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Dettaglio seduta n.128 del 21/04/21 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 09.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta Per la gestione della seduta si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 16 aprile 2021 n. 63, a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
La verifica delle presenze verrà effettuata mediante chiamata nominale.
Le votazioni si svolgeranno attraverso l'introduzione del badge di ciascun Consigliere nell'apposito alloggiamento, con conseguente selezione del tasto presenza e della successiva espressione di voto.
Procedo quindi all'appello nominale per la verifica delle presenze. Ai soli fini dell'appello, comunico che sono in congedo i Consiglieri Caucino Fava, Icardi, Perugini, Ricca e Tronzano.
Il numero legale è, pertanto, 23.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la mancanza del numero legale)



PRESIDENTE

Sono presenti 20 Consiglieri.
Non essendoci il numero legale, la seduta è rinviata di mezz'ora.
I lavori riprenderanno alle ore 10.05.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 09.35, riprende alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procedo alla ripetizione dell'appello nominale per la verifica delle presenze.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)



PRESIDENTE

Comunico che il numero legale è 24 e risultano presenti 44 Consiglieri.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Intervengo solo per comunicare la presenza, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riva Vercellotti.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 20 aprile 2021.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento interno del Consiglio regionale comunico che hanno chiesto congedo Caucino, Fava, Icardi Perugini e Ricca.



PRESIDENTE

Chiedo se vi siano richieste di intervento, altrimenti procediamo con il provvedimento.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ci siamo fermati la scorsa settimana a chiedere delle informative.
Come lei sa, i punti all'o.d.g. dell'odierna seduta erano già stati stabiliti nella riunione di ieri. Tuttavia - lo dico senza farvi perdere ulteriore tempo - le informative possono essere sempre rilasciate dagli Assessori. Abbiamo appreso esserci degli sviluppi sulla vicenda Embraco pertanto, come ci siamo detti la scorsa settimana anche davanti ai lavoratori, vorremmo ricevere un aggiornamento, visto che gli scenari stanno cambiando e si stanno evolvendo nelle ultime ore.
Essendo presenti il Presidente Cirio e l'Assessora Chiorino, le chiederei di valutare, nelle prossime ore, un'informativa, così come ci siamo detti la scorsa settimana.
Non è un punto aggiuntivo, lo ripeto, ma una semplice richiesta di adempiere agli impegni che abbiamo assunto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Intervengo sull'ordine dei lavori, affinché resti a verbale che il mio Gruppo sottoscrive gli emendamenti dei colleghi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Anche il Gruppo Chiamparino per il Piemonte - Monviso sottoscrive gli emendamenti dei colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Anche il Gruppo del Movimento 5 Stelle sottoscrive tutti gli emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Le chiederei di sottoscrivere tutti gli emendamenti e i subemendamenti di tutte le forze di opposizione o di minoranza, come lei ritiene.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Dovremmo averlo già fatto, ma lo ribadisco a verbale: il Gruppo del Partito Democratico sottoscrive tutti gli emendamenti e i subemendamenti delle forze di opposizione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anch'io sottoscrivo tutti gli emendamenti e i subemendamenti delle forze di opposizione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Annuncio anch'io la sottoscrizione di tutti gli emendamenti presentati dai Consiglieri di opposizione, anche quelli che finora non avevo ancora sottoscritto.



PRESIDENTE

Non ci sono ulteriori richieste di intervento sull'ordine dei lavori.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame proposta di legge n. 99, inerente a "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP)"


PRESIDENTE

Iniziamo l'esame del disegno di legge n. 99, inerente a "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP)", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Il provvedimento, con lettera datata 9 aprile 2021 del Consigliere Leone, è stato richiamato in aula ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno. Poiché non è stato licenziato dalla Commissione, il provvedimento non ha relatori, per cui può essere illustrato da parte del primo firmatario.
Ricordo, a chi volesse intervenire in sede di discussione generale, che può cominciare a prenotarsi.
La parola al Consigliere Leone per l'illustrazione del provvedimento.



LEONE Claudio

Grazie, Presidente.
La proposta di legge n. 99 verte in 14 articoli.
Cercherò di essere breve e conciso, toccando i punti importanti della modifica che si chiede di apportare alla legge n. 9/2016.
Noi riteniamo inopportuno togliere un diritto acquisito a chi ne aveva titolo prima dell'entrate in vigore della legge n. 9/2016, pertanto chiediamo l'abrogazione della retroattività per tutti coloro che ne avevano titolo.
Andiamo a rimettere mano sia al distanziometro che ai luoghi sensibili.
Riteniamo che 500 metri siano una metratura eccessiva per poter permettere al gioco legale di svolgere il suo ruolo, appunto nella legalità. Abbiamo constatato che dall'approvazione della legge 9/2016 non sono arrivati quegli effetti che pensavamo e che pensava chi l'aveva votata (tra l'altro era stata votata in modo favorevole all'unanimità). Ripeto, non sono arrivati gli effetti desiderati.
Ci rendiamo tutti conto, sia da una parte che dall'altra dell'emiciclo che oltre 5.000 lavoratori non possono essere abbandonati a se stessi in un momento contingente come questo. Qualcuno è favorevole ad una proroga, ma noi riteniamo che non sia sufficiente, perché allungherebbe solo l'agonia di chi sta per perdere un'occupazione legale. Procrastinare di sei mesi, un anno o due (o il tempo che verrà deciso) significherà solo allungare l'agonia di chi, in questo momento, sta chiedendo alle istituzioni di lavorare nella legalità.
Questo è un punto su cui veramente ci vogliamo soffermare e su cui non intendiamo transare con nessuno.
Il diritto al lavoro dev'essere un diritto sacrosanto, perché è un diritto lecito. Le persone che abbiamo visto ieri manifestare fuori dal palazzo erano madri e padri di famiglia, famiglie intere, imprenditori e operai che vogliono lavora nella legalità.
Dall'altra parte, siamo consci che il bloccare il "legale" vuol dire aprire una frontiera sull'illegale: questo non lo dice Claudio Leone, non lo dice la Lega, ma lo dice l'incremento del numero di sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza.
Il terzo punto è il contrasto alla ludopatia da gioco. Noi vogliamo aumentare e rendere più capillare la lotta alla ludopatia. Vogliamo essere vicini a quelle persone che sono state colpite e assoggettate da quella che giudico essere una malattia. Qualcosa si è fatto, ma non sono state utilizzate tutte le risorse necessarie. Probabilmente, se si fossero usate in modo diverso, in un modo più capillare, oggi il problema sarebbe stato diverso, forse avremmo risolto almeno un problema. I numeri delle persone ancora seguite dai SerD evidenziano che qualcosa non ha funzionato, o ha funzionato solo in parte. Noi vogliamo incrementare e migliorare questo aspetto. Dall'altra parte, però, non bisogna buttare al vento quello che la legge Chiamparino aveva iniziato, perché qualcosa di positivo c'è stato.
Non intendiamo quindi buttarla via in toto, ma vogliamo far tesoro delle parti buone di quella legge.
Abbiamo degli obiettivi importanti da percorrere, che, come ho detto prima, riguardano la dignità del lavoro legale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Leone.
Vi sono richieste di intervento in discussione generale? Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.
Ricordo che avete dieci minuti per intervento.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente e grazie al primo firmatario, il Consigliere Leone per aver illustrato la proposta di legge.
È il quarto giorno continuativo che discutiamo di questa proposta di legge e oggi entriamo nel merito del provvedimento.
Abbiamo già detto molte cose. Nel mio intervento proverò a riepilogare quelli che per il Partito Democratico sono i tre concetti basilari.
Prima di tutto, la proposta di legge n. 99 va ad abrogare una legge che noi consideriamo "equilibrata" sui due aspetti su cui si fonda questo tema: mi riferisco al diritto alla tutela della salute e al tema del lavoro. Ne abbiamo discusso, infatti, nella scorsa legislatura sia in Commissione sanità che in Commissione attività produttive, di cui ero Presidente. In quella discussione, in quell'elaborazione della proposta di legge - oggi l.
9/2016 - abbiamo tenuto insieme e contemperato entrambi gli aspetti, perch un tema così importante va guardato a 360 gradi, non va guardato solo da un lato; vanno tenuti in considerazione tutti gli aspetti che ruotano attorno a questa norma. La legge regionale 9/2016 è un punto di equilibrio molto avanzato, è un punto di equilibrio tra salute e lavoro.
E lo dico con forza, perché noi del Partito Democratico non ci stiamo a ricevere insegnamenti sulla materia del lavoro. La tutela del lavoro è nel DNA del nostro partito, della nostra cultura di sinistra; noi siamo sempre dalla parte del lavoro e siamo sempre dalla parte dei lavoratori. Quindi oggi non siamo da un'altra parte: oggi difendiamo una legge che, proprio per tutelare il lavoro, ha avuto degli step progressivi di attuazione.
Discutiamo di una legge di cinque anni fa - non di cinque giorni fa, non di cinque settimane fa - che entrerà in vigore, nell'ultimo step, il 20 maggio. In questo stava proprio la tutela dei posti di lavoro, nel dare una prospettiva lunga, non per chiudere, ma per ricollocarsi rispetto alle norme inserite all'interno di questa legge.
Purtroppo - sicuramente, è sotto gli occhi di tutti - oggi ci troviamo di fronte ad una situazione in cui questi cinque anni non sono stati utilizzati per ricollocarsi, per capire dove ci si poteva ricollocare, sia dal punto di vista dell'impresa, sia dal punto di vista del lavoro.
È arrivato il COVID e queste attività - è evidente - sono chiuse, come tante attività, da molto tempo, a causa del COVID; quindi una riflessione su questo la dobbiamo fare. Alle forze di maggioranza (lo preciso affinché resti a verbale) abbiamo dato la disponibilità a ragionare su una proroga, per dare il tempo a tutti - appunto - di ricollocarsi, di ragionare e di superare questa fase così difficile in termini di lavoro. Il COVID è sicuramente stato un evento importante, quindi la nostra disponibilità a ragionare su questo c'è. Se però dobbiamo ragionare su uno smantellamento totale di quella norma, no; in particolar modo per tutti gli aspetti e gli step già oggi in vigore.
Noi pensiamo sia sbagliato - così lo diciamo in discussione generale ma entreranno nel merito i colleghi che interverranno dopo di me - tornare a ragionare e riaprire bar e tabacchi, quindi dare di nuovo la possibilità e la disponibilità di collocare gli apparecchi in bar e tabacchi, rendendo di nuovo questa disponibilità e questa offerta di gioco pervasiva nella vita e nella quotidianità delle persone. Noi pensano sia sbagliato e su questo ci batteremo fino in fondo. Non ci sarà punto di mediazione su questo, perché la pensiamo diversamente da voi o, perlomeno, da quello che leggiamo sui giornali; perché negli atti depositati in Consiglio regionale e negli emendamenti che si dovranno discutere, in realtà, noi vediamo un solo emendamento della maggioranza, che è quello a prima firma del Consigliere Ruzzola, oltre ad una serie di emendamenti che riscrivono la proposta di legge, quindi la cambiano nuovamente rispetto a quella che è approdata in Aula, del Consigliere Leone.
Pertanto, noi non ci siamo intestarditi su questa proposta di legge noi ci fondiamo su dati asettici, che ci sono stati presentati non più di un mese e mezzo fa in Commissione, quando abbiamo fatto la clausola valutativa, e che certificano che la legge funziona: la riduzione per quanto riguarda la ludopatia è evidente, c'è stata. Dunque, è una legge che ha funzionato. Certo, lo riconosciamo anche noi: è una legge importante; è una legge che ha degli effetti; è una legge che impatta sulla nostra società, ma siamo consci che questa norma ha portato gli effetti per cui è stata scritta, cioè una norma che è nata per un'esigenza sanitaria e per ridurre una patologia che è quella della ludopatia, che stava distruggendo tante famiglie ed era diventata pervasiva nella nostra società.
Noi non siamo arroccati su posizioni ideologiche. Noi siamo sempre stati disponibili al dialogo, ma il metodo utilizzato da questa maggioranza non ci ha permesso di avviare un dialogo, perché non c'è stato alcun confronto e alcun ascolto delle associazioni e delle forze politiche che in questo Consiglio regionale rappresentano, tutte insieme, i piemontesi.
Quindi la nostra risposta sono stati questi 60.000 emendamenti che ci permetteranno di discutere, di entrare nel merito, di approfondire e di ragionare per tutto il tempo che avremmo dovuto impiegare in Commissione e che invece, in questi primi due anni di legislatura, nonostante gli annunci, non è mai stato fatto.



PRESIDENTE

Grazie. Siamo sempre in fase di discussione generale, per cui chiedo se vi siano richieste d'intervento.
Prego, Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Io mi vorrei soffermare, innanzitutto, sul merito di questa legge e sulla confusione che si sta creando nel dibattito pubblico. Partirei dal merito.
Ieri è stato detto, dai manifestanti e anche dai lavoratori che abbiamo ascoltato durante la pausa pranzo, che la legge regionale 9/2016 sarebbe una legge retroattiva, non legittima, inefficace e che non tutela la legalità.
Come Partito Democratico, esponenti delle forze di minoranza, noi non siamo d'accordo su nessuno di questi quattro punti; quindi rigettiamo nel merito queste obiezioni. Lo abbiamo già precisato ieri: la legge regionale n. 9 del 2016 non è una legge retroattiva; lo prova anche il fatto che l'Avvocatura dello Stato non l'ha impugnata successivamente alla sua approvazione. Perché non è retroattiva? Perché concede agli operatori economici che hanno sostenuto un investimento prima del 2016 un tempo di adeguamento; lo fa nell'articolo 13, un articolo che è stato composto al seguito di una lunga e faticosa concertazione; un articolo equilibrato, un articolo che tiene in conto il diritto all'impresa e il diritto a tutelare gli investimenti che gli imprenditori hanno fatto. Quindi, quella legge non è una legge retroattiva e non è neanche una legge anti impresa; non è una legge proibizionista e non è neanche una legge che non tiene in considerazione il diritto alla libera iniziativa economica. Il fatto di aver concesso un tempo di adeguamento prova che la legge non è retroattiva.
La legge è legittima. Innanzitutto, a dispetto di quello che è stato detto ieri da alcune organizzazioni di rappresentanza del settore del gioco, il Consiglio regionale - lo vogliamo dire con forza - era ed è legittimato a legiferare su quella materia. Infatti, il titolo della legge riguardava il contrasto e la prevenzione al gioco d'azzardo patologico quindi il contrasto e la prevenzione ad una patologia, ad una malattia. È pertanto una materia che riguarda strettamente la sanità, che è il compito principale del Consiglio regionale. Per cui il Consiglio aveva tutto il diritto di esprimersi e di legiferare su questa materia.
La legge, inoltre, è legittima, perché non è incostituzionale, non lede i vari principi che sono affermati nella nostra Costituzione: il diritto alla concorrenza, il diritto di sussidiarietà, il diritto di uguaglianza e anche il diritto di regolamentare l'iniziativa economica stabilito nell'articolo 41 della Costituzione, che più volte stiamo approfondendo in queste giornate di dibattito.
Attenzione, la Costituzione italiana non stabilisce una libertà assoluta dell'iniziativa economica; tutela l'iniziativa economica privata ma riconosce anche che essa debba essere contemperata con altri diritti: innanzitutto, il diritto alla salute e alla dignità umana.
Guardate, anche ieri gli operatori economici e i lavoratori hanno riconosciuto che si era esagerato con la presenza dei luoghi di gioco in Piemonte, che la nostra Regione era disseminata in maniera eccessiva di questi punti di gioco. Se lo riconoscono anche gli operatori economici, che di gioco vivono, perché non lo può riconoscere la maggioranza che siede in questo Consiglio regionale? Perché non si può riconoscere che un limite non proibizionista, ma teso semplicemente a regolamentare, era necessario? Il gioco, da mero settore del divertimento, dello svago e dell'intrattenimento, si era trasformato - e in parte lo è ancora - in una vera e propria piaga sociale, che la legge ha teso semplicemente a ridurre.
Parliamo di piaga sociale, perché le migliaia di persone finite sul lastrico ed impoverite da questa patologia non sono una fantasia e non sono un tema di cui possiamo permetterci di non tenere conto. Più di mille piemontesi oggi sono seguiti dai SerD della nostra Regione. Quindi, gli organismi che dipendono direttamente dall'Ente che rappresentiamo seguono più di mille piemontesi affetti da una malattia. Non è una fantasia questo.
Per cui il dovere del legislatore è stato nel 2016, ed è anche oggi, quello di contemperare questa pluralità di diritti, non soltanto il diritto al lavoro e alla libertà di iniziativa economica, ma anche il diritto alla salute.
Noi riteniamo che quella legge abbia avuto un valore di efficacia, e ce lo dicono i dati che abbiamo discusso in Commissione a gennaio insieme all'IRES, all'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, al CNR e insieme ai medici delle nostre ASL, specializzati sul tema delle dipendenze. Quindi, quella legge non ha avuto soltanto una legittimità giuridica e un rispetto della Costituzione e una non retroattività, ma ha avuto anche un'efficacia tecnica in materia di sanità, di rispetto della legalità e di contrasto alla povertà. E ha concesso il tempo agli imprenditori di adeguarsi.
Io sono un po' preoccupata che oggi i lavoratori che lavorano per gli imprenditori che hanno voluto sfidare questa legge e non si sono adeguati nei tempi concessi - e parliamo di 5 anni e non di un lasso di tempo breve siano strumentalizzati. Sono lavoratori che hanno una famiglia e le cui sofferenze e fatiche meritano la nostra profonda attenzione e il nostro rispetto. Sono preoccupata che siano strumentalizzati, a fronte, invece, di altri lavoratori e imprenditori che hanno rispettato la scadenza stabilita dalla legge. Andando a modificare la legge n. 9/2016, rischiamo di andare incontro ad eventuali ricorsi da parte di chi la scadenza l'ha rispettata.
Adesso, superato il tema del merito, vorrei addentrarmi in quello del metodo. Ce l'hanno detto anche ieri gli operatori economici: loro sperano di potersi confrontare, auspicano che si apra al più presto un tavolo di confronto tra le parti e che si esca da questo clima di sterile contrapposizione che non sta portando da nessuna parte, perché di dati non stiamo discutendo e ci sono due posizioni speculari che si confrontano dicendo una il contrario dell'altra, in modo molto scollato dal contesto e dalla realtà. Chiediamo un tavolo di confronto, non chiediamo di fare ostruzionismo ad oltranza. Chiediamo di poterci confrontare e di avere quel confronto che finora non c'è stato in maniera adeguata in Commissione.
In ultimo, vorrei parlare di un aspetto più politico, meno tecnico.
Serve un tavolo di confronto perché serve la politica. Guardate, la politica non è che si fa da altre parti. Tutti noi stiamo partecipando a queste manifestazioni di piazza, a questi momenti di dialogo con i corpi intermedi. Ma, alla fine, in ultima istanza, la politica si fa qui, in Consiglio regionale. E non può essere orchestrata o dettata da pressioni di blocchi di potere esterni. Siamo noi ad essere stati eletti come rappresentanti del popolo piemontese: come tali, siamo chiamati a dare una risposta a queste legittime, ma contrastanti, istanze che stanno provenendo dalla società piemontese. Lo voglio dire in modo chiaro: credo che le forzature non siano politica. Quando si fanno forzature o imposizioni affrettate, non si fa politica. Le forzature annichiliscono la politica. Le interferenze, più o meno legittime, dei poteri economici annichiliscono la politica.
Questo io chiedo alla maggioranza: non di rinnegare le proprie convinzioni, che sono legittime e degne di rispetto quanto le nostre, ma di riappropriarsi della politica, che non può essere subordinata ai poteri economici. Ripeto, non può essere subordinata ai poteri economici.
Riprendetevi il vostro ruolo, non fate forzature e aprite ad un confronto, c'è una disponibilità delle minoranze. Perché il rischio è che con le forzature ci perda la politica e, quindi, ci perdiate voi che invece, siete stati chiamati a fare politica in questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi. Interviene sull'ordine dei lavori?



