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Dettaglio seduta n.132 del 04/05/21 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 14.00 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 724 presentata dal Consigliere Domenico Rossi, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi interrogazione a risposta immediata n. 727 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 723 presentata dal Consigliere Alberto Avetta, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta immediata n.
726 presentata dal Consigliere Ivano Martinetti, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 728 presentata dal Consigliere Marco Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo fin d'ora che per le interrogazioni a risposta immediata è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per tre minuti e la risposta da parte del componente della Giunta per cinque minuti. Non è prevista replica.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 724 presentata da Rossi, inerente a "Data per somministrazione vaccino alla data della prenotazione"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 724 presentata dal Consigliere Domenico Rossi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Il tema sollevato nell'oggetto dell'interrogazione è molto importante e sta generando preoccupazioni nei cittadini.
In Piemonte, a differenza di altre Regioni d'Italia che andrò a citare, al momento della prenotazione sul portale www.ilpiemontetivaccina non viene fornita alcuna data di somministrazione; l'appuntamento, infatti, arriva solamente qualche giorno prima della somministrazione stessa. Tutto questo ha generato, e sta tuttora generando, dei problemi, perché alcune persone anziane o fragili che si erano prenotate sul portale, dopo tre o quattro settimane, pur richiamando l'ASL di competenza, non riuscivano a ricevere neanche un'indicazione di massima; semplicemente, veniva loro risposto "non si preoccupi, la chiameremo".
A questa situazione se ne aggiunge un'altra, che ha aggravato ulteriormente lo stato di preoccupazione. Visto che, purtroppo, abbiamo un tasso di adesione dei medici di medicina generale inferiore al 50%, in termini di medici vaccinatori si è creato una specie di "doppio binario", per cui chi ha la fortuna di avere un medico di base che è vaccinatore passa, fra virgolette, avanti; chi, invece, dev'essere vaccinato dall'ASL, finisce in una sorta di "imbuto".
Questo ha chiaramente generato delle situazioni anche di conflitto, perch delle persone più anziane hanno visto magari qualcuno più giovane essere vaccinato prima, solo perché questo qualcuno più giovane aveva il medico di famiglia vaccinatore.
Questa doppia situazione, cioè da un lato il fatto che ci si iscriva a una piattaforma senza ricevere un appuntamento, e, d'altro lato, il doppio binario legato alla questione del medico vaccinatore, ha contribuito soprattutto nelle persone più anziane e più fragili, come abbiamo letto anche dagli organi di stampa (peraltro, ciascuno di noi è stato contattato in questo senso), ad alzare un po' il livello di ansia rispetto a questo tema.
Grazie a una campagna di vaccinazione molto forte, che giustamente promuove il vaccino come la strada principale per uscire dalla pandemia, tutti vogliono vaccinarsi; dunque, avere una certezza sulla data di somministrazione è importante. Anche perché, come dicevo all'inizio tantissime sono le Regioni d'Italia che, al momento della prenotazione forniscono anche una data. Ne cito solo alcune a livello esemplificativo: la Lombardia, la Sicilia, la Toscana, il Lazio, la Calabria e l'Abruzzo sono tutte Regioni in cui, all'atto dell'iscrizione alla piattaforma vaccinale, si riceve simultaneamente una data precisa.
Con quest'interrogazione, Presidente, chiediamo all'Assessore competente che cosa intende fare la Regione e con quali tempi per riuscire a fornire la data di somministrazione del vaccino al momento della prenotazione sulla piattaforma, così come avviene in molte altre Regioni d'Italia.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Rossi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il problema che ha sollevato il Consigliere Rossi è già stato affrontato molte volte.
Se avessimo potuto risolverlo sin dall'inizio, ne saremmo stati contenti ma non è stato possibile perché la difficoltosa e scarsa programmazione nazionale sull'invio delle dosi, che solo da pochi giorni è divenuta un po' più sicura e meglio articolata, non ci ha consentito di fare quest'operazione.
Mi permetto anche di dire che la situazione non è esattamente come la descrive il Consigliere Rossi quando sostiene che le altre Regioni forniscono subito, all'atto della preadesione, la data di somministrazione.
Non funziona in questi termini.
Tuttavia, proprio perché oggi abbiamo maggior sicurezza sull'arrivo delle dosi, già dalla prossima settimana l'applicazione potrà fornire a tutti la decade di riferimento in cui la persona sarà vaccinata; successivamente riceveranno un messaggio preciso con la data esatta di vaccinazione. Questo si è reso possibile solo perché adesso disponiamo di una garanzia maggiore dell'invio delle dosi. Prima questa garanzia non ce l'avevamo e rispettare soprattutto quelle categorie target che ci sono state imposte (giustamente per cui sono anche state condivise), che peraltro sono variate nel corso del tempo, era un'operazione estremamente difficoltosa.
Sappiamo che alcune Regioni hanno adottato un sistema del genere, ma sempre in un range di date, come faremo noi dalla prossima settimana.
Di anziani da vaccinare ne avremo ancora pochissimi, soprattutto di soggetti fragili fra i sedici e i cinquantanove anni; dunque, dalla prossima settimana all'atto della preadesione si riceverà anche la decade di riferimento della vaccinazione; successivamente, ma comunque a breve termine, si riceverà anche il messaggio con la data e l'ubicazione precisa del centro vaccinale dove effettuare la vaccinazione.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 727 presentata da Magliano, inerente a "Tamponi under 16: estensione del Progetto 'Scuola sicura' agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
727, presentata dal Consigliere Magliano.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Nel "premesso che" riporto che le misure fin qui adottate per contenere la diffusione del COVID-19 sono state varie, sia dal Governo sia dalla Regione.
La Regione Piemonte ha attivato il Progetto "Scuola sicura", un progetto di monitoraggio della diffusione del virus COVID-19 all'interno del sistema scolastico che promuove attivamente lo screening su base volontaria di studenti di seconda e terza media, prorogandone la durata sino al 31 luglio.
Luci e ombre, perché sappiamo che era su base volontaria; sapevamo che non tutti i genitori avevano ancora ferie e possibilità di prendere permessi per fare questo tipo di attività.
Tale progetto prevede che sia effettuato uno screening modulare che coinvolgerà, una volta al mese, tutti gli studenti che aderiranno. Ogni settimana sarà testato un quarto di ogni classe con tampone (rapido o molecolare). Questo era tutto ciò che era stato ipotizzato dall'Assessorato di competenza. Non andò e non è andato tutto esattamente così.
Tenuto conto del fatto che i ragazzi under 16 hanno maggiori probabilità di sviluppare infezioni asintomatiche rispetto agli over 16 - infezioni asintomatiche e, pertanto, non ci rendiamo conto del fatto che abbiano contratto il virus - e possono dunque essere veicolo di trasmissione silenziosa, sino a innescare potenziali focolai, che non ci sono ancora studi sufficienti relativi alle vaccinazioni sugli under 16 e che passerà diverso tempo prima che risultino immunizzati, in assenza di una vaccinazione specifica, l'aumento dello screening basato sui sintomi con l'identificazione delle infezioni silenti rimane essenziale per prevenire i focolai.
Nel "considerato che" faccio una serie di riflessioni sostenute anche da alcune note scientifiche, di cui sono entrato in possesso, ad esempio che l'accelerazione da cinque a tre giorni nell'identificazione dell'infezione corrisponde a una riduzione di 6,9 volte (cioè dal 97% al 14%) nella proporzione del contagio verso altri. Anche con un'alta copertura vaccinale la tempestività e l'efficacia dei controlli restano fondamentali nel contenimento della trasmissione della malattia.
Per rintracciare il "silent COVID" i tamponi salivari non invasivi e gli screening nelle scuole potrebbero diventare l'unica strada percorribile. E considerato che tracciare i contatti con efficacia e rapidità è di fondamentale importanza per identificare i casi pre-sintomatici, come già previsto da altre Regioni, appare dunque necessario estendere il Progetto Scuola Sicura agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado (oggi in presenza al 70%), periodo in cui aumenta la dimensione della socialità.
E, come noi sosteniamo da tempo, non è a scuola che ci si contagia, ma ci accade tra il suono della campanella e il suono della campanella del giorno dopo.
Il Trentino Alto Adige ha già previsto il ritorno degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e professionali in presenza al 65 dell'orario settimanale, a patto che partecipino all'attività di screening per il monitoraggio e la diffusione del COVID-19. Una cosa simile ha fatto il Lazio per i ragazzi tra i tredici e i diciannove anni. La Sicilia ha previsto per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado screening periodici a campione e a rotazione.
Interrogo per sapere se s'intende estendere il Progetto di Prevenzione Scuola Sicura agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, al fine di consentire un più efficace monitoraggio di tale fascia d'età sensibilizzandola sull'importanza delle misure di sicurezza come l'uso della mascherina e il distanziamento. Di conseguenza, oltre a un monitoraggio e un controllo, sarebbe anche un'attività di educazione civica sanitaria assolutamente utile.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Icardi, che ne ha pertanto facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La risposta alla sua interrogazione è: sì, abbiamo intenzione di estendere già da quest'anno scolastico il Progetto Scuola Sicura anche alle scuole superiori e ad altri setting di studenti.
Abbiamo intenzione di farlo, perché concordo con lei sul fatto che molti contagi avvengano "nell'intorno" della scuola, cioè quello che succede fuori, ma è anche vero che avvengono all'interno della scuola. Ci sono alcuni studi che dimostrano che la prolungata presenza di persone in luogo chiuso, sebbene diligentemente distanziate e con la mascherina, alla lunga determini il contagio e che questo avvenga anche a scuola. Poi è chiaro che, come lei ha sottolineato, si tratta quasi esclusivamente di soggetti pauci-sintomatici o asintomatici, però la scuola è comunque nel suo complesso un luogo di contagio.
Pertanto, il Progetto Scuola Sicura, a maggior ragione, riveste un'importanza strategica per tutte le categorie di studenti. Abbiamo già dato incarico al nostro servizio di epidemiologia di studiare un progetto che comprenda anche le altre fasce di età e anche per agevolare l'adesione.
Infatti, uno dei deterrenti per le famiglie a partecipare al Progetto era proprio il fatto che avrebbero dovuto portare i ragazzi presso il centro tamponi dell'ASL più vicino, quindi anche con una certa scomodità.
Proprio stamattina abbiamo incontrato Federfarma e Assofarm e abbiamo discusso di alcune tematiche, tra le quali quella di cui mi chiedeva la volta scorsa, cioè un prezzo calmierato per i tamponi, che sarà venticinque euro, se fatto dal farmacista, e trenta euro se fatto in presenza del medico. Ma stiamo valutando la possibilità di fare, a spese della Regione anche lo screening per il Progetto Scuola Sicura. Ne stiamo valutando i costi e quindi la sua possibilità - è una cosa di oggi - proprio per incentivare anche i ragazzi a partecipare, soprattutto grazie al fatto che la farmacia è vicina e quindi non devono recarsi in un centro tamponi più lontano, il che sarebbe una scomodità per i genitori.
È, insomma, una maggiore agevolazione dal punto di vista logistico e, se possibile - lo stanno valutando i nostri tecnici - anche un intervento della Regione per ridurre i costi di questo screening. Il tutto a favore di un contenimento dell'epidemia.
La ringrazio dell'interrogazione, perché mi ha dato la possibilità di spiegare quello che in queste ore sta succedendo, ma è sicuramente un intento condiviso e una valutazione condivisa quella di estendere la pratica agli altri studenti, cercando di renderla, dal punto di vista sia logistico sia economico, molto più appetibile.
Ho concluso e spero di essere stato esaustivo. La ringrazio, Presidente.


