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Dettaglio seduta n.135 del 25/05/21 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.05 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e delle interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze, come recitano gli articoli n. 99 e 100 del Regolamento, iniziamo con l'esame delle interrogazioni pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interpellanza n. 661 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Ricca interpellanza n. 707 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Ricca; interrogazione indifferibile e urgente n. 597 presentata dalla Consigliera Frediani, cui risponderà l'Assessore Ricca.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa richiesta di questa Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che per le interpellanze è prevista l'illustrazione, da parte dell'interrogante, per cinque minuti; la risposta dell'Assessore per cinque minuti e la replica dell'interpellante per altrettanti cinque minuti.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interpellanza n. 661 presentata da Magliano inerente a "Defibrillatori semiautomatici (DAE): perché siano davvero utili (e dunque salvino vite umane) devono essere capillarmente diffusi, opportunamente manutenuti e rigorosamente mappati"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame dell'interpellanza n. 661, presentata dal Consigliere Magliano, inerente a "Defibrillatori semiautomatici (DAE): perché siano davvero utili (e dunque salvino vite umane) devono essere capillarmente diffusi,opportunamente manutenuti e rigorosamente mappati" La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Non starò a ripercorrere tutta la normativa che ho citato nell'interpellanza, perché penso che sia conosciuta: il decreto interministeriale del 2011 "Determinazione dei criteri e delle modalità di diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni"; la DGR di Regione Piemonte "Decreto del Ministero della Salute 18 marzo 2011.
Regolamentazione d'uso dei defibrillatori: modalità di registrazione ed inserimento dei dati riguardanti il possesso e la gestione dei defibrillatori"; il fatto che siano installati in un luogo e che la comunicazione deve avvenire mediante l'utilizzo di un applicativo informatico al quale si accede con credenziali del Sistema Piemonte o credenziali SPID; la DGR del 31 luglio 2015 "Campagna regionale di sensibilizzazione e diffusione dei defibrillatori nei Corpi/servizi di Polizia Locale piemontesi" . Ringrazio l'Assessore Ricca per essere qui perché questa è sua delega.
A suo tempo, si approvò la campagna regionale di sensibilizzazione alla diffusione dei defibrillatori, al fine d'incrementarne la disponibilità quanto più possibile nelle istituzioni pubbliche e l'Amministrazione regionale assegnò diversi defibrillatori in comodato d'uso gratuito a Comandi/Servizi di Polizia Locale. Le linee guida internazionali per la rianimazione cardiopolmonare e uso del defibrillatore in ambiente extraospedaliero, dal 2015, con anche l'avvento del NUE 112, precisano che gli operatori del Servizio di Emergenza debbano fornire indicazioni sulle manovre di soccorso e il posizionamento con il conseguente supporto all'utilizzo del defibrillatore.
Questa interpellanza, Presidente, ha il compito di fare tutta una serie di domande, perché, come sappiamo, leggiamo sui giornali che quella persona poteva essere salvata, ma purtroppo non l'abbiamo salvata, perché nessuno ha detto che a 50 metri c'era un defibrillatore. Abbiamo riempito la Regione di defibrillatori, perché c'è stata, da un certo punto, la giusta consapevolezza che erano strumenti per salvare la vita; nell'interpellanza cito anche le percentuali che permettono il salvataggio di una persona e quindi, la possibilità che questa persona venga rianimata e stabilizzata per poi essere trasportata in ospedale, grazie a un defibrillatore.
Inoltre, i defibrillatori sono su alcune auto della Polizia e dei Carabinieri; il vero problema è che non sappiamo dove sono, ci dovrebbe essere un'app: quest'app funziona o non funziona? E da qui le domande, e dalle domande capirete che, evidentemente, c'è qualcosa che non va e che spesso il mondo del Terzo settore - penso ad alcune associazioni presenti sul nostro territorio - si è impegnato fornendo personalmente, ad esempio grazie a Specchio dei tempi, dei defibrillatori sul nostro territorio.
Ecco le domande. Chiedo quanti defibrillatori semiautomatici siano presenti sul territorio piemontese; se vi siano defibrillatori semiautomatici non opportunamente segnalati e in quale quantità; se la Regione Piemonte abbia una tracciabilità concreta, attendibile e immediata delle sostituzioni e manutenzioni effettuate sui defibrillatori, al fine di fornire informazioni puntuali in costante aggiornamento in merito alle collocazioni dei DAE sul territorio piemontese e ai dati tecnici e gestionali inerenti alle apparecchiature. Abbiamo riempito di defibrillatori tantissime istituzioni scuole e centri sportivi, ma non sappiamo se hanno provveduto alla loro manutenzione e quindi se sono completamente efficaci e utilizzabili.
Chiedo ancora se la Regione Piemonte abbia aggiornato l'elenco delle Polizie Locali e plessi scolastici ai quali ha fornito in comodato defibrillatori e se gli stessi a oggi sono correttamente funzionanti per un loro utilizzo in caso di emergenza su richiesta della Centrale Operativa 118/112; se la Regione Piemonte fornisca tramite la Centrale Operativa il posizionamento dei defibrillatori sul territorio e in quanti casi siano stati utilizzati i preziosi strumenti salva vita; se la Regione Piemonte abbia stabilito procedure per la trasmissione e consegna dei dati contenuti nei defibrillatori posizionati sul territorio in caso di utilizzo e se c'è un protocollo per mandare subito il tracciato al pronto soccorso per capire di che natura è stato l'evento cardiaco, perché questo può aiutare ulteriormente i medici che accolgono il paziente per stabilizzarlo e dargli una chance in più di vivere; se la Regione Piemonte è a conoscenza che sul territorio diversi servizi di emergenza delle forze dell'ordine, oltre alle polizie locali come Carabinieri, Polstato, Guardia di Finanza sono dotati sui propri mezzi mobili di defibrillatori non integrati con il Servizio di Emergenza/Urgenza 118/112; se la Regione Piemonte, analogamente ad altre Regioni, abbia adottato una app a uso dei cittadini con mappatura dei defibrillatori e con la quale possano essere attivati i soccorsi oltre ad eventuali altri soccorritori registrati nella stessa; se la Regione Piemonte, come già previsto da altre Regioni, intenda prendere gli opportuni provvedimenti, al fine di garantire la completa applicazione della normativa sopra esposta, disponendo la chiusura e prevedendo l'applicazione di sanzioni a carico degli impianti e delle strutture sprovvisti dei defibrillatori o di personale formato all'utilizzo degli stessi, dal momento che deve esserne garantita la disponibilità, nonch sanzioni nei confronti di coloro che al contrario non segnalano di essere in possesso di tali apparecchiature, cioè si passa a un sistema di sanzioni per chi non li manutiene, per chi non comunica di averli nella propria struttura: questo, forse, come ha fatto la Regione Toscana, con sanzioni da multe da 1.000 a 5.000 euro, darebbe maggiore consapevolezza.
Insomma, e concludo, Presidente, il defibrillatore non è un oggetto d'arredamento per dire che si è cardioprotetti, con due foto da mandare alla stampa, ma è uno strumento salvavita. Su questo c'è grande leggerezza purtroppo.
Grazie, Presidente, ho concluso e mi riservo di ascoltare la risposta.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per questa importante illustrazione dell'interpellanza; la Giunta ha chiesto di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Fabrizio Ricca.
Prego, Assessore; ne ha la facoltà per cinque minuti.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo per conto dell'Assessore Icardi. Relata refero.
I defibrillatori semiautomatici, perché siano davvero utili, devono essere capillarmente diffusi, opportunamente mantenuti e rigorosamente mappati. Il numero di defibrillatori, ad oggi registrati sul portale, ammonta a 2.171 apparati, di cui 20 figurano in manutenzione e 37 come attualmente non disponibili. Tale numero potrebbe non coincidere con il totale reale, in quanto l'onere della registrazione è in capo ai possessori, che devono provvedere in modo autonomo. Il portale DAE registra le scadenze di elettrodi e batterie. Il gestore del defibrillatore è incaricato di aggiornare i dati dei propri defibrillatori e sul portale indicarne lo stato di disponibilità.
Si precisa che, prima dell'approvazione della DGR 21-4851 del 3 aprile 2017, i defibrillatori territoriali, per i quali il proprietario comunicava la presenza, venivano registrati su un apposito file, tenuto dalla centrale operativa del 118. Tali dati riportavano alcune caratteristiche dell'apparecchiatura.
Previsto che il possessore deve accedere al portale regionale già attivo e pubblicizzato direttamente immettendo i dati e le coordinate di localizzazione del DAE, per quanto riguarda i dati dei defibrillatori già registrati dalla centrale 118, questi sono stati trasferiti sul portale ed è stato contattato ogni possessore per verificare la presenza dell'apparecchiatura sul portale stesso.
La DGR 21-4851 del 3 aprile 2017 è stata notificata a tutti i diversi soggetti (Comuni, Forze dell'Ordine e Centri culturali) destinatari dell'assegnazione di defibrillatori, nel contesto di programma e diffusione dei defibrillatori, promosso dalla Regione Piemonte.
Le centrali operative del 118 fruiscono dei presenti sul portale del DAE conosco l'indirizzo degli apparati e, qualora coinvolti in una richiesta di soccorso (e la ritengano utile), possono dare indicazione agli astanti per il suo reperimento.
Su istanza degli aventi titolo, del medico cardiologo, è possibile chiedere alla centrale 118 la traccia dell'aritmia di presentazione conservata sulla scheda del DAE, utilizzandola nell'intervento per le opportune finalità anche di carattere clinico. Infatti, dopo l'utilizzo di un defibrillatore i referti dello stesso devono provvedere a consegnare, nelle centrali del 118, l'apparecchiatura per scaricare tutti i dati. In tutte le centrali sono presenti gli applicativi del discarico del DAE più diffusi.
Per quanto riguarda i defibrillatori donati alle Forze dell'Ordine, si evidenzia che tutti i defibrillatori devono comunque essere censiti sul portale, anche quelli sui mezzi mobili. Tuttavia, gli stessi non sono visibili sull'applicativo in uso alla centrale operativa.
È innegabile che le apparecchiature poste in modo non stanziale, la cui posizione non è fissa, risultano indispensabili per il sistema all'interno della catena della sopravvivenza, in cui il primo step è l'allertamento al 118, il quale, in base alle informazioni circoscritte al luogo, provvederà a identificare il DAE più vicino.
La Regione impiega l'app FlagMii, integrata con i servizi 112 e 118, ma oggi non per localizzare il DAE più vicino. Come già riferito, il 118 conosce l'indirizzo del defibrillatore più vicino e può dare indicazioni per il recupero dello stesso e il suo indirizzo; è però fondamentale l'azione dell'operatore di emergenza, nel fare attuare immediatamente le manovre salvavita, essenziali per la sopravvivenza degli astanti nell'attesa dell'arrivo del mezzo di soccorso idoneo inviato e, quindi all'avvio della catena di azioni che, comunque, partono dalla chiamata al 118.
La Regione ha inserito meccanismi di controllo ispettivo legati solamente ai corsi erogati dagli Enti formatori accreditati. Non sono oggi stati previsti, come Assessorato alla sanità, meccanismi ispettivi per l'applicazione dell'obbligo di installazione del defibrillatore presso impianti sportivi.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Fabrizio Ricca per la risposta; se il Consigliere Silvio Magliano lo richiede, ha facoltà di replica per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Sì, grazie Presidente; chiedo di replicare.
Chiedo all'Assessore di avere, come spesso si fa, il testo che ha letto in Aula. Lo ringrazio per questo, però ci sono alcune cose che è necessario che io puntualizzi.
Proprio nella risposta, l'Assessore Ricca, leggendo una nota dell'Assessore Icardi, dice che non si sa quanti sono i defibrillatori registrati. Ecco questo è uno dei problemi: non avendo previsto un sistema sanzionatorio e alcun tipo di monitoraggio e di controllo, noi non sappiamo quanti sono.
Sono anche preoccupato, da questo punto di vista, di capire esattamente il monitoraggio sulla qualità delle batterie e sulla manutenzione dei defibrillatori. Se noi lasciamo - ed è questa la mia preoccupazione che nella chiosa, l'Assessore ha letto con grande onestà intellettuale - alla libera iniziativa di coloro che lo posseggono la manutenzione, la sostituzione e il controllo, è evidente che poi non ci sarà mai una copertura totale del nostro territorio, dal punto di vista della cardioprotezione.
Questo lo dico per una serie di questioni, tra cui il fatto che, essendo uno strumento salva vita, è quindi una responsabilità pubblica - pubblica controllare quanti sono e dove sono. Io ho dati, almeno presunti dati dell'Associazione "Piemonte Cuore Onlus Lorenzo Greco", che tra l'altro è quella che insieme a Specchio dei Tempi dona spesso e volentieri defibrillatori a tante realtà della nostra città. L'ultimo è stato donato e l'Assessore Ricca lo sa bene, al Parco del Valentino, perché nel Parco del Valentino, purtroppo, abbiamo avuto un decesso, tra l'altro anche frutto di tutta una serie di problematiche legate all'arrivo in ritardo dei mezzi di soccorso perché non si alzava e non si abbassavano i pilomat di ingresso al Parco del Valentino.
Al di là di questo, però, il tema è proprio capire esattamente quanti sono e di non lasciare, alla libera iniziativa del soggetto, di iscrivere il proprio DAE all'interno del portale. Primo dato.
Secondo dato. A me non risulta - non risulta - che tutti gli operatori facciano la segnalazione di dov'è il DAE più vicino. Non mi risulta. Arriva la chiamata d'emergenza e non mi risulta neanche che gli operatori sappiano che tutte le volanti, o alcune volanti, abbiano al proprio interno il DAE.
Questa idea di non chiedere agli impianti sportivi e di non fare un controllo preciso sugli impianti sportivi se hanno o non hanno il DAE (e nello stesso tempo, se hanno un personale formato per utilizzare il DAE) è il tipico modus italiano di fare le cose. Accettiamo: c'è questa novità, ci sono i defibrillatori semiautomatici, li mettiamo ovunque, tagliamo nastri mettiamo questi defibrillatori in luoghi che possono essere idonei tendenzialmente dopo che è successo un fattaccio, e poi ce ne dimentichiamo.
Anche i defibrillatori, Assessore, che Regione Piemonte donò a scuole e alle Polizie locali, mi piacerebbe sapere se li stiamo controllando, visto che li abbiamo dati noi a titolo gratuito. Ne abbiamo una mappatura puntuale? Siamo certi che le Amministrazioni e le scuole li stiano manutenendo? Donare defibrillatori è sempre un grande gesto di solidarietà e di carità ma poi il problema è la manutenzione degli stessi, per cui devo dire Assessore, che dalla risposta ho tratto degli spunti, a mio giudizio interessanti; però ci sono alcuni aspetti che mi lasciano alquanto perplesso, perché ne emerge un controllo formale. Sa, Assessore, il controllo formale può avere un senso quando ci occupiamo di temi che non hanno a che fare con la vita delle persone o con la possibilità di sopravvivere o meno.
Ho provato a mettere nell'interpellanza alcune percentuali: la morte cardiaca improvvisa rappresenta circa il 10% delle morti in Italia. È un evento imprevedibile che nel 70% dei casi è causato da aritmia ventricolare, che può essere interrotta con uno shock elettrico. Il tasso di sopravvivenza, in assenza di manovre salvavita in contesto extraospedaliero, è bassissimo, circa il 5%, ma è dimostrato che la defibrillazione precoce può arrivare a triplicare la sopravvivenza, quindi un 15% di chance per queste persone.
Mi auguro che l'Assessore Ricca possa trasferire queste mie preoccupazioni all'Assessore Icardi, perché noi dobbiamo, su questo, iniziare ad avere un approccio sistematico, puntuale, preciso e capillare, perché sono tanti i casi - e concludo, Presidente - in cui, a causa di un fatto drammatico, si scopre dopo che a 80 metri, a 120 metri c'era un defibrillatore che avrebbe dato una chance in più a quel paziente. Purtroppo il nostro sistema, da questo punto di vista, ha tutta una serie di falle che possono essere colmate con la buona volontà, con il controllo e con una efficace rete di interventi capillari e - perché no? - vista l'importanza, anche con sanzioni per chi non si mette in regola, dal punto di vista della gestione del cambio delle batterie e dell'efficienza degli stessi defibrillatori.
Grazie, Presidente; io ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Magliano per la replica.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 707 presentata da Magliano, inerente a "Case ATC, la legge regionale n. 6/2015 sia finalmente applicata "


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 707.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione. Prego, Consigliere ne ha la facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Penso che questo sia un tema caro a tutti noi, perché è evidente che l'emergenza abitativa e l'utilizzo delle nostre case ATC, case di edilizia popolare, rappresenta una delle sfide che Regione Piemonte, gli Enti locali e i Comuni dovranno affrontare.
Nel "Premesso che" sottolineo che la legge regionale n. 3 del 2010 "Norme in materia di edilizia sociale" ha, come finalità, la promozione e il riconoscimento del diritto all'abitazione mediante politiche territoriali e abitative, tese ad assicurare il fabbisogno delle famiglie e delle persone meno abbienti e di particolari categorie sociali.
È stata pubblicata, sul Bollettino ufficiale regionale n. 15 il 16 aprile 2010, la legge regionale n. 13 su "Autorecupero degli alloggi carenti di manutenzione da parte degli assegnatari. Modifiche alla legge regionale n.
3 del 2010 (Norme in materia di edilizia sociale)".
La legge approvata disciplina gli interventi di autorecupero mediante una modifica della Legge regionale n. 3 del 2010, che detta le norme in materia di edilizia sociale, con l'introduzione di uno specifico articolo che li regolamenta.
Gli interventi di autorecupero possono essere effettuati da parte degli assegnatari, utilmente collocati in graduatoria o già residenti nell'alloggio, e la tipologia delle opere ammesse è quella che rientra nella casistica della "manutenzione ordinaria", di cui alla lettera a) comma 1, articolo 3 del DPR 380/2001.
L'assegnatario dovrà produrre idonea documentazione per il riconoscimento dei costi sostenuti, con un massimo consentito che non dovrà superare i 7.000 euro, comprensivi di oneri fiscali, i quali saranno rimborsati sia mediante detrazione sul canone di locazione, sia attraverso la restituzione dell'importo anticipato, fino a un massimo del 50% (quindi o l'una o l'altra).
La legge regionale n. 6 del 2015 ha di fatto introdotto, nella legislazione regionale di riferimento, il tema dell'autorecupero sia per incentivare la partecipazione diretta degli inquilini alla gestione e al mantenimento in efficienza del patrimonio di edilizia sociale, sia per rendere la graduatoria meno statica e sostenere chi, da troppo tempo, attende l'assegnazione di una casa che, per carenza di manutenzione, non risulta immediatamente assegnabile secondo le vigenti graduatorie, ma destinabile qualora il soggetto assegnatario in graduatoria si impegni a realizzare direttamente alcuni limitati interventi che rendono l'alloggio prontamente disponibile.
L'approvazione del provvedimento ha preso spunto da un censimento del 2014 degli alloggi destinati all'edilizia sovvenzionata non assegnabili per carenza di manutenzione, svolto, su richiesta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, al fine di qualificare il fabbisogno finanziario per il loro recupero.
Dai dati forniti dalle Agenzie Territoriali per la Casa (ATC) e dai Comuni è risultato che in Piemonte gli alloggi non assegnabili per carenze di manutenzione ammontavano a suo tempo, alla data della verifica, a circa 800 unità, di cui 300 nella provincia di Torino. Questi sono numeri che sono esplosi negli ultimi anni.
Da plurime segnalazioni - ed è qui, Presidente, il problema - parrebbe che la procedura di autorecupero non sia concretamente applicata da ATC in favore degli inquilini già locatari di un alloggio.
L'interpellanza verte principalmente su questo: coloro che già hanno una casa e vogliono intervenire in una ristrutturazione. A volte, essendo già all'interno, chiedono di fare interventi di autorecupero, spesso per l'abbattimento delle barriere architettoniche, non perché vogliano avere degli infissi particolarmente cool, piuttosto che fare interventi di design interno della casa.
Dalle segnalazioni pervenute a questo proposito risulterebbe che un numero significativo di assegnatari abbia ormai da tempo presentato domanda, ai sensi della legge, per l'eliminazione delle barriere architettoniche rimanendo, tuttavia, ancora in attesa di risposta. Chiedono di poter fare questi interventi e non è che ATC dice di no: non risponde, nonostante abbiano inviato vari solleciti scritti e provato a contattare direttamente gli Uffici preposti di ATC. Capisco che abbiano rubato le mail all'ATC, ma il telefono ATC ce l'ha ancora.
Risulta che alcuni di loro abbiano chiesto supporto al SICET (Sindacato Inquilini Casa e Territorio), il quale, tra le altre iniziative intraprese per aiutare queste persone, ha scritto anche all'Assessore competente.
Nessuna risposta.
Tenuto conto del fatto che consentire l'autorecupero significa riconosce la capacità della persona assegnataria di gestire un bene pubblico, quale la casa popolare, al fine di migliorare l'accessibilità agli spazi e la qualità dell'abitare, chiedo - e concludo, Presidente - se tutte le ATC del Piemonte abbiano recepito la normativa di cui in narrativa (per recepito non intendo che sono a conoscenza che la normativa esiste, ma che abbiano iniziato ad agire in conseguenza della norma); se tale normativa sia concretamente applicata anche nei confronti degli assegnatari di alloggi regolarmente occupati; quante siano le domande pervenute e quali siano stati i loro esiti (di queste richieste di autorecupero per l'abbattimento delle barriere architettoniche); quanti assegnatari di alloggi ATC regolarmente occupati abbiano, fino a ora, beneficiato della procedura di autorecupero e se ATC abbia stilato una graduatoria delle domande; quanti alloggi, oggi sfitti, si possono assegnare ai sensi della legge regionale citata sopra, ad oggi, e se questa Giunta intende intervenire nei confronti di ATC affinché sia garantita ai cittadini la possibilità di beneficiare dell'autorecupero.
Presidente, io concludo sottolineando l'importanza di questo dato, perché è evidente che, se qualcuno chiede di poter allargare la porta del bagno o di rendere il proprio bagno, i servizi igienici, accessibili, lo fa perché è in una condizione di disagio. Su questo, il silenzio di Regione Piemonte è drammatico.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Fabrizio Ricca. Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo per conto dell'Assessore Chiara Cucino, relata refero.



ATC Piemonte Nord: l'ATC Piemonte Nord ha comunicato di non aver

pubblicato i bandi per l'autorecupero né svolto azioni a tal fine. Nessun assegnatario ha pertanto beneficiato di contributi mediante l'istituto di autorecupero.
ATC Piemonte centrale: con deliberazione del 24 e 25 febbraio 2016 anche a seguito della nota esplicativa della Regione Piemonte del 21/12/2015, il Consiglio di Amministrazione di ATC ha approvato l'avviso pubblico speciale e l'avviso di operatività relativamente agli immobili siti nel Comune di Torino. In una prima fase applicativa, stante la complessità e la novità del provvedimento normativo, è stato dato un avvio limitatamente agli alloggi ubicati nel Comune di Torino, onde definire un modello operativo concordato da estendere ad altri Comuni in tempi più brevi.
Con successiva deliberazione n. 66 del 20 maggio 2016 il Consiglio di Amministrazione di ATC ha approvato l'avviso speciale e l'avviso di operatività anche per gli immobili ubicati nei Comuni della provincia di Torino, confermando l'iter procedurale di cui alla deliberazione sopra richiamata.
Con deliberazione n. 195 del 31 maggio 2016 gli uffici di ATC hanno approvato le modalità tecnico-operative e i criteri di valutazione economica per l'effettuazione di lavori di manutenzione in alloggi il cui bando di autorecupero è stato approvato con deliberazione n. 24 del 2016.
Per quanto riguarda gli alloggi sfitti, cosiddetti di risulta, la procedura operativa è ormai consolidata, tenendo conto che si tratta comunque di numeri contenuti, ai quali gli uffici dell'Agenzia riescono a dare opportuno e adeguato riscontro con le proprie risorse.
Mi permetto poi di fornire la copia della risposta all'interpellante così potrà leggere anche tutti i numeri della tabella.
L'ATC comunica inoltre che agli atti non risultano pervenute domande per la realizzazione di lavori con modalità di autorecupero da parte degli assegnatari di alloggi regolarmente occupati, né conseguentemente di soggetti che ne abbiano poi concretamente beneficiato.
Per quanto riguarda l'applicazione di tale procedura per gli alloggi locati, il tema è noto all'Agenzia ed è disponibile a riprendere una riflessione a suo tempo già avviata nell'ambito del progetto specifico nato nell'ambito dei laboratori sviluppati in collaborazione con l'Università Bocconi (2018) e a valutare proposte e soluzioni operative tenendo conto sia della dimensione potenziale del fenomeno relativo al patrimonio gestito (28.000 alloggi), che dell'impatto economico e finanziario.
ATC Piemonte sud: l'ATC del Piemonte Sud ha di recente dato applicazione alla normativa prevedendo l'avvio di un primo bando aperto agli iscritti nella graduatoria di assegnazione degli alloggi sociali nel Comune di Savigliano; il bando è oggi in fase di avvio ed è riferito a due alloggi che necessitano di manutenzione significativa.
Riguardo agli alloggi già assegnati, si fa presente che ad oggi sono stati formalizzati e finanziati n. 19 casi di interventi di autorecupero tutti quanti preliminarmente discussi in commissione utenza ai fini della necessaria trasparenza.
Per quanto riguarda gli alloggi liberi, si rappresenta che i primi nuovi assegnatari che potranno accedere ai loro alloggi, per effetto della normativa sull'autorecupero, saranno quelli già infrachiamati di Savigliano, auspicando il buon esito della procedura in itinere.
In merito a tale bando, ATC precisa che il Consiglio di Amministrazione, con delibera n. 9 del 19/01/2021, aveva deciso di destinare l'autorecupero unicamente agli alloggi bisognosi di un significativo intervento di manutenzione straordinaria (per almeno 5.000 euro), ritenendo invece doveroso per l'Ente provvedere direttamente laddove i costi di ripristino fossero inferiori, onde non pregiudicare la graduatoria in essere. Dato che non risulta, inoltre, ragionevolmente percorribile la strada dell'affidamento in autorecupero degli alloggi in condizione particolarmente disastrata, gli alloggi che potranno contare su tale soluzione in futuro potranno essere quantificati allo stato in una ventina, purtroppo distribuiti su altrettanti Comuni, causa che moltiplica gli adempimenti burocratici necessari per il corretto affidamento degli stessi.
Per quanto concerne, infine, gli interventi della Giunta affinché sia garantita ai cittadini la possibilità di beneficiare dell'autorecupero, si evidenzia che nel disegno di legge n. 143, presentato dalla Giunta al Consiglio in data 13 maggio 2021, sono contenute delle disposizioni volte ad agevolare l'applicazione della normativa in materia.
Sarà necessario inoltre stimolare il Consiglio di Amministrazione di ATC Nord attraverso un obiettivo specifico da parte della Giunta, stante il permanere del dato di non attuazione della disciplina.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Fabrizio Ricca per la risposta.
Vedo il Consigliere Silvio Magliano già in piedi, quindi gli cedo la parola per la replica.
Chiedo gentilmente a tutti coloro che non sono interessati alle interrogazioni e alle interpellanze di accomodarsi fuori dall'aula. Grazie.
Prego, Consigliere Magliano; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Assessore, io ho posto delle domande precise e nella sua risposta lei è stato altrettanto preciso, ma quando lei, giustamente, dice "relata refero", riporta quanto viene scritto o non scritto dai suoi colleghi.
Quando ATC Piemonte centrale sostiene di non aver ricevuto nessuna richiesta sta mentendo, e mi assumo la responsabilità di quello che dico: non posso citare il nome, ma avrò modo di comunicare agli uffici (anzi l'ho già fatto) che abbiamo ben due soggetti che hanno fatto richiesta in qualità di persone assegnatarie di alloggio ERP, in Via Pietro Cossa 280/37 B a Torino, e in Via Luserna di Rorà n. 11/1 a Torino.
Il sindacato il 12 febbraio 2020 scrive al Presidente Emilio Bolla che il loro associato in data 7 marzo 2018, essendo invalido e avendo seri problemi nell'utilizzo della vasca da bagno, ha presentato il modulo di richiesta di lavori per l'eliminazione di barriere architettoniche recentemente ha anche inviato un sollecito di riscontro.
Il testo recita: "Non avendo ancora ottenuto risposta, il signor 'Tizio', informato da noi della possibilità di eseguire gli interventi necessari da lui richiesti per l'abbattimento delle barriere architettoniche, come previsto dall'articolo 22 bis del testo coordinato alla legge 3/2010, avrebbe l'intenzione di anticipare la spesa. Sia la tipologia di intervento, sia il costo dei lavori - che, peraltro, vengono allegati al preventivo, Assessore Ricca - sono previsti nella normativa su citata.
Considerati i tempi lunghi per lo stanziamento delle risorse per l'abbattimento delle barriere architettoniche - lo sappiamo, perché abbiamo delle liste d'attesa che ormai sono quinquennali, ma questo non dipende dalla Regione; come Gruppo dei Moderati avevamo chiesto di inserire risorse su questo capitolo, ma ci è stato negato - nonché i lunghi tempi di attesa per l'esecuzione dei lavori, siamo a chiedere un immediato avvio della procedura prevista dalla 'legge autorecupero' per consentire al signor 'Tizio' di far eseguire a sue spese i lavori e di ottenere poi il rimborso al cento per cento, come previsto dalla legge, essendo un inquilino assegnatario da oltre due anni".
Questi aspetti sono identici anche per l'altro inquilino, 'Caio', che vive in Via Luserna; la lettera è la stessa e si chiede al Presidente Bolla di rispondere.
Questa lettera è del 12 febbraio 2020 e, ad oggi, non ha avuto risposta.
Per cui, prima di immaginare nuove norme e lanciarle sui giornali dicendo che finalmente con l'autorecupero si potranno scalare le graduatorie sarebbe bene dare delle risposte. E' tutto vero e tutto bello, ma questo farà sì che chi ha le risorse per mettere a posto una casa passerà davanti a chi non ha il becco di un quattrino - se non quello necessario per entrare in graduatoria - che rimarrà ancora senza casa popolare.
Non siamo neanche in grado di rispondere a chi vive all'interno di queste case e che, pur avendo un'invalidità, vuole rimanere in quella casa modificandone la struttura proprio per poter continuare ad abitarla.
Perché tanto, lo sa, Presidente, cosa capita? Che quando chiedono il trasferimento per andare in una casa più accessibile, ci sono delle procedure lunghissime. E sto parlando di una casa più accessibile, non più comoda, perché spesso viene interpretato anche così. Il problema non è la comodità, perché se una persona è stomizzata o se inizia ad avere una malattia neurodegenerativa alle gambe non è un problema di comodità, ma di sopravvivenza. E quando viene chiesto un cambio alloggio, ripeto, ci sono delle procedure lunghissime.
Per cui, io sono altamente insoddisfatto della risposta, perché in questi ultimi 7 anni non si è fatto nulla su questo, se non in alcuni casi, come ha citato l'Assessore, che vengono portati ad esempio e dei quali andare particolarmente fieri. Ma dovrebbe essere la normalità, soprattutto se uno chiede di intervenire dicendo "pago io", perché tra lo Stato e la Regione non mettono più risorse per l'abbattimento delle barriere architettoniche.
E dice "pago io" su un bene che rimarrà di proprietà delle istituzioni, non rimarrà di proprietà di quella famiglia, ma chiede che gli sia abbassato il canone in base a quanto ha speso per rendere accessibile casa sua. Su questo la risposta non è nemmeno un no: non rispondiamo neanche a questa gente. Per cui il sindacato deve intervenire, chiedendo lumi su questo.
Non me ne voglia l'Assessore Ricca, ma la risposta, a mio giudizio, è oggettivamente lacunosa. Noi chiederemo, con un accesso agli atti, che fine hanno fatto le richieste di questi due soggetti. Ci auguriamo di avere dal Presidente Bolla e dal suo Ufficio di Presidenza delle risposte più veloci di quelle che abbiamo avuto finora, perché anche la comunicazione con il suddetto Presidente diventa particolarmente difficile, se non si è un Consigliere regionale di maggioranza. Questo è grave e ci tengo a dirlo a verbale. Grazie, Presidente; ho concluso.