GRIMALDI Marco

Sì, Presidente.
Visto che nelle scorse sedute la maggioranza ha chiesto di alternarsi nelle informative e nel bilancio, io da relatore di maggioranza della scorsa legge, insieme al Consigliere Rossi, e come potenziale relatore di minoranza di questa, che purtroppo avete richiamato in Aula, sono prontissimo ad intervenire, con un intervento che vorrei esporvi come se fossi relatore di minoranza.
Sarebbe molto bello, però, visto che avete richiamato questo testo in Aula, che le forze di maggioranza intervenissero e che si alternassero con noi. Perché è incredibile - incredibile! - che in una riunione dei Capigruppo si faccia un blitz, come quello che avete fatto due settimane fa, e non si abbia neanche la dignità, la responsabilità e il coraggio di assumersi le proprie idee. Chiedo con forza, quindi, che tutti i Capigruppo di maggioranza intervengano e si alternino con noi, perché altrimenti non si capisce perché stiamo qua: perché qualcuno l'ha deciso? Abbiamo compreso che la Lega è il gruppo di maggioranza relativa, ma non è sola qui e non comanda da sola questo Piemonte.
Quindi, per favore, le chiedo di alternare gli interventi fra maggioranza e minoranze. Soprattutto, se è possibile, chiedo che tutte le forze politiche si esprimano, altrimenti non si capisce perché siamo qui inchiodati, dentro la pandemia e dentro una crisi economica a discutere soltanto di questo argomento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Attualmente, sono iscritti ad intervenire i Consiglieri Magliano Bertola, Sacco, Rossi, Grimaldi, Giaccone, Disabato, Martinetti, Sarno Stecco.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Procediamo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Intervengo in discussione generale, come hanno iniziato a fare i miei colleghi, per provare ad esporre la nostra posizione, ma anche per capire quali intendimenti vi sono all'interno della maggioranza.
Iniziamo da un concetto, quello delle retroattività (peraltro ringrazio la collega Canalis per averlo anticipato). Capisco che in quest'Aula possano esserci sociologi, economisti e laureati in giornalismo però mi auguro che ci sia anche qualche dotto conoscitore del diritto. In realtà so che ci sono, sono persone e colleghi che fanno anche gli avvocati di mestiere. Dunque, la retroattività nel nostro ordinamento è proprio un'altra cosa. Ve lo dico perché capisco che voi avete la tendenza a semplificare, perché nella società della comunicazione veloce e della comunicazione mediante tweet avete imparato il termine "retroattività" (o ve l'hanno raccontato coloro che svolgono l'attività di lobbying per i soggetti interessati a questa legge) e lo riproponete, ma la retroattività è un'altra cosa! La retroattività, tra l'altro, è impedita nel nostro ordinamento nazionale: non può esserci una legge retroattiva che non garantisce la certezza del diritto. Lo dico ai tanti colleghi che ho sentito in manifestazioni, in dibattiti, in convegni, in workshop e in video call: la retroattività è un'altra cosa.
Lo Stato italiano e le istituzioni che da esso ne derivano decidono di essere ente regolatore e regolatorio, cambiano le norme e le persone, i soggetti del mercato, debbono adeguarsi. Questo capita ovunque, capita per le direttive europee, capita sul sistema del trasporto, pensate com'è cambiato sull'ambiente. Ci sarà un costruttore che ha detto: "Questa norma sull'impatto ambientale non me la cambi, perché io le macchine le ho già costruite con un diesel, ovvero con un approvvigionamento energetico che oggi tu non prevedi"? È follia! Ed è follia che venga detto in un'Aula come questa, se si pensa a quanto il Piemonte abbia dato in termini di giuristi che hanno fatto la storia di questo Paese! La retroattività è un'altra cosa: è un termine regolatorio. Sono stati concessi degli anni per adeguarsi alla norma e quella norma, poi, si applica per tutti coloro che vorranno ricominciare quel tipo di attività commerciale e produttiva. Questo dev'essere chiaro; dev'essere chiaro a ciascuno di voi che, quando usa quella parola, lo sta facendo a fine politico e non a fine giuridico. È un errore considerare "retroattiva" quel tipo di norma, perché vorrebbe dire andare a prendere tutto ciò che si è fatto negli anni precedenti; ma questo, evidentemente, sarebbe stato impugnato dallo Stato italiano.
Si è dato un termine. È questo uno degli argomenti di cui avremmo dovuto discutere: perché, nel termine concesso da questa legge, chi ha fatto e fa impresa non si è adeguato? Avremmo dovuto discuterne in Commissione. A dire la verità, discutendo con alcuni colleghi ho provato a capire quanti sono i soggetti interessati a questo spostamento, quanti lo hanno fatto, quanti non lo hanno fatto e quali sono i motivi per cui non si sono spostati. Certo, in questi due anni di legislatura, forse, tra i tanti bonus che avete pensato di mettere a bilancio, potevate immaginare anche delle misure di aiuto e di sostegno per coloro che volevano rispettare le regole. Questa è l'assurdità del nostro Paese: siamo l'unico Paese in cui si scrive che è "severamente vietato" perché non basta dire che è vietato, dobbiamo scrivere "severamente".
Agli imprenditori che volevano adeguarsi alla norma si poteva dire: "La Regione Piemonte, tra i tanti sostegni che sta dando al mondo delle imprese di cui gli Assessori vanno particolarmente fieri, poco in Aula, ma tanto sui social o a mezzo stampa - sta attivando delle misure insieme ai Sindaci, attraverso azioni dal punto di vista urbanistico o azioni legate all'attività amministrativa nei regolamenti comunali, per consentirvi di adempiere alla norma". Invece, in questo Paese funziona sempre così: si fa una norma; poi, col tempo, quando ci si avvicina alla scadenza, magari in una nuova tornata elettorale, si va a chiedere alle forze politiche più disponibili all'ascolto (perché magari sono all'opposizione) di farsi carico di un'istanza per avere un ulteriore conforto e sostegno elettorale ed ecco che si risponde: "Non vi preoccupate, arriviamo noi e cambieremo la norma". È andata così.
È andata così nel suo aspetto anche un po' kafkiano della questione perché come diciamo tutti nei nostri convegni, il nostro è un Paese che non ha né certezza del diritto, né certezza dei tempi dei procedimenti civili penali e amministrativi e quindi gli investitori fanno fatica ad atterrare nel nostro spazio giuridico, nel nostro spazio di mercato. Questo è il primo dato.
Il secondo dato è che noi, oggettivamente, abbiamo sentito crescere il numero delle persone che perdevano il posto di lavoro ogni giorno: siamo partiti da 1.000, poi 1.500, poi 2.000 e ieri sono diventati 5.000.
Discutiamo ancora un po' di questa norma e il numero delle persone che perderanno il posto di lavoro assumerà cifre enormi! Anche questo è un tema di cui avremmo dovuto discutere in Commissione, anche su questo avremmo dovuto poterci confrontare, invece che fare colpi di mano! Avremmo voluto discutere di questa legge, ma in tempi adeguati per l'importanza e il peso sociale che ha.
Oggi, il primo firmatario ha parlato in Aula otto minuti (se va bene)! Otto minuti per una legge che, all'articolo 1, all'articolo 2 e all'articolo 3, mette in luce, di fatto, tutta la retorica - tutta! - che portate in combinato disposto con l'unica cosa che interessa alla maggioranza (o ad una parte della maggioranza): le finalità, il tema della ludopatia, gli ambiti di intervento, che cosa si farà nelle scuole. Avete verificato se queste attività sono poi state fatte dall'applicazione della legge precedente ad oggi? Quante sono state fatte? Come le abbiamo fatte? Peccato che tutti questi buoni intendimenti siano solo un grandissimo paravento, un grandissimo lenzuolo che volete mettere sotto la deregulation che, in qualche modo, si vuole portare. All'articolo 4 si fa riferimento alle ASL, all'articolo 5 alla giornata dedicata al contrasto e alla diffusione del gioco d'azzardo. Tutto questo, poi, svanisce all'articolo finale, la clausola di neutralità finanziaria (articolo 13): dunque, faremo attività nelle scuole, ci occuperemo di ludopatia, entreremo con le ASL in maniera più precisa ed importante su questo, dedicheremo una giornata per dire alle persone che non devono giocare, chiederemo la formazione per gli operatori, ma poi, con l'articolo 13 dalla presente norma, non dovranno derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza regionale. Non un euro, quindi, per tutti i buoni intendimenti previsti agli articoli 1, 2, 3 e 4.
Abbiamo finito la sessione di bilancio poche settimane fa: se ne poteva discutere lì. Alcuni di noi (il nostro Gruppo in particolare, insieme ad altri) avevano chiesto di stanziare più risorse sulle dipendenze, ma non un euro in più è stato previsto. Però avevate già in animo di portare questa legge, con questo colpo di mano, in discussione subito in Aula. Quindi è una finzione. Ho sentito qualcuno di voi dire che avrebbe presentato una legge sulla ludopatia, ma non c'è, non ci sono più risorse su quel tema.
Volete rispondere ad una parte del vostro elettorato - è comprensibile senza voler entrare nel merito di nulla. Quante sono le persone che oggi sono affette da ludopatia? Quant'è il danno economico che quel tipo di dipendenza ha creato a loro e alle loro famiglie? Quanti di loro hanno perso il posto di lavoro? Quanti di questi soggetti hanno fatto perdere il posto di lavoro ai loro dipendenti perché è saltata l'azienda o perché ci si è giocati tutto? È questo ciò che vi chiedo.
Capisco che la sofisticazione non sia da tutti e che l'approfondimento nel merito non sia, purtroppo, una prassi consolidata all'interno delle aule istituzionali, perché bisogna fare tutto in fretta, in modo molto facile e, il più delle volte, remunerativo dal punto di vista politico, ma non si governa così.
Un problema complesso non ha soluzioni semplici e mi pare che il percorso intrapreso dai colleghi nella precedente legislatura abbia cercato di tener conto di tutti i fattori. La realtà è complessa. La realtà è una complessità di elementi che possono trovare una sintesi, ma dentro un dialogo, dentro una costruzione comune, dentro un tentativo di confrontarsi con tutti coloro che possono avere posizioni diverse.
Abbiamo sentito tutti quello che ci hanno detto ieri i lavoratori, al di là di due o tre testimonianze di donne lavoratrici che hanno parlato dei loro figli, della loro famiglia e della possibilità di pagare i propri mutui. È evidente che i rappresentanti delle associazioni stanno giocando una partita che è tutta - tutta! - legata al business di questa tipologia di settore. Noi dobbiamo essere in grado, cosa che non state facendo, di garantire tutti gli interessi in gioco, invece ne state garantendo solo alcuni. Tutti gli altri interessi legati alle problematiche sociali e alle problematiche sanitarie sono presenti in questa legge, senza però stanziare un solo euro. Dunque, si svela, da questo punto di vista, anche la pusillanimità di questo approccio al tema.
Presidente, oggi andiamo a discutere una legge, il cui primo firmatario è il Consigliere Leone, che ha visto emendamenti su emendamenti, posizioni politiche diverse di Forza Italia e di Fratelli d'Italia. A noi piacerebbe in discussione generale, che si svelasse se su questa legge c'è o meno una maggioranza, perché se facciamo due calcoli rispetto agli emendamenti presentati, da qui ai prossimi mesi, contingentamento o non contingentamento, voi non approverete più nessun regolamento. Diteci solo se questa è una priorità per voi o se ci sono altre priorità - ho concluso Presidente, le chiedo scusa - come il commercio, i vaccini, far ripartire l'artigianato, far ripartire il nostro sistema di istruzione nel modo migliore o quant'altro. È un problema di priorità. Vi chiediamo, su questo un atto di responsabilità.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Magliano per l'intervento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stecco; ne ha la facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Gentili colleghi, la fase in cui ci troviamo di discussione generale mi permette di prendere una posizione e di fare delle riflessioni su questo argomento.
Non so quanti di voi abbiano avuto a che fare, in ambito medico, con una persona affetta da dipendenza da gioco o con il mondo delle dipendenze.
Credo pochi, professionalmente, ma molti politicamente, magari dal punto di vista amministrativo e dal punto di vista socio-assistenziale, perché molti di voi provengono dalle Amministrazioni.
Sicuramente tutti, nei vostri precedenti ruoli e negli attuali ruoli avete avuto contatti con gli aspetti legati alle questioni del mondo lavorativo, della disoccupazione. Naturalmente, anche questo è un tema di vostra competenza e di competenza del Consiglio regionale, oltre a quello della sanità e delle leggi che regolano la sanità.
Sicuramente, molti di voi hanno fatto un percorso, nella scorsa legislatura, inerente la legge 9/2016, che ha portato, con un ampio dibattito e con un consenso generale, ad una normativa che è in vigore da cinque anni.
Per formazione professionale e come impostazione valoriale ho sempre voluto interpretare il ruolo come un "servizio alla comunità", un impegno a lasciare qualcosa di migliore anche alle prossime generazioni, mettendosi in gioco anche nell'applicare una metodologia e delle analisi di quello che si fa, che possa essere nella propria professione o anche nell'attività politica, ma sempre con il massimo rispetto delle idee altrui.
Quello che si nota dall'esterno e dall'interno, per un neofita come il sottoscritto, è la frequente polarizzazione su posizioni a volte diametralmente opposte, spesso oltranziste e prive di possibile dialogo che credo che i cittadini invece si aspettino. Loro, infatti, vogliono giustamente le soluzioni, non le polemiche. Vorrebbero le soluzioni dalla politica.
Quali sono i problemi? Stiamo parlando di una malattia. I problemi di cui stiamo trattando si riferiscono ad una patologia che, nel manuale denominato DSM 5, quinta edizione, è riconosciuta come il "disturbo di gioco d'azzardo". Oggi è denominato così.
Ma stiamo parlando anche di occupazione - stiamo parlando anche di questo, è un tema collegato alla discussione stessa - per l'esercizio dell'attività lecita e regolarizzata del gioco legale.
Incidentalmente, come convitato di pietra, stiamo parlando anche di rischio comportato dal gioco illegale, di rischio di portare acqua al mulino di attività illecite. In quest'Aula sono presenti questi tre argomenti, che non sono molto opinabili, sono fattuali, sono proprio oggettivi, tutti e tre, dimostrati con numeri diversi o con diversi tipi di posizioni, ma tutti più o meno dimostrabili.
Mi permetto una parentesi scientifica per dare un senso anche alla mia presenza in Aula, perché credo che sia importante poter dare un contributo scientifico. La ludopatia o disturbo da gioco d'azzardo è una malattia ben specificata. Rientra anche nei LEA e necessita di azioni e di sforzi importanti da parte di chi eroga i servizi sanitari, concorrendo anche ad un aumento della spesa pubblica regionale e nazionale. È questo il motivo per cui lo Stato annualmente finanzia la lotta alla ludopatia con diversi milioni di euro.
Seppure non vi sia accordo in letteratura sulle basi, sulla vera verità della neurobiologia della malattia, c'è però consenso su quattro processi cognitivi cerebrali comuni alle dipendenze comportamentali nelle quali questa malattia si inserisce. Il processo della ricompensa, per esempio della punizione e la sua relazione con il condizionamento comportamentale.
Una serie di attività che avvengono a livello neurotrasmettitoriale e a livello del tessuto cerebrale che, personalmente, posso vedere con applicazioni di risonanza magnetica funzionale, che permette, in alcune situazioni indotte da terapie - come, per esempio, nei malati di Parkinson di vedere come, quello del gioco d'azzardo, sia un effetto collaterale di una terapia. Si possono vedere le basi organiche, quindi è proprio una malattia in questo senso.
L'aumento della rilevanza degli stimoli associati al gioco d'azzardo l'aumento dell'impulsività, come tratto di vulnerabilità per lo sviluppo di una ludopatia; la compromissione del processo decisionale, a cui sono poi collegate tantissime altre funzioni cerebrali. Nel soggetto, dunque, non esiste solo il disturbo del gioco d'azzardo, ma spesso coesistono anche altre alterazioni.
L'azzardopatia, analogamente alla tossicodipendenza e all'etilismo presenta quindi un alto tasso di comorbilità psichiatrica, con disturbi dell'umore, depressione, di personalità spesso antisociale o borderline ansia. Non solo; spesso, hanno anche un tasso di dipendenza da stupefacenti o alcool più alto della popolazione normale.
Ricollegandoci al nostro aspetto, chi si occupa di seguire questi pazienti? Le ASL attraverso i SerD. Purtroppo, spesso vi arrivano pazienti in fase tardiva, nell'ultima fase, nella fase della disperazione, che è la fase finale di questa malattia.
Come fa la Regione a prendersi carico di queste persone? I pazienti necessitano di un percorso diagnostico e terapeutico assistenziale, di un PDTA. Un PDTA che non c'è in questa Regione: c'è in un'ASL. Bisogna dirle queste cose: diciamo tutti che promuoviamo la lotta alla ludopatia, ma il PDTA ce l'ha solo l'ASL TO 3, che è un'eccellenza nella lotta alla ludopatia, ma il resto della regione non si è ancora adeguato. Questo perché, come al solito, tra una DGR o una legge e la sua applicazione ci sono sempre delle difficoltà. Sono questi gli elementi su cui dovremo ancora lavorare, non basta avere emanato la legge regionale 9/2016, perch in realtà per alcune parti non viene applicata. Questo è un dato importante che voglio evidenziare.
Il PDTA ha una fase di accesso, accoglienza, valutazione diagnostica trattamento e follow up; non si può lasciare una di queste fasi del PDTA alla buona volontà dell'applicazione delle singole ASL. Il PDTA deve essere codificato, non dico in modo militare, ma in modo molto preciso, affinch tutte queste fasi siano ben presenti in tutto il territorio.
Ovviamente, i dati dicono che il gioco non determina automaticamente l'azzardopatia: solo la punta dell'iceberg dei giocatori ha questo problema. Stiamo parlando di mille persone prese in carico dalla regione mediamente sono mille quelle prese in carico dai SerD - e di una popolazione con rischio moderato grave di avere lo stesso problema di circa cinquantamila in questa regione. La tipologia di giocatore è ben studiabile nel rapporto IRES che abbiamo letto. Sicuramente, le fasce d'età contano esiste un'età scolare maggiore di 18 anni, un picco nell'età anziana e poi c'è una maggioranza di giocatori tra i 25 e i 64 anni.
Emerge anche un dato sul reddito. Spesso, chi gioca ha un reddito non elevato. Questi dati sono importanti per capire. C'è anche un dato relativo al minutaggio che il giocatore preferisce non superare per raggiungere un luogo dove poter giocare: se supera i dieci minuti, tende a non spostarsi.
Queste sono osservazioni che devono far scaturire degli approfondimenti ulteriori, sia nell'attuale legge in corso che nel provvedimento di cui stiamo parlando oggi. Ci sono delle osservazioni che vanno approfondite sui luoghi sensibili. L'Università è veramente un luogo sensibile? Oppure mancano e vanno aggiunti altri luoghi, anche in base ai dati che sono in continua evoluzione? Inoltre, venendo alle parole degli esperti, nel rapporto IRES-GAPS 2018 (me lo sono studiato bene) sono pochi, a mio avviso, i dati sulla diffusione del gioco ad altre tipologie di gioco. Questo è un dato che viene citato, ma non è robustamente motivato, per cui se io fossi la Regione, se io fossi la Giunta, se io fossi il Comitato della normazione chiederei all'IRES di approfondire (questo intendo farlo personalmente con una richiesta). Non ho dati su questo rapporto sul gioco illegale; questo è un dato che, francamente, spicca; quindi, poiché è uno dei tre argomenti in discussione oggi, credo vada approfondito.
È interessante il dato sulle sale e le videolottery rimaste aperte.