Argomento: Opere pubbliche

Interrogazione a risposta immediata n. 723 presentata da Avetta, inerente a "A Quincinetto la frana accelera. Urge una soluzione definitiva in tempi certi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
723.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente, e grazie all'Assessore per la risposta che vorrà darci.
Questo è un tema annoso, che l'Assessore conosce bene. L'interrogazione riguarda il fatto che i movimenti della frana di Quincinetto continuano, a maggior ragione quando ci sono piogge come quelle degli ultimi giorni, che si sommano, secondo gli studi e le analisi dell'Università di Firenze e di ARPA che stanno seguendo la questione, allo scioglimento delle nevi invernali. Evidentemente gli effetti e i rischi di quella frana sono molto noti e generano comprensibile apprensione nelle popolazioni locali, che si scarica chiaramente, come potete immaginare, sul Sindaco di Quincinetto in particolare, ma su tutti i Sindaci di quel territorio.
Peraltro, quando la frana si è mossa in modo tale da imporre per sicurezza la chiusura dell'autostrada, questo, come ricorderà l'Assessore, ha generato evidentemente una difficoltà molto significativa per quella parte di Canavese, perché chiudere l'autostrada significa chiudere la relazione stradale tra il Piemonte e la Valle d'Aosta e poi verso la Francia.
Pertanto, abbiamo bisogno di capire, posto che le piogge negli ultimi giorni hanno generato questo tipo di preoccupazione, quale sia lo stato attuale e anche quale sia la prospettiva ma, soprattutto, quali siano i tempi di questa prospettiva, perché i Sindaci di quel territorio e, per loro tramite, le popolazioni di quel territorio e anche le imprese che lavorano in quel territorio, tant'è vero che era stata presa una posizione molto netta da parte di Confindustria Piemonte insieme a Confindustria Valle d'Aosta, hanno bisogno di sapere in che tempi, con quale urgenza e determinazione siamo nelle condizioni di contribuire a risolvere quel problema, che è molto articolato e complesso, come sappiamo, e che coinvolge non solo la Regione, ma anche gli altri attori istituzionali a cominciare dal Ministero.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente; grazie Consigliere.
L'argomento è molto conosciuto, molto noto e certamente importante ed è una delle cose su cui dobbiamo agire. Sapete che il percorso è lungo, quindi parto dal preambolo, perché è importante e poiché abbiamo un ruolo anche informativo.
Da pochi giorni è arrivato il monitoraggio gestito dall'Università di Firenze (sapete che i monitoraggi sono due, uno gestito da ARPA, con la topografia satellitare, l'altro gestito dall'Università di Firenze) e c'è da dire che nel periodo dicembre-aprile 2020 non risultano eventi di accelerazione significativi. Questo è importante, perché significa che nonostante gli episodi di maltempo, l'ultimo evento importante risale all'alluvione d'inizio ottobre 2020.
Anche il monitoraggio gestito da ARPA dall'ottobre 2012 regista un'attività di movimento a marzo, confrontabile con quella registrata in precedenza.
Quindi è opportuno tranquillizzare tutti. Ciò non vuol dire che dobbiamo dormire e che possiamo rallentare, tutt'altro, ma vuol dire che, in questo periodo, non ci sono state accelerazioni significative dal punto di vista di entrambe le rilevazioni.
Cos'è successo nel frattempo? Si è concluso il ripristino del ponte sulla Dora, che consente il transito fino a 44 tonnellate, ed è stato così possibile completare il Piano speditivo della Prefettura per la circolazione alternativa in caso di chiusura, parziale o totale dell'autostrada. Naturalmente, cosa che non auspichiamo, ma che potrebbe capitare; in questo caso, avendo completato il ponte, sarebbe un po' meno gravoso per tutti gli utenti, per tutti i lavoratori e per tutti i turisti che devono passare dal Piemonte alla Valle d'Aosta.
È anche in procinto di chiudersi l'approfondimento chiesto all'Università di Torino per la progettazione dell'intervento di versante che dovrebbe partire a breve.
La SAV (Società Autostradale della Vale d'Aosta) è anch'essa in procinto di avviare la procedura sul vallo. Abbiamo avuto un incontro politico circa un mese fa, anche alla presenza del Sindaco di Quincinetto, durante il quale abbiamo sollecitato tutti gli attori in campo, perché in questo caso le due Regioni, che fanno un po' da "motivatori" e da "controllori", sono all'interno del Comitato tecnico che abbiamo deciso d'istituire, ma le società che devono realizzare l'intervento sono, da un lato, la SAV e dall'altro, il Comune di Quincinetto, che sta completando la progettazione e che deve procedere senza esitazione.
Dico senza esitazione non solo perché l'intervento è legato ai Fondi Sviluppo e Coesione, ma anche perché quei territori hanno necessità di addivenire velocemente a un risultato. La Direzione tecnica si rincontrerà giovedì 27 maggio alle 10. È chiaro che il nostro ruolo dev'essere quello di battere il tempo agli attori, di smussare gli angoli, di aiutare la fase autorizzativa e di progettazione. Dopodiché, come ho spiegato, gli interventi non sono realizzati direttamente dalla Regione Piemonte, quindi a maggior ragione c'è tutto l'interesse da parte del Comune di Quincinetto e della SAV di non trovarsi in queste condizioni.
È anche altrettanto vero ed è evidente che gli approfondimenti tecnici per il disgaggio e per gli interventi sul versante sono non banali, sono piuttosto complicati, quindi hanno richiesto un ulteriore approfondimento che però dovrebbe essere concluso.
Al riguardo, auspichiamo e siamo consapevoli che il Comitato tecnico del 27 maggio debba concludere un percorso o, di fatto, annunciare la conclusione di un percorso che ci possa vedere intervenire a breve in quel territorio ritenendolo, come ha detto bene il Consigliere Avetta, strategico e importante per la circolazione non solo regionale ma, di fatto internazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 726 presentata da Martinetti inerente a "Difficoltà per i lavoratori transfrontalieri della Provincia di Cuneo e la Valle Roya: necessario urgente intervento di potenziamento dei servizi ferroviari"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 726.
La parola al Consigliere Martinetti per l'illustrazione.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche l'Assessore per essere qui presente per rispondere a questa mia breve interrogazione.
Gli avvenimenti che ruotano intorno alla viabilità, sia stradale sia ferroviaria che, purtroppo, attanagliano la zona di Limone e la ferrovia Cuneo-Ventimiglia, credo siano noti a tutti; i problemi si sono ancora ulteriormente aggravati con le vicende alluvionali dell'ottobre 2020.
La situazione, devo dire, è sempre stabile, nel senso che è sempre grave tant'è che abbiamo ricevuto segnalazioni che hanno portato alla nostra attenzione i gravi problemi che stanno subendo i lavoratori transfrontalieri della provincia di Cuneo e della Valle Roja. Infatti, i collegamenti stradali, come ho già detto, sono distrutti e l'unico mezzo per raggiungere la vallata risulta essere la ferrovia.
Per quello che c'è dato sapere, le corse della linea ferroviaria sono molto ridotte e hanno orari che obbligano i lavoratori a pernottare vicino al proprio posto di lavoro, con conseguenti problematiche relativamente ai costi, oltre che al logoramento psicologico, dovuto chiaramente all'impossibilità di raggiungere in modo semplice il proprio posto di lavoro e il ritorno a casa. Tutto questo succede nonostante la presenza di un'infrastruttura e di un servizio pubblico.
Queste segnalazioni ci fanno rilevare che i treni fanno lunghe soste nelle stazioni di Limone e Vievola; soste di oltre un'ora che creano un ulteriore allungamento dei tempi di trasporto, che hanno costretto, come ho già detto prima, molti lavoratori ad abbandonare il posto di lavoro, oppure a fermarsi lontano da casa.
Pertanto, ci sono giunte alcune richieste che chiedono corse più frequenti lungo la linea, l'anticipazione dell'orario dei treni al mattino per raggiungere il posto di lavoro in un orario consono e una riduzione dei tempi di viaggio.
Queste sono le richieste che hanno fatto a noi e che noi giriamo all'Assessore per sapere se c'è un programma e quali sono le azioni che intende mettere in campo per ovviare a questa problematica.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Ivano Martinetti per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha la facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere.
L'argomento è molto noto e molto ben conosciuto, ancor di più in questi giorni. Noi ci siamo concentrati fin da subito, dopo l'evento della tempesta Alex di ottobre.
La situazione oggi è compromessa, non tanto per la tempesta Alex, ma è conforme e uguale a quelle precedenti, dal punto di vista delle coppie di treni. La linea, dal 2013, ha avuto forti ridimensionamenti e forti limitazioni, dovuti all'infrastruttura e non già alla tempesta, che ha ulteriormente appesantito le condizioni.
Oggi sappiamo tutti che da Breil a Ventimiglia la linea non è operativa quindi stiamo aspettando che, almeno nella parte sud, i francesi autorizzino gli interventi e che si possa ripristinare un servizio ferroviario.
Le due coppie di treni c'erano nel 2013 e ci sono ancora oggi perch purtroppo, al netto di quello che giustamente chiedono gli utenti, non siamo né io né Martinetti, e neanche il Presidente Cirio, a decidere a che ora devono passare i treni e quando devono passare. Ci sono motivi di sicurezza, a volte difficilmente comprensibili, che però limitano la velocità e, ancora di più, sono gestiti dal gestore delle infrastrutture e che quindi bisogna concordare con lui.
Naturalmente abbiamo fatto presente, perché sono segnalazioni che arrivano anche a noi, le richieste dell'utenza, ma, purtroppo, prima occorre pensare alla sicurezza, certamente ricordando, come abbiamo fatto e faremo domani nuovamente nella sede della CIG Alpi del Sud Italia-Francia, che quella è un'infrastruttura internazionale che va rimessa in ripristino velocemente non solo per un servizio minimo, che ci auguriamo presto possa collegare di nuovo Limone a Ventimiglia, ma anche con un potenziamento che consenta di aumentare la velocità.
fatto, aumentando la velocità, potremo incrementare il numero di tracce disponibili su quella tratta, con la possibilità di aumentare il numero di coppie. Fino ad allora, sarà obiettivamente impossibile, non solo per un motivo economico, ma perché non è consentito viaggiare da parte del gestore dell'infrastruttura.
Dobbiamo dire un'altra cosa, che credo vada riconosciuta al Piemonte e all'Italia: siamo stati i primi a dare un supporto ai francesi nella fase del dopo alluvione. Siamo stati i primi, in condizioni davvero drammatiche anche a dieci chilometri orari, a far viaggiare un treno che facesse Limone Tenda, per portare i soccorsi e i generi alimentari. Siamo stati i primi a far passare le autorità francesi e i gestori dell'infrastruttura francese per mettere a posto la linea.
Oggi ci aspettiamo che i francesi (anzi, avrebbero dovuto farlo qualche mese fa) facciano lo stesso con noi, cioè autorizzino i lavori da Breil al confine sud, in maniera che questa tratta sia completamente percorribile.
Abbiamo fatto di più, nonostante quello che alcuni dicevano, cioè che il servizio sostitutivo non sarebbe potuto partire dal 3 maggio, così com'è partita la linea, il servizio sostitutivo da Breil a Ventimiglia. L'abbiamo attivato e abbiamo deciso, grazie anche a Trenitalia, di andare lo stesso con i bus. Ieri siamo andati, abbiamo fatto servizio - checché se e dica: ci sono le foto, ci sono le testimonianze - e anche stamattina.
Abbiamo chiesto l'autorizzazione per passare, anche da domani là, quando sembra che ci sia un cantiere. C'è un cantiere che, comunque, stamattina ci ha consentito di passare ugualmente, quindi siamo determinati nel dire che il nostro lavoro lo stiamo facendo a servizio dei cittadini piemontesi francesi e liguri. Crediamo che tutti gli attori seduti a quel tavolo, al tavolo di domani, debbano comportarsi alla stessa maniera con noi, che siamo stati trasparenti, e direi anche solidali, soprattutto nelle fasi del dopo emergenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 729 presentata da Disabato, inerente a "Procedura d'infrazione Eu-Pilot 6955/14/ENVI, quali azioni per tutelare le specie in cattivo stato di conservazione, in particolare la Tortora selvatica, ed evitare la sanzione" (rinvio)


PRESIDENTE

Nel frattempo comunico che, per quanto riguarda l'interrogazione a risposta immediata n. 729, presentata dalla Consigliera Sarah Disabato, di comune accordo tra l'interrogante e la Giunta è stata rinviata alla prossima seduta.