Argomento: Sicurezza sul lavoro - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile urgente n. 597 presentata da Frediani, inerente a "Sistema di valutazione della storia lavorativa dei pazienti affetti da tumori"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 597.
Prima di dare la parola all'interrogante, ricordo che per le interrogazioni a risposta indifferibile e urgente è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per 2 minuti; la risposta del componente della Giunta per 3 minuti e non è prevista replica.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Nelle premesse ricordiamo che le principali cause di tumore sono state identificate nell'esposizione a stili di vita dannosi per la salute e a fattori ambientali, sia di tipo occupazionale che non occupazionale. In particolare, per i fattori occupazionali sarebbe attribuibile circa il 4-5 dei tumori maligni, con forti differenze tra generi e sedi tumorali.
La Commissione Salute e Sicurezza Ambienti di lavoro e di vita dell'Ordine dei Medici chirurgici e Odontoiatri della Provincia di Torino ha pubblicato il dossier sui tumori occupazionali a bassa frazione attribuibile, da cui abbiamo estratto il dato appena citato. Nel documento sopramenzionato, si precisa che, per i tumori di possibile e probabile origine occupazionale a bassa frazione attribuibile, raramente sono presenti i registri tumori per implementare un sistema di monitoraggio per la raccolta dati dei pazienti e la valutazione del nesso causale con la pregressa esposizione a cancerogeni occupazionali.
Presidente, le chiedo solo un po' di elasticità nei tempi, perché faccio fatica con la mascherina e perché ho un rumore infernale alle spalle e devo urlare.



PRESIDENTE

Prego, prosegua.



FREDIANI Francesca

Grazie: è tutto molto faticoso. Tra il plexiglass e la mascherina ci si mettono anche i colleghi, quindi le chiedo di tollerare se sforo un po' il tempo.



PRESIDENTE

Prego, prosegua.



FREDIANI Francesca

Grazie. Nell'allegato al decreto legge del 10 giugno 2014, "Aggiornamento dell'elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia ai sensi e per gli effetti dell'articolo 139 del Testo Unico approvato con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 30 giugno 1965" , c'è la lista delle malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità.
In più, all'articolo 1, i commi tra il 526 e il 533 della legge n. 145 del 30 dicembre 2018, cioè la legge di bilancio 2019, si stabilisce che l'INAIL, dal 1° gennaio 2019, dovrà trasferire annualmente 25 milioni di euro, da ripartire ovviamente tra le diverse Regioni, per la compilazione e trasmissione per via telematica dei certificati di infortunio e malattia professionale.
Nella legge n. 29 del 22 marzo, "Istituzione e disciplina della rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza e del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione", si istituisce la Rete nazionale registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza dei sistemi sanitari regionali identificati per ciascuna Regione e Provincia autonoma. L'attività di un sistema di rilevazione di neoplasia a bassa frazione eziologica è uno degli obiettivi del Piano nazionale di prevenzione, incluso peraltro tra gli obiettivi del Piano di prevenzione della Regione Piemonte.
Stante questo quadro normativo e queste precise indicazioni rispetto al fatto che debba esistere un sistema di valutazione della storia lavorativa dei pazienti affetti da tumori occupazionali, ci chiediamo quali siano state e quali saranno in futuro le azioni previste dalla Regione. Faccio notare che questa interrogazione è depositata da dicembre, quindi credo sia ora di dare una risposta ai lavoratori che chiedono alla Regione di adeguarsi a quanto previsto dalle normative nazionali.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Ricca. Prego, Assessore; ne ha la facoltà per tre minuti.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Rispondo per conto dell'Assessore Icardi, relata refero.
La Regione Piemonte, d'intesa con la rete oncologica piemontese, ha promosso un'iniziativa per aumentare la consapevolezza dei diritti dei pazienti oncologici. Gli specialisti che operano all'interno dei GIC (Gruppi Interdisciplinari Cure) acquisiranno nel corso delle visite oncologiche alcune semplici informazioni aggiuntive sull'esposizione lavorativa dei pazienti ai quali viene posta una diagnosi di tumore al polmone o alla vescica.
Nel modello attuale, in caso emergesse una possibile correlazione con l'attività lavorativa, gli operatori forniranno ai pazienti informazioni sulla possibilità di rivolgersi gratuitamente a un ente di patronato, che provvederà a valutare con adeguati specialisti questa possibilità e ad avviare pratiche necessarie per il riconoscimento e il risarcimento del danno da parte di INAIL.
È intenzione di quest'Amministrazione introdurre miglioramenti al sistema di sorveglianza, attraverso il coinvolgimento delle strutture di ASL deputate a valutare la sicurezza dei luoghi in cui lavorano, mediante il rilancio di attività di medicina del lavoro, con l'obiettivo di disporre di valutazioni omogenee sul territorio regionale e di consentire la raccolta di dati che possono essere utilizzati anche per orientare gli interventi di controllo sulla base di un'effettiva valutazione del rischio lavorativo.



PRESIDENTE

Grazie.
Prima di chiudere la seduta, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta è trasmesso via e-mail, in visione a tutti i Consiglieri, e pubblicato in banca dati, dove è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti che dei componenti la Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni e interpellanze.
A breve il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale. Buona salute a tutti.



(Alle ore 9.47 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 9.58)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Per la gestione della seduta si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 16 aprile 2021 n. 63, a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale. La verifica delle presenze verrà effettuata mediante chiamata nominale. Le votazioni si svolgeranno attraverso l'introduzione del badge di ciascun Consigliere nell'apposito alloggiamento, con conseguente selezione del tasto presenza e della successiva espressione di voto.
Procedo ora all'appello nominale per la verifica delle presenze. Ai soli fini dell'appello, comunico che sono in congedo i Consiglieri Caucino Icardi, Lanzo e Protopapa.
Il numero legale è, pertanto, 24.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)



PRESIDENTE

Risultano presenti 45 Consiglieri.
Sono presenti gli Assessori esterni Gabusi, Marnati e Poggio.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Purtroppo credo che tutti i colleghi abbiano letto cos'è successo qualche giorno fa a un ragazzo di nome Musa; un ragazzo di soli 23 anni che ha scelto di togliersi la vita all'interno del CPR di Torino. Forse alcuni di voi hanno visto delle immagini sui nostri TG e sui social, purtroppo perché due settimane prima a Ventimiglia era stato picchiato, ferocemente tra l'altro, da tre nostri connazionali armati di spranghe, bastoni e tubi di plastica. Eppure, Presidente, invece di proteggerlo, dopo un evento così drammatico, il nostro sistema ha contribuito a segregarlo e lasciarlo solo perché non in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Il giorno dopo l'aggressione è stato dimesso dall'ospedale e rinchiuso in corso Brunelleschi, una struttura che, come lei sa, ho visitato più volte e di cui posso dire che è, senza dubbio, peggio di un carcere.
Musa non sapeva perché si trovasse lì dentro, né quando sarebbe uscito. Il Consiglio regionale si è già espresso più volte su questo tema, chiedendo l'immediata chiusura e superamento di corso Brunelleschi. Che cosa dovrà ancora succedere, per farci capire che in quei luoghi così disumani non possono continuare a stare persone che non sanno nemmeno il motivo per cui sono lì dentro? Io credo, Presidente, che questa sia materia del Garante per i diritti dei detenuti, che tra l'altro non ha avuto neanche la possibilità di accedere perché, come sapete, la struttura è stata subito visitata dal Magistrato e tra l'altro, è aperta un'inchiesta.
Ovviamente, abbiamo posizioni diverse fra noi: lo so bene. Io continuerò a dire che non essere in possesso di documenti non può essere una ragione per vedersi negata la libertà; c'è chi invece pensa che questo sia un luogo necessario, posto che chi ha commesso crimini può essere identificato ed espulso già dentro il sistema carcerario italiano.
Io continuo a pensare - e su questo spero che siamo tutti d'accordo - che finire segregati in luoghi inadeguati, non dignitosi e non sicuri, senza certezze sul proprio futuro, sia comunque inaccettabile, per cui le chiedo Presidente, di investire la Commissione per i diritti umani, che abbiamo appena nominato, per far sì che questa vicenda non passi inosservata.
Vi ricordo che, già due anni fa, ero stato nel cosiddetto "ospedaletto" e nelle "cellette"; più volte, tra l'altro, era stata richiesta la mia informativa da parte della Procura della Repubblica di Torino. Quei luoghi non avevano video sorveglianza, non avevano citofoni e non era neanche possibile segnalare, in caso di malore, la possibilità di un intervento.
Quindi le chiedo, per favore, di convocare il Comitato quanto prima e di chiedere anche la presenza del Garante dei diritti delle persone sottoposte a restrizione di libertà, anche nazionali, perché credo che questa vicenda debba essere affrontata quanto prima.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Secondo quanto si apprende da fonti di stampa, nella giornata di ieri si sarebbe verificato un fatto molto grave, un vero e proprio atto discriminatorio nei confronti di Aurora Leone, artista dei The Jackal convocata a Torino per la "Partita del cuore". Durante la cena ufficiale alla vigilia della partita, il Direttore generale della Nazionale Cantanti si sarebbe avvicinato al tavolo invitandola ad alzarsi e ad andarsene. Le motivazioni denunciate da Aurora e riportate dai giornali sono gravi perché sarebbe stata invitata ad allontanarsi in quanto donna, in quanto non giocatrice; le è stato chiesto di spostarsi ad un altro tavolo (questa versione poi è stata confermata anche da parte di testimoni). Questo è ci che è stato riferito.
Discutiamo spesso sul tema delle discriminazioni e del contrasto agli stereotipi di genere; lo facciamo in Consiglio regionale con numerosi atti di indirizzo, con numerosi interventi ed è per questo che ritengo che questo fatto meriti una presa di distanze da parte del Consiglio e un messaggio di solidarietà da parte della Presidenza, non soltanto nei confronti di Aurora, ma nei confronti di tutte le donne che oggi subiscono ancora questi fatti discriminatori.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Disabato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Sono a richiedere un'informativa in merito a ciò che sta accadendo rispetto alla nuova Scleroderma Unit che era prevista all'Ospedale Mauriziano di Torino; era prevista proprio in seguito a un accordo che si era trovato con le associazioni che si occupano della sclerosi sistemica, una malattia altamente invalidante.
Il 17 dicembre 2020 si era trovato un accordo per far nascere questo secondo polo; l'Associazione GILS, tra l'altro, avrebbe messo delle risorse importanti per far nascere questo polo di prevenzione assolutamente precoce. Peccato che - Assessore - la delibera di Giunta, che doveva essere approvata nella seduta del 18 maggio 2021, è stata rinviata e continua a non essere all'o.d.g. della Giunta. Fate tutti i "giochi" di spostamento di Direttori generali da commissari, fate quello che volete, perché è nella vostra disponibilità, ma di sicuro questo non può fermare la nascita della seconda Scleroderma Unit, perché sappiamo esattamente quanto sia importante, sappiamo cosa ha voluto dire per questa Associazione fare ricerca fondi e mettere le risorse nelle disponibilità della Regione Piemonte.
I vostri giochi di potere sulle nuove nomine non possono fermare quello che le Associazioni stanno facendo, che sono attività assolutamente utili. Il Piemonte era un'eccellenza da questo punto di vista; ad oggi, al Mauriziano, tutto è fermo, con lettere che arrivano dai Presidenti nazionali di queste Associazioni molto preoccupate perché, addirittura, non solo chiedevano alla Regione di fare la propria parte rispetto a questa malattia altamente invalidante, ma mettevano anche risorse. La Giunta continua a non votare questa delibera, la n. 3224 dell'Assessore Icardi che è stata rinviata nuovamente.
La mia è una richiesta di informativa, perché vogliamo sapere se questa eccellenza andrà avanti, nonostante i cambi di direzione, oppure si sta aspettando il nuovo Direttore per fermare anche questa eccellenza nel rapporto tra mondo del volontariato e sanità piemontese.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi riferisco a quanto leggiamo ultimamente sui quotidiani. Intanto esprimo la mia solidarietà al Presidente Cirio, che litiga quotidianamente con l'Assessore Icardi, secondo quanto riportato da alcune testate. I temi più caldi in questo momento sono quelli relativi ai vaccini nell'ambito sanitario, quindi io vorrei avere qualche delucidazione in merito alla situazione rispetto a due aspetti.
Il primo è quello della possibilità di fare il richiamo al di fuori della regione, quindi il protocollo con la Regione Liguria in particolare. Il secondo è la possibilità di avere i vaccini per le aree montane, quindi la possibilità di avere i monti "COVID free" come vengono definiti, che pare non abbia incontrato il favore del Generale Figliuolo e quindi ci sia un'opposizione da parte degli organismi nazionali rispetto a questa iniziativa.
So che l'Assessore Icardi oggi non è presente, ma credo che sia giusto informare il Consiglio rispetto a questi due temi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Una richiesta veloce da parte nostra. All'o.d.g. di oggi, al punto 30), c'è l'ordine del giorno n. 545 "Adesione alla campagna nazionale 'figli costituenti' per introdurre nella Costituzione della Repubblica italiana i principi di equità generazionale e tutela dell'ambiente ".
Volevamo sapere se entro la fine della giornata i Gruppi volessero valutare la possibilità di discutere questo ordine del giorno, per il semplice motivo per cui in Senato, solo cinque giorni fa, è stato votato un emendamento che va nella stessa direzione. Visto che è un tema che altrimenti rischia di essere superato, cioè quello dell'inserimento dello sviluppo sostenibile in Costituzione e visto che è un atto di indirizzo che chiede la stessa cosa, valutare se si può fare in giornata.
È una richiesta che si può anche verificare nelle prossime ore. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Se non ci sono altre richieste di proposte di modifiche all'o.d.g., chiedo alla Giunta se ha intenzione di intervenire sulle informative richieste dal Consigliere Magliano e dalla Consigliera Frediani.
Sulla richiesta sollevata dal Consigliere Rossi valuteremo l'andamento dei lavori.
In riferimento alla richiesta della Consigliera Disabato, faremo una valutazione in Ufficio di Presidenza su quello che ha citato e che abbiamo letto anche sui giornali; prenderemo anche le dovute informazioni del caso per valutarle attentamente in Ufficio di Presidenza di giovedì prossimo.
Se non ci sono altre richieste di informative, possiamo proseguire.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento hanno chiesto congedo Caucino Icardi, Lanzo e Protopapa.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime funivia Stresa


PRESIDENTE

Nella giornata di domenica 23 maggio un'immane tragedia ha colpito la nostra regione.
La funivia che collega Stresa al Mottarone è precipitata da un'altezza considerevole a causa di un cedimento strutturale, portando morte e sgomento in tutto il Paese.
Il tragico bilancio è di quattordici vittime: tredici persone sono decedute sul colpo, tra cui un bambino di due anni, mentre un altro di nove è morto qualche ora dopo all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino.
L'unico superstite è un piccolo di cinque anni, ancora ricoverato in gravi condizioni, a cui va tutto il nostro affetto.
In questi giorni, un profondo senso di dolore ha accomunato l'opinione pubblica in tutta Italia ed è lo stesso sentimento che ci accompagna oggi nell'espressione della più sincera vicinanza ai familiari delle persone scomparse.
È compito delle istituzioni in questo momento supportare le famiglie coinvolte in questa tremenda disgrazia, ma è altrettanto doveroso accertare presto fatti e responsabilità.
Quanto accaduto conferma che servirebbe un piano straordinario per la manutenzione delle infrastrutture già esistenti, affinché tragedie così assurde non si ripetano più.
Prima di osservare un minuto di silenzio, il Governatore Cirio voleva prendere la parola.
Prego, Presidente Cirio.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
È un momento molto triste per il nostro Paese, lo è per la nostra regione.
Domenica era il giorno della ripartenza: lo vivevano i piemontesi, lo vivevano i turisti, lo vivevano le persone che, dopo più di un anno di privazione di libertà e di capacità di movimento, avevano l'occasione di riassaporare il primo scampolo di vita normale.
Il destino ha fatto coincidere queste due date. È un aspetto doloroso perché sarebbe una tragedia immane sempre, ma ancor di più quando il morale, la volontà di ripartenza, i sentimenti delle persone erano orientate a lasciarci alle spalle un anno così difficile e così complicato.
Per questo la tragedia del Mottarone ha tanti significati di estremo dolore. In attesa che si capisca la verità - perché la verità dovrà essere chiarita con tutti i mezzi - apprezziamo il fatto che la Procura abbia immediatamente aperto un'inchiesta e che ieri mattina il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture abbia voluto comunicare l'attivazione di una Commissione d'indagine interna, perché la verità dovrà emerge.
Questo, però, è il momento del rispetto; è il momento della vicinanza al dolore di tante famiglie. Ieri ho visto il piccolo Eitan: il suo nome in ebraico vuol dire "forte". Credo che in questa parola dobbiamo trovare davvero la forza per superare questo momento così difficile, così doloroso.
Noi siamo vicini, come Regione, a tutti i familiari delle vittime. Siamo vicini a questo bambino e alla lotta che sta conducendo in uno dei nostri ospedali, il Regina Margherita, proprio per ritornare alla vita.
Probabilmente, questa mattina verrà svegliato.
Cerchiamo di vedere nel suo risveglio davvero un momento di forza per superare questo ennesimo momento di difficoltà che la nostra regione sta vivendo e che io credo imponga a noi tutti, che rappresentiamo le istituzioni, di lavorare sempre più insieme e sempre più uniti. Grazie.



PRESIDENTE

Uniti nella preghiera, chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Grazie.
Proseguiamo con i lavori del Consiglio.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che è stato approvato il processo verbale del 06/04/2021.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute del 7 e 8 aprile 2021.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

È stato presentato il disegno di legge n. 144 "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP)", presentato dalla Giunta regionale il 21 maggio 2021 ed assegnato per l'esame congiunto in sede referente alla III e alla IV Commissione e alla Commissione permanente per la promozione della cultura della legalità e il contrasto ai fenomeni mafiosi e in sede consultiva alla I Commissione il 21 maggio 2021.
Di tale disegno di legge è stata dichiarata l'urgenza, ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno.
Ai sensi dell'articolo 83, comma 2, il Consiglio regionale, alla fine della seduta nella quale è stata presentata la richiesta, delibera con votazione palese, dopo aver ascoltato un oratore a favore e uno contrario.
A fine seduta si procederà pertanto alla votazione.


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 20 maggio 2021 le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa: Legge 12 aprile 2021, n. 7 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale di previsione 2021-2023 (Legge di stabilità regionale 2021)" Legge 15 aprile 2021, n. 8 "Bilancio di previsione finanziario 2021 2023".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Intervengo sulle sue comunicazioni e anche un po' su quello che è l'ordine dei lavori di oggi, perché non ho capito una cosa. Ho visto ancora in calendario il punto 5) e il punto 6), che sono entrambi sospesi. Dico due cose: il punto 5), solo per aggiornare l'Aula, non ha avuto nessuna informativa e nessun momento di confronto; le Commissioni continuano a non essere convocate, e va bene. Sul punto 6), che è la proposta di legge relativa al "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP)", non vedo gli emendamenti collegati e non vedo tutto il resto. Posto che forse sono lì solo proforma, però vorrei capire esattamente come mai non c'è tutto il resto. Grazie.



PRESIDENTE

Il punto 5), per un disguido, non era stato inserito nell'o.d.g. della settimana scorsa. Nella riunione dei Capigruppo di 15 giorni fa c'era stato l'interessamento dell'Assessore Tronzano, che aveva chiesto 15 giorni di.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, ha ragione, sono 45 giorni. Aveva chiesto 45 giorni di sospensione del provvedimento per fare le valutazioni tecniche e c'era l'intesa di continuare ad inserirlo, nonostante fosse un provvedimento sospeso. Perci attenderemo che passino i 45 giorni e, nella prossima Conferenza dei Capigruppo, faremo le valutazioni ulteriori.
Sul punto 6), relativo alla proposta di legge n. 99, essendo un provvedimento sospeso, c'era l'accordo di non discuterne ulteriormente nelle prossime settimane, perciò non è stato inserito nessun documento relativo al punto stesso. Essendo provvedimenti sospesi, sembrava una buona accortezza inserirli comunque all'o.d.g., tenendo conto che, pur con due tipologie diverse di motivazione, la sospensione aveva effetti totalmente diversi, una rispetto all'altra. Però, per prassi, li abbiamo inseriti come punti all'o.d.g.
Per quanto riguarda l'informativa richiesta, l'Assessore Gabusi ha chiesto di intervenire; ne ha facoltà.



GABUSI Marco, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente.
Dopo il momento di raccoglimento, anche se credo che tutti i Consiglieri e gli Assessori abbiano letto sui media da domenica ad oggi la triste storia che ha toccato la nostra Regione sulla funivia del Mottarone, credo che sia doveroso, per senso delle istituzioni, che l'Assessore alla protezione civile in questo momento faccia un piccolo resoconto, davvero molto stringato, che non aggiunge forse niente a quello che avete letto sui giornali. Ma, essendo stato sul posto, posso riportare alcune sensazioni.
Come sapete, nella tarda mattinata di domenica, abbiamo cominciato a ricevere alcuni messaggi e telefonate da parte del Prefetto di Verbania e delle forze dell'ordine che ci hanno allertato sulla notizia della caduta di una cabina della funivia del Mottarone. In quel momento, non si sapeva se ci fossero e quanti fossero i passeggeri. In quei momenti, tutti abbiamo sperato che fosse una fake news, ma soprattutto che non ci fossero vittime.
Nel corso dei minuti e delle ore le notizie, invece, cominciavano ad arrivare, perché, come ci ha poi raccontato il Prefetto nelle ore successive, si sono alzati gli elicotteri per verificare quanto successo ed è apparso evidente che la cabina era caduta e che ci fossero delle vittime.
Sul posto sono arrivati per primi alcuni operatori della cabina, allertati anch'essi da quello che loro, in un primo tempo, ritenevano o hanno ritenuto essere un accavallamento di fili, cosa che può capitare tra il cavo trainante e quello portante. Come sapete, quella struttura è formata da due tronconi, uno che arriva dal lago fino all'alpino (a circa 800 metri) e un'altra struttura autosufficiente che dall'alpino arriva fino in vetta, entrambe con due cabine ciascuna. Tutto questo si è verificato nella seconda struttura, cioè quella che parte dagli 800 metri e arriva in cima.
L'altra cabina era praticamente arrivata a destinazione, quindi stava scendendo a 800 metri, si è stoppata e le persone sono state fatte scendere con un'autoscala dalla struttura stessa della funivia.
Quando si è arrivati sul posto, si era a pochi metri dalla vetta, ma molto scoscesi e quindi, da quello che ci è stato raccontato, i soccorritori sono arrivati sul posto circa 25 minuti dopo il fatto.
Come avrete letto e come avete capito nell'aggiornamento delle notizie subito si è appreso che c'era una serie di vittime; poi, man mano diminuiva, purtroppo, il numero dei dispersi ed aumentava il numero delle persone ritrovate morte, con i due bambini che intanto venivano trasportati con l'elisoccorso all'Ospedale Regina Margherita di Torino: in quel momento, rimanevano due speranze nei nostri cuori.
Con il Presidente Cirio e con il Vicepresidente Carosso siamo partiti appena possibile, perché ognuno era a casa sua a trascorrere una domenica che si sperava essere tranquilla. Nel frattempo, il coordinamento regionale si è prontamente mosso. Devo dire che abbiamo avuto conforto da parte del Capo Dipartimento nazionale della Protezione civile Fabrizio Curcio. Il nostro Coordinamento regionale si è prontamente mosso e sul posto vi erano i Vigili del fuoco, il Soccorso Alpino, naturalmente il soccorso infermieristico della Croce Rossa e del 118 e la nostra Protezione civile.
Era impossibile arrivare con i mezzi al punto dove è successa la tragedia.
A pochi tornanti dalla vetta del Mottarone, vi è un sentiero che è stato percorso. Vi erano delle piante cadute e quindi i Vigili del fuoco hanno dovuto fare anche un'opera di disboscamento rapido per arrivare sul punto e incominciare ad effettuare i primi soccorsi.
Quando noi siamo arrivati, ci siamo trovati di fronte tutte le vittime pronte ad essere inserite nei sacchi. Vi garantisco che non c'era molto da spiegare e nemmeno molto da chiedere, perché bastava guardare gli occhi dei primi soccorritori e di coloro che si sono trovati sul posto nel primo momento, per capire cosa si è composto al loro sguardo e quello che era successo.
Noi siamo andati sul posto per rispetto; devo dirvi, e lo faccio davvero in maniera sentita, che devo ringraziare tutto il sistema, perché il Procuratore è arrivato sul posto nel giro di una mezz'ora, tutti i soccorsi hanno fatto un lavoro immane con un dispendio e dispiego di energie incredibili; parliamo di almeno una cinquantina di volontari della Protezione civile e una ventina del Soccorso alpino e non so dirvi quanti Vigili del fuoco impegnati sul posto, oltre naturalmente alle Forze dell'ordine e ai Carabinieri, che in primis per quel motivo e poi per fermare i curiosi e per contenere, giustamente, la richiesta di notizie che c'è in una tragedia del genere. Hanno fatto un gran lavoro e l'hanno fatto anche nella nottata, sorvegliando l'area.
Le salme sono state recuperate e la Protezione civile le ha portate all'Ospedale Castelli di Pallanza; nella tarda sera, è arrivata la brutta notizia che uno dei bambini era deceduto, mentre l'altro, fortunatamente stiamo sperando, come dice il Presidente, che rimanga l'unico superstite di questa tragedia.
Nel dettaglio tecnico, che non c'è, perché fatto solo di racconti degli operatori e di coloro che lavorano lì, che vivono e che la sentono come casa propria, e dalle immagini che qualcuno ha potuto vedere, c'è questa cabina che arriva a pochi metri, davvero pochissimi metri dall'arrivo al Mottarone e il cavo che si spezza. Per quello che è stato detto, che ormai è anche patrimonio comune e che tutti abbiamo letto, vi sono due sistemi frenanti che devono agire nel momento in cui - e purtroppo può capitare il cavo si spezza.
Il cavo è stato revisionato poche settimane prima dalla Società con la magnetoscopia e non aveva dato segnali. Qualcuno ipotizza e lo dico - ma prendetelo con tutto il beneficio d'inventario, essendo stato due giorni sul posto - che nella nottata i fulmini possano aver lesionato in maniera non visibile all'occhio umano questi cavi, però il problema più grosso è quello dei freni, perché è possibile che il cavo si rompa, ma non è possibile che il doppio sistema frenante non si azioni e quindi non faccia il proprio dovere. Non azionandosi, la cabina torna indietro sul cavo portante, che invece è rimasto in piedi naturalmente, e fa un percorso ipotizzato di 13-14 secondi in grossa pendenza, si calcola oltre i 100 chilometri orari nella punta massima; quindi, capite bene che questo è ancora più drammatico se pensate che in quei secondi, probabilmente, le persone erano lucide o comunque si rendevano conto di quello che stava succedendo.
In corrispondenza del pilone, che si vede nelle foto, non ci deve essere stato - ripeto, a quanto ci dicono i racconti - nessuno sbattimento sul pilone, nessun urto sul pilone, ma la pendenza che cambia, che si fa più importante andando verso la valle, essendo solo appoggiato sul cavo portante e la velocità impetuosa, sostanzialmente, hanno fatto da trampolino; quindi, non si è più trovato l'appoggio del filo, perch cambiava la pendenza in corrispondenza del pilone e la cabina è saltata per aria a 100 chilometri orari, facendo un volo, calcolato nel primo punto, di 54 metri dal pilone; l'altezza del pilone è di circa 30 metri.
Naturalmente, è ancora rotolato per qualche decina di metri, perché capite bene che non si è piantato nel terreno.
Vi lascio immaginare quanto è successo e il dramma di chi, tra i soccorritori, andava a recuperare questi cadaveri, che sentiva ancora suonare il cellulare delle persone che provavano a contattare i propri cari, che non rispondevano, e di tutto quello che potete immaginare ci fosse in una gita di una bella domenica di maggio.
Come hanno riconosciuto Fabrizio Curcio e il Ministro Giovannini, il sistema di tutte le istituzioni ha funzionato bene ma, purtroppo, ha funzionato bene, ancora una volta, nell'emergenza e dopo una tragedia.
Pertanto, questa è una consolazione molto magra, che non vorremmo avere, ma che ci porta a ringraziare davvero tutte quelle persone. Oltre che a beneficio delle famiglie, che a casa propria riceveranno tutto il supporto psicologico, da parte nostra abbiamo attivato un supporto psicologico per i volontari, perché alcuni di loro - vi garantisco - se lo ricorderanno per sempre e non so se sarà indifferente nella loro vita, ma non credo, dopo aver visto quelle facce rivolte a terra.
Il giorno dopo, come ha detto bene il Presidente, siamo stati a un tavolo (che non ha il compito di accertare le responsabilità, perché questo lo farà la Magistratura) istituito dal Ministro Giovannini. Una Commissione che cercherà di comprendere come sia possibile migliorare la sicurezza dei trasporti e come sia possibile, anche secondo noi, spiegare a tutto il mondo - e vedremo che cosa dirà la Magistratura - che i nostri impianti sono sicuri, anche se, ed è brutto dirlo oggi, si dovrà verificare (questo lo farà la Magistratura) quello che è successo.
Da parte nostra c'è la massima disponibilità - e ci mancherebbe altro - a lavorare insieme a loro e c'è la volontà di fare veloce, per restituire quella piccola parte di verità che noi potremo portare al tavolo e soprattutto, per far sentire tutta la vicinanza a quel popolo e a quelle persone. La casualità ha voluto che non ci fosse nessuno di quella zona.
Avete visto le provenienze: sono famiglie di Pavia, di Varese, una famiglia israeliana pienamente integrata in Italia; quindi, non c'è nessuno di quel territorio. L'altro giorno ci ponevamo anche il tema, correttamente, dei funerali: ognuno, purtroppo, li farà a casa propria.
Devo dire che al tavolo abbiamo ragionato (questa è l'ultima cosa che vi dico, perché è giusto che voi lo sappiate) e abbiamo chiesto - e il Ministro si è fatto primo attore di questa richiesta - visto che venerdì nell'assurdità di questo momento, il Giro d'Italia transiterà su quei territori, di evitare la salita del Mottarone. Ciò per tanti motivi, sia per rispetto nei confronti di quanto è successo, sia per evitare che qualche curioso, magari, voglia andare sul posto e fare delle foto che, in questo momento, sono poco opportune e poco rispettose, visto che non sono ancora state fissate le date dei funerali. Inoltre, abbiamo chiesto all'organizzazione di dare un segnale, nelle premiazioni e nella ripartenza del giorno dopo da Verbania, un segnale di cordoglio, che poi vedremo come si espliciterà, ma che crediamo sia dovuto alle 14 persone che hanno perso la vita e ai loro familiari. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Gabusi.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea, Assessore al patrimonio

