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Dettaglio seduta n.113 del 03/02/21 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.00 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e delle interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, iniziamo con l'esame delle interrogazioni pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione indifferibile e urgente n. 532, presentata dal Consigliere Daniele Valle, cui risponderà l'Assessore Vittoria Poggio; interrogazione indifferibile e urgente n. 568 presentata dal Consigliere Domenico Rossi, cui risponderà l'Assessore Vittoria Poggio; interpellanza n. 565, presentata dal Consigliere Alberto Avetta, cui risponderà l'Assessore Andrea Tronzano; interpellanza n. 560 presentata dal Consigliere Domenico Rossi, cui risponderà l'Assessore Andrea Tronzano.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa richiesta di questa Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che per le interrogazioni indifferibili e urgenti è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per due minuti, e la risposta del componente della Giunta per tre minuti, e non è prevista replica.


Argomento: Commercio

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 532 presentata da Valle, inerente a "Necessarie tutele nelle procedure di rinnovo delle concessioni relative al commercio su area pubblica" (posticipo trattazione)


PRESIDENTE

Iniziamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 532 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Necessarie tutele nelle procedure di rinnovo delle concessioni relative al commercio su area pubblica". Consigliere Valle, è collegato? L'ho visto prima, ma non risponde.
Mentre attendiamo che il Consigliere Valle si prepari, passiamo all'interrogazione successiva.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 568 presentata da Rossi, inerente a "Tempistica Bandi contributi Pro Loco"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 568, presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Tempistica Bandi contributi Pro-Loco".
Ricordo che per le interrogazioni indifferibili e urgenti è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per due minuti e la risposta del componente della Giunta per tre minuti, e non sono previste repliche.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Rossi; ne ha facoltà per due minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'oggetto dell'interrogazione riguarda una questione che ci ha un po' stupito: mi riferisco alla tempistica relativa ai bandi dei contributi destinati alle Pro Loco.
La Regione Piemonte, in data 19 dicembre 2020, ha dato avvio all'avviso pubblico "Contributi alle associazioni turistiche Pro Loco del Piemonte anno 2020", che prevedeva una dotazione finanziaria di 322.500,00 euro rivolto alle Pro Loco aventi sede nel territorio regionale, iscritte all'albo.
Il problema è che questo bando pubblico è rimasto aperto (perlomeno nella fase iniziale, poi forse è stato prorogato di qualche giorno) dal 19 dicembre al 23 dicembre 2020, limitando, di fatto, la possibilità di una larga adesione. Anche perché, da quello che ci è stato comunicato, neanche tutti i partecipanti hanno ricevuto adeguata comunicazione.
Considerato altresì che un'apertura di pochi giorni rischia di favorire solamente alcuni soggetti, quelli maggiormente informati, a scapito di altri, e non garantisce la massima trasparenza del processo, con questa interrogazione chiediamo alla Giunta quali siano le motivazioni che abbiano indotto la Regione Piemonte a contenere la disponibilità a partecipare al bando "Contributi alle associazioni turistiche Pro Loco del Piemonte anno 2020", a soli quattro giorni; e se tutti i soggetti potenzialmente coinvolti siano stati debitamente informati.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Rossi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Vittoria Poggio.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per tre minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore al turismo

Grazie, Presidente; buongiorno a tutti.
In risposta all'interrogazione del Consigliere Domenico Rossi, partirei dalla cronistoria di quanto avvenuto, precisando che la dotazione finanziaria per il 2020 resa disponibile sul capitolo del bilancio a favore delle associazioni Pro Loco, ai sensi della l.r. 36/2000, ammontava, fin dai primi mesi dell'anno, al 50% circa dello stanziamento di bilancio nella misura di 323.500,00 euro assegnati, contro i 732.000,00 euro stanziati. Alla luce di tale parziale assegnazione non si è proceduto ad attivare il bando di finanziamento, in attesa di ulteriori, auspicabili assegnazioni.
A seguito dell'incontro svoltosi lo scorso 22 ottobre alla presenza del Presidente Cirio e della sottoscritta, con la nuova dirigenza dell'UNPLI (peraltro, si erano registrati dei cambi di carica), si è valutato di condividere nuove modalità, tempistiche e criteri per l'erogazione dei contributi a favore delle Pro Loco per l'anno 2020, secondo il consueto spirito di collaborazione con queste realtà che si è instaurato nel corso degli anni tra il Comitato e la Giunta regionale.
Durante l'incontro è emersa la possibilità di incrementare le risorse fino a quel momento disponibili a bilancio attraverso le apposite DGR di assegnazione di fine anno.
L'UNPLI durante la riunione del 22-10-2020, comprendendo le ragioni dell'Amministrazione, ha garantito il suo impegno a diffondere tra le Pro Loco, attraverso i canali più opportuni, le nuove possibili modalità di presentazione delle istanze di contributo previste dalla Regione, in sintonia con gli ampiamente utilizzati strumenti nazionali ai quali sarà sempre più necessario adeguarsi.
Anche sulla base delle risultanze dell'incontro si è rimasti in attesa del restante 50% dello stanziamento che doveva essere reso disponibile con le DGR di assegnazione delle risorse del 30/11/2020 e che avrebbe garantito la possibilità di intervenire a favore delle Pro Loco attraverso misure più incisive e stimolanti per l'incremento del turismo di prossimità, attività tipica delle Pro Loco nonostante la pandemia.
Purtroppo, malgrado le premesse favorevoli, le restanti risorse non sono state rese disponibili e così si è dovuto operare con le risorse disponibili, stravolgendo in parte i criteri abbozzati fino a quel momento.
Si è quindi provveduto a convocare d'urgenza i rappresentanti dell'UNPLI che non è stato possibile incontrare prima del 9 dicembre 2020, per comunicare loro la disponibilità finanziaria definitiva e anche i tempi che erano limitati, a disposizione per il procedimento in questione.
Durante l'incontro stesso si è ribadita la necessità di operare attraverso la piattaforma FINDOM (finanziamento domande) della Regione per automatizzare e semplificare il procedimento d'istruttoria da parte degli uffici regionali, al fine di consentire la naturale conclusione del procedimento. In altre parole, si è ragionato con il Presidente dell'UNPLI e concordato con lui le modalità. Contestualmente, si è comunicato che per l'accesso alla piattaforma è richiesto l'utilizzo di un certificato digitale, che può essere rappresentato sia dalla carta d'identità digitale sia da SPID.
L'UNPLI stesso, per rendere ancora più efficace l'intervento, ha stabilito durante la seduta del 9 dicembre 2020, di non richiedere alle Pro Loco n la firma digitale dei documenti e neppure la carta d'identità digitale ancora non molto diffusa, nonché di estendere a chiunque, delegato dalla Pro Loco e in possesso dello SPID, la possibilità di farsi da tramite con l'associazione per la compilazione della domanda, in modo da ampliare quanto più possibile la platea dei beneficiari al contributo e ridurre eventuali complessità nella compilazione del bando.
Data l'esiguità delle risorse disponibili a bilancio e i tempi limitati per la conclusione del procedimento, al fine di garantire l'operatività delle associazioni Pro Loco, la Giunta regionale ha approvato di semplificare al massimo il procedimento di assegnazione e liquidazione del contributo stabilendo di assegnare un importo forfettario minimo di 500 euro a ciascuna Pro Loco, a fronte dei costi sostenuti, e di destinare eventuali resti che si sarebbero potuti generare, proporzionalmente tra le Pro Loco risultate ammissibili.
Successivamente, durante i giornalieri incontri tra gli uffici preposti e l'UNPLI, si è provveduto a illustrare le caratteristiche della piattaforma per la richiesta del contributo, il percorso, i requisiti richiesti per accedervi.
Atteso il parere della III Commissione, come previsto dalla legge regionale n. 36/00 "Riconoscimento e valorizzazione delle associazioni Pro Loco" intervenuto il 18 dicembre 2020, nella stessa giornata la Giunta regionale ha approvato i criteri per la concessione dei contributi a favore delle associazioni turistiche per l'anno 2020. In immediata successione è stata approvata anche la determinazione n. 361/2020 di approvazione del bando e delle relative tempistiche, tenendo conto di quanto deliberato dalla Giunta regionale.
Il bando si è aperto il giorno successivo, il 19 dicembre 2020, e si è concluso con una partecipazione di 338 associazioni e l'ammissione a contributo di 324 di esse, pienamente in linea con le previsioni ed entro i termini stabiliti dalla Direzione Risorse finanziarie, ovvero il 23 dicembre 2020.
A sostegno delle Pro Loco, che cosa abbiamo voluto fare? È stato reso disponibile un servizio di help desk dedicato e aperto anche durante il fine settimana da parte del CSI Piemonte, nonché di un tutorial esplicativo disponibile online. Inoltre, i funzionari regionali sono stati a disposizione, anche a contatto con il Presidente dell'UNPLI, perché abbiamo avuto un incontro, ci siamo resi disponibili e abbiamo previsto di dare un sostegno per l'accesso alla piattaforma, che è stato ben raccolto dal Presidente con il supporto dei nostri funzionari.



PRESIDENTE

Assessore, le chiedo se può concludere, in quanto il suo tempo è terminato.



POGGIO Vittoria, Assessore al turismo

In attesa di quanto detto finora, l'Assessorato al turismo, d'intesa con UNPLI, ha attivato - ed è questa la cosa importante - dei webinar di presentazione della piattaforma FINDOM, al fine di formare più associazioni possibili per i futuri utilizzi della stessa.


Argomento: Commercio

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 532 presentata da Valle, inerente a "Necessarie tutele nelle procedure di rinnovo delle concessioni relative al commercio su area pubblica"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 532.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Salto le conclusioni, perché sappiamo che con il "decreto rilancio" è previsto il rinnovo delle concessioni esistenti per la durata di dodici anni per quello che concerne il commercio su area pubblica.
La DGR n. 322642 del mese di aprile stabiliva, però, un limite all'assegnazione di concessioni nel numero di due nei mercati fino a trenta posti e nel numero di tre nei mercati superiori a trenta, mentre nel decreto vediamo che questi limiti cambiano, nel senso che c'è un massimo di due concessioni per i mercati fino a cento posti e un massimo di tre concessioni per i mercati superiori a cento posti. Questa discrasia fa sì che ci siano coloro che magari avevano investito e avevano tre concessioni ma trovandosi nei mercati sotto i cento posti, si troverebbero sostanzialmente tagliati fuori dal rinnovo di una delle loro concessioni.
Tutto questo ci porta a chiedere come la Regione Piemonte intenda procedere al rinnovo delle concessioni in scadenza per il commercio su area pubblica evitando di arrecare un danno ai soggetti che hanno più concessioni e che si trovano in questo varco di differenza tra i due massimali previsti, da un canto, dal decreto e, dall'altro, dalla DGR del 2001.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente Valle per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Vittoria Poggio, che ne ha facoltà per tre minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore al commercio

Grazie, Presidente.
In risposta all'interrogazione del Consigliere Valle, mi sono occupata della questione, perché ho avuto anche modo di confrontarmi con gli operatori. Come il Consigliere sa, c'è una grande attenzione da parte del Consiglio e della Giunta verso una realtà che la pandemia, con le conseguenti limitazioni, ha fortemente compromesso.
In risposta all'interrogazione posta relativa alle concessioni e al commercio su area pubblica, voglio precisare che la Regione, ai tavoli di lavoro nazionali, si è sempre posta con uno spirito tutelante per la categoria. In merito ai titolari di concessioni plurime, specifico che le nuove linee guida per il rinnovo delle concessioni su area pubblica prevedono un numero massimo di quattro concessioni, come lei ben sa, che sono state inserite per il rinnovo delle concessioni: due di tipologia alimentare e due di tipologia extralimentare, per mercati con meno cento di posti banco e di sei concessioni sempre nella proporzione di tre per tipologia alimentare e tre per tipologia extralimentare, per quelli che sono i mercati superiori ai cento posti banco.
Mi sono subito attivata con il Ministero per avere chiarimenti anche in rapporto alla legge regionale a tutela degli operatori. In particolare, la nostra legge prevedeva, come numeri assoluti e non per tipologia merceologica, un massimo di due concessioni per i mercati con trenta posti banco e tre concessioni per i mercati con più di trenta posti banco. Da qui si evince che in taluni casi le linee guida nazionali, a seguito di un approfondimento, potessero avere delle criticità.
Nella lettera che ho inviato al Ministero di Sviluppo Economico (che allegherò alla risposta) per avere un chiarimento più puntuale e preciso l'Assessorato al commercio ha ricevuto risposta del Ministero, nella persona del Direttore Generale, l'avvocato Loredana Gulino, nella quale si dice, con una nota protocollata, che quanto previsto dalla citata normativa regionale sembrerebbe.
Secondo il Ministero, si evince che vi sono degli effetti limitanti, nel caso in cui un operatore si dovesse trovare a essere titolare di tre concessioni di posteggio, tutte appartenenti allo stesso settore merceologico, in un mercato con più di trenta o meno di trenta posti banco.
Questa è stata la risposta che ci ha dato Ministero dello Sviluppo Economico; chiaramente, sono sempre disponibile all'ascolto e all'interlocuzione sia con il Ministero sia con gli operatori per sostenerli, ma la risposta data dal Ministero è stata quella.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Poggio.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interpellanza n. 465 presentata da Avetta, inerente a "Quale futuro per il Santuario di Belmonte?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 465.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Se posso, tengo la telecamera spenta per una migliore connessione.
Il tema è noto all'Assessore perché - se mi posso permettere - condividiamo un'attenzione al territorio nel modo di fare politica, ma anche perché, nel caso di specie, l'Assessore ha avuto modo di visitare personalmente il santuario che, com'è noto, rientra nel paesaggio culturale dei Sacri Monti piemontesi e lombardi, tra i Patrimoni mondiali dell'umanità, quindi stiamo parlando di un luogo particolarmente rilevante dal punto di vista sia culturale sia della sua sacralità, ma sono altrettanto note all'Assessore anche le condizioni in cui versa quel santuario, le condizioni fisiche dell'immobile.
Per questo motivo, nella passata legislatura era stato stanziato un milione di euro da destinare all'acquisizione del sito e l'Assessore ricorderà di aver già risposto a un'analoga sollecitazione nel 2019, affermando che non si era potuto dare corso a quell'impegno della Regione perché mancava l'accordo di programma con i portatori d'interesse rispetto a quel sito tra cui i Comuni. Nell'autunno 2020, l'assemblea dall'associazione "Amici di Belmonte" ha preso formalmente atto che la procedura d'acquisizione del sito era ed è, di fatto, sospesa.
Ritorniamo sulla questione con un'interpellanza che è datata ottobre 2020 quindi pochi giorni dopo l'assemblea dell'associazione per chiedere tre cose: se il finanziamento di un milione, individuato dalla Giunta Chiamparino, sia tuttora vivo e previsto nelle nostre poste di bilancio se, con quali modalità e in che tempi l'Assessore pensa di riprendere la procedura che aveva attivato e che era stata attivata dalla Giunta precedente, donde il citato accordo di programma per garantire il futuro al Santuario di Belmonte; se, con quali modalità e con quali tempi l'Assessore pensa di coinvolgere i portatori d'interesse, a cominciare dai Sindaci interessati direttamente alla conservazione del santuario.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Avetta.
La parola all'Assessore Tronzano per la risposta.



TRONZANO Andrea, Assessore al patrimonio

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Avetta per aver messo in evidenza il punto che interessa anche ad altri Consiglieri del territorio della maggioranza, ma dal punto di vista dell'interesse dell'Amministrazione, i fatti parlano da soli.
Un breve riepilogo di quanto fatto sul Santuario di Belmonte: restauro del pilone votivo, il controllo e la manutenzione ordinaria dei tetti delle cappelle, il controllo di stabilità su tutte le piante della via crucis e la diagnostica strumentale delle piante scelte per specifici approfondimenti, interventi di abbattimento piante secche e deperienti rimonda del secco alberi della Via Crucis, ricostruzione staccionate distrutte dal fuoco.
Nell'ambito 18-20, stiamo ragionando e facendo cose possibili all'interno del Sacro Monte. Naturalmente, questo patrimonio ha dei vincoli: c'è un vincolo idrogeologico, un vincolo monumentale, un vincolo paesaggistico sulla riserva regionale e un vincolo paesaggistico sulla zona d'interesse archeologico.
Andrei anche a fare un breve riepilogo sulla questione dell'alienazione della proprietà.
La proprietà del complesso del santuario, che sono i Conti di Valperga, con nota del maggio 2018 ha informato la Regione dell'impossibilità a fare fronte alla preservazione del patrimonio artistico. Sempre nella medesima nota, ha detto che aveva intenzione di alienare il bene a un soggetto istituzionale. Considerato che l'ente di gestione dei Sacri Monti, che ha competenza sulla salvaguardia e valorizzazione del bene, finora è intervenuto sulle urgenze per evitare la chiusura del santuario l'Amministrazione regionale, con nota del 27 ottobre 2018, ha rappresentato alla proprietà la possibilità d'intervenire, tramite la sottoscrizione di questa specifica intesa, nelle spese di manutenzione ordinaria di preservazione e valorizzazione del sito.
La proposta dalla Regione, però, è stata rigettata dalla proprietà, che ha ribadito l'intenzione di alienare il bene.
La Soprintendenza Archeologica, con nota del 29 novembre 2018, invitava lo stesso ente a procedere alla stesura di un piano d'intervento.
L'Amministrazione regionale ha valutato, così, la procedura di acquisizione del bene, al fine di ancora meglio garantire la gestione del complesso dell'ente preposto, ritenendo, però, che non sussistessero le condizioni giuridiche di cui all'articolo 12, comma 1, della legge 111 del 2011 relativamente alla comprova documentale dell'indispensabilità e indilazionabilità dell'operazione.
Per rispondere puntualmente alle domande del Consigliere Avetta, partiamo dal finanziamento di un milione di euro.
Come sappiamo, il fondo accordi di programma è un fondo indeterminato, un fondo chiamiamolo indistinto, dove dentro c'è una capienza che riguarda tutti gli accordi di programma in essere. Quest'anno ci saranno dei fondi all'interno, quindi sarà poi una decisione comune individuare su dove poterli mettere. Certamente il milione di euro, che il Consigliere Avetta dice che la Giunta Chiamparino aveva inserito, non si può riferire esclusivamente a Belmonte, perché quel fondo è indeterminato.
Sulla seconda domanda (con quali modalità e in che tempi si pensi di riprendere la procedura attivata dalla Giunta Chiamparino), continuo a sottolineare che non esiste un vero e proprio accordo di programma tra Belmonte e la Giunta regionale. Pertanto, la Regione ha tutta una procedura da attivare.
Infine, se e con quali modalità, e in che tempi, si pensa di coinvolgere gli attori territoriali. Posso dire che, una volta approvato il bilancio regionale, vedremo insieme, anche ai Consiglieri regionali e agli amministratori del territorio, di provare a ipotizzare un incontro con i Sindaci interessati, senza però promettere investimenti precisi dal fondo dell'accordo di programma, perché il fondo che stiamo predisponendo per gli accordi di programma non potrà dare soddisfazione a tutti gli accordi di programma in essere. Di conseguenza, ci saranno delle valutazioni, anche politiche, che porteranno in una direzione o nell'altra, ma, in ogni caso saranno condivise.
Altro aspetto che voglio sottolineare è che, all'interno della nostra strategia politica, come maggioranza, anche attraverso i Consiglieri del territorio che fanno parte della maggioranza stessa, c'è un interesse alla salvaguardia del patrimonio artistico e culturale, ma c'è anche un interesse ad avere un'interlocuzione con il mondo agricolo, perché lì c'erano coltivazioni di mele o di Nebbiolo, nei secoli passati, che potrebbero essere oggetto di rivalutazione e di ripristinato, nel caso in cui si potesse.
Questo è quanto, Presidente. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Andrea Tronzano per la risposta.
Se il Consigliere Avetta lo richiede, ha la facoltà di cinque minuti per la replica.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio l'Assessore per la puntualità e la chiarezza nella risposta. Prendiamo atto dell'interesse, peraltro più volte manifestato dall'Assessore stesso a nome della Regione, circa il fatto che si esprima anche attraverso atti concreti, che sono quelli elencati dall'Assessore.



PRESIDENTE

Consigliere Avetta, non la sentiamo.



AVETTA Alberto

Riprendo e vado alle conclusioni.
Non so da dove non mi avete più sentito, comunque dicevo che, al di là della gestione ordinaria elencata dall'Assessore, abbiamo bisogno di dare un futuro certo a quel santuario e a quel sito, che certamente, seppure abbia le caratteristiche giuridiche che bene ha rilevato l'Assessore, non possiamo negare che abbia un diffuso e profondo interesse pubblico.
Su questo, mi pare di aver capito che l'Assessore, interpretando le sue parole, non abbia intenzione di ripercorre o di riattivare il percorso già individuato nella passata legislatura. Ne prendo atto e attendiamo fiduciosi che ci sia un percorso alternativo, che venga esplicitato un percorso alternativo rispetto a quello già individuato nella passata legislatura.
Ne prendiamo atto e ringraziamo l'Assessore per la franchezza, anche nel definire gli aspetti del recupero delle risorse, anche se su questo mi sembra che siamo ancora - la dico così, senza alcun tipo di polemica - in alto mare. Ovviamente, attendiamo fiduciosi che quel percorso, o un altro percorso, venga riattivato, perché l'obiettivo comune è di dare certezza e futuro a un sito che, sia pure con quelle caratteristiche, certamente ha un interesse pubblico importantissimo per il Piemonte.
Grazie.



TRONZANO Andrea, Assessore al patrimonio

Posso, Presidente, solo specificare un aspetto, velocissimo?



PRESIDENTE

Prego.



TRONZANO Andrea, Assessore al patrimonio

Non è stato attivato alcun percorso. Lì bisogna attivare un percorso di accordo di programma, che però non è stato attivato. È nostra intenzione nell'ambito delle possibilità economiche che ci darà il bilancio naturalmente in collaborazione con i Consiglieri del territorio, provare a ipotizzare un percorso. A oggi, però, non risulta che sia stato attivato.
Volevo specificare solo questo.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Tronzano per la replica.


Argomento: Cave e torbiere

Interpellanza n. 560 presentata da Rossi, inerente a "Attuazione legge regionale 9 novembre 2016"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 560.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione; ne ha facoltà per cinque minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente. Non vedo più la telecamera attiva.



PRESIDENTE

Noi non la vediamo, ma la sentiamo forte e chiaro.



ROSSI Domenico

L'interpellanza di oggi riguarda l'attuazione della legge regionale n. 9 del novembre 2016, che è il nuovo testo unico sul tema delle attività estrattive cave e miniere, riscritto dopo la precedente legge che risaliva al 1978.
Qual è il problema che pongo con questa interpellanza? Lasciando stare il PRAE, che è in corso di redazione attraverso una conferenza di copianificazione, ci sono altri aspetti della legge regionale che ancora purtroppo, non sono pienamente applicati. Spiegherò quali sono e quelli su cui ho presentato questa interpellanza.
L'articolo 30, comma 7 della legge determina che entro 180 giorni dall'entrata in vigore della norma la Giunta regionale, acquisito il parere della Commissione consiliare competente, approvi un regolamento che definisca gli indirizzi regionali per il riempimento dei vuoti di cava.
Quando abbiamo fatto questa legge, Presidente, avevamo ritenuto essenziale quest'articolo. Il tema del riempimento dei vuoti di cava è un tema, fra l'altro, molto delicato, perché incrocia il tema dei rifiuti e anche altri aspetti, non soltanto ambientali ma, come sappiamo purtroppo dalle cronache, anche di natura illegale. Sappiamo che il riempimento dei vuoti di cava, purtroppo, è stato oggetto di attenzione anche da parte della criminalità organizzata in diverse situazioni.
Al di là di questi aspetti, soffermandoci anche solo su quelli di natura ambientale, era importante, e lo è tuttora, che la Regione desse un indirizzo, altrimenti si correva il rischio che nelle diverse Province della Regione, vista anche la complessità della norma nazionale ed europea si creassero situazioni non omogenee.
Capisco che, magari, 180 giorni fossero pochi ma, Presidente, qui abbiamo superato di gran lunga i 1.500 giorni. Ricordo che il regolamento si pone l'obiettivo di tutelare la qualità delle acque sotterranee, scongiurare danni ambientali, garantire la qualità ambientale: tutte cose positive previste nella legge. Volevamo capire a che punto è e come mai, dopo più di 1.500 giorni e nonostante la legge imponesse entro 180 giorni, non ci siamo ancora.
Uno degli aspetti che pongo con l'interpellanza riguarda l'istituzione dei servizi di vigilanza, che è stata una delle novità introdotte dalla legge regionale. Si parla dell'obbligo per ogni Provincia e Città metropolitana di istituire un servizio di vigilanza delle attività estrattive e, al comma 4 dell'articolo 36 della legge, si dice che se la Provincia o la Città metropolitana non lo faranno, allora provvederà la Regione che, in cambio della sostituzione di questo servizio, incamererà il 50% degli oneri spettanti alla Provincia mancante.
L'ultima questione è quella relativa al fatto che l'attività di vigilanza secondo sempre quanto previsto dalla legge, dev'essere pianificata con una programmazione annuale.
Arrivo alle domande finali che pongo all'Assessore con questa interpellanza. La prima è: quando la Giunta intende adottare il regolamento di cui all'articolo 30, comma 7 che, come dicevo, doveva essere fatto entro 180, ma siamo a più di 1.500? Seconda domanda. Quali Enti hanno redatto i piani per l'attività d'ispezione annuale di cui al comma 11 dell'articolo 36 per gli anni 2019 2020 e quanti servizi di vigilanza, secondo l'articolo 36, comma 2, sono attivi in Regione Piemonte? Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Rossi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Andrea Tronzano.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore allo sviluppo delle attività produttive e delle piccole e medie imprese (industria, artigianato, imprese cooperative attività estrattive)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Rossi per la puntuale attenzione su questo tema delle cave, che è preziosa anche perché i suggerimenti e le valutazioni sono, comunque, utili a un settore importante per la nostra economia.
Per quanto riguarda la prima domanda, rispondo molto rapidamente che prevedo la presentazione del regolamento in Commissione per il parere della stessa entro la fine di marzo. Il Regolamento ha avuto un'interlocuzione continua con gli stakeholder e con tutti coloro che avevano la facoltà d'intervenire, quindi siamo andati ben oltre i 180 giorni, come diceva il Consigliere Rossi, ma dovremmo riuscire a fare tutto entro il mese di marzo.
Vengo alla seconda domanda. L'attività di vigilanza è in capo alle Province ed è stata svolta con regolarità per gli anni 2018-2019. Per conoscere i dettagli, gli Uffici richiedono i risultati a consuntivo dell'attività pianificata. Il consuntivo dell'attività svolta nel 2020 non è stato ancora acquisito perché l'attività di vigilanza sul materiale estratto e il relativo pagamento dell'onere del diritto di escavazione sono stati dilazionati in ragione del posticipo del termine di pagamento, che nel 2020 era stato spostato al 30 settembre.
Per quanto riguarda l'attività di vigilanza effettuata dalla Regione Piemonte negli anni 2019-2020, vediamo come la vigilanza per le attività estrattive di competenza regionale avesse un obiettivo del 100% e il risultato è stato del 100%. La vigilanza svolta dalla Regione per le attività estrattive di competenza della Provincia di Vercelli aveva l'obiettivo del 50% e il risultato è stato del 67%, mentre per quelle del Verbano-Cusio-Ossola l'obiettivo era del 50% e il risultato è stato del 56%.
Gli obiettivi del 2020 sono stati rimodulati sia a causa del periodo di chiusura totale delle attività sia per l'esigenza di incrementare i controlli di polizia mineraria sul rispetto dei protocolli di sicurezza sanitaria e del personale operante nei siti estrattivi.
Si evidenzia, inoltre, che l'attività di vigilanza svolta dalla Regione e dalle Province viene espletata anche con i controlli sui versamenti dell'onere del diritto di escavazione, basati sulla quantificazione del materiale estratto e sulla veridicità delle autocertificazioni.
Sulla terza domanda, ovvero quanti servizi di vigilanza sono attivi in Regione Piemonte, rispondo che, alla data di entrata in vigore della legge 23, era attivo il servizio di vigilanza della Regione Piemonte, che ha successivamente svolto l'attività anche per le Province di Vercelli e del Verbano-Cusio-Ossola, che hanno comunicato di non essere in grado di istituire tale servizio, avvalendosi dell'opzione prevista dall'articolo 36, comma 4 della l.r. 23/2016.
Per l'anno 2020 anche la Provincia di Novara ha comunicato la volontà di avvalersi del servizio di vigilanza regionale.
Inoltre, dal 1° gennaio 2021 anche la Provincia di Cuneo ha comunicato la medesima volontà.
Pertanto, a oggi la situazione risulta essere la seguente: . Servizio di vigilanza regionale: per le attività estrattive di competenza regionale e per quelle di competenza delle Province di Cuneo, Novara Vercelli e del Verbano-Cusio-Ossola . Servizi di vigilanza provinciali attivi: Città metropolitana di Torino e Province di Asti, Alessandria, Biella.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Andrea Tronzano.
Se il Consigliere Rossi lo richiede, ha facoltà di replica per cinque minuti.



ROSSI Domenico

La ringrazio, Presidente.
Intanto raccolgo con estremo favore la notizia che entro un paio di mesi finalmente arriverà il regolamento: quest'annuncio non può che rendermi contento (peraltro, lo attendevamo già nel 2016!), perché lo riteniamo essenziale per il settore.
Ringrazio l'Assessore che mi ha risposto quasi su tutto. Perché dico "quasi"? Perché su una domanda specifica, cioè se esiste una pianificazione, cioè un documento in cui si scrive cosa fa questa vigilanza, dalla risposta che mi ha fornito oggi deduco che non esista cioè che non venga fatta questa pianificazione. Però è una deduzione mia dettata dal fatto che su questo punto la risposta è stata meno puntuale.
Possiamo comunque tornarci anche in un altro momento. Sono comunque contento che l'attività di sorveglianza si faccia.
Invece la cosa che mi preoccupa un pochino - magari su questo tornerò con un'altra interpellanza o ne potremo parlare anche in sede di Commissione se l'Assessore ritiene - è che la Regione, nel giro di due o tre anni passa a un servizio di vigilanza anche su Vercelli, VCO, Novara e Cuneo. Mi viene da dire quasi metà Piemonte, nel senso che, se togliamo Alessandria e Asti, tutto il Piemonte 2 è controllato in surroga dalla Regione.
Alla luce di questo, mi chiedo: con quali risorse? Con quale personale? È evidente che avevamo ipotizzato per ogni servizio di vigilanza almeno tre figure - vado a memoria - ma non credo che la Regione abbia assunto dodici persone in più per la vigilanza in cava. Ora, il tema (come ho detto magari torneremo sull'argomento) è il seguente: se la Regione deve sostituire tutte queste Province, e visto che sostituendole acquisisce anche la metà degli oneri, è importante che la Regione investa sul personale e sulla tecnologia per essere in grado di fare queste verifiche.
Perché un conto è controllarne cinque disponendo di due persone diversamente, se dovrò controllarne venti sempre con quelle due persone farò effettivamente fatica.
Non so se l'Assessore dispone già di questo dato. Sicuramente tornerò su questo tema per capire se quest'ampliamento del raggio d'azione della Regione da qualche parte vede anche un investimento sul personale necessario.
Grazie, Presidente.



TRONZANO Andrea, Assessore allo sviluppo delle attività produttive e delle piccole e medie imprese (industria, artigianato, imprese cooperative attività estrattive)

Posso rispondere, Presidente?



PRESIDENTE

Guardi, Assessore, almeno sarà motivo per presentare un'altra interpellanza da parte del nostro Consigliere.



ROSSI Domenico

Presidente, se l'Assessore ha una specifica sul personale gliela faccia fare, almeno chiudiamo il punto.



PRESIDENTE

Va bene.



TRONZANO Andrea, Assessore allo sviluppo delle attività produttive e delle piccole e medie imprese (industria, artigianato, imprese cooperative attività estrattive)

Era solo per dire che non ho specifiche, ma me ne occuperò e vedremo di rispondere al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, assessore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi, e grazie, Assessore Tronzano.
Prima di dichiarare conclusa la trattazione delle interrogazioni e interpellanze, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri, è pubblicato in banca dati, dove è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia dei componenti della Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro esaurita la trattazione delle interrogazioni e interpellanze.
Grazie a tutti e a tutte. A breve il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Buona salute a tutti.



(Alle ore 9.44 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 9.48)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Buongiorno a tutti e do il via allo streaming.
Comunico che, come stabilito in sede di Conferenza delle Presidenze dei Gruppi consiliari, la seduta si svolgerà mediante collegamento in videoconferenza.
Per la gestione della seduta si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 29 ottobre 2020, n. 160, a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
Comunico che procederò all'appello nominale, sia ai fini della conferma della presenza sia ai fini della votazione, chiamando primi i Gruppi di maggioranza e poi i Gruppi di minoranza.
Ai soli fini dell'appello, comunico che sono in congedo i Consiglieri Preioni, Salizzoni e Stecco. Pertanto, il numero legale è venticinque.
Per l'identificazione dei partecipanti chiamerò anche gli Assessori esterni all'esclusivo fine di consentire la rilevazione della loro presenza per il verbale.
Chiedo di mantenere attiva la telecamera del proprio dispositivo, di rispondere all'appello in modo intelligibile e di confermare la presenza in chat.
Procedo all'appello nominale.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cane; ne ha facoltà.



CANE Andrea

Grazie, Presidente. Spero che mi sentiate bene.
Volevo chiedere che i tre ordini del giorno che attualmente sono al punto 15) dell'o.d.g - quindi, il n. 378, il n. 259 e il n. 446 - inerenti alla violenza di genere e violenza domestica e al contrasto a ogni forma di discriminazione, siano inseriti dopo il punto 5) all'o.d.g., ovvero dopo l'ordine del giorno n. 174. Quest'ultimo ordine del giorno era stato presentato più di un anno fa, precisamente a gennaio 2020. Il primo di questi tre ordini del giorno è stato presentato da me a luglio dello scorso anno e successivamente se ne sono aggiunti altri due di una tematica che ritengo, ahimè, molto attuale.
Pertanto, chiedo che possano essere discussi subito dopo il punto 5) all'o.d.g.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Di concerto con il Presidente del mio Gruppo consiliare vorrei sottoporre alla sua attenzione e a quella del Consiglio regionale l'esigenza d'inserire nell'ordine dei lavori di quest'oggi l'ordine del giorno n. 461 depositato da alcuni Consiglieri e a mia prima firma, intitolato "Crisi umanitaria in Bosnia-Erzegovina". È chiaro che i fatti che si stanno verificando ai confini dell'Europa, a pochi chilometri anche dalla nostra Regione, non possono lasciare indifferente l'Istituzione in cui sediamo.
Riteniamo, pertanto, urgente che quest'ordine del giorno trovi spazio nella discussione del Consiglio. Chiaramente merita anche fare un confronto con i Presidenti degli altri Gruppi consiliari per esprimere una posizione rispetto alla tragedia umanitaria non passata, ma presente, che si sta svolgendo molto vicino a noi e che sta coinvolgendo moltissimi enti del terzo settore del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Intervengo per richiedere, se fosse possibile, avere oggi un'informativa da parte della Giunta in merito a ciò che si sta cercando di fare sul tema legato al comparto delle agenzie di viaggio e di tutti i tour operator che lavorano in questo settore.
Siamo a conoscenza del fatto che vi è stata una prima fase di ristori da parte della Regione e che in questa seconda fase si sta lavorando per provare a sostenere un comparto che, come ben capiscono i colleghi difficilmente è riuscito a reinventarsi tanto quanto altre categorie che cambiando la modalità di lavoro o di prestazione professionale, riescono in qualche modo, pur con difficoltà, a far fronte a questa crisi. È evidente che chi si occupa del comparto turismo e soprattutto dei viaggi, in questa fase vive una grande incertezza, anche perché è impossibile programmare dei viaggi.
Sappiamo che sono oltre 700 le realtà piemontesi e sappiamo che, purtroppo la nostra Giunta non è stata ancora in grado di immaginare dei corridoi turistici, cosa che, invece, in altre Regioni ci sono. Di conseguenza, ci siamo trovati in una fase della seconda ondata ad avere dei cittadini italiani che si ritrovano in Francia e poi da lì utilizzano dei corridoi turistici.
È un comparto oggettivamente in ginocchio, che vive con incertezza rispetto al futuro e alla riapertura dei confini, un momento di grave difficoltà economica. Questa incertezza non permette loro di ripartire. Se va bene, fanno attività legata esclusivamente a qualche volo interno.
Sappiamo che ci sono delle trattative in atto rispetto alla Regione Piemonte per questo settore e sarebbe importante capire se ci sono novità e intendimenti, perché la Giunta mi pare stia pensando a un'altra tipologia di bonus.
Visto che sono tutte attività imprenditoriali piemontesi che danno lavoro a oltre 700 agenzie con relativi dipendenti e titolari, se la Giunta volesse da questo punto di vista, dare un'informativa anche breve, almeno potrebbe informare l'Aula su quanto si sta facendo su questo comparto, che paventa per il futuro una condizione di grande crisi più di altri settori.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Grimaldi, sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Sono a chiederle formalmente un'informativa su un punto molto delicato.
Come lei sa, abbiamo chiesto, assieme all'ARCI, alle ACLI, a tanto associazionismo e a molti esponenti sia delle opposizioni sia del centrosinistra di questo Consiglio, che cessi l'assurda anomalia per cui i circoli non possono riprendere la somministrazione di cibo e di bevande a differenza degli esercizi commerciali.
Come lei sa, il rischio non sarebbe maggiore rispetto ad altri esercizi, ma allora ci chiediamo perché i circoli, le cui iniziative culturali e sociali vivono proprio grazie alla somministrazione, valgono regole, di fatto differenti, e perché la cultura, una delle più grandi ricchezze che abbiamo, è sempre dimenticata anche da chi amministra la nostra Regione.
Non parlo neanche dell'Assessora Poggio, che ha le nostre stesse difficoltà a dialogare con la Giunta su quest'argomento, ma noi abbiamo visto alcune cose che ci allarmano anche in previsione della discussione che faremo sul bilancio: cinema, teatri, musei, associazioni e circoli rischiano la chiusura definitiva e sarebbe una perdita enorme per Torino e per la nostra regione.
Noi registriamo, da quanto abbiamo appreso dalla lettura delle prime bozze che circolano e dai vostri progetti, che si prospetta un taglio di oltre trenta milioni di euro a questo settore colpito di nuovo pesantemente dal secondo lockdown. Inoltre, qualche briciola dei ristori non basterà per far vivere questo mondo, perché la cultura non è un passatempo: gli artisti non sono di giullari che ci fanno ridere a piacimento, ma sono lavoratori con diritti e dignità.
Pertanto le chiederei, Presidente, di convocare subito un momento per un'informativa con l'Assessora Poggio, per capire bene entrambi i fronti che abbiamo davanti e per evitare la chiusura di uno dei settori importanti, più strategici e che uniscono il sociale e la cultura in questo Piemonte e in tutto il Paese.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani, sull'ordine dei lavori.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Oltre a unirmi alla richiesta del Consigliere Grimaldi, perché credo che in questa legislatura si stia parlando veramente poco di cultura - anche in Commissione parliamo spesso di sport, parliamo spesso di turismo, ma del tema cultura ci stiamo occupando veramente poco - la mia è però una richiesta d'informativa rispetto a quello che sta succedendo nella vicenda Embraco. Ieri abbiamo letto i comunicati dei sindacati successivi all'incontro che si è svolto proprio ieri pomeriggio e direi che la situazione è piuttosto preoccupante: parliamo di 400 famiglie, di una vicenda che ormai si trascina dal 2018 e che tutti noi ben conosciamo.
Credo che sia necessario essere correttamente informati e valutare se sia possibile provare una soluzione a questo stallo che si è creato anche in questo nuovo progetto che stenta ad avviarsi.
Colgo l'occasione per ricordare che avevamo valutato, in sede di Commissione, di discutere in una seduta di Consiglio dedicata alla situazione relativa al mondo del lavoro nella nostra Regione. Proprio ieri abbiamo visto come una ricerca della FIOM-CGIL ha messo in evidenza dei dati piuttosto preoccupanti relativi alla perdita dei posti di lavoro.
Credo che sarebbe il caso che il Consiglio regionale dedicasse una seduta a questo tema, come avevamo già anticipato durante una seduta di Commissione e come chiederò nuovamente nella prossima seduta di Capigruppo.