Argomento: Pari opportunità - Nomine

Interrogazione a risposta immediata n. 728 presentata da Grimaldi, inerente a "Forti diseguaglianze di genere nelle nomine regionali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
728.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per tre minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come l'Assessore saprà (non so se volesse a tutti i costi rispondermi lui) questa non è la prima volta che segnaliamo questo tipo di arretratezza.
Il Consiglio regionale del Piemonte, purtroppo, è uno degli ultimi in Piemonte, e in Italia, ad avere una legge sulla parità di genere. Siamo una delle poche Regioni italiane che non ha cambiato la propria legge elettorale e non ha corretto in nessun modo altri dispositivi e meccanismi in cui aggiornare questo grandissimo tema.
Veniamo da un anno difficilissimo, in cui ancora di più lo squilibrio di genere si è manifestato in tanti settori, fra cui ovviamente quello del lavoro; tema generale di chi, in questa pandemia, ha dovuto spesso rinunciare alla propria attività per i lavori di cura e di assistenza.
Lei mi dirà: cosa c'entra tutto questo con le partecipate? C'entra, perch da uno studio e da un'analisi dei dati ufficiali sulle nomine della Giunta regionale e del Consiglio regionale, dal 1° luglio 2019, giorno dell'insediamento, a oggi, delle ottantatré nomine fatte dal Consiglio regionale e dalla Giunta, solo nove riguardano donne. All'interno di questo lavoro recentissimo si nota che la sproporzione è del 90% al 10%.
Ancora in questa inchiesta si legge, nel dettaglio, che solo grazie agli obblighi di legge, laddove almeno un terzo delle nomine dev'essere diverso di genere, la componente femminile riesce a farsi spazio in queste nomine.
Tutte le volte che è stata un'elezione libera, e purtroppo questa è anche una (mi rivolgo ai colleghi che non ci sono), ogni volta che si è presentata la possibilità, sono solo gli uomini quelli che hanno avuto accesso.
Seppure i dati che ho appena citato appaiono rispettosi della normativa nazionale vigente, l'enorme differenza numerica di genere delle nomine appare un grosso problema di disparità, di fatto anche nell'accesso.
La Commissione regionale per le Pari Opportunità ha il compito di rimuovere gli ostacoli che costituiscono le discriminazioni. Questa situazione appare un unicum, almeno nel recente passato e da quando vi sono state sempre di più sollecitazioni su questo tema.
Nella mia interrogazione si chiede: quali azioni intende intraprendere l'Assessore competente da qui alla fine dell'attuale legislatura per ristabilire una maggiore parità di genere nelle nomine delle società a partecipazione regionale? Se gli appelli non bastano più, se le nostre leggi depositate non sono recepite o discusse in Aula, come quella della parità di genere e della doppia preferenza; se non c'è la possibilità, in qualche modo, di fare moral suasion, allora dobbiamo cambiare le nostre leggi regionali e anche i nostri intendimenti.
Spero che potrà rispondermi e si sia consultato almeno con la maggioranza e con la Giunta.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Grimaldi.
Rispondo a nome dell'Assessore Ricca e dell'Assessore Caucino. Credo che non mi abbiano scelto - sarebbe facile fare una battuta - perché quella dell'Agenzia della mobilità è la nomina più importante fatta dal mio Assessorato, che ha visto emergere, meritoriamente, una donna di cui siamo tutti soddisfatti. Credo sia un caso. Ci sono anche casi ed eccezioni forse, che dimostrano che questa Giunta regionale ha una sensibilità che magari va accresciuta. Adesso vi leggerò quanto gli Assessori Ricca e Caucino ritengono di dover dire al Consigliere Grimaldi in merito alla sua interrogazione.
In primo luogo, si concorda nel dire che molto dev'essere ancora fatto per giungere alla piena parità fra donna e uomo rispetto alle posizioni apicali all'interno del mondo delle professioni, delle università, delle aziende e persino della politica. La strada da percorrere è ancora lunga e, oltre a denunciare il fatto, si rende necessario riflettere su quali strumenti il legislatore possa mettere in campo per favorire in modo concreto l'effettiva parità donna-uomo.
Ci si riferisce, in particolare, a quelle misure finalizzate a conciliare il tempo di vita e di lavoro, non costringendo le donne, in modo preponderante, a optare tra famiglia e lavoro, tra realizzazione personale e professionale. La Regione Piemonte negli scorsi anni, grazie al progetto WECARE, si è proficuamente mossa proprio in questa direzione.
A conferma del fatto che il tema sta molto a cuore all'Amministrazione regionale, recentemente il Consiglio ha approvato un ordine del giorno, il 539 a prima firma della Consigliera Biletta, finalizzato a promuovere la parità di genere grazie alle risorse del Next Generation EU; esercitando tra le altre cose, azioni che valorizzino il merito e garantiscano il pieno rispetto della normativa legata alla rappresentanza di genere.
Nello specifico della richiesta, rispetto all'interrogazione presentata, si rileva che tutte le nomine effettuate dall'Ente, con riferimento agli organi amministrativi e di controllo delle società a partecipazione regionale, sono avvenute nel pieno rispetto della disciplina legislativa menzionata, garantendo il rispetto della quota di genere, come peraltro richiesto anche dalle norme statutarie delle singole società.
Si rileva, altresì, che la risposta degli interessati agli avvisi di nomina registra costantemente una grandissima sproporzione di genere tra coloro i quali presentano la propria candidatura (tendenzialmente il rapporto donna uomo è di uno a dieci).
L'auspicio è che sempre un maggior numero di donne presenti la propria candidatura a ricoprire ruoli chiave nelle amministrazioni e ambisca a mettere a disposizione delle comunità le proprie qualità umane e professionali, che non possono che essere motivo di arricchimento e di crescita collettiva.
L'interrogazione, infine, offre anche la possibilità di fornire al Consiglio regionale un aggiornamento circa l'elezione degli organi elettivi della Commissione regionale Pari Opportunità. Infatti, l'elezione dell'Ufficio di Presidenza, procrastinata a causa dell'emergenza sanitaria degli scorsi mesi, avrà luogo in presenza giovedì 6 maggio 2021 alle ore 15 presso la sede regionale di Corso Stati Uniti 21 a Torino.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.
Prima di chiudere la seduta, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta sarà trasmesso via e-mail a tutti i Consiglieri e pubblicato in banca dati, dove sarà reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia dei componenti della Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Grazie a tutti e tutte. Alle ore 15.15 il Presidente aprirà la seduta ordinaria del Consiglio regionale.
Chiedo a tutti di uscire per i quindici minuti di areazione.



(Alle ore 14.43 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 15.20)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Per la gestione della seduta si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 16 aprile 2021, n. 63, a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
La verifica della presenza verrà effettuata mediante chiamata nominale.
Ai soli fini dell'appello, comunico che sono in congedo i Consiglieri Chiorino, Fava, Icardi e Ricca. Il numero legale è, pertanto, ventiquattro.
Procedo all'appello nominale.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale )


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ho depositato l'ordine del giorno n. 571, avente a oggetto "Abolizione vincolo quinquennale per i docenti - DL 159/2019", che però non vedo ancora caricato sulla Intranet.
Ne chiederei l'iscrizione all'o.d.g. dell'odierna seduta, trattandosi di un tema piuttosto urgente; tra l'altro, è oggetto anche di un emendamento presentato dal centrodestra in Senato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Gli Uffici verificheranno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per iscrivere all'o.d.g. dell'odierna seduta l'ordine del giorno n. 567, avente a oggetto "Il Piemonte riapre, le strutture residenziali, sociosanitarie e socioassistenziali ancora no. Subito un nuovo protocollo per garantire le visite in presenza".
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Magliano.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Avevo depositato un atto d'indirizzo qualche settimana fa sempre sul tema delle riaperture delle RSA, del quale chiederei, se possibile, l'attrazione all'ordine del giorno testé introdotto dal Consigliere Magliano.



PRESIDENTE

Va bene, lo inseriamo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Da quando siamo in zona gialla, di fatto, non si è aperta alcuna discussione fra noi su come cambieranno alcuni settori, tra cui quello relativo alla cultura. Spero che i colleghi ne abbiano già fatto richiesta almeno in Commissione.
Non so se l'Assessore Poggio ci raggiungerà nel pomeriggio, so solo che molte Regioni hanno espresso intanto delle note interpretative. Ad esempio nelle cosiddette "FAQ", la Regione Emilia Romagna e la Regione Toscana hanno spiegato, relativamente allo spettacolo dal vivo, cosa si può fare dove si può fare, in quali luoghi; tra questi, anche tanti circoli e tanti spazi che hanno la possibilità di riospitare delle attività.
Credo che serva, quanto prima, un'informativa da parte dell'Assessore per capire esattamente come possiamo facilitare il ritorno in presenza del mondo della cultura, che, come sapete, è quello che ha subìto la serrata più lunga.
Abbiamo rivisto l'apertura dei cinema e di alcuni grandi istituzioni culturali, per cui ci piacerebbe ricevere, da parte della Giunta un'informativa per capire come ci stiamo muovendo e cosa stiamo prevedendo appunto, in questa fase.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Vi sono ulteriori richieste d'inserimento di nuovi punti all'o.d.g.? Se non vi sono indicazioni in senso contrario, considererei accolte le proposte d'inserimento nuovi punti all'o.d.g. testé avanzate dalla Consigliera Frediani e dal Consigliere Magliano, e d'informativa del Consigliere Grimaldi.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento, hanno chiesto congedo Chiorino Fava, Icardi e Ricca.
b) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
c) Processi verbali precedenti sedute Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute consiliari del 30 e 31 marzo 2021.
d) Rinuncia parziale impugnativa Il Consiglio dei Ministri nella seduta del 22 luglio 2020 aveva impugnato la legge n. 13 del 29 maggio 2020, "Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da COVID-19". In data 29 aprile 2021 ha proposto la rinuncia all'impugnativa limitatamente all'articolo 23 comma 2, e all'articolo 79.
Permangono ancora validi gli altri motivi d'impugnativa di cui alla delibera del Consiglio dei Ministri del 22 luglio 2020.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Chiedo scusa, ma c'è stata la rinuncia all'impugnativa all'articolo 23 di quale legge?



PRESIDENTE

Della legge n. 13 del 20 maggio 2020, "Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da COVID-19".



GALLO Raffaele

È il "Riparti Piemonte".



PRESIDENTE

Sì, è il "Riparti Piemonte".
Ha rinunciato all'impugnativa limitatamente all'articolo 23, comma 2, e all'articolo 79.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Scusi, Presidente, ma con queste barriere di plexiglass si sente poco. Ha detto articolo 23, comma 2?



PRESIDENTE

Articolo 23, comma 2, e articolo 79.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento - Commercio