Grazie, Presidente.
Questo, come diceva il Presidente, è il momento in cui le istituzioni debbono lavorare all'unisono, insieme e con sobrietà, evitando le polemiche, per poter dare rapidamente giustizia alle vittime e alle loro famiglie. È per questo che ci teniamo a informare prioritariamente, prima di tutti, il Consiglio regionale, rispetto alla situazione patrimoniale cioè in capo al sottoscritto, relativamente all'impianto.
Abbiamo dato disposizione agli Uffici di preparare la documentazione che racconta la storia dell'impianto. Sono qui; le relazioni sono naturalmente a disposizione dell'Autorità giudiziaria e del Ministero, che ha annunciato l'attivazione della Commissione ispettiva.
Leggo alcuni stralci; poi naturalmente se lei vorrà, Presidente, potr trasmettere queste relazioni (una è di SCR e l'altra del Dirigente al patrimonio) direttamente alle mail dei Consiglieri, però voglio sottolineare alcuni passaggi all'interno di queste relazioni.
Innanzitutto, con DGR del 28/11/2013 sono stati individuati gli interventi di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio turistico, sportivo e culturale, tra i quali è stato compreso l'intervento di revisione della funivia. L'accordo di programma tra Regione Piemonte e Comune di Stresa per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e revisione è stato sottoscritto in data 22/5/2014.
In data 10/6/2014 è stata sottoscritta la convenzione tra SCR e il Comune di Stresa, relativa al conferimento della funzione di stazione unica appaltante per la realizzazione dell'intervento di revisione generale della funivia del Mottarone primo lotto, e che il Comune di Stresa assume - così si dice all'interno di questa convenzione, all'articolo 4, comma 1 - il ruolo di amministrazione concedente per tutta la durata della concessione.
Il bando di gara è stato pubblicato da SCR il 31/10/2014 e alla scadenza non sono pervenute domande.
Con nota dell'11 maggio 2015 la Città di Stresa ha comunicato che, con deliberazione n. 21 del 6 maggio 2015, il Consiglio comunale stabiliva i nuovi indirizzi di gara, tra i quali: 1) durata della concessione fino al 2028; 2) compartecipazione per fondi comunali.
Con determina a contrarre del responsabile della funzione edilizia si è proceduto all'indizione della gara ad oggetto "Affidamento in concessione della progettazione esecutiva della realizzazione di tutti i lavori per la revisione generale, quarantesimo anno dell'impianto funiviario di Stresa Alpino", ecc.
In data il 21/4/2016, il Servizio impianti a fune dell'Unione montana Alta Ossola ha approvato, con determinazione, il progetto esecutivo relativo alla revisione generale dell'impianto, previo recepimento della nota protocollo del 13/4/2016, con il quale, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in particolare il Dipartimento dei Trasporti Terrestri USTIF di Settimo Torinese, ha rilasciato, relativamente all'impianto in oggetto il nulla osta tecnico ai fini della sicurezza e all'approvazione del progetto esecutivo dell'intervento di revisione generale dell'impianto in oggetto.
Inoltre, ricordo che in data 21 marzo 1997, con legge regionale n. 15, la Regione ha trasferito al Comune di Stresa la proprietà degli impianti e delle attrezzature.
In conclusione, quindi, oltre a questo trasferimento della proprietà con legge regionale, gli interventi di revisione generale dell'impianto sono stati condotti, a far data dal 2014, vedendo il Comune di Stresa quale amministrazione concedente, con facoltà di stabilire criteri e durata della concessione, e che tramite SCR ha appaltato i lavori di revisione in parola e gestione dell'impianto, stabilendo, dopo una prima gara per l'affidamento andata deserta, una durata della concessione pari a 28 anni e una compartecipazione, con fondi comunali, pari a 1 milione 860 mila euro.
La trascrizione dell'attribuzione della proprietà non è potuta avvenire proprio perché il Comune, sollecitato ancora a marzo, non ha prodotto gli atti più volte richiesti.
Inoltre, sempre a beneficio di informazione e senza alcuna vis polemica, il capitolato d'oneri posto a base di gara prevedeva, all'articolo 4 (Durata della concessione) che, decorso il termine di durata della concessione, gli impianti delle opere che ne costituiscono oggetto, nonché gli immobili di cui all'articolo 3, comma 3, ritorneranno nella materiale disponibilità del Comune di Stresa, senza alcun costo per l'Ente.
Questo è quanto volevo comunicare al Consiglio in maniera preventiva e prioritaria, perché credo sia giusto che ognuno di voi abbia l'informazione necessaria, utile ai Consiglieri per le proprie valutazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo a nome del gruppo del Partito Democratico per ringraziare intanto, per l'informativa che il Presidente Ciro e la Giunta hanno voluto fare oggi in Aula, ma anche perché, per tutti noi, quanto accaduto domenica costituisce una ferita enorme per la nostra comunità, in realtà abbiamo visto per l'Italia intera. Non è un caso che tutti i media e i giornali oggi correttamente parlano di questa tragedia.
Permettetemi solo un pensiero, pure da novarese, per chi abita nei nostri territori. Il Mottarone è una montagna anche simbolo di quello che prima il Presidente Cirio richiamava nel suo intervento: delle giornate in famiglia della gita fuori porta, di un momento di serenità, di leggerezza e di bellezza, quindi è un trauma che si aggiunge a quello dell'intera nazione che sicuramente richiederà del tempo, per tutti noi, per essere elaborato e superato.
Chiaramente, il nostro cordoglio va ai familiari delle vittime, alla comunità di Stresa e ci sentiamo di condividere il dolore di tutti i piemontesi che hanno guardato sgomenti le immagini della tragedia di domenica, che hanno pregato da subito affinché ci fossero dei superstiti e che oggi si uniscono alle preghiere di tutti per il piccolo Eitan.
Ci auguriamo che per tutti i familiari coinvolti possa esistere davvero quella carezza evocata dall'Arcivescovo di Milano, Delpini. Noi non potevamo usare quelle parole; le ha usate l'Arcivescovo di Milano: ci auguriamo davvero che possa esserci una qualsiasi forma di carezza per le persone e i familiari coinvolti. Chiaramente ci uniamo ai ringraziamenti per tutte le persone che sono intervenute sul luogo dell'incidente e che da subito, si sono prodigate per soccorrere e sostenere anche la comunità locale.
Sull'incidente di domenica sono in corso delle indagini doverose da parte della Magistratura, perché una cosa del genere non deve accadere e troppe cose non hanno funzionato. È giusto che si accerti la verità; abbiamo un debito di verità verso queste famiglie, oltre che di cordoglio, su eventuali responsabilità. È chiaro che questo lo farà la Magistratura Noi, come Assemblea legislativa, come decisori politici, abbiamo anche un altro compito, ed è quello di trasformare il dolore di questi giorni, le lacrime in un impegno. Lo shock deve diventare una spinta che ci mette al lavoro per un Paese che deve smettere di arrivare il giorno dopo - il giorno dopo l'attentato, l'incidente, la tragedia - e che deve lavorare instancabilmente per mettere in sicurezza le infrastrutture, per fare in modo che non si muoia più sul lavoro, a scuola, mentre si attraversa un ponte o mentre si usa un mezzo pubblico.
Il primo passo, lo abbiamo visto in questi anni, è sempre di natura culturale, cioè non accettare mai che queste cose siano inevitabili promuovere ovunque la cultura della sicurezza e poi investire in opere nuove, nelle manutenzioni, sulla formazione del personale, senza mai allentare i controlli anzi, rendendoli più puntuali ed efficaci.
Il nostro modo per onorare le vittime di domenica deve essere quello di moltiplicare gli sforzi, le energie e le risorse utili a costruire un Paese più sicuro.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
A nome del Gruppo della Lega e anche in quanto unico rappresentante regionale del Verbano-Cusio-Ossola sono particolarmente colpito da questa tragedia. Voglio innanzitutto ringraziare i soccorritori, come ha ricordato l'Assessore Gabusi, che prontamente, insieme al Presidente Cirio e al Vicepresidente Carosso, si sono recati sul posto. I soccorritori purtroppo, non scorderanno mai quelle immagini, saranno indelebili nella loro mente. Un grazie veramente di cuore a tutti i soccorritori, un grazie in particolare al Soccorso alpino, ai Vigili del Fuoco, ai Carabinieri e a tutti quelli che sono intervenuti nei minuti successivi. A loro un grande e sentito ringraziamento.
Sentiamo con piacere le notizie che arrivano dall'ospedale sul piccolo Eitan; ci auguriamo che possa farcela, è ancora in rianimazione, ma le notizie sembrano essere positive. Questo può essere un fiore di vita e di speranza in una tragedia così immane. Facciamo tutti il tifo per Eitan e preghiamo per lui.
Un abbraccio virtuale alle famiglie delle vittime: italiane e israeliane.
Israele è da sempre collegata a Stresa anche per i festeggiamenti della Pasqua ebraica, storicamente c'è una presenza importante del popolo di Israele. A loro le nostre condoglianze e un nostro abbraccio.
Quello che chiediamo, e che chiedono tutti, è che nei tempi giusti, nei tempi tecnici e nei tempi delle inchieste, è di sapere la verità. Il popolo israeliano, il popolo italiano, il Piemonte vuole sapere cosa è successo se è stato un errore umano, un errore tecnico o altro. Una richiesta di verità e giustizia per una tragedia che non può rimanere inevasa, ma assolutamente, con i tempi dovuti, bisogna arrivare alla verità e arrivare ad accertare cosa ha generato una immane tragedia.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Non vedo altre che richieste di intervento.
Passiamo al punto successivo dell'o.d.g.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame disegno di legge n. 140, inerente a "Incremento della partecipazione azionaria detenuta dalla Regione Piemonte nella Società Riscossioni S.p.A. (SORIS S.p.A."


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 140, inerente a "Incremento della partecipazione azionaria detenuta dalla Regione Piemonte nella Società Riscossioni S.p.A. (SORIS S.p.A.)", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Comunico che il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione il 24 maggio scorso.
Do la parola al relatore di maggioranza, Consigliere Perugini.



PERUGINI Federico, relatore

Grazie, Presidente.
Arriva in Aula il disegno di legge n. 140 che ieri, nel corso dei lavori della Commissione, è stato definitivamente licenziato dopo l'approvazione sulla proposta della Giunta, di due emendamenti che hanno sostituito il testo originario e abrogato il terzo articolo proposto.
Andiamo innanzitutto a fare una premessa di inquadramento sulla SORIS Società Riscossioni S.p.A. - società di riscossione della Città di Torino e della Regione Piemonte, in cui la Regione stessa, fin dal 2016, partecipa al capitale sociale con una quota del 10%, così come è stato deliberato dalla Giunta regionale il 13 giugno 2016, con l'obiettivo di acquisizione della partecipazione azionaria detenuta dal Comune di Torino nella società Riscossione S.p.A. di cui stiamo discutendo.
L'articolo 15 della legge regionale 5 dicembre 2016, n. 24 ("Assestamento del bilancio di previsione finanziaria 2016-2018 e disposizioni finanziarie"), prevede che la Giunta regionale sia autorizzata a disporre l'affidamento a SORIS S.p.A. del servizio di riscossione coattiva dei tributi e delle entrate regionali e degli altri servizi correlati, nonch a seguito della modifica apportata con legge regionale n. 13 2020 - di altre attività di gestione e di riscossione, anche volontaria, dei tributi regionali, anche devoluti, ferma restando in ogni caso in capo alla Regione la titolarità delle banche dati e le funzioni di programmazione e controllo analogo.
In premessa abbiamo inquadrato SORIS e la normativa regionale di riferimento.
Andiamo alle finalità del disegno di legge n. 140 oggi in discussione. La finalità del disegno di legge regionale n. 140 è quella di valorizzare la dimensione regionale della società, anche favorendo l'ingresso gli altri Enti locali piemontesi nella compagine sociale della stessa SORIS. A tale scopo, quindi, si prevede che la Giunta regionale sia autorizzata ad incrementare la propria partecipazione fino al raggiungimento del controllo della società medesima. Nell'esercizio 2021 è stabilito un limite: la quota oggetto di acquisizione non può eccedere il 10% del capitale sociale.
L'altro azionista, che è la Città di Torino, è attualmente in possesso di azioni nella misura del 90% del capitale sociale.
Entriamo nel merito del testo con questa relazione. Il disegno di legge n. 140, nel testo licenziato dalla I Commissione che è intervenuta ieri in questa stessa aula, consta di due articoli, rispetto ai tre originari, in quanto l'articolo 3, che prevedeva la clausola di invarianza finanziaria, è stato soppresso attraverso l'adozione di uno specifico emendamento, frutto dell'istruttoria avvenuta durante i lavori di Commissione.
L'articolo 1, relativo all'incremento della partecipazione, e l'articolo 2, contenente la norma finanziaria, sono stati infatti modificati a seguito della presentazione di due emendamenti. In particolare, la riscrittura dell'articolo 1, a seguito dell'emendamento interamente sostitutivo approvato in Commissione, è legata all'esigenza di puntare sulla valorizzazione dell'ingresso degli Enti locali nella compagine societaria, prevedendo altresì, come già si è anticipato l'autorizzazione alla Giunta ad incrementare la partecipazione regionale anche con operazioni di acquisto di azioni o di sottoscrizione di capitale sociale, fino al raggiungimento del controllo della società; l'articolo specifica inoltre che nell'esercizio 2021 la quota oggetto di acquisizione non può eccedere il 10% del capitale sociale.
L'articolo 2 contiene la norma finanziaria, così come rivista a seguito dei lavori di cui sopra in I Commissione, e sulla base delle indicazioni della Giunta regionale che ha emendato l'articolo rispetto al testo originario.
Il provvedimento definitivo è stato licenziato dalla I Commissione permanente in data 24 maggio 2021 ed è rimesso all'Aula per la definitiva approvazione.
Nella sostanza, la ratio fondante di questa nuova acquisizione ed eventuale controllo della maggioranza di SORIS da parte della Regione è volta a regionalizzare e a capillarizzare meglio l'attività di riscossione e tutte quelle attività funzionali proprio di una società di riscossione, a beneficio degli Enti locali e, di conseguenza, a beneficio dei cittadini.
Sono quegli strumenti utili e necessari per il loro funzionamento.
In merito alla proposta di legge n. 140, oggi in valutazione da parte dell'Aula, benché siano solo due gli articoli di riferimento, in realtà i contenuti, la sostanza e la ricaduta sui territori sono particolarmente importanti e funzionali per gli Enti locali. Ecco perché con questa relazione speriamo di avere esaurito tutti gli argomenti - non solo di carattere tecnico, ma, vuoi per le finalità, anche di carattere politico affinché quest'Aula possa vederne la piena condivisione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
La relatrice di minoranza, la Consigliera Frediani, rinuncia all'intervento.
La parola al relatore di minoranza, il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean, relatore

Grazie, Presidente.
Rispetto a questo provvedimento rilevo un ampio consenso alla richiesta di aumentare la quota di capitale detenuta da Regione Piemonte all'interno di SORIS SpA.
Durante i lavori di Commissione ho sollevato semplicemente una questione di merito, di valutazione, considerando il fatto che, come si suol dire, quel che è giusto, è giusto. Ci è stato fatto notare che nel 2016 avevamo acquisito il 10% del capitale di questa società per un valore di 600.000 euro. Oggi ci troviamo ad acquisire la stessa percentuale in termini di quote (ovvero un ulteriore 10%), però ad un valore maggiorato che ammonta a 800.000 euro.
Trattandosi di una società per azioni (peraltro, non mi risulta sia quotata in borsa), ho potuto scorgere qualche indicatore di bilancio, che però non mi ha permesso di arrivare così indietro, fino al 2016; quindi non dispongo di elementi necessari per farmi un'idea sul valore periziato. Lo dico perché è stata fatta una perizia (non so da parte di quale società, ma è stata fatta comunque una valutazione sul valore delle quote di SORIS) che ha portato, appunto, all'individuazione di questi 800.000 auro. Tuttavia non potendo leggere la perizia e non avendo la possibilità di capire per quale motivo è stato aumentato del 25% in cinque anni il valore delle azioni di SORIS, mi riservo non di votare contro, ma di esprimere quantomeno la presenza, solo perché sono abituato ad esprimermi su questioni che conosco o che ho la possibilità di comprendere.
Purtroppo oggi non dispongo di elementi sufficienti per valutare la perizia; perizia che comunque non metto ovviamente in discussione.
Tuttavia, mi piacerebbe che una tale valutazione fosse fatta anche da Regione Piemonte, e mi è stato annunciato ieri che si provvederà a verificare se gli indicatori che sono stati presi a riferimento portano alla stessa conclusione anche per quanto riguarda la perizia che verrà fatta da Regione Piemonte.
Inoltre, sottolineo il fatto che, essendo una questione molto tecnica non capisco per quale motivo abbiamo voluto fare una legge in Consiglio regionale non per costituire una nuova partecipata o per dare vita ad un nuovo ente, ma semplicemente per un aumento di capitale. A me risulta che sia sempre stato fatto attraverso le delibere di Giunta. Dunque, utilizzare un disegno di legge mi sembra eccessivo: ci sta assolutamente un confronto con l'Aula e con la Commissione, ma un disegno di legge mi sembra eccessivo rispetto al contenuto della stessa e all'azione che stiamo andando a porre in essere, in considerazione del fatto che proprio nel 2016 la stessa operazione l'abbiamo legittimamente portata a termine con una semplice delibera di Giunta.
In ogni caso, attendo fiducioso la possibilità di poter leggere questa valutazione, per capire anche gli indicatori di bilancio che sono stati valutati per incrementare del 25% il valore delle quote, in modo da poter essere più informato e poter esercitare al meglio le mie funzioni di Consigliere regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro aperta la discussione generale. L'Assessore svolgerà l'intervento conclusivo al termine degli interventi dei Consiglieri.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie. Intervengo solo per dire che ho lasciato intervenire prima il Presidente Sacco, perché giustamente le osservazioni che ha presentato sono state mosse da lui, in primis, in Commissione, ma che noi condividiamo pienamente. Quindi, chiediamo all'Assessore di fare chiarezza rispetto a questo punto, rispetto al valore delle quote e ai motivi per cui sia incrementato questo valore.
Sulla trasformazione di SORIS in sé, crediamo che il progetto che porta questo ente a diventare un ente di livello regionale sia corretto. Ci auguriamo che un ente come questo sia sempre in grado, soprattutto, di lavorare con trasparenza e di dare risposte ai cittadini, perché a volte purtroppo, si ha difficoltà nel ricevere risposte e nel comunicare con enti di questo tipo.
Noi speriamo che questa trasformazione, invece, con un intervento più pesante da parte della Regione, possa anche contribuire a rendere le procedure più snelle, più trasparenti e soprattutto a migliorare i rapporti con i cittadini. Non voglio dire che i rapporti siano difficoltosi, però in questi tempi forse è meglio prestare una maggiore attenzione a questo aspetto, perché potrebbero esserci, purtroppo, nell'immediato futuro delle crescenti difficoltà sia nella gestione delle pratiche sia proprio nel confrontarsi con le persone soggette alla riscossione.
Il nostro voto sarà di presenza; pur mantenendo un atteggiamento favorevole nei confronti della riorganizzazione, serbiamo però anche noi alcune incertezze rispetto agli importi che sono stati indicati per l'acquisizione delle quote. Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo se vi siano interventi ulteriori interventi in discussione generale.
Non essendoci richieste di ulteriori interventi in discussione generale, do la parola all'Assessore Ricca.



RICCA Fabrizio, Assessore ai rapporti con società a partecipazione

regionale Grazie, Presidente.
Accogliendo le sollecitazioni del Presidente Sacco e della Presidente Frediani, mi permetto di dare la mia disponibilità nel momento in cui il Presidente Riva Vercellotti o il Vicepresidente Sacco mi dovessero chiamare in Commissione (con l'ausilio degli uffici) per affrontare il tema del valore delle quote, soprattutto in maniera tecnica, cosa che in questo frangente non è possibile. Nella discussione di ieri in Commissione è intervenuto il Direttore, il dottor Frascisco, che ha esplicitato il punto di vista degli Uffici; però, se necessitasse un ulteriore approfondimento con grande piacere ,sono a disposizione.
Mi permetto di dire al Presidente Sacco il motivo per cui presentiamo una legge. Perché nella concitazione della fase del dibattito e della discussione della legge di bilancio non ci è stato permesso, per motivi tecnici, di poter fare l'emendamento che avrebbe accompagnato l'inserimento all'interno di un capitolo, dove è già presente questo impegno di 800.000 euro, delle quote che saranno destinate a. Quindi, in accordo con la dottoressa Jannelli e il dottor Frascisco, è stato ritenuto necessario provvedere con un disegno di legge. Se avessimo avuto un giorno in più sul bilancio, avremmo fatto direttamente un emendamento, che sarebbe stato inserito all'interno di quella legge e oggi non saremmo dovuti passare dall'Aula. Essendo accaduto questo, oggi siamo costretti a fare un disegno di legge.
Al di là di questo, riteniamo assolutamente che una visione più regionale di questa società - che comunque funziona bene, ha dei grandi margini di miglioramento e che potrà rendere anche la riscossione più intelligente e più adatta alle condizioni economiche di questo momento all'interno nella regione - può essere un ottimo obiettivo a cui guardare.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Sull'articolo 1 non insistono emendamenti.
Non essendoci richieste di intervento o dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Anche sull'articolo 2 non insistono emendamenti.
Non essendoci richieste di intervento o dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione.
Il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.12, riprende alle ore 11.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Grazie per la partecipazione alla sponsorizzazione destinata alla Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro-Onlus. Quello che abbiamo sponsorizzato è un numero di sms per donare 2 euro in modo veloce, tramite il cellulare. Possiamo riprendere i lavori.
Ci eravamo arenati sull'articolo 2, su cui era mancato il numero legale era stata sospesa la seduta; quindi riprendiamo sull'articolo 2 che, come dicevo in precedenza, non ha emendamenti, per cui lo possiamo mettere in votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla dichiarazione di voto sull'intero provvedimento.
Non essendoci richieste di intervento per dichiarazioni di voto, procediamo alla votazione.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Contributi alle attività produttive

Esame proposta di legge n. 22, inerente a "Norme in materia di contrasto alle delocalizzazioni produttive, incentivi alle imprese e sostegno all'imprenditorialità, al fine di salvaguardare i livelli produttivi ed occupazionali"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di legge n. 22, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Comunico che il provvedimento è stato licenziato con voto negativo dalla III Commissione il 13 maggio scorso.
Do la parola al relatore di maggioranza, Consigliere Cane.