PRESIDENTE

Grazie.
Non vi sono altre richieste di modifica dell'o.d.g.
Possiamo quindi riepilogare le varie richieste. Quella del Consigliere Cane, relativa all'inversione del punto 15) con il punto 5), essendovi anche la condivisione di vari Gruppi, se l'Aula acconsente, viene accolta.
L'ordine del giorno n. 461 sulla crisi umanitaria in Bosnia-Erzegovina della consigliera Canalis; possiamo inserirlo in coda all'attuale o.d.g.
Inoltre, c'era la richiesta d'informativa della Giunta, che ci sta seguendo con i vari Assessori, del Consigliere Magliano sul comparto agenzia viaggi e tour operator. Ancora, la richiesta del Consigliere Grimaldi di un'informativa sulla somministrazione di cibi e bevande nei circoli e nelle associazioni. Infine, c'è anche la richiesta d'informativa sulla situazione Embraco della Consigliera Frediani.
Chiediamo alla Giunta di relazionarci per avere il dettaglio delle vicende che sono state citate dai vari Consiglieri. Se la Giunta prende nota potremmo discuterne anche nella prossima Conferenza dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Gallo, sull'ordine dei lavori.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere ai Capigruppo di tutte le forze politiche se possiamo valutare, compatibilmente con i lavori dell'Aula, magari di discutere l'ordine del giorno della collega Canalis oggi, vista l'attualità di cui tratta. Invece che metterlo in fondo, valutiamo insieme se riusciamo, al termine della giornata di Consiglio, a votarlo.



PRESIDENTE

Va bene. Lo possiamo inserire, come abbiamo sempre fatto, in alternanza fra i vari ordini del giorno tra maggioranza e opposizione, come primo ordine del giorno delle opposizioni o del suo Gruppo del PD.
Chiedo alla Giunta di prendere nota dell'ordine del giorno n. 461, in modo da avere contezza per la discussione, che si svolgerà sicuramente nella giornata odierna.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Se capisco bene, a questo punto, il primo punto degli atti d'indirizzo potrebbe essere quello dei due ordini del giorno sui NIPT, il n. 170 a mia prima firma e di tanti altri colleghi, e ovviamente il n. 174, a prima firma Zambaia.
Se capisco bene, ci sarebbe poi quello a prima firma Canalis o a prima firma Cane? Di fatto, questi tre slot sono quelli che mettiamo in sicurezza e poi ci sono gli altri. Ho capito bene?



PRESIDENTE

Allora, se dobbiamo mantenere un'alternanza, ci sono gli ordini del giorno n. 174 e n. 170, non me ne voglia. Poi cambia poco nella sostanza, perch uno è attratto con l'altro.



GRIMALDI Marco

Il mio è precedente, ma va bene.



PRESIDENTE

Sì, però è stato attratto.



GRIMALDI Marco

Non cambia niente, va bene.



PRESIDENTE

Sì, sì, ma saranno discussi assieme, poi "paternità" o "maternità" vedetevela voi.



GRIMALDI Marco

No, noi siamo in linea.



PRESIDENTE

O se preferisce "genitore 1", "genitore 2".



GRIMALDI Marco

Non dividerà me e la collega Zambaia su questo.



PRESIDENTE

No, non penso, come neanche sull'ordine del giorno n 378, e quelli attratti (il n. 259 e il n. 446), perché parlano dello stesso tema, quindi si possono tranquillamente inserire.
Mi azzardo a dire che potremmo eventualmente, per concordia tra maggioranza e opposizione, incominciare a trattare l'ordine del giorno n. 174 e il n.
170 (o il 170 e il 174, dipende da che parte lo guarda l'emiciclo) comunque quello sui test del DNA, il NIPT. Poi, per alternanza, potremmo trattare l'ordine del giorno n. 475 del Consigliere Magliano; poi gli ordini del giorno richiesti dal Consigliere Cane sulla violenza di genere infine quello della Consigliera Canalis.
Non voglio preannunciare nulla, ma non essendo terminato l'iter, e non essendo stato licenziato dalla Commissione il disegno di legge n. 127, oggi abbiamo il disegno di legge n. 88 e poi gli ordini del giorno, perciò se tutti concordano nella giornata di oggi c'è la possibilità di affrontare una serie di ordini del giorno.
Anche il documento a prima firma Consigliera Canalis, pur essendo un inserimento, possiamo tranquillamente inserirlo nella parte alta dell'o.d.g., com'è stato richiesto, ed eventualmente, se ci fosse qualche impedimento tecnico o politico, licenziarlo e discuterlo entro la giornata.



GRIMALDI Marco

Stavo solo finendo di dire.



PRESIDENTE

Chiedo solo alla Giunta di prenderne nota, in modo da avere poi velocità d'esecuzione quando sarà trattato.



GRIMALDI Marco

Stavo solo finendo di dire che se lei vuole, e se i Capigruppo vogliono alle 17 potremmo iniziare, visto che sappiamo che ci sono queste quattro o cinque tappe, per evitare che poi non si esaminino con il tempo adeguato anche per rispetto del fatto che gli ordini del giorno dei Consiglieri sono altrettanto importanti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Auspico che il disegno di legge sia licenziato prima, in modo che si possa proseguire sull'o.d.g., poi sarà l'Aula che interromperà la discussione sul disegno di legge 88, se non sarà terminato.
Se c'è un'intesa fra i tutti i Capigruppo, potremmo discutere un po' di ordini del giorno, però, alle volte, gli auspici non sono seguiti dalla realtà dei fatti.
L'o.d.g. è approvato, così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Preioni, Salizzoni, Stecco.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute del 22 e 29 dicembre 2020 e del 20 e 26 gennaio 2021.


Argomento:

c) Composizione Giunta per le elezioni, le ineleggibilità l'incompatibilità e l'insindacabilità


PRESIDENTE

Comunico che, con atto n. 40 del 21 gennaio 2021, sono stati assegnati alla Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, l'incompatibilità e l'insindacabilità i Consiglieri Gianluca Gavazza e Valter Marini del Gruppo "Lega Salvini Piemonte" e il Consigliere Davide Nicco, in sostituzione dell'Assessore Marrone, del Gruppo "Fratelli d'Italia".
Inoltre, con atto n. 42 del 27 gennaio 2021, è stata assegnato alla Giunta per le elezioni la Consigliera Sarah Disabato, in sostituzione del Consigliere Sean Sacco, del Gruppo Movimento 5 Stelle.


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 10 e del 15 dicembre 2020.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame disegno di legge n. 88, inerente a "Modifiche alla legge regionale 10 gennaio 2018 n. 1 (Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata de rifiuti urbani e modifiche alle leggi regionali 26 aprile 2000, n. 44 e 24 maggio 2012, n. 7)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 88, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Gagliasso e relatori di minoranza i Consiglieri Bertola, Grimaldi, Sacco e Valle.
Comunico che il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla V Commissione il 28 gennaio scorso.
Prima di dare la parola ai relatori ricordo, a chi volesse intervenire, che si può cominciare a prenotarsi nella chat.
La parola al relatore di maggioranza, Consigliere Gagliasso.
Prego, Consigliere.
Le ricordo che ha quindici minuti al massimo di tempo.



GAGLIASSO Matteo, relatore

Grazie, Presidente.
Sicuramente cercherò di stare almeno nei dieci minuti per non usufruire di troppo tempo su un disegno di legge che ha avuto, comunque, un percorso importante all'interno della V Commissione presieduta dal Presidente Dago.
Il disegno di legge n. 88, all'esame dell'Assemblea, apporta alcune modifiche alla legge regionale 10 gennaio 2018, n. 1 "Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alle leggi regionali 26 aprile 2000, n. 44 e 24 maggio 2012, n.
7", finalizzate a svolgere una parziale revisione della governance del sistema dei rifiuti urbani.
L'intervento modificativo si è reso necessario a seguito delle notevoli difficoltà riscontrate nel processo di attuazione della legge regionale n.
1/ 2018 per quanto riguarda gli ambiti territoriali di area vasta coincidenti con il territorio della Città metropolitana di Torino e delle Province di Cuneo, Novara e Alessandria, ambiti complessi in quanto in ciascuno di essi insistono più consorzi di bacino chiamati a fondersi in un unico ente.
Si tratta, in particolare, di difficoltà insorte in merito al trasferimento del personale ai nuovi enti, all'esigenza dei territori di mantenere il governo del segmento di servizio attinente alle raccolte dei rifiuti in un territorio più circoscritto e omogeneo, nonché alla volontà di salvaguardare le diverse efficienze raggiunte, che hanno fatto sì che il processo di adeguamento subisse in prima battuta un rallentamento e poi un arresto.
A fronte di tali criticità applicative, è emersa la necessità di procedere attraverso la predisposizione del disegno di legge n. 88, a una parziale revisione delle disposizioni normative di cui alla legge regionale n.
1/2018 con riferimento, in particolare, alla prevista obbligatorietà della fusione dei consorzi a livello provinciale e alla modalità di costituzione e funzionamento della Conferenza d'ambito regionale.
Il disegno di legge è stato assegnato all'esame della V Commissione Consiliare il 3 marzo 2020, si sono svolte le consultazioni online e, in data 28 maggio 2020, le audizioni delle associazioni d'ambito, dei consorzi di bacino e dei consorzi di area vasta. Il Consiglio delle Autonomie Locali, con deliberazione n. 21 dell'11 giugno 2020, ha espresso parere favorevole all'unanimità sul testo, condizionato all'istituzione di un Tavolo tecnico di confronto volto ad approfondire la materia, che è stato condotto dall'Assessorato.
Il disegno di legge è stato richiamato in Aula il 30 luglio 2020 e successivamente, l'8 ottobre 2020 rinviato in Commissione per ulteriori approfondimenti istruttori.
La V Commissione consiliare, nella seduta del 28 gennaio 2021, dopo un confronto collaborativo e costruttivo tra le forze politiche di tutti gli schieramenti, ha quindi licenziato a maggioranza il disegno di legge, in cui sono stati recepiti alcuni emendamenti presentati dai Gruppi consiliari di minoranza, oltre agli emendamenti presentati dalla Giunta regionale.
Il disegno di legge regionale, licenziato dalla V Commissione consiliare, è composto di quindici articoli che vanno a modificare in particolare gli articoli 2, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 16, 18, 33, 38 e introducono l'articolo 33 bis all'interno della legge 1 del 2018.
Nello specifico, l'articolo 1 modifica l'articolo n. 2 della legge regionale 1/2018, recante gli obiettivi e le finalità della norma, in particolare prevedendo l'assunzione da parte della Regione, come proprio del principio dell'economia circolare, e l'introduzione di un nuovo obiettivo di produzione di rifiuto urbano indifferenziato e non superiore a 126 chilogrammo/anno ad abitante da raggiungere entro l'anno 2025.
L'articolo 2 interviene sulla definizione del servizio integrato di gestione dei rifiuti di cui all'articolo 6 della legge regionale 1/2018 provvedendo a un adeguamento normativo in attuazione dell'articolo 15 della legge 4 ottobre 2019, n. 117, di recepimento delle direttive europee in materia di rifiuti. Tale norma stabilisce che i rifiuti prodotti dalla depurazione delle acque reflue urbane debbano rientrare nella pianificazione dei rifiuti speciali. Si procede pertanto allo stralcio di tale tipologia di rifiuti dall'elencazione di quelli che costituiscono il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.
Sempre per una ragione di adeguamento normativo, si procede a eliminare dal medesimo articolo l'indicazione dell'autocompostaggio come operazione di prevenzione della produzione dei rifiuti, accogliendo in tal modo quanto previsto dal decreto ministeriale del 26 maggio 2016.
L'articolo 3 interviene sull'articolo 7 della legge regionale in materia di ambiti territoriali ottimali e provvede - in attuazione dell'articolo 3 bis del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 "Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo" - a individuare, ai fini dell'organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani un unico ambito territoriale ottimale a livello regionale, articolato per in sub-ambiti di area vasta per l'organizzazione del segmento di servizio riferito alle raccolte e trasporto dei rifiuti e delle strutture a servizio delle raccolte differenziate, individuati dalla norma regionale in via di prima attuazione e, di fatto coincidenti con il territorio di riferimento degli attuali consorzi di bacino delimitati nella cartografia di cui all'allegato A bis e costituiti dai Comuni di cui all'allegato A ter alla presente legge.
Si provvede, inoltre, che la Regione possa approvare il riconoscimento di sub-ambiti territoriali di diversa dimensione, infraprovinciale o interprovinciale, in base al criterio di differenziazione territoriale e socio-economica. In un'ottica di snellimento degli interventi di variazione della delimitazione dei sub-ambiti di area vasta che si rendessero necessari per ottimizzare la governance del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, si stabilisce che questi vengano disposti, anche su proposta motivata dagli Enti locali interessati, dalla Giunta regionale previo parere della competente Commissione consiliare, con un proprio provvedimento. L'articolo 3 precisa, infine, quali sono le funzioni organizzative a livello dell'ambito regionale e quali quelle organizzative a livello dei sub-ambiti di area vasta.
L'articolo 4 prevede un intervento all'articolo 8 della legge regionale 1/2018, recante le funzioni di organizzazione e controllo diretto del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, finalizzato ad adeguare la norma al nuovo assetto della governance in materia di rifiuti prevista dal presente disegno di legge.
L'articolo 5 interviene sull'articolo 9 della legge regionale 1/2018 dedicato alla disciplina delle funzioni di organizzazione delle competenze di area vasta e provvede ad adeguare detta norma al nuovo assetto scelto per la governance dei rifiuti in regione a cominciare dalla rubrica dell'articolo mediante l'inserimento del subambito.
Viene, invece, confermato l'impianto dell'esercizio associato di funzioni da parte dei Comuni nella forma consortile di cui all'articolo 31 del decreto legislativo 267/2000 stabilendo, però, che ciò avvenga tra i Comuni che insistono sul medesimo sub-ambito di area vasta, con il conseguente venir meno dell'obbligo di procedere alla fusione per i consorzi che insistevano in un ambito di area vasta cosiddetto complesso, ossia con la presenza di più consorzi sullo stesso territorio provinciale.
Alla luce delle modifiche sin qui illustrate, l'articolo 6 del disegno di legge n. 88 interviene sull'articolo n. 10 della legge regionale 1/2018 dedicato alla disciplina delle funzioni di organizzazione delle competenze dell'ambito regionale e provvede ad adeguare detta norma al nuovo assetto della governance basata su un unico ambito regionale suddiviso in subambiti. Tra le nuove funzioni attribuite alla citata Conferenza d'ambito rientra, appunto, quella di ente di governo d'ambito, come prevista dall'ARERA, ripartita in subambiti di area vasta, ciascuno per il proprio segmento di competenza, secondo criteri che saranno specificati con deliberazione della Giunta Regionale, acquisito il parere della competente Commissione consiliare.
Inoltre, si prevede che la Conferenza d'ambito persegua il mantenimento delle esperienze virtuose del territorio e, nella verifica della sostenibilità economica del parco impiantistico presente o atteso, valuti tali esperienze anche in funzione del principio di prossimità e delle garanzie che le stesse sono in grado di fornire nei casi in cui ci si trovi ad affrontare situazioni emergenziali.
L'articolo 7 apporta correzioni al principio di autosufficienza previsto dall'articolo 11 della legge regionale 1/2018, in particolare stabilendo che lo smaltimento e il recupero dei rifiuti urbani indifferenziati avvenga, di norma, all'interno del territorio regionale e allineando i termini tecnici e le indicazioni della gestione regionale alle previsioni della normativa statale di settore.
L'articolo 8 provvede, invece, a effettuare la correzione di un mero errore materiale riscontrato all'articolo 16 della legge regionale 1/2018.
L'articolo 9 provvede ad adeguare il sistema sanzionatorio previsto dall'articolo 18 della legge regionale 1/2018 alla nuova struttura dei subambiti che costituiscono il riferimento territoriale per il raggiungimento degli obiettivi di cui all'articolo 2 della l.r. 1/2018 come modificato dal disegno di legge in esame.
L'articolo 10 interviene sulla norma transitoria prevista dall'articolo 33 della legge regionale 1/2018, in primo luogo introducendo nuovi termini per l'adeguamento alla mutata disciplina della governance in materia di rifiuti urbani introdotta dal presente provvedimento, rispettivamente individuati nel 30 giugno 2021, affinché i consorzi di bacino, di cui alla legge regionale 24/2002, che non vi abbiano ancora provveduto adeguino la propria convenzione e lo statuto alle disposizioni regionali, e nel 30 settembre 2021, per la costituzione della Conferenza d'ambito regionale.
L'articolo 11 inserisce l'articolo 33 bis nella l.r. 1/2018, che introduce un periodo di tempo di osservazione transitoria per la valutazione dell'efficienza dell'organizzazione dei sub-ambiti di area vasta. Al termine di tale periodo, con riferimento ai dati relativi agli anni 2021 e 2022, la Giunta regionale provvede a individuare i consorzi di area vasta che non raggiungono gli obiettivi stabiliti dalla normativa vigente e stabilisce le azioni di riorganizzazione o di efficientamento, potendo arrivare, in caso d'inerzia dei consorzi di area vasta, a un intervento della Regione, in via sostitutiva, previa diffida, anche con la nomina di un commissario ad acta.
L'articolo 12 elimina, tra i contenuti della relazione sull'attuazione della legge regionale che la Giunta regionale deve presentare con cadenza biennale alla Commissione consiliare competente e al Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche ai sensi dell'articolo 36 della l.r. 1/2018, il riferimento alle modifiche apportate alle dimensioni delle aree territoriali omogenee in quanto non più previste dalla riforma della governance regionale in materia di gestione dei rifiuti urbani.
L'articolo 13 modifica la norma finanziaria di cui all'articolo 38 della legge regionale 1/2018, in particolare introducendo un nuovo capitolo di spesa corrente per il sostegno di azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi posti dalla pianificazione regionale messe in atto da soggetti del terzo settore al fine di ampliare la tipologia dei soggetti che possono beneficiare di tali contributi.
L'articolo 14 chiarisce che le sanzioni amministrative, di cui all'articolo 18, commi 1 e 2, della l.r. 1/2018, si applichino a partire dall'anno successivo a quello di costituzione dei consorzi di area vasta su dati di produzione riferiti all'anno precedente. S'intende così eliminare alcune possibili incertezze normative che si potrebbero riscontrare nell'applicazione della disciplina sanzionatoria dovute al lungo periodo transitorio per la messa a regime della governance regionale in materia di servizio di gestione integrata dei rifiuti.
L'articolo 15 provvede all'inserimento della clausola d'invarianza finanziaria dal momento che il presente disegno di legge non comporta nuovi oneri a carico del bilancio regionale, come rinvenibile nell'apposita scheda di quantificazione degli oneri finanziari.
Presidente, mi accingo a concludere, ringraziando in primis l'Assessore Marnati e la struttura degli uffici dell'Assessorato per il lavoro che è stato svolto in questo lungo anno, non solo in ambito di consultazioni in Commissione, ma anche nella stesura del testo del disegno di legge.
L'Assessore e gli uffici hanno più volte riunito i consorzi e gli enti locali per discutere in modo concreto delle modifiche alla l.r. 1/2018 e recepire al massimo le richieste dei territori, affinché questa legge, che in parte funzionava e in parte no, come abbiamo anticipato all'inizio della relazione, potesse finalmente operare per tutta la nostra Regione.
Più di tutto, ringraziamo l'Assessore per aver saputo ascoltare.



PRESIDENTE

Consigliere Gagliasso, la invito a concludere.
Ha ancora un minuto a sua disposizione.



GAGLIASSO Matteo

Concludo, ringraziando ancora l'Assessore per il lavoro svolto in V Commissione, attraverso il quale si è riusciti a fare sintesi delle richieste anche delle minoranze, recependole in alcuni emendamenti all'interno del disegno di legge.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al relatore di minoranza, il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere regionale.



BERTOLA Giorgio, relatore

Grazie, Presidente.
Partirò illustrando ciò che è stato fatto nella scorsa legislatura sui rifiuti, perché chiaramente ha un riflesso anche su questo disegno di legge.
La scorsa legislatura, dal punto di vista della gestione dei rifiuti, ha visto un grande e faticoso lavoro, sia in Commissione - soprattutto - sia in Aula.
Dopo anni di attesa, è stato approvato un nuovo piano regionale, un documento di pianificazione importantissimo, criticabile e criticato.
Noi abbiamo partecipato al tavolo di lavoro in Commissione: l'abbiamo migliorato, inserendo alcune parti che secondo noi erano importanti. È rimasto criticabile, ma non approvabile da noi.
È stato comunque approvato ed è un documento importante. È stata poi approvata una nuova legge sulla governance, la n. 1/2018, legge che viene parzialmente modificata da questo disegno di legge.
I due atti che ho descritto, il piano e la legge n. 1/2018, rappresentano i due aspetti che normalmente ci troviamo di fronte quando parliamo di gestione dei rifiuti: da una parte, la pianificazione sulla gestione dei rifiuti, sugli obiettivi da raggiungere e sul recepimento di normative nazionali e comunitarie sempre più evolute circa la gestione dei rifiuti dall'altra, la ricaduta territoriale dal punto di vista di come si raggiungono quegli obiettivi, di come si organizza il sistema per raggiungere quegli obiettivi, per cui la governance.
Questo secondo aspetto storicamente è stato sempre più complicato nella nostra Regione, perché avevamo una corposa legge, ma un po' datata, la n.
24/2002, poi modificata prima dalla legge n. 7/2012, che rivedeva il sistema della governance - una legge per gran parte inattuata, approvata durante la legislatura di centrodestra a guida Cota e largamente inapplicata - poi dalla legge n. 1/2018, che nuovamente andava a lavorare sulla questione della governance. Anche questa legge ha avuto grosse difficoltà, proprio a partire dal punto di vista della gestione dei consorzi e delle aree territoriali omogenee.
Pertanto, questo disegno di legge va un po' a rivederne alcune parti.
Infatti, a parte alcuni articoli che recepiscono quelle che, nel frattempo sono state delle innovazioni legislative di rango gerarchicamente superiore, il grosso di questo disegno di legge va a modificare la legge n.
1/2018 su alcuni aspetti critici della governance.
Questo disegno di legge, peraltro, è stato presentato più di un anno fa quindi è stato lungo il percorso, ma non lunga la discussione, anche se dobbiamo dire che in Commissione abbiamo visto la disponibilità da parte della Giunta regionale a un confronto e sono stati approvati emendamenti presentati dalle opposizioni. Però, come dicevo, non con una lunga discussione in Commissione, perché in realtà poi è finito nel periodo del bilancio dello scorso anno e delle note questioni urgenti che abbiamo affrontato in quest'ultimo anno. Mi riferisco, ovviamente, alle questioni legate all'emergenza COVID.
Per tirare le somme sul disegno di legge, avevamo già detto più di un anno fa - ma in sostanza l'opinione non è cambiata - che probabilmente è mancato un po' di coraggio sulla questione della governance, che porta sempre dei problemi e sulla quale si continua a modificare e a ritoccare.
Da un altro punto di vista, dico che c'è mancanza di coraggio, perché è un'occasione persa, a nostro avviso. È un'occasione persa per approvare una legge che attiene alla gestione dei rifiuti, ma che, nel frattempo recepisca anche altre novità legislative di rango comunitario introdotte negli ultimi tempi sulla gestione dei rifiuti. Era l'occasione per farlo perché nell'ultimo anno e mezzo si è andati avanti a livello europeo sulla gestione dei rifiuti, specialmente con la questione legata all'End of Waste, quindi alla fine della qualifica di rifiuto.
Questo è un tema importante, che non riguarda solo la gestione legata al quotidiano dei rifiuti urbani, ma anche una prospettiva connessa alla green economy e all'economia circolare, che può portare degli effetti positivi non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista dello sviluppo della nostra regione, quindi alla creazione di aziende e di posti di lavoro. È un tema che ha interessato il livello comunitario e anche il Ministero dell'Ambiente con il Ministro Costa, che in due Governi differenti ha iniziato un processo, approvando già due decreti ministeriali. Ecco perché c'era l'occasione e la possibilità di parlare anche di quello.
Inoltre, negli ultimi mesi abbiamo affrontato anche questioni più puntuali ma che arrivavano dal territorio, relativamente alla localizzazione di impianti per il trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. È stato approvato un mio atto d'indirizzo su questo, rispetto al quale auspico che ci sia attuazione da parte della Giunta regionale. Per sono parecchi i temi legati alla questione dei rifiuti e penso che potevano essere affrontati in questo disegno di legge. Non è stato fatto.
Contestualmente all'approvazione di questo disegno di legge, in Commissione è stato avviato un tavolo, del quale domani pomeriggio ci sarà la prima seduta e si comincerà a occuparsi di fine della qualifica dei rifiuti quindi di End of Waste. Il lavoro va avanti, ma è indubbio che un conto è pensare di inserire da subito delle previsioni all'interno di una norma regionale, un altro conto è iniziare ora un tavolo di lavoro che chiaramente deve confrontarsi con il calendario del Consiglio regionale e delle Commissioni, ma confrontarsi con questo periodo che, oltre a vedere la trattazione di provvedimenti legati all'emergenza presente nel nostro Paese, vede anche la sessione di bilancio. Pertanto, a nostro avviso, è un'occasione persa.
Non abbiamo dato un voto favorevole in Commissione e abbiamo rimandato il parere all'Aula. Salvo che la Giunta regionale e la maggioranza ci stupiscano con qualche effetto speciale - come si diceva una volta e mi si passi la battuta - difficilmente daremo un parere favorevole in Aula rispetto a questo disegno di legge.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi, secondo relatore di minoranza.



GRIMALDI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Credo che non si debbano aggiungere tante altre parole, se non il fatto che mi pare che questo equivalga a un arretramento culturale e politico e non a un avanzamento da nessun punto di vista, né dei grandi obiettivi strategici, né dello slancio che si deve dare questa Regione per riaggregare punti di forza e di debolezza, perché ogni territorio ha le sue caratteristiche, e penso alla vicenda del Torinese.
È chiaro che c'è un un'idea di fondo: molte comunità che hanno fatto grandi investimenti, che minuziosamente hanno gestito benissimo, non solo la differenziata e i conferimenti, ma anche la gestione corrente delle proprie aziende, vedono come quasi un pericolo la riaggregazione in ambiti più grandi, così come, però, negli stessi territori, magari a pochi passi, a pochi chilometri c'è chi, invece, ha visto delle tragedie, enormi buchi di bilancio, mala gestione, incapacità di scegliere leadership tecniche e - se possiamo dirla così - politiche, perché sapete bene anche come alcune valutazioni nei consorzi hanno preso pieghe, secondo me, molto sbagliate.
Per questo motivo, quello della scorsa legislatura mi sembrava un giusto compromesso, un equilibrio difficile, che però metteva anche la responsabilità sulle spalle di molti amministratori.
Ho quasi il timore che, alla fine, questa responsabilità non voglia essere giocata fino in fondo; ho il timore che alcuni Sindaci preferiscono, in alcuni casi, tenersi per le mani un piccolo strumento che però rischia come sapete, visti anche gli equilibri economici e finanziari di queste partite, di rimanere nelle mani di difficili investimenti, nell'incapacità di proiettare verso un futuro alcune grandi sfide.
Pertanto, non condividiamo questo modo di fare riforme, che ricorda degli aggiustamenti - ripeto - per accontentare alcune istanze, forse, anche territoriali, che però non vuol dire sempre la scelta migliore. Forse questo finto localismo, in realtà, ci riporta un po' indietro nel tempo a quell'Italia in cui ognuno vuole continuare a fare un po' quello che ha sempre fatto.
La Regione ha il compito di continuare a dire che ognuno può continuare nello stesso modo di ieri e per sempre, continuando a non suggerire nemmeno una via d'uscita? Io credo di no. È per questo credo che sia giusto che il centrosinistra, ma anche le altre opposizioni, segnino il punto e dicano al centrodestra che, forse, oggi un disegno del genere sembra così uniformarsi di più nelle mille sfaccettature di questo territorio.
Guardate, però, non esistono, in questo caso, "vestiti su misura", perch le politiche devono guidare quei "vestiti" e noi dobbiamo pensare a come si mangia, a come si produce, a come si differenzia e a come si smaltisce e nella cura di questa filiera ci vuole intelligenza, strategia, ma anche la capacità di non far sì che alcune deformazioni continuino a proliferare e che non trovino mai delle naturali scelte politiche, se non quando è troppo tardi, quando magari siamo davanti a dei fallimenti, quando le aziende sono decotte, quando a quel punto ci sono anche rischi occupazionali enormi.
Credo che compito della politica sia guardare un po' più lontano e che le tante scelte fatte, per esempio, dalla Città metropolitana e dalla Provincia in questi anni, a partire anche dal territorio in cui vivo volessero indirizzare una strada ben chiara, ma con questo disegno di legge facciamo a mio avviso un passo indietro.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sacco, terzo relatore di minoranza, che ha facoltà d'intervenire.



SACCO Sean, relatore

Grazie, Presidente.
Questo è un disegno di legge che è stato "parcheggiato" in Commissione da parecchio tempo, per poi essere richiamato in Aula e di nuovo in Commissione, alla fine, per un confronto abbastanza costruttivo durante la seduta di Commissione, trovando anche qualche punto d'incontro fra maggioranza e opposizione.
L'argomento dei rifiuti è estremamente vasto e complesso, che sarebbe stato meglio trattare anche in un tavolo di lavoro sugli stessi, un tavolo di lavoro che era stato condiviso, ma che non è ancora partito.
Auspichiamo di poter approfondire molti aspetti in questo tavolo di lavoro per avere una maggiore comprensione sulla situazione a livello regionale per intervenire politicamente in maniera più mirata, per massimizzare gli obiettivi che anche la direttiva sui rifiuti c'impone. Per questo motivo abbiamo voluto inserire alcuni emendamenti all'interno di questa legge, che sono stati accolti. Sono emendamenti di principio, che richiamano i valori che definirei dell'economia circolare e dei suoi obiettivi.
Inoltre, durante la seduta di Commissione, come Gruppo, abbiamo voluto ritirare un emendamento per fare maggiori approfondimenti su quanto si sarebbe potuto fare, per evitare l'insediamento di cave e discariche sulle aree di ricarica degli acquiferi profondi. Abbiamo degli esempi che sono stati tutelati nel Torinese, ma non ancora nel Vercellese o nell'Alessandrino.
Facendo degli approfondimenti è emerso che non è possibile intervenire a livello normativo, con una legge regionale, per escludere alcune zone, come hanno sottolineato alcune sentenze della Corte costituzionale, nonostante ci fosse la volontà politica, in Commissione, tra il nostro Gruppo e alcuni Gruppi di maggioranza.
Non c'è possibilità di intervenire attraverso una norma proprio perché la sentenza della Corte costituzionale parla di un'esclusiva competenza dello Stato e le aree di esclusione possono essere solamente definite attraverso un atto amministrativo; atto amministrativo che può essere, anzi, in questo caso è, il Piano regionale di gestione dei rifiuti.
Considerando che molto probabilmente questo testo di legge passerà oggi auspico che si possa lavorare, insieme con le altre forze politiche in Aula ma ne sono sicuro - per dare seguito a questa indicazione della Corte costituzionale, che ci consente di impegnare anche gli Uffici regionali a una maggiore precisione all'interno del Piano di gestione dei rifiuti dando indicazioni di esclusione, ovviamente confrontandosi con i vari enti che partecipano anche alla stesura del Piano, in modo da avere un'indicazione condivisa rispetto alle aree in cui, effettivamente, si pu andare a realizzare alcuni impianti e aree, invece, che devono essere escluse.
Perché abbiamo così a cuore le aree di ricarica degli acquiferi profondi? Proprio perché in questo modo andremo a tutelare, come Consiglio regionale il bene più importante che abbiamo in Regione, che è l'acqua, una risorsa che sarà sempre scarsa e sempre più importante.
Noi abbiamo questa enorme fortuna di avere sotto i nostri piedi un bene così prezioso e abbondante; credo sia obiettivo di tutti poterlo difendere.
Abbiamo voluto mantenere un atteggiamento costruttivo in questo iter proprio perché riteniamo che sia una battaglia estremamente importante, una battaglia che dev'essere condivisa su tutti i fronti.
Sono contento di aver visto una volontà, da parte della maggioranza, di risolvere questo problema e auspico che nei prossimi giorni si possa continuare a lavorare in questa direzione, tutelando definitivamente almeno da questo punto di vista, le nostre importantissime aree di ricarica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al quarto relatore di minoranza, Consigliere Valle.