Esame disegno di legge n. 122, inerente a "Proposta di legge al Parlamento: Interventi di sostegno finanziari a favore di operatori economici per contrastare l'emergenza da COVID-19" (Atto d'indirizzo collegato n. 435)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 122, inerente a "Proposta di legge al Parlamento: Interventi di sostegno finanziari a favore di operatori economici per contrastare l'emergenza da COVID-19", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Il provvedimento, con lettera datata 9 aprile 2021 del Presidente della Giunta regionale Cirio, è stato richiamato in Aula ai sensi dell'articolo 37, comma 4, del Regolamento interno. Pertanto, in quanto non ancora licenziato dalla Commissione, il provvedimento non ha relatori.
Prima di dare la parola per l'illustrazione, ricordo che chi volesse intervenire può cominciare a prenotarsi presso la Presidenza.
Ha chiesto la parola l'Assessore Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Illustrerò con enorme piacere questa proposta di legge che, come Giunta della Regione Piemonte, intendiamo far approvare da questo Consiglio, per poterla poi fare arrivare al Parlamento nazionale dello Stato italiano per trasformarla in legge statale nazionale in vigore a tutti gli effetti.
Ricordo brevemente a tutti i presenti e a chi ci segue la genesi di questo provvedimento. Nel periodo più drammatico delle restrizioni da COVID a un intero tessuto commerciale di vicinato e di prossimità costituito da tantissime partite IVA, spesso se non individuali a conduzione familiare, è stato impedito di lavorare per le restrizioni di natura precauzionale sanitaria. Penso al commercio ambulante, al commercio fisso di prossimità ai tanti negozi e alle tante botteghe che hanno dovuto chiudere le serrande e rimanere per periodi molto prolungati e spesso imprecisati - quindi senza alcuna possibilità di programmazione - nelle condizioni di non poter lavorare e di non poter vendere, senza alcuna colpa propria. Effettivamente c'è stato il rischio che andasse a collassare un intero tessuto economico.
Quando ho sentito in alcuni passaggi del dibattito di questa mattina attaccare la misura del "Bonus Piemonte", sinceramente mi sono annotato di ricordare in questo dibattito che, invece, nei periodi in cui i ristori tardavano ad arrivare, in cui lo Stato centrale era lento nell'offrire una risposta di sostegno vero a tutte queste partite IVA (che venivano autoritativamente chiuse) e le casse integrazioni tardavano ad arrivare, la Regione Piemonte abbia davvero salvato il commercio piemontese dal rischio di serrata generalizzata. E di questo ringrazio tutte le forze consiliari anche quelle di opposizione che, con uno sforzo di responsabilità, hanno consentito con febbrili riunioni, anche domenicali, da remoto, di arrivare se non nella condivisione unanime, quantomeno nel metodo all'individuazione di questo strumento di contributo a fondo perduto nei confronti di tutti i piccoli attori, che però costituiscono lo strato della parte più vitale della nostra economia.
Infatti, qualunque piccolo commerciante o piccolo artigiano con cui si possa parlare, ricorderà che quella era una fase in cui venivano a malapena garantiti i sostegni a debito e le garanzie su ulteriori indebitamenti, che spesso però portavano a delle procedure capestro, con gli istituti finanziari che andavano a frustrare poi l'effetto definitivo. Invece, i contributi a fondo perduto sono riusciti a dare quella piccola boccata d'ossigeno che ha consentito di superare il giro di boa di un periodo drammatico.
Un contributo fondamentale sì, ma insufficiente, perché sappiamo che il commercio ha subito oggettivamente quasi una sorta di anno e mezzo di sospensione a singhiozzo della propria attività e che le perdite effettive dei mancati incassi di questo periodo spropositato non sono mai state non dico completamente compensate, ma neanche quasi simbolicamente compensate.
Al di là di qualche riduzione, più simbolica che altro, sono rimasti i costi vivi, i costi fissi e le tasse. Al limite, sono state sospese le esazioni, ma senza alcuna pace fiscale o anno bianco, che sarebbe stato sicuramente l'unico toccasana per sanare un dramma come quello vissuto nei mesi passati.
È quindi maturata questa possibile soluzione, quest'idea, perché è stata notata l'oggettiva distorsione della concorrenza che ha consentito alla distribuzione commerciale su internet e online - in particolare alle grandi multinazionali che si avvalgono di questo strumento perché hanno quella strutturazione che consente di muoversi in quell'ambito - di vendere e di operare sostanzialmente senza concorrenti e non per scelta dei concorrenti stessi, ma perché quella era l'unica modalità di vendita consentita, al di là di certe branche della grande distribuzione fisica.
La risposta di cercare almeno di opporre un riequilibro di natura fiscale si è imposta come una soluzione urgente. E io la rivendico, insieme ai colleghi di Giunta, come una misura di grande giustizia fiscale, ma anche di grande giustizia sociale, perché non si può immaginare che delle multinazionali, che spesso non hanno neanche la sede fiscale in Italia approfittino del mercato italiano imponendosi, rispetto a una riduzione dei costi e di un rapporto anche abbastanza sbilanciato rispetto alla propria manodopera su tutti i concorrenti, e che abbiano potuto addirittura approfittare del periodo di assenza di concorrenza per lanciare saldi lanciare promozioni e ulteriormente utilizzare questo vantaggio oggettivamente iniquo, e dall'altra parte ritrovarsi quasi senza un carico fiscale.
Ricordiamo che la web tax è stata introdotta davvero recentemente e che la sua applicazione è sempre stata rinviata fino appena a questa primavera, a maggio, quindi in realtà non è mai stata applicata finora, che è stata proposta con un'aliquota davvero ridicola del 3% ed è questa l'attuale norma in vigore in Italia.
Ebbene, la nostra proposta, come sapete, chiede di alzare l'aliquota normale al 15%, che, ricordo, resta comunque inferiore all'aggravio fiscale della maggior parte del tessuto produttivo e commerciale del nostro Paese.
Inoltre, chiede di prevedere un'aliquota straordinaria del 30 limitatamente ai periodi di chiusura del commercio di prossimità o di misure di restrizione che, sostanzialmente, vanno appunto a operare l'eccezionale distorsione del corretto regime di concorrenza.
La notizia che non è passata, e approfitto di questo intervento per sottolinearlo, è che anche i nostri Uffici legislativi hanno confermato l'ammissibilità dell'applicazione di una norma di questo tipo anche a livello retroattivo, fondamentalmente per due ragioni.
In primo luogo, perché la retroattività è disposta a livello costituzionale solo per le norme penali, ma anche perché, volendo anche interpretare in senso estensivo le indicazioni di ragionevolezza e di contemperamento dei valori costituzionali che la giurisprudenza spesso ha ricordato in tante occasioni, riteniamo che la proporzionalità ci sia rispetto all'aliquota ordinaria, perché resta comunque nella media di quello che paga a livello fiscale qualunque altra partita IVA operante nello stesso settore.
In secondo luogo, perché l'aliquota, oggettivamente molto più alta, del 30 risponde anche al principio diciamo di straordinarietà e di proporzionalità. Di straordinarietà del prelievo, dicevo, perché è contingentata all'interno di un periodo ben determinato, in cui ovviamente la ratio è l'incremento anche di profitto che si ottiene rispetto alla distorsione della concorrenza.
Pertanto, è una proposta davvero rivoluzionaria che in Parlamento, fino adesso, ha visto solo dei timidi tentativi, però devo dire piuttosto trasversali da parte sia del centrosinistra, sia del centrodestra, ma in termini più simbolico-politici, come atti d'indirizzo.
Credo che, una volta approvata questa proposta di legge, arriverà questo stimolo molto forte in via formale e istituzionale non da un gruppo parlamentare, non da un partito, non da una coalizione o da una fazione, ma da una Regione. E lo farà, con il Piemonte, con un peso anche simbolico che speriamo possa smuovere le coscienze a livello nazionale e ricordare quella che è ancora la grave emergenza che il piccolo commercio di dettaglio sta vivendo.
Ricordiamo che, per esempio, il Recovery, di cui abbiamo parlato questa mattina, con l'intervento straordinario, che nessuno vuole minimizzare, è però prevalentemente un intervento a debito e non sono contributi a fondo perduto; poi, soprattutto, non sono contributi, ma sono misure di sostegno a degli investimenti e, quindi, a delle misure di rilancio strutturale.
Tuttavia, quello che vorrei dire e con cui vorrei concludere questo intervento in attesa di sentire anche le repliche di tutti i Gruppi consiliari che hanno potuto partecipare gli approfondimenti con gli Uffici nel gruppo di lavoro della I Commissione, è di ricordare che oggettivamente gli effetti positivi del Recovery li rivedremo verosimilmente nell'arco del quinquennio, che è proprio previsto come termine del 2026, degli interventi finanziabili.
Noi però abbiamo una grande responsabilità: fare arrivare vivo il nostro tessuto commerciale, ma vale anche per quello artigianale e produttivo fino al momento in cui lo Stato italiano, se avrà ben lavorato con le Regioni e le Autonomie locali, potrà vedere e mettere a profitto le ricadute positive del Recovery stesso.
Io credo, e lo crediamo tutti in Giunta, che una misura di questo tipo andrà a creare quella copertura - la parte iniziale della proposta di legge lo specifica - per creare quel grande polmone, perché parliamo di cifre chiaramente molto importanti, che possono costituire la base da cui attingere per garantire questi contributi a fondo perduto necessari per consentire una vera ripartenza.
Il punto è, una volta lasciata alle spalle questa pandemia, quando la vaccinazione sarà completata e, come altri Paesi che sono avanti a noi potremo lasciarci questo inferno alle spalle, sarebbe opportuno e soddisfacente, per una vera classe dirigente, guardare alle spalle e non fare una conta, una specie di Spoon River di tutte le serrande che drammaticamente, rischiamo di non vedere rialzarsi.
Questo è un appello alla massima trasversalità e unità; siamo sempre stati aperti e lo siamo ancora, visto che tecnicamente è anche possibile recepire delle proposte correttive.
È mandato politico, che personalmente condivido, del Presidente Cirio cercare di raggiungere la massima trasversalità possibile e il più ampio consenso possibile su questa proposta di legge, intanto nella consapevolezza della storicità di questa proposta, ma anche perché siamo consapevoli che, essendo un testo che dovrà approdare in aule parlamentari dove le maggioranze sono diverse dall'attuale, è ovvio che anche non solo l'approvazione, ma l'ampiezza dell'approvazione non potrà fare altro che rafforzare la proposta stessa di fronte al legislatore nazionale, che avrà l'ultima parola.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Grimaldi, sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Non mi è chiaro se possiamo fare una discussione unica o se vuole che separiamo i due progetti di legge che, però, sono molto diversi.