PRESIDENTE

Consigliere Stecco, le chiedo se può concludere.



STECCO Alessandro

Arrivo alla conclusione, mi dia ancora un minuto.
La ludopatia secondo l'IRES sarebbe calata, nonostante la permanenza dell'apertura di chi ancora non si è messo in regola. Questo rapporto quindi, andrebbe riguardato anche alla luce di future decisioni.
Ma poi c'è il COVID, che si inserisce in questo contesto creando problemi sia allo strato socio-economico e alle persone di tutte le categorie, compresi coloro che possono rischiare la ludopatia, sia ai lavoratori, che, in qualche modo, nell'ultimo anno sono stati più chiusi del solito.
Questo fa pensare. Il ragionamento di moderazione che ha fatto monsignor Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli, durante la Conferenza Episcopale, mi ha sicuramente colpito molto. Credo che vada fatta.



PRESIDENTE

Collega Stecco, la invito a concludere.



STECCO Alessandro

Termino.
Credo che vada fatta un'analisi oggettiva e vada cercata una mediazione o, comunque, una soluzione senza disgiungere i due lati della stessa medaglia: si è fatto bene, secondo me e secondo il collega Leone, a portare avanti il tema del lavoro; ma si fa altrettanto bene a parlare della ludopatia.
Bisogna quindi trovare una soluzione per entrambi i lati della stessa medaglia, per non avere una visione solo polarizzata da una parte o dall'altra.
Mi scuso per la lunghezza del mio intervento. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il collega Stecco per l'intervento.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà per tre minuti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo, appunto, sull'ordine dei lavori.
Considero quest'Aula così importante da non utilizzare troppi secondi per l'ironia, per cui me ne concedo cinque: chiedo al collega Stecco di iscriversi al Gruppo del Partito Democratico! Però, Presidente, per serietà - se ci fosse il Presidente Allasia. ma non intendo metterla in difficoltà, per cui mi rivolgo a lei - nella conduzione della discussione generale noi abbiamo bisogno di sapere di cosa stiamo parlando. Perché si è aperta una discussione generale, ma manca l'oggetto, non c'è una proposta. Non si capisce quale sia la proposta. Non possiamo continuare una discussione generale privi dell'oggetto, è chiaro? Cioè anche alla luce dell'intelligente intervento del collega Stecco non ne avevamo dubbi - il prossimo sarà comunque un intervento kafkiano surreale, privo di un contesto, privo di una maggioranza. Privo di una maggioranza! Presidente, sull'ordine dei lavori ci sta facendo discutere del nulla.
E noi non possiamo utilizzare il nostro tempo, in un momento così complicato della vita del nostro Paese e del nostro Piemonte, per discutere del nulla. Non ce lo possiamo permettere! Questo le chiedo: utilizzi il tempo di una sospensione per chiedere a questa maggioranza l'assunzione di una responsabilità che è venuta meno ancor di più dopo l'intervento del collega Stecco.
È incredibile quello che sta succedendo. Noi siamo contenti della presenza del Presidente Cirio questa mattina, perché ha una responsabilità nei confronti di tutto il Piemonte: ci dica lui cosa pensa della modifica della legge sulla ludopatia, sempre sull'ordine dei lavori. Perché il tempo è prezioso, Presidente, sempre, perché è una risorsa scarsa, ancor più in questo momento.
Piantiamola lì con questa pantomima. Fermiamoci. Diteci cosa volete fare. Votiamo.
Non avete la maggioranza: politicamente, voi finirete in condizioni complicatissime.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Ricordo che c'è già stata l'illustrazione della proposta di legge da parte del primo firmatario.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine lavori. A mio avviso, l'intervento del collega Ravetti è un po' fuori luogo, in quanto il testo è depositato e il primo firmatario ha già svolto la relazione introduttiva. Per cui chiedo alla Presidenza di continuare la discussione generale. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
È possibile chiedere il rientro della Giunta o la presenza della Giunta e degli Assessori competenti? So che è presente l'Assessore Protopapa però.



PRESIDENTE

C'è l'Assessore Protopapa in rappresentanza della Giunta.



FREDIANI Francesca

Normalmente, si discute alla presenza degli Assessori competenti, poi.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

È comunque una proposta di legge, che peraltro è stata illustrata.



FREDIANI Francesca

Giacché è presente il Presidente Cirio, sarebbe bello vederlo in aula perché lo vediamo poco.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà per tre minuti.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Siccome credo che sia in corso una riunione di maggioranza - infatti il collega Bongioanni è qui - chiederei di sospendere i lavori, per concedere alla maggioranza il tempo di confrontarsi.
Dato che i Consiglieri e gli Assessori competenti non ci sono, i Capigruppo neanche, forse neanche il primo firmatario, credo che stiano approfondendo il tema. Va benissimo, non è che pensiamo che non sia utile.
Forse, però, varrebbe la pena sospendere i lavori e attendere le decisioni della maggioranza. Grazie.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà per tre minuti.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Mi inchino sempre a chi fa buon uso dell'ironia, e gli interventi del collega Ravetti prima, e del collega Gallo dopo, richiamano la loro grande ironia, che, a mio avviso, è direttamente proporzionale all'intelligenza.
Penso, però, che sia anche opportuno ritornare ai lavori del Consiglio quindi le chiederei di proseguire con la discussione generale. Grazie.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola la Consigliera Disabato ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Io, quantomeno, vorrei non parlare a me stessa o ai soli membri delle minoranze.
Manca il proponente; manca il Capogruppo della Lega; manca il Presidente Cirio; manca l'Assessore alla sanità. Ma stiamo scherzando? Già siamo costretti a stare qui dentro! Come diceva il Consigliere Ravetti, già siamo qui, in un momento delicato e storico per la nostra Regione, a parlare di un tema che non riteniamo prioritario. Ma dal momento che siamo scesi a compromessi a parlare di tematiche riguardanti le doppiette, riguardanti le slot, che ci sia almeno qualcuno ad ascoltare da quella parte! Almeno quello.
Dov'è il primo firmatario, che dovrebbe stare qua ad ascoltare le nostre motivazioni? Dov'è il Capogruppo della Lega? Sembra uno scherzo.
O sospendete i lavori, per riprendere in mano quelle che sono le vere priorità di questa Regione, mentre voi vi mettete d'accordo e perdete tempo, o io, sinceramente, di stare qua dentro e sottostare a questa pagliacciata non ne ho voglia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marin; ne ha facoltà.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
Quando sento dire che siamo qua per perdere tempo, mi viene da dire: da quale pulpito arriva la perdita di tempo in questa sala consiliare! Ho seguito, parola per parola, l'intervento del collega Stecco e lo ringrazio moltissimo, perché ha alzato il livello su un tema che deve trovare una collaborazione intelligente tra maggioranza e minoranze per andare verso una direzione. Non ho perso il passaggio in cui si è detto che la legge n. 9/2016 ha degli aspetti estremamente positivi, ma, dall'altra parte, ha degli aspetti negativi. E questo è il motivo per cui oggi discutiamo. Ho visto la convocazione del Consiglio di questa mattina e l'argomento c'è, quindi mi pare che non siamo assolutamente qui a perdere tempo.
È però una legge che effettivamente va corretta. E con buonsenso da parte della Regione Piemonte è giusto trovare l'equilibrio tra quelli che sono gli aspetti positivi e quelli che sono gli aspetti da correggere.
Perché se queste leggi si fanno per fare delle modifiche, è perché vanno modificate. Porto l'esempio mio, Sindaco di un Comune..



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, Consigliere Bertola.



MARIN Valter

Mi sto rivolgendo a lei.



PRESIDENTE

Prego, prosegua.



MARIN Valter

Porto un esempio che è estremamente pertinente. Nella mia realtà, che è un Comune turistico, se stabilisco un raggio di 500 metri vicino ad un luogo sensibile, significa che nell'intero territorio (capoluogo e frazioni) non c'è un solo fabbricato che sia idoneo a questo. Dico anche qual è il motivo.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Marin, ma siamo sull'ordine dei lavori. Lei sta facendo un intervento in discussione generale.



MARIN Valter

Sull'ordine dei lavori, direi che è meglio andare avanti. Proseguir successivamente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie.
L'ho interrotta perché stavo percependo che stava facendo un intervento in discussione generale.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Sull'ordine dei lavori chiedo il rispetto del tema da affrontare in questa fase.
Presidente, adesso ci sono tre rappresentanti della Giunta, prima ce n'era uno solo. Questo è un elemento, soprattutto perché né il Presidente Cirio né l'Assessore Icardi, competente rispetto alla proposta di legge, si sono visti in Aula. Il Presidente è solo passato.
Rispetto agli interventi e alle richieste che ci sono state, anche per rispondere al collega Cerutti, credo che questa non sia una questione di forma, ma di sostanza. Noi stiamo discutendo, quindi stiamo svolgendo degli interventi di contenuto, senza sapere perché la proposta depositata non è più una proposta reale, perché ci sono delle discussioni in questo momento all'interno della maggioranza e anche sui giornali e, come diceva il collega Ravetti, stiamo discutendo fintamente, anche perché il primo firmatario non c'è e non sta ascoltando. Quindi, le chiedo, Presidente sull'ordine dei lavori, se può mettere in votazione la sospensione della seduta per un quarto d'ora. Grazie.



PRESIDENTE

La sospensione non si mette in votazione. Stiamo discutendo sull'ordine dei lavori: se non vi sono altri interventi in tal senso.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame proposta di legge n. 99, inerente a "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Voglio tornare all'ultimo intervento in discussione generale che abbiamo sentito. Ringrazio il Consigliere Stecco, ma ringrazio soprattutto il dottor Stecco per averci spiegato che l'azzardopatia è una malattia.
Grazie per avercelo spiegato dal punto di vista scientifico. Però ha impiegato 12 minuti per non dire cosa pensa della proposta di legge n. 99.
Non ha detto cosa pensa della proposta di legge presentata dal suo Gruppo.
Non l'ha detto! Ha detto che chiede approfondimenti e noi siamo d'accordo con lui. Anche noi chiediamo approfondimenti dal punto di vista medico e dal punto di vista scientifico.
Io intervengo volentieri in discussione generale; peraltro, sarei stato anche relatore di minoranza di questa proposta di legge, se avesse terminato l'iter in Commissione. Però voglio sapere cosa pensa il resto della maggioranza.
Questa mattina il Presidente Cirio c'è: cosa ne pensa della proposta di legge? Mi rivolgerei al Presidente Cirio, ma non c'è, la poltrona è vuota.
Cosa pensa Fratelli d'Italia di questa proposta di legge? Cosa pensa Forza Italia di questa proposta di legge? Forza, intervenite! Dite qualcosa! Perché, signori, noi non vi stiamo togliendo il tempo con il nostro ostruzionismo: finora il tempo ve lo abbiamo dato! Ve lo abbiamo dato perché vi ho visti ancora questa mattina nei conciliaboli, vi ho visti ancora questa mattina prendere note sul testo, questo sì e questo no.
Noi vogliamo sapere come intendete avanti su questa proposta di legge perché non sta più in piedi. Non stava già in piedi prima per com'era scritta (con i piedi!), non sta in piedi con gli emendamenti presentati dalla maggioranza, non sta in piedi con la bozza di ipotesi di pensiero di mediazione. Come si riscrive questa legge? È impossibile andare avanti senza sapere cosa vuole fare la maggioranza. È impossibile! Tornando in discussione generale sul tema, visto che questa legge è già stata snocciolata in ogni singolo aspetto, vorrei ricordare da dove siamo partiti anni fa. Perché il Consiglio regionale del Piemonte (tutto) nella X legislatura, dopo i tentativi fatti nella IX legislatura, ha deciso di fare una legge al contrasto del gioco d'azzardo patologico? Perché? Vorrei partire da un Comune piemontese, dal Comune di Santena. Voi direte: ma avete fatto una legge per il gioco d'azzardo nel Comune di Santena? No, voglio partire da Santena, perché quando parliamo di grandi numeri, bisogna citare i grandi numeri. Quando parliamo del Prodotto Interno Lordo di un Paese, uno dice: quanti miliardi? E poi si chiede: ma io quanto guadagno? Allora, partiamo dal Comune di Santena con i dati del 2016, che salirono agli onori delle cronache. Santena ha 12.000 abitanti, 100.000 euro a testa, un milione di euro. Ciascun abitante di Santena - e non sto parlando di abitanti maggiori di 18 anni, ma di ciascuna testa quindi anche i bambini - calcolando la popolazione e il reddito medio di Santena spendeva una mensilità del suo stipendio nelle slot. Una mensilità del suo stipendio! È normale? C'è del gioco sociale lì dentro, secondo voi, se consideriamo che non tutti i cittadini giocano, neanche quelli maggiorenni di diciott'anni? Cosa c'è lì dentro? Signori, Santena, non è in una landa desolata! Non è che ci sono decine di Comuni di montagna dove non c'è nulla e poi c'è Santena, l'ombelico del mondo, dove vanno tutti a giocare! Santena non è Las Vegas! Ci sono i campi, gli asparagi. Ci sono i quartieri popolari, perché è un Comune che è stato oggetto di immigrazione dal sud negli anni Sessanta e Settanta, ma è un piccolo Comune. A fianco, c'è Moncalieri, c'è Chieri, c'è Villastellone.
Peraltro, ricordo che i dati di Villastellone non erano meno preoccupanti come saprà l'ex Sindaco, Davide Nicco. E poi c'è Carmagnola (su Carmagnola ci torniamo dopo). Allora, a fronte di un fenomeno del genere, è il caso di approvare una legge? Sì.
Voglio poi smontare le affermazioni false, perché ripetere una cosa falsa cento volte non la fa diventare diventa, signori! La legge n. 9 del 2016 non è retroattiva. Non è retroattiva! Non è retroattiva! A dirlo è la logica, a dirlo è il buonsenso, a dirlo sono delle sentenze della magistratura. La legge n. 9 del 2016 non è retroattiva perché dispone per il futuro. Alcune misure prendevano vita a partire dai 18 mesi, quelle per i bar e le tabaccherie, relativamente al distanziometro; altre a 3 anni altre a 5 anni. Dunque, non è una legge retroattiva. Retroattivo è ciò che vuole fare la maggioranza, dicendo che chi nel 2016, cioè nel momento in cui è stata approvata la legge, aveva gli apparecchi, oggi li rimette senza che sia considerato qualcosa di nuovo. Quello è retroattivo ed è assai impugnabile.
Altra questione: si è detto che non vanno più a giocare alle slot, ma giocano on line. Come ha ribadito lo stesso Consigliere Stecco - è un dato interessante - molti giocatori magari rinunciano, se devono camminare più di dieci minuti. Perché? Allora, magari, serve il distanziometro.
Qualcuno ritiene che si siano spostati sul gioco on line: è falso. Il gioco on line in Piemonte aumenta, ma meno che nel resto d'Italia. Se ci fosse stato questo "effetto spostamento", avrebbe dovuto aumentare di più che nel resto d'Italia. Invece, aumenta di meno, quindi non c'è alcun effetto spostamento.
Altra considerazione falsa: si è detto che stiamo favorendo l'illegalità.
Signori, questo non lo accetto più! Non lo accetto più! Non accetto che abbiate messo in bocca quelle parole a chi contesta fuori, perché sono stanco di vedere persone fare branco sulla mia pagina Facebook e scrivere: "L'illegalità ringrazia" o "La mafia ringrazia". No, signori! No, signori! Questo è falso! L'illegale c'era, c'è e, purtroppo, ci sarà. Ci sono organismi deputati a reprimerlo - le Forze dell'Ordine, la Polizia, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e le Procure antimafia, che ringraziamo ma non è la legge n. 9 del 2016 che fa aumentare l'illegalità! La criminalità organizzata è interessata anche al gioco legale; è interessata a fare il legale nell'illegale. E torniamo a Carmagnola.
Carmagnola è un Comune amministrato da chi? Dal Partito Democratico? No. Dal Movimento 5 Stelle? No. È amministrato dal centrodestra, quindi dovrebbe interessare anche voi.
Leggo: "Attentati ai politici contrari al gioco d'azzardo". Si fa riferimento a quello legale, non a quello illegale! Ancora: "Auto bruciate per contrastare l'attività di repressione nei confronti dei gestori di slot machine e delle case da gioco nelle mani della malavita organizzata".
Altro articolo: "L'incendio dell'auto del Vicesindaco Inglese si colloca in questo contesto. Inglese oggi è sotto scorta: un caso straordinario per il Nord Italia. Sconta la scelta di aver promosso nel 2016 una delibera comunale che stabiliva la chiusura delle slot machine alle 19.00". Nel 2016! Grazie alla legge regionale n. 9 del 2016, quella che hanno chiesto anche i Sindaci! Anche i Sindaci di centrodestra! Consigliere Stecco, quella norma sparisce con la proposta di legge del suo Gruppo. Sparisce la possibilità per i Sindaci di emanare ordinanze che limitano il gioco d'azzardo! Consigliere Stecco, lei dice che la legge n. 9 del 2016 è buona, ma va migliorata, è da migliorare.