VALLE Daniele, relatore

Grazie, Presidente.
Come hanno detto alcuni relatori prima di me, questo provvedimento riguarda una materia che ha seguito un iter travagliato, perché nelle ultime due consiliature (questa è la terza della serie) non si riesce a evitare di intervenire sul sistema della governance dei rifiuti. Questa mancanza di pace ha fatto sì che il sistema non potesse svilupparsi adeguatamente proprio per la mancanza di un quadro chiaro di riferimento.
Questa è la nostra principale preoccupazione oggi, perché comunque si tratta di servizi che hanno bisogno di stabilità e di respiro per potersi sviluppare e inseguire gli obiettivi che noi continuiamo a porgli e che, in realtà, continuiamo spesso anche a procrastinare, proprio perché non sono stati raggiunti o perché l'incertezza del settore ha impedito uno sviluppo adeguato alla materia.
Come dicevo prima, già due legislature fa, durante la consiliatura del Presidente Cota, si era rivisto tutto il sistema, con la legge n. 7 del 24 maggio 2012, immaginando un sistema che istituiva quattro grandi Conferenze d'ambito, addirittura ipotizzate sul quadrante. Un meccanismo molto avversato dal territorio che si sentiva, correttamente a nostro giudizio eccessivamente penalizzato e poco coinvolto, e che quindi, in realtà, non ha mai trovato applicazione.
Le vicende di quella consiliatura le conosciamo, quindi sappiamo anche i motivi per cui è mancato il tempo di arrivare a un'applicazione concreta poi bisogna tenere conto che, nel frattempo, era intervenuta la cosiddetta "legge Delrio", che, tra le altre cose, si preoccupava di riorganizzare i servizi pubblici locali con rilevanza economica e individuava, come bacini minimi ottimali per il loro esercizio, quelli di dimensione almeno provinciale.
Questo ha fatto sì che, nel corso della scorsa consiliatura, attraverso un lungo lavoro, come i colleghi hanno già ricordato (perché si è partiti da un disegno di legge che in Consiglio, con un'interlocuzione profonda con gli enti locali, è stato significativamente rivisto), si è arrivati, al 2018, approvando una nuova legge di riordino del sistema.
In quel frangente, si era individuato, ma proprio per una questione di coerenza anche con l'impianto della legge Delrio, l'ambito provinciale dimensionale ottimo per la gestione della raccolta e del trasporto dei rifiuti.
D'altro canto, si riconosceva ai consorzi la rilevanza esterna per gestire quest'ambito. Inizialmente, il progetto di legge immaginava che potessero essere le Province a esercitare questo tipo di funzioni e poi, con la partecipazione e il confronto con gli enti locali, si era preferito individuare il consorzio di quei Comuni che sentono maggior spazio per la loro rappresentatività e la loro capacità di incidere nelle scelte, anche perché molti di questi si portano dietro esperienze estremamente positive in termini di risultati raggiunti.
È chiaro che in alcuni diversi contesti (si faceva esclusione ovviamente per la Città di Torino, che faceva quota consorzio a parte) questo avrebbe dovuto portare alla fusione per incorporazione dei consorzi di bacino, per dare vita a nuovi consorzi di area vasta.
Un percorso sicuramente faticoso e impegnativo, che comportava anche, in particolare per i Comuni, una riduzione della propria capacità di controllo perché si entrava in un contesto più ampio da condividere con altri soggetti nella governance. Tuttavia, a nostro giudizio, questo era un percorso che avrebbe portato degli indubbi vantaggi in termini di semplificazione, di razionalizzazione e, probabilmente, anche di economia di scala aprendo anche ad aggregazioni. Penso a tutto il tema delle partecipate e degli enti strumentali che i consorzi utilizzano spesso per gestire chi la tariffazione, chi la raccolta, chi i servizi loro afferenti.
Dopodiché arriviamo a questa nuova legislatura. Appena insediati, ricordo una mia interrogazione sul tema, quando l'Assessore non si era fatto scrupolo di mettere già nero su bianco rispondendo ad alcuni di non procedere con le aggregazioni nella misura in cui sarebbe arrivata una nuova legge che avrebbe nuovamente riorganizzato il sistema, ed è la legge di cui stiamo discutendo oggi.
Tuttavia, non posso non rilevare che ci troviamo a discuterla a quasi due anni dall'insediamento e questi due anni sono due anni ulteriormente persi.
Due anni in cui si poteva lavorare meglio e che, soprattutto, potevano portare un lavoro sul territorio e, invece, nell'attesa spasmodica di questa nuova riforma, tutto è rimasto immobile. Immobile anche perché tra le varie norme che prevedeva la legge n. 1/2018 c'era anche il famigerato blocco delle assunzioni che, ovviamente, ha messo in difficoltà diversi consorzi che avrebbero dovuto, invece, proseguire con il loro fisiologico ricambio, con il turnover dei pensionamenti.
Arriviamo quindi al giorno d'oggi. Questo percorso serve anche a inquadrare qual è il nostro atteggiamento nei confronti di questa legge.
Da una parte, non condividiamo completamente l'idea di riconoscere i consorzi come sono oggi, senza ulteriori discussioni, perché pensiamo che sia un'opportunità persa in termini di semplificazione e razionalizzazione del sistema. Dall'altra, rispetto a questo disegno di legge, pensiamo che se non si vuole procedere coattivamente - cosa che possiamo anche comprendere - bisognava mettere in campo un sistema d'incentivi alla fusione e aggregazione decisamente più convincente. In ogni caso, quello è un processo che presenta degli elementi di positività e che noi potevamo invece, se non imporre, almeno sostenere con convinzione. Convinzione che mi pare sia molto debole al grido di "piccolo è bello". Quale differenza rispetto all'impostazione di dieci anni fa, quando s'immaginavano neanche gli ambiti provinciali, ma di quadrante. Abbiamo un po' di schizofrenia anche politica, se vogliamo.
A questo punto, ci facciamo anche carico del fatto che non possiamo più perdere ulteriore tempo in questo settore. Un settore che ha bisogno di stabilità, mi sento di dire quasi a qualunque costo, in maniera tale che si possa lavorare al raggiungimento di obiettivi, in particolare in termini di efficienza e di raccolta differenziata che non sono più procrastinabili.
Noi vediamo, comunque, un rischio: anche approvando in fretta (nel senso che la stiamo ancora discutendo, ma in fretta avrebbe dovuto dire approvarla un anno e mezzo fa) questa legge, resta sul tavolo un rischio di'impugnativa in termini di coerenza di questo disegno con il disegno della legge Delrio.
Lo abbiamo detto e lo significhiamo nuovamente di fronte all'Aula, perch se questo dovesse palesarsi, si tratterebbe di un'ennesima perdita di tempo, le cui cause sono tutte imputabili alla proposta della Giunta.
Proposta della Giunta rispetto alla quale però, come si diceva, noi vogliamo entrare nel merito con alcune proposte di merito, alcune delle quali sono già state recepite nel lavoro di Commissione, ma di questo va dato atto alla Giunta, soprattutto nei termini di rendere maggiormente partecipe la Commissione. Nel corso della discussione che abbiamo fatto nelle settimane scorse in Commissione abbiamo previsto dei passaggi che sicuramente porteranno a un maggior coinvolgimento di quest'Aula nelle scelte in materia di gestioni.
Ci sono altre questioni che vi porteremo con emendamenti di merito che non hanno intenzione di portarci a perdere ulteriore tempo, ma hanno l'obiettivo almeno di segnalare dei problemi aperti e importanti, obiettivo di minima. Ovviamente, sarebbe auspicabile che i problemi che questi emendamenti vogliono sollevare fossero recepiti e accolti dalla Giunta.
Ne parleranno anche i miei colleghi, ma c'è un tema relativo sicuramente alla questione dei Comuni turistici. Vedo che ci sono anche degli emendamenti dei colleghi di maggioranza su cui mi piacerebbe sapere qual è l'orientamento della Giunta, perché su alcuni di questi - in particolare sui Comuni turistici e degli abitanti equivalenti - sicuramente abbiamo lo stesso tipo di sensibilità verso il problema. C'è il tema di come computare l'indifferenziato, c'è il tema di chi tra la Regione, l'ambito regionale o meglio, i consorzi come sono ora, si deve occupare di tariffazione.
Sono questioni che, se accolte, possono, comunque, garantire al sistema sicuramente quella stabilità che è l'obiettivo primario, quella certezza delle norme di cui il sistema ha bisogno ma, sicuramente, anche strumenti migliori per affrontare una partita complessa e, direi, primariamente strategica sul territorio come quella della gestione e della raccolta dei rifiuti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Credo che su questo disegno di legge sia stato fatto un lavoro approfondito da parte della Commissione. Ringrazio anche l'Assessore Marnati per la disponibilità che ha dato ai Commissari e alla IV Commissione nell'accettare il confronto e nel lavorare affinché questo testo di legge che oggi arriva in Aula, fosse il più possibile rispondente alle esigenze dei territori, così come hanno già espresso i miei colleghi in precedenza.
In particolare, mi riferisco all'ultimo intervento del collega Valle relatore della legge.
Dobbiamo essere anche consapevoli, però, che non è la prima volta che quest'Aula affronta quella che possiamo definire una "riforma della normativa sui rifiuti". Lo fa oggi a fronte di una legge regionale che com'è stato detto, risale al 2018 (quindi molto recente) e che, di fatto non è mai stata applicata nella sua organicità e che - elemento ancora più rilevante - è stata frutto di una concertazione territoriale molto approfondita, che aveva consentito di elaborare un testo che, da un lato sicuramente era stato sofferto dal punto di vista politico, perché molto dibattuto, ma, proprio per questo, molto partecipato e probabilmente anche molto rispondente a quella necessità che in politica spesso tutti viviamo quella di smussare gli angoli. Quel testo - la legge del 2018 - aveva dunque il merito di aver smussato molti angoli.
Nonostante questo, la Giunta Cirio ha ritenuto di riprendere in mano questo testo di legge e di modificarlo in un modo che, dal nostro punto di vista riteniamo molto significativo.
In qualche modo - è già stato detto - stiamo facendo quello che ci viene proposto di fare, che potremmo definire come una sorta di passo indietro peraltro su una materia che, anche dal punto di vista della normativa nazionale, oltre a essere molto complessa, ha subito molte modifiche nel corso degli anni.
L'allora disegno di legge n. 217, che si è poi tramutato nella legge 1/2018 della legislatura Chiamparino, aveva, di fatto, calato le norme nazionali nel contesto regionale, individuando un ambito ottimale a scala regionale per gli impianti e poi una pluralità di ambiti su base provinciale.
Quel lavoro di concertazione cui ho fatto riferimento prima aveva prodotto un punto di equilibrio di cui alla legge 1/2018, che prevedeva, appunto, un ambito regionale per gli impianti e più ambiti di area vasta, che coincidevano con il territorio delle Province (per Torino, con la Città di Torino e il resto della Città metropolitana).
Il disegno di legge n. 88 proposto dalla Giunta Cirio interviene nuovamente sul modello di governance, modificando in modo significativo questo scenario, facendo quel passo indietro cui ho fatto riferimento deregolamentando, sostanzialmente, dal nostro punto di vista, il sistema rispetto alla situazione precedente; passo indietro che, invece di porsi l'obiettivo a nostro avviso utile e necessario di semplificare, rischia di generare altra confusione.
Pongo un esempio specifico: è evidente che, non essendoci una conferenza d'ambito regionale per la gestione della raccolta, l'ATO regionale degli impianti, giocoforza, si dovrà occupare anche di queste altre funzioni. Ed è proprio per questo che la legge regionale 2018 aveva disegnato l'area vasta sulle dimensioni provinciali.
Noi crediamo che questo passo indietro possa rischiare, diciamo così, di riaggravare la pesantezza gestionale.
Peraltro, nel lavoro di Commissione abbiamo espresso anche molte perplessità sull'impianto legislativo, perché trattandosi di materia concorrente con lo Stato (quindi è una materia complessa, dal punto di vista giuridico e tecnico) c'è anche il rischio di incappare in ricorsi.
Su quest'aspetto - ma lo dico senza alcuna polemica - dobbiamo registrare una certa abitudine di questa maggioranza a percorrere terreni giuridicamente tortuosi, mettiamola così, per poi arrivare a farsi stoppare da prevedibili impugnative.
Credo, allora, che il lavoro che abbiamo di fronte - dirò poi alla fine per quale ragione è bene che lo facciamo in fretta, come ha già sottolineato il collega Valle - e i correttivi che noi abbiamo tradotto negli emendamenti depositati, mirino proprio a evitare tutti i possibili pericoli in questa direzione.
Davvero, il lavoro che abbiamo fatto - che credo che debba essere riconosciuto anche da questa maggioranza - è stato quello di proporre dei correttivi che mirino a migliorare questo testo di legge, seppur prendendo atto dell'obiettivo che questo disegno di legge si pone e che ho cercato di evidenziare.
Questa maggioranza ci ha infilato in questa situazione di stallo in cui perché è evidente che il percorso che abbiamo descritto aveva individuato una definizione dal punto di vista normativo: si trattava di rendere attuativa quell'impostazione legislativa, cosa che non è stata fatta per rispondere a delle esigenze di carattere politico (di questo, ovviamente risponderà questa maggioranza rispetto a chi queste esigenze gliele aveva poste).
Questa Giunta sta impedendo a molti consorzi di svolgere anche le attività ordinarie. Perché nel 2019 molti consorzi, in funzione della normativa che era stata adottata, pensavano di avviarsi a una fusione. Così non è stato e così non sarà. Evidentemente, questo pantano in cui ci troviamo - scusate il termine forse poco indicato - rende incerta addirittura la gestione ordinaria: i consorzi non sono in grado di fare assunzioni, non sono in grado di avviare, con tutte le certezze necessarie, le procedure di appalto e di assumere altre iniziative che diventano necessarie, soprattutto in una fase in cui ormai discutiamo di questo tema da circa due anni.
Per tutti questi motivi, abbiamo depositato una serie di emendamenti che si aggiunge a quelli francamente copiosi che ha depositato anche la maggioranza, che propongono dei correttivi. Alcuni sono già stati sottolineati ed evidenziati dal collega Valle: per esempio, il fatto che se non vogliamo, come propone questo disegno di legge, le fusioni obbligatorie tra i consorzi, andrebbero quantomeno incentivare certe forme associative.
Perché ci sono situazioni in cui i consorzi sono in grado di cavarsela da sé, mentre ce ne sono altre in cui, nel variegato panorama della realtà territoriale piemontese, potrebbero gestire meglio la situazione pervenendo a forme associative. Credo, quindi, che queste forme andrebbero correttamente incentivate.
Altri correttivi come la rimodulazione o l'alleggerimento degli obiettivi di produzione del rifiuto indifferenziato, soprattutto nei Comuni geograficamente marginali, vanno certamente sostenuti, così come andrebbe introdotto, con l'attenzione che è dovuta ai Comuni turistici, il concetto di abitanti equivalenti.
Concludo, Presidente, dicendo che siamo consapevoli che questo percorso debba essere definito e agevoleremo l'obiettivo per quanto ci è possibile ma al tempo stesso non rinunciamo a tutti quei correttivi che abbiamo tradotto in emendamenti e che rispondono all'esigenza di portare a casa nell'interesse comune e condiviso del Piemonte e dei piemontesi, un testo di legge su una materia molto complessa e articolata, che però può essere oggettivamente adottato in modo migliore di quanto sia la proposta della maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo in discussione generale per sottolineare alcuni passaggi che già i colleghi Valle e Avetta hanno ben rappresentato rispetto al disegno di legge n. 88.
Il primo tema, come abbiamo rilevato, riguarda la perdita di tempo di questi due anni, che ha messo in grave crisi tutto il comparto e il sistema della gestione dei rifiuti a livello piemontese, perché non sapendo che fine avrebbe fatto la proposta della passata legislatura e non avendo chiaro fino in fondo il tema di che cosa avrebbe dovuto fare questa nuova maggioranza, è ovvio che nell'incertezza i consorzi, i gestori e soprattutto i Comuni hanno avuto evidenti problemi di gestione quotidiana e di visione rispetto alla gestione dei rifiuti. Questa è la prima sottolineatura.
La seconda sottolineatura è sicuramente il tema del poco coraggio che si è avuto nell'affrontare la governance della gestione dei rifiuti, come già detto, tornando indietro di molti anni e andando a complicare un elemento rappresentato dalla volontà di unire con la passata legge e di provare a mettere insieme forze e a gestire in maniera condivisa e più collettiva la questione della raccolta rifiuti.
Vado, però, a un elemento presente nei nostri emendamenti e che poniamo all'attenzione in maniera puntuale, in quanto arrivano dal territorio.
Questo elemento ha portato nelle discussioni in Commissione la volontà del territorio di non procedere in alcuni casi proprio con la definizione della Conferenza d'ambito regionale in un certo modo e di ritornare a una gestione diversa. Gli stessi territori - lo diciamo soprattutto alla maggioranza - ci dicono che cosa? Ci pongono il tema della tariffa e dei piani finanziari.
Nel disegno di legge n. 88 c'è l'individuazione in capo alla Conferenza d'ambito regionale della funzione di validare i piani finanziari. Questo fatto diventa di difficile comprensione e condivisione, per due ragioni. La prima è perché con questa impostazione si dà un po' il senso profondo della rinuncia della fusione a livello provinciale dei singoli consorzi, cioè si definisce in maniera definitiva questo elemento, che invece era un valore aggiunto.
La seconda, più importante ancora, è che si allontana dal Comune la potestà di definire il piano finanziario sul quale, come sappiamo, si fonda la tariffa rifiuti, attraverso proprio il consorzio di bacino. Questo comporta due problemi e crediamo che sia un errore anche d'impostazione della stessa governance, perché queste caratteristiche rischiano di produrre un allungamento sui tempi di approvazione dei piani finanziari, sapendo che tale allungamento porterebbe a una consacrazione della tariffa e alla definizione di una tariffa in acconto. Sappiamo che è un elemento che il cittadino stesso comprende poco, giustamente, proprio perché si va a costruire una tariffa in acconto, salvo poi avere dei conguagli alla fine.
Se produciamo tempi più lunghi, rischiamo che questi piani finanziari non siano approvati in tempo e che si debba costruire una tariffa in acconto senza avere i dati reali dell'anno su cui bisogna basarla.
Perché sono entrato già in discussione generale? Per dare il tempo alla maggioranza e all'Assessore di porre attenzione da subito a questi emendamenti e di porre attenzione anche alle comunicazioni che l'Assessore e la maggioranza hanno ricevuto da diversi consorzi e da enti che sono parte integrante e fondamentale della gestione della raccolta rifiuti.
Concludo con questa prima riflessione chiedendo alla maggioranza lo sforzo di limitare alcuni errori che sta compiendo, secondo la nostra visione ovviamente. Quello sulla tariffa è un errore che, ripeto, arriva come segnalazione dal mondo che gestisce e contribuisce a gestire la governance sui rifiuti. Ed è un errore che produrrebbe anche un'incomprensione da parte dei cittadini, oltre che una gestione faticosa proprio sulla tariffa rivolta alla bollettazione verso i cittadini e quindi una non comprensione.
Avremmo così una governance che si complica e diventa meno chiara e meno efficace nella comprensione.
Per questo motivo, chiediamo che nella discussione di questa mattina ci sia la volontà di capire fino in fondo gli emendamenti che abbiamo presentato che sono di merito e quindi utili, dal nostro punto di vista, a limitare alcuni errori che questo disegno di legge ha al suo interno.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri in discussione generale sul disegno di legge n. 88 che va a riformare parzialmente la legge n. 1 del 2018 in materia di gestione dei rifiuti. Si tratta di un tema assolutamente così delicato al punto che, com'è già stato ricordato, negli ultimi anni è stato oggetto anche nella nostra Regione di diverse riforme legislative; è stata citata la legge n. 7 del 2012 (Giunta Cota), la legge 1 del 2018 (Giunta Chiamparino) e oggi questo intervento mirato con il disegno di legge n. 88.
Credo che per inquadrare il tema occorra fare riferimento alla recente storia della gestione dei rifiuti.
La gestione dei rifiuti, come la gestione dell'acqua, come buona parte dei servizi essenziali ai cittadini, era storicamente patrimonio dei Comuni erano i Comuni ad avere una sorta di gestione diretta, chiamiamola "in economia", e parliamo dal dopoguerra in poi, direi, fino agli anni Ottanta o forse prima.
Negli anni Settanta, nelle grandi città e negli anni Ottanta nelle realtà più piccole, nelle province, iniziarono dal basso, dai Comuni, a sentire l'esigenza di darsi un'organizzazione consortile, cioè creare consorzi che programmassero e organizzassero insieme tutto il ciclo dei rifiuti, che all'epoca era meno complesso dell'attuale, perché si basava semplicemente sulla raccolta e sullo smaltimento in discarica dei rifiuti. Un'esigenza questa molto sentita dai consorzi, soprattutto, in quelle realtà - il Piemonte è una di queste - in cui ci sono moltissimi piccoli Comuni, che non erano più in grado di portare avanti questo discorso in maniera singola, ma soprattutto l'esigenza, dal punto di vista dell'efficienza del servizio, di migliorarlo, di renderlo più omogeneo su territori più vasti e di garantire anche una tariffa uguale per tutti sul territorio. Il passaggio ai consorzi, che poi ci siamo portati dietro fino a oggi, fu storicamente molto, molto importante.
Nel tempo, con le varie complessità che la materia dei rifiuti ha portato fortunatamente con sé nella ricerca di nuove forme di smaltimento (la differenziazione, l'aumento della produzione di rifiuti e, poi gradualmente il riciclo), fino ad arrivare ai giorni nostri, quando si parla di economia circolare, è parso evidente che la politica dei rifiuti è diventata qualcosa d'importante che non poteva più essere semplicemente gestita a livello locale, ma che richiedeva, quantomeno dal punto di vista della programmazione e dell'impiantistica, ragionamenti su una scala più vasta.
Nel 2011 interviene la legge Delrio, che inizia a parlare di ambiti consortili, di ambiti provinciali, di ambiti della Regione ed ecco che la legislazione ha tentato di affrontare questi nodi. Una sfida molto difficile, perché si trattava, e si tratta tuttora, di tenere insieme due dimensioni che hanno una loro fondatezza e una loro legittimità.
La prima è l'esigenza che la gestione dei rifiuti, più ancora di quella dell'acqua, sia il più possibile prossima ai cittadini, perch sappiamo che, come abbiamo visto nel nostro Paese anche negli ultimi anni la gestione della raccolta e dello smaltimento o funziona perfettamente oppure è un fatto che le disfunzioni o i cattivi funzionamenti si vedano immediatamente nelle vie delle nostre città, dove possono rimanere dei rifiuti stoccati e non smaltiti.
Pertanto, c'è la necessità di efficienza, di celerità, di vicinanza e nello stesso tempo, però, c'è anche la necessità di rendere meno disomogenea questa gestione che, proprio per la differenza tra i territori e proprio per la genesi che ha avuto, è estremamente disomogenea e probabilmente, non può non esserlo, ma è indubbio che questo quadro soprattutto dal punto di vista della programmazione e degli impianti, ha portato a forti storture: il fatto che ciascun consorzio in passato potesse decidere di fare una sua programmazione e fare dei propri impianti ha portato a doppioni, che i cittadini hanno dovuto pagare anche in termini di tariffe più alte, per far fronte agli ammortamenti degli impianti stessi.
Un'ultima considerazione va fatta in relazione alla diversità dei territori. Ad esempio, quando si parla o si è parlato di ambiti provinciali, un conto è avere delle Province piccole, dove l'ambito provinciale è facilmente gestibile, un conto è avere delle Province grandi e la "Provincia Granda" per eccellenza, che è quella di Cuneo, dove per le sue dimensioni storicamente sono nati nel tempo e permangono quattro consorzi che fanno riferimento alle aree di Cuneo, di Saluzzo, di Mondovì e di Alba e che, per la loro estensione, sono simili a Province o addirittura, sono più grandi di consorzi provinciali o di ambiti provinciali di altre Province del Piemonte stesso.
Questo è il quadro generale dal quale dobbiamo partire e in questo quadro nel tempo, il tentativo è stato di cercare di superare i localismi, anche se erano e sono localismi estremamente positivi, per arrivare a una gestione e a un'organizzazione più complessa.
Mi permetto di dire, e vado verso la conclusione, che la legge n. 1/2018 ha tentato di fare questo sforzo, anche perché doveva adempiere la legge Delrio e le indicazioni a livello nazionale, però mi sento di poter dire poiché l'avevo vissuta anche da Sindaco in quel periodo e anche come esponente della nostra Provincia, che un limite di quella legge era l'obbligatorietà della fusione dei Comuni, perché la parola "obbligatorio" è una parola che ogni tanto è necessaria, ma quando cade su realtà così diverse, come dicevo prima, anche dal punto di vista dall'efficienza perché il consorzio che funziona bene deve rinunciare alla sua autonomia e non può trovare altre forme di collaborazione con gli altri consorzi e via dicendo? Ed è più che legittima questa domanda. Pertanto, diciamo che quest'obbligatorietà è stata vissuta un po' come un esproprio anche di esperienze positive che meritavano di continuare.
Sotto questo profilo, credo che il passo che si fa oggi, con cui si riconosce la possibilità di mantenere in vita i consorzi che fino a oggi abbiamo conosciuto, non sia un passo negativo. Penso, però, che il limite di questa scelta stia nel fatto che non s'incentivi a sufficienza la creazione dei consorzi, cioè passare da un concetto di obbligatorietà a quello d'incentivazione. È un concetto che, soprattutto con riferimento ai consorzi che funzionano meno bene, può essere utile, perché consente loro di mettersi insieme, di ottimizzare, di utilizzare le risorse, di ridurre i costi e di aumentare l'efficienza. Credo, quindi, che un primo limite di questo intervento legislativo che ci viene proposto sia di non incentivare le forme associative tra i consorzi.
C'è, poi, una seconda questione.
Credo sia positivo che oggi andiamo a sbloccare questa situazione legata ai blocchi del personale. Non essendosi realizzata la fusione dei consorzi, e non essendo stati creati questi soggetti aventi una nuova personalità giuridica, da due anni i consorzi non possono effettuare assunzioni. Vi è quantomeno, un certo ritardo, perché quest'operazione probabilmente andava fatta già un anno e mezzo fa, quando la Giunta aveva manifestato l'intenzione di modificare la legge n. 1 del 2018. Quantomeno, qui riusciamo a sbloccare una situazione e consentire ai consorzi di procedere alle assunzioni di cui hanno necessità.
Un terzo elemento critico riguarda le tariffe.
Noi lo diciamo chiaramente negli emendamenti: se i consorzi di oggi rimangono in piedi, non si vede perché le tariffe che i Comuni propongono debbano essere validate a livello regionale. Proprio per quel discorso di vicinanza, di economicità e di snellezza, è opportuno, a nostro parere, che i Comuni propongano e che siano come oggi, cioè siano i consorzi a validare e a programmare la tariffazione a livello locale.
È indubbio che sia giusto e corretto andare avanti sul tema di una programmazione, soprattutto impiantistica, regionale e trovare il giusto equilibrio, ma credo occorrerà trovarlo anche in questo tavolo di lavoro tra il locale e il centrale, tra le due esigenze che ho cercato di mettere in evidenza in questo mio intervento, che concludo, tenendo conto anche di un altro aspetto.
Dobbiamo cercare di fare delle politiche, in materia di rifiuti, che siano il più possibile omogenee. La Regione deve giocare un ruolo importante, ma dobbiamo ricordarci di un'altra questione, e torno all'inizio del mio intervento.
I cittadini, ancora oggi, quando ricevono la tassa rifiuti, quando vedono che i rifiuti sono smaltiti correttamente oppure no, quando vedono che una città è pulita oppure no, quando vedono che il servizio di raccolta è buono oppure no, si rivolgono al Sindaco, perché pensano che quel servizio sia deciso in quel luogo. Noi di questo dobbiamo tenere conto; dobbiamo tenerne conto nel momento in cui cambiano le cose e nel momento in cui cerchiamo strade nuove (e mi pare che con il tavolo che si sta creando si voglia fare questo).
Non possiamo mai dimenticarci di questo dato di fatto e, quindi coinvolgere i Sindaci e i territori nei processi decisionali, in modo tale che anche i cambiamenti possano essere accettati e condivisi, altrimenti se non sono accettati e condivisi, difficilmente portano a dei buoni risultati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendovi altri iscritti a parlare in discussione generale, dichiaro chiusa la discussione generale e chiedo alla Giunta se intende intervenire.
Prego, Assessore Marnati.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Volevo anch'io, prima di iniziare le votazioni dell'articolato della legge unirmi ai ringraziamenti per il gran lavoro fatto, a partire dal Presidente Dago, preziosissimo. Abbiamo fatto molte sedute di Commissione e siamo riusciti a costruire un aggiornamento, perché in realtà la legge c'era già.
Com'è stato raccontato un po' da tutti, abbiamo cercato di migliorarla; in parte andava anche bene, quindi non abbiamo demolito la legge fatta dalla vecchia Giunta, ma abbiamo cercato di raccogliere le criticità, girando il territorio. Ho girato personalmente, con i miei Uffici, tutte le Province abbiamo parlato con i Sindaci e con tutti i rappresentanti dei consorzi per capire qual era la criticità che aveva bloccato l'andamento di quel processo che doveva accorpare i consorzi.
In realtà, non è mai avvenuto, perché c'erano le restrizioni dei Sindaci di qualsiasi colore politico. La maggior parte non riteneva di accorpare e fare dei consorzi, soprattutto nella Città metropolitana, dove sono molti di più, e farne uno unico.
Pertanto, abbiamo raccolto questa istanza e l'abbiamo trasformata. Abbiamo mantenuto quello che c'era di buono della vecchia legge e l'abbiamo modificata. Oggi quindi avremmo, se verrà approvata la legge in giornata ventuno consorzi di area vasta, che saranno autonomi nella gestione della raccolta differenziata.
Ne approfitto anche per ricordare il grande risultato conseguito dalla Città di Torino, per avere superato il 50% della raccolta differenziata. Ci sono molti consorzi che fanno una percentuale molto più alta, tipo quelli del Novarese e del Chierese, che sono dell'eccellenza ormai da anni, sono i primi tre consorzi del Piemonte che raggiungono oltre il 70%, ma è ovvio che Torino, essendo una città da quasi un milione di abitanti, anche un punto percentuale in più fa la differenza.
Ha raggiunto questi obiettivi anche grazie al lavoro di questa Giunta, che ha finanziato quasi quattro milioni di euro al consorzio Città di Torino per cambiare i mezzi ed efficientare la raccolta, così come stiamo facendo in altri consorzi piemontesi: ogni anno continueremo a finanziare l'ammodernamento della gestione di tutti.
Con l'approvazione di questo nuovo disegno di legge finalmente avremo una governance forte. Ricordiamo che il mondo dei rifiuti non è solo una questione ambientale, ovviamente, ma anche una questione economica per la nostra regione, perché crea molti posti di lavoro ed è una grande ricchezza, perché sono grandi risorse. Tutto è bloccato ormai due anni, per il sistema cui ho prima accennato.
Di conseguenza, andremo a sbloccare e ci saranno nuove assunzioni e nuovi investimenti. Ripartirà un po' lo sviluppo della gestione dei rifiuti piemontesi, che ha bisogno di essere il più possibile indipendente e non dipendere da altre impiantistiche fuori Regione o al di fuori dell'Italia sia per una questione economica, perché noi paghiamo ovviamente il costo del trasporto (e costa tutto di più, quindi dobbiamo creare il più possibile impianti a chilometro zero), sia per una questione ambientale come dicevo prima per la logistica, ma anche di risparmio economico, sia per i cittadini sia per i nostri consorzi e gli enti pubblici.
C'è un altro aspetto su cui volevo puntare l'attenzione, che è un impegno di questa Giunta: oltre a raggiungere il 65% della raccolta differenziata che è il minimo previsto dalla Commissione europea - ormai siamo lì vicino dovremmo arrivarci spero quest'anno o l'anno prossimo, comunque entro la fine di questo mandato - l'obiettivo è abbassare la percentuale e i chili di raccolta indifferenziata.
I punti importanti credo che riguardino i principi, su cui nelle relazioni sono state dette molte cose. La Regione assume come proprio il principio dell'economia circolare. Come sapete, con l'economia circolare si prevede di promuovere la gestione sostenibile - su questo si doveva operare tantissimi anni fa, purtroppo all'epoca si preferiva conferire in discarica, diversamente a quest'ora magari avremmo avuto una situazione molto diversa nelle discariche piemontesi - dei rifiuti attraverso la quale, una volta recuperati, rientrano nel ciclo produttivo consentendo il risparmio di nuove risorse energetiche. Si tratta di un principio molto importante.
Sono incentivati lo scambio, la commercializzazione o la cessione gratuita di beni usati o loro componenti presso i centri del riuso in aree appositamente allestite, nei centri raccolta per i rifiuti urbani, ai fini del loro riutilizzo, così com'è incentivato il mercato di prodotti di materiale riciclato. Noi dobbiamo spingere tantissimo sulla raccolta differenziata, su tutti quei prodotti che si possono differenziare impiegando le nuove tecnologie e le capacità tecnologiche che oggi abbiamo.
Tutti gli altri rifiuti che in questo momento non siamo ancora in grado di riutilizzare, ovviamente devono essere conferiti per la creazione di energia nei termovalorizzatori, altrimenti dovremmo esportare i nostri rifiuti in altre impiantistiche fuori regione.
Grande sostegno - proprio per continuare a utilizzare questi materiali sempre più difficili da riciclare - alla ricerca, sostegno all'innovazione delle tecnologie avanzate di riciclaggio e nella ricostruzione. Con l'atto regionale partirà una solida pianificazione degli investimenti nelle infrastrutture per la gestione dei rifiuti, anche attraverso fondi nazionali e comunitari che cercheremo di spingere il più possibile sperando che arrivino i fondi del Recovery Fund. Adesso c'è lo stallo del Governo ma noi come Regione Piemonte abbiamo presentato numerosi progetti, tra cui anche il riutilizzo dei fanghi, che è un problema abbastanza sentito e critico del Piemonte. C'è anche il problema di andare a essiccare i fanghi che produciamo come depositi cittadini, attraverso gli scarichi reflui. I fanghi vanno riutilizzati, non possono essere più riutilizzati solo ed esclusivamente in agricoltura, ma vanno trovati altri sistemi per l'utilizzo e per evitare che vengano inquinate le nostre acque.
Un altro punto importante è che abbiamo indicato degli obiettivi.
L'obiettivo non è solo quello della raccolta differenziata, ma anche quello di abbassamento della produzione dell'indifferenziato dei rifiuti pro capite. Entro il 2025 ci saranno, per tutti i piemontesi, 126 chilogrammi ad abitante, almeno questo è l'obiettivo, altrimenti ci saranno delle sanzioni. Invece per Torino, essendo una grande città - ci sono delle motivazioni particolari per le grandi città che sono state spiegate anche in Commissione - abbiamo scelto di innalzare a 159 chilogrammi ad abitante proprio perché ci sono molte più difficoltà dovute alla sua grandezza.
Nelle aree montane vi sarà magari la raccolta a valle, perché è difficile fare il porta a porta dove ci sono edifici lontano l'uno dall'altro. Ogni settore, ogni realtà, deve avere una sua politica e una sua strategia e non può valere per tutta la regione, ma è importante che il fine, quello di arrivare a differenziare il più possibile, giustifichi i mezzi.
Questo è il principio della modifica di questa legge. Ripartiamo con una governance importante; creare una governance per l'impiantistica complessa regionale abbasserà solamente i costi in un'economia di scala e assicurerà che il Piemonte diventi più indipendente e gestisca le proprie risorse perché così sono i nostri rifiuti. Facciano bene all'ambiente, ma facciano bene all'economia, creiamo posti di lavoro che, in questo momento di post pandemia, dovrebbero essere una delle grandi priorità.
Con i rifiuti possiamo fare tanto, andremo a creare impiantistica nel riciclare la plastica (un grande problema, soprattutto per quella plastica che non si riesce a differenziare in questo momento) e lo si può fare attraverso l'innovazione, quindi attraverso i nostri atenei, in particolare il Politecnico di Torino, che ci stanno già aiutando. Cercare sempre nuove soluzioni e cercare di arrivare a quell'economia circolare e chiudere il ciclo, dove sia possibile, ma dove con i rifiuti non si può fare, lì per forza bisogna fare il recupero energetico.
Penso soprattutto ai rifiuti industriali, che sono un grande problema per le nostre industrie. Ci sono molti rifiuti che in questo momento non si possono riciclare, ma si può partire anche dal principio, cioè creare materiali che possono essere riciclati. Anche qui, cambiare paradigma, cioè quando vai a creare nuove soluzioni per l'industria e per i cittadini devono pensarli già in modo tale che si possano poi riciclare e non da destinare esclusivamente a discarica o a termovalorizzatori. Questo è uno dei principi fondamentali di questa nuova legge.
Ringrazio tutti per la grande dedizione che avete messo in campo. Ci sono state alcune modifiche interessanti che abbiamo accettato dall'opposizione alcune le abbiamo modificate anche noi l'anno scorso, perché il disegno di legge è stato approvato in Giunta a febbraio, a inizio pandemia (era il giorno prima). Purtroppo è passato un anno, quest'anno era difficile approvarlo in tempo, ma finalmente avremo una nostra legge che darà una governance importante per il futuro per quanto riguarda i rifiuti.
Grazie mille, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marnati.
In attesa di caricare gli emendamenti all'articolo 1 e prima di iniziare la discussione degli stessi e la votazione, sospenderei i lavori per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.43, riprende alle ore 11.57)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Possiamo proseguire con l'esame dell'articolato e degli emendamenti.
ARTICOLO 1 Sull'articolo 1 insistono gli emendamenti rubricati n. 16), n. 17) e n.
15), a prima firma del Consigliere Grimaldi.
Vi comunico che è in linea la nuova tabella.



GRIMALDI Marco

Presidente, mi conceda un secondo per vedere come li avete ordinati.



PRESIDENTE

Sempre sull'articolo 1 insistono gli emendamenti rubricati n. 12), identico al 13), l'emendamento n. 14), l'emendamento n. 4), l'emendamento n. 5) l'emendamento n. 18), l'emendamento n. 19) e l'emendamento n. 20).
Questi insistono tutti sull'articolo 1. Possiamo procedere con le illustrazioni.
Emendamento rubricato n. 16) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
È un emendamento molto semplice: di fatto, all'articolo 1, al comma 5, le parole "entro l'anno 2024" sono sostituite dalle parole "entro l'anno 2022".
Il senso, come abbiamo detto tante volte in quest'Aula, è che i cambiamenti climatici e la pesante impronta ecologica umana sull'ambiente rendono necessario porre obiettivi più sfidanti, anche nel contenimento della produzione pro capite di rifiuti indifferenziati. Pertanto, è necessario ripristinare gli obiettivi previsti nella legge regionale 1/2018 anche per la Città di Torino, e lo dico nella consapevolezza che la sfida amministrativa è alle porte.
Di fatto, paghiamo le conseguenze di un decennio in cui i costi anche per AMIAT e IREN di acquisire le quote di TRM hanno fermato parte degli investimenti sulla differenziata. Questa, però, non può essere una giustificazione: lo dico da amministratore torinese e lo dico anche rispetto alle critiche che spesso ci sono piovute addosso da altri Comuni della regione.
Come sapete, a differenza di altri colleghi, io non sono mai per punire in questo senso, perché le difficoltà del capoluogo sono note ed è giusto contribuire anche con investimenti da parte della Regione, da una parte dall'altra, questo non vuol dire essere così indulgenti e continuare a prorogare alcuni termini.
Credo che sia corretto rimettere le lancette a posto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono richieste d'intervento da parte di altri firmatari, passerei all'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 17) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



GRIMALDI Marco

Scusi, Presidente, lei ha chiesto se vi erano altre richieste d'intervento ma ritengo che i colleghi non abbiano fatto in tempo a sottoscrivere il testo.



