultati.
È un impegno finanziario importante, veramente importante e l'impatto sarebbe veramente quasi devastante, perché andremmo a spostare dei mezzi pesanti in alcune aree che adesso - passatemi il termine - sono (tra virgolette) sane, andando anche a devastare terreni agricoli definiti di "alta classe".
Un appunto che ho trovato nel Piano urbano di mobilità sostenibile della Città metropolitana di Torino è relativo al fatto che questo progetto è stato eliminato. Per quale motivo? Appunto, per il grande impatto ambientale che avrebbe sulla città, per i bassi benefici che deriverebbero da quest'opera e per gli alti costi.
Pertanto, non siamo assolutamente d'accordo su questi due ordini del giorno.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Diciamo che non mi stupisco più di nulla, quindi non mi stupisco nemmeno che si parli di nuovo e ancora di TangEst; se ne parla da anni e ogni tanto si ritorna a parlarne.
Mi sembrava di essere stato catapultato all'indietro nel tempo ascoltando certi interventi, ma non soltanto indietro a dieci o quindici anni fa, ma di più! Mi sembrava di essere addirittura tornato nel XVIII secolo ascoltando una certa filosofia e visione dell'economia e dello sviluppo di un territorio.
La TangEst è un'opera inutile, costosa, impattante; non esistono alternative green alla TangEst ed è un'opera che, per fortuna, non compare nel PNRR. Perché non c'è.
Anche su quest'aspetto, negli ultimi mesi parecchi cittadini mi hanno chiesto se l'avessero inserita. No, pare proprio che non ci sia nel PNRR perché non è un'opera che serve al futuro del nostro territorio, al futuro del Piemonte, al futuro di Torino e al futuro dell'area del Torinese. Tra l'altro, non c'è nessuna prova, anzi ci sono prove del contrario: fare nuove strade non toglie traffico, ma ne aggiunge. Non abbiamo bisogno di altro traffico pesante nella collina torinese, con territori agricoli di pregio, con una biodiversità importante che va tutelata.
Pertanto, accetto che nel 2021 si parli ancora di TangEst, ma il parere era e rimane fermamente contrario a quell'opera inutile. Inutile e dannosa. Di conseguenza, il voto sarà contrario ad ambedue gli atti d'indirizzo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ruzzola, sull'ordine dei lavori.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo sinteticamente alcuni minuti di sospensione, perché vorremmo valutare, come Gruppi di maggioranza, anche alla luce di ciò che è avvenuto negli ultimi giorni, le assegnazioni e quant'altro, se è opportuno lasciare i testi così come sono stati redatti o, eventualmente, modificarli tenendo conto di quanto è avvenuto.



PRESIDENTE

Grazie.
Assessore Marrone, aveva chiesto di intervenire?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sospendiamo i lavori per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.42, riprende alle ore 18.44)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiedo se la Giunta intende esprimere il parere su entrambi gli ordini del giorno.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
Il parere è favorevole su entrambi gli ordini del giorno e spiegher brevemente perché.
Non stupisce che il Movimento 5 Stelle e anche la sua altra componente della prima ora, Movimento 4 Ottobre, manifesti contrarietà, perch riconosco che è una posizione coerente con quello che quel mondo ha sempre espresso.
Mi stupisce un po' di più la variazione d'orientamento che vedo nei banchi del centrosinistra, perché ricordo che un tempo il favore nei confronti delle grandi opere, delle infrastrutture e della viabilità fosse condiviso anche dal centrosinistra. Evidentemente, non è più così.
Mi limito solo a dire che la concessione del sistema tangenziale torinese è proprio l'opportunità, qualora il Governo recepisca l'indirizzo, in particolare, del primo ordine del giorno, di emettere un nuovo bando e di approfittare del margine, sicuramente più ampio dell'aggiudicazione appena fatta (basti ricordare che un'altra offerta era maggiore di 800 milioni di euro), per andare a coprire sensibilmente il miliardo che sappiamo essere necessario per il completamento dell'anello tangenziale.
Pertanto, la proposta che, con la votazione di quest'ordine del giorno, la Regione lancerà chiara al Governo nazionale è di dire: non rinunciare a un introito di questo tipo e valorizzarlo per la realizzazione sul territorio di quest'opera che il territorio ha sempre chiesto negli ultimi vent'anni.
L'unica piccola modifica che l'Assessore Gabusi mi chiede di riportare agli amici della Lega è di ricordare, tra gli enti preposti menzionati come interlocutori della Regione sulla società, di menzionare espressamente il Governo nazionale, perché è ovvio che una partita così rilevante non pu essere gestita solo a livello locale. In realtà, l'ha già detto anche il Capogruppo Preioni nella sua illustrazione, però chiedo che venga esplicitato in modo più formale.
Grazie.



PRESIDENTE

Se il Consigliere Preioni è d'accordo, dovrebbe recarsi presso il banco della Presidenza per siglare la modifica.
Prego, Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Per l'ordine del giorno n. 587, chiedo il voto per appello nominale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 587, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 597, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Essendo arrivati alla fine, con l'accordo di chiudere i lavori, auguro a tutti una buona serata. Ricordo la Conferenza dei Capigruppo convocata per domani alle ore 12.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.50)



< torna indietro