(Commenti fuori microfono)



BERTOLA Giorgio

No, no. Mi rivolgo alla Presidenza.
Presidente, una parte della maggioranza ha detto che la legge n. 9 del 2016 è buona, ma è da migliorare. Signori, la proposta di legge n. 99 abroga la legge n. 9 del 2016, non la migliora! La abroga! Diciamo le cose come stanno, per cortesia.
Veniamo agli effetti della legge n. 9 del 2016. Chi ve lo deve ancora dire? Ve lo ha detto l'IRES, ve lo ha detto il CNR, ve lo ha detto l'Osservatorio regionale sul lavoro, ve lo hanno detto le ASL, ve lo hanno detto le persone che combattono il gioco d'azzardo patologico: questa legge ha avuto degli effetti positivi. State agendo anche in spregio alle istituzioni regionali, in spregio all'IRES Piemonte, che è il centro di ricerche ufficiale della nostra Regione. Questo è inaccettabile, signori.
Possiamo avere delle opinioni diverse, ma allora confrontiamoci sulle opinioni. Io rispetto le opinioni di tutti, però basta! Signori, andiamo sui dati reali. E i dati reali sono quelli che ci sono stati forniti dalle nostre istituzioni nell'ambito della clausola valutativa della legge n. 9 del 2016. Siamo disponibili a discutere su tutto, ma vogliamo chiarezza anche su ciò che vuol fare la maggioranza.
Mi scuso se ho sforato di trenta secondi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ho lasciato che finisse, perché normalmente lei è molto preciso nei tempi, ma ricordo a tutti di rivolgersi alla Presidenza.
Come ho detto, l'ho lasciata concludere l'intervento perché mancava poco.
Se il Consigliere Stecco vuole intervenire per fatto personale, ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Approfitto del fatto personale per rimarcare quanto, appunto, dice il Regolamento, per cui non sono io il soggetto verso cui il Consigliere Bertola deve rivolgersi durante la relazione, ma anche per terminare il mio intervento, perché, a differenza di altri, mi è stata impedita la possibilità di concludere.
Il punto a cui ha fatto riferimento il Consigliere Bertola è chiaro e si riferisce al fatto che ci sono due facce della stessa medaglia Presidente.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, se lasciate intervenire.
Se no devo intervenire io!



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

No, no, no: o lasciate intervenire o intervengo io, Consiglieri!



STECCO Alessandro

Io approfitto del fatto.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Consiglieri, c'è un Regolamento! Lasciate intervenire il Consigliere Stecco.



STECCO Alessandro

Lo spregio all'IRES, in termini generali, non lo sto vedendo, perch sono state citate le fonti dell'IRES personalmente, per cui lo prendo come assolutamente irricevibile da parte sua.
L'altra questione, il fatto di poter fare degli approfondimenti, non è uno spregio verso l'IRES, ma quello che ho detto è piuttosto chiaro: ci sono due facce della stessa medaglia, c'è una scadenza con dei posti di lavoro, ma c'è anche la ludopatia da sostenere e rafforzare.
Questo è tutto molto chiaro nell'intervento che ho fatto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Mi ha chiesto un favore il Consigliere Giaccone di poter invertire il mio intervento con il suo.



PRESIDENTE

Va bene.
Prego, Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Ringrazio il collega Sacco per la cortesia e ringrazio il Presidente per la parola.
Devo dire che questa mattina sono rimasto un po' sorpreso dall'avvio della discussione generale, perché ho sentito un primo firmatario della legge un po' timido nell'affermare le ragioni che sottostanno al loro provvedimento e ho sentito anche uno dei più autorevoli rappresentanti del partito della Lega, cioè il Consigliere Stecco, fare delle considerazioni molto misurate e molto equilibrate, che alla fine - ma lo dico senza alcuna ironia - come è già stato fatto notare, dimostrano non solo l'equilibrio della persona, ma anche che, nella coscienza di ciascuno, l'argomento è evidentemente dibattuto, cioè che anche a livello personale, all'interno della maggioranza (e non solo dei due partiti minori, in termini numerici della maggioranza, ma anche nel partito maggiore) ci sono delle incertezze.
Lo dico perché il nocciolo della questione per tutti, per andare subito al punto, è che tutti sappiamo che non si possono creare prospettive economiche - peraltro, mi sembra che sia stato detto anche da un dirigente del SerD - se queste vanno a danno o se entrano in conflitto con la salute pubblica. Questo è il nocciolo dell'intervento anche del collega Stecco cioè la contrapposizione tra lavoro e salute.
Ne abbiamo discusso in questi giorni e l'articolo 41 della Costituzione recita: "L'iniziativa economica privata deve avere un'utilità sociale e non può svolgersi arrecando danno alla dignità, alla libertà e alla sicurezza dei cittadini".
Cosa c'è che arreca più danno alla dignità del cittadino se questo ridotto sul lastrico, non ha più neanche un lavoro e perde non solo la propria identità, ma anche la propria dignità? Cosa c'è che nega di più la sua stessa libertà quando diventa schiavo di una pratica che lo costringe quotidianamente a recarsi in questi luoghi e a perdere tutto quello che non solo guadagna, ma anche i risparmi della sua famiglia? Può esistere una situazione di insicurezza maggiore a seguito di una circostanza del genere? Mi viene in mente un film di qualche anno fa - sto cercando di sdrammatizzare la situazione - "Thelma &Louise", nella cui scena finale le due protagoniste lanciano la macchina nel precipizio, in una sorta di augurio per un futuro di libertà. Mi sembra che nel nostro caso, dopo aver lanciato la macchina, ci sia il desiderio di frenare e di impedire che la macchina tracolli oltre il precipizio.
La legge 9/2016 era stata costruita in maniera equilibrata, dopo una lunga discussione, non per impedire e debellare definitivamente il gioco d'azzardo, ma per arginare, limitare, ridurre e contenerne gli effetti. Non era, dunque, una legge liberticida, oltre al fatto di non essere retroattiva, come ha già detto bene il collega Bertola. Queste cose le hanno dette - nel corso della discussione di questi giorni questo aspetto mi ha colpito - tanti componenti della nostra comunità. Proverò ad elencarli, perché mi consentirà anche di illustrare il messaggio che ciascuna di queste componenti porta.
Ce le hanno dette le associazioni dei volontari, cioè di persone che, a fronte del proprio tempo, si spendono per gli altri, per chi deve essere recuperato dalla ludopatia o per chi ne ha subìto gli effetti anche più gravi. Loro hanno il polso della situazione e sanno quali sono gli effetti deteriori della legge.
Abbiamo sentito gli ordini professionali, cioè chi, in base alle proprie competenze, specificatamente per quanto riguarda questo aspetto di natura sanitaria, vede gli effetti della patologia e deve curarli e provvedere anche con dei profili di natura economica (abbiamo detto che la legge non stanzia alcun capitolo di spesa riguardo al sostegno dagli effetti negativi della ludopatia).
Abbiamo sentito i centri studi: voglio elencarli, perché consentono di introdurre l'argomento della misurazione degli effetti. In pratica, ci sono stati degli Enti che hanno misurato, tra il 2017 e il 2019, gli effetti della legge stessa. Non siamo, quindi, nell'incertezza di dire "può essere che funzioni" o "può essere che non funzioni", a meno che non decidiamo che il CNR e l'IRES siano due Enti le cui risultanze possano essere ignorate o considerate non credibili. Invece - anche questo è già stato detto stamattina - sui dati presentati dall'altra parte per sostenere l'argomento contrario al momento non abbiamo fonti né certezza. Questo non per dire che le mettiamo in dubbio, ma che sarebbe opportuno capire da dove arrivano, anche perché, come diceva il collega Magliano, si modificano in corso d'opera nel corso della discussione. Per questo motivo, forse sarebbe opportuno fermarsi e, in buona fede, vedere da dove questi arrivano. Addirittura, parte della maggioranza non è convinta, forse in base al ragionamento che facevo all'inizio del mio intervento.
Ultima tra le componenti, ma solo per semplicità di elencazione, oltre alle numerose mail che ricevevo da persone che erano state stimolate a intasare le mail dei Consiglieri regionali (massimo rispetto per la loro preoccupazione per la perdita del lavoro o per la perdita dell'entrata fondamentale per il loro sostegno), hanno iniziato ad arrivarmi lettere dalle parrocchie, dai centri in cui sono ricoverati anziani sacerdoti o di associazioni cattoliche. Perché mi ha colpito? Perché tra queste c'è addirittura quella di una piccola sede vicino a casa mia, nella quale sono ricoverate delle suore di clausura la cui età media si aggira tra gli 85 e i 90 anni, che, con poche righe, sintetizzavano e portavano in evidenza la sofferenza che questa circostanza crea, alla quale erano sensibili, pur rimanendo chiuse nelle loro celle tutto il tempo della loro vita.
Conosciamo tutti la prospettiva di sofferenza e l'escalation che si genera nel giocatore patologico, che non coinvolge solamente e direttamente il giocatore, ma tutta la sua rete di conoscenze e la sua rete familiare tanto più sono vicini, che passa attraverso l'indebitamento progressivo e arriva, come abbiamo già detto in altri interventi nel corso di queste settimane, all'usura. Dunque, non solo lambisce, ma pian piano crea un contatto anche con la dimensione dell'illegalità, ed entra in relazione oltre che alimentarla - con la criminalità organizzata, dando quindi una risultanza negativa non solo dal punto di vista sanitario, come abbiamo detto prima, ma anche dal punto di vista dell'ordine pubblico e della diffusione della criminalità stessa.
Mi avvio alla conclusione, Presidente, ricordando un bel documento firmato da professionisti sanitari, dall'Ordine dei Medici e dall'Ordine degli psicologi, che sono tra i primi a subire gli effetti di questa ludopatia: il punto a cui loro fanno riferimento riguarda il fatto che la legge sia diventata, solo nel corso di tre anni, un riferimento sia nazionale che internazionale per tutti coloro che si occupano di questi problemi; ed è un riferimento, come abbiamo già detto, misurato nella lotta al contrasto del gioco d'azzardo patologico. Confermano anche loro che ricerche scientifiche (abbiamo già detto quali) ne sostengono la validità e ne dimostrano l'efficacia dicendo che tra il 2017 e il 2019 la diminuzione delle persone ammalate è del 20%; non si tratta di dati (che per noi non sono discutibili, ma per altri sì) di spostamento da un tipo di gioco all'altro, ma indicato proprio la diminuzione del numero di persone che ha quel genere di patologia, perché sanno che la riduzione dell'accessibilità, che è uno degli sforzi promossi della legge n. 9 riduce il numero delle persone che sviluppano il disturbo.
Tra l'altro, ci stiamo riferendo - con questo vado a chiudere - ad una fascia che sappiamo tutti essere debole; debole dal punto di vista culturale, debole dal punto di vista economico, che ha meno possibilità di avere informazioni e che spesso, in situazioni già di disagio economico cerca, in questi scorciatoie, una soluzione ai suoi problemi di vita economici.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Rispetto a questa legge la nostra posizione è chiara. Rispetto, invece a tutte le varie proposte di mediazione non saprei, perché le vorrei ancora capire.
Ho sentito molte dichiarazioni in quest'Aula su diversi aspetti.
Partirei dai dati di cui disponiamo; dati che non sono particolarmente discutibili, nel senso che possiamo magari sbagliare di qualche milione di euro sulle cifre che abbiamo, ma l'ordine di grandezza è quello.
Dal 2016 ad oggi, grazie a questa legge in Piemonte sono stati risparmiati al gioco circa 700 milioni di euro (già sottraendo quelle che sono state le migrazioni fra un tipo di gioco e l'altro). Questo solamente in Piemonte. Pensate cosa potremmo fare, in termini di investimenti sostegni e quant'altro, se avessimo 700 milioni di euro a disposizione del bilancio regionale ogni tre anni! Non mi addentro nei dettagli, vorrei semmai continuare il ragionamento rispetto alla legge.
Alcuni sostengono che c'è un problema legato al fatto che quando si priva qualcosa, interviene subito la criminalità organizzata. Forse si sta facendo un po' di confusione con il proibizionismo. Il proibizionismo in senso assoluto - questo sì - apre le porte alla criminalità organizzata. Lo vediamo, per esempio, con le droghe leggere, dove tantissimi Paesi sono riusciti a legalizzarle con una forte regolamentazione, sottraendo gran parte di questo mercato alla criminalità organizzata e assicurando anche tutta una serie di garanzie ai cittadini. Questo non vuol dire, per creare un far west. Ricordo la situazione ante 2016: in quasi ogni attività commerciale, bar e tabacchi, si vedevano persone giocare alle slot machine.
Vi assicuro che era veramente degradante.
Chi sono le persone che si avvicinano a queste macchinette mangiasoldi come vengono definite? Spesso sono persone anziane, persone indigenti persone della fascia economica medio-bassa all'interno della nostra società. Sono persone fragili, persone che non hanno i mezzi per difendersi dal rischio di cadere nella spirale del gioco d'azzardo patologico.
Attenzione: un conto sono quelli che finiscono nei centri per essere aiutati, persone che hanno raggiunto il massimo del livello della patologia; ma poi ci sono anche i giocatori forti, cioè quelli che hanno una forte tendenza a scommettere grosse cifre. Dobbiamo quindi considerare anche questi soggetti, che denotano un'incapacità magari non a livello di una patologia che porta alla distruzione totale del patrimonio di una persona, ma un'incapacità di gestire le proprie risorse.
Pensate cosa vorrebbe dire tornare indietro in un momento come questo in un momento di forte crisi economica, in un momento dove tantissime famiglie si ritroveranno a dover ripartire da zero; persone che hanno perso l'azienda a causa del COVID, persone che veramente si ritroveranno con pochissimi euro in tasca a doversi ricostruire una vita. Bene, noi dobbiamo pensare anche a quelle persone quando legiferiamo, non ci possiamo limitare ad alcune opinioni.
Sono assolutamente sensibile al tema del lavoro, ma i numeri relativi alle persone che perderanno il lavoro a seguito dell'applicazione di questa legge non sembrano essere quelli che ci fornite voi, sembrano essere molto più ridimensionati; altrimenti, i conti non tornerebbero sicuramente.
Dovranno essere aiutati e dobbiamo trovare anche un modo per ricollocarli all'interno di quella che può essere un'economia un po' più costruttiva.
Attualmente, non possiamo pensare, per risolvere il problema a qualche centinaio di persone, di rischiare, anzi di crearlo sicuramente ad altre migliaia.
Chi si ritrova in una situazione di forte difficoltà a causa del gioco d'azzardo non viene a manifestare qui fuori; spesso le persone si vergognano, le famiglie vivono in una condizione di fortissimo disagio perché contate che non si rovina solamente il giocatore, ma si rovinano anche le famiglie intorno a lui, che cercano anche di sostenerlo come meglio possono e non tutti si rivolgono ai centri per essere aiutati.
Quindi, anche questo fenomeno non ce l'abbiamo sotto controllo al 100%.
Guardando i dati, io penso che questa legge abbia fatto un servizio alla comunità; siamo riusciti a ridurre il volume del gioco e soprattutto a ridurre le occasioni che hanno queste persone di iniziare a giocare. Anche rispetto alla questione dell'illegalità, permettetemi, se mai si dovesse vietare la vendita di sigarette a 200, 300, 400 o 500 metri da un luogo sensibile, i fumatori non le andrebbero certo a comprare di contrabbando ma si farebbero quei 500, 600 o 700 metri o un chilometro per comprarle! Dall'altra parte, avremmo il fatto che magari - mi rendo conto che sto facendo un esempio molto estremo, però mi interessa far passare il concetto daremmo meno possibilità ai giovani o a tantissime altre persone di avere le sigarette sotto il naso tutti i giorni.
La questione del gioco d'azzardo è molto complessa. Vediamo che il volume di denaro che fa girare è enorme, ma vediamo anche che porta alla rovina tantissime persone. I dati evidenziano che c'è stata una diminuzione del 20%, grazie al fatto che non hanno avuto sotto al naso la possibilità di iniziare a giocare con queste macchinette, che, peraltro, quando si inizia a giocare, innescano anche un meccanismo particolare, dal punto di vista psicologico. Comunque, i dati ci dicono che abbiamo ridotto del 20 le dipendenze.
Mi si permetta una considerazione: moltissime di quelle persone che siamo riusciti a tenere lontano dall'approccio verso la macchinetta non sono in grado di andare a giocare on line, ci sono persone anche molto anziane. Spesso si vedevano persone anziane giocare alle VLT; iscriversi ad un sito ed inserire la carta di credito sono dei passaggi che non sono assolutamente in grado di fare, quindi si riduce anche - e di molto - la facilità di accesso a una determinata attività. Ed è questo anche il senso della legge; poi, se la vogliamo migliorare, aumentiamo le risorse per il contrasto al gioco d'azzardo, ma non torniamo alla giungla che c'era prima! Per favore, non facciamo questo al Piemonte, in un momento del genere.
Concludo dicendo che noi ci siamo schierati contro questa modifica contro l'abrogazione della legge, perché non vediamo una volontà di migliorarla, anche perché si sta cercando di far passare questa legge attraverso un braccio di ferro all'interno del Consiglio regionale che avete già perso: le leggi si modificano con il confronto, non con il braccio di ferro. Abbiamo presentato emendamenti che ci consentirebbero di bloccare questa legge per 218 giorni (ho fatto i conti poc'anzi). Bene evitiamo di perdere questi 218 giorni: sediamoci intorno a un tavolo ragioniamo su questi dati, non sulle opinioni; ragioniamo sui dati e troviamo una soluzione per queste persone, senza mettere sotto al naso di migliaia di piemontesi che si troveranno in difficoltà queste macchinette mangiasoldi, perché ci troveremmo a rispondere di un danno sociale enorme.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Avrei voluto fare questo intervento davanti al Presidente Cirio e all'Assessore Icardi; avrei voluto farlo da relatore di minoranza di questa legge.
Ho avuto l'onore, con il Consigliere Domenico Rossi, di essere il relatore di maggioranza della legge n. 9 del 2016. È una legge - solo perché sia messo a verbale - di contrasto al gioco d'azzardo patologico, il cui scopo è esclusivamente la tutela delle fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione.
L'esigenza di un intervento normativo in questo senso fu ampiamente condivisa dalle forze politiche per limitare la crescita del gioco d'azzardo e i costi sociali e sanitari che ne derivano; tant'è che la legge è stata approvata con un voto finale pressoché unanime.
Andate a vedere le statistiche dello scorso Consiglio regionale: su 40 Consiglieri regionali presenti, 39 Consiglieri hanno votato sì; il quarantesimo ha segnato la presenza. Unanimità.
Quella legge arrivò dopo circa vent'anni, periodo durante il quale il gioco d'azzardo ha vissuto una grande espansione. Lo ricordavamo qualche settimana fa: questo Paese ipocrita è passato da qualche casinò in giro per l'Italia ad una slot machine ad ogni angolo. L'Italia, ad esempio, rientra tra i dieci Paesi al mondo con il mercato del gioco d'azzardo legale più esteso; siamo passati dall'essere fra gli ultimi nella classifica ad essere nel G8 delle superpotenze del gioco d'azzardo. Si colloca, ad esempio, al terzo posto per rapporto tra numero di abitanti e apparecchi da gioco. Nei primi tre al mondo. Nel 2016 era presente un apparecchio ogni 132 abitanti. In Spagna, veri campioni da sempre, ogni 219 abitanti, mentre negli Stati Uniti, dove il gioco d'azzardo è un'ossessione, ogni 373 abitanti.
Non so se avete colto i numeri: sono numeri da brividi! E voi quel clima non lo sentite addosso perché l'abbiamo cancellato noi. Il Piemonte non faceva eccezione: dal 2013 al 2016 il volume del gioco distribuito su rete fisica cresceva esponenzialmente ogni mese ed ogni anno con un trend del 4,5% costante che portava, di anno in anno, il 100% in più. Non so se vi rendete conto di che numeri parliamo.
Pensate, colleghi, in un solo anno il gruppo di lavoro apre con un dato di 4,9 miliardi di euro - non so se vi rendete conto, ma parliamo di miliardi, mille milioni di euro! - e durante il tempo in cui si è aperta la discussione il Piemonte ne spendeva 300 milioni in più. 300 milioni di euro in più, è una cifra paurosa! E anche le perdite dei giocatori crescevano in quello stesso periodo: 1.118 milioni all'inizio del gruppo di lavoro, e si è arrivati a 1.245 milioni alla fine del gruppo di lavoro. Sono cifre che mi avevano impressionato e che prendo dalla mia relazione di allora. Quello era. Rispetto al Paese - tremendo! - il 12,8% in più di tutte le altre Regioni italiane. Il Piemonte? Ma come, la terra del lavoro? Certo, perch nel frattempo eravamo diventati uno dei principali epicentri della crisi economica, capitale indiscussa degli sfratti, della sottoccupazione e della deindustrializzazione, capitale indiscussa della cassa integrazione.
E cosa facevano questi cassintegrati, uomini e donne che hanno costruito questo Paese con il loro sangue, con il lavoro? Giocavano e giocavano, pensando di ridare una dignità alle loro famiglie.
Noi siamo intervenuti in questo contesto, con una legge che, lo chiarisco una volta per tutte, non aveva alcun effetto retroattivo. E chi lo sostiene, specialmente in quest'Aula, offende la sua intelligenza e i propri studi giuridici.
Cos'è successo dall'entrata in vigore della nostra legge regionale? Ricordo che ha avuto numerosi pit stop, perché noi siamo stati dei veri riformisti, e voglio che ve lo mettiate in testa. In Piemonte c'è stata una diminuzione netta delle perdite, se confrontiamo i dati del 2019, come vi hanno detto alcuni colleghi. E anche per quanto riguarda i dati dei soggetti presi in carico, passiamo dai 1.327 del 2016 ai 1.054 nel 2019.
Dalla lettura dei dati - perché noi li abbiamo letti tutti quei dati dal CNR all'IRES, dai Monopoli all'Università - tutti ci dicono: "Si stanno pienamente realizzando e gli stessi destinatari hanno espresso il loro consenso rispetto alle misure previste", così come rileva IRES.
Gli stessi giocatori patologici concordano sulla necessità di fissare il limite di distanza e i limiti di orario. È risultato che il limite degli orari di funzionamento degli apparecchi ha avuto un effetto positivo sulle dipendenze da gioco, soprattutto quando i Comuni possono intervenire e hanno dato un'apertura oraria non superiore alle 10 ore.
Mi dispiace per i colleghi di Lega-slot, ma anche gli stessi esercenti hanno fornito risposte diversificate, precisando taluni gli effetti positivi del distanziamento dai luoghi sensibili, legati principalmente ad una clientela difficile e potenzialmente problematica.
Guardate, tutti i bar del mio quartiere 4 anni fa mi odiavano. Mi odiavano! Ad un certo punto hanno iniziato a farmi la guerra. Mi prendevano da parte e mi dicevano: "Sei pazzo, ci rovini!", "Ci rovini!". Non c'è uno che si permetta di dire una cosa del genere due anni dopo, non solo perch ho guadagnato il loro rispetto, ma perché loro hanno riguadagnato una fiducia che non avevano più verso altri clienti, verso le stesse persone che erano ormai diventate schiave di quel gioco.
La proposta di legge Leone non è finalizzata alla tutela della salute dei soggetti più fragili. Almeno non raccontatevi queste balle! Vuole tutelare chi? Io vorrei proprio vedere questa "operazione verità" che ha annunciato il Consigliere Preioni. La voglio proprio vedere. Peccato che l'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro certifichi altri numeri e su questo, Presidente, mi consenta, perché non è l'unico corto circuito perché i saldi come abbiamo detto sono addirittura positivi. Chi è venuto ieri ci dice che si sono persi 1.700 posti e sostengono che con il loro spostamento verso le aree più periferiche questi numeri aumenteranno. Com'è possibile, se abbiamo spento 20.000 delle 29.000 macchinette nei bar e nei tabaccai? Dunque, per tre anni loro hanno avuto meno concorrenza e, nel frattempo, hanno licenziato 1.700 persone? Non è che state raccontando un sacco di balle a quei lavoratori? Non è che state raccontando un mondo che non c'è? Presidente, ho terminato, vedo che sono gli ultimi secondi. Voi volete una legge contraria a quella che hanno chiesto i Comuni. Voi volete cancellare una legge che tutela i più fragili, voi volete una legge che ignora la realtà, e chiudo.
La nostra legge ha portato meno slot, meno povertà e meno malati.
Diminuire le occasioni di gioco, come dicono i nostri SerD, le nostre ASL e i nostri dirigenti della sanità, è l'unico presupposto fondamentale per combattere la ludopatia, perché la prossimità dell'offerta rappresenta il più importante fattore di rischio per l'insorgenza di problemi legati al gioco patologico.
Per questo, e ho chiuso, non accetteremo di cancellare tutto con un colpo di spugna; non torneremo al "casinò Piemonte". Non accetteremo questa sanatoria!