PRESIDENTE

No, ma io ho la tabella, non si preoccupi.
Mi dicono che c'è un errore formale, che correggeranno gli Uffici, perch fa riferimento all'articolo 1, comma 5, mentre si tratta del comma 4, sia relativamente all'emendamento n. 16) sia all'emendamento n. 17).
Comunque non risultano altri sottoscrittori, né sull'emendamento n. 16) n sul n. 17).
Consigliere Grimaldi, vuole illustrare l'emendamento n. 17)? Prego, ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Il senso è lo stesso: ovviamente, il carico antropico della nostra comunità, i cambiamenti climatici, ma soprattutto la grave crisi ambientale che viviamo, ci portano a non condividere l'atteggiamento di questo disegno di legge, che rimanda di altri due anni alcuni obiettivi che avevamo fissato nella legge del 2018.
In questo tentativo di sintesi, chiediamo che le parole "entro l'anno 2024" siano sostituite dalle parole "entro l'anno 2023", anticipando di un anno rispetto all'emendamento precedente, provando cioè a trovare una mediazione con voi sul fatto che questi obiettivi sfidanti per la Città di Torino debbano essere, in qualche modo, un giusto compromesso con la necessità di invertire la tendenza, per far sì, da una parte, che i cambiamenti climatici si fermino e, dall'altra, che la Città abbia il tempo necessario per risolvere alcuni dei grandi temi che sono ancora all'oggetto di questo cambiamento anche nella raccolta dei rifiuti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 15) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Non ho molto altro da aggiungere. Questo emendamento non è solo su Torino ma, in generale, è sugli obiettivi della nostra legge.
Come dicevo, i cambiamenti climatici e la pesante impronta ecologica umana sull'ambiente a nostro avviso rendono necessario porre obiettivi più sfidanti nel contenimento della produzione, soprattutto pro capite, di rifiuti indifferenziati.
Per questo, non riteniamo giusto aver di nuovo spostato più in là la data di scadenza dell'articolo 1: chiediamo quindi che le parole "entro l'anno 2025" siano sostituite dalle parole "entro l'anno 2024", provando a rimettere al centro quella che è una richiesta che ci viene dall'Europa viene dal Paese e anche da alcuni ordini del giorno che abbiamo votato insieme. Perché è inutile dichiarare lo stato di emergenza climatica se poi, a ogni provvedimento, l'unica cosa che sa fare questo centrodestra è continuare a rimandare quello che deve essere fatto oggi.
Pertanto, la dico così: prima che sia "dopo", prima che inizi un giudizio universale climatico, credo che sia corretto che a ogni votazione, a ogni disegno di legge non ci sia solo la mano sulla coscienza degli equilibri economici, ma ci sia anche sui difficili equilibri ambientali perché è, in qualche modo, il compromesso fra la nostra impronta e la società.
Le chiedo, Presidente, di avviare un'interlocuzione con la sua maggioranza per far sì che il senso di questi emendamenti diventi realtà. Grazie.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 12) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Tale emendamento è identico al n. 13), presentato anch'esso dal collega Grimaldi.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è il più semplice tra quelli presentati al disegno di legge. All'articolo 1 le parole "126 chilogrammi ad abitante" sono sostituite dalle seguenti "118 chilogrammi ad abitante".
So che le diete sono pesanti per ognuno di noi, ma questi otto chili risparmiati servono esattamente ad alleggerire il carico che mettiamo addosso all'ambiente, alle nostre falde e alle nostre discariche, che sono ancora tante, e ai nostri inceneritori, cioè a quello che serve a evitare che tutto arrivi anche nei nostri polmoni. I cambiamenti climatici, come dicevo prima, ci raccontano di una sfida quotidiana. È una lotta che non può essere rimandata e che non può essere demandata al testo successivo.
Oggi abbiamo un disegno di legge. Lo dicevo qualche mese fa, forse fra qualche sorrisetto di troppo della maggioranza, ma è inutile prendersela con Greta e dare dei "gretini" a tutti noi e agli studenti che responsabilmente, ci chiedono di prendere decisioni oggi, perché non c'è un piano B, non c'è un pianeta B. Questi otto chili di differenza sono la dimostrazione che la nostra impronta ecologica sull'ambiente rende necessario obiettivi più sfidanti nel contenimento della produzione pro capite di rifiuti indifferenziati.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 14) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento riguarda un obiettivo più semplice.
Non so se in qualche modo condivide con me la natura e il senso di questa richiesta. L'obiettivo è di portare il contenimento della produzione procapite di rifiuti indifferenziati da 126 chili ad abitante a 122.
Non ci sono tante altre parole da dire. È una dieta ecologica, mettiamola così, che può aiutare ognuno di noi a stare meglio non con sé stesso, ma l'ambiente che c'è attorno. Questo è quello che dovrebbero fare tutte le comunità: guardare, come succede in una dieta, nei propri frigoriferi (quindi nella propria produzione pro capite), guardare nelle proprie pattumiere (quindi quella che è l'esternalità del nostro sistema economico) e capire che tutti insieme, dagli imballaggi al cosiddetto design sistemico, si può fare di più. Si può fare di più, progettando diversamente, consumando diversamente e, soprattutto, mettendo a disposizione diversamente i nostri strumenti.
Per questo, credo che la battaglia per un mondo diverso passi anche da piccoli emendamenti come questo e dal fatto di non dimenticare mai che si può fare oggi quello che magari domani non sarà più possibile, perch quello che è necessario oggi, domani potrebbe essere non più recuperabile.
Le chiederei di assumere anche il carico di questa proposta, perché quei quattro chili rappresentano più che un numero.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Valle, Rossi, Sarno, Avetta Canalis, Marello, Ravetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 5) presentato da Valle, Rossi, Sarno, Avetta Canalis, Marello, Ravetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Illustro sia l'emendamento n. 4) sia il n. 5) per ragioni di economia e di brevità.
Abbiamo già proposto l'emendamento n. 4) in Commissione e abbiamo capito che è un tema che sta a cuore alla maggioranza. Abbiamo visto anche dei passi avanti in questo senso, ma lo riproponiamo, perché ho constatato che su questo tema, sotto un altro punto di vista, torna anche un emendamento presentato dalla maggioranza, che vediamo favorevolmente.
Riproponiamo il tema dei Comuni turistici, perché se li trattiamo esattamente come gli altri avranno delle problematiche legate al fatto che in certe fasi dell'anno, hanno un certo numero di abitanti con un numero sproporzionatamente più alto di seconde case, con un valore che va dal dieci al trenta volte tanto. Per questo, proponiamo per i Comuni turistici di utilizzare il criterio dei cosiddetti "abitanti equivalenti" per il calcolo degli obiettivi.
Con l'emendamento n. 5) proponiamo di scomputare, dal calcolo del quantitativo annuo di rifiuto urbano indifferenziato, quello relativo alle utenze non domestiche, ai sensi del DPR n. 158, e la percentuale di raccolta differenziata raggiunta dal Comune stesso, proprio per incentivare maggiormente l'impegno sul versante della raccolta differenziata.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Se non vi sono altri interventi sull'emendamento n. 4), procediamo con l'emendamento rubricato n. 18).
Emendamento rubricato n. 18) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Mi scuso se non chiedo ogni volta la parola, ma mentre lei accenna al primo firmatario io apro il testo.
Il senso, in questo caso, sono dieci chili, sono dieci passi avanti verso un carico antropico diverso e un diverso contenimento della produzione pro capite di rifiuti differenziati e indifferenziati.
Il senso è, in questo caso, al comma 5 dell'articolo 1, di sostituire le parole "159 chilogrammi" con "149": un risparmio di dieci chili che fa sì che i nostri obiettivi siano più simili a quelli di alcune grandi Regioni italiane che hanno deciso, prima di noi e senza modificare in peggio, di stare non soltanto negli indirizzi dell'Unione Europea, ma soprattutto in quei trattati che spesso sono stati dimenticati e che rappresentano quel patto di civiltà con le nuove generazioni.
In questi mesi, sapete benissimo che la pandemia ci ha ricordato anche quanto la giustizia ambientale e quella sociale sono al centro di quelle disuguaglianze prodotte dal nostro modello di sviluppo. Non c'è cosa migliore, invece che assistere inermi a questo ritorno al passato, invece che schiacciare il tasto rewind e tornare a quella normalità prima della pandemia, di capire che "uguale" significa "disuguale", cioè tornare a quel modello significa riproporre all'infinito quelle disuguaglianze.
Per questo motivo, questi dieci chili in meno rappresentano un obiettivo una sfida e un modo di stare nella società diversamente da come siamo entrati all'inizio di questa crisi che non è soltanto sanitaria, ma è anche una crisi ecologica e di sistema.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 19) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questi sono sette chili, che rappresentano quel chilo al giorno che pu essere tolto dal nostro modello di produzione, di consumo e di vita.
Sono sette chili che ci portano a dire che dai 159 chilogrammi previsti di produzione pro capite di rifiuti indifferenziati si può passare facilmente a 152 chilogrammi. Sono un compromesso necessario fra la legge del 10 gennaio 2018, le norme in materia di gestione dei rifiuti, di servizio di gestione integrale dei rifiuti urbani, e le vostre modifiche, che purtroppo, rappresentano, per la vostra cultura politica, sempre un passo indietro.
Non comprendo perché, ogni volta che dobbiamo parlare di qualità dell'aria dovete spiegarci una deroga nuova, ogni volta che dobbiamo parlare di cambiamenti climatici ci spiegate che il problema sono le nuove povertà.
Delle nuove povertà v'interessa soltanto quando bisogna cambiare un mezzo diesel inquinante, ma quando dobbiamo mettere un euro in più magari per i nuovi indigenti, quando dobbiamo trovare delle coperture economiche per quegli ammortizzatori, non vi si sente mai parlare. Quando, invece, c'è da fare una deroga, come in questo caso, siete sempre i primi ad alzare la mano.
Ecco, noi vi chiediamo di non derogare sul punto, di non arrivare a 159 chilogrammi, come proponente all'articolo 1, ma di scegliere questi sette chilogrammi in meno, che rappresentano qualcosa di meno, come dice spesso la vostra retorica, un caffè in meno al giorno; sono un chilogrammo in meno che rappresenta una sfida che tutti insieme possiamo accogliere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 20) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Dicevo che continuate a prendervela spesso con il fato e la sorte, ma alla fine siamo noi che, purtroppo, abbiamo sfidato i limiti dello sviluppo.
Sono passati davvero tanti anni da quei primi rapporti che spiegavano i limiti dello sviluppo e il Club di Roma oggi rappresenta davvero una commissione scientifica che, tanti anni fa, ci ha spiegato cosa oggi non avremmo dovuto fare e dove non dovremmo essere.
Siamo in una situazione talmente emergenziale per la quale i provvedimenti da qui ai prossimi anni rischiano di essere gli ultimi possibili per fermare questo treno, che è davvero ad alta velocità, ma va ad alta velocità verso un muro: andremo a sbattere se non troveremo il modo di rallentare quest'ossessione di produrre senza sapere quali sono i limiti della nostra Terra, consumare oltre il necessario, ma soprattutto espellere tutto quello che non compriamo, tutto quello che non si vende, tutto quello che non si consuma, perché la cosa di cui non ci rendiamo è che c'è tanto di questo e in più tutto quello che si può evitare di sprecare.
Come nell'energia, si può decidere di mettere i pannelli fotovoltaici, si può decidere di prendere approvvigionamenti dall'eolico e da altre energie alternative, ma se una casa è un colabrodo e se abbiamo edifici che sono dei termosifoni a cielo aperto e pieni di buchi, è inutile scaldare l'acqua se non c'è il coperchio sopra, perché si spreca.
Crediamo che con questi tre chili si possa fare qualcosa in più di quello che voi avete previsto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso degli emendamenti.
Ci sono richieste d'intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie.
Intervengo perché tanto, come avrete visto, non ci sono centinaia di emendamenti subito dopo, quindi non sto prendendo tempo per depositarne altri, voglio rassicurare i nostri cari amici e colleghi della maggioranza e dell'opposizione, ma solo per dire che basterebbe così poco per ascoltarci.
Basterebbe così poco per fare qualcosa per il futuro del nostro territorio di questa Pianura Padana che, vi ricordo, ha una cappa sopra la testa che ci ricorda che dobbiamo agire adesso, ma anche sotto, sotto la nostra terra, dove le nostre falde acquifere sono fra le più inquinate del nostro territorio. Lo sono perché abbiamo costruito troppo sopra e abbiamo trovato troppo tardi delle strategie alternative, non ancora così efficienti per evitare i depositi e, quindi, le discariche.
Per questo, noi pensiamo che la cosa migliore sia cambiare, cambiare tutti dando anche dei compiti diversi a seconda della nostra comunità per far sì da una parte, di non lasciare soli i grandi capoluoghi come Torino e dall'altra, far sì che sia sempre più premiante quel tipo di lavoro che si fa in tante piccole e grandi comunità del nostro territorio, per ridurre l'impatto ambientale, ridurre il carico antropico e, soprattutto, ridurre i rifiuti, quindi quelli che sono i chili pro capite di consumo e di rifiuto indifferenziato.
Per questo, vi chiediamo di approvare gli emendamenti, sia che ritornano indietro nel tempo degli obiettivi, sia che riportano le lancette indietro.
Non occorrono ulteriori deroghe, ma ricordano che alcuni numeri, quei chili segnati da ogni abitante, possono essere al centro di una riflessione che ci porta ancora di più a ridurre l'impatto ambientale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono altre richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta sugli emendamenti.
Prego, Assessore Marnati.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Sull'emendamento n. 16), parere contrario della Giunta; sul n. 17), parere contrario della Giunta; sul n. 15), parere contrario della Giunta; sul n.
12), che è uguale al n. 13), parere contrario della Giunta e, sul 14) parere contrario della Giunta.
Il motivo è che i numeri inseriti non sono stati messi a caso, ma fanno parte di una pianificazione anche nazionale. Le motivazioni sui cambiamenti climatici sono anche condivisibili, ma è stato comunque fatto uno studio e tutti i numeri che abbiamo inserito sono stati scelti a seguito di vari scenari nazionali e delle previsioni.
Gli emendamenti n. 4) e n. 5) del Consigliere Valle non sono ricevibili. La motivazione della non ricevibilità dell'emendamento n. 4) dipende dal fatto che la reintroduzione degli abitanti equivalenti introdurrebbe ulteriori variabili, difficilmente quantificabili, legate principalmente ai flussi dei residenti che si spostano nella Regione, o nelle Regioni limitrofe, per lavoro o per vacanza. Dovessi considerare un flusso di entrata nei Comuni turistici, occorrerebbe sottrarlo da altri. In caso contrario, non sarebbero corretti i flussi.
Poi c'è la ripartizione degli obiettivi sui territori più ampi rispetto al singolo Comune, come precedentemente previsto dalla legge regionale 24/02 rendendo più gestibile questa situazione. Studi effettuati dall'Osservatorio regionale sui rifiuti sull'incidenza della produzione dei rifiuti presso i Comuni turistici, rispetto al complessivo di abitanti evidenziano fattibile una gestione dei flussi all'interno degli obiettivi relativi ai territori più ampi, corrispondente ai sub-ambiti di area vasta.
Quindi, non solo al singolo Comune.
Inoltre, abbiamo approvato l'emendamento n. 7), che introduce una franchigia del 5% sulle sanzioni per i Comuni turistici, quindi ci siamo predisposti per aiutare i Comuni turistici.
Poi c'è l'emendamento n. 5), su cui il parere della Giunta è negativo perché non è accoglibile, in quanto l'emendamento non risulta in linea con il contenuto normativo presente a seguito delle modifiche apportate dal decreto legislativo 116/2020. Anche questo, quindi, non è accoglibile.
Gli emendamenti 18), 19) e 20) del Consigliere Grimaldi non sono accoglibili per i motivi di cui dicevo prima, cioè gli scenari e anche gli anni sono stati scelti in base alle previsioni degli scenari nazionali.
Pertanto, nessuno è accoglibile.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Se non vi sono dichiarazioni di voto sull'emendamento 16), possiamo passare alla votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 16) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 17) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 15) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 12) identico al 13), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 14) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 4) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 5) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 18) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 19) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 20) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Essendo le ore 13.01, sospenderei la seduta.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

La ringrazio, a dopo.
Riapriamo a che ora?



PRESIDENTE

Alle ore 14 per le interrogazioni a risposta immediata. Successivamente, si riprenderà con le dichiarazioni di voto sull'articolo 1 e la votazione dell'articolo 1.



GRIMALDI Marco

Poiché ci sono i question time, più o meno a che ora, secondo lei? Verso le 15-15.30?



PRESIDENTE

Il Consigliere Segretario Gavazza mi riferisce che ci sono otto question time, per tre minuti l'uno (è stato mandato l'elenco a tutti gli interessati). Penso che ne avremo per un'oretta, quindi direi per le ore 15, con la ripresa delle dichiarazioni di voto sull'articolo 1 e poi la votazione dell'articolo 1.
Con questo, vi ringrazio.
Buona giornata e a più tardi.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 13.02)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.00 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la seduta alle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 598, presentata dal Consigliere Daniele Valle, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi interrogazione a risposta immediata n. 599, presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 600, presentata dal Consigliere Ivano Martinetti, cui risponderà l'Assessore Matteo Marnati; interrogazione a risposta immediata n. 601, presentata dal Consigliere Domenico Rossi, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 602 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, cui risponderà l'Assessore Chiara Caucino; interrogazione a risposta immediata n. 603, presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi interrogazioni a risposta immediata n.604, presentata dal Consigliere Sean Sacco, cui risponderà l'Assessore Matteo Marnati e interrogazione a risposta immediata n. 605, presentata dalla Consigliera Sarah Disabato, cui risponderà l'Assessore Elena Chiorino.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo fin d'ora che per l'interrogazione a risposta immediata è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per tre minuti e la risposta del componente della Giunta per cinque minuti. Non sono previste repliche.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione a risposta immediata n. 598 presentata da Valle, inerente a "CDA dell'Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 598.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Daniele Valle; ne ha facoltà per tre minuti.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione riguarda la presidenza dell'Istituto zooprofilattico sostanzialmente sotto due aspetti. Il primo riguarda la composizione del C.d.A., in parte nominato da Regione Piemonte e in parte dagli altri enti soci, composto da soli uomini, quindi questo contrasta con la normativa in materia di parità di genere.
Il secondo aspetto è che la persona individuata come Presidente, una volta nominato dalla Regione Piemonte altre volte dalla Regione Liguria, è al terzo mandato e lo statuto dell'ente, invece, prevede un limite dei due mandati per i componenti del Consiglio di amministrazione.
Pertanto, chiedo una valutazione da parte della Giunta sulla legittimità del Consiglio d'amministrazione che è venuto a comporsi dopo le nomine di tutti gli enti soci.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Valle per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Valle.
Ringrazio il Consigliere, soprattutto per la fiducia che ha riposto in me sul fatto che io sappia rispondere a questioni che non riguardano la Giunta del Piemonte. Sappiamo tutti che l'Istituto Zooprofilattico è un ente partecipato, anzi è composto da tre Regioni: la Valle d'Aosta, il Piemonte e la Liguria, mentre ci sono tre componenti del C.d.A. nominati rispettivamente da ogni Regione.
Nel caso di specie, il dottor Durando è stato nominato quale rappresentante, nel Consiglio d'amministrazione, dalla Regione Liguria.
Sono certo che la nomina effettuata dalla Regione Liguria sia stata fatta rispettando rigorosamente la norma, ma credo che questa interrogazione andrebbe rivolta alla Giunta della Liguria. Anche per rispetto istituzionale, non credo che sia né opportuno né giusto che sia la Regione Piemonte a rispondere per la Giunta della Liguria. Credo di essere assolutamente nel giusto. Questa la mia risposta alla prima questione.
Sulla parità di genere. Anche qui, il Consigliere presenta un question time alla Giunta su una nomina che è stata fatta dal Consiglio. Ricordo che è il Consiglio regionale che ha nominato il dottor Solito all'interno del Consiglio d'amministrazione. Per quanto riguarda il rispetto della parità di genere, può chiedere tranquillamente al Consiglio regionale.
Glielo dico perché conosco la norma, sono anch'io Consigliere e dovrebbe saperlo anche lei: per ciascuno degli enti controllati, il rispetto dell'equilibrio di genere va senza dubbio ricercato nel complesso delle singole nomine di competenza di ciascun ente, quindi non sul singolo Consiglio d'amministrazione, ma sul totale delle nomine effettuate dal Consiglio nel corso dell'anno. Questa è normativa che potrà approfondire con il Consiglio regionale.
La ringrazio, ma credo che, in ogni caso, la norma sia stata rispettata da parte della Liguria e da parte del Consiglio regionale del Piemonte sia sui mandati sia sulla parità di genere.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 599 presentata da Magliano, inerente a "Vaccino anti COVID prioritario per clero e volontari operanti nelle politiche sociali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 599.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Silvio Magliano ne ha facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ho voluto porre l'interrogazione proprio perché parliamo di due categorie che in questo momento, in questa fase e in questi mesi rappresentano veramente due frontiere rispetto all'impegno che stanno profondendo nelle loro attività.
Tutto il tema del volontariato socio-assistenziale è un tema che, in qualche modo, è stato oggettivamente problematico ed è stato trattato in modo problematico proprio perché in alcune ASL, ad esempio nell'ASL di Cuneo, c'è stata la possibilità per le associazioni tout court di volontariato di fare richiesta di vaccini in una prima istanza. Subito dopo si è capito che, forse, questa non era una procedura adeguata, per cui dalla pagina dell'ASL CN1 o CN2 si è rimosso il riferimento alla possibilità di fare questa richiesta.
Il tema è molto semplice: noi sappiamo che, a seguito di numerose richieste avanzate anche dal sottoscritto, sono stati inseriti all'interno del Piano di vaccinazione anche i volontari che si occupano di volontariato sanitario.
Sappiamo che il volontariato che si occupa di temi socio-assistenziali è in prima linea (nelle mense, nel sostegno alle persone in difficoltà, nel sostegno ad anziani, a persone con disabilità e non solo). Chiedo, quindi se la Regione vorrà fare un lavoro puntuale in tal senso. Parimenti sappiamo benissimo - e concludo, Presidente - che il clero, quindi i sacerdoti e le suore, in questa fase sono oggettivamente in prima linea sia per le funzioni religiose che svolgono (perché le messe fortunatamente, sono tornate in presenza) sia per tutta una serie di altre attività da loro esercitate.
Inoltre, chiedo anche, come hanno richiesto peraltro alcuni parroci, di poterli inserire nella fase vaccinale fra le figure prioritarie, ormai non più nella Fase 1, ma quantomeno nella Fase 2. Perché, al di là degli uffici religiosi che svolgono, dove peraltro rischiano un contatto con persone che possono essere positive, svolgono anche un'attività di solidarietà importantissima, che non sto qui a ricordare, perché penso che l'Assessore la conosca bene e, da questo punto di vista, la apprezzi.
Pertanto interrogo la Giunta - e concludo - per sapere se, come e quando s'intende intervenire affinché il clero e i volontari siano inclusi tra le categorie con priorità per la somministrazione su base volontaria delle vaccinazioni anti COVID-19 nel corso della Fase 2.
Grazie, Presidente.
Ho concluso e spero che l'Assessore, dal luogo in cui è, sia riuscito a sentirmi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La rassicuro, Consigliere Magliano, che ho sentito ogni singola parola.
Come sempre, le sue interrogazioni sono puntuali e anche condivisibili nell'intento e nel metodo.
Le categorie dei soggetti previsti nella cosiddetta Fase 1 sono stati accuratamente individuati dalla struttura commissariale di Arcuri: c'è un atto del Parlamento che identifica proprio le categorie prioritarie, cui si è adeguata, ovviamente, la struttura commissariale.
In particolare, come sappiamo tutti, è stata data priorità agli operatori sanitari degli ospedali (poi allargata a tutti coloro che, a vario titolo accedono agli ospedali) e ai cittadini degenti presso le RSA, compreso il personale delle RSA.
L'attenzione è stata rivolta anche ai soggetti ultraottantenni nella cosiddetta Fase 1 B, che sta per iniziare, e ai soggetti ultrasessantacinquenni. Queste categorie di età, infatti, risultano statisticamente più esposte alla violenza dell'infezione, quindi vanno prioritariamente tutelate.
Devo precisare, siccome lei citava i volontari, che sono già stati vaccinati tutti quelli che, a vario titolo, entrano in ospedale, per garantire la sicurezza della struttura sanitaria.
I dettagli di somministrazione vaccinale di questi soggetti sono ancora oggetto di valutazione nazionale. Le anticipo che già oggi pomeriggio ci sarà una Conferenza delle Regioni e una col Governo proprio per stabilire queste priorità - queste categorie - perché sono ancora oggetto di valutazione in queste ore.
Nei prossimi giorni sono attesi i risultati e noi provvederemo tempestivamente alle coperture vaccinali del caso.
I soggetti che lei ha citato rientrano verosimilmente in queste categorie (anche molti appartenenti al clero e al volontariato sociale). Alcuni soggetti appartenenti al volontariato sanitario, come dicevo, sono già stati inseriti nella priorità della Fase 1 proprio per il loro supporto diretto ai momenti di diagnostica e di cura tipici del Servizio Sanitario Nazionale.
Segnalo, infine, che le note vicende sull'approvvigionamento dei vaccini, i tagli che, ahimè, sono stati fatti e alcune limitazioni di classe di età (vedi vaccino AstraZeneca) determinano l'assoluta necessità di riprogrammazione completa del livello nazionale delle attività vaccinali con l'indicazione di nuove tipologie di soggetti da vaccinare prioritariamente (per esempio gli oncologici, quelli che hanno fragilità comorbidità, eccetera), ma è oggetto di valutazione proprio in queste ore.
Ora, credo che potrò darle una risposta più accurata appena la Conferenza delle Regioni, che si confronta con la gestione commissariale, che ovviamente, prende disposizioni dal Parlamento, avrà determinato più compiutamente in materia.
Spero di essere stato esaustivo. La ringrazio, Consigliere Magliano.
Ho concluso.



MAGLIANO Silvio

Presidente, posso avere la risposta scritta? Grazie.



PRESIDENTE

Come di consueto.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Certamente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Valutazione impatto ambientale

Interrogazione a risposta immediata n. 600 presentata da Martinetti inerente a "Valutazione impatto ambientale di modifica dell'impianto di trasformazione e valorizzazione di sottoprodotti animali mediante aggiunta di un sistema di combustione (inceneritore) alimentato a farine animali con richiesta di aumento dei quantitativi trattati a Ceresole d'Alba"


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 600, presentata dal Consigliere Martinetti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Martinetti per l'illustrazione. Ne ha facoltà per tre minuti.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti.
L'interrogazione nasce da alcune vicende che stanno tenendo banco sui giornali in questi giorni, che riguardano un progetto di modifica dell'impianto di trasformazione e valorizzazione di sottoprodotti animali mediante l'aggiunta di un sistema di combustione (inceneritore) alimentato a farine alimentari, e un conseguente incremento dei quantitativi di carcasse appunto e farine alimentari da.



PRESIDENTE

Consigliere, provi a disattivare il video, così la sentiamo meglio. Grazie.
Proceda pure.



MARTINETTI Ivano

Dicevo .



(Audio mancante o non comprensibile)



MARTINETTI Ivano

L'impianto risulta essere il maggior operatore attivo nello smaltimento delle carcasse animali .



(Audio mancante o non comprensibile)



MARTINETTI Ivano

Si tratta di una situazione definita ad alto rischio sanitario. È un prodotto che deriva dal comparto zootecnico e che addirittura un regolamento comunitari indica come "materiale pericoloso per la salute umana" e ne prescrive la distruzione.
Il progetto di cui siamo a conoscenza dovrebbe prevedere la realizzazione di un inceneritore dimensionato per il trattamento di 36 mila tonnellate all'anno di farine animali, che in parte sono autoprodotte, in parte saranno reperite da altri operatori. Si prevede anche un incremento di un terzo dei quantitativi da trattare, che passerebbero dalle attuali 60 mila tonnellate all'anno a 80 mila tonnellate all'anno.
Abbiamo ricevuto segnalazioni da molte associazioni e da cittadini e sappiamo che si sono mossi anche diversi amministratori, soprattutto della zona del Roero, che sono preoccupati per quello che potrà comportare questo progetto. Ci sono stati in passato diversi problemi di tipo ambientale e che gli enti preposti - che naturalmente tengono alta l'attenzione su questo tipo di produzione - non sempre, da quello che ci è dato sapere hanno dichiarato essere pienamente risolti.
Partiamo dal presupposto che in Piemonte il fabbisogno di smaltimento di questi materiali ci risulta già pienamente soddisfatto e non ci sembra che il mercato sia in aumento. Infatti, negli ultimi anni, - sempre dai dati che siamo riusciti a raccogliere - c'è stata una media di trattamento di 36 mila tonnellate all'anno con picchi di 43 mila, pur avendo un'autorizzazione per 60 mila tonnellate. Per questo arrivare a 80 mila ci sembra veramente un incremento notevole, del quale non si capisce bene il fine.
Alcune analisi tecnico-scientifiche.



PRESIDENTE

Consigliere, la invito a concludere.



MARTINETTI Ivano

Questo incremento potrebbe portare a un 63% di aumento degli ossidi di azoto e al 200% in più del monossido di carbonio. Tutto questo, considerato anche che questo stabilimento è situato a ridosso delle zone UNESCO e di alcune aree protette, chiaramente ha creato negli amministratori, oltre che nei cittadini, qualche perplessità.
La domanda è molto semplice: alla luce delle premesse che ho esposto molto sinteticamente, si chiede qual è la posizione della Giunta regionale riguardo alla richiesta di autorizzazione di ampliamento e di modifica di quest'impianto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Martinetti per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Marnati.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Si evidenzia innanzitutto che la Regione non ha competenze autorizzatorie sugli impianti né sul procedimento di valutazione d'impatto ambientale in corso.
In linea di principio è auspicabile che la dotazione impiantistica necessaria per il trattamento dei propri rifiuti, rispetti il principio di prossimità e sia orientata a completare il trattamento dei rifiuti presso l'impianto di produzione. Naturalmente vanno effettuate tutte le opportune e necessarie valutazioni e approfondimenti ambientali, al fine di verificare l'effettiva compatibilità ambientale locale del sistema.
In merito al procedimento in corso, dalle informazioni in nostro possesso sentita la Provincia di Cuneo, la Ditta In.Pro.Ma. ha depositato gli elaborati per la modifica dell'autorizzazione integrata ambientale a settembre del 2020, dando avvio al procedimento di pronuncia di compatibilità ambientale. Nello specifico, in coerenza con le disposizioni dell'articolo 50 della l.r. 44/2000, la competenza autorizzatoria in materia di VIA risulta, infatti, in capo alla Provincia di Cuneo.
Nel nuovo assetto di progetto si ipotizza un sistema di generazione del vapore tramite l'esistente generatore di vapore a recupero (GVR), che recuperi l'energia termica dai fumi prodotti da un nuovo sistema di combustione delle farine animali su griglia a gradini raffreddata ad aria di potenza nominale pari a ventisette MWt. Con questa configurazione si renderebbe necessario incrementare il conferimento di scarti di macellazione a 80 mila tonnellate/anno (rispetto alle attuali 60 mila tonnellate/anno). Il nuovo sistema di combustione di farine animali prevede l'affiancamento all'esistente combustore.
La Provincia di Cuneo ha calendarizzato per il 4 marzo 2021 la prima seduta della Conferenza dei Servizi.
La Ditta In.Pro.Ma. s.r.l. di Ceresole d'Alba (CN) si occupa della raccolta e successiva trasformazione di sottoprodotti di origine animale (SOA) derivanti principalmente dai casi di mortalità aziendale in allevamenti (di specie bovina, avicola, cunicola, suina, ovicaprina, equina, ecc.) e dalle linee di macellazione o sezionamento delle carni che forniscono residui e scarti di lavorazione.
A tale proposito, si rileva che l'attività di raccolta e trasformazione svolta dalla ditta In.Pro.Ma. - autorizzata ai sensi del Regolamento del 2009 e del Regolamento del 2011 - risulta fondamentale, in quanto svolge un'azione capillare sull'intero territorio piemontese, in qualità di unico impianto riconosciuto alla trasformazione dei materiali di categoria 1, e che la sospensione dell'attività derivante dalla difficoltà di smaltimento delle farine animali comporterebbe sia la mancata raccolta degli animali morti in stalla, con rischi igienico-sanitari, sia la mancata raccolta degli scarti di macellazione, con conseguente sospensione dell'attività dei macelli.
L'attività di trasformazione comporta la produzione di farine animali derivanti dai materiali di categoria 1 definiti all'articolo 8 del Regolamento CE 1069/2009, che prevede che possano essere smaltite come rifiuti tramite incenerimento, oppure recuperate o smaltite mediante co incenerimento.
A seguito della forte riduzione del ritiro da parte dei cementifici - a causa della riduzione del processo di produzione dei cementifici - che utilizzavano le farine animali prodotte dalla ditta, come co-incenerimento nel processo produttivo, a partire dal febbraio 2018 sono state svolte diverse riunioni presso l'Assessorato all'Ambiente, con la presenza della Provincia di Cuneo, dell'ARPA di Cuneo, della Direzione Sanità della Regione Piemonte, volte all'inquadramento e alla valutazione circa la destinazione finale delle farine animali, stanti anche le criticità derivanti dall'eventualità di autocombustione con lo stoccaggio prolungato di farine animali durante il periodo estivo.
Nel corso delle riunioni sono state prospettate anche possibili soluzioni alternative rispetto all'invio ai cementifici, tra le quali la realizzazione di un impianto in grado di provvedere in proprio allo smaltimento delle farine, al fine di fornire una soluzione stabile alle esigenze di smaltimento delle farine animali sul territorio, nell'ottica di superare le situazioni d'emergenza a livello sanitario e ambientale che nel corso degli anni, si sono manifestate, oltre che per evitare, o comunque ridurre al minimo, la movimentazione dei rifiuti sul territorio nazionale, provvedendo alla salvaguardia della tutela ambientale attraverso le idonee procedure di autorizzazione.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 601 presentata da Rossi, inerente a "Sistema di verifica e monitoraggio della campagna vaccinale per evitare lo spreco di dosi disponibili"


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 601, presentata dal Consigliere Rossi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Il tema è molto importante e provo a esporlo in breve tempo.
Nelle ultime settimane, abbiamo visto che diverse comunicazioni, non tutte positive purtroppo, hanno riguardato i vaccini e questo ha provocato ritardi sia a livello nazionale sia a livello regionale, come conseguenza ovviamente, dei ritardi nazionali e, soprattutto, delle consegne sulla prima campagna vaccinale ipotizzata. Infatti, la campagna è slittata di diverse settimane anche in Piemonte.
In un contesto come questo, nel quale un bene prezioso come il vaccino è diventato scarso - lo era già prima, ma lo diventa di più - perché, da un lato, ci sono meno consegne e, dall'altro, abbiamo visto che, per esempio l'autorizzazione ad AstraZeneca, vaccino su cui l'Italia ha investito molto, ha una raccomandazione affinché sia usata sugli adulti fino a cinquantacinque anni (se non ho letto male, forse, oggi ci sono delle novità in proposito), ma resta il fatto che rispetto all'efficacia degli altri due già sul mercato, che anche il Piemonte sta usando, cioè quello di Pfizer e di Moderna, sicuramente quello di AstraZeneca ha un'efficacia minore e non viene consigliato per gli ultraottantenni. Tant'è che anche il Piemonte ha dovuto, su questo, modificare e, se non ho capito male, si utilizzerà Moderna anche per gli ultraottantenni.
L'oggetto dell'interrogazione è che, in questo contesto, di un bene primario, scarsamente disponibile, dobbiamo fare in modo di evitarne gli sprechi. Perché parlo di sprechi oggi, Presidente? Perché abbiamo letto che c'è stata una polemica, anche comprensibile, rispetto a un prodotto nuovo e, per esempio, relativamente al vaccino Pfizer, in alcuni casi, si è parlato del fatto che viene distribuito in flaconcino e che da ogni flaconcino si possono tirare fuori cinque o sei somministrazioni (in realtà, pare siano sei), però bisogna avere delle siringhe particolari.
Adesso non entro nel merito delle siringhe, perché non è l'oggetto di quest'interrogazione, ma abbiamo notato che nel cruscotto che utilizza la Regione per segnare le dosi che vengono utilizzate è indicata una data entro la quale vengono conteggiate cinque dosi per fiala (il 17-01) e una data successiva in cui vengono segnalate sei dosi per fiala.
Inoltre, sappiamo anche da fatti di cronaca che in questa fase iniziale non sono mancate anche delle disfunzioni organizzative.



(Scampanellio del Presidente)



ROSSI Domenico

Ho finito, Presidente.
Dicevo, faccio un esempio: magari, succedeva che alla fine della giornata si apriva un flaconcino con cinque-sei dosi, ma le persone da vaccinare erano soltanto una o due, quindi, poiché queste dosi non si possono conservare, venivano buttate.
Allora, poiché i vaccini sono pochi, ma abbiamo urgenza di procedere e visto che questa prima fase deve servire anche ad apprendere, come sistema eventuali problemi ed evitare che si sviluppino anche successivamente, il mio question time interroga la Giunta e l'Assessore competente per sapere quale sistema di verifica e di monitoraggio siano stati predisposti, al fine di verificare il rapporto tra flaconcini distribuiti alle Aziende sanitarie e le somministrazioni di dosi di vaccino effettuate, al fine di appurare e scongiurare eventuali sprechi e se, dentro questo sistema di verifica, esistono difformità nelle verifiche delle somministrazioni delle diverse Aziende sanitarie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Devo dire che, in parte, è vero quanto ha detto il Consigliere Rossi, - lo dico come premessa - fino al 17 gennaio Pfizer consegnava cinque dosi per flacone, poi ci si è accorti che potevano essere realizzate sei dosi e, a livello nazionale ed europeo, credo sia stato modificato anche il contratto e adesso paghiamo sei dosi. A questo punto, non soltanto dobbiamo somministrare sei dosi, ma paghiamo sei dosi, a livello nazionale.
Fin dall'inizio della campagna, però, c'è stato un costante e attentissimo monitoraggio sia dei flaconi consegnati dalle case farmaceutiche, sia delle dosi somministrate; in particolare, i flaconi sono stati consegnati in quei ventotto punti di consegna, che sono stati pubblicizzati e che tuttora sono il punto di consegna delle varie Aziende Sanitarie Regionali che provvedono, tramite le farmacie ospedaliere, alla preparazione delle singole dosi. Il tutto viene conferito nei diversi punti di somministrazione, che sono anche di più rispetto a quelli di consegna, con precise garanzie di custodia e di rispetto dalla catena del freddo.
Al momento dell'inoculo del farmaco, dopo le acquisizioni documentali di consesso, la verifica dei dati anamnestici e non solo, quindi dopo la somministrazione, avviene una puntuale registrazione nel sistema regionale SIRVA (Sistema Informativo Regionale per la gestione delle Vaccinazioni) dove ogni singola persona vaccinata viene registrata, quindi si registra la tracciabilità degli eventi, compreso il lotto del vaccino, eccetera.
Alla fine della giornata, inoltre, ogni Azienda sanitaria, sempre per il tramite delle farmacie ospedaliere, fa il bilancio esatto delle dosi e dei flaconi. Eventuali e - sottolineo - rari residui di farmaco nei flaconi magari già anche oltre la sesta dose (peraltro, già oggetto d'ispezione, di controlli da parte dei Carabinieri del NAS in diverse Aziende), sono attentamente documentati e il loro smaltimento è tracciato e documentato secondo le indicazioni di Pfizer e di AIFA. Quindi il sistema di controllo c'è ed è puntualissimo.
Ricordo, inoltre, che quotidianamente l'Unità di crisi, in accordo con il DIRMEI e con l'Assessorato, predispone un tabulato di monitoraggio suddiviso per ogni singola Azienda Sanitaria Regionale, che tiene conto delle dosi contenute nel singolo flacone (cioè sei), delle dosi in carico a ogni singola Azienda, le dosi somministrate e quelle da somministrare.
Insomma, c'è un bilancio veramente dettagliatissimo e lo stesso avviene anche nelle RSA. Tutti i dati poi vengono confrontati e registrati nel sistema SIRVA, a garanzia dell'esatto conto relativo all'utilizzo del farmaco.
Questo ci permette di controllare tutte le periodiche.



(Audio mancante o non comprensibile)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Le assicuro che questo avviene quotidianamente, in tutti i punti vaccinali che centralmente gestisce l'Unità di crisi.



(Audio mancante o non comprensibile)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Per ottimizzare la procedura quotidianamente.
Consigliere, nella risposta che le invierò via mail, se vuole, includer anche l'ultimo cruscotto di controllo, dove ci sono tutte le dosi e tutta la situazione delle giacenze, che potrà verificare. In ogni caso, questo è un dato che esce tutti i giorni dal DIRMEI e noi possiamo metterlo a disposizione senza nessun problema.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



ROSSI Domenico

Grazie e ricevo volentieri la mail, Assessore.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 602 presentata da Frediani, inerente a "Attività di prevenzione e controllo degli ospiti nelle RSA"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
602.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Spero mi sentiate, perché ho dovuto fare un "accrocchio" con lo smartphone.



PRESIDENTE

Forte e chiaro.



FREDIANI Francesca

Benissimo, allora userò sempre questo "accrocchio" d'ora in poi.
Parliamo della RSA di Venaria, la "Piccola Reggia", come diceva giustamente il Presidente Gavazza nell'annunciare l'interrogazione.
Ho richiesto, attraverso un accesso agli atti, i verbali dei sopralluoghi svolti nei mesi di novembre e di dicembre.
Analizzando i dati sono sorti alcuni dubbi: dal verbale del 12 novembre si evince che gli ospiti presenti erano 107; gli ospiti deceduti da gennaio ventiquattro e gli ospiti confermati positivi al COVID-19 deceduti, dal 1 novembre, risultavano essere sei.
Nel verbale del 2 dicembre si evinceva che gli ospiti presenti erano ottanta; gli ospiti deceduti da novembre quarantanove e gli ospiti positivi COVID-19 deceduti ventotto.
Sembra ci sia stato un primo sopralluogo durante il quale emersero già delle criticità nella gestione dei pazienti positivi e anche degli ospiti in generale. Tra l'altro, irregolarità denunciate anche dai parenti delle persone ricoverate e, purtroppo, delle vittime.
Il nostro dubbio è proprio riferito agli interventi che si sono messi in atto nel momento in cui si è presa consapevolezza della presenza dei casi positivi e delle criticità presenti nella struttura. Tutto questo s'inquadra poi nel disegno di legge 128, che prevede dei ristori per le strutture, in particolare anche per le RSA, che abbiano dovuto sostenere delle spese suppletive durante il periodo del COVID.
Rileviamo anche che, secondo quanto denunciato sempre da alcuni parenti dei ricoverati, alcune strutture hanno richiesto anche un contributo aggiuntivo alle famiglie, proprio per far fronte alle spese relative all'emergenza COVID. Questo, tra l'altro, sarà oggetto di un'altra interrogazione che abbiamo già provveduto a depositare.
L'interrogazione che presentiamo oggi in Aula chiede quali siano state le attività di prevenzione e di controllo nei confronti degli ospiti della RSA "Piccola Reggia" di Venaria, da parte dell'ASL TO3, in conseguenza della loro positività al COVID-19.
Queste notizie le abbiamo tratte dai verbali dei sopralluoghi avvenuti da parte della Commissione di vigilanza proprio dell'ASL TO3, in data 12 novembre e 2 dicembre.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Francesca Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Chiara Caucino.
Prego, Assessore; ne ha la facoltà per cinque minuti.