CANE Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
La proposta di legge iscritta ai lavori d'Aula è frutto della riassunzione di un progetto di legge già presentato nella scorsa legislatura e mai approvato definitivamente dall'Assemblea. Essa si propone di introdurre nell'ordinamento regionale, alcune previsioni di contrasto alle delocalizzazioni produttive e di sostegno alle imprese e all'imprenditorialità in generale.
Nello specifico, la proposta di legge si muove su alcuni filoni di intervento così riassumibili. Da un lato, sono previste misure per contrastare la delocalizzazione dei settori produttivi, stabilendo che le imprese beneficiare di contributi regionali, o altre somme legate a titolo di incentivo, aiuto, sostegno all'occupazione e alla produzione, decadano dal beneficio e abbiano l'obbligo di restituirle nei casi di delocalizzazione degli impianti produttivi, o di parte della produzione entro sette anni dall'erogazione, ovvero nei casi di mancata applicazione delle norme vigenti in materia di sicurezza sul lavoro e di legislazione ambientale.
Sono poi predeterminati i contenuti dei contratti d'insediamento tra le imprese e la Regione, al fine di prevedere l'erogazione dei contributi e degli incentivi regionali.
La proposta prevede, inoltre, che la Giunta regionale, a sostegno dello sviluppo economico delle attività produttive e della programmazione delle politiche del lavoro, attivi la creazione di tavoli di crisi con la partecipazione degli Assessorati e delle Direzioni regionali competenti degli Enti locali, delle imprese e delle organizzazioni sindacali e incentivi la creazione di forme societarie di cooperazione e di tutela sociale, anche a partecipazione pubblica, con il coinvolgimento dei lavoratori interessati e degli enti locali.
Viene infine previsto che le aree destinate ad attività produttive non possano avere una destinazione d'uso di durata inferiore a dieci anni e vengono stabiliti limiti al cambio di destinazione d'uso delle aree e degli immobili destinati ad attività produttive beneficiarie di contributi pubblici erogati negli ultimi anni.
La Commissione ha esaminato i contenuti della proposta di legge raccogliendo anche l'orientamento e la posizione della Giunta regionale svolgendo approfondimenti sul tema della delocalizzazione produttiva, anche con l'ausilio di IRES Piemonte. Al termine di questi approfondimenti svolti, pur condividendo le finalità del provvedimento, la Commissione non ha ritenuto opportuno esprimere un orientamento favorevole alle diverse misure contenute nel testo. Specifico, ulteriormente, che in questo caso seguiamo semplicemente i regolamenti europei che già specificano le tempistiche di permanenza in Italia.
La proposta, pertanto, in data 13 maggio 2021 è stata licenziata dalla III Commissione con voto negativo. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla relatrice di minoranza, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Credo che questo sia l'ultimo atto di questa lunga storia della proposta di legge che, come ricordava il Consigliere Cane, arriva dalla scorsa legislatura; aveva già seguito tutto l'iter sia in Commissione sia in Aula ed eravamo arrivati proprio al giorno finale dell'ultima legislatura per votare questa proposta di legge che, in realtà, è sempre stata piuttosto osteggiata sia dalla maggioranza precedente sia dalla maggioranza attuale.
Eppure il tema delle delocalizzazioni nella nostra regione è un tema grave e preoccupante e il confronto con IRES sicuramente ha confermato queste nostre preoccupazioni.
I dati che sono stati esposti, ma anche le ripercussioni sul territorio hanno confermato che servirebbe un intervento a livello regionale e che non bastano i regolamenti europei. Questa proposta di legge tentava di dare una risposta a questa problematica. Una risposta soprattutto a tutti i lavoratori che hanno subìto sulla loro pelle le conseguenze delle delocalizzazioni messe in atto dalle imprese.
Noi chiedevamo semplicemente questo, di cercare di creare un ambiente favorevole alle aziende sul nostro territorio, quindi di avere qualche strumento in più e, in particolare, di definire meglio e in modo stabile quindi scrivere in legge, come agiscono i contratti di insediamento nella nostra regione. Chiedevamo anche alla Regione di chiedere indietro i fondi alle aziende che portano via lavoro dal nostro territorio dopo aver percepito fondi pubblici. Questo era il senso della nostra proposta di legge.
Devo dire che, contrariamente da quello che ha affermato il Consigliere relatore di maggioranza, Cane, non c'è stato un grande confronto in Commissione, non siamo mai scesi nel merito dei singoli articoli. C'è stata una sospensione nella discussione nel momento in cui la Giunta ha dichiarato il suo parere contrario, proprio a inizio discussione. Durante la sospensione, ho richiesto un approfondimento con IRES, proprio per capire quale fosse l'entità del fenomeno che ci troviamo ad affrontare dopodiché, nel giro di una seduta, senza entrare nel merito perché dopo la bocciatura del primo articolo la proposta di legge è stata bocciata dalla Commissione, ci ritroviamo in Aula.
Anche qui, purtroppo, temo che non ci sarà il dibattito che andrà nel merito, che andrà ad approfondire i vari strumenti che abbiamo a disposizione ma, soprattutto, quegli strumenti che noi, bocciando questa proposta di legge, non potremo utilizzare. Di questo un po' mi dispiaccio perché abbiamo affrontato proposte di legge e affronteremo proposte di legge sui temi più svariati (che non sto a citare perché non mi piace nominare temi che sono stati approfonditi con cura e con impegno dai colleghi), ma su un tema così, che proprio in questi giorni, tra l'altro si sta mostrando in tutta la sua drammaticità (tutti noi stiamo seguendo da mesi, per non dire anni, la vicenda Embraco), c'è stata invece un'eccessiva leggerezza.
Con questo non voglio dire che la mia proposta di legge fosse lo strumento migliore o fosse quello che manca in Regione per contrastare questo problema, ma era comunque un'occasione per affrontare il dibattito. Questo purtroppo, non c'è stato.
Al di là della bocciatura - che mi aspettavo, non mi stupisce e non mi sorprende - la cosa che mi porta più amarezza è proprio la mancanza di discussione su questo tema, quindi il fatto di avere liquidato questa proposta, senza entrare nel merito e dicendo che abbiamo già tutti gli strumenti. Poiché questa proposta di legge arriva dalla scorsa legislatura e poiché c'è stato un lunghissimo lavoro degli Uffici, che ringrazio per avermi accompagnato in tutto questo percorso, credo che sia anche doveroso leggere la relazione che gli Uffici hanno preparato; quindi vado a leggerne il contenuto.
"Una politica economica che promuove, anche attraverso contributi pubblici la capacità di innovazione, di qualificazione e di diversificazione delle produzioni, favorisce il sistema produttivo regionale. Dato il contesto socio-economico attuale è sempre più doveroso, da parte delle istituzioni supportare e consolidare l'attività economica del tessuto imprenditoriale piemontese, ottimizzando e allocando nel miglior modo possibile le risorse a disposizione, limitando la dispersione degli interventi e perfezionando l'Amministrazione gestionale.
Un sostegno istituzionale e consapevole alle imprese nella prospettiva dello sviluppo locale è complementare alla coesione sociale.
La globalizzazione, il progresso tecnologico e la riduzione delle barriere nell'ambito dell'Unione Europea, pur agevolando gli scambi internazionali hanno determinato fenomeni di delocalizzazione delle unità produttive in crescente misura (aggiungo che questo punto ci è stato confermato anche dall'IRES).
Si è determinato, pertanto, un impoverimento ed un arretramento economico non solo su scala nazionale, ma anche a livello regionale.
Attualmente non esiste un quadro normativo nazionale in grado di prevenire e contrastare i rischi di delocalizzazione delle imprese. Il trasferimento dell'attività produttiva all'estero, da parte dell'imprenditoria italiana e piemontese, è spesso originato da un tentativo di aumento della competitività con Paesi europei ed extra europei che possiedono legislazioni sul lavoro meno garantiste e cautelative per la forza lavoro ma che permettono di esercitare una concorrenza produttiva sleale.
Le ragioni che spingono le imprese a ricorrere al fenomeno della delocalizzazione, sono quindi, principalmente l'opportunità di risparmiare sul costo del lavoro e il beneficio di un regime fiscale maggiormente favorevole rispetto a quello nazionale. Per certe aziende, operanti in settori economici particolari, vi sono anche delle maggiori opportunità di instaurare sinergie con partner esteri. Le conseguenze di tale fenomeno sono: un'elevata perdita dei posti di lavoro sul territorio regionale (pensiamo ai 400 lavoratori della Embraco, solo per citare l'ultimo caso purtroppo, ancora attualissimo); cessioni di rami d'azienda; cessazioni produttive; eccessiva flessibilità non intesa come costante miglioramento delle competenze professionali ed economiche del lavoratore, ma come sinonimo di precariato; un costante aumento dei fattori instabilità quali ad esempio, la mancanza di continuità nella partecipazione al mercato del lavoro e un conseguente reddito inadeguato per la pianificazione della propria vita presente e futura; un peggioramento delle condizioni lavorative, anche in termini di sicurezza (un altro tema che dovremmo affrontare con la dovuta attenzione), che l'organico è costretto a subire pena l'intimidazione dello spostamento produttivo; una perdita di capitale e di risorse pubbliche erogate a qualsiasi titolo e con qualsiasi misura prevista dai programmi operativi regionali con fondi regionali e/o con cofinanziamento regionale.
Come indicato da Unioncamere Piemonte, in base ai dati forniti dal Registro imprese delle Camere di Commercio piemontesi, il bilancio anagrafico delle imprese piemontesi nel 2015 è negativo, pari a -0,11 sebbene si tratti di un dato più confortante rispetto alle flessioni negative registrate nel 2014 e nel 2013. Il tasso di crescita piemontese risulta comunque in controtendenza rispetto a quanto registrato a livello nazionale.
Con la presente proposta di legge si intende disciplinare le procedure e le condizioni per l'erogazione dei contributi e dei finanziamenti pubblici alle imprese presenti sul territorio regionale per il superamento delle conseguenze sopraesposte causate dal fenomeno delle delocalizzazioni produttive, attivando strumenti idonei ad avviare un processo volto sia all'omogeneizzazione per l'accesso ai contributi pubblici da parte delle imprese, sia allo sviluppo e al potenziamento della responsabilità d'impresa, che è qualcosa che purtroppo sta mancando non solo sul nostro territorio regionale, ma su tutto il territorio nazionale: la responsabilità d'impresa.
Per poter accedere al beneficio di qualunque contributo regionale quindi pubblico, l'impresa beneficiaria deve essere socialmente capace ovvero in grado di assumere, come obiettivo strategico e come pratica quotidiana, il perseguimento del valore economico e del valore sociale.
I costi economici e sociali che il fenomeno della delocalizzazione ha causato e continua a determinare sono enormi: dall'analisi del fenomeno dell'ultimo decennio emerge che tali effetti negativi siano riconducibili anche ad imprese che hanno ricevuto in qualche forma sostegni pubblici.
La stessa politica regionale europea ha manifestato analoga preoccupazione rispetto al rischio di delocalizzazioni (quindi è un tema che l'Europa ha ben presente, ovviamente).
Con la risoluzione sulle delocalizzazioni nel contesto dello sviluppo regionale, il Parlamento europeo ha tracciato un piano di intervento per la Commissione teso all'adozione di provvedimenti, al fine di evitare che la politica regionale europea possa costituire un incentivo alla delocalizzazione di impresa con conseguenti perdite di posti di lavoro sottolinea inoltre la necessità, per la Commissione e gli Stati membri, di impegnarsi nell'adozione di provvedimenti sia a livello comunitario che nazionale, onde prevenire le potenziali incidenze negative delle delocalizzazioni sullo sviluppo economico, nonché i drammi sociali riconducibili alle perdite occupazionali dirette o indirette che le delocalizzazioni causano alle regioni dell'Unione Europea, che lamentano chiusure di imprese (ricordiamo che quando un'impresa chiude porta un danno anche a tutto l'intorno, quindi a tutele le persone che ruotano intorno a questa impresa, ai fornitori oltre che ovviamente ai clienti), e le cui capacità di riconversione siano modeste o inesistenti".
Nella parte successiva si va ad analizzare l'articolato. Credo che questa sia comunque un'occasione mancata di confronto; un'occasione mancata di approfondimento di questo tema, che è un tema con il quale purtroppo ci troveremo ancora ad avere a che fare nei prossimi anni. Credo che sia anche un'occasione mancata per far sentire che anche la Regione riserva attenzione verso questa problematica e non delega interamente ad altri livelli e ad altri Enti. Sarebbe stato necessario un intervento a questo livello anche a sostegno e a supporto, in mondo complementare, rispetto a quanto previsto dalle altre normative. Invece su questo la Regione ha scelto di tirare i remi in barca e di affidarsi ad altri Enti e ad altri livelli senza mettere nulla di suo.
Non dovremmo avere paura delle reazioni delle aziende rispetto ad iniziative degli Enti. Dovremmo mostrare la nostra forza e far capire che il tipo di imprenditoria che vogliamo sul nostro territorio è un'imprenditoria buona, sana, che fa del bene, che porta ricchezza e porta valore aggiunto ai territori.
Di imprese che arrivano sul territorio, depredano, scappano e lasciano il deserto, in Piemonte non ne vogliamo più.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Do la parola al secondo relatore di minoranza, il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean, relatore

Grazie, Presidente.
Rispetto alle delocalizzazioni il Movimento 5 Stelle si è sempre distinto per l'attenzione al contrasto a questa pratica.
È dal 2014, con la legge di stabilità, che grazie ad un emendamento del Movimento 5 Stelle in Parlamento è stato introdotto un vincolo per le impresa che hanno ricevuto contributi in conto capitale in Italia, che porta le stesse, appunto in caso di delocalizzazione in un Paese al di fuori dell'Unione Europea, alla restituzione di buona parte dei contributi erogati, se avvenuto entro tre anni.
Spesso non si riesce ad intervenire come si vorrebbe relativamente al contrasto alle delocalizzazioni produttive, ma in Piemonte avevamo la possibilità di farlo. C'era una proposta di legge che è stata purtroppo respinta in Commissione che ha concesso la possibilità a tutte le forze politiche di intervenire presentando le proprie proposte per migliorare quello che è il processo di rilocalizzazione delle nuove imprese sul nostro territorio, soprattutto nel momento in cui ricevono fondi dalla Regione.
Spesso la Regione interviene anche con contributi legati alla formazione, e non solamente con contributi in conto capitale, per l'insediamento di nuove attività produttive o per il rilancio di alcune imprese.
Soventemente, purtroppo, capita che gli imprenditori che si presentano non fanno proprio gli interessi dei piemontesi, cioè non svolgono un'attività imprenditoriale per un vantaggio nei confronti del territorio che li ospita, semmai per portare la produzione (anche solo in parte) in paesi esteri. Peraltro, non è solo un problema dell' Unione Europea o dei Paesi extra UE, perché sappiamo benissimo che c'è un dumping salariale e fiscale estremamente importante, soprattutto con tutti quei Paesi che non fanno parte della vecchia Unione Europea a 15, che obiettivamente hanno un passato diverso e delle economie diverse. Per questo motivo sono estremamente appetibili da parte dei nostri imprenditori per trasferire la propria impresa in questi Paesi, considerando che hanno un costo del lavoro molto inferiore alla metà rispetto a quello che viene sostenuto in Italia.
In questo caso non stiamo parlando della libertà di impresa - che è sacrosanta, perché è giusto che, nel rispetto delle regole, ognuno possa investire come meglio crede il proprio capitale - ma stiamo parlando del caso in cui una parte di questi soldi li mette il pubblico.
È stata data l'indicazione di sette anni, poi volendo si poteva anche ragionare sul periodo, così come su un tetto o su una serie di casistiche.
Si poteva discutere su alcune proposte che però non sono state presentate.
È una proposta di legge che è stata liquidata indipendentemente dalle proposte che non sono pervenute all'interno della Commissione. Bene, sette anni sono anche una valutazione di medio periodo di un'impresa. Una persona che viene a fare un investimento importante in Piemonte e prende degli importanti contributi della Regione, la sfido a recuperare questo investimento in meno di sette anni. Quindi, non vedo delle cause ostative alla libertà di impresa o alla volontà degli imprenditori di investire sul nostro territorio, considerando il fatto che, nel caso fosse stata approvata questa legge, fra sette anni sarebbero stati vincolati al territorio.
Io spero che questi imprenditori siano vincolati per più di sette anni al nostro territorio, altrimenti significa che un problema legato ad una crisi aziendale o ad un annuncio di un nuovo sito produttivo è limitato a qualche anno, per poi ritrovarci, nonostante gli investimenti fatti anche dalla Regione Piemonte, a dover riaffrontare un problema occupazionale, senza neanche avere la possibilità di recuperare parte dei fondi erogati a queste imprese. Quindi, oltre al danno la beffa.
È un peccato, perché sappiamo benissimo che questa legge verrà respinta dal Consiglio regionale, ma non capisco quali siano le motivazioni vere e proprie. Ho letto la relazione di maggioranza, ma non ho trovato al suo interno delle argomentazioni alternative rispetto a quello che poteva essere..
Scusi, Presidente, c'è troppo brusìo, faccio fatica.



PRESIDENTE

Sì, stavo notando che sta aumentando il brusìo. Chiedo a tutti i Consiglieri di rimanere il più possibile al proprio posto e tenere le discussioni con un tono più basso. Prego, prosegua.



SACCO Sean, relatore

Grazie, Presidente.
Stavo facendo notare ai colleghi che non è stata presentata in Commissione una visione alternativa su come affrontare questo tipo di problematica. È una problematica, purtroppo, persistente negli ultimi anni e possiamo immaginare che ci darà ulteriori problemi nei prossimi. Quindi, la questione non è dire che si è d'accordo con il principio della legge ma non sul contenuto, ma che si facciano delle proposte alternative. Si poteva tranquillamente modificare la legge, senza perdere tempo e occasioni perché conosciamo bene le tempistiche corrette per legiferare all'interno di quest'Aula.
Considerando che dopo anni finalmente si è riusciti a discutere di questa legge, mi aspettavo almeno l'inserimento di quella che era la visione della maggioranza. Una cosa purtroppo l'abbiamo imparata in questi ultimi vent'anni, cioè che il libero mercato senza regole fa solamente dei danni.
Purtroppo ce ne stiamo accorgendo solo adesso, dopo vent'anni di promesse durante i quali si pensava che meno regole si mettevano all'interno del mercato e maggiori benefici si potevano ottenere.
Devo dire che il nostro Paese non ha ottenuto benefici da questo; anzi abbiamo perso anche potere d'acquisto, abbiamo perso delle importantissime realtà imprenditoriali e non solamente a causa delle delocalizzazioni, ma spesso anche a causa dell'incapacità di alcune conduzioni imprenditoriali.
Perché a volte bisogna avere anche il coraggio di dire che non è sempre lo Stato che fa le cose male; talvolta anche qualche gruppo imprenditoriale (non in casi rari) non si comporta come dovrebbe.
Questa legge ci avrebbe consentito di dare non tanto un limite, ma una garanzia ai piemontesi e ai soldi che pagano attraverso le tasse, per avere una migliore qualità della vita, per avere dei servizi e delle garanzie da parte della Pubblica Amministrazione. Penso che, rifiutando questa legge stiamo rifiutando un ulteriore grado di garanzia che avremmo potuto offrire ai nostri cittadini e ai nostri lavoratori. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al terzo relatore di minoranza, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio la collega e chi in quest'Aula ha provato - possiamo dirla così, Consigliera Frediani? - più volte in 15 anni a fare avanzare questo tipo di testo. Penso ai colleghi che l'hanno fatto già ai tempi della legislatura Bresso, poi in quella Cota e anche nella scorsa legislatura. Come diceva la Consigliera - che è ben conscia dei pochi poteri e delle possibilità che abbiamo per frenare le delocalizzazioni tutti noi avremmo voluto, anche negli scorsi anni, un impegno diverso da parte di questo Paese, da parte delle Regioni e, ovviamente, anche dell'Europa.
Tra l'altro, le delocalizzazioni sono cambiate; basta vedere l'elenco di quelle di cui ci siamo occupati negli scorsi anni: pensate alle vicende più classiche, e penso alla Martor o altre imprese dell'indotto FCA, ma anche alla stessa FCA nella scelta di alcune grandi produzioni. Come dicevo nei mesi scorsi, ci siamo "bevuti" (uso il plurale, anche se siamo state fra le poche forze che non ci hanno mai creduto, nemmeno per un istante) il grande piano di comunicazione di Fabbrica Italia, che diceva "Siamo quello che produciamo".
La verità è che questo capoluogo e questo Piemonte sono stati la capitale delle delocalizzazioni e anche della cassa integrazione; basta pensare alle parole "auto di lusso". Quante volte avete sentito ripetere, in questi dieci anni, la frase "polo del lusso"! Ricordo solo che, qualche anno fa, i volumi di produzione erano quelli delle flotte-auto del segmento più popolare; pensate che cosa si produceva a Mirafiori fino alla metà dell'inizio di questo secolo; pensate all'accordo su Torino Nuova Economia pensate alla Grande Punto. Ecco, diciamoci la verità: queste pratiche sono state accettate, accolte nel segno di un liberismo che non aveva nessun freno. Figuriamoci se c'era anche solo un sopracciglio contrariato da queste scelte e da questi insediamenti! Non tutto è stato fatto in malafede, per carità; molti di voi, a ogni parola, si definiscono "liberali" anche per questo. Dopodiché, basta vedere le ricadute, perché oltre al dumping salariale è venuto tutto il resto. Ne abbiamo parlato con la collega, chiedendo un ausilio anche all'Assessore Tronzano, che secondo me non è arrivato; guardo ancora la Consigliera Frediani: pensiamo alla vicenda Pernigotti. Abbiamo detto: "In questa vicenda bisognerebbe difendere davvero il made in Italy". Il made in Italy non è soltanto la produzione, ma sono i marchi, è intravedere in questa vicenda anche qualcosa di più.
Non si capisce perché una DOCG del vino può essere ricollocata dentro un quadro internazionale. Pensate ai nostri vigneti: non è che non vanno in Cile, in California o in Australia, ma c'è modo e modo di prendere quella storia, che può avere nuove vite. C'è chi, invece, ha pensato di venire nel nostro territorio, prendersi il marchio, fermare la produzione e, magari prendere quel marchio, che è collegato al nostro modo di fare cioccolata alle nostre nocciole, alla nostra filiera corta per portarla, ad esempio in Turchia e fare altri tipi di produzione.
Queste vicende potremmo metterle al fianco del mondo del tessile; potremmo metterle al fianco dei grandi nomi del design, della rubinetteria, della storia della cucina italiana; insomma, tante di queste attività si mischiano con il tema del made in Italy. E lo dico ai "sovranisti per caso", a quelli che qui ogni tanto gridano contro l'Europa, non avendo fatto quasi niente, sia quando erano in Europa, sia quando erano al Governo di questo Paese.
C'è tutto il tema delle sedi fiscali e legali. Fatemelo dire: non vi imbarazza vedere gli alfieri del made in Italy quasi tutti con le sedi fiscali e legali all'estero? Non è imbarazzante per voi vedere tutti i nomi della moda italiana con sede fiscale e legale all'estero? Non vi imbarazza vedere la gran parte delle nostre imprese, anche piemontesissime, dentro alcuni paradisi fiscali legalissimi della nostra Unione Europea? Guardate: fanno male quanto le delocalizzazioni, se non di più, dal punto di vista fiscale. Ne abbiamo parlato qualche ora fa sulla vicenda IRAP e Amazon. Ma non c'è solo Amazon! Se guardiamo le entrate dell'IRAP, dal 2010 a oggi sono calate di mezzo miliardo di euro l'anno, che vuol dire per noi 500 milioni di euro di tasse in meno. In meno! So bene - adesso non c'è il collega Marello con il quale abbiamo discusso da poco - che non sono tutti uguali e che avere la sede fiscale legale in un altro Paese, perché c'è lì la "testa", ci sono migliaia di dipendenti non è come averla in un ufficio vuoto a Londra o in Lussemburgo, per possiamo dirci che sarebbe bello che, in questa contraddizione, ci fosse almeno un appello del Presidente Cirio al Presidente del Consiglio Draghi almeno sulle nostre Partecipate? Ha senso che ENI o chi gestisce, per esempio, tutte le risorse e le entrate per le scommesse (pensate a tutto il tema di Lottomatica) abbiano le sedi fiscali in un altro Paese? Ha senso che una parte così importante della storia del nostro Paese ormai non paghi la gran parte delle tasse sui profitti dentro il nostro Paese? Eppure mi pareva che avessimo compreso soprattutto da questa pandemia, che la sanità può essere gratuita per tutti, ma non è gratis per nessuno. È figlia delle nostre tasse, è figlia appunto di quella tassa, che è l'IRAP, che è nata anche per finanziarla.
Colleghi, non so se le misure ipotizzate da questo progetto di legge siano sufficienti, ma potrebbero bastare se fossero anche solo uno strumento in più, un freno in più, la possibilità di dire che non tutto è permesso; che di sicuro non è permesso prendere, com'è successo per il caso ex Whirlpool e per il caso ex Embraco, risorse pubbliche e fare i "prenditori". Altro che imprenditori! I "prenditori", quelli che sfruttano le crisi anche per entrare dentro una trattativa con gli Enti pubblici e con lo Stato, per poi, dopo qualche tempo (magari dopo qualche mese o dopo qualche anno) scoprire che, in realtà, non c'era niente di più che il disegno di spolpare ancora di più le nostre imprese.
Credo che sia un po' l'oggetto della discussione (e chiudo). Davvero pensiamo che sia solo la Magistratura che può occuparsi di tutto questo? Io credo di no e non so se bastino le sanzioni ipotizzate dalla Consigliera Frediani; non so se farebbero davvero da deterrente, ma di sicuro la nostra posizione, non subalterna e non accondiscendente, potrebbe essere l'inizio perché questo non avvenga più.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al quarto relatore di minoranza, Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele, relatore

Grazie, Presidente.
Dopo parecchio tempo approda di nuovo in Aula questo disegno di legge.
Guardo la prima firmataria, Consigliera Frediani, perché abbiamo avuto il piacere di discuterlo già nella scorsa legislatura senza arrivare a una conclusione in tempo utile, essendo scaduta la legislatura. Abbiamo quindi approfondito questo aspetto e tengo a contestualizzare bene questa proposta di legge nel contesto normativo nazionale ed europeo.
Noi oggi abbiamo già delle norme, che insistono sui fondi europei, che vincolano, quindi bloccano la delocalizzazione delle imprese che ottengono contributi dai fondi europei sul territorio, per cinque anni. Abbiamo già una normativa nazionale che interviene sulle risorse nazionali erogate alle imprese, sotto forma di contributo e agevolazione, e vincolano queste imprese, che ottengono i contributi, a rimanere sul nostro territorio per cinque anni, con una serie di vincoli legati allo sviluppo industriale.
La proposta di legge porta in quest'Aula una discussione molto importante e molto ampia, come ha dimostrato anche l'intervento del collega Grimaldi che non si limita solo alla gestione delle risorse regionali, ma apre un capitolo enorme di discussione a livello europeo e globale: come non fare concorrenza tra Paesi all'interno dell'Unione Europea e come mantenere, sul nostro territorio, le imprese e lo sviluppo industriale.
Questa norma, però, se discutiamo della proposta di legge n. 22 a prima firma della Consigliera Frediani, di fatto, interviene su un ultimo segmento di risorse che oggi non hanno, oggettivamente, vincoli legati alla delocalizzazione delle imprese, che sono quelle misure e quei contributi di carattere regionale, quindi erogati con fondi regionali (non fondi europei gestiti dalla Regione, ma fondi regionali), alle nostre imprese.
Se guardiamo il passato e - ahimè - il futuro, nonostante - non me ne vogliano l'Assessore Tronzano e la Giunta Cirio - gli annunci, direi che misure di carattere industriale finanziate con fondi che arrivano dal bilancio regionale non ne vediamo da un po' e - ahimè - non ne vedremo ancora per un po', perché il bilancio regionale, inteso come risorsa regionale, non ha disponibilità per mettere in campo misure di sviluppo industriale. Altra cosa sono le misure che metteremo in campo con i fondi europei in gestione alla Regione Piemonte, quindi POR FESR e POR FSE, che però hanno già al loro interno misure di questo tipo che vincolano la delocalizzazione.
Perché ho fatto questo cappello introduttivo? Perché oggi non discutiamo sul tema generale rispetto al quale anche il Partito Democratico è molto attento, cioè quello di dire come possiamo evitare la concorrenza sleale il trasferimento delle imprese sul territorio europeo, insomma, tutto il tema che conosciamo, anche e soprattutto, vincolato alle normative fiscali nei diversi territori; oggi discutiamo di come e se introdurre una norma che vincoli le misure regionali anche a questo riguardo.
Abbiamo affrontato con spirito di approfondimento questa proposta di legge intervenendo con interventi emendativi, perché scritta così, come è stata scritta dalla Consigliera Frediani, secondo noi era troppo rigida vincolante e inapplicabile per una serie di motivi. Ne cito uno su tutti: tutti i vincoli di carattere burocratico che si inseriscono all'articolo 6 per entrare nel merito della questione e non rimanere solo nella discussione generale su chi è a favore delle delocalizzazioni e chi no. Io credo che in quest'Aula non ci sia nessuno a favore delle delocalizzazioni penso neanche all'interno della maggioranza; però all'interno dalla norma ci sono dei vincoli, degli articoli e delle normative francamente poco applicabili alle realtà industriali attuali.
Penso all'articolo 6 - appunto - che prevede l'aggiornamento, il trasferimento e la stesura di un piano industriale annuale per tutte le imprese che hanno ottenuto contributi regionali. Il piano industriale, per sua definizione, si fa una volta ogni 3-4-5- cinque anni, quindi non possiamo pensare di gravare sulle imprese con questo vincolo burocratico così come non possiamo pensare, in un modello globale così sviluppato, di vincolare addirittura oltre i vincoli europei e nazionali per sette anni le imprese che ottengono contributi regionali sul nostro territorio.
Attenzione, perché dietro questa discussione se ne nasconde una più importante, rispetto alla quale a gran voce chiediamo una discussione da molti mesi, ma che, in realtà, in quest'Aula non riusciamo a fare: non come (chissà se anche la Lega mi ascolta, se il Capogruppo Preioni mi ascolta cinque minuti) vincoliamo le aziende che sono qui, e prendono contributi regionali, a non andare via con norme sanzionatorie, ma come rendiamo il nostro Piemonte talmente attrattivo, dal punto di vista industriale, che non si pone il problema delle imprese di trasferirsi, di spostarsi e di fare altre scelte.
La vera discussione è questa: come rendiamo il nostro Piemonte attrattivo e vincolante dal punto di vista dell'ecosistema che creeremo intorno alle imprese, affinché queste non vadano via e non si trasferiscano? Certo che dobbiamo sanzionare quelle che percepiscono un contributo regionale e poi trasferiscono l'attività dopo un anno. Certo, questo assolutamente sì, ma il vero tema che vorremmo affrontare è questo. Ahimè, anche a distanza di questi due anni (e lo vedremo poi nella discussione del documento strategico unitario che stiamo approcciando adesso) non abbiamo avuto contezza delle misure economiche e degli strumenti finanziari economici che questa Giunta sta mettendo in campo dal punto di vista industriale. Anzi le uniche risorse regionali che avevamo, e che quindi potevano essere vincolate a questa legge se fosse stata approvata, erano quelle del "bonus Piemonte", ma abbiamo risolto il problema erogandole a pioggia a tutti e non avendo più risorse disponibili.
Vado verso la conclusione per dire questo. Noi abbiamo provato a emendare a correggere, ad entrare nel merito della discussione; devo dire che in Commissione non siamo riusciti a entrare nell'articolato - di questo ne devo dare atto alla Consigliera Frediani, perché per una serie di motivi non siamo riusciti a discutere - e oggi il testo che approda in Aula, con parere negativo, senza modifiche (alcune le ho citate prima) per noi non può avere un voto favorevole per i motivi che ho esplicitato prima.
Crediamo che anche nell'inserimento di una norma di questo tipo ci debba essere un equilibrio tra la necessità di tutela delle risorse che noi mettiamo a disposizione delle imprese (e quindi della ricaduta occupazionale) e la dinamica complessiva del mercato globale, che non deve irrigidire le imprese sul nostro territorio e deve permettere di creare sviluppo.
Noi siamo molto più interessati - e l'appello lo rivolgo ancora all'Assessore Tronzano e al Presidente Cirio, anche se non è presente in aula - a discutere su come rendiamo attrattivo questo Piemonte, di quali sono gli strumenti che mettiamo in campo perché non si creino questi problemi. Aspettiamo una proposta dalla Giunta; noi ne produrremo una per riportare al centro del dibattito politico questo tema, sapendo che il post pandemia sarà ancora più complicato rispetto a un anno e mezzo fa e sapendo, però, che siamo a metà legislatura e dobbiamo mettere in campo degli strumenti.
Su questo noi attendiamo la proposta della Giunta e faremo le nostre proposte; sulla proposta di legge della Consigliera Frediani, non daremo un voto favorevole e non parteciperemo alla votazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
È aperta la discussione generale. Ci sono richieste di intervento in discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo in discussione generale su questa proposta di legge, per stare più sugli aspetti che riguardano proprio la modalità di fare politica.
Sugli aspetti specifici è già stata chiara la prima firmataria della proposta di legge che, non a caso, ha parlato della lunga storia di questa proposta di legge.
La storia di questa proposta di legge è anche la storia della distanza tra le parole che si fanno, che si dicono, i commenti, i comunicati stampa e la realtà e la possibilità che ha la politica, spesse volte, di fare qualcosa ma non lo fa. L'ha detto qualcuno prima: a parole sono tutti contrari alle delocalizzazioni. Anzi, vorrei vedere qualcuno che avesse il coraggio di dire di essere a favore della delocalizzazione, quindi di essere contento se un'azienda dal Piemonte si trasferisce all'estero.
A parole penso che tutti i candidati alla Presidenza del 2014, così come quella del 2019 e così come quella del 2024, posso già anticiparlo, avevano e avranno nel loro programma elettorale: contrasto alle delocalizzazioni. È qualcosa che è accaduto, quindi non è qualcosa di lontano dalla nostra realtà, per cui uno ci può pensare e dire: "Eventualmente parliamo anche di questo, perché potrebbe accadere". È una cosa così reale, presente nella nostra realtà ed è chiaro che la politica se ne è occupata, se ne occupa e quindi la mette nel suoi programmi elettorali. Ci sono i programmi elettorali, ci sono i post su Facebook, ci sono le parole, ci sono le presenze e i presìdi, c'è tutta la comunicazione, ma poi ci sono i fatti concreti.
L'opportunità di emanare un provvedimento regionale contro le delocalizzazioni c'è stata nella scorsa legislatura, ma non è stata colta non si è andati avanti, non si è andati alla fine, non si è andati in fondo, si è arrivati all'ultima seduta i Aula. Tra l'altro, ricordavamo questa mattina alcuni episodi anche simpatici accaduti in Aula proprio nell'ultima seduta, quando si potevano ancora approvare tre o quattro proposte di legge; qualcuno si era impuntato su una, ma non eravamo noi e non era quella sulle delocalizzazioni.
Ci si è riprovato in questa legislatura pensando che, magari, inserendola nella programmazione quadrimestrale dei lavori all'inizio e non alla fine arriverà il momento in cui se ne discute e si approva. No. Siamo in aula e facilmente verrà bocciata da parte di qualcuno, perché questo è accaduto in Commissione.
Attenzione: nella passata legislatura, così come in questa - soprattutto in questa parlando degli eventi più recenti - c'era, oserei dire, la massima disponibilità a discutere, la massima disponibilità anche a valutare delle modifiche, giacché le leggi hanno un primo firmatario e poi, giustamente vengono discusse in Commissione ed in Aula e sono suscettibili di modifiche; poi, però, quando si vota, vincono i pallini verdi che si colorano in quello schermo, che possono essere di maggioranza, di opposizione, trasversale, di tutti, unanimi. È qualcosa che appartiene al primo firmatario, ma poi diventa di tutto il Consiglio regionale e diventa qualcosa della Regione.
Non è stato fatto perché ci si è presi del tempo, si è chiesto un approfondimento all'IRES, che ha anche confermato, con dei numeri, con dei dati concreti cose già risapute al primo firmatario, risapute a chi sosteneva la proposta di legge, così come conosciute anche da chi non l'ha sosteneva. Senza che questo poi abbia portato la maggioranza. Possiamo dirlo: è la maggioranza del Consiglio regionale che ha bocciato la proposta di legge, altrimenti sarebbe stata licenziata con un voto favorevole. Una maggioranza del Consiglio regionale e la Giunta regionale non hanno nemmeno provato a dire: "Va bene, proviamo a proporre due o tre modifiche. Vengono accettate? Non vengono accettate? Si convoca un tavolo di lavoro? Si prova a vedere se questo testo può diventare di tutti e andare in Aula con un voto favorevole, cosicché il Consiglio regionale si possa esprimere con un provvedimento legislativo contro le delocalizzazioni?", No, si esprime parere contrario e si arriva qui in Aula, dove, peraltro, mi sembra che la disponibilità a discuterne non sia per nulla cessata.
Non c'è ottimismo al riguardo, nel senso che non sono così ottimista sulla possibilità di arrivare ad approvare questa proposta di legge.
Tuttavia, penso che la disponibilità ci sia ancora, così come quella del relatore, Consigliere Gallo. Va bene, ci sono degli emendamenti: però non c'è stata neanche la possibilità di valutarli prima. Discutiamone. Tra l'altro, il collega Gallo era già Consigliere anche nella passata legislatura, quindi conosce bene la proposta di legge. Nella passata legislatura il Consigliere Gallo era anche il Presidente della III Commissione; Commissione nella quale era incardinato il provvedimento.
Siamo qui a parlare ancora di questa proposta di legge, che temo verrà respinta dall'Aula. La prossima volta che si parlerà di delocalizzazioni leggeremo i soliti post su Facebook o i consueti comunicati stampa, dove tutti saranno contrari, da una parte e dall'altra, e si esprimerà grande indignazione: "Si faccia qualcosa", "Facciamo qualcosa". Ma finora qualcosa non si è fatto.
Questo fa un po' il paio con la questione che abbiamo affrontato un paio di settimane fa sulla web tax: anche in quel caso a parole si diceva: "I grandi colossi e le multinazionali sono cattive, facciamo qualcosa chiediamo di fare qualcosa al Parlamento". Ecco, quando lo chiediamo al Parlamento siamo severi, addirittura oltre le possibilità, evidentemente.
Quando, però, si chiede: "Approviamo anche un provvedimento regionale?", si risponde: "No, no. Vediamo. Adesso ci prendiamo un mese e mezzo di tempo".
Certo, ci si prende un mese e mezzo di tempo per vedere come bocciarlo dopo! La sensazione è sempre che quando si sia lì lì per fare qualcosa di concreto, per mettere mano e per modificare veramente la situazione, ci sia la paura di dar fastidio a qualcuno, di spaventare o di preoccupare qualcuno. Ne prendiamo atto. Pazienza.
Lo ripeto: ci vediamo la prossima volta che si parlerà di delocalizzazione di aziende piemontesi verso l'estero. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Non essendovi ulteriori richieste di intervento in dichiarazione generale, darei la parola all'Assessore Tronzano.
Prego, Assessore; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea, Assessore allo sviluppo delle attività produttive