PRESIDENTE

Grazie.
Invito tutti a rimanere nei tempi regolamentari.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Anch'io devo cominciare questo intervento stigmatizzando l'assenza del Presidente Cirio dall'Aula e l'assenza dell'Assessore Icardi da tutta la discussione su questo argomento; argomento che, come è stato ricordato sia dal Presidente della Commissione sanità che da altri colleghi, è di natura sanitaria.
La Lega ha scelto coscientemente di impostare questa discussione su una contrapposizione; nella narrazione proposta, che è molto adatta ai social (in questo, va riconosciuto che sono molto bravi) e che, fra l'altro, è totalmente condivisa dall'industria del gioco, ci sarebbero due fazioni: la Lega a favore dei lavoratori, tutti gli altri contro.
Sono rimossi dalla discussione tutti gli altri elementi, tutti gli elementi sul contesto storico e socio-economico, che cercherò di richiamare perché ci servono per capire anche gli aspetti sanitari. Soprattutto, nella narrazione proposta, adatta appunto ai social ma non ad un'Aula legislativa, è rimosso il tema della sanità, più una serie di bugie, sia sul lavoro che sulla legalità a cui hanno già fatto riferimento i colleghi.
Partirei proprio dalla prima grande rimozione dalla discussione, quella relativa all'evoluzione storica, con qualche elemento socio-economico del settore; non lo faccio per raccontare di un settore, ma perché se non capiamo quello che è accaduto, non capiamo l'effetto socio-sanitario.
Fornirò solo alcuni dati, perché non ho molto tempo (dieci minuti sono pochi per affrontare un tema così complesso). Il punto di svolta in Italia arriva nel 2003; c'era già stato un cambiamento dagli anni Novanta, ma nel 2003 cambia, dal punto vista normativo, la possibilità di fare cassa sullo gioco. Se fino agli anni Novanta era visto come un settore di nicchia da controllare, perché fonte di pericolo sociale, dal 2003 diventa un settore da cui fare cassa. Cosa succede dopo questa scelta? Vi fornisco due numeri: nel 2004 la raccolta di gioco, cioè la quantità dei soldi giocati dai cittadini in Italia, era di 24 miliardi; nel 2019 è diventata più di 110 miliardi. Praticamente è quintuplicata in 15 anni - trovatemi un altro settore che ha registrato questa crescita in Italia! - diventando il terzo settore economico d'Italia. I soldi giocati dai cittadini italiani sull'azzardo sono pari a quanto l'Italia spende per il sistema sanitario nazionale. La metà circa di questi 110 miliardi giocati nel 2019 sono consumati in slot e new slot. Che cosa vuol dire? Non fermandoci ai numeri significa che siamo passati a un'industria di massa che prima non esisteva c'è stata una vera e propria colonizzazione del Paese, quello che diceva prima il collega Grimaldi: c'era una macchinetta in ogni angolo del Paese! Fino a quindici o vent'anni fa in Italia non era così, e questo cambia sostanzialmente le cose anche da un punto di vista patologico. Ma ci tornerò dopo, quando parlerò di sanità.
Mentre prima erano le persone ad andare verso il gioco, a muoversi per cercare dei luoghi in cui giocare, con questa evoluzione è stato il gioco che ha cercato le persone, e le ha trovate. E l'Italia è cambiata, da questo punto di vista.
Sono già stati citati alcuni dati, che non ripeterò per non perdere altro tempo.
Nel 2016 l'Italia era la prima in Europa per rapporto abitanti/macchinette; la terza al mondo. Nel 2019, dopo l'applicazione della legge in Piemonte, l'Italia resta la prima in Europa e la terza nel mondo; il Piemonte, invece, semplicemente guadagna una posizione rispetto all'Italia, ma rimane sempre la seconda in Europa, cioè seconda soltanto all'Italia, ma sempre prima di Spagna, Germania, Francia, con tutto quello che ha già citato prima il collega Grimaldi.
Dunque, questi cinque anni di una legge proibizionista che espelle il gioco dalla Regione fa sì che il Piemonte sia ancora seconda in Europa e quarta nel mondo! Questo è l'effetto espulsivo della legge! La verità però, è che questo Paese e questa Regione sono stati colonizzati e la quantità di macchinette presenti e la qualità, cioè le caratteristiche delle macchinette, sono cambiate anche da un punto di vista patologico. Di fatto, è stata un'overdose di azzardo quella che ha generato una patologia che prima non esisteva o esisteva in maniera molto ridotta; tant'è che nel 2013 viene inserita nel DSM e nel 2017 viene inserita nei LEA (senza contare il costo sociale di questa patologia, che riguarda le famiglie, le multidipendenze, i sovraindebitamenti, la questione delle mafie, che è già stata citata).
È in questo contesto che i Comuni, per primi, si sono accorti del dramma che si stava vivendo: le Regioni, quindi, hanno raccolto l'invito anche dei Comuni, dei cittadini e delle associazioni a intervenire e hanno fatto una norma in questo senso. Nello stesso senso ha normato anche il Piemonte.
Mi permetto di aggiungere solo una parola a quanto già detto dal collega Grimaldi: questa non è solo una legge di contrasto al gioco d'azzardo patologico, ma anche di prevenzione. Il primo modo di far prevenzione è diminuirne la disponibilità, diminuirne l'offerta: la domanda è cresciuta in questi anni perché è aumentata l'offerta; diversamente, non sarebbe esistita.
La legge - devo andare di corsa, perché vedo che il tempo scorre - ha funzionato senza espellere: abbiamo visto che il gioco fisico in Piemonte è passato da 5,1 miliardi di euro di raccolta a 4,5 miliardi di euro nel 2019. Mi dite dov'è l'effetto espulsione? Mi dite dov'è un settore cancellato? C'è una diminuzione del 10% che ancora ci porta in alto nella classifica.
Sono diminuite, invece, le perdite dei piemontesi e sono diminuiti i pazienti in carico alle ASL. Perché? Perché diminuendo l'offerta diminuisce la domanda e diminuiscono le persone che si ammalano. Questa è un'equazione che, come vedremo dopo, è ormai assodata nell'ambito delle ricerche scientifiche. Cosa possiamo dire su questo? Questo, forse, è il tema più politico di cui non abbiamo parlato abbastanza: la verità è che il Piemonte è stato ed è tuttora un laboratorio di resistenza di fronte al fenomeno di colonizzazione da parte dell'industria del gioco di un intero Paese, e per questo va fermato! Qui non stiamo discutendo solo di una legge regionale, stiamo discutendo di un modello che potrebbe diventare esempio per altre Regioni e questo spaventa un settore che è diventato molto forte.
Come sappiamo, tutti i settori economici importanti hanno la capacità di influenzare le politiche pubbliche di un Paese; questo non è certo il primo settore, e non sarà nemmeno l'ultimo, ma dobbiamo esserne consapevoli.
C'è poi un aspetto sanitario; ne voglio parlare perché se ne parla troppo poco: solo dopo la crescita del settore del gioco (e non prima) sono aumentati i disturbi da gioco d'azzardo - parliamo di disturbi seri - senza il quale, questo è importante sottolinearlo, il settore non starebbe in piedi. Perché il settore, economicamente, sta in piedi per il fatto che una piccola percentuale di persone gioca tanto. Se togliessimo i patologici questo settore non starebbe economicamente in piedi. Questa è la verità: questo è un settore che si fonda sulla patologia, da un punto di vista economico.
Secondo il CNR, tra il 2007 e il 2018 i giocatori problematici sono quadruplicati. Mentre la raccolta è quintuplicata, i giocatori patologici sono quadruplicati. Questo vuol dire che c'è una correlazione diretta.
Nel 2013, quindi dopo la liberalizzazione del gioco, per la prima volta la relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze include i giocatori patologici.
Nel 2018 arriva il primo studio dell'Istituto Superiore di Sanità, che ci dice che non meno del 3% dei giocatori è patologico, contro una media degli altri Paesi europei dell'1%.
C'entrano le dimensioni del fenomeno, che è diventato pervasivo, e la tipologia. L'elettronica ha cambiato l'esperienza dell'azzardo; ha tolto intanto, ogni forma di abilità; ha tolto ogni forma di socialità. Le slot nella letteratura, sono state definite il ceppo più violento del gioco d'azzardo nella storia dell'uomo, la morfina elettronica, il crack del gioco d'azzardo, perché gli apparecchi si comportano alla stregua di psicostimolanti e gli ambienti vengono progettati per creare delle machine zone, che anestetizzano il giocatore.
Chiudo sull'aspetto sanitario; purtroppo non ho potuto parlare di lavoro e di legalità, ma lo farò più avanti, intervenendo sugli emendamenti. C'è una ricerca del 2020 della Regione Piemonte, che viene citata poco, fatta con il CNR e con l'ALS TO3. Leggete soltanto la sinossi delle prime due pagine. A pagina 1: "La disponibilità e la prossimità delle opportunità di gioco hanno un ruolo fondamentale nella diffusione della patologia". A pagina 2: "I Comuni più severi nella regolamentazione degli orari hanno meno giocatori". Ricerca del CNR, Regione Piemonte, ASL TO 3 2020.
Dovremmo chiuderla qui la discussione; invece, siamo costretti a proseguirla, dimenticando questi aspetti. Perché si sono espressi gli Ordini dei medici, degli psicologi e degli assistenti sociali (non sto qui a leggere le relative considerazioni per mancanza di tempo)? Perché le associazioni, la Chiesa? Per un motivo molto semplice (e su questo concludo): per il fatto che giocano i poveri. Se prendete a titolo di esempio lo studio del CNR, emerge che il 56,6% dei giocatori alle macchinette ha un reddito lordo annuo di 15.000 euro. Il 56,6% dei giocatori appartiene a questa categoria.
Se dovessimo stare al gioco, dalla narrazione che fate voi dovremmo dire che noi siamo per i poveri, voi contro i poveri. In realtà non è così: semplicemente, ci divide non l'essere contro o a favore di una categoria ma un'idea di Paese - e di questo siamo orgogliosi - dove si crea lavoro senza gravare sulle categorie più fragili.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Nel 2013 colpiva l'opinione pubblica il fatto che esistesse a Torino una macchinetta o una slot ogni 130 abitanti. Oggi sappiamo (fonte Gedi) che i Comuni che spendono più in giocate sono concentrati proprio del Nord Italia, anche in Piemonte. Basta guardare i dati suddivisi per i Comuni più grossi della nostra Regione: 886 euro sono le giocate pro capite l'anno che vengono giocate nel Torinese; a Vercelli 1.180 euro; nel Novarese 998 euro nel Cuneese 1.331. Parliamo di giocate pro capite; si tratta, praticamente di livelli quasi paragonabili ad uno stipendio per cittadino buttato nel gioco d'azzardo.
Ieri, durante l'audizione dei lavoratori del settore, mi ha colpito una frase che ho sentito (non so, di preciso, chi l'abbia pronunciata): è stato detto che ognuno, della sua vita, può fare ciò che vuole, rivolgendosi proprio alla volontà di buttare i soldi nel gioco d'azzardo. Io non ritengo accettabile, come messaggio, una simile affermazione.
La situazione di fragilità e di debolezza sfocia in stati patologici anche gravi, ed è compito delle istituzioni e di noi politici tutelare queste persone e garantire loro il diritto alla salute.
Si tratta, comunque, di una patologia. Stiamo parlando di una malattia quindi di persone che sviluppano uno stato patologico dovuto al desiderio incontrollabile e cronico di giocare senza arrendersi nemmeno davanti alle perdite, neanche a quelle ingenti. Le vincite al gioco producono le stesse reazioni cerebrali che si registrano quando, chi è dipendente da sostanze si inietta una dose di cocaina. Questo è stato provato con studi scientifici tramite risonanze magnetiche effettuate a livello cerebrale sui giocatori d'azzardo che sviluppano questa patologia.
Si tratta una malattia con basi neuropsicopatologiche ben definite, che colpisce soggetti che presentano fattori di rischio individuali e amplificati da fattori socio-ambientali. Dunque, quando diciamo che ognuno può fare ciò che vuole, dobbiamo partire dal presupposto che, chi investe somme ingenti nel gioco d'azzardo, è potenzialmente un paziente, un malato.
Quella che voi volete modificare, la legge n. 9 del 2016, è una legge che è stata votata anche dalla Lega. È stata votata a larga maggioranza (forse soltanto con un assente nella scorsa legislatura); è stata una legge voluta da tutti.
È una legge che ha funzionato, e ce lo dicono i dati: è una norma che non proibisce, ma regola e dà la facoltà ai Sindaci di intervenire anche in base alle realtà territoriali. Quegli stessi Sindaci che in questi giorni ci stanno inviando lettere o che ci stanno tempestando di mail; sono gli stessi Consiglieri comunali che stanno presentando degli atti all'o.d.g.
per chiederci di fermarci su questo atto; forse perché proprio chi è a contatto con i cittadini più fragili sa quanto questa modifica alla legge n. 9 del 2016 possa comportare un danno, soprattutto se è correlato al delicato periodo che stiamo attraversando a causa della pandemia.
I dati positivi legati alla legge 9/2016 sono tanti: la riduzione degli assistiti presso le ASL e i servizi sanitari del Piemonte, un -20,6%, che si traduce in un maggior benessere, una minore perdita e minori costi a carico del sistema sanitario regionale. Sono diminuite le perdite pro capite del 16%; si sono ridotti in modo marcato i volumi di gioco on line a dispetto di quello che era stato detto (e cioè che sarebbe aumentato a seguito dell'emanazione della legge del 2016). Non è aumentato più che nel resto d'Italia; anzi, in realtà in misura inferiore, perché se il gioco on line nel resto d'Italia è aumentato del 72%, dal 2016 al 2019, in Piemonte abbiamo soltanto un aumento del 70%. L'aumento del gioco on line¸ quindi non è correlato a questa legge.
Sono state dette tante altre cose; è stato detto che l'illegalità predominerà anche a fronte della legge del 2016. In realtà, l'illegalità c'è sempre stata, e continua ad esserci anche adesso. La criminalità organizzata cerca il profitto anche nel gioco legale. Ricordo benissimo l'operazione "Scacco al Re", dove membri della criminalità organizzata acquistavano bar e sale slot a Torino per riciclare denaro sporco. In quell'occasione vennero sequestrati dalla Guardia di Finanza 6 milioni di euro, tra materiale e quant'altro.
Sono le Forze dell'Ordine e la Guardia di Finanza, a cui va il nostro ringraziamento, a dover garantire la legalità. Ma, come dicevo, la criminalità organizzata cerca anche profitto nel gioco legale, e non soltanto in quello illegale. Sappiamo che queste operazioni ci sono e continueranno ad esserci, e che ci sarà qualcuno che tutelerà i cittadini in tal senso.
Ricordo anche l'operazione "Cristallo", dove la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli smontarono un sistema che puntava a manomettere i contatori, riducendo le vincite dei malcapitati che finivano nel sistema. Questo a dimostrazione che non è vero quello che viene detto.
Per concludere, ritengo necessario ascoltare tutti gli attori che ci stanno chiedendo di fare un passo indietro rispetto a questa modifica di legge: mi riferisco all'Ordine dei medici, all'Ordine degli psicologi, ai Sindaci, agli Amministratori locali, aspettiamo ancora il parere del Consiglio delle Autonomie Locali. Non si tratta, quindi di un capriccio delle minoranze, che depositano migliaia di emendamenti per fare un dispetto alla maggioranza.
In realtà, l'attività che stiamo facendo oggi in Consiglio regionale vi sta facendo un favore, perché vi sta concedendo del tempo per riflettere viste anche le numerose spaccature che si celano nella maggioranza.
Noi abbiamo depositato migliaia di emendamenti per una sola ragione: difendere la salute dei cittadini più fragili, proprio perché sappiamo quanto il periodo storico che stiamo vivendo potrà gravare sulle fragilità sulle persone che rischieranno di cadere nella rete del gioco d'azzardo.
La legge prevedeva due cose semplici: dare la possibilità ai Sindaci di modificare gli orari, quindi di limitare l'accesso al gioco, e concedere l'installazione delle slot a distanza di sicurezza dai luoghi sensibili luoghi dove le persone potrebbero essere indotte a cadere nella rete del gioco d'azzardo patologico.