PRESIDENTE

Devono essere separati.
La parola al Consigliere Gallo, sulla discussione generale.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Parto dal presupposto che noi del Partito Democratico, di tutto il centrosinistra e delle opposizioni siamo al fianco del piccolo commercio e ci arrabbiamo per il "Bonus Piemonte". Tuttavia, come ho citato nel mio intervento sul Recovery, quindi mi sento chiamato in causa, siamo convinti che quelle risorse si potevano usare in modo diverso, proprio per quelle attività così in difficoltà, mettendole in fondi rotativi e in strumenti che potessero fornire un supporto alle attività economiche nel medio periodo, non distribuendole a pioggia, perché oggi purtroppo non abbiamo più le risorse e non possiamo fare attività di sostegno alle imprese.
Quello, però, è un dibattito già fatto, con posizioni diverse che non sto a ripetere.
Noi vogliamo discutere di strumenti di sostegno al commercio; vogliamo discutere di come affrontare questa crisi che ha toccato principalmente il piccolo commercio, la ristorazione e, nei periodi particolarmente difficili di questa pandemia, ha creato una stortura rispetto alle grandi piattaforme, all'e-commerce, alla modalità del commercio online, e questo è evidente. Lo vogliamo fare, però, in modo serio, con una discussione su uno strumento anche legislativo che possa portare effettivamente degli effetti ai nostri cittadini piemontesi, ai nostri imprenditori piemontesi.
Questa proposta di legge al Parlamento ha dei problemi dal punto di vista giuridico e dal punto di vista sostanziale politico. Lasciatemelo dire, ma è poco più di un ordine del giorno. Perché? Perché non abbiamo gli strumenti, come Consiglio regionale, per incidere su questo tema. Non possiamo, in alcun modo, incidere su una tematica così difficile e così complicata, a livello internazionale, che neanche il Parlamento riesce a normare, com'è stato detto prima, perché c'è una serie di proposte, in Parlamento, ancora in discussione.
Ma perché non interveniamo con le leve fiscali che abbiamo noi, magari con la proposta del collega Grimaldi, che discuteremo dopo, per incidere veramente subito sull'aiuto a queste imprese? Perché utilizziamo una proposta di legge al Parlamento che, lo dico in quest'Aula per chi ci ascolta, è un annuncio che sarà approvato oggi, ma che non porterà alcun effetto sul territorio piemontese? Mi rivolgo soprattutto ai commercianti, che magari, leggendo i giornali quando è stata depositata la proposta di legge, potrebbero pensare che si tratti di uno strumento che diventava subito norma e che, quindi, potrebbe effettivamente avere un impatto.
Questi sono alcuni degli aspetti politici che mettiamo in discussione, ma che sono suffragati da aspetti giuridici e normativi che non avete considerato: prima di tutto, la modifica che proponete alla legge n. 145 del 2018, perché andiamo a intervenire sulla normativa nazionale. Questa norma è già stata abrogata dalla n. 160 del 2019; abrogata e sub iudice nel momento in cui si troverà un accordo internazionale che andrà a modificare e a dare una normativa internazionale al tema della web tax.
Perché il Parlamento ha fatto questo? Perché è evidente che ogni singolo Stato non può intervenire sulla materia. Lo deve fare a livello complessivo, sicuramente europeo, ma ancora di più internazionale, men che meno una Regione, la Regione Piemonte.
In più, il tema dell'incostituzionalità di questa norma.
Guardate, ce lo segnalano gli Uffici, non c'è lo stiamo inventando noi.
Abbiamo un precedente, che è il tema della "Robin tax", introdotta nel nostro ordinamento (era la tassazione che andava a fare un prelievo particolarmente elevato su tutte le imprese operanti nella commercializzazione di benzina, petroli, gas, oli, eccetera), che è stata impugnata ed è stata considerata incostituzionale.
Questa norma, soprattutto nella norma che prevede un incremento della percentuale di tassazione nei periodi da zona rossa, è equivalente, quindi non ha le giustificazioni che la Corte Costituzionale prevede (quindi l'organismo massimo), che sono quelle di ragionevolezza e arbitrarietà di questa norma.
Pertanto, possiamo incappare - e ce lo segnalano gli Uffici - in un'impugnativa costituzionale di questa materia.
Non solo. Questa norma, qualora mai approvata anche dal Parlamento, avrà effetti dal prossimo anno, se mai sarà fatta nel 2021. Noi speriamo di essere fuori dalla pandemia nel 2022, ce lo auguriamo tutti, grazie al piano vaccinale e alle azioni che stiamo mettendo in campo, quindi il periodo più difficile del commercio, la crisi legata alle zone rosse e alle chiusure, speriamo di non doverla più vivere. Pertanto, non potrà essere applicata rispetto a tutto quello che abbiamo vissuto.
Sui temi di carattere giuridico non mi dilungo, perché materia molto complessa, ma sul tema della fiscalità, essendo tema nazionale, dovrebbe intervenire il Parlamento. I Il fatto che, anche dal punto di vista dello strumento, è un annuncio che diamo ai piemontesi, ma che non avrà alcun effetto sulla vita dei piemontesi, ci induce a dire e a fare un appello alla Giunta su un ragionamento che dobbiamo fare tutti assieme, sugli strumenti che dobbiamo mettere in campo per un nuovo "Riparti Piemonte", chiamiamolo così, che possa veramente, nei prossimi mesi, aiutare il nostro settore commerciale la ristorazione e le nostre attività in crisi, con strumenti che la Regione ha in mano e con strumenti che possiamo mettere in campo e decidere come destinare, come costruire e come architettare.
Lasciamo fare al Parlamento il Parlamento; lasciamo fare all'Europa i ragionamenti sulla web tax, lasciamoli fare all'Europa e agli Stati Uniti.
Oggi siamo di fronte anche a una nuova proposta degli Stati Uniti, del Presidente Biden, rispetto a un nuovo modello di tassazione di questo tipo di attività, che è la Global minimum tax, che rivede completamente il principio della web tax; non va a togliere la tassazione, non va a cercare di dare una risposta a questo tema, che è evidentemente un tema nell'agenda politica di tutti i partiti e del nostro paese.
Oggi, però, si sta andando in un'altra direzione.
Ci sono discussioni in corso e il legislatore nazionale stesso ha messo sub iudice la norma ma, ricordo, l'unica norma oggi esistente in Italia è la web tax al 3%, introdotto dal Governo Gentiloni, dal Partito Democratico entrata in vigore adesso, a gennaio.
Noi siamo da quella parte, noi vogliamo intervenire e l'abbiamo fatto nei fatti, non con delle proposte che rimangono lì, ma quando abbiamo potuto abbiamo fatto, l'abbiamo scritto e l'abbiamo reso operativo.
Per tutti questi motivi, non parteciperemo al voto di questa norma che, per quanto ci riguarda, è un annuncio e a noi, invece, piace discutere nel merito, magari anche essere in disaccordo, ma perché abbiamo ricette diverse per risolvere un problema comune dei nostri cittadini.
Questa discussione è fine a sé stessa. È un annuncio e lo lasciamo lì. Non parteciperemo al voto e vi lasceremo votare questa proposta di legge che molto probabilmente, non vedrà la luce.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Dopo le parole e l'illustrazione dell'Assessore Marrone, penso sia quanto mai di attualità la necessità di equilibrare la concorrenza tra il commercio online e quello di vicinato, soprattutto perché la tassazione cui è sottoposto il commercio online, e in particolare le grandi multinazionali (che ottengono un reddito vendendo in Italia, ma che hanno la loro sede legale e fiscale all'estero, a volte, fra l'altro, in Paesi extraeuropei dove esiste una giurisdizione sul lavoro ben diversa e non allineata con gli standard europei e comunitari: facciamo l'esempio, uno per tutti, la Cina) è esageratamente ridotta.
Inoltre, se guardiamo i dati - sono qui, basta andare a vedere le fonti Istat - tra novembre 2019 e novembre 2020, durante la pandemia, non solo il commercio online non ha sofferto, ma ha incrementato il suo valore d'affari sino al 50% in più rispetto al periodo ante COVID.
Quello che ha sofferto, invece, è il commercio di vicinato. Ha sofferto molto perché ci sono state restrizioni prolungate, chiusure di molte attività non ritenute essenziali; poi ci sono state anche le limitazioni agli spostamenti che hanno penalizzato quelle località che hanno, senza dubbio, una vocazione turistica più forte, quindi questo è andato a generare un'ulteriore perdita di fatturato.
A questo punto, sostenere il commercio di vicinato e le attività artigiane diventa d'obbligo, essenziale non solo per tutelare i milioni di posti di lavoro che abbiamo in Italia, ma per salvaguardare le nostre stesse città la vivibilità delle nostre città. Se togliamo i negozi, se togliamo le attività commerciali, rischiamo una desertificazione; desertificazione commerciale e poi il degrado urbano delle nostre città.
Il commercio di vicinato e l'artigianato, quindi, devono essere prioritari nella nostra agenda. Ne abbiamo parlato questa mattina, quando abbiamo affrontato il tema del Recovery, andando a evidenziare come, nella proposta del Piano regionale, ci sia una grande attenzione a queste attività che non è stata data, invece, dal Governo.
Teniamo conto che entrambi, tanto il commercio di vicinato quanto l'artigianato, svolgono poi un ruolo prezioso anche per quella che è la formazione. Sono canali, di fatto, privilegiati per i contratti di apprendistato che sono poi uno delle fonti primarie per andare a generare e creare nuovi posti di lavoro nel settore della popolazione giovanile. A maggior ragione diventa indispensabile sostenere questi contratti con un'azione a favore di attività commerciali medesime.
Credo che, nella precisa e dettagliata relazione che ha fatto l'Assessore Marrone, ci sia la sintesi e l'anima di questa proposta di legge. Ben venga questa discussione, che poi avrà il voto favorevole di Fratelli d'Italia, e l'approvazione di una proposta di legge importante sia per i suoi contenuti, sia per la sensibilizzazione che potrà sollevare nelle varie sedi istituzionali in cui poi sarà presentata e discussa.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Su questa proposta di legge, possiamo dire di condividere il fine, ma assolutamente non il metodo. Cercherò di spiegarlo nella maniera più dettagliata possibile in questi dieci minuti.
Abbiamo chiesto più volte delle valutazioni rispetto a quanto effettivamente il commercio online ha incassato in più rispetto ad altri commerci che sono stati penalizzati. Nel momento in cui si vuole imporre una retroattività in una norma che, è pur vero, non essendo penale, c'è la possibilità, ma una possibilità limitata nel caso in cui ci sia un principio di ragionevolezza dietro, nel momento in cui si riesce a dimostrare che c'è una ragione che è sostenuta da tutta una serie di valori costituzionalmente protetti per andare a inserire questa tassa. Non è che possiamo metterci a fare delle aliquote a caso perché, magari, suona bene il numero, oppure perché vogliamo recuperare esattamente una certa cifra.
Vi dirò di più.
È chiaro che questo tipo di tassa andrebbe a colpire principalmente una delle maggiori imprese americane che operano nel commercio online, ma chiediamoci anche: alla fine, chi andrà a pagare questa tassa? Andrà veramente a pagarla, nel caso in cui dovessimo applicarla in una maniera così alta e disorganica rispetto a quello che potrebbe essere invece una giusta tassa imposta in tutti i Paesi d'Europa, e anche negli Stati Uniti a questi grandi colossi? La realtà è che questa tassa verrebbe poi pagata dalle imprese che lavorano attraverso queste grosse vetrine online (e sono imprese italiane) e gli stessi clienti che, in alcuni casi, hanno anche la possibilità di acquistare alcuni prodotti che non sempre sono fruibili con il commercio al dettaglio.
Detto questo, dobbiamo cercare di capire in che modo è stata formata la web tax. Sappiamo che dopo una lunghissima trattativa si è arrivati ad applicare una web tax in Italia del 3%; prima di noi i francesi e poi anche gli inglesi hanno una sorta di web tax. La prima reazione degli Stati Uniti è stata quella di minacciare sanzioni alle nostre imprese che esportano negli Stati Uniti. Considerando che questa sarebbe una legge nazionale, ma una legge che parte dal Consiglio regionale del Piemonte, il Piemonte quanto esporta negli Stati Uniti? Nel 2019 abbiamo esportato quasi tre miliardi e mezzo di euro di prodotti, insomma possiamo dire che sono il nostro terzo partner commerciale, il primo extra UE.
È chiaro che, oltre al fatto che non siamo sicuri di andare a colpire, con questo tipo di tassa, proprio il grande colosso ma, in realtà, andremo a colpire tutta una serie di imprese che hanno come vetrina questo grosso colosso, dall'altra parte avremo il problema di danneggiare le nostre imprese che oggi esportano e per una questione di ripicca si troverebbero a dover pagare dei dazi imposti dal paese cui ovviamente i grossi colossi del web appartengono.
Mi si permetta di dire che, anche dal punto di vista della tempistica, è estremamente sbagliato. Come anche precedentemente annunciato dal Consigliere Gallo, c'è una proposta di tassazione che possiamo definire globale di queste grosse multinazionali. Guardate che il problema non ce l'abbiamo solamente noi in Europa, ce l'hanno gli stessi americani ad avere dei problemi a tassare queste grosse imprese.
La proposta è di creare una tassa che vada a colpire in maniera eguale e indipendentemente da dove questi colossi trasferiscono la propria sede legale - soprattutto perché hanno le sedi nei paradisi nei paradisi fiscali al fine di recuperare la differenza di tassazione che si paga nei paradisi fiscali, rispetto al luogo in cui il fatturato viene materialmente prodotto.
Oggi ci troveremo ad approvare una proposta di legge che ha tutti questi difetti, nonostante devo dire che sia estremamente nobile il fine, cioè quello di aiutare il piccolo commercio e le nostre le nostre piccole imprese, ma bisogna poi fare delle proposte sostenibili e bisogna anche fare in modo che la cura non sia peggiore della malattia.
Si sa che, quando si sposta un peso, soprattutto in un'economia globale, ci sono sempre forti reazioni di contrappeso dall'altra parte. È per questo che bisogna legiferare come "Europa", insieme al nostro partner statunitense: dobbiamo rendere gli Stati Uniti nostri alleati nel colpire i "furbetti della tassazione" a livello globale. Perché, come abbiamo visto e come leggiamo sui giornali internazionali che si occupano di materie economiche, hanno gli stessi nostri problemi.
Evitiamo, quindi, di scontrarci con gli Stati Uniti generando, poi, una "guerra fra poveri" fra le piccole imprese americane e le piccole imprese italiane. Piuttosto, cerchiamo di lavorare anche rispetto alla proposta avanzata dal Presidente Biden, che mi sembra una buona soluzione soprattutto se applicata in tutto il territorio europeo, quindi in tutto il territorio italiano, in modo da blindare i comportamenti elusivi di determinate società (perché sono più comportamenti elusivi che evasivi) e ottenere tutti un vantaggio da questo tipo di tassazione, affinché siano realmente queste società ad andare a pagare queste tasse, evitando ritorsioni nei confronti dei clienti e delle piccole imprese.
A quel punto, nel momento in cui avremo una regolamentazione uguale nei mercati occidentali (che, alla fine, sono i mercati dove questi colossi registrano la maggior parte del fatturato) riusciremo veramente ad andare a colpire questi colossi. Diversamente, troveranno un altro sistema elusorio in un'altra parte di quel mercato e alla fine avremo fatto tanto cinema per poi non portare a casa nessun risultato, se non delle esternalità negative per i nostri imprenditori, al netto di un'entrata fiscale che obiettivamente, non è certa, perché sarà molto difficile quantificare e prevedere la reazione di questi grossi colossi nel momento in cui si andrà a imporre una tassa così alta solamente in uno dei paesi dell'Unione Europea.
La vera vittoria la otterremo nel momento in cui avremo un'uniformità a livello fiscale dei grossi colossi del web in tutti gli Stati in cui registrano la maggior parte del fatturato.
Nonostante il fine della proposta sia lodevole, a mio avviso è totalmente sbagliato l'impianto: rischiamo di fare più danni che altro. Inoltre sappiamo benissimo che il Parlamento non accoglierà mai una proposta del genere, perché andremmo a creare forti tensioni a livello internazionale e non faremmo di certo un piacere alle nostre imprese che lavorano con l'estero. Cerchiamo, piuttosto, di fare un discorso organico.
Prima mi sono dimenticato di dire che, siccome non si è fatto un ragionamento su quello che è l'effettivo gap di fatturato che c'è stato durante questa pandemia, c'è il rischio che la retroattività di questa legge possa essere impugnata; altro motivo per cui il Governo potrebbe non applicare la proposta del Piemonte.
Cerchiamo di non creare una guerra fra Stati. Cerchiamo di proteggerci da quelle che sono le ingerenze di questi grossi colossi del web. Perch quelli che pensiamo essere i nostri nemici, in realtà sono nostri alleati: lo si evince anche dalle dichiarazioni che rilasciano sui quotidiani internazionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per chiedere l'attrazione a questa legge dell'ordine del giorno n. 435, avente a oggetto "Iniziative per contrastare l'elusione fiscale delle multinazionali e 'pandemic tax'".
L'ordine del giorno in oggetto, sostenuto da me e dai Consiglieri Magliano Valle, Bertola, Salizzoni, Canalis, Sarno e Ravetti, è stato depositato in data 18 novembre 2020.
Partirei proprio dal senso di quest'ordine del giorno, che - forse lo diceva un po' ironicamente il Capogruppo Gallo - ha la stessa forza di questa proposta di legge. Anzi, ha la forza di inquadrare meglio il tema (di questo ringrazio i colleghi).
I dati di "The missing profits of nations", il portale creato da Gabriel Zucman, l'economista francese più famoso su questi temi, che si occupa prevalentemente di disuguaglianze economiche e paradisi fiscali, insieme a due ricercatori danesi molto famosi, che sono Tørsløv e Wier, ci ricorda che, in un solo anno, le multinazionali del mondo hanno risparmiato 200 miliardi di dollari spostando più di 650 miliardi di loro profitti nei cosiddetti "paradisi fiscali".
Questi dati mettono l'Italia tra i paesi più danneggiati al mondo, sia dall'elusione fiscale delle grandi multinazionali, sia da aziende italianissime. Sono oltre 26,4 miliardi di dollari i profitti spostati in altri Paesi, su cui l'Italia perde quasi sei miliardi di tasse.
Questi dati sono impressionanti, specie se si guardano i paesi verso cui viaggiano i nostri mancati introiti fiscali. Oltre cinque miliardi sono incassati da Stati europei a fiscalità avvantaggiata o nei cosiddetti paradisi fiscali europei (solo 540 milioni di euro verso la Svizzera) e 247 sono indirizzati verso i paradisi fiscali extra UE, cioè Bermuda, Porto Rico, Hong Kong, Singapore e Caraibi. I Paesi dell'Unione Europea che attuano politiche fiscali di vantaggio, il cosiddetto tax ruling, risultano pertanto i più colpiti dalle pratiche elusive delle multinazionali: il 35 dei profitti spostati nei paradisi fiscali a livello mondiale proviene proprio da Paesi dell'Unione Europea, inclusa l'Italia.
Leggendo questi dati, si evince che il cosiddetto "Progetto BEPS", quello dell'OCSE lanciato nel 2015, non ha dato purtroppo i suoi frutti. Il problema va affrontato certo a livello nazionale e sovranazionale, ma è necessario introdurre un modello di tassazione unitaria che ripartisca gli utili globali di una multinazionale tra i paesi, in base all'effettiva attività economica, anche quella a forte connotazione digitale condotta in ciascun paese. Credo che proprio in questo momento negli Stati Uniti finalmente questa discussione stia iniziando almeno a prendere piede.
Ad esempio, a una base imponibile appropriatamente ripartita tra i Paesi andrebbe applicata un'aliquota minima del 25%. Alcuni tentativi europei con la proposta di definizione di una base comune consolidata per l'imposta sui redditi societari vanno in questa direzione, ma con poca convinzione. Sul lato delle multinazionali occorre agire sulla maggiore trasparenza fiscale introducendo per tutte l'obbligo di rendicontazione pubblica dei loro profitti, paese per paese. Questo vale per Amazon, ma vale anche per le ex italiane, come FCA, e vale anche per le italianissime Lavazza e Ferrero.
Credo che quella rendicontazione pubblica e accessibile, paese per paese sia il primo passo per capire esattamente cosa è il profit shifting.
Il Parlamento europeo in un suo studio del 2016 stima in maniera conservativa che il gettito evaso annualmente dalle multinazionali nei Paesi UE aumenta di 160-190 miliardi di euro e si è mosso attraverso la proposta di una direttiva antielusione, che è stata successivamente approvata dal Parlamento e dal Consiglio ed è entrata finalmente in vigore solo nel gennaio scorso.
La direttiva, articolata in sei punti principali, recepisce in buona parte le raccomandazioni dell'OCSE, quelle che vi dicevo prima, però i frutti sperati non sono ancora arrivati. Come sappiamo, in Italia la web tax, che doveva essere in vigore dal 1° gennaio, tenta di incidere, se pur con un'aliquota molto piccola, sui ricavi dell'anno precedente dei Big di internet, che vantano quasi 750 milioni di fatturato globale e incassi online in Italia di 5,5 milioni. Ma è solo una goccia nel mare.
Su questo, credo che alcuni degli osservatori più interessanti, tra cui il Premio Nobel Stiglitz e l'economista (anche lui francese) Piketty, non hanno dubbi: questa crisi si prospetta dieci volte peggiore di quella del 2008, quella economica intendo, con conseguenze devastanti per la retribuzione dei redditi e rende ancora più ricche le grandi multinazionali del web, che pagano tasse irrisorie, ma che hanno visto lievitare i prezzi e i propri utili, grazie alla spinta del commercio digitale prodotto dal lockdown.
Durante una conferenza stampa virtuale convocata dalla Commissione Indipendente per la riforma della fiscalità d'impresa - che avreste secondo me, dovuto leggere prima di scrivere quest'atto - e della ONG Oxfam, i due hanno presagito: "La BCE si troverà nella necessità di cancellare o amnistiare il debito ai Paesi più poveri del mondo". La pandemia ha esacerbato le disuguaglianze e, per dirla come dice Stiglitz, " le stesse grandi compagnie di internet, fino a ieri impegnate in pratiche di elusione fiscale, sono state tra le principali beneficiarie del Coronavirus". E questo avviene proprio mentre le piccole imprese locali faticano a sopravvivere.
Stiglitz e Piketty se la prendono in particolare con i Governi che tollerano il profit shifting delle cosiddette FAANG (Facebook, Amazon Apple, Alphabet Google), ad esempio, l'Irlanda, dove le compagnie della Big Tech pagano più o meno una frazione del loro fatturato e che, con le tasse vicine allo 0,05%, consente ad Apple quella che, di fatto, è la pratica autorizzata e legale, in teoria, più grande d'Europa.
Con questo atto invitiamo il Parlamento Europeo e il Parlamento italiano a perseguire con maggior forza l'obbligo di pubblicare i country by country report's, a istituire una tassazione che ha una base imponibile appropriata ripartita tra i Paesi, cioè un'aliquota minima del 25%, fra tutti i Paesi dell'Unione Europea, a modificare la web tax italiana, ampliando le fattispecie oggetto della tassa e con un'aliquota maggiore di quella attuale, e a introdurre una cosiddetta pandemic tax, cioè un'imposta che riguarderebbe solo quelle società che, negli ultimi mesi, hanno realizzato in media utili maggiori rispetto a quelli del periodo precedente della pandemia, escluse le piccole e medie imprese in difficoltà.
Noi chiediamo anche un impegno alla Giunta, cioè quello di rivedere la convenzione con l'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza per aprire un dossier specifico sulle grandi multinazionali che hanno sede in Piemonte o che fanno profitto sul territorio. Parleremo di Amazon e delle altre imprese nella nostra proposta di legge che, di fatto, è l'unica che pu essere applicata in Piemonte da subito, chiedendo un piccolo sforzo a chi ha fatto utili stellari.
Concludo con una considerazione. Perché pagano meno di noi? Perché tutto questo mondo digitale, se guardiamo il fatturato, rispetto a un qualsiasi collega o a qualsiasi imprenditore piemontese, paga solo lo 0,1% di tasse mentre i lavoratori, le partite IVA, i piccoli e medi imprenditori le pagano per intero? Perché? Perché non abbiamo sedi da spostare all'estero perché non abbiamo squadre di avvocati e perché la gran parte delle imprese piemontesi non conoscono nemmeno minimamente l'oggetto di questa discussione.
Questa è, forse, la vera amarezza: c'è chi se la prende spesso con gli ultimi, c'è chi se la prende spesso con i potenti, poi però non vede in mezzo tutto quello che è davvero predatorio, che è magari la grande impresa, di cui tra l'altro ormai si serve, oppure è la marea di vetrine che vediamo tutte uguali nei centri delle nostre città.
Io dico questo: se non chiediamo che i Governi europei definiscano sanzioni efficaci contro questi paradisi fiscali, se non chiediamo, nemmeno alle nostre aziende, neanche a quelle del made in Italy, di riportare le sedi fiscali e legali nel nostro Paese, sarà un po' più difficile aprire un contenzioso e una guerra con le grandi società come Amazon. Se permettiamo a ENI, se permettiamo a grandi società dello Stato di fare lo stesso, con che credibilità riusciremmo davvero ad affrontare questi grandi temi? Questo è un tema che pongo in generale e vorrei che ogni tanto ne discutessimo anche con i grandi imprenditori di successo che rappresentano la storia del Piemonte, e penso a Lavazza, a Ferrero.
Ecco, credo che chiedere che i redditi d'impresa delle multinazionali siano tassati nei paesi in cui vengono generati è l'oggetto di questa discussione. Lo vogliamo fare con l'aliquota, com'è in parte la web tax e come si richiede in questo disegno di legge? È una piccola soluzione, ma non è l'oggetto del contenzioso e questo dobbiamo dircelo. Perché è come se stessimo parlando di una sovra IVA, è come se intervenissimo solo nella parte finale di una grande discussione; non siamo indisponibili ovviamente a questo tipo di soluzione, ma non è l'oggetto del contendere.
Per questo, lo diciamo con uno slogan molto semplice, che dovrebbe piacere pure all'altra parte dell'emiciclo: "Think different, pay in Italy".