Grazie, Presidente e grazie ai Consiglieri che hanno partecipato al dibattito.
Rispondo puntualmente ad alcune sollecitazioni arrivate dal Consiglio successivamente, mi riserverò anche di rispondere in merito alla strategia come chiedeva il Consigliere Gallo.
Innanzitutto, certamente collaborativi, mai subalterni; certamente attenti, mai spaventati da qualcuno o spinti ad agire a favore di qualcun altro. Non è la nostra politica: non esiste! Noi dobbiamo andare avanti per il bene del Piemonte a favore delle imprese che hanno voluto e continuano ad investire in Piemonte; anzi lavoriamo per attrarne di nuove.
In merito a quanto chiedeva il Consigliere Gallo, le proposte ci sono: c'è il DSU, c'è il PRRI, c'è il PNRR, ci sono tantissime valutazioni sulle quali abbiamo già dato ampiamente dimostrazione di avere delle proposte.
Rispetto alle considerazioni del Consigliere Bertola, faccio presente che non c'è differenza fra azioni e intenzioni. Cioè le nostre intenzioni sono sempre uguali alle nostre azioni, non è che le mettiamo in discussione. E partirei proprio da qui per narrare la nostra strategia, che è completamente diversa rispetto a quanto illustrato dalla Consigliera Frediani, ma anche dagli altri intervenuti, ad eccezione del Consigliere Gallo.
La nostra strategia è chiara: prevede di non fare più leggi o di imporre ulteriori vincoli, ma di far rispettare le regole che ci sono oggi.
Il Regolamento dell'Unione Europea n. 1303 prevede già un vincolo di cinque anni dal pagamento finale del contributo che viene erogato all'impresa (per cui neanche dall'inizio dell'operazione, ma dalla fine del pagamento!).
Dunque, sono già previsti cinque anni, non c'è bisogno di inasprirli.
Inoltre, si dovrebbero imporre più vincoli proprio nel momento in cui l'Europa ci chiede delle riforme, tra le quali anche le semplificazioni attraverso i soldi del PNRR che devono coincidere, naturalmente, con delle riforme? In questo frangente imporre più vincoli certamente non fa parte della nostra strategia.
Ancora, vedendo la pandemia abbiamo capito che ci sarà senz'altro, da parte delle grandi imprese che hanno delocalizzato ad oriente, la necessità di tranquillizzare la produzione con una second source all'interno dell'Europa: il Piemonte dovrà essere attrattivo per recepire queste aziende che arriveranno in Europa e che vorranno investire anche da noi. Il Piemonte dovrà essere attrattivo per loro.
Dobbiamo continuare anche la grande tradizione di multinazionali presenti sul territorio, che hanno anche un valore territoriale: se pensiamo alla Freudenberg, se pensiamo alla Denso, se pensiamo alla Vishay se pensiamo alla Solvay, se pensiamo alla Michelin, sono cinque esempi cinque, ma ce ne potrebbero essere centinaia! - dove, grazie alla collaborazione fra Regione e imprese multinazionali, si è fatto in modo che la sede locale diventasse strategica per la casa madre. È lì che dobbiamo investire: nella ricerca e sviluppo, nel miglioramento dei prodotti delle nostre multinazionali presenti sul territorio.
Per me la generalizzazione è sempre fuorviante. Spiace, naturalmente bocciare un provvedimento di legge, perché dietro c'è sempre un lavoro e c'è sempre buona fede nelle intenzioni. Però, chiaramente, è in contrasto e in contrapposizione rispetto ai nostri ideali.
Gli alfieri del made in Italy: a mio avviso, molti di questi alfieri del made in italy sono saldamente posizionati in Italia e in Piemonte.
Pongo un esempio per tutti: Gessi, per citarne una, è un'azienda straordinaria della Valsesia che dà lavoro a centinaia di persone.
Potrei citare veramente tantissimi esempi ben introdotti e ben radicati sul territorio piemontese che assolutamente non hanno voglia di andar via.
Ecco, noi dobbiamo agire su questa intenzione e non generalizzare. Perché a fronte di alcuni episodi negativi, che è vero che ci sono stati, e di alcune persone che magari non sono state fedeli rispetto alle loro intenzioni, ce ne sono centinaia di altre (la stragrande maggioranza) che in Piemonte continuano ad investire e continuano a credere. E noi dobbiamo puntare su quello.
L'ultimo appello lo rivolgo al Governo, naturalmente, e a noi stessi: all'interno del PNRR abbiamo una missione, che è quella di far arrivare i fondi anche alle micro, piccole e medie imprese. Perché se si fermano solo alle grandi - cito ENI, perché l'ha citata il Presidente Grimaldi certamente avremo fallito. Il nostro compito è fare in modo che sia sui Fondi europei sia sul PNRR i soldi arrivino anche a loro. Ed è per questo che bocciamo questa proposta di legge. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Sono stati presentati degli emendamenti, che sono ancora da caricare on line.
Ha chiesto la parola la Presidente Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Non volevo creare difficoltà agli Uffici, ma in quanto relatrice credo di avere la facoltà di depositare emendamenti. L'intento era soltanto quello di far capire e anche di manifestare, nonché lasciare agli atti, il fatto che sulla proposta di legge erano depositati numerosi emendamenti già in Commissione che, di fatto, cambiavano l'impostazione del testo.
Non è mio interesse andare a discutere gli emendamenti in Aula o creare problemi agli uffici nel farli caricare, però il senso è questo: se si vanno a guardare gli emendamenti, si capisce che - consapevole del fatto che questa è una proposta di legge richiamata e quindi può, in alcuni passaggi, essere considerata superata - gli emendamenti presentati aggiornavano il testo. Dopodiché, non c'è mai stata possibilità di affrontarli, approfondirli, discuterli e quindi di modificare il testo.
Motivo per cui, se si fosse dato - consentitemi di dirlo - il giusto peso a questa tematica, sarebbe stato utile affrontarla nel dettaglio e andare tutti insieme a trovare il modo migliore.
Infatti, ricordo che in questa proposta di legge c'è una parte pregnante: c'è la parte sui contratti di insediamento. Non è una proposta di legge rigida e contro le aziende; anzi, è una proposta a favore delle aziende che si comportano bene e che hanno quella famosa responsabilità sociale che fa crescere il territorio. Dopodiché andremo a vedere se in tutte le linee che si andranno a delineare nella prossima programmazione ci sarà realmente questa attenzione all'attrattività del territorio.
Ad esempio - mi spiace tornare sul tema, ma è veramente molto pesante per la nostra Regione - su Embraco non riusciamo a trovare uno straccio di imprenditore che abbia voglia di risollevare l'azienda e salvare questi 400 lavoratori, con tutti gli strumenti che il Governo sta mettendo in campo.
Nonostante si dica che la parte di pubblico arriva al 70% e il privato deve mettere solo il 30%, che ci sono sgravi fiscali e tutto quanto, non riusciamo comunque a trovare degli imprenditori. Evidentemente c'è qualcosa che non va. Non so se non va nel territorio o se non va negli imprenditori che abbiamo sul nostro territorio o nel nostro Paese addirittura.
Sicuramente un minimo di riflessione andava fatto, poi, ripeto, non dico che la mia proposta di legge - mia, nel senso che è una proposta che ho ripreso anche da scorse legislature - fosse la soluzione, ma serviva a confrontarsi su un tema. Invece continuiamo ad affrontare altri temi e pazienza, le nostre Commissioni sono occupate in altro modo.
Vi ringrazio per avere caricato gli emendamenti in extremis, ma era proprio per lasciare agli atti il fatto che questa proposta era già stata ampiamente modificata dalla prima firmataria.



PRESIDENTE

Grazie.
Nel frattempo, è stato caricato l'emendamento all'articolo 1.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Frediani.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La proponente lo dà per illustrato.
Non essendovi altri interventi, chiedo il parere della Giunta sull'emendamento rubricato n. 1) all'articolo 1.



TRONZANO Andrea, Assessore allo sviluppo delle attività produttive

Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Essendo un emendamento sostitutivo, a seguito della non approvazione dell'articolo 1 relativo alle finalità della proposta di legge, la votazione negativa è estesa all'intero provvedimento, che è da intendersi decaduto.
Pertanto, il Consiglio respinge la proposta di legge n. 22.
Essendo ormai quasi le ore 13, sospendo i lavori per la pausa, che riprenderanno alle ore 14.15 con i question time.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.58)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.20 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 753 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Fabio Carosso interrogazione a risposta immediata n. 754 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, cui risponderà l'Assessore Fabio Carosso interrogazione a risposta immediata n. 757 presentata dal Consigliere Marco Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Fabio Carosso; interrogazione a risposta immediata n. 751 presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n.
752 presentata dal Consigliere Domenico Rossi, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 755 del Consigliere Raffaele Gallo, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. n. 756 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo fin d'ora che, per le interrogazioni a risposta immediata, è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per tre minuti e la risposta del componente della Giunta per cinque minuti; non sono previste repliche.


Argomento: Comunita' montane: Statuti

Interrogazione a risposta immediata n. 753 presentata da Magliano. inerente a "Legittimità degli Statuti delle Unioni Montane e piena rappresentatività delle minoranze"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 753.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Nel novembre 2019, l'allora minoranza del Comune di Sestriere ha effettuato una segnalazione che metteva in discussione la legittimità dello Statuto dell'Unione Montana Comuni della Via Lattea, composta da sei Comuni, tra cui quello sopra citato, che prevede in seno al Consiglio dell'Unione composto da sette membri, un solo rappresentante delle minoranze consiliari. A seguito di tale segnalazione, vi sono state interlocuzioni tra i vari enti interessati e la Prefettura di Torino si è poi rivolta direttamente al Ministero dell'Interno.
Come emerso da una notizia di cronaca apparsa sul quotidiano online ValsusaOggi, alla fine dell'aprile del 2021 il Ministero dell'Interno ha inviato il suo parere ufficiale alla Prefettura di Torino mettendo in discussione la legittimità e regolarità dell'Unione Montana Via Lattea e per analogia, anche dei Consigli e delle Giunte delle altre Unioni Montane nonché la presenza in tali organi dei Sindaci dei Comuni, in qualità di Assessori. Questo è un problema enorme dal punto di vista giuridico, perch lo dice il Ministero dell'Interno.
Ai sensi dell'articolo n. 3, comma 1, della legge regionale n. 14 del 5 aprile 2019, "Disposizioni in materia di tutela, valorizzazione e sviluppo della montagna", è indicato quanto segue: "La Regione individua nell'Unione Montana la forma organizzativa dei Comuni idonea a rendere effettive, in armonia con le specifiche politiche settoriali regionali, le misure di promozione e sviluppo economico, di tutela e valorizzazione dei territori montani disciplinate nel presente titolo".
Il Testo Unico degli Enti Locali all'articolo n. 32 prevede che le Unioni Montane, nei loro Consigli, debbano garantire la rappresentanza delle minoranze di ogni Comune; inoltre, la formulazione della norma deriva dalle modifiche introdotte dalla legge n. 56/2014, per le quali, come evidenziato dal Consiglio di Stato, Sezione V, nella sentenza n. 1180 del 27 febbraio 2018, nelle Unioni "la rappresentatività è direttamente assicurata dall'ampliamento dell'elettorato passivo, tale per cui nei Consigli di tali Enti deve comunque far parte un membro delle minoranze dei Consigli dei Comuni ad esse partecipanti", oltre a essere in linea con quanto già affermato dal Ministero dell'Interno in via interpretativa al fine di assicurare la partecipazione delle minoranze consiliari comunali in seno all'assemblea comunitaria.
Non appare conforme al dettato legislativo che i Consigli e le Giunte delle Unioni Montane siano composti dagli stessi Sindaci nel "doppio ruolo" attualmente, in diverse Unioni Montane, coincidono nella stessa persona sia l'organo controllore (il Consiglio), cui spetta anche la verifica dell'attuazione degli indirizzi di governo, sia l'organo esecutivo (la Giunta), che ha compiti di Governo.
Vado alla conclusione, Presidente. Negli anni passati le varie Unioni Montane, per attuare gli Statuti e, quindi, comporre Giunte e Consigli, si erano basate sulle linee guida espresse dall'UNCEM, che l'individuazione del numero dei Consiglieri è demandata allo Statuto e considerato che, a fronte del parere ufficiale espresso dal Ministero dell'Interno (quindi non una giurisprudenza per un caso specifico, come spesso accada nei sistemi giuridici come il nostro), appare opportuno cambiare le composizioni delle Giunte e dei Consigli delle Unioni Montane, evitando eventuali conflitti d'interesse o di ruoli sovrapposti dei Sindaci, alcuni dei quali siedono sia nei ruoli di controllo (il Consiglio), sia in quelli di Governo (la Giunta), assicurando inoltre la rappresentanza delle minoranze di tutti i Comuni nelle Unioni Montane.
Pertanto, interrogo - Presidente, mi scuso se sto rubando qualche secondo in più, ma capirete che è importante, perché la rappresentanza in democrazia è la tutela delle minoranze - per sapere se questa Giunta, vista la legge che ha fatto questa Regione, abbia intenzione di attivarsi tempestivamente avviando le opportune interlocuzioni con le Istituzioni affinché sia corretta questa grave irregolarità, perché a fronte di un parere del Ministero dell'Interno di siffatta natura e di siffatta specie non vorremmo che tutto ciò che viene deciso in itinere sia alla fine nullo.
Ed è per quello che.



PRESIDENTE

Consigliere, prosegua, la sto ascoltando.



MAGLIANO Silvio

Sì, volevo che mi ascoltasse anche l'Assessore incaricato, tutto qui, per buona creanza.
Detto questo, chiedo appunto se la Regione intenda intervenire su questo tema, perché mina le basi di una delle parti istituzionali di governo della Regione che, tra l'altro, il Vicepresidente Carosso ben conosce.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Vicepresidente Carosso per la risposta.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Concordo con quanto detto dal collega Magliano, perché è un problema da risolvere quanto prima, perché è evidente che non solo l'Unione, che lei cita, della Via Lattea, ma in tantissime altre c'è un problema enorme.
Sappiamo che alcune hanno da Statuto, invece, la minoranza, ma qualcuno non ce l'ha, quindi sicuramente è una questione da mettere in chiaro e gli Uffici lo stanno già facendo.
In merito a quanto richiesto, si fa presente che la Regione non ha una competenza in tema di ordinamento degli Enti locali. Come appunto citava lei, opportunamente nel caso di specie la richiesta di parere è stata fornita dal Ministero competente su sollecitazione della Prefettura di riferimento, quindi Torino.
La Regione, tuttavia, da sempre fornisce supporto agli Enti locali e, in particolare, alle Unioni di Comuni anche nella stesura degli Statuti e dei Regolamenti; non solo, abbiamo parlato con UNCEM e con ANCI a proposito di questo tema. Comunque, sarà cura dei nostri Uffici, e ne abbiamo parlato proprio la settimana scorsa, perché chiaramente il tema - l'ho visto anch'io sulle testate giornalistiche - sarebbe arrivato anche sui nostri tavoli, garantire la disponibilità nei confronti delle Unioni montane, al fine di allineare i loro Statuti alle disposizioni ministeriali che peraltro, sono abbastanza chiare.
Questa è la risposta, molto breve e molto precisa. Sappiamo che è un problema e io ho già detto al Presidente dell'UNCEM che serve fare quadrato su questa situazione, anche perché, se vi sono delle Unioni molto grandi che dovranno adeguare gli spazi, occorre fare chiarezza.



PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Magliano, la risposta le sarà inviata via e-mail.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta immediata n. 754 presentata da Frediani, inerente a "Taglio degli alberi finalizzato allo spostamento dell'autoporto di Susa e danneggiamento della fauna di San Didero"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 754.
La parola alla Consigliera Frediani, per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Assessore.
Nelle premesse dell'interrogazione faccio riferimento alle normative regionali, che immagino di non dover ricordare in quanto lei le conosce perfettamente, quindi vado diretta al punto, cioè al fatto che nel territorio di San Didero (in Provincia di Torino, in Val di Susa) la SITAF per conto di TELT ha effettuato, tra la fine del mese di aprile e il mese di maggio 2021, quindi oltre il periodo consentito, il taglio degli alberi in piena stagione riproduttiva, in un'area dismessa da molti anni, nella quale era sorto un habitat naturale nei pressi del fiume Dora.
Tale attività è finalizzata allo spostamento dell'autoporto da Susa a San Didero e ha previsto lo sradicamento di alberi, lo scavamento dei prati e il danneggiamento della flora nelle zone limitrofe al taglio degli alberi distruggendo l'habitat degli uccelli che nidificano e le tane dei piccoli mammiferi che in questa stagione incominciano a procreare. Inoltre, per allestire il cantiere, sono state poste delle transenne che impediscono agli animali di raggiungere anche i corsi d'acqua, quindi di potersi abbeverare.
Queste operazioni sono state realizzate attraverso l'uso di draghe e macchinari. Abbiamo ovviamente dei filmate e delle foto che riprendono operazioni piuttosto invasive e improvvise che si sono realizzate sul territorio, oltretutto con elevata rumorosità. Immaginiamo, quindi, anche lo spavento e il terrore che si sarà diffuso tra la fauna locale. Molti animali sono morti proprio a contatto con le grate, di fame, di sete e di paura.
L'Amministrazione del Comune di San Didero afferma, tra l'altro, di non essere stata interpellata per valutare e autorizzare l'esecuzione dei lavori, ma non è stata neanche informata dell'arrivo in piena notte di centinaia di uomini delle Forze dell'Ordine che hanno letteralmente occupato il territorio senza informare preventivamente i Sindaci.
Ricordiamo che parliamo dello spostamento di un autoporto, quindi di un'opera che va a risolvere una delle interferenze del TAV, anche se la vera interferenza sul territorio è il TAV. Tra l'altro, danni alla fauna locale si sono già avuti nei boschi della Maddalena di Chiomonte, dove ancora oggi la fauna è costretta a convivere con un cantiere ultrailluminato, che ha sfasato completamente i tempi di vita di tutte le creature dei boschi.
Chiedo solo che, se non c'è rispetto per gli abitanti della Val di Susa che devono subire quest'opera impattante, ci sia almeno rispetto per la legge, legge che in questo caso va a tutelare la fauna selvatica del nostro territorio, territorio già compromesso dalla presenza, in passato, delle acciaierie che hanno inquinato, con i loro residui, l'area.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Francesca Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando il Vicepresidente Fabio Carosso.
Prego, Vicepresidente; ne ha la facoltà per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La legge regionale n. 4 del 10 febbraio 2009 "Gestione e promozione economica delle foreste", in particolare all'articolo 13, comma 1, lettera a), prevede che il regolamento forestale stabilisca le norme per l'esecuzione degli interventi selvicolturali secondo i principi della selvicoltura naturalistica.
Il Regolamento forestale, all'articolo 18, definisce i periodi nei quali è consentito intervenire con i tagli nei boschi cedui, nei robinieti e nei castagneti e con le relative operazioni di concentramento e di esbosco del legname tagliato. Sono invece consentiti durante tutto l'anno gli altri interventi selvicolturali.
Al di fuori delle Aree Protette e della Rete Natura 2000, per l'ordinaria gestione forestale il regolamento forestale non pone vincoli collegati al periodo riproduttivo dell'avifauna, fatto salvo per gli interventi nelle aree di pertinenza dei corpi idrici (articolo 37).
Nel caso in questione, gli interventi che sono stati effettuati, o che sono tuttora in corso, paiano configurarsi non tanto come interventi selvicolturali volti alla gestione di un bosco ceduo, ma come trasformazione definitiva di una superficie forestale, alla quale non si applicano gli articoli 18 e 37 del regolamento forestale.
Sotto il profilo delle competenze autorizzative discendenti dalla direttiva 2009/147/CE "Uccelli", non risulta individuato nel Comune di San Didero alcun sito di rilevanza comunitaria e, quindi, l'attività in argomento non ha necessitato di autorizzazione ai sensi del quadro normativo discendente dalla direttiva sopra citata.
Si osserva che, in data 14 febbraio 2020, con determina ministeriale n. 10 che accompagna il parere n. 3225 del 13 dicembre 2019, il Ministero ha comunicato la positiva conclusione dell'istruttoria di verifica di Attuazione Fase 1, svolta ai sensi dell'articolo 185, comma 6 e 7 del decreto legislativo 163/2006, per il progetto esecutivo di autoporto, con prescrizioni che non attengono a quanto osservato e richiesto nel question time in oggetto.
I quadri prescritti dalle delibere CIPE 19/2015 e 39/2018 di carattere generale e che valgono anche per la ricollocazione dell'autoporto di Susa a Bruzolo-San Didero sono state verificate nel procedimento 4464, che ha prodotto esito positivo con prescrizioni, come da provvedimento determina ministeriale n. 10 del 14 febbraio 2020.
Le condizioni ambientali per la fase cantieristica sono oggetto di verifica da parte degli organi ed enti di controllo proposti: Carabinieri, Forestale e ARPA Piemonte.
Mi hanno segnalato questi aspetti e io li ho riferiti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente Fabio Carosso per la risposta.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.) - Caccia - Pesca: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 757 presentata da Grimaldi, inerente a "Garantire la vigilanza faunistico-ambientale e la sostituzione del personale cessato"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
757.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per tre minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ci siamo occupati di questa vicenda più volte nella scorsa legislatura.
Come sapete, siamo stati fra i gruppi più attivi affinché si aprisse una vera discussione sul ruolo delle Regioni e il superamento di quello che era stato, secondo noi, il brutto vuoto, sia normativo-istituzionale sia politico della legge Delrio.
Nel febbraio scorso, come saprete, la Sindaca della Città metropolitana Chiara Appendino, ha scritto una lettera al Presidente della Regione Alberto Cirio, nella quale veniva segnalato che la Città metropolitana di Torino avrebbe potuto garantire la vigilanza faunistica e ambientale con il proprio personale solo se avesse avuto la garanzia di disporre di idonee risorse finanziare stanziate dalla Regione Piemonte, almeno per il rimborso delle spese per il personale di vigilanza in regime di avvalimento.
Proprio dell'avvalimento abbiamo discusso più volte in quest'Aula, anche perché dovevamo decidere quanto lasciare in avvalimento alcune funzioni e quanto internalizzare tra i nostri dipendenti.
La Sindaca, citando il tradizionale impegno e la professionalità del personale della Provincia di Torino prima, poi Città metropolitana a partire dal 2015, in materia di gestione degli ecosistemi e della popolazione faunistica ha ricordato al Presidente Cirio che la dotazione organica di personale tecnico di vicinanza è sceso, dal 2015 al 2021, da quarantatré a venti operatori, senza che all'ente fosse data la possibilità di procedere alla sostituzione dei dipendenti andati in pensione.
Immaginatevi già cos'è successo dal 2008 al 2015 per via del blocco del turnover, per quello che è stata quella stagione.
Tale drammatica situazione dei numeri del personale della Polizia locale addetta alla vigilanza faunistica ambientale nella Città metropolitana non è dissimile, ovviamente, anche nelle altre realtà piemontesi. Si conta una riduzione di oltre il 50% del personale negli ultimi anni.
Secondo quanto letto, la situazione appare particolarmente grave nella Val Pellice, nella Val Chisone e nella Val Germanasca, dove i sette dipendenti che avevano maturato i requisiti per l'acquiescenza non sono mai stati sostituiti, proprio perché la legge del 2019 sul personale di vigilanza in avvalimento non aveva quantificato un fabbisogno standard di personale, ma aveva identificato nominalmente gli operatori allora in servizio.
Insomma, abbiamo potuto accertare che, per esempio, in ordine alla situazione del controllo degli ungulati, il numero delle richieste d'intervento che giungono è in costante aumento, come più volte abbiamo detto in quest'Aula; tale fattispecie costituisce un elevato allarme sociale da parte dei cittadini e, ovviamente, anche noi abbiamo sentito più volte i suoi echi qui dentro. Le diverse sensibilità dei cittadini portano addirittura, in alcuni contesti, a fornire cibo ai cinghiali, creando un grave danno, nonché aumentando i problemi che - appunto - animali confidenti possono procurare.
Ho chiuso. Nonostante quanto sopra citato, l'impegno di questi operatori ha permesso di abbattere quasi 500 cinghiali l'anno e 229 capi nei primi tre mesi del 2021; tale risultato ha anche incrementato la credibilità del nucleo specializzato della Città metropolitana. Il nucleo è altresì attivamente impegnato nel controllo ambientale, nella lotta al traffico di animali, nel contrasto all'abbandono di rifiuti, nell'antibracconaggio mentre sembrerebbe purtroppo sospesa, a causa dell'impossibilità materiale di perseguirlo, il servizio di recupero animali.
Interroghiamo quindi - scusi, ma la vicenda è molto lunga - la Giunta se sia intervenuta per individuare le modalità di sostituzione del personale cessato che opera in avvalimento, in modo da ripristinare almeno i numeri del 2015.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando il Vicepresidente Fabio Carosso; prego collega, ne ha facoltà per cinque minuti.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Sì, in effetti è un problema molto sentito e molto importante: il personale è sempre più ridotto, soprattutto nelle Province e nella Città metropolitana. Proprio in questi ultimi giorni stiamo affrontando il tema con l'Osservatorio e, soprattutto, con tutte le Province e anche i Presidenti, perché chiaramente, dopo la riforma Delrio, è emersa la problematica del personale; tante persone sono inserite in settori dove non riescono a svolgere il loro compito, perché magari hanno altre attitudini e magari in alcuni settori dove servirebbero più persone non ci sono.
Il tema dell'individuazione del personale necessario allo svolgimento delle funzioni conferite agli Enti di area vasta è stato affrontato in sede di Osservatorio regionale di cui alla LR 23/2015, laddove si è stabilito di istituire un tavolo tecnico Regione-Enti al fine di determinare il fabbisogno di personale necessario allo svolgimento delle diverse funzioni trasferite.
Il tavolo tecnico ha consegnato i risultati del primo lavoro svolto riguardante il fabbisogno del personale riferito alle funzioni, e ha demandato a una fase successiva la determinazione del fabbisogno del personale di vigilanza a supporto delle funzioni conferite.
Il lavoro è avviato e di questo si è dato conto sia alle Province sia a Città metropolitana di Torino; al momento ha portato all'individuazione degli indicatori volti a determinare il contingente numerico adeguato allo svolgimento delle attività richieste.
A breve saranno calendarizzate le riunioni con i singoli Enti di Area vasta per un confronto su tale indicatori e una conseguente verifica delle modalità di utilizzo del personale attualmente in servizio.
Il fabbisogno del personale sarà determinato tenendo certamente in considerazione il contingente riferito all'anno 2015, ma superando il ragionamento del solo ripristino, per arrivare invece alla determinazione del fabbisogno reale riferito a indicatori oggettivi di riferimento.
Anche la sintesi di questo lavoro tecnico sarà consegnata al tavolo dell'Osservatorio regionale. In questi ultimissimi giorni abbiamo fatto una serie di incontri anche con il Presidente Lanfranco, perché adesso si tratta di affrontare questo discorso anche politicamente, non solo tecnicamente. Il problema dei cinghiali è chiaramente sotto gli occhi di tutti in questi giorni; abbiamo saputo che in tantissime Province hanno magari quattro o cinque agenti e non riescono assolutamente a svolgere il loro compito.
Pertanto, sarà nostra premura dare corso a tutto quello che è stato indicato.
Grazie.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazione a risposta immediata n. 751 presentata da Canalis, inerente a "Come agevolare i tamponi per i visitatori delle RSA?"