CAUCINO Chiara, Assessore al sociale

Grazie, Presidente.
In riferimento all'attività di prevenzione e di controllo nei confronti degli ospiti della RSA "Piccola Reggia" di Venaria, l'Azienda Sanitaria Locale TO3 ha provveduto ad attivare, sin dalla Fase 1 dell'epidemia COVID 19, una vigilanza straordinaria specifica per le strutture residenziali socio-sanitari e socio-assistenziali, attraverso l'istituzione di cinque task force ispettive distrettuali, una per ogni distretto, per effettuare un monitoraggio puntuale e costante delle strutture per anziani e non solo direi, che insistono appunto sul territorio aziendale, a recepimento e integrazione delle direttive ministeriali e regionali.
Inoltre, dall'inizio del mese di luglio, in fase di remissione della diffusione dell'epidemia, l'ASL TO3 ha provveduto ad approvare il Piano COVID 2, area territoriale, presidi socio-sanitari per anziani, che prevede, tra l'altro, l'acquisizione di un report settimanale inviato alle strutture, basato sull'individuazione e sul monitoraggio di indicatori alcuni dei quali con significato di alert, per l'eventuale adozione di ulteriori azioni da mettere in campo, in caso di necessità, a salvaguardia della salute pubblica, quindi sia salvaguardia degli ospiti sia degli operatori, dei volontari e dei visitatori.
Nello specifico, la situazione della RSA "Piccola Reggia" è monitorata fin dalla prima ondata pandemica, quindi dal febbraio scorso, e i controlli effettuati hanno sempre dato riscontro di una corretta gestione relativamente all'adozione di idonee misure igienico-sanitarie, norme di distanziamento, individuazione di percorsi sporco-pulito, adeguate misure d'isolamento e igienizzazione, sanificazione frequente degli ambienti e delle superfici, tant'è che durante la cosiddetta prima ondata epidemica nonostante il contagio di alcuni operatori, nessuno degli ospiti aveva contratto il COVID-19.
Inoltre, nella RSA, come in tutte le strutture residenziali e semiresidenziali socio-sanitarie e socio-assistenziali del territorio considerata l'enorme diffusività del virus registrata nella popolazione generale, è stata avviata un'attività di screening periodica, quindi ogni quindici giorni, disposta dal DIRMEI e coordinata dall'Azienda Sanitaria TO3.
Questo è avvenuto in collaborazione con la Direzione Sanitaria della RSA mediante l'effettuazione di test antigienici rapidi sul personale e sugli ospiti, finalizzati all'individuazione precoce di eventuali casi positivi e dalla conseguente immediata adozione di misure di isolamento e di cura dei pazienti, volte a circoscrivere i casi confermati e limitare il rischio di contagio ulteriore.
Purtroppo, pur a fronte delle suddette corrette prassi, in concomitanza con la seconda ondata pandemica, a differenza di quanto avvenuto durante la prima fase, nella prima settimana di novembre sono emersi i primi casi presso la RSA "Piccola Reggia" di Venaria, riscontrati in occasione dell'esecuzione dei tamponi rapidi, cioè dei test antigienici di screening che hanno interessato operatori e ospiti della struttura.
Purtroppo, al diffondersi del contagio sono seguite numerose perdite tra gli ospiti più fragili, sia per senilità sia per patologie croniche.
La struttura ha attuato, però, immediatamente l'isolamento degli ospiti positivi e ha adottato opportune misure di prevenzione e di sorveglianza sanitaria di ospiti e operatori, dando puntuale riscontro nei report settimanali inviati alla Direzione distrettuale di competenza, previsti dal sopra citato Piano COVID 2, che è un Piano, ripeto, ancora in attuazione.
Presso la residenza "Piccola Reggia" di Venaria, in conseguenza della comparsa del focolaio epidemico, sono stati effettuati ulteriori sopralluoghi ispettivi, in data 12 novembre e 12 dicembre, in occasione dei quali è stato verificato dalla Commissione di vigilanza quanto di seguito descritto: pre-triage all'ingresso, con rilevazione della temperatura, per tutti gli operatori ed eventuali visitatori autorizzati; adozione di corrette misure di isolamento fisico e funzionale; gli ospiti COVID positivi allocati su due nuclei distinti, al primo piano della struttura con personale dedicato in maniera esclusiva per l'intera giornata; al piano terra presenti due nuclei distinti, ciascuno con personale dedicato per l'intera giornata.
Per estrema cautela, è stato anche previsto un nucleo dedicato esclusivamente agli ospiti negativi (mai contagiati e pertanto suscettibili) e un altro dedicato esclusivamente agli ospiti negativizzati.
Proseguo con quanto verificato dalla Commissione di vigilanza: individuazione mediante strisce colorate lungo il pavimento di adeguati percorsi "sporco-pulito" per personale, alimenti, biancheria, rifiuti adeguata formazione degli operatori sanitari e presenza di indicazioni/istruzioni sulle corrette prassi lungo i percorsi.
È molto lunga la risposta, magari la sintetizzo un attimo. Ovviamente trasmetterò alla Consigliera il documento scritto e avrà modo di valutarlo compiutamente.
Non è stata riscontrata carenza di personale di assistenza (infermieri professionali e OSS). Al momento delle ispezioni, la presenza in servizio degli operatori risultava, infatti, superiore addirittura agli standard minimi assistenziali previsti dalla normativa di riferimento (stiamo parlando della DGR 45 del 2012).
Non sono state rilevate carenze di DPI, di farmaci e di ossigeno. L'accesso alla struttura è vietato ai visitatori dal 13 ottobre. L'assistenza medica agli ospiti viene regolarmente garantita, sotto la supervisione del Direttore sanitario della RSA, da quattro medici di medicina generale formalmente individuati come "medici di struttura", i quali intervengono periodicamente e/o al bisogno. Negli orari notturni e durante i giorni festivi è attivo e disponibile il servizio di "continuità assistenziale" (guardia medica).
Gli ospiti positivi sintomatici sono seguiti anche dai medici delle USCA con intervento diretto in struttura e presa in carico, e mediante monitoraggio telefonico. In particolare, ricordiamo che in questa RSA, in occasione della diffusione del focolaio infettivo da SARS-Cov2 iniziato nel mese di novembre, sono stati effettuati interventi USCA sistematici e frequenti, continuati fino a tutto il mese di dicembre.
In conclusione, Consigliera, la struttura è stata anche informata della disponibilità del servizio di radiologia domiciliare (presso la RSA) a supporto del percorso diagnostico e di monitoraggio clinico, attivato dall'Azienda Sanitaria già in epoca precedente all'emergenza pandemica.
La RSA "Piccola Reggia", benché sia COVID free a partire da metà gennaio questo è giusto ricordarlo - continua, nonostante ciò, a essere monitorata dal Distretto Sanitario competente e dalla Commissione di vigilanza.
Ringrazio la Consigliera per l'opportunità di chiarire la posizione anche rispetto a questa RSA e farò in modo che la stessa abbia la risposta scritta il prima possibile.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiara Caucino per la risposta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 603 presentata da Canalis, inerente a "Tutela delle nuove mediatrici culturali della Città della Salute di Torino che hanno perso il lavoro per cambio appalto"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
603.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Monica Canalis.
Prego, Consigliera; ne ha la facoltà per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
È anche con grande sentimento che mi appresto a illustrare un'interrogazione che, secondo me, ha un contenuto gravissimo.
Siamo di fronte a un tema che avevo già sollevato lo scorso 23 aprile e su cui avevo richiesto, in particolare all'Assessorato alla Sanità, una particolare attenzione e vicinanza. Purtroppo, a distanza di più di sette mesi, noi ci troviamo in una situazione con nove mediatrici culturali con esperienza ventennale - quindi con un patrimonio di competenze e anche di conoscenza elevatissimo e difficilmente sostituibile - licenziate.
Licenziate il 31 dicembre nonostante, da un dato, il blocco dei licenziamenti previsto dalla normativa nazionale e, dall'altro, una clausola sociale presente all'interno del capitolato di gara che prevedeva la possibilità di assorbimento del personale presente nel contratto precedente.
Ci troviamo, inoltre, di fronte a un'assistenza drasticamente ridotta dalla nuova gara ai pazienti di etnia romena, albanese, russa e nigeriana, che erano quelli che beneficiavano di un supporto specifico da parte delle mediatrici culturali, oltre a quelli di etnia araba e cinese. Ci sono numerosi vizi formali nei documenti presentati da Eurostreet, l'impresa aggiudicataria e un contenzioso legale avviato da qualche settimana dal sindacato Fisascat CISL.
Mi chiedo che cosa dobbiamo ancora fare noi Consiglieri di minoranza per chiedere all'Assessore Icardi e all'intera Giunta Cirio di riconoscere il valore essenziale e strutturale della mediazione culturale all'interno del Sistema Sanitario Regionale. Mediatrici culturali non significa interpreti.
Il mediatore culturale consente alle persone di origine straniera di comprendere terapie sanitarie di alta complessità che, in molti casi, sono difficili da comprendere anche per le persone italiane.
Stiamo parlando spesso di minori, di mamme che devono partorire, di persone che magari si trovano nel nostro paese sole, per di più con l'aggravante di una pandemia in corso. Ecco allora che noi non solo diamo luogo a un bando che, di fatto, passa da nove mediatori a tre mediatori stabili all'interno dell'Azienda Sanitaria Città della Salute di Torino - che, ricordiamolo, è il territorio regionale a più alta presenza di persone di origine straniera non soltanto permettiamo che ci sia un bando di questo genere ma nell'arco dei mesi, non facciamo neanche la dovuta vigilanza perché venga salvaguardata la clausola sociale e la normativa nazionale che impedisce i licenziamenti. Abbiamo nove mediatrici a casa e pazienti che non hanno più l'assistenza necessaria.
Chiediamo davvero un interessamento urgente che, a questo punto, è anche di natura legale da parte della Regione Piemonte. Sulla questione non si pu tacere ed è necessario tutelare i lavoratori e tutelare anche la salute dei pazienti dell'Azienda Sanitaria della Città della Salute.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Monica Canalis per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di risponde all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Volevo rassicurare subito la Consigliera Canalis che non è certo la Regione né l'Azienda Città della Salute ad aver licenziato...
Anzi, ci risulta che la Cooperativa Senza Frontiere (così mi pare si chiami) abbia indebitamente licenziato i nove mediatori in data 31 dicembre, prima del subentro della nuova cooperativa Eurostreet, avvenuto il 1° gennaio 2021, senza rispettare, per quanto consta a noi, quanto previsto dalla legge di bilancio del 30 dicembre 2020, n. 178 (il cosiddetto "decreto ristori"), che estende il blocco dei licenziamenti fino al 31 marzo 2021. Questo è un tema che andrà approfondito, perché pare che non sia corretto - anzi, certamente non lo è - il licenziamento.
La Direzione generale Città della Salute il 28 gennaio ha convocato un incontro con le parti, alla presenza del Provveditorato-Ufficio legale e l'Ufficio relazioni con il pubblico, concordando un sollecito alla Eurostreet società cooperativa per richiedere il rispetto della clausola sociale che lei ha citato.
Le questioni legali, quindi, sono perfettamente a conoscenza dell'Azienda.
Il capitolato di gara - per venire al punto dell'interrogazione - per il servizio di mediazione culturale è stato modificato in relazione alle reali esigenze sanitarie di mediazione, così come determinato dall'Azienda Città della Salute, che non è scontato che debbano coincidere con la presenza di stranieri sul territorio piemontese.
Per contro, la poliedricità del contesto sociale richiede una maggior presenza di etnie di mediatori, disponibili ovviamente su chiamata, in presenza attiva o per intervento da remoto.
Negli ultimi anni si è amplificata l'esigenza di garantire un consenso informato maggiormente comprensibile per tutti gli stranieri, comportando una modifica della modalità operativa d'intervento da parte dei mediatori che hanno quindi spostato in un certo senso il loro target da interventi di natura socio-culturale a interventi più tecnici, anche linguistici e culturali, come lei ha sottolineato nell'interrogazione.
La clausola sociale è presente sia all'articolo 7 del capitolato di gara quindi l'Azienda si è comportata correttamente, sia all'articolo 6 del contratto stipulato con la nuova cooperativa Eurostreet. Come dicevo prima se sono stati fatti degli atti contra legem, ovviamente saranno oggetto di valutazione, con tutte le responsabilità e le conseguenze del caso.
L'Assessorato si augura che ci sia una positiva risoluzione della controversia, perché di questo parliamo. Noi siamo anche a disposizione per eventuali chiarimenti, così come lo è la Città della Salute, che è il soggetto contraente di questa gara.
Non possiamo fare altro che sollecitare il rispetto delle norme, ma certamente - lo ripeto - saranno oggetto di approfondite valutazioni nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.



PRESIDENTE

Nel ringraziarlo per la risposta, congediamo l'Assessore Luigi Icardi.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 604 presentata da Sacco, inerente a "Quali azioni per la riapertura della linea Novara-Varallo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 604, presentata dal Consigliere Sacco.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Abbiamo deciso di depositare quest'interrogazione per capire quali sono le visioni della Giunta sulla linea Novara-Varallo, che - lo ricordiamo - fu costruita più di cent'anni fa, e i treni percorrono una tratta iniziale a doppio binario, tra Novara e Vignale, di circa tre chilometri, in comune con le linee Novara-Domodossola e Novara-Arona. La linea prosegue a singolo binario non elettrificato fino a Domodossola per ulteriori cinquanta chilometri.
Il bacino d'utenza della linea risulta molto ampio, considerata l'estensione della percorrenza. Sulla linea, fino al settembre 2013, nei giorni feriali circolavano sedici treni sull'intera tratta, più sei sulla tratta Novara-Romagnano Sesia, con un carico di circa mille utenti al giorno, nonostante la scarsità di servizio e con sovrapposizioni del servizio automobilistico.
Sulla linea è stato ipotizzato un possibile servizio considerata la percorrenza di molto inferiore al servizio automobilistico, circa trenta minuti in meno, dal costo di circa tre milioni di euro/anno e diciotto treni al giorno (da tenere presente che l'attuale servizio automobilistico costa circa un milione di euro/anno).
Considerato che apprendiamo da fonti stampa che l'attuale Giunta Regionale preme perché la linea venga dismessa e al suo posto venga creata una pista ciclabile dal costo incalcolabile (si stima addirittura dieci volte superiore ai costi di un possibile ripristino della linea), oltre al fatto che tali costi andrebbero a pesare sui bilanci degli enti locali, sia per la realizzazione sia per il mantenimento della linea, che sappiamo essere estremamente oneroso considerati i molti studi tecnici nell'ambito.
Sempre da fonti stampa, apprendiamo della richiesta di ripristino della linea ferroviaria, da parte degli enti locali sulla tratta stessa, anche con l'uso di nuove tecnologie, come i treni a idrogeno. A sostegno di questo il Presidente della Provincia di Vercelli, Botta, ha sottolineato come tutti gli enti locali interessati si siano trovati in accordo nel richiedere la riapertura della linea e rigettare l'ipotesi di smantellamento a favore di una pista ciclabile.
Allo stesso modo, la Ministra alle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli, in un'intervista sulla rete pubblica del 2 settembre 2020, aveva annunciato forti investimenti sulle infrastrutture ferroviarie per il rinnovo e il ripristino di assi ferroviari fondamentali per i territori per cui pensiamo che questa possa essere un'occasione di rilancio della linea.
Alla luce dei recenti avvenimenti causati dall'emergenza pandemica da COVID 19, riteniamo necessario un cambio di strategia sulla questione delle linee sospese in Piemonte, le quali ricoprono un ruolo fondamentale per il rilancio di molti territori e per il rilancio del sistema di trasporto pubblico locale, che necessita di un nuovo paradigma per tornare a essere competitivo e servire i cittadini.
Per questo motivo, interroghiamo la Giunta per sapere quale sia la posizione e quali saranno le azioni della Regione Piemonte in merito all'apertura della linea Novara-Varallo così fortemente richiesta dal territorio.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente Sean Sacco per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Matteo Marnati; prego Assessore, ne ha facoltà per cinque minuti.



MARNATI Matteo, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Come ha già detto, sono stato delegato dall'Assessore Gabusi.
Il tema della linea ferroviaria Novara-Varallo è, in questi giorni, oggetto di grande visibilità mediatica, ma non ci risultano fonti di stampa secondo le quali l'attuale Giunta regionale stia premendo affinché la linea venga dismessa.
Ciò che abbiamo fatto è un bando in cui cofinanziamo uno studio di fattibilità per il recupero delle linee ferroviarie in disuso attraverso la realizzazione di piste ciclabili.
Lo scopo del bando è di approfondire l'interesse delle amministrazioni locali e comprenderne la reale fattibilità, ma è esplicitamente indicato nello studio che ci deve essere la volontà univoca e unitaria di tutti i Comuni della tratta. È chiaro che è per questi elementi che non facciamo nessuna pressione, anzi stiamo chiedendo ai Comuni chi fosse interessato ad approfondirli.
Rispetto al tema dei costi, ricordiamo che a oggi il contratto per i servizi ferroviari regionali non è in equilibrio ed è gravato da un ricorso pendente da parte di Trenitalia, la quale ritiene che le compensazioni economiche non siano sufficienti. Dal momento che non vi sono risorse in più, non può essere né in previsione né in prospettiva un ripristino a breve.
Parlando ancora di risorse, è bene chiarire che gli annunci di forti investimenti da parte del Ministro De Micheli al momento non trovano corrispondenza nel documento più discusso e più attenzionato, dal momento che nel Recovery Fund per le linee regionali non c'è un euro, se non per le linee concesse, ovvero la Canavesana e la Torino-Ceres.
Su una riattivazione immediata pesano le difficoltà oggettive, recentemente confermate dal gestore del servizio, che rendono incompatibili i tempi legati al trasporto scolastico nel periodo pandemico. Nel tratto tra Novara e Vignale (quindi Novara) insistono, infatti, dodici passaggi a livello che riducono la velocità a quaranta chilometri all'ora e per rendere appetibile il servizio passeggeri, ripristinando una velocità adeguata, occorrerebbe attuare un intervento sui passaggi a livello con ingenti investimenti economici e tempi molto più lunghi di quelli sui quali ragionevolmente ci confronteremo con la pandemia.
Nel tratto Romagnano-Varallo, che è d'interesse turistico, per trasformarlo in un servizio quotidiano per i passeggeri, bisognerebbe rinnovare gli impianti tecnologici di sicurezza e di segnalamento dell'armamento ferroviario. Evidentemente anche questi lavori hanno tempi non compatibili.
Per concludere, la Regione Piemonte, in maniera molto trasparente e non demagogica, ritiene che, al momento, vi sia una difficoltà che non insiste sulla Novara-Varallo, ma su tutte le linee del servizio regionale, non avendo a oggi un contratto che garantisca, purtroppo, il futuro.
Riteniamo sia corretto esplicitare questo fattore, confermando al tempo stesso che la Regione lavorerà affinché si possano risolvere tutte le questioni sul tavolo, così come risulta purtroppo difficile reperire fondi nel bilancio regionale. La riapertura delle dodici linee regionali sospese aumenterebbe la spesa di circa trenta milioni di euro all'anno. È comprensibile a tutti che non vi sia una questione di volontà politica, ma di un'evidente difficoltà economica che ha attraversato anche tutta la precedente legislatura, visto che in cinque anni, al netto delle dichiarazioni d'intenti, nulla è stato fatto.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 605 presentata da Disabato, inerente a "Garantire tempi certi per il completamento dell'opera di ristrutturazione di Villa 6 a Collegno"


PRESIDENTE

Concludiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 605 presentata dalla Consigliera Disabato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente; buongiorno a tutte e tutti.
Porto all'attenzione dell'Assessora Chiorino il caso di Villa 6, che è una struttura di grande pregio architettonico, coinvolta in un progetto di edilizia scolastica. È sita nel Parco Dalla Chiesa di Collegno, che è la sede dell'ex ospedale psichiatrico della città.
A seguito della chiusura dell'ospedale, gli edifici presenti all'interno del parco sono stati adibiti ad altri scopi, anche a seguito della loro riqualificazione, come a sede del Consiglio comunale di Collegno e dell'ASL TO3. Oltre a queste e ad altre strutture, c'è la sede del Liceo "Curie Levi".
Su quest'ultimo voglio soffermarmi, perché Villa 6, che è una struttura imponente e dal grande valore storico, è destinata proprio all'ampliamento del Liceo, che purtroppo da qualche anno è costretto a respingere circa la metà delle domande d'iscrizione degli studenti e delle studentesse.
Pertanto, molti ragazzi e molte ragazze sono costretti a scegliere altri istituti, perché attualmente non esiste lo spazio per poterli ospitare tutti all'interno di questa struttura.
Vorrei anche raccontare un po' la storia di Villa 6, perché dal 2010 questo edificio è stato oggetto di un accordo di programma tra la Città metropolitana di Torino (ex Provincia) e la Regione Piemonte. L'accordo è datato, per cui dopo tanti anni è stato necessario rivederlo, anche perch dal 2010 poco si è mosso. Altri edifici hanno ottenuto i finanziamenti presenti all'interno degli accordi di programma. Infatti, questa struttura non era l'unica presente. Con gli anni è stato necessario rivedere il progetto e anche le cifre destinate a tale intervento, tant'è che è stato previsto un nuovo accordo di programma, che prevede un cofinanziamento regionale di 2.323.000 euro e da parte della Città metropolitana di 2.527.000 euro. Queste cifre, da quello che ci confermano, sono sempre state disponibili, ma il problema è stata la revisione del progetto, che ha visto un lungo iter sia da parte della Città metropolitana sia da parte della Regione.
Pertanto, ho deciso di portare all'attenzione della Giunta questo tema perché chiaramente rappresenta un importantissimo progetto di riqualificazione che andrebbe a garantire un servizio a molti studenti e a molte studentesse del mio territorio. Infatti, io sono di Collegno l'intervento insiste sul mio territorio e andrebbe a sanare tutte le carenze che in questo momento sono presenti, prima tra tutte l'impossibilità di ammettere nuove iscrizioni presso il Liceo.
Ritengo che, dopo tutti questi anni, si debba anche arrivare al dunque.
Sappiamo che il progetto è stato rivisto e siamo in attesa del parere sismico sulle strutture per procedere alla sottoscrizione del nuovo accordo. Pare che ci siano anche le risorse e, tra l'altro, la Città metropolitana con un apposito decreto si è impegnata ad anticipare la quota di finanziamento regionale con fondi propri, al fine di approvare il progetto definitivo e impegnare le somme. La Città metropolitana si è impegnata altresì a procedere a uno stanziamento, onde evitare che questo non sia più possibile dopo la firma dell'accordo.
Interroghiamo la Giunta per sapere quando sia prevista la consegna da parte della Regione del parere sismico sulle strutture di Villa 6 ed entro quanto tempo sarà possibile siglare l'accordo fra i due enti per l'avvio dei lavori di riqualificazione dello stabile e consegnare questo importante Liceo alla Città di Collegno e a tutti i Comuni limitrofi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Disabato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Chiorino.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche la Consigliera Disabato per avermi dato la possibilità di fare chiarezza anche per il territorio e per i disagi che ci ha giustamente illustrato la Consigliera con la sua interrogazione.
Effettivamente, sì, fu stipulato un accordo di programma il 27 gennaio 2010 (primo accordo di programma), scaduto il 31 dicembre 2014. Era un accordo di programma tra la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Luserna San Giovanni, l'Azienda Sanitaria Locale TO3 e il Comune di Caluso avente a oggetto la realizzazione d'interventi di edilizia scolastica, che comprendeva anche l'intervento di cui parliamo oggi.
Nel corso del 2019, si sono tenuti ulteriori incontri tra la Regione Piemonte e la Città metropolitana per ridefinire i termini dell'accordo e per dare attuazione al lotto funzionale relativo all'istituto superiore in oggetto di Grugliasco nell'ambito della sezione staccata di Collegno.
L'intervento prevede l'acquisizione e la ristrutturazione dell'immobile sito in Collegno, denominato appunto Villa 6, da destinare all'istituto superiore di Grugliasco con la sezione staccata di Collegno e garantisce un'equilibrata organizzazione territoriale di tutto il sistema scolastico anche in riferimento, come diceva la Consigliera, all'incremento della popolazione scolastica e consentendo, di conseguenza, di eliminare l'utilizzo improprio degli spazi che non sono riadattabili all'uso scolastico che, attualmente, sono allocati all'interno dell'ex mensa anch'essa nell'ambito, quindi all'interno del Parco della Certosa di Collegno.
Ci sono stati incontri tra gli Uffici tecnici della Città metropolitana che hanno provveduto alla redazione degli elaborati progettuali, che sono stati aggiornati e, ovviamente, poi approvati. Inoltre, si è convenuto sull'avvio dell'iter procedurale che ne deve conseguire, mediante la convocazione di una prima conferenza che si è tenuta il 1° agosto 2019. A seguito di quella conferenza, il progetto è stato ulteriormente correttamente integrato e sono stati richiesti i pareri necessari.
Come dice correttamente la Consigliera Disabato, c'è ancora la necessità del parere della Direzione regionale Opere pubbliche, che sta per rilasciare questo parere, pur non potendo indicare una data precisa, ma penso in poche settimane al massimo, nel senso che sicuramente nel corso del mese di febbraio. Il parere cui ci riferiamo è quello sismico, che dev'essere rilasciato dopo aver esperito l'istruttoria tecnica, con esito positivo.
Dopo l'acquisizione di questo parere, tanto per riferire l'iter, è possibile procedere con la convocazione della seduta conclusiva della Conferenza per la condivisione dello schema di accordo da proporre alla Giunta regionale per l'approvazione. Fatto questo, cioè a seguito dell'approvazione dello schema da parte della Giunta, si potrà procedere con la sottoscrizione di un nuovo accordo di programma e di lì procedere.
Confermo alla Consigliera Disabato che le risorse messe a disposizione dalla Regione sono quelle che ha dato anche a lei, quindi 2.323.290 euro il capitolo, se le interessasse, è il n. 218190. Comunque, la Consigliera Disabato avrà copia della mia risposta entro questa sera.
Direi che siamo nella fase conclusiva dell'iter, perché da quando arriverà il parere, dovrebbe attivarsi tutto molto velocemente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Chiorino.
Ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta, trasmesso via mail a tutti i Consiglieri, è pubblicato in banca dati, dove è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia dei componenti la Giunta.
Nel ringraziare il Presidente Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.09 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta prosegue alle ore 15.17)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame disegno di legge n. 88, inerente a "Modifiche alla legge regionale 10 gennaio 2018. n. 1 (Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alle leggi regionali 26 aprile 2000, n. 44 e 24 maggio 2012, n. 7)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 88, inerente a "Modifiche alla legge regionale 10 gennaio 2018. n. 1 (Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alle leggi regionali 26 aprile 2000, n. 44 e 24 maggio 2012, n. 7)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella sessione mattutina c'è stata la relazione di maggioranza del Consigliere Gagliasso le relazioni di minoranza dei Consiglieri Bertola Grimaldi, Sacco e Valle.
Successivamente, c'è stata la discussione generale e sono intervenuti i Consiglieri Avetta, Sarno, Marello e l'Assessore Marnati. È iniziato l'esame dell'articolato e degli emendamenti collegati e sono stati votati gli emendamenti all'articolo 1.
Riprendiamo con l'esame e la votazione dell'articolo 1.
Chiedo se vi sono interventi o dichiarazioni di voto sull'articolo 1.
La parola al Consigliere Grimaldi, per dichiarazione di voto.



GRIMALDI Marco

Presidente, non si spazientisca, ma mentre lei parla noi dobbiamo scrivere e poi prendere la parola. Se lei vuole, prendo prima la parola e poi scrivo.



PRESIDENTE

No, prima chieda e poi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Mi dispiace che l'Assessore Marnati abbia bocciato tutti i nostri emendamenti. Come avrete colto, non c'è nessuna volontà ostruzionistica, ma soltanto il tentativo da parte di una forza progressista ed ecologista di tenere il punto e anche di far notare, però, quello che è l'ennesimo tentativo e passo non colto, l'ennesima volta che si rimanda a domani quello che si può fare oggi.
Abbiamo provato a ridurre gli anni in cui si poteva arrivare a certi obiettivi sfidanti. Abbiamo provato ad abbassare l'impronta ecologica di tutti noi, ridurre l'impatto dei rifiuti indifferenziati. Abbiamo provato ad aprirvi gli occhi, anche sul compito delle grandi, piccole e medie città.
Mi pare di capire che il senso del parere contrario della Giunta sia: sì saremmo anche favorevoli, ma i dati nazionali ci dicono che è meglio tenersi più larghi.
Su questo davvero non vi capisco: fate tanto quelli che vogliono poteri speciali, gli autonomisti, i protagonisti di un nuovo Piemonte ma poi quando vi fa comodo, sono i dati nazionali a imporre anche le vostre scelte legislative, inspiegabilmente.
Mi faccia dire, insomma, che il nostro parere non può essere positivo su quest'articolo e, tra l'altro, sull'intero testo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi altre richieste d'intervento in dichiarazione di voto procediamo con la votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 2 L'articolo 2 non ha emendamenti.
Non essendovi richieste d'intervento in dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Riva Vercellotti, Biletta Ruzzola e Graglia.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso).
La parola al Consigliere Riva Vercellotti per l'illustrazione.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie Si tratta di un emendamento di forma già presentato, illustrato e concordato con l'Assessore. L'emendamento tende a specificare meglio che la Regione possa approvare il riconoscimento dei sub-ambiti territoriali di dimensione anche provinciale e non solo intraprovinciale e interprovinciale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi in discussione generale, qual è il parere della Giunta sull'emendamento 1)?



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

La Giunta esprime parere favorevole.



GRIMALDI Marco

Scusi, Presidente, non ho capito, ma l'emendamento rubricato n. 1) è quello presentato dal Consigliere Riva Vercellotti? Come mai non è stato illustrato?



PRESIDENTE

L'emendamento è stato illustrato.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 1) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 4 Su quest'articolo non insistono emendamenti. Se non vi sono richieste d'intervento in dichiarazione di voto, procederei alla votazione per appello nominale.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 5 Sull'articolo 5 insistono tre emendamenti.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 2) è stato ritirato dal presentatore.
Emendamento rubricato n. 8) presentato da Valle, Avetta, Canalis, Marello Ravetti, Rossi e Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 8); ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Presento io questo emendamento, che è coerente con l'intervento che ho svolto, in particolare, in fase di discussione generale.
L'emendamento n. 8) insiste sul comma 3 dell'articolo 5.
La lettera b) del comma 2 dell'articolo 9 della l.r. 1/2018 è sostituita dalla seguente: "b) predispongono, in qualità di ente territorialmente competente, come previsto dall'ARERA, acquisito il parere dei comuni interessati, i piani finanziari per ciascun comune, anche sulla base di dati di costo di trattamento e delle eventuali indicazioni generali rispetto a obiettivi, parametri e coefficienti applicati al metodo tariffario forniti dalla Conferenza d'ambito regionale e approvano il conseguente piano finanziario consortile".
L'emendamento chiede alla maggioranza di modificare quello di cui dicevamo stamattina, e cioè che il piano finanziario non venga individuato dalla Conferenza d'ambito regionale, ma dalle Conferenze d'ambito territoriali.
Questo per diverse ragioni: la prima è che siamo preoccupati per il prolungamento dei tempi, perché se dovessimo usare questa metodologia si rischia - non è detto ovviamente - di andare incontro a tempi lunghi.
Questo vuol dire applicare la tariffa.



(Audio mancante o non comprensibile)



SARNO Diego

Procedere attraverso una tariffa che prevede un acconto e poi un saldo finale.
Questo evidentemente mette in difficoltà la comprensione della tariffa da parte dei cittadini ed è sostanzialmente l'elemento primario.
Il secondo è che non si dà la possibilità ai Comuni di costruire direttamente. L'Assessore ci potrà dire che questo è stabilito dalla ARERA ma se andiamo sul sito dell'ARERA stessa, quando si racconta e si specifica ad alcune domande quali sono.
Vado proprio a leggere il testo scritto, Presidente, così almeno non faccio con parole mie una descrizione di un intervento. "Quali sono i soggetti tenuti alla predisposizione del piano economico-finanziario?" - sto leggendo direttamente dal sito - "I soggetti tenuti a predisporre il piano economico- finanziario sono il gestore o i gestori del servizio integrato ivi inclusi i comuni che gestiscono il servizio in economia". Subito dopo si parla "dell'ente territorialmente competente", che evidentemente è l'ente di ambito territoriale, non regionale.
Pertanto, l'emendamento n. 8) cerca di risolvere e di migliorare questo meccanismo, secondo noi e secondo i soggetti territoriali che hanno sollecitato noi e anche l'Assessore in questo senso con delle lettere e delle interlocuzioni. Rischieremmo di complicarci fin troppo la vita in termini proprio di gestione del computo del piano finanziario e, a cascata del computo della tariffa.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Aggiungo una chiosa all'illustrazione tecnica già esaustiva fatta dal collega. Quello che mi colpisce proprio politicamente è che dimostra come questa legge arrivi proprio perché si è "tirati per la giacchetta" dal territorio, ma non dalle espressioni più virtuose, mi sento di dire.
Infatti, da una parte, dobbiamo riconoscere i consorzi come sono oggi perché questa è l'istanza che ci arriva, quindi torniamo indietro sulle aggregazioni e su tutto quello che ci siamo già detti. D'altra parte togliamo loro la questione del piano tariffario, perché si tratta evidentemente di un'attività a elevata complessità che non tutti sono in grado di svolgere al meglio.
È evidente che c'è una contraddizione in termini. A mio giudizio, avrebbe senso trovare almeno il modo di costruire un duplice meccanismo, per cui i consorzi che sono in grado si occupino di approvare il proprio piano tariffario, mentre quelli che hanno bisogno di un supporto in questo senso si possano appoggiare a livello più ampio.
Il rischio dei tempi che paventava il collega Sarno è molto alto. Anche su questo non vogliamo fare i profeti, ma abbiamo la sensazione che fra un anno e mezzo saremo nuovamente chiamati a riparlarne.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi sull'emendamento n. 8), passiamo al successivo.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Gagliasso, Dago e Marin.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Gagliasso per l'illustrazione.



GAGLIASSO Matteo

Grazie, Presidente.
Se non è un problema, lo lascerei illustrare al Consigliere Marin.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marin.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
Mi pare che sia già emerso negli interventi di un collega di minoranza il fatto di rendere equilibrato il pagamento della tariffa a livello di tutti i cittadini, ma soprattutto perché da sempre emerge che, per quanto riguarda i cittadini residenti nelle realtà turistiche - che, in modo particolare, definiamo in questo caso parlando di un decreto legge che riguarda la modifica della legge n. 1/2018 sui rifiuti - il numero di abitanti non residenti supera più del 50% quello della popolazione residente. In questo caso, ci sembra corretto addivenire a una proposta per individuare quello che è il numero di abitanti equivalenti.
Infatti, abbiamo moltissime realtà piemontesi nelle quali vi è l'industria del futuro e del presente, quella in assoluto più ecologica e non delocalizzabile che abbiamo in Piemonte, cioè il turismo. Le realtà turistiche - dove a volte magari la popolazione non residente è di 1.000 2.000 o 3.000 per cento in più rispetto a quella residente - che cosa contemplano di fatto? Che all'interno di un consorzio di raccolta rifiuti i cittadini residenti, di fatto, senza questa proposta di emendamento a mia firma ma sottoscritta anche dai colleghi Gagliasso e Dago, risulterebbero produttori di rifiuti dieci, quindici o anche trenta volte superiori rispetto alla la media. Si tratta, insomma, di equilibrare nelle realtà effettivamente turistiche un parametro che dev'essere dato dalla popolazione equivalente non più residente.
Credo che sia una questione anche di giustizia, oltre che di aiuto, di collaborazione e di equilibrio rispetto al cittadino residente il quale vivendo in aree turistiche e, soprattutto, anche in aree montane, deve avere i giusti diritti anche in termini di tariffe rispetto al cittadino di pianura e della grande città.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi in discussione generale sugli emendamenti chiedo il parere della Giunta in merito.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

La mia risposta vale per gli emendamenti 8), 9), 10) e 11), quindi questa risposta vale per tutti e quattro gli emendamenti presentati.
L'emendamento n. 8) non è accoglibile per questo motivo. ARERA individua come ente territorialmente competente, in prima battuta, l'ente di governo dell'ambito laddove è costituito ed è operativo o, in caso contrario, la Regione o la Provincia autonoma o altri enti competenti, secondo la normativa vigente. Le suddette funzioni sono in capo a un unico ente e ARERA non prevede che possano essere ripartite. Il disegno di legge n. 88 ha, pertanto, individuato tale funzione nell'atto regionale, rinviando a una successiva (questo per rispondere al Consigliere Valle) deliberazione regionale la definizione dei criteri in merito alla ripartizione delle funzioni tra sub-ambiti, quindi gli ex consorzi, e l'ATO regionale.
Poi, con deliberazione n. 443 del 31 ottobre 2019 ARERA ha approvato il nuovo metodo tariffario inerente al servizio integrato di gestione dei rifiuti. In particolare, all'articolo 6 della suddetta deliberazione viene delineato il processo di approvazione del costo complessivo del servizio dei rifiuti urbani e viene ripartito su tre attori.
Il primo attore è il gestore del servizio con il compito di predisporre il piano economico-finanziario, secondo appunto ARERA, provvedendo a riclassificare le voci di costo e allocarle secondo la metodologia prevista dal metodo tariffario, pervenendo alla costituzione del PEF (il piano economico-finanziario grezzo).
Il secondo attore è l'ente territorialmente competente con il compito di considerare il piano economico-finanziario di ciascun gestore e di creare un piano economico-finanziario finale e di validarlo verificando competenza, coerenza e congruità dei contenuti. L'ETC (l'ente territorialmente competente) assume, inoltre, le pertinenti determinazioni e provvede a trasmettere all'autorità la predisposizione del piano e la conseguente esecuzione sul territorio.
Il terzo attore è ARERA, che verifica la coerenza regolatoria della documentazione dei dati ricevuti e che, in caso di esito positivo, procede con l'applicazione finale dei corrispettivi.
In materia di definizione della tariffa finale da parte dei Comuni, la legge non interviene in quanto la competenza è attribuita ai Comuni dalla norma nazionale.
Per questo motivo, gli emendamenti dell'opposizione non sono accoglibili mentre, ovviamente, è accoglibile da parte della Giunta quello presentato dal Consigliere Gagliasso.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sarno, per dichiarazione di voto.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo per dichiarazione di voto e, ovviamente, il nostro voto è favorevole all'emendamento, ma uso la dichiarazione solo per evidenziare quello che abbiamo provato a raccontare sia io sia il collega Valle.
Proprio nella risposta dell'Assessore è evidente un meccanismo complesso; è un meccanismo che certo imputa alla Regione la possibilità di decidere qual è l'ente territoriale.
Mettiamo a verbale la dichiarazione che state decidendo di costruire una prassi molto complicata e complessa nei termini proprio dei tempi, perch quello che lei, Assessore, ha descritto evidenzia un meccanismo complesso ed evidenzia il fatto che, fino in fondo, rispetto ai cosiddetti vecchi consorzi, a volte, la vostra volontà politica è quella, però, di non affidare, come diceva il collega Valle, quest'obiettivo, che è uno degli obiettivi primari nella gestione dei rifiuti. Pertanto, il racconto che lei stava facendo è un racconto, Assessore, che complica molto, quindi non vogliamo dire che sia certo, ma è plausibile che il tema dei tempi venga fuori fra qualche mese, ritrovandoci qui a ridiscuterlo.
Per questa ragione, convintamente voteremo a favore di questo emendamento non solo perché l'abbiamo proposto, ma perché arriva dal territorio.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione dell'emendamento n. 8).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 8) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Non essendovi dichiarazioni di voto sull'emendamento rubricato n. 3) passiamo alla votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 3) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Non essendovi dichiarazioni di voto sull'articolo 5, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 5, come modificato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 9) presentato da Valle, Avetta, Canalis, Marello Ravetti, Rossi e Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Lo illustra il Consigliere Sarno.