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
A nome della Lega, accogliamo questa proposta della Regione Piemonte che deve approdare al Parlamento romano, perché penso che una riflessione vada fatta; andrà fatta a livello italiano e va fatta a livello europeo, ma speriamo che questa proposta, che parte dal Piemonte, possa essere fatta anche da altre Regioni.
La pandemia, nella sua drammaticità e nel suo modificare il nostro stile di vita, ci ha dato anche delle comodità: la comodità di ordinare in internet la comodità di avere qualunque cosa a domicilio, quindi questo è in parte anche il futuro ed è innegabile. Infatti, tanti piccoli nostri artigiani e commercianti che guardano al futuro si stanno adeguando e stanno anche loro, che sono presidio, soprattutto in Piemonte, di qualità e di eccellenza, perché il Piemonte ha eccellenze enogastronomiche ed eccellenze artigiane straordinarie, ricorrendo all'online. Quindi, non è una lotta retrograda, però prima su internet leggevo che Jeff Bezos possiede 200 miliardi di patrimonio personale.
C'è un ragionamento di equità e di distorsione di un estremo capitalismo che si è inseguito per troppi anni; il mondo non era neanche pronto a un'inversione del genere, quindi sono convinto che sta nascendo, leggendo le cronache e i giornali, un desiderio di ritornare ai vecchi valori di una volta e di tornare ad avere delle equità.
Pertanto, da una parte, bisogna preservare - e ci mancherebbe - queste società che esistono anche in tanti Comuni del nostro Piemonte, perch danno da lavorare a tante persone, a migliaia di addetti, quelli sono un patrimonio ed è innegabile che vanno tutelati; dall'altra parte, per bisogna cercare, soprattutto in momenti di crisi e di emergenza come questo, di bilanciare, ed è giusto, ma patrimoni incredibili che vanno sempre ad assommarsi e a moltiplicarsi spesso, purtroppo, sono a discapito del piccolo commercio di vicinato, del piccolo artigiano che fa fatica e rischia di chiudere.
Il dato dell'altro giorno è che in Italia 400 mila imprese e partite IVA chiuderanno e stanno chiudendo, quindi un dato drammatico, sapendo che l'Italia e il Piemonte è tenuto sulle spalle delle nostre piccole e medie partite IVA.
Questa è una legge che vuole andare a proporre - e mi auguro che il Parlamento italiano sia maturo, perché questi ragionamenti sono banali sono macroscopici e li stiamo vedendo tutti - di aumentare la tassazione quando si hanno dei guadagni fantasmagorici, che naturalmente sono frutto del lavoro di persone geniali, perché sono persone che hanno sicuramente capacità intellettuali e cerebrali superiori alla media e hanno visto vent'anni fa come sarebbe stato il mondo dopo trent'anni o quarant'anni quindi sicuramente dei geni.
Naturalmente, Regione Piemonte, e mi auguro che si aggiungono altre Regioni italiane, che sia convinto il Parlamento italiano e che si attivino anche dei meccanismi europei, deve trovare un equilibrio tra quello che di buono queste grandi società e queste grandi multinazionali fanno, e il rispetto la tutela, l'aiuto al piccolo commercio di vicinato, che vuol dire avere città vive, avere città belle, avere delle ricchezze locali. Se il piccolo commerciante o il piccolo artigiano hanno delle risorse sono risorse che rimangono sul territorio, quindi quel sistema economico, che è sempre stato la grandezza del nostro Paese, delle nostre città e delle nostre province deve assolutamente permanere e quel filo conduttore deve restare.
Questo è un grido d'allarme; è un grido verso i nostri artigiani e le nostre eccellenze che chiedono più equità e più equilibrio, che chiedono di avere meno concorrenza così spietata e così agguerrita, guardando sicuramente al futuro. Ribadisco che tanti di loro si stanno convertendo all'e-commerce e alle consegne a domicilio. Questo è un bene, però dobbiamo sapere e molto passa dal comportamento anche individuale di tutti noi perché se tutti noi comprassimo (ed è un invito che faccio come Capogruppo della Lega: made in Italy o addirittura made in Piemonte, perché il Piemonte ha tutto) di certo facciamo un regalo incredibile alla nostra economia, alle nostre città e alle nostre partite IVA.
Questo è il ragionamento che dobbiamo seguire, è la linea che dobbiamo seguire, ma dobbiamo trovare insieme al Parlamento italiano e all'Europa la maniera affinché un mondo economico, forse oggi distorto, venga riequilibrato e questi colossi, che spesso pagano le tasse in paradisi fiscali, diano i giusti proventi sui territori dove hanno la fortuna di avere dei lavoratori seri, onesti e una forza lavoro specializzata; una forza lavoro che trovano probabilmente solo in Italia e non in altri Paesi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri e non mi sottraggo dall'ordine del giorno che peraltro, vedo condiviso da tutto il centrosinistra, anzi direi da quasi tutta l'opposizione, partendo proprio da alcune di quelle che sono le impegnative richieste, cioè chiederci di invitare il Parlamento italiano a modificare la web tax, con un'aliquota maggiore dell'attuale, è la nostra proposta di legge; introdurre una pandemic tax, un'imposta che riguarderebbe solo quelle società che negli ultimi mesi hanno realizzato in media, utili maggiori rispetto a quelli del periodo precedente la pandemia e non le piccole e medie imprese, è l'aliquota maggiorata contenuta nella nostra proposta.
Questo non lo dico polemicamente, perché ho notato, anche con grande interesse e apprezzamento, note importanti di apertura dagli interventi dei Gruppi di minoranza; lo dico nella misura in cui, in realtà, credo che andiamo tutti nella medesima direzione.
Un passaggio su cui voglio soffermarmi è la dimensione dell'intervento legislativo. Certo, sarebbe auspicabile che avvenisse a livello europeo perché quella dovrebbe essere la dimensione di un intervento che, da una parte, dia ampio respiro territoriale, a livello anche di competitività di sistemi normativi, e, dall'altra, mantenga anche un canale di partecipazione rispetto agli organi rappresentativi, per quanto ancora molto imperfetti, di cui godiamo, come per esempio il Parlamento europeo.
Posso però dire, un po' da eurocritico, che, vedendo la partita vaccinale com'è stata gestita, come sta venendo gestita la partita migratoria, forse accomodarci sugli allori e aspettare semplicemente un intervento europeo rischia di essere un po' velleitario.
Dall'altra parte, invece, non mi fa impazzire l'idea di attendere in modo passivo l'intervento statunitense, perché, da un lato, è vero che è cambiato l'atteggiamento della Presidenza americana. Le minacce di sanzioni economiche che ricordava il Capogruppo Sacco erano legate ancora alla Presidenza Trump, che aveva un indirizzo politico molto protezionista dell'economia americana, mentre vediamo che il Presidente Biden ha una linea diversa: infatti, la sta pagando anche in termini di consensi e popolarità, però da italiano posso solo apprezzarlo, non sono statunitense quindi non è un mio problema.
A essere sinceri, però, aspettare in modo passivo che decida la Presidenza di uno Stato estero, su cui noi non abbiamo nessun canale d'intervento.
Magari ci fanno votare alle loro elezioni (scusatemi la battuta) o magari sarebbe il caso che, come classe dirigente, ancorché locale, però comunque con competenze legislative, dessimo il nostro contributo.
Concludo con un passaggio: guardate che nella Global minimum tax, il progetto accennato in dibattito negli Stati Uniti, l'aliquota del piano OCSE è del 12,5%, che comunque è abbastanza simile a quella del 15% che proponiamo noi, mentre quella discussa dall'Amministrazione Biden arriva al 21,5%, che non è il 25 del compagno Grimaldi, però diciamo che, comunque si aggira attorno a quelle grandezze.
Oggettivamente, l'idea di immaginare un'aliquota straordinaria, che vada a interessare il maggiore utile di un periodo di concorrenza distorta sinceramente lo vedo - scusate se mi ripeto - assolutamente rispondente ai criteri di proporzionalità, ragionevolezza e contingenza nel tempo ricordati come paletti che pone spesso la Corte Costituzionale.
Credo che questa sia una buona proposta e se anche le minoranze decidessero di non votare favorevolmente, ma anche solo di non partecipare al voto consentendo quindi l'unanimità, sarebbe comunque un ottimo messaggio.
Sull'atto d'indirizzo, visto che, come affermavo, parte dell'atto d'indirizzo lo ottemperiamo già in questo momento votando la legge, quindi con un atto un po' più impegnativo di un semplice atto d'indirizzo, perch a me spiace che venga ritenuto un po' una burletta, però è previsto dalla nostra Costituzione l'iniziativa legislativa delle Regioni, per cui non mortifichiamola eccessivamente più del dovuto.
D'altronde, le altre impegnative richieste, come anche una revisione della convenzione con l'Agenzia delle Entrate per contrastare meglio l'elusione fiscale da parte delle multinazionali, non ci trova minimamente contrari quindi non ho problemi ad annunciare un parere favorevole della Giunta su quest'atto d'indirizzo dell'opposizione. Certo, ci fosse altrettanta unanimità anche sulla proposta di legge, sicuramente potremmo scrivere insieme, una bella pagina di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
So che interverrà il Presidente Cirio adesso, ma dico solo una cosa. Perch chiedevamo una discussione congiunta anche sulla nostra proposta di legge e non solo sull'ordine del giorno? Perché, come avrà capito dagli atteggiamenti delle opposizioni, nessuno di noi ha avuto un atteggiamento né contundente né oppositivo, al massimo abbiamo spiegato perché secondo noi è più importante agire sulla parte piemontese o agire anche sulla parte europea e internazionale.
Dico di più: non si può, dopo tanti annunci, com'è successo qualche mese fa, promettere fuoco e fiamme quando a legiferare sono gli altri ma, quando vi chiediamo di aumentare solo dello 0,92% le tasse su Amazon, sull'IRAP piemontese, poi astenersi o votare contro come avete fatto nel bilancio.
Ripeto, noi votiamo al buio in questo momento. Se aveste deciso di votare l'IRAP prima, votando con noi favorevolmente, forse avremmo anche votato diversamente su questo provvedimento. Concedeteci almeno di ascoltare il Presidente Cirio, magari in questo mese è cambiato qualcosa, e allora faremo anche delle dichiarazioni di voto conseguenti.
A me pare chiaro l'atteggiamento delle opposizioni: vi abbiamo detto perch questa proposta s'inserisce a metà via fra le cose che possiamo fare, poche ma sostanziali, qui, e quelle che è necessario che faccia anche l'Unione Europea.
È giustissimo che il Parlamento intervenga. Infatti, con il nostro ordine del giorno vi diciamo che è un solco, che tra l'altro ha già in parte toccato il Governo precedente. Vorrei solo comprendere quanto questa discussione possa essere incanalata, almeno, nelle cose che possiamo fare in Piemonte da subito.