PRESIDENTE

Continuiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 751, presentata dalla Consigliera Monica Canalis.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Monica Canalis prego, collega, ne ha la facoltà per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
L'interrogazione a risposta immediata riguarda le visite nelle RSA, che erano molto attese, in particolare in una regione come la nostra, che ha un così alto numero di persone ospitate in queste strutture. E si ricollega all'ordinanza del Ministro Speranza dell'8 maggio 2021, che dà istruzioni su come effettuare queste visite e, in particolare, fa riferimento a una missiva del DIRMEI del 17 maggio scorso, indirizzata a tutte le RSA del Piemonte, in cui si prospettavano due modalità di effettuazione dei tamponi: uno a carico delle RSA e un altro a carico degli hot spot delle ASL.
Ebbene, a stretto giro, alcune associazioni di categoria che rappresentano un gran numero di RSA hanno risposto al DIRMEI che l'effettuazione dei tamponi in RSA sta creando moltissimi problemi, non soltanto nelle strutture rappresentate da queste associazioni, ma anche nelle altre. Da un lato, c'è una carenza molto grave di infermieri e di medici, che sono le figure deputate ad effettuare i tamponi; dall'altro le strutture non hanno una relazione contrattuale e neanche assicurativa con gli ospiti, che sono figure terze, esterne, che si recano semplicemente in visita in queste realtà. Chiaramente, un'operazione di carattere sanitario come il tampone esporrebbe le strutture a rischi non indifferenti.
Si chiede dunque alla Giunta regionale di specificare, sull'esempio di quanto sta avvenendo nella Regione Lombardia, che i tamponi, di qui in avanti, siano effettuati in via esclusiva negli hub delle nostre ASL e non più presso le RSA; ciò considerando le condizioni finanziarie in cui versa la maggioranza di queste strutture, soprattutto quelle piccole, e anche considerando la difficoltà a organizzare un'operazione di questo genere con scarsità di personale e di copertura assicurativa.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la consigliera Monica Canalis per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente; buongiorno, Consigliera.
Le ho portato anche la delibera di Giunta in cui abbiamo disciplinato tutte le attività di screening nelle RSA, ma come Regione abbiamo sempre supportato le attività di sorveglianza sia sugli ospiti sia sugli operatori per prevenire e individuare precocemente qualsiasi focolare di COVID.
Pertanto, rientrano a pieno titolo tra gli interventi di sanità pubblica da parte delle RSA, forniti gratuitamente, i tamponi da parte delle nostre Aziende.
Con l'ordinanza dell'8 maggio, il Ministro della Salute Speranza ha fornito le indicazioni inerenti alle modalità d'accesso e di uscita di ospiti e di visitatori presso le strutture residenziali di tutta la rete nazionale ovviamente - lo abbiamo visto anche in Commissione Salute - nel rispetto del documento proposto dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Il 17 maggio (quindi dopo nove giorni) il DIRMEI ha indirizzato alle RSA la nota 2021-0178745 in cui prospettava due modalità alternative di effettuazione del tampone: la prima, che fossero gli hot spot delle RSA a farsi carico del tampone; la seconda, attraverso gli hot spot delle Aziende Sanitarie.
Nel primo caso, la Direzione della RSA può avvalersi della fornitura gratuita di tamponi, mentre nel secondo caso i visitatori/parenti, previa autocertificazione di una visita programmata presso una struttura (RSA) possono effettuare un test antigienico presso qualsiasi hot spot (ne abbiamo oltre 250 in Piemonte) senza alcun costo per l'interessato.
In pratica, alle strutture che dispongono di infermieri e che hanno la possibilità di farlo (contribuendo, quindi, con il lavoro), forniamo tutto il materiale di consumo (i tamponi). Lo possono fare per garantire un servizio e per una comodità del visitatore.
Quelle che non possono farlo, invece, possono invitare i visitatori/parenti agli hot spot delle Aziende Sanitarie, dove verrà fatto il tampone previa autocertificazione che attesti che questo test sia strumentale alla visita.
Abbiamo quindi due canali alternativi per fare i tamponi e per permettere ai parenti la visita all'interno delle strutture sanitarie.
Mi sono permesso di fare una copia della delibera contenente tutti i dettagli tecnici.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 752 presentata da Rossi, inerente a "Gestione della campagna vaccinale nel periodo estivo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
752.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Come sappiamo dal dibattito nazionale, oltre che dalle parole del Generale Figliuolo, che ogni giorno oramai si confronta con i Presidenti delle Regioni su questo tema, l'avvicinarsi del periodo estivo, caratterizzato anche da periodi di ferie che legittimamente tantissimi italiani (e piemontesi, nel nostro caso) prenderanno dopo un anno di sacrifici, rischia di creare qualche difficoltà alla campagna vaccinale, perché il tempo tendenzialmente fisso tra la prima e la seconda dose porterebbe, per alcuni, a ricevere la seconda dose molto probabilmente nel periodo delle vacanze.
È chiaro che un sistema che permetta l'organizzazione di una corretta campagna per i cittadini aiuterebbe, da un lato, a non far abbassare le somministrazioni (perché qualcuno potrebbe anche decidere di non iscriversi, ma di andare in ferie e di vaccinarsi dopo), ma dall'altro lato favorirebbe anche il turismo, perché se una persona si organizza, riesce a vaccinarsi e a ottenere il pass vaccinale, per cui anche per l'economia italiana sarebbe un aspetto positivo. È evidente che per fare questo occorre, appunto, organizzarsi.
Pongo un esempio, Presidente: in questo momento, in Lombardia, quando una persona si iscrive alla piattaforma, prima di confermare l'adesione vede la data della prima somministrazione, per cui gli viene concessa la finestra temporale anche della seconda dose. Di fronte a quest'informazione, la piattaforma chiede: "Vuole prenotare?". Dopodiché, il cittadino pu rispondere "sì" o "no".
Noi, invece, nonostante i diversi annunci - abbiamo letto anche sui giornali che l'Assessore ha annunciato che si andrà in quella direzione, ma in questo momento non ci siamo ancora arrivati - siamo ancora all'appuntamento "al buio".
Pongo un ulteriore esempio, questa volta personale: mi sono iscritto alla nostra piattaforma venerdì, ovvero il primo giorno utile per la mia fascia di d'età. Siamo a martedì e non ho ancora ricevuto neanche il periodo di somministrazione della prima dose. Non lo dico per lamentarmi, perché a me va benissimo così. Dico solo che stiamo facendo una prenotazione "al buio" mentre in altre Regioni, al momento della pre-adesione, non solo si fornisce la data della prima dose, ma anche la finestra della seconda somministrazione.
Credo che nessuno qui voglia discriminare i piemontesi rispetto ai cittadini delle altre Regioni, ma è evidente che la scelta della piattaforma su alcune questioni sta facilitando i cittadini di altre Regioni. Noi abbiamo deciso di mantenere la nostra piattaforma, che avrà tanti aspetti positivi, ma che su alcuni elementi va ancora implementata e resa più flessibile.
Sappiamo che le fasce di età coinvolte da adesso in avanti saranno quelle più giovani, quindi quelle che si sposteranno di più. Abbiamo letto che partiranno nelle prossime settimane anche le vaccinazioni nelle aziende.
È quindi evidente che, in questo momento, diventa fondamentale anche per il Piemonte superare questo scoglio delle date. Del resto, se le altre Regioni sono riuscite a superarlo, è arrivato il momento che lo facciamo anche noi.
Fra l'altro, dal punto di vista dei numeri, il Piemonte sta lavorando bene per cui se superassimo questo scoglio organizzativo (perché è un tema organizzativo che riguarda l'implementazione della piattaforma di condivisione delle aziende), anche la nostra Regione disporrebbe di un sistema di prenotazione di avanguardia come quello delle altre Regioni mettendo i cittadini nelle condizioni di prenotare legittimamente le ferie dopo un anno di difficoltà, senza precludere la campagna vaccinale favorendo al contempo il turismo e l'economia.
Con quest'interrogazione s'intende chiedere alla Giunta da quando e con quali modalità anche sulla piattaforma piemontese sarà possibile vedere contestualmente alla prenotazione, la data di somministrazione del vaccino e gestire con maggiore flessibilità l'intero processo di prenotazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Rossi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il tema si riduce sempre all'incertezza delle forniture. Le comunicazioni sulla fornitura di vaccini, in effetti, a oggi consentono un maggior margine temporale per programmare le agende delle ASL.
Le confermo che è stato modificato il sistema in modo da fornire a ogni cittadino il periodo in cui sarà vaccinato ("il periodo" vuol dire la decade; mi spiace per il suo caso, ma normalmente funziona; verificheremo comunque perché non ha funzionato nel suo caso), in modo da consentire a tutti un'organizzazione dei propri impegni.
La piattaforma "Ilpiemontetivaccina" ora consente a chi ha effettuato la registrazione di accedere al proprio percorso vaccinale, che contiene tutte le informazioni sulla pre-adesione, gli appuntamenti già calendarizzati e i vaccini già eventualmente ricevuti.
Inoltre l'assistito, a seguito di questa pre-adesione, riceve un appuntamento tramite sms con la comunicazione di data, ora e luogo della vaccinazione (parliamo della prima dose). All'atto della prima dose pianifica la seconda ma, in questo caso, lo fa con una persona di fronte.
Se la data dovesse cadere in un momento in cui non è presente, magari per ferie, c'è la flessibilità degli operatori, avendo un margine d'azione sulla seconda dose per collocarla secondo le esigenze della persona.
Nel caso, invece, di persone che hanno un medico di famiglia vaccinatore quindi che ha deciso di vaccinarle - sono nell'elenco dei medici di famiglia - la piattaforma indica le date di preadesione e di somministrazione, mentre la convocazione verrà fatta direttamente dal medico curante. Lo stesso nel caso di pazienti "non trasportabili", per i quali la comunicazione viene fatta direttamente dall'ASL.
Per accedere a queste funzioni, quindi a tutto quello che è il calendario e, soprattutto, ai certificati vaccinali, è necessario accedere con due modalità. La prima è con le credenziali SPID oppure con codice fiscale e tessera sanitaria. In questo secondo caso, gli utenti ricevono sul cellulare un messaggio, in fase di preadesione, con una password temporanea che permette l'accesso. Questo perché? Non perché la Regione Piemonte voglia complicare, ma perché il Garante della privacy ha previsto una serie di garanzie su questi dati, che sono sensibili.
Le categorie che hanno già effettuato il vaccino senza pre-adesione (ad esempio, operatori sanitari, RSA, Forze dell'ordine) possono comunque accedere esclusivamente attraverso lo SPID. Possono scaricare e stampare il proprio memorandum vaccinale, con tutte le informazioni presenti sul percorso.
In più, è anche possibile scaricare il certificato vaccinale, che è un vero e proprio documento sanitario ufficiale, che indica le dosi e il tipo di vaccino. Chiaramente questo va scaricato con lo SPID, essendo un dato sensibile.
Purtroppo, fino a oggi le date incerte di consegna dei vaccini rendevano molto rischiosa l'indicazione di una data precisa (giorno e ora di vaccinazione), perché il rischio concreto era di dover disdire gli appuntamenti per mancanza di vaccini.
Questo, purtroppo, sta succedendo. In queste ore, mentre noi parliamo, ci sono aziende che stanno mandando comunicazioni di disdetta dell'appuntamento, perché non abbiamo i vaccini. Consumiamo tutto quello che riceviamo, ma sono ancora quantitativi insufficienti.
Sono in corso anche ulteriori approfondimenti tecnico-organizzativi per gestire l'intero processo di prenotazione, con quella flessibilità e quella possibilità di inserire la data. Abbiamo incaricato il CSI di procedere e di fare una modifica alla piattaforma, in modo da poter scegliere la data ma questo è conseguente alla sicurezza di avere le dosi, per evitare proprio un sistema che possa cambiare in continuazione le date di appuntamento.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 755 presentata da Gallo, inerente a "Ritorno all'attività ordinaria dell'Ospedale Martini di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
755.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Fortunatamente adesso incominciamo a presentare dei question time per capire come, quando e in quale modalità si torna alla normalità, anche rispetto ai servizi erogati dal nostro Sistema Sanitario Regionale, dopo la pandemia, quindi va meglio rispetto magari a sei mesi fa quando, invece, ci interrogavamo su come rispondere all'emergenza pandemica.
È sotto gli occhi di tutti che fortunatamente il nostro territorio (oggi zona gialla) va verso la zona bianca e sta gradualmente, ma in modo continuativo, uscendo dalla fase più acuta della pandemia, quindi ben vengano questi dati. Però in corrispondenza al miglioramento della situazione epidemiologica, che è sotto gli occhi di tutti, non rileviamo un progressivo adeguamento delle strutture sanitarie che, nell'emergenza massima in base al piano pandemico, erano state trasformate in COVID Hospital.
In particolar modo, l'interrogazione verte sull'Ospedale Martini, che è una struttura sanitaria fondamentale per il territorio cittadino, ma non solo anche dei Comuni confinanti, quella della zona ovest (Collegno e Grugliasco), ma che nella fase pandemica si è trasformato in ospedale COVID. Pertanto, sono state trasferite e annullate tutte le attività ordinarie di questo ospedale. Contemporaneamente, è stato chiuso il pronto soccorso, quindi l'accesso al pronto soccorso secondo le procedure per il COVID e contestualmente si è deciso di avviare un piano di lavori di ristrutturazione del pronto soccorso stesso che, a quanto ci risulta, sono terminati.
Colgo l'occasione per dire che prenderò poi contatto anche con l'ASL Città di Torino per fare un sopralluogo nell'ospedale, in modo da verificare la situazione, ma la domanda e la preoccupazione maggiore che abbiamo è quella di capire come mai oggi l'ospedale non è stato riaperto alle sue normali funzioni e attività e come mai il pronto soccorso oggi ci risulta ancora non operativo, considerato il fatto che il peso che hanno dovuto sopportare gli altri ospedali, rispetto all'accesso ai pronto soccorsi - penso all'Ospedale Mauriziano, all'Ospedale San Luigi e a quello di Rivoli - è stato importante per far fronte alla chiusura del pronto soccorso del Martini. Oggi dobbiamo gradualmente tornare alla normalità, anzi forse avremmo già dovuto essere tornati alla normalità per restituire l'erogazione del servizio sanitario migliore ai cittadini piemontesi.
La domanda verte proprio su questo: come mai non è stato riaperto il pronto soccorso del Martini, come mai l'ospedale non è tornato alla sua normalità operativa e quando s'intenderà riattivare l'ospedale, così com'era strutturato prima della pandemia? Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Gallo per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
L'Ospedale Martini, come sappiamo, è stato reso COVID Hospital con una disposizione dell'Unità di crisi regionale del 31 ottobre 2020, quindi veniva convertito da ospedale generalista a ospedale COVID e per questa ragione contestualmente il pronto soccorso è stato chiuso. Di conseguenza si è sfruttato questo momento di chiusura del pronto soccorso per effettuare tutta una serie di importanti lavori di ristrutturazione, che lo renderanno molto più efficiente sotto ogni profilo. Si è colta l'occasione per fare i lavori.
È stato un grande sforzo organizzativo quello di cantierizzare i DEA, per i lavori sono quasi conclusi, perché a me non risultano ancora conclusi, ed è per quello che la Direzione della Città della Salute dice che sono quasi conclusi.
Da quella data, come dicevo, cioè dal novembre dell'anno scorso, il presidio ospedaliero è rimasto a supporto di tutti gli altri ospedali della città di Torino e delle Aziende ospedaliere per ricoverare pazienti a media e alta intensità COVID.
Ora, lei ha ragione a dire che la situazione pandemica sta diminuendo e siamo scesi sotto i 100 posti occupati in terapia intensiva COVID; siamo sotto 900 posti di terapia ordinaria COVID, quindi l'incidenza è intorno a 60 per 100 mila abitanti, quindi sono dati molto confortanti.
Tuttavia, il presidio ospedaliero continua a essere il riferimento per i ricoveri COVID e attualmente sono settantasei i pazienti ricoverati cinquantacinque COVID positivi e ventuno negativizzati, ma non ancora dimissibili. L'ospedale, tra l'altro, dispone anche di un reparto SPDC COVID regionale per le acuzie psichiatriche con dieci posti letto e un reparto di pediatria COVID con dodici posti letto attivi.
La sua permanenza, oggi, come ospedale COVID permette a tutti gli altri presidi dell'area torinese di spostare dei pazienti che si presentano COVID positivi e di mantenere, accogliendo tali pazienti, COVID free tutti gli altri presidi, mentre si fa carico di assorbire tutti i malati COVID in questo momento, quindi garantiamo le attività ordinarie degli altri ospedali con un unico ospedale di riferimento, che è il Martini. In questi ospedali, ovviamente, c'è la ripresa delle attività ordinarie e, come lei ha definito, il ritorno alla normalità.
In funzione della necessità di riprendere l'attività di ricovero e anche di attività ordinarie anche al Martini, i cui lavori, ripeto, sono in fase di ultimazione, si ritiene plausibile una progressiva chiusura dei reparti COVID dal prossimo mese di giugno e una contestuale riapertura dell'attività chirurgica di reparti no COVID, provvedendo alla riapertura del pronto soccorso entro la prima decade del mese di luglio 2021 se le cose continueranno ad andare in questa direzione e se la pandemia continuerà a scendere, cosa che ci auguriamo tutti.
Pertanto, c'è già una programmazione di ritorno all'ordinario e, in questo momento, il Martini sta assorbendo tutti i pazienti che convergono su tutti gli altri ospedali in modo da renderli liberi e permettere in tali presidi maggiori attività ordinarie.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 756 presentata da Disabato, inerente a "Garantire la doppia indennità agli infermieri che hanno operato nei servizi di terapia intensiva e sub intensiva divenuti contemporaneamente reparti COVID"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 756.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Con il nostro question time portiamo in Aula la voce di centinaia d'infermieri che qualche giorno fa sono scesi in piazza sotto il palazzo della Giunta in piazza Castello.
Parliamo di professionisti che hanno affrontato l'emergenza sanitaria a mani nude, nelle prime fasi, un'emergenza nell'emergenza. Infatti ricordiamo che, oggi come allora, si sono ritrovati a operare all'interno delle strutture sanitarie con un'organizzazione confusa, poco chiara e soprattutto, in carenza organica di personale. Secondo quanto denunciato dalle organizzazioni di rappresentanza, mancano all'appello più di 4.000 professionisti per colmare le carenze nelle nostre strutture.
È impossibile dimenticare il grande lavoro che hanno svolto in piena pandemia; la loro passione naturale a garantire assistenza, anche con turni massacranti, ha fatto sì che molte persone potessero trovarsi in mani sicure e competenti durante il difficile momento della malattia.
Per fare tutto questo, gli infermieri e gli operatori sanitari hanno operato in reparti di terapia intensiva e subintensiva, nel frattempo convertiti in reparti COVID, quindi anche di malattia infettiva. Ricordiamo che oltre ai doveri, anche quelli non richiesti alla categoria, i nostri infermieri hanno anche dei diritti; in particolare, il contratto collettivo nazionale del lavoro del comparto sanità 2016-2018 prevede per gli infermieri, all'articolo 86, comma 6, lettere b) e c), le indennità di terapia intensiva, subintensiva e di malattie infettive, riconducibili al reparto dove svolgono il proprio servizio.
Che cosa ci hanno segnalato in particolar modo gli infermieri che sono scesi in piazza? A fronte dello scenario prima descritto, la maggior parte delle Aziende Sanitarie Regionali hanno pagato entrambe le indennità agli operatori sanitari operanti in questi servizi, tranne ASL di Città di Torino e Città della Salute e della Scienza di Torino: meglio, queste due Aziende hanno elargito la doppia indennità solo nei mesi di marzo e aprile 2020, riconducibili ai fondi nazionali e regionali relativi all'accordo datato 8 giugno 2020, ritenendo per il restante periodo la doppia indennità non cumulabile.
Per queste ragioni, chiedo all'Assessore quali siano le sue indicazioni in merito: queste due Aziende dovranno pagare la doppia indennità agli infermieri che hanno operato nei servizi di terapia intensiva e subintensiva diventati contemporaneamente reparti COVID e quindi di malattie infettive, come hanno fatto e stanno facendo giustamente le altre Aziende sanitarie?



PRESIDENTE

Grazie, collega Disabato.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Per rispondere a questa interrogazione, ho voluto fare degli accertamenti e mi sono informato dalle due Aziende.
La Città della Salute e delle Scienza di Torino, con nota protocollo n.
57433 del 25 maggio, comunica che ha provveduto a corrispondere l'indennità di malattia infettiva unitamente all'indennità di terapia intensiva e subintensiva a favore del personale infermieristico che ha prestato servizio nei reparti COVID nei mesi di marzo e aprile 2020 nella misura e con le modalità indicate negli accordi regionali sottoscritti l'8 giugno il 30 luglio e l'8 settembre 2020 con le organizzazioni sindacali rappresentative del personale del comparto e sono stati recepiti con DGR n.
21 del 16 ottobre 2020.L'Azienda precisa, inoltre, che secondo quanto stabilito con accordo sindacale aziendale del 22 aprile di quest'anno è in fase di riconoscimento, a favore del medesimo personale, l'indennità di malattie infettive, oltre l'indennità di terapia intensiva o subintensiva già corrisposta, per il periodo maggio-giugno 2020, mediante l'utilizzo delle risorse di cui alla DGR 12-2672 del 23 dicembre 2020, che ha recepito quegli accordi sindacali.
L'erogazione di queste indennità ha fatto riferimento alle risorse di cui al decreto legge 18 del 2020, come convertito nella legge n. 27, in più aggiungendo a queste risorse anche le risorse aggiuntive regionali.
Pertanto, la risposta alla sua domanda è sì.
Per quanto riguarda l'ASL Città di Torino, l'Azienda ha provveduto a corrispondere anche qui indennità di malattie infettive, unitamente all'indennità di terapia intensiva, a favore del personale infermieristico in servizio in tutti i reparti COVID a marzo-aprile dello scorso anno.
Anche in questo caso, nella misura e con le modalità previste dagli accordi sindacali firmati con le organizzazioni sindacali e recepite nella DGR 21 del 16 ottobre.
Preciso, inoltre, che dal mese di maggio in poi si è provveduto a corrispondere, a tutto il personale impegnato COVID, l'indennità di malattie infettive corrispondente a euro 5,16 per ogni turno di servizio effettuato, che è una scelta economicamente più vantaggiosa per i dipendenti, rispetto all'indennità di terapia intensiva e subintensiva di euro 4,13. Proprio in considerazione dei grandi sacrifichi posti in essere dal personale, anche in termini di ore di presenza, come ha giustamente sottolineato la Consigliera Disabato, l'Azienda intende anche valorizzare oltre alle indennità descritte sopra, l'ingente monte ore degli straordinari effettuati.
La destinazione di queste risorse residue, di cui alla DGR 12-2672, che ha recepito l'accordo sindacale del 19 novembre scorso, verrà a breve definita attraverso un apposito accordo sindacale, per cui nelle due Aziende si stanno già svolgendo gli incontri, al fine di definire la questione sul cumulo delle indennità e monte ore straordinari.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.
Prima di chiudere la sessione, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta sarà trasmesso via mail a tutti i Consiglieri e pubblicato in banca dati, dove sarà reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia dei componenti della Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Grazie a tutti e a tutte.
Alle ore 15.30, dopo i quindici minuti di areazione, il Presidente riaprirà la seduta del Consiglio regionale.
Buona salute a tutti.