Peraltro, c'è anche da ricordare che sono stati concessi cinque anni alle attività per adeguarsi. Ripeto: cinque anni! Invece da un Partito è stata data una speranza, quella di una sanatoria, con la cancellazione di una legge che, invece, garantisce la salute dei cittadini. In realtà si è data una speranza fino all'ultimo e probabilmente, la Lega non riuscirà nemmeno a portarla a termine, visto le ingenti spaccature all'interno della maggioranza. Forse si andrà verso una proroga dei tempi dell'applicazione della legge, ma questo non lo posso sapere.
Io ritengo che si debba agire subito, perché le avvisaglie e i rischi che comporterebbero la modifica di questa legge sono tanti e graveranno proprio su quelle povertà e su quelle fragilità su cui, invece, le istituzioni dovrebbero vigilare e controllare affinché non si cada in queste dipendenze, in queste patologie, in questa rete che promette soldi facili ma che, in realtà, sono soltanto perdite ingenti.
Continuerò in questa attività con i miei colleghi; attività che possiamo definire "ostruzionistica", ma che in realtà è una tenace attività volta a tutelare semplicemente i cittadini.
Chiedo a voi, alla maggioranza, che in questo momento è piuttosto disinteressata, chiedo agli Assessori, all'Assessore alla Sanità in particolare e al Presidente Cirio, che cosa intendete fare. Chiedo al proponente che interlocuzioni sta portando avanti con la propria maggioranza. Magari non vi interessa, ma sono contenta di concedervi ancora un po' di tempo nella speranza che possa permettervi di valutare un passo indietro in merito a questa modifica.
Il mio appello - so che ci sono diverse sensibilità - è quello di pensare bene a ciò che si sta facendo in quest'Aula, perché non possiamo passare sopra la salute dei cittadini; non possiamo ignorare le fragilità del futuro.
Possiamo discutere sul futuro dei lavoratori e sul futuro delle aziende, ma dobbiamo pensare prima di tutto ai più fragili.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Sottoscrivo e faccio miei gli interventi dei colleghi e delle colleghe che mi hanno preceduto. Credo, tuttavia, che questo Consiglio, discutendo questa norma, sia caduto in un grosso equivoco.
In questi giorni, una delle parole che più abbiamo sentito è "gioco" gioco legale, gioco patologico. Vorrei fare una riflessione con i colleghi della maggioranza: il gioco, di per sé, poco c'entra con quello che volete difendere voi. Il gioco è una dimensione unica ed essenziale in quella che è l'esperienza personale di ognuno di noi. A chi non piace giocare? Ma deve essere un divertimento, perché richiede una certa abilità. Io non riesco a capire dove sta l'abilità nell'inserire delle monetine in una macchinetta già sapendo che non ti verranno restituite.
Le statistiche lo dimostrano: è un business nato per far fare profitti per cui alla lunga ci si può solo rimettere.
"Giocare" significa mettersi in discussione, confrontarsi con gli altri; come ho detto, serve una certa abilità. Anche solo per giocare a blackjack tra amici devi saper contare almeno fino a 21! Se giochi a scopa devi sapere che i 7 li devi portare a casa, per cui devi almeno saper contare fino a 7.
Torno a dire che non vedo proprio nessun tipo di utilità ludica nell'inserire delle monetine in una macchinetta. Questo è il gioco: una continua ricerca, un continuo confrontarsi con gli altri, cercare di battere gli altri, ma in un confronto sano, in un confronto sociale.
Qua, invece, siamo di fronte all'esatto contrario, perché andiamo a confrontarci con un popolo di persone che poi finisce nella disperazione e rischia di farci finire le proprie famiglie! Il gioco d'azzardo è sempre esistito, fin dall'antichità: se ne ha traccia nelle civiltà degli Assiri e dei Sumeri; se ne parla nel nuovo e nel vecchio Testamento; si dice che i soldati si giocarono ai dadi le vesti di Gesù Cristo. Aveva però un valore sociale, se vogliamo; era a fine di aggregazione, era un'attività più informale, e le somme erano veramente esigue; parliamo di gioco con piccole somme.
Ora è diventato tutta un'altra cosa; con il sistema che è stato creato perché c'è molta ipocrisia che ruota attorno a questo mondo, sia per chi lo difende, sia per chi lo propone - lo abbiamo fatto diventare una piaga.
Gli esempi li abbiamo espressi in questi giorni; anche stamattina i colleghi e le colleghe che sono intervenuti hanno ampiamente dimostrato che questo problema colpisce principalmente le categorie disagiate, il ceto medio-basso; il 47% dei giocatori patologici è indigente; il 56% è riconducibile a quello che è il ceto medio-basso. Questi sono dati ufficiali, a differenza di altri dati che sono stati snocciolati, ma di cui non abbiamo una dimostrazione tangibile.
Prima esisteva un far west, che la legge del 2016 ha provato a ridimensionare e con ottimi risultati, perché questo credo sia l'unico dato certo che è emerso. Il far west che c'era prima ha cambiato anche gli scenari urbani: sotto la pressione di un casinò ogni 30 metri, di ogni piccola attività che poteva o aveva la possibilità di installare delle macchinette, sono sparite le piccole botteghe e sono sorti i "Compro oro".
Quindi abbiamo anche modificato, secondo me, quello che era lo scenario urbano.
Nel 2012 il gioco viene riconosciuto come malattia; una malattia che ha dei costi economici e sociali incredibili: sono pari, se non superiori, a quelle che sono le entrate, quindi non c'è nessuna convenienza nel voler continuare a mantenere questo sistema. Ed è per questo che oggi siamo qui a difendere una legge che voi, colleghi della maggioranza, con la vostra proposta, ipocritamente, state dicendo che volete migliorare.
Seppur con qualche difetto, la legge 9/2016 è sì perfettibile, ma sicuramente non è con i vostri rimedi e con le vostre proposte che andremo a migliorarla. Ci sono davvero delle cose da fare; forse bisognava farle e anche chi ha legiferato, in buona fede, probabilmente non è riuscito a portarle avanti come voleva. Però, io penso a quello che potrebbe essere il riconoscimento di una premialità, come ricordava prima il Consigliere Grimaldi; lui in prima battuta si è arrabbiato, ma dopo si è dovuto ricredere.
È a queste persone che ci dobbiamo rivolgere; alle persone che hanno dietro anche delle famiglie e che si trovano delle volte a doversi confrontare con dei clienti che sono piuttosto difficili. Mi è un po' spiaciuto che durante l'incontro di ieri ci fossero solo i lavoratori e non i titolari dei lavoratori; io non mi son fermato fino alla fine, ma non credo di averne visti, e anche questa è stata una cosa strana. Ieri, nel mio intervento, ho fatto riferimento a una guerra dei poveri, perché sono stati mandati avanti questi signori e loro, i diretti interessati, non c'erano. È pur vero che vanno anche un po' difesi gli imprenditori, se sono in difficoltà, perché sono quelli che creano poi il lavoro, ma qui abbiamo visto solo la manovalanza - chiamiamola così - quella che rischia di più alla fine. È comunque emerso che ci sono dei casi particolari e io mi chiedo come il gestore di un locale, di un bar, che dovrebbe essere specializzato a fare dei panini, a fare dei mojito, a fare dei caffè, possa gestire eventualmente la situazione difficoltosa di qualche disperato che arriva lì e veramente si sta giocando gli ultimi 50 euro.
Non stiamo parlando di proibizionismo, non stiamo dicendo questo (almeno io sono sicuro che non stiamo dicendo questo); stiamo dicendo che se c'è qualcosa da correggere, siamo qui e dobbiamo discuterne e correggerlo, ma correggerlo in maniera seria. Perché non va dimenticato che le prime vittime della ludopatia. Tra l'altro, c'è anche un equivoco sulla parola "ludopatia": è una parola che è stata inventata ma che non fa neanche riferimento al gioco d'azzardo; fa riferimento ad una serie di dipendenze che non necessariamente sono relative all'azzardo.
Le prime vittime di questa piaga sono poi le famiglie, che pagano le conseguenze altrui. E noi non possiamo più permetterci di avere una situazione come quella che abbiamo visto in questi anni, perché la legge n.
9 del 2016, pur con tutti i difetti che vi si possono trovare, ha dimostrato, ed è palese, di aver dato degli ottimi risultati. Grazie Presidente; ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Molti colleghi hanno già raccontato e descritto il nostro pensiero partendo dai numeri, che sono l'elemento fondamentale per costruire una relazione, una narrazione rispetto a questa proposta di legge. Io ne cito solo alcuni per dare contezza del ragionamento che andrò a sviluppare.
In Italia, nel 2019, il valore dell'aumento del gioco d'azzardo è di 3,5%; siamo arrivati a 110,54 miliardi di euro: vuol dire che, a testa ogni persona gioca 2.180 euro (ogni persona!), e per persona intendo dire tutti i residenti del nostro Paese.
L'entrata erariale in particolare delle AWP (e non solo) e di quelli similari è pari al 46,22% del gettito totale del gioco d'azzardo.
Sappiamo che questo è e dev'essere un problema e un tema nazionale. Non ci nascondiamo su questo. Anche quando c'è stato il dibattito nel 2016, che io avevo seguito come Amministratore locale, molti dei colleghi oggi ancora presenti parlavano di un tema nazionale e non solo regionale. Ecco perch la legge del 2016 è un buon esempio da trasferire in giro per l'Italia, in tutte le Regioni.
Vi faccio alcuni esempi su quanto si gioca in alcune città. Parlo della città di Torino, che conosco di più, ma questi sono dati ufficiali. A Nichelino, la mia città di residenza, che ha meno di 50.000 abitanti, si gioca per 50 milioni; a Moncalieri, che ha circa 60.000 abitanti, si gioca per 202 milioni; a Settimo per 47 milioni, a Torino per 1 miliardo. Di queste cifre, la metà sta in capo alle VLT e AWP. È un tema centrale.
Entriamo nel dettaglio della proposta di legge del Consigliere Leone.
Come alcuni colleghi hanno già detto, quindi sarò veloce, non è solo questo il metodo, cari colleghi della maggioranza. Voi avete provato a fare un colpo di mano quando avete presentato un emendamento, sempre a prima firma del Consigliere Leone, collegato al bilancio dell'anno scorso. Ricordiamoci che, proprio in termini di metodo, la vostra maggioranza e le opposizioni ve l'hanno fatto ritirare. Poi siete arrivati a presentare una proposta di legge, che avete avviato e poi ad un certo punto, con un altro colpo di mano.
Mi ricordo che a giugno, in un'audizione, lei, Presidente Allasia aveva promesso alle associazioni che erano davanti al Consiglio regionale che c'era garanzia nelle audizioni in Commissione. L'aveva fatto lei, non noi. Questa promessa è stata mancata, quindi è una negazione del confronto anche pubblico.
Torno sui contenuti. Il primo è che noi stiamo sviluppando una discussione sul gioco d'azzardo patologico, non sul gioco d'azzardo in generale. Non stiamo parlando di proibizionismo, ma stiamo parlando di una fetta del gioco d'azzardo (le slot, le VLT e le AWP) che, a detta degli esperti, produce di più il tema della patologia, della ludopatia, cioè di quel meccanismo di assuefazione all'interno di quel maledetto gioco d'azzardo che porta tante famiglie alla sofferenza.
Avete basato questa proposta solo sul tema economico e sul tema dei lavoratori, fornendo numeri sbagliati su queste riflessioni. È stato già detto: 1.700 lavoratori già persi, quindi in disoccupazione, e 5.000 potenziali. La stessa CGIA di Mestre - cara maggioranza, voi che usate quei dati - cita invece un altro dato: 2.550 stimati. La CGIA di Mestre è stata consultata e richiesta con uno studio sul tema proprio dalle stesse aziende. Oggi i numeri ci parlano, detta in maniera larga, di 100 lavoratori in meno.
Togliete la tutela legislativa e la copertura ai Comuni. I Comuni con questa proposta non potranno più regolamentare lo spegnimento delle slot machine all'interno dei bar, dei tabacchini e anche delle sale slot. Invece la legge del 2016 dava questa copertura. Che cosa vuol dire? I Comuni in provincia di Torino che oggi hanno emesso delle ordinanze sono 31: quei Comuni sarebbero sotto attacco diretto e lasciati soli rispetto ai ricorsi che sicuramente arriveranno dalle aziende del gioco d'azzardo. Questo è un elemento drammatico, perché lasciare da soli i Comuni e i Sindaci che emettono delle ordinanze sulla tutela della salute e dell'ordine pubblico crediamo sia da irresponsabili.
I numeri ufficiali di IRES e degli Osservatori dell'Università dicono che questa legge ha funzionato in termini di contrasto alla ludopatia. Non si possono inventare situazioni differenti, né dati differenti: questo è quello che dicono tutti gli osservatori neutrali, tutti gli osservatori istituzionali che guardano una norma e valutano se ha funzionato per l'obiettivo, che è quello sanitario. Lo abbiamo già detto: in questa discussione è stato totalmente assente l'Assessore alla sanità. Ripeto totalmente assente: non c'è stato un intervento, manco una dichiarazione sui giornali di altri Assessori. Non c'è stato niente! L'Assessore Icardi è totalmente assente. Questa è la prova di come avete impostato il ragionamento su questa proposta di legge.
Consentitemi ancora una riflessione in termini di contenuto sul tema della legalità e dell'infiltrazione mafiosa nel gioco d'azzardo: è esattamente il contrario di quello che dite voi, perché tutte le inchieste l'ultima è "Carminius", che arriva dal Comune di Carmagnola - dicono che il collegamento è all'interno del gioco legale, non delle bische clandestine. L'infiltrazione da parte delle famiglie 'ndranghetiste del nostro territorio è nel gioco legale.
L'inchiesta "Carminius" parla della famiglia Bonavota e della famiglia Garcea. Quelle famiglie hanno sviluppato interessi economici nel gioco legale, maggiormente attraverso le macchinette, le slot, le VLT e le AWP.
Questi sono i dati della Magistratura; poi, se vogliamo usare la scusa del Coronavirus e della pandemia, con quei 200 giorni di chiusura di tutte le sale scommesse, per dire che l'organizzazione criminale si sia riorganizzata per riaprire alcune sale di scommesse illegali, quello è un altro tema. L'operazione verità che avete dichiarato la state basando su dei dati sbagliati e falsi.
Concludo, Presidente, con il contesto politico. Utilizzerò questo minuto e mezzo che mi rimane per leggervi alcune dichiarazioni e poi vi dico di chi sono: "Erano quattro gatti, in quattro gatti erano. Aspettiamo di vedere martedì quante persone oneste ci saranno per chiedere il giusto valore al gioco legale".
Seconda dichiarazione che si legge sui giornali: "Baggianate stupidaggini, falsità. Queste leggi liberticide ammazzano i legali ammazzano la gente sana, ammazzano imprenditori sani, lasciano per strada 5.000 posti di lavoro. Che questo proibizionismo becero, strumentale e bigotto venga fatto da coloro che vogliono liberalizzare la droga, perch lo spinello è un passaggio verso droghe più pesanti, gli stessi bigotti del gioco legale sono quelli che vogliono, per i nostri ragazzi, legalizzare la droga che li porta alla morte".
Non so se avete capito bene queste parole e se avete sentite, spero di sì. Queste parole, Presidente, arrivano da una diretta Facebook del Capogruppo Preioni. Queste parole sono del Capogruppo Preioni.
Uso gli ultimi secondi, Presidente, per dire che bisogna fare attenzione a come si costruisce il lessico e la narrazione in una battaglia politica, anche aspra. Questi toni sono sbagliati. Questi toni avvelenano i pozzi, raccontano falsità, ma soprattutto mettono nelle condizioni le persone, anche magari giustamente disperate, di vedere un nemico e di scagliarsi contro un nemico che non c'è. Queste parole sono da irresponsabili.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Noi non possiamo chiedere la verifica del numero legale. Purtroppo però, alcuni membri della Giunta sono assenti, come il Presidente Cirio e l'Assessore Icardi, ma la cosa più stupefacente è che due forze di maggioranza non si siano ancora espresse. Tra l'altro, senza di loro (non vorrei fare calcoli in padella), insieme a noi rischiano di essere una nuova maggioranza. Veda lei se è il caso di sollecitare la fine di questa discussione generale almeno con il loro contributo, ma non vorrei che fossero assenti dietro quei plexiglass.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lanzo; ne ha facoltà.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire in discussione generale, signor Presidente. Grazie.
Se mi permettete, però, vorrei chiedere un paio di minuti di sospensione, giusto per ricomporre le fila, visto che c'è qualche assenza.