PRESIDENTE

Consigliere Sarno, prego, ha facoltà di intervenire.
Il Consigliere Sarno non riesce ad attivare l'audio.



VALLE Daniele

Lo illustro io.
Con l'emendamento rubricato n. 9) torniamo sulla questione che abbiamo già posto con l'emendamento che abbiamo presentato all'articolo 5. In particolare ritorniamo sul tema che, secondo noi, non è opportuno individuare, in capo alla Conferenza d'ambito regionale, la funzione di ente competente per la validazione dei piani finanziari.
Per noi è decisamente preferibile che questo compito resti in capo ai consorzi per ragioni di economicità, velocità, praticità e anche di aderenza al territorio, che è una delle chiavi di volta che ha inspirato questo disegno di legge nel momento in cui fa venir meno la spinta coercitiva, l'aggregazione dei consorzi per salvaguardare i consorzi esistenti.
Ci chiediamo se non sia il caso di mantenere questo livello anche per l'approvazione dei piani finanziari.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Ribadisco i concetti che ha espresso bene il Consigliere Valle, magari anche con una terminologia un po' più rozza. Nel momento in cui, con questa legge, si fa la scelta di, sostanzialmente, mantenere gli attuali consorzi o, meglio, non obbligarli alla fusione - se vogliono farlo, è una loro iniziativa - mi chiedo perché dover cambiare la norma rispetto a quella di oggi, rispetto alle tariffe, rispetto ai piani finanziari. I Comuni continuino a fare le loro proposte e a presentarle ai consorzi.
Su questo tema molto delicato delle tariffe, si rimanga a livello locale.
Non vedo perché occorre coinvolgere il livello regionale, generando tempi più lunghi, difficoltà, maggiori burocrazie mentre le cose possono tranquillamente rimanere in capo a Comuni e consorzi. Se i consorzi venivano meno, era un altro discorso, ma nel momento in cui cambiamo questa norma credo che sarebbe saggio e molto più semplice mantenere le cose come stanno.
Invito anche la maggioranza a fare una riflessione sull'emendamento che abbiamo proposto.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi sono altri interventi in discussione generale, qual è il parere della Giunta sull'emendamento rubricato n. 9)?



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Il parere della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 9) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 7 Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 8 Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 7) presentato da Valle, Avetta, Canalis, Marello Ravetti, Rossi e Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Valle, Avetta, Canalis, Marello Ravetti, Rossi e Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
L'emendamento rubricato n. 21) è irricevibile, in quanto il comma 2 ter dell'articolo 18 della legge n. 1/2018 è già stato inserito con identico testo in Commissione. Pertanto, tale emendamento è già stato approvato in Commissione ed è già nel testo.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

L'emendamento n. 21) lo avevamo già ritirato questa mattina.



PRESIDENTE

È vero, chiedo scusa.



VALLE Daniele

Gli altri emendamenti li illustro insieme.
Con questi due emendamenti andiamo a lavorare sul tema delle sanzioni e, in particolare, con l'emendamento n. 6) ipotizziamo di ripartire tra i Comuni turistici ricompresi nell'area vasta le sanzioni di coloro che abbiano comunque dimostrato una riduzione del quantitativo di rifiuti urbani.
Questo va nuovamente nella direzione di andare a sostenere quei consorzi che abbiano al loro interno dei Comuni turistici, i quali, come abbiamo già detto su altre questioni, contano magari un numero molto basso di abitanti salvo esplodere in misura significativa per numerose volte durante il corso dell'anno, con un rapporto tra abitanti residenti e non residenti anche di uno a dieci o di uno a venti, nei periodi di massima affluenza, soprattutto in alcune zone montane.
Con l'emendamento n. 7), sempre in tema di sanzioni, andiamo a ipotizzare un dimezzamento delle sanzioni per quei consorzi che si siano volontariamente accorpati. Questa è una proposta per provare a spingere maggiormente su uno di quei temi che sottolineavamo stamattina. Il fatto di non obbligare più i consorzi ad accorparsi non deve significare lasciar perdere una politica di forti incentivazioni per chi persegue, invece, una strada faticosa dal punto di vista politico e organizzativo, ma che siamo sicuri possa comportare, nel medio-lungo periodo, significativi vantaggi.
Entrambi gli emendamenti non comportano alcun aggravio di carattere di costi o di maggiori oneri e pensiamo che siano ragionevoli.
Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo se vi siano altri interventi in merito agli emendamenti n. 6) e n.
7) a prima firma Valle.
Non essendovi interventi su tali emendamenti né in discussione generale sugli emendamenti relativi all'articolo 9, chiedo il parere della Giunta.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Sull'emendamento n. 6) il parere della Giunta è contrario, in quanto con l'emendamento della Giunta è stata già introdotta una franchigia sulle sanzioni per i Comuni turistici.
Sull'emendamento n. 7) il parere della Giunta è contrario, in quanto il disegno di legge prevede già all'articolo 12, comma 3 forme d'incentivo per i Consorzi che si accorpino, in particolare con progetti per il miglioramento delle raccolte.
Il dimezzamento della sanzione non si ritiene possa essere considerato una vera e propria forma d'incentivo, proprio perché l'accorpamento volontario di due o più consorzi dev'essere mirato al miglioramento delle prestazioni di raccolta e non al peggioramento.
Pertanto, il parere della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marnati.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 7) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 6) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione nominale sull'articolo 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 10) presentato da Valle, Avetta, Canalis, Marello Ravetti, Rossi e Sarno.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso).
La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 10) insiste sull'articolo 10, comma 2, e si riferisce ovviamente al comma 5 dell'articolo 2 dello schema di convenzione tipo. È un tema che abbiamo già sottoposto alla maggioranza e, quindi all'Assessore.
Faccio una precisazione su un passaggio dell'emendamento: a differenza di prima, essendo questo lo schema di convenzione, specifica che il piano finanziario e la tariffa predisposti dal Consorzio sono approvati dal Comune. La tariffa è riscossa dal Comune stesso, salva diversa pattuizione.
Aggiungo un elemento in più, rispetto alla riflessione precedente su questo disegno di legge, almeno per lasciarlo agli atti del Consiglio. La motivazione già espressa, nei contenuti, nella precedente risposta dell'Assessore a emendamenti simili, non ci ha convinto, soprattutto perch la Conferenza d'ambito può riconoscersi, invece, il compito di definire obiettivi generali all'interno di un range, sostanzialmente di coefficienti tariffari uniformi. Ovviamente, a questi coefficienti si devono adeguare i singoli consorzi, all'atto di validazione dei propri piani finanziari.
Lo aggiungiamo, in termini di discussione e di comprensione di questo emendamento n. 10), per ribadire, secondo noi, l'importanza di quest'impostazione.
È vero che l'Assessore ci ha detto che potrebbe essere un ragionamento in futuro attraverso altri atti, in particolare in termini di regolamenti definiti direttamente dalla Giunta, ma sarebbe opportuno farlo prima. Su questo emendamento, insomma, potremmo prevedere una discussione diversa e un esito diverso.
Chiudo, Presidente, proprio perché si va a ragionare dello schema di convenzione tipo e, quindi, di un'applicazione concreta e più puntuale dell'obiettivo più generale.
Abbiamo ripresentato l'emendamento con lo stesso contenuto, ma su uno strumento esecutivo differente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 11) presentato da Valle, Avetta, Canalis, Marello Ravetti, Rossi e Sarno.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.



SARNO Diego

L'emendamento rubricato n. 11) ha sostanzialmente lo stesso contenuto, solo che insiste sul comma 4 dell'articolo 3 dello schema di statuto tipo del consorzio di area vasta.
In questo senso, con la riflessione che ho appena fatto, diamo un'altra possibilità alla maggioranza, ma all'interno dello schema di statuto tipo proprio per - ribadisco - provare a costruire questa prassi, che sarebbe più comoda e più coerente con la definizione della tariffa e, di conseguenza, con la comprensione della stessa direttamente da parte dei cittadini e con la gestione diretta dei Comuni, come i miei colleghi hanno precedentemente affermato.
Vogliamo ritornare a dare più poteri ai singoli consorzi, ma poi, in questa funzione, togliamo loro una competenza diretta. Chiediamo, in altre parole che questa ricada direttamente sui consorzi e non sull'ente territoriale d'ambito regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono richieste d'intervento in discussione generale sugli emendamenti, do la parola all'Assessore Marnati per il parere della Giunta.
Prego, Assessore.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Su entrambi gli emendamenti il parere è contrario e le motivazioni le ho già esposte prima.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 10) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 11) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Passiamo alla votazione sull'articolo 10, non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 10, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 11 Sull'articolo 11 non insistono emendamenti.
Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 12 Sull'articolo 12 non insistono emendamenti.
Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 13 Non essendovi emendamenti né dichiarazioni voto sull'articolo 13, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 14 Non essendovi emendamenti né dichiarazioni voto sull'articolo 14, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 15 Non essendovi richieste d'intervento, procediamo con la votazione dell'articolo 15.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Procediamo con le dichiarazioni di voto sull'intero provvedimento.
La parola al Consigliere Dago.



DAGO Angelo

Grazie, Presidente.
Devo dire che questo provvedimento è stato fortemente voluto dai territori.
Appena nominato Presidente della V Commissione, mi ha chiamato un Sindaco della Provincia di Torino per invitarmi a un incontro pubblico sul tema della regolamentazione della gestione dei rifiuti in Piemonte (nuova legge n. 1/2018). Pensavo di trovare dieci Sindaci, ma ho trovato la sala strapiena: c'erano oltre novanta amministratori e, devo dire, fortemente arrabbiati.
La questione era appunto l'accorpamento dei consorzi, che oggi è stato citato più volte. Loro temevano che, accorpando i consorzi, fossero vanificati anni di lavoro, perché in quegli anni si era ottimizzata la gestione dei rifiuti su quei territori ma, soprattutto, c'era la problematica dell'aumento dei costi. Successivamente, l'Assessore Marnati ha attivato molti tavoli di lavoro con tutti i territori interessati, che ha portato al provvedimento che oggi andiamo ad approvare.
Il provvedimento in questione è stato dapprima portano in Commission, ha ottenuto il parere del CAL e, successivamente, richiamato in Aula. Con richieste dei colleghi della minoranza, ma devo dire francamente anche del sottoscritto, è stato riassegnato alla V Commissione, dove è stato esaminato nelle scorse settimane, apportando, secondo me, buoni aggiustamenti, devo dire con la collaborazione dei Consiglieri in minoranza, ma anche di maggioranza, ottimizzando di molto il testo.
Durante la discussione è emersa anche la problematica del ricarico di falda. Come diceva prima il Consigliere Sacco, ci sono alcune sentenze che non prevedono che la norma non entri nel merito del ricarico di falda, che dev'essere normato all'interno di uno strumento di programmazione.
Vorrei dire che nelle prossime settimane sarà esaminato in V Commissione il Piano territoriale delle acque, in modo che si potrà effettivamente definire meglio i parametri e le attività che potrebbero o che non possono essere collocate in ambiti di ricarica di falda.
Dei rifiuti, in V Commissione si parlerà già da domani. Infatti, è stato convocato il tavolo di lavoro, a seguito di diverse audizioni della I Commissione, dove si è parlato con i comitati formatisi, via via, sui territori, in merito alla presentazione di progetti, anche importanti, di realizzazione di nuove strutture e di nuovi impianti a produzione di biogas. Pertanto, già da domani se ne parlerà in Commissione.
Questo tavolo sarà convocato anche nelle prossime settimane, dove si approfondirà questa materia molto importante e molto sentita dai territori.
Concludo dicendo che la Lega voterà favorevolmente questo provvedimento voluto dai territori. Ringrazio l'Assessore Marnati per essersi impegnato in questi mesi ad ascoltare e a cercare soluzioni per le problematiche che Comuni, consorzi e autorità d'ambito hanno manifestato in varie occasioni.
Ringrazio davvero i componenti della V Commissione, che in queste settimane di esame del provvedimento hanno collaborato positivamente senza mai fare ostruzionismo. Questo ha fatto sì che il provvedimento uscisse dalla Commissione in modo migliore e più consono alle realtà del nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Un intervento breve, giusto per rimarcare la nostra posizione. Pensiamo che dopo due anni dall'annuncio di questa piccola modifica (perché il termine "riforma" mi pare eccessivo) della legge n. 1 del 2018, era tempo di arrivare alla fine del percorso. È anche per questo che, come Gruppo abbiamo tenuto quest'atteggiamento, provando a collaborare nel merito perché, pur non condividendo l'impianto, ci rendiamo conto che questo sistema ha bisogno di stabilità e di certezze, quali che siano.
In quest'ottica, abbiamo inteso favorire un confronto il più fluido possibile nei tempi e nelle modalità con cui si è svolto e mi fa piacere che ci sia stato riconosciuto proprio dal collega Dago.
Restano aperte delle nostre perplessità: innanzitutto, il rischio d'impugnativa del provvedimento, rispetto al quale la responsabilità ricadrà completamente su chi l'ha proposto e, soprattutto, rispetto al tempo che ancora si dovrà perdere se questa eventualità, che non è così remota, dovesse verificarsi.
Al di là di questo, che comunque è un rischio, restano ancora alcune perplessità. Le abbiamo rimarcate con alcuni emendamenti. In parte ci sono stati anche dei passi avanti, come sul tema dei comuni turistici, dove almeno in quota parte è stato accolto dalla sensibilità della maggioranza anche se non nei modi e nella misura che avremmo immaginato.
Resta aperto un tema, secondo noi irrisolto, di un'insufficiente volontà e di insufficienti strumenti che questa nuova riforma prevede, per incentivare le aggregazioni fra i consorzi, che invece, secondo noi, vanno incentivate e sostenute con maggior efficacia.
Resta aperto il nodo dell'approvazione del sistema delle tariffe e dei piani finanziari, perché crediamo che con questo meccanismo sia troppo laborioso e presenti un rischio di ritardi e una farraginosità del sistema.
Penso che, alla prova dei fatti, tra un anno e mezzo o due, saremo costretti a ritornare sulla questione, perché sarà il territorio stesso a richiedercelo; così come non ho dubbi - e così mi è parso di intendere dalle parole dell'Assessore - che ci sia stata anche una parte del territorio che, invece, ha chiesto esattamente quello che la Giunta sta proponendo, perché faceva fatica a caricarsi questo schema.
Ci sarà sicuramente un'altra voce che emergerà nei prossimi tempi ed emergerà quando il livello regionale non riuscirà a stare dietro alle esigenze di un'approvazione nei tempi dei piani finanziari.
Detto questo - e concludo - abbiamo voluto garantire questa fluidità dei lavori, proprio perché non vogliamo lasciare alibi. Se ci abbiamo messo due anni per arrivare a questa riforma, non è colpa delle opposizioni. Abbiamo garantito i lavori più spediti possibili, speriamo che adesso, in ogni caso, questo sistema possa trovare quella stabilità e quella certezza nelle norme che gli serve per affrontare le sfide che ha di fronte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Poche parole per spiegare il motivo del non voto favorevole sul provvedimento.
Abbiamo provato a spiegarvi perché il nostro parere sulla revisione della legge sulla gestione dei rifiuti non è per niente positivo. Questa legge è un arretramento culturale e politico, non certo un avanzamento, come hanno appena detto i colleghi di maggioranza.
Come provava a spiegarvi anche il Consigliere Valle, è un finto localismo che ci riporta indietro nel tempo, in cui ognuno voleva fare ciò che ha sempre fatto, mentre credo che la politica regionale debba avere il compito di guidare un cambiamento.
Questa legge arriva dopo diversi anni ed è una riforma che è stata concertata e discussa. Ciò che ci dispiace di più, però, non è questa parte. Ci dispiace che l'Assessore Marnati abbia bocciato tutti i nostri emendamenti, non ostruzionistici, che rappresentavano solo il nostro ennesimo tentativo di non rimandare a domani quello che già si poteva fare oggi.
Abbiamo provato ad agire su due leve, come ho provato a spiegare nei tanti emendamenti sull'impronta ecologica: da un lato, proponendo di avvicinare di almeno un anno il raggiungimento degli obiettivi della riduzione della produzione di rifiuti pro capite all'anno; dall'altro, pur mantenendo gli orizzonti temporali dati, tentare di darci gli obiettivi un po' più sfidanti rispetto a quelli veramente minimi pensati dalla Giunta.
Di fatto, volevamo ridurre un po' la nostra impronta ecologica e ridurre l'impatto dei rifiuti indifferenziati, sia nelle piccole sia nelle grandi città, ma, ancora una volta, questa Giunta, purtroppo a trazione leghista che parla di poteri speciali e autonomia, quando si tratta di usare il potere ordinario per dare vita a un nuovo Piemonte si nasconde curiosamente, dietro i dati nazionali, per bocciare le nostre proposte e lasciare tutto com'è.
Mi spiace, ma proprio per questo il nostro voto non sarà certamente positivo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo ovviamente per dichiarare il voto favorevole del nostro Gruppo.
Un voto molto apprezzato da parte nostra, perché era un impegno che oggi possiamo dire di aver mantenuto; un impegno che avevamo preso con i territori, in modo specifico durante la campagna elettorale tanto da farne un punto del nostro programma (un punto specifico dal titolo "No al Consorzio unico").
È un punto che avevamo riportato nel nostro programma perché era un'istanza che veniva, come hanno già detto i colleghi che mi hanno proceduto dall'intero territorio, in modo particolare dagli amministratori che sostanzialmente, ci chiedevano semplicemente di mantenere in piedi quelle buone pratiche, quei buoni consorzi, quelle buone aziende che si erano messe in piedi con il tempo e che erano sotto il controllo diretto degli amministratori, in modo particolare dei Sindaci. Sindaci anche dei piccoli e medi Comuni, che ben conoscono e ben sanno quali sono le istanze del territorio e che si adoperano in modo puntuale per dare delle risposte.
Laddove si fosse creato un consorzio unico per un'intera provincia come quella di Torino, a esclusione della città di Torino, sarebbe stato sicuramente un consorzio che difficilmente sarebbe riuscito a interpretare le istanze di ogni singolo territorio e dare risposte adeguate.
Ho sentito dire dai colleghi Valle e Grimaldi che è un arretramento culturale e politico. Il collega Valle ha detto che è un'opportunità persa un rimandare negli anni quello che si poteva fare oggi però, onestamente rivolgerei una domanda: se eravate così convinti e se anche voi, al contrario di quello che penso, non avevate dubbi su questa parte della legge, per quale motivo non siete intervenuti per applicarla? Avevate dato nove mesi, ai sensi dell'articolo 33, per adottare gli Statuti, quindi a settembre 2018 sarebbero dovuti essere approvati gli statuti.
Entro novanta giorni bisognava ottenere la ratifica, entro marzo dell'anno successivo bisognava arrivare alla stipula delle convenzioni, diversamente potevate applicare i poteri sostitutivi, ma mi sembra che non abbiate fatto nulla di tutto ciò. Molto probabilmente la convinzione che oggi state esprimendo, forse, non era così quando eravate in maggioranza e quando avevate la possibilità, con i poteri sostitutivi, di andare in quella direzione.
Niente di male, non credo che sia male cambiare idea. Su quest'aspetto credo anche che, visto che l'esigenza e la richiesta della modifica di questa parte della legge n. 1 del 2018 venivano da tutti i nostri territori e da tutti i Sindaci in modo trasversale rispetto all'appartenenza politica, segnalava un'istanza che era giusto cogliere. Noi lo abbiamo fatto, lo abbiamo mantenuto, non in due anni, ma a diciannove mesi dal nostro insediamento, quindi in un anno e mezzo, con una pandemia, due alluvioni e tutto ciò che tutti noi conosciamo.
Pertanto, arrivare ad approvarla corrisponde veramente a un impegno che ci siamo assunti e che abbiamo portato avanti con tutte le nostre forze, per cui oggi possiamo dire ai nostri territori, ai nostri Sindaci e ai nostri cittadini di averlo raggiunto nel loro interesse.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Semplicemente per dichiarare il voto favorevole di Fratelli d'Italia e sposare le parole che hanno detto prima sia l'Assessore Marnati sia il collega Capogruppo Paolo Ruzzola. Qui non si va a distruggere una legge precedente, ma a sanare e recepire delle criticità che sono state evidenziate dai territori e da chi il territorio lo governa e lo presidia cioè dai Sindaci.
Avremo una soluzione con ventidue consorzi di area vasta che avranno la loro autonomia, quindi avremmo una forza di controllo importante, una governance forte. Questo è sicuramente importante, perché ci fa anche entrare nell'ottica che è giusto parlare di ambiente, ma dobbiamo anche andare a leggere l'importanza dei rifiuti in chiave economica. Sappiamo che un'ottimizzazione dello smaltimento può essere foriera di ricchezza, quindi ribadisco il voto favorevole e mi complimento con l'Assessore, che ha sviluppato un buon strumento di legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendovi altri iscritti a parlare, possiamo procedere all'esame dell'ordine del giorno n. 486 presentato da Riva Vercellotti, Biletta Dago, Gagliasso, Ruzzola e Sacco, inerente a "Tutela della risorsa idrica".
La parola al Consigliere Riva Vercellotti per l'illustrazione.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio i colleghi Sacco, Ruzzola, Biletta, Dago, Gagliasso e Graglia per avere presentato e firmato con me quest'ordine del giorno anche se su fronti diversi e distanti, a dimostrazione che le questioni ambientali non devono avere una connotazione di parte.
Su questi temi, troppo delicati, occorre che si remi tutti nella stessa direzione e la tutela delle nostre falde è un argomento di grande rilevanza politica; questione già oggetto di un'intensa discussione durante e dopo i lavori di V Commissione con l'emendamento presentato dal collega Sacco e oggetto di un'intensa iniziativa politica ancora prima, negli anni passati promossa da molte decine di Sindaci piemontesi, da tre Province, dalla Città metropolitana e che aveva raggiunto un primo traguardo nella tutela della cosiddetta area di Valledora a confine tra le Province di Biella e di Vercelli.
In seguito, il tema è diventato oggetto di discussione anche in campagna elettorale. Sono molto contento che - prima si parlava di programmi elettorali - nel programma elettorale del centrodestra e del Presidente Cirio ci fosse un passaggio chiaro e inequivocabile: "Vogliamo garantire ai piemontesi la tutela delle falde acquifere, da dove attingono i pozzi".
Così recitava quel programma. Ora, però, occorre passare dalle parole, dai programmi ai fatti.
Torno al lavoro fatto in quest'ultima settimana in Commissione con la collaborazione non solo del Presidente Sacco, ma anche del Presidente della Commissione Angelo Dago, intervenuto prima, e dell'Assessore Marnati.
Abbiamo riscontrato una difficoltà nella scrittura del testo emendativo per via della rigidità del Testo Unico Ambientale, che fissa, con estrema precisione, chi fa che cosa. Abbiamo allora approfondito la norma, facendo soprattutto un lavoro di ricerca sui possibili profili d'incostituzionalità. È così che sono incappato nella recentissima sentenza n. 272 del 2020 della Corte Costituzionale, che richiama altre sentenze del 2016 e del 2013 e che in sintesi, ribadisce come la definizione dei criteri localizzativi sia di stretta competenza gestionale e amministrativa.
Dunque, non è consentita la via legislativa.
È davvero un peccato. Insomma, anche volendo, non possiamo scrivere un indirizzo in legge così netto e aggiungo di buon senso ma l'onere è demandato alla Giunta.
A questo punto, fatte queste preliminari verifiche d'intesa con l'Assessore, che ringrazio per la collaborazione fornita, abbiamo depositato un ordine del giorno in cui chiediamo, sinteticamente, che nei criteri localizzativi promossi dalla Giunta vengano previsti criteri di esclusione per tutti quegli impianti che possono interferire con la tutela della risorsa idrica sotterranea: quindi non tutti indiscriminatamente, ma soltanto quelli che possono interferire con la tutela delle risorse idriche.
Insomma, basta lasciare le Province e la Città metropolitana senza un chiaro indirizzo su una materia così delicata! Basta casini, basta comitati, ricorsi, imprenditori che non sanno più cosa fare, cause legali infinite, proteste. Basta! Pure la CNAPI - ne abbiamo discusso la settimana scorsa - tra i criteri per individuare le aree idonee ha già escluso quelle dove ci sono interferenze con l'acquifero profondo. E questo potrà essere un tema che cavalcheranno quei Sindaci interessati, che possono veder recuperare la propria situazione come loro ritengono, a tutela del proprio territorio.
Allora, facciamo come hanno già fatto altre Regioni, come il Veneto per esempio, che è già intervenuto in materia: facciamo sì - e concludo Presidente - che nei criteri localizzativi diventi davvero un punto qualificante. Perché vogliamo e dobbiamo dire ai nostri concittadini piemontesi che in quest'esperienza legislativa e amministrativa abbiamo fatto davvero di tutto per garantire la sicurezza delle nostre acque e dei nostri acquedotti. Lo dobbiamo a chi crede in un presente migliore soprattutto per le generazioni che verranno.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Consigliere Martinetti, intende intervenire sull'ordine dei lavori o sull'ordine del giorno?



MARTINETTI Ivano

Vorrei intervenire sull'ordine del giorno.
Avevo indicato.



(Audio mancante o non comprensibile)



MARTINETTI Ivano

Volevo sottoscrivere l'ordine del giorno n. 486, a prima firma del Consigliere Riva Vercellotti, ma non so se è stato annotato.



PRESIDENTE

Non lo so. Penso di sì, se è stato scritto.
Sì, era stato annotato.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco, che interviene sull'ordine del giorno; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto con convinzione quest'ordine del giorno, anche perché nasce da un lungo lavoro di confronto, dopo il ritiro del nostro emendamento in Commissione, per fare gli approfondimenti tecnici sulla materia.
Ringrazio i colleghi Riva Vercellotti e Dago, con cui mi sono confrontato in questi giorni, che capiscono molto bene la problematica perch provengono anche loro da un territorio che spesso viene colpito da autorizzazioni in aree che potrebbero compromettere la sicurezza della nostra acqua e delle nostre falde.
Come sappiamo, quando si autorizza una cava o una discarica vi è tutta una serie di controlli standard, ma poi gli anni passano e dopo decenni non vengono più monitorate. A quel punto, bisogna solamente sperare che tengano, perché, altrimenti, si va a rischiare di inquinare la falda sottostante con il percolato, soprattutto in un'area di ricarica di falda.
Abbiamo fatto questi approfondimenti, di cui ringrazio anche il collega Riva Vercellotti, con cui mi sono confrontato in merito ad alcune sentenze della Corte Costituzionale: oggettivamente, essendo la materia di esclusiva competenza dello Stato, non potevamo intervenire con legge regionale. Ma sempre la Corte costituzionale, come ricordava il collega, ci dice che attraverso la pianificazione o, comunque, attraverso un atto amministrativo, si può intervenire per definirne i criteri.
Con quest'ordine del giorno si dà anche un arco temporale per definire questi criteri, per permettere finalmente di mettere fine a tutta questa discrezionalità rispetto ad alcune aree che, a oggi, sono individuate e che riteniamo essere proprio le ultime in cui andare a interferire con tutta una serie d'impianti.
Per noi sarebbe un grande risultato. Anzi, se a seguito dell'ordine del giorno si dovesse riuscire a normare in maniera più chiara e a escludere tutta una serie di aree di ricarica, penso che questo grande risultato lo possa vantare tutto il Piemonte, proprio perché renderemmo un grande servizio alle future generazioni.
Noi oggi siamo i custodi dei beni della nostra terra e della nostra regione, ma soprattutto di quello che c'è sotto, dell'acqua, che sarà una delle risorse più importanti in assoluto nei prossimi decenni. Noi ne abbiamo tanta e abbiamo il dovere di proteggerla, anche perché sarà una risorsa non solamente fondamentale per la vita, ma anche per l'economia nel momento in cui dovesse iniziare a scarseggiare. Oggi dev'essere assolutamente prioritario difenderla con tutti i mezzi possibili, perché se questa risorsa dovesse essere compromessa, diventerebbe molto difficile ripulirla e bonificarla.
Speriamo di vedere attuato quest'ordine del giorno con le premesse e con quanto abbiamo sottolineato in Commissione.
Ovviamente, come Movimento 5 Stelle vigileremo sull'applicazione di quest'ordine del giorno. Torno nuovamente a ringraziare i colleghi per il confronto costruttivo che abbiamo avuto su questo tipo di norma. Penso che abbiamo reso un ottimo servizio per i nostri territori, mettendo da parte le divisioni politiche per un bene superiore che è la tutela delle nostre acque.



PRESIDENTE

Nel frattempo hanno richiesto di sottoscrivere gli ordini del giorno la Consigliera Disabato, il Consigliere Bertola e, come aveva detto e ribadito, anche il Consigliere Martinetti.
Il Presidente Cirio ha chiesto di intervenire; prego.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Presidente, posso intervenire?



PRESIDENTE

Sì, prego.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Vi chiedo scusa innanzitutto e ringrazio della cortesia. Sono con il Consigliere Preioni e ci tenevamo, visto che c'è una votazione che riteniamo estremamente importante a proposito di tutela ambientale e di trattamento rifiuti, che per noi è una tematica assolutamente cruciale.
Siamo anche particolarmente lieti del fatto che si siano posti quei correttivi che il territorio e i Sindaci ci avevano richiesto.
Quell'imposizione dall'alto, che sembrava più un'imposizione burocratica che imponeva ai consorzi di riunirsi per aree considerate omogenee ma spesso troppo estese, era un qualcosa che era vissuto con grande fastidio territoriale, legittimo e condivisibile. Ed è il motivo per cui abbiamo ritenuto che ridare la parola ai Sindaci e ai territori affinché possano autodeterminare le loro modalità di gestione fosse estremamente importante.
Inoltre, c'è tutto il tema dell'ottimizzazione della gestione dei rifiuti con meno costi per i Comuni e, di conseguenza, per i cittadini. In tutto questo s'inserisce il tema dell'economia circolare che per tanti anni ho avuto modo di seguire in Commissione ENVI al Parlamento europeo con l'Onorevole Bonafè, quando venne approvato quel tema dell'economia circolare che vedo attuato nei suoi principi all'interno di questo provvedimento legislativo.
Noi oggi siamo impegnati in incontri istituzionali e abbiamo sospeso un momento l'incontro che era in corso. Di questo ringrazio il Presidente della Provincia del VCO e i Sindaci qui presenti che hanno sospeso la riunione. Ritengo che sia doveroso ringraziare l'Assessore e tutto il Consiglio, perché credo che questo sia un passaggio importante che arricchisce il sistema legislativo piemontese di uno strumento che tutelerà l'ambiente, ma nello stesso tempo sarà anche un miglior servizio nei confronti dei cittadini. E grazie anche al Consigliere Preioni che mi ha permesso, attraverso il suo collegamento, di intervenire.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Se il Consigliere Preioni vuole intervenire, altrimenti proseguiamo.



(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Consigliere Preioni, non si sente.
Con il Presidente Cirio funzionava, con lei il collegamento non funziona più.



PREIONI Alberto

Con il Presidente Cirio funzionava.
Stavo dicendo che, a nome del Gruppo della Lega, volevo ringraziare l'Assessore Marnati per l'impegno che ha messo su quest'importante provvedimento. C'è anche stato un grande lavoro in V Commissione da parte del Presidente Drago, un lavoro tecnico su una legge tecnica che va veramente a ridare l'autonomia ai territori e ai consorzi sul tema importante dei rifiuti.
Volevo solo unirmi nei ringraziamenti per il fatto che oggi la Regione Piemonte è dotata di una legge importante, che fa chiarezza e che dà realmente una prospettiva di miglior utilizzo sul sistema dei rifiuti. In tutta Europa sono un'opportunità anche economica ed è arrivato il momento che anche in Piemonte sia possibile far diventare il rifiuto un'opportunità.
Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato e mi complimento per il grande lavoro e il grande impegno durante queste intense sedute, anche di Commissione.



PRESIDENTE

Non vi sono altri interventi, per cui passiamo alla votazione dell'atto d'indirizzo collegato al disegno di legge n. 88.
La parola all'Assessore Marnati per il parere della Giunta sull'ordine del giorno n. 486.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Il parere della Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marnati.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 486, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 174 presentato da Zambaia, Cane, Cerutti Demarchi, Fava, Nicotra, Perugini e Preioni, inerente a "Valutazione della fattibilità dell'introduzione del Test del DNA (NIPT) da erogare attraverso il Sistema Sanitario Regionale"; ordine del giorno n. 170 presentato da Grimaldi, Gallo, Rossi, Salizzoni e Valle, inerente a "Gratuità del NIPT test per tutte le donne residenti in Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 174 e n. 170, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliere Zambaia per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 174; ne ha facoltà.