(Alle ore 15.42 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta prosegue alle ore 15.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Nella sessione antimeridiana abbiamo concluso l'iter della proposta di legge n. 22.
Ricordo che c'è l'accordo per proseguire nelle prossime sedute sulle due proposte di legge rimaste in sospeso.
Ha chiesto di intervenire, sulla programmazione dei lavori, il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
C'è l'accordo di aspettare l'esito del confronto, ma ci dev'essere un confronto, almeno per quello che ci riguarda, sul punto 5), la proposta di legge n. 99. L'Assessore ha chiesto quarantacinque giorni di tempo, l'ha detto la scorsa volta, ma noi abbiamo ribadito che vogliamo un confronto entro le prime due settimane e questa richiesta è stata accolta. Vorrei quindi, che non venisse messa da parte. Volevo solo mettere a verbale questo punto.
La richiesta di stamattina della Consigliera Disabato ha generato un comunicato stampa da parte dell'Ufficio di Presidenza. Poiché, se capisco bene, c'è una bozza di testo depositato che può essere messo a disposizione affinché si arrivi addirittura a esprimerci entro la giornata, secondo me sarebbe un bel segnale, visto che la partita è questa sera. Qualora il Consiglio regionale volesse esprimere una posizione, noi saremmo disponibili, ovviamente se c'è l'assenso di tutta l'Aula di votarlo in questa seduta.
Valutatelo e se magari la Consigliera Disabato vuole confrontarsi, potrebbe essere una cosa anche interessante.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 480 presentato da Cerutti, Gagliasso, Perugini Preioni, Poggio, Gavazza e Nicotra, inerente a "Misure a sostegno della figura professionale del Magistrato onorario"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 480, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Andrea

Grazie, Presidente.
I Magistrati Onorari svolgono le funzioni tipiche dei Giudici o dei Pubblici Ministeri, ma per un periodo di tempo determinato e senza ricevere una retribuzione. Privi di qualunque forma di tutela, a loro spetta soltanto un'indennità per l'attività svolta.
Oggi sono circa 5.000 i Magistrati Onorari di cui si avvale il sistema giuridico italiano. A loro è affidato il 60% dell'attuale contenzioso civile e penale di primo grado.
Nel 2020, stando ai dati forniti dal Ministero della Giustizia, sui tavoli dei Magistrati Onorari sono arrivati più di 900 mila ricorsi civili e 150 mila procedimenti penali.
I Giudici Onorari, chiamati sempre più spesso a sopperire alle carenze di organico proprie della Magistratura ordinaria, sono stati investiti di sempre maggiore responsabilità cui, però, non è mai seguito il giusto riconoscimento né di un adeguato trattamento economico né di tutele assistenziali, assicurative e previdenziali.
Vista la funzione di primo piano esercitata dai Magistrati Onorari riteniamo sia doverosa una loro stabilizzazione professionale. Con quest'ordine del giorno vogliamo impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo affinché vengano poste in essere le misure più idonee per la tutela di questa categoria.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cerutti.
Vi sono richieste d'intervento in discussione generale sull'ordine del giorno n. 480? La Giunta chiede di intervenire? Non essendovi richieste d'intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 480, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame ordine del giorno n. 584 presentato da Ravetti, Valle, Avetta, Gallo Salizzoni, Sarno, Chiamparino, Rossi e Marello inerente a "Istituzione Commissione Speciale 'Piemonte Next Generation'"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 584, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Colleghe e colleghi, oggi i mezzi d'informazione ci ricordano che sul Recovery Plan il Parlamento e il Governo hanno iniziato una discussione per definire i livelli di governance. Sappiamo che c'è un'impostazione necessaria che vedrà protagonista il Governo nella relazione con la Commissione europea e che, dal mio punto di vista, probabilmente dal punto di vista oggettivo, sarà il canale di comunicazione più importante per mettere a punto l'insieme dei progetti che potranno essere realizzati entro il 2026.
Ricordo che stiamo parlando della più importante e più grande, in termini economici, massa di euro messi a disposizione dei Paesi membri per tentare di uscire da una crisi che non esito a definire "epocale"; una crisi economica e sociale.
Il PNRR ha delle caratteristiche ben precise; i progetti che saranno finanziati dovranno corrispondere a quelle caratteristiche e a quel profilo che correttamente sono stati individuati al momento dell'adozione del provvedimento e dello stanziamento delle risorse.
La discussione riportata sui media oggi prevede tre livelli di governance: un livello politico con il Primo Ministro e con i Ministri interessati e competenti di volta in volta rispetto ai temi trattati, e i Presidenti delle Regioni; un secondo livello, definito dai media "livello di dialogo sociale", rivolto alle parti sociali, con un tavolo permanente con gli Enti territoriali, ove ci sarà un protagonismo delle Autonomie locali e delle Regioni; infine, un livello tecnico - necessariamente tecnico - che affiancherà il livello politico e quello del dialogo sociale.
Insomma, ci stiamo avviando verso un passaggio che vorrei definire della "concretezza", dove abbiamo capito che le Regioni avranno un ruolo specifico. È evidente che anche la Regione Piemonte dovrà attrezzarsi per affrontare questo nuovo periodo di concretezza per consentire il rilancio economico del Piemonte e la tenuta sociale della nostra comunità.
Il Presidente della Regione Liguria, in un dibattito di gennaio o febbraio in Consiglio regionale, ha chiesto al Consiglio stesso di organizzarsi in maniera tale che il Next Generation EU in salsa ligure potesse essere trattato, appunto, con concretezza. Lì in Liguria la maggioranza (una maggioranza che sappiamo essere di centrodestra) ha proposto l'istituzione di una Commissione speciale. Voi sapete che anche in Liguria la Commissione speciale è presieduta, per Statuto, da un membro dell'opposizione.
Anche alla luce della proposta ligure e, in parallelo, a seguito della discussione avvenuta in quest'Aula - il nostro Presidente di Giunta regionale ha fatto altrettanto, lo ha ribadito anche in un comunicato stampa, chiedendo di organizzarci per un dialogo al nostro interno e nel rapporto con gli enti territoriali e con il Governo per trattare gli oltre 1.200 progetti che la Giunta ha inviato al Governo per il "dossier PNRR" il combinato disposto delle due questioni ci ha convinto a depositare quest'ordine del giorno per istituire anche nel nostro Consiglio regionale per la durata di un anno, una Commissione speciale ai sensi dell'articolo 31, comma a), che recita: "a) Commissioni speciali incaricate di esperire indagini conoscitive e in generale di esaminare, per riferire al Consiglio argomenti ritenuti di particolare interesse ai fini dell'attività della Regione".
Vi ho illustrato le ragioni per cui riteniamo che non vi sia nulla di più interessante che la riorganizzazione del sistema sanitario della nostra Regione, la ripartenza economica del nostro Piemonte e la messa in atto di tantissimi progetti. E se non si dovesse accettare l'istituzione della Commissione speciale per ragioni al momento incomprensibili, non si riuscirebbe a capire quali altri argomenti potrebbero essere ritenuti di particolare interesse per convincervi a istituire una Commissione speciale.
Per l'insieme di queste ragioni, chiediamo al Consiglio regionale di approvare quest'ordine del giorno e di avviare la procedura finalizzata a istituire la Commissione speciale sul Next Generation EU.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni, che interviene sull'ordine del giorno n. 584; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Entriamo nel vivo di questo grande censimento dei desiderata dei territori piemontesi, aspetto per il quale sarà necessario un lavoro continuo tra Giunta, Consiglio regionale, maggioranza e minoranza per proporre progetti strategici che rientrino nelle linee guida del Recovery.
Al riguardo, faccio rilevare che la VII Commissione permanente si occupa già di Enti locali e di autonomie, quindi la mia richiesta di collaborazione e il mio invito è di utilizzare proprio la VII Commissione che, come ho detto, già si occupa di Enti locali. Peraltro, in queste settimane e in questi mesi è stata anche scarica di lavoro.
Noi riteniamo che quello possa essere il luogo deputato per discutere, per lavorare e per approfondire queste tematiche.
Il mio invito è quello di utilizzare questa Commissione per attivare l'interlocuzione tra maggioranza, minoranza e Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Accogliamo e approfondiamo insieme la proposta del collega Preioni. Noi crediamo che la richiesta di istituire una Commissione speciale sulla Next Generation EU (sul Recovery, insomma) sia lo strumento corretto per fornire il giusto peso a un piano epocale, che toccherà la nostra legislatura perché siamo noi i responsabili, con il Governo, di declinare in progetti e in iniziative queste risorse uniche per il nostro Paese, che avranno impatto sui prossimi anni e sulle prossime generazioni.
Detto questo, il luogo, come ha chiesto il Presidente Cirio il 4 maggio quando abbiamo fatto il Consiglio straordinario su questo piano, cioè un luogo, una modalità e uno strumento attraverso il quale lavorare per far sì che il Piemonte colga tutte le opportunità di questa eccezionale fase è secondo noi, una Commissione ad hoc, in cui si controbilancino anche i ruoli esecutivi della Giunta e, di conseguenza, della maggioranza che, come abbiamo visto, hanno giustamente la possibilità - visto che è nel loro ruolo - di dialogare con i livelli governativi, di declinare la destinazione di queste risorse in delibere di Giunta, in proposte effettive, in progetti speciali e nella raccolta dei progetti.
Nel contesto di questo primo mese di lavoro, però, il ruolo delle opposizioni non è stato né valorizzato né coinvolto, quindi la Commissione speciale con a capo un Consigliere delle opposizioni può controbilanciare e rendere equilibrata la guida, la gestione, il monitoraggio e, dico di più la stesura di proposte, anche nell'ottica della semplificazione e dell'ammodernamento, da fare a livello parlamentare, per contribuire al dibattito e al conseguente percorso.
Sta proprio qui, forse, il cuore della proposta del collega Ravetti e del Partito Democratico tutto. Se la proposta è quella di declinarlo all'interno della VII Commissione - immagino attraverso un'indagine conoscitiva ex articolo 32 - possiamo anche valutarla, magari usando il modello del gruppo di lavoro COVID, che, tra l'altro, sta andando a esaurimento perché ha svolto la sua funzione e nelle prossime settimane ne trarremo le conclusioni.
Proponiamo di creare un gruppo di lavoro all'interno della VII Commissione i cui lavori e programmazione, ovviamente d'intesa con il Presidente della Commissione stessa, magari sono guidati e un po' studiati da un membro delle opposizioni, in modo da operare tutti insieme, solo per ottimizzare e fare il miglior lavoro comune per quest'opportunità, che è il Next Generation UE.
Se questa proposta può essere accolta dalla maggioranza come opportunità e come soluzione, possiamo magari sospendere i lavori e provare a riscrivere il testo e andare in quella direzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Credo di aver già detto, in occasione del dibattito sul PNRR, quanto sia importante che il ruolo di collaborazione tra Regione e Autonomie locali si sviluppi all'interno della VII Commissione. Va benissimo, perch ricordiamoci che ci saranno una serie di bandi che la Regione farà, rivolti al sistema delle Autonomie locali, ed è giusto che ci sia un rapporto di collaborazione costante e continuo con Comuni, Città metropolitana e Province.
Non tutto potrà essere demandato alla VII Commissione. Penso, ad esempio alla Missione 6, ai circa quattordici miliardi che arriveranno sulla sanità. È evidente che quei contributi, semmai, si andranno a discutere in IV Commissione e non in VII. Così come degli approfondimenti andranno fatti nelle Commissioni specifiche; penso alla V Commissione per i temi ambientali, tanto per fare un esempio, ma penso anche alle altre Commissioni che hanno e avranno un ruolo.
Credo, invece, che la VII Commissione possa avere un ruolo, congiuntamente al CAL, per trovare un sistema condiviso nei bandi per limare e limitare la burocrazia e per definire le regole da inserire all'interno dei bandi. Se riusciremo a fare questo progetto partecipato, anzi a dare continuità a un percorso già iniziato, attraverso questo grande censimento fatto dalla Giunta, credo che, come Consiglio, daremmo anche un ulteriore segnale.
Pertanto, l'idea di fare una Commissione speciale francamente ci vede poco convinti, lo dico a chi ha presentato la proposta, non perché non sia importante parlarne. Bisogna parlarne e bisogna approfondire i temi in Consiglio e in Commissione, ma usiamo la VII Commissione e usiamo anche tutte quelle Commissioni che potranno avere un ruolo da oggi ai prossimi mesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni, ma è già intervenuto.
È sull'ordine dei lavori?



PREIONI Alberto

È per una precisazione. Il mio invito era quello di utilizzare la VII Commissione, creando un gruppo di lavoro, però riteniamo opportuno che visto che c'è già un Presidente, che sia lui a presiedere. Inoltre, c'è un Vicepresidente della Commissione che già per sua natura è di minoranza quindi mi sembra che gli spazi ci siano e non siamo per creare un'altra sotto Commissione, una sub Commissione o come vogliamo chiamarla.
L'invito è aperto a fare sicuramente il gruppo di lavoro? Sì, però c'è già un Presidente e un Ufficio di Presidenza, che noi intendiamo utilizzare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Intervengo avendo sottoscritto come firmatario questa mozione, che credo centri bene e in modo efficace qual è il tema e il passaggio che dà corpo a quella fase due cui il Presidente Cirio ci ha esortati durante il Consiglio straordinario dedicato al Recovery.
È il passaggio della concretezza, cui faceva riferimento il collega Ravetti. È un passaggio importante, perché fino a oggi ci siamo limitati a raccontarci tante belle parole, a condividere tanti bei principi sull'opportunità che un percorso come quello che abbiamo di fronte porta con sé, anche per le ambizioni di una Regione importante come la nostra che s'inserisce o si dovrebbe inserire da protagonista, più di quanto non abbia fatto fino a oggi, in un contesto nazionale e internazionale davvero di straordinaria importanza.
Il passaggio della concretezza è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento. Dopo che il Presidente Cirio ci ha esortati a individuare un percorso il più possibile condiviso rispetto agli obiettivi cui tutti aspiriamo, quel percorso ci dovrebbe consentire anche di recuperare un po' una frattura con i territori che, evidentemente, c'è stata, altrimenti non si spiegherebbe e non ci sarebbe stata ragione di convocare quel Consiglio straordinario anche a seguito delle polemiche, delle lamentele e delle lettere che sono arrivate, in particolare, da molti Sindaci, rispetto appunto a una fattura che c'è stata con i territori.
Credo che quando l'ente non fa scelte, quando l'ente non assume decisioni ma si limita a censire, per usare un termine che è stato formalizzato appunto, nella seconda edizione del Recovery piemontese, ossia censire i desideri degli attori interessati alle opportunità che porta con sé il Next Generation, quando ci si limita a questa attività notarile - così è stato perché, di fatto, quello è stato il Next Generation piemontese, insomma il Recovery piemontese, chiamiamolo come vogliamo o, per meglio dire, per usare il termine che ha proposto la Giunta, il "censimento" di quasi 3.000 progetti proposti dagli attori piemontesi - allora non si fa quel che, a mio avviso, il Piemonte, si aspetta da noi, cioè da chi lo governa.
Credo che la proposta del collega Ravetti s'inserisca bene in questa dinamica e diventa, a nostro avviso, lo strumento più adeguato; non che non ce ne siano altri, ma sicuramente diventa lo strumento più adeguato anche dal punto di vista regolamentare. Altrimenti, quando davvero le possiamo usare queste Commissioni speciali, se non in un caso come questo? Se non nella specialità e nella straordinarietà della situazione che, per fortuna stiamo vivendo seppure a seguito di una drammatica pandemia? Con l'istituzione di una Commissione speciale, proposta dal collega Ravetti, che si occupi specificamente di quel tipo di obiettivo, si possono individuare tutti quei correttivi necessari rispetto a un percorso che, fin qui, in Piemonte si è rivelato, purtroppo, molto accidentato, come abbiamo evidenziato.
Altre Regioni sono state più capaci di noi di fare un percorso diverso come abbiamo suggerito negli interventi che si sono susseguenti nella giornata dedicata al Consiglio straordinario. Altre Regioni come la Liguria, che peraltro non sono governate da pericolosi comunisti, ma da maggioranze analoghe a quelle che governano il Piemonte, molto vicine e sintoniche a quelle che governano il Piemonte, hanno adottato altre soluzioni che ci sono sembrate e che sono apparse, fin da subito, più conformi agli obiettivi che ci davamo. La Regione Liguria, a settembre 2020 aveva già definito, insieme con le associazioni rappresentative dei Comuni il proprio Recovery. Settembre 2020! E noi siamo qui a discutere di questo nella fase 2, quella della concretezza; siamo qui a discuterne, a giugno 2021, ma non abbiamo ancora definito lo strumento attraverso cui far scendere in campo questa cosiddetta fase 2, cioè quella della concretezza.
Ci sono altre soluzioni, di cui abbiamo sentito parlare in questi ultimi minuti, che possono essere utili, ma nessuna, neanche quella di lavorare con l'interconnessione (mi pare di ricordare quanto diceva il collega Riva Vercellotti), cioè lavorare con l'interazione tra le diverse Commissioni, è una soluzione praticabile, ma certamente molto più macchinosa della soluzione che proponiamo con quest'ordine del giorno, cioè dedicare una specifica Commissione a un obiettivo, che è un obiettivo - lo ricordo straordinario, forse irripetibile per questo Piemonte.
Pertanto, riprendo quanto ho detto all'inizio: vi chiedo, dal punto di vista regolamentare, quando mai ci ricapiterà l'occasione di poter utilizzare uno strumento come quello della Commissione speciale in modo così conforme al dato regolamentare.
Davvero auspichiamo che ci sia un surplus di riflessione da parte di questa maggioranza rispetto alla proposta sviluppata dal collega Ravetti, che abbiamo sottoscritto.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ravetti, sull'ordine dei lavori.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Ovviamente, sono già intervenuto. Qualora decidessi di fare un altro intervento sul merito della proposta anche se non sarebbe possibile me lo ricorderebbe, Presidente. Allora diciamo che intervengo sull'ordine dei lavori.
Ci apprestiamo a votare questa proposta e mi verrebbe da dire che non avevamo dubbi, però la Giunta è presente, c'è l'Assessore ai rapporti con Consiglio, c'è anche il Vicepresidente, ai quali mi rivolgo.
Ci avete chiesto di fare una proposta per interagire, per metterci in relazione con voi al fine di restituire un lavoro legato al Recovery partecipato e migliore. Vi facciamo una proposta (questa è la cronaca) per istituire una Commissione speciale per una serie di ragioni e non perché il sottoscritto vuole la Presidenza o vuole coordinare qualcosa. Se qualcuno in Consiglio ha attitudini per impegnarsi e per affrontare gli argomenti non ha bisogno di sovraccaricarsi di ruoli, perché spazi ce ne sono. Lo abbiamo fatto perché abbiamo colto alcune vostre necessità, la vostra necessità più importante, quella che avete dichiarato durante la campagna elettorale, quella che avete dichiarato in quest'Aula: la priorità su tutte era l'autonomia, l'autonomia del Piemonte. Vi siete battuti sin dal principio per istituire una Commissione ordinaria in quest'Aula, perch avevate la necessità di lavorare tutti i giorni sull'autonomia del Piemonte. Volevate addirittura costringerci ad affrontare ulteriori argomenti da inserire nell'elenco che il Governo doveva, in una riforma costituzionale, lasciare o aggiungere nelle competenze di Regione Piemonte.
Secondo voi, con questa vostra tensione ideale, con questo vostro desiderio politico programmatico così importante, avremmo fatto a voi una proposta corretta nel chiedervi di affrontare il più grande impegno programmatico per il Piemonte,nella Commissione che voi ritenete più importante? Siamo mica matti. Siamo mica matti! Noi non volevamo e non vogliamo aggiungere lavoro alla VII Commissione, una Commissione che voi utilizzate, come avevate promesso, tutte le settimane (direi quasi tutti i giorni), per affrontare l'autonomia e il destino degli Enti locali del Piemonte.
Mi chiedo quante volte convocherete in più alla settimana questa Commissione per affrontare il Recovery, oltre alle dinamiche che vi hanno ossessionato in campagna elettorale sugli Enti locali e sulle autonomie.
Non volevamo offendervi ed è per questa ragione che abbiamo chiesto sull'argomento più importante che riguarda il destino delle nostre comunità, di istituire, a parte, una Commissione speciale che avrebbe lavorato insieme alle altre Commissioni in base agli argomenti da trattare.
Vede, Vicepresidente, qui c'è un problema. Ovviamente non c'è niente di personale, perché in politica non c'è mai nulla di personale, ci mancherebbe ancora, però forse è la formazione che avete messo in campo gli interessi e i profili dei soggetti che utilizzate nella vostra squadra.
Facciamo così: dato il caos organizzativo che avete generato in questi mesi rispetto al Recovery, tant'è che dal caos avete raccolto 1.273 (mi pare) progetti (solo dal caos poteva succedere una cosa del genere, mica da una linea programmatica precisa), continuerete nel vostro caos programmatico però fate una cosa, anzi, fatene due, vi diamo questo consiglio: non chiedeteci più collaborazione, non chiedeteci di condividere dei percorsi.
Non chiedetecelo, perché ogni volta che vi offriamo un punto di vista voi aprioristicamente, lo respingete. Non abbiamo ancora capito perché, per succede questo.
Inoltre, dal nostro punto di vista - mi correggerà il mio Capogruppo se commetto un errore nell'esporre questo pensiero - voi siete come gli allenatori che si sono trovati dei giocatori che non volevano, li hanno e altri, pochissimi, li hanno scelti (pochissimi li hanno scelti) e si trovano con un modulo di gioco che continua a produrre risultati negativi.
Avete giocatori che possono essere impiegati diversamente, anche per creare un'armonia differente all'interno del vostro spogliatoio. Ci arriva il rimbombo di un'armonia che non c'è.
Dicembre arriverà, mettete in campo un'altra squadra; mettete in campo una squadra diversa, perché qui a retrocedere non sarete soltanto voi, rispetto al Recovery, ma sarà l'intero Piemonte e sarete difficilmente perdonati dagli elettori che in quel caso, però, tanto il tempo passa, vi faranno retrocedere.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Giunta.
Prego, Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Rispondo con piacere al Consigliere Ravetti, perché mi fa sempre piacere replicare con onestà intellettuale.
Innanzitutto, i 3.000 progetti (sono più o meno 3.000) sono un censimento.
Perché abbiamo fatto questo censimento? Perché ci sono diverse fonti di finanziamento. Com'è successo già in passato, il Governo arriverà all'ultimo minuto a dirci: "Avete dei progetti su questo?". Non tanto sul PNRR, mi riferisco ai fondi FSC e ad altre misure di finanziamento.
Con questi 3.000 progetti siamo pronti a rispondere avendo ascoltato il territorio. Se non avessimo ascoltato il territorio, ci avreste detto: "Non avete ascoltato il territorio". Questo è evidente.
Detto questo, che ci sta, perché fa parte della dialettica e della liturgia politica, in ogni caso è chiaro che non respingiamo mai aprioristicamente le cose, Consigliere Ravetti, e lei lo sa. Abbiamo approvato proposte di legge vostre; abbiamo fatto attenzione a delle vostre proposte, così come anche quelle del Movimento 5 Stelle, senza avere nessun velo pregiudiziale davanti. In più, abbiamo convocato una cabina di regia composta da Unioncamere, come Casa delle Imprese, e dalle Province. Questa cabina di regia si trova periodicamente con i nostri direttori e sta valutando, con grande attenzione, i punti principali da trasporre nel PNRR, perché i progetti per il PNRR ci sono, sono chiari e sono arrivati dalle categorie quindi dai territori e dai corpi intermedi, e non solo dai corpi intermedi ma anche dalle aziende.
Per questo motivo, siamo assolutamente in grado di arrivare a una soluzione, anche con una prospettiva. Non siamo impreparati, questo volevo assolutamente dirlo.
In più, il DSU, che è la vera politica industriale del Piemonte del prossimo decennio, lo approveremo insieme, perché sarà oggetto di votazione in Consiglio. Pertanto, quello che proporrei e chiederei è proprio il fatto di dire "no" a una Commissione speciale, ma "sì" a un lavoro nella VII Commissione, dove mensilmente (o in un periodo che deciderà il Consiglio) ci si possa trovare e fare il punto sulla situazione, anche perché - e lo ricordo a tutti - ancora non è chiarissimo che cosa succederà con il PNRR da parte del Governo e, quindi, dell'Unione Europea. Anche noi siamo in attesa che si dipanino le nebbie, quindi pregherei di avere un po' di pazienza e di accettare questo tipo di richiesta, che è quella della VII Commissione, con una riunione periodica che faccia il punto e vi possa consentire di fare le vostre valutazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Tronzano.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, metterei in votazione l'ordine del giorno 584.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 584, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Questioni internazionali - Rapporti Regioni - Governo - Condizione femminile

Esame ordine del giorno n. 518 presentato da Biletta, Ruzzola, Graglia e Riva Vercellotti, inerente a "Decisioni del Governo turco di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 518, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Biletta per l'illustrazione.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Questo atto d'indirizzo vuole richiamare l'attenzione dell'Aula e della Giunta regionale su una notizia di marzo scorso, ossia la decisione del Governo turco di denunciare la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica del 2011, meglio nota come Convenzione di Istanbul.
La Convenzione di Istanbul rappresenta una tappa miliare nell'impegno per il raggiungimento della parità dei diritti e della dignità delle donne e quindi, in una prospettiva più ampia, un momento storico della nostra società.
Si tratta, infatti, del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante con cui è stato creato un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza, ed è incentrato sulla prevenzione dalla violenza domestica, la protezione delle vittime e il perseguimento dei trasgressori.
Come evidenziato nelle premesse dell'ordine del giorno, i contenuti della Convenzione di Istanbul hanno rappresentato una svolta fondamentale nel processo di emancipazione della donna: dal legame, dichiarato ed esplicitato, tra l'assenza della parità di genere e il fenomeno dalla violenza alla nozione ampia di violenza, che comprende anche quella psicologica ed economica e, soprattutto, quella domestica, la forma di violenza più diffusa, fino all'equiparazione della violenza contro la donna alla violazione dei diritti umani.
Come sappiamo, le situazioni che le donne vivono nelle diverse parti del mondo costituiscono un quadro molto variegato. Certamente in Occidente molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare.
In altre regioni del pianeta la situazione, però, è ben diversa. Secondo quanto comunicato dalla Commissione europea nel novembre scorso, emerge un quadro preoccupante: il 35% delle donne è stata vittima di violenza di genere; ogni anno più di quattro milioni di ragazze corrono il rischio di subire mutilazioni genitali femminili; in alcuni Paesi questa percentuale sale al 70%; in alcuni Paesi il 40% delle ragazze contrae matrimonio prima di compiere diciott'anni e il 12% prima dei quindici anni. La situazione è aggravata dall'emergenza sanitaria riconducibile alla pandemia da COVID-19 che, come viene stimato, causerà tredici milioni di matrimoni infantili in più tra il 2020 e il 2030 che altrimenti non sarebbero stati contratti. È in questo contesto che si inserisce la decisione del Governo di Ankara di uscire dai Paesi che aderiscono alla Convenzione di Istanbul. Tale decisione assume contorni ancora più preoccupanti nel momento in cui emerge che, secondo i dati forniti dalle associazioni femministe turche, lo scorso anno in Turchia sono state almeno 300 le donne uccise, perlopiù da mariti partner e familiari, mentre altre 171 sono morte in circostanze sospette.
Per tutte queste ragioni, oltre a esprimere forte preoccupazione per l'atteggiamento della Turchia, chiediamo che siano intraprese le azioni diplomatiche utili perché la Turchia torni a svolgere un importante ruolo nelle politiche di contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Biletta per l'intervento.
È aperta la discussione generale.
Non vi sono richieste d'intervento in discussione generale.
Chiedo l'eventuale parere della Giunta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alla cooperazione internazionale

La Giunta esprime parere favorevole.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno numero 518 con il parere favorevole della Giunta.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 518, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL) - Presidi privati di diagnosi e cura