PRESIDENTE

Grazie.
Siamo ancora nella fase di discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
È un po' inusuale l'Assessore che interviene, poi ovviamente ascolterò con piacere il Presidente Cirio, però ci tenevo a intervenire.
Non va bene? Dica Presidente?



PRESIDENTE

No, no, siamo in una fase fuori dal Regolamento, perché è un po' inusuale che la Giunta interrompa la discussione generale, come normalmente succede però è anche normale e regolamentato che la Giunta possa intervenire quando meglio crede.
Stavo solo interloquendo con il Governatore su questa situazione.
Comunque prego, prosegua pure.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere breve, così da lasciare spazio al Governatore e, magari darci ulteriori risposte, oltre a quelle date dall'Assessore.
Ci tengo a dire questo. È ovvio che l'azione di proposta che parte da un Consiglio regionale per una legge nazionale è legittima e, in alcuni casi anche auspicabile. Il problema però è che questo percorso è stato un po' monco, nel senso che si era lanciato un gruppo di lavoro che evidentemente è stato fallimentare. In questo gruppo di lavoro non c'è stato un approfondimento, c'è stato un incontro assolutamente superficiale nel quale si potevano tenere alcune riflessioni in più.
Presidente, le proposte sono interessanti quando s'inizia una riflessione anche per i livelli nazionali, ma se quelle proposte sono parziali rimangono tali. Anche per quello che l'Assessore ha detto, che siamo disponibili ad annunciare da subito, ad esempio, l'accordo con l'Agenzia delle entrate, ma quell'elemento poteva essere un elemento all'interno della proposta, così come altre.
Per fornire un ulteriore dato di contesto, in un articolo del New York Times di qualche settimana fa si citavano alcuni dati interessanti.
Prendiamo come esempio Amazon, che è quello più facile per comprendere di che cosa stiamo parlando. Oggi, nel quarto trimestre del 2020, solo nel quarto trimestre 2020, Amazon ha registrato ricavi dalle vendite per 125,6 miliardi di dollari. Se avessimo approfondito la questione, il tema della tassazione e il tema della qualità del lavoro all'interno di queste aziende non sono scollegati.
In questo momento, sempre nella stessa azienda, abbiamo degli elementi di crescita, cioè tra gennaio e ottobre 2020 l'azienda ha assunto 427.300 nuovi dipendenti in tutto il mondo; Amazon arriva ad avere 1,3 milioni di dipendenti nel mondo. Lo dico perché oggi, come l'articolo del New York Times approfondisce, c'è anche il tema dello sviluppo legato a una maggiore tassazione su quel che sono i rapporti di lavoro all'interno di tale azienda.
Vede, Presidente, noi proponiamo una proposta di legge a livello nazionale ma avremmo potuto fare una cosa diversa, soprattutto perché il Governatore ci ricorda sempre della sua passione europea, anche per l'esperienza nei luoghi istituzionali europei, e sappiamo che questo tema o si affronta lì o non lo si affronta. Oppure, Presidente, lo si affronta parzialmente, perch si vuole di nuovo ragionare su un bel titolo di giornale.
Se, invece, avessimo avuto la pazienza di lavorare in un gruppo di lavoro di costruire una proposta complessiva che tenesse conto di quelle percentuali e di quei contenuti che i colleghi Gallo, Grimaldi e Sacco hanno ben rappresentato e che non cito per brevità, magari non avremmo ottenuto e non avreste ottenuto subito un titolo di giornale, ma saremmo stati nella condizione di dare al Parlamento italiano una proposta complessiva. Crediamo che con i parlamentari europei e con i parlamentari nazionali, anche solo del territorio piemontese, si potesse costruire una relazione di un certo tipo, cosa che non si è voluto mettere in piedi e in campo, e allora vi abbiamo dato una mano.
Il Consigliere Grimaldi è arrivato, a dire il vero, prima di alcuni di noi del Partito Democratico, ed è per questo che convintamente abbiamo sottoscritto la proposta di legge n. 123. Proposta di legge a livello nazionale, ma alla maggioranza chiediamo di votare da subito. Tutte le belle parole d'intenti che hanno rappresentato i Capigruppo di maggioranza in particolare il Capogruppo Preioni, si possono verificare come punta di caduta dell'approvazione della proposta di legge 123, in maniera molto semplice.
L'aumento sulla tassazione IRAP a quei colossi e a quella realtà sono la risposta concreta che il Piemonte da subito può dare rispetto agli interessi legittimi, collettivi, quindi alla voglia che si ha di interloquire con le istituzioni nazionali ed europee, a partire da questa proposta di legge a livello nazionale.
Se così non fosse, cioè se il voto fosse contrario o di astensione, è evidente che si cercava un bel titolo di giornale, ma non si andava concretamente a porre un'attività puntuale e precisa su quegli intenti che questa proposta ha rappresentato ed è stata presentata dall'Assessore Marrone.
Credo che sia un buon modo di lavorare, da parte nostra, per una proposta che lanci degli obiettivi. Vi abbiamo presentato una proposta che guarda al concreto e quindi all'aumento della tassazione rispetto all'IRAP per poi evidentemente, avere più risorse, soprattutto per quelle realtà che il Capogruppo Preioni ha ben ricordato.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non vi sono altri iscritti a parlare, per cui possiamo chiudere la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale, Alberto Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Ringrazio per la benevolenza il Presidente e ringrazio i Consiglieri tutti per i loro interventi e per il loro contributo, perché è sempre prezioso parlare, specialmente quando non si hanno idee uguali, perché si esce evidentemente migliori. Grazie delle riflessioni che avete messo in campo.
Noi abbiamo voluto, in un momento preciso della vita del nostro Paese e della nostra Regione, presentare questa proposta di legge. Vi ricordo che non è un'iniziativa singola che abbiamo intrapreso, ma è un'iniziativa di cui ho informato la Conferenza delle Regioni perché, seppur non necessario in quanto non previsto come limite, avevamo voluto proporre che almeno cinque Consigli regionali si esprimessero sullo stesso testo per riuscire a far sì che questa non diventi una delle tante proposte che arrivano dai Consigli regionali, che arrivano a Roma e sono messe in un cassetto, ma che, avendo la forza di una maggioranza qualificata e prevista per interventi normativi ben superiori e di miglior rango, potesse non essere dimenticata, ma essere attuata.
Questo è il motivo per cui abbiamo presentato una proposta di legge molto semplice, molto facile anche nella sua attuazione perché prevede, come bene ha detto l'Assessore Marrone e tutti quelli che sono intervenuti, un doppio intervento: un intervento di maggiorazione di un'aliquota e un intervento di un vincolo di destinazione per determinati tipi di attività e di quello che sarebbe il maggior gettito della modifica.
Quello che, a mio avviso, è importante sottolineare, è che abbiamo voluto individuare questo iter e questo percorso d'accordo con le altre Regioni proprio perché dalle Regioni arrivasse una voce chiara e univoca. Il problema di legiferare a livello regionale, infatti, è sempre legato evidentemente, alla territorialità della norma regionale: la Sardegna, ad esempio, che è un'isola, ha meno problemi a legiferare in merito alla propria attività e alla propria vita. Una Regione come la nostra, invece non può non tener conto della vicina Lombardia.
Come si pensa di intervenire sulle aliquote, seppure correttamente nella teoria, come propone il Consigliere Grimaldi, se non lo fanno anche le Regioni limitrofe? Immaginate se Amazon arrivasse a Mortara e vi aprisse un sito allettato dall'offerta di non avere imposizioni fiscali: per la provincia di Alessandria e per un pezzo del Piemonte orientale non ci sarebbe alcuna differenza a ospitarlo nella propria regione. Diventerebbe un'affermazione di principio, ma non avrebbe effetti pratici di utilità per i nostri piemontesi.
Credo, quindi, che si debbano costruire delle leggi che non accontentino il nostro ideale personale e specifico, seppur giusto e condivisibile, ma che vadano nell'interesse pratico e concreto dell'utilità dei cittadini piemontesi.
Sarebbe folle fare una legge puramente regionale quando le Regioni limitrofe adottano misure diverse. Perché, da una parte, si accontenterebbe il proprio ego politico, ma, dall'altra parte, paradossalmente, si creerebbe un danno al territorio.
Questo è il motivo per cui abbiamo ritenuto che non fosse attuabile il ragionamento legato alla proposta di legge del Consigliere Grimaldi, che pure condivido a livello teorico e concettuale, proprio perché è una di quelle normative che, come diceva bene il collega Sarno, dovrebbe essere non solo nazionale, ma anche europea, perché, poi, lo stesso problema lo avremmo con la Francia, o, peggio ancora, con la Svizzera, nei confronti della quale, tra l'altro, neanche l'Unione Europea potrebbe intervenire.
Qual è stata, dunque, la nostra riflessione? È stata, io credo, una riflessione di serietà, nel dire: "Chiediamo al nostro Parlamento di occuparsi di questo tema con una proposta di legge molto semplice".
Soprattutto, lo facciamo animati da un principio di libera concorrenza, di cui siamo fermi portatori.
Essendo un liberale nell'animo e nel sangue, aumentare le imposte a qualcuno a scapito di un altro è un qualcosa che un liberale non farebbe mai. Perché, dunque, lo abbiamo proposto? Perché è ragionato su un periodo di tempo molto specifico, quello della pandemia, ed è legato a una distorsione della concorrenza che è reale.
Perché Amazon (o chi per esso) ha maturato dieci, venti, cento o mille volte il fatturato dell'anno scorso, mentre il piccolo negozio non ha fatto neanche il 10% del fatturato dell'anno scorso? Non certo perché Amazon è stato più bravo a vendere il suo prodotto, né perché lo ha venduto a meno o con mezzi promozionali migliori, ma solo perché il piccolo negozio era chiuso. Questa, allora, non è più libertà di concorrenza.
È questo il motivo per cui consideriamo questo tipo di proposta come un atto straordinario, legato a un momento preciso e straordinario, che evidentemente, dev'essere però adottato a livello nazionale, e solo nazionale. Diversamente, per le ragioni che ci siamo detti (o, almeno, che ho provato a esporvi), non potrebbe avere una propria attuazione all'interno dei confini della nostra Regione.
Per noi voleva anche essere un segnale molto chiaro: tra il grande e il piccolo, noi stiamo con il piccolo, sempre. Lo ripeto: tra il grande e il piccolo, noi stiamo con il piccolo. Ho anche cercato di dimostrarlo il primo maggio con un'ordinanza che, ahimè, il T.A.R. ha ritenuto che non fosse fondata (o, meglio, che non fosse legittima).
Per il primo maggio, infatti, avevamo previsto la chiusura di tutti i supermercati e delle grandi superfici di vendita del Piemonte. Tale chiusura aveva due logiche: la prima era quella di permettere in quel giorno ai piccoli di poter lavorare, perché i piccoli avrebbero potuto stare aperti; la seconda logica era di garantire al personale dalla grande distribuzione, che è un anno e due mesi che fa turni massacranti, di poter festeggiare la giornata dedicata alla festa del lavoro.
Ebbene, nonostante la pandemia, nonostante gli oltre 2.000 ricoverati, il T.A.R. - peraltro, le sentenze si rispettano, quindi noi le abbiamo onorate ha ritenuto che la nostra ordinanza non avesse sufficiente forza per resistere al ricorso che Federdistribuzione (quindi la grande distribuzione) ha fatto e che, evidentemente, come si sa, ha vinto.
Noi l'abbiamo voluta fare lo stesso, perché il piccolo ha bisogno che qualcuno lo tuteli: dev'essere tutelato dalle istituzioni. I grandi si difendono da soli.
Il piccolo è quel barista che si è incatenato davanti al bar perché ha ricevuto la lettera di sfratto dopo due mesi di morosità nell'anno del COVID. Quello è il piccolo che dobbiamo aiutare e sostenere! Ma è doveroso sostenerlo attraverso delle misure credibili, attraverso delle leggi serie che rispettino la libertà d'impresa.
Anche Amazon è un'impresa; tutte le piattaforme della grande distribuzione sono imprese, per cui vanno rispettate, perché danno lavoro: in questo vanno sicuramente trattate al pari delle altre. Tuttavia, "al pari delle altre" vuol dire che se nel periodo della pandemia le condizioni dell'emergenza ti hanno favorito, è giusto che quell'elemento di favore che quantifichiamo in questa maggiorazione dell'aliquota, sia messo a disposizione di quel barista che, invece, si è incatenato davanti al suo bar di Torino perché non poteva stare aperto. Questa è la logica di questo provvedimento.
Chiudo con questa riflessione: è vero che tutto è migliorabile. Tuttavia, a forza di pensare che tutto sia migliorabile, si rischia di non fare niente.
Come ho detto, a forza di pensare "questo va bene, ma si sarebbe dovuto fare diversamente", "questo va bene, ma avrebbe dovuto farlo l'Europa", "lo avremmo dovuto fare in altro modo", si rischia di non fare nulla.
Vi posso già dire che cinque Consigli regionali sono pronti (in realtà quattro, il quinto è il nostro) a sostenere lo stesso progetto di legge.
Credo che oggi, da quest'Aula, possa partire una proposta che può fare "rumore" a Roma. Perché non è il titolo del giornale del Canavese che ci interessa; a noi interessa che faccia rumore nel Parlamento romano, e che non venga messa in un cassetto, come, ahimè, buona parte delle proposte di legge che provengono dai Consigli regionali.
Se, però, la presentiamo uguale almeno in cinque Regioni (poi potremmo essere in quattro o in dieci, o tutte le Regioni d'Italia, ancora meglio) porremo un problema che arriva dai territori, senza mortificare i nostri territori aumentando le tasse a chi viene a investire qui, rischiando di fare anche una sperequazione nei confronti degli altri che, invece, non lo fanno, ma prevedendo ciò che è giusto, e cioè una misura nazionale che valga su tutto il territorio nazionale.
Credo anche che, votando questa legge, daremo una risposta a questi piccoli che non hanno i soldi per andare dai migliori avvocati per fare un ricorso in un'ora, come spesso accade sulle ordinanze delle istituzioni, ma che a fatica riescono a difendersi da soli e che, come credo con questa legge oggi si sentirebbero meno soli.
Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Non essendovi emendamenti, chiedo se vi sono richieste d'intervento o dichiarazioni di voto sull'articolo 1.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Faccio la dichiarazione sull'articolo 1, ma in realtà è sulla legge, visto che ha un solo articolo.
Ribadisco con forza, anche dopo aver sentito l'intervento del Presidente Cirio e dell'Assessore, che noi non partecipiamo al voto, perché questa proposta di legge non ha alcuna possibilità di diventare norma. Ha dei fondamenti d'incostituzionalità e in quest'Aula, nei fatti, l'unico partito e l'unica forza politica che veramente ha dimostrato di essere accanto del piccolo commercio è il Partito Democratico, che ha introdotto la web tax a livello nazionale. E dal 1° gennaio si paga e i fatti contano.
Noi pensiamo che la Regione debba stare accanto ai piccoli operatori del commercio, certo con le leve che può usare la Regione Piemonte. Ve lo dimostriamo con la proposta di legge del collega Grimaldi, che discuteremo dopo, che può introdurre da subito l'aumento di una tassazione per una tipologia di commercio online a favore del piccolo commercio.
Lì misureremo veramente nei fatti chi sta da una parte e chi sta dall'altra.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anche noi non partecipiamo a questa votazione per le motivazioni che ho espresso in premessa.
Se si pensa che la proposta del Consigliere Grimaldi potrebbe creare degli scompensi così grandi a livello italiano per 300 mila euro all'anno nonostante ci siano degli investimenti che valgono centinaia di milioni di euro dei colossi in Piemonte, quindi non sposterebbero assolutamente niente, non capisco come si possa pensare che non ci siano ricadute imponendo una tassa del 15%, senza fare una trattativa a livello internazionale.
Anche perché non pensiamo che sia realizzabile fare una web tax in un momento così difficile per le casse dello Stato; se fosse così facile probabilmente l'avrebbero già fatta e si sarebbero intestati volentieri il merito di una facile imposizione fiscale.
Siamo tutte persone ragionevoli in questo Consiglio regionale e sappiamo benissimo che non è così semplice. Per questo, non ci apprestiamo a una soluzione semplicistica quando invece abbiamo perso un'occasione per approfondire una proposta con cui avremmo magari portato a casa molto meno però avremmo ottenuto sicuramente un risultato tangibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Intervengo per dichiarazione di voto. Ne parleremo fra poco, però spero ancora di far cambiare idea al Presidente Cirio.
Mi faccia dire questo: si figuri se colossi che hanno investito miliardi per avere addirittura due sedi della logistica in Piemonte, solo perché gli aumentiamo dello 0,92% l'IRAP.
Per carità, sono tasse e credo che a lei non dispiaccia avere 300-400 mila euro in più di entrate fiscali. Se poi siamo talmente messi bene che possiamo non considerarle, capisco. Però è un gesto di dignità, di riequilibrio e di rimodulazione.
Lei s'immagini se il Piemonte, con dignità, decidesse di aumentare per quello che può, anche con una giustificazione reale, cioè che in questi anni loro hanno aumentato a dismisura il loro fatturato e che la pandemia gliel'ha dato in mano questo risultato. Ecco, immaginatevi Amazon che a Torrazza Piemonte ha fatto due miliardi d'investimenti e dice: "No, Cirio aumenta di 300 mila euro le tasse, allora me ne vado a fare la logistica in Lombardia!".
Suvvia, Presidente! Vuole "fare brutto" - come si dice dalle mie parti - ad Amazon, dicendo "adesso le aumento l'aliquota fiscale a livello parlamentare" e poi ha paura che qualcuno minacci ritorsioni su investimenti fisici. L'aliquota è sulla transazione sugli acquisti, ma qui stiamo parlando di logistica. Lei s'immagina che di notte spacchettano i magazzini di Torrazza e se ne ritornano in Lombardia? Presidente, ha qualche minuto per ravvedersi e, soprattutto, per far vedere che questa vicenda non è un bluff, perché, ripeto, non si può fare gli incendiari su legislazioni non proprie e poi sparare a salve quando si ha una cartuccia che, in qualche modo, darebbe anche un po' di dignità a tutto quello che abbiamo discusso e a tutto quello che è successo in questa pandemia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Procediamo con l'esame dell'atto d'indirizzo collegato: . ordine del giorno n. 435 presentato da Grimaldi, Bertola, Canalis Magliano, Ravetti, Salizzoni, Sarno e Valle, inerente a "Iniziative per contrastare l'elusione fiscale delle multinazionali e 'pandemic tax'".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