PRESIDENTE

Va bene.
Sospendiamo la seduta per tre minuti.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Gallo)



LANZO Riccardo

Anche perché - aggiungo, Presidente - l'ultimo intervento del collega Sarno nei confronti del Presidente Preioni, che è assente, mi è sembrato abbastanza duro. Volevo dunque riferirlo, nel caso volesse intervenire per fatto personale.



PRESIDENTE

Va bene.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo, sull'ordine dei lavori.



GALLO Raffaele

Presidente, mi scusi, ma abbiamo chiesto una sospensiva a metà mattinata e non ci avete considerato. Tuttavia, poiché mi sembra che ci sia ancora una riunione di maggioranza in corso, viste le presenze e le assenze in Aula, vi proporrei di interrompere adesso e di riaprire alle ore 14.00. Perché una sospensione di due o tre minuti adesso.



PRESIDENTE

No, grazie. Se devo sospendete ogni volta che c'è una riunione non si procede più e io devo mandare avanti i lavori del Consiglio.
È stata chiesta dalla maggioranza una sospensione di 2 minuti, per cui sospendiamo i lavori per un paio di minuti e alle 12.43 riprendiamo la seduta. Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 12.40, riprende alle ore 12.43)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame proposta di legge n. 99, inerente a "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico (GAP)" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lanzo; ne ha facoltà.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
È vero che la discussione in merito alla proposta di legge a prima firma Leone sta andando avanti da tanto tempo, non soltanto in quest'Aula ma anche.
Chiaramente, ci sono posizioni diverse ed opposte che si confrontano al di fuori dell'Aula, quindi al di là delle posizioni espresse sui giornali anche le varie piazze ci raccontano situazioni e posizioni opposte di chi vorrebbe mantenere quella che è la legge del 2016, e di chi ritiene invece, che questa legge abbia danneggiato un intero sistema, un intero settore.
In questa fase, non è semplice - peraltro, non lo è nessun aspetto mantenere un equilibrio tra le questioni sanitarie e l'aspetto economico: pensiamo alla pandemia.
La necessità di mantenere l'equilibro tra l'impedire l'espansione del virus e la contestuale esigenza di tenere aperte non soltanto le attività ma anche le scuole durante la pandemia, ci ha proprio insegnato che è assolutamente difficile bilanciare principi che molte volte non sono bilanciabili, perché sono tutti costituzionalmente tutelati, ma, allo stesso tempo, è la politica che decide quale sia la priorità.
Innanzitutto, le priorità non devono sacrificare dei diritti nella misura in cui queste priorità, come quella del lavoro, della dignità, in un momento così difficile, non possono essere procrastinate. Le categorie che ci raccontano che, in questi anni, hanno subito danni economici assolutamente ingenti per l'applicazione di una legge.
Mi rivolgo ai colleghi che sono intervenuti anche sull'aspetto della retroattività: siamo intervenuti tanto su questo tema, se questa legge effettivamente abbia efficacia retroattiva o quant'altro, al di là delle disquisizioni giuridiche, sull'effetto che comporta una legge di questo genere. La richiesta di adeguamento ad aziende e ad imprese che prima erano in regola, ma che successivamente si vedono negate dei diritti, di fatto comporta un aspetto legato ad una legge che, ad un certo punto, stabilisce che da oggi non sei più in regola, non conta più quello che hai fatto prima. Da oggi si decide che la Regione Piemonte diventa, diciamo così motore di sperimentazione su un tema così particolare, e imposta una propria linea; linea assolutamente di carattere politico.
Attenzione, perché su temi di questo genere potremmo sentire 10, 20, 50 o 100 esperti diversi che ci potranno dire cose e questioni opposte. In questo senso, la politica deve quindi fare una sintesi: la sintesi è volta a capire che cosa oggi sia giusto per la nostra società.
Possiamo demandare ad altri il tema urgente e attuale di potenziali perdite di posti di lavoro definitivi? La risposta è la proposta di legge a prima firma Leone, nella quale si difende il sacrosanto diritto di poter lavorare in totale sicurezza e legalità. È questo ciò che chiedono tutti coloro che si occupano o che promuovono questo tipo di proposta di legge.
Come dicevo prima, se la pandemia ci ha insegnato che l'aspetto sanitario è assolutamente fondamentale, ma è da contemperare con le attuali esigenze urgenti di chi sta morendo di fame, noi, come classe politica, non possiamo sottrarci a questo tipo di impegno. Come Gruppo politico a livello nazionale e a livello regionale chiediamo quindi l'apertura delle attività in totale sicurezza dal virus. In tal senso, la proposta di legge garantisce in piena legalità la riapertura e il riadeguamento di un settore, con costante e continuo monitoraggio. È questo che prevede la legge: non ci si sottrae dal monitoraggio, non ci si sottrae della programmazione di scelte sanitarie a contrasto della ludopatia. È un aspetto che viene considerato nella proposta di legge; è un aspetto che per noi è fondamentale e le parole del professor Stecco sono state chiare.
La nostra sensibilità sul tema è completamente concentrata in quella proposta di legge. Chiunque costruisca narrazioni diverse o che ci identifica come iperliberisti perché arbitrariamente decidiamo se far rovinare o meno le famiglie, perché le incentiviamo a giocare i propri risparmi, sbaglia.
Personalmente, vivo del principio che, comunque, ciascuno decida in propria autonomia cosa fare e disporre della propria vita. Ma è chiaro che lo Stato deve regolare, così come fa con i Monopoli e con determinati tipi di attività. Questa è una delle tante attività che vanno regolate e regolamentate, senza falsi bigottismi.
Il confronto è aspro e in una fattispecie di questo genere crea divisione; crea anche confronto nella maggioranza: vivaddio che non esista! Anzi, è un aspetto incentivante della nostra attività politica creare continuamente confronto ed elaborare delle possibilità e delle proposte che possano essere condivise e frutto di un'esperienza di Governo, sinora ottima, del nostro centrodestra, con tutte le difficoltà del caso.
Pertanto, signor Presidente, non soltanto sono convinto che la proposta del collega Leone sia buona, ma tutta la Lega è convinta e determinata a portare avanti dei sacrosanti principi in tema di attività economiche perché di questo parliamo - che hanno dignità e, soprattutto, vivono nella totale legalità per poter agire, con il tema della sanità a cornice (decidete voi se dev'essere una cornice o un aspetto fondante). Non ce lo dimentichiamo.
Non soltanto non ce lo dimentichiamo, ma vogliamo stanziare risorse sul tema; vogliamo essere convinti che le scelte che facciamo abbiano dei principi assolutamente sani per un tema che, ripeto, dev'essere combattuto su più fronti.
L'appello, quindi, a tutte le nostre forze di maggioranza è che si possa assolutamente convergere su una proposta unica e comune, che faccia dei sacrosanti principi del nostro centrodestra, la vera visione per una Regione che è ancora in ballo con la pandemia, ma che, signor Presidente vede la luce.
È questo ciò che dobbiamo spingere per tutte le attività e le categorie coinvolte. Soprattutto, questo ci deve far riaffermare il principio di non aver paura delle azioni che compiamo. Dunque, quando facciamo proposte di questo genere, con il buonsenso, con la creanza e con la convinzione che stiamo andando nella direzione giusta, non arretriamo di un centimetro.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Sarò brevissima, anche perché è intervenuto già il mio collega Bertola in modo molto esaustivo e direi anche impetuoso.
Se fossimo in un Tribunale e se l'imputato fosse la proposta di legge n. 99, dopo l'intervento del collega Lanzo decreterei l'ergastolo! Diciamo che questa arringava difensiva non ha portato argomentazioni molto convincenti nei confronti di quella che potremmo definire la giuria dell'opposizione, almeno per quanto riguarda questo piccolo spazio nel plexiglass.
Dico solo una cosa, poi lascerò spazio al Consigliere Preioni, che forse vorrà intervenire, essendo stato richiamato più volte in aula sebbene non fosse presente (probabilmente qualcuno gli avrà riferito i riferimenti fatti alla sua persona).
Non credo si possa paragonare la riapertura di un'attività durante la pandemia, o della scuola addirittura, alle attività che abbiamo visto manifestare davanti a Palazzo Lascaris ieri, e forse anche oggi. Trovo anche scorretto mettere in contrapposizione, l'hanno detto più volte anche i colleghi, il diritto al lavoro e il diritto alla salute; entrambi dovrebbero essere oggetto della nostra azione. Ma ciò che dovrebbe guidare la nostra azione, in primis, è in riguardo alla collettività. Se ci sono dei comportamenti che danneggiano la collettività. anche se, in realtà dovremmo avere attenzione anche al singolo, ma lì poi interviene la sensibilità di ognuno, come diceva nel suo intervento appassionato il Consigliere Grimaldi, quando parlava dei lavoratori in cassintegrazione che giocano per cercare di riscattarsi e per ritrovare la dignità, pensando che quella sia la via più breve.
Quanti, spesso nella disperazione, intraprendono la via che sembra più facile e più breve; via che poi, in realtà, porta ad un baratro ancora più profondo.
Se qualcuno non ha questa sensibilità nei riguardi del singolo - anche se dovrebbe essere un requisito di una persona che entra in politica dovrebbe avere riguardo verso il bene della collettività. Credo che tutti noi dovremmo riconoscere che la legge 9/2016 è una legge fatta nell'interesse della collettività.
La proposta di legge che dovremmo cercare di esaminare in quest'Aula non è fatta nell'interesse della collettività, ma è fatta nell'interesse di una parte, che, legittimamente, è venuta a gridare la sua disperazione.
Non significa, però, che la disperazione di quella parte debba affossare i diritti di tutta la collettività.
Noi raccogliamo la richiesta di aiuto di quelle persone, così come in passato molte altre aziende hanno vissuto dei momenti difficili, magari per l'entrata in vigore di normative che hanno costretto le aziende a riconvertirsi verso qualcos'altro. Anche in questo caso, se ci sono dei rischi rispetto ai posti di lavoro, dobbiamo intervenire in quel senso, non andando a demolire una normativa che fa l'interesse della collettività, ma occupandoci di quei singoli che sono venuti a chiedere aiuto.
Come Consiglio regionale e come Regione abbiamo tutti gli strumenti per farlo, senza smantellare una norma che, invece, funziona, ha funzionato e potrebbe funzionare ancora meglio. Anche il Consigliere Stecco prima ricordava che ci sono delle parti ancora non attuate: attuiamole, stanziamo le risorse nelle prossime discussioni di bilancio. Stanziamo le risorse per rendere questa legge pienamente operativa. Non andiamo a demolirla, ma parallelamente, interveniamo a sostegno di quei lavoratori. Non andiamo a demolire una norma che evita un danno enorme a tutta la collettività: non possiamo farlo se veramente vogliamo fare l'interesse dei piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Il Gruppo della Lega rivendica con forza un settore che è stato troppo strumentalizzato. È stata fatta troppa mistificazione sulla pelle di 1.700 persone che hanno già perso il lavoro e di altre 5.000 persone che rischiano di perderlo.
Sappiamo che l'argomento è delicato, ma sappiamo anche che il gioco legale esiste, è regolarizzato da leggi dello Stato e fa anche incassare degli introiti importanti allo Stato; dà una garanzia di vincita al giocatore e può essere controllato (anzi, questo controllo dev'essere anche implementato).
Ci sono Stati europei che, con il codice fiscale, verificano quanto guadagni e ti fanno giocare una piccola percentuale. Siamo nel 2021; penso che la tecnologia ci possa assistere in questi passaggi nel prossimo futuro e spero possa avvenire nel più breve tempo possibile.
Una persona può essere libera di giocare, perché è anche un desiderio insito nell'uomo, ma bisogna giocare utilizzando la testa e con moderazione.
Il nostro Gruppo non gode nel vedere le famiglie distrutte o nel vedere i pensionati che si mangiano la pensione. Dobbiamo aiutare queste persone che non sanno giocare e diventano malati patologici: a queste persone va impedito di giocare. Ma per aiutare queste persone deve esserci un sistema che funzioni, dalle ASL ai SerD. Noi non vogliamo incrementare questo disagio, questo allarme sociale, questa difficoltà. Tuttavia, i dati dell'IRES ci dicono che i giocatori problematici sono l'1,5%: vuol dire che il 98,5% gioca lecitamente, utilizzando la testa e spendendo pochi euro sapendo che probabilmente è più facile che vinca la macchinetta rispetto a quello che può vincere lui e che, se gli va bene, vince qualche manciata di decine di euro; ma - ripeto - gioca con la testa, solo per una questione ludica. Giocando con la testa fa lavorare il "baretto", fa lavorare la sala slot, fa lavorare dei lavoratori, in un sistema lecito e legale. È inutile nascondersi: se non c'è un sistema lecito, ci sono dei "vuoti". E i vuoti vengono riempiti. Se non c'è la legalità, se non c'è un controllo, c'è la mafia, c'è la 'ndrangheta, c'è l'usura, c'è lo strozzinaggio, c'è l'estorsione. I dati che cita la CGIA di Mestre, un'associazione che fa degli studi bellissimi sugli andamenti economici sociali in tutto il nostro Paese, ci dicono che se non c'è il gioco legale, si insinua la malavita.
Perché se il giocatore, in alcuni casi, non riesce a frenarsi, deve trovare il modo di giocare da qualche altra parte: ecco, quindi, che entra nelle bische clandestine o si rivolge al Totonero, insomma entra in un sistema che non è più garantito e che gli rovina la vita in maniera pesantissima e devastante; senza pensare che lo Stato e l'Ente pubblico ne risentono anche pesantemente dal punto di vista economico.
Sempre lo studio IRES ci dice che è vero che sono diminuite le giocate nelle macchinette, ma con la legge del 2016, di fatto, le macchinette sono state messe al bando praticamente in tutta la regione Piemonte. Tuttavia sono aumentate a dismisura le giocate on line, le giocate sulle piattaforme internazionali, in molti casi anche discutibili, perché collegate a paradisi fiscali, arrecando ulteriore danno al nostro Paese.
Con il nostro smartphone oggi possiamo giocare qualsiasi cifra, in qualsiasi momento, h24, da mezzanotte del giorno prima a mezzanotte del giorno dopo. Noi vogliamo che questo settore sia regolamentato, sia gestito dallo Stato, sia mantenuta una legalità e non vogliamo che ci siano lavoratori, imprenditori di seria A e di serie B. Tutti i lavoratori devono avere la stessa dignità, perché parliamo di migliaia di posti di lavoro.
Abbiamo visto il servizio de "Le Iene", che testimonia come, dove non c'è la legalità, c'è anche l'illegalità: lo ha detto il Capo Procuratore antimafia, non il Consigliere Preioni.
Il Capo Procuratore antimafia, Federico Cafiero de Raho, ha detto che assolutamente, c'è stato un aumento significativo dell'illegalità, delle mafie, perché sono stati lasciati dei vuoti, restringendo in maniera pesantissima la legalità. C'è il grido d'allarme della CGIL, della CISL e della UIL; naturalmente, i lavoratori del comparto specifico, ma anche i sindacati, hanno segnalato un allarme pesantissimo dal punto di vista della perdita dei posti di lavoro. Non so cosa aspettiamo. Aspettiamo la NASA che ci certifichi questi dati? Non mi sembra che siano delle associazioni che non possano avere una credibilità, un fondamento e una dignità per esporre dei dati. Ogni tanto, in quest'Aula sembra che vengano forniti dei dati totalmente faziosi, irreali, inesistenti. Ce lo dicono un sacco di associazioni, ce lo dice l'Eurispes; a capo dell'Eurispes, in Regione Piemonte, abbiamo un ex procuratore, un uomo di legge, un uomo che gira con la scorta ancora oggi, perché ha combattuto e ha vissuto sulla sua pelle i momenti bui delle Brigate Rosse, eccetera eccetera. Mi sembra che ci siano delle persone stimate e oneste, e più che il procuratore capo antimafia non saprei chi citare. Quindi c'è tutta una serie di dati incontrovertibili che vanno in una direzione, che dicono giustamente: "Combattete l'illegalità, mantenete la legalità, stilate dei regolamenti".
Noi abbiamo istituito un tavolo di lavoro, principalmente con i colleghi, con gli alleati di Forza Italia. Stiamo predisponendo degli emendamenti, perché riteniamo che molte delle loro proposte siano accoglibili, ad esempio, sul fatto di dare più potere ai Sindaci.
Noi siamo un partito, stante la nostra storia, federalista, autonomista e territoriale, e sappiamo benissimo quanto sia importante e quanto controllo del territorio abbia il Sindaco, quanto sia importante il suo parere, quanto possa avvertire se c'è qualcosa che non va nel suo Comune.
Quello è un aspetto che accettiamo; abbiamo tutti a cuore la salute dei cittadini piemontesi, di quell'1,5% che prende la via del patologico e che diventa un malato.
Per questo motivo, come esponenti di maggioranza relativa di questo parlamentino, chiederemo con forza all'Assessore Tronzano e alla nostra Giunta, di aumentare con fondi regionali i fondi destinati ai SerD, che sono gli organismi preposti dalle ASL per curare le dipendenze, perch questa gente va curata. Non va eliminato o chiuso un intero settore legale a discapito di 5.000 lavoratori, ma vanno curati quelli che non sono in grado di gestire i propri soldi e la propria vita, e magari sono dipendenti anche da altre cose.
Un altro aspetto che trovo strano è quello di vedere forze in questo parlamentino che, da una parte, sono favorevoli alla legalizzazione della droga, che porta i nostri giovani ad ammazzarsi, ma poi ci fanno la morale e fanno i bigotti quando parliamo di gioco legale (perché non stiamo parlando di gioco illegale o di malfattori!).
Abbiamo visto, in questa piazza, centinaia e centinaia di lavoratori onesti, facce pulite di imprenditori, di baristi, di camerieri, gente per bene. Io non ho visto in quella piazza gentaglia o malfattori; ho visto gente normale, che chiede di lavorare, che ha investito in un settore legale. Purtroppo, con la legge del 2016 si è visto un abominio giuridico: mi riferisco al fatto che un soggetto è stato obbligato (o è ancora obbligato), se gli viene installato un apparecchio, a spostare la sua attività o a perdere gli investimenti legali che ha fatto. Non esiste in nessun settore! Poi ditemi cosa c'entra la distanza, ad esempio, da un camposanto o da una chiesa. Io la capisco - e noi la inseriremo - ad esempio dai Compro Oro, perché vicino ai Compro Oro non devono esserci le macchinette. In quel caso, però, c'è un ragionamento logico: una persona non deve vendersi l'oro per giocare alle macchinette! Ma se sono un fervente cattolico e vado tutti i giorni a messa, magari ho, per mia cultura, un distacco verso il gioco d'azzardo, perché posso avere questioni di ordine religioso e morale. Il camposanto lo capisco ancora meno.
Questi sono gli elementi che ci hanno indotto a chiedere questa modifica; siamo convinti di stare nel giusto, di difendere i lavoratori onesti. Siamo convinti che i patologici vanno aiutati nei fatti e vanno aiutati nei luoghi preposti. Ma non pensiamo di creare lavoratori e imprenditori di serie A e di serie B, che investono i loro soldi onestamente.
Abbiamo capito, da tutte le ricerche che ci sono state fornite, che se i soldi non vengono investiti onestamente, c'è la mafia o la 'ndrangheta che mangiano in questo settore; non guadagna lo Stato, né viene garantito il giocatore. Al giocatore patologico facciamo fare una fine pesantissima.
Grazie.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lasciate concludere! Se evitate di gridare sopra.