ZAMBAIA Sara

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, mi permetta di essere contenta della discussione di quest'ordine del giorno, perché è stato presentato circa un anno fa ed è stato frutto di una bella concertazione con il mondo medico, soprattutto dell'ospedale Sant'Anna. Purtroppo, a causa della pandemia e delle tante priorità sanitarie di quest'anno, anzi dall'anno passato, che tutti conosciamo, ci accingiamo a discuterlo solamente oggi.
Prima di entrare nel merito degli impegni della Giunta, mi sembra corretto fare un passaggio su che cos'è il NIPT.
Il NIPT è l'acronimo di "Non Invasive Prenatal Testing". Siamo nell'ambito dei test di screening prenatali.
Tutte le donne piemontesi hanno il beneficio di avere un'agenda di gravidanza, con tutte le prestazioni che devono fare nell'arco dei nove mesi, e che sono riconosciute in modo del tutto gratuito dal Sistema Sanitario Nazionale e Regionale.
Il NIPT, a oggi, è un esame completamente privato. Pertanto, è un esame che le gestanti fanno in modo assolutamente facoltativo. L'unico esame di screening gratuito, quindi riconosciuto dall'agenda di gravidanza, che a oggi le donne piemontese fanno è il test combinato, che si fa al terzo mese di gravidanza. È un test che non ha un'attendibilità quasi totalmente precisa come il NIPT, ma è comunque un esame importante che si basa, per su un calcolo probabilistico (non scendo nei dettagli su come avviene questo esame), che permette di andare a effettuare uno screening sulla presenza o meno di determinate patologie fetali, nella fattispecie patologie cromosomiche quale la sindrome di Down (quindi parliamo della trisomia 21), così come della trisomia 18 e della trisomia 13.
Perché andare, invece, nel senso del NIPT? Come dicevo prima, il NIPT è un test di screening, quindi non è un test diagnostico, ed è importante fare una grande distinzione tra i test di screening e i test diagnostici.
I test di screening, come ad esempio il test combinato che ho menzionato poco fa, sono test che permettono di effettuare uno screening verso determinate patologie. Non possono assolutamente sostituirsi agli esami diagnostici quali l'amniocentesi e la villocentesi, però la scienza moderna ha individuato questo test, che è il NIPT, che, avendo un grado di attendibilità assolutamente elevato, permetterebbe a molte gestanti di evitare l'accesso a test diagnostici che invece sono invasivi, quali l'amniocentesi e la villocentesi.
Nella fattispecie, come dicevo prima, oggi il NIPT è un test facoltativo non viene erogato dal sistema sanitario nazionale e ha un costo elevato perché parliamo di un test che va dai 500 ai 1.000 euro. È chiaro, quindi che non tutte le gestanti possono permettersi un test di questo tipo.
Perché è un test utilissimo? Perché la scienza moderna ha scoperto che, già a partire dalla decima settimana di gestazione, all'interno del DNA della gestante è contenuta una frazione del DNA fetale. Pertanto, con un semplicissimo prelievo di campione ematico della gestante è possibile individuare la presenza delle principali trisomie del feto e anche dei cromosomi sessuali.
Con una concertazione avvenuta con il mondo medico piemontese, nella fattispecie con chi si occupa della diagnosi prenatale presso l'ospedale Sant'Anna di Torino, che sta già effettuando da tempo una sperimentazione sul NIPT test (secondo i dati che abbiamo, a gennaio dello scorso anno sono state campionate circa 900 gestanti con il NIPT test, quindi è stata una sperimentazione che ha portato dei risultati assolutamente entusiasmanti) è emerso che il NIPT potrebbe andare a coadiuvarsi con il test combinato quello che a oggi è riconosciuto dall'agenda di gravidanza, per approfondire lo stato eventuale di rischio di una gravidanza.
Come dicevo prima, non si può sostituire a un test diagnostico quale l'amniocentesi o la villocentesi, motivo per il quale la corrente scientifica prevalente sarebbe di valutare molto positivamente un accesso gratuito, o comunque un accesso pubblico con ticket (e questa è una valutazione da fare in un secondo momento) al NIPT test per tutte quelle gestanti che, a seguito di test combinato, presentano una gravidanza con un rischio intermedio.
Estendere il NIPT in via gratuita, o comunque pubblica, a donne che non hanno una gravidanza a rischio, non avrebbe senso: non avrebbe senso per le finanze della sanità pubblica e non avrebbe senso estenderlo a quelle donne che invece, a seguito di test combinato, stanno conducendo una gravidanza con un rischio elevato. In questo caso, la medicina ci dice che l'unica soluzione percorribile è di approfondire lo stato di rischio di gravidanza direttamente con i test diagnostici, che non possono assolutamente essere scongiurati.
Per tutte quelle donne che presentano una gravidanza a rischio intermedio questo costituirebbe il campione ottimale per far sì che queste donne possano accedere al NIPT test. Perché? Perché il NIPT test ha un grado di attendibilità assolutamente elevato, parliamo quasi del 99% in alcune delle trisomie che ho citato poc'anzi. Pertanto, determinate donne principalmente quelle che hanno una gravidanza con rischio intermedio potrebbero sincerarsi e approfondire il rischio della gravidanza con un semplicissimo prelievo di campione ematico, quindi un prelievo del sangue della gestante, e potrebbero, se il NIPT darà esito favorevole in senso positivo, scongiurare l'accesso all'amniocentesi o alla villocentesi quindi a quei test diagnostici.
Perché dico questo? Perché, come dice l'acronimo stesso, il NIPT è un test non invasivo, consistendo in un esame del sangue, quindi non comporta rischi per la gestante, né tantomeno per il feto, contrariamente ai test diagnostici, quale l'amniocentesi o la villocentesi, che non solo sono test invasivi, ma hanno anche una piccola percentuale di aborto.
Da quel punto di vista, la gestante è molto più tutelata, perché tante gestanti che hanno una gravidanza con un rischio intermedio, facendo il NIPT potrebbero evitare, se ovviamente il test darà un esito positivo l'accesso al test diagnostico, che invece è invasivo.
Questo l'ho specificato perché a livello nazionale ci sono più correnti scientifiche (c'è chi inserirebbe il NIPT per tutte le donne). Invece il senso del nostro ordine del giorno è di estenderlo gratuitamente, o con ticket, solamente a quelle donne che stanno conducendo una gravidanza con un rischio intermedio.
Giungendo agli impegni della Giunta, è chiaro che il NIPT test ha un costo per la sanità pubblica. Non siamo assolutamente in grado, come Regione, di farci carico a livello finanziario del NIPT sulle nostre spalle, ma non avrebbe neanche senso, innanzitutto perché il NIPT è il test prenatale del futuro, quindi da donna dico che sicuramente arriveremo a un giorno dove probabilmente le donne faranno solo il NIPT e non faranno il test combinato. Tuttavia, poiché siamo all'inizio di un percorso indubbiamente importantissimo, il senso dell'ordine del giorno che illustro in questo momento è quello di impegnare la Giunta a farsi portavoce dell'inserimento del NIPT all'interno dei LEA: è chiaro che questo sarebbe un passo in avanti grandissimo a livello nazionale.
Faremo veramente un grande passo in avanti verso un ammodernamento di tutto quello che è il mondo nello screening prenatale, non solo a livello regionale, ma a livello nazionale, con la piccola differenza che, con l'approvazione di quest'ordine del giorno, saremmo, come Regione Piemonte tra i precursori del dialogo all'interno dei LEA, e quindi potremmo seguire direttamente quest'importantissimo processo Giusto per andare in conclusione, l'impegno della Giunta, come dicevo prima, è quello di farsi portavoce nel Tavolo nazionale, che non può che essere quello della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome affinché il NIPT possa finalmente essere inserito all'interno dei LEA perché questo sarebbe un grandissimo passo in avanti.
Dopodiché, una volta che verrà inserito all'interno dei LEA, come si spera presto, si potranno fare tutte le valutazioni su come estenderlo effettivamente alle gestanti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 170.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Per scrivere questo documento abbiamo ovviamente sentito tutti i Gruppi.
Ringrazio gli altri firmatari del Partito Democratico, del centrosinistra e delle altre forze politiche che hanno voluto in seguito sostenere questa causa.
Ringrazio anche la Consigliera Zambaia. Seppur partiti da punti di vista diversi e con orientamenti politici diversi, forse in quanto giovani genitori e avendo tantissimi coetanei che hanno affrontato questo tema, io e lei avevamo anche l'esigenza, in qualche modo, di confrontarci non solo con il mondo scientifico, ma con la necessità e quello che, di fatto, è anche un ritorno che ci viene dalla società reale.
In questi anni tantissime giovani coppie hanno fatto il NIPT e l'hanno fatto perché, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, nella popolazione generale la probabilità di avere un bambino con un problema congenito è pari a circa il 3% e, nell'1% dei casi, si tratta di anomalie che riguardano i cromosomi o il DNA. Come molti di voi sapranno, la medicina moderna offre alla donna un ventaglio di possibilità per arrivare a una diagnosi prenatale, ovvero un insieme d'indagini, sia strumentali sia di laboratorio, che hanno lo scopo di monitorare alcuni aspetti dello stato di salute del feto durante la gravidanza, dalle prime fasi dello sviluppo embrionale fino ai momenti che precedono il parto.
Tra questi strumenti, come ricordava bene la Consigliera Zambaia, a disposizione della medicina per giungere a una diagnosi prenatale la più sicura possibile, ci sono i test integrati, i test combinati del primo trimestre, il tritest, ovviamente l'amniocentesi, il prelievo dei villi coriali e il NIPT test o, come si dice, lo screening prenatale sul DNA fetale.
Se il test combinato ha una buona sensibilità - ricordiamo che consente per esempio, l'identificazione dell'85-90% delle gravidanze con feto affetto dalla sindrome di Down - presenta anche un tasso del 5-6% di risultati falsi positivi, ovvero che evidenziano un rischio aumentato anche quando è presente la sindrome. I risultati falsi positivi comportano, di conseguenza, un aumento del ricorso a procedure di screening invasive non necessarie, secondo noi, causando preoccupazione e anche ansia non solo nella donna, ma in tutte le famiglie che l'affrontano.
Diversamente dall'amniocentesi e dalla villocentesi, in grado di accertare o escludere la presenza di anomalie cromosomiche fetali, che sono esami invasivi, basati sul prelievo di liquido amniotico o di villi coriali placentari che presentano una seppur bassa, come ricordava la Consigliera percentuale di rischio di aborto (comunque non irrilevante, perché stiamo parlando dell'1%), il NIPT test è un esame non invasivo, quindi privo di rischi sia per il feto sia per la mamma, capace di individuare nel feto alcune alterazioni dei cromosomi con un alto grado di attendibilità.
Parliamo addirittura del 99% dei casi per la sindrome di Down e del 96% dei casi per la trisomia 18, cioè la cosiddetta sindrome di Edwards, del 91 dei casi per trisomia 13, cioè la sindrome di Patau, quindi ancora più dei test combinati e integrati, già garantiti dalla nostra sanità pubblica e da tutti i consultori.
Ecco perché esso consente di non ricorrere agli esami invasivi, ma di farlo solo in seguito a risultati allarmanti. Al momento, solo la Regione Emilia Romagna ha reso l'esame gratuito e la Regione Toscana prevede un piccolo rimborso per alcune fasce più alte, e un rimborso totale, in base al reddito, per le fasce più basse. In tutto il resto d'Italia può essere eseguito, così come in Piemonte, solo privatamente, come ricordava la Consigliera Zambaia.
Siamo partiti proprio da questa domanda: è giusto che le giovani coppie e non giovani - il rischio, come sapete, è più alto più si va avanti e fatevelo dire da un quarantenne che conosce benissimo anche le ansie di un'intera generazione - paghino un costo elevatissimo? Stiamo parlando di 500-700 euro che aumentano ulteriormente nel caso si richieda di rilevare il rischio di altre più rare patologie. Lo diceva bene la Consigliera Zambaia, prima o poi arriveremo lì per tutti questi casi.
Che cosa diciamo noi? Secondo quanto abbiamo letto da quello che è stato fatto nella Regione Emilia-Romagna, il test verrà affiancato al test combinato mediante un unico prelievo di sangue e, in quel caso l'introduzione del NIPT è stata valutata proprio da un Tavolo regionale della genetica, dalla Commissione nascita e dall'Osservatorio.
Entrambi, quindi sia io sia la Consigliera Zambaia, abbiamo ovviamente fatto quello che d'ora in poi dovrà fare la Giunta, qualora questi due documenti otterranno il favore positivo dell'Aula. Noi crediamo che i dati raccolti, sia in riferimento all'Emilia Romagna, sia in riferimento ai 900 casi già analizzati al Sant'Anna, confermeranno che quest'inserimento comporterà una riduzione delle trisomie non diagnosticate e la sostanziale riduzione dei test invasivi non necessari.
Ecco perché votare oggi a favore dell'accesso gratuito al test per tutte le donne in stato di gravidanza residenti nella Regione Piemonte indipendentemente dall'età e dalla presenza dei fattori di rischio, sarebbe una scelta di avanguardia, nel segno della giustizia sociale e di attenzione nei confronti della medicina di genere.
Tuttavia, siccome in politica credo che le mediazioni più alte siano quelle più forti, sono disponibilissimo a emendare il nostro testo, così come concordato con l'Assessore Icardi e con la Giunta, che ovviamente ringrazio anche per la sensibilità, scrivendo nell'impegnativa "a valutare l'introduzione del NIPT test".
Questa valutazione, che armonizza anche i nostri due ordini del giorno segna un punto che, a mio avviso, è fondamentale. Giustamente, la Consigliera Zambaia esprime un'ipotesi di sviluppo. Io invece ne ho un'altra, come avrete senz'altro colto. Credo che se il pubblico lo farà per tutte, anche magari con una divisione di ticket, alla fine abbatteremo sensibilmente quel costo. E farlo all'interno del servizio pubblico permetterà di integrarlo con gli altri test.
Non credo che in Emilia Romagna siano degli "sciupa soldi pubblici". Credo piuttosto, che l'analisi ci porterà, anche in questo caso, a dire che tutto sommato, ci conviene. Anche perché non è che il test combinato e integrato non avrà un costo, che in qualche modo oggi è in campo all'interno della sanità piemontese.
Peraltro, non so se il senso dell'impegno che chiediamo alla Giunta è di prendere la sperimentazione del Sant'Anna e provare, in una conferenza regionale sanitaria, a trovare una sintesi di questa discussione. Credo che sia giusto.
Ringrazio la Consigliera Zambaia per l'intelligenza, la pacatezza e ovviamente, anche per la capacità di ascolto che ha dimostrato, perché - lo ripeto - partivamo da punti di vista diversi su tante cose, di cui non abbiamo parlato oggi, ma entrambi ci siamo trovati d'accordo sul fatto che ovviamente sarà la sanità piemontese a decidere l'iter più giusto e a trovare una sintesi spero ancora migliore di quella che oggi abbiamo messo in campo con l'approvazione di questi due ordini del giorno (così mi auguro), che hanno come unico obiettivo quello di offrire un ulteriore aiuto a quelle giovani coppie, a quelle donne e a quelle famiglie piemontesi che hanno bisogno, nel momento più importante, di sapere, sia pure con tutta l'ansia del caso.
Dovete sapere che questa discussione è stata affrontata proprio durante un momento di pandemia come questo, e che il semplice prelievo di sangue forse è anche la cosa più semplice di tutte. Questa discussione porta anche a un avanzamento della cultura politica di questo Consiglio regionale, e credo che entrambi non possiamo che essere contenti di questo dialogo.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi siano richieste d'intervento in fase di discussione generale o per dichiarazione di voto sui due ordini del giorno.
Chiederei anche alla Giunta di esprimere il parere sugli atti d'indirizzo testé illustrati.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Intervengo io, Presidente, solo perché non vedo in linea l'Assessore Icardi.
Vedo, però, che è stata avanzata una richiesta d'intervento.



PRESIDENTE

Consigliera Zambaia, desidera intervenire in fase di discussione generale o per dichiarazione di voto?



ZAMBAIA Sara

Interverrei per dichiarazione di voto, se posso.



PRESIDENTE

Prego.



ZAMBAIA Sara

Fermo restando, ovviamente, il voto favorevole relativamente al mio ordine del giorno, vista la concertazione con l'Assessore Icardi e dal momento che, come ha anticipato il Consigliere Grimaldi, saranno apportate delle modifiche agli impegni della Giunta nel suo atto d'indirizzo, intendiamo accogliere favorevolmente anche l'ordine del giorno del Consigliere Grimaldi.
Pertanto, possiamo esprimere voto favorevole su entrambi.



PRESIDENTE

Invito la Giunta a esprimere il parere sui due ordini del giorno.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Come ha precisato, anticipandomi, la Consigliera Zambaia, esprimiamo parere favorevole.



PRESIDENTE

Su entrambi gli atti d'indirizzo?



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Sì, nella misura in cui anche a me risulta che sia stata apportata una modifica al testo dell'ordine del giorno a prima firma Grimaldi.
Chiedo solo che la modifica venga meglio precisata in chat, com'è consuetudine fare ultimamente. Mi riferisco alla correzione del testo, così come concordata tra l'Assessore Icardi e il presentatore.



PRESIDENTE

Le correzioni le abbiamo anche noi, perciò siamo a posto.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Non ho compreso le modifiche: è possibile leggerle?



GRIMALDI Marco

Stavo giusto prendendo la parola, precisando che l'impegnativa è stata modificata in "a valutare l'introduzione del NIPT test", e non perentoriamente com'era in precedenza, così come concordato con l'Assessore Icardi e con la Giunta, che ovviamente ringrazio.
Prima ho ringraziato la Consigliera Zambaia; ora ringrazio ovviamente la Giunta per la formulazione che abbiamo trovato.
Anche noi ovviamente esprimeremo il voto favorevole anche sul documento della Consigliera Zambaia e spero facciano altrettanto tutte le forze di opposizione con le quali abbiamo costruito il nostro ordine del giorno. La ringrazio.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, passiamo alle votazioni degli ordini del giorno con le modifiche, che leggerò prima della votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 174, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Passiamo alla votazione del successivo ordine del giorno n. 170, con la modifica già citata dal presentatore, Consigliere Grimaldi, ossia "a valutare l'introduzione del NIPT test per tutte le donne in stato di gravidanza residenti nella Regione Piemonte indipendentemente dall'età e dalla presenza di fattori di rischio".
La modifica, così come l'intero ordine del giorno, è stata accolta dalla Giunta, che ha dato parere favorevole.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 170, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 475 presentato da Magliano, inerente a "Per una pace duratura nella regione dell'Artsakh (Nagorno Karabakh)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 475, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Mi fa piacere discutere proprio oggi quest'ordine del giorno, che vede finalmente il suo arrivo in Aula. Tra l'altro, oggi 3 febbraio è San Biagio, santo molto caro ai piemontesi, ma di origine armena, nato nel III secolo d.C.
L'oggetto dell'ordine del giorno è "Per una pace duratura nella regione dell'Artsakh". Nel "premesso che" ripercorro quello che è successo dal 27 settembre 2020 fino al cessate il fuoco (non al trattato di pace) del 9 novembre 2020, ovvero uno scontro che si è, di fatto, consumato tra le truppe dell'esercito armeno e le truppe dell'esercito dell'Azerbaigian sostenuto e aiutato - e questo è ormai un dato di geopolitica acclarato sia dall'esercito turco sia da combattenti jihadisti.
In quelle settimane, purtroppo, si sono perpetrati efferati crimini di guerra. Su questo vi è un'inchiesta aperta per capire se le armi utilizzate siano armi che non potevano essere utilizzate su quei territori e in nessun territorio, proprio perché vietate dai vari trattati internazionali.
Fondamentalmente, il 9 novembre, grazie all'intervento russo si è riusciti ad arrivare almeno a un cessate il fuoco, che apre adesso a una serie di conseguenze. Come sapete, il territorio interessato da questo scontro a fuoco è il territorio del Nagorno Karabakh o dell'Artsakh (dipende da quale parte viene definito). In questo territorio vi è una popolazione armena che vive lì ed è simbolo per tutto il popolo armeno.
Ricordo ai colleghi che il popolo armeno è disperso con la diaspora a causa del primo genocidio del XX secolo. Il primo fatto definito in questo modo fu il genocidio armeno del 1915, perpetrato dalla Turchia Ottomana.
L'antichissima civiltà armena si è tramandata nei secoli. Tra le montagne armene, in particolare nell'Artsakh, hanno preso avvio, in diversi momenti storici, iniziative di rinascita culturale e movimenti per l'autonomia e l'integrazione nazionale. Come sapete, l'Armenia fu il primo Stato a definirsi cristiano e il Piemonte è legato all'Armenia da un rapporto di grande fratellanza e grande vicinanza. La popolazione armena dell'Artsakh Nagorno Karabakh da più di un secolo rivendica la propria annessione all'Armenia, dopo essere stata prima sotto l'URSS e da trent'anni ormai autodeterminatasi autonomamente.
Pertanto, ritengo che sia arrivato il momento che la comunità internazionale riconosca ufficialmente questo territorio - che è già de facto una repubblica con la propria forma statuale e di governo con democratiche elezioni - e la sua popolazione. I cittadini italiani di origine armena, riuniti nell'Unione degli Armeni d'Italia, chiedono alle autorità governative italiane di riconoscere questo piccolo paese.
Il nostro Paese ha relazioni di grande prestigio e di alto livello diplomatico con l'Armenia.
Nel frattempo, proseguono, pur tra notevoli difficoltà, le interlocuzioni e gli incontri del gruppo di Minsk, nel tentativo di trovare una mediazione diplomatica. Il gruppo di Minsk (lo dico a beneficio dei colleghi) è una struttura di lavoro creata nel 1992 dalla Conferenza sulla Sicurezza e Cooperazione in Europa (CSCE), dal 1995 Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), allo scopo di incoraggiare una soluzione pacifica e negoziata dei conflitti nel Nagorno Karabakh.
Valutiamo cruciale un impegno istituzionale a tutti i livelli, regionale compreso, volto allo sprone delle autorità nazionali affinché intervengano con ogni possibile iniziativa volta a ripristinare una verità storica e a creare le condizioni per una pace duratura, affinché non muoia più nessuno in quelle zone, per la quale il riconoscimento dei diritti della popolazione dell'Artsakh costituisce un prerequisito.
Alla fine siamo riusciti, insieme con alcuni colleghi - su questo ho lavorato, lo dico a verbale, con l'Assessore Marrone - per trovare un'impegnativa che tenesse insieme le varie istanze che in questo momento rappresentano un vulnus oggettivo, perché tutte le volte in cui tra due Stati c'è un conflitto di questo tipo muoiono dei civili (sono stati bombardati ospedali, sono state bombardate scuole), per cui la politica tutta, a qualsiasi livello, deve levarsi ed elevarsi - mi si permetta - per chiedere la pace, indipendentemente dagli interessi economici che vi sono in gioco.
Chiedo al Presidente e alla Giunta di avviare le opportune interlocuzioni con le autorità nazionali, per garantire che il popolo dell'Artsakh e la sua rappresentanza politica e istituzionale possano sedere al tavolo per la pace della copresidenza del gruppo di Minsk dell'OSCE.
Chiediamo che questa popolazione che, per decine e decine di anni, ha vissuto in quel territorio e che oggi è messa in seria difficoltà, alla luce di quello che potrebbe essere definito per i trattati di pace che saranno definiti, possa autonomamente decidere e di stare a questi tavoli per rivendicare uno dei diritti principali del diritto internazionale, come sanno i colleghi, che è il diritto all'autodeterminazione dei popoli e il diritto di vedere riconosciuto un territorio nel quale si vive.
Questa è una sintesi rispetto a posizioni diverse, posizioni che sono emerse nel dibattito nazionale e internazionale. Questa è un'impegnativa che però riconosce una dignità a questo popolo. Un popolo che è armeno, ma non vive in Armenia.
Ci auguriamo che con questa impegnativa e con questo impegno da parte del Consiglio regionale si possa far levare forte una voce che dice che innanzitutto, noi vogliamo che non vi siano più conflitti in quell'area e quindi non vogliamo che muoiano più persone innocenti, perché questo è capitato e, soprattutto, che si riconosca la dignità di un popolo che ormai è da trent'anni che si autodetermina.
Chiediamo che si permetta alle persone che, di fatto, durante la guerra hanno perso casa, alloggio e lavoro di potersi reinsediare in quei territori per ricominciare una vita portando, appunto, le loro ragioni identitarie e le loro istanze di libertà, di speranza e di futuro al tavolo previsto dalle organizzazioni internazionali per affrontare questo problema.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore alla cooperazione internazionale

Grazie, Presidente.
Approfitto anche per dare il parere della Giunta sull'ordine del giorno ma come ricordava il Consigliere Magliano, c'è stato un lavoro di condivisione su questo; ne approfitto per ricordare anche un po' com'è evoluta la situazione.
Com'è stato ricordato correttamente, questo è un territorio che addirittura assume nomi diversi rispetto a qual è il popolo che lo definisce: Nagorno Karabakh per gli azeri e Artsakh per gli armeni e vede, comunque, un patrimonio culturale millenario, radicato nella comunità armena come una delle culle del cristianesimo all'interno dello scenario mondiale.
Quello che è successo lì non è solo una contesa territoriale, ma ci riguarda da vicino anche come Italia e come Europa. Ricordiamo che il canale di approvvigionamento energetico TAP proviene dall'Azerbaigian, così come anche del protagonismo della Turchia, che è un membro della NATO.
Quello scenario, comunque, ci riguarda da vicino ed è quindi giusto che le istituzioni siano chiamate a prendere una posizione.
Tra l'altro, rammento a proposito, ma penso l'avrete saputo come Consiglieri componenti delle Commissioni, che è arrivata addirittura una nota della Farnesina a dicembre in cui, su segnalazione dell'ambasciata dell'Azerbaijan, si sconsigliava ai Comuni e alle Regioni dove erano in discussione, depositati negli ordini dei lavori, atti d'indirizzo su quella crisi, di assumere una posizione, soprattutto se non conforme a quella adottata a livello nazionale.
Devo dire che è abbastanza un unicum, almeno nella mia esperienza di Assessore alla cooperazione internazionale che, un po' in spregio della competenza della cooperazione decentrata, si vada a dare un indirizzo preventivo rispetto a un dibattito regionale che riguarda proprio un atto d'indirizzo che dalla Regione deve andare al Governo.
Tuttavia, è giusto discutere questo tema perché, come veniva ricordato, in Artsakh abbiamo visto intervenire direttamente l'esercito turco e, cosa ben più grave, abbiamo visto agire in campo milizie jihadiste, che hanno addirittura reclutato fanatici da scenari come quello siriano, in cui nelle sacche rimaste in mano all'ISIS o ad Al Qaeda, come Idlib, è stato fatto l'appello e la chiamata alle armi proprio in senso anticristiano.
È questa la ragione per cui chi si è informato su questo conflitto ha potuto assistere a video sconvolgenti, anche su internet, con profanazione di monumenti secolari cristiani, rovesciamento di croci, bombardamento deliberato con i mortai di cattedrali storiche come Shusha, quindi aspetti di aggressione anche di natura culturale, non solo bellica, che come occidentali non credo possiamo tollerare in silenzio, soprattutto rispetto all'indifferenza profonda che la comunità internazionale ha riservato per questo conflitto.
Come ricordava correttamente il Consigliere Magliano, l'interruzione delle ostilità è stato garantito solo da un intervento di peacekeeping russo.
Fortunatamente, adesso c'è un intervento dell'OSCE che ha dato maggiore stabilità o, quantomeno, dignità istituzionale, a livello internazionale al processo di pace.
Credo che quello richiesto in quest'ordine del giorno sia, da un lato assolutamente conforme all'indirizzo nazionale della politica estera italiana e, dall'altro, altrettanto coraggioso.
È inutile inserire, nelle dichiarazioni universali dei diritti umani, il principio dell'autodeterminazione dei popoli se poi, non nei conflitti, ma nei tavoli di pace che devono andare a risolvere quei conflitti, i singoli popoli dei territori coinvolti dalle guerre stesse non hanno diritto d'intervento e di parola diretta, e sono costretti a essere rappresentati da altre potenze geopolitiche che svolgono la funzione di padrini.
Sinceramente, ritengo sia un atto assolutamente non eversivo, come magari qualcuno poteva temere alla Farnesina, ma coraggioso, perché contribuisce anche a fare luce su un conflitto come questo, che non è stato adeguatamente messo sotto i riflettori anche dal mainstream mediatico italiano occidentale.
Come Regione Piemonte, non sul tema di politica internazionale, ma dal punto di vista umanitario, avevamo già dato - e questa è un'occasione utile per ricordarlo - un contributo come istituzione, perché era stato dato un patrocinio a un'iniziativa concertistica musicale organizzata dall'Unione delle Comunità Armene in Italia, che aveva proprio il compito, da un lato di attirare l'attenzione su questa crisi e, dall'altro, di raccogliere fondi per mettere in campo azioni umanitarie concrete in favore degli sfollati della comunità armena dell'Artsakh, che hanno poi riparato con l'avanzata vera nello Stato riconosciuto dell'Armenia.
In quell'occasione prese anche parte Serj Tankian che, per chi non lo sapesse, è il cantante e il songwriter della band californiana System of a Down, una band rock americana, ma con componenti tutti di origine armena che con una canzone, "Protect the Land", ha deciso di accendere, almeno con i più giovani, che forse sono più informati delle generazioni più anziane un faro di luce e di approfondimento su questa grave crisi umanitaria.
Credo sia importante - e concludo - come Regione Piemonte dire la nostra su questa crisi, proprio perché quello che è successo lì l'abbiamo visto accadere anche nella Siria del nord con le persecuzioni contro i curdi e vediamo dinamiche di questo tipo avvenire anche a pochi chilometri dalle nostre coste in Libia. Evidentemente, il disinteresse che forse regna un po' troppo sovrano rispetto alle dinamiche geopolitiche internazionali all'interno della politica italiana, molto concentrata sul suo ombelico non aiuta a comprendere e a governare con un piglio protagonista tutta questa dinamica.
Tuttavia, le Regioni hanno una competenza di cooperazione umanitaria decentrata. Pertanto, sotto questo profilo, è giusto mantenere un impegno forte nei confronti di tutta quella popolazione, di quei tanti civili innocenti che, a migliaia di anni di distanza dalle persecuzioni dell'inizio del cristianesimo, ancora si vedono inseguite e minacciate proprio per la loro fede cristiana. Credo che questo sia davvero un passaggio che non può rimanere sotto silenzio.
Per questo, ringrazio il Consigliere Magliano per aver presentato quest'ordine del giorno e per essersi messo al tavolo per lavorarci insieme, rendendolo il più condiviso e il più unanime possibile.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Molto brevemente, Presidente, data l'ora e anche dati i tempi, che credo valgano per tutti, per la discussione in Aula.
Pur condividendo e apprezzando molto l'intento del collega Consigliere Magliano su una vicenda estremamente dolorosa, ma, al contempo estremamente controversa, vorrei esprimere, per il Gruppo Consiliare del Partito Democratico, la non partecipazione al voto, non tanto per la parte finale dell'atto, quella dell'impegnativa, quanto per la parte delle premesse, che ci sono apparse sbilanciate e non conformi ai fatti storici.
È chiaro che, purtroppo, questa è una vicenda molto recente.
Il conflitto si è riaperto di recente, ma la vicenda è lunga, addirittura affonda le proprie radici nell'intero secolo che abbiamo alle spalle.
Purtroppo, non è così facile e non è così schematico dare la colpa agli uni e i meriti agli altri. Anche parlare di ristabilimento di una verità storica, all'interno di un atto, di una pagina, ci sembra un po' riduttivo.
Se avessimo avuto una disponibilità di tempo maggiore, volentieri ci saremmo confrontati per modificare eventualmente alcune parti o proporre delle aggiunte.
Purtroppo, nelle condizioni attuali, il testo non è sufficientemente esaustivo, quindi non possiamo dare il voto favorevole.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Se non vi sono altre richieste d'intervento, procederei con la votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 475, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Pari opportunità - Condizione femminile

Esame ordine del giorno n. 378 presentato da Cane, Bongioanni, Cerutti Dago, Gagliasso, Nicotra, Perugini, Preioni, Stecco e Zambaia, inerente a "Rompere il muro del silenzio attorno alla violenza di ogni tipo, in particolar modo sessuale, e alle discriminazioni di genere o di orientamento sessuale, dando pieno appoggio istituzionale ad associazioni fondazioni e canali social che danno voce e aiuto alle vittime di soprusi e violenze"; ordine del giorno n. 259 presentato da Ravetti, Avetta, Canalis Giaccone, Magliano, Marello, Rossi, Salizzoni, Sarno, e Valle, inerente a "Emergenza COVID-19 e violenza domestica e assistita"; ordine del giorno n. 446 presentato da Disabato, Bertola, Grimaldi, Martinetti e Sacco, inerente a "Contrasto a ogni forma di discriminazione"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 378, n. 259 e n. 446, di cui al punto 15) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Cane per l'illustrazione dell'ordine del giorno n.
378.



CANE Andrea

Grazie, Presidente.
Sono passati pochi giorni dalla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne (era il 25 novembre). Quest'ordine del giorno è stato, invece, presentato a luglio dello scorso anno e ripercorre una tematica che non è solo quella che viene ripresa nella Giornata internazionale per la violenza contro le donne, ma è un concetto molto più allargato. Un concetto di violenza molto più feroce, ritengo vigliacca arcaica, indiscriminata sulle donne non perché bianche o nere, povere o ricche, credenti o no, ma in quanto e soprattutto donne.
Non c'è bisogno di andare lontano nel tempo e nello spazio per trovare dei fatti aberranti nella cronaca di tutti i giorni. Possiamo dire che la violenza contro le donne non sia soltanto lo stupro consumato: quello è un reato molto grave, ma non è l'unica forma di sopruso. Ritengo che la violenza non sia solo l'aggressione fisica di un uomo contro una donna, ma include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze sessuali, persecuzioni, insomma tutto ciò che è umiliazione e dove spesso è messa in gioco anche la serenità dei bambini.
Durante il lockdown si nota come i fenomeni di violenza nei confronti delle donne siano considerevolmente aumenti. Mi unisco, in tal senso, alla campagna informativa che è stata ripresa un po' di mesi fa durante la giornata del 25 novembre. La campagna informativa, per esempio, fatta da ANCI Piemonte per il numero 1522 dedicato all'antiviolenza e allo stalking che abbiamo sostenuto anche come Regione Piemonte.
Tornando al senso primario di quest'ordine del giorno, non nascondo che mi sia stato ispirato da alcune ragazze torinesi, quindi proprio della nostra regione, del gruppo denominato Break The Silence, che sono riuscite, a livello mediatico, a riproporre certe tematiche nella sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Sono riuscite, in modo particolare, a evidenziare un qualcosa che si sente tutti i giorni ma, forse, a volte, non viene comunicato nel modo migliore.
Il lockdown non ha permesso l'avvio di certi progetti, come per esempio la sensibilizzazione da portare nelle scuole. Penso che questa debba essere una delle prime iniziative da intraprendere quando riprenderà una normale organizzazione delle attività didattiche.
Tornando all'ordine del giorno, ho voluto appositamente rompere il muro del silenzio attorno alla violenza di ogni tipo, in particolar modo sessuale alle discriminazioni di genere o di orientamento sessuale, dando pieno appoggio istituzionale ad associazioni, fondazioni e canali social che danno voce e aiuto alle vittime di soprusi e di violenze.
Ricordiamo che secondo l'ISTAT la violenza di genere è un fenomeno ancora sommerso ed elevato. Infatti, è molto alta la quota di donne che non parlano con nessuno della violenza subita, ovvero di chi non denuncia. I tassi di denuncia riguardano il 12,2% delle violenze da partner e il 6% di quelle non da partner. Le donne perlopiù non cercano aiuto, sono ancora poche le donne che si rivolgono a un centro antiviolenza o, in generale, a un servizio specializzato (sempre secondo dati ISTAT, rispettivamente il 3,7% nel caso di violenza nella coppia e l'1% per quelli al di fuori).
Ricordo anche che lo scorso 5 marzo l'Agenzia dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ha presentato a Bruxelles il nuovo Rapporto sulla violenza, condotta su un campione di oltre 42 mila donne, dal quale è risultato che una donna su tre ha subito nella vita una violenza fisica o sessuale dai quindici anni in su. La percentuale sale addirittura al 43 nei casi di violenza psicologica.
Nel nostro Paese la percentuale è un po' più bassa, nel senso i dati che si riferiscono ai due tipi di violenza che ho ricordato prima sono rispettivamente, del 27% e del 33%.
Riteniamo che molti elementi abbiano contribuito a creare silenzio attorno alla violenza di genere. Molto spesso le donne sono costrette a tacere non solo dall'autore della violenza, ma anche da parte della stessa società che, per molto tempo, lo ha considerato un "problema privato" che non doveva assolutamente entrare sulla scena pubblica.
Riteniamo che le politiche di sensibilizzazione siano essenziali per trasmettere il messaggio e parlare della violenza subita. Ed entrare in contatto con le istituzioni e i servizi dedicati costituisce una preziosa fonte d'aiuto. Riteniamo, inoltre, che le violenze non siano prettamente fisiche, ma possano essere anche psicologiche ed essere causate da battute apprezzamenti insistenti o comportamenti inappropriati, che troppo spesso sono tollerati o anche minimizzati dalla comunità. Inoltre, prima di arrivare agli atti estremi, ovvero alla violenza fisica o, in alcuni casi anche all'omicidio, crediamo che ci sia una serie di abitudini da eliminare, radicate nella nostra cultura, e queste sono le prime forme di un percorso di violenza che può trasformarsi in episodi gravi e tragici.
Come ho detto prima, il canale social Break The Silence, nato il 7 giugno 2020 dall'idea di quattro studentesse universitarie, Francesca Sapey Giulia Chinigò, Mariachiara Cataldo e Francesca Penotti, che saluto, aveva l'obiettivo di rompere il muro del silenzio che si è creato attorno alla violenza di ogni tipo, ottenendo ampio risalto mediatico e aiutando molte donne a denunciare le ingiustizie, le molestie e le violenze subite.
La maggior parte delle persone che ha contattato questo canale di aiuto e supporto ha affermato che ha capito e ha preso piena consapevolezza del fatto di aver subito una molestia per la prima volta, grazie anche alle testimonianze delle altre vittime. Mi sembra fondamentale, quindi, il fatto che ci sia interazione fra chi ha subito le stesse ingiustizie.
In conclusione, si chiede l'impegno della Giunta regionale, per una società più equilibrata e meno violenta, ad aumentare l'appoggio istituzionale e comunicativo alle associazioni, enti, fondazioni e canali sociali, come appunto, Break The Silence, il cui scopo è di aiutare le vittime di violenze e molestie sessuali, discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, non solo prevenendo ma anche curando, affiancandosi alle autorità e collaborando con i professionisti del settore, con le forze dell'ordine con le scuole e gli studenti, quando sarà di nuovo possibile, al fine di sensibilizzare le future generazioni a non aver mai paura di parlare di queste tematiche; a diffondere le iniziative intraprese dalle organizzazioni del terzo settore, enti, fondazioni, associazioni di categoria e canali sociali sul tema attraverso la rete regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio, anche prevedendone la partecipazione a eventuali bandi e avvisi pubblici per l'attribuzione di sostegni economici a valere sul bilancio regionale.
In conclusione, ringrazio i colleghi Consiglieri che non solo hanno firmato il mio ordine del giorno, ma anche i colleghi dell'opposizione che, nei mesi successivi allo scorso luglio, hanno presentato altri analoghi ordini del giorno. Ringrazio anche i colleghi che hanno evidenziato e contribuito a parlare ancora di più di questo tema, così come ringrazio l'Assessore Chiara Caucino, cui il tema sta molto a cuore. Avevamo anche incontrato le ragazze di Break The Silence direttamente da lei, in Assessorato.
Evidenzio ulteriormente, come esempio proattivo, ciò che hanno fatto queste ragazze di Torino, che dopo il boom mediatico non sono rimaste con le braccia conserte, ma hanno avviato un vero e proprio servizio di consulenza, anche psicologica, con professionisti del settore, come si pu vedere anche dalle loro pagine social. Mi ha colpito, al riguardo, una citazione recente di Giovanni Paolo II. È una frase breve, che però rende l'idea: "La violenza distrugge ciò che vuole difendere.



PRESIDENTE

Consigliere Cane, la invito a concludere.
Le ricordo che aveva a disposizione dieci minuti.



CANE Andrea

Certo, termino la citazione: "La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà e la vita delle persone".
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie per essere rimasto nei tempi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 259; ne ha facoltà per dieci minuti.