L'ho già esposto durante l'illustrazione. Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione dell'ordine del giorno n. 435, con il parere favorevole da parte della Giunta.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 435, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Il Consiglio approva il disegno di legge n. 122.
Chiedo alla Giunta di indicare a quale ramo del Parlamento intende inviare la proposta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Al Senato.



PRESIDENTE

Con questo, abbiamo concluso l'iter del punto 2) all'o.d.g., relativo al disegno di legge n. 122.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bongioanni, sull'ordine dei lavori.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo se possiamo avere dieci minuti di sospensione per un confronto fra Capigruppo di maggioranza.



PRESIDENTE

Sospendiamo per dieci minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.00, riprende alle ore 17.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
Sull'ordine dei lavori.
La domanda è se il presentatore della proposta di legge, il Consigliere Grimaldi, è disponibile a una sospensione in Aula per consentire alla Giunta di fare, anche insieme al Presidente, un ulteriore approfondimento su alcuni aspetti della sua proposta.
Un'altra possibilità, che come Giunta propongo alla maggioranza, è di chiudere anticipatamente la seduta e darci tempo di ragionarci sopra.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Abbiamo la possibilità di sospendere o no la trattazione e noi decidiamo insieme alle opposizioni, di non sospenderla, nel senso che quest'atto è del 4 dicembre 2020, arriva prima della proposta di web tax e ne abbiamo già discusso in sede finanziaria. Dopodiché, non è invece nelle nostre possibilità "sospendere" la sospensione della seduta.
Pertanto, se la maggioranza deciderà di sospendere il punto, ovviamente questo punto andrà alla prossima seduta.
Ora, visto che non abbiamo i numeri per "sospendere" la sospensione, che immagino verrà votata, vi dico: perché vorremmo che questa discussione si tenesse assieme? Per lo stesso motivo per cui voi chiedete di sospenderla: per evitare fraintendimenti, prese in giro e per evitare davvero che il Piemonte accusi qualcuno dicendo che deve agire e poi, quando ha la possibilità di fare, butta la palla in corner o in tribuna.
Di conseguenza le chiedo una cosa, Presidente Allasia. Qualora in questo momento si chiudesse il Consiglio, la Giunta avrà tutto il tempo, da adesso alla prossima seduta, di riflettere e di discutere (e di questo ovviamente, ringrazio, se c'è ancora la possibilità di approvare), per allora sta nelle sue possibilità, Presidente Allasia, evitare che ci siano ulteriori infingimenti e che quindi questo punto, immagino, sia il primo della prossima seduta.



PRESIDENTE

Vi sono altri interventi in merito? Prego, Consigliere Preioni. Dopodiché, essendo già iniziato questo punto all'o.d.g., anche se indubbiamente domani ci sarà la Conferenza dei Capigruppo, esso sarà ripreso, pari pari, da dove è stato interrotto nella giornata odierna, nella prossima seduta.
Prego, Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Sì anch'io, come l'Assessore Marrone, penso sia opportuno, anche a nome della maggioranza, sospendere la seduta, perché vogliamo veramente approfondire e cercare di capire, visto che è un messaggio forte e una proposta interessante, l'opportunità di azionare questo momento.
Naturalmente, da una parte vanno tutelati e rincuorati tutti quei Comuni che aspettano investimenti importanti e sappiamo quanto importante sia il mondo del lavoro, però non ci rimangiamo assolutamente le parole che abbiamo detto in questo consesso, nella discussione di prima, consapevoli di quanto sia importante dare realmente un segnale nella direzione di tassare questi colossi e dare un aiuto reale e concreto alle nostre piccole botteghe.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Presidente, trovo singolare che si faccia la discussione informalmente perché sono due punti all'o.d.g. separati, ma sostanzialmente li abbiamo discussi insieme, perché si tengono.
In tutta la discussione è intervenuto anche il Presidente Cirio già sul tema; ha già risposto al Consigliere Grimaldi dicendo che è preoccupato del fatto che gli investimenti, se ho capito bene, possano essere messi in discussione. È singolare che si voti una cosa e non si voti l'altra.
Completerei il ragionamento sul tema, anche perché il tavolo sull'IRAP, di cui fa parte questa proposta di legge, era stato ipotizzato, da quest'Aula in sede di bilancio 2020, quindi a marzo 2020.
Abbiamo fatto degli incontri, non siamo riusciti mai ad approfondire bene ma il tempo per capire e per decidere, anche in maggioranza, che posizione assumere, credo l'abbiate avuto.
Vi chiederei, insomma, di andare avanti e di votare il provvedimento, non di sospendere la seduta, altrimenti di mettere ai voti questa decisione.
Credo che spezzettare la discussione non serva, se non a rinviare il tema tra l'altro fuori contesto, perché martedì parleremo di altri temi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Se non vi sono ulteriori interventi, metterei in votazione la richiesta di sospensione della seduta.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di sospensione della seduta di Consiglio regionale.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
A questo punto, la discussione sarà ripresa nella seduta del prossimo Consiglio regionale.
La Conferenza dei Capigruppo, convocata per la giornata di domani, deciderà ulteriormente l'o.d.g. della prossima seduta.
Con questo, chiudiamo i lavori odierni e auguro a tutti un buon lavoro e una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.28)



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