(Proteste in aula da parte della Consigliera Disabato)



PRESIDENTE

Consigliera Disabato! Consigliera Disabato, la richiamo all'ordine! Non è il caso. Capisco che voglia andarsene, ma se vuole uscire dalla sala, può farlo tranquillamente, non siamo in fase di votazione. Può anche uscire. La ringrazio.
Non è espulsa, eh! DISABATO Sarah (fuori microfono) Sarà meglio!



PRESIDENTE

No, "sarà meglio" lo dice a qualcun altro! Sono pur sempre il Presidente! Consigliera Disabato, rispetto per la Presidenza! Sono le ore 13.00 e, come richiesto da alcuni Capigruppo del Partito Democratico, sospendiamo la seduta fino alle ore 15.00.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.04, riprende alle ore 15.09)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nella mattinata odierna è iniziato l'esame della proposta di legge n.
99; il provvedimento è stato illustrato dal Consigliere Leone ed è iniziata la discussione generale.
Chiedo se vi siano ulteriori interventi in discussione generale.
La parola al Consigliere Grimaldi, sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Se non sbaglio, e se comprendo bene, nell'ultima riunione dei Capigruppo tutte le forze di maggioranza hanno richiamato un testo in Aula ed è il testo del Consigliere Leone. Facendo questo, non hanno dato la possibilità a nessuno di noi di poter comprendere, fino in fondo, quali fossero gli intendimenti; almeno, noi abbiamo avuto la percezione che questo testo, così com'è, senza il confronto in Commissione, sarebbe stato iscritto ai lavori dell'Aula. Poi abbiamo notato diversi emendamenti della maggioranza, uno dissimile dall'altro, e ci sembrava legittimo, dopo una settimana di pregiudiziali, preliminari e sospensive, conoscere l'intendimento della maggioranza.
Oggi, il partito di maggioranza relativa ha preso la parola nella discussione generale e mi pare chiaro l'intendimento di andare avanti fino in fondo. Questo stesso intendimento, però, non l'abbiamo ascoltato da parte di altre forze di maggioranza; tra l'altro, tutti abbiamo letto i giornali e abbiamo letto tutti gli emendamenti molto diversi fra loro anche dei colleghi della maggioranza.
Io non ho nessun diritto di dirle che, chi deve parlare, lo faccia ora o taccia per sempre, perché in democrazia c'è sempre un extra-time, per volevo mettere a verbale sull'ordine dei lavori che, di fatto, chiudiamo questa discussione generale senza avere conosciuto né l'opinione della Giunta, di nuovo per lo più assente, né del Presidente Cirio, n dell'Assessore Icardi e nemmeno dell'Assessore Chiorino che, in assoluto sono le tre persone competenti per parlare della nostra legge regionale che volete abrogare, e che dovrebbero prendersi cura degli aspetti più importanti del gioco d'azzardo patologico; comunque, questi tre Assessori non sono intervenuti, così come non conosciamo la posizione della Giunta così come non sappiamo la posizione di due forze su tre della maggioranza.
Se lei può fare ancora qualcosa, anche sospendendo i lavori, le saremmo ovviamente tutti grati; se non è così, poi non venga chiesto a noi di essere sempre miti, morigerati, di rispettare le istituzioni, perché i primi che non rispettano le istituzioni è chi ci ha chiamati qui cancellando tutti i lavori, tutti i lavori delle Commissioni, senza assumersi la responsabilità, fino in fondo, di cosa si sta facendo.



PRESIDENTE

Grazie.
Sa benissimo che la Giunta interviene normalmente alla chiusura della discussione generale, perciò è evidente e normale che prima ci sia una discussione generale su un provvedimento e poi la Giunta faccia una sintesi del provvedimento, per entrare nella discussione dell'articolato e degli emendamenti. Così è sempre stato e così continuerà ad esserci, perciò non dico nulla di nuovo e non c'è una procedura diversa.
Se non ci sono altre richieste di intervento in discussione generale in modo tale che non la riapriamo, com'è successo purtroppo altre volte chiedo il parere della Giunta (se la Giunta vuole intervenire).
La parola al Consigliere Preioni, sull'ordine dei lavori.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Chiedo una sospensione, perché ci dobbiamo chiarire; faremo una riunione con i Capigruppo di maggioranza, perché stiamo ancora aggiustando sistemando e limando le ultime posizioni, fermo restando la volontà di rivedere questa legge. Come ho detto prima in discussione generale, c'è un'apertura agli emendamenti dei colleghi di Forza Italia e stiamo tecnicamente, ancora operando gli ultimi aggiustamenti.
Quindi, penso sia opportuno, poiché è finita la discussione generale e prima di entrare nell'articolato, avere questo momento, qualche ora, come Gruppi di maggioranza, per poi riconvocarci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallo, sull'ordine dei lavori.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Questa richiesta è inaccettabile nella conduzione dell'Aula, perch tutti noi abbiamo lavorato sugli emendamenti, secondo i termini del Regolamento. Adesso, iniziamo l'esame dell'articolo 1 e, se vogliamo fare una sospensione di un quarto d'ora o 20 minuti, perché i Capigruppo di maggioranza devono parlarsi, ci mancherebbe, anche mezz'ora; però, "qualche ora", per noi, vuol dire che ci riconvochiamo martedì prossimo: sconvochiamo oggi pomeriggio e domani.
Non si capisce perché noi abbiamo dovuto rispettare i termini; voi avete avuto quattro giornate intere di Consiglio regionale, nonché dieci giorni di calendario, per provare a trovare un'intesa tra di voi: non si capisce perché adesso si debba interrompere. In base a quale norma si fa? Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Sono qui a sostenere quanto già detto dal Consigliere Gallo considerato che in questi giorni ci è stato detto che abbiamo fatto tanto ostruzionismo.



(L'intervento è interrotto per problemi tecnici)



(La seduta, sospesa alle ore 15.18, riprende alle ore 15.52)



PRESIDENTE

Colleghi, se prendiamo posto, riprendiamo i lavori.
La seduta riprende. Sentiti velocemente i Capigruppo, si è trovata l'intesa di sospendere i lavori per effettuare una riunione di maggioranza per correttezza di tutti, eviterei tempistiche molto strette, perché mi sembra che ci sia il tempo necessario per fare delle valutazioni all'interno della maggioranza.
Come già concordato, nella giornata di domani mattina lascerei la seduta sospesa, perché, come Consiglio regionale, si parteciperà ai funerali dell'ex Assessore De Ruggiero, che sarà alle ore 10.30; perci chi vorrà partecipare, sarà libero e tranquillo di poterlo fare.
La seduta riprenderà domani alle ore 14.00, sempre sull'attuale o.d.g.
con il prosieguo della discussione sulla proposta di legge n. 99 relativa alla diffusione del gioco d'azzardo patologico.
Aveva chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Presidente Gallo; prego.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente. Prendiamo atto che si chiudono qua i lavori di quest'oggi, sapendo che c'è un'ampia discussione in maggioranza; però noi chiediamo che domani - mi sembra abbastanza inutile - non si riconvochi l'Aula, ma si convochi una Capigruppo, eventualmente una Commissione, per capire quest'ampia discussione, in una parte di maggioranza, a che punto è arrivata e di che cosa dobbiamo discutere, perché fino ad ora non ci è chiaro.
Quindi domani, forse, fare Aula non è opportuno; conviene fare una Capigruppo, eventualmente una Commissione, per capire quali sono i punti di contatto tra Forza Italia e Lega e comunque poter mettere tutti a conoscenza e poter discutere di qualcosa di scritto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, stavo alzando la mano quando è andata via la luce però direi che non è colpa mia (se mi si passa la battuta): la situazione è talmente paradossale che ha fatto anche andar via la luce. Quindi, rispetto a ciò che abbiamo sentito dai banchi del centrodestra questa mattina - "No no, andiamo avanti, andiamo avanti" - di fatto, come dicevamo noi, non era vero. Noi questi giorni ve li abbiamo dati; vi abbiamo dato questi giorni di tempo; alla maggioranza serve ancora tempo; ben venga che ci sia questo confronto anche all'interno della maggioranza; spero che poi questo confronto si sposti sul resto del Consiglio e ci si riaggiorni domani.
Presidente, solo una piccola spigolatura, perché io so quanto lei è attento alle norme che regolano l'ingresso nel Palazzo, soprattutto in questo periodo dove c'è un'emergenza sanitaria. Ci sono delle regole per l'accesso al Palazzo, che devono rispettare tutti, anche chi arriva con la scorta, che è legittimo che arrivi con la scorta. Tuttavia, anche chi arriva con la scorta e che è legittimo abbia la scorta, senza essere il Presidente della Regione o senza essere un Assessore, essendo un soggetto esterno deve rispettare le regole d'accesso al Palazzo e deve rispettare il personale del Consiglio regionale, che è deputato a fermare una persona e a chiedere "Scusi, lei dove va?".
Poiché oggi, alle ore 15.00, ho assistito ad una scena, volevo rimanesse a verbale questa piccola spigolatura. Mi perdoni la divagazione.



PRESIDENTE

Grazie. Verificheremo e domani, essendoci l'Ufficio di Presidenza valuteremo la questione in modo più approfondito. Grazie dell'attenzione e mi scuso per l'interruzione prima, non dipendeva dal Consiglio: è stato un problema esterno.
Il Consigliere Sacco aveva chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori; prego.



SACCO Sean

Sì, grazie Presidente, anche perché prima non avevo concluso l'intervento. Anche per noi il Consiglio sarebbe da riconvocare probabilmente martedì prossimo, e domani dovremmo dedicarci ad una Conferenza dei Capigruppo in cui capire finalmente quale sia l'oggetto della discussione. Sta emergendo adesso, quando vi si chiede di andare al voto, che non avete trovato una sintesi e quindi tutte queste giornate in cui è stato detto all'opposizione che eravamo qui a bloccare i lavori evidentemente, non eravate neanche pronti ad iniziarli. Non sappiamo in che modo abbiamo potuto bloccare i lavori, quando è evidente che avete bisogno voi di una sospensione e non noi di un rallentamento.
Noi siamo pronti ad iniziare la votazione dei 70.000 emendamenti. Detto questo, speriamo almeno domani di capire qual è la vostra sintesi su questa legge, in modo da comprendere anche su quale legge dobbiamo fare dei ragionamenti e poi, finalmente, martedì, ritrovarci magari in Aula per parlare di qualcosa di più concreto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. C'erano altri che volevano intervenire? Scusi, Consigliere Grimaldi; prego.



GRIMALDI Marco

Grazie. Intervengo intanto per comunicare anche all'esterno, perch tutti ci chiedono che cosa è successo. La seduta è stata sospesa per problemi tecnici e questo blackout - se vogliamo andare fuor di metafora come si direbbe - è stato registrato anche all'interno della maggioranza.
Vorrei solo dire a verbale, perché appena abbiamo smesso di fare gli interventi - non so se l'avete colto, ci sarebbero stati altri colleghi delle opposizioni che potevano intervenire - tutta questa urgenza di votare il "Riparti slot" da parte della Lega è evaporata.
Voi ci chiedete altro tempo; io vorrei solo farvi notare già questa frase surreale; ci dite che abbiamo fatto un ostruzionismo da record e, a fronte di dieci giorni, ancora oggi - se colgo - i Capigruppo di maggioranza non si sono espressi, se non uno su tre.
Se colgo, la maggioranza rappresentata da una Giunta, di fatto, non solo non ha una linea, ma non ha neanche un indirizzo da parte del Presidente della Regione e degli Assessori competenti; forse perch Fratelli d'Italia e Forza Italia non vogliono cancellare, come una parte della Lega, totalmente la nostra legge. Noi lo prendiamo comunque come un dato positivo; vuol dire che qualcosa di buono, forse, va salvato; per vorrei che salvaste anche un po' di rispetto istituzionale.
Noi non ci vedremo qua domani alle ore 14.00 per sapere che cosa avete deciso. Se volete, ci vediamo alla Conferenza dei Capigruppo, discutiamo esattamente quale delle due strade prenderete, se la proroga o la strada degli emendamenti. Noi ne abbiamo presentati tanti, ma molti - molti - di merito e quindi le chiederei di ascoltare le parole del Presidente Gallo che credo siano le parole di un'opposizione che è stata sul merito, sempre anche avendo avuto delle posizioni radicalmente opposte alle vostre, ma che ha sempre rispettato i lavoratori e quest'Aula, nella sua dignità e nel suo valore di legislatore.
Quindi, visto che siamo dei legislatori, comunicateci qual è la strada e noi ci prenderemo il tempo necessario per fare - anche noi - le nostre analisi, vedere i nostri emendamenti e capire quale strada prendere. Quindi le chiedo formalmente di prendere in considerazione la proposta del Consigliere Gallo: rivederci domani in Capigruppo e poi martedì in aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Se non ci sono ulteriori interventi, procederei a sospendere la seduta. Come ho già preannunciato, la seduta riprenderà domani alle ore 14.00 per permettere alle parti di maggioranza di ritrovarsi e poi eventualmente anche di minoranza, e consentire ai Consiglieri regionali che lo desiderano di partecipare al funerale dell'ex Assessore e Consigliere regionale De Ruggiero, che sarà domani alle ore 10.30. In seguito, viste le situazioni che verranno in Aula, si deciderà eventualmente una riunione dei Capigruppo nella giornata sicuramente di domani.
Sospendo la seduta fino alle ore 14.00 di domani



(La seduta termina alle ore 16.02)



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