RAVETTI Domenico

Presidente, per rispetto dell'Aula, utilizzerò molto meno dei dieci minuti che lei mi ha assegnato. Lo farò anche per rispetto del tema, che invece dovrebbe impegnare (non è capitato oggi ma non per colpa sua né per colpa dei colleghi, per colpa di nessuno) giornate intere del confronto in Aula e nelle Commissioni.
Noi abbiamo tentato di farlo depositando quest'ordine del giorno a maggio dello scorso anno e abbiamo tentato di farlo depositando una proposta di legge più o meno nello stesso periodo, che è in discussione in I Commissione sulla parità retributiva di genere.
All'interno di quella proposta di legge ci sono degli articoli che riguardano anche la tutela e il sostegno alle donne vittime di violenza.
Il primo auspicio che formulo, Presidente, è quello che queste semplici parole contenute negli atti d'indirizzo si trasformino in fatti.
Quella proposta legislativa continua a essere a disposizione di tutti i colleghi e di tutte le colleghe per diventare legge in Piemonte, quindi per dare sostanza all'azione che la nostra Regione può fare, ancor di più e meglio rispetto a quanto di buono è stato fatto nel passato, approvando peraltro leggi a volte anche all'unanimità nell'ultima legislatura, che interessano la tutela delle donne.
Mi sia consentito anche di dire, Presidente, che noi abbiamo presentato l'ordine del giorno nella prima fase della pandemia, quando sono emerse particolari criticità che andavano a sommarsi alle solite che, purtroppo da troppo tempo siamo abituati a leggere sui giornali e ad ascoltare lungo il percorso della nostra vita e, a volte, anche negli stessi Comuni in cui abitiamo. Sono problematiche che devono farci riflettere rispetto a quanto le istituzioni possono fare, per evitare che queste situazioni possano ancora verificarsi in modo così esagerato. Ne basta una per indignarsi, ma il numero dei casi determina una piaga sociale che deve inquietarci.
Ho detto che non utilizzerò più dei dieci minuti a disposizione e non lo farò, semplicemente perché intendo utilizzare una parte del tempo che ho a disposizione per arrivare subito a ciò che riteniamo sia utile per l'impegno della Giunta. Cioè noi vogliamo impegnare l'Assessore competente l'intera Giunta e il Presidente affinché, rispetto alle case rifugio e alla rete di protezione sociale costruita in Piemonte, che sappiamo essere funzionante, si possano mettere a disposizione tutti quegli strumenti fondamentali, affinché anche nel periodo COVID e nella seconda ondata possano essere garantiti i servizi in sicurezza.
Tra l'altro, abbiamo inserito nell'impegnativa anche un'attenzione particolare per quanto riguarda sia i collegamenti internet, sia gli strumenti necessari per l'educazione dei giovani che seguono le mamme all'interno di quei centri, sia rispetto alle donne stesse che ne hanno la necessità, soprattutto in questa fase. Prevediamo anche la possibilità per la Giunta di valutare l'opzione di aggiungere altri fondi a sostegno delle donne vittime di violenza.
Mi sia concesso anche di ricordare l'ultimo impegno, cioè quello di promuovere sempre più, e non soltanto attraverso la lingua italiana, i numeri di telefono di soccorso per le vittime di violenza o contro la tratta, che è il 1522 - che è il numero antiviolenza - e quello antitratta che è 800290290.
L'auspicio è di un voto unanime.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 446.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Con quest'ordine del giorno intendo chiedere alla Giunta un impegno concreto anche economico per il contrasto a ogni forma di discriminazione in cui ovviamente rientrano tutti i temi trattati finora dai miei colleghi.
Ci tengo a ricordare che, a livello regionale, è vigente la legge regionale n. 5 del 23 marzo 2016, che prevede azioni mirate di contrasto a queste forme di discriminazione, perché conosciamo benissimo oggi quanti siano i fenomeni persecutori e violenti e di bullismo nei confronti delle persone con sesso e identità di genere differente, orientamento sessuale nazionalità e credo religioso. Potremmo includere tantissime fattispecie in questa sfera, oltre alla violenza di genere che, soprattutto in questo periodo, ci fa agghiacciare di fronte ai numeri che sono comunicati non soltanto a livello mediatico, ma anche dall'ISTAT.
Sappiamo benissimo quanto questo problema sia stato reso più grave dalla pandemia e da tutto quello che ha comportato vivere per lungo tempo tra le mura domestiche. In questo c'è tutta la difficoltà nel dover denunciare e nel poter denunciare effettivamente ogni tipo di violenza.
Chiaramente non è una questione emergenziale, perché purtroppo se ne parla ormai da troppo tempo. Questi fenomeni avvengono da tantissimo tempo e stiamo parlando di risolvere un problema che ormai è strutturale e ben radicato nella società, al punto di mettere a rischio la vita di numerosi cittadini e numerose cittadine. Come istituzioni, abbiamo il dovere di eliminare ogni forma di discriminazione e di violenza, quindi anche gli stereotipi e i pregiudizi che alzano i muri, spaccando, di fatto, la società.
Non ripeterò i dati già ampiamente sottolineati dal collega Cane all'interno del suo ordine del giorno, però certo spaventa sapere che sei milioni e 788 mila donne hanno subito una qualche forma di violenza. Sono numeri altissimi, come lo è il 53% delle persone LGBT che hanno subito forme di discriminazione.
Questi sono soltanto alcuni dei numeri riportati dall'ISTAT che devono farci rendere conto come sia quanto mai opportuno finanziare tutta la legislazione vigente, non soltanto a livello regionale, ma anche sostenere nuove forme di legislazione nazionale che prevedono effettivamente azioni volte a contrastare questi fenomeni. Penso che, stanziando congrue risorse sarebbe possibile dare attuazione ai regolamenti che disciplinano la nostra legislazione regionale, prevedendo modalità e strumenti di attivazione delle politiche regionali contenute all'interno di questa legge.
Questo è possibile anche attraverso il finanziamento dei nodi territoriali dei punti informativi cui si rivolgono le persone vittime di discriminazione, che vengono indirizzate ai nodi territoriali. Così com'è necessario finanziare tutta la rete antidiscriminazione che si occupa di promuovere, informare e formare anche il personale all'interno degli uffici e di pubblicizzare i numeri di emergenza. È quello che diceva il collega Ravetti, cioè l'importanza di rendere fruibili questi numeri e queste informazioni a tutta la popolazione, facendo capire quali sono gli strumenti a disposizione delle persone discriminate e delle vittime di violenza, così come fare per poterne usufruire per rivolgersi alle forze dell'ordine o a chi è in grado di aiutarle.
Presidente, colgo l'occasione dell'illustrazione dell'ordine del giorno per dire due parole anche sugli atti dei colleghi, che condivido. Partirei dall'ordine del giorno del collega Cane, che ha parlato dell'azione di quattro giovani donne piemontesi con l'apertura del canale social Break The Silence, che non so se i colleghi conoscono. Il canale raccoglie le testimonianze di tantissime donne che, ogni giorno, subiscono episodi violenti, perché ci sono episodi ben più gravi che saltano alla cronaca e noi ogni giorno ne riceviamo informazione, però ci sono anche delle forme di violenza che ogni giorno passano inosservate o, addirittura, non vengono riconosciute come tali. Questo canale social si occupa appunto di pubblicare le esperienze negative - purtroppo - di vita che ogni giorno molte donne sono costrette a subire, perché a volte non sono nemmeno riconosciute come tali da chi le attua.
Presidente, penso di potermi prendere la libertà di leggere alcune di queste storie, perché, a mio avviso, è giusto informarsi sui canali, per come le donne subiscono queste storie e queste frasi, altrettanto noi dobbiamo avere il coraggio di riportarle anche nelle istituzioni per far capire di cosa si parla e per far sì che tutte le persone capiscano che questi sono comportamenti assolutamente da denunciare e da condannare, in quanto veri atti violenti.
Se permette, procederei alla lettura di alcune di queste storie.
Una ragazza di diciotto anni scrive: "Prima della lezione di guida l'istruttore ha usato per tutto il tempo un atteggiamento eccessivamente confidenziale, sfruttando ogni minima occasione per fare battute a sfondo sessuale. Ricordo ancora il disagio che ho provato e come mi sono sentita piccola nella mia incapacità di far capire che non ho apprezzato il modo di fare. Grazie all'aiuto dei miei sono riuscita a chiedere un cambio d'istruttore".
E ancora: "Sul luogo di lavoro un giorno chiedo se avessi potuto non indossare la maglietta con la mascotte del ristorante dal quale ero assunta e mi viene risposto dal superiore: 'Tu per me puoi restare anche nuda'".
"Ieri, mentre ero in treno incontro l'ennesimo uomo che mi squadra dalla testa ai piedi e inizia a dire cose schifose. La prima reazione è stata quella di fare finta di niente e voltare lo sguardo, poi mi è salita una tale rabbia che mi ha portato a reagire e a dirgliene di tutti i colori.
Questo è merito vostro" - è riferito a Break The Silence - "perché date la forza a tante persone di parlare e dire che è l'ora di finirla".
"Il mio fidanzato dell'epoca mi ha minacciato e poi mi ha picchiato per strada, senza che nessuno facesse niente, perché non volevo parlare con lui dopo un litigio".
"Una sera, un uomo mi ha detto che mi ero vestita in modo troppo scoperto e che se fosse stato mio padre mi avrebbe tirerebbe due schiaffi e non mi farebbe mai uscire così. Mi sono sentita sbagliata nonostante indossassi dei pantaloni lunghi e una margherita che non era neanche scollata".
Queste sono storie e testimonianze raccapriccianti. Purtroppo, commenti e frasi di questo tipo è troppo comune sentirle ogni giorno.
Stimo tantissimo queste ragazze che hanno avuto il coraggio di aprire questo canale per dare voce a tante donne e intendevo dare lavoro voce in questa sede, per far sapere che non sono sole e che tutto il Consiglio regionale e non solo è sensibile a quest'argomento e che condanna con forza e con fermezza tutti questi commenti e tutte queste frasi, che sono oscene e violente.
Chiedo di sottoscrivere gli atti dei colleghi, sia quello del Consigliere Cane sia quello del Partito Democratico, perché ritengo che questa sia una lotta che appartiene a tutti quanti, di qualsiasi appartenenza politica.
Spero che quest'occasione sia un punto di partenza dal quale partire, per affrontare il tema dal punto di vista strutturale, quindi non soltanto durante la giornata internazionale contro la violenza, ma portiamo all'attenzione delle istituzioni i temi che ogni giorno sono fonte di discriminazione per milioni di persone e milioni di donne.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono interventi in discussione generale, chiedo il parere della Giunta.



CAUCINO Chiara, Assessore alle pari opportunità

Presidente, chiederei due minuti di sospensione, perché abbiamo bisogno di comprendere il da farsi.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19.17, riprende alle ore 19.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Eravamo fermi alla richiesta di parere sugli ordini del giorno n. 378, n.
259 e n. 446.
Prego, Assessore Caucino.



CAUCINO Chiara, Assessore alle pari opportunità

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Cane. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n.
378, quest'ordine del giorno è sicuramente meritorio nelle sue finalità di sensibilizzazione rispetto a un tema assolutamente delicato e importante come quello delle discriminazioni di genere. L'Assessorato alle pari opportunità della Regione Piemonte si fa parte attiva nell'identificazione degli strumenti comunicativi idonei, impegnandosi certamente nella diffusione d'iniziative finalizzate al sostegno delle vittime di violenza di molestie anche sessuali e di contrasto del fenomeno di discriminazione.
Attraverso la rete diffusa su tutto il territorio piemontese, che è costituita dai centri antiviolenza e dalle case rifugio, stiamo promuovendo lo stiamo facendo ormai da tempo - le lodevoli attività portate avanti dal vasto mondo associativo che combatte ogni giorno questa battaglia di civiltà, prevedendo inoltre, ove possibile, anche la partecipazione a futuri bandi regionali che supportino questi obiettivi. Quindi ringrazio ancora il Consigliere Cane per l'opportunità di approfondire un tema così delicato e fondamentale, soprattutto in un momento critico come questo.
Pertanto, rispetto all'ordine del giorno n. 378, il parere della Giunta è certamente favorevole.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 259 ringrazio il Consigliere Ravetti. Il tema qui è un po' più articolato, perché la Regione ha messo certamente in campo tutta una serie di azioni in quest'anno e mezzo di legislatura e anche nei tempi pregressi rispetto al tema.
In particolare, condivido l'obiettivo di garantire l'avvio di un tempestivo ed efficace percorso di protezione alle donne con l'inserimento in casa rifugio, prevedendo quindi la possibilità di eseguire il tampone in regime di massima urgenza, sia alle donne vittima di violenza, sia a eventuali loro figli e bambini, anche in vista di procedere con celerità all'eventuale inserimento in casa rifugio o in altra struttura, in cui siano già presenti altri ospiti.
La Giunta, infatti, in quest'ultimo periodo ha adottato una serie di provvedimenti assolutamente mirati e, precisamente, ha adottato la DGR n.
21821 del 5 agosto 2020. Questa DGR prevede le linee d'indirizzo per le strutture residenziali e semiresidenziali per disabili, minori, anziani aree dipendenze, prevenzione e contrasto alla violenza nella fase di emergenza COVID-19.
Abbiamo adottato la DGR 12253 dell'11 novembre 2020, dove è stato approvato l'aggiornamento della DGR 21821 del 5 agosto 2020.
Abbiamo approvato la DGR 132568 del 18 dicembre 2020, dove sono state ulteriormente aggiornate le linee d'indirizzo che ho appena menzionato.
A tutti questi provvedimenti sono seguite azioni in rispondenza all'evolversi della situazione epidemiologica: è stato previsto che il nuovo accesso in struttura fosse subordinato all'allestimento di un modulo di accoglienza temporaneo dedicato ai nuovi ospiti; somministrazione di un tampone molecolare naso-faringeo; avvio di sorveglianza sanitaria (questo per almeno quattordici giorni successivi all'ingresso); inoltre, nelle 48 72 ore precedenti l'inserimento dev'essere disponibile anche l'esito negativo di un tampone molecolare naso-faringeo.
In caso di urgenza, devono comunque procedere all'inserimento, per ragioni di protezione e di tutela, i soggetti asintomatici e paucisintomatici.
Costoro sono inseriti in struttura dedicata, albergo o altra soluzione di accoglienza, con una disponibilità di accesso medico-infermieristica a chiamata, ovviamente fino all'esito del tampone, successivamente al quale si attiverà poi il percorso di accoglienza appropriato.
La fornitura di tamponi e di tutto quanto previsto in termini di DPI, come comunicato a tutte le dodici case rifugio del territorio iscritte all'albo regionale, è stata espressamente fatta rientrare tra le spese riconoscibili ai soggetti gestori a valere sui finanziamenti statali e regionali, che annualmente vengono assegnati per il sostegno alle loro attività.
Insomma, Consigliere Ravetti, sono state fatte davvero molteplici attività.
La lista è lunghissima, se vuole gliela leggo per intero, ma ci sono molte pagine. Vista l'ora e visto che poi le farò pervenire il prima possibile la documentazione, direi che in sintesi, nonostante condividiamo in modo assolutamente sincero l'obiettivo generale dell'ordine del giorno, dobbiamo esprimere parere contrario, proprio perché in questi mesi e in quest'ultimo anno la Regione ha messo in campo molte implicazioni che già hanno fondamentalmente risposto alle istanze che lei pone in essere con l'ordine del giorno n. 259.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 446, ringrazio la Consigliera Disabato per l'opportunità di approfondire questo tema. La Giunta esprime parere favorevole. Anche in questo caso non indicherò le specifiche considerazioni, però l'espressione del parere favorevole, Consigliera sarebbe condizionato da due modifiche. Lei chiede che la Giunta s'impegni ad attuare e a finanziare la legge regionale 5 del 2016. A livello di Giunta semplicemente le chiedo, Consigliera, di aggiungere la parola "continuare".
Il parere sarebbe favorevole qualora lei acconsentisse, al primo punto alla dicitura "a continuare l'attuazione e il finanziamento della legge regionale 5/2016". Con questa nuova formulazione si darebbe verità a ci che in realtà è, ossia che la Regione, già sta dando piena attuazione e finanziamento alla legge regionale 5/2016.
Nel secondo punto le chiederei, altresì, di apportare un'altra modifica cioè considerare di sostituire la parola "leggi" con la parola "iniziative". La formulazione sarebbe "di dare pieno sostegno alle iniziative nazionali in materia di contrasto alla violenza", perch riteniamo che non tutte le leggi attuali, a livello nazionale, siano da noi completamente e sempre pienamente condivisibili.
A fronte di queste due modifiche, qualora la Consigliera Disabato fosse d'accordo, la Giunta esprimerebbe parere favorevole, per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 446.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
In base alle modifiche proposte, vogliono intervenire i primi firmatari? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

È tardi per tutti, forse anche per l'Assessore.
Chiedo la ragione per cui, poiché è condiviso l'impegno, si chiede alla prima firmataria dell'ultimo ordine del giorno, la collega Disabato, di inserire il verbo "continuare" e, per quanto riguarda il nostro ordine del giorno, dato che si condividono gli impegni e si sostiene di averli già attivati, non si chiede di inserire anche qui il verbo "continuare".
Trovo singolare questa scelta, che è squisitamente di natura politica. Ne prendo atto, ma la trovo inspiegabilmente divisiva. Non faccio polemica però ne prendo atto e fornirò un'opinione rispetto a quest'atteggiamento che non è inclusivo.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato e seguito attentamente la presentazione dei tre atti indirizzo e la discussione.
Sono perplesso. Innanzitutto ringrazio tutti e tre i colleghi che hanno presentato un atto d'indirizzo su un tema così importante, quindi non ce l'ho assolutamente con loro, ma proprio perché il tema è così importante penso che questa discussione stia perdendo di senso.
L'atto d'indirizzo del Consigliere Cane, che ringrazio per aver presentato un documento su un tema così importante, contiene tutte cose condivisibili.
Tuttavia faccio rilevare che l'impegno cita solo un soggetto tra quelli che s'impegnano nel campo del contrasto alla violenza di genere.
Fare un atto d'indirizzo dove nell'impegnativa si scrive di sostenere una realtà in particolare è un po' singolare. Poi, ripeto, è lodevole anche con l'iniziativa di Break The Silence, non voglio essere frainteso. Lodevole la pagina Facebook, che ha circa 2.000 like, e il profilo Instagram, che ha circa 5.000 followers. Ben vengano iniziative del genere, ma inserire nell'impegnativa il sostegno solo di un'iniziativa è un po' particolare.
Sono, invece, basito per quello che ho sentito dire dall'Assessore Caucino.
Dire che ci sono leggi nazionali che non condividiamo e che quindi non ci sentiamo di accettare un atto d'indirizzo che ci dice di sostenere leggi nazionali significa che un'Amministrazione regionale può riservarsi la facoltà di non applicare leggi nazionali? Di non applicare leggi di rango gerarchicamente sovraordinato? Sono basito.
Lodevole l'iniziativa e ringrazio i colleghi per aver presentato questi tre atti d'indirizzo, però, francamente, in questo momento la cosa non mi sembra seria e non me la sento di partecipare a una votazione di atti d'indirizzo che poi diventano una cosa del genere.
Sinceramente, mi tolgo dalla discussione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti; prego, ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
In realtà ho chiesto d'intervenire forse ancora prima ancora che l'Assessore finisse la sua esposizione.
Ringrazio i Consiglieri che hanno presentato questi ordini del giorno.
Avevo sottoscritto e condiviso quello della Consigliera Disabato e sottoscrivo quello del Consigliere Ravetti e del Consigliere Cane.
Mi si permetta proprio una breve considerazione. Credo che questo sia un argomento troppo importante, una vera e propria piaga, com'è stata definita, per cui qualsiasi azione non è ancora sufficiente, visti i numeri che tutti i giorni andiamo a leggere sui giornali e quello che sta capitando.
Credo che non sia opportuno andare a spaccare il capello in quattro, com'è stato fatto adesso dall'Assessore. Capisco bene che abbia fatto l'elenco di tutto quello che sta facendo la Regione. Ora, nessuno sostiene che questa Regione abbia dormito sull'argomento, ma in questo caso non ho trovato le sue parole veramente opportune.
Bisogna mettere in piedi e in campo qualsiasi tipo di azione per contrastare quella che è una vera e propria piaga sociale, ancora più aberrante perché succede, molto spesso, in ambiti familiari e dove si ha che fare con i sentimenti.



CAUCINO Chiara, Assessore alle pari opportunità

Presidente, scusi, posso intervenire un attimo?



PRESIDENTE

Prego, Assessore; ne ha facoltà.



CAUCINO Chiara, Assessore alle pari opportunità

Era per quanto concerne l'ordine del giorno n. 259 del Consigliere Ravetti.
Effettivamente, rispetto ai temi e alle azioni da lui proposte, così come abbiamo richiesto una modifica dell'ordine del giorno n. 446, se il Consigliere fosse d'accordo e modificassimo tutti i punti da lui individuati con le parole "continuare a" - quindi "continuare a garantire l'accessibilità", "continuare ad assicurare la tempestività", "continuare ad attivarsi", "continuare ad assicurare", "continuare a valutare" - allora anche rispetto all'ordine del giorno n. 259 la Giunta esprimerebbe parere favorevole. Posto che, ripeto, sono azioni che riteniamo di aver già messo in campo e di avere tutto l'interesse di continuare a mettere in campo.
Assolutamente, se questo può essere modo di.



RAVETTI Domenico

Presidente, se posso intervengo in dieci secondi.
Come ho detto in premessa nella presentazione dell'ordine del giorno, noi abbiamo depositato a maggio un testo che avevamo elaborato durante il mese di aprile, ragion per cui non abbiamo alcun motivo di dubitare che ciò che proponiamo sia stato attivato, per cui se è stato attivato non è un problema modificare il testo - mi rivolgo ai dirigenti del Consiglio - e inserire nell'impegnativa "continuare a".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Devo dire che anch'io sono un po' perplessa per questa discussione e anch'io, come il collega Bertola, mi chiamo fuori. Nel senso che non credo che un tema così serio e così importante si possa affrontare in questo modo. Questa continua correzione degli atti d'indirizzo, alla fine, serve solo ad attenuarli, serve solo a far passare degli impegni, ma in realtà senza impegnarsi troppo.
Inserire un "continuare a" su precisi impegni quando sappiamo benissimo quale sia la situazione nella nostra regione, che è una delle regioni che vede, purtroppo, casi di cronaca sempre più frequenti anche in questi primi due mesi del 2021, vuol dire continuare a fare cosa? Bisogna fare di più "continuare a" non basta, quindi è inutile che oggi approviamo un atto d'indirizzo dove diciamo "continuare a" e non prevediamo nulla di più.
Così com'è inutile che prevediamo di mettere risorse a bilancio: adeguate risorse a bilancio che cosa vuol dire? Non sappiamo nemmeno ancora quantificare quante saranno le risorse, piuttosto delle risorse che metteremo e come verranno utilizzate parliamone in sede di bilancio.
Concordo rispetto alla questione dell'atto d'indirizzo a prima firma del Consigliere Cane, va benissimo secondo me citare nelle premesse l'impegno di queste ragazze che hanno avviato questo progetto lodevolissimo, così come sono lodevolissime moltissime iniziative che abbiamo nella nostra regione. Trovo però un po' eccessivo citarle nell'impegno, mi sembra che sia un po' fuori luogo, perché va riconosciuto l'impegno di quest'associazione, così come di molte altre. Parlarne addirittura nell'impegno credo che non sia opportuno, senza nulla togliere.
Ovviamente condivido gli intenti di tutti questi atti d'indirizzo e sono riconoscente e grata ai firmatari che hanno portato questo tema in Consiglio, ma non credo che sia questo il modo giusto. Lo trovo un atto di facciata che non aggiunge assolutamente nulla e non risolve nulla rispetto a questo tema, che è una vera e propria piaga.
Tra l'altro, quando abbiamo fatto recentemente un sopralluogo in carcere abbiamo rilevato come tantissime detenute recluse arrivino da storie di violenza o abbiano vissuto situazioni familiari molto difficili, e non vengono mai citate: non sono donne di serie B quelle che si trovano in carcere! Comunque, su questo tema sicuramente lavoreremo anche noi in futuro. Per per questo motivo, non parteciperò al voto di nessuno dei tre atti d'indirizzo, pur ringraziando ovviamente i Consiglieri che hanno lavorato in questa direzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cane; ne ha facoltà.



CANE Andrea

Grazie, Presidente.
Sarò velocissimo. A questo punto, intervengo anche un po' per fatto personale, perché ho sentito la collega Frediani, ma soprattutto il collega Bertola, che si è definito "basito" per l'impegno del mio ordine del giorno.
L'ho riletto più volte - peraltro, ce l'ho davanti a me - ma a meno che non sia stato modificato a mia insaputa nel caricamento sulla piattaforma, oso pensare che non sia stato letto fino alla fine. Perché non nascondo che lo spunto o l'incipit sia nato, appunto, dall'impegno di queste quattro ragazze, come occasione di poter parlare ancora una volta di questo tema.
Tra l'altro, ritengo che questa sia la cosa più importante di questa serata, cioè che si continui a parlare di questa problematica.
Però nel primo punto scrivo: "Per una società più equilibrata e meno violenta ad aumentare l'appoggio istituzionale e comunicativo alle associazioni, enti, fondazioni e canali sociali, come appunto, Break The Silence.".
Ancora di più nel secondo punto, dove si legge: "A diffondere le iniziative intraprese dalle organizzazioni del terzo settore, enti, fondazioni associazioni di categoria e canali sociali sul tema attraverso la rete regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio".
Termino il mio intervento. Però mi sembra abbastanza palese che se chi è intervenuto prima di me avesse letto bene la fine di quest'ordine del giorno, non avrebbe potuto assolutamente fare le dichiarazioni che hanno fatto i colleghi Bertola e Frediani.
Comunque, non c'è nessun problema, va bene così.
Grazie.



PRESIDENTE

Vorrei capire se la Consigliera Disabato intende modificare l'ordine del giorno nella parte relativa all'impegno, così come ha proposto l'Assessore.
Nel frattempo, ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente. Le chiedo scusa per l'interruzione.
Mi spiace che il collega Cane non abbia ascoltato bene il mio intervento perché io l'aggettivo "basito" l'ho usato per le frasi che ha pronunciato l'Assessore Caucino, e non per il suo atto d'indirizzo. Quindi ho detto cose completamente diverse.
In ogni caso, Consigliere Cane, le assicuro che prima d'intervenire sugli atti d'indirizzo e prima di votarli li leggo tutti, compresa la parte relativa all'impegno, quindi non si preoccupi. Io la ringrazio, però li leggo con attenzione. Piuttosto, magari, ascolti meglio gli interventi perché "basito" l'ho usato nei confronti di ciò che ha detto l'Assessore Caucino. Grazie.
Chiedo scusa, Presidente. Il mio non era un intervento per fatto personale così come non lo era quello del collega Cane, anche se ha detto diversamente.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliera Disabato, desidera intervenire in merito alle modifiche proposte sul suo atto d'indirizzo?



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Confermo il mio voto favorevole e la mia sottoscrizione a tutti e tre gli atti d'indirizzo (compreso il mio, ovviamente, essendone prima firmataria) però solo se così formulati e se così presentati.
Presidente, sono ormai abituata agli interventi sui miei ordini del giorno che spesso e volentieri non cambiano nemmeno tanto nella sostanza. Per umanamente parlando, ho sempre appoggiato le iniziative dei colleghi, se ritenute di buonsenso, cioè se ritenevo che andassero nella direzione politicamente giusta, a volte senza nemmeno richiedere modifiche.
Se ritengo che la questione sia buona e sostenibile la appoggio. Purtroppo devo rilevare che, in alcuni casi, non incontro la stessa collaborazione dall'altra parte.
È vero che cambiare una "parolina" può sembrare tutto, come può non sembrare niente. Però, sinceramente, mi sarei aspettata un altro tipo di approccio, perlomeno dopo tutto questo tempo. Benché possa sembrare che la sostanza non cambi, speravo di essere legittimata in questa mia azione politica, condivisa anche dagli altri colleghi. Purtroppo, vedo che non è così in tutto.
Tra l'altro, ho ascoltato anche l'intervento dell'Assessora Caucino per quanto riguarda la legislazione vigente: ci sono delle proposte di legge al vaglio, ma ci sono anche delle buonissime leggi di contrasto alle discriminazioni e alla violenza (penso al codice rosso e a quant'altro).
Però quando parliamo di atti o di leggi che vanno contro le discriminazioni, devono prescindere dalle posizioni politiche. Sono atti che vanno in quella direzione e basta.
Ho compreso il senso della modifica, sebbene a parole abbia inteso qualcos'altro, però speravo di ricevere un voto favorevole sull'intero testo. Così, invece, ritengo di non poterlo accettare per diverse ragioni.
Confermo comunque il mio voto favorevole agli atti dei colleghi.



CAUCINO Chiara, Assessore alle pari opportunità

Presidente, se è possibile, le chiedo la possibilità d'intervenire, perch mi pare che non sia stato compreso lo spirito del.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, ma prima si chiede la parola, poi si parla.
Qua sta dilagando il caos: abbiamo enormi difficoltà a seguire le varie modifiche e a gestire le relazioni tra i vari Gruppi, che si prendono per aggettivi, con fatti personali esistenti o meno, a giudizio proprio.
Dobbiamo gestire l'Aula da remoto, questione non semplice, e vi ricordo che dobbiamo ancora procedere con le votazioni e concludere i lavori per le ore 20.
Poiché dobbiamo ancora votare i tre ordini del giorno, se entriamo nel dibattito politico non finiamo più.
Poi, politicamente, possiamo fare ciò che vogliamo, nel senso che ognuno agisce come meglio crede. Io, però, sto cercando di portare a compimento le votazioni dei tre ordini del giorno, ma se non c'è la volontà di votarli lo diciamo e chiudiamo i lavori anche dieci minuti prima, gli Uffici ringraziano.
Se vuole intervenire.



CANALIS Monica

Presidente, le ricordo la Bosnia.



PRESIDENTE

Possiamo fare tutto nella vita, ma vengo sempre ripreso per concludere i lavori entro le ore 20, Consigliera Canalis.
Non ho problemi ad andare avanti, però dobbiamo finire. Pertanto sospendiamo l'esame di questi ordini del giorno e si trattano in un'altra seduta, oppure dobbiamo metterli in votazione, cercando di capire le modifiche che ha proposto la Giunta sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Ravetti.
Sui primi due impegni di Giunta non c'è stata nessuna modifica, se è corretto, mentre nell'ultimo punto, dopo le parole "didattica a distanza" è stato chiesto di inserire le parole "continuare a valutare infine la possibilità di prevedere.". Questo è in contrasto direttamente con l'impegno stesso.



CAUCINO Chiara, Assessore alle pari opportunità

Le parole "continuare a" le andiamo ad aggiungere a tutti i punti legati all'ordine del giorno del Consigliere Ravetti.



PRESIDENTE

Anche ai due punti che recitano "a prevedere la possibilità di eseguire il tampone in regime di massima urgenza sia alle donne."



CAUCINO Chiara, Assessore alle pari opportunità

Sì, a tutti i punti indicati dal Consigliere, perché sono già in essere.
Quindi, le parole "continuare a" andranno a precedere tutti i punti indicati.



PRESIDENTE

In precedenza i primi due non li aveva citati. E anche dopo le parole "la didattica a distanza" si chiedeva di aggiungere le parole "continuare a valutare infine la possibilità di prevedere per il periodo di durata dell'emergenza.". Però se è una previsione, è un po' in contrasto con.
Poi il Consigliere Ravetti, "continuare a prevedere la possibilità per il periodo di durata dell'emergenza un fondo.". Sì, in questo modo è un po' più corretto.
Prego, Assessore, l'ho interrotta.



CAUCINO Chiara, Assessore alle pari opportunità

Presidente, per quanto riguarda l'ordine del giorno della Consigliera Disabato, volevo chiarire, perché sembra strano che costoro abbiano interpretato in modo malevolo quella che era, invece, un'intenzione più ampia di contribuire a migliorare l'assistenza rispetto ai soggetti che in questo caso sono oggetto di discriminazione. Noi parliamo di continuare ad attuare e finanziare la legge regionale, pertanto chiediamo sia inserita la parola "continuare", perché la Regione lo sta già facendo, e in questo caso non andiamo a modificare in modo sostanziale quanto la Consigliera ha chiesto.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, diamo pieno sostegno alle iniziative proprio perché vogliamo ampliare maggiormente l'ambito di attuazione dell'ordine del giorno n. 446. Di conseguenza, non soltanto andiamo a sostenere le leggi, ma anche le iniziative, cioè fondamentalmente tutte le azioni. In tal modo, con le iniziative andiamo ad ampliare maggiormente il campo d'azione. Forse mi sono spiegata male, non ho spiegato bene quello che intendevo dire con le modifiche apportate. Questo è quanto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Vista una certa difficoltà, legittima e comprensibile, dell'Assessore ad approfondire questi tre ordini del giorno - tutti e tre i meritevoli di approfondimento con qualche piccolo correttivo di approvazione - recepirei una battuta che lei, Presidente, ha fatto prima, cioè quella di sospendere la votazione. Ricordo anche che c'era un'intesa tra i Capigruppo di votare l'ordine del giorno proposto dalla Consigliera Canalis.
La dico come proposta, ma chiaramente anche gli altri Capigruppo devono esprimersi.



PRESIDENTE

Devono essere d'accordo anche i proponenti. Non l'ho detto per velocizzare o per chiudere alle ore 20, ma perché mi sembrava ci fosse una necessità di maggiore esame.
I proponenti sono d'accordo sulla proposta di sospendere l'esame dei tre ordini del giorno? Prego, Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Cosa le devo dire, Presidente? Non lo so. Chiedo ai colleghi - poi smetto se un argomento del genere deve essere trattato in questo modo. Mi fermo qui.
Dopodiché se è utile, ne parliamo un'altra volta, lo collego alla proposta di legge n. 101 che è depositata in I Commissione. Ma mi chiedo se, in questo periodo così difficile per tutti, quest'argomento dev'essere trattato in questo modo. Ne prendo atto e poi, se è utile, ritiro anche questo punto all'ordine del giorno e lo discuteremo nel prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cane; ne ha facoltà.



CANE Andrea

Presidente, vedo che mancano cinque minuti. Se questi cinque minuti possono essere utili per fare l'ultimo ordine del giorno, ben venga, altrimenti ditemi voi. Però, ripeto, se in questi cinque minuti riusciamo a terminare i lavori come avevamo stabilito.



PRESIDENTE

Avevamo stabilito di arrivare almeno all'ordine del giorno n. 461 della Consigliera Canalis. Perciò o sospendiamo l'esame di questi ordini del giorno o li mettiamo in votazione. Io non ho problemi né a fare una cosa n l'altra, basta solo essere chiari.
Li metto in votazione con le modifiche proposte da parte della Giunta.
L'ordine del giorno n. 378 del Consigliere Cane non ha modifiche.
Non vi sono dichiarazioni di voto su tale ordine del giorno, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 378, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Siamo a 24 e il numero legale è 25.



RAVETTI Domenico

Presidente, trattate in questo modo un tema così importante! Votiamo la prossima volta, guardi. Neanche con il numero legale si riesce a trattare quest'argomento.
Io lo ritiro e chiedo di discuterlo. Bisogna dare dignità a quest'argomento e non è stata data dignità, non per colpa sua, assolutamente non per colpa sua. Mi dispiace, non c'è neanche il numero legale! È pazzesco, guardi.
Buona serata.



PRESIDENTE

Sospendiamo il punto all'o.d.g.
Passiamo al punto successivo, che riguarda l'ordine del giorno a prima firma Canalis.



FREDIANI Francesca

Scusi, c'è il numero legale oppure no?



PRESIDENTE

Il numero legale non c'è, ma possiamo passare al punto successivo.



FREDIANI Francesca

Se non c'è il numero?



PRESIDENTE

Il Regolamento prevede che possiamo passare al numero successivo.
Non c'è il numero legale per continuare a trattare il punto precedente.



FREDIANI Francesca

Mi scusi, ma non ho mai sentito questo.



PRESIDENTE

Il Regolamento prevede questo: articolo n. 59, comma 5.
La parola al Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Chiedo di sospendere i lavori dell'Aula, perché sono arrivate le 20.
È evidente che c'eravamo dati un programma, ma se non siamo riusciti a rispettarlo è anche dovuto alla lunghezza degli interventi.
Mi associo alle parole del collega Ravetti: parlare di questo tema, come quello successivo, proprio perché non sia solo una bandierina da apporre richiederebbe un certo tipo di dibattito, se penso a quel che avevamo ipotizzato di discutere.
In qualità di Capogruppo, chiedo di poter parlare di questi tre ordini del giorno sulla violenza di genere, più il quarto della collega Canalis, nel prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Ho sentito il collega Magliano; in effetti, il Regolamento prevede che lei possa sospendere mezzora o passare al prossimo punto all'o.d.g., se non c'è il numero legale, ma sono le 20.



(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Collega Gallo, non si sente più.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Vorrei solo un chiarimento.
Se durante la votazione, è mancato il numero legale, in teoria dovremmo ancora votare l'atto d'indirizzo della collega Disabato, perché.



PRESIDENTE

Sì, ma il numero legale non è dato soltanto dalla maggioranza, ma dall'intero Consiglio.



FREDIANI Francesca

Sono alla seconda legislatura. Su tante altre cose no, ma almeno su questo dovrei capirci qualcosa.
Di fatto, abbiamo rilevato l'assenza del numero legale durante la votazione del primo atto d'indirizzo, quindi non possiamo chiudere il punto e passare al successivo, perché bisogna votare l'atto d'indirizzo della collega Disabato.
Chiedo un chiarimento anche agli Uffici rispetto a questo, perché il collega Ravetti ha ritirato.



PRESIDENTE

"Il Presidente, qualora abbia accertato l'impossibilità di procedere alla votazione per mancanza del numero legale, rinvia la prosecuzione del dibattito dell'oggetto in esame a una successiva seduta e passa quindi ad altro argomento dell'o.d.g. o sospende la seduta, per un tempo non inferiore a 30 minuti, qualora lo richieda il Presidente di un Gruppo consiliare o un suo delegato".
Dato che mi sembrava che ci fosse l'intesa per arrivare a discutere e votare l'ordine del giorno n.461 della Consigliera Canalis, essendo mancato il numero legale sui precedenti ordini del giorno sono passato, come da Regolamento, al successivo punto all'o.d.g. Se non c'è la volontà dell'Aula di proseguire la seduta, anche se altre volte abbiamo superato l'orario prestabilito di chiusura, si può anche chiudere, non c'è problema.
La cosa certa era sospendere gli ordini del giorno precedenti e passare al punto successivo.
Prego, Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Mi sembra di capire che non ci sia la volontà di andare oltre l'orario anche se noi lo vorremmo fare su quest'ordine del giorno. Dato che è un ordine del giorno attuale, di queste ore e di questi giorni, sarebbe opportuno che il Consiglio regionale si esprimesse.
Se proprio non si può fare, prendo atto delle forze politiche che non intendono andare avanti, però vi chiederei di metterlo al primo punto dell'o.d.g. della prossima settima, quasi come il proseguimento della discussione.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Nessuna discussione su come ha condotto da Regolamento l'Aula in quest'ultima frazione, però mi sembra che gli animi si siano un po' surriscaldati su una serie di malintesi legati ai tre ordini del giorno collegati.
Forse è il caso di lasciar passare qualche giorno e magari, nel frattempo si può trovare anche un accordo per coniugarli e per non dover trattare non proprio nel modo che merita quest'argomento.
Certo non avrei nulla in contrario a trattare anche l'ordine del giorno n.
461, però, forse, non siamo nello spirito adatto per proseguire, visto che nel frattempo l'orario è scaduto.
Forse finire i lavori adesso è la cosa più opportuna per dare, com'è stato anche giustamente detto, la corretta dignità agli atti d'indirizzo di cui parliamo in occasione della convocazione del Consiglio della settimana prossima.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Ripeto quanto ho detto dieci minuti fa, sposando il messaggio suggerito dal Consigliere Gallo: chiudiamo qui con l'impegno nella prossima Conferenza dei Capigruppo (che credo sarà domani) a calendarizzare all'inizio della prossima seduta l'ordine del giorno a firma Canalis, come avevamo concordato in sede di Capigruppo e, successivamente, subito a ruota i tre atti che abbiamo sospeso adesso.



PRESIDENTE

Consigliera Canalis, è già intervenuto il suo Capogruppo. Mi scusi, si era prenotato il Consigliere Lanzo.
Prego, ne ha facoltà.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
È stata una giornata lunga per tutti, abbiamo anche approvato un disegno di legge importante, quindi possiamo rinviare, dando dignità assoluta e lo spazio necessario per la discussione degli ordini del giorno sinora discussi e da votare.
Pertanto, direi buona serata a tutti e andiamo a riposarci.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Sì, va bene, confermo quanto detto dal Presidente del mio Gruppo consiliare, chiedendo, se è possibile però, lo spazio corretto e la dignità necessaria per un tema che, purtroppo, sarà ancora attuale la prossima settimana.
Credo meriti questo spazio, così come lo meritava la violenza di genere che non credo sia un tema che debba dividere l'Aula.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti, ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Intervengo a nome del mio Capogruppo, che ha problemi di connessione e sembra non riuscire a risolverli.
Mi accodo anch'io alla richiesta degli altri Consiglieri per rinviare questa discussione. C'è un grosso rammarico, perché per un argomento così importante non si riesce a trovare un accordo in questa sede, per cui calmiamo gli animi e riaggiorniamoci.
Questa è la nostra proposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Possiamo concludere. Mi dispiace, Consigliera Canalis, ho provato a mantenere la parola data per discutere anche il suo ordine del giorno, per mi sembra che ci sia l'intesa per rimandare tutto al prossimo Consiglio.
La Conferenza dei Capigruppo si svolgerà domani dopo la seduta congiunta delle Commissioni III e VI, più o meno intorno alle ore 12.30.
Auguro a tutti una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 20.08)



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