Esame ordine del giorno n. 567 presentato da Magliano, Salizzoni, Frediani Canalis e Marello, inerente a "Il Piemonte riapre, le strutture residenziali, sociosanitarie e socioassistenziali ancora no. Subito un nuovo protocollo per garantire le visite in presenza"; ordine del giorno n. 565 presentato da Frediani, Sacco, Canalis, Magliano, Bertola e Marello inerente a "Protocollo per visite in sicurezza presso le strutture residenziali, sociosanitarie e socioassistenziali"; ordine del giorno n. 555 presentato da Bongioanni e Nicco, inerente a "Contatti tra pazienti ospiti nelle RSA e loro familiari e caregiver"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 567, n. 565 e n. 555 di cui al punto 10) all'o.d.g.
Lascerei la parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 567.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Questo è un ordine del giorno che tiene conto, in parte, anche delle nuove direttive ministeriali, che però, come sapete, spesso non vengono ancora applicate.
Con la circolare del 30 novembre 2020, il Ministero della Salute ha fornito chiarimenti circa la ripresa in sicurezza di visite e contatti con gli anziani ricoverati in strutture residenziali e ha fornito indicazioni, in coerenza con quanto previsto dal rapporto dell'ISS "Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell'infezione da SARS-CoV-2 in strutture residenziali, sociosanitarie e socioassistenziali", versione del 24 agosto 2020, per garantire uniformità di applicazione delle disposizioni e per assicurare il pieno accesso in sicurezza di parenti e visitatori presso le strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie e hospice.
Premesso, altresì, che nonostante il resto della società stia nuovamente aprendo alle attività e alle relazioni sociali, a oggi le visite dei familiari nelle strutture residenziali, socio-assistenziali, socio sanitarie e hospice sono ancora troppo complicate o non consentite, sempre per la motivazione generica che spesso ci è stata fornita in quest'Aula che il Direttore sanitario di queste strutture può tranquillamente decidere di mantenerle chiuse.
È però evidente che su questo la politica dovrà iniziare a dire qualcosa anche alla luce del fatto che in molti luoghi resta inapplicata la circolare del Ministero della Salute con la quale, qualora possibile, sono indicate le modalità per assicurare contatti affettivi di qualità. La stessa riconosce i gravi danni prodotti sulla salute dei residenti da un isolamento prolungato; questo è uno degli altri effetti che si hanno alla luce della non possibilità di avere relazioni umane, soprattutto con parenti.
All'articolo 2 della circolare si fa specifico riferimento ai test rapidi: "Al fine di ristabilire e favorire gli accessi dei visitatori in sicurezza come già messo in atto in alcune Regioni, si raccomanda di promuovere strategie di screening immediato, tramite la possibilità di esecuzione di test antigenici rapidi ai familiari/parenti/visitatori degli assistiti".
La Società Italiana di Neurologia per le Demenze ha pubblicato su una nota rivista legata al tema della psichiatria, Frontiers of Psychiatry, una ricerca da cui si apprende che, dopo un solo mese di chiusura delle strutture (marzo-aprile 2020), alcune forme di demenza sono peggiorate nel 60% dei casi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista della Fondazione Alzheimer Italia. È un testo scientifico che dimostra quali danni ha avuto ad esempio, la demenza senile a causa del fatto che non vi erano relazioni personali e umane. Da questo studio sono trascorsi dodici mesi, durante i quali anziani e disabili hanno potuto rivedere, se fortunati, i loro cari solo in videochiamata, dietro barriere di plastica o divisori di plexiglass.
Giorni fa il Garante per le persone private della libertà personale è intervenuto invitando la Regione a garantire le visite in presenza nelle strutture residenziali, socio-sanitarie e socio-assistenziali.
Considerato che il distanziamento fisico e le restrizioni ai contatti sociali imposte dalle norme volte al contenimento della diffusione del contagio hanno determinato una riduzione delle relazioni tra individui e un impoverimento delle relazioni socio-affettive, che in una popolazione fragile e in larga misura cognitivamente instabile possono favorire un peggioramento psicoemotivo; considerato, altresì, che la prima dose di vaccino contro il COVID-19 è già stata somministrata ai residenti e al personale delle strutture residenziali, socio-sanitarie e socio assistenziali, perché attualmente è in corso la somministrazione della seconda dose, dunque a breve residenti e personale di queste strutture avranno la copertura vaccinale; s'impegna il Presidente della Giunta e la Giunta Regionale a intervenire, realizzando un nuovo protocollo affinché le strutture residenziali, socio-sanitarie e socio-assistenziali consentano la ripresa in sicurezza delle visite in presenza al loro interno.
Questa è la richiesta che avanziamo con l'ordine del giorno, perché appare evidente a tutti i colleghi che ormai siamo pronti per permettere che le relazioni possano tornare ad essere parte della cura. Perché questo è il vero tema: l'allontanamento dai propri cari e la distanza crea ulteriori datti. E, come ho provato a dimostrare anche citando riviste di neurologia accreditate e stimate della comunità scientifica, quei danni ci sono e sono importanti.
Pertanto, chiediamo a questa Regione e al suo Assessore competente di realizzare un protocollo, una direttiva o una regolamentazione che permetta l'accesso nelle strutture, perché è evidente che, oltre alle terapie, oltre all'assistenza che viene data agli assistiti che vivono in queste tre tipologie di strutture, dobbiamo dar loro anche la possibilità di riabbracciare i propri cari e le persone che amano, perché questo fa parte della terapia o del mantenimento della stessa, e contribuisce alla non decadenza della condizione psicologica e psichiatrica stessa.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per l'illustrazione.
Passiamo all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 565, la cui prima firmataria è la Consigliera Frediani, inerente a "Protocollo per visite in sicurezza presso le strutture residenziali, sociosanitarie e socioassistenziali".
Ha chiesto di illustrare l'ordine del giorno la Consigliera Francesca Frediani; ne ha facoltà per dieci minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ovviamente condivido le premesse, tant'è che ho sottoscritto anche l'atto d'indirizzo del Consigliere Magliano, così come lui ha sottoscritto il mio.
Sono due atti che sono stati depositati quasi in contemporanea, quindi è evidente che fotografano una situazione che è quella relativa a un tentativo di riapertura delle RSA. Dico "tentativo di riapertura" perch in realtà, personalmente ricevo ancora molte segnalazioni in merito a difficoltà che i parenti riscontrano nell'accesso alle strutture.
Ci sono dei Direttori sanitari che in alcuni casi non dico che facciano vero e proprio ostruzionismo, però hanno probabilmente ancora qualche timore nel riaprire alle visite. Alcuni non sanno fornire indicazioni troppo chiare rispetto, ad esempio, all'esecuzione dei tamponi. Ho sentito anche di "stanze degli abbracci" che non sono sempre disponibili, di incontri che possono avvenire solo in giardino e quindi soltanto se c'è un tempo meteorologico che lo consenta, altrimenti avvengono attraverso una finestra che dà sulla strada, quindi con passaggio di auto dietro. Insomma ne sto sentendo di tutti i colori.
Oltre a quest'aspetto, ce n'è un altro, che riguarda la vaccinazione del personale. Sappiamo che il personale dipendente dev'essere vaccinato, per ci sono alcune figure che entrano all'interno di queste strutture, come i manutentori o gli animatori, che sono dei liberi professionisti e, di conseguenza, non si sentano vincolati all'obbligo di vaccinazione. E questo può comportare un pericolo per agli ospiti delle strutture.
Ho anche raccolto testimonianze in merito alle procedure di isolamento per gli ospiti che magari trascorrono un periodo al di fuori della struttura magari in visita presso i figli o anche solo per una passeggiata o per stare qualche ora al di fuori della struttura, e al rientro devono essere messi in isolamento. E non sempre la struttura è attrezzata per isolare in modo adeguato.
Le storie che abbiamo raccolto in questi mesi - non solo io, ma anche i colleghi - sono tante e raccontano una storia di tristezza, perché sappiamo che dentro le RSA la pandemia ha colpito con particolare violenza. Ma non ha colpito solo la pandemia, ha colpito anche l'isolamento l'allontanamento, il distacco e, soprattutto, la solitudine. E a questo si aggiunge anche l'impossibilità di curare sé stessi, anche solo dal punto di vista dell'aspetto fisico.
Qualche giorno fa una signora mi raccontava che ha visto sua mamma attraverso una finestra. È una donna che era sempre stata molto curata, con la piega fatta e sempre in ordine, e siccome la direttrice non lascia entrare la parrucchiera nella struttura, l'ha vista trasandata, trascurata e triste. Perché il fatto di vedersi anche in uno specchio con un'immagine che denota trascuratezza è un qualcosa che influisce sicuramente sull'umore di persone che sono già duramente provate da questa esperienza. Perché la parrucchiera non può entrare? Perché la direttrice ha deciso così.
Di conseguenza, sono tanti i temi rispetto ai quali probabilmente servirebbe una maggiore chiarezza e servirebbe un intervento un po' più deciso da parte delle istituzioni. Servirebbe anche un dialogo con chi ha la responsabilità effettiva di rendere praticabile l'accesso in sicurezza.
Crediamo che tutti questi aspetti debbano essere inseriti all'interno di un protocollo che la Regione dovrebbe predisporre, confrontandosi ovviamente con le realtà che saranno poi oggetto di queste istruzioni.
Mi spiace vedere che l'Assessore, che è stato seduto qui fino a poco fa, si è alzato e se n'è andato. Immagino che non sia andato via per fare merenda però sappiamo - perché abbiamo tutti davanti l'o.d.g. - che si stanno per discutere tre atti d'indirizzo relativi a una certa materia. E sempre per questo contendersi e anche un po' scaricare uno sull'altro le competenze rispetto ad alcune strutture (come sono le RSA) e quindi la parte sociale e la parte sanitaria, l'unico Assessore presente in aula attualmente mi sembra sia l'Assessore Tronzano. Lo ringrazio per la sua presenza, però non credo che abbia appena assunto le deleghe in materia di RSA.
Noi volevamo porre questo tema già da diverso tempo. L'ordine del giorno è depositato da quasi un mese e in questo tempo vi assicuro che la situazione non si è risolta e resta ancora molto su cui lavorare. Credo che gli anziani e i parenti non possano più aspettare e che sia ora d'intervenire e di fare chiarezza per consentire finalmente alle famiglie di riunirsi.



PRESIDENTE

Ringraziamo la collega Frediani per l'illustrazione.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 555 presentato dal Consigliere Bongioanni, avente a oggetto "Contatti tra pazienti ospiti nelle RSA, loro familiari e caregiver".
Ha chiesto di illustrare l'ordine del giorno il Consigliere Bongioanni, che ha pertanto facoltà di intervenire per dieci minuti.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo è un ordine del giorno che avevo presentato nel mese di aprile quando eravamo in piena zona rossa e all'epoca era quanto mai attuale imperniato com'era sulla richiesta di riapertura delle RSA, ovviamente con tutti i canoni e i parametri di sicurezza, ai parenti o ai cari dei pazienti e degli ospiti, soprattutto quelli che avevano una prognosi non felice o una prognosi grave. L'obiettivo era semplicemente quello di portare un po' di umanità nelle RSA e nelle strutture ospedaliere proprio per questi ospiti, che hanno problematiche pesanti, per i quali la pandemia è stata pesante, facendo arrivare il rapporto umano ai minimi termini o scomparire del tutto. Mentre sappiamo perfettamente che il benessere psicologico cammina di pari passo con il benessere fisico.
Tutto questo si sarebbe dovuto verificare nelle condizioni di massima sicurezza che, grazie ai vaccini, vanno aumentando e quindi permettere ai pazienti di avere quel minimo di affetto da parte dei loro cari. Adesso aspetteremo la risposta dell'Assessore, ma penso che tutto questo sia superato nei fatti dall'ordinanza del Ministero della Salute dell'8 maggio scorso. Pertanto, alla luce di quello che sentiremo adesso come replica penso che dovrò ritirare questo ordine del giorno, in quanto superato dai fatti e con il risultato che è stato ottenuto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.
È aperta la discussione generale sui tre ordini del giorno collegati, il n.
567, il n. 565 e il n. 555.
Chiedo se c'è qualcuno che vuole intervenire.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Sull'ordine dei lavori, solo per chiedere se, dopo la replica dell'Assessore, avremo possibilità di replica.



PRESIDENTE

Dopo l'intervento dell'Assessore, procediamo con le votazioni.



MAGLIANO Silvio

Non si fare neanche la dichiarazione di voto?



PRESIDENTE

Ora c'è la discussione generale aperta e lei può intervenire. Dopo chiediamo il parere della Giunta, chiudiamo la discussione generale e si vota.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Guardi, Presidente, presupponendo dalle parole del collega Bongioanni che penso abbia già letto la risposta dall'Assessore e che un po' intuisco cioè che, se ritira l'atto, il parere sarà negativo da parte della Giunta mi preme sottolineare che quella circolare - ma penso che l'esperienza di alcuni Consiglieri possa testimoniarlo - in alcuni casi è inapplicata. Lo dico all'Assessore affinché lo riporti all'Assessore competente.
È evidente che non possiamo che ringraziarla di essere qui, ma avremmo voluto avere l'Assessore Caucino o l'Assessore Icardi per discutere nel merito. Ancora oggi abbiamo casi di famiglie che non possono, nonostante la circolare ministeriale, incontrare i propri cari. Non possono farlo sia che siano RSA sia che siano strutture, come ho provato a spiegare, socio assistenziali o socio-sanitarie, quindi strutture che hanno persone con disabilità, che il più delle volte sono persone assolutamente sane, quindi che non hanno un percorso terapeutico, ma hanno solo la condizione di vivere in questi luoghi perché hanno bisogno di essere guardate e sostenute per la tipologia di disabilità che hanno.
Da questo punto di vista, sono, anzi sarei, perché parlo in condizione ipotetica, perché non mi è permesso di replicare a seguito della dichiarazione dell'Assessore, oggettivamente basito, perché è come se la risposta dell'Assessore non tenesse conto di quello che, invece regolarmente capita, quanto cioè ci dicono le associazioni di familiari di pazienti o le associazioni che si occupano di disabilità.
Insomma, o la Regione s'impegna, da questo punto di vista, a fare un monitoraggio e un controllo affinché la direttiva ministeriale venga applicata e prenda per buone le segnalazioni che vi arrivano - vi assicuro che arrivano e arrivano all'Assessorato tante segnalazioni, e penso all'associazione UTIM, una su tutte da questo punto di vista, che segnala casi in cui non vi è la possibilità d'incontro né di relazione - oppure non daremo una risposta sensata, precisa e puntuale alle famiglie di queste persone, che sono sia anziani nelle RSA sia famiglie di persone che vivono appunto in realtà socio-assistenziali, socio-sanitarie o hospice.
Come l'Assessore bene intende, l'hospice è un luogo dove, purtroppo, le persone vanno nell'ultima parte della propria vita, quindi forse gradirebbero, sia loro sia i familiari, avere alcuni momenti di relazione e di conforto umano.
Da questo punto di vista, mi auguro che il parere della Giunta sia positivo e che s'inizi una mappatura e un controllo reale, affinché i direttori sanitari delle strutture permettano l'incontro, permettano la visita permettano la possibilità di una relazione che, come ho provato a esplicare nel mio atto d'indirizzo, nel caso di assenza crea oggettivamente problemi psicologi, psichiatrici e, in alcuni casi, anche un aggravamento della malattia e, dunque, una regressione di alcuni passi fatti in avanti legati alle terapie, alle cure o a tutto quello che viene fatto per queste persone.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola la Consigliera Frediani, sulla discussione generale.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anch'io parlo per ipotesi, ovviamente, non avendo ancora avuto nessun riscontro, neanche informale, rispetto all'atto d'indirizzo, quindi non conoscendo qual sarà la posizione dell'Assessore.
Ricordo tra l'altro che, qualche tempo fa, c'è stato un richiamo da parte del Garante nazionale delle persone private della libertà personale, che si occupa anche di RSA - una cosa incredibile questa! - che ha chiesto proprio alla Regione di attivarsi per intervenire in questi casi, quindi per cercare di chiarire, perché sono troppe le difficoltà e i parenti si sentono totalmente impotenti.
Le cose sono due: o si fa un protocollo chiaro, altrimenti la Regione dica chiaramente a chi ci si deve rivolgere rapidamente per avere rapida soluzione, nel caso in cui ci si vada a scontrare con delle problematiche e con delle posizioni particolarmente rigide, che non consentono di accedere alle strutture e di incontrare i propri cari.
Date un'indicazione a queste persone, dite a chi possono fare appello, da chi possono avere chiarimenti, perché ci sono famiglie che sono veramente disperate, perché non riescono a superare quel muro, che è un muro non soltanto fatto di mattoni, ma è un muro fatto di divieti, di proibizioni di cose non dette, di adempimenti da svolgere rispetto ai quali non c'è chiarezza.
Cerchiamo perlomeno di ragionare su questo tema e poi, veramente, non diamo per scontato che le circolari del Ministero abbiano risolto qualcosa perché vi assicuro che le situazioni sul territorio sono veramente tante.
Credo che lo dobbiamo a queste persone, dopo quello che hanno passato in questi mesi; lo dobbiamo, non possiamo girarci dall'altra parte e fare finta che questo problema sia risolto e non esista.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi altre richieste d'intervento sulla discussione generale chiedo alla Giunta le indicazioni di voto.
La parola all'Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Naturalmente, riferirò all'Assessore Caucino le parole sia del Consigliere Magliano sia della Consigliera Frediani. Conoscendo la sua sensibilità sul tema, sono certo che ne farà tesoro.
Nel frattempo, racconto la risposta, che è questa: il tema estremamente rilevante merita grande attenzione, naturalmente. Entrambi gli ordini del giorno, che partono da premesse e da considerazioni condivisibili impegnano la Giunta a rivedere il protocollo, affinché le visite possano riprendere in sicurezza. Tanto premesso, si ritiene che la richiesta sia di fatto, superata dall'emanazione dell'ordinanza del Ministro della Salute dell'8 maggio scorso.
A livello regionale, infine, la Giunta ha assunto una propria deliberazione (n. 303082), avente a oggetto "Indicazioni in materia di accesso dei visitatori alle strutture residenziali e semiresidenziali della rete territoriale". Inoltre, il DIRMEI, con propria nota (protocollo del 17 maggio 2021), ha disciplinato la fornitura di test antigienici per visitatori e modalità di attuazione dell'ordinanza dell'8 maggio 2021 relativamente all'ingresso di ospiti e visitatori presso le strutture residenziali. Di conseguenza, rispetto a quanto diceva la Consigliera Frediani, quest'attenzione c'è stata; certo, non è detto che le circolari siano poi applicate, eccetera, ma il DIRMEI ha disposto.
Pertanto, si suggerisce di respingere entrambi gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Chiedo, velocemente, se l'Assessore può girare la nota, perché non abbiamo sentito nulla a causa di un problema di audio; quindi, non abbiamo sentito nulla.
Se può girare a me e alla Consigliera Frediani, lo ringrazio.



PRESIDENTE

Proseguiamo con la votazione degli ordini del giorno.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 567, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 565, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) L'ordine del giorno n. 555 del Consigliere Bongioanni è stato ritirato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame ordine del giorno n. 482 presentato da Bongioanni, inerente a "Istituzione Geoparco"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 482, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno nasce da una scoperta di un amico, collega geologo accompagnatore naturalistico e grande uomo di montagna, il dottor Enrico Collo, e riguarda il sostegno agli studi paleontologici e un approfondimento geologico su una delle aree naturalistiche e ambientali più belle delle nostre montagne, l'altopiano della Gardetta in Provincia di Cuneo.
Qui il dottor Collo ha rinvenuto tracce fossili di un animale vissuto milioni di anni fa, come conferma anche il responsabile del Dipartimento di Scienza della Terra dell'Università di Torino, Edoardo Martinetto, che considera queste impronte nuove per la scienza e uniche in Europa.
A lui si unisce poi Marco Romano, paleontologo della Sapienza di Roma, che ha identificato queste orme come appartenenti a un arcosauriforme di almeno quattro metri di lunghezza, quindi di notevoli dimensioni. Che cos'era? Un coccodrillo terrigeno che camminava nelle nostre montagne milioni di anni fa.
Proprio per questo, anche Massimo Petti del Museo delle Scienze di Trento dice che sono orme eccezionali, sia per come sono preservate sia per la peculiare morfologia che vanno a identificare una nuova icnospecie.
Infine, un altro studioso, Massimo Bernardi, paleontologo del MUSE di Torino, parla di un ritrovamento che testimonia la presenza dei grandi rettili in un luogo che si pensava che in quella stagione geologica fosse totalmente inospitale.
Come detto, questo era un grosso coccodrillo preistorico al quale è stato già assegnato il nome, un nome scientifico che verrà riportato sui testi di paleontologia di tutto il mondo e che fa onore anche al nostro territorio perché identifica e porta il nome del luogo del ritrovamento. Questo animale è stato identificato come "lsochirotherium gardettensis".
Guardo il Consigliere Chiamparino, uomo di montagna, che ama molto questo territorio e lo conosce, quello dell'altopiano della Gardetta, con il quale, fra l'altro, abbiamo anche avuto dei contenziosi dialettici, perch mi accusava di voler portare motocicli su questo altopiano.
Bene, Consigliere Chiamparino, adesso invece chiedo di farne un Geoparco quindi mi sono spostato, almeno in quest'area, sulle sue posizioni.
Questo ritrovamento, che, ripeto, è un ritrovamento paleontologico eccezionale e unico nel panorama del Nord-Ovest, va tutelato in un'area che, come stavo dicendo, quella dell'altopiano della Gardetta in Provincia di Cuneo, ha già di per sé un valore naturalistico e ambientale unico e formidabile.
La richiesta che faccio alla Giunta è di sostenere lo studio paleontologico, di approfondimento geologico dell'altopiano della Gardetta e avviare, ovviamente con un concerto dovuto e obbligato con gli enti del territorio, le Unioni montane, i Comuni e l'ente Provincia, un dialogo per arrivare alla creazione del Geoparco della Gardetta, che va a inserirsi in quel sistema che è la rete dei geoparchi italiani ed europei dell'UNESCO per aumentare la tutela dell'area interessata e per andare a incentivare il turismo sostenibile in un'area che di turismo ne ha già, ma che ha bisogno come tutto il resto del nostro territorio, di ripartire.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Se non vi sono richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 482, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Volevo solo avere conferma se c'era stato un accordo di sospendere gli ordini del giorno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ho già avuto un'interlocuzione anche con il Capogruppo Preioni. Poich devono esserci ancora delle interlocuzioni con la Giunta rispetto all'ordine del giorno al punto 12) all'o.d.g., chiederei di poter discutere la mozione al punto n. 18) dell'o.d.g, sempre del mio Gruppo.
Chiedo, quindi, un'inversione.



PRESIDENTE

Se nessuno è contrario, passerei ad esaminare la mozione n. 576.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame mozione n. 576 presentato da Sacco, Martinetti, Bertola, Frediani e Disabato inerente a "Aggiornamento della normativa regionale per la riduzione dei rischi e degli impatti derivanti dall'utilizzo dei prodotti fitosanitari in ambito urbano"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 576, di cui al punto 18) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco per l'illustrazione; ne ha facoltà



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ho deciso di presentare questa mozione per portare un problema che so che è sentito anche da altri Consiglieri sia di maggioranza sia di opposizione riguardo all'aggiornamento della normativa regionale per la riduzione dei rischi e degli impatti derivanti dall'utilizzo di prodotti fitosanitari in ambito urbano. Ai sensi del decreto del Ministero della Salute del 9 agosto 2016 e della nota del Ministro alla Salute 14.132 del 7 aprile 2017, i prodotti contenenti la sostanza attiva glifosato, da solo o in associazione, non possono essere impiegati in tutta una serie di aree che sono frequentate dalla cittadinanza.
La direttiva del 2009, la 128 della Comunità europea, recepita con il decreto legislativo del 14 agosto 2012 n. 150, ha istituito un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi. Per l'attuazione di tale direttiva sono stati definiti i piani d'azione nazionali per stabilire gli obiettivi, le misure, i tempi e le indicazioni per la riduzione di rischi e impatti derivanti dall'utilizzo di prodotti fitosanitari.
Il piano d'azione dotato in Italia con decreto ministeriale del 22 gennaio 2014 promuove pratiche di utilizzo dei prodotti fitosanitari maggiormente sostenibili e fornisce indicazioni per ridurre l'impatto di quelli con un impatto negativo nelle aree agricole e nelle aree extra agricole, aree verdi urbane, strade, ferrovie, soprattutto nelle aree naturali protette.
Il punto A.5.6 del vigente PAN disciplina le misure per la riduzione dell'uso dei rischi derivanti dall'impiego di prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili. Nello specifico, si definisce che in ambiente urbano i trattamenti e i diserbanti sono vietati e sostituiti con metodi alternativi nelle zone frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili indicati nel paragrafo che ho citato precedentemente.
La nostra Regione nel 2016 ha adottato le prime linee d'indirizzo regionali per l'impegno dei prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione e dai gruppi vulnerabili e nelle aree agricole a esse adiacenti. La legge regionale n. 76 del 1989, con il divieto dell'uso di fitofarmaci e dei diserbanti della prima e seconda classe di tossicità all'interno dei centri abitati, stabilisce che nelle aree pubbliche o aperte al pubblico, all'interno di centri abitati, come delimitati dagli strumenti urbanistici vigenti, è vietato l'uso dei fitofarmaci appartenenti alla prima e seconda classe di tossicità, ai sensi della legge n. 1.255 del 1978.
Il problema è che è il caso di intervenire perché, nella "Lista verde" adottata dalla Regione con revisione del 16 aprile 2019, si trovano comunque ben trentacinque prodotti a base di glifosato che possono essere utilizzati in ambito urbano.
L'International Agency for Research on Cancer ha classificato il glifosato come probabile cancerogeno sugli esseri umani (categoria 2A) e ha evidenziato come i più recenti studi abbiano dimostrato la sua natura genotossica, ovvero in grado di danneggiare il DNA di cellule di mammiferi umani e animali, ma ha tantissime altre ricadute negative, alcune anche emerse dalle cronache degli ultimi giorni. Per esempio, nel 2020 un'azienda tedesca produttrice del glifosato ha patteggiato per oltre dieci miliardi di dollari per chiudere 95 mila cause legali intentate per seri danni alla salute correlati all'uso dell'erbicida quali il "linfoma non hodking".
Tra l'altro, nel 2021 la stessa azienda verserà due miliardi di dollari per far fronte alle future richieste di risarcimento legate a nuove class action, ma è cronaca recente che è stata condannata anche dalla Corte d'Appello di San Francisco degli Stati Uniti al risarcimento di oltre venti milioni di dollari come sanzione penale e più di cinque milioni di dollari di risarcimento nei confronti di una persona che si è ammalata a causa dell'utilizzo del glifosato.
Chiedo al Consiglio regionale d'impegnare la Giunta affinché venga aggiornata la legge n. 76 del 1989, affinché venga vietato in tutto l'ambito urbano, sia in tutte le aree frequentate da gruppi vulnerabili sia nelle aree frequentate dalla popolazione, come quelle definite dalla normativa che ho introdotto all'inizio (parchi, giardini pubblici, campi sportivi, fioriere ovvero tutti quei luoghi che sono frequentati dalla popolazione, anche dai soggetti fragili), l'impiego di qualsiasi formulato a base di glifosato.
Inoltre, chiedo che venga predisposto che in tutto l'ambito urbano si faccia ricorso a tecniche e metodi alternativi all'impiego di prodotti fitosanitari pericolosi quali, ad esempio, il diserbo meccanico fisico in tutti i casi in cui essi possono sostituire il diserbo chimico, anche per evitare l'insorgere di resistenze causate dall'uso ripetuto della stessa sostanza attiva.
In caso in cui non possano essere eseguiti interventi alternativi, venga predisposto l'impegno di prodotti composti da principi attivi non pericolosi e venga predisposta la pubblicità e la trasparenza agli interventi effettuati dagli Enti locali, come la pubblicazione del cronoprogramma dettagliato sui siti istituzionali e sui mezzi di informazione locale, e che vengano proposti momenti di formazione e informazione rivolti agli Enti locali, agli utilizzatori professionali e a chiunque faccia uso di prodotti fitosanitari in ambito privato.
Chiedo, inoltre, che vengano previste sanzioni in caso d'inosservanza delle nuove disposizioni regionali.
Infine, si chiede di coinvolgere le competenti Commissioni al fine di ipotizzare un sistema per calmierare i costi a carico degli Enti locali in fase di predisposizione dell'aggiornamento normativo di cui sopra.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento in merito alla mozione n.
576, chiederei alla Giunta di esprimere il parere sull'atto di indirizzo testé illustrato dal Consigliere Sacco.
La Giunta chiede di sospendere la seduta per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.11, riprende alle ore 17.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo con l'esame della mozione n. 576.
La parola all'Assessore Protopapa.



PROTOPAPA Marco, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
In merito alla mozione, ritengo opportuno precisare che la legge del 1989 è vecchia e superata dalla nuova legislazione PAN e si va verso l'orientamento che il Consiglio sta dando, con la riduzione del glifosato.
Sono comunque condivisibili le informazioni e quanto indicato dal Consigliere Sacco come, di conseguenza, anche i desiderata dei Comuni che vogliono ridurre gli impatti ambientali e che la Giunta assolutamente vuole ascoltare.
Riteniamo che la mozione sia da accogliere, quindi il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Presidente e colleghi, solo per ringraziare sia chi ha proposto la mozione sia l'Assessore Protopapa per la risposta e la volontà, da parte della Giunta, di sostenerla, per cui la voteremo convintamente a favore. Diamo continuità a un percorso che la Regione ha già intrapreso, così come molte Amministrazioni piemontesi. Ci rendiamo conto che non si tratta di una mozione che risolverà ogni problema, ma dà un segnale importante nell'ottica di salvaguardare le nostre falde e il nostro ambiente.
Credo che con questa mozione andiamo nella giusta direzione. Pertanto rivolgo ancora un ringraziamento a chi l'ha proposta e all'Assessore e alla Giunta che hanno recepito questa volontà e questa proposta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Riva Vercellotti.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 576, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



MARIN Valter

Scusi, Presidente, il mio voto sulla mozione n. 576 è favorevole.



PRESIDENTE

Sarà riportato a verbale.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame proposta di legge n. 99, inerente a "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP)" (dichiarazione d'urgenza)


PRESIDENTE

C'è l'accordo di sospendere la trattazione degli ordini del giorno e proseguire i lavori.
Come già pronunciato, la Giunta regionale ha trasmesso il disegno di legge "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico". Ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale, ne è stata dichiarata l'urgenza.
Ricordo che la dichiarazione d'urgenza comporta la riduzione di tutti i termini alla metà, nonché, per le leggi, l'autorizzazione alla Commissione di riferire oralmente. Ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale, occorre provvedere a deliberare con votazione palese dopo aver ascoltato un oratore a favore e uno contrario.
Chiedo se c'è qualche intervento a favore.
Intervengono il Consigliere Preioni a favore e il Consigliere Bertola contro.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Questo importante disegno di legge va a trovare una sintesi di maggioranza.
È un disegno di legge che parla di gioco legale e di tutela del lavoro quindi ci sembra importante dare questo voto all'urgenza per ridurre i tempi.
C'è la disponibilità di questa maggioranza ad approfondire il tema anche con due Commissioni a settimana.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
È una richiesta di votazione ampiamente attesa, ce l'aspettavamo. Questa non è una proposta di legge urgente. Si narra di un accordo nella maggioranza ed è stato licenziato un disegno di legge, a quanto pare, con l'assenza degli Assessori di una forza politica all'interno della Giunta regionale.
Non è questa la priorità del Piemonte. Questa dichiarazione d'urgenza semmai dimostra, ancora una volta, la mancanza di volontà di confrontarsi in Commissione su questo tema.
Pertanto, il nostro parere è fortemente contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione.
Comunico che il numero legale è 26.
Indìco la votazione palese sulla dichiarazione d'urgenza della proposta di legge n. 99.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Detto questo, l'intesa è di sospendere i lavori.
Nella giornata di domani si svolgerà la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi, sull'ordine dei lavori.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Questa mattina ho fatto una richiesta e mi aspetterei almeno che la maggioranza dica sì o no e con quali motivazioni, relativamente all'atto d'indirizzo che ho chiesto di votare in giornata. Sarebbe bello, per la serietà di quest'Aula, se le richieste non cadessero nel vuoto, quindi chiedo di avere almeno una risposta relativamente alla richiesta che ho fatto all'inizio dei lavori odierni.



PRESIDENTE

Se i Capigruppo mi danno..



ROSSI Domenico

Posso riproporla; è per aiutare la maggioranza, Presidente.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
All'o.d.g. della seduta odierna c'è anche un atto d'indirizzo a mia prima firma che chiede l'adesione alla campagna "Figli costituenti", una campagna nazionale che chiede l'inserimento in Costituzione di due concetti importanti: uno è lo sviluppo sostenibile, l'altro è l'equità generazionale.
Considerato che in questo momento in Parlamento si sta votando un disegno di legge che affronta proprio questo tema, se il Consiglio regionale del Piemonte, come altre Regioni hanno già fatto (Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige), vuole esprimersi su questo tema, bisogna farlo in questi giorni se non si vuole arrivare fuori tempo.
C'è un atto d'indirizzo già calendarizzato per oggi e avevo chiesto se era possibile trattarlo in giornata. Se non si vuole farlo, mi si dica di no però se non altro lo si motivi, perché vorrei avere almeno una risposta dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ruzzola.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Sia da parte mia sia del mio Gruppo, rispetto a questa richiesta che abbiamo ascoltato in questo momento, riteniamo che l'argomento non sia secondario, dal momento che si parla di chiedere una modifica della Costituzione.
Tuttavia, poiché in questo momento non siamo in grado di esprimerci chiediamo quantomeno se sia possibile portarlo al prossimo Consiglio, in modo che ci sia oggettivamente la possibilità di affrontare l'argomento e di esprimersi in modo compiuto.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono altre proposte, suggerisco di inserire la questione nell'o.d.g. della Conferenza dei Capigruppo di domani e come primo punto all'o.d.g. della prossima seduta di Consiglio.
Mi spiace, Consigliere Rossi, ma oggi non c'è stata un'intesa.



ROSSI Domenico

Va bene, Presidente.



PRESIDENTE

Ne terremo conto domani nella Conferenza dei Capigruppo.
Con questo, concludiamo i lavori odierni.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.27)



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